Gen. CARLO MONTÙ
STORIA DELLA
ARTIGLIERIA ITALIANA
VOLUME XII
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EDITA A CURA DELLA BIBLIOTECA D' .ARTIGLIERIA E GENIO ROM.A 1950
NOTA REDAZIONALE
Uerrata cor>rige pe1· i volwmii X I, Xli, XIII e X IV 1Jerrà pnbblicata con il 1Jolume X IV. Con tale vol11m·1.e ve1·rm11110 clel vor-i piibblioati gU specchi citi 1
è fatto cenno nel capitolo 48° dell' Xl volwme. Le ()Ìfre ·riportate in fondo 'a pag._680 d·i detto volitme (ultime d!ue riglie}, ·va/J'IJYl,O cor-
rette come seg·ue: per l.800.000 uomini per
300.000 q 1tadr1.iped·i. 1
l vesi di tali derrate ) per detta forza (m.edia cons·iderata come
rrresente al fron teL risultano dallo srieoch'io a, pagina seg1.i ente
(681) . LA RIDDAZIONID
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PARTE QUARTA
VOLUME XII
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Indice 'tematico per il volume, XII
. BALISTICA INTERNA: Sguardo storico generare allo sviluppo del!H. Balistica interna da.Ile origini fino ai giorni nostri. - Perio<'lo della polvere nera. Periodo deJJe polver i :i nfumi . . BALIS'.l'ICA ES'l'ERNA : Sguardo s·torico gener ale allo sviluppo d<illa Balistica esterna dalle ori'gilh fino ai giorni nostri. - P eriodo dalle origini all'invenzione della r igatura. - P èrioclo da ll 'invenzione della. rigat ura .fino a lla guena mondiale. - Periodo dall'inizio della. guerra mondiale fino · af giorni nostri. ESPLOSIVI: Ultime applicazioni della polvere neri:1: - Le polveri infumi. - Esplosivi cli lancio. - Esplosivi di scoppio. ·- Esplosivi detonanti. - Procll.i· zione, conservazione; dis truzione e utilizzazione degli esplosivi. . MA'.rERIALI : Bocche da f uoco. -
Affusti. -
I nstallazioni. -
Carr eggio.
MUNI7,IONI : Proietti. - Bombe. - Artifizi cli g uerra. - Spolette. nelli ed inm:schi. - Cariche di · lancio. - Car iche cli scoppio.
Can-
CONGEGNI ED APPARECCHI DI PUN'.Ì'.A:MENTO: Congegni ed appar ecchi. - Tavoktte per il tiro controaer ei. - Càlcola.tori per il tiro controaerei e da costa. - Telemetri e goniometri. - 'favole cli tiro. - Tiro cli caduta dagli aeroplani . . . SISTEMI DI P UNTAMEN'1'9 E ME'lODI DI 'l'I;EW: Procedimenti .gonloroetricl. - P.pntamento. ind i.retto. - Puntamento preparato. - Condotta del fuoco. -,- Traiettorie gr afiche Cc ubbachi. - X periodi di fuoco. ~ 'fr aspotto élel tlro. - 'l'iro contro bersagli aerei. - Tiro delle bombarde. - 'l'er minoJogia dei tir i e delle azioni dl fuoco.
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TIRO D I CON';l'ROBA'ITERIA .: Generalità. Risultati ottenuti.
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Circolari delle varie Arma.te.
SERVIZIO D'OSSERVAZIONE D' AR'lI GLIERIA: Suoi mezzi. - Organizzazione del servizio. - I Comandanti d'artiglieria di Grandi Unità. - Evoluzione del servizio durante la guerrn. - La f otografia. - La fotogrammetria. - La fonotelemetria . SCIENZA DI I~IPIEGO : Sguardo storico generale allo sviluppo della scien za di impiego dell'ar tiglieria. - L',Al'tiglieria nella guerra Franco-Germanica del 1870-71. - La polver e senza fumo. - Il fucile a tiro r apido. - La guerra Russo-Giapponese del. 1904-05. - La gncna mondiale dal 1915 al 1918. SERVIZIO CHIMICO: Mezzi chimici d i impiego bellico nelle artigller ie e difesa contro le loro azioni. - Istituzione e srnlgimenti d el servizio chimico militare in Italia dal 1914 a l 1920. ARMI ;J?OR'.rA'.rlLI : Per l'Esercito: Qua dro generale a ll'inizio della g uerra. -- Le armi a ripetizione ordinaria. - Le armi a ripetizione a utomatica. - Mitragliatrici pesanti. - Mltraglialrici leggere. - li'ucili e moschetti automatici. Pis~9l~1automat ich e. - Evoluzio~~e delle .&i'mi da fuoco portatili 11,.rJ petizione. Le armi -a ripetizione automatica.. - Mitragllatr icl legger e. - Pistole mitragfoltrici. - Fucili e moschetti automatici. -:-- Pistole automatiche. - Munif~Oni - Le armi sussidiar ie. - Le bombe da f ucile. - Lanciabombe a ma no. - Lanciabom)>e leggeri con tubo di lancio ad usta . - Laneiabombe pesan ti. - Lanciabombe pneumaticl. - Lanciafiamme por tatili. - I mpostazione problemi rela t;ivi alle armi portatili. - Cenni relativi u studi e fabbricazioni di talune armi portatili dopo la gr:'mde guer ra. Per L' A.reo1uwtiw: Armi impiegate dai n ost-ri dirigibilisti e aviatori dura nte la guerra 1915-l.S. - Pi;oietti esplodenti di caduta ed artifizi va.rii. Portabombe per dirigibili e aeroplani. - Strumenti di p untamento per proietti di caduta. - Armi portatili. - Mitragllatrici. - Cannoncini automatici. Quantità delle armi costruite e distribuite. - Alzi e congegni di puntamento. Corazza.ture varie. - A1·mamcn to degli aerei. S'l'ABILIMENTI MILITARI: Cronistoria del ruolo tecnico d'ai;tiglieria e dell' attività degli Stabilimenti e Direzioni d' artiglieria durante il couflitto mondial1> 1914-18. - Il contributo dell'Istituto Geografico Militare. LE SCUOLE D'AR'l'IG.D IER IA (1915-18): Corsi speciali dei sottufficiali pr esso la Scuola militare di Modena. - C:orsi presso la R. Accademia militare di Torino. - Allievi caduti. - Antichi a llievi e altr.l artiglieri decor ati di medaglia d'oro. - n Muse.o ·sto1:tco .d,ell'Accademia mìlìtare di To1'ino. IL M.USEO NAZIONALE D ' AR'l'IGLIE;Rl A IN TORI;NO (1870-1932) : La sua sede nel mastio della Cittadella. - Drevc storia della Cittadella. - Materi ali raccolti. - I Direttori del Museo. - Proposte e voti per il s uo trasf~ r-irnento. AR TIGLIER I SCRI'l''.lORI E SCRI'I"l'ORJ DI M~TERIE A;R'.rIGLIER ESCHE : Scrittori che collaborarono nella Rivista d'Artiglier ia e Genio dal 1919 al 19J3, ed a questa Storia dell' Artiglieria Italiana .
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COMITATO
DI
REDAZIONE
PER IL
VOLUME Xli DELLA PARTE QUARTA
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Prof. Ing. CARLO MONT"è GENERALE DI DlVTStONE
Collabo ratori:
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AMA.TURO Gen. di Div. Ing. MICHELE DAGGIO Gen. Ing. ROMOLO BO~~MPELLI Colonn. Al:RELIO t BOH,ELLI Colonn. UMBERTO . BRUNO Gcn. GIOVANNI t BURZI O Prof. Ing. FILIPPO CARASSO Colon n. FILIPPO C.ARPI'l'ELLA Col onn. GIUSEPPE C.A.VICCHIOLI Colonn. NOKZIO ETTORRE Gen. FIL.ANDRO FIORA Magg. FRANCO t FOA' Colonn. Dr. ALDO M.A.TTEI Gen. cH C. d' A. ALFONSO MAZZA Colonn. ARNALDO PALLAVICINO Magg. Ing. CESARE P OMETTI Colonn. Dr. ALBERTO SECCO Colonn. Dr . GUSTAVO STEFANELLPMagg. Ing. EMI LIO
Revisori: DOFF .A.. Ten. Col. Ing. GI USEPPE C.A.PRIO Ten. Col. Dr . CAMILLO GALANZINO Colono. FRANCESCO GOCCI Gen. LUI GI SECCO Colonn. Dr . GUSTAVO (predetto) S1'EFAKELLI Magg. Ing. EMILIO (pr edetto)
Seg retari di Re dazione : FLORES Gen. ILDEBRANDO STEFANELLI Magg. Ing. gM:JLIO (predetto)
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PREMESSA
Già in varie precedenti occasioni si è voluto non solta:nto giustifìcai'e, ma sovratutto dimostr are, la nec:essità di dare agli àrgomeinti tecnici uno sviluppo 1piuttosto notevole, che a qualche lettore sllper:tìciale sarà, parso fòrse anche eccessivo; · · Riteniamo ·doveroso di accelinare hreveinente ancora alle ragioni che ci hanno i.111 proposito consigliato, ragioni che tornano sovta.tuttò ad onore · dei nostri tecnici d'artigli.eria, e rag'ioni, diremo 'cosi,· prettamente italiane; nel senso che; s·e le condiziòni fìnànziarìe del nostro Paese non ci harnno seinpre consentito di realizza.re, ~ l necessario quantitativo, materiali, strtunenti e èongegni studiati: genialmente concepiti e lahoriosa.mè111te perfezkmati dai nostri ufficiali tecnici d'Artiglieria, resta però fuori. cli ogmi discussione il fatto per cui, nel' campo delle inven~ zioni,' degli studi e ,dèi perfezionamenti, gli italiani furono sempre maestri e doi1111i. · Lo svolgimento dei singoli _sot.toèapi.toli, e cioè di ciascun argomento tec;nlco, ·venne affidato ·a speciali e preclari collabora~ tori, . specialisti in materia : a · ciasc1iil d'essi vienè qui rivolto il ringraziamento più·se'Iltito :nòn tanto e non solo 1per il disimteressato ed appassionato apporto ,dato, ;ma altresì. perchè proprio questo volume 'è stato ' éompiJa.to à.llorquando ·1e · vicissitudini della gi1erra entravano in quel periodo · cruciale, sfociato poco dopo nelle penose condizioi1i che andn01do successivàmènte ag·gfavandòsi, hanno · ridòtto il nostro Paése· nella critica, situazio1ie in' cui tùttora esso si trova. -13-
PREMESSA
La compilaz-ione quindi dei singoli capitoli ha richiesto particola.re lavoro e duro travaglio, aggra.vati sempre da contingenti difficoltà di comunicaziooe. I nomi dei singoli collaboratori, noti e notori nell'Arma (110stra per la loro specifica e profonda com1petenza dispensano dal segnalare i pregi e l 'importanza dei rispettivi elaborati che pertanto potranno .con vantaggio ed anche .con relativa. facilità es~ sere letti ed apprezzati dai lettori, ai quaJi certo noai sfuggirà l'intento da noi seguito e raggiunto, per cui anche le materie pi\) astruse potero1Ì<>, ·essere trattate e svolte in modo piano e semplice.
* * * Nei precedenti volumi, a misura dello svolgimento storico di tutto quanto conceme l'Arma d'Artiglieria dalle sue origini :fino al ·termine della guerra ·1915-18, furono fatti cenini più o meno estesi alle teorie, rit rovati ecc. riflettenti la Balistica intema e la Balistica esterna. Poichè queste due dottrine sono parti fondamentali della Scienza d'Artiglieria, questa Storia sarebbe manchevole se si limita.sse all'esposizione frammentaria stata fatta nei Volumi precedenti, eipoca per epoca. Vale1ndoci quindi ·d ell'opera del Gen. ALFONSO lVIATrm, del Gen. BRUNO, del compianto Prof. BURZIO e· del Colomì. CAVIC· CHIOLI e dell'illuminata loro competenza in matel'ia, abbiamo ritenuto opportuno ed interessante raccogliere riassuntivamente il già esposto, di fa.re qualche breve aggiunta e di presellltare uno sguardo storico gene1·ale che segni, in modo compre111sivo ed abbreviato, lo sviluppo e la, consistenza delle due importantissime branche di dottrina s11indicate, presentando così à1 lettore, da un lato l'imponente sviluppo ed i progressi conseguiti. dalle due balistiche, e dall'altro tutti i più notevoli contributi, sia italia1ni che esteri, a tali progressi, dalle origini fimo ai giorni nostri. Per un completo sguar.clo generale allo svilu,ppo della Scienza d'Artiglieria, non si poteva poi tralaseiare un breve sunto dei principii. più salienti della scienza dell'Impiego dell'·a rtiglieria in guerra, prb1cipii derivanti in gran parte dalle condizioni -
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PREMESSA
tecniche dell'Arma, e quindi in abbastanza stretta dipendenza dallo sviluppo della Balistica, interna ed esterna. In un primo elaborato venne così trattato della, Ba.listica interna, ed in un altro della B.a listica esterna, mentre poi i111 un terzo si contiene un rapido sunto dello sviluppo della scienza di Impiego dell'artiglieria, limitatamente alla fine della guerra mondiale, e segnan<l,p solta,nto le tenq_enze 1 che la guerra stessa ecl i nuovi ritrova.ti òemci avevano risveglfato e posto i111 discussione fra gli ufficiali dell'Arma verso la :fine .del conflitto e IJ)OCO dopo l'armistizio. Lo speciale capitolo delle armi portatili venne svolto con nota competenza e in modo egregio dal Oolonn. MAZZA col concorso del Magg. FroRA, ai quali si rivolge quindi il nostro sentito ringraziamento este:nd(!nd.olo al Oolonn. OARPITELLA che fornì alcuni dati e interessanti tabelle. Vuolsi poi segnalare la collaborazione data, dall'Ing. OESARID PALLAVICINO, già, capitano {l'artiglieria addetto al Comando della 2"' Armata durante la Grande Gnerra, poi capitano del Genio aeronautico, mutilato e noto progettista di aeroplani : il Pa.llavicino, nipote diretto dei geinerali, :Ispettori generali d'artiglieria, GIUSIDPPE e CARLO PAS'.['{)RID, dei quali ampiamente si è parlato IIlei volumi precedenti, occupa ~no speciale posto tra i com~ pilatori di questa Storia, !POrbrndovi un nesso sentimentale da noi grandemente apprezzato come quello che ci ricollega a.i n.ostri maggiori. . Al Gen. BAGGrn, al Oolonn. BON1'f~111Pl<JLLI, ai Oolon111. PoMIDI"l'I e SECCO è doveroso altreRi un r ingraziamento vivissimo per la preziosa loro collaborazione, mentre con sentito. rimpianto si ricorda il contributo dato da.l defunto Colom1. Fo,t Purtroppo poehi mesi or sono decedeva improvvisamente il Oolon!ll. UMRERTO BORELLI.! Da, vari anni egli era stato non soltanto e ripetutamente un collaboratore preziosissimo per que·Rto lavoro storico, ma la di Lui fraterna climistichezza. e l'intimità delle sue relazio,ni con noi e con altri collaboratori, gli avevano creata una speciale posizione di organo di collega,mento, di consigliere e di ar_b itro_per varie questioni controverse . . A prescindere -da.Ilo speciale sottocapitolo del Sel'vizio Os!<ervazione, da Lui in massima pa r te elaborato., anche iper altri -15-
PREMJDSSA
a,rgomenti egli diède, disin teressafamerite ed anzi 'COn éontl'ibuto oneroso cli spesa e di 'lavoro, la sua opèr·a, e semp·re COIIl quell'en·tusiasmo che poteva essere sentito soltanto da un distinto uffidale pari suo, artigliere, soldato e teci1ico, prat ico ·delle diversè branche cletser·ìrizio e competent~ nelle più complicate 'q'uest ion_i tecniche.
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Per gli svolgimenti a.s sun ti dall'andamento· della guerra dal 1914 al 1920, e cioè per l' afl'.ermru:si sempre più marcatamente (lelle macchine, dei meccanismi . e ~ei ~Ollgegmi, è evide.nte ·cb,e gli argomenti tc~cnici doveva.no non soltanto aumentare di numero, ma altre$l di .mole .; e a quest'ultimo riguardo vogliamo ripetere ciò che già fu ripetutamente acce.nnato altre volt~ e cioè che il lettol'e potrà f<>rse riscontrare .talvolta delle appa. renti ripetizioni, le quali viceversa furono di pt'Qposit o effettuate perchè abbia.mo -ritenuto essere i 111dispensa.b"ile che ciascun argomento risultasse completo per sè stesso ed in sè stesso, evitando così a1 lettore di dover fare ricorso ad altri volumi e ad altri capitoli. ·In · conseguenza degli specialissimi momenti ' attraversati, alcuni dei sottocapitoli non hanno potuto essere· iliustrati sì e come sarebbe . stato desiderabile : le cÒntingenti difficoltà di rice1·c~~ ~ talvolta j'impossibilità dt ritròvamento hanno i,n varie circostanze frustrato i nostri sforzi, ma poichè è viva sper~nza n.o stra che dopo be.n quindici an ni di iavoro quest'opera storica dalle origini al 1920 possa essere compietata,e pubblic:;i,t a, e che in seguito, d'altra parte, qualche continuatore di questa nostra tn01to dura se pnr cara fatica voglia procedere ad una nuova edi7,i0ne rivedufa , corretta ecl integrata,. ~osì, amche per quanto riguarda il materiale iconografico l'ope1\a stessa potrà essere ar.: ricchita di tutto quel materiale illustrativo che valga ad allegg~rirne la- lettura ·e concorrere a rendere .i testi maggiormente com~ fl)rensivi. -16 -
PREl\.fESSA
Al Capitolo tecnico propriamell1te detto sono stati aggiunti altri tre Capitoli l'iguardanti le Sc110le, il Museo Nazionale di Artiglieria ed un capitoletto biobibliografico cli artiglieri scrittori, di. scrittori di mate1·i.c artiglieresche e cli nostri collaboratori nella compilazione di. questa Storia. . I due capitoli riferentisi alle Scuole ed al Museo costituirono fatica particolare del Colonn . CARASSO cd il primo è sovratutto iute1'essnnte pe1:cllè rievoca e narra il susseguirsi clei numerosi. Corsi svolti alla R. Accademia Militm'e di Torino per ,sopperire alle irngenti richil'ste di ufficiali subalterni di complemento dnra111te gli anni in cui durò l a Grande Guerra. I due cnpi toli riferen tisi agli Stabilimenti 1\fiJitari ed: agli Artiglieri scrittori sono opera par.ie1J1te e precisa del più assiduo collaborato1·e e revisore di que t a Storia, il Maggior e d' .Art iglic1'ia Ing. E:'11ILIO S'rJ1lFAJ,IM,Lij dei d11e capitoli, il bibliografico può in THll'te con!=!iderarsi come doverosa aggiunta integra liva clel Capitolo 3:3°, ed è giu stificato òal fatto che nuovi ,collaboratori si sono man mano aggiunti mentre òoverosamente {lovcvansi ,colmare alcune lacune c<l nlcune dimenticanze occorse nel Capitolo 35°.
Tenuto conto di tutto qnanto precede ccl espresso il più vivo ·dngraziamento all'Ullìcio Storic0 del Ministel'O dcllft Guerra ed alla Direzione della Rivista d'Artiglieria e Genio per il largo ~iuto costantemente accm·da.toci, confidiamo nella hen evolenzn, dei no!'lt1'i ]ett-0T'i 1per essere g'iustifìcati e pr!1·clonati pe1· imvolontarie mende ed omissioni. t en<~mlo prrsentc sovrat11tto il fine ultimo che ci ha sempre animati e cioè l'intrnto costante di onoTal'e l' Arnrn nostra e concorrere modestamente ad innalzarle quel dnraturo momnneo,to di fede, di am.mfrazione e di nffetto che all'Artiglieria legano non soltrtnto gli a1'tigliel'i, ma deve 1~gare altresì lutto il popolo itali ano. Bellìigio, 5 giugno 1943. CARLO i\10NTU' -
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CAPITOLO CI NQUANTESIMO
PAR T E
TECNICA CAPO
I
BALISTICA ! ~ TER NA SGUARDO S TORICO GENERALE ALLO SVILUPPO DELLA BALI S TICA INTERNA DALLE ORIGI NI F INO A l GIORNI NOSTRI. - P ERIODO DE LLA P OLVERE NERA. - PERIODO DELLE POL• VERI IN FUMI.
§ I
Premessa = Periodo della polvere n e ra: Granitura; v ivacità dell a polver e; fun z ion e di forma • Rinculo liber o = Balis tica in tern a vers o il 1870 • Rigatura· Resisten ze passive • Res iste n za delle a rtig lierie • Resistenza deg li a ffusti • Balistica interna spe rimen tale.
Come già. detto la balistica i ntern a è quella 1par te cl ell a, Scienza Artiglieresca. che ha pe1.· compito principale lo ii(t uclio delle azioni degli esplos ivi e del movimento del proietto nella bocca da fuoco, e la Yalutazione delle velocilit e delle pressio:ri i <-he in questa si m:rnifestano, riferite t anto ai percorsi del proiett o stesso, quanto a l temp o. Tnle studio, di grnncle impol' · tanza ed interesse dal pun to cli vista puramente s cientin.co, s a-
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0VOLUZlONE DELLA BAL~S'.rJCA IN'r l-:RNA
rrbbe praticamente di limita,to valore se non venisse rivolto al progetto di armi di potenza prestabilita: ossia cli armi atte: a) ad impartire prestabilite velocità i.iniziali a proirtti di da,ta massa e di prefissata potenzi1 di scoppiò ; b) ad assicmrare la perfetta stabilità di tali proietti sulla traiettoria ; o) ad essere 1Precisi:trnente ed agevolmente puntate; ci) ed infine a venire trasferite più ,o meno facilmente da un luogo all'altro di impiego bellico. Poichè l'agente essenziale di un'arma è l'esplosivo, la ba.listica interna deve rivolgere ad esso uno studio approfondito, non ta01to da1 punto ,d i vista chimico o della tecnfoa di fabbricazione1 ma molto più da quello del suo funzioinamento e come agente balistico delle cariche di propulsione 1 e corne agente dil'imente per gli effetti ,d i frantumazione dei proietti e cli demolizione dei bersa,gli. Per queste ragioni il presente « sguardo storico >> comprenderà Pevoluzione dei progressi : sia delle polveri e del loro impiego nelle armi1 sia dei proietti, sia delle bocche da fuoco dal punto cli vista della loro resistenza e ,delinea,z.ione, sia infine degli affusti circa. la loro resistenza ai tormenti delle sparo ed al loro equilibrio. L'agente propulsore di tutta l'evoluzione degli a,r ~amenti i· ra1Ppresentato dalla costante tendenza, del combattente a col pire l'avversari,o sempi·e più da lontano e sempre con accre, scinta potenza, cosi da. rompere ·1a, coesione delle sue formazioni tattiche, più profondamente abbatterne il morale, ed averne più facilmente ragione nell'mto dedsi.vo . Tendenza che è assai ben riprodotta nelle due prime parole (fol motto · per la, nostra gloriosa R. Accademia Militare di Torino:
« IO]rnE - ET~ DISIICERE >)' Sotto la· spinta cli quell'agente propulsore le armi da fuoro furono votate ad un incessa91te, più o meno rapido - progresso, che il presente sguardo storico intende ,d i rivedere per sommi ca1Pi da1le ,o rigini :fino ai giorni nostri. In principio il progresso fu molto lento perchè la suindicaJa tendenza del ·c ombattente trovò ostacolo difficilmente supera.bile nelle co ndizioni inferiori cl.ella 1
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0VOLUZl0).!E DELLA BAL;.ST ICà INTBRNA
scienza e ,de1le indnstrie mecc}1t1iche e siderurgiche, ma poi esso fu assai rapido e fecomlo di l'isultati, uJlol'chè i progressi scien tifici ed industriali tolsero <:li mezzo questo ostacolo. Si con·templa cosi un periodo di secoli dumute i quali l' unico agente balistico e cli scoppio è rappresentato dalla polvere nera e<l il progresso degli armamenti si svolge con grande leu1tezza; ed è un successivo periodo cli circa un cinqua nten nio di rapidi ssimi e sorprendenti ,progres i, che si inizi.a con l' im-enzione delle polveri infumi. Pei- le ragioni ora. dette il p1·esente sguardo storico generale sulla evoluzione della balistica intern a è st::1to suddiviso in due parli : la prima detta Periodo deJla polvere ~1era, ,, la secondfL detta P eriodo della polYere senza fumo. Questo sgnal'do storico potrebbe anche consistere nella esposizione nel tt~mpo di nomi, di tito'li dei principali ritrovati e delle im·en1.ioni c-oncer11enti gli armamenti, e delle date relative. Riteniamo che una simile esposizione riuscirebbe molto arida nello stesso tempo che, necessari,:1menle, inC'ompleta e forse inesa tta. Preferiamo quindi una i-agio1rnta e&-posizione cli concetti, cli sunti. di studi, di invenzioni, di esperienze e tentativi scien tifici e sperimentn li compiuti, i quali t utti, oltrechè meglio interessare il lettore, valgono a prospetta.re in non lunghe pagine e senzn i'I carico di formule matematiche, lo sipirito e la impone11½a della scienza balistica interna. I volumi precedenti di questa Storia comprendono già numer-0se questioni attioienti alla balistica in terna, le quali risultano necessariamente sparse e non abbastanza ricollegate tra loro, cosi da rendere difficile al lettore nn' idea comproosiva e c:ompleta cli questo ramo della Scieuza arligJieresca. Riteniamo utile di richiamare, nelJa esposizione che seguirà, quelle questioni che i predetti volumi hanno suC'cessivamente e anche più distesame1nte presentate ai lettori. Un tale richiamo verrà fatto con l'indicazione del Yolume in numero roma1J10, e della pagin a in numero arabico. «· ~:-
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Nel periodo della polvere nera conviene mettere in luce, siccome prim o passo importante sulla via, del progresso, e ri-
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GRANITURA DELLA E'OLVillR0
ti·ovato strettamente legato aJla balistica interna : la, granitura della polvere (I -· J O) usat a fino a.J 1300 sotto forma i ncoerente · cH polverino. La granitura ebbe per ris ultato la più facile accensione e la più tegola.re combustione delle cariche, e quindi un migliore funzionamento balistico di questa. Sulla questione dcll'nccension e ebbe ad occuparsi Leonardo <'la Vi11 ci (1-356). Sulla grossezza del g1·ano di pofrel'c, variabiJe 8econdo i calibri e la lunghezr.a delle bocehe da fnoco, si ebbero in prineipio idee poco precise, e soltanto verso il 1GOO si stabilirono ,d ati più sicuri : sulla grossczr.a del « miglio ». ossia <,ulle dimensioni del gra no seronclo le bocche da fuoco; ccl in pa,r tieolare, il grano più minuto per Je picco)e al'tiglierie, e quello più g·rosso per qneJle di maggior ralibro e lunghezza (I -667), pouendo rosi una prima base, sebbene empirica, per un più razionale im:piego dell'esplosivo di la1ncio, ecl ottenendo minori t onnenti per Je artiglierie di mnggiore poterina e, piiì d i t utto, combustioni pi ù complete <lelle cariche cli Jnncio . Si precorrevano in t al modo, sia pure in man iera r uc1im(mtale e confusa, le idee preC'ise attnahnente cor-rent i sulla vivacità dcJla polvere. Attorno al 1!500 si occuparono delfo cm·i.c.hr. <li lancio scienziati di gran ,nome: particola rment e si tenne cont o del rapporto clel peso d ella cade.a a quello clel proiettile : (I·372 e se-guenti) in l'ignardo all'in tel.'o perc01·so clel proietto stesso, pereorso ,cbe :fin cl' allorn, era stimato in multip]i della « boccatura >> (calibro). ' P er opera del Tartaglia (J:>70) ebbe fon damento la « Scienza ,di A.rtiglieria >>, d,al connubio della ruateruatica con le nozioni rigua.rda.uti il ti ro e gli effetti della ,polvere da spal'o ; scieuza c;he ha poi progredito con Galileo ed altri miuori. Questo somm o ,sci en zia to ebbe per primo a pl'oclamare r he L' AR'l'IGLil~RIA E' ANZI TUTTO U~A SCIENZA (I-676). Molto n otevoli sono })arecchi punti dell'opera del '1'a1·taglia. «Nova Scienti a >>, ed. 1562, che hanno attinenza con la balist ica interna. Si può an zi adire che tali pnnti forma no « in germe>> quasi t utte le qu estioni fondamenta li <li questa scienza, e vale perciò la pe.i:ia cli cita m e 1P più importanti, fra le qua li: la lunghezza che deve avere la ,ranna in relazione al peso della carica, ed. a, quello clcl proietto; - 22 -
PROBLEMl DI BALIS'.rICA INTERNA
l'addensamento maggiore o minore della polvel'e nella camera di combustione (densità <li caricamento); gli scoppi di bocche da fuoco che fin d'a,]lora si lamenta.vano1 e che, secondo le osser , vazioni del 'l'artaglia., avve•n ivano per lo più in volata e presso la bocca. Le spiegazioilli ·d ate da questo scienziato a,i suindicati fenomeni era.no fonda.te su ragionamenti che oggidì ancora sorprendono per profondità e perspicacia.. I prob1emi della balistiea interna ebbero alquanto più tardi cultori illustri, sia scientificamente i•n linea teorica e sia spei-imentalmente in linea pratica. Il La.g range di.ede Fopera sua eminent<~ a tentati vi cli risoluzione teorica del complesso problema delhtzione degli esplosi.vi nelle armi (II-1256) ed anche Jtulero (1745) ebbe ad occuparsi dello st<:isso argomento facendo l' esa.me critico degli scritti dell'inglese Robins. La prova <lella, polvere, quanto a potenza, interessò il nostro Papacino cl' Antoni (II-1262), e venne da Jui razionalmente com1piuta mediante strumenti di sua invenzione (Il-1329) . Il coneetto di granitura. venne gra.datamente meglio definito classifica,nclosi le polveri secondo la granitura da moschetto e secondo la granitura da cannone (II-1313); si perfezionò la fabbricazione della, polvere mediante la lisciatura1 e si compirono poi ricerche, invero non perfettamente scientifiche, sull' andamento delle pressioni dei gas ne1l'a1n ima. Partendo dall'ipotesi che tu.le andamento delle pressioni potesse venir se~nato da una iperbole equilatera, si tentava il. calcolo della velocità, iniziale declucendola dalla misura dell'area compresa tra questa iperbole e l'ass<~ dei percorsi del proietto, area che, come è i10to, è proporzionale alla for,r,a viva iniziale del proietto. Nel campo sperimentale, iprevia l'invenziohe di uno stru' rneinto atto alla misura della velocità, iniziale (tamburo di Ma.ttei - II-1332) e l'adozione del pendolo balistico a.vente lo stesso scopo, per nierito originale del Papacino cl' Antoni, si seguì il « metodo dei tronchi)) per ]a determinazione del diagrl:lmma delle velocità del proietto rispetto ai percorsi di questo nell'a,n ima (ll-1380). Nel campo teorico si svolsero ,discussioni sulla :fino allora presunta istantaneità di combustione . della polvere, e giustamente si venne alla conclusione (in accordo con le previsioni del 'rartaglia.) che tale combustione richiedeva un certo -
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IL RlNCULO LtBERO
tempo e che essa si otteneva, in moclo dipc~1,clent.e : dal peso della carica in rapporto a que])o del p roietto ; dalla lnnghezza della camna; dalla dimensione Ilei grnni della polvcve; da)lo stivamento di questa nella. camera <li combl1stione e cioè dalla densità cli caricamooto, densità s ulla quale già il Tartaglia . come sopra si è accennato, aveva, rivolto la sua attenzione (Il-1330, 32).
* * ;.:. Durante il XIX secolo furono <;Ofil/piuti grandi progressi nella ba1istica, interna, che continuò però a l'imarn~re pressochè nel campo emipirico fino a poco prima del L. 70 (V-2190), fatta ec<:ezione della famosa Memol'iu del Lagrange (V-2129), e ,delle opere del Piobert (1844 - legge del rinculo libero). Il Piobert pubblicò molti importanti lavori sulle poh·eri ,nere : per primo accennò all'importanza, della forma del grano e stabilì una. « funzione di forma >> che in ogni istante della combustione del gran o lega il valore della sua superficie di emissione dei gas colla grosser,za combusta del grano stesso. Il Piobert basnndosi s nl teorema della conservazione del centro di gravità. di nn sistema soggetto a sole forze interne, noncù.è sulfa ipotesi che una parte della massa dei gas partecipasse nl moto del proietto, ed un'altra parte della massa stessa al moto della bocca da fuoco, derivò la legg·e del « rinculo libero>> e ln. compendiò in una, formula molto Seill/plice, ancora oggi usnhl •n ei cakoli, formul a chi:' stabi lisce la re)ar,ione fra velocità. de] proietto e velocità di rinculo dell'arma neno stesso istante . Questa formula è va lida. finché il proietto percorre l'anima dell'arma , ma quando esso è uscito clalJ a bocca, i gas dànno ancora accelerazioni sul fondo del~ ]'anima e.d a,umentano la velocitù, della, bocca da fuoco. Per ten er eonto di questo accrescimento i) Piobert fece r icorso ad n1J10 speci nle coc:ffi ciente pratico che introdusse nelht predett a formula la quale, così completata, riesce !l fomire con buona approssimazione Ja massima velocW1 di rinculo assunta dall' arma. J,a vera e pr opria assmlr,ione della liaJis tica interna al graclo di scienza si. iniziò nel 1864 con una celebre Mem·oria, dell'ing. Francese R èsal, sul « Moto dei proietti in una bocca da fu oco )), - 24 -
RIG ATUR.4.
memoria fondata sulla termodinamica; e pertanto il vero fondamento dclln scienza balistica interna, pure basa,to sulla termodinamicf:l, - ma trattato in modo si può ,d ire completo per i tempi, e comunque diverso da quello del Rèsal - venne for··· m.a.to nel J.865 per op('l'a dell'artigliere italiano Saint Robert, il quale si può, scmm tema di enare, ritenere il vero ini?:ia.t.ore di questo importante ramo della Sciemm dell'Artiglieria (V-2193).
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Pa.rallelamente a q u<:ste notevoli conquiste nel ca,mpo della balistica, interna , se ne ebbero a)tre n egli studi rigua,rclanti la tesistenza delle bocche da fuo co. Rilevante fu il concorso dat(l in questo campo cla uftìciali dclln. artiglieria italiana: basti fra gli altri ac-cennare, per genialitù, ed importanza, ai ritrovati del colonnello Fort unato Bianchi (III-57) sulla cerchiatura delle artiglierie e sulJa compressione (autoforzamento) delle bocche da fuoco 'di bronzo, e ricordare studi e l'ealizwzioni dei generali Rosset e Grillo. La tendenza a 1nnggiori potenze spi.use a1 miglioramento dell' agente balistico, al qual<~ valentemente contribuirono : il Saint Robert coi suoi studi. sulla perfezionata fabbricazione deUa polvere (V-224-1) , e il Cavalli con stndi sulla deinsità, di caricamento, sulla 1polvere meglio atta ad. evitare tormeuti eccessiv,i o scoppi delle armi (V-2195-2136). La rigatura inventata ed applicata -clal Cavalli diede impulso a sempre migliorare t.a:nto l'agente propu lsore delle armi., quanto la resistenza cli queste, (~cl intro<lnsse, nella scienza cleJJa quale diseorriamo, nn nuovo ecl arduo problema: que1Jo della rìgatura. meglio app.1·01pria.ta. a fornire ]a stabilità del proietto sulla tra iettoriH . Aneh.e la parte sperimentale clella balistica interna. prese si111golare e fecondo sviluppo, seg1rntamente per merito del Saint Robert al quale sono dovuti gli originali esperimenti seguenti. ancora sovente richiamati qalla scienza moderna. : a;) sul calore perduto ,dalle cariche di lancio attraverso le pareti dell'arma (V-2194.); inizio questo e fonte di molti e più estesi studi; 7)) sulla misura, della velocità di. combustione cl.ella polvere a pressioni diverse -d alla atmosferica normale -
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STUDI SUGLI SCOPPll nELLE CANN'ID
(esperienze sul Mon,iso) : questione basilar e di ogni teoria moderna i;mlla combustiolilc della polvere nelle bocche ·da fuoco, che conclusse poi ad una delle leggi essenziali della balistica ir1terna (V-~268); e) snllo scoppio del le canne; esperienze svolte nel 18.34 nel R. PolYeri:6.eio di Genova, e dimenticate, volutamente o 11011, da tntti gli e. perimentatori sncC'essivi; es:pel"ie11zp che flll'ouo di importa111za saliente pci- spiegare il fenomeno, in gran parte ignon1to fino a po(;o tempo fa, della ('Orubnstio11 e tle.lla polvere •n elle armi, e che medtano fin d'Ol'fL nu accpm10 particolul'e in quantorhè restano in st1:etta rehtzioHe col tifro,ato del fnrnc·esc Y ieille relativo a1le pressioni ondulatorie. Il Saiu1t Robert sparava col fucile cli. fanteria )a pallottoln sferica, ponen clo quest'nltinrn. prima a con-, tatto con la carica. poi a distanze gradatamente crescenti dalla caricn fino alla bocca, e all'uopo la carn1a ,dell'a1·rna ve11iv1i tornita h1 c ulatta :fino a g-1°0:-;sezza. cli pnrcti 2/3 e 1 / 2 de]]a normale. Risultati note,·oli dell' espcrienzn fmono: 1) rhc quan t o maggi01·c era la clistimza clel proietto dalla c:U'ica, tn11to minore riusciva la velocitù, ini:r,iale ed il rincnlo deJl'al'l1rn: 2) malgrado che la zona di dPholezza della canna fosse in cnlatta gli sco,ppi o rigonfiamenti della canna avvenivaJrn, come Jo sperimentatore aveva preveclnto, in corrispondenza della pallottola disposfa in avanti nella canna stessa. : 3) scoppi e rigonfia men ti l'isnl tnvano poi tanto più frequenti quanto più era avnn;,,ata la po~izio1w clella pallottola l'ispetto alla raric·a : segno qne~to che il tOJ'·mento clc>lla canna era generato clfl una sov1·appressioa1e a10tcyolf~ clri g:=is dovn_ta a lJ 'improvviso nrresto clei gas stessi snl fondo del proietto. In argomento <li esperiment i importnnti non vanno dimenticati qne11i fatti rlalla RcnoJa d'Applica:1.ion e di artiglieria e genio sulla du t'nta di combustione <lella [10lvere dipendentemente cl11l dosamento (V-2271).
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RESIS'rEN7.A DET, LE AR'.r!GT,IERll:l
Oontempora1neameinte o quasi a tali. esperimenti vennero eséguiti queJli. del O,tvalli intesi alJa ricerca dell'.andamento <lelle pressioni nell'anima di una bocca, da fnoco. All'uopo attraverso le pareti di un cannone veniYa praticata una serie· di f('ll'i di piccolo diametro €! normali all'asse, distribuiti lungo l'asse stesso: e, in og1ii foro ve1,1iva disposta una pallottola fino ad affiorare la parete interna dell'arma. Nello sparo, la vclocitì\ cl elle pallottole, espulse dal rispettivo foro, era misurata, me diante pendoli balistici opportunamente disposti, e ·dalln velocità così misurata si. calcolava la pressione ehe ne era stata causa.. Questa esperienza, ripetnta in seguito da altri, riusci. poco concludente per un insieme cli ragioni che sarebbe fuori lu ogo rammentare q11i.
Negli anni attorno al 18'70 vennero eonseguiti progressi no tevoli nell'industria siderurgiJ·a (~ specialmente <lell 'acciaio; e furono éosì disponibili per artiglieri.e materiali cli maggior resistenza, mentl'e analoghi progressi si ebbero nella fabbrica zione delle polveri, suscettibili quindi cli fornire agenti cli J)l'O pulsi.one di maggiore poteon:a. Kel 1872 e anni segu<~nti, importanti fnr o1110 i lavori e le proposte del Castan ()?rancia) eirca polveri meno vivaci cli quelle in uso fino allora, atte a risparmiare la. boc:ca da fuoco P eoutemporaneamente a eonferire al proietto velocità più alte e sovratntto più regolari. B' di quest'epoca e del Castan la proposta di dare ai grani. forme cilindriche o prismatiche ton fol'i longitudinali, oppure di confezionare grani a strati concentrici <li clensiU.1, clecreseente Yerso l'interno e così cli più rapida com bustione negli strati interiori. In Italia pure contemporaneamente furono promoi::si cl'u1):kio stncli importanti ed esperirne.nti riechi cli suèce::;so sulle cosidette polveri progressive (VI-1213). Questa denominazione, che non va c.onfnsa con qneJla, che riguarda le polveri infumi (VI-lG31.- 1633), si riferisce ad un modo particolare di fabbricazione del grano che tcnclt' allo sc:opo stesso che si era proposto il Oastan. In particolare una ~
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POTENZA Dl<:LLE POLVERI
certa, quantità di polvere a granitura minuta veniva disposta tra due strati di farina ternaria, umi,da, e il tutto veniva poi sotto1posto a forte compressione 1 c,osì. da fonna,re uin a, stiacciata molto consistente 1 ed all'esterno di grandé durezza.. Dalla stiaceiata si intaglia.va.no granL pa,rallelepipedi di dimensioni più o meno grandi a seconda. delle bocche da -fuoco cui erano destinati. Una perfetta essicazione, una lisciatura. ed una ricopertura. del grano mediante grafite, rendevano il grano stesso di piuttosto difficile infiammazione e di relativamente lenta com· bustione negli strati esteriori, con lenta emissione di gas. Le forti pressioni di questi gas faeevano sì. che il grano si sgretolasse e presentasse alla infiamrnazio11e i grani minuti interni, dimodochè in questa seconda fase della combustione, ]a emissione dei gas riuscisse molto rapida. Questa rapida emissione, mentl'e impartiva al proietto forti nccelerazioni, si manifestava allorchè questo erasi già avanzi1,t o nell' anima lasciando considerevoli volumi dietro di sè, talchè le .p ressioni non potevano salire a valori esagerati iu eonfr.onto alla. resistenza della bocca da, fuoco . Crebbe così la potenza, cli armi di ghisa, di non elevata resistenza ; e si ebbe unh re>golarità cli · velocità iniz.iali.
In questo periodo vennero pubblicati studi importanti sul funzionamento della polvere, sia nelle armi sia. in ca,paeità invariabile sperimentale. Degno di menzione è quello dell'allora capita1110 Antonio Cla,varfo10 della nostra, Artiglieria, da.I tito]P Poten'z:a ·della, polvere, pubblicato nel 1879; studio che, con ra,gionamenti profondi e perspicaci, è riuscito ,t ' delncidare il complesso meccanismo cle]]a combustione della polvere nelle armi. Una delle dednzioni importanti clell'autore fu il principio della « costa.mm <leila, quantità, di energia ciinetka, pro d0tta in un'arma. dal chilogrammo di una stessa polvere, quando questa aveva subìto uno stesso numero cli espansioni., ossia quando il volume proprio della carica si era espanso un certo numero ·cli volte nell'intero volume dell'anima )). - 28 -
PRFJSSl:ONF, DATA DAGLI ESPLOSIVI
Verso la stessa epoca ap;parirono in Francia i risultati d1 studi teorici e· relativi esperimenti, informati a maggior rigore &'Cientifico e l))ereiò meno soggetti all'empfri.smo seguito prece- · dentemente, per opera partieolarniente del Sarrau e del Vieille. Il primo infatti in varie pubblicazioni (1873-78) espose una, teoria cli balistica interna, la, quale conduceva a formole pratiche, passate poi alJa scienza sotto il suo nome, per il cakolo <lella velocità iniziale e della. pressione massima, :iJn una bocca da fuoco: più tardi (1888) egli pubblicò una eompleta e notevole rPeoria, clegli esvlosi-vi) della qua le parti importanti sono valide ancora oggiclì.. Questo autore, fondandosi sui principi e sulle formule crella terinoclinamica <~ deila tcrmòcbtmica., e t enendo esatto conto clel « covolume>> (volume 1proprio delle molecole gasose) e del volume dei prodotti solidi delJa polvere, giunse a,d una formula ~Jassica ehe permette il calcolo della pressione massima data cl'a un esplosivo, in f111nzione delle sue enratteristiche e ,cleHa densità di carir:amento (rapport o questo, del peso .d ella carica a.l volnme di r,,omlrnstione) . Questa formola ·del Sarrn.n era già, stata precedentemente proposta dagli inglesi Nohle e Abel che l'avevano rica vnfa per via empirica. Giova rammentare, per quanto occorrerà di dirn in seguito, che Je caratteristiche di un esplosivo sta bilite dal Sarrau, sono varie : la « forza esplosiva )) (simbolo !) che può caleola,rsi essendo noti : a) il volume specifico .(lei gas prodotti, ridotti nlla temperatura -di 0° ceJ1t., ed alla pressione di 1 atmosfera; b) la tem,peratura. assoluta di esplosione (l'empernturn centigr nda aumentnta, cli 273°) os,;ia qneJla che i gns stessi possic~clono a1l'atto della loro ern.issione; o) il «covolume)) sopra accennato, cui va aggi.unto, per la polvere JJera, il volnme dei resicl.ni solidi delh1 combnstio,n(~. E' da notnrsi poi che la fo1•7,a, esplosiva può nnc-he venire rletermi.nata, per vin sperhnentnle, da rnisnre di. pressioni massime in u1H1 sperfale bomba cli esperiem:a, e de~ vesi ricordare ancora the iJ volume spc~cifrco d.ei gas può essere ottennto da misnra prntica medi.ante un gasometro, oppnre da CHkoli fondati snl prinei1Pio cli Avogadro (vuJore costante del prodotto clel voJmne specifico di un gas n 0° cent ig1·adi ccl nllu. p1·essione atmosferica, per il suo peso moleeolare) ; e che la t1,mperatp1·a di esplosione rkve essere calcolat a in base nl niu-
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FORZA IDSPI, 0SIVA
mero cli calode generate dalla combustione <le11a uuihì, di peso dell'e pl osivo, ed al coeflh:iente calor ifico <lei gas. Questo 1111mero di calorie a s u~ volta, può risultal.'e cla misure calorimetriche dirette, od anche, teoricamente, in b,1se al prindpjo <lel Berthelot, da Ila <liiforenza tra il « calorico cli formazione >) della matel'ia esplosi va, ed il complesso calol'ico di formazioue dei . prodotti dell a combustione, svelati dalle an alisi chimic·be. Con·vieille accennare ancoi·a che il coefficiente calorifico dei gas ha valore cresceute con l a tempera tm·a ; e che il calcolo sopi-a accennato della tem.perat11ra. di esplosioin e viene compiuto, in prima approssimar,i one, riteneuclo (il che non è lonta,n o dal ,ero) tale c:oeffìc·iente ,·ariabile linearmente in funzione della tempera 1ura; e che, in conseguenza di ciò, i valori ottenuti per la, te m~ peratura di espl osione ris1ilt ano atte,nèlibili per la pra tica . Circa la t erza ca1·a tteristica b.". ta 1·ammentare che : il volume dei residni solidi può calcoliirsi. nota la costituzione chimica cd il peso dei residni stessi. dnlle 11ozio11i elementari della chimica : e il covolume viene ritenuto, con approssima zi one più che suffici ente in ogni caso, p,wi al millesimo del volnme dei ga s cl<.'ll'esplosione di llll chilogrammo cli esplosivo, ridotto a 0° centigradi ecl Hll n pressione atmosferica. La « forza <~splosiva )> non è ,ma forza propriamente detta , ma piuttosto nna energin , e cioè quell <1 p1·oclotta da i g-as di 1 chilogrammo di esplosivo. nel fa espi:msione jcleale per la quale la temperatu ra loro discende fmo al1 o zero centigrado. Sr pel'ò si consiclcra. la formola stabilita flal Sanau (che ueJla s<:ienza ba listica interna viene com.unemente conos<'inta i;:otto il nome di form ola di Xoble ed Abel) : 1 l - yò
P' = f - - -
in cui P' è l a pressi-0ne massimn unitaria, f la forza esplosiva 1 6. la densità cli caricamento, e y 1n somm ,1 del YOlnrne 01 dei p1·oclotti soJidi di 1 chilog1·arnmo di esplosho e di a e:oyolume , si 1·iconosce cl1e le dimensioni cli f che, come si è detto, so110 q neHe <li u na energia., ossi a le dimen$i.oni di. una pression e unitnrix moltiplicata per un volume, vanno ridotte dalJe dimensioni di volume del -
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BALISTICA IN'.l'EllNA TEORI CA
denominatore dell a formol a, e corrispoa1do110 ad nna vera e propria pressione unit::lria.. F ondamenta le nelJa teoria degli esplosivi e nella balistica interna è poi la :
RT
P=- -- V-et
detta. formola cli Sarra u già cit a,tn, dianzi in cui : T è la teni. peratura assolutll nell'istante in cni la pressione è P ; v il volume spedfico dei gas ; ed R costante <ki gas pel'fetti, r pari a : p~.-~
6 ,
ove po vale la 1p ressione atmosferica , Vo il v,o lume
""'' a gas
dei 0° centigradi ccl alla pressione atmosfe,·ica . Il Sara u t'ltabilì poi il coo1cett o di « poten7,fa le )) cli un esplosivo , come vnlore dell'energia totnJe <·he il ch.ilogrnmmo di esso è in gra do cli emettere (prodotto del 'llllID<'l'O cli grrrndi calorie svolte dall ' unità di peso, prr l'equivaJeme mecemiico del cnlore cioè 425 c:hilogrammetri). KelJa sua teoria di balistica interna (1 , 73-78) il Sarau . tesso propose, più chinrnmente che non il Piohel't, il concetto della f'n ni ione cl.i fornrn clel grnno di polvere, ecl afferm ò il principio fondamenta le della form n del g1·ano stesso come base di ogni cn lcolo rel ativo alla combllstione dell'agen te balisti<:o in un 'arma. QHesto pl'incipio è di gr nmle importam:a per lasciar prevedere le fasi snc·cessi,e della rombnstionc regoln bile del grano . <p i anel o q uesto si consumi per strali p nrn Ueli (ipotesi qnesta non esatt a,m.ente verificata n elle polveri nel'e) <~ p ossieda 1111H, clirn e11sio01e minima ben d efinita, combusta l a quale. il gr·nno medesimo risulta tntto esaurito per combns(ione. Da riuesto principio, tcillnto conto delle esigenze cli fa bbricazion e. deriva r ono tntte le forme cli granitura anco1•a. in uso oggidì. Il Sarrn u. s u base sri<'nti1ka . ponendo in conto talnn e -carntterisiic·he di fm·ma, ins ieme con ]a, forza esplosiva dett a, con la denRitù, cli <·::iricamento e con la dnra.ta di combustio1fe del g ra110 alla pres. ione atmosfe1·ita. nel lc.:77..78 propose 1111a formola binmuin pee Ja velocità iniziale, in fnn½ionc del per corso cl.e] proietto nell ' m·rna, e cl ne formofo monomic per il C'a lcolo clelJa yelocità, ini½i ale, nna per poh ·eri vivaci, ed un'nltra -
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BALI STICA !~TERNA '.rEOnICA
pel' [)Olveri a lenta combustione. Propose inoltre due formole pet il computo del]a pre sionc mas8ima, . ia ul fo11dello del 1r,roieito, sia sul fondo dell1anima. l\'1an<:ava, è vero, u1ru1 forrnoJa genera le che l'ornisse il n1 lote della pressi one generica in funzione del p e1•cor. o del proietto; però le formole <·itate, per le pohe1·i nere, si adattavano molto bene Hi prin<'ipali cal(;OJi uece ·sal'i per il progetto di un'arma . Una, teoria, 111a più di tutto, esperienze molto estese sugli esplosivi aQ1che impiegati nelle bocche <la fuoco, si <loYettero in quest'epoca (J873 -74) agli inglesi Prof. Abel e Oapit . Noble . E ' infine da rammentare il prezioso contributo ita liano, dato alJa l>alisticn interna <lall'illustrc nostro Carlo P arodi, allora capitano della nostra Artiglieria (VII-1G76), il q11ale ebbe ge111i1llmente a trovare una relazione li11enre semplice tra, la energia del pi-oi.etto alla, hoccu. ed il ,peso del la carica, diminuito questo <lel peso della cosiclet ta- « carica perduta », o carica ptesnnta necessaria pet· Yincel·e le complesse 1·esistern~e che si opp ongono Hl moto clel ptoietto nell'aninrn . E ' da n otarsi che la pr<~detta reh1zioue è valida e <li molta esatt<>zza p er cariche costituite da una stessa polvere, ossia formata daU o ste so esplosivo, in grnni di egnfll forma e dimensioni : e per mezzo della stessa relazione, allorchè per Je due cariche estreme cli una. ser ie sin,n o 010tc· le velocità iniziali ed i .pesi delle raricbe relative, si possono ca lco)are, per via grafica, i pesi ò.eUe cariche conisponclenti a qn alsia si velociiài intermeclia della serie (o viceversa) ed il peso della cal'ica, perdut a. Una importHntc teoria cli ba lis ti.ca interna, semplice e raziOlrnle. i'- <1on1ta al ì\fat;1 (VIJ -1639) . Essa. benissimo ntmzzabilc an che per le poh eri illfmni, <~bbc il metito cli aprJre la vin agli importanti progressi sn<·cessivi cl ei qnaJi . la pr<'sente Storia ha gi.à cl.ato ampio cenno (VII-Hi40 e segnenti) . Parti<'ùlarmente Hl )fata si de,e lo stnclio più approfondito della « f unzione di forma >). d.1e, più tanli il nostro Giovanni Bianchi adottò p er la sua solllzione clel problcmn pl'inci.pale cl.eJla balisti ca interna . Sono pa1·imenti cln attribuii'si al )[ata noteYoli studi su1 « <'OYOlnm e >>, e ~ull a importnnza di questo elen1e1ito nPllo st11dio t.eori<:o degli esplosivi, sia in ca1pacità variabile, e sia ~1ella bnccn cla fuoco . 7
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JNFLUIDNZA DIDLLA RIGA'l'URA SUT, LA B,\LIST-ICA
La rigatura, come già è stato tnotato, ha dato luogo al più importante dei. problemi secondari cl.ella balistica interna i per importanza tale problema riguarda, il calcolo cl.elle resistenz(~ passive che il proietto incontra, nel suo moto lungo l'anima. La rigatura inventata, .come è noto, dal Cavalli e da lui per la prima volta (1860) applicata alle artiglierie (V-2077) 1 diede luogo da principio a calcoli semplici ed approssimativi. Di essa ebbe ad occuparsi il Noble già nominato (1873), il quale nell'imtento di diminuire i tormenti cleUe righe e specialmente delle l))arti conduttrici nei punti ove le pressioni d(!i gas risul-· tano più elevate, propose fin d'allora un andamento progres-sivo delle righe diverso dall'elicoidale) con pkcofo inclinazioni al principio -del movimento del proietto, e poi. con incli.nnzio(lli gra,d atamente crescenti con l'avanza.re cli quest,o nell'anima. Un primo studio razionale molto importante fu puòblicato dal "l'erquem in Frane,ia (1878) che rimase fondamentale per tutti gli studi effettuati im seguito. Questo autore propose e teoricamelllte trattò di una rigatura progressiva a sviluppo circolare, e come già aveva immaginato il N oblc, ad inclinazioni crescenti lungo l'asse dell'arma, atte ad attenuare i tormenti sulle righe ,e parti conduttrici nei punti ove le l))ressioni dei gas erano più forti, tormeinti. che era.no par'ticola,rmente elevati colla rigatura elicoidale. Ma una, teoria completa sulla. rigatura non si ebbe che più tardi per opera clel Prof. Kaiser clell' Accademia di. Artiglieria di Vienna (1892). Questa teoria che oomprendeva tanto la, rigatura elicoidale, quanto la progressiva a. sviluppo parabolico, 'Segnava la. via, pe1~ il ·calcolo di tut.ti gli elementi di una rigatura, e poneva in giusta. luce l'importa.m~a d<~l lavoro dell'attrito fra righ<~ e parti condu ttrici; lavoro particolarmente ele-va.to per la rigatura prog1:essiva, tanto ehe qnesta, in molti. casi, non risulta. preferibile a quella elicoidale. Sulla entità 1Precal·Colabile del lavoro totale dell'attrito ora i1nclJcato_ il Kaiser si fonda per il calcolo della altez?:a, {1.elle corone di f~rzame nto del -proietto, tenendo conto dei dati pratici risultanti da bocche ·cla fuoco già sperimentate con successso. 1
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INFLU ENZA DBLLA RIGATUltA SU LLA BALISTlCA
Cil'ca fa tigatul'a progressiva venne1·0 compiuti studi sperimentali in Italia an1cota prima della pubblicazione del Kafaer. Essi co111dussero all' adozione di. tale rigatura in al cun e bocche da f uoco (VII-1122-23 e 1313 e segg.) : adozione che fu, in generale felice, ma che si dimostrò sfaYorevole in alcuni casi, come nel fucile mod. 1891 e nel cannone da 149/36, per i quali l'esperienza successiva consigliò il rito mo alla rigat ura. elicoidale . IJ più importante eleme11 to di una l'igatura è quello dell'iuclin azione finale delle l'ighe (cioè alla bocca), inclinazione ehe, in relazione con la, vel,o cità iniziale, conferisce al proietto quella, velocità angolare di rotaziooe che lo mantiene stabile ~ulla traiettoria. 'l'ale elemento Yiene, a vero dire, fornito dalla balistiea esterna, ma è di vita le interesse per quella interna ed in questa può giu&1ameme 1:ient rm·e . Dell a ricerca di questo elemento si occnpò prima <.li ogni altro il Saint Robert (1 70) e ll)Oi il Mayewski in Russia (1872), il Val1ier. in Fl'anda (1892), il Wuich in Austria (1884); ecl altri pa.recchi valenti autori ripresero lo stesso studio riuscendo a concretare mirabili l avol'i matematici. I risultati di tutti questi stucli, non furono , per la pratica, di grande Yalore : talchè verso la fine del period o della polvere nera (ed ancom nel periodo presente delle polveri infumi), la balistica interna non ha a sna disposizione che formole empiriche e approssimate, 1110n sempre sicure di buoni risultati di calcolo. Basterà accennare che, per il cnlco]o della incliinazione fina.le ,delle righe, si è solitamente condotti a tenere 1iell' arma in progetto, quella inclinazione fin ale esistente in una, bocca da fuoco già sperinientHta per la quale è prossimo il va,.. lore del ra,p porto del momento assiale d' inerzia del proie tto al momento d'inel'zia trasversale (l'ispctto ad nn asse a1ormale a quello clel proietto stesso, e passante per il bariccn'll·o). Conviene però che la bocca da fuoco di paragone sia della stessa specie di q nella i n progetto, e non ne sia t roppo differente per calibro, per lunghezza in calibri e per velocitù, iiniziale. Sorse allora per la balistica interna la co111venienza di ricorrere a calcoli pratic.i e rapidi per ottenete gli a,ccennati momenti d'inerzia, ed all'uopo un contributo italiano dovuto al gen. Alfonso Mattei (allora tenente, 1, 96) prowi<le alla loro -
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IL l?ROBL!lJMA DELLA RIGATURA
determinazione e.on facili esperienze compiute mediainte una soS!pensione bifilar~!, facendo ricorso alle proprietà e forrnole relative al pendolo composto. R:icerche sperimentali circa la rigatura r~velarono che, qualche volta una rigatura non riuscita soddisfacente, può venire corretta con una, semplice modificazione de11a velocità iinizia,le (per solito media.nte un aumento). Talora l'incli.nazione :finale delle righe è eceessiva ed è a causa del fenomeno giroscopieo sul proietto, per il quale questo assume col suo asse una direzione immutabile nello spazio, non si. adagia sulla traiettoria e cade per tal modo sul :lìainco anzichè sulla punta senza scoppiare. In questo caso una diminuzi.one della velocità iniziale, se consentita {laJla potenza, che si vuole dall'arma, può togliere di mezzo l'inconveniente. Il problema, della rigatura esposto finora per sommi capi, s.i complica alquanto aJlorchè la bocca da fuoco deve far uso di molte cariche ridotte : ·la riga tura studiata, ipuò essere soddisfacente per la ~arica massima e per alcune altre ct11·iche di poco minori, e invece non essete a.ppropria.ta per altre cariche ancora più piccole. I n simile caso il costruttore è costretto a studiare, per le minori cariche, un proietto diversamente delineato. Comunque il problema della rigatura è praticamente difficile e delicato, e soltanto l'esperienza cl.efiinitiva dell' a.rroa è in grado di sanzionare la sua soluzione.
Le resistenze passive opposte al moto del proietto nell'anima, evidentemente sottraggono parte dell'energia che la ca.rica potrebbe esplicare in ragion(~ dell'es,pansione concessa da.ll'arma. Le principali di esse sono: l'energia. per l'intaglio delle corone di forzamento; quella, consumata dalla resistenza ,delle righe e <lall'a.ttrito fra queste e le corone del proietto; quella data dalla resistenza dell'aria; quella necessaria per impa.rtire forzH, viva alla carica ed alla bocca.da fuoco rinculante; l'energia che, sotto forma di calore, è sottratta ai gas per conduttività termica delle pareti cl.éll'arma; ed infine quella richiesta per la deformazione elastica (dilatazione) della bocca da fuoco. -35-
RIDSISTIJ:NZA DIDLI,m AR'l'IG L! l'i:Rl@ ,
Salvo che pet· i dispel'<limeuti termici dei quali, come già fu accennato, si occupò il Sab1t Hob!:'1-t, ed in riguat<do ai qua li fece esperimenti il Noble sopl'a una bocca da flloco di piccolo calibto a01¼ichè su un fucile, <li tutte le altre resistenze p assh·e si occupò il capit. Antonio Ol a varino già nomina to che le sottopose a calcolo e stabilì che quella dovuta all'a.ria, risultava prati(;amente trascurabile. Molt i altri aut ori successivamente si. diedero allo studio delle predette rcsistem:e passive giungendo ad espressioni analitiche che, ìmtrodotte nelle formule generali ùella balistica interna, ~lVrebbero però condotto a complicnzioni insuperabili.. Da, quest i · studi risultò pc~rti'lnto che, molto a,pprossimativamente, per tutte lP categorie di bocche da fuoco, il complesso di tutte le 1·esistenze si aggira attorno all'8 % della foeMt vi.va del proietto alla lloeca ; talchè per tutte le al'mi a polvere nera pnò essere tenu to 0onto di esse in ma.niera, molto facile mediante hl moltipliC'azione òella massa del proietto per il co:OkiPnte l ,W' . Una perdita di en<>rgia non grande, nrn che fu osserva,ta da molto tempo in antiche bocche da fuoco , è quc~lla che dopo un J.u,ngo riposo dell'arma si mn.nifesta al primo C'Olpo con lieve diminur.ione delln veloeità iniziale e della ipressione massima; e nelle a1·mi rigate. con nn intag'lio meno perfetto delle corone cond'uttrici. Di qui l'antica usn.nza p er cui nelle scuole di tiro annuali si esegni va lo sparo di un colpo a salve per « scalda1·e il ('a1n,none ». In proposito va rammentato qunnto dedotto ,dnlle espel'icnze del Saint Robcrt e cioè che, a parità cli carica, un colpo a snlve riscalda l ' arma più C'he un colpo a proietto, e ciò special mente nelle armi non rigate.
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* * * Nel periodo ora trattato furono fatti stncU impol'tanti snlla l'esist<mza clelle artiglieri.e, nonchè sugli affusfi che in qnesto pe l'iodo erano t11tti rigidi, ad eccezione di. quern da difesa. Già nel 1 63 pe1· opera del Krupp, si ra ~·p:iunscro mi gliorie a10tevoli nella fabbricazione degli acciai, delle q1rnli 1profìttò presto ln. resistenza, delle bor,che -dn f110co, sia per fa costrnr.ione <li tubi d'anima resistenti, si.a per nn impiego più esteso delJa cerchia-
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IUDS I S'l'lilNZA D BLLE AR'.tlG L lER I i;;
tnra. Circa la cerchiatura come pure circa l a compressione del bronzo, si fece già, ce11no più sop1:a alle benemerenze del colonn. P ortunato Bianchi della nos tra A rtiglieria (III-57 e VII-112Ci). Nel campo de]]a tC'oria de1h1 l'esistenza delle artiglierie fu 1J1otevole l'opera dell'allora capit. An1to11io ClaYal'ino (1 ~), per una. c;omp)eta teoria foncln.ta sulla, teoria dell'elasticità, la quale miglioeò alqt:m.nto e oompletò razionalmente quella, p recedente del Ga<lolin (Hussia - 1 :,67) e d<'l Virgile (Francia 1873) : in qnnnto chè la resistenza veniva commisurata allo sforzo ideale corri8pom1ente nlla massim:a ,c1ilatHZ:ione delle fibre resistenti, proùotta tanto dalla tensione pl'ineipa le neJla direzione di questa diJatazione, quanto dalle contrazioni geuerate dagli alti-i sfol'7;i. Ne dc1·inuono fo!'mulc più esatte <-he il Olavarino dettò ~fa per boedie da fo oco sen~plici, sia per bocche da fn oco cerd1iate. Più tnr<li il K aiset (1890) in Austria migliorò aneora qucE.ta teori a, semplifi.canclolH e completandola col p1·oeedimento di calcolo cl ella resisteuza cli li l'tiglierie c·ei-chia te con filo di aceiaio. P oco dopo (J892) il cnpit. Hanser clell\1rliglieria :.n1srriaca pubblicò uno studio sulla resistcmrn delle artiglierie di bronzo compresso: s tndio eh.e, se pm·e trascm·alo dai più e non seguito nella pr11tiea costrnttiva, ehbe il me1·ito di antie:iparc l'idea di una moderna t<>oria snll'autoforzmncnto. Giova qni far c·enno ancora a ricerche ccl es:pcricnzc sulle etosioni de11e cnnne cli al'Jni porta tili e delle anime c1elle boeche cla. fuoco, specialmen te geuer ate cla p olve1·e di grHnclc vivae.itì1. (Juesti studi misero in lnce la <·om·enic nza di impiegare polveri che, senza diminnite la p otenza delJe armi. ne risparmias8ero l e pareti .
* * * Una ,prima teoria ~u] rinculo degli affusti a ruote fu dovu ta (J 835) all'insigne matematico francese P oisson. Essa consiòeessenzialme.nte Ja qua01tità cli moto di m·ma-affusto : ma non si adattava bene al erri l'affusto stesso veni.va assoggettato ~1el esattanwnte le sue condizioni di equilibrio, rH,va
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1·inculo del sistema calcolo degli sforzi tiro, nè a stabilire avendo viceversa il
RIKCuLO E RESISTE::-lZA DEGLI Al•'F'U STJ
merito di dai-e, attraverso un cakolo t11on difficile, il valore del
« tormento dell'affusto>> siccome differenza tra la forza viva iniziale di riinculo dell'al'rna isolata e quella del sistema armaaffusto (minore della precedente) : differenza che veniva assorbita dalle ,ade parti dell'affusto stesso sotto forma di de-formazioni elastiche. Da tale calcolo risultava il principio, utile per la pratica, della diminuzione clel tormento con l'impjego di un'arma relativamente pesante e di un affusto pel' quanto possibile l eggero. Nel 1890 il Kaiser presentava una completa teoria sulla i-esistemza degli affusti, r-im1enclo vari stucli parziali inizfati fin clal 1878. Da questa teoi-ia era pos ibile al costn1Ltore di precalcolare tutti gli ~forzi pri,ncipali cui le varie parti clelFaffusto erano soggette. L'estensione del rincnlo rappresenta,a pertanto un gra,e inconveniente di hn1pi.ego e per limitarla giunse quindi in b11on punto l'imvenr,ione clel freni idrauJi.ci atti ad assorbhe nna parte dell'energia cli rinenlo. E' a tutti nota la costitur,ionc di un freno idrauliùo ccl il meccnnismo delht sua azione : b11sti qui accennare che anche per i freni si ebbe a manifestare in principio l'imcom·emi ente di resistenze mol to forti nei pl'im i momenti del rinc11lo 1 cioè qnan clo Je velocità cli rinculo sono viù. elevate 1 e ciò a causa clell'aren costante delle luci di ef:tlusso ofrerte al liquido interno del freno, e ricordare che l'inconveniente venne rimosso per mer,zo cli luci d'efflusso vnriabili (magg'iore fo1 principi.o del ri111culo, e gradatamente restringentisi a mi ura che il rimcnlo progredisce), cosi da dar luogo nd nna resistenza p1·nticament-e costante. Sui freni. ichanlici venneN> studiate teorie, che snbito servfrono bene in pratica : p1·ima da ll'Hugoniot (Franci.a) nel 1875, dal Canet (Frnncia) 187 e poi clnl Vr1llier (Fram.cia) pubbliratn nel HlOO: trol'ie iufine migliorate ed estese da molti altri autori. I primi esempla ri di freni idrauli ci furono applicnti ai 11ostri ottimi aff11sti da difesa, autentici. precnrsori. in forma q1iù semplice. dei m.odel'ni affusti n deformar.ione, in qnanto éhè co11 essi si aveva i1 ri11eulo modera lo cl.al freno, nomchè il .ritorno Ln batteria, che, per effetto cli gravità, avveniva lungo - 38-
I PRIMI FRIDN[ lDUAUI,ICI
le liscie inclin ate e rinsciYa leggermente moderato dallo stesso freno -cli sparo. Più tardi per il ritol'no in batteria si provvide (1907) mediante un freno ru1 tornatico di idear.ione e coslr11zio1ne italiana, che venne applicato agli affusti sotto cupola delle n uoYe fortezze (VH-1434). IJ freno idraulico fu poi applicato agli affusti d'assedio (V II-1160-61) in segnito a studi 1J1ostri, con molto vantaggi.o per la ridnzi one del l'in<:nlo. E ' infine da menzionare che fin dal 1 75 un notevole perf~zionamento nella costn1zio!Ile dr.gli affusti fu conseguito dal Moncrief) inglese, co] cosidetto freno id1'0-pne umatico, inizialmente appiicato ad affusti cli bocche da fuoco da costa : con tale freno nella corsa di rincnl o il liquido comprimeva, in un vano speciale del fren o, dell'aria già sot to pressione, accmnu Ja111do in essa l'energia sufficiente a riportm'c l'arma in batteria. Nel 18SS t1f1 affusto idropneumatico co. truito dalla Ditta Krupp, Yeniva adottato in Italia per gli obici da 280 di qua,lche batteria. costiel't1.
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Verso lo spil'are del perioùo della polvere nera le ricerche sperimentali cli balistica interna ebbero s,.-iluppo notevole, e fmono prevalentemente 1·ivolte alla determina zjone clelJe leggi dell e pressioni e clelJ e velocitù, nell 'anima rispetto ai percorsi del proietto e anche rispetto nl tempo. A questo scopo voone ainzitntto p1·oposto dal )forin (F1·ancia) 1111 procedimento fon<ln to sulla p1·oprietà. de]lo stag110 a: defluire come nn liquido sotto l' azione di forti pressioni: da.Ile altezze che 1111a stessa quantità di fale metallo raggi ungeva in tubi infissi nella bocca òa fuoco fin o ad affio1·are l'imtcrno <lell' nnima, si stima va no fo [Jressioni corrispondenti. Il primo strumea1to di prn:lica utilità per la mis ura delle pressioni massime nelJe armi, fu il « piezometro a schiacciamento)) del Noble gi.;1 più volte nominato (1860); e l'analogo « ad intaglio )) del R.ndman (1861). Il primo era essenzialmente costituito da un cilindretto cli rame (vennero sperimentf-iti an-39-
che il ferro, il piombo e 1; anuminio) di piccole dimensio,ni, che veniva. deformato per compressione da un piccolo stantuffo spinto dai gas dell'esplosivo. Lo schiacciamento così ottenuto con lo strumento cl.el Noble, paragonato a qne.11o che si era prima avuto su identico cilindretto sotto l'azione statica nota di una macchina per comprimere, dava. la misura cl.ella, pres. sioaie dei gas. Il secondo strumento era, invece costituito da un pn,nzone con sottoposto coltello a sezione romboidale che, spint~l ·da,l l'esplosivo, dava in un prismetto di rame un intaglio a forma, di rlosafi:1ga., tanto più lungo quanto più il coltello era penetrato nel rame. Misurata la lunghezza sperimentale di questo i111taglio, la pressione dei gas si conosceva, dal co1~fronto della lunghezza stessa ottenuto alla macchina <li prova.. Il piezometro cli Noble, noto sot to il nome inglese di « crusher )), si impose per la. sua semplicità, meintre quello di Hodman, per altro pregevole, andò presto in disuso. La, semplicità del primo emerge però soltant o dal suo uso ,p ratico, perchè1 nella teoria, mai nessun strumento di misura diede luogo a studi così esteri e complessi1 ta,ntochè cli essi è inter('Ssante cli dare un rapido cenno. Conviene anzitutto premettere che lo schiacciamento del cilindretto sotto J.lar,ione dello esplosivo avviene in eondizioni molto diverse da quelJe ottenute sotto l'azione della macchine di prova, e ciò perchè l'azione di questa macchima è essenzialmente statica,1 mentre quella dell'esplosivo si esercita, dinamica.mente, in velocità, e quindi lo schiacciamento ottenuto in quest'ultimo caso, non pnù dare un'esatta :misura cl.ella pressiollle massima nell'arma o nella bomba di esperienr,a, se confro111tato con quello identico della « tabella, di taratura.)) formata, con esperienze statiche alla macchina di prova. Kel 1S86 il Sarrau ecl il Vieille pubblicarono un classico studio sulla teoria. ,d el crnsher, del quale giova riassumel'e i IO.·· sultati : · a parità di purezza del rame del cili,nélretto, lo sehiac'ciamento dipende, oltrechè cl.alla prcssio1rn. ane;he · dalla velocità cli combustione dell'esplosivo, 1nonehè cl.alla massa del punzo,ne che ne tr11smette la pressione; ed in particoliwe : -
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\ 1) per gli agenti balistic:i 1 lo schiactiumenlo può con-
siderarsi sta.tico, e tanto meglio quanto l'esplosivo è più lento e la massa del pu nzone più piccola; 2) per gli ·esplosivi cli.rimenti si pnò consi.clerare fa, ca rica già tutta trasformata in gas e alla pressiorn~ massima, prima che lo schiacciameinto abbia inizio; talchè questo si. opera sotto l 'azione di uno sforzo costante e pari alla pressione massima da misurare. E-d allora lo schiacciamento risnltH dopirio cli quclJo stat ico eordsponcl.ente alla, stessa pre.ssion<~: e eiò tanto più esattamente quanto maggiore è la massa del pllmmne e più rapida la combustione dell'esplosivo. In altri termirni : nel primo caso, in ogni istante, 01el corso dello schiacciamento, si ha pratica eguaglianza fra pressione agente e resistenia cl.cl cilindretto allo schiacciamento; nel secondo caso, il punzone acquista tale forza viva nell'istante im cui lo schiacciamento risulta quello corrispondente alla pressione da misurare, elle quest'ultimo deve continuare fino a raddoppiarsi per estinguere quella forza viva . Queste due maniere cli forndonmneuto : stati.ca l'nna e <linamka l'altra, risultano pratkamente eYidenti élalla forma che assume il dlinclret to dopo l'esperienza : fornrn. « a botte )) nel primo caso, forma « riel iiperboloide )) (ad una falda) nel secondo. Di qui gli ac<:orgimenti per l'es.pc~rienza e per l'interpretazione dei risulta ti. e ciof\: per gli agenti balistici conviene un pnnzone leggero (da 40 a 50 grammi) e granitura grossn (combustione più len t a); ,per gli esplosivi · clirhn<~ntL punzone pesante (cli 50 grammi e più), ed esplosivo molto finemente suddiviso (C(>mbnstionc rapi:dn.). E' cla avvertire poi che nelle bocche da fuoco il erusher serve per la inisura della sola pn~ssi.one massima, quando esso vc111ga disposto snlla testa .è lell'ottnratòre o nella, camera, da polvere; mentre invece la, misurazio1w delle pressioni in :punti. -
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VARL TIPI DI PIEZOM ETRI
qualsiasi lungo l 'anima, è soggetta a forti errori, per,chè il cilindretto inizierebbe il sno schiacciamento sotto una pressione iniziale cli una certa entità, e vada bile poi l'apiclamente : ta lchè il fumzionamento del misuratore si compirebbe all'infuori dei due casi già, illustrati, e le indicazioni della tabella di ta ratura sal'ebbero fondamenta lmente erronee. Il piezometro a schiacciamento subi, per merito del Vieille, un impo1·tante pe1fozionarnento, iuqua11tochè vi si unì il « registratore)). lt pnn:r.one fu munito di un IJ)iccolo diapason di lllota durata di vibrazicne è portante una piccola punta che, ùurante la. corsa, t raccia, una sinusoide sopra un~L facda affumicata dell'alloggiamento fisso del punr.o(l1e stes o : o ancora, come in altri modelli costruiti, il pu1nr.one porta una ipu11ta il cui movimento, durante lo schi acciamento, viene registrato su un cilindro rotante ad altiL e nota velocitù. I n ambedue i casi si ottiene, dall'esperienza, la relazione tra le pressi001i ed i tempi. Altro progresso nellu misura delle pressioni fu segnato dal « manomet110 a stant uffo li bero >) dovuto al Hurlot Wrancia - 1902) impiegato nelle esperienze in capacità invariabile. Le pareti della bomba d' esperiem~a sono attraversa te da 1m piccolo sta n-t uffo cilindrico portante all'cstenno una massa conside1·evole e nota, scorrente su sostegno orizzontale e mu.nita, di una punta che lambisce, secondo le generatrici, un cilind1·0 spalmato di 11c1·0 fu mo, disposto con l'asse parallelo al moto dello stantuffo e rotante con nota Yelocità,. Durante l'esplosione, lo stantuffo, per le accelerazioni avu te dalle pressioni interne, muove nel tempo con una, legge che la punta, ora indicata inscrive s11l cilindro rotante. Mediante calcoli., dopo opportune ridur.ioni ·e regola rizzazioni del diagramma sperimentale, si ottiene una reJazioue fra le pressioni ed i tempi. Amhe,dlie questi a,ppare<:(:hi: <e crusher.registratore >) e « marnometro a stnntuffo libero )), con· tribuirono molto al progresso degli studi sulla combustione degli esplosivi in vaso chiuso ; studi che servirono pme alla determina zione cli importanti elementi lialistid per la bocca da f uoco . Altro « piezometro ::1 molla )) do,,uto al Gosseli.n (Francia J895), serve per la misnru delle pressioni lnngo l'anima, delle artiglierie, e clellé pressioni nei freni idraulici dnra111te lo sparo. Un leggero punzone trasmette la pressione dei gas nel una molla -
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RIDLAZIOM, TRA VELOCI1~À fl PERCORSI DF:I, P.ROTETrO
staticamente tarata; molla che all'estremità, libera ,p orta una punta.. Questa punta sfiora la superfieie levigata, di nna lastra d'a.cciaio ricoperta di nero fumo, :6.ssa e disposta orizzontalmente. Nello sparo, la pulllta, che segue l' arma o lo stantuffo del freno lllel rinculo, e nello stesso tempo segna. le saette della molla, inscrive snlla, lastra le pressioni in relazione al moto di rinculo. E ' facile allora dedune l'andamento di. queste rispetto ai percorsi del proietto, mediante la nota rdazione. del Piobert, e però la piceolezza della saette della molla non colllferisce a.1l'esattezza della stima delle pressioni eleva.te come quelle che avvengono in nn' artiglieria.
Col « metodo dei tronchi)) già, menzionato si tendeva, con molti colpi, molta spesa e la:voro, e con notevoli errori, a, determinare sperimentnlmen te 1a relaziolie fra velocità e per.corsi del proietto nell'anima di. un'artigliel'ia. Uno strumento molto semplice, il « velocimetro )) inventato nel 1878 dal colonnello Sébel't della Artiglieria di Marina fra.n<:ese, è in grado di date facilmente e con buona esattezza tale relazfone fri1. velocità e 1percol'si del proietto. Alla. bocca da fuoco, disposta per il rincnlo libero, è unita una lastra sottile di acciaio, orizzontale e scorrente fra apposite guide, che viene rkoperta. di nero fumo sulla facda superiore. Sopra gnesta faccia., per l'esperieiiza, affiora a leggero contatto nna pnnta metallica unita ad una delle branche di un diapason di 11ota durata di vibrazione. Posto in vibrazione il cUapnson, durante il rinculo la. pulllta segna sulla lastra, un a sinusoide, dalla, quale è facile ricavare il teinpo eorrisponclente ad og1ni percorso di rincufo, e per la relazion e del Piohert ad ogni pereorso <lel proietto. Da questi rilievi non è clifficile trarre la relazione fra velocità e percorsi del proiet to. I diagrammi che si hanno dall'esperienza fra percorsi o velocità clel proietto ed i tempi, possono venire graficamente di.fforenzia,ti per ottenere le accelerazioni (proporziona.Ji alle presi::i.oni) e poi le relar.ioni fra queste nltime ed i percorsi od i tempi. -
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REI..,AZlO:-IE THA VJiJLOCI·1'1 I'J Pll:'ItCOR SI DEL PROIET'l'O
La mi&nra diretta delle ,·eJocità rispello ai pel'torsi del proietto si può fare mediante il « cronoscopio d.i ~oble )) inventato 11el 1875 da l Noble, m<-idiante un unico 0olpo col velocimetro, ma c:on disposizioni alquunto differenti. Per l'esperienza si praticano nelFarrua dei fori normali aJl'a se di qnes t-a, distribuiti su l utta Ja sua lunghezza. Jn ciascun foro \'i ene avvitato un gr ano di acciaio; ogni grano L1i acchiio contie11e nn filo elettrico isolato disposto in cloJ.)lpio e c:ou la ripiegatura all'estremità. affiorante le pareti òe11'anima, e coi capi liberi ::1 ll'este1·110 del grn no stesso e deJla bocca d,1 fn oco. La l'ipiegatura del filo passa attraverso il foro cli un coltello a perno, portato all'i,n terno clel grano e leggermente sporgente entro l'anima <lell'arma. Al pnssaggio del proi<'tto il coltello, obbligato a r ienin1rc, re<.:i,cle il filo ehe trovasi inserito meclhrnte i capi. liberi nel primario cli nn rocchetto <l'induzione, e ptOYOca nel cire;uito seeondario 1111a scintilla di extrn-corrente. D'rtltro lato sopra un a. se parallelo a quello dell'arma ve11go111u calettati, nel isolamento eJettl'ico cluJJ'asse stesso, -elci dischi ::iottili di diametro corniiderevole, Ìlt egual nume10 dei grani disposti sulla bocca da fu oco. Lungo una stessa generatrice del cilinclt'O ideale che inviluppa le s uperfici 1periferiche di tutti i elise.bi, sono disposte punte me'talliche, affi oranti dascnna una dell e snperfici orn dette, e inserite, insieme col rnatedale <lel cl.isco corrispondente, nel circuito secondario sonactennato. Cos'ì clisposte Jc eose, 1H rec·isione clel coltello al passaggio del proietto, provoca, mia scintilla ecl nn segnn visi bile sulla superfide perifei-i ca di ogni disco. I disehi ruotano molto rapi·damente co01 una stessa e nota Yel ocità angolare: le tr11e;cie delle ~<:in tiJle risultmto fra lorn spostate angolarmente di qun,11tità misura.bili. e cletcl'minaut i il tem.pn che il pl'oietto ha impiegato a pe1·cort·erc il tratto fra i corris pondenti grani. Riescono allora facili e il cornpnto della velocità del :proietto nel punto interm.eclio ·del tratto fra due grani successivi, ossia per un cletetmi11ato percorso del proietto stesso, e Ja co01seguente formazione di dingrammi, i qmili possono poi venire utili;r,zat.i nel moclo inclknto per il vel ocimetro. , :Nel 1880 lo stesso c<1lon. Sébe1•t inventò il« proi et1o-l'egistra,· t0re >) nello scopo di Tegistrare di rettamente la legge di movi-
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IL PR0IE'T'l'0-RIDG !.STRAT0RE
mento del proietto lungo l'anima cl.ella bocca da fuoco . Secondo l'asse del proietto medesimo e ben appoggiata sul fondello 1~,1 all'ogiva, sta una solida asta metallica a sezione quadrata,, avente una faecia levigata, e spalmata. di nero fumo . 'l'rattenuta da un ritegno presso l'ogiva., sta sull'asta una. massa nota. e considerevole, che può scorrere lnngo l' asta, non appena sia, rotto il detto ritegmo, e che porta un dia1pason di nota durata, di. vibrazio(ne con nna punta affiorante la, faccia annerita dell'asta . All'atto ,dello sparo, non a.ppena si inizia il moto del proietto, il ritegno cede e la massa, per inerzia, sta immobile mentre l' asta, traspor tata dal proietto scorre ent ro detta, massa e· riceve, sulla faccia annerita, J'hnpressione sinusoidale della punta del diapason. Da. questa impressione possono dedursi i tempi corrispondenti a .(lati percorsi ·che sia,n o com presi entro la lunghezza dell'asta un po' mi11ore della lu nghezza del proietto. P er ottenere la, registrazione su un t ra.tto ma.ggiore, l'inventore dispose sull'asta due masse a cursore, di cui l'nna, a l termine della sua corsa, Jibe1·::rva ]a seconda dal ritegno, cos1 clw essa ipot(!va registrare il moto per un tratto doppio. A proposito del« proietto-regist1'atMe ~ sebbene la cosa entri . nel campo della ba.listica. esterna, è interessant<~ notare che, se b massa con diapason vieine disposta presso il fondello, l'apparecchio ser.·ve a registrare il moto del proietto duran te In, penetrazione di questo i n un mezzo resistente . Con questo procedimento infatti il coma ndante De Lahotll'et della Marina francese, 1wl 1889 ebbe H compiere fruttuose esperienze sulla penetrazione delle corazze.
§ Il
Periodo delle polveri infumi , Generalità , Agenti balistici e . dirimenti , Stabilità e sensibilità di un esplosivo = Attivaz ione ini= z_iatrice , Granitura = Combustione in capacità invariabile = Piros ta= t~c~ = Iniziatori , Esplosione di 1° e 2'' grado = l\'leccanica degli espio= s1v1 = Nuoy i esplosivi = Conserv azione degli esplosivi - Teorie di Charbonnier e di Bianchi , Altre teorie di balistica interna: dati pratici = Pressione di forzamento = Studio del proietto = Rigatura ,
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LE ?lU.ME POLV°l!>RI IN.FU~H
Rinculo libero , Similitudine balistica , Fenomeni nello sparo = Scoppi di bocche da fuoco , Balistica interna sperimentale , Resi, stenza delle artiglierie , Affusti e freni , Considerazioni.
Nel periodo delle po1':eri nere fu marcata la te.ndenza ad otte11ere dalle a1'lli da gitto una. sempre maggiore potenza, ed! appunto per:ciò si addivenne all'invenzione delle polveri senza fumo . Nd 1886 i1 Vfoille otteneva la prima polvere infume 'da esplosivi già conosciuti, ma troppo dirimenti :per avere utile impiego nelle armi. Di qnesta invenzione, quasi co,r.ternpora01ea agli ultimi perfezionamenti òel]a polvere nera., si è detto ampiamente n, suo tempo (VII-1691 e seguenti) . La maggiore potenza. conseguita trasse seco, non voluta di proposito, l'assenza del fumo, che diede nome agli agenti baHstici di questa categoria, e ric1ondò a favore ,dell'impiego tattico delle truppe. La nuova. polvere fu oggetto ·cli profondo studio da. parte c1i. scie1nziati e di a,rtiglieri, da punti di vista, differ<~nti. La, balistica i..nterna, ne dovette tenere conto e ne risultò rinnovata, assumendo in breve volgei·e di anni la perfetta forma di scienza . e subendo in modo continuo rilevanti progressi. Lo studio della nuova polvere si estese a tutti gli esplosivi, sia per te01de117,a teorica e scientifica, sia per ottenere mezzi dirimenti di maggiore potenza. Già verso Ja, :fine del precedente periocfo, si era pensato, sia pure con qualche esitazione, all'impiego di potenti esplosivi come cariehe {li scoppio dei proietti (VI-126, 1497); ma l'aclozio(Ile della polvere infume spinse, oltrechè ·a più estesi studi, anche all'ap1plicazione generale del potente esplosivo come mezzo di. <lemolizione. Nelle condizioni così. accennate, risulta evidente che uno sguardo all'evoluzione cl e11a balistica interna, moderna,, non può trascurare lo svolgim e'11to ,dovuto, dopo l'adozione delle polveri infumi, alla. sdenza <legli esplosi.vi: comprendendo in questa sdenza tnnto gli ag·enti balistici qua,nto i mezzi dirimenti, e ciò tanto più perchè la ba.listica. interna, alla quale è c,ommesso lo studio cì.el proietto di un'arma, si industria, a, delinearlo i1n maniera, da ottenerne hL massima potenza cli scoppio.
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PROPELLEN'l'l E 0SPLO$lVI ·
La scienza distingue due grandi categorie .(li esvlosivi e cioè : quella destinata al lancio dei proietti, o più brev1:mente la scienza degli agenti balistici; e quella usata per azioni di mina, scienza che comprende gli esplosivi di scoppio o dirimenti. Agli agenti balistici appartengono i composti nitrati, tutti esotermici (che emettono calore all'atto cl.ella loro for·mazione) ; della seconda categoria fanno parte tutti gli altri esplosivi, e fra questi, siceome molto importanti per la balistica i,nterna, i cosidetti « esplosivi iniziatori >>, tutti endotermici (che pcn· la loro formazione richiedono calore), necessari per iu1iziare ed avviare l'esplosione di tutti gli altri. Questa Storia (VII-1691.) ha, già diffusamente trattato della origine e fabbricazione degli esplosivi va,r i; qui eonviene invece esporre per· sommi ca.pi, l'evoluzione ,della scienza degli esplosi vi, ossia il succedersi nel . tempo, degli studi ed esperienze ehe ne hanno determinato il progresso.
La scienza ha stabilito che un esplosivo - definito da. essa un « accumulatore chimico ,cli energfa >> - e che sia di fabbrica,zione e conserva zione accurat e, è in perfetto equi.libri.o chi·mico e gode così di sicura stHbilità, chimica; che quindi mrn debba.s i confondere, come si fa sovente, la «instabilità)) (dovuta a difetti di fabbricazione o cattiva. conservazione o a, entrambe qneste cause) con Ja <<sensibilità)) ehe è dell'esplosivo una qualità molto cH:fferente. L'esplosione ossia la. 1·apida trasformazione di una, materia esplosiva, (per lo più solida) in ga~ non è altr o che Ja. provocata rottura più o meno impetuosa dell'equilibrio chimico s1wccennato; rottura provocata -coai mezzi diversi i quali jnfl.niscono sulla rapidità della. rottura stessa. e quindi sngli effetti ronsegnenti. A tutti gli esplosivi devesi comunicare una certa dose iii energia perchè si determini questa rottura; ma cli ogni sinµ:olo esplosivo sono caratter'istiche sia la. quantità, e sia hl qua lità di tale energia. i111iziatrice. Qualche esplosivo inizia la. pro -
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SENSIRILI'I,\ DlllC:LI ESPLOS IVI
pri.a esplosione più facilmente e prontame:nte per mezzo di energia di. frizione; tal altro richiede energia ctnet.ica di. urto. Di queste {liv<!rse spede di energia iniziatrice occorrono quantità div(~rse corrispondentemente a ci.ascuna materia esplosiva. Per ogni mai(•ria esplosiva. questa qua;ntità, di energia iniziatrice stabilisce h sensibilitù : è più sensibile l'esp1osivo cui occorre minore dose di energia iniziutrice; un (~splosivo dicesi inerte se abbisogna èi grande quantità di energia iniziatrice. In una parola, per ogni e~plosivo stabile, vi ha una sensibilità, propria che l'opera,tore pratico deve conoscei•e per un razi.ona)e e sicuro impiego. Mfanra più comune .della se~1sibilità, è la « temperatura carntteristica fissa>> per la quale solta,nto può iniziarsi l'esplo~:ione; tale temperatura, è però cli difficile determinazione psatta, e diversifica dall'uno all'altro esplosivo. Ma v'ha di più : per taluni esplosivi gli effetti conseguenti cla,na maui.era di. applicazione cleJla temperatura cli accensione sono diversi n, seconda eioè clelJa estensione ·cleUa sua applicazioille, e della rnpidità e0J1 fa quale la. temperatura, di accensione viene comunicata: per esempio, l'applic,rnione lenta e graduale di calore a certi (•splosivi, può generare una lenta loro ckcomposizione e da,re s, iluppo a gas assai differenti ,cla quelli di una esplosion<~ vera e propr.ia; talora poi la, lenta applicazione clelJa materia iilliziatl'ice raggiunge il risultato di. alterare la costituzio1ne ddla materia esplosiva cosicchè qu~~sta., giunta alla temperatura cli acc-ensione, non è più quella pr<~esistente, ossia ha. altra temperatura caratteristica. Ma. più di tutto può esplod ere con risultati gasosi ed e11ergetici molto diversi da quelli conseguenti nel1a netta, esplosione; o può anche non esplodere del tutto . Il mecc:anismo delf accensione segue il principio ehimico <1el1a << attivazione molecolare>>. L'energia iniziatrice serve per attivare un certo numero di molecole; queste irradinno la attivazione, a catena ·ad altee molecole, più o meno vicine, fìno a che tntte le molecole sono attiva.te e cominciano la propria, decomposizione esplosiva: tale meccariismo spiegn Jr differenze che dall'uino all'a ltro esplosivo esistono nella iniz.iazione. La seienza ha poi rileva.to c:he i n genera le dopo l'attivazione iniziale, ehe non è altro c.he la comune infoi rnmazione cle11a materia esplosiva, occorre, pN· una decomposizione netta e decisa (
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ATTI.VAZIONE lNIZIA'.rRICEl
(t·splosione) che i gas svolti inizialmente siano a t emperatura molto alta. La, compressione delJa rna,teria esplosiva, (11ei limiti chP questa pùò sopportare, ne attenua la sensibilità,. Si è anzi voluto determinare, per ogni esplosivo, una densità limite oltre la quale l"esplosione non potrebbe più avvenire, ma recenti studi hanno rilevato che un'attivazione 1più e111crgi.ca ha ragione di qualsiasi gJ·a<lo di compressione. Il vuoto pneumatico non permette l'attiva,zione superficiale e.a. iniziale delJ.lesplosiv,o, q nindi questo non si può accendere ITTel vuoto . Però se l'attivazione viene ottenuta con mezzi del tutto speciali, la combustione 01el vuoto ha luogo, perchè la. materia esplosiva ha in sè comburente e combustibile e non hEL bisogno cli aria per reagire.
La fase, sommariamente spiegata della « inir,iazione J) esplo.. siva, ha una non lieve importa1nza, sulla maniera <li decompo.sizione c;splosiva di una <lata materia,. Secondo i ritrovati più .recenti della sciernm si può dire : 1) Gli esplosivi appa.rtenenti alla categoria delle materie nitra.te tutte esotermiche e dette anche «colloidali)), per la, loro struttma pal'ticola,re (ottenute da,lla nitra~ zione di cotone o cli altra materia ricea di cellulosa mediante acido nitrico), e che non sono altro che le ordinarie polveri infumi, si decompongono nell' esplosione, ii1 due fasi disti111te : - in primo tempo si ha fa 1·ottma dell'equilibrio molecolare con liberazione dei gruppi 111itrici; - in seoonclo tempo si ha reazione di q11esti gruppi nitrici coi gruppi i.clrocarburati pure rimasti liberi, {~On forte procl nzione di ossigeno per la susseguente ossidazione di questi gruplJ)i iclrocarbnrati, e per Ja, produ1,ione di composti g-asosi più semplici, che sono i p1·oèlotti (lpfini.tivi dell'esplosi.one. Questi pro dotti ,definitivi sono in possesso di gra!llde energia termica, quella che poi, in parte, si trasforma in energia cinetica del proietto. 4
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A'rrtVAZ TONE INIZTA'tnICID
Questa m:rnieta di decomposizione costituisce la
« esplosione di 1° grado » o « deflagrazione », car atteri7,zata. essenzinlmente (l,1llo svilnppo relativamente lent o cli gas ad altissima tem pE~ratura . Giova aggiungere che queste materie e ·plosiYe nitrate, nclhl_ loro defla grazione, bruei.a,no per stra ti paralleli, il cbe permette calcoli di particulnre esattez½a. I noltre esse possiedono altre proprietà che ne sp iegano e laseiano meglio pre-redere, nei calcoli, il 101·0 funzionamento, e cioè : struttm·a, omogenea; impermeabilità, ai gas; ooibernm al calore, nel senso che Ja parte incombusta ,cle,i grani non si eleva sensibilmente di temperatura benchè avvolta ùa gas ad alta temper aturn. Devesi però notare che queste po]veri coJloidali, se molto addensale (elevata, densitfL cli cn,ricamento), e· sotto un'attivazione molto energica , possono comportarsi come esplosiv-0 dirime1nte, come si dir,\ in appresso. 2) Vi son o espfosivi, ancbe N;otermici, costituiti in modo da 11011 ammettere le due fasi sopraindicate cli decomposizione esplosiva . In essi 11n'attiv,1zione conveniente fa so1·gere, in un o o più pnnti clcl"Ja materia, es plosiva, Uin'on dn di compressione ad elevata velocità cli. propaga7,i001e attravel'SO la materia stessa. Quest'onda, per sfere concentriche, porta m1a violenta attivazione quasi contempora nea in t11tti i punti; e conseguente-· meinte una decomposizione · espJosiva praticnrnente ista ntanea di tntta Ja materia, cJ1e si co1npi<' in una fase uniea e molto 1·apicln. Per tal modo l'esplosivo si trasform~ istanbrnea mente in gas e dà l nogo alla « esplosione di 2° grado >> o « detornudone ». 3) Si hanno infine materie esplosive (e~1dotermiche) le quali , oltre ad mm, spiccnta sc~nsibilità, hanno la proprietà di passare per una sola fase di decomposizione con pa r ticolare violenza, e con la p1·oclnzione di gas e r<'si,d11i solidi cli 11otevole clensitù, proprin , senza lo sviluppo di gr:n1de energia termica . Queste materie-
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AG E:-ITI BALISTICI ED AGEKTL D1Rlll1EJST1
sono atte ad iniziare l a decomposizione degli altri esplosivi. Gli esplosivi cli cui al comma 1) costituiscono la categoria degli « agenti balistici », atti a costituire le cariche di lancio delle armi. Da quanto eletto r·isu1tauo subito le norme del loro impiego balistico : doè favol'ire la deflagrazione, che è combustione graduale e regoh1bile, mediante una densità di caricamento moderato ed un'attività iniziale appena sufficiente alla accensione dei grani, i tantanea e contemporanea su ( utta la su1perfìcie esterna dei g1·ani stessi. Alla categoria di cui al comma 2) appartengono gli esplosivi « dirimenti » atti alla frantumazione delle gruinate laneiate dalle artiglierie od alla demolizione di me1.zi solidi l'esistenti. Il loJ·o massimo rendimento si ottiene oon la detona1.ione quanto più Jietta è possibil e, ossia in modo esattamente op posto a quello voluto pel' gli agenti balistici. .Arcorgimenti esattamente opposti sono du nq ue atti a ragginngere l o scopo, e cioè : inneschi potenti per un 'energica a tti, azione, elevat a densità di ca1·icamento, ed fawolncri di grande resistenza. Della categoria di cni al comma 3) in.fine, fa nno parte alcuni esplosivi speriali : troppo dirimenti e cli troppo esiguo rendimento ell ergetico :per l'impiego nelle armi, di scarso rendimento per le demolizioni, e iu ogni caso di prer,zo t1'oppo elevato per tnli impieghi, esplosivi speciali che. si appropriano in vece, megli o di qnalunqne altra ma teria esplosin1, alfa funzione di « inizia tori )) pet l' :1 tti va zi on e i11iziale delle esplosioni.
Dopo queste geuen1litù, sngli esplosivi , sono òa considerare nlcun e questioni cli speciale intercs~e per la, halisticn inte1·na. A proposito della granitnra co~rviene ipremettcre che la moderna scienza, anche per co111trihuto non tra scurabile di artiglied itali ani, ne ha definitivamente stabilito la grande importanza balistica, inq11 antochè, per mez½o di una cooweniente forma e dimensione minima del grano, la combustione delle car-ieh.e nelle armi pnò essere prevista secondo gli scopi della -
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GRANITURA DEJLLE POLVERI COLLOIDALI
potenza da ,ottenere e del minimo tormento cl.a arrecare alla bocca da fuoco. · Come . si ~ giù, accennato, la scienza ha confermato che le polveri colloidali bruciano per strati paralleli, ossia che, dopo l.1accensione e-d alla :fine di un dato tempo, la combustione ha proceduto di un ugual tratto in tutti i punti del grano, secondo la normale alla superficie esterna di questo. In base a questo importante rilievo, quando la carica sia composta di tutti i grani identici, la scienza ha potuto stn,bilire le cond.iz-ioni di forma dei grani 1Per unn eombustione regolabile; e in particolare: a) che il grano possieda una dimensione minima ben individua,ta; b) che la, forma. di esso sia. tale che, qnanclo la combu~ stione ha proceduto lungo tutta la dimensione minima., il grn,no sia interamente combusto cosicchè, in qualsiasi istante -d ella combustione nel quale è corn-sumata, una certa porzione della dime•nsione minima, si è in grado di determinare il valore cl.ella super:ficie del grano che emette gas, cioè della « superfici.e di emissione >> in quell'istante; e) le form(~ ùi grano debbono essere convesse (situate cioè t utte cl.a una stessa banda di ogni piano tamgente) e simmetriche rispetto a tre piani ortogonali pa,s santi per un punto centrale del grano. In queste cot11dir,ioni, in og,ni istante o sta-dio della combustione, l'area della. superficie di emissione dei gas può essere espressa e ca.lcolabile con la (( funzione di forma)) ossia con una funzione de1la dimensione mi'Ilima e dei rapporti di questa a.Ue altre due dimensioni del gra,no, funzione nella quale entra.no speciali costanti, caratteristiche di ciascuna. forma. Le f,orme pratiche si ricluco110 a solidi delimitati : o da tre coppie di ipiani pa,ritlleli (cubiche, parallelepipede come pia.strelle o striscie, e fili); ,o ancora da superfici sferiche o cilindriche rette a base circolare (forme sferiche, o cilindriche come bacchette o tubi fora.ti) ; o da superfici ,prismatiche rette, con basi a poligono regolare (grani esagonali) ; o infine da conve~ nienti combinazioni delle super:6.ci suaccennate. -
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GRANl'l'UfM, DELLE
por,vgm
COLLOIDALI
In genere le forme pratiche, col procedere della combustione, presentano super:fiei di emissione decrescenti; quindi la emissione cli gas, clipendenteme,nte ·d alla forma, è grande in principio e -d iminuisce più o meno rapidamente in seguito. Vi sono però dell~ forme che offrono urna, speciale superficie di emissione costante durante tutta l a combustione e sono de(llominate « forme a combustione <.:ostante>) (tubi f orati . di grande lu,nghezza, e placche). Infine altre forme presentarno s uperfici di emissione crescenti col procedere della combustione (forme cilindriche o esagonali con fori paralleli all'asse del grano). In complesso quindi, si hanno tre cat<~gorie di forme e cioè: lt> degressive (emissione d(~crescente) ; a combust ione costante ; Jp progressive (emissicme cresce11'te). Forma originale di grano di polvere è quella « a pettine)), immaginata dal Luciani (1901), fabbricata dalla Ditta Nobel di Avigliana e provata in Francia nella armi portatili e anche nelle bocche da fuoco campali. QuestfL forma non è altro che Ulna placca che, per una parte della srn:1 ultezza è ritagliata a fili, ~- guisa di denti di pettine : a parità cli pressione massima essa ha dato velocità iniziali più alte, ma però !l1on è stata adottata in causa del suo elevato potere erosivo. Allo studio completo e definitivo ,d ella forma del grano e della funzione di. forma, il contributo di artig1ieri italiani è stato notevole sovratutto 1pe1' pnrte d.e l gen . Alfonso ~lattei ilil un primo studio del HJOO, ed in un altro più recente e completo nel 1937. ·· Supposto ora che l' acce11sion e di tutt i i gr:mi cl.i una stessa forma e -d i ug uali dimensioni, sia avvenuta istantao1eamente e contemporaneament e su tutta la superficie esterna, dei grani stessi, una certa quain tità di gas ad alta tempera tura, che viene c-osì emessa., si espa,nde nella camera. di combustione (n-001 si fa differenza per 01·a tra ca,mera a volume costante come nella bomba di esperienza, oppure a volume variabile come nella bocca, da fuoco) , e eresce ~n essa, camera ra,picla.mente con emissioni susseguentisi e con aumento delle pressiO!ni. E' noto dalla teoria cinetica dei gas che l'effetto st atico della. pressione è dovut o alla, causa -dinamica del bombardamento delle molecole gasose animate di tnnto più elevate velocità,, qu:rnto più alta -53-
GRANlTlJftA DELLE POLvr::nr COLLOrnALI
è la temperatura. Kella camera di combustione questo bomha1,damento si esercita anche sulla superficie esterna residua dei grani: esso conferisce a questi l'attivazione necessaria al proseguimento della decomposizione. Quanto più enet·gico sarà i] bombardamento (pressione più alta) tanto più ra,pi.damente si. succederanno nel tempo gli. strati esterni dei grani a(llcora incombusti che si offr-01110 a tale attivazione; ciò che vale qnnnto dire che la. combustione risulterà pi.ù rapida,, o in altri termini che la velocità cli · combnsti,one clei gra,ni sarà maggiore. Da quanto precede deriva uno dei ·principì fondamentali della, balistica interna e cioè che la velociU1, di combustione delle polveri infumi è direttamente proporzionale alla pressione dei gas. Questa deduzione assai importante rappresenta il risultato del lungo e te11ace laYoro cli molti scienziati (iniziatore indiscusso di queste ricerche fu il nostro Saint Robert, colle già cita.te esperienze sul Monviso), e cli studiosi m'tiglieri fra i quali parecchi altri italiani come il gen. Onrlo Pàrodi ecl il colon. ingeg·ner Giovanni Biunchi: e tale -d eduzione venne confermata poi {la 1parccchie esperienze. Da questa deduzione si ha che la velocità cli combustione di una polvere colloidale non è altro che il prodotto della, pressioa1e per la velocità, <li combustione della polvere stessa alla pressione atmosferica; ì'elocità. che è variabile dall'una. aff altra polvere, e che rappresenta per ciascuna polvere uina, caratte1·istica balistica di saliente~ importa,nza:. E' da rammentarsi che stndi accurati furono svolti per determinare se sulla velocità cli eorn b11stione avesse influenza anche la temperatura,; elemento fisico quest'ultimo che rimane r,raticameinte costante nelle esplosioni in vaso chiuso, ed è invece variabile ad ogni istr-mte (continuamente declinante) nella l>occa cla fuoco. Il risultato delle ricerche fo ~he la t empera.tura di ·c ombustione ha difatti nn'influe,nzn. s ulla velocità, ma questa influenza riesce trascurabile rispetto a quella dovnta :alla pressione.
Di grande Ìlll!portanza per la balistica interna è lo s tudio ,della, combustione della polvere in capacità i.nvaria bile. Si è
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LA PJROST ATICA E D I C!HJS IIElt S
fatto cenno a suo tempo alla bomba di esperienza che molto giovò a.JJa, conoscenza dei caratteri balis tici della p olvere nera, specialmente dopo l'invern,ione del « crusher··r egistratore ». ':l'ale studio, che fn teorito e sperimentale ne1lo stesso tempo, progredì molto dop o l' i111venzi.one ,d elle polveri infumi, fino a costituire pa rte fondame ntale della balistka, interna, sotto il 11ome di cc P irostatiea )). La t eoria servì cli guicl:1 a1Pesperienza, e questa soccorse la teoria . Da qnesta cooperazione risultarono ben definiti i concetti ed i princ½'.5ì basilari che reggono il funzionamento baJist ko degli esplosivi, e che vennero molto brevemente riassunti in precederfza. Perfe½ionata dalla, Casa Krnp;p fu la bomba, di esperienza con crusher·-registratore; e molte prove preziose poterono eon tal mezzo venir svolte s ugli agenti balistici. più importanti, con molto vantaggio per gli studi della balistica, interna propriamente detta . Rilevaa1ti progressi. c.;onsegnì la t eoria sul funzionamento del piezometro a schiacdamento (crusher) svolta dal Sarrau e dal Viei.1le, e notevole perfezionamento all a t(~oria stessa risult ò dagli stndì d.ell'ing. Lamotl1e (li'ra ncia . 1!)22-1937), basati su teorie nuov<! dell'.1lta. rrrn.ternatica p<~r le quali è possibile di tener conto : de.Ila viscosità del rnrne 111e1le ra.picle compressìoni in presenza dell'esplosivo; e delle cosidette « deformazioni ereditarie)), ossia del fatto che ogni .(}{~formazione elemeintare, che avviene in un tempuscolo infinitesimo, risente l'influernza di tutte le deforma::doni precedenti. ·Da tale !J.)erfezi onamento derivò una più esatta vaJufar,ion e della pN~ssione desu nta. dallo schiacdamento osservato {l opo l'esperienza con Fesplosi vo ; e da altri. studi compiuti sullo stesso misuratore risultaron o norme migliori pc~r la pr(~pal'azione clei cilindretti di rame (scelta couv<~nicmte del metallo, sua ricottura, sua più esatta lavorazione) . Degno di particolnre menzione è l'a,pparecchio realizzato da tecnici italiani per le prove dei cilind retti di r ame, necessarie per formare la tabella cli taratura. : lo schiacciamento del dli.nclretto yien fatto in velocità, in condizìOllli consimili a quello in presenza dell'esplosivo, e l'ap1p arecchio in p arola è di molta preeisione, di grande semplieità e rapidità di operazioni. -
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Prnzo ELf~TTR1ClTÀ
Un notevole passo nella. misura delle pressioni fu fatto <:on l'applicazione della, pier,o-elett1,icità. 'raJnni eristalli (quarzo, tormalina e altri) tagliati iu senso normale al loro asse · elettrico, e ,compressi nella dil·ezioine ,d i tale asse, separa.no sulle due facce quantità eguali di elettricità, di segno di,,erso, e in quantità proporzionali alle pressioni generatrici; IIlOn solo, ma con pressioni rapidamente variabili, la seipara,zione dell'elettricità, segue fedelmente e senza ritardi la varia.. zione della pressione. Per la, misura delle pressioni di un esplosivo, un punzone d'accia,io premuto da.i gas comprime un certo numero cli lamelle di quarzo, dispost.e l'nna sull'altra, acl isolamento elettrico fra loro, ma colle faccie dello stesso segno collegate elettricamente, La differenza cli potenziale fra le faccie estreme genera una, corrente, misurabile per mezm di un gr-tlvanometro . balistico. Uno specchietto unito all'<'quipaggio del galvanometr,o, fa compiere ad un raggio lmninoso delle escùrsioni che sono in diretta relazione colle pressio!l1i ; escursio.n i che possono Yenir segnate su nn tamburo, .ruotante con nota velocitù,, e ricoperto di carta. sensibile alla luce, e dare luogo ad un diagramma, dal quale si trae l 'andamento {lelle pressioni rispetto a l tempo. I ma.nometri a, molla vem,nero 1p ure perfezionati, specialmente in quanto il loro impiego fu soccorso da una buona teoria, delle molle assoggettate a pressioni forti <~ soprat utto rapidamente variabili. Questa teoria dovnta al Charbonnier (Francia), trac·c ia norme sicure per la scelta delle dimensioni della resistenza, e segmatamente del numero di vibrazioni proprie dell a molla cli accia.io più atta a, seguire, con prontezza e fedeltù,, le pressioni variabili. · dell'esplosivo, ed. a. segnare in ogni istante Raette esattamente proporzionali a.Jle pressioni. ' Tutti i perfer,iona.menti conseguiti., sia nella misura, delle pressioni esplosive, sia nelle teorie relative, contribuirono va,lidamente a,i progFessi <legli studi. di pirostatfoa, e di balistica interna,. Cosi: tra l'altro, fecero progredire molto le ricerche delle quantitù, di calore cli~perse a,ttraverso le pareti della bomba cli es,pel'ienza , e attraverso le pareti di un a bocca da fu oco. calcoli relativi a, tali perdite ebbero singolare v~ntaggio -
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PROGH,ESSl DELI,A PIIWS'rATlCA
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dai progressi della fisica per una più esatta valutazione dei ca1orici specifici dei gas anche alle alte tempera.tu re delle esplosioni. Altro v:rntaggio {li tutti questi studi fu ancora quello di òa,1•e un nuovo metodo, più semplice e più esatto, per il ca.1colo della temperatura cl'ell'esplosio[le, fondato su una più esatta valutazi.one cklle pressioni pratiche, e sull'applicazione delle formule cle1Ia termodinamica, Un [)re:r,ioso contributo fu dal Vieille ap,portato a questi studi ricorrendo nil'esame delle pressioni ondulatorie : essendosi rileva,to che nelle armi qualche volta si rnanifestaino, in volata, delle pressioni di gra ndez?:a i·nammissibile per una regolare espansione dei gas della cari.ca, il Vieille eseguì esperienze ir1 una homba, cilindrica molto ]unga, munita ad. ambedue le estremità del crusher-registratore, con la carica, disposta presso mm delle estremità della bomba. Il crnsher loin tano dal1a carica. dava inclica?:ioni di pressioni alquanto più elevate delFaltro e ciò arveniva perchè la massa, gasosa assumeva un movime1ùo oscillatorio dall' uno all'altro fondo della bomba, e su questi fondi proèlnceva notevoli sovrappressioni periodiche. V.esistenza. cli queste speciali pressioni onclufatorie fu cla ta da.Ila, bomba stessa, aUorchè essa vea1iva sospesa, ad un filo, verificando che all'atto dell'esp]osio!Jlc la bomba cominci.ava, ad oscillare. Da.) confronto cleJle misure fatte dai due crusher si r:ilevù che un',onda di pressiorn~ oscillava, con 1'it1110 assai rapido, da· una, verso .Paltra estremità, della bopiba, e 1pro<lnceva sui fondi della bomba stessa, cle1le pressioni molto più alte che quelle dovute ad un'esplosione normn]e . Questi rilievi riu·· . scirono .cli grande interesse ed utilità per la balistica interna, la quale seppe indicare i rimedi per elim inare tale grave ~nconveniente ne1le bocche da fuoco. I progressi fatti dalla pirostatica e notati qui brevemente, valsero ad ottenere nn caJcoJo più esatto degli. elementi drlJa formola. <li Noble ecl Abel e quindi un apprez:r,amento più preeiso {1elle pressioni svolte dall'esplosivo in vaso chinso, nonchè a fornire alfa balistica interna e]ementi più sicmi per nn migliore E'indio dell'a zione degli esplosivi di lancio nelle bocche da fuoco. Conie si è detto tutto ciò venne coinseguito con esperimenti di laboratorio ricorrendo alla bomba di esperienza an7,ichè ad -
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LA VLYACl'.CÀ Dl!:LLE POLVERr
una bocca da, fuoco all'ap~rto, e quindi con un dispendio molto minore, con una non trai'<curabilc economia di tempo, ed a111che <;on minol'e probabmtà <li infortuni. ·=~ * *
La pirostatita ha esteso i snoi studi anche ag-li esplosivi di. scoppio, per i qnaJi giirnse ad a<:f]nisizio1ii teori<:he e pratiche Hssai importanti. Questo ramo della balistica i11tenna, scgna1nmcnte per opel'U di Cbarbonnier (Frallcia), venne posto sn hasi scientifiche sicure, così da divenire base necessaria per la soluzione del prolJlema pri11cipc1le cl clla balistica interna (Yll-162!) e seguenti). )[ecl i1lo1te le semplici e :poC'o costose esprrienze sopra accennate, la pirostatica determina esattam<mte i valori di elementi. come La for,,;a esplosi.va ed il covolume, che Ycngono senz'altro trnsfcrit.i nelle esprc~ ioni analitiche della balistica interna. proprimnente eletta. Essa in oltre ha ritroy:;i Lo mcclia1 nte l a teoria (e l'espe1·ienza l'ha confermato) che, in vaso ehiuso, i11 un istnnte qualsiasi dell'esplosione, la pressione è <lata dal prodotto della p1·essio11e massima P', calc:o)a. bile colla formnhl P'
= f
1
.\ ò
,
per hl fra1:ione ,cli CHl'ica
combusta in qnell'istante; tulchè il dingramma fra pressioni e frazioni cli carica combusta corrispo11clenti risulta lineare uscente dall'origine. Semplici esperienze i n capacità. invariabile, poi, mediante pochi e facili calcoli, iposso110 fornire tanto i valori pratici clella, fnnziooe di. forma, quanto qnelli della velocità di combustione della .polvere alla pressione atmosfel'ica. Alla 1·icerC'H cli que~ to ultimo elemento balistico, anche per recenti contl'ilrnti dati da itnliani 1 venne1'0 dedicati studi notevo.li i qun)i, per aHre vie. riuscirono a cletcrminal'e taJe eiemento con esattezza. e semplicità e cou 1n piena confe1·mH del1.'esperimento. Dnl valore <li qu esta velotitiì, di combnstione alla pressione atmosfel'Ìca, sorse il coucetto di « vi-r:H'ità >> di uma pùlvere; concetto che Yiene compen<liato nel rapporto della prima ca1'atteristica di forma del grano (tanto maggiore è il ,·alore di f]Uesta e tnnto maggiol'e è ]'emissione cli gas al prim<:ipio de1la combustione, ossia tan to più la forma del grano è -
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IL PRIKCIPIO DELLA Sl)'v[ILl'i.TDINE BALIS'J:ICA
degresslva), alla durata di combustione del grano alla pressio111e atmosferica ; durata che non è altro che il quor,iente della semi-dimensione minima del grano 1per la già, eletta velocità di combustione della polvere alfa pressio;He a.tmosfcrica. Quanto più pic:cola è la scmidimensi,one minima (granitura minuta) ·e quanto è più grande la ,reloci.tù, oni menzionata (rapidità, di combustio,ne) , tanto più hreve è Ja, ,d urat a di combustione del grauo di polvere alla pressione atmosferica, ossia, a parità di ogni altra condizione, tanto più rapidamente si· consuma la polvere. Una delle conquiste scientifi.che più salienti della pirostaOca, che ancora, di più avvicina questo ramo di scienza alla balistica. interna propriamente detta, si è quella clel significato meccanico e balistico dell'area dei diagrammi tra pressioni e tempi, ricavati dall'esiperieuza. in vaso chiuso. Risulta fo1fatti per una stessa polvere (stesso esplosivo e stessa forma e dimensioni del grano), che, al termine della, combustione della medesima frazione della carica, l'area indica ta ha lo stesso valore in vaso chiuso e nella bocca cla fuoco (inatura1mente nel periodo di. combustione); ciò anche se nei due casi la densità di caricamento è differente. L' importanza di questa affermazione scie1:1tifiea apparirà aneora di più se si rifl ette che l'area di cui tra,t tasi è propor?:ionale alla velocità del proietto allor-<:hè la stessa, frazione -cli carica è combusta, e che le durate di combustione di una medesima frar,iollle di carica, sernpte per . una stessa polvere, sono molto approssimativa;mente eguali, tanto i,n vaso chinso, quanto nell'arma . Dai pochi cenni fatti risulta chiaro che molti (~lementi che rigua.rclano il funzionamento di wna carica in un a bocca cla fuoco, possono essere rieavati con minor spesa dalla bomba di es;perienr,e. :Ma vi è <li più: cl.ai principi e formule della pirostatica (~ del1a balistiea interna deriva Pimportan te principio della « similitudine balistiea )), feeonclo di molt(~ applica.zioni pratiche e cli rilevanti facilitazioni nello studio balistif'o interno ,di un' arma. La pirostatica, è infine, in gr,Hlo di precalcolare, ,p er via di formole teoriche, tutti gli elementi balisfici sovraccennati ; no!Jl solo ma anche cli dare, analiticamente, 11'espressione gene-
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I FATTORl DELLA VI Vt\CITÀ
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l'ale degli stessi diagrammi t ra pressioni e tempi che, per via sperimentale, si traggo110 dalla bomba cli esperienza medi.ante il crilsher--registratore. Utili confronti si stabiliscono tra i risultati élei calcoli e delle esperienze, per il continuo perfezionamento r e-ciproco della teoria e clell'esperiem.a. Mediante la, fecOìncla collaborazione ora eletta si ,p oterono definire molte questioni attinenti all'impiego delle polve1·i infumi nelle armi. Una delle più importanti è quella della « vivacità)), della quale si è fatto cenno poc'anzi, e sulla quale, per chiarezza, conviene di 1:itornare brevemente. Alle vaghe idee e;orreinti sn questa proprietà, delle polveri, la scienza ha,_ sost ituito concetti e dati ben -d eterminati e si.cu ri; ed in particolare ha affermato <:he la vivacità dipende dai seguenti tre fattori : 1) l a velocità con Ja quale la combustione s i propaga da, strato a strato del grano; 2) la velocità secondo ·1a. quale i gruppi, che per primi si Jiberano dopo l'acee1wi.one, reagiscono sui gruppi residui; 3) la forma e dimensioni del grano; :p er i quali elementi la materia esplosiva r isulta pi ù o meno minutamente suddivisa e possiede così all'inizio della · combustione una più o meno ampia,. superficie di emissione . Questa emissione dà sviluppo precoce di forti quantità, {li gas ossia, cli pressioni le quali a ]oro volt.a accelerano più o meno la velocità cli combusti one e quindi l'accresci - , mento delle pressioni stesse. . I due primi fattori so,no caratteristici della costituzione della rnaterja esplosiva (per esempi o ]e polveri a.l]a n it roglieerinn hanno fattori di maggior va lore che non quelle alla, nitroeellnlosa pura , ed, a parità cli. altre condizioni, risultano più vivaci: per le pr~rne la velodtà cresce p oi col crescere della percentuale de]la nitroglicerina rispetto alla nitrocellulosa.) . Il duplice terzo fattore è a disposi~ione del ealcolatore, per ottenere l 'emissione {li gas meglio approprinta alla. potemza dell'arma da costruirsi, e alla sua resistenza. Teorin (~(l esperienza, forniron o poi 1a spiega:done di p arec(·hi fenomeni che si riscontrano nell'impiego degli esplosivi, pn,rticolarme11te nelle armi.. E così : -
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IL MECCAN I SMO DI ACCJ<JNSIONffi
I ) deUa maggiore o min o1·e potenza della polvere a temperat ura s uperiore od inferiore a q nella normale (devesi. 1:a mmeu tare che le prove balis tich<> delle polveri Yengono sempre ('Olllpinte colla 1mLteria e. plosin1 ad una telllpera tura stabilit11 , sia pm·e arhit1°ariamen lc assun ta come 1101wale); II) dell,1, polvere avente maggi.ore o minore contenu to di umidità; I II) delJa poh-ere di regola re consenazione ayente una eUL cli fabbricazione più o meno elevata. Dn, quan to si è esposto precedentemen te circa, il meccanismo di accensione risulta subito la spiegazione di ciò che è segnato ai suddetti comma I ) e Il). Qnando ima polvere sia elevata, ad una tem pel'atura maggiore cle)]a ·o rdinaria, essa possiede una map;p;iore en <•1·p;ia termica su a propl'ia : allora tan to mifllore enel'gia debbono fornire i gas nel hornbardarn euto che fa proced ere la combustione; e la di.O:erenzr1 attiva di enctgia n 1 a 1profit.to tlell 'e11 ergia della massn, gasosa e quindi <lei suoi l'isnltati euergetid, e cioè in definiti"a pro,·oca maggiori wloeità del proietto e maggiori pressioni. Esattamente il contrario avvieme se la poh-ere si trova. al disotto clella tempera t.ui-a, ordin nrin. Ed è faci le in... tenclc1'e che un esplosivo tenuto il temperHtura molto bnssa e soLto lo 0 ° centigradi perde cli se11sibilità. I n pratica questa proprietà viene ut iliw:atn. per lo scaricam ento delle granate (tenu te prim a e per molte 01·e a rnolto bassa tempcrn t ura) con mimore lavoro e sovratutto con minore pericolo. La cienza ha r ilevalo anc:ora : che le ...-arie poh-eri 1·isentono in mo<lo cliYerfìo l' infiuem:a, della tmnperattu·a,: che nuzit.utto quest'iniluenza è minore per quelle che han no mm t e11 ~p(~rat.ura di accension e molto elevata; che la temperHt urn di accensione è pure più piccola. per Je poheri alfa_nitroglic-erina. e tant o minore quanto nrnggiore ò in esse· il titolo di nitroglicerina rispetto a quell o di nitrocellulosa; che la. materia esplosiva , con la maggiore temper atma am biente, accresce la sua sensibilità; ed il contrario, come si è detto, ron min ori. tempel'nture : che però a ta li basse t emperature, l'esplosivo, p 11r divenuto meno sensibile, può esplodere francamente se attivat o e.on nn innesco -
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INVECCHIAMJ<)NTO DELLE POLVERI
più potente, perchè questo, provocando l'insorgere dell'onda esiplosiva., compensa coll'altissima energia di questa, qualsiasi deficienza di energia termica nella, materia esplosiva; che i,nfine t11tti gli esplosivi nel loro impiego pratico vanno protetti da. elevazioni di temperatura (per esempi<> lunga esposizione al sole), che, elevando1ne la sensibilità, possono renderne pericoloso il maneggio . Se ]a. polvere è più. o meno inumidita, perde più o meno di potenza. La spiega1,ione di ciò è a,na,loga a quella esposta prima per la tempera.tura . Per attivare la. combustione occorre, nel bom-· . bardamento molecolare già accennato, fornire maggiore energia. necessaria (ed è rilevante) iper la vaporizzazione dell'acqua. ad altissima temperatura. In pratica un poco di umidità, della materia esplosiva è inevitabile, e difatt i si to1lera, siccome non nocivo, un tasso di 11miditi1 di circa da 1 % ·a 1,5 %. L'esperienza ha rilevato che un aumento dell'l % di umidità a.hbassa la vivadtà, della polvere di circa il 18 %. Avviene così.: che la polvere umi.da più del tollerato, fornisce minori velocità iniziali e pressioni nelle armi; che negli esplosivi t ntti l'umidità attennn alquanto la sensibilità (è esempio pratico ben noto il fulmicotone umido rispetto al fulmicotone secco); che infine, le polveri a nitroglicerina SOITIO meno igroscopiche cli quelle cli nitroceJln fosa pura, e risentono meno dell'umic1ità, a parità di altee condizioni. La vecchia data di fabbrieazione di una, polvere hn, pochissima influenza, sulJa. potenza di unn polvere ricca di nitrogliceriua; 1per Jo più si ha una perdita di potenza molto leggera , { IOvuta all'esa.lazione di una parte molto piccola di nitroglicerina. Diversamente avviene invece per q negli agenti balistici fabbrieati per via, cli solventi della nitrocellulosa : il solvente, snhito dopo la fabbrieazionc viene in gran parte fatto 'evaporal'e artificialmente, ma una parte del solvente rimane ed attenua più o meno la pote111za dell'agente balistico. :Nei magnzzini la evHpora zio:ne del residuo solvente si opc~ra molto lentamente, e tanto più lentamente qunnto maggiori sono le dimensi,o ni dei grani : deriva da ciò che, a misura che la polvere invecc:hia, la sua potenza, si accr(~sce molto lievemente :fino ad un punto i111 cui. non si. ha più varia1.ione perchè il solvente si è evnporato tutto. Si è -62 -
11, 13LOCCO DI TRAC ZL
àf::tto or ora che il soh-eute attenua la potenza di una polvere; si 1può aggiungel'e che l'attenu :u~io,ne crc>sce in ragione diretta del tasso di solvente rimnsto. La ragio11e di <:iò sta nel fatto che l'att ivazione per la combustione, <leve sopperii-e, come per l'umidità della polvere, alla evapori?:zazione ùcl solvente, la, quale non produce energia ma ue assorbe a spese <li quella totale dei gas d ella carica. Per l'inconveniente ora spiegato, <lovuto al solvente, la. scienza si irnteressa da anni alla ricerca di polveri infumi senza solYente. l;n primo e riuscito te.ntatho è dovuto al Wi.11 (Germ ania) che confe?:ionò una polvere composta del 70 % di nitrocellulosa, clel 23 % di nitrog'Jicel'ina e cl el 7 °io cli centralite, ottenuta per tra filazi one dell'impast o dei tre ingredienti indicati alla pressione di 700 atmosfete ed a circa 900 centigradi. La ceo1tralite, oltrechè la f unzione di modera trice della t emperatura di. esplosione e di stabilizzatore, ha, anche quell a ili solvente.
La pirostatica estende l e sue ricerche anche agli esplosivi. dirim enti ed iniziatoei. Lo studio dei dirimenti. è cli molta import anza.. 1per l'oppoi-tuna scelta ,delle materie esplosi ve atle a cost ituire le cariche di scoppio delle granate e gli esplosivi appropriati ad azione di mina , fra ntumazione ecc. La pirostatica prese in argomento a-cl approfondire il concetto cli « poteJl?:H di un esplosivo )), rimosto piuttoi:;to vago fino a poco tempo fa . Jnizin l-· men te era accett ato come indice di potenza. il « pote11zia)e del l 'esplosho >); ma ben p1·esto ta le indice venne riconosciuto non appl'O[Jl'iato, e fu sostitui to dal ,alore ,della fo rza viva mo)ecoIa.re dell'unità cli peBo ·d ell'agente ùirimeintc, o per c•ssere più d1iavi , dal semiprodotto cleUa ma ssn per il qnaùrat o della. velocWì. ( ca lcoln bile• dalla teoria cinetica dei gas) che inizia·tmente l 'esplosio111e comunica alle molecole gasosc. A parte la non facil e nè pronta, cakolazione cli questo <lato, que5;t o indice non corrisponcl<>va come il prcc·ed e11te ai ris11ltati sperimentali. I n attesa di nna migli ore definizione de11a potenza, i competenti si Jimitnrouo al <·11mpo spcl'imenta]c. JA1 provH migliore, in uso ancorn og-gicl1, fu quella cosidctta, clel << blocco di 'l'rnnzl )>
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IL BLOCCO DI TRAUZL
dal nome cli colui. che la propose ed ap•plicò per primo. Il blocco uri cUindro di piombo alto circa 30 cm. con raggio di base da 20 a 25 cm.1 nel quale è praticata una cavità cilindrica su una delle basi 1 deJla capacità di circa, 80 centimet ri cubi. In qnesta cavità si pongono 10 grammi dell1 esplnsivo da pro,1are e sopra <li esso si prepara un i,n ta samento di sabbia di egual peso in ogni prova. L'esplosione ha per effetto di ,d ilatare e sfi.ancn,re la Cilvità indicata, che si sottopone a misura volumetl'ica. La clifferenza tra il volume finale e l'iniziale serve come indice di potenza, riferito all' analoga differenza per un a ltro esplosivo arbi· trariamente scelto come unità (di solito l a gelatina esplosiva,). Su <]uesto ,procedimento venne tentato (1934) uno studio scientifico, ma senza risultati soddisfacenti. La prova 'l'rauzl, sebbene interamente empirictt, corrispose abbastanza bene ai risultati sperimentali; essa però rimase sempre incompleta inqua,ntod1è sempre eseguita nel piombo non ti.en conto del mezzo resistente da demolire, che in pratica1 ha coesione ,,ariahile. Non era difatti sfuggito agli sperime!l1tatori ehe si occupavano della determinazione de]]a velocità -di combustione (o meglio, di detonazione) dei dirimenti1 che lo stesso esplosivo, a parità di al.tre co1idizioni, dava, effetti molto differenti col variare del m~zzo resistente; e così .p er esempi.o : la demolizione di ta.luni mezzi staticamente molto r esistenti ma fra,gili, richiedeva un certo esplosivo, e male riusciva con altri; mezzi cli n on grande consisteriza non venivano ben demoliti che con un determinato clfrimente. Da var.i confronti fu rilevato che, oltre alFenergia termica e quindi cinetica potenziale nella materi a esplosiva., la velocità, di detonazione aveva una grande irn.portanr.a. sui risnltati; e ancora, che, a parità delle ,precedenti. condir,ioni., Ja. po·tenza era maggiore per nn maggi.ore · addensamento dell'esplosivo nel fornello di rnilrn. . Dato che l 'esplosivo s'tesso viene iID. tal caso a detonare a.ll'incirca nel suo stesso volume, venne assunta come misura di. tale ad·de:nsamento, il peso specifico o densità, fisica della mat eria esploshra. E cosi gli scienziati giunsero alla conclusione: di sostituire ad un vago concetto di poteinza, quello di << potere dirimente (hrisanz dei. tedeschi) definito dal prodotto della forr,a. esplosiva per la velocità di detonazione e per la. densità della materia esplosiva,. Senonchè per il .p otere è
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LA FRAGIJ,!'J:,Ì, DE( '.\!ETALLI.
dirimente cosi de1ìnito non risulta nn valore assolnto, che è invece sempre relativo ad una materia esplosivn pr<~sa per unità,, mentre poi nella, pratica delle demolizicrni, tnle potere va, riferito a,l mezzo da d.emolire. Per qnanto interessa l'artiglieria, ossia circa i metalli che formallo l'involuero delle gnrnnte, e che pos-· sono essere staticamente molto resistenti ma fragili, )a, condizione della fragilità deve essere tenuta, in conto, tanto per la delineazioine dimensiouale del proietto, quanto rwr la scelta appropriata, dcll·esplosivo cli scoppio in r-apporto agli effetti da ottenere . Am,itutto, come r isultR, del resto cla st 11<1i acenrati, la fragilità dei metalli dipeude dallo loro eoesione molecolare. Per qnesta una sol]eeitazione improvvisa o molto rapidamente crescente si loealizr,a. nel punto o nella sezicme cli sollecitazione, e per la resistenza viene a mancare il concMso resistente dei punti contigni ossia delle sezioui vi<.:ine . Uosicehè un soliclo costituito di metallo fragile, anche se resistentis8imo a sollpeita.zioni crescenti molto lentamente come quelle statiche, si infrange per cimenti di rapiclo aceresdmento . Si hanno 1per esempio tubi o sbarre cli aecinio eon li.mite elastico di 100 chilo~ramrni per millimetro-qna,clrato, d1e tfllora si rompono pc~r il lieve urto 1·icevuto in nna caduta a terra. Il eontrario cleila fragilità è la cosidetta plasticità clel metallo, ossia l'attitudine di snhire forti deformazioni prima della rottura., e cli. resistere p i ù validamente a, sforzi rapidamente crcsc<~nti. Ciò premesso, se clallo scoppio di nna granata. si vuole ottenere la. formazione di un grn.n n11rnero di scheggie animate cl.a alta velocitù, mentre 1111 aceiaio dolce con <~splosivo poco diri.mentc fornirebbe un pie-colo nmnero <.li grosse seheggie di nessnn vnlore tatti(·o, nn accin io molto clnro e fragile con m1 esplosivo molto d irimente durelilie un tritmne cli scheggi.e esilissime di poehlssimo effetto. In prati.ca occorr<: pertanto Ulll acdaio a.bbastan7kt: rluro (non molto plastic:o) eon 11111 esplosivo di alto ,potere d irimente die, per via di tentati. vi, si riesce a trovare. Ancor a : per una granata-mina le scheggie non hanno importanza , ed allo1·a, è ntile la l'kercn di. 1111 acciai.o il quale possieda resisten7,a, tille~ cla sopportare, con la minima grossezza di. pareti, µ;li nrti di partenza e di arrivo nonchc'> i eih1ernti della penetrazioue nel mezzo cla, demolire, e, nello stesso tempo non offra troppa resistenzn allo scoppio, così che la mas5
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Ì/ESPLOSlON1:; ['lslt TNli'LURNZA
sima qu,mtità cli energiu sia devoluta alla demolizio11e desiderata . Ma non basta: uu mezzo da. demolire, che sia plastico o molle come per esempio un terrapieno <li terra argillosa, non verrebbe convenientemente sconvolto dall'azione di un esplosivo a bassa velocità di detonazione com.e polveee nera, perchè lo scoippio di questa clopo la penetrazione, provocherebbe un ampliamento del fornello di mina con compressione del mezzo , senza proiezione ,n è rovina di questo . In un mezzo consimile che dovesse Yenir sfruttato a scopi industriali: un esplosivo molto dirimente avÌ'ebbe per effetto il lancio lontano <'li piccoli frammenti di matel.'iali, dei quali sarebbe lu1ngn, e penosa la raccolta. Gli esempi si potrebbero moltiplical'e, ma bastano quelli ora acc-ennati per chiarire il eoneetto della necessa1·ia sc<~lta contemporanea ed armonica -c1el metallo deU a grainata e dell'esplosivo d i scoppio, sce.lt.a che meglio deve corrispondere allo scopo. Molti studi ed esperimenti vennero svolti drca l'cc esplosione per influenza)), ossia sull'<-is1plosione cli cariehe, provocata a distanza clall'esplosio1ne di una di (~sse, quando siano separate da. un mezzo quulsi.asi., come aria, acqua, terra od altra, materia . La distanza fra le cnriehe, lungo la quale si manifesta l'esplo-· sione, -varia con l'entità della carica hniziatrice e con il suo potere dirimente, colla resistenza del mezzo frapposto tra le cariche, e colla sensibilità, delle cariche influenzate. Circa gli ele-men ti ora accemiati furono proposte formole e forniti dati pratid, utili in pratica, per esempio nel disporre in mare uno sbarramento di torpedini, nel dislocare opportnnamt~nte for:iwlli di mina multipli che debbano brillare sepa,ratamcnte, eec. ecc. In argomento è interessante aggiungere che, nell e ricerche sul.le esplosioni per influenza, si è dimostrato valido i) ,principi.o deJla similitudine rneccnnica, tnlchè, in queste ricerche, si pnò, con economia di spesa e con mi.nor pericolo, spei·imenta:n~ con cariche l"iclotte a distanze a loro vo.lta ridotte in sca.la conveniente. Giova rnnune!l1tare il1fine che, nella nost ra ArtigHerin, -vennero compi11 rc estese esperienze per det.ermiinare le norme di conservazione cli proietti. ca1·ichi in cataste oppure in magazzini., per evita.re che l'e,·entuale scoppio di uno cli essi si csteucln per infl.ncnza ap;li altri vi<:ini. -
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BS l•LOSIYI T~ IZ IATORI
Già, precedentemente si è fai:lo uu rapido cenno degli esplosi,i il]liziatori. Ju pratica i l più usnlo è il fu lminato cli mercurio; si usa. [pure il fulrni:nato cl ·argento, ma più nwamen1.e; e anche gli azot nri di piorubo e cli argento sono en t1·a li nell' uso, insi.eme
con altri inizi atori cli complessa costituzione ecl appartenenti al cam po della. chimica organica . Per la sua importarnrn Ja st rntlllra :fisica llell'inizintore deve essere tenuta presente: i r icereatori hanno <.li. fatti confermato come essa abbia. una grande influenza sia snll' azione iniziatrice e sia sulla sicurezza di man eggio. P er esempio : la forma a cristalli (per la esistenza di tensioni interne) re11dc l 'iniziatore molto più sensibile speciaJmente ag.li urti; la struttura, polverulenta od a piccoli frantnmi, incoe1·cnti fra loro, aumentlt mo]to la sensibilità All'urto, pet· l'esisteHza di particelle cristalline particola.rmeinte sensibili. Il fulmin ato di merc orio ed nltri (non così l'azoturo cli piombo) sovrn-comp1·essi, per esempio a 700 atmosfere) non detonano più ; se accesi bruciano len lamente; riescono a detonare solluuto se l'iscalcl ati alqu anto a lem!})cratura superiore alF,o rdinai:ia pcr chè soltnn to allorn l'oncJa, esp)osiva può maJ1ifestarsi. Nelle conclfaioni or:1 considera.le, il fu 1mina,to di mercul'io risulta a1Hchc poco sen sibile all'urlo . GioYa quindi che l' iniziatore sia allognto nelle capsule con moderata compressione, stabilita dall'esperi.enzn. in mo<lo che l' c~sploi:iiv{) 010n si fra ntumi nel maneggio e 11ei traspo1-ti. L'iniziatore, 1·iscaldato a. temperatura superiore all'ordin:n-ia, risultit più sensibile all' urto ed allo sfregameni0 di corpi metallici; cli qui la norma di non la sciare mai Je cassnle esposte al sole prima, dell' impiego. Allorchè l'iniziatore rlevc esplodere per l' nrto cli nn percussore, condenc. come lrn nno rileYalo le npposite ricerche, che l' enetgia d' nrto clel percussore sin ottenuta con forte velocità e piccola, massa , a m;ichè viceversa ; e che il perc11ssore stesso sia foggiato a punta sottile sulla quale tntta l'energia d'mto resti concenti-ata. In relazio11c ag-li inizia tori ecl nl loro impiego. è cli interesse rammcutare l 'i11tm1w1n iente graYe che si prei:.:ent:i negli inneschi -
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ESP LOSIV I INIZlA'rOH l
di spoletta, nou opportunamente delineati e costruiti. !11 tali inneschi, per difet to di c:onveniente clisposir.ione delle lol'O avvitature, si possono manifestare deJle violen ti vibrazioni sia all'atto deJla, partc~t'l.U del colpo, sia nell'istante in cui il pl'oietto inizia, la ua penetrazione nel bersaglio. Qu<>ste vibrazioni desf'ono talora, H disgregare poco o molto l'inir.iatore dell a C'assnla, e<J il disporJo cos'ì in cowli.r.i oni di maggiore e pel'icolosa senr-.ibilit.:t, opipure anche cli non fnnzionamento . Ed allora può an-cnire, nello sparo dell'arma e mentre il proietto si trova ancora nell'nnna, stessa, che l'inir.iatore, disgregato, si nccendn pet' qual.che JieYe nr.ione d'inerzia, e determini lo scoppio prema turo del proietto, opp ure che, all 'arrho sull'obietfo·o, l'iniziatore a~isca troppo presto, cioè qnanclo il proietto 01011 è anc·Ol'a penetrato a.l>basbin,;,;a nel mezzo da demolire, od altrimenti c·he non ngista del tutto. Degno cli menzione è il fat_to che il fulminato di mercurio. riscaldato moderatamente ma ·per lnngo tempo, si trasfotma. poco 1])el' volta i11 materi;i ilierte (·hiamata. « pirofulmina, )) . Di qni il pl'oredimcnlo pratico seguito per rendete ino.lfo,nsive le cassule di fulminato cla cfa,trnggere, consistente nel tenette :i lla temperai.ma di 90° centigradi per tirc·a 200 ore; C'iò qwmdo non si p 1·efel'iscn il proteclirnento fi1101·a 11s11aJe, di immNgerl<' nell'acido cloricl rko insieme ('011 solf'lll'o cli •potnssio.
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t:·
Il fatto già più sopi-a notato. - ('Ile gli PRplosi,i possono c1ar luogo. seco,rnlo l'i.ntensit:\ delJ' ntth·azione, alla ei,;plosioue cli 1-0 g1·acl,o oppnr<~ a qnell a <li. 2° grado, - int<!l'<'S8H gli E>splosivi imizintol'i, i cprnli vennero qn incli 1111 cltc stn diati per qnesto rig:uardo, siccllè nell'impiego pratico essi siano pteclfa:posti in modo co1·i·ispondc>nl·e allo Rtopo da ottenere. E ('Osì : 1) Se si fratta cli i11i?..i are la cl.Pllagrar,ion e ,cli agenti balistici, occMre un'attivazione moderata c:he sia Hppena. Rnffi.cientc a ll'acc·ensione : 1H fnnzioJl(> <lell'iniziatore cle,·e vantaggiosamente essete per ciò ridotta, nd una funzione « iincend-i.Ya » soltanto, f'iò che s i ottieJte me· -
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t);INESCHI E CASSOLE
dfante inneschi piccoli con petm·d<>tti cli polvc1·e ner a, che favo1·isco110 più che altro l'accensione della carica. lltn eschi pi1ì forti d el 11ccessa1·io possono, special. mente con catiche cli poh·erc YiYace, cletcrminal'c la de tonazione coni graYe danno dell' arma se pure uon col suo sc·op1pio; ed essere poi unche causa del lando e de))a forte compl'cssio,ne dclln cari<.:n, ancora in gran parte incombusta , contro il fondello del proietto (l), p1'0YO<;a11do una combustione irregolm·e : con va riazioni clelln ve1odtà i11i7,ialc <l mrnose pct Ja pred ·ione del tiro; con la. cl etouazion e cl ella carica così com pressa per l'ar.ione cYentnale di p1·essioni ondn1a tol'ie ; e con lo scoppio de1l'nnua, soJitnmente in Yolata.
(1) 11 cu lu11. Borèlli, i1ica r h::1to di cull n 11tli di hu:s.-<ult l' di a l tro al campo cli esperi1::11ze cli Ciriii, \'b lJe il 111eri to tli 1.'il(•\'Ur e (sc: bbt'll(! HOII l ll'. a\'e:<:,;t• l'im:a1·i co) aJcUJW ì1Tegulurilì1 11l'I funzinnnwt•utu ù, •l IJn:s:-oli, t><l ln o lLr~· la rna11ife:stazi011e di molto a11parhwu1ti ,·ampt· di b0<·<·a . t> di a:-soggPttan• a :studio ll('('Urato i fenomeui os:scrvil ri . T11tri questi grnYi im:OllY( uluir.i Hl altri wiJ1ori, <:lH• per !Jn' Yit:\ nou si a c. cemrnnu, :srcond o g li ,; tuùi fat.t i th•rivauu da ll' u nica St' J:(l lt'Bte ca11,;a: << l'iDn<',,;co, <li pote11za t:,;agu·ata prr I<• :,;11e flmzioui cmi m •ntn11en1c in<:<·udh·t•, :,;11i11ge ht car ica uuco1·a incomhnsrn cm, rro il fondPl!o ùel prointo; cd i Jll'imi gas clw si n::h'ic:mo tla <'S!,ll, 1' c·he si !n n('inno nr:,;o rorturaLm·1·, H·mlouo :1 c·om11r iwerl a fortemt·lllt> con trn i! folllk- lio rut•tk:,;imo n. Quamlo la cn ri<-a in CJ lH_,;(icmc è forurnta (li 11ia,;trell<', <1111:st a c<mipr cs;.:101w f a ,:ì d1e 11' 11111:,; tre llc· adt'ris('a no l'una s111l'11ltTa contro il f'on<lello. In quc;;tc condizioui :si ha 1111a YC21Hl gasn:-;a che· dal fondello del 11roictto si b11wiu \'l!l'>'O l'indil"t ro :,;ul r:ongc•1r110 <Li ehinsura o sul bcs s olo , e y i lll'Otlt11·e i11 c m1Yrn iP11;·i di Yt1rla irntvnt. t• s i JJn n11c,1rn r h e llltlt part(• tk ll<> p i n:- t n •l lc· c'!ella c·m·i<·a nstnno f'(l!'<'rte dall p 11h1str<·l'I<• poRt<' più vic·ine all'ot1·urn1'on', ,, non bru c iano affa llo 011vore llrt1<'ìn110 iJJ1p<'rf\'HaruC'J1t<'. Le piaslrellC' in parte• combu,;tc c g11<>IIP 11011 combuste ùcl tutto ,engono lnncii1te fuori dalla borcn t' facil itano la fo r ma ziom· <11>l la n1m1111 1li bocen . 11 cont('g 110 .i11ùì rn to dt•l!n cn ri<:a. a,w11tn nd nn hllH',..-eo difr trn:-o, ha poi per C"Oll>'l'P:11<'J17.:t <lt•li <' ir1·c>goh1 riti1 1wl1(• YC'lcll'ità iniziali ('h(• van110 11 ddrimC'nto d<>ll a esattezza ckl t iro; i11olh·p tlnuno lnogo fncilnwute a JJr P:-sioni oncl11Jatoric che po:,;:-0110 g ene1·ale altri inco11n nienti di maggior gn1,·iU1. Di C'CJ>'<' nttim•nli alle o:-;;:;rrn1zioni etl ·ag li s Lntl ì 111>1 <'Olon. nm·elli s i è eletto ·in altr i pnntl dl qnest:1 2,, pa r!lgrafo <' 8<' 11<• pnrl @r h più irn1trnr.i trnttanc1o d c·gli inizialori e cldln wna p;n:,;osa.
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IKNESCUI E CASSULE
Gli studi ,clei tecnici si rivolsero acl. eliminare q nesti gravi inconvenient i e coa1seguentemeutc l'adozione : cU peta.rdetti multipli nelle forti cariche delle artiglier ie di Marin a : o di petardetti anteriori a quello posto in diretta vicinanza dell'innesco : o alt resì della disposizione della polvere nel cartoccio in modo c:he il l ancio in avanti sia evitato ; o da, ultimo del cambio della form a -dei grani in )]lodo che questi meglio si assestino nella, carica. Ma il rimedio priincipa le sta sempre nella massi)]la limitazion e del peso dell'innesco, sempre quando non si possa rendere pratico il moclo ideale cli accensione di una carica mediante l'accensione1 per scintilla elettri.ca, cli un miscugli.o cli gas introdotto nella carica di combustione subito dopo il colJocamento della ea,rica stessa in posizione di caricamento (per es., del gas toria,nte - miscuglio di ossigeno ed idrog<'no o a.nche un miscuglio cli aria con circa l' S % cli acetilene) . 2) L'impiego degli esplosivi cl.iriment.i richiede, per il massimo rendimento, 1a. « cleto111azione )) : e quindi tntto deve essere predisposto, in fatto di iniziazione, in modo da ottenere questo scopo. L'iniziazione deve esserr tale da. prow>care l'onda. esplosiva, pe1· la. quale soltanto si ha una franca e netta. detonazione; e la attiva1.i.one deve essere energica per opera di una cassula potente. Una attivazione insu:ffideute o difettosamente ,clistribuita può essere ca usa, di. esplosioni così dette « inter medie>) che non sono nè vere deflagra zioni, nè Yere deto·nazioni, ma bens:l clecomposi1.ioni imperfette con produzione cli. gas contenenti minore energia . Talora pa.rte dell'esplosivo rimane in qnesti casi incombusto. Però una eassnla per essere potente potrebbe :were nn peso cli iniziatore troppo gnmde il che sarebbe pei·icoloso nel ma,neg·gio delle spolette e nei t rHsporti. Per evitare qnesto inconveniente senza rinunciare a]la forte attivnzione necessaria , si compensa la deficienza clelfa cnssnla coll'inserzione, tra questa e la carica cli scoppio, di un detonatore costitnito cl.a nrna congrua qnantitù, cli esplosi vo acl elevatn Yelocitù cli (lptoJ1a7,ion0 clw, -
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C.\TIL~A DL CASSULA E OEJTO:-IATORE
meno pericoloso dell'inir.iatore, è idoneo in via se<:ondariu alle funzioni di io1iziatore. Sovente questo iniziatore sccondiuio si pone in condizioni fisiche atte a conferirgli una s,piccata Yhae:it:1 (in polvere od a grani molto minuti) particolarm<mte nntaggiosa per una buona iniziazione. Ma. la poten zn, della ,c assnla o dell a cosidett,1 « ca Lena di cassula e detonatore » non è semp1·e sutlkiente ad una perfetta iniziazione. Per qualche <~sp]osi vo occorre che H q nesto fin e siano multiple o anche n umerose l<' origini clell'o11 cla esplosi,·a; ciò vale qnanto dire che J'attivnr.ione, oltrechè forte. <~ necessario sia conYenientementc di stribuita. A q,1 csto scopo pron~dc il
jj'ig. 1- 'Gn fnmniolo alto 50 metri è f<lato fallo saltare a (.;harf·11 lon, in 1.rrancin, pc.r far posto 11<1 una strada i11 costru7,ionc'. 11 rrollo è ;;talo fi,:,;alO nitidamente da un'istanlunca.
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OEi\!OLIZIO~l Dl G"C~JlRA
deto11Htme ,d i grande lullp:hezza d 1e at.trnve1·sa , nel sm1so llell'asse, tutta Ja cal'ica di cappio. Così si pratica per esempio colle cariche cli nitrnto d 'ammonio, esplosivo cli gran de potenza, a condizione che sia attivato potentemente ecl i n molti punti della sua massa . Sarebbe interessante cli considerare 1pi ù i1<.l<.le11t ro e dal punt o di vista dell'impiego pra t ico, hl categoria degl i esplosfri dirimenti a-dopcl'a ti per le demolizio11i cli gnerrn dfrette (<li pel'tinem;a, ,clel minatore del ge11iio) ed indu st1·il:di. Ma questo ci eon clunehbe tl·oppo ]ontano, tanto cilè pc1· chn·e una rapida e succinta idea d ella cosa, d r estringeremo acl un esempio e ad un episodio di guerra . L a fotog1·11fia della fì.gma mostra Ja ·c1crn olizione di un camino d'officina in nmra lm·a , coJla cad uta obbligntoria del n1mi1110 stesso e macel'ie, in tale direzione da evitare drrnrni alle <:ase circostanti. Preparati <·<m aYvcclntezza , sia come pN:;o e sia come innescamento, p nrecchi fornelli di. mhrn pres o la base da11a. pa,rte opposta nJla ca dnta, e predis poste 1·ottmc in alc1111i tratti a lla base verso 1n caduta - ln·ill11te le mi ne c-011ternipol'ancamcnte - , si ottennero i risulta ti inditati. L'episoflio ris:ale a.11a gnena frrnnco -germanica, ·del 1S70, allorehè u'n a <:olonua fram·ese ebbe a l'itirarsi artrn wl'so i V.osgi lungo una cnrtfra stra da a, mer.r.a costa della rnoutnp;na , c·on n monte nna parete scoscrsa di roccia. 'Gn uffi ciale del genio ebbe missi()]w di ptepan11·c. dopo il pa&snggio cl.ella colonna , delle ostrur.ioni col far precipitare, per Ja cllina, grossi mnssi 1·oc·eiosi s n] piaiio sttnclale. J>cr iincsperienza o p e1· troppo zelo, l'ufficialf', studiate sec-ondo Je regole le <'.al'i<'he ed il loro iarnescamento, esagel'ò ]e une e l' al tro . Brillate Je mi ne, la s t1·ada s i trovò ricopc1·ta cli minuti frantumi di roc:<.:ia che formaro110 il migli or brecciame che . i potesi:;e desiderare per rnig'liorare ]e pessime con(lizioni -cli viabilità p1·c>eccl.enti. Altri e 1·<'ali p1·ogressi furono dai t<'cnici corupinti nello st udio d elle mirde, delle qunli : al cm1i tiipi fnrono otte1rnti di molto grand e veloC'ità di combu stione, n.tti s1wcialmente acl un fi\('ile « compassamento dei fuochi )) : altri pel' c·ostit nire la p a rte più importante e clelica t n ·delle spolette a tempo. Per' qnesti n ltimi tipi i::i ebbero pra tiche ed ntili iarnovazioni della nostra tecnica artiglierescn. ed inoltre stndi ed esperienze dornte al gen. P a-
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MECCA)IICA D~lGLl 1,::-;1'1.0SIYT
rodi (1S90), allora cnpitano, vet· cletcnllin:nc la Yelodtù di. éOlllbustione d elle micc-ie <.la spo'leLta 11JJ p varit! i1 l titndilii <.:ui queste pai::-sarnlllo )nngo hl !1·aicttoria del ti1·0 a shrnp11el.
La balistica iHLcrna, spctialrn e11te pe1· Ja pnl'le costituente l a pirostatica, ha ricevnto base ed ni nto ch:t'I <:omplesso de]le llO· zioni rigm1l'dauti gli es:plosi-d , complesso d1e to. tituisce la. Scienza degli csp]osivi; s<:ieuza di fa1d0Je teol'ico-p1·11tita, th e ha fo11 ch1me11to H sua volta sulla Term o<linamicn, "la Tp1·moc:hirnicn, la Fisict e )a Chimica, e :::nlla ~fotematica . ] 1c1· quanto l'igna1·cl a gli esplosiYi, sulla base cli q1wste nll'ie prntiche (lelln sci enza gli stndiosi <·omposei·o un <·orpo di dottriua superiol'c cle11orni11Ma « hletcnnica degli esp) o iYi », <·he oggi<ll. ha assn nto grande estension e e molta importanr.a. l,a ):le<:eanica clegii esplosi\'i :,,i fon<la iiJ1 grn 11 pa rte s nlJn « 11ecc,rnica chimica)) ciel Dnh em (1<'1·ancia), e C'orupl'cnde larol'i di (}llesto a11lore , clel Jouguet (Praucia) e di altri nucorn. Ricorrendo alle eqnazioui genei·nJi de]]a. 'l'ermo<linarnica, presa per vm'iabiJc l'« en tropia )), sta bilita Ja ineversibilità dei fe uomcui <>splosi\-;i , e form1dato il <·011cetto del potenziale intern o di un si:stema c.:himico {li gas J)Cl'·· fetti e non pel'fetti, 11 Duhem pone in equazio11c le <.:Orn]izi<mi <li equilibrio cl<>l sistema, il senso, la veloeità e le accelerazioni de'lle l'eazioni; rnPtte plll'e in equ~1zione il larnro deJre:-.plosin), il c:alorico sviluppato secondo il motlo di <lecorupnsizionc; e <là esp1·cssione matemat icR gene l'a.le n] potenziale <lell' esplosivo stesso cd a1 polcrc dii·imente. La mec<·auica degli esplm:i,i poi. s ulla l>nse de]Jc cqm1zim1i gc11<'raJi della rnecem1ica dei fluidi , eonsicleta le onde piume e non piane, e i-tuclia ln propngar.ione cli tali onde, per sottopone poscia a tnllta:doue nnalitiea le c·omlir.ioni di insorgenza clc1l' oill<ln esplosinl, clella sn a propagazione P (lelhi sua stabilità: essa com,idera i11olt.l'(~ il limite d<~lla <letonazim ic di un misC'nglio <li gas ne) SC!l~o ('he, f.ìc uu rnii,:cnglio tli gas ntto u]Jn cletonnzioue Yieo1e i11qninato da gns in erte, si ~iuug:e ad mi limite cli inqninmnc1nl'o pe1· il quale la cletonnr.ioue n011 ha più luogo. J.,a mettauita cleg li t>sp]of:iYi, nllell(1osi <lelle c<111n-
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:\lECCA NIC.I. DEG U
EJSL'LOSIYI
zioni già stabilite e di qneUe d<'lla '.l.' ei-111 odina111ic:a., consente cli istitu'ire una coinpleta teoria snlle clcflag1·azio11i ; p1·end e in esam e gli effetti della esplosione e delle sue onde in un dato mezzo ine1·t e (per esempio m·ia) oppu1·e iu t1n altro mezzo esplosivo (azione e funzione di llll detornitor e), <' deten11in a m:rtcmatica-· mente il principio clellH similil udinc. pl'imcipio elle passato all a pratici1 si è climostrato assai utile e feton do di risultati. La meccimica degli esplosi.vi. ha in parte conferrnn.ti. scient.i:ficamente t aluni risultati olt<1rrnti per Yia i-:cmi-empil'ica, ed anche akuni princip1 c:icntifici alt1·imenti dedotti. Inoltre essa 11e li.a jstituit<> <lei prop1·1 che r is nlta1:ono di grande 11Lilità, ed ainto all'ordin aria. ~den'l.::t cl eg-li esplo ivi. Lo sgum·clo slol'iC'o che ei p1·oponia mo nou può a cl<lentral'Si profonclilmenic in mate l'i.a così. 11mpi.a e cli trattnzione non faeile, e si l'estring-P perdù nl prececlente cenno moHo sommario elci pnnti pl'intipali p<>1· pOl're in lncc• l'impO!'lanza Pcl i pro~l'essi ùi una 11n0Ya sden1,n che offre fondmnento e<l è pernltro molto at:finc aJJa ba'li:.:itirn inter11:1.
Oli stn<li clei rke1·c·ato1·i si ,·olsen, lllll'P. a clefinil'e e. plosi vi più potent i, tli si<:uro 111.11neggio e di sttiùil e coni:;ervazionc ; e !Per gli agt•nti bali~·tici. mnl<'l'i e Je qunli riSthirmiassero il più possihiJ e I<· hoc·('he ~la fnoc:o. U.11n maggiore poten za delle po1Ye1·i. infnrn i. non si può ottenere c-hc mediante l' aumento ùe1la nitroglicerina nella loro coruposh,ione : e-on fa co11spg11enza cli au1UC'nti noteyoli del la te.rupe· n1.tm·n cli esplosione <·lte, per la haJistite a l GO % di ~1irrogli.cerim1, i!! cli oJtJ-p :-tl00° <:e,ntigra(li. n111ue111·i che s 0110 causa pi'incipale de i forti lo~oramcnti ddJe anigJip1·ie nel ti l'O . ~i c·el'ca 1wrtalth) di rngginngere ]H maggiore potem-:a. mediante numen li cli tèU'ÌCH fluo nl più alto limite consentito, <·h e per ò non è molto elen1to . Q uC'stn sil 11i1zio11e cli fatti ha promosso fra gli i-;tudiosi ln l'ir.ere n <li poheti nel attenuata temperatlll'a <lL f!S;plo8io,ne se11 7,n r imrn da cons iclere·rnle cli poten½a . E si risolse il problC'ma, oltrechè abbas8and o nn poco il teuore cli ni-
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'1:J::Ml:'ERA'_rT;nA DI F.SP.LO STONE
troglicerina , aggiungendo a lla materia csplosha elci composti cosicletti refrigeranti, i quali diminuiscono sensibilmente l a temperatura cli esplosione. Uno cli tali co111posti, gen1el'almente usato, è la « centralile » (etil-m etil·-clifenil-nrca) di notevole potere refrige1·a,nte. Così per esempio, mentre per la balistite ordinal"ia al 50 % cli nitrogl icerina, la lemper:1t ura assolnLa di espl osione è poco minore -di 3600° assoluti, per nna polvere attenuata con 25 % di ni lroglirerina, 60 % di nitroccHnlosa e 15 % di centralite, fa temperatura stessa si abbassH fino a 2000° assoluti circa.. E però eon le polveri così attenuate am;itutto si perde potenzn ed è il llon1 gioeofo!'za l])l'OC-edere ad u nmenti non lievi cli ca,riche, mentre poi si dnuncia alquanto alle buone qualitù. di potenza della balistite, ai pregi di regola1·ità del suo funziouamen to balistico, di facile e lunga sua conservazione. Nella p1·n Lica si ebùc così. la polyere Will, delJ a quale si è fatto ce:nno, ed a lt re 1Joheri tutte più o meno ottenute col proceclimcnto de l vV'ill; eccezion fatta per la, balistite attenuata italiana per l:-1 qnaJe, ,ma piceo]a quanti.tù, ,(li nitroglicerin a, soppre sa, è stata sostituita da binitrotoluene (o anche binitroxilen<') c he 11011 evapora , attenua la, tempera tura cli combustione e concorre attivamente nJJa potenza dell'esplo. ivo . Aliti studi ilaforni compinti tlal colon. dott. A ld.o Foù, d' a1·tiglierirL, ltatnn o ripl'cso il concetto delle antiche polveri pi-ogressivc, che propriamente p otrebbe dirsi cli « vh"'acità progressirn », col togliere a.llfl balistite, per azione superficiale di nno spce;inle solvente, pm·te della nitroglicerina. degli sfrati esteriori elci gra,ni. P el' tal modo in q nest i grani, a. partire <lall'estcl'Ilo, si hanno tenori crescenti dli 11itror;liceri11,a ). e pe1·ò nella combustione si hanno in principio temperature minori, le (Jllali antn<'ntano poi gradatamente nel momeuto iu cui la fo1:l è espainsione dei gns è già intervenuta per n ttcn narJe. Si ritiene che con 'l 11Psto me;r,zo si po~a ottenere UJn n hbassamcnto di ci r ca f>00° nella tempcrntnra cli eomb ustione. N uovissimo esplosivo dirime11Le è raip presentato dnHa « ossiliquite » costituito da aria liquida od ossigeno liquiclo, da mescolursi poco prima del brillamento con cai-bone in polvere molto fio1e. Come si comprende riues to esplosivo è economico quando sia a. portntn cli nurno nn appm·ecchio pcl' la li.q110fazionc del-
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NCOVI J·:::H:'LOSlVI
.l'al'ia, rua però ha Yar.ì i11convenìenti e doè : cli 1·ichiedel'e l 'imwecliato uso nelfa mina , e <.li 110tn ammettere l' impiego cli innesco elettrico, perchè la bassa teruperatura del ga liquido toglie ogni resistenza elettrica al filo dell"inne co stesso che più non riesce ad a.rroveil1t1nsi. Vennero proposti anche al t1·i t1lllOYi csplosh'i dirimenti che 1·isultarono di poco più potenti cl egli esistenti, ma di eccessiva sensibilità. (tetranitro-a11ili11a, tettil, pentrite) talcliè il loro impiego Yem1e in pnttica limitato Hi detom1Lori, oppure a formare n1iscugli con aJlri esplosivi, i g uali riusd rono poco più poteinti clell'esp1osivo-ùase, e meno semsibili d<d nuovo esplosivo aggiunto. Notevole è lo studio italiano di un altl'O esp]osiYO dirimente molto po tente e nello stes o tempo di l'i dotta sensibilità, poco igl'oscopico e di foc·ile conservazione: la « ti-im etilen-tri1ii tro-umina ·)) dettn anche esplosivo 'J\, !'ltnto studiato ncJJ:1 fabbricu cli Avigliaarn e oltenuto ch1 lla nitrazione cleDa metile.ntptra-mnina; è chialllato «esogene)> e.lai tedescb.i. Esso ha potere dirompente maggi.ore d eHa ge]atinn esplosiva (1,:3 1°ispetto ad 1,0), non detona se colpito cla ipallottoht di fucile. ma ùrn<:ia lentamente e per poco telllpO; ha il difetto cli no11 essere fn~ibile, ma per ottenerne la fusibilità n scopo di facile (·H1'icarnento di grarn,te, lo si mescola ad altro esplosho appropriato deJ q11ale eleva il potere dirime:ute. Altri studi f m·onò l"ivolti al progresso degli j 11i;1,iatol'i, e fra i molti proposti è 1tote\·Ole ·- pe1· mi1norc sensibilitù ecl iq;1·oscopicitù. e per maggioi-e ,p otenza i11iziatdce - l ' azotidrato cli ui:gento. I~' pme b11ona per molt i rig11a.rcli la << esametilen-peross ic1o-diumina )), e infine conyenieute ,per il basso prezzo e pet' la sna efficienza il olfuro cli azoto. A malg;1·ado di tu tte q ue re no-· vHà, nella pratica restn semp1·c preferito il fulrniiliato cli mercurio mi sto a poco clorato cli po tassio, o aucora con pkrolt· quantità cli « trotil » o di « tetra,nib'o-ruetil-mnina ». I11 Germania è ora molto in uso l'azoturo (li piombo.
Una questione irnpol'tante che ha in teressato gli studiosi ed i tecnici 1 riguarda la consen-azione cle]]e polYC'l'i fofumi per
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CO'NSERVA½I0:S.FJ DDLLD POLVJ::U I
mantenel'le in piena efficien?:a. balistica e per garantire la lonl sicurezzf:L da, espl osioni spontanee. Le polveri colloidali, segnatamente quelle alla nitr ocelln· Iosa pur·a, in certe condizioni, va.uno soggette a lenta de!.:ornposizione con perdita di potenza e col perico lo cli comlrnstioni oa e:splosioni SIPontanee. In contrarjposto alla stabilità (chimica) cui fu accennato precedentemente, devesi qui dire delln « instabilitù )) che consiste nell'a,ttitncline a.cl una lenta. alterazione de1la materia esp]o siva che può manifestarsi anche in esplosivi cli bassa sensLhi.lHù. Dai n umerosi studi 1n proposito e dalle moJte cliscuc,sioni intervenute, si. è potnto trarre intanto l a conclusione : eh,~ 0101: è esatta. l'opin ione cli taluno che la moleeola degli eteri nitrici abbia, in sè, inimedia.tlilment e, .la. tendenza ad una. lenta decorn posizio,ne, e che questa sja la causa cl.elle altera?:ioni delle p olveri infumi. nitrate. Risulta invece s icuramente che, tanto la nitroglicerina quanto la nitrocellulosa, se p repa-rat(~ con materie prive cli imp urità, e ben dilavate dopo fa. nitrazione, si conscr· van o intatte indefinitamente alfa. temperatnra orclinnria; che inoltre soltanto residui acidi ùovut i alla nitrazione cli impurità della cellulosa oppute residui ferrosi (peggio èli ogni altro il resid 110 cli pirit e) sono le cans(~ iniziali di una ]enta t1ecomposi .. zione. La pl"esenza di un poco cli tali residui., anf:he in nn solo punto di un grano di polvere, provoca la f01·mn½ione di gas nitrosi e di vapore acqueo con sviluppo di calore . I gas ccl il enlore nei magaz:i:i.ni o nelle casse 010n possono faeilm(~nte dissiparsi, ecl allora ]a decomposizione, favorita cla l ea lore e l'l a ll' mni <litù, procede per· idrolisi eon relativa rapidità,. Q11 esto fonomeno (~ più freqnente ed ac:centna to nelle polveri a sola nitrocellnlosu o molto ri cche cli quest a . I grrrni n fnnzionamen to progressivo, per forma non p ossono più comportarsi. nel modo volnto perchè si 1fofor rnano . Inol tre s i verifica un deterioramento della superficie esterna . I mezzi per evitare le alterazioni suin clic:ate si riassumono quasi tutti nell' aggiunta nlla materia, esplosiva, clurant e la fabbricazione, cli materie atte acl àssorbire i vapori nitrosi a misura. della ]01.· 0 es trinsecazione, come la centralite, ]a difenilami.na, e più recentemente i eomposti ftHlic1i; mein t re poi serve abùHsta nza -
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' CONSERVAZJONJ'J DEl~LB ?OL\'ERT
· bene allo scopo anche la vaselina. Inoltre ton viene ·d isporre nelle casse e nei magazzini dell'oss ido cli calcio (e.alce viva) molto idoneo ad assorbire l'umidità ccl anche i. v1ipori nitrosi. Talora. danni di conservazione derivano daUa 010n regolare eva,p orazi,one del solvente, specialmente in gr an i a pareti grosse, e t ali danni si presenta no sotto forma di clefòrmazioni e di screpolature, come indic:a l'annessn figura.
Fig. 2 • Sezione Jo.ngi t ndinnlt> d i 1.111 i:,'1':ln o di polver e a lla nitrocdl ulosa pura <:he pn•scn tu screpolature.
Pe1· la bnow1 conse1·y;1;r,ion e delJe polYeri, dai eompetenti End fl' Artiglieria cli tntti i Paesi ven,nel'o studiate! n orme ampie e precise~ riguarèhmti spec:inlmentè ]a razional e ecl accurat a disposizione delle p olveri nei magazzini. Partitolarmente in questo, la nostra A.rtiglier ia ha il merito c1el1a priorità Degli studi -
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ALTlt RAZIO~I DEGLI ESPLOS IVI DlRl ?slJ::N'f l
fatti fin da molti annj fa; comunque, per ]a conservazione delle polveri infumi sono buone regole correnti le frequenti visite ed i sa,ggi che assicurano che la decomposir,ione non sia cominciata. Di questi saggi ne vennero proposti molti : i migliori generalmente seguiti sono dovut i acl Italiani, fra i quali sono da citare in modo particolare i professori Angeli e 'l'aliuni. Di recente fu proposta urria prova elettrochimiea fondata sulla misurn ò.el pH cl.ella materia esplosiva (1), ossia della, concentra,r,ione degli ioni-H (di carica elettrica positiva), che è l'indice più sicuro !Per scoprire anche piccole traccie di acidità. Anehe l'<!same mi-· croscopico proposto dall'italiano prof. Gina può dare indizi sulla buona conservazione delle polveri infumi. I 1i1 aknni S tati la polvere alla sola nitrocellulosa posta in commercio, per esem pio per la caccia., ha un limite cli età dopo i.l quale essa viene ritil-a,ta e sostituita da altra di più recente fabbricazione. Anche gli esplosivi dirimenti sono soggetti ad aHeruzioni, per prevenire le quali occorre seguire le norme studiate per la loro buona conservazione. Molti cli tali esplosiYi so:no igl'C>sco pici, e l'umidità, ne altera la costituzione e ne dimi1rnisce la potenza . Gli esplosivi R· nitroglicerina , come 1n gelatina cs,plosiva, e la dinamite, tenuti a basse temperature, laseiano trasudare la, IJitr,oglicer-in a che, messa a nudo> per la sua grande sensibilit à. aw rende pericoloso il maneggio; con cauto e graduale riscal(1) In una soluzione DCq\w;;:1 :,;i s;cvura llll C(•rto m1111e ro cli ioni-H ele ttricamente positivi con 1m t>gual num ero c1l ioni-HO nc•gntiv i. I priliii sono nciùogeni in q unn to sostituibili cl:1 ioni m eta llic i, l" secondo il loro lllHDero, dimo,:trano il ;rudo d i acidità de ll:t soluzio11e. T ,;ccondi ioni, n egativi, souo sos tituibili dn. basi e rivelano l'ulcnl'initit dl•ll a m inz ione s t essa. 'Crt li tt·o d'acqua pura contiene
1
; g l'ummi cli ioni H; e per: l'acq ua p nra. il cc po tènziale di idro10 gc•uo » o p iù brevernentci 1>H è espr es,-o clall"es1)onl t1té «7>> ritc'nu to positiYo. Se si sciolgono gnnnmi :;,i'i, di a eiùo clol'idr ico iJJ 1 lil l.'O d'acqua p ura, la
1 soluzio1w conth•ue grammi O,J =1ocH ioui-H ; r prr (llHS ta soluziorn·, il pH è puri a ll' unit,\. 'Cnu sol1.1zio1w di grammi -.1,0 <li ><ocla caustiC'.a iu l lit1:o d i acqua
pu ra, cont ir1w grammi
1 101
~ cli ioni-il; e an ora per essa è vFI == 1:3. 1\flsnre
elettTi clle dànno i l va l ore d i pH di ogni i:;ol111.i o11<•. Bass.i va lori di qnesLo nH indicano a lta acidit:t 1_se10pre a i disotto di 7); va lori sup<"ri or.i H 7 indicano la alcalinilà della soluzion e.
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ALTERA¼lOKT i)m(l l,J 11:SPLO!'; I v r UlR [ ~I E::-1'1'1
clarnento a modera te temperature . si l'it sce ad otte11ere il 1'iassorbimenlo della nitroglicei-inn . Rec:Pntemente pei- evitare qnesto grave inconvenient e del l a di namite · e della p;elatinu, 11clla, fa bbrieazi.onc ·dcil a 11i troglkei-i11 a si è ~ostitu ito ii Ua glit:edn a il glicol. Il fenome110 ora actPnnato, e c·hinmato della « eonp;elazione >>, si pr esent a anr he tnlorn nelle polveri fl nit rog)i<·cl'im1, e può esser e rim osso nello stesso modo detto per la dinamite. Qnesta ultima prrsrn tn la particolnrilù <l i penletr cli sensibilità in conscgnen za cli nn a lnnp;a pc['ma n<>nza in maga zzino; uon pe1·cle di potenza, wn, richiede nn inn esco più fotte per da1·e la · netta. detonnzion e. Circa gli esplo iYi, alcune recenti ricerdu• hanno 1 ilernlo che : 1
a) le onde hel'tziane
11011 hanno Hlcnn effetto nociYo snlla eonservazio11 e delle materie e plosive : b) i r aggi ultrnvioletli nlterano queste materie, ma r-:pe· <.:ialmen te accentuano vivamente la decum,posizioll e incipiente ; o) le polveri infumi. sovratntto e asc:intte, i c,HiC'nno <li elettrieit à tatieti sotto l 'azione di conPnti d ' i:iri a che Je lnmbis c·.ono. Per de termin a r e se t a le elett.1:1zr,azione potern es ·e1·e cauf-a cli scintil1e 1wricolose Yennero compiuti studi e proYe che riuscirono a r a si <·lll'a re interame nte jn proposito. Si riconobbe invere ehe nelle pol. veriere in caso di temporale p11ò riusd te <1:umos a l'esistenza cli masse metalliche c:hc non ia uo elc>tlricaruente ben collega te a Ha ter1·a. I noltr e. cirrn la protezioue di magazzini per mezzo cl i parafulmini, d a, litncli sn)lti si clel'ivarono norme pn1 tithc> pel' il ,c:ollocam{'uto ccl il bu on c·ollegamento delle aste cli pl'otezi one alla t ena. Altri stncli, condotti in Ita lia pet e m·a dell'allora l >irezion e S npel"iore .clel Servizi o 'l'ecnico si volseto ngli effett i prodotti da pallottole cli fuci le e scheggie di grnnatc sulle materie esplosh·e. Fu os errnto ehe le polYeti infu mi, balistiti comp1·( SC, se ri11ehiuse in c·asse, si. infinm.!11Hll O instan h tn eame~i1 e se colpite cla nn a pal1
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O-
8ENSIBI1, l'J',\ Dl•;GJ,T l•)S1:'L0S1V1
lottola sparata tla b1·eve <list:rnza (1), e ciò perchc~ essa fornisce iu un pu11 to clelfa. materia e~plosi va, nn' <~ne1·gì<L che basta all'.attivar.ione superfi<"iaJe e qn indì a ll ' accensione. e però la grao1itura è molto minuta, la balistite può cletonai·e, me1n tre con gnmitme g rosse ciò non avviene se 110 11 nel <:aso in cui qnesle siano a temperatura, come l'estiva, cli alquauto superiore a quelhL normale cli circa 1G0 • l n caso cli incendio a ma-gnzzi,ni di polw~ri alla ·sola nìtrkellnlos::i , queste bruc iano semplicemente. 'rnt gli esplosi.i clil'imenti s i troYò che l'acido pkrko coITTtennto in casse, se colpito da, pallottola. cli fucile, detona , nw11tre così non avviene per il tritolo . Dalle stesse esperienze notate sopnt è risultato che lo scoppio cli. un proietto cli 1111a cat ..1sta può ingenerare lo scoppio per infl nenza degli altri proietti soltanto se il caricamento interno cli qne~ti è cli acido picdco e e il calibro elci proietti è in feri ore ai 150 millimetri. Per calibri i:it1periori n questo, la grossezza cli pareti è sufficien te a protegg('J'e le cRriche in terne cln esplosioue per influem:n.
* * * Nell' ann o 190S il Clrn1·bonnier 1·neeolse in un tl'attato pa recchi suoi preceden ti lavori cli bitlist ic-a in1 <•1·na . e 1iresentò Hgli studiosi un completo tm•po cli dottrina fo11d,1to sull'ipotesi nuo,a e più aderente alla rcaltù. prr cui nell'istante in cui il proi etto infai a. il sno moto, p;iù nna <·erta frazione d<'lla carica sia com bu ta per pronecler<' all'iut.1g-lio delle c01·onr. I n alti-e parole : al tempo zero ed al percorso zero clt,J proic>tlo, h1 p1'essio11 e no11 è nulla , ma. ha assunto nn -certo va lore cfotto << pressione cli. forzamento». Nel 1!)14 il colon . Gioniuni Kiauchi ùella nostra Artiglieria dettò una consimile teotia fornlata sn)J a stessa ipot esi, ma cond.ottn inn anzi per nltra. via . Di ambedue quest e teorie (VTI-1629 e seguenti) si è- (letto ampiamellte : basti qni (1) Ecco Jt<'n:h è le s(•nlin<'l h· dél l<' pOl \"C>r iffE' tlC'bbono (lif<S1l solo cm·tucce n mlh·nglia.
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nn•1·<· per l:t loro
GRAFICL 13ALl~T! Cl
acce1rnare che esse segnarono un graude progresso della sc·ienza balistica. Dopo il 1914, sulJa base di q uestc teorie Yennero SYolte altre l'icerche iwportanti dovute a111cl1<~ ad artiglieri 01ostl'i, trn i quali i gen . ::\fattei e Masca1'l1cci ed il colon. R egii della nostra Artiglieria. P rima di farn e c:enno notiamo come parecchi. elementi, di queste due teorie e degli stu di successivi sono tratti clallr-1 pirostatica. coi vantaggi p1·atici e fadlitazioni a sno tem1po segnalati. A completamento clell'opern del Hiauchi si ebbero stncli it aliani concernen ti la granitura della polw1·e e l a fun zione di forma, e venne pnre considerata questa funzione nel caso in cui Ja carica è supposta costituita da graniture differenti (granitma, mista) . In tali studi, per i calcoli dell'espansione adiabatica dei gas prodotti dalla ca1:ica, venne fissato una volta tanto e di valote costante il rapporto del coefficiente calorifico, a p1·e sione costante, nll'ann1ogo coc11iciente a volume costante. Questo rapporto che per i gHs o vapori nelle ma<.:<.: hine è tenuto cli 1,41. alle temperat ure e .p er i gas delle poheri infumi. italic1ne fn . t abilito ,cli 1,2 (cli 1,25 per le [>Olveri alla nitroecllnl osn pura); e ciò con non trascmabile vau1taggio dell,1 semplicità cl ei cakoli e dell'esattezza dei risultati. Notevole perfezi()(namento pratico per l'nso ·d ella teol'ia, pure sorto in Italia, è rappresentato dal grafi<:ismo applicato aJl a bali stica interna. L'integrazion e delle equa~ioni differenzinli del Hianchi, segnate in un precedente volume (VII-lù~7-3S) . porta a formole complicate le quali, anche coll ' ainto cli Tabelle, quali furO(I10 proposte e cn leolate da questo 11utore, obbligano a calcoli lunghi e talora penosi ; a loro Yolta i grafici 1·isn1tano per patte loro abbasta111za nnmerosi e cli prepau1zione laboriosa , perchè vanno delineati 1pcl' tutte le graniture pl'aticmnente in uso, e per ogni granitura ,nnno t l'HC·ciati per eia <.:uno dei ,alori di mm serie abbastamm estesa de]]e frmdo.ni di caric11 già eomlrn-· sta all'inizio del mot,o clel p1·oietto. :Ma ticorrendo ai grafici, compiuto il laYoro di preparazione, tutti gli elementi balistici possono essere ottenuti qnasi sen za calcolo e molto speditam ente. R ase necessaria per l'impiego dei g1·afid è il cnkolo del cosi-
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DlZIO~ARJO BAL I ST ICO
detto « para;metro cli caricamento sione: 2
If =
f
J)
H che ha la seguente espres~
m u>
Q2-c2
ir1 cui f è la forza esplosh;a,
w è il peso clella. carica, m la massa del proietto, Q l'area ùella sezione retta dell'anima., e -. la durata cli combustione del grano alla pressinne atmosfe... rica (pari a11a semiclirnensione minima del grano divisa per la velocità di combnstiom• clell' esplosb;o alla pressione atmosfo· rica). Questo parametro H condensa, in un unico valore gli elementi l)Jrincipali del tiro e cioè : peso della carica, peso del proietto, calibro, specie ,d ell'esplosivo, e ,dimensione minima del grano. Iin possesso cli questo parametro FI l'operatore, con pochi alt ri calcoli assai brevi e semplici, è in grado di trarre dai gra.:lìci suddetti e senza calcoli gli elementi balistici vari di una bocca. da f uoco costruita 1 e cli ,cletermin:ne, con pochi ten tativi, tutti i dati di caricamento di una bocca cla fuoco i,n progetto. Anche i gra fici cli balistica interna che nacquero nel 1926 con la istituzione del Corso Superiore Tecnico d' Artiglieria, e per iniziativa e studi del gen. ::Vfattei e per le inteJligenti ed accurate operazioni di calcolo e delineazione del c:olon. Saecbi, subirono progressi successivi sovratntto cli semplificazione e anche cli completamento, :lìnchè, per merito del predetto colon. Sac:chi, vennero a nuovo delineati con intenti pratici e con sipiccato ca,r attere di semplicità, e poi raccolti nel « Dizionario balistico)) di uso couente fra i nostri progettisti. Sarebbe interessante cli scendere a qualche parti eolare, ma, data. l'indole del presente sguardo storico generale, ci limite~ rem o a clil'e che questo Dizionario si suddivide in due parti : - l'una costituita, da un fasdo di grafi.ci atti al calcolo rapido e preciso di t utti gli elementi balistici di una bocca da fuoco già esistente, cl.ella quale naturalmente si possiedono t utti i dati di caricamento (pressime massima, velocità iniziale, diagrammi delle veloeità del
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DlZIONA lt lO BALIS'.l' ICO
proietto e del1e pressioni, ed altri dati ancora di. importanza secondaria.); - l' altra formata da una serie di grafi ci clai quali è possibile, con pochi e facili tentativi trarre, quasi sen za calcoli, tnW. i princi1p ali ,d ati ,di earicamento di nna boc~·:t da f uoco, della quale siano scelti o stètbiliti: il calibl'u, il peso del proietto, fa. veloci tà, iniziale da l'agginngere e la. pressione massima cla non superare ; dati questi eh.e forman o il pl'ogramma del p1·ogetto e che . qufrnclo non siano tassativamente imposti, va nno determinali con cousider azioni di imp1.ego dcll' arma.. Recemti d cercbe dovute al nostro gen . Mattei e basate sulle form ole r azionali della balistica in terna, furono rixolte all' esatta, determina zione delle durate dei per co1·si d<~l proietto, ed a colmare così una lac unn degli studi precedenti che era parLicolarmente da lamentarsi nel caso <li esperienze dirette alla ricerca delle relazioni t1'a le pt·essioni, le velo<'ità e percorsi del proietto, ed i tempi. Gli studiosi di balistica interna si occuparono poi di definire l a « vivac.ità >> dell' agente balistico nella bocca da fuoco. Il cou1cetto di vivacità è in questo caso alqua nto ,differente da qnelJo già es•p osto pH rlando dellfl pil'ostu.ti<:a. E ' vero che la vivacità, pirostntica conserva il su o viilore nei caJcoli inerenti al problema principale delJa. balistica iutern::1 perchè serve essenzialmente a caratteri7.zare l' esplosivo in stl. P erò 11110 ste&~o esplosivo (e con questo intendiamo : materia eRplosh-a, forma e dime11sioni del gl'a.no) ha fnnziolllamento differente dall' u11a all'altra. bocca da fn oc o, dipendentemente dalle dimensioni (calibro e lunghezzn dell' a rma) e anche dalla densità cli caricamento, ,ùella qna le sarù, detto particola.rmenle tra, b1:eve. Così p,:•r esempio, se in un cannone da 152 mm. il peso della cnricn cl i circa chilogra mmi G,:S Yen isi;;e fot'mato <:on la stessa polvere del fucil e, si avrebbe lo scoppio d<~ll'arma pm non oHencnclo un considerevole anmento <l ella velocità in izinle; Be viceve1·sn nel fucile venisse impiegatH , <·on parità di peso (~r. 2.28) . 111 rpoh ere del ca nnone <~a 152 111111. , si otterrebbno veloc:itù inizi nli e pressi0;ni ma,ssime molto lrnssc, eèl il la nc·io fuori della canna cl.i più dei 3/4 dell a cf-lrkn. incoml>n sta. Le clnrate cli percorso del -84 -
VIVAC!'l',\ DEGLI AGJ:;::-ITI IlAL1S1'I CI
p1·oietto nell'arma, a parità di velocità, iniziale (700 m /sec.) sarebbero rispettivamente di. minuti secondi 0,002 per il fucile e di minuti secondi 0,016 per il cannone, e cioè fra l oro in proporzione di 1 ad 8 circa. La polvere da 152 non ha. tempo di bruciare 11el f uci]e, e la polver(~ da fucile brucia troppo presto nel cann,one; si può anzi dire che essa t r ovasi già tutta, combusta pi-ima che H proietto abbia, inizia to il suo movimento. E allora nel primo caso la poca polvere combusta nel fucile serve più che altro a<l espellerne la parte incombusta, mentre nel secondo caso la combustione avviene quasi come in vaso chiuso e condnce a pressioni insopportabili clalFarma . Un altro esempio servirà a meglio :fissare il concetto di vivacità di un agente balistico in una bocèa da fuoco (:6.g. 3). SP X è il pel'corso totnle del' proietto; con
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VlVAClTÀ OP.GLI AGJl:Nl'l HAr, IS'l'J.CI
pohete di dimensione mininrn , nulla o quasi. ·i ottiene l'andamento delle pressioni in linea continua, col massimo pari a r ' cal-colahilc colla fotmola cli Nob]e e Abel. Re ora si fanno a]tri iiri senza nul]a Yarial'e sa fro che aumentare gradatmnente hl dimensione minima del grano, gli andamenti delle pre Rioni risultano, corrispondentemente a.gli aumenti pl.'ecletti qunli segna ti con le linee a t ratti e i·r]ativi ,i]l e climensioni minim<' c·resC"e111i del grauo di pol-rere: li , 12, la ... I ,p unti P1 , P 2 , P 3 .. . (stimati in frazioni del massimo P ') 1·apprl'scnt.rno i ma:-: imi delle ptessioni e si dispongono sulla linea puintcp:giata. I punti 1, 2, 3, 4-, G ·dei ,cli.ap:ramrni siegnano ln fine della combustione clell a carica per cinscnn tho. e si troYano isnl1a linea tr,1cciata a tratti e punti. P er fa, polvere di dimensione minima. 1. la fine della combustione ha luogo esattamente nlJa bocca c1e1l 'nrma; d ò vnol dire che in un tito <:on pol,ere cli dimensione l,; mag~iore di L , ]a fine della combnsti.one è in nn punto 3 oltre al la bocca stessa, cioè iin tal caso una parte ,clel la, (·.:-irica viene )ancia ta. inc01nb11sta, fuori dell'anima. La dimensione 1. segna il .li mite minimo tlella, vivacità. nmniissibile in prntka. nella bocca da fnoco <li c,;ni si ti-atta, mentre il limite masi,imo, insupe1·abile. <.' rappresentnto dalla, dimensione m.inima nulfa cui col'l'i~poncle la c·ornbustione istantanea che dà luogo all.:i pressio11e urnssi.ma P'. Praticamente iJ limite più alto della vivacità è quello imposto da considerazioni di resistenza deJla bocca, d.:i, fnoeo. In conclusione la vivacitni cli nna c.:el'1°11. 1polvel'e (e si int<~rnle con questo : un certo esplo ·i,·o, una certa forma ed una certa dimeni,ione minima del gtm10) dipende <lnlla p1·oporzione <lella dimensiolle minima g-iiL inclicnta Ln l'ignarclo all'ampiezr,a del cali.bro ccl HJla lnng-hcr,za dell' arma. B' da aggil111gc1·si. sd1hene di importct n?'ia teoric a. l 'osse1·va7,ione che colL1 nmento indefinito del peso del pL·oietto, n parità, cli ogni altn1 condizione, la vivacitf~ può accrescersi inclrfinitamen1e . In balistica ~n t<!rna si usn 1·itenf'l'C come iwlfre cli vi v!lci.tà il rapporlo della Yelocità inir.ialc alfa velocità clel proieLto al 1ermine cleJla cornbnstione (lella eariea: il <·hr nile quanto dire che i valori cli t,alc indite ,·ariano dn oo per lii toml,n s1 ione istantwnea, fino alla nnitù ppr la comhnstione Terminata alla
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VIVACI'.l',Ì. DEG r,r AGENTI HALJ'STICl
bocca. In ,p ratica il valore mussimo del eletto inidice varia da 1,6 ru 1,7. Altro indice è dato clal << rapporto cli pressione>) espresso dal quozieinte t ra la pressione media e la pressione massima, esse1nc1o la 1pr·essione meclia quella pressione idea.Je che, operando lungo tutto il percorso del proietto con valore costante, impri-merebbe a, questo 1H stessa forza viva come la. successione delle pr°essioni effettive. Se osservia,mo il diagramma dell'andamento delle pressioni per due tiri della stessi:L bocca da, fuoco e medesin1co proietto, ma con due cariche differenti che d.ànno la stessa velocità inizia-l e, osserviamo ,che per il tiro a forte pressione massima il rapporto èli pressione è inferiore a quello che si ha per il t iro a pressione più moderata. Il valore poco elevato del rapporto d i .pressione è indice ùi accentuata vi.vacitù,, e viceversa,. I n pratica, per le artiglierie ,o rdinarie tale ra!l)pOrto si aggira attorno al valore ,di 0,50; come limite minimo (per rnas-sima vivacità,) esso si può ritenere da 0,3 a o,:35; come massimo (per minima vivacità,) 0,8, valore quest'ultimo molto raro nelle moderne costruv.ioni. Un giudir,io sulla vivacità si può avere ancora. dal para.metro H di. caricamento cui già è stato accennato, nel senso che eleva.ti suoi valori dcnota1110 per lo più. una a.lta vivacità,. Ma, un giudizio più complet o si può avere ·c onsiderando insieme con H il va.lore clella densità di caricainento A e il valore della prima. caratteristica di forma a. Poichè la· vivacità cresce coi valori di ò., di a e, come si è dc~tto, col crescere di H, si può r·itenere che la vivacità è tanto maggiore quanto maggl.ore è il valore del p1'oclotto. a.H'.ù. Quando la combustione della ca,T'iea unisc(~ nell'istante in cui il proietto t rovnsi alla bocca dell'arma, si ha la soluzione deUa mHssirna energia imiziafo, che la bocca da fuoco, così come è delineata, può fol'nire coll'agente balistico prescelto. A prima vista pa.i'1'ebbe questa, la migliore solur,ione pratic.a ,d a. r icercare, e~ le formole razionali de)]a, balistica interna permettono cli. trovarl a con fncili tf1,; ma però tale solnzione ha pareechi inconvenienti richiedendo : forti cariche (per cmi si ha grande dispendio di esplosivo e maggiori el'osioni spe<'ialmente per i grandi calibri), e più cli t n tto, polveri di minima vivacità, le
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« SENSIBILI'l'À
ll Dl•:LLE IlOCC!lE DA FUOCO
quali comportano una maggiore «sensibilità)) della bocca cla fuoco, ossia la, più spiccata sua tenclen7,a a dare f01:ti varia7,ioni di velocità iniziale <~ di pressione massima· per piccole variazioni, inevita bili in pratica, dei dati di. carica men to (e cioè peso d.e lla carica, peso del proietto, misura clella dimensione mini.ma del graino; elementi tutti -d el tiro che variano dn colpo a colpo entro le t olleranze stabili.te) . Per le ragioni indicate ora, la sofo7,ione del massimo di ,p otenza non viene seguita alt1·0 che illl casi speciali, come per esempio nelle artiglierie navali cli g-rande calibro, quando cioè limitar,ioni di lunghezza e di peso dell'arma c011sigliano a trarr e dall'arma tutto il rendimento possibile_ Conviene anche snbi.to aggi1mger(~ {:he in pratica per solito si tende, come a, soluzioJle più vantaggiosa, n vivacità maggiori, e come convenga, compatibilmente colla r esistenza e la buona conservazione deJla bocca da fuoco, di. avere vivadtà elevate dalle quali ,d eriva sempre u na maggiore regolarità. cli tiro. Poco i.orna1,i si (~ fatto cenno alla << sc:nsibilità )) di un a bocca da fuo co, ed al concetto espresso da questa parola. Per meglio chiarire tale concetto giova aggiungere che, per la voluta esatter,za, del tiro, 1n hali~~rica esterna impone dell e tolleranze agli oscilla11ti valori pratici de:Ua velocitùi iniriial(\ allo scQpo di ottenere che ]e variazioni di gittatn non superino i limiti volut_i e convooientL Di q nest e toHeranze hl ba listi<:a in tema deve · t<mere co~1to e fa.l'e i:n modo che l'artiglieria da costruire non presenti Vfniazioni fuori dei limiti stessi. E ' chiaro che per contenere sicurament e il funr,iOJiamento balistico cli un'arma entro i limiti delle toJleranze imposte, occor-re conoscere come ecl illl q11 ale misura la veloeitfL iniziale e l a pressione massima d~pend:rno da variazioni degli elementi del tfro. La balistica interna-, anche per notevole contribnto italiano clovnto . al gen. i\fattei, ha calcolato con nno studio fir10ra i1nedito, delle « formole differenziali)) ehe damio la variazione relativa (cioò : la variazione :issolnta ~vo -cliYisa per il valore clell'eleme11to vnriabile v 0, per · · Avo · · · 1e e c1u· l a Yarrn1.10ne re l n t·1va e' - ) (1(~1·1n ve1on"t' ,a rn1zia
.
Vo
della pr(~ssionc massima come sommatoria delle variazioni re. lative degli elementi vnf'iabili nwhiplieate, ciascuna, per 1m proprio << coefficiente differcnriinle )) ; coeffi.cie1nte destinato a -
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'l't.~RIA C INEl' IC,\ DE I GAS
stabilil'e l' importa11zn de]l a s ingohi Y,uhi;,;ionc l'ispclt o a tu tle le altre . Questi co<'flkienti clipenclouo stl'ettam e11te da t utti gli elemen ti d el tir o dell' arma che . i cons idera ; e p ossono ye11ir calcolat i una volta t nnto e 1·accol t i in tabelle o gra.fici , così àa aYerli cl isponiùili pe1· qualsiasi caltolo pl'eYeutho di yariazio111i della velocità iniziale e della pression e massima p er uu' arrna, in progetto. Qnesto n otevole p1·ogt<' -so del la teoria ba listira interna ha permesso di vi.levare ehc, a mi~nl'a dH~ si att en ua la Yivadtà. balisti ca della ,pol ver-e n ella bocca da fu orn, c r e:::ee scusibi1mcute l' infl neuza ,cli piccole var.iiìzioni clegli elementi del ti ro, sn lla, velocità inizia .le e sulla prcRsio,n c massima, fino II r iuscire IllllSsim n quan<lo t' m inima la Yi rndtù stessn, ossi n quando la com bustion e de.Ila ca r ica ter mina al la hocc;l.
Olt re alfr Leorie p iù apprezzat r cle1 Chnrb011J1i<•r e d el Biìinc;h i, altre ycn11ern pubblic a te, e cioè quella di n ossot-LiotrriJle (190G) , e quella rirn11neggh1ta ,clell' Jngalls , rn e,1ttre f mono effett uati studi molto impo1'ta 11ti da I 'YVoJff, él al Siwy e <lal )fa<:he (Gern1;111ia). Un recente <' tileYm1 te c·011 tribnto fu da to ·dallo Sdnvc•ikert (G errnnnia , 1!)21 ). di uJia teol'ia cli pii'o8tntit a e l)a .. listica intern a, fonclatn s ulla teoria cinetica dei gas . Molto pregievol c ed irn por t,rn te è poi il testo {li balistica inter11a clel <:ran½ (G ermauii a, Hl20) c)w tra ] ' ,iltro espone un orig iJ1:1le p rocedinwHlo di <·nltoli gl'aJì<·i (lpg-li <'lcmen ti del tiro di im 'al'ma. Oltre a Ile teorie ra1-:iow1li e sden tifì c-h e, 11c YPmw ro p1·0poste n itre nppr o~simate e speclitiYe, idonee a <·alcoli cli m assima , c he hnnno il pecgfo <li molt;i rapicli tà e ·<li. s nfficit•11Le p1·e.. c-isione. T ra q11este <legnn cli nrnm:ione ,pa1'tieolare 1\ q uella <li Heycle11reich (Gen nania, H)O. ), ln rpwlc>. presn per fonclanwnto pseuélo-scienti fi.co u:n a formola npprossimat iYa molto semplke elci Ynllier (F ra1wia) t h e <>sprimr l'and;1mento delle pressioni di un ' arma iu fnnzi one clt>l t empo. t ous iclern q nattro fo nzi<m i del raJ)porto <li {Jl'essione dalle qnali 1\ J'adle e ptolf11o il comruto cl<>Jla p1·ps:sion<>. <1<>1l n n• loc-itù . del tempo e d Pl p<>reorl'-o -
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JlE~Dlì\lEKl'O DE:LLFì POLVE RI
d el proietto, conispoll(le11ti alla [Jl'essione rnnssima. Per otte · nere poi i rnlol'i del le pl'essioni, della veloci là e del tempo in un punto qualnnque ·del pe1·c0l'SO cl.el p l'oietro, busta rnoJtiplica r e i corrispondenti elementi, rehl t id H 1 massimo della pressione giù, t1·ova ti prima , pe1: mia fuJJzione del pe1·corso rel.lti vo (qnozien te del percorso pl'escello di\'iso per il percon:o riguar<lante n massimo dPJla p1·essione) . Il principio dedotto cl nl Clarnrino dai snoi studi sulla IPOlvere n er a, si vel'ificn solo con piccola. 11ppro8sirunr,ione p er le poh-eri iufnmi. pnr potendo qualche YOlta senire per calcoli <li ma:--..gimH ch e 110n esigono g rand e esattezia: è de) pari doYnta a l Si"·y una reg-ola che pnò Rervire bene e <·On ra piclitù, a calcoli di massima. Da c·onsiderazioni tcrmocli11amiC' be sn1la c:om.bustion e della p<ilver e in un 'arm a, il Siwy ùeclnsse la. conseguen;,;a eli e ]Wl' le poln•ri YiYe il rendimento (en ergia a1la bocca per ehilog-1·am1110 <l i cal'ica, <'Spressa in dinamodi) v:1ria li neal'lncnU.· in f'm1zi nJ1e rlc•l r n ppo1·to fra p1·e:---sioue massima e clensità, di ca riC'nmento. qmrnclo sia costan te e cletermi.nato il nnrnero d elle es·p n n:-.ioni (nnmcro cli rnlte con eu i jJ vohnne della <:a1uer.-1 da poh<"L'e entl'a nel Yolnm e tot ale clell'a11ima) . I cliag"rarnmi rettililiei risnltaiw ditfer€'nti per i <:alibri. pic:coli, mecli e gTandi : essi pe rò 1-sono <li fa cile ti·nccia mento pe1·ch<~ basta no, ·PN dascuna catego1·ia di c-aJibri,· clne ·oli dati ch e si l'iferis('ono 11<! 1111 i.deHtil'o nnrnero cli espansioni. Il Siwy · emmciò poi u11 teorema relativo a lle poh-cri lente, che serYe p ure per fac· ili <' pnmti cnkoli di 11111,;;simn . Till e t eorema è così espresso: pH <hw b0<·dw da fnoc:o, quau<lo siano p1·essoehè cp:uali i l'i spet1i vi nllori clel rnpporto frn preRsion e massi ma e densità di ca1·ieamP11to . non<:hl\ egna li i numeri delle espansion i, pel' l 'u nità d i :Peso <l ellH cnl'i<:a sono pure <>µ: n a li le eol'l'is poncl c111.ti quantità, cl i ene1 µ;ia ,1lla l.Ju<:c:a. P e r· le polve l'i infnmi Yeirniero <lal Hl'ink (Russia) adattat e le fotmole mouornie i11izial11wnte p1·oposte dal Sal'l'au, m u t ando convelli ent(•1ne1tre i va lori degli esponenti cmpirid degli elementi del t iro, e slc1 bilencl o tl'e formol e an11Jogt1c, rispettivam ellte per le polve1'i viYe. <li media Yivaeità: e lente; formole da sc:egliersi cnso p<~r <·n:-o pel.' ciascnna cntegoria <li polvere, a seconda clel valm·e del rnppo1·to cli pre siolle. Qncstc formole
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PARA,-JETUI PER CAL CO!,{ 0 I BALISTICA lNTE IWA
special mente se si calco]ano i valori delle costanti cli (·iHscuna 1 applicate a bocehe da fuo<: o di confronto, 11011 molto dissimili d::: quelle in stn,clio) con pochi e non cl iffi cili calcoli possoino da re dei buoni ris nltati; e differenziate poi logai·itmieamente riescono molto utili. in pratica 1perchè consentono ai :fini pratici. di deter minare molto prontamente le variazioni della veloeità ini-· ziale e della pressione massima, che derivano da piccole variazioni d'cgli elementi del tiro; ossia cli determinare con precisiorH~ un po' minore, qua nto si ottiene dai coeffieic~nti diffe... renziali considerati poeo sopra. Infine, per i c-n koli sommari di balistica. intern a vennero raccolti dati. essemzialmentc pratici che pos:sono in molti casi utilmente servire, mentre poi permettono all'esperto ,c1i forml.1· lare un giucfo,io rapido e sin tetico su una bocca da, fnoco o su un progetto, ·mediante la sempliee osse1·vazione dei. segnenti. fattori numerici : 1) Parametro k (rapporto fra il peso del proietto in chilogrammi. ccl il cubo del ealibro espresso in decimetri)
che dà, un'idea della lunghezza. del proietto, e serve sovcnt(~ a semplificare calcoli e forrnole. Per le gra.natc si ha : k == lungh. g r an.
10 2,5
1:::
1~ 3
3,5
H 4
J5
4,5 calibri :
2) Ifa-pporto del peso della cal'ica a quello del proietto; rapporto che in pratica e p(~r la balistite oscilla a t torno ai valori seg-uenti (poco più per polveri meno ricche di nitrogli.cel'i na) : per boeche da fuoco con velocità, iniziale : pro:;sima a 1:.00 melri-sec;onclo fra. 700 n 800 m e tr i-S('COIH]O fra 900 E' 1000 m et1·i-seconclo pC'r ol)ici e mor tai
0,07
(I.
0,0tl
o.1i:i u o,~::; o,:{ a 0,45 0,033 a 0,0-15
3) Numero n delle espansioni; ossia rapporto fra l'intero volnme cfoll'anima e qnello della camera da pol-
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FA'rTORI pii;n, CALCOU DI BALl S'.tlCA IYl'WR~A
vere, e approssimativo rendimento (dinamodi forniti alfa bocca da 1 chilogrammo cli carica) :
=
per cannoni . . . n <linamodi p er cllìlog1·ammo per obici e morta·\ (per carjche
3,5
massin)(') c1irnrn1odi 11er chilogrammo
5
130
8 a 9
l ~O
100
n =:; a 140
120
fl a !l 170 a 180
15 a 1G
200 a 220
4) Numero di. atmosfère cli pressione massima per 1 metr·o di velocità iniziale : cannoni di gr ande votcnz.1
3,:3 a 3,G 3,G a 4,
per cannoni con ve.locita di 700 f:L 800 w etri.secondo per obici e mor ta i : rier carich e massime per obici e mortai : per curich <~ ridot te
4,5
(con n piccolo); n medio);
(con
a ,1,s
5 a 6 :3,5 in media
5) Rapporto di pressio11e in relazione alla vivacità cl.ella polvere : grande vivacità me d ia. vivacità
0,3 a 0;15
0,45 a 0,6 0,6 a 0;75
bassa vivacità
6) Numero n' delle espansimi proprie delln carica (numero di volte in cni il volume proprio cle11a carica entra nel volume totale dell'anima) e renclimeinto in clinamodi per chilogrammo (valore grossolanamente approssimativo) : n' dinamocl i pt' l' E.g.
10 110
20 rn;;
~~O
160
40 190
50 200
GO 210
70 1S5
80-90 150;
7) ~umero cli c::hilogrammi di peso cl.ella boecfl da fuoco per ogni cli.namodo di energia inizia fo : J)('t cannoni cli gr:111clc potcrnm 11er cannoni cl i potel!za 01·dim1rin
per obici e mortai JJ!?t' canuoni cli an tica co,;truzione spccialnwnre del la R. ì'vla ri11a
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<:ir~a 4 a 5 » :t5 » :3 n 4
»
;;,;:, n 5,9
l<'A '.f'roRI PER CALCOLI OI BALISTICA 11\'l'EHKA
8) Numero <li proietti octorrenti. per fotmarc il peso della bocca, da, fu oco: per cannoni per wì ocit:1: di cil·cu. mo metti-isccondo d i ci rc:L 700 » >> ·d i (:ir ca 800 » i> · di circa. 900 n 1000 mctri-1:wcondo per obici p er mor tai
@ a
liO
100 150
200
11
220
20 a 30
20
9) Nelle odierne granate l'aumento di Kg . 0,250 cli esplosivo c1i scoppio, richiede l'aumento di K g . 1,000 nel peso del proietto ; 10) Per calcoli di massimtL lai-gament(~ approssimat ivi, si ritiene che per l clinamodo di energia iniziale occorrono: da 4 a 5 grammi cli. cari.c:a ,c1i balistite, da 3 a 4 chilogrammi. ,di peso deJla bocca da fno co . · da D a 10 chilogrnmrn i cli materiale in bH ttc~ria (affusto a, ruote) ; 11) Lunghezza totale della bocca da fnoco (cannoni): pari. a circa 0,45 a 0,55 della velocità iniziale (in metrii::econdo) innalza ta all a potenza 2/ 3 (qnesto dato vale per velocità fra 700 e 800 metri-secondo).
Poichè inelle teorie ,di balistica interna cli Charb01rnier e di Biamchi, si è tenuto conto della pressione di forza mento, e corrispondentemente della, frazione di carica ciombusta nell' istante di inizio del movimento del iproiett o (is tante che coincide con queUo in cui è compiuto l'intaglio delle corone di r ame) , sorse l'idea cl.i ·cl'e terminare a priori u.no di questi element i, per tcneooe conto nei calcoli cli progetto. Questo problema ha occupato numerosi e valenti nutori ed artiglieri, passando, .per sommi capi, per le vicende seguenti: prima. cli tentare teorie o forrnole si ricorRe nll'espel'ienza che -
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PRESSIONE DI FOltZAMJ.<J:'lTO
ha se.m pre consistito nel fo1·zare il proietto a eorone int::itte ed in sede di caricamea,to, nella rigatura fino acl intaglio comp iuto, e iiel misuntJ'e lo sforzo neeessario per ogni posizione del proietto nel pc!riodo di intaglio. L'operazione veni.va sempre eompiuta per mezzo di un pnnzone spinto da pressione idraulica, e quindi cla uorn solleci ta zione stntica, I risultnti furono tutt'altro che co1I1cordanti , anche per difetto di una esatta definizione di qneJ I.a pressione di forzamento c.:he si iutendeva di <le terminare. Infa t ti. per ta]e pressione talinH) riteneva il massimo valore de-gli sforzi eserdtati per l'intaglio delle corone, .rneptre invece tale altro co11siderava la pressione media fra tutte quelJe eser<:itate ne1J'esperienzn. Qualche sperimcutntcm~ volle segui.re la via cliinarni.ca, e all'uopo, con la bocca da fuoco verticale, usò la berta per il forzamelito delle eorone, e registrò nel tempo il movimento del proietto du rante l'intaglio : ma con questo mezzo u011 si otte,n nero r-is ultati nè ~ocldisfac.:euti nè persuasivi. Parecchi autori dall'esperi enza p,issaro110 alla teoria e pervennero a formo]e o procedilneil1ti. di calco]o vai·ì, tutti però infirmati dal vizio di origine 7 (:onsistente in nna deficiente defini;~ione de1la pressione di forzamentc e da ipot(~si lo1I1tane daJla realtà. Fra tutti merita di essc~re citato il lavoro del capit. von Horstig deH'artigliel'ia germanica (1927), le cmi conclusioni ha nno, se nou alt ro, in camminato i1 1Prob]ema sulla buona strada. Dopo prove stati.che e clirwrniche (colla berta) comlotte in vario modo, questo a ntore ha trovato ri sultati discordi dall'una al: l'nJtra ma,niera di prnve, venendo quindi a1l'opportuna ed ntile conclusione the solt anto rieonen clo alle formole razionali della. bn1istica inter1ia, la so]nzione {:011ve1niente del problema poteva ven ire consegu i fa . Infatti l 'intaglio deJJe corone è indt1hbiamente mi fenomeno dinamico, ehe si svolge nel tempo per opera dei gas de1la c·fu•ica; ed inoltre esso è pure dipenclemte dal contegno del nictallo r::11ne, cli fronte a sforzi vnriabili molto ra1pklarnc~nte come qn elli pro<l.otti dai µ:<1 s stessi. Precedentemente si è fatto m.en1.ione clella d iver·sa r<~sistenza che taJnni meta1li oppongono a so]]edtar,ioni differenti. Jn uu caso, crescenti lentame111te (st at iehe); in altro caso im·ccc~, rnpicl amente erescenti (dinamiche). il rame deJle eor<.me ha ]a proprietà di acerescere Ja sua resi-. s tenr,a alla <:ompressione col crescere clelln velocità cli accresci-
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PRE!;STONB DI FOH:t.A:llE:N'l'O
mento degH sfo1·zi, ma pel'ò esso 1·c:-;iste sempre• meuo a sforzi cli recisione, a misura che a urnenta la 1·apidirà di :-:Yilnppn di tali sfoni. Ora l" iutaglio delle corone, il1i1dalmcn le e per pu<:o è ottenuto per compressione - qnasi pel' ln11ibt1 1rn - . rna avviene prernlentemente per 1·ecisione sotto l'azione di sforzi. cli ::iccrestimento sempre rapido, ma di 1·11pidità molto variabile. Da quanto sc,pra deriva che Jn resisLcnza all' iJ1taglio offerta da una stessa co1·onn di forzamento. varifl secon<1o lo sviluppo più o meno rapido delle pre. sioni : tale resistc•uza deve quimdi risultnre minore ton forti cm'i<.:he a funzionamento Yivace, e viceversa maggiore co11 cariche clcboli a le nto accresci men Lo di pressione. I n corris1ponclenza co11 questa 1·c•sistenza <leve pel'tanto variare anche la -pl'essione cli forzamento e la frazione di cHric:a combusta necessari.a a ehe lo intaglio si cornpin. Le formole baJistichc n1zionali clùnno inflitti frazioni di (·nl'ira combusta per l'in tnglio, dec1·csc-enti a IDisnra elle <·1·esce la vi. vacità della carica, quando per 1entath'i ~i clelermjniJto i. nJol'i di queste frazi oni in modo che le formolc cliano mia pressione massinrn esattamente eg1w le a queHri sperim entale. Un recente studio (ineclito) rlovnto nl ge11. Mnltei ha seguito questa Yia più aderente alla l'Ntltà . ed lw ottem1lo cli poter cletel'minare, a priori, pe1· 1m'a1·rna in progetto, il rnlm·e <lrlla pressione cli forza mento (e <:osì cl elli1 frazio11e di caric-H suindicata, che va combusta pe1· l'intap:lio delle cOl'One) , pet· il qnal e le fotmole razionali d.ànno 1111 yalorf> della prei'-sione nrnssima pe1-fettamente eguale nl valore che si avrà n ell'esperimento.
Le accresciute esigenze di potrnza ba Ustica hmrno reso oggidì di molto importarnrn lo stndio del proietto. Infatti iper le maggi.ori gittate voJutP, . e ne deve studiare accuratamente l:l forma esterna, i1J1 modo cl 11 vincere bene la i-esistenza dell'al'ii-t molto accrescinta per le più alte Yelocità, IDentre per Ja mag·· giore potenza di effetti è necessario tendere ll caYità inteme r eIath·amente gl'an{li per contenere forti cad<'hc cli scoppio e ciò senza in clebolfrne Je pareli e senza nllun gal'lo eccesi.;iyamentc.
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STCnlO Dl~I 1:'ROIET'l'l
Di più, oltre alle' granate ccl agli shrapnel, altri proietti Yeunero escogitati per funzioni del tutto speciali, e così : quelli a liquidi speci.ali (µ;as asfissia,nti, ecc.), i. fumogeni, i traccianti, gli illuminanti, gli incendiari, le ùombe da bombarda e da aereo, le graarnte ,a mano ecl i proietti rigati. Al più importante proietto d'artiglieria ossia alla granata (lo shrapnel ha im:posto problemi meJlo estesi) si è praticato l'affu.so]arnento cli ogiva e 1n r::istremazione d i fo11de1lo; l' affusolamento, destinato ad evitare nocivi spostamenti del baricentro, si è ottennto colla « falsa ogiva)). (...ìuanto poi aJJa potenza della granat a, in ordine ad uarn fot·te ,c arica di scoppio ossia acl un altro « indice! di caricamento » (rapporto p(~l;centuale fra il peso della Cf1rica int erilla e l'intero peso d ella granata) si fece sempre maggiore f-lSSegnamento sui. migliorat,i prodotti sidcrurgi<:i ·a 'Jl o scopo di ottenere con pi-lreti di minima eutità la voluta, resistenza ai. gralllcli. aimenti cli partenzfL e di arl'ivo ,d el proietto, ricorrendo poi ad esplosivi sempre più dirimenti ehe l'industria non si st ancò cli ricer.c are. ~rutto ciò fu fatto evitando e·ccessivi ullungamenti del ,proietto, ed in pnrticolare della sna parte cilindrica, i quali avrebbero condotto : f-1 difettose distrihnzioni di nrnsse attorno al baricentro, a fOJ'ti angoli d.i precessione, acl esagerate resistenze sulla traiettoria,, e ad irregolarità, {li. tiro jnammissibili. I ,p ochi cenni ora esposti bastano a far comprendere come il progetto cli nn proietto di nn'm·nui moélerna, sia difficile, in qnantochè occor·re, mc~<liante ripet uti tentativi, tro. vare un abile compromesso fra parecehie esigenze contradclitorie. Trattando della rig,1tura , tenuto conto delle odierne maggiori velocità e maggiori lunghez;ze di proietto sinp;olarment(~ accentuate, si è fatto presente l'importanza della distribuzione delle masse del proietto stesso at torno al su.o baric:ent ro: e si è fatto pnre menziorn~ della 11ecessità che il rappo1~to fra il momento d'inerz;ia trasversnfo a quello assiale clel proietto, sia contenuto entro limiti eh(~ l' esperienza. ha stabilito affinchè la rigatura concorra convenientemente alla perf(~tta stabilità, del proietto sulla, traiettoria. Lu stessa norma è valicla ancora. oggigi,or110. F, poichè Je diffieoltà dello studio del proietto sono accresciute, i cnlcoli numerici elci momenti d 'iinerzia sono lunghi e penosi, ed i tcnt::itivi nceessal'i p<~r girnngere acl nna soluzione -
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S'l:CPIO DEJ P.ROI E'l' tl
soddisfaeente sono di solito numerosi, si sentiva necessità di un procedimento di calcolo p iù pronto e più facifo dei clrn~ predetti momenti d'inerzia. A questa necessità soddisfece uno studio compiuto dal nostro gen. i:Iat tei (l93G)i stnèli.o che offre ai tecnici uo1 procecTimento di cakolo molto semplice <~ peonto, e cl.te non manca di bnona approssimazione. Una buona raccolta cli tutti i concetti., procedimenti e dati per H progetto di un proietto, è stata. pubblicat a dal gen. i\fainarcli clel Servizio Tccnko <l' Artiglieria. I n proposito è ut ile accennare all'esistenza di a•ppnreecbi perfezionati, mediante i quali eon rapidità ed (~sattezza può farsi la, determinazione sperimentale dei due detti momenti d'inenia di un proietto già costrnito . Questi appan:cchi. sono t ntti fondati su una relazione meccanica semplice che lega il numero di oscillazioni di una molla a spirale d'acciaio inserita in sistema cli masse, eol momento d'inerzia del sistema. Dall'espe-rienza., collocato il proietto in posizione opportuna, si ha il nui:uero delle oscillazioni ; dalla relazione meccanica indicata si calcola facilmente il momento d' inerzia ricercato. Nello studio di proietti perforanti l'effetto di scoppi.o passa in seconda linea in confronto al ipl'incipa·1e requisit o della elevata resistenza delle pareti per la perforazi.one. La. << lot ta fra cannone e corazza. >> è sempre viva; e tutti i r,e rfezionamenti ehe l'industria siderurgica consegue nella, fabbricaziorn~ delle corazze inducono nnaloghi perfeziona,menti nella preparazione dei proiet·ti; non solo, ma lo studio di questi, come clelinea½ione, diviene più complesso e diffieile. Le aumentate esigenze di massa e {li velocità, a malgrado dell'altà resistenza conferita. a] proietto, avrebbero posto quest'ultimo in una comlizio:ne di inferiorità, se non si fosse addi.ven uto all'adozione del <<cappuccio>> per ricoprire e proteggere la. punta pel·forante nel momento dell' urto contro la corazzatura.. Fnn½ione d.el capl])uccio - fatto cli un acciaio meno -cl m'o e fragile cli <lnello del proietto - è quella di fondersi o anche volatilizzarsi nell'urto e di comUJnicare così istantaneamente alla corazza. una fo ri<~ quant ità, cli calore che la rammollisce e facilita alla puntn <fol proietto la prima. pene tra½i.one . Principale cura nello ~t nclio di u111 proiet to perforante è dunque q nellH di ben comm.isural'e ln. grossezza per la resist{~nza 7
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SI'T.:DIO DEI PROI0Tl'J
all'urto in relnzione nlla conYeniente qualità del metallo; per il rimanente, la distribuzione delle masse attorno nl baricentro
deYc, come per le 01·di11arie gr::niate e del resto per qualsiasi specie di proietto, formare la preoccupaziollle essenziale 11e)]a cleli11eazione. Anche i proietti perfor anti fanno uso <li falsa ogiva . Refativamente alla forma, in ordine alla stabilitù, del proietto sulla traiettoria, studi recenti hanno stabilito che la troncatura moderata della punta (non oltre 1/3 di calibro) è vantaggiosa 1per la. stabiJitù.. ' Lo studio accui-ato degli i,n iziatori (e relatiYi detonatori, quando necessari) è di importanza per J'effi·cienr,a del proietto) e in nrgoment.o già si è detto precedentemente. Circa l'efficacia pratica dei p1·oietti scoppianti Yennero com pinti molti studi ri.guarclauti il caricamento e la frantumazione delle granate. Circa il caricamento, l'atre:nzio·ne <foi tecnici fu riYolta alla compressione dell'esplosivo, a tta ad evitare il cosieletto <<arroccamento>> della ca1•iea interna, ossia "l' addensamento dell'esplosivo per irn~1·zi i1 sn1 fondo della cavità interna, fen omeno per il quale ]'esplosivo si sottrae all'azione clell'iniziaLore. Pu eo,nstatat.o che il miglior modo di evitare alla cariea iinterna cimenti pericolosi nll'atto della partenza del c:oJpo, sia quello di collegare soJi.clamente, mediante mastice sp(~ciale 1 la ca,dca. stessa nlJe pareti ·cle11a cavità interna , e di tralnsdare l 1 nso di diaframmi di matel'ia elastica che venivano in passato fraipposti fra Je sezioni cleJla caricn, che nel caso di grandi qnan tità di esplosivo è consigliabile {li forrn.Hrc : in tHl caso, come l'esperienza ha dimostrato, t:rn ser,ione e sezione della Cflriea sono preferibili dei diafrmnmi metalJid. I Q1Umerosi studi snlla fr aintumazi one deUe grairnte furono itnzitutto di indole pn1tiea ed intesi a trovflre elementi per la migliore scelta del metallo e dell'esplosivo di s<:oppio: poi pnssnrono alla teoria per cercnre formo]e atte a calcolare u priori il num ero e 1n velocità dPlle i;;cheggie nello sc:oppio, clipende11temente dalle qualità del. metallo, dal peso della cnrica e dal potere dirimente dell'esplo8ivo. Pratita e t<~Mia st11cliarono poi il modo di distribuzioue <lelle scheggie neJJo scop:pio, rilevnndo i settori ow queste riescono più aclclensate, e calcolando la densità, di selleggie in oglli settore. AJ1o scopo di ottenei-e il mas-
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S'l'CD10 DEI PROIIDTTI
simo numero possibile di scheggie, e di ,peso snfilciente a porre fuori combattimento obiettivi animati, tali stndi giunsero a prevedere la. « frattura prestabi1ita; ottenibile mediante scanalature o solchi disposti sulle pareti interne clel proietto. Circa le granate-mina si ebbero studi teorico-·pratici., anche per contributo italiano, per il calcolo dell'azione demolitrice, tenendo oonto, olttechè del peso cl.eJla carica e del potere clil'irnent<~ dell'esplosivo di scoppio, anche della quantità cli energia dissipata IJ.)er la. rottura. dell' inYoluero metallico, e della penetrar,ione che si raggiunge attraverso il mezzo ,cla demolire nel breve tempo richiesto dalla spoletta pe1: fnuzionare . Ai prilllcipali studi breYemente ora segnalati se ne a.ggiun. sero molti altri secondari per parte di tecnici e di scienziati, e così. quelli : sulle azioni d'inerzia della carica, interna all'atto dello sparo e dell'urto di arrivo; sulla forza centrifuga. che sollecita. la. carica stessa premendola contro le pareti dell:1 granata (studio di speciHJe interesse per lo shrapnel entro il quale si trova una considerevole massa di - piombo); sulla delineazione del1e grossezze di pareti n. resiste!llr,a costante, nell'int<~n to di conse· guire economia di metallo (al mom<~nto dello sparo ogni sezione normale all'asse della granata è cimentata, 1fa1la forza d'inerzia ehe diminuisee a misura che la sezione si avvicina alla l]}Unta,, cosicchè, per la, necessaria 1·esistenza della granata occorrono grossezze ·di pareti sempre più ridotte a mis11ra che q neste si u,pprossiruano al1a punta del proietto). Altri studi, in erenti alla delineazione del proietto valsero a consigliare di evitare, mediante arrotondamenti, tntti i brus{:hi passaggi da nna ad altra sezione cl.elle pareti, e ciò più specialmente là, {love il fon dello si unisce alla parte cilindrica. · Parte importante del proietto è la. spoletfa: questa può venire calcolata in progetto in tutti i suoi pri,nci!pa)i elementi, in relazione alle sollecita zi oni meccaniche che i1 proietto subisce nen a bocca da fuoco. Uno studio del nostr,o ge.n. :Mattei (Hl29) rappl'esenta il primo tentativo in qmisto senso. Nel presente sgnarc1o storieo non si può tralascia,re di se gnalare le numerose ed importanti ricerche effettuate sulle corone di forzamento di rame, ricerche : rivolte a determinarne l'altezza sufficiente a 1·esistere alle sollecitazio:n i prodotte dalle -
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CORONE OI FOUZAMJ•:r,;To
righe ; intese a fissm·ne la posizione più idonea sul proietto sia dal punto <.li vista <.lelln regolare guida del pl'oietto hrngo le righe e sifl dal punto di vista della minima resislenza dell'a ria (su qne. ta minima resistenza hanno influenza tm1to la distanza della COT'On a dal fo11dello, quanto lll sporgenza ccl il profilo di essa dalle pareti esterne dd proietto), e sia infine fPer riguardo nll'indebolimento del proietto nella regione ove esso deve essere più resistente, ill(lebolimento ehe è dovu to alla stanalatum anulllre di 1mione delfa co1·ona al ptoietto. Stncli continui i:;i fecero pel' la so tituzio11e del rame coH altro metan o, perchè j] rame, benchè conve11ieute per la s na plasticitù, , si rammollisce per il calore generato dall'attrito e non l'iesce quindi più a guida re solidamente il proietto lungo fa dga tura . Jtimo ritroYato della tecnica è un metallo speciale costituito cla feno polvel'izzafo ed allo s tato colloidale, compresso al torchio idraulico ii ,pressione molto elevatn clie lo foggia direttamente a forma cli coron a : questo metaJlo viene ~ntagliato nettame·n te dalle righe e non soffre per l'nlta, temperatura generata daJJ'a ttrito. Ma vi è cli più : anche la solicln unioue della corona al proietto, affinchè es~a non giri lnnp:o la seanalaturn d'unione, fu oggetto ,cli studi sperimentnli c01wpnrativi che con<lussero alla, migliore soluzione pratica. Per qua1J1to ha tratto alla delineazione del proietto sono cli grande inte1·esse : il pt'oi.etto l'i.gato ecl il proietto a reazione. Il pl'oietto rigato ven ne immagin at o dal Charbonnier nel lnlt:> : s u tutta la parte rilinclrica esso porta delle r ostole elicoidali, ricavate dallo stesso metnJlo del proietto, ('he llanno Ja, stessa inclinazion e delle ri ghe (la l'igatm:a elic·oicla le è obhligatol'ia) e sezione conispondente a qnella delle righe . tesse, ma eon un leggel'issimo p:i noco. Queste costole predisposte (in secle cli t;ll'icaiuento) ncile stesse righe, sos tituiscono le corone di rnme. E sperienze effet tuate in Frnncia ebbero buon esito e mostrarono come in qneste condi;r,ioni iJ proietto procecln soliclam<>nte lungo le righe, e ciò ainche per proietti cli. notevole lrnnghczza (6 calibri e più). Il proietto riga to. ciò ma lgrado non entrò nell ' uso generale neppure g1el pa ese d 'origine. Il proietto a rea zione si fonda s nl prin cipio della conservazione del centro di graYil ù in un si terna mecca nico sollecitato -
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da sole forze intel',ne, ed è a rilevare come esso venga spinto innanzi, non già da una carica di esplosivo, ma dal getto continuo e violento di una massa gasosa ad altissima Yelocità, effettuato dalla. parte posteriore, meintre poi è noteYolc~ ht. particola-rità per cui il proietto acquisfa sempre maggiore velocità a misura che si avanza sulla traiettoria. L'impiego di un tale proietto richiede bocche da fuoco molto leggere, facilmente sposta bili. e di poco costo eèl. esclude in tali artiglierie la rigatma. ecl il eolpo acustico di partenza. !infatti .fa forma di questo proietto riesce allnngnta e di minima resistenza, come quella di un siluro; sulla traiettoria il centt·o della resistenza dell'aria è situato dietro al suo baricentro : da. questa di~osizione risulta nna coppi:l radclrir,z-atrice (nnzid1è perturbatrice) che tiene il mobile adagiato sulla traiettoria . Oltre a varii studi sperimentflli, che sinebbe troppo ]ungo il c.itnre qui, si ebbero studi teorici notevoli di dotti artiglieri, tra. i quali spicca quello del gen. De Stefa no del Ruolo Tecnico della rr10str3i Artiglieria (1926) . Continuano tuttora studi e prove in proaJosito, specialmente per parte ·dc~ll'Arma .Aenmautka, eh<! ha grancl.e interesse al perfezionnmento cli qnesto nnovo ,proietto, inq11 a.ntochè tn ella cadutn esso è suscettibile di aecp1istar e in pochi secondi una forte velocità, in aggiunta a quella natnrnlnwnte ottenuta per gra·· vità, e quindi di riuscire atto a perfora1.·t~ bersngli oriz.zontali resi sten ti.
* * * Il problema della rigatura ern giù, stato cornlotto a soddi· sfacente solur,ione nel periodo della polvere nern; ma subì varii altri perfeziouamenti anche (!lel periodo cli cui trattiamo, SO[Jl'H· tutto per qunnto si riferisce ana pHrt<~ più difficile e delicata rig1rnrdante cioè hl detc~rminazione raziona.le dell'inclinazione finale ,delle righe. Prima però di accennare ai progressi compiuti nello studio di questo problema principale de11a rigatura, toin verrà, dire brevemente de]]a irn·linazione inizinle della rigatura progressiva,, -101-
PROBr,EMI DE[,J.,à RlGA'rU RA
atta a fornire una pressione praticamente e:ostante fra rigl1e e c,o rona di forzamento . Gli studi fatti hanno stabilito che un'in clinaziorne iniziale r-dl'incirca metà, ,cli qnella finale, soddisfa abbastanza bene allo scopo, quando la ri.gat11ra è eome cli solito pa,rabolica. Più esattamente il Cra.nr, (Germania), ritenendo q nale indice d i vivacità della polvere il rapporto ,d i pressione, fa di1penclere tafo indinazione anche dal predetto rapporto l'icorrenclo ad una formula semplice che fornisce facilmente l'inclinazione iniziale in funzione de11a inclinazione :finale e de] eletto rapporto di pressione. Circa l'in clinazione :6J1afo molti scienziati fornirono parece:hie teorie che però :non condussero a fo rmole prati.che utilizza bili. Notevoli anche per- le loro conseguenze pra t.iche sono gli stncli del prof. Burzio della R. Accademia di A1:tiglieria e Genio, sulla teorin del moto del proietto attorno al sno baricentro per effetto della rotazi.one assiale impartitagli cfalJa rig-atnra. Il Burzio propone formole s<~mpliei per effettuare in ogni istante il calcolo del moto e {1ell'ampiezza dell'angolo di precessione, come funzione: del momento cl'inerzia aRsiale, della velocità angolare di rotazione e della. 111as1:m del proietto, del coefficie1n te balistico di esso, ecl infine della, distanza tra baricentro e centro di resistenza dell'Rria (centro che trovasi all'incirca a metà altezza dell'ogiva). L'angolo ,cli precessione deve venir contenuto in certi limiti. In 1pra.tica , modificando allora per tentati vi l'i1nclinazione finale delle righe, si ottiene per essa, il valore che assicura la stabilità del proietto sulln traiettoria. In pratica si preferiscono sovente delle formole semi-empiriche che comportaino calcoli mooo laboriosi. Una di queste formo.le dovuta allo Zabudski (Russia), e dedotta con opportune semplifi.cazion i dnlfa balistica. esterna, pone in relazione l'incJi.. nazione finale (;olla lunghezza del pl'Oictto e col vnlore dell a resisteij1za dell'aria per fa ve.Iocità iniziale: noti gli nltimi due elemcitti per un'arma in stndio e tntti gli stessi c~Jementi. per un'arma, già in sel'Vizio, qnell'inclinazione p11ò venir calcolata facilmente. Il Oranz ha proposto tre formole dedotte da considerazioni razionali del1a balistica Psterna ed interna, le quali forniscono il valore di tre fattori : 1rno rli « sta bi.lit:\)): l'HHrn cosicletto << di -- 102 -
PHOGE'ITO llI t::-1' AR)1.\
sbocco >> ossiu il passaggio del proietto clalla I.H><:ta tla fnoco all'aria; il terzo <li « adattabililiì >> alla traiettcwh1 : questi tre fattori sono funzioni an:1.itutto dell 'indinnzione finale delle righe, e poi anc·he: clel111 ye]o('it.ì, inizi,tll', dei due momen ti d'inerzia assiale e trnsYersnle dc>l proiel tu, della resisten za d ell'aria ; mentre iJ terzo fattore e cioè quel lo di adattabili tà, è poi anche funzione della ,·eloci tà cl<·l proi<>lto al Ycrtice della traiettoria . l'cr l'a rma in sLn11io i va fori di tali fa ttm·i va nno compresi tr a limiti ehe si <1cdncono da costruzioni già faYOl'CYOlmente sperimentate . U fattcn·e di i;:bocco cli conYeniente Yalore as icm·a. P nscita del proietto dann hucc:n sen za pe1·t urbnzio11i, p iù sentite clni proi etti cli maggior<> J1111ghe1,1,a in calibri. e the sono dovute ad azioni dissimmetriche' dei gas nl fondello . I u consegue.111,a della più w meno nceen lu11ta incli n a zione clell' nss<~ del proietto a quello dell'anima, allorrhc'> qurf.ito è giù in p:ute uscito da lla bocca ed il suo biuicenn·o (> abbastnn:1.a lcrntnno dal ,·ivo di bocca,
l ' azione dei gas ha nna risultante non coinciclente coll'asse del p~oietto <' 1ne pertmba FuF:cita cosi<·chi• nnmentano gli angoli d i precessione, la r e istenza dell'aria e le inegolarità nel til'o. ~ cl pl'ogetto cli un' ul'lna, definito il pl'Oietto, occone assog-gettarlo alla pPova dei JWecletti t 1•e fa.tt01·i - cli st abilità,, di shocco. e di adattabilità - : e pe1· tentativi detel'minare il valore d ell'inclinazione finale cleJle righe che ad essi soddisfa. La prova che si fa prirua per ln cark n 1nassim a, va ripetuta per qual-· c:nna delle preYiste carithe r idotte, afilnchè auche per t iri con C'On qnestc ultime fa stabilità cle! p1·oietto sia ::tssi<·nrata. Qualche volt::L avviene cl1 e la stess a r igflt nra 11 0 11 pnò servire per t u tte i11li ciniche: ed a llor a si P costretti a stn cli nl'<' un clifferente proietto per talune <:arichp della sede, OJ)pure una cli"eT'sa rigat nra da appJica r e i n u n tnbo cl' a 1lima riC'mubiabi Je prontamente in batteria, opp111·c anc01·a. eonw i'tt proposto da qnalch<~ tecnico, l'icor r enclo al p1·oietto rigato e pratica ndo nell'nnima due l'ig atnre differen ti, <1i i-enso opposto, innocianti:i fra 101·0 sulle stesse pnl'eti in te1·ne clell'arma. )ITaturahnentc~ in questo caso i p1·oietti clebbono Yenir m1 u1iti cli ('Ostole <li guida cliYers11mentc inclinate Se('onclo le earithe e le J'iµ;at11 r0 da impi eg-arsi. 11 sistemn del tnbo ricambia bile p nò eonsicler:n si pratito se (c·ome oggidì si è giunti ad ottenei·(') il ritamhio 1·iesce molto pl'011to: l'alt,·o si-
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CA~~E LISCE E Hl1'Cl'.LO LIBERO
sterna della doppia rigu tnra in c1·oce è <la rite11ersi ingegnoso come concetto, ma di nooi pratica applicar-ione per difficoltà, costrutti ve e perchè, cowe è facile preveder-e, esposto n sicura e rapi<la rovina per erosioni. Per là determinazione <lell'irn:linH½ione finale delle righe :può valere un procedimento · sperimentale fondato sul principio della similitudine mecc,rnica, ricon<'ndo perciò ad u111 modello ia1 scala ridotta sia della bocca da fuoco e s ia ,deJ proielto. Tale procedimento fu seguit o in Francia con un can11one del calibro di 24 mm . per trovare l a rigatura conveniente per alt.r,o cannone cli calibro alquanto superiore. Lo stu dio delln rigalura è strettnmente collegato <;On quello delle corome contluttrki; ed inoltre col p1'atko problema della determinazione dei momenti d'inerzia del proietto, e con quello deJJa pressione cli forzamento. Da ultimo conviene far cenno ad una recente proposta italiana fatta dal colon. Cupone del nostro Scl'Vizio Tecnico, i utcsa alla riinuncia alla rigatun1 pm·e impiegando gli 01·dinad proietti. Per spiega1·ne in modo facile il <.;oncetto, giova rkhiamare il p ot ere auto·stabilizzante della freccia co!'.tituita <la 1111a cnnna leggera e l unga ed appositamente appesantita presso lu punta : ta le potere è dovuto al fatto , già più sop1·a rmnrnen tato, della trasiposizione clel e-entro di resistenza dell'aria, alquanto indietro del bal'icentro della freccia. La proposta anzidetta coa1siste nel formal'e un prolungamento leggero e reh1tiYamente esteso del proietto stc. so che valga ad ottenete tale l"rasposizion e; questo prolungamento si ottiene mediante un t11bo che, nll'usrit a del proietto dalla boccn i::eorre all'incli<>tro sulle pareti esterne del proietto stesso .
X el periodo che cooJsideriamo <.:ontiinrnrono e progi-edii-0~10 gli stndi inir.iati clal P iohert sul « l'inculo libero)), ne] precipuo scopo di fornire dati piò esatti per il calrolo dei freni di affusto . La formola del Piob<~l't rimase però con J'i neerte7,r.a s nl valore del coe:fficien te pn1 tico, già sc>gnahl to in weeecl<'nte p:nagrafo, atto a stabilite il p;rado di eoncorso clella mnssa clella cari<:a alla, -:- 104 -
FREKI DI BOCCA
massima velocità di ri11culo della hneca da fuoco. Evidentemente tale valore deve -dipemlere da tutti gli elementi bnlisti.ri del ti.ro, e quindi noai è esatto a,pplicare un unico coeffieiente empirico di valore cost ante. Uno st udio cle1 nostro gen. ~fattei, pubblicat o da poco, è venuto a colmare questn laculla e-01 proporre il facile calcolo del coefficiente indicato in clipendeuzn dei valori degli elemellti del tiro. Dal progresso degli stndi della pirostatica e della balistica interna derivò il principio della « similitudin e balistica )). Dall 'esame approfondito delle forrnole razioaiali cle11a bnlistica in terna, alla l uce {li importanti conelusioni della ll)irostatica si rilevò che, nel tiro di clue bocche da fuoco esistono relazioni di similitudine, ehe riguarduno partieolarrnente le curve delle pressioni e de1le velocità relative ai percorsi del proietto nell'anima, e che coinvolgono tutti gli elementi del t iro, e cioè: qualità dell'esplosivo, forma e dimensioni {lel gra1no, peso del proietto e deHa cari.ca 1 percorsi cld ,proietto e ]oro durnta. Sem,a bisogno di approfondire li.I qilestione coll' aiu to ,delle formole razionali della halistiea internn, basti aeccnnare c·he le relazioni di sirnilitndine riguardanti dne bocehe da fnoeo, nnehe alqnanto differe!l1ti tra loro, formano un legame semplice fra gli elementi, giù noti, del tiro di mù1rmu giù, sperimentata e <p.1elli di un' arma in progett o, talch(~ per qnest' ultima riesce talora facile e assai pronto il calcolo dei. dati fondamentali balistici interni. Un'invcnzjone di competenza pai:ti<:olare della balistien in-· teuna è costituita clal << freno cH boetH )), speciale a-p p.uecehio che, collocato alla bocca delFnnna, offre ai gas ,cle]]a caricn effluenti ad elevate veloci tù,, vie cli sfogo rknrve co,n venienh~mente ealcolate e disposte, così do provo<·::1r1? sforzi opposti al rincnlo e da moclernre l'este11i:::ione di <Jnesto. DaJl'appliea7.ione di un simil e freno, derivano chiaramente rni110ri cimenti ai freni cli. rineulo dell'affusto. Giù, verso la fine ,del S<'t:olo scorso, il generale del 1t1ostro Esercito Giuseppe Bella t i, non n1ppartern~11te nU' Arma, propose un t ale appareeehio, che sperime11tato ne)]a fo111rn rudimentale ,cli allora , non dieù1~ risultn t i favOl'evoli: l'i.dea fu ripresa aH'estero molto dopo, e, n1eglio studinta condusse Hd utili risult ati specialmente per botche lla fnoeo relf-l tiYan1ente leggere -
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OFJl<OH.i\1:\ZJO.'.'fl Dl, LLE BOCCHE DA Ft:OCO
che dànno forti velocità iniziali ed alle quali si vog1i.ono concl~.. dere brevi estensioni di. rinculo. · La teoria termodinamica del Rateau (Francia - Hll9) sull'efflusso dei gas dalla bocca, cli un'a,rma, fornì i mez:;,;i di ealcolo di. tutti gli element i di un siffa tto freno . Studi ,dovuti al ten. colonnello Ermanno Ra velli cl' Artiglieria, furono pure -pubblicati in argomento, ed utili csperie1r1.e dovute al gen. :iYiattei vennero compiute su un fncile, con freni di forme vari.abili e in svariate co1J1dizioni cli tiro. (} li. st11di teorici hanno stabilito Ja validità <lel principio di si.mi.litudine meccanica anche 1per questo freno; ccl allora, i dati, ottenuti con poca spesa e c:on relativa facilità dalle esperienr,e, ipossono servire a calco li ,d i progetto cli freni per armi di calibro maggiore. Circa le resistenze passi ve, gli studi vennero continua.ti. e perfezionati da studiosi ar-tiglieri nostri ed est<~ri , e fr a i primi è da ricordare il colon. D'Evant del nostro Servizio Tecnico cl' A.rtiglicria; tali. studi forcino estesi sn1le resistenr,e opposte dalla, rigatura al moto del proietto, sull'attrito fra righe e corone di forzamento, e seguatarnente sune perdite <li calore (ed in proposito snJla ripercussione che l'a,nirna ri.scalclata cli un'arma ha sul funzionamento balistico della carica,); gli studi stessi si estesero pnrc sul lavoro cli cl eform:rnione della, bocca da fuoco per azione <1.elle pressioni interne. Inoltre alt re esperienze furono rivolte alla, cl.eterminazione pratica e complessiva cl.i tutte le resistenze misurabili. Degne di speciale menzione sono quelle clel Cranz e dello Scharclin (Germania), delle quali sarà fatto cenno più inna.nr,i. Nell'attuale per.io-do venne studiata anehe un'altra forma di clisipersione di energia, trascurata nel periodo precedente; quella cioè delle vibrnzioni e oseillar,ioni delle armi nello sparo. In bocche da, fuoco cl.i esUe e lnnga volata si riscontrarono delle insospettate e sorprendenti. irregolarità cl.i tiro che spinsero gli studiosi acl ace.urate inYcstigazioni, eci: all' uopo la fotografia istantanea, a scintilla ed il cinematografo rapido ecl. ultra-rapido servirono egregiamente per fare q neste osservazioni. Si rilevaremo così delle forti ed inegolari. oscillazioni ,della, volata, per le quali il proietto usciva dalla bocca con <leviazioni cl.all'angolo cl.i tiro prestabilito, che 7 variando cla colpo a tolpo, producevano -
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VIBRAZIONI DELLE BOCCHE DA FCOCO
·variazioni irregolari in direzione ed in gittata. A tutti gli arti· glieri è noto l'« angolo cli rilevamento )), ossia hrngolo cli ampiezza costante che deYesi algebricamente somnwre coll'angolo di tiro per valuta.re esattamente l'angolo cli proiezi one. Orbene l'angolo di rilevamento era facilmente spiegabile nel rinculo per il fatto che esso avveniva in una direzione alquanto differente da quella assunta dall'asse dell'arma :nel puntamento; forze d'inerzia inclinate s ull'asse stesso generavano inflessioni della volata, le quali, data la moderata lunghezza della voJata stessa, erano causa cli piccoli angoli cli inflessione, costa nti ipe1:· qualsiasi angolo di tiro. NeHa realtà dei fatti l'angolo considerato non era altro che ll!llR fase di un'oseillazione iniziale, fase che risnltava sempre la stessa ncll'istant,~ in cui il proietto abbandonava la bocca dell'arma . Ma questo stesso fenomeno, inaspettato in armi rinculanti nella direzione d.e l proprio asse, continuò invece a, manifestarsi. con intensità, accresciuta, e, quello che più conta, con irregolarità specialmente in artiglierie a. forte velocità, iniziale, di grande hmghezr,a ed aventi volate sottili e lungh(~. Le cause di tale fenomeno sono cl a r icercarsi: nella non ·P(~rfetta. ·r ettilineità dell'ass<~ dell'anima che, il1 armi lunghe e sottili, su. bisce già per effetto di gravità, un'inflessione statica permanente oltre quella dovnta a difetti di costruzione (per bocche cla fuoeo di grande calibro e lunghe 50 o più calbri, al centr,o della boeca si ha una saetta cli qualche millimetro). Nello sparo l'a nima così inflessa viene violente1nente raddl'ir,r,ata dal proietto ed è indotta in vibrar,ioni. pi11ttosto ampi€!, e ad esse se 1n e aggiungono altre, orjginate dalle pressioni interne, che si trasmettono da ser,ione a sezione dell'arma con velocità. che supera no cli molto le velo· ci tà del proietto. Tutte queste vibr::izioni interferiscono tra. loro cosicchè anche piecole <lifferenze dn colpo a colpo conducono ad irregolarità sensibili. che so.:i10 cli stndio analitico assolutamente impossibile. Soltanto le rker<:he sperimenta li hanno gio-· vato direttamente alla spiegazione clel fenomeno , e però neppm·e l'esperienza è riuscita n stabilirf: in proposito qnalehe legge attendibile. Le vibrazioni non si verificano soltanto nel piano verticale dell'asse della bocca da fuoco, ma :1vvengono e si compongono fra loro in piaini differenti che varia no cli orientamento 'dall'uno all'altro sparo. Per esempio il 11ostro cannone da -- 107 -
V.lDRAZIONI D8LLE Il0CCI1E DA FUOCO
149/36 subisce, pel' alcune cariche, uno spostamento regolare azimutale clell'asse, per il quale il proietto, fino a certe <listanze deriiva in senso opposto a quello cleterrninato dal verso della rigatura. Le es[Perienze snlle vibrazioni delle armi consistono generai.. mente nel fotografare, col metodo della scintilla elettrica, il moto di punti speciali della volata, 0 meglio di registrare, rispetto al tempo, il moto cli punti luminosi della volata stessa medfante un tamburo ricoperto di pellìcola, sensibile e ruotante in una camera oscura con nota. velocità,. I rimedi atti a sopprimere l'incoITTveniente non sono che di or,d iue generale, e così : amzitutto formare volate non troppo sottili giacchè qualche quintale di più nel peso di nna bocca da. fuoco non conta molto oggidì coi traini meccanici e con i relat i Yamente lenti spostamenti delle artiglierie terrestri cli grande poteaum, mentre invece cou ta assai p(~r la regolarità del Uro, per minori cimenti sui freni e sui materiali ,de11'affnsto, ed inoltre tale maggior peso ha qualche influenza benefica per le erosioni delVarma; in secondo luogo, così come si può agevolmente fare per fncili cli precisione destinati a gare <li t iro a segno, formare canne molto rigide, qualche volta munite di masse addizionali , atte a provocare sempre la stessa fase di oscillazione della camna nell'istante fo1 cni il proietto nbbauclonn l 'a rma ; oscillazione che può venir corretta con opportnni ,piccoli spostamenti dei punti di mira.
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L'impiego deJle polveri infumi trasse seco pal'eeebi fenomeni importanti che convicue brevemente esami,n are, e che furono oggetto di stu<li molto est€'si per parte di scienziati e di artiglieri. .con le polveri infumi perdurò la particolarità già acce,nnata del pl'imo colpo do1po un lungo riposo della bocca éla fuoco. Studi recenti, richiamando talnni fenomeni che si manifestano nell'acciaio dopo sollecituzio,ni piuttosto elevate, hanno spiegato che 'il lungo r iposo condu ce il metallo ad un assestamento gradrnde, per eos1 dire, di eq nilibrio cli riposo, il quale scompare -
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EROSIONf l>El,LF: BOCCIJE DA l•' UOCO
al primo colpo a spese cli un'euergia soltnitta a q nella della carica, con diminuzioue ·della. velodtù, iniziale e della pressione massima. Altro fenomeno di gravi wuseguenze è costituito dalle << ernsioni )). Esso venne studiato a fondo da molti c.:ompetenti uell'intento di scoprirne le ca nse e cli pr·opor11e i rimedL Anzitutto l'attenzione degli studiosi si volse alla elevata temperatura clei gas per la quale gli stra ti metallici a contntto clei gas si riscaldano ,cli pi ù che gli strati rnetullici sovra1pposti, e quindi, tendendo a dilatarsi, poichè sono contenuti dagli strati esteriori più freddi, debbono corrugarsi provocando J1elle ripiegature dei cimenti che ,p oi divengo1J10 picco.li solchi o linee cli rottura . Dopo il colpo, gli stessi strati interior;, ra:f:fredcl:rndosi più celermente di quelli sovra.stanti, tendono a,d accorciarsi e rc!stano cosi in tensione, con aggravio dei tormenti dei punti o linee prima cimentate per compressione. L'alterno tormento, in un senso e nel senso opposto, amplia le prime impe1·cettibi1i l inee cli rottura le qua.li restano più facili :prede dei colpi seguenti. Altri studiosi spiegar0110 Je erosioni come effetti delle sfuggite di gas tra le pareti dell'anima. e le corone di forzamento che, per l'alta temperatura e velocità dei gas, valgono ad iniziare i solchi cli erosione e ad allargarli poi progressivamente çol procedere del tiro. Altri r icen:atori attribuirono le erosioni al~ l 'azione logorante della massa gasosa, e le ritein 11ero tanto maggiori e più prest o ottenute, quanto maggiore è la massa. cli ga.s della carica. Altri infirn~ vollero spiegare le erosioni stesse con altre ca.use che qui è inutile rammentare . Dopo la confusione c)i molte teorie, quasi. tutte unilaterali, si ebbe il periodo della. critica e di un esame più ponderato della. complessa questione. Intanto l'ipotesi delle sfuggite di gas venine posta da parte perchè fn dimostrato S!])erimentalmente d1e i gas ad alta velocità, non possono infiltrarsi in vie c.a piJlari di sfuggita ; e perchè comunque, i gas che si espandono con grande velocità si raffreddano presto e notevolmente. Le esp,~riem.e del Vieille (1895) confermarono in modo indubbio che la temperatu.ra dei gas è la pri111cipale. causa de1le erosioni, ma. che, causa secondaria non trascura bile, sono anthe la resistenza, e la CO·· stituzione propria del metallo (il ferro pc~r es. n parWt di eon-
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EROSIONI DELl,E BOCCHE DA FUOCO
di.r.ioni resiste alle e1·osio11i meg1io ,cli qualsiasi altro metallo Q altrn lega). Le esperie,n ze del Siwy (Germauia) dimostrarono in modo sicuro Fimportanr.a considereYole della forte massa gasosa sulJa rapicl.ih), e grnvit:\ delle erosio.ni (nei cannoni di eccer.ionnle potenza, ,per i . quali la cari.ca ha p eso snperiore al proietto, le erosio!li risnl tano g.ià. notevoli dopo i dne o tre primj colpi). Osservazioni fatte da tec:ni<:i valsero a rilevare ehe h1 un tiro prolungato le erosioni si localir.zna10 con maggiore inten..: sità sul raccordam ento fra Ja cnmera di eombnstione e l'anima, (' gradatarneute deC"rescendo si. determinano più avanti fino e.i.rea al punto di pressione n1;1ssimu, p er ,poi diminuire si.no a qnasi scompari.re per un r:erto tratto, e rinascere in seguito con qualche intensità poco prima della bocca . Il Oharbonnier spiegò q.11esti risnltnti, coU'azio,ne della « venn g11sosa )) formata dai gas cle.lla cariea, wna che si contrae << collie tntti i fluidi nelle condutture)) nei punti ove si ha u11 éambi.amento più o meno brnsco di sezione, e, nel caso ,;peeifieo clella bof'ca da fuoco, sul detto rac.c:ot'darnento e po('o p1·i1rn1 della hoecn . Ove avvengono le con trar.ioni di w ·n a, si manifesta n.na sottopressione, e per cpiesta dei Yortici. di gas ealdi e ad .alhL velocità, i quali, a guisa cli unat fresa, rapidamente e profondamente <~rodono le pareti. A conforto cli questa spiegazione sta un'es1wriern1a compiuta cl.al N[auser (Germa11ia) sperimentando su un fncile e riuscendo a dimostrare che, i,n corrispondenza del rac:corcl.amento fra anima, e C' nrnera cli c:ombnstione. si manifest:wa un risucchio in 1111 tnbo sottil<~ in:6sso nelle pareti ed affiorhnte l'anima, e che tale risucchio non avyeniva in punti più avanzati. Dal Mauser fu poi Hnco1·H rileYato ehe, a pnrità di altre co,ndizior1i, le erosio:ni sono minori (]Uanto t\ 1naggiol'e la grossezza cli pareti dell'arma (maggiore sfogo al c-nlore e qnincl.i minol'i temperatn__re clegli strati interni della hocca da f111wo). Bi pnò conchiudere senza unilateralità aknna che tntte le <:anse indicate sono effidenti p(:r un'azione concomitante, ille11a quale qualche causa p uò essere :prernlente. Qnesto circa le erosioni sul raccordame11to e a van ti acl esso ; perchè le erosioni presso la boc<.:a clell' arma non si possono spiegare soltanto per l'azione logorante dei vortici della ve111a gasosn , che trovHsi già,
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RIMEDI CONTRO f, E l~ROSION! I
a temperatura relativamente bassa, e dò tanto più perchè le erosio1Ji si mostrano quasi. sempre più intc.nse sull'orlo inferiore della bocca. Pare che queste ultime siano dovute anche allo sfrega.mento d.el proietto che, neJ"l'usc:ire dalJa bocea essendo male trattenuto dalle corone rammollite, si inclina in basso non ap pena il suo barieentr-o sporge dall'arma, e scorre sull'odo in feriore della bocca: questo fenomeno giù, prec<~dentemente menziona,t o, è anche causa cli ar,ioni pettmbatrici prodotte dai gas fuoriuscenti verso l'alto e late1·aJruente a ttorno al proietto. Ma non è tutto : se si esaminano i proietti ricuperati clo1po il tiro si nota. che essi presentano mollo evide1nti le trRcc-e dei pieni deJlc righe su tutta o parte della porzione d limlrica, qualche volta limitate ad un settore periferico. Questo fenomeno, che formò · oggetto ,di molti studi, è ·dovuto a vibrazion( in senso ra.dia1e, con contrazioni e dila.ta:doni cklle parti interne del1a volata, a ritmo molt.o rapido; vilmtzioni che appunto in volat a riescono di maggiore ampier,za a causa deJla relativa maggime sottigliezza. delle pnreti stesse. Per vin di queste contrazioni il proietto, allorchè è prossimo ad uscire dall'arrnn , rimane violentemente rinserrato e subisce le solcature elicoidali mostrate dalle figure. Piccole variar,ioni neJle fasi e c1unkbe disimmetl'ia neHe masse e 1J1elle vibrazioni spiegano l'impronta parr,iale prodotta dai pieni delle righe sulle pnreti esterne del proietto, sia nel senso assiale e sia, nel senso periferico. I rimedi contro ]e erosioni sono in breve : scelta cli esplosi.vi di lancio di mouerata temp(~rnt nni di esplosione (aggiunta di materie refrigeranti); camere da. polvere di diametro non molto maggiore del calibro così da ottenere un raceordamento poco iinelinato; ador,ione di tubi {l'anima format i con metano il meno erosibile che sia possibiJe, e rapicln mente ricambiabili con altri Inlovi non appenn quelli nsati si rendano inservibi1i per le erosioni. Fenomeni analoghi alle erosioni sono quelli dell a ramatura ed acciat ura. del1e pareti dell' anima che eout<~mporaneurnente avvengono. Il rame cl<~lle cor0111~, reso molle dal cnlore sviluppato dagli attriti, dopo 1rn <:erto numero di colpi si deposita sulle pareti, e pro:prio nei punti oYe le erosioni sono meno jmtense. Ool procedere del tiro i] cl e po sito a nrncn ta .ecl al moto del p1:oietto -- 111 -
RJMIWJ CONTRO LE EROSIONI
oppone sn<;cessivamonte r esistenze cres(:enti ; non solo, ma tale deposito pnò riuscire a <;olmare in parte i fondi delle righe inge· nerancfo inconve11ienti gra.nél i nella conduzione del proietto stesso . D'altro lato l'acciaio divelto dalle e1·osion i, si spa nde sotto forma di fine pulviscolo nei gas, per venire da questi depositato con forte a,derenza sulle pareti deU'arma nei punti. ove i. gas sono animati. da minori velocità, relative. I depositi di acciaio crescono col numero dei tiri, diventano molto duri ('l talora sporgono di p'arécehio sul fondo del.le righe provoca.ndo la dannosa, conseguenza di recidere le parti conduttrici formate nel rame aene corone, e ool pericolo cli ingenera.re nel moto del proietto ritardazioni subitanee, atte talora a far fun zionare prematur amente nell'inte.1:no dell'anim:l una spol(~tta molto sensibile. Per elimina re l'aceiaiatnra · sono necessarie opernzioni cli officina,; per prevenirla non si ha altro mezzo che di cercare di ridurre le erosioni. La ramatu1·a, in atto può facilmente venir rimossa media nte sottili lamelle di stagno aggiunte alle cariche : lo stag110 coJ rmne forma nn bronzo eutectico di basso punto di fusione, che viene agevolmente spazzato via cl.ai gas. Per evitare forti accumuli cli rame, nel munir,ionamento della nostra Arti.-· glicria si è studiato di munire un certo numero di proietti di una fa scia cli piccoln altezza e cli diametro pari al calibro, fascia. ùhe durante il tiro ripulisce peri<;clicamcnte le pareti <lell'ainima clall'iucipient.e ,deposito cli ra,me. Contro la ramatura fu a ncora proposto di aggiungere all'esplosivo di lam:io 1'1 % <li st.ag-no in .. polvere molto fine. P er rimuovert> ] a. ramat nra stessa servono a nche bene delle lavature eon speeia le liquido ammoniacale, lavature che hanno però l'inconven iente di ric:hiedere J'interruzioo1e del fuoeo . Dal punto -cli vista, cleJl 'impiego, le erosion i tendono aél. abbrevia,re la vita della bocca da f uoco; quelle che avvengono sul rnccordamento fra, camera cli combustione ed anima. producono l'avanzamento del proietto con consegue111te variazione cl.ella densità cli caricamento, ed obbligano ad amrn~1ti grnclnali di carica per mantenere intatte le velocità inir,iali; tali erosioni sono poi aneora: ca.usa cli un imperfetto intaglio delle corone e di aum.en·t:'tti attriti che più facilmente couiducono al rammollimento del rame se non adclirittnra alla sua fnsio•ne. Col progredire delle - - 112 -
I'ROI3LEMI DEI BOSSOLI
erosioni si giunge ad un punto in c;ui il proietto non rimane più stabile sulla traiettoria, ed allora. l'arma è inservibile. Alcuni studiosi hanno tentato di assoggettar<~ a calcolo, a priori, la dura.ta. cli. una bocca da fuoco dipendentemente dal calibro, dal 1Peso ·deUa ca,ri.ca, dall'esplosivo e da.Ila sua temperatura di esplosione, nonehè cla qualche altro elemento come per esempio il ca.rico {li rottura del meta,llo dell'artiglieria. ; ma. però le formole all'uopo proposte non sono riuscite ad ispirare m olta fiducia nei tecnici. Nelle a.rtiglforie terrestri è molto vantaggioso l'impiego di ca,r iche r idotte, perchè con esse si cimenta moderata.mente la, bocca da fuoco la quale, .per effetto cli questo impiego meno tormentoso, accresce la robustezza. delle proprie parc~ti; non solo ma, cl.a carica a ca,r ica, il massimo delle pressioilli cambia di posLi;ione e le erosioni tendono ad estencle1:si j,n superficie e a. diminuil'e di intensitl't. Il tiro rapido <'!elle artiglierie ha richiesto l'uso dei« bossoli )) di ottone o cli altra, lega, uniti o non al proietto, e divenuti anche organi di otturazione in culatta. L'imJPiego dei bossoli condusse seco altri e parecchi fenomeilli che 1a ba.listica inter,n a dovette studia.re ed anche correggere : oltre a ringonfiamento e forza mento del bossolo in sede di caricamento, con conseguenti inceppamenti e talvolta con cimenti nocivi suU'otturatore, e con difficili. o impossibili estrazio~,e del bossolo stesso, talora si veri:ficano screpolatmc sugli orli e ripiega.mento degli orli stessi verso l'interno, e qualche volta :rncora delle inca.vature esterne disposte secondo le generatrici della. parte dlin<lrica : i.neonvenienti tutti ehe si oppougono a,lla pronta riutilizznzione del bossolo stesso. La. causa priucipafo dei segnalati i,n convenienti sta nella difettosa distribuzione~ cl.ella carica nel bossolo, sovra.tutto se la polvere è cli scarsa vivacità,; ma sta anche, e forse principalmente, - com.e recentemente fu stabilito sia sperimentalmente e sia per mezzo della teoria balistica interna, cla.l colon . Umberto Borelli della nostra Artiglieria. - , in una azione esagerata dell'~rnnesco che lancia la. carica, incombusta contro il foncle1lo del proietto e contro questo fortemente la comprime, cosi da. !Perturbarne gra.v(~mente la combustione. La, funzione d.i otturazione del bossolo risulta. regolare quando la sua aderenza col.le -1138
J~ROIH,ll:t,H ni,;r BOSSOLI
p,uet.i {lella came1·a ia perfolla, il. che avYiene solt,nllo se h1 pl'essionc dei gas si inizia dal fondo vel'SO l'orlo, e c1i1atH s nbito l 'odo ste so ::ipplicandolo bene n) le pareti della camera. Ma se a.n) fon dello del proietto parte u~u1 ,ella gasosa che si precipita a 11 'in<li etro verso il bossolo non all(:ora aderente alla camera, i gas si infiltrano fra i due con gli effetti or orn ramruentati, .i quali possono poi venire accentuali da vibra;1,ioni in senso radiale sin delle ,p nl'eti e sin de) bossolo; vibrazioni che si manifestano co11 ritmo differente cosicchè le loro fasi possono trovarsi in opposizione (per esempio ùi dilatazione del bossolo e cli conlra;1,ione della camera); cli qui qnei conngamenti longitudinali e terni al liossolo stesso, già ramm enta ti. Dagli studi fa Ui Yennel'o suggeriti i l'imedi che sono principalmen te : innesco moderato ; carica di lancio ben distribuita 01elfa ca,vità, del bossolo e ivi trattenuta nella posizione 110r1nnle : eambio delJa granitura <lella cari<-a che sovente ba ta per correg-gere il difettoso funzionamento del bossolo. Ultimamente la sreltn dell'acciaio per la fH bbrica ,,:j one dei bossoli Ila an che l'imedia to a questi inconv<'nienti ; per le art.igliel'ie di grande calibro e potenza l 'impiego deffacciaio lrn e,itato i principi tli fu~ione che avveni.vano nei bossoli di ottoo ie o di nllru Jeg-a . In argoment o giova r itare la pl'oposta fatta clal nostro colonnello d' A rtigliel'ia Benedetti nn dal J ~!)O, di formare il bos-solo con ]a stessa materin, esplosiva d(~Jla cnriea d i lirncio e con n,n s<>mplice fondell o metaJJi co p<'l' l'c,ttm·m~ione. L'itlca fn ripresa da alll'i all'estero, mc1 per 01·11 non ,e nne attnnta . La fotte vampa di boc:e:u che si ma11ifesla fnciJrnente in alcm1e boechc da fn oco, è un grave inconveniente tattico specialmente pc1· i tiri di notte; nw, i1wonYenieinte cli gr:111 lunga veggiorc è la vampa di rito1mo che s i può 1p1·esenrnre all'atto di u11n rapida apertu1·a. delì' otturatol'e non appena pm·tito il <"Olpo . Le polveri infumi <liedero luogo a (J nesto ~N·o1H1o f<>Homeno ehe era in,ece sconosciuto colle poheri nere . Ambedue questi fenomeni son dovuti alle forti. JUasse di. gas poro ossigenati e ad alta temperatura d1e. sboreati nell'atmosfera, si combi11ano eoll'ossigeno dell'aria e dàrnno luogo ad nna c:ombnstionc sec,onclarfa., ae:compn g-nata 1alora chi n,n sec·nndo colpo <li bocca . Ln rein:fiammazionc c1el1H -vampa. più -
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VA),fl?E DI BOCCA
frequente per le polveri prive o poco ricche di nitrogli.cerina, è in generale favorita dalle forti. cariche clei cannoni di grnl!lde [JOtenza, per i quali la combustione termina. alla bocca dopo poche espansioni della. massa gasosa e quindi con più alte temperature di questa. massa stessa. Inoltre ricerche analitiche ha,nno rilevato che : una elevata. percentuale cli metano (OH.i) fra i gas facilita la combustione secondaria (questo gas si forma istmntaneamente Nl in secondo tempo, a combustione :finita, ed in proporzioni più elevate neJle polveri alla. sola nitrocellulosa.); il pulviscolo di aceiai<\ passato per erosione nella massa gasosa 1 funzionn da catalizzatore positiv-o per attiva.re la reinfiammazione della. vHmpa fuoriuseita (si è per esempio riconoscinto che in uin cannone da. 330 mm . o di ca.libro superiore, acl· ogni colpo circa 300 grammi di acciaio vengono asportati dalle pareti dell'anima); grani di polvere incombusti escono dall'arma coi gas e vi sono turbi nosamente agitati (come fotografie e cinenrntografie hanno provato) e gene1'fH110 forte calore ed agitazione che facilitano la combustioille secondaria. Per rimediare a tali inconvenienti1 sovratutto per fo forti cariche terminan ti la loro combnsti.one alla bocca e costituite cli polvere H1la nitrocellulosa pma, venne consigliato cl.i aggiungere alln cnrica sali potassi.ci refrigeranti atti ad abbassare la t emperatura dei gas ed a fllnzi.onare come catalizzatori negativi (co11trarì alla ricombustioa1e dei gas). Il consiglio venne seguito e diede buoni risultati, ma l'aggiunta cli. sali potassici · presentò l'inconveniente cli dar luogo ad un forte fumo <~ cli concorrere a generare più marc.;ate erosioni. fai data molto recente, uno studio importantissimo dovuto al colon. d'artiglieria Umberto Bor<~lli ha rilevato che la v:unprt cli bocca era. dovuta in gran1 parte alla già. lamentata azione esagerata dell>innesco, dalla quale derfranino il lancio i,n avanti della cari.ca cfoi grani incombusti o parr,ialmente incombusti. Ciò avveniva. S))(~cialmente colla granitura a piastrelle perchè questa forma, nella compressione della carica contro il fondello del on·oietto, favoriva l'adesione dei p;rani fra loro, faccia n, faccia, cosicC'hè essi venivano sottratti per più lu11go tempo alfa combustione ocl anche sottratti del fotto. E' da rammemtare ancora che la manifestazione ,clelJa vampa è fa vorita dalla formaz ione difettosa -- 115 -
VAMP8 DI RITORNO
di gas (più forte proporzione di gas poco ossigenati), qnale si ottiene dalle ·combustioni irregòlH,r i e dal1a· 0onseguea1te aggiunta di più elevato tenore di meta110 nella massa gasosa fuoriuscita.. Una migliore distribuzione della, carica. nel bossolo o nella. camera,, ed una. semplice disposizione atta. a trattenere in posto la carica stessa, valsero a sanare il male. Più facile fu il rimedio alla pericolosa vampa, di ritornò perchè bastò far rico1·so acl un getto impetuoso di anidride car.. bonica .nella, camera,, getto ll)rovocato automaticamente dall'apertura dell'otturatore. Ma, a proposito della va)'.llpa di bocca si volle cl.i. più.. Nei tiri di. notte basta la vampa, ordinari.a dello sparo a facilitare al nemico la ind.ividuazio1rn -della posizione ,cli una ba,tteria; conviene quindi eliminare ogni luminosità dello sparo. A questo si pervenne coll'aggiunta alla carica di talune materie proposte dal compianto eolon. Pannoncini del nostro Servizio Tecnieo. La vampa ordinaria dello sparo venne studiata per mezzo della fotografia a scintilla e della cinematografia. rapida, per la ricerca della velocità dei gas nella massa fuoriuscita, e dell'azione che questa massa ese1·dta sul proietto nei brevi istanti in cui questo la attraversa,, e segnatame111tf~ per stabilire bene il punto in cni i gas della vampa cessa1110 di fornire quaJsiasi accelerazione al proietto stesso. A questo punto è interessante di fare un passo indietro fino all'epoca in cui, alle cariehe <li polvere nera. fnrono sostituite ca,riche equivalente di polvere infume, le quali cioè fornivamo, colle vecchie bocche da fuoco e coi vecchi proietti, le stesse velocità inizia.li. La determinazione delle nuove cariehe avveniva per tentativi sperimenta.li, ossia le cariche veni.vano ritoccate fi.nchè al cronogr·afo (misura a circa 50 metri dalla bocca dell'arma e riportQ de]]a velocità alla bocca mediante le formole balistiche) non si· otteneva la velocità tabulare delle vecchie carkhe. Ciò fatto, si ebbe a, rilevare che le nuove ca.riehe, a parità di altre condizi0111i, fornivano velocità, più eleva.te ehe nor( Je antiche; o più . preci.sa mente . gittate maggiori. Ricercata la spiegazione di questa discorclanza, si dovette ammettere che essa era clovnta al fatto che il percorso del -
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C,\LCOLO DDI,.LA VELOCIT,l INIZIALE
proietto, fra la. bocca. ecl il punto medio dei reticolati del cronogrHfo, era compiuto in gran parte in una massa gasosa inolto -diversa dall'aria, alla resistenza della quale ultima le formole balistiche .si l'iferivano 1p er il rìporto alla hoc-ca della velocità misurata fra, i detti reticolati; ehe quindi alla bocca dell'arma, la velocità, iniziale doveva essere un poco maggiore di quella pres1mta dopo il riporto indicato. Qnesto rilievo fu origine di molti studi st1ccessivi che fonnaro1no un ra,m.o speciale della balistica internn e c:he qualche autore propose cli chiamare « balistica inte1·media )). Misnre di velocità de] proietto in stretta vicinanza della bocca, compiute eol più pcrfe1.ionato eronografo cli Crehore e Squìer confcnnarono qnesta spiegaziorn\ e sta biJiro110 che il proietto, fino alla -distanza, di cire:a da 8 a 10 caJibri dalla bocca, secondo le armi, rkeve dai gas fnorinscenti ddle accelerazioni che ne aumentano ,di poco la ,,<~locitù; ossia il massimo della velocità iniziale si ha ulla suinclicnta distanza dalla bocca. L'aumento rilevato claJle esperienze col cronografo di Orehore e Squier, fu clel 2% al :3% della ve.loéità tal)ll]are. Studi successivi spiegaPono meglio il fenomeno : pet una parte esso è dovuto all'a zione clei gas che sospingono il fondello del proietto .fono al punto in cni la ca·d uta cli velocHù, dei gas (molto ra1Pida) rende tale velod.tù, eguale alla veloc.:iUL del proietto, cd in pa,r te è dovuto anche, e forse p,revalentement(\ al risucchio operato avanti alfa P,nnta del mobile da una sottopressione generata dai gas che, ad alta velodtà, lambiscono e precedono il p1·oietto stesso. Reeenti contributi italiani cli ordh1e teori<:o, dovuti a.J gen. Mattei (1942) proposero formole semplici per i.1 calcolo dell'aumento (1i vclod.tù del p1·oiett o oltre la bocca, e della distanza alla quale l'aurne:nto stesso ven iva a cessare. Da ultimo giova fm· cenuo di alcnui fenomeni secondari, ,dei quali· ebbero ad oer:nparsi recentemente alcnni cultori di balistica interna. In b1·eve : 1) lo sparo cli un' arma è causn di. separ,rnioue di elettricitù, stati.ca suJJe parti metn11iche .c1ell'Hrma stessa, in piccola quantitù. ma ad. H lto potenziale : ciò fu confermato dal prof. Perucca de] R. P0Jitee1nico di Torino, -117 -
SCOPPI DI BOCCHE DA FUOCO
s:perimentanclo sopra nna mit ragliatrice accuratamente isolata; 2) l'iutensHù, del colpo acustico dello sparo è tanto più intensa, quanto più vicino al.la. bocc:a trcwasi il pnnto ove avviene la pressione massima dei gns.
* * * Questione di grande .rili.evo, sia per la sua p1·atica e dannosa importamza, e sia per il grande svihlppo preso dagli studi relativi, è quella, clegJi scoppi di bocche da fuoco . Sopratutto dopo la guena 1914-18, durante la cprnle questi f111·ono numerosi nelle artiglierie di tutte le Nazioni combattenti, gl i studiosi si rivolsero acl i11vestiga.r11e i moti.vi ed a proporne i rimedi. Come gi.ù si è acceunato, il T:utaglia fin dal 1300 ebbe ad oecnparserie e ad attribuire gli scoppi nl riscnlchnnento clell'arma . Qne-· sta causa può ritenersi valida ancor oggi per bocche da fuoco di ghisa in tiri oltreml1clo rapidi; ma .non è esdusn la sua rnlidità in a,rtiglierie cli aceinio eerclJi,ate a fo.rim11ento. In qnesto caso si ha di solito la lacerazione clel manicotto second.o una generatrice. Comunque, le ragioni termiche non riescono cla sole a. spiegare la frequenza, degli scoppi, ecl imfatti dalle ricerche sono risultate altr<~ cause cli ben maggiore importanza. Una di esse, e fol'se la principale, sta nel'la d.ebolezza del fon .. dello del proietto per cui questo si iinfrange sotto le ptessioni nell'anima e permette che i gas della carica raggiungano la ca.rica. ,d i scoppio prima dell'use:i.ta del proietto daD' arma . Ricerche accnrate ginnsero a stabilire che nei. proietti fabbricati per stampo sotto l'azione del torchio iclr:rnlieo, in una fabbricazione affrettata o comunque 1poco accnrata, delle scorie si addensano nel fondello e lo incleboHse.ono notevolmente. In coUaucli fat ti per talnni proietti, si ottenne Io sfondamento del fondello con mezzi meccanici non intensi. Durante la guerra, 1914-18, nello scoppio ,di un grnnde <leposito di. mnnizio11i, lo scoppio di una catasta di gr:rnate fu provocato dal calore generato cla un forte inC:e,n dio di un magazzino vicino; le granate di fabbricazione RnH~ricana, scoppiarono quasi -
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SCOPPI DI BOCCHE DA F UOCO
tutte colla sola proiezione deUa parte cli fondello corrispondente alla cavità interna. Altra causa importante di scoppio di bocche da fnoco, sulla quale rarame11te si fissa l'attenzione anche degli esperti, è rappresentato cl.alle pressioni oncl.u)atorie, le quali non [)OSsono appalesarsi che iil uno stadio avanzato del percorso del proietto e quindi in volata. L'onda di sovrapressione si addensa sul fondello e può ingern~rare pressioni miche superiori alla massima sopportabile dal1a bocca da fuoco, in punti ove J.a resistenza della bocca da fuoco stessa è certamente insuifi.. ciente, si aggiunga che se la carica viene lanciata e,ontro il fondello del proietto da un innesco troppo energico, la sovrapressione può riversarsi sulla cari.ca aderente al detto fonclcllo ed a,d.densatn eontro qnesta, e provocare anche la detonazione con sicuro scop1pio dell':=trmfL nel punto iu cui qnella sovrapressione si è venuta a munifestare; senza notare poi che sovente il proietto stesso quasi eonternpol'anemnen te detona per influenza..
Lo scoppio prematuro clel ptoietto nell'anima può anche provenire da qualche residuo metallico o da impurità, rimaste nell'esplosivo i e ci.ò tanto più facilmente quanto più la carica interna è assestata nelfo, cavi.U interna del proietto . . All'urto di partenza In carica, pe1· inerzh1, si compl'ime tanto più <pwnto [)iù è stata assestata e in precc<lenza ,compressa : ùnoltre essa 111011 segue il moto rotatorio del proietto, ma coJJa sna su perfide esteriore si strofina violentemente <.:ontro le pareti interne cleJ proietto. Rp<~cialmentc sugli strati della carica cli scoppio più vicini fil fondello possono in alcnni pnnti manifestarsi dei violenti cimein ti non sopportabili clall'csp]osivo nelle regio1n i ove esistono i resi.clui o le impurità sovra dette; come pure, per lo strofinio indicato 01· Ol'a possono pronunciarsi <lelle ele~ vazioni di temperatura fuori del normale. Tra,tta.ndo degli iniziatori si è accennato al fatto che que .. sti, negli inneschi ,d i spoletta, 1possono istantwneumentc sgretolarsi per effetto cli forti vibra7,ioni ·detcrmillrnte dnll'urto di partenza. Le fortissime accelernzioni i;mpartite .al proietto, e anche le ritarda1.ioni improvvise (c::iso dell'acciaiatura) possono provocare la élet,Ornl½ione dcll'ini:r.iat<we per In sna ac-
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SCOPPI DI BOCCUE DA FuOCO
cresciuta sensibilità,. Simili ritardazioni possono ancorn provenire dall e inflessioni statiche delle l1111ghe volate; il proie l to tende a seguire lut tragitto rettili11eo e quando incontra 1'incurn1tura dell'anima subisce un i-allentamento che è C'ansa ti1 lora. di prema t uro fm1 zion allle11 to ,della spoletta, e sempre di ampie e [)ericolose oseilJH zioni dinamiche (il coshletto « <·ol po di frusta») delle quali si è già detto pr('cPdentenwnte. Le mi gJiol"i spolette in u o ham10 un fogcgnoso dispositivo pe1· prerenire queslo inconvenic11te e pcm) nll'attn pratico esso può anche non funzion are. Concludendo si può dire che lo scoppio cli uun bocca ..cla fuoco dur::w te il tiro può venil'e imputa to n variP enuse, ma nelle solite inchieste non è quasi mai dato di scoprir ne co,n ce1·tezza la vera eausa, e <;iò speeia lme11 te perchè l'esplo. irn, In spo1ettn ed n !Pl'Oi.etto 110n sono di solito rieupel'nhili e JJ<>n rim::101e a diS!l)osizione per l'esame che nn ftammeuto <lella boeca da fuoco, il quale in genern le può fornire brn pochi elernea1 ti (li ginclizio. I rimedi n tutti questi fenomeni di se-oppio so110 : adozione cli spolette perfer.ionate e cli sicmo fn11zionaruento; grande cura nellH fa bbr icar.ione e 1w1 <·ollanclo delle boef·h e da 'l'n oco (investigare se esistoA10 caverne o impnrit.ì t11cl mèl all o), e del l'esplosivo ; . tudio della balistica intern a dell'arma. inteso ad evitare l o svi.luppo cli pressioni ornl11latorie; accorgimenti. ncll~ misur a dell'iniziatore degli inneschi (aceension e regolare di tutta fa. cariC'n, se11za che questa sin laucin ta co11tro il fon dello del proietto e co11t1•0 questo compressa); clelinca zio11e delln boccn dn fuoco con volate più r igide, ron grossezze di pareti rnstrem~rntisi molto gr:-1dualnw11te, spPcialme11te nel1a regi on<' di unione t1·,1 cnlatta e vol nt:-1 : pohe1·i vin1ci qu auto è oom,portato dal.la 1·e~istenr,a clell'al'm :-1 (pressioni m assime alte, ma sovrat ntto pl'<·c·oc:i , con 1111 11urne1·0 r.om.;iclerc,o]e cli espansioni). Giova illustrare con qw1lche esempio la q11 cs lio111e dello scoppio <li bocche cla fuoro per· effetto del tiro . Ricorriamo perciò a fotog1·nfie cli scoppi (li nosh'<' artip:li<•1·ie anennti nella guerra 191 4-18, ec1 in partico'lare: a) nell::i fignn1 4 <~ n1ppresc11 tnto m, can11 011t' cla 149/ 3(i -
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SCOPPI DI flOCCflE J),\
Fl·oco
nel quale ht violen7.a deffesplosione pi-emntura della carica i nterna della granata non fn su:fficie!nte a distaccare e proiettare n c1istan7,a pnrti del cannone eh(~, dopo il disastni si presentò CJllimli rigonfia to (~ crepato;
]'ig. 4 • Esplosione' pr('mu tunt della carica in t-c•1·na elc i.l a gra uat a in un c:1nnonc da 1-19/36, st•nza distacr:o clellr s11c parti.
lJ) nella fig-1Ha G (~ rapp1·esentato Jo scoppio <li un can none da J49/ 3G in coa1seg1wnzn cle.lla cletona7,ion e clelln
carica .cli scoppio del proi<~tto nell'interno dell'a nima, nel qn nle vi <~ rinrns to incastrato . Ln rott nr a della
Fig. 5 - Sco11pio di 1111 ca nnon e dn 1-10/BG in co11srgm' n;:a ùella detona,1ion e dc li"' carica cli scoppio del proktto n ell'interno cl<' ll'anima in cui r i1rnwe · incasrrn ~'~.
volnhi si ù Yerifical n q11aE-i 1?sattame11te iii un ])inno diametr ale; Reµ:no c-lw Ja pr<>s s.ione cli sC"oppio ha do-
Y11to es~PJ'e c1istl'ih11H n lnngo il tratto cli Yolatn re~id110 -121 -
BCOPPI Df HOCCHE DA Fl;OCO
che è s tato lnsdato senza rigontiamenti appariscenti. Prohahilmenre , per la rottura del fondello, la, carica interna d<~Ila g1:anatn è stata spi nta in aYanti oltre il proietto cd ha deto11ato for7,ando questo 11ell'a11ima e spaccando la Yo]ata come la fLgura il1clica chiara -
mente; a) nella figura 6 è rappi'esentato lo seoppio di uin cannone da 149/ 36 per effetto deUo scop:p io precoce della granata, <1u ando il fondello di questa si trovava poco
.il'iz. 6 - Scoppio precoce cieli.a grnJ.mta in un cunnone da 149/36 quando il fondc!Jn ;,J trov:tnt poco nYunti della. sezione trasvc!rsa.lc d i frattura.
avanti della Se7.ione trasYe1·sn le secondo la c1ua]e la. frattnra s i è 1leter·mi.11a ta eon grande n ettezza. Qu i. l'azione clella èlet01rnzione si è locnlizzata sulln sezione cli 1·ottura; minori sono stati gli sforzi all' in dietro della seztone indicnta. Degne cli nota sono le ,due spaccature Jougitudinali incipienti del corpo e CN'Chiatura che Yanno in direzione della base degli orecchioni. Forse la presenza cli qnestu e delle ten ... -
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SCOPPI DI noccnE DA Ft:OCO
sioni assiali élel riinculo hanno lasciato preferire alle spaccature stesse la, direzione osservata ; d) nella figura 7 (; rappresentato lo scoppio c1i un obice pesante campale cla J49. Probabilmente lo scoppio del proietto è avvenuto non molto lungi dalla bocca, e con tanta esubera nza di pr4?ssione, per rispetto alla
Fig. 7 - Scoppio di un obice pesante cainp: t!Ei da 149
debole resistenza, della volata nel pnnto cli scoppio, cl.a prodnrre il 1·ipicgarnento nll'indietro delle striscie secotnclo le quali la volata stessa .si è infranta,. La forma cli queste st riseic nttesta di una buona plasticità dell'acciaio costituente la bocca cla fnoco. -:,;-
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In conseguenza del prog1·esso · delle scienze iìsiche e delle fabbricazioni di precisione ve1~nero compiuti molti ecl importanti progressi nel campo sperimentale : mentre di alcuni di -123 -
PERFEZIONAMENTO J)Ef CRONOGRAFI
tali progressi è già stato detto parlando della pir·ostatica, qui si rileva che per OiPera del Orauz, il velocimetro fu molto migliorato mediante la registrazione per via ,o ttica su un tamburo i'uotante, ricoper·to cli lastra. sensibile alla luce, del moto cli rinculo dell'arma; molto venne poi fatto altresì per Ja misura cli durate molto piccole ,cli fe nomeni vari. ricorrendo : a cronografi. a condensatore elettrico (.la durata della scarica è esatt amente calcolabile con Ulna. nota formola ,c lell'clettroteeinica); ed a cronografi ottici vari come quello di Ru1np:ff (Germania) per la misura dei tempi e <li altri elementi balistici, oppure quello cli Cranz fondato suJl'effetto di Kerr (liquidi t rasparenti come il solfuro ,d i cilrbonio o la nitrobern1ina , se posti in un campo elett rico o magnetico fanno girare il piail1o cli polarizzazione delJa luce; la. soppressioa-1e istanta1I1ea cli un tale campq, dovuta iu un determinato istante ad un certo avvenimento baJistico, provoca una variazione ottica che seg·nafa l' istante [Jreciso deWavvenimcnto stesso sopra un tamburo ruotante coperto di pellicola fotogrnfiea) . Su consimUi tambmi ruotanti i tempi vengono stimati col segnare su cli essi le vibrazioni di 1m diapason cli nota durata di oscillazione, oppure coll'iscri~ vervi fotograficamente le oscillazioni d i un raggio luminoso comandato da valvole termoioniche emetten ti vibrazioni di nota durata regolabile a piacere; o ancora iserive;ndovi oscilla;,;ioni di raggi catodici emessi da appositi oscillogr~tfi. Per la, misura, di durate moJto piccole . venne poi da taJUJno segnito il metodo <li Lippmann 1 con l'impiego di due pen(loli cli ng1rnle durata di osdllazione, ma sfasati convenientemente e fotog rafa ti in apposita camera oscura. Migliorato fu il cronografo di Le Boulengé per la misma di durate relativamente grandi, i nteressanti la balistica interina; venne nsato, per verifita, dei dati di qnes.to cronografo, quello ideato cla Helmhotz. Altro cronografo alquanto perfezionat o ris[Jetto ai pI'ceedenti fu qu ello giù, citato cli Orehore e Squicr proposto da questi due antori 11e·1 1S9n, e fondato aneh'esso sull'effetto di K <~rr. Con questo apparecchio si possono misurare i tempi di passaggio dc] proietto per dati p unti clell'anirnn I ed avere con uin solo colpo il diagramma dei per-· corsi <lel ptoietto st<!SSO rispetto al tempo, e anche i t empi cli -- 124 -
I<'OTOGRAFIA A SCINTIUA
ipassaggio del proietto per pnnti fuol'i <lelhmna ed iu vicinanza della bocca. Ottimo mezzo di esperimento fn 1a fotografia a, scimtilla; ossia la fot ografia isruntanea del proietto o altro ogg(~tto animato da grande veJocitù,, in locale oscnro, alla lnee di una scintilla elettrica provocata dal passaggio di q m•U'oggetto stesso per un punto prestabilito. Già. nel 1896 i fisid italiani llfaiorana e Fontana avevano compiuto colla fotografia a scinti1la inte-ressanti esper.iein?:e sulla penetrazione di pallottole in lastre d i vetro. Alquanto più ta.rdi analoghe esperienze vennero svolte dal Cramz e poi -dal Q.uayle (Stati Uniti) , 1c (inali portarono luce su molte questioni relative : a) al moto del proietto e dei gas della carien fuori dcJla bocca dell'arma ; b) alle vibrnr,ioni delle emme nello sparo cli armi portatili; o) alle onde varie : di punta e di coda, ed ai turbini cli aria che accompagnao10 il proietto ; d) ai grani incombusti (·.be vengono lancia ti nelFatmosfera insieme coi gas della ca1'ica. Recentissime eS1perienze, analoghe a quelle ora menzionate, furono svolte mediante i raggi Rontgen- (raggi X) con molti vantaggi cli chiarf!?:Za. di immagini e precisione di rilievi. Reali progressi fecero le misnrazioni piezoelettriche delle pressioni interne prodotte èl a cariche di esplosivo . J,e piccole quantità di elettricità separat(~ cl.alle pr<~ssioni sul quarzo, venivnno rese più appariscenti coll'impiego cli valvole termoionicJ1e; si ottenevano cioè spostamenti più grandi del gn.lvanometro ed apprezzamenti più esatti delfo pressioni. Si ebbero anche altre esperienze ingegnose intese ad ottenere il diagramma fra i (Percorsi del proietto nella bocca da fuoco ecl il tempo : l'nna del Libessart (Francia) per la quale il proietto era munito in punta di un'asta, portante una. sfera metallica, lucente che prima dello sparo già sporgeva dalla bocca. Sulla sfera si ri.fl.etteva un raggio luminoso ehe, con speciale dispositivo, veniva raccolto e registrato su nn tam buro ruotante in Utna camera oscura, munito a sua volta di un cronografo per la misur·a dei tempi. Sulla pellicola del -
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STRU"I-IENTI PE.'R ESPERLENZ8
tarnbnro si n1ccog1i.eva un a cuna, dalla qwlle si traeva il cliagrarnrna clesidern to med'iantc pochi cnlcoli; un'altra esperienza , cli natura eleLtromagnetic.-a, COlnsisteva 11el fasciare la bocca da fu oeo con succc.ssivc bob in e -di filo ele ttrico isolato, ciascuna couisponclente ad un dato punto <le>l pei-corso del proietto, e collegatn ad uin dispositivo elettl'ico ehe per induzione segnav a s n un t amburo n1otante, muuito di cronografo, l'ist:rnte iin cui il proietto passava per quel pnnto . Pe1· espe1·ienze cli balistica intenrn vcllnero poi creati appareechi cli p 1·esa einema togr ~:fica spedtlli con gra11clissimo numero di prese nel ruiunto secondo, fatte al buio senza ottu-·. n 1toi-e per meno di scintillaziou e el<~itrica di ritmo ben deLerminato. Più tardi, con questo e C'O'U altri sislerni, il numero delle ptese al secondo si accrebbe di mollo : così si offrì alla balistka inte1'1u1 iin mezzo cli imlnginc molto efficace che ha già. servito per stncli impot·ta11ti suDo sbocto nell'atmosfera dei gas di un'a1·ma. Un'espetiernm uotevolc fatta dal Cr,rnz e dal , 'ehardin f L932) <'bbe di mira la mi.·ura delle resh;ten7.o che il proietto inc.:ont1·n aie] sn o peremso 11e1l' a1·rnn. e q11clla cl.ella IJ.)tessione d i forzamento. Con i clea rn olto 01· igin a le, al posto dell',o tturat 010e h1 bocca ùa fnoc.:o ,enha lllunita di 11110 stirntuffo mobile ,.]l' indi etro e portallte mm ma!:'1Sfl atccssol'in. considerevole e nota : 1' arma stessa a YCYH poi u 11a carnera ùc1 polvere cosi fatta elle la spinta dei gas Yerso l'HYanti fosse esti nta <la eguale spinta nll'indietro. I n queste condizion i l a bocca da fuo co 1·estaYa soggel ta ad una so]a forza eser dlatn clal proietto per effetto delle 1·esisteur.e che esso ill<·on trava al suo moto : in altri termini l'armù , per tosì. di1·e, r isultava tc-a scin,1ta dalle st esse resistenze che il proietto ineontravn mel suo moto in avan ti. ~el t ernpo Yenivano l'egislr11ti il moto -dell'a rma , qunnto quello dello st antnffo, e q 11indi poi meùiaint<~ calcoli, in ogni. istan te si ottcneYa il Yalore del <·ornpleR. o delle resistenze ese1·citate sul proietto nel suo moto . :i\Jolti a]tri strumenti per esperienze <li balistica interna (taluni streltnmente collegati con questioni di balistica. estermt) vennero costruiti, e cioù : 1111 r ifra t tometro a d in terferenza per la misura della clensitù deJl'a l'ia; t111 tcrmometl'O termo-
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COLLAliDI
elettrico con galvanometro, per- la misura della tem(Peratura iu vari punti dell'anima dopo lo sparo (le t <~mperature della massa gasosa. non possono, per oYvie ragioni, misurarsi direttamente, ma solamente apprezz:usi, come ordine di grandezza,, mediante fili di platino, di tungsteno o cli altri met::illi ad elevati punti di fus ione) ; uin introscopio per i] facile esame delle pareti dell'arma, anehe portatile; un cronografo balistico da campagna, impiegabile in bntteriH dopo non difficili nè lunghi dispositivi pre1paratorii, per la misura della, velocità iniziale mediante uno qualunque dei. co]pi sparati per servizio normale di guerra o d\ poligono. Due importanti questioni rientrano brevemente nel campo della balistica interna sperimentale. Anzitutto : l'applicazione del principio della similitudine balistic:a in unione a, quello della simili tu cline meccanica . Sebbene la balistica interna di oggi sia in gra,do cli formulare progetti di un sistema, cli artiglieria, senza tema ehe le esperienze di collaudo li rilevino fal,. laci, pur tuttavia talora, per sistemi di gra~1di calibri o éli eccezionale potenza e quindi molto costosi, può convenire di provare i ,progetti stessi, eon minore spesa, su modelli in scala; e ciò nell'intento di stabilite i ritocchi da farsi al vero mate· riale prima .c1eHa sua costruzione. Le esperienze · sn modelli possono ve11ire compiute: su proietti per determinarne il peso, la. posizione del bari.ceITTtro, i movimenti d'inerzia, i dati cli frantumazione e cl.i scoppio; su bocche da fuoco, per stabilirne la, velocitni inizial<~, la pres sione massima, la velocità di rinculo, il freno di bocca e la, resistenza; su affusti .p er precisarne la. stabilità, fa resistenza, e per il funzio1iamento dei :freinì.. Ln secondo luogo rientra nel eampo della balistica interi'il:t Bperimentale la questione dei collaudi : sia e spedalmente quelli riferentisi alla polvei·e, e quelli riguardanti cos:picue forniture di spolette e di altri nrtifi:d. Il collaudo della polvere va fatto sotto due punti di vista: quello clella. materia esplo~ siva. in sè, e quello della granitura nel suo funzionamento nella bocca cla fuoco. Sotto il primo punto cli. vista ,devesi por mente : alla. stabiJità,, alla forza. esplosiva , alla vivacità: quanto alla stabili tà, valgono le prove già, indicate: per qua~1to invece ha -127 -
COLLAUOl
tratto ni due a ltri 1·e(1uisiti, vale imeée fa séclta delle condizion i cli provH elle lit rendono ln più severa po ~ibil e. Precedentemente si è fatto menzione dei coe1ficienti differenziali : ora questi precisan o che ]e éaratteristith e cli nn esplosivo ha Jistico (forza esplosiva e Yclocità di comh ustion(' dello esploh-o alfa pressione a l mosferi('a), pe1· ipiccole vadnzioni del loro va lore da1mo lnogo nlle massime varia zioni cli velocità, e cli pressione . qunnclo manchi la pres ione di. forz,nnento. il pcr<·orso del proirtto sin. breYe, la granitura sia p O('o clegressivn, e la climensio~1 e rµinima del grano s ia considel'eYole. La sevel"it.'ì, delin pi-o,·a viene alJ'uopo aumentata (lisponendo nna : piccofa carica di polv<~re in un pkcolo mortaio, co1n proietto senza forzamento e con granHura grossa P poco degressiva ; e con misure, colpo per colpo, delJa Yelocità iniziale e <lella, pressione massima. La pl'ova <·osì fatta. ha. 1pure il vanta ggio di c•eonomizzare l' csplosi,o e il consnmo di bocch e cla fuoc-o . P er uin esplosivo risulta to idoneo bastano pochi colpi sparati nella bocca cla fuo co pel' sperimentare più eh e altro la r egolarità di effetti . anche qui mediante misnre di Yelocità e di p1·essi0'11e. CircH altri collaudi da fal'si P<'l' gramJ.i fm·nitnre per esempio èli. spolette> o di nrtifi zi consim ili, occorre1·eblle far cenno alle ampie discussi oni cbe tla molti stn diosi venner o sYolte in argomento, r ichiama nd ovi. pure in appoggio hì teorin ,d elle probabilità. Prescindendo qui an che so11noìto di delibare siffa tta ponderosa qn<.' tionc, im:porta l'ilc,n l'e che la questione esiste, che il teenico deve c-onosccrla ecl npplieinne i l'isultati che interessano la pratica: e ehe tnli risultnti numo ll<'n ponde1·ati, éaso per caso, nl dnplic,e intrnto tli assogµ:ettar e le for 1iitnre ad un seYero e/:lnmc e rH esplicare la massima obbiet tiYità di giudizio. I in materia cli esperiell7.e giova sogginnµ:erc ehe esperti sperim e11tatol'i di hnlistica intel'lnn hanno raC'colto e pubbli·· cato nn comp1e~so di n o1·me. cli ac·COl'girnrnti pratici e cli cautele, dn ternw prese1Jti ne11n esecuzione cli nn 'tispel'ienza . In i-inssunto : unH diligente p1·eparazione e per fJll esta ricorrer e nlla t eotia per tutto quanto essa può dare : lo studio nccul'ato dell' importanza clei ,·ai-ii fn nori pl"iucipnli " sec0tnclari che influiscono sui J"isuHati: disC'nssioM profoncln dell<' richieste da -
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CALCOLO DELLA GROSSEZ½A Dl~LLE PARET I
rivolgere all'esperienza, colla tende11za di r·idurre al nummo il numero di esse. Meglio è riempire il cestino di calcoli o ,disegni tentati, fatti e rifatti per ben stabiJire le modaliUt ed il programma ,d i un'esperienr,a, anzichè spendere tempo e denaro e raggiUlllgere risultati scadenti, od obbligare lo sperimenta.. tore a ricomincia-re daccapo. Per trovare il grado di influenr,a di un ,determinato fattore sui risultati è buona regola cli isolare nella prova il fattore stesso dagli altri, ed è poi ancora buona norma usare grande severità nel giudizio dei risultati, e ciò specialmente nei · casi in cni i risultati si presentino sotto forma, inaspettata . In tali casi è doveroso :iinvestigare Je cause del nuovo fenomeno che si presenta, e non scartarne il l'isultato colla facile dichiarazione di « anomalia)). Occorre infine accennare che in merito a tutti i ipunti riguarcla,n ti la baHstica interna sperimentale, esistono ampie e complete teorie pubblicate éla studiosi e da nrtiglieri, dalle quali gli artiglieri possono trarre suggerimenti e fondamenti per il progresso deHa Scienza artigJieresca. «·
.v.
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Nella teoria del prof. Kaiser sulla resistenza .delle, arti- . glierie, la. maniera. cli calcolo della gl'ossezza di pareti venne mo,dificata vantaggiosamente nel 1912 dal nostro Col. Giovanni Bianchi in quantochè questo autore riusci a stabilire eh<~ delle tre dilatazioni principali delle fibre elementari di un cilindro cavo sottoposto a pressione, le due dilatazioni tangenziale e ra,diale, la prima nel senso della pedferia delle fibre e la seconda nel senso del raggio df'Jla sezione retta dc] ciJinclro, possono avere valore prevalente Fllllf:L sull'altra, e quindi per il calcolo della grossezza di pareti la dilata½ione prevalente sia. da eguagliare a. qm~lla corrispondente al limite cli elasticità del metallo. Il Bianchi trovò ancora. che la dilatazione longitudina le (sempre minore delle due predette) giova alla resistenza a,Uorehè nel cilindro è pr(~valente la dila ta1,ione tungenziale: i,n dicazione questa molto utile per unn razionale disposizio~1 e clel congegno cli chi11sura per rispetto agli stra,ti di 9
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RITUBATU R.! DELLE BOCCHE DA Fl,;OCO
mm bocca cla fuoco cerchiata . Il Bianchi miglioJ"ò poi a ncora e semplificò Ja teoria, del K11isel' s ulla J·csistenza delle a rtiglierie cerchiate con :filo o con 11astto d'acciai o, meut1°e a ltri artiglieri Httliani dopo di lui, e cioè il gen. MaLtei, il gen. Masn1rncci ed il col . D ' l~vant diedero svilnppo a rnrie altre teorie come quelJa per 1.1 t nbn tura e ritubatura delle bocche da fuo co, ossia per la r iparazion e di un'a·rtigliel'in erosa,. media nte l'introcluzi0111e di nn tn bo, sia a forzamento e siH senza for½amen to; e com e queHn per la costruiione n nuorn di boc('he da fu oco a tubo interno di metallo più r (!sistente e faC'ilmente l'i<:'ambiubile alJorchè per lln til'o prol nng:a to il lnbo interno è reso insei-vibile . A studiosi dclJa r esisternrn delle nrtiglie1·ie si debbono testi comipleti suJla materia; in particolart• alcuni testi, dov uti acl artigliel'i it aliani, fra i quali è a r icor da re quello d~l col. I sidori della R.• Marina , so110 pregevoli per le molte nol'me t eoriche e pra tielle per la migliore de1i111N1zi orn' delle bocche da fuoco (in relazione agli sforzi longituditrnlL alla più con-· veniente <disposizione deUa cer<·hiatm·a ecc.) . Alcuni autori misero in evi<le11z11 J'irnporta nzn dellH simili.tudi11e cl.ella l'esistenza di modelli in scala l'idotta, e d oè c: he modelli di nrtiglierie fa tti in scala ridott a e formati con lo stesso metallo di <p1elle da costruire. hamno Ja s lessa resistenza elastica delle vere artiglierie che si tratta di fa hbd care. D egno di nota fu nn lavoro di Gossot e Liou ville in FrAncin (1 97), sulla teoria delle vib1·azioni delle boerhe da fo oco ; t eoria che dimostrò che queste non poteva110 comprometterne fa resistenza , e che ·p ertanto le teorie sulla resistenza, fondate sui prineipi clelfa teoria dell'eh1 sticità , ernno degne di og1ni maggior fklncia. Studio internme.nte nuovo e di grande interesse, non soltnnto nel campo industri:lle •.! dell'ingegneria, ma anche in <]nello delJa resistenza delle bocehe cla fuoco, fn quello della «foto-elasti cità>>. 1fodelli cli materia t raspnre<nte (vetro o celluloide cli speciale costitu1,ion8) sottoposti. a sforzi simili a qnelli delJa prat ica, ed esaminnti co1la l nce pol arizzata. la s<-iano rilevare l'andamento e l'intensità cle11e tensioni prin ci1pHli nei var1 pun ti del modello cimentato . Esperienze compiute dal pl'Of. Pugno del R. PolitecJJito {3Ì 'J 'oriiio sn modelli di ci-
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AUT0I•'0UZA1'1ENTO DELL\<; àRT·IGLIERIE
lindri cimentati ,come q nelli delle artiglierie, mostrarolllo l/7 stesso andamento dell e tensio,n i presupposto dalla teoria. Di grande rilievo nella Storia degli st udi di cui ora trattiamo, furono quelli sull'« aotoforzamento » o anche « autocerchiatura >> ossia sulla maggiore resistenza offerta alle pressioni interne da un cilindro fonrnto da pressioni producenti ,cleforma~iOini permauent'j, co,n ten ute ;in conveniente misuna. L'autof.or~amento era stato genialmente intuito dal colonnello Fortunato Bianchi (III-57 e VII -1126) e poi a,pplicato a.I bronzo : nel 1906 ta]e conc(•tto italiano venne dal Mala.val (Francia) esteso all'accfa io, teoricamente con molta dottrina, ed anche praticamente. Una prima parte de1lo studio del Malaval fu diretta a determinare il modo {li variare del ca·rico ela.stico colla deformazione permanente (si trovò che il primo è da.to da un a funzione cli 2° gra,clo della seconda), ed una, seconda parte deUo studio stesso venne rivolta a, calcolare la resistenzai di un dlindro che aveva, subito l'autocerchiatura in un certo ·g rado (misurato sulla fibra esterna della deforma-· zione most rata dal cilindro sotto pressione). Le pressioni di a utoforzame.nto, [Jer azione del torchio idraulico sono esercitate da un liquido dentro al cilindro ermetieamente chiuso all'estremità e giungono :fino ali.: G.000 a 7.000 at mosfere, per assicurare al cilindro, iin presenza e sotto Fnzione dell'esplosivo, una larga resistenza a 3.500 a 4:.000 atmosfere. I1 metallo v,iene così assoggettato ad una severa prova che ne gara,ntisce la resistenza nel tiro; neJle prove tal uni cilindri durante l'anto-forzamento si spa ccano secondo una generatrice e poichè nel caso di rottura <le] cilindro, il liquido fuoriuscente dallf1 spaccatura può arrecare gravi darmi al persolllale, così gli operatori vengono protetti rispoinendoli dietro opportuna corazzatura. Altra teoria suHa resistenza delle bocche da fuoco autoforzate, molto vieiniJ a quella del Malaval , venne studiata dal Ma· crae (Inghilterra) che compi im1portanti esperie;nze 1nell'Ars<male di vVoolwich. Autod italiarù hanno raccolto e sem.pli:fi.ca to gli studi. pubblicati dal l\falaval, ed il colon. Isidori della R. Marina ha presentnto una teoria c:ompleta ed assai pregiata per chiarezza e per concisione. -
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AU'l'OFORZA:YIE:N'l'O DELLE AH'l' IGLIERil!J
Una teoria , iu ter,rn1ente div-ersa da quella 01·a detta, sorse per contributo di artiglieri italiani e vale molto bene per qualsiasi p1·ogetto di artiglierie H utoforzalc·, sia semplici, sia cerchiate e sia a tubo sfila bile. Es ·a è la estensione <.li altra teoria, dovnta al Kaiser, rig1rnrda111te ii compòrtamento di nn cilindro ideale composto di un numero i11finito cli sottilissimi strati posti l'uno snll'aHro a forzamento elastico e t utt i costituiti dallo stesso metallo; comf però si comprende facilmente un tale cilindro sarebbe di impossibile costruzione pratica. Ora il cilindro autoforzato non è altro che u~1 cilindro composto cli un numero infinito di strati aventi ciasc;urio un limi.te elastico 1Yrop1-io . calcolabile per mezzo della teori:1 relativa H lle ricerche del Malaval; stra ti disposti l'uno su1l'a ltro a forzamento elastico. I nfatti assoggettando di nuovo il cilindro alla stessa pressione cli autofo rzamenlo colJa qunle esso venne antoforzato, tntti gli strati si ·comportano efas1.icamente. I n seguito H questa considerazione, la formala <lel cilindro ideale <lel K aiser, convenientemente mo<lificata., diviene prntica e lrnsta n, qualsi asi calcolo della resistenza e di ogni altro elemento di nn cilindro antoforzato, sia semplice e sia composto. Oltre a studi ed esperienze effettua ti su11a resistenza delle artiglierie, altri importa n ti stndi e 1:icerche spet·imenta.li vennero svolti per un più profondo studio ,dell'autofor~mmento dei metalli. Sorse anzitutto la teoria cli Beilby (foghilterra) che spiega l'autoforzamento in virtù de1l'esistenza di un cemento amorfo e duro fra i mi.crocristnlli mebillici, il qnale serve a. tenerli nniti. La progressiva deformazione> oltre il li mite elastico naturale, implica la parr.iale trnsformazione progressiva cli parte dei mierocl'istalli in cemento; da tn le trasformazione rir isultano ,rna mnggfor(• tena cità ed urna maggio1·e chn·ezza e, nelJo stesso tempo. una densità lieYcmente minore ecl n ua minore plasticità. con aumento <lel limite eJnstico. ossi a colhl proprietà che il metallo, clefo1·mnto in seguito acl. nn -determinato sforzo, si comporta poi elasticamente per qnesto sforzo stesso e per sforzi inferiori. Più tarcl i gli stnrli essenzialmente pratici trovarono e-be è atto all'antoforzameuto. il cosicletto acciaio da cannone, cl.i tenacità e plastidtù rilevanti, per Je (]nali il nwtallo diviene con rapiditi\i atto a i:.:opporta1·f' bene s rorzi crescenti. -132 -
.AU'.l'OFORZ,U-11::NTO DELLB ARTIGLIERIE
L'acciaio .da cannone ha il Jimite elastico da 45 a 50 cbilogl'ammi per millimetro quadrato: in Italia furono fatti studi per aff.er-mare la convenienza degli alti. ]i.miti elastiei deg.li acciai per la costru½ione cli bocche. da fuoco, e si gimise alle co(l)cordi seguenti conclnsioni: ,d i usal'ti acciai ad a.lto limite elasti.co per i t ubi interni cl':rnima: (~ cli rieoùere acl acciai plastici e tenaci, col limite elastico cl i circa 4:> chilog1·ammi !J)er mrnilllctro cputclrato, per la forma½ione del corpo della bocca (ln fuoco . Coll'alta resistenza conferita dall'antoforznmento alle armi, queste r isultano più leggere e realizzano un'eeonomia. di metallo, ma però fa lavomziorn~ (~ molto costosa; inoltr<~ i] metallo autoforzato noill è più resistente aUe erosioni; ecl anzi alc nni pretendono che esso lo sia meno che non l 'acciaio com nne. R icerche ulteriori di eAperti rh1scirono n conchiudere, a, proposito clell'ardnio autofonato: elle un'appositn ricottura riconduce il metallo al su.o primitivo stato; che l'a ntoforzamento per azione idniulica risnlta più efficace se, contemporaneamente a questa, si esercita una trazi one longitudinale (i,n questo caso si ottiene un lieve aHungamento de.I tubo, mentre nell'autoforzamento per sola pr<~ssionc interna si ha sempl'e u11 piccolo accorciamento); che sbarrette d'acciaio tratte da 1111 cilindro autofor~ zato hanino l'ivelato alla rnaed1ina di pron1. nn limite elastico molto vicino il qnel.lo ritenuto nei calcoli. Per mer-ito cli alcuni srienziati so,no <la 1poc:o iniziati studi suJ1a « Pisica interna dei rnetam )), bnsnti suJle nuovissime teorie l'iguar<lanti In eost itnzionc deg-li atomi : t::11i teori(~ hanno spiegnto le ragioni p rofonde della co(isione molecolare, cl.ella conclnttività termica ed elettrica 1 e~ di altre pnrtieolnrità dei metalli . I metalli verniero poi stndiati .(1;1 nlcnni fisici me<liante i raggi Rontgeu, <~ se ne dea va tono gli sp(~ttri di La 11e corrispondenti, indici1t0l'i della eostitnzi1)ne interna ,clei metaJJi st(~ssi : ven)1(~ così per esempio rilevato che lo spettro di. un acciaio lllaturale cambia fignra dopo .l':rn toforz,:nn<~nto : e ehe le .linee chi11se del primo si dispongono a raggi attol'llo a det(•rrniil1Ht i ee11tri (asterismo). I eongegni cli chi nsnra, perfezio'lla tissirni come meccanismo, anche per merito di tec:nici italiani. fra i quali va ricordato il gen. Agostoni, hanno ilnportanz-n seiPntifitn nel enmpo della ~·esisten~a del]e artigHerie , siccornr nr·g-,rni trasmettitori clellc -
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AUTOFORZAMENTO DET,LE AR.TJ:GLIERIE
tensioni longitudinali agli sti·ati resistenti. della boeca da :fuoco. Il <~olo.n. Giovanni Bianchi, come si ebbe nd ac:eenuare, determinò per via teorica la <~onvenienza di affi<.lare l'otturatore agli strati tutti clell'a.rma, eccetto che allo st rato iutcrno: cli qui l' adozione di manicotti a vite di acdaio destinati nd aHoggimnento del congegno di chinsuru. ccl a trasmettere lo sforr,o dello sparo, in direz.i,one assiale, agli strati esteriori salvo che aHo strato interno. Ma altra. e più ard1rn questione seicntifica sorge a. pro,posito della trasmissione cli qu esti sfo rzi per parte dell'otturatore. Nei calcoli pratici si ritiene per scmpHciU1, che lo sforzo si,t suddiviso equa rnente su t utta la sezioue eomplessiva {legli strnti, ma nella realtà. le cose vanno assai diversamente pcrchè lo stesso sforzo viene trasmesso qnasi in1·egrnlmente agli strati attigui all'otturatore od al ma.nicott o che costituisce il sno allogi.riamento, e via via sempre meno aµ:li strati più lontani dall'a~se . dell'arma, fino nd 11n t erto stn,to al cli là del q11alc non vien e ' più trasmesso alcun sfor,m. In esperienze fatte in :B'rantia con nn cannone di grnncle CilJihro, gli strati dell'arma , poeo avanti ed attorno all'otturatore, veni.vano gradatam<rnte torniti in modo d1e la sezione cl' rnnione del congegno ,cli chinsura all' arma venisse così a poco a poco ridotta. Risnltò che l' otturatore fn divelto dalla culatta solo quando la gross(!zza di. q11esta era stata ridotta a circa metà,. Studi molto estesi e rigorosi, fonda.ti. sulla. teoria generale della elasticità, foro.no svolti clal La nrcnt (Francia) fin clal 189;5; ma ., essi non riuscirono a ·risolvere !lefinitivamenfe e praticamente la questi one della reale distribuzione, fra gli. strati, dello sfcwr,o Jongituclinale trasmesso dall'otturatore . N eJla, pratica p<~r· ottenere una più estesa di.stribnzione dello sforzo gifL inclieato invalse la tendenza a fonnire all'otturatore ]a ,più ampia superficie cli appoggio possibile; cli qui trassero origine : i congegni a vite tronco-coinica con base posteriore pi.nttosto grancfo rispetto all'anteriore; i congegni a sfora proposti dal Chm·bonnier: i congegni a blocco rnobrn te dc~lla Casa. Ansulclo con appoggio late·.. rale cli ampi filetti a traceiato d1·colarc portati dal blocco ottnrat ore in corrisponclenti scanalatnrc~ dell' a1loggiame11to del congegno .cli chiusura: l'ottmatore vVelin. fatt o come rnn ordinario congegno a vite ciJindrieu . 1na rnu filetti di \'i t(' snddivisi. in set-
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AFl<'U S T T A Df:FOR M AZ 101':F:
tori più numerosi e di diametro e·rescente così da richiedere soltanto 1 /12 di giro per l 'a pertma cl.ellu cn1a tta e in modo da farconcorrere all a resistenza <l<'il'ott nratore la fraziolle di :3/ 4 a 5/6 della superficie este1·na <lel <:i lindro a vite, c-ome s nperfieie d'unione dei filetti al corpo dell'ottu r atore stesso. Sovent<~ inei progetti è stabilito un vincolo di 1peso della bocca da fuoco; ed allora , prima cli rendere clefinitivn, la soluzione balistica inter11a dell'urma , occorre calcolarne~ approssimativamente il peso; il d1è può farsi mediante nn abbozzo del profilo dell'a,rtiglieria cl<'ll ineato secondo lo sviluppo dell e pressioni, col metodo grafico della << ser,ione deformata)). La ser,ione meridiana della bocca da fuoco, in scala, viene <leformata Sf~gina ndo le ordi~ nate portate però al qnadrn.to del loro eff<>ttivo val ore, cosicchè la superfkie della sezione eosì trasforma ta, risn lta, proporzionale a.J peso della bocca <la fuoco . Qnesto peso può allora venir calcolato eon molta prontezr,a da nna fa<·ile misnrazione di area. Da s tudiosi italiani fu peJ'Ò:p roposta una formola, di buona approssima;r,ione cl alfa q ua1e il peso ora eletto può ca1colars'i se117,a d.ifficoltù, iin bnse agli clementi del tiro giù, ottenuti ed alle forze fa1terne dell'anima già, determinate. D'a ult.i~o, in fatto di 1·esistenza deUe artig1i<~rie riesce interessante di far menr,ione del lavoro del compianto artigliere colon. ing. Ca nonica, lavoro fatto dn r ante la guPrra 1914-18, e consistente~ nel 1'ieomponc in una bocea d a. fuoeo di valido se1·vizio, gli elemrnti di due armi dello stesso enlibro e c-ategoria, scoppiate ~1el t iro .
L' invenzione cl<~ll' affosto a deformazi one a ruote detenninò una vera rivoluzione nell a costr·nzi onc di questi ordigni di guerra . Il primo affusto de1 genére fn adottato s nl principio del 1902 per il ca-nnone frn.nccsc da 'i'i> eon la cl enorni;riazione di. Mod . 1X!Yi: e Yenne costrui to in grnn segreto nel quinquennio compreso fra le clne da te ora dette, ma h1 priorità dc~ll'invenzione not11 ò franeese <~ fu rivendicata clall'ing. Konrad Hanssner (Germania) in 11 11a sua pubblieazionc del 1928. Vasti stncli e costruzioni S<'mpre più perfcziouatP si. ebbero -
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,\Fl?ljSTI A D~JFOR'.\IAZIO)<E
in seguito coll'introduzione di nuovi freni e ric nperalOJ:i e di altri elementi, [)erfezionamenti particolarmente abbondanti durao1te e dopo la guerra J914-18. Si è già fatto cenno ad un affnsto i dro--pneurn atico il quale p er molto tempo rimase isolato. D opo l'ado,done clel materiale francese a deformazioue, i modelli, <:he furono molti e svaria ti, si possono raggi-uppare in due categorie : 1) Affusto idro-pneumatico p1·opriamcnte ùelto nel quale il rinculo è mode1·a.to dalla resiste1na cli. 1rn li quido, spinto ad aumentare la compressi<>ine iniziale cli un gas, co icchè questa valga a riportare l'arma in batteria. 2) Affusto con freno e ticuperatore in dipendenti; in cni i1 rinculo è ridotto da un freno i<lraulieo <:he sta a sè, ed il ritorno è compiuto ad opera di un ticuperntore a molla d'acciaio (piccoli calibri) otppure ad ari..1 od a gas. La teoria del K aiser .sulfa rc~siste11zH degli afCnRli non ebbe il bisogno che cli lievi opportUJne yarianti per il c:akolo delle nuove costruzioni; agli sfoni diretti della bocca da. fll(H'O s ull 'affusto l:igido, si sostituiron o i cim enti ti<lotti. .dllti dalla resl-stenza <lel fren o ; però per i nnovi affusti oc·cone consideri:i re il problema, deila, <e stabilità)) ossia della immobilità 11el tit'O. All'ing . R ausenberg (Germania) si deve la prima teoria su questo argomento (J907), che Yenne poi estesr1 e miglioratn anche col concorso cli studiosi it aliani. D opo l'ilwenzione dell' Hffusto Deport a eoda divarica bile, iJ Ohalleat (F1·aneia) 11el 1910 dettò una teorin sulla resisten za ed c~q uilib1'io di tale affmito. Bnse di •rneste teorie è quella s ul rinculo libero deJla bocca <.la fu oco. Molte ricerche, dal VaJJier in poi, fu t ono fatte nel campo teoi'ico ed in qnello spcrime.ntale dr(·n i freni id rmdid. Nel calcol o della ]oro resisten za al l'inculo, esistevano ancora fino a pochi ao1ni or sono pa1·ametti determ inati da vari antori per via empirica, e quin<H non ben defi ni ti t eol'ieanwn te, e cli va]c)l'(~ discordante da a11tore ad antol'e. Un l'ecente stndio fatto dal gen . lfattei chiarì di molto )a questione, e<.l i d etti pal'ametri f mono dctermi11nt i in base nlle concli'l:ioni reali di funziomamento del fren o, ed essenzi11lmente in hHse alla Yiscositù del liquido resi-136 -
Al<'i<'USTI A DEFOR'MAZTONE
stente, nonchè iin base all'area, forma e lm1ghe7,7,a degli ori1izi destina ti alFefnui::so del liquido stesso, ottenendo così u1na. maggiore sicurezza nei calcoli di progetto cli un freno idraulico . Tale recente studio COlIIJprese poi altre approfondite ricerche sui ricuperatori sia a molla e sia a gas, tanto isolaLi quanto assodati col freno (idropneumatico); e per i ricupei:atori a gas, ricerche sn un pjù esatto valore dell'cspotnente della politropica di com pressione ed espansione del gas (va lorP che snlc talora fino ad 1,7 ossia di alquanto superiore n quello deUa comune adiabatica). Lo studio st(~sso prese poi ln consiclerazion <~ e risolse con facili procedimenti grafid la questione della stabilità <li nn affusto a deforma1,ione; e rivolse <.:on 1nirc prat.iche ht sna atten7,ione nlla similitndin1c mecc·irnica, vnlida auche per i freni e ri<:uperat ori, proponendo proc(>dimenti per l'esperimento con modelli, in scala ridot ta, di sistemi in progetto, di grande mole e di elevato prezzo. Negli affusti moderni di obici o mortai dal tiro molto curvo 1 per evitare allargamenti eccessivi tra le fianeate ddle cod<> di affusto, si rkonobhe hl necessità cli disporre molto iindietro i.l perno cli rotar.ione ,del sistema bocca da fnoco e culla. Qnestn disposizio11e ebbe per conseguenza 1.rn fo1·te preponderante di volata , che rendeva penoso il puntamento in elevar.ione. Particolari congegni detti « equilibra.tol"i >> ( a molla, od a gas) fnroin o desti nati 11 vinc:(~re in gran parte il preponderante sovrac<.:enin ato. Stncli matematici di artiglieri italiani fra i quali quelli ·d el gen. l\f.att(~i, clet erminarouo la clisposi:done migliore di qu(~sti c·ougegni, aua ad otteneJ'P, per ogni angolo di tiro, <·sattn corrispondenza tra il valote (variabile) del !Preponderante e la. reazione della molla o delJa pressiorn~ del gas. 'l'ali studi si occuparono altresì. clC'1le molle semplici e speciahne,nte cleJle molle «composite)) (det te a Nrnrioc-ehiale) , e <.lei calcolo di progetto di tutte le parti principali cli un equilibratore. I mportante fu la i11nova1,ione degli affusti a « lanciata )) od - a « rinculo <lifferenziale )), sui quali la boccn da. fuoco, prima dello sparo resta trattenuta da un rit('gno in posizione anetrat a, col ricuperatore sotto compr(~ssione. Liberata dal ritegno essf1 vicine lanciata dal l'ie11 pcratorc stesso i,n avanti, ù nelln sua corsa, mercè uno spcl'inle dis,positivo, spal'a e rieeve clai gas della ca-
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AFFUS'l' I A DE:fi'Olt M M\IONE
rka 11n:1 ~pinta di rin cul o i n op posi zion<> a 1p1ell a del r icup<'rat101·e. Le cose sono <lisposte in m01lo che l ' arma, s ot to l'imperio d elle du e diYerse forze, dopo hre,e c:01·sa in a nrnti. 1·incul a ,1])·· penn del necessario J)('l' r i H1.rn;a nd m ·.·i a l ritegno già <letto. I 11 questo modo il fren o è sopp1·csso, iJ J'i:ncnlo è ridotto di est e11sioo1e e la cull a. l'ic>sc:e p iù b1·e.e. ·c na importante teo1fa. s u q1wsto sistema (-. clon tln ad a rti~l ieri italiani. P er flttcnnare i gr:w i torme11ti n el 1·inculo di armi ,cli grande poteMrn , qunJJ c] o l ' affu sto n oJL può risu ltar e cli 1·<·sist enza a<l eg-t1ata men te el ev..i ta (aff u~to feno,·iai-io, o sem o,-en le c·on c-ingoli ). Yemw immagim1to il ri nculo « composi t o ». La boe<·H <la fu o1·0 ri n e uln sn un a cull a, cli 1
,p iccolo affusto mnnit o cli frpn o e 1·ic·.11per a tore : l'n fPusto, a sua vol tf1, r inculll lungo l e liscie . per l o pi ù inclin ate . cli n n sott'11f·fn sto· al qn ale l'affusto mecl eF-irno è coll<~gato con un freno, e, se ocC'one, con un ricu pePatore. Il freuo tra bOCl'èl <1 a fnoto ed affusto è« <lnr o » ossin ha forl<'·. r esistem~a. C'O rn corsa b1·eye cli 1·inc11 lo <' con l'a piclo r ilo1·no; l'a l tro freno tra nffnsto e sottoaffccsto è più dolce, oss ia è <li mode ra t a r esistenza e concede a ll ';rffns(o nn più l ungo r inculo f';U lle lisC'ie . I u q nesto modo il to1·m<>n to. se~n a t amente sn1 sott' a ffusto, viene con f'l iclerevolmeute a t t enuato. Rsiste ln teoria m at emnt i<·a. del ri11culo composito. t eorin ehe è la pi ù complessa fra tutte l e teorie rignnrdnnti ~li nffn ti: a d e i;:a hH nno dato p ure il lor o con tribnt o artiglieri italia ni e sona t ut.to. ton un s no s t 1Hlio in edit o, il n ostro gen. Mattei. I nter essa nte e a n che d on•r·oso è il richiamnre qu i una i nge- .. gnosa e gen iale proposta (J !)06) dc~] gc11. D e Rtefa.n o -della n ostra A l'tigli eria 'f'ecllliea. La ho<·tn da fu oco pnò mnovere a dolce attl'ito in u n t u bo m etal liC'o l'elativ amente s ottile. mun ito di orecchi oni destinati a d or.cupm·e le orecchioni ere ddl' affusto, e porta sullH sua SILJl('l'fici<> t'sterna delle s C'arnilature H<l an chlmenlo all 'incirca clic-oi dal e e• <li intl i11,17.ione yariabile . I n qn est<' scanfl lfltnre pen etr:1110 clell e rostole r oni spondenti, applirn t e sull fl s111pcr.fiC'i c interim clel s uindica t o tnbo a 1l or<>cthioni. R1·;111al ature dell a bocca <la footo e costole del t ubo sono ros1 disposte ed ha nno andn mento t ale, clic l'ai·ma nello s rrnro r inc nla. r uotnndo atto1·no a.l p1·oprio ilHS<~ per 1m cer to trntto. al termine del q n nl e es H n on possi eclP c·hc una rerta forzn n ni r otato1·i a .
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RJKFORZA'l'OHI DEL RI NCULO
Per effetto di questa e cl.el contrasto tra scanala t ure e costo)e, l'a.rma, continuando nel sno moto rotatorio, si sposta in avanti e si riporta esattamente nella posir,ione di sparo nel momento in cui il moto rotatorio stesso ri.snlta estinto . L'affnsto così non ha nè freno, lftè ricupera tore. Al tnl,o ad oreeehioni possono veITTire applica.ti congegni atti, durante il rinculo ecl il ritorno, ad operare: l'estrazione ed espulsione dei bossoli, la nuova carica, e la chiusura. dell'otturatore, e qnincl.i l'acc<~nsione non appena ultimato il movimento di ritorno. Nel t iro cli obiei e mortai ccm forti angoli, se ai fren i non è fatta mocl.i:f:icar,ione alcuna si ha nna importante componente del 1peso de!Parmn, componente che tende ad accrescere la corsa di rinculo : di q ni l'idea di disposizioni. atte ad a11mentare auto, maticamente ed in ginsta misura la resistenza del freno col crescere ·d ell'angolo cl.i tiro . Lo stesso gen. De Stefano pubblicò dotti ed importanti studi su qnesta interessante questione. Per finire in argomento, occorre menzionare i e< rinforzatori del 1·incnlo )), organi che rappresentano esattamente l'opposto dei freni cl.i boeca., e ehe hanno la particolare funzione di. accentuare quell'energia cl.i rinculo ,deJle armi automntiche (mitra-· gliatrici o eamioni di p icc:olo calibro) 'ehe viene sfruttata. per le operazioni automatiche di estrazione~ e.cl espulsione dei bossoli, carica.mento e sparo deJl'arma. I rinforzatori consistono in u111a coppa. abbastanza ampia, unita alla. eanna e forata per il passaggio del proietto, e colla concavità, volta in avanti. Prima dello sparo l'orlo della c.qppa aderisce al fondo anteriore di nna, camera eilimlrica nella quale il sistema « canna e coppa, )) può rinculare. I gas dello sparo restano in gran parte tratt enuti sotto pressione fra la coppa e la camera, e conforiscono alla, coppa ed all'arma delle aceelerazioni verso l'indietro e :fino al punto in cni appositi sfoga tori del1n camera determinano l'efflusso dei gaB a 11' esterno.
La. descl'ittn evoluzione delln balistica intrrna fi.n q ni fatta., ha preso in considerazione soltanto le teorie, i ritrovati e le esper ienze più salienti, e nec:essariamente ha dovuto farlo con 1nolta
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DOT'l'H lNA DJ·)LLA B AI.,IiSTlC.-\ lN'l'ERNA
breYità e condsione. :Kondimrno si p1·escma al lettol'e un impo1te1ute corpo di .<JottriHu, che deve venir 1Perfettamente conoscin to dall'ufficiale d' artigli~ria t ecnico, veramente degno di q nesto nome. La balistica, interna ba molte l'eJazioui con altre scienze . _P er tacere della balistica eslerna e della Sci enza generale della guena, colle quali lrn legami strettissimi ed essenziali, le scienze n ecessarie a quella <li cui trattiamo sono : amdtntto hl MateUJa.. tica che le è fondame.ntale, la :Fisica, la Chimica, la Meccanica, la Siderurgia, e la -:\(etallurgia, la Scienza delle costruzioni meccaniche e l a /'cienza della fabbricazione degli esplosivi. L'esperto di balistica interna, deve anzitutto conoscere profondamente la balistica esterna, indispensabile; e se non pnò essere profondo in tutte le scienze sopranominate, ha obbligo <.li conoscenJe l'estension e~, le p ratiche possibilità insieme con i. principi fo]l(.lHmentali. l'er qutt1siasi ri corso egli ctbbia d,1 fare n qnest(' scienze, la. sicura conosce nza clclJa Matematica e dei prb1cipi rleJla, lì'isica. e de])n Chimica, gli ag-eYolerù il compito in ruoclo cornsidereYole. Senza questo corredo scientifì.('.o quell'esperto ai·ebbe ridotto ad t~!'!se1·e soltanto un empirico e un p1°aticante qn.a lnin que, incapAce cli seg·uire i progressi della Scienza jn gene1·11Je, cli contribui re a] progresso delle Scienza 1prop1yia, e di applicare con illuminato cti te1·io i ris nltati :filrn]i conseguenti dn teori e scient ifiche e raccolti in forruole e in tabelle, delle qua li l 'ufficiale d'artiglieria deve conoscere la genesi, 1 es. enza e l'importanza. Queste considel'l1zioni rkhi.amm10 imperiosamente la questione importantissima deDn preparazione clell'n:lficinle d'a1·ti.gliel'ia. Per non tipl'terci ei restringiHmo qui H ricordare, 01el loro tomplc~o. le iclce ed i roncetti esposti in a rgo111ento nen a prefazione del Yolnmc VII della. presente Storia, e nel esprimere nnn racf'omauclazio11e ecl ,rn monito . Ln rac(;omanclazi.one : d1e, anche in pa ce, il laY01·0 del tecnico sia. continno e ardente come se la guerra fosse sem pre imminente, perehè il progl'esso dc~g-li studi che -clctt•rmiua queDo cl<'p;li armumenti, si ottiene soltanto medin nte un ht,·oro i11cessante e pertinace. Di più è da 1'accom an-<farsi che lo Rtato sin noin so)ta nto i.I conserv:itore cle11a b1H)o1a comp::tgine sc-ienti:ficH e profession al<~ delJ'intPrR Arma cl ' Arti-
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l:'REPARAZ TOKE OE W,I t : FFJC I S -Te, ,I
glieria - Huolo Combattente e Ruolo Tecnico - , ma anche l'assertore del primato e dell'italianità elci 1progetti dei materiali d' artiglieria, sia dal punto éli vista degli stncli e sia da quello delle costruzioni. Circa, l a preparazione degli ufficiali dell' Arma d' Artiglieria, si manifesta.n,o tendonze alla radicale rinuneia a t ntti gli studi. difficili e sever'i di indole matematica che ha;1rno finora confermato ovunque la, meritata rinomanza, della nostra Arma. Sarebbe somma.mente dannoso, per molte ragioni che deriv:ino anche implicitamente <lall'esposizione che stiamo terminando, il cedere a tali tencl'enz<~, ora sovratutto che la tecnica si è estesa e più si estenderà, anche alle altre Armi ,d ell'Esercito. Si l'i.fletta, eh<~ una simile rinuncia., che può attuarsi. fa cilmente con un semplice tratto di penna, si dimostrerebbe dopo ben pochi anni in·consult a e damnosa.. Il necessa.rio ritorno all'aì11tico richiederebbe allora molti decennii di lavoro serio e severo, che forse nessuno sarebbe più in grado cli fa.re, e ad ,ogni modo si. imporrebbe nna penosa dipendenza dall'estero.
NOT IZIE BIBLIOGRAFICHE E DELLE FO:KTI PER IL CAPO I DEL CAPITOLO 50° DE:LLA PARTE IY - VOL. 12° BrANeHr: e< Kozion i
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:Mémorial Mémo1·ial Mémorial Mémori:11
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STORIA Db'LLA BALISTICA ESTER"A
CAPO
Il
BA.LIS1'ICA ESTERKA Sguardo storico generale allo sviluppo della Th1listica Esterna dalle ,o rigini fino ai giorni nost ri. - Periodo clalle origini all'invenzione della rigatura. - Periodo dall'invenzione deJla rigatura fino alla gnerra mondiale. - Periodo dall'inizic• delfa guerra mondiale fino ai giorni nostri.
Premessa , La ba lis tica esterna dalle ori g ini fino all'inve nz ione della rigatura , Da Tarta g lia a Galilei , S ecoli XVII e XVIII , L'opera di E ulero e di altri Autori de] secolo XVIII , Cultori di balistica esterna del secolo X IX.
Come già si è acc01w1ato, costa nte tendenza del guerriero fu quella di colpire l'avvel'sario il ipiù possibile da, lontano ed a fondo, mediante il lancio dei proietti, al fine di trovarlo scosso, sia. fisicame nte, sia. e più moralmente al momento decisivo del corpo a corpo : tale tendenza ha segnato il continuo progresso della Ars 'l'elorum, ossia de))a tecnica artig1ieresca, e cioè del lancio dei proietti sul nemico n distanza, come preparazi01ne dell'attacco vero e proprio della. Fnnteria. Ooll' ArtigJieria, è nfca, la Balistica esterna, la quale poi ha sempre più rapidamente progredito cli pari passo col progresso delle sciem;e esatte, della meccanica e della metallurgia . Tralasciando siccome priva di interesse scientifico, la tecnica. del lanc:io del giave1lotto e di proietti mediante la balista -143 -
S1'0HIA DeLLA R,ILISTICA BS'.l'EHXA
e la cata1puJta, e elci v1·ogres::;i fatti da tali armi. nel perfodo romane, e nel periodo medioevu le, e ti·11scura11do pme di pa l'lare del « f noco greco », l'eRame tlc11a Balistica estemrn pnò i11i:darsi clal primo impiego di artiglierie fa centi uso dello polvere da sparo, per venil'e fino ai più notevoli e rapidi progressi moderni e recenti. l~sso sa rà (atto distinguendo due periodi, il primo anteriore ccl il secondo postel'iore nll'invenr.ione delJa riga t ura, perchè alfo s,·iluppo clell' Artiglieria qnesta invenzione ha porta to nnovl' condizioni di più rnpido ,progresso, sia dal punto di vista scipn tifìco, sia dn qnello dell' efficacia bellica e dell' importanza dell'Anna.
* * * Dopo l 'invenzione della polvere nera si ebbero le prim<' artiglierie per il la ncio di proietti in combattimento ; e, con una certa rapidità si fece ro progressi nelfo loro costrnzione. In Italia, in i1ualchc Stato, si ram~iunse un vero primato ver o la metà del XIV se<.:olo: tecnici vari si sforzarono ùi costruire bocche da fuoco sempre più potenti. e varii scritt ori italiani diedero contributo alla Scienza d'Artiglieria <.: he stava sorgendo. F1·a questi spicca n grao1de Leon11,rdo da Vinci che si pose j problemi cl e11a B111islica e trattò varie q nestioni inerenti. Insigni person alit,'L si occuparono dell'artiglieria e della ~ua Scienza: tra queste, Alfonso d'Est(! Gnrnducn cli Ferr-n.rn ed il Machia-· velli. [l Yc1·0 inizio della Bafodica esterna <"Ome sc·ienza si ha lierò nel Rinasdmento col ma l<~matic-o bresciano 'l'Artaglia, per merito del qual(, si ('0111.penetra fa m::itematira colla Sei<'nza <l' Artiglie1:ia, si eleva la Balistica, esterna, a dig1:iith di scienza, e si dà una rudim<!1ltak sol11zione, C"Onsona a quei tempi , ad aknne questioni di Balistica esterna ed interna. t1 Tartaglia affermò per· primo che il e< transito )l (lel proietto (s'intendeva dire la tn1iettoria) non p11ò e sere rettilin eo in nessun punto (prima di l11i era ammesso che 1a traiettoria fosse costituita da due ranii retti.lirwi., uno ascencl ente ccl nn nltro disC'endente, dispm;ti come i la t i nguali di un tria n~olo isosrele) . C'ombattnto -- 144 -
S'l'ORIA DELLA BALISTICA ESTERì'.\,\
da parecd1i, il Tartaglia ammise che, per appi·ossimnzione, la traiettoria si potesse ritenere costituita di. tre rami : il primo rettilineo di puro moto << viofonto )) ; il secomlo di moto << misto>) circolare; il terzo rettilineo cli moto vertieale <<naturale)). Il Tartaglia poi, dopo le .oppor·tune esperienze, enuneiò il prin ciipio che la massima gittata di una bocea da: fuoco corrisponde ad un angolo di proiezioo.1e di 45\ e ne tentò la dimostrazione; inoltre cg·li en 1101-ciò il concetto degli a ngoJi complementari, os-. sia il -concetto che nn a stessa gittata può essere ottenuta con un angolo inferiore ai 4-5", e con un altro snperiore ai 45° e com plementare del primo. Egli inventa nncora la squadra a pendolo per il puntamento in elevazione. Altri scrittori, fra i quHli il Collaclo si. occuparono -d i Balistica estern a dopo il Tartaglia, e però sorvolando sui loro l avori. passiamo al nostro sommo Galilei, il quale diede un forte contributo alla Balistica, stabilendo per J)rimo che la. t1·aiettoria; se si faceva Hstrazione dalla resistenza dell'aria, E'ra una, curva parabolica , che la trai(~ttoria pertanto non era tale nel caso che la resistenza dell'aria venisse considerata, e anzi confermò che la resisternm stessa, a ipari tà, cli ogni a.ltra. condizione, cresceva col crescere -del1 a velodtà -d el proi etto ed in ragione inversa del peso cl.e] proietto stesso. St udi impor,· tanti si debbono ancora, al Torricelli cd al Cassini e acl altri minori del tempo del. Gnlilei. Qnesti scienr,ia ti 1·itennero t utti che la traiettoria fosse parabolica, e su questa ipotesi fondarono studi non privi di pregio, eome la Tavola dei seni di Torricelli, e lo strumento universale di Cassini. Notevole si è che il 'l'or-· ri.celli, in.1 base al principio stabilito, che, a. parità cli altre con<lizioni, la, gittata ('ra proporzionale al sen 2 cr , nella pratiea consigliava un tiro di prova, e poi per condurre il p1·oietto snll' ohhiettivo suggeriva cli apportare alla gittata, realmente ott enuta, la correzione cl.edotta dalla 'l'a,vo]a cl ei se:ni. Ancora alla une di questo periodo, verso il J 600, si ebbero va.rii progressi nelle armi portatili, e tra questi la proposta cli una canna rigata con righe disposte secondo le p;e111erntrici dell 'anima, ecl anche eon andamento elicoidak (carabinc) 1 ossia, com e allora veniva eletto, con cainna << n lnnrnca )). -- H5 10
STORIA DELLA 13ALIS'l'lCA ESTERNA
In un periodo successivo, che può ritenersi all'incirca costituito dai secoli XVII e XVIII, i progressi della Ba.listica, ester1n a furono rilevanti. E' da rammentare anzitutto, più che altro a titolo di curiosità, il Padre Marsenne francese, il quale nel 1644 pubblicò un Trattato speciale sulla Balistica esterna fondato sulla teo·ria. galileiana, dal titolo : « Balistica et Acontismologia (1) in qua sagittarum, jaculorum et aliorum missilia jiactus et robur urcuum explicantur >>; e si fece notare, nella Storia della Balistica, per l'esperienza -di tiro verticale di un proietto, intesa a 1·Uevare l'effetto della rotazione della. terra. Questa esperienz,a 110 11 ebbe alcuna conclusione; _ soltanto il D' Alembert analizzò più tardi il problem.a, che fu poi studiato ancora dopo dal Gauss, -da Laplace e da Poisson che conseguiro1110 migliori risultati. Il Newton nel 1687 ,perfezionò gli studi di Balistica tenenòo conto della resistenza dell'aria. Egli risolse il problema balistico per u111a resistenza, proporzionale alla velocità (Jinea-· re); e conchiuse che la traiettoria era prossima ad una iperbole, indicando con questo che la traiettoria nell'aria possiede uin asintoto. Il Hnyghens nel 1689 enuncia una legge (e di questa, lf-1. dimostrazione vien data nel 1701 dall'italiano Domenico Grandi) secondo l a quale la traiettoria diverrebbe una curva logaritmica, nel caso fa1 cui la resistenza dell'aria fosse ritenuta proporzionale alla prima potenza della velocità.. Il Calcolo differenziale e qnel1o integrale forni rono il mezzo per studi più estesi: e Giovanni Bernoulli nel 1719 riprende il problema balistico e ne dà una soluzione pei· la resistenza proporzionale alla potenza 2 n <lella velocità,, snpcr:Hldo difficoltà :rnalitiche non lievi, dato che a quell'epoca non era ancora conosciuto il noto teorema di D' Alembert che ,p ermette di porre più facilmente in equazione il problema del moto. Nel 1744 il D' Alembert propose altre quattro formule per la resistein za del(1) ID' lo st11dio della potenza di lancio degli ai·cbi (d,L freccia) e delle macchino:\ da gitto .
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STORIA DELLA JHLISél'J.CA E STERNA
l'aria che si adattavano all'integrazione del problema ba.listico pri1I1cipale; formule che però non vennero prese in considerazione ai tempi del D' Alembert. Egli pubblicò il famoso « Trattato sull'equilibrio e sul movimento dei fluidi )), sul .qua.le si fondarono tutti gli studi svolti più tardi sulla resistenza dell'aria, ed inoltre col suo « Essai d'une nouvelle t héorie de la réfraction des corps solides )), col quale fece lo studio dei rimbalzi, portò un importante contributo alla Balistica, e tale studio fu poi esteso e migliorato dall'illustre idraulico piemontese Bidone. Gli studi matematici ,d el Lagrange e s,peda.lmente la sua classica opera « La Meccanica analitica)) fornirono mezzi importanti (Per il progresso della soluzione del problema balistico. Tutti i progressi ora notati rimasero però nel campo puramente analitico; nella pratica continuò ad essere seguita la teoria, parabolica di Galilei, e con essa.: le deduzioni pratiche del Torricelli colla sua Tavola, dei seni; quelle del Cassini, non-, chè le Tavole di tiro clell' Alberghetti, ·dedotte anch'esse dalla teoria, galileiana, la quale ultima ri,nase ancora in vigore dopo la pubblicazione dell'artigliere bolognese Stefano Cav-ari (171'7), - (Vol. II, pag. 1151) - la quale ·c onteneva fondate critiche alla teoria parabolica, e fu altresì seguita. anche dopo le teorie e le esperienze del Robins (1742), le quali t utte gettarono molta luce su una soluzione balistica aderente aJla realtà,. Prima di fare un breve cenn.o di queste due pubblicazioni (le teorie e le esperienze di Robi,ns formarono oggetto di un libro ehe venine commentato da Eulero), giova premettere che: -
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fin dal principio del secolo XVII vennero ideati e costruiti i proietti sfe1·ici scoppianti, muniti di speciale spoletta o spirla, che f.urono poi impiegati in Italia verso la metà del Seicento; 1>) che fin dal 1703 rartiglier.ie veneto Sigismondo Alberghetti (vol. II, pag. 1221), iweva proposto l'impiego di ,:ma bomba oblunga ossia di un proietto cilindrico tei;minato da due <>misfori nell'intento cli climinuil:e H vento del proietto stesso nella bocca da fuoco e di ottenere così tir i più precisi (in Germania i proietti oblunghi erano già noti a quell'epoca ed erano stati proposti allo scopo di otte1wrc maggiori effetti d'i s coppio).
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Ciò premesso è interessante ricordare il contributo pratico, e più di ogni altro conforme alla realtà, del succitato Ste-147 -
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S'l'OR IA DELLA BALlSTiCA ESTl<èRNA
fano Oava ri e formante oggetto di nna pubblicnzi011c del 1717. L'autore, in uua lettera al 1proprio Comandante, sostenne che : - anzit utto la traiettoria, ,rnchc di t iro a reato, non t' ra parabolica, inqua.ntocllè nelle :1ccm·n te esperienze compiute non era mai r isUltata . una gittata effettiva prossima a quel la che le tavole paraboliche lasciavano prevcden•; - il, secondo loogo che ht Lra ietroria rea le non era una parabola, ma tina « linea mista>> l a quale nel ramo discendente passava a l disotto della parabola; e clw da lle stesse esperienze era r isoltn to in modo sicuro cl1e l'angolo di caclntn, ,m tern' Ùo orizzontale, non era eguale :., quello di elevazione ; - in t erzo luogo che I<: b·ombe eili11drid1e <lell' Albergl!etti davano, all'esperienza, dei ti ri molto irr(•golari a caosa della rotaz ione del proietto attorno ad un asse orizzontale passante prr i l s uo baricentro ; rota:ilione da lla qua le na;;ceYa il ro11zio caratter.is tico del proietto che non governa sulla traiettoria, ~~ eh<! i l Ca vari chiaroù « ruggito dell'aria>,.
Era 11(~11<:.' inter1zioni de] Carn ri {li compendiare in speciali 'l'abelle le corr(~zioni. pratidie da farsi a'lle gittate pnraboliche per ottenere l<~ gittat(' reali, ma la mort<' , avvenu ta nel 1·719, gli impedì di poterlo fare . E' giusto rieonnsc·ere <' hc poro prima cl<~l Ca vari, il fra ncese Ressons aveva rilevntn lo ~tesso divario tra le git tate paraboli.che e q11elle r e;1li: ed aveva anzi eseogitato ben 25 mot ivi che ne erano cnnsa: fra tafi motiYi , 8 erano (la nttribuire alle imperfezioni ,dc~l pr oic~tto, rn al modo cli ea ricnr(~ la bocca da fuoco ed alle irregola,rità del1n pinttHforma (affusto), e 4 a difetti deJla polvere. E' però altrcttnnto giusto 1ilevare che le esperienze e fo eonclnsio,n i del Cavari aveva no nlquanto preceduto le conclus ioni del Ressons, e pertunto ernno indipendenti dall'opera cli qnest' nltimo . 11 franc ese Lomhard (ehe fil pr ofessore di Artigli eria di Nnipoleone Bonaparte alla Rcuola cl i .Auxonne) , 't·:llentc cultore cli BnlisticH e autore~ cli studi sulla teoria ga1i1einnn, nel 1783 mamifestava :il sno stnpore che ne11n l'(~nJtù, si ntte11es:Rero traiettorie diverse dn11e pn i-nhoJiche: e conipiva poi studi. che considera.va.un la resistenzn ,(lelt'aria com(~ quaclratiea . Molt-0 notevole fn l'opera del R obins, ingegrn'.\re inglese, ed inventore del (( pen<~olo ba1ii:;tico )) . il qu :t lP mediante questo -
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STORIA DELLA BALISTICA ES'l'ElRNA
strumento aprì la via aHa Balistica esterna sperimentale. Il Robins verso il 1741 pubblicò un importante lavoro sull'Artiglieria, a:iel quale proponeva e tentava di dimostrare una lunga serie <li proposizioni. Il lavoro stesso fu studiato e tradotto poi in tedesco da Eulero (1745) , che ai ragionamenti del Robins aggiunse i propri commenti. Tale traduzione dell'opera del Ro-· bims ,c ommentata da Eulero, ebbe poi una tra,dm5one francese nel 1783. Per brevità non faremo che accennare ad alcune delle principali 1pr-oposizioni del Capitolo II dell'opera stessa, ehe hanno importanza, per la Balistica esterna, e ad alcune altre più particolarmente riferentisi alla resistenza dell'aria: - · Proposizione II: Ca lcolo, 1wr via cli e8 per ienza della re;.;istenza. del.l'aria :,ml corpi moventisi in essa; - Proposizione III: Calc'.olo degli aU!ll<•nti cli resistl?nzn dell"aria secondo la velocità dei corpi ; - Proposizione VT.: La cuna clescritra. dal proietto nell'uria non è 1n1a parn!Jola e non lf! !'<i avvicina, a meno che · !a velocità iniziale s ia molto piccola ; - Proposizione VII: .I proietti (sferici) sono attra tti, oltrt>chè ùa!la. forzn. di gravità, cla forze verso la des tra o la s inistra del piano verticale di tiro. I l commento cli Eulero spiega che le clev.iazioni sono dovu te a difetti di conformazione del 1)roietto e ad inesattezze ptatiche della posizione del. baricentro cli questo, e eic) t<'oricamente perchè ancbe \ cosi detti « sbattllrnmti 1> nell'anima. sono cause. di tali irregolatità.
Il commento _d i Eulero alla. surri cordata proposizione VI fu notevole, perchè costituì uo1a soluzione originale ,d el problema ba.listico nei seguenti t re casi : -
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cli tiro coll'asse cle111t bocca cla fuoco orizzontale ; di tiro coll'asse verticale; di tiro coll'assf! obliquo (angolo cli tiro comprc•so tra O•. e 90o) . Particolarmente interessanti r:;ono le soluzioni enlerianc sovratutto pet 11 pr<>cletto terzo caso.
In sostanza verso l '.inizio del Settecento apparvero, 1na senza risultati pratici, va rie {:ritiehe alla teoria parabolica mantenuta fino allora in onore nel campo pratico; e sorprende che malgrado gJi stndi -contemporanei di alti intelletti, tale teoria. ·abbia <llll'ato così a lnngo: Il l!lOstro Saint R.ober't spiegò -
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IL CONTRIBCTO Di EliLERO
la lunga persistenza di questa teoria claindone le seguenti ru.gioni: -
pcrcbè tìllo a ll'in venzione del pen dolo balistico per parte de l Robins mancò un mezzo per ltL mis un.L delle velocità iniz;ia li, ossia elci dato più importa nte ver on u t ile confronto tra le gittate pratiche e quelle previs te du llc Tabelle pnruboliche; - ;;;econdariamen te pcr ch~ la cos tr uzione clelle bocclw da fuoco e ùei proiet t i veniva f.at.ta con poca esa ttezza ; e tale poca esat tezza di cos tr uzione era la causa per f'.ni 1>i aveva no forti disversioni ù.i colpi Je qua li masch eravano il sens ibile di vari o fra pratica e teoria ; - ed i11fine 1w r chè le cs v<>ri<·n?:e venivano prepara te e svolte con poco cri t€l' i o pr atico e senza. la vo luta prr ei sione.
L'invenzione (1741.) del pendolo balist ico contribuì notevolmente al !Progresso della. Balistica, inquantochè con esso la misura della veloeità iniziale potè essere effettua ta abbastanza esattame,nte. Alt ro contributo, e st avolta italiano (1742) , fu il cosi detto « 'l'amburo di ifattei )) cost.r nito in 'forino per la misura delle velocità iniziali nelle armi portatili, apparecchio fondato però su ben diverso prineipio. Dopo queste invenzioni lo studio teorico e pratico della Balistica veorne avviato, sia pure per proietti sferici, sovra una più ampia. e sicun1 via. Per maggiori partkolari su quanto qui precede e su quanto fu fa tto in· Balistica negli nltimi anni del secolo XVIII, vedasi il Volum e V di questa Storia (pag. 2250 fìg. 611 e pag. 2488 - tìg. 719).
Diremo ora doverosamen te dell'ope1·a di Eulero e di altri. 111el secolo XVIII . Nel 175:3 Enlero riu!'JCÌ a trovare una migl iore risohrnione del problema balistico ,principale, fondan dosi sugli studi di Giovanni BernouJli , e ritenendo la, resistenza. <lell' aria proporzionale · al quadrnto della velocità, così come era, risultato dagli stn di ai Newton . Egl i si basò sulla similitudirn! delle t rai<~ttori.e (i pnnti omologhi di dn e traiettorie simili banno eguale incliuazione, e qui,ndi. l'arc o di nna cli. ei-,se, compreso tr·a. le due inC"linnzi oni O e 01 : si trova in r uppor to costante coll'arco <lell'altra traiettoria che è compreso tra le stesse in-
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GLI STt.:DI BALISTICI
J)l
l'l'ALTA E ALL'ESTERO
clina¼ioni) , e dimostrò che bastava calcohue per archi successivi nn certo numero di traiett orie ed alcune Ta belJe numeriche, per rife rire, per similitudine, alle pdme Ja t rai ettoria di qualunque altro proietto. La trattazione euleri.rna risnlta clall' opern insigne : e< Recherches sur l a véritable conrbe qui décrivent les corps jet és dams l 'ai r >). P er la resistemrn qu:.1clrati<'H egli gfonse a due formule contenenti: -
ii
coe!llciente di r esistenza;
- ra lunghezza dell'arco di traiettoria compreso fra le inclinazioni al1'.inizio e al termine dell'arco; - alcune speciali fonzlonì delle inclina~lioni stesse ; - e una costante, funzione anch·essa delle prròelte in'c linazioni.
Eulero ritene va che la differenzn tra le du e inclinazioni fosse di 5°, e per il calcolo delle coordinate sostituiva all'arco una l'etta. })gli giungeva c~osì ad una formula base, daJla qnale ricavava le due formule precedenti ed aveni per tal modo il valore della v<~locità in termilli finiti, e da qu esto valore ('lll· colava quello del tempo, ritenendo per ap1prossiurnzione ehe il moto lungo )'arco preso in consider::rnionc rosse 11nif.o1·mr. I/import anza della soluzio11e di Eulero coinsisteva essenzia lmente nel fatto che le traiettorie potevano venir classificate in « famiglie di traiettorie >>. I'e1· la resistenza quadratica dell'aria la soluzione ùi Enlero 1·isulta un c11 so part icola1·e di quella più gc11erale per nna, r esiste.nza dell'a ria proporzionale nlla potenza enncli'ima della Ye Jocità. Con lo stesso metod o euJeriano, considernndo archi più bre,i, il conte di Graevenitz e più tardi il gr.uera le prussiano Otto costruivano 'l'ahe]]c per la resistenza quaclrntica , Tabelle che furono migliorflte prima dal Saint Robert e poi dal Sia<'ci con molta ut ilità JWatica, e che oggidì sono sostituite cla, altre ancor più sempli ci ed altrettanto ntili. Altre T avole con simili fuJ'ono [)Oi calcolate: - dal prof. Busllforth lnglrse 1wr la resistenza cubicn ; - dal colonnC'llo russo Zaboudski JlE>r la resist<'nza biquadratica.
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GLI
s·ruor
BALIST ICI IN !'!'ALIA El ALL'ESTERO
'IavoJe però che n9n ebbero cosl Jarg,o impiego come le precedenti del prussia no gen. Otto, perchè le leggi di resisteu za cubica e biquadratiC'a non possono se1·vire che per limitntc zone della velocità. I dnc aut01·i Bashfol'th e Zaboudski intendevauo impiegare le Tabelle spczza,n do la Lraiettol'ia in anhi lungo ciascuno dei quali , per il coefficient<' cli resistenza si applicava un valor e appl'opriato . All'estero e specialmeinlc in F r ancia, nella seconda, metà del secolo XVII1 si ebbero dei valenti <:uHori della Jialistica esterna. Il francese Borda in nna memMia ,p nbhlicata nel 1796, mediante una alterazione della form ula della 1·esistenza, con speciale sviluppo in serie e adotta ndo pe1· a!J)pro~simazionc Lma, costante, giunge nel un:1 equazion<> della traiettoria io1 cui fi gura, unn costaJlte pra tica . L'irntcn·e r.ons itler a poi anche una soluzione più app1·ossirnata, <:hc pel'Ò ries<:e alqn wnto più com plkata : e <·alcola (]nincli 'rahelle per DlCl'.ZO delle qnali , per il caso deJln formnln da lui stabilit:1 come e(]naz.ionr della traiett oria si oltengono i valori della gittata e del tempo . Jl Borda enunciò anche il leorema della simiHtnclin<> delle lJ·aiettorie : e trattò dne prohJemi seco1n d ari <111 ,1li : l'infl uenza .(leJla dew.,ità d1~1l'aria decr eseente col ('l'es('ere clell'orcliunta ; e l'influ enza del ,ento sulle gittate fondan<losi sui principi meccanici del moto relalivo. L'eqnazioa1e sLabilitn dal Borda si adatta ad 111m maggiore generalitù,; ed in ultimn mm lisi essa, rnppresenta la base del larnro <' del ,progresso ùi tntti gli stuòiosi de'I secolo XIX. Il Lmn ber t nel 1765 p nbblicò una memoria che, valendosi delle solrndoni <li Newton, BernoulJi ed Bnl<>ro. fr<·<· uso cli serie pet• esprim el'e l'asdssa ed il tempo i11 funzione cli m1 parametro cli formn, a8sornendo c.:cnnc vnrinhile ill(1ìpemle11te l 'inc lina... zione. Egli poi sYi1nppò secondo 1n serie <li Ta.vlo1·. e si orcnpò a11che d<'ll'influenza del vrnto sul moto del proietto. Nel 1782 il Legendre presentò a ll' Acl'1ì<lemia <lelle Scienze di Berlino nnn memoria da l titolo: « Diss<>rtation snr la questiou de Balh,tique >), nelhl qnale pel' la resisteuza q11nclratica clet eriuh1ò in termini 'finiti J'a rco di ti·niettol'in; e non essendo integl'abili in termini fini ti le dne coorcliinatc della trniettoria, -
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GLJ STUDI BALISTICI I K U'ALIA E ALL 0STERO
diede per esse un'espressione in serie secoudo le potenze crescenti del coefficente ba,listico (il primo termine corrisponde al tiro areato con piccola velocità iniziale). Per primo egli tenne conto della vai'iabilità della densità dell'aria col variare dell'altitudine del .p roietto. All'Hutton, inglese, che fu professore a11a Scuola cli Artiglieria di Woolwich (1773-1807), si debbono espel'ienze di misura delle velocità iniziali e della resistenza dell' aria con mezzi migliori che non m·esse il Robins. Coi primi suoi l avori del 1775 egli propose una relazione tra velocità iniziale e peso della ('arica, per la quale il qnadra,t o della velocità stessa (energia ini··· ziale del proietto) eta proporzionale al rnpporto del peso della cnrica a quello del proietto. · Per uno stesso proietto la legge di Hutton espressa <lalla suaccennata relazione, pre:n deva un forma nssai semplice: for ma che fu poi gC111ialmente moclificata dal Parodi, così come è stnto ampiarnente già delto. Nel 1785 Rutton pubblicò i risultati da lui ottenuti in sei anni -di esperie11ze sulla resistenza dell' a rfa compiute appunto per determinare la legge cli 1·esistenr,a. Dai risult_n.ti da lni così raccolti in 'l'avole, egli dedusse una fo1·mula ;.-1,bbastanza semplice che applicò al tiro. tenendo conto, in mani.era approssi.. mativn, della val'iabilità del1a resistca1r,a dell'nria e seguendo il procedimento di Enlero. Dall'inglese Hutton fu anche stu.dinta la legge della penetrazione dei proietti nei mer,r,i solidi consicler:rndo p1·oietti sferid e l'itenendo la resistenza proporzionale al quadrato del1a velocità,; da tali studi risultò che la penetl'nzionc totale è proporzionale al loga1·it1110 della velocitù, di nrto del proietto contro il mer,zo rla demolire. Nel secolo XVIII è ancora da ricordare l'opera del tedesco Tempclhof, autore di nn trattato dal titolo: « Il ~ombardiet·c prussia111 0 >> scritto nel 1781. In questo suo lavoro l'autore tmtta del moto dei iproietti neJl'ipotesi di una resistenza quadratica ricorrendo allo sviluppo in serie dell'ascissa e .aell'ordinatn, della traiettoria, in funzione dell'arco di traiettoria preso come argomento, e pùr esso cli una espressione esponenziale che interviene nelle integrazioni relative alla resistenza qundratica prescelta. -154-
GLI S'tUDI BAT~lST[CI IK r r ALIA E ALL' E:STEllO
Egli tiene anche conto della variabilità della densità dell'aria dipendentemente dall'altitudine, facendola variare con apposita. legge lungo l'arco della traiettoria. Di Balistica esterna e di tiro si oc:cnpò il colonn. Dula cq <lell' Artiglieria piemontese eone pubblicazioni : << Sur les projectio111s >)e« Sur la. percussion et le mécanisme du pointement », ambedue come parti cli un volume pubblicato nel 1741 col titolo generale: « Théorie 111ouvelle sur le mécanisme de l' Artillerie », opera che fu accolta con plauso in Italia ed all'estero. Altri st udi si debbono all'i ng. Leonardo Salimbeni, insegnante ,di maternatiea alla Scuola. d'Artiglieria di Torino con gli sc:ritti: « Opuscoli di geometria e Balistica >>. Nella. ,prima metà <lel Settecento furono notevoli gli stndi per la misura della velocità iniziale, ed inoltre quelli del Pa·pacino d' Anto,n i dell'Artiglieria piemontese, per la. misura della resistenza dell'aria. Il periodo napoleonico, salvo le memorie balistiche del Français sulla resistenza quadratica, r appresentò un periodo di ftasi nella evoluzione e nel progresso della Balistica.
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Fra i cultori di Balistica esterna ,clel secolo XIX è da rammentare il Poncelet (1827), il quale si ,occupò della. costruzione . grafica. della traiettoria. I mportante fu poi l'opera del Piobert, che :fiin dal 1844 insistè sul vanta,g gioso impiego dei proietti ogivali, e quella. del Didion che nel 18.39 cooperò col Piobert e col Morin nello. svolgimento delle importanti esperienze sulla resistenza dell'aria,, in troducendo vari 1perfezio01a;menti inel pendolo balistico. Il Didion nel 1848 scrisse un 'rrattato di Bali. stica, che a. quel tempo fu ritenuto il migliore e il più completo di t utti quelli fino allora pubblicati. In tale 'l'rattato, in conseguenza del risultato <lelle esperienze compiute, la resistenza dell'aria era valutata secondo una formula abbastanza semplice. Nel suo Trattato egli alterò, per primo, · 1a forma sperimenta le della resistenza, i,n modo da rendere integrabili le equ a zioni ,del moto. Sn queste basi e pnrtendo dall' equazione del - 155 -:
GLI STUDI BALI S'l'lCl IN ITAUA E ALL 1 EST!l:RO
moto orizzoutale, l 'autol'e detenninò la velocità. orizzontale in funzione de1l'a8cissa pervenendo poi con successivi procedimenti matematici a formule abbastanza· semplici anch'esse e per le q 1m1i egli fece ticol'SO al valore medi o dato cfolJa formula di Bézout per il l'a ppo1·to tra l'arco parabolico, (fra due inclinazioo1i eguali e di segno contrario) , e l a proiezi011e orizzontale d i quest'arco (valm-e assunto ,più ta,rdi. dal :M:nyewski, dallo Za·boudski e da altri), ed a Tabelle calcolate da Eulero e più tardi da Otto. Il Didion nella sua Balistica, calcolò poi 'r ahelle che per la resi stenza. quadratica danno i valori òi funr.ioni che fm-ono poi, rnei moderni Trattati, distiinte coi sim.boli 01 , 02 , 0 3 e O. e che concorrono a determinare i va lori dei fattori di t iro (indipendenti ·d al valore della velocità iniziale). Debbonsi pure al .Di<lion ed all'Hèlie i primi studi sull' appli<-nzione <lel calcolo delle probabilità, al tiro d'artiglieria. Ad H èlie sono da attribuii- i ancon1 sl~1di e pnbbHcazioni sulJ a 1·esistenza, dell'aria · e sulla B ali stica estern a sperimentale (1865) . Come già fu fatto risultare precedentemente, il P iobert eoo pei-ò assai ·a I progresso dell'-Artig lieria per q nant o h11. trn tto alla Balistica iu1te1·na . Kel 183, egli scdsse il « '.l'raité de l ' Artilleric >>; in esso sono esposte molte nozioni riguardnnti il calcolo delle traiettol'i.e con procedimenti erupirici ed approssimati. l noltre Yi è noteYole un capitolo relativo alla « Gim,tczza del tiro)), nel qual(• veugouo riassuuti molti dati speti1ue11tali snlle perce11tnaJi di colpi cli date bocche da fuoco, eh<' a <late distanze colpiscono ber ngli di determina.te dimensioni.
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I NVENZIONE DELLA RIGATURA
§ li
L'invenzione della rigatura = L'opera di Giovanni Cavalli e del Saint Robert = Del tiro pratico e deg li strumenti di puntame nto e per il tiro = Cenni alle soluzioni estere del problema balistico • La balistica e sterna sperimentale • l problemi secondari della bali· stica esterna = Del giuoco balistico.
L'invenzione della, rigatura ebbe influenza assai notevole sullo sviluppo della Ba.listica esterna.. Essa fu indiscutihi.ln1,rnte dovuta al nostro gen . Giovanni Cavalli ed in proposito pa rmi sia questo il momento per sfatare radicalmente la legge1nd.:1 che vorrebbe attribuita tale invenzione al Robins, precedentt->lllente nominato . Quest'ultimo nei: <C Nouveaux prindpes è! ' Arl'illerie etc. » non fa alcun cenno ad armi rigate; e del pari nnche in altri scritti miJI1ori non vi fa assolutamente mem:-:ione, sebbene già esistessero ·d a tempo le « cara.bine >> e le canne di fucile << a lumaca», ist_ituite, come già, si è detto, per ,diminuire il « vento>> e per tal modo a.u mentare la, 1precisione del tiro. La discussione tra il R.obins ed Eulero circa la Proposir,ione VlI del Capit olo II dei predetti « Nouvcan x .principcs », già citata, riguarda movimenti. accidentali del proietto dovuti a sbattimenti e ad irreg·olaritù, nella costruzione del proi<~tto stesso. Soltanto una memoria postuma del R.obi.ns (trovata dopo la sua. morte, iin Ind ia) dal tit olo : e< Dell a natura e vantaggi d(~ll<~ bocche da fuoco rigate», tratta delle armi rigate preesistenti e dal solo punto di: vista della maggiore precisione cli tiro derivata dnlla. -climi.nuzione del vento tra proietto ed anima de1Ja, bocca. da fuoco . . L'invenr,ione della. rigatura (Vol. V) permise l' impiego del proietto oblungo, cara tteri.zzato dal maggior coeflkiente bali . stico (peso per nnità -cli sezione del proietto), e quindi dalle maggiori gittate, con più elevata 1prccisione di tiro . J:>articolarmente, e dal pnnto cli vista scientifico, Finvenr,ione stessa -
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L \)PERA DE:L CA Y..\I,Ll
nggiunse due problemi secondari: il cos1 detto « secondo problema, bnlistico )) che si riferisce al moto precessionale ·del proietto, ed il problema della « derivazione )). Subito dopo che il Cavalli ebbe cominciata la sua opera, opera per cui nel 1832 egli pensfl. alla retro<:aric:a e nel 1849 stu()ia, la rigatura ed il proietto cilindro-ogivale (invellzioni applicate poi nel 1c.:6l all'assedio di Gaeta CVol. III), si afferma 1111 gl'alllde progresso negli studi di Balistica, non solo in conseguenza delle invenzioui ora indica te, ma anche per i progressi fatti dalle matematiche, dalla :fisica ed anche dalle industrie metnllnrgiche e sidermgiche. Per evitare ripetizioni nel seguito del presente riassunto storico, 1·iteniaruo di dover es.pone fin d'ora la serie dei problemi di Balistica esterna che, nati in parte colla rigatura, interessarono gli studiosi nel periodo che ora consideriamo. Il problema .p rindpale consta dello studio e calcolo di tutti gli clementi della traiettoria di nn dato proietto lanciato con una data velocitù. i niziale e con noto angolo di proiezione. I problemi secondari rignardano : a) lo :studio dt>l moto vrect,.,sio11ale poc·anzi indicato, awnte l'intento di fornire a l co::<t ruttore di bocchl' da fuoco duri e 11ormt.! per il buon lraceiamento della rigawra de1J ·:wrua; ù ) ca lcolo della traiettoria tt•nendo conto dello d1•11sità dC'll'ariu. variabi le colle alti tudi ni dei Y1Wii 1innti dell a tTai ettot·ia ,..tessa (srcoudo gli ulti mi studi la ,·ariùzione della dcnsità dell'aria è risultata diversa dnl la formo Jilwnr <> difJ<'J1 d(•11teuwnte clnll'nltiLucline); e) calcolo della trnietl•lria tenendo conto che In gnwltà (ritenutf~ costuntP in direzione ed iu Intensità, come prima npprossimuzionc) varia d i dire.zione e di valort> secondo i punti per .i. (l llali passù il proietto. (Come è uoto essa rnriu pc•r l'altitudine dei punti, ::.econdo una molto ~empli ce r rln zio1ie in f1111ziom• del valm·e de lla g rnYità ri i livr.llo del mn rc e d<:'ll"altitudinc e::.pres.'ifl in metri) ; cl) cnlcolo del lt! Y8J'iazioni cli gitta ta in conscg m•nza del moto di rotazione diurno clclla t<'rra (problema rrnttato già da l fr ancese Poisson t' poi dn l nostro Saint Itobert con metodo grafico e coi principi del moto relati,·o); yari11zioi1i che rif':;cono sensibili quando la gittata supera i 25 km.; <>) annlogo calcolo <lellc var ia zioni cli gittata qunndo s i voglia eons iclcrare la c111·,·nt11ra della tena. P er la qua lc condizione, per distai1ze molto grandi e di circa JOO J;:m . ed oltre, Je gittate calcolate nli"ori?'~ zonte delia batteria mediante le formule di Dnlistica, ris11ltano un
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I} OPEJRA DI S AINT ROBERT
poco minori che non sul t<'n eno ; f) c;alr.ol.o degli s pos tauM1 t i subiti da l riroictto a causa del yen t:o uei
due cas i in cui esso abbia dirC'zione parallela oppure normale al piano ùi tiro; g) calcolo d ella «der ivazione>) ossht tlegl i :,;posta!llenti che per effetto della rotazione del proietto attorno al s uo as:;e, il proietto Stfsso effettua later a lmente a, p.i:rno di t iro: ca lcolo necessario rwr le opportune correzioni nel 1rnntamento in direzione'; 11,) calcolo delle «penetrazioni)) di un da to vroit•tlo e cioè di noto coeffiC'ientc balistico, in mezzi r esistenti, quando s ia nota la velocità d'urto; e calcolo delle velocità e lleJle durate delle penetrazioni.
Così, dopo l' inve11zione della riga.tura e di varii strumenti perfezionati di misura, per lo studio della Balistica viene a costituirsi un complesso ben definito di problemi che si possono ancora riguar dare riuniti nei seguenti tre gruppi distinti: 1) un primo gruppo, di inùole fisica, avente fondamen to nella Mt•ccanica
dei fluidi e comprendente gli s t udi t eorici e speri!llen ta I.i ; - sulla resistenza. dell'aria, - s ulle onùe cbe accompagnano il proietto nel s uo moto lungo la traiettoria, - sulla forma dei solidi cli minima resistmiza - s ui fenomeni. acustiici prodot ti dl'l l moto ckl proietto nell'aria; 2) un i:;econdo gruppo, di .indole teorica e sc:i entifico-matematica, che, fondato essenzialmente sulle nozioni della Meccanica Raziona le e della Fisica, r i11nisce lo studio di tutti "i problemi, principali e secondari, ~opra enunciati; 3) un terzo gruppo, cli indole sperimenta le, fondato sull'impiego di strumen ti di misura, per la determinazione : - della velocità in iziale, - ilelle d urate di percorso del proietto lU11go det<•rminati archi della traiettoria, - degli angoli e dell n velocità c'Ji caduta, - della posizione dell'asse del proietto rispetto alla ta ngen te a.lla traiettoria (angoli di prr.cessione, ccc.).
Di Giovanni Cavalli (1808-1879) e di Paolo Balla.da di Saint Robert (1815-1871), entrambi va lenti ufficiali dell'Artiglieria pfomontese, già ripetutamente si è parlato nei Volumi 1Prece-
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L'OP.EHA DEJ, CAVALLI E DI S'.L'. ROBER;T
d(lnti ....,.. UT-IV-V - di questa Storia,; ma, non sarà, fem:a utilità un brevissimo riassunto dell'opera loro, atto a st,abilire ln. continnitù storica. di questo sguardo generale su11'èvoluzione della. Balistica esterna. Del Cavalli si sono segnate le varie invenzioni e si è detto &~i suoi ritrovati e dei suoi. 311.avori pubblica.ti. A questo illustre artigliere sono dovute coITTquiste veramente pratiche che hanno cointribuito in grado assai spiccato al progresso drll' Artiglieria, non solo in Piemonte ecl in Italia, ma dovunque (Vol. IV pag. 15'70 ·· Biograffa). Nel campo sci.entifico della. Balistica è gloria piemontese <~cl italiana il Saint Robert, il quale, colle molte ed elevate sue opere scientifiche, diede un largo contributo all'Artiglieria e specialmente alla Balistica. per i nuovi proietti cilindro-ogivali che, dagli studi del Cavalli, erano <leriva.ti. Del Saint R.ohert si è detto nnteec~dentemente trattando dei suoi il, varii scritti scieutifici (Vol. IV, pag. 1}'>96 e Vol. V, Oa.p. XXII), tra i quali di una elegante trattazione del problema seeondario di cui al comma (l) precedente, citandovi la, geniale pl'oposta del ennnone ad anima ric11l'va ed a sezioa1e elJittica, e ri1portando i suoi va ri.i studi di Bal isti.ca esterna (sul moto dei pT"oietti sferici in un mezzo · resistente ; snl moto dei proietti oblunghi. lanciati dalle armi riga.te; studio pubblicato nel 1859 e nel 1861, con s11a Nota clel 1872). :Menzione particola,re con vi<~ne sia fatta anche qui della sua M:emo1·ia. clel 1857 dal titolo << Sul tiro )), 111ella quale fu per l a prima volta stabilito il teorema che : nel vuoto o nel caso cli una rcRistenza. 1p1·oporzionale alla prima potenza della velodtù,, ·<l.ue traiettorie ottenute eollo sfosso proietto e la stessa velocità iniziale, ma Nn differenti amgoli di proiezione, gli abbassamenti sono eguali se eguali sono 'Je clistauze misnrnte sulla linea cli proiezione. Questo teorema rimase nella Seienzn Ba Hstica sotto il nome cli « Principio cli Saint Robert )).
I nsieme coi rilevanti pr·op:ressi teorici clelln Balistica dovuti per la rnnssima parte nl Saint Hobert. altri progressi forono -
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opr:uA Dl SIACCI
compiuti dalla Balistica esterna sperimentale. Il Didion avendo migliora,to il pendolo bnlistico che fu eostitni.to sotto clue forme : di 1Pendolo-c1101none e cli pendolo-ricettore, sorsero alquanti apparecchi elettro-balistici per la misura della velocitù, iniziale, e fra questi, ~1olto apprezzato cd. ovunque impiegato per la sua praticità e per la sua esattezza, il cro111ografo cli Le Boulengé (V,ol. VII, fig. 898). Grande impulso ebbero allora le ricerche sÌ)erimentali sulla resistenza dell'aria. La risoluzione geniHlc, e neno stesso tempo prati.ca, data dal Siacci al problema balistico principale, segnò una pietra miliare di parternm. per il più importante progresso della. Bnlistica, risoluzione nena quale egli non fu finora su1pera,to da alcuno (Vol. IV, pag. 1600, Biografin ed Elenco delle pubblicazioni) . E' pertanto gloria invidiata ,per il nostro Esercito l'aver avuto il Siaeci neHe sue :file; è lustro durevole per l' Artiglieria italiana di averlo annove1·ato tra i suoi quadri; è vanto geloso pe1, tutti quegli ufficiali della nostra Arma che, come noi, lo ebbero Maestro. In prceeclenti volumi - IV e VII, Cap. 31 - è stata diffusmnente esposta, la soluziorne che il Sfacci ha d.ato al pi·oblema balistico principale, soluzione ehe si fonda sullrt geniale scelta deUa variabile indipendente dliarnata. << psendo velocità>> e su ,Ji unrn opportuna alterazione dell'espressione della funziorn~ resistente. Di lui sono anche da rammentare gli studi e gli strumenti pe1.· il p1mtarnento indiretto delle int.iglierie ,d 'assedi.o, i quali rinrnsero lungamente validi in servizio.
All'opera del Siac:ci possono venir associati alcuni suoi allievi, quali , ,prima. di ogni a.ltro Carlo Parodi, poi Ettore Cavalli e Giovanni Bianchi. Al Pa.rodi (Vol. VII, pag. 1675), che fu apprezzatissimo docente di Balistica ine1le nostre Scuole, sono dovuti molt1 studi di Balistica, di geniale trattazione teorica, ma sempre cli indole eminentemente pra1ica, e rignaN1anti: sia il problemn principa.le secondo il metodo , di Sia cci, e sia argomenti relati.vi al 11
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OPERA DI BRACCIALlNf
tiro pratico come : i coefficienti di (;Onezione ai dati di tiro per l'altitudine cd il dislivello t1·a. hatte1fa e bersRglio; la condotta del fuoco, ed altri ancora . Mn di particolare rilievo per il pl'O-· gresso pratico del tiro, fu lo studio sul « Tiro a tempo» (1 !JO) . Ettore Oa,valli, del qua le pure si .diede gi.à ampio eenno (Vol. VII, pag. 1GS3; vol. VIH, pag . 2648, Diografia e scritti), ebbe il grande merito di estendere ed approfondire l'Off?era teorica del Sia cci; e di tenere con molto _p lauso per qualche anno l'insegnamento della Balistka ai 001·si s uperi.ori tecnici di Al't iglic1·ia a pa etire ch1lla loro fo ndazione. Ad Ettore Cavalli si <leYe il libro più moderno e completo di BaJislica che esista oggidi; e poichè un esame particolareggiato n on può essere fatto 01·a, mentre d'altro lato esso riuscirebbe molto istruttivo per dare ed ave1·e uno sguardo generale P,Jù completo sulla Balistica, estern a, ,d.e l libr.o stesso sarù, fatto uin ce nno più avanti.. Cosi pure, siccome molLi e più impo1· tanti JaYori de] Cavalli a1)partengono al periodo sussegue1nte la guerra del 1915-lS, di e si snrà anche eletto con qualche nml])iezzn nel successivo l>ill'agrnfo. Giovanni Bianchi (Vol. VII, pug. 1684), fn anch'egli apprer.,1,ato insegnante di Bali licn nelle nostr<' Scnole d' Artiglie1-ia , e seppe portal'c un gn1ncle co111trihuto aJln HaJisLica . specialmente an che p e1· qnan to ha tratto ai tiri speciali sorti con la difesa contraerea . I suoi favori iniziati fin dal 1 93 continnm·ono fino alla s11:1 morte (1917) tnntoth<'I qunktmo fu pnbblicato solta11to nel periodo immecli atnmente srg11ente la guerra rnmirliale : r cli es~i sarà pm·r detto più anrnti.
E-' giusto di ricorda re qu.i, non <·Ome allievi <lel Riacci. 111a come intelligenti e fecondi studiosi cli Balistien, Scipione Braccia lini (Vol. V III. pag. 2611, Biografia e scl'itti), nflkia]e d'Ar-tigJi.eria che seppe estendel'c l'opera del Siricci colb proposta. dei « Fattori di tiro» oggidì di gene1·n le impiego pratico; l'aro~ mii-aglio Gl'cgorio Ronca (Vol. YIH, pag. 29... 6, Biografi.a e scritti) autore (in ·eolht bora,1,io11e c,o l prof. Bassm1i cle lla R . Acc·.aclemia Navale di Livorno) di 1111 metodo cli J3nlisti<-n esterna -
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OPERA DI PARODI
non così rigoroso come quello ,del Siacci, rua cli molta utilità pratica per il rapido tracciamento del1e traiettorie; l'ammiraglio Fasella che immaginò e calcolò Tabelle balistiche seoondarie di pratico ed utile impiego nei ,c alcoli balistici; il Coman - · dante Giuseppe Manetti al quale si debbono pareechi studi e pubblicazioni cli Balistica, e tra gli altri quello relativo al com·pletamento del metodo di Ronca, ed un altro concernente il metodo cli Inga11s (Stati Unit i d'America,).
Derivati dagli studi balistici ita li ani, per opera segnatamen te del Par,odi, molti progressi furono compiuti ne1l'esecuzione del t iro pra tic.o. questi ve,nnero a suo tempo sanciti d::i JJe 111ostre Istruzioni sul tiro, riuscite veramente eccellenti nel periodo anteriore alla grande guerra. Studi importanti e di ,p ratica utilità furono fatti sul puntamento e tiro indiretto anche per la Specialità cla campagna, ed altri sul tiro da fortezza e da costa. Specialmente dopo gli studi per· il t iro indiretto da campagna, <li.vennero sempre più necessari i telemetri per la rapida ed esatta, misura delle distanze . ~folt i furono gli strumenti all'uopo proposti e sperimentati : 'tra i migliori si ebbero i,n un primo tempo quelli di Salmoiragh"i, cli Gauthiel' e quello di Parravicino, e in seguito quello cli Maclsen. Adottato da gran tempo (circa nel 1SSO) fu il telemetro Gauthier cla campa,g na, nncora in servizio durantP. la guerra 1915-18. Circa il tiro delle bocche da fuoco di medio calibro ~la fortezza, si ebbero stndi importanti del Parodi, culminato il1el suo lavoro sul cc Tiro da fortezza )) (1889), e nell'·a Jtro sul cc Tiro areato a carica fissa )) (1889), i qnali 1p osero basi ra,zionali e sicure al procedimento cli regolazione clel fuoeo per mez,i,o della forcella e clell'aggiustament,o. Ma specialmente cl:a,l lo studio sul << 'riro a tempo )) già precedentememte menzionato, ·d erivò che il tiro a shrapnel potè essere regolato in modo preciso anche ad altitudini. e levate, per mezzo di un coeffìcente di correzione Ca che :viene inscritto tuttora nelle nostre 1'avol<~ di tiro. Così pure ·- 163 --
'l'!RO PRElPARATO DELLE F0R'l'8ZZE
si conseguirono ann loghi vantaggi nel tito a granatr1 (od tL percussione) dallo t1ìudio del Parodi: « Varia zioni di gittata nel tiro a grandi altitudini », studio per il Qttale furono ufficialmente stabiliti i già men ziona ti coeffieenti di correzione per l altitudine della batteria e per il clislh·ello fra la, batteria e l'obbiettivo.
Importanti fui- otno gli studi sul « Tiro preparato nelle fortezze », basato s ull a Cart a t opografica a cur,e orizzontali del t.crreno della fortezza, Carta quadrettata segnante : -
l'esatta posizione delle opere, delle batterie, dei capi-saldi e degli ossei·vatorii; - H campo di osservazione degli osservatori sles.si ; - cosa molto notevole, In graduazione angolare di direzione rispetto ad un noto capo-saldo; - 1,, l.i uec d i egua le nugolo cli sito, purticolnri per un determinato osSC'r,atorio.
I n base a questi dat i della Carta è facile, median te due soli dati angolari rileYati dall'osservatorio rel atiYo a)]n Carta stessa (direzione dell' obbiettivo rispetto al ca,po-saldo della Carta. stessa, e suo angolo di sito), di stabilire l a posizione dello stesso obbiettivo rispetto nlla qun a 1·ettatura della, Onrta, e di tl'a rre dn. questa tutti i dati di distanza e di dislivello, necessa r i ,per il calcolo dei dati di tiro . Già nei precedenti volumi VII e XI si è fatto cenino al l avoro compiu to per lo studio di t ali questioni dal ool. Bellini e dall'allora capt. Bonagente della nostra Artiglieria; ed al merito {1el capit. Bonagen te per aver ideato strumeriti cli punt.ameuto preparato, s'intende sempre iudiretto, per bocche da. fuoco di medio calibl'O delle fortezze sia su affnst i cl a difesa , sia, su affusti di assedio e sia su piattaforma di mortai. 1 risultati di tutti questi studi furon o raccolti nfficialmente in un'ottima Istruzione snl tiro prepa1·ato nelle fortezze, pubblicata Yerso il 1900. Pure di grande impo1·tarnm pratica fmon o gli studi per il tiro diretto ecl an che indiretto dell e artiglierie da costa, e le realizzazioni in fa tto di strumenti per il puntamento. I n ordine -
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ALZI B '.l'BL!s)!E'l'R l
di-tempo (Vol. VII, § 6) è da rammentare l' « alzo automatico>> dell'a mmiraglio Pacoret di Saint Bon della nostra Regia, Marina; alzo e graduar.ioni [proprie ,cli . ciascuna batteria perchè fondato sul principio che per una batteria di determinat a altitndii.ne sul mare, l'angolo di sito segna la distao1za dell'obbiettivo dalla batteria stessa . Deriva da. questo principio che se mediante un meccanismo speciale si :fa in modo ehe per ogni angolo di sito (ossia per ogni distama), si fa sporgere l'alzo corrispondente alla distanza stessa, quando la bocca da fuoco viene materialmente incli,na ta. :fino a che la linen, di mira passi esattam ente per il bersaglio, essa resta automatica;mente puntata per colpirlo. Dana graduaz~.one dell'aho si può leggere il valore della distanza, dell'obbiettivo; d' oncle a questo apparecchio di puntament o venne anche ass<''gnato il n ome ·di « aho-telemetro )). L'alzo automatico servì pe!' il così detto tiro incliviclnale (od a volontà,), nel quale ogmi pezzo s:parava all' ordine del proprio puntatore non appena erasi ottenuto l'esatto pnntamento coll'alzo in questione. Però il tfro di. batteria da costa esigeva il « t iro preparato >>, sulle indicar.ioni del tele.metro dal quale si ri.levavano direzione e velocità di rotta. del bersaglio, ossin, i dat i necessari per il calcolo {lei dati di t iro e del « momento di fuoco )), atti a far cadere i colpi sul bersaglio stesso tenendo conto della. durata delfo traiettoria e del contcmpora,neo movimento dell'obbiettivo . I telemetri (VoJ. VII, § 6) erano strumenti molto i ngegn osi e di grande precisione e si s1h;C:eclettero nel tempo : prima quello cli Amici, e poi quello di Braccialini a base verticale per batterie alte, e qne1lo a base orizwntale a due o t re stazioni per batterie basse e cioc~ sit uate al livello del mare. l telemetri, sit1iati in batteria, furono giudicati troppo esposti al t iro av.. versa rio, ed allora furono sostituiti dal telegoniometro cli Braccialini e Solier, collocato a quota. rnoHo elevata. e molto all'in fuori delle batterie, in posir.ione r erntrale così è!H · servire ci ascuna ,cli esse. In breve lo strnmento, ehe è speefale per una dat a batteria, ha u,n vetrino sul quale sono S(~gnate le circonferenr.e dl egual distanr,a !])roprie della batter ia, e le rette divergenti di un faseio avente il ve1·tice snl l)iede della verticale del pezzo-
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IL TIRO INOlRll.T'IO
base della ba tte1·ia stessa : le pl'edette che;onrerenze e le preùette rette cl.i vergenti del fascio restano segma te sul vetrino così come sarebbero su qnesto veùnte se esse fossero l'ealm ente tracciate snlla superficie del mate. In questo modo ]'appHr-ecchio telegoniometrico, i-elativo acl una ce1-ta batteria, p 11ò, molto spo·s1'nto rispetto alla posizi one tli questa . c-ompiere le stesse funzioni dell'antico telemetro di battetifl .
P iù tai-cli e precisamente nei primi am1i del pre ente se<·olo, il tiro indiretto clell' Artiglieria da campagna cli,enne 11ormale sovratutto dopo l'adozio11e del materiale a deformazione, e Yennero all'uopo idea.ti e aclottnti appositi st rumenti per il [)untamento in direzi one e per quello in elennio11e, con linea di mira i ndipendente. Per il puntamento in elevazione cl11e differenti erventi-pnntatori impartinmo alla culla e così alla bocca d,l fuoco, e inclipen<lentem.ente l' un o dall' altro : 1
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l'inclinazione di sito, perman~nte pc·r una stessa posizione della batterìa e del bersaglio (e ciò veuivn fa tto dal primo d<'i puntatori me. diantc il C<'ntraruento della bolla cli un li\·ello); - la d cvuzione per la clistamm , pc>r parte del seconùo puntatore. ruecliante un volanti110 con graduazione a distanza.
Furono così adottati alzi c·on cannocchiali a prismi e poi r a lzo panoramico ed i1 goniometro Rnffn; strumenti atti n, provved(~re acl ambedue i. pun tamenti in cleva?:ione e direzione. P er l' artiglieria d'assedio, per mel'ito dell'allora ca.pit. Cortese, sj studiò l' app1icflzione del tiro preparato a1Ja guerra d'assedio, cos'ì come gi.1 fu accen nato nel prece<lente Volume. Il pu ntamento, naturalmente sempre indiretto, Yenirn fatto mediante Carte topografiche similnri a quelle in nso per le forteize, rua 1più semplici (non vi el'nno trarC'iate le grl'lduazioni di direzfone e tanto meno le linee cli egun1e :rngolo di sito), oppure mediante s<'hemi quadrettati sommari, da completare poi poco per volta :fino a diveinire vere Carte. P er gli scopi del puntamento indiretto il Cortese ideò un goniometro crflsseclio per i vari Comandi, :fino a quelli cli batteria. e per g-1 osservatori. - 166 -
lL 'l'!RO lNDIRE'l'TO
nonchè iJ. corrispondente « cerchio di puutamento in direr,ione >) . a cannocchiale (pee il puntuniento in elevazione si impiegava il , quadrante a · livello) per ogni pezzo della batteria. Particolare notevole di questo eetchio era un doppia graduazione, su una delle quali (fissa) si poteva prima di ogni 1puntamento, spostare la posizione dello zero dell'altra gruduazione (mobile per l a direzione) e individua lmente per pezzo di un « a111golo. di parallelismo)). Gli apparecchi ideati dal Cortese vennero modificati e perfezionati priurn del 1D15, cosicchè clnrante la grande guerra
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essi furono in serv1z10 concretati nel cerchio di puntamento Cortese, nel cannocchiale pa noramico Cortese,-Fako1ne per assedio. nonchè .n ei goniometri del primo modello Bennati (1908) e il modello rn12. L'innovazione del iiro preparato anche per la guerra d' as -
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lL TlRO IX1JIRET'IO
sedio provocò s t ndi e ritrovati che, oltte a COillpletare la soluzjone della questione, stabilil'ono un l"eale progresso dell'immaginnto si ·tema di tiro iprepara to speditivo . La necessità, di far convergere la direzione de] pezzo,buse P sull'obbiettivo B) obbliga il Comanùante cli batteria elle !,lta itll'ossenatorio O, a co1·1·ggere l'angolo lì, - per il quale 1'11sse del pezz(}-ùase PB' risulta parallelo alla. direzione OB (osse1·vatorio-bersaglio) - , di un amg·olo y che si ricava, in base agli clementi 7J ) D e i3 misura bili, mediante un « r egolo cli e;onrergenza )) idea1o dall' artigliere allora (1907) capit . di S. M. Alfons? !lattei (Vol. VIII , pag. 2 '59 : Biogra fia ed Blenco di 4-l l:wol'i) . Il r egolo è logaritmic:o e risolve lit fonuuln s on.
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sen. ~-
In teneno lllOIJ.l tano o collinoso, rneùiante 1111:1 Ci1rh1 a curve orizzontali è possibile det(i1·minarc esatt amen te la posizione di un obbiettivo su tale Carta , in ba se H dne indica7,io11i angolm·i: -
din' Zione azinrn tale dc·ll'obbidtivo, rh,p.dto nel un capo-:<al<lo, angolo di sito ;
inc1icazioIJi tlatc {la un solo osservatÒl'io ,di quotn beu conoscinta; rimane per tal modo e,1itato, ciò che occorre fare in pianura, e cioè l ' impiego di due osservatorii 111oncb è il p1·oceclimento per intersezione pel' determinal'e la posizione dell' obbiettivo stesso sulla CrH t a. Infatti nel tiro pr,~parato per le fol'tez:r.c tale p ossibilitiì. permette il tracciamento pi-e-rentiYo su .Ila Carta delle lince di. eguc1l sito di cui si è c1etto . Nel tiro c1'M;sedio, in terreno montuoso, la 1precl etta opera½ione può essere compin t a in mo<lo estemporaneo mediante un « p1·ofiJat01'<~ )) i<leato, eostl'uito <'d applicato p e1· la 1w ima volta nel ]!)1.0 cln l p 1·e<.l etto AHonso :Yla t tei. I l profilatore consta in sostanzH c1i 11.n grafico che cont ien e un fascio èli l'ette parall(•lc graduate, deJle qnali. dascullla., 1tella scala della Carta. è g raùunta a segmenti irnccef-sÌì'i pari h (h essendo l'equ idistanza frn le cnrve orizzont ali tang. z ed e l':rngolo c1i s ito); 1ali. 1·e1..te rappl'eseutnno la 1)l'oiczione
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IL TIRO IKDinì:.T'IO
orizzontale delle v:nie Jiu.1ee cli sito coi loro p unti d'intersezione coi piani di livello della Carta stessa. Sn quella ,delle pnrallele corrispondente all'a:ngolo cli sito dato dall'osservatorio, si segna in giusta posizione l'osseryatorio stesso secondo la sua quota, e, avendo <ruotati opp01·tunamente i punti di divisione dei segmenti, se si adatta ]a parallelll stelt n una traccia sulla Carta della visuale osservatorio-bersaglio iJi modo che coincidano fra loro il punto de])a Carta e quello sulla parallela che rappreseo1t.a.no l'osservatorio, il punto de11a Carta che rapprese11ta il bersoglio è quello che ha egnale la quotn twnto sulla Carta, quanto sulla, precletta paralle'l:1 di sito. Praticamente il procedimento è molto semplice e dà buoni risulta ti pra tiei. Mentre l'idea origina le d<~l Cortese prendeva svi] nppo, il predetto capit. 1'-[attei (1!)0G) effettuò nuo studio t rattando Ja questione del tiro d'assedio contro bersagli coperti alla vista, cioè non visibili da oss<~rvatorì tenestri e di difficile osse1·vazior1e nu1che dall'nereo. I procedimenti {lel tiro chi Iui suggeriti erano tutti fonda.ti sulla preparazione del tiro stesso snlla Carta o schema qnadrettato. Per ottenere dalle boeche da fuoco la maggior(~ possibile esa ttezzn , il lVIattei propo,n eva : -
c·orn:·1don.i prcve11Uvc ai duti cl i tiro d ipcnclentenwn te ()a lla rm:ssionc atltlosferka e dalla temperatnra; .i nnova:doni ai m<'tocli cli tiro collc quali r aggiungere l'efficacia più pronta possibile sull'obbiett ivo, e n:n le ftltre la rego lazione del tiro rie lJt :. gl·anata a temi10 ltlCdiantc l' oso di appropria.ta spoletta ; r egolnzimw oU<' nuta nw<1iaute le d ue linee di osservazione di do e oSSt>rva. tori, tn1cciate da l goniometro in oas<-> a mis111·p angolari fat t(' sulla Car la . 0
In tale sno studio i1 ì\fattei proponeva arn:01·a degli esperi-menti del procedimento studiato~ e specialmente esperienze intese a stn hilire c:on q rwle erro re medi o poteva deterrn imi rsi la posizione dell'obiettivo pet mezzo <li esplorazione tenestre ed aerea . Questo lavoro veniYa poi dallo stesso a11tore i,ntegra.to da due altri st11di s11] << Trasporto c1e·1 tiro)) (1908 e 1909), aventi. per oggetto la determinazione delle correzioni preventive da apportare ai dnti cli tiro di u,n a rrnova batterin, trnendoli dai tlnti di tiro di altra Unitù,, in preC'edenz;a esattamente regolato su un bersaglio ben appariscente~ ma a cliYersa clistarnm e in cli-
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S'l'UDI DEL PROHLEM.\ r.t\ LI!;'HCO ALL'ESTERO
r ezione ditier en te. F inalmen te Jo ste::,'So a utore alq nm1to più tardi (1912), tr attan -cl.ell"i11.ft11 enr.a clelle forme del ten eno s ulla s tima d ei 1·isulta ti del tiro c1 perc ussione : 1) per cbè, per esempio, su turcuo che dietro a l bcr sa.glio h a inclinazioue poco diversa da qt1e lla della ll"iliettor ia . i colpi pochissimo lunghi
possono Yen ir r ilevati lm1gh i:s:simi t> lrane cosi .in ll'rorc il direttore del fuoco; 2) p crcllè in montag na i:; u tt•rreni mollo inclina l i conviene regolare con cpportun o pr ocedinwnto il ti ro co111e s u bersaglio verticale, con le stesse r egole di pr obabilità Ch(• erano llPt)licate un tempo nel cc t iro al telone>>, i1sato prima del 1884 in tutte le Scuoi(' di tir o r eggimentali uncll!l da campagna.
D evesi a ggiunge1·r e he nel 1!>10. 1per interessamento e per ordine del Ministro della guei-ra . , enHtor e i ng. Ca snn ,1, il hlattci fu incari ca t o <'li compi r 1·e cjsp(• 1·imenli su1 p rnceclimento d el t iro cont ro be1·sagli coperti nl'l11 Yista. Da h di esperimenti ~i i ra r-ser o poi :norm e e da.ti eo11 c-r eri e-Ile :1 ::iuo tempo furono sanciti dalle I struzion i nfficiali s nl ti ro .
Accenn er emo oi-a alle sol uzion i dare all'estero al problema, balis ti co, premetl'en<lo che> i u genere le s olu,,;ioni d el problema. principale della Balistica. differenti dnlla soluzione dnta dal Riacri, rostituiscono t u tte <lei metodi. particolari cl.i integ razion e ùell a odografa di S a int R obei-t. Va ram men tato, se non a l t ro per aauda11ità , il metodo eost eletto deJla « Commissione d i Ga·ne », nsato in Frarn·ia "lì.no al 1921. e d1 e i n fond o 111 0n era a lti-o c: he quello di Eulero pct· Ja 1·esistenr.a qu a dratica, ma con 1m ,·aloT'e del coefficen tc ì" va r iabile, da arco a-cl arco secondo uua funzione di v . e c-ioè K ('i;) = y. P er og-ni a r co il ya)or c di g nes ta fnnzione , per u·n ' a111pie;,;zH tl' c1rc:o m olto piccola. poleYa essere ritenuto costainte . Y f'11irn <·al<"olato il va lore <'lelh1 .-clocità orizzontnlc al te1·mine clell' mTo mediante la primn cleJJe bcn note fornnùe di E ulero . Degno cli menzione è il mrt oclo del fra n<:ese Yc1llirr, eletto « m ctoclo dell0 Yeloritù >>. il qual e ~i 1p r esta anche a l e alcolo clell a. t r aietto1·iR per pnnti. 0
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STUDI DEL PROBLEMA BALISTICO ALL'EST-ERO
Giova ancora ricol'dare il metodo di Charbcmnier, col quale in un determinato caso si ritrova1110 le stesse formnle cli Siacci per una speciale ipotesi. Per avere la, soluzione più generale · si debbono introdurre per ogni formula, altre due funzioni balistiche da,te da tabelle a semplice entrata. Il caso della resistenza, cubica ha {lato occasione a lavori importanti, e costituisce uin caso notevole perchè la, sua soluzione può essere compiuta mediante le funzioni ellittiche. Il p.rof. Greenhill, inglese, pubblicò nno studio notevole sull'integrazione delle equazioni differenziali balistiche nel caso ora considerato; studio ehe completato da numerose Tabelle recanti . i valori numerici di particolari. flmzioni che interveJJgono alla soluzione del problema. La. soluzione del Greenhill fu poi estesa dal francese De Sparre. Il Piton-Bressa nt, mediante alterazione della funzione resistente, risolse il problema balistico ij)er i casi. delle res~steinze cubica e bi.quadra t.ica; e contri.bn1 al progresso della Balistica, fornendo al Didion le basi per gH ulteriori progressi ottenuti da quest'ultimo. Negli Stati l 7niti cl' Ameri.ea fn seguito il metodo di. Inga.Ils, a,utore di un pregevole Trattato cli Balistica e di altri lavori in argomento, nonchè compilatore (1.889) di una Tavola de1le funzi.oni di Siacci. Alcuni autori p1:oposero metodi grafici approssimati per I.a costruzione della traiettoria, continuando ]'opera del Poncelet (1827) e clel.Diòio:n (1848) già più sopra nomina,t i. Fra questi spicca il prof. Oranz; dell' Ac,cademia, cl' Artiglieria di Berlino colla sna soluzione grafica pubblicata :fin cl'al 1896 in un 'J'rattato d 1e ebhe ben cinque <~dizioni s11er.essive. Egli, insieme col prof. Rothe , tedesco, propose un n novo metodo grafico di integrazione: -
><ia dell'oclog1:afa in cui entrano :i valori della densità dell'aria all'ordinata del punto considerato della traiettoria, noncbè all'origine, - sia dell'equazione clifferenziale dell'ordinata.
Le due eqnazio,n i different.iali fnrono conternporaineamente integrate col metodo grafi.co del Ru.np:e, .èlçi1po un'opportuna trasformazione delle variabili i.n ni10ve va ria bili. , 'rnle integra· -
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COSTRUZION[ GRAF ICIJE iù'l:'ROSSDH.TE
zione g1·afica è approssimata, e però l'approssimazione può veriire spiuta :fino a quel qualunque limite si desidel'i. Il metodo uon ce&'Sa poi di mantenersi valido dopo che il Cra1nz sostituì ad uno dei termini un'altra espressione nella, quale entrano: la velocità, del suono alla tempetatma assoluta T, nonchè i valori delle pl'essioni atmosferiche rispettivamente uel punto considerato della traiettoria ed all'origine.
Per analogia è opportuno fal'e (} ni uo:1 cenno ulle <( costruzioni grafiche approssimute », le quali permettono la costruzioue n1pida e su:lficienteIUente esa tta di 'l'avole di traiettorie grafiche, molto utili nella 1prati<;a del t iro. Uno dei metodi è detto « per archi pai-a bolici )) ; e con esso ai due rami della traiettoria si sostituiscono ùue archi ùi parabola ad asse verticale, elle hanno il verLice comune e coi11cideiute col vertice della traiettmia, e che sono U1ngenti aJla traiettori,:1 1·en le : il prim.o nell'origine, ed il secondo nel punto di caduta. P.oich<~ è proprietà della p,arabola che la trangen1e nel vet'tice sia il luogo dei pna1ti medi dei segmenti di iangea,te ana p:trahola stessa frn il punto di contratto e l'asse, consegrn1 che il vertice comune deHe cl.ne parabole si tl•oya sulla verticale passante pe1· n pnulo cl 'intersezio11e delle due tangenti : l'u11a nell'origi,n e (incHnata clell 'angolo di proiezione su])'asse delle ascisse), l'altru n1el punto di. cadutH (inclinata sull'asse stesso, aell'angolo di cndula), ed n n1.elà <listanza fra il detto punto d'intersezhme cù i.I già detto 11 Rse delJc aRcisse. I <ln e Hl'chi. cli pa1·abola possono esi:;ere rapidnmente disegnati c:oi o:n·ocetlirnenti <lena g-eorn.et1·ia . ..Altro metodo è quello delle (Croniche osC'nlatrici )), col quale ai dne rHmi della traictt01fa si soslitniscono due archi di co11ichr, che ham10 rnn ve1'tiC'e C'Omune 11e1 vertice clclla traiett oria, e che sono oscnlatl'ici a C(Uesta: un a1·eo 11ell' origine e l'altro nel punto cli caduta . P er 1n cost1·uzione grafica dei. due archi cli conicl1e. occorre stabilire il punto in cui ciascuna conica inc011tra l'asse <1elle ascisse. ·Per Regnare la po~izi01ne del punto G' appartenente alla ronira osc11Jatrieé 11ell' origin c, ccl il punto -172 -
lHLISTfC.·\ EST8RKA SPElUMEJSTALE
O' appartenente alla coni.ta osc11latrice nel punto cli caduta, si hanno élue condizioni esprimibili coin fm:·mule in cui. entrano le coordinat e del vertice della traiettoria . La costrU?:ione cli cinscun arco si fa per punti applicando il corollario del teorema di ,,
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P ascal sul CJ.li.adrilatero inscritto, per il quale le d ue coppie cli lati opposti del quadrUatero e le cop1p ie di tangenti su due vertici opposti, concol'rono in p unti allineati.
Per ciò che riguarda la Balistica esterna sperimeintale, è a. rioordare che dopo il Robins e dopo il perfer,ionamento del pe111dolo balistieo ad opera del Didion , si estesero le esperienze sulla, misma -della veloeità iniziale che valsero, come no1:.ò il Saint R obert, a svelare le mende pratiche -della teoria parabolica. Così. il pendolo balistico, usato per la misura. della resistenza. clell' aria, -dovendo fornire dne valori della velocità del proietto in due punti diversi della. traiettoria, oltre a necessitare il fastidioso trasporto dell'apparecchio e que1lo faticoso della bocca da, fuoco da un punto acl un altro, aveva nltres'ì l'in-
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CRONOGR.\FI
eonyenicntc di ri<.:hiedcl'C au1ehe due differenti colpi, i quali non poteyano mai -re11irt' sparati nelle t'Salte i<le11ti.cl1e condizioni, e ùa \'fino quindi luogo a sc11sihili enori di misnra. Iuoltre l'i.11-re111zione della l'iga tnrn proYO(·ò m olti altri problemi e spinse a mismn;,,ioni sempre più pl'edse delle velocità, ad effettual'e le qnali gli. i'ln-e11to1"i , stinwl:tti d11gli studi.osi, immaginnl'ono i. « c1·onogrnfi rlettro-balistici. )) Sl1S<·cttibili cli espe1·icnze più Yaste e prN:ii::e . Jt'ra rpi esti c1·onogrnfr. p1·0Ynti ed impiegati L)e1· qnalche tempo, i:;cnwi: il <:ronografo cli Naver. Le111·s, quello n pendolo co11ico cli Martin d e B1:ettes, il crono1p·afo di Nohle, e quello cli Rch nltz. ·Ma il cronogrnfo di Le B0nle11gé ebhe il sopravvento su tntti. e a)el'l'ezi.ona1o ancota sur1'.essh-nmente cli,e1me cli uso genera.le. Qt1P!'ìto appnl'ec<"11io ,pc1·mb,( le rnig-hol'i esperienze sn]]n 1·esistenza tleJl'arin, ql1111i r1n( lJe i11irJesi cli Bashforth, quelle l' USS<' di l\(a_p' \,i,.:ki, que11e olande~i di HojeJ, quelle te· desche cli Meppen (poligono di tiro cle lla Ditta Krupp) e poi <tnelJe frall(·esi di Cllape'I : ei;:peri<>nze t u tte daJ1e qnali il Siacci nel L 96 detiw) nnn fo .1°m.11la 1mira pel' rapp1•esentarc la fu,n7,ione 1·e~iste11te. Lo stesso Cl'onog-1:afo Le n ou lengé servì poi non solo pet molte a]frp PSperieme di misura di , eloc:itù., ma anche in cspel'iernr,e lanto di Balistica estcl'Hè:l qua11to <li RaJi.stica interna per Ja m.isnra di durate .1110 lto J)iccole. Intanto il progresso nelJa, tec:nicn d elle (ispel'ienze commise ad altri strnmenti più perfezionati. la mism·a esatta per dnrate molto bl'e,i, e a tali strnmenti ~al'à fatto cenno più avanti. Co11tempora11eo ·O qnasi n] cronografo L e B oulangé fn il veJocimetJ:o cli Sebert (1873); mediante il qun.le ful'ono possibili fa registrazio11e del rinculo libero di un' arma, e<l il Ci:IJcolo abb11stanza e atto della , clo('ità inizinle, mediaa1.tc Ja relrrnion e di Piob ert. A ques to propos ito rimandiamo il lettore a l Capo I del ('npH. r;o0 , dove ln q11e:.;ti011e <\ piiì tliffnsamente tratta tn . l\Iolt o più recente e snscettihile cli mis111:e molto precise di Yelodtà. sbì alla bocca cleJl'al'ma, sia i n prossimità cli qu esta, è il cro110grafo di Crchore e Sqnie1' applicah1 per Jn iprima. Yolta 11 C'gli Stati Uniti nel 1907. Anche di questo apparecchio è detto ampiamente n el Capo I a proposito cli esperienze di Balistica i•n te1·na. 1
1
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CRO~OGRAI~I
Similmente rimandiamo per brevità aUo stesso Capo I per q nanto ha tratto alla, « fotografia a scintilla )) dovuta. al Mach e perfeziona,t a da altri, tra i quali l'italiano prof. MaioranH, (1896). Però conviene qui di far rilevare che questo procedimento sperimentale è in grado di dare la fotografia de1l'onda balistica che accompagna la punta del proietto 1per velocitài ultrasonore; ~ che dall'incli11azio1ne della. retta delimita:nte l'onda balistictL sull'asse del proietto può dedursi la velocità cl.el proietto stesso nel punto in cui è stata presa )a fotografia. Infatti dalle successive posizioni clel proietto su]]a traiettoria. partono delle onde sonore che, in un istante dato, si trovano sopra una snper:ficie conica che ha per vertice la puuta del proietto 1Hell'ista111te considerato, e la cu i semiaperhll'a angolnl'e
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<lntn <l.:i. sen 'I =
au .
ove v è la velocità del proietto neH'istnnte stesso, ed ci è quella del suono. Misurato l'angolo , clana fotografia, e noto a., si deduce facilmente il valore cli 'U. La fotografia a scintille serve pure a rilevare le posi,doni cli un iproietto ,durante la perfora.. zione di lastre resistenti, nonchè tutti i movimenti del mezzo perforato, e le onde sonore che accompagnano i movimenti stessi. Interessante è ramme11tare Fespericnzn. del Nessen per la. misura della, velocità, di rotazione clel proietto attorno al proprio asse in 11:n pu111to q ualsinsi della traiettoria. Il proietto veniva riempito di materia fumogena che si accendeva. all'atto dello sparo e lanciava all'est<~rno un sottile getto continuo di forno bianco, attraverso un piecolo foro praticato nena pa.rete cilindrica del proietto stesso. Snlla. traiettoi'ia il getto di fumo si disponeva secondo un'elica, il eui ,passo poteva venire apprezzato mediante la fotografia. Nota la velocità di traslazioille del p1·oietto, era fadlc dedurre la velocità di rot.Hzione ,d el proietto stesso. Il :\l'essen trovò che questa velocità di rotazione si. mantiene quasi inalterata lungo tutta fa tra.iettoria.
Per la misura della velocità, inizh1le, i reticoli del cronografo Le Bonlengé vennero, a ~copo di maggior precisione, so-
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l'ilODLE~lI 81-:CONO.\r.I l',l 11.\LIKTICA
stituiti da iu te1·ruttol'i a<:ustic:i idea ti dal gen. G ossot fraucese fin ·clal 18<6; e che sono impiegabili <tnando la yeloc-i.t.ì da mi.sui-are è supel'iore a quella del suono. L'interruttore raccoglie l 'oncia acustica che accompHgna il proietto, ed allora interrompe u11a co1-rente elettrica. GJi interrnttori Yengono disposti in punti convenienti. 11el piano di t iro. Media111.tc dne inte1'rnttori a breve distanza fra loro, si possono con accorgimenti speciali, misurare la Yelocità del p1·oietto in punti qualsiasi della traiettoria . Per la ripl'ochrnione della traiettoria renle, il Nessen ha proposto 1111 ,proietto che, per forma e per peso, e1'a identico a quello regoJarneJ1ta1'e, ma po1·tante però nn dispositivo ~nterno che, sulla t raiettoria, attraYer o un'aper tura nella parete cilindrica può sviJnpp1:u'e all'esterno un intenso getto di luce. Il getto o l'aggio, <:he pel'ioclicamente si presenta a. c:rnsa della rotazione del proietto attol'llo :il suo asse, può essere fotografato dH un punto la ter-alc al piano di tiro, e scgm1re pm1ti successivi e vicini della. traiettoria . 'l'ale procedimento fu chiml'.lato « stereofotografia>>, e con apparecchio stereoscopico si possono compiere detel'minazioni molto interessrmti ed. utili. Per lo stndio del moto clel proietto, l'applicnzione del cinematogrnfo rapido ed ultrarnpiclo ehbe inizio all'incirca 11el 1910, con moclei;;ti r is111tn t i in pl'inc·ipio, e con imp0rtanti svilnppi invece nel clopognena.
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+;
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Circa i pl'Oblerni secondari delln Balistica, basta110 pochi cenni. Sul secondo problema , dopo il Saint R ohert, ,ennero compiuti studi dal Va llier iin Francia e dal 'Wuich i~1 Aust ria, con pubblicazioni ternJernti a dare no1·me per la életerminnr.ioue dell'inclinazione Jina]e clella. l'igntm·a r.hc assicma stabilitù al proietto, clal De Sparrc e dal Chnrbom1ier i11 F t·ancia . Però il problema stesso ebbe trattazione più ampia. ed es:rnriente in Itnlia per merilo <lel pl'of. Bmzio dclln R . Accademia militate di Torino, e di tale trattazione sariì detto nel pHrag1·nfo 3eg"uente. Circa la de11sità dell 'al'in ~ i ebbero gli i-ltn<li del Saint R obert. del Rh1 cci <' del rarNli. -
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PROBLE:MI SECO!'<"DARI DI fiALlS'l'ICA
Relativame1nte agli effetti ,d ella rotazione della terra sul tiro dell'artiglieria, si occupò per primo, in mm celebre Memoria il Poisson, 1V(emoria che venne interpretata geometrieam.ente dal Saint Robert nel 1872, mentre poi più tardi tale questione fu studiata dal Oharbonnier in Francia. Per quanto concer,ne l' azio111e del vento sul moto dei proietti, dopo gli studi dei francesi Borda e Didion, il p1·imo calcolo ra-· zionale fu fatto dal Siacci con form.ule pratiche di correzione, e dopo di lni da altri ehe però non ragginnsero risultnti praticamente migliori. La derivazione, ,clovnta al moto girosco1pico del proietto, venne inizialmente studiu,ta in F1·ancJa . La deri.va.zione vi era da taluni spiegata co1l'effetto Poisson, cioè colla forza, dell' attrito tra l'aria e la. superficie esterna del proietto rotante, in relazione col cosi.detto cc Pffetto Magnus )) : il Saint Robert era, rimasto ancor::i fermo a questa spiegazione, la quale (come venne poi dimostrato) è tota.lme1T1te iinsufficiente, poichè l'effetto Ma,gnus non produce t-he 1rnH parte minima della derivazione. La causa fonda.mentale della derivazione consiste invece in quel particolare effetto girosc:opico clrn differenzia il comportamento del proietto da queHo di una trottola; e che consiste in ciò, che moot re la, tro'ttola, compie ornmerosi giri intorno alla verticale, il proietto rimane, generalmente, col suo asse di figura sempre da1Ja stessa parte del piano di tiro : cosicchè, la forza deviatrice, operando (a differenza della trottola.) sempre dalla stessa. parte, IJ)roduce la fuoruscita del baricentro dal proietto dal piano di tir,o, ossia la derivazione. Questo effetto giroscopico particolare del proietto, venne tl'Ovato per primo (sia. pm:e con ipotesi inammissibili e con analisi insuffieient<~) dal ge.nerHle Russo Mayewski ,nel 1872; e poi ernrnciato e dimostrato rigorosamente dal Burzio, come dfremo più avanti ,tuntochè và oggi sotto il nome di « legge» o cli « effetto » ì\fnyewski-Burzio (1). (l) ll cosidctto effetto Mngnus si enuncia cosi: una corrente d'aria, lanciata normitlmcn te all'asse di un cilindro rotante rapidamente, produce s u di esso una spint:L diretta normalmente all'asse e nella. direzione v<'rso la quale è diretta la parte di superfic.ie cilindrica esposta alla corrente. Risulta che l'effetto Magnns fosse noto già al Robins <', prima ancora, al Newton.
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rnon1.E::-.fl S ECO~ D..\HI DI R \L IS'l'ICA
La penetrazione di proietti sferiti nei ruez,d oJiéli fn inizialmeu te studiata dall' inglese llntto!n, Egli novò (·he, a parità di mezzo e di proietto, Ia penetrazione, (supposta una resistenza del me7,zo tPropol'r.iounJe al quadrato della ,eloc-ità) era propor,donale al loga ritmo delJa, veloeità di impatto). Per proietti di caliln·o diffe1'oote, a parità <li. velocità di. impa tto. 1H penetrazione risultava direttamente proporzional e al calibro. 'l'ali regole fnrono mantenute fino alle esperienze franc esi di Metz (1 40) sempr e per proietto sfetico. Da esse risultò la legge di resistenza, ancora valida oggid1, per la .q uale Ja l'esistenza alla penetrazione consta di due part i : -
l'uml data e dalla coesione molecolare del ruczzo elle occorre Yl Ul·cr c,
-
r- dalla r esistenza d'attrito tra protetto e mezzo ; l'altra derivante dalla per<litu di 1•ncrgia s ubi ta da l rwoielto a causa
d ('llt> forza v iYa da esso comun icata all1• molecole del uwzzo stesso.
La. resistenza sull' 1rnitù, di mnssa veni.va espressa da una form ula in cui entrirrnno due coe:fficenti sperimen tali rignarda,nti il mezzo e precisamente le du e parti in cui la resistellza, come si è detto sopra, venha suddivisa. Colle leggi della meccanica e del calcolo, daJla. predetta, fol'mula si d.eterminnno 1H [)e~ netrazione ad u111 certo determinato tempo, la penetrazione totale e la durata della penet1·azione stessa. L'adozione dei proietti rigati 1·ichie<leva pertanto una soluzione a nuovo del problema delle penetrazioni; ma la difficoltà del problema. stesso vi si opp9se, tanto più che mancavano esrJerienze sistematiche coi nuovi proietti obl nnghi, e le espericmf' stesse 01011 potevano, d' altra parte, ri nscire sistematiche ed esu urienti, per ,d ifetto di una buona t eoria. Si preferì pert:rnto di adattare ai nuovi !Proietti lfl mediocre soluzioo1e ottenuta per quelli sferici, correggendo il valore .dell a ritarcl:lzione mediante un ('Oe:fficiente costante di forma , introducelld O nella form nla nna. tale costante e riteo1endo vera l'ipotesi che il proietto urti il mezzo normalmente colla punta , e poi che esso, dnra11te la, penetrnzione, mantenga il suo asse costantemente nel1a stessa cli-rezione dell a velocità,. Qnesta ipotesi si vet ifica inYeC'e di rado; nuzi sovente essa è alquanto lootana dal vero ; pcrC'hè se il -178 -
IL GlOCO RAL t GTICO
mezzo non ha densità e coesione uniforme, il proietto assume deviazioni notevoli; per esempio : -
da t errapieni colpiti alla base, ove il terreno è più addensat o per xagioni di gravità, ,;,i ebbero fuoruscite del proietto dal pendio superiore, in direzione qnasi orizzontale; - pallottole penetrate in mezzi omogenei, come ver esem1)io creta ·umida, seguono talora traiettor ie tortuose ; - in ripari cli neve, le pallottole cli fucile si arrestano s ovente con la punta rivolta verso il tiratore e dopo pt>rcorsi bizzarri.
Il Cranz, nel suo Trattato di Balistica, espone molti dati sperimentali sulle penetrazioni di pallottole in mezzi solidi omogenei; discutendo poi e risolvendo il lungo diba ttito scientifico relat ivo all'« effetto esplosivo)> cl.elle .p aJlottole che con velocità molto eleva.te colpiscono mezzi solidi ma di consistenza molle pastosa. Lo stesso Cr.anz fornisce poi dHti e risultati circa, i rimbalzi dei iproietti. Al Parodi si deve uno studio importante eh.e per gli usi pra-tici semplifica molto il calcolo della penetrazione dei proiett i in mezzi solidi. I n tema di penetrnzione giova qui ricordare che U pr,o ietto registratore di Sébert, già spiegato nel Capo precedente a proposito di esperienze di Balistica interna, può servire .p er regi-. strare, rispetto al t empo_, il moto del proietto durante la penetrazione in un mezzo omogeneo.
e
Come mezzo pratico di razionale esercizio a tavolino per l'applicazione delle regole di tiro e di condotta del fuoco, fu ideato e reso regolame?n tare nel 1892 il così detto « giuoco balistico )). In esso, per t<mer conto deile reali. difficoltù, ve1nivano considerate le deviazioni dei eolpi tant o in gittata, quanto laterali, uonchè ancora in altezza ·di scoppio per gli shrapneJ .. Ques to giuoco, razionale ed ingegnoso 1nel concett,o, era però laborioso e di lenta applicazi.0111e. Nel 1908 i.l già più volte ricordato mnggiore Mnttei semplificava e r endeva più pr011to il giuoco -
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U. IlALISTIC.l ES'l'll:R,):.A NEL
1914
balistico, riconernlo nl graficis mo. e per il tit'o a tempo nel una sol uzione speciale. Con un po' di eser cizio il giuoco può venil'e preip arato abbastanza pl'esto, e più di t ntto sollee:itamente eseguito. E sso si è dimostr ato nella pl'atica .1ss,1i. utile per l'addestramento degli ufficiali a lJa direzione del fuoco d i una batteria . Del giunco balistico si sono occupati in puublicazi oni nella nosttu, « Rivis tn cl' Artig1ieria e Geuio >> tanto il colon. Bnlotta quanto il gen. D ' Antonio.
§ lii
La balis tica esterna dall'inizio de lla guerra mondiale fi no ai giorni n ostri. Premes sa . L'opera di Giovanni Bianchi, di Ettore Cavalli, di Oiuliano Ricci, di Vito Volterra, di Giovanni Bruno, di F ilippo Burzio e di altri artiglieri e scienziati • [I trattato di balistica esterna di Ettore Cavalli = Calcolo della traiettoria pe r archi succissiv i • Metodi e s teri di risoluz ione del proble ma balistico princi1>ale = Del tiro pratico e degli strumenti di puntamento e di tiro = Ba list ica esterna sperimentale e nuovi strumenti di misura • Considerazioni.
Come è stato eletto in precedenti volumi l 'opera cli Siacci e clei suoi. <lisc·epoli. rinnovù la :·cienza del tiro, t::intocbè nel periodo dal 1870 al 1914 essa si affermò su solide basi. sulle quali gli studi.osi co1ntempo1·anei ed ificarono poi 11egli anui segu,,nti con in telligenza e fo11:una. Alla fine del 1914 Ia scienza balistica italiana a,e,·a p:iù assunto quell' aspetto 1·azi.cmale uuit:wio che ancor oggi conse1·,a nelle sue linee fon clament ali. Il problema fi sico, cio<~ qu ello della rei:.is tenza clell' nria, era stato dominato e racchi uso Ol'nrn i nella famosa ta bella della funzione re. istente li'('r) the corl'ispm,<' e coe1·ispon cle t 11 tt01·a. alle esigenze deUa pra tica . I 1p roblemi del tiro relnti,i. Hll'ol'izzonte tro,arono nel metodo Siacci solnzioni « a p1for i )) (vale a dire se111Za l'ausilio di -180 -
LA BALTSTICA ESTERNA NEL
1914
dati sperimentali) rapide e precise, sin clove lo consentivano la tabella del P (cp = 43°, X = 18.000) e la tavolu balistica generale, che si estendeva ormai dalla velocità U ,;=, 1.500 a quella di 96,9. · Per le tavole riferentesi all'orir,zonte clel pezzo, i problemi · del tiro inerenti alfa costruzione delle tavole di tiro erano risolti con estrema facilità e con grande esattezza, col semplice rilievo di alcune seri.e cli colpi, fatte per 1uisurare i valori speri. mentali deUa funzione ~La soluzioll)e pratica l'elativa al problema della ricerca dei dati per un punto situato fuori dell',orizzonte del pezzo, o veniva dedotta dalle note relazioni tra punti aventi la. stessa x) ammessa l'ipotesi. che il coeffieiente balistico O' sia costante sulla verticale passante per il punto da col1pi l'(! oppme trovava soluzione con l'impiego del coe:ffieiente di cor-rezione 02 d(~l Parodi. Questi due. procedimenti davano buoni risul tati solta,nto qnando il punto nO!ll era molto distante claU'oriz.::,;onte, ma cadevano in difetto negli altri casi i quali però a quei tempi erano considerati eccezionali. Il metodo Siarci offriva nnche la possibiJità di risolvere questi problemi di eccezione, ricorrendo al cako]o per arehi. cleHe traiettorie: ed a questo proeedimento si faèeva ricorso nei casi speeiali di forti ve]oc.it:'L e grandi. angoli di proiezione. Le fo1,mule relati.ve alle variazioni dei parametri della traiettoria si limitavano H coi1siderare unicamente )e correzioini. corrispondenti alla p;i.ttatn : ncJla tavo]a cli tiro era però soltanto riportato il soefficiente di eonezione 0 1 per tener conto della quota della batteria . 'Ln riso] nzione <lei p1·oblemi clel tiro eon la resistenza. quadratica. i] ,problema del vento e della derivazione, e quello reJ::itivo alla mRssima p;ittntn, furono portati acl U!n a,Jto grado <li perfezfone. tantoch è :rnche oggi possm10 dirsi insuperati. In sostnn7.a, all'entrata in gnena, Je fondamenta della scienza balistica ernno solide e vaste : ccl anche se ]'edificio non era completo, per ogni ,nuova netessità oeeoneni soltanto costruire sulle basi già traeeiate magistralmente dalla seuola di Siacci. Il periodo st orieo <Jella hn]istica esterna che ha inizio con il 1914, an no delh1 conflngrazione e11ropea., risente:• de11a pro -
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OPER0 DEL R!J\NCHI E DEf, C..\\".\LLT
fonda e vasta opera clel periodo precedente nel quale, corue si è già visto, clom.il1ò incontrast·nta ed insuperata la geni11le clot-tifoa del Siacci.. Due grnndi ed i11signi allievi c1e1 Sinc<.:i, (iionnmi Bianchi ed Ettore Cnvalli, sulle orme così. pi-ofonclnmente da 1111. trncciate, ne seguono fedelmente gli ammaestramenti, ed alJa baJ1stica esterna portano il contributo della, loro inshrncabile attività, del loro profornlo snpei-c e della loi-o pas ioue. Altri sincliosi - artiglieri e matematici - eo11conono con le loro ricerche ad accrescel'c il 1Pat1i.monio cli questa scienza che continna così ad affermarsi i11 Italia cou segni e renJi,,.zazioni che le mantengono il p:eloso primato stabilirn ch1i mng;istrali principi di Fr:rneesco Siacci. ·
DeJl'opera di Giovanni Bianchi abbiamo già an1to occ:asione cli scl'i,ere, perchè la sua attività, si el':1 sYolta principalmen te n el periodo prececleute (Vol. VIJ , png. lG '4ì, ma poichè alcuni -dei suoi studi più importanti son o vem1ti alla lnce dnrante la g1·ande guena, co~i è ora doveroso completare l'esame della sua opera (Vol. VIII, png. 2596: Biografia ecl Elenco di 22 sue pubblicazioni). Nel 1914 troviamo iJ Bianchi presso la Scuoln ce11tr::ile di artiglieria cli Nettuno a presiedeni fa Commissioll e inc:uka ta ·dello studio e delle esperienze sni nuovi malel'iali <la 102 e da 105, mn, sovra tutto iuten to allo stndio ed alla ol'ganizzazione delle es•pel'ienze relati.e al nuovo problema che la bnlisti <:a doveva affronta1·e per Ja compilazione delle brrole di tiro co11tro bersagli aerei. Il nuovo , difficile e complc sso prohlemf1 del tiro controaerei Yeno1e da lui afi.rontato a1l'i11izio della gnerru. qmrndo si l'Cse nPressario pro,·yeclere nll' orga uizr.azione della difesa contro i bersagli aerei. · I metodi sino allora impiegati pPI' i til'i Mdiun ri , sia terreR!ri che da costa. 110~1 potevano legittimamente essere estesi ed applicnti alln rii:;olnzionp dei problem i del tirn contro il 0
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01.'l.:HE, DI:."L Rl;\!\CIJI
nuovo bersaglio. La balistica rnzionale e quella applicata si trovarono, in tale critico periodo di tempo, a clòver far fronte alle nuove necessità sorte pe1: l'intervento nella guerra cle] nuovo fattore aereo, non r itenendosi più sufficientemente approssimati i metodi cli calco lo ai quali si era fino allora fatto ricorso, Uno dei primi, se non il !])rimo, acl affrontare il difficile e complesso problema della balistica controacrea fu il Bianchi il quale, nel caso che sì abbi a éla calcolare un arco di traiettol'ia corrispondente a velocità ed in clinnzi.o nì in izi ali molto grandi, riteneva che i limiti. entro cui varia i l f> non sono più così prossimi fra loro tfa poterli sostituire, con sufficiente approssima.zione, con un eonvenicnte valol'e medio, e che pertallltO si rendeva n ecessnrio studiare una soluzione nuova, che non presentasse l'inconvenie11te lamentato. · 00111. la pubbJi.cazionc c1ella Memol'ia : cc Una soluzione t ipo Siacci del probl ema balistico qnando ]a, linea di proiezione ha direzione prossima alla vertiYale >>, comparsa su lla <C Rivist a d'Art. e Gen. )) nel Hl17, il Bianchi ritenne i,n un primo tempo di aver colmata la lacuna che egli aveva riscontrato. Il procedimento suggerito dal Bianchi è analogo a quello del Sia cci cl.al qun le ,d ifferisce soltanto 1perchè la variabile inclipemlente ecl. il fattore di correzione sono seelti in modo da, avere una approssimazio111e tanto maggiore quanto più l'a ngolo cli proiezione si avvicina ai 90°. Le funzioni balistiche che il Binnchi in troduce in q nesto nuovo metodo risult::i no alquanto differenti cla quelle Siacci, con le quali eoincidonu nel caso in cui il peso del proi etto è molto piccolo, e q nindi trascnrabUe rispetto a 11 a, resisteiùza clell' aria. La solnziorn~ approssimata clel pro bfoma stncliato dal Bianchi. è ndatta in moclo spec·iale al raso in cni l ' a11go lo di proie-zione cp è prossimo ai 800, ed essa è poi ancora suseettil>ile cli risnltati quando 'P non è infed ore ni 4fl°; ma p1:ese:nta però alcnni cli.fettL rkonosciuti clal1o stesso Bianehi , poich<\ le formule -da l ui trovate non sono applicabili sino al vertice, tantoehè se si dovesse considerare nna traiettoria estesa sino a tale pnnto od oltre, si renderebbe necessario di ,cliviclerla in ardii. Inoltre mentre pc~r gli. archi con inclinazione superiore ai M>0 so,no -
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OPERE DEL BlANCI-ll
ftpplkallili le formule da lui ti·o,ate,· per q1wlli relatiYi ad i11c)i11azionc minori dovrebbeto applicarsi le formule Siacc:i origi.arnli oppure quelle ll.lodific:ite. P er tali manchevole1.zè e per le e,onsegucnli complicazioni che ne derivano nelle prati.che appli.car,io,ni, i] Hia11clJi. sentì il bisogno di riprendere lo studio del problema cli tiro con forti angoli di p1·oiezione. Già minato dal male che dovcYa portarlo alfa, tomba, si proipose dunque di studiare un'altra sohrni001e del problema che non prese11tasse il ·difetti della precedente. Questo lavoro, che lo a1fatic.ò non poco, veinne da lui ideato e tealizzato in breve volgere di tempo, ma, morto il 21 aprile 191.7 non ebbe la soddisfazioue di vedei-lo pubblicato. Soltanto l'anno appresso apparve nella« Rivista d'Art. e Gen . >> il frutto di questo suo ultimo stndio che tanto lo a,eva appassionato, e che chiamò « Una solrnr.ione del problema biilistico per angoli di proiezione da + 90° a - 90° >>. Con questa sua ultima fatica jJ Bianchi ritenne di aver potuto colmare in modo soddisfacente una lacnna della balistica esterna, lacuna che aveva molto preoccupato i. cultori di tale ramo di scienza. e che deri.v,n-a dal lnrgo impiego del tiro curvo e sovratutto del tiro contraerei. Il Bianchi afferma, sem,a 1pel' altro dimost1·arlo, che quando si abbia da calcolare un arco nel qua.le velocità inziale ed angolo di proiezione sono molto grandi, i limiti entro i quali varia il ~ del Siacci non sono più abbastanza prossimi tra ,d i loro per potervi sostituire wn conveniente · valore medio . Egli assume come assi coordinati ansilfari di un arco la corda e la sua perpemlicola1·e condotta nell'origine dell'arco stesso, cosicchè la variabile imliprndente risulta l'nngolo di sito ~he egli i.nclica col simbolo 11 • Riferendo qnincli il movimento cleJ bari<-entro del p1'oietto ai due nssi nusiliari, netermina Je equazioni cliffetenziali ,d el moto 11ella <piali introdntc unr1 cei-tn vnriabile ausili.aria 1v dete1·rninata élalln n~ua~lianza W COS ,:
ove
i:
= V COf- ?
e p !-(mo gli m1goli elle Ja ro1·<la clell'an·o <:nn,;i clcrato - 184. -
OPERE DEL BIANCHI
fa1nno rispettivamente c:on u11a seeante qualsiasi, e con la dire zione della velocità in un punto generico. Integrate poi, con un artifi.zio analogo a queJlo costituito dal fi {li Siacci, le equazioni del moto perviene n delle formule che si riducono a quella. Siacc:i quando si ponga ·,1 = o e -e = q11 ossia si supponga la corda ori"zoutale e la secante arbitraria, ~oincidente con la. linea di proiezione: per questo procedimento da lni ideato il Bi:rnchi ritenne di chiamarlo « Genera)i7,7,azione del metodo Siacci )). Le formule del tiro aJle qnuli il Bianchi pervielH\ richiedono l'impiego di tabelle a doppia entrata, e secomlo l'autore, esse pe:emettono di ridnrre il ealc:olo di nua traiettoria , anche nel caso di granclissimi angol i cli proie7,i0ine, n11n determiin a zione cli pochi archi . Tl Bianchi non potè condurre a termine questo diillcile e delicato suo studio sia nei riguardi deJJe tabel1e nmneriche e sia nei rig1rnrdi de1le pratiche applicn7,ioni, e pertanto si può affernH11·e che se <~gli fosse sopravissuto, avrebbe approfondito maggiormente ]a c1uestione introducendovi quei successivi perfezionamenti. che nvrebhero fatto del sno metodo un valido e durnturo contributo ttl !l)rogresso della balistica. CompJcbrno e riassumono la lunga. e pre7,iosn ntl'ivit{l flel Hian('hi, in questo ramo di sci<mza. due 'l'rnttati di Ba listicn Esterna, : il primo pubblknto ne] lD10, e l'aHro nel J922 in <~dizione postuma. La primn edizio~1e, scco11do il ,pensiero del Bianchi, ebbe per scopo di coordinare frri cli. ]oro le varie lezioni e p ubbliea-r.ioni dei suoi predecessori nel.l'i11segnarnento, in modo da ·dare un'esposizione completa del metodo Siaeci e ,de1le snc più importanti applicazioni. L'intento con eni vc11ne compilato il Corso da lni svolto e pnbblicato ern essc•nzialrn.e·n tc pratieo, e qnindi. in esso avevano spedn1e importa11za ]e npplicazioni nu meriche. Partieolare sviluppo venne dato dall'a ntore a1la ip~ùte intitolata C< Punta.mento e Tiro)) ove _raeeolse le nozioni fondamentali che costituivano come 11n'i1ntrod1rnio,n e alle varie istru·zioni pratiche irnpnrtite agli aUievi della Sr-noln d'npplicazionc cl ' artiglierin e genio snl puntamento e tiro. -
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OPERE 01 C,\Y.-\ LLI
Nella compilazione del sno Corso, l'autore clichiarn di esse1'si largamente valso della Ba listic:1 del Shicci e delle ' Sinossi compilate d.-1) suo egregio collaboratore e poi cl.egno succ<c?Ssore, Carlo Parodi. Il Bi a nchi, prima aneor:.i che fosse csanl'itu hl pri mn edizione della sua Balistica, Hve1·a in animo <li pl'ocede1'e aila r i- · compil azione di un altro Trattato che comprendesse t utte le ricer che teoriche e sperimenta li da lni coudotte da lnnghi anni e con c urn, assidua nel · campo delJa balisHc:1 ésterna. A questo la,oro di r iordinarucnto e cU .aggiornnmcn to eg'li attendeva con febbrilE> atti,itù. 111H la morte non gli c:oncesse la soddisfa zioa-1e di vecl er compiuta la sna opern, ed ùufatti egli potè c·omrp letare il m.anos<·Pitto dei soli primi tredici capitoli. L 'edizione postuma, 11 c:ita 11el Hl32, ripro<lnc<' fedelmente quan to il Bianchi fasciò scrilto di suo pugno: i primi tredici ca,p itoli, d a lui inten 1mente rifa tti. p resentano molte v::irinnti e molti perfer.io1iam.enti ri~petto ni corr isponde11 ti c- apitoli del11L prima edizione. !tn apposita Appe·n<lice so110 l'i portati i clne nHimi stncli <lel Biancl1i d1e <lovevano nella ::;nn mente C'Ostit ni re ]e bnsi ~nne quali egli intentlern cli rinnoy,nc la balistfri1 esterna.
Ettote Cavalli fn ti-H gli n]lieyi predilefti del ~iacd, ed uno <l ei migl iori. ,\bhia mo già, a ccennato lm~vemente nJla s ua attività pu1·amente didattica svoltasi nel ·periodo 1890-rnl4, i·iserva11Cloci allont cli ,pone in piena ln<:0 la sua ope1·a scientifka c:lte si s,·ilnppò interam ent e dopo il 1!)14 con 1111 rrnmero consitlcrevole di dotte )J.emo1·ie e di importanti Pnbblica:r,i.011i. che lo pose.r o in prima linea fra i più a ntore.Yo)i bnlistici. del secolo XX. Il primo studio t1e·1 Carnlli « Snl compotta mento clellc fnn zioni balistiche a ll'infinito )) (« H iY . d'Art . e Oen. >>, lfllS) ebbe origine da una memori a pnbhlic:i ta clal prof. Picone, ufficiale d'artigliel'ia <li c-omplemento, il quale, nel trattm·e il problem.a : e~ Dahl,-la ,elocità iniziHle F . l'ang:o) o di proiezione <r! e le coor-
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OPERE Dr CAV.\LJ,I
clinate m) y del p unto c1'auiYo, clctem1inm·e il coeffic:iente ba listico ridotto C' e. hl p::;euclo velodt,'t 'li 11el pnnto d' arrivo», espdmeva · il <lubl1io C' he u11a <"e1·ta funzioue <P (]>). che se1·v<~ alla r isoluzione del p1·oblemn, potrsse. ·p<'r irrarnli \'alori di n r estar e sempre negatin1 : rnel qual enso non sarebbe esistita al cun a. soluzi or1c del problema p1·oposto. Il CavaJli nel sno studio ri pr ende iJ prohlem1L c:itato {!al P irone, e <1opo a, er studiat o il compor ti'lrncnto delle fnnzioni balistiche per rnlori estremi della velocitù, nel modo più generale, valendosi. unicam ent e delle clefi11 izio11i cl.elle fn nr.io1J1i stesse e cl elic pror>rictà d.elln funzion e 1·esisten te, dimostra esaurien temente a nclw con esempi pratiri l 'esistenza della sol uzione del problemft soprndtato, che è nno dei principali 1proùlemi della bali s ticn prnti ca. Nello stesso anno il Cavalli pnbblicò la :Mem oria : « Il tiro ,erticale >> (« Rh·. cl' r\1·t. e Gen. »: 191 ). Jl problema sperimentale del tiro Yerticnlc 11011 era nuoYO p erchè sin cl.al sec . XVII il P acl1·e Merscnne e l' Intencl.entc cl.elle fo1'tifi.cazio11i fran<·csi P etit tentnvano ron a k nui tiri cli esami,n are e ri c:wa r e fin o a qu ale altezza potern giungere nn proiet!o sferico Jn ndato da unn bocca cln fuo co disposta ver ticalmente . Il Varig11on in nna s ua, puul>Jica?:i.orn e clel 1690. « NouvelJes conjettures snr la pesanteur >>, pensò di porre sol frontespizio cli tale p ubblie;a zion e una vig11 etta n ella qunle si YecleYano due pe1·sonnggi, l' nno mmtal'e e l'altro monastif'O, vicini Ml un cn111no11c puntato verso lo zenit; essi g-uar<la no in aria come rp er seguire coll'occhio il p roietto nppcn a lancia to. Sull' incisione s tcsl"la si leggono queste p:u ole « R etoml>erat -il? >> : essi rip<'· ter0110 parecchie volte (lnella pel'icolosa esperienza, e s iceomc 01011 fn r,o no a bbasta destri per fa1· ricader<' il proietto s nlla loro testa . credettero di poter conc:lndere ... ch'esso era r imasto iu aI'ia ! P rima del CnvalJi molti aut od ·e p rim o fn1 tlltti. il Saint R ober t avevan o tratta to anali ticmn ent e quest o problema, nrn. sempre nel ca o deJl a densità <lc>ll'aria <:ostante. I l Raint RoRobert , che lo a vevn. pi ù cliffnsallle-nte frnttato, cliede c1ualche nozione sul moto verticale in un mezzo in <'lii 1n clc'11Rità, ,climi... ll uisce con la qnota; mn ciò fece soltant o tome ::-tntlio t eorico -
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dei caratteri generali d.el moto, ecl in spedo] motlo per dimostrare che in ogni caso, nel movim ento aseendente, la ,elocità finisce p er estiJ1guersi atl una ,1eterminata altez1.:-1 n•nd1e se inizialmente essa è infìuit ameuite grande, e che cl' alt1·a part e, nel moviment o discendente la Ycloci tà, n on ,può super::ire un certo Jimite delJa velocità, finale. Il Cavalli , constatato ehe t ale problema non era st ato sino allora t 1·atta to, in causa deJJa s11a poca praticità e sopratntto per le difficoltà di ordine a1naJit ico, lo affront a e lo 1·isolve. Stabilita l'equazione differenziale che re?;ola il movimento ascendente di un proietto lanciato verticalmente verso l'alto, osserva che t ale equazi one òifferen1,ifile non è riducibile alle qnaclrature che in due soli e-asi : 1) quando Jn. cl0nsi1à dell'aria. è costante; 2) qmrnd.o la drn!-lit:ì, cleff a r ia è trnfl runzione lineare e la fum;ione r esistente è propoi-1,ionale al qua 1hato della velocità. Osserva il Cavalli. che 11essnno dei du e predetti casi si verHica, in pratica n eanche appi-ossimat ivomcnte . ecl a nzi che la Yariazionc, della densit:ì, clelJ'aria con l'altitudine ha in questo problf'ma nin'inflncn;,;a g randissima. t antoch<" non sa r ebbe possibile nssegnare ad. r. sa nn valore medio che d'altra parie non si sHprel)be come Rceglierc. Qrnrnto alla funr.ionc r esis tente, se essa si pnò ritenere con grande esatte1,1.a, pi-oporr.ionale a1 qua ch-ato della w ]odtà qn a mlo la velodtà è piccola , viccV<'l'Sfl quando le Yeloeità su1p erm10 1rn certo limite. Ja r enltà pl'al ica inseg,na come si sia ben lontani dal poter ni-s nu.1er·e per lA funzione r<'sistentc• um, t a le espr essione. Sono rrueste le d ifficoltà analitiche c·he ha nn o contribuito a lasci a re iJ1soluto i.l problema il qnale pel'ò 11011 risponde d'altra pm·tc• ad al.cmi r aso pratico. ~fa oggi. 11el tiro c·ont rn hersngli aerei 01011 e\ esclaso il ti1·0 Yertical e, oltr cchè (·.011 ]e piccole armi anche con i ca nnoni., per cui. il determinare a quale aJter.za massiJna pnò essere lanci a to 1rn p1·oietto, non costituisce soltanto una curiosità scien tifìcn, ma altresì 1111n immaueinte •necessit;), pra ticn. Tl Cavalli risolve iJ problema ed }1pplica le formnle da lui tro,·ate per iJ caso della pallottola del f llCile 91, soggiungenclo che con la sua solur.ione ritiene cli aYel' fo1·11ito ln Yia da se-
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guire per la risoluzione dell'analogo :problema relativo a qualsiasi altro proietto. Egli tra.tta dapprima il caso della densità, costante e ne deduce le formule nel vuoto che applica alla pallottola del fucile 91, la quade, se lanciata con T1 = 700 m/, raggiungerebbe l]Jn'altezza di m. 24.500, me(lltre se non si ritenesse ia densità costante, tale altezza, varierebbe da m . 9.563 a m. 2.G72 corrispondente alle variazioni di densità. dell'aria da, 0,1 a-d 1. 'l'ale esempio dimostra qnale grande influenza abbia il valore ,d ella densità dell'aria e come quindi. sia indispensabile co1lsiderare la densità variabile lungo la traiettoria. I n questo caso le equazioni del moto rnon essendo più riducibili alle quadrature, il Cavalli consiglia di ricorrere alle integrazioni per serie e per approssimazioni successive, ma per applicare tali procedimenti egli cleve sipezzare l'intero percorso della traiettoria in altrettanti tratti, lungo ciascuno dei quali la funzione P(v) possa essere rappresentata da una funzio1ne semplice. Nel caso esaminato egli spezza la traiettoria in tre tra.tti, e cioè : un primo tratto compreso fra T1 = 700 e V = 300 per il quale pone~ F'(1;) = a ('li - b); nn secondo tratto per T1 = 300 e V = 208 per il qua.le suppone F'(v) = y '1/ \ cd infine l'ultimo t ratto per il quale si verifica F(v) = y 1i2 . Applicando le formule trovate a ciascuno dei t re tr::itti il Oava11i T'ileva che la 1pallottola del fucide mod . 91. lanciata verticalmente con T1 = 700 raggiunge un'nltez7,a m.nssima di metri 2.633,S mentre· la dmata del moto ascendente risulta di circa HY'. Uno ·dei più notevoli studi del Cavalli è quello « Sui contributi necessa ri al progresso delln balist ica )) ((( Riv. él' Art . e Gcu. )), 1919). In qnesto stnclio il Cavalli prend<~ndo in esame alc1rnc Memorie pubblicate dai professori G. Fnbini e M. Pico,ne, fa rile vare gli. ineonvenient.i ai quali può élnr lnogo l'isolamento degli. ufficiali d'artiglieria dagli uomini di studio del Pnes<~, ·e si propone quindi cli suggerire i mezzi per i1ndirizzRre tutte l<~ energie a cooperare concordemente aJ progresso delle scienze militari , ed in pa1:ticolare della ba.l istica,. Gli studi del prof. Fubini sono con tenuti h1 dne note: <e Alcune formule cli bfllistica esterna. con Bpecia)e riguardo al pro -
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blema della conezione <le] til·o )) , e « Ossenazioni. sul cnlcolo <leJla ti·aiettoria di uin proietto», pubblicate ambedue nei rendiconti delhl R. AccadcmiH tlei Liiicei , vol. XXVI del 4 febbraio 1917. GJi st!ìdi de] prof. Picone so110 co11te(l1uti in una Kota the porta il titolo « Fornrnlc 1·azio11ali 1per 1n conezione del tin> (Atti <lelfa R. Accademia <leDe scienze cl i Tol'ino, febbraio U)J 7). Ossel'Va il Oava]]i che i dne antori, partiti iii guena con tro il C'Oefficiente (\ , sino allora impiegat o 1J1el tiro per l a correzione del dislivello fra batteria e bersHg]io, nulla di prati<:o lrnnrn o trovnto per sostitu irlo;. le formule cd i metodi da essi proposti , appaiono al Cavnlli, i:;tudia ti senza preoccuparsi c'leI loro impiego. 'l'nl e tisnltato, soggiunge il Cavalli, rappresenta ui fini p1·ntic-i. uno spe1·pcro di e11ergie mentre forse i due ('gregi nrntematici avrebber o potut·o fare o,peni più ntile se avessero potuto contnre sul concorso di altre adatte e competrnti energie. Il Cavalli conclude pertanto il suo stu.dio anspicando, specialmente dopo l'esperi<,'(J1za ùella guerra mondiale, una maggiore unione frn sc·ieuziati cd uffici::i li d'a rtig:lieria studiosi di balistica, ed una più intima eoncol'<'l.e fusio11e fra Esercito e Nazione. Egli propone pe1· ciò una i:.ede di p1·ovvedimenti e cli tifor·me negli insegnamenti di a Lemie matei-ie tecniche pre. so . la ScnolH d'applicazio·ne d'artiglieria e genio, e suggerisce la creazione di un Corso Superiore cra1'tiglieria allo scopo di creare 1111 ecrto 1111mero cli uf1ìciali forniti di coltura tecnica superiore, ausipi.canrlo che a tali. Corsi ·vengnno fatti inter venire, come allieYi, alcuni sttul~11 ti delJa :l'acoltù di mntema tica e di ingegllel'ia dei R. Politecnici. Ili comdnsione il C'avalli si augma che tale C01·so Supedore poss::i col tempo ùiventare un istituto scienti:6.co d'artig-lie1·i:1 - mode.llo. cfocm·o e lustre della Nazione - invidinto dagli Eserciti deg.li :iltti pnesi, ecl nl quale potessero accorrere a nche ufficiali e studenti stranieri per ascoltare la parola della sciernrn nelln patria cli Leonardo Da Vinci, di Giovanni Cavalli, di Pa olo Saint R obe1·t e di Francesro Siacci. LH proposta concepita dal Cm·alli ebbe la sna cffet.ttuizio111e pochi amii dopo e cioè 11el 192(; rn•l quale anno Yennero istituiti -190 -
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presso la Scuola d'applicazione cF,ntiglicria e genio - ~ede naturàle per gloriose tradizio1n i e per maestri insigni che la resero ce]ebre - il Corso Superiore Tecnico d'artiglieria cd il Corso Superiore Balistico. Il Cavalli avendo poi constatato ehe le formule differenziali per il calcolo di piccole variazioni della gittata e della durata, - corrispondenti a piccole varin7.ioni dei par amet ri della traiett:oria V, cP. O', e riportate nella Balistica, ediz. 1888 del Siacci e nel Corso teorico-pratico cli Balistica, esterna del Bianchi, ediz. 1913 - , si riferì vano unicamente al caso pHrticolare del punto di caduta delle t raiet torie mentre ma,n cavano analoghe formule per run punto qualsiasi delle traiettorie, pensò di colmare tale lacuna con la Memoria : « Alcune formule cli variazione dei par~metri della traiettoria )) (« Riv. {1' Art . e Oen. )), vol. I, 1, 1920) destinata a complet.nre la Balistiea in tale parte accessoria,. Con tale proposito il Cavalli intese mantenere la 1promessa fatta in un precedeinte suo Javo1·0., e cioè di dimostrare come le formule differenziali per un punto qunlsiasi delhl traiettoria si possono ricavare coITT g-1i stessi criteri seguiti in Balistica per il punto di caduta. Partendo dalle formule del tiro Siacci, seritte per un punto qualsiasi della traiettoria, e ridotte in f unzione dell'ascissa con l'eliminazi,one deJla, pseudo veloci.t,?t. 'U·, egli, per vin. di dif.fereinziazione, cleduce le quattro formule di variazione, occorrenti per la determinazione delle Yariazioni che subiscoino gli elementi x) y) t) e ·v per effetto di piceole variazioni nei para1netri qella traiettoria V, cri, e G'. (.ìueste formule, che trovano anche un' ntilc applicazione nel calcolo delle traiettorie per archi successivi, sono sta.te introdotte nei nuovi trattati di balistica esterna. Uno degli studi (Più importatllti del Cavam e che gli procurò grande notorietà anche a:iJ ' estero è quello intitolato: « Il problema balistico del prossimo avvenire (l" Nota, « Rivista d' .Art. e Gen. )), Vol. IV, 1921; 2• Nota, « Rivista d'Art. e Gen. ))_, 1922). Con tale studio il Cavalli affronta, per primo, il difficile problema dell'integrazione delle equazioni differenziali del moto -
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di nn proietto nell'ipotesi cle]Jn d eusitù clell'al'ia Y11riabil e eon la quota. Il metodo Siacci implicitament~ presci mleYa cfalla variazione della densità, dell'aria lungo la rrniettod.a, <:Onglobanèlo il rnlore d ella l1e nsi tà dc•ll'a1·iH <>11 nel parHmetro ~. <'osl fa cencl.o il Sia<·ti, nella. nu1 ssiwn pnrte dei rusi. clava modo cli risolvere i problemi <lel tiro con sufficiente app rossim a zione, ridnce]l(lo il cnkolo c1ell'iutp1·a ttilicltnrin cow e se s i ti-attar,;se di un solo arco . ']Ifa oggi i cn si nei q nali noin è pi 11 possibile p1·escirnclere dalla va l'iabia litù della densità, dell'nl'ia lungo la traiettol'ia, sono diventati più frequenti (iil'O con t ro bersagli aerei, tiri molto c urvi, tfri a grandissima ~ittata . ecc., ecc .) ed il non tener conto cli tali cil'cost Hnze pnò dar luogo li gmvi errori. Afferma il ,C avalli che per tali fo tti s i è Yeuuto creando m10 stato di cose dissimile c1a qnelJo che esisteva ,p rima clel SiaC'Ci. Kè (' a l'recle1·e dtc' si pot1·pbùe teue1' conto clclla n n ia :1.ione di {\ con ]' introdur-ione .,li nn t ermine C'Orret1'ivo. perchè in ::ilcuni casi tale termine correttivo cliventel'ebbe troppo importante e ad ogni modo Hltercrebbe la semplicitù, clel metodo Siacci, che, nella maggior pa1'te dei r,asi, presenta il p:r,rnde vantaggi.o di poter cHlcolare ln tra iettoria in un solo nrco . Osserva ancoi-a il Cavalli che con i l'isnltati l'ecenteme.nte ottenuti dal sig. Jules Drn cq, il q uale ha t r ovato il modo di dete1~minare tutte le forme della fumiouc resistente che riduconp l'equazione d eJl'odogr afa alle q uadl'aturc . si è <:.hinsa mù ira, d 11rante 111 qn11Je gli st udi erano sempre Rtati limitati nl caso della densit.ì, dell' aria <:o. tant<'. lA t necessità, <li ~HtOYi stndi coucorda ù111Hque c·olle opport un ità <1e1 momento; è qnindi tempo ùi esporre il problema che ora si impon e e c hiedere agli nnalisti. che C'essato Jo st udio nttn ale <1ell'odografa, voglinno ·dedicare i loro i:;tudi al un ovo problema . Riconosce il OavalJi che q1w st'uHimo problema è certa-· mente molto più difficile e più com,pl ica to di quello preceden te : se qualnmo vornì. dn r e alla sua solnzione 11n iudirir-zo prHtico sal'.'t, la miglior rosa~ e però in tale <'ve1n tuaJità. egli esprime due desid eri. e cioè : 1) che lA sol nziouc pratica si ispil'i Hi con-
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<::etti del Siacci; 2) che la soluzione pratica non riehieda di spezzare la traiettoria in archi, gia cchè in questo caso i metodi attuali sono più che mai sufficienti. Tenendo adunque conto della variabilità. della densità dell'aria, il Oava1li parte dalle equazioui clif:forenziali del moto che conte111gono le tre stesse varia.bili y , 'li e x, ma invece di considerarle c.ome un sistema a pa1·te, egli preferisce sostituirle .con un'equa,zione differenziale del second'ordi1ne ehe nasce dalla eliminazione di y fra le clue. Per tale elimiinazione assume come legge di variazione della densità dell'aria quella data dalla formula di Bessel, introducendo una costante a, formula che riproduce abbastanza bene le esperienze fatte recentemente .d al pr,of. Ga.mbrt dell'Università ,d i Pavia. Assumendo quindi come variabile indipendente la pseudovelocità, 1.i il Cavalli perviene ad una equazione differeil1ziale del second'ordine nella, quale figura, un parametro variabile molto lentamente attorno all'unità,, e del quale riesce a,gevole determina.re un valore medio . Se si sapf~Sse integr are la precedente equazione, si avrebbe una soluzione tipo Siacci del problema balistico. Il Cavalli ha integrat,o la, 1I1nova equazione i11 un caso particolare e cioè in quello corf'isponclente acl n. (v) = 1, compiendo eosì un primo pnsso nella risoluzione ,d el nuovo problema analitico ; ma egli stesso suggerisce che sarebbe conveniente ed op;p ortnno che si facesse un secondo passo, e però confessando co111 a nstera modestia che << non sono da ciò le proprie penne >), rivolge invito agli analisti pregandoli <li non trincera.rsi nella ~onsueta {lichiarazio01e d'incompetenza, e soggiunge: << qui non si vuole che essi si addentrino nei dettagli delJa Balistica per trattare problemi speciali, per i quali, sì, sarebbe necessaria 1111a, competooza soda e profonda, ma si domanda soltanto di restringersi al problema analiti.co clell'integrf17,ione ·d i un'eqnav,ione o ·d i un sistema di equazioni n. L'integrazione della predetta equa,r,ione differenzinle del 2° ordine, <lctermi11ata, dal Cavalli, costituisce allo stato attuale della balistica il problema più interessante di questo ramo di ·scienza. In questo studi.o il Cavalli, snperao:1do gli stessi ten-193 13
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tativi del Bianchi, imposta in modo veramente originale le equazioni clel moto te11endo conto ,delle vrnia bilità della densità.. de1l 1arfa lungo le traiettorie relative acl elevati valori de1l1 a1ngolo di · proiezione. Gli analisti moderni, segnemlo l'esempio dei. loro g1·nncli predecessori Newton, Bermoulli, Eulero. Lagrnnge 1 D' .Alembert 1 Legenclre e Siacci, non disdegnino di occuparsi di un tale problema. Il Cavnlli avendo poi rilevato che nelle tavole di traiettorie grafiche può tol'nare ntile avere il mezzo di ricavare da esse la incliin azione delJa traiettoria in nn pnnto qnn]nnque, suggerisce di tracciare su di esse le linee di ngua] i11clina:;r,ione 1 pubhlicando in proposito la Memoria « Le lilwe di egual inclinazione (Riv. d'Art. e Gen., V,ol. 1II, 1923). P er costruire t ali linee egli ritiene ntilr avere nn'idea del loro andamento gene1·ale e possibi.Jmente de11e loro principali proprietà. Lo studio in esam e, che ha per scopo appnn to la detel'mi111azione di tali proprietà. venne diviso in clne parti : nella prima. vengono studiate le linee cl:i eguaJe inclinazione nel vuoto, che i111 questo caso presentano una forma geometricamente ben definita e possono riuscire utili ipcrcbè, in speciali circostanze, tendono ad essere quelle del cnso reale; u1elln seconda parte compie un analogo studio per il caso generaJe clel movimento nell'aria, e per tale caso generale egli si riferisce a tavole di traiettorie grafi.che a cal'ica fissa, corrispondenti cioè nel una, stessa velocità inizi ale. Nella trattazione del problema il Cavalli clednce alcnne propriet~\ geometriche delle linee di egual in cli nn1.ione, e, allargando il sno studio ad urn argomento estranc~o aJlo seopo pI'efis·sovi, ritrovn un nuovo teorema di notevole importa,nr.a pratica secondo il qu ale, la traiettori::i nell'aria, corrispondente acl una data velocità, inizia.le e ::i.cl un dato a,ngolo di proiezion e, si ottiene dalla traiettol'ia. nel vuoto corrjspondente agli stessi clnti iniziali ; proprietà quest'ultima che può tl'Ovare un'utile applicaziome nella, costnrnio11e cli tavole di t iro grafiche. Esaminando a fondo 1m Trattato cli balis1ica IJ)nbblicato in Germania dal dr. Theodor Vahlen nf>l 1922, il Oava l1i ne trae -
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motivo per alcuine deduzioni, osst~rvaiioni e suggerimenti molto importanti dal punto di vista. pra.tico, scrivendo all'uopo la Memoria, « Circa una recente pubblicazione di balistiea >> ( « Riv . d'Art. e Gen. )), vol. IV, 1923). Il Cavalli dopo aver mosso akuni appunti all' anton! del libro facendogli rilevare le ·incsattezze in cni e~ caduto per imperfetta conoscenza. degli scopi pratici da perseguire, osserva che constatazioni analoghe ha gi~L dovuto l'ilevare in altra occasione a proposito cli scritti di alc:uni matema.tid puri che durante la guerra mondiale si sono occupati di questioni di bali.stica, e consiglia quindi in .li.nea generale, che un tc~orito che voglia occuparsi ,d i balistica e contrihuire veramente al suo progresso, debba porsi a.I lavoro non solo con serietà, e con [Jonderazione, ma altresì procura,nclosi una soda preparazione anche dal punto di vista. pratico. Il Cavalli termina, pertanto questo suo esame con le seguenti osservazioni, che riteniamo utile riportare integralmente: In qua.nto precede, abbiamo dovuto rilevare ancora una volta l'imperfetta conoscenza dell'opera ùel Slacci (il che proviene dal fatto che lo studioso non trova a. portata. cli mano che la « l\alisticti >) clel Siacci magari nell'edizione francese, e qualche cenno nei libri altr ui où in alcune enci.clopeclic, me11h·e mal si giudica. l'opera di ·u no scienziato da un libro scritto per le lezioni della. scuola). Tutta l'evoluzione del pensiero cli Siacci, durante un quarantennio dì fecondo lavoro, sfugge alle ricerche giacchè sl trova. sparsa ln pubblicazioni separate, poco note a chi non sia. della partit a., cd in ogni caso dltlìcllmente accessibili. Epp ure quegli scritti non solo gettano maggiore luce s ul metodo e.laborato da Sit1cci, ma consei;vano tutti, anche quelli p iù vecchi, una freschezza <:µe conferisce a mo lti di essi un carattere d "att nalità . Per ciò farebbe opera. molto utile alla scienzti in pari tempo che all' Esercit o, chi provvedesse a raccogliere in volumi quelle sparse pubbl'icazion.i ch e possono servire di guida e di insegnarne.nto a t utti gli stndios.i. D'alt ra. parte ciò costituirebbe 1m doY<'roso tri.buto d'omaggio alla memoria dell'indimenticabile Maestro, ana logo a qnPllo tribn tato alcuni anni ot· sono ad un aìtro grande artigliere l 'inventore della. rigatura. Per quest'u ltimo l'iniziativa. n -;nne da un Ministro della. guerra. che en1 anche 11no studioso, in occasione della commemorazione del centcnai:io della sua. nascita. Invochiamo che l'es\>IDpio venga. imitato, senza però r imett er e l'esecuz ione al centenario, ancora. lontano e cli incerta. celebrazione.
L'idea lanciata dal Ca.valli fu corona.ta. dr-11 più lusinghiero successo perchè poehi anni dopo, il Minist.ro cle11a. guerra gen. - 195-
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or CAY,', LL{
Gazzera, artigliere e studioso anch'esso, accogliendo Ja p 1·oposta del Cavalli, lo nominò consigliel'e per Ja stampa degli scritti Sciemtifici di Francesco Siacci che videro poi la luce i11 una magnifLca. edizione nel 1928. Con lo s tudio « Tavole di un ~ secondario >> (« Riv. cl'' Art. e Gen. », YOL II e Ill, 1924), il OavalJi intese colmare una lneuua che si presentava inel calcolo degli e]ementi secondari del tiro, e cioè la determinazione dcll':rngolo di caduta co, della durata T e delln, veloeitù, cli <·ad nta U , mecfornte l' im ()iego cli cer ti parametri ~,• . ~1 e (3,., la cui detcrmin:izioo1e 1·iesce facile 1111.:1, volta conosciuto il ti" priuci1p alc, perchè una gran parte del calcolo è comnne. Determinata la fo1·m11la the fol'nisce il pa1·ametro ~,. il Ca.valli calcola con essa la Tabella annessa nna Memoria, Tabella ehe fornisce i valori di tale qnanlilà, in fmrnione degli argomenti X e cp . Gli altri ,·a lori di ~re f1u, sono legati al l pti,ncipale ed a) ~,. medi ante relar.ioni molto semplici, cosiccbè essi sono pel'fettamente determinabili media11te i rnlori <li j e di ~ lJ dati dnlle Tnbell e. Il Siacci in una delle sue ultime Note, quella della. << Nuova tavola della funzion e~>) (Riv. d'Art. e Gen., vol. IV, 1897) a:veva promesso cli ùa1·c i11 nn fntUl'o articolo le formule esplicite che servono a traclm·re il secondo termi1te tlel le seri e da lui ti·ova te per il 13 pl'iinC'ipale in nna, taYoln simile n quelln. del primo termine cl1e egli pubblicava con quella me11101'Ìa. Quest a :promessa. 11011 è stata però da lui mantenuta, e dopo fa, s11a morte, dieci anni clopo avvenuta la pubblicazione della predetta sua Nota, nessuno ha mai pellsato o forse neppure osa1·o pensare di raccogliel'e quelle eredità. rroccava al CaYalli, l ' allieYo devoto e prcéliletto del gra111d(~ 1\'lacstro, di l'ip1·endere il i:liffidle problema della determinazione cH qne] seconclo termine e {larne la soluzion e completa . Ciò egli fece coJln ~fomoria « Il secondo tel'mine dell a serie del ~ principale)) (« Riv . d' Ar·t. e Gen. ». vol. I, 1920). Il Cavalli clunqne, dopo 110n poca fa tica durata per Iun/!O tempo, r inscì a cleterminine l'espr essione del sc<·oJ1Clo termfaH, della serie delf.Ì con formnle che presentò ai cultori della bali-196 -
OPEIWJ Dl CAVALLI
stica in tale Memoria che, a parer nostro, con q nella de cc 11 problema balistico del [>rossimo avvenire )) costituiscono i due studi che gli di.ed.ero maggior fa.ma in Italia ed all'estero. Anche in questo studio di profonda indagine ana]itica si appalesa la- vasta e forte coltura matematica, del Cavalli il quale, a, lavoro ultimato, si augnra.va, con modestia veramente ammi·revole, di avere rettamente interpretato il pensiero clel suo grande predecessore. Il Siacci aveva dato per il fl principale un'espressione sotto fo1;ma di serie secondo le potenze ascendenti di
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serie nella
quale il primo termine venne da lui stesso cakolato e posto sotto forma. di 'l'abella con argomenti J:' e •r, m<mtre per il coe.fficente del secondo termine della serie, il Siacei aveva promesso di dare le formule esplicite. Come abbiamo più sopra accennato toccuya. nl Cavalli il sobbarcarsi il difficile quanto ardno compito. Egli, ripreso cllmque Jo studio iincom1pleto del Siac.ci, dopo laboriosissime quanto difficili inclflgini analitich<~, rinscì a determinare - l'espressione~ del coefficente del predetto secondo termine con formule molto complicate e di non fadle cnlcolazione numerica) che naturalmente non è il caso cli riportare qni, mentre si rimanda . alla pubblicazione originale chi volesse mnggiori dettagli sull'argo·· mento . Il Ca.valli così conclude questo sno studio: ... ed ora. che con l'a.ver dato le formule la via è spianata, confidiamo che altrl, dotati di maggior lena vorrà sotto110rsi alìa dnrn fa t'ic,l del calcolo numer ico. Chi rioscirh a clm:c la tabell~1 definitiva r C:'1 1det·à a.llR Balistica un più segna latn servizio elle non sia quello reso con l'aver cspo;;to le 111:r c:edrnti formule.
Nessuno ha, sinora accolto l'invito clel Cavalli _; qualche tentativo è stato fatto, ma troppo dura e lnnga dev'essere apparsa la. fatica. per proseguire. Scopo delJa, suecessiva. Nota del Ca.valli : cc Una, piccola variam te nel calcolo delle traiettorie per punti )) (cc Riv . cl' Art. e Gen . )), vol. IV, 1925) è quello cli proporre nna piccola modificazione al classico metodo cli. Si acci per il calcolo della traiettoria per punti 1 quando cioè si vuol dividere la. traiettori a in archi~ -
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OPERE DI CAVALLI
lUJngo cia~cuno dei q nali la fu1nzione resistente F (v) si 1possa ritenere proporzionale ad una potenza intera de11a velocità. rer tale procedimen to si presenta il seguente problema che occoi-re risolvere per determinare il va lol'e clell'inclina.zione fìnale clell' al'CO che si assume come ,ariabile indipendente nel calcolo deHa traiettoria per archi successivi. Dnti V .
'P ,
-i:r all'origine o.
dell'arco, e la velocità v n,l termine di esso, determinare l'inelinazione 6 corrispondente a 1;. I Il Cavalli l"isolve:> questo problem a, anzichè per tentativi, ricorrendo ad nn nuovo metodo cli sostituzione {liretta. eletto delle « forcelle >), metodo che ritiene il più naturale ed applicabile a qnalnnque sistema, di equazioni. · A. meglio illustrare il procedimento e la sua portata praticn, <!gli appJica pertanto tale nuovo metodo cla lui ,proposto, ad un esempio pratico. La NotH « Dinigazioni balistiche >> (RtabH. T ip. F.11i Artale, 1.' orin o. 1929) anzichè pt1bblicata sulln, << Rivista di Al'tiglieria e Genio )), venne da l Oa, alli effett11ata per proprio conto in un fa&cicoJet to separ ato . Ln Memoria del Onvalli è 1ma confutar.ione ad una No ta redatta dal prof. Cesare Hurali-Forti delJa Il. Accademia ·militare cli 1.'orino, int.itolnta « Una prima questione di balisticr1 estcr·ina, )), nella 4uaJe l' antore si propone di irntroclur-re il calcolo vettoriale nella trattar.ione dei problemi della ha lislica esterna. Il Oavn1li asserisce che 1m ta le metodo di calcolo, mentre non potrebbe recare alcun contributo alla soluzion e di nuovi problemi, potrebbe i nvece portare una complica zione che 01·a non esiste. Secondo il Oava1li 111essuna sero ipli:ficazione si R,rebbe quindi. dal calcolo vettoriale che potrebbe r·itenersi utile solame11te quando consentisse di scoprire nu ove proprietà del movimento che non fosse possibile dimostrare coi metodi ordinari , ovvero pe1'm.eltes e <li risolYere nuo,i problemi. Dopo altre osservazioui il Oiwalli. termina il suo esame iilwitanclo il prof. Burali-Forti ,olersi occupare del1a integrazione dell'equazione differenzia le del 2° ordine <la l ni determinata nella trattazione del problema balistico nel caso della densità varia bile.
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OPERE DI CAVALLI
L'ultima Nota pubblicata dal Oarnlli fu quell a « Sulla velociti1 mi[lima » (Riv . d' Al't. e Gen ., aprile Hl30) in 1'isposta ad uri. artieolo del gen. De Stefano « Sulla. veloeità rni1nima dei proietti sulla Joro traiettoria >> flel <licembl'e 1929 e nel quale l'autore asseriva di m·el' lro\'a to qualche lacuna nell'analisi segui ta ,d al Si11cC'i ne1la cli lui Kota « Sulla, velocità minima>> puhblica.ta dalla Hi vista. cl.' Art . e Gen . nel lùOl. Il Cavalli, fe dele e devoto ammiratore clel ì\Ine t ro, nonchè degno continuatore della sua dottrin a dimostra in questo suo studio l'infondatezza delle cl"itiche mosse dal Dc Stefano allo studio del Sia.cci. Di Ettore Cavalli si è già ripetutamente parlato nei vol. VII ed VIII. Il Cavalli cui toccò la. grande ventura di avere un Maestro che nel campo della balistica dominò sovrano incontrastato per circa mezzo se<'olo in Italia ccl all' Estero, non tardò a divenirne ammiratore devoto ed appassio!Ilat-0 e ad acquista1~ne stima ed affetto. I metodi balistici ideati dal Siacci furono un a guida costante nell'attivib\ da lui svolta sia come studioso sia come insegnante : non solo egli ne diffuse la dottrina dalla cattedra, ma Ji chiarì nei (Punti più delica ti e difficili e rinscì1 in più d'un caso, a colmare lacune che il Siacci aveva. dovnto lasciarvi a causa deUe condizioni malferme di salute dnra1n te gli ultimi alllni della sua vita. Fattosi in i.ziatore e fervido propugna tore per una, edizione nazionnle degli scritti scientifici di Riacci: riuscì nel s110 intento cosicchè nel 1!)2 ' potè veder realizzata , con intima gioi a e grande socldisf;.izion e, l'idea da h1i la1nciata . LH profonc1 n. conosecnza clelJa balistica fli cni di sponeva il Oavfllli e d'altra parte l a sua ·s olida e vasta. coltura matematica lo pone,a no in grado di assumere la direzione della 11011 facile impresa. che mel'cè sua potè in breve essere condotta a termine; e fu bnon profeta, a,d invocare che~ la rnccolta ,degli SCl'itti scientifici del Siacci non venisse differita al centenario, perchè in tal caso non soltanto sarebbe poi mancata la sua opera insostituibile, ma forse sa rebbe stata anche 1Hmenticata la sua iniziativa allo stesso mod o che man cò la celebl'azione flella, r icorrenza. -199 -
OPERE DI RICCI
E ttore Cavalli più che Giovanni. Bianchi restò fedele non solo allo spil'ito, ma alht lettera della dottt'iua del Siocci, perché i suoi st udi e le s ue ricerce più importa111.ti furono sempi-e orientati verso l'impiego : delle funzioni balistiche che [)ortano il nome del Maestro ; della pseudo-velocità 11, sce.Lta come Yal'iabile ausiliaria; e cli qu el parametro- ~ che egli cercò di completare con la determinazione analitica del 2° termine della serie, che già era stato suggerito dal Siacci. Della, sua ammirazione incondizio1iata e costante nella fecondità del metodo Siacci egli ci clà l a prova più evidente nel suo Tratta t o di Balistica estern a del 1928, da l ui dedieato con animo devoto alla memoria venerata del suo Maestro. I n questa sua pubblicazione il Cavalli intese di sviluppare, perfezional'e e divulgare i metodi i11trodotti clal Siacci, e questo intento manifestò chiarament e nella Prefazione al Corso di Balistica esterna.. La balistica italiana, per opera del Cavalli, continua così a marciare sulla strada indica ta dal grande Maestro che le procurò Ulfl t itolo di primato nel mondo. P er la. sua, .Arma, alla. quale gelosamente si onorava di appartenere, Ettore Cavam favorò per più di mezzo secolo de · dicanclole tutta la sua n,ttivitù, inst unca bile e tutto il suo profondo sapere.
i:f
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Fra gli allievi della, Scuola di Siacci va plll'e ricord ato Giuliamo Ricci, il quale, ,p er la su:t coltura e per la, sua attività, nel campo deJlH balistica pratica e nelle questioni di til'o, era tem1to -in grande c,o nsiderazione dal Maestro_ (Yol. VIII, pag. 2!)69. Biografia ed El enco di pubblicazioni). Fra le le sue numerose puhblicazioni sono da segnalare iin modo partieolat·e quelle relatiYe : al tiro da eostfl ; alla siste . njazio11e delle stazioni telemetri<:be esterne de))a, difésa costiera ; alla determinazione dell'errore probabile dei t elemetri da. cost(!, e in modo speciale di quelli a base verlicale; ed infine due Note sull'errore ,di preparazionr nel tiro da costa. -
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OPERF.: DI
n1-ccr
In questi vari studi il Ricci si propone cli cletermiuare l'er·l'Ore probabile complessivo risult ante ùa1le diverse operazioni che si compiono per fa, preparazione del tiro da costa. Da, tale elemento dipende infatti la. soluzione di diversi problemi [Jratici, come ad esempio, il calcolo delle probabilità, di colpire un bersaglio, la determinazione delle regole della condotta del fnoco ed aJtri. Nelle dlrn Note sull'errore ·di prepa.razione del tiro da costa, pubblicate, sulla Rivista d'artiglieria e genio negli ail1ni 1913 e 1914, riferendosi ad un suo precedente studi:o, egli propone una formula assai semplice che, dato il sistema cl.i tiro al·lora in uso, si presenta Ya assai vantaggiosa nel tiro costiero per valutare le striscie di ·d ispersione dei colpi e per calcolare la, probabilità cli colpire un bersnglio. l\1a i favori del Ricei che più si. riferiscono alla balistica esterna sono r·iportati nelle ùue Note : cc '!'avole grafiche per correggere gli errori dovut i al dislivello tra, batteria e bersnglio >> (Riv. d'Art. e Gen. , 1899); cc Sulla ricerca a prio1·i del cocfliciente <li forma, dei proietti )) (« Riv. d' Al't. e Gen. », 1913). Nel primo di questi studi il Ric:ci propone nleuni grafici per correggere l'errore che si commette puntando ad nn bersaglio, ~ituato sopra e sotto l' orizzonte del pezzo, con l'angolo di efo vazione relativo alla distanza orizzontale, ossia ammettendo il principio della rigiclitù della traiettoria. Nel secondo studio il Ricci si propone di ricercare 1111 dato molto importante della. balistica esterna e cioè il valore del coef:6.ciente di forma cli wn proietto : egli riassume~ all'nopo i procedi.menti di calcolo risultanti. dalle divel'se ipotesi teoriche, poco concordi fra loro e spesso poco rigorose, ,per valutare a priori il coefficiente di forma. in lrnse ai caratteri geometrici ,clel proietto, indipendentemente dai risultati del tiro. Fa poscia rilevare com<~ aleuni dei risnltati ottenuti in tale studio appaiono assolutamente iirnmmissibili per cui dovranno essere definitivarne111tc scartati, mentre altri, quantunque poco c·satti ed incerti, possano eventualmente fornire qualche criterio di massima, o qualche utile indicazi,one pc~r la ricerca teorica o pra,tica. di risultati più a1pprossimativi e sicuri. E' da segnalare i,n:fìne la dotta e magnifka commemora-
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OPERE DI VOLTlmRA
zione che il Rird scl'lsse con :=inimo commosso e con devozione d'allievo in oc<:asione della morte cli Fraincesco Siacci (« Riv. <l'Art. e Gcn. », 1907). Di questo distintissimo artigliere gii\ si è ripetutamente pal'lato lmneggiando le sne preclari qnalii.;), cli soldato, di uf. fìciaJe e di sciellziat.o (vedi Vol. VIII) e pertanto ci limitiamo a rievocarne l'opern di batistic:o e l'ap1p orto da lui dato n questa scienza.
Nel periodo della guerra mondiale, insigini matematici, chiamati alle armi c:ome ufficiali di complemento, diedero, in misura più o meno ragguardevole il loro contributo nlla soluzione di problemi cli balistica e di tiro pratico. Fra di essi merita pcciale citar.ione l' ill 11stre prof. Vito Volterra, Senatore clel Regn o. Sulla fine del 1013 incaricato dal Ministero della guerra dello studio <li 11110 specjale problema balistico relativo al tiro con cannoni da dirigibili. nei primi mesi del 19J6 il Volterra pubblicava. una magistrale Memoria sul « ~fetodo òi c::tlcolo degli. elementi di tiro per artiglierin aeronautica » (Rendiconto de1l'I stitulo centrale aeronautico). Il particolare e difficile problema che il Volterra doveva d.solvere consisteva 1nella costruzione delle tavole di tiro per iJ canone ò.a, 65 rn.ont. installato a bordo di nn dirigibile, nella ipotesi che gli angoli di tiro fossero vari abili in depressione fra, 30° e 90°, e Je differenze di qnota dell'origine per rap:porto nl bersaglio, supposto al frr ell o del mare, fossero variabili fra 500 e 2.500 metri.; ed in relazione a tali dislivelli doveva essere tenuto conto della Yariaùilità della densità dell'aria lungo la tra.ietto1fa. Il metodo d'iintegrazione Siacci, non potendo essere applicato acl un problema cli tiro così particola1·e, il Volterra pensò che esso dovesse essere sost:rnzfoJmente modificato in relazione alle .nuove ipotesi, e però si propose e riuscì a conservare del -
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OPERE DI IlRUNQ
metodo Siacci ia l 'artifizio c1el1a pseudo-Yelocità, e sia quello dell'alterazio11e clell'oclografo . La Memoria del Volterra è divisa in sette capitoli: nei primi due sono date le equazioni Llifferenzinli del problema generale e le C'Onispo11clcnti formule integrali; illel terzo si applican o i metodi u,p.prossim at i, fa cendo nso man mano degli speciali artifìzi immaginati. ~cl capitolo q1rnrto sono esposti i metodi per la c:ostrnzione della traiettoria; nel quinto è espos to il melodo per il calcolo del tempo, e nel sesto è da to il procedimento per 1H cos trrndone dell e tavole <li tiro uumel'iche. In tal modo sono svolte, in tutti i loro particol11.l'i, le ope·razioni cla effet l.nare P<'l' ginnp;erc alla. soluzione d eJ problema della costrnzione delle ta rnle di t iro. L'ultimo capitolo è dedicato allo studio delle variazioni e delle cor.rer,ioni. Nel complesso questo studio costituiste nna notevole e preziosa ricerca nel campo dell' in tegrazione delle eqnazi.oni cleì moto, mediante l' intro<luzione <lell 'artifizio Siacei relativo allH pseudo- velocitù,, e la scelta di un param etro B lentamente vu.riabile sulla traiettoria. E' interessante nota re che il prof. Vito Volterra, uno dei pi.ù grandi analjsti c:.ontcmiporanci si ispirò ni. criteri ccl all' opel'n, del Siacci per trarne 11otevoli risultati pl'ntici che fruttarono po<'o dopo i pregevoli studi del Bianchi per il tiro con grandi angoli di proiezione positivi.
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Fra gli studiosi, che 01ell' imm ediato dopoguerra con trihuirono a, man tenere viva la. passio11e per questo particola l'i' r.1mo dell a scienza militare, Yll annoverato il g-en. Gioyanni Bruno, i cui pi-imi hlvori risalgono all' ultimo anno della grande gneun. 1914-18 (Vol. VIII, p ag. 2Gl6). Devoto e,1 affeziona t o a1lievo del Cav:111i, fu sno c.ollaboratore sia nell'inseg-namento che nell a compilazione del 'l'rattato di Balistica. esterna da l ui pubbli cato nel 1928. Il suo pdrno studio gli fu suggerito pe1: so1p perire alle ne-
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OPERE DI OR UNO
cessità sorte in couseguenza dell'adozione di artiglierie 11 grande settol'e ver·ti<:ale di tiro, e dell'impiego cli proietti speciali dcstin.:1 ti ad ottenere un forte in cunamemto del secondo l'amo della traiettoria. Pin ·d al J9J 5 l'aDol'a capit . Brnno, Capo dell 'uffido tavole di tfro, si propose cli estendere il calcolo della ravola bnlistica delle funzioni Siacci sino alla velocit,), cli 50 m / s . Ti~le prolungnmento ,·enne s nbito utilizzato per la compilazione delle tavole di tiro numeriche relative a proietti muniti cli 1·oset.tc ritanìatl'ici, come pure nella costr11zio11e del1e t avole cli t1·aiettorie g1·afiche per bocche da, fuoco a g-1:a.nde se ttore verticale di tir,o. Qualche t empo dopo, in considerazione delle grandi gittate che durante fa guena si eru.no realizzate con le moderne artigliel'ie, e del lal'go impiego di t iri con angolo superior e ni 45°, il B ru,no, raccogliendo l'i11Yito fo1·111nlato clul Siacci sin dal l8!Jfi nella sua famosa Memoria « ..N"uova tavolil delJa funzione Il>>, pensò di prolnngal'e 1H tnvolH VI II del (i 1f)l'inc:ipale sia nei riguardi deJle gi.ttate che in quello <1egli :rngoli. ·Gn lavoro analogo, e sempre in consiclerar,ione delle st('~'S(' necessilà, compì. col prolungamento della tavo]a <le]la fuuzione ç,. (6). 'l'utte queste tabelle, così completate ed estese, tro,·aromo snbito largo impiego pratico nella compilazione dei documenti di tiro e ven111cro inserite 11elle tayo}e numeriche dei testi cli baJistica, esterna. da. noi adottati. Nel 19·20 elabol'ò un metodo spediti,o per la costl'nzione dei fasci di t raiettorie grafiche il quale, per ln s\Ht semplicità e praticità. incontrò il favore degli a rtiglieri e<1 ebbe gean<le diffusione ancora prinu1. di e11 trare fra i. p1·ocedime,nti regolament al'i deDa lstru7,ionc sul til'o. A scopo dimostrativo ed illnstrativo furono partico]arm<in1t! ntili al calcolo di trniettoric molto estese, le :tppli<'azioni dl' l pl'ocedimcnto che ntilizza i cosidetti 1pal'arnetri eompfonwntal'i della ba]istka razionale idea ti dal Siacci. In questo studio sono messe in evidenza. la bontà. e l'impol'tn nza del metodo cl,G i::i110 aJlora non ern m.ai stato praticamente sfruttato dagli artip;ìieri. Prattanto. semp1'e in clipen<lenza dei grandi progressi rea lir.zati nel t il·o con forti angoli, poichè anche la tabella deHa. densità bnlistira dell' aria. C'alC'oJat~, molti anni prima dal Pn-
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01:'ERE DI nEtUNO
r ocli sulla ba e delle poehe esperienze clel Glaisher, si erH dimostl'ata insuffi ciente pet i bisogui della pratica, il Hruno in coll a boraziotne col ten. Oalanzi.n o, valendosi di stucl i. aerolog'ici più recent i, frutto di molte ed P auricuti esperien ze apposita.men te eseguite dal prof. Gamba, Diretto1·e del R. O senatorio geofisico <li Pavia, calcoJò una n uova tabell.1 della densità media dell'Aria in funzione del l'a ltitudine, tav,ola che fu aclottatn. ed introdotta nei nostri libti cli testo e succe~sivmnente impiegata per la com1)i1,1zione dei nostri documenti di t iro, muuerici e gra·ftci. Nel 1926 il Bruno, pnr conservando la ca1·i<.::1 cli Oa1110 ufficio tavoìe <1i tiro che teneva ~in dal 1!)rn. Yen ne t hiamnto all'insegname11to della bnlistic:a clapprima ai Corsi orclinnri cli r eclutc1 men to cl elln Scnolu. cli applitn zione ,cl 'nr tiglierin e gen io e succcssiva m0ute. nel 1.!)2!), a sostituire il gen . Cavalli pel' i Corsi superiori tecnici d'artiglie1·ia , inca1·ico che tenne sino a l 1931L Nel dopognerra. si h li ziar ono le pl'im e ric-erche s ulle trni ett orie relative~ al tiro di caduta clngli aerei. ed il B1·11n<> vi p01·tò il sno concorso con tre studi di note,ole impoi-tan;,,a pratica: << Cont l'ihuto nllo stnclio clel problema <lel lando dell e bombe da velivoli. >> (« Riv. Aer on a ntica >), Hl27) : « F01·m11Je di variazi one nel Jnutio delle bombe da velivoli )) e « Sul cakoJo p<'l' archi della tr,iiettoria di una homba lanci at a cla nn ,elh-olo )) (Not.i1.ia rio te<:nico cli nerona ntica , 1929). Lo stndio <l e i tiro cli <'adutn. vc une poi perfezionato socces sivnm.ente, e 1wll'agosto 1!)38 la (( Rivista di neronnntica >> pubbli<'in-n una conclusiva )1emoria del Br nno nella cinn.le H prob] emn viene g-rn ialmente l'isolto con 1111 metod o tipo Riacci , m ediante l'im1pieg-o di nuovi fattori cli tfro e di nna p Hrti colar e labella dei pnr,unetri ~.r , ~T . li'l'attanto. poiehè la t avola VIII del ~ Siacci, nncorchè estesa <1u1 Bl'uno, erasi ben presto dimostra t a i1n suffi<·.iente per r isolvere, colla dovutn approsimnzione. i problemi princip::ili del tfro nel ca o cli velocità, angoli e gittate gr::wclis i me . sorse la n ecessità di 1:icalcolarne una ex-novo o ricorrendo alla cleterminar,ione del 2° termine cl ella, seri e del 13 clnta dal On valli. ov-
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Ol?EltID
l)l
BRUNO
ver o determinando per Yia diretta i valol'i di tale parametro per mezzo del p1·ocedimento che si basa sul calcolo tlella tt·aiettoria p er archi . Il Bruno affrointò tale problema preferendo ricorrere a questo secondo metodo p erchè più rigoroso, più completo e a;>iù semplice. Tale fu il lavoro a cui egli si accinse in collaborazio1ne col capit. GHla nzino takhè 11ella « Rivistn di Artiglieria e Genio >> del lf>32 appar ve Ja nuova t abella del F che consente cli r isolvere i p1·oblemi ael tiro con la volu ta approssimazione anche in casi di grandi valo1·i di T\ q,, ed X . n metodo Siacci, con l'aggiorname~1 to ,ùelle ta beJ1e ideate clnl Bruno veniva cosi a ricevere un nuovo e giovan il e vigore . }fa la soluzione Siacci, anche così perfezi olllata, non poteYa fornire con csnttezzn che gli element i clel punto di rncluta, mentre viceversa gli artiglieri., gi.à cla tempo, scntiv:rno la. n ecessità cli conoscere gli elementi per l'intera t raiettoria onde poter costruire cou esattezza i fasci grafici. I lrnJistici rico1'sero nllora ai inetocli di calcolo per archi successivi che vennero man mano perfezioJJa.ndosi. I n queste sue ricerch<' il Bruno ri. dà. clue procedimenti basati en trambj suJle successive itcra7,ioni , e però mentre iJ IJ)rimo si basa amche snlla s<·elta cl i un opportuno Yal orc meclio della funzio11e ]}' (v), i l secondo ricorre nlJa scelta cli una valore medio della funzione
,f> (v)
= F V(v)
: questi clue procedi.menti snhil'on0
il vaglio <lell'esperiernm in Italia ed nll'Estero . R ecentemente, ripreso iin esame questo importante proh1ema, il Bruno, con 1H valida collaborazion e del tcn. col. Nnm~io 0avic('.hioli, appassioo1ato e dotto cultore di balistirn. elahorarn un metodo rnzionale di integra ziOJ1e clellc equazioni diffe. renzi.ali del moto, metodo nel qnalc sono abolite le snceessivc iterazioni e viene clato modo cli Yal11tare gli errori resiélui int.1·0clucemclo le correzioni qua li differen ze lop:ari.tmiche, onde evitnre n ripeters i {lei cakoli cli 2" approssimazione. Questo metodo originale, particolarmente semplice e molto approssimato, costituisce p er il sno assetto 1·nzionale un notevole e J'eale pl'ogresso della balistica estel'na, ecl è il primo stu(li.o del genere apparso in Italia . Muovono pnre dal Bruno e dal suo colJaboratore ten. col. 0a-· -
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OI'ER.0 DI BURZIO
vicchioli i più recenti studi sulle correzioni del tiro; studi che hanno permesso di valutare gli. errori nel calcolo d<~i coefficienti di correzione, e che hanno consentito la loro introdu1.ione nelle tav-0le <li tiro contro bersagli aerei. Anche il caso limi.te del tiro verticaJe ascendente venne da lui preso in esame e recentemente risolto con un metodo semplice e sovratutto molto pratico. Già nell'VIII Volume ,,en;nero ricordate tutte le pubblicazioni ,d i questo studioso; qui ci limiteremo a rammentare : il « 1.'rattato di balistica esterna )), cla lui compUato con la collaboraziotne dei capitani Oavicchioli e GaJanzino, apparso nel 1934 in t re volumi a cura della Scuola d'applicazione di. artiglieria e genio (ediz. Castello, Torino), intonato alfa semola del Siacci, e nel quale sono riporta ti alcuni sensibili perfezi-0namenti ai metodi balistici ; << Ta,vole dei fattori di tiro )) il cui caleolo, già iniziato qualche a.nino prima, dal Ci1.valli, venne ripreso e condotto a termine àal Bruno in collabornzione col capit . Galanzino. Queste tavole, completate con i nuovi fattori di tiro, introdotti dal Oaval1i. nel calcolo delle variazioni, vennero fatte riprodurre a cura del Ministero ddla guena : ad esse è fatta iprecedere una Premessa nena quale il Bruno rivendica al Braccialini l'ideazione di queste importanti fon1.foni cl ella balistica pratica.
* ~·:- * Fm i principali cultori della balistica deH'immecliato dopoguerra, và, segnalato il prof. Filippo Htn·1.io (Vol. VIII, pag. 2623: Biografia ed Elenco di 19 lavori) il qnale, (dopo aver studiato a fo ndo l'opera d.ei maestri, come ebbe ad esprimersi nei suoi riguardi E ttore Cavalli) affrontò uno clei più difficili problemi di questo partico)are ramo della sdenza, qnale è quello della rota,,;ione clei proietti attorino al loro barieentro, problema .sulla cui particolare importn.nza il Siacci aveva da tempo richiamato l'attenzione ed a] qnale il Burzio fece compiere 1progressi fonda.menta li. I primi studi del Burzio sulla rotar,ione dei proietti risalgono aJl'ultimo anno della guerra mondiale. Nell'aprile 1918 appare il suo primo articolo << Sul moto e sulla stabilità dei
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OPl::RE DI BUUZIO
proiett i )) (« Riv. d' Art. e Geu. )), 1.918) col qu ale, partendo cla alcune ipotesi semplificati\·c, ma accetta bili in quanto che non si diseostano se111sibilmente dal fenomeno reale, perviene a form ule, analoghe ma più semplici di quelle di Mayewski, e che si prest a110 alle applicazioni numeriche (« Applicazioni del 2° problema balistico)), « Riv. d' A.rl. e Gen. )), 1919). I n seguit o il Burzio, Yale,nclosi degli integrali primi, dimostra aJcune 1pr oprieti:~ relat i ve alla precessione balistica, e fra tali snoi studi merjt a speciale menzione il « T eor ema della velocit ìt tli precessione bn listica >) (Atti Accademia delle Scienze, Tor in o 1918-192G), secondo cui fa.. velocità cli precessione del pl'oietto è ruetà, di q ue Lla cl.e]J.a tt{)ttol a all'i111izio cleUa t raiettoria , ed ugnnle ad essa alla fine della traiettoria stessa : teo1·cwa che precisa un a differenza fondamentale fra trottola e pr,oiet t o : fenomeni. gfroscopici entr ambi, che i primi sturuosi del 2° pl'oblema balistico, compreso il Sa.i1nt Rohert, avevano identi:fìcati . D allo studio poi degli integrali secondi, il Hurzio trne modo cli esporr e sotto forma più completa ed esuttn la cosicletta « legge di ::.\fayewski >), che egli precisa ed emmcia, nei scgnen ti t ermini: mentre :fino al Yei·tifi ce l'an golo di prec<'S8ione si mantiene inferiore a
r.:
o <'illanclo intorno a
; , ossic:1 l 'asse cli :tì.gura
del proietto rimane sempre da11a stc. ·sa parte clel piano cli tiro (l\i[ayewski) ; a ipartire inYece dal punto di velocità mi-uinrn l'angolo 11' può crescere olt1'e n:. (Vecli Nota « Rull a legge dj Mnyewski, ecc. >>, Atti. Ace. Lincei, · Hl26) : e con ciò viene spiegato il fatto speriment ale che nel ca o d.i tiro molto cnrvo i proietti compion o in teri gil'i in torno alla ta.ngente, cioè si comportano come cle11.e t rotto le. Gli studi compiuti dal Bnrzio s ul cliffi.cile problema della rotazione dei proietti. in t orno al loro baricentro, ed i risultati da lni conseguiti. gli cou1sentirono di. escogitnre un sno originale metodo di l'isol111done del 2° problema balistico. tla lui chi amnto: Metodo analitico ri<lotto, vnJiclo per le npplicazioni nu mer iche. e che gli permh,e di determinare, in alcuni casi prat ici, le grandezze sperhne11ta1i che fi g1uano neli'anali i che lo ha. portato alla risoluzione del 2° problemn haljstico. -
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OPEn8 DJ IlURZJO
Queste indagini l'mono partieola-r mente ntili anche alla scienza, aerodinamica, perchè dal )ol'O studio il Burzio fu condotto !Per primo, con rnetocli puralliente balistic:i, alla scoperta della legge ael'odinamica di « decrescenza -della, portanza >> col crescere della velocittL; diventata poi legge fondamenta le nella teoria -del volo ad alla quota, o volo stratosferico (vedi la Nota « Applicazioni del 2° problema balistico >>, e le « H.icerche sperimentali sul 2 problema balistico», « Hiv. d'Art. e Gen. », 1919-20; e la « Nota di rivendicnzione di prior·ità della scoperta>>: « R.isuhati speriruenlali a l tunnel ae1·oclinamico >> che conferrua1110 i t·i~nltari balistici, « Rfr. d'Ar t. e Gen. », 1927). Il Burzio, oltre allo studi.o approfondito del problema relativo alla rotnzione dei proietLi, si occupò di un altro problema secondario -d ella balistica, quello relativo all'effetto del vento -snl tiro. A conclusione degli studi e delle prove effettuate da apposita Commissione ministeriale, pubblica un suo metodo original e che permette la determinar.ione delle correzioni da 1portare ai dati di t iro per tenei; conto dell' effetto del vento sulla traiettoria percorso dal proietto (,cdi Nota « Il problema del vento in balistica », « Riv. <l'Art. e Gen. », 1925) . Altl'o argomento trattato dal Bnrzio consiste 11ello studio e J1elle ricerche sulla resiste1w:a dell'at·i.n; nel1e quali egli si preoceupò di modernizzare la ba.listica t raendo -d alle recenti teorie aereodinnmiche, quanto potesse avere 1·e)azioni coll'analogo .s tu dio del << problema. .fisico» della balis tica esterna : p1·oblema essen1.iale dell a balistica. 0011tempora nea , a. proposito del quale - e qnasi con ao1imo presago dei grandi progressi che l'aero<linamica ern chiama ta a compiere nel pt·ossimo avvenire - il Siacci aveva -életto, iu uno dei suoi ultimi. scritti : « il problema matematico>> cl.ella balistic n. è ormai qunsi. r isolto; bisognerà 01·a rivolgere t11 t ti gli sforzi al « problema, fisioo » : (vedi Burzio : « Nuove ricerche sulla resistenza. clell'arin : resistenza d'onda e resistenza cli scia », Supplementi tecnici alla « Rivista d'Art. -e Gein. », 1935-36) . Kel campo sperimentale il problema fisi co dell a balistica -veniva cl.al Bnrzio affrontato, sia con l'ansilio clelJa Galleria -del vento, sia con una speciale insta.Ua.zione a bracci o rotante e metodo manometrico. Queste prove, rhe )o occupm·ono per lungo 14
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OPERID Dl BUHZI0
tempo, gli permisero cli valuture separatamente le azioni del :Uuiùo sulle varie parti del proietto e di ottenere risultati sperimentali nuovi che interessano lo, 1·csiste11za dell'ai·ia, limitatamente a, velocità p1·ossime a quelle del suono. Le principali conclusioni alle quali egli pei-venue sono le seguenti : u) per velocità subacustiche hl resistenza dell'aria in fondello supei-a di gran lm1gn la resistenza in ogiva, ftno a raggiungere i 3/4 della resistenza totale; b) la «portanza)) nei proietti assume vnl ori molto maggiori di quanto sinora si ritenesse; tantochè la soluzione classica del !Problema balistico prill1cipale è fondata addirittura sull'ipotesi dell'asse di figura coincidente con la tangente, ossia di portanza nulla; o) l'influelnza deD.e irregolarità e discontinuità nel pro.filo esterno del proietto sull'inc1·emento della r esistenza è cospicu a ; e di tale risultato è già tenuto conto attualmente nella progettazione di nuovi tipi di p1·oietti. Tntti gli studi del Hmzio ai quali abbiamo acce1rnato, furono da, lui raccolti in dne volumi pubblicati a cura del Mini-stero della Guerra coi titoli : « Il 2° problema balistico »; « La resistenza dell'aria in balistica>), e tradotti e pubblicati sul « Mémorial de l' Artillerie française )), e su altre Riviste all'estero. Essi vennero premi ati col Prix )Iontyon de mécanique, J.928, dell'Istituto di Francia. Recentissimamente due eminenti balistici stranieri, il Popoff ed il D' Adhemar, lrn111no tratto clalle ricerche del Rurzio import:rnti conseguenze e applicazioni; e in particolal'e, è orma.i entrnt~L ncll't1so la propost11 del Popofl' cli chiamare « equazioni di M:ayewski-Burzio )), le equazioni risolutive clel 2° problema balistico. Inc1nbbiamente e ria ssumein do, l'attività, sYolta cla] Bmzio ha iportato un contributo fondamentale sia allo studio del 2° problema balistico che a qu ello ,del problema « fisico >>, problemi e studi per lungo tempo t1·ascnrati nel ,nostro Paese. Gli studi e le rie.ere.be sperimentali compi.uii. claJ Burzio per qnanto riguarda il fenomeno fisico della 1·esistenza dell'al'ia si riferisco110 sovratutto a velocità subacustiche, pcrchè i mezzi sperimentali a sua élisposfaione 11011 gli permisero di estemdere oltre il campo delle sue ricerche : la massima velocittl che egli potè realizzare col -
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orEJRmDI
BALDASSARRE
suo braccio rotante fn di 360 metri al secondo : sa1'ebbe clesi<le~ r abile che gli studi e le ricerche venissero l'ip,resi ecl. estesi per tutta l'area delle velocità balisticlle, che in genere s11perano di gralll lunga il limite delle velocità sonore. Per quanto riguarda il 2° probl ema bnlistico (rotazione dei p1·oietti) sarebbe anche qni necessario che Yenissero proseguiti gli studi e Je espe1·ienze del Burzio, di moclo che in tempo 010 n lontano fosse possibile concreta1·e una sol uzione qua.ntitnti.va del ,problema che permettesse l'impiego di. formnle semplici da potersi sfruttare ne) tiro pratico; col risultato cli potersi pro~ cedere non empiricamente, come si è fatto :fiJnora, ma razi orialmente nel'la progettazione dei p1·oietti, allo scopo di rispondere alle condiziOllli della massima gittatn (cioè della minima resistenza), {lelia m1-1ssima sta bilità, della massima, efficienza dei proietti sul bersaglio, ecc.
* * * Il compianto e ·d istintissimo artigliere gen. Ettore Baldassarl'e (Vol. VIII, pag. 2567: Biografi.a, e scritti.) fn , oltre che un combattente valoroso ecl un organizzatore provetto, aillche un appasionato cultore di balistica, ne studiò con intelJigenza le applicazioni al tiro pratico e compilò Je varie I struzioni c1ell' Arma i,n modo razionale ed aderente ai risultati dedotti dalle leggi. fond amentali della scienza del tiro. In uno studio « Sulle linee di uguale correzioo.1e )) gettò le basi del sistema di correzione sperimentale del tiro, ben noto agli artiglieri sot to il nome tli (( 'l'rasporto del tiro » : più tardi introdusse il noto coe:ffici.cn le di vm·iazion e Cx,h ecl i coefficienti percentuali a. e Cu conteunti nelle nuove tavole di tiro; e iai un altro studio sui (< Tiri di tara tnra )) fissò Je regole fonda mentali per dednl'l'e )e caratterist iehe di regime delle boccb e ,da, fuoco, fornendo successivamente i criteri generali per l a costi~ tuzione delle batterie omogenee. Notevoli sono pure i suoi studi suJla probabilità di col, pire, su] per cento utne e sulle regole de1la condotta del fuoco . -
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OPfilR0 DI D'ANTONIO E DI SEVERI
* * * Un altro dotto e profondo studioso di questio'l'li balistiche e cli tiro fu il gen. Raffaele D'Antonio (Vol. VIII, pag. 2692 : Biografi.a ed elenco di lavo1·i) che nel dopoguerra insegnò balistica pratica ai. vari Corsi -d i perfezionamento per gli ufficiali d'artiglieria . Le sue « Lezioni di t iro >> del 1921 ed il « Corso pratico di tiro d'al'tiglieria >> costit uiscono i] primo passo verso quella razionale applica1,ione delle leggi desunte dalla scienza balistica al tiro rpra tico. Originale è il suo metodo per cos truire gl'a:6.camen te la traiettoria per Archi successivi, metodo pnbbJi.ca,t o su lla « Rivista ,d 'Art. e Gem.. >>, Vol. III, 1920; come pure sono notevoli gli altri studi da lui compi uti sul « 'l'iro di effica cia a teni po » (« R iv. cl' Art. e Gen . >>, Vol. J, 1922), quello « Sul giuoco balistico >> (« Riv. d 'Art. e Gen. », Vol. I , 1923), e l'altro « Sull'orientamento al n ord ten estl'e con metodi M.1tro,n omici >> (Tip. Fricio, Bari) ; ed infine la Nota cc Sul limite d 'impiego dei tele~ metri da costa. >>. Altre pubblicazioni di cara tt ere tecnico sul t iro da costa, sulla, rettifiche agli strumenti. di puntamento e su argomenti vari completa no l 'opera del D'Antonio.
Il prof. Francesco Severi, richjama.t o clt1ra111te Ja guerra mondiale quale ufficiale d'artiglieria di complement o, studiò e pcrfezioinò la correzion e per la densità, d ell'aria dovuta alla quota della batteria,. Con senso pratico non comune e con rigore matematico il Severi, riesaminat:t la co1'l'e;i;ione del G, introdusse H concetto di « quot a ba1isti.ca >> (funzione della tc~mperatura e della pressione) in sostituzione della quota reale delle batterie : tale metodo correttivo è rimasto anche oggi come criterio di base per le c,orrezioni dovute alla te1nperatnra ed alla ,pressione esistenti al momento d el tiro. -
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OPERE Dl R8GII 0 DI CAVICClllOLI
Il lavoro del chial'issimo prof. Severì, intona to ad un vero spirito di collaborazione con gJi stncliosi dell'A1·ma, ha portato un reale contributo a1la scie11?;a del t iro.
* * * 11 colonn. della nostra artiglieria tecnica Rallust io R egii (Vol. VIII, pag. 2962 : Biogra:fì a e scritti), st1Hlioso e tecnico di grande valore, ha t rattato con competenza alcune questioni di balistica esterna e cli tiro con troaereo. Tra i s uoi studi più importauti citiamo quell o rela tivo alla « Costruzione delle t avole di. tiro per batterie dn costa» (« RiY. d'Art. e Gen . », Vol. II, 1910) e quello rigu ardante il « Principi.o degli abbassamenti )) (« Riv. d'A1· t. e Gcn. )), Vol. I , 1!)17) , col quaJ e ultimo si perviene al noto l'isulta to che, tanto nel vuoto qua nto 111ell 'aria , soltamo quando la resistenza è lineare si verifìc-a esattamente il pd~1ripio <lella costanza ùegli. abbassamenti. Il Regii infin e, in un apprezzato stu dio pnhblica t o nella « Riv. cl' Ar t. e Oen. )). V,ol. lV, Hns, dava le fonnule del tiro <lella soluzione Bia nc:hi nel caso di resist enza qn adraiica, cal colancl o anche la reJatiYa ta rnla lHl listica grnerale.
E ' da ricordare poi il colonnello d'ai·tiglieria Nunzio Ca vicchioli, iusegna1n te cli balistica alla. Scuola d'applicazione d' artiglieria e genio clal 1!}30 al 1934 e dal 1938 al 1!)42. Studioso c: matematico valente, con numerose pubblicazioni ha contribuito a <lare nn assetto raziona le nlla condott a d<~l fuoco delle artiglierie, al problema della ,p robabilità, di colpire, cd a quello dei colpi a111omali. :N'ella hranC'n. deJla balistica pura ha collabol'ato in importanti stndi col gen. Giovarmi Brnno ed ha fatto pubblicazioni apprezzate sulla preparazione balistica del t iro, snlla p enetrazione dei proi etti, sul la determinazione delle stri:scie ecc. Ultimamente il Ca Yicchioli, sulla traccia del Sia cci, perfe-
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L'OPER,I. DI G.I.LANZI)10
zionò il calcolo per archi della traiettoria dandogli una sistemazione razionale e completa. 'l'ra i cultori della Balistica es-tema è pure da l'icordare il colonnello li'rancesco Galanzino che, come già è stato detto, collaborò col generale G. B1:u110 alfa compilazione de l.la nn ovc:1 ta vola, della, densità, balistica dell' ai·ia, a quella del 13 pl'incipale eù al prolu ng-amento dèlla Cumzione t n (8). Il col. Galanzino fu aggiunto del gen. Bruno nell'insegnamento dei corsi Superiol'i Tecnici éF.A.rtiglieria per élue anni, ed i111intenottame01te dal 1933, è inseg11ante titolare di balistica esterna ai corsi stessi, che si svolgono a Roma., ed è insegnante di tiro e balistica sperimen tale ai corsi di Prepara;done tecnica, per Ufficiali di Fanteria. Nell'anno 1943 l' Ispettorato di Artiglieria curò la pubblicazione cli un Trattato di balistica ester11a del col. Galn nzino, o:pera in tre volumi di cui vennero stampati il I ed il H l°, giac chè, per eventi bellici, venne smarrito il IT. vol. « Balistir,a sperimeJ1talc ed appli cata»). 0
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* * * Parti.colare menzio:ne merita un eontL-ibuto clel capit. d' Artiglieria di complemento prof. ing ..J achino, per il calcolo della traiettoria 11el caso di tiro a, grande gittata., che consiste in una breve ed elegante applicazione clel1a soluzione~ generale a,mericnna dell'importante questione : cli esso si ,paxlerù, più avanti. ·
Precedentemente jin questo Paragrafo ven nel'o citati due pr ocedimen~i proposti dal gen. Brnno per il calcolo della traiettoria per archi successivi, dal titolo: « Il ca,lcolo de1la. t raiet-· toria percorsa ,d a un proietto - Nuo,o metodo esatto e speditivo>> (estate 1937). Poco prima di questo studio e cioè 111ella primavera dello stesso anno fu pubbli.cnto un analogo lavoro de] cap. cl' Ar -
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L'OC'ER,\ DI JACH1NO
tigJieria di complerue.uto prof. Ja chino dell' Universi tà di Bologna, dal titolo : << 'l'raietioria e odografa balistica - CaJcolo approssimHto per archi successivi>>. Ambedue questi laYOJ'Ì furono presi. in attenta consideraziollle e da noi in Italia ed anche all'este1·0, atteso che con gli attuali proietti, velocità ini;r,iali e gittate, conviene tener conto del variabile contegno ela lico dell' aria di fronte al movimento {lel proietto, e che q11indi s.ia eonveniente IPJ'Oceclere al calcolo della traiettoria per archi successivi (1) . Il lavoro del Jnchh10 conside1'a. oltre l' ordinaria oclografa delle velocità, anche l 'oclogl'afa delle accelerazioni e si fonda . snl sistcmn di dne equaziollli, clnlle quali per due integrazioni successive ricava un sistema di altre qnnttro eqnazioni: e per grafi ca diffe renziazione delle cln e prime formule così ricavate si ottengono i rnlo1·i delle aC'crlera½ioni già scritte nel primitivo sistrma <lellc due prime eq11azioni cli parten;r,a. Media11tc l'eli.minazi or1c del tempo t, si hanno poi le equazioni: deJla traiettoria: clell'oclog1·afa delle velocitù,; e delJ'oclografa cleJ1e nccelerazioni. L'antore consiglia di commisurare l'estensione degli archi pe1· intervalli di tempo da. l/2 secoinclo ad mi. secondo. allo scopo di più fa cile rappresentflzione cl<'i diagrammi di ,i; .oos e e di 1J . se11 e) dai quali tnite le nJtre qnantità restano grafìcameute determinate . Il gen. Bruno parte da1l'odografa delle velocit~~, e con opport une semplificazioni di C'alcolo giunge ad ooa formv.la nella quale alcuni parametri vengono ritenuti costanti, e a due altri sono sostituiti i valori medi per ogni arco, trae1ndone uno da uina Tabella, e l 'altro come media aritmetica per le due velocità nel punto iniziale e nel punto fin ale dell'arco . La formula diventa quindi integrabile, e per il punto :funale dell'arco si ottiene un'altra formula : supposto parabolico il tra tto di arco considerato, e assunto nno speciale valo1·e come media della velocità
(1) Devesi notare che il proccdimeu to di Siac!Ci, mediante ~peciali accorgimenti <11 cnleolo, sl 1:1.da.tta b<'nissirno at calcolo d e lla tl:al<'tloria pel' archi successivi. Lavori del Parodi e del Bianchi si fondano s u tale procc>dimcnto.
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L'OPERA DI JACIII:-10
or izzont ale, si ottengono in defin it iva delle formule abbastanza semplici. Oau1tteristica principale della solu zi one proposta dal Bruno è la scelt a delJ a fun zione <P(v ) (che amebe il Jachino ha impiegato in altro modo), la quale varia poco col n1riare di i; . tl diagramma della <l•(v) è con cavo dnpprincipio verso le ordinate positive; cresce p oi lentamente con v ; 11)assa in seguito pei- llill p unto flesso all'incirca in corrispondenza della velocità, del suono, ed oltre questo valore cresce ancora lent amente. Anche il prof. von Eher harcl in Ger mania si è occupato del problema. del ca.lcolo della traiett oria per a1'chi su ccessiìri , fondandosi sulle 1..'abelle del F asen a .
Jm sostituzione dell'antico mct oclo della « Commission e di Gavre >>. in F rancia ve1nne studil:1to un nuovo metodo detto <e Me·· rodo G.i\'C.H. » (<lai momi di coloro che lo hanno elaborato : Garnier , Marcns, H aag) . Rsso tende a determinare l ' ampiezza, di ogni nrco di trai ettoria in mollo da limitare gli errori nena valutazione degli elementi della t raiettol'ia st essa : ma non risolve questo pi-oblema. in t nttfl la su a. generalità pel'chè a priori st abilisce e considera un arco di tale ampiezza iper cui i detti errori restiuo al disot to dei limiti prefissati; mentre a posteriori invece e per tentat ivi successi.vi , rleter mina quell' ampiezza con sviluppi in serie, ritenendo che l 'er rore nel ca lcolo di un ·d ato elemento sia minore deJl'ultimo ter mine della serie, conservato in calcolo. Conie primo t entativo, il metoélo stesso (POIIle f('V) = costan te . ed allora dall'equmdo11e dell' odografo integrata deter · mina il valore ,d i v .oos e, i n fuinzione cli e. A.nito 'V . svilupp a f (v) in serie ,d i fu n zion i d.i e, e calcola p oi nuovi valori di v .oos e e di v, int roducendo nell'eq11 azione i snccessivi t ermini della ser ie di f(v ) ed arrestanclosi a quel t<>rmine éli. valore inferiore ad 111n li.mite asseg1rnto. Come per la ,elocità -v, si procede per gli altri elementi e cioè p er l' a~cissa, per l'ordinata e -
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IL METODO
Q.::.r.u.
per i tempi. Stabiliti gli errori tollera bili nel ,nlore cli questi. elementi, si pnò determinare il ,alore di e all'estremità dell'arco; ecl allor n l'insieme dei s}ngoli t (rnnilii vin via calcolati, fornisce i valori di v j x) y e t al termine delJ' arco : questo calcolo è pertanto lungo e rkhiede a ttemione e perizia per parte aell' 01Perat or e. Altro metodo fra~1c:ese di calcolo degli elementi cl.ella traiettoria , ma dedicato essenzialmente al cakolo de11e Tavole di tiro, si è quello del « Dizionario B;ilistico ». Questo Dizionario contiene i dati cli migliaia d i traiettorie cordspondcnli a diversi proietti, a varie velocità ed a vari nngoli di proiezioni , dati calcolati per punti , col metodo precedentemente accennato di G.H.M. Il Dizion ario per diversi ntlori cl elln ,clocità iniziale e dell'angolo di pro.i ezione e del parnmet1·0 ~•i e -= K - - in cui K =
u
ìì,, 1.000
= 0,00120G
dà i vnlori della gittata, dell'angolo e della yeJocit:'ì, di caduta, e de1Ja durata, della traiettoria, insieme con · gli elemeoiti del vertice . Questo calcolo 1·ichiede una triplice interpolazione. P er costruire uina T aYola di tiro per un dato proietto e di dn tn, velocità iniziale, si J'anno per lo più tre serie <li Uro con diversi angoli di proiezioni e con misnra.zione delle gittate ottenute. Per i valori noti della gittata e dell'aoigolo di proiezione e per la data Yelocità iniziale, dal Dizionario si deduce il valore del p arametro o. Si li.anno così varii valori di questo parametro, che si pongono graficamen te iin r elazione coi valori corrispondenti dell'angolo di proiezio11e: ossin , per fissare le idee, si traccia praticamente il diagramma o = t(,q,) . Da questo si può avere per ogni valore di q,,, il valore (li o corrispondente, ed alJora òal D[zionari o si dednce la gittflta relativa. Si può quindi poi stabilire una relazione grafica o mnnerica tra giliata ecl. angolo di proiezione, il che non è a1tro che la Tavola di tiro . -
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LF. OPERE DI CRANZ
Nel precedente Pal'agraf.o si è acceno, ato alla solnzione grafic a appYossimata del Cranz, proposta antecedentemente alla guerra mondiale. Occonc richiamare qui altri la,ori cli Balistica, cli questo autore , Javori che si riferiscono al calcolo delle inflncnr.e secondarie balistiche che tendono ad infirmare le migliori. soluziolli del problema p1·incipale: in particolnre e prima di ogni altra è <la consiclera,rc l'inflnenr.a. clel moto giroscQpico del proietto. Esposta nel modo più sem:plicc la teoria mecca·nica di tale moto, il Cranz imposta le equazioni del moto pendol ar e conico del proietto, e quel1c del moto del baricentro del pl'Oietto stesso, tene11do conto della posizione dell'asse dello stesso proietto rispetto alla ta111gente alla tl'aieitoria, obliqua per rigua rdo alla clirczione clcUa forza deviatrice. E rende chiara la rappresentazione grafi.ca,. di questo fen omeno nel sistema prescelto cli coordinate. L'integra:;r,ion e delle equazioni differenziali viene compiuta entro -d.iYersi campi di valori, ossia l'itenendo grande o piccolo l'angolo di precession e, o noie.ora, tali che la. stabilità dell'asse del moto conico p1°ecessionale, caratterizzata da un « fattore di stabilità,)), sia in n11 campo snpiposta abbastanr.a, gralllde, e poi in un a.ltro campo, molto elevata . P er il c-nJcolo esatto clelJ'inclinar.ionc finale delle righe il. Cranz pro-pone questo fatto1·e, che dipende, oltre che dai momelllti d'inerzia del proietto, anche dalla -velocità angolare di rotazione im-· pressa. dalle righe e da altl'i elemenli del proietto stesso; e propone poi anche due altri fattori, parimenti. dedotti dalla teoria suindicata, che sono cl.etti << F attore -di adattamento alla traietto1fa >> e cc Fattore di sbocco nell'aria», circa i quali si è già fatta ampia menzione. Il Oranz ha poi costruito abachi per il Càlcolo degli elementi della traiettoria. Un cernno merita la soluzione del problema balistico studiata negli Stati Uniti d'America dal maggiore F. R . )Ioulton, per il calcolo_ della traiettoria per archi successivi. I vantaggi del metodo consistono nel fa tto chf l'integraziOOJ.e delle equa-
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LE OPEHl'J DI 1 l 0ULTON
zioni differenziali (compiuta numericam ente ipcr approssimazioni successive) può venir fattai con q1111lsiasi approssimazione voluta, te111enclo conto della variazione della densità -dell'aria per l'altitudine e per altre cause, della tempera.tura che in.lluisce sul contegno clastico drll'ari11, dellH rotazione delln terra , nonchè del vento n.lle varie altezze e clil'e1,joni. · Il metodo è assai Jabotioso nella preparazione deJlc Tabelle, alquanto meno nell'applicazione pratica, sebbene per questa le condi1,ioni cli precisione impo,n gano il lavoro sn numerosi archi, specialmente per traiettorie a grande gittata e ad eleva,ta, altez1,a di tiro. Il metodo stesso e le Tavole cli tiro, che con esso furono istituii.e, risposero molto beine alle esperienze. Esso è vantaggioso pcrchè. il calcolo esatto delle ,·:-u iazioni differenziali permette di tenere conto anche cli variazioni della stessa legge cli resistenza dell'aria. delle tcmiperatnre nei varii strati della traiettoria, di nuo,e leggi sulla den ità dell'aria. Il metodo ora, consiclcrat.o fu reso pubblico nell'immediato dopoguerra (1919) e fn molto apprezzato negli Stati 'C"niti <.l' Amel'i.ca., ma senza però uscirne . P iù receintemente, per il calcolo <li tra iettorie delle lun ghissime gittate, fu proposto e segnito dal prof. Jachino un metodo cl.i calcolo clella traiettoria. per archi successivi meno la borioso del precedente.
Recenti stncli di Balistica che recarono un notevole contributo aJ sno progresso scientifìco, furono _quelli del gen. Emery i11 Francia e del prof. l'opoff della Università bulgara di Son.a. Questi scienziati riclliama.rono il principio di Sa int Robert per effettuare importarnti ricerche sulle « omografìe balisti che », o altrim enti snlle cc afilnWì, delle traiettorie >> : il Popoff' inoltre, come si. è detto, sviluppò gli stndi clel Burzio sul 2° 1pro-blema bnlistico. -
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GLI STU DI DI E MEJRY E DI DHACII
E ' c1n segnaJare l'opera ,d el frnncese Drach, il qunle nel 1920 mediante un'abile applicazione della teoria dclJe funzioni a01alitiehe. è ri.ustito n c1cterrnilrnre ]e funzio11i C'he, poste a ra11p1·esentare analiticamente la funzi.01nc resistente (anche se non l'isponclono praticamente al]a rappresenlazione cleHH. resistenza reale clelhn·ia), sono integrabili in termini fi~1iti.. Qncst<i funzioni hanno. (·ome casi pnrticohtri, le fonr.ioni che Si:1cc:i ebbe ad indieare come integrabili.
Numerose sono le soluzioni che all'estel'O vennero ,d ate al prob]ema di lanci del Pl'Oietto dR1l'nereo . A complemento cli qu::in-1.to si è già1 detto circa i lavori del Bruno e di altri italiani, djremo qui soJtanlo che in tutti gli Stati tale problema Yennc preso in consiclernzione e 1·isolto in modo quasi uniforme da tutti. La risoJur.ione teorica non offre difatti grandi èlifficoltà. jn qunnto che a qneJla, velocità la legge di resisten za dell'aria è quella qnaclratica : la grnmle diffic·olt/1 <'lel problema sta tnttn, nella. pratica del lancio, nella forma bene fl]JJpropriata dei woietti, nella bontà e prerisione degli apparecchi di mira stabiliti sull'aereo, nonchè sull'abilità e l'esercizio del puntatore. E' ce1·t-0 che in avvenire le indicate qnestioni pratiche saranno sempre me~lio studiate, e Ja loro solnzione sarà portata alla perfezione. Consci come siamo della duplice lTlecessità, che il lancio dagli aHei possà esser faito con ptecisione ed esatter,r,a, Jancio pl'eciso che è il solo atto a po1·tare il tiro di artig)ieria. a grandi distanze per le quali il tiro del cannone non è affatto redclitir.i o, esprimiamo il voto che anche in tali studi l'Italia sappiR conservare quel prima.to elle seppero ftnora conquistMle i nostri balistici nella Scienza d.el tiro.
Il tiro 1prati.co Yenne de:finitinm1ente sistemato e rego)a,to nelle sue norme ·dopo le esperienze belliche da) 19J 5 nl 1918. Come -
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1STRU 2I0NI T·ECNI CUE Dl':LL' ..\R::-VfA
già si ebbe diffusamente ad accennare, i. vari tipi d'artiglieria
furono esatta.mente classificati. seoondo le va,rie necessità e funzioni tat tiche cui l'a,rtiglicria deve ,;;oddisfare. Le Istruzioni tecniche dell'Arma hanino poi con ogni ampiezza tracciato norme chiare e complete circa la regolazione e la condotta del fuoco per ciascuno dei tiri suddetti, ed anzi, in base all'esperimento di guerra,, hanno sta,bilito correzioni preventive ai dati di tiro dipeinclentemente dalle condizioni atmosferiche, di altitudine, ecc. e sovratutto hanno dato norme per la<< ta.ratura dei pezzi)) di una batteria, senza la quale le correzioni preventive indicate or ora., potrebbero risultare illusorie. Per la. buona, e rispondente applicazione ,dei dettami rar.ionali della regolazione del fuoco è clifa,t ti importante che tutte le bocche da fuoco di una ba tteria, a, parità, cli ogni altra condiiione, abbiano in qualunque caso la stessa traiettoria media; o quantomeno, se differenr.e esistono, esse siano note IJ)er le varie distanze, e quindi sieno correggibili a tenipo per conseguire un risparmio di munizioni ed il vant aggio ,cli una più pronta regolazione e più sicura effi.cacia. clel tiro . .A.Da questione ora brevemente l'iC'hiamata, decUcò Ja sua. brillante e competente a.ttività, jl gc,n . Ba.ldassarre. P arimenti e per un analogo rig.uardo 1 le Istruzioni prevedono opportune cautele nei casi in cui si ca.m bi i.l lotto ,cli polver<~, e ciò giustamente perchè da un lotto aJJ'altr,o di polvere, a parità di ogmi alt ra, condizione, si possono avere differenr.e di gittata di qualche dlievo, per le quali riuscirebbero frnstra,te altre correzioni di maggiore :finezza. Le Istruzioni tecniche hanno inoltre sancito in modo de'finitivo tutto quanto si riferisce a.Jla preparazione del t iro d'artiglieria,, sfruttando la riccn. messe di esperienza fornita dalla gnerra combattuta. In questo argomento non occorre sce111dere . a pnrticoJari, 1posto che molto si è già elet to in proposito in vari.i punti cli qnesta. Storia. e specialmente nel precedente V,olnme XI, e molto si dirà ancora più ava.nti. Nella grande guerra i nuovi tiri già preveduti e pensati da eseguirsi con nuovi materiali, sono stati : il tiro anticarro e più amcora. il tiro controa.ereo. Il primo è un tiro individuale d'artiglieria con bocche da fuoc-0 di piccolo calibro, faeilmente occulta.bili e spostabili che si svelano al momento voluto con -
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TTl.W COK'ffiO CARRI E COKTRO .IBREr
fuoco molto rapid o, con proietti aLli alla perforar,ioue e ud una energica azione di scoppio, tiro che sfugge a qualsiasi organi1.zazione generale ed è affidato all' abilità ed all'inilr.iativa di P-sperti. :utiglieri assegnati alla Fnnteri11. Molto diverso si concepiva al termine della guerra mondiale il tiro antiaereo, del qua.le si è già detto specialmente circa i concetti direttivi che dai competenti erano discussi. Tali concetti ehbe1·0 atluazione nell'immediato dopoguerra con sistemi studiati sia in Italia che all'estero e fa'voriti da t utti i migliori cont tibuti, tanto della meccanica, qurunto dell' elettrotecnica, dell'ottica e della Balistica esterna. Le bocche da fuoco all' uo;po studi ate dalJa Balistica interna élebbo1110 : -
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l'SSere uttc a t iri con grandi angoli d i sito, ma [liti d i 1:ll lto con forti velocità lnizial1 e qu indi cou brevi cll1ratl: di traiettoria; l:l11cia1·e proielti a111>ropriatl e di calibro sufficiente ywr spinget·e il Pl'Oictto stesso Jìuo a gr andi alti Lllclini e per avere cffrlti dl scoppio
nbbustanza potenti sull'aer eo n<'mi to ; l'Sserr. disposte ,;u affus ti concc(h•nti r in cul i e rilorni in bntrcria mo lto rapidi.
Il progresso dell'aviazione e più cli. ogni altra cosn, le uccrescinte Yeloeifa degli nerei e la maggiore altitudine dalla qunle essi possono attaccare, hanno richiesto sistemi. di pnntamento e di tiro tutti speciali, ed una estesa e rnr,ionnle coor· dinazione di mez,1,i. Questi· sistemi prevedono tutti 1ma stazione centrale di batteria o di più battel'ie, nella quale con strumenti speciali si opera la scoperta del bersaglio, la dctermi.nnr.ione della sua 1·otta e della sua velocità, e si calcolano tanto i dati di tiro (diL·e7,ione ed elevazione) dei pezzi, .quanto il momento cli fuo co a:ffinchè il proietto, tenuto corn to del moto dell'aereo e del proietto stesso, passi per 1.111 dato punto dello spazio nello stesso ista01te in cui vi passa l'aereo. Alla batte1•ia non rimane che puntare le bocche da fuoco nel modo ordinato e di sparare per brevi istanti alcnne raffiche molto ra1picle non appena segnalato il momento òi fno co. Questo procedi.mento che costituisce .il « til'() preparato controaereo » non è sempre opportuno od altrimenti non pll(ì sempre essere eseg uito, ed allora si efl'ettna il tiro di sbarra · -
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TmO PR0PARATO CG:-l'fRAF.REI
mento che consiste nel tiro rapidissimo di un congruo numero di batterie~ per forma.re una ,c ortina verticale -di scoppi atta a. vietare il passaggio degli aerei in un determinato punto. Anche in questo caso la migliore efficaci.i, si raggiunge quamdo le batterie, sufficientemente numerose, sono dirette dn una stazione centrale che calcola e trasmette loro i ,d ati di tiro, ed a suo tempo anche il momento di fuoco. Al termine della. grande guerra 1915·-18, in concorso con la preparazione di artiglieria si era 1pnre imma.gilll.ata una azione dell'aereo contro truppe lllemiche, specialmente di fanteria,, mediante voli a bassa quota lungo le linee nemiche e con intenso fuoco di mitragliatrici; ecl. in contrapposto, si era pensato ad un'azione aintrLgonistica dell'artiglieria. Tutto questo aveva dato luogo a discussioni che avevano condotto alla co11clusione dell'impiego di mitragliatrici speci.a li, am;ichè di vera e propria artiglieria, ecl in particolare cli mitragliatrici di ealibro supero.re alle mitragliatrici ordinarie <li fanteria, e di grandissima rapidità di tiro.
Dalla fine della guerra in poi gli strumenti cli puntamento per l'artiglieria terrestre ordinaria, sia leggera che pesante, non fece1·0 sensibile progresso se non nella forma, nella leggerezza e ,nella. ma,ggior precisione di costruzione; ma in sostanza iJ goniometro e l'afao !p anoramico con cerchio di puntamento per i pe7,zi rimasero gli stessi. Per H tiro conh·ciaereo si ebbero nella. stazione centrale strumenti varii per la, misura deJJe distanze, della quota e <folla cUre?:ione di rott.n. dell'aereo, e mac-· chine per i rapidissimi calcoli occorrenti per formulare i dnti cli tiro relativi al « punto futuro>> del be1·sag.1io, mentre poi si dovette provvedere a · me7,7,i di comunicazione abbolild.anti e perfetti. In a.J.cuni sistemi, la, direzione e l'elevazione alle bocche elfi. fuoco vengono date automaticamente mediante appropriati collegamenti elettrici, direttamente dalla stazione centrale, e -
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STRUMENTI DI P.U!'<'l'AlvfIDN'.1:0
nello s tesso modo viene p1·ovocato lo sparo dei pezzi. Tutte qu este <lisposizioni che riguardano una batteria, si complicano a~ai allorchè per la protezione di grandi centri o di grandi -0bhiettivi militari, si t ratta di coOl'dinare il tiro di molte batterie collocate a grandi ,d istanze tn,1 loro. Un importante strumento immaginato dall'ing. Jachino serve 1per il tiro con puntamento 1ndiretto in generale, e bene si adatta, al tiro contraereo e.cl al tiro costiero, ossia ai due casi 1.Jiù complessi di tiro contro bersaglio in moto. Lo strumento è troppo complesso per essere qui dcscl"itto ed inoltre esso è ancora, in prova, sebbene con eccellenti ri sult ati, e d'altra parte poi il coocetto di base sul quale esso si fon(la venne pubblicato daJl'autore solt~nto ,nell'a prile Hl42 sulla « Rivista cl' Artiglieria e Genio », tanto che trattandosi cli uno strumen to e <.li un sistema ancora in prova non si ritiene di dovercene minutaroeinte occupare. Ci limiteremo a rilevare che lo strumento del prof. Jachino può essere facilmente disposto in stazione in un punto scelto come osserva.torio. Esso con procedimento più sem plire m11 con gli stE:'ssi concetti può servire IJ)er il tiro costiero, per esempio, nel tiro contro gli sbarchi. Interessante si è di segina.larc fa recente 11dozione di telemetri sia controaerei, sia marini e sia terrestri, di notevole esattezza. cli rilievi, fondati sulla riffessione dei ra ggi ultra-sonori, principio gbì, applica.to negli stucli idl'ogra.fici per i l sondaggio delle profondità marine. Il tempo complrssivo che un raggio ultl·a-sonoro, emesso da nnn ~tazion e, impiega a. percone1·e il tratto stazione-bersaglio e 1·itor.no, viene ron granòe esnttczza misurato. Ed· un apposito strumento traduce in distauzn il tempo misurato nella òoppia corsa del ragp:io 11 ltr-a-$on01:o. Questo strumento che ha preso il nome cli « ra diol oc;alizzatore >> o « radm· >> serv<>, oltre che cln telemetro, .1ncbc pel' la scoperta dei bersagli di notte e in teID'pi di nebbia o cli Cos<·hia.
* * * I gran di progre&'Si <lelfa Meccanir.a, ma sovratntto della E1. ica in generale e dell'Elettrotecnica, h awno fatto molto progredire la B alistica esterna sperimentale. -- 224 -
flt\LIS'l 'l CA ll)STERNA srERlMENTALI•:
P er ragioni di brevità rimandiamo il lettore al Capo della Balistic·a intel'lrn per qrnmto ha tr;.1.tto a val'i stl'u:menti per Ja misura di tempi molto b1~evi, e ciò perchè gli stessi stnnnenti si possono applicare ancbc a qual siasi esperienza di Balistica esterna nella quale si tratti di misur are durale molto piccole. Esperienze cli molto rilievo sono quelle s ulla resistenza dell 'aria, che presentemente vengono esegnite n elle così. <lett e« GaJ.lerie cli vento>> colla misu 1·a non soltanto della r esistenza complessh'a. ma auche delle p1·essi011i e depressioni suj varii pnnti del proietto. ·Cosicchè si possono npprezzare le migliori forme di ogiv11 e di 1p1·oietto (rastremazione di fondello), e l'ilevare tutti gli inutili o clanuos i a ume,n ti cli resistenza prodotti da parti del proietto sporgenti dalla r-na supPrficie esterna ( come per esempio : posizion e, profilo e sporgenza delle corone di rame, ecc.) . L }l Gallel'ia di vento t> un tubo cli forma partico)a1·e nel quale è mecc-anicnrneute spinta l'al'ia a forti Yelocità u1ote. Tn esso viene ma11tciH11to fe rin o iu acconcia pos izione, un modello di proi etto entro i1 qunle p("neb'ano (senza influenza ak1ma s nll'azion<> resist(>IT1((') pic<'oli t ubi flessibili che affiorano a punti diversi della supprficie ,~sterna, e elle tJ·asmettono ad appositi misuratori m::rnometrici le pt essioni esercitate cla.ll'ariu, luuciata eo,n 1mn ccrtfl velocità, co11tro il inoddlo . Unn conshni1e esper iemrn fu s\"OltH da) prof. Bnrzio nel 1919-20 nel Laboratorio cli nerodin amicn del P olitecnico di Torino, con velocità del veinto (li metri 22,G e metri. 35 ,4 nl se<'ondo sn 1111 proi etto (fa 7ri con obliquitù,, n u·iabile frn 0° e 10°, del p rop l'io asse l'ispetto alla Yelocità del vento st<'s, o. Si ri<'avò così : -
lu. )Jrcssione !:< li punti di\·c r·si del 11roictto;
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l:J ris ulla n(·C' tota le ; la sua direzione rispetto all'asse d<'I proietto. e la posizio11e d<•l centro di resistenzn; - l'i ntem,itìt delle forze rila rclatTic<· <· cleviatr ir.l'.
Molte alt1·e esperie11zc del genere vennero altresì compiute, e quel ehe più importn , cou vclociti\ clell'.a ria moJto più elevare
di quelle ottcrn, te a T o1·ino dove, come già si è eletto, c·ol suo metodo <lel braccio rotR1n1"e, il B urzio raggiun se la velo<'itù, mas-
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BALISTICA ES'.rllmNA SP'Ji:RD!ENTAl',1~
sima di 360 metri al se('ond.o, completamente s 11ffidente 1wr i pr·oietti cl a mol'taio. Poichè però pel' la balistica è di g-rancle interesse di s1w·· rime11tare con velocità supcl'iori a quella del suono ~1ell'nria, la tecnica si ò cimentatH, aJla prepura:done di gallel'ie cou veJocitù, ultrasouichc. Qnesle 80Do di vai-io tipo, e constano di 1·ecipienti. relativame.nte 1piccoli ove colloca.l'e i. m odelli per spin gervi l'aria ad alta velocità. E ssi di solito, ammettono esperienze ,della durata da 5 a 25 minnti sceoudi. Un t ipo eletto ad accumulatore di :nia è in nso nel labon1torio aerodinamiro dell'Università di GottiHgen , e a ltri tipi sono acl a7.ion<' continun, ma anche questi ultimi come il pt·iruo sono tutti fondati s ul lancio cli al'ia compl'essn e preris<.: aldaln (pc1· evital'l' raffreddamenti troppo elernti per la brusca esparnsione) ad nlta velocità, attraverso 1rno specinle nggel'lo che sbocca nelln pi('eola camera d' espe1·ienza . Circa, la parte sperimeutale (relativamente antica) e gli studi e 1e 1·ice1·che teori<:he c·ompinte l'lnlht 1·esis1e•nza dell'n ria , è doveroso segnnla1·e l'opera in clne Volumi cl el gen. francese Jacob. Volemdosi e:ffettua1·e con grnnde preci ione la mislll'n cli tempi molto brevi non si [)nò ricorrere :il c1·oa1op:1·nfo cli Le Bou Jengé, ma deve farsi co11 strumenti nei qua li sia il bolita l'i nerzi a di 01·gani in movimento, e che abbiano il <:ronografo (mi suratore del t<'mpo) molto sensibile e werii::o. T ,1le mislll'a può farsi oggidì : -
eon eronoRrnfi n scari ca di eondr11,;atori: cu11 cronogl'a(ì fondati sull'dl'etto cli Krn; con cronog-rafi ,l cilindro r11otantc nd n lti;.-siinn Yl'lori t:1 prri frr icn , e ricoperto cli carta sensibile n l la h 1cr.
Per quanto si riferisce a questi ultimi, snUa predetta carta restnno segnati senza il mi,nimo l'itardo, ed fl di. tao.1za conside revole tra lol'o, l'inizio ed il termine di u11 tempuscoJo brevis simo. m.ediantr raggi luminosi, o con rnggi catodiei, o con 1·nggi infrarossi; e questo tempnscolo viene app1·ezzato in confronto di segnali di riferimento iu1scriUL clnrante l'csperienzn ed inclipe11denteme11te cla ()_ll est 11 , i;inlla carta sN1sibile rlc] ci-
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BALISTICA J!}S'l'ERNA SPERIMENTALE
lindro ruotante, da, un diapason di nota durata di vibrnzionc; o meglio da un raggio luminoso o fascetto di raggi catodici co-ma.nda ti ·d a una valv{)la termo-j oin ica oscillante acl un numero ben noto di vibrazioni. Anche l 'oscm ografo si presta molto bene alla, misura7,io11e di tempi molto brevi. Le cclJula foto -el(~ttrica e la, valvola termo-j onica aiutano molto a disporre conveniellltemente qual-· siasi esperienza . .Altro ausiliò efficace eél. esatto di tnism·azione .a i tempi molto brevi, e molto utHe per esperienze cli Balistica esterna ed anche di Balistica interna, è offerto da piccoli eo11pi rotondi disposti. in modo da. ruotare con un numero di giri assai elevato nel minuto secondo, e portain ti un minuscolo specchio sul <prnle, ad ogni giro, viene a riflettersi il raggio proveniente da una sorgent e .luminosa.. Si possono a1lol'a registrare fotograficamente su pellicola sensibile, spostata: con sufficiente rapidità (tamburo ruota nte) le traccie di (lll(~sti r aggi; tracci.e che si sncceclono a,d · fo1tervalli di tempo r(~golari assai brevi (,ol'chne di grandezza del milionesimo cli sc!tonélo ed anche molto meno). Con getti continui cli aria com.pressa si ottiene la rapidissima r otazione di piccoli corpi metalUei di forma conica, cli pochi centimetri di diametro, foggiati in moclo analogo a piccoli rotori di turbine a vapore. Dailc esperienze del C1ément e del Désormes si sa che il piccolo rotore viene sostenuto e ruota sopra nill cuscinetto d' aria, senza avere contatto col sostegno, di forma pnrc collica, dnl quale esce il gelto d'aria che 1p rodu ce il sostentamento e la rotazione del rotore stesso. I) numero di giri al minuto seconcl o può ascendere a parecchie migliaia . Su1la materia del rotore si esercitano f!Ccelerazioni angolHri pari a, molte migliaia, di volte la gra,vità terrestre. Ecl il procedimento inélieato, oltre che servir(~ per la misnra di tempi brevissimi, è atto a stabilire il limite di rottura di determinati materiali (il rotore scoppia quamdo ]a velocità cli rota zione supera un certo numero di giri). Recentemente fn proposto un cronografo di batteria, me diante U qua1c è possibile 1n misurazione della velocità, iniziale nei pez7,i di mm batteria nella stessa postazione clrlla batteria e riferendosi agli stessi colpi (anche se con forti angoli di prc>ie-
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BALISTtCA ESTERNA SPER !MENTALE
ziotne) ordinariamen te da essa span1tL Vnso di questo strumento non è complicato P p<•r la sua disposizione in stazi one richiede 1PO<"l1e e semp lici predisposizioni le qnali, come le sucCPssive misnre: non i11ceJJpano in alcun modo 1·a'l.iOne cli fu o<'o. L o strumento a<·cennato l'iescc moll o util<' p er la perioclica taratura dei pezzi.. N ella C'ategorin di mi sm·c qui illustrate, rien tra rnaturalmente la mismn dclJa velocitil iniziale, fatta, mercè gli stru·menti sopra accennati, co.11 di star1r,p molto piccole fra i due r eticoli, si a che gli strnmenti stessi sia no stnti sostitniti da interruttori Hcustici. oppm'<' siH che , ro11 molto va ntag·g'io, essi 'siano stati sostituit i da ampi nnelli di matel'iale feno-magne ii co o fmche da i-occlrntti elettl'Ìei. a corona (coin grande vuoto centrale) e di piccoln alt'ezza: anelli che, inseriti in speciali. circuiti, possono f11m:ionare con c1·1quanta pr('cisioue per inflnenza magnetka ocl elettri<'a, per esempio mag-netizr,ancl.o il proietto prima clel t iro. o fa cenclo gioca r e, entro i roC'chetti , la ca.rica elettrosta tica che il proi etto 1·iceve nat uralmente sempre dai gas .delfa carica e che t r ni::iporta sec·o (pitcola quantità di elettricità, a pote11zinle elevato). La fotog1·afin a s<·iJJ tiJle di cui fu già, fatta pèl rola nel pre-· cedente Paragrafo ha subito moJti progressi per opera clel Cl'a n z e cl.eH'americano Qnnyl<' (192/5). Rtndi Nl esperien'l.e i:,;peciali h a nno stabi l.ito il m odo di ottenere scintille di lumino· ità i ntc~nsa e costante, tutte di eguale dura ta e nd intervalli 1miformi. La fotografia a sdntille ha petmesso ntilissimi studi : -
sulk vibrazi one <klle cnnne nd tiro; ~ull:1 fotogl'atia cli proiC'lti nou nppC'na usciti dall a boccn dell'nnna;
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s ulle vibn1zlou i e cleforrnazioni d C'I 11• part i più c irnc•ntn te ùi 1111 affusto; sull,1 forma e clit1.1(•nsioni dell 'onda balis tir-a col facìlt' C' <'Onseg ucntc gfa citato cnlcolo della v<'locità; f.ulle 1iosizìoni IJÌI) o W<' no r t•golnri ass unte dal proic ll·o iJt vicinnn,m della bocca e nl'll'nth·aversnmento di mC'zzi ~olicli o liquidi, <' nello !i.tesso tempo le cleform nzioni ~ucce:;;sh·c t1i demolizione deì mezzi ,:; tessi.
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Il cinematografo 1·apiclo c><l ult1·arapi<lo è 1111 ritrovato relntivamente reC'ente, -cli gr·Hnde gfovmue11to nello st udio cli mo-
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C INls l\IATOGRAI"O RAP.IDO F. FOTOC RAM l\:ll'.Yl'RlA
nmenti rapidissimi come q1wlli del proietto sulla t r aiettoria. In principio gli apparec:chi riuscirono a dare poche centinni a di « prese)) al minuto s<'C:ondo, nu1, poichè Ja r apiclilù, dei fonomeni ùaJistid 1·iehiedeva molto cli 'f)i ù, i te(·nici risposero prontamente alle nuoYe r ichieste. Poi<-hè •n on si potevano ueppure immaginare ottu ratori dell'apparecchio pe1· le rnlnte freque nze di presa, si fece r icorso a.ll'illuminazi.one di scontinua tli scintille elettriche succedentisi a brevissimi interv:-1 lli di tempo e con ritmo 1·egola1·e, ecl inolt1·1•. per ottener e prese ben distinte, uon potenttlol'li areelerare oltte un cert.o limite la YelodtiL {li s postanwu to <lell11 peìlicolH, si rese fi ssa fp1est' 11Jtim a, e si clisposc per il movimento di rag-gi òi luce o di altro mezzo, faf'endo ricon.;o ad actor~iruenti specia.li, pel' esempio al mO\'imento di spet('hi <~cc . TTn apparel'chio di questo genere, stud iato dal Cranz e da]Jo R<:hardin , 1·ese giit ntili servigi specialmente 01ello stndio : -
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t1el molo del I)roil"'tto IH'('i;so la llocc·a dell'nl'ma; tlel moi-o 1u11111 l t 110So dei gas fuoruscenti <lu l l u bocca <li ,w·arma; cl<>lle vibraziuui ckll<' lunghe y0Jnt1' delle ,wtiglllc'rie n el lo x11ar o; dl'l moto cki pallini di un fucile tl,l c·accia.
L "1 fotog-1·:1 mmet:ria fu messa n contribu Lo per la cleterminazimH' fotogrniica e poi geomei l'ica e grafica (.li t nttn l a traict· toria <li un p1·oietto, ed ull 'uopo fn r ono proposti Yat·i metodi e ful' ono fa tte cliverse proYe . La fotogramme tria ha c:oncl otto al risnltato pratirn irupo1'tu1nlc di eonscntire, in nn u11i co volo fra hattel'ia e ben;aglio, 1H presa foto -stcreoscopiea thtll'aereo di u1H1 erie di immagini che per mezzo di unrn apparecC'hio ideato cìall' ing. San toJJi del 11 ostro Ist itnto GeogJ'nfìco 'Militare . fondato app11 n l'o ì-lll llH fotog1·arnmetria , consente di riproclurn~ ra,pi<lamcnle le imrnngini "tesse a mezzo della C'osidettn e< rpstituzione » in una Ycra Cartn topogrn1ka in scala . a curve ori½zon-tali , (l ella strisc:ia ~li t<>neno sOl'volat a. La Carta 1·isultant.e c-he l' apparecchio SnntoJd. 1p repa1·n in p oco tempo , può venire pro11t:imente riprodotta e <listrihnita a])r Unit à. d ' artigJierin npel'illl li, che se ne possono serdre per l m t i i calroli inerenti n q1wi dati di tiro cl1 e nssicnrano 11n 'immedintn ,,,fficada del fuoc o. -
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I Fl•lNOME~I ACUSTICI DELLO Sl:'.\RO
I « fenomeni acustici )) dello sp al'o fu r o110 s t1Hli.ati con in te1·esse da scierndati e da artip;Jieri. I n prin<:ipio si rbbcro gli in t:enuttori acusti.ci ciel gen . (:osf:;ot imp iegnhili ('On qualsial"i cronografo, in sostituzione dei 1·et icoli (li fì lo metnl1ico Tlrimitin1mcnte impiegati, qnanclo la Yelocibì cl.11 misurare ù maggio1·e cli queH a del suono J1el1'al'ia. e suscettibili di cssel'e ai-Rposti lungo archi cli tr·nicttol"ia i,ncli,n ati all'o1·h;zonti di 30° e più. Questi interruttori si. basano sul fenomeno dPll'ouda ~w11stica che accompagna il pt·oietto lungo 1n tl'niettoria :fin tu11to cJw i I proietto s tesso eonset'Ya ,clocU-à superiore a q11ella del snono. In questo caso 1111 osservatore , situato nel piano tli tiro e sotto la trni cttoria, in un primo tempo ocle nm rumore secco e bre,·e dovuto all' m·to dell' o~h-a contro l 'aria, e che si trai-mette Ii C I l'aria pe1· onde sferiche colla Yelorità del snono: dopo qnalch<' ista11te di silenzio Jo stesso oss0rvatore ocle nn nmrnre sordo più prolungato che viene dall'arma . D alle suc:cessi,e posizioni clel proietto s ulla traiettol'in pnrto110 altrettante onde i::onor·e che in nn clato ist ante si trorn110 sopra una snpel'ficie coni.ca che ha pel' vertici: h1 pnnta ùel p1·oietto 11ell'istantc co11siclera to e l H c11i semiaper·tul'a angolai·e h a p er seno il rappor to fra 1n Yelocità stessa de.l proietto e quella clel s uon o. Se in un po:nto del piano di tiro stn un ap1p1.1,l'ecchio acustico capa ce di. interrompere nn a corrente elettrica qua11do esso viene eolpito da n n'oncla son ora, la posizion e ile] proietto nell 'istante iu cui avviene l 'interrnztone è lletermiina1·a dai ntlol'i della , elocitù proptia e di quella del suono, secondo una. formula abbas tanza semplice . E s<> due interruttori sono posti i n d ue determinate posizioni , dal cronografo può Yenir mi urato l'intervnllo di tempo fra le d ue intrrrnzi.oni, eèl essere così nota la durata del percorso dell'arC'o cli trn i.ettoria compl'eso tra i dne punti corTis poncle11ti alle posizioni degli intennttori. Gli studi acnstici teoric:i e prat.id progredirono nssai dnrante la guerra mondiale ed anche in segnito, S<>gna.tnmentc per opera elci fra1wesi Charbonnier· e Escl:rngon, e di altri ancora. Un'applicazione dei fe nomeni acustici dello s·paro di nrti-
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CONFRONTO TRA flALISTICA lNTERKA E ESTEH~ A
glier ie, si ebbe nella fonotelemctl'ia della q nale fu già precedentemente fa.tto cenno. Diremo infine che è in <~spel'irnenl:o 1m notevole perfezionamento apportalo al veJodmetro dal cap. ing. ,fachino. L'apparec·c hio ("On iste i,n nna soliclH dentiera a de11t.i metallici ed aguzzi, ad eguale intervallo fra loro, dentiera che viene riuni ta ·alla, massa ri.nculante , e che neH o scorrimento alJ'incli etro provoca drlle ('One:nti cl'iJJclnzion e cl'intensit1ì, vari.abile. il cni ritmo cli var-inzioni può e sere regi. lrato per mezzo di nu oscHlog-rnfo . Gli istanti. di massimn varia zi one sono registrati più vicini fra cli 101·0. là dove lH velocitù, cl.i trn s lazio1w della den ti<>rn è maggiote . D al cliagra mrna s perimentale si t1·a€i fatil mente quello tl'a pere;o1·si del mobile e tempi c·onis·po11<1enti.
A proposito della BaJlstica esterna, br1111c·a imporl ante dcllii Scienza d'Artiglieria, si potreblwro ripetere tutte Jc co1nsiderazioni g'ià esposte n pl'oposilo della Balisticn interna. Giova qni un breve confronto fra l e du e doltrime balistiche int.er.n a ed <·stc1·nn . La Balistica. esterna fo rmò abba stanza pre-· sto nn corpo di Rcienr.a rnzionale, il quale fu relat ivHmente facile piegare alla trattazione mat0urntica, sia pure pcl' via di appl'ossimazion e : la, Bnlistica esterna poi è costito ita essenzjaJrn ente da n11 u1nico problem a, per qnanto diflkile, che è q1w) lo del tiro. La Bnlistica in terna inYece c011s idera clell <! for r.0 le rni leggi fì.sic- l1e sono molto complic:ate, e• nell'appli cazione del le quali le fotzc• stesse soffrono inoltre <lc•llc ripere 11 r:;isioni l.t' n cli ]oro e per opera cli corpi e!'lte1·ni in movimen to. i\folto più difficile ri0see thm()U(i c1i 1porre i,n eqnazionc i fenomeni balistico -interni, e cli t'isolve1·J1(' k eqnar.ioni cliffe1'c11ziali. p11e accontentandosi , per cYitare i11sor111ontnbiJi diffko1tà, analitic·ù.c . di ipotesi semplifienthe ecl i1J)prossimi1lhe. e cl0lla rinnnC'ia a cl Plementj che. a rigore. non <lovrebhero venir trn scmati. Ln Ba)istic-a imterna hH JìOÌ ancora ta li relazioni eon nltl'i rnmi cl<'lla ~<-i eJ1½a d' Ar-
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BIIlLIOORAFl'A
tig1ieria (costruzione della lJoeehe da fuoco e degli affusti., esplosivi, ecc.) da comprendere in sè senz'altro anche qnesti rami e da formare così un corpo di dottrina non solo molto vario perc;hè presentante problemi ouunerosi e diversi. tra loro, ma altresi t utti problemi di ardua soltl½ione . ~on solo, ma per l'esperimento richiede molti strumenti di varia natura e di delicato impiego. U~ colpo di cainnone è un fenomeno appal'entemente così grossolano nella m<){nte dei più, sicchè molte 1pel'soue anche di bnona coltura, non sospettano nepp nr lontn.namente che quel fenomeno è studiato e retto da nna dottrina così estesa e complicnta come la Halisticn ~nterna. Nè purtroppo, scienziati di alto valore in mntel'ie matematiche, :fìsicl1e e chimiche, conoscono gli elementi di tale Sdenza per iJ progr<>sso della q11ale l'opera loro sarebbe di gr,rndissimo gioYa mento .
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE E DELLE FONTl PER IL CAPO II DEL CAPlTOLO 50° DELLA PARTE IV VOL. XII
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235 -
III
CAPO
E S P LO S IYI ULTIME APPLI CAZ ION I DELLA POL VERE NERA. ~ LE P OL, VE RI INF UM I. - ESPLOS IVI l)I LANCIO. _ EPLOS IVI UI S COPPIO. - ES P LOS IVI OETONANT I. - PROD UZIONE, CON, SBRVAZIONE, DI STRU ZIONE E UTILI ZZAZIONE DEGLI ESPLOSIVI.
§
I
U ltime appli caz io ni de lla polve re nera ne lle a rm i = Le pol veri infu mi a doperate duran te la g ue rra : la Balis ti te e la Cord ite , Studi s ulla g ra nitu ra e s ul raffre ddam en to delle polve ri , Attenuazione del logorio de lle a rmi = A ltre polveri infum i adoperate.
Negli anni precedenti il confli (lo mondi.al(~ HH4-18 erano sln H studiati e acloitllti i pl'i ucipali esplosivi, cli lancio, di sroppi o e deton anti, cl a impieg-arsi nell 'm·tiglieria i( aliana e rnel s 11 0 m unizi onamento , e pie1rn mente 1·i~p o11clenti al le nuove esigenze tecniehe e tatliche di quell 'epoca . Ln balistite, forro a.ta da 11 11 :1 miscr)n di n it Pop;li cel'iu a e cotone (·ollodio in pat'ti eg11 nli. era. orama i. ·d i massima , l a polvere re~olamenbu e delle nostre bocr he il a fuoco : l'adcl o picl'ieo o il t l'i tolo cos ti t uivano il ca r i.r amen t o ·dell e 11110vc grnn ate a<l alto pot ere di rompente; il fu lminato di mercurio , qnasi sempre accoppiato a sostanze che n e atten nnrnno l 'eccessfr n ~(\nsibili!à , er a il detonante usato nelle capsule degli inneschi. Nel corso della gnen a i nof'ltl'i stnd.L oltre che n r isolvc~re 1p1·oblemi <H eill cncia e di reng1a
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APPLICAZIONl DELL.\ 1:'0LYERf: NERA
dimet11to, furono pai·ticofa.1·mellle i11tesi - e fo compito ben arduo - ad impiegare sostauzc di produzione nazionale e di foci'le p1·0YYista, ver conispond ere aJ1e esigenze di quell'e11orruc consumo clic il c;o n.tlitto aYeni impo!':lo a t11Hi gli E serciti. belligeranti.
La Yeedlia polwre nei-a :tam <:hiudentlo ll<'l JUU il suo <:iclo di <·sp.losin> ba listico . I n qnel tempo Yi ernno ancora boc<:he da fuoco, meno mode1·ne, cla foPtez:1:11 e <la ('Osta, che impieguvano ea1-tocei a polve1·e nc1·a: rali erano i cannoni da 12-0 e da 149 G, e gli ob ici da H9 G e d:1 :no, il mortaio da J4.9, gli obici da 2"0, i cam1011i da ~-W e ÒH 3:!1. i c-anuoni <la 400. e si escludono Yecdti ca:un011i f'os liel'i l'lw non ebbero più alcun impiego, tutte le altre arrig.licrie trasformarono, trn il 1914 P. il 191.G, le 101·0 cari<:he di fontio , al1ottando la polvere infn mc . I camrnui cl a J:!0 e da JJ!) G) g'li obi<'i <la 149 G e <la. 2l0. il ruortaio lla 14!), tulti. i mat<>riali giù anliquali da for· tc:;,,z,l ma <·.he pm· con onore pm·tecip.:nouo alle operazioni di guena nelle nnmerose ba ttetie cl ·assedio, ebbero c nri<:he <l.i balistite in piastreJJe. con yn r ie dimensioni cli p iastl'elle e n 11'i pesi ùi carka scc;ondo l<' bocthe cln fnoco impieg·ate e le gittate ricldeste. Analogamente aYrem1e per gli olJic-i lhl 280, che, IQlti <1aJ1 e Piazzeforti ('OStiere, rwppl'esent.nron o <l egnrnment.e in tutta ln campagma l'al'lig-liP1·ia di grosso c-nlibro a t iro c·nn-o. Tutte le nltrc al'ii.g-liel'ie più mod enne di cinscuua specinlità impiegarono la balistite. coli fot'lll<' e <limensioni di gra1ti variabili second o i. casi : in piastrell e decuple per cariche (li 11rtigli.eri<> di m<~<lio e cli p:l'os1-o cnli.b1·0 : in pinstrrlle cfoppic per cari.che mino1·i di qneste s tesse nrtigliel'ie: in slriscie per alcu11e speciali cnriche di. bocche (la fuoco ::incli 'esse cli m.<~dio c> di gro so calibro : in pla('cl1e genernlmente per cariche di :utiglierie ·<la cam1pagnn, da m 0intng-nn e pC!sa nLe onnpale; in fili per cnriche di cnnJ1oni lep;p:ei-i cli costrnzione più nntiquati1. L'al'-tlgli e1fa itafornn Nttl-11,;1 così nel conflitt o pro,vista della polve1·c 11iù aclattn a ('Onfel'ire i maggiori effetti balistici. Pur tuttavia. nel e-orso <'l ell:-i g-up1·1·a, fnrono c011ti-nunti ed in-238-
STUDI 1)0T,LE G IUNITURBJ lll
om,
R.AFF1Wl0DA1\1EN'J'O
tensi.6cati gli studi per ottenere chilla pohe1·c scmpl'e maggior renclime.nto ed arn.:llc per uttenn ;,1 1'(!, ent t o ]imiti possibili , il logoramento cLelJe bocche da fuoco der iYaule dall e alte temperature s\'ilnppale dalla balistite affatto della deflagrazione.
Lo studio delle granitm·e tenn e il primo posto uella gal'a compiuta per migliorare, attra,ei-so le poh-eri, il rendimento ù:ilis tico delle bocche ùa fnoc:o l~sislc1uti. O()rne pei- ,1<la Lla1:e le 11 uove p olvel'i ad a1·mi giiì. costruì.te per fr ,polveri nere se ne era l'azionalmente studiata la granitura, così per conseg-uire miglior i effetti dalle stesse hocche cla fuo co più r ecenti e per a ll ungarne hl vita, minata ùall'irn placabilt• mart ellamento di spm·i. lunghi e ripetuti, si giocò effitH('emente s nlla fm·ma e _ulle dime11sio11i dei grani, cli qnesti rrgo]atoti delln c:ombus tione delle polveri nelle ar mi , iitt base ni q ua li h 1 virncit;), delle polYe1·i e il t egime di pressione ,iene ('aso pe1· caso cfo;ci plinato. · Qu esto studio deJle granitine, armon izzato con quello òeJ codiidente ba li stico dei proietti, permif'ie, nd prosieguo delle op ern:doni, di nccrescere meglio che era possibile il rendimento cli nlcnne bocche él.n fuoC'o , con immedi at e vantaggiose conseg uenze 11el loro impiego in campo tattico. Conti11 11arono aJttesì gli studi . nl eositletto raffl·ecldarn eulo clella balistite: avent<' lo sC'opo di nbbassa1·ne, mediante a[)po .. site sostà 11 ze refrigeranti. oppure con riclt1 r.ione <le'll a p<~l'<:en·· rnale di n itrogliC'erin a MlJa miseela, la temperntura elci gas cli cleflagn1zione, e in cohseg1.1enza, il potete erosh·o s ulle pnreti delle armi. Di qn esLi s tndL infaia ti già pnrecchi a nni prima dell:i gnena, si trattò già nel yo]mne VTI di questa Storia. Qui yog1iaruo solo ricorcl::i r e ehe la Società, Dvnarnite Nobel cli .\ Yiglinn a eontinuù, tln ran te la gnerrll, lo st ncUo e l a ('Onfezione delle balistiti attenuate . e ('hc 13 snH ba li siile 0 .G. J3, formata di uitrog-licerirrn, 11ilroc·ell nlosn e binitrotoJ neni'. già sperimen tata filll dal J 9Jl, venn e hnpi<!gat a in g nen a in alcn ne ~rtiglierie, come uwl c ann one da 102. in forma di pln('che, e -
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STUOI n.:R ATTEN U.\RE IL LOGORIO
nel ca nnone da 7:i antiaereo i n forma cli str-iscie (1) . ~ell'immetliato clopognena lu stessa Ditta prepn1·a va poi nn a ltto tipo (li balistite nttennata, la polvc1·e O.<:. 14, che, oltre ai componenti de1la prima, conte1Hwa anche nna pkco]a 1pe1·<:en tnal e cli c·entralite (dit•tildifE>nilurea) (2) . Agginugiamo an<:ILe c he tnt li gli studi sul raffreddmne nto delle polvcti i11 fnmi conti nuarono intensamente in Italia <.:Ome altrore, an ch e dopo la gtwna: e continuano tntto1·a .
Ad atten u a1·e il logorio d<>ll e armi clontto alla carica di lancio coutri.bnì opportunamente, dnn111te l a guerra . l 'adozioue, anch e per le m·tigliel'ie da campagna, delle cm·icbc 1uuJti.ple, già riserva te alle sole bocc·he d a fuOl'O da fortp,1,7,a e da costa. All'epoca dell'entr ata in guerra i ('annoni dell'ar tiglieri a <la. enmp11 gna impiegavm10 u11 a soln enrica, d1 e ris ultàva pnciò, per il suo peso. eccessivamente logo1·atrice anche q11a11clo si SHJ'<~l>be pot nto (·onseg-nire lo seopo .e cioè 1·aggi nng-ere il be rsaglio e-on una cHl'ica m inore. Si ,entì pereiù la 11eces. i tà cli ri<·01·1·cr<' a cn1·iehe ridoHc c·.hc , cl' a'ltn1 parte , si t endeva no incli8pens11bili ,per C'Onscgnire . in nrnncnm:a cli obiei da eampo un opporhm o irn:un-amcnto della tra iettori a rina11(lo si fosse ·voh1to s1 1pe1·.11·P C'ol proil'tto o~tn ('ol i pintto~to i-il<,nrnti: l'impiego (1) Duraut<' la g-uerrn i tedeschi fabbricarono allo ste:s:so :-;co1,o un tipo di t,a listit<' a l trltolo, lntroducendov i fino al 20 % di qn<'><t' ul tima . Ma. il tl.'ltolo tendevn a li:asuclm·<' dal colloidr. s1wclalmentr a r,ausa di umiditìl o di Yilrhlzioni di t<'.mperatura. (2) Impiegnt~~ come ra lfr ecldante, la centr alite che <) anche tma sosta !l7,a stabilizzatrice delle polveri infumi, ,a ad impregnar<' !a pnrte p<•riferica dei· grani, in modo da ricoprirli di 11110 strato rnP 110 caldo. N<· consPgue che, all' inizio della cornbustion P. quan do il pl·oietto 110n lHL cominciato tl muol'ersi, brucia questo strato P<'rifcrico con qu11ntiti1. di calore r <'h11·ivamentc pircola. E n tran o succcssiva IDente iJ1 azione' gli str ati più caldi soltan to quando il proielto ha lascialo In sua sede cli caricamento, provocando quindi uu minore logoramrnto d<'lle pareti clC'll'anìma . I tl·cleschl, durante la guerra, adoper a r ono largamente poln r e alla cenlrulite (poh-ere Cl2): tali' specie di poh·ere fn anche da noi, dopo la gnen-a, oggetto cli studio.
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POLVERI ALLA NI'.rROGLICE'RDiA
della ,r osetta, che per tt:tle incurvamento era stato in ante<.:eclenza illltroclotto per la granata, non era stato che un semplite ripiego, spesso più da.11110su che utile. Fra le polveri conten~mti nitroglicerina, oltre alla balistite, impi.egate durante la guena dalla nostra artiglieria, dobbiamo ricordare due· polveri di fabbrica,.;ione este1·a : la cordite inglese e la solenite americana,. La prima, composta di 30 parti di nitroglicerina, 65 di fulmicotone e 5 di vasellina, tra.filata. e tagliata. in bacchette piene o in tubi, più fredda della balistite ma anche un IPO' me.no potente, venne impiegata nelle due bocche da fuoco di provenienza inglese, l'obice da, 203 e l'obice da 152, che compa.rvero fra le nostre aJ:tiglierie d'assedio a guerra già, inoltrata. La solenite amel'icaua., fabbdcata agli Stati Uniti, trafi..Lata in pi.c:coli t ubetti cilincb:ici forati, con caratteristiche balist iche simili a quelle della cordite, fu impiegala ,nelle cariche del cannone da 65 montagna e fu a111che sperimentata pet· alcune cariche dei cannoni da 149 A e da 149 G e dell'obice costiero da 305 : durante la stessa guerra non venne poi più jmportata, dall' ~-'\Jnerica. · Sempre nel gruppo de.Lle polveri alla nHroglicerina, la polve1'e O 2, giù, ricordata 11te.l rm~detto volume VH, con composi~ r,io111e e caratteristiche molto simili a quelle cl.ella cordite, -d 'origine ingl ese ma fa,hhricata in I talia clalJ,,L Societù, J) inàmitc Nobel cli Avigliana., costituiva le cariche éli lancio dei cannoni da 305/50 e da 152/ 50, bocche da fuoco nuove di cui era stata dotata Ja nostra :utiglfoI'ia cl.a costa. La polvere· C 2, giova ri('Ordal'Jo, era la polvere regolamentare più largamente usata dalle artiglierie della lL !.\farina . Di questa stessa polvere erano perciò formate le cariche cli lancio del camwne da 381/40, 1prove(lliente dagli irnpian ti binati delle navi, e sistemato, pe1' le ope .. razioni tel'restri, sn apposit a instaJ.Jar,ione ferro,,iaria.
L'artiglieria dell'Esercito itali.ano era rimasta sempl'e fedele a.l]a polvere con nitroglicerina , e in modo particolare alla sua balistite nl 50 %. Ragioni d i potenr,a, di r-egolari tù e di sta-- - 241 1:6
POLV~~IH ALI,A NITROCEr,LT; LOSA
bilità le consiglia,vtio10, e le hanno selllpre consigli il to, ·di. p1·efel'il'la alle alt1·e polveri c:he, c;onLellelldo hl ~ola 11it 1ocellulosa, so110 comunemente denomina.te polwl'i alla nit1·ocellulosa . Iu queste ulLime il sol ve11te ·della n ittoccll ulos1:i è l' alcool, o l'ete.J:e, o l'acetone, menlJ:e nelJa balistite il solì-ente della nitrocellulosa è la stessa u1itroglicerina. Le polveri a1la 11itrocellulosa, più fredde e perciò meno logon1,trici della balistite, sono a11che, rispetto a quest'ultima, meno potenti, meno 1·egol al'i, meno sta bili. J:>ur tuttavia., durante 1n guenu, per c:;igenzc cU.vetse, furoo10 anche nella. nostra ,:ntiglieria impiega te tali ,polveri di pl'ovenien11,a estera, quaJcuna deJLe quaJi fu anche fabbricatH in Italia. La più usata. fu lu poJvel'e H fra110cse, fol'mala soltanto di nitrocellulosa (miscela di folmi0otonc e di cotone collodio) con l'a ggiunta cli piccolissirna percen tuale cli c1ifo11ilamina cou fu nzio11e di stabilizza nte. Dura!llte la guena 1n polvere B venne fil bbrica ta anche da (lloi, a F enania, e fu pePciò 1l enomi11a ta polvere di J.i'enania. Un tale t ipo cli poher e è a gel.1tinizzazione pc1rziale. poiehè all'atto della sua preparazione, viene prima sciolto il cotoue collodio in un miscuglio di alcool e <.li etel.'e, e poi nell'impasto, viene incorporato il fulmicoto11e il quale rimane pe1-tanto al suo stnto primitivo, e cioè no11 gelatinizzalo . La ,polvere B, sotto fol'llUl di Jnmirne o di striscie, yen11e impiegata in cal'iehe cli lancio di ca nnoni da 70 mont., da 75 A, <la S'i/ 98, <la 102, <Iu 10:i, da, 149 A, e fu anche adoperata, 11cl.lc al'Liglieri<> franc<>si (caHnoni {l'a 155 L, <la 1:20. da 95) introdotte in setdzio nel noslro Esercito. Un altro t i po cli po] vere cori s ola 11ilrocc llulosn, usata 11elln nostra a rtiglieria. fu la pol,e1·c nme1·ieaorn alfa n.Hrocellulosa, importf)t.n, clagli Stati Gniti, con composizione pressoehè ,rnalogH a quella cl.ella polvere H. mn con gelflti.uizzn11,ione totale sin <le) f11 lrnicot01w che del c·otone c·ollodio costitn enti ]a 1ni scpl n. Ern i.n fo1•rna cli piccoli cLlin(l1·Ptti. pe1·corsi (la sette• forp llini ass;iali . ed era più omop:enen e me110 allerabil<' drlla poh-ere B, appnnto in Yirtù clella gelnt.inizza;,,ioaie 1·otalr <l egli ingl'edi.enti . Vem1 e impi egata in c:in noni d n 6i'> . clii 7:'i 1\ . {la 7fi/ 906 . d:1 Ll / 9 . -
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STABILIT..\ DELLE POLVillRI
Altre polverì aJJa ~1itroeellolosn, di Iabhric:azione ing]ese, furono usate da noi. ancl1e 11egli obici da 152 <~ da 203, giù, più avanti rnearnionati, acquisLati <1all'Inghilterra, e che usavano, di massima, 13 cordite. Ricordiamo infine la polvere Dupont, con ]a quale fnrono determinate, iper i cannoni da 120 e da 149 G, cf.wiehe ·e quivalenti a quelle della balistite, ed infine la polvere T bis francese, usata ·d a noi in quakhe mortaio da trincea , perchè 1110Jto vivace .
§ Il
Problema della stabilità delle polveri
Saggi di stabilità.
Il problema della stabi.lità chimita, delJe polveri inforni, che era stato affrontato :fitn dal sorge1·c di tali polveri, fu oggetto, durante la. guerra, cli partico.Lari accurati. studi df-1 parte cli artiglieri e di chimici, sia per garantire la buona conservazione èl'ingenti qua11titativi di polvere dei numerosi depositi territoriali e nelle rise1·vette del.I.e Unità combatteinti, sia per assicurare la maggiore rego]arità halistief-1. delle cariche di lancio all'atto deH'impieg,o nei tiri di eombatti.mento. Con l'ado1,ione di cariche con polve1:e alla initroccllu]osa, il problema della stabilitù, si faceva più grave, poichè, come già si è accenna to, quest'ultima polvere è meno stabile della balistite e in geuerale di tuWi le poheri alla nitrog:Jicerina. Uno dei più impo1tanti. fattori di decomposizione delfo 1po]veri .è 1a. sopraelevazio,ne della temperatura a.mbiente di conservar,ione, per cui alla fine possono sviluppa.rsi prodotti gasosi. specialmente vapori ini.trosi, che per giunta hanno azione eatalitica, ci.oè aecelerano il I)l'OCesso di clec:omposizione già iniziato . A eausa di una lentR ma ininterrotta decomposir,ione le polveri diventa,no porose, frl'l,g ili, di colore molto scuro, e, alternnclosi le 'loro e ara ttcristic:he, perdono gran parte delfa -
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SAGGI DEL CALORE
loro etlkacia balistica: se poi la decomp osiziouc è ruolto avanzata, si sviluppa nua tale quanLità di calore elle può produne l' infiawmaziOlne s,p ontanea della polve1·e e pl'o,ocare le più gi-avi conseguenze. Già, da parecchi anni prima (Lella g uerra; nei no!<1tri S ta. bilimenti, nei depositi e nelle Opere a 1·mate, pe1· controll.ll'e per-ioclicame11te o snltual'imneute 'l.t, 1·csis tenza della polvere all'azione del calore ambiente, vige\'a la prescrbdone del saggio A hel. Seco11<Jo queslo saggio, come gi.ì, si disse nel p r ecita lo vo1ume VII, hnclice di stabilità è rappr·esentato dal tempo ne.. c·essal'io pel'chè u u a cartin a amiùo-jodurata, soggetta alla temperatura di s nggfo, segni, per lo sviluppo di vapo1·i nitrosi. una, colorazione bnrna d ' intensi.ti\ pari a quena del segno cli una ca rtina di paragone . Durante la g-uena il metodo Abel fu éJn, noi appli.cat-0 c·on pn.Pticolari moélalitù, d ' esecnzio11 e, nei 1·i.g uarcli delJa temperatnra del saggio, della s nn durRta e del n 11m(>1'0 cli p1·0\'e da eseguii-si per ogmi <·Hm pi.ouc cli poherc. .\. g nen·a finita. pn 111ep;]io c1isf'ipli11 nre la proced t1rc1 di c·ontinn e e mnne1·ose p1·0,·e di . tabilit,\ di ingenti qnantitù, cli pol\'ere 1·cf-;id1w ta, l'Ispettorato delle Cosh•u7,ioni cl ' nrtiglieria .impartiva norme speci n li per )'effettuazion e <lel saggio Abel. Questo cl o'"e,·n eReg-ui r i aDa tempcrn l 111·a cli 95° n 9fi"' e noH dove,;-a spingersi oltJ'e 1H dmatfl clj ~O minu ti pl'imi: si doveva 1·ipeterc 1111 saggio di c·ontrollo a lla temperatura di 66" a 67° e ('On cal'tH tHe·n o F;c'nsibi)(>, se i:i) saggio precedente ln 1p ohc1·e nvevn dirn.ostrat o poca s1.nbilitù entro certi 'limiti: i;;i cllwe\'a i11(ì ne proterle1·e Hd un s aggio . usRicliario con rn1·ta all"i ncla co, qualora 11el sagg-io cli conl.1·0110 J."indicc~ fii stabi'lità fo~se l'isu ltnto i111·feriol' e n 9 minnti. pl'imi : dovevano esse1·e sen7,'altro clistrut1e le pol,cl'i di bns~a ~lnbiliti\. Alti:i s:i ggi al cnlo1·e l'llrono in ogni PacRe ideaU <' nclottati dopo 1n g nerra . L e grandi masse cli polvrr<' ac·cmuu] ate nei depositi rkhin mnronn 1·nttenzione, nncor più che nel pai-~ato, soprn il delit::i t issim o prn blernn clelln lol'O resistenza al ralore. Nel 1920 il Dr . Michele 'raliani. chimico del R. P oh·(>l'itìcio snl Lii-i, iclcò un ~::iggio p(>l' In. rleterminnzionf (Jnanti.tntiva ,clei p1·,o dotti <1i d e<'omposizione cl ell e polveri alb nil 1·0~ glicerina sottopost(> al cnlore. Tl sagp:io, ehe ('olmnn1 nna Jn-
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SAGGI DEL CALORE
cuna nella tecnica, poichè permetteva. di cstendcl'c alle balistit i e alle corditi una prova che in altri saggi preesistenti era solo riservata alle ,polveri alla tnitrocellnlosa, consisteva nel misurare periodicamente 1a. pressione che, a temperatura e volume cost:inti, veniva esercitata dai gas di decomposizfone cl.ella polvere sopra uina certa massa cli paraffina collocata in un sifone : l'indice cli stabiJi.tù, della polvere era. clato dal t empo necessario per raggiungere nna pressione prestabilita, e cioè quella di 30 cm. di mercurio. Il S?ggio Talia11i permise cli verificare con ottimi .risnltati la stabilità di molt e~ nostre polveri in servizi,o e di ricavarine. decl117,ioni di somma imporhrnzH, scientifica e pratica (1) . Ma non soltanto la. sopraeleYa:d011 e di temperatura do-veva preoccupare gli studiosi per Ja. bumia conserva zione delle ipolveri, poichò anche la loro acWitù, poteva essere un importante fattore ·cli decomposizione . Prima. dell::i guerra e durante la guerra stessa lfL ricerca clell' aciditit si faceva e.al classico sistema delle cartine di torm1sole, che, come è noto, diventano rosse in p1'ese11rna cli acidi. Venne però osserYat o che spesso acidi poco solubili nell'acqua, t enacc~mente trattenuti dalle polYeri alla 111itrog]icel'ina e a]Ja ni trocellulosa, non erano rivelati dalle cartine. F'n m1 il1ustre chimico it alia110, j) P rof. Angeli, che, offr<mdo d urnnte fa guerra il suo prezioso ausilio all' Autorità, militare nel <:am.po degli esplosivi e c1e11a chimica in gen ere, cohnù nna Riffl:1ttn lacuna. nelJa tecnka della consel'vazione deJle polveri. Nel J91S cgJi propose nn metodo molto semplice per Ja sicnra r icerca dell'adclità. 1nc~t.odo che i1l11 strò in 1111a Memoria sui « Rendiconti dell' Arcnclc~mia -dei Linc:ei >> . (l" semestre 1918, pag-. 1G4). L' Angeli, part<>rnlo cfal fc~nomeno che le polveri senza fnmo snbiscoo10 alterazioni sp<~sso accompagna te cla sviluppo di valf.lOl'i nitrosi, prot ossido cl'a:r.oto e~<l a:r.oto libero , e notando che J'a7,oto era i11 origine eontennto sotto forma <.li gruppi nit rici, ronchuleva che\ almeno mw pnrte clei proclotti in termedi di {lecompoi;;i:r.ione doveva essere di nnt1na acicla·, molto pro(1) Vogliamo qui ricordarc1 che in quc>sti ·ulti mi :inni s ono s ta.t i ideati ed introdo tti anche efficacissimi saggi clet t r:och.imic.i per provare Ja stabHità deg li esplosivi.
MATmitlE PRIM I~ l?Pll.\ POL\'ltltJ
babilmenle essete aciùì organici, derivautì dalla 11itrnce1l11losa o dalla nitrog'licerina, in seguito a p!'ocessi di ossidazione e <li idrolisi. Questi prodotti in terlllecli aciùi, 11011 riYelabili con Je comuni cartine di tornasole, perchè tooaeemente trattenuti nella massa colloide ,d ella p oJ.vere, flll'ono mollo Len 1·ivelati daH' Angeli m ediante uno spec.:ia) c reattivo, il {1imetilarninoazobenzolo, cli.e, a contatto degli akali, coJ1 eenn ·a il suo natnrale tolorc giallo, mentre a eon tatto cli. sos hrnze a tcnr,ione acida anche debolissima, founava sali colorati in rosso . Il metodo proposto dall' Angeli fu subito adottato, e <.:o tituisce tuttora il saggio regolalJlentare per Ja t icerca dell'aci<lit:ì. La polvc1·e da saggiare, 1·iclotta. i n trncioli JJ1 0l to so ltili, vi eue trattata con una solmdone mol to rliluita clel preclett.o reatti,o: con tale trnttamento le poheri 11eutre o cleholmcn1e nknlinc si coloran o in giallo, mentre quelle acide, d.opo qnn 'lt:lte ternpo, si. co]ornuo in rosso più o meno vi,o, secondo il gra<lO di additù ..-\nd1 c per l'a,pplica zione del metodo Angeli l'I sprl"tornto del.le Cosirn :d oni <l' nrtig-Jforia. s nhi to dopo la gnrrrn irn pnrtiva llOrm e ])l'Ccise, prescrivendo che le polYeti H11n nit1·ogli<-erina fossero dassifì. rate o neutre o clebolmente adcl c o clec isamentr ncide, mentre !)nelle nJla ni.t.1·oc·ellnlosn clovevn no classiiiC'arsi o perfot lmneutc neutre o decisamen te acide : Ie polrnri ;iJln ni trocc>lln) osa acide cloYe,aRlO senz',1ltro <'R~cre cfa:tl'lltte gfodirandoi)e petirolosa la consc1·,,nzio~1<>. poternlo c•ssc cln1· l nog-0 acl a11 toi11fìan11nnr,ioni, :rncotchè presenhli:.se1:o 1111a hurn1n stnbi"lilù a1P m:ione cl<'l ('a lore.
§ lii Ma te r ie prime pe r la fabbricaz io ne delle poi ver i.
"Gno dei gt•a,·i probJemi che si cloYeltc aJfrontar e durante i] conflit to fu l' appro n 'igio nam enlo cl01le mn tcl'ic p rime n ecessarie aJln fabbl' ieuzion e cl.egli esplosi.Yi. come del 1·est.o . di t u tti -
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MA'.l:IDR.tE P.RIJvfl,; PE!/ POLVERI
gli strumenti di guena. Il problema riguardò il nostro Esercito come pressochè tutti gli Eserciti belligeranti. J:'er le polveri i111fumi erauo neeess,ui enormi quantitativi di cellnl-Osa,, di glicerima1 di aeiclo nitrico, cli acido soHorko, di solventi di ogni genere. GH stessi tedesehi si. trovarono a mal pm-tito, spede ~1 g uerra avanzata, per la ruaneanza cli glicerina, cascami cli eotone1 aeicli, ecc. ; 1p nrtuttavia, essi molto progrediti in fatto di industrie ehimich<-!, poletono sufficientemente sopperire alle inderogabili necessità. In Italia, di fronte ad trn fabbisogno mensi.le di balistite che medinmcnte Cu cli poco inferiore alle 8.000 tonnellate, lii pi-od1.nione na;r,ionale 1·agginnse neppure le 2.000 tonnellate . .Il proùlemn cl.ella cellulosa ru dn noi J'isolto eon impottazioll(~, essenzialmente da.li' Aroeric:.a, di. <::aRcami cli cotone e di Jinters (fibre corte tli cotone) mentre, a guerra ultimata, gli stndi fm·o110 rivolti nel uti li:r,r,are la cellulosa del legno, come già, i te<leschi nvevaino fatto flnl'ante la gnen·a . La glicerina fu in lnt01H1 pa,rle anch1 essa importata : fl p1·ob]ema della glicerina permane clel rest o tuttora g1:ave, tanto <·.he si v-0rrebbe trovnre il composto adatto a sostituire fa, nitroglieerina in tutti gli esplosivi nei ljUali essa entra a far parte. Giova_a -tal proposito ricordare che nella. pnssata guc1Ta i tedeschi, ap punto per rimediate alla deficienza di glieeri,na , tentn.rono l'im·piego él(!l nitroglicol per la fabbdcar,iow' delle polveri infumi : il nit1·oglicol è un prodotto di nitra::done del glieol etilenico, <lerivante -ll11lFctano, e preparato dai Jecleschi per via sinte1iea : i ris11HHti non furono però soddisfacenti, specialmente per la. faci'le ess11dnzio11e del nitroglicol clai grani di polv<~re. Il problema degli acidi fu :i.nveee da a10i risolto più facil~ mente . Per la nostra forte disponibilità <li piriti e di r,olfo, fu possibile preparare acido solforieo in gran eopia sia col vece.Mo p1·ocesso deHe camere <li piombo, sia. col :processo più reeente di sintesi <lell' anidl'ide solf'orka . Agli Btahilimenti cli produ7.ÌOlle degli. esplosivi arrivava diretta.mente l'oleum (soluzione di anidride sn]foricn in aciclo solforic-o) dal quale per cliluizioue era otten11to l'nei<lo soltori<.:o, clelln conc:e·ntrazio~1é voluta, dn miscelare con l'acido nitrico pe1· le nifl'ar,ioui. -
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TRITOLO E ACIDO PICRICO
Il problema delJ a :fisscl½ione clell' ur.oto non e1·a stato ancota, come è oggi, bl'illa ntemente risolto con gli impian ti cli ammoniaca. e di acido nitrico sintet ico : p11rtnttavia l' acido •nitri<;o (l'mnpo to dcD'azoto) 1110n mancò, esse11zialmente perchè fu sempre yossibile ricevere dail 'estero il nitrato di sodio clnl quale con acido solforico si otleneva l' acido nitrito. An che mo1ti solventi, come nlcool, etere, acdone, <"i pel'venne1·0 dall'este1·0.
§ IV
Esplosivi di scoppio usati durante la g uerra = Il Tritolo e l' Aci = do picrico = OH esplosivi a l N itrato d'ammonio · Mi sce le a i Clorati e ai Perclorati: miscele d iverse.
~ el campo degli esplosivi cli scoppio eia impiegarsi nella C"arica interna dei proiett i deU' artiglieda, vi fu1·ono, clnr.aute Ja guerra, notevoli inno,·azioni , ,perchè forouo adottati molti esplosi.vi nuovi, essenzial)nente per corrispornìere alle esigenze della produzione industriale i::n vasla scala. Vi el'ano ancOl'a in servizi o, all' inizio <lella guel'J.',1, e fnrono adoperate siino a consumazione, grm1flte cli veccllic arti glierie di grosso e medio calibro caric·he di polvete nera. Gra clnalmente qu esti proietti, a scarso potere d ir.,ompente, furono i-ostituiti da gran ate acl alto esplosiYo capaci dei maggiori effetti fl.i distruzion e o di 1·otturn. La po) vet·e n era , come esplosiYo cli scoppio, rimnse e rirnaaw tuttora pc1· le cariche cli scoppio di i::ihra(PneL per l'nlJestimcnl'o cH spoldte, di akullc micce e <li a rti:fizi in genere.
P arlando del t1·i.tol-0 già si. disse ripet utamente che esso è esplosi vo ecce]]ente per le cari che dei m·oielti sc:oppianti. pref<'1·ibilc an che all'acido picrico clH', pm dotato <li alto potere -
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ESPLOSIVT Al, NITRA'{O DI AMMONIO
dirompente, è me110 adatto per fa sua aflfoitù chhnka coi met alli, ed è quindi perciò meno stabile. Nei proietti clcJle nostre art iglierie più moderne, iu s ervizi o aH'inizio della goena: era stato impiegato il tr itolo, iintrod.otlo in custodie di cartone per comodità di <.:al'icamento. Ma 1:1 sua fabbdcazioue u yasta scala, come clcl resto anch e quclfa clell'addo picrico e <li tutti i cosidetti nib-Ollerivat i della serie ai·oma tica, riehi eclevtL l' nso di materie pl'ime non facilmente disponibili . Bicordinmo che il tri tolo (Proviene dalla nitrnzione del tolncll<', uno dei sottoprodotti de lla clisti1la zione del carboue fossile, e l'aci<lo picrico ,d erivn d alJ a nitl'a zione ·cle) fenolo. :Nel vol ume VII si not ificò che, cli fronte ad un fabbisogno mensile di cir ca 2.500 tonnellate cli tritolo. la nosti-a in dustl'ia nazio1iale non pote,a fornir ne che 900. P er risp nn uin r e qui ndi un esplosivo così ptezioso, che pul.' doveva riscrvm·si a proietti di pnrticolurc e:fficncia , fu neces ario orientarsi Yerso esplosiri cli scoppio di più faci le proclncibilità, preparati con matc1·ic prime più larg.1me11te disponibili in P ~H~sc . Non mancò pel'nltro il con tribu to della tnostrn i,11cl ustria a uche per Jc maleJ'ie prime ipi lÌ r nwi, clw ci p1·0Yennero in m~1s ima pHrtc dall'estero : riC<ll'(liamo nel esempio l' importante impianto rli fenolo . e;ostit11it-0 dnlJa Rocietà Italian a, Pl'Oclotti Esplod enti. N eDo Stabilimento cli Ccngi.o <li dett a Societù, si era iniziata d'altra parte 1a fabbrieazionc del t1·Holo, già prima clclln g uenH. ed i1n esso fn continuata c:.on crescent<' nlacritù e cou ottimo rendimen to pe1· lntta 1n <lurnta del c·o11flit to. N<~ll' n]t imo :11mo cli p;ncrra l a Societ à, Bombl'ini-P nl'ocli Delfino costru'ì a R<'gni nn impianio pc'r J)l'C· parazione di cariche rompr<'sse cli tritolo. impianto rhc anebbc <l onil n fn nzionnre f11l o1·n con tritolo ncq11i:::;tnto a11'eAtero, mn clH• dopo la g-ne1·1·a fu n zioUJò ron 1Ti.lolo na:t.imrnle pr oèlotto nello stesso Sta bili mento clellfl Rori ehì .
}>articolai-e importanza assimsero anche per noi dnr nnic la g11cna p:li e plosivi nJ nitrnto cl' mnmonio; ed ogp;i ancora, ,pel' l< stesse l'n gioni. cli ·dispo11ibili1ù cli m nterie prime. ta li esplosivi ~ono l:ì rp;amente impi.ep;n t i lleJJ e cm·i r he di scoppio dei 1
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ESPLOSIVI AL Nll'RATO DI A'MMONIO
proietti él.'artiglieria. Il nitrato d' ammonio che, eome è J1oto,. è amche usato i,n agricoltura. come fertilizzante azotato> è uu sale molto ricco d'ossigeno: può quindi funzionare da energico ossidante. D a solo il nitrato d'ammonio non esplode se· non sotto l'influenza di urti eccessivamente violenti , ma, unito a sostanze combustibili, fo1·ma miscele esplosive dotate di buon potere dir,ompe,nte. (}ueste miscele esplosive hanno poi le van taggiose caratteristkhe di essei·e poco sensibili agli urti e difficilmente inftammabili, co11 conseguente sicurezza nella loro manipolazione, nel loro trasporto, nel loro impiego. L'unic:o inconveiniente è rappresentato dalla loro alterabilità. in nmbiente umido, dovuta, aJl' igroscopicità, del nitrato d'ammonio : è necessario ·perciò eonservarfo in ambienti asciutti e in involucri perfettamente impenetrabili aJYumidità, come sacchetti di carta rp aratlinata, scato)e cli latta ermeticamente ddnse, o altri recipienti adatti; è anche consigJiabilc evit arne il contatto con alcuni metalli, specialmente col rame (bronzo ed ottone) e col piombo, co11 i. qnali pnò dar luogo al1a formazione cli composti p<~ricolosi . Gli esplosivi al nitrato él' amrn onio, già, parecchi. anni prima della guena , si fabbril:nvrrno a:U' estero ed erano conoscinti sotto nomi diversi. Era,n o rniseeJe al nitrato d'ammo.nio i cosid'etti <isplosivi :B'a.vier, giù brevettati fì.n dal 1885, costituit i in origi,nc di 9] ,5 pal'ti di nitrato d'ammonio e di 8,G cli rnononitromtftalina. : :in Prancia, in diversi tipi, gli esplosivi Pavier furono impiegati pc1' nsi. di mina. Ihunmonal anstrinco, i nunH0rosi tipi ,cli dyrnnnmon austriaci e tedeschi, l'ammatol inglese, erano t ntti esplosivi al nitrato d'ammonio, alcuni già preparati prima della guerra e tutti impiegati largamente durante la guerra dni diversi Eserciti. Qualche miscela cl.cl gc ncl'e era. stata a,nehe fabbri.rata in Italia [)rima cl<~lla guerra~ ma esclnsivnmentc acl uso civile per lavori cli mina. Nel corso della. gnerrn, per le snesposte ragioni di economia, di prodncibilità, e di. sicurezza d'impiego ,l'nso degli esplosi.vi al nitrato d'ammonio venne largameijite esteso alle grnnate d',o gni specie e d'ogni calibro della nostra. artiglieria ecl anche a bombe di bombarda ed a bombe a mano. Ricordiamo i più importanti esplosivi nl ni.trato cl'nmmoni o che illel periodo della -
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SCU~FlIDERl'l"E E Sll?ERITE
guena .furono : Ja sclweideeit.e, la sipel'ite, il nou.gat, la sabnlite, l 'echo, la nitramite. :Molti tra quest i esplo ivi vennero fabbricati anche in Italia. Rimasero anche nel clopogueua come esplosivi 1·egolmnental'i., in aggiunta al trilolo e ad altl'i esplosivi di scoppio ùi rninol'e importanza. L a sclrneiclel'ite, miscela formala, da 87,4 pa1·ti di ,nit.rato d'ammonio e 1~,(i di l.Ji11itJ'onaftali11a, (1), daH'aspetto di IPOlvere :finissima giaJlo-pàglierinà, venne fabbdcata in Italia nel Polvedficio lli Forte cl<>i l\fa,rJLli da.lla Società Italia11a Prodotti Esplodenti. Pu impiegata in gucna in cariche compresse, in granate to1·pedi11i da '7:-i/906,· in granare francesi da 75, in grana Le da 102 e ù.n 105 ed anche in aJ cunc bombe cli bombarda. La sipei·ire ptese il nome cli s.r.1•.E. (Società Italiana Prodotti Esplodenri) : in essa figL1 t·ava anche L1na piccola percentunle di LritoJo: era forrnatn da 72,84 parti di nitra,to d'ammonio, 10.:iO pa1·ti cli binitrona[tali11a e 16,GG piuti di tritolo, ecl aYeYa l'aspetto di una polvere di color giallo-bruno. 9nch'e::;sa in cariche compresse fu impiegatn in grnnate da 57, da 63. da 75 B mont. , da 7:-i/ !)OG, cla 75 francesi. da 120. da JA.9 e ·da 1G2 : fu anche usarn in bo10.be f:L rnano (bombe Sipe e Sipc-GaUina) e .in bombe da fucile (Bcrtone). Venne anch'essa fabbricnta a F one dei Marmi. Una. misee.l n ann .Log-}1 nll:.\ sipedte, fn ll.ca10rninata M.S.T. (mi:cela cli scheneiderite e fritolo) oppure uougat così chiamata per la soa strutt ura compatta rassomiglinnte a quella del torrone, mentre l'nppclla !ho U .S.'l'. stnva a, ricordare che la miscel a veni'rn pl'eparata ('On gnrnnli di schneiderite cemrntati cla tritolo fu :o. La pcrccntua1c cli trito)o era molto forte (44 parti 11 100). L'esplo ·ivo si presentava in massa com~ pa tta, colorata a maccl1ie gialJastre altern ate a. macchie ar anciorn~ seul'o, ecl. ern meno igroscopico éleUe altre miscele nl 01i trato d'ammonio, poichè quesio sale era p1·otetto contro l'umiclii.à esternrn cl.allo strato cli tritolo. Veniva formato di.l'ctta(1) Dalla nitrazione della naftnlina si ottengono din•r,;t• nitronnflalin<'. sostanze esplos.in• che hanno avnto .impi<'go P,;fWJJr. ia lm c11le in miscl'la eon a ltri.:
sostan,1!': fra i<' nilronaftnliue la bl11itronaftnlinn è la 11i ù 11,-nta in uuion c a1 nilrato d'ammonio.
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SA13UL1TE,
1,:cuo
E Nl'.L'RA~llTE:
- mente 11ci proietti; <.love si introducevano prima, i granuli tli schneiderite e poi si ve1·sava il tritolo t'uso . Fu impi egato in granate da 105, in grana te di ghisa acciaiosft da 120, in grana te monoblocco da 149 G e ·1eggcre lwughe da 149 A, in granate bomba da 210, in granate di ghisa atciaiosa da 260, in g1·anate leggere lunghe di ghisa acciaiosa e granate monoblocco d a 280, e in granate òa 305. La sabulite fu Pesplosho più largamente usato nelle bombe da, bombarda. Fn preparata in èlivetsi tipi, quali la sa bulite ordinaria, la sabulite extra, la sabulite 1 , la viùrite 11. secondo la q ualitì\, e le proporiioni dei componenti che erano : il initrato d'ammonio, il silidlll'O cli calcio, il 1ni1Ta.to di. sodio, la t rinitr onaftaJin a. AveYa l 'aspetto di pol,cre scnra con gra1De1lini lucenti nella massa. Fu im~.>iegata in bombe da bombarda (dn 58, éla 240 e da 400) e i n bombe Stokes, Ma ggiora, Bamaia. Alcuui tipi di sabnlite furono fobbricnti in Italia òalle Officine Elettrochimiche Rossi in LegJ1ano : i.l c·m~icameinto delle bombe con sabulite vemiva esc>gnito n ello Stabilimento <li Vcrgin te, che fu poi. disfrutto da m1 'esplosione nel 1920. Kelle bombe da bombal'cla fu allche u ·nto l'ccho, fol'mato con nitrato d'ammonio (75 pal'ii), f eno silicio (16 pàrti) , allumini (2 parti). ipposiuo (sterco seccnto cli cavano) in 7 parti. F n ndopc1·ato il1 polYete fini ima di colore grigiometnllico, in bombe da 58, da 240 e cla 400. e in bombe a mano, in spe½zOIIli e in petanli offe01sivi. Ed infine la ni.trmnite, fa bhdtnta dalla Soci.i>tà ::srobel di Avigliann , po"lvete bnmo-ro&sastra formata cla 11itrato ,d'amm.011io (72 rpm·ti). allumini o (22 pnrti) e bi.tume ginclai co (6 p arti), fu usata. in qualche bomba c1a bombarda e in nlcune gnurnte da J 02 e da 10!5. D ue miscele pnrlirolari , anch' esse rontonenti il .nitrat o d' nmmonio, furono l' nlbite e J' umbrite: ma esse contenendo · a nche nitl'oguaniclina. al1a quale sos tanza dovevano un a certa ricl uv.ioue cl'ig1·oscopicit.ì . fnrono classificate come espl osi,i alla nitroguanidinn (1) . T./n lhite. massa compatta -di colore hia111(1) L a 11ih·ognanid:na dn·irn clalln nitrazione dt•llo g1iau ì<lhrn, die a sua
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CLO&ATt E PERCLORA'rr
chissimo1i fu usa la allo stato fuso iu alcuni proietti .e allo stato polverulento in lavori tla miua: l'urnùrile, pohete di CO· l ore grigio, meno omogenea e più i.gros<..:opiea tlell'albite, to usata i n qualclJ.e p roietto e i n qnakhe bomba.
Olt1·e al nitra lo d'ammouio, nlt1·e sostanze, di facile provvista, fntono impiegate come basi <.li esploshi cli scoppio per sfruttare la 101'0 attitudin e a cede1·e ossigeno : ricordi a mo fra esse i clora ti ecl i perclorati, composti ossidanti clJ.e servirono, durante l a guerra , a fo1·m,1re buoni esplosiYi per p roietti, per bombe e per mine. Il clo1·alo di potassio è nn ene1·giC'o ossidante, e uni to a sostanze eomlmstiùili, genen1lment e 01·gnniche, formn miscele esplosive m olto poteu ti, moHo sensibili, che possono esplodere per sfregame11to o per urto . 11 clorato di sodio Jrn caratteristiche e fnnziolli analoghe a quelle del clornto di pot assio, ma essellldo più igroscopico <.li qnest' 11ltimo, hn avuto 1111 impiego più limitato ncllìt preparar.ione di miscele esplosive. Le mis('elc ai dol'ati, già alcu ni mmi prim,1 dcJla guern1, ,enivamo JWeparate i ndustrh1lmente n Oheclde, viHa~gio ckJla Savoia, e si chi.nmH1·0110 éhc<hliti dal norne cli q11.ella loea.litù,. Furono nndte C'onostinte sotto 'il nome• cU e~:p]oi;;ivi Rtreet. Le sosta 11 z<> me1:-cola te a1 dorato fnrono in gei1erP o) i i ,·egetali. Yaselin a, pan1ffinn. atte a f'm·nirP c·o111 hni:-tibil <' nella m iscchl ed anche Ml :1ttenum·e. q11 m.d come unn vernice pl'otett.ivH. l'ec('essfrn S(>m:ibililiì del dorato ngli 1n·ti. Akuni tipi cli c·he<ld iti conte11gono anche nna cel'ta percentuale rli ,ni t1·onafrnli 11a e cli bini trotoluene. eh<> ne acnesc·ono l"efficacia csp)osi,n . Durnnte 1a g-ncrrn vemwro da 11oi usate 1<> c b.eclclit i I S e 1a chedclitc 08. ciasron a c·nmposta cli no pm·ti (li cl01·afo. 7 di pa1·affinn e 3 cli vni:;eli,ua: 1n rlifferen z,1 tra i d ne tipi stava nella qualitù ,lel clora to. poicl1 è la prim n co,n tencvn il clorato di volt.::t si rì('an1 praticanwute dalla cianamid<' (:-o!<tanz:i. fl'rtiliz~nt(•) trattata con ammoniaca . m· u11 csplosivo che ba un:L temperatlrr d'esplo."ione molto h11ssn, tn u to ch e f u a nc·he usato enmc· correlri\"o ddlt" aHP L1·mpt>ntl11n• d'('stilosione ùellC' polverj infltmi. Non è liti:oscopico.
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CLORA'.rI El PERCLORATI
potassio, mentre la secoucla conteneva quello di sodio. J:.' u anche usato, benchè in misura più 1·idotta, il cosidetto esplosivo S, iuJch'esso 0011 90 parti di clorato di sodio, e con pi<.:coJe varianti, i-ispetto a.Ile élue prime, nelle propor:doni delfa paraffim1 e della vas<~lina . Le cL.edditi a ve vano l'as,petto di polvere grigioverde chiaro, untuose al tatto e tendenti aù agglomerarsi. Furo1no impiegate jn bombe da bombarda da 240, da 70, da 58, ed anche in bombe a mano . 'l' utte le eheddi.ti sono ancora impiegate, da noi come in tutti i Paesi, per lavori di inina sia, per scopo militare che per lavo1·i civili, Per conseguire un maggior potere ossidante, e qnindi. una maggiore effieacia esplosiva, ai clorati si sostituirono, per la pl'eparazione di aie1111e rnisce"le, i pe1·dorati, che sono più ricchi di ossigeno el1c non i primi : essi hann0 ancµe una maggiore stabilità chimica ed u11;; minore sensibilità agli urti. Il perclornto più usnto fu il perclorato cl'i1mrn onio, col quale si prepa-rarono tre miscele : l'esplosho SG/ H (SG parti di perclo1'at-0 <1' ammouio e 14 di iparaffinu); l' esplosivo D0/ 10 (90 parti di percJorato cl'aruiuonio e 10 di pm'affi1ia); l'esplosivo J-> (61 parti di perclorato d'ammonio e 30 di ni tl'nto di sodio, 8 éli pai-affina, J di vase"Jina ). A11che le tre pl'edette. mis(;cle con ca1:atteristiche esterne simili nlle ehedditi, furono impiegate iin bombe da bombarda e in bombe a mano. I clorati ed i perdorati, basi di tante miscele esplosive, ve1rnero preparati industriaimeute col processo elettrolitico : ~e ,ne fabhl'iearono in p:ran eopia nello Stabilimento elettroehi.mico Rossi di Legnano. Come base cU m.iscele di seoppio fu fo.1piegato infine ainche il nitrato di piombo, ,o ttenuto con so)uzione di piombo in acido nitrico . Koi nsiamo la piombite, miscela ideata, dal Dr. Poma durante Ja guerrn, formata dR, nitrato cli piombo e da alt re · sostanze trn cui. Ja t rinitronaftaJina, e la impiegammo come Cai'ica di akmie g1·auate di ghisa da 149 G e da 210, ed anche nella l'acehetta-granata Pomn . Il tritolo e l'acido 1picrico, ,o ltre n<l essere impiegati clii soli come esplosivi cli seoppio ,nei proietti d'artiglieria, posson o anche essere adoperati iusieme, mescolati per f nsione. Il tritolo ha una temperaturn di frn;ione infel'lOl'e a queJla dell'acid o -
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MISCJlJLE VARIE
e
picrico, e pertanto )a miscela dei clne esplosivi l'isnJ.ta con un punt o di fusione più basso che non <JUeflo ·dell' acido picti.c:o da. solo, con maggiore skutezza Dell'illlpiego e nel caricamento dei proietti. Dmante ht guern1 venne cla noi impiegata una miscela, ottenuta. per fusione cli GO patti cli acido picri<.;o e 40 pa,r ti di tritolo, che fu clenon1i>nata M:.A .'l'. Era. meno sensibile agli urti che l'acido picrico, e aveYa la proprietù, di fondere sott'acqua, con minori pericoli cli quelli presentati .d alla fu. sione dell'acido pierico. Fu usata come carica, di scoppio in alcune granate di medio calibro da 14,9 eamp., da 152 e a.a. 203. In un' altra. miscela, che fu chiamata 1\1.H .T ., invece del tritolo si unì all'aeiclo picrieo il binitrofenolo (1) formato da 60 parti di acido picrico e 40 parti d:i binit1'ofenolo. Anche tale miscela poteva fondere sott'acq1.rn. eèl era, in tal senso, vani aggiosa come la precedente, benchè rispetto n q1.1csta. fosse più sensi.bile ag1i nrti. Fu iwpiegatl:l in nknne gruuate di medio calibro e in qualche tipo di gra na ta da 305. Sempre in fatto di esplosivi di scoppio nei proi<~tti, vogli.amo infine ricorclare che <lurainte la guerra fn inti-odotto nel f·aricamento di nlcnne granate (da 1!52 e dn 70) l'ei::.iplosivo B .P.J) . (Hombrini-Parocli Delfino), prepai.·n to ::i Seg11i e costituito da una balistite non completamente ge1atinizzfi.ta } confezionata in piccole scag]i e itregoln1'i , grafitnte: C'onteneYa anche piccolis f::ime qna,n titù cli YRseJina.
(1) Il b initrof<-•nolo è ,1Il prod otto di nitrazione del fenolo con lln gruclo <li n il1·azione inferiore u quello d ell'acido picrico che è llrt trinitrofenolo. La fabbricazione del b initrofrnolo fu illh·odotta .i n Ita lia dm:antt~ la gocnn, e fu eseguita dalle l!'abbriche ItRiinne Coior nnti Ronelli e dalla Società Chimica Lombarda. Bianchi .
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INCENDIVI
sV Esplosivi detonanti per gli incendivi: F ulminato di mercurio Orientamento verso nuove sostanze innescanti.
Per tutto il periodo della g uen·a (e per diversi anni ancorU, dopo la guerra) il fulminato· di mercurio continuò acl essere il detonante per eccellenza, impiegato come sostanza innescante nei diversi usi per l'artiglieria. Di questo esplosivo si è già par lato ripetntamente e si è anche detto che esso viene i.mpiegfLto generalmente in mi~cela con sostanze diverse come, ad esempio, il clorato di potassio, il solfuro cFantimornio, per ottenere nna minore sensibili.tà ecl anche un maggior volume di gas con azione d'innescament o più graduale e più prolungata.. Praticamente si fa distinzione tra miscele fulminanti (per innes<.:hi di cartuccie, di bossoli, di spolette), e miscele detonanti (per far de tonare cariche di alto esplosivo). Nelle miscele detonanti sono anche impiegate, in uni.eme eol fulminato di mercurio, sostanze esplosive diverse, come acido picrico, tritolo, ecc. :Per· i detonatori sussidiari, adoperati. ,nelle cariche di lancio per evit,uè un'az.ione troppo viole1nta , qnale può essere pro~ dotta dall'inneseo principale, viene impiegata la balistite in graniture sottilissime. Devesi qui ricordate che, già durante la guerra, vi fu, in fatto di sostnnze innescanti, un orie11tamento più deciso che non prima verso qualehe rom posto· che, pur molto potente, foss~ dotato cli minore sensibiJi.tà del fnhninato di mercurio e riu~ scisse perciò <li 1più agevofo e sicuro maneggio. Il 0omposto che meglio sembrò garantire fin tl.a, allora tHli caratte1'istiche cli efficacia unita a relativi-I sicurezza fu l'azoticlrato cli piombo (o azotmo cli piombo) che fu anche usnto nella stessa guel'ra dai focfoschi in cnpsule detonanti in sostituzione del fulmin.ato di mer<;urio. Oli azotidrnti sono sali dell'acido azot idri.co, che per· se stesso <\ 1111a so:;:tn:nza <~splo$ivn, e l'azoticlrato di. piombo -
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F·UU,HNATO Dl '.MERCURIO 0 AZOTIDRATO DI PIOMBO
è, da.l punto di vista dell'impiego pratico come innesco, il prn importante sale cli quell'acido . Rispetto al fulmina.to di mer~ curio l'azotidrato di pi,ombo ha una sensibilità minore e un potere innescante molto maggiore (circa quadruplo) : a parità di effetti, si possono pertanto preparare ca1p suJe con quantitativo di azotidrato molto inferiore a quello del fulminato di mercurio. L'azotidrato di piombo non fu, per il suddetto impiego, introdotto da ,noi durante la guerra.., ma oggi è la.rga~ meinte usato a,nche da, noi come innescante in ca,p sule e detona.tori, ed entra pure in miscela con modernissime sostanze detonanti di elevato rendimento, quali la pentrite ed il T 4 (trimetilentrinitroamina) .
§ VI
Produzione degli esplosivi negli stabilimenti militari e privati durante la guerra = Conservazione deg li esplosivi , Distruzione di esplosivi avariati , Utilizzazione, per usi diversi, di esplosivi resi, .duati dalla g uerra.
Gli Stabilimenti dell'Arma destinati alla fabbricazione di ~splosivi compirono durante il periodo della guerra,, u.n lavoro gigantesco, per far fronte, col concorso degli StabHimenti delle . Ditte. private, al1e esigenze della produzione. Il Polverificio snl Liri giunse ad tuna produzione massima mensile di 303 tonnellate di balistite e 95 tonnellate di solenite, impiegando anche circa 20 tonnellate al mese di nitrocotone for nito {la Stabilimenti dell'industria privata. Vi furono costi~ tuiti nuovi impianti per ,nitrazione della g1icerina, iper mitrazione del cotone, per polpaggio d.i nitroceJlulose, per produzione cli acido nitrico e cli acido solforico concentrato, ecc. Vi fur ono installa.te nuove macchine, come trafilatrici, impasta,t.rici, tagliatrici e macchine. varie. A impianti ultimati, la pro~ 17
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STADlLJMEKTI MILI'J'ARI PER l~St'LOSIVI
cl uzione mensile avrebbe potuto raggiu11gcre l e 450 tonnell at e, me11tre pl'illl a della guerra era di 35 o 40 t on nella te soltanto. Molti studi vi f urono (·ompiu ti : tali ad cl:iempio fa sostituzione · di. cellulose vegetali al <:Otone idl'ofilo per la fabbl'kc1zione della nitl'ocellulosa, J' i.mpiego della fibra di gcJso (geJsolino) e q uclJo dei. cascami di set a a rtificiale sempre per la ste st1 fabùrk azione, l'impiego dell'agave collie sorgente di cellulosa per nitrazione, lo studio pel' )a ,prod ur,ione <.li acido nitl'ir o parten<lo dalla calciocianamide coJ sistema ca talitico Talia~1i, l a sosti tuzione pan :iale dell 'a<:etone cou la rn.isc·c1a di alcool ed etere nel.la gelati11izzazione de]]a galletta per solenite, lo studio circa l'influenza di sostanze aggiunte (raffredclnnti o antifiamma) alla balistit e nella conservazione dell'esplosivo . Gli esplosivi cli scoppio furono prodot ti dall'iudustria privnta, vigilat a e coJ1trollata dall'A.utorità militare, ad eccezione di quelli irnpoi-tati dall'estero. Gli St abilimenti e le Dil'czioni d' artiglieria s'incaricarono, di ma&'Sima, delle delicate opel'ar,ioni di caricamento_ L' Officina di costruzioni d'artiglieria ,di. Piacenza impiant ò uno speciale laborat orio per la pertite, per la lavorazione degli alti esplosivi, con caldaie e t i1n i pel' la fu sione <li acido picrico e di tritolo e di miscele del tipo M.A.T. ed }1.B.~r., pl'esso il quale potevansi fondere 80 t onnellate di esplosi.ve' ùn 10 ore. Nella stessa Offi cina fu impiant ato un laboratorio per il caricamento per compressione con schn eidedtc, cApace di caricare 215.000 proietti cl.a, 75 nelle ventiquat i'ro ore. Alt1'i lalioratori, a diretta, {lipcnèlenza dell'Officiina, fu rono impiantati a Pontenu1.·e e n Castelvetro nel P iacen tino, sempre per fusione di alt o esplosivo. Nello St abiliment o di Pi acenza furono caricate ingenti quantità di proietti cli tutti i calibri, furono co1I1fezionati sacchetti per cariche cli l ancio, det onatori, cnriche d'inftmnmazi one e di rinforzo, spolette, fa1nescl1i, petnrcl etti d' in nescament o. Nei Laborat ori pirotecnici cli Bologna, e cli Cnpua si prepa1•arono ca,rtuccie, cmmelli a vite, in<'enélivi diversi: quello di. Bologna corntinuò la fabbricar,ione del f nlminato cli mercurio e la prE'parazione cl eHc miscele f ulminanti. Tutte le Direr,ioni d 'artiglieria concorse1·0 in larg-a misurn, alJe operazioni di cad cnrnento {li proietti e di bomhe.
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IL COJS'CRIBUTO DFLL' INDv $'l'[(IA 1:'RI \' ATA
L'iì1du ttia privata cooperò intensamente alla produzione, in fervidissima gara con gli Stabilimenti militari. La Società Din amite Nobel di Avigliana, la Sociclà. I3ombi111i.. Parodi Delfin o, la Società, Ilaliana Prodotti Esplodenti, irnpol'tami produttrici di esplosivi gi.à prim.i cle.lla, guerra, attrezzarono i loro stabilimenti e ne intensificarono la produzione in relnzione Hile graYi esigenze del conflitto. Numerose altre industrie private, di minore entità, SOl'scro in quel periodo e contrib11frono effi.eacemente alla vasta produzione. Gli stabilimenti prh·ati, oye fu principalmente effettuata la pr,oduzione nazionale degli esplosivi, furono : a) Stabìlimcnti cll Cengio, di Forte dei Marmi e ùi Ferrania, della So-
cietà Italiana Prodotti E:<1>lodenti ; e di Carmignano, (lc,11a Società Dinnmite Nobel; Stabiliwento di 8egni. della Socktìt Bombrinl-Parodi Delfiino; Stabilimenti di T,<'gnano .<' di , e1·glate, delle Officine Elettrochimiche Ross.i; Stabi limento di Cesnno Maùrrno, della Società :.),fatcrie Coloranti Bonelli; Stabilimmto di Rho, delle Industrie Chimiche Lombarde Binnchi ; Stabilimenti di Boceda e cli Villnft'anca, della Societit Italiana P rodot ti Chimici eù F,splodenLi; Stabilimento cli Cmstelh11.1.o. della Ditta Suttrr e Thrn•not.
ù) Stabi li menti <li A,·iglinnu
<') cl) e)
n 11)
h)
La Società Italiana Prodotti Esplodenti che fabbricava esplosivi di lancio, fu più fargamente produttrice cli esplosivi cli scoppio. La gran parte del tritolo occorrente all'E sercHo e a 11 a, ì\fa dn a, oJ h-e a tanti nuovi es plosfri pro cl otti per la gucna, vem1e fabbrfrata 11 ello stabilimento cli Ocngfo di detta So<:ietù,. La Societ.ì, Dinamite Nobel e la Bombr-i.ni-Parodi Delfitn o proclnssero in special modo polv<'1·i infnmi, in stretta coopernzione ,col nostro P olvel'ificio statale. Qnnlche anno dopo 1n guerra 1n Bombrini-Parodi Delfino iniziò l a fabbri cazione del tl'i tolo su Ya~ta scala, introcl ncendo per essa i metodi più moclcrni e pi ù perfezionati. Nel corso delJa guerra, ufficiali d'artiglieria, tecnici e non tecnici, i chimici cle~li stabilimenti militari e qneDi dell'industria priv9tn, personalità della scienza e dell'industria, porta1·ono tntti il contributo della loro cultura e deJia loro espe-
[Hl re
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PR0BLE)H DELLA CONSERVAZIONE DEJGLl ESPLOS1V l
1·ien:r,a alla soluzione dei molteplici problemi cli fa bbricazione, d'imipiego e di conservazione di materiali così delicati quali souo gli esplosivi cli guerra. Reputiamo doveroso, a tal proposilo, ricol'dare l'opera altamente redditizia e disinteressata preslata dal gen·. Alfredo 'ronetta, allora addetto all'Ispet torato delle cost1·uzioni <l'artiglieria, che fu l'animatore, in quello storico periodo, di tutti gli studi tecnici relativi agli esplosi vi, affinchè q nesti corrispondessero in pieno alle 11ecessità dell'impiego in combaltimento. E fa sua opera illuminata e competente non si svolse solta nto nell'nfficio, ma si estese ovunque, in pac sc~ e sulla fron te ope1·11ti 1'fl, si richiedesse l'intervento di un profondo conoscitore di e plosivi e cl i munizi001i. 0
Per la buona conserva:r,ione delle grandi masse di espl osivi accantonate nei depositi del territorio flll'ono osservate le norme regoJanientari sancite :fin -d al ten~po di pncc con apposite Istruzion i. Per i depositi cleDa zona di gue1·ra, e più specialmente per quelli occasi001ali ct·eati volta a voltn in prossimità delle prime li!Iiee, le norme di conserva zione ùovevano ispirarsi ad esigenze eccezionali nei riguardi dell'nbicazione, della capa.. cità, della struttura e della ripartizione dei locali. Ed infalli, nei diversi fascicoli sulla conservazione delle munizioni in zona cli guerra, il nostro Ministero cl.ella gue1·ra impartiva, durante la guerra, speciali disposizioni e dettava anche le norme per i urnod esplosi.vi. che per l'occasione erano stati da noi adottati. Avevano unn sistemazione quasi permanente i. depositi di guerra sit uati a gra nde distanza daJJ a linea di fuoco, mentre erano a sistemazione provvisoria quelJi di Arma tn . di Corpo cl' Arma tn e cli Divisione. P er la scelta dei locali di conservazione in zona cl.i guerra, i principnli criteri informatori erano quelli bn sati sulla ITTecessitù, di un ,pronto rifornimento alle truppe e sull'opportunità di nn buon riparo clalle offese nemiche : aJl'uopo potevano essere occupate costruzioni preesistenti opport unamente :-idfl ttate, opere fortiucate disponibili nella, zollla, ga llerie in roccia. oppme si. dovevann costrnire barncche e tettoie. Non -
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PROBLEMI Dk;LLA COl\SERVAZiùNE DEGLI ESPLOSlVI
sempre fu possibile t rovare locali l ontani da centri a,bita ti, o da linee ferrOYia rie, o da altri depositi : in t ali casi si fece di tutto per adattare raziom1Jmente i depositi al tencno e si provvide a frazionare in -ma se separate esplo ivi e munizioni per evitare un'estensione dei danni in caso di eventuali esplosioni od incendi. Ma più assillante si fece il problema della consenazione appena cessa le Je ostilità., qua ndo si t ra.ttò di sistemare ingent i quantità di munizioni e di espl osi,i residuati dalla guerra, eccezion fatta per quelli desti nn ti nd essere a lie11at i o distrutti. Nel maggio del 191!l la Direzione GN1erale d'artiglieria impartì 1norme genernli per quel periodo cl'i1ssestmnento, suddividendo g-li esplosivi in tante specie ai fi ni c)ella loro buona conservazione: tale sndcliv'isione era p1°essochè analoga a ql1eHa prevista nell.'ls ll'Uzione snlJ a conservazione clel materiale d' artiglieria , in vigore giù. da molti anni: ma tene,a co11to pe1· cli più, cl i tanti. nn oYi esplosivi, specia lm.elTlte cli s(·oppio, introd otti nene dotazioni c1m'wnte Ja guenH . Gli esplosi,i furono perciò ri1p artiti in quatfr,o spetie, chi consenarsi in faùbricati differenti e opportnnamente distanzia ti. I n un p1·imo g-ruppo eran o le pol,eri nere, sciolte o in cariche: in un seco111do gruppo sta,ano le poJ veri infumi, comprese q11ellc alla, ni trocen nlosa ; i1n nn terzo gruppo erano i numerosi esplosiYi per Je tm·i<-he cli proietti, di bombe, di mine (acido picrico, tritolo, shn eidf>1·ite, sabulite, rhedclitc. etc.) : nn ultimo gruppo com1prendeYn ·infine le geJntine esplosive e le dinamiti in genere. P ote,ano essere transit orfamcn te ronservn li a]] 'aperto proietti cnrichi tli grosso ca1i.bro e bombe da bombarcfa : i proietti cli mNlio e piceolo enlibro. le bombe a ni.ano e Je rnrtucrie per armi pmtatili, cloveva1110 in,ece essere sempl'e com,enati in am hienti chinsd. R ispetto all'nmidit.ì, ernno l'iconosdnti come i più sensibili gli esplosivi nl nitrato d'ammonio e S<'gnivn110 poi in grado decres.centc• le r>olveri n1ere, poi le nitrorellulose. poi le balistiti, ed in ultimo l'ncido picriro e il t l'itolo. Qnelle norme ~enel'ali vennero poscia graclnalme11le integ1·nte <lH di sposizioni pai·ticol ari rip:narclant i i i:.in!\'oli esiplosivi e i singoli manufaUi. Ri prescl'issel'O freqn<'nti ·df:lite per controllnre lo stnto di coni::P1·vazione delle dherse sostanze, special-
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iWANIP.0LA2 TONE E TRASP'.:JRTO ESPLOSIVI
mente delle polveri che dovevano essere conti1n uamente e contempora(lleamente saggiate al calore e all'acidità. Fu tassativamente vietato di spedire nelle Colonie, in cariche o sciolte, le polveri alla nitrocellulosa, molto sensibili, come già è stato eletto, all'azione del calore. Altre norme riguardarono la manipolazione ed il trasporto. In merito a quest' ultimo, l'espetienza della guerra aveva suggerito im10vazioni riguardo a quei mezzi di trasporto che erano stato impiega.ti su più vasta sca la, e cioè gli autoveicoli. Le nuove norme prescrivevaino che gli esplosivi fossero trasportati su carri rimorchi.o a,nzichè su autoca,rri, e che anzi fosse lasciato vuoto il rimorchio immediatamente susseguente alla trattrice. Gli autoveicoli provvisti cli pneumatici non dovevano superare la velocità oraria di 20 Km. : era ,proibito, a11che in salita, l'uso dello scappamento libero. E qua,n te volte, a con duttori no1n sempi·e scrupolosi nell'osservanza di tali ,norme esse dovettero essere, nella pratica dei trasporti, ricordate ed imposte!
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Nell'immediato dopoguerra a.le uni esplosivi e ma nufa t.ti, più difficilmente conserva bili, fra i quali molti ereditati dal nemioo sconfitto, furono destinati ad essere distrutti. Per )a distruzione per via pirica, l'Autorità tecnica impartì precise {lisposizioni, atte a conseguire la distruzione completa e ad evitare dolorosi incidenti. Nel 1919 furono eseguite all'uopo interessanti esperienze a Nettuno, e ci piace ricordarne qualcuna . In una. buca fa 1·ga circa 2 m. e profonda. circa m. 1,20, fu disposta una catasta formata cli quattro strati con proietti ca. richi da 7f5, da 102 e ·d a 149, e con bombe CHri.che da 58 e d~ 240 : h1 tota]e erano 800 Kg. cli esplosivo contenuti nei proietti e nelle bombe. L'innescamento fu eseguito con quattro pacchetti, ciascuno di 5 cartucce di g-elati<na, disposti in prossimità delle ogive delle hombe e di aleuni proietti da 149 : i pacchetti ebbero anche· un innesco sussidiario di balistite compressa, e furono collegati -
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DIS'l'RUZIOKE DI ESPLOSIVI
fra loro con trouchi di miccia detonante: inoltre a due pacchetti venOle applicata una ca,psula fulminade del n. S. L'intasamento fu fatto con un metro di terra. La detonazioue fu com~ pleta, e violentissima, con for;mazione di un imbuto di 22 m. di diametro e 6 m. di profondità, e con proiezione, a non più di 200 m., di scheggie molto minute. Altre csperiemze rigual'darono distruzioni im massa di petardi e bombe a mano. In diverse buche e in più strati furono disposte cassette piene di diverse . centinaia di !Petardi, e fra le cass·e tte furono poste cartuccie cl.i acido pictico in polvere : due cassette dello strato superiore furono aperte e furono, a loro , olta, inn escate ognun a con u111 petardo nel quale era stato all'uopo sostituito all'echo l'H cido picrico : una capsula fu lmirna nte del n. 8 completa,-a l'innescamento, L'intasamento fu sempre di un metro di te1·ra. In tutte le distruzioni di pet:cLrdi, così. predisposte, si ebbe la detonazione completa, con imbuti larghi {la 7 a 13 metri e profondi cln m. 2,50 a. 3,50 co11 proiezione di scheggie minutissime a breYe distanza. Altre distruzioni si fecero per via acquea, co11 a.ffondamento nel nrnre a conYcnientc distanza dalla spiaggia, regolate da iparticolari prescrizioni. 7
Devesi però ricordare qui che per grandissima parte dei manufat ti esplosivi l'esiduati si proeedette allo searicame111to, per utHizzarc t anto il metallo quauto l'esplosivo contenuto nell'interno, mentre invece si conservarono ea,richi solta,nto i manufat ti contenenti esplosivi stabili, nella quantità a1ecessa.ri.a per un primo munizionamento cli sicnrczza. Nel J919 p1·esso }' Offi cine di costruzioni d'artiglieria cli P iace.nza vennero effettuati speciali corsi per ahilital'e nffic.iali e sottufficiali allo. scaricamento di proietti e di bom.be. Praticamente lo scaricamento venne poi affidato ad· imprese private che vi furono impegnate per parecchi anni dopo il conflitto. L'oiperazione cli scarimento era molto semplice per alcuni esplosivi, ma era particolarmente deUcata, per alcuni altri. Per molti esplosivi fu usato il sistema cli lanciare nell'im.terno -
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SCARICAMENTO PUOIE'l'l'I
dei proietti un getto d'acqua bolJente che determinava lo scioglimento clell'esplosivo: per altl'i lo scaricamento si effettmwa scaldando i proietti a bagmo-maria o in camere d'aria calda. Le maggiori difficoltà erano incontrate nello scal'icamento dei proietti ca,richi cli acido picrico, per l' elevata tempera tnra di fus ione (circa 120°) di tale esplosivo, ta nto da sconsiglinre, per evitare sinistri, il riscaldamooto a bagno-maria dei proietti stessi. Dagli esplosivi al nitrato c1' ammonio, 0011 successivi lavaggi cala.i nell'interno dei proietti, veniva separato il 1I1itrato d'ammonio che rimaneva depositato dalle acque di lavaggio in apposite vasche cli cristallizzazione.
P er la, definitiva sistemazio,n c di quell'enorme massa residua di esplosi vi e di muniziotni cli cui lo $tato si. troYò posse ore a guerra finita, fn costituita una spe<.:ialc Commissione <:ornposta di ufficiali e ·cli persona1ità tecoiicltc civili, presieclnta dal gen. 'l'ouetta, che anche a tali sistemazioni died e la sua intensa passione e la sua profonda competenza . La ommissione rivolse ln sna attività, oltre che nlla sislemazionc dei depositi esistenti e alla costitm'.ione cli nuovi depositi (fra i qnali. citiamo qnelli di Ceri al}lo Laghetto, di Poggio Renatico, di Cecina, di Oarditello) anche a tutte le operflzioni di distruzi01ne, cli scaricnmento, di uti!iz~rnzione dil'ettn o indiretta dei grossi qnantitalivi cli esplosi.Yo residuati. E qui cade acconcio ricorcl:u-e che alcuni di questi quantitativi vennero ntifo~?:nii per industrie coloranti, ed altri in mnggiore copi a per l'agr'icoJ.. tma, sia come concimi chimici, sia. come mezzi adatti a scassare o a dissodare i terreni 1101ll arabili . Pe1· l'imlustrin dei colori furono specinlm ente ntili zz.ati nitrod.eriva ti deJla serie aro matica. qnali i1 binitro'fenolo, fa uitro 11aftalina ed altri: un trattamento abbastanza semplic<", seguito specialmente dalla Società Color anti BoneJli, fu qn e1lo di m.escohn·e il hinitrofe·11010 e le sue miscele con solfuro cli sodio e c0tn zolfo e soda oppure con ammoniaca e zolfo ; si ottennel'o in tal modo i cosi<letti colori allo zolfo, che tingono direttamente il cot 011e. Gli el"lp1osivi al nii.rflto d'ammon io furono particolarmente utiliz-
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GLI ESPLOSIVI PER SCOPI INDUSTRIALI
zati come concimi chimici, per cui furono proposti ed attuati sistemi diversi. da parte cli Ditte industriali e di singoli studiosi. Ma la più importante applicazio1n e si ebbe nel dissodamento dei terreni per preparare buche per piantagioni, per praticare scassi a filari o fossi per lo seolo delle acque, per estrarre radici cli piante taglia,te, per rompere radici divelte, per svellere alberi interi con le loro l'i:Ldici. ]~urono anzitutto eseguite esperienze, a, cura dell'Ispettorato delle costruzioni d'artig)ieria, per determinare quali esplosivi convenisse· impiegare. 'L'ali espe~ rienze furono inizia.te presso il Polverificio snl Lìri e furono prosegnite in Puglia, dirette dal prof. Ulpia,ni. Si passò poi clal campo s1:>erimentale a quello esecutivo. Per il dissodamento ,dei terreni da lungo tempo non lavorati e per l'estirpazione di grosse ceppaie ingombranti (accioccatma) furono particolarmente usati esplosivi di lancio (balistiti, corditi, polveri alla nitrocellulosa) : 1per escrwazione di canali, per spianamento ,d i <lune e per lavori di bonifica. in genere furono usate di preferenza bombe da bombarda o bombe degli aerei. Importa nti lavori furono acl esempio eseguiti con gli esplosivi residuati, nella foresta. di l<'ogliano (pro prietà del duca Gaet ani) con l 'estirpazione cli ciocche grossissime cli quercie centenarie per la loro sostituzione con alberi cli pioppo. · Un altro lavoro importante fn la congiunzio1I1e col ma,re, del Lago di Foglia.no che cl.al mal'e era separato per un ceil1tinaio di metri. da una duna di sabbia altrr più di 12 metri : l'ostacolo venne squarciato con nn taglio cli 200 metri di lunghezza e 40 metri di larghezza alla. sommità. Altl'i canali, per molti chilometri furono aperti in segnito in altre località. Per la. pratica esecuzione delle open1ziorni di dissodamento mediante esplosivi er::i stnto pubblicato un al])po~ sito Regolamento.
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BIBLIOGRAFIA
NOTIZIE BIBLIOGRAPICHE E DELLE FONTI PER IL CAPO III DEL CAPITOLO 50° DELLA P AR'rE IV VOLUME XII
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IV
CAPO
MA. 'l'ER I A LI
BOCCHE DA FUOCO REGGIO (1915,20). ,
AFFUSTI
§
INSTALLAZlONf
CAR,
I
Impieg·o di grandi masse d'artiglieria ·nella grande guerra = Evoluzione qualitativa e quantitativa del materiale dell'Artiglieria Italiana.
Il conflitto mondiale 1914-1,8 fu caratteristico pc~r l' impiego di enormi masse d'artiglieria, schierate nel campo ta.ttico con densità così forti da saturarm~ quasi il te.rreno della lotta, pronte a tutti i compiti ed a. t utti i cimenti. La nostra artiglieria entrò in guerra con pochi materiali, alcun i dei quali erano per giunta in crisi di trasformazione : scarseggiavamo sovratutto le artiglierie d'assedio. Erano disponibili in complesso 2.070 boe.che da fuoco, il cui maggio1· numero, circa 1.500, era rappresentato dai cannoni da campagna da 75 mocl. 906 e da 75 mod. 911. In fa tto di qualità erano. da lamentarsi, specie pel' i materiali più antiqua,ti, inco1nveJ1ienti di varia indole, come ad esempio : esiguità di gittate, limitazioni nel settore verticale e~ oriz:wntale di tiro, scarso rendimento cU proietti e di spolette. Se si confronta, una tale situa½ione con quella del rn1s, si deve ammirare lo sforzo, davvero gigantesco, com:piuto durante la guerra per adeguare il ma,kriale, in q1iantità e in qualità, alle necessità della, lotta. -
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BVOI,UZIONE DEL i\L\TERIALE DURAKTE lL PEIHOOO
J.915-20
Da una parte la produzi,ollle nazionale straordinariamente intensificata in virtù cli una .ben predisposta mobilitazione industrjale, dall'altra l'utilizzazione di artiglierie provenienti dal disarmo di moltissimi :E'orti, permisero che alla fine della guerra il numero delle bocche da fuoco disponibili ammontasse a circa 7.000, mentre le più efficaci provvidenze erano state adottate per attenuare o addirittura. eJi mi01a,re gran parte di quegli inconvenienti d'indole tecnica cui si è poc'anzi accen-11ato. Fu sommo merito degli artiglieri Haliani quello di aver saputo trarre anche da materiali antiquati, con opportuni adattamenti tecnici e con saggio e razionale impiego, il più elevato rendimento, . Nel prospettare l'evoluzione del materiale durante il pe.. riodo in esame, le artiglierie verranno distinte ,per Specialità d'impiego, distinzione fa più adatta a far risaltare i progressi tecnici in rela,done ai compiti che all'Artiglieria vengono affidati sul campo di battaglia.
§ Il
Artig lierie da montagna e s omeggiate, da campag;na, a cavallo Artig lierie pesanti campali = Arti g lierie pesanti o d'as sedio : boe , che da fuoco antiqttate e moderne : bocche da fu oco da difesa e da cos ta a da ttate s u installazioni mobili.
l <'in dall'inizio della gue1Ta l'artiglieria. trasportatr~ a dorso di mnlo veniva distinta, in artiglieria da montagna propriamente detta e in artiglieria someggiata : fa, prima e,:r?a destina ta ad agire con le Unità di fanteria alpina, più speeialmente organizzata per la guerra in alta montagna, mentre la seconda doveva fu,n zionare come un'artiglieria d'accompagnamento nelle ordinarie grandi Unità di fanteria. Nel maggio 1915 si disponeva soltanto di 74 batterie da montagna e someggjate, e pertanto l'assegnazione organica, in hnse ai suddetti crh eri, uon fu possibile se non durain te il corso -
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AWI:IGLIERIE DA MON'l'AGNA I-: SOMIJ:GG IA'l'f:
della guerra., quando si potè disporre di lun maggior numero di batterie di tali Specialità,. Praticamente, nei primi teillJpi, l'una e l'altra Specialità furono indifferentemente assegnate a.Ila fanteria alpina ed a quella ordinaria, riser~anclo sostail1zialmente l'impiego di entrambe a, terreni ove l'artiglieria da eampa.g na poteva più difficilmente traitnarsi. La bocca da fuoco impiegata dall'artiglieria da montagna era il cannone da 65/17, materiale nuovo a deformazione; mentre quella assegnata all'artigJieria someggiata era il vecchio calil.none da 70 A. su affusto rigido. Le principali caratteristiche tecniche cli questi due materiali vennero già ricordate nel Valume VII (pag. 1750 - 1751 - 1752). Nel prosieguo <l.elJa guerra l'artiglieria da mo,ntagna e quella someggiata, fmono sensibilmente aumentate. ~el luglio 1916 e cioè dopo le operazioni nel Trentino, la nostra artiglieria comp1'encleva 66 batterie da montagna e !56 someggiate, e nell'ottobre 1917, e cioè prima -del ripi<~gamento sul Piave, ne comprendeva 90 del primo tipo e SO del secondo. In molte batterie someggia.te il materiale rigido cl.a 70 venne sostituito con quello da, 65,. e il materiale da 70, rimasto cosi dis1ponibile, servì per costituire batterie da, posizione. GrncluaJmente fnrono anche aboliti i pa,r chi e i reparti cassoni trainati, skchè il l'Ìfornimento delle munizioni poteva, direttamente passare dagli antomezzi ai quadrupedi da soma. Il carattere della guerra prevaJentemente di. posizione) non aveva permesso una vera e propria differeinziazion e d'impiego, quale in origine era stata prevista, fra batterie da montagna e batterie someggiate. Per tale ragione, all'inizio del 19J 8, fn costituito un tipo unico di batteria, con caratte1:istiche organiche intermedie fra quelJe delle clue batterie originarie : alle batterie aneora provviste -clel materiale da 70 venne g1·adualmente distribuito il materiale da 65. Ricordiamo in:6.ne che nel-· ]'ultimo pel'ioclo -d ella guerra l'artiglieria, da montagna~ per le sue particolari caratterìstic~he di mobilità, fu anche assegnata alle Unità d'assalto, per ap!I)oggiarne l'azione nel modo . più diretto e più efficace. La lunghezza (17 calibri) del cannone cla. 65 co11feriva alla bocca da fuoco il carattere essenzialmente di obice, con conse-
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ARTIGLIERIE DA CAMPAGNA
guente va111taggio del tiro in mon tagna. Scarse invece erano le possibilità-dell'affusto in fatto di settori.di tiro, poichè l'angolo massimo verticale concesso era di soli 20°, mentre il ·settore orizzontale concesso dal!' affustino era cli soli 8°. Il ca11111011e impiegò una granata torpedine d'acciaio, carica di tritolo o di miscela al nitrato cl'ammonio, ed uno shrapnel anch'esso d'acciaio, c:,ontenente 216 paJlette. La carica, cli lancio, costituita normalmente da balistite i1J1 placche, consentiva, una velocità iniziale di metri 345 al secondo, con una. gittata rnassi;ma. di 6.500 metri 111el tiro a percussion e e di 5.100 metri nel tiro a tempo. Per ottenere maggiore curvatura di traiettoria fu applicata aJla granata una rosetta ritardat rice, colla quale la gittata massima scendeva. a metri ·3.800. In complesso il ma,teria.le da 65, per non cli.sponendo di ampio settore, e, per la piccolezza, del cali.bro pur scarseggiando in efficacia: di iproietto, durante tutta la campagna fece buonissima prova,. Pressochè analoghe a quelle del cannone da 65 erano le caratteristiche del cannone da 70, che pur tuttavia. era da considerarsi un materiale antiquato per l' organizzazione del suo affusto, e che fu perciò, come si è già detto, gradualmente sostituito. L'artiglieria da ca,mpagma entr:ò in guerra. in co.ncli.zio01i migliori di tutte le .a ltre Specia.lità dell' Arma . Ordinata in Reggimenti, in genere cli 3 Gruppi, di 3 o 2 Batterie ciascuno, disponeva, di modemi materiali da, 75. su affusto a deformazione, poichè i vecchi materia.li rigidi da, 87 e da 75 furono adoperati in batterie ,d a po&'i.zio.ne. Il maggiòr numero delle batterie da campagna era armato eoai cannoni da 75 mod. 906 (Krupp), ma già cominci.:;tvano ad essere distribuite batterie di cannoni ·d a, 75 mod. 911 del tipo Déport, il cui numero si accrebbe in seguito r apidamente. In totale all'inizio della. guerra erano disponibili 373 batterie da campagna, riunite in 4,9 Reggimenti. Questi. ultimi erano assegnati, almemo virtnalmente, in · ragione di uno per ogmi Divisione ed uno 1per ogni Corpo d'Armata: praticamente si. era pet'ò costretti, per scarsità di batterie, a, distac, -
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ARTIGLIERIE DA CAMPAGNA
carne dall)una o dall' altra gramle Unità per l'inforzare Unità che avessero compiti speciali. La batteria era suddivisa, : in batteria di manovra .(pezzi e relativi cassoni); l° reparto cassoni; 2° reparto cassoni; carreggio : traspo1·tava 128 colpi con gli avam.tre11i e coi cassoni dei pezzi, 96 eolpi col 1° reparto cassoni e a.Itri 96 colpi col 2" reparto. Col procedere della guerra l' artiglieria da campagna 110(11 subi che lievi aumenti :nell'ottobre del 1917 esistevano in complesso 450 batterie, , e pressochè identico era tale q uantita.ti vo negli ultimi mesi del 1918, a conguaglio avvenuto tra i Cf.tnnoni perduti nel r~piegame11to sul Piave e quelli allestiti dalla nostra industria dopo quell'infausto avvelllimento (1). Nel corso della guerra si rinuneiò al Reggimento d'arti glieria di Corpo cl' Armata e si reputò sufficiente l'assegnazione di un Reggime11to su 8 batterie per ciascuna Divisione: verso la fine della guerra, per accrescere la c::ipacità di fuoco della Di-· visione, si deeise di porta.re a. 10 le batterie del Reggimento. Per tutta la. campagna le batterie conservarono di massima l' ordinamento iniziale se si eccettuatno alcune l'icluzioni cli vet ture edi quadrupedi imposte cl a necessità, contingenti. Della, genesi dei moderni materiali da campagna si parlò già nel precitato Volume VII, pagine 1'774·-1780--781, ove fu anche dato un ampio cenno descrittivo dei cannoni da 75 mod. 906 e da 75 mod. 911. Il maggiore prog1~esso rcali½zato nel cannone da 75 mod . 911, in confronto a quello da 75 mod . 906, stava negli ampi settori di tiro. Mentre nel matel'iale Krupp il settore di tiro verticale variava da, un mas&'Ì.mo di + l G'° a un minimo di - 10°, e il settore orizzontale consentito clall' affns,tino era np:p ena di 7°, nel materiale D~port il settore verti.cale variava da + 65° a - 15°, e il settore ori7,7,ontale saliva a 52",9. Gli ampi settori del materiale Déport erano dovuti alla divaricahilità, delle cosce del(1) In 11n ptimo tempo, per fron teggiare le p<'tdite sub.ite dall'artiglieria di piccolo calibro durante il ripiegamento, s.i impiegarono su un tratto della nostra fronte alcune batterie france;;.i da 75 mod . 97, che, dopo qualche mese, non appena la produzione nazionale consentì di colmare i vi.1ot i causa ti dal ripiegamento stesso, vennero restituit i alla Francia.
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ARTI GLIER IE O,t CÀ'.\11:'AG~ A
l'affust o. E ' ,noto infatti <.: he i11t tale materiale, le cosce dell' afiusto, r iunite per la marcia, si divaricano quando il pezzo si pone in batteria, e si assicurano al terreno alle lor o estremità per mezzo di YOmeri infissi a terra . La posizione della sal a e della culla dell'affusto l'ispetto alle cosce è regolata da <lue settori di punlamento a vite uno per coscia, indipendenti l'un o da ll'altro, sicchè gli. sposta menti possono essere effettua.ti anche agemlo a,d uno solo dei due settori, e le cosce possono esse1.·e ap poggiate con assoluta indipendenza dalla configurazione del te1·i-e110, sn punii di differente livello. La culla dell' affusto può r uotare orizzontalmente, medi ante un congegno di direzione agente fra culla e sa la, .risipet to alla sala, mentre la culla del caninone può inclin arsi fo rtemente rispetto alla culla dell'affu sto mediante un congegno d' eleyazione agea1te fra culla e slitta. I1 sistema di fl'eni coniugati, caratteristica soluzione del Déport, applicata al ma teriale eia "75 mod. 911, rispondeva alle necessità, di evitare, nei tiri con fol' ti angoli d' inclin azion e, l 'urto della culatta cont ro il terreno, e di assicurare la stabilit,'L dell' affusto quan do il tiro era effettuato cclll pi ccolo angolo. .Sopra 1n culla d'au~to, che rimane orizzontale o )eggc1·mente iuc:l innta , scorre, regol ata da un fre no e da un ricupera tore, m,a slitta. a,d orecchioniere, sulle quali è i11 cava lcata la culla del cannone : in quest 'ultima scorre l a bocca da fuoco, regolata da, un secon<lO freno e da rnn secondo ricnperaJtore . Mentre il freno ch e regola il movimento della slitta è a debole resistenza e permette un lnngo rincu lo (circa 1 metro), quello che regola il movimento della bocca da fuo co è a resistenza fo1·te e a corto l'inculo (centimetri 30) : da ciò ris ulta che rolle fo rti incli nazioni cl.cJla boc<'a da fuoco la culnt ta non m·ta il ter.reno perC'h è iJ cninn one inon può l'incula re che poco nella direzione del propr io a:::se (freno della cuJJn a col'to l'inculo), e con Je piccole inC'linazioni l' imm obilità rlell' affnsto è assicnl'ata (fr eno della slitta a debole 1.·esistenza) (1). (1) DPvcsi qui ,icor dnr e c•b e, col diminuire della r esistenza del freno idrnulico (pressione <:be esercita lo stnnt uff.o s ul liquido per f.n rlo possare attraverso le luci d ' eflfos;::o), dimin uisce la poss ibllità ch•l costclettr> im peuuameu to dell'affusto, impemrnmento cbc rn a tu tto s capito della celerità del tiro e della buona couscr vu1.ione llPI mater i:tlt•.
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AfnIGLI.FllHEl DA CAMPAGNA
I cannoni da 75 mod. 906 e cl.a 75 mod. 911 impiegarono durante la guerra cliversi tipi ,d i proietti, tutti cl' acciai,o, e cioè grana.te-torpedini, g1·anate-tor;pedini lunghe, shrapnel; le gramate ebbero caricamento di tritolo o di schneiclerite. Lo shrapnel conteneva 360 pallette, del peso di 9 gram1ùi ciascuna, : durante la guerra stessa, riconoscendosi la, necessità, cli. aumenta.re il peso della palletta singola per accrescerne la capacità offensiva, venne adottato, per i cannoni in parola, uno shrapnel a pallet.te pesainti, cli 12 e 14 grammi, che fnrono perciò in 1rnmero di 260 :anzichè cli 360. E a tal proposito giova ricordare che, subito dopo l'armistizio, il nostro Comando Supremo ,o rdinò di riprendere in esame la. vecchia questione del peso delle pallette, all)punto in base ai risultati ott<~nuti durante la guerra. Per <>vviare a temporanee deficienze, gli stessi carnnoni impiegarono granate di tipo francese e di tipo serbo, con spolette a per·cnssione fra ncesi, cariche cli schneiderite. Fu anche introdotta in servizio una granata di ghisa acciaiosa, carica di schneiderite, e nel 1917 fu adottata una granata leggera da 75 a. grande ,capucità, contenente più fotte quantitativo cli esplosivo, carica di miscela, 1''f.N.D.'t. (!llougat) . E poichè, come si clirù, in seguito, i materiali da, 75 trovarono a nche impiego contro ber~ngli uerei, fu adottata anche una granata dirompente (a tempo) , per tille impiego, contenente un nucleo interno di ghisa. è una ~arica cli tritolo. Ecl infine , per il Uro con aggressivi chimici, gli stessi caninoni impiegarono granat<~ a, liquidi speciali, cont<~nenti 400 grammi all'incirca cli aggressivo la.grimogeno -0 a~fissiante o fumogeno, oltre ad una piccola carica scoppiante di balistite. · Nel corso della guerra si sentì il bisog·no ·d i aumenta.r e iin larga. misnra le dotazioni in g1·anate ehe, all'inizio, entravano soltamto ,p er nn terzo nd muni:;,;ionanv!'nto deJl'artig'lieria da campagna .
Tutta l'a1·tiglieria leggera era. entrata, in guerra con canrnmi dota.ti cli una sola carica di lando, che ne logorava l'anima., .anch<~ quanclo si sarebbe potuto conseguire lo scopo ron carica .18
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ARTIGLIER,IE O.A CAMl?.AOKA
più ~)iccola . rei· ottenere una maggiore curvalura di Lraieltoria, indisi;eusabile per supernre <:ol proietto ostacoli r ilen:mi:i, nel 1915 la g-rainata cla 75 era stata nrnuita di rosetta ritardatrice, disposta fra rimi esco e la spoletta. I.,a l'Osetta 7 che poteva imp iegarsi con la sola gi·anata e non <:on lo shrapnel, non era però che un dpiego, 11011 sempre uti le e taholtn dannoso. Nel corso della guerra si. seuti perciò la 1 Pcessit à ·di adottai-e, per il materiale da c·umpag11a, cariche 1pilÌ piccole, riservando la più forte a cariche speciali, ma a1on si. addivenne ancora, come si verificò poi nel dopoguerra, all'a cl or.ione di rnoUeplici cariche (quatt1·0 oltre la massima) , e si fece già ùistirndone tra. carica massima, cal"ica normale e carica r idotta : l'impieg·o della massima ca ric11 , colla quale veniva impressa ::il proietto la veloci.a~ iniziale di 510 metti al seco11Clo7 fu limitato nl tir o controae1'ei: mentre la c·aric-a nol'mnle (460 metl"i al seeo1mlo) fu la1 più comuJJemente acloperi1ta nel tiro campale, e quella ridotta (260 melri al seC"omlo) t.1·ovò impi.ego tutte ]e volte che, per configurazione del teneno 7 fu necessario ottenere tl'aiettorie di tiro meno ieso . B fu danero pron-iclenziule l'adozione di siffatte cariche minol'i pcrchù col la :mngp:iore cnrica non sa rebbero stati effettuabili, senza un eccessb-o Jogorìo cle]]e bocche da fnoco, i t iri celeri e pi-olungati cui i cam1011i da c::nnpagna fur ono molto spesso assoggettati. Iu fatto cli gittate, il materiale da campagna nulla la ciò a desiderare p otendo raggiungere colla, ca rica; 1101-male e nel tiro a 1petcussione la ~rittata mas ima di km . L'al't-iglieda campale, durante tutta la campagna, non potè disporre di un obiee leggero che sa rebbe stato tanto necessa ri o, ed alla cui definizione. e ador.ione ernvamo pertanto orientati da parecchi anni : Ne semlimmo pcrci.ò . al pari dei francesi, la manca),l;i;a, tanto· più c]ie il nostro cannone da 75 ebbe 1111 serio rivale nell'obice da 100 mod. 14, che J'artiglie1·ia . nusfro-ungar ica ave,{a adottato fìn1 dall'inizio della campagnn in sostituzione del pl'eesistein te obice cnmpalc da 1.00 mod. !lf.l. Rkordinmo pur tuttavia elle, H guerrn avanr.ata, fn costruito èl.nJln Ditta Ansaldo un obice legp:ero cla c nmpflgnn, cl i cnlibro 105 mocl. 1918, mnteria]e che fu ultimnto soltanto Yerso la. ii.rie delJa g nerra . -
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AHTlGLIERIA A CAVALLO
L' artiglieri.a a cavallo infine, destinata, alle Divisioni di cavalleria, comprendeva 1 R.(~ggirne11to su 4 Gruppi, corrispondenti alle 4 Divisioni di cavalleria esistenti al pri1ncipio delJ.a guerra. Essa impiegava il ma.teria1e da 75 mod. 90G, e l'affusto era sim.i.le a quello ,per cmrnone cla 75 mocl. DOG, con alcune varianti, quali un più alto ginocchiello, un vom.ero ribaltabile, mancanza cn' seggioli per i serventi. Le munizioni erano le stesse degli altri. materiali cla 75. Tale Specialità della, nostra Artiglieria non subì, durante la guerra, variazioni organiùhe degne di rilievo, e fu spesso impiegatn, specie quando per circostanze cli.ve1'se la cavalleria non poteva: essere adoperata, a rinforzo degli schieramenti <lelle altre artiglierie di piccolo calibro.
All'inzio delle ostilità, .l' artigli.e.d a pesante cam.pnle, pr8vista per l'assegnazione ai Corpi cl' Armata, era. dotata del· l'obice 149 A., s11 affusto a deformazione, a traino animale, costruit,o dalla Casa Krnpp. Scarso era il numero delle batterie, appena 28, sicchè quel materiale venne impiegato, nei primi mesi della. guerra , con criterio d'economia, ri1partito fra le Arma te anzichè essere assegnato ai Corpi cl' Armatn . Il cannone da 105/2S, che era stato appena allora adottato, entrò più tardi anch'esso in serYizio e si affiancò all'obice: veniva così. compl etato qualitativamente, coll'introduzione c li una moc1ertlla bocca da fuoco a tiro teso, l'anrwmento della Specialità,. Ma anehe quantitativame.nte l'artiglieria pesante campale, che si affer~ ma va sempre più nel campo tattico, nel corso della guerra fece notevo)i progressi: nell'ottobre èlel 101'7 essa. contava oltre 200 batterie, e nelJ'ottobre del 1918 ne contava 300 all'incirca: sicchè clall' ini1.io alla :fiine cle11a g1iena Je sue batterie si erano pl'essochè (foeuplicate. Dunmte la campag11a un a,J tro cannone, 01t1·e <p1ello da 1.05, era entrato con nn certo numero di batterie a dotare la Specialità, e cioè U cannone cla 102 nutocampale co8trnito dall'Ansaldo . I materia li della Specialità, eccezion fatta per il cannone dn 102,· eraino a traino animale, finchè per essi -- 275 -
ARTIGLIERIIZ PESAJ:\'l'l C.\ll!C':\Ll
non fu adotta to, specie nell'ultim.o anno di guerra , il t rai,no a u tomecca nico . L 'obice da 149/12 camp ale 1p es:ul1c mo<l. 1!)14 fn già descritto nel Volume VII, fi.g. 21, png. 1784, fig . 750, pag. 1373. Carn tt eristi<.: he par ticolad dell' affusto erano il lun go rinculo, la speciale sagoma tura della sa la p er ahbn. sare il ce11tro cli gravità del sistema pnr mHntenendo g1'a1nde iJ <linmctro delle ruole, la posir.ion e arretni ta cl.egli orecchio11i della culla, il concorso cU un congegno equilibra toi-e a soneggere l a Yite di mira d'elevazione. La posizione arretrata degli orecchioJJi, in corrispondenza <lella culatta della boc<:a cl.a fuoco, permetleYa di evita1·c che nei t iri 0011 forti angoli, la cuhttta stc•ssa, in conseguenr.a <lel lnngo rinculo urtass<' contro il tci-rcno : tale sistemazione Clli conseguiva un preponderante! f orte in volata, richiN1enl l'intenento di un cong-egno eqnilibt atorc. costit uito cla tlne robuste molle n spirale, di!-;posto fra l'aff11stiuo e la culla in modo da eoncorrere co] c011gegno di pnnteri a n sollevar e la vohtta. Vogliamo qui ricordare che una tnle sistenrnzioJJe cl<'gli orecchioni. che pure ha notevoli vantaggi. tra i qua li quello di eonsentire ii caric·amento del pezzo senza prima disporlo in ori7.zontale. produce l 'incom·en iente che il ren tro di grnvità, del IJ)er.zo si sposta indietro ed in alt o col crescere clell'in clin azione , con conseguente s·rn ntaggio clella stabiliti) sia 1ongitu(li na) e che trasversale. L' angolo cli tiro concesso claH'a:ffnst o era cH 43° in elevm~ione e di 5° iiil depressione, menti-<.> il ettore ol"izmnla le era <li soli 5°. L'obi.ce iì n dall'inizio impiegò ima gr anata -min a d'acciaio a bocchino posteriore. coutenente kg. di tritolo, e u no shrapnel d'acciaio <.: on l.260 pallette di JG g-Nnnm i dnscunn . Nel corso della. guerra, a bolita. la gramata -minn a ho<'chino postedore, fn ::i.clott nta unn. g ra~a ta-m ina , pure cl'arr iaio, a bocchino nnteriore, avente p1·essochè Je stesse rnratt.eristiche della pl'ima, : fn anche adottata 1ma granata cli ghisa nrciaiosa a bocchino anteriore, valevole nnche per il cannone da 149 dell'artiglieda d' as·· sedio. Il matel'iale ebbe anche nn a gr:rnata a liquidi speciali con cflricmneJn to asiìssiante, 1acrimoge1110 e fnmogeno. Il principale inconvenien te del materiale da. J.M) pesante campale f u In sun srarsa gitta t a. Il provvedimer1 to di l'icor-
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ARTlGI,IER-IE PESAN'J'I CA:MPAI,I
rere a cariche multiple fu presto esteso all'obice da 149 che impiegò perciò 5 cariche di balistite i111. placche, formate acl elementi, e cioè togliendo successivamente elementi dalla, carica massima. Con. quest'ultima veniva im1pressa, al proietto umL velocità cli 300 metri al secondo con gittata, di un po' meno di 7 chilometri, gittata massima invero un po' scarsa : colla carica, più piccola si raggiuing<wano a1ppe11a 3 chilometri. La gittata cli questo materiale interessò i nostri tecnici ancora per alcuni a.I)ni dopo la cessnzione della guerra, fm<.;hè il problema del nostro obice di Corpo d'Armata non ve1me cle:fi.nitivmnente risolto per altra via..
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F ig. Jl - Obice da 1-HJ/ 12 mocl. 16-lS.
Il materiale, originariamente costru ito dalla Casa Krupp, fu riprodotto -d urante la guerra dai nostri Stabilimenti, non appena ne fu progredita l' organizzazione e l'attrezzatura : la bocca da. fuoco fu costruita dall'Ansaldo, mentre Faffusto fu riprodotto cl alla Vichers-'l'emi, <.;Osicchè fu possibile in breve tempo colmare le deficienze qmi1nt.itative del materiale stesso. Dura,nte la guerra l'obice da 149 iin pa,rola, leggermente moditlcato nll'esterno 1 fn anche incavalcato Sll un affusto modello 1916 costrnito dalla Ditta Ansaldo, che era un affusto a ruote, a deformazione, a cn1la, a, corto rinculo. Questo affusto consentiva un settore vertic.a le di tiro ,più ampio : àveva minore earreggiata, minore diam etro di ruote, maggiore lunghezza -
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s\RTIGLtlillJf.: P0S..\ l\TI C.nlPALI
di co.d a. La sala pot-eYa poggh1 re sopra un suppo1·to s11pe1fol'c o sopra un supporto inferiol'e : coill la p rima posizione deDa sala, l'angolo massimo di tiro concesso dall 'aff usto era <.li 45°, e cou l a seconcla posizione l'ang-olo raggiungeva i 65" : l'obice poteYa così eseg·uire il tiro a nelle nel settore superiore (cp > 45°). Il materiale mod. 1916 in complesso J10n fu però ruigliore di qucDo mo<l. 1914, ed anzi, sotto vad aspetti, soddisfa1·e men odi qu est'ultimo. Durante il corso ste ·so della guena, in base alla pr olunga t a esperienza, l' affusto mocl. 191(3 fu nncorn modifica to in affuslo mocl. 1916-1 con alcune migliorie rispetto al precedente (l<'ig. 11) . Ricordiamo 1nfi11c elle al rn·indpio deJl e opera zioni belliclle lo stesso obic·e da 149 fu prrftno inc-nrnlcato, in difetto di. affusti a deformazione, sop1·a un affusto rigido, e più precisamente sull'affu.·to d'assedio da 120 pesante. La, nostra r egolamen tazione tattica , vige~1te nllorc·hè c>ntrammo nel conflitto, in fatto cli artiglieria pesante campale prevedeva l'impiego, oltre che clell',obice, specialmente ada tto a colpil·e truppe nl riparo o centl'i :ibitati o ponti o altri obbiettivi l'esistenti. nnch e quello del ca nnone sia per l' a:.Ùone cli conti·obatteria sia pe1· colpire a disinnza truppe in colonna où ~mmassate. Come si è detto più so·pra, il ca,nnone entrò in campo quando la guerra era già in corso, e fo il cannone da. 105 lungo 28 calibri1 allestito -<lnl]a Cas.-1 Ansaldo in bnse a criteri cost1:uttivi già adottati dalla Casa Schn eiclei: in 11 n a11nlogo ma teriale fra,ncese : il primo Grnppo di cannoni fu impiega to clnrante la controfl'ensiYa ~1el Trentino. Il materiale da 103/ 28 era stnto adottato in seguito ,ì concorso. a cni a vev-ano partecipnto. alla vigi.lin del nostro interve11to in guel'ra, In Casa Krupp , la Rheinische i\fet_a llwaren (Eht·h:wclt), ]a Yi chers·-'l'erni (tipo Déporl) e Li Soc-ietà, Ansaldo (tipo Rchneiclel') . An che (li questo materinle. appunto perchè studialo prima del periodo storico che stiamo esaminando, venn e fatta una sommal'ia descrizione nel ricordato Yol nme YII :fig. , 22 pag. 1790 fìg. 7:52 pag. 1377 : esso. <·ome è not o. è tutto1·a in se1''.'izi o nei Reggimenti cli Al'tiglieria òi Corpo cl' Arnrnt::i. Caratteristico nella bocca. da fuoco è il congegno di chius ura. ti,po Rch1wider. a vite cilinrlricn se~mentata . ron macr1ovra in 1111 tempo. come pnre carattel'istitn 1nell'affus to r la sn la nrrunta a dentiera sulla -
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ARTIGLlERIJ3J PESAKTl CA-MPALI
quale scorre l'affusto stesso per il puntamento in direzione e.on un settore orizzontale di tiro ·d i l ~b all'incirca. L'affusto è a lungo rinculo., e la posizione degli. orecchioni della, culla, è arretrata rispetto alla bocca da fuoco per le ragioni già, me111zionate a pl'oposito dell' obice da 149 : si dovette pere.i('>, anche in questo materiale, controbila01ciare il forte preponderante in volata., conseguente all'arretramento degli orecchioni, senza però ricorrere, c.ome nell'obice, ad un congegno equilibratore, ma bensl allungando all' indietro , la culla e applicandovi all'estremità un convf~niente contrappeso. Il s<~ttore verticale di tiro concesso clall' affusto fra i limiti di + 37° e - 5°. In gueITa il materiì:1le da 105 fece in complesso buona prova, : e però le sue nnrnizioni non furono invero di grande efficienza. Impiegò la. granata Ainsaldo e.Mica di kg. 1,300 cli miscela al nitra,to d'ammonio (schneiderite o ~,itramite), quantitativo di esplosivo piuttosto piccolo in rapporto a,l peso del proietto (kg. 15,500) . Usò anche una granata francese e nna, granata a. liquidi speciali. Caratteristico proietto cli questo materiale flÌ lo shrapnel-granata mod. Palcani, contenente uin nucleo granata, (Kg. 0,500 cli tritolo) e 300 ipallette parallelepipedi di piombo del peso medi.o di grammi 16 lnnciate da nna piccola carica, ·di polvere nera . Impiegò 3 cariche di balistite in placche per la gran ata, con una gittnta. massima di eirca 11 chilometri, e 2 ea.rkhe per lo shrapnel-granata con una gittata massima di 8.600 metri: per la granata fraincese impiegò anche una carica ·d i polvere :B Hlla nitrocellulosa. Alla granata orclinaria fu in qualche caso anche applicata una rosetta per riclurre alqnainto la tensione della traiettoria concessa dal1a bocca da fuoco. In rela zione alle munizioni di questo materlale, ricordiamo che spesso si dovette lamentare difficoltà di osserva,done dei colpi nel tiro, per la scarsa visibilità dei punti di scoppio sul terrelllo, specialmente a distanze piuttosto forti. Soggiungiai.no pure che più. tardi, nel dopoguerra, col perfezionarsi del munizionamento di molte artiglierie rimaste in servizio, questo inateriale ebbe proietti che, per fonua, per coefficente balistico e per rendimento in esplosivo, meglio rispondono alle esigenze di un moderno cannone di Corpo d'Armata. Oltre nl cannone cla 105/28 fn ill1Jpiegato, com.e si è detto, 0
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ARTIGLJERI!l) P ESAN'.ì:'I CAM PALI
un cauno11e da, 102/ 35 allesUto anch'esso dalla Casa Ansnlùo. Era un'm·tiglieria automobile (autocauuone), dot ata di massima. celel'itù cli spostamento su strade. Co~1 m ateriali del genere, adottati presso i vari Eserciti belligeranti, si volle raggiungere una mobilità tale clu poter 1·ad11nare rapida:rµente una 11 otevole massa d'artiglieria in un tn.1tto cli decisiva importanza tattica, o comunqne, a cconere a rincalr.o di altie afliglierie impegnate in combattimento. D etti ma ter iali consistevan o j!l1 cannoni i1ncavalcati su affusti a deformazione, a piedistallo o a cnndeliere, direttamente :fissa ti sull'impalcata di a utocarri, che costituivano cos1 le piattaforme dei pezzi. P er anmentare la stabilità, la vett ura dmante il tiro era muni ta di puntelli laterali, men tre per la rigidità clell'instnllazio111e, ei'a necessario sollevare il peso <h'l carro dalle moJle e farlo appoggiare sn appoggi r igidi.. La Casa Ansaldo ada ttò, per l'allestimento d i ta le materiale, H can1101ne dH 102/ 35 e il r elat ivo affnslo a <:a nùelierc che aveni in 11l,·orazim1e per la R . 1Iai·i11 a, sistemnndolo s nJ1a (Pi.attafo1·111à di un crntocarro tipo Spa . Le prime batterie furono distr ibnite nel maggio 191G: COlll· plessirnruente clmante hl gnerra gli autocanuoni a n estiti rag·giunse1·0 il numero di 72. Le muuizinni ernn o a ll oga t e i1n a utocassoni e autocarri muniiioni; ciascu nn batter ia disponeva cli 4 a ntocnssoni con 72 col pi ciuscuno, e di 6 au tocarri munizioni con 108 colpi ciasc:m10 : i n totale erano !)36 co1p:i per battel'ia. Il caarnone da 102 impiegò la g Panata .An saldo e 1o shrapne1granaln cou 3 <:ariche cli lancio per l;t primfl, e 2 cariche per il secondo : la rnassirna gittata conseguita colla grann La era di metri Jl.600. Il settore ve1'licale di tiro vari.ava fra. i. limit i di + 20° e - 5° : il settol'e ori¼zontale era di 25°. Gli ant ocan noni in genel'e p1·ese1nta1·ouo pel'Ò diversi incon venienti, f1'a i qnali i] ginoc·chiello tr oppo gra,ncle, la grande visibili.tà durante i L tiro, fa poca stnbilità, e il forte tormento del mnteriale negli spari, il ipeso notevole {le]]a vettura-pezzo: :-iggiirngasi a t utti qu esti in conYenienti quello derivao1te dalla presenza in hfl tterin del motore, esposto pe1·ciò nnch' esso alle offese nemiche.
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AWrlGLIERIE PESAN'l~l - PARCO n'M,Slil)IO
In particolare il nostro carnnone da 102 presentò anche hnconvenie01te di un'eccessiva, usnrLl della bocca da fuoco già, costruita per un altro impiego, oltre ull'inconvenieute, comune al materiale~ da 105, di Ul11 munizionamento 01011 molto e:ffieiente. Ed anche in fatto di prontezza d'intervento esso non corrispose in pieno alle aspettative perchè, mentre era rapido lo spostamento su strade, non altrettanto celere era la messa in batteria. Dopo J'esperieinza. della guerra, il materiale da 102 non vent11e più. riprodotto .
In fatto d'artiglieria ipesante, all'inizio della campagna era.va.mo in condizioni veramente poco liete. Una parte, quella mobile, doveva servire per il Parco d'assedio, ed era ben poca cosa, in tutto una quarantina di batterie e con materiali it11 pa rte antiquati. Un'a.ltra parte, qne11a vera e propria da fortezza, doveva servire per le batterie delle opere <li d.ifosa. Il Parco d'assedio era diviso in 4 repnrti, 2 dei quali comprcindevano 8 batterie ciascuno, e 2 altri ne comprendevano 5 ciascuno : le bocche da fuoc,o cli tali n~parti erano cam10ni da 149 A., mortai da 210, obici da 210. Come rincalzo vi erano 'i4, batterie, metà delle quali éano armate con c:umoni cla 149 G., e metà. con obici da 280 A. e O., tolti alle Piazze costiere. In totale nel Parco vi erano 10 batterie éli cannoni da 149 A., 11 batterie di mortai da 210, 5 batterie cli obid da 210, 7 batterie di cannoni cla 149 G., e 7 batterie di obici da 280. Ottima bocca dn, fuoeo era. il cannone da 149 A., ma ineavalcata su affusto rigido : la. maggior parte dei materi.nli era a scarsa gittata e coin limitati settori cli tiro verticali e orb1r-ontali. Le batterie del Parco, trainate da buoi, furono di massima ripartite, nei. primi tempi della guerra, fra le Armate cui spettava un com.pito offensivo: il loro rendimento non fn certo elevato, anche per effetto di un inlfpiego isolato ed a, spizzic:o. Alfo 7 batterie di obici da. 280 si aggiunsero allora f; batterie di obici da 305, ottimo materiale costiero che, con opportnne installazioni, come meglio si dirà, più avanti, era. stato adattato alle operazioni ter-· restri. -
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AR'rlGLlERIE PESA);'rJ - F,\RCO D 1 A$ $EIHO
L a 111ostra r egol:unentazionc> tattica dell'epoca pre,eclern l'impiego delle artiglieriè d'assedio: oJfre che nelle Yere e proprie opeta?;ioni d 'attacco utl opere fortifi cate, anche nl seguito delle truppe operant i. I'e1' qnest' ulti.mo impiego potevansi ritenere adatte, per potenza, moJte deJle artig1iel'ie pesanti con relativi proietti di cni allora si disponeva : tali arti glierie 1pesanti non era1110 ill\·eee adatte, per la loro defi.ciente mobiJità, e sovratutio era no in 1111lllero tioppo esiguo per coi-rispondere a-dcguata mcnte alle esigenze di mrn gnena del ti.po di quella che giù, da un flnllo si combatteva su a ltre frontiere. Ma la situ11zione. ID<.'l'C(; gli stndi dei tecnici e le realizzazioni 1e)Pj ndustri.a, a po<"o n poco mutò, e lllOll è esagerato affermare cbe in fatto cli ::n-tig·li erie pcsa11ti vennero 0ompiuti mirac·oli, bas ta pensnre che già, soltanto dopo un a nno, il numel'o clellc bn tterie er-a stato dC'cuplicato, e che alla fine della guena qu el numel'o l'isultaya cli circa , enti volte s nperior-e a quello con <.:uì si era entrati nel conflitto. N el maggio del 1916 in fatt i, le bat terie d' assedio era1.n o 47:i: nell'otto bre ùel 1917, prima del ripiegamento, el'a no 700 : ue lF ottol>re del 1918 eraino 890, con un totale di eh-ca 3.700 bocche da fuoco di ogni calibro, comprenden dosi in <1ueste cifre t utti i matcrinli impiegati, sia ngolamental'i che adottati per l"occotrenza, sia mocl el'ni che antiq uati. N oteYolc fu l 'incremento apJ)01-tato alla mobilità dei materiali d' assedio riconendo al traino meccanico : 01ella p rima metù, del 1!)17 c iascuna Armata dis poneva di u n P arco t ra ttric-i., nel q1rnle et'a no concentl'at i tutt i gli automezzi per gli spostament i delJe bat tel'ie cli assedio dell'Armata. I Gi-uppi d 'assedio f nrono spesso, per necessità di cose. plu ric·alibri : ma specie nell'ultimo a nno <li g nerra, quando si p otè <li!:iporre im maggiore misura cli m atei·iali di tipo moderno, si prescrisse che l a maggior 1parte dei Gruppi fossero m onocalibri , in modo da fissal'e meglio, anche per essi, un'individualità t at~ tica in base alle caratteristiche clel materiale unico di cui e1'ano
armati. I materfali pesanti in servizio alla vigilia della nostra entra ta. in guerra erano i seguenti: -
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i\IA'.rERIAU P rnSAN'l' l NEL
1915
boccllc da. fooco inca,·alcatc ·;;n a ffusti ù' assHllo e cla dHE'sa : cannoni da 120 A., D. e G.; CHunoni da H9 A. e G. ; o!Jiei ùa 149 G.; obici da 210 ; IJ) bocche clu 1:uoco in<:avitlc:at<~ s u affusti a viattaforma : mortai da 149 e mortai da 210; e) boeche (]a fuoco in htsta lln:,,ioni speciali : - ins tallazioni a ;;fLra ùa 120 A. e da 149 A.; - ,n;,;.:aliazion i a cannon iffa lllÌllirna da ·120 A. a da 149 G.; - inst,tllazion i in pozzo t ipo T. (Jspettorn to) per cannone da 120 G. e per cannone da H() G.: - insu1J lazio11i di nozzo tipo A. (Anus trong), tipo G . (Or illo) e t ipo S. (Schneidf. r) 11er cannoni da 149 A .; - instalhizioni i n pozzo tivo AM (Arms trong pu- montagna) per ca uno11c da. 120 G . e J)l'r caunon e da 14!) A.; - instnllazione in pozzo peJ: cannone da 120/ 10; - .installazione per torre eor nzza ta. da 120 A. ; - ins ta Jlazion.i in cnsamntta per cannone da 75 A. e per cannone cl 'l 87 J3. mod. 98; - ins ta lla:done da difesa ti.po bordo per cannone àa 149 A.; - installazione per tonc!tta corazzata da 57 ; d) bocche da fl:oco e installa zioni r ecenti : - mortaio eh 2()0 su affusto a dè:Conn azione Schneider; - installazioni mobili per obici da 305 e cfa 280; - affus to a deformaz ione Scllneider per mor tai da 210.
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In quell'epoca fervevano inoltre gli studi per l'adozione di nuovi materiali e si pensava ad un ca,nnone pesante d'assedio, molto potente, di ealibro 190. Nel 1914 era stato anche adottato un cannone cla 149 su affusto a ruote, a deformar,ione~ presentato dalla Casa Krupp, materiale che aveva le seguenti principali caratteristiche: ot turatore a gradini, tipo Velin, con . aneJlo plastico; affusto con settore verticale di tiro da + 35" a - 5° e con settore orizzontale (aifustino) di 6"; scud i e eingoli: traino in due vetture e t raino in montagna sui comuni carrelli; questo rrrnteria le, ehe avrebbe permesso di utilizzare le stesse munizioni e le stesse Tavole cli tiro del nostro cannone da 149 A era in lavorazione nel 1915 ed a guerra iniziata 110!n fu più conseg1nato da.lla Casa Krupp. Nel corso cle11a guerra molti materia li, anche fra i più vecchi, ven nero utilir,r,ati : furono tolte, quando e -dove fu possibile, bocche <Cfa fuoco alle installazioni da difesa, ineavaleandole su affusti reg-0lamenta.ri o di circostanza : furono utilizzate, oltre che diverse ùoeche da fnoco eostiere, molte artiglierie disponi-
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~ATERULI 01 )Jl,JD!O CALIBRO SU INST,\LLAZIO)<E )lOntU:
bili deUa l\farina 1 come canuoni da 37, da 76, da 120, da 152, da 203 , -da 381, impiPganctole o n t errH o su pontoni o monHori o sn i1nst11llazioni fe1·rovial'ie (tr eni arm,1ti) . Fmono ruoclific»ti e perfezionati molti materiali giù in servizi o e furono costi uiti in gran copia nftl1sti e iustallazio11i. Per conisponclere poi ad impro1·og~1bili 11eccssità del mome11to fu rono infine acquistate alcune a1·tiglierie pesanti daJla. Fntncia e clall'lngbilterrn
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I!'ìg. 12 .. c ann one' da .l-HJ .-\.
Di tu tti i rnatel'iali pesa1nti più yee<:hi 1 d'assedio e On difesa .finol'a tkordilti , gi à in sel'\'izio alla ,igilia della gm,rra, Yenu1c~ ::in1piamente trattato nel Volume Vll già più volte citato . Qui di stiguito ven:1m10 1p etl'iò illustrate quelle inHoYar.ioui P quelle modifiche che in sì lnrg-a misurn rontribnirono a t rane clall'artiglierin pesante il migliol' r endim ento per tut to lo s,·iluppo <lelhl campagna, e ven·a!rnlO inoltl'e sommal'iampnte descritti i mntetiali d.i 11UOYO acquisto. Il cannone da 14!> A., nonosta11te il tipo rigido <l'affusto sul quale er a incaYalcato (Fig. 12), nui nifeslò per tutt,1 ln clm.·nta <lcJJn guerra le sne ottime qualità balist iche. I mpiegò molteplici tipi di proietti, e rio(~ la palla con cappuccio, la granata cla 149 A. mocl. 1!)14 n bocchino posteriorp , la grauata mocl. 1914 -
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MA'l'ERIALt nI M li)DIO CALIHRO SU INST Af,LAZlONE MOBILE
con fondello 1916, la gra nata di ghisn. aeda iosa , lo shrapnel. da 149 A . COlll 5'75 pallette cli 23 gramm i, lo shrnprn~l da 149 camp. con 1.260 pallette di 16 grammi , e inoltre dne tipi · <li gran at a a liquidi sipecialL Le car iche di laneio erano 9: la gitta ta massima consentita dalla bocea da fu oco era cli cir ca 12 km. Il
F lg. J3 - Ca nnone cla 1.Hl S con nll'rn<lo Garrone.
settore verticale di t iro consent ito dall'a.ff'usto variava en1ro i limiti di + 35 ° e di - 10°. Durante la. guerra conti1111ò nei nostri Stabilimenti la costrrndonc di questo ma teriale che, quantunque IIlOn recente, era pur sempr e un materiale m olt,o porente e molto preciso. Il carnnone da 149 per installar,ione tipo A. (per cupole Arms-
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) I:\TV,JH.H, I DI l\li')l)to CALIBRO
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!::-IST-ALl,AZTON ls l\JOBJLE
tl'ong), fu t olto daJJa sua i'l1stnJlazione fo,sti e fu inc'. ll\'nlc:ato, coJla sua culla, sopra uu affusto cl i circostau1za da 149 1\ . mo-dello Garrone, n ruote, con rotaie a cingolo e p,rncone di coda, che concedeva nn settore verticale di" tiro da + 33" H - 5°. I proietti e le cal"iche di questo nrntei-i nle crnu10 gli stessi cli q nelli del ca un one da 149 A . il cui tracci.alo interno era identico ~L quello del cannone in parola . .Am1Jogame11te il caunon ~ da 14!) S. (i11stallazioni t ipo S chneider) fu incaYakato soptn l'Hffn~to di circostanza. da l4.9 S. modello 0ar ron c (Fig . 13) si mile a l precedente, co11 un settore vetlicnle cli ti r-o da + 35° a
Fig. H - )lortaio du 21.0 su affu:< ro ton ,;ott,11Iui-tu a 1,Ia( taform:1 .
- 10". Il can none da 149 S. impiegò, oltr e eh<' proietti da 149 A . arn:he ptoiet.ti prop1·i, e raggiunse eon qualche tipo é!i _p roi<'tto g itta te nn che maggiori. -di. q neDe clel canno11e da 14!) A. Altri Cflnnon i cla 149 A. delle i nsta])azioni spr cia li, trnsfo1·mnti nel 01·ecchio11i, furono incarnlc;1ti su)] ' orclirnu·io nfl'u!=lto cl' assHlio da 149 A . A,nclie il ennnone da 120 AL./40, c::he . pl'ima deJla p:11erra eta stllto a cqui stato <fa 1In, Oasn A r1nstr ong per i ns taUazic,ni a pozzo. fu tolto da]]e s ne installazioni fisse e in cavHlca to, cull a prop1·ia culla ed il ptoprio scudo, snl1'aff11slo d'a ssedio 1·idotto p e1· ol.Jice da 210, H eni co11 legger <· modificazioni. furono npplicate le rot aie a cingolo per affnsti ci ·nssrdio dn 149 A. Questo c:annonc rag·gi ung-cva mw.h'esso notevoli git tate, fino a 13 chiloruetri circa con ]a massima ca.1:icn c1i la ncio.
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:MATERIALI DI :MIDDIO CAUBRO SU I NS'l'ALLAZIONID MOBILE
Vecchi materiali come i cannoni da 120 A, B e G, il cannone
da 149 G., gli obici da 149 G. e da 210, il mortaio da 149, furono tutti impiegati e sfruttati come meglio potevano consentire la loro capacità balistica ed il loro affusto . Fra tante venerande artiglierie, il caarnone da 149 G. in modo particolare, larga mente rap1p resentato in t11tti i Settori del nostro frontP di guerra, si battè valorosame111e ed ebbe anche qualche pruietto in connme col pari ca libro, più moderno e più potente, il cannone da 149 A .
Fig. 15 - Mortaio da 210 su installa7.ione De Stefano.
lJ morta io da 210, ,o ttima bocca da :fuoco costruita fo1 dal 1891 dai nostri Stabilimenti miJ itai·i, fn cli utilissimo imi,,iego per Je SHe qualità, balistiche e per l'efficacia del suo proi<:.tto . La sua installar,ione rcgolamein tare prima della guerra era l'af.. fusto pe1: mortaio da 210 con sot taffnsto de] N° 19, modificato per l'applicazione di due freni idra n]ici: il sotta usto appoggia.va direttnmente suna piattaform a, sopra l a quale poteva ruotare attorno ad 1111 maschio . Il settoi-e verticale di tiro conee-sso daJFaffusto variava da + G0° a - HS<', e q11ello orizzontale ern cli 30°. Per la marcia venivano adat tate aU'affusto, at11te -
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~fA'l'ERI ALI 0 1 MEDIO CALIBRO SU tNSTALLAZlON0 MOBIT,ID
riormente una sa la, e postcriol'men te una s tanga da t1·aino : il sotta[usto e la 1p iattaforma el'ano tl.'asportati su due cal'ri a pa rte. Questa Yeec:hia in sta 1lazione venne impiegata nella guerra; mn altre ne venner o studi.ate e a clott.a te d111·a nte la guerra st<'ssa :per t r nrre da quell'ottimo materiale t1111 ma ggiore rendimento. Un a fra tali nuove instalhlzioni (Fig. 15) fu quella mobile stndiata dal De St<'fano, che permetteva il completo settoi:e orizzontale cli tiro cli 3(50°, oltr e un ampio settore verticale <la + 70° a - lf5°. L 'i1nsta lla zio11e De Stefa no constava di nn affusto ron due freni idra nlici superiori, <li. un sottaffu.sto a cu i era. applicuto 1m avanti-eno s ia per· il traino che per il tiro, cli due rotaie congiunte da traverse e divise in <lne parti unite a snodo, cli un vomel'o di ferro e <li uno strato cli travi atie a scaricnre il tormento del ma teriale dfrettmnente sul terreno . Nel l'inculo l'affn sto scorreva sulle lisc.-ie del sott affu sto, il q1rnle a s u ~1 volta. scorreva colle quattro ruote sulle rotaie trattenute dal vomero . Il materiale e1' ft a piccola carreggiata (m . 1.42 con cilngoli e m. 1,22 senza c:i11goli) e si prestava perciò in alcuni casi a nche al traino su strade sh'<'tte cli montagna : in altri casi dovevasi scompone ca.ricauclo boccn da fuoco, rotaie 1 vomero ed altre parti su appositi carrelli, e t r ainando a p11rte l' affusto col suo ayantl'eno. Un'altra installazione fn queila, Dc Angclis, studiata per co'l1ferire a ll'ordinaria installn½ione a IJ)iattaforma del mortaio u1n 'a mplifitazione cl i settore oriz7,ontale di tiro :fino a 90°. Era costituita da nn 'impalcaturn co11 rotaie citcolal'i, en tro la quale potern r 11 ot~re la p iattaforma . soll<•vabile, medi a nte martinelli. amovi bili a vite con rotelle. in rn oclo cl11 appoggiare sul s istema r otaia.jmpalcata con le sole qnatll'o rotelle d<>i mar tinelli . A piattaforma sollen1ta. i poteYa dirigere il pez7,o nella posizione rkhiesta; per far fuoco in vece si abbassnva la piattaforma frn o a far-la appoggiare sull'irnpalcntura, si toglievano i nrn 1·tilwlli, e su ll'imp Hlcatura stessa , ('Ontro 1H rolnia dalla parte della culatta, si clisponevnno appositi battenti, a i quali ve~1iva, t rasmesso par te dello sforzo di ri ncul o. P er adagiare su] ter1 eno l'i mpaJcatm·a . formata con 19 t rnvi e 3 tavole di quercia , orcorr eYa uno scavo cli m . 4.00 per 4,80 per 6,60. P er il mor taio da 210 er a tato anche adottato fin dal 1914
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MA'l'EHTALI GROSSO CALIBRO SU lNSTALr,AZ IONE MOB!LF.
un affusto a ruote a deformazione fornito cla]]a Casa Schneicler: durante la gnel'l'a un tale tipo cli affnsto fu aUestito in parte dalla stessa Casa Schneide1· e Ln pal'te dalla Ditta A,n saldo .. La boeca da fuoco fn solo modificata nella sua parte esteJ'lhl per adattarla aJ nnovo llffusto. (tnesto p1:encleva posi,dmrn stabile sul terreno pe1· mezzo cli un vornero, mentre i.1 mortaio, sonetto da u na slitta: poteva sc:orrcre longitudinaln~ente sopra una culla, a)]a qm1le ern collegato mediante due freni idr aulici con n.1.oderatore del ritor,no in1 hnttcria ed un 1'i<.:npe r·atore ad aria, indipendente dai freni. Ln runa era imperniata su lln affustino ehe a sna volta poteva ruotnre intorno ad uu pe1·110 verticale J;enetrante nell'affnsto . Il settore vertka·le <li tiro era compreso fra, + 60° e - 5°, ·mentre quello ori;,,zoin tafo concùsso , fall'affustino era cli (:>". ]?er il traimo si. fm-mava n·n a vettura-mortaio, con un avantreno e un retrotr·e110, portante anche la slitt .1 e Je altre 1p:u-ti, e i.ma vettnn1 -affHsto, eostit nita da nffnsto con un avantreno. In morrtflgna il mater-iale, scomposto, si trasportava :;;u apposit i carrelli . I proietti impiegati dal mortaio da 210 fmoo10: ·1a gr-narnta a bocc-hino posterion~: d ' nf'eiaio, caric;1. cli kp:. lG.000 di tI'itoJo : la. g1~anata a hocebino anteriore pnre d'accia io. carica, di kg. 14.000 cli tritolo; la granata di ghisa acciaiosa per obice e rno1·taio da 210; )a granat a di. ghisa per obiee da 2J.0; la granata per m.ortaio (~ll obice'\ a liquidi spednli ; lo sh1'apnel di ghisa con 901 pa) l.ette di 23 gramm i ciascuna. Nell'aprile del 1918 frn·ono adottati 11uo shrapnel cl' nf·<·i.iio l'On 2.020 pallette cli 16 grammi, <.> una p:rn~rntu-born.ba modelfo Gnenitore carica cli 26 kg. di alto esplosirn. Il mortaio impiegò 1.0 cnriehe di fondo, con una gittata. mnssinrn cli S.000 metri eon Ja grnrn1ta d' acciaio, <' cli 6.300 metri con shrapnel cl' aceiaio. Il grosso caHbro fn ruppresentato dal mol't 8io da 2GO. òaJle -cliven,e specie cli obki da 280 e dall'obirn da 30f>. Gli obiei dn 380 erm10 vecchi matel'iali costieri : l'obice <la 30;5 era la m10yn bocca. da f uoeo a(1ottata per la costa alla Yigilia della guerra : j] mor ta io da 260, aclott ato anch'esso alla vigilia clella guerra. era 1m vero e pi-opr.io matel'iale dest ilta to nlJ.' arl"iglieria cl'as,,eclio. Dcll'obiee da 305 e del morta io cln 260 è s tata anche fa tta una 19
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MATElRlALI GRO SSO CAT,IBRO S U rnSTALLAZJO)lE MOBILE
sommaria descrizione nel precitato Yolume Yll pag. 1848 ·· Volume V!Il ii.g. 1058 pap;. 2423. Il mortaio da 2,60 cm stato acquistato nel 1913 p resso la Casa Scho1ei<ler. l/affusttl, a ruote, a dcfoi-mazione, a lungo rinculo, poggiava, sul tei-reino per me½zO cli 11n vomero e consen -. ti va un settore verticale di t.il·o compreso tra + :i0° e - 20°. Il settor,! orizzontale di tfro concesso daJl'affustino, impel'nia.to suJl'affosto, era di 6° all'incirca : ne co.nseguiva un settore oriz, zontale globale di cfrca 12°. Duninle la guerra il vomero fu mocli.fi cato da 1111 nostro st udioso ufficiale del Ruolo teonico., Francesco Marchionni, per otten1erc il setto1·e orizzontale completo di 360°. Sempre dul'ante ]a guena ]a bocca cla fuoco da 260 con slitta a cnlla Schnei<ler fn incavalcata anehe su affusto costruito dal]' Ansaldo, dando così lnogo al mortnio da 260 mod . 1.916. Questo nuovo tipo cli affusto poggia.a nnteri ormente sopra una piattflformn e posteriormcnt<• sopl'a Uil1 vomero sul quale l'affusto IPOteva spostarsi lateralmente prr l'ampiezza di 6": per il traino l'affusto era pl'ovvisto cli saln con ruote e cli avain1.reno. Per evitare l'urto de]]a culatta sul teueno nei terreni a forti inclinazioni, veniva l'H'aticato Bella parte ceJJtl'nle del1a piar,. r,uola nno scavo a forma di seUore circolai-e òella profondità èli J metl'o. Merntrc il train o del ma teriale SC'hnr ider venivn effett un t.o su due vetture. nnn pel' il mol'taio ed unn per ]'affrn;to, ()Uello del materiale Ans aldo veniva. effettnata ~u mm vettura unka rhe 1·isultava perciò di peso rileYantt~ e cioè tli 12 ton11cl1ate e mezz::i. Il peso del pezr,o in batteria cli CJllesto seronclo materiale era invece alquanto inferiore <lel primo. Dnran te fa guerrn il mortaio dn 2GO impiep:ò tre spede di granate : la gi-annta semipe1'forantc~ d'aC'ciaio, a bocchino posterioi-e, d.el peso di kg. 220, ca1·ica cH kg. ll.300 èli tdto]o: la grarnata -torpedine pme èl.;acciRio, a bocchino ante1·iore. dello stesso peso con carica intel'na phì fo1·te della ~)rima (kg. 20.3n0 ,li tritolo): una grauntn (li g-hisH acciniosa, n hoccl1ino antei-i ore, poco differente pe1' peso <lnlle n1tre dne, caricn cli. 20 kg-. .fl i tritolo . Imp·ieg-ò 8 cariche <li lancio. raggiungc'ndo con 1a massima rnrica nina gitta la. cli metri D.100. Il rendimento di qnesto ma1·eri:de non fu invei-o t1·oppo <'leYato. qun1e el'a (or. e logiro Httrnclcrsi <1aUn sna mole : scarsa __:_ 290 -
MATERIALI GROSSO CALIBRO, SU INSTAI,LAZIONE MOBILE
sovratutto fu l 'efficacia del sno proietto in rela zione al calibro, e poco ma.ggiore di quella del proietto da 210, sì da non giustificare rispetto a questo ultimo materiale, il maggior peso ed il maggior costo del materiale da. 260. Gli obici da 280 costieri, nei di'versi tipi, furono per necessità impiega.t i nelle operazioni tc~rrestri mercè opportuni adattamenti per la. messa in batte1fa e per i1 traino, e bmchè materiali antiquati contribuirono utilmente a rinforzare gli schieramenti di artiglierie assegnatEi alle Armate. Gli obici da, 280 A.. e da, 280 O. furono ineavalca,ti sull'affusto da 280 modificato iper assedio, 0011 settore verticale di t iro compreso fra. + 62° e - 6° e con un settore orizzontale completo di 360°. L'affusto poggiava sul sottaffusto, che a sua volta poggiava sulla piattaforma: per ottenere il massimo settore orizzontale di tiro, alla primitiva piattaforma furono aggiurnte due grosse a.ppendici laterali. Per il traino venivano costituiti: un carro porta-obice, un carro porta-affusto e un1 carro porta-piattaforma, mentre le appendici venivano trasportate su carri regolamentari da trasporto o su carri rimorchi Fiat o T olotti. L'obice da. 280 K. aveva, un suo affusto, con settore verticale compreso t1'a + 60° e - 5°, e settore oriv,zontale cli 1S0°: per la marcia si costituivano 5 vetiure, una con l'obice disposto ,per il traino, 2 co111 mezz~L piattaforma ciascuna, 2 carri -forti rispetfrrnmente per l'at:fnsto e il sottaffusto. Ed infine l'obice ùa 280 L., che el'a il meno antiquato di tutti gli obici da 280, aveva anche nn suo affusto con sottaffu... sto a molle, con settore vert icale compreso tra + 51° e - 14°, e settore oriz?:ontale di 360°. In primo tempo gli obici da 280 impiegarono la vecchia granata perfol'ante di ghisa, carira di polvere nera: successivamente furono infrodotte 1a grannta d'acciaio carica di tritolo, e la granata <li ghisa acciai.osa rnrica di misceJa d'alto esplosivo. Numerose ern no le cariche cli lancio con gittate massime variabili tra 9 e 12 chilometri nll'incirca secondo il tipo di bocca da fuoco. L'obice cla 305 lungo 17 calibri, per l 'efficacia distruttiva del suo proietto. (·ostituì il materinle a tiro curvo di mag-i!,iore potema che armò la nostra artiglieria durante la guerra, Allestito a Pov,:i:uoli dn]]a Casa Armstrong per l'artiglieria da costa, -
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i\lA'l'ERtALC GROSSO CALIBRO ::;i.; 1NS"l'ALLAZIONE MOR!LF.
fu definitivamente ndotfoto nel 1914, e in quello stesso unno si·· s teurn to su instnlhrnione mobile per 1·cindcr·lo trasportabile con m atel'iale di rincalzo del P:11·co d' ass(~clio . Le reùlifzazioni circa il suo Hdattamento a mate1·ialc mobile d 'asse dio fnrono clovnle in buona parte al col. Renzo Gano11e che fu aJ1cll.e clul'n,nte la gn ena Comandante di 1111 Raggruppamento di grosso ealilJro.
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Ji'if!". Hi • Obice da :lOri/17 (in;. 1·a 1J11ziolle 111obik•
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II g-1·1111ll.-• :,;c•ttore).
I11iiialme11te per il material(' da 30:-i fu :ìllestita m1 ' i11s tallazio'lle rnobil<', 11 settore orizzontale cli tiro non c-oru1p lcto con un painolo costitni to da nn cassone a vomero, di legno di que1·ch1, i-inforz:1to con parti metalli.che, che si nfl:'ont1avfl in apposito scavo pl"::tticato nel teneno. P er il traino l'i11stHllazione Yrniva scomposta in tre <-ani : nn tal"J"O porta-obice, un earro p orta -affu ·to e nn carro porta-cassone, tutti e tre a (Jnattro 1·uote: al mnteriale 1.raiinato poternuo applicarsi le rotnie a cingolo per affnst o <l'assedio da 149 A. Nel corso della guenn q1wstn installazione fu moclifienta per conseguir e il settore orizzzoin tale colllpleto cli 3G0°, e si ebbe così l'installazione da assecHo r,er obice da, 305/ 17 a gl'ande setlore modello GHr1·011r (Fig . l !i). Il paiuolo di quei-:ln secoll(la insl"a llnd01w era costituito <la l llt cassone-
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tUTERTALl GROSSO CAL IBRO SU ll'\ST',\LJ.A½IONE ìCOlllLE
vornero di lamiera di ferro, c1ue trayi meta]Jiclle ed una J..lhlttaforma. pure metallica sulla <JIHtle l ';;,1j'f.nsto, per mezzo éli ap1posite manovelle cli feno, poteva rnoture per 360°. Il tra ino si effettuava iu modo alquanto cli verso da quello delPinsralh1zio1ne precedente. Coll'affusto e la relativa eulla si formava um carro affusto, al quale s'a pplicavano u11a stanga cli traino à collo d'oca co11 r1Vantreno, nna sala poste1·iore ed i fren i di via. Colla piattaforma si form:wa un carro-pinttafol'ma, a] quale s'appli ca.vano pure una stangn di traino a collo (l'oca con avantreno, una sala poste1·io1·e ed nn freno lli yia . V:i. era inoH1·e 1111. cano-gi:-n porta-cassone, che cm impicgf-lto anche eome gru di soJlevamento nelle manovre di forza . I/ollite era trasportato sopra un cano porta -obice. La piattafo1·mn e fo travi ,potevano anc.he trasportarsi a pmte su tl·e cani. rimm:chio Fia t. L'installazione completa in hatterin pesavfl 33 1·011nellate aJl'incirca, in entrambe le inslalh1zioni, orn. citate, l'i11H:linar.ione massima concessa dall'affusto nel t iro el.'a di. 65". L'obice da 305 fu anche i11ca Ynkn to sopra nn'installazione stuclia.tn dal De Stefano, orgnni.zzata pressochè come l'installa ·zione De Stefano del mortaio <111 210 d:i. cui s i fe<:e cenno in addietro. L'installazione em costitììita : cla 1m affusto a l'uote; du e freni idraulici ; due telai, ameriore e posteriore, ciascuno composto di ,d ue rotaie; un congegno <li sollevmnento dell'i.nRtaHazione; un vomero; una sottostrnttura in legname. 'l'a le installazione pel'met ten:1 un angolo massimo di tiro di 67° e un settore 01·ir.zonta)e di 3tì0". L'affnsto. alle cui ruote erni10 applicabili. le r,otai<~ a cing0Jo 1 era traiilrnto, <:oll' obice incavalcato, da nna o due trattrici: fo 1·otaie e il yornero si. cal'icavnno su cani n parte. L'obice da 305 lanciava : 1n grnnatn pesante, carica <li tritolo, a bocchino posteriore~; dne tipi. cH granata leggera . uno a boe-ehi.no postel'iore e l'nltro II bocc-hino anterio1·e, anch1 esse cal'icùe di t ritolo : ln g r nnnht cli ghisa acciaiosa , a bocchino anteriore, t rtl'ica di misceln <li Hlto esplosivo ;e la gra,nata a liquidi speeialL Lanciò anche clne tip i .d i gl'a:nate leggere, di fabbrica zione in glese, cariche fli lyddite. Le m1111i7,ioni v<~nivano trnsportate in batteria m<~<l.iaute ennelJi m1rnHi di gr11. Le -c'ariche {li lancio erano in n mnero di 16 , e ]_a gi ttn tn 1rn1ssi 11m eJ'a ·di 12 -
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:\1.\'.r~~RI..\U GROSSO C..\!.lBRO St; JNS'.l'AL LAZ TONE :\[0131LE
chilometd e mezzo coJla gnrnarn pesante, e <li J-1 chi]oruetl'i e mezzo colla graua ta lt g-ger<1. 0
§ lii
Arti g lie rie della Marina adattate pe r le opera z ioni terrestri • A rtiglie rie fJes a nti acquistate all'estero• Il cannoniss imo da 200/ 100 = Artig lie rie controae rei . A rtig lie rie da costa • Le bombarde .
Di-.;erse artiglierie n11n1 li , disponibili dn]]n R :\fari11a, fur on o impiegate clall'artiglie1·ia c1·asi,edio nelle operazioni t erre· s tri: furo no in genere utilizzate le ste se sistemazioni di borclo . ma si aclatt:uono auehe affnsti tenestri regolnmentari o se ne improYvi sarono dei n noYi pe1· conferire ai materia]i 1111a i:m:ffi.. ciente mobilit:'.ì : alcuni materiali navali fnrono anche po1-tati a bordo di monitori. e cli ponton i o sopra iustalln:;r,ioni ferr< 1viarie per costituire i « treni nrmati )) . A questi nl tirni, ,nm ati di ca11no11i da 76 o da 120 o dn J :52. -clnrantc le o tilità fu afftcl:1ta, in maRsima part<', la difosa de] liloi-ale aclriati<-o . Le artigli erie navali maggiormente impiega te fnrono cli· versi tipi cli cnrnnone cla 152. fra i qnali ricotcliamo il cannone da 152/ 50 A 19m, il can none da 1:32/4;5 S 1911. il ca1rn one dn, ]52/ 40 Al, !)1,.99 , il ca1111onc <hl li52/ 40 A 188S- 00. iJ cannone da 152 B . Il can11011e da 152/fiO e1:a qnrllo cl ell A R. :N'ave Libia. ed era incavalcato s opra un affnsto a cnlla su piedistallo. Jl ca,n. 01one cla 152/ 40 A l e 91-99 ern incnvalcato o s nJl'af'fus to t ipo Am· miragliat o, su perne centr ale da coperta, o &n affusto a piedistallo cli battetia, imipicgato sn c11rri fenovia1'i o sopra 1111 af.. fusto a ruote di cil·costa11 za. Il cannone (la 152/ 40 A 1888-90 era incrn-alcato su affnsto a cnlla con scndi , a pern10 centrale. tipo R N. Piemonte. Il ca11110Tie da 1:32 R che gi.\ prima della guerra era stat0 ceélnto dalla R. Marina nll' ar tiglieria da costa, ebbe nn 'iustallazione mobile ( De Stefano) costituita essen zialm<mte <:la 1rn affus to con dne freni .i<lrauliri superioti e clue mollr ri1
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ARTIGLIElRlFJ NAVALI SU IKSTALLAZIONE MOBILE Tli:'R.JtEST'lW;
cuperatrici, cla un sottaffusto con quattro ruote, da una r otaia divisa in due parti unite a snodo, ·da clne freni idraulici inferiori, cla. un vomero e da uno strato di tavoloni. L'angolo massimo verticale conscintito clalPaffusto era di 40°, e il settore orizzontale di tiro cli 360°. Per il traino si formava una vetture unica con cannone, affusto, sottaffusto cd avain treno, ana quale (~rano applicabili Je rotaie a cingolo. Di questi cannoni. navali da 152 il :più moderno ent il cannone da, 152/45 S 1911, già. impiegato d.alla R. Marina su a:ffnsto a culla e a piedistallo a bordo delle RH . Navi Duilio e Doria. Durant e la gnerra esso fu inca valca,to dnlla Casa Ansaldo su un a:.ffusto a. coda., a deforma:òoo1e, a culla, a corto rinculo, scorrevole ·per la direzione anteriormente sopra una piattaforma e posteriormente sopra un piastrone 11 vom<~ro che serviva. di appoggio alla coda e di. ancoraggio all'insieme della bocca da, fuoco n el rinculo. P er il traino si applicavano all'affusto due ruote ed un avantreno sip<~ciaJe. Il settore vertkale cli tiro variava fra + 45° e - 5°; il settore orizzontale era cli 10° con sempliee movime,nto di. brandeggio, ma poteva anche si:ilire a 60° mediante spostamento della piatta.forma. Tutti questi cannollli da 152 im· pi.ega.rono le più svariate specie di p!·oietto: pa.Jla: grarw,ta or·d inaria, granata perforante, granata torpedine, granata mina, shrapne.l. Le più forti gitta.te si ottennero col cannone da 15~/ 45, nel qua.le la massima carica co!llferiva a.Ila granata la. gittata massima, d.i metri 19.400. )~'urono anche usati cannoni navali da 254 H e d.a 203/45, entrambi incavalcati su installazione m.obih~ De Stefano. Le maggiori gittate raggiunte con queste due bocche da fuoco, che impiegavano anch'esse molteplici specie di proietto, erano di metri 18.600 per la prima e di metri 19.000 per la, seconda. L'al'tiglieria navale di maggior calibro adoperata nelle opeJ'a?:ioni. tenest.ri fu il cannone da, 381/40 S 1914, sistemato sopra m1'ista1lazione ferr,o viaria allestita dalla Casa A.nsaldo. Giova clare nn cenno deserittivo di questo tipo cli installazione, fa cui costru?:ione era informata a] eriterio cli potel' effettuare il puntamento in direzione muove,ndo l' installa½ione stessa sopra un trutto ni binario in eurva e cli farne appoggiare una parte direttamente sul terreno duran te il tiro, in modo dn risparmi.are certi -
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_\lt'J'IG LIEltlE N.\V.\T,I Sli lKSTALL.lZIOì'-0 110HIL"1 '.l'l~HIHèSTHI~
organi e <la frenm·e pe1· a tttito il l'i11c:11Jo {li tntto il <:ornpJe,·so. L'ins lallazio1w eta c:ostitnit;1 sost11nzh1J.mcJJ1"e da un .rffnsto, U'll sotta1foslo e nn bina.do cli til'o . L' affm,to, ,1 fo1·111a <li g;·ol<sa h'a,e, appoggii:l\-a antel'io1·u1 e.nte e po!<te1·io1·me11te sul <-ottafl'usto, dte era <.:omposto ess011,i,ia.lmc1Jte da llue c:anerti fpnodai·i H J assi a:uteriorllleute, e da nn cnnello a G assi postc1·iorme11te. Ln pal'te ce11tnllc dell a Ll':we -aHuslo si appoggi,wa prr il naino dìi-eitamente sul terreno neJl'i11tcrrnHo tPa i c,n'telli :rnte1·iori e il carrello 1postel'ioi-e mediante 6 ct>ppi cli ro,ere pOL'tnti cl,1 puntali di appoggio eh e fmiziornm-rno da nrnrtinP11i per solle · vare l' installazione primn del colpo e sc:uicnre così del peso
di esso i canelli del sotta1fosto. Neli'affnsto e1· ..1 ·<legno di rJOta il supporto nd 01·ccchioniere per cui l'appoggio degli Ol'e<.:cltioni era a sospcnsioaie clasLica, tale da dimim1ire notevolmente l ' attrito tra le parti nei ·moYimcnti d'inclim1½iorn~. J'I rnngegno <li elr ,·rrnionc p1·a a vHe: il settore verticale di tiro , ariava. ,dn 0" a + 2;-; Il punlamento in dierzione si effet·tlrnn1 spnstn nclo <'Onveu1ientemcute it cnno .. affusto sul birn11·io mecli:rntc m·gani e fnni : con ci1:<'a 100 m etri di biu:n·io in cnna di t·aggio 150 metri si ottencya 1111 sdtore 01·izzoutalc cli tiro di circn 26°. ·uu congegno di conezione con sentiYa poi. <li rctti1k,ne 11Jteriorrne nte hl llil'ei'.ione n ei limiti ùi 1° (30' P<>l' parte) : la]e 1·etti1ka si effettua rn fa<'endo ruc,tare, e11ho ni. pr<'detti li miti. l'affusto snl sottnffnsto intorno na nn HPJPMilo perno. T cnrrelJi. wntc1·iod e> iJ carrello postcrio1·e erano mnniti di nHaccbi, Pcspi:n1ori e moUc a bnles tra clel tipo comune fe1-ro-rim·io . [l telnio cleJl' installaziorn, era sostpnuto complnssivamenie da 2~ ruot<' e' 14 sale : essendo il peso de l pezzo cli <·i.t·ca 2J2 t onne1lat1~, ciaseun ~1ssc> soppo1·tnYn il carico di circa 1:-i ton111ellate. A-ll'atto dello sparo anehc il 1·,u·i-0-affuslo rinn1lani, 0
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stri:wiando sopr:1 nH tm·olato ili t li ttantento del hinnl'io di ril·o per 1111 t1·atto cli cil'ta 1;-; metri: rp1esto fatto lim.itnrn il settore 01·izzont'a.le cli 1i1·0 a 2G". melltre il binm·io, <"Olla pi-edctln hlllgllczzn di curTatnl'H, anehbe conse11tito 1111 settore notevo]rncntesupcriore. Il binario p1·a di sc:n·tame11to noi-nrnle (m. 1,44-5): og1ii instnlhizione <lisponcr.:1 di <lttr binari <'li tiro che convenientemente aJlaC'ciati, potrvano dni-c 11111 setto1·p ntile cli :i~0 • Il binario di tiro si collegnya n CJllCllo -cli corRa <lel t1·eno con 1111 1·a<·corcl<>
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ARTIGLlmH ll·l KAV,\ L T St; I~STAl,L,\ZIO.KP. l\IOD ILE TERR ESTHi,;
di linea fenovia1·ia 01·di11al'ia . Cias<.:nn <::rnnone era accomp11 gnato da dne cani fe1To ,·i:u·i , funzionanti da cani-cassoni c-he cont enevano c-iascuJ110 J~ carirltc: uno cli essi veniva collega to diretta mente 111 catto-:lliusto, IUc11trn l'altl'O era <li 1·j serva per sostituire il pi-imo che, esam·iti i ~uoi colpi , d0Yen1 andare H l'ifoniirsi. Ogui lreno da J "l era poi completato dal nn mei-o <.l i vettm·e necessario per i senir,i. e per g.Li alloggi, oltte c he éla m1 cano wu 2 per.r,i contr,lcl'ei da 7G/ 43. Il cannone da 381/40 sn affusto ferrovicn·io impieg:1n1 la g1·anata, già 11saia 11ella R. Maii,n n , 1m1 senza ca ppuccio, e perciò modificata n ell'ogiva co~ì da 1w1ntcncl'e i11variati il peso <~ la formn. La granata pesHn1 S7il kg. ed aveva una c:wica, interna di kg. 3.C',5 di tritolo fu.-o . Impiegò anche llna g1·a11ata-tnglia-vento, del peso di kg. 370 e (,olla stessa earica i(Ilterna di tritolo. Le c-:uiche cli lnncio erano 3, fornu1te ad elementi, per la p1·irn.n, grn11ata: c·olla cm·ica p i lÌ forlc, (·ontenente 150 kg. di polvete si raggiungeYa una gittata massima cli cil ta 2-! chilometri. Colla grana ta-tagli:wento era hupi<~ga t a 1rna carica di la nei o l'il,forza ta e si. aYevn una. gitta ta massirnn cli ciH·H 2ì chilorneLri. l/nccensione d ell:1 cal'icn poteva aYet luogo co l comune istemu a
percnssionc oppnre e)ettYicanwntp (a incan descenza 1 per arroventam ento di m1 filo cli phlti110 e conseg11.ente nccensione del la ca 1·t11cda ..irnwR<:o) .
Delle 11rtig lie1·ie pe~a11t i estere: illlJpiega te <la u1oi du,·,rnle Jn guerra, 1·icon1iarno i due carn1 011i franc-esi da J :i:i e da J20. Il p1·imo en1 il cannorn~ eia. l;j:-; L ru1Jcl. 1877: sn al'fu slo d' assedio: i1 secornlo era il c:rnno11e ila 120 L mod. 1878, an( lt'esso su affn to d 'assedio . Erano ,·el'clti rnatel'iali che impiegai·ouo proietti \li nnio genc1·p c·on di c1·c k gittate. Due boc·<;l1 e da fuoc:o 1Uoderne erano i,nvcce J.'obi c<' da 152 e l'obice lln 2c:3, ae(]nislati in I11gltilterra :i g uc~rra h1oltra ta .
L'obice da 1.)2 (Fig . 171 era il materhtle da G polli<-i in n so nell ' m·tiglieri:1 lil'il:rnnit:i cli <·ost1•11;r,iorn> \"ic-kel's. Questa bO<'C!I cla fooco, c-l1e <': lnl'torn fo1 i;:pr-vizio Hei 11ost1·i lkggirnPnti è!' Arti-
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ART!Gl, lERlE (>ES~::-:TI f:!-iTERE
glieria d ' Arma ta, è ce1·e:hiata l>l nasll'o, lrn pe1· congegno tli. dii usura un vitone cil:i.ndl'ico segmentato tipo Yelin, ccl ò inc <1vnlcata sopra un aU'usto a 1·note meta.lJiche, et deformazio11e, a lungo l'inculo , ariabile col nnial'e dell'ilH'linar.ionc deJl'arma nel tiro . Gli orga ni della deformazione soarn un freno idrau lie;o e un r icuperatore ad aria : quest'ultimo t' f orrn.ato da tre dlindli, uno centl'ale che porta lo stant uffo . e due lalel'ali che costitniseouo il setbatoio cl.c>])'al'ia compressa . Il materiale è anche
Fig. li - Obice da 152 ingl <':se.
fol'llito di clbpotiYo p P.r evit111·e 11n ritorno in ba tteria troppo btnR<:o. La ,ari11l,iliti't lleJ l'inculo, i.n r elazione alle nriazioni di :ingolo cli tiro, i,;ene ad cvitinc che, colle più f or ti i11di1J.1azioni nll' orizzonte. la lioC'<·a cla fuoco , ada ad urtare eon lo culatta i] terreno . Un apiiosito co11 gegno, <:hP- agisce sulle lnd d'efflusso del freuo . l'idnct· a utomati('arnente il rinculo cla l.3SO mm. (J)ezzo ol'izzontale) a 6JO mm. (pezzo colJa ma ssim a inclinazione). L'angolo massimo Yerticnle <·oncesso da1l'affusto è di 45° : il settore orizzontale cli tiro è cli 8°, 1·calizzato mediante un affusti.no elle rnota sull'affusto. Tl materiale, g;iili organizzato per il trainu a nimnle, venne munito, durnnte Ja gnena , di un attacco elastico ad occhione :per il traino mecc anico. L'obice dn J?i~ im-
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ARTIGL IE RI E PESAK'i'I J:JS'I'EBE
piegò granate di vario tipo, a bocchino anteriore, caricbe di lydclite, con 4 cari.che di lancio e con l a massima gittata di poco più di 9 chilom et ri. L'obice da 203 era il materiale da 8 pollici iJ11glcse, e derivava dalla trasformazione di una bocca da fuoco di Marina . Il materiale, 11el suo complesso, ri.cordava quello da 152 ora de-. scritto: nel tiro, pur t uttavia, a. differenza del materiale da 152, quello da 203 veniva disposto colJ.a cocla e colle ruote su apposita piattaforma. Oal'atteristiche erano le ruote, del tipo locomotiva strudale. L'obice da 203 impiegò una granata d'acciaio, carica di lyd dite o amatolo o tritolo, con 4 cariche di l an cio e colla massima gittata di metri !).GOO.
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•... .
Chiucliam.o Fargomento delJe artiglierie :pesanti accenrnto1do all' impiego dei c:nnnonissimi, soltanto pe'l.' ricordare che nel·l ' ultimo periodo della gnerra la Società A.nsaldo aveva stu·d iato un cannonissimo da 200 mm. , lnngo 100 calibri, e ne aveva iniziato la costruzione (Fig. 18) . La bocca da fuoco, che poi non ebbe alcun impiego per la cessazione delle ostilità, .avrebbe dovuto raggiungere la gittata massima di 140 km. coll'ol'di.nata <li 40 km. al vertice della t raiet toria. Come è noto, un cannonissimo fu impiegato dai tedeschi nel bombardamento di Parigi, la eui eccezionale gittf1ta fu ottenuta sia, con una lunghissima anima e una for te carica, sia col far percorrere al proietto la massima parte della sua truiettoria quote altissime (stratosfera) dove è molto piccofa la resistenza dell'aria. Dopo la guerra tali. cannoni a gittata eccezionale non furono più costruiti: il loro rendimento non è invero tale da giustificai:\~ la mole e il costo, la notevole usma e la conseguente brevissima durata di un tal genere cli bocche da fuoco.
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ARTIGl,!lèl:IE '201:\T RAEHEI
L'artiglieria controac1·ei impiegò dnrai1te la guerra sia di rip iego che materiaH espl'essamentf~ costruiti. Fra i primi - Volume VlI - tl'ovia:mo veeehi cannoni su affusto rigido, ,da, '75 A, da 87 B rnocl. 9S, da 12.0 B, e eannoni moderni su affusto a deformazione, come il eannone cfa G5 ~ quelli da '75 mod. 90G e mod. 911. I nrn lc~riali apposita men te costruì ti furono il crnnnone da 75 CK e alcune armi automaLiche di pieeolissimo ca.libro. Fur,ono anehe utriJ.izzati materiali esistenti, più o meno adatti al tiro controaerei, fra, i quali numerosi tivi cli cammni da, 76, già della R Marina e sistemati a terra in postazioni :fisse su apposite fondaz ioni. Molti allattamenti furono studiati e realizzati cla nostri vale11ti. ufficiali tecmid, il gen . Buffi ed il gen . "ò'Jarchionni. r·materiali ,da, 75 A e da 87 B mod. 98 che, per il limitato sett,ore verticale deU'affusto (circa 27") non erano i più ;;cla.tti al tiro cc)lltraerei, furono disposti n titolo di ripiego sopr~L una insta llazi.one tipo ìVl.archionni, costitnita come un rndimeni al.e affusto cla difesa in legno, con un settore orizzontale di 3GO°, e tale da amplificafi~ meglio ehe era. possibile il settore di tiro verticale : nn freuo idraulico e due contrappesi permettevano di moderare il rinculo e di riportare automaticamente la. bocca. da fuoco in batteria. Il cannone d'assedio cla 120 B fu posto nneh'esso, eol suo affusto e con le ruote, sopra. un sottaffustc, cli circostanza di ]egno, a perno epntr ak, girevole sopra una. rotaia cireolarc eosì da ottene1·e iJ settore ol'izzontale completo : furono ir:oltrc sollevate le ruote sul sottaffusto in modo da spostare in alto il settore Yerticn)e utne, e fu :rnelrn moderato il rinculo mediante~ 1111 freno ichanli.co disposto trn nffnsto e sotta:ffnsto. Pet i materiali a deformazione da G5 e cla 75 mod. 906, si ricotse a speci.ali installazioni in cemento, tnli da consentire il più ampio settore possibile, sia orizzontale che verticale. Il materia le <la 75 rnod. !Ul, già per sè stesso a grande settor~ di. tiro, non avr(~bbe richiesto, per l'eYentoale ilnpiego controaerei, spednli instanazioni o sistemazioni : furono pure per 111.aterinli
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BOl -
AR'J:[GJ.11,Rlls CON'r n,u;u~-:r
esso nclottai.i sottaffu~ti gi.rernli del tipo di queHo acccllnato per il cuninone da 120 B. 1\Ia pe1· l'impiego normale contro aerei questo mate1·iale t'11 opport nn a ment<l rnodifitato e diede luogo nl nrnt('tinle cla ì :'tj!)ll O, con settore YerlicH lc <li tiro fino a 75° E' col {·ompleto s1:1ttorc orizzontale. La maggiore ampier,za dei
i?ig. l!l - Cauno11e da 75/'27 A. Y. (PE'r il tiro co11troaerel).
setrori di tiro, t i:spetto a quelli normali del materiale, fu ottenuta me<li:1nte h1 sistemazione sopi-a uno s.peeinlH soltaffusto (li fogno. a sna ,·olta disposto sop1·a una piazznola di cemento, rnstHuita <la nna. piattnfot·m:1 cent ta)c di. diametro m . 1~20 e da nna rob1in cli rnggio medio di m. 2,i55: tra la piattaforma e la totaia era praticato nno :-:caYo di mezzo metro cil'ca cli profonclitiì. T ale soitaffnst.o, sopr:1 elcvanclo le rnote rispetto a l phmo ilei yomeri, pc1·metteYa a Ha boeca da fuoco <li assumere
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AR'l' IGI,'lf;I{ll~ CO?-l'l'RAE'REI
jnclinazioni :fino ali:angolo suddetto. Il materiale era sprovvisto degli scudi laterali: portava solta11to lo scudo centrale fis·· sato sulla, culla del ca1nnone e al quale s'a.pplica.Ya un apposito alzo <li scuclo. Quest'ultimo comprendeva il s<~pporto elastico, l'alzo 1propriamente eletto e il cannocchiale panoramieo; esso serviva solamente per U puntamento in altezza, mentre per il puntamento in direzione veniva impiegato un apposito colJimatore . Ricordiamo infine che il materiale da. 75 mod. 911 O era sin'oYvisto clel parallelogrammo articolato, che nel comuine materia.le cla campagna seniva per la correzione automatica della derivazione e dello sbandamento aille varie distanze : nel tiro era perciò necessario correggere opportunamente la clevi a7,ione dei colpi verso destra. 'l'utti i materiali da. 75, sia mod. 906 che mod . 9JJ ., adoperava no per il tiro controaerei una gra,nata dirompente, d'acciaio, contene:nte un'anima di ghisa e umt conveniente carica di tritolo. Il materiale appositamer1te costruito per l'impiego contro i bersagli aerei fu il cannoo1e da 75 OK (Commissione Ktupp) (Vol. VII, fìg . 846, pag. 1884). La bocca da fuoco prov<::niva cla1la i'rasformazione clel cannone cl.a 75 mod. 906: che fu tornito in volata e rh·estito in culatta da rnn manicotto di bronzo, collegato · superiormente all'asta del r icuperatore ecl inferiormente aJl'asta del freno idraulico . Fn anche modificato leggermente j] congegno cli C'hinsura per ottenere jJ funzionamento semiautomatico dell'otturatore, l a cui apertura avveniva nel ritorno del pezzo in lmtteria; e la cui chiusura, a proietto imtrodotto, si effettuava automaticamente in seguito alla cli~tensione cl i un'apposita molla che invece risultava compressa a cuJatta aperta . L'affusto, studiato già nel 1914-15 a.a una nostra Commissione, era a ca ndeliere, a cleforma7,ione, a culla, a corto rinculo. Era costitni.to da un piedi.stano, un perno a forcella col sno sopporto, nnn culla con freno e ricuperatore, un congegno di puntame11to in direzione . Fra gli aloni del perno a. for cella era imperniata la cuna che porta.va superiormente iJ cilindro esterno del ricuperatore a molla e inferiormente il cilindro del freno idraulico : il perno stesso poteva rnotare sul piedistallo, mediante il congegno cli direzione, per un settore -
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ARTIGUr::Rm COXT J!.A F.llE l
di JG0°, e 1a <.:ulla pote,a ussumm:e inùipen<le11tewerii-e l'iJ1cJi J1azio11e dovuta al si.Lo e quella dovn.ta all'devaii011e m ediim te il ('Ollgegno cli puutameuto iu altezza. La verticalità d ell' asse clel per.uo a [01·ccHa cr n sempre ussicu rata. in vhtù ùeJl' apposito supporto c:onte1rnto 11e)l'inter110 del 1pieclistibllo. IJ co11gcgJ10 di pnJJtamcnto jn altezr,a, del si stema a linea di mira indipell·· lle11te, fa<.:e rn capo con due d is positivi, d,L una pal'te al volan tin o di sito iìssato a] perno a forc:eJla s ulla si~1istra cl.cl p ezzo: (laff aJtJ-a a ) vohrntino cli eleva zione poslo sulla d estra: 1'01·gano es.·em~iale pel' il sito era l'.11·co (leu1tato del sito, meuti-e pet l'efrrnzionc scnirnno un a 1·c·o deHtato di elevar,i.one solilla le <:oIJa c nlla ccl un cerch io gntclnalo delle distauze p0rtato cla Jl'al o11e destro del perno n forc-cJla in pl'oss imitù, del vola,ntino di c leyaziollc. ]l congcg110 cli puntamento i.in direziolH.> cJ'a costituito eia una <·orona deJJtata p1·aticata all'esti·cmitù Rnpcl'iore cle1 supporro clel petJlo a for<.:e lla e da una v ite IJ)erpctmi appli<.:ata PStPl'n,nueute nl perno stesso : 1rn1 congegno di. s dn-· colo permette,·a (lj liberare la vite ccl effettnare nipidn mc•nte i g1·an cli l,;pustarnenti in direzione. I/orp:ani½r,azioJle del rnatcl'ia l.e eJ:a tale <J1c, :1 gcn do al volantino cli elernr,ionc. oltre H :-;postare l ' fll'CO clenfoto ddl' elevazio11e l-11 c1uelio clel sito: si p1:odnccn1 mm rotazione del cel'chio grac1uato drlle distnnze, s11J qtrn le etano Regnate le curve cl i 1:•gn.tJe alzo compre!-e t1·11 due <:\rconf('l'e.Jt7.C concentriche. l 'iutpr11a <·or-l'isponcleJ1te al si.to 00, l'cstenia cor1·ispondcnte al ~ito TO' . I110H1·e agenclo .:il yolantin o tli sito, t ntto i] c·o11g(:'f):JlO cli elcrnzione ruota,n insiem e co.ll ' m·co di sito : )'indi.cc {lt,Jla lettura deHe elen1zioni. ehe eou sito O" si trovavn in corrispondem;n delle ci 1·c·o11fcre117,e i nterne del eel'<:hio gTtH.lrn1 t o delle distan7.e. coll'aume.ntate clel sito i:,i. ,1Honta11an1 <lal cen1 1·0 d el cer·c-hio stesso fi no ii tro,·a1·si. in con·ispoucl<'nzn <lel la cii:confe1·euza estc1·nn con sito di. 7(Y'. "Ecl infine, ngcndo s imnli:rnearnente ai clne n>·lonti ni, si oltencnt , pe1· 11nil conveniente 01·ga 11izzazione ckl tannocc·h inle <li mi1·n ; 1n <:OJ:rezio11e nul.oma l icà <lclln derin1zio11e dovuta al silo e a ll'elen:i7.ione . Il piedistallo dell'nffnsto c 1· n fiss :1 10 snl telaio <li 1111 antoea no <le lla ,port:ila di :5 to11Mllnte rnn 1·c>lncit .ì ornria mas:;;imn éli 40 chilometri. J>er la mes1-,a in bnl'teri n, m ccli11 n te ::i ppositc
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ARTIGLIERIE CONTRAEREI
viti di ancoraggio portate dal telai.o si univa rigidamente quest'ultimo agli assali a,nteri.ormente e posteriormente i!n modo da annullare l'effetto delle moHe a balestra di sospensione durante il t iro, e, mediante due vomeri laterali muniti di piastre d'aggrappamento, si assicmava ]a. stabilità laterale nel tiro stesso. Ciascun cannoue era seguito da un autol:assone, costituito cl.a uno ehassis l<'iat 18 BL, della portata c1i 3.500 chilogrammi, portante 5 cofani i1n lamiera di ferro per contenervi le m1rnizioni : completavano le batterie da 75 CK un aut ocarro per attrezzi. e un altro per trasporto -del telemetro e cl.i altri attrezzi di punta.mento. Il cannone da, 75 OK impiegava la granata dirompente: a tempo e uno shrapnel incendiario. La massima distaJ1r.a sulJa linea di sito co:nsegnibile con questo materiale, che rimase am·cora, per rpar<~cchi anni in sc1·vizio dopo la guerra, era di circa 6.000 metri. A quota, 1.000 metri, n raggio interno della corrispondente c01·ona. circola re battuta. era di circa 400 metri, e l'ampiezza di essa corona era di m.. 5.400: a quota 4,600 detti valori erano rispettivamente cli 50 metri e cli 3.000 metri.
Dui.·ante la guerra l'artiglieria cl.a costa non subì modificazioni degn<~ cli rilievo. Le Piazzeforti marittime co1nservarono l'armamento di cui erano state dotate negli anni i::1,11tecedenti alla g11erra e cli cui si è già tra,ttato nel Volume VII di questa .Storia; Ja situazio.ne politico-militare italiana permise a111zi di · utilizzare nelle ,o perazioni terrestri, parecchie artiglierie co stiere disponibili. I materiali più moderni da costa era.no i can110~1i da 381/ 40 e da 305 /riO, l'ohic<~ da. 305/l'i' e il om none da 152/50; materiali già, ·è lescritti nel predetto Volu me. Nulla ci resta a di.1·c~ sui materiali di · questa. Specialità.; qui vogUarno soltanto aggiungere qualche maggiore dettaglio circa l'impianto costiero dell'obice da 30i"i/ l7, bocca da, fuoco che già, abbiamo visto i111cavalcata sopra instaUazioni mobili per Pimpiego nelle batt<~1·ie d'assedio (Fig. 16). Nell'impianto costiero cli fabbricazione Armstrong, t uttora 20
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.\R-TIGLJl".RJE
n.i.
COST.\
in sennao, l' affussto nel aloni è fissato l'igiclntnl'llte sopra u11a piattaforma girevok per il Jp llntarnento in <lirc:dou1e : l'i111pi,111to è sistemato sopra un gradin o cin ·ohn·e della piazznolu bi ctdccstrnzzo. In questa <~ ritavatn al centro nna cnvità, ei1x·olare per da1· posto alla n1latLa dell'obice ,nel rinçnlo coi maf-simi ::111goli di til·o : alla perìfei-ia è 1·itaYata una fossa anulan a sezi one triangolm·e, ove è 'fis~a1·0 c·on Junghe chi:wa rcl ~ un grosso anello di. :fonclazionc tl.'ac·daio che chiud e l a fossa. L'anello po1·ta a sua volta 11n;1 1·otaia cil.'colare per il puntamento in direzione. SnlJ,t 1·otaia, mediante l'in tcrposiziorne di una e;orona di rulli, si appoggia un tamb uro d.lindl'ico che vorh1 snpetionn ente la piattaforma dell'affusto . Il massimo m1golo <li tiro concc~sso è cli G:i" : il setiol'e orhw;ontnJe è di. 360". L'iDLpi.a11to} che ha u n gfow cchiello cli metri 2,!54.0, è provvisto <li. scudo formato cli clue parti : una :fissa alia piattafor ma e all'affui'!to, ]'altra :fi~sa alfa cn]lu. Lo stllflo {1ell'nffnsto lrn 111 l'ormn ,di nna cuffia ehe rnTYolge h1 parte anteriore deJl'affuslo e iporta 1n cannoniern vertkaJe: esso è assicurato alla. c nlht mediante lamie1·e elastiche . ('cl è organi1.znto in moclo da chiudere la cannoniera deUo scndo della cu11a a qualsiasi inclinazione deJln bocca .aa fnoco. I p r oietti so110 trasportati con c,1 rl'CJJi ptcsso la piattaforma. alla. q nalc soa10 applicate 2 g-ru cli sollcrnmento: qnel]a di sinistra,, d'.impiego HorrnaJ<', nzionata elei 1rknmcnt<'; queDa di desti-a azionatn, da, verricel1o n, mano. Oiascmn proietto è deposto su11a cucchi::nn di c;ai·i camento e spinto J1ell'a11iurn da 1111 cak atoio a ratena azionato dn un m otorin o elettrico. Ln g ittata massima di qnesto materialf' c·osti.eJ.'o < \ colla. gi·mwtn leggera, cli km . 14,:-iOO , quale abbiam1, già, v ista più a<lcUeti-o a proposito (1e1l'oùice da 30G sopta instaJhlzioni mobili cl' asse<lio. U canno11e 381/ 40, quello da 305/30 e qneJlo da 152/ GO so110 all(·h'essi i11tl01·,1 in F<'nizio, il set:ondo si~lcrn ato s u iust.11) Ia zione in 1pozzo, il primo ·n inslaJlnzionC' in cnpo]a, i1 t<~r:w su inf::t;tJ.htzione a piedistnllo o in <:UJJ uÌ:1. Come è noto, in questi u ltirui anni si ebùero trasfo•·m a zioui. o.r-ga1nic-he 11ell'1-11'tig1icrin :fissa costiera cou conscg,:e11ti C'ambiarne11ti uel s110 nr<linamento e nelJa s na <lipe1Hlenza. -
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LE BO'~ll3ARiJB
Per distn1ggere le compJe&-sc difese accessol'ie, molti11,,lica·tesi nei diversi scaccl1ied in scguit<J alla stabiJiw;azione delle fronti d'ope.razi,o ni1 non si dimostrarono sufficientemente adatte le ordinm·ie artiglierie1 per cui fu ,necessario il concorso cli. altre armi meglio idonee •pel' trai(~ttoria e ])(~l' proietto a, sconvo1ge1·e reticolati, a spianare e colmare trinceramenti.1 situati talvolta a poche diedne di .metri dalle proprie linee. La natura di tali bersagli richic<lcn1. tra iettorie curve e proietti ci.n1 ca riche molto forti di potente esplosivo. Si imponeva inoltre la sollecita wstruzio11e di rnn gran nuruero di tali armi, clnto l'eno1·me sviluppo delle fronti. La bombarda rispo(lldeva a tutti i su<'lùetti re<p1isiti : tiro curvo, bombe molto potenti, "elllplici.tà, del materiale, fadlità di Javonizione. Il tiro curvo a piccole distnnze richiedeva Jimitf1t e eariche di. lancio anchè per proietti molto pesanti : ne conseguivano pressioni di regime molto ridotte, tali da permettere , per la costruzione delle a:rmi, tubi um par<iti molto sottili, con nntaggio nel ,peso, IIlella fabbricazione e ,nel costo. La ridm~io11e di pressione conser.tiva inolt1·e di asso ttigliare anche le paret i ·del proietto che poteva così cont@cre 1111a maggiore quantità di esplosivo di scoppio con grande nmtaggio dell'efficacia sni bersagli. Nel corso della guerra le bomba1:de, che ~n iz,ialmente 1 p1·esso tutti gli. Eserdti, presentarono notern]i inc()J1ve11ieuti, rnndarono man mano pet-· fezionnndosi da] lato tecnico . Così pme, col ])l'OCeclere degli. avve11imenti I si ma nifcstù la tendenza, a ridurne le specie aUo stretto indispensabile, mentre all'iinizio si erano 111,,oltiplicati i calibri con dannose compli cazioni nel munizionamento. Le bombarde da noi impiegate dm;amte Ja guerra furono snCC-fSSi Yame11 te : - bomban1P da 50 (tipo Ansaldo); - bomb.ircle cl :1 5S A (Dmnézil ~ . l); - bombarde ùa ;;,:: B (Durnézil ?\. 1-bis) ; - bombarde da 1'30 (t ipo Magg ior a 1riccolo); - bombm:clc da :Wl (Dumézil-Bat.ignolle) C' e L; . - bombarde da B20 (l'i po ì\laggiora grande:);
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LJ:; DO:llflARD~
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bowbard<> bombarde bombateli! bombarde
tla
;:.s A
modificata:
lla 70 Y D (modello bl.! lga); cln 240 Ali (a ll nng abi k) ;
da -100.
Caratteristiche gene·r ali f urono: anima liscia; a,vancal'ica : traome iper qualcuna che avern la retrocarica per la sola cal'it:<1 di prop11lsione : affusto ba ·so, in genere senza ruote, con sol ida pjattaforrna, atto a coJJsentil·e postazioni mascherate. Le bombarde si clistingnevuno iu leggel'e e !Pesanti : le pri me fino :-11 ca.libro 150 incluso. Diamo qui cli seguito un rapido cenno descl'ittivo delle bombarde più impo1-tanli. La bombarda da 58 A el'a un'arm~ :id avaincarica, costituita da un tubo di ucciaio ad anima liscia con un foro per grano a focone: portava postel'iol'meute 1111 tubo di culatta a cl orecchioni destina to a ricevere la spi111a, che passando per appositi fod coassia1i, a bombarda montataJ riuniva l 'arma, l'affusto e la piattaforma: portava inoltre un collare con bracci-guida pe•r il puntamento in elevazione. L'affusto, a d.ue 1:iancatc~ cli fel'ro divise, portaYa i fori pe1· il passaggio della spina e una finestra-guida a settore per ricevere i brac·d-guicla del collare dell'arma . La piattaforma, di lamiera di ferro, el'a a forma di cassa, le cui pa:r eti erano attraversate da un fol'o per la suddetta spina ed erano provviste di camera di ma neggio: sulla, s11.a parte ppstel'iore, foggiata a volta, s' appoggiava, posteriormente l'affusto durante lo sparo. L'installa½ione era a ppoggiata ad un paiolo, costituito da tre tavoloni rcttaugolari ed uno sagomato ad arco, incassati in a ppt•sito scavo n el terreno. La bombarda da 58 A pesava complessivamente 450 chilogl'ammi: -p oteva essere t rainata a Qraccia. qppure trasportata previa scomposizione ia1 più parti. rer conferire al malcria.Je da 58 .A maggiore celel'ità di tiro e maggiore esattezza di puntamento, si apportarono alcune modifiche all'affusto, e si ebbe così la bombarda da 58 A modifkata, che nveva 11n co11geguo cli elevazi one ll vite doppia, e chiocdola, e un *1rco di direzione graduato in millesimi, snl qua le pt•teva ruotare la piattaforma: l 'installn,r,ione oJtrech è il paiolo aveva nn sotto-1pa iolo, formato con traverse di Jegno di quercia che -308 -
LE 1301IR\JJDE
s1 impiegava nei terreni molli per evitare !'eccessivo affonda.mento. Pesava in complesso 59G chilogrammi. La bombarda da 58 H presentava alcune differenze ris1Jetto a quella da 58 A. L'affusto e'l'a cli 1m sol pezzo ed aveva base circolare con èoro1m di ritegno. La piatta.forma era munita cli un incavo -circolare per coutenere la base delJ.'affusto, che era vincolato aJla piattaforma da una piastra copri -piattaforma, ecl era, fissato, dopo il puntamento in direzione, da una, pia$trafreno1 premuta .<Ja apposita vite contro la corona ·della base dell'affusto. Le bombarde eh GS A e B lanchwano le bombe d'acciaio di kg. 16 cou c,:ll'iche di lancio di balistite, innescate con cannello a collo d'oca : la gittata massima era di 700 metri con le bombarde da 58 A e di 500 metri con quelle da 58 B . La bombarda, da 58 A lanciava anche una bomba. di 45 chilogrammi fino a]la. dista1ilza ,d i 400 metri . colla, cariea· massima. Le bombe usavano spolette a percussione ad aZifone istantanea e ad azione ritardata, avvitabili al bocchiino a caricamento effettuato. La bombarda da 240 (Fig. 20) , anch'essa, ad anima liscia ad avancarica, portava avvitato posteriormente un rrrnssello d i cul atta ad orecchiont, e n, metù, circa dell'arma un collare di p1mtamento in elevazio,n e ·p er sostenere un albero trasversale con due r occhetti d'entrata. Lo stesso collare portava due alloggia.menti per la, spina-freno con volantino per fermare la bombarda nella posizione 'Cli puntamento in elevazione e nella. posizione di traino sull'apposito carrello. La bombarda era a.nche munita di due collari cli 1mrnovra con campnneJl<, per introdurvi le stanghe di maineggio. L'affusto era di un sol pezzo, con una base e du<~ finncate : nel1a base vi era il foro per l'alloggiamento del maschio della piattafornu1, due corone drcolari che guidavan o il rnoYimento di r otazione clell'nffnsto sulla piattaforma, a, punfamet11 1·0 avvenuto: le :fiancate portnvano i fori per ricevere la sipina-freno e due nrchi dentati. per l'ingranaggio dei suddetti rocchetti dell'albe1:o trasversale d'elevazione. La piatta.f01:mr di ferro: aggrappata con G vomeri ad nin sottostnnte paiolo di quercia affon dato nel teneno, aveva 1111 maschio-perno cli rota~,ione dell'affusto e un eerehio graduato per il puntamento in dire-
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LE BO:l.IB.,RDE
zioarn . Il matel'iì:d e, cl.i peso co1nplessh·u 1.8J,-.: kµ; .. ,ji t1·aspoi-t aya scomposto s u tre c ai:l'elli da tl·incca , 1'is11etlhamente per la bombarda, pei- )'affusto e pel' Ja pi.att;ifornrn. (kcorrevn un'on1. circa per la sistemazione in battei-in . J,a bombanlrt ,cl;.1 2-W C lnnciaYa una bomba di ... , kg ., mu11itn cli spoletta all n½ione isrunt,11Jen ò l'ita rdata, alla gittata mnssima di 1.200 melrL
li'ig. 20 • DomlJarcla cla 2-10.
l ,n bombal'cla da 240 L difCel'iva èlèlllH p1·cccde11te per csse1·e pitì ]unga di 4::, centimetri, eoJ1 conseguen1.e maggior 1peso (1.900 chilogrammi) : lancia,a uua ùomba <li ù7 kg. a distanza d i circa 1.500 metri. Le bombarde da 24-0, ,·i.:i <]11 ella corta cùc q11clln l111Jg-a. furono anche trasformate per l'applic:nzione di un congcg-no a -
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I ,E BOMDARf.lfil
retrocarica : ad esse potern i noltre, ,olla a volta, applic:u!':i un Lubo di allungamento con conseguente aumeulo di gittata per poter bnLte,.e, cl.a una stessa. posizione, s uccess ive linee nemiche. Si ebùe1·0 cos.ì le ùomba.rde da 240 All (allun gabili) . Nel massello di cnlatta fn 1·ic.:an1to J'alloggimneuto dell'otturatore, che in alcuni tipi er a a vite, in altri a. cuneo oppure a cassetto : al vitone era ::lCm.pre applicato il p el'Cussore; al cuneo lo s i appli-.. cava dopo chi usa la culiltla e si toglieva prima di a1prirla. L 'accension~ era ;1 percussione oppu re elettrica . La ret1·ocarica setviva solo per la carica cli lancio, contenuta iin un bossolo <~: ottone che 11011 permette va pc1·ò la chiusun.1, enneticn perfett.... , inc:01n·ea1iente quest o ultimo poco gnr,e pe1· il fatto c:hc Je sfng· gite <li gas. ;1 causa della piccola pressione ·yolta ch1lla carie,:, erano sempre cli Ji(!vii-:F-inrn en!i lù . .Il llosi::.olo d'ottone poteva esse1·e impiegato per nn nmnero g1·:111de cli colpi, cambiando so·lo ad og11i colpo l'innesco di c·ni ern provvisto . Il tubo di aJlnngameuto YeniY,1 assicurato al tuhu cli lancio median te flangia a bnllo1d: fa lu.nghe7.zH clel tubo cli aJlung ..1mento clell:1 l>ombnrda 240 U s uper ava qudln t1el tubo d'a lllrngam c11t o de]]a bombatda da 24:0 L di J:i centimet1·i, in modo che entrambe le bombinde riuscinrno, coll'applicaz ione dell'allungam ento, della stessfl hrn1 ghc,zzn cli metl'i. 3,05. Tel fehhtaio del JD1S si spei•imentò anche una bombanl a àa 240 LLA, C' lle risnltan1 chtll' applica~do11 e di un tubo d'allungamC'nto di 11wtd J ,4.1 alla bombal'Cla cl.a 240 f1 e elle perciò ri snllnva complessivamc11te lunga metri 3,iiO. Per tutte le bombarde éln :240 rn anche studiato un affusto a ribaltamcmto : questo cl<'Y<'Yil !permelte1·e aJl'arma cli !'notare in t orno nll'Hsse degli orecc hioni fi~10 ad 1rn a inclinazione minimn, e poi , aprendo i cop1·i.. otccchi oni e abb:i ssando la volata , cli rnotare ancora at101111 0 alfa spi lla del collare cli puntamento superiore fino ad nu a posizionr c1i cal'i ramento conYenientc per l 'introduzione delln lJombn d:illa volatn .(leJla bombarda . L a bombnrcln da 400 iufine eta. nin'aJ' IYHl nd anima liscià,, ad HY1111carica. 1w1· la. bomba. a retvoe11rica per la carica ùi laaicio, con una hrnga anima (m . 4.9:5) fo1·mata di tre p arti <·o llegate fra 101'0 t1a fl:rng<' e bullo111i. L'ot tm·alore, p1·a tic ato in un rnm,sello cli cu lattn arl 01·ecchio11L era n vHOJ 1p ci lin dl'ico. con tre sc~gmen ti -
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f.,ID 130)1BAil,:)E
lisci P ti·e a vite, m imito <.Li percussore. L a carica ern eonleornta iu nn bos olo d'otlone che, anche in (}neste bo,mba rllc non consentiva l'otturazione ermetica. Il complesso dell'instalJazione comprendeva. m1 a.ffnst o, unia piatlafol'mf! e un painolo cli legno. Un 0ongegno cli direzione a cremagliera, permetteva un settorP. orizzontale di t iro cl i 18° : un congegno cli elevazio11e a chiocciola oscilla1J1te conce1leva a1l' aff usto 1111 settol'c vertiC;nle di tiro da 45° a G7°. Lu, hombal'dn si poneva in batlel'ia sopra nna struttura di base in legname, composta di un sottopn iuolo, ò.i un contro~painoJo e <li unn traYe cli. contrasto antel'i.ore . n peso complessivo del materiale di un'arma. era cli toumellate 11,677, traspo1·tabile sn 5 autoe:ari:i sui quali prendeva posto anèhe una parte dei sei-venti. La bombanla. da 4,00 lanciava u~1a bomba di 2Gii kg., e;arica di d .rc.:;a 100 kg. di espJosiv-o, a distanze vnriabili da 1.GOO a 4.100 metri. P er il caricamento dell' arma, l e bombe erano porta te in batteria mediante carrelli da fcrtovia Décamille e sollevate con apposito cal'rello~gru all ' altezza della boe-ca . Le bombarde furono -di somma utilità. durante la guetra che f n essenzinlmente gucna di posizione. A fine guena vi fu la te!l1denza o a sopprimerle oppm'(' a migliornrle, rencle11dole pi1ì mobili e di maggiore git1'ata pe.r consentirne l'impi<~go da. posizi,mi ipiù anetrate. Si pal'lò cli bombard<' rigate, a rctl'Ocaric::i, su affusti a, ruote. Comunque non ne seguì alc1ina pratica realizzazione, e alle bombe da, bombal'd.a fmono sostituite piuttosto granate-bomba a grande cnpncità, e co11 spoletta istantanea da lancinrsi colJe ordh1al'ie artiglierie.
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IV
Trazione meccanica delle a rtiglierie: autocarreggio • Attività costrutti va ne l corso della g uerra ; Adoz ione in servizio, nel dopo• g uerra, di artig lierie di pre da bellica.
Nel corso clelht gnena la tra;done meccm1fra dell e artiglierie si impof-e rapidamente, e pe1' essa vennero utilizznti -
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'IR-AZlONJ': )1ECCAN1C,\ DEI.LE AHTICLIEHI E - Al:'f'OCARRE(;GJO
tutt i i mezzi che l ' industria poteva fornire : autocarri., trattrici, autoportanti. Furono impiegati autocarri Fiat 1S HL e 18 BX,R, a.utocarri Soller e Dorman, trattrici Fia,t t ipo 30 e t ipo 20, trattrici. Pavesi -Tolotti tipo A e tipo B , trattrici inglesi. a rotaie t ipo Ruston Proetor e tipo Olayton. Gli a utoca rri ve1rnero impiegati per il ti-aino deJle artiglierie meno pesanti, ma soJtanto a titolo di ripiego 1perchè, pur eonsooteudo notevoli vantaggi di celerità e di eco:nomia, di carburante, specie col sistema di più rimorchi, subivano rapide degrada zioni, sovratutto in quegli organi che risentivano direttamente <)ello sforzo di tra zione al quale non erano assolutamente preparati. IJ suddetto vantaggio economico veniva perciò fr ustrato cl.alle maggiori spese per il frequente cambio dei pezzi logori e per la necessità, -d i disporr(~ iin permanenza di molti autocarri di riserva per assicurare H servizio in ogni eircoi:;tanza. Le artig1ierie campali leggere durante la gnerra furono tutte n traino anima fo o someggiate. L } artiglierie pesa nti furono trainate da trattrici, ai cni si ebbero diversi t ipi. Una prima trattrice fu que1la li'iat tipo 30; ma fu un ripiego 1per cni 01.on venue più riprodotta. Fu seguita dall a tratfrice Fiat t ipo 20, detta anche trattrice t ipo militare perch(~ fu studiata dall'Arsenale <..li costruziotni di artiglieria di Torino. Era n due ruote motrici, munite cli cercioni metallici che ricevevano il movimento dal motor(~ per mezzo di catene. Era dotatn dl 1111 motore a 4 cilindri fusi in un solo blocco, del1a potenza di 70 cavalli (~ a 1 .200 giri : pot(~Va portan~ un cari.Co cli 3.000 kg. e con tale carico avevn il peso di kg. 10.S50, cli cui circa 8:000 gravitavano sulle ruote motrici : disponeva di 4 velocità e di nna marcia imdietro. La velocità di marci a va riava da un minimo di 2 acl 1101 massimo di: 12 km. all'ora. La lubrificazione era a C'ireolazione -d'olio sotto pressiorn,, e il raffred.. damellto era ad ncqua e pompe e ventilatore. P er sviluppare il massimo sforzo di trazione su strade buone oppu re per sup<~rare di:fficoltà di poca aderenza, la trnttrice poteva munirsi di un cingolo meta llico, a,pplicabile aHe ruote motrici <~ Mstitnito cl.a segrnen ti proyYisti cl i dentiera die ingranava inei cl enti eorri-
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spoHcleuti delle 1·uote. Disponeva inolu·e di courn ndi sus'5idiati pe1· ma11on•nre in terren i s rlrncciolevoli, con bloccaggio del tliffere11z,ia le, e pct nurno,-r.:u·e su strade di mo11tag11a sop1·11 svolte di picéolo 1·aggio. Pel' la manona port,l\·a nn Yerric:ello azionato con cnvo metaJlieo dallo ~tesso mototc de llH Yettun1. Un' altl'n tl·atu·kc In que.llu Pavesi-'L'olotti: il prim.o iipo cli <1nesta t1·at.tl'ice, detto tipo A, non c1·a in sostanza ehc la. vecchia trattri(·e t1gl'kola 'l'olotti, P. prese11tan1 nnii difetti. Fu pel'Ciò perfezionata .n el ~orso rlella guerra t1·asforma n(losi nel lipo H , che era una macchina più Leggel'H della l•'iat e pci'dò tli più ageyok condotta, :,;pccinJmcntc sn sti·acle <'li rno11tag11a. nl'i'l mu1tita di JJilUini ,dle 1·uote e potcYa corn,piei·e nno , fo1 ·zo cli 5.000 kg. s n stn1de l)uo11e. La i-na Yel.oC'itù, otn1·ia Ya-· 1·ia nt dai 3 agli S km. Vogliamo <J.ni 1·ieordnPe che nPgli anni ~ussegneJlii alla guena, il ptohlema del I 1·aiuo 111e<:em1i<·o d.cJlc ~u1·ig-Jirrie fu 1·is0Jto ilt pieno, t·on t1·all1·ici me~lio idonee• pc>1· Je al'ti!!JiePie pes:LJJti 1 c·o:u sp<'ciaJi t r·ntt()J'i J)C'r ]e a d igli eti c pe~a11ti cmnpnli. <· con t u11.to1'i. più Jeggcti per a.le une m·t iglierie da éarnpngna clotul'e (li partirofan~ c·r lc>ritù di spostamento.
l n osu·i RtnbiJimenti d' ArtigJiel'ia i11teusific-aro110 al rn.as~imo grado la ·1oro attiYità pet conisponclere alle esigenze semJ)l'<' c·res<·enti della prollu¼ione <' della ripiH'azio11e clei materinli più complessi e più svndati. Ln Jor,o atti-1?zz:1turn f1 1 a(lep:uata nll<> circostanze c:oll'i,n. tallazione cli nnoYi impia11ti <' colle p1·ovviste rli nirnvo mn c:cl.J.ina rio per l.:rrnl'H7.ÌOne cli nrtiglie1·ie, per fa hlwira¼ionc cl i m nnizioni, J)<'l' Jìl'Oclnzione cli ncaini, ecc . Im C'ssi furono inoHre compiuti i più i.utere. santi studi, che portaro110 n ln·illnnti e pratiche realizznzioni !=:pecie i n fatto di h 'asfo1·mnzione di matel'iali p<'l' rei1derli megHo adatti alle rncces:-:;it:'t, clelJil ~nena che Ri staYa s\·olgendo. L e Direzioni. di Artiglieria , per i favori cli propria competenza, specialmente ~1el <:ampo rlellc riparnzioni. ecl anche per alcune cosfrnzioni. furono On(;h 1es$e fot·tcmf'nte i.1t1tpegnnte. ed flmplim·ono note -
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rtlOltD lN.\ME'.\'TO D l~l MATEIU .l f.T I ~ i;S ll\'11/.IO E Dl l'Hl<:OA I\Ef,J. l ('.\
,olmenk i lo1·0 impianti. L"iudusu·ia prin1ta gareggiò mirabilmente cogli Stal)ilirucnti militari. e la Bcienr.n gmegg-iò c-oll'industri n. per. fornire armi e m 1mi½io11 i allc~ (tn ppc oper.iinli. Ecl è qui doveroso Piconlare nn('ora l' OJ)cra altamente fee:onda ed appar,;siona t a del gen . . \ lfrNlo Dallolio che. durante la guerra , da artigliere. d,1 Rottosegt<'lai·io cli Rta(o, rlù ~Iinistl'o, fu ]'animntcn·e cli q 11 clla p1·0<111zione, <·he d.ovcvn portaPei alla v~rtoria.
I:'ig. 21 - Obice òa 75f13 (P. B.).
Kel. periodo che S(•guì .imrn eclinta memc nJl'armistizto, l'o pern <lej uostri ufficiali e clej no8t ti lecnid non c:cs8ò e 110n s i interrnppc. Ri natta,·a <•sscnr.ialmente. e pd:ma d'impostai-e muo,·i ~ludi snl material(' . rli sislemni-c qncllo esistente, di selPzion:nc quello ti.a tn1ttenere i n se1·vizi.o, e sonatntto di i::clezio-11a1·c P utilizzm·e l'inp;cn1"l' 111rnntirn1l rn di materiali cottnrati al nem ito sconfitto. Pe1· 11nesto g-r •.we com.pito . nello stf'sso 110,embre del 19JS fu snlrilo costi.tuita in se1.10 nl Comn11<lo Snpi:cmo, unn Commissioue per l' esn mr <l<'i nrn frl'iali in i::c'nizio e entt mati nl 1wmico. -
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RIORUT:N .\).11-:KTO DEl :\lATERUL l 1N ~FRV l7.10 'R D I PREUA llF.'1 ,LIC.\.
Fig. 22 - ObiC'é da 100/Ji (P. B.).
pi-e: iecln ta dal gen. R enzo Ganonc, c:he iniziò la 1p1·ecletta clif.fieile opel'a di selezione e di utiliz~mzione. Scioltnsi poi la Commissione, l 'opera stessa 111 continuata nel 1920 presso gl i organi tcrritol'iali eentl'ali , incaricati della sistemazione cli tntto il materiale deJJa nostr·a artiglieria.
F ig;. 2:{ - Obice dn 119/12 (P. H.).
Le a1-tiglie.1"ie <:mnpn.li di J)l'Pcla bellica fnr ono l'obice d:t 7V 1H 1110<1 . HJJ:i (Fig. il) , J'obi(·e cla 100/ 17 motl . 19]4 (Fig. 2:L) oltre a<l nknni ca m10Jii cln 77 rl i di n•r!"1n modello. L ' obiee cla 7~/J3 diYentcì poi <·onw (~ .n nrn. la llot·c·a rln fno co dell'arti;..di<>1·ia da mon -
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RIORDlNA:\ 'fE N'IO DJ.1,1 J\H·r1•:BIALl 11' S EBV IZ IO E D I P J( t';OA HE.IJLl CA
-tagna e dei gruppi someggi.ati dell'artigli.m:ia cla campagna, mentre l'obice cl.ll 100/17 fu ]' obice dei Reggim enti da campagna , cli cui durante la gne1Ta si cn1 avvertitn la mall(:anza . Brano due materiali moderni su affusto a cl eformar,ion ~, a ri1neulo vn1'iabile, provvisti <li scudi : l'obice da 75/ 13 era un vero e proprio materi.a1e cla montagna, ma Hnche l'obice cl.a 100/17 poteva es·Se1:e scomposto in elementi per i1 trnino i,n .montagna, formauclo tre vetture e cioè una per la hoecn da, fnoco e la. c11Ha, una per
)j' j g.
2~ - Cannone cla
ir:,2;:n
(1'. H.) .
l'assale e gJi sc-n<li, ed nn'alt1'a peP ]'uffni;d:o. questo stesso obi<.:e da 100 era stato incaYakato nel Hl16 so,prn 1rn affusto a carreggiata ridot ta ehe n revn costituito l 'obice austriaeo da montagna cla 100 mod. lG, se hl.iell(~, non essendo someggiabile, fofse piuttosto un obice legge1;0 a carreggia t a molto ridotta . Le artiglierie j)esanti. campali cattnrnte furono il can111one ch1 104/ 32 e l'obice chi 149/ .12. Il cnnno1n e da 104/ 32 mod. J91f) era stato impieg-ato clag1i a11striaci sia come botca da fuoeo pesante earnpa le, s ia come boera dn fno<'o d' assedio : t~ra i11cavalcHto sn affust o a deforrn nzione con orecchion i arretrati ecl equilibratori a mo'Jla. l..'obi<.:e cla 14-9/ D n10(l . 1914 (Fig. 28) ern. incavalcato su affn~to n t11ot<>. a defonunzione , a rin enlo vuria-
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n LOR OIKA)rn:s.TO or:r )L\TERI.\Ll 1~ sr:nnz.10 F. D[ l'REOA )11,;LLI C.\
bile <·ou ,11npio scttoi-e ,·e1·tic,ile cli l°il'O tiuo a TU°: qucsH) urntc1·iale, co11 quakhe modifica ùiYenne più ta rd i la bo('ca da fuoco a tfro cui-vo dei nostri H ep:girnenri pes,111ti carnpa)i, in sostitm~ionc deJFol>ice da 149 E..r npp, e in nnionc al cannone da ] 05/ 2S c:hc r estò la boccn clu fuoco a tfro teso degli stessi. Reggimenti. 01 Lre alJ'ohicc da 14!)/ l:! e11lrnmmo in possesso, ma per pochis~imi esempla1·i, di m1 olJice dn l'4!J/ J:::l della stessa i,;pecialilà.. Un ottimo cannone pesm1te di pi-eclu bellica fn quel.lo da 102/ :37 mO{l. 19]3 (Fig. 2:1:), e fu subito introdotto iu .ervizio . al J 1 nreo della risern1 gcrn'r,llc. Gli e::;C'mpl,tri non e1·ano tutt.wia tnntu nrnmcn>sL e perù si vo] le pinttosto ,:lYel'lo di guida pel' lo stndio cli nn rnod.erno cannone <l'a,.;l-;eclio arLo a sostituite, col tempo, il c:rnuone regolameulHrc da 1-1:9 .A. Il cunnone tla 1 ::i~j:J7 c1'a 1-11 affnsto H nrnte, a deformazione, a nHfo10 me('t:aitico. P<'r il t1·aino si scornpo,n cya in cluc Yctture, tr;1inatc das(·nna da una tratrric·<' . Impieg.wa la granata e 1a g1·nnata-shrapnel: con gittata ma,-sinrn cli :W chiJo.111etri. Hcsturnno i11fi11e 11e] le 11osfrc mani alcu11e artigJieti.e di g1·osso calibro a th·o <·u1·yn e tntte mode1·ne. ci.oè mortni cla 305,
obid da 3 1, mmtai da 420. L'ai·tiglieria m1slro-11ngarica aYen1 nclopernto tre tipi di mortni. da 30n pe1· l'impiego ·i,n campagna : il moclello 191.1, il modcJ]o 1911-16, e il model.lo 1916 che c1'nno staLi p:rachrnlme,nte perfeziouati. L e ])l'ineipali loro carntte1·istiche erano quelle tli nna bocrn d.H fuoC'o cli gTm1cle potenz,1, con una p:ranatn n grande (·:1·p.1 tità, m1 affnsto n eassa a -dcfol'mmd orn' per il ti1·0 n el solo setto1·<' s11pc1-iol'<') 11na pin1tafo1·111a cla nffonclm'si nel s nolo. Il matel'ialC' e1·n !-('()1npo1iibile in più cnrichi : il trasporto avvellliYa is n tre c·nni, i 1·ai11ati <lH t.n1ttrici. Il rpiù moclerno, il mort ai.o cla :-w~ mo<l . lfllG. ern stato alhrngilto cli 2 c::iHbri rii:tpetto ai pr<'CC'(knti, 1·011 eonsegnente vantaggio di 1 chilomr tto e mc7rzo cil'ca 1wJ1a g-ittatn: c01la g1·anatfl Jegg-rra austriflca la gittata massi.nrn ern lli metri 12.300 e c·olla p;rnnata pesmite di metri 11.1.08. Quc:::.1'o mortnio en1 stnto impieg-nto con s1.1ccesso contro oper<' ro1·a7,znte o in calce!itl'nzz.o. qnali i Foi-ti cl el Belgio. e, sulJa no!-ll'a fronte, il Fol'l e Verenn . L'obire rla f1SsN1io c1a 3~1 mod . Hl16 era nn moclcrnissim,, matel'ia]e pesante a ustl-o-11~1gnrico, c·ostrnito in un nnmt•rr, li-
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RTOHDJ::--1.\:\!EN'IO DET ~ATERI.-\Ll l:X Sl~RV JZI0 E DI PREDA BELLICA
mitato di esemplari dal.la Ditta ~koda. : clne esemplari resta rono ndle 11ost1·e mani, uno a S. Martino (Zona a :Yon l cli Sernaglia.) e l' altro lllei pressi tli 'l'olmino . Caratteristica pr incipale di questo materiale fu il J1uovo sistema di trazio11e con carro genenitore be117,0 -elettrico e cani speda1i. provvisti di sen·omotori, ido11ei sia per la trar,ione s u strada ordiinari.a che per quella su ferroviu . Pe1· il traino il materiale veniva scomposto in una vettura -oùice, una Yettura--affusto, cl•.1e vd t ure mezze-piattaforme, una vetLura-muuizioni; ciascu11:1. Yéttura _0ra costituita. con due canelli a qu attTo ruote . La ::.c-omposizi.one del matedale, come Ja eomposizione, si effettua rnno in circa 6 ore . La coneme co11ti.11na pel' i mototi era fonnita .cla una dinamo ar,ionata da un motore a scop!l)io, sistemala col motore sul carro-generatore : la corrente era avviata, ai servo-· motori da quattro conduitoi-i l'inniti in un unico cavo rivestito con canapa. Un comrnntatoi:e, disposto ,m dascnn ca.n ello, perruettcwa ù.'invertire la corrente nei quattr o mot ori di ciascun carrell.o per invel'tire 1n direzione lli m,H<:i11 : n:u regolatore infine, disposto snl canello · generatoi:e, permetteva di coHegare i moto1'i in serie od in parallelo. L'obice eia 381 lmiciava una gi-arr1ata pesante 740 ch.ilogtammi acl una gitta ta massima di 15 ehilometri. Il mortaio da 420 eta staio introdotto in se1·vi?;io nel 1914 e originariamente ve11ne ù.estilrnto all'artigUe1·ia da eoslH per ill · stallazfone in c upola (Pola) . .~oi entrummo in possrsso -cli tre esemplari rnobiJi ·cli questi mortai, due su affns ro da ·difesa, ed una su a.Cl'usto d.'nssecll o. Anche per 1p1eslo mHt<~rb:d e, adattato aJle operar,ioni terrestri., iJ traino si effcttrnwa costituendo un trc~no bc-rnzo -elettrieo, pr eYit1 scompo:;:izioue <l el materia le stesso in più. ea1·ichi. Il 1mwtnio i.rnpiegwrn la grnuata pesant e di 1.000 chi logrammi e la grn uatn leggent di 800 ehilogramm.i: la. massima gittata con quesr'nltinia gra nntn leggera era di 14. 600 metri. L'h1trodur,ione jn f'!l:'r-Yizio clelh al'tlg-1ieri1:: cli preda oern ca. UYVeijrne nnturalmente per p:rndi, cm1 moél ifì.che e ad.attani.enti, specie i.n reJnr,i.one a 1 cmnplesso pr oblemf:l del m un izionamento, sia dal p unto {li vistH qum1titatfro che cln. queHo qnalitativo. Intanto Ye11i va n o i nizi ati p:li stncli per i nuovi. materiali meglio -
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RIOROl~A)IE;-.;'1'0 DEI l\!.\'rERI.\LI IK SJ::RVIZI O E DI PREDA BRU,ICA
r ispondenti alle 11ecessi.t:ì ùelJa gucnu modcr m1 , studi che si conclusero più tardi coll' a<l ozi one cle1le più receITTti. no tre artiglierit>, progettate cl a tecnici itnli.ani e cost1·11ite clall'incl ustria
nazional<'.
:KOTlZIE BIBLIOGRAFICHE E DELLE FOXTI P ER IL CAPO IV DEL CAPI'.l'OLO 50° (MA'l'EHIALI) DELLA PARTE IV - vOLuME XII
cc Scicuze mil itnri )l - Bompiani, JYliluno, J9B9. « .1\c.1-tiglicri1~ ~ u a[usto a ruote ecl in installazione mobile l> - 'l}orin o, Tip. RaltC'J:o, ]!);~1 . PAHENzo : « Lezio ni di rnal<'l'iale d 'arligliC'ria » - Bona, Torino. 1921.. ÀMA'rurw :
l\IA NG ANO"r :
FONTI }{i\"istn d 'Artiglieria e Geni o - A1·! icoti var i i ~ul mal<'ri:tle d'ar-
tiglieria. Scuo la cl'appl icazione d' Artigliel'ia e Gmio e Ac('aclcmia militare Lezion i e sinoss i vari<' sul materiale d'a1-tiglieria . Istrnzi.oni e disposizion i r cgolamC'ntari. 'l'aYolc di t iro r egolamentari.
-
320 -
V
CAPO
MUNIZIONI PROIETTI = BOMBE CANNELLI ED INNESCI SCOPPIO.
= =
(1914~1920)
ARTIFIZI DI GUERRA CARICHE DI LANCIO
§
=
SPOLETTE = CARICHE DI
I
Materie prime impieg·ate nella fabbricazione dei proietti = Pro= cesso tecnologico di fabbricazione = Costituzione strutturale dei proietti = Proietti in uso: palle, granate, shrapnel, granate=shrapnel, granate a liquidi speciali, scatole a mitraglia = Bombe: per bom= barde, per lanciabombe, per fucile, per tubi di lancio, per bombe a mano e per petardi.
Circa le materie prime im1piegate nella fabbricazione dei proietti è a rilevare che dal 1914 l'uso delle ghise, nonostante il grande vantaggio di permetterne la costruziol!le direttamente di fusione e quindi di averne una produzione fortissima e molto economica,, seguitò a diminuire con i progressi delle artiglierie. Infatti durante Jo svolgimento della guerra 1914-18 si era manifestata la necessità di aumenta.re la potenza delle armi: - sia come gittata, il che signifir.ava aumenture J.a velocità iniziale impiegando \ma maggiore carica di lancio, cioè raggiungere pressioni di di regime più elevate; - sia. come effetto ragg·iunto sul bersagli.o, il che corrispondeva a portare una maggiore quantità cli esplosivo sul bersaglio stesso.
21
321 -
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.:IIATERIE PRD!E NEl, LA F ABB-RICAZIONF, DEI. 1:'ROIE'.l•rr
La soluzio11c logica e co,nciliante tra le due necessità.. fra loro cont1·asta1uti fu di impiegare materiali cbe nella costrnzione di proietti consentissero ad uu tempo Je più spinte condizioni di lavoro rcsisteute e le maggiori riduzioni di spessori. Perciò la ghisa, Jimitatamente alla spe<:ie acciaiosa (3,15 % di cal'l.>011io, 1,3 % circa di silicio, o, 70 % di manganese) fu impiegilta esclusivamente per determiu:.t i scopi e cioè per proietti impiegati con inedie press ioui e p er medie \'elocità, e, come riJ)iego economico, in proietti da eseH.:ituzione e da scuola di tiro. Per meglio rispoudere alle esigenze delle artiglierie, ebbeto sempre maggior applica:,,,ioue gli Hcciai per proietti al carbonio, semid uri (da, 0,40 a 0,50 % di carbonio) e duri (da Ò,60 a 0,70 % di carbonio), fusi til fo1'110 Mnrtin Siemens, o al com·ertitore Hesse111er, al c1·ogiuolo o al forn o elettrico; e gli a('ciai al cromo e Cl'Omo,n icbelio (Ternj), p.l'eparati per cemeutazione del ferro enti·o crogiuolo, per proieLti d1e <.lovevaino agire coutro bersagli cope1·ti da blindamenti metallici e <:be richiedevano una speciale durezza e particolar e tenaciLù, per poter pe1·foral'e le corazze _(palle, granate pel'fo1·anti) . I nvece per g1·a.n ate dirompenti, die devono agire sul ber~ sa,gHo a mezzo delle scheggie che si prodncono all'atto dello scoppio, è stato necessario stndiare acciai con basso allungame1rto percentuale (serupre però con elevato coefficiente di resistem,;u per le altre funzioni di resistenza del proietto alle va.rie sollecitazioni, entro e fuori ln bocca da fuoco) poichè dagli studi dello Justrow el'a risulta t o fra l'altro, che il numern delle scheggie è inversamente p1·oporziouale all'allumgamento percentuale del metallo col quale è costituito il proietto. Così, ad esempio, un p roietto con aJlnngameuto A=21 % lrn dato drca 160 scheggie, mentre un altro con A. =8 % ha dato circa 425 scheggie. Il unmero delle scheggie <li1pencle Hnche dalla fibra ·del mnteri ale e dal profilato di pai·tearna.
Nt>l pe1-ioclo 1914-20 il processo tecnologico cli alJestimento dei proietti è in complesso il seguente : L'acciaio per proietti Yieue forni.to in genere dalle fer-322 -
PROCIDSSI TECNOLOGICl NELLA FAill3RICAZI0Ni; DEI PROIETrJ
riere ed acciaierie sotto forme o profili commerciali (o molto vicini ad essi) a seconda del calibro da ottenersi o del processo di lavorazione òa seguirsi (masselli, billette quadre, barre tonde laminate oppure trafila te). Per i grossi proietti. si parte in generale da un massello che, dopo aver subìto un lavoro cli fnchrnziollle al maglio od alla, J'ù/ema (l ma/nce CT,l)eda
J'/Jtemu
(1
mutr/ce cll/v,1u
matrice
Fig. 25 • Sbozzatura de:i bicchieri dei proietti a caldo.
berta, viene trafilato a caldo e poi lavorato a freddo. La successione di tali operazioni permette cli orientare opportuname11te fa fibra originale del massello . Per i proietti medi e ipiccoli si parte hwece da una billetta (quadra o tonda) che 1 m<~diante operazione a caldo, prende forma caratteristicn di bicehiere. -
.
'
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PROCIDSSI TECNOI,OGIC[ NELLA l~AHDRICAZIONE DEI PROIETTI
Per proietti piccoli si parte invece dalla barra tonda per ottenere il proietto con sola lavorar,io!lle a freddo. L'esperienza ha d imost rato che per la produzione dei proietti si deve ricorrere il meno possibile alla barra tonda, sia per la difficoltà di procura,rsela in tempo di guerra, sia per la difficoltà di ottenere un buon prodotto per omogeneità e bontà. sotto ogmi riguardo, sia per la difficile e costosa lavorazione a freddo, e sia infine per il forte s,p reco di mttteriale. P er sbozzare a caldo i bicchieri mediante punzonatura della biJletta scaldata (da farsi perpe1n dicolarmente alle fib~·e di laminazione, per ottenere maggior resistenza del proietto ali' azione dei gas della carica ed una migliore frattura im scheggie) erano già in uso alJ 'inizio del periodo considerato il sistema Caley ea il sistema -Holinger, detti a matrice chiusa. Nel 191.4 fu introdotto il sistema a matrice aperta, fatta con apparecchio meccanicamente più pcrfer.ionato, ma più delicato e di produr.ione più lenta. Essendo pertanto necessario di avere forte e sicu1·a pl'Odnzione si è t ornati al sistema a matrice chiusa, irn cui un unico pnnzone mobile, con una sola calda ed una sola corsa, fa la 1PU1J1zonatma del blocchetto, otten0ndo il bicchiere completamente fucinato . Quando il bossolo è lungo bisogna però l'ico1·rere ad una seconda fase di trafilatura con due o tre ghiere a me1.zo di pressa.. Molti studi ed esperienze fnrono fatte: sulla forma più opportuna da dare a i pun:r.onc, al blocchetto, alla matdce; - stil diametri iJ1terni, - sulla forma e sulle dhnensloni più opport1me per le ghlrr e; - sulle temperature più idonee per il blocchetto. -
Ma non si possono dare l'egole precise in proposito, poichè le varie norme debbono essere subordinate alle diverse esigenze e condizioni degli Stabilimenti e delle O:flìci([le che fabbricano proietti. Ottenuta la forma del bicchiere, qua!lltunque l'ogivazi011e si ottenga anche con lavora,zione a freddo, spesso, per ragi.oni di rnpidità di economia conviene ricavarln a caldo.
e
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PROCESSI TECNOLOGJC I NELLA F ABBRICAZlO)IE DEI PR01It'J'1'I
Pl'evia un'operazione di sgrossatura alla parte interna del bicchiere, che, una Yolta ogivato, non pu ò pi ù esse1·e laYorato dall'interno, si procede acl un'operazione di ogivatul'a intern a con una ricalcatura a caldo, e ad un'operazione di ogiva.tura esterna con u na , era e propria fucinatura, c OJ1 parziale riscaldamento della !Parte da ogivare. Ottenuto il bicchiere ogivato, questo d<:!ve essere trattato termicamente per raggiungere le carattel'isliche meccaniche corrispondenti ai diYersi scopi che ciascu111 tipo di proietto deve 1·aggiungere : il trattamento termico consiste in una serie di opel'azioni (tempera., rinvemimento, decappaggio) quanto mai delicate, e perchè la produzione <li proietti deYe essere fatta in serie, e perchè è assolntamente uecessario di eliminare tensioni ain ormali intc1·11c ocl alt ri difetti nasc,o sti, che all'atto dello spato potrebbero proyocal'e la rottura oppure lo scoppio prenrn tm·o del iproietto. 'olla lavo1·azione ,1 freddo si possono l"icayare <lei proietti o direttarn<~nte clalla banfl tonda laminata o trafilata (sistema, lungo e costoso), oppure cll-11 bicchi ere fucinn Lo ed event ualmente ogivato. Col prim o sistema si fa nn o so lo proietti fino a 37 mm. : per maggiori calibri convien e il seeouao sistema, possibilmente ottenendo a caldo anche l'ogiva. La laYorazio:ue a fredd o cli un proietto consiste : - nel 75 % ln lavora7. ionc con tornii o s imilari; - nd 15 % in lavori17.i one con macchi1w a :filetrnre; - nel 10 % in l~wor aiionc con nlrie macehiue per oper aiioni dh·erse.
Il ciclo di lavorazio11e a freddo , per ottenere un projetto f inito partendo dal bicchiere fucinato e clalJa baua per l'ogiva, è il seguente : -
per il bicchi('re : int<';;tatura (cioè tt·o11cacnrn llclla pai·tl' c::; uùerante a l bicchiere) - centrnturn - sgro~salnra e,;ren1n - r itocco della sago111atura interna d<'I fondello - finitura <'Skrnn - solcntur:i di sede della coroon dì rame e incastro 11 coda di rondine - godronatnra della S<'d e per la corona cli rame - filettatura - cinnn-:1zione e finitura della corona cli r ame - rl'ttificìl delln fascia d i ce11traroe11to - finitura. del fon<lcllu - provn icl roulica ;
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'
PROCESSI TECNOl,OGIC I NEl,LA FABBRICAZIO~E DEI PROWJI".rt
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per l'oginL: troncatur a degli spez?.Onl - centr atu r a - lavora7,ione .interna con fi lettatui:a - laYoruzione e.·terna - sagomatura della parte ogivata esterna - .filettatura esterna.
Evidentemente usando macchine semi automatiche o addil'itt ura speciali, si può ottenere su una sola macchina il complesso cli più fasi elementari. Ciò premesso snll' impiego dell e materie prime per la costituzione clel ,p roietto e sulla sna lavoraz.io.ni~, vediamo quali fo -
/'o-,1c1à d/ rqme Fo-.sce o''O'mhnto
Fig. 2G . Costituzio ne strutturale clei proìettl .
rono le va1·iazioni apportate dal 1914 al 1920, alle forme, alle · capacità e Hi particolari costruttivi dei proietti stessi. -326-
C0$TITUZION0 STRUTl'UHAr~E DlDT PHO lllITTI
* * * Per quain to riguarda la costituzione strutlnrale dei proietti, si osserva che le corone o cinture di rame applicate sui proietti, dopo aver s ubito divel'se variazioni di numero, di altezza e di profilo, furono deter minate, costituite e piazzate così da corrispondere al concetto che alla parte anteriore del proietto dovevasi affidare unicamente la funzione cli guida centrrrnte. Cosi i proi etti pMtatono and 1e per i mnggiori cnJihri e p et' i proietti più lunghi: -
anteriornwute una c01·om1 od un r igonfìam<'nro ùi isolamento, dPtto • (< fascia o zona dì ccntramento », allo scopo di (enerli C<'ntrati net • .l 'anima c<l impedire d1e ne tocc:hiuo ht supt rtlcie: il toro diametro è
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di r1oco mlnore a qurl lo della hoC<:u 1ln fno<:n; posteriormrnte, una o più corone di forzamento. allo scopo di forzare H proietto nelle righe ed iruprime1·c il necessario mo,·illlt'nto di rotazione; il lot·o dianwt:1·0 è ruaggion' ùi quello della bocca cln fuoco .
I IJ.)roietti di medio e grosso calibro lanciati con cariche di polveri infumi, portavano inoltre una solcatura per una fascia di amianto, che a·reva. lo scopo di salvaguardare le corone dalla fiammu, della polvere di. lancio ; fra gli orli clella fa scia si met~ teva del lubri:fic::inte (cera, grasso e polvere di amianto). Le corone <.li forzamento, a cn usa dello sforzo che debbono subire per effetto della l'igatura. che le intaglia, sono soggette ad uno sforzo cli t t·anciatura . P er i grossissimi calibri le corone doveva.1110 assumere proporzioni l'agguardevoli anche come peso, per evitare l 'inconveniente della rottura della corona duran te l o sparo. P erciò durante la guerra 1915-18 i tedeschi pensarono di assicurare la rotmdone dei proietti dei loro cannonissimi riga ndo gli stessi proietti. Il Generale del Genio francese Charbonnier pensò di app licare Jo stesso sistema per a11 mentare il rendimento cli un proietto di ,d ato calibro, sop,primendo completame1J1te la corona di fM zamento e sostituendola con righe praticate nella superficie cilind rica del proietto. Il proietto, opport unamente allogato 111elle operazion i cli car icamento, veniva così a muoversi lungo l 'anima e ad uscire -
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C0S'l'ITUZI0NE S'l'RUTTURALE DEI PROIEJI'Tl
dalla bocca da fuoco cent rato e con movimento di 1·otazione, anche se si aumentavano sensibilmente la velocità iniziale e la lunghezza del proietto. Mantenendo inalterato il tormento al materiale, con un cannone da 155 si riuscì ad avere l'aumento di 13 Kg. nel peso del proietto e di 3 Km. nella gittata, ottenendo complessivamente una forza viva residua pressochè doppia. Ooo opportuno aumento della inclinazione delle righe dr.Ila bocca da fuoco, i vantaggi poterono a!llche essere aumentati. L'Italia non fu seconda nell'eseguil"e esperienze del genere che permisero di r aggiungere brillanti risultati, che però non ebbero ancora aipplicazione pratica. La forma di tutti i proietti era quella cilindro-ogivale, resa snella ed allungata dal progresso della fuciarntura degli acciai. · La rastrema.tura della parte posteriore del proietto, appena accennat a nelle prime apiplicazioni, si estese in quell' epoca anche fi no a metà calibro di lunghezza a partire dal fondello. Durante la guerra mondiale 1915-18 si studiò la sopl'aogivazione dei proietti per conseguire aumenti di gittata e di effetti di scoppio con bocche da fuoco già in servizio. Si applicò cioè u111a falsa ogiva di l amiera di circa 2 mm. di spessore, vuota, per migliorare l a forma anteriore del ipr.oietto : con tale aggiunta, impiegando la massima carica di lancio, si poterono otte11ere gittate massime che 1100 si potevano raggi ungel'e coi proietti ordinari. Il bocchino per l 'a.v vitatura della spoletta fu ricavato sempre posteriormente nelle palle (che dovendo perforrtre hanno bisogno di un'ogica aguzza e resistente), e la spoletta fn protetta da un tappo cli acciaio avvitato posteriormente e comprimente un elisco od un anello cli rame oppure di piombo per determinare nna chiusura ermetica (fondello mod. 916 dei proietti. it a1iami) o si ebbero diS.posizioni analoghe, come coppe applicate con viti snl fondello. Il bocchino fu ricavato sempre anteriormente !11egli shrnpnel (che dovendo scoppiare in aria non hanno bisogno di ogiva resistente), mentre nelle granate fu applicato posteriormente o anteriormente a seconda dello scopo più o meno perforarnte che con esse volevasi conseguire. All'inizio del periodo considerato -- 328 -
TIPI DI PROIE'l'TI IN SERVIZIO PRElSSO L'BJSERCl1'0 !'~ALIANO
vi era tendenza a costruire granate a bocchino posteriore onde aumentare il potere perforante, ma durante la g·uerra 1915-18, per evitare ogni possibile iinfì.ltrazione di gas attraverso il tappo porta-spoletta con oouseguente scop:pio della bocca da fuoco, si è di nuovo tornati alle granate con bocchino anteriore .
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~+
Nel periodo da,l 1914 al 1920 i principali tipi di proietti in servizio presso l'Esercito italiano erano i seguenti : palle, granate, shrapnel, granate-shrapnel, gramate a liquidi speciali; scatole a. mitraglia, bombe. Volume VIII - Parte Tecnica. Le PALLE erano proietti <lestinati ad ngire principalmente con la loro massa e. con la loro forza viva eontro bersagli blindati (navi da guerra, batterie corazzate, torri girevoli, ecc.). loro impiego era quindi limitato nlle artiglierie da costa, ed ai cannoni cli grosso calibro, ed erano costruite co111. metalli cli notevole durezza. (ghisa indurita, acciaio fuso e temperato) ed avevano forma cilindrica. ogivale con punta, acuminata. La loro lunghezza era variabile da 2 a 4 calibl'i con pareti molto robuste e spessore rilevante, e quindi con cavità interna molto ridotta. (Vol. VII -· Figg. 800, 802). · Era.no caricate con sabbia e con csl])losivo, ed avevano il bocchino posteriore atto a ricevere un ta,ppo od mia spoletta. Come risulta <lalle :fig1ll'e nei principali tipi di palle in dotazione nel nostro Esercito, si può notare che mentre le pareti del corpo del proietto, costituito in ghisa indurita o in acciaio, sono di spessore molto rilevante, la carica interna è relativamente piccola. Alcune palle costruHe verso il 1918-19 vennero munite cli cappuccio ogiva,le di acciaio per ottenere, all'atto clell'arriYo sul bersaglio, maggior aderenza al bersagli.o stesso eon corn,eguente ma,ggi.ore possibilità di penetrazione; mentre ·d 'altra parte 1pare che 11 cappuccio concorra a raddrizzare il proietto che urta obliquamente il bersaglio. Inoltre mentre alcun(~ palle erano provviste di 3 co1'0!ne cli rnme, delle quali qnella centrale aveva la funzione cli forzamento e le altre di centram.ento e di
n
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TI['I Dl PALLEl
isolamento, altre palle, cos truite verso il 1918-19 vennero dotate di una sola corona illfel'iore di forzamento, perchè la coro11a, di cent ramen to verso l'ogiva Yenne ricavata direttamente sul corpo del proiet to cm u n risalto otten uto di lavorazione, e la corooa
Pq//q con cop,ovcch.
P<illo COI} Ct7/J,JXXUO·
Fig. 27 - Tipi <li onne con cappuccio imniegnre clnll' Artiglierìn ItnHana.
di isolamento, yerso il fondello, venne sostit nita da una. fascia èli amianto impregnnta di grasso a pplica t a prima dello sparo con opport una legatura. Le palle, come già. è stato accennato più s opra, erano impiegate solamente nelle bocche da fu oco di grosso calibro (d al 1.49 in aYao1ti). instaJlate per difesa costiera o in torri corav,mte per azioni di fuoco contro postazioni blindate. Le GRAN ATR in uso nel :periodo dal 1914 al 1920 c1·ano prevalentemente dei seguenti tipi: granate. ordinarie, gr ana te rninn, granate torpedini, granate perforanti , granate a frattura prestabilHn, granate dirompent i. -
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TIPI DI GRANATE
Le granate ordinarie avevano per caratteristica essenziale la loro lunghezza equivalente da 2 a 3 calibri, con pareti robuste e con cavità i nterna di media capacità,. Le granate-mina avevano la lunghezza variabile da 3 a 4 calibri, pareti sottili con c:ionseguente cavità interna capace cli contenere nna rilevarnte quantità di esplosivo.
.., },
(}rc,11(7((7
mina da 240
/n q/Jho.
Orana!o o'lacc1é,1ò condti,/rammado (49//2
F ig. 28 - Gra nate ordinarie
E!
Oral1t7tao'/occ/a/o a gr<:rna'e,cap,:ma;da 7g
grarmte-mina.
Le granate ordinarie e le granate mina venivano allestite in ghisa, acciaiosa, i,n un solo pezzo, con bocchino anteriore, od in ac,eiaio con ogiva o eon fondello avvitato. Tali gra111ate, e specialmente quelle costruite in ghisa, porta.vano· 3 coro11e di rame; ma, in seguito, verso il 1918-19, esse vennero gradualmente sostituite eon granate in acciaio con un'ulllica corona cli forzamento di rame, verso il fondello. Le granate toi.'peclini avevano una lnnghezza variabile da 3 a 6 calibri con pareti sottilissime e con conseguente cavità, interna molto ampia e capace cli contenere potenti cariche di esp1o-
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TIPI DI GRA)!A'l'E
sivo. Data la loro costituzione erano allestite esclusivamente in acciaio con ogiva avvitata a bocchiillo anteriore. Le granate iperforanti avevano lunghezza variabile da 3 a 4 calibri, erano a bocchino posteriore con ogiva robusta ed acnminata. Anche questo tipo di granate, precedentemente alle-
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(jl'O'JQ/q C.,on,,/q (o,r,pN/i'n ,
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Fig. 29 . Granate torpedini e granate perforanti.
stita in ghisa indurita, venne in seguito costruita iill acciaio con ogiva temperata. e provvista -di cappuccio di acciaio per ;:iumentare l a sua capacità di penetrazione. -
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TIPI DI GRANATE
Le granate a frattura !Prestabilita avevano la lunghezza variabile da, 2 a 3 calibri, pa,r eti costruite in modo da presentare ben determinate zollle di rottura probabile. Si impiegavano con bocche da fuoco di piccolo calibro contro bersagli animati.
/Jrorxrto dt' (Jl,iso o /ro(/vr"a ;,rufot,i/i(u o'ù IS Cl'pl ,1po!elli:z a pl1/'CV.S.ft"f.vw tnC<t'. 19.
6l"'O«Jt/0~11!c o/4> JS cli oc&J0,0
Fig. 30 - Granate a frattura prestabilita, e granate dil'OIDpcnti
Era.no allestite esclusivamente in ghisa con incorporazione, di fusione, degli a,nelli a frattura prestabilita. Questo tipo <li granata era ufficialmente denominato <( granata economica a frattura prestabilita>> perchè effettivamente il suo costo -d i fabbricazione, era sensibilmente inferiore a quello degli altri tipi di granate. -
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TIPI DI GRANATE
Le granate clirompent i a vevano lun ghe;1,za vn r iabile da 3 a 4 calibri, pHreti robu te di accia io duro e cn ri<:ate cot11. piccole quantità, cli esplosivo molto poten te . Lu qnalità clelJ 'acdaio e gli anelli interni in filati all'atto del caricamento, prim a di avvit are l' ogiva, producono allo scoppio molte scheggie di insufficiente grossezza pe1· riuscire !J) articolarmente efTicHci contr o bersa gli animati. Qneste granate dir ompenti., già, sostitu ite dalle granate tor pedi11i, furono ripristinate durante la guerra l !)J.5-18 per tirì controaerei. Gli SHRAP NEL in uso nel periodo dal 1914-20 erano allestiti in ghisa ed in acciaio. Qnelli in gbisn avevano pareti di sensibile spessore ed er ano impiegati per le bocehe da fuoco di grosso calibro. Quelli in acciaio avevano pareti sottili e si impiegavHn o prevalentemente con bocche da fu oco a tiro te o, di piccolo e medio calibro. :Nell'iinterno degli shrapnel erano sistemati., oltre alla cn1·iea cli scoppio, un certo numero cli pallette di piombo i nel urito <:on a11timonio, che all'atto dello scoppio ;1gintn o come tanti proietti.. Erano i.n uso due sistemi cli ca ricamento : n carica di es1plo sh-o c:entl'ale , ed a carica di csplosiYo posteriore. Kegli shrapnel a CHric·a centrale le pallelte Yenh·a110 disposte attorno acl un tubo di fe rro o di ottone co,ntenente h1 cari<:a di scoppio disposta l ungo l 'asse del pr oietto : ma poichè gli effetti dello scoppio produceva no dispcl'sioni cle11e pallettc, essi vennero Rostituiti da shr apne·1 a carica posteriore. Yegli shrapnel a carica posteriore , le pallettc occL1pan11no la 1pa1te ;1 nteriore del vano intern o, mentre la. carica di scoppio era si ternata ve1·so il fondello e separata daJJe pallette cla un disco <li acciaio denominato diaframma . I n qnesti shrapnel gli effetti dello scoppio imprimono m::iggior veloc-ità alle p allette, perchè tali. effetti si sonrnrn no alla velocità i·esicll1-a, e si mani festa110 in prcs,alenza nel sen so cl el tiro. L'accensione dcl1a ca rica cli. scoppio posterior e avveniva a mezzo cli un t nbo di piccolo diametro sistemato sull'asse cl el -
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TIPI DI SHRAPNEL
proietto, che congiungeva la spoletta alla carica di scoppio stessa. Le granate-.s hrapnel era,no simiJi agli shrapnel a carica posteriore, ma differenr,iavano da essi per avere una, seconda carica esplosiva nell'ogiva, .che formava colla spoletta un proietto a sè. Nello scoppio della earic.a posteriore, ogiva e pallette ve-
,S/;rop.r,eldalSo t:ot'iéacent.r(J/t.
Shropnel o'a l5o cor/ca posfpr1'c!-e
Si>ro;meldo 70 · Mo,,;/.o~orl('()'~lenore
,
Ol"O'nofo • .thrup,el
, r,
.'
Grc/Jclt'a-.shapne/ p er 9ro.,.,/coltlJri
_Per plccol/~mecl/collbl
Fig. 31 · Shrapnel e granute-sll.rapnel.
nivano, come per lo shrapnel, proiettate in a.vanti e, mentre queste ulti.me H,vevano la stessa funzione che nello shrapnel, l'ogiva nell'imbatto col terreno scoppiava con gli effetti cli una piccola gra.nata. La granata-shrapll1el per poter rispondere al duplice funzionamento, veniva. muntta di una spoletta speciale -
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GRANATEl A LlQUIDI SP0CIAU
a dOfPpio effetto. 'l'ali granate-shrapnel venivano spar ate con bocche da fuoco di piccolo, medio e grosso calibro. Le granate a liquidi speciali vennero intt odotte in servizio verso la :fine della guerra 1915-18 ed eraino costituite da un involucro di acciaio o di ghisa ad ogiva avvitata contenente una piccola quantità di esplosivo verso l' ogiva; e nella restante parte dell'involucro si po1neva un liquido speciale, capace cli sviluppare gas venefici all' a tto dello scoppio del proietto. Esistevano · due tipi di caricamento di tali granate : con diaframma e con recipiente. I n ambedue i tipi, allo scoppio della carica esplosiva, la gl'anata si sfasciava completamente ed il liquido in esso con-
Oronoéa o !tçv/d/spechll CO?
6fT1n(7éo e, !tçu/dl spechi/ con reclp/ente.
dt'cT/ramma.
F ig. 32 • Granate a liquidi speciali.
tenuto, a contatto dell'atmosfera svi~uJ.)!})ava un grande quantitativo cli gas aggressivo o venefico. I tipi di proietti a liquidi speciali impiegati IIlella guerra 1914-18 erano i seguenti : -
proietti ad azione asfissiante, carichi di aggressivo fug:1ce (fosgene) o
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di · aggressivo Sl'mipersiStente (difosgenc) ; proletti ad azione asfissiante lacrimogena, carichi di aggressivo semi-
pe1·sistente (cloropicrina) ;
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MODALIT,\
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DI TlRO CON PROIIDI'l'I A LIQUIDI
SPECIALI
pr oicttì a d ai.ione lacrimogeu u., car iclli di aggr essivo per s isten te (clletoni bromati, on·e1·0 prodotti alog·enati del toluene); proietti ad ai.ione s ternu catoria-tormentan te, ctn·ichl di aggr essivo fugace (arsine) ; proietti ad ai.ione n :scicaroria-causti<:a, car ichi di aggressivo persis ten te (ypri t<\ le wis 1t1') .
E ' da notare che i dati cer ti dall' ultima guerra sull'impiego delle arsine sono assai scarsi ed incel'ti, e che la lewisitP, -comparsa. sul fìnire del confl itto, non ebbe l a sanzione pratica, del campo di battaglia.
Riteniamo a questo punto oppol'tuno di dare qualchP indicazione circa le modalitù, del tiro con liquidi speciali e circa l' influeITTza delle <:ondizioni a tmosfedche sugli effetti di tnle tiro. I n un t iro a gas la que;;tlone pr lnci1)a le cla r i:solver c è quella dell' ingasamen to etticace ùel terreno, e cioè : 1luto un bers aglio <li a re:L A da ingasarc efficacemente, deter minare la sp<.>cie dr\ gas to;;:slco da lanciare in r elazione : - alla particola rn situa7.ione tattica elc i momen to; - al numer o delle bocch e da fuoco e de lle illtmìilon i da imnicgnr e; - alla duram d elle azioni di fuoco e delle pause. St,lnclo a l dati F-pe1·imentali ocrcrtici clHllu. pn$sa t a g uerra, ris ulterebbe che, per ìngasare (gas soffocilnti, lacl"imogeni) o n er lnfettar e (gas vescicanticaustici) efficacement<' un ettnr o di terren o, occorrono 100 Kg. di sostan7.n aggress iva. Tenendo co nto delle capa cità medie de i pr oietti del vari calibri, possiamo conseguentemente ded urre che per ingasarc cfilc-.ieemcnte un ettar o di terrerh1 -Occorrono a ll 'indrca: - n. 250 colpi - n. St\ colpi - n. 2tJ colpi - n . 10 colpi - n. il colpi
da cla da da cla
75 mm.; 100 a ]05 mm.;
J49 rum. : 2JO mm. ; r.05 mm.
:un inten' l<'ne quindi consegnentcmentr la domnncla prr saper<' in qun n to tC'mpo i s uddetti colpi clebhono essrrc lanciati sull'ettaro cli terreno. P<•r gli aggressivi pers istt>nti, tipo yprltc, vi è 1.111 limite di tempo lunghissimo, In quantochè la loro a7.lone durn anche da 7 nel 8 giorni. Anche gli aggrcssl\·i semiper sistenti ( i lacr imob<'n i cli t ipo ch<'toni bromati 22
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MODALITÀ DI TJRO CON PROl ffiTI A L1QU ID( SPiiJCIALI
hanno un 'azione cflicace di 24. ore ; quelli di tipo cloror,ici·irn1 di G or e ; 1 soffocanti tipo cUfosgme d1 circa 2 or e) dauuo uu largo margine d1 tempo per la E!Secuzionc di conceutramenti di fuoco d'artiglieria. Invece l'azione degli aggressivi fugaci (sort;ocuntl come fosgen e, o tor men tan ti come le arsine) l.ta una ùurata assai limitata , non superiore ai 3 minuti primi. Se vogliamo quiJ1 tli iJ1gasare eflicacerne11te con fO<Sgcne o con nrsinc un ettaro di terreno, impiegando, ad esempio proidti da 105, dobbiamo far cadere sull'ettaro stesso 85 colpi dn J05 in 1111 tempo nc.u superiore ai 3 minuti primi. Di ques to occorre tener conto, specialm('lltl' per l'impot·tanz,~ dei prodotti fosgene ed arsine, i quali, se hanno l'inconveniente d1 dileguarsi rapidamen te, hiuliio in compe11so, nelle conccn LTazioni , olute, nu t)oter e aggressivo immediato, tale da mettere rapidamente fuori combattimento i colpiti. E' però bene far s ubito presente che i colpi dei n 1ri cnlibri sopraindicati, necessari per ingasare efficacemente un ettar o di ten cno, presuppongono cbe la velocità del ve11to sia contem1ta ln cer ti limiti, <li,crsi a secondu ùel cm·atter e fugace o persi:::tcute dell'aggr essivo, <'d inoltre presuppongo110 mm tempcratura. non eccessivamente lontana clal valor e medio cli 15<>. L'influenza del le condizioni anuosferiche s ugli effetti d'un tirn a gas è notevole, e pertanto nei riguardi del tiro con proietti a liquidi s peciali, sovratu tto con prodotti f ugaci, fr a gli agellCi atmosferici : umidi tà, tempera tura e vento, quest'ultimo ha la. massima impor tanza, di grun lunga superiore a quella dell'umidità c della templ't·arnra . ~ It vento fa ris<'ntire la sua azione in modo magglorè o minor e a seconda della miJ1ore o maggior e J)ersis te11za clcllc sostanze aggressive. L'esperienza cli guerra bn <limos truto elle gl1 effetti di un tiro a gas sono molto scarsi , nllorchè : - nel tiro con proietti contenenti aggrcssh·i fugaci la ,elocità del ,·ento sia s uperiore a 3 metri al ::;eeonclo; - nel tiro con proietti contt'nentl aggressil·i semipel'SiStenti, sia snpe-r ior e Il 5 metri al secondo; - nel tko con pr oieLti coJ1tc11enti aggres,;ivi persixf-<'nti , ;;ja superiore a 7 metri al secondo. Vi è però da osservare che, nel Hro c·on prodotti persistentJ (tipo ypritc), il vento forte, pur rrJ1clenclo ])r<'ssochè nulla l'azione clei ,·apori cli tossico s ugli organi respiratori e vJsivi-, vicevc!rsa non Infirma l'eflicacilt dell'azione cn11stica e vesclcatoriit del tossico per contutto. - Circa l'intlucnz:t della t<'mperatn ra 1mg li eff<'tti dei t iri con liquidi speciali, si è rilevato cbc tempera ture molto basse sono sfavorevol'l ai tiri a gas perchè. con freddo intc'nso ~!i aggressivi tmclono il t estare allo stato liqnlclo, ed in minima pnrte assumono Jo s tato acri:Cormr !)Cri!. quale diventano nocivi. 'l'emper r, tnrc molto alte sono clcl pnri sfavorevoli, pcr cbè l'ccccssiYo calor e pr ocl11re diluizione drlle nnvi di gas, diminuendone la concentrazione, Non si Irnnno per tanto da t i certi sull'cntitù clell'infiucnza delle-
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LE SCL\'l'OLE A MITRAGL IA
vnrinzioni di temper atura sugli tfCelLi di un ti ro n gns . Da u11 esame globnle delle caratteristici.le fisiche dei J)r.inclpali lossici, pilrrcbbe che uon convenga eseguire t iri a gas allorchè la temperatura è inferiore a + 3° ovvero è supf'riore n + 3i)·• e che, qualora si do,cs.-se sparate in vicinanza di tnli limiti C>'lremi, coll\·enga aumentare di 1/5 i concent-rnmc•nti cli fnoco. - P er quanto si riferisce all'iuiluemm dell'umidità sui tiri a gns, f u constatato che l'umidi tà se è in grado cle,aLO, od ;iln·imenti hl pioggia 11nche se debole, noncllè la neYC tc>ndono lt diminuin• l'aggrel:isività dei prodotti tossici, <lii uendo le nubi prodotte all'atto dello scoppio dei proietti. Le ,·arie suesposte c:onsidc-raziou i sulla capacità di ogui proietto a conccncre uu c1eterrnin:1to quan t itati,o di aggressivo e soll.'inOnenza d<'gll agenti atmosferici, llfrnno ,-ervito di base 1wr In compilazione cli SJ)eciali norme sulla condolla di fuoco drll c artiglierie con prolettl a liquido speciale. Quando le zone dn ingasar(! souo di s uperficie molto g1·ancle, H consumo di muni7,ioui l:l lmponeutc e gli C><C'lllpi della 11assata g uerra lo v rovano. Ricontiamo ad esempio che nei tiri di controbaucria a gai:;, eseguiti il 1° settembre J917 dalla " Armata clell'EserC!lto g<'rmauico per effettuare il passnggio cli sorpresa della. Dunn, ullo scopo di occupar(• Riga, wnner o in due ore spa1·a te sulle batterie ru:,:sc circn 120 milo proietti 11 liquicli spccinli. I proietti a croce gialla (yp ri t<'). non Ycnnero però impi<'gati in tale occasione, perchè s1 volle e1·itarc la fonuazionc cli spazi infetti cbc potessero impedire l'a·van7.0ta delle proprie truppe d'assa llo. 11 tir o a gas ebbe risultati g1.·ancliosi: il passaggio della Duna potè avv<:'nire qua.si indisturbato ; gli artiglieri n1ssi nbh:\lldonarono le batter ie ancora quasi tntte in eflìcienza, qualcuna ancor a cariciì . Snl t e1·n·no Yennero tr ovati molti c11claveri (a lcuni colln maschera al viso) e i1umerosi quadrupedi mor ti. Per qu<'sta azione' ili ,aste proporzioni i ted<'SChi si pr epararono diversi giorni prima, e. dall'esame clellc moclalitn cli c•secozionc, parrebbe elle il quantitativo elci proielti s1)arati sia stnto sovrabbondante .
Le SCATOLE A 1UITRAGLIA nel periodo 1914-20 ebbero
1m uso assai limitato peerhè i loro effetti erano efficacemente sostituiti da queJli dello shrapnel a zero. Com unque esse contin uarono ad essere di forma cilindrica, costituite da un involucro -d i lamiera cli zinco coo coperchictto e fond ello proYVisti cli manig1in e contcnevaa10 un cer to numero cli pal1ette di piombo indurito con antimonio. tenute in sesto dn colofonia fusa. , -
339 -
LE DOMBEJ
.fcatoh o m/traglio
Scatola c, mi!;aghè,
o'o/49,
da 158.
Fig. 3:~ - Scatola a mitraglia.
Le scatole a mitraglia non contengono esplosivo e si sfa sciano a(Ppena lanciate e cioè a.Jl' uscita dalla bocca cla fllo co, formando uina rosa di proietti molto efficad contro bersagli animati a breve distanza.
** * Le BOMBE usate nel periodo 191.4--20 furono di tipo diverso secondo che vennero impiegate per bombarde, o per landabombe, o per fucili, o con tubo di lancio, oppure a mano. Le bombe per bombarde sono d' acciaio a pareti · molto sot t ili, con for te carica di scoppio (circa 40 % del peso totale); hann o forma cilindrica terminante an teriormente a calot ta sferica e posteriormen te a forma ogivale, e sono munite d'impennaggio cos tit uito da 4 alette a cr ociera ; anteriormente sono chiuse da u n t appo di chiusura e da un tappo portasipoletta, al quale si avvita il deton atore e la spoletta ad effett o istantaneo. P er la carica di scoppio si usa esplosivo S, E cho o Sabulite. Tali bombe si cflricano dalla volata {leJle bombarde, merntre nelle bombarde a retrocarica i cflrtocci (a bossolo) si carica1110 -
340 -
LE BOMBE
dalla culatta. All'atto dell'esplosione le bombe lanciate dalle bombarde producono un forte spostamento d'aria. Durante la guerra 1915-18 si sono impiegate bombe da mm . 50, 58, 150, 240, 320, 400.
ÉJomoo t!c,flimodq lonelobomoe e Stok'es
Bombo o'o bom/Joro'o
do 240-67 Cl. Fig. 31 - Tlombr eia bombar()n da 24.0-G7 CI.
Fig. 35 • :Roml)a italiana lnnciabombc Stok es
Per ciascun calibro si usarono vari t ipi cli bombe a seconda delle cari<:he (r.iclotta o massima) e della lunghezza delle alette cli impennaggio. Come tipo di BOMBE PER LA~CIAFI A:\DIE esamineremo il landabombe Stokes che impiegava bombe Stokes da 76 mm. di vario tipo: bomba italiana, bomba, ogivale, bomba imglese di fabbricazione italiama , bomba incendiaria fumogena, bomba porta-messaggi. La bomba italiana consta: di un corpo cilindrico di lamiera di acciaio, chiuso da un taippo superiore e da uno i nferiore, -
341 -
L El BOMBE
avvitati; di un tappo che porta la spoletta Olergon per bombe Stokes con detonatore; e di un codolo cilindrico, con 4 serie di fori circolari, cavo, nel quale si introduce 1a cartuccia della carica fondamenta le costit uita da b::ilistite grafttata. La bomba
IJom!Ja o'o l'vclle o mo.scnello 8eritJne
!Jom/Jq ò't:7 ~l/c1"/e
IJenoglh
Flg. 36 - Bombe da fucile
vien e iintrodotta dalla volata colla cartuccia attaccata a l codolo, e scorrendo nel lanciabombe Ya ad mtai·.e contro il percussore che provoca l'esplosione della cartuccia. La bomba italiana è lunga cm. 30 e pesa Kg. 4,300. Il r aggio d'azione delle sclleggie è di circa 200 metri. La bomba ogivale differisce dalla precedente solo per la forma esterna : pesa Kg. 4,250 circa. La bomba inglese di fabbric azione italiana differisce soltHnto per la forma cl el tappo superiore. La bomba incendiaria fnmoge.na cont ie1J1e un recipiente di latta carico di fosforo . La bomba porta-messaggi è più piccola ed è provvista di alJ)posit o porta-messaggi. Quali tipi di B0)1BE P E R FUCILI esaminiamo per prima l a bomba Benaglia che si l ancia col fucile caricato colle comuni cartucce, ma senza pallottola. La bomba è costituita da un i nvolucro di ghisa a frattura prestabiHta, tiD t ubo cli latta che -
342 -
LE BOMBEl
contiene il percussore, la ghiera di sicurezza, la molla antagonist~, un tappo port a -detonatore con capsula, una vite di chiusura, un govero.rnle (che viene intr odotto nella canna del fucile) e tre alette d'impennaggio; la, carica di scoppio è di 60 gr. di Siperite. Può raggiu11gere la dista nza di 60 metri e il raggio d 'azione delle scheggie è cli circa 50 metri. (opere hio
/rJt't,A,CrD fl
/r"//1,rc
t/i
/')1$0
p,'8S/O~ 1,·10
Corica
Bomba o mo"o S.J. IU:. P111J!1Jle o',' legno
Ro( t:hq//a gronç/a mod. .Pomo co11 IPbo tli loJ"Jc,O
Petardo offensivo
Bombo o mono "Erceb, or. Th /Yenot ,P.2
TIJéirenot
Fig. 37 - Bombe con tubo dì lancio, bombe o. mano e petardi.
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343 -
LE DOMBEl
La bomba Bertone si l ancia col fucile con comrnne cartuccia a pallottola, applicando alla canna un tnbo di lancio in l amiera, innestato al fermo della baionetta. La bomba cou1sta di un "involucro di ghisa a fra ttura p1·estabilita attraversato da uno stelo di feno dolce, forato assialmente, il q uale, all'altezza dell'ogiva, trattiene una cassuletta. All'atto dello sparo, la pallottola penetra nel foro dello stelo della bomba ed imprime velocità.. alla l>ombit stessa, urta la cassuletta detel'minando l'accensione di questa e, per mezzo d'una c·a pocchia fos.fol'osa e una miccia a lenta combustione, dopo aver descritta la tl'aietto1fa, provoca l'esplosione del detonatore e della carica di scoppio. La bomba pesa circa gr. 550, p uò avere una gittata massima di 250 metri, ed il raggio d' azione . delle scheggie è di circa 50 ;metri. Come bomba con TUBO . DI LANCIO si impiega1110 la racchetta-granata mod. Poma o la bomba Excelsiot ThéYenot tipo A. Nella racchetta-granata mod. Porua la bomba pl'op't'iamente eletta è contenuta in un tubo di lancio in carta compressa montato su di nn puntale cli legno, m1mito di un foro per il passaggio del cordino di spnro. La bomba vuota pesa 60 gr. e contiene 55 gr. di piombite. L'acce11sione della carica inter11a è provocata da una cassnla fulminante fatta esplodere da nna miccia che si accende al momento del laa1cio per mezzo della carica di lancio, 1-a quale è costituita cli 1 gr. di polvere nera e 6 gr. di randite . La clistanzn del lancio varia a seconda dell'inclinazione data al tubo: con 45" si ottiene 1a ~ittnta massima cli 250 metri e si ha un raggio d'azione di ci.rea 30 metri. Quali BOMBE A MANO E PETARDI, se ne sono usate di due categoria : a miccia e a percussione. Alla prima categoria apparten gooo la bomba S.I.P.E. , lo spezzone a mano, la bomba B.P.D., la bomba. Cal.'bone ti.po C, fa bomba incendiaria Carasco . .All::i seconda categoria appartengoa10 la bomba, Excelsior P . 2, il petardo offensivo Thévenot, il petardo incendiario Thévenot. La bombn S.I.P.E. ha l' involucro di ghisa a frattnra pr<-'·· -344 -
LEl 00:MBE
stabilita e la carica d i polvere nera o di sipc ritc. La mi.ccia può accenaersi per sfregamento di una sua estremità fosforata oppme per effetto della vampa di u111a cassnla su cui agisce un ipercussore quando si batte la bomba contl'o un corpo duro, pl'ima del lancio. In questo caso il congegno di sicurezza è formato da una copiglia, che tiene separato il percussore dalla cnssula . Lo spezzone a mano ha forma cilindrica : da. esso esce trnn funiceJla che viene strappata per il lanc:io. Tre spaghi di frizione, scorrendo sotto alla fascintura, provocano l' nccensione nella miccia. Indi lo spezzo~1e viene lanciato contro il 11emito. La bomba Carbone Tipo C p<'Sa complessivam_e nte 1000 gr. circa con una cariea, di 75 gl'. di chedclite, cli echo, cli cheneid erite o di piombite. Viene lanciata a :35 meti-i circa cd ha un raggio di azione di circa 100 m. Questa bomba ha l)nincli C'arattere difensivo. La bomba ince([ldiaria Cara co pesa c:omplessframente 1250 gr. e contiene 11na, carica d'accensione cli gr. 20 di pohere nera e gr. 1000 di materie incendiarie . L,1 bomba Excelsior P. 2 si porta a!I)pesa al c·intm'one mediante il gan<.:io ;afferrata per il manico, liberata dal cinturone e tolta la copiglia di sicurezza , la boml,a viene lanciata in avamti, in modo che cada sempre Yertica]rneni.e e che l'elica metallica batta a t erra. Pesa gr . 630; ha una distanza <li la ncio fino a 40 m. e raggio d'azione di 20 m . circa . ·n Petardo offensivo Thévenot pesa g1'. 400; ha la distanza òi l ancio fino a 35 m. e u n r aggjo d'azi one di 7 m. circa. Impugnato il petardo con la mano desb'n, collocan do il pollice sul segno rosso, che è impresso sulla placca di sicurezza . si toglie con la mano sfo·tistra la copiglia di sicm e7.za e si l~nciA. il petm·do verso il nemico; nel tragitto si svolge la fettuccia che contiene il dispositivo di sicurezza, ed all'anivo n. terra il petardo esplode per percussione. Il Petardo incencliario Thévenot si pr<'sentn come il peta rdo offensivo: pesa, gr. fì0i5; ha. la d istanza cli la ncio :fino a 35 m. e nn raggio d'azione di 20 m. circa .
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345 -
ARTIFIZI DA GU Emu
§ Il
Artifizi da g uerra in uso: spolette a perc ussione, spolette a tempo, spolette a doppio effetto, cannelli e inneschi per bossoli . Cariche di lancio : Cariche di scoppio.
Gli arti:fizi da guerra usati dal 1914 al 1920 erano classincati nelle seguenti categorie: -
per per per per per per
s egnalazioni a distanza.; lancio di ruunifesti e messaggi ; scgnaluzioni dl avia?.ione; segnalazioni di allarme; simula re il tiro delle artiglierie; incendiare ; - per r ischia rare ; - per innescare le YUrie cariche.
Per le segnaJa7,io111i a distanza è stata introdotta nel 1917 la cai·t uccia fumogena impiegata essenzialmente IJ?er segnalazioni ditu·ne. Essa è identica a quelle regolamentari già in uso con bossolo cli ot tone, impiega.te colla pistola da segnal azione wod. 900, sia per quwnto riguarda l'organizzazione come per la carica di la,ncio ; le cartuccie fumogene differiscono solo in quanto, invece di laudare una stella, all'atto dello scoppio della castagnola producono una densa nuvoletta di f umo accompagnata da una forte detonazione. La. miscela fumogena della carica della castagnola è composta del 20 % di allumilTlio in polvere, del 40 % di solfuro di antimonio e del 40 % di nitrato di potassio. La castagnola può raggiungere l'altezza di m. 100; la nuvolet ta di fumo può essere nettamente vista ad una distanza massima, di 6 Km. con una atmosfera calma, e la nuvoletta stessa persiste in meclia per circa 60". -346-
ARTIFIZI Di GwERRA
Nel periodo in esame per innescare le va.rie cariche clei pr-0ietti, delle bombe e degli artifizi da guerra, si sono usat i: ~
per innescare le cariche di scoppio: ~polettc, detonatori e inneschi per spolette ;. - per i1mescare le cnriche di laneiCJ: ca nnelli e inneschi; - per innescare le cariche speciali : stoppini, miccie e inneschi elettrici. a ce e",s,one o m,cc / a
a razri m olli
a .sie/le
!J ossol<J
Cih',,dre//o di m1svra p,r1ca
Carlvu/o per seg,p.,·.• .r/onl
ah«> d, feltro forato corita tlil<rne;o (OSS(./a /PhlhOA/~
Flg. 38 - Artifizi per segnalazioni a distanza.
-347 -
LE SPOLU!TEl A ('ElltCU SS lONE
Le spolette itt1 setvizio nel pel'iodo dal 1914 al 1920 el'ano le seguenti: -
Sp olette a percussione per proicléi a boccbiuo an teriore : - spoletta a perc ussione mocl. 79;
5polr Ila d ptr <V ssiont mod, 73
5pofe //d d pcr<vHione IT>od. 85 M.
Spofetfd ò percussion& mod 55
[)
Spoftlfd a ptrc11ss.lone mod, 89.
Spo/e ffa d p«<ussianei Mod, 95·99 ~f r gr~n•le tcrptdlr\
Fig. a9 . Spolette
II
pcrcnsi;ione.
- s110letta a ])l'rc ussione mod. 85 ; - spoletta a prrcussione mo<l . 85 )I; - spoletta a percussione mocl. 85-903 ;
-348-
Oa
87
L0
-
spoletta spoletta spoletta spoletta spoletta spoletta spoletta
SPOLE'f'.rE A PERCUSSIONE
a percussione mod. 89; a percussione mod. 9ti-fl9; a percussioue rnod. 902; a, percussione mocl. 906 ; a percussione mod. !lJO; f~ percussione mod . Guerritorc; a percussione mod. 91i.
- Spolette a f)('rcussione per proietti a bocclliuo l)oStf"rìorc: - spoktta per palle; - spoletta per grauatc ùa 2SO ;
Spolelfa a pem,~~ione
S~olelta a p~rcu ~sione
mod.902
mod.910
Spol,lfa a porcuo;,ori< mod 906
Fig. 4-0 - Spolette a percussione.
-
349 -
LE SPOLE''l".l'E: A PERCUSSIO~E
-
spoletu1 spoletta spoletra spoletta
a percussione ruod. a 1wrcussione mocl. a percussione mod. a percussione rood.
903; A !J7-9l3:
911; 914.
-
Spolette a tempo: - spoletta a tempo mocl. 76 graduata in mm. per shrapnel da 120; - spoletta a tempo mod. 76 per shrapnel da 87; - spoletta a tempo mod. i6 per sbrnapnel cln 75 B; - spoletta a tempo per mortai ua 87; - spoletta a tt'mpo da 751900 ; - spoletta O ET prr contToaerei.
-
Spolette a doppio <-'fictto : - spoletta a doppio effeno - spolettn a doppio efEetto - spoletta a dopvio effetto - spoletta a doppio effetto - spoletta a doppio efl;etto - spoletta a doppio effetto - s poletto. a doppio effetto
mod. 86; mod. 87; ruod. !ìO; mod. 99; mocl. !lOO; mo<l. 906; pn· shrapnel da 132.150.
Le sipolctte a percussio11e per Pl'Oietti a bocchino anteriore eran o tutte ad innesco amoYibile ad eccezione della spoletta a percussione mod. 906. In tali spolette a percussione lo pillo è generalmente tenuto in sito da una molla, e la concussione iniziale avdene nell 'innesco, allorchè alla partenza del colpo la cassufa fulminante, Yinta per inerzi.a, Ja l'esistenza di una lamina ela tica a crociera, retrocede e si arresta nella posizione di scoppio. All'urto sul teneno lo spillo ed il portaspillo, vinta la resistenza de]]a moUa a spirak, avanzano e colpiscono la cassula dell'innesco determinando l'accensioa1e della carica di scoppio del proietto. Le spolette a percns ione mocl. 902 . 906 - 910 sono molto simili fra di loro e considerando l'ultima del mod. 910 si nota che essa è costituita da, un corpo di spoletta caYO avente internamente un percuotitoio mobile con spillo opportunamente separato dall'innesco da una ghiera mobile, che nella posizione di sicurezza non può retrocedere. perchè trattenuta da mHL molla ad alette. All'atto deJlo spai·o la ghiera per i.nerzia si inIlf'Sta sul percuoti.toio facendo corpo col medesimo e compie cosi la concussione iniziale, mentre una speciale valYola di si-
350'-
LE SPOLEI."l'E A PERCUSSIONE
curezza tro01coconica posta sul fon do della spoletta elimin a la possibilità di sco(Ppi prematuri. Al momento dell'urto sul t<~rreno, il percuotitoio, a ppesantito dalla ghiera, procede in avanti per inerzia effettuando la seconda èoncussione, che determina così l' accensione della carica di scoppio. La spoletta mod. 917 serre per le granate da 149 e da 210 a bocchino a nteriore. Differis('e dalla spoletta 910 per le sue
Fig. 41 • Colonn. Ora7.lo Gu err itore.
dimensioni maggiori e perchè impiega l'innesco di sicurezza mod. Cortese. La spoletta mod. Gnerritol'e introdotta in servizio nel J91S, veniv::t alle1=1lita i n due tipi simili : uno per proietti campali, -
351 '-
LE SE'OLE'.l"l'lll A PERCUSS10NE
ed uno per proietti di medio calibro; essa diversifica dai t~pi prima accen11ati per·chè possiede le seguenti caratteristiche: - cong,:gno di sicur czz;u centr ifugo; - bloccagg,io cinematico; - concussione cinematica e diretta; - funzi.omuuento istanta neo; - nel fnnzio11am<'nto della spolettu avvenivano le seguenti fasi : - percussione diretta che avviene all'ur to sul terr<'no o contro il bersaglio, quando l'angolo ùi caduut sia sulliciente; - a ll'urto, 1rnmcando la spìmi di slelu·ezr,a precedentemente tolta, la. calotta si schiucciu, il garubo guidato dal diafrawrua retrocede, incide il di:schctto ùc!lo spillo, e porta. quest'ultimo contro la cassula proùuc(:ndo l'uccensionc dcUu carica di scoppio; - pcrc11s>iione cineillntica; apvemt l'accelerazione del movimrnio nell'anima della l>occa. dn fuoco acquista ,•alore suflìcientt•, li. manicotw-glliera retrocede schiacciando la molla rispettiva, e ta.le si rnuntiene d urant<• tutto il percorso del proietto nell'anima della bocca da fuoco ; - i segmenti, libcrnti dalla ritenuta. delle nlie del manicotto, obbediscono alla soll<'citazione centrifuga, e vincl•ndo 111. tenue r esistcuz:.L della. molletta, si allontanano l'uno dall'altt·o a dagiandosi contro le pat"eti della cavHil del corpo. Cessata l'accelerazione clet la ncio, il manicotto.gh ient, spinto dalla molla, riprende la sua posizione normale e le alic im;inuandosi fra i segmenti aperti, li bloccano in posir.ione <li funzionamento. Ltt massa battente rimane allonL per inerzia ne.Ila propria sede, cont:rasta11do, pel' qnanto riguarda le acceleroz:ioni negnti,re, la molla a11tagonista, interposta verso la punta dello spii.lo; - all'urto di anivo del proietto sul terreno la massa battente, vincendo Ja molla antagonista, a vanza verso lo spillo elle fa deflagrare la cassul.a. Naturalm<'nte cntTambi i descritti funzionamenti si producono all'urto di arrivo su1 bersaglio, concor rendo ad asslcura1·c il funziom\m<'nto della spo. letta. Mancando tmo dei due funzionamenti, ai fini dell'efficacia, è sufficiente che si ,erifichi ra ltro.
La spoletta mod. G uerritore è pel' sua ,natura a f tmzionamento istantaneo ed è stato dimostrato praticameinte che l' imbuto prodotto nel til'o con proietti muniti di spoletta Gnerritol'e, oltre a l'inscire assai min ore di quello ottenuto impiegando altre spolette, è identico a quello che si produce mediante lo -352 -
LE Sl?Or,El''J~E A P ElR,C USSIONE
scoppio a riposo cli proietti adagiati, non interrati, con asse disposto. secomlo il presunto aillgolo di caduta . Le spo)ette n ,percussi.onr per proieHi fl bocchi..no posteriore
Spol,H.i a ~" w s. sione A S7·9/3
Spol.t/a a pe rcv;sìone per pa lle
Spoletta a pttwssione per 5,aoate da 280 caricho. di per l ite
Spolend d porcvssione mod. 9H e mod 914
Fig. -12 . Spolette a per cussione.
23
353 ·-
LE S1:'0LE'ITE A 'J:E}.tPO
hanno lo stesso fmnio1rnmento delle spolette a pel'cussione per proietti a bocchino antel'iore . Fra i tipi di spolette in senizio, le spolette mod. 911 e 91:1: sono que.lle elle sono state maggiormente jmpiegate nel periodo dal 1914 al 1920. Esse sono uguali come costituzione e funziO··· namento, e differjscono solamente pe1· la, lunghezza. del detonatore e pel' il peso della carica di infiammazione. :l:Ja spoletta mod. 911 è costit uita da un corpo di spoletta, da un apparecchio a percussione, da un detonatore di balistite, e da un collare di piombo: essa è ad innesco inteI'lllo. L'ap[)arecthio a percussione è formato da nua ghiera superiore, un port aspillo, una vah-ola, cli rame con cfadetti, da urna molla ad alette inferiori, da un porta-ca sula con cass ul.u e da un cilindretto di pohere compressa . Il detonatore è eostituito da una carica cli rinforzo i-acchiusa in un bossoletto di acciaio e da una c11dca di infiammazione di balistite in grani, contenuta i,n nn bossolo d1 acciaio avvitato al corpo di spoletta .All'atto lleJlo sparo, Ja ghie1'a del percuotitoio si investe sul po1-taspi1Jo, mentre q nest'ultimo preme s nJlu vaJvola in modo da impedire che, cleflag1·:u1do Ja cnssula, possa accendere 1a carica del proietto. · All'urto sul terreno, iJ percn otitoio tl'ascina la valvola, va ad urtare contl·o il portacassnla collo spillo e fa esplodere la c·assula. L'accension e si propaga in tal modo a11e altl·c pa1·ti pi· riche della spoletta e quindi nlht catica !li scoppio del proietto. Le spolette a tempo era1110 tutte a funzioname(llto pirico a. miccia. Vedi vol. VII, pag. 1914. ~ella spoletta a tempo mod. 76, nll'atto dello sparo il (Per-.. c·uotitoio rompe per inerzia le alette , comprime la spirale ed urta colln <'nssula contro Jo spilJo; i gas delJa cassula accendono la polvere neta clel vano tra spilJo e tnbetto, la, cni vampa fonde l a miccia del corp o nel pnnto sottostante, il qnale corrisponde aJla. clivisione con cui . i fec e co~ncidere Jn freccia gi rando là testa girevole. Dalla miccia il fuoco si comunica , dopo il t empo prest::LbiJito, ana carica flelln spoletta ed a quella del proietto. Nena spoletta a tempo iper moftai da 87, all'atto delJo -
354 -
Lt;; SP.OLE'l~l'E A DOPl:'IO E\t,'l"ET'.rCI
sparo il portacassnla dell'inneseo. che è stato jn precedenza avvitato alla spoletta, pnssa dalla posizione! cli sicurezza a quella di sparo, la cassula urta confro lo spillo ed i gas, che si sprigionano passando pe1· j fol'i e pet la sC'aunlatnra circolare del corpo, escono per l'alloggfr1menlo del eoltello, accenclendo la miccia 01el pnnlo doYe dal coltello stesso è stata tagliata. Dopo il tempo prestabilito, il fuoco si eomnnica al'l:i carica della spoletta e ll)Oi a f)Uella del pl'oielto. La spoletta a tempo 0 .E.'l'. 906 per C'ontrael'ei è statn adottata in servizio nel 1917 e nou è allro ehe la spolcU.a a, cl.oppio effetto mocl. 906 tra. formata P'~r fu11zio11are esclusivamcntt> a tempo. Essa è prirn del bossoletto e di tulti gli altri organi del congegno a percussione esistenti nel111 spoJett.a a doppio effetto mod . 906. Le spolette a doppio e1Ietto han no tntte un funzionamento analogo e cioè : con· mirdu per il fu nzionamento a tempo, e con spillo mobile pee il funzionamemo n pcrcussicme. Vedi vol. VlI, 1Pag. J 928. Ad eSelll!pio la spo)erta n cloppio effetto mod. 00G funziona nel seguente moùo : -
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I nnzio11amcnto a percussione :' nll'atto dello spuro il portacassula s uveriorc r ctt·ocPde invcstt·ndosi nella ghiera; la cassula inconu·a lo spiJ!o del c01·po ed c,splode acccnùendo la miccin dell'anello fisso, dalla quale pe1·ò i proùotti della combusti~ne non possono passare alla micci:L ùcll'an l!llo mobile del corno, percb/! 1n questa nos izione norumle ckll,L spoletta. il foro focon e tkll'ancllo mobile n·ovnsl nl disotto del tra cto senza micrja dell'anello fisso e ìl canale focone del corpo trovasi sollo il tra tto senza miccia dell'anello mobile. L a ghiera dell'appan•cchio a per cussione si è u el contempo luvrstita sul portaspillo cosicchè, quando il proietto cad<' sul bersagllo, lo spi llo avanza e fa esplodere la eassula e con questa la carica ùi scoppio del proietto; funzionaml'nto a t<'mpo: ruotarr l'anello lllObile cou H gr aduatore, di angolo uppror>rilltO. All'atto dello simr o la miccia ùell 'anello fisso ,·ien e a cccsr~ e dopo 111 combus tio ne d i quest'n ltiorn. il fuoco s l pr opagn a)]a micci,L del l'anello mobJlc attrn,·erso il foro focone. Lu miccia delranC'llo mobile brucia fluo a qmlmlo incoutrn sotto di essa il cilindretto cli noll·cre ner:L del e;analc focone dc-I corpo <li spoletta, col 9trnle vic'11e colllunic:flLU l 'accensione ulh1. coricu ùi ::;copf1io d('] pr oietto cl11rnnte In sua nàiettor:i a.
,m
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355 -
GLl !NNESCIII PER S1:'0r,E'f'IVi
Gli inu1eschi per spo1ctt.e nsa ti nel periodo dal 1914 ·n l 1920 erano i seguenti : - in11esco - innesco - inn esco - .im1e1,co
mod. 79-119; mud. S5-9G; mocl. t-9-9G; di "'PuleWt moll. 902:
J n'll<lJ CO
Innesco mod.7'3 · 9:,
mocl.89-99
Innesco ~er Spolettd mod .910
Innesco mocl.S5 -$'9
l~ig. ,13 . J'rin~ ipnlì tipi cli inneschi.
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356
GLI J;(';('ESCflI PER SP()LE'L'l'E
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innesco di spoletta mod. 910; innesco cli sicurezza mocl. Cort(sc.
I principuJi tipi di inncsc-lti Yengono ìl.Y,itnti alle spolette. che noa:i son o pr0Yvistc cli imwsco interno. Gli inneschi interni cosi. ituiscono parte integrante delle spolette. ~ egli i.rrn escbi mocl. '79-89, 5-99, 9-99, il portacassule può assumere due posizioni: una di sicnrezzu , e l'altra di scoppio . Ne11u posizio11e di si.rurez1.a il lembo inferiore del portacassula è ritirato cli 2 a 3 mm. dal lembo infel'iore dell' involucro, in modo che lo spillo del pet·<;uotitoio della spoletta non può giulilgcrc a toccare la cassula. Il 1portacHssula è mnutenuto i.n questa posizione di sicurezza dalle nlette della molla ::i crociera. Nella posizione di sparo il portacassula sporge clal lembo inferiote dell'involucro, .iu modo ch e lo spiJlo clel pe1·cuotitoio clelln spoletta può giungere ad mtare la cassula. Il portfH·ass11Ja è mantenuto in questn posiidone cl11l coartrasto dc>JJe alette delln molla a nociera. Xcgli iunesch i rnod. 79-90, mocl. So·-99, mocl. SD-99 il ·po1ta<:assula passa automaticamente dalla posizione di si<'nrezzn a quella cli scoppio rt.1.l'atto delln partenza ùel proietto. Oli inneschi mod . 002 e mod. 910 non possiedono posizioni di. sic1trcz;1,a in q 11:111.to non hanno portacassnla mobile. La sicnr ezza ne] manep;gio <lei proietti è garnntita éla sipecia)i di·posi.th·i esisi.emi. uelln spoletta che impiega i due precitati inneschi. L"innesc·o cli sicurezza mod. Cortese, introdotto in ser,izio nel Inl7. veo1ha impiegn'lo i,n l11 ogo éle1l'in11esco mod. 910, per<:hè prcsentnYa rispetto a qnest'u1timo le seguenti caratte1·iRtiche : -
ili dare la sic11rezz,1 cl.le nel mnueggio del prc,it'tto innescato e n<'ll'ntto cli s1iing<·re il proietto nell'anima la eassula non ;;in ma i colpita dtll lo spillo del perC'uotitoio, neppure qnnndo In ghiera ;;up<'riorc della ;;po· letta ;;ia cnsualwcntc ln,ertitn o mnnrnnte;
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357 -
GLI rnKESCIII pEn S POU)T'l'E
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di su lvnguarclarc Je bocche tla Cuoco clagli !<<·oppii prrmat1u·ì do,uti all'anticipato funzionamento del con:regno a percussione ; - di r ich:u-re ul JlÙllilllo gli :scopii mancanti ali arriYO sul bersag lio, causati da cleficì<'nte im·e;;timento della ghkra della spoleca. oppur e da parziale s vitamento dell"inm·sco nl mom<>nto dcll 'nn-ìYo.
Fìg. 4.4 • Colonn. Giuseppe Cortese.
L 'innesco è cosl costitnito: attr a,erso il corpo e para1lelameute al suo asse di simmet ria. è disposto nn perno girernl<>, il qnale porta inferiormente ad angolo retto uno scudetto CO··· prfrassu]a,, cd è eolJ,,g-nto ~npPriOl'rnente ad 11n nottolino, c-he forma rom: a ecccnrri<'a. Nella posfaione IJlormale o cli sicurez1,a , lo scudetto copre quasi per j111,tero l ' orifìcio dell'innesco, ed il nottolino è tenuto fermo da un ritegno 3 lamina. All'inizi.o del monmen to del proietto nell'anima. il ritegno si deforma per inenia lasci a nd o libei-o il nottolino. Qucst'nliimo ·p etò, i,nsiemc_allo scncletto con cui è solidale, 1·imane ancora in posizione di sicurezza fino a qua'lldo l a componente della forza centr ifuga te.nde a far rnotar c in fuori il nottolino e riesce a vincere la forza d 'inerzia , agente -3i5- -
I
CA~NlllLLI FCLMlNA.K'l'I
in · senso opposto, dovuta all'accelerazione del movim ento cli 1·otazione del p1·oietto, nonchè l a r esistenza di attrito tra la base ·del noLtolino e la, fa cci.a s uperiore clcl coi·po dell'innesco, gener ata dall'accelcra:àone del movimento di traslazione cl el proietto . Coassiale co11 l'innesco e sostenuto da un bossoletto ad alette disposto nel CO!'po al <lisoprai del1a cassula , vi è u1110 sfondat oio che nell' urlo contro il bersaglio, è destinato a far de.Oagrare la. cassula stessa '})el' defo1·mazione clel coperchietto d ell'innesco e del bossoletto ad alette, anche nel caso di insufficiente o mancata azione dello spillo del pcrcu otitoio della spoletta,. Detto sfondatoio h a la testa ingranata superiormente in modo che, nel caso che il proietto cada intcmpe tframente cli. punta durante l 'esecuzione <lclla, cm·ica dell'a.rm a.. op(Pure eh<~ esso pet· altra causa ul'ti sull' innesco cosi violentemente da deformare il coperchietto ed il bossolctto, lo s(onclatoio stesso t roYi appog . gio sul 11otto'lil10 della posizione cli sicurezza, e non possa far dcflag1'al·e la cassula se non quando si schiacci anche il nottolino ste~so .
Qu ali arti:fizi p er comrnnicare ]'accen ione alle cariche di lancio, Bel pel'io.ùo · del 1914 al 1920 erauo in riso : i cannelli ful minanti, i ca1n11elli a Yite, gJi inneschi per bossoli e .le cartuccie innesco. I cannelli fulminanti Yenivano impiegati neUe artiglierie nel avancarica cli vecchio modello. I cannelli a vite si impiegavan o per _)e artigli eri e èli medi o e grosso calibro non facenti uso di bossolo : qu<'lli in ~ervizio ~1el pre<l.etto periodo erano i segnenti : -
cannello a Yite ordinario; cannelli a vitfi per tìri da ,ml\'e; cannelli n. vite da csercitnzioni; cannelli a ,·ite 1·iJ1for1.ati.
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359
\');
GLI l.:'>);ESCIJI PER BOSSOLI
Gli inneschi per bossoli erauo impi.egati nelle artiglierie fa centi uso del bossolo. In servizio esiste,ano i segnenti tipi : - innesco per ca t tocci da S7 rnod. 9 ' ; - innesco prr bossoli da 75 A. e 70 mon t. ; - innesco per bossoli da 57 ; - innesco per bossoli da 75 mod 906;
Innesco per cartoccl
do87
Cannello o v/te ordinar/o Innesco per bossoli· d<r,;.2
Connello o v/te rin!orioto
IIJl)esco J)er POSsolo do 7511..906 Fig. 45 - Cannrlli ed inn<'SChi per bossoli.
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360 -
LI~ CARICUI~ Dl L\>ICIO
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innesco mocl. 9J 2 per bossoli ; innesco mocl. OOG,'912 11er bossoli.
Le cartuccie innesco erano impiegate nelle artiglierie pruv··· viste di otturatore con co11gegno a percossione.
Le CARICHE DI LA~OIO nel perioclo clal 1914 al H):20 erano costitui.te da balistite di differente gra:n itnr·a a scc:o,ncla. del cali.bro o del ti,po dcll',ul'i;::.lier-ie. rwlle rprnH Yeninìl1 o us8ti. Tali cariche erano contenute o in sacchetti di filaticcio, oppure in bossoli di ~Hone.
, Codocc10 o tJos30/o d'cl$A
Ccl-tocc!o o l>ak.st!te d'O' 81
Co-rfOCC/0 dO' -'Che do/5.,1
l'.' ig. JG • J.'ri ncipali tipi di c:wtocei.
Allo scopo cli ridurre le corrosioni delle bocehe da fnoco senza diminuirne la potenza 7 pochissimi anni prima della gnena lfll.4 pres~o il poherHic:io cli .AYiglia.nH, per cointo della R. l\fa-
361 -
LF. CARTCflFJ l)T
SCOP.l' IO
l'ina ebbe i,n izio ]' alleHtilnrnto delle pohcl'i O 2 o Cordite C'he pi.ù tardi -venne usata anche nr ]]e artigli erie terrestri.
A l'Ostitnil'c .le CARI CHE DI SCOPPI O, dnrante la guerra e nl'Open per il ca.ricamen to dei pl'oictti e delle bombe si impiegarono p1:incip:1 lmentc j segnent i esplosh-i : ·-
acido picrico o per tite; tri tolo o trolyl; r.niseela t1l nitn1to ammo11leo; clora ti e P<'rclorati di mmnoni o.
O li esplosi d. cli scoppio d oYevnJJo a Yef'e -
seguenti l'e q nisiti :
l'ffctto dirompente . appropr ia 1·0 ossia : - di ,alore medio vcr i proietti che d!'bbono agire mediante l'azione delle 101·0 scheggic; - di rnlore p iù a lto per i proiett i perforanti;
- su1sibiiitù bass1t all' urto <~d :ilio s(r!'gamrrHo : - per c,iclent\ rngioni cli sicure?.za; - per 11011 ('Splo ùerc all'atto ùella partenza d el colpo ; - per 110n l'Sploder c per l'urto cli imbatto; -
nwntre la sensibilità all'innescamento deve essere più alta: - P<' r non òo,·er rico rrer~ necessariamen te Eri detonatori s ussi(lial'i;
-
possibilità dl ottcnr re fol'ti densità di cm:-icamemo ; - per [JOter portare s ul bersaglio for ti (Jua nti ta tiYi cli e,mloSiYO; - per raggi unger e alte , elocità di detonazione ; J]Cl' evitar e il prodursi dell'an-occamenro costituito du ll'nrretl'amento d('! lu carica di scoppio ,erso il fondello del proietto sotto l'urto cli par tcuza ;
-
fa cile iusiùilità p er permettere, senza pericolo per gli oueral : il cnricanwnto dei proietti per fusione dell'esplosi,o. !\ cl t·Scm1Jio 11 tritolo fonde o. 81°, tempera tura. modesta e nJintto pericolosa , mentre l:1 pc1·titc (acido picrico) fonde a. 12'2<>,5, trmper:1.tura discretamente eleva ta e J)ericolosa; !'esogen e fonde a 200°, HL pent-rite a HO<> ed alh·l csplosiYi fondono ad una t emperatur a tunto prossima a qnel la ,1i accensioni' da do,er senz'al tro e;;clnùere il sistPma cli curicnmento a fusione;
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LTD CARICHEJ
-
T)f
SCOPPI O
produzione di fumo nllo i,copplo: - per pol\'r distinguél'e u disrnuza gli cfl'erci cie l tiro.
La pertite o acido picrico (tl'initrofenolo simmetrico) è prodotto da nitrazione del fenolo (acido fenico ). Xel 1914-1920 era uno dei più potenti esp losi,i per le cariche di scoppio dei proietti Il C'aricarnento dei pl'oietti veniva. effettuato immettendo direttamente n ella loro cavità la pe1·tite fusa oppure blocchi di pertite compl'e sa, raechiusi in cnstodie di lamiera cli acciaio spallllate inten1arnente cou Yernice cli bitume. Le custo1ljc di metallo vennc1·0 poi sostitnite e:ou custodie di cartone compresso, pel'chè la pertite attacca i metalli formanclo i rp icrati, presentando poi inoltre altri s,antaggi e cioè alto p nuto cli fnsione (come sopl'a detto) e forte sensibUità all'urto. Per elimiuare questi d ne inconvenienti l a pertite si è impirgata nelle miscele )l.A. 'l'. (cou ±O % di tritolo) e :H.B.T. (col 40 % di binirrofenolo). Il tritolo o trotyl (frinitrotolut>ne simmetrico) era prodotto da]]a rii.trazione di toluene. Yenirn impiegato come la pertite per Jc cariche di scoppio di proietti1 ec1 aYe,a il vantaggio rispetto alla pertitc di mon in ta c<:nre Je pill'Cli int erne dei me11e~imi . .Altri vantnp:gi del tri-tolo erano: -
effetto du·ompcm:e e Yelocità di detoua?:ionc noternli; basso punt o di f us ione; bassa l'<eusibili tà ali 'nrto; insolubilità in acqua; molta l'<tabili tà a1 cn lorc .
Dat o il s110 basso pllnto di fnsione , di solito viene impi.egato allo stato fuso per iJ <:aricnmpnto tki proietti, clellc bombe a mano e cl'nYiazione, dei silnl'i. del1e mine subacqnee. ecc. Si usa anche in molte miscple al ni truto d'am monio. Le miscele a"J nitl-a to cli ammonio si usarono ITl elJa grande guena come esplosivi cli sc:01jpio in sostitnr.ione dei nitroderivati aroma tici, i q11ali non es~endo cli •produr.ione nazionnle ven nero a mancare in tempo di p:ucrra, m.entre il nitrato di ammonio lo si pro1i nce irn Paese. -
363 -
LE CJ R JCflJ.,J Di SCOPl?IO
I01olt1·e tali miscele presen t ano i scguemi vant aggi : - faùu1·ica7,ionu .::;emplkc, poco 1ie1·icolosa e poco co><to><a; - scnrsa sens ibi ll tit ,1 ll' 11rto 1•cl allo sfr 0:gamento; - assr117,;1 cli g-as nociyi a lla res(>irazionc• a ll'arlo d<•ll 'esplO!<i01w.
Esse hauuo ilwec.:e i segnenti svant11ggi: - f or te igr oscovicifa ; - sc:ar:so pou•r u dirornpcnte ; - v icr.ola veloci tà di ùc•tonaz.iom! ; - JJOca scm.ibiliti1 d'im1escarn cnto ; - d i tiic:i:P fos'.hiìi l ,1 C'hc: n •nde im1JOrslbil1• li lor o c.ìricamenco allo :<tato fuso .
'l'ali miscele si possono disting11 ere in cln c catcgorfo: -
:;Pnza. poll·er.i w eto llicbe : - Sch neideritc (11i tTato d 'ammonio e binitronuf ta lina) alquauto sorda. all'hmcscnmrn to : si ll11tliega a llo stalo corn pr c,so ed ù molto igr oscopica. - Sipcrite o :\l.::\'.D. T . (miscela d i ni h·tHo tl'.i mm onio, dl nitr on aftalilm e d i tritolo), meno igr oscopica , pfo sc•usibilu a l l' imicsctìm<•n to J)e r la pr c.,senza del tritolo, :,:i 1JSa allo .::;ta to cmnpre:::s o. - Nonp;at o ì\I.S .'1'. (miscela dl sclu1eidel'itc e tr itolo), poco igToscop ica, pr rt1 arnta direttamente nri pr oietti in h·odne<' ndo,·i prima la la schnciclerlte in pezzi, e quin cli il tr itolo fm:o . - ,\rna tol (11i trato d i 01nmonio e h·itolo), po<:o igro;;cor,iro, usa to i1l cli.Yn ·si tipi; si carica nei pr oie tti allo stato p11sto1<0; - con pOIYer i m eta lliche: - $ab11lite (nill.'ato di ammonio, tri nitrona1'lalina e silicilll'O cli calcio) molto igroscopica ; ha. clC'va ta velocltit cli detom1:i:imw e fu impiegata in bombe per bomba r da e p er la11cinbombc S tok·cs. - Bello (nitrato di am monio, f errosilicio, allumin io ccl iP1Josino) molto igr oscopico, detona facllmrnte ; ebbe lo st esso irnJ)iego clrl la s abnllte. - Ammonal (nitrato d i a mmonio. alluminio e r,a.lcio in pro[ìor:1,ioni él i\·crsr) mo! to igroscopico, abbasta nza potrnte ; venne nsa to per proiet t i e bOmbe. - '.l"ol11olammona1 (ammonaJ e tritolo in ,·arie pr oporzion i) 1110.l to ii:n:oscopico, molto poten te ; fu usat o per proietti e per bombe.
Le miscelr ni do1·nli o che<l cli ti Rono cli diverse !spr cie>. Le più comuni sono le : -
Cb eclclite .S . extra, rompos la <li clorato cli ><odio, para fli11a, Y:tS<'ll inn e t ra ccie d i nrro 1'11mo.
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364 -
LE C.\RlCllE DI
SCOPP JO
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Checlclit<· I.S., c·oJ11vosrn cli d orarn <li 1;ora,-:sio. pnrafli11:1 , \"HSl'l ll na e
-
Cheddit P gelatina, C'OillPO><ta cli e](lr:t to di sod io. l>initroroh:olo e co tone
traccie d i nero Cumo. collodio.
Le priUle due i preparano fac011do foudere ln vaselli111 n, e p araffina ccl incorpol'anclo nella mas a fusa il dorato essicca lo e macinato, con t r acce di uel'o fumo. La checlclite gelat in a, si pl'epara impasta nd o a caldo i Ynri iugredicntL Tulte tali misc-ele ai dorati sono igros<'opichc e molto infiammabili, molto sensibili all'urto ecl allo sfregamento; hnno10 in genere potere dirompente limitato. ecl il più allo è quello della checlclite gelniina. Le mis<'ele ai dorati fnl'o no molto . irnpiegate :nella, g11 en:a 1915-1.8 per il r.aricamento di bombe a mano e cli bombe da bombarda. Esse furono tutte esserni:i.almente fnbhl'iratc ed usate come es•plosivi ,di ripiego, specialmen te in tempo di guerra : in p:wticolarc fu adoperata la cheddite O."'. extra. per il fnUo che il clornto di sod io è cl.i produzione mizionale. Le misce le al perclorato di ammonio sono pme di Yado tipo, e le più comuni sono : -
esplo:slYo SG/1-l : co mposto <lell'86
% di
per clora to di nmmon io
(•
1-.l:
%
% cli
perclor ato di nmwou io
l'
10 %
di parullìna;
-
cspJo;,i\·o 90/10: ('OllJl)O;:;to clC'I 90 parnt1ina;
-
rsp l osiYo
r: composto del Gl % cli 11erclo1·nto di amm onio. l'S % di paratlina. 30 % di nin·ato di sodio <' I % di rn:s~ll ina.
'l'nttc tali miscl'le si fabbrica110 come le chedditi 0. R. exLra e I.S.; sono igl'oscopiche, nn1 meno delle chedcliti. più facil~ mente.in:fianunahili , meno scJJsibili all'ur to cd all o sfregnmento e pitì sensibili all'i1111escamenlo. Ebbero lo stesso impiego delle eheclditi e, come questi, fu.. rono esplosivi cli r ipiego, sovra.tutto perchè ainche il perclorato d'ammonio è cli prodnzionc nar.ionnle. -
365 -
NOTTZJE BJBLlOG RAFJCIJE
XO'l'IZlE BI BLIOGRAFICHE E DELLE FO~TI PER I L CAPO V DEL CA.Pl'I'OLO 50<' DELLA PAR'l'E IV VOLUME XII « Tiro cl'nrtiglir ri c con p1·oieUi. a liquidi speciali.» - Edizione 1930. GJOV,\i'<OLA : « Materiale d'artiglier ia. » - Ecliz. 1923. GlU.\: « Sostanze csploshe >> - Ecliz. 1914. lllANGANOKr : cc Mat rriale d'artiglieria» - Ediz. 192 :M.AssAIOLI : « Produzione di p1·oiei.ti da canno11e » - Ecliz. 1937. M:AzzA : « A r mi. esplosid, artiglieria >i - EcUz. 1929. P ARENZO : « Lezi oni cli mate1·i a li cFartigliMia >> - E diz. 1921. RA.K gLLETTI : cc Manua le• d 'artigli<·1·ia » - E diz. 191 . B .\ GGlO :
F O ~'I'I Atlante matrriale cFrntiglir ria - T esto e taYole - anni ]913-1914. Dispos izioni special i pc•r l'nytig-liC'ria - nnni 1914-15-16-17-18. Pogli d'ordini - nnnate clal HJ15 al 1920. Istruzioni sulle munizi oni - Te::;to e fayoJe - ediz. 1913. I struzioni sulle lllunizioni - 'l'esto <' t::n-ole - Ed.iz. J 937. L'artificiere cl'artiglicrin (L abol'atorio cari cam ento proietti , Piacen1.a, 1941 ).
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366 -
CAPO
VI
CONGEGNI ED APPARECCHI DI PUNTAMENTO = TAVO, LETTE PER IL TIRO CONTROAEREI , CALCOLATORI PER IL TIRO CONTROAEREl E DA COSTA = T EL EMETRI E GONIOME= TRI , TAVOLE DI TIRO= TIRO DI CADUTA DAGLI AEROPLANI.
§ I
Congegni ed apparecchi di puntamento.
Nel p1::1-iodo dal 1870 al 1914, con l'aiuto della tecnica itaUana, l'evoluzione rapida dei coa1gegni ed apparecchi di fPUn tamento p ortò ad un grande e reale progresso nel puntamento e nel tiro delle artiglierie, progresso che la g11erra 1915-18 divulgò fra gli. artiglieri; abbinandone la tecnica e rendendone sempre più salda la fed(~, al imentata da una gloriosa. tradizio(lle, nella quale ai tecnici -cli valore si unirono i nomi degli eroi valorosi che aprirono la via .alla vittor ia . · Nel perioçlo che esaminiamo, data la perfezione raggiunta precedentemente nella costruzione degli appareechi e congegni di puntamento, troviamo · che ben pochi fm·ono i perfezionamenti, le modifiche o le innovuzio.ni che si resero necessarie al materiale per il tiro terrestre; 1ne111tre l :~rga fn la diffusione e l'applicazione di strumenti cli ,puntamento, frutto delle ·p recedenti invenzioni ed a.venti le cara tteristiche segnenti (Vol. VII - Parte Tecnica) : - Alzi a li nea di mira indipendente, - Alzi indipen denti a linea di mira indipendente, -
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CO.\GEG.\[ El) .\l'P.,1u::ccu1 1)1
l'C .\'lX:\lEI,'.(()
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Ahi a livello di sba ndamen to per eliminare gli enori dontti all'inclina:l.io,uc della sn lH , - Alzi con cone¼ione automat ic,L della deriYM,ione. In questo periodo iuoltl'e la comparsa degli ae1.·oplaui nei tent1·i di gnena pone gli artiglieri eù i te<;.nici <li fronte ad 1m nuovo .difficile problema, doè quello del t iro controaereo; sorgono allo1·a i pl'imi materiali cd i pi-imi 1·eparti co·n troacrei, e si studiano i met-0cli del til'O contl'O obiettivi moventisi ne1Jo spazio a t1·e dimensioni. Congegn i e stn1menti di puntamento vcng0110 genialmente r ealizza ti, e ben presto il pro blemn clc] tiro con troacrei trovò la .sua pratica <'cl originale soluzione uel metodo che porta il nome tleJ suo gpniale icle.ltm<', g-eu. s\ Ido Birtli. che si può cons iderare come un p1.·ccm·sore ·della tceni<'a di tale tiro. Dal dopoguerra ai nos1l'i giorni, lo studio <.:ontinno t~d incessante <ki rnctocli di ti 1·0. dei l'OHµ;Pgui e !Sfrnu1e11ti cli ip untamento fu i n coutim111 endur.io 1H' : dall.1 TaYolelta. Buffi nl 'l'avolo p1·evis0l'e (·h tla, a lJa 111odet.11a Nl italianis:si.ma Centi·ale B.G .S. , fu un succedersi ininte.rrotto cli innovazioni, invenzioni e pel'fezionamenti; però molta slrudu resta ancora da percorrere in questo campo della scienza artiglieresca . Un'altra rnsticu ma gloriosa s pecialità, quella dei bombardieri, sorta du rante la guerra mondiale, pone gli artiglieri d i fronte a problemi nuovi per conYop;Liare e rovesciare sui reticolati di ftlo spinato ed H lievi distan ze, g ross i p roietti a grande rendimento {li esplosh·o) agenti snperfiei.almente a scopo di dist.rnzione. I congegni e strumenti di puntamm1to di questa speri alità, fnrono però dei più semplici e rudimenta li.
* -::- * Tra la fine d el 1914 ed i primi mesi del 1915, ano scopo di nnifica1·e i sistemi .cli puntamento i.ncti retto dclJe nrtip;lierie chi (·ainpagna coli quel le pesanti c:ampali. e cla fanteria. il Can1nocrhiale panoramico mod. 90G, <lelJe batterie da 75/ 906 e da 75/ 911, viene sostit uito eol modello 1912 che porta due graduar.ione complete (cln O n 64 etto1,trHdi) e distinte, cli direzione e parallelismo.
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co:s;CflG ~ T E D ,\ l'L\ RECCI-Il DI l' C'ì\''l'A_\[Eì\''IO
Fn ques\',o provvedimento il primo passo Yerso quella tnnto invocata unifica :done degli strumenti e quindi dei sistemi cli puntamento che Y<mne raggiunta in pieno soltanto nel dopo guerra quando un'unica I sLruzione sul tiro sostitnì qnelle delJe singole Specialità. :Nfa anche la sola unificazione dei ca nnoc chiali panoramici facilitò eno!'memente gli inevitabili sposta menti ·del personale che si resero necessarii durante le gnerrn (Vo1. VII, pag. 1983, fig. 882) . E' pure dello stesso periodo, fine del l !H4 e ini7.io cle"I J 910, .il provvetliwemo ehe assegmava a ciascun Uonrnn do d i Groppo di artiglieria d n emnpagna, a cavall o e cln montagmn un Goniometro mod . Bn:Ctì.; provvedimento che ha la sna importanza poichè dimostra una tendenza ad accentrare l'azione di fnoeo delle batterie ineUe mani cli Comandi Superiori; tendenza che si accentuerà poi {lnrante e dopo la guerra, e ehe porta n rnodc~rn i criteri dell'impiego a massa del fuoco d'artiglier.ia. Semptc ne1 periodo ac:cem,ato vengono distribuite nllc a r t igli erie di rne(1i<\ cnlihro, oltre al Cerchio di puntamento mocl. Cor1·ese, cli cni già s{ fece c:enno nel precedc~nte periodo, due strumenti atti n facilitare le operazioni di p nn tamcnto e che meritano pnrticola1•e menzione : Il B egolo d.i convcrgernrn mod. ivfattei ; la Squadra graduata mod. Falcone. Il e< R.ego)o cli convergenza )lattei.)) <~ un regolo a scale loga.. ritmkhe che consent<~ di effettuare con rapidità, alcuni calcoli , che in pratica necessitano sempre agli a r t igli<~ri , ed in particolar e il calcolo dell',rngolo cli convergenza (o parnllasse) che viern~ d(~sunto cl nlla relnzione trigonometrica y
=
are sen ·
b sen 0 ])
Il regolo, a rn:h~ oggi in seni.zio presso i reparti, per mette inoltre d i esegui.r e prodotti e <l.iYisioni. e cli. l'isolvere alcune r elazioni. trigonometriche del tipo
D
_ b . sen [3 . taug sen ·: '
ehc spesso ric:mrono nella prPparar,ione del tiro. -
369 -
CO.KGEG::--1
J•:o
APl'AREC'\'H J DJ l 0 U:STA:\Hl"TO
Il l'egolo si co111pou1e di : uu regolo fisso; nn regolo scorrevole; Ull cursore con indice. Il l'egolo fisso ba la faccia superiore scanalata, e nella scanalatul'a viene in.6.1::ito il regolo scorrevole. Questa faccia (Porta incise, lungo i -due margini, superiore ed inferiore, clue scale logaritmiche dei numeri interi da 1 a 12.000. Le due scale sono egnali e contrassegnate, presso l'estremità, di sinistra, con la Jettera b; quella imferio1·e ha inoltre il contrassegno D verso l'estremità, di destra. Sul fondo della scanalatura è riportata la r elazione esistente 1.'rn gli angoli sessagesimali e quelli millesimali convenzionali. Le due faccie laterali del l'egolo fisso sono anch'esse graduate : una in millimetri e mezzi millimetri, numerati in ce111timetri eia O a 48; l'altra, a <listatnza, da O a 12.000, nella scala ,la 1 a 25.000. Sulla faccia inferiore (base) è indicato il modo d'impiego del regolo. l L 1·eg-olu Rcon eYole ha 1h1e fac·cic La faccia <lil'etta (cioè (lnella contraddisitinta con una scritta « regolo di convergenza)) mod . Mattei) po1tu incise due scale : unH, c:ont.rasseginata con Ja lettera cl, è identica alle due scale del regolo fisso contras-segnate con la lettera b; l'alti·a . cointrassep;nata con la lettera ~ ad una estremità e 'I all' altra, rappresenta i logaritmi dei seni degli angoli rnillei:;ima li da l n ~.HH). La faccia rovescia ha pure due scale: ima, contrassegmata con scn s e cos s rap- · presenta i l ogaritmi dei seni -degli angoli millesimali da 1.600 a 1, e dei -coseni degli aa1goli da O a l.59!); l'altra , contrassegnata tg. e, rappresenta i logaritmi delle tangenti degli angoli millesimali da 1 a 1.599. L'unità di misura d elle scale logaritmiche di entrambi i regoli è il decimetro, va le a dire che tanto i numeri corrispondenti alle divisioni segnate sulle scale b e cl, quainto le linee trigonometriche degli angoli corrispondenti alle divisioni se, gnate sulle altre scale, halllno per logaritmo la lnngbezza , in decimetri, del tratto cli scala (a partire dall'origine sinistra) c,orrispondente alle divisioni stesse. Il cursore è costituito cla Ull'l vetrino nel cui mer.zo è tracciato un indice. 0
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CO~GRGNI ED .\PPAI:EJCCBI DI PU~TAl\fENTO
Sulla base del regolo è specificato il modo ·d i ricavare Y in. f unzione di b, ~, e D; ed inoltre vi sono indicati i procedi-· menti per eseguire le operazioni elementari cli moltiplicnione e divisione dei nnmeri interi e delle funzio ni trigonometric.he. La « Sqnndra graduata mocl. Fa.leone>> è un rapportatore ridotto ad un so]o quadrante) la cdi gr:1duazione, tracciata. sull'ipotenusa, riproduce quelle dei quattro quadranti del rapportatore circolare, ma numerata in senso inverso. I contrassegni I - III e II - IV sui due cateti servo1110 ad indicare la varia disposizione che deve assumere la squadra rispetto ai capisaldi nelle operazioni grafiche, secondochè gli
Fig. 47 . Cavvlletto sostegno dell'appa.i·<'echio di puntamento per cannone da 152/45.
angoli misnra,ti su questi sono compresi nei quadranti dispari (<la O a 1.600 e dn 3.200 a 4.800) oppme nei quadranti pari (da. 1.600 a 3.200 e da 4.800 a 6.400). -- 371 -
'
t'01\G!i:G;:,.'I ElO APP.\Ui'lCC HI DI P lJ;:,.'T A.\rE.'.\°TO
Tale sq11a<.l1·a mod. Falcone ser Yirn per l' nulodetcrmina zione di J])unti del terreno 1 in manca nr.a del rapportatore lu cido o quando il sno stn lo d'uso n ou claYa garanzia di risnltati molto es atli. Ben p ocbe furono le aHre innovnzioni. apporta te dnrante la guena a i mate1·iali d 'intig liel'i a da montagn a , campag1na , pes a n te campa le e pesante : 11essuna ,d i esse, ri g narclo a i congegni ecl a3)parecc:bi. cl.i puntament o, fu degna <li uota . N uovi affusti mobili veunc•ro invece studinti per le artiglierie di grande potenza g-ià ins1.allél t e su impianti fi~si. co-
F ip:.
,1s -
Congegno l'iernzlonc obie<' 303/17.
stieri e navali , e qu i t ro,·iamo anche m1oye ecl ori ginali sist·e-· mazioni dei congeg111i di puntamen to. Il cannone dn 132/ 4;') venn e i,nstallato sn 1111;1 r>i.i ttaforma ridotta con settore di 10° in dirr 7,ione, e 45° di elernzi.one. Il -
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co:-.: C J·:GSI Eù APP,\Rf~CCHI DI PUJ'.\1'A:'1Hl1\TO
congegno di direzio1n e a vite è portato dalla t est ata dell'affusto con chiocciola vincolata al punto <li mezzo della piattaforma; dispone di manovra rapida e diretta per i grandi spostamenti, e di manovra lenta. iper il punta mento a portata del puntatore. Il congegno di elevazione è a. dentiera laterale alln culla , con comando contillluo a vola·ntino e trasmissione a Yite t angenziale con congegn o di frizione a dischi. L'al?:o n tamburo mod . 912 tipo Ansaldo con cwnnocchiale panoramico Cortese-Fa leone, è applicato alla sommità ,cli un cavallett<:,-sostegno deH ' apparecchio di puntm:nento, ed è collegato colla cnlla mediante un tirante costit11ea1te un parallelogrammo snodato. Il mortaio da. 210/ 8 venrn~ sist(~mnto sull'istal1azio11e mobile De S tefano sn affusto a ruote a gnrndi settori cU tiro. Il congegn o di elevazione è applicat o aJl'orecchi.one sinistro mediante sistexna a fri:don e (vite .perpetua azionata cln volanti.no fisso all' affu stino, e rnota <lentata elicoidale {:ollegata coll'orc<:· chione siJ1istr o mediante frizione a dischi). La dire1,iorn~ vien data. mediante la rotazione d i tntta l'installnzione i,ntorno al p()rno del vomero. L'alzo è costituito dal cerchi.o cli puntamento mocl. Cortese applicato all' orecchjone élestro. L'obice da 305/ 17 venne sistemato su insta1Ja1,ione mobile a. piattaforma completa (moél . 917 Ganone) con gra nd i settori di tiro ve1·titali ecl orizzontali. I] congegno ·d i elevazione (Fi.g. 4S) è costituito da du e -vi ti, maschio e ·fcnnnina. osci.lJanHi, unite al cavalletto di pu ntamento, e viene comandato da nn volantino e organi varii di t rnsmissione. Un volan tino situat o s nlln. destra cleJhift'nsto porla sul 1p roprio albero uH1 1·oechetto dentato il quale, a mezzo cli catena <li Galle, è collegato tH1 nn secondo 1·oechetto, medi.ante albero condotto t rasretsale, sostenuto cfa 111n collare a 1nRnicotto iuclriavarclato alla testnta deff affusto e cla nn sopporto assicurnto nlla p:instrn di fondo <li testata, termina con Rltr9 rocchetto ingrarnrnte in una rnota dentata. so1iclale ad nn albero motore trasversHle, sosten uto all'estremità, di sinistra cla anal ogo supporto fiss at o alla piastra come il precedente. 'l'ra ogni supporto e la fiancata esterna smrn im perniate ]e chiocci.ole oscillanti. Acl ogmnno degli estremi clell 'albero motore ò calettato 1111 rocchetto co1iic.o solicl nle con nn a boeeol a di bronr,o. La bncr.ola porta intern arn.ente delle -
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CO.'\G r:;o:q ED APPARECCHI DI PUJ\TAì.lJ E-XTO
chiavette che si impegna1110 iu solchi longitudinali r icavati su ciascuna delle due vit i femmine di bronzo. Ogni vite femmin a poi-ta nell'interno una ay \'itatura a passo i1we1:so; su questa è impegnata una vit.e maschio che, all'estr emitù postel'io1·e termina con una test a ad occhio la quale, median te per no è collegata all'estremità dei bracci del cavalletto di puntamento. I bracci del cavalletto <li punt amento terminano sniperiormente con due orecchioni cavi che prendono appoggio s ulla orec:chioniere dell'affusto e por tano in.filati gli orecchioni della culla. L'orecchione caYo di destra termina all'esterno con due braccia, diametrali alle quali è unita, mecliainte bullone, una traYerstl, al centro ·della quale è :fissato il supporto di bronzo pet il cerchio di puntamento mod. 001-tese. Al movi.me11to cli rotm:ione d el volant ino di comando conisponde un movimento cli tl·a,-lazione delle vit.i maschie, mentr e i bracci del caYn lletto di pnn tamento sono obbligati a ruotare intorno al r.cntrn c1eg'li ore<'chionL E' qnesta nna delle pl'ime innovnzioni nel alzo in,clipendente . realir.zata brillantemente su di un affnsto per a1·ti1i;lier in òi gr ande potenza. Il puntamento in direzione si effettnn far.endo ruotare tutta l 'installazione, s ospesa elnsticamente s ulla pia t taforma , agendo eon apposite manoYclJe ::ii for i radiali delle rotclJe di sospensione dell'affus to. Il cannone da 381/ 40 per: il t iro su installazione fcrroYiaria ha un congegno cli elevazione a vite sempli ce e chio('.ciol n oi:;cil laITTte. comandat a da un volantino sulfo destra delrnffnsto . P er i grandi spostamenti in òirezione, tutta l'installa1.ione, costi tuita da un affusto a t rnve poggiata su carrelli ferroviari, viene spostata su òi. u n binario cm·vo; per i piccoli spostnme11ti invece s i ba nn congeg1110 a vite a chiocciola applicato trasversalmente alla coda cl ell'nffnsto e manovrato mediante ingrHnaggi da volantini. NeJ complesso anche per gli nffnsti. nlJes titi durante la guerra non vi f uron o inrn.ovnzioni. notc~voli: alle artiglierie vennero applicati congegni di puntamento già. stndiatj in prececlen1.n e canuocchiaJi. <'d alzi gi.à in servizio . Nell'nlw del l:-i2/ 4:5 (Fig·. 47) notiamo ,mo dei t ipici sistemi <li colleg:n111ento I)and lelo hil la rnn ssn os cilJante e l'alzo ano
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CONGEGNI ED /\Pl.'AlU)CCHI DI PUN'l'Al\fRNTO
scopo di si::;ternate in posir,ioue opp01·tnna iJ <;um10<:<·hiaJe : tale sistema è sostanr.ialmente 11 11 para Helogramma articolato che verrà poi adottato per varie artiglierie. Altra modi:lka <legn a di no ta Yenne intl'odot la nel 1918, co)] a unifìcnzioo1 e delle livene a bolla d'aria dei varii materiali, e precisamcute vennero adottate le caratteristiche sep;nenti : 1) - Li.vene di sbarnlamento: raggio 2 metti (sensibilità 1 mm. JOO"), dimensioni mm. ~4 per mm. 7);
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Fig. -19 - Alzo indipendente n linea di mira indiJl<'ndenrc (ripo i::koda)
2) - LiYelle per il sito e rerehi di pu11tarncnlo : rnggio 2 metri (se11sibilità 1 lllill . op:ui 70") . 'l'ipo pic<:olo (dimensi.oni mm. 24, p er mm. 7) ; ti po medi o (rum. 35 per mm. S); tipo grande (mm. 44 per mm. 8,5);
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c o:---cr,:c:---1 El) APl'.\l:ECCill 01 .l'T; XT.DJEl\TO
:1) - Goniomch-i e 11uudr11,nti a lh·ello : rng-gio 4 rnet.1·i seusillilitù, 1 mm. ogni 50"). Tipo piccolo (cli.mensioni mm. 231Pc1· mm. 6,5) ; tipo meaio (mm. 35 pet mm. 8); tipo grnnc1c (mm . 4:3 pcl" mm. B.!5).
Nell'irnme<liato dopog11ena alc11ne delle' inliglicrie cli preda belli<-a, come ad csewpio l 'obitc t1a 100./17 moù. 14 e moc1. JG, i I. cnm1oue da 152/ 87, i mortai da ao5/ S e dn HOVJO, vcll11eru introdotti in serdzio JH'CS o <'li noi coi i-ela1ivi C(Hlgcgni cli puntamento ai gnnli venne nppl.i<.;nto il nos1-ro omnocchiale panoramico a cloppiH gra<luazicrne. 'l'ipico è il congegno ad tìlzo irnlipe11Cleute 1·011 .linea di mira irndipe11den te moc1. Skoda. (Fig. 4!l) i-eralizr,ato lll'l 7.:i/ 13, nel 100/ 17 mod . l.J e mod. 1G e nel 132/ 37. l/aho è costituito da nn brac<-io cli pnn!amento composto lli uu potta -alzo r1 fotma di piaStl'a tircolfll'<! che, mediante un suo mozzo, pnò essere i.11vestito su 1111 frn;o spor~ente da un bi-at:<·io fisso all'aff11 stc) (o claH'orecchi.one ~inistro <.lella cuHa) . Sul p ori a-alzo, mediante due hu1cc-ia con dti-pci-no cli· sposte su 1111 suo diametro, è imperniato 1111 tnmb11r,o rli el<>va 1.ione; atto1ìUO al tambul'o di eJevazione è gii-cvo.Le il corpo clel l'nlzo che poi-ta il cnnn occhia]e panoi-arnico. il lh·ello grach1a biJe di. sito ed il fo·e]lo tn1sYerx,de <li. sbanclanwnto. Il tnmb1no cli eJeyar,ione e c-031 esso iJ corpo cFnfao p nò essere disposto in nn piano vertic11Jc sec·onc1o le in<licazioni de] livello di sbuncl arnento, mediante un c011gegno a Yite pei-pctua r dentiera elicoiclnlc (o a vite e cllioceioln), (lisposto tra D tam · buro ed una appendice del porta -alzo dw fa i-11otal'e il tnmlrnro attorno all'asse determinato <.l aJle dti-per1no. [l corpo d' alzo è eoJle~ato <·ol tambnro dell'efoyar,io,ne me<Ji:rnte un <·ongegno di eleYazione n Yite [Wl1])ctna e clrntiera elicoicla]c che comanda :u1che un ta111l1nro portH-p:raclnazioni moltiplica1ri<-i, 8UJ (lUaJc è s1 gnal"a la gi·aclnazione cl i eleYazim1e. Il. corpo cl'nl:r.o i;> inolttc rolleg-ato all'nfl'ni;;to 11H•clinnte un clispo~itivo pc•r· iJ sito, a Yite e c-hinc-rinln. 1
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CO.'\CEG:'\! ED AI'P ..\HECCH.C 01 I'Ul'\TA:IIEl:'\TO
A gcu do a l d isp os it ivo p el' il s i to, si dil'ige ln linea Lli mirn. al bersaglio o si centl·a il liYello del si to prcYentivamentc gl'nd nato, facendo ruotare tutto l'alzo (corpo d'alzo . tamburo cli rotaziolle r eso solida le al cm·po d 'alzo ,cla] congegno di elevazione, e pol"la-alzo) attorno all'asse di rotazione aYentc formn cli fuso s por gente dal braccio fisso all'affusto. Agendo n) la vite perpetua clel ('Ougegno <li el evazione, il corpo <l'alzo 1·imau1e fe1·mo pcrch<\ tl'altenuto clal clisposith·o p e r il silo e s i s postm10 in veec i I t a mlrn1·0 di eleva zione e il 910rta-alzo. Q11c'st "nJti1110 qnimli si :-:posta dalla po~izionc ini'l.iafe dell'a ngo·10 cli sito e llclJ',mgolo <li el enud o~1 c, e F assc' delle dti-pe1:no. chr Yienc a r:1~>p1·esenta1·e l'asse' delln bocca da fuoco (eù and ie il hnH:cio ·di p untc1me11to) . si irn·linn s111J'01·izzonte clcll'nng-olo <li tiro. s01m1w ,lei (lue ungo li . J1 pol'ta-nlzo ha snpel'iormente m1'appPnùi<-r a settore <·011 nn ~n cliee fisso cd 1rn indice ruoh:il c a tlorno ad 1111 pe1·110 . Una camma è gfre\"Ole sn) fuso fi si::;o all'affusto (u<l è iiRsata all'oreceb.ion e) c<l è <·oman,ln1n per mezzo cli unn n·nsmissioue claJ1'01"eceh'iorn~ della ~11 lla . Qn1111clo la cnlln . per effetto de l sno (·ongeg110 cli pnntC'ria i.n inelinazio11c, rnotn a1.to1·no np;li oref'c-hioui, la cnmma si.
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agisce suJl 'indice <'hc rnoi'ft a lt mn o al suo pc11no;
qnan<lo l'indic<> mobile ,ie11e in coni~p001cl e uza dc,ll'indicc fisso, l' asse cl Pll' Hni ma ri:--nl1a parnllelo nll'asse t1elle Yiti -peeno ossia
è pnntnto. N <'i::;smrn n ltl'a ,pm·tieolnrità clt>g-na di 1·iliern . i 1·isrontrn in cinesti n1atcrin li di p1·Nla helliea , cir.c;a i con gt>gni cl i purnt a rnento <' gli nhi. Uua s istemazioll<' originale, nd alzo irnclipendrnte, la trovia rn.o invece HeJl'obice cla 1G2/13 (ma t e ri nfo inglese entrato in scr,izio 11cl clopogncna) (Ji'ig-. !50-:SJ) . L alzo è ,1pplicato nel nn s npporto cl'aho fo:so aJl'affnflino, snl fianro sinistro . I l snpp01·to è'> rostih1ito <l::i 11 11 hra{·<·io spor·ge·n te ili alto C'on m ozz.o c> Hvo. il cui nsse è normale all'asse del pezzo. Un n piasfrn cli sostegn o. pol'tn 11 te nn pern o che si. a cl atta nel mnsC'hio dPl supporto, è· unita nl snppono ~tes~n rna pnò ruotare> 1·i~petro a qnrslo pr1· nssmnr1 e gli nn~oli ,li in<·li nar.ione - 377 -
CO);GJ-:G~C 00 .\l'f'.\P.ECCHI DI PUN'.l'A.11!1!:NTO
imposti alla bocca da fuoco. Tale piaslra è colJegata al settore dentato del congegno di punteria in alter.za medi.ante un ti rante, che va antei-iormente ad unirsi nel un braccio dell'anell o di orecchione clel settore dentato cli elevazione; la piastra, stessa è quindi comandata dal settore dentato . Alla piastra di soste gno è imperniato irnperiormente, per mezzo di un albero longitudinale (il qnale si clisponà parallelo all'asse della bocca da fuoco punt,1tn) . il c:m·po d'ah;o. A questo, per mezzo di un perno trnsYersn lc inc-linato cli 4".30. è unita rnnn testa (testa
Fi;.r. 30 - Si:s tc,1rn1zi o1u· ad aho lndi prndrute u(•ll'obice da 1G2f13.
cl'alz_o), che porrn il bkthierc per il cannocd1iale (Pa,noramico, la- Jhclla di sbandamento, la ]iyellu del sito, ed un settore dentnto {l i eleYa,r,ione comandato da 11n yo] antino fisso al corpo d'alzo. 11 coi-po d 'a lzo portn nn disco cklle elevazioni, graduato i1n millesimi con nmziona li. Il corpo d' alzo. in ba sso, pol'ta una chiocdola oscillm1te nena quale è avvitata una luugn vite trasvel'sale a -d oppia filettatura invei·. a. Qnesta Yite può a s ua volta avvitarsi in una chiocciola portata dalla parte inferiore della piastra, di sostegno. Ad essa si agisce mediante bottone di maneggio fissato alla sua est1·emità sinisil·a. Il sistema pe1·mette q_uindi di far -
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CO:'<GliJG-.KI 1:JD M'PAHECCIU DI PUNTA'.:\JR.KTO
oscillare il corpo d'alzo, e quindi. l'alzo, in u:n piano •n ormale all'asse clel pezzo, e perciò è sempre possibile, centrando la bolla di sbandamento, nssicurare la iperfrtta Yerticalitù. dell' alzo indipendentemente dal dislivello delle ruote. Intorno a.cl un perno trasversnle :fissato n) corpo d'alzo può ruotare, come si è eletto, 1n testa d'alzo . Jl moYimcnto di rotazione cli questa ~ntorno al pemo anzidetto è ottennto mediante
F ig. 51 • SistC'm azìone nel alzo iDdip<'nclente 11\'ll'obice da 152/1:-l.
una serie di ingranaggi fissi al corpo d'alzo e comandati posteriormente da un ,·olantino. Una vi.te perpetua cn lelta,ta su ll'albero rlel volantino agisce su una ruota elicoidale portata, da un albe1·0 trasversale al quale è solidale un ro(·chetto che ingrana nella dentiera interna del settore della testa d' alzo . SulJo stesso albero è :fissato il tamburo graduato in m.mesimi. Facendo segnare l'alzo sul tnmburo. la fo·ella si inclina -
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COSG8GSI ED Arl'ARP-CCDI DJ r'U~T A:\H)S'CO
dell'angolo di e)eynzione, ma non si sposta il col'po dell'alzo nò la piastra--so tegno; agcnclo poscia al Yola,utino di elevazione si sposta cl.ell'~rngo]o di elevazione ht bocca clu fuoeo, il cor·po cleJl'a]zo e Ja ipiastr·a uuitnmente al settol'e di elevazione. A questo congegno di pnntamento cd n Jl'afao S:koda -renne 1·cccntcme11te sopp1·essa, 13 « corl'ezione automatie:a dello scostamento)) pel'chè 11011 abbastanza esatta, iu quamto ta]e co1·rezione eta sem pre la :-;tessa pe1· tutte le <:ariche, e ne conseguiva perciò il fatto èli doYer co1:reggere ugualmente la ,derin1zio11e di nn <.:erto 6S, diffcren1.a tta lo stostamento effettivo e qurllo corr ett o automaticamente da'll'appnrectl1io, fatto chr Yenin1 così a complicai·e ](, opernzioni cli pnntnmento.
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All'inizio del 1015 appaioJ10 in servir.io p resso cli 1101 1 primi materinli c011troaerei e le prime Isi"l'uzioni sul til'o controacrei che si pe1·fezi01rnto.oo e si sviluppnrono clurnnte ln guerra onde
R o c eh,ff • eh. sif-,
F ig. 52 - Sistemazione a lin<'a di mira i111lipenclP11tr pt•r tiro contrnat>rei.
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COXG BG:\f ED Arl'.\ J:t:CCH! DI P U);TA -:'I l E);'.l'O
far fronte alle necessità, sempre <.; 1·escenti cli assi<:1u·a1·e 1111a efficace difesa contro gli ::i erei. Il pl'imo rnatel"iale apparso in senizio (n il 7:-; C.K. !;i~temato su autocarro: raffusto a ,piedestnllo ha un congegno di puintcria in inc1ina:done a cl.oppio comaJ1 clo, nno per Fangolo di sito e l 'altro pel' Pelc,adone in modo da poicr (lare conezioni ad uno qual iasi <lei due ringoli 1 sito ed nlzo, senza infiuil'e sull'altro : questa 01·g:rinizzazione del materinJ e c:onsente inoltre un a sif:>tc>m:-1zione « a lil1ea di rnirn indipendente>> (Fig,. 52). La r eali;,;za zionc di q11es lo congegno <~ st>mplic0 : nene orecchionict·c clell'affnslo sono c·ontennti gli orecchioni c·:wi cli nn
1:'jg, G3 • Cung..,gno <li d Lr ezione 11C'H11. s is tc1m1?.io11c a l i1wa ù i mira
in<li11endencc per tiro controacr<'i.
settore cli. p nntnrn ento; 1H•g li. 01·ccchioni cavi del settore di puntamento sono contenu ti g-li orecchioni dcJJa culla . Un a r co den t a to di elevazi one, portato dall a culla, viene mosso cla nn rocchetto dentato poi·tnto tl.al settore di Jì untrimt•nto : ngendo al rocc;hetto di eleY11zione si sposta hl sola cnlla . U n a r co dentnto cli siro del settore di puntamento Yicne mosso da tin r occhetto cfon t nto p01' t.11to dall' nffnsto: age1nòo al rocchetto di sito ,;;i ~postano il sett01·r cli pnntnrnento e la c11 lla. -
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CO:'.\Gl~G:'.\l ED .\PJ?.-\RECCBI O! PU~'.1.' AMh , 'TO
Il congegJ10 di direzione (Fig. 53) è ottenuto coll'applicazio~ u1.e, ulla te.-tnta del p iedestalJo, di una <·oro11a dentata elicoidale, in cni ingnurn uua Yite tao1gente calettat a su ·d i UJn albero portato cl aJl'.1ff11stino e -cornaJJdn to tlh'ett a1D ente dal puntatore me- . diante un volantino. P er ottenel'e poi con grande rapidità ampi spostamenti in direzione, l'al bero della vite tangente è montato su cuscinetti eccentrici cbe permettono di clisimpegnure la Yite twngente dalla col'ona <l entata . Ancbe per i materia li eontroaerei, come s i vede gli stndi e le reaJizr,azioni. erano sta t i spinti a buon punto, ma Ja. guerra <:i colse con 1poche b11ttede specializzate pcI' iJ tiro contr-0 a erei, cosicchè l' .Artiglieria d ovette sopperire alle emergenti illecessità con ripieghi rn 1·i cd adattamenti. di drcostanza (Fig. 54). I cannoni da 7G/ 906 e 75/ !Jll vennero usati specialmente n el tiro di sbn rramen to e di interdizione Acfattanclo vnr.J' ripieghi per aument ai·e il s et tore di tiro ,erticaJe e qn ello Ol'izzontale. Le ruote -ven:nero disposte s u di 11 n' argi1ne iper avere un buon settore verticale e ven11e impedito alla coda ·di inteTTnrsi per ottenere i r a,pic1i. spoi:;t mnent i. in dire1,ione. P er le batterie fisse i pe1,zi ,enne ro s istemflti in modo di ottenere un settore di direzione ùi 180° ed a nche di 360°. I n modo amnlogo ve1me sistemato il cannon e da 75/ 911 e quello da 6;'; da mont agna . I cannoni cl n 75 A. e cl a 87 B. fu rono si.sf·emn ti su -cli un Hpposi !o sottaffusto (tipo M:uchionni.) che concedeva un settore orizzontale di 360°, e Yennero inoltre dotat i di nn cOOJgegn o di pnnteria speciale per ampliare il settore (li tiro verticale. QneP:to congegno er a costitnito cln qnello r ego1nmentnrc, al quale -ven11ero a pportnte le segnenti modifiche: l a linen di mi.rn naturale spostata in fno1·i e(l in alto : alla t esta dell' afao venne appli cnto nu1 nrco g1·ndnnto ne] qua le poteva scorrer e una mira a t rap:n:mlo verticale rbe portn-vn n sua volt a un cursore mobile verti calmente . ~nll'nl'co veniva seginata l a variazione di djre1,ione. e sn l tl'ng:u:u-ilo <JU ella cli sito. Anch<' il. cannone da 120 B. venne sistemato, in nioclo a nalogo. su di 1111a i.nstn1Jar.ione di riJI)iego e dot ato di u no speciale con gegno cli pnntame111to simile a quello già descritto.
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COKGEG:SI EO .\PP,\HEl '<'FII DI rUKT.nll::.'sTO
Fig. 51 .. Installazione pPr ti r o controiwrei cld 75/911 e del 65 mout.
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C'OXCl·JGN'I ED Af'P..\flE('(.'flt or l'Ci\"'l'.-DfE;\'J'()
Le conting<~nti necei-.i-it.ì. (l clla guena furono le cause deter·minanti dei ripieghi adottati pe1· vecchi mnteriali di a rtiglieria adibiti a.L tiro controael'ei; 11H1 è ben e n otare elle strumenti e congegni di pnntnm<'mo ben più perfezionati eraa-io giù, stati ideati e costruiti nel periodo dnl 1911 al 1914 (applica.ti nel camwne cla 75 C. K. ). n liro controaei-ei non orp1·e e gli artiglieri. e i tecnici e.I.te a YeY11no già ideato e costruito mezzi iùo11ei. e per quel tempo aa1clle perfezionati per battere il nuo,·o obiettivo comparso sulla stena : W quindi, se mai, ad altri <:he risale il torlo cli non aver preveduto lo svilitppo i-apiclissimo dd 1' Arma aerea e di non aYcr quindi p1:ovved11to ad aippronta 1·c s n Oicien ti mezzi per col pirlo . Oomunq ne le vecd1h~ artigliel'ie intclligeuternente si.sleurnh! e modifì.ca te si org-a nizzarono co11 gli espedie·11ti fiommn ria mente ricordati e fecero fronte alle inuove esigenze. Gli a p parecchi. cli pnn tauien to per il tiro rnnt1·0Hcrc>i -rennel'o ideMi e modificati iJ1 modo da poter esegnii-r sia il pnntmnento diretto e sin il pm1tame11lo indii~etto, t('nendo conto clw. clura ntP il tempo l'he il ptoielto impie~n a pel'rorrerc la traiettoria, l'aereo s i sposta in direzione, sito e di!:;tanr.a , di q11m1tità che 11011 potevano nuche allora cssc1·e t1·nse11rate. La bQ'!'<:n cln fuoco pN-tanto non <lo-reYn esse1·e !PU11tatH nl « punto presente>> (pnnto n1g-ginll1'0 cl11ll'aereo 11eJl'istante in cm i pm·te il colpo). ma ul « punto futmo >> in c·ni. l'aereo Yic,ne <, tl'ovarsi n el f'i ·ta~1te dello S(·oppio del ptoietto. Le vm·iH1.ioni cli dir·er.ionc> . sito ed alr.o, cnmbiando conti mrnmente, l1isogn;1rn i111·roclm·le, ~e1na spostnee la linea cli mira ea ag-cnclo ai cong-cg;ni eon diversi -operato1·i in moélo rhe le singole operaziot1i cli pnnhnnento potessero Pffettnars i contemporanenmente e senza di, turbo rec·ipl'oco dn parte elci vn1·ì Rerventi. Lo sistemazione a liuen di mira i11clipencle11te ,·enne snbito attnala inel nuovo matel'inle da 75 C. K. mediante l'impiego cli un a,pparecc·h.io cli mira e di. u11 indic-a1·ort' dellP distanze, appli cati nll'affoi:-to con cong-ep;no di p111nteria a cloppio comnnclo. L'appal'ecchio di mira n tannoc-<·hìnJ e p1·ismnti<·o (Pig-. 55), munito (li due tamb1ni. moltipJicatoi-i pe1° l'int1·oc1L11.io11e d elle varin:r.ioni cli dire1.ioni e silo. Yenne fissato all'on•e(·hione del settore ~
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C'OXGEJGKI ED APP.\RECCHf 01 P UN'l'A)IEXTO
di p unt,1111ento: iutroclottc le n1 ria :I.Ìoui (li di1·czione e sito ,nel cann occhiale, dirigendo poscia la linea di mira nl Fohiettivo (agendo ai YOlautini di direzione e sito) il settor e di puntamento e la culla assum evano l'a ngo.l.o cli sito fut nro e l' asse, de1hl bocca dH fuoco risultava diretto al punto futm·o. P et dare l 'elevaziou1e relativa al punto futuro , il'a seLtore di puntamento e c nW1 Yenne sistemato l'indicatore d<>Jl e dislanr,e : facendo segnare snll' indicator e la distanz a fni nra, i 11 r elazione al sito futuro , media n te l' azioue al vol unii1no di elevazione, la culfa assnrneva r an golo cli eleY:u:ione fu l uro r .ispetto al settore di pn!11tarnento, e l 'nsse <l e1l'anima :issumeva in definitiva Fnngolo di tirn fu turo. I/ajppurecrhio cli mit·11 {lcl 75 C. IC era costitnito cla un cannocch iale conteuentc 11n prisma, assic·urato ad nn sostegno
l'ig . .;.j · Apparrccl.tio di mini di I 75 ('. K.
fi.ssnto nll'orccchioue del settore cli. puntnmeulo, jn moclo cla, ris nltare coll'asse dell'obiettiYo parallelo all'asse clell a culla quando l'elevil;r,i.one è zero, e c0n l'nsse dell 'oculatc snl prolungamento dell'asse degli orecchioni, affin chè il ·puntatore, faeerndo fronte nll'o1·eechione, possn mi.rare con comodità qualun que sia l'angolo di silo. · Per l' introd uzione ,clcJJe val'iazioni e <.:orre;r,ioni -di di1·e½ion e e cli sito, i1 porta -cannocchiale è sistemato sul supporto in modo da poter ruotnre si a nttorno nlFasse clell'a]bèro clcl s11 pporto 2?i
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CO::SGEGNf EO ..\l'PAHECCH ! DI l 0 U NTA:\TE1'ì'.1'0
(direzione), e sia attoi-,110 nll'asRe parnlJelo a, quello degli. orecchioni (sito) . I m0Yime11ti sono ottenuti a mano e soJ1 0 limita t i. a poche centin aia di mille~illli per parte ùalla posizione di origine. Mirando al segno con moYimenti dei yoJantini cli dire:r,ione e si.to, il settore di p1untamen to assume l'angol o di sito e t utta l'istallazione l' angolo -d i direzione. L'indicatore delle distanze è congegnato come mostra la Pig·. 56. Col movimento della cn]]n attomo agli orecehioni, l'ispetto al setto1:e di puntamento. Hi fa rnot nre anche llll disco
Fig. 50 . Judlcatore delle clistnnzc n<'l congc•gn o Ù{'l 7iJ C. T.;,.
moltiplicato1·e. graduato girevole su u,n perno nsso nl settore. La trasmissione del mo,im.ento è fatta con vart mezzi secondo i congegni. La rotazione del disco è mo1to più ampi.a, della corrispon drnte rotazione delln culla. Acl ogni posizione della culla rispetto nl settore, ossia acl ogni angolo di elevazione, corl'isponcle una data posizione del disco ri spetto alla poshione iniziale cli elevazione O. 386 -
CO)IG!WNI ED APPAHECCBI DI P U )ITAMEN'TO
Per tener colllto che, a pal'ità di distanza, l'elevazione varia coll'angolo di sito, l' indice delle elevazioni, anzichè essere fìsso t è mobile secondo un raggio del ,clisc,o, per ogni valore di sito,, e passa, così su mia circonferenza (ideale) che eostituisce una: cnna. di ugual sito; sul disco sono poi traeciate curve di ugua1 clistam,a sulle vntie linee ,di sito, arnnti andamento a spira.le, Agendo al volantino di elevazione si fa coincidere la punta clell'incliee, clispostn in posi?:ione e,onYeniente i n relazione all' mngolo di sito, colla curva della {listunza comandata. La culla assume così, rispetto al settore di puntameuto, la volut11 ele vazione. Il movimento cle.ll'indicc, in 1·eJazione all' ainp:olo cli sito, è ottenn to automaticamente con ingrnnaggi tra il settore di [)lmtamento e l'affusto, oppure mediante nna massa pendolare, che rimane sempre verticale anche quando il settore ruota attom10 agli orecchioni. Quest'ultima disposizione è applicata. nei com~ ,plessi contraerei navali, nei qua li l'affusto non può mantenersi semp1·e su un pia,no oriz1,ontale perchè segne i movimenti di beccheggio e di rullio . , Per artiglierie su installazioni di ripiego, gli strumenti cli puntamento non vennero cambiati ; venne prei:sC'ritto che la variazione di direzione fosse segnata sul cerehio dello scostamento del supporto del cannocchiale, e quella, di sit10 sul botto111e striato per il movimento zenitale del riflettore del cannocchiale panoramico. T/apQ)li.cazione del congegno cli mira. all'orecchione del settore di puntamento ebbe come conseguenza il movimento del congegno di mira col settore : qua1I1do questo assumc~va l'a,ngolo di sito, l'asse clel congegno di mira si i01clinava dello stesso angolo e così pure il piatto di direzione sul qu ale venivano introdotte le variazio1n i di. sito. In qneste condizioni il eongcgno di mira dava crrol"Ì di verticalità che, a differenza -di quanto si 1erifì.cava mel tiro contro obbietti.vi terrestri, poteva1no assumere valori notevoli; tali errori non erano sfuggiti ai costrnttori di questi primi congegni, ma essi non diedero a siffatti errori tutta l'importanza che merita.vano, talchè si fu poi co-stretti ad eliminarli. con opportnni corrc~ttori. -
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CONGI::Gl\"I l:JO APl'.\JtECCHI OI l'U l'.TA)H:);'1'0
Gli errori di veriicalitù, si manifestavano uel seguente modo: Kon tenendo (·onto della elevazione, (pe1· semplicità, di esposizione poichè le conseguenze non vatiano), supponiamo di a vere un obiettivo coJL s ito a ze1·0, il pezzo sarà. orizzontale e così pui-e il piatto dello strumento di puntamento e l'asse ottico. Se si fa segnare allo str umento una, variazione di sito Az, l'asse ,o ttico s i inclina di e.i e tale inclinazione non varia facendo iu seguito seg11are Y,Hiazioni di direzione 6.cl. Lo s tesso avdene se facciamo segnal'e iprima variazioni di direzione e poi variazioni di sito . Ripo1't11ndo l'asse ottico sull'obbiettivo muovendo il pezzo, questo assume integralmente le variazioni <1.i e ò.d. Supponiamo invece che sia il sito i magg-ioi-e cli zel'O: il pezzo, il piatto dello sfrumento di puntamento e l'asse ottico sono inclina ti cli i . Se facciamo segMre ::;nccessirn.mente variazioni cli direzione sempre più g-rnll(li, l'inclinazione dell'asse ottico a111d.rà sempre dimi,1111endo fino fL che, per Arl = 90°, si annulla . l.i'acendo. per ciascuna di queste varia½ioni di dire:,;ione segnai-e unn. variazione di sito costa11te Ae, l'asse ottico s arà inclinato di z. ± Ae solo per Ad = O; pe1· Yalori Cl'escenti cli Ad, sal'à iuclinnto di a111goli inferi01·i nel e± A$ ; per ò.d = 90° sarà inclirnito solo di ± Ai. In conclm;ione, aYendo sito moggi.ore di zero (caso normale nel tiro coutroae1·ei), l'inclinazione che assume ]'a!'lsc ottico. dopo aver fatto segmue la, variazione di direzione, è sempre minore di quella voluta: ripor·tanclo l'asse ottico sull'obietti,o Il'.i-oven1lo il pcr,zo, si verrà a dare a quest'ultimo un'incli nar.ione, risipetto nll'oriz:,;onte , sempre superiore a quella Yolnbl , e riuimli il t iro risnlterà sempre troppo alto (erro1'e sisteroatic-o in sito). L 'errore viene a grnvare snl sito nssunto dnlla bocca da fnoco; praticamente viene attribuito nlla. vari::ur.ione cli sito, ed a quest'ultima viene apportata una <·orrezione. Con mrnlogo ragionamento s i tt'ova che la vm·iazione di direzione segnata sul cerchio di direzione viene integralmente
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<.:OSl3·0GSI l'ìl) ..\l'P..\Illi:CCHf DI t'VN1'A'.IIEXTO
assunta dnffa se ottico solamente quando si abbia nuiazione di s ito 1.iu]fo (asse ottico parallelo al piatto del congegno cli mira giacente n1el piano di sito). Se inve<·e si fa assumere all'n se ottico nua variazione di sito ù:a: , esso viene a formare un angolo col piatto ed allota, facendo segnare Yariazioni di clil'ezio,ne Lid sul piatto, l'angolo di c.;ui ruota l'ass<~ otlico è diverso da Licl ; l'iportanclo l'asse ottico sul.l'obiettivo, lllOvcndo il pezzo, si venù, a dare u quest'ultimo una val'iaziollle diversa da qt1ella ,oluta (errore sistematico in direzione). Kel tiro coulroaerei gli errori cli verticalità furono chiamati « el'rol'i sistematici)> e vennero <:orretti mediante speciuli correttoti {li <.:ni fnrouo dotate le 'l'a rnlette 1pe1· il tiro c.;ou troaerei, che fornisc ono ·rnlori delle varinzioni di direzione e cli sito . Per evital'e gli el'l'Ol'i di verticaJit.à occorrevn eliminare la can sn. e cioè mnntene1·c l'appareC'ehio di mira vertic:ale, e rendere mobile la linea di mira rispetto all'apparecchio fisso . Per conse1·Ynre ln sistema,done a linc•a di m.ir:i indipendente, ed effettnare il pnntamento dell'arma in sito, si l'<'Se an clie necessnl'io {'.he l'n1'se dell'nnima si spostasse parallelam<•1He nlla Jinea di mira quando ()nesto venh·a diretto aJl'obiettho, e rnel co,11tempo che la linea cli mim potesse anche avere mm·imenti inflipPndenti per introdurre le va riazioni. fl i dire zion e e di sito. nette pos~ibilità Yennero r ealizr.ate nel congegno cli mira cor1'ctto che sost.itnì il Yccchio .apparecchio cli mira del 7G/ GK. Nel c·ongcgno di rnirn conetto) per 111.:111tener-e l'apparecchio di mira fi so sempre Yerticalc. esso, no1zichè essere portato direttnmcJ1te clalla massa osdllante od essere ad essa co]]egnt.o, è por!Hto cla 1111 sup1Porto fisso .a'J'l'affusto e questo, nelle artigliel'ie c.:ont.roae1·ei su offnsto n piedeslallo od a falso piede~talJo. pnò sempre essp1·e disposto col suo asse Yerticale. Rispetto nlJa base dello strnmento fissa e qnimli sempre ot'iz.Y.ontale, si muove 11n piatto di direzion e col qu ale si mno"l'Ono le parti ottiche. Rispetto nl piatto cli direzio1ie il cannoC'chiale . i può muo, c1·e ne] pinno vcrtienlc, sia per segniPc nei suoi movimenti il settol'e di pmntamento P sia per iil1trochn·1·e Je variazioni di sito
TA\'OLE'J"rE E: C.\LCO f, .-\'J'OHl PEJI IL ·rmo COXTRO.-\EREI J,J DA COS'l'.\
inclipeudentemente da i movimenti del settore di pu.11tame11to. In Q)articolare il congegno di mira corr ci.to è portato da unu mensola fissa all'alone sinist1·0 del1'affuslino (perno a forcella)
e quin~i sempte 01·izzouiale. Il <.:llJJ11Jocchia]e ba movimenti attol'no ad un asse sempre Yerticale p er effetto d i nn congegno di clirezio11e coruanclat o da un bottone pel' l inh-O(l nzione delle Yarinzi,oni cli dil·ezioue, ecl attorno ad un asse sempre orir.zontale, per effetto di un congegno di sito comandato da un bottone per l'introchizionc delle Yaria zioni cli sito. Inoltre, girando aneora altot110 allo st<'sso asse sempre orizzontale il cann occhiale può seguire i movimenti dell'arco dentato cli. sito (settore di puntamento) meclin nte un piccolo settore dentato applicato a]Porecchione clell'al'ro 1lentato cli sito ed un rocchetto po1·tnto da]]a mensola, ing1·nnante llel settore dentato e co llegato, con npposito ginnto. c:ol conp:egno di sito: in tal moclo ]' asse ottico (linea cl i mirn) e pe½zO scp;uono assieme J'obbiettiYO in senso zeinitnlc, o, come volµ:armente si dice, in s ito. In segnito tutti p:li a[ÌparecC'hi delle rno<lerne :n1 i~dicrie c·mitracrei furono orgnniz:wti in modo da non dnre enori di YPl'tÌC' a li tà,.
§
Il
Tavolette pe r il tiro controaere i troae rei e da costa.
Calcolatori per il tiro con ,.
Per il tiro contr oaerei occorre, come si è yisto , clcterminnrc il co~idctto cc punto fu1n t o )), 11el quale p 1·oicf'to cd aereo dovrebbero incontrarsi ;e per ottenere il pn nto fnturo è n ecessudo individuare i « plrnti presenti » dell'aereo (che costit11iscono la r oHa), e qnindi estn1polarc per il « tempo morto» (11ecessnrio per carica re e puntare) più In durata clella tmiettoria. ~
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'1'.\\'0LE'l''J:0
i-;
CALCOL.vrorn PEJ: IL TIRO COX'l' l{OAEJll•:1 P. D.-\ COST.\
L e prime batterie coutroaerei sfruttarono sistemi ed apparecchi di Lfro ass ..1i diYcrsi, sorti s;11Luariamente sotto !"assillo <lelle necessllù, wnti n gcnti. . Il primo metodo elle compai-Ye da noi in Italia fu q 11ello idento dall'aJlo1·n colon. Aldo .Buili : esso si b11 s aYa snll.'ipotesi che il moto dell'aereo sia continuo per il tempo occorre11te a 1Prep:nare il tiro. Per lu sun attuai\ione si richiedeva un tele-metro monoslatil'O, dne goniometri per til.'o coutl:oaerei ec1 u11a tarnlelra éli tiro ulla quale Yenirnno costrniti i diagrammi dell e distanze, delle variazioni di si to e di llircziot11e . 11 fum:ionanwnto dell' insieme ::wreniYa nel eguente m oclo : Il teJemeti-o seguiva, J.'c1ereo tenernlo cos1·antelll.('Hte in coindclenz11 le due immagini date c.la1l'ocu1are, e face11clo segnare (·on eontinnità hl tl.istanza reale ,del bersaglio clall n hntteri n. 1 <lne goniometristi (per il sito e la direzione) teneYnn o sc>U'.l.pre l' aereo, F uno s nl filo ,·erticn le del micrometi·o (,:ariar;ione d i sito), e l'alt-l'o sn l filo orizzOHlale (vari azioni cl.i dire7.ione). 'Il cronometrista dan1 il tempo di dne in dnc minnti setondi. cd al decimo seco.11<10 nn aiùtnntc telemcLrisln Jeggen l a c1ii::lt1J11/.fl D in ettomctl-i segnali in <Juell'ishrnte clnl telemefro. co•n tcruporanearneute i {l ue goniomeLristi da,ano le variazioni ùi sito ~e e d i dil'ezi ouc, Ml. Alla t avol eLta di tiJ'o tre grafa:;ti rnccoglienrno q1wsti dnti tostrnendo ti-e diagrammi tra questi ,·,1lori ( presi come ordinn te) ecl i Lempi (presi come ascisse). Qnando il Comnndante la battPtfa giudicnva che il Yelh·olo ass11.men1 rottn 1•pg-olare, ehicdcva. con un comnndo, i dati per il fo oro . Allora il grnfista clc'lla <listarnrn. dopo prolungato il clia grammn, leggen1 nella UlYOletta la. clistnnza dte avr ebbe avuto il l1e1·saglio a Lla iìnc d el tempo 1' -l t (frmpo morto più durata. della traiettoria): i ~rnfisii del sito e clelJn di r ezione. dopo aver prolun p:n to il diag-rnmmn, legg-cym10 cUrettnmen te l e varia7.ioni ,li. sito e di di rezione per ln sola amni n della trniet · torin. L e ope1·azioni. si svol~eYano r itmic arnrn te. con conti1111i tù. anche memre p:ntfrano i colpi. iper modo c-he 1n battnin aYeva SN11p1·c la p osl'lihiJi.tà fli far fooco. Qnrsto metodo 1·apJ)l'Psentò il nostro metodo 1·e~0Jament:ire p er le bntterie cli ca nnoni antocnmpnli. e con qnn1chP moclifìca -
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'J':\ VOLl-rrTJ.l (~ l'.\LCOLA'J'ORI :rim Jf. 'l'InO CO:'\TUO.\EHEI E DA
cos•r•,1
esso è ancora in vigore per le battetie fisse, e anche quale mezzo di l'.i piego (in l'iserva), per batterie dotate di centrale automatica. Altro metodo in uso clm·ante la guerra presso la 3" Armata, è quello idealo da l ten. col. Oalleri che serviva U/11 rete d i Sezio11i (2 pezzi) collegate con linea telefonica e munita di osservat01·io, in cOIIldizioni tali che due di esse potevano contemporaneamente collima1;e allo stesso aereo che s i trovasse nel loro raggio <li azione. Le caratteristiche del metodo erano : puntamento indire tto, ipotesi cli moto rettili,neo con velocità e quota costa11i i. Pe1· determinare i. dati di tiro occorrev11no per ogni osservatorio: un goniometro; un grafico degli aziniut per stabilire la rotta e la distanza 01·izzo11tale clel velivolo; 1101 grafico delle qnole per r icavai-e la quota in funzion<' ,clc1la distanza e dell'a11golo cli sito; u na tabella dei momenti ùi fuoco 1Per determinare l'istan te fa1 cui dovevano partire i colpi. Gli osserva.tori delle -clue Se7,ioni che p otevano aprire il fuoco puntavauo con contiunil..\ all'npp;11·ecchio e ad ogni. 10" si comunicava no gli azimut che, i-iportaii sni grnfìci, forniv:wo Ja proiezione oi-izzontale della rotta. Noti. il sito e la <lislanza si determinava 1a quota col g1·nfico relativo. Volendo nprire il fuoco, con apposita sqnadretta si prolungava Ja proiezione cleUa rotta e si leggevano nel g1·a:fico stesso degli Hzinrnt, in bHse alln quota. e alla disiao1za, i <lati per il tiro . Il ·colon. Garrone ideò nn metodo di. tiro controael'ei per le batt erie occasionali, facendo l'ipotesi che il volo avvenisse a quota costante e con rotta r ettili.nc•a. Per 1n determinazione -dei dati cli tiro occonevano: un tamburo calcolatore snl quale si tracciava un diagramma fra angoli di sito e tempi; due goniometri, dei q1rnli uno per il sito di J O" in 10", e l'nltr-o per dare le variazioni di sito e di direzione; dne calcolator i gra fici cli cursori ,per cledune, dalle corrispondenti val'iar.ionL il ·va lore clei cursori. Per l'esecu zione del tiro. stimata la quota , si tracci.a.va (di 10" in 10") snJ tamhnro -c;i lco)atore il diagramma tra sito e tempo, e, prolung:rndo la curva, si cleclnceva il sito aJ tempo 1'+ t. Snl tamburo. in funzimw delh1 quota e clel sito, si leggevano l 'alzo, la gradnazione e la. durata cle11a traiettoria: con-
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l'AVU LEl'l'TM J•: CALCOL.-\'L101n
r irn
.JL 'l'IRO COK'.l'ROA~ur,:1 "' DA COSTA
tempora111eamente, facenùo segnai·e sul calcolat01·e gl'afico dei corsol'i i valori delle val'ia,,;ioni di silo e di dil'ezione tlati dal secondo goniometro, in co1:ri.sponde11za dcll' a lzo aclot tato si cledncevano i du e cursori. Il metodo prnposto dal illng-g-. Hallnst in R egii 111muetteva. pure l'ipotesi della quoln, costnn te e rotta reltilinea , e richiedeva, i seguenti strumenti : un telemetro mnnostatico; una tavoleHa. di tiro; un regolo delle quote; due goniometri; un cono doppio, calcolatore dei cursori. Ln. taYoletla di tiro era con/.{<'gnata in modo da tracdnre il dia gramma della rotta in fnnzi o:ne del tempo e degli angoli di sito letti ad ogni J O". La quorn Yeni "n lktenui,nnta col t·egolo deJle quote in funzione del sito e della <listarnr.a trlemetrica. Il cono cloppio calcolatore dei. cursori si complmeva di dne troincl1i di cono :fissati aa uno stesso braccio di sosteg-110, su rin. senno <lei .qoa]i era anroJto 1111 foglio di c:1rta su cui erano se•• gnnle tnnte p:naJlele che portavano la gl'adua1,ion<' relativa ni cnrsori. Alla base di ciascnn c,o no vi era una scaln graduntA alla qu~de corrisponrlev:rno le varinzioni M e Ad al ritmn <li 10"; superiormente era imperniata nn'alidada gil·c>,ole che portaya 1n g1·aduazione clelle d111·<1te della tl·aiettorin. Per inizinn~ il t ito s i segrn1Ya su1l a tavolettn di tiro il tratto <lel diagramma tra silo e tempi corri. pondenli a 10", e si fi.ssaya graficam ente con una squadretta il punto di scoppio (a 40" dal seconclo stop). Il t elernetl'ista, ogni. volta che eN1 pronto, enunciava In distanza teJemf'trica e da cinesta, col rr>golo, cleduceva ln quota. in bnse al sito. Con la riga trasparente, in base rilla qnota, si declncevnno gli elementi ciel t iro e cioè: aho, gradna:done e clnratn corrispon dente al punto cli scoa)pio . 11 metodo f1C'l R egii poteva and1P esser<• applicato a l tiro a pnntamento i<ndiretto. Altri metodi e yninfli altri strumenti vennero stncliati e qualche volta, impiegnti durante la guerra. ; ma la tavo·1etta. Buffi andò nrnn mano sostitnenòosi n tutti i sistemi e fn la sola che rimase per lunghi anni ne l cl(;pognenn. sino nll'irnpiego dellf' moderne centrali di tiro. L<' gra111di veloc:iti\, raggiunte d.!:lgli aerei obhlig;nrono ben -
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TAYOl,E'l'l"J<) E CALCOLA'l'ORI P1m rr. '.l'lHO C0:\'.'1'1W A0lll•)l W DA COS'I'.\
pre~to gli artiglieti ad appo1 vn·e notevoli migliot·n men ti aJla bocca (la fuoco, agli affus1i, agli apparecchi di pnntmuento ed agli strume11ti 1wtessal'i per rilernre il « pun1o futnro )) e per {letel'miuare i <lati balislici ad esso relntivi. Una fiorihmt di si ndi. cli proposte e cli geuiali i m·enzioni s nl tiro controacrei si el,he nel pcl'iodo che scgnl la gnerra mondiale ed :1 questo l'apido e fe<'o11do cvolrcrsi cli idee eorrisposc 01eJla, pratica la l.'eaJizzazionr di q11ei mod er·ni apparec·c:hi c:n l ('olntoi-i <:he risol,0110 h,tm1tanenm.<'n1'c o q nas i il problema cli posizione e q nello balisl ico. Il pl'imo calcolHLore semimito.m.alico apparso in se ni1.io p1·c~F-o la nostra attigli eri.1, ,·c1rne idrato {lal mnµ;g . Galli (Ta-
'Plg. ~,7 - 'l'u,·010 prr\'isore del mag~. Oalfl . •Hoc1. 37.
yo]o ptedsol'e mocl. 37) . Consta d i un tan> lo p re \'isore, u ua c·ol onnina cli pu.ntcrin, 11n telrmctro 1110inostntico <>d 11a1 equi p aggi a mento elettro-telefonico. « Jl ta volo pl'eYi ~ol'e ) lo(I. Gala>> (Fig. i:;, ) contien e ti-e tappeti tll eHa distanza, del sito e <lrlln <lirP:do11e) c·IJc sc·onoHo con -
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'l'AVOLl•)T'l 'E ),) (.;A'LCO LNl'(ilH I'KR JL '.l'lnO co:-;'l'ROM~BG( [•) DA COWJ.'A
velocità cosrnllte e s ni qmdi Yengono n-acciati i diagrammi relativi coll'introclt1;1,ionc: ad i1nterrnlli tegQlal"i cli tempo, della distanza, (dal telernet1·0), de] s ito e <lelh1 d.irf!zio11 e (dall,1 colonnirrn1 di punteria) . I diagrammi continni nel tempo vengono estrapola ti otticamente cd i dati l'elativi aJ. punto futuro trasmessi a mezzo telefono eo11 conti nni.tà, ai pe;1,;1,i; il tavolo sfrutta l'ipotesi ccl i diagrammi clel metodo Buffi. Irn base alle esperienze> cd agli . lndi più recenti, venne da noi rea]izzn t!1 lii« Cen tr·:il e cli tiro B.(i.8. )) (Bnl'Jetti, Ga.lileo, 8. Giorgiof complel'amente ntitomnl.icn > ed organizzata secondo le esigenze dello spc>cinle impi ep:o, ,nle a dire : a) mec·c:,1nizzazione C'omplela delle ope1.·a;1,ioni cli calcolo
clei clnii cli posizione per il punto fnturo; b) trasfo1·mazione dei dati geometrici in dati balistici t_:orrett i pp1· le c·<md izioni <I Pl momento; trasmission e elett1·i<·11 <li qnl'sli (Inti ai 1pcr,zi: o) possibilità cli eJl'etnrnre il pu ntnmen(o diretto ed indi-
retto: quPst'ultimo <:PIH,t:1.lizzato oppure tC'leC'ornandato.
La sistemazione eompletn pe1· b direzione del ti1·0 contro-aerei B. G .S., comprende Je scguC'n li apparcc·c hii~nuc p1:i ncipali : il.) la centrnlc prOl)l'iHmerite netta, costi.lui ta da un cassone montato sopn1 un canoe sistemato sn di nn perno centrale i111torno al quale 1·nota in direzione, coman-
dato dalla man ove.Ila ·de) puntatore; nel cassone~ sono incorporati il telemetro stereoscopico avente base di metri 4. il cannocchiale <lel sito e quello della di1·ezione. Tntti g]i operatol'i (7 più il dii·ettore ·d.el tiro) sono con w11ie11icmcnte si::-.tc rnati s11'lla centrale e giraino e01n essa. I dati chP ln centl'nle eroga continun menle , ono : l'inclinazione>. la dil'czione e ln p:rachrn zione (li spoletl:i: essi , 'e>ngono inviati ai pezr,i me diante trasmettitori elett1·ki n cm·r<·11te alternata : -
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'l'..\ \"OLH.I'J'lj 0 CALCQ[,.ITOJH l'b1n lJ, '.l'IHO CO~TI!OAJ])Jtl•a 0 DA COSTA
B) il carro per il grupJPo elettrogeno è destinato ad ali-
mentnre i cfrcuiti in ccessari al funzionamento della centrale e delle trasmissioni. 11 g1'uppo elettrogeno è cosli.t11ito da nn motore a benzina elle aziona una dinalllo ed uu alternatore; <../) appatecchiatnra ,1i pezzi co!i:!titui.ta da i seguenti. di~
J -
spositivi: 1) co11gcgmo cli puntamento degli orga11i per il tiro diretto ed indiretto ; 2) gl'acluat<n'i di spoletta meccanici; 3) organi per il telecomanc~o id1·aulico. limiti ùi fu117,ionamento della <:entrale~ sono i seguenti : dista11za sulJa linea ùi ito <.la 1.200 a 12.000 metti; sito da - 20° a + 90°; velocità nereo da O a 200 metl'i-s<'<:om1o; durata <1eJla traiettoria dn 2" a 42"; tempo morto da. O" a 10".
Anche il tiro costiero de;-e neccssurinruente teDer co!llto del moto del bersaglio e pre;-edere la posizioue cli questo uell'istante dell'arrivo elci c-olpi sul mare. Il problema si. preseuta più facile di quello controaereo per cui, f))J'ima e durante la gT:rncle guc1·ra , C$SO venne risolto ('OJrimpiego clel tclegoJ1 iometro per la misura delle componenti del moto e pel' la determinazione clcl punto futuro; quindi mediante tabelle si ricel'cavano i dati balistici conispondenti a detto pnnt.o. La lein tezr.a con la quale il betsaglio Eli sposta consente tl i ·poter ass mnel'e tempi morti sensibili, in modo da effettuare le opernzioni soprad ette ruecliante grnftci o tabelle. Nel dopoguerra l'ntti,ità dei tecni<:i si era pinttosto para~ lizza ta sui calcolatori tper il tiJ.·o contl'oaerei, e (l'altra parte il tiro costiel'o non è che un caso particola re del tiro controaereo, ed infat ti alcnini tipi rli cf'nlrale per il tiro co ntroaerei so110 organizzati in modo da permettere il t ito n mal'c contr o navi. -
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TAVOT.Wfi'0 B CALCOT,.\'l'ORT PDR IL TIRO COl\1.'HOAJ•;R I•;I 1: DA, COSTA
Tuttavia qualche innova½i.01n e ve1me apportata : per le batteria mobili adibite a lla di.fesa. delle coste yenne <.:ostruito l '« Apparecchio ~[outefinale )) che permette di ri<.:avare, da un osservat orio situato fuori della batteria, la rotta dell a na.ve, le componenti polari del moto ed i dati che dovra,m10 assumere i pezzi per <::ol_pire la nave al momento in cui· i colpi. giungeranno sul mare. Questo co!llgegno, rnolto semplic2, era costituit o da una, i:avoletta sulla quale era fissato un rapportatore millesimale con alida.d a che permetteva cli segnare ia · rotta, ,per mezzo di coordinate polari (distanza data dal telemetro, e d irezione -d ata dal goniometro, cli 10" in 10") . Bstrapola11do si otteneva il punto futuro che veniva riferito alla posizit;ne della batteria mediante la risoluzione geometrica del t riangolo : batteria, bersaglio, os servatorio. Per il calcolo dei. driti di t iro venne stndiat o dai cnpitatni d'arti.glieria Oavic:chioli e Cambria m1 « cako)atore per il tiro da costa)), descritto sulla <<Rivista di Artiglieria e Genio >) del giugno 1933: ess_o , però non trovò pratica applicazione. Nel 1933 il gen . Raffaele d'Antonio icleò un ealc,olatore per il t iro da. costa che permette cli desumere con continuità, i dati relat ivi al punto futuro, quand o s.iano stati -determinati con e.ontinnità i dati cli entrata, e cioè la distanr,n (telemt~tro) e la direzione (goniometro) . Le eara.t.teristicb.e dello strumento $iOillO : , a) non si farrno particolari ipotesi sulla rotta; si ammette soltanto7 per il tempo di preparazione del fuoco e della. durata del tragitto 7 Ja costanzfl., dell' accelerazioné; b) può essere impiegato t an t,o nel pun tamento diretto quanto in quello indiretto ; ù) 1110n è automatico; richiede l' im piego cli G operatori che possono essere rapid amente istniiti; d) permette l 'introdnzione delle correzi011i. del t il'O. per le condizioni del momento e per tener conto dei risultati del t iro; e) può servire per t utte le ·batterie, a qnalsiasi quota; /) è cli facile impiego e poeo costoso. -
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Ke] H)36 Yenuc d ecisa l'adozion e di que.·to tipo di (·akolato1'e, costruito poi clnlla Ditta S. Gi or g io. Reeenternrnte iJ nwgg. cl' Artig:JiPria Luip;i l ndrizzi l1a iclento 1111 grnfop;o.niornetl'o costiel'o ,'ostitnito cla 1111:1 t:ivoletta con 1•appo1-tatote s nll.11 qm1Je vi.<>ne appJk a'to un sitometro a cnnnocc hinle; il grafogo:niometro pennette di iudivicluatc la rottll della na,e e di cletcrm.inure iJ punto folmo sia misnr~rndo 1n dist rrnza col telemetro e l'< ia dctr1·rninm1<lo m1H base ansilial'i11 agli estl'rmi della (lUale Yicne 1posto nn g oniometro ecl il p;rnfo p:011iometro. Qtwsto 8isten1;1 con. ente <li 1-isoJvcrn i problemi <ÌPl tirn coi:;tiero nel cnso cli puutnmeinto diretto cd h1dil'ctto, con e ~<~nza l'impiego del telc•mrtro m on c,statico; è di facile impiego e~ cli poco costo .
§
III
T e lemetri e gon iometri.
IJ tc>lemetro mono!-tati<:o, già in ·,1so sulle navi <la battaglia , tl'ovò nelln guerra mondiale la1·gn applicazione il1ell'inseguim1•nto clegJi aerei e :-e ne preYide l'impiego eone batterie campali pc1· risohcre prontnmente il probfoma ùella prcparnzioue topogl'ufien clcl tiro. I telemetti a coiu1ciclenza C"he entrarono iu servizio p resso cli noi vel'SO h i :lì ne d<'l J9J -t. pe1· batt.cric costiere e contl'oa er ei, fnl'ono dei tipi Barr. Zeiss e Goerz ·~on basi Yarfabili da metri 1 .R7 a. metl'i 10. e con i.ngTandimentt da 12 a 30 cliameti-i. J/artiglicl'i.a da costa ebbe in dotar.ione telemetri a coincidenzn di vario t~po. le cui curatt(>ristiche figmano nel seguente
qnncho : -
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T ELE:\IETRI F GO:'\IO)IETHI
CASA C0S'.l:H l:T'TIUCB
IBARR
Base (in mct1·i) Ingranùimcnto ùiamelri .
ZETSS
4,57
6
28
)4 e
±,3
Di.ame1To del cir colo ocu1a1·e
e
Luminosili1
28 ~,1
l.8,49 e 4,1
1°,4
Cam po r eah!
23 2,8 7,84
2°,5 1 1°,4
5ii0
1.00
500
200
2000
1000
1000
15
()
25
5 e 3
·7,3
25
-
9
2°,6 e 1°,4
Sostegno .
I
lO
i·o
'l'u!Jo . .
Miuirnn. dista nza mism·abile in m .
GOEH½
5
G0,2
D.iametro del. fascio cl'cn t rai·a .
IGi)BR7i I
780
2000
Le batterie adibite alla difes,t ravviei.n ai.a dei porti, e quelle antiaeree sfrutturono i telellletri Ban clel t ipo a coiueicleuza allora in uso presso la nostra :.\iari1ua da Gnena, e pi-(~cis:unente: il telemetro t ipo F .A. <la metri 1,:37 (a specchi), con iugnrndimento 20 diametri a scala rettilinea da 750 a 20.000 metri; ed il telemetr o tipo F.(J. di base 1,87 con ingrandimento JS diametri ed nna scal a fld eli.ca da 1.000 a 40.000 metri. Durante la guerra incominciarcno ad uscire clalle nostre Ditte specializzate i telemetri che ein trarono subito in servizio nelle batteri e autocampali per il til'c i n caceia. contro gli aerei. La S . Giorgio <;ostruì. il telemetro tipo CoJzi-H.arclelli ad inversione, testa su testa, di base metri 1,50, con scala acl elica collegata nl LfoiiettOl'e, graduata dn 1 .000 a 20. 000 metri e l' 00 per la rettifica . Ingrandimento 12 x (1) con campo 2°50'. (1) Il segno x sta ad ind icare cbe l'in 6•rand imenco è cli 12 per un ct1mpo cli · 2",50'. La x è un segno convenzionale. cbe sta ad indicare la nota relazione tra
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'l'0Ll,.;ME'l1lI E GO)IIOi\!f.YtRI
La. Galileo diede il telemetr o moùello Righi, aù inversione, con base di metri 1,50 e ing1·anùimento d a 15 a 20 diametri . L' iu eguimeuto degli aerei p resentava pe1·ò i seguenti inconvenienti : difficoltà di otienel'e lo smezzamcnto (2) deJle illlmagini del , elivolo quando questo -varia fortemen te il sitCJ ; di effettu ate l'inseguimento pre ·so lo Zenit; di eseg uir e la collim a.zioo1e a linee oblique, ecc. P er facilitare l'inseguimento, furono costruiti sopporti per telemetri cli Yal'Ìo genere, in modo da permettere a m(Pi e rapidi sp ostamenti ._1 m.aJ10, e rn.oyiwcnti cloki e graduali con organi meccanici . Presso di noi, p ur essendosi riconosciuta l a necessità di dotar e t utte le ha ttcrie coutl'oaer ci di telemetri monosta tici, per manca(l'17,a di str-nmenti ,·ennero impiegati telemetri di vario ge· nere, a pplicn1ndovi ogni sor ta di ripieghi. l'l'esso le ba ttcl'ie fisse fnrono u nti in particolar modo i seguenti. telemetr i : · ~ a base orizzontale mod. Brncciali.ni a h'e stazioni.. mo·difìca ti pel' il tiro <·ontroaerci anal oghi a qneJ li. giù visti pe1· le artiglierie co~tierc del periodo precedente Hl rnrn (voJ. vn , p ag. 2003) ; - tt'lern.etri antiaerei mod. Sassi, che permetteYan o Ja det et·minazi.one acl og11i ist a(l1te dell a quota e della <lif':tama del bersaglio, mediante clue teodoliti 01'izzo111tali ~op:li a rchi paralJeli e disposti in due stazioni lontane 2 o ~ ehilornetl'i . Un tavolo di ridur.ione for11iva, i n funzione dc~gli angoli 1nisnrati , l' aJtez;;,a del veli volo, altezzH trn. smessa eletl1·icament e ad un cnnnocchinJe vettoria le sitnato in batteria , e mn nte,n ntv semp1"e pnn ta to all 'aereo . ('olla qnota ed il sito, mediirnte uu regolo, si ayeva 1:1,
campo del cann o<·d 1iak' ccl iugraml iu1en ti. ed è u.;ato in tuLti i trnttati ùi tclcmeh·la r ec<•nti. (2) Lo smci::r.n men to delle im m:ig-ini co11sistC' nel fatto che nel telcmelri nd ln,er~ione li cnmpo è di,iso in tlu<· par li : nella prima si JJa un' immagi11c dimezzata e cnpovo ltn, e nella seconcl :1 un 'immag ine d imez?:ata C' d ir itta . Occorre poi far coiucider<' 1111 punto dt•llC' du<' immagini per ottenere la rosid<>ttn coin· cidenzo .
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400 -
T0L~l\1Kl'HI J1; GO:KIOMWI'RI
distanza dell'aereo mentre la direzione era fornita dal cannocchiale; - telemetro mod. B che risolveva il triangolo telemetrico sul piano di sito, nota la base (am1pia) e gli angoli adia· centi ad esso. Esso era cosdtuito da un ca111nocehiale doppio, situato nella stazione principale e da un cannoechiale semplice sistemato nella stazione secondaria. 1 n collegamento elettrico permetteva la trasmissione alla stazione principale nella quale veniva costrni.to e quindi risolto geometricamente il triang,olo telemetrico; - telemetri di ripiego, costituiti da due stazioni g<Ìniome . triche, una in batteria cd una a, distanza <li 1.000 metri. Nota la base e misurando gli angoli adiacenti Hd essa, . d" ~ D b scn . s1 aveva 1a istanza Cta 11. a re1a,7,1one . · = ., (1
....
scn (a-t'1cos
$
in cu i b è la base, o. (~ l' angolo del primo goniometro, qnello del seco111do, ed e l' angolo di sito. Detta relazione veniva calcolata prontamente mediante l'impiego cli diagrammi cartesiani o polHl'i, o coll' impiego del telemetro gra:6co costituito da <lue semicerchi con aHdadn, sistemati in moclo da riprodurre geometricamente il triangolo telemetrico. Nel dopoguerra i telemetri monostatici subir0no notevoli perfe½i.onamenti; inoltre nnovi telemetri basati sul fenomeno delJa visione binoculare stereoscopica (già in uso sulle navi germaniche che presero parte alla battaglia dello Jutlwnd) vennero studiati e perfeziona ti nnche presso di noi. Sul tipo da p1~eferirsi non mancarono clise11ssioni ed esperienze dato che i telemetri a coincidenza. sono di impiego facile <~ chiunque abbia bnona vista pnò, con nn po' di pratica, usarli correntemente, ment re i telemetri stereoscopici, se pure richiedono speeiaii attitudini fisiologiche, che solo in parte possono essere sviluppa te colJ'eserci?:io , presentnno per eontro nna notevole fnei!i tà. di mismR per chi ha una rn~tta visione stereos-copica,. Dagli stuéli e dall1~ esperienze venne accertato che : in ]jnea <l.i ni.assima, contro bersagli terr<!Rtri fissi o lentamente mobili, era da prefcPirsi in genernle - perchè cFim.ph~go più semplice il telemetro n coineidenza ad immagine capovolta (inversione) 13
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401.-
TELEMETRI E GONIOMETRI
mentre per bersagli aerei. rapidissimi ed a contorni non ben <J.efiniti, è vantaggioso l'impiego dello stereoscopie<>. Per facilitare la preparazione topog:rnJica del tiro anche le artiglierie di visionali, di Corpo d'Annata e di Armata, furono dotate di tele1netri a coimcidenza. da metri 1 ed 1,50; la Galilèo fornì cosi il telemetro ad inversione di metri 1,50 colle seguenti. c:aratteristiche : - sistema di collimazione a ·Coincideillza (inversione) - estensione della sca.la su stadia - ingrandimento unico 14 x ~ campo oculare 2°30' - [)eso complessivo Kg. 105; peso con astucci Kg. 200 Questo telemetro vie11e montato su treppiede che consente l'intero giro d'orizzonte ed ha un settore zenitale :da - 20Q a
+ 60°.
La S. Giorgio fornì il telemetro a coincidenza co1n inversione S. Giorgio da metri 1 e le caratteristiche di questo telemetro furono le seguenti: - sistema di collimazione a coincidenza. (inversione) - limiti della, scala, da 500 a 15.000 metri - rettifica in dista nza su stadia - ingrandimento 10 x - campo oculare 3°20' - peso complessivo Kg. 35; peso con astucci Kg. 60,. I telemetl'i stereoscopici vennero a sostituire nell'artiglieria, controaerei quelli a ·Cofo1cidenza : tali telemetri stereoscopici furono man mano perfezionati fino ad arrivare ai ti1pi attualmente i1n servizio presso le nostre artiglierie controaerei, e sono i seguenti ti.pi: Il telemetro stereoscopico ·da metri 2,7 o tipo S.T.R. 127 a marca. mobile, presenta Je seguenti caratteristiche: - ingrandimenti 14 x e 2,t x - campo r eale cfrcoJare 3° e 1°30' - òiametro utile degli obiettivi mm . 56 - diametro della pupilla d'uscita. mm. 4 e mm . 2 - emergenza della. pupilla ,d 'uscita mm. 23. Il telemetro stel'eoscopico cli metri 4 a due ingrirnclimenti, a. marca mobiJe e rettificn intel'1n a, ·d ella S. Giorgio di Genova -
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'l'ElLEJMETRI f} GOt-:10::YIETRI
Sestri_, presenta, Je seguenti can1tteristiche: - ingrandimenti 14 x e 24 x - campo rea le visivo 3° e l "40' - diametro utile obiettivi mm. 60 - <'liametro pupilla <l'u.sdta mm. 4,28 e mm. 2,5 - scala da 1.000 a 50.000 metri - peso cl.el telemetro Kg. · 200 circa - peso dei. supporti Kg. 1.500 drca. Questo telemetro è munito di trasmettitori di. si.to e dire~ zione, nonchè di una scatoln cli smistamento per il collegamento elettrico della ceITTtrale.
i
II
Fig. 58 - Goniometr.o rnocl. B per batterle campali.
-
403 -
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GOi\"10:.\11•TrRI
I goniometri d'assedio lllOd. 1912 venner o usat i nel tito controaerei per le batterie spro,viste di goniometri mocl. Bnffi; questi goniometri vennero dotali di un settore ad angolo fisso di 600° elle s i applica va alla testa dell' eclimetro mediante uno zoccolo con appendic;e a coda di rondine; il settore zenitale dello str umento veniYa così ampli ato di 60000, qujndi il settore Yer tica.le risulta.va di 1.600 Il goniometro p er il tiro controacrci, distribni.to alle ba t terie campali, fu quello mocl. B , a gra nd e setto 1·e cli puntamento zenitale, organizzato in modo da poter seguire con raipicli spostamenti azimu tali e zenitali gli aerei, e da poter effett uare fac i.lruentc Je letture angolar i (F ig. 5S). 00
•
All' inizio della grande guerra en tnuono in serv1z10 per le> batterie da tosta i telemetri estp1·ni a base orizz;outale, detti auche « goniostncliorn.etri >>. Essi riJprodncono iu scala du e triangoii. contenuti nel piano 01'izzontale passanti per· il bersr1glio ; i vertici di uno dei due tria11goli sono costituiti : dal bersaglio, dalla proiezione dello stn1mento principa le e thtlla proiezione del goniometri; i vertici dell'altro tl'ia1ngolo soa10 dati: <hll bers11 glio, d::tlla proiezione d clJ o strumento princ·ipale e clnlla proiezione del pezzo-base della ba tteria. U11'01·gnnizzazio11e telemetrica di qnesto tipo ven ne id<rnta -clal Bra ccialini col suo gonios Ladiometro : esso è uno s trnuwnto esterno alla batteria e si pu ò classifìca1·e fr a i lelegoniometri a bnse ol'izzonta le, :wenclo bi op,ino cli nn goniomet1'0 sussicliatio. Il g-oniostadiometro l ~rnccin lini è eostituito cla un goniom.et1'0 C posto nella stazione secondaria , manicrn1to costnntemPnte 1plrnlHto sul bersaglio e clal gonh1. tacliomet1·0 G propriamente detto posto nella stazione priillcipale. Esso ha un grande c~innocchi alc .t1 0 il cui. asse ot1'ieo, ,diretto sul ùersnglio N . clcte1·mini.1, la visnaJe ON . Nel goniostaclion1etro yi è 1111 apposito - · 4.04 -
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,e011gegno pol't:mte un'alidada HK ,e he può 1'110tare intorno ad nn ass<~ vel'ticale passaute per il pnnto a omolog.o al punto O. Il movi1nènto di rotar,ione <li tale ali<ladil H.K è collegato, per mer,zo <li un'a pposita trasmissione elettrica a utomatica , a quella del {:..umocchiale del g<miometro O in modo ehe la retta .centrale ok tr.acdata, suJl'alidada B1( si mantenga costan temente ,parallela all'asse ottieo del can noechia1e . Cosi il punto D det<~l'mina eostantemente nell o stl'1mt<mto la posi?:ione del bers aglio N. H
]'ig . '58 a - G,irii n;:; tadionw1T() :1 ha s P or i7,zontn.l 0 D ra<:c ialini.
In definitiva il goniostacUolnetro BraccialiIDi reali1.r,n geO·· metricanH~nte e nena scafa Ge/ 00 il triangolo di posizione G D C simile a q11e1lo ,m1t 11rale G () N . La posiziorn~ del punto N viene in t al modo determinata rispetto uì p nnti G e C. ~[H la batteria, per ovvie ragioni, non è generalmente ,nè in G, inè in () , ma acl <~sem:pio si · troverà, in R; si tratta quindi di riferire la posizione del bersaglio N alla, batteria 13, rica: vando la distanza R N e l'ango lo a . Per poter dedurre questi dati s ul goiniostadiometro, in b è imperniata una alidada : la lu nghezza bG rappresel)ta in scHla (O-o 1 00) la dista))7,ll della -
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li::irte1'i;1 H <la i gonio~tn rli o1rn, fro a. F a('e 11cl o pns.Rfn·e l' nli<l ,HIH p<'P i] p11nto J> si Yi,~1w li l'e::di ½½HJ'e: n ll t' he in qn esto <·aso, wn l r ia ugolo l, D G. simile a q ur lln B O :Y eon rn p porto {li similitucli ne noto (o senJa), ,p er <.: Ui non l'imwne c: he da mis ura r.e bi distnmm bD e l ' ungoJo a sul go1niosta<liomctr o. L'a lid a da è g l'adnata in l1is la mm e. per fa lettu ra esatta, un apposito eaurn occhin le eolli ma to1·c P C'Onscnte cli dete l'Ju inare c·on · pted .sio1w J'i.ntersezione deJl ' ali<h icla coll ·asse ottico del c·a n noét hin]e O, otte1wJl(lo in l:d c opc1·11zi on e nna pl'ecisi.one molto maggiol'e cli q uell a otten ibil<> c·on t utti g li aJtri teleiuetr i. fo c·ompk$SO il goniostacliometr o c·onst a ·rii una ba se di mis mazim1e ( In 0 0 ) e ,l i tre rp:uti. dis tinte : 1) g ruppo go11iost a<liomet1·0 (O.) : :!) grnppo goniometro (C') : ~) gruppo battcl'ia (B) . Q na lorn il goniostncliom etro delJlJH fn nzionm~e iu t ntte le <1i reziouii possi bi li (campo di 3ùU") è necessario <lisporrc di nnn S<'C<>nll.ì base tli misurazione Gc', nor ma le alla prima , in mndo ,la p ote i· ott<:>nete in ogn i ca so n iangoli di p osh:ionP (Gt N e) d le d ia110 sempre 11 na 1nc,Ha inten,czioJ1e ùel bersaglio N . 'rah'oJt a im·<·<·e, a I c·e11 tl'o {lell,1 ba ttl'l'iH Yiene posto il gonioRta rli onwtro ed a llora m anc·a la bnse di 1·id uzirn1e B a: il perno /J coinC'klc co11 U e pe1·tanto s nl gonios tad i.owetr·o vien<' l'i.p l'O<lot to solta m o il tl'ia Hgo lo cli p o ·izione G N c.
§
IV
Ta vole di tiro.
Al U)l:'5 le Tavole d i ti.l'O erano pe1· J'o('izzonte de1 pezzo e<l a ltitmli ne 130 m .. cioP per densitù balistiti\ J ; fac·evano c<·te½ionc q nelle cl11 rn o.nta g-na (alt. l ;'iOO m .) <' per pos rnzioni fiss<' da 1'01·tez7,a <' da co.. tn in nipporto Hlle ris v ettive altit ndfo1 i. L c> c· onezioni <lei cinti di til'O per la Y::t riazione di clensitù <lell'm·i.a P pe1· il clisliven o veniva no effettuate coH' irnpi.<'go cl<>i c·oefficiea1ti cli C'o1Tezi011c 01 e 02 i q nali però forniva no suffi. C'ientp approssi111 a?:io1w sol t an to q n ando t rattarnsi d i piccol<' Yariazioui. L ' i1ns uffir ienr.a dell a cMr e7,ione l'elativa al di~Jivello fra hn t terin <' bersaglio (coeffidente C2) fu qnel la C'he . i feC'e maggior-
4:0G -
'.l.'A VO LEl DI '.1.'lHO
mente sentire, tantochè essa rappresentò effettivamente « un punto debole ,lella pratica del tiro» (gen. Ettore CavaJli) . 11 Parodi infatti aveva studiato tale conezione per bersagli poeo discosti duJl'orizzontc del pezzo, mentre frequentemente Je ba tterie di ogni calib1·0, impiega te in zone montane, si. trovarono a dover battere obi.ettivi posti a dislivelli considerevoli rispetto aJl'orizzonte. A 1·enderc più complicato il problema del til'o contro bersagli posti fool'i aell' orizzo11te del pezzo concorse in modo note,·ole l ' impiego di lll'tigJ.i.e1·iP a g-rao1di settor i ve1·ticali di t i ro che i n alenni casi si estencleYano sino ai 65° e ai 70°. Per l'imediare i n modo efficace a queslo inconveni ente gravernentP sentito, sarcbhe Bl'a t o neccs ario eu, trnil·c i fasci grafici
o~ ~ - - - -- -- -- X - - - - -- --~ F ig. 130 . Con c,1ion e per il dislivello bat.teria·bl' rsn~lio.
d<1lle trniettotie coJl p relative linèe unsilial'ie, e distribuirli ai n•parti operanti ; ma qoesto provvedimento n on •potè essere att nato dato l'ingente lavoro t:he avrebbe upportato all' Ufficio TaYole di 'l'il'o, giù, impegurntissimo nella costn1zione delle tovole p 0 r i n uovi 1n·oietti. di ogni spede e r ali bt:o (di ghisa arciniosa , con ro~r.tta ditarcl:l t1:ice, a. liquic1i s pPciali, inglesi, fran cesi, ecr.) che. per onie rn gioni co11tingeuli e!'ano stnti adottati. L ·elenco che segne in fond o a questo (Paragrafo mostr a qua.li fmo1110 le tavole cli tiro costrnite durnf.Ute hl g uerra dall'.lJfl'ìcio T:-w ole cli Tiro diretto clall-'allora capit. B ru(Oo . Così gli a!'tiglieri si tr1waro11 0 effettivamente spesso in ùif ficoltà, sia per determinare con umt certa esattc•zza i dati co~·risponclenli a bersagli posti fuori dell ' orizzonte, ia per assicu-
407 -
TAVOLfl DI '.l'IHO'
rm·si che l<' traiettorie superanmo, con un cel"lo margine di sicurezza, ostacoli oecu1Pati dalle nostre truppe. Agli i(nconvenienli accennati cercarono di porre rimedio i Comandi clell' Arma mobilitati, mediante l'impiego di abbachi, di trai.ettotie <:ostruite graficamente coJ1 sistemi approssimati, ed infine colln <:ostruzione di tavole di tfro a doppio ent rata, basate sul cn.Lcolo di t.w iettoi'ie per archi. ... Ogni grande Unità ebbe così il suo sistema, più o meno felice, di rice1·ca dei {lati per obiettivi posti mol lo al disopra o al <li sotto clell' ol'izzonte del pezzo, e di coner,ione dei. dati cli t il'o. Fu così che il prof. Piwnc costruì per la I Armnta tavole di. tiro a doppia entrata, desunte da fasci di t.raietto1·ie calcolale pel' archi col metodo di Eulero. Le cliscus::;ioni, gli. studi ecl i tentativi fatti, d u1·:rnte e dopo ln p:uena, per dal'e un ' nssetto razionale e soèl clisfneente in ogui caso alla 1·icerca dei tlaH ,p er il tiro ed nlle conezioni da a pportare per tenel' conto delle concli.zioni nl momeuto del tii-o, non rimasero senza, :[1·11tto . JJ prof. Francesco Seyeri in unn sua pr·ege\'ole J.\1emm·ia. (Istituto Veneto di. Scienze. adunanza del 26 gennaio 1919) migliornrn molto Pa pplica zionc del coeJJkicnte U1, coll'introtluzimw della quota. balistica il ei a desumer~ in fnnzi o11c deHa l'<•mperatura , e della pl'rssi.o.ne JJ <lu misu:::usi in l>ntteria . U11a tabella a doppia enh'ata permettc,a <li 1·icava1·e hl qnota l>.tl isti<:a, pc1· cni. la gittnta correttn Yeniva datn dalla relazio11 r ·.
Xi = X - C'i (A - l) . Il prof. Severi i11troduceYH la quota balistica anche per il c·oeffictente Ca relativo nlla grncln nr,ioue clella spol etta, con re11le vantaggio per l'esattezza del tiro pratko. Il gen. E . O:nalli in un a e ·amiente )Jernoria (« RiYista ..Att iglieria e Genio )>, 1920) edificò, , ulle t1·ar·de del ~iaC'ci l a teoria completa delle vai-iazi oni <lei pnr nmetri cl c1Ja traiettoria . Intaiuto nelle n nove tav,ole di tiro, edir,. 1922 e seguenti , cominciarono ad app:nire i coefficirnti cli correzione per tener conio delle variazioni di gittata prodotte da : - variaz-i oni del peso del pi-oierto cli 1 ettog,·. o T<gr. (G ,,} - val'inzioni di nn metro di velocità iniziale (O,, ); -
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variazioni <li un centesimo ùi densità dell'u ria (01, }; varin zioni prodotte da un wlllto J.ongitudinal e di 1 metro/ se<.;onclo (Owx); - varia,doid prodotte cla 1111 Yento n orn1ale cli 1 metro/ secondo ( (,1,.3 ) ; - varia½io11i di gnttluazione p er 10 mm. di p1·essione (Ca). La. co1Tcziou1e per il (li sliveilo tl'a battC'l'ia e be1·s ag lio venne <le, onla dalla uot.a formulri se n (2 <f> - $ ) scn z + son 2 ?xcos $ ri.carnta nell'1potesi ch e il coefficiente balistico ridotto C' non vn rii lungo nn n stessa Ye1·ticaJe . Da questa 1·elazi011e si ottiene · qi, dati <'P~· e<l,: ; ed auc:ht• si hH 9 - (g\,, + ~) """" ~ :z, c:he rappresen ta 1a conezione per il disliYello. Venne in questo modo cal-c:olatèl una tnlieHa che, in fnnziolle di z eù a fornirn J.a con ezio1n c ilet.. > per cni l ' angolo di t il·o 1·c.Lativo a,ù nn obiettivo p osto a <fo,t:iuza <)l'i'l.zonte x e silo z Y<'niva espressa ·i = o:'° ·+ z + ~ :z. La formula ptecedcnte, sfrntlata HH<:b.e da talun i Uom:111 cli d urante la guena (abbaeo Taramo), dà errori non lrascm·i.ùibili qn ando $ ii s: nme valo1·i notevoli. IJ problenrn di dis livello ,n on era quin (li affatto riso lto, e d'altta pa 1·te occorreva cle<:isame11te nffro11 hulo perchè la gnel'ra aYeYa d imosttato la snn gra1nde importanza. Il gen . Hnldassare, pnrtendo <lagli st.ucli d Pl C'nrnlli, pnb h)i c<) nua s ua Meruor-in 1'Ulle eonezioni ,èl e·1 tiro ( cc lUvista Al'tiglie1·i.1 e Cenio >),. J f):..!T) tonsidera n<lo conezi oni percentnnli cl elln Yelocità iniziale P. del coeilic ient<> balistic-o ridotto C'; e per t0ner co,nio tl el disJh·ell.o inlro!h1<..:cvn 1111 a tonc~zione, attnn1 mente in m:o. cbe ponev::i frne Hl problema, si n o H'l'lora. trrn to dibnttuto. Qncst:i coneziOJw si b:1sa sul ratto ('h e per ogni pnnto P int <,r110 nll'i nvifoppo pns:-;n nna lin<>a cli egunl e a lzo ln quale ragginnge l'orizzonte nel punto G. Se si con osce ]a distanza P 1U = Llxa?, pe1· colpi1·c il pnnto l' si polrà -assumere l'alzo conh:p0nclentc ::il punto C a cli s t:rnza x + !).x;'J., dall'origine O. Ora fa c<ir1·ezio11e Llx,1., (· furndouc dell'alzo r;. e de) sito s e per tanto può esi-e te data <la un gndìco o cla nna tabella a doppi a entrnta . Tale fn la f:,01nzimw a <lottnta per i nostl'i. documenti di tiro 1·ecl11tti {fa l 1 !)::{:! 1n :poi : essi prrnwtten1no qnindi di 1·icn vare -
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con <'SflttPzr.n i. chiti. il.i t iro .pe1· quals i asi p nn to intr. 1·110 :-i]l ' inviloppn (lplfe tn,ietto1·ie del fa s cio eh<' si t:orn.;;iden1, p111· lasdan<ln nlla tn voJn di t il·o l,1 sua semplicità, pl'imitiva. I n fi gura son o 1·appresenta.te: (Fig. GO) una t1wola di t iro m o<l erna 1·e1H tiva al cunno11 e da JG2/ :f , ; (Fig. Hl) il gra fi<'o d i <'Ol'l'er.ioue .!.\.l'0 , (eompl c mento di clista111za per J' a·ngolo cli sitp; (Ji'ig. ()2) la Sl·ala cli equival enr.a c he perm ette di ricnvare Je VH · riazioni per<·entu ali D. ì' % e !).(" % in frn1zioue della tempe1·n .. t nra de11c cariche l', d e] pei-o p· del proietto , cl e lla tc mppt·a tm·,ì ambiente e della prcssio11e bc11·omctrita B . Qu est<' in11ove tavole ntppresen t ano effettivii ment e 1111a nH· · colta completa dei dati He('cssal'i per risolYere pronlamènte t>d rsattaJlle,n te t utti i p1·ol>lemi pratiei de l t iro.
RPECCBIO SOMMARIO D.ELLE BOOOIIE DA FUOCO PER LE QU A LI Y BNNRRO CO:'lf PILATE 'l'ASOL R DI 'l'!HO XUMltRTCllF. (llaL Jo !l<mnaio U)1 ,1) C'A.\.\'Oi,;E DA 75 A CA H 'I C1Ull').\''l'O ltA l' ll)O (ri com pilazion<•J
J!l]~
CAXSO'-E DA 75 _\fO:\''J'.: 'l'.T. a gr anaw m1111ila di ro~PttH
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ridotta T.'I'. a ca rica ridotta . 'l'.'l'. a grnnat,i tl grande cnpar itil 'J'.1'. per lo sln·apnel francese . T.'l' . d<'fi 11 itive (2"' edizione)
Hll·l l!J I ;;
l!ll H l!JI(;
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CANSONE DA 75 MOD. 1897 F R .\XCESF. ( riC'ompilazione)
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CANNONE DA !J!'I ~'RANOESB (r h:_,o rnp iln1.i one)
191fi
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CANNOKE DA 12-0/.10: T.'.l'. provvisorie a granata 'l'. T.'. » tt shrapnel T.'l'. definitive a gra11nrn e shrapnel T.'l'. )l )) )l » V = 500
1914 J()H HJ14 191::i
CANNONE DA 120/32 R.M.'l'.'l'. per vari proietti del R.E . e R.M.
1916
CANNO~E DA 120/J.O R.M.T.T.
1916
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CANNONE DA 120 J!'RANCESE (ricompilazione) (ricompilazione)
1916 1917
CANNONE DA 120 A e G (ricompi lnzione)
1918
·CANNONm DA 120 B . (ricompilazione)
1918
OBICE DA 127 INGLESE (ricompilazione)
1916
!CANNON E DA· H9 A. : 'l'.T. a palltt con cappuccio F ir th 'l'.'l'. con cariche ad elementi . T.'f. a granata di ghisa du H9 G . T .T . a granata di ghisa acdaiostt cla 14.9 A . 'l'.'l'. a grana ta di acciaio monoblocco T.'l'. a granata cli acciafo mod. 1914 .
19H 1915 l.H15 1916 1017 1918
CAKNONE DA 149 G. : T.T. T.T.
19H 1915
CANNONE DA 149 S .: T .'l'. a granata a shrapnd T.T. a gnmata V=5GO m/s T.'l'. a gr anata V = 500 m/s
lllH 1915 1915
CAKNONE DA 1-!9 A/27 R .M. 'J~.T.
1917
CANNONJD DA 149 C.R.M. : 'l'.'l'.
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O.ANNONE DA 1,19 A. CA;.HP. : 1'.'l'. con proietto illuminante T.'l'. a gram1tit m ina e shrapnel
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OBTCE DA 149 G. : T .T . a granata d'ace. del cannone da H9 G. '.l'.'.r. a granata e sllrupuel
1917 1917
MORTAIO DA HH A.: T.T. T.'l'. a grana.tu e mina da 149 A camp.
J.916 19J6
1915
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CA'.N NO NE DA 152 B r ituba to 'in A/ 91 T.T. con vari proietti
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1917
CAN~ONB DA 152/45 S. : 'l'.'l'. OnICE DA 152 INGLESE : T.'1'. (ricomt)ilazione)
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191..:l
'l'A \"OLI·: DI TIRO
C'ANNONF. DA 155 FRA);CESE: T .T. (r icompilazione)
1!i1>3
CANNONB DA 20:{ R .l\f.: T .T.
1916
UBI CE D.'1. 203 INGLlO:SE : 'l'.T. (ricompilazione)
191'5
OlHCE DA 210 R.P.: T .T . a gra nattt d'acciaio '.l.' .'l'. u. granata di ghisa per obice 'l'.'l'. (l'icompilazione generale)
1911 1916
OBICE DA 210 R.E.: T .'f. (ricompiluzione gen er o.le)
1918
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1916 191G 1916
CAN);ONB DA ?.5-1 H.i\I. : Prolungamento della '.l' .T. ddla R.M. 'l'.'l ' . a granata. ,A.R. e di gb isn . 'l'.'l'. per ,·ari proietti .
l!l15 1916 1916
OJHCl!J DA 280 A. : '.l'.T. d'assedio pc.r eu t ra mb.i i sctlod T.T. a 1,'l·unata d'acciaio monoblocco .
1915 1918
OBICE DA 280 C.: 'l' .'l'. per il proietto leggero Alt. 1800 m. 'l' .T. per il proietto le~er o od.IL 1SOO m. T.'L'. d ' ussrd io pc1, ell tra mbi i settori . T .' I' . per 1c batterie a livello del mtu·c . 'l' .'L'. per la .BATTERTA DI .1:'ùGG fO BASO' 'J.'.'!'. a i:,'l·n,iatu d'accia io monoblocco .
1914 1915
OTITC'E DA 280 K. : T .'.I.'. J)€r batterie
<.L
livello ùel lllUrC V =·130 m/s
'l'.'r. per batterie a livello settore inf. 'l'.'I'. per batterle a livello settor e super. .
ORTCE UA 306/ J, : 'l'.'l'. provv . a gr anata l)l'Sante • sctt. inferiore . T.T. d'assed io per grun nta pc:::nnte e leggiera e per entrnmbi i settori . T .T. Pt<r ,·elocità intermedie . '.r.'l'. per batter ie a quota J.7:5 metri T .'I. vcr batterl e a livello ùe! mare P<'l' en trnmb l i proietti e sNtori \l'.'I'. per la granata d el CANNONE D A 30:i/ 46 . '.l.'.T. definitiva n liYcllo del mar e 'l'.'l'. per la granata dn 321 r idotta 1'.'I'. p~' r la gr anata a l'i<JUicli speciali .
1urs
l!JlG
1915 1915 1917 l9.l5 1915 1915 1914 191.G
1915 1915 1915 1016 1916 1916 1917
Yota. - A queste tarnlc di tiro yanno aggiunte le t a Yolc e gli specchi di tiro rel ativi nl proietti a liqnidi !òpcciu li rd allo \'Urie bocche cla f uoco.
-
414-
TAVOLE DI TIR O GRAli'I 'BE OOSTRGI'l'E DAL 1° GENNAIO 1914 CANNONE DA 75 A.: 'l'.T. Graf. a granata per tutte le cnrich<' e varie
a ltit11dini
1914
CANNONE DA 75/906-911: 'l '.T . Graf. per la ca1·ica massi ma e le ca-
riche ridotte
1016
OAN.NONE D A 120/40 : T.'l'. Gr af. a grn11ata per varie cariche cd altit.
1015
CANNONE DA 149 G. : T .T. Graf. a granata per varie cariche ed alUt.
1914
(:ANNONE DA 149 S. : T.'l'. Graf. a gt·anata
a shrapnel per varie ca1·i-
che ed altitu<linl
1915
CANNOKE DA 1-19 A. : 'l' .T. Graf. a granata di ghisa. acciaiosa e cli
acciaio monobloc per varie a ltitudini (in corso di esecuzione)
11118
OBICE DA H9 A. CAl\lIP.: T .T . Grafiche per
l:L gnmtLlU min:L per tutte le cariche e ,·arie al titudini . 'l'.T. Graf. per lo. granata mina pel' tutte le Clll'iehe a settore Slll)Crion' a = 1:10 ID<'tl."i
1017
MOR'l'ATO DA 210: 'l'.'.l' . Grnf. sl!rnpn<!l per varie coriche a =2.200 m . .
lOH
'l'.T. Graf. a grannta ùi ghisa leggera per tutte le cariche T.T. Graf. a granata d'a cc.iaio per tutte le cariche altit11dine 130 metri . T.'l'. Gro.:L a. granata acl angolo fì.sso ('i()o, 05°, M", oo<>, 500) per A = 130 metri . 'l'.'l'. G1·af. a granata d'a cciaio pet· tuttn le cartche ed altitudini sino a 2.200 mc,t ri . ORlCE DA 280
c. :
'l'.'l'. Gruf. a gr:1nntiL d'ncciaio monobloc P~'r vorie c::iriclle ed al titudini dn 130 metri .
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415 -
lOli
1015 J015 1917 1917
1918
'l'l lltl DALT:ALTO
§
V
Tiro di caduta dag-li aeroplani • Puntamento di direzione , P un • tamento in gittata • Stabili tà de lle bombe e loro coefficiente ba• listico.
Ai gra ndi ·rnntaggi che ci si potevn, attendere dal lancio di pl'Oietti dall'alto da uerei sorvolanti bersagli da battere, vantaggi che si riassumevano nella migliore visibilità, cli essi e 01ellu, loro manca n7,a o scarsità, di protezione <laI tiro dall' alto, si opponevano gravi diilicoltà. Le principali di esse si potevano cosi elen<;are : - difficoltà di pm1tamento per la mobi1ità, della piattaforma di til'o (:per nrnncanr.a di strnmellti cli mira ach1tti) ; - traiettol'ie cli caduta inegolari; - manea nza cli. munizionarnento adatto, e ciò anche in vista <lel limitato peso che gli a<'rei pote\'nno in quei tempi portare. 'l'eori<:amen te il tiro tlùlFalto poteya essere r isolto senza difficoltà seco11 do i ciion oni fondamenta li della bali tira esterna : era infatti sufficiente imrnagina1·e che nlla velocitù, inir.iale della, bocca da fnoco venisse sostit uita l a Yeloc:ità cli traslar.ione dell'aereo, ecl all ' angolo cli pmiezi.one venisse sostitnit o 'l 'angolo formato C'oll'01•izzonte dal vettore ye]ocitù, {lell' a ereo nl1 'istante del lancio. Ne risultavn che ]a gittata delln boc·<'a <:la fuoco aer ea doveva C'Onispo11clere alla pl'oier.ione ol'ir.r.ontale della distan1,a ckll' a e1·eo dal her sngl.io . L' rn11 golo cli sito el'H sempre fortemente negatiYo. Per qlleste ca l'nttetistiche fo nda men tali il tiro 11i caduta si i11q);11·e11taY:1 da nna pnte col til'O illflYale (piattaforma in movirn<mto). e <l'aH1·0 fo to col tiro cli bocche dn fuoco ad anima c0rt<1 contro bersagli !',itnati in basso (ad esempio. tiro dal·· l'11lio cli mont.1gna contro bersagli in rnlle). -
,j.]6 -
TIRO DALIJ'AUJ.'0
Complessivamente qu indi le difficoltà del tiro, per quanto aumentate rispetto alle artiglierie terrestri e t11avali, 110n sembravano illlsormontabili; l'impiego pratico ha però subito dimostrato che le di:fficoltù, erano immensamente maggiori, e soltanto molti anni d opo coll'im[Jiego di tutti i ritrovati cli una tecnica, perfeziona,tissima, si è riusciti a raggiungere una precisione {li t iro discreta. Infatti, fin dai primi esperimenti pratiei si è visto che le condizioni atmosferiche avevail1o una enoi-me importanza sulla precisione del tiro, e soltanto in pro sieguo di tempo si è ri usciti a loca.lizza.re le varie cause d'errore e conseguentemente ad elimanarle gradu,almente; si è anche avut o subito la S(~nsazi.one che la, traiettoria seguita dalle bombe aeree nella loro caduta fosse soggetta ad impreviste perturbazioni, ma pE!r molto tempo noll1 si sono po tute com pr(mclerne appieno le ragioni. 'l'utta.via fìn dai primordi del tiro aereo si è fatto il giustissimo ragi,o uamento che vale tuttora ed al quale in gran parte 'siamo oggi debitori delle incessanti ricerche 1per aumentare ]a velocità degli aerei e l(~ qualiti.L di volo, e cioè che le principali cause éli errore risiedessero nella bassa velocità (li lancio e nella forma ester~na, d(~lle bombe, forma non idonea, H('l assicurar.e stabilità, ]ungo 1a t ra,iettoria. I proietti delle bocche da, fuoco in servizio avevano infatti velocità iniziali dell'ordine di grandezza di diversa, centinnia di metri al secondo (2.000 a 3.00ù chilometri-ora) e la loro stnbilità lungo Ja traiettoria era ottimamente assicurata dalle coppie giroscopiche ge11erate da])a rotazione dei. proietti a ttorno al loro asse longitndi~,ale, rot inione impressa dall a rigatura. Nelle bombe aeree invece la velocità inizh1le era estremnmente bassa, da 80 a 130 chilometri-ora, e la rotazio1ie assiale mancava totalmente . La. perniciosa, influenza della bassa velocità di laneio è facilmente vulutabile se si pensa che il vento raggiunge sove([lte dei valori cli veloeità assai elevr1ti; ad esempio, pur tralasciando il vento da uragano (da 120 a 180 chilometri-ora) ed il vento forte (50 acl 80 chilometri-ora), si nota che (JUeJJo che corn.nneniente è chiamato «venticello)) ragginnge facilmente j 30 a 40 chilom efri,-oJ'a, e la semplice brezza, i J5 a 20 chilo2'7
417 -
'.1.'JnO DALL'ALTO
metri-ora. I Yalori cli questa ,elocitù . che nat.nralmente si compongono ,·ettorialmente colla ,elocilà ini?.iale, ne rappresent:rno delle percentunli ,notevoli : se 1n ùirer.ioJ1 e del vento è <·onssiale coJla d'il'ezione dell'aereo, l'enore percentuale in gittata è ugnale nll'er1·ore percentuale in ,elocib\ iniziale [)iù l'eventuale effetto cli ,ariaz.ioni del Yento sull a bomba. ùmoante la sua caclnta.; se fa direzion e del ve(Ilto è trasversale, gli e1Tori si manifestano in clirez.ione. Il bre,e calcolo C'h e seg ue fn vedere l'irnponanza di tali errori : Si abbia 1111 aereo vo1t1ntc n 120 f'll ilomctt i-on1 u 2000 metl' i ùi a lte7,za e cioè a 3:J,3 mctl·i/scconclo; il trmpo di cadu ta da 2000 m1·[1·i (nC'l vuoto) è di 20" .2; il l:mcio è sup11osto con :wi-co pcrfC'ttarucmc orizzontale. La ~ittata den• du11qoe ri"nltare ili 20,2x33,3=6i0 metri cixen. Se l'appat'ecchio h a 1111 vC'nto di fron te ili 2u .Kmll. (circa 7 ,rntri/secondo), la s ua gittata sarà iliminuitn di 20,2 x 7 =J4.J.,± ml'tt·i e cioè dc•I 21. %; e quPi::to nella ipotesi che gli strati d 'aria sotms;tanrl conserl'ino Ja ,;tc~a velocità; perchè altTilllenti sarebbero da comcggiar e altri errori in più od iu meno. Se l'apparecchio aYesse av uto .ìl 1·e1no d i Danco, l'errore s l sarebbe avuto in ùh·c•z ione, e l'ongolo di r 11\ :ì l proiet to ancbbe clel'iato s areùbc stato cli circa 12°.
Ma non soltanto gli jmperfctt.i sjstemi di puntamento e le perturbazioni atmosferiche esercitavano mm clannosu in fluenza sulla precisi one del tiro; anche ]a forma esterna de)la bomba aYcva una gl'::tnde importanza 0·1ella forma della ti·a iettoria e nella dispersione naturnle. Nei poligoni cli tiro è relativamente foci.Le wisurn.1·0. la dispersion e naturale del tiro perchè s i posson o spnrare molti colpi uno dopo l'altro con bocca da fuoco a pu nta mento inn1 rjabile, e, misurando le velocit:\ iniziali colpo per colpo , si può tooer conto delle variazioni ùelle cariche cli lancio e di us uN1 della bocca da fuo C'o . Nel til~o cli ca duta si riteneva impossibile usare il procedimento del colpo sing-olo. e pc1· a,ere un 'iclelt della dispcl'sione naturale si er:-i coslretti a lanciare eont.emporancarn eni.e un cc,rto numel'O d i bombe: dato però il limitrito nnm e1·0 -di bombe trnspol'tabile in Yolo, i 1·isultati era!llo quanto mai aleatorii. Soltanto in questi ultimi tempi , con procedim en ti cinefotogramrnetric·i si è l'iusciti n rilevare esattmneu te le traiettol'ic di cnclnta, mi surn nclo contempornnea-
41
-
r
I
I
· Fig. (]8 - '.l'r agu ur<lo d i punlttlllC'llto ruoc1C'llo I'r icol o.
Til:O O..\LL' ALTO
me11te e colla volutu esalte¼za il maggior nnm.cro di fHJrawctri che le infl.uem:ano. Le priwe espetieuze iu merito hanuo riJev,1 to e h.e le boruhe laindate dall'alto oscillavano fortemenL<! intorno al cent1·0 cli grayità co11 lllOYÌlllento pen1ola1·e, e talvolta addirittura si capcl\·oJg-evano tantochè fu necessatio c1·eare le cosìclette spolette m,iversali, ta li cioè da provocare lo scoppio cleJla bomba, qualunque fosse la sua posi~ione al momento dell'illlJpa tto . Per ua1 ce1.·to tempo vi rn 311r.i una coi:rente che p ropugnava l'idea di impiegai-e bombe sferie:he, le quali infatti furono c·ostnùte ed impiegate (bombe da 70 Kg. ,mtisommergibili). Nel caso particolare <'I.i tiro dal dirigibile, date le difficoltà del puntamento, si nsaYn persino di l'idnrre nl minimo la velodtà o adcliritturn ferm:U'si snlln verticale del bersaglio : questo (hì, l'idea dell:1 imprecisione del tho cli catlnta ai. suoi pr-im01.·di a cansa delle grandi difficoltà che ,i si frnpponcvano . TuttaYia, per merito cli un piccol-0 unrnero di appnssionali, fra r ui sono spcrinlmente cla rico rd are il capil. del Genio 1uilitare lt'ran<;c co P1·ic·olo, ed il mag·g. de l Ueni u Frnneesco Yec:e, il tiro cli cacl 11 ta fet e grandi progressi : il Prico]o ori,~11 ti1 nclo i propr'ì ·tu<li specialmeHle s1ù dispositivi di punta11umlo ch1ll"alto c:he coucre-tò in un trnguai·do portanie il sno norue, che venne largamente impiegato nena prima guerra rn.01nclinlc e che, succes sh-amente perfezionato dal magg. d'Artiglic1-ia Gerolamo .Jozza, fn ncloperato anche nell'attuale guei-ra,; il secondo clt'\clicarnlosi. specinlmeJ1te ad cspe1·icm~e pratiche cli tiro tli ea<luta nell'inten to di migliorare la stnbilitù, delle bombe nella traietto1-ia di cnclnta . Al pedezioua rnento del mn111izionamcnto di c·aclnta clic•dc imlitel.tamcmte 1rn notevole impnlso anche il colonn. cl 'Artig-lie ria .Enrioo MaltPsc, direttore llella Sc:110·1a Bornbal'Clirri di Susegana, colle sue 1·enlizzazioni in malrria cli bombe lan ciinc da bombarde. E' possibile a questo punto illusti-arc, sia pu1·c sommariamente, il ruodo con cui le cli:ffic:oltà clel ipuntnmento e clel tiro dall'nlto, e del m111niziorn1rnento vcmwrn risolti 11e) periodo di tempo in esame.
-420 -
0
TJH O DALL .\l.TO
Il pun tam <'nto di cli1°ezio11e Yc11iYa effettuato d irigend o l'apJ>.ll'e<·<-ltiu bornl><1rclief<' sul hers.ig1io. I n c·nJnrn ntmosfcl'ica la <·osa ci-a evidente : vkrn~i-sa ton vento che 111011 fosse perfettamente i n pro a ocl i n poppa . l'apparecchio lancin t Ol'e. per effetto lle1la c-ompo11e11tc .la l<•1·11Je dc I r<',n to. Yen i va a su hii·e un t1·asciJ111men to : datn the la bombn per effetto <"lella Ye]ocità, iuiziale L"-n cio V
(w locit,ì orizzontalr <le ll'ae1·eo nel piano tlclla t1·nir•ttoi-ia) doYern esser e laa1ciat..1 pi ima <li giunge1·e irnlla ve1-tic-ale ciel bersag-lio , 11e sa1·eblw eori scguito <·he: senza opport1111e eorre;1,ioni, la, bomba !':nrebbc amlata 11 f·f1<le1·e sottoYento l'ispeito al bel'sagho. OcT01·rern qni1111i 01-i entare l a 1p nrn del Yelirnlo <li nn ce1·to angolo sop1·11YClllo 1-ispetlo a l het·sagho (l<'ig. (i:l:). l ·11 sisfornn abba:-tanza l'!,.a(to pe1· il <·altolo d i que~to ang·olo \·c•1111e rnpidmuente i1·ornto pd è il ~cg-uente: Pnr•(ell(lo 1l11 ll'N111n;.,,ion<' fouclarncntale clpJla balistica Cf'iterna n<'l ,noto :
Y
= .J' tq. -
!f -
!J x2 ~ Y cos ~
~ - ;~2 2
421-
I
TU:0 D.\Lf,' ALTO
e ponewlo in essa l'angolo di proiezione 01·i7,zontale). i-li ha:
<p
=O
(YeliYolo in yolo
gx2
'!I= -
v2
2
I
d.n cui l'isolvendo l'ispctto all'ascissa .,. (gittata) e sostituendo ,ill'or<linatn - // l'altezza <li vadnta h s i 11 a :
r.r
i\fa
V
:d h [I
=
1'
2h
V
~
ù i.l tempo t elle nu g1·itve impiega
nel cac.lere dalla
quota, h; <11liindi le ascisse ,1: della traiettoria cl i caclnlu sono uguali a ì ' t; ma r l è and1e lo spn zio percorso dall'aereo nel t eru po t. Ke consegue che, dopo il lancio della bomba, l'aereo si. ti·ova se111pre snJla , e1-ticale cleUa bomba lnngo La sua traiettoria ùi caclutn e quindi l' aereo si lroverù anche s11 1la n~1·ticale del pn111to d 'impatto coutempol'aneamentc all'illlpntto della bomba. Agli effetti del Liro di caduta eon ,ento di. fianco è qnincli snfficiente che il velivolo sia orientato in modo cla on-olare i1 bersagli o con l'Otta, t'ettilinen (volo in deriva). Seconclo qnesto principio è facile immaginare un .<Jispositi,o di nngolaziolle n7,imutale del piano yerticale con tenente la linea di mira pet il puntnme11to in gittata. La l'<'gola7,ione azinrntale a bordo dell'aereo Y<'l'rà fatta in modo elle il be1·saglio nel s uo movi.m,~nto lli avvicinamento all'aereo ve1n ga a sfi la1·e lnngo la t.1'nccia del piano YerticHle contenente la linea cli mira. Se si dispone <li u,n l'eticolo lougitndinnle dw pcl'melta cli osservare il terreno sottotante, basterà, od .enta do in modo tale che i pnnti del terreno ossern1,to cammini no lum go l'asse del reticolo senza che si ,·erifichi no sconim.enti fa tera li. L 'angolo clel retieolo coll ' nssc dell' apparecc hi o è <.: hia1nato appunto « angolo cli clerivn >>, e l ' nrp pnrec:chio in qnestione cc clel'h·omctro )). Nel trngnarclo mod. P ricolo il cleri.Yomet.ro el'a im:orpm'ato nello strumento cli puntamento pe1· Ja gittata. e l'introduzioa1e dell 'angolo cli efo ri.va veniva fotta osse1·vando il teneno. come si -
,122 -
Tmo ·1HLL' A!,TO
è descritto, prima di iniziare le operazioni per il ,punt amento
in gittata. Qnesto sistema d puntam ento in direzione è esatto soltanto nel vuoto : in realtà,, 1Per l a resistenza dell ' aria la caduta cl.ella bomba è rallentata e l'ae1·eo giungerà sull a verticale del bersaglio quando 1ft bomba non sarà ancora ghrnta sul terreno:
/
Pendo fo
TRAGUARDO MO O. PRICOLO, l''ig.
(ii\ -
T r agnarclo mocl. T'ricoln.
quindi. il punto d'impatto risnlterà alqmwto sottovento rispetto al bersaglio. Si ha. quindi quello che più ta.rdi venne chiamato, se pure impropria1uente « deflessione <klla traiettoria di caduta >), e che viene corretta CO(ll opportuni disposit ivi nei traguardi moderni di puntamento; dispositivi che naturalmente nQin fi.g urava!Ilo nei traguardi del fH~rio<lo di tempo qui eonsid er·ato (Fig. (iri).
Per il pun tamento in gittata, la grave obiezione relat iva ana velodtà del vento, cui ipri.ma si è accennato e che costituiva -
423 -
'!'Jr. O DALL' ALTO
una delle princi.pa]i c:ause cli enore cl:1 to il s uo ,1ppl'ezzaùile YOlorc, Yemne s uperala .sostituendo <1lla ,cloc:Hù, <kll'aerco i-ispetto a ll 'a l'ia cil'f'ostan tc, la ve.lodUii relativa nl tcneno, chinmata anche semplicem ente Yelocib\ r elath-a. ~ella ye)o<.:ità relnti,a è giù, -c:o.u:qncso l'effetto del Ycn to s upposto costa11te dnlla <1uo1·a di h1ncio fin o a l terreno sotlo!,;tautc. B nsanclos:i sul.le o ·sen-n zion i fotte prn<·eclc11temenle iola r ·i gnnrdo d e lla e011stat,1zio11e <'he, nel vnoto. il ,·eli,ol o i man tiene sempre sulla ,·e'1·ticale <lella b ornl>a -c1nrm ,te ln sun tra iettorin cli cnduta, ne con segne ehe l a gittatil
F ig-. 6G - P untnuwnlo col conta,-C'concli n ritorno 111ncl. l'ricolo.
delfa bomba è r'."L 1 do,e V è la. Yelocitù r cla tin1 i n metri nl seeoncln e 'r è Ll Lcmpo cli caduta da !l'altezza 11 (Fig. 66).
. 1 ..11'cqnaz1one: · . <~.,1 .1' ango.lo cl. O.,mn · .1 nura e' clnto ·<a t,q a = TIT H I.l tempo di. cadnta Tè funzione <lell'alte;,;za ecl <..,, talcolabile con uu comn11e altim etro che eventualmente p uò essere graduato in tempo d i ca dutn. La. velocità è m isu ra bil e eoll nna sem p.l.fre tri angofa zio ne se si dispone cli nn e011tasecondi. Ad esempio se si dispone di una li1nea di mira vei-ticale e di u.nn inclinatr, 111') RYanli di 26°30' (la cui t angen te è 0.5) si h a ch e Jn \'elo<"i t à dell'aer<10 è flata il al l'H!})()Orto clell' n lter.r-n a 1 doppio del t empo impiegato cfal
1'IRO DALL'ALTO
punto mirato a passare dalla linea {li mira anteriore alla linea di mira verticale. Souo noti. cosi i clnc para.metti de.l tiro V cd H e quindi è · 'facile costrnir<' )'angolo di mira. La bomba deve essere mollata. nell"islame fa1 cui i1 bersaglio st1rà visto sollo l'angolo a . l primi t1·agnardi co11sislevnno infaW semplicemente di un occhiello di mii-a e di un retko]o su eui eru no piaz,mti n n mil"ino fisso su)]a verticale dell'occhiello di mira ed un mirino mobile che potcrn essere spostaro lougitudinalmente median te due cursori, UJno graduato in quote ecl. uno in velocitù, relative. Un miriuo o.usiliario fisso serviva, unitameute a1J'a1Limetro di bordo e ad 1m conta ccondi, al calcolo della velocità. Le opel'azioni <li puntamento anenìvano quindi in tre fasi successive seco11clo lo schema inclieuto in :figura (Fig. 64) : - misurn ,cl ella der.i va ed orientamento dell'aereo in clirezioille del bersaglio; - miS11ra ·<lclln yelo<:il,ì, relatin, e form;1zio11e delrm1g-olo di mira; - tempo <Faspetto fino all'isbintc del )ancio, determinato dall'angolo di mira. Come si ò avnto oc-casione <li notare, questo sistema di puntamento Hstrn e ,<lalla resisten;r,a cle]J'ariu che ha per effetto di ritardare la. caclutn ,de:lla bomba. Osservando dall'nHo la caduta delle bombe si vede <:he esse 1·inrnngono gradualmente indietro, l'ispetto alla Yertknle del veli-rnlo, cli un piccolo nngolo: quest'angolo viene chifl10.nto « ungolo di rit ardazione >>. Esso <lipencle dal peso delln, bomba. dHlle foi·me aerodinnmirhe <li esse e dalfa sun se;r,fone maestl'n (coefficiente balistic-o) . Ogni tipo di bomba hn clnnqne un suo proprio r1ngolo cli rilnrcla1,ione . Si cercò qui,ridi cli misurnre queslo angolo con suflìri<>nte esattezza, ma si nrtò co!llho di'ffkoltà quasi insormontnbili. per cni esso venne stabilito soltanto in via approssimata . 8oltn!lto recenteniente si poterono fare mism:e abbastflnza precise. scopr<'rnl.o fra l'allro che qnei:,to angolo non si. mantirow tl(~ppure costante , mn che è a111<·h<' fun;r,jone della qnota di lnnrio, e ciò pe1·chè la ,densità dell'arin Yaria rolln quotn e varia anche l'esponente cl.ella w~locità, nell'0spression e clelJ'avan1,nmento n seconda clclln velodtn, {H rndnta. Tnfatti. per velocitr\. iposon orc (al di.,,
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425 -
'l'IRO DALL'ALTO
sotto dei ~00 m / 1") la resistenza è approssiIDati"rnmente quadratica, mentre sale a valori notevolmente superiori per velocità ipersonore o bali tiche; fenomeno questo che era già stato intra visto clal ~i:icd. L'aa1golo di r itardazione, cakolato, come si disse, iu modu a[Pprossimativo, venne introdotto nell'angolo di mira sotto fonua di conezione o del valore cl ella velocità o della q nota. 'rutto questo sistema <.li puntamenlo era a ltresì lrnsato sul1',o pitesi ·del volo pei·fettamente orizzontale; è 01 ,io c:he ogni sbandamento dell'apparecchio anebbe fatto sì che l'usse vedi.cale delJo strnmeHto assunto come linea cli riferim<mto, avrebbe fa lsato l'angolo cli mira di un angolo pal'i all' angolo assunto da.I velholo stesso. Inoltl'e ogni n1riazione di velocità dell'ael'eo avrebbe genel'ato aualoghi errori nel tiro. Per questa seconda. fonte di errori non si 'iint.nt vide ullora il rimedio, e soJ.lanto in prosieguo di tempo, migliornndo Je qnalità. di stabilit;ì, inti-in secu, dei veJiroli in al'ia agitata, vi si potè porre parzialmente · l'iparo. P er quanto invece rig uarda la ve1;tìcalc di riferimento, il trag uardo mod. Prieolo vi oHiaYa sospendendo cardanicamcnte J'intero strmneu to e znvorrnndolo a mo' di peinclolo con nn disco lrnticolflre. Nntnralmente ques to sistema 11011 era perfetto perd1è nncorn sPnsibile alle cornponC'nti orizzontali delle nc:celerazioni: però ..iJl'a Uo :prntico (liede cl.ei. ris n)t.ali abha stanzn soddisfa ce nti. Fra una fase e ]'altra del puntamento (det'iYa - misnr.a della velodtà - 1:egistrazioa1e della linea di mira) dato che il tr.ag11111·do clovevn essere manovrn to a mano , bisogna ,·a aspettare il tempo necessn rio n che il sistema pernh>lare si. fosse arrestato. Le opcrnzioni di pnntmnento ris11ltarn110 pC'1·ciò hlboriose e deli cate. Il c-olonn . J[nltC'. e cercò col trngnarclo mocl . }}. di ovvin1'<' a questo grn ,·e inco1wcni.ente : egli dotò il traguanlo cli m1 si stema pri~matico ginstapposto in un lnngo tubo co11tN1entr la pnrte ottic::i; il tnbo irnperninto ca r.cl::rnicamente sul pHYiruento Yenivn impng:nato in alto <lal p11ntnto1·e. Nell'fo1terno clel campo visuale•, sul pian o del minometro, apparivn per riflc•ssio11r il contorno clelJa bolla ti·aria di nnn lhella sferica : il p1111tatore . move~1clo 01ppor tunamen te ·i I cannocehinle, cloYeva C'P11tral'e la 1
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TIRO DALL ' ALTO
bolla sul reticolo del micrometro assicurando così, clatH Ja limitatissi.ma. inerzia della. livella, una sufficiente precisione alla linea. di mira . L'angolazione ùella linea ,d i mira Yeniva. effettuata muovendo, mediante un tamburo esterno sul quale erano tracciate gl'acluazioni di velocità, e quote del tutto analoghe a quelle del mod. Prieolo, un prisma colloe;ato iITT p1·ossimitù dell'obiettivo. La deriva veniva ottenuta r;uotando assialmeute il eam1oechiale. Questo strumento ideato dal col. l\'Ialtese, per quanto evidentemente geniale, ebbe scarsa applicazione perchè cli delieato maneggio e penhè l'ottica dello strumento non si prestava al bombardamento notturno . La vera soluzione si ebbe col contasecondi a ritorno, che consiste in nn comune contasecondi il quale al primo scatto d<~l pulsante mette in marcia. la lancetta, ma al secondo scatto essa :inveee di arrestarsi inverte il movimento, mentre il terzo scatto la riporta a zero. Detto appareechio è provvisto inoltre di un indice mobile a mano al quale si fa seg,n are il tempo di caclutn della bomba dalla quotn di navigHzione; per {:omodità il quadrante è graduato oltrl~Chè in secondi anche in quote cli laneio. 11 fu11?:;ionamc(l1to è semplieissimo : sul traguardo , nd esempio quello mocl. Pricolo, invece di nn mirino fisso ve ne soino d11c, uno a distanza, dnlla verticale doppia dell'altro: l'operazione cli puntamento consiste nel rn(!ttc~re in marcia il contasecondi quando il bersagJio si prc~senta su]]a prima linea di mira, e cli invertire col secondo seatto la mal.'cia della lancetta, quando il bersaglio gi.nnge sulla secon(fo. Le cl ne linee di mira -devono essere opportunamente distanr,i.ate in modo che la lancetta del contasecondi · possa, soprH.vanzare cli alqnaITTto l'indice delle quote. Allorchè nel suo movimento retrogrado la la,n cetta del contasecondi si sovrappone all'indice delle quote. è giunto )'istante di sgancio. Riferendoci alla Fig. 6G, se ne può ùuc> la seguente semplicissima dimostrazione : I due indici fissi sul trag uardo sono e e d mrntre la verticale è irnlicata da a. Ad essi corrispondono sul t01.-r0no i punti C, D ed A.. S<• ac=c<l si ha evidentemente .tl.C= CD. I l tempo imt)iegato dal b(~rsaglio a passare dalla prima. linea <li mira Od.lD alla seconda OcC sia T, e questo è il tempo i.m1Yiep:ato clal conta-
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TIJ:O DALL •AI,TO
St'coudi nella sua ma rcia arnnti; ugual lelllpo impiegher ebbe l'aereo a po r tarsi 1-11lla, w•rtical(! dal 11unt o ru lrato e cioè i~ percorrere ln dlstnnza LI.O ; in ciuvsto tempo Jn. lnnccWt del contasecond i sar ebbe r itornata all'origi11<'. ).\l a la bomba ùt•ve t!"Sere sganciatn con a n ticipo t corTispondente a lla gi ttiHa .t!B. Quil1tli il ,-egmcnto B C sflril p er corso iwl tempo T-l. P er ruoUarc la bomùn al room<•n to giuMo è qui1ldi s11flicie11te lasciar tr asconer<' il tempo T-t dopo l'ìStante del passaggio cl r l b er saglio su lla seconda lin<'n d i mira. E' ovvio che il t<'ill[)<) 'l'- t, tlen ! r;.;sen: r,ositiro, ed 12cco percllt! si è detto che le due linc•c di mira debbono csSCJ'C s uftlcientcmcnte disla11zinte. D'altra pn rtc detto intervallo d i tempo 1n1ò esser<' ritiotto viccolo cowe s i v uol e n ·golMlHlo oppor t mm.lJl<·nte lo clistnn za h dcll'occll i<'llo di mira da l r rt icolo acll, e q11esto c·ra r ealizzato nel tragnarùo mod. Pricolo con apposito cor sote. Col contasc•couùi :~ ritorno la manona è f aci le e s11c•clita; il tra uarclu dopo 1 di ess<'re stato regolnto p<'r la quota (r eiolazionc a])JlrossimfltiYa prrchè ha il solo scopo d i ren dere 'l'-t s\1fficicntemente piccolo, m:i positivo) e pe:r la deriva, non ho. più bisogno di esser r toccato coli<' mani, <' quindi il sistema prndol:n·e di sospeni,ione può funzionar e nel modo migliore. Questo tipo di puntamento p e1·mette a ltt·Psi il tiro contro bersai::li in moTimeuto.
l'er qunnto lrn tr::itto nlla sta bilità ck]]e bombe e )oro t.oeflkieintc balistico .èlevesi. tilcvarc t he 110n sembra che nel perioclo di tempo q11i consi<ler ato si Cosse eompreso appi<~no l'importamin di 1m lmou <·<iefficicnte balii-;t ico , imp01·ta mm ch e consiste ne l ren<lt•re minimo J' a11~olo di. l'HHl'Clazione. ed ci:::sen~ r.tnlmcnte, aumentan<lo hl yeJocità <li caduta cl<'J1e l1ornbe, di sottrnrre in pnrl'c In t r a i<>ltoria di <"Hd.ula nll'i111f111 e11zn degJi i: p;p,n Ii a tmosferi ri. Ln maggior parte delle cnre furono Ì11Yecc 1·iy0Jte a dotnre le bombe ,li bnolli gorn1·nali. eh.e assieurnsser o 1n lol'o stabilità l11ngo fa t 1·aiettoria miche> a co:>.to cli frcnm·11r nlq nanto la Y<•lod t à di caduta. TTna YÌII totnlmente di\'Cr·sa :weYa110 baltnto i tedeschi n <'Jla gnen11 clc l J!)lJ -l c tnranrlo nl mnssimo 1n l'Ol'nrn ncrn<linnmica, tnntochè Jp loro bombe poleYa1110 essr1·e consill<'1·n tr comr elci modC'1li di pene trazi011e : l'iclnc-en<l o al minimo i ~owrnali e faCfrnlo Je bombe 1n0Ho nJl, rngaic' eon a]et i<' di stnbilizznr.i.one 1
piceolissime ed aceal'toeciiitc> Jep;~crmcnte Ml elicoidf>. c>~i ot ienne1·0 clw ]a bombn rndenflo ncq ni stnsi:::e nn ra pid o moto cli 1·iv0Jm;ione n. somig:Ji anzn degli orélinnri proietti. I1n prosieguo di t empo l ' idea (li irn pl'i mrre nnn rotnzionc• assinlc rn abban - - 4:!8 -
Til:0 D.\LL'AL'l'O
donata perc:hè si (~ visto d1e quando la burnha .lla rnt1ggior b1 sogmo della sua stabilih'.L è all'inizio della ti-aiettoriu, e cioe quando la sua velo<.:i.tà, assiale e di rotazione (~ aucoi-a bassa. La funzione dclriIUpennaggio ù goyc~male, in tutto analoga a queila degli stabilizzatori e delle derive dé velivoli, è d1 creare nna coppi.a contraria aù ogni deviazione dell'asse clelh, bomba, dalla sua posizione tangente alla traiettoria. Ciò vieM ottcin.nto se la risultante delle forze aerodi narniche create dalla, ve)oci.tà. taglia l'asse della, bomba in un pulllto situato a poppavia del baricentro. Nasce cosi la coppia ]Jj(J, ....he è stabilizznute; è ovvio che se la risnJ1aute 7{ inYe<·e di esse1·e npp.lic:a tn nl crn1tl'o di spinta E H 1p oppinia del lJarin1.ento G 1 fosse appli.c:ata a prora via, la coppia sarebbe dcstabilizzm1te e .la bomba ~i rovesc:ierehlJe. Molto irnpmtante è dw il goyernnle possa lavorare in aria, non disturbata; infatti 1n presenza <lel corpo cli bornha antist·ainte, spcc-ialmente se 110,n .lla la · parte poppit~ra llcil pr·ofila ta, pr,ocll.H.:e n 1w sc-ia YOrticosa iu cui la n ~lo<.:itù dell' ari.a è note vo]rneute abbassata; ue ris11lta quirnli 111111 (~ilie'i e11na ,cli jmpennaggio notevolmente diminuita. J.n sustnrn1a i pararnetti pri.1 1cipali da <:11i <1ipende hl buona stHbilit.ì di nna bomba so.mi: 1) purez;,.a èli liu ee ae1·oclinamic:he; :!) hariteutrn più a n111ti 1possibile; 3) governale piazzato il più indietro possi.bile; 4) grarut) snp(~dic:ie -d el go,·ernale, Bpec:i nhnente dt~He parti. sporgenti all'infuori. C1n irn:remento di resistenza "dl'a,·an'l.1rnw11to del goYe tnale è anch'esso favor(~vole alla stabilità, ma nuoce aHH n ~locità. di caduta. Ad onore dei pionieri iu questo campo cli studi e di ricerche 0011viene uotare che questi p1·i11cipii fonclame11ta lL oggi perfettamente sviseen1 ti, erano sta ti cln essi in1 trn n~clnti con sufficiente dtinrezza . Però 1J10J1 vennero compresi cla t ntti 1ant'è vero che la loro applicazione fu quanto mai snltuarin e eontraél.dittoria: si sono viste infatti, fino a porhi anni or sono, applk:uioui <:ompletamente sbagliate qmlli acl esempio il rnon~ tap:gio cl(~lle bombe n bordo in riosi7.ione vrrt..ienle anr,ichè orizzontale. ecl è bene notare che nclJa, grande g-11crra 1914,-1 S qncsto enorc non vrnne :fatto.
XQ'l'JZU·: Bil::J.IOGIL\FH 'BE
~O'l'IZIE DlBLlOGR1\PICBE E DJ~LLE FON'rI PETI lL CAPO ,~r DEL CAPI'l'OLO 50° DELL.\ PARTE IV ·· \'OL. 12°
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SCUOLA ÀPl?LICAZIOKlè
H1v1S'l.'A ARTI GLJERIA E Gr~Nro -
« Nota su ll e ce nb:a li èli
Gen naio 1931 - Giugno 1931 - Luglio
1932.
-
:
431 -
CàPO
VII
SISTE J\'11 DI P UNTAM E NTO e NiETODI 01 TIR.O ( 1915=1920)
§
I
Proce dimenti goniometrici di pun tam ento ind iretto , Fascio pa rnllelo dei piani di tiro de i pezzi = Il puntamento indiretto delle artiglierie campali , pesa nti campali e d 'asse dio = P untame nto pre• parato delle batterie da difesa.
I moderni pr ocedimen ti goniometrici di. puutamenlo , basati sulla forma zio~1 e di un fascio pa1:all l'lo dei piani. cli tir o <:lei pezr.i secondo una pre. tabilila direzione d 'orien tamento, e s nl successi.Yo suo t1'asporto s11ll'obbietti ro, er a110 in 11so da qualche a nno 11ella nostra a r liglieri a, qnando ne·1 1915 'l' Itnlia entrò in guen.a . L'adozione di goniometri e di ce r<·hi di <li rezio11e, strnmen1ti di co,n veniente precisione per gli scopi del tho e faciJmente li velln bili, a ,·en ('onsentito di compic1·e con sicm ezzn e con rapiclitìì, il pnm amento incl.irC'tto delle art iglierie cl.i ogni S1pecialità im piegate in operM:ioni campa li. Se qnalchc cliJfcr Pnza co truttirn Yi c1·a fra gli slrumenti adopera ti dall 'artiglieria d a ra mpagn n e cln montagna e quelli dell'nrl'igJieri a d' assecl io (1), il. pri1n cipio geometrico ll l quale il pnntamento yenin1 informato era !-empre lo stesso ed è quello (1) Per tali sh·unwnti si ticbinmn quanto è detto in alh·o Capitolo sui congegni di puntamento.
2R
I L r U NTAì\Iffil\'l'O l.\"DIRW.CTO
c·,be tuttora viene applicato nel puntamento indiretto cli tutte le artiglierie mobili.. Volendo tener conto, pur tuttavia, di qualche diversa modalità, di pratici1 eseC1rnione, ricordiamo qui distintamente il pi-ocedimento in uso 1Jel.le batterie campali e quello adoperat o dalle artiglierie ,d 'assedio; acccmieremo a.Ua fine ai sistemi impiegati per il puntamento delle batterie nelle installazioni fisse da difesa. I'er le artiglierie da costa e eontroaerei, l' argornen to del puntamento è così intimamente connesso a quello ·del tiro che se ne parlerà in seguito una sola volta, u. pl'otposito dei. procedimenti di tiro impiegati nel periodo storico che stiamo esaminando (1) .
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·N elle batter·ie cum.pali il fa.s<.:io parallelo dei piani di tiro dei pezzi. veiniva formato dirigendo a-cl un falso scopo la linea di. mira dei pezzi. dopo aver dato a ciascuno di essi una speciale gra,duazione ,d i scostamento, dipendente d,alla, posizione del falso scopo rispetto ai pezzi stessi.. Il falso scopo poteva essere naturale o artificiale: di massima era, preferibile il falso scopo naturale, che, se scelto con buon criterio, facilitava le 01Pera~doni per la prepa,razio.ne del tiro : in mancanza. di convenienti falsi scopi na,t urali, si ricorreva ad un falso scopo arti:fici.ale. - Nel caso del falso scopo naturale, e con p~zzi egualmente intervallati, gli scostamenti dei diversi cannoni, valevoli ad ottenere il parallelismo dei piarii di tiro, risultava in progressioue aritmetica, crescente o decrescente> a partire dal can~ ,none di base, che era generalmeo1te il cannone di ala dalla parte dell'osservatorio di batteria . Ohi~mavasi << scostamento scalare )) la differenza costante cli. due ca•nlflorii contigui. La ,d eterminazione dello scostamento scalare~ poteva farsi o col metodo d.e11a, collimazione reciproca, o colla graduazione (1) In ogni caso, per illustt'azioni o maggiori spiegazioni che possano occor rere, si consulti uno dei testi indicati a.I termine del § 5 nelle « Notizie Bibliografiche e del le Fonti».
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speda le (1) del cet·chio · ùi d il'ezio1Jc clel per.zo, o i111tìne col calcolo approssimativo. Colla « collima zioni reciproca », i pnmatori, generalmente dei ca nnoni di ala , dirigevano l'asse ottico del caninocchiale del proprio ce1·chio di ,d itezione sull'obbiettivo del cannocchiale dell 'altro, facenclo spostare la coda dcU'affusto oppure agendo al volantino di direzione. Quindi, fermi i pe½zi, essi clirige,1 rHno l'asse ,o ttico del cannocchinle al falso scopo e leggevano sul ce1·chio l' amgolo di clirer.ionc segnato dall'indice : la differenza fra l'angolo letto dall'uno e quello letto <la))' altro dei due puntatori, divisa pe1· il nu1Ue1·0 d'interval~i compresi fra ì due can!lloni jmpiegati nell'operazione, costilniva lo scostamento scalare da nssegnare a cia scun pezzo. Colla « ~ra{luazione S{pecinle del cerchio )), disposto un pezzo coila sala d'affusto prcssochè parallela alla fron te della batteria, il p nntatore dirigeva l' asse ottico al falso sco1Po e leggevi:L il numero della gradu azione ~peciule indicato dall'indice di direzione del ce1·chio stesso : tale numero, moltiplicato per l'iJ1tervallo fra i pezr.i e.spresso jn metri ,e cliviso per l a distnma del fa lso scopo (2) espressn in ettometri, dava iJ valore dello seostameinto sca lal'c. Col « ca lcolo approssimativo)), lo scostamen to scala re poteva ottenersi dividendo fi ntenallo medio fra i pezzf, espresso in metri. per Ja distanz::i. del falso scopo espressa in chilometri. Se il falso scopo era a c1istanr.a consicler<'vole ,o era sitnato presso a poco sul tprolnng-amento clel1a fron t e della batteria,, il parallelismo ,dei piani {li tiro dei pezzi poteva ritenersi pra~ ticameute ragginnto senza ricorrere affatto allo scostamemto srala1·e. - Nel é::tso cli f'a lso scopo artificiale, l o scostament o da darsi ai pezzi pel' ottenere il pal'a l1elismo dei loro piani di tiro era (1) Si r icordiL che nei cannocchiali panoramici da campagna e da montagna, oltre le graduazioni di scostam<'.nto e di direzione, esisteva UllO. gradun:r;ione speciale, destinata a tener conto, nel calcolo speditivo dello scostamento sca,. lare, dcll'obUquit:ì della dit'ezionc del falso scopo. In segnito tale gr aduazione srieciale venne abolita. (2) Misurata o stimata a vista.
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lL l ' Ul\'l'A~rE:-.'L'O IXDW E'.CTO
di regola determinato col goniometro. F ntta, stazione nel luogo del falso scopo, il Oonrnnd.a,nte cli batteria (o un suo in <:tirièato) dirigeva il diametr o 1wi11cipale del goniometro al cannocchia le del ca01none di base e collimava. successivam en te al cannocchiale deg li altl'i. cano101 ii leggellclo e cownnican<lo n ciascuno dei pezzi la graùnazionc segnata nel seotlore degli scostame11ti per ciasc un a collim azione : ogni pnntator<> faceva segnare al pro1pri.o uhm lo scostamento cnu.nch 1to ,d al Comandnnte. Il I::ilso scopo artificiale poteva esse re costituito dallo stesso goniometro coJlocato nll' osservatorio : . e ciò non era possibi.le per circostanze di terreno, dovevasi ricol:'rere ad 1111a star.ione sussidiaria per piantarvi la palin a falso scopo. Fissate s ui. cerchi dei pezzi le graduazioni angola r i per il fascio parallelo, resta va da determin:ne l' angolo cli ,direzione per il bersaglio. A tal e scopo si collimava a qnest'nltimo col goniometro conveinientementc orientalo, e si leggeva hl graduazione segrn1ta dall' indice di direzione. Il nilore _di ta,,Je gracluazio111 c <lo,eva aumcnta1·si o diminni1·si, seeond.o elle Ja batteria era a sinistra o a destra dell'os. e1Tatorio (g1.1 a rdan clo il bersaglio) , di. 1ma. quantità. eguale al rn pporto fra fa distanza (in metri.) dell'osserva torio dal piano verticale clel pezzo cli ba$<' e la clislauza (in c-hil ometri) del bcrsag-lio. T pc•zzi segnavano li1 graclnazione cli clfrer.ione. unica per tutti. Puntando ,1] falso scopo, clQpo aver segnnto sui cerchi le graduazioni cli parallelismo e di direzione emmciate dal Comandante, i pezzi risultavano coi pi an i di tiro parnJJeli. frn, loro e tutti in direzione del bersaglio. P er far convergere il fascio sopra un determinato pnnto ùcl bersaglio stesM. il Comirnclun te ordin nva unn congrua « cone:done s<·11 la1·e >> 11i diversi pezzi, ottenuta dividendo l 'interasse f1·a i pezr.i (in metri) per la distanza clell'obbietlirn (i.n chilometri). •rah·olta in,cce. come in cnso d i bersc1g-Jio molto :unpi o, eonveniYa f:11· t1h·ergere l'inte l'O fa.scio. L'Istruzione sul tito del 191 3 non contemplnva, per le batterie da campagn a ed u cr1YaJl o, Ja fo1·mazione del fascio pa rallelo dei piani di tiro pe1· tutte le battcl'i e cli nuo stesso Gt'uppo. Ma successive aggiunte e vnl'iauti all a predetta Istruzione 11e - -· 4-3G -
IL PlJ:\'T.UlE);TO J); OIIH:tT'.rO
considernYano l'utilità, e ;prescrivenrno Je opcrazioui da farsi per ottenere un tale rrn1:a Jl e lismo, opcl'nzioni che eo11sistevr101 u 11ell'orienta1·e dapprinrn i gon iometri dei. Com:rncl.i ,d i batteria parallelameute al goniometro de.I. Comand o di Gnippo, e poi nell'orieJJtarc, pa rallelamente ni 1·ispettivi gon iometl'i, i piuini d i. tiro dei. cannoni <li cins{·nna ba tterin. -:+ {{· ,::.
~elle ba tterie d ·assedio e nelle batterie pesanti c·nwpali, per il puntamento ind iret to, ernno seguiti mwloghi crite1'i. Per determinal'e Je correzio11i di paral.lehsmo, si eoJlirn ava col goniometro successivamente ni cerchi {lei singoli pezzi, si leggevnuo i relativi angoli azimntnli e s i comunicavamo ai. pe7,7,i i valGri op1posti (1). Se la stazione di batteria 010n era in vista dei pezzi , oppure non era a distam;a tnle da essi da offrire una con veniente a ppl'ossimazion e nel puntamento, si facevn ricorso ad umn o più stazion i sussi.clia r ie. La direzione p(~r un dato bersaglio si leggeva sul goniometro e si correggeva, come si è già detto .1w1· le ba tterie da campagna, per teincr conto ·della dis t·anza della, stazione goniom etrica <lnl piano verticale del pe;,;zo -base . Tal e correziorn~1 nel caso clell<~ batterie d 'nsseclio, prendeva nome d i « eon ezi one di convergenza >>, terminologia diversa da queJJa delle batt<~rie da <·ampngna , ove la eonver·genza , come si è già Yi sto, era invete la f:onezione da darsi ad og,ni singolo p<~zzo pet portl;l l'C tnrti i p iani di t iro sopi:a u n ~olo determinato pun to del bcrsnglio. J:<:!l' ·1e batterie d'nssed io, la <·orrezione di convel'gen:r.a si rkn,a vn ~1orrna]rnente per mezzo ckl 1'ep;0Jo di convergenza (1) Il va lot·e opposto ad rnm qnantitì.t ango ln r e t~·trn su l goniometr o è quello corti.spondentc alla posiz·ione diametralment<' opposta ckl cnnnocd1ia l<\ C' si cletermi.mi a u mentnnclo o d.iminuendo di 3.200 (millesimi) il valor e lC'tto. secondo che q11csto ?i minore o maggiore di 3.200. Nel prot:Fd inwnto usa to dalle bat:t(' r ie d' assedio per la. forma,i;ione de.I 't'ascio para!l(!lo, l'angolo (li para llelismo cl:t segnare s u ciascun pezzo doveva esser e l'oppos to d i q uello letto s ul goniometro, poicbè la. graduazioue di par allelismo clel cer eliio fli puntam0nto mod. Cortese a.veva. lo stesso S(•ns o (cr escente nel st• nso ckl movimen to del le' lancP-tte dell 'orologio) di qu ello della gracluazion(' n?.imuta le del goniomrtro moù. Bennati, 11sato dalle batterie d 'nsserlio.
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mod. )lattei, 1·egolo logaritmi<;{l elle pe1·mettc tli cakolare hl quanLHù y
=
cero. sen
ù. sen 13 lJ
ove y è la conezione richi.esta, In base b è la clistauza orizzontale del centro -d ella batteria, claJla stuzi.one goniometl"iea, ~ è l'angolo formato dalla predetta. base b col piano verlica le stazione-bersaglio, e D è la dista117,a del bersaglio dalla batteria. Con minore app1·ossimazione la correzione -cli convergenza si poteva ottenere, in millesimi, dhideudo la di ·tama ciel centro della batteria dal piaq10 stazi.01,e-bersaglio (espressa in metri) per la distamza batteria-bersaglio (espressa in chilomeLri) . Se si voleva concelltrare il fuoco sopra, un solo punto del bersaglio oppure 1·ipartirJo in alt.1·0 modo, ciascun pezzo eseguin1, sulla direzione com une segnalata, la piccola conezione, in più od in rneuo, atta a far diri.g-er·r il til'o su l punto voluto. La u10stra 1·egolamentazione <'onterupla,a, per l'artiglieria d'assedio, oltre che il puntamento -della batteria isola ta, anche quello di un Gn1ppo di batterie. Si stabili.va a lal fine, un colle-· gamenlo goniometrico fra i vari organi di Gruppo e di batteria, in modo che le batterie potesse1·0 prontamente nprire il fuoco su qua.lsinsi bersaglio: dcsig,n ato dal Capo-gruppo con la semplice enunciazione cli. u111 angolo e di una distanza (coorcliJrnte polari <Jel bersaglio). I11 g;enere convenivo orientare al nord magnetico il goniometro principale del Comando di Gruppo e qun1che goniometro di battel'ic1, <:l1e non vedesse quello di gruppo : tutti gli alti-i goniometri di batteri.a Yenivano orientati pr1· collinwzi-one 1·cciproca co.n quello principale del Grnppo. Cim;c una batteria, col goniometro così odentato, p1·oceòevn a)]e operazioni cli parallelismo come 11el caso cli. una hntleria isolnta . Questo sistema dei collegnmenti goniometrici era però vin colato alla duplice condizione di poter scorgere il bersaglio da una qm,Jsiasi. sta 7,ione goniometrica , e -cli potere a quelJn collegare goniornet.ricamrllte la stazione cli Gruppo e le stnr.ioni di batte1·ia. condir.ioni rllC spesso non poteYano , erifical' i. specie -
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IL l:' U-"'l' A~IE~TO IXl}InETTO
per la coufigurazione del teueno. Per tale ragione i.l puntamento in direzione, normale pet .la massa ·delle batterie d'asseclio nelle operazio11i ~ampali era quello« preparato s;pedilivo >>, caratterizzato dall' impiego delle carte topografi.che quadrettate a grande scala (1 :25.000), sulle quali venivano segnati il pezzobase della batteria, i c.:apisaldi e il bersaglio . .ll pezzo-base della batteria vciniva rilevato da un topografo o da un ufficiale di batteria con uno dei soliti metodi topografiei cl'inél.ividuazione ,di punti sul terreno: I capisaldi, anch'essi rilcrnli con uno di tali met,ocli, erano punti caratteristici del terreno, ben visibili (campanili, pilhstrini, ecc.), convenientemernte scelti nella zona. I liersagli el'ano rilevati .o dagli osscrvatorii terrestri o da quelli aerei: ]a loro segnalazione veniva fatta mediante quadretto e coordi.nate . Se dalla. batteria si poteva vedete un caposaldo q11alsiasi; si misurava sulla carta l'angolo formato ,clall' a1li0learne11to pez,mb,1 se-cn posa Ido <:olFnllinenmento 1w1,:1.obase-hersaglio, che era. ]' angolo di di.rezione del pezzobase : con parallelismo zero e colla predetta dire7,ione, si muoveva il pezzo dirigendo la visuale al caposaldo . .Analogamente si rego.Iavano gli altri pezzi <lefla battetia. Se dalla batteria non si vedevu alcun caposaldo, fatta stazione col goniometro in uin punto dal quale fosse possibile scorgere il caposaldo prescelto, si orient aYa il goniometro stesso al ca posaldo e si. collinrnva quindi ad un falso scopo (,naturale o arti.fi.ciafo) visto dai pezzi, comunicando a questi l'angolo letto: quest'angolo era il paralJelismo da segnarsi sui cerchi dei pezzi. L'·angolo di direzion e era misurato, come nel cuso p1·ececlente, sulla carta . 1 pezzi si muovenmo dirigendo la visnale al falso seopo ainzich(~ al caiposaldo.
Per tutte le batteri.e imph~gate nella difesa , sia che fossero mu nite ,d i congegni di direzione fissi (artiglieri.e in pozzo, congegni mod. Bonagente) sia che fossero provviste ,d i eel'chio e di goniometro, erano pt'edisposti, in modo più completo che non si potesse fnre per le batterie d'assedio, tutti i doenmenti occonenti -
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I r. PI." :\T :\:\1 (1)~'1'0 PRllIPAf(.\TO
pe1· il puutamento preparato, e cioè c;1dc e piani quadrettati, elt'nchi diYt'1·si (delle batterie, degli ossern1tori, ùci capisuldi, dei bersagli) , traiettm·ic grafi che, abbacJÙ per profilamenti. Le carte quadrettate el'ao10 di batteda, d i Gruppo, di Settore, di osservatorio : n era 1p oi una <:urta geucrale per il Comando d'ai•1iglieria della tlifcsa. Su ei.1 scuna cnrln erano rap p1·esentati, con app osi.ti segui <.:om·enzionali.: bn ttcPi.e, ossel'Vat ori, capisnlcli, ed eventnalrue11te obbietti.i soggetti. all'azione della batteria. I pi11 11i quf-ldreUnti si <listingucY;rno in piani di Batteria, piani cli Grnppo o cli. Rettore, e piani <li Osservatorio . Il phtno di Battel'iH conteneYH]imiti Ja ternli ed in gittala del c;ìmpo ùi tiro dei pe;.,zi, il contorno delle zone non battute a gra~ unta o a sh1·<1pnel, un ai-co rappm'iatore, l'ifetito al pezzo di ba se, l'iprocluce,nte Ja gra<hrn;.,ione .cte·1 congeguo cli -dire7,ione di tale pezzo C'On Jo z('t·o in clire7,ionc! del no1·d tene tre : inoltre Yi erano seg!late alcune in dic:-udoni suippJcttive rigoardanti il pezzo-bnse, gli interassi dei diversi pezzi, l'arngolo formato dal meri{li.ano tel'l'estre con dasclm o clei suclclclli inten1ssi , ccc. Il piamo cli Gn11ppo o di Settore coutenent i li10iti del campo di tiro di ci11scu na ùn tteria <lel GPuppo o del Settote, e indicava, per og.n i quadretto, <prn Je baLl<•ti11 avesse a7,io11e sop1·a di esso . Il piano cl'ossel'Ya torio conteneva oltre che il contorno delle zOJ1e non yj te clall'os etn1tori.o, le linee i ogone, cior il luogo geometrico elci punti visti clall' osse1·vatol'io sotto uno stesso angolo zenitale . Gli <'lcnchi clel'lc batterie. degli osscrrntod . elci capi sa lcli , dei bersagli, erano aHrcttanti specchi sui quali era110 ripo1·tati i dati di speciale importanza segnati. s ulle carte qua,clrettnt.e. Le tavole di traiettorie grn fiche enrno impieg11 te daHe batterie da difes:1 piazzate in zone cli mont.1g11n : dai·emo un cenno ùi esse allorchè p al'le1·emo dei procedimenti cli tiro. Anche gli abba chi 1pcr pt·ofilameoiti erano impiegati dalle batterie in zone montuose, e servivano n 1·ilev:u-e i bersagli da 11n'unica stazione. Su detti nbbachi cnino trncC'iate. ln11go i margini fa terali, cl11e scale graduate degli angoli zenitali. e nel me7,7,o un fa scio di cmve quotate alla scnla di 1 :25 .000. La clesigJ111 7,i.on e (li bersag-li fissi 1 scoperti nel Rettore cli cli1
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FACSI1\i11Ll~ DI TRAOOlATO DEGLI ELENCHI PER LE BATTERIE DELLA DIFESA Fortez½a o sln1rra,mento
···--- ------------------ --·
.. ---- ·· ····· ·· ···----- ----···-- ---------- ····· ····· ·-
Settore
Gruppo
Btttterin, ........................................... ....................... .
Osservatorio
····--- ------- ---------------- -------
.Mfo,wo delle 7Jatterfo Gru1)PO cui appartiene la. batt .
Quadretto e coord inate Quota. in mm.
Segno e Nò d'ordine della batt.
Den.om inaz . opera o località
Armamento
Segno e No d'·ordine osservatorii il cui ilnpiego normale è devoluto alla batt eria.
Segno e lettera d 'ordine dei capis,,ldl di pun ta.mcn to visi bili dal . pe1<:zo di base.
No te
- - - -- ·
I
I
Ele1l('O dc,qf i, osscwuntort _yonionietrici
IJ'~
Segno No d'ordine
Quadretto e coordinate in mm.
- - -- -- - -
QuoLa
Denominaz . cle lla località
Posizione del corrisponden te ricovero
Segno e No d'ord ine d ei capisaldi <li orientamento visibili clal pilastrino
Comando cui è devol uto l 'impiego normale dell'osservatorio
I Note
I
E le nco dc~i cazJ isalcZi Segno e QuadreLLo lettera e coordld'ordine nate in mm .
-1- Quota
- -Cenni ~tementi cui si Schizzo_l_ Angolo Denomln. descnttlv1 riferisce la prospetti- i d'orient amento della ciel proiezione del vo o fo·Lo(pel ca pisaldi locah ti\ caposaldo caposaldo gra fico d'orientamento)
I
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-,--1
Graduazione di direzione del pezzo base (pei capisaldi di puntamento)
Note
I
I I
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Elenco élei ber.c;ugl i
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l
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I
N tu Denominazione della Da quall opere o Scgno--:istlntivo==s'--' e==v= is--'i"'b~il=e _o_ n_o_ [ - = ioc.~lità e quota batterie può essere (quadretto e coordinate dall'osservatorio o N t d l ba ragli e ersa -o-- : - -- "- - - - - - - . , - - - -b_a_t_L_u_to _ __ _ ...,..._ __ _i_n_m_m _ .>_____,'"-s-t_a_zl_oue cli batterla - -~ -e _ __
.
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LA l?BMl!.-\P.AZIO:'<J.: DlliL 'l' W O
fesa e che 110n fos, ero g-i.ì, segnati. s nlle ea1·te o s ui. pia,n i quadrettati, era fatta mediante qu n<hetio e coordinate cal'tesiane c•ppure mediante coordinate polari rifer·itc al pcz;r,o-base. Angoli e distanze venirnno letti su Ile cu1·lc. J_/angolo di dire;r,io.ne, risultm 1te clalJa cm·ta , si fa c<~va segna.t·e su] <·on g-eg-rn> <.l i direzione del pezzo-b::1se : pet gli alt1·i pezzi occorreva correggere ta]e an golo della l"ispettfra convctge111za. , e le batterie da difesa enrno provviste di cerchio e cli goniome1To, i p1·ocedilli<rn ti di p untame11to era1110 gli ste. si {li g uelli i 11 nso pe1· le analoghe ha t.terie d'ai:.-sedio, con la ola differMza, a tntt,o n1nlaggio cl<'lla rapidità e <1ell' esnttez1.a, ehe sulln car ta e snl pian o <li batteria era 1·apprcsentnio il pnnto medio de11a linea dei pev.zi m11.ichè la staid.oue gomiometrica di batteria .
§
Il
T iro de lle artig lierie da cam pagna e da montag na: P re para, z io ne del tiro e condotta di fuoco • Tiro de lle artig lierie pesanti campali = T iro de lle arti g lie rie d'a ssedio e da fortezza.
Nel Yolume VII cli questa Storia, traltanclo dei sistemi di !IJnntamento e cfoi metodi cli tiro pe1· il periodo storico 1870-·1914, si accennò alle l'egole di tiro sancite dalJ'Istr uzione del 1913 sul tiro delrartiglieria cla campagna. Quest1 Istn1;r,ione1 èll'l'ÌC· ch ita di s uccessive aggiun te e val'ianti, fu iJup iegata, e coi miglior i risultati dagli artiglieri {la cmnpagna per tntto il periodo de]]a gra11de guerra e per qualche ~umo ancora dopo, runchè nori fu sostitui ta, insieme colle Istruzioni di nltre SprcialWt, ùa.Jla muova r egolamentazione tecnica del d opoguerra . Nell'Istruzione del H>l::l un ampio cn pitolo era stato dedicn to alJa prepar azione de 1 t iro, che dovevn concone1·e in modo e1:,sen:r,iale acl asskm·a r e al f noco cl'a1·tiglie1' ia l'effetto di sor·pl'esa e arl otte11ere rapidamente la ma. sima <'ffiracia. ) / a rgomento -
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r,.\ PI:flPAH.\ZIO);E DElL T1R0
<klla prep,nazioue dl' I t i1·0 ,uon .i ,·eva irn:n11ttato, prima deJ In g ucna, il fav ore tli tutti i << campagnini >>; lllèl pl'cst o tntt i doYettero fa ,·ore,·olmente ac-cogJiere i nuovi metodi , im1Posti dalle 11ccessità. di una guena the ussumcrn, ogni giorno di più, .le cara tteristiche di uun ve1·a e propria guerra ossidionale. La prepa1·azione del til·o 010H cl0Yen1 lim.i t m·si n q nalche singolo ol>bielt h·o , ma a t ntta una zona entro la quale glì obbiettfri. potessero prese ntarsi ed agire, e doveva ricevere m aggiore o minotc sdlnppo secondo le cil'<"Ostanze, e sovrn t ntto sProndo il tempo disponibile. La necessitù di m1'Hccnrata preparazione del tiro, a11c he da. p arte delle art i.gJi erie leggere, s :irupose poi sempre più nel corso della guerra, anche per eliminare le possibilità di. offendere le onop1"ie truppe, sepnrate spesso da poche cliecine cli metti dalle lince nemiche che l'arti glieria doYl'Ya lrn ttere coi suoi nu ti-iti e temper-fri'i conC'entrameuti. g cosi, gra<lnalmcn tc, l ' artig lieria da c·nmpagrrn adoperò anch'essa le 'l'a,ole cli tiro, che prima non YeniYauo general111 ent1: consnllnte nella pratiC'a esecuzione del fuovo . e si nbitnò a no11 trnscm·are certe c·a usc• -d'cnore, come quelle dovute a l vento. ai cambiamenti di tempera tura e <li p l'essionc <l' a mbiente , o nlle varia,r,ioni di pPso del proietto e lli tanti n ltl'i elementi. Le conezioni pL·eye nthc, per- tenei· co11to cl.elle su d<lettP vm·i11zio11i. 1-'i mponenu10 11c,l l'::u·tig-Hc•1·in 1·1nupale <·011w. ùcl testo, nelle alt1·e Spedalità,, t utte le volte che si volern nprire il fuoco di soL"prc a senza 1·ic0Prere a preYentivi aggh,stamenti. E se molti. specie n el1e p1·iln0 fa si della gul'na. accolsero con scetticismo i nuuYi metocli, J'importnnza dell e st1<lclette conezioni ftnì poi .per imporsi dc•finitirnmente sia uelle a ziorni cli. sorpresa che 111e1Je l'iprese di t ir o specie cli notte o con tempo 11Pbbioso, qunndo l 'osserva zione non era più possibile . D'alt1·onde . il prop;r esso iH tal senso da pnrte del nemico f u ancora più lento. A ta) propo~Ho il gen. i\fon tefl nalc , nella sna dott a. e pregevolissima Memorin « L' A.PtjgJierin itn liann d nrant<~ e dopo la g uenn enropr n >> edita 111el 1933 dalla RivL ta <l'arti glier iA, e genio, l'ichinrna quanto scrisse 11n uffici ale austrin co 11ella « T cchni sche :mtteilnng )). e ciol'> clw: solami-nte do1io t·nutnrmo del J917 fii cominciò ncJl'a r tiglierìn austro nngnrica, ad apf)licart' le con ezioni pe r compen sare l'influen zn clel le vm· iar,i on i ntmos'fc-
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LA Pf:01'.ll{AZfONB Dl•lla TmO
ricll c su.I tiro, e iu quell\n,uca soltanto cornincìarouo Il f11nzionart· le scuole tli artiglieritL nel le rl!tro,·ic : rartiglieriu pe,:,;ame, <:he i n tcwpo cli pnr:c non !\l'<'nt poLn to vrend<•n• parte ad <:Ser ci wr.ìoni ta tllrlJe o 1wrc-lJè ent 111 ìnstallazione fls:;a o i:>er lllnncanza cli lllezzi di trasporto, L1·0,ando::<i , durault' la. guenu, a contnLto colle l::;pccialitìt cnU1pn ii, t•:;crcitò ;:;u (1uc;.te u ltime unu henelìca influcnia p er q uanto s't riCerint u ll:1 tecnica del t iro.
E che il nemico 11011 ,n-esse fatto gi-amli progressi, ossena il M:ontefi1n ale, fn dimostrato clall' iusuffic:.icn.za cl.clhL sua controbatteria e in geuere del tiro non osservato, cosicchè, se i suoi ossei-vatorii venivano accecati, il suo tiro 1·isultan1 pressochè inefficace. Da noi il perfezionamento nell' impiego tecnico delle artiglierie, già, iniziato nella 3" Annata, ebbe il massimo sviluppo nell'im-erno 1917-18. Ed < ~ cloveroso ticorchne, a ptoposito di p1·epai-a;,;ione tec nicn, del tiro, l'opei·a veramente efficace svolta in lale cau1po dall'allora col. Roberto Segre, che i1n q u.1litù. di , 'ottocapo di S. M. per- l'artiglieria pres ·o la 3• Armata, contribuì a pe1·fezio11are i sistemi di tiro e .( l'impieg,o, in reh1zione alle esigenze sempre più graYi e più complesse, delle operazio11i di guerra . 11 ,_'egre che già prima della grande guerra, laYotando a fim1co del gen. J:>ollio, aveva, coiUJI)ila to quell' I struzione~ pe1· la g uerra da fortezr.a che fu 1101a pubblicazioue Yeramente magistrale, era stato richiesto alla :1• Armata personalmente dal Dnca. d' 1\osta, che ~1e co11 oscev,1 e ue Hppi-czza va, la profonda c:ompetenza tecnica . Si doYcttero così al Segre importanti perfezicma mcnti tecnici, con l'impostazione di quella pl'eparazione topografi.ca. e balistica che doveva pcrmetLel'e ]' impiego di in genti masse d'artiglieria media1n te una. razionale manovra del loro fuoco su qna1siasi obbicttirn, e che clo,·ern poi costitnire come un pilastro fondamentale della nostra regolamenta zione tecn ica. del dopoguena. ~ella baLt.:glia di Gorizia e in tnttr le su<-cessiYe brtttaglie snlJn fronte car ica, proceclimruti pro[)ugnnti dal col. Scgre troym•ono vasta applicazione e noteYolme11le con t1·ibuii-ono al successo cl eJle operazio1ni.. E più tar-cli , nel giugno 1!)18, alln battaglia del Phn-e, l'ope1·r1 del Segre, generale comandante Fartiglieria ,d el la 6· Armata, sempre informata ai suddetti JH'Ot<~èlimenti t<~cnici cli tiro, portò, eo1la mano\Ta <li fuoco ngile e precisa clC'lle ma se d'artiglieria as- - Hri - ·
I.,\ CO~DOTTA
m:r, FUOCO
segnate a quell' At'matn , uu prezioso contributo alla nostra lumi,nosa vittoria. Il capitolo della s11cldetta I strn:done ul tiro da campagina riguardante la condotta del fuoco} lungi ·d a essere un formulario schematico, era mia. Ye1·a e propl'ia guhln che serviva al Comaudante di batteria per fargli assolvei-e ne] miglior modo, con procedimeHti tec-nici adatti, Ja mi!"sione tattica cui Ja batteria era chiamata . Una giuclizioi;.,a elasticit,ì, 11ell' applicazione deJle regole cli tiro, ili i-clazioue alla situazione tattica e al terreno cl'i1111pi ego, g::u·antiYa che l'azione di fn oco dell'artig-lieria fosse, in ogni cireostama. tempestiYa , l'àpic.hi eù efficace. La ampiezza <lella prima forcella doven1 contenersi in limiti piuttosto ampì: i.n p1·atic:a 1 nt>lle batterie . cla campagna, essa non era mai inferiore ai 2 ettomet1·i, pel' restringersi successivumemte funo ad nn limite minimo di 1 ettometro o talvolta :fino a. ½ ettometro per tili della massima precisione. La forcella veniva eseguita sempre a comando, per pezzo o pcl' batteria: col tfro a tempo es$rt era eseguita sempre pei- bat teria. L'opportunitù di. u1rn sua veri fi ca, 1p er accertarne l'esattezza dipendeva essenzialmente <lalJa distanza ùi tiro del bersaglio, dalle condizioni d' ossc1·vazione, dall1 ampie7.za finale della forcella stessa e {lal numero dei. colpi elle avevaJJ Oservito a determinarla : i01 generale si riconeva a tale verifica nei tfri .-:1 grande preci sione con forcella molto ristretta e nei tiri a gra11de cl.istanza, e tnttc le volte che Ja determinazione de11a fon:elfa era stata esegnitn per pezzo. Non occorreva alcuna ,erifica nel caso di forcella <l ete1·minata col tiro a tempo, poichè le osser vazioni, in tal caso 1 ernno semp1·e basatl~ sopra g1:uppi ,cli colpi e giammai Sll colpi singoli. L'aggim,tamcnto delle altezze !.li scoppio nel tiro a tempo era otte,n uto coo1 variazioni al correttore : qualora però nel corso del tiro, l'ampiezza. del correttore non fosse bastata a conseguire l'altezza ,olnta, si ricorre,·a a correzioni contemporanee in angolo di. sito e in alzo. Era ,poi prescritto un gruppo di colpi a tempo di accertamento, prima di passare al tiro di efftcacia, t utte le volte che la forcella era statfl determinata col tiro a per· -
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LA COì\DOTI'A DIDL l•' U OCO
c11ssione; oppure colla forcella, a tempo, si possedeva1fò dati poco ·sicuri per stabilire il correttore cle:lìnitivo (1). Nei tiri a granata o a percussion1e cli particola re esattezza, come ad esempio tiri di distruzioine di artiglierie o tiri cli demolizione di opere d'arte o altri obbiettivi, era prescritta mm :rettificazione del tiro; a forceUa avvenuta) con gruppi di colpi eseguiti con alzo intermedio ai limiti della forcella stessa, basandosi sulla proporzione dei co~pi, in rel::rnione alle dimensioni. del bersaglio. 'l'a.le rettifica doveva . eseguirsi normalmente per pez7,o, illl consi-derazioo1e di eventnali sensibili differenze in gittata, fra le diverse bocche da fuoco della stessa batteria. Dobbiamo pur t uttavia aggiungere che tiri del ge11<~re soprn. menzionato,affidati di massima. ad artiglierie di medio ca~ibro, pesanti o pesanti campali, doveva.no ritenersi eccezionali per le batterie da campagtna.. Per il tiro d'efficacia erano previste tr e -cliYerse moda]ità di fuoco. e cioè il tiro con un solo alzo, i1 tiro a serie, e il tiro per batteria a comando, corrispondenti al ,div<~rso carattere che l'artigJieria , i111 base alle va rie eireostam:e d.el combattimento, do(1) Tutto il segreto ùl:'l tiro a tempo sta nel saper conseguire a ltezze di scoppio r egolari, e cioè a.ltez;ze che s i avvicinino più che sia possU:,_ile all'altezza. di scopp.io normale, così chiamata perchè è la. più conveniente per r uti liz;zazione del fascio delle pallette. A proposito di tiro a tempo, ricordiamo che a.ll'inizio della guerra, esso er a considerato il tiro principale dei cannoni du. campagna. Nel 1915 il col. Strazzeri cosi scriveva.: senza. escluder e assolutamente il tiro a. r,,ra.nata, riteniamo che per battc>re trincee, dietro le qua.li s·i .nascondono tira.tori che facciano fuoco, poss11 dare migliori ri<,mltati il tiro a. tempo, se gli scoppi.i avvengono in punti convenienti. Come è noto, lo scoppio deve aver luogo a lquanto indietro e un pochino più su del ciglio dell'ostacolo, aceioccbè 1.m:t parte del fascio delle pallettc penetri denh·o la trincea. E' un t iro non facile, e solo una ccrt:,1 pratica. e molto studio possono abituare l'occhio d el capita110 a tTovare il rmnto dove convenga. far scoppiare :i suoi sh rapnel p<•r ottenere gli effetti desiderati. (« Rivista d'Art. e Genio ll, :febbraio 1915). Giustissime considerazioni tecniche circa l'efficacia. del tlro :i tempo, conseguenti da.Ila pratica e dalla competenza. dello Strazzcri, e però l'esperienza della guerra. confer i tutta.via maggiore importanza. alla. granata. in confronto dello shrapnd, tantochè nel corso della guerra stessa le dotazioni in grana.te ·ebber o 1.m noteYolissimo incremento.
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L.\ COl\OOTT.\ DEL
1moco
ve,-a imprimere alla propria azione. :Nel tito con un solo alzo, che doveva essere preceduto da una forcella ristretta, ciascun cannone sparaYa, senza interruzione, un certo numero di colpi c,on gli stessi dati di tiro: talvolta il tito era cadenza.to 1 cioè eseguito cla un'ala con un intervallo generalmente di 5 minuti secondi. Nel i.Ìl'o a serie, ciascun cannone s•p arava, seni.a interruzione, il numero clei colpi indicato <Clal Comandante, con dati aumentati di 1 ettometro da colpo a. colpo : la serie poteva essere raddoppiata o triplicata, ed in genere moltiplicata, quando con ciascun alr.o delln sel'ie il colpo si ripetern due, tre o più volte di seguito. Confrontando il tiro a serie col tiro con un solo alzo, quello a sel'ie era certamente di più facile attuazione, e perciò più comodo per il Comand.nnte cli batteria che non il tiro con alzo unico, richiedente una forcella ristretta e quindi più laboriosa: la serie aveva carattere di prontezza, e di violenza, e si jm.poneva specin lmentc contro obbiettivi mobili, prest::undosi a cogliere l'avversa rio nei fuggevoli istanti in cui era vulnerabile. Al contrario il tiro con a1zo unico, ben centrato, consentiva una ipiù sicura efficada con minore consumo di munizioni rispetto a qnello richiesto dal tiro a serie, eél era anche più adattabile alle di verse circostanze in cui l'azione tattica si sviluppavn. E infine, il ti~·o per battel'ia a comando, doveva impiegarsi quando, 1110n occorrendo grande rapidità, voleva meglio tenersi la batteria alJa. mano del Omnandall1te: eiascnn cannone sparava, appena prouto, un co1po coll'alzo indicato, e tulta la batteria spara va. e.osì dfrersi gruppi. di colpi con dati convenientemente variati da grnppo a gr11ppo. Quest'nltima modalità. di fu oco aveva in comune con la se1'ic l 'a zione in profondità, e 1pur esse ndo meno rapida, era meglio adattabile alle vnrie cil·costanze del combat1imento, sia pere.hè permetteva di variare la celerità. del fnoco, sia perchè consentiva cli fare, fra un gruppo e l'altro di colpi, le opportune correzioni in base nll'osservazione dei gruppi precedenti. Nel passaggio al tiro <li efficacia si procedeva alla di.strihu r.ione del fuoco , J'ipa1·1·endo di m.assim a il bersaglio fra i vari pezzi della bnttcda. Jn caso di bersap:1io molto più nmpio della fronte hatt11ta, si poteva riconcre n] folC'iame,nto <l a esegufrsi · -
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Clll'rl~Ht DI Tmo DE LL' ,IUTJ(J T.J EHJ.-\ PESA:--'n ,: C.-\:lrPALE
nel tiro . a tem,po con alzo unieo. n fakiamenlo consisteya ne·110 spostare ad ogni colpo, con semplice movimento del relat ivo volantino, la direzione di ogni pezzo di ogni conveniente qua,n tità. La fronte da battere era divisa in Settori, ciascuno dei quali veniva atti.dato i:<1 un pezzo, e i.I nume1'0 di gfri di volantino, da darsi dopo ogni colpo per distribuire il fuoco su-na fronte senza lacune m~L anche senza eccessiva sovrapposi1.ioi1e di colpi, di-. pendeva dalla distanza. cli tiro. I suesposti procedimenti cli condotta del fuoco furono usati anche dall'artiglieria. da montagna, che per ·d i più ·doveva tener conto di certe cause d'errore, speciP, per quanto si rifer·iva alla. grc1chia1.ic,J1e ·d ella spoletta: del'iYarrli. dal suo impiego alle maggiori altitudini. D'altra :parte, la stessa artiglieria da campa gna, che al pari ,d i ogni altra Specialità, venne impiegata durante la guc~rra anche in rc~gioni monta11e, dovette tener conto di quelle cause di errore nel tiro a te1npo, con opportuna variazione neJla, gradua½ione i•niziale <lel correttore secondo un'apposita tabella di correr.ione per varie altitndini annessa nlle Tavole di tiro.
J/artiglie1fa pesnnte enmpale, cla poco introdotta in l'lervizio nel periodo storico <.:he stiamo esami.,nainclo, non ehbe una vera e propria Istruzione sul t iro, mn atti,nse nei criteri in uso nell'artiglieria cl'nsseclio o nell'artiglieria da. campagn a,, secondo il compito che, rnJta a volta, le veniva affidato. Secondo la nost ra regolamentazione tattica in vigore all'inizio ,d ella guerra, gli obici pesanti eampali ernno essenzialme111te <lesti,n ati a,d eseguire tiri contro o,pere cli for tifieazione tampale, specia,Jm1~nte ricoveri a robusta copertura orizzon tale, o a. bombardare e i ncendiare località abitnte o caseggiati, punti d'appoggio della difesa, o infi ne, ml.l con una saggia parsimonia nel consumo {lelle mrunizio:ni, anche a battere trnppe annidate nelle pieghe del terreno o copc~rte fla ripari. I cannoni della, stessa Specialità erano invece clcstinnti a battere truppe a grand.e cl.istan½a ma in favorevoli condizioni di visibilità,, a controbatterè le artiglierie ne- - 449 2!)
Cltl'.l'.0RI DI TIRO DlDLJ/ AHTIGJ.JERL\ PESAN'.1:'ID CA)IPALE
miche, e infine anche ad agire corn tro taluni ostacoli resistenti verticali. In pratica clurantr la guerra, gli obici, dotati cli una efficace granata, venllero a preferenza impiega.ti in tiri cli distruzione contro trinceramenti e difese in genere : la loro scarsa gittata. [l'}e limitò il raggio d'azio:ne o impose schieramenti ecces~ sivamente avanzati : i cannoni a loro volta .servirono piuttosto nella, controbatteria. e nell'interdizione a distanza (interdizione lontana). Le artiglierie della Specialità pesante calllll)ale impiega vaino più cariche, e perciò, ,n el tiro occorreva anzitutto procedere alla scelta della carica di lancio coi noti criteri relativi al superamento cli ostacoli interposti fra batteria e obbiettivi, agli effetti sui bersagli, all'usura. delle bocche da. fuoco. Le Tavole di tiro di tali artiglierie, al pari di q11elle cl.elle bocche da fuoco d'assedio e da fortezza, contenevano i coefficienti per correggere i11izialmente l'elevazione quando l'altitudine della batteria era molto diversH, da queJla per cui le 'l'a. vole stesse erano calcolate, e quando 1H. differenza. di livello tra batteria e bersaglio era molto sensibile; inoltre, per il tiro a tenipo, corntenevano il coefficiente per correggere ]a graduazione della spoletta in relazione all'altitudine della batteria . Per il eaqrnone ·d a 105, introd otto in servizio quando la guerra era già. in co1'so, le prime 'r.avole di tiro, a carattere p1·ovvisorio, furono dedotte basandosi sui risultati di serie eseguite dmante le prove del cannone e il colla.udo dei proietti : il calcolo fn fatto colle Tavole del FHsella, dedotte dalla Tavola. balistica di Siacci per densità dell'aria uguale all'unità. L'ap1prossimazio01e dei dati contenuti in quelle prime Tavole era sufficiente per l'esecuzione del tiro campale. In quelle prime Tavole non figuravano i valori delle striscie del 50% dei colpi, ma. esse potevano ricavarsi con sufficiente approssimazione uguagliandole ad un certo numero di mil1esimi della clista!Ilza, secàndo il proietto usato e in base a. regola molto semplice esposta nelli:L prefa.zione alle ']'avole stesse. Suecessivamente quelle Tavole provvisorie furono sostituite da T'avole definitive, complete di tutti i parametri cla im~ piegarsi nel tiro. La forcella si eseguiva di massima. colJ variazioni d'H]zo cor rispondenti a.cl un numero pari di striscie, generalmente da -
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C Hll' EJHI DL Tll: f.> OE LL' ,-U:T IGLIEHJ.-\ P ESA;\'T G C,\:\!P ALE
8 a 12; criterio questo, pro[)rio delle artiglierie d'assedio e da fortezza. In alcuni casi era però consentito, in analogia ai criteri valevoli per l ' artiglieria da campagna, di eseguire la forcella a distanza, arrotondando i valori della striscia in modo che corrispondessero alle tre distanze cli metri 25, di metri 50 e di 100 metri. L'apertura ,dell1 ultima forcella non -doveva essei-e rnai infer-iorc a due stl'iscie . .,-Ul'occorreDza, la forcella, poteva essere verifl.cata. La forcella poteva eseguirsi anche a, tempo, cercando di portare il punto di scoppio sulla l:u:nea di sito. Nel tiro a tempo doveva procedersi all' aggiustamento delle altezze di scoppio. Se Faggiustamento in gittata era stato ottenuto col tiro a percussione, la graduazione per i primi col[Pi a tempo era quella dnta -daJJe 'l'arnle, in c:onispondenza dell' alzo trovato coll'aggiustamento: tale graduazione veniva corretta se del caso, per l' altitudine e per la, discordanza dovuta alla varia e vecchia età delle spolette. Se l'aggiustamento in gittata era stato comsegnito col tiro a tempo, bastava -d iminuire opportunamente la graduazione per a-vere gli scoppi all' altezza giusta. H.icordiamo che per il cannone da 105 che non impiegava lo shrapnel, il proietto per il tiro a tempo era rappresentato dallo shrapnel-gra.nata. Il tiro cli efficacia poteva. effett uarsi o con un solo alzo (fuoco continuo) oppure per batteria a comando. La, modalità. con un solo alzo costituiva, la regola per il tiro a gralllata ed a. percussione. Esso aveva carattere cli precisione e doveva inizi.arsi colJ'alzo desunto dalPaggiustamento: eseguita e verificata la forcella di mezzo ettometro, si eseguivano, con alzo a distanza intermedia, alcuni gruppi di colpi, per rettificare, in base alla proporzione dei colpi corti, gli alzi dei vari pezzi con correzioni di una striscia e anch(~ cli mezza striscia, Tale rettificazione del tiro veniva eseguita !l)er pezzo se il bersagUo era discontinuo o ampio o disposto obliquamente; se invece il bersaglio aveva fronte ristretta. o pressochè parallela alla fronte della batteria, . la rettificazione stessa veniva eseguita per batteria. Nel tiro a te;mpo l a rn.oclali.tà, con 1m solo alzo si adoperava contro obietti.vi fermi e che tali dovevano riman ere per qualche tempo : ottenuta una forcella cli 100 metri, si passava al tiro cli efficacia eoH'aho intermedio, solleva nd o continuamente i punti di scop-
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ISTH uZJO:,.;E SU I, r mo l'El! L .\ nTIGL IINl!A UA FORTEZZA
pio. Il procellimento -cli tiro per battei:ia u comando, elle doveva l'ignal'Clarsi come assolutamente eccezionale nel t iro a grunata e a percussione, potevn usarsi, ma sempre parcaruente per evitare un gran cousumo cli munizioni, nel tiio a tempo, con dati variati, contr o bersngli molto pl'ofondi o s 11 i quali non el':J stato pos ibile otte nere una for cc,JJa l'istretla .
L 'art iglieria citi ·fo1·tezza ebbe nel 1Dl3 una {lefi.11itint l str11zione sul til'u, che doYeva servite per le batterie d"assedio mobili e per le uatterie da difesa i11stallute iu opere fi.sse penna1I1enti. Duran te la guerra, il tiro delle batterie d'assedio ebbe tuUe le <:aratter·isti <: lte tl<'l tito ptepa1·ato, o più p1·opri.m1ente, del t iro a punt amento prepar ato per il quale si fa ricorso, come è noto, all' aiuto di carte topografiche e di altri speciali documen ti. Ogni batteria anicchì per suo conto carte e piani quadrettati di tutti gli elementi eompletivi necessari ad agevolal'e il s uo inLenento 11ell'azione, e cioè zone battute e 110n battute, limiti cli gittata massima e ;mi1nima iper le var-ie cHriche, angoli mol'ti, ecc. ; molte batterie seppero anche alle tire, in particolHri circostanze e in teneni di montagna , t tai(~ttor ic g1·afìche per i-enclere più spedita la determinazione dei dnti di tiro. li'nrono anche impiegati s peciuli abbachi, essenzialmente per il Liro nel scttol'e surperim·e e per forti dislhe lJi frn ba Ucria e obbietti vi. I criteri per la scelta della c·arica era no q nclli già sancit i da precedenti I str m>.ioni che, del 1·esto, valgono tuttora J)er cle:fìnil'e il peso di. caricn più conyeniente in rela~done all'ubica zione e alfa natnl.'a del bersaglio. P cl' r icavare 1H carica ntta a permettere il tiro nl di sopra <li un ostacolo, occorreva distinguere se l'osti1<·olo el'a addossato al be1·saglio o com un qnc in.tet'posto fra batteria e bersaglio : n e] primo caso dovevasi cel.'care ne11e Tavole di tiro, co11 s1pecialc 1·egol a, nna cal'i.Ca tHle cfa consentire una trnietroria (lirE>tta al i:;egno che sfiorasse o superasse ,d i poco il cig-lio clell 'ostac-olo : nel secondo caso si cercava la -
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I:';'.l.'HT:1\lO~E SUL '1'11{0· I'BR T/. IJff! GLIEIHA OA F 0 1{T0ZZA
<:al'il·a per cui i ,el'ificnsse che la dif.re1·cnza tra g1i angoli di elev11zio11e conispon<lcn ti alla distaimm ciel be1·saglio (dimim1ito. di 8 strisci e) <' a quella {1cll'oshll:olo fosse uguale -0 s uperiore alla cliffrrenzn llegli angoli di 1-1ito corrispoudenti al c:igllo clell'osta<·olo e<1 al ber saglio (1). L' I st1·11½im1e pres(·.t>i n~Ya che si pra ticassero preventiYarnC'ntc t ll tte l e C'Onezioni possibili a i dnli tabulari qu amlo fosse Psnltamentc nota la distanza de l bersaglio, pC'r pol<.' r ii1iziare il tiro nelle comlizio,ni più fa,ore,·oli. L e C'Ol'l'ezioni più import:rnti erauo q11e ll e : -
in in in iJ1
elernr.ionC' e in grndun1.ion<' p er la qnota <le i la batterla ; elen11,ione per il òlsli,ello fra batteria C' b<·nmglio; gn1(1l1az.ionc per il riln rdo dclia spoktta; dir<•1,io11e per l ' incll11azio.ne dC' ll'nsse deg-l i or c>cchioni e 1wr i1 vento.
Rsse porernno c1i nwi-Rima tralasciarsi q1mndo la distanza dPl bersaglio fosse slnln i:-tiruata n Yista o misnrata con grossoJan:1 approssinui;r,ione, oppme qn aincl.o il bPrsaglio fosse ben visi bile e iperm.ettesse 11n ossern1;r,ione <lei eolpi molto facile, o iu fiue quando l"i fosse esti·ema urg·enza cli aprire il fuo co. nnrantc il tiro l e coner.joni in gittata n~niv,1110 <·a kolate mecl in11te i <1111 i fornit i. dalle Tnvol e di tiro (variazioni cli alzo o cli <1Jeya zio11 e per corrcg-ger e l'nllczzn 9 la g-ittata cli 11 na st1·i scia), menÌI'<' le conezioni laterali si basanrno ·sulla nota re~·o)a prn lica ch e m111 clhjsione di sco~tmuent.o rorr<.>gge, i II dir ezione , 1rn millesimo ,lella distnuza. Nel t iro a tempo le co1TezioJ1i per regolnre le aHezze cli RCOppi.o si facevano snJla gradnnzio,n r di spol etta riforendosi alla n1 r iazione in altC'zza di scoppio corrisp011d ente n<l mm éliYision e di grncl.1rn zion c, riportntn nelle Ta yo] c cli t ir o: 1·eg-oln to il t iro in g i1·tatn, era tnnmesso che, l'is ultatn p:i nsta l 'n ltC'zza cl i scop11io, an che l'interYalJo <li scoppio
potes!':c ritell<'l'!':i co1n·eniente. (l) Do\·ern cioè w l'ilì rnr;;i la re l:i ziollr e,. - a' = i' - z esscnclo a l'clcvnzlon<' ('orrispoll(knte alla ùi:si:1n7,a cl<'I bersaglio <lituinniuL di 8 striscie; :.:· qoelln conispond('llte alla cli:stunz:i clell'o-"ta<'olo: F' 1·11ngolo di sito dd <'i!!llo ò<'ll'oslacolo; F l'nngolo di ,silo d<'l ber,-ag lio. La cl imin11:r.ion<' di S 1-tri;;cie i;ulla distnnzn, del hersuglio <•r a fnUn, 1micflm('nle prr. l1v<'.'rr 1111 ornrp:iue pinti :osto lnl'go per le cmTezioui cli gi1°1nta.
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Traiettorie g r a fiche e abbachi , I periodi di fuoco per il tiro delle bat te rie d'assedi o e da fortezza , Traspor to del tiro • Tiro delle a rtig lierie da costa.
Per le batterie di difesa situate in zone montnose. le oulinarie Tavole ùi tiro nuuiericlle · era1110 ...-antaggi.osmne11 ie sostitnite, come giù. si disse, da 'ra,·ole di traiettorie grnfiche. dcsuule dnlle TayoJe cli tiro ordinarie e eostrnitc i.u scala co11venienlc per altitnclini crescenti di 200 in 200 mct1·ì, fra la minima di 200 e la massima cli 3.000: per le crtriche più i:>iccole l'intervnllo era maggiore di 200 metri. r~, queste Tavole el'ano gra fLcamente rappi-èseutate, per le cliYel'se <·ariche, le tn1iel torir cli 20 in 20 g1·adi milJesimali, dall'angolo massimo cli elevazione e quello minimo di depressione . TrasYersalmente al inscio (li trniettorie erano segnate. in tolore verde, le linee di egun le e]eyn:;·.ione o di eguale distanza correttn, ossia le linee luogo geonwtrico dei punti di nrrivo <:>Ol'risp011clenli ad eguale ele...-nzione: nelle Tav,oJe p ei- il t iro n shrapnel erano anche segnate. in ros. o, le linee di egnale graduazione, luogo geometrico dei pn nti di. cg ua le gnHl11azio11c (li spoJetla, eorrettn pei- raltit udine clella bmte1·i,1. Sul margine supel'iore e su quello inferiore di ciascun foglio ernno segnati i da ti efl. en½iali per il til"o, e ei.oè le distanze reali, di 2 in 2 ettometri, le distnrnze corrette ,anrh' eflse di 2 in 2 ettometri, gli scostamenti. relativi riHe ,·arie distanze corrette, le vari azioni cli elern?:ione per correggere Jn giltati1 di mm sti-iscin, le graduazioni -d i spoletta cot-rette pCl' l'Hltilncline clella batteria . Sui m:ll'gini la tera li dei fogli ern no tra scritti altri. i rn portanti elementi, come i limiti di. altitu<li.ne enll·o i qna)i po1'ensi impiegare Ja boccn da ~noro 1per la quale la 'l'nvoln grafie-a el'a sfata costrnitn. fa carica a rni In Tavola s1essa si riferiva, )' orfa-
)_fE'J"OOO GR.\1·'1(;0 Ul
nno PEn u; BA1"T1rnn: DA DIFESA
zonte della ba,tteria indiYidua.to con quota zero, i dislivelli <.li 100 in 100 metri sopra e sotto l 'ori11,zoo.ue della batteria, così da poter dportal'e graftcmneillte sul foglio i punti interessanti del tel'reno (bersagli, osta coli, ecc.) mediante le loro coordinn.le (distanza ol"izzontale dalla batteria e <lislivello ri petto a)J'orizzonte di quest'ultima ). Pel' la ricerca dei ùati iniziali <li tiro e;olle traiettorie grafiche, come del resto colle ordinarie taYole nnme1·iche, la prima opcra,;r,ione ern la scelta. della carica. Le tavole grafiche a.gevo .. Jan1 no molto tale scelta nel caso cL.e fra batteria e bersaglio esistessero ostaeoli. clcl tel'rcno . Irn tal coso, determinata. la dista11?:a e fo. quota tani"o del be1·sagl io qnanto della, sommità degli ostncoli, si l'iportava!llo graficamente, per rnrie cariche, le coor(li 1,ate clel bersaglio e degli osLaco)j, fino a trovare quella, cari.ca rL.e . per la distanza del bersaglio, forniva unfl 1.raictioria cli cur,a Ltu·a sufficiente per oltrepassare gli oslac·o li inte1·posti. L,1 distan?::a cort·etta si ricamwa interpolando i valori segnati sn i 111nrgini superiore ccl inferiore del foglio , i,n co1-rispomlenzn <l<'lle dne cun·c verdi fra le qtrn li era compl'eso il segno. Tn cor1·ispo111denza di ta le distan,;r,a corretta si trovavano sul fogli o i;tesso l o scostnmento e l a variazione in millcsjmi per In con e?::ione di nna stl'iscin; tntti gli alt1·i <lnti si l'ÌCaYaYano dalle Ta vole di liro n umeri<:he, sernf)re i1) relazione a detta. clistarnr.a, corrctt~ La grnduazione cl i spoletta, per pas are nl tiro a tempo, si doveva clet et•minm·e h1 r elazione all'eleva zione di aggiustamento. ottcnnla ::tgp;iungenclo all'c]e,azionc infaiale l' incremento (positivo o negatìYo) snbìto clnll'inrlinazionc fra il dato iniziale e qnello d 'agginstarn cnto . La l'irerca dei dati di tiro con metodo grafico vearne effettnnta in parti colari circostnnze anche cln- parl<' delle batterie d'assedio impiegate snllc varie fronti cl'opera1.ioni dmRnte la gucr1·a . Fra i clin'rsi sistemi per semplificare la ricc1·cn dei clHti. vogJiamo qui nccennarc nll'a bbaco a rota zione, iclea to e costruito rlal ten. Oarlo 'J':uanto. illustl'ato ,cJal sno nntore in una pubblicazione. edita a cnrn clell'TTfficio tiro della 4a Armata, intitoJnta : Tiro contl'o bersagli posti fn ol'i dell 'orizr.onte del pe?::zo. Ri<'onlinmo f'he l.1 conezio1w 1wr il <lisli'i'<' llo fra lJ;1tterin e be1·saglio <~ tanto mrno J)J'erisa qunnto più forte è il c1islh-ello h, e -
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:'lfGTOD1l <.:1!.\ FI<:11 DI. Tll!O Plm LE Jl.·\TT l·:RII-: O.\ DlFE ~A
può ge11era1·e e1To1·i rilevanti specie 11el1'impiego del settore suiperiore (Y > 43°) do,e i rnlori <le) eoe1Tic-icnte cli co,,rezione C2 so110 piuttosto fol't i. Di qui la convenicnzn cli p11rtir<>. nella soluzione di pI'Oblemi pratiei di til'o, tl.Jlla fotnwla haliis,iea l'he esprime la 1·elazi011e fra gli a11goli di pl'oie1.ioJ1e p er p1111ti di uguale ascissa (1). Basan<losi sn tale formula, il Tnr,111to l'O·· strut il s no abbaco, c: lte v e1·mise dì 1·isolvel'e i più importauti problemi di tfro, come quello di detenninare fi11cliw11.icu1e per batter e nn be1'sagli.o posto fuo1·i dell'o1-iz:t.onte , e q 11ello di disegnare per punti Ja. t1·aiettoria corrispondente acl UH dato nn golo d'indinazione. lnoltre l'abbaco sel'YiYa molti:si111 0 a risoh·ere pt·oblemi cli de.filamento cli bocche cl:1 fuoc:o per sfrntt<1re ostacoli s it u ati da vanti ad esse: -d ata cioè l'altezza <.li u11 ostHc:oJo e tJUella del bersaglio ad una ce1~ta distnn:t.a clall'osta<:olo stesso, si trattava cli cletel'm in are la clistarni:a minima claff,o stacolo alfa q1rn le si potcn1 ,piazzare il pezzo pe1· battcl'e il bers aglio. L'abbaC'o infine permettevi1 presso i Comandi cli Gi-nppo e tli batteria di detei-rninare angoli morti, zone hn ttnte e non baltnte . limiti di gittata massima, e tanti altri elementi utili. :Kell11 snn prcdettn puhblica:d.011 c, l'antore aveva esposto il proe:edimenlo ,cli formazioue deJrabbaco e le 01ormc pet· il sno prat ic·o impi <>g-n (~) .
I petiocli di fnoco per il til'o delle h,ttterìr d·,1 sedio e eia fortezza erano la forcella; l' agginstarnento e il tiro d'el'ficac·i a. (!J La r elazione è la S(-'g ncute 1<en (2 q, - e) = 1St-11 2 q,"' . coi:. e + sen ~ in cui <r., è l'nngolo di 1woiezionc per colpire un ntmto <li ascis;,a ,, situato fuori
c1~11"orizzo11te, cd
s è r nngolo di s i1·o d i tn le pnn to. (11 A proposito di abbachi, ri<:or<liamo chi' l'in~. Lui~i Fij!ari. maggi ore crartiglier la 1wlla ris<c"rr:L, 11t>l Hll7 pub))l.icò s nlla e< Rivif<ln d' ar tiglieria e genio 11 mrn l\Iemoria sul loro hnvicgo per la soluzionc rapida e precisa dei pro-
blemi di tiro (l('ll°artiglieria. L'untore, p::trecrhi rum i 1wìma della gt1erra, s i n-a ~ là occupato dei Si!':tem i clì puntamento r,c·r nrtiglleri c cla costa e da fortcr.za in montagna, e a,cn1 anche pt·oposto sprciali abbachi per agevolar e le operazioni di tiro. NC'lla l)t"Cdetla MPmOria il Fig:n·i illu;;;trnnt par tlcoh1rnwnte un abba co per la detc•r mi11nr.ionr della rotta di un bersai?liO n<'ll'aria, ed un abbaco per Ja correzione cli conver~rnza <' per l' ngg ins tam eJ1 to del tir o (,·c• cli " RivJf;ta d 'a r Ugli<'.rin e g e11io>1, ottobrr-novembre 1917).
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I PIW!OO[ Ill b'l 'OCO 1, 1.:1: lL 'l'IH O l) l·JT. LE f:A'l"l'ERlJ<: Pli::-<.U,TI
l/apettura ini½ialc della forcella dipendeya dnl· geuere del tiro, ùaJl'csatle,r,za consegnih1 n e.Il a misun1,r,io11e tleJl ;1 <listamrn. del be1·sag)io, <la1le dimen sioni e dalla conformar.i one di qncsto ultimo, dalla nat11rn <lcl teneno ad esso circostante, dalfa maggio1·e o mir11 ore urge1n½a di utte11ePc pronti cffe Ui da l tiro : in ogni caso t ale apC'rlura non dovev~1 essere ioferiorn a due strisc-i e. La forcella furnle di Hpertura co1we11ieJHe era genernlrn ente di <lue stl'iscie. In ca so cli Llifficile ossena bi lità dei colpj a 1perc11~sione, era consigliabil1' la l'mcelJa a t empo, eia ottenersi o in elevazione, con scoppi solJa lio1ea di sito, oppmc 1n grn cluazione ass umendo UJ1 'eleva,r,ionc, nni<·a e coslanl"t• , corrisponcl e11te ad una traiettoria certamente lunga, e varim1do opporlnnamente fa g1·aduazione cli spoletta per avere scoppi ava11ti cd oltre .l a ,·crticale del bers nglio . Ln forcella si ù1<·cn1 no1·malmcnte co11 online cli fucc_o per pezzo, col conc·orso <li tutti j pe,..,r.i ,d ella b,itlel'ia , ed ettezionalnw11 te con snhe cli sezione o di lrntteda . La Yerifì <" a 1]ella forcella rrn genet•nlme11te consiglinta, r.cl'eUu a to lJ taso cli forcelh1 ottennt,1 con s ;1lve <li Hczione o di batteria , o quello di forcC'Jla Jìnal(' molto a mpia (ug uale o s uperio1·e n qunttro. sl1·iscie), o quamclo la si t 11n,r,ione tntticu nYesse imposto procecl irn en li cl i tiro molto somm:ni e J'ossenw1.ionc fo. e 1particolm·m<>nte ageyo]e. Ern anche consigliata nna forC'c lln in direzione nel caso <"11e. si n dai p1·imi colpi. si Josse>.ro ot tenute <1.ev'i:'tzioni lntera]i molto fOl't i, ea nsate élnl vento e dn pre nmibili enoi-i neJle mi nrazion i angolal'i : ta le forcella clovcn1 r es tduigersi Slll'C'essivmnen te fimo ad ottr11erne nna cli apertnrH eonve11ieute , in re.I.azione alJ·ampiezzn Mlla fr<ll1te <le] llel'sagJio. n on fofel'i o1·e per ò a cl n e s tl'iscie. T/np:p;iw:;t amC'n to si p1·oponev::i di 1~iraYare . colla ma~~iore a pp1·ossimnzione pnssi.bilc. i dati. èln impiegnrsi 11rl tiro cli <'ln eacia : esso poteYn omett ers i nel c:i so di lic•rsai.!;li p1·ofon<li o qnnmlo , per cliffieoltù cli osse1"Yazioni. nc·n fosse i-:1 nlo possibile ot'lc ner e la forc elln finaJr cli clne st1·isek. L'nµ:g i nstnmento. che a"Veva com(' cln to inizinle 1p1ello inlrrmedio fra i lim iti <lelk forc·clla iìnnle, si fo<· rva col conc·orso (li lutti i pezzi nella batte1·in, ecl e1•f1 consf'g:nito npJJcna si fossero ot l r nnl i, col.Io slr~so clni o, clne (·olpi cli !'-enso 01ìl)Oslo o cl nC' col pi ginsti. oppure. nel tiro a tempo, clne sc·oppi di iwnso opposto d s1J<>tto ;11la n~r1 i<'a le - - 457 -
I P0JU0 DI DI ~T()CO PEn lL 'l'lHO l)l,Jf,J.,E BAT'.n :rnr-: l'8S.\XT1
del bersaglio, o due scopp1 s ulla verticule stessa . Se però i prillli tre colpi fossero ris ultati tutti dello stesso senso, si doveva fai-e per t utti i p ezzi la corr ezione cli una striscia , e, dopo tale corr ezione se si fossel'o ottenuti tre colpi tutti d ello st esso sen so fra loro ma cli. senso opposto l'ispetto a quelli ùel gruppo precedente, il t iro poteva rii.en ersi aggiustato col dato intermedio fra quelli dei dne gruppi di tre colpi. :N'el tiro à shrapnel, c·ornpinto l ' 11gginst·amento n pe1·cns-sione o a 1empo, p1·ima (li passare al period o d 'efilcaC'ia ern uecessario r egol ai-e oppol'tnnnmenLC', c:on apposite norme, la g1·adnazione della spoletta, in modo da otteuere gli scop1p1 all'altezza voluta . Il tiro -cli efficacia , per con. eguire i magp;io1·i effetti sul bel'sngHo, ern- ùi m.nssima accompagnato dnl)a l'eltifìc:nziorne del tfro con conezioni eseguite per pe7,zo : que le ronezioJ1i erano cl i nn a stris<·ia, se i primi tre colpi di cia scun pezzo, sparati collo stesso <lato, ris11ltava110 tutti dello stesso senso : si fa ceYa n o corr~:.doni cli mc;t,7,a strisci.a dopo gr uppi -cli fi a ·10 colpi prenclen<lo per no1·nrn l ' n pposi tH 1a belia clelJe ('Orrezioni. Se infine ern necessari.o proc·ed('1'e alJa distribuzioa1c del fuoco sul bersnglio, essa YeniYH es<'guiht in dfrczione e in profondi.tn, fa cPnilo conYeqrer<' SllC'<'ei-.·hamentc• il fnoco cli. t.ntti i. !l)czzi s ni 1live 1·s i trn J-ti in cui il hersap;lio era stato suddi-iso, oppure assC'gnnrn1o n dasen11a :-:-e7,io1J e o a ciascu n pezr.o nnn dete l'minata r.on:1 (1<'1 l1c1·i-ag-1io st cF:so c·osti t nitn cla unn se1·ic di l'l'ttan goli clii bntt-c•1·si s1rc·r<'ssh·amentc.
.. I/Istruzione 1weYedeva anche il cosi<letto t.1'asporto il.i tiro, contro 1rn hers:1g·lio a clistan7,a esattamente no ta, con una batt e1·ia, che aveRse poco prima r egolato il tir-o sopra un altro bersap)io, nnch'esso cli clist anza. nota. I n t al caso si poteva senz'a H.1·0 inizi al'e iJ pel'ioclo cli aggiustamento sul ornavo bersftglio, omettendo la forcella, con opportune correzioni ai cla ti iniziali desunte dal 1iro sul bersaglio precedente, con 'c•7,ioni che .si potevano determinare approssimativa111eJ1 te col vai·inrc i clnti -
,j,.,'i
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L.-\ PUATI C.-\ DE i 'l.' UA:';I'O Wl'I DI TIRO
i,niziali calc:ola ti pel uuovo bernaglio, dello stesso numero di Jtriscie di cui furono variati quelli relativi al primo bersaglio ver la regofazj.one del tiro, prendendo iPer valore della nuova striscia quello corTispondente· alla distanza del primo bersa.glio. Talvolta. il primitivo bersaglio, anzichè essere un vero e proprio obiettivo reale, era rnn obi.ettivo ausiliario, scelto espressamente in precedenza per accelerare l'aggiustamento del tiro sui vari bersagli. La pratica elci trasporti di tiro, effettuata con criterio più raziona .le di. quello qni sopra esposto, fn poi <1iffusa,, come è noto, dalla, regolamentaziorne tecnica del ,d opoguerra, e fu estesa, anche alle artiglierie di altre Spedalità . Gli ordini cli h1oeo él<>lle k1tteriP cl'asse(lio e da fol'tezza erano tre : per _pezzo, eou fuoeo a coma ndo o con f noeo continuo, per salve, di Sezione o di batteria, a, volont ù.. J/ ordine di fuoco per pezzo a comando era normale per la detetminazione della distanza, (forcella ed aggiustame111to) e pe1.· regolare Ja, gradmizione cl.ella spoletta : l'ordine cli fuoco per pez7,0 conthrno era normale per. il tiro ·d i e:D1cacia,. Jn caso cli clifficile osservabilità clei colpi, nella determinazione cl.ella distanza ~1 percussione o a tempo, poteva applicarsi )'ordine di fuoco per salve di Sezione, e in easi analoghi, dietro autorizzazi·one ,del Comandante di Gruppo, l'ordine di fuoco per salve di batteria. Infine l'ordine ,di fuoco a vo]o1T1tà poteva convenire nel tiro a zone o durante la distribuzione clel fuoco, [)111' chò non si confondessero i risultati del tiro dei vari pezzi.
Nei riguardi del puntamento e tiro delle artiglierie da costa, nel periodo storico che stiamo esaminando, quasi nulla rimao1e a. di.re dopo quanto venne esposto nel volume VII cli questa, Storia circa i sistemi vigenti in quella Specialità nel periodo a,ntecedente alla gra nde guerra.. Durante quest'ultima, le artiglierie eostiere clelle opere fisse non ebbero impiego, e le artiglierie mobili, impiegate lnnp;o i litorali, specie in treni ar~ mati., adottarono metodi di tiro di circostanza, !l carattere piuttosto campale, ben diversi dal classieo tiro delle artiglierie da costa delle Piazzeforti marittime. -
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J'L'.'\;J".\.\rE:--To E Tmo DEI.LE IH'rJ'l·:n 1w D,\ CO:iT..\
Ln 1·egolnmen1·nzioue cleJìuitiva pct il tito di questn Spe<"iaJitù, si ebbe co11'1sti-uzioine ,d el lf.llG, che portò in onore il pnnrameuto indil'etto éOStieto, e éonsidc1·ù il p 1111 tarne11to diretto come m1 mezzo cli ripiego da usar·si in particolal"i circn stauze. Le m.ism·c telcmet1·icl1e a sunsero (ed hauno tuttora) Jn rnassirna. in:11por-tanza pei- J'esecu;1,i.one del tiro, le cui pralidtc opePazioni e1·a110 agcyo)ate dall'impiego cli taùellc tel emettiche e; di. grafici di tiro. Ric-or<liamo d 1c il tiro da <·osta è sempre preparato, nel sen~o che l'eleYnzio·ne è sempre rica,ata in base alla llistam~a misnrnta eol teJ<>metr o. I ii forma schematica, l e operazioni es~·eaizinli p<>r n,·pre i <lèlti di. p1111t;1mcnto sono le seguenti : a ) misu ra tlella lu11glwv.za in metxi di cui il ht•rsnglio si alloutnnn o si
in 10 secoudi, e 1u.is11 ra tlelr1u1golo. u:dmuLall' dei.-;critto dal bersaglio rispelto alla batteria ndlo ><t('Sl50 pt·rioùo di tempo di 10
I\YYi<:irnt
secondi; l,) misura della c1istauza. ùt'l ber saglio n fine ca ri cn , cioè qua.11<10 i pez7..i.
hanno cnt icnto; e) calcolo tlclia. cli:si:a 11zn c1i fuoco, a lla q uale :; i n-owrit il b<' rsaglio quando i pezzi son pr onti n sparare.
'l'e11e11do conto dC'llii dn1·atn f: deJla trnietlori..i ccl nnclle del brern lcmpo (2 secondi) elle inlei-c-ede fra il conurnclo «fuoco >> e fo pnrtc,nz..i del colpo, la distanza a tni clonehbe eseg uirsi il tiro (dist:rnzn presu11t11 l1i tiro) è la -tlistama. <li fuoco Yariata del lo s postame11to Jnngituc1i11~1 le (lcl bersaglio ,u el ternpo t+2. La distaJ1za <lel bei-sag1i.o mis u1·a la col telen:wtro deve essere preventh·amente c-oneita per l"obliquit~.- frn tclcmet-ro e centro della batteria: nel puntameuto indiretto occone i noltre teuer c:011to delJa converg-en,m frn telemetro e singoli pe7,zi. Per qna,11to r ig11anla l'e)ey,1zio11e. ,·c11gono c1a1c corrPzioni iniziali pe1·eentuali pe1· pezzo pc•r <·on eg;.{en i l<' d iffc1·enze fta le g-ittate conseg;nite i.n tiri precedenti o in c:olpi di prova, ., cpwJle segnate nel1C' 'I'ayole cli Lii-o. Le tonezioni per dE>n,-Hà -d ell'aria . pct il peso <lei proietti, per la temper ati1ra delle ra ri<'he di Jm1cio e pei- il Yenlo, si h·ad11cono a,nch'esse in una tOJ"rézip11«:> ·p(•1·i:'~11tn:1JP <:he Yienc r::1 koh1 t n in ll in•t'Sl~ 01·c del gior no. 'l'utte quc~t<' correzioni clC'bbono essere appOl'tate al la cli;;I anza rreflunta c1i t ir-o pe1· 0Hern•1e lH Yern e propria <liRtanza òi tiro, - -
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Tmo ("(I X'n:o CF.P.S.\(H, ( ..\EW, r
in conisponclenza della <1uale :i trora .l.'m1golo di tiro da comunkare ai pezzi. L'l ·trnr,ionc clel 1()1(; sa,nc·iya i crit('1·i, giù, adottati ,la qualche anno, circa la p1·cparn:,;ione ciel tiro che. <-om r fn ri cordato nel volnme Yfl, vPniva dis tinta in pl'cparnzione periodica. ed in prepatHzione contiJ1ua: la prima <:On tiro a sahe, faLte ad u n intervallo ns::-o di tempo: la Recomlu risennla a <:annoni di picc·olo e medio calibro a tiro molto c:P.lere. con open1zioni di tiro ridotte. limitate nJla dctermin a:,;ione clelfa soln distanza presuinta di t il'O seur:a p:is!';are lJ(~l' l,1 (list:111za cli fuoco.
§ IV
Principii e modalità del tiro contro bersagli aerei : Tavoletta di tiro e operaz io ni g rafic he relative • Il tiro delle bombarde.
Il Liro cou lro bersagli ael'ei eea alle s11e p1·1 m1ss1 mc pro,·e e graclnalrnentc si sYincolò da ~isterni empit·ici e g-rossolani per informarsi a crite1·i più l'azionnli, nnianclosi a (Juella pcrfe:,;ione <'he. soltanto in qu esti nllimj nnni, per hHlo:,;ione di più progrediti strnme,nti e <lispoi-iitiYL ·potè e~sere conseguita. Souo 110te le {li lìkoltù dH, il problema del Liro :rntiae1·eo presen ta sonntntlo in r elazione all'estrema m obilità, <lel bersnglio cla col pire. Pe1· Jn w·:-1n<le vclncità tli tale bC'rsag lio e pc,· la sna rilev:1ntP fiH·iJitù. di manona, il tiro eontro a erei dew nssumere uno sp<'dn IP. cnrHtter e cli nrem·Htezza nella preparazione tl<>i dati. e d i rnpidità ne11'rRecnzione c1d fnoc·o . Puttror>po Je {lnc ~ud.elette rar·ntteri lich<' . arcur.ltez:,;a e r apidità. sono antitcticJ1e, e si trnttn di coneilinrle fra loro nel migli or mo<lo perrhè il tiro possn consegui re l'Ìsultali com·enienti. Rkordinrno <'he clmn nfo la p;t1<'l'l.'H Jn nost ra artip:li<'t·ia -
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lL 'l'IHU l 'OS Tl:O l\EP.,.:.\ GLl AEHE{
impiegò, lìcr il iiro coutro gli aprei, mate1fali di r1piego e materiali espressamen te <"0Stl'uiti. per tal gen ere di t i r o . Pel' quanlo riguarda l' impiego <li bocche da fuoco eampali con t ro gli obbietti\-i aerei, la stessa I stl'ur.ione snl tiro del 1913 per l'a,-tigJieria da campag na su ggeriva ak1m e n orme generiche che vogliamo qui brevemente riassumere. La d ista11½a 1na ssi111a alJa qunle poteYasi colpire u n bcl'saglio ac>reu col t iro a tempo dei llOs lri cannoni <la campagna el'a <lata cl alla cl nra ta massima della spoJeha, 22 srco11Cli, corrisponden te alla cl istanza di 60 etto111etri. Una approssimata cldermillM.ione della c.l isfa n za di a p ettur a d el fooco poteYa cseg uil's i, conosc<>ml.o 11Jta de11e dimen siolli 1pri)1(·ipali {le] bersaglio, ruedia ntc l'impiego d el micromet ro del ca nnocclli alc coi 01oti procedi men li geometrici. Il tiro <·loveva essere noii soltaJJto ceJcr e, ma all(·he di una conveniente profonclitù, e p erci ò a serie, con dati val'inti per l'aggruppa mc>nto di pezzi. Il pi ù delle yolte clorern pl'es<.:.inrle1·si cl.alfa formazioHe della fol'c<>lla pc1· eseguire imme<liat11 rucnt.e nn tiro di e'l!itacia a sel'ie. L ' I f:truzione prescrheYa l 'affond a mento del Yom ero per . rnggiu1 1ge1·0 ningoJi ·<li tiro mnggiori di quelli con<·essi onliJJ a ri:unentP d nll ' nffusto elci com.uni materinli da cam pagna . l\fa p1·esto si doYettc riconosc·e1·e l'nsi-olnt a necessi tà. di. ricon<'r e ad una pl'eparazione accnra ta clel tiro, fond ata su miS lll' <' telemehichc : le varie opern zioni si dovettero affidare a parecchi o peJ·ntol'i, StHlcliviclendo i compi ti in mnniel'a da ottene1·e la Yoln ta !:speditezza. P er tn le r-i]eva~1 te mobilità del bers aglio e 1wr l a variabilità del s110 r egi me cli rotta, dovevano ridnrsi al m inimo le ipotesi cil-C'a tale mobilità e tale rotta. Noo ern pe1·eiò con Yrni ente snppOITE' che il bersa glio navigasse a quota costan te, nè ch e p crco1:resi-c nna, rotta, r etti.linea , nè che avei,;se ,·eloeitù eostm1te o Yelo<'ità u orn : <.lovcYn soltanto ammetf·ersi che la lt>ggt• cl01 moto del ber~,1g]i o s i m a nten esse costante <hnnnte un br nissi mo tempo preeetlentc 1n partenza del colpo, e cl nnm t<' i.I tPm p n n et:ei-satio nJ proietto a perconere la traietl01·i:1 . Questa ipotei;;i . <:hc ern la meno r esti·iLtiYa fra ]e varie ipo·tesi possi lJiJL ccnfe1·iYa nl om>blema del tfro C'Onnoaerei t u tta la s ua generalitù, e pe1·rnctteva nna prepa1'nzi one $emplice, rapidn e ~uflicie n tcnwn te ptccis a . -
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IL '.l'm(J cn~TI:o BERSAGLI AERl:lI
Il nostro sistema regolamentare cli tiro {hu·lrnte .l a guerra fu quello studiato dal gen . Aldo Buffi, e per quell'epoca rappre sent ò una geniale soluzione del complesso pl'oblema . Le modalità esecutive, qui appresso me1rniouate, si rifotiscono essenzialmente al materiale da 75 CK, provyisto cli alzo con cortezione autonrntica. dell'elevazione per il sito, e di g1·aduatore meccanko modificato per il tito controaerei. Per la preparazione del tiro si trattarn sostanzialme1n te cli determinare le differenze di distanza, cli s ito e cli dhezione relative allo spostamento del bersaglio cla trna acl allra posizione della s na. rotta . Venivano misurate: la distanza del bersaglio (}alla batteria {li 10 in 10 secondi; la Yariazione di t iro del bersaglio ogni 10 secondi; la, varia:done di direzioine o scostamento del bersaglio, anch'esso ogmi 10 secondi. 'r uli quantità variaYano continuamente, in dipendenza, oltre che della velocità e della rotta del be1·sugli,o, anche della. sua posizione 11cllo spazio rispetto alht battel'ia. Conoscendo le variazio,ni di cl.istanza ogni 10 secomli, si poteva calcolare, a partire da un C(~rto istante di b1:1se, n. quale ·distanza, presumibilmente si sarebbe trovato il bersaglio dopo uin breve intervallo di tempo qualsiasi. Facendo ta.le i11tervallo uguale al tempo di fuoco (tempo n ecessario per determinare, co1nunicarc e segnare i dati ùi tiro, pe1· caricare e per sparare) più Ja élurnta della trniettoria , si. poteva calcolare la distanza di fuoco; in corrispondenza cli questa distanza e rlel sito clel bersaglio si trovavano l'alzo e l'clevazi.oue da ,d are ai pezzi. Sopra la taYoletta cli. t iro, a curta millimetrata, da parte élel primo grafi.sta veui'l'a cliseg,nnto per punti, man num o che YenìYano 0num:iatc fo distanze telemetriche, il gra,fico dell0 distanze, cioè il diagramma delle distanze risipetto ai tempi (10 see.o,ncli) . Analogamente, a sinistra e a, destra di questo grafico, il secondo grafistu ed il terzo granstn, ,d isegnavano rispettivamente il diagramma delle variazioui di sito e quello delle variazioni di ·direzione, misurate puntando direttun1ente al bersaglio. La tavoletta risultava così coo1 tre grafi.ci : qu ello e<~ntrale per Je distanze, queUo di sinistra per il sito, quello di destra per la direzione. Al comando «calcolate )) del Comandante di batteria, il grafi.sta a.ella distanza, segnava snl diagramma il punto
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TAY OU : TT.,\ DI 'l'IHO CON'l'llAt:Rl:J[
di parte1na (punto base), cioè il punto corrispondent<~ aJ primo valore della distanza data da l telemetro dopo il predetto eomnndo : completava il cliagl'amma e lo prolungava, estrapoli-melo, coin l'andamento ritenuto più pl'obabile. Nell' istante in cui segnava il p uin to base, il grafista della dista n7,a clava l'a.v. vertimeuto «pronti)), che, seguito subito dopo d al segnale <li fìsch ietto di un «tempista )) munito di cont asecondi, indicava l'inizio del tempo di fu oco. Un altro servente, detto « lettore >) leggeva ad alta voce la dista rnm. di fuoco in corrispondenza del punto d' ineoa1tro del diagramma delle distanze colle curve dell('
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Fig. lii - Schema tli tnrnletta tli tiro conlTilerei.
dnrate della traiettoria relativa al sito del bersaglio (1.) . S ul grafico del sito il secondo grafi.sta leggeva il sito d'arrivo (cl a darsi direttamente ai pezzi) nell'incontro del d iagramma delle (1) Alla tavoletta di tiro era un ito un d iagramrua tr aspar(>nte delle dul·ate, scorr évolc sopra un gratico de lle c1ista-nzP de lla taYol <: tta. stessa. Vi 1•1:ano se-
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'1'.·\\'0LE'fi .\ DI 'l'Il{O COKTH.-\ ETIE(
variazioni di sito coll~1 gra,duazione di sito portata da apposita squadretta : analogamente sul grafico della direzione il terzo grafista leggeva lo scosta.mento d'arrivo 1ne1F ineonti:o del diagramma delle variazioni cli direr.ione colla graduazione degli scostamenti, portata anch'essa da apposita. squadretta. Coi materiali che, a differenza di quello da. 75 OK, non a.ve-· vano la correzione automatica per il sito, occorreva cerca.re, in torrispondenza della dista.nza di fuoco e dell 'angolo di sito presunto, l'elevazione <~ la gr·adnazio·ne di sito !pres1mta, e qutndi
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F·ig. fiS - TaYoktta di tiro (sp<~c·r: hio centrale) .
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(:omunicare ai pezzi i dati per i primi colpi della raffica. Erano weviste varianti nell'impiego c1ella tavoletta per i cannoni da gnatc le distanze, nella stc•ssa scala del. d<'tto grafico, e sopra un foglio di ccl· Juioide, le curve dd le durate riferite a d nc assi, uno cklle distanze e l'altro dei tempL Ognuna. di tali corve, rappresen tanti il diagramma fra le d istanze e le r elative dnrate, era. costroita. per 1111 certo valore dell'angolo di sito. F act·ndo scorrere i.l diagramma delle dorate sopr a i l grafico delle d is tanze, si trovava il punto d' incontro delle relative cui·ve per leggere, sopra una riga scorr evole della tavol<>tta., ·1a distanza di fuoco .
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LA CO'.\'DOTTA DI FUOCO ~ I·JL 'l'IHO COKTHAl(llI!ll
75/ 911 C e pel' i camJOni da 7ù/ 40 e da 75/ 45 <li modello val'iO, i quali ultimi, pur essendo provvisti del dispositivo automatico J>Cr le e;orrezioni dell'alzo, non avevm10 il graduatore speciale J)f'r correggere le graduazioni in funzione del sito . 1 proietti contronerei maggiormente impiegati durante lii guerra furono le grauate dirompenti a. tempo contro gli aeropluni, e lo shl'apnel ine;endiatio cont ro i dil'igibili . ll proietto dirompente a, tempo (tveva azione prevalente laterale, e quindi l'altezza di scoppio poteva teue1'si assai ridotta (2 o 3 mille simi) e poteva considerarsi indipendente dall' altezza e dalla distanza clel bersaglio. Con tale proietto potevano rite11ersi eilic·aci a11<·he g li l'.iéOppi poC'o sotto In linea di s ilo, purchè non trop.po lontani dal bersaglio. Gli &coppi dell o shrapnel incendiario dovevano invece Yerificarsi a convenie111te altezza e intcr· vallo, variabili questi ultimi colla distimia e col sito : se, p(>1· ottenere una <:Ori.veniente altezza di scotppio, non era sufficien te la massima conezione in grnduazionc concrssn dall 'npposil0 correttore, era 01ecessurio agil'e sulla bocca da fuoco pe r· v11~ riarne l' inclinazione. La. condotta di fuoco nel til'o conttoaerei doveva essere ra · picla e agile in modo ,da sorp1·<-'ndere i bersagli con fuo co rapido ed avvolgente, e dovent anche compensare le approssimazioni del sistema cli tiro e gli i.nedtabili errori che, nell'affrettato ritmo delJ'azione, poteva,no veni.l'e commessi (In] personale della battel'ia . Data la vnriabilità de'lla rotta del bersaglio, il tit·o d'efficacia comprendevn una serie cli rnffie;he r npiclissime, capaci d' inquadrare nn COJ1siderevole spazio, in modo che :f:osse m01to grande la probabilità cli eomprenclere il bersaglio enti'O la zona efficacemente battuta. L a regolnmentazione di qnel tempo, pm: 11 0J1 eselll(lClH'lo che si potessero impiegare tntte le modalit~ di fnoco ronternpl:ite dall'I!':tl'llzioue sul tfro per l';1 rtiglieria da cmnpa~n.1. suggt>rivn, c·ouw moclnlitù di tiro più co11ve11ienti contro bersagli aerei. il tiro " serie e quello n ('olpi sc·n]ati: il tiro con rnn solo alzo era un tit·o a caratt('re clifensiYO, consip;liabile per costituire 11110 sbnnmnento nl l'arnnzata del bersaglio, e veniva e8,:guito coi procrclimenti del. tiro eampnlc. Il lir·o a sc l'ie el'fl indicato per bat tere prO)!l'('ssivameute una -
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L.\ COJS'DO'r.rA 1)1 h'OOCO NEL 'l'lRO co.:,;nui::HEI
zona assai profomla con grande densità e.li proietti, e si pi-estava anche be111e a battere front i piuttosto ampie. L,1 distanza di fno to determinata coll 'impiego clella tavoletta, corrispondeva alla distan:w media della serie. La serie si inizia,a cli massima col suo limite infe1·iore i la ,ariazione dei suoi colpi cousecuti d era generalmente di 1 ettometro, nm poteYH essere anche mc1ggiore, specie se il bersa glio si allontanava uel senso d.el tfro. L'ampiezza della serie, compres11 fra i snoi colpi estremi, <liprndern dall'approssimazione con cguita dalle opei-aziofOi telemetriche e dn fJ.Uelle grafic.:he nella preparazione del tiro . DalJ.a. tabella qui riportata si desume l'entità degli errori te1emetl'ici e grnfìci coi mezzi e coi ~istemi aJlora in uso : alle piccole distnnze (10 a 20 ettometri.) poternno ottenersi errori telemetrici nnche minori -cli quem i.nclicati n e1Ja tabe)]a ; ma aume(l1tavm10 le éli1Hcoltà di segufre il bersaglio e la collimazione risultaYn più difficile : l 'errore grafico, l'itenuto ordi111ariamen te di 100 rneti-i, <lipenden1 oltre chP- cla]]'nbilità del grafista, anche dalla 1·eg'olnrità, del1a rotta seguita dnl bersa glio. Nel tiro a colpi scnlati ogni pezzo sparava il numero dd colpi indicati tntti collo stesso alzo: quello di destra coll'alzo comnnclato, gli altri scnlaudo cli nno o più ettometri.. La clistnnza. di :fuoco, determinata colla tavoletta, era la dista111za, <li tiro intermedia fra quella dei due pezzi centrali. Alle piccole distanze, con uno scalamento di 1 ettometro, la profondità clegli. scoppi dei n1ri pezzi era di 300 metri : aHe gni ndi distanze lo scHlmnento poteva raggiungere i 2 ettometri, con 1rna conse·· guente profondità di scoppi di 600 metri. Co11 queste modalità cli fnoco la. celerit:\ di tiro poteva. essere la rnassi,ma consentitH, perchè i pezzi cln colpo a colpo non dovevano cambial'e nè alzo n è graduazione. ,. Un errore commesso nel calcolo delle ,ariazioni di scostame11Lo o una lieye varinzione nel regime éli 1·otta del bersaglio potevn facilmrnte condune al tiro fuori direzione. E poichè i proietti dirompenti a tempo ave,ano nn raggio d'azione laterale <l' oltre 200 metri, riusciva opportu1110 00ntro bersagli a rotta u;1svetstde al lil'O, fnt <li vetgere alquanto il :fascio cli traiettol'.ie tostitneute 1a ta1fi<::a. Lu tlhergenza si c:ontava cl.a] centro della -
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JT. 'l' IHO 01 l'ACCL-\ I•: D' J;\;'lEBDIZli.)1'1•:' CO :\"'l:HA!.;Hl•:l
Distan za
del bersaglio Ettometri
10 20 30 40
oO 60 70 80
Errore telemetrico prat ico Telem. da
'l'elem. cta
m. l ,50 x l2
m.3 x l5
± 20
± 25 ± ~0
± 2:3 :t: ;jO
:t: 100 ± 150 - 1- 200
± :t: :t: -t: ± ±
Ampiezza della serie con telemetro Errore nelle operaz. I cla m . ! ,50 x l 2 da m . 3 x l5 grafiche m. m. m.
1
± 100 ± 100
300 300
100 100 100 100 100 100
300
25
±
50 75 100 150 200
± :t:
± ± ±
400 500 !JOO
POO 300 300 300 400 400 500 !JOO
Fi~ . (i!) · '1';1b1c•ll11 dd 11os1<ilJil i (• 1·1·01·i l L'i L'lllCtl'i Ci l' irra li e i.
batteria: i pezzi centrali scalavano del.la quantit ù, indicala clal comando; i pezzi estremi scalavano del doppio . Le modalità finora cs:post e circa il tiro cont ro::i erei si l'iferivano al cosidetto til'o di caccia, per colpire un d.etermilrn to aereo . Ma. in caso d'attacco nemico svolto con grnnclc prevalem,;a, <'li aerei, oppure contro attacchi notturni quando non s i riuscisse acl illuminare e scorgere i bersagli, conveniva battere in modo efficace e mpi<lamen le il maggiOJ' volume possibile cl ella. zona, di a:,;ione degli ael'ei (tiro d'interèl:i1.ione) oppure c;ostituire davanti tng'fi aerei, i:11 nn a zona detel'minata, ùna c·ortina di fuoco , in modo da obbligarli a cambiare rotta (tfro di sbarramento) . Il tiro d'inter di:,;ione aveva carattere di tiro prepar a lo . La prepa,razion e del tfro comprendeva tre dist inte operazioIJi e;he riguardavano la dil'ezione, l'inclinazione e la gradt1azione della spoletta. Nei riguardi della direzione, se fa località, da proteg gere dall'incursione degli aerei era visibile dalla hiLtteria, riusciva facih• Ol'ientarc direttamente i pinni di tiro dei pezzi : in caso contrario si p rocedeva com e nelle QPerazioni di punt amento indiretto delle batterie campali. I piani di tiro doveva no e sere divergent i, in modo cla coprire, eompatibilmente coll'efficacia, il maggiore spazio possibile da interdire al nemico. Per dal'e la. -
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IL 'l'IRO DI :-<B.-\IWA:'110~TO COXTflAEflEl
direzion e a i pezzi da 75 OK (che solo eccezion a'lmente eseguivano il tiro d ' interdizione), era impiegata una graduazione d i circostanza disegnata sulla parte fissa dell'affusto e letta in con fronto -d i un ind ice fissa to a.Il a parte gi.l.'evole : p el.' i pezzi da 7.3/ Hll (' veninrno g r adnate le> i-otaie dell'apposita i11stallazione co,nti·oaerei.. Vinclinazione era d ata ai pezzi. mediante l' indicalore del sito, tenendo l'alzo a zero: il va1ore <.lell'inclin a:done per ottenel'e la voluta traiettoria si l'icava-va. dal la tavola <li t i ro g1·a1ìca. Disegnata sn quest'ultima la Ser.ione della r.ona da, i,nterdire, riusciva facile determina r e qual.i traiettorie si dovessel'O impiegare e quali graclu:H~ioni su ciascuna traiettoria. S i poteva, per esempio, mantenere .fissa l'i nc linazione e Yarial'e soltanto la gTad1wzio1H•. ottpnendo s<·n•ppi a crest'ente clistamm ed altezr.a: oppure si poten1 val'iare con t cmpora,n eamente in cli1na1.ione e gra <l1Lar.io.ne in mo<lo ·<l,1 ottc11e1·e s<:oppi a clivet•sa di-· stan za ma pressoch è alh1 stes a alleu:a-. Nel caso di più batterie concorrenti alla difesa cli un'uuica localilà di limitate cli.mensioni , il ('ournndante della difesa poteYa asseg,11nre i com piti alle varie batterie, sia incrociando il tiro s ulla località da dife.ndere, sia ripartendo alle batte1·ie lo spazio da battere, ma sempre con n<l.egua ta compenetrazio11e clelfo zone battute . Per la difesa di reg ioni molto estese . era conveniente preparal'e il tiro a protezione cl.egli obbiettivi più imiJ.ìortanti (s tazioni ferroyiaric. arsenali, depositi, ecc .), per concentrar e poi il tiro 11eJle zone OY C sembrassel'o specia l mente cli.rette le offese nemi<'he. Il tii'o di sbarrmne,nto p oteYa eseguir si sia -cli giorno c-hc cli. n otie . Di g ionio si esegui\'a n(l alzo t1nico , cercnnclo di avere il tiro cer tamente corto, in modo da costituire clavan ti al bersag lio nua cortina di swppi, m obile e di lin1itaie d iuw.nsio11i, <:hc lo f:;eguis:::c costantc•mcn le in direzione ed in altezza . D i notte ve nint eseirui to con modalitù, a u alog-lrn a c1uelk cl(~l tiro <l' inter-· dizi one , collo scopo cli cos titnil'e un ' estes,1 cm-tina (circa 1 chi lometro quadl'alo cli snrwrfi.cie) attmvctso alln linea più prohahile <li pnweuienr..i clc•g-li aerei n ewit i. :Xrl tiro· cli sbarra men to iJ til'o ve,niva. iniziato a lla mnssima cl istan za concesRn cfalln bocca da fnoco : i-iconosciuto che il bcrsap:lio nyeva attra veri;;ato la cortina cl.i fuo eo, s i p rocede"V11 ad nn Jmovo sbarra -
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J f. TlH O nr:;LLL·: IIU)lBAHI >1·:
mento a distnnza wulto minore, in modo che il be1°sag.lio si novasse ostacolato da nna seconda cortina. e così di seguito.
Poco vi è cla cl.il'e sul tiro delle bombarde cl.J.e, come è noto, fu piuttosto un tiro cli circostauza per adattal'si alle esigetl'l.e cl<:llo schier:imento e dell' impiego di q11 clle armi chiamate più
pitrticolarmente a clistruggcl'e ed n sconvolgere reticolati e tl'incee clell'av Yersario. Il fuoco di distruzione delle bombarde sulle difese nemiche, doveYa esset e aperto cli sor1presa, e rius<·Ìl'e br·eve ed iutenso pH quauto la lenter.za del loro t fro iwcsse potuto <·onsen tirlo : era pereiò opport uno SYeln re le bom ùa rde soltanto al momento dell 'attacco. E pe1·tanto e1·ano da es<·lnclersi lunghi e meticolosi aggiuslnrnenti del tiro . che Hnebbero nodulo alla sorpresfl : era il1\·ecc consigliabile {li. s01·veg1iarP in ante<:eclenr,a gli obbiettivi eia battere, e procnnu·si ca 11tame11 l.e. cou qualche coJpo isnfato, i ch1ti <li t il·o per effett na1·c la 101'<1 distl'ur.ione al mom ento del bisogno, dopo un ultimo aggiust nmetnto l·aphlamente eseguito . P er ottener e uu bu011 conceutra men lo di effetti cli scoppio conveniva che il tii'o delle bombarde fosse effe ttuato, sempre che p ossibile, per batteria. sott o la direr.ione del proprio Coman dante, anche se le sin gole bombarde cl'ario sistemate in !'lippostamenti 110n nel immediato cont a tto frn loro . Si faceva eccezi on e per i tiri eseguiti col semplice scopo di disturba re il nemico 11ei snoi appostnm<'nti e durante i lnrnl'i, til'i che potevano effettuarsi con bombarde isolate. l/e:fficacin di tfro si ba. 11ya • 11l1 1 a·c cnra t a os errnzione dei ri snltati: il til'o di ogni battel'i.a era pcrci<> attentamente seguito ·d a un o o due osSPl'vntorL in 11110 elci q11t1li stava normalmente il Comancfante della batteria. Per fa gl'a ncle vicilrnnv.a dell e opposte prime lilwe, poteva faci'lmente n•1·ifira rsi che le' trnppe più arnnzate r enisser-0 offese da qnaJchc colpo ecrer.ionahnrnte e.orto del1<' prop1·i.e bom bard e o dni materinli proirttnti <lnlPesplosione rlellc bombe l'ra l e diJcse nemiche. Kella mag:gior ,parte dei casi le coperture di -
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'l'follC\llKOI.OGl.\ 1)8I TIRI
ricoYeri e cli t rincee permetteYano di non sgombrare la prima linea, diradando soltanto le truppe nei tratti più esposti e più pericolosi. Qualol'a si fosse assolutamente imposta la necessità di sgombrare qualche trincea di prima liuea, era prescritto di ritrarre le trllppe nei cammfornmenti e nei trinceramenti retrostanti s0Ha1J1to del minimo i11dispensabile per evitare inconvenien t i. · P el' le diverse bombarde in servizi.o si possedevano dnli cli tiro, cli. esattezza e di efficacia, contenuti in 11ppo8itc tabeJli> dis trib nite ai reparti.
§ V
Cenni s ulla te rminologia de i tiri e delle azioni di fuoco del, l 'artig lie ria durante la g rande g ue rra e negli anni s usseguenti.
A complemento cli quauto abbiamo finora csp o to circa le modalità tec,nicb c di. til'o clelJa n ostra. artigliel'ia nel pel'iodo che ci interessa, vogliamo qui breveme1ne accennare alla termjnologia adottala nel COl'SO della gnena nei riguardi delle rnrie specie e forme tattiche cli tiro, che oggi, con linguaggio più appropl'iato, vengono denomina,te azioni cli fuo co. Qnestn termi11ologia no.o fn costante durante tutfa la guerra, ma ,ariò rna110 ruano c he l 'esperienr.a sugg·eri'~·a perfez.ionamenti e modifìo::he. La, PREPARAZI ONE <l' art igJieriu, nell'offonsiva, che ebbe tn .lvo1tn lunghissime c1 111·ate. si pr oponen1 di neutraliz7.are o di clistrngget e con tiri di CONTROBAT1'E R(A l'artiglieria, cli np1·ire yar<'l1i 11ei l'dic·o la t i. sc·onvolgc•re Jp tt-in\'ee e gli osservatod, e chin clere gli. accessi ai dncalzi. Durante la st<>ssa prcpal'nzione, le a rt igliel'ie a lunga gittata esegni,ano tiri di LO OOR.A'MENTO sui Comandi. snilc retl'ovi<'. sugli accampamenti. e sni Parchi. Il tiro d' AOCOMPAGNA)IENTO sempre ne1l' azione o:ffrnsivn , si proponeva di ba tte1°e le trincee occu -
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'.l'J1'Jl:\IINOLOGIA Dl1t TIHI
pate dal nemico pel' neuti-alizzarne l'azioue di fu oco, e di creare zone cl'i11tel'dizione n, tergo e sui :fianchi della. linea ocCU[)ata dal nemico stesso . L'accom pagnamento si intensificarn durante il cosicletto scatto delle fanterie, e s i s pos lava soltanto quand o il tiro clh·entava pel"itoloso per le pr,opl"ie f antcri.e attaccanti. Per mantenere le posizioni conqni.stHte occorreYa controbattere le nrtiglierie nemiche, allo sropo {l'impedire che esse con centrns sero il fuoco sulle posizione p erd nte <falla propi-ia fan teria, e interdil·e 1H zoHn antistaQ1L<' nlla posizion e• octnpata per impedite i crn1trattacchi. Nella prima fa se della guerr a , e cioè fino a lfo Hosti-a co11trnffrnsin1 nel Trentino, si ebbe, nella dife nsiva, il t iro di SBARRAMEN'l'O DIRETT O, con concenti-arnenti s nlle ondate d' assalto e con sba1Taroenti aile spalle di f'sse, e s ulle trincee di partenza : esso aYeYa lo sco,po ù'i.nterdire l'flfl1ne'l1za delle on date successive e d' isolare quindi )' attaccante clai s uoi rincalzi. Questo f'ban,t11t<•ntu dii l'tto 11011 <'rtl in l-Hsta nza (' he un li1·0 c1'I~'l'ERDI7iI 0NE VI C [NA, come si clli amò iufaUi più tardi, qu:rnclo lo sbarramento significò inYecc la fornrn zione cli nna cortina cli fuoco davo~1ti ai propri r eticola ti. Dopo la n ostra controffensiva nel Tren Lino e fino a I ripiegamento sul P iave, l'evoluzione dri criteri di impiego dell'arti.gJie1·ia accelerò il s no r itmo, sempre più inclil'izznLo a f01"llle cli guerra slnbilfaznte : Yeniva sandto sov1·atntto il pl'inc-ipio del con corso cli fnoco ,::opra unn ste sa zona cl.a pn 1•te cli al'tig-licrie nsspgnatc• :1 :r,01w fi n itime. c·oi--ic{'hc'- e1·a ghì, Yil't1rnhnente in atto la MAN OVRA DRLLE 1\[ARSE D I FUOCO. La cli.si.rn:r,ion e d ei i-c• tkohtti tH !l)Yirn:i ]inea cliwmw compito p1·ecip110 clelle bornban)e, mentr e su q uelli cli sc<'oncla linea agivano di 111:-is,::inrn l e artigli ei-ie, e ciò pe1· sopperfre al fatto che le bombaJ:cl.e 11011 aYevm10 azione t roippo lontana. La distruzione era effe ttuata durame il p:io1·no: 111elJ:1 notte si ma nteneYano in a t to gli effetti r;igg i1111ti eon t iri d' intel'dizione, e-ile, per qnel compito speciale furono an(·.he r hin in nti di. S 0 RVEGLTAN7JA . In ()nesta second a fasr lo sbarramento n o11 s ignifkc) più a:r,ione di fno ro per impecl ire, nc~lht dife1Js i va. l'afflnk~O clei dnealzi inemici, bensì fn int r.,::o come 11 11 tit·o Htto n{l ac-compagnare, nell"nffensfra Je fonte1·i<• a. salta11ti : es.so <lown1 coi-tituil·e ,rna -
J, 2 -
T lt l01IKOLOGIA DIDI
:enu
cortina, mobile di fuoco che precedeva le ondate d'assalto : h~ fanterie venivano appositamente add<~strate ad avarr1zare sotto l'arco della traiettoria perchè meglio potessero riportare l'impressione della protezione immediata. Il ;mantenimento delle posizioni conqnistate era assicurato con tiri di controbatteria e d'interdizione sulla 7.0D:,l, antistante alla posizione occupata. Nella difensiva prevalse Fazione d' interdizione vicina, intesa a sbarrare la. via alle onda te nemiche d'assalto, battendole rapidamente fin dal l oro scatto. In questo iperiodo della guerra co1Uinciò a farsi strada, sia pure timidamente, il concetto cli CONTROPREPARAZIONE nella, difensiva : tale definizione fu hl prima volta usata, mar senza tangiùili risultati, nell 'immediata vigilia clell'off<>nsiva nemica dell'ottobre 1817. Ricordiamo pure che fm dall'inizio di questo periodo cominciò ad affermarsi, · ain che ,d a, noi, il tiro con proietti a gas, specie nella, CiCmtro bat teria,. Nell'ultima fase clc]]a guerra, e cioè dopo il r ipiegmnetnto sul Piave, mentre per l'attacco . si fece distinzione fra PREPA RAZIONR J>JU0VEN1'IVA d'artiglieria (éh1 eurupiersi nei giorni precedenti l'attacco) e PREPABAZIONE nrMEDIA1'A,. 1a maggiore attenzione fu rivolta alla OON'TROPREI' ARA%J ONE nella difesa. La contropreparar,ione, che aveva lo scopo cli fru~ strare la capacità, offensiva del nemico prima che esso sferrasse l'attacco, ebbe per obiettivi le batterie avversari.e, le zon e di raccolta. delle fanterie attaccanti, l<~ arterie di. movimento, gli shocchi e gli itinerari proba.bili d1'attacco : si trattava insomma <li logorare preventivamente il nemico con a:,:ioni di eontrobatteria e cl'IN'l'ERDIZIONE LONTANA, soffocare o ro:m11)ere l 'nttacco, prima ancora che si pron uneiasse, con tiri specialmente d'interdizione vicina; e i,nJì ne sbarrare il passo al nemico che fosse sfuggito ai t iri d 'interc1izio01e . Durante la controprepar~rnione, il t i w di controbatteda doveva essenzialmente tendere alla distruzione, cioè a cHusare alle batterie nemiche tali danni da richiedere molto tempo per f:ssere riparati, mentre la controbatteria. di neutrnli7.znzione fu riservat a preferjbilrnente nll'offensiva. Rccezion fatta per I~ fase di coutropl'ep arazio1ne, nello sYoJgimento delle operazioni di difesa la controbatteria perdette d'importanza, essendosi sancìt o il giusto principio ehe -
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TElì:1111\0 LOGl.\ DEI TIRI
Pobiet.Li.vo principale dell'al'tiglieria tl.clla difesa era c.:ostituito dalla fantel'ia :ntatcante. Conscn-ò invece tutto il su o vulore n ell' ntta cc:o, iu :nwonia al pl'incipio {;he J'ubbiettirn pthn<.:ipale dcll'a,1·tiglicria dell' a tta tcau te era costituito cl all' a rtiglieritL d ella difesa. A p1·oposito cli c.:onti-obatteria l'i.c:ordiamo c:he nel mnrzo 1.918, per un ifì<.:a1·e i s istemi c:hc la r egolHrnno p1·<'sso le Yarie Armate, il Comando Oeuerale cl' Attigliel'ia emauò cle.finith·e ~orme per la sna Psecur.ione. L' orga nizzar.ione del til·o cli (·ontl'obatteria dove\·a t•sscte decentrata per Corpo ll' 1\ rurnta per c:ousegnire magg;iotc s01em~zza ed elastic:it1\ : presso Je Armate do-rcvair10 inYece pl'edisporsi i 1edpr oci concorsi cli fu oco . Le rnl'ie posizioni d.'anig.lieria individuate Jl cllo schiC'tamPHto nemico ven irn no ·udclidsc> in Z one <li responsnbili tà assegnate ,1)]e singole hattel'i e o gtnppi di C'ont robattel'iu , n.1t•n tt e tra gli os- · senatori il terrc,110 en1 cliYiso in Zone principali di son eglia,nza . L e Norme stesse snnciYano moclalitù esecuth'e per il tit o cli di. tl'uzion e e pet qn elJo <li neuttnlizr.azione, 1per l'osservar.ione e JH' l' i <·o ll rgr11nen 1i (J l. .Anc.:he 11er lo sbanamento. che fo a11(1) à proposito delle <lenomiJrnzioni nr trillu i te a lle.' rn r ie specie di t iro, e ùe l In t l rminologin rn,ata in merito, a lq nnnto din-r:sa cla fllll'lla oggi r egolaU1c1Har<'. si 1·itieu<' 01,por1uuo riportar e umi :u emor in com11ilata da.I Corunndo cl'ar tiglk·ria della a• Arnrntn Jn pr inc ipio ciel 1918, .sotto il t itolo : « Voci (' defi. niJ:loni <·onetr nemi le priucipali specie tli ti ro, n1 a;,.ioni <li fuoco ,i. su CLli si bm<11 l'.impic_go dr ll' nrti_gllcr ia ne ll'a t t:t N·o e 11t>lla tlii'c:,;a: -
~PE('lE Dl 'flH O :
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Tiro di distn17.i on<· : Tiro tli precisione l seguito colle ar l'igliet·ic più n<l atte e, se è il ea so, con bowbarclc, allo sco110 cli distn1gp:en.! c!emcuti (li forza c1.. 1 nemico, come : artigllci:ié l' d or i:a11iz7.itzi on i dif ensive ( 1Ti11et·r:nuc'n ti . cnpisalcli, o:<tncoll pas,;h i, sl'cll cll Comando, c(•ntrali telefonich(•, osscn·atori, or;.tani ùi fta11ehe::r;innwn1:0, mitT:\g lìntrici, bornharde, l'icoYer i, C<:c.) . 'fil'o (Li controhatt( ria di ~monto : Tiro cli dl,;truzloue a ,·<>ntc per o!Ji1•t t i n> urn1 batteria rn:mica. T iro di nccumpagnnmenlo : Tiro e::cguito dtn·n11te lo svolgersi del. 1':11 tacco con tro l t' i,o~ir.loni nemiche, n Ilo scopo cli creare U\'HJ1ti (arcompagnam('ll\O frontale) . e se è il cnso sni fianchi (accompagnamento finncheggl:mtc·) cle\J(' tn1npc cl'nttacco, 1,mn o pin l:HllTÌ<'l'l'
cli fuoco
CO.;<i
<knse
<'
nuh·ite cla sostenere l'avanzata di csse spaz.
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'.l'ltlO!IKOLOG I.\ D0I T1RI
e.ora 1Ìna. volta inteso come Dzione di fuoco nella clifousiva, il predetto Comando Generale, nello stesso marzo uns, ema,nò apposite Norme . Il tiro di sbarramento dovc::va cssc1·c\ sfenato
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zandu H terreno d'acce:;so alle pos izioni a ni::idctte e ::;barrando ogni atto contr o.ffensivo del nemico . Tiro di 1n·otezionc. 'l'iro eseg uito : - in fa::;e d' attuCCO : durante ogni sosta, tempon.meu O ddiHit.iva, dcllè truppe su!J.e posizioni conquistate aJ. nc~mico allo scopo <li cr ear e sulla fronte (protezione frontale) e se è il. caso sni fianchi (pl'otc7.iomi fiancheggiante) c.le lle po:,;iz ioni stesse, unu o più barrier e di fuoco s u.Uicienti a gara ntirne 1;.~ s icurezzii ruateria lc c monile cont ro ogni sorpr c,m contr offensiva n em ica. ; - i n f a;;e difensiva : dura nte nn r ipiegamento tc~mporanco o d<' Jiniti,·o de lle Lr uppe su posizioni r etr ostanti allo sccipo Ji creare s nlla fronte (prolczion e froncalc) e se è il caso i;ui fianch i (11r oie;1ione fotncllegginme) del.le tr oppe stesse., u na o più barriere cli f uoco suffici, n ti it garant ir e la s icurezza materi a le e mor ale cont ro ogni sorpresa offensi va nemica. T iro di sbanarueuto 11ormal.e : 'l'iro eseguito con t utti i mcz;1i occonenti nel !llonwnto in c ni si sferr a l'attacco ne!llico, allo s<.:0110 cli crea.re m·a11ti alle posizioni di difesa unu o pilL barrier e d i .Cuoco cosi cirn,;e e n ntritC' da Yietan ' ogn i nccesso a lle trunpc d' a t tncco. 'l'ir o di sbnr r amen to p r cYentivo: T iro a r iprese breYi e violente eseg oi to clmantc l'az ione di contr oprepar tt;1ione, in ma;;sima cln artiglierie leggere e ruitru.g lia tr'ici, s11lla zornl il1terpostR fra le n os tr e priruc> linee e le prime line~~ nemiche, po;.:s.ibil lllentc in conispondEnza agi i sbocchi d .i queste u lt imr, a llo sco1)0 cli prcwnir è ogni ten ta tivo di ava n7.a la Yr rso le llOStr e Jin<'<'. 'l'.ir o d 'inter dizione vicina : 'l'iro con tin no e Yiolento e sc>guito, co11 tu tti i mcz¼i. occonc•nti, sulle difese nrrniclie di t)rima .linea, s ugli sl)occh i di esse Yerso le nostre lineè, sulle immediate retrovie e su t utte le zone di probabile a d unata e vartenza delle tr uppe d'attacc< , allo scopo cli parali7,7,are lllO\'imen t i, r ifornimenti e !a.vo1·i, in tC'l·ù ir è ammassamenti. .0:1ccan) l'eflleienza combatth-n (mater ialf' e morale) delle truppe a nzidette. Tiro cl'iJ1tN·òizione lontana : 'l'ir o a r iprese inegolari, improvvise, brev'i e viol<'nte, e;,eguito in ma.ssirna (possibilmente d'infilata, e se è i l caso con p roietti a gas) da nrtigl iet ie n. t ir o teso, contro obiet t ivi !Jeu deter min:iti de lle r etl'OYie n emic.he (itinerari, comuni C':t ¼ion i, .localitil. di lavoro e cli aduna ta, ecc.) allo scor,o cli p aralizzar e movimenti, r.iforn imenti e lavori ed in terdire mrnnassa men ti. T iro di d is t urbo : Ti ro :t r ipreS<' r <~golar i eù illlproYvisc, esegu ito senza metodicità lungo cammin:nuen t i e tr incee, it inerari, com11n i-
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'J'l-:R .\JI.:SO LOGI.\ DEI l'IIU
appena le fan te1·ie a Yve1·sarie :::i accingeva n o a cl uscir e cl ai r ipal'i
per lanciarsi all' assalto, e èloYe\·a mfrare ad impedire che le prime ondate fossero nlimcntate (]a ondate successi ve. Le arti~
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ca zi oJ1i <!d ,H'.CC.s:;i 11iù .l'req uc 11 tuti llHL rii m ieo 1• com ro locu li tà d i JaYoro, allo ,:coJ)o di llloksrnrc mo,·imenti, rifol'llilllcnli e i:1,·ori nei per iod i i.n c u.i. q nesti ;,:ogliono COUJJ)i<·1.·si cori UJaggiore in tensità. Ti r i <:on tro obiettivi S[il?<:iali: Bom tia r damenti cli centri cli vita (allogg iamenti, dep ositi, f1n o,·ie), t iro <'on tTo p a llo ni, Liro cl i l)rcccia , c on tr o gli arg in i, ecc. Tiro di ravprcsaglia : Ti r o r,:t>gnilo a 1·i1or:<iOJH' <li 1111 t iro n cmico con t r o ob i('t livi ])OSi:i b ilJ.lJ en tc d ell n s te:-:-: a :<J)l'<'l C' di q ne lll a ss un ti dal ucmico. ma con quantiLi1 compltssin1 cli fuoco sup('rior c a quel In da e,;so spiega ta.
.lZIONl DI t'COCO : -
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Concl'll tl'aU1,•nco : Azione di fuoco sYolta. s reoudo 1111 pro;,,'l·amwn pr eor cliJiato da p hi batter.i e (dei cal ibri meglio a daltl ) con t iro s iu 111.lta uc•o cli sor pr l•Sa (se è i l ca so, cou pr oietti a gas) in una o p iù ripru,c• su uno SlC!<SO obietth·o on ·(•r o su una ,:tessa zona (nucleo) di obie t tiv i. Quanùo ta le ob il'l t:ivo o La l1• zon a è co:;ti t u ito da urnl baner ia neu1ica oy,·ero cla un nncleo di batterie nc>!llich c, il concenrrmnento pr enlll' !'a tLrihuto d i Con trobaL teda (nl' u ti· ali zimz'icme). l ' r epar azio11e clcll'artacco : (X elle r ccemi,:si11Jc 011€r azioni :mi campi cl i Fra n cia, f:i lin nno ESc• mp i <l i p oderosi n 1tacchi. ,;yo11i cl i s orpr es a , seuza pr epm·azione . o con v1·c•para zio11e di f ooc·o di b1·cYi:s.'Si1Ua dli· rata). '1zio11e compk:-:sa cli fu0<·0 s ,·olta in fa;;(' off<>nsint. s t·eorhh> n u prog raU1111a prc1ordim1to. a llo sco110 cl i LH'l'J)ar:11·<' le condizioni più ùl\·on'voli all 'attncco delle po;.;izioni nemiche e• s ve n tare o~ni ~<'nf'ativo n emico dì cou l rOJH:epnrazionc me<'l ia11 tc l'esec uzion e combi-
n ata cli : -
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Tiri di coun·ol.lfl t te d a d i ,; monto e, ;.;e è l i cns o, rou crn tra m , i1Li cl i <·on lrobatlt•rhl (11e11tral izz azione) ; Tir i di cl istn1 zion C' ,;up;li ostaC',)li materiali ch e s i ovpo ngono n ll ' arnnwta tkllC' tn1p11e tl'ar ta u·o (r lc'lico lar i lì~,:,i. r,1,·all i <li fri~ia. ecc.) <' ;;nll<' pri1wipali org'ni1tz:wz:ion i n <mid}(', lino alle' lin C'c [1 il'1 ar i:lc'l1·n te ck lla z ona tl n atta<·cn r1';
- 'l'il'i d'int·etdizione ,·icina; - Tiri cl'in ll'r cl iz ion c Jontn n a ; - 'l'iri conrr o obictth-i specinli. Appo:;r~io clcll"a tt:1<'<'.0 : Azion e' eompl es... n cl i f uoco, ,;yoltn :': r conclo 1111 prog r aU1nut preordin ato. <'1 111·m-.t1• l' ese<'nzionr dcl1'11ttacro conlr o le l><J,.:izioni 11Pmic.:he. allo SC'OJlO cli appog'~iare I ·o1n1 uz:1ta cld l e .Ca u ll•ri e n•n;o gli ollirtti d [ll"C'8 lnb ilit i (a ttn\Ye r,;o i qu·c·lli cn·at i du-
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J7G - -
'l'EU ~I I NOLOGJ.\ Di'ìI 1'1I:I
gli.crie delJa difesa clove,·:11110 sb,11·1·clre r :1,·nn,,;at;1 clellc pl'ime
oncl ate e intercli.re eon cortine ,d i fu oco l'ava nzata dei ri,n calzi: si esegui va dunque sbarrmnento e i nterdizione viciua, a¼iolli contemporanee ma <listiillte in profondità. l~ pertanto le batterie di piccolo calibro ve11ivano s n<ldivisc in batterie cli sbarramento, con azione obliqua (fianch eggia nte), e in battC1rie d'interdizione
n111Lc la lJl'l'paraziont• clell'aLtac·co) llll:'ll1a nte l'<c',('C·11r.ioue com binata di : - '.L'iri di. contr obatterit\ di smo11Lo, oppm·e - Con c:eHli:nuu•nti di <.:ontrobn tt1'1:i:.l (11e u tn11izzaz io11e); -
'.riri di aC'Compagn nmen to; Tiri di dl;;truzione ::;ulle principaU organiz7,azioni nemiclH: ddla zona cl' aLLacco e sugli osta(·oli mtltlri: tli ch e si oppongono n ll' u lterior<• arurnWLa ver::;o li' ll11ec più an~lr ate eh-Ila zona st·(•s:;u. ; - 'l'iri ili inti rdizionc Ylc:ina; - Tiri di inLerdizione lontana ; - 'l'iri contr o obiettiYi :;11ccht.li. - Pron:-r.iom• (l\'ll'altacco : Azione cowp le:,:sn lli ·fuoco .c;,·olta. i11 l'mw cli aLtaceo, Stcondo un programma pr rorclinato, durante ogni sosta (t<·mporanea o defin itln1) delle tn111pe sull1• posizioni conquistate a.I 110111ic o, nllo scopo di as:sicn1:i11·li il wan tl' IIÌm c•u to llell r posizlo.u i ;;Lesse, fluo fl q u audo ()Urllc n ou ,·j s i si:1110 sa !clamc• ute aJI<'rm:.li:e, m<'dia11ie l'esecu:don<' <·ornbinata <li: - Conceutrnmcnti di eonh·obatt<'ria ( u entr alizzazioue) e se è il ca s o - 'l'iri cli eo11t roùa ttc·rin d i smo11to; - Tiri di prot<>zioue propriamt•nte clrtli (di sbarramrnto in <·11;;0 Ji contratln ech i n emici) ; - T.iri di tli,- t rnr,ioue ;;ulle JJrin cl va li org:nni;1,zar,i oni nemiche, fi.an rl!eggiantl e antistann a ll e posizion i rag:~iunte 1·. :<e occorre:, :::ul?li ostacoli materiali che si oppongono all'ulteriore av,1n1.ata ve rso le li11er pitl nrrctrate clel la zona cl'nttacco ; - 'l'iri di in h'nlizi on c vJcina; - Ti r i di ì11lerdizione lon ta na; ~ 'l'iri eontTo obiettivi !:<peciali. - Conl!"opreparnzione : A7.ione complc•ssa di fuoco, s ..olta secondo un p1·ograrnm·o 11r eordinato dur an te o, quando possib11r, a nche p rima d ella pr epara zione di 11n attacco nC'mico. allo scopo <li s ,·en ta r c l'attarr.o stesso pr ima ch<' <'!'SO pO!'Sa svilupparsi, median te razion<' combina ta cli: - T iri di jnterclizio1w vicina. ; - '.l'iri di shn rramento pr <'n•nth·o. r cl <',·entualmrnt<'
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477 -~
T' I:;R.\ll~OLOGIA IJEI
n,n
n cma , collocate ùi massi ma dietro le seconde linee di difesa , eon azione fron tale. ~orme tecniche e1·ano infine suggerile per Ja p.l'atku esct11½iouc ·rii tuli specie cli til'i. Le nzioni d i fuo<:o sinora menzionate ftnono quelle essenzia li. 1per lo S\"OJgirn.enlo del combattimeHto : altr i tiri, d ' imp ortanza secondal'ia, avevano assunto denomin azioni particolari, come til'i di RAPPRESAGLIA, tiri cli l:UT()H.SI ONE, tiri di DISTURBO o di MOLESTIA, ecc . Xeffimmediato <lopognerra ·'iniziò lo studio per concre·· t:ne Nol'me ed Istrn½ioni iH b:i se a lln ) unga esperie,nza acqui ::;j ta : molto si scris ·e e si discn se, finchè nel 1921 apparvero denniti,e Norme pe1· l'impiego clell'arti.glieria che costituirono per aJcu11i m1ui il y:111gelo tattico per gl i nffi ciali dell' Arma . Le KOJ·rne chiarirono ed imposero nna t erminol ogia, che clnrante
Ja g uerra, si era prestata a differenti interprctazio~·1i. Secondo hl nuo,·::i . regolamen tazi one, 11ell'offensinJ, prima dello sca tto cl.elle fanterie, l'artiglieria cl O\'eva eseguire una PREP .AR AZI OYE DfMEl HATA , di poco precedente l'assalto, eYentualmente p1·ec:ed11fa cla una F REPAI~AZIOKE PRHVEN'l'J VA: SYolta primn e h.e il ~1emico aYessc ulti mato i suoi preipara t ivi d'ntta<:C'o. e mm CO:STROPREP.ARAZIONE IMMEDIA.'l'A, effett nn ta per colpi.re ]e tn1ppe n emiehe pronte per l'assal to. Conti-o le nrti~lierie nemich e poteYan si esegnit·e tiri cli DISTRUZIOKE o cli K8UTRAL.IZ½AZIONE cont r o ogni gen ere di ùifesa <lelf'nnet·sn1•io. L'l)[TERDIZlO)fE VTCI KA mirn,a. nel ostacolare nene pdme linee del nemico sia lo scatto p er l'assnlto e i suoi mo,imenti in gene1.·e. sin il funzionnmento
- Con<:entramenti cli controbatteria (neutralizzazione) ; - Tiri contro obietti,·i speciali. - !=<barra mento: AzJonc complessa di f uoco, SYolta :,wcondo un p1·0::-rammn prestabilito, nllo ;.:copo di nrrestare l'attacco nemico nel momento stesso in cui s i skna. meclìantc l'esecuzione <li tiri di sbarn 1mcnto norm t\lc con t ntti i JlJCU,i disponibili. - Repressione : Prrparazione dell'attacco S'\"olt:a secondo un proi,-aIDIDa pr estabilito, contro le posizioni perdute, non appena il nemico vl abbia posto piede, allo scopo <li vietnrgH H roantenimrnto od il rafforzamrnto cli esso e di preparnre le condizioni più favor evoli alla lm·o riconquista. -
J j'. -
'.1.'ER".\fl.\'OLOGIA l)l~I '.URI
dei Uommicli. e dei se1·,izi cli prima linea : il tito supra gli os:-;ei-vatori prendeva più particolat·m cnte i.1 111ome d i tito cl' A CC'E UA:i\{E~'l'O . L'IKTERD1z·1O:KE LO~'L\.X A doYcYa csse1·e riYolta ad ostacolare il moyjmento delle risel'H' ccl il fu117,iona mento dei Uorn a n di e ·dei seniz.i clc.ll e retrovie. L'aynn½ata delle fu11terie dell'attacco era fa cilitata e prolcltn clall' ACCOliP.AGXXJ!"flNTO YICl.XO, con e:ortina cli fno co precedente o ftan t .b1~ggiante da Yicino le fantel'ie, oppur e cfa lL\.CG())f P AG r .A)IEN'rO LOXTANO, syo1gentesi a distanzn 1p iù !'orte e torn sb}1lzi più ampi. P el' fia<:catc la c-;1pacitù combattha d i fante rie nemithe pronte per 1' 117,ione, l'::ntigliel'ia esegniYa tiri cli ANNI EN'l'AME~'rO soprH trincee, ric<hcri e zon<' cli raccolta . Per arrestare l'aYa n½ata delle fanterie attaccanti. lo sbnrra mcnto si distinse in SBAU.l{Al\IEN'J'O FTSRO esrgnilo in gc11ere immeéliat-arn.ente dav:rntj ai reticolali, e SHARR.A 'i\'fE~TO MOBJLg <·on 1il'i diretti .·nlla 1'Hnterja nn111z.ante e quindi plasmati sni movimenti cli questa . Venivano esegni!i tiri. rii REPRESRIOKE sopra posi7.ioni perdute per cacciarne p o~~ibilmente il nemic-o e per preparare il contrattacco. C'arattni. tici del periodo dello schieramento cli sic urczr.a, erano infine i tiri cli MOLRSTIA, contro f:111terie e lavoratori nemiC'i. e tiri. cli. R.APPR.ESAGLL\. in ritorsione a tiri cli molestin da parle del ne-
mico. In sost::rnza- tali Nonne erano decisamente oric11tate 111ln gnel'l'a stnbiJi7,zntn. Più tnrdi, quando i C'oncetti. d'impiego e lntta la dottrina tattica s'informarono a nuovi criteri, la regolamentnr.ione cambiò, e con essa cambiò anche la termimologia. dei thi che clh-enne pi.ù semplice, ,più elastica e più ra½ionale.
KOTIZIE BIBLIOGRAFICHE E DELLE FO -TI PER TL CAPO YII DEL CA.P ITOLO 50"
Guccr Lurnr : cc Puntamento e T iro clc•ll r ArLi~lier ic sanorn, 1915: -
47!) -
>l -
1'ol'i no, Ca-
i\"0'L'I7.HJ BUÙ,IOGIUFICIII·:
Tl'1'o : « L'artiglier ia italiana d urante e dopo la guerra » - (Rivista d'art. e gen., Roma, 1933).
MONTFlFIN1LE
FOK'l'I .Articoli d iversi sul puntamento e sul tiro pubblicati dalla « R,ivisLa d'artiglieria e genio ll . I struzioni : (< Sul Uro per le a rtiglierie da campagna ecl a cavallo ll (E dizione 1913). - « Sul t iro per l'artiglieria, da fortezza ll - (Edizi one 1915). - « P er hl, preparazione del tii:-o dell'artiglieria nell'attacco ll (Edizione 1916). - . Su l tiro conlroaerei l) - (Ed izi oni 1917-1918). - « Sul t iro degli obici campali pesanti da 149 l) - (Ed izione 1916). - « Criteri d'impiego delle bombarde ll - (Edizione 1916). 'Varie Norme e Circolari sul tiro emanate dal Ministero della Guerra, dall 'Ispettorato d'Artiglieria e da i Comandi cl i Grandi Unità.
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480 -
,C APO
VIII
IL TIRO DI CONTROBATTERIA
§
I
Generalità = Circolari: Della 1• Armata (gennaio 1917); Mo, nografia del Comando della 2"' Armata (luglio 1917); Circolare della 2• Armata (28=9=l9l7); Risultati ottenuti nella Battaglia della Bainsizza.
La regolamentazione del tiro cli · co111trobatteria ha subito profonde modificazioni nel periodo bellico 191i:i-1918; l' argomento merita. pertanto una tra,t tazione a parte. Fin da.ll'inizio del periodo bellico in esame, tanto le nostre artigli.erie qunnto le alleate e le avversarie, cercarono di sottrarsi. a.Ila vista dell'osservazione. (!nesto veniva otte111uto così occultandosi a fl 'osservazione aerea. mediante maschera.men ti mimetici come defilandosi dietro ostacoli naturali per nascondersi alla vista degli ,o sservatori terrestri. Anche in terreno piano si cercava sempre di pi azzare le })o-cche da. fuoco dietro -vegetazione o piccoli ripari naturali od artificiali quali terre di riporto, siepi, ruderi di case e simili. Naturalmente per il puntame111to venivano impiega.ti esclusivamente i metodi del tiro ' indiretto. Il risultato di tali precauzioni è stato che in breve volger di te1UJ,po le artiglierie si sottrassero quasi completamente alla osservazione diretta, intendendosi con osserva zione diretta quella che poteva venir svolta dagli osservatod di batteria o 31
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REGOLAMBNT..lZIONE DEL T IRO Dl CON'l'ROilA'l''.l'RlUA
di Grnppo . Questa distinzione viene fatta pe1·chè il servizio di osservazione, specialmef1tc nei primi anni di guena, era i/11 via di con tinuo perfezionamento e qu indi non organizzato in modo generale ed unico, e perciò ogni battel'ia o Gruppo di batterie, ricevuti dai super-imi Comandi t utti i dati di orientamento che si erano potuti raccogliere, eseguiva 1'o8servazione iil.1 mo'do autonomo. La disponibilità <]i mezzi ausiliari andò nurnen tanclo col tempo e pertanto il tiro di controbattel'ia, non solta nto nella sua forma più diJ:etta ,qel tiro di smonto e cioè di materiale distruzione delle bocche da. fuoco avversarie, ma anche i,n quella più lata ,cli tiro di neutralizzazio111e e cioè di tiro inteso a rendere momentaneamente inefficienti le artiglierie avversarie (ad es. coll'allontanamento dei serventi), divenne praticamente i1nefficaee per im1l)ossibilità di raggiungere una snfficien te prt!cisione di puntamento. Tutta.via acca deva di frequente che le truppe~ dislocate jn prima li.nea, sottoposte a tiri di distu rbo (o cli sba.rrmn ent10 in caso cli azione), chiedessero cd otten essero l'interveuto òelhl propria artiglieria per far tarere quella avvel'saria . Ne derivava cosi un grancle spreco di munizioni particolarmente dannoso in epoche 111clle quali, pel' impreparazione industriale nell'interno del Paese o per difficoltà logi tiche al fronte, il servizio di rifornimento delle munizioni era totalmente inad·e guato ai bisogmi. Fin dall'ottobre 1915 il nostro Comando Supremo, preoccnlJ.)ato di questo stato di cose, veniva nella determinazione cli vietare il tiro di controbatteria. Questo provvedimento così drastico subì però col tempouna certa attenua,zionc, in parte per il migliorflto rifornimento, mu111izioa1i e in parte per il perfezionarsi dei metodi cli osservazione terrest re ecl aerea impiegati nella scoperta delle artiglierie avversarie. A t itolo cli esempi0 si l"iportano qui. cli seguito due brani estratti da « Norme sull'impiego clell'm-tigli<'ria nella clifesa » edite dal Comando della l" Armata e da quello della 4a Armata, nel gennaio · 1917, riguardanti l'esecrndone (lei. tiri di controbatteria. -
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REGOLA:\lENT.\Z:Oi'.E DEL TIRO Dl COXTRODXITERJ,\
COMANDO DBLLA 1• ARMATA. Sr~To l\faomo110
N. 00.:1. cli prot. 15 gennaio J.917.
cnvaoio III TIHI DI CONTH.OTIA'l "JJ<;ttlA
23. · li duello 0 ·11 oppo:ste a r tiglierie è sterile a motiYO del lllOdo di appostauH'n to oggi aclotu.1.to, Clll! rende pr,'ssocll~ nullll la probabilità di colpire un pezzo con unù quautitil cli muni7,i0Jli ragionevofr. M.a cousiderc,·oli ri:suJtati si possono ottener e, quando si ri e:sca a. detetminare la zona di postazione di mm batteria cd a conc<'nt.rarvi ìl fuo<:o ùi n umerose artiglierie, irnpieganclo di I)rcfrrem.a proietti a liquidi Sp<'cinli . CoJtseguc da ciò che il tiro di controba tteria i;arà reddi tizio :::oltanto quando funzionino pcrfrttamente i :,;(•rvizi dl informaz.ionc cd ossc1·vazionc C'd il eon. geg110 dei Comandi di conlrolmtteria. 2,1. - 11 Liro di conn·oba tceria lJll gran cl<' importan7.:t 11ell'azione clifeJ1Siva, :inquuntochè imvor nt ueutrulìz.zare l'artiglieria 1wrnica, che ha per compito essenziale la distruzione delle nostre difcs<' ruatrrhtli. 25. - La detennina:done òrlle blìttcrie nvvrrsaric è llì sin tesi clel lavoro comunc: degli osservn tori terrestri ed a.,·n'i e ll<'A'li orgHni d' Informazione. In tuie detuminazione clc,·onsi comprende1·e soprattutto gli os,;en·atori ne. mici, più impor tanti forse cldle uutt<'tie; s ono diflicili dlL scoprlr e ell, ,ma rnlta scop~~r t!. si eviti cli ballcrli JJ.uo al momento op portuno. 26 . . I b<•1-sagli indi,icluali sieno tutti descritti in un elenco e prr eia . senno Si determini no i dali cli tito <•cl i dati cl.i r Ì<:<'l'C1t I){'l' p;ll o::;S<'l'VU(orl. Si sotlupongano i ber:mgli acl nccurnla anafo;i 11er ,;labilirne il grado d' importanza reJa th·n. · Si raggrnppino i bersagli in 7.0tw, clekrmiJrn.te in bas<• nlle cm·n tterlstiehe èl<'l Lerreno (ornli), eù a l 11rh1cipio che ogni bersaglio 110.<:sa wnil' battuto da più blltterie, ecl ogni zona da 11iù Gruppi. 27. - RHJ'IIIO funzione cli controhatte1:in t utte lt• batterle• n ciò idonee, ad ccce-,done cli quelle a,enti com11ito di sbarramento. 2S. - Tutte le controba tteri e di u n Seuore o Corpo di Armata, dipendono, I)er lo s11ecialc compito, clu un Comandan te cli con trobatteria non avente r1Itri incariclli e clipenèlente dal più elernto Comnndnnte d'artiglieria. (ruò in taluni casi essere lo stesso Cornandnnte cl'artiglierlfl) . Al. Comandante cli coJ1trohatteri a competono la preparazione dei documenti cli tiro e la r~ponsabllità dell'esecuzione. D ev'essere scrlto con partic<r lar e cura. E' necessatio il collegamento telefonico diretto fra i ,nri Comandi dl controbatteria. e cli alcuni di questi col palloni e colle stazioni radio dei campi d'avìazione.
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REGOLAMEN'l'AZIONE DEL ·T lRO DI CONTROilAT'I:ERlA
Ognuna delle controbatterie ha la sorveglianza su una zona ed ba i dati di tiro per Ciascun obiettivo compreso nella zona stessa e nelle zone attigue, su cui è possibile il proprio tiro. Ha .inoltre assegnati uno o più obbiettivi, su cui apre di propria iniziativa il f uoco, qualora si rivelino. Ciascun Comando cli Gruppo ha la facoltà cli concentramento !:<Ulle zone sorvegliate dalle proprie batterle. Il Comando di controbatteria ha facoltà di concentr amento del fuoco di più Gruppi. 20. - E' bene che alcune controbatterie (specialmente di cannoni a lunga gittata con amplissjmo settore orizzontale) non abbiano altro compito ; restano in agguato, pronte a, gittarsi sulle batterie avversarie, che si svelino. 'l' utte le altre attendono normtilmente ad altri compitl, ma sorvegliano (per mezzo di osservatori di cont robatteria.) gli obbiettivi assegnati. Rivelandosi \1110 di qnesti, vi aprono contro il f uoco di propria in'iziativa., come si è detto. Cessato il bisogno, le controbatterie riprendono le f unzioni normali, o per iniziativa, o per ordine superiore. 30. - Pnò accader e che qudche batteria chiamata al c01npito cli controbatteria mentre è impegnata contro altro im1)ortante obbiettivo, che non è conveniente abbandonare, In tal caso con una parte cki pezz,i continua nello s tesso compito, con l'altra. parte risponde alla chiamatii cli controbatteria. : n. - Da, quanto precede risulta che la buona riuscita del tiro di controbatteria dipende, oltr echè clall.:1 diligente preparazione, dall'aOìatamcnto completo tr a i vari Comandi cli controbatteria e dall'affiatamento tra questi e gli altri Comandi d'ar tiglieria.
Ed ancora : COMANDO DELLA 4« AHMATA STA'l'O MAGGIORE
Gennaio 1917 Capitolo Il 'l'IRI DI CONTRBA'l'TERIA
La. maggior parte delle batterie a grande gittata, specialmente quelle che .impiegano proietti speciali, devono essere proute ad eseguire tir'i di controbatteria, contro le artiglierie avversarie. Questo compito si svolgerà essenzialmente uei. giorni precedenti all'apertur a del bombardamento delle nostre linee e nella prima fase di esso (1). (1) Un'otl'. ensiva in grande stile non può giungere improvvisa, quindi ai preparativi del nemico te~-ranno dietro i nostri, e la maggior attività delle artiglierie del nemico servirà ad indicare quando la fase decisiva ~i sta approssimando.
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REGOLAMENTAZIONE DEL TIUO DI CON'l'ROBATTERIA
Perchè dall'azione dl controbat ter.itt cl si possa ripromet.lere qualcne r isultato è necessario che le posizioni delle batterle avversarie siano determinate con snflìeicnte esattezza. e per ogni batteria inclivicllliitu si possa fil\' cor1vtrgPre il tiro del.le batterie nostTe che vi dovran.no rovesciare nna valanga di colpi; :il tiro con proiettili speciali (lei;e e.çsern riservato ilurwnl6 ·ii . bom. bcircla-mento 1u}mico ed ba lo scopo cli neutralizzare per qualche ora le battcrl(' avversarie. Le batterie ckstinate all'azione cli controbatteria banno duplice dipeuden:m in t·chtzione al compiti loro assegnati e cioè claJ Comanùantc dell'azione ùi controbatteria e dal Comando di Gruppo e cli Settore per gli altri compiti dei quali sono incaricate (azioni di logoramento). Il compito cli controbatteria è compito eccez:ionule ; gli altri invece sono normali.
In a,ppendice inoltre è detto che il tiro di controbatteria. deve essere fatto iin geo.ierc con grana.t<~ a liquidi speciali. A sua volta il Comando della 2a ArJl}.ata, in un fascicolo intitola.to « A.:r,ione dell'arUglieria nell'offensiva - Norme riassuntive d'impiego)) fascicolo semm da.ta, ma che, quasi senza -dubbio, pnò locaJizzarsi al luglio 1917 e cioè al periodo preiparatorio per la battaglia della. Bainsir..za, prescrive quanto segue in merito al tiro di controbatteria. : Capttoio IV TIRI DI CONTROBA'I'TERIA
Concentrati contro le batterie ayversarie che maggiormente cstacolano l'avanzata della nostra fanteria. Tutti .ì. calibri possono essere adoperati nel tiro di controbatteria, subordinandone la scclttt oltre che ulle condizioni tecniche ·anche a quelle tattiche gener ali clel combattimento. Escluso il tiro di smonto, s'intende solo a paralizzare temporaneamente l'azione dell'artiglieria nemica, concentrando sopra di essa lll1 gt·ancle n umero <li batterie che fanno una serie di colpi 1n·oporr,ionati allo scopo che s i vuole ottenere. Necessità di minuziosa organizzazione prevtmtiva e di accurata osservazione durante l'azione.
CON1'RO BATTERIE DENB INDIVIDUA1'E ED OSSElWA'l'E
Concentramenti di fuoco già preordinati; Uro preciso con un numer(> limitato di batterie.
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REGOLAMENTAZIOl's'E' DEL TIRO DI CONTROBATTERIA
CONTRO BA'.l"l'EHIE DI
cm SI CONOSCE SOLO LA '.tONA DI POSTAZIONE
Concentramenti di un maggior numero di batterie diretto a dominare: efficacemente la zona che racchiude hl batter i.a ocl il gruppo di b:Hter ie avversar ie. Uso di granate speciali, qua11do le condizioni del terreno e quelle atmosferjcl}e vi si prestano. Occorre elle il tiro sia fatto con un numero rogg uardcvolc cli proietti e prolungato per un certo te.mpo anche alternandolo co11 un tiro con proietti orcli11ari. Gruppi e batterie campali intervengono di Jriiziativa. Designare le bt1.tte1:ie cl€s t inate ad agire cl::t controbalter.ia, e fra queste quelle che dobbono adoperare proietti speciali. Assegnare alle Unità maggiori d'artiglieria, fino ai Gruppi, zone <li sor veglianza, per dispon e per la r>ronta esecuzione cli poderosi concentramenti».
lVCotivo dominante cle11e direttive sopra riportate appare l 'evidente clesi.dcrio di far ta,cere l'artiglieria avversaria almeno dura01te i periodi critici della difensiva e de11'offensiva, non disgiunto. dnlla conoscen?:a della diffi-coltù, del compito. Si nota infatti la preferenza data : al tiro con proietti a liqnid.i speeiali; tiro che meg.Jio si presta a neutrqlizzare z-0ne, piuttosto che a colpire punti determinati; indice questo di sfiducia sulla esattezza dei risultati delle osservazioni; ai co,n centramenti di fuoco; metodo che dovrebbe sopperire col volume cli . fuoco alla sua, scarsa, 1I)recisione; . ad affi,d are ad appositi · Ooma,n di di controbatteria e cioè ad ufficiali {lirettan1einte dipendenti da Comandi di grande Unità, il giudizio sulla opportunità o meno di intervento od addirittura l 'effettivo Comando della controbatteria . Dopo la. bat taglia ,d ella Bainsizza (agosto 1917) iL Comando della, 2" Arma ta ebbe modo di far controllare, sul terreno conquistato, i risultati ottenuti dal servizio di osservazione e dal tiro cl i controbatteria. effettuato. I risultati cli una, prima serie di controlli sono stati resi 111.oti da una pubblicazione del Coniàndo d'Armata sud.eletto, in data 2S settembre 1917, che viene riportata qui di seguito :
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REGOLAMENTAZIONE DEf, TIRO DT CONTROBATTERIA
CMANDO DELLA 2• ARMATA N . CJOO di Prot. 28 scttcm bre 191'7. 0 000rr.o: Servizio d'osservazione e t-11·0 d·i cont·r oba'tteria .
La conqpista di vasta es te-nsionc di tenjtorlo sull'altipiano di Bainsjzza., ove erano schierate molte artiglierie :nemiche di t utti i calibri, e la cattura di molti pezzi trovati ancora in posizione hanno finalmente offer to clementi per compiere nuovi studi sulla tanto dibattuta questione del tiro di controbatteria. Sono state per tanto ordinate ricognizioni sul terreno conquistato per stabilire : <i) L'esatte:1.za con cui erano state indiv.iduate le i,1rtiglierie nemiche, distinguendo qu elle ritenute « accertd.te » dii quelle cc probabili )) tenendo conto del metodo di individuar.ione seguito ver determinarle (fotografie di aeroplani; interse7,ionc contemporanea di vis uali da più osservatori terrestri; impiego dell'abaco dei pr ofilamenti; Sezioni aer ostatiche; informazioni 1)rigionieri, disertori, ecc.). b) I risultati ottemtti dal nostro tiro cli controbatteria su ciascuna dellé postazioni nemiche i 'M livi<lu.ate. e) La percentuale delle artiglierie nemiche inclividuate con l'impiego dei mez7.J di osserva7,ione sopradetti. <l) T utte le caratteristiche delle postazioni nemiche (blindamentti; detìlamenti, mascheramenti, ecc.) alio ~copo di trarre insegnamenti per migliotare il servizio d'osservazione e rendere più eflicace il tiro tli controbatte1·ia. I risultati ottenuti dalla prima s<frie di rico[!n,izioni, compil1te da un ufficiale di qu<2sto Comando (1) e da uiliciali topografi che hanno rilevato col tacheometro sul tet"r e.no tutte le postazioni nemiche rinvenute, corrispondenti allo schierarn<.>nto rirolrnbile in data 22 l ugl\o, sono già sufficienti per stabilire la grande pl"ecisione raggiunta nell.'individuazione delle artiglierie nemiche coi metodi attualmente in uso e la buona efficacia dei tiri di controbatteria, sebbene questi non siano stati eseguiti con lo scopo di distruggere le artiglierie avver sarie e sebbene molto si possa ancora fare per migliorare l'osservazione e l'esecuzione de-1 tiro. Si rjportano qui sotto i 1:isulto.ti delle ricognizioni sin qui eseguite e le principali cleclu7,ioni che da essi si possono tt"arre.
(1)
Ca p. PALLAVICINO Cr::sAnÉ ( N .d.r.).
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J,
REGOLA MIDNTAZ IONEl DEL 'l''fllO DI CONTROBA.'rl'lllRIA
Oamt.teristiche rl<:Ue postazi01ii. 1) ,Assenza quusi as;;ol11t1t di lavorl o piazzuole. Gli 111)postamcnti consistono quasi sempre iD un piccolo ripiauo del teneno per lo più S<·nza parapetto in riporto di terra o sassi allo 50 o GO cm. di forma trapezoidale.
Fanno eccezione rt quanto sopra tre pcnl cli piccolo cnl ibro sist1•roati in piazzu.olc blindate sul tipo cli quelle adoperate dalle nosb·c batterie da carupagn~ (postazioni n. 2.3!) . 24.2 . 253) . Il blindamento non lm resistito al tiro dei nostri medi cali bri) . 2) I ricoveri per serventi e le riservette entno quasi sempre si::,lt'mati in caverna. Le condizioni del tencno però raramente hanno permesso di ricavare gli imbocchi delle caverne in ongolo morto, od almeno in ten e.no u forte pc11ùenza, per cui mol te cuverue-ricovero sono state ostruite dal nostro tiro. 3) Grande cura posta nel masc.ht•r11mento narnrale; l<.' batt<'ric di solito erano dissimulate tra le roccie, lungo filari d'alberl, dietro siepi, ecc. Non si sono ritrova ti lnvece masc.her amcuti artiticlnll. 4) Non sempre era tracciata la istrada d'accesso alle postazioni. 5) ~on si sono riscontrate postazioni per batterie destinate a. spnrare nel settore s upcrìore; anr.ì. numl:'rosr: souo le postazioni per batterle a tiro c urvo che non hanno alcuna massa coprente vicina; il dl'fìlamento nlla vampa eta dato dnl ciglio delle colline antistanti lontane talrnlta anche llllO o due chilometri. R isuitati aeiia fr1divltlnaz ioni ed e1'/ìcaci<t (leZ ·n-.osl ro tiro cl11 control,<ittrr i<t.
Dallo specchio nnnesso risultano: 1) Gli e1Tor i compiuti nell'indivicluazione ckllc batte.l'ie nemiche secondo i divers i metodi con cui <>rano stntc indi vidua te (intersezioni; fotografie; osservazioni tcrrcstri-drnl,en ; prigionieri e disertori, ecc.) . 2) I r isultati ottenuti dal nostro til·o di controbattedn, eseguito con caru ttere di neutralir.znzione, impiegando con tempora neaml'nte un ingente numero di batterie ed t'Scguendo raffiche s uccessive di molti colpi per cinscun pezr.o (soltanto le battr1·lf> francrsi hanno csegujto vero e proprio tir o di disb·uzioue e soltanto su poche postazioni) . Conci·1t8iOn e.
Dall'esame delle car atteristiche prescm.ate dalle postU?.ioni dC'll<' batterie nemiche, dallo studio dello specchio annesso e ò8l confronto dei risultati ottenuti coi diversi metodi di individuazione si possono trarre le seguenti deduzioni: Servizio dt: osservazi01w : 1)
Ln grande precisione raggiuntn dalle individuazioni per ìi1terse7Joni, confrontata con le dimensioni dtlle strisce del 50 % delle noslrc bocche
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REGOLAMENTAZIONE DEL TIRO DI CON'.1:ROfWJ~.J:-l~RlA
2)
3)
4)
5)
da fuoco cli nH,dio calibro alle wedie djstanze, può consentire di n tenere «accertate» anche quelle batterie di cui non s.i rjcsca a vedere lP. va mpa ma soltanto H bagl.iore, purchè questo sia puntato da almeno Lre ossnvatori molto distanti fra di loto. Le fo tografie degl'i aeroplan i non devono esser di massima eseguite con !'.intento di fot9graiare una gr'ande Pstensione di terreno, per ricercarvi gli appos ta menti o le batterie nemiche, ma debbono avere lo scopo di fotografare a bassa quota la ristretta località .in cui altre s egnalazioni (osservutorl: terrestri; stazioni fototelemetriche; draken, ecc.) fanno ritenere esservi una butteri a. O·ve s i di,;;ponesse di mol ti aero1)lani o fosse JJOSSibile esegufre con moHu fre.qucnza. fotografie, l'aeroplnn<> potrel>be essere impiegato per seguire lo svol gersi dei lavori cli ~tpposr.n.mento (movjmenti di terra in determinate zone s ulle qonli particolanuente interessa. accertare la postazione delle batterie avversarie). Il metodo ùi t raspor to dalle fotografie aJla carta topografica. ha bisogno cli essere perfezionato per diminuire gl.i. errori della carta; occorre riferirsi fl punti ben clefin'iti s ulla carta e possibilmente visibili ancl.Je cht terra e non a sempliei mulattiere, bivI cli strade, doline, ecc., che possono essere segnati sulla carta più o meno bene e ciò perchè le carte che noi abl>inmo noù sono che ridisegni od ingrandimenti, quindi molto inesatte. Naturalmente però tali errori possono essere eliminati con l'impiego clell 'osscrvazion<~ del tiro da parte dell'aeroplano. Le i11clividuazionl compiute dalle Sezioni aerostatiche non prrsentano tale precisione da permettere di ripor tare sulla carta topografica (:olla voluta rsattczza le posizioni delle batt<!rie nemiche. Le St>gnalazioni dei draken possono però essere utilizzate nell'osservaz.ioni del tiro. In altri Settori dell:-t fronte e specialmente sulla. fronte francese k Sezioni fonotelemeh·iche hanno fornito ottimi risultri ti; occon e rimetterle in vigore e sfruttare con ogni cur a le segnalazion:i cbe tale · modernissimo organo cli scoperta è :in condizioni cli forn ire; il r endimento delle Sf!zioni dipenderà molto dall'attività degli 11fiìciali addetti.
Tiro Ili cmiiroba'/.te r ia : 1) L'impiego del tiro curvo nPl tirC> cli conlrobatteria è utile mi~ non indi-
spensabile: l'assenza di blindamenti e di masse copn~nti vicine r ende efficace anche il tiro di bocclle ùa fuoco u h·aiettoria molto tesa e provviste di proietti poco potenti (canne>ni da 105 - 102 - 75). 2) L'assf~nza. di blindamenti alle p iazzuolc avr ebbe reso spesso eflicac~} il tiro a. tempo. Naturalmente tale constatazione si riferisce nl passato: non è detto che :in avvenire k condizioni possono essere identiche. 3) I buorii r isultati conseguiti dal til'O di controbattel'ia nella passata off e11siva fanno ritenere che, miglioraudo l'osservazione del tiro facendo osservare <.lalracroplano il tito sulle artiglierie individuate con
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REGOLAMEN'l.' A2 10NE DEL '.tlHO DI CON'l'ROBATTER.TA.
fotografie e dagli ossC'l'l"atorI terrestri (per intersezione) il tiro sulle ar tiglierie individuate per intersezione, vi si.il grande vrobabf1,itii di «distruggere >> le artiglierie nemlche « a ceertatc )) e di diminuire il consumo cli muni.9:ionl l)t'r il tiro cli con trobatterlll. 'l'alc tiro di distruzione deve esSC're metodico e cg,11 tiri:uame11te osservato. Il munizionamento occorrC'nte per di::;truggere u11a ùatteria nen1jc:i accert.ata, lntcmlendo con la parole dis trugger e il mette1·e per <JUHlche tempo la ba tt(:l·it1 mwica fuori sel'Yizio danneggiandone il materiale, le risen·ettc, i ricover i. i tekfoni, ecc., si può rilecnere il seguente : da 700 a 800 colpi da campagna contro artigliierie allo scoperto ; cltL ;;oo a 600 colpi di medio calibro, a seconda delle distauze, contro artigliei·ie leggermente protette. 4) Il tiro di ncutralizznzione dovrit esser limitato alle batter ie non potute accertare, climinm,ndo i1 n umero delle batlcr ie ùi meclio e grosso calibr o, siU qui impiegate nei concen t ra menti, e sfruttando meglio le artiglier ie dà campagna, poichè la poca. en tità dei lavori cli. protezione riscontn1t.a nelle 1iosLazioni nemiche non era certo vrovorZ'iO'IUlt{t all'enorme dispendio di mu11izioni e cli ener gie cla noi f atto nell' uJtim:l offensiva, e per cbè è da presumersi che le batterie che non s i riesce acl indh·iduar c siano q uelle che trovnno la. loro protezione nel clefllamento pi11 che nel bllnda rncnto. 5) Il fatto che la maggior parte delle batterie nemiche non potute a ccertare r isoltino postate in fondo n conche, a doli ne, ecc., dimostra che mollo si può ottenere' con 1m razionale e ben organìzznto iml)iego cli proiettili special i. t e deduzioni che si sono potute trarre dagU ac<,:crtamen ti s i11 qui eseguiti sull'altipiano cli ilaìnsizz,i debbono essC1·e argomento cli studio e cli esame da parte di tutti i Comandi d'artiglier ia di Corpo cl' Armata e di Haggroppamento; 110n dovranno però essere com;ider ate ancora come norme cla seguire r igorosamente, per chè questo Cornamlo s i ' riserva cli stabilire ln modo tnsstitivo le moclalitù d'impiego ùell'attiglierla nel tiro di contl·ol.Ja.tteria, clopo a \·er preso gli ordini dal Comando supr emo e dopo eh<' saranno ultimate le minute indagini tu1 tora i.n corso s nlla Bainslz:m, allo scopo di a ccl'l·tare in modo definitivo la bon tà dei vari metodi di ì.ndividuazione e l'efficac1a. dC'l t ito di cUstruzi.one, rispetto al n um('l"O dei colpi sputati, eseguito dalle batterie fr ancesi.
L'effetto di questa pubblicazione è stnto quello di convincere il Comando Supremo ed i Comandi delle Gra111di Unità. che il tiro cli -controbattcl'ifl nelle sue due forme di smonto e cli neutralhzazione poteva dare piena soddisfazione a condizione che fo . ero impiega ti rn.e7.r.i idonei per lè! scoper ta e l 'inclividuazione delle batterie avversa1·ie . Questo, fra l'altro, r is ulta da l fascicolo« No1:m.e per l'ese<..:n7.ioue dei tiri cli controbattel'in >> edito clal -
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LEGGENDA f.Wdu"11i,,,tl,h«u(,fr,n14 t11f~ "{'.;fl iutt'o f.Jf,HMJI j',tt,-, /~;•!, J../Prrr~ in
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RISULTATI DEI, TIRO Dl CON'.L'ROBATTERL\
Comarnlo della 3" ,\rmatH il 1° Marzo 191 . Le norme in esso coutenute fnroino a<lotta te con 1podic modificazion i <lagli a it l'i Conrnndi d'Armata ed ebbel'o la 101·0 migliore applicazione nelle gloriose giornare del giugno 191 , spedalme.nte sugli Altipiani e sul I 'i ave. Dette norme, contenute nena Circolare n. 00 del l" marzo 1918, Yengono integralmente l'iportate in fondo al paragrafo seguente che tn1tta dei sistemi per fa scoperta e l'individ.nazione delle battel'ie ancrsarie; questa posposizione viene fatta per miglior intelligenza <lell' atgomento. Ma già. fin dal settcm.bre 19J 7 il Comando della 3• Armata in una. sua Circolai-e preconiz7,ava per l'azione di controbatteria l'uso di mezzi più efficienti, ed in particolare in isteva suJl'impiego dcll'ae1·oplano, sc1·ivendo: Bisogna metterisi in gratto di fare tiro costantement<' aggiusrnto: cioè osservato, ricorrendo in via noi-male e quasi esclusiYament.e all'osscn·azionc atcr ea, essendo l'at·eo11lano, 11ella maggior 1)nr tH del casi, Il solo osservatore redditizio e possibile 1:ont1·0 le batterie nemiche in azione. A svolgere pre:sso 1 Comandanti di battede adihite a tiri di controtiatt<'ria, opera. di propaganda e di com·inzione, pro,·,·ederanno i Comandi d'ogni grado <·on la consueta. attività e con hl fede cbc li animano; m~l più ancora varrà la !Jontà dei risultati ottenuti, mano mano che l'.lwpicgo cll tale mezzo entrerà Jtélle abitnclini comuni, e che esso comincierà a dare i suoi frutti: bi:sogna cioè <:be ogni artigliere di eontrobatt<'ria si abitui a consid<'rarc l'aeroplano quale elemento integrante, e non meno indispensaJ)ile alht propria azione, delle s tesse ùucche cla fuoco e dC'lle munizioni. Bisogna che gli aviatori e gli artiglieri si tengano in stretto contato, con connman?.a. cli lavoro e di iclee, con perfetta fusione della. loro opera verso l'obiettivo comune.
§
Il
Sis te mi per l'osservazione di controllatteria • Occul tamento dall'osservaz ione aerea • Occultamento dall 'osservazione te r restre • Serviz i d i a uscultazione = Osservatori terrestri • Circolare della 3" A rmata ( 1=3 aJ9 18) .
SIS1'EMI PER L' OSSERVAZI ONE DI CONTROBATTER IA P er be;n com.prendere le difficoltà che si oppoo1evano all'individuazione delle batterie ecl i metodi impiegati per superarle -
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SISTEJMI DI OSSERVAZIONE E DI OCCUl,TAMENTO
conveniente !Premettere una sommaria .clescrizione dei sistemi ad·o perati nel periodo considerato per occultarsi alla vista,.
è
1°) -
Oocitltamen.to deWosservaz'ione aerea.
Si effettuava per lo più mediante reti su cui venivano gettate frasche verdi o secche a seconda del colore del terreno . Dette reti di solito coprivano ciascuna piazzuola; in prossimità delle piazzuole veni vano scava ti nel terreno i ricoveri per i serv,~nti: le riservette per le munizioni venivano -pia:,;zate ad una, certa distanza dalle bocche da fuoco; anch'esse erano per lo più interrate oppure in caverna. L'osservatorio di batteria veniva, piazzato aJla. distanza ,d i alcune centinaia di metri in localitù, dominarnte compatibilmente con la conformazione clel terreno . I senti.eri colleganti le piazzuole coi ricoveri, colle riservette e coll'osservazione- cli Rolito non venivano maschera.ti, in parte 1per scarsità di materiale di mimetizzazione ed in parte per dimenticanza. Dall'esame cli fotografie fatte dagli aerei era quindi quasi sempre possibil(~ arrivare ad individuare l'esatta posizione clei pezzi perchè in siffatte fotografie era qnasi sempre visibile nettamemte l'improvvisa interruzione dei ·sentieri, là, -dove cominciava la mimeti7,7,azione, ed era talvolta visibile a,nche la terra di riporto. dei lavori di scavo; qua.Jc.he rara volta si poteYHno anche distinguere le brucia.ture del terreno prodotte dalle vampate delle bocche da fnoco. Però occorrevano fotografi.e ce:ntra.te e quest o non era, facile -d a ottenere, a meno -che non si b'at· tasse di ba.tterie già individuate con altri sistemi od all'aereo si pl'esentasse la fortunata combinazione. cli osservare d.a.ll'alto la batteria in azione. L'osserva,zione aerea e quindi quella fotografica erano soltanto -diurne; molte ba.tterie pertanto si difendevano da. essa coll' eseguire i tiri di inquadramento ed a,g giustaggio soltanto di notte per svelarsi compiutamente solo il giorno dell' azione de, cisiva. Altro sistema cli protezione dall'osservazione aerea era quello delle batterie simula.te; esse erano di solito costruite alla distanza ,cli alcune centinaia di metri dalla batteria vera e ri-
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SISTE MI DI OSSERVAZ!Oèi!E E lJI OCCCLTA)fE:-ITO
chiamaYano l'at tenzione degli o senatori ael'ei col brillamento di castagmole. Nel 1916 i Coma ndi .delle Armate dell' Isonzo provvidero a 1·ettificare con apposita tria11golazione, i punti trigonometrici, ma era rarissimo il cnso che ()lelle fotografie dall'aereo caipitassel'O insieme l a batteria da scoprire ed un pun to trigonometrico, sia p-ure di ca tegoria. infe1forc. E eh.e ciò fosse naturale risulta evidente, specie in zone montao1e od nnche soltanto collinose, dal fatto che tutti i punti trigonometri ci ernno in alto, me11tre le batterie pt>r lo più vcniYano collocate, se non propri.o in fondo vnlle. ~1l111e110 in locH lità noo1 ,direttamente visibile dai nostri osseryntorL Il trasporto cl elle fofogrn fìe sulla carta topop:1·afi.ca doveva quindi fa rsi ba sandosi unicamente s11ll'esame delle particolarità topografiche del terreno. Come conclusione i pnò ritene1·e che le imperfezioni nei metodi cli mimetizza,zione fossero nentra]izzate ,da lJe difficoltà, di buona fotog1·afìa e più nncora da queJle cli trasporto sn11a c,n·t a topografi.ca. L 'osservazione nerea, veniYl'I così ad ::issumere pi11ttosto una funzione di controllo delle segna lazioni fornite da nlt l'i sistemi di scoperta . 2°) - Occultaniento clall1 ossel"l,' azione te rrestre. Nella maggi or ,p arte dei casi poteva essere totale . I nfatti, l' ador,ione dei sistemi di puntamento indiretto non l'i.Chiecl eva che dalla linea dei pezzi si potesse vedere il bersagli o; era snf-
fìciente che questo fosse visto soltanto dnll ' osscrvatorio che, come si disse. veniva per lo più collocato in ,posizione dominante distante alcune centinaia di metri. e ta1'o1ta più. In oltre, con l'introduzione del tiro preparato, molto spesso non occoneva neanche l'osserva torio di batteria perchè l'o scrva1.iOllle clel til·o veniva concentrata nep:li. osservatori ,dei Coma.udi. Supcr·i.ori. Le batterie potevano quindi essere collocate dietro ostacoli naturali compl eta.mente nl coperto <]aJ1a vista clegli osservatori nemici. Un accorgimento che molto spesso veniva adoperato era quello òi scegliere un ostacolo piuttosto distante cl.alla lirnea clei pezzi (e quindi più alto). Il defìlamento so1pra desc1·itto, efficacissimo nei tiri dim:ni, -
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SlllRVIZt DI AUSCT;l/l"AZIONE
data l'universale adozione delle polveri infnmi, cadeva in difetto del tiro notturno per la visibilità della. vampa.. Però, il defilamento conservava la, sua efficacia perchè si. era i111evitabilmente indotti ad aggiustiue il tiro di controbatteri a immediatamente dietro la cresta dell'ostacolo con il risultato di spa.rare troppo corto. Per trarre in inganno l'avversario si sono impiegate batterie simulate a mezzo di castagnole, naturalmente per il tiro notturno, ma all'osservatore esercitato non sfuggiva1110 le differenze fra l'autentica vampa, ed il lampo prq-dotto dagli arti:fizi luminosi. Esaminati così i principali accorgimenti adottati per nascondersi alla vista, si può ora passare alla descrizione dei me-todi di scoperta. Sulla osservazione aerea poco vi è da a,ggiungere a, quello già detto . . Occorre solo ricorda.re che l'osservazione aerea, diede ottimi risultati quailldo, con l'impiego ·di opportuni mezzi, di cui prmcipe quello della, costituzione di apposite squadriglie esclusivamente dedicate al servizio d'artiglieria., si potè arrivare a fotografare da quota relativamente bassa l'intera fascia del terreno dietro le linee nemiche per una profondità. cli alcuni chilometri. Più ancora quando a mezzo él.el1a ra-c1io installa.ta a bord:o degli aerei si poterono stabilire comnnicnzioni ,dirette fra gli aerei ecl; i Comandi delle batterie incaricate del tiro di controbatteria. L'aggiustamento del tiro sui bersagli veniva fatto da bordo degli aerei cla osservatori specializzati, talvolta dai Coma.nclanti d'elle batterie, mentre la fotografia prima . e -dopo il tiro di distruzione, veniva a fornire un ,documento inoppugnabile sui risultati raggiunti. Questo tipo d'impiego ebbe · però la . sua pierna attuazione soltanto nel 1918. Meritano invece particolare menzione i sistemi di auscultazione e più ancora l'organizzazione totaJitaria degli osservatori terrestri specializzati 1per il servizio di controbatteria,. SERVIZI DI AUSCULTAZIONE (FONOTELEMETRIA)
Il principio su cui erano basate le stazioni fonotelemetriche era il seguente: le due stazioni -c1''ascolto A e B ricevono l'-0inda -
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SERVIZI OC AUSCUL'l'AZIONE
soillora (onda di bocca) della bocca da fuoco O in azione, dopo tempi 'l' e t' proporzionali alle distanze AO e BO delle due stazioni ,d 'ascolto dalla bocea da fuoco da rilevare.
1J ·r
,,
tB
\
X
\. :B~ig. 71 - Stazioni d'ascolto.
Queste distanze sono incognite, però può essere misurata l a differenza T-t . Conosciuta questa differenza di tempi può essere traceiata l'iperbole XX sulla quale deve trovarsi la sorgente sonora. Questa curva gode infatti della proprietà che ogni suo punto dista dai due punti A e B di clistame che differiscono fra di loro di una quantità costante . .Q.uindi sarà costante anche la differenza ,dei tempi cl'a,rrivo a.Ile sta,zioni di auscultazione A e · B di un'Oincla sonora che a,bbia. origine in qualooque punto della iperbole XX. Disponendo di un'altra stazione cli a.uscultazione D, si ipotrà disporre di altre due differenze di tempi (una con la stazione A. ed una ,con la stazione B); potranno quindi essere tracciate altre due iperboli che devono intersecare l'iperbole XX ,precedentemente accennata, neJ punto O sorgente da1l'onda sonora. E ' ovvio che per la presenza di altre stazioni d'ascolto ver-
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SllJJWIZI DI AUSCCIJrA2lONE
ranno fornite altre iperboli e quindi i mezzi per l'indispensabile controllo. Praticamente il comp.lesso delle stazioni fonotelemetriche era realizzato nel modo seguente : tre o più stazioni di a.uscultazione, disposte in punti appropriati .lungo la linea ciel l'rontè, v(mivirno collegate elettricamente, oJtrech.è telefonicamente, ad una stazione cli registrazione ·centt'a1e. L'a1pparaLo registratore della sta½.i.one centrale, schematicamente e1·a eostituito da una · specie cli apparn.to tclegtafico e cioè da un meccanismo ehe muo-· veva a velocità approssimativamente costante una, striscia. di. carta. S11 questa striscia si segnava1I10 dei punti, metlia.nte quattro eJettrocalamire a punte scriventi (se .le sta,do ui auscultatrici erano ti-e). Di esse 1ma era co ll egata co,n un cronografo che baLteYa il secondo e Je altt(~ tre collegate rispettivamente con le tre stazioni auscultnttid ; qnc~ste uWme erano azionate a·a fasti ruanipol.t.tori simili a quelli in nso nella t elegrafi.a. Nell'istante in cui ciascnno dPgli auscultatori. udiva il colpo in partenza tfoll'a.rtig1ie1.·ia avversari.a premeva il tasto provocando l 'azionamento clell'eleltroealamita. Dato elle in generale gli istanti cli ricezio1ie erano éUfferenti, sulla sti·iscia cli carta veni vano ad essew~ registrati tre punti variam(~nte distanziati che, confrontati con gli in tenrnm <li uin secondo registrati dal cronografo, perrnettevr;/10 una valutazione suflìci.entemcnte precisa, della differenza di tempo cli anivo del suono, sopraclescritta. l'er facilitare il lavoro u1rtografico (Waiw state tracciate in precedenza s olla carta topografica del1a regione, fa.migli.e di ~perbo'li che permettevn1no ln, rnpida ricerca. dei punti di interse.z:io1nc~ o quanto meno le intcrpo1a½ioni necessarie. L'impiego delle stnz.ioni fonotelemetriche ha dato ottimi ris ultati., a qnanto sembra, sul fronte francese. Da noi invece i risultati sono stati piultosto me<liocri; ciò pnò essere dovuto alla confip;ul'azi.one coJlinosa o adcUl'ittnra rnomtuosa deJ nostr-o fronte, nonchò a fenomeni meteorologici ad essa connessi. E' ovvio infatti che il suono, dovendo pel'eorrere nna traiet. toria sinuosa, impiega maggior tempo in teneno ondulato che nom in terreno piano: illoltre le onclulnzio.n i di terreno provocano zone n]ternate cl'ombrn e di sole con conseguenti YlH'ia32
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SERVIZI DI AUSCUIJrAZtONEl
zioni di temperatura e movimenti d' aria. Occoi-reva inoltre personale molto a.lle:nato a distinguere le deton azioni di al'rivo da quelle ,cli partenza e più ancora a distinguere, cosa non sempre facile, l' onda di bocca -dall'onda balistica, per quanto tra il periodo clell'oncla son ora di bocca ecl il periodo delle successive onde sonore balistiche vi sia forte dif1 eren7,a, : la frequenza dell 'onda di bocca è prossima al limite inferiore della gamma o(IJOra, (rumore), mentre quella dell'oncl'a balistica te1Jde verso il limite superiore (sibilo), e poichè l'imtpiego dei coil1gegni fono- · telemetrici automatici fu assai limitato, così a distinguere le detona7,ioni di arrivo da quelle di partenza occorse un personale specialivt,ato; e però anche quando furono supel'ate molte cliffi· coltà, tecniche ed organizzative, il fnnr.ionamento delle stazioni fon otelemetriche in terreno montano non diede al tiro cli coutl'obatteria quell'apporto che si sperava e che si era verificato in altri Settori con andamento di terreno meno accidentato . Accadeva talvolta, che venissero i-ipetntamentc segnalate batterie in posizioni manifestnmente impossibili, ad esempio in piena vista dei nostri osser,·a lori terrestri, do,e cioè si poteva matematicamente escludere la p1·esenzn cli artiglierie avversarie . Ma .ciò el·a spiegabile pcl'Chè oltre Hlla cliilìcoltà di detenninare fra costoni ed avvalJamemti montani Je curve isofoniche, dette aJlora, fonocirconferenze, vi erano in continuità, movimenti <l'al'ia. in varie direzio[l1i nei cli.versi strati atmosferici, ,di:fficil-· mente determinabili e più difficilmente misurabili e quindi. 1I10n suscettibili di correzione. Il l'ilievo fonotelemelrico doveva farsi in s1pecialissime condizioni meteorologiche che rion si presentavano di frequente, o altrimemti si anda Ya inco111tro a risultati poco attendibili od addirittura da scartare. Era necessario da parte del Capo-sezione possedere particolari caratteristiche di capacità, di esperienza, di conoscenza di ambiente e <li intuito per non incorrere in errori che potevano compromettere la :fiducia nel mezzo acustico ausiliario. Ciò 11001 fu sempre possibile ottenere e questo fatto, unitamente alla com· ples~ità, dei fenomeni in terreno montano, limitò il renèlhnenlo· clel servizio fon otelemetrico in coopera.zione aJla controbattei-in. 1
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OSSElRVAZIONR TERRESTRE
OSSERV A'l'ORll TERRES'l'RI
I migliori r isultati si sono ottenuti col procedimento per intersezione degli osservatori terrestri. Ciò è sta;to favorito non soltanto dall'orografia del terreno di operazione che ha, permesso la creazione cli. numerosi osser vatod in posizioni dominanti, quanto ,d alla buona organizzazione a terra,. Il procedimento schematicamente consisteva. in quanto segne : Ciascun osserva.torio era munito di un goniowetro ed era collegato telefonicamente con una centrale e coll1 gli altri osservatori. Ciascun goniometro era orie!Jltato ad m1 determinato caposaldo scelto fra, quelli cli cui la posizi-0ne sulla carta topografica ris nltava stabilita con un minimo di errori. Nella centrale, su una grande ·c arta topografica del terreno di impiego, erano riportate le posir,ioni dei vari osservatori rilevate con fa massima accuratezza mediante triangolazioo:ie trigonometrica, !Ilonchè le graduazioni goniometriche di ciascun osserva.torio, colla graduazione C ,d i origine orienta,ta sul ca-
Fig. 72 - P osizioni degli osservatori.
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OSSERVAZ IONE TBRRIDSJ'Rfl
posaldo di rit'etimento. Dalla. posizione cli ciascun os ' errntorio) ripoi·tn,ta sulla carta, partiva uu regolo 01·ieul;ibiJe dte poLcvu. essere disposto nella posizione angohtre comunicata LC'lcfonicameute dall 'ossc1°,atorio. L 'oss<'nazione si esplica,a qnnsi Hempre di notte, e Hnorchè una ba.tlcria avversaria entrava, i.nazione, ciascun ossel'vatorio, u comando dell'ufficiale addetto a Ua ccntr::ilc, cer-cava di puulare il proprio goniometl'O al centl'O del baglio1·c che la vaJJ1Jpa dei pez:i:i avver.sari proietta.va nel cielo. :Mediante le linee lelefoniclte n1<foili, coll<'ganti cioè gli osservatori con la cent1·a le, i nn'i ossenatori comnnicHvHno gli 8JJ1go1i 1·i levati ; im.rurdi:1lam( ntc l ' ufikinle addetto alla e:cntrnle, coi r eg-oli soprn descritt i, verificavi:~ se i vari angoli rilevati co11cordavano o meno, clanrlo luogo ad una u11ic·a intersezione; il procedimento v~niva tipetnlo nd ogni salva della ha tteria avversaria. fino H che si ern certi che t ntti i raggi vetto1·i r ilevali cla eia cun osse1·rntol'io. s 'iute1·secass<>1·0 in un ptmto ben determinato . Le lin<~e telefoniclie ,c ollcgnnti gli osservator'ì fra cli loro venivano impiegate per mantenere il collegamenlo fra i vari osservatoti che partecipava1n o al rilevamento. Di Rolito l'osservnlo1·e pii.ola era. quello d1e per prim o aveva segnalato fa batteria ayversal'ia. oppure era ]'ossenatorio d1c meglio potevn of:servare il hnp:liore; ad op;ni colpo cklla baltt>f l'ia avversarifl. l'osservatore pjlota d.a va un scp:n n] e ai rolleghi a destl'fl e a sinistrn iJl modo da essere certi che il rilevamento angola1·e si riferisse alla stcsf:a salva. Subito dopo ciascun oss<>rvatore C'Ornunicava, la propria let.t nra angolare all a centrale: dopo esrgnito il contr-ollo to1pografil'O rii intc1·sezione. h1 centnilc, a sc•concla clel tisultnto, dav ..1 . il benei:-tarc cli inéliviclnnzion<' avven11ta, oppm·e i,uvitnva ad u.lteriori ossel'va zioni perchè l'i nterse1.ione 11011 era ancora pe1·fctta. JJ meto<lo. c1ùpo 1111 po' <li tempo 1·rRosi 11cf'essal'io pc1· l' allenam ento degli uiìkht li oss<~rva.tori., ::;i è d irn ostn1to così pre ciso che moHo spesso si arrivava a distinguere quale• dei quattro o pitì pezzi della b11tteria era quello c·he avev11 spai·alo. Col sistema sucld<'t.lo die h:1, avuto nppli cn 'l.ioue 01·ganica e razionnle mcl L916 snl fronte clella 2" Amrnta pe1· inizintiva del 1
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OSSERVAZION l!l ' l'E>RRJ;JST'RE
Cn,p . Pall avicino, si arrivarono nd ìndìYi<lu are con grande preeis1one quasi tutte le batteri e · Austro-Ungariche, nel.I.a. zona compresa fra S. Lucia cli Tolrnino ed i mal'gi.ni settentrionali del Catso. J,a maggior pnrte cli queste individuazioni era approssimala nell'ordine di qualehe metro; per tnhme post.azioni di mortai da 305 eol]oca te in fondo vaJle, e ehe d o(~ erano coperte i1lla vista da colli·ne sopraelevn ntesi · persino di alcnùe. centinaia cli metri, la va luta.zion e era meno -buona perchè si verificavano errori anche di 100 a. 150 metri. . Gli osservatori disloéat i ~nl fronte tlella 2• Armata erano wna qnindieinn; i princip_ali cli essi, da nord a sud, era no <lislocati eome segue : mon te Uplainac - monte ,Teza - monte Globoeack - Liga monte S.T . Jacob .. rno:nte Korada - monte Planina. - quota 512 <lnl Sabotino - qnotn 240 dal Pogdora - qnota 242 cla S. }lichele clel Carso - monte Veliki - Kribnk; ln c:entrale era a Senico. A ci::iscun osse1·vat<wio erano ·dcstim1ti 3 osservatori per gli opportuni t nrni, mell1tre alla centr·::i fo st.wano 2 ufficiali ed un t opografo, oltre a t utto il personafo occorrente per l' esercizio delle lin ee telefoniche. I01 segnito all' ottimo fnuzi onamento di questi osserva tori si tentò anche di corregget e il t ito delle nostte batteri(~ dediea te al servizio di contro-batteria. Ciò Yenne eff(~ttuato stabilendo opportnni collegamenti telefonici fra la centrale di osserva.zione <~ le batterie aH' uopo: nl comando della centrale cli osservazione la nostrn batteria eseguiva una salva snl b(~rsaglio 1jreseelto e ]e vampate dell'eS!plosioue dei colpi i:n arrivo sul bersaglio veni; va no trattate allo stesso modo p rima clescritto per l'individua.Eione delle batterie nvversarie; le correzioni neccssairie per centrare il tiro venivano t ra~mcsse al Comancl:mte della batteria.. SpeC'ialmente per Ja prepa r azione del tiro cli controbatteria, per 1n battngJia <l ena Hainsizza dell'esta te 1917 venne impiegnto questo si!-itenia, limitnndolo però al semplice aggiustamento del t iro, senza. procedere doè al tiro prolungato cli distruzione, in arrnon in alle regolamentazioni vigenti. I ris ultati sono stati giiì, eitnti <·on 1a Circolare 11. 600 di protocoJlo della 2" Armn ta, più sopra riportata. -
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TIRO DI CONTROBATTERIA DI NEUTRALIZZAZIO:-.E
Il ùn on e&ito, ottenuto ,d al servizio degli osservatori terrestl·i che veniva natmnlmente integrato dalla fotografi.a aerea e dalla fototelemetrica nonchè da.Ila. deposizione cli prigiooieri catturati, venne gradualmente esteso ai Comandi delle Armate viciniori, tanto che nel marzo del 191 i vari Comandi d' Armata IPllbhlicarono le norme per l'esecuzione del servizio d'osservazione dei tiri cli contro-batte1·ia. A titolo di esempio si riporta integralmente la. circolare 800 op. ,d el Ooma(l1do della 3" Arma.ta del 1: marzo 1918, c·he può r itenersi come il riassunto di. quanto è stato :finora descritto . 0
CO~!ANDO DELLJ.
;:ia
A.rmn ta 1° mar7.0 1918.
Circolar e n. 8W op.
'/!lorm,e v ar Z'esecuz ione dei tirl cli contro-òattarlc1,. Premessa : L'azione contro le batterie nemiche 11e1· paralizzarne l'nttiYità si può svolgere in due modi distinti, a seconda dei lllCzzi dis ponibill e della. sit1Ht1>.ione, e cioè : 1) con tiro di ncutrulizza1>.ione; 2) con tiro dì smonto. , Il tiro cli neutralizzazioue s i può eseguire in qualunc111c mo mcmto, quando interessi la immediata paralizzuzionC' di batt<' rie partlcohnmC'nte moleste; il tiro dl smonto, invece, pel s uo cara tter e di ti ro metodico di precisione, difficilmente può essere C'Seguito d urante l'azione, ma cleve esser e svolto nel periodi prc•ceclenti, cont ro le battel·ic che pl'l' l'attività già spiegata, pc1· la loro posizione e per Il ior o armamento si presume possano, nell'azione, risultare par tieolurmcnte dannose, q uando sì abbia lnna1>.i a sè 1m numero dl giorni cl.te consenta di cll'molire (lnutilizz:t1·e), l'mm dopo l'nltra, 111111 sufficiente aliquota dì batterie, scemando In tal modo la efncienza dello schieramento nemico. Si. sono r accolte qui dì seguito · le norme per l'esecuzione dell'una. e dell'altra specie di tiro.
I.
TIRO D1 CONTROBA'l"l'ERTA DI NE u TRALIZZAZIONE . 1) DcYono considerars i come
tutti gli osser,atori nemici
ohbictti\·i dl ncutraliw,azione indiretta terra <'d aerei; come obbiettivi di neu-
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G02-
NORMID PER I TIR,l DI G'O'N'.l'ROBATTERIA
2)
3)
4)
5)
6)
tralizzazione diretta le posta:iioni di tutte le artiglierie nemiche schier ate sulla fronte. Per l'a~ciecamento degli osserva tori a. tena' di cui si conosca l'esatta ubiea:iionc, bisogna agire ogni volta che si può con tiri di precisione a granata, da eseguirsi con bocche da fuoeo adatte fino a dis truzione del bersaglio. ' Coutro palloni osserrntori si agisca possibilmente in concorso con l'aviazione da caccia, più specialmente adatta allo scopo. Un'efficace ueutralizzazione delle artiglierie nemiche può ot tenersi solo mediante concentramenti di massima. intensità e brevissima dm·ata, da sferrarsi improvvisamt!nte al momento del bisogno, con la maggior possibile aliquota d·i bocche da. fuoco, fra quelle d'ogn:i calibro e specie, disponihili nel Corpo cl' Atma.ta. Acl ogui costo evitare òilui:iioni cli f uoco. Qualora si clebb:,L· agire contro più di un obbiettivo, si eseguano concentramenti s uccessivi su ciascuno di. essi, pur cli ottenere - volta per volta. - un'adeguata massa di fuoco . Molto efficaci, come sempre, gli incroci di tiro, da batterie dis tanziate tra loro. Munizionamento:_shrapnel a tern110 per le artiglit•rle leggere, gr anata per le m:tiglic!ric p('santi, tenuto conto che per questo il tiro a. tempo è meno r edd itizio. In favorevoli condizioni di i.mpiego, Ilroietti a gas; per l'uso di essi attenersi alle norme e prescri,.;loni vigenti. In applicazione cli tali criteri, si predisponga, per ognuna delle batterle nemiche schierate sulla fronte del rispettivo Corpo d'Armata, il tiro di tutte le batterie del Corpo d'Armata, d'ogni calibro e s pecie, c_h e 1·1 hanno a:,,ione; preparau.do i dati occorrent i mediante trasporti di tiro, possibilmente s ulla. base dei til'i aggiustati. in precedenza su altri bersagli. Se è necessario, si eseguano inquadramenti appositi s u due o tre punti caratteristici del terreno, opportunamente scelti. Al momento del bisogno, e secondo le disposizioni del Comando dl Corpo d' Annr.Lta, tutte le batterie disponibili nel Corpo d'Armata., ed in grado di agire, vengano chiamate a. controbattere, coi criteri esposti al n . 3, le artiglierie Ùlù moleste. Se è nota solo la zona da cui provengono offese di artiglierie nemiche, si assuma.no come obiettivi tutte le postazioni note di quella ,.;mm, l'una dopo l'altra. L'ordine csecntivo sin. trasmesso a. me:izo cli chiamate o segnali convenzionali semplici e brevi. I concentramenti si svolgano mediante «riprese,, successive, brevissime Pd irregolarmente intervallate. In ogni caso, il numero dei colpi per pezzo delle singole «riprese ,, e l'ini:iio della prima e delle successive « riprese )l siano _prestabiliti e rigorosamente osservati. Si adotti ogni mc:i:io per ottener e il più rigoroso sincronismo 111:11l'inizio di ciascuna «ripresa.», per parte di tutte le bocchè cTtt fuoco che sparano a tempo. 'l'ale condi,.;ionc è essenziale per ottenere un adeguato effetto nent.rallzzante ed è relativamente agevole a soddi
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TIBO DI CO:'\'TROBA'.l'TERIA DI Sll10NTO
sfarsi, tratlnn dusi di ar1 iglie1·ie campal i, b C'n C a dtkstr:tLl' agli imm edlu Li e s im ul t:t 11 <'i Dii f't' H!J11"i, 11dl'ar,iu11e a i »barr-t1mPn LO. Il tir o a granata delle altre t.>atLcri<' che panl'dpuno nlle Yaric cc r iprese ». t•onviuu! c h e sw,se.t::ua I.li a lct111 i ii; l:i11ti aJL'i n i11,io d i l'»s<'; si an-anno in tal modo mag~iori probabilità di colpire utlhuenr<' gli eYent mili r i pari, d OY<' t t·i tdC' n rif u~ia r si il p< r stmaJt, tldk llo<·c lw d a fuoco n<'m ic·h<', inve;,tiLO da llt· ratlicile a ttmpo anr.itklle. A mezzo degli os:senatori :1 tC'na etl :ierei, all"uupo lH"<'n n·is a ti, s i contl"Olli l 'c llicacia coIDl)le:ssivn d elh- vari e « t·iprcsC' i>. Egua l<' azi!mc si sn1lga an("he su quelle artiA"li<'rie nemi<:ile la cui att.iv.it:\ a])bht ad esl)lica 1:s i sul froJ1 te di altri Corv i <l'A1·1uat:a. l'a le co11c·orso sia, 1,os:sibU mentl', seuipre spontaneo. 7) 'l'ntt<' le prl'Clispu,;iziuuì rd:tti1'l' a l ti ro tl i n e111.t'nlizztl¼iOrn· s iano raccoltr in appositi « prog(•tti i> coll'imlicuzione : dl•gli olJui<'ttil'i <:ornpr<'Si D<'l risprltil·o Settore· di Corpo cl' ~\rurnw; ùdlc· b all< r ie (ll' ogn l ca.llbro <' spe(' i1•) eh<' souo in grn<lo di agir<' s u cia:-;cuno di c:;:;i; dl'gli osser,·at<>ri a ll't'l'n l'<l ae1·ci (·be sono In gr:ulo ùi partec·ipai:e a l cout rollo cl<'i tiri ; d r ll1' ch iamate d i f uoco conv Pnzì oni, ul og,11i alcro partic.;olare esecutiYo d1e abbia c:irattue di applica:1.io11e costann•. I p a rtico lari t':Sl'Cu t ivi di natu ra var.ialJill· (pos ru ziu n i JW tuiP.l1C• da cuntrobattcrie; batt<•1·ie dc•st iuatl' ad ai;ire; os:-en·alori destinali al l'Olltrollo tlei tin; colpi pc•1· pezw di ogn i « r·ipr esn. i> , i11ir.io ,ltJla primv " ù <:11,• su<·<'c~:s i\'1' «riv.rese >) s11 c i, ascnn ollb iett i1·0, e così Ylu) saranno ;;tabili li ,·olln p<'r 1·01ta . I d ocumc11ti d i baS<' (Id progLtti Rutlcl<'tri, car1·r <1,•gli S!'hir ra111 en ti e boll r·tt ini d!'lla RC'7,iOHl' infu1·mazion c d e i Cownmli cl' .'..rmala s ia110 :s<' mprc ll' Uuti al corrttnte d Uigentemente.
II. '.J'IU.O
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CO.N THOLìA'l'Tl!lHIA DI ~HONT O.
Lo s mon to sisternatko dl'i pezzi n e m i<·i è rsseH½ia lml·llt'l' 1111 p:r o[Jlc·ma. lll economia d i r1wrg-ic; è com·c11 ien te :,;olo se il dn nno inflitto al 11l·lllico è sul)<'riotr ,11 danno iJ1fl'1·to a noi stessi C'Ol commmu (l cll c m 11.11izioni , c·ot comnnn o delle boc<'hC' ùa fuoco, col <.:011s1m10 e (:Ol ri sc-11 10 clPi mEzzi ù i aviuziom•, ccc. E:sso è tauto più co1ll'i<'ne quanto ruagl?iore t! in favor· uoxtro In spropor¼ione. S c<1t11l'isce da c ii, l,t rn·,·cssil:'1 c l.le il tiro s iu ,;ril11pp11 10 co i più rig idi crl t<'ti, s l:l m-lla :-cdta dC'l bnsai?lio cll<' nella condotta dd fuoc-o. Con<li zio1ic J)rimn dev<· e:,;,;er e q1wll a d i u rnt u:;s<·rvn¼iO tW c·o11li nm1 e s ic ura, così c hr la 1:o><fl cli ogn i l.locc:a da fuoco ;;ia s('mpr c eentl'a ta sul t)t' zzo as,-cgnato qnale b<•r:-;aglìo. E ' noto come il tiro (li nrtiglic r ia ll•nda <·OntinuamC'ntc· a <IN:Pn u·11rsi. Anche vol rnd o ammetl<'l'C? che. tll'r tnltn la clnrat::1 dC'l ti r o. non ,·:11:ii110 nè li\ JJre:,s ionc bnrowelrica n è il Vl'nto. p,~r il solo ,·nr i:tL·e <frl l: L temp,· ra tnrn m l proce dere
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'.J.'IUO DI C0N'.l'R0BA'1'TE!1IA DI SMON'!'O
cldla giornata, s i ham10 scarti note vol i. Ad e:;;cmp io : il c,111J1one da 1-J.9 A., a 7000 rnt. per uno slrn lzo <li tcu1pera t uta d i 10°, :;;posta 11 cc~n t.1·0 della :;;ua rosa jn gittata di oltre :ioo mt., cioè ù i circa a s rr iscil', allu11g>111Llolo se la tc,wpf'ntt ura a umen ta, a ccor ciando!() in caso oppos1·0 . Or a, sopra un b<rs~lglio ristre tto, qual<i è una bocc.1 da fuoco in batteri a , q11e,-; w ckc1•ntraruc.n 1.o cl, I Liro s ignifica J. ~ r hl nzionr· del per C€lllO de i colpi utili nl:'lla p roporzione di 10 ad l ; significa cioè passare da 1111 t iro cerLamente l'<'d diti:r.io a d un t iro sconsigliabile so tlo ogni. p unlo d i vista. Secon cla condizione deve essere quella clell n coutiu11iti1 dell'azione per impedire dw i pezzi <lella batter ia vr csa a bersaglio po$sa uo essete l'imossi. E siccome, rwr la prima co ndizione, il tiro dc,·<' effettua l.'si nelle or e cli luce, consegue che l a ùemol izione deve espletar .si md ln g.iornnta di Juoeo. T erza condizione ti qud h~ del dom inio del cielo. L'.i niz iar e un'azione _sistematica di wu t:ilizzazione d elle ba t terie avYe1·sar.ie qu ando n on si abbia la cer lew,m di poter proseguire etlicac,•IU<:>n tc l'oss1'n ·a7,ione e di 11otcr impedire ,li vdivoli nemici l'aggiust amen to tlrl Ur o d ei cu nnoni ;;opr:,L la bn l tr1:ia cl.ie fa fuoco può t:raclur s i in danno auzicllii in yantagg io. Jl nn.nwro dei col pi occorrenli a. dPnrnlire la hH rter ia pr esn a bersaglio Yaria col va.riare della s pecie di arriglierie irnnicgate, con la distanza, colla, ob.liQnitit del bersaglio r h;petto alla d irettr ice riel tii-o, coi par tieol.n r i della sistemazione avver::;ari a , con ht nat ura e con la ,:onfignrazi onf' cll 1 ll lT<!ILO ad rssa adiacente, ecc. E' gener almente <lillieile stabilire a priori. a nche con h11·ga. a.ppr ossimazl one, il 1111ruc•ro dei. coJpi n ecessari a lla clf'mol izionr; nrr q, ;;ulla es peri enza d i altr i Eser citi, si puè> t it<>n<·r e che, in J.U<•dia (caH uone eo11cnipposto a caJ1.u one) occ01-ro110 cht 100 a 125 colpi per I)E,zzo. Con le :nostre bocche dn f no<:o d' assed io, a tiro pi nLros to len to, e specinlmen tc nelle cor te giorna t.P lnYernali. il ragginngrre un tale vo lume cli f uoco n elle poclw ore di. ottima Yisibilità, r ich iede ::;pl cia]i nor·m<> di tiro; norme che sono ane;he consigliate dalla n ecessità <li t enere i nos t1·i aeroplau i in YOlo ,;opra il n emi<;o pe1· il mi nor tempo compatibile con la r cgolazioue ra ziona i<• del. t iro. P.ct facil ità d i consoltazione le << norrue >> che s0g11ono souo ::;ta te messe sotto form:1 cl i appuJ 1t i ca taloga t i.
OPERAZ.lONI PRRLI MI NARI. 1) S i d e-t erm,i-n.i 1,ct bn/:t eria tla cal,Jlire trn\èndo conto: a) dPl g-n1do d i attm1dihilità con cui è $tHta identi fica ta ; b) della s ua di:stan7.a dalla l in ea tli fu oco ; e) della mol c!s lia. che ,?;;so aneca col p roprio Liro ; <l) del gra do d i vis il>ilit à e dd la fa cilità ddla ,rna i,k11Ufì,' a7.ione s ul terreno. 2) Si. scdya, il oaWiro da impi<•gar e nel t ir o coi ,wgui•n\ i erHffi : a} per .inutil izzare batter.ie campali d isvo>< Le non ol tr<! i •.IO od i 50 !iim ., l) UÒ bHStflJ.'C il ca nnone CllJ.Upalc kggerO ; 'b} la bocca da fuoco pi ù ada ua ver la inn Lil izzazionc cklle artiglierie di IUed io· e ili grosso cal ibro e per le tlistau:r.e maggior.i , è .il e:an-
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'.rlllO or COX'l'ROB.\'l'l'l~RIA DI SMO"''l'O
noue da 140 A, cui può - in alcuni casi mente il cannone campale pesanw.
sostituirsi conveniente-
3) S i scelga lei batteria: a) che ha le bocche da fuoco in miglìori condiz.ioni di conservazione,
gli s n·umcn ti. di pontamento in migliore stato, il comuuùante più
provetto; b) che può avere maggior percmto di colpi utili, in relazione alla di-
stan7,a ed al la obllquicà del tiro dspetto alla fronte del bersaglio. ll:Cauifeséando:;;'i la convenienza, UO.'l si esiti a spostar e per la glornatn la battel·ùi nella posizione pli1 adatta a raggiunge1·e lo scopo, a nche rin unciando alle sJs temazion.i protettive, ma limltnndosi al urnschcramcnto, che è sempre necessario. 4) Si prendano gli aécordi occorrenti per garantire la vossibili tà dell'os-
servazione eont iuna e l'immediata comunicar,ione ù(•i risultati. l'osser rnzione sarà, in massima, fatta dall'aeroplano in '\"Olo, ed allora: a) s i fucc ia s i;;temare in batteria l,t stazione radiot<•legrafica di ricezione, intonntiL con gli appa reccbl di osservazioue adibiti al ti ro; b) s i provveda nel tH'l[l comunicazione telefonic:,:l s uflicientemcnte ra. piùa col campo di a \·iazionc, per richiedere l'innalznmC'nto o l'ntten:nmento dei Yelh·oli d'Ol'Scr,aiione e per avC're relazione circa gli. e lfettì del tiro s ul bl?rsaglio; o) si riun iscano gli utficiali ossen-atl)ri designati, Msicuranclosi della perfetta incesa sul bersaglio da battere, sulle modalità del tiro, stùla segnalazione cll'i d sultati, s ui rillevi fotografici pl'riodici da C'scguir e dunrn te il tiro. 5) Si fornisca ud ogni osservatore umi. fotogTufia del terreno adiacente b)
molto nitido.; sia segna to s ulla fotografia o su uu lucido n parte nella stessa scala, .il quadrante di orologio cli riferimento.
6) Si sePlgano : a) l'esplosirn possibilmente tutto del!<> stesso t ipo e dello stesso lotto di
fabbricazion e, dando la prefcr enz,\ ulle balistiti di prod uzione italiana; quanto mmo, ogni przzo abbia un solo lotto di esplosivo; b) i proietti, cosi cbe t utta la batteria o per io meno ogni pezzo ubbia una par tita di proietti quanto è più posslbHe vlclni fra loro come peso; e) gli strumenti cli 1)untan1ento, assicut·andosi poi della loro r ettificazione, e provvedendo ad eliminare, o ridurre al mi nimo, i git10chi di essi ed il giuoco sul supporto. 7) S.l det<'troini J0, carica ~ull'esome drlle striscie di esa ttezza date dalle
tavole di tiro, tenendo conto che la carica massima forniSce la maggior nrecisione ma consuma rapidamente le bocche da. fuoco, e che quindi,
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ESECUZIONE PRA'l:)CA DlllL TIRO
quando la differenza di. esattezza non riche più modeste.
è
forte, conviene ricorrere a ca-
8) Si preparino gli el<'menti del tiro così da ottener e la maggior possibile concorclanza f.ra le varie bocche da fuoco della batteria e da avvicinare
per quanto si può la prima salva ul b,:rsaglio. Cioè: a) si appllchi ad ogni bocca. da fuoco quella correzione percentuale alla distanza. di tiro che s ia eventualmente stata rilevata in tiri precedenti; b) si applichino le correzioni dovute all'altitudine ccl al dislivello fra batteria e bersaglio. Avendone la possibilità, si costituisca alla prima di tali correzioni quella conseguente dalla densità atmosferica ef. fettivamente· misurata. P otendolo, si applichi anche la conezione iniziale dovuta al vento. 9)
Si affiati bene il personale, s i predispongano i turni cli servizio, si prendano tutte le provvidenze perchè il tiro possa. procedere con h.i. maggior sollecitudine ed esattezza.
ESEC'CZIO~E PRATICA DEL '.l'!n,O.
Di norma il tiro ;;'inizia cli primo inattino, non appena. le condizioni di visibilità lo consentono. Esso si svolge in due f)f:riodi: forcella ecl agguistamcnto; tiro cli efficacia (rettificazione) . La forc<'lla e l'aggiustamento sono eseguiti per mezzo a comando, e · cosi pure il periodo osservato cl<'l tiro di eflicacia (rettiiicazione) . fat conosce1rna dell'entità clc>lle deviazioni che risulta dalle segna.lazioni dell'aeroplano non deve mai indurre a correggere i dati cli tiro in base ad essa. Si tcmga conto soltanto del loro senso e s i proceda alla formazione delle forcelle e all'aggiustamento seguendo rigorosamente le prescr:izioni della 'istruzione sul tiro. Nel tiro di efficacia le correzioni si apportano per pez.zo: di una striscia, se i primi tre colpi cli ciascun pezzo sono tutti deviati nello stesso senso; d.i mezza striscia, dopo groppi di cinque colpi a dicci col pi, prendendo per norma la nota ti1bella all.egilta alle « Istruzioni sul tJro per l'artiglieria da forteiza » . La. rettificazione del tiro va ripetuta tutte le volte che se ne manifesti il bisogno, per mutate condizioni atmosferiche, rier eventuale cambiamento nel lotto di polveri o nella. partita di proietti e così vi&. L'intervallo fnt una rettificazione e la successiva, non deve mai esser e superiore alle due ore. Il tiro s i aggiusta e si rettifica in direzione con norme analoghe a quelle dette per l'aggius tamento e la rettitìcrnr.ione in gittata. -
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E:~'S lilC UZ !ONE 1.'RATICA DEL TJRO ùSSE t::VAZ TO NF. DFJL TTHO. Tl Con111mlu11 tc .ùi. batlt·ria è il vrimo rc:-:p011saùilt• del ,;(T vizio d i osserl'nzio1w. che regola :s,eonùo lt• esi;t 11zt' del tiro. 11 Liro è ossNvaro eia ! vl'livolo dun1nte t utto 11 periodo cll' lla Corc(•lla e ddl'aggiu:-:tamu1to e duranre la prima 1·t•ttifi<'llZiOJ1P. Xd St•i,:11ito l'acr o plauo ossena. il Uro a<I .inLl'l·v,.11.ll di h!m JJo val'ialJili (non mai "uperim·i a clne ore) :-:tnùiliti a Yulta n Yolta dal Comandante di l)ilttcria, Jter C'OlHrnllare hl wc,·cdcn t.c rv lli fìc;azionc. QuaHdo l'e:s."e rrn tore in yolù scorA'e il :-;egnak dl attt•namento, !<i porta 1,rima a q110La ccrnn•nl l'uk JJt'r fo1ografnn: lo stato ùf'l I.Jer:,:ng'lio. l ,a folo)!r afia Yi\'11(' ;;yi111ppat11 pn•,:so ;I r·aru110 d·n,·iu7.ionc con ln maggior possìl)ile f'd<:'rit;ì; i r i,;nlta tì dello stu rl lo s ull a rn•l:(ativa vc11gono :,rnù ito comuni<·ati trJefonicanwnte al Cownnda11l e di battl.'ria, ))('l'Cilè ne abbia nonna nell'ulforl ol'c distribnzion<' del fuo<:o. Jl[ODALTTA DT FUOCO. 11 Uro. nel 1wriodo in <'lii è- ossPrntto si eseguisce C'>'Clusln1w(•Jlle pe>r ppzzo a comanùo, <'OHH' si è p;ì!t cl rtto. l.'os,:ci·nitol't' r ichit dC' il colpo non a 1meun ha s<•itualato il l'isultato del r:olpo prect·d <'ntt' !'cl è: prOJ1 to ad oss0n ·are. 11 pc•zzo ;L c n.i !':petta devC' ;;parare imwl•diatamente. BfTetrnata la prin1a n·ttifìcazion e la bnt:t:P,:ìn, sep;nn la all'osserntLOl'e <·Ile 1,11ò nlterrar<', e il tir o yil•ne <·onc iouato dlstrilJuendolo, se è nccessario, con fuoco r-outinuo cl,t u11':1la . cou ruiuimo int< 1·vn.llo conC'csso clal. tipo · <!<'I.le ar tlitlieriç• impì cp;ate. dando prrò a tu rno uu 1wriocl,:; di l'ipu::o di almeno un quarto li ' ol':1 nel op:ni hocca da fuoco, 1wr eYitarne il troppo rapido logorio e:d H s o- v c0r cl1ì o J' iiwn lduru,•n to. C'ontrmpor:11ieil1Drnte si trm,porta il ti ro <li. uu p c0 zzo 1w r , olta so pra ,m hers:1;.:lio :1 usili,11·io bene iucli vidnato e• Yisihile tla alw<·no tlne os.~ern1tol'i ter- resh·i o du<' palloni. <' Yi si csegniscc J'aggi11;;tnmrn to. TI Co111:u1<l!111Le d C'll:t batteria tJl'<'llde nota ,J,•ll e cliffercm:i, fr a i dati così rican1ti e quelli tli n •tri.fìca sulla batteria. 11Y,C'1·sar ia. Quando le diticl'enze di compO l' tn nu>nto fra 11<•zzo l' pezzo fu,;sc1·0 ris;n) ~a te mol to piccok, l'a:rg:iustn. nwnto sul btT:<ll~lio nnsiliario !'llrà t·:,;cgulto con un solo pezzo. A ri chirsla cld rom an<IHn tl' di hallcrin <' nhn<>no ogni due o i:e, l'11<•ro11h1110 1orna sul bt·rsaglio. e :-i ripn•nde Il fnoC'o a ('ornando pn- tm·1 ser ie ll i n•tti.Geazioue cl i contr ollo. Qualora prr SJK'<'i:1 li C'ircostn nze li til'O 1101: pote,;se 11clla p;iomn In 0sser<' conrlotto n no :il la clìs1T nzìone liC'll,.L hntteria n ;,,m ica. poh·it r><Xl'rC' ripl'esc> il itiorno ,w:r11e11tr. andw s1•117.a nntcn·,·nto dell':,eropl11no, valendosi del uC'1·sn:rlio a usìliar.io. Tl tiro clm·rà essi•r e aA'2:innsrnto e retti.fìe-tto !m questo Yillendosi dritli o:-:se n ·atori tern•,,;tri o d ei pallon i, e sar/l poi tràs[)m·talo sulla baLLCr ia in base alle {liù'cl'ell7.e ric:aYalt• il giomo precedente. - 508 -
ESEC UZl'ONH l?RA'.1.'lCA DEL TIRO L'operazion e è tanto più esatta quanto più. piceolc ;::ono tali diff<'r cnz<' e perciò, per quanto è pos;;ibi lc\ occon('. sc<'gli<'n' i) hcr,;ag lio a usili.ari() in modo che l:1 s ua. d ire1:1ione e sopratt utto la s ua cùstaur,a <.liff1'riscano poco cla gndlci clel bersagli() n !ale. SEGNALAZIONE DEL RISULTATO DBT COLT'T. I singoli colpi vengono da.ll' os;,;e rvn.Lore l'ifrriti ad un ~uliposto ()imd rante <li ()rologio orientato eol cliaillt'l:ro G-12 al noi-cl, incl icau clo l'or a più prossima alla d ir<'zi c)nf! rlel colr,o <'cl 1111:L lc>tt r ra. rappn :f:,?nla n te il cer chio c oneentrico 1.2 .Fig. 73 Q11acl n1.nt<' di omlogio. clrn lo comprc'nde . snpponènclo trn cciati sull'o;:ologio cc•r chi d i r aggio d i 10, 25, 50, 100, 200, 4.00 mclri, imlicuti r ispettivamrnte con I.e l cttei-c ], Z, A, B, C, D, J<J ; la zon a <'Sterna. vi<'J'H' ·indicata con la. /?ttri:a F (fnori). Per In a ltr e segnalazioni saranno .i rnpieg,1ti 5li altri segnali iu uso. - 509 -
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IX
CAPO
SERVIZIO DI OSSERVAZIONE D'ARTIGLIERIA = SUOI MEZZI LA FOTOGRAFIA = LA FOTOGRAMMETRIA = LA F ONOTELE = METRIA.
§
I
Servizio d' oss ervazione d'artiglieria
Suoi mezzi.
§ I (A)
Generalità = Le pattuglie d'osservazione e di collegamento = L'osse rvazione dagli aerei = L'opera del magg. Carlo Ederle . Or= ganizzazione del s ervizio d'osservazione = Il regolttre servizio presso la 3" Armata disimpegnato dal gn,ppo osservatori = Svi=. luppo dell'organizzazione presso le altre Armate = Suddivisione . del serviz io = L'opera integrativa dei v arii Comandi d'artig lieria I comandanti d'artiglieria delle Armate e dei Corpi d'armata = Evoluzione del servizio durante la guerra.
L'osservazione di artiglieria nacque colle !Prime bocche da fnoco e si dimostrò subito necessità intrinseca 'Clel tiro, imprescindibile nell'azione di fuoco. E subito si manifestarono i prindpH1i intenti dell'osservazione, e cioè : l'individuazione del bersaglio e l' osservazione del colpo. Ma progredendo i mer,zi di offesa e di difesa, e perfezionandosi i 1nodi di combattimento, rapidamente si moltiplicarono i suoi scopi, e alcuini cli questi ebbero nella grande guerra uno sviluppo i mpensato. AUe crescenti difficoltà di osservazione si sopperi coll'affinamento dei mezzi, coll' uso ,di sisti!mi ottici sempre più potenti -
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S l, R\' IZIO n'OSSIDJWA ZIONE D'AJtTIGL!lll'RlA
e pi ù pree1 1, eoffui',O <li eo ngegni grad uat i che t ap icl a m rnte risolvevano 1Problern i geom et riei, co ll ' uso cli org a ni !'JC•mpre pi ù e:ffi(·tH·i di segnHlazioJl(• e d i collega111 e.nto . collo spostan~nto cli elem en ti di 08Sen a zione, <·o l l' a ecoppi am enlo di osser vatori, e SOVl' fl t u tto co lln coo1'cl in azio11e sistem11 tic:1 <l<•i d a ti 1·ileva ti, e coll' intellige nte pP1Tczione tnnpestivn. de·1 loro vn lOl'e. Nel la gra 11 ,le gnen11 sotse . prr l a p l'ima vo lta , u n ,·er o e p ropl'io Ser vizio ,li ossenazione <l'nrtig1i.<•ria, nirn impor1a se frazio nato fr a i n mn erosi Coma ndi , e si ebbe la speeia lizza;,;ion e -d el personnle ·c1, a r t ig-lieria . 0-Ji sco pi c:onsegnit i da] << Servizio di osservazione d ' a r tig'lie1·in )) nell n. g n ena si ,p ossono ri as::; nmere, p<ir som m i ca pi. nei seg uenti : J) 8tnd io dd terreno a ('Om pll•t11e uto ckllo s t 11 clio s u ea r t :1 Lor,ogr nfi ca, l)er li ~ i11oco dd l <' lr a iel:tor i,-, per la tLHlnon a ,l i fuoco. JJ('r la rapida
indi vid 11:t1/.i01H' cli bersagli c,·enluali e prec·ari, pe r la preparazione di mo,·imt>nti di ur t ig-! ieric : 2) ru d i dcl11:rnio u e <ki hetsag l i ; ::!) O, scr vn zionc del tir ,) per l'agg-iu,;ta menLo s nl l/Pr .;:ngHo (' In p1·<'dis posizione dPl fnoto in azion i uottnme, di son11w,a . iu C'o ndizioui di ma ncal:1 ossen·az!one ; Accer lmnento ù<·g l i (•fCe tti clt·l ti ro e <·1111s isten ,1,a C1 0l bers:11,:lio col pii:,,; ti) Collegnrnento a v is t:t e per mezzo ùi tinttng lie ù' oss<'r vnzione con le truppe opern u ti; G) lnformazi oui sullo schiN:nnento (i u pnrticola re d'nrtig li<'ria ), s ui m e z;,, i e ;;ul!' nt U vi i Il. rl el nemico; 7) Colle,t:'ttHl<'n to a ,·isla con gli ossetrn tcll't a er ei d'n rUgli<'Ì·ia ; • ) S egna lazionè di bC'rsagli :iert•i <' d<'I l'a t u ,·ità a<'r<'a ne,oica; H) E n ,ut11:1le segn al azi on e clf•ll'uso rli g:is ; 10) Segnal azioue cli f:ntt i auorma li eù e pisodi cli co mbatt imento n e l Setton• cli o.<;ser rnzione ; 11) Segnal11zionc ù cgli :rn-enimC'nti ruetrorologi ci intt•r <•ssanli il ti r o delle nrtigli<'l'Ì l' :
l 2J R<';rtrn Iazione , JJl•t· le :1t tip; ll('r ie coi-:rl('l'l' e l 'o t·I i Rifng io. clPgl i a vl'cn im<'nt i matitliroi inter p.;:snnt i. ed i ndi vidnaziou~ di som m <'rgi bili.
Bisogn a. d ire cli c• 111 p r i1,eipio tfolla g-11 el'r:::t, 110 11 esisteva, u n a orgnnizr.nzio11c vc•1·a <> p1·opr ia n ll' infno1·i di. q uell a cit-cost r il In ncll'nmbito elci r<>pa1·ti. And1c• mei r C'pm·ti steRsi l'ol'p;ani zzH r,i on<' del Se1·vi ;1,io d' oi;;se1·var.ioin<~ ern piuttosto ]imitn t a , spPci<> 11ei 1·pparti rl' a rtigl iel'i11 lt>gg-e 1·n , in c-011/'ronto alle neces-
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SERVlZlO D'OSSERVA½l0KH) D'ART!Ol,llnRIA
sità che si anda,ano delineando, e ciò più ehc Hltro, per difetto di csperiemm diretta . Ma bisogna anche aggi.ungere c:he la qualità degli elementi era ottima sotto t ntti i punti di vista, ec1 ottima. era, la preparazione dei quadri : competenza professi.onale, solida cultura, alto senso del doven~. Oosicchè in un tempo brevissimo il Servizio d'osserva7,ione cominciò ad assumere forma più ,completa e rispondente alle uecessità; di.venne continuo e<l accurato, metodico e perspicace. La co11geric dei dati ruccolti clui repm-ti minori ;fu u poco a poco coordinata e messa a profitto dai Comandi supel'iori. Purono posti problem i e formnlati <1uesiti, furono stabiliti centri di raccolta e di co!lltrollo, si stimolò )'emula7,ioue tra i reparti , si aumcntai•o,n o i co]]egamenti e si. fol'ni.rono gli osservatori dei reparti ,di nuovi mez7,i: l'i cercatori d'assedio, telemetri, gonio metri da forte7,7,a e cla costa costituirono dot:nioJ1e degli osservatori ·delJe artiglierie leggere più .wanzati. Op:ni reparto speciali?;zò nnclci di artiglicl'i nel servizio dei. coUegamenti e segnaltl½ionc, oltre a quelli già in organi.co, e 1n direzio,ne ecl il controllo cli tale delicati8simo servi~io venne ncccntrata presso i Comandi d'artiglieria delle Grnncli Unità. GJi osservatorì furono arricchit i di mezzi di collegamento e segnalazione : alle bnncliere a lampo di col.ore, agli eliografi giù, in dotazione ai reparti, si aggi.unsero b<~n presto apparecchi tcl(~fonici di maggior rendimento ·d i qnern in clistrihuzio1H~, razzi cla segrnilazione, pistole Very, lantel'ne per segirnlflzioni a bi-cvi clistam:e, trombee sirene per segnala;r,ioni acnsticbe in caso cli nebbia, apparecchi geotelegrn:fici eù appa1·ecehi radioielc grn:fici <ln campo eél infine piccoli eeHtraliini telefoni ci. Purono molEplicatc le Jinee, migliorati gli impiamti telefonici in modo da gal'entire , anche in easo cli bornbal'<lnmenti intensi, il fmrnio namenfo cl egli osserva toi·ì, 1pcr i gnaff forono anche predisposti blindamenti, 1'icovc~ri in roccia , sistemazicm1i varie, unitamente acl. opportuni mascheramenti. Sorsero altri OSSf~rvat.orì alfo dipendenze dirette clei Oornal)ldi cl'nrtiglieri.a. clelle Grandi Unità,, 0 coi collegamenti, effettuati direttamente o attraverso centrnlini opportunamente situati o attraverso i varì Comandi. ,d 'artiglieria, V<~Jme a costituirsi una « rete cli osservazione)) che •non lasciò inesplorato alcU!n Settore 1
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PAT'TU GLIE D'OSSERVMITONE E DI COLLEGA:Z..1ENTO .
del territorio cli combattimento, per quanto inae:ccssibiJe o in angolo morto . Tutto questo lavorìo rapidissimo ecl ingente si svolse quasi automaticamente, da una parte per felid ini;r,iative individuali accolte e valorizzate dai Oomandi 1 dall'alt ra per sane predisposi.zioni dei Comandi cl. 1 artiglieria e per tempestive diretti.ve dei Comandi d1 Armata e del Coman do Supremo ; cosicchè l'Esercito dispose cli lrna potentissima ecl efficace organizzazione. che, oltre ai compiti specifi.ci nel campo artiglieresco, fu di. grandissimo ausilio nel campo tattico e strategico. · Infatti una tale organizzazione, mentre fu essenziale 11eJle grnncli. offensive nemiche così. come nei. nostri vittoriosi movimenti, in unione con informazioni ·d'altre fonti, permise al nostro Coniando Supremo : -
cli esse1:e cos La n temeuLè a giorno <lcgli :;e:hi er amenti del nemico, det suo i llH>\·iuwuti 1! <k lk <li l11 i vre(]'isposir,ioni, e JìOterst·lli.! g io,·,ire n e[le i-n<! r ìsol nr,ioni cla11Clone peti ocl i< ::1 iJ1fonua;,;io1w a i Coma ndi lD sott 'orcl ille 1wr le 1m •, ·i(h 117,c· e· llcci,;ion i d i cnr a uer L' t a Llieo; l 'effett ua?.ionc s11 ba:;:i meno akatorie dei cosi r1et ti colpi di muno; il logo l'io si;;tern ati<:o clel n em i co e h ue utrali;,;;,;a;,;ione delle atttvità di fensi ve ; con geniali uia11on<.' di fiw ,·o <l i molt il)l ic,ne la poten7.a dei n ostro schier.m1euto (l' a r t iglieria r emlcndo possi bili ~,:r.io:1i. :.d tr il!h'l,,Ì cle><t iuate a (all ire . 0
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Efficace completamento clclla Tete di osservazione furono le pa ttuglie di osservazione e di collegarne111to, costituite da. nuclei di artiglieri, eomandate per lo più. da arditi ufficiali, dotate <li mezz.i cli collegamento e segnalazione 1 inviate nei più avanzati elementi cli trincea; pattuglie che accompagnavano le fanterie nei loro movimenti, nelk r icognizioni1 lllegli at tacchi loeali (colpi r1i mnno) ed in ogni attività bellica.. 1.'eintacoli seusibilissimi clell'orgnni?:zazione, queste pattuglie ebbero compiti molteplici, assol ti sempre con slancio, eo11 discernimento, con ardire e COlll sncriiìcio, quali quelli cli misu rnre, registrare e segnalare Je pulsazioni della fronte nemica. eolfa qua le essi e1·ano in strettissi.mo continuo contatto. -
514: -
PàTTVGLI ~: J/0SSERVAZIONE 0 Dl COLLEG A.) fENTO
L'osservazione eseguita daHe 1pattnglic portò allo s( udio del terreno il contributo della e;onoscenza ,d i partioo]arità topçigrafiche locali sfuggenti allo studio sulla carta, ed alla osserva-· zione dai normali osservator'i, contributo che oltre ad essel'e utile ai :fini artigliereschi per la preparazione di tiri di sbarramento e ·p er eventuali spostam<~nti èli artiglierie, era anche uiiJe all'impostazione tattica, di fanteria al pari di trna rioognizione sul terreno . L'osservazione fatta dalle pattugli.e servì mirabilmente all'individuazione di bersagli poco appariscenti o sorti di sorpresa, come nidi e postazio,n i. di. mitragliatrici, piccoli nuclei di resistenza protetti al fuoco delle fanteria ed intraldanti il loro movimento o la, loro permanenza in determinate posizioni. Altrettanto utile si affermò neJl'osservazione di tiri tllotturni, di tiri cli accorn11rngnamento, di iinterclizione vicina, di disturbo, negli aggiustamenti di tiri cli sbar:nnnento, negli accertamenti clegli effetti del tiro sui reticolati o snllle trincee avversarie, nclfa ~egnalar,ione di anomalìe nel tiro delle nostre batterie al di sopra, drlle truppe nemiche. Segnalò in ogni momento la, precisa situazione delle truppe 01)eranti, comu nicando a ragion vech1ta la necessitù, del concorso é1.i cooperazione per parte dell'arti.gHeria . Questo Servizio clell'osservazioue, fatta cla pattuglie, diede i01formnzioni sullo schieramento e sull'attività ,nemica, limitatamente alle pri.ni.e linee, giunse talvolta a raccogliere interes~anti notizi(~ anche sul morale clene t ruppe nemiche antistanti. In complesso fornì una seri<~ di pre?:iosissimi appm.'ti che fecero ben presto a1Pprezzare quesh1. forma particolare ,d el Seryir,io di osserva?:iOll(~, e mentre nei primi tempi della guerra la. rnsti.tur,ioa.1e di tali pattuglie era saltuaria e determinata da cir~ costa nr,e contingenti.) in seguito esse ve,n111ero aumentate di nu mero, fo rmate sta bilmente e ,direttamente assegnate ai vari Settori od n repm·ti cli fanteria. I turni del personale vennero opportnname.nte regolati tra osservatori, pattnglie e rep:uto, e qnesta nuova sistema?:ione, mentre portò sensibili. vantaggi ul Servizio d'osservazione e quindi all'azione d'artiglieria, aumeiltò 1'n:ffiatame11to fra le Armi combattenti e fra le stesse SpeciaJità dell'Arma. Gli osservntorì ecl i posti di osservazione (sede .deI1e pattuglie) ernno frequeintnti. da ufficiali d'artiglierin specia lir,zati nella -
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AEROSTATI D'OSSERVAZIONE
compilazione di disegni p1111onmùc:i e di rilievi topografici, nella esecu:.~i<me di fo t og1·afi e :p ,rnouun id1e con macchine for nite di teleobbi(~ttivi, e neffu so fìi. stnuuenti meteorologici: i Oonianda1nti cl.i reiparti d'artiglieria cloveyano pure frequentare gli osservatori finitimi per preudc1·(~ conoscenrn del t erreno adiacrnte al pl'Oprio Settore. B così hn·tigJieria, atfraver.so ai numerosi occhi ecl ai mmi.er osi tentaC'oJi clc~i n1ri osservatori raccoglieva, clat.i di capitale importanza pet sè e per i superiori Comandi, preparava gli ele1rn~nti per una lotta intelligente e 1n·ofi.cua e addestrHYfl il proprio personale.. Se gli osservatori e le pattuglie costituivano il poderoso nucleo dell'organizzazione, non sono da dimenticare gli aerostati frenati che integrano, controllano e~ prrfezionano 1perciò l'osservazione terrestre.
Se il servi zio cle Ue pattuglie di osservazione a terra richiese ardire e sacrificio, lo stesso servizio· dai. palloni frenati non ·fu meno duro nè meno rischioso, e richiese inoltre particolari cl.oti cli perizia e di addestramento. L'aerost ato osservatore infatti, occhio particolarmente inviso a,1 ne::mico per il suo vasto raggio <l'azione, era esposto alJa rappresaglia degli aerei e d~lle artiglierie avversarie senza possibilit à di sottrarvisi. o di. -di.fendersi tempestivamente : isolato e ben visibile) lento a spostarsi ed a ritrarsi, ed a,nche in questo caso sempre ben individuHto, trattenuto a, terra da un cavetto robusto rrH1 facilmente stroncabile da, schegge, r estavft alla mercè della fortuna e, come dato cli fatto, quasi. tutti gli aerostieri che b.Hnno prestato servizio nella gn1mlc~ gnerra quali osservatoii, debbono 1n Yit a' al parncadute di cui erano muniti. L'osservazione dall'ae1'ostato frenato, espletata dagli arti·· glieri riuniti. in 1111 << Gruppo _Aerostieri >), cliede pnrticolare contribu t o all'azi one delle 11rtiglieri e cl.i g1·i.rncle portata (per alcune delle quali erano cli scarsa dnciem;a gli osservatori t errestri) 1 ed alle informa:doni cli carattere tattico e strategico, specialmente in quei Settori. in cui le accicl.cntali tà del terreno ewno -
51G -
lL )1.\ L;C IORE C.\RLO E'OERJ,1-l
meno sensibili . e quindi più diffic·oltoi::a l'iuscirn l'o enazio11e teuestre. ]~saminata in u,no sg-nnnln 1•npi<lo e complessi.Yo d'insierÌ1e l'organizza,do11e clel R0nizio di osser,a;1,im1c, interessa vedere sommariamente come i ,·.ui eJenwut i dell'o1·1:?:anizznr,ione stessa abbi:1110 espletai.o le pl'opl'ie flrnzioni e 1·ngp:in11to gli sc-opi cui si è
nccennato.
Ritenia mo él0Ye1·oso nc:cc,nnn1·e 11ui alFnpern sYolla dai. pionieri cli quc~ra 01·ganiw1,azio11e, che e bbe1·0 subito la chiara int ui-
b'iµ:. , -I • l l :11:tg-;dvre (L \ r ti)!'l i('l'Ìa Ca l'l <J E~lcrle. Ixpdt.o re de,:!;I i o,;,-:1•n·atort
della :::• .\ru1ala.
zio.nP degli irn u1FH8Ì ,1°Hi7.i cli<' lo n i lnppo !è d il <·001·clinamento degli e·lementi cror;se1·Ya7.i(l)1e }1v1·(>ut1el'U 1·el-o al l' nl'liglieria ed -
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ORG..\è'<lZZAZlOìS"E DEL SEHV!ZlO D'O~SERVAZIO~E
alla ,ittoria delle 110:;u·c anni: multi di essi 1w11·e~pJicaziuine cli. tal<' Senizio irnmolnrono la Jorn gioYanc Yit:1, 1nolti nne:ota oggi p ol'tano suJle ('Hrlli mm-tori ,1 te l'imp1·011tn dell11 101·0 passione. J:>al'lure tli orgr1ni1.znr.ionr. clcll 'osserva zioue cl'artigli el'in 11011 ci è po sibile seu'l.a Yed erci balzare dinan7.i vfra e palpitante la fi.gura di Ca rlo l~clerle, artiglici.1~ di classe, maggiore cl'artig1ie1·ia, creatore, nnimatore ed ispettore degli osser,atod cle1La 3" J\rmata . E ci pare di vederlo avanzm:e per quei ca mminamenti mi1J e volte pei-corsi, noti a lui c-ome nl fante, sereno nella fatiea, son idcntr, del s no entn sinsmo e faceto p er i numer·osi. armamenti clic Jo impacciavano: la c:artn topog,·aficn, il bi nocco]o, la bonacci:1, il U1scapane, la bu sta clcl carteggio. la pistola!. .. Col Yiso iJlnmin ato cli bout,'l e cli i11telJigenz11 mei::sc iu l'isallo daJ111 folt,1 lnwb:=i cli g uen,1 che lo fa npparire un eroe Jcgg<•ndatio, colla Yoce <'ahla Jegger111eHte caclen zntn cli dialetto ye 11eto. c·i esiprime hl gioi,1 dei l'isuJI ati n1ggi nnti.
All' inizio della grunclc guerra ima vera e p 1·opria orgt111izzn zi one ufficiale del Servizio d'osser,·a zione ch11'riglieria 11011 esist,~va, ma, viceversa tale orgnni½zazionc esi.ste rn in cmln·i o,ne in ogni 11:fficialc clell' Arma. Nell'Arma l'istruzione degli ufficiali, in specie n egli arnni immediatamente ipreceùenti al1a guerr~ e dop o ]'ad ozione dei materi,1li a, cleformazioJJ e, ave rn. i.nsisti t v s uJl a n ecessitù, e s11ll'app1ic11zione co.sta11te dell',ossern1zione iin tutte le esercitazioni cli reparto e d'in~ieme. P resso i Reggimenti venivn,no nnnualrn.eni e in elette gare pcl' l'i nteq)I'etazi one clelle c:artc colF ossenazi one diretta sul tcneno, gare di stima delle <list anzc, g,ne p er l'esecuzione {l i scl1izzi pa110l'nm.i.ci e topografici a vista, e gnre per ri<:ogmizioni pa11orarniehe da pnnti dctcrminn ti (alture, toni., cnmpanili, aHwri di alto fosl o, ect.) con rela tiva relazio11e, in moclo cln perfezi ornwe l'ncldestr11rnento, oltr e c he coll'eserci½i o co11tinuo ancl1 e con l'en1111Hr.io1w . Sr,ecialmen tc nlle gure tli stima delle cli. t an ze si cla,a ln massima importanzn, ecl il :Ministero m<>Hev:i iu pa fio :rnnwiJment<', UJI c:erlo numero ,cli rued:=ig1ie -
!'il.S -
0Rf;ANI¼ZAZI0N0 D@L smtYJ7,JO o'O SSE!tVAZIOKil:
presso ogni R rggimento cl ·artiglicl'in. q unli pl'em i pe1· gli ufficia li vinci.tori. Questo eontinno csel'cir,io ckll'o,·chio e cl.ella m ente all'oss<'l'rnv.ione ecl al 1·ilieYo del terr eno in egnarn ed abitu ava a.a analizr.a1·lo; ad inte1•prC1l11rn e le quor<•. ad inte1·prctarne i Yalori prospeLtiti, cosirrh è tutte () neste cm1 0,:c·ènze. nc'lnisite C'ol Jung,o esercir,io e gracl nt nmellte HSsimilate. ('Ost it11iym10 per J'nHìciale aclclei:;t1·;1to nnn wra e proprin nhitudine cli fermare sulla carta i risnltnti cli 111111 '"asta e rapida ossc1·yazio11e a·insiemc.
F'i~. iii - :\.Ierl;t~lin as,;egnnla dal òfi n i;; tcro tlell:i. G ucna per le ~::u·c :1.11Ultali cli s i·tma delle dl,;b1u ½e .
Ln registrazione dei risaltati clclrossen azione coslil uin1 per l'ufficiale <l',wt ig'lieria qn;isi una necessità, eà e1·a ben raro il caso r he qunlc-11110 di essi ritornn,:se ùa nn'rsrrcitnzione senza ripol'tarne doc·unwnti YiYi e parlanti di quanto a yes~c c·olpito il 8110 O<:chio.
Presso Li.:~" Armnla lo sviluppo cl.i un r eg-olnrc S e1·vir,io d'os-· serYazionc fn pertanl·o molto rapid e . n primo nucleo cli osserva tori . alla dii·ctta cli pendenza del Conrn11<1o cl'n 1·tig lieria tl 'Armata , v0m1e costiLuito uella seconda mehì cfol HHG eon l'ini"<.'nto prcdpuo di ricercare le postazioni -
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li,
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GRUPPO OSSERY.\TORI)) DELL.I.
3"
.\R~fAT.\
delle artigliel'Ìe 11emiche. Da.Plpl'ima furono inca1·kati di tale Sel'vi¼io gii ufficiali -d i un Raggr uppamento <l'assedio gi.ì, addestrati ùa prec-1:'(lenti esperienze cli g11e1ra, ma in seguito pane più opportmio attiugere dai YH.rii 1·epa1-ti deH'A1·111ata ufficiali pai:ti.colm·m.ente quotati pel' intelligenza e per YHlore, riunendoli in un « <rl'uppo Os:,;erra tol:i )) . I1n osservatol'i a-vanzHti, coi me~;zi. tecnici allora disponibili, e p1·aticando essenzialmente il rilievo alfa vampa, essi notfwHno i dati l'iguarèla nti le batterie nemiche in azione, pa1·ticohn·mente di notte; <:011 una accunita o:-;sern1zio11e clim·na vaglia.nmo poi taH dati in confronto cl el teneno avversario e comunicaYano il l'isultato di questo duplice lavoro alle ai·tiglierie inca1·icate cl i controbatterle. Gli aggiustamenti di tiro e le azioni cli fuoco Yenhauo poi eseguiti sotto l'osservazione diretta di eletti uflkiali. Le due ofie111siYe della 3" Armata del maggio e -d ell'agosto 1917 saggial'ono felicemente l'opera ciel Gruppo Osse1·vatol'i, m('tteudone in luce tanto l'e:fficienr.a te~nica come 1.a coesione mora}(' . In quei giorni di azione. i componenti del Gru.ppo, ufficiali e soldntL SP11tiro110 c,ome n n a mbito on ol'e il compito cui era,no chiawati, cli ossel'rnto1·i cli pl'ima linea: dislocati dal Faiti nl }fare fo1 pn nti cli o~·st•nazione p r·end.uenti, batt uti con micidiale accanimento. Yigilnro110 co11 ininterrottn attenzio111e sull'allhità e s 11 i movimenti del ne1llico, e poscia qua n do, svolgen closi ]'azione, l'osser.nziouc an<.lav::i perdendo di efficacia, più cli uno cli essi p1·ocedeva all 'attacco coi fao1ti< pei- controllinc sul posto i -cln ti di ossel'vaziorne, e pagando col sangue !;ardimento generoso. L'offensiya austriaC'n clell' ottob1·e 1917 il'ovò il Gru1ppo Osse1Tntol'i che fnnzionarn col sl10 Cournndo ql1a)e Centro Rn ccoJln. Xotizie, salao ed effi ciente ai suoi posti di. combattimento, n.è la titi 1·atu vn]se a sgomentare i suoi componenti : eia osservatori e!'-i::i si t1·amutn rono in e plo1·atori, 1•icel'c·atol'i e gnicle dei nost1:i 1·ep arti c"l'artiglierin. L:1 sosta snl 'l'agJinmento e l'arresto snl Piin·e li tro,ò pronti e ,ii:rili ~ni rampnnili, su11a cn e, s ngli nrgini <1Pi fi11rni, infntic·nùili 11 1·i]'n·is1·i.unre i c-ollegmnc•nti, ad ia1fonuare degli anenimenti incalzanti. Ei-n Joi-o C-HJJo. ('nl'lo E1l Prl e. c·he c·nc"l cle poco dopo e1·oka-
mc11te. Dopo l'Eclnle. c nclrl e n C;1po ROe il snccessi.vo Conrnn1clnnte 1 . . :i~O -
JL (( GRUPPO OSSE>RVATOJU
l)
DELLA
3"
ARi)JATA
capit. ·d 'art. i)fario (}raglia che ve1rne in seguit o sostituito dal capit. Raineri. Il Grnppo verme suddiviso in 3 Sezio(lli dislocate a l\feolo, Rovarè e V nseon : gli osservatori di linea comunicavano le notizie ai rispetliri Comamli Sezione che provvedevano a vagliarle e c.:ompletarle, e quindi direttarnent(~ comunicarle ai
I<ig . 7U · Capi t . Mutio Gr :iglia .
Comandi d'al'ligliel'ia dei Cor1pi d'Annata, mentre per il tramite del Comando del Gruppo Osservatori, Je not i½ie venivano tra smesse al Comando d 'artiglieria d' A rrnata . Ben 140 u:ffic:in li d \1rtiglie1i a passm·ono nelle fi.Je ùel Gruppo : 3 furono decorali di 1rn~clug.lia d'oro al vaJ or rnilit::ire, 12 di medaglia d'argent o, 0 cli medaglia cli bronzo e 2 cli medaglia d'argento e di bronzo, e 2 ::iltri ancora di clne medaglie d'argento . Degli uomini di tr uppa: S fmono decorati di rnecl nglia di bron7,c, molti. promossi per rneT'ito d i guerra e molti fregiati del clistin ti vo di ardi t i. S ull'opera svoJta dal Gn1ppo è dover oso ricordare le pal'oJe 1p1·onunciate all;atto clel s110 sdop;limento dal Comandante d<•lla 3" Armata: -
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IL CC GRUl:'P.O OSSFJRVA'rOUI
» DELLA 3"
ARM,\TA
Lo scioglimento ddl'l'l'ùieo Gru pJlù Ossrnatori, d i<' d1•Jr.\nu at:1 i1a 1·,)11 ,ti · viso pu1· oltn: <ln e auui h• d m·c ,·ic·C'ntl t• l.Jlc'llictw. i J!ic11·11 i <l i ,1m:n·c•¼za ,. di g-iuhllc,, le angosce dd riplpgaownto e l"t>bbn·zr.a dd trionfo. mi ri<·hiamn ali:\ rncute la fnl g i.tla 11a;::iu ;i d i eroismo <·Ile 11fNei all e s<1:dati <1•·1 Gn11,po :-;cppero sc-t·i n•rP cc,n nna <:onclotla escm1>!nr11lt·nt1c" a nlimeuto:::1. Non potre i pl'rtauto lasda r p:i;;..::ne qnest.a oc-c:isione . ;:en¼:t iUYhll'C n questo gioYUJlC' e1t,mu1to. C!<ulw raut(, cli fulP e• di frrr.:1. il m'.o am•ttnoso t' r iconoscente .~:,luro. L'anC'l!o che ,;l dislllc·ca dn lln grande 1·ate11a è fra i piÌI :,aldi; fu saldo Infatti il (.:r111,po U\·I disimpe!!no della sua anll1a mi,;:;il,ne P largo t n il conll'ihu to tli 1.•roìsU10 1· cli s :i ng uc c-he c..:;,;o arn·cò a l ln grande 1·:111,:a .
F ig. i, · 'l',•n. l'aoluet"i DP Call.mli F ul<-ieri, i\ l edag- Jl,1 d"Orn.
~ c l porg1•re il m io <:ùmmosi;o sa t uro ai p:irh'nti . che co:;ì ricea me:.;se di simpati:1 las<:iano udla granllc famiglia, li mio peu,;iero ren'renll• ,a al protle mag g lore Cado 1aclel'l<'. clic 11<'1 Gr11r>110 fn a nima C'tdd:1. e fattiY:t, il pe u,;ic ro illnminnto e l':t¼ione tcuacc e ,·igorosa. l'or1?:1ni7.;r.atore :rnda<:c di quel fascio ,li vnn·g:k che l:isciò o,·nu1Jn e l um i nosa irnprvnla (l i sè. R il·edo il ptod1• capitano è\Iario Braglia, di J.t:dc•rl e surcessore n olJile e cl<è'guo. il te1J<•nte F11kiPri Paolncci Dc' Ca llJoli, /:?,'e11(• ro1<0 <·<1 i.UYì tto , Pll i 1-1 Wllili eroi c:tduti 1ungo l e snnguiuose 1·ic tlel :-<uc·c·c>sso.
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O!WAN J:ZZAZIOKE SER\", OS S. 1:'RESSO LE G . U ,
Il ricordo cli es:si, impn!sSo a cai:;1 tt.eri hrouzd n<'l mio animo cli principi.!, cli couclott ier o e cli soldato, è sempr e vi \"O n el cuore dei forti tigli della 3a A1·· maw. elle, commossi , assistono oggi alla dipart ita di s impat ici g(•twrosi uflicinli del Gr uppo Os:sa rntor i e degli ardeuti, Ynlidi gr1cgari,, 25 marzo 1919.
Anche presso t utte le altre Armate, in misura. varia in relazione allo schieramento cl' artiglieria ecl alle carat teristiche del terreno, il relativo lavorio orgmiizzativo proseguì parallelamente, dando e ri-cevendo apporti daH'organizzazione della 3" Armata. Presso tutte Je Armate l'organhzazio,ne di questo Servizio rimase pertanto, anche formalmente, nell'Arma pur assolvendo e nel modo più valido il servizio di osservazione nel campo tattico an che nei confronti delle altre Armi, e nel campo strategico, compa tibi.hneut<> coi mer,½i. il disposizione, necessariamente diversi da. Settore a, Settore. Devesi ora ricordare che cla ale\llni studiosi della ma teria, i1 complesso delle varie attività, che costit uiscono il Servizio d'osservazione vieue s uddiviso in : osservaziorne tecnica, osserva7,jone tattica , osservazione strategica. E' eYicle1jtemente molto difficile sta bUire i confini cli tali suckli vi.si.oni., ed è intuitivo che mentre in ,pratica essi si compenetrano, gli elenrnnti dell'una interferiscoo10 con quelli clell'altra, e cos'i un riJievo che ha trovato la sua origi1n e nel campo tecnico clell'ossern1zione, può essere sfruttato nel campo tattico ed a volte anche più ampiamente nel campo strategico; mentre· un rilievo ricavnto nelJ'osservazione strategica. o tattica può avere il suo interesse culminante n el campo tecnico o immediataniente ,od in tempi successivi, e se non per l'artiglieria può essere sfruttato per l'aviazione da bombardamento. A parte il fatto essenzinle pòr cui l'Oss<~rvazione, come intrinseca ragio11e d'essere dell' artigliE!ria , venne da questa svilu1ppi1ta, è incontestabile che gli uffici.ali dell' A.rma erano i meglio preparati all'espletamento di siffatto com1p ito, ed è perciò che tale Servizio rli Osse1:yar,ione, oltrechè nel campo tee-
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ORGAè\lZZAZIONE SERV. 0$ $ . PRESSO L0 G.
l,j .
ideo, anche 11ei campi tattico e strategico venne disimpegnato in maggion1117,a dagli m·rigJiel'i, e dalle :file ,clcll' Arma vennero t1·atti in maggioranza non solo gli osservatori aerei, d'acroplnno e di paJlone frenato, ma a,nche la maggior pai·te cl egJi addetti agli uffici costituitisi nel prosieguo di tempo per l'integrazione degli elemen ti di osserva zione, nolhie, informazioni ecc. presso i più elevati Comandi, venne formata cla nfficiali dell'Arma. Da parte del Comaa1do Supremo pur non essendo state date morme diretti,e di cara ttere gener~ le snl Servi.zio <li Ossel'vazionc, ciò no110stante nelle grandi Unità lo sviluppo delle relati,e organizzazioni fu sostanzia lmente egua le nei suoi ca rattel'i p1•inc~pn li dHforencfone soltanto 01ei particolari conseguC1J1.teinente allo stadi.o di eYolnzione raggiunto, fa1 rela:done alle vicende cli guerra, nel Settore di pertinenza.
All'o1·ga11izzazione clel Servizio di Osservazione co11tribui1·ono i.indisti ntamente tutti i Coman di d' Artigliel'in, e naturalmente, per essi i va,rì Coma.n danti, r aggiungendo nelle val'ie Unità, in una m.obile gara cli emula7,ione, risultati che poteYflno apparire più o meno brillanti, ma che esse1rnialpientc conseguivamo da una uniforme capacità organizzatiYn, e mantenendo nno stretti.ssimo contatto spiritua le fr a gli orgaA1i simihn·i delle Unità stesse. Ci pare perciò doveroso <.li ric01:dai·e a qnesto punto della f-:toria clell' A1·tiglieria, come in un glorioso ordine cli bnttaglia, il nome dei valenti artiglieri che tennero ed tmim nl'ono i varii Coma ndi ·d ' Artip:Jieria cli. g1·ancli Unità nelln 1.n1ena 19Hi-18. C01[AXDAN'TI DI ART'IGL1ER I A DI nRXKDT UX l'l')!...' nUH A K'rl~ L.\ 0-CERRA CO.àrANDO SUl'llE:.)10: Fdic(•, ten. ~('IJ . .ìlf r·,, do , Ll'JJ . gC'll ,
JYALt:I-S,\SDRO
D..1r.T, OLIO
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mai:~io 19J::i-nOY<'m bre 1918 ll U\', 191S-'.M Jl O\'. 1910
COMANDAN'.rI DI AR'l', DI G. U , DURANTE LA GUIDRRA
l" AR~I.ATA :
.llomx Carlo, magg. gfn . HoomA Primo, t(·n. gt:>n . ll'.l:ARCJAKJ F r aJ.lcesco, rua gg. gc:'11. e ten . gt•n . BAzAN Bnrico, coi'. (\nt.) GAHROKB Renzo, col. poi brig. g,•11. S. l\LurnNo 0 1 S·nu.)rmxo Gioacch., urngg. gen .
2.1. :i-J!.lE, 22- , -1915 21- :·:-lQJ.6 16- 7-lùHi 26- 2-1!}1.8
21162Ci18-
JS- 8-lùlS
20- 9-1919
2,J. :j-1915
10- 3-1917 1- 6-191S
2Z- 7-19)5
3-Hll(S 7-) !)16 2-1018 S-1918
za. ARll:IA'.r.A : YILLAVI::()CIJIA Bertr a.nélo, ten . gC'Jl. R1co1 Gi uliano, tr.n. gPn.
JO· 3-1917
3• ARMA.'l'.A :
l' AKIZZàRDl Pietro, ten . gen . GrGmA Ettore, mngg. gen.
2-1- 5-19) 5 1- '1-lOE
lq-
'.!il- 5-H}15 12- -1-1917 J.2-11-1917 1-!- 3-HllS
)2- <!-1917 12-11.1917 l.4 - 3-J918 18- 7-191.!)
22- 5-l !il.G 28-1.1-1.917 18- 3-191S
2- 7-lHlG 18- a.J f}lS 1- Ci-1018
5-J!i17 22- 7-101!)
4a ARMATA : GIGLI
Cmvr Giovanni, ten . gen.
Gorn.1 Alessandro, tc•11. geu.
Mom Guido, col. (int.} G,\LATI Hobcrto, m a gg. gE•n . poi ten . gen .
5• ..;.\R\'1ATA:
lsnrico, e:ol. brlg. Federico, col. brig . Mrnn Guido, col. poi (:01. br ig.
R E~IO
BAIS'l'l!CGCFII
(ìa.
AlUiA'l'A : CAOHSI And t·eo, magg. gcn. G1 tJmA Ettor e, magg. ge n.
Gonr::s-1 Alessandro, wagg . gcn . S1mm: Hollc~rto, col. poi magg. gen.
1:12-191 Ci 8- 4-1917 1- ,-1017 J. ;i.1:ns
81201-
-1-1917 7-1\117 9-l!ll7 7-191!1
7" ARMATA : RAt STRCCC'[U Fflderir.o:
25. 2-1018 -
brig. gPn.
18-11-1918
ga. Rll'lATA, H1ccr Gh1liano, magg. gen .
J.- Ci-HlJ8
-
31- J-l !JHl
Morn Guido, magg. ge11.
1- G-J.918 -
J.5- 2-l!lHl
U -10-191S -
18-11-1918
10a AltMA'l'A :
H1msoN, brig. gen.
-
525 -
CO'.\IA!\"DAN'rI DI ART. DI G . U . DURAKTE LA GUERRA
Fi111SAC,
ro l.
H -10-191S
-
l S-11-1918
7.0.XA DI CAH-NlA: CA~CPO ..lntonino. magg. gl.'Jl. D E;oun L uci,u,o, wa gg. gl.'11. v oi ten. gc'u . SACrTEH'J Giaci11to, t<•11. geu.
24- :"i-1915 19· G-lfll5 15· 7-l9l,
19- 6-1915 4, 7.1917 9-ll-19l7
1/.0~A DI GOR 11/.lJ\ :
10. 3-l!Jl,
H1cc1 Ginliauo, magi-\". geu.
-
J . li-1917
OCCt"l'.lZIO.XE AYA~ZAT..l FRONTIElU. XOHD : G,<: r.r C'm,n Gio nurnì , ten. g<'n . R o:;sP.IT1 <;al tano, ruai,,-g. g1:u. 1>:oYGLT,I ("o rra cl o, m a gi(". gu1. HOLFO
On'>'h'. col.
&°ALYAGGl
Yittorio, col.
1- 1-1917 1::;. 1!-1917 18-10-1!117 1-10-l!JlS 1·11-J0l 8
15· 8-1917 )8-10-1917 1-10-1918 1-11-1018 10· 1-1919
2-1· ::;.1915 lG· , . 1015 6-10-1916 li-) 2-l!ll 7 l:!- 1-1!)1!)
lii- 7-1915 G-10-1916 11- 11-1917 12-1-1919 20· 0-l Ol!J
2-!- :i-1915 2-10-l ()1 :, :ìO- ::i-1916 2!J-10-10lli n. 2-1917
13- ::;.lfll7 28- G-H117 2-8-11-lfll'i 3- 11-1918 23- !).191 12-10-1018
2-10-1915 24· G-1916 10-10-1010 17- 2-1917 13· 5-1917 2 • 5-1917 2S-11-19'17 3- .f.191 S 23· 9-1918 12-10,1918 10· 3-Ul19
2-!l 6lllii15-
Hl- 7-1015 1.1- 2-1916 8- G-191G J.J.· 7-1918 31- 8-19]9
Jo COUPO l>'.unr,\.'l'...\: SAOUF.RO (;inci11to, magg. g,·n .
Gonq. Alt ,;samlro, magg. gcn . l'lll~Ll A1·Ltn-n. 111a~g. g;till. l'.1SQl'AUXo Saln1torc·. magg. gcn. Nrnnr.r C: io rgio, !Jr ig . .c;rn.
lI° COTil'O n'àlUIATA : Hi-:wzz1 .\ nnilla1<'. ru1tgg. g cu . J.r cu ncw .\ntonio, 11n1gg. gcn. Th; LM· ,\ lfrcllO. col. magg. gen . )!C1H.\1;1Tt1
(; ,ll!NIE!I )!0111
.\.h :-:snndro. col. brig. Fra ll('< '>'CO . c·ol.
O uido . col. bri;:;-.
R11sT11occm F eder ico, col. Srnc.1xA Sih"io. col. C(lx:;o Hl,,clio. mairg. gc?n . G l: rnn11JH Edgardo. col. Cn:-;,o l~lo,lio. magg. geu. JIT<> ('OHPO n·.11nTAT.\. : Go1t1·.1. A lcs:<andro. mllgg. g c•n. SACBEno (riacinto, wagg . ~f'n .
C.c1onsr AllCken, col. poi magg. gl'11.
R i.:sso Alberto, magg. gcu. C1-:CcAn•;1,1.1 Cnrlo, !Jrig-. gl'JJ.
-
526 ·-
.,.1!)15 7-191.5 2- L916 G-19Hì 7-1018
CO.MANDANTI DI ,\liT. Dl G . U . DURANTE LA GUERRA
JVo CORPO D ' ARMATA: ASSA;s;'Tt: Carlo, mngg_ gn1 .
2-1· ;i -lill?i
Axi,-osso l3ar col.omco, col. brig.
20-J.l-HlJG li'i- 3-1917 25- 9-J.917
20·11-191G 15- 3-1011 2:i- 9-1917 25-11-1917
21- 5-Ull:j 27- G-lfJl.5 !)-10-1915 2(i-10.191.6 12- ;i.1917 8- .1.1917 l · !)-1917 2- -J-1918
26- (i.1!)1 5 9-J.0-1!)15 20-10-191ti 12- 3-1917 8- 4,1917 1- 9-1917 2- 4-llllS ,I- 8-J.919
24- ii-1915 16- li-191.5 27-10-l!lW 4,- 1-191G 20- :H917
15- G.19J5 25- 7-Hl15 20-10-1915 4- '.1.-l!llG 12. 3-1917 1- 201919
2 L122713-
3.J 917 -!-1!117
12- 5-1!)16 27. 3-1!117 Jl- .J-lfl17 30-11-1917
VIII° CORPO D'ARMA'rA : DAJJALÀ Francesco, magg. gen. SEMERU Augusto, rnagg. gen. NOVELLI Corrado, col. poi magg. gen. REsro Enrico, col. P rccnn Stefano, magg. gcn . p i,;r,uso FC'rdinan do, enl. bri.g. - GrnRIA Ettor e, magg. g<'n . PnLr Holwrto, col. brig. DONALI Acllillc, col. brig. BAZAN Bnrico, eol. brig. poi magg. gcn .
2·1· ;3-915 7- 7-1915 27-10-1915 20- 1. ]!)1.6 12- 2-191() 30- 6-Hl16 25- 9-1016 20- H-1()17 11- 5-1917 2- 3-HllS
5- 7-l\Jl:3 l8-l0-19lJ 23- L1916 J2- 2-J!llG 30- G-191() 2:3- 9-lfJl(j 20- 3-l!H7 11- 5-1917 2- 3-1918 18· 7-1919
.l:S:'° CORPO D' ARM:A'l'A : Loc1mcJO Anton io, magg. gen. G1::Kons1, L uig·i, col. poi magg. gen. PBANO Alùerto, COL poi mugg. gen .
21- 5-1915 1-10-1915 30- 3-1916
30· (J.191i'> 27- 3-1016 6- 7-1917
SALONKA
P ersico Carmine, mag-g. geu.
F.wna Cmberto, 1.11;1gg. gen . V<> COHPO D'ARMATA : l\:f,rnCJAi\"I .Fraueesco, rnagg. gen . MàT'.l'EI Al'fonso, r.oL S,nuzzEHI Giulio, magg. gen.
HFGAZ7,I
Giuseppe, coi.
G1unu Etcore, J.Uagg. gcn. FFJmARW Carlo, nmgg. ge11. G.n,mt:rnNI Annnndo, magg. grn. DELL'ISOLA Ercole, col. brig. V1"' CORPO D'ARMATA:
Lu igi, magg_ ge.n. FluNz1xr G ioY:Umi, ruagg. gcn. S0n..1.N1 Paolo, rn agg. gcn. hl.11mw P r ospero, m agg. gC'n. · H1cc1 Giuliano, col. poi rnagg. gen. GAL,HX r .l'1111C€SCO, col.. brig. PlASA
1-s- imo
VI1° COH,PO D' AID.:[A'l'A : SaLONNA Persico Carmine, rnagg. g en . Du11,nm LUigi, magg. gcn. FEn1tARJO Carlo, rnagg. gen. ~Ll.LVANI Enrjco, col. brig.
-
527 -
5-1915 ;j.19Hi
COMANOA)l'l'I Dt AR'l'. DI G. U. DURANTE LA GUERRA
8- ; .101;
f{i;~ro E nr ico. ma~g-. ;n 11 . P l ZZON T
xo
.Paolo.
C'.Ul.
1- ·1-HJIS
l:r lc:.
l - .J.-1918 :{1 - 1-l!ll!l
con1~0 D'ARillATA:
E dmnclo, lllHJ!i; . ge n . i\LmctANI Francl•Sco. rungg. gl'11.
D0 M 1w101
G1nM.1LDI Ottorino, 10a::g. g<'n. S l CLIRDT Fra n c:l'>iCO, c:ol. lli:ig,
s.
J lA1:nxo 1>J Srn.1l\rn1so Gioacchi110, poi magg. g<•n. Anu G ioacch illo. brig. gt>n. CAs,L,A r: o be r lo, co!.
'.!t! - i,.,0-15 12-10-191::; :2(i- :c!-1!llG 25- !l.J Olli
lt-10-1!)1.j 23- 3-1!!16
20- 3-J!Jlt 13- S-1!)1.8 2i - f1-1fl1S
J3- 8-Hll~ 2(i- S-191S
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O- :i-19lli 1-10-1917 .:i- !l-1!)19
1:.- i -l!lHl 20- 3.J!lli
col.
5- !l-l!ll 9
XI° CORPO D 'AR'.IIA'L\.:
D1:11ai,u Luigi, m agg. gcn . BOKDI Aur elio. magg. gen. F·Ar.cosF. -lnlonio. brig. ge11.
!l- ;;-19LG 1-10-J!llr
XII<> CORPO D'ARi\ f AT A: C,1l1PO àntouino. mai,rg. gLn. Bi;.,;-.,1n Lucìuno, ma).(,:. gcu. iioi tcn . g1 n. SAcnmo Gia ci n to, ten. g('n .
S à.c,Dt;LLI
Hohrrto, C'Ol. brig.
XIII° CORPO D' AlH .I A'l~A : B rorn,1 Primo, rnagg. gen. l\Ion1:-. Carlo, mai:rg. gen. L ANZONI T ito, ro.l. poi urngg. gen . Rossr Giu;;eppe, tcn . gcn. Xmm.1 Giorgio. col. poi brig. geu.
2-!- ::;.1!115 ] !j- (i 1!)l;; :l±- 7- L917 1-12-l!lli
)9- 6-1!11:5
13- 6-1913 12- ,.1!)];'; 5- a -1 !HO H -12-191G 20- :1 191.i
30- 7-l!ll:i 20- 3-l!Jl 6 l!l-ll-1!.Jl li 20- 3-Hl17 1:i-12-1918
2-J- ;;.191;;
30- 6-191:> 22- 5-lfJl(i 14.6-1016 27- 7-l!lllì 30-11,.J !ll(i 20- 1(-1917 :21 - 5-HllS ]2- 1-1910 G- 9,1911)
.{. 7-J.!ll7 ,l-12-11)17 13- 7-l!ll!l
XTV<> COHJ'O D'ARM ATA: CLW,IRJXO Alfrl'dO, mai:g. g1 Il.
1- 7.1!)15
C,Dfl'O .\ntonino, magg, gen.
P 1mnur,:r,u
2:2- ;;. J!)lG
Umhc- r to, col.
CAM1C1.1 FraJH'<'!"CO, 1.:01.
Dm1.1 UBEtlTI .\lfl'cdo, <'OL poi mngg. gen. C,1.,11c 1:1 F r a11<·(·;,;co, C'Ol. hr ig. GARllOXE: .!Ha rio, col. lJrig. Pmou1o:u.1 "Clllb('rto. col. bri~. S111ci1..'lA S il:vio, bl.'ig. ge11. XVIo COH PO D'ARMA.TA : :Nornr.u Cor1:11(lo, magg-. gen. GAMu8nl x r .Armando, co l. bdg-. B oi:>DI Aurelio, rnagg, gen.
-
1-1- G-.1916 - 21- l).l!Jl/j 5-1:2-l!llG
28·
,j • 1!ll7
13- G-l!l18 12- 1-1919
20- 3.J!JlG
1.3· B-.1916 18- 7-191:.
528 -
.L3- 9-1!)16 13- 6-1017 31- 8-191.'l
COMANDAN'l'I DI ART. DI G . U. DURAN'l'E LA GUERRA
XVIII'° CORPO D'AHiHATA :
GmtDn Ak:;-sall(lro, col. 11oi magg. gPn. llA u MGARTKF.R
Edmondo, col. Gu mo:N Ernesto, br ig. gen. Gom,,;r Alessnndro, wagg . gen . FLOT'fl:)RON Augusto, bl'.ig. geu .
2271(i188-
-l-19Hi 7-1917 3-1918 t>-1018 9-1918
6,1017 2-19]8 8-1918 8-1918 ti- 9,1919
2\J121S30-
XX<> CORPO D'ARMAT A : G.:HA~~o Lujgi, 1uagg. gen .
Enrico, col. brig. poi magg. gcn. DI ~:LuiSCJAXO Giacomo, col. brig.
B..1XOJNI
'l'ES'l'A
1- :i-l!Jl(i ]5- J-1917 23-12-1017
15- l-1917 23-12-1917
22- G-lùl(i 28- 7-1916 23- !J-1916 -!- 1-l lll S 28- 2-1918 1- 7-Hll 9
28- 7,191.6 23- ().J.916 3- 1-1918 2-1918 1- 4,1919 10- J..1920
2315lR161-
H - 3-191S
5- l-J9j9
XXII•' CORPO D' ARlVIA'l'A :
F.ilippo, col. F rancesco, col. MA!tINI Enrico, col. brig. poi magg . gen . GAmWKE Renzo, col. brig. BONà LI Ach ille, brig. gcn . TESTA DI MARSCUNO Giacomo, brig. gen. DE
l3ENEDE'i'l'I
CA)f!CJA
rn-
XXI II<> CORPO D'ARMATA : G,n,nI Roberto, col. brig . poi mngg. gen. FAorn1 Umber to, magg. gen. C AMJClA Francesco, magg. gPn. 'l'ES'l'A DI MARSCIANO Giacomo, brig. g,m. FANO Osc:nr , brig. gen. XXIV" CORPO D'ARMATA: NoBJLJ l~milio, coL brig. REsro l'i;nrjco, magg. gen . PITl'AUJGA J.;rnPSt o, c:ol. l)rig . G,mnoN1, Alessandl'o. col. l'ASQuAL1xo Snlvntor1:•, ruagg. gen .
:X:XV° CORPO D'AH-MA'l'A : ARIA Gioacchin o, col.. brig . GrA1torno Ernesto, col. brig. XXVI<> CORPO D ' ARMATA: lh:sro Enrico, ma gg. g, J1. Asrn,rni DI S~N jfanzAJrn Amedeo, col. poi m agg_ gçtn.
Augus to, col. hr ig. MALVA..''11 Bnrico, col. brig. ASINAR.I Dl SAN j):f.All7.A1'0 Amedeo, illngg. gen. F.LO'.CT.JsRON
G1;1.norxo
J<;Tn,sto,
hrig. gen .
34:
529 -
4-lù17 3-1918 7-1918 1-1919 7-19HJ
7-7 -1918 ]6- l-1910 1- 7-1919 lu\. 7-1019
30- 5-1\llG 10- 7-191.G 18- :l-HJl7 1- 8-HJ17 1:i-11-UJl.7
9- 7-1910 18- 8-1917 1- 8-1017 15-11-1917 22-11-1917
H - tl-1917 lG - 7-1917
lG- 7-1917 5- 1-1919
23- 5-lOHi
1- 6-101.6
l- G-1916 4- 1-l91R 23- 2-1918 ,- 5-l!HS J.5- 1-1919
.1 . l -1918 2-1918
1971510-
5-Hl18 l-19) 9 1-1920
COMANDAN'.CI DI ART. DI G. U , DURANTE LA GUERRA
XXVJ.Io CORPO D ' AR:.\,f ATA :
ScuTI Edoardo, col. C.rnNONIERE Alfredo, col. FaNO Oscar, bl'ig. gen.
20- 7-1Bl7 3- 9-1917 H -11-J9l7
:3. 9-1917 14-11-J !ll 7 28- (i -] 919
2-J.- 8-1917 -
JO- 1-1!}2()
8-12-1916 3. 1-1918 . 25- 3-191S
3- 1-1918 25- 3-1918 11- 7-HllS
XXYllI<> CORPO D' AR.WATA : BUFFA DI l:'EHRFJlO
Vittot·io, lll:ig. gen.
XX IX<> CORPO D'ARMATA :
Carlo, magg. ge.n. Ercol e, br ig. gm. C ERILI.O Carlo, rnagg. gen . SmcaNA Silvio, brig . gen. CERILLO
DBLL'IsnI.A
11- 7-1918 -
· ·1- 1-1919
XXX° CORPO D ' ARl\LiTA : C1mL1
Arturo, col. poi m;igg. gen.
J - 9-lfJ17
-
lG-12-1918
10- 6-1918
-
28-11-1918
20-11-1()]8
-
31, ;3-]919
CORPO D' ARìVIA'l 'A SPECIALE : BErww1 °Cmberto, tcn. col. (Caoo nf1'.)
CORP.0 CZECO-SLOVACCO IN ITALIA : MONTEFINALE '.l'ito, brig. gcn.
Uno dei prineipi fondamentali ·dell' m·te della guerra. è quello della conoscenza del nemico. 'l'anto maggiore e hrn1to più particolareggiata. è tale coinoscenr,a, e t ant o più probabile riesce sc.o prirne i punti vulnerabili su cui agire con successo, e tanto più è probabile conoscerne gli ap1prestmne11ti e le ragioni di potenza da cui .clifen clersi con efficacia . Attraverso tutti i tempi fu questo un problema assiJla11te fa cui solur,ione è di una impor tanza capitale, ecl oggidì ne.ssn111 mezr,o ò tra$curato pet· avere notizie del nemico 1 sicchè ciascun Capo possa, conoscere le clisponibilith dell'avversario altrettanto bene come le proprie. Uno dei mezzi pl'imcipali per approfonclfre le conoscenze sul nemico è senr,a dubbio l'osservar,im1e in t utte le sue forme, ed anzi si può dire che la stessa Osservazion e costitnisce, Q.liù o meno direttamente, m1a cospicua parte integrativa. degli altr i mezzi cli informazfone e cli lll.otir,ia, -
530 -
EVOLUZJ.OK'B DEIJ s1m.v. oss. Dt:RAK'l'E LA GUERlU
quali ad esempio lo spionaggio militare, i referti dei disertori, dei prigionieri, ecc. Da ciò si deduce che per conoscere tutto ci.ò che riguarda il nemico occorre vedere ed osservare, ecl evidentemente visione ed osserYazione sa,raimo tanto più vaste e profonde quanto maggiore è il 11umero llegli orgnni visiYi adibit i affosserva,zione e quanto meglio è Ol'ganizzata · la 1·accolta e 1H. valol'izzazione delle percezioni. Prima della grande guerrn, attraverso agli insegnamenti del passato e con una, visione abbastanza chiara dei più importanti p roblemi. del futnro , l'elemento essenziale dell'orga nizzazio111e osservativa era costituito dalle r icognizioni eseguite nei modi p iù acconci e sopra.tutt o per mezzo delle pattuglie di csplo r·azione. ·c na c·ompleta regolamentazione ecl una vasta letteraturn predsa nrno i varì problemi ia1erenti a <rrwsta attività e ne discutevano k 1più appropriate soluzione. Si tendeva. in genere acl avvicinar<~ quanto più possibile~ agli obbiettivi d i osserrnzione gli orga!lli percettivi a modo cli tentacoli i quali, mas-· sime nella ]oro rapidità, di 1n0Yimento, trova vano elementi di n11 dncia e di sicurezz.a . Qu esti tentac-oli si infiltravano impaYièli tra le posizioni del nemico e riportavano ai loro Comandanti ,gli elementi inf-01'· mativi raccolti suHa consistenza, snna ubica,done e sui movimenti, ed in genere su tntti. i partko]ari di fatto, cli tempo e di luogo che potessero interessare . L'attuazione di tali compiti sul campo di battaglia si presenta-rn tutt'altro the facile, pur prescin<'lencfo dai rischi inerenti alla, missione . Effettivamente sul · tern'no ,pianeggiante o coperto od anfrntrnoso le cli:fTkoJtà, di scor gere il inernieo crimo tnlvolta insormontabili, mentre sul terreillo montano alfa possibUitù, cli una più estera visione si contrap1poneva il peri.colo cli essere i ndiYicluati nonchè mm minore celerità -di movimento . Da queste e cla a ltre eonsiide1'a?;io11 i vc~niva cli c:onseguenza che i compiti degli osservatori, per poter essere realizzati, dovevano 11ecessariame~1te essere speci:6.ei e limitati. Occorren1 inoltre eontcmpl m'e il caso in cui per raggiungere lo scopo si dovessero eventualmente impegnare sporadiche -
531-
Ji)VOLUZIONE DEL SERY. OSS. DU !M ì\'l'E LA GUERRA
azioni, ed allora si imponeva la 11ece.ssità, di rafforza.re gli elementi cli esplorazione, mentre ogni giorno cresceva poi la llecessità cli moltiplicare i mezz.i di osservar,ione. D'altra parte le caratteristiche statiche che si delinearo1110 ~in dal principio della grande guerra in sostituz.ione delle prec,onizzate azioni di movimento, si opiposero cled.s ainente all'impiego degli organi di esplorazione e cli ricognizione. Si ebbe quindi in principio un tempo di a,rresto : detro alle forti:ficaziollli campali, precedute da vari ot·dini di filo spinato, il mister·o si infittiva sempt·e più impenetrabile. Le pinze tagliafili si dimost1'aeono ·d i iIDJ)iego pericolosissimo e di scarso rendimento; l'aziorn~ dell' artiglieria, i cui proietti esplodevano penetrando nel te1:reno, era scarsissima. Non vi erano spezzoni (1), nè bombarde, non si usava1no spolette istantanee, e quando anche tutto questo fosse esistito, l'azione delle pattuglie di esplorazione doveva venir .s egnalata nel tempo e nello spazio dal tambureggiamento degli esplosivi destinati all'apertura, dei varchi. Perciò le pattuglie esploranti ebbero un tempo di arresto : era necessario sviluppare altri.menti l' osservadonc, perfezionare i suoi mezzi ed adeguarli alle nuove caratteristiche della macchina bellica. Per quanto riguarda l'artiglieria le c-0se a.vevano proceduto alquanto diversamente. Bssa, 1per entrare efficacemente in azione, doveva vedere o quantomeno sapere dove si trovava il suo bersa-g1io, ed anche prescindendo dal fatto che solt::unto allora si era agli inizi dell'adozione del tiro a puntamento indiretto, era questa la condizione indispensabile per iJ tiro d'artiglieria. Per l'ar tigliere era necessario cercare e trovare, in vinanza dei pro1pri pezzi, uin pu:nto cla cui vedere· i b<~rsagli : un campanile, un albero, un'altura, un camino, ecc., perchè se non
(1) E' nota l'epica od is:,;<•a dd mili.tari cli fan teria e dr! Genio contro i reticolati nd primi tc~mpi della guerra fino alla pro,·Yi<len;.,iu l<~ comp:nsa dello ;.;pczzone ideato dal teu. cld Genio ing. Albe1to Bettiea, nlla successiva adozion~ delle òombarcle ed all'uso d i proietti :i gt·ancle cttpacità e spoletta istantanea, efficaci antidoti ull'ost.i nata r lisistcnza clel filo spinato, auticloti cl:lc culminarono colla comp::11·sa dei [)rimi esemplari di ca rri a rm(lti .
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EVOLUZIONE DEL SF;RV. 0.S.S. DURAìSTE LA GUEitRA
lo tron.1n1 doYen.1 t r earseJo, 1·icor·ren clo ad una scala o ad. osservatori mobili regolamentari. 'l'utti gli acrobatismi e t utta la genialità del ripiego veniyano impiegati per risolvere il problema fon damentale di portnre la visuale s ul bersaglio. Intanto anche le artiglierie campali venivano dotate di bocche da fuoco cl.i maggiore potemm e di maggiore gittata, per cui il problema dell'osserva,d.one si faceva più complesso e r ichiedeva sempre maggiori e migliori mezzi. Conseguentemente, alla imp1·escinclibile rn~cessità di vedere il bersaglio, gli artiglieri avevano p rovveduto col mu nirsi di mezzi ottici perfezionati : p er l'osservazione prqpdamente eletta, Per il rilievo dei colpi, per Ja determinazione delle distanze, ed iinfone, mnnifestHndosi sempT'e più il bisogno cli allontan are l'osser,,atorio dnlla linea dei pezzi per il prend ere delle esigenze clell'ossenazione, g:li artiglieri fnrcmo costretti a sviluppare cons iderevolmente i mezzi cU coJlegamento . Questa funzione del collegamento, i ntimamente connessn, per l'azione cli fuoco, all'ossennzione . dhenne pertanto. come questa, altrettanto importnnte . Dal ptrnto di. Yista tecn ico artiglieresco ù l1a ricordare~ che questo progr essi.YO al10J1tanarneuto dell'osservatoT'io deJla batteria. avvenne 110n senia u na ('e1·tn faticn, e diede luogo a problemi di.l'ersi. oltre a que]]o essenziale ll.el ·collegamento, e pc~rtanto fn élH .tntti ben i:m~sto ricoinos<.:iuta ogmi preponél.eranza delle ueeessità. cU osservazione sopra ogni altra eonsicler azione . Fu in <)liest'epocH ehe il Ministero clella Guerra feee distrilmire ai reparti delle rnrie Rpech1Jità campali ·<'l'artiglieria un opuscoletto compilato clal 1nagg. · Angelo ·Mnrulda : « cirea la eorrezione clt>H'angolo cli rlirezim1e nel tiro a pnn t amento illldiI"etto per artig'li<'l'ia c·mnpale, quancfo l'nssc~rvatorio c~ molto distante clalla battPT'i n )) (RiY. cc d'Art . e Gen. n, 1Hl5) . Scopo dello sc:ritto clel Mnrolcla era quello cl i fornire ai Com.amlnnti {li batteria un H formula semp]fre c:he potesse da r e ton approssiina:d.one l'nngolo di élirer,ione in rapporto col vaJ'iare deH'a lzo. d.ctermi,nanclolo da u n ossc~rvatorio lontano clalla li nea rlei pezzi. e nel contempo rrwttere a loro clisiposizi one una r<~gol n pratica da tene1·e fac ilmente n memm·ia . Le> pnro)e cl'i ntroclnziolle nllo R<:ritto ri~peeth iano i termini. -
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EJYOLUZrO:-.E DE"t., SERV. OSS . OCIU~TF. LA GUERRA
<lella qncstio11e di cui allo1·a si cetcanmo le soluzioni. Di pa1·~ passo i mezzi ottici delle a1·tigliede da fottezza . cla co. ta e ch1~sedio ,·eninrno diifosi anC'lH' n elle 111·tig'li<'l'i<' C'nmpnli le quali., d'aHrn parte•. ,l\·en1no consicli->reYolmenk perfe1/.ionati i metodi goniometrici e pl'intipa)me1He i rela tiYi congegni nouch<~ i metodi e c·ongeglli te.lemctri.ci.
In conseguenza clei nnovi aspet ti della gU\:l·l.'a, d eliueat,1si fin dall' itn izio fondam<'ntahnc nte statica. fissat o per le artiglierie lo scb.ierameuto S('<·onclo con cetti tattid e teC'ni<:i contingenti, fu n ecesseri0 s pingete gli ossenat01.·1 il pi1ì ctw s i po1c•va Yicini agli obbiettivi nemici, cioè Yerso ]e lince di attestameJHo delle fan.tede avYe1·:-mrie. ottemperando sempre nl p1·i11dpio cli sfrll t· tare ln tel.'za clim.ensione coJ sopn1elevar~i sul lcl'l'eno ossia « a1·· l'ampieanclosi . n1l'a~ <' delle ordinate». c·ome solern110 dire ;.rli artiglieri, materializrnndo felic<'mentc 1111 co1Jc·etto rnatenttì · tico cartesinn o che ern 101·0 familiare. Le noshc prirue 1inee. doYe il fame ~profonclato nella trin· cca, cli.eh-o al grorigJio elci reticolati, sostc111cra il ponclo clella i11cess:mte p1·ession e ncmic:1 . cliYen nero Ja sede élcp:li os ervatorì cli ar!igliel'in. QniYi fnronn -dislocati i congegn i perfezionati cli osserya zionc, cli misnr:-1 C' cli eo)legameuto. e pel' , tal modo Ja invocnta e pl'cscritta ('Qmu1iione cli spil'ilo e cli intendimenti lr:ì al'tigli<'l·i e f:101ti tl'ovò la sn:1 ma(C'l'inle e!=ìl l'insecazione nel clintnrno t1·arng-Jio co1ndiviso fi ,rnc·o n nnnco n el fm,g-o dei cnmmiunmenti. nei riJMri cli sacchetti n terta . clietro le rocce che seni.vano di scncl o alle mitraglint1·i.ei. Le carattc r istiche stati che él<'lla nu<wa gner1·a cliedcro immediatamente u1rn m 10Ya improntn nll'azione <l<'Jle al'tig-lierie cmnpn.Ii che , pe1·clul'n la lnJ'O mobilitù, rlovetiern nvvkiinar.si nl modo cli com'l,attere delle a 1·ti.!!liel'i<' pesanti, ma qnanto avevano p<'rd,1to rignnclngnal'ono pe1·rhè su queste nltime si moclellnrono non sol1-nnto q)er la dimin uiJa poi-'RibilitiL di movimento, ma ancl1e per la cnpacit:ì tecnicn C'he ebbe modo di estrinseca1'si e cli s'ti luppnl'~i alla stei-sn sti-cp:na. e specialmente in 0
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EVOLUZIO~'E DEL SEIW. OS S . DURAXTE LA GU ERRA
quanto rignard,1 l'attirità, quisitamenle artigliere ca del'l'Os' servazione. 'l'utta ) 'artiglieria italiana , seuza clh~tinzione cli Specialità, per mezzi tecni<-i, pet· cap,tdtà e pel' addestramen to del suo personale , già, fin dei primi mesi cli guenn era i.11 gra<lo di soppe· rire egregiamrntc se non pet'fcllameute alla propria fnnzione tecnica dell' Ossel'va ,done ed appal'e (]ninéli natura le che non aPJpena-, consegnentemea1te nlle mo<lalit~L statiche della gnerra, cessò la possibililtl {li l'icog11izioni e di esplornzioni già affidate normalmen1.e alJe così elette trnppe legg<'re, cavalleggeri e bersagli c1·i <·i d isti, 1n tt·P:-:cente necC's ilà di infonuazi oui e <li osservnzioni si appoggia ~se i11 modo completo all 'Arma cl'A.rtiglietia 11sufr1w11clo tl<'i sn oi mezzi e del pal'(icolm·e addestramento <lei f.-noi uffìdali. :\l"ell'irnpiego <'li tntti innovi mezzi di osserv,1 ;1,ione adoperati n ella grande gnf' na, 1' ,H1clesh·amen to de.~·li :11'1ig;lieri lro,ò largo c:nnpo di :tppJirnzione : -
nell'os:sennr.ioue :lC'rca cln1tli aeroplani, clai cli1·lgi!Jili o dai palloniosse 1:rn.tor io, - nell°o><ser,ar.ione fouotelcmctl'ica,
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n ell'oo,;en ·a;,,ionc fo togi·atìco. r telcfotogrri!.ìca, nell'o 1·gauiv.,.:1:done cld sen·ir,i <'lì ossc>n •nziom• e tli i n ro1:ruazio1w .
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in ogni mauifestav.ione i111egr,1th·a clelrosser,azione terre><tre.
Nella, 11uova forma di g nerra, le a nt iehe paUugJie cli ricognizioBc e cli esplota¼ione manten nero le loro fun;r,ioni aillJPliando i propri compiti col far ric,m·so all'aeronn utica e trasformandosi così in pattuglie di osse1·vazione e di collegamento. Tali paltuglie cli osservazione e cli colJegnmento d'artiglieria crnno sorte fili cl8i primi tempi della g nen·n., pl'i ncipalmente pe1· necessità tecniche: esse veniYano forniate col personale òei rep:wtj d'ai:tigli e1·i;L cfoiponibile al momento in cui si effettnava nn tiro che nve ,·a bisogno cli rsserf' osser vato cla vitino. ed entrnn1110 in azione so p1·c1tturto in O<:c·asionc di tiri sn reticol ati o post11zioni cli mitragliatrici co·1 compito essenziale di osservare: -
il tiro <la b1·1•\·c distauza, i 1·i 1<11 Ilati in loco <ll'l t iro ,,ml bcr;;;a~li o, l'<'nlità tlelh1 dis[n1:doue, la <·:1pacit:1 dl'i Yarc:-hi a.p1•rli nri n•ticolati, c•ee.
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cc·c: .
EVOLUZIOXE DEL SERY. OSS. DURAX'l 'E LA GUERRA
Le com11n1 ieazioni col reparto interessato, quai1do la clispo11ibililà di mate1'iali lo e;onsentivano e l'iniziati.a degli artiglieri poteva arrivnrvi, si cerrnYa fossero le più dirette ipossibile, in difetto si usnfruiva dei collegamenti dei reparti cli fantel'ia più ,ic·i.ni al luogo <,li osservazione od iintei-essati nell'azione elle veninl predisposta col tiro preventivo dell'artiglieria. Sovente faceva pai-te della pattugliH lo stesso Comandante di batteria c.:he dirigeva il fuoco, o che Aveva cliretto il tfro dei p<'zzi, di cui si portava a constatare personalme11te i risultati.
§ I (8)
Considerazioni • Osservazione tecnica bila terale = Osserva= zione monolatera le • L'osservazione nel tiro prepar.ato , L'os= serva z ione tattica = La manovra di fuoco = La scope rta de i ber= sagli • Mezzi speciali s uss idiari per l'os»~rvazione.
Riassumendo quanto :fin qui detto si può affermare che fin dal ptinlo impiego di bocche da fuoco eube gnrnde importanza. l'osservazione dei risultati del tiro. Con proietti non scoppianti essa non riusciva nè facile nè evidente, neppure alle brevi distanze aDe quali questi proietti poteva1110 allora. essere lancia.ti. Col crescere delle gittate, l'impo1·tanza cleJl'osservnzione e le difficoltà tecniche della sua esecuzione crebbero alquaJ1to, sebbene gli scoppi dei nuo,·i proietti scoppia1nti rendessero più appariscenti i. pnnti di anivo dei proietti stessi p1·esso l'obbietlivo. SegnatHmrnte, aJlorquando la gittata era grande, allorehè il teneno a ttomo nl bersaglio era rotto e coperto, o altrimea1ti qua nd o il ber~agHo era defilato alla vista, se i colpi non enclevano esnttame11te su1la cli.rettrice del tiro, il Comandante di battei-ia aniche facendo uso di un b11011 cannocd1iale poteva, . facilrueJ1tc errare nel p;iudfaio sui. risultati del tiro . E c:oll'aumentar·e clel costo clei pi-oielti. della ncc·essità tattic-a cli nna prontn rcgo)azi-0ne clel tiro e di lllli'l rnpicln c•fficncin del tiro -
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CONSIDERAZION I SUL SRRY. OSS.
stesso, si riconobbe il bisogno di evitare, 1per quanto possibile, tali errori ricorrendo ad accond mezzi ausifon i a sussidio dell' opera del Comanda.nte di batteria. Dapprincipio si fece ricorso acl osservatori, spinti lateralmente e più 'innanzi dei pezzi che, in concorso col Oomanclante della, battel'ia, dovevano a,ttcntamente osservare i risultati del tiro; più tardi si perfezionò il procedime111to dell'osservazione laterale mediante studi cd esperienze; e in seguito i mezzi forniti ad un tale Servizio d'osservazione vennero perfezionati coll'ausilio élell'aerostato e dell'aeroplano, così da portare il Servizio stesso al punto di progresso in cui si trovava all'inizio clella guerra 1915-18. Devesi poi aggiungere che, quando dopo il 1890 studi svolti nel nostro Paese condussero in pochi a111ni al sistema completo cli 1preparazionc del tiro nelle fortezze e neg)i sbarra.menti di montag,m1, il Servizio di. osservazione assunse una accrescinta ed essenziale importanza, alla quale già si è accenn ato, mentre poi al Servizio stesso vennero anche demandati altri incarichi di particofare deJica tezza . Verso il 1900 nltri studi portarono ad applicare genialmente l'accennato sistern a cli preparazione del tiro alla guerra di assedio, clanclo al sistema stesso qnel carattere di sempJicità e di estemponm1eità, eh(~ le conllizioni della guerra d'assedio imponevano, e confernndo al Servizio di osservazione un'importanza ancora maggiore di qnella già, co1nseg11ita nel tiro delle fortezze . Y ella guerra del 19] 5-18 la, studiata, prepn razione del tiro per la guerra d'nssedio fn subito applicata, e, data la stabiliz7.:J7.ÌOJJe delle operazioni, tale preparazione venne nntomaticamente anche est('Sfl all'artiglieria leggera , il c:he . ebbe l])er risultato cli ottenere da tutta l'artiglieria di una grande Un ità tattica, in modo re.Iati.vamente facile, la eo11eentl'azione e coorclinrnzioJ1e cle] tiro e dei snoi effetti per parte di forti (;Omplessi di batterie cli vario cnlibro, ed' anche l'esecuzione clella così detta manovra cli fuoco, ossia, in ter·mini comprensivi, la tempestha distribuzione, ne1lo spa,,;i,o e 1wl tempo, cli potenti colpi cli magHo sferrati sui punti più sensibili dell'organizzazione nemica, e occorrenti, secondo le :finalità, tattiche degli alti OomwndL a (l ebellare le posizioni a:vversarie. In conseguenza cli eiò, al Se.r-dzio di ossenazione tecnica del tiro: si aggiunse, ol-
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OSSERVAZlONE BILA'IERAL8
tre a ffi11ca1·ic:o delJa scopf'rlct degli obbietthi, anche q uello <lell ' ossei:vazi.on e tattiea fle l tiro, val e a cli l'e d ella vei:ifica se gli effetti eù i risultali comples~h·i clel liro ('Oncen trato cli numei:osc b atterie, coJpiYnn o cou lR voluta effica cia i p unti design ati dal1' nlto Comando cl elle truppe. . Dura nte Ja g neri-a poi, n lJe n uove esigenze imposte al 8erYizio di os ena;done. conif-poseto nuod ritron1ti che ne au~ rn euta rono l'effici enza.
I n on 1ine <li t <>lllpo sorse pn· ptiurn l'oss<>1·,·azi une lJila tcritle, costi t uita - fig . ,8 - <lii l111e nssenatorì Od e 0 8 (<li cle ·tra.
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q Fi:,:-. iR - Cr:1fic-o.
e di. si11ist 1:11 ) e <l:tlle lin ee cli rsse n ·,1,, ion e 0,1 b ecJ O, b passan t i per il bersaglio b . Era compito <leg]i ns:::.r natrn·i di scgu nlare alla bntteria , -
i:>38 -
OSSIDRVAZION!l: BILATERALB
con dischi colorati, la posizione clcl colpo l'ispetto alla linea ùi osservazione : -
([ent,·o s1• a si11ist1·:1 d i t11wst:1 linea 0"11 Jl(•1· J'c,,.:st·n·:1tu1·io rli <l<',;I r:t;
-
oppure i<c a destra della linr:1 O, /J per J'o;<se1Tatorio di sini:,;t rn, conw per il eolpo C : 1 fuori ><f' a dt!Strn pc 1· J'osi;w1·rn torio tli destra; oppu re ,1 fi inistra l!CJ' l'osscn ·:1torio cli siuistra, come ppr il colpo 0 2 ; clir<'llr> s1• sulla lin('a di ossel'\':);,;ionc.
-
Per esempio i colpi <'a e O, rlel fo fig . iS ('orris;pon clnno rispcttivn m<~·n te alJe segna lnr.ioui : -
fuori pt•r l'ossermtore di dei'<trn e dentro pr r 1'.osserrnt·orc cli sluis(.rtL;
-
dent-ro
p t- 1·
1·os;wr1·:1tore di (ll•,;(ra e /u.o ri
J)(' L'
que ll o cli >':luislra.
Per l'a rtig·liC'l'ia <la fortezza eru rego]amentnl'e una tabella come la segnente : ~'=====~----OSSERVATO,HIO DI DESTRA DENTRO
OSSERVATORIO DI SINISTRA
DIRETTO
FUORI
I
INCERTO O NON VISTO
DENTRO
corto
corto a dcs.
a destra
DmETTo
corto a sin.
giusto
lungo a des.
a destra incerto
FUORI IN CERTI o NON VISTI
a si nistra
lungo a sin.
lungo
a sinist ra
u sinistra
incerto
a destra
incerto
Il Comandante della battcl'ia integ1·ava le OSS<'l'Yazioni cla hli fatte stando presso la batteeia con gli nppre,m:nnenti comunicntigli clngli Osse1·vnLori. Tnlo1·a , pct !;1•n1.plkità,. ano clcgli osse1Tatori t'1·a disposto pr<>sso la batteria stessa . In uno clc>i Corsi della Sct10l:i centrale di til·o cla fortezza svolta. in Bra cciano ,n el 1905, l'allora map:g-. Carlo Parodi studiava e ,prop0ineYa 1111a formu Jn che qni 1·iproduciamo legge1·mente sempJi(ìcata . e che riusci,·a bene a dare metricamente - fi.g-. 79 - l<' <·oorcl111ntc x ed )7 c.lel colpo l'i spetto a1 bersaglio b, previfl misnra degli :rng·oli o-., ~ e cl.elle tli stèlllZC D,, e D 8 degli ossel'Va tort dall ' obbicHiYo b. Gli osservntorii sep:nnl.rno, per il -
53D -
OSS E:RV.\ZIOJ'\E BTLA'fERALE
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Fig. 7fJ - Gi·nfico.
colpo O le ill(lic,1zioni in millesimi : a00 cla destra e s00 cla sinistra, col eg110 + per 1H deviazione alla destra 1lelln linea di ossel'vazi.onc, col segno - per la si1nistra, cosl c:ome è segnato in figura .
In baitei-ia veniYano aJ101·,1 ('::Jlcolnte: -
=
.
le deYillzioni m eb·ichc rl =d00 • D (/. ed .~ .~oo . n ; e poi le coordinate x et111 ti1<1,(•tto agli assi diseg nati in figura, mediante le formule : :r =1n 1 . <l - 11 1 . s 1J = 111·~ • (l + '1/t • S
. -
540 -
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OSSERVAZIO~E BILATBRALE
in cui: ni
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cos Cu - B) i SI'!\ a
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sen (a-.-
n1
B)
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1112 : : : - - - seri ù.
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= - i sen o.
B
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sen ci
coefficienti che venivano fadln.1.ente cakolati. con un regolo, una volta tanto, fin clal prindpi.o del tiro . Ovvie sempli6 ca7,ioni si avevano se approssimativamente si trovava. D1i = D, D, oppure se B=o come nel caso in cui uno degli osserva tori era in ba t.teri a. In pratica però ogmi calcolo può, per via grafica, venire eliminato. In nn clisegm o a ,parte - fig. SO - si amplia in scala
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li'ig. 80 - Grafico.
convenientemente grande la fi gura ('79) in prossimità dell'obbiettivo b, mantencn<lo però integre le ampiezze degli angoli a e ~' -
541 -
OSSE1t\.A7.I0:\'E 13ILA'J'I;;RALE
e si segJ1 a n n Je nonna li cl°° cl 00 ecl ~· 0 s 00 a rie Jin ee di. ,o ssel'vazione DOd e DO, passa11ti per J'obhi.etliYo st<'SSO b. Oli ;1ssi x ecl y col Ye1·su posith'o c.• H<·g;a th·o, e:onw i11 figui-a , Yeugo110 grad uati, in 1111a scala convc11i.e11te, a metti, come dimostJ·n tirnmcnte è fatto Jlella (fig. 80) . C'iò fotto, i::n nn foglietto di c·arta lucida - fì . gun1 SJ - Ri l'ipn,thH·ono le trm:de delle linee di osservazione DD e SS e le rispettive nonnaJi d"'° ,elio, ed s 0 0 •• 00 , le quali. ultime Ye.ngono gu1<l1wte, nella i,c-ala p1·escclta, seeondo le dimensioni D" n. 1.000 e 1.000 i·ì::-p<·.·1 li n1 lllL'llte. Per i pnnti di divisione si tn1cci,rno le paralle)e alle linee di osservazione relative, cosi <la formnre 1111 reticolo come in fi~ g-m·11. Mediante il Incido: non appe1rn rfre vn '. e <lngli os~t·natorì
I J.!'ig.
-
81 ·
(Jr:1fi cu .
iH2-
OSi':EIWAZ lONI~ MONOT,ATElRALB
le indicazioni (100 ed s00 col rispetlh-o segno. farti <:.oincidel'e i punti r appresentanti l 'oùùiettivo e .I.e linee !li OS8ena¼ione, si può r·a(Pidamente ed agevolmente segnare sul disegno della figura O, la posizione del coJpo e poi stim,11·1te Je deviazioni metriche in confronto alle gmduazimii preparate i:,,ugli assi x ed y. Per esempio, per Je imlicazioni d = + 2 cd s = - 1 il colpo \"iene segnato ili U della - fig. 81 - , e così misurato « llllngo >> 6 metri e « a destra » 1 metro. Il sistenrn ora spiegato fn provnto dal Pm·ocli con ottimo risultato pratico. Con un po' di esercizio, 1a p1·cparazione di calcolo può veni1'e compiuta in breve tempo . Il sistema si dimostrò particolnrmente vantaggioso : 00
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nella rPgolnzioue cll'l tiro a lPrnpo i<l'nza 1n·c<'l!dCJ1 tc rPgo lnzi ,1111' a pt•r. cussioue; nel tiro contro il pallo1w al'ro,;tati <·o : nel tiro cli notte ; ccl in qunlc he altro ca:-o di tiro cli <.lilticilc r l';:tolnr.iorn:.
Iu rno11tag1111 : a bbn stanza sovc•nte si può <lisporre l'osserv:1torio quasi all'altezza del bersaglio : in tal c:aso riesce assai facile il giudizio dei risultati -del t iro in gittatn, e basta allora un osservatorio di batteria per apprezzare Ja direzione dei colpi. In montag1rn dove l'oss<'rvazione rie;:;ce in generale agevole, occorre poi anche predispone una se<·om1a osserrnzione alla quale poter far ricorso nel caso in cui sopravvenga improvvisamente la nebbia.
L'osservazione monolaterale, alqunnto più laboriosa e meno proba111te della bilaterale, si applica qnancl o in batteria non si può installare alcun osservatorio, e nelle vieinanze non si trova posto che per n n solo osservatorio. I n questo c:nso per una buona ossenazione, la batterin d<>ve far cadere i noi colpi sulla linea cli ossenazioue Ob - fig. S2 - : e pet ottenere che questo ,lvvengn, nell a direzione 'Bb si spH1·ano due colpi 01 e 0 2 coi dnti di tiro cli dne dislan;'\e X1 Pcl X2, e d:iJl'ossenntorio O si misurano -
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OSSERVAZJONID ìVfONOLATERALE
..ll·. ~ - - -
Fig. 82 - Grafico.
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I
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X
I
I
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--~- ,.,
I
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Fig. 83 - Grafico.
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OSSE1W,\ZI0:NE ~·f0KOLA'T0RALE
le due deviar,io111i angolnri .6~1 , 102 dei eolpi, rispetto alla di~ rezione Ob. Da 1m semplir·P eakolo di geometria si dednee che la distanza X, nlla quale si c1eve ti.rnre per colpir<! il bersa.glio, è data dalla. formnla :
Ciò ottenuto, se si vuole 1m colpo C3 - fig. 8~ -"- esattamente sulla linea <li osservazione a èlista mm X1 = X + ,n F, pari ad X aumentata cli un certo numero n di striscie longitudinali F del 50%, si ricorre 1p(~r la cl i rezioxw aJla n~la½ione X1 sen 11 = b. sen ~Il secondo membro cli questa formula ò costante e può es~ sere segnato una volta tanto sul regolo {li convergenza nfattei; dal regolo si ha direttameinte e senza aJcun calcolo il valore del1' angolo Y1, ossia, della direzione cl cla dare ai pezzi rispetto a;d un::t parnliela alla linea di osservazione passante per la batteria.
In taluni. terreni la disposizione dei bersagli. può essere ta.le che l'osservazione tecmica debba venire esercitata con mezzi speciali come l'aerostato e l'aeroplano, a .disposizione però solt anto dei più elevati Comandi d'Artiglieria. Specialmente nei easi in cui questi apparecchi abbiano contribuito alla scoperta dei bersngli ed al loro collocamento abbastanza esatto sulla carta, conviene talora di procedere ìn un pdmo tempo a.Ila regoJm,;ione del tiro per mez7,o delle presunte linee d'osserva?:ione, desunte dalla carta e tracci.ate dagli osservatori per mezzo del goni,o metro; ricorrendo poi eventualmente a far eseguire dall'aereo nna successiva verifica dalla qnale si possa, avere pieina garan?:ia della precisione cli tiro. Nei terreni piani e coperti della pianura Padana non è solitamente applicabile l 'osservnio,ne nè bilaterale nè monolate rale. In difetto di osservatort naturali come campanili, torri, alberi di alto fusto e facilmente accessi.bili, oppure di. osservator'ì. artificiali come sea1e aeree o carri-osservatori.o, tutti però -·- 545 35
OSSERVAZIONFJ SUL TJUO 1'.'JU,JPARATO
per lo più cli dubbin efficacia, praticamente non vi è altro mezr,o che quello di spingere pattuglie di ossenazione fin sugli orli delle copertul'e cleJ terreno, pattuglie c he debbono essere telefoni camente ben collegate con le bntterie e coi Comandi.
Considerinmo ,o ra l 'ossel'Var,ione nei tiro preparnto. Sulla carta al 25.000 rappresentante il terreno circostante alla foi-tezza ve~1gono segnati esattament<' : - gli ossenatorì prescelti ron r1·iteri tecnico-tattici ;
-F
56 ... l. ..
Fig. S4 - Gr afico.
- nlcuni cnpisaldi ben Yi i bili dagli osservatori; - i Porti e le batterie fisse di posizione. Poscia sulla. zona i11teressata della cnrta al 25.000 viene disposta ima qnadrettntura <·ome inditato clalln :fig. 84. Un ob-
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OSSERVMIIQ;,.IF, SUL TmO PRE P ARA'.rO
biettiYo b per esenl!pio, Yiene segnalato dalle batterie con le i ndicazioni seguenti : -
quadretto Z.ti;i!; a:= N , u = Jl ov<· le coord imHe a: ed 11, r iferite al vertice inferiore sinistro del quadretto indicato, vt'ngono desunte in sculà dalla canu :ste:s::m e· precisano quindi la posizione cld punco I> .
Irn base a questi dati la batteria ricava i clati di distanza, di dislfrello e di direzione per l'apertur a del fuoco. Per i terreni accidentali come quelli di monta~na e di alta collina., per i quali le carte topografiche portano c:urve di livello piuttosto 1·uvvi<:.inate, è possibile di tracciare sulla carta stessa, rel atiya ad un determinato o servatorio, le linee di egu ale angolo cli sito, ossia le linee che riun iscono Lutti i punti del terreno che da 1111 t n le osservatorio 1-;0J10 visti sotto lo stesso angolo di sito. Allora l'osservatore, dopo scoperto il bersaglio, mUtnito di goniometro rileva i dati del bersaglio slesso, e cioè l' azimut rispetto ad un caposaldo, nonchè l'angolo di sito, e comunica i dati s lessi all' U:l:li<:io del tiro. Q11est'ultim o - Jìg . 84 - traccia quindi suJla carta. pinticolare dell' osservatorio considerato l'a zimut segnalalo e dt>tei-mina la posizione b del bersaglio sulla linea della carta che corrisponde allo stesso angolo cli sito rilevato dall' osservat orio. Il principio ge111era le del sistema delle linee di eguale angolo di sito è iin breve il seguente : -
se - fig. 85 - si se~na. la sezione cl('! terreno col piano v<'r tlcale che Ila il eletto azimut r ispetto ul cavosalclo; - se la. quotn dE>ll'ossen·atorio è <'snttaroente conosciuta; - ::;e si dispoue cli una liStt'l"<'ila di carta, graduata nelJa seala della carta topogi:nfica secondo segmen ti cli lungl1ez2a __e_
ta11g. s
(e es;;endo l'equidistnnzn tra le cun e cli liv<•llo); - se sulla llsterelln si S<'!,'lla sec-onclo la sua giusta quota q l'osscr,atorio O tl.'a le quote q1 e IJ~ clc-i piaui di liv<'llo ;
disposta Ja listcrella stessa sulla carta topografica lungo la. traccia azimutnlc già segnata e in modo che il ,punto q coincida con O della cm·ta me,d esi.ma, il bersa gli o oceuperà il punto P della. cai:ta che ha eg nale quota tanto su]]a. carta ora detta , -
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OSSERV,lZJO~E SOL
·rmo
PREPARATO
(1 I Flg. Sfi · Gra(ico.
qua.nto sull'orlo della listerelJa graduata. Con questo procedimento e coll'ausilio di un goniometro è fadle stando sul terreiuo di traccia1'e le liuee di eguale augolo cli sito su u111a Cil!'ta a curve orizzontali. LH listerella sovra indicata si trova gi.à gi-adunta nel profilatore per mezzo clel fascio - fìg. 8G - ·di .diagrmnmi D paralleli, che congiungono i punti di divisione dclJe grncluazioni e , per i vari angoli di sito iscritti sull'as. e delle orclinate tang. $ entro limit i pratid del valore. Pel' nn angolo di sito s cli. valore intet'medio tra s2 ecl. s,, basta ripiegare il foglio secondo Ja retta ss (segnata a puuti e tl·atti in :figma) e ritenere la graduazi one che risulta tlaJle interser,ioni della retta coi diagrammi D del fascio. E' inutile insister e stùla semplicità, e praticità. del descritto sistema di preparazione del tiro, sistema che permette nna prontissima apertura del fuoco con d ati che spesso sono così esatti
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5-!S -
OSSERV,\ZION!t SCL 'l'lRO I'REPAR,ATO
Fig . Bo - Grafico.
sicchè nel prosieguo del t iro non si debboino a!l)porta.re corre~doni notevoli. E' pure inu tile rammentare che, agli osserva.tori del tiro preparato si conserva la missione dell' osservazione del tiro in ordine alla sua regolazione. Nel caso di Piaz.zeforti in terreno pianeggiante il sistema or 01·a spiegato 11011 è ndiclo . La posizione dei bersagJi viene determinata accoppia!J1Clo, per interse:r,ione sulla carta., i riJievi di ane osservatori. Verso il 1900 l'allora ·c apit. Giuseppe Cortese iniziò J:;li st udì per tl'asferire coDe opportune modifiche, alla, guerra, di assedio, il sistema di tiro prepa r ato già in uso nelle fortez.ze. Contemporaneamente altri studi degli allora capit. Falcone e Ma ttei condussero a buon fine la ,p ratica, soluzione di questo pro blema. Per quanto qui dev(~ dirsi circa. l'osservaziooe, occorre precisare che base del sistema era sempre la carta topografìea quadrettata, od in sua assenza uino schizzo quadrettato ed in scala1 destinato a divenire poco per volta nna vera e propria -
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OSSERVAZIONE TA'l'TIC.\ - '.\lA:-iOntA DEL FTOCO
carta a curYe orizzontali, a c ura del ."enizio topog-rnfì co 1s u tuito pl'esso 1'1J fficio del tiro annesso Rl Comando <l'Artiglietia del Corpo d' assed io. Agli osser,·ator i spett,n-.:1110 ] e stesse missioni demandate agli osservatori per il til·o prep m·ato nelle fortezze.
La. fomia stabilizzata deUa guena 1915-lS, l' assenza cli assedi e cli forte zze, fecero sì che le bocche da fuoeo dell'ar tiglieria {I.a fortezza e del P arco d'assedio cntraro:no in linea <·olle al'tiglierie leggere, come artigliel'ie pesa,n ti. Colle boc('he d..1 fuoco €:n trarono in linea unche i Comandi già costituiti e sonalutto ben preparati alla pratica applicazione ù.el complesso sistema cli preparazione clel tiro di assedio . Le iudirate condizioni cli g uerra permisero cli.e, nel quadro della ora accemrnta preparazio11e, tieai t rnssero ben presto a1J1che le artiglierie campali e da mont agw1 , Donchè Je ai•tiglierié campali pe anti. Dopo qunlc:he incertezza iuizial c, la pi-eparazione del tiro si pel'fozionò n1.pid a mente specie 1per mezzo di efficaci e nume1·ose e:omuni c·azioni fra i ·com a udi cl' Artigliei-ia coi R a~grnppn menti cli ba ttcrie, cogli ,osser vatori e cogli Uffici del tiro no11c·hè co,11 gJi. alti Comandi cli truppe. P er tal modo tutta l'netig'liel'ia di un'Armata ed anche di parecthie Armate contigue, potè 11 ella Jotta fol'mare un mezzo conco1:cle e potente ,cli faei ]e ed ngil e impiego e pel'fettamente docile ai voleri tattici clei più elevati Comandi. Oppol·tuue conc·.entrazioni cli effetti. otten nte ,da: molte battel"ie orera ntt a cl u,no scopo com uue, con' 111m rar.iona]e sc·.clta di bocche <la buoco di ca libri e di specie di proietti, - potevano quasi istantar1eamente, a seguito di un ordine sem.pJice e di. rapida a,pplica7.iorn•, , enir dirette su punti t att icamente importnnti e per una suf6.cit~nte durata di. tempo. L 'ar.ione cli tali bocche cla fuoco pote,a poi venir ridistrih nita sulla fronte. ed al monwnto opport uno nuovttmente ,conce11t1·ata H concorso cli altra azione di fuoco . opra un altro pnnto, al momento clecisfro. Una massa di fnoc:o d'a rtiglieria poteva , secondo le esig-enze clelJ 'azione tattica . essere -
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OSSERV.lZIONE T.\Tl'ICA - MA.'.'<OVRA DEL, l•'UOCO
per tal modo molto più facilmente 1Uallo\'l'abile cl.te non masse di truppe di alt1·e Armi. Risulta chiaro cù.e i varì a tti importa111ti di u11a simile manoVl'a dovessei-o veniJ: sorvegliati ùa parte dei Comandi di Artiglieria allo scopo cli correggere a tell1!l)o eventuali errori o spostamenti del tiro. Agli osservato1·i fu devolut o questo noovo incarico dell' osservazion e tattica, scegliendo punti cli osservaztoue p articolarmente fayorevoli alla nuoYa missione. Questi punti l'iuscil'ouo sovente coincidenti con gli osservatori tecnici, e t alora vennero occupa.ti da gli. stessi Comandi cl' Artiglieria <li gra ndi Unità, cioè dagli Enti meglio in grado di compier e l'o~servazione tattiea e cli proYocare ordini di gtande imp ol'tanza e di grande responsa bilità. P el' questo genere di osservazione era di grande importanza. l a. scelta del per sona le osserva tol'e, in quanto che per essa. n on e1·ano sufficienti gli ordinm·i spedalisti pr eparati per l'osservazioue tecnica, ma oceonevuno am:itutro ufficiali dei Comandi d' Arliglier ht pcdcltamente al col'reute della situ azione e dei progetti tn ttici dei Comamdi di grandi Unitài. Il complesso f rnn:r.ion amento deH'o8serv.izione, sia tecnica che tattica, el'a fondato essenzialmente sulla, e:11.ì cacia di ben djsposte comuuicazioni, a bbollllanti e di agile snodatura , consistenti cioè ·d i mnnerosi fn sci cli C'O ncl.uttol'i e cli molteplici stazioni centrali. Potera per esempio occonere che per il tir'o cli una batteria situata acl un' ala cl.elio sehi<•rarnento, fosse di aiu t o un osservatol"io colloca to sull'ala opposta. L a r ete di comnnicazioni doveva potei· permettere qnC'sto eollegamento eccezionale. Il nume1·0 e Ja posizione degJi osservatol'i, com e si può agevolmente comp1·en dere , dovevano essei-e stabiliti eon grande cm'a . in base acl esigenze tecJ)icl1<> e lattiche non sempre fra cli )oro convei-genti : e 11C'llo stesso tempo gli osservator i stessi doveva no essel'e sistemati con giusto cl'ilerio di economia per c-011segoir e risparrn.i <li pe1·sonale, di colleg:ìmenti <' di sti-umenti. Devesi sop:~inng('re c·h e per completare le poche eventuali laenne clell'impianto gcne1·n)<' dell' osì'-ervazione <l' a rtiglieria, fu ancora necei9sal'io qunlehe YOlta l'im1piego cli speciali pattuglie di osseryaiori , gni<lat,~ cla ufficiali e U1nnHe éli cart <· e <li strumen ti speciali. pnttnglie nJle qnali gii\, si <~ ac·f'emwto più sopra. -
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L.\ SCOPERTA BO f)<DlVIDl:AZ IONR DI~L Br:ltSAGLIO
Nella guenn 191G-1 fu commessa . al Servizio di osservazione la missione di scoprire e di individuare la posizione di uu od obi.eltid da battere, e ,d i segnalai-li agli Uffici del tiro. I n tale continu a im·estig11zionc ll<•) callllpo <li battag1i11 fu <:ostauite ca utela quella di cYital'e finga11no d ell e batterie simulate, pl'edisposte ùal nemico . Il razio11ale rilievo llelle <lfrezione dei punti cli anho elci proietti, specialmente nel periodo di regolazione del til'O, claYa s0Ye11te un ut ile elemento di giudizio per distinguere le bH ttet·ie simnlale da qu elle realmente esistenti. Con la coope1·azio,ne di all.lleno due ossen-a torii, dal tiJievo delle vampe delle Yìnie battei-ic si rinsdnt a determinare l'esat ta loro posizione per intersezione delle cluc Yisnali. I n ter1'elli acciden tati la scoperta era più facile, e ln dct erruiunzione sulln cai·ta , della posizione cl ell' ohl>iett iYo era precisa coll'impiego del p1·ofilato1·e. I111 t err eno pinncgginnle e pieno cli facili nascondigli, i mcz1,i fin qui. me111zi01rn t i n<n1 r iusciva,no sc•mpre ullo sc-oipo : vi sopperirn110 le pnttngli e (li ossei-vazione giù, acccmrnte, ed aurora l'aerostato e l'aeropl.1110. Già riel 191.0 al poligono di Bracciano erano state effeltunte espcri.enze atte a d<~tel'Jl1ina1·e gJi errori medi e massimi che, da trnn pattuglia oppure dalJ'aer osta to, potevaq10 pI'aticame111te veni1'e .conunessi nella scope1·tu della posi,r,ione cli un m10,o obbiettivo e della sua incl ivicluazio11e snlln C'a rta ; e l 'Istr nzione s ul tiro deJl'nrtiglieria cla forte,;zn compendiava i risnltati di tali esperienze in pochi (fa ti JJumerici. i quali pen11ett eY,u10 cli stabilite J' ampiez7,a <leile r.one <li terre110 da battere per co~pfre, con una certa sieur ezza, obhieltivi Jn c·ni posi½ione era sfata detf'rminata con tali mezzi. L'ael'oplao10, poten<lo yofore fin qmisi !l:nlla verticale del bei·· sag-lio, riesci:' ahbai-:tn ll r.H facilrn ent e u scopl'ire Jl.obbiettiYO ed anche a, stn bilirne al,bastanzn bene la posi½io11e su]]a cart:1 del luogo. Rffi<·ace a nsiJiq per la scopel'ta e pe1· fissar<' la posizione d i m10vi obbietti d., f mon o nncorn ·1a fotognrfin. 1a tclefoto grofin, J:t fotograurn1Ptl'in ccl fo1fine la f 011otC'lernelTi:1. delle qun li sarà, detto in seg·uito. -
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OSSEJl.Y.\7.JO~E D.\1.L ..\EREOS'l'ATO FRE:-lATO
W'
* *
P 1·ima. della guerra WJ:::i-18 l'H erosrnto fu abbasta nza a mpiamente illlpiegnto pcl' la l'egolazione. leonicn del tiro e per l' addestranrnnto di uffi<:ia li o servatori. La regolazione tee.mica i-i usci va agernle e precisa pe1· il tii·o a pei-cussio1Je e per le <leviazioni in gitta ta; ma , a c·n nsB delh1 posj,,,iuue ciel pall one (che essendo , iucoJata al teneno è obbligata, e cioè non risipon cle sempre al le miglim-i con<li½ioni di visihi)jtù,), no111 era sempl'e soddisfacente pel' la stim a delle dcYia,doni laterali e ·<lelle altezze di seoppio degli. slu:1p11el : e ciò per Je cluc seg1rnnti pl'in cipali ra gioni: -
per chè Jn ,<'dllta d<'lle dc,inzioni lntl'l';lli YPUC·udo fatta in scor cio, non pernwUe c]i !';tiwarJW eon approssimazion e· "ullicieH tc l'enU tù m<'tTJca; perclJè J'ossern1tore che srn Jl<'lfitc•ro,-raro 11011 e iu gn1do di ,·alutar e la pci1den:>.a del t<'n1mo nnrnti 1' so \Ta tutlo di\'lro al hl' r::;:lglio, e dò spi<'ga 1n rag ioi11· r,<'r l:t ri ualP - fig. 8, - una li l' Yf' corrc-zlone
. ~' ' I
'
'
Fig . • 7 - Grati<·o.
in lliù ap1lortntu nd u11 colpo poco corto <.:onw 1 (Chi' in ll'1-rcno 11ìano an-C'bbe condotto il pun to tl i nrrh·o in C), porc,a coulhrrre nd on colpo 2 e,;ageratamr·nte luugo (caso cklla tT a iet lorln qnns1 paraUe la a lln 1wnde11za dPl terrei10).
P er ovviare a qnesto inconYenientc e pe1· ottencl'c d' aJ tra pa1·te una p1·on ti:c:~i111a regolnzio11e <:lw pernwttesse cli ahl,asRare e di sott1·:1t'l'e l 'neJ'osl Mo II Ile om•sc 1wmichc, Yel'SO il -
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OSSERVAZtOr.~ D:lLL' ..\ ER.J~OS'l'.~TO FREN.\TO
190G in 1111 0 dei Cor•si della .Rcuola e:euttale di til'o da fort ezza fu studiato un intere8santc prnceclimento cli ossen·azione tec.:J1ica clal p11llo01e. elle merita cli essere rnmmentato . Nell'istante in cui l'ae1·osrato ginnge,a a tl nltezz11 utile ùi osserYHzionP , il Ooma11dante clella batteria faceva partii-e, conteruporaueamente, nena. direzione clel bersnglio ccl a distanza prossim a a 1111ella stimnt.i o misurata. due sahe cli due colpi. ciascunu , to11 thlti di ri1·0 clil'fe1·cnti i n gittatn cli 1111 c.:erto 11ume1·0 n (su 1periore :i quattro) cli striscie long-itndinali. del 50 %. l u tntti i Yatii ca!'-i i pnnti cli ani,o clei colpi si. potevano p1'esP11 tcu·e come ~ climcst1·atirnnwnte indic-ato ncl1a fig . SS.
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FiJ!. ,'8 - Gr:i.ti<-o.
L'ossenato1·e Lllll pallone apprew:ant }1cl ocdlio olt.rechè la deYiaz.ione del tiro in dirPzionc. anche l:-i élcYiazio1w in gittata, rispetto al bersnglio, drllu salva riuscita più Yicini1 al bersaglio stes, o, cleYin;;,ione ill1 gittata che egli esprime,·a tome fraz.ione della distHmn T) rfa lui percepita sul terreno frn le clue stesse sah ·e. Tale frazione ,7, cli Dy ,·aluta t ,1 ad occhio, veniva clalFos-
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OSSEllWAZ IONE D.H,L1Afi:REO STA'IO FRE.KATO
servatore indicata c·on 1111·c·spressionp n1111 H•i-irn frn:don aria (per p esempio 1/ 2. 1/ a. 2 / 3, ecc.) e d 1e noi <lic-he1·eu10 cun essendo q p e q due numeri i11tcri r<ild1è d
=
JJ JJ . q
L 'osservatore c:omunica,·a quindi ::illa, battetia rispet tivamente in ognuno dei qnaltro casi considerati : nel caso 1 : Saln · amb<'due cort<' ; SulnL pii1 \'lcina al brrsaglio, <li:-tunte da qu<'!<LO d ella .Cr uzio1w.E...c1dla db,t1111za percepita sul terr eno fJ.
tra le due salve; nel caso 2 : Sah·e awbecln<' lunghe; Sah·a più ,icina al ber,-aglio, cllstunte cla (]U C!-;(o della .rn1:done .E... clella clisn1J17,a r crcèpita sul t<'rreno q tr a le cl ue saJyc; nel caso 3 : Snln1 a ca, allo (ossia 11na longa e l'altra corta rispetto al bersnglio) ; Salnt lunga, pii1 Yicina al hérsaglio, distante da questo della frnzione
J!.... q
<lt•lla dism11za pr r Cl'J)ita. sul terreno
tra le d ne sah-e ; nel caso ,1 : Snh ·e :L cavallo (os~ill u1rn lunga e l'altr a corta ris1)etto al ber sagli o) ; Sa lv11 corta , pi ù Yicina ul ber sap;ll.o, d is ta n te cla questo della fra:d one .E_ <lella dista11za percepita sul terr eno '1 h·a le lh1c salve.
~ eJla pratica le indicazioni ora esposte w ni\'ano semplifica te perchè : -
pcl' eonn•nzione la d ettn d<',·iazion4.? fra zionaria d. rig11ardan t sempre, delle d u<' snh·<', quella c:ìduta più ,·icino al ùl•rsap;lio: per co1n-<'nzionc p ure la rrazi onr r1 i;i rifP1·int alla cli!<~nll7,a D fra le rl11c snh ·e eh,, 1·0:,:x,,n·nl"<W(' npprczza ,·a nd ecrhi o sul trrr1•110;
talchè bastn.ano ]e segnnlazioni : nel caso 1: Saln i c:orte a _E_ .
q
n el caso 2 : SalYe lunghe ,t
L . <J.
ed in ta li ca;.:i J <' 2. la ;.:a Jva 11in ,·iclna nl lwrsagl io era logicamente la snlYa lunga nel caso 1 e la ::alrn corta 1wl <·nso 2:
-
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0S $ ffiV.I.ZI0N0 DAT,L 'AE fff..OS'l',\'fO F RENATO
nC'l ca;;o 3 : Saln• a cm·:11!0 ; ><alva l unga n ~ -, IJ. 11 1!1
ca ,:o J : Snh ·r a c:waUo ; ,:alnt 1·ortn a _E_ . . IJ.
In base a lali inclie.1zi01ii, a i da ti. della saha tinscita più vicina ali'obbieUiYo e1·a fa<·ilc appor tar e la conezione che do veva condnne i colpi suJl' oubiett iYO stesso . Se JJ' è la (limf11sione d<>l1a striseia longitudinale clel !50 %, la couezio1w nllnta ta i u st1·i.scie, nei. c·asi q)recetl e,n te:mente co11side1·at i, vel't'Ù <:os1 stabilita : nel caso 1 : Aume11car(' il da to di tiro in gittata cklln ,;alva r iuscim più vi-
cina al bersaglio, della ()lHllltith nF ...L ; q ,wl caso 2 : D i1D in11 irc il dato dl cjro ili glttata della s ah-a r iusci la più vicina ul bersaglio, di 11F. L ;
q nel ca:;o 3 : Diminuire 'il clato di tiro in gitwt.a della snlv:, riuscita piit vicinu al ber,;agl.io, cli nF . n el ca;;o .J.:AunH•nture
..JL ;
q cli tiro iJ1 g<.'ttata ùèlla ,-:nlnt riuscila [liù vi-
n dato
cina al ber,;ai.:lio di 11F.L
q
.
Il p r ocedimento provato più volte in uno dei Corsi. della Scuola cent1·ale di t ho da fortezza rispose p1·Hticam.e1ntc bene n el enso d1e dopo aw~r appottnto la 01·a acceunata conezion e il til'o t is nltayu ben l'egofato it11 gittata. Si soggi unge che con p1 ote<.li.ruento nnaJogo si pot ern regohn·e il til'o a1Dehc in direzione, sp~ci.almPn Le qmrnclo il pa llone noo e1·a molto clistosto dalla d irettl'ice dcJ til'o. P e1· gi u,1i cnre cl.ella. clevia;,;ione Llterale ::;i ,prcncleYll ,illora come misura {li confronto l' intervallo frn i pnnti cli aniYo della salrn riuscita più Yieiina all' oùbiettivo. Questo inte1·vaJlo conisp oncleva praticamente ben e all'intenallo ti-a i due pez.zi che HYev"no spanii.o questa salva, all orquando Ja loro tlirezione cli tiro fosse sta t a mantennt a esa ttam ente paraJ]eJa . D a ll' ne1·ostnto J·ossen a zi o111e delle altezze di seoppio non 1
-
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è molto esatta per<:hè l'os er Ya tore è ua tmalrn ente C'ondolto ad
appre7,zate - - iig . 87 -
m li aller.ze i n rne110, e doè per esempio
h' :iinvece clell' a lte7,za es,ut a h, e questo eno1·e ùi a ppl'ezzxamento è tanto più sensibile se la distanza di t il"o nou è grande
e se l'altezza del pallone e quel la di scoppio sono <:onsidere,Toli. E ' do,,eroso p erò di soggi n,ngcre che non è difficile apporta re u111 a cor r ezione alla . timn fatta dall'ossel'~·atoi-e. L'aer oplano appl'ezznva, cli. gr·irn lun ga meno esattamente le ::iltexxe di scoppio che 11011 l ' aet-0stato, e perc:iò di solito si rin un ciava ad una ta le slirnn . L 'ae1·opla110 in vece poteYa gi.udical'e con sufficiente esattezzn le devia r.i oni in gittata e la terali, sov1:atut t o se volava Jnngo la direttrice~ del tiro e se i colpi aniva vano sul ter1'<'HO a llorch è esso si tr·ovavn all' incirca sulla ver t ica le dell'obbietti,·o. l'j riò tn,nto meglio se l'ossenatOl'C er a in grado cli. rifetire ad n ua clirnensione nota clel tenen o nelle vicin a nze dell'obbiettivo ·tesso J.'entitù, delle ·<leda1.ioni. L' a e1·ostato e l'ael'opJnow , nella gtH'nn pn .ssa t a l'i snlta rono pel'tanto molto utili: 1) I)er l'osse rn1zio1w tatti<'a. se an•,·ano a bordo un o::<."ern1tor c bt!n prepnr aLo n g-i u cl icarc csnLturnen l(• i r i><ri ltati com11Ies><iYi di una LlHllJOn"ll
di fuoco; 2) ver la scol)<•rta ckgli obbictLid, i;emprc• unito il debito riguardo alle batt<'rie si m ulat e ed n i mn:;clwrnmenti che fo~!<Cro in g-1·a clo cli nascondere l<' vamp<' dei colpi.
Circa il runsc-hen1111en to è a l'ic:or da1'c che esso fu estesamen le irnpieg nlo ;nella, seconda ;metil, dell a g ue1·nL 1915-18. E' i,n t n es a nte cli l'Hlllment a r e che al principio drl 1918, s i era no allest ite lasti·ine di speciale lll.at<'r-ia pell ucicln, le quali poste a vanti all'occhio del1'osser vator e a ltera va no molto sensi bilmen t e Ja c-o)ol'axione rlel m a1,c·heramento rispetto a quella naturale del ter1·e11 0 ch cosU1nte . Altrettanl o intel'essant e è pm·e r ammenta re che i nostri tecni ci se1ppero st1bito tl"oyare speciali colora,':ioHi inlifìch1Ji per i nostl'i maschern mcin ti. col oi-azio11i ehe n on 1·iu1:;dnrno alte1·ate e qnindi non <lis<·ernibili da ossenatol"i avve1·sari dte trag un l'(las!-;ero nttr1werso a las t1·ine nvent i )e su acceunate pr oprietà.
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§
Il
La fo tografia e la telefotografia .
Lo studio del t erreno, cd in genere lntla la docnmentaziollle incre~1te al Servizio di ossenar.i.one, lr<rvò una sorgente ùi nuove risol'se nell' uso de lla fotografia . La mace;hi11a fotografica. nella grande guern1, diYenne prezioso aiuto aJla memoriJ1 deJl' osse1·v:1tore sia terrest re che aereo ed anzi. in t aluni casi ~ostitnì r o.n vantaggio lo stess o osservatore: diede in complesso all'ossen·azione delle possibilità impeinsat e e ronti-ibni nel una i-icchezza e precis ione di risultati che lrnn1110 fatto <li. essa un mer.zo cli gl'andissi.ma import anza. L'uso della macchina fot ografica presso i reparti d'artiglieria non er-a regolamentare, ma numerosi .im.vece, e da tempo, Primo gli uflkiali dell ' Arnrn eh.e per vro·pria cultura professionale e per ragioni ambientnli, er11no ottimi dilettanti in fotografia, co11tim11atori ed emuli dell'artigliere gen. L11igi Pellerano (Vedi fig . ,·o l. VIII. pag . 2922). <le] qnale ancor oggidì si conserYano le prime deUe ilmnllleri e helle fotografie da lui eseguite :fin dal L ~s al campo <li S. 1Iaurizi.o. c:olla S<"uola d' applicazione <l' A1-tigliel'iH e Genio. GJi stnmen ti cli <JUesti dilettanti erano in genere piccole macchine, cli se-arse risor·se ma dotate di disc-reti obbiett ivi. N0111 appen a . a guerra i11iziata, si c1eli!l1earono le difficoltà e le neces~ità dell' o~sen azioue. istintivamente vi si fece ricorso, e ben presto le barncehe <lei r epn.tti .d'artigli eria e gli uffiri cli for tuna <lei Conrn1J1<li eblwro le pnreti 1Hppezzate cli fotog1·a:fie panora1ui.che del t<~rritol'io antistente n el proprio Settore di opernzione. Ri ricorse agli il1g1·a11clime11ti <lei piccoli forma ti ; al1e vedute panoramic])e si ag-giu11sero le clidnsrali.e ricarn te dalla carta t opografica, dn inf01:mazi.rn1i di gente p1:atiC'a d ei luoghi e dalla toponomnstica fantf.1siosa cJ1e fioriva in ogmi. Sett ore per definire minuziosamente il terreno stncliato nei suoi. pnrticolai-i, so1pperendo talvolta alle d€'fici enti inclirar.ioni cl ella Carta con cleno-
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LA FOTOGRAFIA
mirn1zioni nate da rassomiglialllze geoillorfkhe più o meno bislacche, cla aHenimeu1ti, da particohuità locali, dal rieo1·do <li eroi o di eroismi ocl anche <ln pura fa11 tasia . Più tardi n)l e predette denoruinazio,n i si aggiuusero anche nomi co1m~nzio11ali adottati p er r agioni di riser,atezza nelle com unicazioini cli ser\'izio e nelle trasmissioni cli ordini. Così gli schizzi e ]e \'edute pa,noramichc si 1)0po1arono col «Cappuccio di Pulcinella )), col « Cappello da Prete o del Carabin iel'e )): coli '« 8hno di )Iambr ino >>, colla « R ocda delle Frasche )) . col « Sentiero dell'albero morto >>, col « Canalone )), con « La Selletta B attisti>) coll'« Osservatorio Tigre, .Leone>) e tutta In rilnanent( faurna clell a giungla, « Chiom a cli BeJ'einice >> e perfino, per indicare una loca lità maledettamente battuta dalla mitraglia trice nemica, e;ol « Sospiro della Vergine)), e mo)ti altri ancora. E <.:osì la fotogra'fi.a , succedaneo sintetico dello schizzo p anoramko, essendo alla portata anche di chi non sapeva o non :weva tempo o ,pos ihilità, cli disegnare, si prestava allo studio dettaglia lo e sistematico del terremo 11011chè alla sua òocumentazione. I bersagli che l' osservaziollle rilevava si insionrnvnno e prendevano corpo e posizione nel complesso topon omastico, e la piccola fotografi.a , che s'i nchioda,n ·u un montante dell 'ossern1torio o su cli un 'a,ssicell::i (:oJlata 11ell'intersthio di du e sacchetti n terra, richiamava l'a ttenzione dell'osservatore sul bersaglio in{liYidnato con p recisione. Ques t'atti'fità fotog-rnfica clil ettnntistica 1110n fu mai ufficialmen tt> sanziona t a, ma era divennla cos1 diffusa, così normale e sonatutto così utile che non è possibile, per i risnltati che h a dato. passa1')a sotto silenzio. Poichè t ale attività 1·isponcle,a , sia pme i111 mod o non com·p leto , ad nnn vera e sentita neccssitù,, essa era bene Hccetta dai Coma ndi d'ArtigHerin che la incoraggi:wrmo facilitimdone l' e· splicazione, tanto che gli scanzonati e gio,·ani ar tiglieri ·cli prhna Jinea annoveravano scher:wsa memte l a ma cchina foto p:1wrì<·n trn gli arnesi del mestiere anche degli ... imboscati presso i Comandi ! * * * l Tffitialmentc esisteva il SerYizio f.oto gntfi.00 militare, isti tnito fin dal 18!)!5 su proposta <l ell'allora capitan o clel Genio 0
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PJ0).1tERf DlryLJ,.\ $F.ZLON19 FO'l'OGH.\FTCA
1\Iado :Maurizio Mol'is, ma 11011 \'i è chi 11001 veda come sa1·ebbe stato impossibile a siffatta istituzione provvedere oltre che a tutti i suoi impot·tantissimi. compiti, auche al minuto )ayodo cocr1seguente, necessario allo s \'iluppo delle innumerevoli fo10 g1·afie esegni te clai nnmerosissimi dilettanti. Ciò nondimeno il co11tl'ibuto dato dalla, fotografi:1 mi.lita1·e al Servizio cl 'osservazione Ll'::n tiglieria fu cospicuo sia, q ua111 iita ti vamente, ia ecl i11 1uo<lo speciale qunlitativamente. Per ben corn.pre11<lere quale sin stato ques to <:ontributo oceone seguire per qualche ~111110 l'evoluzione cli questa l.mrnca dell'attività. militare ed i.n parlicolare d ella Sezione FoLografica, istituita nel 189G 111la dipendenza cl.ella B1·igata S pecialisti del Genio. Promotore cli questa attività e so:stcni to1·e illumiinato e lungimirante della utilità. dello speciale Sei-vizio fotografico, fu, come si disse, l 'a llora c:lpitano del Genio Mario Maurizio Moris, il quale colla sna tenace volontù, s uper:ll1do ogini ostacolo, talvolta nn<:he a costo di. aterbc amarez7,c, :-;cppc realizzare tali prog1·essi iper cui la FotografLa presso il nost ro Esercito uscì ben ptesto dalla sua modesta veste ,di dilettantismo individua) e, per a-0eguarsi al progl'esso sciern tiftco ecl anzi per 1·aggiungere ultr.riori perfer.ionnmenti nel campo teoi-ieo e Q1el campo tecnico applieativo, 1·iusceudo :.t mettersi in grado ùi stndiare ed apprestare i mezzi pe1· lù soluzione dei problemi militai-i che solo nelle rn.ag-giori possibilitù, della fotogrnfia, d ella telefotografia, della a er eof. otogrammct.l'ia, dell' a ereofotografìa , dcll' a ereotelefotogrnfin, potevano trovar e sod(lisfac-eute soluzione. Erano alle dipen{lemc cleJ :ù'Ioi-is, con vera anima cli apostoli, i tene,11ti del Gemio Ai-tnro iWaliughera e Cesare Tardivo ed il Capotccnico Luigi Motetti. La lh-igHta F-pecialisti, emanazione del 3° Reggim en to Genio, ebbe n::irio syiluppo e l1eu presto si i-affo1·zò con numcr,o si elementi cli Artiglieria . ecl è doYcroso notni-e come, per il sorgere d el S ervizio fotografico, l'.\tma <l.el Genio, Ja dotta Anna sorella , che fino aJl'inizio della grnrn.de g nerr·a nvcva da to all' Artiglieria il p1·optio frate1'110 contl'ibuto JJeJ cnm po deHa forti:ficazione, in <)Uello delle costrur.ioati ccl in quc>llo dei collegamenti, all'i.n<·i1·ec1 cla questa dnta (volendo tl·ascurare l'ap-
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l?IOKiliRl DKLLA SE½IOKE FOTOGRAFICA
porto nella gnerra cl i Libi a) portò il s no conc:orso, e particolarmente per mezzo della Brigata Specialisti., agli. elementi essen ziali dell'Artiglieria stessa e tio(~ all' Osservazione ed al tiro. ·1n modo speeiale l' A1·tiglieria deve essere gnita alla, Lnclo-
Fip:. sg - Mario Ma uri;,,io Mo r i:,;.
m.ita tenacia, al le grandi capa<:ità tecnidie ed organizzati.ve ed al « grainclc amore )) cle l Moris per tutt o quello che egli ha po tuto acq uisire al -perfezionarn.ento dei mezz.i ed all'aumento delle possi bilitù èlel Servizio cl1 o.,8enazio11e .
Verso il lSDO interessava aJlo Stato Maggiore Italiano di avere elemen ti fotografic:i integn.iti.vi. degli studi che dal1e Potenze nostre c.onfiinanti si anelavano compiendo alla frontiera specialmente i.11 fatto di fort ificazioni, e a ll'uopo si rivolse al 36
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PIO':-IIERT Dl~LLA S0ZI0~EJ FOTOGRAFICA
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IJI
Comando del Genio e per e~so all'allora c:api t a,n o J loris elle possedeva in l'caJLù competcnzn e pas ·ione per conispondei-c con successo a tale !Jisogua . L11 Se7,i.011e fotog1·a:fka , costiluitn poco dopo, si pose subito nll'opei-a e con studi, prove e t entntiYi. nuJUcrosi, tipetuti e razioillali fu presto in grado di assolvere i compiti IJ.)refissati. Fu esaminat o quanto di meglio eta stato fatto all"estero nel campo della telefotografia, fu scelto quando di meglio poteva date l'otlicn ,d i allora, e si addi,ennc alla costrnr,ione di 11111 tcleobbfottivo che s upern.va di gran lunga in caratteristiche quanto sino alloni era sta to fatto, tanto che~ la campagna fotogr·afica del J89G diede splendidi risultati ch e nncorn oggi meritano speciale co,nsiderazione. Fu essenzialmente il tenente T ardivo che studiò e d solsc ln·il'laìn temente i problemi del telcobbietlh·o, raggiungendo i ris ulta ti predetti. Ma il Moris no~, fu pago di quanto già otte-
l•'ig. 90 - Tenenti Maliugher e Tardi\·o e i;lg . Moretti.
n uto e $li impegnò u risoh·ere nuovi e più ardui problemi continuando a,<l essere 111hnbiluwo1te seconùnto dal tenente Mnlingher1 dal 'l'ardivo e dal ::Horetti. Spccia lmcnte il t enente T arcli-vo studiò 1111 1rnoyo obbieUiYo capace di porta.re a 100 gli iu1grnndime,n ti, e fonclHto su princip1 del tntto originali, dando così all'Italia l'nssolnto pri-· -
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P!ONU,RI DEl,T ,A SEZ10NE FOTOGRAFI CA
mato nelln tecnica dei tC'lcobbiettiYi di grande portata : iper il Tardivo fu q1ws to un Ye1·0 tl'ionfo cli gc11ialità tecnica e per esso nacque il tcleobbiettivo 1S97.
Xon solo, ma trattan<loi-i cli una completa inve11r.ione ita liana si volle aa1co1·,1 che qnesto telcobbiettivo, eventua lmente ili potenza nnche maggi01·c, fosse fnbhrica1·o in Italia, ecl a)'la sua fabbl'icazionc nltese 1ft Ditta Koritka di Mil ano. I n ta l
Fig. 91 - J,a \Ta l d'Adige (esempi o di panoraU1a fotogrnfico) .
modo la , ezio1n e Fotografica militare disponeva di uno stru~ mento che poteYa considerarsi il pi ù potente istrnmento ottico e.:he esistesse in quel mom ento, capace di ritrarre sulla last ra a ben 10 chilometri di disstaiilza , l'immagine clélln figu ra di UIIl n01no, imma gine {lell'altezza di 8 millimetri. Colla voluta soJl edtucline e con altrettanta precision e fu eosì. possihile di espletare il lavoro desidern to dallo Stato Mag-
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PT01'Ilo:RI DE:LL.\ SEZ IONIJ: FOTOGRAFIC.\
giore e che do,·eva ruirn1Ji1me11tc erYire uella preparazio1w alht guerra sui saci-i rnnfini clella Patl'ia . Con un tipo cli teleobbiettiYo Tnrclh·o (lll~ono eseguile, in diYerse crocie1·c teJefotogPafkhc da mm·e, Je fotogrn:fie di. opere portuali e l'onifìcatorie, ed applicato poi il tekobbiet.tiYo al teoct.oJi te (fototeodolite stU<liato daJl'ing. LHboceetta) si. esegnirono telefotogramme lrie :per rili<'\'i cli fl-oa1 tie1'D, ed u nH sel'ic di panorami mct1·ici per 1n p1·cpaN1zio11e del tiro <l'al'tig-lierh1 dalle nostte Opere cli confine. Al Moretti rhe aveva attframente pa1·tecipato a questo la·votio intenso e gre,·e cli diffiC'oltù, fu dato il1c<1ric:o cli c·reai-e uu labor,Ùorio di 1·ipro<l11zioni l'otomcc<·au,iclw e di ,wti gr,1fiehe pcl' poter rip1·o<lurre i lavori telcfotogrnfìci di olh·c•frollticra
F ig. 92 · Il coutrnfCorte della I>t•tit Tm-rà (e;,;empio tli telefol·og1·afia).
cli un forte 11ume1·0 cli copie e c·oila massima pi-et1s1011e e.li dettagli: ed. il i\101·etti. perft'1.ionando il processo fotocollogra:fico allorn in nso, ,,i tinsr·1 c·osì bene da segnal'c~ una \'Pl'H <·0J1 qnista nelle Al'ti grafiC'he italinne. Immediatamente dopo la gTnnde guena, ln 8<'1.ione fotografìcn ven ne él.e~tiuatn nlla so])pl'essione, e ·però al Moretti va rjconosriuto il merito di e~scrr 1·iusC'ito a cm1servare le r ealizzazioni ottenute da così nobili. fatiche , ap1pog-gfanclosi all' Ac>l'O· nnutira 1 con che ,enne dato . 11lh.' i-io1·e ~vi lnppo ni mezzi Nl ai -
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PIONIERI DELLA SEZIONE FOTOGRAFICA
sistemi ,i1ecessari per corrispondere in pieno alle gl'ancli e ci·e· scenti esige,nze dei sempre <.:resceuti nno,i compiti. Fin dai primi anni di questo secolo) risolti i p1·oblemi tecnici. più complessi, rendendosi eonto che la fotografia -diveniva un elemento indispensabile per il servizio di r icogn izione sul campo, la SezioJ1e fo tografica pl'ese l'fo1i7,iativa e riYolse la sua, attività allo studio clel1a J,'otograiìa tla Campo 1'ealiz7,ando 1m tipo di Cì:lITO·staziu,n e fotografìea cln cnmpo ed ottenendo notevoli risnlta ti negli espcirirneuti 1pra tici con {~sso eseguiti. Anche in questa speciafo iniziativa si rivela l' idea ispira trice -che precorre i tempi, ecl. infatti si è visto come in seguito, nella grande guerra, emergesse Ja necessitù, di. int.1'oclnrre 1H e]]a rkogni1,ione e nelJn ossc>rv::izione la Fotogra:fht cln f'arnpo, q11esto elemento efficadssirno che fec·e ip nllulare, per ini7.iatirn incli.vicl.ualc degli ai-tigliel'i, i rlilettanti fo tografi <·he, sia detto n loro merito, portarono un oontl'ihnto a'J se1'Yi'zio n ~r:rmente csse1rnialc, tanto che nttua]menre, 11ei C01·si deJla Scuola di guerra, colle a) tre discipline militari 6 praticat o l'insegnamemto i(~orico pratico della Fot ografia }lilitare, corn~clato da proYe ecl esercizi spe· rimentali. Iilltanto eol sorgere e <·olFeYohersi dei. nuoYi. rne7,z;i di gncrra, 11110Yi problemi si ,llfaééiaYano metten èlo a {lura prova Ja geniali tà im·entiva e l' attività appassion a ta degli specia li zzati, La stessa lhigata Specia listi orga:ni;r,;,,arn il seni.zio dei ·dil'igihili ed il servi;r,io cfoi IPflJloni ossc~rvatorio : i fotografi. si. misero immecliatamente aJl'ope1'a per do_tare questi me1,zi éli 111! oechio perspicnce cd ncntissirno, e-apnee di 1·itc11ere quwnto ossena to per unn dnr11t::i infinita, ocdli o per eiò clotnto cH una rnem.odu prodigiosa : sorse éosì lo st11élio delìa fotografi a aetea e cle>ll'nr.reofotogrnmmetri.a. La fotogrnfin cl.al paJlorw ehhe snc·f·csso nelle opernzio(lli rignanlnnti la fotog-rnfi11 con ohbiettivi a ·11111µ:n fno<'o, mentre invece coJla telefotogra·fia non fu possibil(~ ottenere ingranai. .. me,11ti. pi ù co11s idereYoli ; <' dò per le grandi difficoltà, opposte dagli elementi nvversi tr::i rni i moyim enti di tras)azione, di rn:iJio e di beeeheggio, di rotazione orizwnt nfo e di · trepidazion e cleHa navicella, e purtroppo Ja te lefotografia nel ing1"anclim enti parti('olnrmente noteyo]i era jl p1'ohlema r he maggior-
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PIONIERI DELLA SEZIONE FOTOGRAFICA
mente si impo11e,·a per il pallone, che solo ulloutammclosi deve e può colla distanza sottrarsi alle offese dell'al'Uglicria nemica sempre crescenti col crescere delle gittate. Il problema dell'aereofotogrammetria ebbe sodclisfacente soluzione per opera specialmente dell'allora lenente del Genio ing. Attilio Ranza che incaricato di tale speciale brnnc'a del servizio ideò a tal fùn e il pa11one autocleformntore che 1·ese possibile e pratico il sollevmneuto di i-ole marchine fotogra:lìchr
Fig. !13 - Teu. lug. Attilio Rnwm.
ai fini ,di rilevamento del terreno . C01n ingegnosi congegni e particolari accorgimenti si eseguirono importa111ti rilievi per conto dei l\fiuisteri dei Lavori P ubblici e della Pubblica Jstru½io11e, oltre a ]avori <l.i carattpre strettamente militare. La perfezione lavorativa della Sezione Fotografica fn tale che; qmunclo nel 1913 l'Italia partecipò ufficialmente al J Congresso Jliternazio1rnle di fotogrammetria im Vienna, hl nostra Mostr a destò J' ammirariione cli tutti i comMtenti per i 01otevo1i risultati conseguiti. e lfde pl'imnto. taggiuuto in quell'epoca ormai lontarH1 venne rievocato e confel'mato nel 5° Congresso In te1·11azionnle di fotog1·ammet.1·ia teaintosi a Roma nel Hl3S. n el di · scorso cli. apertura de] Presidente Dolf rial. Intanto l'aviazio,ne c1opo i primi passi incomineiaYa a libra1·e le sne :ili 11ci C'icli. t'<l il probl ema della fotografia .:ierea
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PIONIERI DELLA. SE.1110)18 FO'rOGll.\FICA
assunse n uovi aspetti: l'occhio rapidissimo ed ..1tnOssimo fornito ai primi mez½i aerei do,·ette iuodificare la ~ua struttura per adattarsi ad altri e più not(•voli sfor½i. Alle esigenze, già pr-eviste numerose, se ne aggiunsero ancora tali e tante da compromettere t utto il giù fatto e fu perciò nece sario <:omin~ ciare ab imi.<1 f1111da111 e ntis . :Sella guerra di Libia , do\'e pe1· Jn pl'ima voJta fecero la loro comparsa gli aeroplani, la filosofia dei ripiegò.i diede trac<:ia al lavoro da es,plicarsi da))a Sezione, e nel 1912 il col. Tardivo, Capo della Sezione F otografica, concretava un tipo di apparecchio ])er aetoplano, elle rispondeva, sh1 pute in modo non perfetto, alle pl'incipali esigenze contingenti. Partendo da questo p1·imo tipo di appai·ecthio il 1'1oretli c-011 moclificazioni all'ottura tore, iu i-eJazioue all a sempi-e ci-es<'ente velocitù. degli aerei, e coin altti ingegnosi l}?el'fezio11amcnti, otLenne un dispositivo fo. tograii.co perfe,.;ionato, solido e d'impiego sicuro che era nello stesso tempo un capoJayoro di semplicità . Devesi pertanto rilevare che in Libia, col materia le già predisposto •pe1' altre atti vitù,, malgrado i ripieghi e talvolta anzi col loro concorso, fu possibile ottenere dei risultati rispondenti alle necessità del momento. Cosi a poco a, poco si andava indirizzando la tecnica, preparando il material e e fOl·m anclo la necessaria esperienza per le .ar,d ue prove che la grande guerra dovc,a richiedere in questo specia le camipo.
Abbiamo seguito ln Sezione Fotografica fino all' entr,1ta in guerra, dell'Italia, e.d ,1bbiamo esamina to quale era stata l'accnr a,t a preparazion e della Sezione, se non in quantità, certamente in qualità.. Già frn -da l tempo cli pare eran o prnnli i materiali per la costitnzione cli •Lliverse squadre .fotografiche e telefotografiche. ecl all'inizio delle ostilità poterono essC're inviati in zona di operazione i seguenti Servizi: · 1) 1 Sezjone Fotografica addetta nl Comando Supt·e!llo coll'inC[l l'ÌCO di s ovraiJ1 tr nder e il tutti i Servizi F otografici mobilitati;
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LA SE ZIO'.'IE FO'l'OGR.\l?JC.\ DET, CO)L\'.'IDO S C PRE)10
2) 2 sq undre teldotogrntic:he con tc•leobbi1c1tiY i cli g r ande por.e nzu ; 3) 2 squadre fotogtl'lfi C'hc munite di obbic>ttiYi e teko!Jhic tti v i di media votemw; ,J) 4 i;q uadre fotogrnficlll' pe r i reparti d el Parco t1·ass1·dlo dt'l Genio;
5) matcriuli e p1.1r;.;onale prr il Senizio '!:'olografico prei;s o 8 S ciioui uer o;<tuti<:h e, e l)('t la coslitt1zio11c> d i altri servizi fotogr nfici di miuotc 11.UJ)Orran za ; G) inolh·e la Direzione Gcneral<' di .\.eromwtica ,;i era. valsa dell'opera clel primo capotccnico ì\Ior<'lt i p<'r ln. <:oslituzion u ùcl S <'tviz io Fot0g r afico cli A ,·iazione pre;:so i Comandi cli G r 11J)110 e <li sqn nckiglia.
Ma dopo avei pron·e(luto alla mobilitazione, restava alla Sezione Fotografic·a cla prMvedere all'arduo compito dei riCor nimenti. di materi.ali, :1lla costruzione degli apparecchi, ed alla. c·onYeniemte i struzi011 e del pel'sonale. Al'cortamenle, prima della dichiara:r,ioDe cli g ncrra , per il matel'iale di co~1sumo fu provveduta una congrua scol'ta, e ,p er i maiel:'i::iJì seusibili. furono inkl'essa t e le Ditte T eusi r Ca ppeJli a pi-ovveclel'si clelle materie prime necessa r ie per esplet:He le richieste ùell' Amministrazione Militare pe1· la p1·esm1t..1 <lurata cli cir<·a t1·e a1J.rni, cosicclt è dul'ante l 'i.ntern syo]girneuto clelJa g1wna fu possibi]e avel'e scmpl'e frcsc·b.i i vart m.iterinli e spedalme,n t<> qncllo più sensilli.le. l 'e1· la cos tru1.ione dc~li .1pparecehi fotog-1·n fi.C'i fu necessario s t ndiare ancora qunlche ulteriore modificazione sovr atutto pl•r render<> gli apparecchi per aYinzi011e pilÌ rispondenti alle nuove cai·ntteristir he cli Yelocità degli ae1·o•pfani, e date le difficoltà di poter f111' l'icorso al f' t-stero s i dOY<~tt<' Hll'uo110 risolvere il problema della fabbl'i<-azion c <fogli ott1m1tori (n 1/ 200") e cl egli obhi t-ttiYi in ltn lin . Il pel·son a]e ve.niva ree;l ntato tl'H i fotogrnu professionisti P l' addestrarne11to, effettuato presso Ja ~<>zione F otog1·a:fica, verteya in pal'tkolan • sulJ o .-pee:iale sen-izio cli g 11 c1·1'n. A]lù :fine della guena il 111mne1·0 dei militai-i fotografi. ammontwra a cfrca 600. Grandi ssim o ec1 pr(·ezio11ahnente 1·cdditizio fn il cont1'ibuto dnto clnlln Fotog-rnfrn Militare : -
ail' ossenazi one terrestre;
cou tribnto
J)a r licolnrruente faYorito dalle
f;ist<'rua;doni sta t iche cb<• em·attcri7.zarnno hl inas.-;inm parte cl(•ll c azioni belliche della grande g ul'trH;
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nllo f;lnclio cl<'l t0rre110 colla f oto~i-ammetda npplicata in 7.0n<' clove
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56, -
JL SRRVJZ(O FOTOGR.\1-'lCO :.11I.l'l'ARF.
meno complet o era ,;tuto lo studio topogr afico e dove la pr ee.isa illdividuaz.ioue d i baLLerie, cli osserva tor:ì, di stazioni fo1ioteleml?triche e di capisaldi richiedeva ;,;crupolosi controlli. C.t uesta attivirà ·aella Focog1:ai'ia Militar e J'. u espl icata ,;pccinlmen te in se;;vizio dféll'artiglier ia, e do\·e fu vossibil.e anche per det er 1IJ1mtr e tr igonometricamen te le posizioui del rnimico; - allo n ud io del tcirrl:'no e degli obbic-:ttivi colla fotografin (? colla lelcfotografìa, e freq m?ll tt!ID('nte alla indi.viduaziou e dei her s(Jgli; - al rHie1:.o : ddle l.inee e ddle posta zioni nemichE·, d<'lla estensione e della co11sisten:m dei reticolati e delle ilifesc accessode, d i n uoYe stTadc, di s entier.i, di crutturl e cli l.ine.e cli arroccamento, riusceudo a dare la prccis,t indicazione del proced12r e dei lavori di d.ifes,L e <li nppr,stamento, colla so1Tappo;;izione o col confronto cìi fologr afle pn°se dallo stesso pun to in epoche successive; - alla docuuwntazione (li tutte le \·arie attività nemiche, q oali potevano es:;cr(~ spia le dagli osservatori , dei m ovimenti di carreggi, della costit uzione cli ùepo,;;iti, dei movimen t i d i tntppa, dell'eswvnzionc di caYcrne, degli amrrwssamen ti d i for?.P, ddl'atrivitii. negli ,;;cali f erroy iari, ùella ces tTLlZione di ponti ed op(-:re él'anro. elci traini di nrtiglif•ria pesanti, <'Cc.
S11l1H. ossen azio11(~ a Yista, c1uestu docmne11tuzione aveva 7
il vantaggio cli mettePe sott'occ:hio dei. Comanclanti i riferimenti
<li. località. A t utte queste v,nie forme di cstrinsecnziooie strettamente bellica, il Servizio fo tografi co dovette aggiungere un'ulna forma d i attività rivolta a :Cavoi-c <1ella pl'opagancla che; pressochè mancante all' inizio della guerra, ìJssnnse poi verso JR fine un cnnsidevolc sviluppo. I rilievi e le documentazioni doveva no poi essere riprodotti in gran n mne1·0 !li copie per ln distribuzione ai Comandi i,n te~ ressati, ed è ovvio che tanto maggiore poteva. essere la diffusione e tanto maggfore ri11sci.n1 il rendi.mento cleJl'opera fotografica. Un nltro vantaggio che il riltcvo <klPosserva zione fotogra1ka il mez;,,o dell'obbiettiYo aveva sull'osservazione a vista consisteva nel fotto che l'obbi.ettivo porta la sun attenzione e.011tem1poraineamente su tutti gli elementi visibili sen½a l nsciai·si sfuggire nu]Ja.~ nssoh1tarnente n ulla di qn nnt o è colpito dalla luce, e ciò anche nei più minuti particol ari, cosa, che è assolutamente impossibil<~ all' oechio _u mano, specialmente a distanza, anehc se, c01i1.e aYYienc nell'osservazione terrestre, esso ba a -
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LA !0 0TOGR,Ul ?-JETRIA
disposizione con una e:e1·ta ]argbezza il fattore tempo, fatt o1e che manca in moclo pl'es ochè eompleto nell'ossc1Tazion e aerc'a. L'obbiettiYo ed il teleobbi.ettivo fotogrnfid ha~mo permesso al1'osscn·azione si ter1·estrc ehc aerea, e speciahnente a qucst' nltima, di p11ssure 11 ) cli. ]1ì delle barriere inibite alla. potenza deH'occhio, di superare le leggi <lelln ,propagazione luminosa l'Pttilinea e di nnni.entnre gli. ost acoli, noOl solo, ,ma oggi colla utilir.znzionc dei raggi in frarossi. per cui è d ato cli poter scrntare attr.werso alle brume e ;-edere e docnmentare ciò che ,nessun occhio nmano. ncss111n potentissimo telescopio, nes::-1111 mezr,o aereo o terrestre potrebbero percepire nè da lontano. nè cln Yic:ino. l'ossern1:dnne ha assu nto sempre maggiori e più estese pos.·ibi ]ità. Ristù tati più c·ospkui si ottenn ero Llalln tc]efotografì.a ch e, sperialmcntP i11 montagn n. (l.iccle pregevolissimi 1.'isu lta.ti. Abbiamo r.osì passato in 1'a~seg-n11 t ntti i wezzi di osservazio11e ottic:1 impieµ;ati clnrante fa g:u err,1.
§
III
La foto g rammetria.
:Nella g11e1Ta 191.~-18 pel' merito cli alcuni scienziati. richia nrnti ili ser vizio quali ufficiali di c:omplemcnto, fu stndiata lasco1w rta di obbieLtivi per mezzo clelJa fotogrammetri.a. Con due macchine fotografiche identiche si esegui. cono ]e fotografie della zona di terreno che interessa, piazzando ]e macchi111e i.n due punti diversi. esattamente noti per posir.iotne p]nnimetric::i e per quota, disponendole coll'asse ottko in direzione ben d eterminata, con·e orrente sulla zo11a considcl'ata. Con le fotografie eseguite dai predetti d ne pnnt i si può opcr:we ]a così detta« restituzione>> della zona di t erreno i n esame, col disegno pl animetrico in scala delln zona stessa, e col valore delln quota di ogni sin go]o punto. -
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L .\ FOTOGRA:IDlE'fRU
I mezzi atti ad effellnnte la predetta« J'ei:;rituzione >> potenwo essere sia que'ili grafico-numerici propri ù<~llu fotogrmmnctria te1·. restre classica,, sia quelli. ottico-meccanic:i p t·opri della stereofotogtammetrin. P er i [)rimi e cioè l)er i mer.zi gl'afico-numerici nnchc noi it11lhu1i el'avamo in possesso cl ella tecnica e degli appa eati tncce:sari, e ciò per merito degli stucli e {1elle realizzazioni effettuate già. da tempo daJJ 'ing. Pio Pn.ganin i clel uostro Istituto Geografico Militare. I mezzi st~reofotogranuuetric.i, costit1Liti nel periodo della guerra 191=->-1 esclnsiv11mente dai fotoleodoJiti e dallo stereo -autografo Orel Zeiss, era1Jo soltflnto iin possesso clel nemico. 1 mezzi g1•afi.co-11umeri<:i (metodo Paganini) c:onsiste\·ano essenzialmente nel ricaYare clai d ue fotogrammi, effet tuati dni du e punti di posi?:ione nota, le direzioni delle e,oppie di visuali conconenli nello stesso punto da rileYal'e, e di effettuare dette interse:doini in una eonveni<'1J1te scala sopra. una tavoletta. da disegno, calcola ndo quindi la quota di o~ni singolo punto in funr.io11e della distanza orizzontale, ormai nota, e dell'angolo di sito, sempre rir.avato dai fotogrammi. P er ottenc•1·0. le direzioni delle ns1rn li dei singoli pmtti t- necessario misurare orclinatn ed ascissa de])e corrispondenti i.mmRgini rispetto ad un sistema cli assi ti:acciaU nel fotogramma (ombre di fili in croce tesi nel telaio della camera in prossi mità della supel'ficic sensibile) '.PCr i) cui centro passa l'asse ottico. La lnnghezza focale fissa (distanza principale della, prospettiva) è ovviamente elemento necessario per ricav.n re dalle coordfatate suddette, mediante soluzione cli sempli ci tria,ngoli rettangoli, le dil'ezioni richieste. Condizioni essenzinli per 01011. complicare i calcoli è l'orizzontalità. dell' asse di presa (asse ottico) e di conseguenza la verti.ca.Jità della, lastra. I mez1,i ottico-meccanici della stereofotog-rammefria sono tutt'ora fond::tti snl medesimo principio (intc~rsezione in avan ti delle visuali omologhe) . Il compito della identificazione sui due fotogrammi delle immagi ni di 1mo stesso punto è fn.d litat.o dalla visione stereoscopica . I nfatti ,ogni occhio cl.ell'opC'ratore guarda un fotogramma -
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L~ FOTùGR.\)L\fETRI.I.
snl quale si sposta un imlice di collimazione. I due indici si fon<lono Yirtualmeute in una marca ruobiJe nello spazio. La sensazione di contatto deJla marca sul plastico ,irtuale del tetreno garanti ce con g1·ancle p1·ecisionc Jn doippia iùcntificazione (collimazione) deJle i mmagini conispondenti ad uno stesso punto. I mo,imeuti relatiYi fra marche e fotogrammi (corrispondenti aDe misure delle coordimate x, y dei metodi graiiconumerici) si traducono di.l'ettamente in dit-ezi011i azimutali matel'ializzate da righe <li 11ccjaio la rni intersezione su un perno mobile in piano secondo X Y, de:finisce il punto del terreno volta a Yolta collimato. Detto perno è coc11uesso al lapis che può cosi t1·acc:iare direttamente il rilie'\O. Cna teJ"~a tiga, materializzando il sito, definisce la quota . D ata la limitazione delle suddette applicazioni alle foto grafie prese da terra e quincli aDe clifficoltà con11esse alla visibilità degli obbiettivi miJitai·i da l'iJernre. situnti in zo11a av,·ersaria e qui,ndi freq1rnntementc defil ati, l' applicazione sia dei vecchi metodi gra:fico-numel'ici, cbe ,d ei più recrnti stereofotogrammctrici fn assaj sporadica e assuinse piuttosto l'aspetto di esperienza che di efl:etti,a utilizzazione. Soltanto la fotografia aerea auebbe ipo111to d.n<·erc gli ostacoli del defiJamento, ma i metodi aereofotogtamrnetrici erano allora appena allo studio. Ri ebbero è ,·ero note,·olissime applicazioni delle fotografie aeree oltre che a scopo informativo, anc:he a scopo metrico, ma esse si l'idussero praticamente ad un riporlo a scala, dei pai'ticolal'i 1·ica vat i dalle fotogra:fi.e (postazioni cli a1"tiglie1·i.a, trincei-ameuti ,ree. eC'c.) snJl,, cai-te e. istenti facend o ricorso alfa similitudime fra fotografia aerea e planimetria, tanto è ...-e1·0 ehe le fotog1·afie aeree eseguite con l'asse approssimatin1mc11te ,erti<:ale si chiaurn rono e si (·hiamano tutt ·ora. « fotopla11imetrie ». Vuso di proiettod no1·mali o di c·aruere chiare consentiYn l'inquadrameuto òei nuoYi par·ti,·olm·i sulla cai·ta. esistente e.on snfficic.ute precisione. Naturalmente nou si può parlare con ciò cli fotogrammetria . $i ei-a allora all'i,nizio dello studio pc1· J'ntilizzazio11e dei fotogrammi ac1·ei in H[)positi 1·estitnt0I'i. e le prime i-ealiz;1,azion.i -
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LA F OTOGHAll l l\lE'.fRIA
fur,ono fatte dal te<lesco Hergershoff utilizzando fotogrnmmi obliqui. Gli apparati relati.vi avevano qnakhe rassomiglianza con lo stereo-autografo Orel Zeiss. 11 problema nuovo e di maggior difficoltà era il risalire dall a posizione spar,iale cd angol are assunta da.Ile camere di presa neU'istante in cui era avvenuta cia.scunrn fotografia . La rieerta, necessariamente a po8ter·iori) dei valori di posiziorn~, tre sptrniali (X Y Z) e trr angolari (sito direzione -cleffasse di presa, sbandamento del fotogramma) for marono oggetto ,d i vari studi e .sòlnzio.ni.. Generalmente la soluzione del problema presupponeva la conoscenza di Ull1 minimo di 3 punti deJ terreno di ,nota posizione nel campo di ciascuna presa,.
F ig . 94 - Iug. ~ rmenegilclo Sautoui.
In Italia l'ing·. Rrmenegiltlo Santoni, tenente osservatore d'aeroplano durante la guerr a rn15 ..1s, ha ideato filll. dal 1918 un meto.do nel quale, facendo ricorso all' imm agine del sole, oppor, -
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.APrARECCII[ :-010D. $.\~TONI
tunamente uonomen·ata per via fotografi ca, i punti del terreno possono essere r iclotli a d ue men ti-e la cletermiuazione -del punto cli p1·esa viene efiettuata <.; On maggfot p1·ecisioue . Il me todo si presta inoltre per efiett uare il e;osidetto « coocfltcname1Jlo )) cli pi.ù fotogrnmmi (triangolazio11e a catenn) medin nte il quule, utilizzaij1clo una serie tli fotografie eseguite ad intetvalli di tempo dnrante il YOlo delL1erophrno e r icoprentesi per circa il GO%, s i può pal'tire da dne soli. p nnti del terreno di posizione nota situati nel C'ampo della prim.i coippia di fotog,·ammi c<l effettuare successivaruente Ja determinazione dei pnnti di presa di tutta la serie trasfe1·c>11<lo Yi.a yj n la po:;izione no La a coppie cli pun ti compl'esi nella zona <li. 1l'ip lic-e son-apposizione clei ·uC'ccssivi cnmpi di presa. Il uietoclo fi,11 clni. primi espe1·i111e111"i -climosL1·ò le qu11lità di pl'cci; ione cle1·inrnti clall::i sua im.:p ostazione. Natnrnlmcntc la complessità. del p1·obleurn uie limitò clapp1·ima le p1·atiche applicazioni finchè i snccc~$id c:011Hnu i studi ed espel"inwnti effett uali dal Rnntoni. f':j)eeiaJmente presf':O l' JstHuto' G~ogra G.co l\[ilitare, n on co11(l11f':scto nlla rP:t 1izza1,io,ne cli clìsposiU-d atti a snellire le OJJernr.ioni ili cnkolo so:-;til ne,Jl(loJe :fin <"11c possibik con riso · lnzioui meccaniche. Gli esperimenti effettuati n el J926 e nel 1!)30 con p1·0C'ecli· menti m1merici! ed infìll c le prntkhe applic-azioni del 1!)38 con pl'oceclimeinti semo)li:fica ti 11ei rile-n1m enti in Libia. e nel 1939 in Etiopia hamw dimostrato cli p oter ug·gi cont a 1·e s u un mc•todo eh<' consente cl.i Yincere rapidamente distn nzc fra punti noti del terrt>no ch<' possono rngginngere perfilrn 100 krn. e ciò mediante · operazioni che possono compie1'si assai rapicfamente e quindi tali dn pote1· ttOYare nppliC'azione amchc in gu erra pel' l a triangolazione neeeRRa1·if-l all'impiego dell'al'tigliel'ia. Oli. appareu·hi ~antoni ,posso110 inoltre consent il'e di pffettnm·e iJ « com·atenmnento » di fotog1·ammi su ccessiYi nnche in difetto <leJJa l)l'esa sohne, naturalmen t e con minor precisione e qui1ncl i J)f!r tragitti più brevi. E sperimenti pffettnati in tale senso con apparecchi restitutol'i da cam po (Sl·ereosimplex) lHmn o climosil·ato di p oter effethrnre nel giro cli poche ore l a dete1·minnzio11e di alcnne dieeine di punti sn una superficie di circa 50 km. q11adrati in ter-
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LO STEmP.OCAR'l'OC R,WO SAKTO~t MOD . III
Fig. 95 · Stercocartogrnfo Santoni mo,l. TH (rostruìto dalle OOìt"luc Galilei,) .
riiorio I)l'esuuto nvversari o. Con un tempo 1tlte1·iorc. sempre nssni limitato, si pn ò effettuare il Yel'O e p1·oprio ril evn mento cHr~ t ogl'afi.co de)] a stessa zona .
§ IV
La fo notelemetria
All'ossel'\'c1zione cl' nrtiglieria terresn c ed :1 que)Ja aetea, nel gi11gno 191G si aggiunse in Yalido a nsilio il scnizio fonotele~ metrico. Già fin dall'inizio della guerra l 'on. ing. Paolo Bignami, Deputato al Parlamento nnzi0tna le e S0ttosegreta1·io di. Stato ~
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L.\ F OKO'fELE)lF.'fH l..\
nlle Armi e ~Iunir,io,11i, 11vc,·a intuito ed id eato lo s\'ih1ppo di nuoYi. m er,r,i pe1· fare brec:cia sn quelle difese, su quegli sl·he1·rui. e . u que~li ostacoli che ogni giorno d iventa va~10 più inviolabili e più perfetti per occultare le ma . e e le posizioni ancrsarie . Nella i11divid11azionc delle bailerie aYYersal'ie, come giù. si è Yisto pinlarnlo dell'osscrvar,ione, ebbe g rande posto il riliern della vampa e perciò fu <la cia scun bellige1·ante S\'Olta special e c111·a pel' sottrarre le bocche da fuoco a tale i111dngi11e, ricone1Jdo all'uopo a masrherarnenti., a .. celta di. posizioui de.filate, a sospensione dei til'i nelle ore r1·e1pnscol:ui e mottnrne, ed all'uso di fumogeni in queste stesse ore allorchtì 1wcessità, inderoga bili li imponevano : i tiri ,enivano pe1-taut~ C'SCg'Uiti di prcfel'enza, pre··
Pìg.
!)(; •
Paolo Hignnmi. Pietro c,u·cl:rni. Anloui o GaL·has:-o.
Yi o aggiustamento, 11ei p<>ri ocli di fo chia e cli nebbia, me,11tre cLilira p111·1'e si rkoncvu a siste1m1zione di oppot·t11ni l'ipnri copr i,arnpa, a fc1·itoie e acl al1Ti nccorgimenti var'i. Ri tentò pure cli agire suJJll tomposizi one (·himie.i degli esplo~ivi JJer dilninui.re l'f,, ntità clel fenonwno luminoso cfolla vampa , senzn peraltro ottenere i11 tn le C'ampo risultati tl'op:po sC'nsi bili, e eiò perchè il p1·oblenrn p1:esent:rrn gTn vi diffi coJtù, e soltanto 01·11 pare possa avYi111·si ad mm sol11½iOQ1e 1·a<.litale g1·azie ._1gli studi effcttnati nel c:ìmpo tlelJn halistirn interna <l11J col. Umberto Dorelli. Nonost:rnt<' tutte qtwsl<~ pronicle.mze e sovratutto per il con iinno p erf ezionnt·s i (lel mM<'h<'t·Hmento, anmentaYano Je diffi.colt;ì, g'ÌèÌ, g rnncli. d<•ll'oF:sennzimw. P11 cc:n ge11ial e intuito, che -
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I? IONJER I DELLA FOK O'.fELl':M E'IRIA
l' ing. Bigu,1 mi pr opose e i,ropugnò l'c1pplkazione <.lei sistemi fo. not<'leruetrici. Per la parte teorica ed nppJicath-a, CC"C'orre ricorda r e con Lui, anche i professo ri Pietro Cardani, An tonio Garbasso e Francesco Severi. 1 risnltati ottcn n li fUl' ouo qu a li la competenza tecnica dell'ing. Bignami, uniti alla sna pti's sione di artiglier e, si ri,pro-
Fig. 97 - l'rof. F rilllc·esro Severi.
mettcva,no. n <· ontt·ibuto porrn to dalle app lf razioni fonotelemetrithc all'o. se1·rnzione d'm·tig'lieria fu <'Ospicno a nche perchè, c·orn<' è fa c·i le c-ornpl.'enclerc'. si E·st<•se s ubito al di là del campo strcl.tamenfo intigli ere8<: 0 Ono eJHt'O i limiti <lcll o ser,·nzione strategica. ~i rh·elò un compl<1 mento ntili simo all'ossei·vazi one ed in va r·i C'asi g-iwnse a sostilnirlit èlel tntto con risultaLi. positivi (1). (1) Da. un co11trollo fol·ografì co e f"f\:-lllla t o tln l (·o rna ndo d' Artigli0ri:l tlrlla '.I.• Armata (ago:-:to-setr< mbn• HllR) risultò e h<' su 10:2 boeche lla fuoco ncccrt.atc
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PIONlERI DELLA l•'ONOTt.'LEMETRIA
Quautunque per 1rnmel'o e per ruezzi questo sernz10 fonotelemctrico non sia sluto sviluppato estesamente come sa1·cbhc sta to utile e m.ecessal'io, esso diede un aplPorto così efficace alla estrinseca;-.ione dell'azione dell'artiglieria sicchè è opportuuo sofferm arsi ra pidamente sulle s ue car atteristiche tecniche, rimandando chi meglio volesse approfondire la questione alla Istruzi on e s ul servizio fonoteleJ.Uetrico compilata a cura del Comando Snp1·emo ell alle monografi e apparse i111 tale epoca . L' argomento venne r ipreso a guerra :finita s ulJa R!iri;-is'lli d) Artiglie,,ia e Ge111io specialmente per opera del colon. d' Artiglieria Gustavo Secco ecl ebbe i1n seguit o più perfette aplPlicazioui specialmente in Italia per gli studi e le 1·ealizzazioni dell'ing-. Enicsto ) l on lù . con fotogr afie, il 50 % circa cm stato già segnalato dalle Sczioui fonotelemetriehc (in numero dj 3) cbe agivano sulla. fro11te deU'Arma.ta, mentre la segnaJaziouc delle nltr c si doveva ad osser vatori LCl.Tes trl ed ae1·~i, a de}los izlolli dl disertori e ili p1·igi01Jici·i. Dn. un controllo eseguito s ul terreno su t utto il fT011lc dal!' .AltiS$imo alla foce clel Piave nel 11ovem bre 1918, per il tratto dl corupctenza dcll'S• Atmatù (con G Se-Lloni) risultò l'esatto risco11tro per 1'88 % dc>Jlc JlOStl\7.ioni segnalate ; dal rimanente 12 % scg11alato e non r ìscontrato oC<'orre ded11rr0 le cvcutualì bocche da fuoco elle venner o spostate dopo il r ilie\·o fonoteleJ.Jll'trico :senza lasciare n·accia, ed attribulre la r<'stant<' cliJiercnza nd er r ori gro:-;solani nelle misure. li.fa già n<'l prccccleJ1tc a uno Hl17 i rlstùt:.i Ll s i eruJ10 manifestati più cbe socl<lisfac<'n ti. lD' .intci·cssan t e ln prol)osilo la seguent e Cii:eolai:c dd la 3a. Ar mata i1 1 data li:> gennaio 1018 riguardan te il S<'r,izlo fonotclcmetrico : Gli accertamenti di batterie nemicbe che di mano in rua no è possibile comJiicre per mezzo drlla fotografi a èliL aerei, si rlfor ii,cono n<'lla mag;.:ior parre dC'i casi a s<'gnalnzioni delle Sezioni fonotel<'metric-he la c ui atti\·ità, nl'l te1Tcno ove si ~volge att nallllC'J1t<' la nostra lotta, cleYe ritenersi veramente vrc•gevole. Occorre pertanto provvedere :i garentire la continuità e t egolilt'ità cli la.vor o, proc1mmdo di ev1ti1re, J>l'r quanto si può. alle cabine fonotelt'metrJche ogui spo:<tamento che non risulti SLTettamen te incl ìspcnsal1ik <', jn og11'ì cn~o, ptocrn·ando cli non t urbare il r cgolun • funzionamento del Serv1zio. P regasi per cjò impartire dis posjzionl allo scopo di ottènt•rc cb1• cl ulle Au toritil. competen ti si agevoli In ognì modo l'occnpazionc dei pochi locali occ•orrent i all'impianto dC'lle cabine fonot<'l<'metrichc; cbe l'uso di detti locali sia stabilmente clcvolnto alle cabi ne ora tll-tte ; che ne lle immed iate vi C'inanze clelln cabine stesse sia vietato ogni r umore e i,;chiamu1<..zo elle posl"a compromettere la r iC<.'?:ione del suono.
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ONDA DI
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fJ Oì\P.\. IIALISTICA
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1'Jrue.«to ?lloutù. ,:f •::-
La deflagrazione prodotta in uM1 bo('CH da fuoco non è, a tutto rig·ore. nrn fenomeno i~tanta,n co. 11è uel sno sYolgersi si rnarnifcsta ugualmente rnmo1·oso 11eì tempo. Ma se noi. conside1·iamo il momento in cui all't1scil'e èlel proietto ,clf:llla bocca da fuoco. i gas generati dalla c·aricn in fnse c~pnnsi>'a 111-tano le molecole delh1rin . possiamo p1·aticm:nente ritenere il fenomeno come istain taneo. P er semplicità di ragio11ame11to rrrnn accennereruo qui a distim~io1ne tra C\ onda cli bocca )) ecl « onda balistica )). Pe1· noi h1 questo momento riteniamo che la ,olata deUa bocca da fuoco c:ostih1isce il <:cHtro i:.ono1·G di nn·onda sferica che si propaga con uotn YelocHà. ÌIPOleticnrnente iJ1 tntte le direzioni , e<l il cni rngg'io è fun,r,ioue delln velocità del s no1110 e del tempo : l'
= , . t.
L' intersezione delfa . fern di 01nde so11ol'e coll'orizzonte della bocca d a fuoco nei vari istnnti successhi. snr:'L sempre rappresentata da nna seri e cli ce1·ch i tonccntl'i<:i col cen tro all'origine ile]
S1l0J10
fiµ;. !J!). -
579 -
SOLU ZlOKe DEL JJROBT,F:)1.\ FOìXOTELEMETRTCO
Ogni cel'chio costituisce il luogo geometl'ico dei punti co]piti dall'onda sonota in un determinnto istnnte ; e reciprocamente, se più punti nel piano d'ori1,-zonte p('rccpiscono il suono
_,
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Fig,. !)9 - Gra 6c:o.
nello stesso istante t'. essi si troveranno sn.llo stesso c·er-chio che ha. per r nggio r' = vt' . Se sul cetchio si trovano tre o più pm;ti cli auscul1.azioue, supposto non conosciuto il centro di em iss ionc, riesce facile cletermi1uarlo come centro della citconfcr enza, i11didduata dni tre o più IPOSti ,di auscultazione 1, 2, 3, ... considerati come punti geonietrici. Ma il caso che le ti-e stnzioa1i ·di ascolto ptecepiscano i.l suono nello stesso istante, Ri pnò considerare, 1ne1Ja pratica C'ome caso eccezionale : normalmente le stnzioni di ascolto installale percepiscono una medesima onda sonora ~n tempi èliversi. Sia To l'istante in cui il Ruono è stato emesso dal centro i:;o noro B di cui si vuole determinare J'·obica1.iorne; siano ti, t~. t3.... gli istanti in rui l' oncln sonol'n giunge l'ispettinnncnte nei punti -
580 -
sou: z10rm DEL PROBL~~..\ FO:-;OTELF.hlE'TRTCO
1, 2, 3, ..: Il 1•aggio del cerchio, i11t er·se,..,io11e ùell' on cla, sferica col pia110 d'oriz;1,onte che p nssa p er 1 nelVis t a nte t1, s arà : 1·,
=
v(t1 - 'l'o),
F etma r cslan<.lo natmalmonte l 'ipotesi ehe i punti 1, 2., 3, ... si tro, ino snl pia,Jl o cl'ol'izzontc, i r aggi dei <.:er chi a naloghi p assanti per 2, 0, ecc ... . saranno rispetti r.amente negli ista nti t2, t3 ... 1'2 = V (t2 - 'l'o); fa = ·,, (ta - T o) ; ... in cui rima11e sempre In notazione aùott~ttl ,pet· la Yelocità. del suono. Facendo ora 1n cliffere(llza (l ) fra il raggio d el cer chio pa ssante in 1 e q uello del cerchio p ns a nte in 2, .·ottraendo ID<'ID bro a memb1·,o le p 1·eùette espressioni si ha : 1'1 -
1'2
=Y
(t, - t!)
e ann) ogamente per la scc·oncla e la t<!rza : l~2 -
l'3
=
Y (t2 -
t 3),
e queste clne eg uaglim1;1,e p ossono esprimei· i eon : l'2 -
I's
=
Ù
do...-e a e b ·ono dne costa nti. l\fa queste dne ultime equa7,io11i sono le eq11az.ioni di due iperboli delle quali la p1·ima ha fuoc hi in 1 e 2, e l'asse lrasvel'so egnale ad n, la seconda ha i fnochi in 2 e 3 e J'asse trasverso t'gnalc a b.
P et la
Sl PS!'!él
clefi nizione di ipN bole, i rami ctella prim a :su-
1·anno il luogo geometrico dei centri ]3 ·1e eni cl1sta nze da 1 e da ~ a hbiu rno cl i tfe1euza coi,;taute ecl egnale a cl a= y (t1 - t2), e prec:"i samente il centro sono1·0 rkercato si t 1•overà i:.nl ramo dc•lla p rimc1 iperbole, chilla pm•tp d<•l fnoco a l quale il s uono è giunto i n mi11ore tem.po (stazion e d'a::wolto 1,iù \'Ì<'Ì11a al t entro di ernis(1) Queste <lil!e ren:w i,os:sono rapp1·1·~e n t ar:<i gr aficamcntt• fa cendo ceutro in a...... e ttfl<'c inll(lo cla ogni v unto il t:t•rcllio tnngl' n tc a cia,.:cuno cl<'i cerchi cli ral!gio r 1• 1·2 • r 3 , .. ... n ota ndo <li pa,:saggio 1' p er In I.IlÌgliol'<' compr en;sione di quanlo l'SI)OSlo in seg uilo, che i p r imi cer chi disegnati cost.ilnlscono a loro volla il lnogo g<'ometrico clei pnnti e q11illii:i tanti r ispc ttlvn.mcntc dol punto di sta1.lone 1, 2, a, ..... , <' fisic.1mmte. Il luogo dei p nntl da i quali H s uon o arriva in eguale tem1)0 ai risp<'ttiY) cc11tri (pun ti ùi stazionc-) . c iascun o dc>i pun t i 1. Z.
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581 -
SOLUZIONE DEL PROBLEM:.~ ll'ONOl'WLiiJME'l'RICO
&ione) . I l'ami della seconda iper boìe sau:m no il l nogo geometrico dei centri B le cui distaiw;c ch1 ·2 e da ~ abbiano cliffe1·e11Za cost nnte ed egtrnle a b = v (t2- t1), e p1·c<:isnnl<'ntc il centro !',;On oro r icercato si troverà sul ramo della seconda ip<'rbole dalla [)Arte del fuoco al qun le il s irnno è giunt o in minor tempo. E ' chiaro che punto d'intersezione cll:'i du e 1·ami cli iperbole ora precisati, individua il ce11t1·0 son or-o d<>ll'onda. 1·ieercata, ed i segni di a e cli b stabiliranno i rami delle ipet'hol i sn c·ui esso
n
dovrà. tròvarsi. RicOl'dat o il principio teorico ,Yet1inmo i principt applicali 11elfa pratica (1).
'l'e11i.arno pl'<'NeHte uu' ipel'lio le 1rac:ciata coi fuoC'hi in 1 e iu 2. Gli asinto Li (l i qnesta ipc'rbole passeranno pel' il p nnto di mezzo (centro d e1l'i.pe1:1Jole) clelln tlìstnnzn foc ale ossia clel segmento l.2 e, pe1· le ptopl'ietù geowetrithe <lc1111 cn1:n1, 1'anmn<) colla. perpendicolare a tale segmento (asse clelripprbole) un an-
golo y pe1· il q na le sen y
=
T~ .
(fig. lOOJ .
Re i1 ptmto H (éentro sono1·0 clell' ou da), d 1e i troya su cli un 1·amo dell'iperbole. è n distanza sufficientemente p;raucle dal centi·o dell 'iperbole, si pnò senz·a1tro sostitnire l' asintoto . (·olle sue note proprietà geomelri<: he, nJla eong-iungente i I pun to B col centro dell'iperbole stessa. I'ra ticamentt> ch iamato « base fonotelcmetri<:a )) il segmento 1.2 si ammetteYa questa s ostituzione quando la disbmzn tta il punto B ecl il centro dell'iperbole fosse a lmen o cinque ,·olte la.
(1) I r1rincìpt cnuucini:ì si r ifer:iscono al 111·obkum (ono1drnieh·ico nel piano. SI dimostra ch e tali prinrJpi vossono esset·e upvlicati nella pr atica corrente quando si ,<>rifichino determinate coJ1di1,ioni [)er c ni s i po;.:i::nno r it<•nen• 1mttic11mente cquivnkn tl : la dhstarw,a Ol'izzonu1le, la. dist:1111,a obbiettiva rd il r,ercorso fonico. Quando il ter1:eno ri.sultava accidcntnto o wontuoso, i tre param<>tri 1>0tevano clilicrirc srnsibihtwnte, ed allora occorre-va ricot1·r1·e a met odi pai·ticoIru·i ai quali si farà cenno.
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582-
SOLUZIO~ DEL PROilL~l\f,\ FONOTFJU:METRJCO
bnse. Con i<leranclo quindi il ptm to H sull'asintoto, nota la di-· stainza 1.2 (base), noto a, o meglio noto t 1 - ¼, essen do a, = v (t1 - t2), veni.vn, subit o determinato s<>n y ossia si a,eYa su bito ia direzione del centro sono1·0 B. Analogo ragionamento si può fa.ce tenendo present e un' ipel'bole coi fn ochi in 2 e in 3, clelcrminn1Hlo l'angolo f> (tra la 11m·male alla base e l' asintoto), per il quale sen
ò
= /3
,
e l'iconda ndo C'he b = v (l2 - l3) . Appare quindi che con ,dne coppie di stazioni vi era l a possibili Là, di individuare il pun to B secondo d ue direzioni, e quindi determinar ne anche la distanza. La distnm:a di questo stesso ceIJtt·o JJ (rappresen tato com e p utn to geometl'ico) da) centro clell' ip2rbole, osi-:ia dal punto me-
2.,
d. "i"--
-~
- - - - - -- -d.--- - - - - -ti li'ig . 100 - Uniti<·o.
dio della base fo.n ote) emetl'icn , veniva de.fi nita << clistnnza cli un centro sonoro B da una base fonolelemetr ica 1.2 ». Nel caso che la distanza <lel centr o son oro dell'ond a fosse gn1n cle rispetto alla base, e si potessero quinai in conseguenza consider are i raggi so01ori H . 1 e B. 2 p1•aticamcnte paralleli tra cli loro e conside-:_· are anch<' rettilinea. l'intersezion e della s uperfi cie d'onda sonora col piano d ' o.r izzonte compre a tra que~li stessi raggi sonori -
583 -
SOLUZIONE DEL PIWBU~hlA F0::-{0'1'ELE~1E'rRICO
iparalleli, si applicaYa un altro principio giacchè iu tol cnso si può prescindere dalle considerazioni prima fatte in riguardo delle iperboli. Sin il1fatti J .2 la base fonolelcmetri.ca, e sia 2'' .2"' Ja. perpendi colare alla base st<'ssa mel suo punto medio, e sian o B.J, H.2, H.2" i raggi sonOl'i paralleli giungenti nei tre punt i 1, 2,, 2". Il suono giunge in 2 dopo un eerto tempo t2 - t i, impiegato a percorre1·c colla sua n ota velocità il ma ggiore spazio 2' .2 essendo ti. il tempo impiegato dall'onda sonora per giungere d::i B in J, e t2 il tempo per giungere cla B in 2. T a le ~par.io 2' .2 snrà, quindi raiJ)pre ontato da
e la differenza fra. i tempi t2 e t1 sarà data dnlle registrazioni escgnite presso ciascuna delle staziooi. lJal trii.mgolo r ctta11golo risultimte 1.2.2' abbiamo
2' .2
= 1.2.
(·Os P
doHde
e poichè il ra ppotto
\ 1
=e
è tostante e 11oto, sm·ù,
cioè, clata la differenza dei tempi di percezione 11clic due stazioni J e 2, riesc·e determinalo il cos E· Ma l 'angolo E non è alti-o che l' a111golo formato dalla direzione clei raggi so11ori con la. bnse fonotelemetrica , ed è predsamrnte q nello che• ci clà la òir ezio11e di B. Re• poi f·on$idetiamo i due lrim1goli rettangoli 1.2.2' e 2.2" :!"' aYenti l'1111golo s eguale, evidentemente dovraamo essere eguali allche i lol'o <1lt1·i <lne ang-oli. 'YJ, ed i,nfin c in dasc1mo di essi gli angoli e ecl "f/ sm·a n110 compleme,n tal'i. Consegueutemente si può qnindi aff<'l'rn,n·e il principio che : il ,roseno <l ell'11ugolo t'hc il r,q.~·gio solloro fa con urrn da t a base fo.notelemeti-ica (base molto pkcola rispetto alla di stanza· -
58<l -
SOLUZ IONE: DF.L PROlll,E'.\I.\ lò'0)';01'ELF.Ml:.'TIUC0
del cooti·o sonor o) è propor;1,iOJ1 ale aìla cl iffe1·enza tlei tempi im1Piegati dal suono a rnggimngere le d ue esti·emità della base stc• sa; od altrilllcnli (·he il seno delraugolo d1e il 1·aggio sonoro fa colla no1·JJ1ale ad nna data base fonotelemetl'iea (base molto piccola l'ispctto alla distan7,a del ceutro sonoro) è propcmdonale aUa ùifferema dei tempi impiegati dal s nouo a raggiungere Je <lue estremità, della base stessa . Trova ta in mani.era iden tica Ja direzione sul <.:entro so01oro D , relativa all'alt1·a c·oppia cli ~tazio11i, ]a posi½ione dello stesso centro B viene dnta snJla ca1·ta cl alla inte1·sc;1,ionc delle due direzioni così trncciatc.
Vediamo ora a lcuni dei metocli cli individuazion e fonotelemetrica che furono messi in atto cht1·a,me la grau1de gucna. 1 principi s oYl'a esposti si rifel'iscono all'indiviclu ay,ione ·della così <letta « onda di bocca » e però i metodi seguiti ed alemii strumenti adopera ti potevan o s-ervir e entro cc1·ti limiti, nn<:he per l ,individuazione della « onda balistica ». Tern~nao couto di ciò ci soffer me1·emo q uincli s ui principi e sui metodi pel' fa detenni1wzione deJl'o.ncla baHstica, dOQ)O ln-ere sommm·iamcnte descl'itti i metodi p<'r la dete1·minazio11e dell'onda di bocca. Il sistema maggiormente diffuso fu quclJo di segnalirnionc flll udito. In og1ui stazione di segua lnzione l 'aniYo dell'onda sonora veuint p:•t·<·cpito <hl nn aseoJtnt<H·e il quale. a l Jllomento cle"ll,l ricezione. con tasto teJeg-rafìco Mm·se chiudeva m1 citcuHo elet-hico prctl isposto <:ol cro1tog1·nfo nella centrale (1) . (l) T r:ronografi da noi usati ndht gu<·tTa furono di ll"<' tipi: il C!'onografo Galillo, H cronografo H i11p-CnYignato ed il cronografo a llC'll<lolo co11lco mocl. Righi. Il crouografo clell'Officine Galileo l< imil<' al rice,itore telegl'afico 11.orse r.r a J)<'rò azionato cln un motorino elrttri<'o n11zirhì:' cli\ 1111a molla , ed in vece lldla p enna ;,;cr ivcnle n \'evn pu11tine clH! traccia ,·,mo forellini. I.1 c1:onogrnfo IliPJ).CaYigna to 1•ra iun.'C<· lllO>'So cla un pel<o wa, pt•r particolill·itii <'O!<[rutlin>, orcorrenrno cltH' òi ()lll·!';ti c·ronogrnfì ])t'l' n(!' ni rc•rJtTnle.
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5c5 -
SOLUZIONE DET, PROP.LE)L\ FOKOTELEMETRICO
In a-n nlogia a qnanto . i ,·eniva fac-enclo n cll'oi-ganir,znzion c del servizio di ossennzione, oltre che per esigenze cli fnnzionamento, le stazioni fonotelemetriche erano l'itmite in Rezioni. QuHttro stazioni. cli seg;nalazi.one c·os titnfrano una Sezione : er ano disposte in t re coppie <·on basi cli alm eno 2 km . pe1· la prima eop-
~· .,< .,<·ht.
-!. ~ - - - --
of"'- - - ~J .
,,(._ ,.f,,_ ,
~.1. F i.Lr. lùl. • G r:1lic·o.
pia (1 .2). di ii hne110 G km. per ht seconda coppia (2.3) e nnovam ente tli almeno~ km. per la te1za ·..:oppit1 (:3.4) . (fìg. 101) . Uinscuna tlelle q11attto stazion i de] I.a Sezicrne era <.;ol]egata elettl'irmn eu te con nna <"entrale .m m1itai di cro11ografo; Io stesso tii-t·nito sr1Tin1 p er le l'eg-istrazio ni al. <..:1·onog-rafo e pe1· Jp comnJ1it-azio11i te]pfonic·he. 11 <·ronog-1·afo e1·a costituito da un ec11geg110 (· Ju, facrn1 st01·re1·e <·011 motn .nni fonue (co n :,d.s t·ema d' orcln!-!'e1·ia o rno tm·ino e lettri<·o) una s t1'iscic1 di. C:ù1'1°a suddivisa in z<111t> Jo11git1tdinali (] ). I 1)1.'ll(loli u,-ati in questi clU(' predetti cronogra fi era no <kl tipo a do])pia iua:<s a , batten te il ,:ecundo. U cr onogn tfo mocl. Higlli era inn•ce azionato da una r obusi-a molla c:011 av· Yi,,ntore ner la ricarica, 1•ù aveva il prndolo conico. E" al gen. E ugmio Riglli elle! s i dew lo s t udi o cli questo c·oug<')!IIO <' di altr i 1·elativi al fnuzlon:1 mento drllr stazioni fonotel<'Ulctl'iche, r que,:ta è una parti· c·olnr e b<'nemerr117.;1 che si aggiunge alh• nl.tte numerose d i quc•sto Yalente urti· g-J-ier e. La fonot<'lemeh:ia dl',e a lui molti dei suoi migliori. s ucc:Pss i. (1) Presso g- li Eserciti a\-YCrsill'i li !';<•nizio fouotelrmctr ico era rspl.ernto col c:outasecoudi clu' costituirn la dolnzione cklle stazioni di itscolto. :Ecco come s i svolgevano le oprr n7.ioni: cl11e erano i mc•tocn ()<'t' la dC'termiJiazionr degli intcr -
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58G -
SOLUZIO.N'F. Dl':L PRORLEl\L \ roNO'rELC:ME'l'fllCO
Quattro elett1·ocalamite, ciascnna collegata al ei1·cuito di una. stazione cli segnalazione, alratto della chiusura cl el circuito portavano U'n a pnnta. C'Ontro la stl'iscia sulla quale l'ima11eva l'impr onta di un forellino, e na turahnente ogni p unta ope1·a,·a in una zona diversa dalle alt re. valli di tempo : il s is t P1ua elci u ue orologi, cù il s ist eurn. elci t re orologi , Col prlmo slstCJll11 , alla 1wrceziOJH! del c·olpo, la stazione avanzata dan1. l'a ,·vertilnento
« colpo i> ; Ja stu?:ione pih vicina a l1'01·igiue <Jcl suono segnultwa alle altr<' stazioni la per cezione cou ltL clli uma ta -Conica. L e a ltr e staz ioni , a l segnale ùcl cicalino merte,' imo in moto i contas<>conili che ,·eninmo arrestati al mom<>n to in cui era p<>rte11i to il suono cla ogui singola stazione. Le letture vcnivauo cournnica te nlln c<·ntralc. Col secondo sistema, la stazione iwruw:ata dava U solito nn·er tlmento ; ogni stazione met tern. in lllOlo il con tasecomli apprua percepin1 il colpo; e, dopo un certo n umero cli secomlì , preced uto dall'avYer ti rnen to <<attern!. ioneii, la stazione 11Yau zotu emene,·a 111111 cbiamuta fonica. A questo segnale ogni stazione arres ta va ll conl!lscconcli procedenclo alla letttu·a elle veniva telefonata alla cen trale situata lJl pr o:ssimit/l del Conrnmlo cl' Artlglieri n. La centra le ()rocedevu. alle varie deter minazioni impiegando il grafico delle iprrboli <>cl appor tilndo al dati lr c·orrezion~ della tl'mpera t111:a e dr) vento. Altri metof11 di riliern a cnslico er ano usati clni tedeschi ol tr e a quello fonotelemetr ico (detto metodo dell<· dilJ<'r <•uze di tempo - Z .U.V.) ed erano : il metodo <lelle intersezion i ac us ticlw, €d il metodo ott ico-acustico. Il pr imo si basa n1 sull'impiego <li lm appar<>cch io acus tico ricN·enlorc d i clit·<·zioJJ i costituito da chi<· g1·a ncli coni acustici fissati, dalla st<>ssa pnrte, a d una ,t raversn girerol.c intorno all u n per no a metà d"'lla distanza tr a i coni cl.te con due tubi cli gomma poru1vano i s uoni r accolti a lle orecchie dell'oper atore. Questi faceva r uotare l'appar <'ccbio fincbì> percepiva il s uono con uguale intensità da ciascuna delle cl nc 01·rcch ie. Fls:sata q11psta nvsìzione s i riteneva cbc la perveudicola r c aHa tra,·ci·sn n<>l punto di wezzo f osse malerializ;,;ata da. un caunoc· chiale di mii·n. come la clire?:ione d<'ll'orig ine del s uono. rrt· riferi mrnlo, su un c<>rchìo cli raggio cli 25 passi e cen ll'O nel perno clell'a priarecchio, si. pian tavano diverse palino acl inter valli reirolar i di 100 millC'Simi, w n iva es<>g uila la correzione dr! ven to con u na cerchio grad ua to e la r icer ca si limitava all'onda di bocca.. Il secondo sistema i<i basa,·a sull'osscn ·azioJ1e cldla vnmpa (diretta od inc1iretta ath·aYcrso al11L r ifless ione delle n ubi), e coJ1 1m contnseconcli si cletermiJtava il trmpo inter cedent e tra. il bagliore e l 'arrivo dell'ontla s onora, molti ))licondolo per la velocità del s uono, mentre poi a tale prodotto, tenuto conto che il t empo rll rea zione è notevolm<'nte più lungo per le ;;r nsazion i ottiche che pci- le acust iche, si aggiungevano 20j100 di srcondo se In. vampa 0rn perccvita intensamen te, e 30/100 se con intensità media, 40/100 se con debole intensità. P er la per cezione delle on<le di bocca, g iungent l con debole in tens ità nJJe
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587 -
SOLUZIONE DFlL PROBLEMA FONOTELE!\IETHICO
Uua <.loppia punta, aziona ta anch'essa da elettrocalamita, lasciava periodicamente l'impronta di due fo1·ellini sui bordi della striscia. Ta.lc doppia punta ei·a coma[lclata da un pendolo che chi udeva un circuito ad ogui minuto secondo, cosiccbè le distanze fra due coppie ·d i forellini rappresentavano Jo spoRta~ mento della, striseia d.i carta in un mfa1 uto seco01do. Non appena le quattro stazioni H vevano lasciato In. loro impronta sulla striscia, era facile determii11are la succe&-sione delhr pe1·cezione del suono, che appariva subito sulla carta , nonchè 1e differenze t ra gli istaq1ti in cui veniva percepito il suono IH:>lle diYerse stazioni. Si aveva cioè il segno ed il valore di tali differenze, valore che si moltipJicava pe:1.· la ve)ocitù, del suonù. Ri ca,ati tali ptoùot ti per ogni ('oppia di stazioni 1-:l, 2-3, 3-4, ed effettuata la somlll a algebrica di questi stessi prodotti, si ottenevano gli assi trasversali de]]e tre ipe1·boli l'elatfre (una per ogni copipia di stazioni) suJle · quaìi doveva trovarsi il centro sonoro. Se in un cliscguo, iin scala com·c1nie11te, si tracciano, in base ai valori così determina ti, con gli assj t rasvel'Si e con l e basi de]]e iperboli .c he ifllterc~rnno, anche i rami delle iperboli stesse, nelia loro intersezione avremo localizzu to il centro sonoro che, o senz'altro coinci.del'à, col pu1nt.o cli intersezione o sarà compreso nel t1fangolino l'isultantc dall'incontro delle tre cur ve. Prnticflmt>ute è difl'ìd le t'he 8i ve1·ifkhi il cnso 1lerla trip1kt> iuterse;-;ione i1n un unico punto, e però quando il triangolino così ottem,to 111011 era molto piccolo (nel quai caso il centro so1101.·o si rite11 eva con molta approssimazione individ uato dal centro di fig1ua -hnricentro) si considerava la determinazione poco attendibile. P er r end e1·e l'apièla l ' individuazione, i disegni in sc,1la c1°a110 gi.ì, predispo~ti. e contenevano le tre famiglie di ipe1·boli aventi come f nochi tispetthamente 1 e 2; 2 e 3; 3 e 4. stazioni di a,;colto, i tedt,,.;chi lmpiegava110 una ll1mpatli1 a ll aC'etilenc con fiamm ella bassissima (ch'ca :~ mm.), u,-rrntt· da 11n beec11ccio c·on foro larg0 circa 1 ID rn. Questa lao1pacla en, teu uca 11Jra pt:!1·to ed aveva ln. proprieLà (li o:,cillarc iier il rnoYiruruto che il colpo imprime,·a a11·arh1 anche a considc>reYolC' ùi i-ta u r.n . L'oscillazione si ver iJìcnnt per ò soltan to per l 'ouc1n di bor·ca C' non per l'onda. balistica.
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588 -
S0Ll:'ZI0i\1s DEL PROBU'.l\U f'O~OTELEMETRICO
Per le cl.ne coppie di stazioni cli base minore, le <:urre erano t r acci:ite varian do i vnlori degli assi trasversi di 50 in GO me~ t ri ; per la eorppia di . tazioni a base maggiore (base fonotelemetrica principale) , le curve e1·ano tracciate varia nclo i valol'i deg li assi. tras versali di 100 in J 00 metri. Qu ando i rnlotl cl.egli assi trasYersi, ricaYa ti i·n seguito a lle segnalazioni, 1J10n coincidevano con Je cmve tracciate, era facile e rapida l' in terpo~ lazioll('. Così veni.rn determina ht l'u bica->:ione del tcntro s on oro (J ), (1) La determimtzinc del cent1·0 sonoro iu tcn-e110 accidt·ntato <' tern•no montuoso s i ci!ettuava cou m<•toùi speciali tl i cui faremo c<•m,o S0lll11Hn:io prr tl.a,·c un 'icl<'a completa sull':u·gomruto. I tre 11aramelri : « tlistaJ1za orizzontale»; « cli· stanza obù iettivn. » (ln co::;i d<'tta ù istumm d' nr in o in linea. d'aria ) ; e e<percor:so fonico 11 (ossia il pertoi·so t'irrtti\'unwntc compiuto <lai suono i11 relazione' agli ostacoli in terpo;,; ti ), r isultano sensiùi l01<'r1te d i,·1•rs i trn ùi loro e non ><i 11os;;o110 confondere; non è quindi possibile l'nppllc~lzio1w dei IJl'incipt 1in qui esposti. Se il ten-C'no er a solamente accidentnto ,·.. nint nùottato 1m metodo apprnssimativo stu~lia to dal <·u pit. tlel Gl'uio Atlil io Be.noni nel q unle a ll:1 circonJ°l'· r1•n za - luogo g<'ometrico clri punti eq11iclisl1111ti clnl eernro sonoi·o, e. fisicaJDC'nte, In te:rT N10 pillno, ll\ogo <ll'i vu11Li nei q 11ali. ll s 11ono arri Yn i.11 eg-11nle tempo. - ;-i sostituirnno delle cn n-e (<li11t'nclt'uli cl,1lramlamento <lei terreno) r isponcl<'n ti a lla :;1•conùu. ea rtttter isticrl di detrn l'.irco11Ceremm. 'J':lii cm·,·e isofo11omt•lrich1•, o meglio crnnolsofouomen·iclw, ,·enuer o per brcYitìt (qoun tunque cou .improJJrietìt geonwt-rica perrh~ e><Sr ni,;sum ouo culle k form<· alrinfuori di qut'Jla del c<>r cbio) <lenominatc curve fo11ocirconfen.'nze, a ricor(lO ùe.ll.a. fìgul'a geometr ica eh<' sono chi:nuate a ;;o.«tituir('. Per d1•ter01inarP lC' fo11ocirconfcr t'11z1• er a con<lizione lndiSJ)C'JlsabiJc dis pone ùi una carh~ topogrnfìca l:On c·ur VC' d i liY<.'110.
Con 1mrticolnri aecorgiuwnti e u·nend o como che nc1 0µ; 11i s ta r. ion e <li ascolto intC'ressa rile,·at·l· la eun-n luogo dei punti (in senso fisico) dai quali il suono !Il'· r iYa. i11 eguale L1•111po :dl'ascolta rnr c, Yenin1110 trncc i:tt<' le fouocir<'ollfC'1'PUZC' relath·<', e qui nd i si operant con ess(• iu modo a nalogo a qua11to l'Sposto 11el pri11. cipio gC'nerale per i·iearnr<' Je famiglie' di ip<'rboli, <'be in questo caso 1weudono la d<•noilllna zio1w ùi fouoi1wrholi, e eh<• per ò effeLtiva w rnt·(·. anzichi· i1ier boli nel ,;C'nSo g('omC'n·ico, ia:0110 cun·e chi• hnnno il loro ste~"O 1<ignificnto fi::;i('o. TI procedi m1' 11to si svolge qninùi in modo del Lntto s imlle. Allorchè la sistC'mazione dell<' stnr.loni fonotel<'metrichr don~,·n nvYC'nire in L('rreno mont 11oso ln questione diYeniva assai più com1,ll'.'8sa, eù i11fatti, snecialmC'ntc DC'i primi tempi clell'cstrinsrcazione dd SC'n-izio fonoklrm<!trlco, éliffi: cilmc.>nte s i a YC',·n110 risultati attendibili. Unn g<'nialc soluzione' fu data al problema dal capit. d' Arliglier'i:1 Francc•sco SC'veri. Egl.ì r iport<) nello ;;pa?.io cosh·u. zioni s imili a quelle' che aYC',·ano portato alla 1<olnzione d<'l probl<'ma nel piilno. Alle ciJ·conferC'nr.c (rirnpia?.znte clnl 'B enoni, in terrc•uo a~ciden tn lo, colle fono-
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SOLUZIONE DEL pn,OBL E:ì\LI F0)10'1'1'L1~~1 Wl 'IH CO
rna è chial'o che in questa determinazione infltfrnt il fotlol'e soggettivo dovu to al segua]atore, e pert1111to prenmtinnueute yeniya cfiettu.Ha una selezione del perso11ale per eJ.imiuare al ma:sisimo gli enol'i deriYanti dn cause fisiologkhe, mentre poi i segnalatoti venivano sce lti dopo ar1posite proYe tra quelli c:hc presenta vano l)iù 1·apida i·eazionc agii stim oli at:ustid ed in modo che i tempi di reozioue per i diversi operatori non clifferh;sero t r a cli loro 1più <li 3/ LOO di setondo. Ualgrado questa avver-,., ternrn per 1n·ere pci-sonalc ·lli eg nnlc 1·eazioue acustit a Yi c1·ano sempre le imp1'eYi stc ma pteYedibili ca tise pn t ologich e, quale l a s twlH:hczza <leffoper alorP, uonchè altre event uali cause imprewdibili di cn ori. Alle c11 n~c preve<li l.Ji li Lli enqre :-i <·erc,n·a ·<li on ·iare con pron·idenze rnl'ic, ecl in ogni tilso si ten eva conto dell'errore <lel segnala to1·e applieanùo ai d ati, ri<.:twati. d..il cronografo, mu1 fornrnht di co1·1:ezionc cl1e per solito i::i . ommava e:olle col'l'ezioni intl.'odottc pe1· le nni.uioni cli telllpel'at ura e per la vel ocità.
ùel ,ento. cil:confercrnr.e) il Scverl sos l"it ul le s fcn•, e a lle iperbol i cd ulle fonoiperboli so!<titui l ' iperboloide rotondo, luogo dei vunti dello spa:do 1wr .i qua l.i è co:stu.nte la tllf!cr enzu. delle clista1Jze da dnc scttzioni 1 e 2. Determim1ndo ))Oi le intersezioni clell'lpcrùoloiùc colla s uper tic.i e varia dc'l tc: rrcn o rn outuo:so 11e ricn ,·avti le co:;l dctt(• cur rn il)l'rboloidiclw. 'l'racciatc le famiglie di ('lll'\'e iperboloidiche che ili· tcr c:,;snvano, n Srveri giullgn•n alln. ckter minazione cli un tr iangolo cur,·ilineo di errore la cui area V('uirn prngr e>'Siy11mc11tc ritlottn con ::;11ccessil'e correzioni e• dc·k l'lllinazioni Jino nll'inclividua:done del puulo cer calO. rn ing-egnoso sistema di lis tr-l.li e d i grufid 1,ermelt('nt l'csec utionc g1·nfìcu clc'l vrocedimrnto geomeh·ic:o per il qua le, anche in (Jlle:;to ca:so, era iullispensu. bile la cnrta 1·opogratica con cu1Te dì liYello. Quesw solnzione stereometrica c1el problema. rrnllema tieamente e rigorosamentr esatcn, se• risoh·e,·a, c:ompatibilnwntc coll'rsattrzza dei da ti topografici, in modo nmmirc'voli• le questioni iu<c' ren t i a.Ila forma spcc iule dd terreno, trovava nll'applicnzione partkolari ostacoli negli C'lemrnti metror oJogicl incostanti e spesso ·indrkrminnhili per cui, nonostante la genialilà dei procedimenti, le carattr1·istiche 7.onuli delle fron ti montuose impecUro.no lo sperato r enc:limento d('l sistrma. E ' allche c.ln ri coJ'lla1·c d 1e 11 r ilkvo fonotelemetrico in zona montana richiedeva uno xpeciale acldrstramento rcl una buona. esperìcuzu e conoscrnza clegll ele· men ti carn ttc:>1·istici della zona ;;tessa. e perc iò giustamente l'Istr uzionr sul Ser vizio fonotelcmetrico. n ell'cclizione apparsa s ul decliuare del 1918, affer ma : <1 • • ••• la pratica della r ic<•rca è un'ar te, e non si insegna >i .
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SOLU ZIONE DI% PHODLEMA FONOTELE1H:TR1CO
Nel detenuinare J.'ubic::rnione delle st~I½ioni si cercara poi anche cli elimùuare intte l e c.: ause che potessero verturbare il i-egnala tore (rumori, fruscio molesto di acqua o di fronde , ecc.), e, per facilitare Fori.eutarnenlo deIJ.'01Peratore si procm·aya di ùal'e acl ogni Sezione una ubi<.:azione situata approssiwativa rnente su di un Hl'CO di cen·ltio twe11te g1·0:-sohnw11tt!llfe il centi-o llella zoua di ricerca, cvitanùo che tra )a zona di ricel'ca e le stazioni fossero frapposti ostacoli capa<.;i cli rilarclal'e o cli deYiare le onde sonore. Ciò 1Ualgn1<.lo, il fattore soggettivo, se imche <li per sè stesso non portava, enmi cli rilievo, i,ufinuava la mi~ura ed il controllo. P er eliminare tale causa tli enore e uel coutempo 1·ealiz r.are la possibilità di registrare suoni impercetn bili all'oreechio umano, ottenendo in definiti,·a una maggiore esattezza uelJ.a misma, dei tempi, si diffuse il sistema di segna,'lazione automatica e fnl'ono da noi impiegati alcuni apparecchi auiomntici Cotton-'\'Veiss, che si basano sulla so tit uzione di linee 1·<~tte alle iperboli, secondo il principio in p1·ecede11za enunciato, c:ol ,antaggio di ottenere una maggiore speditezza nella cornlJ)ilazio,ne dei grafici e di impiegare basi molto <.:urte, inferiod a 300 metri. Bisogna però ossenare incidentalmente che, nella pl'atica, g·li apparecchi a segnalazio11e uurnna presenrnva,no dei vantaggi rispetto a quem automatici nella sekzione dei suoni, tanto c-l1 e me conseguivano maggiore speditezza e minori complica:doni., per eui, a seco nda <lelle t cniclizioni di postazione, si 11 :wa {1:tl'e la. prefereur.a all'uno od aJl'a ltro si~tcma : quello automntico a,e,a scnz·a1tro la pren1lenr.H quand o non era possibile stabilire fa stazione così detta « avnaizata, » od altrimenti non ern facile tabilire la così eletta « stnzione pilota » c·osì denomina ta per le sue attribuzioni di dirigere le os en-azioni. Con tale sistema, ogni staziorn• di ricezione , m nnita di ritedto1·c acustico a ...-ah·ol a termoionica, cm collega ta con una <.:('ntrale :fa.ecnte capo a,d nn rcgistJoatore gradunt o ed era ac<·opipia la eon altra stazio111c di ricezione costitu ente con essa uua h<l!-1<' fonotelemetrica Httraverso un breYe C'ircuito elet1l'ico . Un indice veniva messo in moto ,d a quella delle dne sta1
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SOLU ZIOKE DEI, PROBLE:llA FOKOTELF:METRICO
zioni (di ricezione) della coppia cii.e per prima petcepirn il suono, e veniva in seguito anestato dall a seconda stazione di ri<.:ezione. Nota. la velocità di l'Otazione dell'in dice, letta la gl'aduazione corupl'esn fra l' inizio del movimeuto e l'arresto, osservato il settore dello sposiament-0 (destra o sin istra.) clell' iudice; si aveva l' angolo fatto dal raggio sonoro <:on ]a no1'male alla base fonotelem et.l'ica ed il segno relativo e cioè veniva detcr- ,, minata. la direzione clel centro sonoro. Una Sc,zioll <' Cotton-·Weiss era co:titi1ita cla tre o più bHsi e cioè sci o più stn zioni cli rit:ercH automatica. L' intersezione cli tre o più 1'aggi sonori, determinati ùagli angoli. forn iti dai tre o pilÌ 1'egistratori graduati , in cliviclnn va il centro so11oro. Su di una carta. al 25.000 venivano riportate le normali alJe basi, 1ncl loro p unto medio. Centro in detti punti e partendo clal]e dette normali, 1,1; desti-a od a sinistra. n seconda del segno, si riportava. la misnra augo1ate data dal l'egi.stra tore e si t 1'acciava l'andamento del l'aggio sonoro. Difficilmente l'in terse. zio.ne di tutti i n tggi sonol'i aV\'cniv,L in un pnnto della carta, ma la precisione e l ' antomat i.cità, degli stl:ument i fa ceva sì che il poligono otte,n uto sulla carta ris ultasse sempre inserivibile in nn cerchietto di (liametro inferio1·e al mi.llimetro, eosicchè, assumendo il suo centro (baricentr,o) come posizione clel centro sonoro in indiYicluar.ione, si commet ten.1 sul terreno un errore massimo cli. wna dozzina di metl'i circa . .~fa t nralmente o<:correva chC' il rilievo topogr afico delle stazioni fosse fatto, come del resto rnnell.e pel' i1 sistema 010n n ntomatico . rolla. massima accnl'atezza. T'arUcolare di qncsto sistem a, era fa possibilità di poter correg-gel'e automaticame11te le ,ari .:i.zioni di veloC'ità del suono, dipendenti dalk va1·in zi.oni di temperatnn1, meèlia:nte speciali resistenze eletttiche. inserite 11ei ci.rcniti dei t egi.sti·atori. graduati. resistenze ch e aumenta~1 ano sensibilmente col cr<·scere del ca lor(' ambi ente . moclificanclo co11s.e guentemente la velocità. di spostam ento clell''inclice in relazione alla temperatura. e in 1·efozione nlla legge cli rnriazione della velocità. del suono in funzi orne della tempcrntnra stessH . Q11esta ingegnosa corre:done -
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SOLU ZIONE DEL PROBL8llf.\ FONO'IELE:\IE'l'RICO
au tomatica doveva però anch'essa, prescindere dall'eterogeo1 cità dell' at mosfe1·a e dal miraggio sono1·0, ed in genere da t utte le accidentali deviazioni. dell'onda sonora .(riflessioni e rifrazioni) tra strati atmosferici, deviazioni clic pur essendo il più dell.e volte causate da variazioni di temperatura non erano suscettibili di 1·egistrazione e quindi di correzione. Altra cal'atteristica di questo sistema. automatico era quella di poter distinguere, sfruttando il loro diverso compo1·tamento, l 'onda balistica da ll'onda cli bocca determinan<lone il centro sonoro. Come è noto, un colpo di cannone dà luogo a, due fenom eni acustici, uno pro,·ocato dall'espansione dei gas della carica all'nscita del proietto e costituito da un'onda son ora sferica, avente il suo centro in posizione d.ctcrmitnata e :6.ssa alla. volnta del 1pezzo ; l'altro pro,-ocato dalla spinta impressa dai successivi urti del proiclto alle molecole d'aria nella sua traiettoria e costituito ùa una serie cli onde sonore aventi il loro cent ro nelle successive posizioni del proietto. Il primo fenomeno è defì.!nito « onda cli bocca>>; il secondo è definito « onda balistica o d'urto >> benchè sia aneli.e e pi,tttosto da rite11er si fenomeno d'urto il primo (1); ma mentre l'onda di bocca è percepita in ogni direzione in funzione inye1·sa.mcnte pl'Opor?::ionalc al rnp:gio che misura la distanza dalla bo<'ca. da fuoco e può considerarsi solo indirettamente legata alla velocitiìi del proietto, l'onda halistica viene invece percepi ta, soltanto entto una ;,;omL òrtermin n,ta, prima dell' onda <li bocca ecl in fun?::ionc della velocità, del proietto. (1) JDCCettiva mente dal punto cli ,-istu fisico· U1Utema tico, elle intende 1'1:r to c:omc 11na variarJonc illlf)l'ovvisa e sensibile nel valore o nella direzione della velocità, la clrnomi11a zio1w appare impt·opria lnquantochè, durnntc il moto del 11roletto nell'uria non si ,·erificn ,ma tale variazione. Tn questo S<·nso sm·<'bhe piuttosto cla l'itenersi onda d' ur to l'onda di ))occa giacchè alla bocca, p<'r le mol ecole dei gas della c;n·lca si verifica ,ma ,·nriaz:ione cl1 velocit/1. e di dir<'zi011e. Varin;,;ione cli wlocità e cli dh·ezione si ver ifica per le molecole dell'aria sia nell'uno che ncll'alh·o c:1so, e la <l<•nominn?:ione di onda d ' urto srmbrercbbe cons eguire dal fa tto che quest e va r iazioni si r ip<'tono nei successivi istanti del moto d<•l 11roictto, ma allor a uon sarebbe esatta l'::i l'r<'i:mazione che l ' <llJcla d'ur to non si produce alle minori vrlocità drl proietto. C'omunquc tale dizione è poco usata in Italia.
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SOLUZIONE DEL PROBLEMA F ONOTELE:M IDTRICO
~ei cannoni, megli obici e nei mortai che sparano con le velocità minori, J'!On si produce l'oinda balistica; e gli osse1·vatori terrestri si trovano sempre fuori della zona in cui è perce1p ibile l'onda _balistica del tiro dei cannoni contraerei. L'utilità, dell'i,n dividuazion e per mezzo él'ell.' onda balistica, si manifestava inei casi in cui o per la grande distanza della,., batteria n emica (canno111i a grande gittata) o per la conformazione del terreno o per altre ragioni., l'onda di bocca non riusciva percepibile. ~l'ale individuazione si manifestava anche utile nei casi in cui era opportuno confermare l'individuazion e coin una. doppia c1eterminazioil1e : pe1· mezzo dell'onda, di bocca e per mezzo dell'onda balistica. P er quest'ultima determinazione, nell'apparecchio OottonWeiss occorreva a.umentare consiclere\1 olmente l' amplifica zione, ed a questo fine si prestavano i circuiti intemi dell'apparecchio con l'inserzione cli audio111 (o valvole De ]'orest come venivtw10 allora definiti i primi triodi) rendendo 1p er tal modo il complesso oltremodo sensibile. Diremo ora sommaria;mente dei principì di propaga:done di questa. onda. per vedere come furono utilizzati nella individuazione delle batterie rn~miche.
Consideriamo un tratto della ti·aiettoria percorsa da un proietto e supp0111ia.mo che in questo fratto la traiettoria sia rettUinea. e la velocità -del proietto 1.t costa.nte e superiore a quella v del isuono (fig. 102) . Se S è il centro della bocéa ·d el pezzo, in eletto punto si genereranno, all' atto <lello sparo, due onde : l'onda di bocca di cui si cercherà, se possiòile, l'individuazione 11el modo detto in precedenza, ed 1rna prima onda balistica. In urn punt,o successivo S' del tratto di traiettoria si genererà !POCO dopo un'alt ra onda. balistfoa. e così <li seguito 111ei pu:µti successivi S", S", S''" ... ecc. Quando il proietto sia giu111to 11el punto P al termine del tratto che si considera, dopo un tempo T, le onde -
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SOLUZIONE DEL PROBLEMA FOKOTELEME'l'RJCO
sferiche sonore geinerate dall'urto nei punti S, S', S", S"" .. . avranno raggio decrescente da S a P, dove il raggio sarù, O.
p
Fig . 102 - Grafico.
Si clirnostrn analiticamente che l'iJwilupp9 di tutte quest e sfere a raggio decrescente è costituito da un cono con vertice i,n P, e tangente a tutte le onde sferiche, quali risultano nel tempo T. Se da ciascuno dei punti 8 , S', S", ... si tracciaillo le normali alla superfì.cie-invi1uppo nei punti di tangenza, si ottiene una ser,ie -di superfici coniche aventi tutte lo stesso -asse (l'elemeinto di traiettoria che si considera,) e delle quali la prima, con vertice in S, prende il nome di « coillo critico)) perchè divi.de lo spazi.o (gli si attribuisce questa caratteristica che a t ntto rig,ore è devoluta alla superficie dell'onda soo.ora, sferica con centro in 8) in due zone : una interna al cono-invilu1Ppo, dove l'onda d'urto vien e percepita prima cli quella <li bocca, e l'altra ester111a dove l'onda {l'urto non viene percepita. I coni col vertice i111 S', S" . . . sn prendono il nome di << coni normali )) perchè le loro gen eratrici sono, come si è detto, 11orrnali all'inviluppo delle superfici d'onda, ecl: hanno particolare importanza. Infatti, se immaginiamo che tra queste generatr ici, siano proietta.te su di un piano orizzontale quelle che risultano pa-
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SOLUZIONE DEL PROBLV.MA FONOTELEMETRICO
rallele al piano stesso, e siano prolungate oltre la proie7,ione dei vertici, vediamo che i loro prolung·amenti i1nvilup1Pano una curva simmetrica rispetto alla retta proiezione orizzontale della traiettoria, curva simile a,d una «caustica>> (curva ben nota in fisica-ottica percb.è ottenuta 111ella riflessione degli specchi cilindrici e sferici) . · Questa proprietà <.lei coni norma.li e le c:anstiche (cosi denominate este11si rnmente) delle traiettorie che interessavano, servivano per Ja iindivi.duazione del pezzo ricercato. Se suppoll.1ia.mo invece che nel tra.tto cli traiettoria in esame la velocità del proietto sia decrescente anzichè costante, ma
p
F ig . 103 - Grnfìco.
sempre superiore alla velocità del suono, avremo che la superficie inviluppo delle sfere d'onda ,non sarà più un cono, ma ima superficie di rivoluzione avente per asse il tratto r ettilin eo di traiettoria colla, concavità della sua generatrice rivolta V<:'rso l'asse stesso. N ulla è in questo easo variato circa qu anto si è detto dei coni normali, ma occorre però tener 1presen1·.e che quando la velocità del proietto è ugna.le a quella, d<~l suoino, l'onda balistica non si produce più_ (fig. 103). Nel tiro effettivo, la traiettoria non ornò essere considerata conie rettilinea, ma bensì incurva ta verso il terreno, ed analoga curvatura avrà la. superficie-inviluppo delle sfere d'onda, superficie che pertao1to non può più. considerarsi una ~uperficie cli -
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SOLUZIONE DEL PROBLEMA FOXO'fELE:llE'TRICO
riYolmdone. Inolt1·e come asse de1 coni normali (il cui nngolo di apertura risulta, secondo la dimostrazione Uillaliti.c:a, de<.Tescentc) si deve ritenere la tangente alla traiettoria nel vertice del « cono normale )> che si considera. Per l'individuazione fonotclemetrièa a me½zO deU'oncla balistica, occorreva quÌllldi conoscere il tipo della bocca da iooco che sparava e di cui si voleva, rilevare la posizione, pC'rchè era necessario, a mezzo delle taYole di tiro, determinarne le <:n ustiche per tntte le gittate, cd all'uopo venivano compilati degli abachi cosi detti << abachi caustici». Più difficile era dcrel'minarc p1·aticameute la di tanza del tiro. Dalla, conoscenza dei punti cli caclula, cl.alla con osce11za dello schieramento delle artiglierie nemiche ed anche cl:l llo studio e dall'esame del teneno e clella viabilità, eseguiti su Ca1·te e su documenti dell'osservazione aerea, si traevano i primi elementi di ricerca, ccl operazioni s uccessi,amente ripet ute davano detc1·minnzioni sempre più esatte. Il sistema fonotelemetl·ico Cotton-SVei ~ poten essere usato nella. incliviclnazioll1.e per « ond a ha listica >> petcllè con esso era possibile un aumento cli sensibilità drettiYa, <'cl anche poi pcrchè, in com;illerazione della pit(:Ohl distanza tl"a le estremità delle basi, i pote,·a ritener-e <·he i tHggi sonori , giungenti sue~ cessivametnte ai rice,ilol"i automatici. prov"niss<'tO da 1111a stessa posizioJ1e d<~l proietto, ciò che a, rigore non avve11iYa. Ogni bn e fornfra la direzione di u11a rettn e tale retta si 1·iteneva cofo1ciclenlc colla pl'Oiezion e oriz:wntRle cl.el raggio so~1oro. tenulo conto che nel 1"i1·0 cli cannoni a p:rancle velocità. iniziale, le ordinate nPi vari punti dr.lln traiettoria non sono gran cli.
Ciascuna. di tali rette, <.:osì interpretate. risnlta,a tangente alla causHca ch e·. c1aJln tN1ictt.ol"ia corn:ddera1 n ve11iva implicitamente <lrtermi nata, e poic·hè e1·no10 in posspsso del1' opcra tore le curve canstiche, già. pL"edisposte per fa boccn. da J'noco in ricerca, eo~ì. era , u:ffideJtte ~ovrapporre alla ta voJetta. sn cui si ernuo t ra cciate tl°E o qunttro rette corri pouclenti 111le t1·e o quattro basi comprc!=ìe nel « con o critico >>, un lu cido sn <:ni si e1·a. riportata Ja c:austi<·11 rorri spondente nlla bocca tln fuoco conside1·nta ed alln git.tntn prei-1111ta : si fa ceva scor-
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SERYIZIO FONOTELE.11'.Wl'RlCO
rere il lucido fi.111chè le 1·ette tracciate risultassero tangenti nlla caustica. La posizione della bocca cl.a fuoco ,cniva determin ata clal centro della curYa che trovaYa sulla carta nna llbicazione che . con molta approssimazione, ri.sponcleYa alla rcnltà.
* * * Il lavoro espletato cl.al Servi zio fonotelemctrico camminava di pari passo con il lavoro elci Servizi di osservaiione terrestre ed aerea, r ivelandosi assai prezioso loro complemento, specialmente quando e dove il funzionamento dei S<'l'Vizi d'osservazione subiva degli intralci 1 che non erano inveto pochi. Per ovviarvi devesi ricordare tra le mansioni accessorie affidate all'osservazi001e ed egr egiamente assoH<> per rendc1·e più elernto il proprio rendimento, quella consistente nella. ticerca e classificazion e cli proietti in arrivo, operazioni entrambe impo1·tn nti per completare l'individuazi0111e di bnttcrie r eperite. Se l'osservazione terrestre e quella ncrea ti·o,·avano oi::ta coii. insot·montabili nella, nebbia, nnche la fonotelemetria aveva i s uoi osta('oli per C:H nse meteo1·0Jogiche e prindpnlmeute per ii Ycnto. Come è noto il vento provocando il movimento del mezzo in cui. le ond.e sonore ~i propag~rno, altera la propap;azione stessa deformando Je onde e variam.cl one velocità, e direzione . Se in tutta l a 1.ona cli propagazione del suono il vento era costante in direzione e velocità, e faceva colle basi angoli inferiori a 90°, e1·a possibile apportare le relati ve correzioni agli errori. clerivanti dalJe alterazioni predette. tenendo conto delln velocità del vento, se questa ·r nlocità si elevava al disopra <lei 6 metri al secondo e non era costante, e se l'anirolo della direzione del vento con la base r agginngcvr1 i 90°, era giocof01:zn sospendere l'operazione perchè i dat i i::hc si sarebbero riJevnti perdevano cigni attendibilità . ~e] territorio della. nostra fronte in prevalenza montano, nel quale esistevano difficili co1ndizi.oni nll'osse1•yfizi.one terrestre ed anch0 a. quelfa aert'a. non mancava il turbamento do-
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SERVIZIO FONOTEr.J:,'.\ll'rrR !CO
vnto al vento ed anche qll esta considen1zionc sen·e n mettere in rilievo, in siem<! colle cli:fficolLà s npera te, iJ fatto e he è stato JPOSsibile ottenere i 1110Li risultati soltanto : -
colla metodic·a costantr intelligente collahorar.io1H! ùi tutti i Ser vizi di osser,·azione terrest1:e, aerea., fologr nfìca, fonotcl<'UJNrica; colla coordiuazione ,:apienl.e cli tutti i ri:;ultaLi ocr.e1111ti cltt tali Servizi ; colla oxgani:t.r.ar.louc sb:tenuuica di tutte le ntric att!Yità, org:.inJzznzione che fin dai primi reruJl i, nouo:;tn11ll' la 1,~011rin d i mezzi, rngg-iuus\' 11n nlto grado di p<'rfe?,IO!l<'.
I rilievi fonotelemetrici fni-0110 cli massima rivolti alla individuazio11e cli batterie nemiche, ma in diYel'se cit'costauze, talvolta a titolo di espel'imento e talvolta per l'c•secuzione di compiti specifici che non rioteva.no n.ltrimenti essere assolti, i rilievi fonotelemetrici, applicati naturalmente eon qnegli accorgimenti sL1gge1·iti dalle parti<'.olari cii-costanze di gnerra (tiri a cadenr-e prestflbilitc ecc.) ven nero nsati. con bnoni risultati negli aggiustamenti cli tiro ed in specie per la contl'obatterin, (1) . Come nel ragionare dell' Osservar.ione siamo stnti portati ad accennare ni nostri masrheramenti: così nel trattare della fonotelemetria viene come logica consegnen;,r,a accennare all' occultamento o schermatura al rilievo fonico . A <'.Ontrastare una nostra redditizia e larga applicazione della scoperta fonotelemetrica il nemi co ricorse allo stratagemma, di far sparnre cointemporarnenmente moHi pez1.i per generare interferenze cl.istnrbat rici <li onde sonoi·e, e pei· tenere i1 <più possibile cclnte le posizioni di nlcune speciali batterie ricorse poi anche alla pratira di far sparare Je batterie stesse in giorn nte di pertnrhamenti aerei. venti sfavorevoli. correnti (1) Non appeua indh·iduata una nuon1 postazione ù'arliglierla nemica, i Comandanti ili Sezioue fo11otd<'DWlric:ì. n e dava no ,i n for111a¼ioJ10 ai Comancli d' Artiglierhl dc>i Cor pl d'Ar ma ta cui normalnwnte era ùcYol11ta la controbatteria. Qualora si giudicasse conYeniente :iprire il fuoco sulla 11110,·a po;:taz.ione, Si ritl:'nevu buoua nor ma yalersi, subito e ciOè uelle stesse concllzioui di ambiente, del rilievo fonotelc>mrtrico della ~tef<sa Sezione ;;egnala tr lr.e pc,1· l'aggi ustanwnto del tiro.
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UFFICIALI DEL SERVJZlO FO.KOTb:LEME'.rRICO
cl'a,r ia 010n omogenee, oppme scegli~ndo pel' il tiro le 01·e più calde di giol'naLe soleggiate, nelle quali per il forma1·si <li correnti dal basso all'alto e per i fenomen i deriYanti dalla presenza di strati d' aria di diversa densità (1), venivano conseguentemente deviati i raggi sonori. Malgrado i risultati favorevoli da 1noi ottenuti nella guerra 1915-18 ricorrendo all'applicazione deJla fonotelemetria, alfa fi ne <.le! con:tlitto molto rimaneva anoora da studiare ed: investigare per averne un procedimento assolutamente pratico e si· curo.
Come già, fu accemiato, dell'orgaillizzazione e della direzione del Servizio telemetrico sul medio e basso Isonzo e quindi poi anche sul Piave, fu incaricato il capit. del Genio prof. Antonio Garbasso, che da preclaro matematico assolse tali compiti nel momlo più corumend eYule e <.ltllltlo ripetute prove di coraggio personale e cli sana applicazi one della disciplina militare. Dal suo dia.rio di guerra spigoliamo alcuni fatti importanti a dimostrare il lodevole comportameuto del personale addetto a tale Servizio. Il p1·imo impianto completo per l'lnclh·iduaziooe telemetrica drllc batt<>rie nemiche fu <>seguito nella zona di l\Ionfalcone a S. C:..ozinno, e il 28 dicembre del 1915 si comi11cìò a lavorare. Il 27 gennaio del 1916 l'impian to diede il s uo primo risultato pratico imli· vidua11do nna batteria nemica che spara,·a dal roYescio del Cosich. P er la preparazione della presa di Gorizia tH'l 1916 si impia11tò una centrale fonotel emet1:ica u S. Mar tino di QuiscJt, stendendo l a linea. d11l Ph:minn a, S. F loriano e stabUendo le stazio11i avanzate al Plan inn, a Gugnaee, a S. Floriano e sul SabOtino. Dopo ln presa di Gorizia gli impianti per In individuazione acnstica delle batterie crebb<iro d i n nmero l' r.:c ne ebbero a monte cl<'l l'lan ina pl'r J.o studio preliminare della JJains izza e dei din torni cli T olmino, e dentro la città stessa
(1) Come è noto, la riflcssionn ckl s nono segue le stesse! leggi cl~·lla r ifl<'S· sione del calore ntggia11te e d<'lla luce. 11er chè si tratta in tntti e trC' i casi della propagazione di moti ondulatori.
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SEZIONI FO!'<OTELEMEITRICllE
di Gorizia e a ~rarcotLini :;ul Car so. Aln·i se ue stabilir ono ,ml frol1te trc•utlno : R overeto, siJ10 oltr e Ala, n<'lla valle dell' Acligc, ad Ar sier o, n. Gamo. A Oorh:ia. ln, centra le :Cu stu bilita. nel sobborgo occidenta le iu una 'l"illetta e vi stette uno a. ùicernbl'c quando la \·illcw: fn colpita in pieno. 11 J3 dicembre JJJeu h·e si lavorant; una gn1naut cndde danLnlì alla cen trale e poco dopo un'altra nel giardiJ10: infatti alle 15,30 unu ten:n granata scoppiò :sul tetto e :scover clliò ktteralmcn tc l a casa. Coma1Hlt1'\"n la Sezion<' cli Goriiia il ten. ing. l!'raucisci che in quel momento er a occupato a rif1or tare sulla carta h• lrnm·c falle 111 cronografo. 1\Jlo s coppio della granata, una scbcggin attraver.;;ò il soffi tto e !lnclò a coniìccflrsi nel pnYimen to. li tc•n. Francisei senza comm1que scomporsi e pur valutando il pericolo immanente, poichè il tiro contÌllUaYa e le li ncP di comunicaz ion e e il crouogrufo 1'unz.ionava110, torn ò a l s uo tavolo cli h1Yoro e incurante d<'lla sua r,ersona r iprese a fnr calcoll e tracciare iper boli. Snl Car so Si <'hbc tmn Srzionc colla crnrrale n<'l paese ùi J\iarcottiui t' le stazion i cli srgnnlar.ion r ùa l Logem ol DE-beli, e h l stazione ava nzata ad Oppaehin,;clln. A.nelle la prìmn Sczionr da S. Caniinuo l'l":l sulita sul Corso, awnclo hl sua stazione n\'anziìta s ulla famosn quota !l2. NeJl'c.;;tatc ckl '17 s i OJ)<'rò all'Hcr m ada , da1·anti al E ock , nl ,~ocliC<', n ::U:011te Santo ecl all'altiphìno della Bainsizza. Xel mo1m·nto d i Caporetto si avevano JO S<'zioui in linea e cioè 3 nel 'J'r<'ntino e 7 sul fronte tlell'Isonzo cl,tll'Ostrjkras tino a Mon.CUlcone con 1111 cll'!)OSito <'d 1m magazzino centrale a Manr,incllo presso Coru-1 011:.;. Il 26 ottobt·r a mezzogiorno il nostro rdefon o col l'ron te non f um: lonavri. p.i ù . t:Dìc iali e Roldati nos tr i s ì uù'C'rse1·0 volon t nr hìllll'll te cli nndare a gettar si nella fornace per IDeL ter e in i-ah·o oomini e mal<'ri ali. E così poco a poco, ncllìL n otte fn1 il 26 e Il 27 ortobrc tutte le Se~ioni clell'Ison~o ;.:i ra cco h,er o a Manz.inr llo, al com1ile to, e :;olt}wto ùella 9" Sezione mau ca vano alcuni UOJU ini. Co11 uu nccorclo com woYen tc utlicinli e soldati a,e,ano lasciato i loro e1Ietti e perfino i 1·i, eri di risrrYa, ma tutti n1-rh·:ffn110 caridli portando i disegni r l e carte <' i cronografi e i tl'lefo11i <' gli altTj .;;ti: unwntl e per fino k cas.;;rtte con gl i accnmnlator l. Sono da rico rdare il serg. automobilista 7.rppetti che la martirn1 del 26 r ag1?iu1ise 11ncora la S<'~ione d i L i:;:a, oltre il Korada , dove• a 1TlYn vano g ià le falch1te delle m itTa gliatl·.ici am;tri flche. nochè il trn . Giaci.letti c111, clnnclo mun ·f orte al i,;er grn t<' r insci a j)Ol'ttll'<' i11 saho i materh1li più prrzi~i, st11nclo al Yolaule 11e1· l><'n :~6 ore di seguito. TI .j. n ovembr e il grus~o clc•l SC>rv i7,ìo fonotC'J E,mctrico cm giunto a Salboro, t• i l 9 a sera il Comando SuprC'mO gin c1isponC'va per prepar ar e e mandare almeno dm• Srzioni sulla linea del J'ia,·e. Pnrtirouo rosì quattr o Srzion i, e ;;iccomc i soldati ril1m1C'inno Rpéi<so nll<' CO><<' n1' ees;:;uri <', mn noi am i a quelle elle gli s pi. r iti evoluti gi11clicano ::;uperfluc, do t u lt i i t:1,;cnpnne <' cla~li znini uscirono delle ban dier ine tricolori, <'cl in un momento i camion>< wanclati clnl Comando Supremo P<'r il trasporto tlelle Se11ioni. fur ono imhm1clier at e I' 1mrtir nno tl'll i cnnt i giulh'ri dei nostri solcla ti. u
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Il metodo acustico per l'i.udividuazionc delle batterif' a ,·en1 dato sul fronte de!l'Ison7.o ulcwri utili r isul tati; sul J"'inve dlveune lndi.s1wnsauik. 11 t1 nenu r,ianegglante e la folta Y<'gctazione r eudevano intani diflìcilissiwu l'os::;errnzione agli osse1:vator i a t erra. e dai palloni frenati. Priwu della ritirurn dd 1917 ,l,·eyamo 10 SC'tioui; nella pl'illlanra dc ll'nnnu 1918 le Sezioni in linea enmo 1 ~ con 10S stazioni. , O utliciall e 1111 migliaio di uomini. Dal Grappa al mare non Yi era nelle nostre liuec solmdone cli continuità; il nemico n on poten1 lettrralmente spurarc u n colpo, ch e 11 011 fos:-; c regh;trato e catalogùto. Da una statistica della :!" Armata rìSulta che sopra 100 posta7.ioni c:oi,:i controllatc•, 65 si doYevuno all' o~sena7.lone ucrn;ticu, 21 a gli os:;,•rYatod rn-re:;tt'i e 14 ai pa Uoni. Xell.e r egioni montuose l'etli caeia r ela tiYa dell'o,-:sr tTazio1w ae11,-:ticr1 apr,nrr. mi nore, in quanto gli osservatori terreslri sono in courlizioni infinitameut<' pi ù favorevoli, e J)<'l'Ò nPlla ,1a .\rinata le ÙUC' St' zioni, 12" e l:l3 , fr<:<ro cla sole il J·I % del lavoro n tile. L'attività cli quci;te Sezioni tomandatc rispcttirnruentc dai temuti Luzznro e GiaC'l,etti ha dimostrato che i JUC'tOlli ae us t ici cli iJ-idirldunzonC' po:s:-;ono riuscire utilissimi anclle in mon tagna. Nel n0Yemb1'e tld 191S. dopo 111 battaglia di ,ittorio VeJ1eto si è a,·ura la :soddisfaziorn• ùl l)orr· r filre tinalmcJ.Jte 1<111 terreno l UI la1·go contr oll.o, confl'onrnu do le postn½ioni calcolate· con quelle reali. Da una Relazione clellll 3a Arwata lii ricava che oltre l' hwe si lTOYò 1111 gran nnm ~r o cli ba tteri e n emiehe distrntte (lnl nu1itro f 11oc·o h1 1).-lngno o in ottobre; cli questr il G6 %, Yalr a d ire i dur terzi del totale erano state determinate dal Sen·izjo fonot<'lemetrico. Allorchè il U Corpo cl' Arma ta ltnliauo anelò s ul fro nt.P fra ncc•se nl'l 1918, C'bbe anf'h' c!>So una Sezione fouo trlemetrlca, ma siccom<' si prcYecleYano fr <'quentl spotl1menti fu disposto ptrcbè Ulllt<'rinle e nomini fossero trasportati in a utocarro: \lito c1rgli nuLOc:·nTi era :,;tato ada ttato in modo da ptitt'l' srn·ire come stazione <·rntrale. In Franeia per l'ottimo routrib11to apportato. tutti !!li ufti<'lllli ckl P.ffYizio fo11otel(LllL' tl·ico, dopo l' ultima off;0nsiva contr o Reims ebber o la Croct· di guerra :francesi•. Il tenente' Pietrnmellani mandato d'antorità nlrosprdale, Si mhH' a !)ian.1:ere come 1111 baml>ino; il tenen te ;Riccoll a S. Cnm;\11110, :L l.lfon(nlconc•, J10l 'l'rC'ntino l'i diruostrò buon soldato e collaboratore atti,issimo, l' neirrst<He del 1917 allorch è il. fuoeo tnmbnreg-gh1nte d<'l n<'mico impediva nlla Sr7.ione cli hn-onir<' utilme11t<'. per non r<'stnre disoccupato andò all'a,:sa lto colla fanl<' ria rd ebbe la medaglia al ,·alorc. Sono nncor:n. cla segnalnre per l'energia dimost ra ta, per l:l vass lonr ~~plicnttl e 11er i risnltntl ottenuti dalle rispettive Sezioni, i tenenti Giachetti, Ma rtelli, Ginori, Jacopo1.zi, Cecch i, ~rarcbi, Onorl, Sannln i e Tnnganrlli, n onc:hè 11 pii1 g iovane d i tutti sottot0n . Vincenzo Romnn<'lli vittima cl<'lla i::nn a11clncin e del sno spirito di sacrificio ch<' lo a,·eyano indotto ad a ttrawri:::we il Piave al fìnc di giungere ad turn ~tnl'.ion<' isohlt n clnll:t piena del fi ume.
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l\OTIZlE Blflf.JOGR.-U-'JCUE
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE E DELLE FO~TI PE I{. I L CAPO E
Dl:11, C.U 'I'l'OLO :50° DELLA l' AH'l'E IV VOLUME 12°
GAn.BAsso ÀNTONIOJ Scienza e Poesia (Felice Le Monnier, Firenze 1934). Istruzione sul tiro dell'arliglieria da fortezza ( ediz. 1910). Istruzione sul tiro preparato delle fortezze del 1902 ( ora abrogato). Mittcilungen ubet Gcgenslande dcs Artillerie, und Genie-Wesens, Vienna. Revue cl' Artillerie. Rivista di .Artiglieria. e Genio (monografia del col. F edele Giordano, Roma, maggio 1939).
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0Al'O
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SGUARDO STORICO GENERALE ALLO SVILUPPO DELLA S CIENZA DI IMPIEGO DELL'ARTIGLIERIA.
Pe riodo ante riore all'adozione delle artig lie rie • Periodo po• steriorc all'adozione delle artiglierie • L'adozione della rigatura delle bocche da fuoco • Lo s hrapne l = L'artiglie ria ne lla guerra franco=germanica del 1870.71 = La polvere senzà fumo = II fucile a tiro rapido = L'artiglieria col cannone rinculante s ull 'affusto • La g uerra rus so•g iapponese del 1904, 05 = La g ue rra mondiale dal 1915 al 1918.
I princi1p1 e le no1·mc che regolan o l 'impiego cleJl' At'tiglieria soJ10 strettamente collega ti c:on alc uni 1·ami della Scienza generale clel.ls guer r a, e paeticolnnnen.t e colla Tattica e c-olla Fortificazione; talchè, neJl'e. posizione che sta per seguire, sarà abbastanza frrqnente iJ s nccinto richiamo a principi e concetti di que. te {lue hra11('he d<>lla Sde1na geinerale della guerra . P erò la '!''a ttica e ·1a Fortificar.ione. e con esse l'impiego dell' A.r tiglieria., diprn<lono uella loro cvolur,ione, anche dai progressi tecnici. consegniti da Ha Balistica inter11tt e dalla B alistica esterna . Se, in te ori a a lmeno, la Ta ttic·a e la For tificazione dovrebber o dettare aJlc• Scienze tecniche 1c necessal'ie richieste ùi nrmi e ~H strnmenti bellici Yal'i. e qui11cli la tecnica dovrebbe rimanere dip<111dente dalla T attica e dnlla F'ortifiea r,ionc, viceversa, in pratica i progressi deHa tecn ien si m a nif.esta no q1tasi sempre inclipenc1en temente da qualsiasi t ichiesta tattica, ed hanuo emsibili l'i1pere118sioni tauto s nlla Tattica, quanto suDa Fol'tificazione, e sni loro sviJnppi. Iu certo modo l'effetto reagisce sulla causa, e l'impiego dell'Artiglieria . che è di in ùole esi::enzia,Jmente tattica, subisce cli fatto fortemente l'fa'l'(lnenza tfolJ n tecnica clell' Arma. 1
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FO:l\'DAMENTJ DELLA TA'l:TJ C.\ 0 D0r,LA JfOliTJF TCAZlONE
Ciò vale quan to dire C'he, dopo uno sgu ,n'do storico de1lo svilu ppo cle1le due Hnlistiche, nn nnalogo sgnnl·do nllo sYiluppo dei pl'in- ,, cip1 dell 'impi.ego del I' Adig licria, cleve sr1·vh·e tli integrazione a llo sgnanlo giù <lato allo sYilnppo della tecni rn c1eJl' Arma.
Preuùelldo Je mosse daffcprlt'a l'Ollltllla , d,11la (111aJe deriva no i p1·imi e sic1ni fornlnme n ti <lclfa ~l'attica e della Fol'ti.ficazioaie, g ia c:cltè incon testHbilmentP R oma fn la pl'ima gTn:nde maestra. al mo11do in questi a rgomeu ti, (·om·<•nà a cce1mare a] fatto c he l'Artigliel'ia vi e bbe .le sue ol'ig i11i nssol11ta1Ucn te l'udimentali col lancio del « piluru >> e del « giaYellolto >>, come prcpa1·azione all' urto dell e fante l'ie. L' urt o costituì allorn l' atto prevul eute del ln battaglia , e la fa n ter ia fn l' Al'm a nnica .e fon clamc111tnle, i:ie si eccettua la p oca c avalletia, desti nata a r infor r.are al massimo grado l'az.ione d'ul'to a1el momento deH,1 deeisione. L'nzioJJe pril1cipe clelJa fanteri11 el'a fondata sui seguen ti prin<.:ipi rattici fol'111ame11te stabiliti dai romani, e cJi e si conservm·ono sempre in seguito come fon damentali cli qualsiasi battaglia , a~1ch e se Je flH'm e di essa Yennero a ya1·iarc m oltissimo essenzia.lmente iu c:ausa (l ell' i111tenento dell' al'lna da gitto che andò conti nuamente crescendo. T aJi pl'l nC'ipi so110 in brrYe : mirare alla totale di;:Lr111.ion<' dell'Esercito nemico; ripe t17.ione degli sforzi (schier <• e ondate di attacco; scaglionamento in profondità) ; - la fuga comi11cia dalla coda (Pt' rci ò i «triari » ossia i combattenti più sperimentati nellr ba ttaglie, <llspo:,;ti ln tQrza ischicra [)er t,:atte.nere re,<:'ntuale anetn1mento delle >'cbi<'re antistanti); - 11.1:ticolazionc fru i r c1mr tì ddle nt r ie schiere (o snodature fr a i r e. pnrti d!'Jle vari<' scl!l!'re p<'J.' la manovra, per parure nd ntt'lccbi di fianco. 1:cr il più facik adattamento dello schieramento al terrrno); - ;;caglioni d'a la avan1.nt1 011 arretrnti (per la manona e P<'l' l'avvolgimento ckll'ala av,·ersaria). -
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11 c·ombattimento ronrnJ10. dopo il brevissimo att o di preparazione toff arma da ~itto per pnrte degli stes. i fa n ti d.eJla prima
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TATTICA EO D1PJl,;GO D1':r,r/ .\R'l' IGLIERTA
schiera, eonsisten1 lntto 11effu1·to (corpo a co1·vo) contro l'ordi,n anza 1wmica . sorretto d;ilie schiere caglionate in p1·ofondità . DisgJ·egata, 1n mass;a avyersaria, si aveva l'inseguimento n.olento e la spietata n<:ci ione di tntti i nemici raggiunti, facendo u.so cl.el «gladio)). Il c:ombattim.ento avevn pe1· conseguenza delle perdi te elecatissime dalla parte soccombente. Le fronti. el'ano l'elatb-nmente ri.· tl'etle . Il teneno, ,pel' quanto pos ·ibHe, n1nin1 scelto eosì cl.a riuscil'e l',n-or eYole allo schieramento ed all':wa nzata delle legioni. L a tipicn fortificazi o11e dei l'Omani era quella campale e comprendent i la ,·ori per la fonnazione del « campo i-afforzato », ne<:~ssario per <'vitai·e s01;rm~se nemi<:he e per concedel'e quindi al soldato condizioni tollerabili cli ·dta da urna battaglia all'alt r a . La forti fic:a zio11e petmanente per la difesa cli c:it.t;;\ importa nti era, c·o1:;titnila da cinte in mnratm·a, composte da « cortine lineari )) (azione fro ntale) , da « tor l'i )) a brevfi intervallo trH loro, e talTolta ùal «fosso)) (ostacolo) . Le torri aveTnno missione fiancheggiante. ~ egli assedi l 'nrtiglieria era costituita <la macchi1lle da guerra impiegate dalla difesa ed in quainlità, noteyolruente maggiOl'e daU:attnccante . .8 ' inu ti.le clihrngarci per tutto il pei-iodo imperia le romano deUa dccadeuza: e per quello rneclioernle snss(~guenle; 111el primo di lali peifodi la tattica romana 1P1·ececlente prernlse senzai varianti sostanzia li ; awl se<:ondo la tattica clegenel'ò i11 modo da 110111 lasciare alcllln insegnamento.
S01·yofa11cl o per· brevità tntto il periodo medioevale e qt~ella pal'te di periodo moderno 01el quale le armi da fuoco, ia portat ili e sia boccbe dn fuoc:o, furono impiegate senza sistematicità, la nostrn 1·assegna sommaria venà. iniziata coll'esame de)]e condizioui della tHltica e dell'impiego dell'artiglieria da Gustavo Adolfo (drca 1650) in poi. Nel sec:olo XVII infatti le armi da fuoco e cioè moschetto e cnnnonc subitono quakbe prog1·csso che condottieri cli alta, intel-
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T.\TTIC.\ lro Ihll'IEC: O DELL'.\RTIGI,TETUA
ligenzn scppe1·0 sfrnttm·e. IJ ·l'noc'.O di focilerin prese maggiore este1nsio11e dallll istitnzione di 1'eparti cli « moschettieri » distinti da q11elli dei « piechiel'i » destinati nlln soln azione d'ul'to. Lo schicnimcnto dc•lle fan te1·ie ern , secondo il tipo -tlelJa legione, su tre lince; però l<' fronti ernno più ampie clHta l'azione cli fnoco più lonlanH, e la di tanza fr,1 sc·hiera e scl1i.en1 era un :po' accresciuta. L'artiglieria che avern un tfro molto teso in prossimità delle bocche cl.a fooeo e c-he no,n perrn etteYa perciò ai proietti di passare al di op ra del I<' truppe amiche, era collocata di preferenza alle ali ed jn fuo1·i <lcll'orLlinanza di fanteria, e ciò nell'intento di continuare il J'noco an che dopo che la fanteria aveYa a \'anzato. P erò le artiglierie più leggere erano disposte in linea colla prima schiera, e al fine di protrane Ja loro Hzio,ne di fuoco venivauo spostate in avflnti. insieme colle fanterie. Di q11i la tendenza a sistemi d'artiglieria molto leggeri per formare la cost detta « artig·Jieria cli f.a:ntnia ». Fn in quest'epoca che si l'ico1·se anche all'impiego di rnnnoni di <·noio di acce11t11ata legg-erezza e quindi di grnnde mobilit,ì.. Ln concen t 1'azione cl egli effetti del fuoco d ·arti.g]jerin fu la. norma costautc d<' i grandi capitani; e Gustavo A-do Ho, nelia battaglia di Lif>s ia , ue fec e la pl'ima. e più brilhmte applicazione con la « gra,ncl e batteria >> f01 nrn ta per fulminare la fanteria avYersaria nel momento decisivo delln battaglia. L'invenzione della baionetta verso la met;ì. dd Seicento conferi al l'ncj]e il imlùtaneo uffido cli arm,i da fuoco e di arma da urto: iwom.panero i picehieri e t.ntt.i i fa nti furono arm a.ti cli fucile con scinbola haioneltn, e cruincli la proporzione d elle imni da fuoco nei reparti di fanterin si accrebbe noteYolmente così da pel'· metter<' una m.nggiorc intensilù, cli fuoco, sia pure tenuto eo01to della Jcntezzn cli tiro -d eJ fuei.le tìCl a vancrt tica ed a bacchetta, nonchè dell'accensione alea toria della cari ca per m ez:1.0 dell'acdarino a pietl'rt foca in. Per meri to cli Federico II cli Prussin fu notc,·o]e la clispos1zioue clei t iratori della prima schiera su parecchie righe , ed il passap;p;io graduale alla prima l'iga dei tiratoi-i che avevn010 ri:::1r icato l'arma nelle rigl1 e retrosi'a111ti. Con questo ingegnoso procedimento, la celeri tà cli tiro della fucileria risnltò aumentato . Corrispondentemente a q11akhe aumento di gittata delle armi cla
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L 1IMP1lilGO DIDLL' ARTIG LIERIA IN ItBLA~I.O)<E) Al l?R01f7.rTJL1 SCOJ:'l?IAN'.r!
fuoco, Yenne1·0 accresciute di q nalchc poco l'estensione delfo fron ti -di battaglia e lu profonditù, dello scaglionamento. E' ad ogiui modo da rilenu·e che questa clisiposizione delle ordinamic di comùatti.uieatto, considerata nel s uo complesso 1110n ebbe grau che a Yariare da Gustavo Adolfo fino a Napoleone.
L'invenzione dei proiettili scoppianti conferì maggiore efficacia all'artigliel'ia e diede alla fanteria una più intensa a;,;i001e di fuoco col fnr ricorso all'impiego della granata a mamo. Salvo il predetto progresso, l'artiglieria, sempre ad avancarica e con tr,1 iettoria malto tesa ,nel primo ti-atto . dovette nel combattimento mautc11cre le élisposizioui ccl 11 co11tegno cui già fu fatto cenno, ossia : -
di artiglic'ri e leggere e spo:stnbili, po:;te s111lu prillltl linclL delle fanter ie ed aYn11zunt1 con queste;
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di boeclw du f ooco 11ot1•nti colloc11t~ alle nli.
Circa l'impìeg-o di tale artiglieria si può dire soltanto che: - l'azione dell'ar tiglieria di fanteria ern dire tt:1 contro la fanteria. avversaria.; - l'azione delle artlgliel'ie disposte soll<' ali <'r a parzialmeute e sen1.a. inslsten7.tL particolare, di.:reltu contro l' urtiglieri:L nemicn , ma normalmente venivo. rivolta contro la fanteria specialmente allorchè le frouti di combattimento s i erano ravvicinate.
La massH cl'artiglieriH che si poneva in azione poco prima del momento clecisivo, em talora costituito, cln un aggregato di batterie radnnate al coperto dietro la fant<•l'ia. le quali si isvela. vano di 'orpresa al momento utile con un in tenso fu oco a mitragJia, ])l'evi.o lo sgombro della fronte per parte della fanteria antistante. DolPO Napoleone, l' inYenzione della (:apsu]a al fulminato cli mercmio rontl'ihuì a,1 nna magg:i.Ol'e ceforitù di tiro della fucileria. 39
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LA TRASFORMAZIONE
DELLA
FORTIFICAZIONE
L'impiego dell' artiglieria « a massa >> ossia con grande con~ centrazione di effetti, culminò nel periodo ornpoleonico, ed ebbe norma costante dì impiego fin verso la metà d.el secolo XIX. Ossia in breve : - nell'attacco, l'urtiglir.rh1 doveva tendrre u. far C('ssure il f uoco d<'ll.e liatterie nemiche, ecl in seguito bu.ttere l e fanterie ; - nella difesa, oshicola rc col fuoco l'avanzata delle fanterie attaccanti.
La Fortifica zione prrnrnnente subì, dopo il medio evo, un'importante tr-asformnzi.one imposta ,dall' introcluzione nei Corpi d'assedio di pesanti e più potenti bocche ,d a fuoco, nonchè (1::tJ_ l'aumento delle gittate. Le cortine via vta si allungarono; le torri furono sostituite dai« bastioni>> aventi. funzioni di. capisaldi deUe cinte difensive e di organi di fianeheggiamento delle cortine divenute più estese; le mui-ature vennero rinforzate e l'ostacolo ampliato. Inoltre cortiJrn e bastioni poco per volta furono sempre più eoperti e quini:li difesi d.a orpere sussidiarie come « coprifaccia, rivellini.>> ec,c. Le grandi P iazze ebbero una, « cittadella >> per l'ultima difesa ad oltranza. La guerra d'assedi.o divenne prevale.nteme.nte una lotta d.i al'tigJieria. L'assedio passava per le seguenti fasi : -
l'.investimeuto clella. fottezza per isolm:Ja e per preparare con sicnrezza le batter.ie cli attacco; - la demolizione dc>i bastioni e dei s uoi organi fi anchegg.innti; - la contemporanea avanza ta ck lk fan teri0 per Yia di approcci'; - l'aper t ura delln breccia nel.ln cor tina e l'assalto a ttra verso cli r.ssa.
Kelln <lifesa, all'artigliel'ia spettava il eo1npito di rendere vani gli sforzi deJl'artiglieria attaccante e di ostacolare l'avanzata della fant<~r·in nemica. Anche per q uestc nzioni, specialmente per l'a ttacco, era raccomandata la eoncentrazionc degli effetti ossia l'a_zione a m.assadell'artiglierin . Applicazione brillante di questa norma si ebbe per ·1a prima voHa nell'nsseclio di Torino ·del 1706, diretta. dal co11te Solaro della Margherita, allora Comandante dell'artiglieria dell a difesa.
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INFLUENZA DELLA RIGATURA
Le invenzioni italiane : ·- della rigatura, ideata. clal noslr v gen. GiovaJrni Cavalli Ycr:,:o il J8'16, che conclus,:;e a maggiori gittatC', n maggiore precisione d i tiro, a p1·oielt:i oblunghi più potenti; - della r etrocarica realizzata dallo ste;;so gen. Ca v.-1lli, che fu origine <li più elevata, cel erità cli tiro;
segna1·ono uu rilevante progresso tecnico <l<~lle bocche da fuoco in generale ed ançhe perc:iò del fucile; progresso che, accompagnandosi a quello già ottenuto con la maggiore leggerezza (mobilità) deUe artiglierie campali, ebbe sensibile influenza sullo svilnp;po della Tattica e -della Fortificazione. J:>oco prima delle invenr,ioni sopra accem1ate e cioè dopo il 1SOS si ebbe q nella dello s,hra pnel (1) , proietto inizialmente di forma sferica, e [)OÌ di forma oblunga per armi rigate. Questo 01uovo proietto, coi perfezionamenti rapidamente subiti, r iuscì a porta re la mitruglin fino alJe massime distanze di tiro d.ell'artigliel'ia cli allora, e contribuì nel importa nti modificazioni degli ordini cli eomhattimento. Le maggiori gittate del fucile e delle artiglierie ebbero per conseguenza non solo che gli schieramenti e gli iÌ1izi dell' attuceo -delle fanterie dovettero compiersi a maggiori distanze; ma le formazioni di combattimento della. fanteria. -divennero più rade e eonseguentemeinte le fronti si estesero, così com(~ pun~ a nmentarono le distanze fra le varie schiere di comha ttimento. A causa della maggior lontananza -degli schierame111ti clall'avYersario, l'iwanzata per l'attacco delle fanterie si dovette co111Jpicre per un tratto alquando più lnngo e sotto un fuoco più i1ntenso e potente, con :formazi011i a nuclei separati ava.inanti, co1t direr,ioni convergenti, sotto la protezione di t utti i ripari. offerti dal teneno ed appr-offittanclo dei momenti in cui l' artiglieria amie:a riusciva a far taeere qu<~lla avversaria.. Ln
(1) Questo proietto fu cosi chiamato dal nome del suo inven tor e gen. Emico Shrapnel! dell' artiglieria ii1glesc, nato nel 17Gl e morto nel 18-J2 clopo cli a,ver comba,ttuto n elht battaglia delle :E'h:tndre, alla presa cli San Sebastiano ecl alrnssedio cli Rajadoz.
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L'IM I?OR1' ANZA DELLA FOR'.l~IF'lCAZJOKE CMvIPALE .
conseguenza pe1: eYideuti ragioni la durata della battaglia si ac. crebbe considerevolmente. Col crc~scere dell'efficada delle armi, non fu più sufficiente la copertura naturnle clel terreno, ma fu invece necessario ricorrere aUa copertura artificiale ed estemporalllea della Fortificazione campale speditiva. Nello svolgimento della. };)attaglia aumentò ancora fimportanza. delle schiere successive e delle riserve: le prime per dai·e maggior impulso di rincalzo all'avanzata, resa ,p iù ardua e 1più lenta, della prima schiera; le seconde per la manovra o per riparare ad improvvisi attacchi avversari speci;:i 1.meinte sui fianchi. :Fin qui per l'attacco. P er ]a difensiva, il crescere dell'efficacia delle armi fece sì che il fuoco più celere e più lontano della fanteria e sovratutto dell'artiglieria, conferi a questa forma di lotta, una maggiore solidità che 1110n per il passato, in quanto che crebbe notevùl. meinte di efficacia )'elemento principale cioè il fuoco da opporl'e all' avanzata dell'a ttaccante. Anche nella difensiva le fronti si estesero sempre di più; e per questa ragione e per l'aca~sei nta potenza demolitrice dell' artigli<~ria, la. Portificazione campnfo assunse uina grande importanza e maggior consistenza aUo scopo di conservare più a lua1go possibile gli elementi clifensi vi co~tit uiti da tiratori e da batterie. fo conseguenza delle più ampie fronti e degli accresci uti fovori di fortificazione, i.I ri.tfforzHm.ento fortificatorio subi la tendenza ad a,ssnmere la forma a « capisaldi)) particolarmente robusti, riuniti da lunghe ed esili cortine o trinceramenti meno solidi ·e non continui e ad azione di fuoco reciprocamente concorrente e :fiancheggiante. Crebbe conseguentemente l'importanza dell' ostacolo, sin nttorno ai ca pisaldi, sia lungo ed avanti alle c-0rtine, ostacolo che venne costituito con <ca blrnttute)) (cataste di tronchi d'alberi) o eon « reticolato cli filo di ferro)), in sostituzione ,del « fosso >> cli c:ostruzione troppo lunga e laboriosa. I capisaldi ebbero essenzialmente la funzione di resistenza, ad oltra,n za Hillche se, sfondata la linea di fiancheggiamento clelle cortine e dell'ostacolo contigui. Si intravvide pure la costituzione di seconde linee di resistenza, atte a contenere l'attaccante nell'eventualità di aver perduta la prima linea cli difesa. -
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lnl. TRASf?O!UIAZlONE DELJ,,\ FORT IFICAZlON8 E'ERNA~ENTE
Pe1· le sleSSl' predette canse la trasformazione fu analoga nei riguardi della Fo1·tificnzionc permnncnte. Gli organi rappresen~ tati clui lmstio01i poterono venir nlJontanati l'imo dall'altro .D.1110 a tanto che JH tortina continua, in muratui'a, delle auliche cinte Ye1111e i11te1'rnttn . Ed in stretta analogia <:olla F o1·tificazio11e ca1U1rn le, la Fol'tHit:azim1e l)Cl'rnanente assunse l a forma di« cam~ po trincen1to >>{·u n<<Ji'orti :-itaecati. >> (iu Yece (lei basti.oni) a.venti funzion<' cli capi a Idi <-li resistenza, di organi di azione di fuoco lont;;111t1 e cli azione fiancheggiante degli irntenalli; F orti collegati Ha loro ùa << cortine c·ostiLoite da ninc:cramcn ti <.;mupali robusti» a fratdalo ùisl·ontinno e si11uoso, taJ <' <.la pe1·m ellere u tili. concorsi di fuoc·o ti-a un tl'im.:c1·arnento ccl il contiguo. nonchù un reciproc·o fia,n cheggièlluento. T:artiglie1'ia non collocata nei Forti venne disposta dietro aJle <·o~·tine i,n comuni ba lterie d'assedio . Q1l('sta tr-a ~l'orrna:d.one della Forlificazione permanente condusse le ah·ersc l:'ote11zc a <.:ostruhe nei punti sti-atcgici principali del loru tenitol'io ccPinzzaforti a C,ìmpo trincerato)), cli grande estensione, eo111 11,m1 linea cli ('fo1tim1 così ampia da, i;mporre in lin c,1 genel'alc all'assediante una conispondente tr::.isformazione dei eia sici ùisposithi di attacco cd in pa1·tic-olare costrilllgerlo nel 1111 im·estiJnenlo no11 c·ornpleto della P iazza, ma ad uo1 attacco limitnto a<l un trntto r elath ame,n tc l'istretto ,della Ji111 ea cli cinlura e c·o1H:ent1·u11èlo contro di questo tratto hl quasi totalità dei mezzi di attacco. X el.la g11cnn <:arnpale i p1·indQ:>t cli impiego dell' al'tiglieria stubi.liti llalle guerre n apoleouiche, coll'avve11to dei nuovi e più l'ceenti armnmc•·n ri furono solta11to mutati di poco e cioè non subitono SGstanzi.1 li Yarh1 zio11i. Tali prin<:i pi fu1·0110 seguiti ed ebhel'n <:onfc1·m11 nelle nosti:e gncrre del Risor::rimcnto, nelle quali l' A.l'tig'licl'ia, pil'montesc pi·inrn ecl i tnliana poi, seppe stabilire e <:OJ1fc1·mare la f>lla ripntazionc di nilol'e e di vel'izia tecIJka. Spe<:ialrncnte cfalfa guena <.1el 1~6G, combatlutu p1u·e in Gel'mania, si ebbero preziosi i1nsegmrntclll.i di imi,iego clell'Al'lna che valsero ad imeg-rn1·e i clett.nni napoleonici, in quantoche misero ili lnce : -
la necessità d<'lla str<'Llll COOJ)Cl'ilzionc tTa .\rlil?licria e FauLeria; la. couYenicnza della concC'ntrazione degli eITettl d1:'I tiro di al"tiglieria; Jlelle colonne cli marcia, il Yantag~io cli disporre l'artiglit• r i:1 verso la testa, per la più pronta azione di t 111'te le bal t0ri(• .
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C0'.\fPORTAM0NTO DELLE · OPPOSTI> AR'l'WLIERT0 ì\"El,LA GUERRA DEL
J 870
Le condb:ioni , dit<'lllO eosi, di ambiente (,·iabi1ità, fer-royie, telegrafi, cc·(;., c<:e.) della guer ra fran co-gennaniC'a del 1S70-7J , miglio1·arouo notc,·olmeutc la mobilità clelle accre cinte masi,:e di armati. Le eondizioni cl'armamenlo fnrono cliffel'enti fra i due C'OIIltendenti : -
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presso i france,;;i: miglioni fnci!c· a retrocariNt ccl u11a art iglier ia J) iù scadente (ad a,anN1rica e e-on 1111 sbn1pnel alquanto im1wrferro. e:on graduazione di spoletta pe1· sol,~ <luc o t re cfo;tnur.c di tiro); pr esso i tedeschi: fuci le u retrocarica 111:1 lien•mcntc lnferiorr a quello fra11r<'Sl' e vlce,-ersa artiglieria clecisamrnte rn igliore (a r etrocarica con s poktta cli shrapnel u gracluazio11c per tutte le distanze).
Pt·esso i tedeschi Li preparazione 1p1:ofessi.011ale dei Capi portaYa a li.a offe.nsh-a ener·gica: pre . o i france ·i im·ec·e la prepara-
zione dei qnadri portava al]a difensiva tatti ca cli logoramento per opera {li u11 presunto tiro più efficace del fu cile. clifcn8irn da fat· seguil'e cla 1m eventuale co11tratt,1<·<.:o. Circa l'impl<>go delle gra ndi Piazze fortificate er::n-i poi divario di iclee tra i clu e comlwttenti : ptesso i tedeschi Je Piazzaforti <fovevm10 essere appoggi di manovra : prE'sso i francesi etavi tenclt>J1za dottrinale cli r inthi1Hlere 'Belle Piazze stesse grandi masse di al'rnati per impegn are il 1nemico in lnnghi assedi. Nel quadro generale così sommal'iame11te riassunto, l'artigli.eria germ.anica s1 (·Omportò seeonclo i dettnmi origin ati clall'eperien za della guerra del rn66. e scomipose la sua azioa1e all'incirca nelle seguenti dne fn si successive : -
P· fase: du<:> llo coll'artiglicriit n ,·,·rtRn1·ia, per ridurre q11!':-;t' ultima al silenzio; 2a. fuse : protezion<:> clell'nvanzata d<:>lla t)ropria fnnt<'ria mediante il fuoco, cliret1·0 pr0vnlentemrntr. contt'o ln fan teria n r mìca.
L'arti~lieria fran<'ese, che era in condizioni di inferiorità, accettò il duello, e di regola venne messa nell'impossibilità cli agire tempesth·amenlc contro la fanteria tedesca avanzante all'attacco. contro quei;;t'nltima non si ebbe così che il fuoco cli fucileria . il quale, malgrado la uperiorità delle armi po1·tatUi francesi, 110,n raggiun~e J'e'l'fi.cacin suJla qnale si faceva assegna-
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I DFl.rTAMI o' uce rEGO SCATURLTI DM,LA GUERRA F·RA)ICO- GERMANIC.\
men to . E ' noto the nella battaglia di Gravelotte- 'aint P rirnt, il gen. Camohert, nven<lo l'ilevato nel <lueJl o d'artigliel'ia l'inferiorità dell'artiglieria del proprio Col'po cl' .'umata. ordinò n quest' ultima {li ritrursi Hl ccper to e cli ri~erv:i rsi per Fa7,io11e, a s uo tempo . contro fa fante ria nemica ; e con que to suo ordine procurò alla Cìnar cli a prussiana cornlizioni di. attacco molto più difficile. Dalla gnena di c·ui cli~coniamo der ivarono per l'artiglieria cle)le 1norm.e cli h11piego che furono ammesse cla tu tte le Artiglierie europee, e d .1.e, nello s,·olgimento clell'a½ione clell' .l.l'ma , sa!Ilchono sostnuzia1mente le chic sui n<licate fasi. L'ar-tig·'fierht d' as eclio a el JS70-7J trovò le dm> P iazze di Mefa e {li I' arigi nel le c.:onclizioni poc'anzi. accennate di « campi trilTl<:era ti >>- Le operazioni di tale artiglieria fm orno qnelle 1prevcdute seconclo i co111cetti giù, espressi pe1' la guerra cl' as eclio, e nou Yal. ero a mutare SC'DsibilmentP i concetti stessi. Dal pun to di vista tecni co qu este opcrazioui stimolarono però le Yarie Artiglierie ad aumenti cli pot(•1rna. di giLt-ate. ed alJa maggim·e mobilità -d ei pesanti sistemi cli a-r·tiglieria <le'f tempo, nonchè allo tudio del tiro e del pnn1 amen to indiretto per le bat terie d'assedio e da fortezza.
I llettami <1.i impiego scatnrW clall n guerra frnnco -germn n ica furo110 pos ti in cliscus ione 11elle ,·arie Artiglierie europee pnreC-·
C;hi anni <lopo i l termine della gnerra stessa, e specialmente dopo ('he i ma te1·iali d' artiglieria ebbero a subire ril evanti perfezionamenti. J n particolare si assoggettò a ginsta cl'itica il cl nello (l 'artig-lie1·ia, <:Ollie n tto ·p repar1.1itor io isolato , durante il qua le la fantetia era nrnnteimui h t in un'attesa pas h·a, uon giustifi<;ata da aJc mrn necei;;sità t.1ttica. Il èlnc]Jo ~tesso veniv;L pure discusso com,c atto prepm:atori o di esito perentorio, che Yenirn necessariamente a pl'ivnTe nno -elci pnrtiti clel me,,;zo più potn1t.e per ostacolare l 'avairnmta della fanteda av,·ersa. Più particola r mente si era J·il<wnto che co11 lntt<'! le batterie schierate iii vistn dell 'avversario (assenza <li q11n lsii1si sistema c1i pun tamen to i·ndirelto) e C'oDa produzione abl>o11da1ntc cli f nmo, che ancor meglio ne segnnva le
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I DE'r'l'AMI D'IMl."lEGO SCA'CURI'l'l DALLA GUERR A ~'UA_r;'CO- GERl\(ANJCA
posizioni 1 il clnello era fata1me11te cond otto all 'ultimo sangue colla su::.1·nuziale scompal'sa c1i una delle due .Artiglierie. Giustamente si n10tava al riguardo : che dui·onte il cluello d'artiglieria, lu funterla. avrebbe dovuto con vantaggio mnovcre e guadagnn1·e terreno verso la fanteria avversaria. Durante il duello, la pa::;slvità della fanteria dell'attaccuntc era realmente dannosa, in quanto che sollunto il suo movimento in avanti avr ebbe obbligato il f.011te della clifesa a scoprirsi per Poter tirare, vC'nendo per tal modo ad offrirsi come bersaglio all'artiglieria attaccante. Soltanto il mo,·imcnto in avanti della. fanteria attaccante r iusciva a procurare, J)Cr così dfre, alla propria artiglieria il bersagHo tatticamente più r edditi?.io (losegnameutl della battaglia di Plewntt nel 1877-78, e della guen·a anglo-boera dC'l 1900). b) - che conn•niYa. riScnare almeno una parte dell'Artiglieria. per arrestare prima o poi l'avanzata. della fanteria, princlpalc Armn nemica. Che quindi si aveva grande interesse a cUsporrc le batterie in posizioni coperte co::;l da non impegnarle a fondo ed evitare di esporle ad u.na completa distruzione.
a) -
L'annotazioU'1e cli cni al pTececlente comma r1 ) consigliò una eonsequenzinle Y,ll"iant<> .1lle morme clel 1, 70-71) snbito accolta qa 1ntti gli Eser<:iti : hnrnotazione di c11i <1 l comnrn b) spinse allo studio d i proeecli menti cli puutnni ento incliretto anehe per Je batterie da c-anwagna postate iJ1 qualsiasi te1Teno che ne permettesse il tiro al coperto della vista anei-sH ria. Tnle stnclio fatto <·0111 im~istente d iligenza . l'iuscì veramente fecondo di <:Oll(:reti r isultati. La sparizion e del fnmo (1S Ci) diede una poclt>rusa spinta alla ~-olmione della seconda questione relati,·n all'impiego dell'Artiglieria nc)]e vatie fasi clel'l a lotiu . ~e de l'ivò pe1·t a nto ht nor;n;i.n di risenm·e fin cla principio, in posizione cope1·ta, t nttn J'artiglicria prr impiegnrla c·on ocnla tfl economia, seeonclo )e n<>cessità del coml.J11ttimento, in fJ1ll'te o totalme11te. Mn Jc nno\"C pohel'i infnrni ~1011 c>hbero qut>Rta sola · conseguenza: es:;e tondusse,o ben presto nll 'aclozio1w clel fucile a tiro 1·apiclo. E poi c:hè neHo !';t°<'s~o tempo si l'ngginnsc1:o vari ll)erfer.iom11nen ti •11pJla delinen;d!lne ,leHP ~polette :1 tempo e dello s lu·apnel, <·osì fn 1weessa1·io teUC'l'llC conto auelle ll<'lle norme -cli impiego cle11'111·tiglie1-ia ('.nmpale, 1anto più che i ])l'Ogressi conseguiti. da, qnesti perfezionnmenti fe cero Yivamente sentire la ueeessità di un ma tc•1·ia le e-a 111pale c·he conspntisse g1·a01de celerità di tiro . E
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I DliY.ITAMI n'nH'lECO SC.\TCRlTI D.\L!,à OuERRA FRANCO-Gh'RM.A.i,ICA
la tcnica l'ispose, <:orne 111 soli t o, a tale esigernm coi materiali« a deformazione )) (J 902), i quali in primo tempo furono applicati all'artig-Jit1ria da c·ampag-ua, e po<·o pi ù trn·di alle Sjpecialitù. pesante <·arnpale e pes1111te. mentre c011temponrneamente in tutte le sped alità tlell'A1·rn a s i introclussero ho<:che dn fnoeo a tiro curvo, e cioè obiti e mo1·tai con ])l'Oietti di semp1·e crescente potenza di scoppio . Dedsirn e di gramle mornen1·o fu pert,111to la 1·ipe1·cussione cli queste conq uiste LleJJ11 te,:11ka s ull' impiego dcJl'.A.rrna, e mentre per una p,u·te Je posizioni eope1·le, c:o] pnntamento indiretto, clive1me1·0 normali a11d1e per l'artiglieria campale, d'altro lalo lo schiernrne11to i l più 1·apit10 possibiJe cli tutta l'artiglieria cli. uilla g:rf11ncle -Cnità l'u tanoue assol1Ho di impiego. Pel'ò ]'impiego di tutra qnest;; a1·tiglieria era rise1·n11.o e yai·iabiJe secondo le n ecessitù di combat timento e tioè sccoudo gli orcl ini del Comando d' Artiglieria della <:ompetP11te gl'11nde U11itù . onlin"i conseguenti dalle ,direttiYc del i-iispettivo Comando cli tale g1·ancle 1.711itù. l ,e norme d'impiego est eRe1·0 di molto i compiti dell'Arma, i qnali in principio furono i !':egllen ti : 1) -
2) 3) 4) 5) 6) -
,) S) -
iniziare il combattimento <' prof('l!)?;l'rC' lo schiernmen to ddla propria. fnnterln; -prC'pararc l ' at~ncco col rcndC'r e impotente l'artiglieria nemica; batter<· con fuoco prepouckrnnt<• i punti da a tla<'ca n' dccismnentc; r c;.pinger e gli attacchi di fnnt0ria. nc•mica, ~e occorre, col proprio sacrificio ; soste1wre col fuoco la proprht fnnter iu e 1·c•1-ickrn c più facile l'ilnUlzn ta nrll'nttucco; as.c;icnrarP Jl mantc•11imrnto dellr posizioni conqoh,tate; coopernr e colla. fallter.i n nell'in seguilllcnto; proteggere col pi·o1il·io sacrificio la ritirata delle altre truppe.
Pel'ò J'.;1 nmento deg)i efl'etLhi ,hYe1rn1o ii~ t11tti gli Eserdti, sia 1·ignarclo dell'a1·tiglie1·ia cln campag-m1 . si;1 e più in 1·iguardo clelJr Specialitìì., pesanti (i (·ingoli Bonagente di iél ea,,,ione ita liana concorse1·0 H001 pc1c·o aJJ'impit•go di pot('riti sistemi cl ' arti.. gUel'ia iin apo1·h1 campagna), l'a('trei--c·iutn pot<1nzn dei colpi e sonatu tto la tilen1nte celerità di tiro del le mtiglierie (la quale ultima dOYeTa nel <:OJJ('etto cli molii rnpp1·<·se1 rtm·e un compenso suffidente al m i nor Jtnrncro cli batterie clh,ponihili), inclnceyano 1
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I DID'.ITAMI D 1Ml'1EGO SCA'l' URITl DALLA GU0RRA F'RANCO-Gf:R'.\[,L'IJCA
poco per volta a modificazioni a bbastanzn sosta nziali (lelle 1101'1ue cl'irupiego <.leffArma. Tra queste modificazioni stanu10 : la rinuncia all'impiego a massa, e la, raccomandazione di parsimonia nel consumo delle munizio~1i. Hisultavnno pertanto sanciti i segucn li princip,ii : a) -
1>) o) -
l 'artiglieria s ia tutta schit•rilta fin da vrincipio in posizione c·operta e pronta acl ngire; l'm:tiglicria f;ia costantemente• accoppiatn. colla fflnterla; l'O..rtiglieria cleYe ro n;seguir<' la s upremazht sull'artigl inia 11emica.
Il confronto cli qneste predette norme con gli otto principii precedentemente esposti, condu ce spontaneamente aJl'ossena zione che tali 11onne anzichè l'isultate da e~el"iooze di guerra sono in pai- te frutto di consiclerazioni t eoriche ruancanli del confol.' to fonnito clalhi praticn : sia s nlla entità d egJi effetti. che l'art iglieria e1·a in gl'nclo di otteuel'e e sia sul prevedibile noteYole consumo cli mmtizioni. A colo1·0 che p1·atica,·a110 l e Rcuole di tiro ed i campi di esper jenze riu s<·iYa cddente che realmente era tuttora nece saria 1'a1/,ir.1ie a mHssn c·cm concentrur,ione di. effetti e quindi con rilevnnte clispe11clio cli mu11izioni, mentre poi appunto dall'esperie nza pratica si ei-3 110 in quer-iti ufficiali fom1ati d('i con eetti co11 ereti suJl 'effieaC'ia dell 'a rtiglicrfa n ei combattimenti moderni e con le mocle1·ne clispcsizioni adottate nella lotta claJle ttuppe delle yarie Armi, trac11clonc i.;;ovratut to la conseguenza, degli aumenta.ti consumi di nrnnizicni c:he app unto la celerità di t iro e1·a per ingenerare. L:1 Fortificnzione c1rn1 pale J1el pe1·iodo della !Polvere senza fu rn o ebbe gra nd e impulso : nell'attacco come Fortifi cazione spe<litb·a sul campo cli ba ttaglia per la protezione del fa nte nelle sne avan,mtc~: 1w]la difensi.va C'ome Fortificazione c11m pale p1·upriamente eletta . per re is lere agli scoppi sempre più p ote11ti dei proietti im pieg::i ti. Questi proietti venivano ,cli -f'atto coo, t1nuamente perfezion ati, aumentati di lunghezza e quindi atti a contenere maggiore ca r ica cli scor~pio, ta nto che fra Fortificazione e cannone si era impegnata l111H specie di lotta. Nella Fo1:tificaziune campale fu preYisto l'impiego di materiali sempre più resistenti, e sovratHtto -
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I DIDTTAMI D'IMPIEGO SCATURITI DALLA G UERRA FRANCO- GElU,JANLCA
in terreni mo,n tani e ro(;dosi. l'afforznm.ent o clcJ terreno, per la sua stes u na turn . assu nse un grande n1 lore. La Fortificuzione permanente, clipencl entemeillte dai maggiori effetti <lei pl'oietti (potente esplosivo delle gl'1111ate) pas ò da1Ja clisposizionc a Ti'Ol'ti staccati a qoe11a cli<< F orti corazzati>> (sempre però, tnecati), costituiti cla masse considereYoli cli calc:estrnzzo e armnti con bo<:.che da fuoco di grande potenza e ,d i lunga gittata, clis1Poste in toni o in cnpole C'orazzate . :Sei campi trinceraLi cli uuova costrrndone s·i anU1enta ro1no le di stanze tra, i Forti corazznti, i quali ebbero toni o cupole sempre più resistenti. Però le Piazzpforti. nella loro disposi1,ione generale, salvo queste ultime varianti, rimasero sostainzialmente quelle cli prima. La più robusta c:ora;r,;r,atn ra <lei Forti stimol<) i t ecnici alla costruzione di sistemi cl'al'tigli eria ,cl' attac:co più poten ti, e nello stesso t empo di maggiore mobilità. giungendo talYolta ai calibri di mm. 240 com<~ miuimo. e tnlora fino ,li calibri <li 2 O e cli 30:3, con affusti refath amente mobili. I f' Oncetti generaJi cli guena cl' nssedio 1 sitl-ro l'impiego di mezzi più potenti<' le possibilità di tiro a mnggiol'i di stanze, rimasero essenzia lmeJJte que1li già, n otati per i campi trincerat i. In nn periodo di <:on tinoo progl'esso cli potenza delle artiglierie sorsero. a proposito <l ellf:L g·uena d'assedio, discussioni e proposte di atraC'chi speclitiYi fondati sull'impiego violento ecl improvviso di P archi d' assedio cJi particoJare potenza e cli colonne d'assalto forti, s<:elte e parlicolarme.ute sollerite a tentare l' irruzione attraverso la brecda aperta nella ci>ntura fortificata. Tra i t eenici cli guenù fn all ora in Yoga )'attacco così detto: « alla von Sauer » stn<liato e proposto {la, nn ufficiale tedesco cli qu esto nome ; ma. i.in Italia Hrti ~liel'i studiosi e competenti non diedero gran credito a siffatta nnova teoria di guerra d'assedio. nata da una sopravrn lutazione uno completamente esatta dei mezzi di demolizione dell'artiglieria. ed i fa t li clieclero loro ragio11e.
La guena rn~so-gia pponese fu combattuta negli anni 19041905 nei qm1li erano ancora vivaC'i i dibattiti sull'impiego <lell'a r-
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I DEITTAM l n 'r)I l? lE(; Q SCA'l.'T..:Rl'l'I DAC.LA C:UERR.-\ RuSSO-GIAl"PONlliSE
t iglicria ('he t:u1ulnssel'o alle conclusioni, 111 0n t utte pratiche, alle <1na li fu pl'ecc<lentem ente 11cce1rnato . L'artigUPtia di ambedue gli anersai·i n on a veva avuto il tempo di inh·oclune in s el'Yizio i sisterui a deform azione, n eppure 1Pe1· Jn Specialitù. cla cnm p ::igna.; e l a g uenu cli cui tl'atti nmo fu combattu ta c·on watcl'iali abbastan:;r,a potenti ma con affusti rigidi essrnzialmcnte priYi cli quei disposi ti \'i perfezionati di puntam ento indi1etto che cra110 ormai n ormali nei nu ovissimi mate-
riali. Dopo la g uerrn russo-giapponese l'impiego ,clell'artiglieria fu egnato· dai compili assegnati all' .A rma e che qui b1·evementc ria,ss umi amo : 1) - l:l maggior parte ùclle l>attC' r.ie liu missione ùi ridm·rc al silcnz.io l'ar tiglier ia u.versaria; 2) - oltcnuta la supcriorit:\ sull'artiglieria nrlllica, p;:sa cleYe concrntrure l1 fuoco sugli obbiettivi di attacco, pur tenendo a bada l'artiglieria nemica con un miu'I ruo di ba tter ic; 3) - stretta cooperazione colla fanter ia nell'nttacco ; 4) - Al momento dell'assalto della proprìa fanteria , l'artiglie1·ia dc,e allungare il tiro e battere il tergo dPlla linea :nernic,i.
Poichè però i rti._si, ~ovrat utto p er a ttendere rinforzi, fecero largo uso di nìfforzamen t i con rcticolHti, i giapponesi furon o costret ti all' impiego di m a ggiol'i calibri ed al ripristino clell'orntica bombarda da trincea . .Nelle fo1·me ,cli combattimCJ1to si manifestarono : - fronti dl at tacco molto ampie, coll'a vt1nz:tta con-erg(•nte da fronti di schieramento anco1·a più ampie; - dt11·ata nlquanto magglore delle battaglie.
Il fatto d1e le fon1el'i c att nccanti (gia p po1n csi) ernno costrette rimnnerc per molti giol'lli di segu ito sC'hiernte in battaglia a con tatto più o m eno stretto C'Ol difensore, ol>bligò gli a ttaccanti (gia1Ppon esi) a fin· l'i1·m·so alla Fortificazione campa le per p1·0teggere il fan te e le a n ni tlal fuoc·o aYYersario e ch1 l'itomi offensivi del 11cU1i('O. s peci nlmente nott1mni, cos i.cchè l'attacco ebbe a pi-oc-edere con ,noteYole le1Jtezza pentendo cl.a trin cee contro tl'inC'ee . L ' attnecn speditivo diretto clni giappoHesi contro la P iazza m arittim.a <li P o1·l A1·t h111· ram in teram ente, e si svilurlpò in una
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I DETTAM! D'I'.',IPIEGO SC.\TtiRITI D.,LLA ca: ERR.\ ru;ssO-G!APPO""ESE
-vera guerra cli assedio. co11 Je tonne, la metoclicitù, e la lentezza dell' assedio rPgoJai·e. Con ll'o le Opere fo rtifi e.itorie, mediante opportuni r ipieghi i giitppo11esi fecero ric· orso all' impiego degli. obici da 280 di idear.ione itali a 11a e co truiti in Giappone da a r tiglieri italiani. Gli insegnamenti della guena rn. so-giapp one. e circa l'im piego dell'artiglieria ric-Heltero (POi conferma dalla gu<'rra balcanica del 1912.
P recedentemente abbimn o esposto qnnli fnrono esse111zialmente i clib::ittiti s OJ·ti ,ne l la stampu tecnico-milit::ire circa la forma di guerra c he si immaginava pl'irna dell a gùerr11 russo-giapponese e circa l'impiego clell'a1·tiglieria. Da tntte queste discussioni scaturì ln conclusi011 e ehe U fuo c:o delle Yarie armi in generale e quello dell'ai·tigliel'ia in particolnre el'ano divenuti sempre più impor tant i: dn lale conclusione 1rncque l'adozione clelle mitrnglia trici (fuoc-o cli (ucilei·ia a macchtna) 11001-chè l'adozione del1' Hrtig-Iierfa ca 01 pale pesante, mentre in àlcn ni Eserciti si disp ose cL.e l'nrtig1ieria pesante facesse pnrte <' anela sse a) seguito delle grandi Umità, di guerra . Inta nto dopo )a gnernt russo-giapponese gli affusti a deformazione eramo dheunti di adozione generale, e quindi l a celerità di tiro clell' ai·tigliel'ia é 1·a statn dovunque portata ad un Jimite molto elevato. A i=:i!stemi di grande calibro e cli cos picua potemm clcmolitl'ice cl'a stata conferirn, poco prima <.1ell11 guer ra moncliaJe, un a {:onsiderevo le mobilità, che perrnetteYa a bocche . da fuoco di eccezionale pot enza la 1)()ssihil i tà di segnil'e, senzn molto I.'ilardo, le ttuppe operanti in aperta ec1 mpagurn. Questa conclir,i one di t'Ose avl'ebbe dovuto condurre alla preparaziorne cli quel Ia1·1ro mtmizionamento <li artiglieria che solo avrebbe potnto cousentire l'el evata ccJeritù, cli fuoco ,d i cui le bocche da fnoc·o erm10 capaci, nonchè por tare alla preparazione d ei mezzi di t easporto più veloci e<.l efficaci, atti a trasportare a tnlte le batterie. ma SJPeda)mcnte a quelle cli maggior calibro, le m olto aumenh1te q1rn,Htitù di ruwnizionamento pecessarie. Senza 1
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I CONCET'l'I D'Ii\:lPIElGO DELLA AR'r IGL'IEEIA DURANTE LA GUERRA
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tali mezzi era facilmente prevedibile che non sarebbe stato possi-· bile ,manteill!~l'e continuamente i.n atto quella guena di movimento che l e Istruzioni tattiche prevedevano, ed alla quale le truppe erano state addestrate duran te il precedeute periodo <li pace. Sta il fatto che i mezzi ora indicat i 1non vennero app1·estati ìn alcuno ,degli Eserciti heJligernnti, tanto -ch e, clopo le prime fortuna te offensive dei tedesehi in Belgio, il movimento in avanti venne acl arenarsi ,di fronte ad esili linc~e :f:ortifi.cate e protet te dall'ostacolo dei retico]a ti di filo di ferro. Le ordina,nze attaccainti, prive di me,,:zi idonei allo sfondamento di queste sottiJi linee, si fermaroij10, e la lunga sosta impose frnehe all'attaccwnte il raffor7,i11nento ed i l r(~tico.la to . Ln g11e1'ra si cristallizzò eosì in una lotta stabili7,zata cli trim:ee . Ln breYit,)., che ci siamo imposta ci costringe a limitare la nostra sintesi a quèst i brevissimi cenni sulle cause principali di questa cristalliz,rnzione. n el resto i prec:edenti volumi di qnesta Storia hanno giù, analiz7,ato le eondizioni in cui la guerra mondiale fn cornbH ttuta; e, daffesame fa tto, abbiamo tratto non poche conclusio1ni e considerar.ioni , relative sia alJa 'l'attica generale, _sia e 1più a1J'impiego dell' artiglieria.
Koa, vogliamo di pro1Josito entrare nel mel'ito dei concetti tnttic:i e cli impiego dclJl-Arma nel dopogueua, ed esporremo q nindi soltanto le idee coincepJte e dibattute tra i nostri ufficiali più cornpetcnti, verso 1a fine della guerl'a 1915-18; Durnnte la grande guerra erano emersi i seguen ti fatti : grn n de 1:,;teusione datn al fu oco d i f uc~il n h-t mediance un largo im1,1ego di mitr agliatr ici; - l a m'C('SSitit per la. fa nteria d i aver e orgfrnica10e11te a ssc•gn ata, un'art iglier ia legger issima (artiglieria di fr:mteria , con . bocca da. fnoco di moder ata gi Ltuta. cd a tiro prevalentemente curvo) , atta a seguirla nel combattimento cd a togli<'l'C di mezzo quelle r esjs tenz,~ avversarie che l e artiglier ie di maggior calibro e in pos i7,ione più. ati:etr atf! non sono idonee a battere; - In gjgantesca p1.·01io1::-;ione a ssunta dal ·~noco del l'a rtigfa•ri,t ,:L cominciar e cla que.lln camrmle e fino alla Specialità. pesante ; -
1m.1
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I CONCE'l"l'I n 'nrPlEGO DRLLA ARTIGLIERIA DUIUN'l'E LA Gt7ERRA
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1915-18
la n cces::;ità di tma 11rocc7.ione coutroa r ca d tlle truppe operanti, med iante "il conco rso di una n u O\'il Spt•c iul icit clell'...\rnrn e d i milraglia trici di SJ)ccialc p~tè11:1.a; la u eccs!<ltà cl i w a nr< u er e la bombnrd n per en ~11Lt111JI LIEm Oli7.iOlli tli a ffor:1.ame11ti n emici a non grandi distanze; la facili' vrcvi s ionc cli u n a 11uorn S t)(C ia litil. <li artigli cr in tla im 11icg a re contro l c>arri d'ass alto ùi wcrnle adoz luÌle l' ùi pr cYedibik più n t, ro impiego.
Tu tto questo, semp1·e al termi ne della gra nde gucna J 914-1 conduce·v11 sillteticamente a consi.<ler are la vrobabilità, che si costiluisseto : -
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Ese1·citi essen:1. ialmente eomposlì come p,nte prineip;tl<' di uua sola e uume1·qslssim a a r t iglieria Co!u pre ,Hll'ute tut la l a gamm a cli bOCf'IHi da fuoco. a partir<' dallit min·ngliat:ri<'<' e dill fucill'·lll itntgliat ore. J\l l' fini r <' all a Sprch11i li1 vesan tl', fcwrnata coi 1m1:s:siru i c·alilJl"i clllla ruap;giorr potenza;. E,wrciti l'orrnatì eh una iu1ica arcigllcria c he U\Teb!Jc do,uto an're rn1 impi ego s e mpre più a ccrntrnto nelle malli dei Ca pi , n m isu r a chn cfolla mirraglio tric<' si pa;;;;aya gradatalllentt• allr nrtiglieri<' di mag. gion' calibro rcl impm· t·a n7.a; Eserciti che sarebber o stati costituiti. come par te !<Cconda ria . da non m olta f11 11 ter ia 11 ropr h1mentp clEl_ttn, p e1· l'a zinn e clccisin\ cli u r to, os><ia pe1· l",17.loue c·he a c:111sa del precc<lcu(e e poten( i:ssimo SY ilUtJJJO <l<'l f110<·0 ~i i:; arebl>t' ridoila a. poca co;;a e tli poca cltmtta.
Ciò nppari...-a tanto più pl'obabilc per il fatto che l' adozione del earro cl'as. alto. per quan to allo1·a era ...-nga mente prevedibile, avrebbe pr ovved uto, olt1·cchè ad 11na preYentiva azione cli rottura . anche più efficacemente che ln stessa fantel'ia. all'inevitabiJ e nz;io11e di n r to . , X on si ...-olevn con questo conchiuclere in un 'HUenua,-,ione qnalsiaRi della im[>ortarnm delle fant erie : alla gloriosa Arma regin a delle battaglia , pronednta di artig-lierin molto leggera in più delln mitrngliat rice e clel fucile mitragliatore, snrebùe ernp1°e spetta ta hl mis jooe più hupo1·tan1 e e son·Htntto la più erokn, la più per i<:olosa e la più coo1elosiva di qual nnqùe altra. <' pe1•ò era solt anto la forma <lella sua azione. di com battimento (·he sa reùhe stata ca mbi ata . L'azione di fnoe,o della s tcss11 fanterh1 an<'lJbe ,1ss1111to un ·importn117,a di gran lnnga più preponclerante cli p r ima, rnen tl'e poi ln sua nzio1ne cli nr to si sa r ebbe -
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IMl?IEJGO DI '.!.'RUPPE IN GF.NEltALE I~ OfLL'AR'JJGLIERTA IN PARTICOLARE
ridotta :;111('ora di più ehe nelle opera;r,ioni della guerra mondiale, 11elle quali, programmaticamente, ai re1pa.rti di fanteria spettava
l 'occupazione delle trincee nemiche interamente demolite dal precedente ed intenso fuoco dell'artiglieria. In relar,ione poi al gra,n numero di armi nuove e cli congegni che si annunciavano per gli Eserciti avvenire, si pensava e prevedeva eh.e tali Eserciti avrebbero dovuto comprendere molti specialisti pe.rmanenti per il si~uro maneggio e per la buona conservazione dei numerosi e delicati ordigni bellici esistenti, mentre si prevedeva pure e si auspicava. che il servizio cfolla graincle maggioranza. dei chiamati di leva, potesse essere di breve ·durata.
Per terminare richiamiamo rattenzio01e del lettore su due fatti che non mancano cli interesse dal punto di vista dell'impiego di truppe in generale e dell'artiglieria in ipa.rticolare. Nella seconda metà della guerra 1915-191S venne fatta un~ geniale invenzione dall'allora capit. di S.l\L :mmi.lio Piersantelli (proveniente dall' A.rma di fanteria) riferentesi al lancio cli una piccola bomba per mezzo del fucile, lan cio rispondente a concetti tattici degni di cousiderazione. La bomba, scoppiante a percussione, veniva laillciata con un piccolo tubo metallico affiancato alla cassa del fucile, per mezzo della stessa ,c artuccia del fucile, e raggiungeva una massima gittata di circa 400 metri. La bomba, con un puntamento anche molto approssimativo (con angoli cli proiezione eventualmente nel settore s uperiore di tiro), poteva col tiro di tutti i fucili disponibili q nasi uniformemente coprire con scoppi di disereta efficacia tutt;:i la zon a cli ter-reno antistant<~ alla linea della pl'opria fanteria ,man mano che essa si avvicinava a quella avversaria, ossia appunto battere la zollla interposta tra le due fanterie avversari.e, zona che l'artiglieria campale 111.on era in grado di battere senza pericolo di colpire la fanteria amica. Questo sistema era stato studiato praticamente in tempo utile per una applicaz~one bellica di prova, e :fu invero da lamentare che tale prova non sia stata fatta.. -
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L'.nvL\CCO SPED1Tff0 CONTRO
1.1::
PI.\7.7.t-:FO!t'fl
A pl'oposito delh1 Fortifica7,ioue conviene da ultimo aggiu111ge1·e che uelh1 guen.1 JllOll(lia]e nou si eub<'l'O assedi regola ri di I'iazzefor Li . L'attacco alle clue Piazze ùi Anversa e di Liegi [Per pal'te dei ted<· chi, darebbe appnrentemente rngione alla citata tPoria clel von Saucr circa la convenien7,a e.li svolgere attacchi speditivi. Spec:ia lruente la Viazza di Liegi fu espugnata in tempo ruolto u1·e,·e, ma iu pl'oposito si de,·e notare : -
-
-
in primo luogo e:IJ.e i fortini costruiti tlai bdgi non t rano di grundL' consistn1;m e poterono quindi es::;c r e fncilm< ntt' demoliti dni Lc•dci<C;bi con m e zzi ecc<'ziouali di nr t igli<'t'i(l (m or tai <)(l ,120) la cui installazione ed il tiro <'rano ,;1'ati subdolamenU' prepa1·a ri fì11 dal tempo di pacC'; lll<'ntrc .in :,<'COllLlo luogo i, a r ile,·m·<' <·he la l'hlz7,a di Liegi non era il1terarnrn te prrparatn, 1w rchè ,;onfltL1LLo gli iJ1tC'rv11Ui rr..~ i for t ini erano lungi dull ' ess!'r e JlrOYwduti d<'I tJ:iocen11ne11ti preYisti per 1111 flSSEdio r egolare; eù in fi11 0 non ÙCY<'Si dinw nticni·<' clw ll !)l'('Nidio clc•lla P ia;,.r.n ;_te,.:;;a non era ,ll completo nè regohirwt>ute prt"dispos to p!'r la dift'>':t.
'rn tte qneste <:0incli7,io1Ji di fo tto rinscircrno naturalmeute favote,oli al buon esi to di nn attacco r,1pido e Yiolcnto, che non sai·ebbe vieeve 1·sa sknrarnente riu scito contro la Pia7,7,a se essa fosse srnta inte1·amente p1·epatata alla resi tenza e particol armente r i~1forzn tn, negli intervalli, da r9busti. trin<:eramellli. Di <pianto affe1·miarno è prova iJ fatto osservato ver ben quaLtro anni cli guenn, pei- cui lo stes o attae:c:aute tedesco, con gli stessi me7,zi, rinscì solt anto iu qna.lche ca so e per tra.tti ,non lunghi, ad espugrnu'e i t i-incenl)llenti campali della fronte francoi11p;lcse. Da queste c.:011sicle1:azio,ni si pnù infc1·ire c·he l' applicazione della teoria degli attacchi speditivi conLro Pia7,zeforti ben pl'eparatc, all,1 prov11 dei fatti , non aYreb bc aynto alcuna probabilità di SUCé('.'!';O.
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UAPO
Xl
MEZZI CHIMICI 01 L'\'\PIEGO BELLICO NELLE A RTI GLIE, RIE, E DI FESA CONTRO L E LORO AZION I.
§
I
Premessa · Intr-oduzione · Istituzione e svolgime nti del ser, vizio chimico militare in Ita lia dal 19 14 al 1920 .
L"It,llia. attenendosi alle prescrizioni cleJ la Cmwenr.ione del1' Aja, a]]a qu ale tl\' hH :1<fotito nelln forma , nelh1 sostanza e n ello spirito, pl'irna del 1914 non HYeYa preso alcun p r ovvedimento inerente alla prep:na:done dei mezzi bellici per l'impiego degli aggressivi c:h.imici e, fidando nell'identico leale comporta mento <leg1i eYcntuali e !)roba bili suoi n,vversari , 110n a vern, ~1 emmeno pron-eclnto allo stnclio ed all' aipprontamento per la difesa contro Jn lol'o azi one . I t ecl esdii acc.: usaron o i fr a ncesi di a ver impiegato proietti <:aricatj con sosta111 r.e Jagrimogenc verso la fine del 1914, e cioè ptiwa <li essi. E' però Ol'mai (·onsuetncli ne il ci.tare come dat a <.li. inizio deJla, g uen u chimica il 22 aprile 1915 : a:Ue ore 17 cli q uel giorno i tedesc hi inYesthono u na DiYisionc cli coloniali francesi nella zona di Yprès nel Belgiù co11 nna nnbe ·d i gas doro s u una fron te di 6 K m .. per la profondità, di qnasi 1 Km ., impiegando l , O Tonn. di cloto fatto usci1·e cla 6.000 bomùole in 5 minmi. Come conseg-ncnza di qu esta emissio11e si ebbe1·0 15.000 colpiri da ga s, ,dei qnali 5.000 J.llOl'irono en tro poco tempo. -
fi27 -
l!ROBJ,8.:--11 RELATIVl AGLI AGCR~;ss1H
cnnncr
Noij1 si trattan1 petl:111to cli un impiego di aggressivi chimici
con proietti e bocrhe da fooco, cioè cli un vero e propri.o mezzo cli artiglieria. Nel -caso succitato, il particolare colossale proietto, non metallico1 era costituito da 11na nube di gas, che ,p ercorreva una particolare· traiettoria q nasi rettiline:1 , H <1uota bassa, e che non si fermava sull'avversario o sulle sue difese, ma colpiva. tutti quelli che si trovavano sottovento a partire c1a1Porigine della nube anche se difesi dalle comuni trincee erette a protezione contro i proietti di fucileria e cli artiglieria. 11 mezzo di la111cio poteva con~ siderarsi quasi come una boe.ca d.a fuo co acl aria che impiegava. come mezzo propellente, il vento.
Kel periodo dal 1914, al 1918, nel r amo della guerra chimica, l'Esercito itn liano lw dovuto stncliare e provvedere affrettata~ mente a quanto avveniva per le c.:onti11genze create dal nemico . Nel maggio del 1!)15 il Coma ndo Supremo istituiva un Ufficio
Fig. 10..l - Colonn. l,crenzo l'enna
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PROBUJM ( R8LJTIY{ ACL{ AGGRESS IVI
cnuncr
Teé11ico spec.i,de p E't lo sl ndio d.ei !HOblemi 1·el atiYi a gli aggressi vi chi mici, ch e 111lo1·c1 u on si sc1per a h<rnc se <lor csi:-cro co11siderat'Si com e na1n nn ova A.rm il , od i11vec·c come un m er,:7.0 ·cli offes a. d a adattar e a lle rarie A1·mi 1 come è poi risu ltalo i n seguito. A capo <li qu esto Ufficio fn pos to l' allorn teu. colon. d el genio L orcuzo P enna, e contemporaneamen te YcniYa istituita a Torin o (dove giù, eminenti tetnki areYano cl.eclica to ;pal'le delJa loro atti~ Yit,t a st ll(li i n ar gomen to) un a Commi ·sioine per lo studio dei gas asfi!:;sia11ti e 1·e)ativi me;1,7,i di clifesn, p1:csieélnta dnll'ing. Vittorio
Sclopis . . .All' i1uizio g li stn<li hu•ono odeutati ptevalentemente sulla difesa, la qua le i11 ter ess,wa tutti i tombatten ti cd era i1 problema da i·isohere . più impelle nte. di più fatile e cli più sollecita reali¼~ zazi oue; p1en ne gli aggreF-.-siYi, i ruezzi p p1· il loro imJpiego ed i proietti a ca ri camento sp<~tiHle rkhiedcvano stucli e preparazione di m a ggi ore ·<liffico ltà e <li p iù gn111de imp orla,n za . Con D erl'e to d e>ll'otlobre .191:3 fu n omin a ta nna Commissione per lo sl uclio e l' ernnt uale ;1clor.ion e dei con gegni a gas asfissia,nteJ clc lln q rn1le fa c·en11110 pai'le qn:Ht1·0 ufficiali generali (! lJOYe professori. fra i qnali rieo1·cliamo i (Professori Oiamieian, Pa leru ò . A11gdi, J ' a n a vano e J\[i1zz,etti. Nel J 91G <.l.è!ll' allorn Mi11iste1·0 delle Armi e 1Humizioni fu (·,.1· stilu ito nn ·rncio del m a teriale cb.imico di guerra : tale Ufudo vem1e <lc,norn~na lo Senizio e i11 seg-nito fn poi f orma t a, un a Ginnta clei l'h imi d <·011 sei <'omrni ssion i, n ffill an<lo a eia scu n a cli esse éleHe s pe(·ific'tie tmnpeknze per i vm·i rmni, e cioè dall' esame delle novi tà por ta te su I campo di ba ttag lia dall'a n ·ersario, allo stndio ecl aL <'cll'icamento con a g-gresl'i ivj <·hirnici, C'On fumogeni e <·on il1t end :wi. Y erso Ja fine del 1DJ :i Ye.Jllte isti tnit a a Rmuìl la Commissione Cemrnle p<~1· lo st 11cli o tlei gas ai--fissiwnti, pre ieduta da l prof. E m a mw le l'atern ò . elle designò p oi a suo sostituto nell a Direzion e del lnborato1fo cli tnle Commissione il prof. Angelo Angeli. 1-'ara Jlelam en tc il Coman do Sup1·emo c:ostituin p1·esso le grauùi Unità una Sezi.one gas, ed assegn ava n vari reparti un Ufficiale ai gas, C'O] duplice compito tU illu trare e divulg are le vm·ie N orme Yia Yia em::iona tc per l a difesa , n olll che quello di 1
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PRODLJD'.\H t{E[,Al'!Vl
AGL[ AGG RESS IVI Cl!l>I1CI
segnalare le azioni nvversarie con i gas, fattf~ sia con emissioni che con proietti. Al 1principio cfol ]917 dal Comando Supremo fu istituito un Ente Centrale c:01nsnltivo in materia di chimie.:H pC'r Ja zona di guerra, alle sue dirette dipendenze, e presso hi 3" Armata fn anehe costitnito un laboratorio 11el1e immediate vicinanze del fronte, presso Cervignano, che fu poi trasferito, ,dopo l'ottobre 1917, in provineiu di Parma e che si occnJJÒ dell'allestimento di razii di segnalazioni, e anche cli quelli sibilanti destinati ad ind icare l'attacco nemico eon i. gas, e che, almeno uell'intenr.ione, do,·evano serYire ad nvvertire tempestivamente tutte le tn1ppe nJ coperto ed a riposo, affinchè si apprestassero a difesa inclos-· sanclo le ma~<.:her(~. Le segnahtzioni p rovocate dai. razzi davano, i111 certi periodi, luogo senz'altro all'inizio dei tiri di sbarra mento e di interdir.ione per parte delle artig lierie del 8e ttore minaeci.ato. Si rammenta ehe mentr(~ nel singolo combattente poteva esservi il timol'e del gns, in eerti. momenti nei Comandi s uperiori vi è stato l'incubo, o per eosì dire, la paura della paura dei gns, tu ntochè le segnalazioni e gli ullnnne, non cli rado dovuti a qnalthe erruta interpretazione od alla generalizzazione cli. una ar.ione sporadica ed isolata , portavano ad un deprimen te ecl uffati.eainte stato di agita zio1ne nervosa, nonclH~ ad u n intempestivo e dannoso spreco di mun ir.ioni d'artiglieria . Presso ogni Armata era poi assegnato un laboratorio chimieo-batteriologieo da eampo . In parte l'Italia proddsse ed importò dall'estero aggressivi chimici quali cloro, cloruro cli calce e lollangite; produsse anche fosgene, clopicrina, eloruro cli eianogeno, bromo-acetone, ioduro ·cli benzile, e l(~ sostanze fumogene oleum, tetracloruro di stagno, pentac]ormo cli antimonio . S nl :fiinire della gu e1Ta aYevam.o in nllestimento nn impianto IJ)er produzione di iprite secondo un metodo sperimenta to dagJi Alleati.
Alle artiglierie sehiernte sn l cRmpo c1i battaglia venne fra l'nltro dato il eompito delh1 difesa attiva emanando all'uopo apposite Istruzioni . Infatti col tiro dei proietti ord ina ri ad esplo-
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\.
DIFESA A'I'.l'lL\ 01::LLE ,\R'flGLIER I E CO:-Tno «:LI .\C GRES!';J \"I CllIMICI
siYo si 1·aggfonge,·n no i s<>gnenti ,-ari scopi specifi ci tonti-astan ti l ' a ;,;ionc di emissio11 f di nubi di aggi-essi.vo : o) si dis t11rhan1 l'av vei·s ni-i o neJ fa ticoso ed one1·oso hlvol'o cli t1·a sp ol'to in JJr irna li.11<>a delle bom bol e, contenenti gli aggressivi chimid (q1rnli il cloro ed il fosgc~ne); fJ) si porern prorncar e la 1·ottm·a dei recipienti <.:ontenenti i gai,; 7 facen do fllorus(·ire l ' nggressh·o i n U1Czzo a l"lc p osi zioni av-
vcrs,1ric : r·) mecl'i nntc> i 1 t ho i ntPnso si clis peNlen1 la 111 nbe cli aggressivo pet· i violenti turbamenti d 'al'in p1:ovocati clalFesplo. ione dei proietti : d) si clep1'imcrn l'attiYità offensin1 de)]e truppe che anebbero clon1to seguire Ja unhe muoYenclo a lh 1t1acto . ~elle ,·ade Tstn1zioni clistrilrni te i1l fr011 te 11el per i odo bellico e1·ano poi ii:lclicati cliYe1·si m ezzi di scgnnlazione , oWca ecl ucuslica, di alln1·rue p e1· p1·ea vve1·til·e l'atta('<:O C'.OJl i gas . DH pa r te cle.Jra ,·y ei·sa l'i o vi er ano. tate Yarip ragi oni, cbe non era 11 0 le nostJ·c nè quelle dei nostri Alleati. pe1· intlu rJi ad introclnr.1·e sul campo di battaglia questo 11n0Yo mezzo d i offesa : oltre n1 concetto di yoler r<'alizzine l a sor 11re~a,, - messi da pal'te i <letta mi e l o !C;pi1·ito n mn nita l'io d ella Con ven7.i onc clcll' A j a, -
i t edeschi si ti·oyaron o -tl i fro11te ud un fabbisog1no di mu11izio.ni e qnin cli cli esp losivo: e ciò pe1· il fatro tonsegnente a lla guerra d i posi.r.i on e e per In cprnJe si ric:hiecleYa nna molto maggio1'e quantitù cl i materie 1prin1e d1e essi non fl yeya u o e nou p otevau o faci.1rnente proctn·,m;;i. L 'impi(,go degli aggr essivi ('hiluici fn cHit av a l oro l a risoln zionc cli Yarii. pr oblemi (li npp1'ovviggi.oname11to e rnpp1·esen tav1Lper essi nn ' economia di u omin i i n eer te si tuazi oni t a ttithe ehe in cletermima ti ca si asstmscro l'c1spetto di azioni st1·a tegich e. 1'articolarmellte per noi italiani, ma anche per i nostri Alleati, Ja pi-od11zio1ie degli aggressiYi chiwid d oYC'Vfl l>a !=larsi sopra un' J lH'lnst1'ia chimica mc>1no pr ogredita cli 'l nella Led.esca , e d i e. sa ruc•no sp edaliz,mta p1·op1·io in <p1 ei 1·arni d te più iuteressavano e. era lt1·n parte, 11011 si 1·an' iS11Ya la necessità di sostituire il c-nr karn e11 to <lei proietti ,1<1 e.·,p lnsi rn, dei quali non si difettava, con a h l'e sosra u zc . l~i-a Yiccwrsn 11e<.:essnrio per o,·yie ragi on i t he arn:he l'E ser-·
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IMPIBGO 001 PR010TTI EO .\GGRESS IVO CHI M ICO
dto italinno disp,messe di pi-oietti ad aggressivo· chimico e di altl'i mezzi cli offesa <l<']]a gnc1Ta chimica, sovrntutto per un a even tunlc opponnna ritorsione e per dare poi a l soldato ed all'opinione pubblica hl soddisfazi.0t11e cli non credersi, in questo campo, i~1feriol'e all'avver sario : ù qualunqnc pi-czr,o bisognava inf.ondere nel combattent<' la fiducia nelle p l'oprie fon:e e nelle sue possibilità. Fu c:os1 che nella ba ttaglia cle))a Bnilisizza dell' estate J 917 la a1ostra artiglieria potè già fare nn largo impiego cli proietti ad aggressh-o chimico . Dapl))vima si fece ricorso a pochi p1·oictti lagrimogelli, poi successivamente a proietti asfissianti a :fosgene, i111cli a lagrimogeni soffocanti H clor opicrina, e per ultimo nel 1918 si impiegaremo i ves<·ica tol'i' con iprite . La nostra ::ntigh eriH non giunse in tempo ad adottare i proproietti con gli agg1'essivi stern utatori, comparsi e impiegati sul finire deJJH guena dalle artigliel'ic Hvvers:n-ie, perchè gli Imperi Centr ali, pur nvcndo portato snl campo c1i battaglia tante novità e tante sorprese. <' aYenclo ancor nna YOlt,1 da ta prova luminosa <lcl loro vnlor e combattivo e cle)]e loro mcr,wigJiosa 01·ganir.zazione, pel'clettero 1n guen,1 e dovettero t e<~erc .e ·di<.:hiatarsi vint i dalle energie bellithe e ch1lle 1pos ibiJità fi,n anzia1·ie degli Alleati. rna nostra a zioue imporbrn te fu q11clJ11 eseguita nella Il" battagli a clell' I sonzo1 <.:On uu tiro, tom e l'isulta eia documentazione clegli a nsniuci, di :3.:rno granate ad aggressiYo chimico, che te11ne pe1· 3 ot·e coHsecutiYe sotto l 'a zione Llei gas le battel'ie nemiche, ntenowanclui11 e notevolmente la lol'o a ltivitù. L ' artigli eria it alianrn ebbe poi anche i11 dotazione nei piccoli e nei medi «·a libti i <·m·ica111.<>nti nebbioge ni per ,H'(·e<·amen to degli t•!-servntod ncm id , ed n11 <.: he p roiet ti inc(;',l llliari. Nell'agosto clel 1!)18 l ' allo1·a lli.nistero delle Armi e Mllllli:'.ioni. Sen-izio tlPl miited ale c:hiw ito di g11erra, ra ccoglieva ordimatameu1e nelln pnbblic.1zione 1·if.;ervata « Istrm~i.one sui proietti speC'inli » tutte Jp S orine antececle11teme11t·e em:rn ate con precedenti Ci rtolari. Y pn11cro <:osì preti sn ti : Je tolorit u1·e ed i contrassegni rPlntivi Hi \'ali rn1•ici1meHt i1 nnitarn mttc a ·dati cli caricamento cli aggl'eF:. h-o e di esplosi \' O, e furono anche comp ~la Le ta-
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~IEiZZT
or
LA.t>C IO DMGLI A(;QnmsstVI CUH1WI
,ole di tiro i;;omllJm·ie per quei proi,•tti; le ct1i traietlode differiva11 0 da quelle dei proietti regolamentari ad esploshro. Yem1e1·0 poi an1·he dettate Nonue inerenti Hl trasporto ed alla bnona c:onsel'ntzione dei p1·oietti ,Hl aggres ·ho, e X orme 1Per la dist1·uzione di. q uel li d1e pre~e11tnrnno perdite del con1tenu.to, e per i qnali. come llliRm'n ptec-anzinJJale, crn anzitntto prescritto ]'inte1·ramento .
Per il lirneio degli agfp·<•flsivi thiruici, oltre• che ai proietti di a1·Liglierfa, il ('omall(lo Supremo italiano ric·orse anche ad alt.ri m ezzi cli impiego c·orue le hornbe da lJomb:rnla ecl i proiettori Liven s , armi da tl'inc-en cli pri111a linea a gittnta limitata, ma che appunto pet ta le ragione poreYflllO adopel'are proietti di gra11de cnpac:ità . i c1mdi, per d,), meglio s i preshwa1no :11 cal'icamento co11 aggressivi ehimid. Acl nmuentare l'efficacia di questi mez;r,i belHti in gittata. serrin1 H ,·c11to che d0Yen1 es ere sempre ne<:essar iamente cl fretto ve1·so r ar,ersario . La direzione e la Yeloeit.ì, del vc1n to erarni pertu n to c.:ondizioni limilnti.ve a.l'le possibilità cli irnpiego degli a g;gl'essiYi <.:himici, ma viteYersa, per l'ottenimp11to dei loto effetti, era sufficiente una limitata precisione di
til'o. Hornhni·cle e p1·oiettori e1·aino armi che potenmo anche com~idetal'si c·ome un re~resso nel campo ùell'a l'tiglieria , ma che S<'rvi vano agli sc opi c:he si volevano raggiu ngere, e per i q nali le artiglit>rie pi ,ì moderne, prop l'iamentc dette 1·appres<~~1 tavano un mezzo tro1~J)O tosto o e non necessario. l'Jsnlm10 dal rnmo degli studi artiglieres<:l1i altri mezzi di impiego clei gih; c·ome, per esempio, quello della emissione delle 1rnbi, affidato dnraute la guerrn a rnri rep,1rli ed ia1 particolare fH1 nua « C'ompagnin S. >) della q11 a le si rico1·di1 l'ultima emissione i n loca- · lilù Rolaro) n, fatta i I :J 4 giu g110 l!JJ8 ('0J1 400 bombole caricate con una miscela cli gas (' loro e fosg<~ne .
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G33 ---
L'ROIE'l'l'I .\D AGC: HF:SS lVO C ll 11'lICO
§
Proietti a d aggressivo ch imico
Il
Tipi di
proietti
Esplosivi.
~eJ 11urnb1io1rnme11to d ' artig.li<'ri.a n -',nnero iJ1ttoclotti i proietti :i ca l'icamen to sp cda lc, ed e\"iden te111 ente il pron eclimem o adottato otto l'assillo clella m gente nece sità contingen te ebbe )'impron ta di u1111 reJat iH1 impto,·visn7.i one : òi co11segue(llza allo inizio, per il r iempime111·0 di pr oiet ti con aggTt•ssiYi cltirnici, ~pesse Yolte g ns~o!-.i o liqn idi, si pronicle adatt11nclon i ptoietti c>sisten ti, s nuli11 t i tJWr il <'a ri<.:anwnto con esplosi,·o. Le carattel'istiche <.li tali proietti m.nclificali erano na t uralmente molto diYcrse cla quelle de i pi-oietti ad e. pl osh o, sia per qu anto rigua rcl :i va Je ehi usm·<' e sia p ~r le opernzioni cli cnricnrn<' nto, Jn )oro conserva:dcune c<l il loro impiego. Il più semplice adattamento dei p1·oietti con ogin1 ,1 nit.:H11 fu quello di si ternare, al posto della earica di seoppio in euslocl ia, n 11 1·ee.ipien te di a<:ciaio a per fett a. tenuta , l'esistente H11e pie<·ole pl'cssioni esercita te dalle tensioni di vapo1·e dell' agggr e!5sho (speciaJrnente per le utii:-c·ele tli d oro <'
fosgeu<>) .
Pel' il rie1111pirn.ento il recipi ente era provvis to di un piccolo fo ro che si chiu deva con tup po a , i.te e g ua rnizione di piombo: al cl i sop1'a clel tnppo Pd alln ommitù . fra rcdpi ente e p areti in terne 1ld proie tto, si 11pplicava uno sfrato di mnstice speciale aH' ossid ormo cli rnagnesio, a Yen te anche la pa rtiC" olarità cli non restl'iu · gel'Si nel solidifica r ì-ii e <li aderire l)e.ne alle parti metalliche. VeJliv n <·osì meglio :i ssicm·nta la <·hiusurn. clel recipiente ponendo 11110 stn1 1'0 .protet l'inl di sepHra½ÌOne tra il r ecipie11te, contenente l':-1ggr e ·iYo. e J'csplosho c-oslituente la carica cli scoip pio. In 1rn secouclo tempo, per evitare 1n spesa ci el reei pientc e per megJio utiliz,rnre lo s pazio illtetno del proietto, si modi rìca-· 1·ono i proiet ti e~ iste.n ti applicando Yerso l a pa rte ogb ·ale un cliafram mn di acc·iai o salda to <>cl anitato con gnal'ni7,ione di piombo. Per il tiempirn ento, nel <liafrmnma el'il praticnto nn fol'o che YCllirn poi chiuso con la ppo e nrn tice così come fu detto
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'l'IP{ DI l'l(OIETrI .\O
AGC:nessrvo Clll:1-fICO
_ J Tipo di proietto a diaframma saldato
Tipo di proietto a recip iente
Tipo di proietc o a diaframma avvita lo
Tipo cli proietto a ta ppo-ogiva a codolo
Fig. 105 - Tipi ùi 11roi<•tti nd aggn:s:<ivo cbimlco.
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P'.R0DUZI0)IJ:J DEC LT AGG ROSSIVI
cnnncr
11el caso (lei p1·oi t'tti n recipiente. Un deciso miglioramento nella costruzione dei [)roietti ad aggressivo chimico si conseguì appli(! ando ai bicchieri dei p1·oietti ad esplosivo esisten ti un t appoogi,a a codo]o, app1icazioine che fu più tardi seguita ed adottata anche nei proietti costruiti appositamente a nuovo . Dopo aver introdotto l'aggressivo nel bicchiere, lo si chiudeva col tappo ogiva e con mm g uarnizione di piombo, e si poten1 poi mettere entrò il cod olo 1H carica cli scoppio che risultava per tal modo si<.:uramente difesn (sempl'è che 1Daturalme1Jte il codolo cli acciaio n on fosse difettoso) dall'azione deleteria dell'aggressivo .
L;i <:al'ica lli er-1plosivo nei proietti a.cl aggl'essivo chimico è
sempre limitata (ad eece:,,,ione cli quelli del tipo stennulatorio) e cioè cirTH 1/ 10 <]ella cari ca cli scoppio del proiello ad esplosivo ordinario. Dma n te la g1terra q nesto prol>lerna della piccola cariC'a di c·oppiu -...enne risolto molto bene.
§
lii
Aggressivi ch imici e lo.-o produzione • Potere aggressivo e prodotto di m ortali tà , Il c loro . Il fosfogene : I lacrimo geni , L' iprite • Nebbiogeni ed incend iari . Loro produz ione • lstru, z ioni e classificaz ioni.
P er lo studio e per la prepai·azione industi-inlc dei vari aggressivi c-himici v;ilsero iin par te )e cognizio1Ji n ote dalla letteratura chirnic:a e duJla pl'atica, ecl iu parte gli st11di di scie11ziati e le realizzazioni di tecnid : e i110lttc quanto si riuscì a sa pere di proyenienr.11 nemi<·n o 1pe1· inform azioni e pe l' esame d elle sost anze 11s11 te da ll'avven;al'io . .:\Jtri i-uggel'imenli ci giunsero clni francesi, dng1i inglesi e -
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eOTl'lrn 01 u"' .\C GRESSl\'O Clll~IICO
per ultimo dagli amcri<:aa1i, hupcgnnli come noi mon soltanto a proteggersi con i. ruezzi passivi ed attivi della difesa, ma ,rnche a ritorcere ef6c·acewente c·on g li stessi mer,zi la nn orn insidia portata dal nemico .
<>;:•
·» -::-
E' opportuno chia rire per incidenza che cosa s i in tende come 1111 c1ggtessiYO chimico », termine però ... impl'oprio dato che il ln rnro di queste sostanze consiste n el prov,o ca r e
« P otere cli
la morte . T/ ( ( aggressività. ll pm· nso bellico cleJl e sosLanze in pa1:ola è mi nr::ita dal p 1·o<lotto del numero che indica la concentrHzioa1e dell' aggressivo uell' aria i.a milligrammi Pl'l' m etro c nbo, moltiplicalo per il numero di minuti primi uec.:c::isario e snffi.cieule perchè le pel'sone o gli animali di sanH cosii.tnzione, soggetti a respfr,u·e quell'aria inquinata, ne abbiano c.;ou egucnza mortali. QuesLa è L1 dcfì.uizionc <lcl << J>rodotto o Fattoi·e di mort,llità. )) (noto andie eol nome di Habe1·) che 11ello stesso tempo ne spiega il mctorlo cli d etermi11azio11c cloYuta al cbfal'issiruo ptof. Hn ber di Bel'Jino. Dalla cletcrmi11azionc dei labotatol'i fisio-patologici il fo. sgene rislllta esset e l'aggtcssivo chimico più potente, cioè .di mnggiore effkacia (anch e se Yarie ragioni non ia sempre j] più coo1siglia bile nelFirnpicgo), pe1·chè il prodotto della concentrazione prr il tempo. pl'oclolto che risulla di 450, <'> il più •p iccolo <li q1wJJo dato da tutti gli n Itri aggressivi noti. Ciò vnol dir e c:he con una concentl'a1.ione di aggl'essh-o di 45 miJJigrammi per m e1To <·nbo bnsta 1111a esposizione di. 10 minuti pe1· p1·oyocarc la m01·te .
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L ~L matel'ia prima clJ.e IJ.a g.tancle intel'esse per la. produzione
degli aggresshi chimici è il clol'o, cJemeinto chimico già prodotto prima ,d ella guel'l'a dall'Industria chimicn italiana per i bisogni -
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IL C.\S CLORO ED IL FOSGE~E
del tewpo d pnce, e c·hc negli impia nti per la l)l'<>duzion<> di soda elettrolitiea en1 <.:011side1·ato p1·ima <:ome un sott.01proclotto di sta l'so Yalon' od additittura inutile e ingorubrante . Ln pl'ocl 117,ione di gHs doro dw 1tcl l!)J:3 el',1 CHlcolata cli 10 Ton11. a] giorno, neJ 191:-< era a umentata H 25 T onn., ma la p o1e117,inlitù c·<n nplessiYa degli .RtaùiJirnenti er11 molto superi.ore e ci oè qm1 si il cloppi o. Il gns doro 110,n è Hf-soJutaruente ,Hlntto per il ca rita1nento elci pl'oietti per·c:h<" c·orn e aggrc•ssin> chimico è cli scHrsa efficacia , ruentre cl'aln n pa rte i l p1·oi<>tto è nn mezzo cli impiego e.be costa molto e <p1irnli n piccn lo yo'l11me Llella s ua tèlpHcit,\ ,deve essere molto b<>11e utiliz7,ato . I l <:loro n~nne 11sa1'0 soJtnnto i·nizialrn ente da solo, ed unito poi a fosgen e neJl<' emis~ioni da hombole.
Comparso sul campo di battaglin il fos~ene. nel q1rnle dun 1nte il proc·t•sso cli prodnzio11 e si lll scin va u11n eertn [Jerce111tm1le di <:loro pei- fatiJit111'1w l' emissione dalle bombole. ,enue suùito 1'.1ppliec1 zi0Hc n el carin1mento dei proietti. (ccm p oco o nulla cli <:l oro) n ella <:011si(l('J'l:l ¼ione clw, come aggressh'o il fosgene è la sost::1117,n p iù potentP e <' hc <:ol proietto si poteva port are la n uova offesa 111nche sulle linee nemiche arretrate, indipendentemente tlalla direzi011e (]p] vento. Il fosgene non d:), fa mort e ist:111tanea, an<'he alle e'l<'Yatc <·onr-entrazioni ottenibili Rul campo di ba ttaglia. nrn proyoca dei decessi negli indiYi<.lui. colpiti, anche dopo 24· 01'e e talYolta m1che clopo 48 ore, spes. 'e volte pul't ro,p po anche ma lgrado l 'intenento <lt'1le cure m ediche che 111ulla possono fare qna n do l 'ag·g ,·essi\',o abbia fo1'tem ente :iggrc,lito l' intel'·n o dei polmoui. Bi 1·icouln <-1,e iJ c]pro, il quale fr a l'altro dà cl istmbi noteYoli alle pri me Yie respiratoti<• e molto cli più di quanto ne dia il fosgc11e (tin:ostam:n eh<~ 1'app1·esen t a 1111a maggiore possibilità cli difesa). ha un p1·o<lotto di mortnlit:ì ci1·c·a 10 Yolte superiore, il che vuol <li r e <.:IH il cloro è 111e110 potente<' che per un ugnn] tempo cli esposizione 11ell'amhiC'nte gassato o<:corre un quaq1titati,·o de· enplo cli agg1·essivo. 0
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Il fo~gene eh<' g-iù, nJ la temperatmn di 8" passa dnllo stato Jtqniclo a quello gnssoso, al momento della r ottu1·a del [)roietto, clovub1 alla piccola c.:ari<:,t di swppio, si spande nell'inia in<]ninanclofa. Affind1è durante .le overazioni ùi l'iempim ento dei proietti il J'osgeue c0111 i ~uoi Yapor-i, sem pt·c notnoli anche alle ba sse. tempen1t111'<', no11 ùnn1neggi il persorn1 le htYoratiYo, e affi.1H.:l1ù il gHs f- i posi-;a tra n1sare allo stato liq nido, occo1·re port i1do alfa telllp(>1·atnra di cire:n 20° sotto 1/.e1·0, e pertanLo i ptoietti vcnivnno di prefcreJ1za caricati nello stes~o Jnogo di produzione dell'ag.. gressivo . Ln denominazione di fosgene cleri va dal fatto c·he se ne potè ottenere la si1ntesi facendo reagire dne gas, c·Joro ecl ossido cli carbonio, medhrnte l'ansilio della luee (il fosgene è cosi chiamato perchè gener ato dalla lne:e, a clifferen7.a del fosforo il cui 111omc tn1e origine élal fatto clic il fos'f'mo è sostanza clw gene1·a, luce); <loipo, hl produzione del fosgene per ~intesi Yenne fatta più semplicerncut(~ lll( (1iaJJ!p CataJi1,1,a tori a hase cli tarbune . J~t'ima e dopo l'impi ego cle l fosgene tnmp:1rvero sul fronte altre sostanz(• c.:on caruLtel'istiche preni lentemcnte lHgl'imoge.n e. li'ra qnestc Jn dotopicri11a, larga lll(~nte impiegnta come aggrcssiYo chimko asfisshmte Jngrimogeno. HYentc secouclo i clati tede~chi ·di allorn (1) 2.000 tome valore cl el prodotto cli morta Jità. La de11omina1,ione deriYa dalla <.:ircostnnza che pet uno dei metodi di prep11ra1,ione senin1 l'aciclo picrico, esp losi,o ben llloto t he YeDiva t1•11ttato ton 1m donu·anl'e e cioè col <·)oruro di caJce. ~-\.. Kapoli il prof. Piu tti ia1i:da,a la proclnzionc deJla cloropicrinn nell'avrile l!JJ6, cioù prima che i.n Germania , e ne produsse in toti1le olt1·c 200 tonn. con parte delle quali fnrono caricate 4.000 gta na te cli vario enJibro . In ltaJia ...-enn ç, pme prodotto lo jodm·o di benzile, sosla(IJza lagl'imogcna che però ha aV'nto poC'o impiego anche per l 'elevato co8to dell'oio<lio. ~Colti agg-ressiYi chimici sono· apparsi sul e:a m1po di bnttaglia, e Yi pasi--m·ono <lai lalH>1·atol'i dei chirnid e dei tecnici militari, clii'eltamt'nte ma 01atnralmetnte anche con tutte le caratteristiche dell'improvYisazione dornta alle neces1
(1) ~<·condo r ecenti cs1,E-ri(•11ze il pn;~lono di lllO rtali r/1 J2.000.
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1·i>mllrnbbP lii
L 'IJ?Rl'J:E
silà clel momento. All'esperic>n:1.a prati<:a dei e;ombatt<;Hti ben pochi di tali agg1:essivi reRistettero alfa prova dell'impiego eù altri cadctero pe1· le obiezio11i e per le clifficolt.:'t clellcl p1·ocluzi one o della cense1·vazione.
L'im.mutato concetto della lotta fra cann<me e co1·nzza ha ,portato sul cam po di battaglia, dopo i lagrimogeni e gli asfissianti, i vesè.ica111ti e gli irritanti : aggressivi chimici -che duvano l uogo a reazioni sull'organismo, diverse dalle precedenti e tali da superare le difese delle vie respiratorie e degli occhi che Ol'amai si era riusciti a mettel'e a punto. La ~p1·ite (<letta Ypel'i.t -dai francesi, Lost dai tedeschi, gas mostarda dagli inglesi), ebbe questa denomb1azione 1perchè la prima volta fn impiegata dai tedeschi nel lnglio 1917 presso Yprès, ecl è l'aggressivo chim.ico ad azione vescicatoria più noto e più impiegato nella passata guerra 1014-1S, avente un prodotto cli mortalità, egua le a 1.500. Questo agg1·essi vo ebbe graucle e ,c attiva fama perchè possiede Ja propl'ietà <li rar sentire la sua azio~1e anche attrave1·so i Yestiti e le calzature . e ~L con tatto de.ila pelle pl'ovoca u tioni e ,es<:iche cli tale entità da concl ur1·e a111che alla morte i più gravelllente colpiti. L' iprite, ,d i ,produzione i11cl11striale, <la li quida pa ssa allo stato soJicl.o a temperalure pro. ime ai 10°; ha un ottimo im-· piego nei proietti di ai-tiglieria perc.hè anche con pochi eolpi di pie-colo calibro può infettare la zona occupnta ad esempio da uua batteria, r eru.dencl o disnge,·ole il senizio nl pezzo per molto tempo, clilta la . na persistenza, e atte&a la difficoltù, ehe si incontrava per difendere efficacemente uomini e cose. Il riempimento dei 1p 1·oietli non era diffi cile e si usarono pel' l'ipl'i te gli stessi tipi di p1·oietti im piegati per gli altri aggressivi ; se non che in prin cipio, in consegnemm del p1·od-0tto poco puro, per be:n conservarlo occorreva una ca micia interna di piombo; in seguito, perfezionati i p1·ocessi di produzione, si potè mettere l'~prite nei proietti direttamente a coiltatto con l'a cciaio . Af:finchè poi l'aggressivo si spargesse bene sul bersa-
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PRODUZIONE D(i;GLI AGGR~SSIYI CHIMICI IN IT.\LlA
glio, lo si mescolava c:ou solvente in modo cl.a mantcnel'lo li.q uido anche nlle bnssc temperature. Sul fin ire della guerra la nostra artiglie1·ia impiegò v1·oietti carica ti con ip1·ite, quasi tntfa proveniente dalla F r ancia (poca se ne pl'oclusse iu It alia), pere:hè gli alleati soltanto ìn ei primi mesi del 1918 fnro110 in grado cli produrre industrialmente l'iprite : pe1· c:on tro es::;i stndiu rono e rni:-;< 1·0 a punto un metodo più speditivo ed economico 1per la preparazione cli un tale aggressivo. La ,clifenilcloroarsi,na - l'aggressiYo sternutatorio più efficace fra quelli conoscinti - non fu impiegata duraatte la guerra nei nostri proietti, e del resto ebbe un irn.piego relativamente limita lo anche da parte ay,·ersaria , per quanto essa fosse un aggressfro di 11oiernle importan,,;a. 0
La ptodoiione toiale degli agg1·essivi ehimici iu ltflJia si calcola, sia slatn durante H periodo l><>llico, cli eh-ca 13.000 tonnellate. Sul :A 11ire del H)J .' errrnio in fu 11zione a 11che in (tali n stabilimenti per la procl117,ione di iprite e di dornro di cianogeno, e pe1·ò q ucst'nltimo tossico e bbe piccola appJitnzione 1per vari e diffic-o lt:'t cli co11se1·rn:done e prr poc:a <'ffic-acia nell'impiego.
'J'n1lrnmlo arg-omenti cli guerra chimic11 è opportuno fa1·e u111 cenno <lei p r oietti 11 tai·icmnento 1wbl,iogPno ed ÌIIH-c)l(liario. J.>er questi caricam enti, se le sostanzp e1·ano allo stato liquido (come i nebbiogc,ni). servivano gli stessi proietti adottati per i caricamenti nel aggressivo; se invec·e le sostf\nze erano allo stato solido s <•ni'\'~1110 in gt>ner:1le i proietti ordinari. Come nebbiogeno ue1l'Esereito italiano ve,nne usato principa lmeute l' m1idriclc olfol'icn sciolta con alta percentuale (GO %) in ac:i<lo soHoric·t>. soluzio,n e c·omun ernent(~ eletta « ole11m )).
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PRODUZTO"è\'E DEGLI AGGRESSIVI Cill?J:ICI TN l '.tALTA
(l' oleum .i111dustJ·iale contiene però soltanto iJ 25 % di a,n idride solforica), ed in minor misura fu impiegato il !Pentacloruro di antimonio . I caricamenti incendiari che, per quanto ci risulta, furono pochissimo impiegati, sono quelli costituiti a base di benzina oppure a base ,d i termite o di fosforo, mentre poi furono anche proposti quelli a base di zinco di metile e quelli di zinco di etile, sostanze che si in:fiamma!llo spontaneamente a contatto dell'aria.
Per la produzione, oltre al cloro (ed al cloruro di calce), al fosgene ed alla cloropicrina, in stabilimenti italiani si produssero ainche tetracloruro di stagno e collangite per conto della Francia. Ed inoltre furono preparati : bromuro e cloruro di ciauogeno, joduro di benzile; e fra le sostanze fumogellle : oleum e pentacloruro di antimonio. Sul :finire della guerra fu anche prodotto del fosforo bianco (fumogeno incendiario) fu1 uno stabilimento sit uato nei ,pressi di Civitavecchia,, mentre ,poi era in via di costruzione un impianto di iprite. La produzione totale degli aggresshi chimici in Italia si calcola che durante il periodo bellico sia stata, come fu già detto, di circa 13.000 Toorn.
Nelle Istruzioni distribuite ai reparti per l'impiego dei proietti a, caricamento speciale non era indicata la sostanza che costituiva il caricamento, e ciò sia per ragioni di segretezza e sia pc~r.chè ai reparti i111teressava soltanto di conoscere il tipo di caricamento e Je caratteristiche di persisteo1za degli a,ggressivi. Le classificazioni nelle quali vennero suddivisi i proietti, furo,no prevalentemente fatte in base all'azione fisiologica esercitata ·cla1l'aggressivo in essi contenuto. La nostra Istruzione -
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L'J~ll'IEGO Dfl( PRO.!ET.rl A CARICAM!ilNTO SPECIALE
clell' agosto 1918 considera rn i seguenti caricame:n li, contrassegnati sui proietti con fasde cli colore diverso 1per la pi.ù facile loro distinzione.
colo!'<' <klla. fnRcia
Ctll' i raUJt lllO
l)inn ca lairrimogeno (joclnro lli bcnsih•)
gialla
lag,rilllogeno a:,:fìf;siante (cloropicrlna)
hi:1nea <' gialla
irritanre. cau,-tico o Yescicntorio (iprite)
wrde
fnmog<'nO (okum)
nera
incemliario (lwnzin n)
tu r ehina
Oltre n lla fo s<:ia disl.ia1ti rn de l tipo cli c.;uricamento ed altri contl'assegni, suUe pai-eti dei proietti era010 ~pesso segnate delle sigle che indican no lo stabilimento di produzione del .l'aggressivo e lo stnl1ilimc11to cli c,1ricamcnto. Cosi ad esempio: P.d. O. (Piano d'Orte) : P.V . (Pieve Vergonte); V.0.G. (Vogogna), S tabiHmenti tntti che effettuavano caricamenti con fosgene; Na (Napoli) ; Ro (Roma) p er i caricamenti co!Il lagrimogeni quali la doropicrina e jodui-o cli benr.ile. I proietti caricati con fumageni portavano seg,nata la let tera (O) ed (S) ad indicare il contenuto di oleum oppure cli cloruro di antimonio (cla Stibinm-antimonio) , e con t ali so~tanze furono caricati proietti dei calibri dal 75 al 149. I proietti incendiari avevan o il contrasseg,n o (L) oppure (D) ,oppure (T), e con tn1i sostanze incendiarie vennero caritHti pochi p1·oietti clei cnlibri clal 149 al -210. Il quarntitativo cli sostanza speciale contenuto nei vari ,p1·oiétti era approssimativamente il seguente : c·ali bro
peko in Kg.
75 0, 3,,
105
1:H)
1,0
152
6,0
-
643 -
5,0
210 chl R a 10
305/17 lla 28 a 38
LA GUicRRA emMICA TRA I VARI BELLIGERAl\'l'I
Nella I struzione, ol tre al peso dell'aggressivo, era indicato il peso della. carica d i scoppio1 e, per l'impiego, era stata fatta.
la distinzione in : fugaci; asfissianti.; semipersistenti; lagrimog(~ni; persistenti; vesdcntori.
§
IV
Sguardo generale de lla guerra chimica nei v ari Paesi este ri . Aggressivi chimici e produzioni , Altri m ezzi di impieg o = hn= pieg o di agg ressivi chimici in a z ioni di particolare importanza.
Quasi tutti gli Eserciti ,degli Alleati e quelli degli avversari impiegarono essenzia1mente gli aggressivi. chimici già cita.ti. In ciascuno degli Eserciti belligera nti fnrollrn apportate varianti di produzione, dettate da ,proposte di combattenti e . da studi di. tecmiei militari e civili, oppure suggerite da particolari esigenze di impiego e di produzione. I francesi per rendere più compatta. la; nube aggiunsero al fosgene, destinato al cnricame11to dei proietti, altre sostanze fumoge~1e, quali. tetraclorm·o di titanio o cl.i stagno (si.no al 50 %) , e tale miscela aggressiva risnltante venne chi.amata,« eolJangi.te )). I tedeschi, verso la. :fine della gnerra, per clare maggiore persistenza al fosgene, fecero assorbire questo gas da pomice granulare, sostanza avente la proprietà, di assorbire un peso cli tale gas pari a 2 volte e ½ il proprio peso. P r ima del fosgene i fra,ncesi adoperarono Ja palitc (cloroformiato cli monoclorometile) che era un composto simile al fosgeneJ ma più persistente di esso : tale composto Ye.nnc poi sostituito neJ 1!.J16 ·cla una sostanza aggressiva qnanto il fosge ne (d oroforrniato di tridorometile) detta dai francesi «snrpalite)) e dai tedesehi <e perstoff )), e chiamata più tardi. da noi semplicemente col nome <e difosgene >>, perchè costituita esse111zialmente dai due molecole di. fosgen e. Come aggressivi chimici a ca1'at terc tossico, quelli a base -
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AGGRESSIVI CTID!ICI ADOPER.\'l'l D.\l FR.\:NCESJ O~GLI IM:LESI E D.,H '1'8DESCl:lI
di o~i::id o lli L"a1·bo11io 11 011 sono stnti 1·ea1i;,,zati (1) .: mentre in Yece cbbet o nn certo sviluppo e<l impi<~go lJne]Ji n bnse cli aciclo ciani<lrito, sostflnza gassosa ben nota perchè chi te1nipo, ed oggi arn cora, impiegnta , per la clistn17,jone cl.egli aa1iurnli nociYi, nei locali d'abi tazione in gcncrE> 11clle sUvc delle 11ayi. I frarncesi e gJi inglesi acloperaro110 l'aci<lo d auidri.co insi<>me al Lrk lornro <l' a r:-;e11ic:o . I frn n<·t>si impiPgai·ooo la « Yinc:enuite ». ag~l'es:-ivo compo ·to <.l i nna rni~l·ela cli adclu cianidric·o. tetrncìor uro di stagno, clornro di Hrsenico e c:loroformio, e qnesl e varie sosta n;,,c el'a no aggim1te al g-as wnifico per renderlo più pesa n te e più at to alla ronsei-nn-;io11e. Un derivat o dell'af'ido cianidr ico, molto pi ù adoperato di qnesto, fu il brom m·o <li cianogen o, ca rirato rn ei p1·oietti con il 20 % cli benzolo 11. ato come sofrente. Gli austriaci iinpiegarono contro ili noi l'ac·i<lo ciauidrico unitamente a hromoacet one ecl n. bernzolo come miscela tossica J.agrim ogena i11 projetti rintraccinti n C,1mpiello , cla eni il .n ome di« l'ampitellite >> cla noi dato ad urn ta le aggTessiYo. nH pHrt<~ dei tedcsehi nei c:1rk amPnto (li 1proietti vcrnne impiegata l' iprite mesc:olat;i con solventi, <JUali il tetradol'nro di c11rbo11io od il clorobenwJo, a) fin e cli m:mteuerln li (tni{la, an~ <'he nJla tempera turn al disotto cli 1 :i" <> qu uncli più far i le a diffondetsi opportnnamente sul hersng-Jio. Altre yoJte, nelle nziorni eminPnt ernente offensive, vennel'o i mpiegati proietti cnricnti nel ipr ite, nppositamente ecl opportnnmncnte coloratn nffinehè, nell' avnnznta . gli attacca,nti potessero eYita1·p di percorl'ere le w1w i11fctte e t anto meno sost11rvi. Ciò si dke, sia F.t nto fatto anche acl arte _perehè all'ini-· r.i o cli tali tiri si peni::aYn fosse i1logico d1e clo:po il tiro ad i.prHe J'nn'<'rsal'io c-ontrattaccasse : qllirncli. con i tiri acl i.p1·ite colo1·nta ~i ind nce-n in ingan no i) n em if' o Jnsdm1clog)i snppone eh c si trnttas!"e cl i tiri cl ifensiYi. rnc11trc inY<.'re s i prepara,a. l'11trnc·c·o proprio nei tr ntti ow Yenint fatto cp1 e1-to tiro eon
(1) T p iù 11srtti C'l<l)losivi di S<'Oppio (e 1111cll <' di lancio) n ella loro decomI)Osi;r.ionc s,·iJuppai10 ossido di carbouio, l' n11t, fn t ro ha cn usu to an che qualche d1•cesso.
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PR0DU Z10N k, DE ULI AGGRES SIVI CIItM I CJ NEJ VA Hl PAE SI ES'f ERt
proietti contenenti un aggressivo avente la caratt eristica del1' azione persistente, contrastante colla tattica dell'a ttacco . All' esame della critica molti cli questi aggressivi a1on ri· spondevano favorevolmente. Ad esempio, clal punto di vista dell'artigliere si pnò osservare che, di massima, la presen;,;a del benzolo è dannosa perchè facile ad illlfìammarsi all'atto della deto111azion:e della carica cli scoppio, e ciò con conseguente distruzione di sostanza aggressiva . L'imipiego -d i certi aggressivi, come il bromuro di ciauoge· 1110, richied·eva. nei proiett i l'aggiunta di una carni.eia interna di piombo perchè la sostanza non si conservava, a contatto dell'acciaio, e 11e derivavano quindi u,n maggior costo ed una più difficile organizzazione interna del proietto. In linea generale si può rileYare che oltre alle predette ra. gfoni, anche per altre cause gli aggressivi citati e moltissimi a.Itri studiati in quel torno di tempo, palesavano tutti i caratteri dell'improvYisazio111e dovuti alle conti:ngenze della guerra.
In Germania durante il -period,o bellico, per la sola preparazione degli. aggressivi chimici, in tre fabb riche diverse si poteva.no prodUrre l.700 'l'onn. di doro liqnido al mese, ma già prima della guerra la !prodnzione mensile et'a di 1.000 Tonn. I n Francia prima della guerra non si produceva cloro liquido, ma nel 1917 la potenzialità produttiva mern~ile era già giunta a 1.500 T-011n. con sette fabbriche costruite negli anni 1915 e 1916. i queste si aggiunsero altri quattro impimnti nel 1918 e si produssero in tota.le 12.000 Tom.n. di cloro per aggressivi, ed altrettanto sotto forma di. clorturo di calce ,impiegato particolarmente nelle operazioll1i di disinfezione. L'Inghilterra. Il(~l periodo beJlico produsse 20.000 T onu., di (']oro, ment re pr ima della gnerra la sua :produzione era limi tata a 30 'l'onill. Hl mese. L'America, ultima acl entrare nel confiitto, nel suo grande e famoso arsenale cli Edgewood portò la potenzialità di produzio111e di cloro a 100 1'01111. al giorno 1 e nel maggio del 1918 riu-
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l'R0Dt:ZIO~E OE(.; U .\GGRESSffI CllIMl CI NEI V.!H! PAESI ES'1'EltI
sci ad inviare in Eu1·01p a cloro liquido, chiuso in bombole di acciaio, pet i . noi alleati. E' da r i<;onlar c che l'Amedea inviò iuoltre in Emop11 <.1e1 fosgene eontenuto iat gl'andi cilindri di ferro dt•.1 pes o uuitnrio (.li. qnusi 10 Q.li e per un totale d i J .500 Tonn.; t rasporto i.in ,ero notevole, data Ja pericolosità, e 1:1 aggressi,ità. del fosgene . L'America ottenne tale cospicu a produzione da due imph111ti, dei quali uno della considerevole pote111zialità di 40 Tonn. al giorno . La Germamia anche prima della gucna a,eYa una effettiva. produzione di fo gene, già noto fin dal 1012, che risulta va come prodotto intermedio anche per la produzione sintet ica del <.:olo1·e su1t.lnttn : nel perio<lo l>cili<:o ne pro<lnsse complessharuen te oltr e 10.000 T onn. negli S ta bilimenti della Bayer (30 Tonn . al mese) e della B adische (600 'ronn. al mese). In Germrnnia si iuiziò poi la produzione del difosgene nell'autunno ciel 191G e se ne p t·odussero quantità, n oteYoli (15.000 T onn. ) in faohriche che an~va no In potenzialità di 300 Tonn. al mese. La Germania aveva pnre già una buona produzione di bromo 1·icavato dalle s ue saline, ed inoltre prima eh.e gli St a ti U nit i eintrasseto in guerra era tiuscita ad a ccapparrarsi tutta l' importazione in Europa del bromo di provenienza america na, sia per toglierlo agli avversari e sia in vista degli aument ati bisogni clcll' inclust ria (compl'esa queJla fotografica), ed essen½ìalmentc per avere la prepon deranza assolu ta nell'impiego degli aggre siYi chimici a base di bromo. La Fra11cia provvide al suo fabbisogno di bromo impi_ainianclo a nuovo nel l!l16, a 600 kilometri a sud di Tunisi, uno BI a bilim ento ,per la produzione del bromo, ut ilizzando all'uopo Je saline colà, esistenti, ed in totale durante la gucrl'a ne preparò quasi 1.000 Tonn. In1 Franchi, il dr . ChevaJier , gin nel J!)16, avcn-1 fatto tileYnre la spiccala Pl'OJJl'ietà Yeseicatoria dell'iprite gii\ conosciuta fin dal 1860. La p1·oprietà, vescicator ia ,d ell'iptite è stata la caratteristka nzione <li tafo aggressivo, principalm ente sf.rutiata, pP1· quanto nuche il r elatirn prodotto di mortalità (l.500) non era affatto t1·11scnrabiJe pm· e :::emlo ~oltanto un terzo di <)nello del fosgene. I tecleschi pottaro110 s nl emupo di bntt aglii-1 questo aggres-
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PRODUZIONI~ DEGLI Al.iGRESS lVl ClllMICl NEI YARI PAE SI l!:S'l'F.'RI
siYo nel luglio del 1917 avendon.e iniziata la preparazione nel marzo dello stesso aimo, mentre gli Allenti vi fecero ricorso solnmemte nn anuo do;p o, e ci oè soltanto negli ult imi m esi di guerra in cni furono in grado di ill1piegare i pr oietti rari.chi di iprite. I tedeschi già, prima ùella gn ena, nelle hrrn1·azioni della iìIHlustria rhimica per i colorauti sintetici prepnraYano clei prodotti inter·medi che allora se1:viva110 alla sintesi dell'indaco, e che nel periodo bellico si 11 arano per prepnral'e l' iprite, hl cui produzion e ra ggiuinse anche l'elevata cifra di J .000 Tonn. al mese, mentre gli .-\ll<' Hti d1e clcn·eltero affi·011tnre a nnovo così gl'aYe problema lo risolsc1°0 brillantemen te e più economi. camente.
Xrl lnglio 19.l7 tedeschi inizia1'0110 a:uC'lte l'impiego di proiett i <:ontencn1 i clifeni klm·oarsi na, ap:g-1.·essiYo denominato
Proietto con caricamento ad arsina
Caricamento di proietto a codolo
Fig. lOG . Ca rie-am ento di pr oielt i ad aggn~-siYo ellimico.
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?RODUZI0)!E, UEG LI .\ GGRI-OSS I V I
cunncr
:-iEI YAnI PAESI ~JS'.J:EHL
« K Ja1·k I » e aY('Hle un potere initante e sternntatoi-io, ma che usarono (Però in misura Hssai mino1·e dell'iprite. }'el' la preparazione di questo uggressiYO i tedeschi partivano <In arsc11ito i-;c,d ito e eia anilirn1, la quale ul tima è, come è n oto, sostamrn base d ell a chimica <:oloristica . L a, clifenilclol'oarsina , nYente nn prodotto cli mortn lità cli 4..000, si è cl.imost1·ata la più efftcn c·<~ fra 1c sostanze che fanno parte clei torn.po. ti eletti c:01111weurn11tc « arsi•n e ». La nube di nggressi,o, ge.neratn all'atto dello scoppio della cnrica esplosiva, è costilnita da numerosissime e piccolissime 1x1rticclle, le quali hanno l'importn nte prop1·ietà di attraversare i filtri clcll e masehel'c contenenti sostanze nentrHlizzanti e carboni asso1ben ti, ma p1·i,e della apposita difesa, tndiata in seguito e costilll i ta dnlle « masse antiarsiniche >) . Qnesle piccolissime 1Pat'ticelle danno origine a fenomeni di ster nnt,1zione e cli vomito irrefrenabili c-hc' obbligano 1J colpito a tog·liersi la ma t bera erl a rimanere cosi esposto all'a'l.ione cli altri ngg1·essivi ('himici, in parti<:olm·c del soffocante fosgen e. 1\ Jtro aggrc's!-.irn sirnile , prepai·ato nel 1!)1~. ù la difeniJ.cianoarsina . den omin ata « Kla l'k II >> . the b a 1111 egnale Y,1lor e del prodotto cli m<nta lità clelln dife.nilcloroarsina . T tedeschi prep1;1rar0Ho citea G.000 Tonn. -di nrsi~1 e varie in clivc•rsi stabilimenti, fr,l i quali qualcuno a ,·eva la potenzialità cli drca i:50 T on n . al mese. Detta sos Lanza arsenicale, atte o il limitat o gracl o cli p urezr.a nllora l'ag-giunta clnlla prcpm·aiione indush'inlc, non si p oteYa mettere clirettameru te a co11tntto cle l feuo, e vc1111ero perc:iò usate delle bottiglie di Yetr o (corn1gato per l'enclerlo più resistente agli lll'ti e rucglio leg:ulo a l1' espl os iYo), da nnnegm·si n erln n1rica cli sco,ppio nel fonclo clcl proi etto. L'elevH ta c-a1·icH di esplosiYo cli questi pro ietti, d1·cn J / 3 di quelli a solo esplosi vo, fHrE-va sì thl' il combnttentc flYYersa rio sul ci nnlc s i effett uavano i Uri. Ji confondessr con i p1·oictt i or· dinm·i, <~ questo c-ostitnivn 1111 altl'O c~lemento <li sorpr-esn a fa . YOre <lell'a ttarcn nte . Lr1 Fra,ncin pro<lnsse in t otale:> i:5 .000 Tonn . di fosgene, me11ti-e primil <1 eJln gnel'1·,1 :n-eYn mm .pol <nz.ialità lirnitntn a 4 Tomi. al mese·: fa sua 1n·oclnzione <·ompJes:::irn cli ipl'itc fu di 0
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PRODUZlO.NE D6:l :LI M,Git8SSIVI CllI:I IICI .NEI YA.HI P.\E.;S l F:STER!
2.000 Tollln. preparata in pochi mesi seguendo il metodo Lleg li Alleati, e ancora in Francia si prepararono 4.000 'l'onn. di al'i-
do cia111idrico, adoperato in gran parte neff aggressivo vincennite. Durante Ja guerra 1914-18, la 1produzione totale degli aggressivi chimici si calcola sia stafa p1·essochè eguale ta1nto in Francia che in Inghiltena, e cioè cl.i 50.000 Tonn. per c.;iascuna Nazione, mentre la Germania ne avrebbe prodotto 100 mila Toam., delle quali la metà. in soli tre stabilimenti, quantitativo sufficiente al Ci:!l'icamen to di 50.000.000 di proietti di piccolo calibro. Com~ sostanze nebbiogene per il caricamento dei proielti i tedeschi e gli austriaci impiegarono l'anidl·ide solforica sciolta in cloridrina solforica, allo scopo di mantenere l'anidl'icle solforica allo stato liquido, anche alJe temperature poco superiori allo 00, e ciò per ayerne un maggior rendimento, dato che la nebbia è g·enel'nta da qnesta sostamm che reagisce con l' acqua esistente nell'a ria. I francesi e gl i iuglesi come sostanze nebbiogene da introdmsi nei proietti, adoperarono tlnche il tetracloruro di stagno, noto sotto il no~ne di cc op:H:ite », nonchè iJ fosforo, essendo questa ultima sostanza di g1·andissima efficacia. specialmente per acr;edare gli osservatof'i ,avversari 11ei momenti 1più illlportanti dellr azioni di guerra. I tedeschi. contrassegnarono i proietti ad aggressivo chimico con croci cli diverso colore; e così per esempio quelli ad azione pel' i tente (nella quasi totalità ca rica ti con iprite) a vevano mm croce gialla. Nei proietti tedeschi il contenuto in aggressivo era, per i vari calibri, appl'Ossimativamente il seguen te : calibl'o da 77: Kg. 1; calibro da 100 e 105: Kg. 2; calibro cla 1.50 : Kp;. 6; calibro da 210 : Kg. 16. Le artiglierie tedesche ed austriache adoperarono p e1° il lancio di proietti caricati con aggressivi chimici quasi tutti i calibri, a preferenza quelli piccoli iper i ca1·icamenli con i la· -
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IMPlElGO DElGLI AGG Rl,S SJ\"I CILTMICI
grimogeni e con i Yescicanti per l'infel fazione -del len·eno e delle cose. Sul finire della guerra, per tiri con aggressiYi chimici Yennero usati dai tedeschi anche i cannorni da 150 mm. con gittate di 20 Km. , e da 170 mm. con gittate sino a 24 Km.
~· * * L a. emissione di nubi aggressive richiedeva mol to h.1Yoro di preparazione da. farsi sulle prime linee e pe1· ciò sotto il . controllo e ]a. vicina reazione dell'avversario; in oltre l' effetto offensivo cli tali aggl'essivi cominciava immediatamente all ' atto dell' uscita del gas dai recipienti e perdeva poi di efficacia via via che se ne all ontanava. Ad ovviare a tali inconvenienti si prestava l' artiglieria che. dati i suoi mezzi poteva effettuare la. preparazionp dei proietti in posizione arretrata e protetta, ed inoltre ,poteva generare le n11 bi aggressive o spargere sul ,nemico sosrante infettanti in zone pi ù lontane; d'altra parte però l 'impiego del proietto era molto più costoso ed era necessario nn gran nume1·0 di munizioni per ottenere risultati di qualche importanza. Tutto quanfo ora rilevato avve1n iva a maggior ragione con gli aggressivi a.venti carattere fugace come gli asfissianti. Per l'impiego di proietti ('aricati con questi ultimi aggressi. vi i tedeschi adoperarono irnfatti artiglierie a corta gittata e~ cioè dei lanciamine e dei lanciabombe, bocche da fuoco rigate dei calibri da 76, 170 e 250 mm. che lanciavano bombe di peso variabile da F, a 60 Kg . aventi capacità che andavano da un mi nirno cli 1 litro ad un massimo cli ]4 litri. Gli nustriaci usarono de1 l anciamine da 90 e 220 mm . Come è noto queste artiglierie da tri,ncea benchè avessero gittata Jimitata e poca precisione di tiro. erano non soltanto economiche, ma i loro proietti potevano contenere Utn'elevata quantità cli aggressivo. I francesi usarono l:rnciabombe da 58 con 1proietto del peso simo m 5 Kg . Gli inglesi nella battaglia ·d ella Somme nel 1916 introdussero sul campo <li bn ttaglin, e ne fecero poi un largo -
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I:lll'IEGO DEGLI :\CG RES S l\'I C ll O.fI CI
impiego ad .Anns nel Hl17, l'importante JJOYiti'.L ideat a clal loro te11entc del geJJio Li,·cn::;, (;he appunto diede il nome di<< la nciabombe Lhens » alfa c-atattetisth:a m10Ya ai-tiglicl'ia da trincea. La bocca da fnoco molto semplice, quasi rudimentale ad avancarica , el'fl costituita da un tul>o <li acciaio comume ad ::111imn Jiscia, chiuso ad una estremità. 1l proietto aveva grnndc capacit:\, e il uo peso, cli drca 30 Kg. , era costituito da q uasi , Kg cli aggressivo. Le principnJi cnratteristiche cli qnesta specinJe :ntigliei-ia Liven co11. isternno nel non richiedere l'affusto, ed in oltre cli poter piazzare 1111 gran numero di queste bocche da fuoco in battei-ia, e cli lanciare contemporaneamente gruppi di proietti rn.ediante accensione elettrica. Pei-ò queste cara tteristiehe del matel'iale Li vens l'ichiedevano per il caricamento del 1Pez1.o un1 tempo rela tiYamente lungo, ma consentiva no viceversa di fal' ani·vare di sol'pl'esa sul nemico una grande q nantitù, di aggressivo iu una sola YOlta d a posizioni abbastan7,a nrretrate; opplll'c (li colpire J'aYYersnl'io oltre le sue prime linee di difesa. Gli. aggr essivi ndope1:a ti con tali artiglierie e1·ano prevalentemente del tipo fngnce . Il ca libro 'Cli_questa boera cla fuoco <'ta <'li L O mm. cd il proietto ern munito di uuia semplice spoletta a tempo che ent1·nva in f unzi one nJl'ntto delln pal'tenzH del ~olpo, e la cui. dnrata era cleterminat:1 clalJa Jn.11gl1ezza di nna comune miccin Rickforcl, p1·eveuth·amt>nte t agliata a misura a seconda della. dista11za di tiro. La hocc::i d a fuoco aveva inclinazione fi Sf! di 4:')0 e Ja gittata yeni,n ,·ariata impiegando cari che di lancio di clivet si pesi: s i rngginngcva q uella cli 1.500 m. con nna <·,nica cli 325 p;r. cli bali tite . I tedei:whi soltni1fo molto •più tar<li e cioP dal 21 np;osto .IJ)] 11ei Yosgi. a<lottaro110 Jo stesso ti.po <'li ai·tip;li.rria tln tl'incea miglio1·a11cl oln. ma ~n<·1·ificando però in pnrte Ja caratteristica cl eJJa s ua scmplicit:'t: ri.<1nsi:.ero il caliln·o a lGO rnm., 1nn 1·iga rono sin Ja boc<:n cln fnoC'o che il proietto. il qnale, munito di speciali a lett e. si impegnnYa nelle 1·igll e clel"l'arma. I ted eschi 1:1g-giu11sp1·0 così 1111n g-ittntn di :3.000 rn., lllH eon proietto uu J)O(·O più JlC'S.lllT(' (:r, K~.) SPbbPue il ('OlltPJlllto di soslH~lZ,1 a~gres~i,n 11011 affm<'ntnsse , e <·1m nnn cnric;i di lancio di :300 gu:rnun i cl i bn]isite.
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DIPIEGO DEGLI A(WHESSJ\' I CU l l\CICJ
I francesi ebhero poi all(:orn fa p r ec·cdenz,1 sui teclesdn
n ella costru r.ione e nell'in,piego di nn 'altrn arma, r ealizzando i« lalTlcia borni.Jc Stokes )), nlrrn i.Joe(:H tla fuoco ad avarn.::11'ica ma però a liro rapido (1) . Si p otrebbe osservate che mentre ·don1 nt e 111 ;prima gnlllde guerra si ebbe da pa1·te d ei tedeschi la g rande innovazione d ella guerra chimica, il primo suo impiego ecl il pel'fezionamento degli aggressivi chimici, viceversa le grn.ndi novità in fatto di armi pel' adoperare tali aggi-essiYi furono merito e titolo degli Alleati. · Men t r e com i Livens si lanciH rnno ('Ontemporaneamen te molti pl'oietti, ma occoneva relativamente mollo tempo sia p er l'insta)]azione d ei tubi e sin per la pl'eparazione del colpo, invece con gli Stokes la messa in posi?.ione era rapidissima, l'arma veniva, portata. a zaino e l])el'metleva m1 tho celeris simo d a 10 a 20 colpi al minuto. L o F:tokes ern a canna liscia, sparava con iuclinazione fissa a 4:, ed nYt~va gitlate variabili da 400 a più <li 1.000 m., ra/!p:iungibili impiegando rnri elementi cli cariche cli lan eio gi:1 preeeden temente con fczio n nli, cosi eome nvvenivn per i Live,ns, ma per gli Stokcs i vari elementi cli earira erano tutti. cli l'gnal pe~o . l lanc-inbomhe Stokes Ol'iginali avernuo il caJihto cli rnm. 81,J: <111dli 111lop1~1·n t i {lall ' E sercito i tali an o aYe,·nno c>a libro <li 76 nun. La cnpn<"ii.à ciel p1·oh>tl'o <~ra <li C'il' <·a 7:-iO teni inwtri t nhici e si ebber o anclte 1n·oietti cal'ic·ati c:011 foITToro per impiego fmnogeno ince nclim·io con gittate f1i 300 m . 0
N el pel'io<l o cli g uerra 1914- 18 il primo impic~o cli proietti e. l'<P1· e stat oil. 2,7 o ttobre 1911b a LPns: l<' a1·tig-liel'i e leclesc·he l:1nciarono contro i franc·esi 3.000 proietti-shrapnel d11 105 eari c· il ti {·on snH d i di11 nisi<lina, ag-
:Hl a ggressivo chimico 1·iR11lta
(1) Furono q ueste le· origin i del lnncìnbomlJc :l mo,·rnio da S1 Stokcs Bran,H, perfezionato dopo la ))rima gue rra mondiale e adottato iu seguito come arma dn trincea, si può dire, da qnn,,;i tutli gli Esrrciti.
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n.cetEGO DEGLI AGG RESSffl CUUHCI
g ressi vo chimico irritat11te, ma aU:atto pra tico dimostratosi di nessuna efficacia.. Il 31 genllaio 1915 furono ancont impiegati clai tedeschi, proietti contellenti aggressivi Jngrimogeni che p ure si dimostrar0010 p oco efftcaci, forse anche a causa della temperalura molto bassa di quel giorllO; e nel urnrzo 1915 nella zolla di Verdu111 si regi strò anche la coIDpa r sa. di proietti lagrimogeni contenenti bromuro di beniile. Tutti questi impieghi sono perta nto da considerarsi più che altro come tentatin s uggeriti d ai tec·nie:i, ma, da parte dello Stato Ma ggi01"e e dei cowbatte~1ti t edeschi taH impieghi furon o fatti senza la conYinzione di una sicm' n efficacia del a1uovo meizo bellico. I n considerazione degli sc-ari-::i effetti che si ottene·v ano coi (Proietti cli ai-tiglieria, specialmente per il loro limitato contenuto di aggres b·o, poco dopo !Si ricorse acl un lal'go impiego di gas mediaii1te l'emissione di n ubi: c·iò an>em1e. come già fu eletto, ad Yprè da parte <lei tedeschi <:onll'o g: li Alleati il 22 aprile 1915 e fu ripet nto il successivo giorno 24 aprile pure ad Yprés con u na. azione che c·:HlSÒ oltre :3.000 morti. P er quanto l'emissione cli nulli cli. gas cla boJUbole non facci.a parte cli una Yera e propria aziolle artigliere~c·a, è cla l'icorclar e qualche impiego a.el genere effettuato dagli Alleati: una prima emissione cli gas cloro Yc11111e fatta dagli inglesi il 25 settembre 1915 a Loos, e 1m' altra fn Psegt1ita nel febbraio del 1916 dai frim cesi su cli u,u fronte di 8 Km. con 2.400 Q.li di gas. E' a r ileYar e ch e per l'impiego cl i nn così grande quantitativo cli aggrc::.siYo se si fosse fatto ricorso acl 1111 tiro di artiglierin s arebbe stato neces~m·io sparnre almeno 120.000 co~pi c·on proietti <ln 105. NelL1zione fatta cln gli a nstriaci co11h'o di noi alle ore 5,30 del 20 gingno HH6 d::i Cima 7 del Monte S. Micù.ele a. S. Martino del Carso. coll'emi~sione di nubi di gas asfìssia111te, e cioè C"on una misce.la cli c)ol'o e di fosgen e, le nostre truppe furono tremendamente colte cli sorpresa e si ebbe1·0 a lftm en tn l'e , .000 colpiti, dei quali be11 4.000 morti. Il primo impiego importante di aggressiYi lagrimogeni ,enne seginnlato nelle Argonne il ·20 g'iugno 19J :3. L' artiglieria
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UIPlEOO DEGLI .AGGRESSIVI cnnuc1
ebbe una funzione preponderante nell'impiego dell'iprite. Kella sola gi.omata clel 9 marzo 1918 clicesi che i tedeschi nella loro gl'ande offensiva abbinno Jandnto 200.000 p1·oietti cli ogni calibro contrassegnati colla croce gialla e cioè cnl'icati con iprite. e dmaJ1te i dieci giorni in c·ni tlnrò Ja battaglia a,bbiano impiegato 1.000.000 cli proietti per 1111 totaJe di 2.500 Tonn. cli Dgg1·essi vo YesciC':rnte : sono queste delle cifre Yer ~mpnte im[)O·· ne1nti se si pensn che tale impiego ha p1·oyocnto il Jnncio di circa 20.000 Tono,. <li acdaio, mentre sono stati ef:6.cncemente infetrnti circa :i.000 ett:ui di terreno, iJ che significa rhe l'nzione infPttiva avye1111e snlla base cli rm a ,clensifa media cli aggressivo di ~r·. 50 per metro quadrato; densità di ipritazioll(~ relath,.amente id.ta in reJ;1zio·n e ni concetti di impiego tli allorn, che nelle Istruzioni indic.-1rnno tale densità di c-irca gr. JO pe1· met1·0 quad1·ato. Un filtro importnnte hupicgo de1l 'iprite Yenne faLto dni te<lPschi nella nolfe sul 1° ::igosto 19JS fra )."'euill~- e la spond a si1iistra della 1\fosa su nn fron te cli J.0 Km . I tedeschi Jancial'ono i11 quelln notte 400.000 gra1rnte cariche c1i iprite pe1· prevenire e reprimere l 'nttacco dei fra,n<·esi contro il :Mo1·t-Ffomme. Da tali clati si può dedune che yeune effettnnto 1111 tho con una aensitù di 40 p1·oietti per metro Jinenl'e di fronLe e su una profondità, di soli 800 metri , e cioè cli nn [)1·oic~tto per ogni 20 metri q_uacltnti e-on 1111a dci1sihì cli. ipritazioue <li gr . ~O per metro qna,lrato . Dobbinmo poi ancora rico1·dal'e un primo impiego dei Janciabomùe LiYens acl anima lisc:ifl , fatto dagli ,rnstl'iilci contro di Jloi con una azione di sorpresa presso la localitù. I<'01·nace a Caporetto alle ore 2 del 2:3 ottobre H)]7, per cui alle 9,30 del 24 consrgnì il forzamento della gola di Plezzo. Lungo un fronte di J. Km. gli nustriati a,·cvano postato 1.000 lainciabombe Livea1s cl.a 1~0 mm . d1e efiettnai·ono un til-o ç:on fosgene e difeuilcloroarfiina : circa 500 uomiJJi nostri morirono inunedintamente per il fatto che le masrhe1·e allora i111 uso non erano atte a lla p1·ote1..ion e eontro le arsine, ed il fosgenc~ lanciato dal nemico potè così nqo·reclire ed a l"°.'0 fre con tntta la sna tremenda efficacia sui nostri soldati , ai quali l' effetto <lelrarsina ..weva reso insopportahile il tenere In maschera nppli cata al Yiso. Gli austriaci nell'o:ffem;iva <'lel PiaYe del gingno J918 lm1cia~~
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OHG..\.N IZ½..\.ZIOJ';E DEL SERVfZlO CIITM:lCO
rrmo contro di noi G00.000 p1'oietti ad ::iggrcssiYO chi.mico nei soli 1ir-i cffettnati d i gior no.
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V
Org·anizzazione del servizio chimico.
fo Germania l' Istituto Kaiser-WUhelm di Berlino si occupò de) complesso lavoro atti11ente agli aggressivi chimici . Ke era, a Capo J'i]luslT(~ prof. Ha ber dH~ g-ià a veva reso grandi servizi non solo alla Germm1ia ma a tuth1 l'uman ità, col suo processo di sintt?si. dell'a .m moniaca partendo · dall' idrogeno dcll'acqna e dallo uzoto delFaria. Questa sintesi ha servito alla Gernrno1 ia per la preparazione dei nitrati, sostanze ehe si impiegavano sia nella preparnziorne degli esp.losivi e sia in quella dei concimi chimici che durante il periodo bellico non potenrno più essere importa ti dall'America del sncl. Questa vittoria clelln chimkn, nllH qnnle c:ontribuirono bril1:tntemente i chimici italiani Casa.le e Fanser, giovò grarndemente a tutti gli Stati (~nropci,, prima asserviti per i concimi chimici n:r.otati all'importazione dalle mii1iere del Cile (1), a risolvere il 1prohl.cma delFaumento de])a produ:r.io11e dei cerca li. Malgrado l'apporto che il prof . Haher diede in pa<:e ed in guerra alrirn dnstria chirnic:a tedescn, egli moT'ì cprnsi dim<•nt icato e(l in penosa miseria . Nel solo .centro cli produzioHe di aggressivi a Leverkusen in Gerrn.ania s i trovavano 300 ]aureati i,n chirniea, mentre la Francia, pel' tutta la sua organizzazione cli pace e cli guerra pot(~va c0.ntare s11 2.i>OO cloHod in chimica. Irn America pdma del finire della guerrn ernn o stnti mobilitati. oltre 2.000 fra chimi.ci e tee(1) Nell' anno [)rima della s oa entrflta in guer ra, l' irnportu?:ionc dal Cile in Germania er a statrt di quasi. 800.000 'I'o1u1., corrispondenti ad oln·e 100.000 -a'onn. di azoto; alla fine della guerra hL Germania nei suoi Stabilimenti <li s.i11tesi poteva fissare l'a?:oto dell'a r ia per l'iruponente cifra di ~l00.000· T onn. all' anno.
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ORGANIZZAZIONI;; DEL SERVIZIO Cl:ITMICO
rnc:1, ed in Germani,l, pare che il nmTic1·0 dei teenici fosse arn.:he superiore a tutte le predette cifre. Per quanto l'eventualità, deJJu, guerra e;himi.ca fosse stata preveduta e stucliat<1, durante la guerra 1914-18 essa. ebbe .nelle sne varie nunifcstazioui, tutti i earatteri deJl'impr·ovvisazione, e dò avvenne forse a,nehe pen.:hè questo nuovo mezzo bellico si prestava, più di qualunque altro, all'applica:done cleUe leggi fondamentali clell.'a.rte militare, e <.:i.oè dei concetti della soripre~ sa e dell' iniziativ:1 nella duplice lotta e fra i contencleuti, e fra Faggressivo e ln, maschera. Ad ogmi novit,?L sorgente :nel campo prop1'io ed in quello av~ Yersario, i Comandi provvedevano più o meno tempestivamente n dare ai combattenti le rn~cc~ssal'ie istruzioni del caso per opporvisi e sovratutto per difendersene . I teclesehi nel 1ngJio Hll7 distrih nfrono un'Istruzione nella qnale venivano (:Llssifkati : ci) tiri di sorpresa, c:on proietti a croce verde ed a croee az½l.ll'l'a, da effettnarsi co11 vento cli velocità. non superiore ai 3 me ni al secondo ; b) tiri cli i.nfc z.ione) im.piegnndo p1·oietti a <:.roce gialla. con vento non superiore a 5 metl'i al sc~condo: · si considerava una dfnsità, di ip ritazio~1e cla 50 a lOO Q.li cli iprite per kilometro <} 1ra dra to cli te1Te110 ; 0) tiri di interdizione e sbarramento, c:O!n ,proietti. .preva.lc~ntamcnte a croce ,,ercle e con pochi proietti H croee azzurra da (ffettm11'si soltauto <:on vento JlOJl superiore a ;metri 1,50 al SC'condo. Era fissato il. tempo dopo il. quale era ammesso alle proprie 13-nppe l'attraversamento del terreno gi.?L soggetto al tiro di pl'oictti con agg1·essivo chimico, e cioè : due ore~ per i proietti a cto<:.e verde; <loclid ore per queJli a c.:roee gialla (era però proibita la sosta); mentre per i proietti a croce azzurra l'attaecante poteva senz'altrn seguire immediatame11te la nube. Per i tiri di molestia erano pres(~ritti 100 colpi di 1piceolo uilibro da. laueiarsi in una zona, ristr<~tia; in un pn.io di minuti, ecl a prefor<rnza con proietti eontrassegna ti con croce gialla. Per i t iri di sorpresa si ordina va l 'irn.piego dei proietti a e ·oce verde ed a croce~ azzm'ra, e pe1.· obbiettivi importanti si pre0
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Al?PARIDCCHI PRCYl'IYJ:'.rIYI CONTRO GLI AGGRElSSIVI CHIMICI
$C'rivevnno tiri con grande intensità, sino a 6.000 proietti di piccolo calibro pe1· ogni kilometro quadrato (un colpo ogni 150 metri quadrati, e cioè Ulna <lensità, cli aggressivo di circa gr. 6 per metro quadrato); intensità che nelle azioni prima accennate fu spesso notevolmente superata. ~elle azioni difensive era prescritto l' imlJ.)iego di proietti ad esplosivo ed a croce gialla con spoletta a doppio effetto, e ciò per poter r icorrere all'eventuale impiego a tempo, in modo da avere una migliore clispel'sione dell'aggressivo sul bersaglio: CO(lleetto questo molto importante e che ve.nne ripreso nel dopoguerrn per rendere più efficaci gli aggressivi del tipo persistente, impiegandoli allo stato a(~rifor1ne. Infatti i tedeschi seguendo questa idea, nelle Istruzioni emanate sul :fi.mire della guerra, già prevedevano di aumentare la carica esplosiva nei proietti ad aggressivo chimico e ciò per dare una maggiore efficacia offonsiva alle schegge (che 11el caso dei proietti ad iprite erano anche inquinate cli aggressivo e producevano ferite di difficile guarigiollle), e perchè lasciavano il nemico nell'incertezza se il tiro fosse effettuato eon proietti ad aggressivo o con proietti ad 0splosivo, obbligandolo cosJ alht dupli.ce e più faticosa forma cli. ,d ifesa e della t1·incea e della masc.:hera. Gli austriaei segui1°ono, co11 leggere varianti, le disposiziorii dettate nell'l~sercito tedesco . In Francia era a eapo del servizio chimico il prof. Kling, ed in Inghilterra. faceva pa,r te dell'« J\(lltigas Comitee >) il ten. cofonnello H:urisoin che nel 1918 perdette la vita in seg·uito a lesioni 1polmonari subite nel corso di esperienze per lo studio di t!pparecchi protettivi.
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VI
Apparecch i protettivi = Masc here dei vari tipi = NazionaJi ed este re = Principi costruttivi = Cifre di produzione = Difesa con• tro g li a gg-ressivi vescicatori = La difesa collettiva.
In questo breve cenno della guerra chimica nel campo della Storia dell' Artiglieria, è da inclucforsi anche qualcb(~ notizia re
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APPARCCCHl PltOTE'l"TIVI CONTRO· GLI AG GI:ES S TVI CHI MICI
btirn alla difesa imlivicluale ed a <ruella colletti.va, perchè aneLe all'artigHere (se non più d1e agli altri. combattenti) mecessita durante Ja Jotta il pieno poksesso di tutte le sue facoltà per hen espleta1·e il senizio <lel pezzo, del puntamento e <lell'osservazione. Oltre alle offese! generiche arrecate dagli aggressivi chimici, h, t osse p1'ovoc:ata dagli asfissianti e dngli irritanti, le la.grime suscita te dai lagrimogeni, nonchè l'infettazi one delle muinizioni e dei pezzi generata dagli aggresshi vescic,rnti., sono gravi elementi disim·bntori per l':ll'tigliere, cosi come sono per esso di serio ostacolo l' atcecameuto dei proprj osserva tori e l'occultamento deHe posbd oni e dei movimenti <lelle t1·up1p e avversarie, lit.tenuti <:on nebbie artificiali. Nel >llO(ll breve, ma storicamente neppur lungo periocJ.o della .i:;1•ima gue1·1.·a mondiale, si ebbe in riguardo cleJla guerra. chimica un esempio tipico della perenne lotta fra cannone e corazrn ; in questo caso fra aggressivo chimico e apparecchiature protettive. Fra queste ultime sovratutto J'ai)parecchio protettivo indivi.duale, cornnnementc chiamato<< maschera, antigas)), è stat o oggetto di moltepliei, l unghi e profondi studi connessi alla compJessità del probfoma . fofatti, me,nt1:e una maschera che risolva ~ùn11nariame11 te il problema de]]a, difesa è éli facile ideazione e anche di semp]ice eostruzione, un buon a.ppa.recchio respiratore r prot ettivo per il combattente durante la lotta è assai difficile n concretarsi, per i molteplici requisiti ai quali esso deve rispondere, requisiti spesse volte contrastanti tra loro. La cosidetta rnaschern , nelle sue modificazioni e nei suoi perfe,donamenti seguì la comparsa sul campo dei vari aggres $ivi eh.imiti, mentre d'alt ra parte l'offesa cerca.va a sua volta cli forztu·c Fefficaeia pl'otett iva dei tipi cli maschera via via co:nf(•ziona t i. L'Esercito tedesco nelhntrodurre sul campo il nuovo mezz:" di offesa doYet te fogieamel'tt e provvedere sin dall'inizio a, dif(,ndere il p1·oprio soldato, sia, dagli stessi aggressivi chimici da esso adoperati, e sia cla quelli che la ritorsione a,vversaria :;vrebbe presumibilmente impiegato, così come in realtà. è avve11uto e cloveYasi logicamente prevedere. Gli Esel'titi francc~si ed inglese fnrono costretti a dare anzi-
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APPARECCHI PR0'1'EWl' IVì CONTRO GLI AGGflESSlYJ Clll.MICl
1-ntto la iprecedenza agli studi suJ.l.a d ifesa ('01ntro gli effetti degli aggl'essivi chimici, e tale precedenza di studi si impose anehe per l'Italia, dato elle il presumibile prossimo suo avversario nveva impiegato su larga .scala i gas fin dal 22 ap1'ile 1915. L'importanza. della difesa contro gli aggressivi chimici si · 1·.ileva dai dati risultanti dalle statistiche relative ai casi morrnli che si verificarono ne]]e varie contingenze. Alle prime emissioni fatte di sorprc~sa dai tedeschi nel 1915, ·quando le truppe alleate non avevano provveduto ad alcuna. difesa, )'alta per.tuale dei morti sui colpiti fn del 35 %, mentre le perdite stesse sc.;esero al 2% q11ando nel luglio 1917 comparve l'iprite ed i combattenti aYevano maschere ecl altri mezzi di difesa : devesi però ricordare d1e l'iprite causò agli Alleati ,perdite S volte supeIiori a quelle causate da tutti gH altri aggressivi sommati assieme. Il giorno dopo I.a famosa emissione del 1915 (22 aprile), i francesi, esaminando Je maschere di cui erano muniti i prigionieri tedesc:hi, rilevarono che per la difesa gli avversari avevano usat o semplici maschere di cotone imbevuto di sostanza neutralizzante costit11ita cla iposolfi to di soclio, efficace per la dif('Sa contro l'azione del cloro. I francesi provvidero quindi subito a distribuire il cc tampone P. >>, masehera C'ostituita tla strati di cotone avvolti in mussola che, al momento dell'uso, si dovevano bagnare e.on una soluzione di iposolfito e di carbonato di i-odio in aetprn di glicerina. 1111 due giorni. sarebbero stati. approntati e distrihuiti ai combattenti francesi J00.000 tamponi P. Gli inglesi giù, nel maggio del U)15 <Jisttibuivano alle loro truppe un cc caseo di flwnella )), coprente t utto il capo e mlv nito ,cli nn filtro a11a logo a qnello francese, ma ave:nte in più una protezion e degli ocehi avanti ai quali, !J)er ]a Yisibilitù, era posta, una lastra di eeJl11loi,1e : cli questo tipo di masehera si allestil'Ono in breve tempo 2.000.000 di esemplari. I tamponi P . francesi furono· poi pc>rfezionati coll'aggiunta di altre sostnnze neutraliz1:a111ti, quali ad esempio: l'olio di r icino e la, soda contro i lagrimogeni; l'acetato cli ,n ichel ·c ontro l'acido danidrido; l'ntrotropina contro il fosgene; e si giunse a fì.ltri con d ne compresse di venti strati ogmma ·cli mussola. I tamponi presero poi nell'Esercito fra,ncese il nome di t ampone -
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APPARECCfIT PROTEII'l'IVJ CO!\'.L'RO GLI AGGRESS T.VI CHIMICI
J:1 2, poi di maschera T (da] nome del se1·g,nte Tambu tè che ne s :1ggerì la costrnzione), e tampone 'I'.~. ad irn'licare nuove sostan ze di nentraHzzazione . Gli inglesi agginnsero pure a i loro caschi l' nrotropina., ed D1H:he nn tubo per respirare cou mia1or fatica; e di tali caschi nrnne sc~gnnlata u,na 1produ1,ione di !J.000.000 di esemplari. I tedesthi e gli anstdnci nel maggio-giugno del 1915 avevano nnch'essi nd.ottato nua maschera di confeziorn~ semplice, costituita esscnzii,luwnte ·da strati di cotone e mussola, bag1nati con soluzioni ai iposolfito e carbonato di sodio : molti esemplari di tale uwschera si rinvennero pnre s ul campo cli battaglia sul nostro froJ1te <le.Ila W Armata. Però già. 11cl luglio de.l l!.)15 i nostri avversari avenrno in clistl'ib1rnione una<< maschera eon stoffa gommata)), oc·thia]i di te1lnloide e una sc:atola -.6.ltro metallica., aittntenta aJ faeciaJe della rnasthctn, r iempita con granuli di pornic-e o materie s i milari, imbeYuti cli varie sostanze nentraUzzanti.
In ItaJin mentre pe1· la difesa a,ntigas .fummo i primi per rnerito <l.el nostro prof. Guaresehi aèl intravvedere l'importanza dei carboni asso1 benti, cprnli qnello della legna e della rioce cli coeco, e mentre molti altl'i nostri tecuici di valore abbiano ainC'he portato t1n ('.(1utrihuto Hotevole alla soluzione d~ tale pro~ blema, Yieeversa , per incertezza di decisione mancò la pratica renlizzazioue ùi uu respiratore ben accetto e a i Comandi ed ai cornba ttenti: n qnesti nHimi sopt·attut.to, :JHm nncora persnasi delle possiliilitù. e dell'efficacia del ~movo mezzo di difesa ed. inconsciamente contrnri acl 1rn maggiore affarcleJlairn~nto. 11 G11aresd1.i osservò che l'iiposolfito ed il carbonato di sodio usati dai tedeschi ed in seguito anche dagli Alleati, eriuno deli.qnescenti e per eicì non consigli a bili, e sugg<~1·1 i,n loro v<~Ce la calc:e sodntn ed i earboni assorbe,nt L pre,·eclencJo poi subito e e1J1n nigione, la necessità degli ocd1iali nuche per difendersi cont rn il fosgene. Una siffatta masehera sembra risultasse tl'Oppo pesante tcir<.:a !JOO gr.) e fn quindi scartata, e fu adottato invece il tipo C.P . (iniziali dei nomi dei proff.. Cimnidan e Pesci) costituito da 10 strati éU garza e mussola bagnati con :;ol11z~one di solfof,-,nato e carbona to sodico . p
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APPAltECCl:lI PROTFffTIVl CONTRO GLI AGGRESSIVI CIJIMICI
Ma per le urgenti e indila1.ionabili necessità, imposte dalla guerra, il deprecato desicler-io cli ricercare H meglio ha poi porta to l'Italia ad essere soggetta a fomiture estere per la maggior 1-1arte dei sno fabb isogno . A vari cototnifiei, fra cui alcuni cli Bnsto Arsizio, fu affidato l'allestimento cli maschere, ed il cellophan e per gli occhiali venne fornito dagli Stabilimenti della :Rnia Viscosa di ra via. Nel 191(; anche in Itali.a Je maschere vennero perfezionate e si ebbero produzioni di quantitativi imtportanti di modelli. clt'· fùniti nei particolari e abbastanza soddisfacenti. In Fra1nca nella mascherH polivalente (cioè che, almeno nelle intenzioni, doveva, servire a proteggere èl.a tutti gli aggr·essivi) del tipo :VI2 erano appJicati gli. occhiali in -cellophane (kpec:iale celluloide non infiammabile) e impiegati sempre filtri a base cli sostanze 1nentralizz::inti: di questo t ipo, dal 1.916 :liino al termine della guen·a se ne produssero 30.000.000 cli esemplari, ma già nel 191G Yenr1e iniziatn la produ1.ione del modello grande del« respiratore Tisso t >>, del quale si aJl estirono 100.000 esemplari, respiratore ehe portava uua sci.lto]a speciale ,per contenr~re il neutralizzante, analogamente a qnanto era stato realiz~ Mto nelle maschere adottate dai tedeschi. Nel 1~16-gli inglesi adottn1·ono il« casco P.H. >> che già, aveva proprietà polivalenti, e ne fabbricarono 14,.000.000; e poco dopo èostr·uirono nn altro tipo, il P .H.G . ehe aveva nna migliore ehiusura degli occhiali -a rn(~zzo di un bordo di caucciù, fabbricandone 1.500.000 esemp.lal'i. In Inghilterra :fin dal febbraio 191G si iniziò la fabbrica zione del « respiratore S.B.R.. >> che, studiato dal ten . col. Harrison, era costituito: da uin facciale con oechia li di tessuto con interno di gomma, cl.a nna scatola conteinen1te le sostanz<~ filtrtrniti (ueutraJiz7,}mti e essorbenti), e da nn tubo corrugato Jiessibile di. gomma . Il :filtro a carattere polivalente contene\'a a111che permanganato di potassio ed urotropi,n a. Di questo respiratore Harrison fu dapprima costruito un tipo grnncle, e l))Oi verso l'agosto del 1916 anche un altro tipo piccolo. Anche in Germa1J1ia nel 1916 si dovettero adottare i respi1·atori eou i filtri distaccati. dal facciale, perchè la necessità di 11na maggiore e più completa protezione aveva aumentato le di-
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APPARECCH I PROTF/tTIVI CON'l'RO GLI AGGRF.SSIV I CHIM ICI
m en i oni ed il pe:-o del facciale to~icchè la dir etta applicazione clei. filtri era scons ig·lia ta onde ev-i bìte un ec:ecssho ingombro . La Germania si !t:cwò in p,wtieolnre diffi<'oltù per provvedere la, gc,wrn.H 11c~cessn1·ia per ln cos truzione d el tnbo corrugal o e delle altre p:-1r!i della maschen1 neccssm·ialllenle in g omnrn. L'ultima impo1·tnzi one cli tale impo,·tantc m.1 te1·ia prima, anche n eeessasaria per molti Hltri md di g uerrn , che es:-;11 ,wen:1 potu to fare era sfata ·di 800 Tonn. d nlJ' Ameri<:H n el J91G: la Germania dovette qui ndi 1·ic-onere <1 s uccedanei e c-ioè i tnpiegar e gomma si ntetien ottcn11L 11 clalrac-etiJene con nn laborioso procedimento, e d'allJ'U parte. on.> poi:.:sillile, sosti.tnire la gomma uel f;1cl'iale. con c uoio <·<m1r·ialo in modo p111·ticolare . (-ìJi auslriHC' i. ue lle nrnsd1erc pe1· gli uflkia li specializzn ti. adope1·nrono a11d1c Ja p1illc <li capra d1e ern più fine ciel cuoio ordiuario. Nel n ostro E.·<~rcito, in attesa <l el respil'f1tore inglese S.B.R. pel"fczion ato . yen nel'o di. t dbniri i-e. pirntori <lei tipi francesi ':V.N. e quimH Tnm lrn t{>, muuiti cli 11 na tnsea e di n na s pecie di imbu to, e ven ne a mnentato il uum ero degli st1·ati n e nlralizzanti (6 i mece di ~-1:) aggi u np:endo poi a nche olio cli ricino . P c1· l'i1Jt<>ro anno Hll (i i respil':llori aYcrnno qm1 . i tutti. il funzionmnen to p eudo.ln .l'e, e doè attraverso a l. :filtro p assavano i n llll eu so l'al'i:i inspirntt1 ecl in senso contr:l!'io l'aria espirata, il ch e Hffaticant assa i il combattente . Ma poi<-hè evidentemente non ('t·a necessario c·he l 'cìl'ia esp irata passasse per il filtro, così 11ei vm·i tipi di rna sch ere furono via via adot tn te s peciali valvole clw con dncrvan o immedialamenre all'esterno l'aria proveniente dalle vie 1·espiriHorie. Così fin clall' ini7,io (lel J 917 nell e mnsch e1·e franeesi. A .R.S. (appm·e('thio r ei,; pi1·atore speciale) si risc0rnt1·n110 le clnc valvole . n n a per l'i n spirnzioue e l'altra pe1· l'espirazione. Queste valvole forma te con lam elle <li gomllla f11 nziona,,1 no autonHHitaD1ente per effPtto della dep r essi o11e e sn c·c·pssini p re:,;sione c-l, e 8i Yenivano a form ,u·e nell'intern o della .111.a .~ chera ton i l])el'iodiei na tnrnli atti rcspirnun-ii di inspir~1zionc e di e. piL'azion e . A .I 1·cspir,1tote ' l'isso!. :rià comparso alht fine del 1916 e simile II qneJlo t<•<lc•sc:o n 11111sernoL1 , s i app lil:ò hl scHtola-:filh'o pi ù pic·<·ol a e, v el'fezio11rn1<lo nel l!Jl7 ~lllche il mode.Ilo del ne-
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APPARECClII PROTIDT'l'IVI CON'l'RO GLI AGG RES SIVI CIIHil CI
mie-o, si evitò l'appannamento dc~gli occhinli facendo nrriva1·e sulla l()l'O pa1·pte interna, meclim1te due appositi c analetti, l'aria fres(·a proYeni<'nte dal lnbo cli aspirazione. Di questo lipo si produssero in Francia u00.000 esemplari. L e )enti, an;1,khè cli cellnloi.cle, si fahb 1·karo110 poi di acetilcellulo~n, o ce ll ophane, anti nppanunnte e i n infia mmabile . Gi;ì, owl Hll7 i fìltl'i, oltre ad esser (' passati decisamente ai tipi ('OJJ c·a r ùoni nssol'bcnti, prec·o11i;1,zn ti dal 11ost.ro On:nesc:hi si,n dal 1915, si cominciò ad introduni la difcsn contro le arsine, aggressiYi irri t anti che Yenivano imp iegati allo stato di fumi <> più pl'o11riame11te di areosoli, parlicol aJ:i specie di n ebbie c·osti t 11ite clii patti<:elle pit<:olissirnc aYenti la proprietà cli attraYe1·sare h1lt<' le SO!-:tanze Dentralizzanti ed i carboni assorbenti. J )app1·indpio Ja d ifesa contro le 1ìl'sine verme formata da stra ti Hltennat i di eotone e cli carbone, avvolti in mussola . Dala la molte e<l il peso ,per C'i.ò 1·aggiunti d a lle scatolefiltr o, fu nece. sario separarle dal fard a le con esso, a mezzo di nn tubo eorrug nto di gomma , i:,istemandole o dietro le spalle od in im a tasca cln porhu i a t1·al'olla. Fra il 1917 <' il J9L · in ('edi tipi cli filtri fu a11che i11 t rodotta l ' anidride joclic-n che se l'vh-a cli <1ifesa contro l i temuto ossido di carbonio, aggreHsini c i.J.imic-o dt(~ no11 tl·oyò p ertanto 11n effettho imt)iego petd1è es. endo molto Yolatile 11011 si potc,·irno con esso ottenere fadJmea1te sul ucmi.co co1tec~ntra;1,io11i efficaci : l a nnichi cle jodica trasfol'lll,tYa l'o~siclo Lli <.:arboni o in biossido cioè in g-as C'nrbonfro innocuo a b as,·ìl C'01l<'cnti·a;1,io111e . Q11<'sti fiHl'i a b1.11:,,e Lli cotone p er la clifesn <·on ti-o gJi. areosoli. presen tnrn110 però 1rn grav<' difetto essen dosi riscomtrato C'h e l:'ssi ,·eni nrno disttntti dai fumi <lei proietti nebbiogeni lanl'iati dai tedesC'lti e~ c·n1·knti con sostarn~e a base tli anidride solfOI'icn (olemu) : in <'OllSeguem:n il coto11e vemi e sosti tuito oon la larn1 , più resi:-lcntc Hi fumi cli addo solforico . T a li c:om:etti furono seg-nit i c·ontem pora11 camente anche in 1.n ghiltenu , tlove <lel giù c-ita to « l'<'Spi1' ntore ti po S .B.R. » se n e nllesti rono tmwplessirnmc11te :i0.000.000 cli csPmplari. Gli inglei:;i pote1·ono così fcn·n i1<> oltr<' i •p1·op1·i comhHttenti, a nche quelli Allea ti, ecl in pnrtkoJ::1rc J'Escr('ito i talia1,o ed an(;hc le: prime truppe americ·11ne giunte' in Enropa .
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APPARECCilT PRCYJ'IYITIVI CONTRO GLI AGGRESSlVT
cnnncr
L' A mcrica , pur essendo entra tu in guerra con un grande progranrnrn di armamenti, i:na essendovi entrata molto tardi, alla. duta deJParmisti:d.o non era riuscita ad approntare che poche f·entinaia di esemplari cli maschere ant igas. Nel 1H18 i tedesC'l1i perfcziomuo110 la disposizioine delle varie sostanze ne11tra1izzanti e adsorbenti nefl 'interno del filtro, ma la moclifi<'H più importante fu que1la di adoperare per gli oc.chiali i vetri perfettamente uniti nJ faedale della maschera con <:he era permessa mm migliore Yisibilitù,: e ad evitare ,poi l'appannamc~Jl'!o dei vetri stessi, i te<leschi applicarono al loro 'interno dei dischi di ri c:amhio costituiti da uno speciale preparato cli gelatina, c:·apa ce cli assorbire l'umidità proveniente da condensazion e, r-im ainendo tutta da eg1rn lmente trasparenti e i clisd1i e i Yetl'i d egli occhiali. Kell'aprile del 191S, nelle masehere tedesche comparve a!Ild1e la difesn <:ontr o ]e arsine, eostitnita da dischi alternati di {:ellu]osa (carta seJ1?;a collH) e cli finnell a spedale . (.211anclo il respirntore doveva servire in ambienti clove la eonc.:entr·.azione cleH'aggressivo era molto eleYata, ane maschere ve1n iva applicata anche la pinza stringi111aso. Furono poi nnche stndh1te apposite maseherc per i ferit i alla testa . In Gernrnnia furono messi a pun to per i combattenti. am:he gli « nppar<~<'<·hi auroprotettori )), i qnali, a cliffceeirn,;a delle maschere. isofa yano completament e l'indiYiduo dall'ambiente esterno the poteva a 1wbe essere priYo cli ossigeno, o per così dire, sa tnro di aggressiYo. ~ell'nutoprotettore Draege1· la mHsc:hcra o facdale, era col·1ep;a ta co11 1111 tnho ad 1111 sneeo-polmone a tenuta di gas, nel qnale, a mezzo di unn Yahohi di riduzione, si immetteva. l 'ossigenò proreuiente da nilla bombola avente nnu capacità di 15 litri, to.m pressi a 150 atmosfere . In tipi più modemi le bombole hanno nna capacità di 300 ec~ntimetri cubiei e contengono cirea 40 litri ·< li ossigcuo eompresso a 120-150 almosferc. Per fissare l' a<·qna e l'c.midride carhonittl, misc·efa eo'll'aria (ossigeno ed azoto) 1prore~1iente da1ln espirazi011e, Yi era una scatola contenente idr ato sodi<:o. L'apparecehio eostava assai, non era di fa . cile impiego, molto pesante (più di 3 Kg.) e di dni·atn limitata e -
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DIFESA CONTRO GLI .\GGRF.SSJYJ VESCIC.\'.fORC
cioè cli uon più cli 1 ora. c.:osì come ern c.:onseuliio dall'ossigeno conten11 to nelfa bombola . T11Je ant oprotettore v~niva clnto soltanto alle persone aJ1e quali era1110 affidati speciali incarichi cla compie1·si ill luoghi p arti.coJ,1rmente p ericolosi per la resph-11zione. Nell'Esercito a nstl'iaco si ebbero apparecchi analoghi denominati: A.uxiliato1' A.i\1. , e Pnenmotogeno O.:ll. Verso la metÙI <lel 1917 e1·a stnta messa a punto fa masch era italiana poH,·nlente tipo Z'', ma {lopo l'azione dell'ottobre e cioè nel novembre 1917 si ipotè adottare j) respiratore inglese a filtro S.B.R. , piccolu scn to'la r espiratoria che p1·oteggeva éla t utti gli aggressivi nllol'a in u so e la cui clistribnzio11e fu fatta su scala s nf:ficientemente largn , tantochè nella battaglia del ri ave 1<' nostre truppe f111'0110 in g-Paclo cli esplicare t utto il loro valore, cli lottare snl posto con t enace fermezza e il lr5 giugno 1918 di resi -iere alla grn~u uola <li ptoietti ad aggressivo chimico che gli austJ'O-teflesche la11ciaro1n o in numero di. G00.000, tra i quali molti conteue,ano bromuro di C'ianogeno e bromoucetone, tossici e ·1ngl'imogeni..
Particohlri stncli H ' Jllll?l'O fatti per renlizzHre una eilicace difesa contro gJi clggresRiYi wsdca t01'i. Quanclo, 1a 010tt.e sul 22 lnglio 19l7. i tedeschi i11iziato110 ad Yprés l'impiego di proietti c;n'ichi ad ipl'ite, si t ese necessario studiare 1rnovi mezzi di clifesa, per ché La m aschel'H se pure serviva a proteggere le vie respirato1·ie anche dai Yapori fli ipi-ite, non impediva [)erò che questo agg1·essivu intHecasse la pelle e la carne pr ovocando profonde ustioni : que. ta azione i:,i effettuata anche attraverso gli. abiti e le ca)iat nre ed inoltre l 'effica cia dell'azione stessa persisteva per l nngo tempo, e ei oè anche pet akuni mesi dopo l 'irrorazione aell 'aggressivo che 11) moruento cleUo scoppio del proietto (o da altro meiio bellico cli offesa) veniYa fatta sul te.rre110 e sulle C'ose. I vari Comandi provvide1·0 a dare ai combnttenti le istruzioni 11ecessHrie per individunre i punti infetti e per p rovveder e a Ile (J_)l'ime c nre ai colpiti., nonchè a clis tribni.re aclatti materiali per -
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DlF'ElSA CONTRO GLI AG GRESS IYI VESCI CATOR I
difendersi ch,gli effetti <li tali aggressivi, qnali : grembiali gomma.ti, c:aJzature di gomma , ma.n telliue e indumenti cli tela cerata o cli tessuti impregnati cli olio di. Jiino cotto . Su proposta del nostro prof. Angeli, in ItaJia si. allestirono alcune migliaia di inclnmen ti così costitniti e coufeziouati in tal mo-do rico1'rendo a<l un tessut o trattato eon gelatina e cromo : fu. rono anche distribu iti zocc·oli con bende impermeabili nll'iprite e vennero poi anche confe½ionati speeiali sacchettini impermeabili per proteggere le parti genitali che, per ess<'re molto sensibili ed in ze,ne del corpo ptovvist<~ di peli e s oggett<~ a sudori, erano più fa cili ad esse re infe ttat e- pC'r ('Ont a t to indi.retto e per azione di vapori. La élieeria diffusa ad arte dall'avversario per segnalare la particolare attidtà aggressirn dell 'iprite s ugli organi genitali,
Fig. 107 - Maschera. per cavallo.
tendeva a deprim ere nrnggiol'lnente l 'avYersario e portò alla ne cessità di curare al massimo )a protezione contro Je azioni cli un tale aggressivo. L a, protezione cl.ifensivn c:ontro tale aggressivo nveva UJn particolare intereresse pet gli urtiglie1·i p er il fatto che l'iprite aveva -
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LA DIFF.S ..\ COLLETTI Và .l.1'TIYA E P.\SSIYA
mu-1 noternlc persi:-;tcrn~a. ed inquiwindo i runtei-iaJi, pel' luugo tem po anche d opo il t iro osta cofaY a il sel'vizio ip batteria. P er 1H cli ·infezioue cld te1-reno e dei m atci-iali si usarn il cl01·uro d i <-alce (i po<:lOl'i to di calcio) larga ruen te prodotto nncli e i n ltalia . Rnll a pell P u1111111rn serYirnno pm'e a1l'uop o il cloruro di c·alc-<>, ma so lo n elle p1·0:p orzio.ni. cl el 10 per cPn to i n veicolo di vascJi.n a , ecl anclte lavag-gi c.:on a Jcool e ùenzlna : i col piti pi ù fortem ente ei-.1110 cm'a l i con bagni cli pe1·nu111gana to di p otassio e gli occ lti si l:wa n1110 c·on solnzioui di bi<-arboarnto di sodio . S e]]' l~i-erdto itnliano ,·eirn<'J'O istitni ti clei Yel'i e pPopri « tr en i nntii pri t id >> con 1·epu1·ti r<l atti·ezza t lll'e di clisi ll'fezio11i per uomini e Yestimeu ta . Pel' lii difesa d ei qun clrupcdi dcll ' attiglicria e delle salmerie, n o11chè dei c:rni portaord i ni e poli ziotti, il problema della d isi nfezion e ,u ou si 1wescntò d i n ecessal'in s olnzione immcdi atn ; t u ttayfa fui-0110 appl'oulati ~,1cc.:lti (li tipo comune (che ptoteggenrn o soltanto le na1•ici del ca va l1o) (1) con ten en ti pagli a e fieno b agm 1ti con sol uzioni di n eu t rafo,,za n ti, e, ad e,itnre c-h e l'nni.ma le c:onsum asse qnesto foraggio, si aggiunse cleJla crealirna ; in seguito fu stu clhito q ualch e tvp o cli. res1)iratore p er a n imal e, si mile ai p1·im i tipi <li maschere 11 tampone, nsa1'e dai soldati. Di un tipo di quest e s peda li maschel'e (DeC'aux) per quadrup edi se ne fabbrica rono i n Fnrncia 200.000 esempJa r i.
La « dife:-.,1 co] lettivu >> . uella <p wle t•r a no ei a comp1'e11clersi au<"he i tJ·t>ni a11ti ipl'itid, si ,ah,e cl i rnri. rnczzi. I tiri cli a 1·tigliel'in, con soli p1·oietli ad esplos ivo e con q uelli a èl a g;g;ressiYo , <.li cui si è già padato . l'accY,1110 p a rte della clife a collcttiYa attin1 . La difesa 1x1ssiv:1 <~ra <·ostituitn t1Ht h e dall' azione <.li lan eia fiarumc, dal la combuNtioue <li sacchi )[icol ai e simili. (rie111p iti e-on sos t a .m e cornbn::::tibiJi vari<:', imùevnte rii olii. minerali) , con i quali (1) Da 1:t:cen ti s t u di d i wt1• 1·inurl \ra lia1li 1n-ei-:so il nost ro Suvi:i:io Cllimir-o, che ranilllnh· allorq11amlo I.la un cuto im11t•cliruuno a n,;piral'(, libc r n m t>nl l' dalh• na riei , s i ,;1T 1·e p p1· i st in t o ckll' nptm rat o bcc:r.11 1:· .
è risultato
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l'R,I:::SCil' f lNFORl\!1\'!'IVI Dli:L SE RV IZ(O Cllll\:UCO
a mezzo del riscal<lamellto ~i provoc:anino <lell<> cori-enti <l'aria as<·ensiorniJi che sposlarnno Yerso l'alto le lH1bi c<l i11i'ine le clispctele v·a no. Si costl' uirono dei rico,·el'i ap po. iti, e quegli sl<>ssi che serdva,110 d i protezione corn tro il tiro dei proietti ad esplosivo fm:ono attl'ezzati in modo eia evitare l' entra ta clei gas vene1ìc-i o deletel'ii, e eia con senti re l'nhitabiJit,'t <lei ricoveri . tessi, limitando od escludendo anche completamente lo sc:ambio d<>ll'm:ia ambiente co]l'aria esterna. Rervirono allo scopo vcn tilùtori ri mano e, ove po ;sibile, Yentilator i mecca nid ; filtri d ' ìH'Ì.1 di costituzione analoga a quelli adattati nei r espiratol'i indiYiduali, ma oniamente molto p iù p;nrndi e cli rrwggiore c11pacit à,; bombole di ossigenoi compresso; il'rorazio,n i con solnzio11i alc:alin e : spargilllento di clol'nro cli culc:c secco in poli-ere. ))a pn.L'le degli Alleati, nei rispettivi l.DsP1·citi sorsero ini7,iative singole ecl indipendenti pn- aumentare e perfeziouare i mezzi cli offesa e di difesa . e fu soltanto nel luglio del 1917 che si costituì un Comitato Tuteritllento cli rifornimento thimico, mentre poi ::-olamenle n ei primi 111 csi del 191S, costituito il Ooma11do Un ico, Yennero anch e unificate in linea di [H·incipio le YaJ'ie di· rettive cla ~eguire pe1· la g11cna çon agg1·cssivi cl1imid in tutti gli ½serdii. i quali p<~rò seguitarono ad impiegare cliv<~rsi aggi-e si d fumogeni . proietti, wasclte1·e e filt1·i di YariH <> speciale fnbb1·knzinnc .
§
VII
Cenni fo ndamentali s ui principi info rmativ i del serviz io ch i= mico = Cenno s ulle riforme e s ug li indirizzi adottati nei vari Paesi este ri nell'imm i nente dopog uerra = Deduzioni.
I probl<'mi della guena c:himiC'a offcn i rn e, conseguentem ente quelli delJa ·<lifesa, erano stati intravisti e prospettati dai tecnici prima dell'in izio del grande conflitto 1914~1918, e anche
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I'ItlNCIPI I.Nl"ORM .l'J'LVI DEL SERVIZIO CIIIMTC'O
dopo quella p1·ima gnena mondiale, slncliosi e tecnici ~onlinn1a1·ono le 101·0 ric-e1·tl1e pel' consegnire nnoYi mezzi éli oft:esa e pel' perfeziomn ·c qnelJi clif<>llSÌ\'i e <li protezione. La Gern111nia, giù al p1·imo poi,;to dell 'Industri a cltimic:~ europea. ebbe nrnggior ptcpatazione nllo stnclio ed a lfa 1produzion e di tali mezzi e di offrsa e di difesa. Il p1·of . Uaber che era consigliere scgre1o ·<le.l l'.{eich etl CSl!reitarn l'alta 11h:ezione cli questi st nel i prcs o il Ministero del.la guena tedesco . nveya sin dal] 'inizio della guena nel 1914 istituito a Bcl'lino mrn Sezione chimica denominata A. LO ccl UJl a Scuola dei gas. La ben uota I.G. (I nte1·es!,;0Jl Gemein d1aft) nella su a vasta organizz11r.iOJ1 e. ebbe Jn possi bilitù di produne quanti tativamente i più svadnti nggres~'Ì\'i chimici d !C ,·euiYa110 proposti e quindi di st udim·li nel'fa loro el'-fo;enr.a. nelle Jo1·0 pos:,.,ibilità, cli fabbricazione ecl alt1·csì ne]]e 111odalità del loro più facile impiego . L 'Eserc:ito Led esco Ye1·so 1H nwt~L d el lf)JS, nel suo munizionameuto di artigliel'i11, aven1 n 00 % elci proietti cal'icati cOlll aggressivi, etl nlla fiHc del conflitto tale pe1'c:e,11tnale c1·a salita
all'80 %. Una ve1·n e p1·optia Arma chimica 11 01t fu istitui.ia presso nkl111 E:-:ercito bclJigernnte. rnn YiteYersa presso cli tutti furono ac·cc.'ntuui gli st ndi 1·clathi agli aggi esshL ai proietti ed ai mezzi di difesa . La Francia a1ppogg'iò il Seni zio Cltimico ali' Arma d'artigJicl'ia, e l'Inghiltel'l'a alL-\ tmH del genio. L'It11Ua costituì nn Reni7.io n pm·te pe1· gli stucli relatiYi alle offese ed alle difese, ~enizio nnko per tntte le rorze A1·U1ate; ma di fatto ogni Arma e tutte I<> rn1·i<' loro Rpecialitiì temlevaino sostanziHlmente a dare n,n propl"io ill(l il-izzu nlla rea lizzazi o11e dei mezzi bellici per l'offesn, ecl alJn :--t 11dio <kgli apparecchi p1·otettivi, e ciò proveniva dalla specifi<·n competenza <:he ciascun reparto ·ain dava acquistando per la pratic,1 <>sperienzn cli irnpiep;o cli t ali m ezzi, fatta ne l comùatti.Jn<mto. A purtfre dai C'oma ncli s upei-iol'i sino ai Comandi cli Reggi· mento, tutti g li Eseniti, olnc• ad nn Centro dir ettivo di studi ebbe1',o degli u1Jieia1i p1uticol11rrnente irncaricati cli indagini sulle ar,ioui dc) ·ueiui co in questo campo della guerra chimica, e di im~I
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STAl:lILIMl~NTl PER LA PROD U ZlONE DEGLI AGGH E'SS IVI Cll l MlC[
parti.re Je istruzioni relntive ai rna.ter1aH di offesa e di difesa, distribuiti alle rispettive truppe . ' Gli americm1i che ç1vevano im·iato sul fronte europeo numerosi osservatot'i, incarkati speciircatamente di studiare e constatare quanto già ern stato fatto dai. val'i Esereiti belli.geranti anche in questo emnpo, entra ndo iin guerra costituirono l' Arsenale di Edgewood con un rnsto prog1·arnma di studi e di produzione, con l'intento di arrivare a caricare 200.000 proietti al giorno . Fu a Edgewood che venne studiato un nuovo aggressivo chimico vescicatorio avente un caratteristico odore cli geranio e al quale fn dnto il ,nome cli« leYisite )) dal prof. Lewis che ]o aveva st ndiato . S11l fi11ire dell.a guer1·a l'America aveva oltre 50 Oom paguie formate <la soldati speeialmelTlte adibiti. al servizio chimico, e cioè .l'America fu l'unka r•otenza dw fiu da allora costitni mia Yera « Arma <:himiti.l , indipendente ccl autonoma>) .
~ell' immediato dopoguerra per i val'i Esereili si presentò il vasto e complesso problema. del riordinamento clei vari materiali e del [)roprio Eserdto e~ cli quelli degli Eserciti nemiei catturati, materiali sparsi sui diversi campi cli battaglia : tali problemi rigna.rcl.avauo : la conserva zione delle munizioni ancora in buono stato; la inerfo1zazioa1e dei proietti ; cd il ricupero degli esplosivi e dei metam. Di massima l' aggressiYo chimico venne distrutto perchè non si riuscì a conservarlo lungamente in buono stato, e anche poi perchè quasi tutti i proietti accusavano pericolose perdi.te dell'aggressivo in essi contenuto. In particolare per l'Italia si affacci.ava il p roblema dell'attrezzatura , almeno in pote11za, degli Stabilimenti per la produzione degli agg1~cssivi chimici e del carbone attivo, essendo quest' u.ltima sostanza nno dei principnli comrr)onenti dei filtri delle maschere. La soluzione di tale problema si rendeva indispensabUe per 111011 ricadere nella impreparazione che ci aveva colto nell 'ultima guerra. Devesi pertanto rilevare che di tale imprepara zione non si può far colpa ad alcuno perchè, a parte la limitata -
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Sl'l:; DI ST;Lr./rlllPll~GO DRGl,I AGGitESSIVI CLII.:VIlCI
disponibilità, <li materie prime, l 'Italia aveva allora poco più di meizo setolo <li Yita nazio11ale, aveva sostenuto brillantemente la g-uerra libica, aveva dovnto sarwre le -rn·opri.e eondir.i.oni finaa1ziarie, e da 1po<.:o era entrata a far parte delle gramli Poten:w d'Europa. TraJas<.:ia1Udo Ja molto discussa questione della guerra battcriologiea (1) .,. dte pertanto l'artiglieria. difficilmente verrebbe chiamata ad esplicare, attesi i mcr,zi di guerra caratteristici di quest'Arm,J, per qnello <.;he specificatamente ha. tratto agli aggressivi chimici, iìn dalla :fine della gnerra giù, si delineavano le due seguenti tendenze : a,) basare gli studi sul eonc:etto qualitativo, e eioè di tendere alla rkerea di molti aggressivi chimici nuovi e potenti che potessero nwn nrnuo for:r.are e vi11(:ere le difese apprestate dal l'avversario; b) oppure basare gli stndi. sul concetto quantitativo e cioè tendenti. a produrre ed impiegare una grande quantità. cli aggressivi chin1ici, Jimitanclosi però ai più noti e earatteristici quali il difosgenc, l'ipr ite e .la <lifeu ildoroarsirrn, cercando doè di foriare le difese in atto colla gl'andc massa cli i.1gg1'essivo. Per q1urnto si. riferis<·e all'impi.ego da finsi dall'artiglieria, pel' comoditi), di taricanw.nto c:onviene dH~ l'aggressivo c:himic1> sif:l liquido op1pnre solido: se solido è più facile ottener e delle traiettorie regolari e simiJi a, quelle dei proietti ad esplosivo. E' opportuno poi {:he l'agg1.·essivo si mantenga anche ben a contatto del ferro, e ciò all'i,ntento ·cli non dover rico1Tcre ad iucamiciature interne costituite ton metalli capaci di resistere all'azione degli. aggressivi. Sarc~bbe poi vantaggioso che la costruzione del p1:oietto fosse tale da consentire tutti i vari caricamenti sia ad esplosivo e sia ad aggressivo ehimico. Tali studi riguar-danti spedalmcnie i proiett i tendevano inoltre al1\t't1mento di gittata cd :ill'a nrnento cli capacitù, : requisiti tecnicamente coij1t rastanti frn loro . Come proietti destiuati ad essere caricati ad arsina, -cioè ad (1) Nella passata gue1-ra vi fm:ono dei tentativi da par te dei tedeschi, 11el 1916 sul fronte n 1rneno e nel l!l17 su q11C'llo f rancese, di guena batteriologica., realizM.ta col diffondere, a me·z:i:o di Ol)port:uni agenti, la rnoJ:ha contro i cavalli ed i nwli, ed il c:n·bonchio contro i bovini.
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STUDI SULL'IMl:"IEGO DIDGLI AGGRIDSSIVI CHIMICI
elevata carica di scoppio per la formazione cli cospicue qua_ntità ,cli areosoli, servivano anche i proietti ordiinari, ma occorreva uno studio accurato per avere il massimo rendi;mento dell'aggressivo; d'altra. 1parte si cominciò ad intravvedere la possibilitù, di fòrmare degli areosoli anche coll'aggressivo lagrimogeno doroacetofen01ne, sostanza solida studiata nel dopoguerra, e che si poteva impiegare come le arsine. Nella. ricerca di nuovi mezzi di offesa si prese a considerare la formazio1ne di nubi aggressive (come già era stato fatto in qualche caso sporadico durante la guerra) co:n aggressivi liquidi ,e solidi, da emettersi dalle proprie prime linee sull'avversario, mediante mezzi calorifici. ~rutti questi problemi. erano int ravisti più ehe imposti allo -studio, perchè molto era i.l la,voro da farsi nell'immediato dopoguerra per il riordino ed il ricupero del materiale esistente. Al finire della guerra era opinione già diffusa che. occorresse una grande quantitù, di aggressivi e quindi di proietti per ·Ottenere dei risultati di una certa. importa.nza. 'l'ra i ,nuovi aggressivi, oltN~ alla no;minata levisite, è dari,(·,ordare il cloroacetofenone, lagrimogeno potentissimo, ,dovuto agli studi C01Il1piuti in America dalla competente organizzazione americana, ove fin dal 1870 erano sta.ti fatti studi in riguardo a, tale prodotto. K el dopoguerra si preconizzò l'impiego degli aggressivi tossici a base di ossido di carbo,nio, contro il quale la maggi.or parte <ìeJle maschere in distribuzione, eomp1·ese anche le più moderllle, inon possedevano ancora una adeguata. difesa, per quanto tale di f estL fosse nota. · Era poi evidente che si dovesse dare la preferenza agli aggressivi la cui. preparazione si basava su ma terie prime disponibili in paese. Altri problemi si presentavano allo studio dei tecnici f! degli organi degli Stati Maggiori, quali quelJi : della procluzioil1e; della pm·ezza 1per la buona conservar,ione; dei ·trasporti in condizioni di sicurezza.; degli impianti. di caricamento; degli esplosivi -e clell'iJnnescamento, nonchè i problemi relativi alle Istruzioni per 1:impiego, alle moclalitù, per il servizio, alla compUi:rnione ed a.1l'uso delle tavole di tiro. 43
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S'l'UDI SULL'lMl.'lE'GO m oca, I AGGRESS IVI CHI?l,UCI
Si cominciarono anche a considerare le sostainze mascheranti per éonfondere od ingannare l'avversario s ul tipo cli ngg1·essivo usato. Si avviarono studi tendenti alla ricerca di sostanze a rapido effetto mor tale; inodori ed i ncolori per sorprendere l'a,versario privo dell'opportuma difesa; nonC'hè studi iinereinii agli ag·gressivi labirintici e cioè atti a provocare il disorientamento ,o la n arcosi, od altri nuovi effetti fisiologi<·i. P er i fumogeni si continuò ad orient11rsi sull'impiego della poco costosa anidride solforica, solida ,od in soluzione, e s nl fosforo, Yiceversa piuttosto costoso, IJ)er il qu ale ultimo tutti i Paesi europei en1,no importatori delle fosforiti, materia prima basilare anche per i concimi fosfatici. . F ra gli incemdiari t eneva il primo posto la te1·mite, miscuglio di ossido di ferro ed alluminio, che però caricata 111ei proiettit anche durante la guerm n on· aveva dato risultati soddisfacenti perchè la termite produce un'elevata temperatura ca pace di fondere anche il ferro, ma ha un limitato potere calorifico ed il suo cnlore si disperde nella massa pu r riuscend,o a porta.ria in qualche punto alla temperatura di fusione.
I 1er fa difesa, il problema assillante era quello della gomma, nec·essaria per le moschere od almeno per le sue parti essenziali, e non solo per le maschere, ma per molti altri bisog11i dell'Esercito. La gomma era ed è p e1·tn nto ancora un a materia, prima di peculiare importan7,a soprattutto per il enizio dei trasporti, e purtroppo è materia completamente ed esdusivamente importata da. Paesi ext.ra, europei : occoncva qui ndi p1~ovvedere alla sua ostitu7,ione con la gomma sinte tica, pal'tendo ·d all' acetilene o dall'a,l~ool. P er i Paesi :m.editerrnnei e quindi pel' ·n oi si preseintava la possibilità, di ricorrere alhiltra solu7.ione consistente 1nel produrre la gomma mediante la colfrvazione di 1p iante che potessero dare il caucciù e che, come il guaiule, potessero vivere e crescere in tali cli;mi. -
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STUDI PER L.-1. DIPES A DEGL I AGGUl~SS JVI
cun.ncr
. Il respiratore antigas era giunto ad un notevole grado di perfezionamento, ma oecorreva prevedere e provvedere la difesa contro alti aggressivi noti e contro altri ig1noti; si doveva aumentarne la capacità di difesa sia inei riguardi delle concentrazioni elevate, e sia nei riguardi della durata _: inoltre si desiderava di semplificare i respiratori e di renderli meno costosi, e
F ig. 108 - :i\faschera perfel',iona ta clcl clopogoerrn .
soprattutto poi ciò che più importava p<~r il combattente di renderli meno pesanti e molto meno ingombranti. Si stilllò ainche necessnrio di porre allo st udio tipi di ma schere speciali per mansioni particolari., ed in questi studi l'America già avenLideato e realizza to maschere foniche pe1; i telefonisti, e nrnschere ottiche per gH osserva.tori. Anche i1 ,problema degli indumenti per la protezione antiipritica , teorica mente risolto, ·doveva essere stndiato a nuovo per rendere gli indumenti stessi più sopportabili al <.:ombattente, al qua.le -
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NOTIZIE l3lllLIOGRAFICJ:IE
Ja completa combinazione impermeabile risultava praticamente j nsopporta bile.
Per ultimo nel dopoguerra fu tentato anche qualche studio tendente a realizzare l'emissione di nubi di gas aventi il potere cli neutralizzare le nubi aggressive emesse ,cla.ll'avversario.
KOTIZIE BIBLIOGifAFICilE E DELLE F ONTI PEH IL CAPO XI DEL CAPITOLO 50° (Servizio chimico) Roirnw, Tiro d'artigli<~l'ia con proietti a, liqnicli speciali (Riv. cl'art. e gen. 1930). FoÀ ALDO, 'Lezioni di aggressivi chimici (Co1•si 19.35-1937 a,ll'Istituto Superiore tecnico d'a,rtiglieria,, Poligrafico dell'Istituto). Concetti per lo studio e l'impiego dei mezzi bellici con aggressivi chimici (Hiv. d'art. e gen., a,gosto 1937). GrnA MICHELB, Lezioni di aggressivi chimiei (R. Accademia e Scuola cl' A.pplicazione d'art. e g<m., Torino 1933). Izzo A'J'l1:LIO, Guerra chimica, e protezione a,ntiga,s (U. Hoepli, 1938, Milano) . L usTr ALESSANDRO, Effetti dei gas di guerra (a cura dell'Istituto Sieroterapico Milanese, Milano 1934:). P AGJS'H:LLO A .LFRIDDO, L'Arma Chimica (F.lli Bocca, Torino 1927) . I grandi pila,s tri della guerra, . Gli aggtessi vi chimici - L'azoto 1 tmosferico (F.lli Bocca, 'rorino 1928) . Chimi.ca di guerra - Le brilJanti vtttode dell a chimica (F.lli Bocca, 'l'orjno 1929). SAnTORI ì\'1Au10; Chimica delle sost11nze aggressive (U. Hoepli, Mila.no 1939). 'l'rnmnro Grcs©PP0, Aggressivi chimici (Senola d' A.ppJica,7,ione d'art. e gen ., Litogra,:fia Felice Gili, Torino 193'7). BAGGIO
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XII
0APO
AR MI
P O R 'l' A 'l' I 1 I
LE ARMI DA FUOCO PORTATILI DEL NOSTRO ESERCITO DAL 1914 AL 1920 = LE ARMI AERONAUTICHE IMPIEGATE DAI NOSTRI DIRIGIBILI STI E A YI ATORI DU RANTE LA GRANDE GU E RRA 191 5 • 18.
§
I
Le armi da fuoco portatili nel nostro esercito dal Cenni s ulle anni nel dopo g uerra.
1914
al
1920 •
§ I (A)
Quadro gene rale de lla s ituazione all'ini.'l io della g uerra mon• dia le ( 1914).
Nella disamina dcffcvoluzione seguita dalle armi da fuoco portatili nel pei-iodo della g uerra moocliale 1914-18, vasto e complesso bunco di pl'ova, per t utte Jc armi, ci appare oppo1·tuno un sintetico richiamo, con rilievi e considerazioni , a quanto è trattato nella Pa rte I II, voinmc II, paragr. S di questa toria, con pat'ticolare 1'iferimento all'ultimo scorcio di qncl periodo 1887--1915, che abbiamo già definito di gnrnde importa nza, perchè iu esso tutte le Nazioni, decisamente avviate ad un llloteYole progresso tecnico nella trasformazione delle armi portatili, dopo anni cli studi e ,d i esperimenti fartemsamente perseguiti, affermarono con congegni geniali e pratici. la, r~peti?.ione orùirnn·irL e per-
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J,E; AR;\fl A R TC'ETTZ ION1,; ORDINARI/\. NlòL
1914
vennero all'adozione di armi a ripetizione a utomatica le cui qualità, ba.listiche e cli ma1wggio potevano appagat·e, per potenza e mobilità, le esigenze cli impiego, secondo gli orientamenti della dottrina tatti ca di allo1:a . Hiassuruimno dunque la situ.17,ione quale essa si pr esentava, nei riguardi cle1J'arrrrnmento da fuoco portatile dei Yari Eser citi, nell'anno J 914.
LE AR)iI A RIP E'l'IZIONE ORDINARIA. - T utte le Nazioni a,c,a no in se1·yizio fucili t on caratlcristi<.:hc ptessochè comuni, risnlbt11ti da stndi ed esperienze effettuati Lra i1 18SG ed il 1905 e conYergeuti aJla reafoizazione dei seguea1ti requisiti : -
note,·ole tensione ùel111 traiettoria del proietto che, xenli?.7.ftndo forti spa1,i iliintC'rrotrnuwnte battuti (' forti errori battuti portava a minori var iflzioni negli nl1,i cln combattimen to; - poter e n1lrwran te lll'I proietto fin o nl liillitl' massimo ùl visibilità clC'l bersaglio (circa 2000 metri) ; - sistema di ripeti1.io1w st' l11[)lice, l<'gger o, non ingombranre e non o;;tacolan te l'agile m:.1n('g-gio d<•ll' ar ma, eon forte dotaziouc indivi<luulc di cart uccle a l solda.to; - peso cowplessiYo dell·:1r01a ridotto al minimo, compa tibilmente con la lunghezza della canJ1n r ichiesta dall<' voi ute qualità balistiche, con la necessltit cli eYita rc un for te torm<'nto di rincnlo 11er il tiratore' e eon quella di consen tir e un s aldo innastamcnto dc~lla. baionetta. - canne molto lunghe, con r elativamen te forti car iche di lancio e \'C· locità iniziali che erano cornp1·e,;c tra i 600 e g li SOOm/H; - calibro piccolo da mm. 6,i'.i n mm. 8; - s istema di 1:ipetizionc :i serba.toio capace di ,in numero variabile da 5 a 6 cnrtucce e. in qualche cnso, con serlJMoi rnoblli CllJJfici cli 12-14 colpi; - lunghC'zza totale da u1. 1,10 a m. l ,30 circa; - peso, sc11za baionC'tta, cln kg. 3,650 a kg. 4,450.
Non v'ha <111 bbio cli(' i fu cili alla vigilia. della guerra m crndiale appariR ero nlq111111 to lllinghi e un poco pesanti, rua sia per i r equisit i b}l]i. tici ::ii qnali cloyevnno soddisfare secondo le e. igcnr,e di impi ego di ::illora, sia perchè imperava ancorn il concetto della, d c(·isione cle1 combattimento nell' urto alla baionetta, -
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CAltATl'ERIS'IICI·li<, OELLF; ATh.M I A RIPETlZ TOKFJ ORnTNARIA NEL
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. quanto e1·a stato sacrificato alla, mobilità ed agilità, del combattem.te trovava adeguato co,m:penso nella forte gittata, a traiettoria molto tesa, e nel più ampio raggio .d'azione dell'arma bianca (baionetta). Soltanto l'Inghilterra e gli Sta.ti Uniti d'America avevano armi con canna di lunghezza alquanto inferiore (circa 20 centimetri al disotto della media di quelle a,dottate dalle altre Nazioni), 1na tale ridnzione di lunghezza 010!1.l può evidentemente mettersi in relazione a quella tendenza spiccata degli studi in tale senso, che si registrerà dopo la guerra mondiale, a seguito degli insegnamenti derivati da1l'esperienza -d ella guerra stessa. P er l'armamento di truppe spec~iali o scelte, per le quali l'arma da fuoco o non costituiva il mezzo preminente di offesa o 111011 doveva ,o stacolare la caratteristica fondamentale di celerità e agilità di azione, erano in dotazione moschetti o carabine, che differivano cl.al fucile essenzialmente per la lunghezza della can~ na, e quindi dell'arma intera, <.:on conseguenti diminuzioni di velocità iniziali, gittate, precisione, compensate dal minore ingombro e peso. Elenchiamo ora, con le principali loro ~aratteristi.che, le armi a ripetizione ordinaria in dotazione ed in uso, alla vigilia della guerra, presso gli Esereiti delle 1p rincipali Nazioni : ITALIA:
Fucile mod. 91 · tipo Carcano.:ò:farnnlicher; calibro mm . 6,5; lungb. m. l,29; peso Kg. 3,900; velocità ini,,;iale 700 m/ s; ripetizione a serbatoio centrale fisso capace di G cart11ccie; caricatore r:t pacchetto simmetrico; baionetta-coltella iunastabile. Moschetto mod. 91 · differenze sostanr,i_aJi 1:.ìspctto al fucile: lungh. m . 0,919; pes o Kg. a,oo; velocit/1 iniziale 6()0 m/ s; 5 ettometri in meno di graduazione d'alzo; 1,aionctta fissa e ripiegabile del tipo spaclabaionetta. :i\foschctto ruocl. 91 T .S. · detto << per truppe speciali>>. Rispetto al prececedente ha cassa alquanto più lunga; è munito cli copricanna, ha sciabola baionetta non fissa, come il fucile. Fucile mod. 1870-87 (antiquato) · tipo VetterH-Vitali; calibro mm. 10,35; .lnngh , m. 1,3<19; peso Kg. 4,380; velocità inizhlle 615 m/s; ripetizione a serbatoio fisso centrale, caricatore ad involucro non simmetrico capace di 4 car t ucce ; sciabola baionetta innastabile. FRANCIA: Fucile mod. SG-93 . tipo Leb<~l-Kro1)atchek; calibro mm, 8; lnngh. m. 1,30;
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CARA'fTERIST'ICill~ DEl~LE AR)H A RIPETJZIOrsE onmNARI A NEL
1Hl4
peso Kg. ·1,062; velocità iniziale 700 m/; ripetizione a serbatoio an· teriore capace di 8 cartucce; spada baionetta innastabile. INGHILTERRA:
l<'ucile mod. 190:.l - tipo Lce-Enfield; calibro mm . 7,7; lungh . m. 1,12; peso Kg . 3,800; velocità iniziale 610 m/s; ripetizione a serbatoio centraln amovibile capace di 10 car t ucce; caricatore ad involucro. STA'l'I UNITI : :B"ucile mod. 1903 - tipo Springfìeld; calibro rom. 'i,62; lungh. m. 1,103; peso Kg. 3,882; velocità iniziale 700 m/s; ripetizione a serbatoio cent rale fisso 110n sporgente capace cli 5 cartucce, caricatore :'L lamina. AUS'.I'RIA:
Fucile moct. 90-95 - tipo Mannlicher ; calibro rom. 8; lungh. m . 1,23; peso Kg. 3,050; velocità inhiiale 620 m/s; ripetizione a serbatoio centTale fisso capace cli 5 cartucce, caricatore a pacchetto simmetrico. Moschetto mocl. 90-95 - analogo al fucile, della lunghezza d.i m. 1,00 e del peso di Kg. 3,180. GERMANI.A : Fucile 98 S-05 - tipo Mauser; calibro mm. 7,92; lungh. m. 1 ,23; peso Kg. d,100; velocità ini2h1le 6413 m/ s; ripetizione a serbatoio centrale fisso non s1)0rgente capace di 5 cartuece, caricatore a lamina.
E senza troppo attardarci. in una efoncazione che per la nostra visione d'insieme ha interesse soltanto per i tipi fondamell1ta1i, possiamo soggiungere : il Belgio possedeva il fucile Mauser ,Lce mocl . 1889 (calibro mm. 7,65; lnngh. m. 1,276; peso Kg. 3,900) e la Turchia aveva in dotazione un fucile Mauser mocl. 1910 (calibro mm. 7,05; longh. m. 1,24; peso Kg. ·1,210) con caratte1·istlche analoghe al fucile germanico l\lI,:Luser mod. 1808 S-05. Simile al Lebel mod. 86 fra.ncese era 11 fucile Mossine mod. 1891 in uso in Russ1a. (calibro mm. 'i,62 ; longh. m. 1,29; peso Kg. ,J), mentre dulia fusione dei tipi Mauser e Lee era s orto il fucile Ai:isaka m0<l. J!l05 (calibro mm. 6,5 ; Iungh. m . 1 ,27; peso Kg. :3,950) che il Giappone uveva. in dotazione P<'l: il suo Esercito.
Si può senz'altro affermare che ,alla Grande Guerra tutte le Nazioni si affacciarono con fucili e moschetti a ripetizione or<linaria. che rappresentava.no qua1I1to di meglio si potesse raggiungere con armonica fusione clei progressi realizza.ti nella. balistica e mena tecnica: si era perciò perve!lluti a quel punto di massimo sfruttamento di un principi.o per il quale, salvo lievi -
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L!l; JR.MI A Ril:'ETlZI0::-lE A vrOMA'l'ICA Kl':L
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adattamenti e l})iccole modificazioni, il nuovo non pnò pervenire che dall'applicazione ·d i concetti radicalmente diversi.
LE ARMI A RIPETIZIONE AUTOMATICA O AU.TOMA
TIOHE. - Dal 1883, data nella quale in Inghilterra Sir Hiram Maxi;ru realizzò la prima mitragiatrice automatica, al 1914 molto cammino era stato percorso nel campo delle armi automatiche prc~sso tutte le Nazioni, pia non si. può e.erto dire che ano inizio della guerra 1914-18 si fosse giunti in tale campo, ai desiderati e pers<~guiti perfezionamern ti nei pur svariati sistemi e modelli adottati o in corso éli adozione, sia perehè abbast:rnza recenti. erano gli studi e le applicazioni tecnico -pratiche, sia perchè non si era ancora avuta que]]a vasta esperienza valida ad orientare in modo deciso i concetti di impiego nel campo tattico. Di:ffonni, infatti, erano tali concetti presso le varie Naziomi, e spesso d ubbiosi per particolari circostanze e per taluni ti.pi di armi. I n linea generale non vi erano C'ontrasti di i.dee sull'accetta zione senza riserve clelPautomatidtà nelle pistole la cui maggiore potenza balisticR, a parità cli calibro, cli earica e cli hmghez7.a della canurn la maggior rapidità di tiro ed esattezza di punta,mento1 nonchè il minor peso e iingombro e la. maggiore rapidità nel rifornimento éli ,cartuccie nel serbatoio, rispetto alle pistole a, rotazione, non poteva che i.m.porsi; per le mitragliatrici, generalmente ancora, pesanti e complesse nei co111gegni, a1perta era la strada ai perfezionamenti tecnici ed ai più ampi criteri ·d 'impiego; per i focili e moschetti automatici invece, intesi come arma per l'armamento individuale della fanteria o di suoi reparti, il favore era minimo, non solo perchè recenti erano gli stuéli ed imperfetti gli esemplari, ancora troppo delieati 01ei .congegmi e alquanto pesanti nell'insiepie, ma perchè sovratutto fa rapidità di tiro consemtita dai fucili a ripetizione ordinaria app ariva soddisfa cente e non si vedeva la necessità cli un ulteriore incremento di essa, incremento che sarebbe a,n da,to a svanta,ggio della disciplina del fnoco ed avrebbe condotto ad un eccessivo -
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1v!I'J'RAGLTATRICI f' l•ìS ANT! :-lET;
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sperpero di munizioni, il cui rifornimento è costante problema a silla,n te sul campo di battaglia. N ci prospetti che seguono sintetizzeremo la situar.ione, nel· l'anno 1914, delle armi a ripeiizioil1e automatica in dotazione od in corso di adozione per ciqscuna delle categorie (mitragliatrici, futili automatici, pistole autoruatiche) fissando l'attenzione ~o1t nnto sui modelli principali e cura,tteristici. Suddivideremo le mitragliatl'ici in pesanti e leggere: le pl'inw a grande potenza, e conseguentemente a forte velocità iniziale, notevole celerità di tiro e possibilità cli azione p1·olungnta; le seconde con potenza <~ requisiti ad essa connessi più mocleRtt, c:01U1Pensati dalla maggio1·e man eggevolezza e trasportabilità.
·.,· * * 1IITRAGLIATRIC'I PES.\K'l'I: ITALIA: .òfaxim-Vicl,ets mod. 1911-1'.! • del calibro dl mm. 6,5 ; lllllnizionawento eguale a quC'llo cld fucile 91; Y<'locità iniziale di 680 m/ s; cor to rinculo; octuratore li blocco con appoggio ad articolazione; alimentazione a nastro flessibile (230 cartucce); raffredùumento acl acqua (4 litri); s ostegno a treppiede. P<'So dell'arma Kg. 14: e del sostci:;no Kg. l!l; in totak 33 Kg. sc•nz'ncqua cli rnlirecldamcnto. Fiat mocl. 191-1 - del calibro di mm. 6,5; nnwizionamcnto eguale a quello del fucile 91; vdocità iniziale' cli 680 m/s ; corto rinculo; otturatore prisnrn.tico con a1moggio a blocco girevole'; alimentazione a cassetta (50 cartucce); i:af'Creclclamen to ad acqun (5 litri) circolante a me1.zo bidone n pompa; sostegno a lreppiede. Pe><a dell'arma Kg. 17 e del sostegno Kg. 21,500: in totale Kg. :!S.500, senz'acqua cli raffreddamento. FRANCIA : Hotchki:,:s mod. 191-! - del calibro di mm. S; munizionamento del fucile mod. 86/ 93 con pulloctola di ottone tipo D. (affusolata e rastremarn); velocità iniziale 701 m/ s; funzionamento a [)resa di gus n<>ll'anima; otturatore cilindrico, con guide posteriori, scorrevole, con appoggio a pur1tcllo oscH!ante; alimenta1,ione con bande metalliche rigide (24 cartucce) o nastr o metallico articolato (250 cartucce), trasportatore a tamburo; ra!Irccldnmento nel aria con radiatore ùi acciaio a cinque rosette trasv('t·snli ecl investito sullfl. c:u;ma; sostegno tL treppiede comune con mitrÙgliatr.lce S. Etienne. Pesa dell'arma Kg. 25
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MlTRAGLfATRJCI PIDSAN'.rt NEL
1914
« del sostegno Kg. 2G,500. Pi ù tardi ebbe 1111 sostegno Hotchklss mod. 1900 (peso ùC:>Jl'arma Kg. 15 e cl<'l sostegno ]{g. 17) era ad essa
analoga nei meccnnhm1i e nel f unzionamento.
Fig. 109 - Mitragli:atrlce Hotschkiss mocl. 1914..
Saint EWmne roocl. 1907 - del calibro di mm . S; munizionamento del fucile 9G/ 07 con pallottola tipo S appuntita) rivestita di rame; velocitii. iniziale 720 m/s; funzionamento a presa cli gas nell.'a.nima; otturatore prismatico con appoggio a sbarra tr,isversnle; ul.imPntazione
Fig. 110 - Mitragliatrice S . Etiennc rnod. 1907.
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JIJI'l'llAGLU'l1UCI PP.SAN'II Nl~L
19] 4
a bandii metnllica (,10 cartucce); ratYr ecldarnci1to a d arht con ma nicotto cli bronzo; sostegno a tr eppiede con pemo a fo1·cella. f'cso dell'arma Kg. 23,800 e del sostegno Kg. 20,500.
STA'.l'I UNITI : Colt llloù. 19H - n Cùlibri rnri ; funziouamenlo a presa cli gm; n ell'ùnlma; otturatore a cìlindro oscillan te con appoggio a gradino; aliJD<'Jltazionc !), IlU f: tTO flessiùilç (250 ciw tucce) con tr aRpor tator<: a tamburo e con cassetta por tanastro; ruffredclamento ad aria con ner,nture nnulnrl di riPorto; so,:;tegno n treppiede con cnndelicrc. Peso dt'll'urma Kg . J 6,500 e drl sostegno Kg. 25. AUSTRIA : Scbwnrzlose mod. 1907-12 - del rnlibro cli mm. 8; mnnizìonamento d<'l fucll<' mocl . 03; velucitìt i11izial.e 580 m;s ; fun7.ionamcnto a emina
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____ J, Fig. 111 - :.\[itraglìutl'ice Scl.lwarzlo,:;e rnocl. 190,fl:!.
fissa; ollura torc a prisma con m<'zzo appoggio nel artiC'Ohìzione; allruentuzione a JJnsn·o fl essibile Ctl.iJU Ce cl i 2j0 ca rtucce cou t ras porta. tor e n taml.mro; r af!redclamc11Lo ud actJ ua ('1 li tri); soslegno u tn•ppiedc. Peso ddl'arma Kg. 17,200 e dd sostegno Kg. 18,500 : toLnle Kg. ali,iOO :-;t•117,'a cquu di r uffrcd<larnen to. GEIL\fA~IA: )fuxim mod. 1908 - cl<'I calibro di mm . i.92: munir.ionam<'nto egual<> a quello ckl fucile ) :liniser mod . 98-05 S; corto l"i nculo; ottura ture a blocco con avpop;~io acl ni·ticolazione; nlimenlnzione a 1rnstr o Jl cssibilc ca1)ace di 2;;o c:-1rtucce cun n·asportatore a h•va; rnf[reddamento
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GS-! -
Ml'l'RAGLIATH ICI LF!GGERE NEI.,
191.4
ad acqua (litri 4) : due tipi di sostegno: uno a treppiede ed uno a . slitta. Peso dell'arma srn?:a acqua di raaredda.mf'nto Kg. 26, del s ostegno a tr epp iede Kg. 30 e del sost<•gno a slitta Kg. as.
MITRAGLIA'rRICI LEGGERE : NAZIONI VARIE : Fucile-Mit raglitrice Mac1Sf\U-Rexer mod. 1908 adottato per reparti di ca valleria in Danimar ca. e poi in ;Russia, sempre per r epar ti di cavalleria. Pucile-Mitraglia.trice 11:Iadsen 1913 - in uso presso r epitl'tì celeri clel1' .l!Jser cito del Belgio . Queste mitragliatrici legger e non costitnivano cbe varia,,,,ioni del primo modello a.ppa1:so di quest'arma (fucile mitragliatrice Maclsen H03 della Dan imar ca) sulle caratteristiche base: rinculo d<>l sistema : cunna - scatola di culatta. - otturatore; otturatore a blocco oscillante ; Hlimenta7,ionc a serbatoio amovibile; mancanza di dispositivo per il raffr eddamt>nto; ap poggio anteriore a bipicde ; peso s ugli 8 Kg. Su questo tipo Si oricntavn no gli studi presso varie Nazioni. In F RANCIA si era r ealizzata una m itragliatrice porta ril<- Hotchkiss J.009 simile a quella pesante mod. 1.900, e in GJ~ltiV[AXIA ,;.i :,;tudiava attorno ad tm fu cile m itragliatrice mod. 1908 di ti()O Mnxim.
FUCILI O MOSCHETTI AU'l'OMA'rICI :
Non si può pa rlare di adozioni avvenute, od i,n corso nd 19H, e così per parecchi successivi anni di siffatti t ipi di armi, tranne l'uni.ca eccezione verificatasi nel Messico. I modelli si succedevano (11el tempo per la tenacia, dei tecniei d1e, nella genialità, e nella sempre maggiore praticità delle soluzioni, pen,r-.. guivano lo scopo cli supera.re gli i,n convenienti (complieazione dell' insieme, clelicater,za dei co111gegni, ,di.1'fìcoltà, cli. <.;ostrnzion,: e cli rifomimento, scarsa attitudine alla cliscipli.na del fuoco ) causa dell'imperante ostilità per l'impiego n el campo tatttco . Poichè il periodo che è oggetto del nostro esame storico ipone le basi di quello che ·darà poi coronamento alla perseveranr,a dei tecnici, tornerà, qui opportuno urn breve elenco cronologico dei modem realizzati, presso le varie }far,ioni, di fucili o moschetti . -
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FUC ILI O )I0SC1IETTI ,\lJTOMN.rICI :slEL
1914
automatici, e ciò varrà, facendo il punto della situazione nell'anno 1914, a <:ompletare qua1n to, in argomento specifico, abbiamo dovu to appena accennare nell'analogo <:l1pitolo della Parte III , Volume VU di qu esta Storia. Fucile automatico 1Vinchester (STATI r; XITI) 1882 - a callDa fi~sa e ottut'atore rinculante ; calibro mm. i ,6:2. Fucile automatico xlaxim (GBR JUANlA) • 18& a canna fissa e ottur ato re r inculante con serbatoio d' a limemazio11e a tamburo gire\'ole. F ucili automa Ucl Mannlicher (A US'l'RTA) : 1801- a corto rinculo, 1803 - a canna fissa e presa di gas claJln canua, 189,t - u caun:t a vunzan tc. F'ucik automath:o ,)tauser (GEH.i\fAXIA) - 1809 • a corro 1·inculo; ott ura tore con appoggi a n ottolini oscillanti; ser batoio fisso, cenb·alc, capace di 5 cartucce; caratt<>risticlle. balisti(')w analoghe a quelle del fucile n r.i1)<'tfai.onc ordina ria )Iau,;cr mocl . DR. Carabina n.u tom1U ica Mnnnlichcr ( A uSTHT A) - 1900 - a corto rin culo ; otturatore con appoggio a J)Ulllello; serbatoio Jìsso o a movi bile tipo Lcc; cara tt<>ristiehc bal isfa:b<' analoglw a <JHellc ckl f ucile Mllnlllichcr 1895. Fucile autournti<'o Cei-,Rlgotti (l'l'ALlA.) • 1901 - a sottr:l?.ione di gas dalla canna ; scatola di culatt11, otturn tore, coJ1j!egno di sparo ,;imili a {)llelli del fucile n ripetizione ord inaria rnocl. 91; congegno cli ripetizione a s(•rbatoio fisso, cenh·alc; capace cli 6 cin·tuccr; caractcristiclle bal istiche analogllc a qnelle clel fucile !ll. F ucile automa ti co Bang (DAXH:[ARCA) - acl l1lilizzazim1e clei gas nlla bocca della canna rueclian t<' manicotto scorre,·ol<' nella parte a nrer iorc della canna stessa . Fucile automatico Monclrugon (MESSICO) : moù. 1901 - cullbro m01. u, mod. J908-cnilbl·o mm. 7. T du e modelli, a r>nrte il calibro, a.vt•,·ai10 nnaloghe c•n ratterìs t iclle: tecnicbe e balistiche. I dati per il mocl. 1908 <>t·irno: tipo a sottl·a. zione di gas n<'ll'nnhna; ottur ator e a cilindro scorr<>,·ole, l!ire,·olc con alette antctiol'i; congegno di spm·o con pcrc11ssioi1e a r imbal7.o e cane i ntrrno ; serùittoio ce11trale fisso capa ct· cli 10 cartucce; pe,,) K g . 11,120. .Fu . qnc~to fncile automatico che il :\lessico, fnc<'ndo , <'· ce?.ione alle a It re Na )\ioni, a cl otto per I ·armamento iu(ll viduale clùlla fanter.ia, alcun i ann.ì prima dell'inizio della guerra mondi r,le.
Tralasciamo i tentativi, rimasti sterili nel campo pratico, relat ivi alla trasformazio11c cli fucili e moschetti a ripetbdone ordinaria. in armi automatiche. In I'l'ALIA si realizzò una ta le t ra , -
G G-
PISTOLE AU'.L'O)lA'.l'lCllE NE!,
HJ14
sformazione .per il fucile Vetterli-Vitali 1870/ 87 e per il fucil~ e per il moschetto mod. 91.
PISTOLE AU1'0MATI 0HE:
Kumerosi sono i tipi in uso alla vigilia della Grande Gucrra1 coi quali si stava via via :proeede1JJ.do aJla sostituzione delle pistole a ripetizione ordinaria _(a tamburo) . Per l'evoluzione nrl periodo qui esaminato, ne] quale alla larga cliffusioine fa risr,ontro scarsa irnH>vazione, sarà sufficiente una elencazione, in ordine cron-0logico, limitata ai più ree.enti e principali tipi: MA USER (Germania) : rnocl. 1896 ruod. J899 a corto rinculo; calibro 7,67; otturatore I)rismatico con appoggio a blocco oscillante; serbatoio fisso anteriore capace di 10 car tucce; impiegabile come mosehetto rn<'diante innesto della fondina in legno ; peso Kg. 1 ,180 pet' rnod. J.S90; Kg. l,287 per mod. J.S99. BffOWX[NG (Brevetto americano, fabbricazione belga) : mocl. rnoo moél. J.903 a canna. fissa; otturatore a s litta; serbatoio amov.i bile nell' lmp ugnaton1. capace di 7 cartucce. Calibro: rnm. 7,65 per il mod. l!lOO; mm. 9 per il mod. 1903. P,:,so: Kg. 0,679 per .il mod . J.900; Kg. 1,009 per il mod UlO:{.
BORCR.ARDT-LUJ!;GER (Pantbdltm1J (Germania): roocl. 1900 mod. 1910 a corto ri11cuJo; otturatore a prisma con appoggio ad articolazio11e; serbatoio amovibile introducibile nella impugnatura dall'alto fi capace di 8 cartucce. Calibro: rum. 7,6;3 per il mori. J.900; mm. 9 per il mod. J.!)JO. Peso: Kg, 0,835 per n ll.tod. 1900; Kg. 0,915 per il mocl. 1910. FROMMEn rood. 1905 (Ungheriu) : a lungo rinculo ; calibro mm. R; castello irnpngnatura a tubi; otturatore l\ cilindro con alette su testa glrP.-
volc; serbatoio amoYibile nell'imringnatnro. capace cli 7 cart:rcce; peso : Kg. 0,tìOO. S'l'EYBR mocl. J.907 (Austria) : a cono rinculo; calibro mm. 7,65; eanna gi.nwole; ottur fttore H tubo avvotgc>nte la canna e apf)oggiato mccliante aktte; se.rbatoio fisso n ell'impugnatura cariace di 10 cartur:ce; peso: chilogrammi 1.
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EYOT,TJZIONrn l)F.f,LE ARì:\U DA r.eoco l~O R:l'ATil, l DURANTI~ LA GUERHA
J 914-:1.8
WEDL1DY !lloù. 1907 (Inghilterra) : a cor to rin culo; calilJro mm . 11,5; peso: Kg. 1,150. GLISEN1'I lllOd. 1910 (Italia): a cor to rinculo; calibro w m. 9; ottura tore a blocco prismatico con appo:rgio a blocco gir evole ; serbatoio amovibìlc nell'impugnaturn ca.pace cli 7 car tucce; t)eso Kg. O,!l!J5. COL'J' mod. 1911 (Stati uniti d'Am<•rica): a cor to rinctùo; calibro 11,,13; movimento ana logo alla Rrown iug 1903; peso Kg. 1.010.
§ I (B)
Evoluz ione delle armi da fuoco portatili a ri1Jetizione ordinaria ed a ripetizione a uton,atica durante la g·uerra 19, 4aJ 8.
LE AR::.VH A 1UPE1.'IZI0NJE ORDJ NARIA. - ~rntte le Nar.ioni avevano le prop1·i.e fantc1·i.e dotate di. fu cili ordinari che per qualità balistiche e di maJ1cgge11olezza rispondevano in modo sod,disfacente aUe esigen1,e di impiego sul cam[)O di battuglia, secondo i concetti tattici imperai1ti. ìn quel tempo. I requisiti di potenr.a balistica uniti a semplicità 111ei meccanismi erano atti ad assicmare ~l combattente fi<lllcia n ell'nrma di cui ·clisponè. Per il tir·o individ uale eseguito da un solo til'atore o da pochi tiratori contro nomini isolati o gr11jppi di uomimi a distanze in-· feriori ni 300 metri con una celerità non superiore ai tre colpi aJ miuuto primo, ,non occorreva l'espeJ·i.enza di guerra per mettere in evidenr.a la grande larghezza di margine in potenza balitic.:a offerta dni fucili in uso. 'l'ale esperienza doveva invec;e recare fr ulti sempre più coawinccnti e più copiosi per qua nto si riferiva nl t iro collettiYo, il quale, eseguito simulta neamente o no da 01umerosi fucilieri sotto nn'uni.ca direzione di fu oco (l'eparti) COHtro u n determinato obiettivo si. pl'oponeva di infliggere al nemico perdite rnnrn erose in tempo r elativamente breve e con nn con umo <li munizioni ripariito su molti t iratori. Gi,ì, 11el 1!)15-16 si comprese -che i fucili ordinari i,n uso se rispond evano bene, coa, eccesso in qualità, balistiche, all'impiego -
G88 -
LE ARMI A RtP l::'l'IZ JONE ORlìlì:'i.\ l{IA Dnl.\ N'rt-: LA m;ERR,\
]914-J ,
nel tiro iucliridnale, di.eniYano se.m pre più insufficienti negli effetti clel t.ii'o co.Uettivo p e1' il (lnal(~ i. ris ultati che si p otevano ottenere, (dato il sempre maggiore <lira<lm·si delle formazioni sul <:ampo cli ba ttagli11, il moltiplicar i degli accorgimenti per sfug gil'e all'offesa newica, l' apporto cli fuoco sempre più poteJ1te e prC'L'Ìso tlPlle al'tig-lied<' e delle mi ltagfo1tl'ic:i ), giù, sca1·si }1,lle medie distame (dai 300 ,li 700 metri) non potevano l'eggere il rnufronto col. fuoco delJe rninagJintl'id nlle di:tanze rn,1ggiol'i. Dn ciò il molLiplknl'si e J'p,·o lxersi, nl di là cli ogn i p1·evisione, delle mitrngliatrici j11 l"peC'ie e delle arnù antomatiehe in genere, pe1· l"armnmeuto colletliYo della fante1'ia, tostituito cioè cl.a (]n elle m·mi ch e l'ichiecl evano un nncleo cli nomini 1p er il trasporto. col relati\'O munizionamento . e per l'impiego sul c·,nupo di battaglin. In s ifl'ntte e011tlizioni <~ Jogicn una sl11 . i nelle evoluzioo1i CO· stitutive dei fucili oi-cliw1ri per i quali le ottime qualità balistiche potev-11110 ben odclisf,we le esi~cnze cli nn più limitato campo di ar,ione. P er il tiro in(liYidua]c, d'inh:ialiYa, si manifestò, per impieghi particolari e specifid cli uomini e squadre di spccialhzati {i cosi.detti cec<:hi11i), l a 11ccessit,'L <li una mira pi.ù esa ttn con urna p i ù nitida Yi~ioue del bersag lio anche n distanza abbAstauza fOl'te per lo sfrnttamcnto della potenza balistica del fucile. e ciò si ottenne (con una priol'itù cl'i.mpi.ego c:he 1p<1re spetti alla Gennamia) sostitnc,nclo la li nea cli mira uomrnle, costituita dulla t~eca di mil'a e dal mirino, con una liuea di mira a cannoc<:hiale. Lic,-e aclnLtaruento 1iU1itt1to ad 1111 piccolo 11nme1·0 tli arrui che ù10J1 costituisce i1movazion e degnn <li parti c-olare me11oioJ1e. I fucili a ripetizione ordinari.;1 rimasero perciò durante tutta lu g ncna I !)1-:1:--18 sost,rnzi11lrnentr qua li .-i pl'ese11 taY,uJo al Finizio della g nerra stessa. HPgis1Ter emo pernltro al cnni H<.latta mcnti di c·aratre1·e pratico c.:onring-cnte e qualche nuovo modello sorto, è ,P1·0 chil',u1te la -g-ueri:a. mn sfrnttnnte, i;;ia pure in cli· vcl'sa di sposiz.io11 c. princip'i tecHici e c011gr.gn i 11rn<·l:a11ici gl,\ a l1 ro,·e appJicari. .lu T'rALLLl, ne!l'i11r1•nto di ridurre per <111nnto pos;;ibile I<' i:tiì'1 note,·oli difttcolti1 cli Jlrùd nzion e e d i' 1:ifor.11 i111l·n to, Y<>i111 e l"i clono :il cnl.il.Jr o cli mm. G,5 \lll uote,·ole n111n et·o ckll1• \!:<istenti canne dd fucile w ocl . t8, 0-S7.
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GSD -
LE AR:vII A RIPD'1'1½I0NE OHD l'.\LlRIA Dl.lRAN'l'E LA G l ; E:m:A
19]4.-18
Il fucile lllOcl. 1891 ebbe fino al 1016 cunne con riga t ura progressiva, w.1. applica ndo i risultati dl~ll.L pratica. esper ienza nettamente i'aYotr,ole alla rigatura elicoit1ale (ecceziom} fatta pet le arrui corte che lauciano proietti rnoltoIunglli. con vr cssioni alquanto elevati') Llal. 101G in poi t utte· le canne del fucile mod. 18Hl vennero costruite con r igatu r a elicoidale (il. r iglle volgenti a destrn.) . In FilAKCIA, unitamente al f ucile Lcbel mod. 8(Hl3, venne adottato il fucile Lehel mod. 1907-15 del tipo Lcbel-)f.arn l:ciler , <:on canm1. ili acciaio ordinario, del. ca.libro cli mm. 8, a. r igntnra elicoidale ('1 r .ighe volgenti a deslt:a} e con mun izionamento mod. 1015 e cioè car t uccia :L bossolo eonico, con cnriea. <li n itrocrllulosa .in piastrelle e proietto cli ottone a forma. navicolare. La. cassa. <'ra. cli legno in m1 sol pezzo (rinzichè a f u::;to stnccato come nC'l Lebel mod. 86-93) ;. il cougegno di chiu:sura, cli caticumento e sparo cliftrriva solo nrl si.sterna. di rip<~tizi011e dal Leb<'l rnod. 80-93, sist<'ma per ques t' ultimo del tivo Kropatcllek, mentre nel mod. 1907-15 ()rn del tipo l\ian nliclll?l' a. serbatoio centrah! fisso, prontamente ricar icabile mediante 1iacelwtlo a. fou<lo <:urvo e capace cli sole 3 ca rtucce, pet uou a vere il serbaloio s(lorgente. Nei d ue modelli erano uguali. il peso (circa 4 Kg.) e la luugllezza dell'arma (m. J,,~O) . Negl:i STA'l'I UNITI D'AMERICA sorse il f ucile Spr:ingfielcl mocl. J917 il quale, c1C'l lo stesso ca!Ibro di mm . 7,62 e cli prcssocllè eg uale costituzione complessiva e dei coì1gcgni, cos tituiva u na vatiazione a r,iù a lte qualità bH-· l istJche, del precedcn te JJ1otl. H)03. Nel r apidissimo cenno clescr ilti.vo <:ile sPgue e <:Ile si ri.l:crisct: al mo<.\. 1917 ripor tiamo t r a va r entn;i i ilati del moa. 1903 atlinchèi ris ulti immediatamente il confl'onto col descritto mod. 1917: tipo Spriugfield mod. 1917 ()903) ; cnl.ibro mm. 7,62; peso sen?.tt baionelta. Kg. 4,161 (3,882); l unghezza m. 1,176 (1,103); caima Lli a<:ciaio nl nichel della lunghezza cli calibri 87 (80) con r iga.tuta elicoi<lale dd passo cli. eal. 25,4 (31) con 5 righe (4) volgenti a destra; cartuccia d<'l peso cli gr. 25,5 (29,2) con carica di n ih·oeellulosa in cilindr etti forati cld peso d.i. gr. 3,:!2 (2,82) e 11roictto· acum inato cli piombo e stagno con riYes t imento di cupro-nichC'l (proietti a forma or clinaria, di piombo con r ivestimento cli ma ilkchort) c1~,11a lunghezza di <:al. 3,G (4.,2) e del peso <li gT. 9,7 (14,25) ; velocità iniziale m /s 820 (700); pr PSsione massima. atm . 3600 (34,00); ca;;sa di legno in un solo pezzo e lungo copr.i-· eanua; ottnr atore a cilindro sconevole e gil'e\'ole <:on a ppoggio ad alette nnt Pi·iori ,11 cilindro; JJ1annbrio sconevole g.irevole ; percussore a stPlo con cane· con atmamento nell'apertura. ed a mnuo; sicm·ezzn immohili?.zan te. il p<'l'cussore; estrattore g ir evole non sporgen te; r .i petizione a 1,;erbutoio erntrnle,. fisso, non sporgente, capaC<! di 5 cartucce con caricatore a ln m i.oa, senza arresto di r ipetizione (con arresto di ripetizione); a lzo a ritto e cm·sote con zoceolo ruotante per co1.Te>ggcrc ln derivazione. La SVI7i7.ERA, d ue anni prima, nella traquill1tà nssicu.r ntale clalla posi· zione neutnile, adottando per il suo fuci le R.ubin.Scbrnidt rnod. 89-90 (col pe~o, dell'arma di Kg. ,1/130 er a tra i più pesanti tipi in adozione) la cartuccia rnocl. 1915 elevò da 620 a 802 m/s la vPlccità iniziale. Nella cartuccia origi-. na1·ia. la carica di lancio cli n itrocdl ul osa era cli gr. 2,rt ed il proietto tt forma.
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LID iY[l'l' RAGLINl'lHC! PESANTI DU RANT 0 LA GlìEHHA
1914-18
orcl inai·ia, cli piombo con r ivestimento parziale in ac<:iaìo aveva il peso di gr. 13,7 e lunghcz?:il cli cal. 3,8ll, m<'ntre n<'lla. cart ucch.1 mocl. 1015 la carica cli lancio di nitrocellnlosa era di gr. 3,20 12d il proie lto a forma navicolare, di lJiombo con t otale r ivestimento in aceiaio, aveva il peso di gr, Jl,34 e lrl hmghez.za di cal. '1,G3.
LB ARMI A RIPE'l'IZIONE AU'l'OMA'l'IOA:
):(El'RAGL1ATRI0I PESANTI. - Tutte le Nazioni entraroJ10 nella guena con dotnzioni di mitrngliatrici ·del tipo pesant e7 con peso dell'arma sui 20-25 Kg. e all'incirca pari 1peso cl.el sostegno s11l crunle l'arma era incavakata. Tali mitragliatrici eruuo state stndiate ave1iclo essenzi.almente di mira, il requisito di potenza. (forte velocità i,n ir.iale; tensione nella t raiettoria del proietto; t iro effi.cace anc11e oltre i 2000 metri; celeriti\ di tiro -intorno Hi 500 co)pi. al minuto e possihiJit,\ cli eseguire tiri prolungati con inintenotta nlimentazione; sostegno molto stabi.le; raffreddamento -cle11a canna). Dati i pesi delle parti dell'arma si impose il problemu dc~l suo trasporto in condizioni normali e cli combattimento. 0-011eralmente in lontananza dal nemico le armi furono , a seconda de11e condizioni cli luogo e 'di. mezzi, someggiate, carreggiate o trainate munendole cli ruote; le munizioni someggiate o carreggiate. In vicinama del ~rnmico ed in combattimento di norma furono spalleggiate, separando l'armtL dal sostegno e sud -clividcndo le murnizioni in cassette, mediante armature COlll spallacci. In combattimento i brevi spostamenti erano previsti senza scavalctn'e l'arma dal sostegno ed i tedeschi cercarono di rénderli più agevoli med.ia.nte Fadozi011e di un sostegno cli tipo a bnrella munito di qun.ttro im!pugnature, sostegmo che se facilita va il trasporto sul campo di battaglia aveva però l'ineonvenie.nte di una. meno facile e meno rapida messa. in posizione7 poichè più difficoltosa si presellltava la salda sistemar.i{me in pia.no dei qua ttro piedi del sostegno stesso. In determinati casi sorse la. necessità cli assicurare ai ser-- G91 -
LID .MITHAGLL\TRTC I Pl1èf;A1''.l' l llU RA1'-Tl~ LA. G CERRA
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venti m1,1protezione, ed. allora , riesumando modelli già studiati ed sm plkaud.o ad essi opportune varianti, nacquero svariati tipi cli scndi per mit ragliatrici a parti snodate Ei smontabili e '.:ou apl])oggi a gambe a caunocchiale, ripiega.bili, P. imperniate rn~lle; 1parti posteriori dello sc:nc1o. In Italia nn t ipo d i tnli seudi, e fra i migliori, :fu lo sc:udo per mitragliatrici mod. Chiodo. Tutti i predetti proble;r.ni di. natura eontingcnte e transitoria veninero tli volta in volta risolti sotto fo pressione di neces:siU urgenti che si manifestava no nei diversi fronti di eomùattime:nto e con lo sfruttamento, S!pesso cli materiali dei quaJi esisteva di~ sponibilità. Le soluzioni che furono adottate, anehe con seambi di materiali fra le :\!azioni alleate, ebbero però il carattere di adattam enti che non valsero a<l introdurre stnbili. modifica:;r,ìo·m nell(~ nrmi in uso, mn costitnirouo delle premesse per gli st11<ll successivi e posteriori 111 periorlo del quale ci occupiamo . Alla fine <ldfa g UC'lT:t gli STA'l'T U);l'l' l D'AM~HICA f>ossedevano una mitr agliatrjce d i gr ande potenza accoppiata a p<';;o non forte• ccl a buone do ti di maneggeYolez;m e trasporta bili til. Si ti:ntta <ldla Mifragliatr ice Br owniug mocl. 1917 con sostegno ruod. Hl18 tlella qua le diamo un breve cenno dcSC'ritt ivo : calibro mm. 7,(i2; proiC'tto del pcso di gr. ll,72; Yelocitit iuizinle 820 m/!::i; cderità di funzion/1men to uOO col pi al minuto; peso dl'll'arma. senza aequa di rat'Cr eddamento Kg. 12,700 circa; p l'SO ckl ,sost!:'guo mod . 1918 Kg. 20,500 circa. A cor to r incu lo di canna. Congegno . di eh insm:a eon ottun1 torc scor rernle c appoggio 110ster iore a sbarra trasversale seorre,·ole Yert:.icalmente. Congegno cli sparn con percu:;sore a stelo e molla eli coidale ; scatto per solo tirn cont in uo, ag<'nte sul f)erqissore. Ali mentaz ione a na:,;tro iks~ibile ca pace d i. 250 car t ucce e J:acilnwnte a movibile; spostawre del nn,; Lro n casset to C'Oh l<·Ya ri.ziorw ta dal rincu lo della cnnm1.; lrasport,1tor e della cart ueeia a leva oscillunte. Im puguatur:L t i110 pistola. H:.tffredclauwuto ml a cqua eou ser batoio d i. bronzo; sostegno a treppiede con garuba 11osteri or e n t elescor,io e gambe anter iori r i11iega oi ll per qua lunqu e. ginocchi<'llo; scHor e di Liro ori7,7,ontalc illimita.to; conç:!:'gno cli dire7,\one a grndna:t.ione ru illr.slmnle completa ; eleyazioue a man o p, 1· ampi spo,;tamenti e eon congegno a vite, gra<luato, per l:t reltifi<.:a . Trasporto iu due car ichi. 0
D ur ante la guerra <:Oli lo sYilnpp:wsi dell'a7,ionc dei. vel h·ol'i, si do,·ette pr ovv<'clere, p<'r le m iti:agliil tric i s t udiate per l:~ sola azione t er r estre, a dei ripieghi per poter ef1 ettnare il 1iro contro gli aer ei, e vi si provvide sis temando i sostegn i ordinuri S ii piai-taforrn e occasiouali (orli di pozzi, parapetti cli lTincee) con la gamba .in aYanti a 11i1oggiata in un p unto più nlto de.Ile altre, oppure p iaz7,ando le! gnmbe s tesse su niipos.i ti telai. s<'rn pr e occasionali,
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LE) MITIH GLIATR l CI LfiXW ERE DuR,\ JSTe LA G u1,rnu
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convenien temente incliuati . Il tiro veniva in gener e eseguito con più ttrmi, tenendo conto per H puutaillento, (•tl'Et tuato a mezzo di regol etti con tacca e mirini spost abili e amovibili, degli am1rc•zzaU spos tamenri dell'a ereo (allor a ancora poco vcloct') e ,colla nonna de.ll'anclamcnto cl e.l fascio di traiettorie, tlssato da in terca hl ti pt·oiet ti scoppianti o tracc.ianti, si f acern a ssegnamento sulla disriersionc d i cia;;cuna arma e s 11 quella cornpkssiva (aumentata, ,-P del cas o, con qua lclfo scalamento d' alzo) per er ea r e, nella zona attraversat a dall'aer eo, un fascio a.bbasta nza ampio e sufficien temente den so, tale cla t e.n er limi tato conto della clistan:m e cldle sue var iazioni. Gli s t udi e le adozioni di m.i traglia tric;i sriec.iali controaer ei saranno posteriori d i d.i Yers i anni alla g1wrra 1!}1-1-1.S, ma ahbiaino clc-i t ipi ptecnrs ori. Infatti, in GElU:CANIA, verso hl fine della gucn·a appm:ir/1 una mitragliatrice T. 0 .F. (Ta nk uncl F lieger) cl<'! calibro di mm . 13, del peso senza sostegno cli. Kg. 3, , ckl ti po i'\:[axim coll'aggiun ta d i un piccolo fren o ad olio )lel' la massa rinculante, a r af!reclcbment o ad acq ua ln man icotto della capacità cli 7 litri. Non illOlto tempo dopo sorgern e sm:11 adotta ta negli ST.ATI UNI'r I D' AMERICA la Supermitritgllatr ice Ùil rnm. 12,7 (50 caliber supermaschiue gun) del tipo Br owning con furnr.ionam en to a cor to r inculo. con Yelocità in iziale di 830 m/s prr proietto del peso cli g:r . G2. con celer i tit cli :funzionamento cli fiOO eolpi al minut o e. r aJ:trecldHmento ad a cq ua.
MITR AGLI ATRICI LEGGERB. - Il problema del1a mitragliatrice leggera, nel periodo 1!.ìlL~-20 ha a vnto soltanto una impostar.ione con a1pprezzabili sviluppi, ma Je idon<~e soluzioni si avranno successivamente, quando cioè si farà strada la ))(~rcezione esatta cli crnello che possa e:Cfettivame:nt,~ ruppresentare e rendere nel eombattimento un'arma automatica che all'essenzia,Je requisito di mobilitù, (leggerezza), con rohnste1,za delle parti e dell'insieme, unisca una buona, se non grand.e potenza. I fucili-mitragliatrke che erano sorti coll'idea di offrire una arma nuovn, senza che fossero ch iar'i i concetti dell'impiego in combattimento, nei modelli esistenti non rappresenta.vano che un ibrido di compromesso, e costit nfram10 un punto di par tenza. per una, particolare sistemazione delle mitragliatrici leggere, sistemazione che, .conse111tend.o un peso inferiore rispetto alla, sistema zione a treppiede, permette di eseguire il tiro cammiinanclo <~ il trasporto a tracolla clnrante la marcia, mediante una cinghia od una bretella. A tale riguardo anzi, ne1le adozioni. per parte di -
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f.,J:J 11I'l'H, \GL]ATRJ CI LEGGER m llU R.\JS'.l:E LA CU lèUR.\
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rari eserciti di mitragliatrici leggere ne] periodo nc-cessirn nlla. guerra 1!)14-J8 vi fu uw1 prevalenza pet 1a sistemazion e tipo fu cile-mitrngliatricc e cioè col sostegno costituito da calcio cl.i. legno (oppul'e falso cnlcio, ripieg11bile, in legno o bandella meta1lica) e da clne piccole gambe ripiegabi li, aP.pli<:ate antel'ioi-nie11te. Kell a gucP1·a 1014.-1~, anche se si mHJii.'Cestò fa necessitù cli int<•g,·m·e oppm·tuuameute. alle medie tfoitirnze, il tiro collctlivo <li fucileria, l'orientamento alla mitragli,1trice leggera, non si de,·e alla esn ltn percezione del c-o11cett0 i.nttico d'impiego, ma piuttosto alle esigenze irn1poste da lla guena cli posizione ed t1.lhi affel'mazionc dei criteri della difesa cla tie:a delle posizioni da cui 1H neces itù cli :umi automatiche le q uali, pui- possedendo soddisfaeentc poteuzn , fossern ra pidamente sposta bili, r·apidamen te sistew ubi.Ji p el' l'a zione cli fuoco , fticihnentc occulbibili e offris ero un be1·saglio meno ,isibile e m<•no YU.Luel'abilc. Gli I111pei-i Ce.nti-ali penennero alla fine deJla guerra con scm·se impos tflzioni 11ci r ignal'di dd1a mii.ragJiatl'ice leggel'a, tm1 t o più che in essi prevalse il concetto cli adatt::im.enti oc.:c:asio11a li ai t ipi in adozione delle mitraglh1 t1·ici pesanti. La GJiJRMANlA ebbe cf'Cl'tlivame11te un fucile-lll11Tagl.intric{' del tipo i\.fax iw, mrt s ia i.l mod. 1908/1:i, sia il rn ocl. 1908/18 non furono t,1li da poter <·OJUplcu1nw11te sod<li;-:fare. EL'CO i ùati principali per il moù. 1008/J;;: callb1·0 mm. 7.92; t)cso ùell 'arma CODlf)leta Kg. ]2,500 (p iù a K g. di acqua f)ll' Il r<lffl'cddamento); cdcriUl. di f un,1;iom1nwnto 500 coltli al m iuuto; munizionarneJJto <11'1 fucile )fnuser 9;,i Fi-0,3; velocità iniziale 770 m/ s; fun:douamC'uto a cor to riu cnlo; congt•gno di cbiusm·a a blocco con appoggio ad articolazione; alimentair,lone a nastro capac.:c d i 250 colpi. n mod. 08/18, sempre ti110 M:1:xJm d iffer iva dal pr ecNlentc· nel sist:<•m:i cli nlimcntar.ionc che era n cnricntore cilindrico capncc di 50-JOO colp i e n el siSt!'ma di raJin•<ldamenLo che era ad a rin; il peso dell'a rma era cli circa 13 Kg. Fra gli ALLl~A'fl gli Inglesi, per primi, ebbero una buona mitrnglìatrlce leg,:rrnt arieggh1nLe i1 furH c mitragliator e. Fu q11c;-:ta. la rnitrngliatrice lcggeni t.lpo Lewl f.: mocl. J!JJ:l colle srguc11ti cara tteristiche principa l i : calibro mm. 7,65; pei;o dell'arma completa K g. 12.200; cderit:\ di Iun:donamen to 500 colpi al mnuto; cartuccia cl<·l fucile Lcc-Bnfielcl 903; ftmzionunwnto a pr<'sa di gas nell'an imu; ottnraton• a cilìncl1·0 gire,ole e, scorn•Yolc con appogµ;io ad alette I)Ostcrior i ; co11grgi10 <li spnro con p ercussor e porta to cl:111'nstn 1lcl congeguo m otor e; scatto >'is te111a to per il solo tiro continuo e ng-cnte s ul ron-
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LE llfI'l'IUGLIA'l'nICI I.,EGGERJ,: DU IL\1''.l'E l,A G08RRA
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gegno motore; alimentazio.n e con ser batoio n. tmub uro della capacità cli 4.7 o 9·7 cartucce e tTasportator e, azionalo dnll'otturator e d orante 'il mov imento di aperlurn della cnlattn, clic fa r uotnr e ùi 1/25 di. gi r o, ad ogni colpo. il tamburo; ram:eddamento a<'l aria con radiator e di allomin'io nel alette longltucliirnli inycstito s ulla. cnnna e manicotto di. pr otezione; sostegno a hip ieclc co11 gn mbe a. cannoccl!inle . Poco dopo i fra1Jcesi ebbero il f nc.ilc mitragliatrice Cbauchat mocl. 1915 del calibro di. mm. 8 e ehe usnva H mun iziorn1mento del fL1cile Lebel.. :rosso era : a llmgo r inculo di canna; peso Kg. 8,900; celer itù di f um:ionamento 240 colp i a l mi11uto; otturatore a cilindro scon·(wol0 cou appoggio ad alette su testa g ir evole; congegno cn sparo con per c: n:ssore a stelo facente corpo coll'otturator<'; mrccanismo di scatto ngehle sull'ottura torc e s is t<'m:lto per il f unzionamento inlr.1.·mitleJ1te o continuo a Yolonlù; alilllentazione con sr.rbatoio :t moll,l nmo,·ibile, inferiol.'e, capace di 20 cartucce; raf'(reddamento ad ar ia con r adiatore di dporto; t ubo copr icanna foralo ; pan:ifiamma; calcio di legno; d1w imp ugnature ; bipiecle antn·iore ripiE'gti.l)ile. Quest'arma non fu pettan to una. b uona soluzione r.wr chè in pratica s i dimostrò facile agli inceppamenti mentre l'a limen tazione., ottenuta con un caricatore a forma di corona cir colar e creava, a sua volta, <livt rsi inconvenienti.
Iu1 Italia a lJe pressanti esigenze cui si è fatto cenno più sopra1 si fece fronte in 1p urte con un diverso t ipo di arma automat ica (la pistola mitrHgliatrice mod. 1915 che esamineremo in altra parte d.el eapitolo)) ma quando nell'ultimo anno di guer1:a, con ]o spirito decisamente offensiv-0 del nostro Bserci.to, si irnpo.neva il possesso ·d i un ' arma idonea alle n uove esigenz(~, si creò la mitragliatriee leggeta S .I. A, ,rnod. 1918, Essa fu (:-ostruita dalle Officiine di Villar Perosa e risultò nel complesso una. buona arma, e certamente fra le migliori dei t ipi nati nel periodo della guHra . Le sue caratteristiche erano : Calibro mm. H,5; pe~o clPll'ar ma con sostegno Kg. 10,700; cel(~r ità di funzionamento (i00 colpi al minuto; cart uccia come 11er il fucile 91; a canna fissa; otturatore cili.ndrico scon:evole e girevole con mcz.zo appoggio ii spalletta ; eongegno d i sparo con percussore a s tdo e molla elicoida le ; scatto ordinario i:;iscemnt o 11er il solo t iro con tin uo agente sull'otturatore; a limentaiionc con serbatoio r icurvo nllloYi hile della cnpa cità di ~O c:nl'lucce; rat'f:red· dameuto aù aria mE)cliante r osette cli ulluminio investite sulla canna ; anmlt ura a ca,,:sptta, costituente scatola di culntta, con ma niglie; porta la canna un ita con g.i.unto a baionetta e chiaYistE'llo cli bloccaggio; sostegno a t<'laio con gambe anteriori r ipiegabili, e provvisLo cli p0rno ver ticale girevole portante eollare a r ticolato per il collegnmento dell'nrifia al sostegno; peso del sostegno Kg. :i,GOO. La canna seniYa per 5000 colpi, mit era. facilmente ri~ combiahile in posto.
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LP. '.\fITH.\ GLU'fRICI L0GGERE OC R.\~TE LA GCf:RRA
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Negli Stati "Gn iti d';c\mer lC'a, im·ece, gli st udl si otiC'n tnron o \·c1:so tip i legger i di fucili lllih·af!liatrici che al limite dPI periodo che stiamo e><!llllinando hanuo la loro espr essionr n ei clue rnodr lli Drowuing wod. 1018 e rnocl . 1921. 'l'ali modelli con un pe.so dell·arma s ui i K g.; con cc:kr iLit <li fuuzi onarnC'nto intorno al 500 colpi al minuto, con Yelo<'ità inizi!1le suf!li 800 m/s, a !WC'Sa di
l'Jg. 1.12 • '\litragllatr iC<' leggera S.l.A. mod. 1918.
gas ucll' nnima, cou congegu i l>illlili e cara tteristici dd tipo Dro\,Ulng, con allrneutazlone a serba tolo amovlb.ilc iJJft•riore cli ca paci tà varia a :;ec•oncla ù<•l modelli, se117,a di sposilirn 1wr il ratrrl.'clda m1'nlo, con cassa di legno e privi di sostegni, rappresentano una tendeuza che allomnnnndosi dall<' cnraltC'ri· sUcllc couvergenW ven;o J.e mHrng1iatr·ici l egg1•r e s i orienta va invece cli plt1 Yr rso qul'lle evoluzioni dell'origillario f ucile mitn1gliatrice <,hC' hnn110 con. dotto ad un altro gruppo ili :wmi nntornatid1e e cioè a lle pistole-mitragli ntrlci. '.l'enclenza generica, hcuinteso, perchè a i necc.ssnri r equi s iti cll legger ezza e mn negge\'OlC"lut notevoli cli tait· gruppo cli armi clonà necessariamente fare riscontro una limitata poten za baJil.:tica .
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1,1~ P!RTOLls )11'.flM(H.TA'l~nICI Ot:HA)<T0 LA Gt:F:HH.-\
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PIS'I'OLE ::VIITR AGLIATR.ICI. - La gut~rra. 1D15-18 rese sempre più. evidente che negli sviluppi del combattimento d i fanteria, l'unità tattica tende a sci111dersi in azioni di repart i minori neJJe quali. l' iniziativa _e l'azione· individuale hanno ben presto preponder anza . A maggior ragione ta le fenomeno si verifica per quei reipar ti la cui caratteristica d' impiego è Ja celerità nel movimento . Appwnto perchè il concorso della preziosa ini?:iativa, i ndivid uale fosse facilitato ed accresti.uto in determinati casi e per far fronte ad attacchi cli sorpresa con grande prontezza ed (~ffì.cada si sentì la necessità. di un'n r ma che nel raggio d'ar.ion a individuale (raggio limitato) fosse , nl tempo stesso, potente, ce lere, leggera, maineggevole, per eni gli. studi e gli esperimenti effettuati. si proponevano di rcalizzada nelle seguc.nti caratto:ristiche fondamentali : limitata potenza balistica, ma grandissima rapidità, di tiro in raffiche di breve durata; peso e dimensi.oni limitntissimi così da consentire il tiro se nza sostegno, anche marciando . Il primo tipo di arma di questo genere a,p parve in Italia 1nel 1916 e fn la pistola rnitl·agliatrice mod . 19H\ ideata dal geniale e fertile tecnico ten . col. d' ai:tigli.el'ia Reve11i. Betel-Abiel e costruita dalle Officine di Villar Perosa . Questa pistola era composta d i clue anni a ca nna fissa, c:osLiluite semplicemente dalla can na e dalla culatta mob.ile, collegate rigiclanH!nte nd 1a pa rte anterior e da twa t.rnversa con a Lwcco per h1tlfll icnzione acl un sostegno a scudo o a bipiede (dc><tinato csclusivam<'11Le aJl a dift!sa) e nl:'Jla parte poslc'riorc da una impugnatura.. Le a r mi avevano un otturatore n cilindro scorrevole e girevole, con lllCZ7.0 nppoggio a spalletta ; lo sca tto era per il solo tiro continuo ; l'alimeutaziou e a serbatoi capaci d i 2:3 cartucce ; il f u11z·i_onamento era r apidissimo ed i caricatori, 11<,Jlo sparo, er a.uo esauriti in mr.no di dnc min uti secornli ; munizionamento egunle a quello dell,L pistola automatica Glisenti mocl. 1910; peso dell' arma (senza seudo) Kg . 3,flOO. Risulta che in A ustr ia si f ecern vnr.ii te11tnlivi ,;;11 modelli StC'ycr senza per al tro pervenir e a risultntl sodcfo;facl'nti da lrasferh'e n el call.lpo tlE·IIa \ 11raticu applicazione e dell'imp.iego. Anc:he in Germania s i procedette per par ècebio tempo in tentativi ste-
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I F UCH,I O hl OSCII ETTC AC TO:\UT!CI D'UR,U,'l'E T,.\ GUERR.\
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r ili, in tesi ad llPllOl'tar c a dattamenti alle comuni pJStole au tomntich<' r itoccaudone i congegni e l'impug nncunt e $tucliando s(•r batoi 1>i ù c11paci; wa, come in .Ans triu, ta li tentatil·i rimasrro n el r.amvo degli s tudi e degli <·sperimeuti. FinalruP rr te nel J918 vt•irne couerc ta bt la pistola lllitrugliatricc Berg:ruanu che PN' la semplicità e ma.ncggcYol.egga. l'bbe toi,to n otevole dlfl'u><lon c . Essa. aYcva. 11 ca li bro di mm. !l; canna fissa r h·estita da manicotto bucbcr ell1lto per il r affrerldawen to ad ur ia.; cnricatore cUiJHh:ico ca1iacc cli 32 ear turce ; cel <'ri là di tiro di 160 colpi a l min uto; cassa in legno, cor ta, ana loga a quella cH un 1110s d1ctto ; peso (a caricator e vuoto) di Kg. 4,100. La con!ot ma zione a piccolo rnoscheito snrì1. tkslinata. n p1·evaler c n elle costruzioni conseguenti n studi posteriori al Jler iodo storico di cui tr attiamo (ne sàrii, tipico es(•mpio J.a pistola, mitrai.:liall'icc 'Ihornpson d <'gli Stati l ;niti d'America) nel (}Uale per ioùo. come a bbiU mo già det1o, vr r k nr mi a ri petizione antomaticn si aprirà 1111 n1sto ca mpo cli studio e di applicazioni t<'cnkhe.
FUCILI O i\IOSCHErl"rI A TO.MATICI. - Le pre\'cnr.ioni cone111i all'inizio della gra11dc guerra , 1110 11 mutaron o <luranle il corso del <:o11flitlo e 1tcgli am1i jmmcdintameinte successivi. D alla pl'eme sa C'he il fucile antomalico, come armu irnlividuule dcJla fa nteria, cloYesse aYC?re 11n' org:111ir.zi1 ,done ge11erale analoga, al fucile a ripetizione ordinarin - salvo il congegno motore e di 1-kupero - co11 esclusione del fnnr.io~rnmento a. tfro contin uo e con pa l'i qnalHà balis tiche, allo sc:al'so favoi-e che esso i ncori. trava pet le ritenute difficolt,\ di ncl des trm1tento, per i1 temuto eccessivo consumo cli munizioni, per Je cliffi(;olt .'t 11ei rifol'nimenti e, infine, per il costo di. 1111a clistrib1l¼iorne i'll quan tità, noteYole, s i può ayere idea degli intralci che ne o.stacolaro110 lo sviluppo. All'inizio della ~u<.>tTU, in Germania er a stato t<'Jltato 1'1•st1erimt:nt o colla cr4tnz.ione di Compagnie Mus kelen arma te con fucili a utomaticl del tipo ì\Ia dseu o, molto pii1 p r oba bih111•11te, del tipo lllnuser 1899, ma sia per enati cri tel'i d' impiego, s ia per le stesse c.iratter isticb<' dell'ar ma, tr oppo 1)esante, l'<'sper iment o fallì .
In ItaliH si st ncliò inYece, e si impiegò verso la fine della guerra coi cl'itel'i. che clovenrno poi affermarsi per siffatte ar mi , UIJl moschetto automatico Beretta-Revclli mocl. 1915 otten uto -
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LE PISTOLE .\ U'IO'.\IA'.tlCIIE DURAN'm
LA GU EHHA
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dalla t rasformazione dJ una delle due armi. della pistola m itra gliatriee mod. 1!)15 con sistemazione in cassa di. legno e com calcio t i1p o fucile (effettivam(~nte dalla trasformazione di un'amrn della pistola mitraglintrice rnoèl.. 1915 si ebbero varii modelli di moschetto automatico di cui noi citiamo il priucipale) . Detto moschetto del calibro di mm. S,82, ad utilizzazione diretta dei gas, -d el peso di Kg. 3,150, a serbatoio con carieatore amovibile capaee di nn numero vH l"iabiJe di colpi e con la possibiJitù, di applica zione di una baionetta a lama triangolare, diede bnona prova. In Francia si realizzò, wa con poca socldisfa,,iolH' , s pedalwentc per il forte peso, nn fucile automatico R .S.C. moc1. 19J7 a r>resn di gni< nell'au irna, del cnlibro <li mm. 7 e cld t)('S O d i Kg. 5,275. T'oco dopo però sernr,re in JJ'nmcin. se ne cosrrui uno migliore e cioè il fucile automatico mod. J.918 a pr('sa di gas nell' nnima. <ld cnlibro <li rulU. 8 con: ottur ntoi:1~ iscmTe,·oJ.e con te.,;ta. gire ,·oJc nel nklte; pc rci:ss orc a rimbalzo e cane int<'rno; scatLo per ti ro intermittente a <lO[>l)io ga11cio; serbn toio crntrale, r ibnltnbile in basso per il riforn imento; ])P::-o Kg. -.t,800. Negli S tati l .: nili cl' Amer ica, o,e gli s tuùi r el:1 t iYi nl.le arm i n11 rnm a t iche a ndavano assum endo sernore più notevol i proporzioni, il problema Uel fucile au tomati co, dalla sol uzione ·wincheste1· 1882 iJ1 110i, f ece not_ev oli progressi, spc<:ie nel campo sr>crimcnlale, così qnnlclw anno dopo la guerra monclinlc si. ebbe notizia d i i nteressanti n•alizznzioni in mo<lell.i Peclcrsen <i G,lrall(1, rea lizzazioni cbe en tr ano a far 11ntte cli Qnrlle che Yf\JH10 oltre i limiti dell.tL nostr a attuale rassegna 1wrchè aopartenenti ad un periodo s uccrssi:rn.
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PISTOLE AU'l"Oi\IATIOHR - !in questo settore de1Jc armi HUt omatiehe nè ]a grwrra, nè il p<~riodo ad essn successivo avran no sensibile infl.nenza se non uei riguardi cli una sempre mìlggiore diffusione per la sostituzione, via via pi.ù ampia, delle antiquate pistole a ripeti.?:ione ordinaria. Allorchè al.la pistola automatica si conse1·vò la caratteristica cli un'arma per Ja difesa ,persona]e a br(!vissima distanza, non richiedendo una 11011 ne{:essaria potenza. balistica) a vantaggio della semplicità,, della maneggevolezza e del piccolo peso, i (IlUmerosi modelli in uso ed in ado:7.ione, con qualche tipo muovo, ricalcato su quelli esistenti, corrisposero i,n modo soddisfacente. Quando invece iJ ~nodello cli pistoln fu :.Hlottato col concetto cli -
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L0 P IS'l'OU; .H:'J'Ol\I.\'l'IC!ll·1 D1) RA.:'1'l'E LA GL'E'RR .\
19')il -J <
fornil'c al combattente uu ·arma poteute, precisa, a fotte gittata (c,mne lunghe) co~, possibilità di applicazione cli un appoggio stabile (falso calc io) eosì da potei· usate l' m·mn a guisa di mo~ sc:lletto, si doYetlc, o prima o poi, constatare 1111a ,oltu ùi più che il compromes:io, l' ibri,do at11 che se può allettar e per quanto di buono possiecle, è fat uJrue11te destinat(, a fallii-e percht\ tu tte le esigenze - e parlicolarmente q uelle delln gner111 a t-ragita esperic11za - imvongono· soln:1.io11i par ticolari per ogni problema e a<l<'guH te ngli scopi. cl1e si vog1io110 ra ggiungere. Se in Gcrurnnia r iinm;ero f'eddi duran tt• t utrn la guer ra ni tipi :\ (a11;.t•1· e l'aral>ellnm, elle al>hinruo ekncnti 1wl eornma pte<:t'cleme, il fatto è co111prensil.Jilc o,·c si [lOnga me11tc nlln sovt•rioricà (robnstezzn d(•ile parti e del· l 'insieme, r usticili't, stmplicità dei r.ongl!gni) cli tali pistoh· ri:<[)<'t to aù altrn alJaloglw. ma è nlcn sì indubbio che r:ìgioni molteplici lnter<·ssanti partif'OIarmentc la proù uziouc irnh1ssl'l'O i t('desehi. eh (' già r,osseùenmo t,uonç a1·u1 i automatiche. a fnr rlcor:<o 1wr qwì11to po~sibik, più agli ailanamenti che alle innovaz ioni.
~ el campo oppo~ro le ~ azioni alleate possecleYnno già so<ldisfaeenti modelli cli pistole nutomntiche idonee all'im piego speci:fi.<:o. Iii Italia la pistola mocl. 1910 Glisenti era starn iclellta ecostl'nitè} coot corn:et ti. a<lere11ti 11110 sclicma te<l esco . E pe1·ò 111011 i tardò a constat::ue il declino del concetto in f:ormnto1·e dello sc-h enrn . Sorse alloi-a 1n « pistola Beretta mod. 1915 >> ideata n costrnHn <falla Fabbrica d'armi .Piet1·0 Heretta cli Gardo1ne V al Trompia. DiYersi furono i modelli <:ostr uiti a d anni di distanza, (c11Jib1·0 mm. 9; tali bro mm. 7,Ci:3: cnlil>ro mm. 9 modello corto) ma ci limi tia mo nd un cenno desc.rittivo· del mo<l . 1915 calibro 9, che è il tipo fondamentale. Es.«o er,t: ad utilizzazione dirf'eta clri g11s della carica; e:ltma fissa, solidak• col cas tello rnt>di,rnte piuolo tr attenuto chi cllil1Yist<'llo ttaSYer><llle di ritegno; otturatore a slitta., senza a1)I)ogg.io, scoi-rCYOh' sul castc•llo; pC'rcu~scre a r imbalzo; cane interno, cou molln elicoidalC' agenre inclirettamc11t<•, con ar mnmcnto nel a z ione clirrtta drll'of'curntore nel movimento <li 11p<•1·turn; scalto ordinario per 11 tiro rut<•1·mittente, a 11m1tC'llo Rfnggcnte, senza il concor:-:o del rincul o cll'll'ott uratore; s ·icm·c•,:za ordinar in mrdiante chia \"!stello che immohiliz,:a il grilletto ; nli111enrazione a ;,erbatoio ~i movibile, contenuto
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[~J1 ,1-18
U ) PIST OLI>; ACC01'IA'.l' Tt ll0' D U R.\Nl'E LA <: UERIU
nell' impug1111lm·n capa<·<' lii 7 <'>lrtucce; pt•so con c·nricarore Kg . 0,8, 0. B;;sa
fu una buoua pis t ola éhn a sothlii-<facem e potc' nza un irn i Jll'(•iri di f-t·W[)licicit, robu:sLez7,a, l'l'golarith (il flmzi ounm<'n to . g ranclt' faC'ilitil d i >'l·owposiziorn? e ricomposizione, e che clon•Ya gnlclualwentc sostituir(' l'ottima ma rramontarn Glh;cuti.
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Fig. 113 . l'isroln l.krertn wocl. Jf.11:; <'Hl.
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J,a prctlctta pistola Hererni mod. l!l 1'> YC'11lH.' i II farti JJl'l' i ;;noi 1irep:i iminna, e. ><l'wpre durant<' il pt•riodo l>C'llic·o 19J 1-1 ;..01·;:e una pisrola automalica Ash'r (SpagH:1) a11 alop:;1 a ppunto nlh1 H<'r eLl:~ italiana.
}IU~ I ZIOXI. - Impostosi, per le armi da fn oeo p o1 tatili il piccolo ca libro, ciascnua Xazion e avcY,.l atlo tt.1 to quello che pc1· ogni t·atrp:ori11 Lli m·mi aveYn l'i1.enuto il p iù c·on\'eni011tc. e t anto il 1woictto (peso. lnnp:hPzza. forma. c:ost ituzi oue) qnanto Ja cartuccia nel sn o comple so (costitnzione gcue1·a l<' : luug·hczza, pel' Pin.Oneuza snlle <lim<'11sion i dei. caricatori : pe8o , nel l'aippol'to del grado di utilizzazione del peso in-1 sporrnto clal singolo <·ornbattPn l<' e dai l'if'ornitol'i) erano idonei ni rnlnti requisiti. sia nei r igua l'Cli delle cprnlità. tN;nichc e ba li s tic-he dell(' n 1·mi, Ria per gli effetti ntlneranti che> si. YOleYano oi-tenete. -
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LE Ml"1'IZl0)(1 PER 1,1·~ AR~ll P OR'LATILf
In I taJi11 pet 1111 certo ]asso cli tempo lo sfr uttame11to da p arte clell'Aeron antien cli :umi portntili in uso uell' E sercito, im pose fra gli altri lo stud io e l 'a.do:done di. nn rnuuir,ioina mento adatt o per il pa l'ticolare impiego a botdo cl elJe neronad cd allora sorse1·0 i u I t::dia (e similmeute presso le a1tr e X a zioni) : l a car-
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flg. 114 • C:1rr11cce speciali.
t ucc-ia a paJlott ofa pel'forante (P .) ; l a cnrtucci a a p allottol a perfol':rn.te ineenclia ria (P.I.); la cartnt cin a pallot tola semi.pcrfo r a11tc incenclial'ia (S.P.I.); la cart uccia a pallott ola esplosi.va per forante ( 8.P.) ; ]a car tuccia a p a llottola esplodente a tem1PO (D.T. ) ; la ca rtnccia a pa lJ ott ola l uminosa iucenclia ria (].i.I. ). Le lPttcr e tr a pm:en tcsi indicono l e Iniziali cbe prl'..:s o dl noi c•r a110 u:-;n tc per co11h·addi~tinguer <' i Yari tipi di car tucce speciali ; qudl.a. a p11 llo1l:ol:1 esvloclente :1. t<'mr,o, nllcslita s ul tipo cli unn pallottola analoga giù impil'gata in Austria. è stuta indi cata colhi lett ere D .T. (D iJ:ei:ionc 'l'h'o) [)CJ' Cllè . inter c11landoln nlle pallottole ordina r ie cliwa la 1>osslbilità <li <:on tTollnre, nel. tir o co111TO uu al'romobile, Sl' il fascio cli u·aieltorir1 risultava a,·anu oppm·c arretra to r is1w tto nl senso della r ottll e q ul ndì consentiYa di pot<•1·c tempestiYalll<'Ule con:egg<' re il tir o in dir<'7.ione. P olchè di tal<' m un iziona mento sar à h·attato nel succ<'SSiTO P aragr afo 2° cli quei::to s tesso Capitolo riftettente le .Arm i A.titomaticbe, r imandiamo a tale
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T.,J, MtMI SUSS IOIAHIE O COMPLI<Ji\IEJ'.\·J'ARJ
e,spos1zw11e, limit~1.ndoci qui a segnalare l'impiego cli tali munizion'i p<>r l<, arml portatili dell'Esercito in ùetel'ru inati casi var ticolar.i (tiro con tro ael'ei, contr o mezzi protetti da legger e blindatur e o ;.;cuclatun•).
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Fig. llfl - Cartucce speciali.
In successivo periodo allorchè dovrà impostarsi il problema dell'adozione di armi speciali anche il rnl]lnizionamento verrà adeguato alle nuove esige11:r,e in base a. studi ed esperienze intra~ presi con rinnovato fervore.
§ I (C)
Le armi sussidiarie o complementari.
Il problema, delle armi sussidiarie o eompJementari od a usiliarie, secondo le più correnti denominazioni usate (taluni stu-diosi estend0ncl.o il concetto a più vasta gamma, trattaTono di mezzi sussidiari o 0omplementari), ha avuto la. sua effettiva im~ -
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LE B0~1 BE A MAtsO
postazione, con le soluzioni
contingenti durante la, guerra
1914-18, e furono le Yarie esperienze che imposero a t ntti gli.
Eserciti i.n lotta Ja ,necessità di studial'e e impiegare armi attt:~ ad agire effic:ieemeute là dove fncm, moschetti., mitragliatrici, bombarde e :u-tig1ierie ,non ,potevano per moltepliei ragioni intervenire, oppul'e intervenendo 11011 potevano conseguire i voluti effetti. Da: ciò la necessità cli provvedere la fanteria di armi iclcrnee a quegli seopi che 111011 potevano esset'e assolti da quelle i111dieati. +:· -:+ .;.;'
BOMBE A }i.ANO . - L:nso delle granate a mano, afl\~rn1.a tosi circa due secoli addietro, tanto da dar origi,ne ad un Corpo speciale - i «granatieri)) - era, stato, si può dire, nrchiyiato come un ricordo storico fino alla guerra russo-giapponese del 1H04 nella quale, per la parte che ebbe In fortificazione campa.le, l'uso delle bombe lanciate a mflno venne ripreso ed ebbe anzi. molti. ed efficad perfe7,io11amenti. Successivamente però coi sem pl'e più notevoli ,p rogressi delle armi da fuoco portatili il problema delle bombe a mano venne alquanto trascurato per t orunre alla ribalta quando, per il carattere difensivo su posizioni organiz:zate, assunto cl alla ·grainde guerra, tornò ad imporsi la :necessità, dell'uso di un'arma del genere, cli forte nziom~ materiale e mOl'ale e di impi<~go immediato a brevissima clistrmza. Realizzate soddisfacenti s0Ii1zi.oni per la difesa, altrettante se ,ne {:crearono, con critel'i aderenti ngli aspetti della lotta: per l'attaccante; e della bomba a mano presero particolari. e dist~nte c:aratteristkhe i due tipi: cUf:ensi.va ed offensiva. La differeuza ess(~nziale fra i due tipi sta ,nel raggi.o di ' azione: - nella bomlw <lifensiYa esso è superiore alle normali distanze cli lancio, obbligando il tiratore a ripararsi iu trincea o dietro Hltro idoneo riparo; - nella bomba offenRiva invece il raggio di azione è inferiore alJa normale distanzadi lancio in modo da permet~ tere al lancintore (li rimanere in piedi e di c.ontinuare -- 704- -
nella sna azione aYanzanclo e piomba ndo adcloisso a l ,nPmico p1·inrn c-he quest·ultimo abbia pototo rfa,ersi dalla sorpres<1 o dal tra nma prodotto da ll a det on azione, t nl-· volta letnle per lesioni interne, o da J1e piccol e fel'ite prodotte un po' dovuHque sul cor po dalle numerose e minutissime seheggie cle-ll'im·olucr o, agenti in un raggio cli drea <lieci metri clal pun to d i scoppio della bom ba. Ne]l ' illt<>n1 o cli aumentare un poeo la 11ormnlc distanza di lancio (da 30 a 35 metri) allungando il brat<:io d i leva, e di dirigere meglio il tiro Pntro le strette trin cee, nei camminamenti ecliei1·0 i parn petti , le bombe a mano venne to fornite, in taluni t ipi, cli nn ma nie-o. fn rn~iounn te an<.:he òa impennaggio nella cad uta . P er l 'impennaggio si aggiunsero gonnellini di tela (bombii ballerin e), cordoni con 1I1a ppe, ecc. Le bombe difensive ebbero involucri <li acdai.o o cli ghisn. spesso segnati cl a linee cli frattura prestabilita per clar e g r osRI' schegge dotate cli notevole forza Yiva, con spPssore <.:Ompati.bih• coll a <·ost it111,ione genera le e con peso cb.e doven l esse t·e ma.Htenut o iu limiti r i<lotti ccl oscillan te fra i 300 cd i GOO gra mmi. L t> forme adottale doveva no esser e ta li da fa vol'il'e il la,ncio e pn ciò vennen> 11 nre quelle oroidali o lenticol ari o sferiche _: il peso delle carie:lw interne osci1lava,. a seconda dell'esplosivo impfogato, fra i 50 e g-Ji SO gram mi. Gli innescarnenti. nei modelli usatt d nra1n te la guenn . furono essenzinlmente a miccia, più tardi si stnclienmno e 11<lotterm1no quelli a spoletta a percussione; l 'accen sione <1elln miccia veni va ottenu t a per sfregamento, per st r a ppo o per ;p ercussiorw cli unn capsul a posta all a s ommità cli essa. Le bombe offensiYe ,ivcva no l' iuYolncro di lamierino leggero ecl nrnt forte carica di scoppio, cl i peso fra i 100 ed i 250 gr ammi , costil uita o ,cl n dinamite o cl.a gela Lina esplosiva o cla ei:iplosivi al nitl'ato d'a rnmoiJLio. Le bombe dovette1·0 naturalmente essePe dotate di ap;geggi, o picc.:oli congegni per Ja sicure1.r.a durante il trn!"'lpo1·to ed il lancio ; essi fmono vari e così per la sicurezza cli t rasport o si ricor e a lla po~sibile rapida sepa r nzione dei eongegDi di innesca mento dalfa bom ha, o alla copertura cli e si con robusti coper chietti a. vile o ac1 i.m1csto ; e per la sic:u1·ezza nel lanci.o si ricol'se alla rlosatn. lung hezza dc•JJ a miccia ili r elazion e alla ve45
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LE BOMBE .A i\lAKO
locità, di combustione, a traversini sfilantisi a. ;mano o dopo un tratto di traiettoria media111te congegni divetsi ed altri sistemi, 1Più ,o meno consimili, a seconda dei tipi. :Kumerosi furono i modelli impiegati presso le varie Nazioni e diversi quelli sostituiti, dopo un certo lasso di tempo, da altri più perfezi01nati, per cui basterà accennare ai principaJi soffel'~ niandoci particolal'mente su quelli che incontrarono il ;maggior favore in quell' epoca e che sopravvissero più degli a.I tri al vaglio dell'esperienza di quel tempo, c:on un impiego sufficientemen te diffuso . BOMRA DIFIDNSIV.à B.:P.D . (Bombrini, Pttrodi, Delfino) - Bomba ilt1liana con in,olucro di ghisa; a miccia accesa a percns~lone con durat!l di 14"; distanza di lanclo da 20 a 30 metri; carlca interna <:ostituita dtl 75 gr. di bali-
Fig. 116 - Bomba B.P.D.
stite; 1·a~gio d'azione delle schegge m. 30; forma a c·iliudro; peso gr. 1140. Fu una bomba pesante e cli poco agevole lancio ; 1n micci:~ di n otevole dlll'ata di combustione potcnva cons<'ntire il rilancio dR parte dcll'av, ersario.
DOM.Bà DIFENSIV ~~ C,ARD ONE TIP O C - Bomlln italiana con inl'Olucro di ghisa a frattura pt'eslabilita; a roiccht con accensione a sfregamento e con d urata di combustione di 9"; dlstanza di hrncio sui 35 m. ; carica 'interna di esplosivl varii (circa 75 gr.); raggio d'11zionc di circa O m.; fon na tl cilindro, con manico di tondino di ferro fogg iato a guncio; neso s ui gr. 1000. Fu questa una bomba pesante e cou forte raggio d'azione e per ci<Ì impicgallilc .soltanto in determinati casi.
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LE J3011RE A ~L\C'IO
Fig. 117 , Bomba. CarbOne t ipo C.
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MANO
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. - -- ~·----~ Fig. 118 - Bomba. difensiva S.I.P.E.
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LEl OOMilE A MANO
BO)(BA DI FB.KSIVA BESOZZl - Bomba it:1liana con iOYolucr o di ghi1m e frattunl prestilbilita; a rnic-cia con uccC'nsione a sfl'egamenLo e cou d ura ta di combustiouc di 7"; ca rica inLerna di esplosh·i vat·ii (circa da 70 a 7:j gr. ) ; r aggio d' azione cla 20 a ;JO n1. in r elazione alla carl.ca ·i tltl rna; forma o,·oilla Il·; p eso circa gr. 600. 130:\'.LRA DIFEXSl VA S.I.l'.E. (Società ltaliilna Prodotti Esplodenti) Bomba Haliaua che fu w1u tra k migliori di tale tipo. Essa C'ra costit1.1ita da uu. involtH:ro tli i:thisa, a fonua o,·oiclule (li i g rosso litnone) c·on segmenti esterni cli frllttura vrestabilita in nulli< ro di -lS, formanti alrretu:mw s<'l1e>gA'e all'atto dello scoppio. L'in,·oluct·o pn·sentant ad una <·str<' mità uu foro a vlte per l 'introcluzione dell11 cari ca ùi i:;coppio e per l'aclaru11nC'nto di 1m tappo cli piombo attravr.rso il quale enL dato pa:ssugg ìo alla miccia , la quale spor geva. dal tappo di piombo con una Cllpocchia fosforosa e termimw11. nel· l'interno con un invrstlto detonatore. La capocchia era protetta da liii coperchletto a vite, di lamiera (><icurezza) elle s i an·ilnrn. Hl rnppo di I)iorubo. L'acceusioue dellll miccia 11,·n•niva. sfregondo la capocchia fosforo:sn ::;u <li un acce11ditor e di 11astn s,·edrse applicata ><Oprn una ra,olettn che yenìv:.L fissata al palmo della mano (li chi eseguiva il lancio. La durata cli combustione dellR miccia rra dì cir ca s·•; la. carica interna era cos tituita (la 70 gl'. cli polvere neril oppm·e da 65 gr. di siperite (misc<•la meccanica di nitrato d'amm onio, b inìtronaftal ina e tTotyl); il raggio cl'azione delle ><Chcgge dì circa. 4.-0 m. ; il P<'SO delln bomba era cli 530 gr. circa e pott•ra ,·(•nil'c lanciata. fino a ,10 men·L
Fig. 119 • Romba cli.Censiva Excclsior P /2.
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BOMBA DIFBKSIVA EXCBLSIOR P /2 - Bomba italiana. che constava di un involucro cli lamiera eutro .il quale trovavasi una ghier a di ghisa a frattura prestabil ita cÒ1)1prenclentc la. car ica cli scoppio. Il sistema cli accensione era costituito cla: un tappo cli ottone e metallo bianco con avvi tatura interna ed esterna; un percussore ulla coi estr emità era :lpplicato 1m molinello ad elica; una piccol n. molla a spirale di ottone interponentesi fra l'elica ecl il tapvo; una ca~sula detonatore. Il sistema di sicurezza era costituito da un anello portante due fili cli ferro zincato cùe attraversando il tappo e l 'asta del percussore impeclivano ad essi <1uals.iusi 111ovi111Ento. Esisteva poi un lllanieo-governale, inchiodato a l corpo della bomba e provvisto cli una sottunirn1 cli tela clestinarn a dare stabilità alla bomba clut·unte la traiettoria ed a fai: sJ che essa cadesse col percussore in ayanti. La bomba, in gergo « ballerina)), ve11iva lanciata impugnandola al manico, Ps h-af•nclo la copiglia cli sicurezza e faeendo sì elle essa compiesse una traiettoria alquanto· arcuata. Lancinta ] (I, bomba, il m ulinello ad c>lìca girava r apidamente face11<10 a vvitare l'asta del ver<:ussore che, liberato tlal vincolo c1·e 1ravvitatura, poteviL scorrere lungo il tappo col r itegno però della molla a spira.le, ritegno che, vinto all'atto dell'urto, consentiva alla pnnta clel p(~r cussore di battere colla voluta violenza contro la cassula . La bomba aveva un peso di circa (]00 gr,, una earica di scoppio cli 80 gr. cli echo (nitrato di f\IDmonìo, ferrosilieio, allumin io e ipposino) ; poteva essere lanciata fino a distanze di circa ,!Q metri ed aveva un raggio cli azione intorno ai 20 metri. BOMBA. DIFENSIVA LENTICOL ARE · cli costr uzione germanica, aveva un i.nvolucro cli lamierino dl ferro; .il fun zionamento era a per cussione con 4 cassnole ; la earica era costituita cla circa 130 gr. <li esplosivi vari; il peso di circa 600 gr.; la distanza di lancio fra i BO a 40 metri; .il raggio d'azione fino a 200 metri. 130YIBA DIFENSIVA CO~ MA:NICO - Pure cli costruzione germanica ~·ra costituita da 1111 involucro c.ilinclrico in Jamkr.i di ferro al quale era applicato un manico cl i legno. I1 sistellla di accen;;ione <'l'tl a miccia, la cui dnrata di combustione era di circa 6" ; la car ica interna, venne cfl'. E?ttuata con esplosi\·i nu:i iu quantità aggir:m tesi sui 100 a 150 gr.; l a distanza di Ja.neio era sui 35 metri, il rnggio d'azicme eia JOO a J50 nwtri; il peso medio intorno ai 1000 gr. BQ::ilBA Dff·ENSIVA CILI NDRICA CON :;l[A~ICO A GANCIO - Di costruzione austriaca aveva un involm;r o di gl!isa a frattura prestabilita, nl qnalc c•ra applicato un roan ico a gancio (t1ffinchè le bombe potessero essere por tat e appese ai cinturini cli reggigiberua). Il sistema. dì accens ione era n miccia, a frizione, con dorata di combu::;tione di cirea 8"; la car ica interna era costÙ,ui ta da circa 90 gr. cl i esplosivi rnri (più usati quelli a base di nitrato d'a.mmonio) ; hl d istan za di limcio ('ra dai 35 ai -10' metr i; il raggio d'az.ione di circa 50 metri; il peso circa. 1090 gr.
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BOMBA DIFE NSIVA UNIVERSALB - Anch'essa cli costn1zione austriaca. era una bomba studiata e costruita per doppio uso: lancio ,L mano e col fucile. Infatti il manico di frl·ro, con applicato un gancio, potent c;.:serc svitato e sostituito da UJ1 governale metallico r ettilineo per il lancio ddla bomba col fucile; l'accensione ddht miccia 11n·eni,a J)('l' frizione (rsiste,·a anche ll funzionamento a l)et·cussionr) mrcliantc lo sl.-appo cli 1m nastro
Fìg. 120 - Bomba universa le au><triacn.
provocuto a mano nel lancio cou tult- sisteum, 1·d ottenuto auto malicaruente nel lancio col fucile, legando prewntivamente il nai:;tro all'occhiello delln. bacchetta del fucile stcsi:;o. La fo1·ma era cili.nd.dca. (con fo11icella e parncadute) ; l'involucro d.i lamiera; la. durata di combustione della ' miccia era di circa 8"; la c11ricu iJ1terna di 21 gr. di acido pltrico; la diJ<tamm di Jnncio a mm10 I)otevn, 1Jer In particolare costituizione, sup<'rarc di una cl iecinn di metri la notlllnle nel J:incio a nw no, e r:1 g-giuuge1·e i 500 metri nel lancio col f ucile; il peso era di circa 600 gr.
I primi tentativi per otte,n ere le bombe offensive si ebbero cercando di usufruire degli im-olucri ed anche della costiluljione conJJplessi.va di talll:ni tipi cli bombe difensive, sostituendo l'origi-
710 -
LE BOò l J3E A llfANO
naria carica interna con una pressochè uguale quantità di cliina mite o di gela tina esplosiva , così da ottenere contempora111camente lma più minuta fr'antnmazio11e dell'involucro (schegge più piccole, effieaci in più limitnto raggio d'azione) e l'effetto di urto esplosivo preminen te per tali tipi di bombe: qua lche volta poi si costruirono bombe anuloghe al tipo difensivo esistente ma , per l'uso offensivo, co1n involucro più sottile e sempre con ca1·ica, interna cli dinnmite. ?ifa furono tentativi abbandonati dopo rnna più o meno bl'cve esipel'ienza , sia, pcrchè il raggio di azione di tali bombe risultò su i 20 metri (tropJPO forte di fronte ai G a 10 metri dei r aggi entl'o i quali si c<•1·cava di con tenere l'a zione cli una bombH o:ffeJ1siva), sia per le <lannose confusioni eh<~ nonostante i contrn . egini cli riconoscimento potevano avvenire ineD' nso per l'a nalogia di forma e costit11zione con le bombe difensiY<.> . A tali tentativi appartengono: ~
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La holllbn offensil·a lenticolare. cli costrnr,ionc italiana, con involucro di lamiera, metallica, carica inter na cli gelatina o di chcdd ite, a miccia della durata di 8", dC'l peso di 510 gr. circa e con r aggio <l'azione sui 20 meh·i; La bomba oO:ensiva tipo B esor,7.i, pur<! di costrn,!;io1w ilali::um a forma ovoidale\ con involucro di ghisa, con caric:1 fnterna di din amite, a miccia dC'lla durata di 7", del peso cli circa 550 gr. e con raggio d' azione di circa 20 metri; La bomba ol!em:iva con manico, ùi costn1r,iom• german ica a for w:i cilinclrica, con miccia della durata di 6". dl'l peso di Kg. 1100 cir<'a e con raggio d'azione sempr e sui 20 owh·i.
I nfime le adozioni si orien taro110 decisament e ,erso due tipi fondamen t ali: il petardo offeil1sivo tipo Th evenot, che venne adottato in Itnlia, ecl il petnrdo offensivo model lo austriac.:o, rea li,i;za1o in Austria e a clottato dal gruppo delle P otenze Centrali: con insigniikrnnti va rian ti. I'E'l'ARDO OFFBNSIVO 'l'.IPO TREVBKO'l' • E r a composto cla un cilindro di lamierino altra versato cla un t ubo cilinùri co longitU<linah• e da 1111 altr o tronco conico trasn:rsale in t('1T01nprnte il tnbo cìlill(lrico lonl!itudinnle . Nella pa r te più ltlrga cl rl foro tr onco conico er a nllogginto un cilindretto me. tnllico riC'mpito cli sabblll e nell:L parte opposta uu cavnllc tto d i s.icur er,ztL. Su di rssì poggiava un JJtrcussore a corpo c.Lvo e cou mollo. a spirale nel s uo interno, prrcos,-orc infilato nel p rimo tratto clel tubo cilindrico longitudiirnlc,
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L8 BO::'.\IBE A MANO
mentre nel secondo ttatro ~lel tubo cilindl·ico, separuto da l primo ùnl ca vnlletto cli sicurezza, <' ra sist<'llmto il detonato1·e. Tutta 1:1 rimanente cadrà del corpo della b.omha l'l'.t occ upa ta da lla carica di scoppio. Il cilinclreno metallico era tenuto a poxto <la 1111a I)lar.ca cli sicurezza, ti~satit al c01·1io ùr.l petardo per m eziw cli tma copiglia di sicurl'zza. ' l'olta la copiglia dl sicurezza. e lanciatq il petntdo, la pla<·ra di sic:111·e7.?.a, più lcgg<'ra e pc·1· la sna forma più resistente all'al'ia, sublva 1m ritardo di velocità. svolg't•ndo eosl un nustro avvolto al petardo, atto u ùisimJ)egnare il c•avalletto dl sicurezza
Plactò d; 6 ;cure:r I.d
per tenere a po)IO Il cili11d~tto Oetoriafore
Fig. 121. - Petntdo offensivo tipo 'rhivrn ot.
al quale <>ra fi;;,;nro. All ' urto clel petardo contro il terreno od alt1·0 corpo res istente, il cilì11dretto spostandosi lasciava libc>ro il l)<'tCtL<;sore che andava a battere sulla ea~sula d<'l dr tono.t ore so tto sollecitazione clella molhL J,a bomba uveva un carica di 170 gr. di polvere ecbo, un 1ieso di 40(} gt·., una dista nza <li lancio dai 25 ai ao me tri, un raggio ili azione di circa 10 metri. PE'l'ABDO OFFE);STVO TIPO ACSTRTACO - Era anch·esso a :forma <:iliJ1<lrica ma provvisto di manico per il Jando; aYeYa il sistema di accensione n miccia median te stra])I JO, l'iuvolncrn l'ra d i lmn ierino, la durata di corobtLSlione della miccia di circa s•·, la cat·ic:a interna impiegata fu di c•splosivi di\'('rsì con un peso variabile mn 11ggirantesi sui 300 gi· . , il peso <>ra di 700 gr., la clistan7.a cli lnncio sui 30 metri, cd il raggio di nzionr sul 15 metri.
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LE BOMllE DA FUCI LE
SPE'.7.7,0 NI - Furono una va rietà della bomba a illilllO; t ubi di ferro del~liametro di circa él cm. e lunghi 40 cm., chiu;;i alle estremità cla due tappi di legno o metallici ; carica interna con miccia; accensione a strappo.
Fig. 122 - Spezzone.
LE BOMBE ])A FUCILE. - Allo scopo cli poter lanciare a più grandi dist anze bombe con effetto analogo a quelle lanciate a mano anche con rego]abile azione concomita nte di più tiratori, nacque l'idea di sfruttare i fu cili od i moschetti in dotazioo1e . Molti inconvenienti si ,pal esarono subito perchè il fucile J,Uale sopportel'à, il tormento, si scardinerà e perderà le sue ca-
ratteristithe cli precisi one quando si sparerà a pa)]ottola con tiro mirato. Si abbondoneranno allora i primi sistemi di governali di bombe infilu bili nella cana del fu cile e si cercherù, di applicare alla sommità, delle canne stesse dei piccoli lanciabombe amovi-
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LE BO~IBE DJ. F'CCILE
bili; sarà questo il concetto che tro,·erà. maggio1·e possibilità di sfruttamento, perchè il fucile non sal'à. più tormentato e si po-
tranno l'aggiungere i desiderati effetti. I sistemi adottati saranno molto simili presso i vari Eserciti, rperchè basati sugli stessi concetti fonùnmenta li. 'l'ratta ndo dcl]a bomba a mano Universale uustriaca abbiamo giù, fatto cem10 come essa venisse usata quale bomùa da fucile unitamente ad altri tipi, e per non clilnngarci in una elencazione che avrebbe scarso interesse, e [)er la stretta affi.nitù, <lei tipi e per la caratteristica ùi molto bren! Yita di gran parte cli esBi. (i la11ciabornbe leggeri faranno tramontare questo ripiego) sarà, suftìcie11te, come storia , irndic11re i tlue sistemi fonclnml"Iltnli cli laJ1cio ed i tipi, per cias<;uno dei sistemi , adottati in Italia. Nel «:si,,;tem:l d i la 11Cio a go ve l'nale acl a;;ta ». l'asta era costitui ta da un tnbo cli acciaio, di lunghezza circa. 20 cm. , di calibro .1.eggr nnr ntl· minore ùel fucile, ed era nn·itata al fondello delltt bomba. Con qu<'sto sistPnm il lancio avveni va Jnfila11do il 1sover na le nella canna (fin<:hè In 1111rte inf<'tiorc della bomba ,·enh·a ,1 t r ovarsi a perfettti conta tto col 1·i,o di bocca clell'a nun). Spar:1.11tlo un:1 ca1tm:c·ia . nlla l1uale <'ra stata tolta l:t pallottola ed ern stato cbluso il coll0tto eon un llic:colo stoppa ecio non forr.at·o . Yl'lliva sfruttata la forza
Fig. 123 - Bomba da rucHe Benaglia.
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LID llO:ì:-IEE DA FT:CILE
espansiva dei gas della cm·ica che faceva pressione sul fondo . del governale d'astit per lanciare la bomba. Era di questo tipo la (< nombit italiana cla fucile mocl. Benaglitt ll. Rsi:;a era composta da un involucro di ghisa it frattura prestabil.ita di fotmii a pera; sul fondo, nella parte r astr emata pos teriore, era avvitato un cercine èl'appoggio di legno, a ctntYersato èlal gonrnale e provvisto èli 1111 anello di la.tta con tr e alette di imvennaggio (talvolta imbuto di. latta) . Nell'interno èlell'involucr o, assialrue1~te, vi era un tubo dl latta che conteneva. il percussore, una molla a spirale, un detonatore con cussula, il tutto tenuto a posto da un tappo ,,t vite di zim~o e vit i di chiusura di ferro. S ull'ogiva vi era un foro a vite, chiuso con tappo, che sen iva pe1· il co.r.icamento della bomba ; allorquando la bomba percorreva il ramo tliscendeute d~?lla tr aiettoria le alette f unziomn·ano a guisa d<'lla coda ùi una freccia, assi<:urnntlo elle la bomba battesse sul terreno coll'ogiva cosi dtt garanti re il f tmzionamcnto del prrcns.sorc. TI peso comph~ssivo ddla bomba era 660 gr., la carica di scoppio di 60 gr. di. sipcrite, la gittata. di lancio massima. col f ucile era cli tlO metri e col moschetto di 00 met ri, il raggio cli .,1zione era. di 50 metr i. « Nel sistema e tnbo di lancio)>, il tubo era cli diametro leggermente maggiore di quello della bomba, cou un codolo di clhm1ctro adatto per investire la volnta della canna assicurnnclosi solidamente ad essa, ìl elle si otteneva, in generale. con innesto a baionetta, utilizzando il miriuo (]Uale fermo d'arresto.
]j'ig. 124 - Bomba da fucile lkr tone.
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I LA)<CIAB0M8b; .\ )L\NO
La bomba venl,a inh'odotw fino in fonllo al tubo ed essu, cl.te era fo-
rn ta dal ·fonck.llo all'ogil·a, ,euint a far corri;::ponde1·c il pr oprio foro aia:xialc colla bocca d el fucile. 11 foro assinle tlella bomba, verso JJ fondello aveva un di,Huetro \UI po· maggiore tlcl calibro òella pallottola e anclarn poi Yia via r e.su·JugeJHlosl avvicinall(losi aJl'ogh·a. Jl lancio av,t>nln1 spar a11ùo una cart\1ccia a pallottola ,, per esso si sfruttava quindi la forza vini. impn•,,i-;a cl11lla pllllottola nell' incastrarsi nel foro assh1le della bomba e la forza residua di espansione <lei gas che s i esc1·citava sul fondello rlt>lla bomba stel>sa . Quanto detto ~ sntli<:ienlc per clnre un'idea esatta de lla r< Bomba italiana d:1 fu <:ile mocl. l3ertone ». Tale bomba sc:01Jpi:1va II tempo mediante l 'tlr.ct'n,;iom• <li um1. mi ccia con cnpoccilia fosfor osa sistemata n ella bol.llba e che YC'l lint i11fiammata dal ca. lore di ath·ito dl?termlnato dalla pallottola ùd fncil<' n ell'incastrarsi nel foro assiale dclla bomba. :Nel tipo Ber tonc il tubo di ht11cio axeva 1111a llmghC'zza cli cm . 20 e· pN;o di Kg. 0.680. Il pe!!:o d<•lla bomba rnt di circa 550 gramml. La gittata massima ern di met1·i 2GO col fucile e ui. ;100 col moschetto. Durata di cowbustioul' della miccia 8'', raggio d'azion e d('lln bomba m. 50.
LANCL.\BOMBE A MA:N'O O RA ORETTE. - Il lancio di bombe tipo a ruano utilizzi-:i ndo i fucili ordinari in dotazione aveva. costituito un ripiego, nato poco vitale, perchè l'ar ma omnibus ha semp1·e costituito una chimera, ed infatti nella pratica applica,r,ion r si soil10 dovunque dovuti constatare inconvenienti, ai principali clei quaJi abbiamo già aceennato. Si pensò quindi di ideare e realizzare tubi. di laneio leggeri (in 1amiern cli ferro cd a11dH' di ca1·toue compresso e rinforzato), sem[)lici, impiega.bili dal eo;nbattente singolo e capaci éli r-endere, nd un dipresso, quan t o quelli che vanivano applicati al fucile . Sorsero così i << 'l'u bi. di la1ncio a mano >>, detto anche « Racchette >>, -cli costituzione ainaloga presso i vari Eser1.;iti e che presto ebbero notevole diffusi.one. Essi lanciavano una bomba cilindrica del tipo n, mnno a-cl una distanza variabile dai 50 ai 250 metri a seconda delhl lnngbezzn <le] tubo di laneio e della carica in1piegata . I modelli usati si ol'ientarono verso tre fondamentali: -
tm tJpo Thewnot, con lllbO cli !anelo i.11 lamiera lunp;o qtrn1110 la bomba, cou nppai·ec·chio di ac<•cnsion<' ilnlla carica cli ln nc-io a pei·cus::;ione (pereussorc <.:On molla} clisposto in nn a lloggiam<'nto estc·rno
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1 1,ANCIA B0MJ3E A ~!ANO
lungo una generatl'ice del tubo e con gitta ta regolabile! a rn<'zzo di due earicbe d i lancio, ·i ndipendenti l ' una da ll'al tra.; - l m tipo di ~:Hnen-Rakelen austriaco con t ubo di lancio in lamiera, lungo quanto ltl bomba., con doppio fondo in cui c-1:a disposta la. carica cli laneio e presentimte super:i ormen te, delle aperture per l'espansione dei gas della deflagrazione, r egolabili median te un d isco girev0le manovrabile dall'esterno, cosi da. ottenere cliverse velocità iniz iali; - un tipo italiano (.l:'oma) del quale diamo qui 1111 cenno d<'SCrittivo. La. «racchetta-granata Poma » era costituita : Llal tubo di lancio; dalla bomba a granata; da l sistema di accensiorn~ <' di i'ancio; da l s iste-
F ig. 125 - Racehctt;.L gru.nata P oma.
ma cli s icurezza. Il t ubo cli lancio, 11iù l ungo clella bmnba, eons istc~va in un tubo di cartone compr esso e r infor zato, provvis Lo ul f ondo d i un pu.ntal<! di legno con pomo eh pr<'sa.; nel puntale era praticaco un for o per il passaggio de.ll.a cordicella <li sparo. La bomba., a forma cilindrica, di gllisa a f rattura prestabilita, Pra proYvism clì miccia e detonatore èd aveva carica cli sèoppio costJtuita da 33 gr . cli piombite : la miccia (s.is tema d i accens ione per lo scoppio della bomba) 1wscn,va per una parte, recante il detona tore, nella car ica di scori11io della bomba e,
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I LA~CI.\80).ltlE LEGGERI
r)er l'altra parte, nella cal"ica di lru1cio composta da G gr. di polvere infume rd 1 gr . di polvere nera. La carica dì lancio, s .ituatit fra la bomba e il tappo del puntale, Ycniva f atta ckflagrare per mezzo di un sistema a sfl:egamcnto aziom1to dalla cordicella di sparo. Il sistema di :,;lcurezza era costituito <111 due involucr i <ll carta paratlinat:t a lle due estremità del tubo, da una stecca di legno per tenere f erma la gra11ata e da una f rttoccia di tela. r avvolta su più pa rti nella zona 11el puntale per la quale rinssarn la cordicella di spar o. Prr eftettuarc il la11cio s i toglieva la cnrta paratlinata, fi estraeva l:~ s tecca di legno, s i SYlllgeYa la fettuccia eh tda e si <'Strarva delicatamente hl cordicella di sparo, e quh1di, Ht)J)Oggiato il tubo col puntale a terra. (posizione del tiratore i11 ginocchio) in dire7Jone del hrrsaglio e con Inclinazione opportuna (con Inclina zione di cir ca 4-uo si a yeva In massima gittata cli circa 200 metri), s i dava 1mò strappo nlla cordicc>lla di spar o. Peso compkssivo circa 700 gr.; durata cli combustione della miccin d rca 9"; raggio cl'a;,,lone cklln bomba circa 40 metri.
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LAKCL \BOMBE LE GGERI CON TUBO DI LANCIO AD AS'l'A. - Qnesto tipo cli fo nriaùombe, sorto sempre dal concetto base di potei· ht11<:inre ad 1111a distanza di cii-ca 200 metri una bolllba m1aloga. per <·oRtitn7.ionc ed effetto, a guelfa a mano esclucl.enclo pcl' lo sc.:opo l' nso ·clel fucile, è stnto ideato, costruito e Rperimentalo illl ltalia dal tcn. col. cli S. :M . .Piersantclli. Es;;o era co~tit ulto da un tnbo di lancio cli accia.io avente, anteriormente unn par te ciliuclrica pC'r l'inh·odu;,,ione della b01nba, e posteriormeuL(! un'al11·a parte. di <l iametro a lquanto mi norP, con s istema di chit1s un1 a 1·ctrocadca, nella qual<' si lntrolluce.a una cartucrla senirn pallottoln chiusa ant.eriorm<'nte da. stoppaecio. Il tnho cli lancio era rnon tuto :--: 11 di u11'11sta di legno, oppor tuna. mei1tc !<a.1wlllala. munita di un congegno di sparo n perc11ssion<', e che poteva portare tlllC:11<' la baionetta. La bmnba avev:.L la forma e le dìmcusioni cli u n gro;;so 110,·o. k par<'li piutlosto sottili C'd crR carica cll allo esplosivo per ottener<• efticncia analoga a qu< Ila cl<'lle bombe a mano ofrC'JlSive. La. miccia della borulm er,1 ad accen.<done diretta C' poteva dare tre durate per lo scoppio, in modo da olt<'n('re tait• scoppio in aria od a t<'rra n tre cliverS<' distmrnc, con tir o teso, impiegando tre diverse incHnaz.ioni; inol tre con fortl inclirmzlonl si pote.a e;;<•guir<' il tiro cun·o a somiglillnza del lancio delle bombe con f ucile. Lo spar o si. cseguiYa trneudo l 'astil. apvogg-.iuta. a terra.. A quell'epoca vrnne anche proposto, ma ~cnza seguito, di sostituire n<'ll'ar. mamento indh·il111ale questo lanciubombc al fu cile ordinarlo.
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T LANCL\B0l\IB0 PI•:SAY,I;J
LANCIABOMBE PESAN'l'I. - Re si voJesse stabilire un ordine cronologico orientativo per la numerosa. serie di lanciabombe portatili a,pparsi durante Ja guc~rra 1914-18, quelli pesanti ,più complessi, destinati ad ar,ione più pote.nte ed in più ampio raggio, verrebbero per ultimo perchè i primi esperimenti si orientarono verso la costru7.ione ·d i ordigmi atti a lanciare le stesse bombe per il lancio a inano lievemente modificat e, e successivamente si pensò di realizzarne altri atti al lancio di bombe di grandi effetti; ma è altrettanto vero, sotto ultro aspetto, che i lainciabombe portatili pesanti possono anche rappresentare Ull1a riduzione, per più modeste esigem.ze, delle bombarde. Infatti i lanciabombe pesanti dovevano in massima agire su obiettivi a breve distanza, da 150 a 400 metri, producendo notevoli effetti di distrlrnione dove l'artiglieria e le bombarde non potevano intervenire o mon conveniva che intervenissero, ed inoltre dovevano servire: -
a completare od aprire varchi nelle difese nc•Jlliche là dow si fosse incontrata dctìcinza di etrctti cli. precedt•nte azione di fuoco; - ad agire di sorpr esa, col maggior nume.ro di mezzi e la maggior<-' rapidità di tiro, su bersagli. vicin i minacciosi o contro improvvise resis tenze all'avanza.ta; - a sfruttare hl notevole azione dcpl'imente ehEi lo schianto incessante clelle esplosioni produce sulle t ruppe nemiche, obbligandole a l'ipatarsi in modo cla impedire o os tacolare loro la sorveglianza e l'azione di fuoco sul terreno d'attacco.
I landabombe pesanti, in relazione all'energia impiegata per il htncio, possono essere compresi in tre distinte categorie : meccanici: pinenmatici; con carica di lancio es1plosiva. I LANCIABOiWBE MECC.ANIOI furono tra i primi ad ap parire; ma oltre a non corrispondere che in parte agli effetti spera ii. avev,rno insiti tutti i difetti. deriva1n ti dall'essere stati creati come mezr,i e con materiali cli ripiego : essi. infatti. Jandanno bombe del tipo a mano (e cioè cli potenza limitata ) a distanza pari all'incirca a quella ottoonta col fucile, ma il -
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I LANC1AB0)Il3E )lECCANlCr
t iro er-a poco regolabile ed i cougegui o ingombranti o fac ilmente deteriorabili. lDssi eurno i u genernle IJasati s ulla l'n pi.da disteusione ùi molle elicoidali Oll a balestra. preventivamente compresse (lanciabombe a mona) op1p tn·e sulla sfruttamen to della forza centrifuga . Kon meri tano particolare menzione, a uc:h(' per la. br eve vita cbC' essi eblwro, nd eccc>7.ione cl1 uno fru i m iglior i tipi appars i, ·c1i idenzione P costruzione italiane, e cioè il« Lanciabombe a forza crntrifuga wod. )Iinuc<:iani " · Exso lanciava bombe lenticolari, c·on innescurnento a miccia la c ui eslr r mi t /t sporg0va al C<'ntro di \llltt cl<'lle caccie (frll:1 bomba. li lancio :tVYeHint c•ou i,ic<'olo rumore, talchè il lanciabombe poteva e:,:sere ill~talclato n note,·ole Yicinnnza clnlle linee avvPrsnrie.
F ig. 12(;
Lnn ciabowbc l\liJwrcinni.
11 lanciabombe era composrn cla ,111 rnbo merallic:o ricun·o a ,;pzione ellittica analoga a qll(•Jlu th,Jla bomba e 1,vasnLo aù umi <'str \'mit:'1; n!l11 <'Stremirà opposta il tubo era iru1wrniaLo ,;u cll uu carnl letto i11 modo dn po t·cr ass umere un 1novimeulo cli rotazimw per mezzo di ingranagd c:oma11ùati da manubrio. l n corrisponclc:11za e clulla par tl' opposta ckl ncrno di rota¼ ìone, il tubo n n :vrt un foro ci rcolare ch e permetteva la r npicla intt·oc1uzione delle bombe . l'cr effetto della forza. cf.'ntrifugn genernta dal moYimento cli r otazione, le bombe vc•nivaJ10 spin te verso l'e,;tr em ità apc•1·La, clnll.n qnalt! uscivano cou mm · cer ta velocità appeuu lasci:LLt' libc-n' t1a un ritegno comanòalo dall' iugranuggio motot·c e r<'golabile nC'l suo fun¼ionaw<'nto, in modo da lasciar usci re la bomba
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I LANCTABOMBI~ PNEO MATlCI
soltanto quando il tubo s i trovavit in adatta pm;izionn :;ot to un <l<~lerminato nugolo di lancio. Ad ogni giro comt)iuto ùa l tubo poteva partire u na bomba, la cui miccia si accendeva per lo sfregamento dell'esLremitìt scopl?rta, appositamente pn•parata, contro una superficie interna del tubo. Poteva lanciar e 30 bombe al minuto ad una d istanza di circa 100 metri, ed il tiro riusciva abbastanza raggruppato, e p~irò il <:OUll>lesso i?ra i?ccessivament<i ingombra11te e pesante. I LANCIABOMBE PNEUMATICI nano ad uvancariea con cos tituzione analoga R quella delle bombarde pneumatiche. Un tubo di lancio ad anima liscta, o rigata, era disposlo con una inclinazione :fissa su di un affusto a piattitforma ; al f ondo del tubo di lancio si investiva il conduttore dell'aria compressa, forn ita ùa npposlta bombola ad una · pressione massima di 25 iltmosfere. La bomba si introduceva nel tubo di lr.rncio fino al fondo e la pressione, per il lancio a decenninata distanza, si immetteva regolaJidolR con appo.<;;ito manometro ; li<'ve H rumore del l ancio. Di questo tipo fn il Lanciabombe 1rneumutico rood. Branclt usato in Francia ove fn chiamato « busier B l.91!i allegé >> . A parte le caratteris tiche generali già sufficientcm<'nte indkate, quelle specifiche di questo modello erano : peso dd landa.bombe Kg. 17; peso della bomba Kg. 0,650; raggio d'azione della bomba circa 50 metri; gittata mt1ss ima, colla pressione di 20 atmosfere, circa (lOO rnetr i. In Austria si usò 1111 « La nciabombe 1:in<~umatieo rapido rnod. Hl16 ll, d:i 8 e 9 crn., che lanciava una bomba di circa 1 Kg. ulla distanr.a massima di circa 300 metri. '.ral<~ modello era alquan to pesante (l'installazione compkta raggiungeva i 90 Kg.), ma fn molto usato l1agli aw,li:iaci.
Si può c·<}ndndere affermando l'analogia cli difetti. di questi lanciabombe con quelli rnccca nid ; quelli pneumatici potevano aver e una maggiore potenza ed una maggiore precisione, ma erano sempre molto incomodi e delicati nel funzionamento, e basterà porre mente nl trasporto e maneggi.o cl.elle bombole\ ciascuna çlelle quali poteva s<~rvire da 10 a 20 colpi. Anche se il la.n . ciabombe, come crnello francese di 17 Kg., poteva in sè ·essere abbastanza leggero, il complesso dell'installm.-;ione 1·insciva sempre notevolmen te pesante. Insomma erano queste delle armi di ripiego, create per le esigenze particolari della guerra di trincea, e però cU br(~ve vita. I L.A NCI ABOìVIBE OON CARI CA DI LANCIO ESPLOSIVA ebbero noteyo]e diffusione durante la Grande Guerra perchè corrisposero effettivamente alle necessità allora manifest atesi. Successivamente saranno oggetto di costanti studi e applicazioni pra,tiche, eh.e ne determineranno interessanti evoluzioni. Abbia413
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I LANCI.\l30MHE CO:\" C.\RlCA OI L ..\NCIO ESPl,OSIY.\
mo però già accennato che questi tipi di armi stanno fra. due limiti: iJ m111n_1.uo per le caratteristiche che determinano il passaggio nella categol'ia delle artiglierie (artiglierie vere e proprie o bombarde); - il massimo per le armi portatili sussidiarie della fanteria atte a lanciare proietti scoippianti (bombe). Per ciò, in questo comma limiteremo la rassegna a quei lanciabombe la cui semplicità di costituzione, nonchè la disposizione e conformazione delle parti, mantengono all'insieme il carattere cli arma sussidiari.i o portatile complementare. Cominceremo coll'indicare brevemente alcuni tipi i;mpiega,t i in Italia, perchè successivam ente gli studi e le adozioni 111el campo delle Nazioni allea te si orientarono verso un modello inglese, mentre nel campo degli Imperi CentraJi gli studi si orientarOOJ.o verso un modello germanico. LANCIATORPEDINI MOD. BEl'TI C,A. - Quc!lto modello fu parte di un tipo chr. con complessi div<'rSi vem1c impi<'ga to anche da altre Nazioni : il tipo appartiene alla eategol.'ia ùi bombe provviste di 11J1 codolo cavo sol cui fon do è dis posta la carica di lancio e che si inYcste sul maschio dell'appa?·ecchio di lancio al quale possono essen• date varie inclinazioni. Il lanciatorpedini Bettica era costituito da : - uno zoccolo d'appoggio di legno forte co11 ttsta cilindl'icu e coda cuneiforme; - un maschio di ferro im1)ernint:o sull'asse della testa cilindrica in modo dn poter ruotare pe.r un seltol·e di 4.0°; - · un nl'resto a galletto per fissare il maschio alla voluta inclinazione segnata su di una lnmic•ra. di ferro ricoprente la t,•sta cillndrìca dello 7.0CCOlO.
La bombit era costituita da un lungo t ubo cilindrico (da. cul il nome di torpedine) inl:crnamente divis o in due camc1·c separate dtt un tuppo di feno posto in corrlspondenzn di una strozzatura; le d11e camere comuoicavano tra di loro dall'C'Slcmo mediante fori traversati da miccia: hl cnmeril suvrrlore, più grande, coutcncvu la carica cli 1:1C1)ppio, m<'ntre la carnna infrl'iore, più piccola, I)('r una parte contc11eYa la carica di lancio <' per l'altra parte costituiva cavit/1 uer codolo della, bomba, P e1· l'esec uzione del tiro: si assicm·a,·a la stabilità nel terreno dello r.occolo cli appoggio disponendo soprn la ceda uno o due sacchetti cU sabbia o terra; si investiwt il codolo della bomba sul maschio dello zoccolo portato alla voluta inclinnzionc e si accendeva la micei:ì. che faceva dC'fhigrnrc la carica di laucio e elle deter minava l'accensione di altr::i miccia Jn quale continuando nella
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LANCIATORPE'D l'.li l BE'.l'J :ICA
LANCIA
TORPEDINE
Defor1.,fure
To ~ P
e,
o, .., e
Fig. 127 - Lanciato1·peclini Bettica .
combustione d urante la traiettoria della, bomba, ne determinava l'esplosione dopo circa 10'. I dati principaH er ano : peso del lanciabombe Kg. 16 (trasportabile a g uisa cU zaino mediante due cinghie) ; peso della bomba Kg. 3 (in casse cli 10 borooe per il trasporto); gittata massima m. 200; celerità cli tiro circa 10 colp:l al minuto ; raggio d'azione della bomba oltre 150 rnclTi; per cui i serventi clel lanciabombe dovevano pro)i.spone un idoneo r iparo per le loro persone.
Allo scopo di {lare un'indicazio(t1e degli orientamenti seguiti in Italia negli studi e nelle applicazioni, accennerem.o sommariamente ai seguenti due a.I tri tipi di lanciabombe pesanti che 1p erò ebbero impiego prat ico non molto diffuso. LANCIABOMBE EXCIDLSIOR (chiamato anche .Mortaio Excelsior a tubo cli lancio) era costituito da. un tubo di lancio inca,valcato con orecchioni su di un affns to a cavalletto. Il tubo di lancio portava :
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LA:\"CL·\ J.:0.\ll31~Ì 0Xl' l:JL~l0I: 1,: AD ACI.1,'TIL@NJ•l
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posteriormente una cll.iwmra con !:<porlel lo a cernil'r:t d w i,ole,·a a11rin;i per l'in troduzione ch•lla bomba cili ndro-ogin,le con impennaggio; - suvrrionuentl' una call.ln·a, munìta di un uttun,tore ron congc•gno ùi sparo a percussione, la qua le comnni<:ant coll'illterno del tuho di lan. cio mecllnnte una aper t ur;i ><lloccunte dietro il fond~llo dd la bomba quando l'!lsa t roYa,·asi in sita per il lancio. Tn onesta camera vE'niva int1·odotta la cnricu di Iuncio. co·ti luitu eia una. cartuccia di car tone di costituzione uualoga a quella cli una ca r tuccia per Cucilt• da caccia.
l!'ig. 128 - Lanciabombe Excelslor.
LANCIARO:\IBF. AD .\CETTLE~E i.\IOD. MAG(}TOHA. - Esi<a fu Lu più motlesùt r eallz:mzione (1icr le propol.'zioni. e per il pe.,:o) di un tipo di boiu·banle, sempre w ocl. ì\lnggioru, funzi onanti r COl'tituitc in modo ana logo. Era co~tituilo da. tm t ubo di la ncio tli lawil'ra fissato nlla t)ar tc antcr iore di una camC"ra di scoppio cilindrica. trnre di lamiera :srawpata, nella quale, mediante tnbttture con r ubinetti si immettcYa una cer ta quanli rà cli gu,; ace lilern.' prodotto da un gerwra tor P a <io,.;aggio. allof?:llo in ,icinanza. :i\'(ediau tc una vi:il.rnln d i iwmissic,ne (l'aria, il g-us uc<'tik ne uw;.-col:tudos i con l'uria n ella camera di i-coppio co!:'Litui\·n una mi;;cela gaso,.;a dl•touante. La qunntlttt di gas ncetuene introdotta nella caIDera tll SCO[)pio era costante, e sempr<' la strssa rra l'inclim1zion e (l!'ll'arma , poggiaute anreriormen rt• su tli 1111 sostegno n cnvallt•tto, e postcriormenté ~11 pr nli»11osw intaccatura dd terreno, oYe ,cni\·a. nllogaco un r obusto codolo sit11ato in prolnngnmellto ti, lla c·nmern dì scoppio. l,<'! variazioni cli gittata er ano ottenute variando lì! pos,zioue della bomba rispetto a lla cnmrra cli scoppio, mecliunte un'asta assiale i-ror n•,·ole lm1go J'a;;.<;c dell'ai;nrn. e che sporgc•,·a. inùict1:o dal fondo della camera di scoppio nttraYerso un foro con guarnizioni. La bomba, cilindrica, sl introclnce,·a dalla bocca del tnb'b- di lancio ed era munita. di anelli e cliscll.i di cr1rtone paratlinato per costi· tufrc cllitlSUrfl ermetica p<'r la tc•n utn delhl mis<'l'la g11sosa detonante.
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ORIENTAMEN'.1'1 f,'!NAL I l::,.lGL~Sl E 'IEOESC, il ST; J L.-1::,.lCIAilO:.JBE
Abbiamo detto che gli orientamenti :finali del periodo che ~ esaminiamo si stabilizzarono intorno ad un modello inglese per parte ·deJle ~azioni alleate, e ad un mod<~llo germanico per parte degli Imperi Centrali. In Inghilterra ed in Germania infatti si intensificarono nel 19] 6 gli studi e le esperienze per realizzare tubi di lanci,o (Projectors, secondo la dizione inglese, e Werfer secondo la dizione tedesca) di semplice costituzione, di rapida e poco costosa fabbricazione in serie, atti a hunciare a notevole distanza (intorno ai 2000 m.) bombe a grande capacità, : uno fra gli scopi perseguiti era quello di poter usufruire di tali lanciabombe nella lotta C()lll gli aggressivi chimici _(gas venefici) per Ja quale occorreva che la bomba avesse dimensioni sufficienti ,per contenere dai 10 ai 15 Kg. di prodotto aggressivo e che potesse essere lanciata a sufficielllte distanr,a di sicurezza dalle linee amiche. Gli inglesi realir,zarono i Livens-projectors che impiegaremo per la prima volta nell'offensiva sulla Somme del 191.7, mentre i tedeschi costrniro1I10 ed adottarono i Gàs-werfer. I primi tipi di Livens-projectors e di Gas-werfer furono molto simili, talchè vi fu poi 'una polemica per la priorità dell'idea (i tedeschi sostenevano, pare non SC!Ilza ,qualche attendibilità, che gli ingJesi avevano tolto e sfruttato il concetto dai Gas-werfer catturati nel rilevante numero cli circa 3000 con relativo rnunizi.onamento) . Comunque le successive evoluzioni furono 1JJ.ettamente divergenti : gli ingJesi rimasero fedeli al tubo di lancio ad nnirna liscia con semplice costitur,ione del complesso; i tedeschi ndottarono ,poi altri tipi anche acl anima rigata, di maggior potenza e cli più lunga gittata, e quindi con maggiore complessità, dell'arma. L'argomento esnln dalla trattazione svolta in questo parag;rafo taintochè non indugeremo oltre, e pertanto è da rilevare ~he gli studi e le esperie;½e effettuati in Inghilterra ed in Ger- · mania per fa creazione ,dei Licens -projectors da una parte e dei GHs-werfer ·d alJ'altra dipartolllo da uno stesso ceppo di studi e di tentatiYi dai qua]i derivarono, press'a poco ·nello stesso tem-
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I T.,.\NCI ABOMD8 S'l'OKER S J,; ì\I INl·:N \\'E[(]•'ER
po, gli inglesi « Lanciabombe Stokes » ed i tedeschi « }Iinenwerfer pesanti )). Come ::ibbiamo accennato più so,pl'a il Lan ciabombe pesante tipo S tokes, distribuilo alla fanteria italiana nelJ a primavera clel 1917, fu adottato anche da varie altre Nazioni, con mocli.ficazioni più o meno sensibili e con muuizionnmeuto o di tipo origiornrio i1lglese, ì.>ppure cli tipo stu dia to e costruito dalla Na zione adottan~e, od altrimenti anche di tipo misto (come avvenne i01 Italia ove si impiegm·ono bombe tipo inglese e bombe tipo italiano). NPl passare in rassegna altl'i modelli precedenti abbiamo visto che essi lanciavano bombe la cui detonazione era assicura. ta o da utH sistema di accensione n miccia di cl.osa La cl.nra ta cli combustione (accrnsi one direttH o indiretta nell'interno del tubo di lancio a mez½o -dell' azione della stessa carica cli lancio, di sfregamento, di ealore d'attrito, ecc.) oppure da congegno di percussione quando, 1per la presenza di un governale o altro sistema d'impennaggio, era assicnl'ato nella ca duta della bomba l'urto di punta. Tali sistem i non era no impiegabili nei lanciabombe tipo Stokes e poicb.è le bombe oblunghe di ta li lmiciabombe, lanciate da tubi acl anima liscin, 01011 aveYano sistemi d'impennaggio, e quindi (l} OU possedevan o l a necessaria stalJilitù, lungo la traiettoria, occorreva munirle di particolari spolette a percussione il cui funzionamento fo se assicurato comunque la bomba mtasse sul terreno o sul me:/izo resistente, mantene(ndo, beninteso, la sicurezza durante il lancio. La questione investiva e investir.\ altri campi di applicaiione e perciò l 'impos tìl½ione del problema, tecnico ven ne fatta all'iJ1tento di soddisfal'e alle varie esigenze speciali •nei diversi casi cl'irrqpi.ego. La soluzione si ottenne colle « spolette a concussione tipo Allways e tipo Olergon )) : gli inglesi usarono per il loro modello di bomba per Stokes l a spolettH a concnssione tipo Allways, mentre per la bomba tipo italiano venne 11sata la spoletta Olergoai . Se nelle cl ne spol ette sono diverse la conformazione e la disposizione delle pMti, viceversa, è idcntito il concetto iuform a tore relativo al fonziouamento : -
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LI<~ SPOLl'TJ© ALL \V A'.l:S J:: OL RRC: ON
il per cuotitoio, tenuto distante dal portacassula dn una molla antagonista, al momento dell'ur to viene fatto avnnz:wc per l'a1.ione di 11nu massa pesante sferica o semisf erica., la quale IlCl' l'obbligato appoggio della parle sfer ic:u, lungo una superficie coniffi è, per forza di inel'zia, egualmente sollecitata ·al movimento anche quanto l'urto non avviene nel senso dell'asse c1el percuotitoio e del proietto, Evidcntemenk dip('nclt: dallrL costi tur,i01w 1larticolnre della spllletta cùc all'azione anr,idetta V<'Dga d<'stinato ìl portacas~ula inYece cl<'l perc11otltoio, o per effetto concomitante, tanto l'uno quanto l'alt ro. 'Tappo delta sp,3te1t,
Fig, 129 - Spoletta a concussione tipo Allwnys,
Come è ovYio, crauo necessarie delle sicurezze sia durante· il trasporto ed il maneggio, s ia percllè il f unzionamento fosse poss.ibHe solti1uto all' ur to della bomba nel punto di caduta. f'er la sicurC'zr.a di tn1;;porto e di ma neggio le spolC'tle erano munite di cappellelli di protezione e dl copiglie da togliersi soltanto al momeulo drllo s paro; pér quella invece al ta ad assicnrare 11 f unzio namento della s poletta soltanto per l'urto ùl cad uta, l!::iistev.1 1111 traYersino cli sicurezza (int<'r posto tra perc11otitoio e portacass11l:1) assicnrnto ad 11n ll:tstr o metallico esterno flessibile', ter mimmt,~ con una placcùetta melallica (Ul!l><!<ll pesante e resistente nll'ario) : appena la, llomba ven iva proiet ta tu fuori ckl Lobo di lancio la placcùf'tlU, nwtallìcn d<·tcrruiJ1a 1' :L lo svolgimento d<'l iiasrro m,•tallico e quindi l'estrazione del ti·a,·ersino dl sicurezza.
Esposto il f· OJ1cetto t ccnico che cli.ede risolur,ioni al problemn , si rl.'n<le supedlua nna clescl'izione partkolareggiata delle sipolette Al hn1ys !:' Olergon impiegate, che esulerebbe da1l 'a rgomento ginechè per ::t\7er e un'id ea di quelle ns ate durante la Gtande Guena sono su fficie nti ]e figure annesse. -
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S POLE'l"TA A TEl\IPO ~IILLS
.Abbiamo pernltro ritenuto opportuno cl.i richiamare s n di esse l'attem.ione dei lettori in questa se<le p e1·chè sulla soluzi011e che [il problema venne data dovremo tor,nare nel successivo pal'agrafo ::! trattando dei proietti di caclnta scoppianti, usati. 0
if...··
I
Fig. 130 . Spoletta a concussioue ti1)0 01,?r gon .
dall' Aeronautica e pel'chè tali tipi <li spolette avranno in seguit o largo impiego nei più p erfezionati e moderni modelli di bombe per il lanc·io a mano, o con altri congegu1i. Sempre per gli Stokes l'Iughilterrn 11,-;ò anche. una bomba con spoletta a tempo tipo )lill><, cli S<'mplicissiroa costituzione il cui per cu:<sore, all'atto dello i:;paro veni\·a svjncolato dal rit.Pi{l10 co,.;tituito da una leva (•lastica-: la dm·ata di combustlqne della miccia, pescante nell:.i. bomba, era di 14". Dinmo un cenno descrittivo cl<:'1 ti1)0 cli« Lnnciaboillbe <la 7G mm. niod. S!okr.,; >li esso fu ndoLtato in Italia alla fiIH' della guerra 1914-18 ecl era ad avancarica eostituito clnlle seguenti parti : tubo di J.::rncio; p1nsh·a <li U[)l)ogglo; cnvalletlo cli sostegno; cong<:'gno cli elevazione; congegno di direzione.
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LANCIABO:\IE D.\
76
:\DJ. S'l'ORES
Il tubo di lancio era cosrituito da una canna di acch1io, lunga m. 1,28, a c·ullbro interno di mm. SUi, cbinsa iJ1ferionnentc a vite da un tappo di culatta, semisfC'rico all'esterno e r ec,mte all'int1T110, al centro, un percu~sore 8YYit11to. Sulla superficie cste1·na d('I tavpo di culatta vi c•ra 1ma valvola per il riflusso rkH':win all ·atto dello ,;puro.
leva dèl
pc:-w~w•
=:im=a-,:;;;,;~·~, S-K,U(~lU
Linea
di frattura
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A1tt9no della
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torpo
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Allo9arrcnfo del rilt9no
Fig. 131 - Spoletta a teUJt)O per bombe da StokC'S tipo :llills.
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Fig. 132 - Lanciabombe da 76 rum. Sloke!S.
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é/;t,d.41-.11•
L.-\XCL\ BO;>.mi,; D,.\
76
:'l[l.\l, S'l'OKi'lS
La piastra d'appoggio er a di lami<"ra struupnm (larga cm. 30, lunga cm. ;;o) con tre incavi sferici per allogan'i, Jn tTe diveri,e posì:'.ioni, l'appt•11dice del tappo di ctùntta del tubo di lancio, e con una IllC'llSola n tre scanalature, s ui bordi dellu quale vl er uno q11att1·0 fori per il passaggio delle cinghie per ll trasporto a spalla . Il ca,·all<•tto di s ostEigno er a forma to da due ~ambe, terminanti con piasrra munita di arpione, e alloggiava il passo a vite cld congegno cli elevazione. Il congegno di elernzlone si componeva. di 1111a for cella di :l[)poggio, con grosso perno a vit<' comandato cla una mauo,ella di el.evazion<'. Il congegno di din-zionc era C'Omposto da un collare applicato ulla volata del t ubo tli lancio e cln nn manicotto scorrernle su perno fìlettato comandato da una ma novPlla cli direzione .
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:Fig. 133 - 13omba italiana con St)o.letfa Olergon .
Questo lanciabombe usa,·a tre specie fondamentali di. bolJ)bc : bOD.iba inglese dl fabbricazione ilalitwa: bombn Hnlinna; bomba ogivale. Le bombe contenevano <·ircu :ioo p:r. di alto esplosi,o (1)ertite o trotyl) ed nvevano raggio di azione rrno a 200 ml:tri dal punto di scoppio. L:i bomba italiana er a. costituita cla un t nbo ùi fen o chiuso chl due tappi a vite : uno inferiore al quale era a,·vitoto un codolo di acciaio (destinato a con~
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L.\ BO:MR.\ ITALI.\:'\.\ COX ~POLE'l"l'.\ OLEfi(l0:-1
tenere la ciu·tucci[l colla cnricu. di lancioJ cou una serie di fori per l '<'Sf>ausione dei gas prodotti dalla cat"ictì di lancio; uno supe1·ior<', con un foro centrale, al quale era avvitato un bocchino per l'Hppl.ictiz;ione della spoletta . A fJUl'SL' ultimo era pure inferiormc·n te fissato un Lubetto contenente il detonatore. Attorno al codolo potenìno es;serc sistemate delle cnrichettc (saecbertl nnula1·i cli bali><tite) nggiuntlve a quella foncla1U0utr1le di lancio. La bomba italiana ,·en h•a monìta di spoletta Ole1·gon e pesava Kg. 4,800. La bomba inglese era simik a quella irnliana dalla qnale clifl('rh·a un poco nel tarn}O ~11periore: poteva 1•ssere munita cli spolect·a a c011cn.:<s.ion1! .Allwnys o cli spoletta a tempo 11!ill>i. La bomba ogivale. inwce dei l1ìppi ora descrilLi, aYe,·a due c·aloltc ogirnli, veniva IDUllita d i ~noletta Oh•rgon C' pesnvn. Kg. -1,250. Veni,àno anche• impiegate : una bomba incendiar ia di costituzione identica alla 1.iomba Haliaua con carica però di fosforo cont('nnto !11 un bossolo c11 latta occupante tutta hl (•uv itù dellu bomba; ed 1ma bomba portn,rueRsnggi ~imilc a llit bomba ingle><<' il cui tappo i::uperiorc a,·eva una maniglia p('r facilita.re lo svitamento e l'estraz.ione del mcssaggio. La b01nha che si voley:L lanciare, data all'arma la vol11t:, inclinar,ione e d.irezionc. vcniYa infifata dalla bocca 11<'1 tubo di lancio e quindi lasciata sc•ivolar c in 0;;;,:o Jìnchè batt<'11clo la curtuccin con l:l carica s ul percussore interno si determina.va la cleflagrilldone della caric:,l di lancio ecl t!ventuaJmPntc delle caricbctk aggiunti,e : gittata massima : con bomba italiana m. 750; con bomba ogivale m. 740. · QL1esto lanciabomhe sad, più tardi og,:r('tto di snccei'-'sivi perfe:r.lonamenti, sia n1•1le parti dell'arma, ><ia nel munizionamento; ed allora diverrà llll:t a r tiglieria da :ranter itl. L'Inghiltt'rra adottò un mor taio Stokes del calibro di 75 mm. e del peso di Kg. 53,500 che può essere ancora consid0rato come un lanciabombe P<'Saute portatlle, m<'11Lre 1·iPntr uno nel campo d e.Ile artiglh•de d'flccompagrrnr:ucnto della fanteria gli altri due mortni Stokcs da mm. 100 e da mm. 1.56. ID sa1·anno a ltresl artiglierie di accompagnamento della fanteria, e fuori quindi cli questo nostro campo di esposizione : il mor taio Stokes c1n rum . 81 rnocl . )918 ac1ottnto dalla Francin, ed un altro mortaio identico adottato <lngli Stati -Cniti. I MinenwPrfer studiat i e adottati dalln Germania, particolarmente nell'immecl1nto dono gucrrn. si staccher anno S<"mprc più dalle cura.tteristiche i::rmpl ici di lanciabombe pci::anti portatili, da considerarsi, nel sen!'o più aderente all'cspre$Sione, quali m·mi sussidiarie della fanteriR, pc1· ass11mere fìsonomia indubbia. di artiglierie dn. fanteria, e ciò nncllc per la <'omplessità clell'nnrnl e della sua lnstalla1,lone. D urante la goerra la O<•rmuni,L impiegò un ì\Ci11enw0rf'Pr d:1 27 rom., installato su affusto a dPformar,ionc, imperniato su piatta.forma che prr il tiro poggia, :l sul teneno e pe1· il n·iìsporto ,·cni,:t pron·isto d.i ruote amo\'ibiE; e:::so con possibilità di dne J)O!Sizioni cli tiro per l'anrrn (una pei: il tiro teso e l":1ltra per il tiro corro) hlllcia,·a nna bomba del p1•i::o cli Kg. -1-500 ac1 11na distanza massima di tiro di 1000 metri; ma !ll)[Jllllto per le sue specifiche carntteri!<tiche.
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J LAKCJAF!Ai\DIB l?ORTATl L I
<'.Ostituì l'unico tipo prodotto duran te la g uerm 191'.l-18 di quC'lle armì che poi i,aran no studiate, classificale e adottate come borubutdc' <1·accompagnawenLO, o ùomùar<le d'assalto o mol"tai d'assalto u. seconda della risp<'ttiva loro costt. t uzione. Dopo ln g u<'rra la Germunia studiò ,·.:1ri tipi di ùCim•n wcrfcr e ne aclottb di leggeri, di medii e ùi pesant i, wa semprr più discostandosi dalla categoria dei lancJabombe semplici. Infatti il meno potente cli essi, il Minenwerfer da 76 llllll, aYeva le seguenti sommarie caratteristiche : calibro 'i (l _mm.; gittata massima m. 90-0; cC'lerità di Ur o 20 colpi al min uto; J)t'SO in batteria Kg. 1.J7; 1n·oietti del peso lll'.litario di ci1·ca 5 Kg. (Qomba, ùmnba esplosi\•a, bomb:L corazzata, bomba mum111an te, bomba por ta-messaggi); scomposizione in quatti:o carichi dei seguenti pesi: Kg. 23, Kg. 32, Kg. 2-1 e Kg. 68; traspor lo con uvantr('110 ·a mezzo di due cd anche di 1111 ;solo cavallo; ec,:ezicmalm('nte e p,e1· b1·e,·i tratti il n·asporto poteva a Y-..enire a braccia o a spnlla, con sciunclra cli 10 uomil1i. Evidentemente il confine consentito per le armi o mezr.i s ussidiari portatili era oltrepassato.
I LAKCI AFIAMì\IE PORTATILI. - Volendosi atte1nere, in senso lato, al cr iterio col quale l!)UÒ ,definirsi arma di un esercito ogni arnese da esso impiega to sul campo di battaglia per offen.éJere o per difendersi, si pnò anche a ttribnhe tale denominazio1ne ai lanci afiamme che sorsero dorante la guerra 1914-18, che ebber o ovunque diffusione e impiego notevole, ma che fl'l.011 costituirono una noyità, 11è eoJ).le mezzo perchè l' uso del fuoco prodotto da mat er iale infiammabile per l 'offesa e la difesa è antico quasi quauto l'nolllo, nè come creazione t ecnicn dell' apparecchio spedfic·o per prodn n e ht fiamma perchè proiettori, H pressione, di sosta rn:e i,nfìamnrnbili a tti a l!)roclune più o meno pO· teinti getti di fiamma ad alla tcmperatm·a el'a no elfi t empo impiegati per snn·ia tissimi s<·opi (industriali, agricoli, igienici, profi lai.tic·i, e(·c.). L' adattare oppor tu namente 1111 me1.zo del genere ,i scopi be1lici n on plHÌ che indnn e, una volta cli più , alla ri.flessioue cli quauto siu stflto , antaggioso 111 elle gnerre moderne, nelle quali l'obbiettiYo prindpu)e è quello di sopraffare l 'avversario (lisgr edan1cl olo materiHlmentc e 1norfllme11 te, l a ricerca tenace, costante e(l assidua di mezzi tce:nici idonei al raggiungim ento c1el1o scopo. -
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I LAKClAFIAiL\1E 1:'0RT.\1'1LI
I lanciafia mme fmono infatti dei mc1/.zi di modesti. ima attrezzatura le<.:.11ica : eppur e si rivelarono, 11e1Jn sit uazione con t ingente cli g rande a usilio : per r atta<'c:o : - contro undd di resisteuza isolati; - per prorncare L·apida mcute lo l:lf!OUlbero cli trinc·<·t•, di ricoveri, di a1111osta nieuti coper ti; - per agire. a brc ,·i distanze, asl:IOCiati u gruppi di tnnciatod cli IJolllbe, per clistrug-gerc lusic1iosi ost11c.:olì a l m o viment o (bn><sa vegetazione, armature iu legno di tlife ·e passh·e, l'<t); - e per la clil'esa: - 1x-1· inibite pas:saggi attraYcrso vnrehi aperti nei r eticolati; - per sbarrare p,u;;saggi obbligati ; - per provocnr c iucen<ll protcttiri.
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La g uena che si combatt<>va rec-Jamava . di giol'\nO in giorno 1' SeIDJpr e più, preponclcmrnza cli a:i;ione di fnoc·o; ecl il riC'or o a l fuoco, nel senso rist1·etto della parola, portò il suo non disprezZil bile con tl'ibuto. Gli apparec-clù, le armi se così le vogliamo thiamare, ebbero una costit uzio1w general e c:om nne per tutti i tipi sor ti ed impiegali e cioè: serbatoio o r edpiC'nte metallico rontcnente: sotto pressione, rn1 liq nido infia mmabile; il 1icp1ido veniva posto sotto pressione a mczr.o cli bombol<> cli 11c:ciaio eo11 tenenti aria: com pressa (IGO a tmosfere circa ) ; le bombole, u1tite ni serba t oi comnnica,ano co11 essi mediaute appositi racconli e yafrole a comando; l'aria comp1·essa, uscente clnlle bombole en trava nei serba toi ;1ttraYerso nn lubo pescnute chll b,1 so Yerso l'alto e affiorante dalh1 snpc•rficic• supel'ior c {lel liqui<lo (sistema co,mrnne per t n lti gi spt·n,,,:r,alori): i serbatoi er:rno pronisli di tnbi di lancio; iJ liquido i11fiammabile. c.:ompresso 1w ll'interno <lel t'ecipi<?nt<?, all'a pertura cli apposite saracinesche manon·a tc a mano, veniva proiettato \'iolentemente att.rn,·erso il tnbo cli la nc.:io e l'accensione <li esso a nc11 iva di1·C'ltamente, a mezzo di npposito accenditore, oppure autornatteamcntc a mezzo di spugnetta di platin o r esa. irn·an clescente d n un getto di. idrogeno, contenuto in app osita bomboletta applicata all'esiremitù della l:rncin clel tubo di lancio. -
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I LANCl.-1.1<!,\.\l.\1}] POltTATILl
Di lat11dnfìnmme se aie sono costruiti e nsati due modelli fondamentali: -
leg-geri pol'tatilì : cou caratteristiche fouclameutaU cU mobilità, leggerez;,,a, libertà d'azione, e impieg:1ti nell'offeusiva durante l'assal to; - da po,;lzioue: tipo leggero o tipo pesante, impiegati cli massima n ella di re,,m e per snmture a;,,ioni cli c;outrattacco. La loto M,ione t•ra : a gruppi cli apparect:hi pct i leg-gu·i portatili; a massa riei· quelli da posizione. La g-ittata (da JO a 15 metri pet· i leggeri portatili; da 20 a 30 metri per i. leggeri da 1>0sii,ionc; <La 30 a 90 metri per I pesanti tlu posizione) era r egolata clall' in(·linirnione del tubo cli laucio <! dalla pressione clell"aria compressa ; l'intermittenza del getto, quauclo t·sistevff c1·a <lata da speciale dispositivo a saracinesca applicato alla lancia e manonato a m;:iuo con upposita leva. Il liquido· intlammab'ilt! eru iu genere coll.lt>Oslo da uu miscuglio cli 5 1>artl di olio leggero cli catrame (depurnto <lai f enoli) ed una parte 111 essenza (petrolio, benzolo ecc.) coll'aggiunta di un :, % di solfuro cli ca rbonio, pc1· aumeutarc l 'infiammabilità e il potere calorifico del getto. ~on merita tonto tli soffermars i sui mollelli costn1lti ntlottati e iu1piegati dalle vntic Xazioni perchè le differenze, cli scarso rilie,o tecnico, consistevano cssenz h1Lmente uella c:lJ)aciLlt clel r<~C'ipieute, nella disposizione delle bombole ad :nìa compressa, nell'esistenza o meuo dd getto intermittente e <lellu accensione automati ra. uel pt!SO compJessi,·o dell'appan'ccliio, nel sistema cli_ monta.c:gio per il piazzamento c<l il t1·al'o;[lOl'lo . i\ia le due ultime <liffcren7,e potevano fra i vari tipi essere abb:istauza sensibili per l laucialinmme da posizione (in relazione alla loro poteu7.a) mentre per i lauciafìamme portntili che interessano la nos tra espos i.zione, e rano di poca cntitìt perchè il peso oscillava dai 80 ai 40 Kg. e la gittata pratica (limite estremo utile clclla zona clel calo1·e) va ria va dai 12 a i 1:i metri.
In Italia Yen11ero impiegati i s<>guenti Lunciafìamme porta tiJi : tipo italiirno : a getto inte1·mit.tente çon accensione automa tfra : tipo italiano modificato D.L.Ii'. : a getto in,termittente coli o s<~11za acceo1 sio1ue antomatica; tipo Rc-11ilt K. 3 : a getto continu o senza accensione autorna tica ; tipo Rchilt ~- 3 bis: a getto int~rmittente senza acce nsione a111·ornntica. Questi tipi aYcvano un peso sui 30 Kg. , una gittata pratica da 12 a 13 rnefri cél il loto traspoi-to avven iva a spaUa d'uomo a -
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PROBLE) ll RELATIVI Al,1,0 AR)Jl DA FUOCO PORTA'L'.lLI
mezzo di spallacci che assicuravano l'apparecchio al dorso dt>l portatore. Per quanto :Euori dell'argomento relativo alle a rmi o mezzi sussidiari portatili, iridichiarno anche i tipi principali di « Laneia1iam1Ue da posiz:ione il usati clall'.Italia nel periodo <lella guerra HJ14-l8, specialmente per rendere evidenti il confronto con i lanciafiamme portatili nei r iguarcli del peso clcll"appurecchio e della relativa potenza : - tipo da posizione legg<c!ro Sehilt N. 2 medio : gittata pratica dai 20 ai 25 metri, peso s ui 100 Kg.; - ti po da posi1.ioue leggero Schilt N. 2 grande: gittata pratica dai 25 ai 30 metri, peso sui 110 Kg. ; - tipo cla posizione pesante H .T . (Hersent-Thi rion) : gittata pratica dai ~15 agli 85 metri, montato su telaio a ruote e trasportato con avantreno a traino auimale o con· autome1.7.o cli t raiuo. Per questo ultimo tipo la figura ri produce le ampiezze delle zone clel fuoco e del calore (1.ona di iizione diretta della fom1ma e zona cli azione dell'elevato calore prodotto dalla fìanima stessa) per la gittata massima cli S5 metri.
§ I (D)
Impostazione dei problemi relativi alle armi da fuoco porta,
tili a seguito dell'esperienza de lla g uerra 1914°18.
Dalla situazioine dell'armamento portatile da fuoco alla vigilia della Grande Guerra 1914-18 siamo giunti a quella che, al termine del ,p eriodo storico, oggetto cli questa nostra. rassegna, possiamo definire ~l'i mpostazione di problemi, di studi e di espe rienze per fissare, in base ai criteri ed alle tendenze messi in evidenza cla una guerra di proporzioni quanto mai vaste, nuovi si· stemi c1'a,r mame111to. Se dura,n te la guerra i tecnici han no dovuto risolvere "' ffan·nosamente ed affrettatamente i problemi che dolorose espeefonze ed urgenti necessità loro imponevano, notevole e vasto saeit il campo degli studi q11ando, a conflitto concluso, essi dovran110 non solo r ivedere le soluzioni affrettate, ma ricercarne altro orno,~e, aderenti all'evoluzione dei concetti d'impiego. E non basta: -
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Pll0BLE}.1C REL.\'l'ln ALLE) AR}.!I IH
f"COCO POR'l'ATILI
la grande lotta che si è estesa ai Continenti. e che per q uaHro lunghi anni è stata aspramente combattuta sui più s,·ari ati ca.mpi cli battagli.a, ha dimostrato quale contributo di i1J1cakolabile valore possa il tecnico offrire al tattico fornendolo di a1·mi. e di. mezzi elle, sfrutta ndo al massimo i più moderni ritrovati della scienza, gli con entano di ottenere quel suc<.:esso che invano avrcbbel'o ip ersegnito su formule adeguate a mezzi sorpassati. All'inizio della guerra 1914-18 si diceva che l'azione tat ti<'.:.1,· si prefiggeva lo scopo di andare avanti valendosi dei mezzi « fuo~ co, movimento, 111·to » dei qu ali il movimento aveva il prerlominio, poichè per successh·e ondate, accompagnale dall'azione di fuoco, l a massa d' uomini uttaccante doveva disorganizzare e soprafl'are la massa di fnoco avversado. }la non tardò il mettersi in evidenza, attrnverso numerose perdite e notevoli insuccessi che l'azione prepondera n te doveva essere quella di fnoco, ed allora l'armamento della fantel'ia da molti fucili II ripetizione ordinnria. e poc:he rnitn 1gliatrici pesanti passò, in affa unosa gata tra i contendenti, a minor numero di fncili ordii11ari e più mitragliatrici. Ma l'azione dei fucili e cl.elle mitrHglia,1Tici 11011 bastò alle molteplici el'ligenzc rh·elatesi. ed nllota sopraHennc l'impiego, via via sellllpre pi.ù esteso, di bombe a ma1110, bombe da fucile, JanC'iabombc, landafinmmc. Messi iu azione tntti questi mez1,i, compnrsi i e11rri i1rmati, sviluppatosi i'I contl'ibn to dell'aviazione . resosi sempre più poten te il peso dell' azione cli fuoco delle Hrtig-lierie, la tatlica cl.el1 'urto [routal.c delle fanterie clm·en1 tra montare; le formazioni cli c-ombi1 ttimento, che erano Jinenl'i, do,ctte1·0 cawbiare pcrchè nou consentivano alle nno,·e armi cli essere impiegate tutte eontcmporanenmeute con la voluta ef!k,L· eia; nJl.1 linea c-ontinua cli fuoco fu neces ai-io sostituire un fronte d' atti1 cco a scaglion i, -<.li pi<:coli gr uppi stnccati disposti a sC'atchiern e cnpa<:i di svolgere ..1lle medie e pic<;ole clistanz,~ una qua11tit.'t c1i fuoc: o molto grande· l'urto pe1'dette il c-arM1ere cli azion e a sè e cli,ernie nn vero e 1no1pri.o assalto col f uo1;0; e il moYimento . pur 1·illlanendo l'uuko mezzo per raggiungere gli obbiettivi essenziit li llel Cl)mbat l iuwnto, ebbe un valore relati v.i · mente inferiore affazione cli fuoC'o. Kel fr~rnte d'attacco a scaglioni, la fa11teric1 cercati i punti deboli cleile posiziolli awersa -
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PitoBLEMI RELATIVI ALLE) AR~I DA FUOCO PORTA'.l:ILI
rie li oltrepassava, li prnndeva di rovescio, mentre l'artiglieria li batteva; la sua azione di fuoco doveva evidentemente abbandonare i non più adatti schemi del tiro individuale e del tiro ,collettivo, per divenire l'insieme di tiri d'iniziativa e di azioni . di gruppi ed individuali. Nel gruppo d combattiment o vi saran110 combattenti capaci di servire, coadiuvare, proteggere l'azione ,dell'arma automatica principale del gTup[JO stesso - mitragliatrice leggera - mediante l'a,zione di tiri tesi di alt re armi -a d :azione rapida. e micidiale (pi.stole mitragliatrici - carabine o moschetti automatici) e di tiri curvi a. forte effetto materiale e morale (bombe a mano - lanciabombe) effettuati a distanze r avvicinate . Il fucile a ripetizione ordinaria rimarrà indiscutibilmente <!Ome arma necessaria, ma per un campo di azione morto più limitato. Le mitragliatrici pesanti iprenderanno l'aspetto di armi da posizione, col compito speeiale di a,gire a. massa, a. forti distanze, per apipoggiare la avanzata della fanteria, e seguire tiri d.'inter·d.izione, costituire l'ossatura per l'organizzazione ,d el terreno. Altre mitragliatrici pesanti dovranno a.vere costituzione teclilica particolare e potenza adeguata per i tiri controaerei e contro carri -a rma ti. Concludiamo i.ndicando su quali requisiti tecnici fonda.mentali erano orientati gli studi qualche anno dopo la guerra 1914-18, per concreta.re le armi portatili cl.a fuoco da adottare in armonia .ai concetti scaturiti dall'esperienza della guerra stessa : -
FUCILI A RIPETI7,T.0NE ORDINARIA : tendenza a ridurre la poteW,a balistica a vantaggio della leggerezza e maneggevolezza ; orienta.mento verso un fucile corto o moschetto. - FUCILI A RIPJDTIZIONE AU.TOMATICA : i modelli già realizzati non erano tali cl.a dare soddisfacente soluzione al pur vagheggiato arma.mento autorrn1tico della fanteria. i\fentre si effettuano studi ed esperienze per ottenere t ipi migliori, si manifesta nn più spiccato orientamento verso i moschetti o carabine automa tiche e verso le pistole mi tragUatrici. - MOSCHE'l'TI AUT0i\:CA1'ICI E PISTOLE MITRAGLIATRICI: si realizzano vari modelli elle basati su quelli usati in guerra li migliorano sensibilmente. Si ottengono buoni tipi negli Stati Uniti d'America e in Germa nia, specie per le pis tole mitragliatrici. - PISTOLE AU'l'OMA'l'ICHJD: i modelli adottati durante la guerra ap-
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PitOBLffillH RELATIVI AU,ID AIUII DA Fl:OCO PORTATILI
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paiono soclclisfacenti e rispondenti alle moderne esigenze. Non si hanno che val'iazioni di scarso rilievo su modelli già esistenti. MITRAGLIA'. (RICI LEGGERE : numerosi gli studi, le esper ienze e i modelli realizzati, perchè la mitragliatrice leggera diviene l'arma essenziale della fanteria . 'l'utte le Nazioni adottano nuovi modelli di pregevoli requisiti tecnici. MITRAGLIA'l'RIC_I PESANTI: con opportuni miglioramenti e pei:.f:ezionarnenti si tende a rend~re pii1 idonei all'impiego affermatosi durante la guena i modelli esistenti (perfezionamento dei sostegni e dei congegni di puntamento), e si persegue lo scopo di ottenere modelli più potenti, pur senza appesantire troppo l'arma. MI.TRAGLIATRICI SPlliCJALI : devono essere create in base alle esigenze scaturite dalla guerra. Gli studi e le esperienze per l'adozione cli mitragliatriei contro aerei tendono: a realizzazioni in base ai seguenti requisiti fondamentali : - grande velocità iniziale pet rendere piecola la durata cl.ella traiettoria, tesa la traiettoria stessa e c1uindi semplificare la condotta del fuoco e gli apparecchi cli puntamento: - potere vulnerante a distanze notevoli (fino a circa 3000 metri); - grande celerità di tiro (1000 e più colpi al minuto) con l'adozione <li particolari acceleratori e rinforzatori ; - proietti speciali, traccianti, perforanti, incendiari a calibro notevole (da 10 a 15 mm .) e organi~zati in moclo da riuscire inoffensivi per le persone che si trovano a terra ncl punto cli caduta; - sostegno permettente il tiro verticale e il settore orizzontale illimitato; - apparecchi di puntamento tali cla consentire rapidamente o meglio automaticamente le COffezioni necessarie per tener conto del movimento dell"aereo e dell'angolo cli sito. ARJ.\'.fl A CANNE MULTIPLE: viene opportunamente studiata anche tale questione. l\fI'.rR AGLI ATRICI CONTRO CAR.IlI. ARMATI : per tali armi gli studi avranno per base caratteristiche analoghe a quelle delle mitragliatrici contro aerei, tenendo conto della non necessità del t iro ver ticale e della indispensabilità, deriva nte dalla postazione nelle primissime linee, cli poter effettuare la scomponibilità dei complessi in parti di peso non superiore dai 20 ai 25 Kg., e cli adottare sostegni bassi e facilmente occultabili e mascherabili. ARMI PORTATILI SUSS!JDIARIE O COMPLEMENTARI : gli studi verteranno sul. perfezionamento clei tipi migliori fra i nmnc1.·osissimi' sorti durante la guerra : le bombe a mano verranno concretate su nuovi moéldli, quasi tutti a percussione con spolette tipo Olergon o Allways ~ per i lanciabombe leggeri l'orientamento sarà verso tipi cli mortai d'assalto mentre l'evoluzion<~ dei lanciabombe pesanti, attraverso successivi pel'fezionamenti, si orienterà in modo da far trasferire tale tipo·
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PllOBLE~fl RI-:LA'fl\'f ~LI.E AR~l DA FL"G('() PORTATI LI (li arUJi\ sussicllnria n ella categoria delle artì~licrie tl'rtccompagna.mouto della fanteria.
Le armi Sllssidiarie nate, si pnò dire, dnrante la Grande Guerra hnn,no HYuto ,d uraIJ le la gu erra !'>tessa wno s·dluppo che non pnò esse sfuggito all'atte11ziOJ1 e degJi s tudiosi e ,clei tecnici competenti. Vem1ero chiamate :nmi sussidiarie perc:hè a lne erano quf lle che doveYa110 consiclera r~i fonclament11li e c:he fondamen tali eootinuerana10 a riruan ere: esse però p01·taro1no un <·.011tribt1to di <'f:6.cacia molto 11otevolc, sia pur e nei moclelli s tudiati e adottati eon affano1 osa fretta, e pertiò rima ngono sempre degne del più attento intet'essamento da parte degli studiosi dei progettisti e dei C'ostru ttoi-i. La storia clelJe armi. come già c1 bbiarn o an1to occM~ione di accennare 1wl corso di qnclJa 1'apil1a ra i;;segna , è intimamente coJ1egata a quella della Rcicnza e della T ec·nica . per c11i sarebbe in evide,n te enore ehi ritenesse <:lte il progre:::so del la Scienza non debba avere iufl uenza clecish'a suJl'eYOl uzione dc~Jle armi. Qua ndo i prin cipi scieutifki applirati per tahrne cli esse siall1o s tati sfruttati a l massimo1 i tecnic:i cerchera1mo in a ltre branche d ella Seienza la r ealizza:done di quei mezzi atti a fiac·care, materialmente e mora lmente, la l'esistenza dell'avversario, e chi primo nrrfrern. a Jln meta potr:ì. contare sulle più forti probabilità di successo . Il cam,p o dei cosjdetti mezzi complementari è ancora in gran parte da. sfruttare e si ))l'esenta fert ihssim o per gli. studiosi di clisciplio1e belliche : non è pertanto improb11bile c-he tale branca cli studi possa prendere posto di primissimo piano sicchè le conseguenti ren lizza zi oni abbiano a divenire determina11ti nella risoluzi.one cli futuri c011flitti. F in dagli inizii cli questa Storia ùell' Artiglieria Italiana è stato chiaramente sta bilito che essa <lornsse a rre t arsi al 1920 e, in armonia a quan to prefrssato, 1non iintencliamo con qnesti breYissirni cenni dare U!ll seguito organico alla precedente ra ssegna. JUteni a mo tuttavia di non dovcl' trascurare il contributo che la I ndustria italiana , per la grande importanza nssu111ta dalle armi automatiche, appo1-tò negli stndi, 1n ei progetti e nelle realizza -
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PROHL!l:MI REJLA'rtVI Af,Ul ,\&)Il DA FUOCO PORT.I.TILI
zioni per merito delle Oase costruttrici P.I.A.T., Dr·ecla ecl Isott~-Fraschini, talchè anche 1pl'esso varie Naiioni estere venne attentamente seguito ed apprezznto quanto in Italia si produceva in proposito con geniali e pratiche soluzioni clei problemi che, specie nel campo delle mitragliatl'ici, la guerra 1914-18 aveva imposti a.ll'esame dei tecnici.
Tra questi problerui, uno dei più pressanti fu i.indubbiamente quello della mitragliatrici leggera, divenuta, come abbiamo già. detto, al'ma essenziale della fanteria e principale del gr uppo di combattiruento. La. nostra S.l. A. mo<.l. 1918, ereata nel periodo bellico e che diede ottimi risultati nelle urgenti nec-essità contiii1genti, non raJ.)[)resentava che una soluziome di circostanza. La Società P.I.A.T. reali.zzò il « mod. 1926 )) delle seguenti carattel'istiche principali: Calibro mm. 6,v; direLta utiUzzazione ùd rinculo; partì rinculanti : c1u11m e scatola cli culatta ad olLuratore, rincUlanti per quantità dh'erse; carLuccia come per il fucile 91; canmt d'acciaio speciale con radiatore ad alette pe1· il l'Offreddamento aa aria, con rigaturn elicoidale destrorsa (4 rìglle) e vrovvjsta dl spegnifiamma; manicotto di protezione fissato al costello ~ formante ap11ogglo alla canna; culntta mobile con iocnstrl per l'unione a baionetta colla canna;
Fig. 134 • Mi!raglintrlcc leggera Fiat mod. 1920.
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PROBt,(l)~H R8LA'l'JVI ALLE' ARM [ DA FuOCO PORTATILI
castello contenente i varii. congegni e COll fìlettatur:1 m'lla parte anteriore per l'nione, ad avvitatura, del ma1Jicotto di protezione; congegno di otlt11·n2;ione a cilindro scorrevole con appogg1o a clente; congegno cli s paro con l)4'rc ussorc a $telo e corpo c.ilinclrlco cavo, e cou scatto co:stitu.ito da \Jottone di scatto, asta di scatto con molla a spirale, lern cli scauo e clcJ1tC' cli :scatto posto nel congegno di esplsione; congegno cli sicurezza a mano ed automatico; congegno cli ricupero a molla a spil·alc, :sia per il compler;:so canna e culatta mobile s ia per l'otturatore, congegno di xipctlz,lone e di nlim('Jltazionc: · a sel'batoi.o amovibile capace di 20 cartucc:e s u cluc file, tipo unificato per mitragliatrice leggera, in lamiera di ottone; congegno r<'golatore del rinculo costitUito dal perno cli blocco; congegno ammortizzatore del rinculo, arti,o (molla a spirale ammor tizzutrice elci percnssor e) e iner re (crn;cinetto di gomma fisso a ta])lio po:,;teriore); congegno di lubril1cazlone :lutonw.tica dei congegni e d 0.ll:t cartuccht costitoito da serbatoio d'olio, pompa a stantuffo con wolla di r itorno, pistoncino cli rimando nella culatta mobile (Uzionaco dal mo,·iD1ento dell'otturatore); parti sussiclinrie : due m11uopolc d'illlpngnatlU'a, falso calcio con regolabile appoggio f:t spa lla; sostegno a treppicdino composto di : nucleo centr ale con maniglia di bloccaggio delle gambe e vite con maniirlin e dùdo v.-r il bloccaggio d<·ll"at·ma nel piano ,·erticale, due gambe auceriori mobili <' ripiegabili ed una posteriot·c terminante con esn·<'mità a vomero, collare con clnc clementi a semicerchio con piuolo, vite con dado a lmi ccio piegllevole, base, vite it maniglia 1,er bloccnre l'nrrua nel S<•nso orfa?,intale. Pesi: nrma Kg. 11; arma con falso cnlcio Kg. 11,450; t rcpJlil'.ùino Kg. ~La celer ità del tiro è cli -!50 11 500 colpi al minuto primo, e prr non riscaldare eccessivamente la canrnt è necessario cambiarla dopo aw~r sparato un cer to numero cli colpi (200 cirCt'l) ; per qursto ogni m1t1·agliat1·icc è fornita di due ca.n ne cli ricambio e l'op<'razìone di smontaggio e di monrnggio di ogni canna è rapidissim,1 (10 minuti secondi circ:a); la cnnua calda può esser e lasciata rllffreddare len ta mente oppure essere raffreddata rapidamente, immergendola in acqua.
La Società BREDA ideò e costruì, pressochè neUo stesso iperiodo di tempo, la mit1·agliatrice leggero B1·eda « mod. 5 O>> <:on l e seguenti caratteristiche : Cnlil)ro mru. 0,5 ; diretta utilizzaziOJW ùrl rinculo; vnrti riJJcl1lanti 11cr qualltitù di,·ersc : canna e giu11to d'U11io1JC aù onuratore; car tuechl come per il fucile 91; canna ù'acciaio SJ)<•ciale con rndiatore nel alette per il raf'freclclamento :1u aria e P!"Ol'YistH di SP<'gnifiamm:i. n ,·vitato; giunto d'unione con funzione d1 culatta mobJlc e su.gomato per l' unione alla cmma con incastr o a baione tta; cas tello cont.-uentc i Ytn·i congegni e la cui parte a11teriore di sostegno alla canna, m<'11n·e la partl' posteriOl'<' cilindrica è proYYista di ner vature per l'incai;tro della testata od impugnatorn; congegno cll otturazione a cilindr o scorrevole con appoggio acl alette siruroetriclw (la chiustll'n avvieue per effetto diretto ùella testa dell'otturatore che urtn contro 111111 corona ch·colare cl(']
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PROBl,0}.Il ltEL..\TIYl ..\LLI-~ AR:~ll D..\ FUOCO PORT..\Tll,T
blocco gimlto e c1uesto, per effetto di una piustxa di bloccnggio, è oblJligato a r uotare eù investi re le ulctte drll'otturatorC'); congegno di s ptH'O con percussore a stelo provvisto di p.;ancio cli scalto, e di scatto con ùotlone di scatto, asta di scatto, telaio a ghigliottina e piStoncino di sicurezza; c:onge1:,'llo di :sicurezza or:òinaria (leva, di ;;icurezza cstern u) e au tomatica (pis toncino cli sicur c1.za); congegno di ricupero costituito dalb molta a spirale d<'ll'otturntorc;
t
I__ _ F ig. 135
:i\:Htragliat.rice legg1'rn Breda GC.
congegno ùi r ipetizione r alirnc•ncnzioue a serbatolo amovibile <· girevole con caricatore a pacclletto metallico capace di 30 cartncce su due file ; congegno .ammortizzatore dC'l ril1cnlo ('. osti tuito da rnolln a s pirale dell'otturato1·c ; congegno cli lubrificazione automatica dei congegni e della cartuccia con serbatoio per olio e 11ompa a ~Lan t nf(o con molla cli ri torno; parti s ussidiarie : imp11gnatura, fals o culcio con a11poggio a spalla adattabile ; coperchio del castello che funziona da serbatoio dell'olio; sostegno a treppiedino composto di: corpo in la miera d'acciaio al quale vlene fissato a doppio snodo il congegno d'unione all'arma e un arr esto per il bloccaggio in direzione; gambe tubolari in acci:110 drlle quali le clne an teriori mobili (girevoli) e la 11osteriore fissa. P,si : arma Kg. 9,250 ; arrua con treppicclino e falso calcio Kg. 12,300; caricatore vuoto Kg. 0,070.
La stessa mitr a~lia trice p uò essere montala su sostegno bipiede an teriOl"(~. La Società Breda, con leggere trasfol'mazi oni e modificazioni 11ella testa ta , nel falso calcio, nel bipiecle e con picco.le differeaize di dettaglio, dalla mitragliat rice leggera mod. 5 C ottenne poi il« moschetto mitraglintore mocl. 1.929 », dell a. stessa. potenza - U2 -
PlWBLEì.VlI RIDLATIVJ ALLID ARMI DA l<UOCO PORTA'.l'ILI
qr,.9/w p$·;/ 1'N~pa;,7o "' · ,rr,1r..oll<1rm • L ~_
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4 <f'/';tl!d<Jc,
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F.ig. 136 , Moschetto mitragliatore Breda mocl. 1029.
di fuoco della mitragliatrice leggera analoga e che pesando circa Kg·. 3 in meno di essa, meglio si presta per il trasporto in bicicletta e su terreni rotti o di montag,n a.
La guerra 1914-18 aveva, sempre nel campo delle mitragliat rici, aiperto un vasto campo cli studi per realizzare le mitragliatrici speciali da crearsi in base alle esigenze scaturite dalla guerra stessa. 'l'ali mitragliatrici, cli maggior potenza di quelle pesanti esistf!Ilti, dovevano tendere, nel miglior modo possibile, ai requisiti che a,bbiamo sommariamente indicati nel precedente paragrafo (D), così da poter essere efficacemente impiegate nel tiro contro aerei e ,n el tiro contro carri armati ed anche, con particolari siste;mazioa1i, tra le armi dei carri armati. Per i cenni orientativi che ci siamo proposti di fornire, sarà sufficiente indicare taluni mocl'elÌi che le menzionate Case cost ruttrici hanno realizzato, e fisseremo l'attenzione su modelli a tti a fornire un'idea dell'evoluzione degli studi e dei progetti, presso di noi, dagli a,nni dell'immediato dopoguerra 1914-18, a quelli che hrunno segnato l'inizio del seconclo grande conflitto mondiale.
Nel 1935 la Società F.I.A..T. con una geniale trasforma,.. zi.one della Fiat 1914 realizzò la. « :Mitragliatrice da mm. 8 mod. 914/935 )) avente le seguenti principali caratteristiche : -
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PROBLEMI RELA'l'IVI ALL E) ARMI DA F U OCO PORTATILI
Calibro mm. 8 ; canna pr ontamente ricambiabile per chè unita alla culatta mediante un ttatto cilindrico con quattro risalti; raffreddamento ad nria ottenuto mediante sei curvature circolati ricavate sulla cnnna; culatta mobile mrnloga a quella del mocl. 911., ma cli maggiori dimem;ioni per poter assorbire Ja maggior energia del ril'lculo; congegni unalogh i a qucm del mocl. 9H, :.1 parte il congrgno di alimentazione che è a nastro metallico articolato <' che t! co:stituito da: leva, contToleva e molla d'alimentazione simili al mocl. 9H ; gruppo alimentatore sul quale il nastro metullico ttova alloggiamento e vienr opportunamente spostato. Il nastro metallico è composto cli elementi ricavati a stampo e che si possono congiunger e a snodo in numero vfu·inbile; i nastri notmalmente sono costituiti da 50 elementi. La mitragliatrice impiega : cartuccia a pallottola ordinar ia calibro 8; cartuccia a pallottola tracciante per t it·i controaerei ; cartuccia n. 11allottola D.'!'. (clirezionc tiro); cartucciu a pallottola perforante, per ti ri contro carri artUatl o postazioni bliJ1dnte.
La Società BREDA 111el 1937 c~oncrctò la
« Mitr agliatrice
Brecht mod. 37 <:alibro ;mm. >> che studiò ecl ottenne nell'irntento di unire ai vantaggi balistici dt:>ll ' arma pesante a fuoco multiplo i requisiti cli mauegge,olezza e trasportabilità dell' arma
l eggera. Anzicllè indicare i requisiti caratteristici, che non renderebbel'o bene l'iclea del funzionamento della mitragliatrice, l>asatu sulla genialità dei congegni, accenneremo brevemente al funzionamento stesso. L'automaticità è otlcnuta mediante presa di gas nella cauna. 11 raO:rcclclamento della canna è ad aria. L'arma ri mane aperta dovo la par tc'nza del colpo, ogni qual,olta si sosponde la pressione s ulln. con lroleva cli scatto, oppure quando è scarica. l n tale 1ùtimo caso, per 1iprenclerc il tiro, bastct'à intTodurrn 11J1 nuovo caricatore (n lamina) e premere di nuovo sulla conn·olcva cli scatto. Il tiro sarìt i.Ut<'rmittentc, a piccole rafficlle di colpi, se intermittente sarà la pr<':Ssionc s u detta leva, mentre :sarà continuo se la pr essione sar à continuo. Per iniziare il tiro si J)Orta indietro un cunelll) d'armamento ouùe far retrocedere un pistone che comprime la sua molla di ricuper o. Nel primo istante della corsa retrograda, il Jlistonc toglie nnn chiusnra di sjcurC7/68, poi apre l'arma, abbassando un piccolo blocco otturatorr e trascinandolo indleh·<> fino a che 11 pistone s tesso non è trattenuto dalla le,·a cli aniso di serbatoio vuoto. Si car ica nllora l 'arma, introducendo w1 primo caricator e, completo di cnrtuccle (20); in un hocchetto a sinistr a in modo aa fill' abbassate la levtt e liberai:e il pistone che allora avanza, fino acl essere. tTattenuto dalla sola levo. di scatto. Appena Si preme la controlcva, il pis1oue, ~pinto dalla molla l"icnpero, balza in avanti col blocco·olturntoxr, introduccnclo nella canna la prlma cartuccia ; chiude l'ar ma, sollevando dapprima il blocco-otturatore e poi strisciando sotto di esso per assicurarne 1ft stabile chiu-
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PROBL011I RELA'.r lYI ALLll: AR:\H DA FUOCO PORTA'l'ILI
sura. e finalmente percuote il percussore determinando la partt:mm del colpo. Quando la pallottola ha percorso circa la metà della canna , una parte del gas uscendo da apposito foro della canna ~tessa, spinge indid ro il pistone che, nel primo istante, scorre sotto il blocco-otturatore, togliendo la s na chius urfl di .sicurezza; quind.l lo nbbassa e lo tr ascina illdielro, come già sopra accennato. Nella corsa rctrogra.da del blocco-ott uratore, l'es trattore, ad €sso collegato, estri.H~ il bossolo sparato e lo riporta nello stesso alveolo del caricatore nel quale vi er a prima la car tuccia. Tanto nella sua corsa indietro che in avirnti, il pistone fa fmizionani H congegno di alimentazione. .G precisamente, H pistone trascina con sè la piastr.ina. d'alimentazione, scorrevole nella car tella superiore, piastrina che, verso il termine della corsa r etrograda, SlJOsta da destra a sinistra. lo spostatore e qu.indl la. leYa cli alimentazione ad esso applicata, mentre il caricatore è mantenuto fermo dalla leva di arresto a ritegno, fissate alla cartella. Nella sua cor·sa di r itorno, invece, la piastrina sposta da sinistra, a destra lo spostatorc insieme con la sua leva ùi alimentazione e, conteruporanenmentc, solleva per un i.stante la leva di ancsto, onde permet· tere alla leva di alimentazione di spostare chL sinistra a ùestra il carica tore per lo spazio di un alveolo. Ultimate le cartucce nel caricator e, quest'ultimo (con i bossoli vuoti) viene spinto :F.uorl dell'arm:'l attrawrso un bocchetto ùi dcstr:1 e l'ar ma rimane ap<'rta perchè H pistone viene tr atten uto dulla leva di avviso di serbatoio vuoto. Se si è introdotto un cHricatore n uovo e se s i mantiene la pn'SSione sullti controlcva di scatto, si ripeterà l'esposto r:ic::o automatico. Peso dell'arma completa di canna Kg. 19,-!00; peso della canna Kg. 8,100; lunghezza della canna mm. 7,JO; rigatnra dicoidale clesh·orsa di •i righe; velocità iniziale in/s 780; celeriUt di tir o 450 colpi nl minuto primo. Vnrma può e;;sere monta ta s n sostegno per il tiro terrestre e su sostegno per il tiro controaerei. T caricatori pronti per il tiro sono sist<:>mati in apposite _cassette, e per il tiro controarei oltre gli appositi congegni di mini., all'anna viene applicata. una cassetta metallica, r accoglitrice dei caricatori vnoti.
Un anno dopo la. stessa Società Breda realizzò l a « Mitragliatrice Breda cal. 8 mm. mocl. 38 per carri a1·nrnti )>, idea ta allo sC'opo di essere i nstallata e 111ao10vrata in 1J1umero cli due o più armi per ogni carro, in spazio minimo. Nell'abbinamento delle armi ciascuna, di esse può essere indifferentemente situata a destra od a sinistra clel oomplesso, perchè il castello permette l'aJloggiamento nei due lati del carrello d'armamento. La costitu½ionc t~d il funzionamento haruno molte analogie colla ;mitragliatrlee Breda mod. 1937 poc'anzi descritta, salvo differenze sensi bili nd concetti di otturazione (otturatore a prisma scorrevofo\ di pPrcussione (percussore soJiclale col pistone) e di alimentazione (alimentazione con caricatore a pacchetto metallico) e di espulsione -
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l?ROHLIDMI HELA'I JV[ ALL I~ ARMI DA I1'U0CO P ORTAT ILI
(espulsione del bossolo ~n sacco raccogli bossoli applicato nella ,p arte iinfe1·iore del castello. Le principali Cllrattr ristiche di ·qnestu mitro.gliatrice mod. 38 sono : - aper tu ra uutoma tic,1 dell'ottura tore con estrazione elci bossolo e sua rspulsionc dall'arma nel sacco roccoglibossoli; - alimentazione au toma tica della nuova cm·tuccia, chius ura automatica dell'otrnratore r partcn:.m del colpo non a 1)penn l'arma è chiusa con automatica sicurezza; - grande- facilità di montaggio e sostituzione delle po.rti ; - possibilità rll manovre col carrello a1mlicato o :t destra o ,t sinistra del castello; - peso dell'arma completa di canna Kg. 16,300; peso della canna Kg. 5,150; lunglwzza della canna mm. 600 ; numero delle rigbe (elicoidali destro rse) ,1 ; larghezz,t massima dell' arma mm . 01,5; altezza massima dell'arma mm. 366,5; celerità di tiro, colpi 550 al minuto primo; veloci tà i11iziale mis 770.
Nel 1935 11egli stabilime11ti I. ·ott a-Frasehini ven ne curata la elaborazione di nn progetto Rcott i, i. cni studi risalivano al J 932, per tma mit rag liatl'ice cal. 20, particol aùnen te ideonea al tiro contraerei e contro carri armati. Nello stesso anno venne costruito u ~1 t ipo cli mitragliatrice Scotti-I sotta-Fra schini direttamente deriva to dal progetto Scotti, mii nell'anno snccessivo vennero inizia ti gli s tncli per migliorare l'al'ma, e nel 1938 fu concreta tn la mitragliatrice Scotti-Isotta-Frasclùni cal. 20/ 70 modello 1938 con alimentazione migliOl'ata e con caricatore a Ja. mina metallica ; sll cces ivamente per ulteriore perfezionamento nell'ali.me.ntazione (bocchetta ,d i alimenta zione più f acilmente smon t abile) la Casa costruttri ce present ò l a « Mi tragliatrice Scotti -Isotta-Fràschini cal. 20/ 70 mod. 39 >> che fu sperimentata nel balipedio del Ce~1 tro esperienze d 'artiglieria di Nettuno, che fu fo1\l'lita Rll'Rsercito olandese nello st esso an no 1939 e che Yenne a dottat a cla1la nostr a :Marina e dalla nostra Arma Aero· nautica negli anni dal 1940 al 1943 . Il sisterua dell'arma è a sottrazione di gas dalla cnnna, con canna fissa e otturatot·e l'inculant<' . L'otturatore è n cilindro sconevole ed ìl suo movi· mrnto prornca automaticamente Il f uJJzionamcnto dei congrgoi dl alimentazione, di chiusur:i e di percuss,ionc. L'alimentazione è ottenu ta can carlcatorl a lamina m<'tallica capaci di 12 cartucce; i bossoli Yengono espulsi all'esterno,
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PROfiLEMl Rli:LATl\'I ALLE ,\R~ff D.\ VCOCO PORTAT'ILI
ma ricuperati e riportati, dallo stesso otturatore nel caricator<', dopo essere stati estratti dalla canna. Il congegno di scatto è munito di clue grilletti : uno pc•i- es<'guire li tiro colpo a colpo, l'altro per il tiro a raflica (coutiuuo). L'arma è provvista di congegno di sicm·c,.:za ordinaria e automatica . Esistono altresi coni:.c•gni di aYvi;,o di carl ru torc vuoto e di avviso cli cart uccht iu cu.nna.
Fig. 137 - )Citragllntrice Scotti-t:,;otta-Fraschini cal. 20f70 mod. 39 su uftusto camoale.
L e p rincipali caratterìsticlle dell'arma sono : - peso dell'arma corupleta hg. 73; lnnghe?:za dell'arma mm. 22i5; lunguez:m dC'llu. ca11na. (;,rnza parafiamma) mm. 1'JOO; - numer o ddle righe (cli<;oiclall destrorse) S; p4?so del ·caricatore YUoto Kg. 1,700,; peso ùclla cartuccia Gr . :{20; PC'So d<'l proietto Gr. 134; - velocità h1i:,;iale m/s 830; cC'leriti1 pratica cli t iro 230 colpi al minu to p1·imo. L'arma pnò C'SSere iucavulcata su a ffusto campulc, su a/1ns to a candeliC're e, binata. su affusto prestabilizzato e su aITusk, non prestabìlizza to, per installazione n avnh•.
Con questi brevi cenni, che abbiamo voluto i11se1·ire a chiusura della nostra rassegna, non abbiamo inteso di dare comunque seguilo all'evoluzione dell e armi antnmariche irn genere e -
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AR)H ADOPE'ItA'l'8 DAI DIR,TGIBILISTI ElD AVIATORI 11'.ALIAN I
delJe mitragliatrici in particolare, dopo il 1920, perchè l'argomento uscenclo dal compito che ci siamo pr oposti investe un camipo di notevole vastità, daii i probl emi impo1:1ti alla. risoluzione dalla glle l'l' H 1914-1 °, e considerati i grandi progressi r ealizzati dalfa tecnica .
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li
Armi aeronautiche impieg ate dai nostri dirigibilisti e aviatori durante la grande g uerra H) 1s= 18.
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Il (A)
Pr e me ssa
PRGMESSA. - L a 11ostra artiglieria Yanta un pl'imnto che nessuno pnò toglie1·C'i : essa fu la prima a studiare ed a costruire mezzi cli offesa élall' nl Lo, e l'Armata aerea ad impiegarli, riuscendo a creat'e ordigni speciali che died.ere ai valorosi piloti possibilità cli offen dere e di difendersi. Non è se1nza emozione che si rileggono ,oggi le parole scultoree dettate da Alfredo Zuanino nel « Giol'nale d' Italia » del 6 aprile 1917, nel quale, ricordand o quel gruppo cli valorosi aviatori civili che nol>ilmenle inquacll'ati pHrtil'ono n>lontari per Tobruch e Derna, scriveva: Sono trnscorsi 5 anni da quando vidi partire per la prlma Yoll:a un art>Oplano in assetto di borubardulllento. Fu in Cirenaica, al prh1cipio del l!J12. J.:J' ancorn vivo 1n me U r icordo di quell'av,Ecnimento che aveYa, per Ja strana Cil'costanza, i11 cui stnva prr svolgcrsj , tutta, la bclle1.za e ll fascino di una s ublime temerarietà fino allot·a mai tentata. L'impresa 1>arern folle : per la. prima ,-olta un aviatore si provava a violare le tenebre della notte con curlco mlciùiulc·, malsiclll'o e pericoloso più per chi audacemente lo trasportava cbc per il nemico sul quale doveva essere lanciato. La visione di quella partenza notturna, rischiarata. debolmen te (la poche luci biancas tre di fanali ud acetilPne, aveva qualche
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AR:.VI .1.DOPEltAT © D,\I OJRIGIDII,JS'rl ED AVJATORI JTALL\~l
cosa di fantastico e dl solenni.! : sembrav!l dl ussist<·re a mi >< teriorì pr eparativi di un olocausto, alla celebrazione d i un r ito sconosciuto, tnnto di mistico e di religioso v'era in quegli uomini silen:tiosi che nella tepida notte african11 si muovevano come fan tasmi.
Un Ordine del Giorno dell'S ,d icembre 1911, emanato dal Co mando del Corpo di Spedizione, Gen. Caneva; nel portare a co~ noscenza delle truppe l'espressione di ammirazione inYiata dal Capo cli S. :M:. agli ufficiali aviatori , aggiungeva: ... ai valorosi compagni nostri i quali con fede par i a11·arclimento ha11110, primi al mondo, per corso le vie cldl'arlu nei turbini. del proit•ttili nemici, fl questi benemeriti C'Splor atori che afrr ontando l pericoli cli w10 strumento non ancora sicuro, tan ti m·ezlooi <'lementi hanno sa pu to raccoglìcre Il<'r la condotta delle operaz ioni, giunga ora per Jl meritato pn' mio dell'ulta lode ri cevuta, l'eco clrlla soddis!a:tione mia e d elle mie truppe tutte che dalle trincee ogni giorno ne ~aiutano con gridi di ammirazione i voli supHbL
P istola e moschetto erano le uniche armi che questi valorosi pionieri possecle,;ano in volo: due mesi dopo le prime bombe cadevano dall'alto delle macchine aeree seminando il tenore e la strage : « anche la morte or Jrn le sue sementi>> poteva ca111ta l'e il Poeta ! Già. due ~10stri dirigibili avevano per primi lanciato sul nemico i proietti costruiti in Roma dalla Sezione Speciale di artigliel'ia istituita pi:·csso il Battaglione Specialisti del Genio. KC'l mese ili f ebbntio dell'anno ]911 due ufficiali d'ar tiglier ia ed un capotecnico ebbero l'incarico di ideare e costruir e materiale d'artiglieria da impiegare a bordo del nos ta·l dirigibili. Una Sezioue spc•clnl e fu pertanto costituita presso lo Stabilimento di esperienze e costruzioni aer onautiche. Prima di tnle <lata in nessun Stato es tero era s tato i11iziato lo sludio dl tali nuove discipline balistiche. C-On dispaccio minister iale N. 51-15 del 30 dicembre 1913 (Ispettorato aeronautico) fur on definiti i compiti. di questa Sezione d i m·1:lgllel·ia: essa ebbe l'incarico di studiar e 1 mezzi di offesa e di difesa da dirigibili e di pr ovnclerc di questi mezzi l dirigibili stessi. Un s uccessivo clispnccio d ella Direzione g<•neruJ.e d'a<'r01u1uLic,L dPL 30 maggio 1915 n. 5857 confermava l 'incurico già dato verbillmente all~L Sezione <l'ar t iglier ia di provvedere non solo ai mezid di offesa e cli difesa dai dirigibili, ma anche a quelli dagli aer,>plani. Il 23 settembre 1915, con dispacc:io 12.17 la Seiione fu ampliata e venne istituito un r epa rto cli artiglier ia aeronautica formato di 3 Sezioni, 11110 in R oma. per le costi:u zioni del materinli e r nrmamento dei dirigibili, una in ~l'orino per l'armamento degli a eroplani, ed unll in Pordenone 1Jer la dish·ibuzione dei mnteriuli agli Enti aviatori. Drtto r eparto era alle dipendenze del Direttore dello S tabiilimcnto di costruzioni a er onautiche per ciò ch e
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:\R)d l ADOI' liJHA'l'lt DAI OTR IG 1Il1LIS'l'I ED AVI ATùltl lTAL IANI
tonccrn cva l dirigibili, e d d D ir ettore t <..<'. n ico dell'uviazioJJc m ilitare per quu.u i:o aveva attinenza con gli ar co11la.ui. Il 27 gennaio 1917 con dispaccio n . 17·13, la Direzione generale d'aer onautica cl::1Ya disposizioni affincbè il Hepnr to Artiglieri~~ tWr ea fos,,;p r eso a neon omo ccl ulle dipendenze d ir ètte della s uddetta l)i1·ezione: s uccessivi dis pacci ne amplificanmo i compiti. Tufinc con Decr eto Luogotei1<'n zialc del 12 aprile 19lt, n . 48,J il ltcpa rto f n eleva to nl grado d i Dh'ezione ùl !lrtiglier ia iwru1m ut ica, e ne nnnc nominato Direllore lo stesso uJliciale c~e fio dall'ap1·ile dli 1911 an~nt iniz inrn e seguita t utta l'cyoluzione di questo E n te tecnico, Y<=ro r>ionier c dell'ar ma men to aer eo. I compiti as~cgna t.\ allu predetta D ir eziN1c (coil.Je giù. nlla Sezione e poi al R ep ar to) f urono i seguenti : · l) Studio e costruzione di qualsi:1,;i mezzo ineren te all'oITesa cd alla dif esa da i dirigib ili e dagl i aero11hm .i, non f acente parte in trinseca della coslTU?:lone d<•p;.li aer opla ni o dei dir ig ibili stcs:;i ; 2) F ornitunt di tutti i sucldcèti w11ter iali agli Enti il<'ronautici, sencndosi delle proprie ofticinl', di (JI IC'll.e militu r i e delle oftìcinc priva te, dis tribne11cloli poi agli En t i ccnt r~1 H d i riforn imen to; 3) compilazione di tutte le lslruzioui deSC'rirti\·e rrl11Li,e ai mater iali c0struiti e cenni sulle normè d'in1t1iego ; :::Yolgimr n to cli Corsi d 'i<strnzionc agli u !Jic iali elci Culllpì-Sen oln a c1'0Dan ti el cli a r tìglicr.la e<I np;li uttif·lnli e person ale chiamato a conser ,urti o distr ilm ir e i materiali; J) esame cli tutti I 1·itr on1ti presenrnto dagli scndiosi in ma ter i:L di nr tigli.er ia ncr ea c•cl esper ienze r ela tivc ; 5) seguir e t utti gli s tudi l' le co-<.tru zioni srnltc i11 ma tt>r ia pr esso gli Eser citl esteri. Questo im portante E nte <li nr tiglier ifl a croml.ll t lcu n el g<'n naio 191.8 progeltò e cos truì il P oligono di a rtiglieri a aer e.i d i J:' ur ba ra rire:;iso Roma. nllo scopo cli r.,er e un Poligono proprio (fino a tale datH le esper ien1.e si eseguivnuo al Poligono cli Nett uno o di Bracciano o pr essi> 1 Cantic•r i ed i Cam pi a r r onut1tie.i) dotato di tnt ti qu ei mezz.i ndatti alle parti colari spccinli clisci[)line ba liNtiche. Nel 1917 l pr edetto Ente cr eò nella Hntteria A.equa Santa della Ci!lta fortificata dc•lla piazza cli Roma , un grande l ocale p er il car icamento bombe e proietti in gener e : d is trn tto q 11C'Rto locnle, in s(•guit o allo scoppio rl<>lla pol.v<·riera an n essa, il 24 a gosto 1917, fu costruito nE'l l!.11& Ull 1nancle L aboratorio pe1· il ca r icamento e deposito dei var i matN·ia li, parte n ella stE'sr<a localitìt .Acqml Santa e par te ìn un attiguo trneno dl. vnsta estens ion e :h1 località Romn Vecchla, Laborator io csi1>acc cli dare lavoro a più 1l i 500 oper a i Hl'tifìch•ri.
Questo Ente tecnico non f n mai sectmclo nel pres tm·sl a t utte le esperienze ed a tutti i pericoli che i suoi speciali compiti eompor t:n·n no . .Al<'nni uflì cinli, <'cl il D irettore s tesso, r .lpot·tarono gravi fn ite per lo scoppio di vari nr tifizi durante le esper ienze : un uificialr . 'il Ten ente Filippo i\Ia ria Gioven t ù , Dir~tlor c della Sezione di P ordenone, lasciò la ,·ita nel ricuper o c1ellc bombe nemiche
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1:'ROIBTTI ESPT.OOENT-I DI CADl; TA ED ARTf.'IZI VARI
inesplose (Caorle - Zona di guerra 191G); !)~ nomini cli truppa, operai artificieri, immolarono la loro giovane vita: nello scoppio cli una riservetta cli proietti; mentre erano :i ntenti ai lavori (Monte Mario - Roma 13 agosto 1913); nella distruzione del Laboratorio Deposito munizioni della. Ba.tteria ,.\equa Santa (2•! agosto 1917), ed in al tri gravi infor tun1. Alla stessa data, n(~l nohile intento di salvare i propri dipendenti, trovava ero.ica mor h~ il :.\faresciallo d'u.rtiglieria Fernando Volta, capo del Laboratorio : nlla sua memoria fu decretata la medaglia d' oro al Valor lfilitare. In queste paglne che esaltano la scienza clell'ar tiglierht italia na sia reso onore agli eroi che immolarono hL loro vita per un :~lto senso clel dover e. La D.irezione cli artiglieria aerOllll,litica si gloria altnsl d i due medaglie d'argento al Valor Militare e di quattro medaglie di bronzo conferite aa ufficiali dipendenti per az,ioni d i guerra relative agli specialr c.ompiti ad essi nflidat i.
PROIETTI BSPLODEN'rl DI CADUTA ED AR'l "IFIZI VA.RI. - Fin dalle prime esperienze fu stabilito cli costruire proietti aeronautici con caratteristiche proprie. Per tal modo si ottennero 1proietti leggeri rispetto all'esplosivo in essi CO(IJtenuto (peso dell'<~splosivo da 1/ 3 a 1/2 .del peso totale) di forma, coil.1veniellte, con speç,iali impennaggi e sopratutto con spolette speciali per gli usi aeronautici. La spoletta italiana tipo B.T. adottata per t utti questi materiali balistici pcl'mette dl trasportare sempre la borooa in posizione cli sicul'ezza, di far roa.nteJ1ere t.ale posizione fino a quando essa non s.i è allontanata clall'a.ereo che l'ha lanciata di almeno 250 metri e di r endere infine sensibilissJmo il fllllzionamento a percussione su quals iasi bersr:tglio. Questa. spoletta costituì allora e per l'avvenire il principio fondamentale di tutte le spolette a eronautiche tt~1liane, e fu applicata a tutte le bombe impiega te dall'al to. E ' pertanto utile r iportare un sunto del dettaglio r elativo a l s uo funzionamento, così come è descritto nell'attestato di privativa industriale n . 131 del 4, luglio 1916. In figura. è ra.pprese.ntata la spoletta pronta pc•r essere abbandonata , ma. colla. spina. di s icure?.za; l a. s11olett,L dopo che ha percorso lo spa?:io necPssario pt\r l aseiur libcn1 hl massa battente ili scendere, mentr e poi l'asta cli sicurezza con l'el ica si sfilerebbe in seguito. Nella figura cent1:ale è r appresentata la posizione delle parti nel momento che il proi.etto ur ta il bersaglio. Il governale-spoletta è così costituito: 1) da un corpo di spol o2tta, a, sagomato all'interno con avvitatura esterna per il bocchino clel proietto; 2) da nna massa battente b con spillo che può liberamente scorrere nel-
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PROIETTI lliSPLOOl~N'l'I or CADCTA ElO ARTFIZI VARI
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l'inceruo dEl corpo ddltt spoletta, quando ogni sicurezza sitL tolta: è forata longitudiualmc11te per quasi tmta la sua lu11ghezza l)cr dare 1tlloggia111cnto ad una <~sn·emità dell'usta cli sicurezza ; da due s ferette e che trovano ricovero in due alloggiamenti tliametrnlmente opposti praticati nello spe;sore dellu. massa battente e normali all'alloggiamento dell'asta di Sicurezza t col quale sono comunicanti. Quando l'asta di s icurezza è introdotta nel suo alloggiamento essu spinge le due sfere in fuot'i. I.e sfere sporgendo dalla massa batt<'nte vanno ad incastrarsi iJl apposita scanalatura clrcolarc lnte.rnu del corvo della spoletta impedendo così alla mussa stessa ogni mo,·imcnto in !Senso longitudimlle; da un u. s pina ùl s icurezza d che ntti:a.versa H cor po della ~poletta e si ii1castra in apposita scanalatura circolare y della massa bttentc. Questa spina risultando tangC'nziale può esser<' messa a. posto colla massima facilità; da un governale• e clw è un tubo fissato con un'estrcmi~'I al corpo della spoletta mentre all'al tra cstremit;) porta alcune alette w con \1.UO o più collari pc,: rinforzare cd aul.llentare l'azione stabilizzatrice. Intcrnam<'nlC' a questa <'Scremitit ,·i è una chioc.'Ciola 1wr l'av,itutura dell'asta di sicurezza; da un'asta di slcurezz:i f che è contenu ta nel t ubo del governale : l:L sua estrC'mitù smussata a cono si può !ntrndurre facilmente tra le sfe. rette quando si monta la spolètta ; all'altra estremità ha \11ta filettatura che può avvitarsi a dolce att.rito : a qnrsta estt·emitù è fissata un'elica v.
Sebllcne non rappresen tata in fig m·a, vi è unu forcella clj sicurezza che stringe :Cra le sue branche elastiche r estremitù del tubo dd governale tra le alette, per impedire che l'elica possa rotore per C'f'tetto della r esisteuza clell'arla quando il pr oietto è a bordo cli \ln appa recch io ì n moto. La spoletta ba quindi tre sicurezze: - Sililla dì sicurezza; - forcella. di sicureZ?:a ; - asta cli sicurezza. La prima si toglie solo quando il proietto è s is temnto a bordo; la sec,mdD., ngga nciata convenientemente ad una parte fissa dell'at'reo, s i sfila nel ,.uou:.(•nlo che il proietto viene mollato e cbe inizia quindi la sua traiettoria; ln terza. si 11erde per la resistenza clell'ari:1 che agisce sulle pale dell'elica v .Òon prin,1.1. (:hc la bomb::L abbia percorso uno spazio cli nlmeno 250 metri (o più, r cgolal>:lc cou la forma dell'elica) essrndosi cosi resn. sensibile la spoletta; ad un 1ninimo t>r· resto della velocità del {)roietto (ur to a t.-rra, in acqw1, ccc.) lf1 massa r.ittt!nte l)t'rcuoterù viol<'ntementc la capsula pro,,ocando lo scoppio stesso. La !lic11nvtia dunque non è tolta fino n quando l'asta lascia liber e le sfere; anche un ii;,tantc 11rima vi è la sicm·ezza completa perchè la mnssa batt<•nte non può p1•rcuotei·e la capsula per qunL'>iasi urto: è necess11rio pci:tunto cbe il proietto p<'rccna 1111 certo spazio nell'aria. -
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PROlE.'T'rI ESPLODENTI DI CADUTA ED AR'.l'FIZI VARI
Per tale ritrovato il proietto non può assolutamente esplodere se ·u rta contro H terreno prima di aver fatto tale percorso, di conseguenza la cadnta di un aereo col suo carico di bombe non produce certamente lo scoppio di queste ultime, e se avviene un i11cidénte qualsiasi che provochi la caduta di una bomba quando l'aereo è a bassa quota., questa non scoppia . Se la bomba non fosse munita della. spoletta che descriviamo esploderebbe e probabilmente distruggerebbe l'aeroplano trovandosi questo troppo vicino al punto di scoppio .
F.ig. 1:38 - P articolari carat teristici della spoletta italiana B .T.
1-'er le bombe sferiche, senza gove.rnale, si impiegò una s poletta simile alla. 1lr ecedente, ma. modificata. in modo da f unzionare comunque il proietto cada. La figura mostra ch.iarawente i particolari caratteristici di questa spoletta. Le due masse battenti cilindriche, 1.ma porta-capsula. ~,a una porta-spillo, pos·sono scorrere coassialrnente e sono collocat:e in una cav.ità cilindrica del corpo della spoletta, avente per basi due superfici coniche. Le due masse sono tenute in posizione di sicurezza dalle due s:eerett,~ 8 obbligate ad essere divaricate cl alla solida asta '7. 'J:olta una spina. di. sicurezza (non rappresentata in figura), il cono 21 durante la caduta della bomba, per l'aziOllf! della r esistenza dell'aria, si perde, iTascinando con sè l'asta. cli sicm·ezza 7. 1.\l minimo arresto per l'urto sul ber-
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ESPLOSIYI DI R<YI'l'URA
sagllo, in qualsiusi direzione a,Yeuga, le due masse battenti sono coso·ct tc a comvenelrarsi a motivo delle basi couichc dE'll a cavità i11tcrn a (non prescntanùo più le sfere alcuna resistenza) determinando <:osì la ùeflagrazione della cap. sula 5. rer gli ES.PLOSIV! DI ROTT'CRA si sperimentò prima il trotyl, poi ln. balistite, H BPD ., H perclorato, l 'echo, la. tanrltc, la :sabolite, e~c. Data l a. piccolu quan t ità cli tr otyl disponibile al principio ùella gr U11de guena, trotyl che Slll'ebbe stato l'esplosivo ideale, Si im[)ic>gò 11 B.P.D . p<'r le grannte-mìua ed il per clorato per le granate. tor pedine. Eseguite numerose espedcnze con proietti a pallttre, scoppianti a percussione, con altri scoppianti a tempo, con granate di vatie fogge e di varie élim<.!ns ioni, al prin cipio della guena si do,·ette utilizzare anche J, proietti dcUe artiglierie tetr<'Stri da 149 e da 210 llltl.l ., convc1Jie11tcmente m oclifìcat i, per s npplirealla diflicoltà di on v1·imo munizionamento. Per avere un buon c>fl'.etto incendiar io n on si costruì llll sc>ruplice involucro, riplc'110 di matel'lale facilmente comhus1·1bile.: m:L gll studi ebber o lo ;;copo di far che questo involucro, cadc>ndo sul bersaglio, procurasse, colla proic~ionedl patti a ccese, var i focolari d 'accensione ,ancbc n notc) volc dis tnn za ùd puuLO· di ci1cluta. Tn tal modo si concepì l'effetto <fu;trutlor<· di questi proietti, e dopo vari tentativi furono defini ti due tipi di gra.nnte in ce.u<liaric. :Per i p1·oietti illuminanti si cercò cl i ottener e 1111 involucro <:hc pow~e essc•re abbandomllo da un aereo come un proietto quabinsi e che, gimlto a conveniente distan za dal ber saglio si accendesse p1·oicttando notc\'olc quantità cli luce verso il basso e non verso l'alto, in modo da non far scopr ir f' l'aerf'O : cloJJO varie esperienze e dopo avere dapprima adottalo un proietto illuminnute a semplice paracadute, si definì unrt proietto lllnmimu1te a due tempi Il quale dapprima scende come un proietto qua!:,;iasi, e dovo, a conn•nientc cl istam:a dal ber saglio, si arresta quasi in aria per l'apertura di uu gr ande paracadute. cd infin e, dopo 1m C<'rto tem[)O, ,;nffici<:'nle a pcrw<•tter e nll'aer co che lo ha lanciato cli ritornare indietro pc1· puntnre e colpire il bc1·sagllo, si accmcll', pr oiettando verso il basso una luce ùl circa 4.000 eamler e per ht durata di ùue mi nuti. Fra gli arti.tizi vari ideati e costruiti, sono degni di nwnzionc> : le> fumate da. segnalazion e con 1l1cc e fumo di varii r.olorì, i Pl'Oiettl da segnaluzone per individnarc un punto d<'l terreno con uml grande fumata di giorno e con luce intensa di notte, i bossoli distruttori da ac1·or)l:111ì p<'r distniggel'e gli. uc•1·ov1nui s res:si in caso di atteggio for zato enh·o l e linee nemicbc ecc., ecc. F urono anche dc>finiti : u n tipo di proh'tto sferico as:-:ai polente contro i sottomarini, calibro 400 mm., scoppio a 15 met1·i sotto al liwllo del run r e : un proietto perforante contro corazze del callbro di 100 mm., cou cappuccio, car.ico cli trotyl. Nelle c>!-:perienzc qu0sto proietto cla 000 metri di caduta perforò11na corazza di 40 mm . di acciaio cem<'ntato, e da 2.000 metri una corazlla di 80 mro. :Nell'ultimo anno della gr ande J?l1Crra l'aeronautica nye,a in clotazionenna ingente quantità cli proietti di cacluta e cli artiflzi varl.
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STUDI E PROGETTI PER B0)1DB SPECIAL I - PORTABOMBE
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STUDI E PROGETTI PER BO}IBE SPECIALI. - Durante gli anni della grande guerra vennero iniziati studi ed eseguite esperienze per crea l'e i ,nuovi ti!pi di. born be di poteiuza e caratteristiche superiori. ~~ ~
Venne a questi iini studiata la bomba così d etta a rimln1l20, costituita da un proietto a tubo cil indrico co11tencnte una carica di pro1)ulsione e nell'in terno del tubo mm bombrl stilablle e n. scoppio ritardato. All'urto sul terreno, deflagrando la car ictL di propulsione contenuta nel t ubo, avrebbe clovn to proiettare verso l'alto la bomba intern a , la qua.le, a motivo della spoletta r i· tardata, avrebbe dovuto scoppiare ad una cc·rta altezza dal suolo, con effetto notevole contro truppe. 'l'al e stnclio fn p<' rò abbandonato non essendosi riuscito ad ot tenere risultati quali si spE~ravano. Sempre per conseguire effetti cont1·0 bersagli a11iU1ati si iniziarono gli s t udi con bombe a sr,oletta a tempo, o .::on spol rt[e scoppiant i ad una altezza prestabilita s ul bersaglio. La complessità d el I)roblema non pc•rmìse di definire i.l ritl.'ovato prima d ella fine della guerra. Durante l a guen,L furono fatte molt<? esperienze pe:r ottenere bombe a scopp.io ritardato di ore cd anche di inh!re giornate, si s t udiarono e si esaminarono vari tJpi di spolette costruite a. tale scopo, ma il problema, 1nn: presentando un grancl.issimo interesse, rimase praticamente insoluto per qt1el periodo. 'JDd ;nfìnc al principio <lell'a1mo 1918 s\ nwg11ir ono per la . pr·i ma volt<L <·,;periem,c cli lancio· di silm:i da !Jas,-a quot aclal bon1o d i idrovolanti, presso la squadriglia cli S. Nicolettn al Lido di Yenezia, sqtrndriglia comandata clal Maggiore Gabriele cl' Anmmzio.
PORTABOMBE PER DIRIGIBILI E A EROPLA~I. - Lo 1'tuclio di questi armamenti presentò serie difficoltà dato il minimo spazio disponibile negli aerei in genere, e la necessità di eseguire i11stallazioni che, presenta]1(1o una forte resistenza all'aria, non venissero a variare troppo 11otev0Jmente le caratteristiche degli aerei .stessi. Le bombe dové,nno inoltre essere trasportate e quindi ab~ banél.onate possibilnrnnte col loro asse maggiore p::irallelo alla direzione della velocitù, dell'aereo coll'ogiva in avail1ti, in modo -
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STR U~I ~>~ TI
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PUXTAMIJ.'è\TO PER P.ROIEJTTI DI C,\D UTA
che fin dallo inizio della, traiettoria detto asse fosse tangen te alla traiettoria stessa. I portabombe ,doyevnno poi a vere Ja possibilità di portai·e vari tipi di proietti e cli pel'm.ettere lo sg-anci.a. mento singol o o simultaneo di pi ù bombe al preciso istante desiderato . Si comprende come, data )a velocit1.-\ dell'aereo, un ritardo nnche cli una frazione di minuto secondo rnel mollare la bomba rispetto al tempo esatto, si trad11ee ilJ u,11 tiro lungo sul bersaglio.
S'rRUMEN'l'I DI PuN'l'AMEKTO PER PROIETTI D1 CADUTA. - Le <lirettive che regolarono ta,le s tudio ebbero lo Bcopo di addivenite alla eostrnziouc <li strumenti che permettessero ·di determinare un angolo 0olla. verticale, funzio11e della velocità. delhierco l'i petto al bersaglio e del disli',ello aetco-bersaglio.
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P.ig. 139 • Traguardo rood. Fl.
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STRUMENTI DI PUNTAl\IflìS"TO PER PROil'ff'l'I
or c.rn U'l'A
Dapprima si cere() la ver ticalità dello SLrumento per mezzo di sjstemi cardanici con fren i a liquWo, poi con siste:ni giroscopici cd anche eon sistemi pendolari, ma alla fme l<~ esperienze dimostrarono che hl tali IDodi la risoluzione del proble!lla era assai complessa e che per il momento conveniva affidarsi al braccio ddl'uo!llo per potn· trnrn~ lo strumeuto di punta mento in posizione verticale e f uori dell'influsso del le v.ibruzioni dei motori. . -- - -- - - · -- ----- - ----~
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Fig. 140 - :Misura della velocità.
Per otten<-:r c tale scopo furono studiati Ei costruiti. va ri traguardi (li puntamento, pr.incipale tTa essi il l'Ri\GCARDO mod. E a connocchiale con livella sferica per ottenere la verticaJJ.ili!}t, e con nu si:;tema di prismi girevoli pe1: ottenere l'angolo di puntamento. Questo tTagnardo è costituito da un cnnnoeclliale C, da ,ma li\'eJla sferica (J n da due prismi, uno L fisso e l'nltro 111 mobile p~·r n:iezzo del disco G il quale ha. umL graduazJone P in millesimi. Il tragnardo i~ vertiC.:tle quando la ùoll,t della livella sferica è aI centr o del r eticolato. Per la mis ura della velocità si procede~ nel segnente modo : Si fà compiere al diseo tifi .intero giro (MO millesimi), s i traguarda. un f also scopo F sul ten-eno e, nell'istante (riosizione A dcll'aer Ni) in cni il falso seo1)0 uttra.versa il diametro trasvcrsnle drl reticolo, si mette in :.noto la lancc~tta di un contasecondi. Si fa rotare :il elisco in senso contrario e quando il folso scopo attraversa. il diametro trasversale (posizione B) cioè quando si è sulla ver ticale del fn lso seor,o, arre!:it:1 il contasecondi. Si ricerca allora in ,ma apposita tabella,, corrispondente a.ll'altez.z a da ta dall'altimetro, il nu-
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-mero cli secondi (numeri segnati in ros:so), e cli fìnnco si legge il nuwC'ro (,:egnato in nero) indicante lit graduazione <:he si <l<>,e far !'egnar<' :il clii<co per il puntamento !leglì obbirtti vi cla bombardare. Qoesto traguardo può anche ùarc Ull critC'riO P<'l' corrrgger e la « derh·a » perchè, te1wnclolo orientato, i punti del terreno scorrono parilllelameutc al diametr o l ougitucliuale : se il piano cli rotta non passa per il bersag!io, questo scorrerit obliquamente a dr tto cliametro. 1~er f acili tare l a costr11zione di. molti traguardi di pnntamento furono poi ideati a ltri tipi cli a llestimento più rapi do : un tipo detto rood. 1, cd uu allro s imile eletto mod. 1', forulllti ùa un scIDpll-:!<' iwbnto ili L'lJUiEr a con un indir<' fisso su1wrior e rcl un imlice spostnbil0. ì11.t:H·iormente : gli strume11ti si r egolavano con leggeri s postnm(•nti a mano, i::egtll'nclo le :indicaziolli da te eia unn liY<>lla. Per l' impiego di tali traguard i f1.1ro11<1 compilate t!tbelle numeriche speclull pet l<! _ quali la gn1d nu:r.ione er a s tata ca lcolala teoricawente, considerando il pr oietto nel vuoto, ed applicanclo alcun<' cofilcl<'tlti di correzione d<'· doti I da esperienze cli tiro cscgoitc da ll'alto. Jn segui to a lc1111e sis1·e111aliche prol'C cli tl ro hanno pennc:-;so di ricarnrc dati pratici cli puntnmenLo, eh<' per
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_'_ _J Fig. 141 - S trumento indicante le correzioni degli errori di dir ezione e cli. deriva. le quote inferiori ai 1500 metro poco si di,;costflYano da quelli calcolati nel vuoto, e cli cos truire di cons<>guernrn. le nuov,} tabdle. Come er a pni,·eclibik l'esp<>r ienzc dimostrò rhc è molto pii1 facile commettere errol'i cli t iro ln dit·ezio11c elle 110n in g-ittata: consei;rn entemcHtc gli
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STRUMEN'rt DI P U N'rAMENTO PER P'ROIElTTf D[ CAD UTA
strumenti cli p untamento non permettendo fncilmente d.i r egola re benci la rlirezione dell'aer eo si st ucUù <id esperimentò uno strnmento che permetten1 al . puntatore di daxe meccanicamente le indicazioni al pilota per concggere gli errori di d.irezione e cli cl<'riva. 'l'ale strU.tnl'llt(> è composto da on ca:r.noccbinle C il quale può ro tare intorno all'asse ·1n imperniata sul cavalletto P; può altresì rotare su di un'asse D normale al primo e gli spostumenti vengono trasmessi per mezzo di un cavet to F' all'indice J del quadrante Q. Il puntatore mantiene il can.nochiale s<•lllpre in dire?.ione del bersaglio. Se l'aeroplano è nella giusta direzione l'indice I si trol'erà nella posizione mediana del quadra nte, elle s e invece l'aeroplano devia, l'in<liee si sposterà a destra ocl a sinis tra. ed il pilota manovrerit op1)orhma mcntc per r icondurre l'aeroplano sulla rotta volutu.. ·
Nel 1918 si iniziarono anche studi ,p er ideare strumenti di puntameiito che potessero permettere la. misura. della velocità ri~ ferendosi al bersaglio stesso da grande distanza, ed indicanqo poi col solo ausmo di un contasecondi, senza più traguardare, il momento esa tto per mollare il proietto. Si cercò anche di realiz~ 7,are strumenti di puntamento per quanto è possibile automatici, con sospensione car<lanica e con doppio sistema giroscopko, ma tali irnnovazioni non poterono avere una realizzazioue pra tica prima della fine della grande guerra.
§ JI (B)
Armi po rtatili
M.itrag liatrici
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Cannoncini automatici.
Il primo armamento dei dirigibili e degli aeroplani fu iml])Osto dalle esige1nze della guerra. libica. Non esistendo un'aviazione avversa.ria si. armarono i nostri piloti di sole armi a. spalla (moschetti e carabime) e cli pistole automatiche, più che altro pet· la difesa personale in caso di forzato atterraggi.o nelle linee nemiche. Volando a bassa quota s'iin travide sul::!ito anche l'utilità, cli potersi servire di tali armi contro bersagli animati terrestri, ed allora, oltre ai comuni moschetti si impiegarono le pistole au-
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AR:lll PORTA".l'IL1 PEft OI IUGIB!l,I ED AEROPT,ANI
tomatichc 'M:auser cali.bro 7,63 come in seguito sarà poi impiegat a, la ,nuova<< Oarnbinc~tta au toma tica O.V.P . )) ideata dal tenente colonnello ReYelli, pioniere e padre delle migliori. armi a utomaticlte . In un primo tempo, non essC'ndo le Su1)<:riori Autor ità favorevoli oll'impjego, a bordo dei dìrigibili, cli ormi da. fuoco a ti ro rapido e di culibro medio, a motivo dei pericoli d'incendio, s i studiò nel 1912 un cannone ad aria compressa capace di lunciarc proietti M l calibro cli 130 mm. Fatto costruire llll esemplare di tale nrmi nelle Officine di Du~st>ldorf in Germauin, ma risultò complicatissimo nel suo impiego, troppo r,ei,nnte etl ingombr ante, di difficile maneggio e privo di qnclln velocità inb1ìal,~ che s e fosse stflta grande avrebbe forse giustificato il suo impiego a l101·do. Dopo le pro,c a terra !'arma fu abbandonata, dato nnche che nd frattempo si era vista la possibllit6 cll impiegare le armi da fnoco in Yolo: i 50 proietti che giìt erano stati ordinali e costruiti furono, cmweni<'..ntementc adattati, usati come bombe di caduta i:lai dirigibili.
Dopo questo falli to esperimento furono affrontati lo st udio e l 'impiego delle armi automaticl1e in genere a bordo degli areoplani e dei <lirigibili, col criterio che rispomlesset'O alle seguenti condizioni : 1) massl!na scmplici tn di funziom1rncnto;
2) massima facilitlt cli caricamento e di s paro; 3) po1,sibilità di sparare u11 gran numero di colpi con grande celerità di tiro senza ricaricare l'urrrm; ,J) r obuStC'zza dell'arma e regolazione delle sue ma~se in modo che le vibrazioni impresse dnll'aereo non altcri110 il suo funzionamento; 5) parti mobili non esposte.' alla nsislenza ùel Yento creato dalla vc:locità dell'aereo, iu modo che eletta resisteuz:t non alte1·i ll moto delle parti ; 6) sistema d1 lubrificazione in modo che il lubrificante non possa congelarsi colle basse temperature delle al te quote; 7) slstt-ma di espuls ione dei bosson tale che questi possano essere facilmente r accolti in un apposito dispositivo senza mcnomamente diminn ire l'efficienza dell'arma; 8) massima manon-abilità dell'arma, massima legger ezza e possibilità di installarla su a t!usti o supporti speciali che JJ<'l'mettnno il Uro in t utte le di rezioni e, se del caso, oncile in postazioni tl;,:se col tiro attrn,crso l'elica; 9) m unizionamento s peciale per ottenere tiri particolari (traccianti, perforanti, esplodenti, incendiar i, ecc.): 10) congegni dl puntamento speciali che tmgano <'.<,nto della pr opria veloc.ità 0. della velocità degl i ae!·ei avver.<mri.
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MI'.l'RACLIA'.l'HlCI J?El~ DIRIC JB lLI ED AEROPLA NI
Kon esistendo armi che rispondessero a tutti questi requisiti, durante la grnnde guerra JOJ5-18 si cercò di adattai·e le armi ed i caunoll1cini automatici conosciuti, modifican<lo o Cl'eanclo le seguenti ,parti : a) supporti ed installazioni a. seconda del tipo clt'll'aei:onave o dell' arco; li) caricatori col ruassimo numer o pos,,ibile di colpi; e)
cl) e)
f) U')
raccolla dei bossoli sparati in fil)l)O.'iiti r accogli-bossoU, perehè qualora qu<•s tl venissero proiellati dall'esp ulsiom~ avrebbero provocato seri inconv<'llien ti, come rotture cli pale dell'elica c simili; cartuccic e proietti speciali; alzi e congegni cli puntamento; cougegni cli t iro eletti « attraverso l'elicfa »; corazzature varie'.
PISTOLA A.UTO::.\L\TICA l\IAUSEH. -· Fi:. In prima arma automatica impiPgata a bordo: callùro 7,6:l; peso con 10 curtnecie gr. 1.170; P<'so del proìctto gr. , .;,; veloC'iLh iniziale 4.00 m e Ll'i al sccoudo. Questa fu la 11rima arma alla gunle fu necessario applicare un raccoglibossoli. Lo s t udi o clei raccogli-bossoli, per qurstD e per a ltr e armi, l}resentò notevoli ùifficoltil. perchè l 'iJWolucro o la scatola, ch e doveva ·impcclirc ht lib<'l'il. t1sc.ita dei bossoli, doveva inccrnamente essere di dimensioni e ùi sngomatura tnll da permettere, dil'emmo quasi, la lib<'ra traiettoria del bo:ssolo sparato provocata. dall'espulsore, perchè nltrim<'nti il bosso!,) s Lesso an·ebbe pot uto rimbalzare e cader e denll'O la culntta tlell'atm:1 pr ovocnndo .incr1m11mentl dur ante il tiro. Era poi necessru:io d i applicare 1m sacclJ<:tto mobile (tipo sa cco r accogliconispondenzu dalle cassette postali) per vuot::n-c, dopo un certo tempo, i bossoli sparati: in pochi casi particolfn·.i vl fu la possibililil. di convogliare qur:sti bossoH ad un'uscita, fuori dal pericolo dell'nrlo contro l e palP rlcll'rlica o cli altre parti dell'aereo. Trattandosi di a rmi a mano od a spalla e cli modesto im piego, per queste p·istole Mauscr non ern il cuso di pro-vvcclC'r e ad nitri aclattnmenli o modifiche.
:lITTIUOLIA'l'RICE VICKF,RS-MAXIM DEL CAL. 0,5, :\:COD . 1911. - .Adottata dal nostro Ese1·cito essa fu ln prima nel esser e p t'esa in consider azione per gli us i UProunu tici. Le pri me esperienze ehbero luogo al Cantiere cli Vigna cli Valle nel maggio 1913 con J)l'OVC a terrn ccl in volo col d irig-i l>ile r . 11. e s u tale arma si esamina rono tutti i problemi e si eliminatono tutti i dubbi che i;i prospettavano per le anni uutomatiche in gener<'. Le speriPnze a tcnn ebbero lo sco_po: - d i verificar e il fnnzionnmento dl'll'n nna colla mn><Siurn dep ressione (meno !JOO) e la massima clen1zionc (più 900) ed ul1' 110110 si costT nir ono sostegni di fortuna; - cli verificare quali dimem;ioni e quale inte11i;itì1 :wessp ln fiammat:l :ùla ·bocca dell'm,ma, r cstr ingimdola, i;e clc>l caso, con apnos\ti parauumme per l'impiego 1n dirigibili ;
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~ITRAGLJA'lll !CI PER DIRICID1LI E D M'.;;RQE'L ANI
di osser yare l'eutità e la na tnra d<'l feuomc•no di carica eleu:r ica durante il tir o; - ed .infine di esaminare quali dispo;.:itivl speciali con,enissc adottare per lo s volglmento r egolare del nns t1·0. L'arma, con piccole ,·ar iazioni sulla tensione della molla cli r icupero, ·r lr;posc assai bc•ne nC'i tiri. e in elen1zionC' e In depressione : la fiammata alla bocca non era prcocc11pa nte, me11 tre 1 tip.i di pa rafiamma allora ten lati inceppavano il funzionamento : parime>nti non era preoccupan te la cnrica ekttrlca giaccbè sparando molti colpi cou una mit:ral!liah·ice con,eniC'ntemente isolata da terra, e messa poi la ~ua massa in coutatto coll.a terra s tessa nttrn verso nù uno S[Jinterornetro, si c>bber o scariche elettr iche esilissime e poco luminose. Per g uidare Il rn1s t1·0 Si t<:nlò di creare una coppia cli bnnbUl'i: uuo portante il nastr o carico, ('d uno per l'uvvolgimen to del nas tro vuoto. Le pro, e in mio pr esentnrono alcun(' dillicoltlt : le vìbrazloni ilup1·esse alla navicella del d.irigìbìle dai potenti motor i produce,-ano inceppam<'llti nell'arma _ fissata al bordo clelln na vic1,Jla stessu. Si wntò di upplicarc 11n supporto con dei sistemi da<;tlci e si C'bbe un migliore ri;;ult!l!O nel tiro, ma il cariment o a nastro davn l uogo a molti inconvenienti: - i tambnl'i producevano ince1Jpamenti ; - ·n uaslro, guidato a mano da 1111 aiuto mitnlgliere non poteva presentare una soluzione pra tica. Jn quel per iodo s i stnv,1 aflcrnrn ndo .la nuova mitragliatrice a utomatica Fiat, ed r11lora furono abbandonate le esperic11ze colla Vicke1·s-Maxim cal. lì,ti, ner tr:ovnr modo di poter usnre la mih·ngliatl'ice F iat elle, essenzialment(' era un'arma italiana, id<'ata e co;;truita cla italiuni. La Vick('ts-Mnxim sarà 1·i1)r<'sa in esame in seguito col calibro cli 8 mm. per speciali impieghi s u pnrticolur i aerophUli. -
Ml'l'HAGLI.\1'RICE .\"C1'0l\CATICA FTAT. - QU('St°!ll'mll incontrò subito, fin dalle pl'ime 1Jrovc, il favore genN·ale. soprattutto n motivo del suo car icatore a blocco, e poi a nche per la sun. semplicità, man<:ggevolez1.a, leggerezza, ecc.
La Direzione d'a rtiglieria ae1'ona utica fu ln prima a, far conoscere ed a divulgare l'uso di tali armi nell' E sercito italiano: essn ebbe l' autori1r.zazione di passare la commessa alla Dit ta costruttl'ice (La Metallurgica Bresciana.) delle prime 3 ' armi, poi potè dare un'altra ordinazione di 27, u~1a terza di 100, e succcessivamentc di varie centinaia di armi. L'arma fu però subito modificata coll'abolii-ione ùel manicotto ad acqua e colla sos tituzione della canna con un'altra munita di nCr\'atur e esterne, risultando così sufficiente il movimen to d'aria provocato dalla velocità drll'aerco r>cr ll raffreddamento della canna stessa : fu applicato un raccogli-bossoli rd aggiunto 'UD narnvcnto proteggi-blocco caricatore per toglierlo dalla pressione
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)IITH.\ GT, l.\'!R ICI PER l)!IHGlfilf,[ En ..\E:UOPLA :-11
d1:ll'a ria in IDovinw11to . .Tn un 11rili:10 momell tO 1101, s i applicaro110 co11gegni cU ti ro attriwerso l'elic,t n è éOllJ?c>gni ,speciali cli m ira. L'u n na con le modificaz ioni suddrttc è r a ppt·es, n t11tn neJIP figur e . P er l'impiego a bor do ,·i è un appos ito affustino, men1·n· per J.'l,; t rozionc a krrn l' arnia fissa ta s u di 1m c:walletto dimosh·ati'l'o. Con Q11t,;.t'anna cosi scmplicenH!lle n·asfonnala, si ar mar ono subito colla mass ima 1,11·grnza al princ·lplo ddl a g uprra ì ,,os tri primi appa r ecch i da boroJmrcla mento (Caproni 350 Hl') clw ,;l coprirouo d i g loria 11ei bomha rclnme11ti delle P iazzcfot"ti nrmicbe e nei duelli aer <!i. 0
flg . H2 - Apparecchio Catironi 3nO-IlP arma to con mitragliatrice automatica F iat . Da sinistra ·a d estra: Ten . Pagliano - Capit. D'Annunzio - Ten. Gozl - Tcn. Prat ese
A.ncbc i nostri dir igibili f urono subit•> ar mati con questi' micrairliatr ici F int così modificate : s i iJ1stnllaro110 !11 naY icella (2 n~l dirigibili cli tipo P. , e 4 in quelle cli tipo 21!.) e s 111l,t pii1ttaforma s11per iorc 1'; 111la prua dell'luvolucro prr la difesa dall'alto : tale postazione s u11er iorc, pur e!<sendo di poca pr aticità (il mitragliere n on 11otcn1 comunicar e colla nn,·icC'lln elle a m.;,zzo cli un tele·
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M I'J'RA GLIAT RICI PER DlRlU l BILI ED Al'1R0l'l, A':>:I
fono) Pnt 11ecessntia u motivo ll!'l forte angolo m or to crealo clfl'!l'iugowbro dell 'involucro del dirigibile i,tesso risp<'tLO all'equipnggio cbe era nella navicella . ln Ull secondo tempo Ja Ditta costruttrice sostituì il uonnalc caricatore a 50 colpi con w10 a JOO col11i (d icemhre l!llG) e costniì un coprl-vampa asimi utile per i voli notlurni pèrchè impedim hl vista dPJla nlllllla stessa dalla distanza cli 70-80 metr i. Nel mese cli giugno 1917 la suddetta Ditta presentò l'anua adatt11t11 per ricevere 1m gtosso carjcato1·e a ta mburo con 250 colpi. Per le a r rui fi;;sc postr sugli aeroplani che, per la nr<'essità di pia11zarle al di sopru dell'elica Hon i,ono a porta la tl i man o degli aviator i, tale car icatore
Fig. 14a - :.Uin·agllatrici automatiche Fiat abbinate.
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b11TR.\GLUTl1IC1 PER orn1(aHILI 00 AEllOPLANl
con numerosi colpi !Sar ebbe u tllJssirno, imi gli c•sper lmcn t i iu YOlo non dieder o buoni risultati, cd il nuovo caricator e fu per ciò abbandouato. La Ditta costruttrice prefrrì allora di studiare il congegno di tiro attraverso l'elica che permetteva cli installare l'arurn a 11ortatn di runuo del pilota. Tali congcgnl come pure i vari sistemi di alzi automalici, correttori di mira ecc. saranno esaminati in un capitolo a parle.
rcr quest'arma come per tutte quelle automatiche, si usarono speciali olii lubl'lficant i lncongelablli alle bnsse temoe ra tm-1•, ch e dopo vllrici c•:,;pericm,é, l'induslTia italiana r iusci a produrre in modo perfetto. Le mitragliardci Fiat s'impicgaro110 mwhe o.bbin:i.te, rotate di -15° secondo il loro asse J)riI1c.ipah!, in moclo che 11 blocco caricatore• scorrc'~Se dall'nlto al basso, e ,·ennero apl)licate snl sopporto posteriore 2, tel'n1izo degli appal'ecchi CaJ)roui. OARARINBT'.l'A AUT0:?1IAT1CA DBLL,'E OFFICJKF. DI \ 'ILLAlt I'BilOSA (O.Y.P..) . - Questa carabi.netta ideata Jal 'l'('n. Col. Rcwlli fu usala dalle tnl))ve terr<'stri e t1:ovò uti le impiego a bordo i11 sm;sidio del moschelto L' della pislola Mauser. Costruita apnositaw<'l1l<' dall<· Oflicine di Villm: Perosa c;on il r accogli-bossoli, ed il caricarorc fadlmente cambiabile, fu impiegata sugli aeroplani ::;en:m nlcunn lllodifica. E:,;sa potevn sparare un colpo alla volta o ramche cli 4. o 5 colpi, oppnre tuttn. la dotazione di 2:i curtuccle contenute nel caricatore come un'ordinaria mitragliatrice . Il suo pe,-,> totale <'r:1 di circa Kg. 2,500.
Fig. 144 - Pì::;tola mitragliati:ice per c11rtoccie regolamentari della pistolo. automatica wod. 010.
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~ITR.1.CLIKfH ICI PER DIRIGIBILI go :1.EROPLA(';l
r Pl:STOLA l\:II' rHAGLlA'l'RlCB PE I{ CAR'l'UCC1.l!l REGOLAMEN'l 'AlU DELLA P TS1'0LA :.'\ COD. 910. - Qu<'st'arma costr uita su progetto ciel 'fcn . Col. H e\'< lli da lle Oflicinc <li Villa r P ero,;a <' htrgamC'n1 e usnta dalle nostre fun Ler i<', di ede ottimi ri$n ltn Li n ell'Jmpiego a bordo com"' arma s u:,;;;idiariu dell<' mitragliatrici. Con lie'"i moditiche (c.unbio_ clell"affusliuo ra ccoglì-boS::ìoli, ecc.) fu ins ta llata scnzhilt ro s ugli ncr ci.
:.'lllTR~GLI.àTBICE S.I.A. - Di qut•,.,t"a rmn, irupi<'giìta dalle n-11ppe cli fanter ia , fu ereato un ti110 abbinu to p<'r gli u:,;i aeronauLi ci dal la .:;tei,-,,;a. Di tta costrn tu·icc (OllicinC' di Ylllar P er osa), "' .ru la1·gum<'n te lmpicgatn coi supporti u cerchio (tipo Elén~) regolabil i in ele,a:i,ìoue e che permettevano la r otazione d i t11llo l'affusto munito <li ,m semplice ùispo;;ith·o di anesto a f l'izionc: l'arma fu u:;,enzial mentc impiegata sogli appanc·chi da enccia blposti. Qu<'st'a rma si climostran1 ottiu,a com,' nrma aC'ronauticn per le seguc•nLi sue car:1 t teriBtìC'he gem'rali: - can11a fo,;;a con n11I1·eddameuto :111 a r ia; - rinculo del solo otturator<' col pc1·cnssor c; - cl ispositivo d i sca tlo ridotlo ad unn sola kYa; - velocità ili riro <li 7;;o colpi al minmo; - numero normale di colpi al miiwto -100 cou 8 caricatm·i; - capncitit del ca1·ica lor e 50 cartucc::Jc; - cartuccia rcgolamt'ntare italiana c~li bro 6,5; - peso totale dell<' mitraglht1Tici ubbi nate, col snp [)Ono Kg . 19,400. l'nica deficienza rr a il piccolo nnruen> di colr>I disponibili n el caricatore per cui rarma non si poteva impiegare com<' 11rma fissa uri tiri in caccia, doYe il cambio del cal'icatorc, che ncccssu rlan.w me dev e C'f:Scre fu lro ùtt l.l 'nxinto1·c•, rap prC'scnlava ;;erupr c una diflicilissima mnHon·a .
:MCTHAGUATUICE LEWIS. - Nel febbraio del 1916 essendo s tate dlii nostri allt>ntl inviate all'E<sercito it11liano le pr ime dieci mitrngliatrici Lt·wis mod. I!)l;i per il tiro terresh·e, s i proYvicle a modificarle per l'lnst:alluzione sopra gli a v1mr ecc: hi N:i<'uport: - togliendo il manicotto radiatore; -· sosti tu<'.ml o con nuovi punti d i miru lu linea c1; 1.uira clw veniva a scomparire coll'aspor t!l.7.lone (l<'l rnani cotto; - costruendo SJ.)eciali supporli ; - ap11licanclo un conveniente raccogli-llossol i; - apportand o prntiche modificazioni per faci li tare il cam bio in ,olo dei tambur i cnric.'ltoi:i; - ini?.ian(lo RUbito lo studi o cli un caricatore p<:r cir ca 100 cnrt11cci<•. Quest'arma appn1·tiene alla catcgorin dc·lle ai·mi a can na fi~sn con prN-n cli gase dalla canna. Srnza car icator e pc•so Kg. 8,400, il car ica tor<' pieno cli 17 c:ir tuccic vc;;u Kg. 2,000, e quello da 97 cartuccie Kg. 3,73i:i. Altre armi di questo tipo furono in seguito cedute nlla nost ra aer oua utica <>cl impiegate utilmente in volo.
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ì\:fITRAGLIATJUCI f'RH DIRIGIBILI ED AEROPLANI
MI'l'RAGLIA'.rRICE VIGKERS-MAXL\I CAL. 8 rnrn. - );"ella lotta aerea, perfezionandosi l'impiego delle armi automati<'.he, s i "impose la neccssitìt cli avere armi di calibro sempre maggiore onde ottener e maggio1·e efficacia dall'aumentata massa clel pro:i etto che doveva, a seconda dei c:,si, essere perforante, i11cend.iario, esplosivo, e possibilmente sempre tracciante. Durautc la grande guerra si richiesero pertanto ai nostri a.lleati ques te mitragliut,·ici dì calibro 8, l<~ quali essendo giì1 stucl1ate per l'impiego a bordo non f u clitlìcile applicarle ai nostri aeroplani: per ogni tipo dei quali f u soltanto necessario eseguire piccoli adattamenti conseguenti dalle loro particolari cara tteristich~. Qoest'arma, assai ben conosciuta. nel nostro Esercito, si impiegò esclusivamente sugli aerpolani come :nmit fissa, <) t1i conseguenza monita del clis11òsitivo di tiro attraverso l'elica, i n rnnnero di ,ma o due per ogni apparecchio, eon un raccogli-bossoli ·in mia zonn. non per.icolosa. L'ariplicazione cli quest'arma poteva essere : late1·alc con r accogli-bossoli, centrale semplice, oppure binata. Con que1ste armi si impiegò df-lpprima. il earicatore a nnstro cormine, poi quelìo metallico tipo 1-'ridenux composto cl i rlcmenti roe.tullicl tenuti i nsieme ùalle stesso cartu(:cie: par tito il colpo ccl espulso il bossolo, gli elementi si scomponevano e si I)erdevano nel raecogli-bossoli insieme ai bossoli stessi delle cartuccie. CAKNONCI~O AUTO)IATICO f'IAT DA mrn. 25,,1. - Essendo invalsa la tendenza di aumentare i calibri delle armi a utoma t:iehc cla. impiegare in volo,
Fig. 145 - Cannoncino automatico Fiat da mm. 25,4.
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CANNONI PER DIRIGIBII.,l ED AEROPLANI
anche contro ber sagli t ern,s trl, le Otlic:ine Flat di Torino n el mese di marzo 1917 presentarono al collaudo l. primi esemplari di un connoncino automatico che aveva le seguenti caratteristiche : Peso del.l'ar ma Kg. 45; l'eso del proie tto g1·. 200; Velocità iniziale m . 4±0 ; P r essione in cula tta atm. 2000; Celerità di tiro : un caricatore di s · col1,i in clue minuti se'tonùi; Gittata massima m. 4000; I'eso car icator e vuoto Kg. 1,SuOo;" Peso caricatore pieno Kg.4,,150. Questi ciumonctn i av<•nclo alle rn·ove da to ottimi r i$ultati, nel lugl.io 1917 furono ins tallati sui 'rripla.n i Caproni, sugli apparecchi l~.B .A. della S .I.A .I. d i Sesto Calende, e sugli S .P . 2 da ì-lcognizio1w, ma n on ebbero mai un pratico impiego in guerra. P er questi cannoni furono ealcolate e p ubblicate dalla Direzione di artiglic1·ia aerona uti ca le Tavole d i t iro per angoli di sito da 0° a + 900 e da 0° a - 90o. CA:XNONE AUTmiATICO AEREO D.\ 25,4 VICKFJR S . - Nell'aprile del l illi, sempre per i motivi già. detti, si fece riprod urre clullo Stabilimento Vicker s'1:erni di Spc2,ia un esemplar e di tale arnm ccclut;.1ci dagli ullenti : l'a rma venne ri1n:odottn in una certa qnantifa e però nou fu s ubito definita per le diflìcoltà incontrate nella s ua costr uzione. I primi due campioni torono rn·e;;cntati al collaudo nel gennaio cld 1.918, ma non poter ono e::;ser c accettati : soltanto n el l uglio del 1918 si poterono ottenere le pr ime qua.rtro armi et!icienti, elle per ta nto non tr ovarono mai utile impiego a bordo. Questi cannon i automatici Vick ers si usaron o poi come anni antiaeree p er la difesa dei campi d'aviazione. CA'.N NONI SEMI-A U1'03:fA'.l'I C.I DA 37/ 20,6 E DA 37/4.0. - Ques te armi f urono costruite a n uovo s ul tipo de.! <e '.rub('-Cr,non >: francese per il tiro clagll a er ei (dirigib:ili in is1)ecie) contro- ber sagli tnrcstl'i e marin i, ed in modo p urticolare con tro i pa r chi fo tode ttrici (riflettor·i) ed i s ottomarilli in emer sione,
F'ig. l 4G - Cannoncino semi-au tomat ico dtL 37/4'0.
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CANNOK! PER DrnrGrnII,I RO AEROPLANI
Il tipo l ongo da, 37/ 4-0 era piirticol.armen te adatto per i dirigibili, mcll tr e il tipo corto da, 37 / 20,6 s i prestava meglio per l'insta!h1zione a bordo degli aerol)lani. Con tali cannoni furono arn.1ati gli appar ecchi S.P. 2, i Lohner 200 HP (lug lio 1917) dcll,:L Ditta Nieupor t, i JVIacchi, di Varese, ed i Caproni 450 HP fa. centi parte della Squadriglia, Artiglieri Ca. J50. Questi cannoni avevano un meceanismo dJ chiusura a blocco che poteva fon. zionarc in modo semiautomatico (apertura automatica per l'azione di r inculo; chiusura ti mezzo dell'introduzione della cartuccia, o<! a mano). I dati carat teristici pi:incipali erano i. seguenti:
Tipo del cannone Corto da 20,6 Lunghezza toW le
mm.
l'es<> ddl'anna. complc•ta
Kg.
Peso elci proietto
Lungo dit '10
mm.
882
66,500 Kg.
))
Peso della car ica cli la ncio Co1q1os izio11c d<'lla carica (balistitPì
123
0,680
))
0,680
0,033
))
0,112
0,5 · 5 · :i
Peso drll,L ca rtu(;cia a proietto
1600
1,5 · 3 · 3 O,S27
))
V<'locità iniziale
metl·i
Pre:,sionc in culatta
a tm.
Angolo di t i ro
dtL
Rin cul o massimo
mm.
+ 40o
4,3()
1,250
>>
metr i
1700 atm. a - 90<>
da
+ 4()0
155 mm.
640 1()00 a - 90o 200
·Presso il Poligono di .Nettuno, srguendo i metodi classici opportunamente var iati per l'impiego speciale di tali armi, s i costruirono tutte le tavole di tiro per t utti glj angoli cli »ito. CA~"NONE DA 65 MO N'.I.'. - Per avere rm'eflicace az.ione contro bersagli terrestri si pensò di imp·iegare un' arma <:hc potesse soclclisfarc tale condizione col norma le muni zionamento d i pr oirtti, s ja per calibro che 'per potere balistico distruttore. Nel gennaio del 1917 si c>segni pertanto una ser.ie cli esperi enze col cannone d a 65 mont. piazzato sulla navicella di un dirigibile Jf. All'uopo furono eseguiti s tudi t eorici e pra tici sul tipo di installazione. sui s istemi e congegni di puntamento ecc., ecc., ma talli studi non ebbero poi applicazicme pratica.
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CARTUCCE E PROIETl'I Pl~R Lii: VARIE AR)fl
QUAN'l'ITA' DELLE AR.~:CI COSTR'CITE E DTSTRnn; ITE. - .Nel J.918-10 verso la :fine della grande guerra il fabb .isogno drll.c armi ocr gli l1Si ael'Onauticl, quasi completamente r aggiun to sia per la produzione llcllt: Ditte italia ne e ~ia per la consegna delle mitragliatrici Vickers e Lewis da pal'te degli .allea ti, era il seguente : N. 3.000 )> 10.000 )/ 500 20-0 ..,» ,; 60 1) 120 )) 800
Mi tragliati:ici Fiat Mitraglia.tric.i S.I.A.
Carabine .V.P. Cannoncini E'iat da25,4 Cannoni dn 37 j20,6 Cannoni da 37 /40 Pistole mltragliere Mitragliatrlci Vickcr s cal. 8 :Mitr agliatrici Lewis
))
:uoo
»
1.000
§ II (C}
Cartucce e proieUi per le varie armi.
CARTUOCIE E PROIETTI PER LE VARIE ARMI. Contemporaneameintc all'adattamen to delle ai·mi automatiche per l a loro installazione a bordo si presentò il problema <li realizzare proietti çhe oltre a fa cilitare il puntamento (tracci.aintl, fumogeni o luminosi) potesse1·0 avere i necessari effetti balistici contro i particolari bersagli della guerra aerea. I n particolare si cercò di nvere pallottole e proietti : - perfol'allti contro i motori ecl i blindamenti in genere dei serbatoi di benzina, parti vitali, ecc. ; - incendia,ri contro i serbatoi stessi, i palloni osservatori, ali di aeroipla!11i, ecc. ; - esplosivi con spolette ultrasensibili cont ro qualsiasi mez½O aereo per produrre quell'effetto distruttore che il semplice proietto passante non avrebbe potuto provocare. La soluzione di questo problema fu molto ardua pel' i piccoli -
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CAR'J''(JCCI-:: E PUOlF/l'TI PE)Jt LE VARIE AR:MI
caJibri di _mm. 6,5 e 7,7; meno difficile naturalmente per i calibri ma,g giori di mm. 25,4 e 37. Per i piccoli calibri (tipi italiani) foroM adottate le pallottole perforanti ideate nel 1916 dal magg. Perego clcl Laboratorio Pirotccn"\co cli Bologna. Nelle esperienze eseguite nel mar7.o di tale anno 1911:> col fncile mod. 91 e con tali pallottole Pcr<"go, alla distanza. cli 200 metri si riuscì a perforare 430 mm. di legno stagionato e 2 lamiere austriache di mm. l,2. Alla cl.istanza di 100 metri si perforarono dapprima una corazza tipo Marina cla mm. 8 e poi 270 mm. cli legno stagionato e 3 lamiere a.11striache da mm. l,2 interposte fra gli strati cli legno. La pallottola com1me del f ucile mocl. 91, alla stessa distanza, <li. 100 metrl veniva fermata dalla corazza l!"'arina. Due lamiere da mm. 4,5 ciascuna, tipo Ansaldo, sovrapposte furono forate dalla pallottola Perego a 50 mctr.i : la pallottoht perforante S. germanica. alla distanza forè> soltanto una lamiera e fece una ammaccatura insensibile sulla seconda. Le prov~! eseguite ui;nn<lo tali car toccic Perego (con eguale carica. di proiezione delle cart uccie .n ormali cd eguale peso di pallottola) colla mitragliatrice a utomatica Fiat, <li~!dero ottimi ris ultati p~!r il funzionamento dell'arma. Fu anche inizia to lo studio, ma non ebbe poi seguito, di una pallottola perforante pE!t la pistola milragliera Revelli. Senza cambiare la carica di proiezione delle normali cai:tuccie, contr o una. robusta lamiera di ferro alla distanza <li circa 10 metri si otteirnc un foro cli .b mm. 'cli profondità, menh·e colla pallottola comune non si ottene,·a sulla lamieni la mini.ma ammacctun1. Dopo molti studi ed 0s pcrienze il Reparto d'11rtigli0ria. aeronautica ri uscì a risolvere genialmente il 11roblema della pallottola incendiaria per le armi di piccolo calibro. Abbandonati tutti. i sistemi meccanici cli p~·rcuss.ione, molle ccc., che non rh;ultavano pratici, dato il piccolo volume delle pallottole, il Reparto d'artiglieria aerona.uticn riuscì ad ideare e perfrzionare In pallottola. fumogena luminosa e incendiaria tipo B .'l'.S. (attestato cli privativa inclns triale 16 dicembre 1916), la cui ca1:atteristica essenziale per produrre effetti fumogeni, l uminosi <! ineendiari era quella di aclop<~ra.re le pallottole proprie dei foeili o mitragliattic'i di calibro minimo senza. alterare la forma cli tali pallottole modificandone soltanto, in rnillirna parte, il peso, in mocl.o cl.le la traiettoria non risultasse sensibilmente var.iata. Ciò si ottenne facendo la, pallottola cavn e riempiendo la. cavità con 1ma sostanza adntta. o miscela in fiammabile (composizione fosforosa) la quale, all'atto dc~llo sparo veniva portata ad alta temperatura per ef!etto del cùlore sviluppato dall'attrito nc•l passaggio àttraverso Il1. c:1nna, mentr e per effetto clt•lla forza. eentrifoga dovuta alla rotazione del proietto, da uno o più fori laterali, praticati. nella pallottola stessa, la predettf.l sostanza o miscela usciva vlolenteme:nte e si infiammava al contatto dell'aria. Questi fori venivano ehi11si con salcla.nu·a dolce onde evitar e il contatto
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CARTO CCI~
I,)
PROlETJ:'1'! PTilft Ul
v. mrn
ARMI
dt•ll'aria con la miscela interna. All'atto òello sparo il calore s,ilU[)pato dall'attrito del proietto colla canna fondeva la salda tura, e la miscela, portata già nd un'alta temperatur a, tlSC<·nclo trovava la -via librru per infiammarsi al coutn tto dell'arju, Quando H bersaglio (ud esempio un involucl'o di clirigihlle o di palloi.c osservatorio) veniva colpito, o la materia infìammuta dava fuoco dirrttamente al gas liberatosi dal pallonr, oppure hl materia s rcssa, com'era, in direzione normale all:.1 triettoria, veui va srn·uz¼a.la s ull'involucro del dirlgibìle o clrl pallone, e bastava che una s ua particella rimanesse aderente in un solo punto ver provocare Il principio dell'incendio. La scia. fumogena (di giorno) e luminosa (di notte) lasciata dal proietto serviva poi ad individuare cd apprezzare la traiettor'.1t. Alle prove eseguite 11tlicialmentc ])l'esso il Poligono di Artiglieri.a di Nettuno (per incurico del ~:Ilnistero della Guerra) ed in zona di guerra (nel marzo 1917 per ordine d<•l Comando Supremo) queste pallottole dimostTarono il loro pote1:c tracciante ed incendiar io, tan tochè 1wenclo r iscontralo che l'cCCetto incendiario aglv1:1. anche, qualche -vo]tu., s ulle ali de~li aeroplani, venne ordlnoto di inser irne una ogni q11atlro ca r turclC' nei no1·ruali cm·icatori delle armi a utomatiche per il tiro in volo. Dopo molti studi vennero abbandouati quelli tendenti a realizzar <' pallottole esplodenti di piccolo calibro: ì tipi pr<'senlati dal magg. Perego, e q uelli s tnd·lati dagli 11Hiciali del ltcparto cl'nr tigliE'r ia aeronautica pur presentando geniali solu?Joni, dato il piccolo volume di tali pallottole non si dimosb·a rono di possibile attuazione J.iclla pratica. Per i proietti da 25,·1 sì poterouo eseguir e studi e prove ba~andosi sul materiale già in parte esist<'nte presso gli Jlìscrcitl es teri, ma per le a rmi da 37 mm . s i dovette creare 1.1n comple to munizionumento (]Unsi a nuovo. Il Reparto di artiglic1·la aeronautica ebbe l'incarico di studiare, costruire e produrre cartnccie dei seguenti tipi: - a proietto d'csercitnzio11e (inerte); - a concussione (fumogeno, inccndiilt·io e luminoso); - a s poletta ultrasensibile (esplodente al primo urto contro qualsiasi bersaglio anche se di minima resisten7.a); - a percnssìone ordinat·la (esplodente conb·o bersagli r esistenti); - a pullr.~ perforante (contr o co1·u;1,ze con es plosione dopo uver a t traversato l:~ cora2,za s tessn); - a scatola a mitraglia . Tutti questi studi furono assai complessi, dovendos i creare delle m1mi¼iOni ncr armi giit costTuite, per le quali quindi si era completamente vincolati nrllc varie dimensioni e ne·i forzamenti ; ern perctò nrcessat io la vor1,1re sopru. le varie qualità di cu richc di proiezione, e s ui divers i tipi o!inncscnmento: i problemi conseguenti da tali studi vennero facilmente risolti, ma fu anche necessario co.c:itruire ex novo uno speciale iIU1esco per bossoli. Per t utte queste cartuccic dei cannoncini si dovette anche trovare un s istema per intasare la carica st•nza riconcrc ai comuni 1'.t'ltri o bioccoli di cotone, e
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CAR'l'UCCJ;; E PROJJ.<,l'TI PER T,E VAR,IE AR)Il
ciò percbè nel tiro in ,olo questi materiali erano pericolosi per il funzionamento dei motori e per i piloti stessi. S:i realizzarono pertanto vari tip! cli cm·tuccia a proietto e cioè : tt concussione; a. granata con spoletta sensibile ordinaria; a scatola a mitraglia; da esercitazione; a palla; a gn1nata semi-perforante. I particolari della spoletta a 1.1ercussione nlh·asensibilc e della spoletta a concussione sono particolarmente interessanti iu qnC'sto paragrafo, trattandosi di spolette esclosivamentc impiegate j n aeronautica. L~t spoletta ultrasensibile per granate d;t rnm. 37 e da. mm. 25,4. è costituita. da. ,1n percussore ad asta A, e nella parte anteriore è avvita.tu. una testa a fungo .R cli alluminio; s nl percussore, tra un a nesto P ecl uno G, vi è una molla. C che ba lo scopo cli tenere distanziata la ponta clel rwrcussor e dalla capsula E. (}uattro eccr.n trici l::l, cli cui uno svorge dalla spoletta., im11edisco1To,
Fig. H7 • Spoletta ,1ltrnseusjbile a percussione per granata da mm. 37 e da mm. 25,4.
mecli.ante il loro spes:..;orc>, a tutto il percn><sOn! BA.D di anéìare avanti D percuotrre la capsula .E, :finchè il 11roletto non ha abbauclonato la bocca da fuoco. Un piuolo a ghiera L- imr,('(lisce all'eccentric•) più grande di uscirci. Appena il proietto snqisce la c<mcnssione ecl inizia il movimento il pinolo L rientra nel proprio ullogglamento 111 e lascia libero l'Pcr..entrico maggiort>, il quale, per -
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C.\RTl:CCE E PROIETTI PE:R Ul Y.HtI0 AR1ll
la forza centrifuga data dalla r otazione del proietto stesso lC'nde a sfuggire, ma è trattenuto dalle pareti della canna ck·Il'anna. _Appena il proietto è uscilo dalla bocca da fuoco, il prcdclto eccentrico esce, e si1c:ces~rivumente si disimpegnano gll altri lre, in modo elle il percussore resta lìbero di percuotere la caJ)sula. Per evitare clw l::L pr<'Ssione drll'a rltL s ulln cesta a fuogo B facci:L av-venii'c la percussione vi è la molla C che richiede une, sforzo di gr. 950 per essere compressa . Incontrando un ostacolo (ala d'aeroplano, involucro di dirigibile, ccc.) la molla s i COlll{)rime, il pe1:cussore urt:L sulla capsul:l ed it proietto scoppia. :Xelle pro,·c eseguite con qu('Sta spoleWt ult1·nscnsibilc con til'o a 100 metl'i di distan1.a contro la teln dì un'ala cli aeroplano, i protetti dopo aver attr:wel'suto la tela scessa scoppiarono al di 111 a distm11.a da 20 a 30 cm.
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F ig. 148 , Spoletta a concussione per gt·::tnata aa rnm. 37 e da mm. 25,4.
La spoletta a. concussione p1•1· le granate da mm. 3i e 25,4,, tracciante cd incendiaria, è coslituita da una mas.<m battente B con CJtpsula O, da una ghiera D, dalla molla LI che seryc ad impedire 1 movìm(•nti clella massa battente, e du uno spillo fisso E. Appena il proietto s ubisce la concussione ed ini1.ia il proprio movimento, la massa battente B pe1· inerzia r esta indielTO, deforma la gblcra D e và ad tu·tare con la capsula C sullo St)illo FJ, provocando così hl dC'Oagrazlone ùella capsula stessa e la successiYa accensione delht mistura i11cendìnria e fumogena.
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ALZI E CONGIDGNI Dl l'UN'l'AMli;N'l'O
I proietti incendiari emettono fiamme da alcuni fori (normalmente in m1mero di 3) ed un abbonda,nte fumo bianco, ben visibile longo la traiettoria di giorno, mentre di notte si vede la scia luminosa. Per i cannoncini antomiLtici da mm. 25,4 si dovette creare una scatola a mitraglia di formf.L s peciale, riproducente la sagoma ogivale dei comuni proietti, e ciò evidentemente per permetter e l'introduzione automatica della cartuccia nella canna. Per gli altri particolari, le cartuccic <:>d. i proietti non diJicrivano dalle comuni munizioni delle artiglierie terrestri. Il caricamento di tutti i proietti da mm. 25,4 e da mm. 37 fu eseguito dal Laboratorio della Batteria. Acqua Santa, a ppositamente costrutto a cnr a ed a.Ile dipenenclenze del Reparto di artiglieria nE-ronautica. Le cartuccie per mitragliatrici. di piccolo calibro furono commesse in parte al Pirotecnico dì Bologna ed in parte all'IndnStTia privata ; per il caricamento delle pallottole incendiarie B.'l'.S. provvide lo stesso predetto Reparto nel Laboratoric> della. Batteria Acqlm Santa. Le mitragliatrici Vicl,ers e Lewis usarono le cartuccic r egolamentari, normali e perforanti, fornhe cla.i ,n ostri alleati insieme alle armi : per la Vickers calibro 8 e per la Lewis calibro 7,65 furono anche co..-;truitc alcune cartuccie a pallottola fumogena, !ominosa <~ incendiaria. t ipo B!l'.S.
ALZI E CONGEGNI DI PUNTAMEN':PO. - Questi alzi e questi congegni furono studiati considerando soprattutto che il combattimento aereo, specialmente colle a,rmi di piccolo calibro, è assai ravvicinato, e che quindi della traiettoria delle pallottole si deve sfruttare soltanto il primo tratto e cioè il tmtto teso. Tutti i congegni di puntalllento furono pertanto sud'divisi in due tipi a seconda dell'installazione delle armi, e si considerò quindi: -
il Tiro aereo con u.rmi fisse, nel quale il puntamento clell'arllla all'atto
dello sparo r ichiede una sola correzione e cioè quella. dovuta alla velocità del bersaglio : e. q\1esto perchè le anni fisse dovevano essere piazzate a. bordo col loro asse ·muggiore parallelo alla .direzione del volo; - il Tiro aer eo con armi mobili, nelle quali il puntamento rich.iede due correzioni: quella relativa alla velocità del bersaglio, e quella r elativa alla velocità proprifl dell'arma installata. s ull'aeroplano. Nel primo caso l'artigliere si trova nella favorevole condizione di individua.re l'allineamento di mira - <e occhio - tacca di mira - mirino>) - quasi come un sistema rigido; ed il puntamento è affidato esclusivamente all'arti-
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ALZI E C01'G ll:G N1 DI P"(;l'\'J'Al\!E);TO
glierc-pilota il quale deve puntru·c modincnnòo In rottn di tutto l'apparecchio. Nel secondo caso non vi è più irriglcllnwnto del.la liuea - « occltio - tacca di mirn - mirino» -, ma. l'artigliere è obbligato a spostar,:;! cli forti angoli, per rivolgere l'arma ad essere puntata vcr,:;o il bersaglio.
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Fig. 1'19 - Collimatore a griglia per mitraglintrice Vickers su Unm:iot (installazione ccn truel).
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ALZI E CONGEIGN I D r P 'C N'l'•.\.:.\1ENTO
Per il tiro con armi fisse si tisarono colliroator.i a cannocchiale del tipo Chétien e Albis. L'asse ottico di ta li collimatori doveva c,idcntcmente esser e posto parall elo alla linae cli mira natnrale dell'arma. Quando l'ar ma è fossa e piazzata su!Fa;;sc principale dell'apparecchio, la velocità propria no11 provoca alcun errore nel tiro: per n •golare il puntamento è perciò sufficiente di tener calcolo soltanto della velocità dell'avver sar io. I vari tipi cli canJ1occhlali muniti cli nn reticolo rap1)resentano la t rasformazfone ottica clel sistcmtt cli collimatori a griglia. Da questo tipo ili punta.mento per armi fisse son derivati v:u·i nltri strnroenti di mira. La griglia const a essenzialmente : - cli due cerchi esterni Cl e Ci'~ di lllmiera, a SYiluppo incompleto; - cli un cerd1ietto C centrale, pure di lamiera; - di quattro raggi normali tnt loro, costituenti due d iagonali ; - cli quattro mezzi n1ggi, :intermedi, che par tono dal cerchio esterno 0'1; - un collare o fascetta LI. cli lamiera, con risvolti (/,' hullonc b C' cla lo (l, che serve a fissare la griglia all'arma nella posizione più conveniente; - un mirino a pallina ,B, sostenuto cla un'asta file ttata 1>1 con dado (l1 di. appostamento, completa :i l dispos.itivo. QuC'sto mirino a pallina serve a r<!bolare la linea « occhio del tiratore - centro della griglia ,, rjspetto all'asse della canna cklla mitragliiltrice. Per usare l a linea di mi ra a gr iglia occorre appogginre ln fronte a cl apposito cuscinetto clel parabrise, il quale deve trovarsi in posi:.1ione tale che l'occhio r is ulti ad una gi'usta determinata distanza. Si fissa allora la fronte in modo che l'occhio clrstro si clisp011ga esattamente sull'allinea.uwnto « centro <]ella grigli.a - pallina del mirino», dopo ùi che la f unzione elci predetto mirino è esaurita, e soltanto la griglia viene utilizzata. In modo analogo si deve ùperare lK'r usnre il r eticolo clr l collimatore Chétien. L a griglia è fissata sulla parte posteriore del manicotto della mitr !tgliatrice; il mirino è invece fissato sulla parte anteriore d el manicotto. Il mir·ino non servendo, come si è eletto, che a determinar e l'asse ddla gl"iglia, l 'intervallo tr a la griglia ed il mll··ino non ba inHne.1111:a s nlla correzione clella mira, e rier tanto ha soltanto impor tan11:a la distan:.1a della griglia dall'occhio del t iratore. Le correz.ioni sono sta bilite nella ipotrsi cli a eroplani neroiei che volino alle ftltcz11:c abituali cli combattimento e con velocità da 160 a 200 ch ilo<•m1:ri all'or a. Tanto per la «griglia >) come per i « collimatori a cam1occbiale » la teoria per l'impiego può essere illustrata clai seguenti esempi: 1)·
L'aeroplano nemico si presenta d i traverso : durnnte il percorso della pallottol a dalla mitragliatrice a ll'apparecchio nemico, questo per eorre il tratto da m ad 11; il pilota deve in.iziare il tiro precisamente quando (dopo aver centrato il mirino ~ulla griglin) vede l 'aeroplauo nemico toccare il cerchio <'S trrno C1 in un punto ta le che ess o st•mbr i dirigersi verso il centro della g1·iglh1.
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ALZI E CONC:ElONC DI P UNTAMBKTO
La c:1nna dC'lla mitragliatrice ,·il'De dw1que diretta assieme all'asse dell'apparecchio tiratore verso la l)oi;rizione n, ln quale sarà raggiunta dnll' apparécchio nemico nello stess,) reml)o impiegato dalla pallottola. Notil>i che quest:L correzione ri::mlta sempre proporzionale alla distanza di combattimento, e cons<'gueutemente essa valt! per tutte le distanze. 2) L'aeroplano tiratore è I)iù alto di quello nemico: l'esper ienza dimoslra che l'attacco, picchiando, lasci.a sempre vedere dnl di sopra di tt·e quarti (nugolo d'attacco medio) l'apparecchio ay,ersario. In base a questa considerazione, la conezionc è calcolata: - 11ct· la posizione degli aeroplani n>loci, cont,:o il bordo il1terno del cerchio Ol ; - e per i groosi aeroplani sulla cir confcr<'nza ideale CS mdlviduata dalle punte elci q ua ttro UJezzl raggi rl, r2. rS e rJ,. Queste posizioni sono calcolate tenendo conto che l'aeroplano tiratore, piccbi:rndo, aumen ta cli molto la s ua velocitlt (Yclocìtà che si aggiunge a qu<'llll/ della pallottola), mentre l'apparecchio nrmico, in generale, si mette subito anch·esso parimenti a picchiare. Lo. cori:czione ù<'l tiro, come sopra è stato illustra to, per gli errori dovuti alla velocit del bersaglio è dunque basata sul criterio clell'orien tazione di un vettore nrlla direzione e sen><o clC'l movimento del bersaglio. Nei collimatori e nelle griglie q11esto vettore è apprezzato dnll'occhio del puntntore, mer1tte negli allTl coug<'gni che nnnero adottati iu seguito un tale
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Fig. 150 - Congegno di puntamen to per mltragllah·ice fissa .
V<'ttor<' è matPriali1.zato da un'asta regolabile o. mano e portante una pallina che funziona dn tace-a. cli minl. U « congegno dl puntamento per mitragliH trice fissa>> Si compone di ,10 n•gole alle cui estremità sono fissate una tacca di mir a ed un miri no, La tacca di 111ira
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ALZI ID CON GIDGN I DI PUNTA :M ENT O
rappresenttl il ùispositivo per la conezione dcllr:t velocità dell'avversario e risolve meccanicamente l'orientazione cli uno scostamento nella. direzione e senso del movimento avversario. '.l:ale orientamento si ottiene uwdlante un cerchio fisso sul quàle può scorrere un cerchio gireYole, cssenùo su quest'ultimo montato dia1nctrolmente nn asse che vnò ruoltlre s u S(::, stesso e che porta. sulla mezzeria normalmente nu vettore, alla cui estremità è situata una pallina funzionante da tacca di mira. 11 punto che ùen: servire per dare la. lineii di mira nat urale è determinato dall'incrocio dell'asse cou il vettore. Il mirino ntppresenta. 11 dispositivo per la correzione dell'r:tlzo e per l'apprezzamento della distanza. Esso è costituito dn un cerchio sol quale s tà disposto verticnlmente un filo metallico elle porta in eorrispondenza del centro del cerchio s tesso umi croèe, la quale serve per la determinazione della linea di. mira natur ale e per qunlunquc alti:u con alzo zero, relativa cioè ai bersagli posti a distanze inferiori ai 200-300 metri. .Al di sotto del centro cli eletto cerchio del mil'ino, il filo ver ticale è a ttraversato da on segmento di un filo metallico orizzontale, l ungo così da comprendere col s uo angolo v.isuale il bt>rsaglio allorcbè esso dista di 800 metr:i dall'arma. La distanza di tale segmento dall' incrocio eentrale relatiYO nll'nlzo zero è uguale all'al?:o richies to prr il bersaglio distante metri 800 posto nel settore di fronte . Lateralmente il segmento in r,arolu prosegue a forma ùi corna, e ht cnrvatura cli esso determina hi niriazione dElk visuali comprendenti 11 bersaglio in f unzione clell'atzo r ichiesto dalla distanza dd bersaglio stess o. Il diSpositivo cld mirino ora accen nato, serve a corrrggere il puntamento, - sia contr o bersaglio posto a breve distanza e sia contro bersaglio situato a distanza. notevole - per gli eventuali errori rela tivi all'alzo; e ci si ottiene mediante i fili distanziometric:i., foggiati a corna, senza bi.<;ogno di conoscere la distanz.a. del bersaglio. L'occhio del tiratore deve tro, 111:s i da 25 a 30 ero. dal cerch'io che funziona cla tacca. di mira. Il mitragliere deve abitnalmC'nte osservare il proprio congegno e nrnnovnu·lo senza bisogno di muovere la, tes ta nè il busto. Nella posizione normale il mitragliere deve vedere il proprio congegno in modo che il cerchio della tacca di mira f! quello del mirino risultino concentrici, potendo egli cosi, col solo cono visuale dei due cerchi, giudica.re approssimativamente della direzione della propriw--rottu· rispetto al luogo dove si trova il bersaglio, e quindi g.iuclicare della correzione necessaria da u1,portare alla propria rotta per mettersi in favorevole condizione di tiro. La rnunona richiesta al mitragliere pe!· il puntamento /'~ quella di ùispone e muntene1·e disposto il vettore portante ht taC'ca cli mira nella direzione e senso .in cui si muove il bersaglio. La manovra si eseguisce mediante il solo comando di uno elci due bottoni del cerchio della tacca c1i mira. Man mano che il bersagilo modifica la sua rotta s i rettifica l'orientamento cld vettore con qunlclle toccata cli bottone. La collimazione avviene, naturalmente, 'fra la pallina (tnccu cli mira) , il mirino ed il ber0
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ALZI E CON'GlvGN( ne P UKTAME:-.TO
saglio. Quando i ln' [Hlnti si 11·0,·ano sopra una st<'&:a r etri1 il bersaglio e puntato. Il ptmtanwn to pet il tiro Con nrm i m obili rich iede l<' SE'guenti cOrrl:'zioul principali : -
correzion<' degli errori dovuti alla velocità pr opria; correzion e degli error i dovnti alla Yelociti1 a vversar ia; corr e1.iOnl' degli errori dovuti all'abbns:;nm<>nto cd alla derivazione della. h·alettoria.
Qualor a si ,·olcsse ottener e un puntam<'nto per fetto, si richiederebbero nltre correzioni .secondarie, come ad cscmr,io q uelle r elath·e alla deri,a, all'azione del vemo sul vroietto <>cc., ma l'opportunità di :;Pmplificate nl mnssimo grado il problema clel puntamc•J1Lo ed il fatto elle il tir o i11 (Jll('l;liOll<' viene limitato alle mini.mc clistan1.e, :ill'b1tento ùl r ell(len• le c01TezioJ1i facili ed t ff'ettuablli rocdi11nte semplici m<'cca11iswi , cons.igliano di n·nseurare i f<'non11?n I d isturbator i m(•n o importanti. sof(ermnnclo l'attenzione solam1·nte ,mi fenomeni cbt' mnggiormr ntc ìufluist·ouu sul til'o. La correzione doni la nlla velocith a ,·,•ersnri a si ottiene coì sistemì già descritt i m•l puntamento con armi fisse . Lr. conC'zione clon1ta nlla wlocit:ì p1·opria Yiene effettuata da s istemi meccanicì cù0. spo:stauo automa ticnmen te il m irino in .Cnnziouc della direzione cli qnesta Yelocità. 'l'utti i si:stemi adottati (tipo ingl<'se Xorman Pnnern, tipo !J:n11ces0. L e rr1cur, til)O italiano Caccia tore, ccc.) si bm;:t no su di 1111 mil'iuo collegato acl un parallelogrammo snoclflto, cbP può carnbl nt e l a s ua form11 i::otto l'azione di una banderuola, la quale, o!tre II poter far gir are tntto il parallPlogrammo pormu tc il lllil'ino, 1rnò nlzar:si fncendo abbassare il mirino stesso, <' ahbassarsi facrndolo invece al,rnr C'. Si comprende facilmcnt<' come Ja linea cli mira po,-sa ypn ir corretta automa t icaruen lc iJ1 fmnione della direzione clella wlocitì1 propria. Ft1rono an che stud iati var! s ls tcmi di a lzi p~· r i can11oni a erei J)C'.r t iro verso terra, w1l non furono pcrkzionnti a moti\·o lltl limitato lmpìc·go che iuli ann i cbh<•r o u ella pratica.
P er l e ei,;e1·citazioni {li pnntmnento vennero adottnte l e foto mitragliatri<"i e le ma c:cbine fotog1:afiche Hythc. Questè ultime si applic:an1no a1le armi in ;modo che l 'asse ottico 1·is11 ltasse pa rallelo aD'asse dell'anna. Ambedue i c:ongegni foceYano uso delle comwni p elli<.:ole se11sibili a rullo, erano regolabili per le -rarie corre;,,ioni ùel tir o, e fotografavalllo l 'a reo ..lJers aglio 11el m omento dello scatto dell'ar;ma. Il mitraglie1·e cioè, scattuncl o l' arma, come se doYesse far p::irtire il colpo, fotog.rn fa v::i l ' nereo che fungeva da nem ico. S dl uppando poi il 1·ullo delle pellicole si -
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Tnt.o
ATTRAV8RS0 L'EI,ICA
poteYa controllare r esatlezza o gli errori ùei ,ari puntamen ti venendo ogni Yolta fo tog1·afata, (·olrimmnginc de ll'a ereo-bers11-· glio -anche l'immagillle cl i mn relicolo cont('nnto n ella macchina s te sa, immagine che pem1etteva cli calcola re gli enori cli tiro.
TIRO A'l'TRAVEH, ' O L' ELICA. - Questo sistema s1 impose, in modo partico]al'e, con gli apparecchi da caccia. Quando questi congegni non erano ancora adottati, le mi tragliatrici dovevano essere 1p iazzat e al di sopr,1 o di fianco all'elica, ossia irn p osizione tale che le pnllottole nscendo dall'arma non potessero in alcun moùo colpire le pale dell'eli.ca. Nella grande guerra tutti gli aeroplani da caccia avevano un motore cent rale con una sola elica trattiva : cli conseguenza, data la posizione del pilota artigliel'e l 'arma er a lon ta~,a, rararn<~nte a portata di man o : er a vi qu indi difficoltà, e 'l nalche volta persi'll o impossibilità di cambiare i caricatori, di eseguire q ualsiasi manovra in caso di inceppmuento, e perciò necessità di tl'asmis i.one meccanica, per far funzionare l ' arma . E' facile quindi rendersi conLo della poca praticità nella sistemazione dell'a rma . tn F rancia il pilota Garros fn il 1H·i1.110 a spantrC' acr.r·av('ri;o l'elica una mitragliatrice iìs,at. L 'arma Invora va al.la. s ua vclociLù norron le, e due manicotti <li acciaio molto duro r rano applicati sulle p:lle drll' <'li r-a, dove and,.tva110 a battere ed u scivolare ì p roietti. 11 n umer o di pallottole che colpiva i manicotti e cbe ancla,a perduto era inferiore del 7 % o dell'8%; ossia nna 11uantitit truscurabile, um il metodo impllcava una p<•nlita cli velocità cli circa 20 Krn. n!l'ora , a ca u,;a dell'applicazioue dei manicotti che fa cevano perd('re umt p,lrte della forza traltivtl all'<'llca : il sJstrrna fu quindi rapiclamentr abbandonato. I tedeschi montar ono umt mitragliatrice spar a11te attravcri,;o l'elica sul loro F oker cltl caccia nel l.915·16. L 'a n na sparava acn·averso l'C'Jica ma ess,l ~·ra combinata col motore ed JI s uo tiro E'ra sincrono col movimt>nto clc>l motore. Jl comando del motore sulla mitrn:?liatrice era eflettnato per mezzo di un meccanismo rigido (FOkC'l". Alhatros. Halbcrstadt, ecc.) o per mezzo di un congegno flessibile (A lblltl'OO, Hompler, ecc.) . IL pilota poteva sparare a volonti.\ agendo sopra un bovdcn a leva. L'applicazione del tiro sincrono coi g iri del motore tu poi adottata cd
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CORAZZA'l 'Ult l3l VARlE
impiega ta d urante la gr aucle guerra sulla massima parre degli uppnrec<:h i uostri, ùi q uelli nlkn ti e dl quelli nen1ici. P l ·(>S::;O d i noi le varie D itte co::itruttt ici delle an ni e degli a pparcccll i :studiarono questi sistemi meccan ici cli tiro attraverso l'elica pPr nppllcarll alk l oro ar mi cd ai loro a pparecchi: così come la :F ìat, la Pomilio, ecc... Anche gli Enti aer onautici addetti a ll'ar man11' n to e-1 a lla sl~t eIDnz ione dei mater iali a bordo si dedicarono, naturalmente, all'inte r<'s snnte e difficile problema. Si <'bbero tipi 1·lgicli, dOè csclusivamentl" appli'!ltbili a quel dato apparecchio ed a guell:.L data m·m11; ccl altr cs ì tlpi r egolabili, a zoccolo orientabile, da 110t<•rsl a dattare a var! tipi di apparecchio. 'l'utti t c11de.-ano o alla renliz7Atzione di un comando meccanico dd grill<'lto a mezzo ùcl motore, oppure ad un arresto della corsa del percussore dell'ar ma, comandato dal mo tore. NC'l I>rimo caso il g1·illetto era fatto scnttare dal dispositivo per ogni singolo colpo da spartn·e, in moc1o s incronizzato r elnti,amrntc alla velocità di " r ota zione cd al n umer o delle pale dell'eli~il, in modo cioè cl1t assicur are che uessuna pala fosse sulln linea di tir o nel momento in ct1 i l.:L pallottola attraversava il piano m •l quale girava l'elica stessa. n {li;:po;:itiyo Ye1ùrn r <'golato in base alla velocità massima e minima cldl'clica. Xel srcondo caso, guanùo il colpo non d o,evfL partire per cllè in quell'istante lù pale dell'elica attraversn,ano ln linea di tiro, un dente cli arresto impeùlva la corsa del percussore, i.ntei·poncudosi in 11J1 punto coll\·enicntc drll'asta del percussore stesso. Questi sistemi, indnbbiam(•nte, non ftìYor i\·ano il buon :Curnd onnmrJ1to dC'lle ar mi: nel mo tor i r otativi si tentò cli aycre un tubo al po:-;to dC'l mozzo dell'elica, ed in questo tubo in trod m·re la canna clcll'itrma cl.tù così potent spa. ra re liberamente; ma ciò obbligava n rn odifica r c notevollll<'ntc la s trntt ura dei motor i, tan toch ~ al tc1·mine delht gra nde guerra .il pr oblema <;i presenta va non molto felicemen te r is olto perchè i sistemi cli t iro attra\·erso l'flica non si potevano dire perfetti.
CORAZZATCRE VAR I E . -
Nel mese di geJmaio clel 19J6
Je Autorità superiori ordinaron o all' allora, R epart o di artiglieria
aeronautica cli ,porre ullo st udio il problema della, c:01·azzatura delle po rti pr ineipn li degli apparecchi e del personale navigante. Nel febbraio ,cli t ale anno furono eseg uite esperienze colle lamiere presen t ate da. varie Ditt e it alia(ll e ed estere paragonandole con alcune corazze t rovate su appnrecchi austriaci abbattuti, lamiere di vari o spessore e rni-iamente t r attat e t ermicamente e come temper a . -
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CORAZZATUR E) VARJE
Usando il fucile mod. 91 colla 01or;n:wle cartuccia si ebbero i seguenti risultati : 'l 'ipo
I I
Corazza
Spessot·c in mm. , Prime f<'nditur(> .Foratura a. metri a wctri 1
.A ustriacu.
1,8
600
nOO
20
Ansaldo
1,8
.foo
350
30
450
400
10
Ansaldo
1,8
40
F'ranc<•se
1 ,6
600
500
50
.\nsaldo
2
450
60
.Austriaca
.t,2
600
350 600
70
llva
2
600
500
so
Uva
1,7
600
500
I tipi 2° e 3° d<'lln Ditta àusaldo dif1'erirnno tra loro J)Cr il tr attamento termico dopo ht tempera. Dato che 111 corazza An,;nldo (tipo 2<>) aveYa dato migliori risultati s i eseguirono altr e espcrien7,e più partlcol:weggia t<' so t.1le tipo, e n<'l succcss.ivo mese di min·zo s1 comm\ssero alla suddetta Ditta alcune lamiere conveJ1ientemcnte sagomate J)C!r la. corazz,lt m..1 delle carlinghe di due apparecchi Caproni 300, dei serbatoi di benzina, ed alcune coraz1.c a busto ,·d elmi per 5 piloti (4 di Caproni eh bombard:tmrnto ed 1 <U Nh~uport da caccia). Le cora1.zc a busto, che era no dello spC'ssore cli mm .4.i:i e del peso complc•ss ivo (parte nntcrior 1' e parte postel"Jore) 1li Kg. 12,800, nlla distnnza di 50 metri non fm·ono perforate dulla pallottola. d<'lla n01·male car t uccia <li gncrra clel fucile mod. 91. Le lamiere di protez'ionc de.i serhutoi e drlla carlinga rrnno di mm . 1,6 e poteYano r esistere al tiro del fucile 91 alla distan7.a di -100 metri. Esper.ienzti succes;;ìv1• dimostrarono cbe alla distanza di 50 metri per rc~ist1•re al tiro d<'lla pallottola tipo S. ger manica (la migliore perforante allora conosciuta) sarebbe stata necessaria una corazza da mm. 7. Nel mese dl nprile <lei 1916 f urono di;;trib uite alle ,:quadriglie Cn1Jronl da bombardamento 40 corazze con elmo. ma ra rt1m<'11te furono impiegate, ed il loro uso, Sia a causa del peso e dell'ingombro che incC'ppan1no i movimenti, sia per il progresso dell'armamento nemico fu poco per .-oltn abbandonato. Si tentò anche dl corazzare i seggiolh1i dc•i piloti noncbè gli schienali, ma anche queste cora7.ze, cnusa il loro peso, 1J0 11 Yc1111ero ri11roclottc in serie.
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NOTIZIA BI8L10GR.iFICA
NOTIZI E BIBLIOGRAFICHE E DELLE FONTI PER IL PARAGRAFO l " DEL CAPO XII DEL CAP ITOLO 50° DELLA PARTE IV {dal 1914 al 1920)
Guccr Li;w1, « Armi portatili, Artiglierie e Ti ro - Lezioni ad uso di Corsi speciali. presso l'Accademia militare di 'rorino » (19201922) (Ediz. V. Bona, Tor ino). MAKGA)lONr CARLO, « Armi da fuoco portatili e materiali d'artiglieria » ('l'ipog-rafla, Enrico Schioppc, Torino, 1927). MANGA::-lONI C. e V1TALEl D., « CaJ'atteri.stiche di alcune armi da fuoco portatili» (Tipografia Alfredo K1uc, Torino, 1930). MAZZA ARNALDO, cc Armi - Esplosivi - Artiglieri e - Puntam ento e Tiro » ·(Tipografia sociale TorinP.se, Torino, 1929). P lllDRO'rrI RrnTOLOMEO, cc Nozioni sul tiro, sulle armi portatili e sulle artiglierie» (Edizione riservata, fuori commercio ad uso della R. Accademia di artiglieria e genio, Torino, 1934).
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CAPO
XIII
CRONISTORIA DEL RUOLO TECNICO D'ARTIGLIERIA E DELL'ATTIVITA' DEGLI STABILIMENTI E DIREZIONI D'AR= TIGLIERIA DURANTE IL CONFLITTO MONDIALE (1914=191 8) IL CONTRIBUTO DELL'ISTITUTO GEOGRAF ICO MILITARE.
§
I
Generalità sul ruolo tecnico.
Come già fu accennato nel volume VIII di questa Storia, col continuo procedere della, scie1rza artiglieresca e in conseguenza delle esigenze tecnich<! sempre più vaste degli Stabilimooti d'a,rtiglieria,, gfa da anni si era sentito il bisogno di adibire ad essi un « Personale Superiore Tec111ico » specializzato e scelto così che esso , restando per gran parte della carriera addetto alle lavorazioni ed agli studi di 1produzione, potesse acquisire tutta la competenza necessaria alle costruzioni di t utti i vari materiali d'artiglieria . Infatti, come già fu scritto nel succita.to volume, colla legge N. 443 del 10 luglio 1910, fu istituito dal 1° genn~.io 1911 il Servizio Tec1Jico ed il .Corso Superiore Tecnico cl' Artiglieria e fu stabilito che a tale Servizio dovevano essere permanenteme;nte adibiti ufficiali dell'Arma ed ufficiali Generali, costituenti il « Ruolo Speciale 'l'ecnico )). Erano assegnati ·definitiva.mente a tale ruolo gli ufficiali che avessero seguito con ottimi risultati il Corso Superiore Tecnico 50
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Gm.'<~IULI'.l',Ì. S U J. R UOLO 'r0C::S ICO
d'Artiglieria e prestato lodevolmente per due mmi il servizio tecnico persso gli St abilimenti dell'Arma. Le cariche furono ~osì stabilite: 1 Ispettore~ delle costruzioni d'artiglieria (Tei1. Gen. ); 1 Ufficiale. Generale addetto all' l spettorato (Ten. o Maggior Gen.) ; 6 Direttori pri11cipali cli costruzioni cl'a1·tiglierin (l\fagg. Gen . o Colonn. o 'ren. Colonn.) ; 10 Direttori di costruzioni d' artiglieria (Colonn. o Ten. Oolonn. o Ma.gg·.); 60 A.ddetti alle costruzioni d 1 a1·tiglieda (T<>.,.11 . Col01in. o Magg. o Cap. o 'l'en.). I predetti ufficiali avevano come assegni, oltre figli stipendi e le ali.re indennità dell'Arma d' a1·iiglieria, una indennità annua, di carica, variabile a seconda dell'impiego, dall'Ispettore agli Addetti, e limiti di età (Per la cessazione del servi7..io attivo e il trattamento di pension e uguali a quelli degli ufficiali dei 0orpi sanitari. Al fine di elevare la cultura tecnica degli ufficiali d'artiglieri a e prepara.rli ai senizi tecnici dell'Arma, la disposizione di legge in questione stabiliva che, per un periodo di uu bie1mi-0 almeno, fossero ammessi a frequentare corsi speciali scientifici e di applicazione presso Istituti civili o militari, e corsi tecnicopratici presso Stabilimenti industriali civili o militari. Il complesso di tali corsi venne denominato « Corso S uperiore Tecnico di Al'ti.glieria >> al quale, in via normale sar ebbero stati ammessi capitani e tenenti anziani d' ai·tiglieria second,, norme che, insieme a. quanto riguardava l'o1·dinamento e il fn nzioname111.to del corso, sarebbero state determinate per Decreto reale. T1·ansitoriainente apposite Commissioni avrebbero deter minato quali tra gli ufficiali che ne avessero fat to domam<:la sarebbero stati atti a coiprire le cariche stabilite come prima detto, e avrebbero potuto essere adibiti al servizio t ecnico come aggregati. Gli ufficiali destinali alle varie cariche tecniche, trmrn e gli aggregat i, sa rebbero entrati a far parte defin itivamente ùel R uolo Speciale Tecnico, dopo 4 anni di effettivo servizio teC111ico. Nelle cariche superiori t utti i posti potevano essere c;opeT'tir -
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ORG.\X(CI Dl·)L IICOJ.O '.J'ECXI CO .-\L LUGLIO l!)J.J,
e pertant o dei 60 posti per gli Addeiii, i ti-e quarti andavano co perti subito e definitivamente, menti-e l'altro quarto cloven1 essere coperto da_coloro che avessero supetato i Corsi s uperiori tecnici. I p osti 1-imanenti e quelli che col tempo si sarebben> resi vacanti, sarebbero stati coperti dagli uffie:iali regol armente tl'asferiti nel Rnolo tecnico, secondo le ncn·me pl'ima in{1icate. Frattanto le vacanze degli Addetti sarebbero state coperte con ufficiali aggregati. NeJla prima fonnazione del Ruolo i posti eventualmente vacanti cli Dirett ore prineipal e, di Direttore e di Addetto, pott·vamo essere affidati ad uffi.<.:inli richiamati dalla posizion.~ lli servizio ausiliario. ma ..,11 cui , ml ogni modo, doYevano pronunciarsi le Commissioni accennate. I n breve gli Stabilimenti furono in grado <li avcl'e personale adatto allo scopo. Infatti gJi organici elci J)l'edetti Stabi1imenti alla data del luglio 1914 comptendcnmo, fra effettivi del R nolo Speciale Tecnico, Aggregn ti ad esso e Conrnill(]ati con mm1sioni tecniche, N. 60 uffidali, così distribuiti per grado: 1) 2 Tcn. Gen .: Glliranlini Augusto, i:speLtore d1·lle cosLrnl.ioni tl'nrLigliPria e Vit<'lli Rutl'aelc ttddetto; (vedi Voi. VIll, pug . 2133, fi. gora 1063); 2) 3 Magg . Gen.: Clann·jno Al.Ceo, Capo uflicio degli Sludi del nu.ttPrlnlc d'arti glieri a 11resso l' Ispettorato tklle costruzioni d'ar tiglier ia; Valentini Ar turo, Direttore del Poh-crificio :sul L ir i; Gardini Ernesto, Dir ettore della Fnbbri<:a d'Armi di Terni; (vetli Voi. VIII, pag. 2376, fìg. 1030); :l) 6 Colonn. con destinnzioni ,·ad<' : Ca:sella Alfredo, Parodi Carlo, Bonagente Crispiuo, H.igbi Eng1•nio, Cuvalli E ttore, Martinl Giullo; -1) 14 'l'en. Cololll1.; l! ;\fagg.; 21 Capit. L'a1iuo successivo il Ruolo sp<'c1ale H•cnico comprenclt•va 57 ufficiali: il · '.ren. Gcn. Gll ir a rdiJ'1i er a stato :sos tituito clnl 'l'en. Gcn. Vi telli e q1H'Sti a sua yoJta dal :Hagg. Cen . Cbwarino. Nel l!Jl6 ri:s ultano al Ruol o tecnico N° GO 11filciali ol tre a 2 T en. Gen. Vitelli e Clnvnrino; :i i\lagg, Gen ., <·f'senclo;;i aggiunti Casella, :rurodi e Bonagente promos<;i a tal<> gr ado; poi 1;; Colonn., '.?.I) 'l'en. CoJonn., 22 ìCagg. e 3 primi Ca p.i tanl. Col J917 i 'l'ei1. Gen . divennero a perchè si uggi1mf<e il Gardin i ; i Magg. Gen. \liYem1ero 7 e cioè si aggiunset·o R ighi, Cm·alli e :.Hartini; vi eran o poi 25 Colonn ., 11 'Ieu. Colonn. e J!l ~Iagg.
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GLt STAlllLU\lEìS'Tl W f, J•l DlR©ZI.OìS'J D' AHTIGLIE:RI:\
Finalmente nel 1918 nel Ruolo t ecnico si contavano: 5 Trn. ven. petchè ai 3 preced<>.nti si aggiuns<'l'O Vulentin! e Casella; ll :.\iaA"g. Gen. , ;ìerchè agli esistenti si uggiu11sero Stampacchia Luigi, Martini Enrico, Reynau,1 Cnmil1o, M:ascia Edoardo, Torretta Alfredo e De Stefano Antonio.
P er il richiamo in servizio di ufficiali dal congedo e di specialisti tec11 ici (ufficiali di complemento), durante il periodo bellico 1915-JS si ebbe un numero ragguardevole di ufficiali con mansioni ed incai-ichi tecnici. _ Invece il personale borghese di capitecnici rimase quasi immutato ed infatti nel 1914 essi erano '76 e nel 1918 1:aggiu(l1sero soltan to un totnJe di ·s2 nnitài. Naturalmente il corso degli studi e delle conseguenti esperienze ebbe grande irnipulso nell' immediato a.vvicina 1'si del grande conflitto; rua già ancl1 e prima il ferrnre di iudag1ne, di ricerca, di ideazione e di applicazione alla scienza tec11ico-t1rtiglieresca aveva fatto si che nei nostri Stabilimenti, la maggi.or parte delle questioni particolal'i fosse brillantemente risolta .
§
Il
Gli Stabilimenti d'arti g lieria.
Il personale direttivo .tecnico per gli Sta bilimenti d'artiglieria fu tratto in parte dagli ufficiali richiamati dal congedo, mentre buon numero degli ufficiali del Servizio tecnico dell'Arma, oltre ad essere impiegati negli Stabilimenti stessi, costituirono le Commissioni di 0olla.udo per i materiali di guerra procloHi dall'indust ria privata, della quale curarono l'instradamento di~ rettivo e tecnico, hl, vigilanza, il controllo, la guida iniziale e lo sviluppo. L'opera svolta in questi cetntri di produzione fu pari al compito gravoso assegnato e richiesto dall'entità del conflitto . Ufficiali, impiegati e maestra!llze seippero, anche lontani ,cla.Jle t rincee, contribuire alla vittoria, con la tecnica, col lavoro oscuro -
788-
GLl ST..\BILI:ME.K''l'I B LI•) D1R.0ZI0KI D'ARTIGLIERIA
e tenace, ma sovratutto colla fecle e colla operosità perseverantè, senza per altro precludere lo ambito orgoglio di poter offrire lu propria vita in olocausto alla Patria, contro u111 occulto ma pur sempre insidioso nemico, per quanto si ponessero le ma,ggiori cure onde evitare gli infortunii derivanti spedalmeil1te dal maneggio degli esplosivi. Gli STABILIMENTI B DIREZIONI D'ARTIGLIERIA C:;rano i seguenti : Oflìcina di costnizioni d'artiglier ia di GenoYa · Officina di costruzioni d'artiglieria cl~ 'l'orillO Otlicina di cosLruzioni d'artiglieria (ii. Piacenza Oflìcina di costruzioni d'artigliaria 1,U Roma Arsenale di costruzioni cl'artigLieria cli Torino Arsenale cli costru.1;.ioni d'artiglieria di Napoli l.aborato"rio p irotecnico d'artiglieria d~ Bologna Lavoratorio pirolecllico d'artiglieria. lh Capua R. Polver:ificio s ul Liri R. L aboratorio di precisione cli Roma R Fabbrica cl'armi di Bresc.ia R. Fcbbrica d'arm i cli 'l'erni Spolettificio d i Torre Annunzlat,i Direz.ione d'ar tiglieria di 'l'orino Dir ezione d'artiglier.ia cli Alessandt·in. Direzione d' artiglieria di Piacenza Direzione d'artiglieria di Ver ona Direzione d'artiglieria cli :.Vfantova Direzilme d'artiglier ia cli Venezia D.i r e1.ione d 'artiglier ia di Genova Direzione d'artiglieria di Bologna Direzione d'artiglieria cli Spezia Direzione d' art iglieria di Roma Dir ezione d'artiglieria cli Napoli Dkczioue d'artiglieriR rli Ta r anto Direzione d'ar tiglieria cli Messina D irezione cl' artigl\cria della Maddukna Dir ezione clclle esperienze cl' m:tiglier ia cli Ciriè.
Qffioina- cli Costl'1,iz'io11:i él/ Artigl-ierfo, cl,i Genovn
Direttore dello Stabilimento dal marzo J911 al marzo 1919 fu il Gen. d'Artiglieria Luigi Stampacchia. -
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0
Of'P'IC'IX .\ DI CO:':'l'Rl"ZIO~! D .Ul'l'IGLIERI.\ DI GEXO\'.\ •
Prima del periodo bellico 1915-18 il personale addetto allo Stabilimento aveni. un a forza di 44~b elementi <li cui 6 ufficiali compreso il Dil'etto1·e; i11,ece durante il successivo periodo di guerra tali elementi salirono a 2.044, di cni 32 ufficia.li, fino acl un massimo 2.977 01perai nel novembre 1917 per colmare le deficienze <li materiale in seguito all'offensiva di. 'ap01:etto. I locali c.:operti eh~ 17.165 mq. furono portati a 32.461, mentre quelli scope1·ti da 22.435 mq. furou o ridotti a 19.147. l\"1uwi Offici costituiti • Furono in numero di cinque :
- 1,er la teuuta dei. conti delle materie prillle, - per la liq11idazio11e delle pro,·,·iste, - per la gestione della Fonderla di Cogoleto, - per la cos tituzione d<.> llc Uni tà cli obici clu. 305/1.7, - per la mano d"opc>ra. Nuovi 'i'n~pimrti eseu1~iti :
- impiaulo completo fabbricazione uc.-ciaio rapido (4 forni da JOO Kg. ), - stll:;,,ionc cli trar-;formar.ione dl. ener gia elettrica (poten. 1,800 Kw.) , - stazione genera trice dèttrica cli ri~1"1',a (mot. Diesc>l cln 150 BI'), - impianto di 2 11110,·e batteri!• a ccum11h1tori (200 Ampère-ora), - sottostazione lrasformazione cne1·,:;i:1 per servizio tc>rnpra-ulcvsili,
Fig. 151 - 1\IontaggJo clclla culla dell'obice
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'i90 -
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30:3 mod. Gnnone.
OFI?ICrnA DI COS'r RU7.I0);1 o' AnTIGl', INR IA DI CIDNOVA
impia11Lo completo s u1mpttggio C' t ra fil.a tunt sl\rapnel da 70 mont. (1000 bossoli in 12 or e), - altr o impianto come sopra, con Lrafila tipo « Champgueul 11 (1.500 bossoli in 12 ore), - d ue f orni a d olio p esante tipo « Fergusson i>, - impianto per imbottih1ra e trafilatu ra proietti grosso calibro, - repai:to stampaggio e bolloner ia, - form :1 t:11w 111eccai1ic;a a IJl'C'SSioue i(lrnulìca , nella fonderia , - impianto macinazione e criYellatur a carbone; fon nazioue a n ime pr oietti, - .ilupianto cli gru <'l<'th·ica d:.t 5 conn . uel r r i,ar to fonderia, - impianto essicawento staf"Ce cd an ime, - Lrasformnzione shstema fusione in quello a falsa stacra, - impir.mto n uovo ltl bo1·atori o di mecca nica , mq. 2.01:.! (2 JJianj), impianto cli qua t1ro gru l'lettriclw (2 da 5 Tonn. e 2 da 1() Tono.) nel i;uddetto laboratorio. impianto cli riscalùamento a YU[lOl"C n el suddetto laborat01·lo, - impianto cli altro laboratorio (a ttr ezz,eri a e mecca.nic(l, mq. l AOO (2 piani), - fabbrir.oto per falegnnml, cnnadori, coloritoli, modellisti e sellai, mq. 2.600 (2 p innl), - impianlo JJel sudùrtto fabbricato di 2 gru elettriche da 5 toun., - ricostru1.ione dr! ,·ecchio solaio ne·! repor to fonde1·la, mq. 200, - ricostrur. ione del wccb io i;ola io del 5° Ja llo ratorio bis , mq. l..02?, - costruzione d i loca li per servizt accessor i del r r11nr to fonder ia , - creaziouc di una Yasta s11Ia modrlli; - da 100 macch inc, che s i avevano pr ima della guerra, l 'officina passò a 758, q\iasi t utt<' di t ipo Uloclrrn o e perfezionato. P rincipali lavori eseguiti: - l:t prod uzione (k lle mun ir. ioni ~t,c prima clella guerra er a di 1.500 pr oietti al mese, 11a;;-:sò dura nte l:L f(uerra a 70.000, - pr oietti spediti dur ante la guerra 1.050.409, - costru ito : X 0 72 .ins ta l!ozioni da 280; No 38 installazioni da 305(17 mod. Ga rrone ; N° 4 instnlla zioni cla 30'5/17 mod. Stampacch ia, - carrette da battaglione No ,100. Principa1.i
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rivarazionl esertnite :
carreggio ord1J1ar io dei Cor pi del p residio e dellr Unit à ùa 305(17 in costituzione, ìnst allazloni a nt laer ee mod. l\larch ionn i, carreggio avuto dulia fronte.
P r inciJ}(Jli stmli c01111pitrti :
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.Cnbbricazione dell'acciaio rapido (Lire 14 al Kg.), fabbricazione della ghisa acciaiosa, sernw. rottami d'acclalo, installnzloni mobili da 30;; mod. Stnmpacchia,
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OFFICINA DI C0S'rRU ZIOKI D'ARTIGLIERIA DI TORINO
E nlil«. dei contratti, <1.egU ordini di l<woro <; d~i tmporti ese(lnit t :
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contratti per artiglierie e proietti avuti in mu1niJ1isu·a:d one : No 323 per lire 2.01·1 .395.537 ,8'1, contratti dir ettamente stipulati: N° 59-1 per lin' 99.59.t 456,65, mano cl'opE•ra pngata nell'esercizio 1913-11: lire 669.700, mano d'opera pagata nell'esercizio 1917-18 : lll·e 5.5!):i.820,70, pagamenti fatti dalla Cassa nell'esercizio l.013-14 : lire :l.655.000, pagamenti fatti dalla. Cassa nell'esercizio 1917-18: lire 17,1.112.493,85, ricb'i este di carico e di sci.irico : N° 883 nrll'rsercizio 1913-14 , ricll'ieste di carico e di scarico : N° 5311 nell'rsercizio 1917-18, ordini di lavoro dal l <> l uglio 1914 a l 31 ottobre 191S : X0 6-15, trasporti glornalier.i eseguiti coi mezzi dell'Ofticinn : con una. media di tonn. 65 nel 1915, tr asporti giornalieri esrg\1iti coi mezr.i clell'Ofilcina : con mia me<lia di tonn. 350 dal 1916 al 1018, tras porto massimo 1n una giornata: 125 lonn. nel 1915, t rasporto :m1,:simo ln 1111a giornata: 500 tonn. nel prrioclo l!llG-18 .
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Offioi1w. cli Costruzioni di A.rtiglùwia cvi Torino Nel 1914 a dirigere l ' Offic:ina di costruzioni. d'artiglieria di Tod.no vi era il Oolon111. Carlo Parodi che per la sua alta competenza ma11tennc quel posto anche negli anni. s11ccessivi col grado di Genel'ale dal 1° novembre 1915. La forza degli ufficiali ,d a 10 unit.\ fu pol'tata a, 52, e quella degli elementi vari, compresi gli operai, da 1415 a 7015. Nel corso della guerra l ' Offi.ciJna a nelò progl.'essivamente aumentando la sua capacità di produzione. L' attività, produttivtt r·iguar dò principalmente l'allestimento di bocche d a fuoco di piccolo, medio e grosso calibro (sino al 210) , cli proietti degli stessi calibri, di spolette a tem!Po, a doppio effetto e a percussione, nouchè di cannelli ed inneschi. Anche la vecchia e gloriosa Fonderia svolse un'attività notevole per quanto si riferisce alla prepar azion e delle parti in bronzo per bocche da fuoco (mensole, anelli, gnal'll1iture) ; diaframmi in ghisa per granate a doppio effetto e a tempo; par ti in bro11zo di spolette a doppio effetto Mod. 99 e in leghe legger e per spolette a doppio effetto da 65/ 17, da 75/ 906, e da lM)/12; bancali e supporti in ghisa di macchine utensili. -
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OFFICI J.\A DI C0S'1'RUZ10NI I/AR'l'I GJ.IERJ..\ DI TORINO
Nel 1915 colla ultimazione cli 20 bocche da fuoco in ghisa da 149 cessò l a produzione clel1e bocche da fuoco in ghisa e in bro01zo, dati i nuovi orieintamenti assunti cl.alle costruzioni d'artiglieria. D'altra. parte coi due forni elettrici « Stassano )) furono ottenut i ingeinti qnantiti:Ùivi di acciaio fuso fo blocchi destiinati a11'all<~stimento di bocche da fuoco, affusti, proietti e materiali vari in acciaio.
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Fig. 152 - Cortile principale dell'officina costruzioni di Torino.
Ecco sped:6.catamente i clati principali relat ivi a questo Stabilimento : i Laboratori c.operti aumentarono la loro area da 36.000 mq. a. 53.000; quelli scoperti da 13.600 mq. si ridussero a 2300; i Magazzini coperti da 16.200 mq. aumentarono a 19.200,-, quelli scoperti da 12.000 ,mq. passaro010 a lG.300; gli Uffici da (i.200 mq. crebbero di superficie a 7.200 mq . N•tumi Utffoi im1>ittnt1iti :
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Uflìci var.t per cl.isbrigo pratiche contratti Ministeriali e contratti della Direzione, Ufficio movimento materiali: raccolta rott ami,
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OFFICI~.\ DI cos·rncz10~1
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Ullicio Utlicto Ufficio Uflicio UfUcio
o' ARTIGLIERIA
DI 'l'OnINO
cassa, per liguidnzione paghe a cottimo e ad ecouomia, traspo1·ti materiali, trapasso materiali, d'istruzione preliminare giudiziaria, segteterin,
N1t0vi ·i 11vpianti e.seguiti :
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per lavorazione artiglier ie : 2 forni JJer trasformazione ro ttawi, 1 caldu.iu Franco Tosi (sup. rise. 9ri mg.), 38 torni pc,· la.-orazione artiglierie, 8 t1:apani, 7 limatrici, 2 presse, 5 gru cleltl·ichc, 2 rigatrici, 1 piallatrice, 17 macchine varie ; - per lavorazione proietti: 78 n uove macclrine ( torni, o:apani, frese); - pei· lavorazione proietti per liQuldi speciali : 1 impianto compressori, 1 frigorifero; - impian to termico per lavorazione alluminio, - ingrandimento lal)ora tor i.o di 11recls ione, per strumen ti collaudo, - ingrandimento dello spolettlficio.
Principali lavori esegui.ti : - getti di ghisa 'l'onn . 770 )) - getti dl bronzo c ottone 453 )) - getti cli all uminio e lega Z. ser ie spolette 6.000.000 )) - getti di bronzo erl ottone, serie spolette 1.100.000 )) - fusioni di cannoni da J.19 G. . 30 - fusioni di grauatc da 280 ghisa acci~iosn. . 1.900 '' - produ½ionc acciaio » 850 No 3-J.!) - allPstitc artiglierie medio caliuro )) - allestite artiglierie campagua e n10:otagna 94'1 )) - allestite attiglier ie pesanti campnE 1 .359 - allestiti mortnietti ruod. 'l'onetta 100 " )) - allestiti anelli plastlci 9.000 )) - allestite rosette oer tiro cun·o . 4.09.000 )) 5 .000,000 - allestiti corpi di spoletta mod. 914 )) - allestiti ta ppi spolette mod. 911 a boech. ant . . 100.000 )) 4.300 - allestite chiavi varie per s11olctte . - allestite chiavi per inneschi . >> :-l.300 - la produzione shrapnel da 70 mont. e da 75/9066 aumentò fino al 1918,
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OE'FICIX.\ Df COS'l'Rl:'ZIO:q D'.\R'l'IGLIERJA Dl 'l'ORI:-10
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ma fu poi limitata a beuc•iìcio della pr oduzione dl granate per liq uidi speciali cla 149, da 152 e cl:\ 305, la procl uziollc gnu1:1 te cla 6G mon t. e da 7:i/!l06 r.re!Joe da pprima e CPSSò nel 1917, la procluzionc giornaliera di i;:polelle a doppio efrctto, cla 2.000 nel 1915 raggill))sr. u el 1918 il K0 di 7 .000,
Flg. 153 - Reparto la,ornzionc me<.-canic-a bocclw da fuoco.
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Il caricamento d ell e predette Sf1 lll.clte, con parl i forn ite clall' industriu vriv:1rn , cla 2.000 giuHse a J,.000. la produzione giornaliera cli s11ofrtte a pcr cu.·,.,ione, con parti costr11it<~ in OHìciJli1 e clall' iudustrill priv:1ta fu di: s110Jette a per cus;;ione da <J.500 11C'I 1915 a 50.000 n4?1 19]7 e a. 3'1.000 nel J918, inneschi <la 3.000 n el 1915 a 37.000 nrl. 19J7 r. a 20.000 nel 1918, car iche di rinforzo da 2.000 uel 19Jii a 11.000 n el 19J i t• a. 10.000 nel 1918, carlch e di infh1n111mz ionc cfa 2.000 nel Hl15 a 17.000 n el 1917 e n. 12.000 nel 1918, clctouatori dn O 1wl 1915 a 10.000 nel 1917 e a 10.000 nel 1918,
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OFFICIXA DI COSTRU ZIO:'\I O' ARTIGLIEHIA 01 TORINO
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n('l 1!118 s i pr oduSS('l'O S.000 accenditori Gallina per bombe Sipe e
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11 laboratorio pirotecnico, da Kg. 50 di (•splo::,ivo caricat o giornulmr ntc
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nd 1915 raggiunse Kg. 2000 nel l!il.~ il caricamento delle cas:;ule da 5.000 f ll portalo a G0.000 e la fabbricazione d<'l fulminato di merc urio da Kg. O,i:J ,L .Kg. 1,5.
6.500 cartocci gnlllatc da 3'i F .
F rinci1;ai;, studi compvut-i :
- Hicostruzione di cannoni dtl l ·J!l A. e 149 G . con parti di cannoni scoppiati - tl1batm·a totale e pa rziak di cannoni da 1-J9 .A., da J4.9 S., da 1,19 G., obici da ] •19, cannon i da 'iri .A., cla 70 mont., da 65 mont., e di obici da 2SO - auestimenlo cannoni da 149 S., c&m1oni da 75/ 906, obici da H.9, con t ubatura 11ai:z iale - allestimento mortaietli. :.\Jod. Torretta - allestimento anelJi Illastici - trasformazion r d i ottnr U1'ori da ].I!) S . ad UJl solo aneuo plastico - collgegno per rettifica ulloggiamento cli anelli otturatori da 2SOK. - applicazione di buccola per alloggiamenti deformati di otturatori per cannone cla 75 A. - tr11sfon11azion(' cannoni a sfera du 140 per inca,·alcarli su affusto da ld.9 G. - trnsformnziour caimo11i du S'i A it percuf:sio11e - a llestimento bombnrcle e bombe da 1u5 - ripiego per r iparare i moviru<'nti d i rot,,zione dl'i tnbi anima nel cannone Ansaldo - lavorazione cannon i da 37 F. - t1"asformazio11r cannoni cln 149 S . a d orecchioni - trasformazione obice austriaco da 102 :ì\lod. a in obice cla 102 - aumen to raggio d'azione J49 pe.!<autc campale - modificazioni a. snolettc varie a J)cr cusslone - spolettr nnove e modificazioni a spolette a dop11io effetto - s tudio spolet ta insidiosa a Juu,;a d urata. Principali riparazioni ese911,ite :
- · tubate 48 artigli<'rie cli medio ca li bro; ricostruite 103; ri11aratc 621 art lglil'l'ie da c:1mpagJ1a e montagna · tubate 204 ; ripm·ate 5Q.! - artigl\erie cli piccolo culibro: ripurn t<• 36 Entità <f.(l,i contratti, clegH Onlini cli Za-uoro e dei Trasporti eseg1iiti :
- cliUn Westingllousr : 1S16 freui <li spar o cla G5 ruont. - ::.Uinni e S ilveslri: 202 cullt• e ,15 slltle clisgrossa te - Fratelli ì\Inrzoli : 800 cannonl, f<OO freni, 950 a ff11sti da 37 F . - media g iornaliera dei traJ<IJOrli : cla 9,5 tonn. n<•I 1915 a 90 tonn . nrl ]918.
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OFFICJ:\A DI COSTIHJZIO:\I D'AHl'IGLHlHIA DI PIA('EKZA
Officina cl·i Costriizioni di Artiglieria di Piaoen~a
Nel 1912 il Labomtorio, im considerazione dello sYiluppo assunto e dell'importanza delle la'vornzioni che vi si eseguivano, si distaccò dalla Direzione di artiglieria e iniziò la sua gestione auton oma sotto il nome cli Officina di costruzioni di artiglieria. Era allora Direttore il Ten . Colonnello Oamillo Rey111a ud che mantenne tale carica firno al mar7,o 1919 coi gradi di colonnello e di generale. Le necessità, derivanti chtlla grande guerra allargarono l'attività dello Stabilimento, che non potendo più essere contenu to 01el ristretto spazio esisten te, dilagò al di fuori facendo sorgere al tri hlboratori. come quello denominato« Balistite)) fuori Barriera Taverna ed a metà distanza tn1 lo tahilimento e il Laboratorio cc Pertite >>; quelli presso )e F ornaci cli. Riz7,i ,d i Pontenure e di C}l Stelvetro · quello impiHntato in un caipannone della Dire7,ione di artiglierifL per il caricamento ,cli granate da 75 con schneiderite. La forza degii ufficiali di 7 elementi . prima del periodo bellico, rimase su tale cifra immediatamente cl.opo, mentre quella degli altri elementi da G22 sHlì a. 4939. L'area coperta da mq. 15.780 salì con cosh-uzioni varie a 73.345 ,co;mpresi i suddetti laborn.tori cli Pontenme e cli OastelYetro. L'area scoperta da 4.400 mq. salì a 20.880. Nuovi: 11,Jfici oos/:ì/11.iti :
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- ufficio acquisti - utllcio contratti - uflici pt·C'sso i nuovi laboL"atori. N~t01Ji impianti eseguiti:
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reparto fucine e lu.ttoniC'l.'l con 27 macchine; lavorò c1a GO acl 80 tonu. di ferro al mese - otticina meccanica e montaggio con HO macchine; la vot·ò cla ;:;o a GO tono. di ferro n l mese - 1·cparto falegnami e n1otìficio con 30 nuove mucchinc, capace d\ allestir(' 50 ruote al giorno
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OI•'r,JCl XA DI COSTI! l17.l 0 :'.\.I D, Atl'.l'lGLil!;IIIA D I PIACE);¼.\
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labor atorio riparazioni !' ser1·i7.l g1 n erali con 20 nuove u:iacchJne e 2 forni laboru torlo ullt'stimeuto sa crherr;, labor atorio :sl'llal , corderia e lllboratorio a .UesLimeuto cus todie <li car la con -!O macchine da cuci.re lahoratorio scllneider ite con H prr;;se lclraulic1Jc a 3 l)L-;toni, blindato, capnce d i eai:ica1·i> 2j,000 proietti tla 75 uellc 2·t ore laboratorio bali,:;tilt' con 120 macchill <' nrrotolatTici, 70 foratrici, 74 b ilancieri, capuc:c di laYora1·e 12 ton u. di balistite !n 10 ore laboratorio A. E . di l:'lncenza cou ·1 caldaie J)er J)rolh11Jone cli rnporc, 2 compr l'ssori. e 20 cnldnie per la f us ione tl<'ll' acido picrico. l'r r i caricamP11ti. ron miscela ili bil1itro e trinitrofe11olo furono instnllati 8 tini di lei:tno. );l'!le 10 ore potenrnsi fondere SO tomi. di esplosivo S<'rvi,1i e impiaJ1ti din•rs i di ener gia elettr ica (' di bi.nari a scartamento ridotto e normnle laboratorio A. E. di l'on tenure co11 2 cnklaie, 6 ti.ui Qi fusi one dcll'esplosfro e 6 torni per torni re cari che di scoppio, capace di fondere 40 tonn. Qi esplosivo in 2"1 ore laboratorio A. E. cli C'ustel\'eb·o cou 2 cnldnìe e -! ti ni di fu!':ione capace di f ond('1·e 40 to1m. di esplosivo iu 2'l ore.
Pri11cipali. la,vori eseo uit i :
ru ote per cnndte <' can i X. ;;.ooo ; - ca u ettc X. -i80 cofani per mu11lzioni da montagna X. 400 rotaie a. cingolo da 14H A. N. l AGO sacehetti di ùiwrse speci<' tli caricÌ..11• N. 3.727 .000 fasce d'llmhlntO 11ét· proietti 1\. 50.900 ; - cw,roclic di carta 111•r proietti N. 2.500.000 - caricnrnento grana1·1· 11iccolo calibr o N. 906.200; - ca rlc.'lmento detona tor i da 75/ 00 K. 7.7-10.000 - cilindretti di tr otyl e siperite X. 5.[>31.!JOO co11fc¼io.unmmto cariche di balil:ilite in plncchc N. 6.12:~.000; - confezionamento cariche cli infiau1mazione X. 12.053.000; confezlonnmen to cariche di rlnforzo N. lG.250.000 - caricamemo spolette mod. 911) N . 7.5,J0.000; - cadcnuH'nto inneschi Y od. 910 X. 9.000.000; cnr icamcnto petardt'tti innescamento N. 1.120.000 - caricamento proietti con i\I. B.'l' . e M.A.'l'., N. 321.300 - cariche cli scoppio grosso calibro N. 691.700 - cariche di scoppio ll1('c1io calibro ~. 5..113AOO ; curiclle di scoppio piccolo calibr o N. 5.060.000 - cart ucce r inforzo per bombr X. 3.02!.000; - detonatori per bombe N. 5.190.4.00.
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Pri11oiJ)(IU riparazioni e8e[Juite:
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ruote X. 1.200; - carrette N . 1.200; - cani rimor chio N. 120: adattnmento al traino lDL' <·cnnic:o di affusti N . 1.000.
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OFFI CINA DI COSTR U 2IOXI DJARTfGLf0RL\ DI RO:llA 1-'rinCiJ)aii SL11<li. C091!J)i.Uti. :
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carrette e trasformazioni carrette esistl'Uti roacchhm automutlcn per allestimento c.ilinclrett i di trot,yl segmenti di acciaio fuso per rotaie a cingolo cla J.19 .:i. comportamento delle balistiti in speciali condizioni climatiche.
a, iavoro e <lei trasporti esem1ili: con tratti stipulati K. 2.190 per !"importo cli L. 193.386,891,44 di cui col I r)r incipnll s ono: - per carreggio N. 48 pc1· L. 32.592.551 - per tessuti a mianto e feltro .K. ,.113 per L. 30.768.922 - per car lcnmenti, cofani e casse• L . 3G.l!l(l.118 - per esplosivi L. 31.750.000 - ord ini di lavor o emessi : in totale X. B.152, cli Cll i N. 2.153 per a llestimento - t rasporti esegui ti : vagoni spediti X. 12.179; con UJla media di 10 ed l lll massimo di 41 vagon i al gioi:un - vagoni in arrivo :N. 21.571 con 1ma UJC'dia d l 17 ed 1m massimo cli 56 vagoni al giorno - per trasporti a br evi distanze f urono impiegati 11 au tocarri.
E11tità àei contratu, degU orclini
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Officina, cli Oostrnziowi cri Art·iglieria cli R oma..
Con disposir.ione del 14 settembre 1915 ecl a datare dal l° agosto fu istit uita in R oma un a Se7,i.one staccata d'artiglieria deJ.la Fabbrica d'armi ,di Te1·ni. · Successivamente con altra disposfai001e del 19 agosto rn1G ed a dat are dal l" luglio 1916 t ale Sezione st a-c catr,t fu costituita quale Stabilimento prfo1cipale col titolo cli Of.6.cina cl,i costr uzione d:ar tiglieria di R oma. Direttoi-e del nuovo Stabilimento dal 20 agosto 1916 al 10 maggio 19J.7 fu il Ten . Gen . E rnesto Ga1·dini, e da t ale epoca fino al 15 'febbraio 1919 gli succedette il Ten. Gen. Arturo Valentini. La for:;r,a- degli ufficiali dal numer o di 4 sn Ji a 35 durante il periodo bellico, e que1la ùegli altri elementi dn 178 a 7079. Nu01>i 1.t ffioi oostitu1ti : - ufilcio personale - ufficio npprovvigion11menti.
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OFI?ICJ:\'.\ Dl COS'l'RUZIONI D'ARTIGLIERIA DI RO'.\!A
Nuovi itn.pianti (]Seg uit i :
- pinzzntc 1.600 macclline utensili i:1 nggiuuta alle 200 esistenti - impianto energia elettrica comprcr,éiente: 1 trasformatore per 800 Kw. e 3 motori Dlescl aa 300 H P, alimentanti 30 motori e !2 ,•Iettrolizzatori per produzione cli ossigeno cln li ·ne() ua
Fig. 154 - Veduta panoramica dello Stabilimento. nello spolettificio furono piazzate ,7(i macchine e 606 uppar ecchi cli \·ersi - imptanto l.'lettrico con :.5 trasfor matori per forza motrice e 2 per luce, dc>lla potenza comples.c;int di l .000 Hl' - nel pirotecnico (Acqua 'l'l·a\·crsa} furono installate 113 macchine - impian to elettrico con 11 motori di 2.3 1:lr complessivameme - impianti d'acqua in tutti i repar t i.
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Prmci f)Oli 1-a-i;ori eser,u,iti:
- fucili l\Ioa. 91 con baioncttn N . z.i.1.377 - riduzione cli fucili e moschetti .Mocl. 70/ 7 a l calibro 0,5 N. 700.768 con una mc•dia glornallent dl N . 1.52(1 - spolette rnrie N. 17.ll2.000 - inneschi ,·nri X. 10.G69.000 - curicbe di r inforzo rnrie N. 8.5!G.OOO - cariche d'infiamu:1a:.1ione Yar ie N. 4.!H9.000 - cletountori vari N. 5.35-1.00-0 Principali studi oom,p ìuti,:
- scatola serbatoio a 25 colpi l)er f ucile Mod. 91 -
800 -
ARS0:'\ALE DI COSTRU½IONI DI ARTIGLIERIA DI TORI:'sO
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apparecchio per manovra s im ultanea di p.iù fucili dispositivi. speciali per rendere più dittìcile il funzionamento prcmatlll·o delle spolette spolette a. doppio effetto con sfogatoio a caminetto nuovo criterio per formazione dellr micce per sr)o lette a dopt1io effetto congegno pct impedir e lu rotazione clr. ll'trnello ruol)il0. nC'lle spolette a doppio ef.(etto spoletta a per cussione multipla, a deformazione e n chius ura ermetica.
Entfta <lei contratti, deyli ordini rli iwvoro e dei trasporti eseuilil:i:
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furono stipulat i N. 729 contratti pe1· l' im11orto di L. 58.197.542 di cui : - N. 247 pet; provviste di macchinario, strument i ed attrezzi per l'i,mporto di L. 21.700.34,i - N. 137 per parti d'armi, per l ' importo di L. 15.22H.S-!S - N. 75 per parti di spolette, cariche di rinforzo, inneschi, ecc. per l'importo di L . 13.MUl28 per i trusporti vi fu un movimc.nto d i 85.5-16 tonu., con una media giornaliera di 73 tonn. ed un massimo di 365 - gli ordini di la.voro fur ono in totnle ,134, cli cui 3:~5 per allestimenti e 59 per spese generali.
A.rsen1ale cl-i Gostru,zioni di Artiglieria di T()ll1irw.
Direttore cli questo arsenale nel 1914 era il Oolonn. Crispino Bonageinte che mantenne quel posto negli anni successivi col grado di generale dal 1° novembre 1915. Gli ufficiali in numero di 1'7 salirono durante il periodo bellico a 69, e gli altri elementi da 597, compresi 536 operai, salirono a, 4401. I locali dei laboratori (area coperta) da mq. 11.600 furono portati a 31.100 e quelli di,area scoperta da 6.000 mq. a, 12.200). I magazzini (area coperta da 3.000 m.q. salirono a 31.200 e quelli di area scopert.1 da 1.000 ;mq. a 12.100). Per attt·ezzarc i nuovi labo1:atori vennero acquistate e installate circa 300 macchine utensili moderne. In complesso venne trasformata e ·modernir,zata, tutta l'attrezzatura in modo da iintensifìcai~e non solo la produzione, ma d,~. renderla eco!llomicamente e tecnicamente all'a.vanguardia del progresso industriale. 51
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ARS8KALii) DI C0STRTJZIOK1 DI AH'l'.lGLlfilRlA DI 'l'ORIKO
Fu eseguito anche un impiainto di segheria per tronchi ed essicazione dei leguwmi.
F ig. 155 - Interno di Arsenale.
I princifJ(J.li lai;ori e8efr1Mti furono ·i seguenti :
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allestimenti: - installazioni per mortai da 210 N. 218 - afCusti d'assedio- per cannoni du. 149 A. ~ . l.l.21 - affust i <l'assedio di circostanza tipo Garrone per cannoni da 149 Schneider N. 50 - affusti d'assedio pe1· cannone da 149 A. Armostrong N. 100 - affusti d'assedio per cannone da 149 G. N. 380 - attus ti per obici <la ]49 A. Camp. N . 2H - affus ti per cannoni da 75/906 N. 1.140 - a11usti per cunnoni da 65 Mont. N. 1.4.u6 - affusti per cannoni da :l7 F . N. 300 - carie.unenti per batterie cli mortai da 210 De Stefano (serie cli M voci) N. 105 - caricameuti per batterie di u:ortai da 210 De Ang<•lis (serie di 77 voci) N. 30 - caricamenti pes batterie cli canuoni da 149 A. (serie cli 79 voci) N . 186
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AUSF)};ALE DI COSTHUZIONI DI AR'l'!GLIEIUA DI '.L'ORINO
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car icawenti per batterie <li cannoni da 75/ 906 (serie di 265 voci) N . 200
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caricamenti per batterie di cannoni da 65 '-'font. (ser ie di 150 voci) N . 154
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carlcmnenti per Sezioni mitragliatrici F iat (serie di 116 voci) N. 7.0.J.2
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caricamenti per Sezioni pistoie mitragliatrici (serie di 50 voci) N . 6.250
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- ,wantreni d'assedio per affusti <la 149 A. G., ecce . N. 1.320 - avantreni d' affusto ùa 149 pesanti~ campule N . 310 - avautreni d'affusto da 75j906 N. 830 - retrotreni di carri mun.izionl da 75/906 N. 100 - rotaie a cingolo da 149 A. N. 2.400 - rotaie a cingolo da 14\J G. N. l.8tilì - carri osservatorio per batterie campali K . 445 - carri rimorch.i o N . 918 - carrozzerie per carro rimorchio N. 300 - treppiedi per mitragliah·ici i~iat N. 23.000 - trattrici F'iat r[. 568 (1) - autocannoni conh·aerei N . 85 (1) - autocassoni controaerei N. 66 (1) fer r i da cavallo, mulo, ccc. N. 4.420.000 (2) chiodi per ferratura cli quaclrupecli Kg. t:90.000 (2) finimenti nu-i (per traino e somfiggio, pei: batteria, per carro bagaglio, ecc.) N . 80.000 (2) bardature a bnsto (i\:I. 98 per batterla montagna) N. 95.000 (2) bard;:i t ura a sc•lla varie (r,er batt. camp., per 11ff.iciali) N. 18 .000 (2) selle pc•r battetie campagna N. 12.000 (2) · collari di finimenti , (comuni. per carro bagaglio ecc.) N. 20.000 (2) coperte varie (per carreggio) per caricamenti, per c1uadrupedl ecc.)
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a rmature a spallacci per mit r agliatrici (varie spede) N. 300.000 (2) serie di buffetterie per f11cili Mod. 91 N. 2.000.000 (2) .
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~- 20.000 (2)
Prinoii;aii rip<trazioni eserpiii'le: - installazioni da 280 N. 13 - installazioni da 210 a piattaforma K. 60 - affusti da 1-Hl A. campali Mod. 1914: di cui la maggior parte richiese il cambio della cullu e del freno N. 155 - affusti dJ cir cc~<;tanza Mocl. Garrone per cannoni da 149 A. Scbneider e .àr mstrong N. 10 - i11stalla?:ioui per mortai da 149 A. N. 59 - afl'.usti qa J..1.9 A assedio N. 152 (1) Presso l'induslì·ia privata in base a contr attl.
(2) In parte pres~o l'indostria privata in base a contratti.
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803 -
ARSèì:SALVi 01 CO:;Tl{L"%I0.KI DI AUTlGLlBRL\ DI .KAPOL[
- allusli da H 9 G. N. GO - aliusti da 120 N . 60 - affusti da 120 (l"rancesi) N . G - urrusti du m, (.Francesi) N: 2i - aliusti da 87 i\fod. 98 N. lli3 - affusti da 75/ 912 per batteria a cn rnllo N . 28 - allusti da 75/906 ~ . 86-! ,- affusti da 75 A. N. 78 - aff.usti da 75B. R. r ett. (da montagna) N. 18 - aflusti da 70 l\Iont. N. 661) - aflosti da 65 i\lont. N . 270 - atlusti da 5i N . 9 - affusti da 42 N . 49 - treppiedi ve mitragliatrici F ia t X. :ma - rotale a cingolo da 149 A. e relativi panconi, puntelll <' ncc-essori N. 470 - rota ie a cingolo da H9 G. e relativi panconi, puntelli e necessari X. 404 - r otaie a cingolo per trattrici Fiat ::'{ . 300 - rotu ie a cingolo per carr.elli N . 106 - avantreni pe1· nflnsti d'assedio K. 200 - aYuntreni da campagna delle varie specie (149 camp., 75/906, 75/ 9ll, 87 B .) N. 570 - cassoni da caw1mgna delle varie sprcie N. 200. Prì11ci1J11Li stmli wmpitrti:
- trattrici per traino di artiglierie e cingoli r elati\·i - ca.rro rimorchio metallico per traziono:\ lll<'ccanica (Arsenale ;\fod. 915) - carro t·imorchio metallico ver lTaz~one m<'ccanica, dl grande portata (a due sale) - carro rimorchio metallico per 'trazione meccanie:i . cli grande portata (a quatt1·0 sale) - carrozzeria da apfiÌicare ai Clirri rìmord1io (Ar!:<t'nnle :\:[od. 915 e Mod. 917) per trnspor to cli esplosiYi - ganci di traino per veicoli a trazione mec-canictt - adattamento a traino meccanico delle vetture <ll·l nnrco d'assedio - trn;,;porto del ca nnone da 149 A. sul propt·io affosto - h·ns pol'to del cannone da 1'1!l A. Sclrncidc>r (ad orecchioni) sull'nf(u-;to d'as,;edio da U9 A. - carrelli ed accl'!':Sori per il trasporto in montagna dei materioll: - ùa 119 A S'c lmcider su u[ usto di ch·costnnza. Gurrnnc - cla H9 Anno:-:t1·011g su affus to cli circo;;ranza Gunone - del mortaio da 210 Schncicler - del mortaio da 260 Schncldcr - carro rimorchio in legno per traino meccanico (Arsenale Mod. 917) - carro ossenacorio per bai tcrie campali
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ARSl:l~ ALE DI COSTRU Zl Oi'-I DI XG1'IGLlE IUA DI KAPOJ.I
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t:rasforu.rnzione di cal'l'i e carrette varie di modello an t iq ua to per r enderli atti al trasporto cli munizioni dei materiali moderni slitte varie per trasporto d egli at1usti ,~ rc>tro1:r<'ni cli cu.ni lliun izioni da 75/ 906 e 75/911; per trasporto carre tte da bat taglione ; per carichi superiori ai 400 Kg. studi vtt-ri per la sostit uzione dei eooiami e velh uni con al tre ma terie .n ell'allestimento del materiali d 'artiglieria trasformazione cli batterie ùa 75/!lOG e di batterie ol.Jici da 149 camp. Mod. 014 in Mtterie da' posizione installazioue rier mor taio da 210 con settore orizzonwie di tiro cli 860<>.
C1mtratti e -traspor/,i ese[l-u.iti:
- f urono eseguiti 4.2ti0 contratti a concorrenza - a trattative priYate furono fatti 2.0iO contratti - X. 7.000 cont rat ti da sorregliare furono dn ti a SOO Ditte - i vagoni da carienre raggiunsero giornaluwnt e il N. di 60.
_.,. * ·* A.rsernale clii OostnMdoni cli .Llrtiglierici d,i N a,poli
Come già, fu detto nel volume VIII di questa Storia, nel 1914 il Colonn. Alfredo Ca&'ella dirigeva questo Arsenale e mantenne ininterrotta.mente tale direzione, ~ol grado di coloinnello, :fono al 18 febbraio 1915, e successivamente fino al 9 aprile 1917 col grado di maggior generale, e fino al 22 marzo 1920 col grado di tenente generale. Alle sue di.pendenze dal 3 aprile 1913 al 14 dicembre 1916 ebbe come Vice direttore, prima. col grado di tenente colonnello e poi col gr ado {li eolonnello Giovanni Bianchi di Lavagna, sostituito daJ tenente colonnello De Crescenzi Giuseppe dal dicembre 191G al 15 dicembre 1918, al quale in seguito succedette il generale Virgilio Ganclolfi rimasto poi fono al 22 marzo 1920. Durante il periodo bellico gli ufficiali in forza, an o Stabili. mento da 7 salirono a 22, ecl il ,personale (ragionieri, ca.pi tecni. ci, disegnatori, applicati, capi operai eèl operai) da 690 unità salirono a 2312. I locali furono ampliati: l'area scoperta rimase quasi im. mutata, mentre l'area coperta da mq. 16.225 fu portata a 19.900. -
805 -
AilSEXALE DICOSTRCZIO:Sl DI ARTIGLIERIA DI NAPOLI
Nit0·vi uffici e nuo·vi i mpianti:
Insieme alla costituzione di nuo,·l uffici furono c>Seguitl impianti : -
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officina montaggio officina proiettili (c:on 135 torn i e altre 4,2 macchine varie) officina anellt plastici, c:on produzione di 400 anC'lll a l mese (avente 3 strettori idraulici da 1.000 conn. ciascuno, 2 bilancier i da 20 tonu. ciascuno e 22 macchine diverse) ampliamento officina fa legnu.roi e rnotificio (con 22 maccbine) officina attrezzi (con 17 macchine) officina chiodi e chia,·arde (c;on 27 macchi nP) officimi fresalrici e limatrici (con 70 macchine) officina torni (con 22 torni) officina fabbri e calùcrai (con O macchine) officina artigliel·ie esistenti, rimodernala in mod o <ln (llllHlruplicarc la produzione (N. 60 nuo,·e macchine impiantat<') impianto saldatura autogena con ,! sulùatori magazzino legnami capace <ll <'onteneni 5.000 mc. cll l<'gnamc magazzino laminati di ferro uffici della Commiss ione r egionale di collaudo cabina elettrica con 2 trasformatori statici da. 2,j() Kw da;;cuno. da 8.640 a 150 volt, ed un gruppo per corrent<' contimttl it 40S volt raccordo tramviario.
I'rincipaZi. l avori eseguiti :
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seguenti n uov i
ca.unor1l di piccolo ca!lbro K. 565 parti dl otturatore da 75/ 900 shrapnel da 1'19 G. K . 19.9,l(i granate da 149 G. N. 4.013 granate di ghisa acciaiosa ~ - 24.210 shrapnel da 75 N . 268.000 proietti da 75 c. a. N. 25.200 proietti di m<'dio calibro N . 1:-,8.:{39 casse per proietti N . 29.638 gabbie per proietti N. 13.90~ granate da 149 per pro,·e di tiro ~. 88.600 shrapnel da 210 per 11rove di tiro N. 20.200 fusioni di ghisa t onn. 1.383 fusion l di br onzo tonn. 152 fusioni di alluminio tonn. 1 .489 pnllette di piombo e anti monio tonn . 879
Pritwipaii studi compiuti: - macchina per attestare le r azze - macchina automatica per pallette - - 806 -
LA80IlA1'0RIO P IRO'f.'ECNICO DI BOLOGNA
- . tubatura a ~ldo di bocche da fuoco di piccolo e medio cal.ibro col sistema Pittoni. Da questo unico Stabilimento m ilitare tale operazione fu sviluppata in produzione corrente e con tale sistema si ripol·tarono in etlìcienza oltr e 2.000 bocche da fuoco - carrette di Sanitit (nuovo tipo) alht quale fu applicata. una sala con fusi elastici s is tema l:'agliara - carretta. siciliana a larghi cerchioni (introdott11 in servizio pcrchè adatta ai terreni sabbiosi delle nostre colonie) - carretta per cartucce M.od. 912, in lamienl, della quale si sviluppò una larga lavora.zione in serie · - vari tipi cli carrette leggere ed a mano - cannone da 75 Nlod. !)06 trasformato in cannone da 75 antittereo - carretta. speciale per la Cirenaica - trasformazione del carro per munizioni da S7 B. in carro per munizioni da 75 A. - in.s tallazione completa da 75 OK - cannoncini da. fanteria da 37 mm. - canne da bombarde. Entit.à, d(# contra.tu, degli. ordigni e dei t1·asvorti esegu,iti : - furono stipulati _N . 1 .300 contratti per lln importo complessivo di L. 155.702.300
- ordini cli lavoro emessi N. 1.710 - i trasporti furono eseguiti: in partr, coi mezii dello Stabilimento consistenti in 8 autocai-ri e 3 carrelli su binario tramviario, ed in parte da imprese private - la media g iornaliera dei trasporti eseguiti fu superiore a 100 tonn . e raggiunse anche un mussimo di 4.00 ton n.
Laboratorio P·i-roteowioo cU Bologna,
A capo del X,aboratorio pirotecnico di Bologna nel 1914 vi Ha il tenente colonnello Enrico ifartini che rimase a quel posto anche nel successivo anno 1915. Il personale (capitecnici, capi operai ed. operai) da 1516 prima del periodo helico, salì ipoi in· seguito a, 10.259. I locali di area coperta da mq. 21.227 furo:no portati a 42 mila 550-, e quelli di area scoperta dà 625 mq. fµrono ridotti a 510. -
807 -
LABOllATOHIO PlHO'l'E'C~lCO OI CAPU A
Nuovi i11ipianti e.'<ey\Ji / i :
- inswllazione cli 8 (':llclail' a ,·aporc· cli compJ<',-,;h·i mq. 830 - motor i diversi per pr o<Ju:done cli llGO HP - motori d<'tt1·ici per macchine operatrici: .X0 106 per 1.Hi l:l P - 1 turbo-nlternntor<· da, 1.200 H P - macchine ope1·atrici X 0 J.50S. Principali lavori eseg wit t :
- cartucce )focl. 91/9ii: allrstimento completo ul giorno N° 1.000.000 - cartocce Mocl. 91/9ii monture con pa rti allestite clall'incl ustria pri,ara N. 1 .000.000
- carlocce lVlocl. 91j 95 ripantte ~ . 300.0-00 - spolette Mod. 910 N. 20.000 - inneschi Mod . !llO :N. 20.000 - cariche rinforzo da 75/63 N . 25.0-00 - in neschi N . 62.000 - cannelli a vite X. 8.000 - fuJminato di mer cul'io Kg. GO - mlsc<'le fulminanti Kg. 10-0. 7>rint/J)(Lii, stmli cc,mpi11,ti :
- · -
cart uccia a pallottola esplodente; e ,perforan t e (E.P.) cartuccia a pallottola esplodente pe,· clirC'7.ionc di tir o (D.T.) cartuccia u. pallottola perforanl<' (1'.p .) cartuccia a pallottola perforante incmdia1·ia (P.L.) cartuccia a pallottola incendiaria a scia luminosa cart uccia-tipo per rollauòo e contr ollo fucili :}foò. !ll trasformazione <l<>l cannello a Yite Mod. 908 n funzionamento elet. trasfor muzionr dell' Innesco Mod. 912 a funzionamrnto elettrico.
lJJntftà <lei con ll'(l,tti, cle!!U or<Uni di Z<w oro e dei 'tr asvorti eseguiti:
- contratti stipulati in tre ann i ~. 1.223 - or <lir1i di lavor o emessi nC'll'esercizio 19li-18 N. 12'1. - trasporti : pei- gli arrivi e le par trnze lmpi<'~O giornaliero medio d: 50 vagoni.
Laùorator-io Pi rotecnico dri Oa1nia
Nel 1914 questo Labo1·ntorio era dh'etto dal Colonn. Luigi Longo che mantenne tale posto fi no al 26 gennaio 1916, data nella quale avvenne la di lui morte in Capua . Lo sostituì il Oo]onncllo Achille 7':farra fi no alla fine <lel J 918. 08 -
LABORATORIO rmO'l'l,C:-1co DI CArUA
Dmaute il periodo bellico il nu,nero degli nf:ficiali salì <la 3 a 10, e<l il numero degli altri elementi da 820 a 3342. L'orga,11,1-zz,a zion.e <ltHo S<tub/lim,entu rlaL 19H ai 1918 co1n1>re111.lrn;ri : -
Due sezioni: - uua per la lavorazione delle carlucce - lln'allru per la lavorazione del fulmi nato cli mercurio e degli artHì zi ùa gucna, razzi da segnalazione, carlu<:ce cl,t segnalazione, inneschi, caricamento proit'tU incencUari ed UlUillinanU - servizi generali compr enùcntl: - officin a torneria per mautenilll<·ulo e t·ivnruzionP macch inario - otlicina per allc.stiUl<:>nt'Q attrezzi occorrenti per· htvorazionc - officina falegnami per :tllC'stirnento imbnllaggi - fuci na - piccola fondC'rin ver ghisa e bronzo - impianto per distillazione carbone pn produzione gas luce 1wr ricottma dei bos::;oli - impi:1n to termico 1ier produzione Yllpore per i vari servizi - impianto di Diesel per produzione energia elettrica riSPrva - cabina elettrica con trasformatori statici e relativo qua,Jro - sala di collaudo lllanufutti nei diversi stadi cli lavora:r.iime e finiti - gabinetto chimico - servhio pompirri dota to di motopompe- Pd impianti di elettropompe con tubl di presll nel Volturno - litografia, sala disegno. uffici direzioni'. Alloggi ufficiali ed impiegati - mnga:r.zin1 e depo><iti comprernlenti: - magazzini per .zollauc1o e deposito mat1'rle prim<• -: ripostigli ,ari nei laborntori in consegna ai capi operai - rlservPtte per P~plo.sivi: balistin•, fulminato, 1)olverc nern, cas- sule, C'C:C'., nonchè depoRiti pc>r alcool, benzina ed acidi - magazzini, manufatti:- cartucce. N1wv i .;mpirwti. e8eg·u,i'ti :
-
portato du 135 a :-is:1 lenrncchine ])C'r allestimento bossoli e pallottole portato cla 134 a 189 le macc-hlne pct· inneschi, cannelli a vite, cass nle ecc. portato ila 9 a 50 le macchine per caricamento cas><11le por tato da 3'.l a G2 le mac<-h!ne 1wr proietti fubbrica del car bonato di stronzio.
Principali lavori e,9eguiti:
-
cin·tucce n pallottola ):!od. 91[95 per anni 91; produzione giornalìeru. N, 450.000
-
cartucce a pallottola Mod. 00/99 per pistoh' i,I JP9; 1iroc1u:r.ìonl! giornaliera N. 30.000
-
809 -
n. 0 -
POL\"ERIFICIO RUL LU:!
inneschi per bossoli; nwdia, giornaliera N. '.000 cassulc varie; m edia gio rnalicrn .N . 60.000 cannelli a. Ylt<·; rut>dia giornaliera N . 12.000 cartucce a vnllottu ln p<'r armi 70/Si <' mili:aglia trici ; produzi one g iornaliem N. i0.000
Principali riprtrazioni eseguile :
-
cart,1ccc a 11allottol:t ~focl. 91/ 9:i prov<.> ni0n ti da Ua f,:onte ; me<lia giornaliera N . 20.000 tr:.1sfc.rmazio1w d i cartucce a pallottola per armi 70/ffi in cartucce per nrmi Mod. 70/87 e per mltragllntrici ; uwdia giornali01·a K. 1:;.000. -
Z,r/nciJ)ali ,%mli com,piuti :
-· -· -
shrapnel incN1dia r i per t iro controaer eo proietti illuminanti di J)iccolù calibro bossolo da 120 per cann oni della R . Marina cm:tucc<' fum ogene per pis tola da segnalazione petardi e g ranate a mano, per istru1.ioni.
contratt:, rl<JgU orcUn/ <li l qi;oro e (lr; i t rasporti esegititi: conlrULli stipulati X . 900 di cni: - :K. 69 per provviste mac0hi11ario N. 112 per lrn·or azioni - N. 91 per proY,•ista nrtifìzi da g-,1crr a. - N. {i2S P<'l' proYvlsta materie prinw ordin i di larnro etn<'Ssi nnnnalm ent<' X. 151, corrispondenti nd un impol.' to clì cirr.11. L. 2i.OOO.OOO trasporti: media f?iornali eru Tonn. 75. r on un mas..«imo di Tonn. 180.
EnUt<i <lei
-
-
-
-,-., " }'.>ol,1J<;;n'fi.cw . ,<;1.1,l .u1,ri r .· .
11,.
.Nel 1914· era Direttore di qnesto P olverificio il Gen . Arturo Valentini che rimase i.Il tale carica anche nel 1915. Gli. ufficiali d urante il pel'ioclo bellico passarono da 6 a 16, e gli nltri element i da 4 4 salil·ono a 974. I local i di area coperta, da mq . 25.478 furono portati a mq. 3-i.778 e <iuelli di areo ~eoperta da mq. 14.258 a 15.958. N1wvi 1offici cost-it·i iiti:
-
ufficio militare di sorveglianza presso la D itta Bombrin i-Parodl-Delfìno di Segni
-
810 -
r: .0
roLnmIFICIO $CL LU:[
- ufficio militare ·di sot·,·cgliauza vresi;o la Ditta Baschieri e P ellagr i di Castonaso (Bologna). Nuovi i11i,pianU eseuuiti :
- una coppia di forni Herrcsllolf 1·ot1ttivi, cupaci di consumare 10 tonn. di pirite al giorno - quacrro riadclle per la combustjonc dello 1.olfo, ciascuna della capacità di Kg. 600 al giorno - appurecchio-Kessler capace di produrre giornalmente Kg. 8.000 di acido solforico concentrato - apparecchio Perrin capace di produrre giornalmente Kg. 18.000 di acido solforico concentrato """." quatcro caldaie per distillttzione di acido nitrico, della capacità di Kg. l .000 al giorno - impianto di ncido nitrico Uebel della capacità di Tonn. 210 mensili - impianto s istema 1'ntham p<'r nitrazione della glicerina, della capacità di Kg. 030 per operazione - nuovo impianto p<'r nitrazione del cotone, con -! turbine Selwig e Laugc, capaci di dure Kg. 30 di cotone nitrato per operazione - lmpinuto di 4 Hollacnder [)t'r polpuggio di ni trocellulosa - deposiU stagionatura di galletta imbibita, uno per balistite (di 12 vasch<') ed uno rier soleni te (di 8 vasche) - installazione di due gnmdi trafilatrici iclraulicbc per solenìtc - installaziono di 31 calandt·c - installazione di dne tagliatrici ti110 Krause e due tagliatrici tipo tabacchiera - costruzione dl un poligono di tiro - installazione cli motol'i pet· produzione cli 300 IIP - installazione di macchinario var io - costt·uzione di fabbricati vari - impiftuto cli binal'io. Princi11aU lavor i eseyu,itì :
- produzione mensile mussima c1i tonn. 303 di balistite e tonn . 95 di solenite, impiegando circa 20 tonn. al mese dl nitrocotone fornito dalla Ditta Baschi<'ri e Pellagri e colla utlli11zazionc di ritagli - ad impianti ultimati, la produzione mensile avrebbe potuto raggiungere le 450 tonn., mentr e nn teguct-ra ne produceva dalle 3,:, alle <1.0 nello s tesso tempo. Primcipaii st1idi corn1>iwti: - impiego dell'impasto per solenite come esplosi\·o cli lancio per urti· glierie
-811-
H. 0 LAUOHA'.l'OHIO DI l 0 REC I RIO~ 1-: DI ftO)lA
-
s ostituzione par ziale dell'aceto11c colla miscd11 alcoolicll eter<'a, nella gelatini zzazione della galletta 11er solen ite J11 tluenza d i soxtauzt· aggi1wtc alla balistite come a11libagilore, per la conser va zione dell'esplosivo sostiluzione di celluJ(lSe ,·egctali al cotone idrofilo nella ni(rocellulosa per eS1)lo::;1 vi ·fibr a di gC'lso per la preparazione di ni(roc<'llnlo,;<' per e::;plosiyi l 'agave come sorgrn te di cellulosa pel' ultra zjone cascallli tll sehl artificiale nella pr<'parazion<' delle nitrocellulose ~tudio per pr oduzione di 11cido n itri co, pnrtenùe> clulla calciocianamide, col sistem11 caUtlitico Taliani.
En Utà clei contratti, cl egU oràirn d.i. ia,uoro e clei tras[)Orti <:S<'{lniti:
-
-
-
contratti stipulati N° 262 ner un ammontar e d i I,. 30.952.495 di cui : ~ 0 132 ))<'l' macchinario ed i mpor to di L . J .612.39() - N<> 33 per coton i, t<'le. ecc. ccl importo di L. -1.234.3i6 X 0 58 per acidi, akool <'d oli per l' importo cli L. 20.HJS.905 h·aspo1·ti : s i ebbe un movimento totale cli 18.H5G carri fer roviari con tonn . 87.300 di materiali. La medll\ giorna lìçra fn di H vagoni, con t onn. 62 di mu terialt. e la mn;.sima giornallera r aJ?giunse 57 vugoni con 220 tonn . di materiale.
R. 0 Labora to1·io di Preoisio,yie cli Roma
Nel 1914 la dil'ezione di qu esto importante Stabilimento militare era tenuta dal colonn. Eugenio Righi che la mantenne anche come generale fino al 1920, epoca della sua morte. A lui si devono, oltre l a riorganizzazione delle officine e la amplificazione e costruzione di nuovi locali, numerosi studi effettuati specfalniealte nel peri'od b bellico. Ma la creazione di maggior ·Tilievo fn l'istituzione di un reparti specializzato [Per il vetro d'ottica, servendosi prima di quello grezzo proveniente da un apposito forno preso in affitto presso la Ditta San Gobain in Pisa, e. poi ·d i quello prodotto da nn forno nell'interno del Labotatorio appositamente costruito e completato 111el 1916, con ann esso un Ga,binetto chimico per l 'ana lisi ed il collaudo <lelle materie prime pe1· la fa bbricazione del vetro stesso. Il arnmero degli nf:ficia1i da 5 salì a 18 durante il periodo bellico, e quello degli altri elementi da 205 andò a 1699. -
812 -
l{.
0
LAB0RA'l'0HIO DI Pnl 1,<.:ISfONID
I )l
HOì\IA
Circa ranmeulo di locali, vale la seguente tabella : Nel 1918 ~ atnra clell"ur,:a
Locali provvi~ori nella città uniYer:situria
Loca Li cldlo Stabilimem o
.A.rea coperta pe1· labora tori eù uCi.ici mq.
I
4 .:330 S.2JO (<l i c ui mq . GW (d i cui mq. 2..115 a d ue plan i) il 2 piani e
w ,1 . l. 2f>O n [liUni)
Area coper ta per magn zziu i m q.
980
Area scoperta mq.
8.280
a
2.660 (di cui mq. 1.910 a 2 pian i) 7.830
1.700
4.50
'2.2GO
N 1t<Y1Ji 1tf/i<}i costi/ nit i :
-
111Jicio appro:vvi gìonamcnto eù acqui:sti.
N uovi im via11ti eseg1iiti : l uglio 19H
Natu ra dell'impianto
~'orni
[)()
novrmbre 1918
228
Fresatrici e li ma trici
53
99
Macch ine vnr ie
-10
) 05
Macchine 1wr lU\'Or:azioni pa r ti
01 tiche
l'rilwi1>aU lavor i eseoui/i :
-
-
-
proclU?:ione di alzi K 0 7.()!J5 apparecchi per scomporre e comporre proiet tl No 834 can nocchiali a pris m i da 8x e 12x ro 1.718 colllmatori pc•r 75/ 911 antiaerei .No 1.000 iI)0SCOpi 'L'riulr.i No 2.375 iposcopi gon iomc•trici cla osser va torio X<> 191 cannocchiali d' assedio gr andi No 101 cfnmocchiali d'assedio piccoli N° 2!l5 alzi per cannoni da 37 .F. No 800 colllma to1·i da 37 F. N° 1.600
-
813
78
R . 0 L AHOllATOHlO DI P RECI SIO~ l!.:
-
1)1
ROMA
cronografi per senlzio fototelemctrico N° 19 :strumenti verificatori N° 120.000 :strumenti vel'lticatorl pe1· nudusn·ia privata :--0 300.000 parti ottiche ulles1·1te (pri:sllli, lenli, ccc.) };o 10.000.
l'rincipali riparazion i esegwlta :
- uppurati ottici Faini );o 1.'200 - apparecchi illumiJJuzioue a ialso scopo :\"0 1.285 - a pparecch i tdcfonici No 1.<lOU - ::;trumeuti cli puntawcnto ,·ur i l\ 0 -!0.000 S[l'llilll'llti ottici VUl' Ì :No ;J0.000. l 'rinciJ)aU ;st1.l(li compi•u t,i : - progetto cli ::;trUilll'llli 1wr ,·er ifica munizioni e uniglicrie
-
-
collima tori, treppiedi, ecc. di t('lt•JDrtri mo110:;taLiei pia::;tre di a111Joggio, mire, , cc. 1wr witragliarrici antiaeree ca nnocchiale monocolo cl' ,lsseù io grande cu1111occh inle binocolo d'a ssedio granùl· iposcovl goniomeu·lri per o.,;senatorio, con vrotezio1w ,!i ~ O mm. e 1.2i.3 0 mlll. IH'riscopi per insrnllazionp da 'l';°Jl/45 : 1wot1•zionc 2.000 wm. Sx apparato fon o telPm clr ico 'l'eof\l.aln HJ)parnto non a u tomatico « Laboratorio di l't·eci::;ioue )> appu r ato Panopas:;o J.enm r materiale di Jlll"ll\llH'n tu da 37. F . or gani cli puntnnl<'nto da 75/ !lll an t i:t<'r eo cù orga n i pu 87 R. e 75 A. npplicazione pia~trn )l:od. Clan1rino al cmmone clu 70 mont. lastr.ine )Ioù. De Stefano per cannoni ùi medio caliur o difesa porti ùinocol i da 8x, 12x e l Ox n1m areccbi di n :r ifìra varti otticlJe e st:nunen ti ottici ve tro di ottica (<'rown borosilic;nto e crown orcliua rio)
contratti, der,u Ol'(lini tli Ut ~oro e dei trasvorti esegwi ti : rontratti : anno l!lH, N° 108 pu L. 4.031.:321 nnno 1!l15, ~ " 208 1Jer L. 14.30-1.103 anno 1!)16, N° 120 per L. 23.709. 57 un no 1\)17, ';-lo 15-J per L. 20.399.557 anno 1918. N° 128 1wr L. 30.552.035 - traspor t i ml'clia giornaliera : anno l!Jl-!. colli S, Kg. u20 nnn o 1916, coll i 138, Kg. 2.210 unno rn1s. colli :i.-1, Kg . :l.058 - ordini di lavor o : ::: 0 2G6 uell' E ser cizio 19U -15 rwr L. 2.472.000
Ent i l,i clei
-
-
814 -
FAtmnrc~A o' 1\H.\!l or BRl~SCIA
329 nelrEsc•rcizio 191()-16 per L. a.000.000 N° 457 ndl Bsercizio l!HG-17 prr L. 4.500.000 No 442 nell'F,serci½ìO 1017-18 per J,. 7.313.000
~ 0
N° 218 ndl'EHercizio 1918-19 prt· L. lG.126.000.
li'a bb1·ica d/ A.1·111A, éU B rescia A capo della Fabbrica d'armi di Brescia nel 1914 vi era il Ten. Colonn. Giuseppe Bariè e nel successivo anno 1915 il T en. ColoJm. Edoardo Mascia,. Gli ufficiali in 1Dumero di 4 crebbero a 22 durante il !)Jeriodo be]]ico e gli altri elementi -cla 26:5 rag-giunsero )a cifra cli 2550 I locali cli area. coperta d a mq. 15.575 furono elevati a mq. 39.952 e qnclli di area scopertn da mq. 12:759 a 69.345 sia in Brescia che in Gardone Val 'l'1·ompia. Fu costituito un nuovo ufficio per la Commissione collaudo e movimento mitragliatrici, nonchè un ufficio contratti. N·uoi;·t i 1npia11ti eseguiti.: - n ella sede di Brescia non fo pos,-;ibile alcun nuo,o impianto in conseguenza cli assoluta mancanza dl area disr101ii bile - nella Srzione di Onnloue Vt1l Trompia vennero esegui ti i seguenti impianti: - installazione di 460 macchine - jropiantnto mttcchinnrio pei: produzion e cli forza idroC'lcttrica prr 200 HP con 111in risrrva di forzn trnnoiclroelett1·ica di cii:cu -1,50 HP. 1'ri11ci1,ali Za1;ori eseou,it i :
-
parti sciolte\ di armi 91 No 5.131.000 moschetti N° 534.000 pistole n rotazione No 111.158 granatr dn 149 K0 195.287
- granate cln 75 K 0 599.300 -
s hrapnel da 75 N° 3i1.850
- armi bianche No 657.779 -
mitragliatTici Fiat K<> 24.879.
1'1·i11cipaU r ipa;ra:::io11i esegttitr:
-
fucili Mocl. 91 N° 61.098 mitragliatrici varie -:,;;o .J..619
-
8J5 ·-
FAJ:BfUCA
o' :\Ri\Il
).)EL
n."
,~smn CI'l'O DI 'l'I1)RNI
P rincivaU studi com1iiu,ti :
-
foderi di sciabola bilionetta mt:tallici rìdnzioDc del moschetto da carabinier e Mod. 70 al calibro G,5 modificaziODi alla mitragliatrice l!'ìat :i\lod . .t914.
cU la voro " dei /.rasparti rseguiti : con tratti N° 1.:_1.1..1, stipulati per l'iruporto cli L. 212.S05$i:i7 fra i quali : - N° 62 per m:mi con importo di J,. 135.440.936 - N° 841 per par ti di anni per L. 42.317.4.48 - N° 30 (')C'l' proietti p er L. 16.746.58;; - N<> 167 per imballaggi per L. 29.035.720 ~ 0 70 per roaccbine per L . 3.500.000 01·din\ di lavoro emessi N° 162 t rasporti- eseguiti con 7 autocarri con u ua medi.tL giornaliera dì '.ronnellatc 67, ccl una massima giornaliera di Tonn. 80.
Entità. dei contmtti, degli or<Lin.i
-
-
-
* * * Ji1abbrioa d} A1·m·i del R. Esereit,o di Terni Come gfa fu acce11.1nato nel volnme VIII, nel 1914 dirigeva 0
l a F abbrica d'a rmi di Terni il Gen. Ernesto Gardiui, sostituito dal Colonnello Virgilio Ganclol:fi dal 29 ngos to 191G a l 27 dicembre 1918 al qu ale succedette nel gennai.o 1919 il Ge;n. I0doardo Mascia; co.me Vice direttore fn sempre il Colon n. Aleardo Sacca.ni. L'impulso dato a questo .Stabilimento per le esigenze del conflitto fu davvero degno di gra01de rilievo. Il n umero <legli ufficiali da 4 fu por·tuto a 30, ed il personale vario da 964 unità, sali alla cifra di 71 50. I labo1·atori e fa bbricali che occupavauo un'area di 16.462 mq. furono umpl.ia ti in modo él a, raggi1mgere 24.880 mq. ; i magazzini coperti cla mq . 7.325 furono portati a 11.640 e quelli di area scoperta da 700 a 2.700 mq. Nuovi 1ifficì costiWiti:
-
a mpliamento ufficio ùisegna t ori ufficio approvvigiouamenlo materiali ufficio cont ratti i n amm i11istn17,ionP ufficio collaudo parti d'armi dell'industl'ia prh·ata dne 11ffici collaudo ma terie (')rlmc b·e uOìci per i nuovi laboratori .
-
816 -
FABB RICA D' AH)H DEL lL O ESJiJH CI'.1.'0 DI '.l'WRNI
Z\'1iov i imviant i es eg,u,itiG·
- nuove _macchine utensJ.li speciali N• ()18 - appareccbi per sulclarura ossiacetilenica - forn i girevoli per cementazione e tempera N<> 8 - impianto appa1·ccchi tempera - impianto di forno ad olio pesan te
2 MAC<.10
1925
tSOO
NEL CINQUANTENARIO DEL L A SUA FONDAZIONE
LA FABBRICA D'ARMI R.E.DI TERNI RICORDA L A SUA PRODUZIONE <.IORNALIERA 0 1 FUCI L I NELLA GUERRA t91S · l 8 PER LA DIFESA DELLA PATRIA
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F ig. 156 - Sviluppo del ht potenzialità. e della produzione (l!l15-18).
-
impianto di N<> 2 forni ad olio p€sante (uno a clorur o di bario e potassico, l 'al tro a cloruro ùi sodio e potassico) impia nto cli fornetti ad olio pesante impianto cli grandi vasche in cemento a rma t6 per distTibuzione acqua imp.ianto per aumentare potenziulità. l isciviazione casse raddoppio impianto 1)rocluzionc gas ossidrico impian to 4 nnovi fotn i g irevoli. per ricottura, parti d'armi costr uzione di n uove forge multiple aù olio pesante impianto di piccoh.l conceria impianto di brunitu r i1 elett rica.
Principait l avor i eseguiti :
-
produzione fucile Mocl. 1891 : - media giorn aliera r aggiunta nel dicembre l()H N<>
52
817 -
20(;
SPOLETl'H 'I CIO
-
n. 0
ES0RCI'l'O 01 TORRE Al'i~DNZIATA
- media glornalìexu raggi Ullta nel cl,lcembrc 1915 :N° - media giornaliem raggiunta nel clicembt·e 191G No - media glornaUera raggiunta. nel dicembre 1917 );o - media gio1·ualìera massima raggiunta n<'l febbraio - media giorna.lieru dell'ottobre 1918 N° 2.000 sciabole baionette Mod. 1891 )1'0 1 .600.000 sciabole baionette speciali N° 200.000 pU1,'llali-coltello No 270.000 canne di mlt ragliab:lci varie N<> 25.000 picozzini-zappetta ~o 25.000 VUDghette N° 80.000 gravinette per alpini No 4.000 picozzini cli ranterhl N° 20.000 gi·anate torJledini da 75/ 906 fabbri cate 1ino a rut to
600 1 .400 2.300 1918 No 2.400
novem»re 1916
N° 500.000. Pri11cipali studi compiuti :
-
sostitU?:ione dell'acciaio al carbonin con acciaio rapido nelle macchine utcns'ili, per uumCJ1tare la velocità adozione di mole a smeriglio sostituzione della lignite al litantr ac~ nel forn i girevoli sostituzione dell'acqua all'olio per lubrificare gll ingranaggi compressione dell ossigeno per saldatura a utogena impianto di 2 forni elettrici per la tempera sostitm>:ione dell'olio di olivo. con olio pesante per la tempera impianto per rendel'c potabile l'acqua del canale utilizzazione dei trucioli residuì luvorazioue casse ])l'l' riscaldamento caldaie, li~civiazionc ed esslcazione studio di fo1·ge multiple ad olio pesante impianto cli linea elettrica p<'r trasporto ili 800 Kw. della fabbrica del carburo di calcio utilizzazione della sciabola baiouetta da 70/87 tagliandola in due.
Enti/IL dei contratti. deyli. orrlin,i di lavoro e cl.ei trasporti eseguiti:
-: entità dei contratti per fornit ura cll materie pr ime nmmon tanti a T, ,
87.000.000
,
.
- ordini di lavoro: in massima par te per fucili ::\Iod. 1891 - t rasporti: la media giornal iera fu 11i l{g. 7:3.0<lO, e ht masslma in un giorno raggiunse Kg. 220.0GO.
* * * Spolettificio R. Ese1·oito cl-i Tm·re Anfflllmz-iata Nel periodo dal luglio 1!)14 al novembre 1918 tenne l a dire· ziome d ello Spolettificio il Gcn. della riserva Luigi Ariola, suc <:essirnmente <.:orne Maggiore, Tcn . Colonn. e Oolonn. -
818 -
SPOLE'l".I'1FICJO R , 0 0S:ElRCITO DI TORREl AN:'<UNZIATA
Lo Stabilimeinto che p ri ma <lello scoppio della guerra a.veva una forr,a di 266 unità cli eui l ufficiale, durante l a guerra raggiunse la forza di 8110 elementi fra eui 5 ufficia.li. Furono ampliati gli uffici che da 525 mq. furono porta.ti a 720; i laborutori <:he avevano una s uper :ficie di 2.700 mq. si ampliarono :lìno ad 11.044. Quakhe sviluppo fu amche dato ai m agazzillli coperti che da 4.200 mq. furono portati a 4.900, ed i nfine l 'area eomplessiva occupata, d a mq . 37.ò(il sali a, 46·.024. NuO'l)i im,pian./.i
esegu.-iti :
Le -molte commesse cli lavor azione ili materiali bellici che man man o furono affidate. allo Stabilimento d ur an te la guer ra mondiale, re:,;cro necessari alcuni csproprii di terreno, la cost.ruzi.one di nuovi labor atori e il maggior sfrmtamen to dell'energia del Canale del Sarno per i bisogni dello Stabilimento, e precisamente furono portati a termine i seguenti lavori: - fu pr olungato ver:,;o il :Nord il .laboratorio trapani e torni aumenta ndone la surierficie cope1·ta cli pianterreno e primo piano complessivamente per mq. 1.9(H : il nuovo laboratorio nd piauterreno fu adibito all'allestimento ckllc part i cli sriolet te, e qurllo nel primo piano alla composizione delle spolette. - f u espropriato il fabbricato ex-Pas tificio di vropt·idà Fienga, COlll· posto di un pianterreno €' due piani snveriori, dell'arra complessiva di mq. 2.425. I piani superiori f urono adib iti anch'essi per la lavorazione e composizione d<'llti spolette, Hl jl pianter reno .(n adibito a lai.Joratorio falegnam i per l'allestimento degli imballaggi. Con detto fabbricato venne pure esp1:opriata l'ar ca annessa di lllodo che lo Stabilimento, dalla parte d i 1)0ncntc si estese e contìua <:ol corso V.ittorio Emanuele II. - Fu costi:uita nna nuova entrnbL allo Stabilimr n to daJJ a P iazza :\101:r one, e furon o edificati i loca li occorrenti per la portinrtia, per l 'ufficio contr ollo e la Sala medica - sul .;;uolo esproprJato al Fienga furono costruit i '1 capannoni per deposito legnami, 1'd altri 5 capannoni allo stesso scopo furono costruiti adclossatì al muro di cinta settentrionale - f n costruita una polveriera esterna nl moro cli cinta dc>llo Stabilimento e collegata. con esso - nel quadrato dei laborn tor.i s npet'iori fu costruito un fabbr icato della superfitie 11i u111 . <i40 per il caricamento degli a nelli tli spolette, - f urono acquistate 2 turbine idrauliche FTancis doppie or.izzontali a reazion<', cl< lla potenza di 50 EP. nominali, ed installate rispettiva· mente sul primo e scco.nclo salto del Canale del Sarno : c1u ella installata nd pr im,> salto fu accoppiata ad nn a lternatore, mentre l'altra, in s ostituzione clPlle ruote idra nl icbe esist<>nti. fn instal lata in modo 0
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8Hl -
SPOU:'l'-i'IFICI0 R. 0 1·$ 1'ÌilCITO DI 1'0RHEl AK~UNZI.\TA
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cla azionare dlrettamcnte le trasmissioni del l abot·atorio torni e trapani fu costr ui ta la cabina elettl'ica con quadl'O di dl:<tribozlone e fu e;eguito anche un impianto di trusformatod statici 1wr la trasformazione della con·cnte ad alto potenziale fornita ùallu locale Società
Elettrica. - sull'area del! ex-bCt'Sllglio furono costruiti gli spogli'.1tol E·d i lavuudLJ1i per gli oper:li - ai molini Corsca fu requisita una t ul'bina da 150 HP. che venne installìila al snlto terzo del Canale nei locali clell'ex-fcniera . Alla turbina fu accoppiato un nll:el'natore da, ]25 IIP. - Installazione clel seguenti macchiJrnri : 2 tol'n i Gridlc·.r; 5 tomi Bl'own e Sharpe; tomi automatici e semi-automatici; r ettiflc.1trici; macehiue utensili varie; ,10 motori elettrici clclla potenz:t compl.<'sSiYa di 400 HP. - costr uzione clelln strada che attra\·ct·sanclo in sca\'O lo St abilimento raccorcia il percot·so dal Corso Vittorio Ema nuele alla sh·nda Garibaldi
La produzione e l'attività dello Stabilimento dura111te il periodo beJJico si rilevano dai seguenti dati statistici : P erSl)JHlli e Locnli
Ufficiali tecnici
prima
clurantc
dPl periodo
il til'rioclo
bl'l li co
bellico
5
1
Ufficiali m<'clici
2
Ufficiali di disciplìna
2
Uflìciali rr.tgioni4"ri
2
Ragionieri
1
Capi tecnici
1.
4
Applicati
4
8
11
11.
22
Operai
2-ll
3.055
Uffici
G25 ruq.
Capi operai
720 mq,
La boratori area copertn
2.'i40
"
11.0!i »
Magazzinl urca co1)crta
4.200 »
4 .000 ))
Area comr,lcssiYa occnpata
3i .Glil
-
820
>>
46.024
»
SPOJ, E'l 'TIFICIO R . 0 E:SBRCJTO DI TORRE A!C'<UNZIAT1\
l"rincivali. ia-vori ese{Juiti :
-
Spolette a doppio effetto Mod. 190ò ..N. 916.020 Spolette a d. e. Mod. 190G senza congegno a percuss ione N. 30800 Spolette a d. e. Mod. 900 N. 5.053.350 Spolette a. tempo da 75 per tiri controarei N . 111.250 Spolette O. E . '.l'. P . Mod. 900 N. 97.000 Spolette O. E. 'l'. Mod. 900 per granate 76/ li :N . 10.000 Spolette O. E . T. per shra.p0<~l N . 5.000 Spolet te O. E. 'l'. Mocl. 900 N. 243.000 Spolette O. E . T . 87/1900 N. 181.900 Spolette ~l doppio effetto da J.'19 N . 102.850 Spolette da 65 mont. :X. 1 .276.615 S1)0leéte a doppio effetto da 102f105 N. 620.300 Spolette a percussione per proietti lacrimogeni N. 20S.8ii7 Spolette a percussione 21:Cod. 910 N. 3.903.100 Spolette a percussione Mod. 902/910 N. 55.647 Spolette a percussione Mod. 911 N. 370.(575 Spoleth~ a percussione l\focl. 017 N . 1.J.O-i.000 Inneschi di spolette i\:Iod. 1910 N . 5.360.000 Spolette a per cussione 1:lod. Guerritore N. 41.000 Proietti urrici t ipo Gnrrone-Palcani N. 200 Riparazione fucil.i i\~od. 91 N. 47.062 Trasformazione sciabole baionette Mod. 70 Pugnali-coltelli N. 10.000 Casse per spolette ìVIod. 900, 906, 910, 911 e 102/105 N. 18.000.
Pri1w ipaU rivarazioni esegu.-ite :
- Spolette Mod. 900 N. - Spolette Mocl. 906 N. - Spolette Mocl. 000 O. - Spolette da 65 Mont.
37.600 72.500 '.l'. E. N. 12.000 N. 500
Princip<tU stud.i compi1tti :
-
migliorat~ . l v.ari attrez-tanwnti per r ender e più r aplda. t~ sicura la la vorazio'ne adozione cli un metallo atto a. sostituire l'alluminio nei corpi di spol ette; ottone al piombo.
En,tità. <l ei contr<tt.ti, <legU or<lini <1.i l<i1;oro e dei. traspo,·u eSe!l'ltit i :
-
contratti stipulati per fornitura di parti di spoletta N . -114 tra spol'ti eseguiti d1u·ante la. guerra Tonn. 22.500, con una media giornaliera dl Tonn. 21,6 ordini di lavor o eseguiti : a carico spes,~ generali N. 46; a c:arico capitoli bilancio N. 165.
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OIR0ZI OXE D'ARTIGLIERIA DI TORINO
Di'J'ez'ione di Artiglieria cli 'l'o,-.ino
Nel 1914 essendo vaca nte U posto di Dfrettore, la Direzione di ar tiglieria di T orino era retta dal Ten. olonn. Vittorio Cordero cli Mon tezemolo. Su<:cessivamente nel 1915 egli fu sostituito dal Magg. Enrico Hazan. Gli ufficiali i1J1 numero di 10 salirono a 14 durante il periodo bellico mentre gJi altri elementi crebùero da 89 a 193. L a Direzione di Torino pur cedendo all' Officina di costruzioni mq. D020 di area coperta, anmentò quella rimanente da 18.335 a 75.02!:l mq. accrescendo di 1. '00· mq. Parea scoperta. N ·u ovi 11,f/ìci. . costituii-i:
- 11flicio J!c1uidazione f atcure matcrinli di pro,·rni(>nza P:;l~ra - ufficio bombe di vari ti pi - utticlo contrn tt i - ufficio spedizioni - uOìcio ordinamento materiali ri cuprrat.i 1n zona di g uerra - ufficio dei ma t<:'riali dit e per la Frnn<!ia - utlìcto collaudo esplosivi al P oh·erifieio di llorgofranco - ufficio deposito bombe a Pont. S. Murtin. N·u ovi 'Ì'lnpianti e.~eo1iiti :
-
labor atorio ripntuzione anni, .nel l'11ln1.1.o Helle Arti al Valenti no, capace cli riparare 2[;0 anu l nl giorno.
PrincipaU. lavori eseguii.ti : - disarmo delle opere dei Fort l rli sbarramento <i di:-:tribu:dOlH' dei materiali - messa in stato di difesa di due sbarramenti - costituzione ùi d epositi. di materiali e munizioni (Aosta. J ntra, GnLYellona, Casc~tt Cirla, Chi<'Sa di Ronco, Cuscina l'anani, <:'CC.) - impian to deposito caricamento proietti a Susa n<'l quale fu rono confezionate varie cent1111tia di llliglia:ia cl\ colpi completi - caricamen to bombe da trincea in B orgofra rwo per openL della S ocietà Franco-Italiana Cheddlte . SI caricnrono in COllll)lC'sso N. 1.611..13:l bombe cli diversi tipi: Dumezzil da 58/16, Fledw 240/ 71 Vandeurc n, grann te torpedine, grilllate mina - ricezione dei materiali provenienti dall'Estero (100 vagoni al giorno) - distribuzione dl metalli (s tugno, pio1J1llo, alluminio, ferro , s ilicio, ccc.) per un lmporto cl_\ L. 30.000.000 - nllestili mat<:'riuli, atn·ezzi rcl accessori vari.
-
822
ornEZIO:-. g o' Afi'l'IGL!Ell IA D( ALEJS SAt\'DRI .\
Princivau ·riparazioni eseuitite : - f ucili e moschetti Mod. 91 N. 94..000 - sciabole baionette Mod. 91 N. 8-l.000 - fucili 70/87 Mod. 1G :K. 42.600 - f ucili 70/87 e moschetti N. 31.000 - pistole a rotazione N. 3.000 - pistole aulomatiehe N. 800 - f ucili Lebel con baionetta N . 46.GOO - lanciabombe Thevenot :N. 420 - casse c1a imballo varie ~. 36.500. E nt ità dei contratti . deUli ardini d i lavoro e d,ei tra sporti eseu·1iili:
-
contratti : per provviste N. 340, per vendite rottami K. 6; per l' importo complessivo dl L. 120.350.000 - trasporti f cn-oviari : media giornaliera ~. 60 vagoni. ed un rotlssimo di N . 123 vagoni - ordini di lavoro : N. 1.20.
* *
«-
Dfrezione cl'i Artiglieria di lllesscm.d ria,
Nel 1914 a capo di questa Direzione eravi il Colonn. Edoardo N asi. Oli nffk iali in numero di 4 iJ.)rirna della guerra, dura111te il pe1·ioclo bellico furono aument ati :fino a 30, ment re il restante p el'sonalc ,cla 85 elemen ti fu 1purtato a 532. I locali coperti cl.a 15.444 mq. furono a umentati a 56.502, e quelli scoper ti .<Ja 7.574 vennero diminuiti a 6.410 mq. Ntwvi fm.pia.n t i eseguiti:
--
ullìcio per smistamento t raspor li internazionali laboratorio falegnami cou 8 s eghe, 3 piallnLrici, 25 bnnchi da falegname, ecc. officina mcc:cunica con 27 torni, 6 t ra pani, 5 fresatrici, 4.5 morse da banco, ecc. olliclna f ucinatori con 13 f uci ne, 3 magli, 2 cesoie reparto rir,cn·azione autoveicoli con 3 fosse labonitor io dcalib1·utura bossoli da 65 e i 5 con :1:1 maccll lnc azionate da motori laboratorio lattonieri con 5 maccbint~ -
823 -
DIREZIONE D' An'.l'IG f,lE1RTA DI AL!l:SSANDR!A
-
laboi·atorio salùatura a utogena cou -1 cunnelll laboratorio sellai con 3 macchine òa cucire imp.iunto Decau ville e r accordo fcnovi m·ìo colla r ete Statale laboratori<, armalnoli con 1 tornio, 2 trapani, 11 pulitrici, 59 banchi e 120 morse impJanti vari : idraulici, per ri.servn cli enrtgia cd <:!lettrici.
Fig. 157 - Bdourùo Na si.
JJrincipaH lu:vOri eseguiti :
-
casse da imballo per fncili e per munizioni caricamento e confe-6io11amento <li col1>i comp!Pti di vari calibri da 65 al 210, per un totalr ùi 2.,158.840 col11i.
1J-r-inci11aH riparaz.io1ii e,;er11.t.ite:
-
riparazioni ad affusti, carreggio, casse <la imballo, finimenti, autoveicoli, ecc. - riparazioni cli anni portatili In gener e con una media cli 400 al giorno, e ri vura7.ione di buffotterie.
J>rin<Jipali sttuli. com,pi1.cti :
-
macchina a cremngliera per comporre <'llrtocci a proietto da 65 e 75, con produ zione ùl 500 cnrtocri all'orn. Di tnli urncchine fur ono cosh·uiti 130 ('Semplorl -
824 -
D1Rf),1l0~E D' ART .IGLll~I! fA DI PIACEl'sZA
a 2550. -
mucchi11:l a pre:--sione idruullra per r icalibrar<' bossoli lli piccolo calibro, capace cll r icalibrare !l bossoli cont<·mporaneamen te.
Ent1ld, clei cmilra/ti, deol.i ordi.ni cU l.av oro e <.Lei trns11o!·ti esegu iti :
-
-
contratti stipulati ~. 164 prr w.1 imporro <:ompl<':,;SiYO cli L. 18.182.803 t1·ns11orco di m Llni7'ioui: m edia g i.ornaliera cli car r i 1:e1.T o,im·i spedi ti N. 15 con un massimo cli >. 70; media giornaliera cli card f eno,·inrl 1·iccvut i ::-. li.ì con lll1 massimo di 52 traspor ti il1terna zion al i circa N. 1.0-00 va goni all'nnno orcliui cli laYoro: ~- 579 per un importo t<'tal<' <li L. 3.872.S20. co.-;i ri pa rtiti: lavori nuovi L . J..8:}:1.888 ; trasforurnzioni L. l·L9Aff2; lli::;fncimcllto L. 5.590; riparazioni L. 1.563.859
Dire.iione di .tl rfi,glie1'ici eh Piacenza
A capo di questn Dfrezio11e, dal 4 gennaio 1914 al 31 dicem~ bre 1918 vi fu il Uolonn. Vittorio R acheli. Gli ufficiali addetti che prima del periodo bellico erano in numero di 4 salirono duran te la guenn a 4G . Il personale, comprese le maestranze, da 122 nlllità,, raggiunse la cifra <li 2231, comprese 798 donne. La Direzione d'artiglieria cli Piacenza aveva in carico tutti i materinli per provvedere : 1) All a <.:o"tituzionc del P a1·co d 'm·Uglieria d' Assedio 1wlla ml::;ura s<>g uente: a) 12 balterie c11nnobi da H9 À, lì) 12 batterie mortai da 210 n pia.ltnforma e) 6 Comandi d 'ar tiglieria cl' .A:::sedio </) !J Comnncli cl'ar tiglle1·ia cli Setcm·e e) ] 8 Comanaì dl Gr;U))l)O
f)
.J. Direzioni d'artiglieria d i Parco.
N el mese di setlcmbre l.OH tut to il llJater iHh~ f n distribuito al JO<> ReggimC'nto cl' .\ssedio per l?S<'gUirC' <'Sereitazionl ùi impiego nel t<'r ritm·io cli PJacenza, e poscia ritirato per le opp01·tune r iparazioni cbc dovett er o proseguil'e con la mass ima sollecitudine 11er cinque m esJ consecutivi col concor so della locale Oftìcinn e cosutuenùo una maestl·n11za <:On 30 operai ùi batt<•rla clel 10<> d'Assedio. Per 111 pr epn r uzio1w del munizi01rnmento la Direzione intensifieò il caricamento delle granate (Op<•razione già in cor so da 1mrccchl anni) im))legando il 1w rson11IC' ùèll<' ba ttrrie cl<'! l<Y> cl' Assed'io, Uflìciali e
-
825 -
OinE'Z10"1E Ò' AR'l'I CH,IJ<;R CA DI P I ,\ C0l'iZA
t1·uppn, q uotl dian fnuen te : tnle contributo f u ili ci rca 1ri0 u omin i al
giorno. Tu t te le bat U>l' ie e i 6 Comandi dl Gruppo, c:ompll'lumc•nte ol'ganizzati dal 100 d 'Assedio, ai q uali s i consegna l'ono nuova mente i mater iul i, poter ono l'aggiunger e prima cl ellu mobilitazione le località di cocentrnmento di Spilirube'r go. Vicen7.a , Schio, Bassano e· Castel Fra nco Vc>neto dalla fine di m a rzo alla pr1 ma we tà ùi m a gg io .
2) Alla costituzione di alcuni S('l'Vizi cl'Internlrnzn e cioè: a) 2 D e110si li cent rali d'artig lieria I>) 2 Magazzini Anmza tl d' artiglieria - una uliquota per 1 Divisione di Cavuller ia; 2/ 3 del wunizionamtnto di tutta l ' artiglieria da montagna e) 1 Sezione' d i ,-:anità per Divisione di l;'ant<'l'ia cl) N . O inf<.'nueri(' cavalli da cam po e) N. 4 De po>:<itl cc·ntr ull di materiale YCter ina r io di riset·\·a. l n seguilo aù o rdirn• :\IiJ1lsteriale lit Dir<'ziorw prese' tutte le mi~u rc ncec•ssin·ie IJl'l' iuiz ìu r e 11 car icunw11lo cl cgli s hrapnt'l d ei llfagl\7.zìni arnnzati e clei JJ('positi il 15 uprilc. All' uopo ussoldò 250 manovali ccl impiegò t u1"to il pen ;onalc d egll UJJÌC'I (rng ioniC'ri ecl applicati) per hl son·cglianza, fino a elle non f u pron·edu to a d 1111 t ale s crvizio con l'us;,egnnzio ne clrgli i:; rli c-ialì cli eomr,lemen to prr sPn-izl t€c:nì ci, elle cominciarono ad affluir<' verso la mPtà del mese successivo. LP clotnzloni di mu11!zìo11 ì dC'i Rcn·izi mot,ilita bili (Magazzini n,·n nz11Li. DeposiI i l' l'an·o d' A,·srdio) so110 !]\l i inùicat(' nel ;,;eg,wme ::;peccb io :
/Jotaz',11Ji <ir'l .l/1111i::ion11 menln Cco,1 J)afr
-= = -
== -==--= ,-==== = = = :';hrllJIIH I Granate•
r·),·;c)l)61-mont. 70 - 1, Oi'> 111ont. Magazzini avunza ti
I
Depositi Centrali
disposizione niste ro
01
C.
I
70 65 1 149 mont:. mon t. C. P.
C,u·tuccc•
i31,80
0720
7-14 13620
3840
3792 16 . 270 .000
19ii706
3000
960 103180
3000
4800 46. 388.000
Z/3 munizionamento . di tutta l' Art. du mon tagna A
I t49P . r ooo!
= = ==;======
7360
20108
:.\11-
Ì852
9000
-
'-'26 -
24.00
4876
DIRE:ZI0:-.E D'AR'l'IGLIERJA DI PUCE:-.ZA
SpeccMo imf.icante i vroietti <lì 111,edio c<tUlll'O esi.~t en ti a l"ia cenza an'atto della m,ol>itUazione:
Specie del proietti
distribuiti alle batterie mobilitate (1)
C'S isteuti in polveriere e magazzini
3.8-10
12.017 19.365 10.359 39.697
Totale
.J.cciaio
Gra11arc da 210 per mortaio Shrapnel da 210 pet· mortaio Granate 149 A. )fod. 914 Shrapnel da 1<19 A. Palle da 14n A. Palle da 149 G.
9GO 2.880
2.880
--
,1..001 800
15.857 20.32:i 43.239 42.577 '1.007 800
Ghi.~a
Gran11t<· da 2l0 per obice Sh1·11pnel da :no pe1· Obice Grana te da J..!9 Shrapnel da l.tO Grana te da 120 Shrapnel da 120 ( 1)
-
-
-
19.3!3 6.7 3 28.966 3.-12!l 19A4S
2.38,
19.3,rn 6.7 3 28.966
a.424 19.!48 2.:m
9 batterie cli cannoni da J..J9 à. e 12 batterie mortai da 210.
3) All'armamento della l'iazza, secondo quanto era pre,·isto da apposito fascicolo di difesa, 1·iunovato nell'anno lf)H bench(' il valore del p.iano
cli difesa, allo stato esistente nella Piazza stessa, fosse d'importanza limitata, cd il Comando del Corpo di S. M. :rressc comunicato che il 1·elattvo armnmento ùoYN;sc essere considen1to c·orue una r.iscrva di bocchr da fuoco da impiegarsi nel modo cllr gli evrnti di guerra potessrro consigli11rc. '.l:ale quan tità ingente cli mater.inie dislocato in località diverse e lontane era tenuto in consrgua ùu fl[Jpos ito Sottoconsegnntario che ne cm·a,·a la conservazione. 4) Al completamento- cli alcunl servizi per 1111 Gorpo d'Armata · spC'ciale destinato ad operare ln zone montuose d'oltre mare. 5) Alla costitm:lone cli 2 barterir da 75/ 906 e cl! 1 Se-.Glone di coloru.1a munizioni con Comando che dovevano p1·ovvetlerc a scopi speciali r,er i presidi di guerra di alcune Fortezze. G) Ad Untl riserva intangibile dl munizioni. da guerra, bardature in genere, ma terie prJme e materiali vari. L'area coperta elci laboratori da mq. 2.L50 fu portata a 20.400, e quella scoperta da ruq. 4.300 tl 11.250
-827 -
D1Rt,:2I0~E D',\RTIGLIETIIA Dl PIACENZA
Polveri il1troitate dw·a11te la, yue,.,.a
Polvere n era
Kg.
Ni trocell ulo:;a aw<•ric.
I
Anno
1917
1918
22i.560
Hll., GS
338.170
866.518
1.344.600
2 .597.010
2.GJ,!.700
3.055.i\20
9.6U.S::!O
()3.000
1,!6.500
5;1;1.soo
,171.4(i9
1.21J.7G9
28:l.OSO
-1S:no:;
1.931:956
1.081.liGO
3.785.407
2-1.000
28.500
7li.OOO
79.135
208.235
I
1915
I
I
A1mo
ÀllJJO
Specie delll' poh' <'ri
109.020
Solc11ite nmcrican.1 B nli:;tite in 1> ias tr(' lle Balistite a tt(•nuata
.dllllO
19JG
Totale
L'ar ea copcna ùci magazziJ1i da UH). 33.231 f u portata a 126.800, e quella sco• .r,erta da mq. 122.615 ridoLta a 105.710. N1io1Ji 'lt//lci costit'ui'tiJ : - nfti<:io pt•1· il movimento proie tti - ulllcio p er gli imballi
-
ufficio per le scorte
'Afo.n izioni speclite alle t1Pmat<i dazi' i11izio a ena guerra alla l'ar»~islizio :
Specl,i dell<• lllLmlr.ioni comple te d<'gli elementi di c:olpo Colvi comvletl : per ca1moni ()5 mo11t. 'd, id. 75 /906 icl. id. 75F. id. H9A. · d. ol)ic-e 210 id. morta.lo 210 ·c1. iù. 200
·a.
·c1. cannoni 95 F. ·r1. id. 1.20 F . 'd . obice 1521 'd. cnnnoni 135 F. ·c1. obice 20:1 T ·a. can noni 149 G. a liqulc1i speciflli d. obice 149 G. n llqnidi i::pectnll d. obice :105 a Jiqnidi speriali
co,wi·usione deZ...
Numero colpi comploti spediti n egli a.uni 19lo
I
1916
306.85'.1 2.307.llS s o.010 .J.25.923 7.82.;j !l4.0J7 12:i90 :3.QS.1 rn., so
57.oas 73!.663
68.1!12
39 .5(12
--
-
I
11)17
1 .-199.120
111.16i 3,Ll,S
s.ooo
8.000
-
9.094
9.094
-
981
981
4Hl .99838.270
-
--
9.3()0
-
-
-
-
-
-
-
:uJ...1.:125 l.59.J..324 1.21.8.310 l.023.02* 52.063 722,682 65.274
5 .00i' .337 1:t980.120 l.5B6.565 2.311.'140 (i,.691 1.2!l9.5'70 !15.73-J 5.08<1 13.780 :n.101 152.472 34.188
6.344.()03 298.23!) 853.23! 7.803
-
-
I
Totali 1918
39. 00
37.194
Totale
-
828 -
U.639.2.-50
nrn0zro~E D' AR'J' IGLil<lRIA DI PIACIDNZA
sveclizioni <li elementi <li co/.vo all'i11f11ori cli quelli ()<:corsi 11er eZenca 'ti:
)916
191;:;
Specie clem<'nti: Kg.
B allstiti dive r1<e
I
Polveri ner e Cat·iclie cli polrcr e B. Kg . del N . 8 e 9 Spolette divcn;e N. )) I nneschi clin•r ;;i
1918
1917
SS.7!JO
]62.0r;;i li.:.!00
1.573.901 2:u;:;::i
13.ù(l2 17.890
J 61.7:.!,i
19.1~6 280.1(.ii 12:i.!)70
))
72.7:!2
colpi sorra-
\ 'l'otale
G!7.:,.'j9 . 2.::,9>,,Q0:3 37.55-! 9.201 1s.::io::; 124.2:{S 17:.1.028
37.•151 Gill.792 2!10.310
Oltre al llllUliziona wento ver le bocc:!J t: clu fuoco l:.t Direzione <.1'11rt iglieria di l'iacenza, J)<'r mezzo del D eposito Centrflk <1':11:ti gller ia e i11 pa rte del servìzio polveriere, pr ovYicle nl'lla seguente ml,rnra al Riforn intento cartu cce, bom,be e artifìzi -i;ari
191.:,
Specie llltmlzioni
9.060
13ombe e pctnrdi cliYe r :<i Raizi, cartucce cla :-:egnHlazio1w e batt1·r ie cli castag nole
CartOeC'e per fucili J)i:::lole
19!0
17 .S41
5G.li00 \
I
G5.:{Q:{
19]7
191
'l'otalc
343.(i5::i
3-!!l.2::ii
75R.566
120}tj0
100.
201. ,.'j.l
I'
6\J.2::;:t,12 ZL0.603.312 270.7:l:{.:.!(iO 200.35~ .GJO 870J).I I.SB-1
lhW lli i-invianti eseguiti :
-
laboratorio e,rlc.:amento pr oi<!tti lli lllf'd io e g r m:~o c:u li))ro per IP nuo ve Uull'ù e per il rifornimento gcneru le del P urco presso la polveriera d<'l Forte San GiusepJ}C che aneli> mnn nwn o amplianclo$i. Pro1l111z ione (l/>L caricamen:to v roie/ ti ai Fort e S an musC'J)J)IJ
SpeciP
Granate 200 P. Oranatc 2601'. Gl·anate 1JO b. p. Grannte. 210 il.a. Gr anate 210 gh is:~ S hrap1wl 210 ghisa Gram1te H!l b .p. G1·m1atc 1119 b .p. mo, d ìfica te Sl.lrnpncl 14.0 A .
19)5
]916
5..100 1.290 2.000
5.:150
2.20-0 12.185 1!).530 27.<.21l -l(j,.120 5.398 12(i.852 ]:l.228 1.ii5S
Hll i
191
31.200 3. 77 3:l.561 7G2 19.i'i95 1~.206
3<J.l20
202.0l ,I
•ii 3.322 2:l.522 42.7i0
(j52
totnle
-
829
-
Totali
7.liOO Sl.:{95 35.i:.i7 :331.507 5.10i 2,(.9():1 l&i.1!30 258.021 2.210 1.120.:m
D1REZI0X0 D'ARTIGLIElRIA DI P IACENZA
P roà1.ul.io11e <lei caricamento proietti presso
Specie
fl
Lal1oratorlo GaUea11n
19)5
1916
1917
Cartocci-granata da 65 mont .
63.60!1
34·7.:l,J2
70(U~ll3
Sbrapnrl 65 mont.
92.9:\:1
149.0:!5
292.:m
Proietti da. 70 lllOnt. grauule
10.000
10.000
50.000
50.000
sbrapnl'I Cnrtocci-gr11nu ta 7::i/ft06
:269 ...l_Ol
Cartocci-,;llrap1wl 7::i/ 90fi
417.57·1 1.0R7..172 l.3:{1.268
Cartocci <la 75 co11trnr r.
S.225.000
Gra na te-mina J.19 <·ump. Shrapnel l4!l
13.935
5083
/:152.U2fl
J 918
Totale
2.l(lS.BS.l
3.27G.2C,S
665.303 1.199.653
8G.G70 1.2(t1.583 1.19-l.725
4.034.039
48.5!1R
104_:m
2til .820
,]$3.016
H\:1.0S.1
302.525
:;li.821
877.187
168.297
120.911
102.-1B3
<105.626
1.018
1.018
32.163
35.043
Oi·anale glri>m 210 Shrapnl'I ghi!'a 2JO
I 2.~o I
Laboratorio per il earicaruento dei pr oietti di piccolo <' medio calibro. Per ovvie ragioni di sicurezza i Laboratori furono posti fra loro lontani il più possibile, così mentre tu tte le munizioni di medio e grosso calibro erano preparate al Forte San Giuseppe, quelle dell'artJglieria campale si pre1)aravano par tC> nl F orte dC'lla Gnlleana e parte nel Laboratorio interno alla Dli-czJont• stes:-m, in Castello, ove s i eseguiva il cari camento e compo-;izimw dC>lle · granntc da i5/ 0Ò6. In 'Questo laborntorio Jn produ,r,ione eru. dapprima da 6-7 mila colpi al giorno Jmpieganùo N. 20 bilaneieri. Come è indicato 11iù avanti il Ten. Ing. Marco Semenza nell'inverno 1915-lG ideò un congegno compositorc <li proietti H cui' primo modello f u ìnstall.Mo nel febbraio 1910. F u co::;I ch e si raggiunse la produzione tli circa 1.000 c~trtocci proietti all'ora. - Laborator io ricalibra t ura bo;,soli. Nel settembr e del 1015 furono inizia1"i i laYori 11<'r il primo Jmvianto d i ricaliùrntura bo:,isol.i con O macchine. clH• cominciò a funzionnre nd mese di ottobre e fu portato a 18 macchin<' prima della fine d<'Jl"anno, con una produzione giornalier a du 5 a 6 mila bossoll da 75 e da 05. - Ollrc acì all1·1 impìu11ri fur ono iniziati e portatl u termlne gli studi e i dis<•gni pei· la macchina a ri calibn1tura tipo Semenza, che fu poi -
-
830 -
DJRIDZIOJ\'E n'.-\UTIGLIEHIA
))I
PIACENZA
ultimata e messa in funzione n ell'agosto J.!)1.7. Complessivam<•nte alla fine della guerra il macchinario pe1· ricalibratura di bossoli, constava: - di 39 apparecchi a leva tipo Krupp - di 4 pulitrici a cardo metallico con rn·oduzione di 13 a 14 mila bossoli al giorno - cli 2 presse a revolver tipo Semenza corris1iondenti a circa 16 macchine tipo Krupp La. produzione ùella rica l ibrat ura boi'èsoli durante il periodo bellico fu la seguente: - Anno 1915 N. 2tl6.8l5 - Anno 1916 N. 2.755.642 - Anno 1917 N. 4.761.6<17 - Anno 1918 N. 4.637.553 - MagazzJ.no per proietti di piceolo e Ul<'clio calibro - )1agaziino munizioni - Maganino materia1i d'artiglieria - D('posito labora torio liquidi spedali. L'ordine di costituzione di questo nuovo Deposito-Laboratorio cli Piacenza penennc alla Direzione d'artiglieria. nella prima metà di loglio 1917. I lavor i fm·ono diretti d:>.l Ten. Dott. in chimica Francesco Carbou.ieri, dopo avere accuratamente visitati e s tudiati altri Depositi-Laborfltor i e dettagliatamente degli Stabilimenti di produzione èlei gas. P articolare cura dovevasi porre per t·intracciare i proietti che perdevano gas : all'uopo venne costituita una sp<>e:iale squaùra di verificatori ed in appos'ito locale si eseguivano le varie 01wrazioni n<icessarie per ripmtarc i proietti alla loro rinnovata C!tlìcienza. - L abora tori diversi - Depositi centrali di Cremona e di Crema - Raccordl ferroviari e binari cli manovra (complessivi 20 Km. di binario) - Sta1-ione di smistamento piani caricatori ferroviari - Carimento shrapnel : 3 macchine pc~r shrapnel da 65 <i 75 (produzio11c N. 1.400 all'ora); 2 macchine per shrapnel da 149 (produzione 800 al giorno) - Composizione e finitura cartocci-proietti da. 05 e 75, c:on pressa meccanica ori1-zontale (produzione oraria N. l.400) - A[)J)licazicme mE)ccanica de.lle s polette (400 all'ora) - Impianto di tr·as1)ortatori, a. catena, di 1)roietti (1.500 all' ora) - Jmriiantl eleth·icl 200 HP, con centrale di riiwrva, ad olio pesante - Impianti telefonici - I mpianto di trazione elettrica nei rac:cordi ferroviur.i - Laboratori falegnami, con 16 nrncchine da legno per imballaggi - Laboratorio riparazione anni, capnce di ri1>ttrare ,1.000 fucili al mese -
'l'ir,ogratia con 2 Jllacchine a s tampare.
-- 831 -
DIR 0Zl0.:-!J•; D' Alt'.l'WLil<}RfA DI P I ACENZA
illovi-mento ]Jroietti Uq11i1U sveoiaii ef!el/11.<1to 11eyli anni 1917 e 1918
Gr anate
15G 14_9 1-19 14-9 1'19 14.9 149 149 149 149
149
ArriYi 1918
L\rriYi
1917
francesi Il .
Speùiz. 1917
23.000 2.320 5.3Tr 31.2:.l l
K.
11. ghisa
210 210 210 210 210 305 305 305 210 305 210 H9 n. 14.9 li.
37 .77~ 4.5S-1
138
1
1;.;11;:, -l.590
,o.o:{:{
1.rno 9.51~
18 .885 2fl(ì
1918
13[
1.900 31.221! 1.70[) 1.H!l 13.773 3-1.150 t.2l0 20::i 12.0:Jl 6.815 9.809 10!1 17.!l:3 1. 1:H
:j [O
'140
1..-tGO 5!J 12:{
1.0:{(j
:m,
granat<: da 305 acciaio X. 46,t
-
granate cln. 149 ncc.ia io N. 2.:100
-
g1:a.nate da H!J 'l'ot·p. ghisa K. 2113
-
granat<' da 149 H . N. 4A38
-
granate clal4-9 G. g hisa X . 0.320
-
granat<' da 14fl G. N . 45
3.1,77
3.n1
201 4.i:.'9 132 100
939 100 "12 123 3 ii9:i :l:JO 1.000
1.000
-
J3.:l9:i
5!l
3 59;.i
Nota : negli at:t·h·i del Hl18 so110 compre>'i
.8.iman. al 31.12. 191S
2.310
1 .1-lU 13.SS:i
2AJ_5 1.382 B.0211
I
Spedir..
13.902
1.70!)
K . acc iaio l.l<'Claio acciaio 'l'orp. gli.ii.m 'l'orp. ghi:sn G. ghisa acciaio a cciaio ncc:iaio nc:c: iaio 'l'oq>. ghi:sa a cciaio aceia io acc iaio tlCChtio acciaio
I
S<'guenrl colpi :
P rinci11aLi la,,i;ori eseguiti :
Le batterie inviate n l fronte lil'ima della clichiarnzione cli guetra e elle cosliluiYa no il Par co cl' Asseclio, e quelle co.'-ililuite successi,amentc risultano dal seguen te specchio :
-
S32 -
ornmzIONID o' ARTCGLIIllRIA DI PIACENZA
Nmnero delle batterie inviale ai front e ])rima cLeL 2!.5.1015 e di (fll.{'lie stwoesswa-me11te costituite:
.Batterie
Batterie cannoni: 1'19 A.
lu5 120 95 1-19 25! 152
I.
1915
l!l16
13
16
j
1917
I
F. F. F. B.R.M. .B .R..M. B.R.M.
40 4
17
12
3
I
rn1s
Batterie obici: 203 inglesi 302 inglesi 152 inglesi
o
165
7
7 2 9
7
10 20
44
12
10 20
13
11
27
3
1
15
1
4:8
114
4 192
Totale
532
6
6
29
22
7
Batterie mortai: 260 s. 260 :\C. 916 210 s. 210 A.
totale
90 18 2-! 2
2
I
- !U1)arazione e invio alla fronte di materiali cli dotazione delle batte1·ie - Costituzione di 40 pezzi completi di obici da 210 G. e di 04 pezzi di obici da 14.9 G. inca,alcati su affusti da difesa - Deposito materiali fru nccsi e costttuzione cli 18 batterie da 155 L. e 24 batterie cla 120 L. - Deposito materiali inglesi e costituzione di 20 batterie obici da 152 e e 10 batterie di obici da 203
-833 53
DIREJZIO)IE D' AR'!'!GLIEJRI A DI PIACID)IZA
-Nttmero dei pezzi spe<Ziti i$Ol atì alLa fronte dal principio clena guerra alL'ar, mi'sW:-lo
Specie
Cannoni da: 149 149 149 120 120 S-7 155 120
l
1915
19J6
Ul17
1918
Totale
9
13
171
293
48(:; 1
I
A. :U.R.)L
l
G. B. G. B. F. F.
2
3
1
11
6
11 21
8 5
95 F.
1
152/ 45
8 5
12
4
2
3 12 8 17
34 18 4
Obici da :
7 4
210 149 203 inglesi 152 jnglesi
).\:lortai da. : 210 149
a
36
74 3
7
4
5
5
8
8
51. 5
164 8
Totale
781
Principali riparazioni esegtt'ite :
-
casse da imballo e gabbie pe1· proietti N. 1.039.050 r iparazione bardature dlverse N. 17.650 ripa.razione carreggio diverso N. 520 ripar az.:ione fucili e. moschetti N. 12S.682 riparazione sciabol e N . 7.919 riparazione buffetterie N. 2•1-1.325.
PrincipaU stu:cli com,pittti :
- macchina per il car icamento cli shrapnel a J.)olverc nera - macchina per l' unione del bossolo al J)roiet:to - pressa idraulica a. revolver per la ricalìbrat ul·~i bossoli - azionamento meccanico dt•lle macchine pe'i· ricalibratura. bossoli e pnlitricl - trasportatrici a catena meccanicil - adattamento mecca.nic'.o della spoletta agli s hrapnel - adatta.mento meccanico della spoletta alle granate - traballa tori per il · caricamento con pallette degli shrapnel da 210 - macchina continuo. per l'unione del bossolo al proietto
-
834-
DIRffiZTOKE D'ARTIGLIFJRIA DI PIACEKZA
- studio dell'organizzazione della pro<lllzioue e in trod uzione del lavoro a pr emio, col quale si ottenne una. maggior produzione dal 20 al 40 %· E n'ti'tà. (lei contrai.ti, <l<iy li onlini <li lavoro e dei trnsporti esegui'~i: - con tr atti : IJf!r materiali con prevulenza in leghe ~ . 150 per L . 6 .057.601 per· materiali con prevalenza il1 metallo N. 2.J.O 1ier L. 25.(J07.886 per materiale in cuoio, canapa e tela J\. 3H JJcr L. 10;.HS.864 per ma ter a li vari N. 253 per L . 7 .41S.72tì
e cioè in totale N. 98!1 contratti per la somma com11lessiva di lire 49.533.077
-
-
traspor ti : spedizioni effettuate in f erroY·i a N. 29.0~,l (quas i t utti a treni compkti con m(~dia giornalier a di 20 e massima di 28) me.dia movjmento giorm1Hero dei vagoni s ulle linee cli raccor do N. 250 t rasporti per via or dinar ia : si impiegar ono 40 autocarri, 5 trattr ici a benzina, 4 l ocomotive stradali a vapore e 20 carrette gli a ut ocar ri ebbero il percorso medio gioi:nnlicro cli Km . l .000 ordini cli lavoro : in totale N . 299.
:U lavoro compiu to dalla Direr.ione d'artiglieria di P i acenza nei quattro armi di guerra (1915-18) fu da vvero imponente, e Fnnimo di ognuno che partecÌlpò a quell'opera grandiosa potette trarre a. fine guerra, motivo di vero orgoglio per aver saputo contenere l' occulto ed insidioso nemico - Finfortunio - nei più ristretti limiti della temuta offesa . Gli infortuni da l amenta re si ridussero a 3 : il primo av-
Fig. 158 · Sott. Marco Semenza .
-
835 -
DIRIDZIOND D·' AR'l'IGLIEJHlA DI PIACENZA
venine il 2 gennaio 191G per lo scoppio di alcune cassette di spolette nell'interno di un vagone per cui incontrarono la morte 2 operai; il secondo si produsse la sera dell'll giugmo 1917 per un incendio sviluppatosi alla polveriera-laboratorio; il terzo accadde 1'11 dicembre 1917 in una delle maggiori tettoie della Galleana. Per l'opera energica, pronta e coraggiosa spiegata in quella circostanza dal ,personale, f urono decorati:
Fig. 159 - i\fonumento eretto nel Cimitero <li Piacenza dalla Direzione d' .Artiglieria alle vittime dell'infortunio dell'll ·d icembre 1917.
-
di medaglia d'arg·ento il Colmn. Racheli, il Te.11. Ing. Mariani e il Ten. Ing. Marco Semenza~ di medaglia di bronzo il Capit. Niccolò Zuppa,n i, il Te-
836 -
DIR E·ZI0)<J:; DI AR'l'.lG·LHJRIA DI VIDRO.K A
ne01te Ing. Mario R,ossi, il Ten. Alfrecl.o Cantarone, il Ten. Ing. Pietro Garueri, il Sergente d'art. Guido Sagnelli, il Capo squadra Gaetano Gusberti ed il Capo squadra, Giovanni Schiavi; - a vari altri personali fu conferito l'encomio solenne. Il terzo surricorda.to infortuJJio avvenuto in una delle maggi,o rni tettoie della Galleana fu quello che lllaggiormente fuJJestò l'opera cl.ella Direzione. LncontraroITTo la morte 3 operai straordina.ri e 22 militari arti:6.c ieri : i feriti in numero di 42 fnorno fortunatamente quasi tutti leggeri. I 111omi delle vittime sono ricordati sul Monumento che sulle tombe l a Direzione ·d 'artiglieria volle erigere a loro memoria nel Cimitero di Piacenza.
Dfrez·ione {lì 1lrtiglùwia cl.li Veron,a,
(trasferita in Pisa ,cl.al novembre 1917 im poi) Nel 1914 e successivamente per l'an1110 1915 resse Ja Direzione di artiglieria di Ver,o na il Oolonn. Carlo Cerillo coadiuvato da.I Magg. Vittorio Pizzolat o. Dana Direzione di Verona dipende-
F ig. 160 - Carlo Ccril!o.
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837 -
DlH0:ll'OtsE DI ARTIGLIERIA DI Vf<JRONA
va,no le Sezioni sta<:ea te di Rfroli, Valle dei Sìguori, P eschiera, Asiago, P1·imolano 1 Piev~ di Cadore e Arsiero. Durante il 1perioclo bellieo gli ufficiali. da 5 passarono n 7, e gli altri elementi cla lGO a 2G'7. I locali di aeren coperta di mq. 17.900 si ampliaroino e raggiunsero un'area_di 35.000 ;mq. mentre quelli di area scoperta da J 5.000 mq sa lirono ,1 28.800. Fu costituito uu Deposito centrale munizioni alle dipen denze clell'In lenclenza Oenerale, e le Sezioni staccate funzionarono <la Magazzini avanzati. N1101Ji ini1pìa1tll esegu iti:
- Laboratori carlccmento proietti piccolo calibro nei Forti: Tomba, Parona., Lugagnano e Dossob11ono - Laboratorio caricamento proietti gros::;o c:alibr o a Cn ru11ofìore e a Cà v ecchia - nella Srde di , ·erona : - Ins tallazione di macclùnario nei laboratori - installazione cli 2 macch ine intasatrici Caproni [)C'r confezionamento car tocci n. proietto - installazionr cli 10 macch ine a leva, nd az\one mrccnnica ver ricalibratul'a bossoli - Impianto aspirante pel' il ricupero dei proietti a liquidi speciali - n ello. Sede di Plsfl : - impian to illmuinazione elettrica - installazione di 2-8 macchine operatrici - sistemazione dei depositi di Palazzina e Colmalina.
l 1ri11ci11uli lavori eseuu'itl: - allestimento pa iuoli per Jnstnllazioni da 1,19 e 120 X. 70 - ricalibratura bossoli di piccolo calibr o N. 1[92.820. PrinoipaU, rlvarazioni eseunite:
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imballaggi vari per 1mmizioni N . 3G.700 bocche da fuoco X. 116 aliusti N. 232 fucili N . 135.600 pistole N . 2.490 sciabole N . 13,J .057 autocarri N. 800
Entità, <l ei contratti, degli ordini. di U11;oro e trasvorti ese911,iti:
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furono stipulati 110 contratti. ad <~conoillia, p<>1.· l'lIDI)Ot'to compkRsi vo di L. 1.176.283 di cui i più im[)01·tnnti sono:
38 -
DIR0ZI0N llJ DI AR'.1.'IGLIIDRIA DI MAN'TOVA
- casse da imballo per L. 534.266 - filaticcio L. 151.760 - carri di. scavalcamento L . 106.900 - furono amminish·ati 27 contTatti stipulati. dal Ministero per l' importo di L. 27.968.622 d i cui i più importanti. sono: - granate torpediJJi da 65 mont. L. 2.492.SH - granate torpedini da 75 L. 6.5<>4.678 - granate mina da H9 o.p.c. L . 6.108.378 - shrapnel da 149 o.p.c. L. 5.733.000 - bombe da 240 L. 3.\)40.914 - ordini cli lavoro N. 520 - trasporti : furono trasporta.te 120.480 Tonn. cli materiale impiegando . N . 13.218 carri ferroviari, con una media giornaliera di 1.265 Tonn. sia in arrivo ch e in partenza . . .
Direzione cvi A.rtiglierùz. di llfa:nto-v·a
La Direzione d' artiglieria di Mantova con le Sezioni staccate di Ponte di Legno, Bormio e Rocca d'Anfo nel 1914 non aveva un Direttore titolare ed il più elevato in grado era il Capitanò Michele Salvo. Nel 1915 alle dipende.nze -d ella Direzione di Mantova figuravano anche le Sezioin i staccate di Tirano e <li Como, ed iu se-
Fig. 161 - Gorini Alessandro.
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839 -
omEZIONE DI AR'r!GLIEnIA DI MANTOVA
guito quelle di Varese, di Colico, di San Oolombaro e di Breno. Durainte il periodo bellico alla Direzione d i Mantova si sus~ seguirono i Oolonn. Gorini, Nullo e Oristani. Gli ufficiali da 4 salirono a 40, e gli altri elementi da 45 a 329. I locali cli area coperta da 48.400 ;mq. furono portati a 87,070 mq. e quelli scoperti, che !IlOn esistevauo prima del conflitto furooo di 55.375 mq. N1wvi uffici-, costituiti:
-
impianto della. Direzione di Casale Monferrato deposito centrale artiglieria di Casale l\:Confenato magazzini rottami a Cremontì cd a· Bozzolo ~fficio servizi r ottami ufficio contratti.
Nuovi im,pianti eseg,uiti:
- costruzione di tettoie per proietti e ,orie - installaz.lone di 5 macchine utensili Principali iavori. eseu·1dti :
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impianto difesa. antiaerea in Mantova :i mpianto difesa Garda e Mincio sacchetti per cariche ili !anelo N. 1.500.000 allestimento di cani e lavori vari in legname ricupero delle munizioni residuate dallo scopr)iO del Forte Pietolc furono ricuperati: - pl'Oietti carichi~. 167.520 - proietti scarichi X. 1.021.587 - rottnmi ottone Kg. 25.331 - rottnmi acciaio Kg. 340.000 - rottami ghisa K. 1.100.000.
Prii11ci1)(lii riparazioni eseg11,ite:
- carreggio di vario genere - armi portatili e buffetterie - casse dn imballo per munizioni. En,tit(1, dei contrat'ti, degli or<lini lli lavoro e dei trasporti eseguiti:
-
contratti: furono stipulati 5::iO contratti per provvista di materiali vari, principalmente bardature, casse da imballo e materie di consumo - ord.ini (li lavoro: in complesso furon o J .380 per allestimenti e riparazioni
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840-
DIRElZIO:Nm DI AUT!GLilillJA DI VEKDZIA
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trasporti : da Mantova forono spediti giornulrue11te in meclia 15 vagoni con 1m massimo cU 85 dn c asale :Vlonfcrru to forano SJ)cditi giornalmente in meclin 10 vagoni, con un mass.imo cli 49.
Direzfone di A:rt·iglie1'ic1, d·i Vene.-zia Per gli anni 1914 e 1915 il pos to di Dirett ore di questa Direzione risulta -va cante e l' ufficiale più anziano è il Capitano Giorgio Forte. Il numero degli uffici ali , prima e durante il periodo bel1ico risulta immutato m<~ntre il numero degli altri elementi ila 246 sali a 796. I locali di area coperta, <la 7.110 mq. fmono elevati a 9.507, mentre l'area di quelli scoiperti rimase invariata. Alle dipendenze di questa Direzione di Venezia vi erano nel 1914 le Sezioni staccate di Ancona e di Bologna, ma quest'ult ima nel ;maggio 1915 fu eleva ta a Direzione indipendente. :Nuwi uffwi costituiti: - ufficio elettrotelcfonico.
eseuuìti: ampliamento dei labora tori c•sistenti costruzione ottic:ìna meccanica e forgiator i impianto di uua. segb<'rìa lnbol·ato1·io per costruzioni elettriche e telefoniche dopo l'ottobre 1917: - magav.tini a Rnvcnmi - depositi di P ontelagoscuro e Scrroiclc - laboratori a Casinallo (Modena) - laboratori a. Quartesana (Ferrara) - magnzzini di Re (]'errarn) - magazzino munizioni di Donada - lmpianto di mncchinc varie - appnrecchìo per la pulitura dei bossoli - apparecchio per la ricullbratm·a clct bossoli - gabinetto di chimica - impianto cli binari e scambi di collegamento clel magazzini ai pontili dì sbarco dell'isola San Giorgio.
NuO'l>i ii/11,pianti
-
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841-
DIRIDZIONID DI ARTfGLIElRIA DI VIDNEJZIA
Princtvau lavori eseguiti:
-
completamento e messa in efficienza cl<:lle ba tterle da costn e armamento delle bnttc1·ie aimpali della cli.fesa mobile della Piazza impianto della difesa 11 utia('rea tli Venezia e dl. Mestr e 01·ganizzuzioni rnric dei ser vizi della difesa costruzione di runtcr iale bellico vado sacchetti per cn1·lche N . 15.000.000 can·ettc X. 200 centralini telefonici X. 520 sistemazioni ùe i campanili ossPrvatorl d ell:.L Piazza dì Venezia e B usso Tagliamento impianto dC' l gon iostadiometro di una batteria da 381 trasporto dei casotti goniostadiomerrici cli :;1 batterie da 305 interramento di tutte le linee telrfoniclle e telegrafiche.
Principali ripuntzioni eseguite - fncili lVfocl. 70/ 87, :Yfod. 91 - mitragliatrici - bocche da fuoco da S, , da 7G A . <' da J.20 - affusti da 75 A ., da 87 e da 120 - installazioni a ntiaeree - carreggio nuio - cosse da. imballo varie N. 100.000. Pri:ncipali lavori eseuu,iti: - installazioni a.ntiaerec con settore orizzontale di 3600 e verticale di 6()0 - dispositivi per traino i11 montagna <lei materiale <la 75/ 911 - telcmet1·0 antiaereo 1\:lod. Blanc - bombe e frecce incendiarie - proietti fumogeni antiaerei - arnplinmento a !J()o del settore orizzoutale di t iro del mortaio da 210 - Installazione a Clllldcliere per cannon<' da 75 .A. per tiro antiaereo - modificazione alla mi tragliatr ici Mod. !JO , tipo Perino, per tiri controacrei. En/.i/(1, d ei contratti, deuLi ordJni di ia'IJoro e dei t r asporti esegttiti:
-
numero complessi\·o dei contratti 396: - per 1)royviste di mmer ic [)rime L. 0.021.166 - per noleggio datanti I,. 16:tll!J - per vendita resiclUi lavorazione L. 28.G7<l e cioè per un importo com1)lcssi\'O di L. 6. 12.8:i9 - ti:osporti : s i ebbe un movimento mas:::imo cli munizioni cli 300 'ronn . al giorno; Ta media si aggirò sulle 100 'Ionn.
-
8.J.2-
DIREZI0~0 or ARTIGLJE.R I..\ DI GR~OVA
* * ,.. Direzione cl-i ifrt ,iglieria, d,i Genov a 1
Nel 1914 reggeya questa Direzione il :M:agg . Vittorio Moraglia e uel suc,cessivo anno 1!)15 el'avi comandat o il .C olown. Mas-
simo Tartagliozzi. Alla dipencfo11za della Direzione di Genova vi erano le Sezion i stacca te di M:elogno, Altare-Vado, Zuccal'eUo, N ava, Passo di Giove, Stt vona. La forza degli ufl'.lc:iali non s ubì va riazioni durante il periodo bellico e cosi rimase inrn l'iato il arnwero degli altr i elementi. Anche i locali no,n e bùero a. snbfre incrcmenLi o modificazioni. l\' uovi. uffici 0011tituiti :
-
uilicio sbarch i e r h;pedlr.ioni che dopo l'agosto 1916 f unz ionò come Sezione staccata col seglll'nte personnle : ufficiali 7. rugionìC'r i cd applicati .fi. Douo ìl novembre 1910 ques t o ufficio funz ionò come <'nte au tonomo,
N1t0IJi. impianti eseuuiti:
-
laboratorio S<'liai laboratori o armaiuoli, capac<' di r iparare 200 fucili al giorno.
1-'rin ci.J)aLi lavori e8egu ili :
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layori di .·<'lleria per l 'Importo di L. :!00.000 disar mo c1dlc .Piazze mnrittiUle, radia te, ùi Oenovu e di Sa ,·ona disarmo cli 5 sbal'l'nmcn ti costituzione di 60 batter ie su 4 P<'7.Zl iUlpiauto lli M t ter.ie uer difesa dei P ort i di r ifugio ncqi,1tsto e distribuzione cli mate1·iali.
7·ri'n ciJJaU rivara~i<m'i eseoit i te:
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ripa1·nzioni alle ar mi.
Entità, dei cont ratti, degli orclin i di la,;orn e clei trasporti e.~e!Juiti:
-
contratti: l'uUìcio shnrchi e rispC'dizion i eseguì pagamenti per circa 106.000.000, di cui N. 59 per pr ovvis te di ca r bone e 37 per mi nute spes e. La Direzione elicttuò eonh·atti di acq uisto per circa 50.000.0ÒO - t ra:-J)Ortì : pir oscafi olio scar ico. in media N. 20 vagoni spt•c1it i giornalmente, in med io. N. •! vagoni spediti giornalmente ~ - 10 come massimo vagoni ricevu ti gionrnlmen te, in med ia N. 30.
-
8J3 -
0IREZ10);E1 DI .-\R-rtG LIE'Rl .-\ DI BOLOGNA
Dfrez·ione .Artiglieria cl!i B ologna
Nel 1914 a Bolog:na esisteva ll'Ila Sezione staccata della Direzione di ai-tiglieria di Venezia. Soltanto più tardi e cioè dal maggio 1915 qu eDa Sezione fn elevat a a Direzione indipendernte, e da quell'epoca :fino al novembre 1918 vi fu a capo di essa il Oolonn_ Gicn·n nni Bacialli. Durante il periodo bellico il numero degli ufficia li arrivò a ben 73 unità ed il numero di tutto l'altr.o personale da 42 elementi raggiunse il illumero di 2_227. Circa i locali, da 23 fabbricati essi diventarono 174 e l'a,rea occupa ta da 20.420 mq. passò a 181-915. Nu,<wi u.ffici costitu.Ui :
- uflìclo di Casaraltu - ufficio cli Pr:it.i di Ca prara, - ufficio di , Ullt Conu-i - ufficio di Ronznno - ufficio tras11orti allo sculo Lnme - ufficio tt·asporti allo scalo di Bertalia ·N 1wvi impi<mti es<'u·u ili:
- officina cd armeria - laboratorio ricallb ra tnra bossol·i con: 10 pres:;e, 20 mncchlnetce leva innes('o, 15 per lavaggio, 87 per ricalibratura, o motore - oflìclne meccanicbe e fabbtl con : 2 torni. 3 tt·apani, 1 limatrice frPS!ltricc, 4 fucine - officine falegnami e incassatori d'armi con : 2 S<>ghc, 1 toupie, 1 raflìnatrice, 1 pialln, e nltrc macchine dl,e1·sc, - repo1·to brunllurn c nrrotatura dl pnrri d'armi - reparto ><eUeria con 3 macchine da cucir e e attrezznm<>11to per 90 posti - tiserva termi.ca: installazione di 60 TIP con motore Diesel - ><tabilimento di ('asari1ltn per produzione rounlzioni da "75, 105 e H9, con fl pres:se a revolver e banchi ntt:rczzi; per produzione munizioni a liquido s pecial<' con 40 bnnch! nttTez,-,1, a1marcccbl vari. 3 celle di travaso, caldaia 11er neutralizzazione gas, impianto frigor.i(ero, deposito munizioni inglcs:i - s tabilimento Prati cl\ Caprar a per produzione mnnizio11i da 75 con 4 mucchine a traballamento ti110 Cn1woni, ban<'hi c•cc.; pressa n r c•volver per composi1.ionc cartocci - laboratorio pet cnr icame11t(' sbrapn<>1 cln 149 con I mncchine a traballamen to
·- 8J,i -
1
OIHEZI01'fl DI AR'l'I GLll,;JU.\
or BOLOO.:-A
-
lnbor atorio per car icamento gra uatc dir ompenti ver tiri con t roacr ei con 2 macch ine a tr aballamen to, 1 pressa a r C'vo1'·er, ecc. - laboratorio per applicazion ~ di disclli cli latta alle gran ate dirompenti, con 2 fornelli doppi a .i ,·aschettc, .i appar ecchi a lr,a p<>r pr essare, ùischi, banclli, ecc. - ofilcina per r ipar a zione• ca;;sc da imballo con mncchinc da legno - officina riparazione artiglierie - ravandel'ia meccani ca ver tisciviatun, istrarci, con 2 htvn trlci, 1 iùroestrut· tore, 1 essicatoio, ecc. - officina rip11ruz1one ut Lrezzi e maccbinario ùdl'i ro pianto - officina per produzione liquidi speciali - oflìcin!l per confezionamemo car icbc di lnncio di nitrocellulosa - polveri (;'ra di Villa Contri - deposito bombe di Corticcll11 - deposi t o cli ca r tucce di San X icolò - deposito di Bor go r anigal<' 11e1· cartucce e bombe }1 mnno - deposito d i I dice per cnr icllc inglesi e polver e nmericnna - l)Olveri C'r e di R onzano, Ravone, Mon te Alba no, S ni1 Luca , Vnl cli R N 10, Camaldoli, Val di Silvena per deposito nr tifìzi ed es!)losivi - chiesa cli San Stefano : der>osito materi nli artigllC'r ia - maga zzino Ne1,oti : d<!l)Osito mntC'riali artigli<>ria - ippodr omo Zappoli: clC'posito m ateriali 11rtiglirria - Jwima della guerra le oflìclne della Se,,lone s t·nccata d i Ilol.ogna av,> ,·ano 21 macchine elle durante la guer ra r aggilms<>r o il numero di 329 1wr le quali fu 111·oywrlnto ul necessario imp ianto. P rlncipaU la-i;m·i eseuuili :
-
carre.gglo, corregge e 11arti di barda tura wano,·elle, stanglle, timonl, cer cllioni pe1· r uote, paletti, suole ù'ntn·ìto ver carri ecc. mater iali distribuì ti : bocche da f uoco '.!.125 ; n[us ti l.il89; avantr eni. 259 ; t·elrotreni 92; ott1.1r atori 18! ba rclat11re a sella per utncJ nli 1A29; per t ruppa 1.013; selle P<' r h·uppa 6.676; bardature a basto 21.767; fiJ1imenti 16.290 fucili 320.473; mosclwt ti 60.2-!0; p ;stole 16.549; car tu ccie 1.<100.000.000. ; colpi di bocche da ft1oco Ya r ic 21.111.000 materillli da segnalazione : razzi, 1·acchctte, cnrtuccic 2.950.000 bombe u. mnno n. 3.000.000.
P·r iru;;ipal i riparazi<Yni eseuwite :
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sciabole 352.000; fucili 397.000; moschetti 30.000; sciabole baiouC'tta 39.000; fnclli ft-anccsi $.000; bossoli da 75/ 906 ricalibr ati 1.738.000; bOS· soli d a 119 ri culibratl 390.000 ; casse cla imballo 30-0.000; cernita di cartucce )Iod. 91 n. l&!.000.000; J\Iod. 70/87 ~. 7.000.000; ì\Iannlicher 35.000.000.
- 845'-
0Inl~ZI 0 ~ 0 DI AR1'1GLIERIA
n. 0
E),
SPEZIA
z,rincipaU stu<li co11~piuti:
-
pressa a reYoln•r ver canocci a pro.il'tto d,t 7::i;90G prcsstl per raddrizzare i bo~soli da 75/ 906 essicatoio per bossoH lavati U1acchlna tTaballatrice per car1camenlo ;;brapnPl ùa l-l!l apparecchio seruìautoroatico pt>r la pesatunt delle cai·iche di pol\'('rt' alla nitrocelhùosa da 75/906 appareccbjo per verniriarc prolctt! e cal'tocci a proietto.
E-ntitèi clei
contratti.
,zeuu
ordini. <li la·voro e
clei
tra.sJ)orti r se!JWiti :
-
contl'atti stivnlati n. :i;:; per l'impor to cli L. 2.500.000 trasporti: i1 qnirrtalato illrclio giornaliero variò cla -1.000 a J5.000 cou 1m 111assimo di G0.000 - Ol'clini cli lavoro: in numero <li 25 11~r spese di guerrn com1>reser o quasi t utte le attività dello Stabiliul<'nto.
Direzione rli ,lrtiglier·ia R. E. cU Spezia :Kegli anni 1914 e 1915 fu inc-aricnto della direzione i1 Colonnello Stefano Piccini. Gli ufficiali in 111umero di 4 prima cleJla gnena salir o1110 a 21 mentre H 111.umero degli altri elementi da 99 furono p or ta.ti a 382. I locali di al'ea coperta da mq. 14.002 fu1·ono rk1otti a 9.362 P quelli cli area scoperta da mq. 2~.000 furono portati a 29.000. N1{/J1)i uffici oo.stituii i :
- ufficio - ufJìcio - ufficio - ullicio - ufficio
lTuppa trasporti munizionamento allestimento ba tterle Direzione laboratorio Pagliari.
im,pùrnti eseuiiiti: - r addoppio binarlo e costruzione piano caricatore - install ato il seguente maccblnario a Spezia; - torn i ,!2; :::egbe a mistro 1; macchine da cucir e a motore 12; pressi) per corone dl proietti 4; macclline per pulire bosi,oJi e pc>r confezionamento cartocci a proietto - installalo il seguente macchbrnr.io a P agliari: - macchina a t raballamento per car icamento shrapnel fL pol vere nera ; morse per ca1·icamento proietti di grosso calibr o N. 8, di mediocallhro N. S, per caricameuto di granate torpedini X. O.
N110,1.,'i
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846-
DIRElZI01'0 DI AHTIGLU:RIA R. 0 ID. SPIDZIA
PrinciJXtii lcwor i eseg·ui /,i.:
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sacchetti di tela per cariclle N . 200.000 casse da .imballo 'S. 18.800 gabbie per proietti N. 38.000 caricamento proietti N . 800.469 confezionamento cariche X HOS.63G colpi completi N . l..263.824 forurnzione cH batterie di ,ari calibri N . 41.
PrincipaU ri p(J.ra~:ioni eseg'l.1.ite:
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fucili Mod.. 01, }(od. 70/87 e 70/l)i Mod. 91 N. 75.702 sciabole baioncct<~ N . 6.600 casse da imballo N . 67.446 casse per polvere N . 5.5·72 gabbie e custodie p<:r proietti 1'. 52.748 rettifica di 'corone a granate ingh•si 'S. 107.G·i 2 trasform azione cli granate cli acc'iaio per obice da 210 in granate per mortaio N . 7.287 - rimescolamento cli cordite inglese ?!:I. D . Tonn. 780.
PrincirK1.ii s·tt11di com,piu,ti:
-
modificazione al confezionamento ddle cariche di lancio dei cannoni da li32 inglesi
- studio coslrnzione ù: una maechina per l:rincinre ·foglic di granturco - studio e adozione cl.i clisgiuntor'i speciali a , ice pe1' trasmiss ioni primarie per il sollecito attacco e distacco dnnmte le interruzione di energia elettrica e di infortuni sul lavoro. EntiUi cl.ei cont ra tti, cl.egli or<lini cl.i rav oro e dei trasv&rti esegu.ttt :
- contratti: - r1er provvis te cli bardatnl'e, currl, legnami, casse, tele impermeabili, tela per sacchetti, macchine, ccc. N. 194 per l'importo cli L. ,1.678.500 - p<~r esercizio miniere di mercui·io rcquisit<~ N. 5 per l'importo di L. 36.522.600
-
per cessione di miner ale cli. ferro elc i giacimento di }Conte Arsinio N . 2 per l' importo di L . 1.H.313 - per c>ser cizio miniere riunite Savelli di Skna N . 1 per l'importo di L. 66.06-l.
-
traspor ti : - giornalmente furono in media impiC!gati : N . 13 a ntocani, N. 25 carr ette, ~ . 7 carri traspor to coi quali si trasportarono in rneclia 700 '.[onn.
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84'7 -
Dinll:ZI0i:\B DI ARTI GLI 0RlA O{ ROMA
- ritirali dalln R. Marina 300 To11n. di cordite inglrse, scaricati 127 piroscMi con un carico complessivo netto di Tonn. 2!l.148 di esplosivi. e 'l'onn. 43.7i7 di materie prime - spediti al fronte 861.300 colpi completi e 190 bocche da fuoco - spediti ad alu·e amministrazioni Tonn. 11.953 di esplosivi, 5 .000.00-0 cli detonatori, 26.000.00-0 di car tucce a pallottola ecc. per tm totalf' di 1.500 vagoni - scaricati 3.208 vagoni dì proietti vuoti - in complesso il ruovimento dei vagoni ferroviari fu di 11.100 in pnrtem!:a e 7.300 in anlvo.
Di1·ezione
(li
ilrt-igUeri.a di Ro1na
A Capo c1i que::-ta Direzione vi er a. nel 1915 il Colonn. Giovanni Battista Pistoi. Gli ufficiali addetti che erano in numero di 6 salirono ad 11 dura01te il periodo bellico, mentre il personale (impiegat i e maestranze) da 213 u1n ità fu portato a 790, comprese 346 donne. L'aera coperta, dei locali da mq. 42.400 salì a 42.920 me111tre rimase invariata l'area scoperta di 1.000 mq. N11<>vi 1iffi,ci costit111iti:
-
fu costituito un nuovo ufliclo e furono eseguiti uuovi impianti di cui un depo:;ito-laboratorio a N<·ttuno attrezr..ulo con 110 macchine di vario genere, mentre il macchinario esistente alla sede e cos tituito da 48 macchine f u aumentato di alti:e 18 macchine.
PrinciJ)(l.U iavori esegtiiti :
- c(1.1·iche di lanclo per bombarde, circa N. (>.000.000 - sottostrutture per installazioni mobili da 305/17 K . .J.2 - ricostruzlouc cll installazioni dll di1'csa X. 17-1 - casse da imballo Yaric N . 63.535 - autocannoni co11 autocassoni X . 1.5. Principali r i.parazf,oni esegu:it e:
-
fucm Mod. 70/87 e :VIod. 91 N. 103.500 f1.1cili austriaci N . 26.100 moschetti N . 9.300 casse da imballo X. JS.000 carri e corrette yarie.
-
848 -
Din laZ!OX.0 Ul ,\It'f'IG LIErlI A
or
NAPOLI
l'rincipaU studi compiuti:
-
carrozzerie di au tocannonl cd aulocnissoni studi particolnrl r clfttivi al tiro an tiuereo.
E11t itù, <lei contratti, <legU ordini. <li iwvoro e <lei tras )}Orti eseguiti : - furono stipulat i .N. 4.60 con1Tnlti pN· l' ìwpor to \li L . 639.13:l.782
-
ordi11i dl lavoro N . 62 entità dei h·asporti: Tonn. s1.:ns. con una media giornaliera di '.l'onn. 6-! e un massimo giornaliero di Tonn. 119.
* * * Direz ione cli Art,igli<wia cl!i N a1Joli A Cnpo di que ta Dil'e7.i one nel biennio 1914-15 ernvi il Ten. Colonn . Angusto Plotteron. Gli ufficiali che prima della guerra
Fig. 162 - Auguslo Flotteron.
ernno il]l numero cli aumentarono n 12 durante il periodo b ellico, mentre il per onale da 149 uuità sall a 204, comprese 14 donne. L'area cop erta da mq . 37.179 scese a 33.253 in seguito a cessione di locnli : allo Spolettificio in Torr e Annunziata; al 24° Reggime,n t o arti.glicl'ia da campag-na ed a l 31° r eggimento fanteria in Napoli; al Deposito Truppe ooloniali. -
849 -
DJHEZIDNEJ
I)!
AH'.l'IGLIBRIA IL 0
Jj).
01 TARANTO
Nu()'l)i uffici costitttiti:
-
-
ufficio per la. diStribuzione carboni importati, che nel 1917 passò alle dipendenze dell' .Age1Jzia ferroviaria marittima per U servizio delle nrmi e munizioni ufficio per il fermo dei materiali metallici provenienti dall'estero, e distribuzione acciai speciali.
Pri1wipaU lavori eseguiti:
-
allestimento parti bardature per i Rl'ggiwenti éll cavalleria e a rtiglieria confezionamento di colpi da d7 antiaerei - allestimento imballaggi - apprestamento del pl1·oscafi noleggiati e requisiti, per imbarco di n:uppe e quadrupedi - sistemazione delle fattorie Cammino e Ferrara, presso Capua, a polveriere occasionali, per 320 tonn . dl sabulite e GO tonn. cli echo. Pri11ci1xiU riparazioni esegui te:
- rlpar11zion! alle armi 70/87, 70/87 Mod. 010 e l\locl. 91 - riparazioni a curreggio, bardat ure, buffetterie, casse da imballo e s talli a bordo dei pirosealì. Entit{J, dei contratt-i, degli or<lini di iavoro e <lei traspcrti eseu·ziiti: - contratti a trattativa privata N. 434. per l'importo di L. 30.500.000 - trasporti: furono complessivamente trasportate Tonn. 255.30S, con mm media giÒl'nalieu ili Tonn. 21.3 e un massimo di cir ca Tonn. 300. La spesa sostenuta per i traspor ti f u cli circa L. S00.000 - ordin'l di ltworo: N. H per un importo di L. 2.000.000.
Di-rez'ione di Art·iglieria R. E . cli Taranto 0
A Capo di questa Direzione pri:ma clella guerra 1915-18 eravi come <.:omundato il Colonn. Gaeta1110 Rossetti. Il m1mero clegli ufficiali che prima della guerra era cli 5, successivamente fn ridotto a 4 mentre viceversa il personale, compresi operai borghesi e militari, da 91 unità fu portato a 254. Dalla Direzione di. Taranto dipendeva la Sezione staccata di Brindisi. L'area coperta da mq. 5.784 fu portata a 8.Gll, e quella sco·p erta cla. 5.734 mq. a 7. 503. 850 -
DIR0ZIO:'\ E 01 AR'l'lGLHlJUA Dl '.\11,SS l::SA
:N11<YVi 11,f fici costitu,ilio
-
~- 5 con di\·erse destinazioni.
Nuovi ·iinpicvnti eseoniti : -
-
batterleautiucree ili 4 cannoni X. 8 batterie dei P or ti di rifugio X. 19 impiauto cli un nuorn labor atol'io c:ou 10 macchiue ntem,ili, saldatura autogena, forno per verniciaturn. a fuoco, vuschc per bagni galvanoplastici impianto di uno scalo di alagio per riparazioni a natanti impian to di lwa concr1·lu cli cuoio. completa cli tutti i servizi.
Prfnci,paZi lcwori eseg uiti :
-
armamento e disarmo di batterie nelle .1.-' iazzc c1i 'farrmto e ilrindisi installazione di 8 batterie antiaeree installa1,ione di 19 bactcric per i Porti di r ifugio casse d:t 1ruballo per proietti N. 1.300 casse da imballo per fucili N . 300
l'ri11oipaU riJ}(J-razioni eseguite :
- fucili Mocl. i0JS7 )r. 28.000 - f ucili Moc1. 91 N. 14.000 - sciabole N. :iG.000. 1'ri11ciJX1U stulli compiuti :
-
impianto <leJlu conceria: sistemi d i COIJCia ln 11so.
Entità, clei contrntti, <legli _Ol'(!ini cli ia,vo 1·0 e traspor(i ('8<'[J1t iti :
-
contratti: - N. 26 per vro,·vista mater .iali - :\". l per riparazioui };'. ,1 per mano d'op~ra - N . 1 per h ·aspor ti - ordini cli laYoro : - :\". 108 per allestimrnto nuovi materiali - N. 480 11~1· ripar azione materiali - tTasporti : non <'bbero gn lndc entitìt: la media fu cli 4 Tonn. al giorno. con nn mn,;slmo di 10 Tonn.
Direz ione di Artiglieria di JJ essina ~ el 1914 qnesta Direr.ione era retta dal Colon01. Luigi Mucci, sostituito n el J9J5 da) Ten . Co]onn. Vincen r,o 1VIuricchio. Dfl l -
851-
DinEZIOX!<) DI ARTLG LII<mIA DI ~0$Sl.K.-\
1918 al l9J9 si susseguhono i Colo,nn. Bartolomeo Anfosso, Lon , go 'Gmberto, Yincenzo Cassanello: Vincenzo Ge11ovn e poi nuovamente il Colonn. Umberto Longo. Gli ufficiali addetti. che pl'ima del pe1·iodo bellico erano iu numero di :5, salirono ad 11, mentre il per Ollale da 105 uuità cr ebbe a 217.
Fig. 103 • Muricchio Vincenzo.
Le aree dei locali sia copel'ti che scoperti non subirono mo<li:6.cazioni di. sol'ta; furono costituiti 2 nuoYi utftci e venne eseguito un impianto per l'installazione di 3 IDacchine. PrincivctU lavori ese.(fwiti: - srrvizlo rifomimento clellc ballerie mobilitale della Piazza cli Messina - servizio cli 100 e più antisilurnr.ti e P orti clt rifugio clclle coste cahtbra e sicula - cost-ruzlone cli carreggio vnrio - cosn·uzione di finim<'n ti prt· carreggio - trnsformaz,ione cli 26 pezzi da 120 O .M. - casse da imballo
-
trasformaziolie di autoveicoli in :rntocani.
PrincivaZi r ipwrazto,n'i es(Jgu.1t<J :
-
caneggio vario nrml Mod. 91 No 26.:19.:;
- 85~ -
DIR EJZI0Nl!: 01 AHT1GLI0R 1A O J,;J,LA '.\1A OO,\LBNA
-
iu·mi :.Uod. 70/S7 X0 26.977 casse da imba llo varie.
Principati st1uli CTli11,JJi11/i:
-
tipo cU carretto siciliano, wocliticaLO per il n·uino con asini imballuggl per grunatc da 280 casse da imballo pPr p1·oi(•tti finimenti pex n·azionc con a:,;ini proces:so chim ico per r avvivar e il taglio delle lime usale t ip o economTI:o <li commu tntor e pct 24 linee vernice :mtiacidu per consc-.1·vazione delle ca::::sctte di custodia della pila Baculo per apparati .Marchesini.
Entitcì ctei contratti, <ù'gii ord ini c/.i Za1xwo e clei tr<tliJ,O t li esegu~ti :
-
-
contrntli : - per prestazione d'overa N° 11 - per h·asportl No 5 - per proYYisle No (i3 - per ,·endita maLeriali pon•ri x o -1 onlini cli lavor o .N° 41 trasporti : - armi e bnrrette1·ic 'l'onn. 3.000 - artiglierie <'d accessori Tonn. 1.100 - esplosivi Tonn. 7 - materia li vari Tonn. 2.500 con una media giornaliera di 18 '.l'onn. ed un massimo di T onn. 30.
* * * l)ire.zio11e cli Arti,qlieria clella, Jlacldalena
Durnnte l'nnno J!:lH H Capo di qnesta Direzione vi era. il Colonn. Camillo Tinozzi Croce e nel successivo anno 1915 il 1'en. CoJonn. E nrico Bandini. Il mnnero degli ufficiali. non subì alcnna variante durante il periodo bellico ment re il numero degli altri elementi d a 71 f n anmentnto a 97. I Joca,l i cli area copert a da mq. i> .485 fu rono por tati a 6.003, e quelli di area scoperta da 2.626 mq . furono ridotti a 2.053. -
853 -
OlR fl.ZIO:--E
or
Alt'rIGLIEllIA DEJLT,A )L-\00.U,f:)ì:\A
La Direzione aveva nlle sue dipend enze la Sezione staccata di Oziel'i.
n andini F.nrico.
F ig. 16-1
Nuwi 11,ffici costitu.i/ i :
-
ufficio di elctrrorecnica per il ;;erv izio dt>gli impianti della P iazza.
Niwvi i?nviant'i eseg1.iiti:
- installazione cli 3 JllficCbiuc c di 3 irupianti elettrogeni - costruzione di fabbricato pr r l 'impianto elet trogeno della t.,a tteria da 305 (Pes di Villa Mar ina) - costruzione di 9 fabbri cati vari. PrincipaU. kL1;01·i esc{J1tit i :
- <lisa1·mo di 10 batter le da 280 - armamento cli 4 batterie da 280 - disarmo di 41 bocche (la fuoco cli medio calibro - disarmo di 100 nocche da fuoco di piccolo calibro ~ caricamento cli proietti di medio calibro N° 2 LOOO - caricamento di pro ie tti di piccolo colibt·o N° 45.000 - a llestimento casse da imballo ,arie - distribuzione di se1·ie di armamento .'0 79.576 - insta llato. la difesa di 27 Por ti di rifugio.
-
854 -
DIRIDZIOX ID Dl•lLT,JD ViSPlln!E:NZD DI
crrnfu
Principaii riparazioni eseguite :
- casse e custodie diverse - carr<'ggio - armi e buffetterie. Prinoivau st1i.<l,i compi1tti:
-
comunicazioni telefoniche.
Entità dei contratti, <ù'gLi or<lini di lwvoro
e
dei. trasporti esegu,iti:
-
contratti ad economia per provvista di materie prime e materiali N° 27 per l'importo di L. 127.595 - trasporti: spedizioni ~<> 630 per il peso complessivo di Tonn. 6.590 - ordini cli laYoro X0 678 P<'r l'importo complessh"o di L. 896.800.
D·i rezione delle espe1-ienze di Llrtiglie•ria éli Oir-iè Kel 1914 reggern questa Direzione il Colonn. Ettore Cavalli che vi rimase per gli anni s uccessivi anche come Generale dal 30 marzo 191G. La Direzione antecedentemelUte al la guerra aveva. 13 ufficinli e 48 altri elementi fra cui 37 operai : durante il periodo bellico ebbe 20 ufficiali e 55 elementi vari fra cui 43 oipera,i . I locali di area coperta da mq. 4.426 salirono a 5.711 e quelli scoperti da mq. 1.104 a 2.720. Nuovi i11ipia11ti eseguiti:
-
laboratorio meccanico mq. 600 laborntorio per caricamento proietti ampl'iamento labo1·atorio artiftcicri casermetta per la truppa alloggi per ufficiali e sottufficiali tettoie costl·uzione della batteria esperienze sulla liuea Cavalll costruz.ione di nuove strade impianto dell'energia eleltrìca.
Esverien:ze : 1914
- prove di fuuzionamenlo dei freni nell'obice da 305(17 Armstrong - tiri per det01·minare la car.ici:1 cli balisti te atta a. produrre col· l'obice da 280 C. e proietto leggero una ~•<?locità iniziale tale da
-
855 -
DIT! MZ'IONiiJ CJ.lLLM IDSI'EnI~Z0 DI CIRIW
-
concedere iill'altiL•;dine di 1.$80 m . la gitt:ita ma$:,;imn di 8.500 m. t ir! a ù olti-nnza cou ca1mon<' da 7ft J\iod. 90H per prorn di logoramento colla car ica tegol:1 m('ntaru cli ba lis tite r idotta di li6 tiro col caJJnonc ., da 75 )focl. 90G con ;;rannte munite di speciale cappnccio per incurvare la t raiettoria prova d ' im1li<'go di munizioni da 75 d . n el cannone da 75 ) [od . 906.
191(,
-
-
tirl per costr uzione tavole cli Uro coll'obice cla 305/li con la gran ula pesante e legger a - prova di 1·esiste11z."t al tiro <li granate d 'acciaio per cannone da 149 G . r icu.vatt! d~l b<UTH l)icn a :rnz iC'hè per tr afilamento a calùo - prova di ~ranat.c torpedi ui francesi da 75 per riconoscere la s iClU'ezza al ti1·0 - prova al tiro dt·lla gra11afa da. 280 L. kggt•1·a car iul con poln:rc nera e spolNta a per cussione )Iocl. 911 - ti r o col canùoue da J.1!) A. per ri krnre l 'influenza che cscrr; ta sulla pressio1w dei gaf< della curica ecl even tualmen te sul proietto e SLùla spoletta la pr e,,•nza di una quaulici1 d' a cqua e di ghiaccio posta con tro l'ogiva del proiet to - proni di proietti da 210 illuminanti 11 gronde eflicienzn, C' detcrroin a1.ionc del da ti di liro concon enti ])er l'impiego clei eletti proic:lti provu di funzionamento a l tiro cull'obil!C' dn 210 G. cli s1)okttl' s1)e· ciiili insidiose u lunga dmata p rov:l pratica cli .Cr an t onrn zione cli gr ana ta da H9 car ica di polvrre nera - prova di un atr nsto d'as,-,·<lio di eir C'().-;tanza pH' enm1one da H9 A. tipo S(')meicler per ii::sti:J lazion t· in Cll [W la , progC"ttata dal :àfagg.ìor e Gar rone.
1916
-
-
comvilaz ione tavole rli t iro r clati,e a lla grunatu mina per obici da 149 A.., iJUI)irgata n<' l mor taio da 14!1 compilazione hl\'ole di tiro rrlntiw alla granata da 210 per il mor taio da 210 tiro col cannom• da 75 A. p<'r prova balistite 2 x ,l x •.I. proveu ientc dall'America iJ1 co11:Cronro con la bnlistilc r1a1.ionnle 2 x 11 x 4 prova nl ti r o · ùcl mor taio Dnmt'zzìl da 58 con bom be Dumezzil da lG Kg. t iro col cmmonc da 7ii Mocl. 906 con gra n rlte dirompenti speciall per tiri contrmw1·ei , conten enti attorno allr. cnr ica. cli scoJ)pio delle pallettt· collegate tnt loro c·on catenelle cli ncciaio tiro con l' obice da 149 campale per prova grnn atn m ina da 149 A. d'acciaio ci11·ica con Jiqu;dl speciali per coni,tatnr e se ·la carjca di scoppio era i:;utlicle11Le a ~a nrntirc la 1·ottma del pr oietto e del r ecipiente, ln modo cl,t ottrner e l'e"aporazìon e totale dei gas .
-
856 - -
DIR0ZI0NE DIDLLE i1SPE111EKZl<J DI CllHÈ
1917
-
-
Uro co11 l'obicr cla 305/li per proni di tiro cli granate a bocci.tino an teriore con recipiente P<'l' liquidi speciali Jl<'r determinare la carica tli scoppio p iù couveniC'n tl! ed acc1'rlarnc il comportamen to al tiro tir o con l'obice da 210 pC'r pr oya granute cla 210 d'acciaio conb·o oper e di calcestruzzo t iro col canuone da. 149 A. per prova gra nati:': du 1J9 A. inglesi m unite cli spoletta inglese pron1 al tiro cou canu o11c cla 1'19 G. e granata da l<l9 G. di acciaio con fa ><cc· allestite con poln:r e cli tn lco in lnogo d i quelle cll amiau lo prova di comportamen to di gr a11atc-homb<' cla 2SO "\fod. Guerriton •.
1918 - tir o con l'obice cla 1·19 1)<'1' pro,·a grana rn a[(11solntn p er conoscer:<' la minima e la massima giccau1 - prova cli tiro col ruortni o da :HO con set tore di tiro di 360o l\locl. Honagente - pr ova di tir o con cannone da 1 19 con rigatura elicoiclale - t iro col cannom· da S, A. per pro,·a cow1mra t i"l'a di granate ruunite con cappn<:t!i rn p;lhwento conici e con ca pp11cci tngliavento a profilo ogirnle prorn ni tiro (li un affu:-lo da :{, F . modificalo <.:on tuùo di CoLl:t c tubo del vonwro in lamiera ch iodata per consta tnrc se tali tubi possono sostitllil'e quelli trafìlatl - prova di proiC'tti da 7:3 i\rod. 906 muniti cli cor ona di f orzam(lltO in lega cli zinco - prova 1u?r ndozlone dC'll'afl'.us to campai(' da 149 Mod. 1918 allestito Llnlla Ditta Ansaldo. coiict1uli: 191~ -
collaudo col.la111lo collaudo collaudo collauclo
gramHC': colpi spar ali snoleltl! : colpi s paraci bocche <La fnoro ed arrusti, colpi sparati polveri: colpi sparati artifizi rnri: colpi spnrati
No
tot ale colpi s1mrati
No
7:i.GOO
)<'o
78.000 23.000 -10.500
)) )) ))
))
20.600 15 000 1.8..100 1:l.GOO S.000
1915
-
colla nclo coW11Hlo collaudo collaudo colla.udo
grana t(' : colpi spnrati spoletl'e : colpi spnr a ti boccbr da fnoro ed affusti : c·olpi :aparati polveri: colpi sparati urtifizi vari : colpi sprir ati totnle colpi spnnlti
857 -
))
)) ))
31.500
))
7.000
],io
180.000
L'J STI'l'UTO G00 GnAFICO 1\!1LI'1'AR0
]j)16
- collaudo granate : colpi s parati - collaudo spolette : colpi sparo.ti - collaudo bOccl.lc da fuoco ed affusti: colpi sparati - collaudo poh cri: colpi sparati - collaudo nrtifizi vari: colpi s paruti tota le colpi spara ti
1917 -
collaudo collaudo collaudo collaudo collaudo
g-ranate: colpi s parati spolette : colpi s parati bocche da fuoco e affusti : colpi spar ati pohcri : colpi s1)ar ati artifizi ,·ur i: colpi s paruti totale colpi spa rati
10J 8 -
collaudo collaudo collaudo collaudo collaudo
granate : colpi sparnti spolettc: colpi sparati bocche da fuoco e nf!usti : colpi spara ti polveri: colpi sparati a rtiflzi Yari : coJpi s parati totale colpi sparati
~o )) ))
» ))
85.000 28.500 51.500 4:t500 11.000
NP- 220.000 X<> ))
)) ))
))
93.000 37.500 ,:17.000 53.500 19.500
N,:,. 230.000 No )) ))
SLOOO 38.000 ·iG.500
))
-J.7.500
))
14..000
No 230.000
Entità, dei contratti, degU IJl'ditti <li Uu:oro e dei t,-a.~po,-ti esegu,iti: - contratti : vc Dncro s tipulati 17 contratti per acquisti, vendite e tra-
-
sformazione mater iali, per L . 320.000, cli cui L . 210.878 t)cr spese n·as1)orto tras11orti: furono eseguiti par te coi mezzi dell'Amminisb·azione militare e parte ricorrendo ad imprese private .
§
lii
L'opera dell'Is tituto Geografico Militare dura nte la guerra 19 15 , 18 al s ervizio de lle truppe operanti s ul fronte austriaco e s ul fron te balcanico. ( 1)
Con i nuovi ,metodi cli lotta sorti durante la grande guerra il Servizio cartografico assunse tale e tanta importanza, special(1) Questi dati furono ricavati dalla « Relazione ullìclnle del 1922 s ul Conquantennrio dcll I .G.M. >>, e dallo studio del Topografo Paolo Emilio Grilli (1918).
-858 -
r: ISTl'l't ·To GI<Xl GR..\FI CO :illlJ,l'L'AHID mente per le esigenze <le.Il' artiglieria, sicchè riesce cfoppiamente doveroso accennare, ia pure sommariamente, all'attività che il nostro I stituto Geogrn:fico Militare, come volevano la sua indole ed il uo c·ompito, fn chiamato a svolgere durainte il periodo quadrienunle cl.ella guerra europea 19J 5-18. - una intesa cioè 11 cooperare col prop1·io personale tecnico al ser,izio c·artogr;1fìco presso i gr andi Comandi ed alle determinazion i geometriche in teressanti il tiro dell' artiglieria d'assedio ; - l'altra ad apprestare in ufficio e a rinn ornre incessantemente il materiale cartografico occorrente nlla dotazioni dell'Esercito mobilitato. Si l'una che~ l'altra do~1 etteto es1p licarsi con intensità straordinaria, come richiede,ano fa natuta stesi;;a del lavoto demandato all' Istituto e il lungo perdurare della guerra, e tut to questo ve1me fatto dall'Istituto Geografico Militare, provyederndo alle sempre crescent~ necessità emergenti, coi suoi normali mezzi, tranquilla mente e modestameinte senza aJcuna fot·ma di stucchernle Yante1fa reclamistica e senza aumenti di personale e di macd1i11ari. chied<•udo n uomini e macchine il massimo rendimen to e la conti n11a sistematica abitudine cli ada ttanwnto al maggior ) avoro che veniva così irnposLo. La Direzione dell' I stituto, retta alloi·a dal Gen. Gliamas (dal febbraio 190t' al inoYembre 1914) e qnindi clal Gen. CaYaciocchi (dal 11ove111bre 1914 al maggio 19J 5), seppe destreggiarsi con tanta ,1 bilità sicchè nel maggio 1915 l'Esercito mobilitato trovò pronto il materinle cartogra:fico e perfettamente organizzato il relfltiYo Servizio. Appena ordinata la mobilitazione dell' Esercito, tutti gli Ufficiali comanda li e quelli de] personale ci-vile (impiegati ed operai) a,enti obblighi militari. raggiunsero i loro Corpi. P arte del personale civile tecnico dovette simil;mente lasciare l'Istituto per raggitmgere i Comandi delJe Armate, dove andò a costitut il'e le singole Sezioni cartografi.c he, ,ovvero i Ooma111di dei P archi d'artiglieria d'assedio, presso i quali era desti[[lato a prestare servizio per le determinazioni trigonometriche (2) . (2) Due dl questl. i topografi Fort1mato Senno e GiUSC'ppc Roscini. nonchè l'operaio Druno GabridH, do,cvano Insciar,i la ,·ita: il primo vittima
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59 -
L'ISTITUTO GEOGIL\FJCO )HLI1'.-\RE
L'Istit11to si trovò quindi assni ridotto nel personnle meno ,rnzia110 e dovette cer<;ai·e di supplire in parte con ufficiali ricliiam::iti, mentre intensific~n-a il lavo1·0 ·clel personale l'imnsto ~tlla sPdc. P oe:lti sanino quale einol'me contributo di cognizio1lli teC'niche, di pe1·sonale spcdnlizzato e di prezioso materiale cartografico ha portat o il nostro Istituto alla difcsn della Pa tria . Yalenti topografi. vennero così chiamat i presso il Comando Supremo, prcsi;:o i Couw ncli d'Armata, di Corpo d' Annnta, di
lJ'ig. l()G - Giuseppe Ho,;cini ('l'opogruro).
Al'tiglieria e pl'esso i rarC'lli cl' Assedio, per eseguirvi tutte le opcrazio1li geometriche e curtografiehe che, per il loro carattere riservato o per l 'immediate1m-1 dei bisogni, dovernno essere compinte sul posto. P er quanto riguarda le spednJi detel'minazioni tl'igonometriche-topografiche occorrenti alle postazioni dei pezzi d'assedio e da fortezza , per il tiro in<lirctto e per la determio.rnzione dei ca~ pisakli cli pnntamento, appoggiati alla pl'ecsistente rete trigo~ di un tragico accidente in zona di operazione, il secondo soccombe11te nlle consegneni,e di una vlla di [ra,·nglio e di nm;ietà, il terzo cadu to in com battimento.
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J./IS'l'l'!'UTO GDOGUAFJCO ):ULI'!'Alm
n ometrica (lay01·0 non ugevolc c;he d chie<lcva particolare destrezza, perché doveva compiersi con ogni celerW\i in posizioni avanzate ed esposte), l'estendersi e il prolungar i dell'azione bellica e l 'impiego sempre rnn ggior e <lelle. g-1·oss< ~ a1·tigli<~rie, palesaron o presto l'insuflki~nza 11 n.m crica del perso1n ale tecnico specializzat o, che l'Istituto aYeva potuto fornire e che pur continuò a r endere ottimi ·ervizi per t utta la. guerra . Cou vennc pertnnlo ri correre anche all 'addestramento di giovani 11ilic:i11li d'artiglieria
Fìg. 166 • Fortuna to S1'JJl10 (Topografo) .
cli complemento e pi ù tardi auc:he di alue Armi , c:h e provvisti cli com·enicnre prepa ,·azione c:ic.ntitka , po lessero i n bre,,e tempo essere cl esti1111 ti a q nesto l'OJnpito e venire altresì istruiti nei vari problemi della f'artogr afia. A ta le nopo fn ist il nito pe1· disposizione del Comando Supre mo uno srpecialc Corso <li geodesia operativa , di cni fu nffida.ta ln dire:r,ione al geodeta capo <lell'Tslituto prof. Loperficlo (3). Il Corso fu tenuto cl11 pprimn a Fire11ze presso la sede dell'Istituto, p oi a Ge!lorn , dove gii\, esist<•va una scuola di t ir o, e si (3) Ofr. Loper fido A. «Corso di µ;l.c'odesia nella zona di g1wna>> . <cSovr a la m is ura di una base geod<'tleu. A.uno 1917, Firell?:e, 'Rar ben1 , J 918 ». e< L'ntti· vitù del servizio geodetico durante la gurrra. 1919 ».
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J, 'ISTl'l'lì'.rO GBOGHAl.l'ICO )IILlTAR E
l'inno,ò per beu duqnc , olte a partire dall'ottobre 1915 fino all' ottobre 1917. Esso fu frequen tato da circa trecento giovani ufficiali, che poterono tl'ovare utile impiego nelle operazioni suc-cessive, mentre t aluni doveYano poi lasciare la loro giovane vita nelie vkende della guerra. Indipendentemente dal coo1tributo da to alla formazione delle Sezioni cart ografiche dei gr andi Comandi sul fronte italo-austriaco (e <.li quello che operal'Otno le 'ezioni dell'Albania e della Macedonia) ed nlle delerminazio11i occorrenti all' Artiglieria, lo Istit uto a Yeva il compito, come si è detto, di provvedere alla distribtU1io11e e l'innovazione delle dotazioni cartografiche <·he, pel tramite cli uin apposito Ufficio cartogTafico, istituito 1pl'esso il Comando Supremo, vcninmo assegnate a tutte l e grandi Unità. Al momeuto di ent1·are 111 gue1·ra la distribuzione delle dota?:ioni di mobilitazi011e era già stata compiuta. Tale disttibuzione compl'ende,a principalmente i fogli della, Carta d'Italia al 1.00.000 nelle edizioni policrome nuovo tipo e trasformato, a sew ncla cl.elle dispouibilità,, tutH debitam ente messi al cor rente econ clo le ultime ricogni?:ioni, e ia1sierue anche fogli della Carta al 200.000 e nl 500.000. Il cara ttere cli guel'ra cli posi?:ione che aveva assunto fa lotta sul fronte italiano, non meno che sngli altl'i fronti d'Europa, rese necessario l 'uso cli. Ca rte topografiche a s<:ala maggiore cli quella stabiJita per Ja mobilitazione e <:ioè de'Jle riproduzioni delle levate alla scala di l :25 .000 e cU ] :50. 000 e di ingr andimenti delle medesime alla scala cli 1 :10.000 cd anche di 1 :5.000, al :tìtne di segnarvi l'a nclH mento delle trincee. Ciò C'he ridriese nn grande lavOl'O ùi aggiornamento clei tipi, i,n base alJe i1rforntazioni e ai documenti, in parte fru tto di apposite 1·icognizioni eseguite dal personnle deU' I sti tuto, in parte fonniti dni singoli Uffici cn rtogra.6.ci clelle Armate : lavoro incessauternente rinnovato, a mano a mwno C'he giungevano nuovi materiali cl'infol'mazione. Un grandioso htvoro fu pure rappresentato dalla formazione di 226 tayolette al 25 .000 pei. territori d'oltre coo1fine, interamente ridisegn ate in bas<' ai documenti topografici pl'eesistenti, coll'uso dei nostri segni corrrenzionali e inquadrate nei nost ri reticolati; lavoro che, iniziato sin clni primi mesi della guerra , richiese tre anni per il suo compimento . -
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L'ISTITUTO CEOGU AFJCO MILl'.J.'AIUJ
P er la sua esecuzione fn quindi. necessario compiere pal'ti colari in_dagirni onde rendere omogenee le due reti geodetiche italiana ed austriaca, sulle quali si appoggiavano le relative levate (4). Sin dal 1912 era stato affidato all' Islituto, da parte della Direzione generale di artiglieria e genio, allora retta dal gen Moni, antico ed illuminat o Direttore dell'I stituto stesso, il com~ pito di allestire i mezzi cartografici occorrenti alla prepar azione del tiro cli artiglieria. Tale materiale comprendeva i pia ni quadrettati speciali per ogtUi ba tteria , lllCi quali sono indicate le zone battute; piani quadrettati specinli di osser~·atori coll' indicazione delle zone vedute ; carte topografiche generali e speciali cli Settore ecc. ecc. Il breve tempo tra corso tra l'inizio di questo l avoro e lo scoppio cl.ella guerra, non aveYa consentito che potessl~ essere ultimato al momento di entrare in campagna. Occorse perciò una intensificazione <li operosità, che richiedeva grandissima precisione e particolare periziaJ e-d a cui corrispose la solerzia di un perso01ale già, in essa addestrato. Tale lavoro di quad1·ettatura fu ampiamente esteso e con criteri dive1·si, per rispondere nel esigenze ,p articolari auche dei Comandi di tru,ppe operanti sul nostro fronte. All'infuori di questi lavori, d·indole più specialmente topografica , si richiese dal Comando Supr-emo l'allestimento cli Carte geografi<.:he generali d'insieme dei Yal'i teatl'i c1el1n guena. alla scala di 1 :1.000.000, di Carte corografiche della Penisol a Balcanica ad 1 :200.000 e di u1I1a graude val'ietà di altre Cal'te Speciali, per le <)Itali venha tratto partito da materiali Yari già, i111 possesso dell'Isti tuto . L'allestimento cli tale nrnteriale cartografico continuò con pari in tensità anche dopo l'armistizio. per i-i pondere alle richie~ ste delle Delegnzioni in carica te delle trattative cli paice. A dare un'idea complessiva dellH Yastità dell'opera compiuta dall'Istituto nel solo cnmpo cartogra fico, durante lo sYolgimento de1Je opei-a7,i.01n i militni-i, potranno vnlere alcune cifre. Il numero delle Cal'te, a scale dh-erse, pedite in zona di (4) Cfr. a queRto pr OJ)ORi [O la r C'l azionC' del Prof. A. Lopcriìdo : « L ' attìvità dell'Istituto Geografico 1Iilitare d11l l!llO al 1920. Fircn7,c. Barbera, 1921 ».
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r/rS'l'ITOTO OEJOGH.\FICO :UIT,lTAillil
guerra durante le oiperazioni, ascen<l.e a 20 milio:ni, e per In lol'o stampa in ero.mo occo1·. ero 60 milioni di tiratura da zinchi, da piet1·c litografic,he e da rami. Pet la preparazione degli orig-inali e la loro scomposizione a colori, la loro riduzione od ingrandimento, si richl<~sero G.000 1T1 egativi fotog1·afid, 3.000 positivi su vetro o su catta, '.'i .000 fotozin e;ografie e fotoco])ografie, 9.000 tirature cakografichc dai l'ami. e circa 60.000 trasporti litog1·afici.
Fig. 167 - Reparto disegnatori cartografi.
L e oilkin e foto tecniche e di stampa . si prodigarono in questo ingenti:-simo lavoro con una Httivitù, veramente straorclinal'ia , e pari atti\'ità fbbe pure ad impiegare l 'officina meccanica , alla qual.e era commesso iJ compito cli provvedere e riparare gli strumenti geocleti<.:i e topog1·afici ai vari Comandi delle truppe operanti, mc~ntre 1' lstitnto doveva pemsarc anche a iprovvede1·e il nu1cchi,mn'io e il rn.nteriale cli stampa ai vari Uffid. cat·togl'afìci dei Corpi, frontcggia ndo clifficoltà ognora crescen ti per la deficien7,n cleJJe nrntel'ie prime, sempre più avvertita in P a.ese . 1
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L 1 ISTITU'l 'O GEOGRAFICO MILI'l'AR0 .
Finalmente non va tralasciato di accennare al concorso che, in modo assai largo. l'Istituto, a pace conclusa, ha prestato e va tuttora prestando col proprio perso1nale alle operazioni metriche sul terreno, oecorrenti alle delimitazioni ·dei nuovi co111fìni internazio11a1i. Rimanendo al vasto Ja.voro così 11lacremente e pr.oficuamente compiuto, e qui soltanto sinteticamente ricordato 11elle sue linee · più importanti, l' Istituto può, con legittima sod.clisfazione com1p iacersi ·d el concorso da esso prestato ai vari Comandi e Corpi del nostro Esercito in ge,n erale, ed all'Arma, cl' a.rtiglieria. in modo particolare, m.ercè la sua potente organizzazione e l'abnegazione volonterosa cU tutto il suo personale, concorrendo così ct>spicuamente al felice epilogo vittorioso della guerra di redenzione.
Nel febbraio 1915, in seguito all'occupaz'ione milita.re da parte nostra della città e della baia di Valona, apparve subito la, necessità di disporre di urna Carta topografi.ca del territorio occupato, mancante sino allora di una regolare rappresenta- .
Fig. 16S - Alfredo liiecllter ('l'opografo).
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L ' ISTITUTO GEX>GRAFICO ~fILITARl1
zione. I n seguito ad Ol'dine pervenutogli dalla superiore autorità .milital'e, l'Istituto Geografico inviava a Valona il topo~ grafo Fiechter , affidandogli l'incarico di eseguire il rilevamento desiderato. Dappl'ima si era pensato ~he potesse ritenersi su:l:lìciente verifical'e sul terrelllo cd esten dere un parziale rilevamento idrografico, fatto alcuni anni prima dalla Marina aust1-iaca. Ma da nn assaggio compiuto preliminarmente, il rilevamento anzidetto apparve troppo inesatto e sommario, e fu quindi ritenuto miglior consiglio di procedere ad un lavoro affatto 111uovo. Le operazioni di rilevamento alla, scala ,di. 1 :50.000 furono eseguite collH tavoletta pretoriama, appoggialll(]ole ad una pic<:ola, triangolazione, i cui el<~menti vennero derivati da quelli del lato Saseno-LJinguetta della triangolazione di riattacco della rete austriaca alla rete italian a,. Il lavoro fu 1.:ompiuto in meno cli tl·e mesi: esso fruttò la costruzione di una Carta topografi.ca del territorio adi::icente a Valona daJla costa marittima sino alla Sciuscizza. Dichian,ta la guerra dall'Ita lia all'Austria e inviato u111 Corpo di s:peclizione in Albania per presidiare efficacemente quella Piazza, ,divenuta base efficacissima per la difesa ·d el Basso .Adriatico, venne adibito al Comando del Corpo stesso il topografo l!'i<~chter, in qualità cli. Capo di quella Sezione cartografi.ca. Questi, eseguito dapprima utn rilevamento a grande scala della ci1'tà di Valona, occorrente agli usi del presidio, attese poi a compiere, eoll'ausilio di due uificia1i del 00l'po di spedi,do11e, il rilevamento della zona occupata, iniziando dapprima le opernr.ioni di t riangola.zionc e di levata lungo ln frontiera della V,oiussu , allo scopo di dare i prhni elemeuti 11eccssini al~ l'impiego de.ll' artiglieria . Nel febhrnio del 1916 un altl'o provetto qperatoee dell'Istituto (il topog-rafo Giua) venne ad aggiungrrsi al pel.'S0111a]c della Hezione ca1·tografica, 011de l Javo1·i poterono sYilnpparsi più ampiamente e sollecitarneu1te. Si fonnm:ono così clue gruppi : uno pe1· diste11cle1·e uiua triangolazione regolare partendo semp1·e dalla bas<' Sascno-Lingnetta, e l'altro per l'esecm~ion e dei L·.ilev·amen1·i. Qne ti Yenhauo eseguiti colla taYoletta pretoriana ana scala di 1 :100.000, ma i:oll' intendimento cli ingrandirli poi per -
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L'ISTITUTO GOOGRAFICO MILITARID
riprodurli a quella di 1 :50.000, onde si raccoglievamo elementi in 1Da,ggior copia di quello che la scala di 1 :100.000 avrebbe richiesto. La riproduzione venne fatta con grande celerità dall'Istituto Geografico a, mano a mano che si compivano i rilievi. Fin dal 1916 si potè aver così tutta la carta ,d el campo trimcerato di Valona, dal mare alla Voiussa. L'anno seguente, in previsione di aziooi militari, le ,operazioni sul terreno venivano parzialmente estese verso nord, fruttando nuove levate; ma furono poi riprese regolarmente i111 direzione di Argirocastro e 'l'epeleni, sino a collegare la rete di triangolazione con quella che, frattanto, si distendeva, dagli operatori italiani in Macedonia. Una vasta distesa ,d ell'Albania veorne cosi regola;rmente rappresentata, arriccheindo con materia.Ii topogra.:fi.ci sicuri ed omogenei, sebbene raccolti nelle difficili condizioni della guerra, la cal'tografia di una regione, già estremamente manchevole sotto tale aspetto. · Le deficienze e le sçorrezioni constatate nella preesistente Carta. austriaca al 200.000 che non era d'altronde frutto <li operazioni regolari, ma che pur rappresentava. ancora. quanto di meglio si possedesse per quella ,parte della Penisola Balcanica, apparvero sempre maggiol'i, specie nei l'iguardi dell'altimetria,, talvolta errata anche di più centinai-a. di metri. Cosi l'Italia, nel periodo di pochi anni che durò l'occupazione del terri.t;orio albanese, contribuì anche per l'opera dello Istituto Geogra.:fico, a quel lavoro di civiltà di cui in tanti altri campi ha pur lasciato nel Paese traccie durevoli. Un lavoro analogo a quello eseguito durante la guerra in Albania, potè essere compiuto dalla Sezione cartografica della 35" Divisione, costituente il Corpo di spedizione ifalia1110 in Macedonia, èle]fa quafo Sezione facevano pa,r te tre opera.tori dello Istituto : topografi P iacentini Giorgio, Zanini Ireneo e Sgrilli Alberto. La Se?:ione cartografica fu .c ostituita nel maggio 1917 e venne dall'lstitoto provveduta di tutti gli strumenti occ,o rrenti alle operazioni di rUevamento e del materiale da stampa. Rtahili.t-a fa. sna sede dapprima. a ]']orina. poi a Tepauci -
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L'ISTITU TO GOOGIUf'ICO MlLl'l'.\P.ID
(ansa deJ1a Ce1·na) essa ·d ovette per prima cosa attendere al riIevame111to del territorio adiacente, che fu e~eguito al 20.000 appoggiandolo acl a1pposita triangolazione. l•'u così costruita una Carta in dodici fogli di m. 0.60 x 0.35, dei quali tre estesi a rappresentare territori oltre ht linea di occupazio11e e disegnati mediante fotografie dall' aeroplano, scbi7,zi e .C arte sequestrate, clebitamea1te inqundratc nelle maglie di una rete ti-igonometrica di cui i vertici erano tletcrmirnati con intersezioni. L'estensione comple fra del territorio rileYato abbracciava èirca 1000 chilometl'i quadrati. Successivamente la Sezione concorse coi Francesi e colla Sezione cartografica clell' Albania, 111 rilievo della linea di comunicazione tra Florina e , anti Qu arant a, facendo colla tavoletta pretoriana un riJeyamento al 50.000 ,d ella zona di Bi clista 1per }'estensione cli 250 chi.lometri. quadrati. lJ'm·ono poi escgniti molti altri htYori cartografici richiesti dùi Comandi, f ondati soltanto su docnmenti già. esistenli. A cbjusa cli <]uesti brevi ce1111i. sull'op,?ra svoltu dull'Isticuto Geogrnfico MHitare durante la grauùc guerra 1915-18 è do, eroso ricordare l'alta azione direttiva e coordinatrice esplicata dal Gen. Ernesto Gli::una:; che, dopo di aver appartenuto ripetute ,·olte 11el corso della sua caniC'ra. ali' Istituto e dopo averlo diretto alla. Yigilia <i,•lla gu(•1.-r:1, vi rit01:uò nel maggio 1.91:j, ti· chiamalo dal congedo, rimanendovi fino al 1919, data in cui venne sostituito clal Gen. Nicola Vuccbelli. Il Gcn. Gllamas oltre alla sagace opera svolta prima e durante la guerra, deve essere rico1·dato 1wt i miglioramenti Jn trodottl nel lllE'tOdi cli r iproùnzione cartografica, e fra le sue iniziative è da rilen1re il Si!'t<'llla chimico cli fotoincisione d::i. lui ideato e :<oslituito e;ome t)itt rn11iclo ed ~conornico, a l s i.sterna galvanico precedeuccmente tisato. Il Gen. vacchelli dl<.' già dal 1905 al lDH eru stato, come Capitano, all'Istituto Geùgrafico ):fililare succedette al Glia mas nella Dir<'zionc nel 1919 <' conferlllò s nblto in mo(lo brillan te i molteplici t<';;ori cl<.'lia ;:na l'C'cond,t a ttiv·i tà. Pronto, \"ÌY,1 ce, a cuto t' profondo 0$Servntor<', stuclioso e iann-aton•. ,. sonatutto dotato di rara polo.>nza assimilatrice il Geo. Vacchelli tornò all'Is titu to con matura prc1)arazione e còn programroa m<'clitato. Durante i <]Uatlro anni di ~uerm il diuturno f ebbrile lavoro era stato esclusivt1mci1te indll·izzalo ai ,:erupre crcscC'n tl bisogni. llell'E!;crcito mobilitato, e P<'rò il Gen. Vacchelli con precisa yisiom• della mèta da raggi.ungere· c della vin cl:1 pe:rcon<·re 1)er arrivan·i. riorganizzò i servizi . rinnovò le dotazioni di strumentl e di m:t<:chin:1ri, apportò raùieali llligllor::uncnti negli uffici, nei laboratori , nelle otlicinc e nei magazzini. curnnclo iu pari tt,mpo 1 istruzione
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XCYl'J7,I.-\ E IDLlOG P. ,\FICA
tecnica degli uJllciali e le 11iit concrete alYrrmazio11i drll"Istituto, l"iccbè possiamo a giusto titolo Yantarc C'lw il Jtostro lstituto Geogr afico ?t[!litnre è conosein to, segnala to ed amlllirato an che nll'r:::trro qua le vero modello del -genere. L e gr andi be11erner rnz.c eù i prednri titoli (1<.'1 V:1cchelli cbheto numrr o.«i lusinghieri riconosciruenti : il: co,.:i elle egli YCIJJt<' ·chiamato a pr <>Sic>ùr re la C"ommissimw geodetica it::ilinna . il ('omi toto g('ogrniìco iLnlinno e vt•nnc nom ìnn to vicevn·,;lck n te (kll" l . n ioue g 1•ogra fica ln LC·rt1azionole .
.XOTl½IE BIDLIOG HAFI<"ITE I·: DELLE FO:KTJ
l'BR IL CAro XIII ]>EL CAPlTOLO 50°
.\.nn uar-io milil:11·e (annah· dal lnH al 1918). Ai-kC'lla le R. E~ci-c-ito - Napo li - Ccwli storici (la ll 'anno 1792 al 1925. Dati i:;tatistic-i 1·illcttrnti l".1tt iYità d<'gli Stabilimi>nti e Dit-e1,ioni di cl i a1·t igJip1·ia dm·antP il pr1·iodo lwll ic·o (lug lio 19LJ. - otl obi-e 1918) fa1wttorato d elle costruzioni di :1,rtiglieria. (Roma., 15-D-1922) . Giol'n:ilE' mi litn 1·e (annate dal 191 -J. ,11 l!Jl8). Lori-:1ww10 A .. <'01·so cli geodesia n ella 1,01m cli guerrn . ~opra la rniHllHI di 1111a base gc>odetic-a, (Ha1·bei-a , Firen:r,e )918) . L'att.ivitù tlP I He1·vizio g-r.odetico d 111·ante 1:, gu erra (l<'i.i:euze 1919). r;attivitù clc·ll'Tstit uto Orografie-o 1fili.tar<' dal 1910 al Hl20 (Barl>e1·a Fii-enz<' 1!):!l ) . ::\otb,ie rntie fo 1·nite dagl i Rtaùilimenti d'al't ip;lic1.·i3, e dalle Direz-io11i cl'a-l'tig lic1·i:1, nll a D'il·ezionP Generalr. d' u1•tiglieri1c~ del 11nistci-o della p:11c1Ta, (non~rnbre 19-!5 - mar zo 1!.l-Hi) . Refazioue croni:tor i<·a ci1·ca i compiti, le dot;1zioni ed i servizi della. Dfrezione cl'ai-tiglic•da cli Pin<'<'11za per il suo s uccessivo incremento <' Hvi luppo dm·,111-te la, gnC'1Tn europen da l 101 5 a,l 1918. Helnzione u(]k ia le i,U] cinqnantena1·i o clcll'ii-t it 11to Geografico Milit,ll'e (anno lfl22) . :=:tud io del tovog-rafo Paolo E milio Gl"ini (:111110 1918).
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CAPITOLO CINQUAN'l'UNESIMO LE SCUOLE D'ARTIGLIERIA (19 15= 1918) = CORSI SPECIALI = ANTICHI ALLIEVI CADUTI = ANTICHI ALLIEVI E ALTRI AR= TIGLIERI DECORATI DI MEDAGLIA D'ORO = LA LAPIDE RI = CORDANTE I CADUTI = IL MUSEO STORICO DELL'ACCADEMIA MILITARE.
§ I
Corso speciale accelerato per sottufficiali presso la Scuola mi= Htare di Modena (1915=1916).
Nel VI Volume di questa Storia ci siamo occupati del Corso ~peciale dei sottufficiali presso la Scuola militare di i\:fodeina, illustrandone le vicende dalle origini (1869) fino al 1915. Deciso l'intervento dell'Italia nel conflitto europeo, e decretata la mobilitazione deU'Esercito, il Ministero de1Ja guerra disponeva che presso la Scuola di Modeina si svolgesser,o Oorsi specia.Ii accelerati per aspiranti alla nomina ad1 ufficiali di complemento delle Armi di Fanteria e di Oa,valleria, sospendendo per la durata del1a guerra. i Corsi speciali dei sottufficiali presso fa Scuola stessa. In conseguenza. venne·portato a termi,ne il Corso spec.i ale acC(~lerato 1per sottufficiali, già ini?;iato nell'aprile 1915. A tale Corso erano stati ami11essi 131 sottufficiali, dei quali 21 (ridotti durante il Corso a 16 per il probabile passaggi.o ad altre Armi) aspiranti all'Artiglieria. Le esercitazio,ni pratich e s~ svolsero in due periodi : il pri½!o dal 23 aprile aU'S maggio a Sassuolo; il secondo dal 20 a,g-0sto al 30 setternb1·e al campo di Bagni della Porretta . Dal 29 dicembre -
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COU~I rEn :-,()'J•r' CFFH'IALl 0 °AHTI GL IEl1IA
l!Jl:3 al JG gernnaio l!)J(; ebbero lnogo gli esami .finali, S('l'itti t!fl oraJi, q11indi gli allievi ,·em1cro i11Yiati in lic:enza in a ttesa della nomina a sottotenente.
I1 gen . Fl'irnc.:esco ;'ila1·<: hi del quale già si è pal'lato nel Vohuue VI, il 24 ma ggio J915 lasciava il Comando della Scuola per assume1'e il Uomando della Divisione ùi RaYenua : lo sostituiva il mngg. gen . Giu"'tiniano Rossi, l'ichh,urnto dalhl posizion e ausi-liaria.
l:'ig. 11;() · Gencn1 le Giu:sti11i:1no Rossi, Comamlante Scuola mi!ita1·e cli i\focleuu.
Il gen . Giustiniano R ossi er:-t nato a Saluzzo nel 1852. Rottote11ente cli fanteria nel J.B75, fn promosso 11 cl 1885, e prese pa1-te alle prime battaglie in Rrittea a1cl 1. '7-, . T<>1mato in Itafot ·venne 1101ni11ato aiutante di cmnpo della Brigata Siernt e frequentò poi (·On successo la Scuola di p;uena ottenendo nrl L 94: la promozione a scelta a maggiore nel 13° Fanteria. OoJonncllo -
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lL G'E:XE!HLE, GIUS'fl;,,;J.,\:S:O ROSSI
nel 1904 comwndò l'S5° Reggimento fanteria e fu poi Comandante in 2" ,de]la ScuolH d'applicazione di fanteria d.i Parma. OoJJocato in posizione ausiliaria nel 1910 e promosso maggior generale nel 1814, Yenne richinmato nel 1915 e per due anni comandò la Scuola · militare d i ì\1oclenn . Tenente generale ,nel Hll7, dopo Rver comaùclato la Divisione militare territoriale di Perugia, fn chiamato al Comando Supremo in ?:oo,a. di guerra òve rimase dal settembre· un, al JJOvembre J 918. Dopo la guerra fu ricollocato in congedo è tl'asferito lH~lla riservn e morì poi a ;forino nel 1921.
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11 Corso speciale dei sottufficiali, dopo una sospensione c01:rispo,ncleintc nl periodo bellico e dell'immediato dopoguerra, veniva ricnstitnHo rwl 1923.
§ II
La Regi a Accademia militare di T orino : Corsi per alliev i, uffi: ciali e ffettiv i , Corsi per allievi uffici a li di complemento e di mi= lizia te rritoriale , Cors i facoltati v i , Cnrs i p er allievi ufficiali di milizia territoriale : Corsi obblig atori , Corsi s peciali : Corsi per allievi provenien ti dai Collegi militari : .Cors i per ufficiali uditori = Istruz ioni di ae ronautica per alliev i aspiranti ufficiali di compie, mento , Co rso s traord inario per sottotenen ti d'artig lieria di mi: lizia territoriale.
Nel VI Volume di qnc>sta Storia abbjamo rievocato le vi· cende della R.. Accademia militare cli ~l'orino dal 1870 al 1915. Nel periodo 191 :-;-18 si svo'lsero in Accademia, oltre a c1 al, cu11i Corsi actelerati per aspi.ra nt i alla nomina a sottotenente i n servizio attiYo permanente, diversi successivi Corsi accelerati gratuiti per militari aspiranti all a nomina a sottotenente di comple-
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CORSI l'EH ALJ.léìVI · UFli'ICIALI l:ìFFETTIVl
mento e cli milizia terrHoriale, da assegnarsi ai Reggimenti mobilitati cl' Artigliel'ia e del Genio. Mentre i prirui, doè i Corsi aceelerati per alJievi-ufficiaii effettivi si s,·olsero limita t amente al periodo 1915-16, i secOJHli, cioè i Oor·si per alJievi-nfficiali cli eomplemento e di milizia territoriale, si svolsero òRl H>l5 al 1919, e furono S facoltativi, 5 obbligatori e Gspeciali : vi presero parte oltre 17.000 allievi. Da remo ora afornni cenni sulle caratteristi.che prin cipali dei snddetti Corsi e sull'attività acl essi iuerente.
COHSI .PJ~H ALLIE\'I-Cl!~FICTALI FlF.i"ETTl VI. - Il 21 maggio t915, all'a tto ùf.'ll'entrau1 in guerr11 clell"Italiu, si stP.van o s,·oJgendo iu Ar.cademiH :::eguen ti Corsi: - 3° anno di corso d<'l Corso ordi1Jnrio uct.-le!:f1to 19;3-L>; - 2° arni o di eorso del Co rso ordinar io ac:cel(•rtllo 191-!-15; - 1° anno ùi corso del Cor so ordinario nccf'lernto 1915; - a·, HnJ10 di c:or>'o s tmordinnri o ar.celernt0 l!Jl5. Questo Cor >'o stn1ordi nario era costituito da gion111i che. ayrn1no compiuto il 1• bieunio di mate1uutica (ingegneria}. aum1css! per cof1corso direttamente nl 30 anno di cor so : in nitri term ini <' colla ,·rcchia denominozion<', t!ra qu<>slo uu Corso (li « bt•rretlini ,1. • 11 23 maggio 1915 emanato l'ordin<' di mobilitnzionc generale dell' E><< rcito, i11 ottcrnpt•ra11,m olle clis posizloni contenute nel ':'omo fJl cli mobili tn r.iOJ H'. gli allie,·i clel 30 del 2o Corso ordinario, promossi immecllatam<'ntc sottoH·nenti nelle Armi cl' Artiglier ia e Gen io ven ntTO tlesti1rnti ai Regg imen ti. Quc'lli ch 1 l :l" Corso straordinario e del 10 Cor,;o orclinario, dopo I\Y<'r seguito un C"orso :icceh•rH to <' aver ultim a ti. gli csnrni 1w r la nromozio.ne a ><onotencute d' Artiglieria e del Grnio. u>'cirono cloll'Accaù<'mia rispetth·amente il 15 ottobre 1915 r cl il 1 ::; gennaio 19lQ. Un'u U1missione cli allievi prownientl dai Collegi militori 11nt>nn<' 1'8 giu;.:11 0 l!Jlii : e:a:si segu.i rono l<' sorti del 10 Corso onlinario s uindi ca to. ·cn :10 Cor;:o stri!Onllnado acceler ato ;:i s,·o·tst' dal 20 non mbr<' 19U\ alla G1w cli maggio l9J6. Un Corso orclinill·io accelerato si s,·oJse dtil :!.7 gcm, aio ai primi di noY<'Ul· brc 1916: a tale Corso sì u nì, H 26 :CcbbrnJo. 1916, ;,;eguendOllE! le sorti, lln grup110 <li nllievl provcnie.oti dai Collegi militari. Q<w,;to ft. l ' ultimo ror!'o pcr allie,·i11f(iciali effetth·i s,·oJtosi clnrante la grande ~uc1-ra 1915-lS : con Cir<:olar<· n . 478, il Ministero clelln guerra sospendeva per tutta 111 clnrnta del ronflitt() i Co rsi 1·egol:i ri per In nom inu in sen ·ìzlo ntti,o P<'rmnnente, sia. presso I· Ac· caclemia militar e di T orino dw presso la Scuolii militare cli Mod( na.
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PRJllS SO f..\ RF..GIA ACC.-\Dl•è~[(,\ M l LITARVi OI 'l.'ORIXO
P er le ammissioni ai suddetti ultimi Cor,;ì, vrdinario e straordiuul'io, accelerati, :,;voltìsi in Accademia, vennero seguite le seguenti n orme: - per l'ammissione al Cor:so ordinario, i eoi1correntl, che dovevuno csS1'n ! muniti di diploma di licenza di Liceo o d'Istituto tecnico, dovevano ,;uperarc un t>su me orale di matema tlcu. su tre tes i estratte a sorte, dl'l programma di ammissione: una di ulgeln-a, unn cli geometria ed una di trigonometria. Dm·aw massima ùell'e',;ame, quarantacinque iniuuti. - Per l'ammisisione al 3° Corso straordinnno i concorrenti dovevano cmuprovar e con avposito certificato di aver frequentato, presso la Facoltà di Scienze fisico-matematiche di una R. Univer sità o Istituto superiore di grado cqulrnlente, i Corsi e <li a,·er superato gli esami speciali delle seguenti mn tcric: fisica sperimenta le; chimica inorganica ed organica; anulisi algebrica ; annli:si infmi te:,;imule; geometria analitica; gcom\!· tria proie ctln1 con dis<'gno; meccani ca razionale; georoetrlu descrittiva con disegno. P er il conferimento dei p~ti a concon;o ,·eniva sta bilita unu graduatoria basata e:sdusivamentc sui r>unli ripor taci negli esumi universitari. Non potevano concorrere all'ammiSsioue i militari che si trovavano it far parte di Comandi, r epl\rti e ,;er.vi~i dislocn tl n<'lla zona delle oper a iìoni. Le waterie. d!iJl:segÙlunpnto . e di esamo, oltre le Ordinarie l~O'Ul'.Ì.Olli- prut ielle, comprenden1n o : i\.ne Militare; F ortificazione; Topografia; Gcografi!L; Artigllcrin; Anni e Tiro; Annllsl matematica (per gll allievi del Corso ordinario; Chimica applicata. e Sloriit militare (per gli allievi del 3° Corso straordinario). li Ministero deterwina,·a inolh·c· che i futur i sottotc·nenti efJettivi, provcnienli dal Corso onli11ario, fo:-;St>ro tenuti u co mpiere, a campagna di guerra ultimnta, un Corxo complemrntare di istn1r.ione proft>ssionale di circa sei mes i, h1 pitl. ed all"infuori dei Cors i pre!<.' O la Scuola di applieniione d'Artiglieria e Genio, prC':scritli dall'l\r ticolo G della l..eg_~c 8 giugno 1913, r1. 601, sull'avaninme-n to nel R. Eser cito. Invece i .rutllri sottotenrnti <t!l?tt iYi proveoi<'T>ti dal a° Cor,;o straordinario non avrebbero fatto alc-011 Corso <:ompl!'mentnn' ed ancbbero proseguii.o senz"allro gli studi 111Ja S<:uola ll'nppliCil1.io11e !1' Artiglieria e Genio. ,
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COHS 1 PFJR ALLllffl-lH<' FJCIALl or CO.JII'LFJl lE ~TO E J)l .ì\CfLlZIA T·ERR l'l'OHLALE. - La nec<'SSità di a><SC-gna rc ai r epar ti mobilitati d' Arti. glierin <' del Genio, rntro _bren· tempo, dri :sottoterw nti cb<' po:;,;edcssEro il mini1uo di is"trur.ionc inòis1wn;:at,Jle per eSL)licarc le mans ioni di ufficiale su. balterno presso i r eparti stessi. indusse ìl Ministero tlc:lla guerra ad irstituirc dei Cor rsi speciali accelerati per la nomina a sottotrnente cli complemento ndle d li<' Armi, da s,·olger e pn,i;;so l' Accademia militnre cli Torino. Pcrta nto sin clnl 22 maggio JfJlu, coJ1 Circolare n . 380 del giorna le militare. yP1111ero srnl>llite le nornw ver l'arnmis»ion e n tu.li Corsi.
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.-\L L H)\'l l;FFl ('IALJ iJ} CO:.\II'LE)10);T0 E Dl ) II LJ ½IA 'J:IW IUTORlAL lìl
No i ci occ upctemo esciusivamen lt' dei Corsi ù'A.1·tiglie1·ia e Gen io srnlti pr esso l'Aceaclemh.1 m ilitar e d i 'l'orino, tn 1lasciando di occ·upar ci di quelli che, più tar di e 11<'r gT!llJ vnn c ùella dura ta dd la g uerr a , Ycùn~• rò svolti nnclle al fronte fra le Unità mobilltatc. Il pthno Cor so pr ,,::.:so l"Ac<'adcmla milita r e cbl>c in izio il lO A"iuguo ](Jl,i . Vi f urono am 1ucs:si s oléanto i milita r i ili 1a e 2• calf'goria che a ,·ey.ino ott1'nut o d i ritardare il servir. io wil itarc e vosscdCYallo il diplourn di liceuza in Scieuze fisico-matemaliclw (2° anno di "Cniversità ) o un titolo equi pollente o supu-iore sempn! nella facoltà di matematica. La dru·ata del Cor ;.:o Yf'J1uc stabilita di ci rca tre mesi, dopo i qttali ~.,:rd11Je s ta ta c:oncessa la nomina a sottotf'nen te d i cou1pll'lllento agli alli<'Yi ,-IH' a•; , sser o r aggitmtu la n C'ces::rnria. prepnrnz ionc. A tale Corso, colllc f n detto, <'l"itno s tnt i nm m('!'Si solta nto i rniJl tari che nvenm o otteuuto di l'ilardare il S<'rvlzio di leva . ])"a ltra par t<' , per soclclisfare lid limite Ù<'l po,;sibile lr: aspiraz ioni di altri uumer osi giovnni <:b e non s i n·ova 1·ano in tali co ndiz ion i, il llf'i nis ler o della guri·ra a distanza di pochi glor ui con Circo.lnrl' n. ,Ul <lrl giorna le militar e in data 28 maggio 191;; determinò di far seguir<' al pn 'dE'tto Co rso l r imestra l<' un aitr o a nnlog-o C'on ;o per m ilital'i cli pti ma e S<'Conda categor ia, i quali non avessero a s no t empo us ufru.iLo dd la .facoltà di titard ar c il sen izio milital'e, cd aYP.sser o qtii ncl i già a Ùl'lllPiu to !l i lor o obbligùi (li leva iulerrornpen do gli !i'tucl i. P oternno inoltre concorren' Pl' r l'ammiss.ione II t:l le Cors o anche i ruilitari ùi pri rua e seconda categor ia 1·iformali, i q11111i otto.>n <'SS<'ro a clomnn<la, a tt,·avPrso nrn1 visita !ll<'dica cli r evis ione, la clicl.lian1zione cli !donl'itìl fJ,.<;ica, noncbè i m ili t a ri d i H• ctt legoria C'l te nvess<'ro Intt o r icbi<1sta ùi tias.<:agp;io definitivo nlla l" categorifl . ' l' utt i. i m ili tar .i i<nc1clcl t i, Jn a t tesfl del n u ovo Cor so. do,cvano raggiungere i r isp<'ttivi Di'posit i 1wr r ircvl"re una prima is t ruzjo11c m llitar e pra Lica, talE• (la con:-entir <' al nuoYo Cor!':o una ,dura ta inferion ~ ri.i tre mesi s tab ilil'i 11<•1· il Corso J)n><·ed('llt('. P <! r cs,w1·L· nmmcs.si a l Corso. gli aspiranti don?Yano comproYa re d i ( ""l'l"t' i<tnLlen ti cl i U nivers ità t:> cli !ist itu ti superiori ass imilati. Xon poteYano euncorr,·r<' a U'aum1iss ione, i mil itar i c]lc :,;i Lron1 ya110 a f nr par tt· d i ('om1111Lli. n •pa r t i e senizi disloca ti n c>lla wna <li u()L'rn zion i. Gli a ll ie,·i clkh inm li idoud nll a fine ckl Corso, san,bbt•i·o stati nominati sottot:nien li cli com(ik 11Jc11 to. mmh,g-11mc11tt• a ll uanto era sh1Lo stabilito 11 r il Corso prececl<'Jll l'. ll 1n101·0 ( 'orso. in iziato il ·10 sdtcrnl>r e un;;, ebhl' In clnr :na di ci r c,t ,ll1e nw:si. A -r 1'in (] lllld r aJ1wn to ogni Corso er a stato cosi 1·ipartito :
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1 Gru ppo d' arri;.,d it;r ia da campagna , su 3 Ln tter ic. 1wr gli alliC'Yi aspiran t i nlle Sneci:tl itù <hl cnmpngrnt t• dli mon1·ag.un; L Ur uppo t1 ·a rti){lieria 1la for tezza . s n 2 com pagni(;, per A"li nllievi aspiranti alle ~pucial itit a ·artiglieria <la fortezza e da cost a; 1 ('Oru 11a~u i<1 del Uen io ver g li alliCYi a;;pira uti ll tale Arma.
r prog rnnun i degli inse;rn:1menti e <lf:lle istruzi oni comp rencle,·ano :
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l:'Jn;sso LA REGIA AçCAl)l:.,;\IfA .M!LrT.-\f:0 DI '.l'OJ{l:,;Q
prui;ramma cli arte militare : .tattica e :;el'\'i:du in, guerra .; orgauica (comune :i.Ile dne Ar mi); - progrnunua di topogra?:.t (comune allE: .<lne Apni); - pr ogram1m1. <li fortificazione (dis tinto per Anna); - reparto lli istrn ziuni pra t i<-be, e regoh.tlllCn ti. dr1 impar tirsi ,l tutti gli allievi scuza distinzione di An na ; - reparto delle istrnzioni <la impar tirsi separa tamente agli aspiranti all 'art iglieria dn camp<1gna e d:1 montagna, agli asp ira nti all'artiglieri a da fortezza e cla costa, ed agli aspi~;mti ali' Arrua del genio ; - prngr amma di istruzione morale (coumue a lle <lue Armi). Mentre per il pl'imo corso gli iusegnanu~nti e le istn 1r.ioui pra ticlle venivano svolte a cu ra dei Comandanti di r evarto, per quello s uccessi\·o, ni Comandanti cli n::pa r to, oltre lo svolgimento delle istruzioni prati<:he, Yenne affidato l'insegnamento dell'Ar te militare e dei regola menti, mentre per la tovogi:afia e per la fortifica zione Yellllero designati a ppositi insegua n ti. L 'accer tamento dell'idoneit à degli a llievi a l graclo di sott:oteueute cli complew.ento 1·eui1·a fotto in base ai punti cli nierito da essi r ipor ta.ti nelle matetie teoriche, negli eser c:i r. i milita r i p ratid e nella condotta ed attitUlliue m ilitare dur ante lo svolgimento del corso. Alla fiue del corso me<lei-;imo Yeniva fatta la media clelle tre Yotar.iou i, e ùa 1111a speciale Commissione cli avan1,ameu to venil·a a ttribuito a c iascun a llievo un p unto cli merito compl<~ssivo, d 1e impor tava la idoneità se uguale o i-;uperior e a 1opo e la 1\011 idoneità s~ iuCeriore v 10,20.
Kon s i :nrnncttern r edsioue del giudizio <ldla Commissioue, i l quale era per tanto definito ed inappellabile. Gli nllievi di<:lliarati non idonei al grntlo lii :;ottoteneu te cli complemen to, per - uon ayere ragg iun ta la <.:lassifka di 10/20, cessavano clefinitirnmente dalla lo ro qua lific:a lii allìel'i. ufficiali, e 1·enirnno inviati ai Depositi dei Corpi segnalati dal Ministero . Gli allievi elle a causa cli. lunga ma·l attia erano st,lti asseut.i dalle lezioni ecl istruzioni per q uasi tutta od a lmeno gra n pa r te della durata (!(il Corso, cd i quali non potevano conseguentemente essere clich iar ati idonei, dovevano senz'altro pa.ssarc al Corso successivo. Gli allievi. d ichiarati idonei venivilllO in 1·iali in lic<mza in attesa della nomina a sottotenente cli complemento. D11rnut1~ il Col'so tutti gli allieri. arevano cl.iritto .11 com pleto t mttamento g ra t uito.
Ci siamo sofCerniati alquanto sull'or din:.1meuto e sul funz ionamento rlei primi cl ue Cors i ver allievi u tliciali d i complemento istitu it i a ll 'Acco.clemia militar e di Tol'ino, e sl'Oltisi nel 1915, costituendo essi per cosi dire il fondamento sul qua le, sia p m e con i rih>Cch i sugg<~r iti da ll'esperienza e dnlle necessità con-
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COH:51 l'..\COLTA-J'IYJ
tingenti, ,;i modcllurono i successivi numerosi analoghi Corsi svoltisi nello :;Lesso I stltnto nel r estante periodo 1916-1919. Di questi daremo alcuni cenni, mettendone in risalto le principoli corn tteristicht~. Nel complesso i Con<! per alllevi-ufllclali di comvl emento e di milizia ter· rJtoriale :;;volt ìsi in Accntlemiu nel periodo 191:"i-J.919 :,,i possono c:Jassìll<:ar e i11 tre categorie: - Corsi facoltnti\·i; - Corsi <>bbligutori; - Cor;;i speciali.
CO H::<l FAOOT!TA.T IYl. - .\ppart1c"ngo110 :1 questu categoria i primi dut! Corsi SYoltisi nel ]915. cli c11i già abbiamo parlato, ed altri sei Cor si svoltisi successivamente fino al 28 febbrnio 1918, data ehe seg na la chiusura dell'u ltimo di tnl i Corsi. Vi era no nrnm<>ssi, a domanda e per coucori-o, i militari che !>i tro,·avauo in 1lt'! terminatc conclizioni cli <:la:sse di leva 1~ di categoria, i-pecifìc.:ate dl volta in Yo lt:1 uel bando ministeri:1le di <·onc-orw. Il t itolo minimo di stlldio pe r l"ammlssi011e, c; lle J>er i primi due Corsi en. come abbi:nno visto, la Jl ce11?1a JJ<:,,a le o tl"Tsti t uto tecnico, cousiste1'a nel e1)1'titicato di passaggio al 2~ auuo di liceo o d'Istitu to te<-nlco, c.:011 pr eferenza agli as11iranti c.:he !Jr<•x<!ntass(·ru i maggiori t itoli tl i studi matematici compiuti . Mentre dai primi. du e ( 'ond gli alli e d tlic·hiara t i icloucl usciv:1110 colla nomina a ,;ottote1wnte di eompl emento. iu quelli succeS8i,·i, a Corso ultima to. gli allievi g iudi<:a tl merit.e,·oli ,·t•ulnmo nominati a l grado di « uspil'a:otc ufficialti lli cumpl ewcnto » istituito c·oll'ai-Ucolo ;{ ciel De<·reto Luogolencn:i:ialc n. 108<1 lll'I· l'l1 luglio 1915. Dopo un mese di seni:i:io al fronte· <:O n tale grad,), ,·cniv:1110. se l"iconoscl uti i<lonei e \)1,e ritevoli , promossi sottutericnti cli comJ)l<>,mcnto. L'idoneità per .l.1 nomin:t al :.rrndo clì aspiran te ufliciale d i comr,Jemeoto uon llove,·a ex8<'re actertata mecliautt• esamt• 11lla fine dei Corsi, ma con oppor tmlc prove da farsi cltmrnte l Corsi stC'xsi, LJl!l" <·on»ta tn te le 11ttìt udlni etl il prolìtto dei f<ingoli allievi. Hli :immessi :ti Corsi gode,·ano del t·omplelo trattamento gratuito per tutta la 1l11rata del Corso . La ùurnta dl'i Corsi non f u sl•mpre uguale, ma ,·ariò cla un minimo di 2 ad un massimo di poco superiore ai 5 mesi. Dai Corsi suindicati erano in linea cli massima est:l usi i mil itari appartc· nenti a Comandi, reparti o senhr,i mobilitati. Possiamo inoltre consider a re come npp:wtene uti alla categoria dei Corsi fa· coltativi i due oorsi per nllievi-ufficiali tli 111ilì7,la territoriale, ciascuno delln durata di cit~l 45 giorni. s,·oltisi in Aceadcmia tra il 1° dicembre 1916 ed il 20 Jll:11'7.0 1917.
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PHESSO LA REGIA ACC..\Dfnru :MIJ,ITARJ•; DI TOHIKO
Titolo miuimo di studio era la licenza di liceo o di Istituto tecnh::o, con pr,i1'erenza ai candidati elle presentassero i maggiori titoli di studi matematici com11iuti. 'Ultimato il Corso, gli alli eYi giudicati merit:EiYOli n ~nin\llo llomillat.i al grado di sottotenCllte di milizia territoriale. Anche per <J11esti Corsi l'idoJH::ità pei· la nomina a tale grado non veniva aceertata mediante esami finali, ma con opport une prove cfa farsi dura11tc i Co1,:iìi stes,:;i ·per :.6o_nstab1r<1 -le -attitndiut,; ~<1 ·il profitto <lei singoli allieYi. · An:1logamente gli ammessi godevano del trattamento gratuito per t utta la ,1nrat:1 clei Corsi. COHSI OBBLIGA'I'ORl - L'istituzione di tali Corsi derivò dalJ',ipplica:,;ioue del Decreto Luogotenen7.iale n. so;:. ili tlat.a 22 febbmio 1917, che vrovvedern al reclut~1mento cli sottote~1enti cli complemtmto e di milizia t erritori ale, e di graduati ùi truppa ndle Arm i cli Jfanterhi, Carnll<~ria, Artiglieria e Gemo. Per J'a pplicat-ione di ,tale Dec1·eto il Ministero della guerra, con Cit·çobrn, JJ. 181 <lel « Giornale militare» ili data (i nrnrzo 1917 stabiliva che tutti ì militari cli truppa e<l i sottufficiali alle armi, o <>he prf·stan rno ;;;crvizio nella c ,·oce Rosl'.a. J1d Sovrnuo mi li tm·P Ordine di l\'Ialtn u m Ila C1·0<'.<> Az,:u1Tn. i qu..iJi f ossero :ll possesso della licenza dl li.ceo o <li Istituto tecnico o di titoli cli stu<lio equipollenti o superiori. doYevano farne clenullzia per iscritto, entro il 30 marzo 1\Jl.7, ,1llc~ Autori tà da eui direttamente <li pencle,·ano. I militari in vossesso <lei titoli cli stu<lio menzionati sa.rel>beru stati di mas:sinrn indì.lti a frequentare, a secondo della classe <li Jern e dell,1 categoria cui a ppart<'ll<~,·ano, i Corsi allievi-ufficiali di complemento istituiti presso l'Eser cito mobilitato o<l in ra~i:s<~. oppure i Corsi accelerati per sott.otenellti di milizia ter rito1·ial <-', qua le <:lie fosse h1 loro idoneità tisica. P1·esso i Col'si cl'istn1zione i mili tari suindicati. lnclipenckll tmuente clal gr,ulo ,li a ttitudine fisica loro attribuito in precedenz,1. sa rebbero stati sotl'oposti ml ,11.:c11rata Yisita sn nita ria. Coloro <:he fòssel'(> ri:rnltat i illcomli:,;iona.tamente .idonei alle faticlH!- di guerra sarebb<>. ro ::;tati ,nomiuat.i ,se giudicati meriternli ttll;/ fine dei Corsi, ,,,;ttotenenti di mili11ii1 terr itor i.Ile oli aspirÌrnti uffi(' iali di eomplement.o, a secollda della <:lasse <· tiella categoria c11i appartN1evano. Coloro che non risultassero incol1di.2lon3.tamentEi idonei alle fatiche di guena n. fra gli idonei, rnloro chn alla fine rld Corso nou fos!>ero g iud icati meritew,li clella nomina acl uffi<:ia le, an<>.bbero potuto, in r e\a7,ione alle attituclini climo:;:trate durante il Corso, e::;:;;ere nom inati sergenti o caporali. T milit,n·i che a l termine del Corso fossero gill(ikati non nwrltevoli della nomina ad 11fficiale pel' ragioni di condotta. sarebbero sta ti inviati sem:'altl'O a i reparti e sel'\'i¼i mobili tati dell'Arma di c11i avevano frequentato il Corso, quale che fosse il grado della loro idoneità fisica. ì\ioclifiehe a tali nonne velliYano apporta te con successiva Ci 1·<:oh1 re n. ;ilS del « Giornale mil itare» in data O agosto 1917, colla quale il Ministero della g11erra detenn iml\·(1 che gli Allievi <ld Corsi obblignto ri, i quali al l1·nnine dei
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CORSI CJHUf, l.GA'l'OU I
Corsi slc,;si nou a ,·,,~sero ottenuta ridoueità per la nomina al gratlc> cli sottote nentc di milizia tenitorial e o tli a,;pirantc nillcial e tli <:omplcwc·nto, fos,;t•ro invia ti iu zon a tli guerra fH'r rirwtN·e il Cor:so. 'l'ale tli >'J)ns izi,:me ,;i ap()lic·a v:1 tanto a qu,egli allie vi che per circostauzc incli pPuclenti dall a lol'I) rnlontà uou a ,·e,·auo potuto Cr<.'qnentare JX'r intero il Cori-o. c111anto a quelli che erano stati riteunti 11.ou mc•rite\'oli tlcll:1 uowim1 ,la ne Commissioni cl i a Yanzumcnto. Gli alli<'Yi invece che a l te rmine tlei Cor si ern no. stali tli clliarnti, per rag ioni fi!':ic-he . nou hlonei alla nomina a sottote,wnte di mil!zi:1 tc•nitoriale. o acl a:,;pir:inti nftki ali ll i compl emento. e ri11 ,·iati rw rcib ai loro Dt•posili •·on dicllh1 1·aziout• cli tempora ne:1 iua ùi liti't lisi e-a. :1 I t erm in<· cl i tali> IH'l' ioclo :::arel.tbero :,;tali a cnra tlei Coma11Lli tli Co rpo d'Arm (ltfl tcrri to1·iali i::ottopoi-ti a ,·i.sita collegiale . l' quelli riconosciuti lntondiziouata menlt• idonei allt' fatitllc tli guerra segnalati ul )IinistC'rO d<'ll:t g-ue rrn ve1· la nomim1 n ><Ottorene nlP tli 111ilizi:1 t erri· Loriale o ad aspiraut<' nHidal(• di comple111Pnto. Ulte1·iori modlliche v(•nh·n11 0 aucor:t parziaiuwntt' aP1>o rt,1te a queste not·me per effetto della Circola re 11. li'ì del « Giornale militare ,, iu dat,1 11 febbraio Hl18. colln quale s i sta biiirn (")1e a 11:u·rire da tai t' data 110 11 i::al'el)bPro stati più istituiti ' ln zon a di. g ne rra nuov i C'CJ l'>< i <li allie,·1 ufticin. li. P er r1uanlo rig-1ia1·tla gli allie d tld Cor,;i ohbligat,,ri v,•uh·a p1"1tn nto sta· bi lito: -
che gli a llievi i qu:tli nl t ermine dei Cor:si fo;;,-p1·0 g-iutlic;ati (ln lle co1u· peten ti Co111111iss ionl non itlou('! per detlcienr.e prot't•><.sionali otl intellct· t nali al )!r:Hlo cli i;oLtotenente di milizia territo1·iale o di :ìspir:rnte ufficiale tll COllll)kmt•nto, ,·euis:,;el'O, a ,;eeonel,ì tlella c-1:isse tli lent cui npparte1wvnuo, fatti ricntn11·e ai r epa rt i di 1n·o1•eni eu,,:.1 1,ppuw trn · s frriti in zouil dì gnena ed nssegnati :1tl 1111 r c.> f)arlo mohi lilnto llel1".\ rma uella quale u,·e,·ano frequentato il Cor><o. <·011sent1mlo il grado che cvcntna lmeutc a ,·eYan o all"atto clella loro ammissione:> al Corsn :;tCSSlJ.
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d1e colo1·0 in1·ece dH' pe r rag-ioni tli :;n lu te o 11c 1· c,ualsia"l :1 it r :1 cil'· <·ostauza tn,lipemh'llf.t> llalla propria ,·oloutà non a,·~,,·ano poh1lo fre· q ueutan· per iutt•ro il Co r;,o ohbliga to rl o :1 1 qual<• era no s (·:iti in,·iati. fossero. a ,;econrla llè lla clnsse di 1c,·11 cui appa rteneY:lllO. 11rn 11clati ai 1·ep:1r t i di pro,·enienza o~l a l'él)al'ti tlell".\nua ;1lh1 ([U:1le t•1·a110 stali trasferiti all"atto dell'ammissione al Co1·so. e trattenuti in zona ter ri toriale 11 110 al et•s;;nre clell t! eause che aYeva n1> tl<'t•"?tmin.,to i,, loro cl im i;;::sionti cln l Co rso, clopo di die aYr12bl.tcro clon1to e:;serc a,T ia.ti nl l'orso ol.tbli;:rntorio di Jiiù pros,;imo inizio.
L<> norm e snin rliente Y:1l t•,·:rno (li massima :1 1whe pt•r g-li a llie\'i cki Co1·si facoltatiY i, i qu:11 1. a ;;ceonci:1 tl('!ia clni-sc cli krn rli a pp:ut0uenza, :1v1·ebbero potuto ril•utrn rc a i Cor pi di prnn•uit>nza oppure ,·euirc inYiati i11 zona lli gu~rra.
Rimn11.p1•ano invèce inva 1:iate etl C!Hft•:,;e :inr·he figli al i iC\'Ì tlei t·o1·si facoltati;·i. le g i.'1 citatt' I)i!,11osi7.ioni tlella Circolare n . -il8 tlel « Giol'nale mìli ta re >) 1917,
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1·elatin' ,1 g li a llie,·i clicbiaraLi non i(]onei al termi ne clei Cor;;:i pet tt:.inporan<'fl inabil itù fo,ie;1. Il 1-0 Corso obbligatorio iu Ac·ea<leru ia elllle ini7,io il l::i maggi o Hil.7: comJ)lessivarneute ::;e 1w svolser o ci nq ue e l ' ultimo eb be termine il ;, luglio 1918. Per i primi t r e Corsi la durata fu cli cl.ne mEisi cia scuna. Le ma terie d'ius:c~gnamcnto e le is truzioni erano quelk g iit citate per i Cors i JacoltatiYi; cli massima il p rimo periotlo cli istrnzione s i s ,·olge ,·:.L in >Mie a Tor ino, mentr e ì1 secondo perioclo si en;etluavn. durante l'ultimo mese c1i corso al -Campo lii S . i\fauri7,io. Anche per l)uesti Cors i, come per quelli fac:oltllti\°i g li a llic·;i goclen1no <lel COmJ.}lCto t rattamento gra tuito per t utta la durata dei Corsi. CORSI SPl!lCT.ALI - I Corsi speciali furono complessiva mente sei. Ebbero ini7,io il 5 febbl'aio 1918 e terminarono il 10 aprìle mm. I primi d ue ebbero la durata tli qua ttro mmsi; i tre successivi lii sei mesi, e l'tùtimo cli qnattro m esi. Ri·ano distinti in Corsi Speciali d ' Artiglieria, e Corsi Speciali del Genio. Questì Corsi riunivano i11 sè le cai-a't teristicl!c <lei Corsi. facoltativi e di ·<Jnclli obbligatori : le a mmissioni infatti avvenivano o a domanda oppure cl'autorltiL Pt•r le ammissioni a llomanrln., essendo sta ti sos1wsi Hel febbr aio HllS i <Cor si allievi nfficiali in zona cli guerra, un determinato numero di posti veniva r'isenato ai milita ti provenienti dai reparti mobilitati. Il titolo minimo lii sturl io per gli ammessi a doma nda non pro Ycnienti dii ;teparti mobilitati. era il certificato lii co nseguito passaggio da l vrimo a l se·Con<lo Corso <li liceo o di Istit nto tecnico; per gli inviati d'autorità la licenza l iceale o cli Istituto tecni co. I'er gli nmmcissi a clomancln, provenienti da reparti -i1101Jilitati, uon occorrevano t itoli di studio: essi venivano sottoposti in .Acca-clemi a . p r ima di esservi defin itivamente ammessi, ad un facile esperimento int~~i;o a <:0ustntan1fi la cult ura gNicrale . Coloro che non superavano l'esperimento venivano fatti J'ientrare ai reparti -di pro,·enieuza. Il Comando dell' Accaclemia aveva però facoltà di dispensare ,da ll'esperimento c1nei mili ta ri clre esib issero titoli lii stu<lio g inclicati suffi·d ùnt i.. A partire clal t·erzo Corso anch e i vroveni enti clai reparti mobilitati do,·eva no a.n•rc gli stessi t itoli rli ,:,tmlio degli altri c-onco u enti. A partil'e dal quat to Corso. pe r l'ammissione ai Co rs i cli artig lieri ;1, occor1:eva lH'r tutti la licenza liceali' o cli Jstituto tecn ico, ocl un titolo equ ipollente o s uperiore. Anchn p1~r q uesti Cor si, come pel' qnelli facoltnti,·i ed obbligatori. gli a llievi godc1'·,.1no clel compl<'to t r attamen to gratuito ; al termine dei Corsi i giudicati iclonei. a .$<'Conda della class~~ di appartenenza e della categoria, venivano nominati sottotenenti di milizi,1 t erritoriale oppure aspiranti ufficiali cli complemento (a. v11rlire dal t er7,o corso Yeni v:rno nomina ti senz'a ltro sottotenenti cli <.:omplemenlo1. Così pure l 'i<loneitit per la nomina a t:1le grado non don-?,·a Yenire aecertata me<liante esami fi na li, ma con opportune prove clnrante i Corsi stessi !'Cr con.stntare l'atti tu d ine Nl il profitto degli all ieYi.
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consr Sl:'FCIALI - CORSI l:'lm ALl.l l~Vl PHO\"lilNIE.rs'.l'I DAI COLLEGI MILITAIU
Questi Corsi spccinli era no informa.ti al concetto foudameutale di riunirevantuggi clei COl'Si del.la zona <li guerra, c:h4.l crnno stati sospesi, c:on . quelli delle Scuole all' inLerno del Paese, eliminando per contro glì inconvenienti rispetti \'l tielle due istituzioni. Lol'O J)riu<:ipnle carn tteristica era rcterog1rneità degli allievi per coltura,. per età e ver provenienza. Dato lo scorio emincntemeute pl'atico dei Corsi, e la loro brern durata, era assolutamente necessario <:be le malcric d'insegnameuto, costituenti nelle Scuole clel tempo di pace li fon<lamelllo dell.1, cultura professionale dell'ufficiale, venissero traltate solo lirnitameutc a quuuto fosse strettamente necessario per far comprendere ciò che gli allle1·i a n-ebbero poi clornto rettlrnente applicare nel ser,faio di ufficiale snbalteruo presso le l ruppe. Da ciò la necessità d1 uua stretti\ connessione Lra l'insegnamento delle materie teorico-pratiche di studio e l'ad dcstramcuto milibtrc, c1oveudo il primo essere l'iu<.lispen::;aùile premessa teorica cli guanto Yenfra praticamente applicato col sccouclo. Xel complesso <111in<li : Corsi emineutemente pratici, limitati nel loro tccni· cismo nlle full.:6ionl dell'uiliciale suùalt.erno d'Artiglieria o clel Genio. I programmi d'insegnamento e cli acl<lestnuucnto, J)er quanto riguarda i. Corsi d'Artiglieria compren<le,a no : -
Arte militare, 16 le1.ioni;
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Armi e tiro, 112 lezioni ;
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l 'ortifìca1.ioue campa le, l(i lezioni ; Topografia, 1G lezioni; Geografia, 10 lezioni; Igiene e pi:outo soccorso, 8 le1.ioni; .All.lministrazione e contabililìt , 10 le1.ioui; Educazione morale; Addestramento IDill tare.
Numerose esercitazioni pratiche, specie ver quanto riguarda il puulaIDcuto e tiro delle bocche da fuoco, <.10,·ernno complet..1re l'insegnamento teorico <.lurante· l'ultimo mese al <'ampo cli S. Ylnuri1.io od al Poligono di Lombardore. COHSI PEH ALLIEVI l 'HOYE::S:lB~TI DAI COLlA::Gr i\ULT'l'.ARI Colla sospensione, per la durata della guena <.lei Corsi presso l 'Accademia e presso la Scuola 111.ilitn re Pùl' aspiran ti alla nomina a sottotenente in servizio, attiYo J)ermaneutc (Circolarn u. 478 clel << Giornale militare» iu da ta 28 luglio J()lG), il i\Iinistero della gul'1-ra decise l'adozione cli spe<:inll pron e<limenti per gli allic\·i pron:ul(•nti dai Collegi milit:1ri che aveyauo consegu ito la licenza ùi liceo o d'istituto tecnico prcs,;o ì Collegi stessi e eh(~ aspit·n.vauo a clivcutare ufficiali eJiettivi. Coloro che sceglie,ano L\rma d'Artiglieria o quella ùcl Genio dovevano venire avviati, ap11cn:t se ne oliri Ya la nossibilità, r, frequentare un Corso per allievi ufiiciali. cli complemento presso l'Accademia militare <.li '.!:orino. Al terrnin~ dei Corsi, se idonei, ,enivnno nominati aspiranti ufficiali di complemento e,
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con s 1 P0H U FFlCI.-\LI UDI T OlH
dopo un mese di serYizio al fronte con tale g1·ado, promossi sottotcucnti cli complemento se riconosciuti idonei. Dopo sei mesi di servizio al fronte come sottotenenti cli complemento potevano ottenere, a loro domanda, il trasferimento nel ruolo degli ufficiali effettivi, qualora riportassero parere fa voreYole dalle competeuti Comm issi oni di a ,,auzamento (Circolare 11. 13 del « Giomale mililare >) 1917) . Tale limite. di senizio come sottotenenti di com11lemento venne poi abbassato a tre mesi (Circolare n. 33 del «Giornale militare)) 1918). La riconosciuta necessità di una maggior(! cultura matematica, po1'tò all'adozione di uuo1·e Disposizioni (Circolare n. 42:i del « Giomale militare)) HJ18). Con esse venne stabilito che agli allievi pro,·enienti dai Collegi militari ed ammessi ai Corsi per allievi ufficiali presso l 'Ar.c:ademia militare dt Torino, che intendevano di ventare ufficiali. di Artiglieria o del Genio in servizio a ttivo permanente, doveva impartirsi, a cura ciel Comaudo dùll'Ac:c.idemia e durante il Corso, l'insegnamento clella matematica sul lJl'Ogl'arnma contenuto nella Circolare n. 6 del « Giornale militare 1) 1915, onde prepnrarli a subire, alla fine dei Oorsi, l'apposito esperimento complementare di matematica, prescritto clal comma. J.3 della parte I del Hegolamento otganico pet le Scuole militari, appro· , ato con H.. Decreto 26 marzo 1890 . .Alla fine dei Corsi tntt.i gli allievi giuclicati idonei venivano nominati sottotenenti di complemento e quindi trasferiti a reparti di prima linea. Coloro elle aspiravano a diventa1·e nll'ìciali eJJ;ettivi cli attiglieria o del genio, e che avevano superato l'espet·imeuto complementare di matematica suaccennato, dopo un servizio cli sei mesi al fronte col grado di sottotenente di complemento, potevano, a domanda, conseguire il passaggio nei ruoli clegli ntliciali in serv1z10 attivo permanente, pntcbè ottenessero il parere favorevol e delle competenti Commissioni éli aYaU?.amento. CORSI PER UFFICIALI UDT.'l'OR.I - Per vermettere agli nfilc;iali subalterni. effettivi della Specialità 'l'reno delle Armi di Artiglieria e del Genio di potere, in cletoga al disposto clei pat·agrafi 08, 99 e 102 del Regolameuto sull'avanzamento, conseguire H vassaggio di Specialità nelle rispettive Armi, l 'articolo '7 <lcl Decretò Luogotenenziale n. (](;G del 18 maggio lOlG stabilì che detti uflkiali potessero a loro domanda ottenere tale passaggio vrevio un esperimento teoricopratico confortato dal giudizio favorevole cli apposita Commissione. In l'elazioue a tale disposizione, il Ministero della guerra ton Circolare n . 42ìJ del « Giornale militare >> 1916 prescriveva, analogamente a quanto il Comando Supremo aveva stabilito 11er i repatti. e servizi dislocati in zona cli guerra, cJJe l'esperimento teorico-pratico, per gli ufficiali subalterni del Treno <'l'Artiglieria e del Genio, non disloc:.iti in zona di guerra, avesse luogo presso il Corso accelcrnto per aJlievi ufficiali di complemento che si sta va eJiettuanclo presso L '\.ccaclemia militare. Gli ufficiali sarebbero stati ammessi a seguire il Corso come uc1itori e alh fine del Corso sottoposti, separatamentù dagli altri allievi, agli esami per la nomina ad :ispirante ufficiale cli complemento; in llase al risul-
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l S'rBUZIOXl OI ..\El!O:>:.\l:'l' ICA • COH::50 STJL\0110 . l:'En SOl"l"OTEf\J,).:,;'J'I r,I
).f.
T.
tato degli csarui. là Commissione esamim1tri<:e do,·cy::i cmellcre il :rinclizio cli cui al <:itato :11:ticolo 7 c[('l De<:rcto Luogotenenzia le 11. GGfi tlel 101G . .ò. quanto risult:t, di quc><ti Corsi per ufficial i uclitori prci;so l'.\ccaclemia militare se n e smisero tre : - il 1l1:lmo col fJ'' Corso facoltatì1·0 nen·estate 101G ; - il secondo CCl il terzo coi Corsi speciali nelrautunno-inveruo 191 '·U) . .Al seconclo Cor so veuue ro auche a mmessi alcuni ufficiali uditori llcll u SpecialittL Bombardieri, che desidera rnno conseguire il passaggio acl altra Specialità dcli' àrnrn . 1S'l '1WZ10NI DI AERONAUTIC.\ P ER ALLIEVI ,\SPIRAK'I 'I UFFI· CI ALI DI COMPLJ~.\IENTO - Du rante il 5° Co rso .f:icolta(:ivo, e per la durata di circrt un mese (22 ago:slo-2;; ;,elteml1t·e 191 G). Yc1111e impartita una :<1>1·ciah• istruzione a<l un grnppo ù ì 14 allievi aspiranti ufficiali <li couiplemeuto, lallt'eati in ingegneria, onde ullilitarli ai sc r vir,i aeronautici per la parte tecnica. Le materie d'insegn:tmento comprcndernno: - materiale cli a vinzione; - motori d 'u vh,zione; - teoria degli aeroplani; - anni per aeroplani. Le lezioni teoriche avernno luogo a Torino nei locali della Ilil.)lioteca militar e di prcsiclìo; le istruzioni pratiche a l Campo di ì\Ilrnfi.ori ed alla Scuola motoristi . ~~!
. CORSO S~l'IU..ORDINAR!O .l'RR SO'l 'TO'l'EXRN'l'I DI ARTIGLIERIA DI MILIZIA TERRIT0HT.-\LJ:: - l'cr online del ì.\Iinistero clcll::i guerr:1 il lO di· cembre 1915 si iniziò. nllè clìpemh'nze ckl Comanclo de lla It. Accademia mtlitar e ùi Torluo, un Corso ,;tt·aordiuario di istnizionc nei locali della Scuol:-t di guerra per circa 300 soltotrnenli <li milizia territoriale rtel l'At·ma. cli artiglieria. Il Corso, che a rrehbe dovnto durare cluc mesi si protl'aiose fino al 25 marzo 1916 e cioè ebbe mia clurata qua!<! doppia di quella preventil':ltn.
§ III Acca serm ame nto z ione.
Aule p er lezioni e di s tudio
Locali d ' istru:
J1 numero ilegli nlJievi. in nlcuni pel'iocli oltre 1.500, notevolmente aumentato i n c-onfronto a i tpel"iocli normali in cui l ' Accadcmh:1, ospitavri pol'O più <.li 300 aJlie vi, impose la necessità, di -
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ACCMlJ·,IDL-\::lm~' l'O - Arr.~ P J<Jp. Llr T,0 7.IO:\'.T - LOC,ILI o'ISTRU ZION'E
pro<.;ur:n·si altri locali, oltre a qu elli cli cui normalmente l'Jstituto disponeva. Gli allievi. vennero pert.aint.o accasermati, oltre che nei locali clell ' Accadernia, in quelli : -
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della Scuola c1·applicai1ione cl' Al'tiglieria e Genio, della Caserum Car lo F.mannele I in via cldlll ?lecca, della Caserma clel 50° ;Reggimento fanteria iu Yia della z ecc·u, della Caserma .C crnaia nella vi.a omonima, della Scuola di guerra in corso Vinzaglio e c.lella Scuola 'l'orquato '.l'asso in piazza S. Giovanni.
Un Jocule ad uso mensa venne allestito nena cavea del 1.'eatro Regio. Per le lezioni, oltre alle a ule dell'Accademia e -della Scn-0la di app1icazio,ue, vennero messe a disposizione deg.li allievi d ue aule della R Università in via Po, e alcune aule del R. PoJitecnico in vi.a Ospedale. Per l'equitazione f'unzionavwno come maneggi, oltre il maneggi.o Ohi a blese annesso all' Ac<:ademia, quelli dipendenti dalla Ca serma CarJo Emanuele I e dalla Scuola d'appJicazio,ne alla Spinnn tn di Artiglieria. Hicotcliarno jnoltre, per i Campi cVisln1zione e per le esercitazioni cli tii·o, il Poligono di S. Maurizio e quello di Lombardore.
§ IV
Comandanti dell'Accademla militare.
Nel periodo 11)13-U) furono Comanda nti cl.ella R. Accad emia Torino :
rn ilita re di -
il colonnello. poi genetale, Agostino /,rlol'io clal lfl15 al J.917; il gener ale Alfl·<' c'lo Dnhtc cfa l 1017 al lDJS ; il genernle Andr ea Caor si dal l!ll8 al 19HJ; il generai<:> Vitt.01·io Ber tolè n el mm.
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SS5 -
Jr, GE::-.'8IlALE A:'\Dl{]JJA CAOHSI
Del genern le del (ìenio Ag ostino Arl orio nbuimno giù, da to notbde nel YI Yolnme, l'i.evoC"anclo le vicemle clelln R. Acca demia militare dal 1870 al J 913; e del pari nello Rtesso VI Y olume si è am1pi:amente pm·Jato ·d d disti111tisshuo ai-1iglic1·e Alfr(•clo Dn lnc
Flg. 172. • R . .\ ccademia militare di 'l'orino. Tugre,,,,o pri11cipah'.
nann nclo Je vic-enclc clcll:ì Sc nola di 11 pplic;izion c d' ArUgli ei-in e Genio ncJlo sles o lasso di tempo. Ci Jimitei-cmo quindi a dare alcuni (·enui biog-rafici degli alt i·i <.1 11e Com.andn.nO is uc<:eduti al gene1·ale Duhl<;, i.11 ri guanlo del quale i-iteniamo pe1·ò dO\·cr oso accennm·e <;he nel l!)lG allorehè l 'allora <·olonne llo DulH e conrn.11dava un R aggruppamento d'ai-tigli<'ria d'as1,edio, in o(·cnsione <li un pel'icoloso scoppio cli munizioni in urn1 del1e clipe.JHlenti battel"ic, gli fo c·onferita la medaglia d' argento al v,1101· miJitai-<' pet· el-..'Sei-e r i11sc.:ito coll'ardita sua opera , e empio e sp1·one al p<'rsonale c·he lo <:oadiuvaYa nell'impresa, n sah-nre 1a ùHtteria clH uu sic111·0 disastro. -
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IL GlDNIWALJ,J VI1'1.'0U[O OEJBTOLÈ
Il generale Andrea Caorsi era na to a Genova il 15 genna io J859. Entrato in Accademia il J.o ottobr e 1S77 uséi il 27 luglio 1880 sott otenente (l'a r t iglieria. Colla promozione a teuente nel 1882 fu <kstinato alle batterie da montagna ch~l 12<> e JlOi clel 16° R eggimento artiglieria cl.a fortezza . Promosso capitano ne l R eggimento da montagna nel 1887, f u addetto alla Direzione su periore d elle esperienze d'artiglieria . Partito per l'Africa part ecipò a lla campagna in FJJ-itrea clel l S95-0fi. e pr omosso maggior e nel 16<1 Heggimento ··da campagna nel 1902 fu addetto ill Comando d' Artig-Ii<iria cla costa e da fortezza -cli Piacenza, cli.venendo tenente colonnello il 15 nrn.1·zo 1908. Promosso colonnello nel 1912 comaucl<, il 2° Reggimento a r t iglieria peic;ante ,campale . Entrato iu guena contro l'Aust ria nel 1915 e promosso generale ìl 30 marzo 1916 comandò l 'artiglieria del J.IT. Corpo d ' Armata dan· 11 febb1:aio all'8 giugno 1916, e poi fino al 30 uovemhrn ebhc il Comando dell'ar tiglieria del Comando truppe a ltipiani meritando la Croce di cavali.el'e dell' Ol.'Cline milita re c1i Savoia . Dopo aver comandato l'artiglierin. della ()a Ar ma ta (l o d icembre 191()-8 aprile 1.917) e l ' Accademi a mili tare cli Torino dal 18 ottobre 1918 all'S febbraio 1919 lasciò il servizio a tth o . .F'n nomi nato generale di Divisioue nella riserva nel 1V24; mori a ìHodem1 il 20 giugno 1938. Il generale Vitlorio Be1-tolè era nato a Oodogna il O dicembre 1860. Entrato in Accademia milit are nel 1878 uscì sottotenen te d'art iglieria nel 1881. Promosso tenente fu assegnato alla batteria da montagna · clel 1G0 Reggimento ar tiglieria da fortez:1,a passando poi al Reggimento cla montr1gna all'atto della sua costituzione. n tale R eggimento fu promosso ca pita no nell'ottobre l SSS. Partecipò alla campagna in ]!)rit r ca elci 18H5-\Hl e poi 1iassò come insegnante a lla Scuola d 'applirazione cli Al't iglie1:ia e Genio . P r omosso maggiore il 20 die<~mbre 1903 tornò al R eggimento a r tiglieria da mont agna, nel quale conseguì la pt·omozione a tenent e colonnello il 30 settembre 1\llO. Nominato Ooma ncl aute del 1° R eggimento a r t iglieria da montag na nel 1914 f: pr omosso colonnello d ue mesi dopo, all'inizio della grande g uerra ebbe il comando tattico dell 'artiglieria da m<mtagua della 3a Arrnat11, ed il 21 dicembre 1916 fu promosso genernle e pe r la s ua azione in guerra l?hbC' la CJ:oce cli caYaliere dell'Ordin(~ m ilita r e cl i SaYoia. Dopo essere stato addetto all'In tencl1?nza gene~·ale clcll'Eser cito, il O feb· braio JH19 ebbe il conrnuclo clell'Ac:c:ademia militare Chù lascièl il 1° luglio dello stesso an no abbanclonaudo il ser,·izio attirn. Nel 1023 f u nominato· generale cli Divisione nella risei:n t ; morì u Torino il 27 maggio 193T.
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TL SOT'1'0TENfu-X'1'g l'AU~TO L"GGRAl\'CJ\NI
§
V
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Il primo caduto - Antichi alliev i de lla R. Accademia mili tare morti in g uerra - Antichi allievi e a lt ri a rt iglieri decorat i di Me= dag lia d'Oro = L'inaug urazione della Ia1,ide ricordante i Caduti • I ma teriali raccolti ne l Museo S torico dell'Accademia.
L'a nnunzio clella mobilitazione generale tde])a, dichiarazione di guerra all' Austl'ia sollevò fra gli Accademisti un'ondata di incontenibile ent usiasmo. Dopo pochi giorni veniva comunicato che gli allievi del 2° e 3° Corso ordinario che avevano raggiunto i 1S anni di età erano womossi sottotenenti ed a,vrebbero raggiunto i Reggimenti il 7 giugno. Gli allievi del 1° Corso Ol'dinario e del 3° Corso stra.ordi01a1-io snrebbe1·0 alllcora rimnsti in Accademia per seguire uno S[)eciale Corso accelerato. Dopo poco tempo i m10,i sottotenentli di Artiglier ia. e del Ge:nio, usciti dall.Acca demia di Torino, aYevano già ricevuto il battesimo del fuoco : alcuni erano già, morti combattendo val orosamente. 24 1naggio 1915 -
Quale l uminoso esempio della prepa1·azione morale che la nostra antica Accade;roia sabauda sapeva infonde re ai giovani educati frn le sue ve<.:chie e glol'iose mm·a, vogliamo ricordare il diciannovenne sottotenente d'artiglieria da montagna I1'a usto LU<HtAMANI, ca cluto il 5 luglio l!)J 5. In suo 01101·e l'iporteremo ql1i l 'Ordine cl el giorno in data 12 luglio del Comando dell'Accademia milit~re. Così scrisse il Comandante colon . .Arlorio : Dal Comnnclo della lG• batteria da montagna d::il fronte, ho ricevuto J:.t se~ 1.nwn tc lettera in data S luglio, che trasCl'iYo integralmente desiderando che tutti ne abbiano conoscenza : « Signor colonnello, il giorno 2-0 dello scorso giugno si presentava ill fronte, destinato alla mi a batteria, :1 sottoteucntc Fausto Lugrama ui da poco uscito rlalL\ccaderuìa militare di Tori no.
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888-
Lo destiuai al comando della 2" sczion<~ e l'entusiasmo e la fede con cm mcominciò a disimpegnare il suo compito, davano sicm·o affidamento eh,~ l'Accademista <li ieri sarebbe presto divent3to un bra.Yo uffici.ale. Il 5 luglio, mentre la batterla demoliva con tiro a. granata uu robusto trinceramento del nemico, un4 batteria austl'iaca cll medio calibro coutroha.ttè con grauate acl alto esplosivoUna cli queste colpisce in pieno il quarto pezzo, uccide il capopezzo ·e tre serventi, forlsce gra Yemente il sottotenente Lugmmani e gli altri serventi. Il giovane ufliciale s~ ria-17.a da sè, senza aiu to si trasporta :fino al posto di medicazione, e lit, conscio della su:1 ferita morta.le, insiste col medico perchè curi prima gli altri feriti. .Serenamente a me cll<1 lo accarezzo come un bimbo, egli domanda : mio capitano, è contento <li me? Ho :fatto tutto il mio dovfire'? E quando soggiogato cla quella forza d'animo non posso trattenere un singhiozzo, egli sommessamente mi rimrn·oyera: ,. Vergogna mio capitano. di fronte al nemico non si piange, non pia.ugo io ... ! Seri va agli ufficiali dell' Accademia che anche dopo soli sc~ttc mesi di vita militare gli accademisti sanno morire bene per il Re e per la Patria ! " Così. è morto q1wsl:o giovane eroe, così uuovo alle armi e già cosi forte al cimento. Io ho voluto, signor .Comandant<~, che ella sapesse come è mo1'.tO questo suo allievo perchè l'Accademia lo ticordi e ponga il suo nome vicino a quello degli altri valorosi morti sul campo, che da <.:odesta Scuola trassero la fede nel destino della Patria e nella gloria clell' Arma nostra. Fausto Lugra.mani era il più giovane tra j miei artiglieri: è stato la prima vittima. Noi lo terremo come il simbolo sacro che ci guiclerà nelle future prove. ·- l!'.to : capit. Urio Scintovito, Comandante clella J.lì• batteria da montagna>> . E cosi soggiungeva il çolonn. Arlorio : <e Nessnn eommento : aggiuugo soltanto che come il valoroso e compianto sottotenente Lngramani, altri giovani ufiiciali tcstè usciti cla questa Accademia sono già ca<luti s ul cal)lpo >).
Alla. memoria del sottotearnnte :i?-'austo Lugramani venne eoncessa snl cinnpo di Motn P1·oprio da S.M. il Re, la medaglia d'argen to al valor militare, con la segue~1te motivazione : « Comancla.nte <°li se:òone, pe1· poter sorvegliare e dirigere il fuoco dei suoi pezzi, e rettificare il tiro, si esponeva al fuoco cli artiglieria ftnchè cadeva mortalmente colpito dimostrauc1o graÙcle fol'za d'animo» (5 luglio 1915: Case Cemponi).
Diamo ora l'elenco folografieo ·degli ufficiali apipartenenti all' Ai-ma {li A rti.glieria o da essa provenienti, già allievi della R, . Accaclerni.u rnilitnrc~ di 'l'orino, cudnti 11ella grande guerra J915-18. -
889 -
CO~L-\C\D.\K·r 1 DELLA IWGIA ACCADEMIA .\llT,lTARI-; DI T o nr:xo
Gen. Agostino Arloslo
Gen. Alfredo Du la c
Gen. Andrea Caorsi
Gen . Vittorio Bertolé
Fig. 170. - Comanclan ti tlc•lla
n ..\ crademia
~no -
militare cli 'l'or ino.
C0K0RALT CAD!!TT.
Magg. gen. F ileno Brigan t i
Magg. gen. Umberto Fadini
G en di Dlv. Antonino Cascino
Brig. gen. Paolo Maioli
Magg. gen. Carlo Montanari
Fig. 171. - Ge1wrnli caduti gi/1 .\.llic,·i della H. Accad0111ia militare· di Torino.
-
891 -
Magg.
Ten. Col. Camillo Burgos
Giuseppe Bernocco
Magg.
M.O. Magg. Felice Cluarle
Magg.
M.O. Magg. Carlo Ederle
Ten. Col. Angelo Casalini
Magg. Emidio castellani
Mario Celi
Colonn . Edoado Crocetta
Magg. Carlo Dana
Edoardo De Magistrls
Magg.
Ferruccio Franco
Ten. Col. Giovanni Gatti
Magg.
Giuseppe Calva n i
Magg.
Guy Ferruccio
Magg.
Felice Llcari
Fig. 173. - Ufficiall Superiori appar tenenti all'Arma d' Artiglieri1i o da essa provenienti, già Allievi delln R. Accademia militare di Torino. o nn
T en. col. Ing. Luigi Luporini
Magg. Enrico 11,ratassi
'l'en. col. Ugo Luzzatti
Ten. col. Alfredo Melita
Mancci la fotografia
Magg. Attilio Morelli
T en. col. Raimondo Paveslo
Ten. col. Enrico Percuoco
T en. col. Mario San ti
Magg. Luigi $avari no-Corti
Colonn. G iuseppe Scarano
Magg. Bruno T ofano
'l'en. col. Giu lio Vivla ni
Fig. 174. - Ufficiali Supedori appartenenti a ll 'Arma d ' Artiglieria o da essa provenienti già Allievi clella R. Accademia militar e cli Torino.
-
893 -
Manca la fotografia
Teodosio Arrigbl
Giuseppe Bertolotti
Luigi Bailo
Ezio Bond etti
Ascanio BaldetU
Eugenio Belllni
Oscar Borreanl
Umberto Brlg idi
Man,ea l a Jotogratìa
Oscar Brugnettl
Alfredo Carini
Pasquale Cacace
Oreste Bugni
Enrico Ciantelli
Amerigo Cocciola
Mario Cancellarlo
Decio Colactcch i
Fig. 175. - Cnpitani appart<'nenti all'Armn d'Artigli eria o da essa l)roveuienti, gìà Allievi <l<.:lla R. Ac<:ndem1a militare di Torino.
-
894 -
Consalvo Comerci
Ga e tano Coris
Aldo Extra fallaces
Pietro Fattolini
M.O. Alfredo Di Cocco
Mcnotti D l Francesco
...:-
Giovan ni Fel'l'ero
Giovanni Fiora
Ca sim iro Gloria
Ma rio Graglia
Giovann i
Saba to Giordan o
Giova n n i G ioven a le
lì'ig . 176 . • segn<< Capitani ap1)ar tenen t i a ll' Arm11 d'Ar t iglier ia o da t'SSa proven ienti, già Allievi della R. Accildemia ruilitnre cli Torino.
-
895 -
Ettore Greco
Dom enico Gualdl
Giacomo Gugllclminctt!
Paolo Henry
Alessandro Lorio
Luciano Luccidi
Pietro Marras
Alberto Marsicano
Luigi Man,!cano
Mi chele 1\1(\ r tìnell!
Gennaro Martinengo
Mario Molesini
Francesco Montanari
Plo iviornn<li
Carlo Moretta-Gabettl
Ottorino Mutti
FJg. 177. - -~C{Juc Capitani a ppart<'nenti all'Ar ma d'Artiglier ia o da essa pro,enienti., gl:i Allievi della R . .Acca demia militare cli Torino.
-
896 -
Do~ enico Pa r is:
Ferruccio P iz7,o
Roberto Pocobelli
F erdin a n do Pucci
Vittorio Roveglia
Mario Sacco
Emilio Porzio
Ulisse Sca.r petta
Manca
la fotografia
Atair Serramoglia
Vit o Strnoncelli
Carlo Trucchett i
Ca rlo Vicedomini
Antonio Tesone
Italo Vittozzi
Ottorino Tombolan -Fava
F ilippo Zuccarello
Fig. 178. - Segue Capitani appn.rteP,m ti all'Arma d'Artiglieria o da essa provenienti, giit Allievi della R . Accademia mHitan~ di 'l'orino.
57
-
897 -
Michele Agrifoglio
Fortunato Alber gon1
E;1\o Angc leri
Silvio Ansclmettl
Mario Allegretti
Gh.tlio Ammllleri
Giuseppe Barriera
Pietro Bassi
. :'.'\
Alessandro Battaglia
Alcide Benedetti
Carlo Bescapé
Michele Bolis
Edoardo Bonfiglio
Umb.to Bonvegna-Paslni
Dante Bianchì
Guido Bresolini
Fig. 179. - Tenenti u.pp!lrt<>n<'nti all'Arma d' Artigieria o da !'8Sa provenienti, gitt Allievi della n. Accademia militare di 'l'orino.
-
898-
Alessandro Brunelli
Aurello Capucci
F ra n cesco Carlonf
Gaetano Casoll
MMte(t
l a fotografia
Carlo Ca ssinis
Federico Castegnaro
Ugo Ciuffoletti
Giulio Clemente
Antonio Coletta
Cassia.no Corticelll
Luigi Cusano
Ettore Da llern
Giulio De Amicis
Camillo Cavadlni
Annunzio Cervi
Manca la fotografia
Oddone Crisafulli
Fig. 180. - segue Tenenti appartenenti all' Arm::L cl' Artigliera o da essa provenienti, già Allievi della R. Accademia milita re cli 'l'odno.
,&w;,
Luigi D'Amore
.,.
Martinangelo Di Malo
Gianfrancesco De Gennaro
Antoni o Del Franco
Gaetano Ferrara
Federico Foschinl
UlUberto Di Minicllo
Efisio Garau
Manca la fotografia
Luigi Gasparl
Bruto Gasparini
Mario Gherlonc
Amedeo Ghetti
Manca la fotografia
Angelo Gigante
Domenico Giordani
UmbCJr to Giordano
Antonio Gorini
Fig. JSl. - segue Ten<'nti appartenenti all'Ar ma ò 'Artiglieria o cla essa pr,wenienti, già Allievi della H. ACC'Hclemi:L mili tare <li Torino.
-
900 -
Manca lct jotografi,a
Vittorio Mainardi
Arturo J a hier
G iovanni Maggio
l\,farìo Marcovich
G iovanni Batt. Massin i
Alb erto Mayr
I tal o Marchiorì
Almas Mazzucchelli
Manca la fotografici
Ca rlo Meda
Antonio Manga-Marchi
Ma rio Mi no~:d
Massimo Muricchio
Mcmca la fotografia
Cesare Nasi
Gallia no Otta via ni
Gustavo O rsi
Michele Ottone
Fig. 182. - :;egiie Tenenti uppa r tencoti ali.' Arma d'Artiglier ia o da essa provenienti°, già Allievi della R. Accademia milita re cli 'l'orino.
-
901 -
Manca la fotografia
Mario Paclnl
Rober to Salerno
Pasqua le Schiavone
Nicolò Spatafora
Luigi Pelaez
Umberto Pettazzi
Carlo Rosati
Enrico Selvaggio
Luigi Schen ardi
Salvatore Schiavo
Luigi Scognamig!io
Gualtiero Sir tori
Giuseppe Sorrentino
Cinzio Ugollni
Ottavio Valente
Oreste Tarozzi
Fig. 183. - segue 'J.'en<'n li :lppurt.c,nenti all' Arma d ' Art iglieria o clu c'~sa 11r0Yeni<>nti , glil Al lie vi clelht IL Acc:acl emia mi.litare cli 'l'orino.
-
902 -
l Manca la fotografia
l I
i
..l Carlo Penero
Edoa rdo Velo
PasQu ale Villcll a
Clodoveo Voltolina
Fig. 184 . . se911e 'l'C' ncnti a1nmrtc11CJ1ti all'A rm a ù' Artigli<:'r ia o tla esf<n 1woveuienti, giì1 Alli<',·i della R. Acc:ldl'mia militnre di 'ferino.
Gino Ancona
Guido An ton in l
Emilio Antonloli
Mario Arduino
Giorgio Basegglo
Carlo Basso
M anca
la fotografia
Francesco Argenta
Michele Astuti
Fig. 18;, - Sottotenenti appur tC'nc•n ti all' Arma a ·Artigl'eria o da essa prov<:> nicnti , già AllicYi della R. Accudt' lllia militare di 'l'orino.
-
903 -
Francesco Bermond
Giov. Battista Berrei ta
Luigi Bernini
Giuseppe Benetta
Manca la foto grafici
Silvio Bertola
Bruno Bertuccl
.",ntonlo Biscegll:i.
Ca rlo Boi
11-!anca
la fotografi a
Ugo Bolla
Guglielmo Bu roni
Prospero Bollettino
Franc.co Ilonscmbiante
Giuseppe Bustaffa
Celso Canelli
Ennio Brlgnone
Giuseppe Capitaneo
Flg. JSG. - segue Sottnlrnrn ti appnrt<'nc:11 ti nll' Al'ma cl' Artiglie r ia o da essa provenicrati, gii1 Ll. llicvi ddla R. Acc:td<>min m ilitar<> cli Torino.
-
904 -
Carlo c arll
Mario Casali
Att ilio C:atapano
Valentin o Ceas
F r:i ncesco Cerè
Anct1·ea Chiovenùa
Enr ico Cli vio
Ru bino Colombln i
Mario Colombo
Riccardo Crespi
Melchiorre Crosio
Carlo Da ccò
G uid o De Ben edetti
Arrigo Cugola
Paolo Cavalli
'
F ig. J87. - segue Sotto rc 1w 111 i npp.1r1l n<'uti : 1Jt' ,\ rrna cl' .\n igl ierin o tl,l l s:;a pro\·eni c•nU, gi:ì ..c\Jli<',·i (IPll,1. lt . .Acc:1 t1, •rn i:1 rnilir:11·1' di 'l'or ino.
905 -
Giacomo De Lu ca
Scipione Del Vecchio
G.ov:inn! De Ma~ln is
Luigi Di Collalto
Guido Felcier!
Luigi Falco
Guid o De Mar tino
Davide Ferrando
Manca la fotografia
Nereo Ferrarini
Fausto Filzi
Giovanni Galante
Alberto Galizia
Antonio Fra i omeni
Carlo Galizzl
Amedeo Fusco
Nelllo Germano
l!-,ig.188. · segue Sottotenenti tlPpttrtenenti an·Arma d'A rtir;licl'ia o da essa pro,enieuti, ;,ià Allie,i della n. Acc:1deruh1 lllili tare di Tori no.
-
906 -
Luigi Giannelll
Antonio Giaretta
O ttavio Gibenini
Bru to Gilar<lonl
(
Eclgardo Olni
Giuseppe Gradassi
Carlo Greppi
Alberto Lambusler
Carlo Lanfran chi
Torquato Leone
Camil!o Levi Cattelan
Gianfranco Lanfranchi
Glov. Maria Lianl
Teodoro La Cava
Spartaco Lantini
Fausto Lugramani
F lg. 189. - scyue Sottotenenti a()t)artenentì all'Arma d'A~t iglie1:iu o tla esso. provenienti, già AllieYi della Il. Accacl<•mia mili tare cli '.l'orino.
-
907 -
'
M anca
la fot ogrn/ìct
Raoul Ruol
Ema nuele Salemi
Ar t11ro Salomone
Anton ino Saluzzo
Gi useppe Sani
F'illppo Schiaffino
Ugo Scoccia
Um ber to Sertorl
Gi t1sep11e Sitta
Luigi Solinas
Alfredo s ordi
Giuseppe Spinelli
Ma1.ca
la fotografi,<7.
Alfredo StroccM
Dom enico Torta
Giorgio Tu rlettl
Riccardo Tuzli
1''ig. 102 - scuuc Sottoteneuti appartenenti nll'Arnrn d"Artiglieria o dn essa provenienti, g iìt A lli e vi tle lla R. Accademia militare di Tori no.
-
910 -
Ma11ca
la fotografia
Giulio Vannoni
G iovanni Zancani
Silvio Varvello
Irzio Zanotti
En r ico Vece
Vincenzo Zanotti
Mario Volpi
Am erico Zazò
Fig. 193. - segue Sottotenenti appn,tenenti :ill"Armn d'Jxtiglierin o da cssn prornnienti, g ià Allievi tl cllu R. Ac:c:actemi,1 militn re di Torino.
Mario Alessandrl
Alfio Bclfiore
Ulisse Cappiello
Bruno Carini
F'ig. 19~ . - Aspiranti Ufficia li d'Artiglieria nppartenenti all'Arma o da essa prOl'Cllienti, giit Allievi della R . Accn<lernia militare di Torino.
-
911 -
Plinio ceccato
Enrico Corsetti
Almo cella
Pietro D'Alfonsò
Manca la ;otoorafìa
Catello Dc Malo
Angelo Doria
Ermi nio Fossati
AlessAndro Galto
Manca la fotografia
Amedeo Geymonat
Renato Motta
Alessandro Mazzanti
Olindo Ottavianl
Mario Menini
Vito Pacloleccllia
Carlo Milone
Vincenzo Petrelli
Fig. 19!). - serrue AspinUlti Ulliciali tl' Artiglieria a!)p:ntenenti ali' Arma o da essa pro1,euicnti, già Allicvl <lelln R . Accademia m ilitare cli Torino.
912
Manca ia fotografia
Gustavo Quarone
G i useppe Ravagnan i
Mal'lo S11vest rl
Giorgio Ridolfì
Alfreào Vigoni
Pietro Sibilla Masiero
Giuseppe Zanardo
Fig. 1.9!l. - segue A;:piraut i 'C'Hiciali cl' Artiglie t:ia apvartenenti ali' Arma o da essa J)ro,·euienti. già Allleri della R. Accadcmin militare di Torino.
58
913 -
La Regi.a Accaclemi::i militnre ricorda co11 orgoglio i suoi ex allic,·i decorati di medaglia d'oro <lnra~1te la grande guena 1915-18.
Emanuele Filiberto di S avoia
Gen. di Divls. ,Antonino Cascina
Magg. di fan teria Lutgi corali!
Magg, d 'artiglieria Felice Cblarlc
M agg. gen.
Umberto Fad lni
Magg. gcn.
Ca rlo Montanari
Magg, d'art1gUena
Magg. del genio
Carlo Ederle
Mario Flore
Magg. ciel genio Mario Rossani
Fig. 197. · E x Allievi della ;R. Accndemìa militare di Torino, decorati di medaglia d'oro.
-
914 -
Capit. d'artiglieria Giuseppe Bertolotti
Capit. d'artiglieria Alfredo Di Cocco
Capit. d 'ar tiglieria Ten. col. d'artiglieria Giulio Marinetti Ottorino Tombola n Fava
C apit. d'artiglieria F ilippo Zuccarello
F ig . l!ltl. -
H lf/1t.e
Cap! t . d'a.rtiglieria Gaetimo Carolei
Ex Allievi della ;R . AccadE:mi a mi litare cli Torino, decorati di medaglia d 'or o.
-
915
Con non min01·(~ orgoglio e cou profonda ammirazione, ricordiamo a nelle qui gli artiglieri, non p1·oveuienti dalla R egia Acca<lcmio militare cli 'J:orino, d'ccoi·ati di medaglia d'oro durante la grande guel'l'a 1915-J 8.
Maggiore
Giuseppe Beleno
Maggiore Luigi Clgersa
Capitano An tonio Trua
Tenente Giulio Blum
Tenen te Gia n giacomo Badint
Tenente Novenio Bucchi
Fig. 199. · Artiglieri uon proven ienti dalla H. Accoclcmia milito.re di Torit10, decorati cli medaglia d'oro.
-
916 -
Tenente
Anton io Gorin i
Tenente
Sottoteriente
Damiano Clliesa
Guido Monti
marescia llo capo Fer nando Vol ta
Sottotenente
Eclgardo Cortese
caporn l m aggiore Guido Pelizzan
Fig. 200. - Segue Al'tiglicr i non p1·orenienti ùalla H . Accademia militarci di Torino, decor u.ti di medaglia d'oro.
-- !)J.7 -
r -- ----·-- -
1 ('
- - - -..-- -.. Fig. 201. - Lapid e ricordo ù1.>gli cx ,1llieyi <l<'lla 1: . . \ t t:ade1u ia
<·:td ut i Ul·l la g earnlL·
g\lL'ITa.
INAUGUJ.UZIONEJ D0Lf,.\ LAPIDE Al CADUTI
· L'inaugurazione dclfa, lapide che rieorda i nomi degli ex allievi dell'Accademia militafe cadut i nella gra111cle guerra avvenne il 4 dicembre 1922, nella ricorrenza di Santa Barbara. Lu graudP. cerimonia s i svolse nel cortile cl.elL ,\ccaclemia tutto adorno cli trofei e di bandiere, acquistando particolare sok'nuità e rilievo per l'intervento delle LL. AA. RR. il Duc:a d 'Aosta, la P riucipei;sa Laetitia, i Duchi cli Genova, i l Duca cli P istoia e il Duca tie lle Pnglie, e per la. presenza delle gloriosissime baucliere dell'A1-tiglieria e del Genio. A conferir e a lla cerimon i:'.! r1 m,ll'auslE>r a s igno r ilità di c:omposter.7.a e cHsti11zione clw (i nelle n obilissime tra.dizioni clell' antico, glorioso Istituto, contribui a nche la numerosissima ecl clettissima adunata di Autorità civili e militari.
F ig . 202. - Cl't'imoni,1 sco1wimento la pide a i <':ttìut.i.
Il Cardinale Richelmy i,rnpartì la benedir.ione alla lapide e pronunciò brevi parole invocando l' et erna. pace sn coloro che seppero immolare la vita , fede li alla religione della Patria.
919
lL DJ;';CQRSO CO'.\ (i\JEi\iO l?A'l' n'O 0 1:;L DUCA D'A0S'.rA
S.E . iJ generale Vatc nri, Capo dello Stato hlaggiOl'e del l 'Eser·cito, portò il s.1ln to del Ministro della guerra . n D ura d' Aosta. a<·colto da gi-amli appla usi, p1·on undò con Yocc alta il i:-eguente di1-<:orso : Rit ro v<t11</0mi oqgi in questo maestoso ea ci ustero ea·i ficio, che ricorda ie 11/orie d<'ll' Esercito [)ie111-0n f<'SC e vicfo passcirc tm 'i banchi 1telte sue a 11le e sen u echefl{/ iOH' 11cll"a111[)ir'z;:<1 clcl .~110 co ,·ti/11 resubcr,i-ntc fl i01>i'1te::::n il oiica. 1111 sen.,o rii v i'r<i commo::ione inrMle tutte le fibre clel mio onore. n ·vecchio ma sc111pre en tu siasta mio cziore, 1rnr logorato dai d1wi CirnenH ,teZla u111:rm e <lalle cocc11t i crn1<1 re::::e de/. successi,t;i fre a.mi.i, qzii ritro·v1L -it suo a,rdente 1ml11li1·e : i<L m ente si apre alle 1>ili, ctolci, vision i dellci verde età (]1/.lmrlo, frci ùt<ti mcnicnbili cmnvauni, 1111i iniz iai gli studi militari, tenivranclo l'animo a.llc imp rese vi·11 ctr1t 11e, ci i/e 1/e<'isioni più ur<ivi, <1.1/e vicencl e vi1i, asvre. La, schiera, flei y iov<mi allicci che l ' Accaclcmiu crei.I soldati., si ò ormai <ii,·aclata: molti rli es.~i cadde r o v er la pi1i, vrande Italici ·iii 1in snblime y esto a'amore, 1ascianclo ci noi il 1xmto <li nverU amiti comvcigni, 'il dolore di civerli verd1tti, la ficre::::a <li JJOtcrli esaltare, fincll è vivremo e tJii1, -in là! Ufficiali <L1rliylieria e Geni.o! li sacrificio comviuto per la, PMria ftalla, schierct <li er oi, cacl1Hi ver il v iù yrcmdc e s11/Jli111e doren, risplende O/Jfli - e ,w1npr c v i ii, ,J'isJ)lcn<lerci - di t'<1tta lrt 8//a ce ra e f)Ul'(l 11rn1vlez:a; ed i nomi. <lei n1wvi i.m mort<tli s1111cituno nelra.nimo ·110.çfro il più ,rii:o 1<e11.~o <li rimpianto, di 1;011ern.z iolt(:, <li or gor,uo. nuorna lei m<'nte <1i ylo1•11i. <li 111e.11i, afln anni del 1,uirti.rio coronnto à i vit· t ori<t : 1·ic·vocci /.'·i11wH111e I rnue<lia, k p,'ove suliite, il sa,nr111e versato. l'e(lio.mo i 11011tri. er oi ead<w,, ·ricino alle bocch e Ila fuoco eruttanti snl nemico lct vcnclcttii <lell<t Potri n . [A ,çenlicw ,o an<lare 11tl"assalto alla fc.~ta <lei loro 111(1,nif)Oli, li 1Ja.cia,mo esanimi col co rpo srt11nreiato da orribili ferite . .d11t111irei;olc e !J l"nnrlc f u Z'ofle m cleU'A.rti11lieria cl1ir<;i·11tc la guerra trie,inalr,, scmvre <' do1;unque pari a,lle sue gloriosa t'rciaiz·i on·i , sempre e aovunqtte pronta c,ll'of/csa e n1/a, dife1<a,, 8<'111/Jl'C <: <lov1mq1ie &J)ùtn<i lll via <L!lli intrepi<IL fanti a<:· ('Ompay11<11Hloli n<'!Jli 11.~sal/ i crncnt i : e rem,mentc sem pre e <lov1mquc e11sci pn'J)111·ù ed assiou rù la 1·ittori<i in inli mo l<:{Jltnrn con la, R crtimi clel/e /Jat11iylie. Valenti.çsi 111a nell'a1>1>rcst"re ctifese. infaticnbile nel t racciare nuig·ni/iche sti·arle e ,,wllo stendere infiniti eolleyamenti, di batt«[Jlict, tencice sott o i l f uoco net getta.re vanti contro il nemico, eroica, ,iei {lloriosissim,f combat timent-t, l ' A r ma <tr,l Gt'niu f u imvare1111iouile in rrur,.,.a ver brav11r<i, ver 111orlesti<t, v er devoziow:. FJ la m ori<' mieti: lar11a11w11te m:t cam[)o 'ltbertoso: 437 niagnifiohe sv ighri, qui. ,1,111 or ri rol1J1 enlc ('i'<',,ciu / c e c nralc, }'11ro11.o duramente recise; e fra, c11se 1Jm1
80 ll<'i ca mpi rlctl(i miei iu lli mentieabile Ba Armata. G1ict esto sui NJ.Sl n pezzi, o eroici urtifJlfrl'i e bom/Ja•·dicri. del Carso, del l'int:e. rlr'/. 7'n•11.ti110 n <id (frof)JJU, 11w non imlictre[lyia-<t e di 111i'1111ghia; e q11ando le t e11e1Jro cii;i;olNriro lCL .stcUn clellci P atrici e la svent-wm sembrò fiaccare la uostr<i fiuro . roi frn,,ci11a ,~1c n lnaccici i ,;ost r i pc::zi fi·nt hè poteste, pic111ue11<10 <li
-
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IL DISCORSO COìlil\HlMORATlVO DJ<;l.. DUCA D'AOSTA
dolore, <li. rabbia,, <li va,ssion<i e comlm/.teste come fO!nU ver la glorio.~a ·r iscossa. (Ja.<lcste su;i vostr·i att·rez:zi, o pa,.~!'i enti z<ivvatori, m·i ,1wto1'i e vontim'i, ma il l<ivoro non fn intcn-ot:to, pe·r ch<l i J'rn.tdli <itten<leva,1io i,l 'vost1·0 a·usi.iio .; osc·n·1wnente moriste, o l!ra,vi. 'lclegn;.fiMi; e ,i;oi, o O·r denii aer()1w1iti, chi·u deste gii occhi sorrisi. cl-i !Jiovinezza, con la ·vi.sione dc11ci Pcitr-ia v-ittoriosa. Si<b onore e !!IOri<i ci ·Wi t·u,tti, o ant-ichi <ilz.ievi, ora e sempre! Antichi comvcigni <U i<tcali, di studi e di lotte ! A.tJ·r a,tella,ti dei di,vino a,more e <lei p ietà in.finita,, no-i. vediamo i, nostri mo·rti co;vi,nti alici sc:hiera, clei ·mcirti r i elle nelle r1 uerr<i <ii rc<lenzionc cciddero per lo stesso siwremo iaea,le. E' a pa,ssnto ell e a.,mnirn.mmo gio1; inetti. clic si fonde col 1n-<'S<!nte; è U vresente che si ler1<i col domani radioso.; e t1iito· ri,c:o rda. ·i oim,e,n ti S'u,perati, le ansie sofferte, ·i sacrifici compiuti, vcr l' ltltl1a, ver qnes·t a 't<!·r ra ohe noi a,doricuno oon wtt:ci lei forza cl<!l s<!ntimento, con t,11.tta. /(I, possMiza, dell'amore, con tutta, lcJ t<!nerezz<i del cu.ore. O glorios<i figwrci cU Ecloa,rdo f;(l.1;io, che oadesU per la libe,rtà, nella lotta co1itro 7,'1iU'i.mo '/)(tluo,rclo 1J.e;:Zl'osc·u rcmtismo borbonico; o a,nima gcne·rosa di V'itto ·r io elci lloriniclci, ohe 'ti saorifica.sti per resvansione feconda. . <l'ltaii<t con la 1;isi,one clelle aq1t'ile romane si1,l cielo di Etiovia, noi n on vi abbiamo dimenticati! O mil,it·i d<!llci più t1ran<le {111e1·rci, gene·ra.Ìi Ca.scino, Fa,<l.i-ni, Monto,nari; maggiori Ghia1'le, B<l<!rle, Rosscm.i o .li'iOnJ; ca.pita.ni 1H Cocco, :I1oml1ola,n, Z·ucoa·r eiio e Hm·tolotti., che, dallo Stel·v i,o cil ·ma·re, con l'ciiireo segno del 1;a,lore ma· cu.lato <li sa,nu11,e, i.rracl!iàstc l11c<! <li !!lOria sn q·1wsto Istit·u to che v·i educò agli 11ffizi cicUci M-ilizia., noi ·v i a.<Zo-ricimo come er oi cteUa, Pa,t ·r ia. O ccul/1.ti tu.tti clell',tccademia, i. ~oslri. nomi, · scolpiti. nel, ·m armo, sa1·anno esa.ltnti /1i et<!mO, i:nci./Mnenlo continuo a.i nuovi aUicvi a t1itto offrire, ci t·ntto osnrn. ci tutto sacrificcwe;: 1Hff l<i yra,n<lez,w dell'Italia, 11wclre! Beneclicimno, o con111>a,gni, l'cM·ci cli. tutti i 1iost1•i morti, che à 11.n 1·icordo, ohe & ·un 11er1no, elle è u,n simbolo; .s,u cl-i C8Sa, nella- fi.<imma, dcUa fecle confessala, c:ol smiyu,e, fil,/, ciUie-vi di. orwi e cli cio uumi teinv r ernm1,o l'a,nima a.i 1)6r<!nni e<t ùnma,nc;cil!i li t ,ricmtì <leUci Pat'J·ic1,. In <JllCSta. Sa.nta, Ba,r 11a,m cii 1·edenzionc, fati!, o morti rei-nca,r1uiti, nel.la, mw,11i,ssima r1iowntù ita,li ca, ell e ci Romei riwvercU, con <li11ina vassione, n scinto alloro dell<i v itt.ori<i, fati!, o fnitelli ca.<Lnt i, _1ier lo splenélore <l<!l nostro n1: mar1n<bn·imo e per l' ideale (lei mnrtiri ignot-i, cli c la, P<it.ri1i, l-i.berci cil,fìne dei or1n-i oscura, forz<t cli.~.rnlv itrice, 11wr ci og·nora. sic11 rei i:n ctern11, fil.orici romana,!
Gli ex allievi de1l' A<'cHdemin caduti pe1: Ja Patria noJ1 sono rieOl'dati solta1J1to nelle l apidi collocate sotto il portico del lato sml. del. cortile <l'onore. -
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MUSEO STORICO DHLL'ISTITUTO
Con particolare cura si sono raccolte fotografie e memorie dei Caduti. Rsse sono state riunite in due sale ùell' Isti.tuto, destinate a Museo Storico dell'Istituto stesso. In qnestc sale i iprcziosi cimeli Ye11111 cro 1·aggruppati intorno alle lapidi su cui spiccano i tn omi degli cx allicYi d eco1·al i di me-
Flg. 203. • Fucciat:;1 esterna e ingresso princi pale della Scuola d'Applicazione tl' Artiglieria e Genio.
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SACRARIO DEI CADUTI ALLA SCUOLA D'APPL. 0 1 ART . R GfoJNIO
daglia d' oro al valor militare, aflìnchè ricordino al visitatore i fas ti dell'Accademia, in egnino ai gio,·ani Accademisti come la P atria si onori con virtù cli. opere e eon spirilo di sacrificio; simboleggino quell ' abnegazione disinteressata che deve a(llimare quan ti la senono. Dal 4 ,d icembre 192i:>, g iorno in c ui S.A.R. il Principe di P iemonte solennemente in ;11tguran.1 il :J'.[useo Sloric:o clcll'Jstituto, f aci perennenwnte arde11ti ,·i tc8tiLHoniMIO la rc11erazi o11e di cui l ' Acc11demia tutta li ci1Toncla.
s VI La Scuo la d'applicazione d'Artig lie ria e Genio.
:Scl preeedente Pal'ag,·ufo non <"i :::iiamo oc-eupati ùe l In Scuola d 'appli<'a zionc d' .\Ttig lie1·ia e Genio, nè ùel Coma ndo unico della
Flf:'. :l04. · Si.u.:rur io elc i c·,1d nti ulln ::i<·uolu cl'Applicaiione cl'Artlglicrla.
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SACRARIO DF:I ~ ADù~l'I Af,LA SCUOL A D' APPLICAZIO!'IE
n' AR'l'lGLIERIA
E G&','10
R. Accademia e della ScnoJa ù'applicazione, perchè tali Enti non funzioilrnrono clm'Hlite la grnndc guerra 1915-18. Infatti neJl'agosto J914 tntti i C01·si della Scuola <.li applicazione furono sospesi; es!:ia pei-ò, pur cessando di funzionare come Scno]a, non fu coI11.1pletam0nte chiusa, e :fino al 1919 l 'Ente amministr-atiYo ecl organico fu retto da un Comando ptovvisorio. Colla sospensiollle dei Corsi clelln Scuola, il Comando dei due Istituti cessò di funzionate e si trasformò in Comando dell' Accademia militare, per lo &pedale carattere da questa assunto durante il petiodo bellico.
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CAPITOLO CINQU ANTADU IDSIMO IL MUSEO NAZ IONAL E D'ARTIGL!ERIA IN TOR INO ( 1870= = LA S UA SEDE NEL MASTIO DELLA CITTADELLA = BREVE STORIA DELLA CITTADELLA OI T ORINO , MATERIALI RACCOLTI • I DIRETTORI DEL MUSEO : PROPOSTE E von ~ER IL SUO TRASFERIMENTO. 1932)
§ I
Trasferimento del Museo dal palazzo dell'Arsenale a l Mastio della Cittadella - Breve storia della Cittade lla di Torino.
Nel IV Volume cli questa Storia abbiamo l"iassun lo Je vicende del Museo Nazionale d'Artiglieria di ~L'orino da lle origitJ1i (1731) al 1 70. Abbiam o visto <'Ome esso, in t01·no al 1 70 s i trovasse sistemato nei locali del primo piano del palazzo clell' Arsenale, in via Arcivescon1do, ed occupasse in seguito, per fa sisteurnziome delle numerose bocche da fuoco rn,ccolte clal magg . Angelucci, il porticato settentrionale a pia no leneno del grande cor tile dc~llo stesso Arsenale . Colla scorta della già citata opera del colonn. Gonella, riassumeremo le vicende del Museo a partire dal J.870, e descriveremo quale fosse la sua sistemazione nel 1914, alJa vigilia della grande guel'I'a, sistemazione che nelle sue grandi linee è ancora quella che il Museo presenta oggidì.
Nel 1885, in seguito alla r·iconoscinta uccessità di dare una sede più ampia e più conveniente alla Scuol a di Applicazione di -
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LA Cl'l'l'Al)l'JL LA O! 'J'OllI:-.o
artiglieria e genio, si doYeltero occu(Pare gli ambienti del 'Museo, le cui collezi oni fmono provvisoriamente imballate, in attesa, di poterle espone in nuovi locali. Il "Municipio di Torino propose di collotarle, tfopo eseguiti gli opportuni lavori <li restauro, nel )fast.io dell'antica cittadella. La scelta cli quell'edificio così ricC'o di. patl'iottichc memorie, per farne sede {Ji un 1nusc~o miJit:ue, fu inYero assai felice.
A proposito di La le opera foi-tific-a totia ricordiamo come il duca Emanuel e Filiuerto di 8a,·oia, ,1ppena ticupcrati gli antichi suoi St ati dopo la vittoria di S. Q11inti1no, pensa8sc subito a munil'e l a ca pitnl e (:on iwpone11ti difese. l'ex H progetto dC'lla Cìttnddla ìl ùn('.a cornrnltb due cc:'lt>ùri ingegneri militar i F nrnccsco U or ologi da Vic<'nza e Frnncesc:o Paciotto da Urbino. Il dn<!a Eunmuck Fil iberto S<'('lse per la citt.adella di Torino ·n progetto
Fig, 205 .• Clltadella di 'l'orino.
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LA CI'l'TAD0LT. A DI TO!U:S:O
del Paciotto, e ne rima::;e così soddisfatto, da voll l'e di s ua !llano allestirne un modello cli creta che f u per lunghi mrni eonscrn1to negli archivi. Egl;i s tesso . pose la ·prima pietra il :t seLtembre 15<'>'!. La Cittadella f u ecliJ-icatfl. in soli diciotto mesi: un tempo an<.:hc minore si sar ebbe impiegato se, come r icorda il :iìfcrlini, clnl quale attiugiamo questi ricordi, non fosse sol pr.in<:ipio sopraggiunta la pestilenza che, secondo alcuni storici, costri..n:;e ad una non breve inlerrnzione. Altri s tori<:i negano del tutto la circostanza del contagio. Comunque in pr imavc>n.1 si ripigliarono i lavori, dil'etti dall'a rchitetto Domenico Poneelli e dal :,;011.'aintenclcnte generale delle fortificazioni Ferrante Vitelli. Si parla di nn milione di mattoni a rriva ti da Monca:lieri per via fluviale; per · altri materiali servirono i resti della demolita abbai;ia dl S. Salvatore nel sobborgo f uori di Porta Susina. A'l pr imi del 15G6 la gigantesca r occa el'U terminata e .il 17 marzo (secondo il Gonella il J.7 maggio) , appena ne fu ul-timato l'armamento, seguì la cerimonia ina.ugunile, coll.,L nomina a s uo Comandante cli Giuseppe Caresana di Vercelli, già governatore. della città, coll'obbligo di consegnare tu tte le sere le chiavi al duca. Sulla cerimonia. inaugurale il Cibrario clà i seguenti par ticoluri: Emanuele Filiberto f è condurre nella Cittaclellt1 25 cannon i, ar mi e nHinizioffi, e recatovisi egll stesso coll'arclvl!Scovo Gerolamo della R,ov<•rc e col gran cancelliere Langosco, dopo la celebrazione del Santo sacr ificio, ne diè il governo al Caresano.. Era sorta la Cittadcll:,1 sul terreno occupato in passato clai fortilizi, e aveva forma. pentagonale. I c.inque bas tioni f urono r ispettivamente intitolati ai nomi df!l P aciot to, del duca, della dnehessa Margherita, dC'l prillc.ipe (l'ereditario Carlo Emanuele) e di San l\:Iaurizio, protettore de.i Savoia. Nel suo interno, ol tre ai locali occorrenti a 1 presidio, a veva, nella parte cenh·ale, un pozzo per la provvista dell'acqua, simile a quello costruito dal Sangallo per h.t rocca di Orvieto. Tale poz7.o, uua delll~ più cara ttc~ristichc e pregevoli opere della Cittadella, era escavato con una gt1lleria r.Jicoidaìc lunga ci.rea 200 metri c che i;;cendeva. fino alla profondità. cli circa 18 metri sotto il livello della piazza intema; ad esso si perveniva per clue opposte <-'d ug uali r ampe separate per la. discesa e la salitft, s it uate. l' una sull'altra a spiral<~, e comodamente accessibili ai cavalli, che potevano discellller e fino al livello ,dell'acqua. Il Busca cosi lo descrive : « la Cittadella cli Torino ne ha uuo cli bellissima inventioue 11el quale vanno i ragazzi a cavallo a dargH bere et quegli che sa.gliano non s'incontrano volendo con quelli che scendono. E' una chiozzola dopp.ia con due por te all'opposto al fondo et all'entrata.. La pa.rte s opra.terra è adorna d'un be.llissimo portico, ripartito in pilastri, porte ecl a.l'ehi a por ticelle, con sfouclato ad intnvola turn bellissima >l. Sulla porta d'ingr esso campeggiava lo s temma saba udo affiancato da due leoni di squisita fattura, bellissima fusione in bron7.o a.ttrlbulta. dal 'Cibrario all'orafo Mario di Luigi d::i Perugia. L' Angelncci in una. documentata. memoria del 1868 dimostra che :il modello si doveva allo scul tore Bartolomeo Priore da Dressuir e, e la gettata ai fonditori dell'artiglieria Segurano ed Antonio d'Ormea., padre e figlio.
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J,A CI'1'1'AD0f,f,A DI TOUfNO
Oltre al fregio esisteva pur<' una iscrizione in bronzo, prezioso documen to della. storia cli Emanuele Filibe1·to. Nel 17!l8 la bestiale f uria giacobina. spezzò quell'artistico getto e ne mandò l rottami alla Zecca.. Nell'interno della Cittud<'lla vi era pure una cbiesetta dedicata. a San Lor enzo. Successivamente la clli<'sa, che costi.tnivn l::L parrocchia degli abitanti della Cittad<'lla stessa, ,·enne dedicata a Santa Bar bara; essa venne nel 1800 ridotta ·1 caserma e so><titnita, nell 'anno ] 817, cou uua nuova chiesa, edificata sempre nel recinto della Cittatlella, dr.dicata nuovamente a Santa
Fig. 206. - La. Santa UarbarH.
Barbara e ricostituita in parrocchia; ma essendosi ucl 1845 la Cittadella convertita in caserma e non potendovi piit avtre fucilo accesso i panocc.biani abitanti nel nuovo grande quartiere eretto s ulle roviJ1e dei demoliti bastio11i, fu posto mano alla costruzione di una nuova chiesa, che ereditò dal.l'antica il titolo e la gim·lsdizionc rstesa tl più ampio territorio. Essa sorge nella via Assarotti in vicinanza della via Cr.rnaia e fu consacrata solennemente dall'Arcivescovo di 'l'orino il 18 aprile J869. I n questa nuova chiesa vennero piamente trasportati gli avanzi CLIC' si <'sumarono dalle sepol ture contenute in quella del 1817, che ern ormai statn cl<•Jllolit:L. Si trovarono, fra le altr(), le ceneri del prode conte P ietro de Luc cle la Roche d' Allcry, il valoroso di-
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fe11sorc di VenmL nel 1705 e della Cittadella llel J.706 Sopra al luogo ove e:sse ven.n ero composte f u murala la lapide elle giit ricopriva la prim.itiva tomba. La costru½lone della Cittadella era s ta ta iJ1 S<'guito, a pnr t ite dagli ·in izi del l(iOO, ampliata con tanaglie, rivell in i, nwzzalune ed ultr e oper e esterne (da notarsi le batterje di spalla dei bastioni con uscite s ul fosso), cui attestiro a ltri vulenti ingegneri milita r i come il B usca, il G-uilbert ed il Bcrtola, cbe la, resero sempte più atta a sostenerE! k azioni cli p;nerra delle pi ù 1n·ogr·edite a r tiglier.le. L:.L ,,;upetlm ope.ra milltare ebbe in trecento anni dl efficienza bellica il collaudo di ben tre asst!di, n el primo) avvenuto r anno J.6!0, si ver itìcè> questo CflSo singolare: la fortezza er a ptcsidiata dai vartip;ian i della reggente duchessa Cristina di Francia e dai suoi alleati francesi, mentre er a assediata dal cognato della duehcssù principe 'romurnso e dai s uoi aderenti, fra. j quali il fi:atello car dina le j\faurizio, sostenuti dagli spagnn oli ch e oecu1rnvano la c ittà. Questa , a s ua. volta, <'ra. in vestita dai f.rancesi del cl' E:lm·court, part igiani delht duchessa, essi pute assediati dagli spagnuoli conrn ndat i dal Leganes. L'assedio d urò clalli ll maggio al 20 settembre, giorno in cui il principe Tommaso venne a iialti colla. reggente e '.l'orino così capitolò dinnanzi alle ann i al1eate di li'r ancia e di Savoia. In questo assedio free la sua apporizione uno stTano ot<ligno : H « cannone-eorrierc /J, ideato, seeondo il Claretta, chL un b,~1:gamasco, Franc<·sco Zignonc, o, secondo l';-Lutore cli una. pu bblicazione dell'epoca, da un faumuingo. Consisteva in una sf<'nt di ferr o (lj grandi dimensioni, vuota all'in tt'rno e nella quale si in troducevano lettere vrevalPn tcUJente cifrate, nonchè munizioni e salnitr i cli cui tra. gli assediati y' era p<>nuria. Uno speciale mortaio ,.:erviva a lanciare la palla d'a lla città nlle linee esterne e ·vice,,ersa, ussicm:ando così le reh:lzioni ccl i riforn imenti delle matrrie più indispensabili. Il secondo assed io, del l70G, venne posto dai fnmcesi con un fotte esercito, munitissimo di a r tiglierie, il gnale si avvalse, per l e opere di assedio, di numerosi ingegrÌ<Ti discepoli del Vauban _ Esso f u reso celebr e tanto dal sacrificio clel minatore l'jetro Micca, qu anto <lal!' eroisruo cl<'lla piccola g ua rn igione, i,;ostenutu dall'accorta pC'rizia d<>ll'ingegnere Bertoht per le va lide e ben s \stemnte difese cla lui trucciate come ·Capo dei ducali ingt' gnE"ri, e dallo s1)irito di sacrificio dei cittadini. Comi.uciato il 12 urn.ggio, terrrunò, dopo lHl giorni, il 7 settembre, con la vittoria r iportata dal duca. 'Vittorio Amccleo II e dal principe Eugenio di S1ivoia, consegurndo que.llu. decisiva vittoria che salvò la cit tà e con css;1 la libertà d ello Stato Saba,udo, già consider ato da E111an11Ple F iliberto come il Bastione della Penisola. I n tale assedio la Cittadclh1 ebbe ne l d uplice; s istema di galleria di m ina e <li conttO-IDiria a clue diverse profondità, 1m fonuiclabile me7,zo di otl'esa e cli difesa che i mina.tori piemontesi impiegaroJ10 con audacia e con valore. Secondo la desctizione che ne dà il F<'a : le p;allerie principali di t::ile sis tema, partendo dalla pia7,za come raggi di una stella, s i ava117,avuno vetso la campagna a due a due, una sopra l'altra, seguendo le lince capitali dei vari baluardi, delle due gallerie, quella superiore, sea,n1ta a sette od otto
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LA CI't•rADJJLL.-\ DJ T ORL,Q
metri dalla suprrficite d('l s11olo, partiva dal fosi;o di ciascun baluardo, nassava sotLo le relative coutroguaxclic e fTeccie e si ane:stava presso a poco ol principio dello spallo. La gallcri:l inferiore all'incontro, profonda circa quntcordici men·i, staccandosi dall' interno delh cortina della plazza, passava dapprima sotto alla co1·ciua stessa al contiguo baluardo ed al rispettivi fossi, poi sotto la galleria s11peri or e per tutta ltL su:L lu11ghC.!.za, e si spingeva ancont alquanto più avanti nella campagna. La galletta :superiore, destinata a porgere modo ai difensori di minare il tcr1·euo e le opere ,,;opra:,tuuti, si chitunavn galleria cll l.llÌ..Ull.; l'inferiore destinata inoltre a far :saltare iu aria la prima se fosse stata occupata ùal neuiico od al trimenti 1·csa inulile, galleria di controlllina. Le due gallerie comw1lc:avauo tra di loro per mez:w di scale opportwrnmenLe collocate, in manier a cho, entrando dalla campagna p er mezzo di un pozzo, in qualunque di esse si sarebbe potuto I)cnctrare µn n ell'interno della città., se scale e gallerie n on fossero s tate chiuse con molteplici po1·te ferrate. Dalle dette gallerie poi se ne staccavano a destra e a sin istra altre, segneuti la lìuca margiuale, doè paraJlele .il tracciato della cortina e perciò perpendlcolari alle prjme, le quali, men tre mettevano in cournnìcazioue fra di loro le varie galleri<' capitali, davano ai difensori il modo ùi JUimire qual unque punto delle fot tiiìcazionl soLto le quali si inoltravano. La Cittadella fu r esa ancbe più forte dopo l'assedio del 1706 con l'aggiunta di altre opere di clifesa. Me110 ilnportai1te è il terzo assedio, avvenuto nel 1799, quando i 1'1:anccsi ne erano padroni. Gli au.stro-l"USsl, al comaudo ùel marcsclullo rnsl:io Souwaro·w, entrati in Torino ll 26 maggio, fallito il t entativo di sorpn1sa, ne in<:ominciai·ono seriamente l'attacco, da ponente, il 13 giugno; il 20, dopo due giorni soli di f uoco, e senza che fosse ancora aperta la . btecc1a, il generale Fiorella, comandante il presidio della Cittadella, capitolò. L 'assedio crn durato solo vcnticinqul! giorni; insi<•me al· baluardo Jìliberliano Y_enne consegnato agli austro-russi un ingente bottino di var ie ccntirnlia tra cmrnoni e mortai, più trentamila fucili. Nove g iorni dopo l a battaglia di Mar engo, ;NtlpoJcone 1 ùa l\1ilauo emau.n-a un decreto iu data 11 messidoro, anno VllI (23 giugno 1800), col quale~ ordinava l'abbattimento delle mura di Cunro, Cern, Tor ino, Fenestrelle, B nrd, Ivrea, cd a ll'articolo Xl di tak decreto cm scritto che la demolizione do,-eYa essere fatta in gulsa da rrndr.rnc imposs.ibile la r icol'<tru7,l one. V<·lln(! col:iì iniziato Jo smantellamento di Torino. Colla cinta for tificata, ehc nd 1673 aveva trncciat..t Amedeo di Cas tellamonte, caddero nuche tutce le opere di difesa aggiunte in sei:;uito, rimanc,a in p iedi lu C.i ttltdC'lla. Anche per questa però il tempo scguaYa ineson1bilmente la decadenza. Giù il grande pozzo centrale, di c ul più soprn abbiamo parlato, Cile er a stato prr oltre due s ecoli una delle più caratteristiche e pregevoli opere della Cittad ella, era stato clapprimu, vc:rso la fine del 1600, pri,ato del colonnato, i cui materiali furono impiegati nelle co:stl:uzioni di quell'epoca, poscia uel 17!)8 dai francesi in parte colmato PPl· il deperiruC'nto dei m11ri e conver tito in i':epolcro duran te l'asst>dio degli aus b·o-r~i.
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L A CI'l"l'ADBLLA DI TORINO
Nel lugLio 1801 la C.ittadella fu teatro cli un tragico tentativo insurrezionale, provocato dal mancato pagamento del soldo ad un Corvo di truppe fl'ancesi che, P<'l' la r iscossione, erano apposta state manda te qui da Milano. A '1:orino non ebbero i denari. e ricernttero invece l'ordine cli partirsene per la Francia. L'intero Corpo peneh·ò allor a nella Cittadella, assalì e disarmò le guardie, uccise llll capitano e pers ino il governatore. Grande alla rme tra i cittadin i, t imoro;si che i cannoni fossero ttl vuovo puntati contro l'abitato; ma l'ordine f.u in breve risttibilito e tutto finì con arresti, pene disciplinari e sosp~msioni dal grado. Napoleone d,L Parigi, ·in data 7 l!'ru ttidoro, anno lX, rivolse al reggimento ribell0, :il 10 Artiglieria, un .fiel'issimo proclama in cui diceva : la vostra condott:1 nella. Cittadella <li Torino ha r isuonato 11er cotta l'Euroria. Voi siete entrati senza ordine e t urnultuariameute in un:1 fortezza, violandone tutLe le consegne, senza rispettar<' la Ntndicr:L del popolo fruncese che vi er a innalzata. Siete t utti colpevoli. E dopo a.vere elenca to con indignazione le sanguinose violenze commesse, aggiungeva : la bandiera da vo:i abbandonata, che non potè r .i unirvi, verrà sospesa al Tempio di Marte e coper ta di un velo fnnebre. Il vostro Cor po è disciolto. E dopo aver comunicato le varie punizioni. inflit te, annunziava: lllla statua verrà innalzata al cittadino JacJ'11emain, capo di battaglione Comanda nte ln, Cittadella di Torino, che morì .s ul ponte levatoio nel difendere l'ingresso della Cittadella che gli era confidata. Poco ricordata è pure la parte avuta dalla rocca 1. wi moti del 1821 per ottenere la Costituzione di Spagna e spi11gerc il R-e alla guerra contro l'A.'11stl.'ia . Le agitazioni che indussero "Vittorio Emanuele I ad abdicare fm·ono assecondate dalla guarnigione della Cittadella, formata da quattro compagnie ùel r eggim<'.nto Aosta. Comandante del forte era il conte Gazz<~lli, sostituito dai ribelli con uno dei loro. L'll marzo si ebbero le prime pubbliche manif es tazioni in Borgo S. Salvario. Il s uccessivo giorno 12, nella Cittadella, un capitano fa salire la sua compagnia sul quinto bastione e srian1 tre cannonate a salve, incitando i soldati a inneggiare al Re e a.Il.a. Costitnzione. Quei tr e colpi gettano lo sgomento a Corte. A par lamentare co.i capi dell'iI1surrezioue s i reca invano, fin sotto il fossato, lo stesso principe Carlo Alberto. La Cittadella restò nelle man.i. degli insorti quasi un nwsc, con un presidio ch e supenwa di poco il mezzo migl ia.io cli uomini_. Il !) . aprile, soffocato H moto, essi ne uscivano e ne prendeva possesso la Guardia Naz-ionale. Nel 1S.55, per effetto del R, . Decr<'to 9 maggio, la Cittndclla cessava di essere coi1si<krata come piazzaforte, cd un altro R. Dec.reto (22 maggio 1856) ne autor.izzava la demolizione r esa n0cessar.ia dall'ingrandinwnto della città. E' J.a f"in e delle storiche fortificazioni! E' da ricordare che app unto in quell'unno, per iniziativa parlamentare (legge 9 giugno 1856), al g0nerale Alfonso La Marmor a vennero per l e bencmer enz-e acquistate nel.la campagna di Crimea , assegnate in proprietà, a titolo di ricompensa nazionale, cinquan ta are di tcnc•no a s ua scelta sugli spalti della. Cittadf'lln cli Torino (l()ve s i dovcrn aprire la nuoya Yia della Ce:r-
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J,.\ C lT'l'.\ Ol:Jf,I. ..\ SEDE D8L )!l"~EO l\.\ZlOKALE o·..i.RTICL trmI.\
nai a . 'L'area pr csccl La è <J ll<'lla fl'on tegp.inn te il pubblico passe11:gio cht•, in seguito ùenowinuto ginrtliuo La Ma rrnuru, nccolse nel 18GG il mu,nimenLo er etto a r icor do del \·aloroso grnerule tlt'i ber:saglleri , Alrssaudro La Mannora fondatore del Corpo, oper:1 dello scultore Giuseppe Cassano di '. rrecate, autore pure ùelht statua di I'il:'tr o l\'ficca, eollot:ala ud 1 'ti l di froutc al )fastio della Cittadella.. Abbattuti i dnqnc bastion i, riempite le ti·incee . .ill un tn·ntcnnlo (18ii 1888) veniva quast completnmente costruita tutta la zona dell'antica Citta della ; era riurnsto iu piecll soltanto il }[astio che a ,·eva pure sen-ito In tempi di\·ersi, da prigione di Sta to ver recl usi cli ragg um·dernle condizione.
Nel 1893 il Comune di T orino ne cleci-eta Ya il restauro destinandolo a, sede del lV(nseo Kn;r.ionalc cl ' Art igJieria . I ]avori.furono eseguiti sotto la ditezi01w clp]]'ing·. 11iccal'(lo Bray<la, ispettore
Fig. 20i. - :\Jn;.;tio della Cittnd<'lla.
per ]a. conservazione d ei ruonu;menti., al quale si cleve ]a valorizzazion e di alti·e i1nsigni opere d'arte cl i Torino e clel Piemonte. Il restauro riusci opera clcg11a ecl apprezzala per quanto non abbia restituito al ùfastio la sua fol'ma origi~1:1lc. -
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CL\$$1F I C.-\ Dl•lI )L-\TERIALI CONT81' U'.1:I NIDI, JIJ VSEO
Appena ultimati i favori ùi riattamento, neJlo stesso anno 1893 i materiali del 1'fosco Yi vennero .sistemati per cura clel ca,pit. d'artiglieria Frances<:o :Morano) succednto al magg . .AJngelucci 'llella caricu di conserva tore.
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Classifica dei materiali contenuti nel Museo = Artig lierie e materiali relativi = Mitragliatrici = Modelli = Muniz ioni = Stru= menti per il puntamento ed il tiro = Accessori = Macchine ed uten= sili per la polvere = Armi da fuoco portatili = Armi manesche , Armi difensive = Bardature e d uniformì , Bandiere e ricordi = Le bombarde della 263a Batteria comandata nella Grande Gue rra dal Principe Umberto di Savoia Conte di S~lemi.
La qunntith cli materiali rinniti nel ~fastio è ingente: e chi contempla il vetusto e glorioso avanzo ,della Cittadella di 'l'orino non suppone certo che entro alle sue mnra siano conserva.ti più cli 200 ar tiglie1'fo, un migliaio ·di. fueili, oltre a 200 1pistole e a 400 modelli di og1J1i. specie, senza contare le armi bianche, le mùmir,i<mi, gli artifizi cla guei:ra, le barclatur.·e. Vi si custodiscoino p ure, a mente del R. Decreto 28 novembre 1885, le vecchie bancl.iere dei Corpi, ed inoltre vi si conservano preziosi trofei ricorclnnti la spedizione di Tripoli d(~l 1825, qnelle cli Crimea e di Cina, le gue1·re dell' I ndipendenza nazio1nnle, le c-nmpague d 'Africa e la guerra Libica . Fi1rnlmente, sceondo il voto espresso dal prof. Ermanno Ferrero in una sua relazione presentata alla R . Deput azi,one di Storia patria, che questo Museo fosse anche dedicato all ' antico Esercito Sardo, eosì potente fattore della nazionale indipendenza, venne pu re iniziata una rac-c:olta di oggetti {li uniforme, decorazioni, incisioni, ritratti e siruili, ehe ad esso ]3}serci.to si riferiscono. -
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AR'.L'IG f,IOH!Ii: E :\l.\ 'l'J.;RI AL I Rl!lLA'L'ff I
Le va1:ie collezioni si possono sndcliYi.de1·e 11elle seg-uen t i S<.' zion i : I - Ar tiglil' rie e matl'r inli r l'lati\·i, compresi
modelli ;
11 - Armi da f uoco por tatili ; ITI - Arm i mn ncschc ; IV - A1·m1 d ifcnsiv(•; V ., li'inimen ti (' bar <'lat nn •; llUifonn i; VI - B:rndicr r ; ricordi rar i.
T utto questo mat eriale eta sta to ripartito tra il piano t err eno, per i mate1·i aJi •p iù pesan ti. ed i t r e s aloni del primo pia110 e la r ot on da cle l t er Pa1.zo. oppor tunamen te i-iclotta a sala .
I SE ZTOKE : ,\ UTlUL lBRlJì; E MA'l'ERIALI HE L AT I YI. - Jl U1ater iall· d1 questa Sezione eo:,;ti 1;1.1 i::;cc 1.1w1 colk ziouc cb e vr e::;c11ta al visitatore la storia dello sviluppo .11r ogre:;sirn d<'lk m:tiglit•tk, tl parti re ùnl1'0poca d(·!ltc: primitive bombard<'. Questa raccolta; mentn· offrr 1.111a :wccession e d i armi che si vann o man mau o perfezionanùo, co1uprende ne.Ila varietà delle s ue bocclle cla fuoco, pr ovenien t i da n 1ric regioni e costruite in var ie e11ocbe, umi serie cli notevoli rlcorcli stotici, nonchè di pr<'ziosi èlocumenti ùell" abilit.à e del gusto esteti co dei fonditor i dei secoli :,;cor ::;i. B occh e d11 f nor o clel Xl V e XV secolo : compr endono k cosidettc bombrtt·de, n ome collettirn dell<' bocch e da fuoco di poi chiamale ar tiglierie. L'Angc>l ucci ·1e d ivide ln ti·e ge1,eri, cliisl in t i second o la lor o forma ed il loro uso : 1° g<'UC're: bombarde min u te a d anima l unga e cioè : i;piJ1garck, c<'r-
bottn ne, bombm·d1•1l.e, passa volan t i, caunonl, scq wn line, colubr ine, schio11pi, m:chibnsoni. Qtwste bombar de ser dvano s 11ecialm0nte alfa gnl!rra CtlUJpnlc; tir an1no r m·a lllent(' vroictti di pietr a , m a qua si scmpi:e d i frn o colato o tialt uto, oppur e di piombo. 2" g-cncre : bombar de ad animrt lunga, grosse e 1uew;an c, cortald i. e b rorw, iue (bombnnk ùi br onzo). Queste tirnrnno proi0tti di p ietr a. R0 gcncr0: bombarde proprlnmcnte dette, di yar in boccaturn , ad a nJma cor ta , cioè mort-a i " tr abocchi. Qu0ste bombar de clw g i ttarnno proietti di pietra tah·olta cli smiimr nt n gro,:sezr.a, 1ion (Tllllo cl.Jc' 1 mor tai d<'i >'ecoli J)o.<:terior .i <' cioè horch c cln f uoco da 11:;11r :,;i pel' tiri In atci1ta a grunclisl<i ma C'leYa r.ionc. -
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AUTIGLrF:nrm l'l ):[A'l'lmIA1,1 REJLA'L'lVI
~cmplar1 interessanti di tutti e tre i prC'dctti generi si n·ovano nel Museo . .àrtlglicrie del XVI secolo : 1:<ono c0Illpl<c!ssin1m<•11te :W : ,;mc•rigli, sngri, colubrine, mezze colobrine, falcont di provenienze div01·sc, cli perfetto lavoro, di squìsito stile, ornati di stemmi e .figure allegoricbe, opere dei più n'putari fonditori del secolo XVI, quali i1 Morando, il Borgoi,'llone, e nlcuni membl'i de!lft. famiglia Alberghetti, oriuncl:1. di i\:Lassa Fiscaglio. (Fenara}, cbc pe r oltre due secoli coltivò continuu10cJ1 tc l'arte del fonditore. a r tiglierie del XV .U secolo: S<' ne contano 3-!; fra le quali un gruppo di 19 artiglierie medicee, tutte· di bellissimo disegno <' di elegnnti forme; 12 bocclle da f uoco fra sagri, falconi, mezzi e qoartl cannoni, ge ttttte dal fior entino Cosimo Cenni; mezzi cannoni veneti e napoletani, c:d uno francese cla marina fuso a Tolone nel 1677; uno smer iglio piemontese da una libbra, cli ferrn bllltuto, piccola bocca d:t f.ooco che Yenivn. impiega tn nella guena di montagna ed cr,:1. comu1wme11te conosci uta col nom n di Vit dc: Mulet. Artiglierie del XVIII secolo: figurano fra le :11lr (' alcuin: artiglit•r ic Loscane. gittate tra il 1721 e il 1730 sotto il regno clell'oHimo elci Medici e, tra il 1739 e il 17'16, sotto qoello clrl pi:imo d!!l Loren<'Si: totle assai bene lavorate, cos1 nei particolari come nell'insieme, sono fra i piil ricchi ornamenti del .Uu:seo ; inol tre 21 artigllcrie elci Borboni di Napoli e delle due Sicilie; 4 d<•lla Repubblica cli GenoYa; 12 cannoni piC'montesi cl.t muro e da campagna, JJo i:tanti tutrl sulla volala il nome della bocca da fuoco, lo stemma del Gran Mastro ecl 1m motto, :;;ull a culatLn lo stcm,un r eale, e snl plinto il nome del fonclitore con la data di fusione; 3 bocche da fuoco spugnole, 8 f rancesi ecl 1 canoone da c,ìmpagna austriaco. Ar t iglierie: ùcl XIX. srcolo: frn gli escwplar i di ur tigli<·1·ip 11icmontesi di qu esto secolo, degni cli mem:io1w il cannone a r etrocarica cln. 9 cm. elle il capit. CaYalli free costruire a sue spese nd .\ker nel 1837 per eseguire esper ienze sul suo sistema a retr ocarica ; 1 cannone da 17 cm. rigato a 1·etrocarica. :-:istemn ùel precle Lto capitano, gettato nd Aker nel 1846, cd un campionm·io del materiale Cavalli a du e ruote, noto col uome di ma teriale nlltt Stanhope, chr comprC'ndr la Yettul'a-pezzo, i1 casson<'. il cano da battC'ria e la fuci na . Altre bocche da fuoco ri cordano gli avvenimenti politico-m ilitari del nostro Paese ùtu·ante tale secolo, ìt partire dnU'cpoca. 11a poleouica, alle gucn e clel RisorgimC'nto, alla campagna cli Crill'I Nt; Yi si aggiungono i t rofei della campagna italo-tur ca, cbe comprendono ,1s bocche da fuoco e 3 af(usti. Quando questi trofei gi unsero a Torino, rirnusrro per tre! g- iorni csposci ul pubblico n<'l giardino .Pietro Micca davanti al ::\In;;co, poi f urono ririn'\ti e dlspo,:ti in parte a piano terreno del :\!astio, ccl il rimanente sul terrazzo. Mitraglintr ic i: l'idea cli allestire armi a colpi multipli ris ale al XLV secolo; siccome esse crnno fonn n te clallc r iunioni di uu certo numero di canne, così i1 loro aspeLto rsterno suggerì il nome cli e< organo >> per dcsii:rna.rle, nome che n('l );ecolo scorso yrnnr sostirnito dal ,·ocnbolo mC'tragliatrici. Il Museo possi•'dc 2 orgaui del XVJT 1-:ecolo, l.' 11110 cla 19 e l'altro da il canne, non f'hè un tc•rzo del XVlII srcnlo J)roposto n\'l J.7f,-.I d al cnv. H1•necletto Doria èlt•l Maro. sottotenente cl'urtiglicrin. Esso è costitu ito da 30 cnnne dn. fucile
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.\H'l'IULHJn)E; E i'ICA'l'EH lAJ.I HELATIV!
<lispo:,;tc in due ordini, son ctre da un trlaio ad orLcc:hi on i dw. i11carnkMo :su cli un aff'u,;to, è mosso da tm aiwarecc·h.io di p unteria; cont1·0 l a Joro apertura posteriore vien e sena ta mediante due viti la palmf:'lla r cc:a11tc k carid1r. Sono da notare inoltre vnrie mctr ugliatricl a d ue o p iù cann(•, im·ent:.ite eù aùottute n ell'Ultimo quarto del secolo scor so. Modelli : la raccoltit dei modelli, al cont rario di q uella ùl'llc artiglil-'l'iP, 1,on otfre che pochissimi ogg-etti di pregio artis tico, ma in coruòenso raffigura, llel sno iusierue, la stori a dello sviluppo dell'Arma, cli guisa elle sotto tale aspetto, alclllli campioni di questa serie presenLnno w1 intereli,c grandissimo. Interessante la raccolta di modelli dei materiali piemonte:sl del XVlII secolo, e di quelli dell'artiglicrill napoletana ùella stessa <'poca. Passando al XIX secolo, si ha, quasi completa, la seri e dei materlall r egolamentari dal 1814 ln poi, tanto ùell'Esercilo piemontese quanto dell'E:,er cito italiano, oltre ad un certo numero di mod<'lli r:1ppresentanti prngetti J1on a dottati. Si vedono !)Ure a lcun i modelli di materiali da c,1mpagna ìnglC'sl, francrsi, russi, sossoni, austl'iaci , svedesi e UlCSSicani. :'1Innizioui - S trumeuti per il 1>tmtumcnto cd il tiro - .ò.ccessorl va r t - Macchi11e ed ntc•nsili P<'I' hl poln•re; complt'tano i materinli costitncnll la I Sezione, daì più antichi campioni di proietti costituiti da palle di pietra di ogni cal ibro, da molti esemplari di bombe e di palle francesi, auslriuch<' e p iemontesi, lanciate durante gli assedi dl 'l'orino del l Q.10, 170() e 1799, !<i giunge alla serie completa dei proietti r egolamei1tari dèllc artigliP1·ie liscie ad anu1carica a qtwlla dei proietti obltmghi ed allu collezione dellt• mitraglie auticbe e moder ne. Lu collezione delk spolette <'Olllincia colle i1iù anticlJe spolette di legno, e compr ende, insieme ai c:ampioni tli quelle r egola mentari, pare<'chi esemplari cli quelle che furono sperimentate lu va rie e11oche : cosi ad esempio quelle . a tempo prornte tra il J&.1-l e il 1846 con le artig lieri e liscie e ad a,·aucarica , e gran parte di quelle p1·oposte dal lSliO ln poi per le artiglierie tiga le. Assai lntercss:rnte. e fol'>'e nni<'a, è lt1 raccolta degli inneschi. la quale parteuclo dalla miccin e d::il sollìone pc1· veuit·<· si no agli ultimi cannelli a vitP. ed 11 collo d'oca , compreutl e i (liffercnti tip°i cli it1ne..<;<'O adoperati in va rie epoche ed in cliversi St.:i.ti. Inoltr e sono rapprcseutati, oltre ai razzi autichi cla segnali e da g ue rra c:oi rispettivi ca valletti. i cliYci·si arti/19.i che erano in nso ai tempi clello artiglìcrie liscie, cioè poùelle luminose, palle da f uoco, fascinotti lnC'atramati. Lu raccolta degli strumenti per ll puntamento ccl il tiro co rnpr eucl c uua seri e di quaclrauti che souo i più antichi stnunenti cli pnutameutu: c·omincia c'ou un 1:sernplare di ctnelii a Jlendolo già in uso nell ' artiglkria piemontese ant.cl·iormeute :ti 17i)0, per finire c:011 f')nelli a livello di plù reèente aclozlouc. La serie degli. alzi comprende quasi tntti quelli che 'C nrono i n ser vizio sino all'epoca p resente, dagli alzi portatili a denti. adopcrnti n ella prima mctìt del XIX secolo, a quelli automatici ed a quelli p,inoramici. Figurano inoltre parecchi tipi tli lelemetri. Colllplctauo la I Sezione mm serie iute1·e::;:'<ante cli acces,;ori rnr'i per le ar-
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.-\R)H DA Ft.'OCO PORTATILI · AH)ff )UKESCHE
tiglierie, ecl una raccolta (li maccliiue e,1 utensili ver la collamlazioue della pol1·ere . n SE.7.TONB : AH:\iI UA FuOCO POHTATILI - La colleziorw clelle anni portatili (ch e s i distinguono iu lunghe e cortn) possednta dal Museo è assai 1·icca e n e cmuprencle una grnmlc 1·ai·ietà. J\:Ioltt esemplar i portuùo ì nom i dei migliori artefici italiaui del XVI, XVJI e XVIII. secolo, i quali. erano allora i maestl'i arnùiuoli più stimati <li t utta E uropa. Numerosi ed assortiti gli esemplari di armi lunghe du.l XV a l XIX secolo : a r chibnsoni e,l arcllibusi a serpcutiua, a rnota, a pietrafocaia; carabine, fucili. moschetti a percussione ed a tetrocarica ; fucili a ripet izione di vari moclelli, f ra i quali la seriti di armi ital iauc mocl. 91 e qnelle <li alcune potenze estere ; e infine, fra lE: armi a caricamento automatico, il ìVinchester americano modello JH05. Cosi pnre per le armi corte, la coll ~izioue comprenrle num1ir osi esempla ri che nrnno dalle prim<:~ pistole a ruota, ai revolver ecl alle moderne pistole automatiche. Corupletauo la Sezioue a lcune parti cl'al'mi: canne cht fucile e da pistola <li pedettn e<l elegante lavorazione ecl u na serie cll piastre a ser pentino, a ruota. a pietra focai a ed a percussione, alcune clelle quali portano iì nome tli valenti t· r eputati artefici; alcuni a ccessori e parecchi esempla ri di muni7. ioni. III SE7.[0:NF, : AHMI 1'L:\..NESCRE - Sotto 11uesta dcnom ina?.ione gener ic:-t comprendonsi le armi portatili 110n cla fuoco, <:ioè le a r mi biri.nche propriamente <lette, da punta e da taglio, che si s uddividono in lunghe e corte; le armi d'asta, le armi da botta, le anni lm1ciatoie . Hicca ecl interessan te la rn ccolta cli ai·mi hiauchc l unghe, il cui prototipo è la spa<la, l'arma vcr eccellen r.a che 1'a ht sua apparizione all'~moca clel bronzo. Da due preziosi esem pla r i di quei tempi preistori<:i, da parecchie spade sannit iche passiaruo, attml'lirso esempla ri di va rie (!poche successive, alla serie clelle ar mi regolarnenl·ari clell 'J!;sen:ito piemontese cl11~ comincia con alcunù atmi clei tempi cli Vittorio Amedeo ITI : sciaholtt <li cavalleria, d i fautel'ia, d 'a r tiglietia <" della legione degli acc<,1mparnenti, tutte portano ineise s ulla lama l'aqui lu n \u.le sabauda e le parole «Vive le Roy <le Sarclaigne >l, inoltre qu ella d'artiglieria r c,ca e< 'Vive l'Artiller lc ii, t) quelb ddla l egione « Vive l a légion - Vive le Roy. vaincre ou mourir ». Seguouo le armi nclottute du llo stesso E sercito piemontese nel secolo successivo da.l l.S14 in poi. Comf>letano la colle~ione : sciabole del Reguo di Napoli. della F r a ncia, clell 'Jngllilterra, d(~lla P1·uss ia, del Wuttemb<:~rg, clella Russia , e parecehi interessanti esempl ari ,-li armi orien tali. P ugnali, s t ili, stiletti, c:oltelli, claghù, claghette e ùu ionette lli varie e poche, a 1mrtire da _()nelle vrdstorichc, e cli cliYe n:i paesi costlt oiscono la colk zione delle armi bia ndrn corte. Vati tipi cli l,1ucie e picche, alahanle, spiedi, part ig iauù. falcioni, ecl una raccolta cli a1·111i di popoli ori entali ed afrieani, comvosta llei campioni più sYariati formano la colle~ione delle al'lni d 'asta.
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AH) ( { DI IJ'f:X~ l \'J,; - B.\ J:OA'l'U H[,} 1111 G::SIFOR)JI
Scud cd aceette. rnazzafrusti, mazze e e1t1vc•, nel In collezione delle :umi iunnaulcate da l)ottn; freccic dell'età della piet ra e ckl bronzo, freccie del XVI secolo a cu:::picle di frrro Nl :istlcolo di abete. nrc hi di nl ri ti1>i. e missili da :tlotllla nella collezione clclle anni Jauchlto ie. IV Sl!:ZI OKB : AHl\lI DIF'~:\'Sl VE - La più antica ai·ma di difesa della collezione è u n cltno apulo di forma grecauica , ùi ùronzo t irato a martello; vi figm·auo pure a ltre parti cli arm:1mcnto di cJUC'll 'epoc:1. Le pi ù a utiche armi difensi\'e cli fcno che fig 11rnno a l :'l[useo sono clel X:YI sC'colo. Fra qu<'ll<' difcnsiYc ckl <·:tlJO rn nno !'icor clati i morioni. ,·a ri baciuctli, borgognotte, celate e z1wcbetti 1·ou u :tst"llo. Dello stc•s:<n :<ecolo e drl :<U<·cessirn sono Y:tti<' parti ò\ armature d'uomo c cl i cantll ù, com1c? brnc·d ,tli. cubi tie re e frontali ; ,·i sono iuoltn' pn r:ecchi<· co1·a:,;zr- ctcll'nuo e deU'altro secolo. Il :'lfosCc.'O <·ouse rr:t p nre c:::i mpion i <l i c:ornr.:,;e del se<·olo scorso. 111wnclo la col·:tzzn non fu più in nf<O clte nei Cor pi di rornz¼ie1·i. che figuntvano iu Quasi Lutti gli Rset<:iti ; ,·i souo cosi ca mpioni di c·orn n c frnnC<'Si elci 1uocl. 1825 e 1S.i5, cli t'Orn ;,;;r,e ingh~;;l. cli (}nelle fatre Yenir<' di Fr:111da nl'l 1860 per cln rl e a i quattro primi. r·eggimenti d i cavaller ia che dal 10 ot toht·<' 1~9 al 6 g ingn o l S(i(J portaro no il no m e cli c:01·a:,;zil•1·i : e ch•lle cora¼¼l' indos:-atc clai cn rn lti nie r i-gt:: r elle <lei n e :<in clall't•poca clclla lor o formazione. La seri e ,!egli elrni S('IUJ)t<· cl('! SeC'olo scorso, olt re 11 qnello d~·lln no,-tra c:n Y:tll(• ri:1 . C'lw l'is:r le n l 18:1.'{, comprende gli el mi <lei Corpi <li cl t'll/!'OHI e cotaz:,;im·i degli al t ri Stati Italiani e cli al cuni st n1ni<, r·i. Vi sono p ure gli cimi mod. 1814 t ilt> furono portati 1wll'B:<c1·<.:ito ;;a rdo <l:r t.ut.ti i Cor pi fì uo :i l l~2,l e <-lie difl'<' r h ·:rno da .\rnia ad ,\ nna soltanto 11er il fregio. speciale a ciascuna Atma. l•'igurano pnre iu questa c0Jl1,zimw n lcu ni ~Nldi o r·olt'll t' di cuoio 11sate d:1i rl en ·isci. d:1gli abissini l~ dalle t r il.Jù somrrlc. \' :{B½TUXB: -P,XRDATDlUJ F: D ON J.l!'OUM I . - La r:1 tc·olt,1 tli llanlature. bcmchè 11011 molto r i<.:c:t, i: composta di iute l'essanti can.tpio1ù. VI si Ye<Jono sta ITe del XYIH se1·olo ; au tiC'hi fini111 e11 ti piemontes i per pariglia gnidnta a 1wliu i. lung he; <:ampioni d i fi11 inwnti l' relatl\·i aC<'es~ori ch•I J'atl iglieria degli f; tati l!1ùti 11· Amet iC'a ; selle e ùt·igl i<· anstr iaclie. iugkf<i e frnn1·csi; hu r da.turn ab issine; selle cl;1 nflìci:1.l i e ct1 n11011ieri t urchi e s1·ll1' a r abe, rironlo <lella guerra italo·l lll'<.::, (llll l -J 21. Nell'intento rli co ns er n, r c il rì<.'O ròo <lene ;111tlehc un iformi clell'F.sercito J)lemonte:<e, s i sono rn c<.:ol te Yaric litografie colorai.e che le 1·a pprescn tan o ed iuoll:r e va ri oggetti elle si sono ancora potuti trn,·:ne. eomc : spalline. scinr pc. ha nclolier e, ciutur·i u i, <'cl i covri eapo mo<l . 182.'\ 1S.~3, 1843. 1$.50 ecl al tr i. ~ i hanno :mcl.!e :::peroni ciel XYI e XYJT.1 srr·olo. Co me r ic01·do della gtwna Halo-tnrca (191.1-12) si e:onserva uo var i campioni rli un ifor mi dC'll1• n· npJ)(' un·('h<'. eh<' furono im ·inL1' cl.il Ìll L"!'<ro di Tripoli.
Vl 8EZCO:\'E: B,\N"DT:15ftE F. RICORDI. - T1 iV[useo a ·a r t iglic•ri:1 di To ri no. corue del testo t 11lti gli a Itri ;\[u;,ei cl'attip:lie 1·ia cl elle ,·arie P (,ten7,e, lta
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BA:--omnE
F:
nrcono,
l'incarico, affidatogli con lLl>. 28 noYeml.Jrc 18S5. <li custodire le IJaudlcre che i vari Corpi dell'Eser cito pougono fuori SC'n·i,1;io : esse sono t utte raccolte iJl due salonl ùcl primo pinuo. Vi si ,·edouo pure, accuratamC'ute ri1>arate, antiche bandiere piemontesi mocl. 1750 e mocl . 1814; 1uoltre le bauclicre clate a l Uorpo reale d 'artiglieria nel 1814 e nel 1822; <ruella tricolore distrilwita nel 1848 e quella pure tricolore data alla 11 . Accademia militai-e di 'l 'orino nello s tesso ,rnno. Nella rotonda esistente so])1·n al tenaz;1,o souo r accolte 92 bandiere prese ai den·isci uci coml.Jattlmeuti <li A.gordat. S11ganeirl e Cas~ala. Insieme a lle lìanclh:t·1.: si L1·0Ya110 le im,..,gne ( Werhscllilcl) dh;Un ti ve cl egli antichi r eggimenti elle i sergenti ingaggiatori usavano ina ll.Jerarc sulle piaz;1,e dei. luoghi ove si recavano per urruolnre soldati; ftn·o110 copiate da quelle cbe figurano in. una raccolta di orllinanz(• mili tari esis tente .nella l.Jil:Jlioteca del duca di Gcuo,a io 'l'or i110. pul:Jblicilta dallo st.:.1mp3tore Yallett:1 a Torino nel 16!12. Tote ressante pure, in qu esta Sezione, la collezione delle decorazioni i taliane. in esi,<e com1,resc quelle clei govcmi esistenti in I talia p rima dcl J SiO. :.\fa la parte p iù inkressi111tc di questa Sezione, dal lato sentimentale, è quella costituita dai <<Hicorcli ll . Un :\Iuseo militare, come oggidì lo s i intende . :scri,e il Gonclla, clc ,·c esercitare uo.'nlta funzione (•tlucatirn, :1n-icchirc eioè la men te di titili cognizioni e<l ispirare al cuor e nobili sent.ìmenti. B' quindi naturale che in 1111 :lll1SC'O èlccllcato all' Al"tig lieria cd al ,ecchio Esercito piemontese. si cerchi cll raccogl"ier c, per conseFarl i c·o11 ctn·:1. olt1·c alle a rm i e agli strnuwnti bellici, le memorie delle glod e di questo Esercito. e quelle degli nomini che col senno e col la mano coul:o nmro ri i:;labllire, a mantC'n(!r e e r1.ll accrcscre la. fama della n ostra n rtiglieri:i .
R' clovero o ricol'Clare qui c-hc l"iclea che il Mns(~O d'artiglieria di Torino fosse anche dedicato all' antico Bscrcito sardo, eosì potente fattore delht indipenden za nazionale, è da ni frib uirsi al prof. Erm:u1t10 Fencro, (:he in una sna relazi.ouc sul :Musco d'artiglieria presentata, in data 27 gennaio 1903, alfa Presidernza <le1la R. Depo tazione per gli studi di Storia Patria in 'l'orino, così scriveva fra l 'altro: il iWnseo <·outiene racl'ol te pr(•,.iosi;;,;ime ; ma esso uon forma 1111 museo compiuto, cou tm o scopo n ettamente determina to. QuC',-to f<COtlo p:lic•lo si potrebbe assegnare, i«LabilC'uclo di fa r e tli esso il :\Cu:-;c'o clell"P.;:erciro piemontese sul tipo del ?\:Cnséc de l':nmée cl i l'arigl. dello Heei-c:,- Mn:s<' urn <li Vienna , clell'Armei-ltt r enlc di Berlino. Provveclcnclo il l\:[ns<•o cli n ua <lolaziouc (:111che modesta) per gli acquisti
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1:.-\C(.'Ol.TA OELL ' A:-TICO ESl,JilCJ'.rO S.\RDO
(ora ne è ass<,lnt:nuent<~ spro1·yistn), ril'olgcntlosi ad nitre tollezi•1ni pnùbli· che. contando pure snl c-ontributo di doui dei p1·ivati. si potrebbero in esso raccogliere gli elcmenLi per la storia del glorioso Esercito sabaudo per quanto spetta a11·:1rmamento, al ,·e:stiario, all'arrcdarueuto, ccc. Orn lllàn<.:lliuo gli oggetti orlg-inali si ùoHebbe s upplire con riprodu7. ioui ; raccogliendo precise tcstimouiau7.<' si potrebbe iniziare una sel'ie di figure rnpprcsenlauti con esattezza scru[IOlosa le divise dcì nostri Corpi nei vari tempi. Il ;.\fw,eo potrebbe anche esser e oruuto ùeUe immagini di coloro che si segnalarono come ordinàtori ed àuuniuistratori cli milizie, capi tani, artiglieri, forti!katori. stucliosi delle discipline miLitari e lii quelli che 1t1sciarnuo memoria gloriosa nella stori:i del valore s ubalpino. Il Museo non :tYrebbc solo un l'alore istrutlivo, ma anche un grande l'ùlOre educativo, e riuseìrebbe una c1cgu1ssima e<l utilissima istituzione iu una Città, la quale consen·a i do<:umenti scritti della storia della nostra milizia, è sede di pai·ecchie impo r tantissime e tiorcntlsi;ime Scuole millt.1l·i ccl in cui gli s tucll storico-militari furono sempre in onore, troYando i loro cultori largo sussidio oltre che negli Arcbi1·i dello 'tato, nelle hiblioteche, prima delle quali quella (lol'iZIOSiRSillla di Sua Maeslfr il Re .
At(·oglie11do quindi il ,oto e~presso dal p1·of. Enuanno Ff.:'rre1·0, il colonn . Gonclln, ehe nel 190'7 yenirn" 1nominato <:0111servatore del )luseo1 fa1iziò mrn raccolta tli oggetti di nniforme, decorar.ioni. incisioni, ritt,1tti e siwili, <:lie si rifcrisc·ono all' antico
Esetcito sardo. Ycnuero quil1tli riunite incisioni che ricorùano fatti d'anni ed atti lii Yalore o che r atligu rauo :rnti<:hc fortezr.e del tlu<:ato sabaudo. Conset·Yasi un bellissimo ritratto ad olio del duca di Geuo1·:1 nella sua uniforme di gcnctale d'artiglieria, <Xl il messale da lui donato al Corpo r eiùe, sul quale gli ufficiali prestal'ano giuramento. E' sobrinmentc ornato cla guarniture e da un mecfaglione cl':irgento ol''è scolpito lo s lernrua sabaudo sonetto da <lue cannoni, con la seritta di ch·clica. Si ,·ectouo pure: i busti cli l'aJ)aciuo d'.\uton~·, con un ùi:,;eg-no del Jì43 cl1e r e<:D la sua 1lrma autografa; quelli de i generali CaYalli e Giontuuettl; par c:ccbi ritratrl, fra i quali quelli di ak1111i dei Gran 11a;-n·i d'attìglieria; quelli del geuerale \'iucenr.o :\torcili di Popolo, ricostiiutot(' del l\Iuseo, e del l'insigne halis Ucu g-enernk Fmuce,;co ~iacd; quell i dei geuemli ,\lfonso I.a :llanuora. Leopoldo ,alt:rè di Rouzo. del conte di Saint Robert. e del fnrlere Paolo Sacchi. Jn un·apposit.'1 Yetrina sono riuniti i ricordi ckgll ufficiali dell'Arma d'Artigliel'ia morti sul carupo d'onore dal 1700 in poi. Di quelli ucci:-;i ne lle g uen e ,1 nteriori al 184 non Cn possibile raccogliere altro che i nomi e qualche bre,·e ccnuo sulla loro canicra; d egli altri. caduti nelle gucne po,;tc dori, si posscg~ono gli stati di scn·izio e, per la massim:1
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J:OC'C HI•) O,\ FUOCO D&. LL /\ GUER RA ]
!)];:;-JS
parte anche i ritratti cd iuoltrf.l a IC!un i o:r::retti che loro appa rte1111(•1·0, come le sciabole dei capita ni Sagramoso e D ' Angelo. Anche del (·annonicr c l'oggi, l 'eroico is rancle mulil aLo cli Catrna, è conser vata la memoria. <'Ol dtratto e J)urte della i:; ua uniform e .
Le notizie J'ip ol'tate sn] Musco Naziona·1e <l' artigliel'ia, tratte in gran parte <lal citato studio del Gonella , riflettono la situazio11e del Mnseo stesso nel 1914, aJJa ,igilia cioè della guerra enr opea 1914-18. 'l'ale sit u azione, è 1·imasta 11 el complesso immutata . P oche bocc he da fuoco ricor<la no la guel'l'a itaJo-nnstriaca J915-18: e pertanto fra queste figurau10 dne bombarde -d ella 263" batteria com andHtf'L cla] priucipe Umberto cli S,woia-Aosta conte <li Salemi, battc•1-ia che tn dapprima in posizione d i fronte a P l ava con obbietliyo il Voclice. indi al i\I. Grappa : sempre fo1 prima linea que , sta h,1 ttcria vem1e conti11uamente e severamente controhattutH. subi ltlolte perdite, e fu in ogmi -chcostanr.a veramente eroica e clegna del suo va loroso Oomanchurt.e che in ogni circostanza. fu pres<•nte, fredd o e calm o nei momenti più cdtici. esemplar e per i suoi bombatdieri. Sono state anche ra<lnnate le fotogr afie clegJ i ufficiali d'al't ig liel'ia eaduti neìla grande guena, ehe, oltr e a rkonlare con altri cimeli la parte p1·esa dall' Arma nel conflitto europeo: vengoa10 a co11tinu111·e la sei·ie dei ritratti degH uilicinli u10l'ti per la P at1:in dal JS4·S i11 poi.
§ III
I Direttori del Museo dal 1893 a l 1933.
Daremo ora alcuni cenni biografici sngli uflicia li clell' Arma succeduti nella carica cli Conservatore del Museo aH' Alllgclncd, che tenne ta le posto per oltr e nn ventennio dttl 18Gl al 1885. -
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1 OIH0TTOm OEr. )ICSI·:O
Ricordiamo che dal 1SS3 al 1S93. mentre si compivano i laYori cli riattamento dell a CittatleJln. il po to di Corsenatore del )In. co 1·imasc rncnnte . -
('apitano lfrancc.-;c:o i\[orauo : pro,·eni1•nle dai sottuflìciali, in nominato sot.tot.euente nel J• Rcgp;imento artip;lierìa il ~1 dicembre lSìi.3. Passato llO<:O <lopo c-ome :1()plirato :11 Comitato cl'artiglicl'ia . vi rimase alla pro-
1-'ig. :!08. - Capitano Franc,,sco Morano.
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mu;,;ioue a tcnt•ute (7 giugno J Siili) e sino al l 7-!, quauclo '"enne destiunto a lla comJ)al!'nia operai. lu posi1.ione ausiliaria nel 1882, fu p romos.-;o 1wlla risern, capltauo il 5 settembre J 92. Xomiuato uel l&J3 Consen·,,torc del :llnsco, provYide alla sistema½iotl\i (li t uitl i rn::iteriali nel l'cstaurnto _ : llastio dell'antica Cittadella, :l!<.~uat..1 quale uuorn S("<lc al ì.\htseo ~azionale d'artiglleria. Rimase iu cal'ica tino al -l (cbb1·alo 1007. giorno della sna morte. Colonn ello i ug . J1Jurico Goncl la. Ne abùiamo pal'lato nel Yol. VI1I. i_,ag. 2,93 - . Fu Conset·nnorc• del :'lln:,eo 'J\nzimmle d' .1rtiglierla dal 10 nprik In07 fi l 9 marzo l!lH. Tenent1: generale l"go .\llnsou. ~e abbiamo parlato nel Yol. VIII pag. 2.:;.12 - . Fu Con,:errntore d('} 1Imwo Sa1.ioualc d'J.rtigli<'rla dall'll ma)!gio H/1'1 al 2l 11owU1bre 1920. Generale ùi di,· i,;ione rnacinto S,,cbero. Kti abbiamo parlato nel Vol. YU l - pag. :{003 - . Fu DirNtore clel ;\{u;;:t•o );°flzionale d'Artiglieria dal 9 gi ug-110 del 1924 al J!i g-i ug110 l!l2:i. Geuerale di divisione Amedeo .\ sinari cli Sau ì.\Ia1·.tano. nato n Torino il 29 clice,ubre l8Ail. ,·e111w nominato :-ottoteuentc d'ttrtiglierfa n el 1881
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I OIHET'l'OIU 00L :\fUSEO
Fig. 209·. - La lapide dedicata :il colon11. F.nrlc·o Gn1wlla .
u,:ccnllo cliilla R. AccadCJ.Uht militarl·. Come tenente p:irtccipò nlla cam<l'Africa (lei 1887 e come tenente colonnello a quella iullo-turcn del 1911-J 2 meritandosi la croce di carnli t>re dell ' Ordine IDilitrtrc di Savoia nell'ar.ione cli Si<li isaid (1!>12) . Colonnello nel ]!)14. ebbe il comando del 20° ·Hrgg imcnto artigl ieria tht campagn:,. 1';1rleéipò a t utta la gncl'l'tt italo-austriaca l!lli'i-18 e<I ebbe la mcliaglin ll'argl'nlo qunle genrrale Cop :1i;11tt
Fig. 210. - Gen . Amcdt o A:-frnar i lli ~- Mn rr.:1110.
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NOTIZIA BmUOGR.\ FIC.\
mandante !"artiglieria di un Ci.n·po d ".\.1·mata stù Basso Pia\·e (ottobre l ù18). Iu poslzioue ausiliaria uel 1919, t'bbe ud 1923 la p1:omoziont' a generale di cli'"isioue. Nominato Direttore del )Iuseo il 1° luglio 102.3, occupò tale carica fino al 23 giugno l!Ki2. giorno <lella sua ruorte an·enuta in PeYeragno. Conw già il Sachero. il ·an Marzano si iute1·e:;sò per aY'ere ,ùtri locali, necessari alla sistemazione delle ra ccolte cli materi:ile del :i.\Iuseo: pare che gli fossero stati promessi alcuni dei locali dell'ex Arsenale di costrmdoue (Yia A1·scnule-C'orso Oporto-Corso Re -Cmbcrto), uni poi tali locali Yenn<:>ro ce<lnti acl altri Enti (Cu-colo militare e Scuola d'ap1>licazionc di a rliglieria e genio). <:>d il ) Iuseo rimase purt roppo n egli iuacl.'ltti locali e (Juiucli nelle uon lmoue condizioni in cui ,m<:ora oggi si troYa.
XOTIZLi BIBLIOGRAFI CA E DELLE FO~TI PER IL CAPITOLO 52° (MUSEO N.AZlOKALE l)'AR'l'IGLIERlA. 1870-1932) ~ NGm,ucc1 .ANGELO :
« Lo i-;tt'111nia. di Ba,·o ia iu brouzo ,:mlhL porta
della Cittadella di Torino » (Hh-ista coutempo1·auea nazionale italiana, '1'01·ino, 1868) . BAnrcco Pmr,w : cc 'l'orino de.scritta >> (T ol'ino, 1 69) . BvSCA: << .Arcl1itettm·a milita1·c » (Milano . 1601). CmR.\RCO L e1cr: « totia di To1·ino » (Torino, l&lG) . Dr L AVHIA~o PruNCEsco )f.rnrA : « Istoria della citt.ì. di 'r orino » (Za,ppata, Tol'ino, 1712). l.<"EJ..\ P n:;,:rno : « 1'ee anni di guena e l'assedio di 'r o1·ìuo » (Roma., 1D05) .
« Relazio11c sul i\[u. co uaziouale d'artiglieria di To1·i110 pre ·eutata, alla, P re idenza della R. Deput..1zio11e di sto-
F mtRmlO ER:\IA:'\KO :
r ia pa t 1·ia, » (T oriuo, 27 gennaio 1903). EKRICO: « I l )Jn seo nazionale cl'attigliel"ia cli 'l'orino » (testo e ta,·ole) (due .olumi, Carlo Voghera, Roma, J!J14) . MERL1NI 0:1.nto : « Palazzi e c:ul'iosità stol"iche to1·inesi » ('r ip. Rat tero, Toi-iuo1.
GoimLLA
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ì\"OTIZ(A BIBLIOGRAFICA
MoNTÙ OAnLo : «
In onore e memoria del gen. Gia.cinto Saclrnro 1> (Tip . Bona, 'l'oeino, 1926). ORr,ANDINr O nLA:-DO : « U1·banistica, torinese : Dalla, Oitta,della, a,lla ca.sa, Littol'i[t· » (Ra.ssegna, mensile della, eitU1, '!.'mino, ma,rzo 1939). SrLVA PIE'rr.O: « Emanuele Filiberto>> (Roma,, Hl28).
FO~'l'I « Nuova gniùn, per la. cittù di 'l'orino >> . Opera, cli OxonATO DE Ross1 (Torino, 1'781).
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AGGIUNTA AL CAPITOLO TREKTACINQTJESIMO
ARTIGLIERI SCRITTORI E SCRITTORI DI .MATERIE ARTI= OLIERESCHE CHE COLLABORARONO N ELLA RIVISTA D'ARTI, OLIERIA E GENIO DAL 1919 AL 1943 ED A QUESTA STORIA DEL= L'ARTIGLI ERIA ITALIANA.
Questa Appendice bio-bibliogra:6.ca vuo) essere nna conti:nuar,ione della cronistor ia degli artiglieri scrittori e scrittori di materie artiglieresche, pubblicata nel volume VIII della. nostra Storia . I prineip'ì e gli in tendimenti che ci gui:clu1·,ono nella elabora1,ione di quello studio fm'ono già chiaram<mtc esposti 11el rela,t ivo preambolo, per cui nou (· il caso cli riperterli. Per la compilazione di questa Appcrndice è stato manten uto inalterato lo stesso indirizzo, ed essa, raccoglie in li,nea di massima i nominat:iYi della maggior parte cli coloro che iniziarono la loro collaborazione a]Ja Rivista d'Artiglieria (~ Genio dal 1919 al J 942: e cli coloro che diedero il loro apporto agli ultimi cinque volumi cli questa Stor ia . AGO
Pietro -
ne abbiamo parlato nel volu;me VIII.
l ) T attici e t<!Cnici (Riv. cl ';\lt. e Gen., l!J41). 2) Strategia americana e strategia giapponese (Riv . d'A r t .<~ Gen., 1941).
AG<JS'l'ONI Umberto - Nato a Roma il JO marzo 1877; seguì i Corsi della R. Accadc~mia e della Scuola cl' A.pplicazione cli .Artiglieria e Genio e fu promosso '.l'enente d'artiglieria (1898) con una citazione all'orcli,n e del giorno per un particolare studio cli balistica estc•rna. Dopo un aruno cli permanem:a alle truppe fu trasferito alla
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ARTlGLJEHI SCR ITl"OIU
Dfrczio11c supel'io1·e delle es•pel'iernm cli Torino (Srzi 011e Ci1·iè) :fino al. rnn, partecipando ai numerosi studi di quel periodo c·he vicle importnnti fo111oyazio11i nel materiale c1'al'tiglieria. P er lo st udio d el mate rin le da Gi>/ l'i da )fontagn a . ptim(1 materiale a bocca da fuoco. cone,·ole cli ('Once7,i one italia na. ehbe 1H promo7,ion e a Capitano per meJ'iti eccezionali (1010) .
Fig-. 211.
"Gmberlo Agosloni
In tale pel'iod.o si. d edicò, tra l'aJtro, alla, costrnzione di plastici geografici (zona di C'esaua) e nlh1 navigazi011e ael'ea con i pa ll oni libel'i, conscgnendo i.I breYetto cli pi.Jota clella F eclel'ar.io•n e aeronautica italian a. Alla costituzione del Senizi.o tecnico di artiglie1·ia fu com preso nei pl'imi qnarau t n Ufficiali destiuati ad inizi.ne il JlllOYo J: llO l O (1911). Nel. d icembre 1D09 fu tl'ùsfc1:ito al Battaglione speciali sti del Genio conseguendo il breYetto cli pilota avialort> (1911) su apparecchio Blél'iot. R ecluce cla missioni aviatorie, in F1·arwia ed in )ng hilterra , part:ì :per Tobruk (1912) al eoma111do di una squadriglia militare, t1·,1sfe1:cnclosi poi. a Zuara indi " Tripoli, dove rimase fino aUa fi ne della guerra italo-tmca . In qneHa, guerra si guaclag11ò la medap;lia ·<l'argen to al n1lor militare e fn insignito clella croce mawiziana. Rimpatriato, fu trasfel'ito nella Specialità dil'i.gibili al cl:lntierc di Baggio pe1· segui1'e g-li studi e le costruzioni dell'ing. F orlanini, prell(l ernlo il comnndo del <lirigibile P (2) (Cittìì. cli Milaiio) -
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E COLLABORA'f ORI DELLA S'.1.'0RIA DIDLL' ARTIGLI J·:HIA l'.rA LIA~ù
11el 1914, indi. del dil'igibile P (:~) col quale <'Hlrò in zoua cli ope rnzioni all':H'ropo1·[0 di ,JPsi. quin<li a qn<'.llo di F errara, e al comando del di1·igibilP .l/ 11. a ·1 <·:rn Li ere cli Casa n,:1 L1ella D elizia. ('olla p1·omozio1ie a 're11. Colmw. , domnmlò ed otte1m1 e il comando òcl CXXXI Grnppo d'assc<lio tol qnale partecipò alle azioni dell'Hermad:\ della Bai nsizzn e cli Castagncdzza . .Nel l'ipiegamento al Pinve portù i11tcg1·e le sue batter ie scbieta1ncl0Je t1·a i ponti cli YidoP e c1ella l'riula , assumcuùo contempo1·anemne11tp il e:omand o cl Plle m·tig-lie1·ie 1P<'s,111ti co ll' XI C01·po d 'Annata inglese . l'assò poi al Comnudo lli Hl'lip;licl'ia clella 1" .Armati! per l'imp ianto <'cl il fn11zionnrn e11to del xcrvh~io di contt-obntte1·ia . Dopo 111rn missicu1e 11 e1l'Arnel'i ca rl<>J 811<1, asslllnsc successinrnwute l e clire,doni: ,èlell'Offici rn1 <li cns11·11zio:11i antom ohilistithc . cleJl'Officina di costrnzioni rii artig-lie1·ia di 'J'ori110 e del 2° Cen t1o cli esp e1·ir11;.,;e cli :1tLi~lie1"i:1 di C'iri è . erl infin e d el Bep111·Lo stll(lL espcrien1.e e 1·icerdie delln Dil'ezi011 e s npe1·iorc tecnica <l'artiglieria. tloYe 1·im.-u;r col grado di 'rcnente Ge11e1·ale fino al rnggi n11gi111en to dei limiti di età . Cunì':cp:11ì la Jnurea i11 i,ngeg1WJ:ia ind.nst!'iale a pieni voti e fu ins<..gnante (li c·osfrnzioni n n trnuobili. 1iC'ù.e ;ii cori:.1 snpe~ i-im·i tecnic-i d 'arti glieria. H e<lHsse per l'occ asione nn t<~sto cli co~t rnzioni antornohi1istiche . \'ella s ua l11tngn cani e1·a com.pilò e sfrse m olte mem orie tecnich e ol'igin ali cH balistka estc•r1ia e cli progrttazio11 e di 111nl<'riaJi d' artiglieria. R.ic·orcliamo: 1) Giacinwnti ferrifrri delL\ lta , altt•llina <' Y:11 Frarh• 1' Yal Z,•lwù (Lu "\finit•ra !!) Nola rt'lati vn ni \'Ulori tklk s tr if.ric (Riv. cl'Art. (' Oen., 1\)32) . 3) Sotn r t?latirn lii YUlori drllr strisc·i<' (RiY. d'Art. e G<'n ., 1~38).
di )rouL<' Edrnollo. al Frnrlc Halhìna, 1923). C011 tl't1 t>J1t i il :iO % cki l'Olf)i COllll'lll'llti il ;-,o % dei colpi
Uinse·ppe - E : nato a "..\Ic sina ,n<'l 1S93. Entr ò (l!nl) a]l' ,\ ceademia Jfi1i t are di T orino e, promo. !'ìO Sottotrncnte nel1' Al'mc1 cl' A1·tigliel'ia. fu mmnesso alla Senoln d' .\pplicazione d'Artip:lie1·in e Genio (19JB). . 'l..rP.LLO
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ARTIGLIERI SCflITTORI
Al 9° Artig liel'ia cl.t Campagna (1914) :paRsò l'a n no <lopo alle dipendenze della Di1·ezionc l~spedenze cL-\ 1:tig-li er ia in Ciriè. Tenente 11el 191:i e l'anno dopo Capitnno, eonl"innò 11 e1lc s nc mansioni tcc:nic:he p1·esso lo stesse Ente .
Fi~. 21 :!. Gi11S1']l))(' Aiello
Prese parte 11Jla guerra 1915-1~ n !l <? dip('ndenze dPlla 3" .A r mata per il1(1i. 1:ito1·11ar e alla Dil'ezio.ne Esperie.nzc cli .\rtigliel'ia di Ch:iè (1!l19). Sueeessivnrnente prslò servh>.io : al :!5° Reggimento A1·ti glieri a d a Oampngina (]920) a ll'Ispetto1.·nto delle Costl·u zioni d' Artiglie1·in (1H21) e dopo un corso tec1nico-Jn'ofession ::i.le fu trasferito a l 7" R eggimento Al'tig-Iieri:1 resnnte Camp ale . Snccessi varnente andò al C'omanrlo d ' A1·tig-lier in del Corpo d'Armala di l3arL indi. da i\la p;giore (19:W) andò prima al 4° H eggime11to Artiglieri a P esa u tc C11mpale e ,poi al Com wn-clo <lrl 0orpo di S .M. - Uflkio Addestrament o . Prcqueu tò il 4° Cor so Supe1:iore Tecnico e qui ncli f u assegna to alla Direzione Supel"io1·e cleJ S crvi½iO T ecinico ove poi as · s unse la cari<·a di Vice-DirettOl'e. T enente Colon n ello nel U)34 fu nominn1·o Vi<·e- l>i 1·etto1·e dello Spoletti ftci o R. E . di Roma. R agginnto il g-racl o cli Co]o1mello (1938) andò Direttore del Centl'o E s perie,nze cli Netb1no . rrenne poi la earfra cli. Capo-·Ufficio aJla Direr.io-.11e Snpcriore del Servfaio Tecnico, di Dil'ctto1·e -d ello Spo]ettific:io cli R oma, di -
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I•) COLLABORA'rORI DELLA S'.l.'ORIA DIDLT}ARTIGT,IERIA ITAT.,J..Hi'A
Diretto1·e prineipa le {forlo st<~sso St:1bili1ne1rlo (1.042) epoea cl<~Jla promozione H )I aggi o1· Ocnei-n le . Assegnalo al ìVIinisteo della Guerra (l!)J.3) pe,· in c:arithi speciali, passò pai all'Ispettorato cl' ArtigJierjn quale> Capo ch l Ser\'izio 'l'ecnico di A1·tig'licria. Antor e cli ttiversi ~Llldi ne s(:1'isse ]e 1'clatiYe ru.emol'ie e com,pilò (1921-2:~) sinossi snl munizionamento ita lin no e cli predii bellica per i c·orsi -d egli offiC'iali e per un corso di nrtificieri 0
h, titni lo a K1>tt. 11no.
:rn· 01ato
a Torino il 2S maggio HJ01 . In g-<·gnel'<' i nd 11 st1·iale ed nflìcinle di c·omp'lc mento 11eJ. .1 ° Reggimento .\rtigl'i<'l'ia alpina , f1·eq uentò co11 elevalo profitto il 1° ('orso supe1·io l'e tecnico d i art iglieria ( 1!'l2<ì-2S). a nela ndo poi a preshn·p sel'vizio al 2° Oentro espeden?:<' artiµ; lieria di Cil'i è. ALT.AHA R obe1'to -
0
Hoherto Allnra
Col gnHlo di Capita no diresse ,, Honi a la R0;,:ione tern10lo g·ica <lell' Isritnto S11pe1·io1·e lecnic:o d 'ai·tiglierin, fu ilggiunto cli me1·allnrgia e t en111e l'ins<;g-narn enlo di bnlistic:n spe1·hucntale al Corso di p1·<>paraidone tecnica pr1· uffic:i ali di fautel'i a. ,-\11".,\ rsenale
,di 'rMino, tesse il 1° Uffi cio tecni co di c-ontrollo
fll'mi e munizioni e d.n Maggiore (pC'l' meri.Li ecec;,:ionali) diresse la Sezion(' laY01·azi oni a caldo e fu c:ollaudatore di grezzi per artig lieri:1 11lla Rodetà Kazionnl<' Cogne. Ancora a Roma eia T en. Colom1., fu Vi ce-Direttore deH'I stituto S11periOl'<' di ,11'tiglieria : ins<'gnantc di te(·nologie me{:ca-
951 -
AR1'1G r,1ER { SCRIT'IOIU
niche nl Corso suprriore tecnico di a1·tiglicria ; I spett ore dei nudei rn strellatori di bombe ncmi<-he inesplose e co11sulente pe1· la 80· stitu:r,ione delle co1·0111e per pl'oietli eon materinle aut m·d1ico st udiò la cint u n ir,ione con J'en o sin terizr,aLO che Yenne ::ippl.kn t a nei proiettifici italian i. Ebbe una propost a di ricompeusa al YaJor miJitnre per il lavo1·0 di ricupero bombe inesplose svollo a Genova in seguilo al boro bardam ento ae1·eo-na vale del H febbl'aio llJ41. R icordinmo fra i s11oi Btucli pubblicati: 1) Studio s ulle m oda lità pratiche JJC't· la rois uril. 1·azionale dt:'l liwi te da. stico dei matet·iali fen·osl (fllnd ustTia ;)feccan ica, 1931) . 2) S tù m etodo di tHr aLur a dt'.'lla macchina J.oscnbnuseH tWr mis uta ùcl JUomcntl d' ine1·zhL assiali ed l'QUatc.r iali (Dui H<'mliconti delle u ttivltà sciC'n tHìco.sper imt•n talc dd S ervi zio tecnico ar tiglieria , H oma, 193.'l) . 3) Amnm t i di balistica sperimentale H om a, 1934). -J ) 11 ero11og1:afo Carpt n tier - Il croHografo galvmiom etrico (Hmna, l!l:H). 5J Appawcchio 1w1· l 'esame dei taggi X (Romn , 1934) . ! i l Ap[iuu ti 'Cli organi n azione scitmtifica del lavoro (Homa, 193-1) . T ) Alcuni sisrt' lll i d i mi s ura i11Jpiegu ti 11dk proYe ti>c nologichl' ed a tt rezzaturc r elative (Homn, J H35). 8) Bn•ve Co r:;o d i balislira t•swrna ))<'l' utlìcialì cli fautcl'in (H omu, l!);{G). O) L e carut tcristich\' rneceaniclH' e tecnologiche de i matt•t·iali mNallici: determi nnzioui e metodi <li prova ( lt.oma, J937). 10) ù'felodo di tarnlura dinamica dei cilindr 1•tti di rame cr11sher (Torino Ars enale K ]J)ser cito, 19:18) . 11 ) I l fer ro sl ntf'rizz,Ho n ell<' e1l1:01w pr r proi t·tt i (S cnoln Salc>Siana del libr o, Rowa , 19-U ) . 12) Corone di f on rnmcuto iu ferro sinterizzato (Ri\'. d 'Al't. e Gen .. 1!1~2) . 13) Sul cnlcolo clr ll c eoroJ1e di l'otznmen to (Rh·. cl' Art . e Ct->11.. 19-13).
Aì''fATUHO ì\ficlteh' -
K<' ahbi.nuo JH1 t l11 t o
1w]
Yolu mc Vl U.
1) Concetli vecchi l' uuo,·i nello studio <ll'lla dift•sa ddk cos ti· (H iv . d' At t . e Geu ., l !H2). 2) Circa la t)r<'p a razioJJc· :;cieulifica proJe:;:sionah• d c·~li nttic ia li cl'n r tiglicria (Ri,. d' A1·t. e GC'n., 1942) . 3) Il Gem·tn le B tton• Hll ldas:san, (R iY. d ' Art. <' (,en., 1912) . 4.) Oncla l'S1)10SiYn e> oncl n di pr r;:;sio ne (R iv . cl' Ar l. e Gcu., lH-13). 5) Il Gem•r ale l,11ci:tJ10 Bennati (Ri v . <l ' Art. l' Gt•n ., 194-3).
ANGJ1JLI~I Giuseppe - N acque a Oata111zm·o nel J ~!)4. e Crequenta ta la Rn10h1 :M ilital'e di 2\fod~na 11egli 111111i 1912-13 ,·{'n ne ·- H52 -
E COLL.\B0RAT0 HJ DE l~L.\ STORIA DET.T}ARTTCJ,IERIA lTALl.\ NA
nomiuato Rottote11ente nel 48° Fanietia (1!)14) e ~eguì il pro1n·i,o R eggimen to in L ibia nel dicembre dello isre so anno . D al Hn 3 al :1918 pm·tecipò nlla pdurn p:n enn 111011cliale coi gradi cli Rot toteneute, Tenente e Capita110. pa~sando succe sivumente al Hl0 R egg . (Bl'iga tn Gat:11nzaro) e nl 73" (Brigata Lombardia). D11e \·olte ferito in combnttiruen to: il 1:; h1g1io 1915 a Oaste hrnoYo <1el Carso cd il J -~ maggfo Hl I I a ([ nota :WS noi-d
(Sct101·c cli Cnstagnedz,m) .
l:'ig-. :!H.
Cl11seppe .\11g:eli ni
F1·e(J_ne11 tò con soc:c:csi-;o i l ptirno corso r c,;;obxe biennale dell,1 ...?mola di g nerra dal l!l22 Hl 1924; indi prestò servizio p1·esso il Coma,nclo delht DiYi ione militnre di }Iessina fino al 19:n. P rornos~o }ingg-iore il l'' gennnio 1928, p1·estò servizio al 4° F,rnteria. Aiutante e.li campo deJJa 29" Bri~ata di fantnia
da.I. J!.')80 aJ HJ32, l'u. poi clcs tin <1to al Ministcl'o delln Guerra . Trasferito iu senizio di Rtato }fnggiore, fu rP<l atto1·e della Ri· vista cli F1rnlerh1 dal 1934 nl 19:3G. ·rromosso ' r e11 . Colom1. il 31 dic:emhre _19:3G l'u insegn ante di a1·te e storia miliraJ'e n ella H. .A.('c:adcrn ia e , (·uoln cli .A.pplicn:do11e clella 0:nar dia di Fi11a11z,1. per qna tti-o aorni. ColoHnello da] l" geornaio !!)40, Hel 19-il ,11-:strnsc il ('Ornando del 1° Rep:g. Pante1·ia opcran tr snl fronte b a lca ni co. gnadùgnandosi ]a ( ' rote 1leffOnline ) lilitnre di , avoia. ll l " p:emwi o 194:i renne 11omin nto J)ircttm·r della RiYista Uilitn te. -
!)5:~ -
ART!GLll];HI S CRIT'l'OHJ
A ut ol'e cli numerosi al'tic;oli i11 matct'ia cli t1ddcst1·m11enro ed impiego delle n1l'ie Al'1:ni, n onchè nel campo della coopC'ruzionc tra fontel'ia ecl nrt iglicl"ia: tali articoli ve1rnero pnbblfrati. t r·n il J9f14 ed il J 945 sni seg·nen ti periodici milit ari: Le !?orze A1·mate: Ridsta di J<'a11te1'ia; Rassegna cl.i Oulturn l\filitm·e : Ri -
vista Milital'e; La Patria. E ' stato pa1·tic0Jnnnentc :ipprezzwto nn sno nilumctto tlal titol o « Eserdfi Esteti >> e<lito •1wJ 19BH (lallH Casa 1Iart uc·d (li
)[i]ano. Ara'AIA l•'Nle l'ico - Nato a Napoli iJ 5 agosto l~92; frequentò la R. Ac<·ad emi a militètl'(' di Torino ottenendo (191.4) 111 J1omh1a n RoHoteu ente d 'artip:licria) .
Fi1,:. 21::i. Feclc>1·ico .\ rpn i:1
P m-tec·ipò alla Gn11nde C: nerrn 17915-1 ' prestando seni'l,ÌO a] 45° Heg~;. tln ( 'anlJl)ngna, al :.W da Campagna: e éla C;1pitano fu Capo uffi.do tiro al Comando cT'Artigli el'ia del Corpo itn Liauo di sp edizione in <hieute. Rnttessivame·n tc undò al 5° P <>s:11n te Campale, p oi :1110° clclJa. stessa spcciidità (.19]!)_1!)~7). e da l\tnggioi·e alla Scnofa Allievi uffld1tli cli J 101H (l!J28.H):l3). F l'eq uen tò (U)33) il Co1·so s n peri ore balist ico ed in seg-nò (1!)34-39) balistica :.ippli<:ata e c·alcolo delle probabilit:1 alla RC' uola cli AppJicazion e .,H artiglieria e genio. Coma ndò poi dal 1H2~ nl l9J.2 il G Reg-g. artig1iC>riH eia Campagna, partedpando alla campagna s ul fronte giulio. Ra scritto Jst ru:r,ioni ed opuscoli acl us o degli aJ1ie,·i: 0
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l'l COLLABOHATO RI DET,T,A STOUIA DIT.tLL' AR'l'IGL I Rlll'A ITALL\N/\
A S'l'UTI :lfario - Nato a P oz½uoli (~a1Joli) nel 1901. Alliern cleJl' Accaclemin m ilitare di 'fol'ino r 11 <·cessivarn ente, dopo i Corsi delJa Scuola d'J\1ppJieazic>J1c, fu womosso 'l'cllente (1927) an da111do a. presUne ,;ervizio 1wl (.i° Regg. nrtigli L·rin da Onmpagna.
Fil:". ~l(i.
Mario AstnLi
iii''
Collocato in congedo ns!'m lnto fH•1· malat1'.in c·onti·alt n i n ser-· Yizio (Hl~J)J 11c l 1941 venne i-iC'hiama to in senir.io prci:::;o la Di-
visione snperim·e clel Servizi o tecnico (l'art ig-li etia: l;flkio ta ,·olc di ti 1·0. H.\DJ:>-O R oss1 Mario - AllieYO 11 clla S<:nola militar e di :lfoclena ( 1!).07-1009) nomirna to S0ttore11ente di ('aya llcri:.1 andò a pYes1 li 1•e scrviv.io nel R eggimernto Oava1legp;el'Ì di Lucca. XrlJa gnena italo-tnrcn (1!)11- 12) si gni1<1ngnò una medaglia al Y . M. e da Capitano (J916) prn·tceipò a]J::i. Gran<le Guerra l!ni"i--18 . Fl'eq uelltò in quel 1pe1·ioclo 1111 Corso P<'l' servizio di Stato Maggiore, poi seguì i Corsi delhi S cuola di guerra (1920-21) prest:rn<lo successivamente servizio nello Stato Maggiore e qnale in -
seg.nante nggiunto di logis tica. alla Scuola di gner ra nel biennio (1926-27). DH Ma ggiMe a ndò al Regg . Cavn :llep;ged Cl nicie : in segnò t attica e impiego alla Scnola <li ca...-allerin 1!131 -34): fu Vi.ce Oomancl:mte del R egg . L an<'i el'i Vittodo Emal!lnclC' l9::l5-3G): passò poi nll'Ispettornt o di OavaJleria. pe1· la forruazione dell a regol amentazione d ell ' Arma ( 1936-37). -
955 -
ARTI G!,IEJll S CRITTOLU
Da Colonnello coma ll élò i l Il ep:g. Canlll eggcri del 1Ioufe n ato
(1!)38-39); la B<·uoln centntle tl-nppe celPri cd il R egg. L a111cieri di Milano (1039--4-0) <.:ol cprn le pm·l·ì pei- l' Alb:rn ia (l!J40) . P l'om osso Oeu<'i-:ile ,.1.11d ù a <:ornanclnre nn R:1ggruppamcnto cel ere dell'S" Armat:i Cl !>40) : paì3sò poi a clis posizio,n e del Ooma11clo II Corpo cl' Ai-ma fo (l!l40-41) ed i.nfìl1c eomanclò prima la 202" J)h·ision e cosli ei-n (l!l41--t!) e poi la 2a Di.vis i011e celere (1.942-43) .
1 Fig. 117.
:\Inrio Radìuì Rossi
B a p11b6lic-llto numerosi stU<li. s ni periocl'ici: Coopei-az.ione delle Armi; Forze Arma te; R ivi.stn <li Fantel'in: Eiwrc:ito e Na~fazione; Azi01w Coloniale; R ivistn di Onltura 11ilirnre; Rivista <li Oavalleri.1. Ha pnbhlica to i noltre• alb-i lavori cli c·,n·:i tte1·e m ilita re in materia <li ncldci;:tr amento e st01·ia. BAGG IO Romolo N ato a l~ oma il :JO map:g'io 1 'Hl: dopo :wer uperato i c·orsi de]) ' .Auademia milital'e <' tle] la ~c·n ola cF.Applicnzione (l914), p1·omosso 'l'e11ente, alJdù al l° Rcgg. A1·ti~ g]ie1·in da Costn. "Hpita110 nel 1913, p ai-tec·ipò a t u tta ]a campagna di guer-ra 1915-18. D op o l a gnena anelò a prestare se1·vi:r.io al i'5° Hegg. I>es ,rnte Campane e nel. 1!)22 couseguì la lam·ca in i ngcg1Jei-ia iJ1dustl'ia] e .mec<.:auica nel R. Politeenico di T orin o. P assò snecrssivanH,~ute al 22° R egg. dn Gawpagn a e (JH2G) pn m1osso Maggiol'e entrò mel , er\'izio teonico d ' flI'tigJierio. Te~ nen te Colo1111ello n d 1920, Colonnell o nel l03c.: e Gcne1·al e nel 1.!)41 c•spletò i seglwn ti senh:i. : a del etto a lln Di rezion e s111wriore dei
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05G -
E COLL.\ROll.\TOH I DF.LL.\ S'r OI:IA OE'LL 1 .-\I:TIGl,IERJ.\ IT.-\LIAX.-\
ser,izi te<·ni<-i: aclcletlo al ('entro d tirnko 111ilHa1·e : Yice-Dir ettorc al J:>irotccnic:o di ' ap1111 : Yi<·c-Dii'N torc al Oe11tro Pspe1·icm1.e di K <>ttm10 : Yi<·<> - Dfrptto1·e a li' Arse1rn le di P iacen1.a : Dil'eltor e del Centro esprl'ienze tli ( 'iri è <> l)frettorr pr i11cipale clclfA rsenale di To1·iuo.
J!'ig . 21 8.
Romolo Raggio
l
.
rmciale eolto e studio o. f'n collaborntore eatusiasta e pr e-· zioso cli questa f.: torin. dell'Artigli<~ria. Oltre ad altre nnruero8e p u hbli C'nr.ion i . son o 11 01p,·oli lC' seguen t i : J) Tir o cl'a1·tiglier ia con proietti a liquidi SP<'Ciali ( Ri\·. cl'. 1,xt. ,, G<'n ..
H,owa, 1930) . 2) Hitubatura delle artiglierie J11!'dia11t<' ra!I reddalll<'nto im c•11;;0 dl!l t11boani1un (Tipogr afia, Ar s . H. D., P inc<'nza) . :{) P ropost n cll a dozione di i:<Jwcia le mu11 iz.iona ml•n1·0 d' arriglicrht. H ALD.\ ~ SAHE
l!}ttore -
NP
nbhiamo pa1'lnto
iJWl
volume VIII.
franc<·SL' e ;l ntpportnto rc ud allrlntle ltulinno (RiL d'Art. e GL·n., 192-1). 2) Il ~er,izio aero;;tatico u'arti1.dieda nr·lla g-u<'rra (Rh·. d 'Art. e Ge11 .. 193t).
J ) Il 1·(•golo trivlo
BALOCCO Hi<·cardo - Nato n Roma nC'l 18. . 3 ; a11i evo ll e llil R. A('cademia militìll'e cli 'l'orino e snccessivamen le c1c11a Sc:nola d'A,p[)litar.in~1c , promosso T enen te (1D06) anelò n11Tl Regg. nrti ~ 0
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Al!TlO LJEHI SCI1I1'l'Ol:I
glieria (la Carnpag11a e 11el J913 passò a.1 ] 0 R egg. Pe:-:ante Campale in Cnsal(• Monfetrato. CoJJ a pl'ornozionr ,1 C,11pitr1110 1w] dic·em.ln·e UH4 fn ti-asfe. rito al 41° .Ai-1iglictin <la Campagua col quale e11tr-ò in guena
suU' Al.tipiano cli Asiago. Comandante cli G1•11.ppo e rli Raggruppanwnto tattic-o al'ti. glierie leggere, d11nn1te l'offensiva austi·iaca del J91G in 'l're11tiuo otteunc la ptomozionc 11 l\Inggiore per merito di guerra .
],'ig-. 2.1!).
HI C<::ll'UO ll::ilocco
Suc<'e:sivamentP passò a comandare un Gruppo di rneclio ca.libro pl'<'sso Ja 3· Annata, e incli Cn chiamato a far parte del Co111nrnlo :--upremo - U!lkio tecni('O; tesse la Sezione artiglieria da 1'cn. Colo1111., pct indi passare (JH19) a1J'O:ffici1ia <li cosfrur.ioni d' tH'tigliei-i a cli O enova. Pe1· la ptop;,1ga~t<la <li Haltnnità, s,·olta nel B C'lg'io cluraHte nn 1pe1foclo <.li studi nll'estero (i11 cui conseguì la lam·ea cli i1np;eg11e1·r c•lettrotceni<:o), mel'itò un C'twornio del Ca p o di Stato Maggio J'<' cl eJl · Itsel'ci t o. 'fl'1l ll€' poi il Cow,rnclo (li 1111 01·uppo <lell'11° Regg. ariigliel'ia Pesn nte C:1mp:1 le : freq ncn t ò poi il :i~" Co1·so 1·egolare della S c nol.1 di g11Pnn: pl'eRtù cnizio nl Com ando della Di\'isione ,di Torino ~ino alJa 1p1·omozio1ie a Oolo nnello. 'l'rasferito hi servi7,io di
per indi passare aJ Gabinetto del Ministero della. Gnerra quale 1·apo <lell'Gfficio ,coordinnrncnto (1930-31). Comanclfrnte del JW ,ll'tig-lieria da Campagna (1!)31-33) andò -
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lD COLLABORATORI DET,LA STOHl1\ Dli'LL' ARTIGLIERIA ITALIA.KA
qnindi a 'l'iraua quale H,. Addetto militare (H)34) . Promosso U-e,nerale di Brigata (1935), comandò l'a l'tiglieria clell'XI Corpo d'Armata, in seguito fo Capo di Stato ~faggiore dell,1, 2" Armata. Generale di Divisione ne] 1937 eoma1ndò la DiYi!'lio11e di fanteria Timavo per asstnll(~re ~JH-1:0) il Comando del V Corpo d'Armata che tenne anehe dopo .l a 1p1·omozione (1D4J) prendendo pà:tte a]]<~ operazioni eontro la ,Jugoslavia e ad a?:ioni. in Balca,nia. Snccessi,,amente coprì la carica èl.i Segretario g<.,awralé della Commissione Suprema di difesa. Fra le molte sue pubblica?:ioni, s<)IJ10 eh.i l'ieordare : 1) LtH:a S,ignor<'lli ('l'ipograJìa Mantellate, :Roma, 1901) . 2) Alcune que::;tioni r.ìguarclan tl l' aviazione mili tare (Sl1tbili mt 11Lo A . G., già Torelli, Casalmonfermto. 1914). ;J) .La guene mondiale s ur k front Halien (Gonl:(·n -nzn teu nm nlht Hcg ia Un ive rsitù di Gand, T.ilbui·y, Hruxelles, 1Q21). ,k) .La g uerre mondiale au f.rOll t de mon tagne (Conferenza a l l!'oy<'r lutellectuel, Bruxelles, 1922j . 5) Rowe et scs mon nments religicux cc civil,; (Co1.1fe1·emm Extension Cui,·ersitairn de Bruxel les, 192:1) , ù) Il traino meccanico delle artiglierie prcs::;o i princi11ali eseJ:citi (Alcre Flamman, 'J:orino, 1924). 7) r factori di forza nella L'Olllpagua rnl)iolconica cll'l 180G (,Aler c F lamnrnn, Torino, 1924) , 8) Codic:e tattico (Libro I e llj (Hiv i,;ta Mil itun• Italiuna, Roma , 1\)28) . 9) Lil prc~parazione ckl ~ii:o cli rn:tiglieria ;;enza aggiustamenti rireH'n tlvi (Rivista Militare Ttuliana, noma, 1929). 10) F an ti ccl urtigli(•ri (Istituto .Poligrafico df'l lo Stato, Roma, Ul32). li) Karnbsrn:e 0. artil,icre Sntyp;;hkronja Usllw r ake ('.l'irana, 1033) . 12) T/1.11:tiglieria in cooper azione colla fanteria (Ciclo cli conferenze agli ufJ.ciali in congedo cli Hari) (IJ.N.U .C.I., 1932) , 13) Artiglier ifl anno XIV {Riv . d'Art. e Gen ., Roma, 1936) , 14) Il :C uoco dell'artiglieria italiana (T;n secolo cli progresso scientifico italiano, Soc, Ita L Progi:(•:,;so seteozc, Rorua, 193$1). 15) Ans ie ccl ascese (Le Forze Armat(•, H0111a, H\!3) . 1.H) Taccui no del comandante (Rnbricn) (\r1zionc Militm·e Roma, 1942-43). 17) Collaborazione alla rubrica cc A u t,trch ic:it » (RassPg-na d'Olu:emm:(>, Roma, 1943) . B ,umASl!J'lvn DI PRUN Curio - Nato ad Orsara Ir1p:Ìlna nel 1885; dopo aver seguito i Corsi clell' Accn,d emia mili.tare e della Scuola d'applica7,ione Art. e Gen . fu promosso T enente d'artiglieria nel
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A H1'1G L .1EHI SCIU'.lvrour
1907. Nella c:,llnpagna 19J:-i-1x ·d a Capitano. da Magg:iote e da Ten . Coloinn. prestò servir.io nel Cor po di Stato ì\f ngg'iure g:uadagnando::-:i ntrn mcdai:rlia cli lH'OlJzo e la Croce cli Carnlicre dell'Online l"UJitare <li Savoin. Nel dopo guena fu Cnpo de'f.l.'Ufficio onlin mnento e moùili·· iazione al Comando del C01·po di Stato }faggiore e come espert,o militare pal'tec:i!pò alla Conferenza del disarmo cli ,,'asltington. Comandò poi 11 n G tnppo <le i 1H R.egg:. da Cmnpngnn e suc:('essivamentc drl 1x•. 0
l<'ig. 2:.>0. Curio P.arb:u :etti di l'nm
Trnsfe1·ito nuovam en te n el Corpo ,d i Stato Maggio1·e (1921) fu (';lpo clel!Tflicio coordi1rnmento al Gabinetto cl.cl Uinist1·0 della guena e Co po degli espel'li mi l it:ni a] la Confcremm del disarmo a Ginevrn . Ne] H)3f) fo Ca po cli Stato M aggiore del Corpo cl.' Ai-maln di Bolzano . Genei-a]e cli Brigata (1936). ppr merit i eccczio1rnli, fu norn in ato nddelto miliU1re a Pnl'igi, poi Yice conrnn<lanlc della Divisione Cossel'in e i n S<>gui.to (1087) <'Otu:tndant e del1'Istituto Rupcl"iore c1i ~llel'l'a . In misi:;ione :1(1 Anka1·a ( 1!)3 '), l'anno dopo assunse il co.ma1JC1o delln Divisi.<HH' Ruperga e coma111clò il 8etto1·e operativo di Bardonecchia ottenendo Ja eommend.a di. u1Hcin1e cle)l'Or,ù ine Militare di Rfl\·oia . .Nel Hl40 ai-snnse il comand o deJ I ( 'orpo <l'Armata mobilitato e nel 111nrzo 1!)4~ fu n om in ato Cupo cli Rtato :M aggiore delle forze n1·mat p clrlJ' Afrie;1 ~C'ttentl·ionale fhtl'te ci,pando aJle operazioni th<' ci <·ornlusst'J'O Hd :Cl-Ala mein. -
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E COT,LAJ30HAT0RI DELLA 8TOIUA DELL' AHTlGLIERIA l'.L'ALIAKA
Nell'agosto 1942 tn 11101ni,nato Capo del.Ja Dc~l.eg-ar,ione del Comando Supremo in ACri<:a RettentJ·iona l e con funzioni di comandante designato d'Armata partecipando alle azioni di ~l'obruk. Nel noyembre del U)42 ven ne rimpatriato pc~r malattia . 1) Organ iztn¼i01ie e s viluppo tkll'a r'tig il<'ria italiana durnuce hi campagna 1915-1 8 (H iv . d' Ar t . e Gen ., 19'.rl).
2) Orgm rl¼Wtio nc e :,;viluppo della fanter ht i taliana. duran te la camvagna 1915-1::l (llussegua dell"T•;;;er<:ito, Hl.J.2) . 8) 11 fondam ento organico della cooperazion.-, La (tica (L,~ Coopernz,ione delle Armi, l.926). ,J) .ProlJlcmi pnuici della cooperazion<' tra fanteria. ed anig.lieria ( Rivis ta. Mili Lare Itnlh111a, l 027) . 5) I ;a :l'erma e la. sua. influernm ;;ull'effieiernm. degli Eser citi (Rivis ta Militare Italinna , 1H28) . G) li ti1·0 d' artiglieria con !"osservazione clall'acropl.imo (Riv. <l' A r t. e Gcn., 1928). 7) Compiti, orllinanwn f·o t•d irnpiego del le patt ugli(' cl'artiglit.'r ia (R iv. d'Art. e Gen., 1928) . 8) L'ordinamento ìHus::;olini (nel vo lume di 'fommnso Si1li1Hi .;:1111 (' Fornc Arma.te <lell' ftnlia fascis ta, 19:39) . 9) Gli or:clim1nH'n t i dell'EsC'r cito ilal.iano dal 19J!l al ·1!)2i'i • La r i;;ol 11zio nP di un prob.lema ùi orrlinarn ento (inedito . Biblioteca dl:'ll'Ts li tuto S11pt•rio1·,, d i Guerr a ). J.O) L'<•voluzione dellfl dottrina taltica dai tempi i>ost-mlpoleonici ai nostri giorn i ( I l Progresso cl<'lk Sci<•nze nel S ecolo X:i: , l.{)8x). ll) L'Is lit11 f-o Surwr iore di guerra (Tl l.'rogrl-!::;So delle Sci('nz,e nel Secolo XX, 1938). BASSO Antonio Allien, del Collegio Militiu·e di Napoli. (1892) <lopo aver superato i Corsi della R Accademia 1'li1itare, nnclò a 1prestare set,·izio cl'H Sottotenente e poi cln Tenente prima al 3° Regg. artiglie.rin cla Foi·te,ml e P'Ji ~il 10° R egg·. da Campagna. Ca pitano ;n el 1911 pn'stò Sf!l'Vizio al 24° da Campagna e con tale grado iniziò la grau<le g·uerra . Dm·a-nte quel c;onJli tto eomandò s nceessivameute, come ìVfaµ:gior<-\, 1111 Gruppo di bom~ bardieri, ed infine p1·om0Bso Ten . no1om1. ebbe il Comando di. un Grn ppo di artiglieria da }fontagua. Dopo la guNra nnclò Capo nffido a.l Cornanclo d'Artiglieri11 d el Corpo cl' Armnta cli Pa lermo e l'anno élopo comaa1dò un Gruppo ,del 22° Regp;. da Campa gna. Ragginnsc il grado di Colounello nel 1927 ritornando conw Cnpo uflìeio al Comando
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ARTIGLIERI SCIUT.rQRl
d'Artiglieria cli Palermo, pe1· ind i comandare i1 2° Hegg. d':n tiglieria da Campagna. Successivamente andò come Ca po ufncio a) Conu:indo cl'm·· tiglieria del Corpo d'Armata di Alessandria, di cui divenne comandante prima, da . Colonn. e poi da Generale cl.i Brigata . Nel 1936 fu nominato comandn nte dell::L R. Accademia e Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio, ca ricn che tenne anche da Generale <li Divisione (1938).
.Fig. ?~l.
Antonio Basso
'l'rasferito fllel gennaio 1939 al Ministero della guerra, quale Dh ettore generale d'artigliel'ia, vi rimase fino al novembre del 1940 C{Poca, in cui prese il comando del XIII Corpo cl' Armata ottenendo poi la promozione nel gennaio J 942. Oltre ad alcuni fascicoli di carattere acMestrati vo sull' impiego dell'artiglieria , ricordiamo i seguenti articoli : 1) A proposito di esercitazioni tattico·tccuicbc di artiglieria (Riv. cl'Al't. e Gen., l!l25). 2) Il cannone della fanteria (H,i,·. d.'Art. e Gcn., J926) . BA'ITAGLINI Gino - Nato a. Roma nel 1893; Sottoteinente di artiglieria nel 1914, Tenente l ' armo dopo, Capitano nel J 917 partecipò alla guerra 1915-18 in qualità di subalterno, di bat teria, poi di comandante ed in.fine addetto al Com ando artiglieria della 43" Divisi001e quale Capo clell'Uffi.cio di controbatteria al Comando dell'8" Armata . P er la sua co111dotta si mel'itò la pro-
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8 COLL,\BOHA'l'OR! DELLA S'I'ORIA OD.LL'ARTIGLIERIA 1'.L'ALIANA
mozione per merito cli guena . Superati dopo ]a guerra i corsi della, Scuola cl'appUcazione e quelli. cl.ella Scnofa di guerra, nel 1925 come Capitano di Stato i\:fa.ggiore venne assegmato al Comando della Divisione militare di R.oma e poi al Comando del Corpo cli s·. Maggiore, nel 192'7 comandò · un Gruppo di batterie del 3° Rcgg. art iglieria contraerei. Nel 1930 richia.mato in Stato Maggiore venne destinato all'Ufficio Ordimamento e Mobilitazione. Promosso 'l'enente Colo(llncllo a, scelta, . raggiunse (1938) il grado di Colonnello e comandò · 1'8° Regg. artiglieria cli Cor,po d.' Armn,ta. Pe1· la sua azione di comando in guerra si meritò la Croce di Cavaliere dell' Ordine Militare cl.i Savoia.
Fig. 222. Gino Battaglini
Da Colonnello e poi da Generale di Brigata (1943) ricoprì illl guerra le cariche di Ca.po di Stato :Maggiore di Intendenza d' Armata , di Capo Ufficio servizi II, di Capo Ufficio Ordinamento e Mobilitazio111e e Capo U H.eparto prc~sso lo S. M. clelFEsercito. Tenne poi iJ Coma11do clelJa IV Brigata Aosta indi fu insegnante di armi e tiro e di mezzi tecnici alla Scuola centrale dei Carabinieri di Firenze ; cli Organica. Tecnica dei Comandi di Grandi Unit à ai Corsi per ufficiali di complemento. . Ufficiale colto e studioso ha compiuto pregevoli Sinossi per i Corsi dei quali fu insegurn.nte, studi su questioni col.onfali e suJl'ordinamento dell'Esercito con particolare riferimento a.Ili Arma cli artiglieria. -
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AlìTI GL I EHI SCRI'l.' l'OllI
1) Sluùio sulrimpic~o di \111 Gruppo di nrtigli<•ria cont raerei cla ; 5 :n c. K. in sosta e in marcia di :n·,·icinamenro (11il·. d' Art. e Gen., 1!)30). 2) Sinossi rli armi e tiro <i mcr.r.i tecnici. 3) Sinossi lii. organic11 e t <'cnica. dei cornan1.li cli Grancli Gnitit. 4) Sull'impiego cMlc artiglier ie contrac•n•i.
BF:LLR'l'TI Pi etro - Nato a Rocc.!J.ctta 'l'an nro (Asti) il 28 giugno 1~84-: supera ti i col'si clelJ' Ac('n,lemia i\filitarc e quelli. della Scuol acrApplicazione cl' Art. e GC'n .. p1·omosso 'l'ene.nte (19071 fu a ssegnato ..1'1Pl1° <la campagna. Nel t!)ll fn inviato in 'l'r~poJitania , prima al I <:ntppo clrl 1° R cgg. artiglie1·ia speci ale e SlH.:cessirnnu: nte al 01·11ppc, (li c1rtiglierin da campagna s p eciale. partecipando ai combattimen ti di Hu 1Ielia1rn, di Z,mzur. cli Ridi Bi lai e all'ayanz.nla 1wll'inten10 del Gui-ian .
l'idro Belletti.
'l'rasfel'ito alla ~cuola cl· .\ ppli<-azione (1!)13-14) fu insegna nte è1g'g'innto di ba li sti<·a pei- rie,1d rnre poi aJl' lJ. 0 cla ctun-pagna. P1·nrnosso ( 'upitano aJla fine del 1.91 4 pnssò al 23° da campagnn col qual e entrò i n guerra. r•e1· le a~ioa1i fra Plani e Sabotino fu cita to in nn Online del gio1·110 <lel 11 001'po d' A1·m ata e <lecoPnto pi-irnn di u11a )[e. daglia èli HrO!nz.o e poi di ll11 èl Me<laglit1 d'Argento al V. )'f. per essere rim~1sto al suo posto -<li c·omba t timento, bc11chè seriamente ferito . Alla :fi ne del Hlli> fu invinto al l° pesa nte catn1pale per ln for mazione d ella 17" lrnttcda di obi ci con la quale l'ien tr•ò sul fronte -
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E COLJ,AI.!ORA'l'ORI Dl!,LLA STOIHA DELL' ARTIGLIERI,\ ITALIANA
Trentino, tenendo cointemporaneamente ao1ehe il comando interina1e di uin Gruppo d'assedio èlnrante la nostra controffensiva lnngo il margine del1' Altipiano. Nell'agosto mm venne asse gnato al Comando del 2° Raggr11ppamento da rnontaglfla in parternrn per la Macedonia . · Promosso }Iaggiore passò a comand,nc i reparti cli bombard e in :Macedonia. Rimpa triato nell'agosto 19J7, andò al 1° Reggimento da mont agna, ,poi passò al 1° Reggimento 1p esante campule e in seguito fu nominato Capo Ufficio al Comando artiglieria, del XXVIII Corpo cl' Armata . Pr<~se parte ai combattimenti :nella ritirata dell' autu nn o 11)17 indi della batfaglia clel Pinve ed a quelli di Vittorio Vern~to. Trasferito a 1 i\'I:inisteto della ftnerra (1!)20) venne poi nel settembre add etto al Princi1pe di Piemonte e nel Hl:22 destinato nll'TT:fficio Addestramen to del1o Rtato Maggiore. Snccessivarnente passò al 3° R egg. da <'ampagna e comaJ1dò i.L I V Or11ppo someggiato . Promosso colonn. per meriti eccezi,o111ali (1932) e clestinat9 al comando del 15" Regg. da campagna. Venne successivamente incaricate del comando della Scuola allieYi ufficiali di Lucca e quindi quelJo della. Seuola eentrale di nrt iglieria ,di Civitavecchia. Promosso Generale (1!)37) fu destiuato al comando cli artigJieria cli rcline ; l'am10 dopo passò all'lspettornto d' artiglieria. Incm'ieato d el comando della Divisione Bergamo venne poi rnlminato Generale di Divisione nel gennaio 1D41 partecipando ai vart periodi operativi svoltisi a cavallo delle Dinariche. Nel 1!)42 fn noru~nato comandante della Divisione Rovigo e nell'ott obre venine destinato al Comando Superiore artiglietia della Libia passando poi a comanda re J'artig1ierin della 1• Armata,. I,11 terrn africana, per le srn~ alte qualità militari e per la sna competern~a seppe onornre ed illnstrare l'artiglieria it.a liana g11nclagnninclosi la Croc·e <li 0ava1iere dell' Online Militare cli Savoia. Prigioniero di guerra nel marzo 1948 venne poi rimpatr-ia.to illel febbraio 1944 e nominato Ispettore -cl ell' Artig'li<'ria, carica. che rnante1T1ne :fino al mf:n·zo H.14!5. epoca in cni lasciò il servizio attiw> per Jimiti di età. -
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ARTIGLIE RI SCRIT TORI
Si d eve a l ge11 erale Bellelti, ln r ip 1·esa dclln p uliblicnzione di quest' opel'H subito dopo la guen a . F r a le pu bbiica zioni del Gen . Belletti ric:ordiam o : 1) Norme p er gli ulliciali d i ar tiglieria ca pi pattuglia . 2) S t udi sulla coo1wrazio1w e sull'organizzazione d el fuoco dell'artigli<'t·ia . 3) S ulla manon a del (uoro in itnrrra cli mol'iwento. -1) T tl.YOlPt.ta l)Pr la cleten ni11a7,io.n c g-rafica del t iro di Gr ll))t)o. 5) P oligo110 cli tiro r idotto per l 'addcstramrnlo al tir o tcorico-prntlco degli u fficiali d'al'tlgl ier la. {;) D izionario dclk posizioni p<'r lo s d1 i<'nlm<'nlo : difensirn or dinari o; cllft•nsivo r in forzato ; l'd of(c11,;i yo. 7) S t udio com parat ivo s111J' im pit'go clell'ar t iglirrin pre><so gli Eserriti frilnce-St' e tedesco. 8) S t ud io :<ull'i mpieg-o del l'artig-li<'r iu nella Dil•isione, rwl nosh·o Eser cito. Bro?\NNl'T
Lndnno -
Ne nbbiam o pnrlato nel ,olumc VHI.
J.) B r oc:.tzioni gnC'l-re:,;t he (B i\". rl' ArL e• Gt'11., l!l-J2) .
H ERAUDI Paolo NaC'qne a T nrino nel 1880 : dopo nYer seguito i <;orsi dell' A.c('a<lemia :i\IiJi tnre e dr ll a Rcuola <1' Applicazi one <l'art. e Gen . promosso T enente (1908) ipar lecipò s11ccessivamente a lJa guerr a italo-turca . Uol grado di Ca pit ano e con qu el1o <li 1Iag-gior e p,·ese parte> allH gr a nde gnena 1915-1, . Nel biennio 1920-21 fre(]_u entò i Corsi della Scuola di guenn , indi passò a comnndar e tlll1 Gr nppo del 14° R eg-g . cla OnmpHgnn e successivamente nel bi ennio 1923-24- freq uen tò l ' I s litulo di guen a
marit tima . Alla fin e del l 926 fu ti·nsfe rito nel orpo di Rta to Maggi or e col grado di T en. Col onn . e quin di aindò insegn a nte all'I stitu t o di guena marittima ed alla R. .Accade mia Nnvale cli Livorno (1929 -19R2). Da Colmme11o comandò il 20" R eg-g. <1.n CHrn.pagna e poi (1935) a ndò Capo dell'Uflìc-i.o Or dina menlo dello Stato Maggiore. Da Gener ale d i B r igata com11ndò l ' artiglieria del Corpo d ' Armatn d i T orino (1937) qu indi (1939) pa ssò a comandare la Gua rdia alla, fr ontiel'a. di 'l'ol'ino e poi il 2° Ragg1·uppame,n to alpino (1940) pl'endPndo pm·tc> alla camipagna s ul fron te occi· d entale.
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J1J COLLABORATORI DELLA STORIA DIDLL' ARTIGLIERIA l '.tALIANA
Passò al comando della Divisio01e Brennero che tenne an che col grado di Ge1~erale di Divisione fi.ino al 1941, indi andò Capo di Stato Maggiore della 7" Armata e quindi al comando della Divisione Sassari, prendenclo parte alla campagna di Croazia.
Fig. 224.
Mandato a comandare il XXI Corpo d'Armata prese parte alla campagna in Tunisia ; prigioniero di guerra in Inghilterra, rimpat riato 11el 1943 assunse la carica di Capo di Sta.to l\faggiore dell'Esercito. Successivamente fn inviato in Sicilia come Comandante militare dell'Isola.. Fra le. sue pubblicazioni, oltl'e ad un volume scritto per l'Accademia Navale di Livorno su al.cune campagne <lel XIX secolo, ed uno studio sulla guerra 1914--18 sul tc~atro operativo francese, n1<)nchè alcuni artico.l i pubblicati su « Echi· e Commenti )), ricordiamo : 1) Questioni di addestramento (Riv. d'Art. e Gen., 1924). 2) Stati M:.t~iori di artiglieria (Riv. d'Art. e Ger1., 1925). :{) Note d'addestramento. Il Sot tocomandnnte di batteria (ltl v. d'Ar t. e Gen ., 1933) . 4.) Dersagli dell'artiglieria da campagna. e metodi di tiro più convenienti per n eutralizzarli (Riv. ù'Art. e Gcn., 193,! ) . 5) Possibilità dell'artiglieria di.v.ìsionale (Riv. d'Art. e Gen., 1934) . (i) L 'artiglieria. n ell'avvicinamento (Hiv. d'Art. e d en., 1938).
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:\RTIGLJEnr s c 1u'l•J'OUI
BOFF.\ ('111·h> - E ' nato H ~apoli uel 1S97; dopo ami: :segnilo I' A<·cademia :.'llililare otte11111e la nomina a SottotPnen tc d'ar·tigliel'ia. Nel lULG ('11trò in guerra ottenendo (1!l17) la p1·0mo,do11e n 'l'enente e g-uadagmrnclosi una medaglia d'argento al V. )f.
Cal'lo 1301:fa
Come Capilnuo c-om,rnclcì ]'rntig'liei-in d<'l nord 1\lbania. (1027-:U). poi. fo Cnpo sc•zione opNnzioni e orgnnizzazioJn i di difesa wesso il Rotto Capo ,li Rta to i\foggim'<' pM· la difrsa clel tenitorio , il1cli p1·omosRo )lagg'io1·e a S'('eltu speciale (193G). fn Segretal'i o e membro dPlla collnbon1 zione m ilitm·<' con gli Esercil'i delle Kazio11i estere. Nel 1940. (11 promosso 'l'en. ('olonn. a c·ell11 spechtle . Con tale g·rad.o prestò se1·vi1.in presso iJ r eparto operazioni dello 8rn to .H aggiore dell 'E sercito qual<> Oapo dell.a V Sezione. i11cli ,passò in Africa Settc11ll'ionnle qn.f:11<' C,1po 1·ep8rto Ot)e1·nzioni di qu el snpc1·comn.ndo ll':n·lig'lierin. 1·ip01·t :rnclo una fetita e guadagnallClosi 111111 medaglia <l'nrgellto Hl V. :)1. snl campo. 1) r ossibilith tli tiro n ell'impiego tl ellc battcl'ie couLroacrci uutocnru1lali (Riv. d'Art. e Geu., 193.i) . 2) La di1'e1<a (la ,, ttacC'hi a erei nel C:ol'J)O cl'.\rmata (Riv. d'Art. (' Gcn., 1941 ) . V
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8 COLLABORATORI l)EJ,LA S'l'ORIA l)J<)LL 1AH1'IGJ.JERJA ITALI.\XA
Bo~ACCORRJ Domenico - N a cq1w n e l .1 891 a Milazr.o; superati i Col'si clell'Ac(·mlemin milit.H"1·e cli Torino e della Rcuola cl 'AppliC'a1/.ioue d'artiglieria e ge11io (1914), col grado (l'i Tenerite f u destina to al 2° R.eg-g. m ·tiglicria <l a cnmpn g nn. Trasfel'ito al 31." R egg . <la eampagna (l!)lil) pnrtiYn p er il fron te pas. anelo, dopo quaJcl1 e mese, 11 I ('011rn1Hlo A rtiglie1·ia cldl'VIII 001·po di Al'm a ta . J>romns,:o Cn]>itano , ( lflHi) p11rtirn per ] 'Albani a.
J:' lg. :?:!li. Oomeuito
Bonaccorsi
Asseg111;1 10 s nc·<·~ss:.ivm1H0 lll (• 111 ì'\'~inir,:;tero ,d ella Ouena e promosso }lnggiore (Hl:!Ci) pas:-ù nl l'Ispcr to1·ato c1'A1·tig lieria. T en. UoJonn. ne l 1!):-{-1: fu t1·M,fr1·i1 o aJ.1' 8° B cgg. arti g:Jie1·ia di Corpo d'.A 1·rnn t a e 1n·o111os~o ( 'olo.rn1el10 (J 938) passò a 1 Coma111clo del 3° R <>gg. arligli<>r·ia <'m po d'A\1·mat,1. Nl'l J 040 Yenirn cli nnovo in,·ial'o i11 A)birnin c:ome enma ndnnt e <lel :~3° H egp;. artiglie l"ia . Promosso Genera le ( I 94:a) ve1rne dei--tinnto all'l spettorn to delle trup pe 111otol'iz:r.ate P cm·az;,,nte e poi. al Comarnlo Ttu.p pe Jtalh1it1e cl.ell a :Base peninsuhlre . • 'Nel HJJ:i f'n cl<>sti11ato <flrn le ])~rettore HlJ' fstitnto Oeop:raiir.o Militare , fin c hè ,ne l settembre l!J4 (; passò n dii:.posizi o11e clcl Comando Militare T erritori:lfe <li Homa. Ri d eve .1 1 G en . Hon nc<·o1·si h, p1·ont11 r i pres:1 d(!lla pubhlicar,ione (li questa opera i,:;to1·iea fa c·c11do stnmpm·e il V oJ . 10°
p1·esso l' I.G.T. -
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ARTIGLIERI
scnrrrour
BOKTEMPELL! Aurelio - E' 11ato a R oma il 12 marzo 1883; dopo avel' ~eguito i corsi dell' A<:c,tcl<'mia ì\lilitare e della Scuola cl' Applicazionr fn ,promosso Teuente e de. tinato al B Regg. da Fortezza. Da 'l'enentc fece parte della Commissione di studio del Tiro Preparato d'Assedio e (1910) frequentò il Co1·so cli radiotelegrafia presso l ' Ist ituto radiotelegrafico militnre. 0
FiA", 227 .
. \ u relìo Ho11t0m1wllì
E seguite poi le prime esperienr.e eon stazioni 1·adioteleg1·afiche someggiabili, per indi (.Lflll) e8eguire esperimenti e studi cli 1·adioteJegra'ti.:1. Conterupo1·anc>aruente fu incaricato di eseguire p1·og-etti per· l'm·mameuto dei dhigibili per cui gli fu affidata la Diter.i011e della Sezione cli artiglieria aerea presso lo StabiHmento di costruzioni aeronautiche. F1·equeutò (]!ll3--14) il Coi·so di piJota per dirigibili e, promosso Capitano, (1!)14) fn t rasferito ne] Corpo aeronautico milita1'e <:ontinuatnclo n. , lidger-e il R.c1parto a11to1nomo cl' Artiglietia. Maggiore nel JnJ7 veU111e nominato Direttore. ~re] maggio J9l'i iniziò la costrm:ione <li un Drposito labora torio <:aricamento bombe e proietti in noma, e nc~l gennaio 1918 quello del Poligono cli tiro aereo di Ful'b,Ha coll'am1 esso campo di aviazi<>ine per le prove i111 YOlo dei materiali cl' artigJieria. Dal n0Yemb1·e 1917 ricoprì la c;arica cli Capo Gabinetto del Commissariato generale per l'aeronautica e come ta le fu nomi· a.iato membro del Oo11siglio InterealJeato dell'Armamento e delle mm1izio1ni eon sede in Parigi.
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W C0LLAI30n,\T0 1(I DGl, l,A STORIA DET,L' ARTIGLIEnIA ITALI.\:-/,,
Nel 19.1 8 si gu adag,nò al fronte una ;medaglia d'argento al V . M. Lasciò il servizio attivo nell'i:Lgosto 1919 ; su ccessi.vamcntl;' veorne promosso Ten. Colonn. e nel 1940 Colonn. nella risena. Pu r avendo lasciato il servizio continuò a dedicarsi al ramo cli stnclio ·dell'artiglieria aeronautica presso importanti Ditte industriali. P er speciali bencmel.'enze nel campo aerona11tico fu insignito di 0!}011.fide11,1c inglesi e francesi. Dnrante il servizio ideò e brevettò importanti ritrovati tecnici q ua]i : la spoletta per proietti aeronautici, l a cartu ccia a paJJottoln fumogena , luminosa e irncendial'ia, n· proietto Hlumin :1ntc neronm1 t ico, il co111g~gno di pun lamento iper tiro aereo. Il Colonn. Bon tempelli h a collabor ato a questa Storia per Jo speda lc sottocapitolo ù.elJe Armi Aeronautiche. ~'ra le sne principali pubblicazion i vanno l'icordatc : 1) lstrUY.ione genet·alc sull'armamento <' :::ul tìro dai dìrig ibUi e tlaglì UC'r oplanl (l\Cinistero arm i e munizioni, ottobr e 1916). 2) Lezioni <li. ii r mi e tiro per la Scuoln aJU~vi 110ìciaH p iloti av.ìatorl (Editore Officinn tipografica Bodoni, Roma, 1918) . 3) Proi etti nC'r onautici aus triaci (Officina t ipogr afica n oc1oni, ltoma, uprile 1918). 4) Istruzìon0 sulle muniz ioni per ciinnoni. a er e.i. (Omcina t ipografica Bodoni, nttobrc 1!)17). f\) Istr11ziouc s ull'impil'~O delle cru·Lucc0 a pallottoln f umigenn , luminosa e inccndim·ia tipo B.'.r.s. (Officina tipografica Bodoni, noma, agos to 1018) .
Bo~co C'arlo - Nalo a Viest e Garganieo (Foggia.) nel 1905; dopo iì servizio di prima nomin a quale Sottotenente d 'ar t ig1ieria cli complemento, seguiva i corsi dell'Accademia Milita1·c e della Scuola d'Applicazione. Promosso (J.930) Tenen te ef· fettivo venne assegnato al 6° Regg. artiglieria di Corpo d' Armata,. Frequent ò in seguito il Corso di topografi.a e di triangolazione p1·csso Ja Scuol a di ~ ettuno e nel 1935 fn trasferito all'Istituto Geop;tafi.co Militare di Firenze per un corso pratico di topogra:6a, al t ermine clcl quale rimase nello stesso I stituto p er circa due anni quale o:peratore topog1·afo. I~ questo periodo -
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.~HTlGLIEnt t;ClUTJ'OHI
di tempo rilevò a lculle t,wolette clc11a zona .Appennino-Parmense e 'rosc·o-Emiliano. P1·omosso C,1pitano ritol'uò ,il suo Regg'inwnto.
F'i~. 228.
Carlo nosco
..-\s~<'gnato i11 i,;pguilo nll".\<·<·111l( rnia Militare <li Tol'i!)lo, inSt>p:nò to1,og1·afi:1 fi110 alL1pdk <ld 1042 :is~nmendo in seguito il <·oma1Hl<J dt>l ('LXI <,n,ppo ,11·1igliel'iH i::eurn\·cute dn 90/ :53. 011 re ad nlc1mi (e~ti <li topog-rni:ia a{.1 uso cl<'g-li aJlieYi <lelL"Acc.:adern ia i\Ii lirn1·e. l'irnnlinmo: 0
1) Xuo\·o Ull'totlo cli ;111locl<•termina;,:io11e g 1·alica (Uh·. cl'At't. <' Gen., HJ4l). :!) Note prutic-hc ;,1111:1 p1·ep:1rn;,:ione topografìca clel li ro ('l'orino; Ca,;Cl•llo. HJ~I ).
HRTJNF!f'l'I BtnllcHo - Xnto a I'esHro nel L 87 : <lopo aver se~uito i cor i (lell'Atc·aclemia i\[i]it 111·c e della Acno]n cl' AppJi<:a;r,iune d'.A1·t. e Ge11., ,promosso Tenente, 1910) -fu destina t o al l~0 r--: egg-. artigJieiia (In CHmpag-na . dove rimase fillo al J91~ pm·tecipando 111Ja c:nmpng-,na di Libia (JDJ2-13) P rnci-itanclo,·i due 111.e<lag-Jie cli bronzo :iJ V. M. Da Capitano ecl effettiYo ~d 34° da Caml_)agnit in i;r,iò In grande
g-uena. Do;JJO m1 c·or:-o pratico cli K M. fu a {lisposi.zionc~ pi-ima, del Coman<1n cti,Jla :M" Divisione. p_oi della -1:7" Divi.si011e cd infine :Hl detto a J <'om:iTI<lo Supremo. Promoi::so )I Hg-giorc pnsRò. a fine gncrrn :t (lisposizione del :Ministero deJ'la Gucua ecl indi andò a freque,1 1taie 11 11 Corso di -
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l·l C'OLLAIJOIUTOin DC::LT.A ~TORI,\ DELL ' /\lffIGJ,JERT 1\ ITAL TAKA
integrazi one <lellH Rc11ola (l i gn ena, per durnnere poi H disposizi one del ( 'om 1111do <lello Sta to ì\fagg-iore. Comandante di Grnppo p1'esso hl ~(:11o la ('C11t1·:1le fl' ArtigJie1'ia di Ci.,itavecchia. (l!l:.!~) freq ue ntò poi il Co1·so superi ore bafo1tico, (1926). Da ' L'eu. ('olonn. ( H)2G) arnl.c) ad inseg1tnre « impiego cl' al't iglieria » p1·ima. <' poi « t iro d'arrig·Jie1·i a » 1wrsso la Scuola cenh-ille cli Uivit.11YecC'l1ia, pe1· i,Jl(lj pnssn1·p (1!)81) all'S0 R.egg. a_J'tigliel'i a dn A 1' n1at:1 quali' Ca po 111Tkio tiro.
Fi~. :!29.
H1·111 1l'tto Brunetti
) n(·al'icnro <lel c·onrnutlo del 7" .\r t. <l'A1' rnaia YÌ rim ase :lllchc coi 1 la prnnwzio11e n C'olonn e1lo ( H)3~). C'onrn n cl ò 1poi il 2~ Art. d,1 (.\1rnp .. indi (HJ:37) fn destinato Com:rnclant<' della S en o'la ,cl ' Applicnzi.o ne d' nt Lip;lie1.·iu e genio. Gen en1l<> di Jhiga ta 11e l sPltemhrc rn::rn. fn norninnto comain d:rntc d ell'a1·tiglit•1·i11 <le11a Ricilia, poi fn n1-;i,.;eg11ato all 'J pettcm1to dell'nrtig-lierfa, indi (1!)J2) Hnclò a c·ornan da r e ·1a Divisio11e Aol-(la -clisJ.oc11tn in Si<·ilin . Xominato G('neralc di DiYision<• eomandò sul fronte di El-.Alam ein ]a Div.h imw Br('scin e ve nne fotto prigi unie1·u dagli i nglesi . Nel fe bbl'ain <IPl 1!)44 fo n!~tit11i tn al Uoverno itafo1J10, l'i· mnnernl o a disposizione del Capo cli Rlato )Ja g-giorc de)l'Esercilo, fo1cli vc>1rne Hominato Co111 1111dn nl'e <le i tc·1•1·ito1·io milit m·c del la Sm·degna . coruan clo che fo:;c-iò poi (U)J3) pe1· a ssumere il com a ndo del territorio milii,H·e di Horna.
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A'R'.l'IGLIImr SCRIT'l'Oftl
Il 6 rrnnzo 1945 ,enne nomi1nnto Oomanclfrnte Genernle tlel1' Arma clei llR. Cai·a'bi.nieri. ll Generale Brnnetti è veramente uu 11ffi.ei1,de cl'ecc:rzione ; anch'egli antico ed apprezzato 11rtiglietc fu collahol'lltMc cli questa Stol'ia. Brrn~o Gio,ain ni -
Ne abbiamo già pal'lato nel volume
n II.
1) Sul calcolo delle traìt'ttori.e di bombe cln Yelivoli (Rh·. d'Arl. e GC'n., 1942). 2) Tavol<• dl ti1·0 pc·t ballel'i1· costit•re (Hl,·. d'Art. e Gen., 1942).
OA:àJJ::1u. Romeo i\forC'ello - E' nato a Ciriè (Todno) nel lo93; dopo nver scgnito i Corsi cl<>ll' Accacl~lllia Militnre e quel li della, Scuola c.1'.-\ppJicazio:ne, p1·orno -so 1'emen1'e (1915) fu clcsrinato al 2± Regg. da Cn.mpng1111. Bntrò in guerra <;on 1H 9" Batteria sorneggi;1ta , prendendo l!)arte sul Cm·so a tntre le azioni che portai·ono alla conquista cli M-0nte Sci Busi, , 'an Michele, Doberclù , Nova Vas, · Udi Log, Ca tngne,izza . N cl febbraio l!llo asslmsc il com.1111do della 13a Hattel'ia del YD Gn11)po someggiato, ottenemlo la ptornozione a Capitano per merito CC'C'ezionaJe. Vol011tal'io nei hombardiel'i, (1917) fu a }[OJ1tc .Teza (Bainsir,za) , poi c:oi bombardieri fucilic1·i a R ovigo, e sul Gl'nppa col 4° e poi. eol 7° Raggruppa.. mento. Nel settembre del HJrn fu impiegato sul Pb1v<~ coJla 48.. DiYisione di fantel'ia , poi di ('OlJegame11to (;Olla 6oa Divisimrn e i,ncli. colln J" Divis ione cl'as!'ialto drn·,rnte la battaglia di Vit1Mio Veneto. Dm·aute il periocln (l<'lle opera,doni si guadagnò due med.ag'lie d' argento ul V. M. Dopo Jn guena corn:rndò una, batteria da 105/ 28 indi nndò illl Libia (1013) tol 24° Hnggrupparnem.to Pesante Cmnpale. Prestò sntCC'~~ivameJtte sc1'vizio: al Comando artiglie1·ia della Li bin, poi a quello clc1l.11 Tr~politauia, al Comando de1la 2a Compagnin c·a11JJ0J1i.eri e di nnovo ul Comando artiglierin della Tripolita111ia. F requelltò dal 1923 al J.92ri Ja Scnola di guerra indi fu inviato al Comando militare della Sardegna quale Capitano cli Stato Maggiore. Seguì (1927) n Torino il Corso di complem~nto 0
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974 _..:.
I·~ C..:OLLABOl<ATOHl 1)1·:f,L.-\ STOnIA OELT.' ,\RTIG f,IRRIA ITAl ,I,\NA
teeinico-pl'ofessionale evoca iu cni olt<'Jrne la promor.ione a Mag, giore a scelta . Comandò poi un G1·uppo <.lel 10° Regg. Pesante Campa.le e (1931) andò ad inseg,n are « ~l'attica d' :nma applicata » e « ma1.eriale d 'attigli eriH », alla Scuola Oe11trale di artiglieria di Oivitavecchin .
F ig. 230.
Romeo :.\Iarccllo Camèr:i.
I n sel'v1z10 di Stato Maggi01·c, (J 084) fn al Comando de)] ~ Divisione ì\Im·ge e successivamrnte al Comando del X Corpo cl' A tmata , ottcmenLlo in'lanto la promozione a scel1.a al grado d i T en. Colon[l. Nel 1936 andò Capo ,cli Sta to Maggiore, in A . O. successivamente (193 ) Capo sezione allo Stato Mag-giorc. Da Colonnello comandò il 2" Hegg. controa1·d (J940) , csplcta11clo i n pal'i tem•p o l ' incal'ie:o dell'insegnamento di cultura milital'e pres'so la R. Università di Napoli. Successivamen te fu iITT Libia al Comando di tutte Je n:rtiglierie controaerei. Contemporaneamente fu <'Onsulcnt<• tecnico della 5a Squad1·a aerea per la. difesa, degli. aeroporti de]Ja Lihi:1, e poi (194:J.) Capo Ufficio del Comando Superiol'e a1-tiglieria <lell' Africa Seitentriona]e. Successivamente fu capo d ella Base oltrem are di Napoli, e dal gennaio 1943 capo di Stato Maggio1'e deJl'Inten<lcrnr.a del Coman do Superior e S lovenia-Dalmazia (2n Al'Jnata) . Au tore di numerose p u bblicazioni hn seti tto anche moltissi mi articoli sopratutto di indole militare <lal 1933 al 1938 sui -
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AHTlGUEIII ~CP.I'CTOJ:I
qu oticliaHi: 1Z R orn.fl <li Napoli: Z7 Nom,a e/ella Dome11ica di Napoli; Il .Jfel:iS<f!Jf/eJ'O di R.oma; /,e fi'orze Armate. Dalle sinosi-;i cd nrtie.;oJi pnl.Jùlicnti su alt r e Riviste. anno-
ti amo: 1 ) Armi e tiro Pl'I' g li 11Ilic,·i :11Itciali lll'll:l wilir.ia 1111ìwrsitaria t l!i29i, 2) ·..irwi l' matHiali di Hrti~lipria po.r gi i alliev i ullic iu li di c:or.u1,le ull'nt•> cli n nigli1•ria del R. _E,;prc:il•J ( I !>:12). 3) Il rifvrn i1ut•n 10 muuJr,ioni cli un C~r11ppo dh·:sio nal t• nelratnH'<'O (:\a ziouc Jfilitan•, l!J:12). 41 l· u Gruj1po dil·i><iouale 1l('Jl':1tt:1C'l.'O iu t<•tTeuo montnnu (Nar.ione )liii-
ta re, l!J3a). 5J Impiego cll'll'arti g liPria cl i vì:;iomtle 1wJla clifensi\'a (X a:1.ionc· )filitan', 193-1). (i) 11 riforni u1e11 Lo ul'lk munizloui di arligli< ria nella Uiyi,;iont· (HiY. cL\t t . e Geu. , J.9:all). 7) .Pratica artiglier4.'s<:a · t.: n c.:a~o co11cr<>\'o cl i Jmpil'go cleH'arli gli<.'ria dh·i,;ional<· (Xa,1ione )[ilirnn•, Hl:13) . fJ) Pr:t tic:,t a nig! i, •t<'><ca • L' Ar tiglit•ria DiY is ionnlc n el ripic•gamemo ('\'a zione :i\lilì1m·e, J.!l:JG) . 9) Qun;tioni lii tl'<.:nica nppllcata · 1.·.\rliglicrhi Dh·i,; ionale nella marc ia a l 11!!nt ico (Na:1.io uc lVlili ture, 1937) . 10) L1· gruudi m anon,• d dl'a n1w l!J:17 in S ic ilìn . l'1 •11nl munogrnLici del n •rreno (Xazioiw )lilit:ln', l!J:l7J. 11 ) 13<-upi e c·1·01Ji:;tor ia ul'llt• gr:tndi 1u:1110,T<· n<'lla proYiucia di 'r ra pani (Na zi 0111, ,\I ilitare , JU:Jl'i) . 1~) La conh·olmttl'ria 11('1la g1wrrn (li mu,· inw n1n (ì\: ar.ionr- 1\fil i urrl'. J.\J,17). 1;1) .P ra tiea artigl it:n•sc:a • r; A1·1 i~li1 ria tlid,;ional<.' 11dh1 ><UStn li ifens i,·a (Hi v . cr A rr. <' C:1•11 ., JD:37). 14) ::-01unn1ri ddrinst•gnam1 •1tro d i J.ogi:;tic·a tit•r i Corsi. ]')l'('i'!:io il Coruando di 'talo .\ln~ginn•. dt·~li uflieinli in <·m1gnlo da in1pi1•ga 1:c pr1•sso Co111;.u1 <li d i c:ran di 1·11ili\ (l!J:n.:-lS). 15) 'S-,11os><i . S0111mari d i logi><I iea [)t'I' i.I Corso tl i p<orf'<•z iunameulO lli Conu11l;:saria10 militar<'. 10) ~i11 oss i • 8.01U111arl di c·nllu r:t milinin· p1•r il Cor><o di J1<'rfcr.ionauwnw cl i Com m i.ss;.1ria lo w ili t:1n• (1!1:H .:IB). 171 f_,i1wa1111nti cl, I 1·t1ntliLro ('i110-C1-i,q, po 11t·s 1· (~az ion(· \fi lirn ,·<'. l!l:lR). 18) l p r i1l<'ipi Co11<h11nrntali d ella tlottrina tattiro franrese (Na11ion e :Mil i L:t1·(•. l!);IR) . 19) S[11111ti t1i 1,siC'oloi,:ia Jlli lì tar c - li govc•,· no d1•g-li 11uwiui (N a?.ion<' )(ililart:. 19:l."). 20) La g-u c•1·n1 in Esl r t•mo O ri('11 l<' (GC'111111io--C:iuJ?ttO J93.'-) ( Xaziom• )!i li t n r e, 193H). 21) T f<<'n-izi 11dlt• 0 1w r ar.ioni c·oloninli ( Hi,·ist:t di Co111rni1<saria1't) e cl ei St'r v i,1i a u uniui;;tra ti\'i militari, 1038).
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lD CO U , ABORATORI Dl!.L.LA STOIUA DFJLl'/ ARTIGLJRJUA r•r,\T,lANA
22) La motorzzazione del ser vizi (Hivis ta di Commi:,:sariato e dei SC'rv i.zi amministrativi militari , 1938) . 23) La base principale A.frica Odentalc nella campagna Italo-Etiopica (Rivis ta cli CommiliSUria to e servizi amminis tr ativi militari, 1938). 24) La. difesa contraerei degli eserciti moderni (Ri vista di Fauter.ia , 1938). 25) La Divisione corazzata tedesci.1. (Rivis ta di Fanteria , 1938) . 26) L a motor iz?:11?:ione dr llc Uni tà dell' Esercito ingle:a:e (Ri\·ista dl Fant eri a, 1938). CAMPAG~A Giornnn i E' nato a Oas t<•ll amarc di Stabia !Ilel 189'7 ; dopo aver seguito i Corsi (lell' Accademia :Mi.lit.are (1915) nominato Sottotenente d' artiglieria preia;c parte alla guerra J915-J8 guadag11andosi una medagJi.a cli bronzo al V. :M. (1016). 1'n1sfcrito in Libin nel 1918 vi J'imnse sino Hl 1922 come conrnndante tli batterie indigene; prese parte alle ope-
Fig . 2.31.
Giovanni Ct1mpag ua
razioni di polizia ed a quelle per la l'iconquista di que.L territorio . Riportò umi ferita nel febbr aio 1922 e fu decorato cli Croce di Gnerra al V. M. Capitano nel 1925. dal rn~1 al lfl34 fn tom nndaute cli un Gruppo e, inviato nuornmente in missione all'estero, pa1·tccipò a varie riunioni internazionali.. P rese parte ·allo sba rco in Albania ,nel 1 !)39 ed alle successive operazioni gua,clagnanclosi una seconda Uroce cli Guerra. Da Ten. Colonn. 1)l'ese s nceessivam.en te parte all'attuale guerra in Buropa ed in Libia meritando u na me<lag-lia d'argento sul
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H77 -
ARTIGLlEJU RCRIT.T01lI
campo e quindi u,na. tenm Ot'occ di O uenn nel combattimento di El .Ala mein. Nel 1943 raggiun ·2 il gr ado di CoJonnello. Questo ufficin le si è particolai·mente in1"er essato {li ti l'O e di materiali d' artiglieria, con pui-ticolare riguardo alle eenl1'ali per il tiro cont1·oae1·ei. Egli è autore di studi vari, di carattel'c riservato, su tali materie. 0AnACCIOLO
Italo -
Ne abbiamo parlato 1nel volume
vrn.
1) Di alcuni casi pn.rticoluri Chi' si prc1oc1Jtano nella cscc:tw,ioll C del hro (Riv. d' Axl. e Gen., 192-1). 2) Artiglierie catturate snl fronte Iwlo-Gn•co (mv. (l' Al.'L. e Gen., 1!!41). 3) Bre\·.ì note sulla coopcra~ione e su allri argomenti (Hì,·. <L\1·t. e Gen., 1942).
0AnA'fi"r Lo1·cnzo - Nacque a Turi110 il 23 ottobre 1890; dopo a.vcr seguito i corsi ùell"Aeca<lemia :Milit.ire e della Reuoln di A1ppli(:azione d'artiglieria e geni o, fu c1ssegnato a l J7° artiglieria da campagna. Nell'aprile J91!'i passò al 1° Regg. a1·tigli eria
Fig. 232. I 10l'CD7.0 Ca ratti
e s ucccssiv:unente entrò in guerra al comando di una batteria. Capitano nel giugmo 1915, passò in segu ito (191G) a) comaudo della 218" bntterin d'assedio. Istrutto1·e a ll' Ae,ca,d emia MilJtare di T orino, ritornò al fronte e comru.ndò i.I R Gruppo del 52° artiglieria da campagna sul I 1iave, pa.rtecipando poi all'offensiva cli Vittorio Veneto. 0
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0 COLLABORATORI DELLA STORJA DELL' ..\IlTIGLIJ.:HIA !TALUNA
Promosso Maggiore (1918) passò alle dipendenze del 7° ar. tiglieria da campagna rimanendo in zo,n a d'al'mistizio :fino al settembre del 1920 . A scelta ~ren.' Colon. (1927) fu imviato istruttore alla Scuola di t iro a. Nettuno . · Ineari.cato del comando del 3° Hegg. artiglieria cl' Armata (1935), promosso Colonne.I.lo (1937) ritornò alla. Scuola di 1:1.'iro <li Nettuno. Comandò successivamente l' artiglieria <ld IX Corpo d'Armata, e promosso Generale cli Brigata (1941) venne trasferito aJ comando dell'Artiglieria del XII Corpo d'Annata, col qua]e nel luglio del 1943 prese part(~ alle oiperazioni in Sicilia. Generale di Divisione il 1° luglio 1943, dopo l'S settembre fece parte del Frointe Militare clandestino di resist(~nza a Roma, prima quale Comandante clel 2° Settore e poi quale Oomand.ante del G1·up,po Settori. F u arrestat o iJ. 2!) m.aggfo 1944 e suecessivamente liberato il 4 giugno. Jneai·ic.:ato di reggere la Direzione Generale d'Artiglieria nl :Ministero {lella Guerra, suecessivamente fu nominato Pl'esidente cli unu Commissione per accertamenti snl comportamento degli u1)kia1i e :finalmente il 1' marzo 104G venne nominato Jspetton~ dell ' ,1.~rnrn d' Artiglieria . L'opera él eJ Generale Caratti (~ stata preziosa per la ricostr11½io1ne cl.elPArti.gJi.eda Italiana . Anehe a lni questa Storia dell'Artiglieria va debitrice riconoscente se la pubblica:done, intenotta negli ultimi mesi deJla p;nel'l'a, ha. potuto riprendersi. 0
0AUPI'1'rnLLA Oiusc~ppc B' nato a Trapani il 2 febbraio 1892; seguì. i eor-si della Scuola JV[ilitnre di Modena (1912-13) e
nomina to Sottonentc di Fanteria, fu asscgmato all'85° Regg. Fanteria. Dedicatosi sin élai primi anni. della carriera militare allo studio delle turni e cl(~l tiro ebbe ac1 acquistare in materia una pl'ofoncla cultura tecnica che gli. valse ad essere ri.petutameillte in caricat o dell'insegnamento t ecnico specifico presso diverse Scuole militari. Da T(~rn cnte, infatti (1915) fn inca,r ieato dell 'insegnamento una Scuola militare cli JVI'oclena (1915-16) e promosso capitalllo -
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ARTJGLll-;RI S ClUT'l'Ol.l!
al 74° :fanteria nel 1916 partecipò alla gnrn1de guerra. Prigio. niero di guerra nel 1!>17-18, nel 1919 rientrò al suo a,niico reggimento e qui111di Q)Oi fu dest inato al Corpo d' Armata di Torino e Q)oscia Maggiore alla Scuola Allie·d nfficiali di complemento di Moncalieri nel (1929-33). Frequentò l'Istituto superiore tecnico di artiglieria e da temente colonnello passò prima alla
l!'ig. 23.3. Giuseppe Carpitclla
Scuola. militare di Modena , e poi dal (1937-1941) fu addetto allo Stato Maggiore dell 'E sercito. Promosso l:Olonnello (1940) CO· mandò il 23° Reggiment o i'an tei-ia quin(li il Cent ro di addestra· mento delle Armi di fanteria nel 1 942-43 e poscia la Scuola istruttori vatie armi nel 194546. Il Oarpi.iella è stato il pl'imo ufficiale di fanter ia incaricato dell'inseg,name11to di balistica e tiro alla Scuola militare di Modena. La sua attività culturale è afil:mcata da una fervida att ività inventiva tanto ehe nlla sua genialità sono dovute le seguenti realizzazioni : w1 gn1.0co mobile per ùcterrninart' le condizioni cli sicurezza nel ti ro con le. rni t:ragliatrici al disopr:i delle truppe amiche; - ui1 regolo c0Jli rm1 tore ; s fr1Jmento U1JSi1iario tascabile pPr la misura1.lone degli angoli a visuale diretta ; - un iposcopio 1·ectoretrovisore per r endere possibile il piazzamento e il puutum~'nto cli mo1·tai o di altr e armi in posizione anche fortemente defilata; - un alzo per a rmi portatili a. tnmbur o eccentrico; - moùificilzione clel percusso1·c del cannone dn fi/?,2. -
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Ll COLT, Al!.OHATORI DELLA S'J'OTII.-\ OELL' AR'l'l GLlERL\. IT ALIANA
Oolla.bo1·atore di questa Storia, il colonn . Carpitella ha pubblicato vari stndi , articoli e scritti e su periodici militari e riguardanti la clivulgaziome delle nozioni tecniche relative agli armamenti e al tiro. Fra le sue pubblicazioni rkordiamo : 1) Il filctle 91 (stu<lio pubblicato a lVlodcn a nel 1915). 2) Man uale sulle an n i portatili, artiglierie ed esplosivi (rdito n el 1922, 1()23, 192it e J.925, dnlla Cartoleri~L Universitaria A. P ~rotti, Torino). 3) Man uale sulle nrml vortatil .i , artiglieria ed esplosivi (edito negli anni UJ28, 1929 e 1930, dallo Stabilimento tipolitografico A. Vir etto, 'l'orino). t ) Sinossi di elemen ti <li balistica e tiro ver gli allievi della R. Accademia cli fanteria e cavalleria (edik negli anni 193(i-3'i a eura del Comando dell' Aecadcmia). 5) Nozioni elementar i :;ulle gencrali tìt delle a r mi da fnoco (edito nrl 19-13, dalla Tipografia Rrgionalc di Roma). CARTA Angelico E' nato a Riola. (Oristano) nel 1886; dopo aver segnito i corsi cleU' .Acca cl ernia Militare e cl ella Scuola d' .A.pplica7,ione venne promosi:<o t<:-nente, assegnato al 15° Reggimento artiglieria da Campagina . foiziò la Sc:nola di guerra, ma ,d ovette rientrare al Corpo per la so~pensione dei. Corsi.
F ig . 2B4.
Angelico Carta
Capitano nel 1915 fu t rasff rito al 13° Reggimento d.' Arti~ g1ieria con cui ini½iò la guerra contro ]' Anst ri a prestando poi successivamente servizio presso i Comandi de]]a 16" e della 33" Divisi()lne di fanteria. -
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AR'rIGLmm SCJ!ITTOtlI
Du r a nte la guena si gua clap;11ò cl uc l\l cctaglie cli bronzo e dne cli argento al V . M . l\'I aggiote ,11el settembre 1917 ~u cccssinunen te fo nom in:ito aiut ante cli campo effetfoTo di S . M. il R e ncJl'H1prile . Trasferito al R eggimento d ' artiglieria a Ca vallo nel Hl23 fu comandato n el 1!)2:i al Ministc1.·o de1la Guena, e col grndo di ten . colono. passò nello S t ato ~\'foggiore e quindi ncm1i,nnto sotto capo cli Stato ~Jaggfol'C' al C orpo d ' Ar nw1"a cli R enna. R aggi nnse il grMlo di eoJonineUo ne] HIH4 ed and ò u comandare il 16° R cgg. cLn·tigliel'i:t da ( inmpagna. In A. O. col 19° Regg. da Campagnn. rimpatriato n el Hl37 fu rlestin;1to al Corpo d '1\nnat:1 del1a Snnlegn n E q 11indi al cowanélu dell ' Attiglieria , Corpo d ' A1·nrnt:i <li 'f' l'ies :.e. col grnrlo cli gener ale di 13 riga t.1 (1938) . D estinato i11 Albani,:1 :i d isposizion e c1E'J Comando clella Divisione Sie11a ne te1rn0 poi il Com,tmlo c·ol g raclo cli. ge]1Ctale cl i DivisioJW (1942) . L'a nno clopo f u l!JH·al'iu1tu {lt"] comaudo del XIII Corpo cL\i-mntu (19-J-3) <' poi pnssù a disposizione d eHo Stato }1aggio1·c e s u<·cessiva rn entc del Com,1 udo miJitn rc della Sardegna co11 iir1<::ni<:hi s peci,1'i (]!)44:) . 1) Le o rt ig li e ri e <kl Corpo Cderl' ( Hh·. (l'Art. e Gl'n .. 19'.!!l) .
CAuuxr Antonio - )fa to n I'ollnt ri (('hirti.) ,ne] 1S~J. tl opo avei· segnito i corsi clelLAc·caclemia )filitare e clcll:i Scn ola di. Ap;plicazionc . p1·omos~o te11c11le (1!)06), nndò p1·ima a prestare servizio ul 18° Ilegg. A1·t . c1a Caff,po, e p oi andò inseg.ua~1te cli fortificazion e cd automobilismo a]J a. Scuola di l\(ocl en a non chè istr uttore d'artiglie1·ia ai sottufficiali allievi. Capitano n el 1!)14 al 13° B cgg. da Oampagmn, con cni i niziò la grain clr g uern1, pe1· indi (Hl16) passn1·c 11ei bombal'clieri al comando del XXVI Gruppo bomhal'Cle da 240. -;yragg'iore nel 1917, col s no Gr-uppo prese p arte alla bc1ttngl ia dell' Ortigan1 g uadagnandosi ui11a medaglia di bronzo nl Y. }[. Tn1sferito all'LXXXI Gruppo bombarde s uH'l.'onzo, prese pa1·te al]a. battaglia, d e lla B a iusir.za ecl alla ritirata cli Caporetto mei-itan closi 1111 a medagli n d 'al'geinto a l V. M. F erito, tipresr s er\'izio 11el marzo 101..: e. dopo di avel' clirc>tto ]a Rnw]a di col1rg am ento deJl 'S& Armat a , p assò -
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JC:,
COLLABOIUTO!{! DJ;:IA,A ::;'.L'OR IA 0ll:[,L1 AR'.L'lGLIJl:RIA l'!'ALIA~A
come sottocapo ùi Stato i\Caggiore alla 1a Divisione di assalto prendendo parte alla bartaglia del giuguo 191 e successivamente al comando clel L XXXI Gruppo d' assedio prese parte alla battaglia cli Vittorio Veneto. Nel luglio Hll9 passò alla Direzione sperimentale ò ' aeronauti.cn conseg11 e11do dopo qualche tempo il diploma di cost ruttore d'aeronnntica e passm1do (1!.l2J) nel Corpo stesso. i\fag-
l·' lg. 23;3.
AlllOuio Ca rusl
giore nel Genio aeronan tico nel 1924. rientrò in artiglieria al 20° Regg. da Campagorn e promosso ten. colo1m. (192:3) ven[lc comanda to pl'ima al1'lspcltorato d'a rtiglieria, e poi (1930) al 5° R.egg. Pesante Campn le. Da colonin e)]o (1933) comandò il 12° Regg. Pesante Campale indi [)assò Capo Uffi cio al Comando d 1 ar!iglieria èli Udin<~ e promo - o generale (1937) fu nominato comandante della Zona milital'e cli Bm·i. Lasciò i] sePvizio attivo 1nel 1 fl8!) ma venne poi ricl1iama to J,n servii',io l'imarH"ndoYi fino al H)4~~ a l'lol'C·hè fn vil'iima di n 11 0 scont ro an( omohiJi tiC'o per il quale riportò n n'ic graYi feti te e me1nomnr.ioui. l ) 11 ciliudro morto p.el ti ro c·ontroac1·(•l (HiL cl' Art.
CA1rns1 Enrico -
(!
Gen., 10;;0).
~ato a Pollutti nel JS7L. dopo gli studi classici si laureò nel 1901 in Jettc1·e e filosofitl.. Fu qnincli p rofessore al Sernitial'io éli Ohif'ti. scrittore alla Biblioteca Aposto-
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ARTJC.LIKUI SCRI'.l:TORI
lica Vaticana e insignito, pe1· le sue b<:>nemercn ze, di Yal'i gradi e cariche ecclesiastiche. Nel 1919 fu nominato Segl'etario della Rea 1e Commissione Vin cialfla e per le sue bl'llemerenze insignito di varie~ ,on01·ificenze daJJo Stai-o italiaJJo .
1 F1g . 237.
J
L_~ ____
1\lonsig nor Eurico Ca1·w;i
]
Emico C::irusi è au toi-e tli 11ume1·osc pubhlicnzioni specialmente di P aleografi a e di Stol'ia, sulla vita e snlle opere di Leonardo. Ha notevolmente colJabora to al laYoro ordinativo e preparatorio ed a t11tta la p1·ocluzione della Commissione Vinciana, nonchè alht Enioiclopedir, Treroan·i ecl a qnestn. Sto ria clen' A rtigli e1·-ia.
OAS'l'1\GNA Gia como - E ' na to a 'l'ol'ino nel 1884, dopo avel' superato i Oo1·si òell' .Accademia Militare e delln Scuola cl' Ap1Plicazione, promosso tenente (1908), fu assegnato all'll Regg. cla Campagna. Prese parte alla guel'ra di Libia e successivamente fu ammesso alla Scuola di guenn. RiPntrato al Corpo per sospcnsio1ne dei Oo1·si (1!)14) e promosso capitan o fu desti nato al 9° Regg. da Campagrn1 e eomandato nll'1J per il Corso allievi ufficia.Ii. Iniziò la guerra <:ontro l'Austria col 9" da Campagna, indi passò nel C01·po di Stato :Maggiore guadagnandosi, durante la. guerra, una medaglia di. bronzo al V. M. Da ma ggiore ~rnclò insegnante aggiunto al Corso p1·atico per il servir.io di Stato Maggiore ilil Verona , rient rando poi al Comando del II Corpo d'Armata. 0
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El COLJulJJ0 11ATORI DELLA STORI.-\ Dlill,L' AR'.rIGLT E'lllA ITA LIANA
Prestò poi sPnhio al Comando del XXIII Corpo cl' Armata nel 1918, nu ovamente al II Cor,p o cl' Armata, all'Intendenza della UI Armata, nJ XII Corpo d'Armata, allo Stato Mnggiore, al Ministero cl ella Guerra ecl al Corpo d'Arm ata cli Trieste. Col grado cli ten. colonn. fu assegnnto al 3° Hegg . Pesante Cmn-
Flg. 2-37.
Ui,11·nruu Casta gou
pale coutiu nan clo a presta1·c scevizio al Corpo cl ' Armati-:1. cli Trieste (J934). Trasferito inel 1923 al Ministero della, Guerra continuò a p1·estare sen-imo oiello Stato :Maggiore per poi p;1 sare nel 1928 al 2° Rcgg. Artiglieria da Campagna. Tornò poi a p1·cstare st•rvizio nl Ministero clelln Guerri:1 (1D3J ). Da eo]onnello (1932) com:rndò ptima il 2° Regg. contronerei e poi (1!)35) il 14° R egg . Artiglicl'ia cl.a Camp9.gnn . Col gra,do cl.i genenile cli brigata com:rnèlò l'arti glieria tlel XXI Corpo cl'.\rmata (1937), poi ebbe incarichi spech1li preF:So il Comnnclo clel Corpo cl' Armata cli Trieste (UJ3S); comandò la Gua1·<lia a,J]::i fron tien1 dello stesso Corpo cl' Armata (1939) e, quinòi. (1940) l a Dirisione di fatnte1fa « Sassm·i >>. ol grado superiore conurncl.ò la DivisioJJ(' Cala hria (19-4:0) ed il1fine (1!),18) fn ùcstiirnto al Comando l•'<)l'ze Armate dellrt Sarclegnn. ~Te] 1!)44 fu collocato nelln riserYH. 1) Artiglh'tfa J01'1-J!J30 (Riv. d'Arl. e Gcn .. J931). 2) Concetti <l'impiego élell':u-ti~licria c:o ntroaerei (U h. cl' Art. e en., 1934). ;~1 Artiglieria clivisiounlc e comandauti (Riv. d'Art. e Gen., ]941).
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All'.1'.t(H, JEHI SCHI'l'J:OHI
CA'J'A~ZAHO Giuseppe Ma ria E ' nato a Roma nel 1S96: superati i C0rsi de]] ' Accademia Milih1re di Tol"ino fli nomina to sottotenente cl'attigliel"ia (l01G) ; partecipò alla. g uerra c·on tro l' Austl'ia (1915-Hll. ) e s11ccessiYa m en te fu iin Libii~ (Hl19-1920). P <.>r aziomi di guerra si g u adagnò nna medag]ia di bronzo al V. i\f. Segui un Con;o p i-a tie:o (Presso la Sc-nola di guenn
l'ig . 2::!S. Giusei,pe )laria Calam:a1·0
<.li 'rorin o e ,wl L933 fu ttni-:fc1'ito nella ri.serva . Richin , mato n el LfJB!) <·o l gn1do di rnaggicn·e prestò servizio. anch e come t en. col onu .. presso l'U Cfi cio J.>ropaga11cla del Ministero clclJa G ne1Ta <' poi presso (p1ell o ùello St ato ~fa ggi ore. .E.fa m olte pnbbli éHzi o11i. iFinclolc l cttrl'aria. l) i\Iu<lello di nn c·orrettort' c1 ·ug-J!IUstaUtt•nlo (Rh'. d '.\ rl. e Gen., 10!2) .
C.\ \'ALT.'1 Etto1·<· -
Ne abhimno parlato nel ,·oJmue YJII.
1) 11 traino mc•cca11ico delle artiglieri e (Riv . d' Al't . r Gen. , 1936). 2) lJ i.:ai-;:,OJ?èl10 e le :me possibilità 1wu ticlw ( B,iY. cl' An. e Ut•n ... J !l3i).
CAn ccn rou ~JUl½io - g· 11ato a Modella nel 189G: come sottotenente di complem euto cl'artig]ie1'in partecipò alla g;ucrra 1915-·1 , co] 52° R egg;imen to a.1·tiglietfa d a campagm1 gnada gnandosi la n omina in sc1·vizio pemrnncn te effettivo per merito di gnena, una m edaglia. di bronzo al V . :H. ccl uno eroc:e <.li guenll nl V. M. I struttore al la S <·uola a]]ieyi uf:fi.ciali di Mod enu. frc-
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I:)
COL L .·\ BOHA'f'Om
DELLA STORIA
om,L' AUTWLHJHJA
l'.l.'ALIAl\"A
quent ò poi i corsi di complemento della, Scuola, d'appli.c::17,ione d' a rtiglieria e genio (1926-27) laureandosi cointempor aneamente i,n matematica e fisica alla R. Università, cli. rrorino. dos i co1J1temporaneamente in matematica e fis icn alla R. Università di 'l'orino.
Fig . 209.
Knu~io C:Hicchioli
'l'rasl'er-ito alla Scuola d'applicar.ione d'artig lieria e genio di TOJ>ino qnale aggiunto pet l'insegnamento ai corsi superiori tecnici, fn poi (1930) nominato imsegnante titol are cli balistica alla Scuola d' applicaziorn~ d'artiglieria e genio, Ct\rica che conservò simo al mnggio 1935 per r iprendc~rla poi nel periodo 19381942 per i C.;Orsi superiori balistici. Da 1nagg-iore comandò · un Gru1ppo da 152/ 1.B del 3° :Rcggime1Bto artiglieria cl.' Armata guadagnandosi la p1.'omor.ione a tenente colonnello per meriti eccezio,nali . Promosso colonnello nel 19•1,2 ebbe i.l comando del 42" Raggruppamento artigli.eri.a di Corpo cl' A.rmat a. Ufficiale distintissim o fn apprezzato e prezioso collaboratore della Storia , e fra le molte sue pubbli cazioni sono ,d a ricordare le S(~guein ti : l) Appr os:simn 7,ione ùell'alzo eh<! ha dato un colpo g insto (.Uiv. d'Ar t . e Gen., giugno lfl32, Homa) . 2) Aggiustamento in alzo tn base a l senso deJJe cle,ia7,ioni (Riv. d' A.rt. e Gen,, dicembre 1932, Romu). ;-J) Sulla pr ohabilit/1. delle forcelle cli 1 F - Lettera nl Direttore -,- (HiY. d'Art . e Gen., marzo 19:'!3, Homa) . ,1) Probabilitll dei r isultati d i un gr uppo cli colpi (.Rii' . cl' Ar t . e Gen., giugno 1938, H9ma).
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ARTJGLI.r-:n1 scnrrro1:1
5) Calcoloton: lJCr il tiro da costa (Hiv. d'Ar t. e Gen., giugoo 19;33 ,R oma). 6) 'l'iro per batte-ria e concc11traui<'11to del .fuoco (Rtv. d'Art. e Gen.,
no\·ernbr<' 1933, Roma). 7) Sulla mis ura approssima tu d<'ll'angolo di pa rallas,,p (Rh·. d'Art. e
Gen., dicembre 1933, Roma). $) Il sondaggio balistico dell' a tmosfera (R,iv. d' Art. e Oen., gi ugno 1934,
Roma). 9) Cost ru v,ione cll'lln h·nieltoria con le lavolc cli tiro grafico-n11111<'riche (Hl,·. d'Art. <' Gcn., ft'bbraio 1935, Roma). 10) Tiro a ·artlglfcria (Scnoln. cl' apJ)licnzione artiglieria e gc•nio, I vol ume, cdiz. 1940, Tip. Yiretto, T orino). 11) Bnlis t ica esterna: n<'l cakolo della traiettor ia per punti (I rnl11lme, ediz. 19-!0, Tip. Castl'llo, T orino). 12) Il 2° <' :1° periodo <.leiraggiustumeuto in alzo in base al senso (In collabo· raziou<' col colonn . . \ tnaldo :\Iorricouc, Hh. <l'Art. e Gcn., febbraio 19a3, noma). 1.3) L 'aggiustnmento in b,.LS<' alla misnra cl<'lle ùcviazioni (In collabora. zione col colonn. Ai:nal.clo )[orricoiic, Hiv. cl' Art. e GeJL., l nglio 1933,
n oma). J..I) Xu ovo ubbaco per la :;trisda longitudinale (In colfaborazione col colonn.
Arnal<lo Monicone, Riv. cl'Att. e Gen., gcnu. 1D34, R orua). 15) Il tiro upp1:ossirouto ad <e n >i stri:sce (ln collabo.r azio11e col colonu.
Arnaldo ;\lorricone, Ri\·. c1·.\xt. e Gf'.n., maggio J93J, noma) . 16) Gll ef!etti della teu1peratnra s ulla rcsistenm dell'ar ia ( Tn colhl bora7.ionc col cololln. L\l'l'wlclo J\forr icone, Riv. d'Art. e Gen., lnglio 1935,
Roma ). 17) Sul r,r obabilc r endimu1to dd tir o (In collaborazione col c·olonn . .A1·nnltlo Morricone, Hiv. d'Art. (' Gc·n .. Gìuguo 1936. Homa).
· 18) Note Jn margine all.' aggiusta111e11to cld tiro ( l.n co1Jnborn7.ione col colonn. Arnaldo )Iorricone, Hiv. c1'Arl. c Gen., mnrzo 10:is. Roma). 19) Il tiro delle batterie c.saminoto col calcolo delle probabiliti.1 (Hiv. d'Art. e Gcn., settembre ]912, Roma ). 20) Le spolette presso gli eser citi est<Ti (ln col1nbont7.io11e col ten. colonn. Ermanno Ra,·t>Jli, Rlv. d'Art. e (;C?11., mnrzo l\J31, 'Roma). 21) !:,tudio sull'impiego delle spol<'tte (In collaborar.i01w col tcn . colonn . Er mam10 Havelli, Pubblicazione special<' dl'lla R i\·. d '.\rl. e Gen ., 193"2, Roma ). 22) Sulla penPtr n7.iouc dei proietti (ln collu bol'a zione col trn. colonn. Ermanno Ravelll, Hh·. d'Art. e Gen., a gosto 1933, Horoa). 2a) Sulla velocità delle schegge ( IJJ collabora7.lonc col tPn . colon n . .IDr· uw1mo Huvelli, Rivista aeronautica, frbùrflio 19~1, Horua). 24.) Sulrefl'etto de i vroietti (In collaborazlo11c col ten. colonn. Ermnnno RaYelli, Riv. d'Art. e Ccn., sctt<'Ulbre 19~'l-J, Ronm). 25) ·sulla attendibilità d elle serie di t•sattezza (In collaborazione col tenente colonn. Flnnanno Ranlli, Hh·. d' Art. e GC?n., a gosto 1935, Horna) .
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H COLL,IBOHATORI DELLA STORIA DE<LL'AU'l 'IGLHJRIA ITALIANA
26) Considerazioni sni colpi anormali (In coll:1bcwnzione col ten. colonn. Ermanno Ra\'elli, Hiv. d'Art. e Gcn., agosto .1935, Roma). 27) Il calcolo pratico clella pe11;etraziom, dd proietti e d egli effettì cli scoppio (In collaboraziom, col tcn . coloun. Brmanno Ra,·clli, Riv. d'Art. e Gen., m:11·zo rn:3::;, Roma) . 28) Sulla stabilità dei proietti (In collabonizione col lrn . colonn. Ermanno Ra velli, Riv. cl' AJ:t. e Gen., gennaio 1985, Roma). 29) Sul tiro con·. aggressivi (In collaborazione col ten. coloun. Ermanno Ra.velli, Riv. d'Art. e Gen., gennaio Hl:'!S, Roma). 30) Su alcunl, ()trnstioni di probabilità applicata al tiro. (Tn collab. col teu. coloun. F:. ;Ravelli, Riv. cl' Art. e Gcn., ottobi:e HJ38, Ro!lla). 31) Considtirazioni sulle ser ie d i esattezz;i (In collaborazione col tenente colonn. Ermanno Ravclli, Riv. d'Art. e Gen., ottobre J940, Horna). 32) Serie di poligono e misure su un piccolo lotto (In co.llaborazione col ten. colonn. Et·nrnnno Ravelli, Riv. d'Art. c GE·i1. 1 gennaio 1941, Homa). 33) Sul calcolo dei coeflicicnt i dif(<'rcnziali e degli elcm<;nti secondari (In collabor azione col gcn. G.iovunni Rruno, RiY. d'Art. e Gen., sett embre 1934, Roma). 3<1) Formule di variazioni e coefficient i di correzione nel tiro contro aerei (In collaborazione col gen. Giovanni Bruno, Hiv . cl' Ar t: e Gen., agosto 19;~5, Roma).
35) Un metodo razionale di integTazione c1ell<! Pquaz ionl del .moto (Jn collaborazione col gen. Giovanni Bruno, R iv. d'Art. e Gell., ottobre 19'10) . 36) Tiro coutro aerei: il moto verticale nscendrntc (In collaborazione col gcn. Gio,·anni Bruno, Riv. cl'.Att. e Gen., 1mtggio 19-!0, Roma) . 37) S ul calcolo cli traiettorie di Mmbc la nciate da velivoli (Iu collaborazione col geu. Giovanni Bruno, Riv. d'Art. e Geu., gennaio 19,12, .R oma), 38) '! 'avole cli tiro per battetitt conlru.erea (In collaborazione col generale Giovanni Bruno, Riv. d' Art. e G<'n., l ug lio 19-12, Roma) . 39) Balistica esterna (Scuola applicazione a r t. e grn ., 3 rnlumi) (Tn collaborazione col gen. Giovanni Ilruno, ediz. Castello, 'l'orino). 40) Nota sui Yalori del coefficiente cli. forma e del B (In collaborazione col ten . colonn. Umberto Selan, Riv. d'.Art. e Gen., luglio J932, Roma) . 41) La soluzione Siacci ed una nuova. tavola del B (In collaborazionEi col ten . colonn. Umberto Sel:ln, Riv. d'Art. (' Gcn., gennaio J935, Roma). ,12) Note di tiro contrac!r eo (Scuola d'tqip licazione d'ar t . e gen., I vo lume) (In collaborazione col colonn. E . Drorumi, '.l'orino, Hl!l). 43) Puntamento e t iro da costa (Scuola d'applicazione d'art. e gen., I volume) (In collaborazione col colonn. S . Marini, Torino, 1932).
CAVIGLIA
Enrico -
Ne abbiamo parlato nel volume VIII.
1) L'Artiglieria da Campagna al biYio (;RiY. cl' Art. e Geu., 1941).
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,1nnG LlEHI
::;cr.r1·ror: r
O ERUT.L'I U<'sn1·e I~ ' nato n Pinerolo nel 1S7S: dopo aver supe1·ato i Corsi clell'.A.c·caclemia ì\IiJitate e della Scnoll-1 <l'Ap~ plie.1zio11e , ptornosso tenente (l fl03) fn assegnato al 1° Reg.. g-imento al'tiiliel"ia ùa 1"ortc•z;1,n, Hnctcs~in11ne11te pa ·sò al )'8" aegp;. tirtig-lieri.a cla Campagna e qui n t"li iilh Direzione superiore delle esperi en ze cl'attigUel'i.a (l!JO!J). Ammesso al Corso snperiore tecnico <L11·tip;lie1·ia uel 1!)11, ottenne la pr-orno,r,ione a Onpilano (1912) prestando f.\ervizio prima alJ "Officina di co strm~io1li cli rroriJw e poi n ()twlla di GenovH. Allo scoppio clelht g-11e1Ta (lfllG) fu tHlcletto nllfr Commissione cli Yip;i!nnza e c-ol lando pre,;so gli Rlabilimenti Amsalclo, i11caric:ato delJa i:;onegJiamm tec-,nka dell<> Of fic-ine di ripm·a ;doni irnpiantnte a I'almaJl<>rn , Laghetto e Bologna. 1'Iaggiore 1w) 191fi. coJ g t·a.tlo cli ten . co)o nn. (1fll8) passò nel ru olo teNtico c<l n~seg-nnto ,d]'()fifrina cli eosti·11r,ic11ni cli Ge110n1. Consegnì ln L1111·ea in 11m lcrnntitn l)ref.so fa R . Univei-sità di Torino e (Hll!l) la h1men cl 'jngegnei-ia pre. so il I'olitetnico della stessa città. Pi-fisi<lentc dcrl11 Commissiorw di vigihrnzn e (·oflaudo presso p:Ji RtabiJi1neJtti A11 sa.l1lo, fu poi . (1H22) trnsf,~rito a)ln Dire11,io1w <1rl1c esperirnze d'at'tiglic•rin in ~rttu.110. F,~ee pal'te (1919) clelJa Commis!-io1w dc>l1e ripui'ar,io11ti 1p er i dam1i di gnenn presso Jn H. ])elcg-azionc il11li1rna a l'arigi e rientralo in Italia (J924) 1·imnse a. disposi7.ione <lel Ministno per la c·ontintrn,r,ionc dei snddetti la,01·i. Agp;iunto p1·eRS0 l' Ac:cndemia Militai-e cl i Torino per i Corsi supel'iol"Ì lec,1tic-i r ha lh:tic-i (H)~6) passò poi H disposizione del )tii1is tero della Mal'inH . e presso lit Commisf.\ione permanente per g-li espe1·irnenli di rnah,rinli da gue1·t·a (1928) . Raggiunse il gTHrlo di c-olonnello 1wl H.130 e l'n pi-ima Dir'ctto1·e clel Polverificio del Lid e poj cle]]'.Arsenale di J>iarenza . Xel gennaio J93fì fu p1'omosf:ìo gener,ilc (' up] 1940 YPnnc promosso ten. gen. <l'ar-
tiglierill. Ri deve al Ccn1tti il Prontnai·io per la vh,ita (! controvisita C' l'ipai·nzione cl<>i mllt<'riali G~/ 27 1Iocl. 911 e 73/13, e <lel NO·· lllendatorc reh1tiYO. 1) Coutrìbuto allo studio delle ca rkhe vari:ibili nelle artiglierie cnmpali (Rir. d"Art. e Ocn., 19:?(;) .
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l•l COJ,LAl30HATORT DELJ.A STORIA DEù.L ' ARTJGL Jf,;IUA l '.l'ALUNA
OHAPPUTS Renato - E' nato a Napoli inel 1S77; do1po aver seguito i corsi dell'Accademia militare e della Scuola d' Appli ca zione, promosso l:ern!:nte (1899) , fn destinato nlla. 3• Brigata da costn, per poi passar(~ al 14° Reggimento da Campagna. e indi (1906) al 5" Reggiment o cla Om:µpagna . Promosso capita no passò al 7" Reggimento Attiglieri.a <la Fortezza e nel Hlll-12 partecipò alla guerra di Libin.
1,'ig. 240. 1{.-11n to Chnppuis
R.fo11trnto in Italia venne tl'asfcl'ito all'S Reggimento cla. Fortezza e (Hl15) e.ntrò in guerra al comando di una Batteria dn, 149, che :nelle varie posizioni occupate si distinse da meritare un elogio dal Re e<l una mechl glia al valore per l'eroico comanclrnnte. Per le prove date gli fn assegnato i] comando cU un Grnppo di batterie sul Monte Koracla e, dopo 1poco, promosso maggiore, gli fu assegnafo il eomanclo di fJ Gruppi in una importantissima azione nella quale si meritò la pl'omozione a ten. <.:oloun . p<~r merito di guerra. Chinmato poi al Coma1ndo cl' Artiglieria del Il Corpo qnale Capo Ufficio, contemporaneamente a questo incarico e durante a?.:ioni imp01'tanti gli veni.vnno affidati Comandi di S0ttoraggrnppame111to, per lo stnèlio e ]a, pre1parazion e cH azioni per l aconquista di importanti 1posizioni. Dopo l a rit irata al Piav,~ passò Capo Uffieio al Oo1mrncl.o ·cl' ArtiglieriH della 4" Armata, e per il modo enco;mia,bile col quale disimpegnò le mansioni della sua cari<-a gli fu co~1ferita l'alta onorificen za di Ca-valiere del0
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ART!GLIEJHI SCRlT'.1.'0H I
l'Ordine Militare di Savoia , mentre subito dopo 1H vittorio a con clusione deUa guerra ottenne la promor,ione a colonn. per merito di guetra. Kel 1931 venne nominato generale di Brigata e nel ]935 raggiunse il grado di generale cli Divisione. Il Chappuis tenne n umerose conferenze agli Ufficia li prima e durante la guerra, mentre poi quale Capo Ufficio di Alti Comandi d'Artiglieria durante la guerra compilò numerose ed apprezzate relazioni. Renato - E ' nato a Teramo il 1° gennaio 1895. Alli.cvo dell a, Facoltà di ingegne1fa, frequentò (1915) UJn corso presso l 'Accademia Milit.are e, promosso sottotenente di complemento dell'Arma di Artiglieria fn assegnato al L3° Reggimento Artigliel'ia da Campagn a. CIONCI
fig. 241.
Renato Ciouci
Al fronte, in tale reggimen to (1915), flassò successivamente agli Aer-0stieri d'Artiglieria ed inviato in M:aced.onia con la 8" Sezione. Kominato im. S.A.P. l' anno dopo, ottenne l a promozione a tenente (191'7) e, successivamente, rim1patri.ato èln)Ja Macedonia , raggiunse sul Cn rso 1'8° Gruppo Obici r. C., con cui prese parte all'azione della « Bainsir,za >> e, quindi, alla rilirnta dell'ortobre 1917 ed alle successive ar,ioni dalJa. l'iva destra cl.e] Piave t m Maserada e Lovadi.na. -
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ID C0LLAB0RA'C0RI DELLA STORTA Dl!)LT.' ARTTGJ,ItmIA ITALIANA
Tra ferito al 47° Artiglieria {la Campagna (1918) gli fu subito dopo affidato il comando della 44a Batteria da sbarco, e per Jc azio([li svolte nel lnglio 19J S, si guadagnò una medaglia di. bronzo al V. M. SuccessiYamen te, dopo una gra,ve malattin, passò a I 3° Reggimento cl' Artiglieria da Fortezza i([l Roma. Dopo la gn c.e1·a. fu chiomato a prestare sc1·vizio presso la. Direzione Gene1·a le élell' Aeronaut ica Civile e successivHmente (1921) pa~sò al Comando Superiore dell'Aeronautica . Fl'eq uen tò il 4° Cotso e.li perfezionamento presso l'Acca<lemia ·cli Torimo (l.922), e l'anno dopo fu trasl'crito aJla, Scuola Allievi Ufficiali di Roma (1923), superando neJ'lo stesso anno gli esami per la IJ?romozione a scelta a capitano. Frequentò poi i corsi <folla Scuola cl' Applicazione (1925), e successiv,11nente VC([lllC comandato all'Ispettol'ato d' Al'tiglieria. Da 1 J !)27 al 1929 fu inviato a Tripoli, come ·Vice Direttore cl' Artiglie1·iu, per indi passare alla Dire7.i.one del Ser,.,,izio Tecnico <Li\.1'tiglieria e, dopo aver frequentato il corso superiore tecnico (5°) ccl assegnato definitivamente al SeT'Vizio tecnico, passò allo Spolettificio di Roma, prendendo auche parte ai lavori <foll::i Corumissione per l'adozione <lelle boro be a nuuno « offensive >> (1!)32-1934) . Seguì nel 1934 il 1° Corso di specializzazione in ottica presso l'Istituto Kazionale d'Ottica di Arceteri (Fil'enze); ottenne la promozione a maggiore a scelta l'anno dopo e nel 1!)37, sn•perando i) 2° a([lno cl.i specialir,r,nzio([le in ottica ottenne il diploma di « Specialista in Ottica>> e venne, quindi, 1nominato ViC'e Direttore del Labo1'atorio cli Precisione dcJl'J.i}sercito. Pr·omosso ten ente colouueJlo a scelta speciale, in seguito ad esami (1!}~!)), fu i ncaricato dalla Direzione del:lo stesso stabilimento per divenite direttore effettiYO con la promozione a colonnello (J 942) . Dal settembre l.943 fìJto al 1945 visse fuori d.el l' Ese!'ci.to. Dopo 11n periodo {li tempo a, disposizione del Comand o i.enito1·iale di Roma, assunse, nel 1947, Ja earica di Capo del l'Ufficio Tecnieo presso la Direzione Generale d'Artiglieria nella quale è dal rn~ rn Capo delJa Divisio1ne 'recnica. 63
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AR'J;IGLUJHT SCRITTOHI
1) Xorme pratiche P<' r Il 1mntam cnto ùPII C artiglieri e ('l 'ip . Yil"Ptto, 'l'o-
ri no, J 025) . Z) '[l tiro dc.ll ' attiglicrio. (in collnborazione col magg. Marraien.l Franco} (Tip . S. Uurlmra, Uoma, 102i) .
3) Sulla co;;tr111.ioue e sulla lllis ur,1zioue <l<•gli str ume nti cli eont rollo (Tip. Regionale, Homa, J040J.
Oox,1 F erdinan do - E' n at o a R enna nel l 'S2; superati i Corsi della Scuola Mili.ta r e di l\Codenn , fu nomi.n ato (1902) sottotenent e di fanteria ed assegnnt.o al 48° Reggimento. Col grado di. tenente (19l l ) iUello Stato Maggiore e p romosso ca pitano a scelta fu t1·asfcdto ul 59° Reggimen to (1913) continuando a rimanere im servizio cli Stato Mnggi01·e pr(~sso ]'XI Corpo d'Armata col qu ale entrò in guena nel 1915. Ot tenn1e la promo-
.(,'jg .
2.J2.
l<'cnli unnclo Coua
zione 11 maggiore nel 19JG e raggiunse l'Eritrea quale Capo d i Stato Maggiore -d elle t r uppe <:oloniali. Da ten. colon!l1. (1917), rimpa triò ed andò Ca po di Stato Maggiore della, 60" Divisione, cal'ica che mantenne colia promozion e a col.ournelJ o ,nel l9l8. Riportò una. fedta in co mba ttiment o e si metit ò una medaglia di brOD¼O ed un a d ' argento al V . M. Su ccessivamente IPl'estò servizio quale Capo clell' Uil1cio operazioni al ComaITTdo gener ale delle t ruppe della Venc7ii a Giulia (1920) , al Corpo d'Arma t n di Trieste (1921), al Comando della Divisione « Roma >>, alla Scuola centr ale di fanteri a (193 L), -
DD-1 -
JiJ COLLAJ30HA'.1'0 UI Dl':T,LA STOHL\ OJ,jLL ' AR'J' IGLIE BJA I'.l'ALIANJI
al :Ministero delle Colonie (1!)23) , presso le truppe coloni.ali di cui fu conrnndan te (1927).
Rimpatriato andò insegnante alJa Scuola di guerra e pro~ mosso generale cli Brigata comandò ]a lf.l' Brigata di fanteria (1933) , quindi Ja Brigada Granatieri di Sar <legm a (1934), e poi andò Sotto Capo di Stato Maggiore del Comando Snperi.ore in Africa Orientale. Ottenne Ja promozione a generale di Divi~ sioo1e per merito di guerra (1936) e rientrato in Italia comandò ln. Divisione «Leonessa)) e <1uindi fu incaricat o del comando del XX Corpo d 'Armata. ~ello stesso anno rn~9 fu uomina t o genera le di Corpo d' Armata. 1) Quello d ie la fanteria. vu ole oggi <la ll',i.r1'iglieri a n el combatiimeuto
(Rh. d'Art. e Geu., 1!,)23} .
D'A:.:Toxrn Raffaele -
Ne abbiamo parlato nel volnm e VIII.
21 L im ite cli impiego dei tdmuetri d a costa a base 1·e1t icale (Hiv. d'Art. e Geu .. 1941). DB S 't' l:ì1''A.;-;1s Giuseppe E' nato a La Spezia 1iel 1885; dopo nve1· segnito i corsi deH' AccHclemhi militare e della Scuola d.' A1pp.Jicazione, promosso tenente prestò successivamente servizio al l° ecl al 3° R.egg. Artiglieria da F'ortezza ed all'Accacl cmia Militm·e di Torino. Ammesso alla Scuola di guerra (1913) l' an1no dòpo, per Ja. sospensione dei corsi, rientrò al Corpo per essere poi tn1sfe1·ito al 1° Regg. Pesante Campale. Capitano al G R cgg. Attiglieria da Forte7,r.a nel 1915, ritornò poi al 3° Reggimento itt1izianclo la. guerra contro l'Austria prima al comando ·<lciln za Ba tteria cl.i obici da 280 e poi della 121" Batteria d'assedio. Snecessivaniente prest ò servizio alfa 24" Divisione di fant eria (1D15) , indi alla 3~t" (1916), a-ll'I(lltendenza clella. 3"' Armata e :finalmente alla, 52a Divisio(lle cli fanteria (1917) e nuovamente aJl'Inlcndenz-a cl' Arinata. Promosso maggiore nel giugno 1917, l'anno dopo fu inviato in Fi·ancia all'Uffid.o servizi. Durante la guerra. si guadagnò rnna m<:\daglia -cli bronzo e la. Croce di Cavaliere della Legione d'Onore francese. 0
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AH'l'IGLIIDII ( SCRITTORI
Frequentò i Corsi d'integrazione della Scuola di gucrI'a (1919) e poi prestò servizi.o di SLat,o 1\1:aggiore ottenendo la promozione a teucote colo0Clnel1o (1!)2G) e q uclla di colonnello (1932) .
Comandò, quindi, l 'S° Regg. A1·tig1ieric1 da Campagna per poi ritorn al'e in se1·vizio di Stato Maggiore.
Fig. 2-13. Clu:;ep pc Dc Stef:anh;
Gencn1le di Brigata nel 19:37 com andò l'artiglieria del Corpo cl' Armata di Ffrenze, JPOi l'artiglic'ria. del Corpo d' Ar mata co1·azzato (1!)39), ed infine la, Divisione «Pinerolo», ottenendo la proruo7,ione a generaJe cli Dhisione ( 1.941). A disposizione del Comando Superiore dell'Africa Settentrionale, comandò la. Divisione motorizzata Trento poi fa Divisione · coraz1.ata «Ariete» e .finalmente (1942) il 1."X Corpo d'Armata, ottenendo fa pl'Orn ozionc al graclo relativo. Succcssivmneute andò al Comando delle Forze Armate in Libia, indi al 1Tinistero della Onerra., poi di .nuovo in Libin, e dal 5 febbraio 1943 passò al Comando delJn, l3 Armata con incari.chi speciali. Nel maggio 1943 fu nominato Sottocapo cli Stato Maggiore e rnel gennaio del 1945 collocato 111ella riserva. 1) 2)
Accentramento delle artiglierie, dcccntramrnto del fuoco (Ri v. d'Art. e Gen . J.937). Note sull·artiglicria delle Di,isioni rorazzntr (Riv. d' .<1t·t. e Gen., 1940).
D.m
S'l'EF'AKO
Antonio -
Ne abbiai.mo parlato nel vo-
lume VIII. -
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hl COLT.ABOHATOHI DELLA STORI.·\ DEJLL' AU'.l:IGLIIDnIA ITALIANA
Alessandrn - E' nato il 4 ottobre 1896; dopo i corsi clell' Acca,demia :Milita re (1915) promosso sottotenente d'artiglieria pa.rteciipò alla GraJ1cle Gnerra dal 1916 al 1918. Frequentò snccessivamcnt(~ la Scuofo cl' Applicazione. Kel 192S da capitano fu trasferito nel Senizio tecnico d'a.rtigJieria e destinato a]]' Arsenale cli Napoli. Superato il Corso superiore tee111ieo, fu trasferito (1932) al reparto progetti della · Direzione superiore del S(~rvizio tecnico di artiglieria ove rimase fi1110 al 1940. Nel 1940-41 fu ad.detto all'Ispettorato superiore dei servizi tecnici, e nel lnglio del 1941, promosso colonnello, vem1e nominato Direttore del Proiettificio di Genova,. Dal 1935 al 19411 è stato insegmante titolare di Costruzioni cli artiglieria ai Corsi presso l'Istituto Snperh>re tecnieo èli arti glieria, e tra il 1935 e 1 MO ha svolto conferenze sngli stessi argomenti presso i Sindacati Ingegineri italiani. D'EVAN'J.'
1) Abbaco rettilineo pel' la con vergernm (Riv. cl'Art. e Gm1., l!l23) . 2) Una r appr esentazione grafica cl<'lla tc:-orin dei tormenti (HiY. d'Art. e G<'n., 1937). !3) Brevi note introduttive allo studio cli uu si;;tema cli artiglieria (Riv. d'Art. e Gen., 1938 - R iprodotto an<:.ht' cla 11<·vista de Artilherin. d'i Li- . sbona). ,1.) Sul lavoro di deformazione de.i t nbi dt artiglieria (Riv. d'Al't. e Gen., Sup. tecniéo, 1940) . 5) Sulla lunghezztt in calibri delle bocd,e <la fuoco (Riv. d' Ar t. e Gen., 1941). 6) Due note tecniche (R:iv. d'Ar t . e Gen., Snpp. t<>cnico, 19-U) . 7) Guida allo studio della meccanica d<•gH affusti (CEDA i\f. :Padova, 1943).
DR Vo~m<JRW1Dn> Edoardo lume VIII.
Ne abbiamo parlato nel vo-
1) Solnzioue esatta del problema balistico ()': iv . d'An. c. Gen., 19111). 2) Chiar imenti alla soluzione esatta <1<'! problt>nrn lmlistico (R iv . d'Art. e Gcn., l.912) . FIOHA Francesco - B' nato a. 'r ol'ino il 20 luglio 1911; dopo aver srnpe1'Hto i Cm:·si -dell'Accademia, Militare e -clella Scuola cl' Applicazioue d' A.rti.glieria e Genio, nominato tenente fu destinato al 2- Regg. A.rtiglieria da Montagna, per passare poi 0
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I
AltTIGLIERI SCRI'J.Yl'ORI
(1!>35) al 5° Regp; . della, s tessa specialità. r ai-tedpò alla cnmpagna etiopica g ua<IHg1nanclosi una Croce di. Gncrra al Yalor :Mili.tare. Nel 19:38 venne trnsfcri to al 3° Regg. Al'tiglieria Alpina eol qnalc fu in Albania, e nel lfl39 fu promosso enpitano. Ferito in Albania 1·ienttò in Italia e successivamente destinato prima come Hggiunto di « ì\leccanica applicata alle nrti-
l!'ig. 2+J. 1,·ranceis<:o l'io1·u
glierie >> p1·esso la Scuola cl' Applit-azionc> cl' Artigl ieria e Geuio e poi fu incaric-Hto deJl' in segnamento di (< Armi e Tiro >> all a R. .Accademia )Iilitare .. Magg'io1·e ,n el 1942 venne incaricato dell'insegnamento di Armi Po1·tatili e matel'iali d'Artiglieria che continuò anche quando l' Acca,dernia fu trasferita a Lucca. Pnrtecipò alla lotta pal'tigiana in Garfagnana , riprendendo poi regolare scrvi;,;io a l Dist1·etto militare di Lncca il 13 ottobre 1944. ufficiale ~tudioso è stato prezioso collaboratol'e ùi que:::ln
Sto1·ia. F oA~ Aldo - E' nato a P,nma nd 1891; seguì i corsi d<>lP Accaclelllia milihne (]913) e nominato sottotenente cl'nrtiglieria (1915) entrò i11 guerra, eotnseguenclo in qncll' anno la promozione a tenente•. Prestò servizio al 2" R eggimento da Campagna, al Comando artiglirrin della 16" Divisione e promosso capitano, pe1· meriti ec·cezio,n nli, passò al 22° Reggiment o da Campag·na. Xel J9L passò al C.I.L . Grnppo obic:i. pesanti cam-
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El COLLABOHATORt 0 0 1',LA S'.l:ORIA Dl(LL ' ARTIGLrIDRJA l 'l'A L .CAN'A
pali e comandò la 155" Batteria. Dopo l'armistizio fn in Istria e quindi legionario :fiuma,no (1919-20) . Oo~1seguì. la laurea in chimica ipura (1921) e passò . nel Servizio tecnico d'artiglieria frequentando poi i 001·si della Scuola cl'applica7.ione. lV[aggiore nel 1!)28, consegui il diploma di abilitazione alle cost ruzioni d'artiglic~ria passa:ndo poi al Servizio chimico militare. Insegnò chimica di guerra al corso superiore tecnico d' artiglieria (1934-1837). Kel 1934 venne pròmosso temente eolonnello a scelta e nel 193!) fasciò il servizio attiYo .
• l!'ig . 245 .
Alclo F oà
Il l!'oà compì ,numerosi studi riguardanti la chimica di guerra e fra, le numerose sue pubblica.1,ioni sono da ricordare : 1) Impiego clel metano liquido e soli.do come carburante ed e.splos ivo (C!eluzione per conseguimento cli l)revetto, 1913) . 2)
3) 4)
;3) 6)
7)
L a cooperazi.one delle Armi : note inerrnti al fumo ed alle nebb.ie arti.:fìciall (maggio 1025). Servizio chim.ico militare : n ote inC!renti alla preparazione bellica (pubblicnzione r iservata, 1933) . Confer ernrn. sugli aggressivi ch iruiei (Sin dacato Yrovinciale F ascista Ingegner i, Roma 1934). Confer enza cli divulgazione cli guerra chimica. e di. difrsa (Atti elci s indaca t i fascistì ingegneri cli '.l'orino, Cuneo e Ym·celli, dicembre 10~4) . D is1wnse dei Corsi superiori tecnici d'art iglieria - aggressivi chimici sostm1ze fumoge11e ed incendiarie • mezzi d' impiego - difesiL individuale e collet tiva (Istituto supc'rior c tecnico cl'a1·tigliE'r in., J()3ù-37). Concet t i pPr lo studio e l'impiego elci mezzi bellici con aggressivi chimici (lt.iY. d'Art. e Gen., Roma, logl!o 19::!7).
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AR1'IGT,IFlRI SCRITI'ORI
8) àspetti tecn ici <'d economici dell:1 11tllizz:1zio11e chim ici, del l<'gno, (194.1--1 2).
Fo.NTAJ.'M Giovanni - E ' crrn to a R onui nel 1877; dopo nvct superato i Corsi cleil' Ac<·aclemia l\Jilitnre e quelli della S1·11ola d'Applicazione d'Art. e Gen.; promo~ ·o Ten ente, fu asse:.i;11ato alla V Brigata d 'artiglieria, da Fortezza e (H)l1) passò a l Heggimento d' artiglieria da, Montagna . Nella grande guerra comandò la 21" Batteria ,d a Montagna (l9J 5) e successivamente col grado di Maggiore cournnclò il XIU Gruppo someggi~ito, e d a Tcn. Colonn. il LIII Gruppo cla Montagna (19LS) g ua<la -
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li'ig. 24G. G1ova111ù Fontana
gna11dosi nell' ultimo anno di guel'l'n due medaglie d'argento Hl V. :M. Successivamente rprestò serYizio : al Comando della Bri gata, d'artiglieria del Corpo d' Ai-matu di Verona, e dopo aver superato i Co1,gi della Scuola di guerra (1923), alla Divisione militare di Verona, ed in qualità, di Sottocapo di Stato :Maggiore allo stesso Corpo d.' Armn ta (1925). Da Colonnello (1926) comandò prima il 3° e p oi il 2" da montago,a, poi fu Capo della Dnrezione d ' artiglieria di ,.Porino (1930), e I spettol'e di mobilitazion e del1a Divisione tenitori.a le di Roma.. Da GenerHle di Brigata, comandò l 'artigli eria del Corpo d'Armata cli 'rorino e col grado di Generale di Divisione passò - 1000 -
l'l COLT,ABORAT OilI DF,LLA STOR IA DE'LL' ARTIGLIERIA ITALIA.K'A
prima, al Corpo d'Armat a di Udine e poi nuovamente a queJlo di Torino cm1 i,n carichi speci ali. Collocato a disposizi011e (1939) fu richiamato nello stesso anno e destina to prima allo Stato Maggiore, poi al Comando della 3"· Armata llObilitata (1940) e successivamente nominato Comandante l' artigh<~ria dell'll3 Armata,. Passò nella riserva nel di cembre 1!)40 e<l ottenne n grado di Gene1·ale cli Corpo d'Armata nelFa1priJe Hl41. l)Le batterie d' ~ccompagnamE·nto dei tegg.i mu1li <ii fant er ia (H iY . d'Art.
e Gcn ., 1936) .
Ji'no:-:ooKr Casi.miro - E' nnto a Firenze nel 1881; superati i Corsi clell' Accademin militare -cli Tor ino, e quelli della Senola <l'Applicazione, promosso 'l'enente (1905) venne desti-· nato al l '(J< Regg. artiglieria da Costa, poi al 23° artiglieria da. Campagna, per indi essere trasferito nl 34° da Campagna col quale, <'la Capitano, iniziò Ja, guerra contro l ' A..nstri.a, guaclag,rnm<losi. nel 1915 una medaglia cli bronzo al V . M. Costitnì n XXIV Gruppo del 3° R egg. artiglieria da Montagna, e, promosso Maggi,ore, ritornò al fronte meritandosi un'altra. medaglia di bronzo al V. M. F.'erito e prigiollliero del nemico nel fatto d'armi di Clauset.to clel G novembre 1917 fu decorato di. medaglia, d'argento al V. :ì\ L Rientrò al Deposito del 34° Regg. artiglieria (1919) , ed a11clò poi a prestare servizio alla Direzione di artiglieria di Genova continuando in tale illcarico anehe col trasferimento al 1° Regg. -di F ortezza. Suceéssivamente :fu assegnato all'l1° Regg. Pesante Campale e pl'omosso 'l'ein. Oolonn (1925) prestò servizio al VI Gru1ppo controaerei, poi al II, a.ll'VIII ed nl I. .Da Colonnello (J 932) andò a coman<lare il 1° Pesante Campale. In seguito fu Direttore d'artiglieria del Corpo d'Armata di Verona (1934), e poi -di Bolzano (J.937) , e promosso Generale !Ilello stesso anno a.n:clò a comandare la. Zona militare di Novara e quindi nel 1939 la Zona militare di Genova. Oolloeato in posizione ausiliaria, ma subito riehiamato com1Ìnélò l'ar tiglieria della Difesa territoriale di Genova, e nello -
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A UTIGLTElRI SCRI'ITORI
stesso anno 1940 1·ico1Jocato in c·ongedo ottenne il grado cli. Genera le di Divisione. 1) Il l'ifornìuHm to delle DiYi:;ioui s ul campo di battaglia (l!i vistn d' Al't. e Geu .. 10HG) .
F rancesco - R' nato a Masio (Alessaiu<'ll'ia) lllel 1896, dopo aver seguito i corsi dell' Acca.demin milital'e, .nomi111ato Sottotenente d' artigl ieria (1916) partecipò alla grande guel'l'a nelle bai.tel'ie pesau ti enmpn li e successivamen te nei bom bardieri. GALA~ZI~O
Fig. 247.
Francesco Galauzino
Combattè val ot·osamcnlc iin Macedonia da 'l'enente (1017) quale coma ndante di tlfl él batteria bomba1·dieri e si distinse alla battaglia del )fon tcllo pp1· cni (u pl'oposto per una. meclaglia d'al·gento al V . ~\I. Dopo Ja guerr a {1923) fu ::1ssegrn1to all' l.i:fficio T a ,·ole di tiro. Capitan o nel 1927, frequen tò i Corsi della Scu ola d i 11pplic:1 zion e d' artiglieria ecl il Co1·so snperiore tecnico passaJ1Cl<> successiva mente ~J far parte clel Servizio tecni-co cl'artigliel'i<1. Inseguau,te aggi.unto cli balistica esterna ai Corsi regolari della S<;uola. d'Applica zione cl' art iglieria e genio Ccl ai Corsi superiori tecnici 1negli anni 1931-32-33; Insegnante aggiuJJlo di balistica esterna e costruzioni d'a rtiglieria al Corso ,cli i-;peti aJizzazione pel' ingegneri presso il P olitecnico di 'l'orino (1933) ; t it olare di ba,listica estema ai Corsi superiori tecnici per il -
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0 COLLABORATORI DELLA STORTA DELL' ARTlGLTERfA ITALIANA
periodo compr e o fra il 1!)33 ed il 1!).J.J.. ccl in tali anni anch e Vicc<lirettore ·dell' Tstitnto ~nperiore tecnico .A.M. in Roma. S uccessivamente pn ssò qual,, 'Cfliciale teenico prcs o il 4° R eparto dello Stato i\Iag:giore. Otte1111e ln f)l'Omo,.,ioue a )Iag:giote n cJ ·t 93(1 e qnelJa a Ten. Gol onn. 1wl 1039. Raggiunse il grado cli Colonu. nel 194-3. Ha ;partecipato a 1111merosissime Commissioni spe1·imentatrid pe1· mntcriali d' Artip;licl'ia .
Valoroso combattente e i;-nlentissimo tec,nico, il Colonn. Galanzino ha anch e acquistato bcnemerenr.e nella guena cli liberazione. ] <'ra l r ::,ne pul>l> litnzio.ni ù particol:nmentc degno
di nota
il suo tra1tato di hali.stic:a esterua (tre Yolnmi) pubblica(o a e ura (1el Hinistero della (; uen·a (Islf)ettorn to d.ell' Arma cl' A.rtigJie1'ia. Hl±2) e riproducente le Je7,ioui da lui tenute ai Corsi Supcdcwi tecnici cl' ArtigJieri.a . 1~1 nnione all'allm·a T t>n . Colonn. Bruno hn collaborato alJe seguenti p ri me f)natti-o sottoekncate pubblica,.,ioni : 1) La ckusiti1 baliscica dell'aria (Hh·. cl'.\rt . e Ccu., agosto 1926) . 2) TàYvla cki n1lol'i della fnuzitt11 l· ,.
,;,.
(0)
= J0 o
~ -e <os" 1-
(ln col]abo·
1
razio11c col Lcn. <'ol. Br11110, Rii·. d'A r t. e Li< 11.. mnp:gio 1927). :~) ~norn ta,·ol:1 <1, l f prill(:;pnlt• (Hb·. d'Ar t. P Gen., 1932). il) Corso teorico-pratico di balistica t'St<'ma ('l'rc ,olnmi, 1!.l:j-1). G) Tn1 t La to di balistica esterna (J'ubblièato a curn ùel Mtnìstcr o clella Guerra - TstX'ttoruto d'Artiglìcria, 1942) .
CollahoratoJ'e e revisol'e di. questa Storia clell' Artiglieria. GAMEHHA
Bmilio -
Ne abbiamo parlato nel volume VIII.
1) La n•riflca della forc<'lla (RiY. d'Art. e Gen., 1921). 2) Per m1 vecc llio d ocum.o:•i1Lo ctel Liro preparalo (Riv. cl'Art.
t·
G-cn ., .1925).
GAttAVIULLI Emili o E ' nato aél Alessancll'in nel 187!); super a ti i corsi dell'Accademia militaré e della ~,·uofa d'Applica-
:r.ion c, promotto 'l:cncnte (1003), fn nssegnato a 11 ']1° Regg. cl'artiglicl'ia, dn Campagna. Capitano n el 1912 venue trasferito al 23° <1R Canl/pag;na . -
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Ail'.l'lGLIERI SCRITTORI
Partecipò HJla campagna di Libi:1 ed iniziò h t gllerrH co11tro l'Anstria col 23° ·<la Omupngnn. Pnss<Ì SllC(;essivnmcnte (J9](;) a] Cornando cl'm·liglic1·ia. cfol II Corpo d'Armata, ottenenclo s11bito clopo fa promozio1ne a. )1aggiore. Durar1te la grande g1wrra si g uadagnò nnH m edaglia di bro~1zo ed urrn d'argento al V. M., ed aHa fon e del J91'i, pl'Omosso '.l'en. Colo1m. pe1· mP-
Fig. 24S.
1·ito di gnl'na, comanclò il XXIX Gruppo di. obi.ci pesa11ti <·11111 pali. Prestò poi Scl'vizio al Comando d'artiglic1·ia del XVIII Corpo d' A1·mata, nl 48° Regg. ai·tigliel'ia da Campagna. Cessate le ostiliti.ì, all'11° da Oarnpug·na ed al Comando d'artigliel'ia del Corpo cl' Ai-mata di A1essillld1·ia. OolOJ?-H. nel rn2G, ebbe l'incal'ico cli. Capo uflkio al ColllaJ,do d ' artiglieria del C01·po d 'Armata cl' A)essiindria, poi passò ,1 <·o · mancfare i1 2° al'tiglieria da Cmupagrw (1931) ed infine andò c·ome Jspetto re clellH Divisione di fanteria i\ietauro (1934). P1·omosso Generale ( 1934) fn destfa,ato iJl Ministero <l<,lJn Guena e l' anno ·dopo andò come Comandant<' dell 'artip;li <'1·i11 in Africa OrientaJe. A disposizione del ?\lini.stero (193G), otte · 111uta la pl'Omozione a Generale {li Di:visi.001e (lfl37) , andò 11 co maudare la. Divisione m otorizzata Po. Elevato al gl'ado di Generale di Corpo cl' Al'matn fu destin ato (J939) nl Ministero clelJa Guerra. poi. (H>40) aJ Oo nia.nclo del Corpo di Stn to hlap;giore con fnnzioni ispetth·e, poi nuovamente al :Ministero dc1la Ouer1·a, ed infine (lfl-12) :d -
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El COLLAflORA'l'ORI DELLA S'l'ORIA DW.LL' ,m:rIGLIEIUA l'l'ALIANA
Comando Supremo e quindi ancora al 'M inistero della Guerra. Vernne quindi passato nella riserva e richiamato poi in servizio nel 1943. 1) Alcune questioni sull' impiego dell'ur tiglteria ( R i . d' Art . e Gen ., 1923). 2) Evohw,ioni in fatto di at' tiglicria (1.UY. d'Art. e Gc'u ., 1926) . 3) L'Artiglieria n ella gncna Tta lo-El.io1Hca <:on var t icol:trc rif<\l'imcnto al 1'ronte rritreo (RiY. d'Art. e Gell ., l'ii3(i) .
GA1m:1sso Antonio - ~ucqne a Vercelli il 1G nprile 1871; e si laureò nel 1892 all"Guiversitù. di ~l'oriuo. Dopo un corso cl.i perfezionamento in Germania., insegnò discipline fisico-maten:i,a tiche suceessivameinte tille Uiniversità di Pisa, ~ror.ii:no e Genova, finchè rn~l 1913 venne chiamato alla cattecll'a di fisica spel'imnetale di Firenze, che tenine fino al J 933, pHss:rndo a queDa ·d i fisica superi.ore. ~el maggio 1915 guale volontario cli gueITa f:u nominato Tenente cli complemento del. genio, e eome tale nell'Istituto di Fisic:a di Arcetri gettò )e basi della fonotelemetria, e come primo fonotcileme trista. partì ,per il fronte. E la sna condotti-I di soldato, la sua opera cli organizzatore i.01 linea: il contl'ibuto da lui portato come seienziato e come tecnico al successivo sviluppo di tale servizio furono tali cl.a meritargli Ja promozione a capita-no per meriti eccezionali, e poi a maggiore ecl a tenente colo,nnello nonchè il conferimen to c.folla . Croce di gncna. Numerosissime e sovratntto impottantissime sono le sue pubblicazioni cli carattc~re scientifico, delle qua.l i talune aventi sti-etta relazione coJla scienza militare e co])a tecJ1ica ar;tiglieresca. Come sdenziato e come uomo pubblico eollabol'Ò a parecchi giornali, a molte riviste ; ·e come fondatore del Servi?:io fonotelemetrico fu autore cli Istruzicrni e di Pubblicazioni varie, che durante la grande guerra vennero emanate dal ('ornando Supremo e dal Ministero della. Guerra. M:orì a Firenze nel 1033. GElLICH Fernando E' nato a. Verona il 13 luglio J889; fu do1po a.ver supertato i corsi clell' Accademia milita.re e cl.ella Scuola d'Applicazione, promosso ~l:enente, (1912) fu assegnato al 19° Regg. artiglieria da Campagna. Promosso Capitano (1915) e trasferito al 3° da Campagna erntrò in guerra contro l'Austria
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Al{TICUJ:llll scnrrrORI
guadagnandosi dnrnnte la campag111a una medaglia cli bronzo ed una d'argento al V . M . MaggiOl'e a scelta nel 191 . prestò se1·dzio 111 Comando del Settore cli Bolzano (1.919) , al Coman<lo dcila Divisione (li TreYiso (1920), allo Stato M}1ggiore, al 19° da Campag11a (19:.!3) , al Ministero dcila Guerra, e successivamente col grndo cli Teu. Colonn1. di Stnto Maggiore. destinato all'Istituto Geo~1·afìto Mili tare (1927) .
Fig. :!49. l·'enmrnlo Gelkh
Da Colonnello (1934) comau1clò il 4" Regg. atti gl ieria da Campagna, prc.-tò poi senizio ai Comancli cli Corpo d'A.rmata cli rrl'iestc, del XX ed a quello cli Pircnze. Vice comantlantr del h1, Di dsion<' di fa m e1·ia Pia ve (193 ) , p1'im.a <:.ol gnHlo cl i Gent•rale di brigata, poi della Divi.-ic,11e )fa1·c: l1e, r1nimli <'apo di Stato Maggio1·e al Comando della 1• Armata (19-1-0) i1Hli Segretario presso la Commissione di armistizio . Da Genei-ale di Divi ione fu destinato al :.\Ii1nistero clcJln G uel'l'a, poi assunse il Comando cl.ella Divisione tli fan teria Superga (1942) colla quale prese 1p nrte nlla compagna <li 'l'nnisiu ove venne fatto prigion iero (J943) . Venne decorato clcl· l'01·cline Militare di Sa,oia. 1) Panlct·ia ccl artiglieria nella costiti.1zlcme delle grandi unici, di j!Uerra
(Rh·. d'Art. e Gcn., 1924) .
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ID COLLADORA'l'ORI Dlt LLA S'l'OnIA DELL'ARTIGLIIDnlA ITALIANA
GK\TINI Gervasio - E' nato a Marina cli Oampo (Isola d'Elbn) nel 1884; dopo di aver superato i corsi dell'Acca clem i.a militare e della Scuola cl.' .Applicazione d'artiglieria, promosso 'l'enente d'artiglieria (1910) fu assegnato al 2° R egg. artiglieria -d a Cost a .
E'ig. 2;30.
Genasio Gentini
Capitano nel 1915 e Maggiore nel 1917 prese parte alla grande guerra, al comando prima. deHa 127" batteria. d'a.ssec1io sul frorn te di Gorizia, e poi addetto ai Comandi delle Divisioni d i fante r ia 30" e 11", in qualità cli ·ufficiale in servizi o di Stato Maggiore, avendo frequentato con successo il 1·el ativo Corso cli Padova. Durante l a guerra si guadagnò una medaglia di bronzo al V. M. e due Croci cli guerra. Lasciato il servizio attivo si laureò ingegmerc nella Scuola ·di ingegneria -di Pisa. Kel rn2s fu add<~tto all'Ufficio P rogetti e St udi degli Stabili.menti meccanici cl.ella Spezia della Sodetà, O<lero-Terni-Orlarn.lo prestando la, sua valida cooperazione per gli studi e la progetta zi.one ddle varie artigli.erie navali e t errestri costruite dai suddetti Stabilimenti. Ottenne la. promozione n Ten. Colonr1. nel 1928. 1) Teoria del volo natural e (Atti dd '.l.'crz;o Congr es,;o Nazio11ale I11ge-
gner i Italiani (StabH. T jpogr. Naz .. T r iest<' Hl35) . 2) Calcolo degli sforzi di strappa mento e compressione n cgH atXusti a pied istallo e a piattaforma (.!liv. (l'Art . e Gen ., 1937).
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AR1'IGLifilR( SCRITTORI
3) Alcune formole notevoli r>er il calcolo ddle eq uazioni clil1ercnziali (Ricer che d'Tngcgnrria, mar7.o 1938). •1) Una nw~s a a punto del calcolo dei fJ·cn i di r inculo (Riv. cl'.A rt. e G<'n ., 1942) . ii) Note cli balist ica (,Riv. d'Art. e Geu., l.043) .
GrAmnxo Oaet:'.l'llO N11to a 1Vfontemain10 (Alessandria) il 24 gP.nnaio 18(34 a 1.8 anini fn nomiuato Sottotenente dei hersag]ieri. Da 'l.'enente pm-tecipò alla prima spedizione d'Afri.cH , guachlgnandosi una meclng]ia d'argento al valo1·e mili.tare per l' impreim di Ca!'::::11la . Promosso capitano e r ientrato in Patria
Fig. 251.
Gaeta no Giarclino
Ye1n ne c.h inmato (1 S98) a fa r parte del Corpo di. Stato Maggiore. l\l[aggiol'e e f,Uccrssi vàmente te1wnte co loninello nel l fllO, alternò {lal 1904 al Hl10 il servizio alle truppù con quello nello Stnto J\foggiore . Sottoeapo di S . M:. del Comandante il Corpo di. spediiione in Libia (191.J) , ritornato in Italia (1912) fu promosso colowwllo per meritc, ec:c:e;,;ionale (191~~) . All'ill)izio della gra.nclc~ gne1Ta venine nominato Capo di S.M. della 2" Armata. Pn>mosso 2\fagg'ior Generale (1915) fu suecessivamente Cnpo <li S .M. deHa 5" Armata e nel giugno del 1916 Comandante la 4ga Divisi.onc~ di fanteria. Partecipò alla presa di Gorizi a merita,nclosi Ja, croce di cavaliere clell'Or-d ine Militare d i Savoia. Comandò il I e il XXV Corpo d'Armata ottc1J1endo la promozione a Tenente Gener a le per merito di guerra. -
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Il)
COLLABORATORI DELLA STORIA DEJLL' ARTIGLIERIA ITALIANA
M:i1nist.ro della guerra guerra, nel giugno 1917, un mese dopo fu nominato Senatore del Regno.
Sottocapo di S.M. -dell'Esercito nel novembre 1017 fu nominato mem.bro del Comitato Consultivo militare permanente interalleato in sostituzione del Gen. Cndorna. NeH'aprile dello stesso anmo 1918 ebbe il Coma ndo .della 4" Armata del Grappa. Fn quiJ11di nominato Generale d' Arma ta pet merito di guerra e membro del Consiglio clerl ' E:::;eTci.to: ebbe l'incarico del Governo mili.tare di J~'ium<~ nl quale dette tranquillità ed orcliine preparandone la annessione . Ministro di Stato nel 1924, Maresciallo d'Italia. nel 1926, il a1 dicembre 1929 ebbe la nomina n cavaJiere dell'Ordine Supremo cl eJla SS. Annunzia t a . Dununte la sua vita operosa ed esemplare, il Maresciallo Giardino rivelò in ogni ramo della sua attività, qualità superiori di mente e di cuore, pecialmente nei momenti più difficili della, guerra 1915-18. Nln H nuo nome fu legato alla toria della. 4" Armata, e tutt i gli italinni Io ri.Coilloscevano oramai come il Comandante del1'Armata del Grappa, di quella Armata. che dopo l'ottobre 1917 aveva coslituito il più forte baluarclo della difesa -d ella P atria contro il quaJe dovevano i.nesorabUmente i nfrangersi tutti gli assalti dell'esercito anstrungarico. Della sna azione di Comandante egli si meritò prima la Croce di. grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia ed alla .fine della campagna la Grande Croce dello stesso Ordine. '.l'ra gli scritti del Giardino sono specialmente -d a rieordare: 1) L'epopea :tlpina (discorso pronunciato i.I 7 maggio 1922 al '.l'Patro A.r -
gentina in noma). 2) Il-ievocazioni e
riflessioni di guerr::t (Milano, Mondadori, 1929-30) : Vol . I: La battaglia di arresto al Piave ed al Grappa (10 novembre 25 <1icembre 1917) . - Vol. II : L'Armata del Gnippa.. la batta.~l i<t difensiva dei giugno 1918. - Vol. III : L'Armata del Grappa . I..1 battaglia d ifensiva dell'ottobr e 1918 . 3) 15 giugno 1918 a cavallo del Bren ta ('ror ino, Schiop[)O, 1!)3B). 4) Documentazione storica per la battaglia e la vittoria del giugno 1918. Lettera al D ir ettore della Rassegm1 ltaliana (Roma, La Rassegna Italiana, 193•1) . -
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AR'l'IGLIEJRI SCRITTORI
5) La batt-:tgli:1 e la ~·ittoria ùel gìugno JJHS (a proposito di jntcr c:ssate leggende). Con una lcttern dl:'lla ~frclnglia d'oro Achille' .\l anl'lli ecl una. nota ùi Tommaso Silhmi (Boma, La Hnss<'gna Italiana, l!J3~). 6) Quade rni di storia d(']la guerra (Homa, La Hasscgna italiana l!J:H :35): - Qnaù. n. 1: La sorpresa delle Arml\te italiane nel giugno l!ll8. - Quacl. 11. 2: Le sorprese <ll·lla s toria nella baLtnglia del g-i11g110 1918. - Quad. n. 3: J,a fine di un'altra leggenda: Cadorna e la pace l'lepa. ra ta (a cura di Caùornn. Raffa ele con cllcltiarazioni ùd )lllr<'sc. Giardino ed altri). - Quad. n. 4: Il fuoco del Grappa e la docum entazione an~nrnca (15 giugno 1918). - Q1,1:1d. n. ;:; : L'.Arm:1 ta clt•l Grnppa n•~lla bùttaglia cl(•! gingno 1918. Conclusione stor ica.
GIGLI Guiscardo -
R' nato a, Tortonn nel 1S D; d01PO Hver
superato i Cor ·i clcll' Arcade mia mili tare e d ella <:uolH cl '.Applicazione cl'Ai-tiglieda e Gen io, promosso Ten ente, fn asscg,11ato al 1° Hegg. al'tiglicria da moutngna . Pnrtecipò nlla guerra contl'o ]'Austrin, e promosso Capitano l:n assegnato nl 2° da
l\(ontagna.
Fig. 2v2.
C:nisc:nclo Gigli
I n Albania ,nel marzo 1!)16, rient1·ò l'anno dopo ed andò a comandare la, z27a batteria, qniin(H il CL XXXII d'osse<lio e poi il XVII Gl'uppo del 3° R egg. da Montog,na (H>lS) . Durante quel confl itto si guadagnò due mecl uglie ,d i brorm~o al V. J\f. Nel 1918 ottenne la promo7,ione a Maggiore e dopo 1H guerra andò a prestare servizio alla R ivis ta ·d 'Artiglieria e Genio (1 !)20) -
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:0 COLLABOltA'l'ORI DELLA STOHIA DELL' ARTTGLlEBIA ITALIAN'A
e poscia al Ministero della Guerra (1921) . Nel 192ù fu assegnato alfa. Scuola Centrale <l' .Artiglieria; nel 1927 promosso ~re:n . Col. prestò servizio al 2, Regg. a,r tiglieria cla Campagna (1.931), ed al Coma ndo d'artiglieria, del Corpo cl' Armata. di Firenze nel 1H36. Promosso Colonnello (1937) passò nella riserva, ma n.el 1940 venne richiamato in servizio e nel 1942 ottenne il grado di GeneYale e a,ndò a comandare l'artiglieria d.el1a difesa cli Firell1ze. 1) Cavalli, trattori e affust i seroovenli (Riv. d'Art. e Gen ., 1942).
GrnoLA Enrico Guido - E' nato a Torino, 1rwl 1895; dopo aver superato i Corsi dell'Accademia. militare (1913-H5), nomi· nato Sottotenente di artiglieria (1915) fu destinato al 17° Regg. cla campagna, col quale da 'l'enente (1916) e.da Capitano (1917), partecipò a tutte le operazioni cli guerra. Insegmò tit·o alla Scuola allievi nfildali cl'artig1ieria dellu i.J/ Armata e comandò .la, 148·'
]fig. 258.
Emico Guido Gil'ola
batteria, cannoni da 105 del L Gruppo motorizzato sul fronte deJla 3" Armata (1918). Nel 1919 comandò il 3° Reparto aut otrattrici ·d el I Autoparco e quindi verme assegna.to al Ooma,n do Supremo, Sezione Auto, per poi passare prima. al Corso Superiore automobilistico in ~ rorino, quale istruttore tecnico e poi all'Ufficio tecnico superiore automobilistico. Nel 1925-26 frequentò Ja Scuola d'a:p plicazi.Oill.~ d'artiglieria. -
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AR'.CIGLIEH[ SCRITl'OHI
Trasferito nel Servizio tecnic-o a utomobilistico fu asseg1nato al 1VI:inistero cleJ la guenn, e da :M:aggiol'c (1931) passò a llUHido Studi ed espel'ienze dell'IspeUora Lo della motorizzazioue. 'l'cu. 0 0101101. a scelta peciale (1936), promos o Colon nello (19,V') andò Direttol'e del Oent1~0 stndi. cleJla mot orizzazione, poi (19,to) Dil-ett ore Ca po Divis ione al l\1inistc1·0 della guerra, in di (1941) assu111se la carica ùi Ditetlore generale <:lclla motor iz7.azione col grad o cli Maggior Geo1era le. T enente generale pei- me~·ito (1943) fu nominat o Dil·ettore S uperiore del S enizio t ecnico dell a motorizzazione reggc>ndo co11tempon1 nearnente la ~nl'i<:a clt Direttore gnera le dclJ a motorizzazione. Ufficiflle colto ed a ppnssionilto studioso <lei problerui clell a tecnica a utomobilistica, con l 'inseg:nnrnento e con gli seritti fn clapprirun un nttivissim o prop11p:,n ator e clell o ~·ilnppo della mot orizzazio11 e milit are e ci vifo. e poi ·cfo cl.i.c:ò 1H propria att ività, principa lmentc ap;li st udi ed alle esperieme tccni<·he. Svolse n umerosissime missioni all'estero pet studi,, gnl'e e concorsi t (~cnici int ernaziona)i. ecl in q nalità d i Delegr~to · t ecnico dcJ Ministe1·0 dell a g uena p1·ese pal'te ad irnportanli Congressi, Comitati e Commi. sioni n azion ali ed inter,nazionali. Nella sua qnalit:'ì, cli antico arn>a ssi.onato m·tiglie1·e diede t ut to il sno appoggio alla buona riu scit a cli questa opera . GLO!tTA
Ca r lo -
Ke abbiamo parlato 01el volume VIII.
l ) .Lù meccanizzazio1w degli EsC'rcili dei J>rincipali Stati (RiL cl'.\ rt. e Gen ., 1930). 2) Proiettori cd. a11par ecch i d'ascolto (Hiv. d'A r t . e G<•n. 1930). 3) Le nrmi da f uoco degli Stati Un iti alln fine del 1!!30 (IliY. d'Ar t . e Gcn., 1031). GnOSF;o Mario N acque a Mn ccag-110 Superiore (Va rese); dopo 8\'Cl' freq uentato i Cors i clell' AcC'a<lemia mi litar e e della Scuola cl' App)ic,1:done cl'n l't iglieria e geuio, promosso T enen te, (1910) prestò su ccessivamente servizio : al 23° artiglieria da Oam1)agna , alla stessa Scuol a d'A pplicazion e, al Comn ndo delhl Divisione territol'iale di N::ipoli e fi nalmente (1914:) al battaglione SIJ)ecialisti del genio (Sezione Fotoelettrica) . Ia1iziò la gucl'ra contro l'Austria a) comando della l" Se-
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rn COLLABORATORI DELLA S'l'ORIA DE'LL 'AR'L'IGLIERIA ITALIANA
zione fotoelettrica d'artiglieria. clel 2° Parco d'Assedio (1!.)15), passò poi al 3° Regg. artiglieria da. Fort{~bza (JH17) ecl ottenne la promcnione a Maggi.ore nell'a1rno 191.8. no1po la guerra fu assegnato al 27° Regg . da Campagna, poi andò nl Cournndo d'arti glieria {li Bescia e, promosso Ten. Colonn. passò al Comando artiglieria del Corpo d; Armata di i'.ifilano. Da Colonncdlo (Hl36) prestò servizio al Commissariato generale fa bbricazio:ni di guerra, ove rimase uinc:lrn da Generale (1940) . Nel 1!)42 passò nella riserva. Guccr Luigi - Ne abbiamo parlato nel volume VlII . Genel'ale cli Divisi.one dal l° gennnio 19tl0. E' stato un appassionato collabori:ltore e 1·evisore della Storia clelF Artiglieria Italiana,. Gum,w..LI :Marco - E' nato il 28 ottobre 1893; dopo aver superato i Corsi clell' Accademia mDitare e della Senola, cl' Applicazione d' Artigli.eria e Genio, fu promosso Tenente (1!)13), e come tale prese parte fino -clall'infaio alla guerra contro l'Austtia. Capitano nel :febbraio 1916, comandò dapprima una Batteria da 149/ 85 su.I. Carso e snll' Altipiano di Asi.ngo e poi (giugno 1918) una Batteria da montagna da G5/ l 7 sul ivfontello. Dopo la guerra comandò un Grnppo cl.a. montagna , i,n :7,0na d'm·mistizio 1neH'a.lta Valle clell'Inin, passando in scgnito a:i 2° Regg. da Montagna e succc~ssivamente al 2" Regg. Pesante Campa]e. Promosso Maggiore (192G) prestò servizio al ~1. R egg . artiglie1·iu, controaer·ei e quindi (1928) a l1_'Ispetton1to d'Artiglieria.. Promosso 1.'en. Colonn, (1934) andò in Bl'itrea ove comandò il Gruppo eam10nieri indigeni e contemporaneamente effettuò ricognizioni nel hassopialllo occidentale ed ol'ientule riguardanti progetti operativi per la difesa della Colonia. Partecipò quindi a.Ila campagna in Africa Orientale al c·ornando di nn Gru[Jpo da 75/2S autotrainato indigeni per J'icntrare in Patria nel settem-· l,H'e del 1936. Alla Scuola. d'Applicazione cli Artiglieria e Genio in Torino i nsegmò cc Impiego d'artiglit~ria )) (1937) e promosso Oolon:nello (1938), comaJJclò il 7° Regg. cl'artiglieriu Pesante Campale col 0
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ARTIGLIERI SCRI'l'TORI
quale ,o però al fron te occidentale agli inizi clclla seconda guerra moncli.aJe. Chiamato nn ontmente all'Ispetto1·ato cl' J\ rtiglieria (1941) e nominato quindi Capo del repa1-to I fi.1110 alla promozione a Generale di Bl'igata (1943) . Dura.n te il perio.clo di occupar,ioll1e tedesca fece pai·te di for mazioni partigiane ITTel Modenese e nel fabbrnio 1945 venne incai-icato di costitufre il Comando <li Zonn cleJJa Pl'ovincin cli Modena e di assumt>rne il comwndo.
Fig. 2:.t. :M:nco Guillelli
Nel m aggio 1945 venne nominato P resid<'nic del Tribunale di guerra di Mila no e nel successivo biennio .1946-47 fu ripetutamente chiamato a fa l' parte di varie Oornmissiooi presso il Ministero <lelln Difesa (E ercito) . Nell'aprile l!l4S venne 1poi incaricat o delle funziollli di I sJJettore dell'A1·ma cl' Artiglieria . Ufficiale colto e valo1·oso conscgnt var ie Ricompense al V. :\:f. e numerose alte 0110ri:fic·enze. La Storia <lell' Arlig'lieria Itnliana ha special e motivo ,di. ricorclal'e l'opera a 11 to1·e\'o]e s,olta da q nesto valent~ a rtiglicre, per assic.mnre il completm1H~nto della pullbli.cnzi one. 'l't•a le numerose pubblicazioni cli caratte1·e più o men o ufficiale e r iservate fatte clal Gen . GuideUi, sono da 1·icor clare : 1) I str uzioni sul tiro ('l '<'sto e allegati, punblicar,. n. a773, ('di:done 19:12). 2) Appunti di impiego d'artiglieria. per gl i Ufficiflli cl<'lla Scuola d' Ar>-
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El COLLAI'.lORATORI DE:LLA S'J.'ORIA O(!]LL' ARTIGLTERIA ITALIANA
plica7.lone (Test~· e al.legati, ediziorw 1938, Atti Gratkhe Plinio Cas tello) . 3) Isttuzioni sul til:o ('!'e.sto e t,llega.ti, puhblicfl7.. n . 41(ì7, edizione 1943) .
Giuseppe - E' nato a Napoli 1nel 1.886; dopo aver superati i Corsi dell' Accademia, militare e quelli deJla Scuola cl' App1icazio11e, promosso ~l'enente (1909), fu ass<ignato al 10° artiglieria da Campagna,. Da Capita no (1915) fu trasferito al 35" da Campagna, col quale entrò in guerra contro ]' Austria . IACOP.ID'.rTI
li'ig. 255.
Giuseppe Jacopetti
Promosso :Maggiore (1917L 1p assò successivamente àl 24° artiglieria da Campagna (1919) . Durante la grande guerra 1915-JS si guadagnò una medaglia tl'a1·gento al Valor Militare. Ne] 1921 fn trasferito a,11.'8° Regg . artiglieria Pesante Campale e 1nel 1926 ottenne la. prom.o:;,;ione a 'l'en. Oolonn. N el 1935 fo incaricato de] comando clell' Jl° Hegg. artiglic~ria da. Campa,gna, e p1'om.osso ColoinneJlo nel 1936 andò a comandare la Scuola :illievi ufficia li di Lucca. Promosso Generale nel 1940 comandò hirtiglieria del VI Corpo cl' Armata. 1) Gioco balistico su terreno i:.idotto (Riv, d'Art. e Gcn., 1926).
Luigi - E' ITTato a Foggia nel 1894; prese parte alla g·uerra 1915-18 quale ufficiale di complemento, prestando servizio presso i Reggimenti d'artiglieria da Campagna: 7°, 4°, 49°, 44° INDRIZZI
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ARTIGLIIDHt SCRITTORI
e, come volontnrio, 111ci bombardieri, ripo"rtan<l o due (erite sul
Carso e suJ. Piave. P1·omosso 8ottotenc.11te in sel'vi.zio c1fottivo (1920) fu assegnato poi (H)24) nll' Jstitulo Geografic·o ì\fililal'e. ove compì i Corsi di topo~rafia e ·di tria ngolazione. Alle dipenùenze del Comando artiglieria clelYVITI Corpo d'Amiata (J!)~7), effettuò da Oapitnno i J::n·ori cli 1·ilevamcuto della rete cli artiglierin della frontiera orientale (1.929-30-31-32-3~).
Fig. 2GtL LttiJ~i tnclt-izzi
Successivamente fu chiaurn (o ;presso l'"Gffìdo militare delle Colonie, e. nel 1934 destinato al 13·' Regg. artiglieria cla Campagna. P artecipò come volcntal"io alJa campng11a in Africa Orienta.le al comando di una ha tteriu ·del 1S0 Regg. n 1·tig1ieria, merit ando i un encomio per it,ere lmanto eseguito rilieYi topografici particolarmente utili senrenclosi di u1J10 sLrumento da lui ideato. Rientrato in Italia ( I936) nl 13° R cgg. artiglieria cla Campagna, fu chiamato (1940) al l\finistc1·0 clelJ n Guerra presso l'Ispettorato S1.1perio1·e clei servir,i. tecnici. Maggiore nel 1941 e Ten. Oolonn. n el 1942, fu destinato qna] e Segret ai·io del Pl'esidente del omitato Superiore tecnico armi e munizioni. Appassionato di studi topog1·afìci idli'ò e brewttò (1929) uno strumen to per Jn preparazione lopografìca del tfro denominato « Tavoletta. topogTafica. d'ai-tiglie1fa Mod. 39 )) ; ideò e brcvéitÒ (1940) il « Grufogoniometro cosLiero Indrizzi )) per ]~ ,prepara-
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ID COLIABORATORI DELLA STORJA DIDLL' ART.fGLIERIA ITALIANA
zioue del tiro costiero, da effettuarsi con Q senza J'impiego di telemetro monostat ico: questo strumento dei.nomi.nato << Congegno per tiro costiero Mod. 41 )) . Ambedue i predetti strumenti furono adottati dai reparti dell' Arma, e premia.ti alla Mostra delle invenzioni negli anni 1941 e 19,LZ. 1) Fotogr atic aeroplanimetrichc e os scrY.tziom' aerea. (RiY. d' Arf. e Gen., 1932). 2) Strumenti. e mezzi tecn.ici p er l.a ;1r<'r,an1ziOJ1C del tiro (H iv. d'Art. e Gen., 1939). 3) Grafogoniomctro costiero (Hi,·. d'Ari: e Gen. , l!lil).
~TACHTNO Carlo A<lolfo - B ' ina to a Suv011a ne] 1903; conseguì fa Laurea in i.ngc~gneria navale meccanica (1926) e nello . stesso anno ottenne l a nomhrn a Sottotenente ,d i artiglieria. F1'equentò il Corso supel"iore tecnico d'm'tiglieria (] 927) e quindi destinato all'Uf:fi.cio progetti del Servizio tecnico d' art.i-
1!'ig. 2~i7.
Carlo Adolfo Jacllino
glieda. Te:nente nel 192'7, abbandonò la carriera mili tare e passò all'industria elettrotecnica ferroviaria . L'attivitù, industriale non lo distolse però dagli studi artigJiereschi che professò nella, Scuola di ingegneria éli Genova (1930-1935) nel Corso cli armi ,n avali. Conseguì la libera docenza in costruzioni d'artiglieria (1936), confermatagli nel marzo 1942 dopo il quill1quennio di esercizio -
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ARTlGLIUJIU SCRI TTORI
sv-o lto presso fUn iversità di Bologna. Nello stesso anno otte1me la p romozione a Capitano d'artiglieria ùi complemento. Umo studio sulla t raiettoria, e odografa bnJist ica nella sua evidenza grafica deffiug. Jachino fu ripreso e commen tato da Dora ·,vehag-e . Nel -campo della fonotelemetria analizzò gli effetti acnstici prod otti da una sorgente in moto per ti[)ortare l 'onda bali ticn ad un caso parlicolat'e dell'effetto Doppler. Autore clella « Centl'ale co11traerea Mod. 942 >), costruita dalla So<.:ietù, Pinggio cli Ponteclera, mise i n luce la possi bi.lità, di riferire in coordinate balistiche correnti la rotta percorsa dal segno mobile, valcrnclosi delle normali tavole cli tfro grafiche. Direttore tecnico d ella Fabbrica Sasib -d i Bologna, nel 194] presentò al tiro il mortaio lanciabombe ] 20/17 a refrocarica e a deforma~done, che fu poi nel H>42 adottato dal R . EserciLo. Questo speciale ma terinle destinat o al tiro cnrvo è someggia bile e può anche essere disposto al traino sopra. una originale ;;ospension e elastica; particolarmente interessante è il freno di sparo. 1) T eoria dei cannoni (:llilano, IlO<.'pli, 193.'>ì . 2) nesistcnza dei cili ndr i a utocercllio ti (Riv. d' Art. e Ge.n., 1935). 3) l\kccnnica a.p1)licata agli affnsti a dlformazionc (Hiv. d ' Art. e Gcn., 1036). 4) 'l'r aiettorin e odogrn.(a b!llistica (Riv. d'Art. e Gcn ., 1935) . 5) T iro n gi:and<' gittata (Ri L .\ rt. e Gr·n., l!l:*l). 6) ;\loto atmo:sferi<:o de i prOi<'tt i d'artiglieria (L'Ingc~g11ere, gcmrn io J!l3H). 7) Inte~rnzioue approssimata detrodogra.fa del moto atmosferico di un gra ve (Atti congresso Unione ma tcm. i(·al., 1040) . 8) Calcolo trrmico di una bocca da fuoco (L'Ingegner <', 19-10). 9) '.l'il'o d'aviazione (L' Ingegner e, 1941). 10) Fonotelcmcti:ia (L 'EIC'ttrot<'cnica, n . J9, 1911.) . Jl) Et'(etti acustici prodotti da una s01·gentc sonora in molo (Xuovo Cimento, 1041.) . 12) Fr eni di spal'o (L'lng<'1:,'11er<', 1942). 13) Osser va zion:i sul puntammto lnilirctto d'arti glieria ( L{iv. cl' Art. e Gen., 1942).
14) Il cal colo cli lmli.stlea iuterna riferito a bocca da fuoco moùile (Rìv. d'Art. e Gen., 1943) . L .\NDI Alberto - Nato a Cremona incl 1898, dopo aver frequentato un Corso presso la R Accademia militar e di Tori no, òal 1917 par tecipò alla guerra italo-austriaca, e durante la bat-
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l•l COLLABORATORI DELLA STOlt!A DE;U! AR'r .1:GLIElHA l'l'ALIANA
taglia di Vittorio Veneto, quale ufficiale di collegamento con · la fanteria, si guadagnò una Croce di guerra al ·v. M. Nel 1919 venne mandato in Poloni.a c,olla nostra Legazione l\filitare, e successivamente .nel 1921 venne invi.a,to in Tri1p0Jita1nia . Tornato in Italia andò a prc sta rc servizio al 21° Regg. 0
Fig. 258. Alberto Lancli
artig1i.e1'ia -da Campagna ove rimuse fino al 1028 allorchè promosso Capita'llo vemrn {lestiuato al 5° Regg. artiglieria ,d a Campagna . .A mrnesso alla Scuola di guerra nel 1929 ne superò gli. esami e pm-tecipò poi nel 1935 alla guerra d'Etiopia quale comandante d-i una batteria del 46° Regg. artigli.eria da Campagna. Superò iJn seguito l'esperimento per il servizio ,d i Stato Maggiore ed andò successivamente a comandare mn Gruppo del 5° Regg. artiglieria da. Campagna. Tèrminato il periodo ,di comando venne (l) Ominato Sottocapo di Stato ~Ia.ggiore del III Corpo ,cl' A.rmata mobilitato e !J)romosso ~l'<~n . Colonn. partecipò a1la battaglia delle Alpi ottenendo 1111 particolare encomio. Nell'ottobre H)40 passò alla Scuola di guerra come insegnante. 1) Questioni relati ve alle· artiglierie per Divisioni motoriz.zate e autotraspor tate (Riv. d'Art. e Gen., 1941) . 2) I ~{eggimenti di al'tiglieria delle ('traudi Unità corazzate (Riv. d'Art. e en., 1941). 3) Da Annibale a.Ila manoua d'a nni entamento moderna (Riv. d ' Art. e Gen ., HH2).
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AH'l'IG-Lrnm SCHI'l'rORI
~) Au(·Ol'a qnalche uol:1 sulle ::n'tiglierie delle Gnmcli ·u uit:'t cor:1z;rnlt' (Rii". d'Art. e Gen., llH2). G) Qualche iclea sulla forruazio11 c degli eserciti fuluri (H:1,:se1ma P oliti<',)· 1-Iilitar e, maggio-giugno 19,12) . 6) Au<'O l'a yuakhe idea. sulla. fo rmazione degli esel'Citi futuri (Hasscgna P olitico<Milita rc, J942) . 7) Org,mizza.7.ioue e fun.zionamcuto dei »crvizi nella Di\'i»ionc cor,17,zata n ello sfl'uttameuto del succes,;o ('Riv. d'Art. e Gen., l!J.J2J . S) Kote tattico-logisliC'he sulle DiYisioui corazzate nella guerra iu scacchi.cri desertici oltre mare (Riv. d 'Art. e Gen., 1942). O) Kote sulla logisli<'a dcll'adotra::<porto (;Rassegna di cultura militare 10-1:l) . 10) Artiglieria. scmon•nte C'OU aziouc precipua coutrocano (HIY . d'Art. e Geu., 191~) . J1 ) La clifr:-;n contraerea tlcl territorio nel futuro (Rassegna l'oliti<'o-Uilita re, J 9:J:3) . 12) Note sulla sicnrezzn e la difesa dell'artiglieria iu marcia (Riv. d'Art. e Gcn., Hl43). LAYIANO Francesco - Na to a Melfi nel 1 80; dopo aver superato i Corsi d<'Jl' Accademia lVfilital'c e èlellil .Scuola èl' Applicazione, e promo so Tenente, prestò servizio al 1(;0 ed al 10° da Cnm.pnga1c1, .fi11chè (1D L2) fu ammesso a lla Scuola di guerra.
Fig. 2;:,!). l<' rnnccsco l,a vi:1110
:Promosso Oapitauo Yenne trasferito nl 9° da ampngn11 per passnre poi nl 3G'' mobilitato col quale iniziò la g ue1·ra <.:Oull'O l'Austria. ComaJJdato in sel"d:r.io <.li Stiito i\Iaggiol.'e fu uss<'gnato al XHI Corpo d'Arma ta . poi al l X e quindi al Comau1do arti-
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R COLT,ABORATORI DELLA STORIA DllJLL'ARTIGLIERIA 1'.rALIA::-1/\
glieria dello stesso Oorl]Jo d'A.rnrnta . Col grado cli Mnggiore passò all'XI Corpo -cF Armata e successivamente nel giugno 1917 fu Capo di .Stato Maggiore deHa 58" Divisione. Si guadagnò uua medaglia ,cli bronzo ed u1na d'argento a l V. M:. e Yenm'l ferito in oombattime:nto . Da Ten. Colonn. nel 1917-18 fu addetto all'Ufficio operazioni del Ooma1Uclo Supremo e rientrato in Itali.a contiJn uò a prestal'e servir,io nel Corpo di Stato lVfaggiore, venendo decorato dclln Croce di Cavaliere deU'Ordine Militare di Savoia. Nel 1922 passò al 13° artiglieria Pesant<~ Campale e nel 192-4 ritornò allo Stato Maggiore. Nel 1927 fu promosso Oolonn ., co mandò il 7° P esante Campale e suceessivamente rientrò nelJo Stato Mnggiore. Generale cli Bri.gata nel 1936 andò a comandare l'a1·tigli<~ria cleJ Corpo d'Armata di F irenze e neJJo stesso anno passò quale Capo di Stato Maggiore del Corpo d'Armata di Napoli. .Promosso per meriti eccezionali Gen . cli Divisione, comandò nel 1D37 la Divisione Carnai-o e nel 1939 la Divisione Mannarica; passò quindi a disposizione -ciel Ministero e nel 1!)41 ottenne la promor,ione a Gen. di Corpo tl' Annata. Collo(:ato nella riserva nel 1044 ve1nne richiamato e qnincli congedato nel 1945. Fr-a le molte pubblicazioni del Lavia010, sono notevoli le seguenti: l) 11 riord ina mento dell'Ar t iglieria clel dopog uerra (Riv, ù"Art. f; (;en., lf)22-23-24) . 2)
3)
4) 5) 6)
7) S) \l)
10) lJ)
Appoggio ,·icino dell'Artiglieria. a lla D'a11teria (La cooperar-ione delle Armi, 1924) . I mpiego dell'Artiglieria divisionale (La cooperar-ione delle Anni, 1925) . L'ar tiglieri a a traino rn eccanieo (Iliv. d'Art. e Gen., 1!):!4). La massa d'Artiglieria alla battaglia cli Vittorio Veneto (Riv. d'Ar t. e Gcn., J.024). r,·Artiglieria dell'XI Oorpo cl' Armata nelle oper azioni del 19JG snl Carso (Riv, d'Art. e Gen., l!J2c;) . La difesa dagli attacchi aerei (Riv. d'Art. e Geu ., 1H28) . L ' Jm11iego cli un Reggimento d'Artiglieria Pes. Campale nell'avvicinamento (Riv. d'Art. e Gen., 1933) . L'impiego di un R eggimento cl',AÌtiglieria .Pes. Campale n ell'attacco (H-iv. cl' ;.\ rt. e Gen., 1933). Questioni cli Artiglieria (Rivista delle~ Forze Armate, 1933). La controbatteria nelrazione offensiva (Riv. d'Art. e Gen., 1H34).
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ARTIGLIEJIU SCRI'l'rORI
L AZZARlNl Altilio - :Xato a La Rpe:1.ia nel 18, 9; dopo aver seguito i Corsi àell' Accademia Militare e <lella Scuola d' Applicazione, pl'Omosso T enente (1912), fu asst>gnato al 23° Hcgg. artiglie1·ia <la Campagna pnrteeipnnclo nlla g nenn libi ca (10131015). CHpitano nel 1915 entrò in guena contro l '.\ nstria coman danao u111a battetia del 3G da Onmpagna e promosso Maggiore (1918) anelò a com.andare un Gruppo cl 'nssedio e succ·essh-arnentP. prestò servjzio nel 5° artiglieria <lfl Cnmpagna. 0
Fig. 2!i0. Attilio l,(1:1.11.a riui
Da T'eu . . Colonn. (1927) vemw de ti,nato alla RiYi ·ta cl' Arliglie1fa e Genio, nel J931 fn Segretal"io del Comilnto mobi lilazio11e civile e nel 1934 andò a comandare nn GI'l1ppo del 25" cla Campngna. Nel 193G fu incaricato ciel romando del 3° nrtiglic'ria Pesante Campale e promosso Colono . nel J937 ebbe il c:oma·nclo del H1° R egg . ai-tig1ieria c1i Corpo cl' Armata a Bengasi e poi del 1-.1° R egg. artiglicda di Ccwpo cl"Armarn a Tripoli. Promosso Generale nel 1942 ru Dil·ettore generale presso il Minisle1·0 <lclla. produzione bellica ed in seguilo comainclò fa 226"' Di.visione costiera. Fu poi Vicecomm1clante il gTupp o di tombattimcmto « Mantova » ecl info1e corn a1ndante <lclla Divisione Saba.uda . D opo 1'8 settembre 1943 fu comandante delle truppe italiane in Corsica. · Durante le varie or.ioni cli gue1Ta a lle qnnli partec-ipò yc,nne decorato con due medaglie di br011zo al V . ì\:i. -
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Il' COLLABORATORI DELLA STOnIA Dl!LL' AR'l'IGLIEHIA l '.l'ALIANA
1) L'ac:ustic:a dei cannoni e <lei prnietti (Riv. rl'Art. e Gen., 1\)2(i).
2) ll t ir o controaerel presso gli Eserci.ti strauieri (Hiv. d'Art. e Gen., 1927) . . 3) Dell'onda di bocca e della selettività degli appan~cchi fonotelemetrici (Riv. cl'Art. e Gen., 1927) . 4) Il t iro controaerei presso gli Eserciti s tranieri (Rlv. d ' Art. e Gen., 1928).
5) La motorizzazione degli Ese1·citi (l{.iv. d' Art. e Gen., l!J28). O) Influenza cl.ella terra sul movimento dei proietti (Riv. cl' Art. e Gen., 1\)20) .
7) Uu balistico del XVI secolo: Nicolò Tartaglia (Riv. d' Art. e Gen., 1929) . S) F orma e costitll¼ione clei proietti d'artiglieria in relazione alhl gittata e dispersione di tiro (Rlv. d'Art. e Geu., 1929). 9) L'autoforzamento (Riv. <l' Art. e Gcr1., 1930) . 10) J3alisti.ca. esterna (Enciclopedia 'l:recca.ni). 12) Biog rafia cli Giovanni Bianchi (Enciclopedia. 'l'r eccanl).
Ln;zzr Giorgio - E' nato a Vercelli nel 1895; superati i Corsi dell' Accaclem.ia Militare fu nominato Sottoteinente d' artiglieria (1915) e assegnato alla. 51"' batteria cla., montagina .in zona. di operazione. Fino alla promozione a Capitano, per meriti eccezionali, (101'7) partecipò alla guerra in art iglieria da montagna gnadagn ~rnd usi unn Medaglia d'argento ed una cli bronzo al V . M. nel1e a,doJ1i del 1917, riportando cl.ne ferite sul ca,mpo. F requentò il Corso pratico sul servizio cli. Stato Maggiore, ed assegna t o al Comando del XXVII Corpo d'Armata. si guadagnò nn'a)tra Medaglia cli bro111zo al V . M. (1918) . Dopo la guerra venne destinato all'Uf:ficio operazioni del Comando Supremo e poscia. ano stesso Ufficio del Comando del Corpo di Stato Maggiore. Addetto poi alla Presidenza della Commissio!lle Interalleata di controllo per l'Austria, frequentò successivament e la. Scuola di guerra e quillldi i CÒrsi ·cl<'ila Scuola cl' Applicazione d'Artiglieria e Genio. Addetto al GHbinett o del Ministro c1e1la Guerra (1924), passò J.'a111no dopo al 200 artigliel'ia da, Campagna. Maggiore nel 1917, comandò un Gruppo del 19" artiglieria <la campagna, per ·essere poi trasferito (1929) nel Cor.po di S tato. Maggiore e destinato all'Ufficio a,cl.destramento del Coma:ndo del Corpo. -
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ARTIGLIBJIU SCRlTl'ORI
Nomina lo ossel'\'ntore dall'aeroplano, fu per quatt1·0 anni insegnante di arte milital'e e Di.retto1·e de1l'acldestramento pl'atico degli Ufficinli allievi p1'esso la Scuola d'osservazione aerea, ed i11 ta]c periodo insegnò pure in due Corsi svoltisi presso il gruppo 11erosticd del genio, in Co1·si per Ufficiali dell'a erouauti.ca ccl in Corsi presso la Scuola di guerra aerea.
Giorgio Li uzzl
Nel 1934 fn rnominato Uf.ticialc cli collegamento presso il Ministe1•0 cl e1l'aero11autica e Capo della. Sezione aviazione del Comando del Corpo di Stato lVfaggiorc. Dal 193:5 a tutto il 1937 fu Capo di S.M. della 2a Divisione celel'e ed il 1° febbraio 1938 fu incaricato del Com~nclo del 1° Regg. di artiglieria Celere. Promosso OoloJ)lnello per meriti eccezionali continuò nel Comando di detto reggimento fino al 1938 a,Jlorchè venai.e allontaJ1ato dal servir,io per effetto delle Lrggi l'azziali. Dopo l ' settembre J 943 l'iusct fl, sottrarsi alla cattura e pnrtecipò alla guena di liberazione come Capo di S.:M:. ,d ella Delegazione A. ::\lel feblwaio 1!)45 venne promosso generale di Brigata e clestinnto nllo S.)I. dell'Esercito coll'incarico di generale addetto, per indi rrns~m·e Sottocapo cli S.M. dell'Esercito. Uffìc:iale di elevnta cultura : le su e pubblicazioni sono assai 01ote ed npprezzate : Ricordiamo : -
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E COLLABORATORI DELLA STORIA DEìLL' ARTIGLIERIA ITALIANA
1) L'Artiglieria italiana ùal 1815 al 1870 ( Riv. d' Art. e Gen., voll. II e IV 1923, e I 1924 ; . 2) Compendio di arte militare (Tipografia editrice E . Schioppo, Torino, )932). ~) Il sen-izio aereo di a r tiglieria (Riv. d'Art. e Geu., dicembre 1932). 4) L'Osser va:1.i'one aerostatica (Riv. d',\r t. e Gen., maggio 1934) . 5) Contributo clell'osscr va;,;ione e della fotogr afia aere~t alla preparazione topografica clel tiro (Riv. d'Art. e Gen., novembre 1934) ; ù) Individuazione degli obbiettivi e tiro con osservazione aerea (Riv. <l'Art. e Gen., giug110 1935) . ·
Angelo - Nat o a P alestri.na (Roma) nel 1868; dopo i Corsi dell'Accademia militare di Torino e cl.ella Scuola d' A.ppli.cazione, promosso 'fenente, venne destinato al 6° Regg. <la Campagna e partì per l'Eritrea nel 1896 con la, spedizione Daldissera. Rimpatriato nello stesso a(lmo fu assegnato al l° Regg. da Campagna; promosso Oapitamo nel 190'7 passò al 2° Regg. da, Costa. Nell'ottobre ,dello stesso anno fu trasferito alla Direzione d'artiglieria in Roma, frequentò il Corso di elettrotecnica presso la Seuola di I ngegneria e conseguì. H relativo diploma. MAGlS'l'HI
li'ig. 2(:;2. Angelo i\fagistri.
Nel 1908 passò• alle dipendeur.e dell'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria e venne quindi (llel 1911 assegnato al ruolo teco:iico dell'Arma. Nel 1913 conseguì il diploma in elettrometallurgia e pro~ mosso Maggiore nel 1915 fu addetto alla Commissione militare -
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ARTIGLIJDRI SCRI'.I"I'ORI
presieduta dal Gen. Tozzi per l'ncquisLo di mate1·i'n le beJli co e materie prime negli Stati Uniti d'America. Ten. Oolonn. 11el 1917 e Colonn. nel 191 , l'impa triò ruel <licemln·e di tale an1110 e riprese servizio all'Ispettorato dell e t:ostruzioni cl' artiglieria, da dove nel J 919 passò alla Oomniissiou1e presieduta dal Gen. Rey11rnud, pe1· la stima delle artigli el'ie da campagna austriache ,di preda be)J i<-a . Nel 1925 andò Direttore al Pirotecuico di Bologna e nel 19~7 a quello di Capua. Nel settembre del 1!)2'7 fu nuovamente cliiamato alla Direzione superiore del Servizio tec11ico cl'artiglie1fa. Kel 1930 l asciò iÌ servizi.o atth-o per limiti di. età; nel 1!)31 fu promosso U<•ncraJe, nel l!JXS Te11 . Gene1·ale e collocato nella l'iserva. Ha scritto molte r elazioni per studi compin t i ed attuati fra cui rammentiamo : 1) Turucciolo cli sicurezza di legno J><'r armi portatili (ad~tato nncbe dalla
R . i\l:trina per I cannoncini d ì bol'Clo). 2) Nt10l'O cstl'[1tlol'C per arm i )Y[od. 91. in sostituzione del , c<'chio, soggetto a facile rottura (1912) . 3) Pallott,ola con eor onciuc di forr.amento per diminuire il logoramento delle canne del fucili e delle mil:l'agliatrici (Studio encomiato dal '.\linistero della Guerra 192.~) . 4) Cas,;nla cli sicnrez:,m per caunclll cli bossoli d' J.l'tlglierìa (1026). ii) Cm:tu<:eia cla snl ve per mit raglinl'rici, iVlod. rn25 j\fogistrL G) B erta elettromagnetica. pel· il collaudo allo sparo, delle cassulc e dei cannelli per bossoli di artiglieria (1926). 7) Cartnccia a pallot tol a :frangibile M:od. 1937 per cartnccie per tiro 3 segno.
MAINAHDI
Giuseppe - Ne abbiamo parlato nel volume VIII .
1) I r>roblrmi del mm:simo della balistica interna e la loro soluzion<' grafica. (Riv. d'Ar t . e Gc•n., Su1irl. tecn., 1933) .
Lodovico - :Kato a Genova me] 18!)7; entrò alla R. Accademia, cli Torino .(1914:) e promosso Sottotenente d'artiglie1fa (1915) fu (l.estinato al 32° Regg. da Campagna. Da Tenente entrò in guen:i col 51° R eg·g. da Campagna e promosso Capitano partecipò alle battaglie· sui. fronti cli Gorizia dove meritò una Medaglia -di bron¼o al V. M. MALAVASI
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E COLLABORATORI DF,T,LA STORIA DE'T,L' ARTTGLIIDRIA :ITA LTANA
Successivamente prestò servizio al 14° Regg. da Oarnpa,gna-, al 14° Regg. Pesante Campale ed al 3° R<'gg. da Oampngna. Frequentò il 59, Corso della Scuola di guerra <~ &,eguì i Corsi (li perfezionamento e di completamento presso l' Arcademia milita.re e la Scuola d' .Aipplicazio(l1e. iV[aggiore a scelta nel 1932, anelò Capo Ufficio operazioni al Comando della. Divisione cli Trieste, indi comandò un Gruppo
li'lg. 2(l3. T.où oYico ::lfal avasl
del .30" Regg. da Campagna, e promosso 'l'cn. Oolonn . (1937) venne trast'erito nel Corpo cli Stato :Maggiore ad ass(~gnato a,l la Scuola di guerra, prima come insegnante aggimnto d i tattica, poi come aggiunto di tecnica d'impiego delle Armi e :6.nalmente come insegnante titolare di tale materia . Capo sezione nella Commissione d'armistizio colla Francia (1940), raggiunse in qucll'Hm10 il grado di Colornnello ed inviato a comandare il 41° R<~gg. artiglieria, della. Divisione ]rirem:e in Albania-Macedonia. Partecipò quindi alle operazioni sul fro!l1te francese quale Sottocapo cli S.M. del Comando della 4a Armata. Arrestato dalle forze tedesche per !Ilon aver prestato giuramento, riuscì a fuggire. R.ipr<~se servizio nel 1945 quale Capo <li S.iVI. della Divisione Pi.ceno (Cerntro addestramento _complementi forze italiane di combattimento) che si trasformò poi in Comando delle Scuole Centra.li Militari ed in tale carica rimase fino a che esso fu -
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ARTIGLIWIU SCRI'l'TOHI
sciolto, ,per passare poi fo1 prine;ipio del 1947 all'I pettorato dell 'artiglie1fa come Capo 17fficio. 1) Sino~si di tccnicù. cli iropjego delle anni ('.l'orin o, Tip. Scnola di g uerl':t, 194.0).
l\:fA.RANGIO Vittorio - :Kucque a ~apoli nel 1880, fu allievo del Collegi.o militare della N1111ziatella e nel 1896 passò all' Accademia militare di 1.'orfoo ottenendo la nomina a S0ttote11ente d'artiglieria nel 1 99. Superati i Corsi deUa. Scuola d'Applicazione e promosso Tenente nel rnoo, pr0stò successivamente ser-
FiJ?. 2Ci1.
Vittodo l\iaran~o
Yizio a)]a VIT Brigata d'artiglieria da, Costa, e nl Reggimento ::irtiglieria cln Montagna (Brigata. -del Ve,n eto) . Dopo i -corsi alla. Scuola di guerra, passò nel 2° Regg. nrtiglieria da Montagna e segui quindi il Corso di esperiment o di Stnto Maggiore . P1·ornos~o Oapitnno a scelta nel 20° Regg. artiglieria da Campagna, prestò servizio nello Stato Maggioi:·c e s11ccessivamemte al 16° Regg. da Campa~na (19n), e col grado di :Maggiore nel 6° Regg. d::i Oampagnn. P artecipò alla grnnde guerra eo1T1.tro l'Austria assumeudo aJl 'inizio n comando del IX Gruppo da Montagna (Gn1pl))o On eglia) e nel 1917 andò C'omc Capo ufficio d'artiglieria al XXII Corpo d' A.rmnta mobilitato, pet' assumere la carica di sottoeap o di Stato Mnggiore con la promozion e a Ten. Colonn. Durante la gra01de guena si guadagmò una, medaglia d'nr~ gento al V. )f. Dopo la. guerrn nndò Capo cli Stnto Maggiore n1la, Divisione di Padova (1923) e promosso Colonn. (1926) comandò, pl'imn il 2° -
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El COLLABOHATORI DELLA STOilIA D1llLL'ARTIGL11J:HIA ITALIANA
e poi il 3° Regg. artiglieria éla Montagna e quindi (1931) la. Scuola alli.evi ufficiali di Lucca. Generale di b1·igata (1933) a1ndò quale I spettore di mobilitaz1one alla, Divisione di Messina (1933), e poi comandò l'artiglieria del Corpo d'Armata. -di Alessandria. Prestò successivamente servizio al Corpo d'Armata. di 'l'rieste e IIlel 1940 comao:1,dò l'artiglieria della, difesa cli Bologna., passando poi lllella riserva nc~l 1042 eol grado {li Generale di Divisione. 1) L'l mpiego di 1111 Gruppo cl'm:tiglieria da Campagna assegnato ad unità alpina (IUv. d'Art. e en., JH28). 2) Per l 'artiglieria da montagna (Ri v . d' ,Art. e Geu., 1931.). ~l) Sull' impiego dell'artiglieria udl'avang uarclia (~Uv. d'Art. e Gen., J93ll).
Francesco - Nato a Tomba, di Pesaro nel lug11o 18(39. Superato i corsi dcll' Accademia militare venne nominat o Sottotenente d' artiglieria nel 1886 e do!l)o la Scuola, d'applicar.ione promosso 'ren ente nel 1889 fu assegìllato al 14° Rc~gg. M:AnCHIONNI
I
F ig. 265.
Frances<·o March lonnl
-d' artiglieria da Campa,gma. Passò successivamente (J.898) ·a l 2° al'tiglieria e (1902) promosso Capitano a,n dò prima al 15° artiglieria da Campagna, poi (1904) all'Ispettorato costruzioni artiglieria e (1909) all'Officina costruzioni di Napoli ed all' Arsenale della stessa città. Entrato nel molo tecnico e promosso Maggiore (1914) ritornò all' Ispettorato costruzioni rimanea::i.·dovi anche all'atto della promozione a 'I'enente OoJonnello. Nel -1029 -
ARTIGLn mu
scnrr:rorn
191G ve,nne comand ato al Minister o della guerra e promosso Coloiinello nel 1917 per rneriti eccezionali venne nel.detto a.Ile Costruzioni d' artiglieria. Jel 1920 l a. ciò iJ servir.io attivo e COH··
seguì poi la nomina a Generale nel 1927 essendogli riconosciu1 a la sua partecipnzi.one alle campagne del 191 5-16 e 17. F 1·a.ncesco Marc:hionni. fu indubbiamente un uffìdale del R uolo '.l.'ecnico che maggiormente contribuì ad escogitare e petfezionare !pa1·1i col:wi i11tnova:r.ioni inti-odottc con successo 111ei materiali à:' artiglieria . Scrisse relnzio11i. e monogra,fie di servir,io e perciò di cu 1·attere riservato. Fra cl i es e si ricordano: Cout rìlm,1io1w allo stuclio dell'lnstullazioue cora?:zata da difesa da 1-19 A. 2) ConLrilmzione a Ilo si ndio dell"installazione cli clìfesu da l-1!l G con coraz;zatura leggera. 3) Studio clell'inst:1llazìone da 120 G e-on corazzi.i.tura leggera. 4) Stuello dell'iustaliazioue ùu 120 .\ cou corazzatura lcggern. 5) Studio della to n·etta a scomparsa per mitragliatrici. 6) Studio ùi osservatot·io corazzato. 7) Studio sistema;r,ione di mitragliat.rì<·i in casama tta. 8) Studio sh;le1Ua;r,ione cli mitragliatrici in casamatta . 9) Progetto Cll aLL11azione d<:IL'ilnpianto a ten a delle iustallu;r,ionl ic11~uli.cllr per camwui eh\ 2,,4 (Brindisi). lOJ Contribm:loue allo i;tudìo ed attuazione (col. gen. Tonctta) clella sosti· tuzioue delle pol,·eri infumi a quelle nere nelle bocche da fuoco di ghisa. 11) Stmlio tielle a ra11co1·azz<' pe1· lnstallazioui da 305150. 12) Prog<'tto ;;pedale ea implauto nelL\ rscnalc dì :Kapoli del sistema di tu· ba tu t'ù l' I t tou i. 13) Studio e trnsforma1,ione del caunone da 70f 90G in cannone scmiautoma· tìco per le autobattcrie antiaeree K.C. 14) Contrilnnioue al perfezionamento dei bossoli composti tipo Ansaldo. Iu) Studio Nl att11azo11c clell'at1JJ1('uto del settore ot·izzontale di tiro dei mortai Schueider da 260 e 210 e progetto elci mate1:iali necessari. lG) Stm11o cli una l>iaUaforwa per mortaio cla 210 regolamentare. 17) Jnstall:i;r,ioni in legno per rendere possibile il tiro antiaereo ùel cauuoni cla c:tmpngua ùa 75 A e da 87 n. 18) Studio ed altuf'zione dell':uuncnto <lel sei.tote orizzontale di tito clel can· noni da 1:i2i4G S su uffuslo Ansulclo. 19) Contribuzione allo ~t.udio dei materiali. Ausalclo d a 2GO • 149 105 e 102 di tutti i materi:ili iu genere. 20) Ideazione cd attuazione della r ipatazione ùei cannoni elle anduvnuo 'f:nori servizio per corrosioui clornte a rottllrc cli bossoli ed a sfuggi te cli gas in genere, con saldature antogeue eseguite sen?:a togliere i cunuo.oi, clal fronte. 1)
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lll COLLABOHA'l.'ORI Df.:LLA STORIA DIDL!/ AR'l'IG,LIIDRIA ITALIANA
hlAI!CIAKI Giovanni - Nato a Piazza del Caldo (SaJernoJ, filel 18 6 fu allievo del Collegio militm·e della Nunziatella e dopo i Corsi ·d ella R. Accademia Militare di Torin o (1908) fu nomi~ nato Sottotenente d'artigliel'ia ed nmmesso a frequentare la Scuola d'Applicazione d'Art. e Gen. Tenente nel 1910 fu destinato al 24° da campagna pa rtecipando (19H-J2) alla guerra Italo-'l'ur.ca presso il 2° Regg. artigli.el'ia da Campagna speciale a Bengasi, guadagnandosi alla battaglie delle Due Palme una medaglia cli brom~o al V. 1'1C.
Fig . 266.
Giovanui Marciaui.
R.ientl'ato al 24° artiglieria e promosso Cnpitano (191D) iniziò la guerra con tro l'Austria al comando della 2" batteria del 22° Regg. da Campagna. Nel 1915 venlTle incaricato dei primi. studi per il tiro a puntamento indiretto colle mitragJiahici e nel giugno 19J 7 promosso Maggiore per merito di guerra . passò al 2° Regg. da Omnpngna col quale poi partecipò alla battaglia del giugno 1!)18. Nell' agosto J.918 fu trasferito al IV Gruppo batterie automobili da, 102, partecipando con e990 ana battaglia di Vittorio Veneto. Durante la guerra per diverse nzioini ottenne un entomio solenne e tre croci al merito di guerra.. Dopo la. smobilitazione assumse il comando del I II Gn1ppo del Regg. d'ar tiglieria autoportato e collaborò agli studi ed esperierni:e pei: l'autotrasporto delle artiglierie leggere e pesanti caro. pali. -
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ARTIGLifilll SCRI'.I.'TORI
P assò poi (1922) al reggiment o artiglicl'iH a tavallo, fre quentò il Corso superiore tecnico a.u.tomobmstico, comandò il Centro automobilistico di Mifano, torna nel o infine (1924) al r eg--· giment o a cavallo. Da, Ten. Còloim1. (19.2G) fu assegnato all a H. Acenclemia <li To1foo, indi (1931) rientrò al suo Reggimento. per 1poi (1!X34) costituire il 2" R egg. artiglieri.a Cele1'e clel qrni 1e fu poi il primo Colonnello comandante. Capo Ufftci o al Comando artiglieria del Corpo d'Ar·mHTH di Roma e (193!)) da Generale cli brigata ne assunse il comando stesso. Partecipò alle azioni snJ fronte alpi·n o in Valle Stnl'a (1940) al roma1ido deJJa artiglierie delVVIII C. d' .A. e pos<;ia dcstinnto al Sottosegretal'iato di Stato per Je fa bbricazi.oni di. guerra . P tom.osso Generale ò i Divisione (l942) comallldò la Divisione « Legnano )) poi (1 marzo 1!)43) l'artiglieria della 1• Armata in Africa Scttenh'io11aJ.e, (aprile 1943), ln 208· Divisione di fantel'ia e (lnglio 1043) l a fascia costiera in A lgel'ia, dopo il l'impat rio, (J 94r,) passò nella Riserva. :\'.CAURAS
'
Luigi Efisio - Ne abbiamo pal'lato nel volume VIII.
1) Forma e So!;tanzn n elle (JUPstion i d' atti1<lictin (Riv. cl' Ar t . e Geu. , 1923) .
MASCARTJCCI
Giuseppe -
Ne a blJiarn o pm·lato nel volu-
me VIII. 1) Perfezionamento clC'lla ,;olm:iOnC' CharbonniPr con l'inh·od nzione di tutte e tre le caratteristiche cli form a (Riv. d' Ar t. e Of'n ., 19-12).
M:A1v1,ror Alfonso -
' Ne abbiamo già parlato nel ,·olume VIII.
1) Della ,·clocilà cli combustione nella polvere alla pressione ntmosferica (R 'l v. d'Art. e Gen., 1041) . 2) D el rinculo libero e clell'a,1 1ucnto cli velocità dPl Jiroielto fuori della bocca (Hiv. d'Art. e Gcn., J!H2) .
3) Calcoli clegll e~etti cli. lllina d i Lwa grana ta (Rii'. d'Art. e Cen,, 1942).
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ID .COLLABORA'l'ORI DELLA STORIA DElLL' ARTIGLIERIA ITALIA::'<A
MAZZA li'rancesco Giacin to (1) 11acque a Vtirzi nel 1851; superato i corsi della. ii..i\.ccaclemin militare e del1a Scuola cl'a(Pplicazione, promosso Tenente, fu assegnato al G Regg. Campagna,. Capitano nel 188). passò all'8" Regg. Campagna (batteria a, cavallo) ove rimase anche da Maggiore (1892) . Ten. Colonn. nel 1899 prestò servizio al 16° Regg. Campagna e poi (1902) fu Direttore di artiglieria prima acl Ancona e poi ad Alessandria. Da Col. (1903) comandò il 15° Regg. artiglieria Campagna : 1a8eiò il servizio attivo nel 1909 e v<~nne poi richiamato presso il Comando del I V Corpo cl' Annata come Capo dell'ufficio treno ausil~ario. 0
MELE .Giulio - Nato a Bergamo nel 1894, come Sottotenente di complemento cli artiglieria andò a prestar servizio al 2° Regg. artiglieria, Pesante Campale ,p rendendo parte alla guerra Italo.Austriaca nel settore Cadoriino. Nomi1n ato Sottotenente in ser-
Fig. 267. Ginlio i\:Iele
vizio permanente effettivo nel HJlG andò volontari.o nei. bombardieri e partecipò alle azionj_ che si. svolsero sui fronti del San Michele, del Carso, di Gorizia, del San Marco, della Bainsizza, del Piave e del Grappa, rimanendo ferito a Lokviea nel 1916. (1) Per errore all~i pagg. 2868 e 28G9 clell'8° volume, al cenno biobigllogratìco del capotecnico Francesco Mazza venne allegata la fotografia del colouu. i\fazza Francesco Giacinto. Si ripara qui all'errore. incorso pubblicando il cenno biobibliografico riguardante il colonn. Mazza :l!"'rancesco Giacinto.
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AltTIGLJEIU SCRITrOHI
Nelle offensive del maggio e dell'agosto 1917 sul P o.novizia e a 'l'ivoli di Gorizia si gua<lag,nò due medaglie di bronzo al V . 1\1., Yenenclo poi 1Promosso 'reneute nel 1917. Termiuata. la guerra passò 11ell'artigliel'ia da Monta gna e nel 1920 fn trasferito in Cirenaica. Rimpatriato, prestò successh·ame11le servizio al 2" Pes,rnte Campale, al 3° Pesante ed a]Ja Scuola allievi ufficiali dell'Vlll Corpo d' Am1atn . Capitano 11el 192G passò al 1° Regg. artiglieria Pesante e sutcessivaruenle alla Scuohl Centrale d' artiglieria. Nel 1928 fu destinato al giornale « Le l<'orze Armate >> per ritornare poi Hlle t rnppe presso il 10° Regg. nrtiglieria di Ool'IPO d'Armata e qni.ndi al 10° Rcgg. artiglieria da Campagna. Nel 1937 venne nnoYameute trasfel'ito al giornale cc Le Forze Al'mate »; nel 1988 conseguì la promozio11e a Maggiore e nel 1942 quella a 1'e11. Oo]oun. Ha pubblicato val'i Jihri ed ha collabot·ato a numerosi giornali e l'ivistc . .Annotiamo i libri, elencando altresi gli a1·ticoli a car attere artiglieresco: J) Italia, Italia, Italia! (Soc. T ip. }Ioclenese, ;xrocleua JIJ22).
2) La sagra di Santa Barbara (id., HJ22)3) Alla Patria (icl.. 1922).
4) La mia lampada (Ecliz. Rattero, Torino 1923). 5) Cannon ieri cl' Italia (id., 1923) . G) La battaglia di Goito (Soc. Tip. :.\focleuese, i\Ioclena 1924) . 7) Il libro clclla gloria e degli e l·oi (Ediz. Ratte.ro, 'l 'oriuo 1925). 8) Guida pratica dell'artigliere pesante (icl. J928) . 9) Guida pratica deU'urtiglierc pei:;.'lntc campale (id. 1928) . 10) Le an tiche bornl>anle (Le Forze Armat e, 30 warzo 1028). 11) Gli auticlli bombardieri (icl., 8 maggio 1028). 12) L'Artiglieria aJla battaglia clel Piln-e (icl ., 15 giugno J92S). 13) Primi studi sulla velodtà iniziale (id., :;:o novembre 1.928) . 14) Santa Barbara (id., 4 dicembre 1028)lG) Goito: 30 U1aggio 1848 (id ., 31 maggio 1030) . lG) Le bandie l'c dell'Artiglieria (icl ., 17 g iug110 1030). 17) I bombardieri 01 Regime fnscisla, 25 giugno l.030). 18) ,A proposllo di Santa 13arbara (Le ]!"'orze Ar mate, 18 d icembre 1931) . 10) San ta Ba1·bara n ella tracli:done e nell':ute (id., G llicembre 1937). 20) Guena e folclore (Ediz. Pirontl, Nnpoli 1937). 21) Lettel'e cli Gabriele d' A.tlllunzio (Ediz. Hattcro, 'l'orino 1938). 22) Leonardo da Vinci. maestro di urtiglicria (L.1 Stirpe, settembre 1939).
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E COJ,LAJ30RATDRI DELLA STORIA DIDLL' AR'l'IGLII!lRIA l'.l'ALIANA
21!.) Un giornale iueclito della difesa cll Gaeta 1860-lSGl (u.iv. d' Art. e Gen., settembre 1940) . 24) I cmmonissimi clella Manica (Il Lavoro, 17 ottobre 1940) . 25) T:a battaglia del Piave, (( npoteosi dell'acciaio e clel fuoco)} (Le Forze Annate, H giugno 1941). 2(i) Aerosiluranti e artiglierie controaerei (Il Polesine, Rovigo Ci ottobre 1H41)· 2:7) Ge1·go di guerra (Soc. Eclitr. ùcl libro ita.liano. Roma 1911) 28)
Questa nostra guerra (Ecliz. La Voce della stampa, Roma 1942).
Mario - Nato a Trento nel 1893, arruolatosi ,come volontario cli guerra. irredento D(~l R. Esercito italiano nel 1D15, ottein ne la nomina a Sottotenente di complemento di fan"w[FJ~ES'l'RINA
Fig. 268. Mario Menestrina
teria (Alpini) . Promosso Capitano ,di complemento nel 191:7 e passato in s~rvizio permanente effettivo col grado ,cli Tenente, nel 1926 venne clesti1nato all'Istit uto Geogra:fic-0 militare. Attrezzature aerofotogrammetriche italiane e straniere esaminate sotto l'aspetto della loro utilizzazione neWl Cartografia militare (L'Universo 1940). 2) Il metodo di fuga e il suo impiego nelle determinazioni topografiche cli dettaglio (L'Univèrso 1941). 3) J,e nostre ca rte topografiche e la preparazione del tiro (Ri v. cl' Art. e Gen., 1940 e 1941). 4) Sulla rappresentazione conforme di Gauss - Applicazioni (Istituto Geografico Militare, Firenze 1942) .
1)
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Fa bio - E' nato a G1·ezirnna (Verona); dopo aver frequentalo i Corsi clell"Accndemia Militare e della Scnoln di Applicazi.011e, promosso 'rene,11 te, (1911) andò al 9° R cgg. artiglieria eia Fo1-tezza, e promosso CapitHno nel 1915 1Passò al 10° da :B'ortezza. Entl'ò in guen a contro l' Aust1-ia col Parco d'Assedio della 4" Armata, e comandò la 3" Batteria d' Assedio sul Col di L::ma.. Poi pass ò a.L Ooma~1clo cl' ar1.iglie1·ia del Nudeo Fena s ulla A.lpi di Fassa e <111i11cli nl :?!3° ;irtiglieri a da Campagna, ove pel' le a zioni sul Col di L aua (l017) fu promosso )faggiorc per merito cli g uerra. Oom,rnclò in seguito il CXXXVI Grnppo d'Assedio, indi no1<Jò al Comando d'artigJiel'iH della 6" Armata sul Grappa (giug11 0 UJJS) e poi ('Omandò nn Gruppo tla 101 <lel 20° B egg. Pesante .O amp . (1DJ9). Comandato ai servfai automobilistici as-· soJse in prosieg-no di tempo dive1·s i incarichi. Seguì (1920) il Corso d'i11teg1·azio11e presso 1H Scnofo di guena, indi p1·estò successi se1·vir.io alla Dhisionc milii'al'e di Ve1·ona, alla Divisione milita r e di HoJ ogna, al Uornanclo dello stesso C01·po cl' Armata, (J 924) al 3° R egg. a r tiglieria ,<.l a Cam.pngna e, col gl'aclo di .'ren . Colonn., alla ~cnoJa centrale d' m:ii.gli.er!ia e poi all:8° Hegg. artiglieria dH Campagna. P romosso Colo11n . nel J !)30 comandò prim a iJ 4° R egg. artiglieria da Ca;mpagna e poi )a SeuoJa di artiglie1fa cli 13l'à, dopo di essere st11to Capo ufficio al Comando d' a1·tigli el'ia del Corpo d'Armata di Trieste. Passato al Coma11do del Corpo cl' Armata cli Torino, nel 1937 venne promosso Gcinerale, e come tale comandò l'Vlll Settore d i copert ura e poi l' ar1'igJiel'ia del Co1·po cl' Armata di Bolzano. Nel 1940 f n p romosso Gener a le di DiYisio11e e rimase a disposizione deDo StHto Mnggio1·e. ì\!ERZAUT
1) La mobilità delle ::irtiglierie JJcsa uti n :;uoi mezzi cli trnino (lUv . d'Art. e Gcn ., J923) . 2) L'Azione di un GrupJ)O pesante tiancbegg/ante il Grnppu dal Colle di A8iago ( Uiv. d ' Ar t . e Gc11., lfJ25) . 3) Atlde:strumeuto nU a m:i nol'l'a (li .fuo<.:o (Ri v. cl' Art . e Geu., 192.i) . -:I.) L ·Ar tiglicri a cli visionale in accompagunmen to immediato dopo l 'adozione del canuonc di fanteria (Hiv. d'.A rt. e Geo., lfJ2U). 5) Inlorno ai metod i di indica zione dei bersagli (Riv. d'Art. e Gen., 1920). 6) La coopernzione fra artiglierie (RiY. d ' Ar t . e Gen . 19$4).
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Fl COLLAUORATORI DELLA STORIA DELL' ARTIGUERIA l1'ALTAN,.\
~forno Hi<-rn r clo - Na to u 8 f1Hceto (C uneo) ; dopo UNer superato i CoJ'Si tlell' Ac('ademia militare e deJ la Scuola d' Aipplicazione, promosso Tenente (L 99); fu assegnato alla VII Brigata a1·tigliel'ia da Costa. e quindi al l° Regg. a r tiglieria, cb Mo,n tagna. Seguì i Corsi della Sc11ofa cli g-uena e nel 1908 anelò a prestare S( 1·vizio al Comando dc•Jla l" Armata. Promosso Capitauo 11el 1909 passò Hl ~ Regg. cla Forte7.Zt"I e poi 111 1° Regg. da Montagna contimrnrndo acl essere conrnndnt o i u ser vi7-iO di Stato lVI::q~g'iore. Nel J9JO passò al Battaglione Specialisti de) genio e l'anno dopo p1:ese pal'te aDa guerra di Libia con UITla flottiglia di avin tori militari. l'l'igion iero acl E l-)fain mentre esegniva n na ricognizione aeren (19J 2), liberato poco dopo rientrò in Ita Ha , per poi essel'e trtisferito a l 2° Rcgp;. n1·tiglieria da 1Contagma . Nnovameute comandato iu ser vh:io cli Stato lVI aggiorc (1914-), fu desti1wlo al Governo militare della Libia . Nel 1915 en trò in guerl'cl C'ont1·0 l' A ustl'ia, e promosso i\fa,g.. g'iorc fu destinato alla. Direzione gener ale d'aerorntutica . T e11. Colonn. nel 1016 andò a comand ate (rnl7) l'aeronautiC'a de1la 3' Armnl·a, col gr a,do superiore, passando poi nl Corn,rndo S11 prerno (!';ervir.i neronauticj). Nrl J91S quale Caipo cli Stato Maggiore della 15" Di,·isione snl Monte Grnppa r iportò 'J na t er'ita iu combattime11to <~ durante tutta la guena si guadagnò due nwdaglic cl'arg:ento al V . M. Xe) H.)19 1)l'ei-.tò servizio a l Comando -clell'8" Amtata H U èlfo1e C' comandò l'aeronautica militare. Direttore generale dell'acro11a nt ica milita1·e nel 1923, in qu esto stesso a1111no ne f n Comandante generale. Pm·e nel 1923 rientrò nell'Arma di nrtigliel'ia e nel J924 comanclò il 6° Rcgg. al'tiglicl'ia P esa n te e nel J ~)26 i.L 3° Pesan te. Col grado di Generale comandò l'ar tiglieria clel Corpo d' Al'mata cli R oma (J.929) e com.e divisicmario comainrlò la Divisione <li l\fi lano (1 932) e l a Divisione celer e « E ugenio cli Savoi a, ll (1934). Comandante generale clell' Arma <lei R R.. CO. (1935) fu 110mi11at.o Generale cli ù . cl'A. nel 1937. Dal 1938 fu poi in Africa Orientale, e per l'opera svolta venne ,d ecor3to dell'Ordine Militare cli Sa,oia. 0
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AH'.l'I0LIEHt SCRITI'ORI
1) In tema di m;serrnzione nPrea cli :Htiglier.ì a. hloxn~FIX.\LE
Tito -
Ke abbiamo parlato nel volume VIIL
1) Jntroclnzione e sviluppo cl.ei SE'l'\'izl radlo-telegratici ad onde coni<' iu Itali:i (Riv . d'Art. e Gen., 19.:!!l).
l\foN'l'J Edom·do - K<1to a Como nel 1876; dopo aver snperato i C01·si dell' Ac·cadcrnia militare e della R<'uola cl' AppHca zione, promosso 'l'cinemte (1 99) fu destinato al 2:~ R egg. da Cun,pagnn . Fre<1nentò la Scuola cl.i guel'ra, e, dopo il necessn ril) espel'imento passò addetto al Comando della Divisione di '.'\ ovara. Prom.osso 0Dpitano a sceltn (1909) fu des ti.nato al 1° Rcg·~. 0
Fif:. 2(i9.
Edoardo l\Ionti
da Costa, e 1poi (1910) a] Comando della 6" batteria del l° Rcgg. da Montag1rn. Partecipò alla guerra in Libia nel Settore di Gnrgnrsd1: poi fu nddetto al -Comando dell a 3" Divisione speciale (gt• 11 . De Chamand) meritando alla battaglia di Zanzur, un entomio solenne. Rientrò qu indi in Italia ed in S.M:. fu addetto al Comancl1> del V Corpo cl' Armata col quale entrò in guena conti·o l ' Aust d:1 nel ;I.915. Maggio1·e nel 1916 dopo aver comandato un Grupp0 somL·ggiato, passò come Sottocapo di S.M. al VII Corpo e qni1:di 111l 'I ntende,n za. della 3° Armata cou,segu cndo in tale a 111 10 la p1·0mozione a tenente colonnello. -
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I•) COLLABORATORI Dl.;LLA STOHIA DKLL' AR'l'IOLrmHA l'l'ALIANA
Colonnello nel 1817, alla fine della p;nena venne non1iu atc, prima Capo di S. i\1. del S ettore 'f anisio e quindi Sottocapo di S.1\1. al Comando gcneral~ della, Vei11ezi11 Ginli.n durante l 'im~ presa di Fiume, sncccssiYmnente (192J) fn Capo di S.)J. della Divisione di Gorfaia, p oi (192:2) comandò i.l 13° Ucgg. da Campagna passando poscia come Ua1po di S.)f. de1 Corpo cl' Armata di H a1·i. Promosso Generale (192!)) fu I spetto1·e di mobilitazione a 0ori;r.ia e quindi 111el 1929 fu prima Gene1·a le addetto al Comando del Corpo di S .M. e poi clal 1932, promosso Gerwrale di l)iYisi one, fu nominato Sottocapo cli S .J\L <Je)]'Esercito. Kel 1934 passò al Comando della Division e di Gorizia e nel 1933 n~sunse il Comando del Corpo d' Al'matn de]la Sard<>gna 11er passnrc nel 1936, come Generale di Ool'po d' Arrn,ila . r1l Coman do di quello di. Bologna . N el 193!) raggilm t o (lai limiti d 'età di comando fn destinato al Comando <l.eU'Anuata Z, gli fu confe1·ito il rn ngo òi Generale ,cl' Armata e f u inca1'ica lo d.ei lavori del Vallo R omano in Alt-0 Adige, laì'Ol'Ì muiuerosi e cospicui che il Morili ideò con un preciso e r::iziona le progl'amma 1·ispondente ai fin i ai quali i lavori dovenrno conifop ondere. Durante la sun carriera egli scrisse moltissimo ma per ovYie ragion i snoi scritti, di carattere r iservato, non vennero ~ubblicf!ti. Tra le s ue puhblicaizoni sottoel encate è lllotevole sovratutto quella relativa a]]e ba tterie someggiate. 1) Batterie montate o someggiale (RiY. wi l. ital., ;Romn. 1912) . 2) Studio s tùl'o1·clinamento dell 'Esercito (Testo dattilografato, Ifoma 1921). 3) Appuuli sulla questione mili ta re (Iu colla l>o1·azione col m agg . ;Reisoli, Homa 1923).
)'{orn Mario - N ato n :Modena nel 1 91; dopo aver superato i Corsi deil' Accad emia militai·e di '['orino e deJl a ScnoJa d' A.pplicazione, promosso Tenente, fu assegnato 01el 1914 al 2° Regg. a1·tiglieria da Oa,mpagna. In guerra. contro l'Austria riportò una fel'it a fin da]l'iiilizio delle ostilità e pr omo so Capit a1110 (1916) passò al 13° artiglieria cla Campagnn, gu.ndagnandosi poi nel J918 una medagli a di bro1I1zo r1l V. M. Dopo ln guerra p1'estò successivamente servizio: al Mini~ -
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ATl'l 'IGLIERI SCRIT'l'ORI
stero cl<~lh1 Guerra (1919); nl 2° Regg. da. Cumpngua e poscia alla D irezione generale cl ·artiglieria. Dopo i Oo1·si i11tegrutivi alla Scuola cl' A1pplicaz.ione, passò a 11° Regg. P snnte Campale e quindi a11' Accaòemifl mi1ihn'e cli
lfig. 270.
Murio Mori
'l'orino (lD:25) . :.\[aggiore al l° Regg. artiglieria res. Camp . (1926) veinne promosso T cn . Colonn. ne l 1928. ~cl 1934 venne trasferito nc11 o Stato Magg'io1·e, e raggiunto il grado di Oolonn. (1937) andò c1 comalHlare il G0 R cg-g. Hrtiglieria. ·In servi.z.io di Stato Mnggiore presso il Corpo d' Armab di Udi.ne (Hl39) e (]Uiudi presso l' A1·mata. .Po (1940), in quest'ultimo anno ve11me nominato Capo di Stato l\faggio1·e della Divisione Ariete. Ent rò in gnen a ,nel giugno del 1940 e nell'anno successivo prestò nuovamente servi7,i.o presso il Coma nclo dell' Armata Po, passando poi ne11o stes o anno 1941 a comandare l 'aI"tiglieri a del Xl V Corpo d'Armata . J ) L'A r tiglieri a nelle grundi nnità corazzate a1iv. d'Art. e Gen., 10~0).
2) Circa l'im piego dell'artiglieria nelle ~xaudi unità cornzr.ate (Rh. d'Art. e Gen., J9J1), 3) Artiglierie di\·ision::ili ( Ri\·. cl ' Al't. e Gm., 1941). 4) Consitlcra;r,louì s nll'artiglieria. clivisiounle (Riv. cl'Art. e eu., 1942).
Monruco~ID Amaldo - Nato a Poteo1za il 2G ottobre 189ri fu allievo <lell' Accademia mi1ital'e di Torino dall'nprile 1!)15, e ottenn e la 11omina II Sot totenente d'artiglieria nel faùbrai o clcl -
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ID COT,T,ABORATOlU Dl•:.LLA STORIA OELL' ARTIGLIIDRIA I'rALIANA
lDlG raggi.lmgen<lo subito dopo il 9° Regg. artiglieria da campagna che operava· sul_Onrso. Jn quel primo periodo si r ivelò elemento cli prim'or<liue [Jer intelligenza, r,elo e spirito cli arcl.im(~nto che a;nimava,no le sue
Fig. 271.
ArnaWo Morricone
ar,ioni, <lando poi prova. cli cultura prnfessiornale solidamente ac:cptisita tantochè fu chiamato aél insegnare Materiale cl'artiglieda e .Fortifie aziouc acl un Corso svolto in Fogliano ad uffieiaJi <li <.:mnpJemento . Promosso Tenente mell'ottohre del H)lG durante un'azione in Val cl' Astico fil eincomiato clal Coma ndante del la 22• Divisione per l 'esernpl.He condotta t enu ta cli fronte a] nemico_ 'l'rasferito in Albania nell'ottobre 1917, fu ferito nel luglio 1018 e rientrò quin-d i iin Ita.lia ritornando nl fronte presso il 47° Regg. artiglieria cla Campagna. Dopo Farmistizio venne colll(<-.1,ncl,ato al 10° artiglieria chi, Oa.t.D,pagna faeente parte delle ~.'t'uppe Arn,iliari<~ in Francia. Ritornato in ItnHa fn assegnato al Regg . artiglieria. a cavallo e<l il 2 dicembre 19] 9 ebbe modo di distinguersi inei tumulti sediidosi aYvenuti in Mila no e fu quiJ11cli encomiato da l Comanclo della Legione dei Carabi,nie-ri. Oapi tao10 n el 1923 fu asseg·nato al 9° R egg. cl.a Campagna e 1poi comand.nto ·a prestnre setvizio a] Comnndo d'urtigliei-ia del Corpo cl' Armata <li }Iilano. Freq1w11tò 11e l l!l~:, il Cmso sti·11 ordi11n t·io <li <·ompletamento cli cultura tccnico-professi.ona le presso l'A<.:<.:ademiH militare di 66
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ARTIGLIIDRI SCRI'ITORI
Torino, ritornando poi nnon1mente al reggimento artigliel'ia a cavaJJo. Ne l 1930 tt-asferiio alfa Scuola d'Applicazione (l'artigliel'ia e genio tenne per· 0H1·e quattto ::rnni e c:on molta competenr.a l'incm·ico di in segnante~ aggi.unto di b::ilistica, esterna . Seguend<> così fa s ua, nrntul'alc in cJinazi one fretJll<"Iltò an che con suceesso il Corso supel'iore di balistica e suecessi,·aulC'llte fu ('Omallfhitn. a frequentare il Corso applicativo presso le Scuole cent1·ali, Nel 1D34 promosso Maggio1·e fu destinato al 3° :n·tiglìel'ì.r. Divisione Celere ed indi alla cuola di tiro cl'artiglic•1-ia o,·e ebbe modo <li mostrare le sue ec:ccllenii qnalitù, pl'ofessiona1i. Ammesso u freqn entare il Corso {lell'Istituto S11pe1fore <li guerrH m1dò successivamente, c·o] grado cli tenen te colon01ello, a compie1·e l'anno di setvi½io ()l'esso il Comando della DiYision e Cuneo colla. q11ale pal'tecipò aJJe o,perar.ioni sul fronte occidentale. foyiato ~n Albania colla stessa Divisione quale CHpo Cffì.cio operazioni, f.>!;l' essetsi spin to sulle li.m.ea l)ÌÙ avanzate lllf\11tre si unclava prepan1n clo nn ' il½ione, f n gravemente fe l'ito riuscendo ,però a da re al suo Comando la visione e atta della situazione . In tale occasione si gu,Hlagi11ò una Cro('c cli G uerru al V . M. Rientrato in :rtaliH, riprese succe ·sivamellte servir.io c01~e n apo ufficio del I V R epH rto òello S.:M. Pi:omosso Colornnello nel Hwggio lfl43 fu destinato al Co-· mando del 30° Regg. artiglie1'ia dislocato in Ptnncia. Dopo 1'8 settembre, sotti·a ttosi alla cattura visse alla uwc<:hia fino alla liben1r.ione di. Romu,, ed il 1° ottobre 1!>4A- assunse l 'inca rico di Capo Ufficio pl'esso S .:ò:f.E. - Is pettorato d'Artiglieria. Ufficiale cli elette Yirtù militari, sc·rittorc sempliC<' ecl eh, gante, ha pubblicato sulla. R ivista cl ' Attiglieria e Genio cli.versi articoli .riuscendo a p1'esental'e in form a piana e facilm ente accessibile eompJicate qnestionc di balistica esterna e di Liro. 1) Stl'iscia Jougitnclinnk e p emlrn¼a dd tern'uo (ln eolh1.bo1·a11,ione co n
Nuuzio CaYicchol i) (Rir. tl'Art . e Geo., "l!);J2) . 2) TI secou<lo e terzo pC'rioclo dc>ll'aggiustameuto in alzo in base al senso <'saminati col calcolo delle ])robabilità (In colla bo r,, zioue 1:on ~unzio Caviechi olì ). (Riv. cl ' Ar t . e Gen., J9tl3). 3) Aggiustamc•uto iu alr.o in l!a;;C' alla mis11rn delle de\'i:1zi11ui (•,«1m i 1rnto
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l'J COLLABORATORI DELLA STOnI A Of<iLL' ARTIGLIERIA J'l'ALIANA
col calcolo delle p robabilità (In collal!orazione con Nnn7.io Cavicchioli). (Riv. d'Art. e Gen., 1933)4) Note di til"o. Nuovo abbaco per la dctenuina«ione della striscia longituclinnle (ln collabora,-ione con Nun7.io OaYic:c:llioli). (iuv. d'Art. e Gen., UJH4) .
5) Probabilità di colpire ed appi:ossimazioue llEill'al«o (Iu éollaborazione con .l\unzio Oaviccllioli) (Hiv. cl'Art. e Gen., 1934) . 6) Sull"a pprossima zione dei dati. desunti dalla preparazione balistica (In collabora7.ione con Nunzio Ca vicchioll ( (Rivxista d'Artiglieria e nio, 1934) . 7) Gli eD;etti della temperatura sulla resistenza dell'aria (In èollab()ra7.ioue eon Nunzio Cavicchioli) (lUvista cl' Artiglieria e Genio, 1935) . S} Sul probabile rendimento del tiro (In collaborazione con Nunzio Oaviccbioli) (Rivista tl' Artiglieria e Genio, 193G). 9) )fota sul trasporto clel t iro (In collabora7.ione con Kunzio Ca vicchioli) (Rivista d"Artiglieria e Genio, 1936). 10) Note iu margine all'aggiustamento del tiro (In collaborazione con Nunzio Ca vicchioli) (Ri rista cl' Artiglieria e Genio, 1938) . .. 11) Nota sulla controbatte1fa di neutralizzazione (Rivista. cl' Artiglieria e Genio, 1940). 12) l:'er una giustificazione elementare clelle regole dell'aggiustamento (In collaborazione con Nunzio Cavicchioli) (Hi Yista d' A rtiglicrhl e Genio, J041) . 13) Il t iro cli una batteria esaminato col calcolo delle probabilità (In collaborazione con Nun7.io CaYic;chioli) (Rhista d'Artiglieria e Genio, 1942) . 14) Calcolo rapido di un .arco di traiettoria (In collabora7.ione con Nunzio Cavicchioli) (Rivista d'Artiglieria e Genio, ]943). lG) Snl trasporto clel tiro (In collaborazione con Nnuzio Cavicchiol i) (RiYistn. a· Artiglieria e Genio, 1943) .
Ge-
Taddeo - Nato a Gaeta nel 1885, dopo cli. aver frecp.umtato n Collegio militare cli Napoli segui i Corsi della H. Accademia milit are di Torino e venne norninato Sottote~ rn~ute cli. Hl'tiglieria nel 1905. Superati poi. i Corsi ·della Scuola d' AppJicnzione venne nominato tenente d'artiglieria nel 1908 e <lcstinato al 3° Regg. artigli<~ria da Fortezza,. · Partecipò alla campagna di Libia 1911-12 comportaindosi valorosamente alle battaglie di Henny e Sdarasciat, e rientrato in Italia freq nentò con successo i Corsi cl.ella. Scuola cli guerra {lal 11ovem bre 1912 al 15 1uaggio 1915. . Prese parte a tutta la campagnH italo-i:tnstriaca dal 1915 a] 1918, colle cariche successivamente cli Oomanclrmte cli BH.tORLAXDO
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AR'.l.'IGLUJRI SCR:ITIORI
J.rn
teria cla 149 A, e cli Oo111ancla111te cli. Gruppo da A. Promosso Capitano e trasfctito in S.M:. passò a] comando de11a 19" Divisione cli fanter ia , posda al comando òel X Corpo d ' A1'mata e quindi promosso Maggiore venne cl~sti11ato prima al eomanclo della 1" Armata e qnincli al comando della 4" Armata .
Fig. 272.
Tatlcleo Orlnuclo
Finita 1a guerr-a fu 1promosso Tcit. Colonn. cli S .M. e destin ato al l\{i01istero ·<lelJH Gi.1erra dnl 10J.9 a] 1921, poi al comando del Corpo {li. 8.M. dal HJ21 al 19~G. Rien trò qni.ndi in artiglieria e comandò un Gruppo cle] 4-° Regg. artiglieria d' A.scsedio cl;,l 192G al l92S. Promosso Co1onneHo nel ln29 fu chiam ato a] }[inistero delle Colonie quale Capo u ffldo militare e clal 1934 ·ai 1936 comandò il 1° Hegg. d'artiglieria cò]oniaJe venendo poi nom i nuto nel 19:Jfi al gn1élo di. Gencrnle e desti,n ato al corrrnndo deJJ.'artiglieria del XX Corpo cl' Armata, cnrica c-he t<:'Jrne fino al 1938. Per il v11lol'e dimostrato come solchtto e come Comandan te gli. furono wn<:esse I.e segnenti onorificenze : C1·oee di Cavaliere e ·cli Cavidiere Uffi.ciale delJ'01·cli11e :M:i.lit,ue di Sa voi~~; una Medaglia d'argento e due Medaglie di bronzo nl Vnlol' M.i1i.tarc~. Dal JMO al J943 prese parte alJa campagna in Afri<·a seHentrionale, ricoprendo le seguenti cariche : Comandante cl ' .\r-tiglieria ,di nn C01·po d ' Armata, Oomanclaintc di truppe c:oloJl ia li, Capo di Stato Maggiore di un'Armata, Comandante la DivisiclJJ e Gramatieri cli Sardc~gna . In Tunisia, pl'Omosso Ge1nei-a le di Corpo -
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J,) COl,L,\BOHATORI DELLA STORIA DET,T/ ARTIOLIEJRL\ l'J.'ALIAKA
cl' Armata pC>J' merHo di guerra ne conw ndò il. XXXI e XX. Prese parte nlla gnena di Jibentzionc e ,poi divenne Sottosegretario cli Stato<' Minist ro della Gn<'n~a in h·e snccessivi Gabinetti, e quindi poi Co111a11cl,1nte generale deJl'.\rma dei C'arabiuieri, e> pe1· ultimo Hcgretal'io generale deJ Mi.nistero della Dif<>sa -ES<'t.'cito . :Scl wap;gio J!)4:3 venne cnU-urato in 'rnnisia e 1wl novembre dello st< so a11110 fu c:onclolto i11 ltalin per c·ollaboi-are col Go·,e1·no legn le, esp let,rndo poi opera eHergitiJ e <l infa tic·ata per l'icostrnire l'Arma dei Carabinieri e gli organi tel'l'itoriali <lello slesso :Ministero d e lla Gn crra. La Rtol'ia dell' .Artiglieria Iwliana ebht? clill Oen. Orlaudo l"impnlso per la sua ripresa ecl il suo compJctamcnto. <'ompilò e sc'l'isse nmue1·ose 1•pJaziOJ1i pe1· lo più di <·arnttere r·h;nvato. A lni si debbono poi J<:> seguenti pobblic·a7,ioni a stampa: 1
· 11 « ì'itto1·ia cli uu 11opolo • Dalle Battaglie di T uuisin alln g 111•na (li li· be1·azione » - Casa editrice Cor:;o 19.JCi; 2l (< « 11 problema clel <::{)llltrnùo unitario e l'autonomia delle u·e ll'orr.e Armat e» - Rivista :\[lllt,u·e g(•uuaio Hlli; :1) ,1 Il prol>lema dell"Alto Comando» - Rh-ista :\lilitarc aprile Hl.J, ; .J) « 1.:Alto CoUl all(IO - 'Cn Jlrvhl (•uia urgente da risolYe1·c » - Hh·h;ta l\11litan: 110,·embrc 11H7; Ji « s,1!Yiamo rEuropa » • HiYista :\Iililate uuuzo 19.J!).
Ons1 Antonio - Nalo nel 18!)3 u Cremonn. Usdto Sottotenellle claJl' ;\('caclemia milital'C di Torino nel l!)J3. pe1·c·orse la
lfig. 273.
Antonio Orsi
ua cai·1·icra prestando se1·y1z10 in (J unsi tu ttc le 1' Arma e in -ffici dello , t ato l\Iaggiore . -
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,pec:ia Htà, clel-
AR'l'IGLI0RI SCRI'ITOllI
Partecipò alla campagna it'nlo-austriaca 1915-18. Conseguito il bre,~etto cli Osservatore dall ' aereo nel 1929, ha compiuto i p eri.odi di volo 1pr esso le squadriglie del 21." Sto1:mo. Quale redattore ca po della Rivista d' Artigliel"ia e Genio (1!)35-1D43) e della Rivista l\Iilitare dal 1° gennaio 194:i> eontribui e cointribuisce Hlla <liftusione del 1pensie1·0 militare italinno ccl estero. E' Teneute Coloirntello <l' artig lieri a. Rmko - :Ka to nel luglio 1881 fn allievo dell'Accademia mili.tare cli T o1·ino e momilrnto ottote11ente d'artigliel"ia n el 1901. Tenente nel 1904, dopo i Corsi deJJa Scuola d'ApplicaORSI
lf ig . 2H.
Borico Orsi
,
zione, prestò servizio al 3<> Regg. artiglieria da Fortezza, al 2° artigliedit d a Campa gna (1907) , e al 13° arUgliel'ia da Oampè1gna. (1909). Ammesso al C01·so cli costr11r.io11i aeron autiche (1913), promosso Cnpitano (HJ14) passò al 1° artiglieria cla Omnpagna , poi al 3° Campagna e ptomos, o 1Iaggore, nel 191.7, andò ,al 1° artiglieria Pcs. Campale. Alla battagli::i clelfa 13ainsizza si gnadagnò una medaglia <li b1.·onzo al V. }I. e nell'ottobre del 1917 cadde prigfoniero de l n emico. Ten. Oolonn . 11eJ 1923 passò al 13° artiglieria da Campagna e poi a disposizione del Ministero. R aggiunse il grudo di Colonnello nel 193] e comandò prima il 1° nrtiglieria dn Carupagua -
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fJ COLT.,J\BORATORI DELLA STORIA DTilLL' ARTIGLI E.IllA ITALIANA
poi anelò Direttore dell'artigliel"ia del Corpo d'Armata di R oma (1935), indi prestò servizio allo stesso Comando e poi all'Ispettorato <le.I la motorizzazione coin i'uzioni ispettive, e lasciato il servizio attivo per limiti ,ùi età ottenne il grado di Generale ,d i Divisione nella ri erva . Nat,o a R oma il 21 aprile 1893, e clopo i Corsi clell' AccHdernia milibue di 'l'orino venne lllOmi11alo Sottotenente d'artiglieria (H>l!i) . Teuente nel 1914 dopo aYcr frequentato la Scnola d' AppJicazione d ' Art. e Geoi., ottern ue (novembre 1915) Ja [promosione a Capitnno per merito di guena partecipando a numerose azio1ni sul fronte ca'rsico. Nel 1918 fo chiamalo in scnizio di Stato Maggiore e nel 1920 passò in aviazione. P ALLAVICI NO
Cesare -
Fig. 275.
Cesare l'allaviciuo
Capitano del genio ae1·onautico ::1ll'atto della costituzione d ella R. Aeronu utica, dopo il conseguimern to della leurea in ingegnel'ia (J.920) , per un inci-de:nte cli volo (192:3) perdette u n occhio<' congedandosi dal servizio aUivo andò ad espletare la, sua opcrn <li progettista di numerosi apparecchi di volo presso l a Ditla Breda (1927) e quindi poi pre so la Società Caproni. Suisse nume1·ose me;morie riguindanti i.l tiro di controbatt eria e molte relazioni e monografie ilustranli gli apparecchi da Jui idcn ti e progetta ti. IITl qnesti ultimi anni diede la sua collaborazione a quest a Storia deJl' Arti glieria. -
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AUTIGLlBRI SCRITTORI
P ALLTRHI Yittorio - Xnto a Firen ze nel 1879 e dopo aver segni.to i c<i1·si flell ' Ac:en<lemiu· m iJit:ne cli 'l'ol'irn> (rn97, 1000) nominato Bottotenentc c1',1rti g lierin p nRsò :i lla Rc uol::1 d'Arpplic-a zi.one . '.l'enenle nel l!)QL prestò setYi;;r,io suc·c·cssirnmente al la '\'I Brignt:1 cl\u·tigli erin cla Fortez¼a, al 1° R cgg. :ll'tigJiel'i a da F ortezza , a l r R egg. artiglieri a da Cawpagna (l!JOH), alla Di0
Fig. 27(;. \"ittorio Pallie ri
rczion e snperiore <lell<· espe1·ie11r.e cl' a l'tiglieri n , al 17" R egg. da
Campagna (1906), alla , 'cuola cl'Applicazione d'artiglieri:l e genio q ual e insegn a llte aggi.unto cli l>alis tica. esterna e al 1 G R eg-g. 0
d a Campagna, (1908) . Ca pita no n e l Hlll nn ll ò a cliRposi¼ione tle] Mi nistero e (l!J12) t pa sò al P Regg. Pcs . C_a mpale e q nindi a ll a Sc:n ol a d'.A pplica ;;r,i on e. P rese pal'te alla gnenn contro l' ,\ nst.J-ia ottenendo la promozione a nrnggiore n el 1916. e la prom.oziou(' a Tcn. Col onn. per merito <li gnena n el 19] 7. Cap o Ufficio al Conrn1nclo d':ntiglieria clella .3" Armata (1918), nel 1 9:20 fece patle della ommissione i nteralleat a e nel U l:t~ aHdò alla Se;uo]a. centrale d 'arli-
glieria . Ragµ:iu nsc il gracl o e.li Colonn e.Ilo nel l92{b e )' n1in o dopo, comaiDclato al Servizio lec:nico d'artiglieria, ebbe i sc~guenti successi.vi jncarithi : Direttore dei. l° Ceirltl'o d 'esperi enza <'li K et~ tuno (1!)30) : Dire! lore dc1l'Arse11ale di J>iacenzn (1930) : <' Capo repar to ,della Dire,r,ion e <lel Ber, i,r,io te<·n ico d' artigliel'ia 1wl 19:.12. -
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1•: COT,T,A130RATORI DELLA STOR IA DJ.:LL'ARTIGLil-:Rf.\ ITALIXNA
I n tale Huno 0Ltern1 c il g:r:ilio cli Maggim· G<>ne1·n)e <' nel J935 fu promosso Ten . (l cncrc1lc 1 assnmenclo la ('al'ic:ri d i Di1·ettorc superim·c• del Rervizio tecini<-o e qnill(]i ,11<'1 H)3(j q ne ll a di memb1·0 <lel Comita to Ruperiore tecni<-o pe1· le ai·mi e munizio11i. X el ]!)41 fu <lestimno presso hl Commissione cl ' unuistizio . 1) Sulla condotta cli fuoco ckllc Art i1dierie ((RiYi;.:La d' Ar tiglieri a e Genio, J!)24). 21 Lfl w rllica della fo1·c·<'Lla (Hh·istfl d'.Artiglit•rla e G0n io. ]!)2.J) .
PAVARJ (J.ino - Nato a Col'bola (Rovi go) , n el 1891 entrò al Collegi o militare di R oma e neJ 180G all'Accademia rnililare cli Torino ottell(mclo 11el HlOO la 110111ina n Sottotcneme cl'a rtiglietia .
.Fig . ~77.
Gino P:wa ri
Rupel'nti qniindi i Oorsi ,<le.lln ~euola d'App licazi one venne p1·0m osso Tenen te ed asseguaro a I 3° R egg. nrtiglh•ria ch1 Cosb1 e s uceessivarncn te al 20° artiglietia éL1 Omnpagnn. NPl 1912 promosso Capitan o venue t r asferito al :!0° a1·tigliel'i a eia n ampagna cll aJUnizio ,della grancl e gucna pil ssò al X0° da <'mnp,1gua. Nell'agosto HJlG f u d esti11nto nlla R:pecialitù, B omùarcliel'i ottenendo nello s.tesso a 11110 fa pl'oruor.ionc n ) I aggi o1·e. l ' er nziollli cli g uerra si guadagnò nel J t)l7 cl11e rn.edaglie di b1·onzo aJ. V. li.. ed ot1<.>m1ta l a promo,doue a Ten . Colonn. fo tra s ferito al 29° H cgg . artiglieria da Campagna , qui ndi al 1° Rcgg. da Fortezza e ne) 1020 all ' .11" R cgg. P esante Oampa]e. Yel 1928 fu promosso Col onnell o ed a111dò a corna11dare ) '1] 0 -
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ARTIGLIEIU. SCRl'lTORI
artiglier ia da Campagna. Nel 1933 passò come Capo ufficio al Comando artiglieria ,d el Co1·po d'Armata di Bologna, in seguito fu fo1caricato di tale Comando diventandone poi Comandante effettivo .nel 193G allorché fn promo ·so Generale. Kel 1939 venne promosso Generale di Divisione e fu dnppl'imn il11viato per incarichi speeiali al Comando del Corpo ,d' Al'-· mata di Torino, passò quindi a di.sposizione dello Staio :Ma~giore e per ultiruo al 1° Co1~po d' Armata.. Lnsciò il servizio a itivo nel 1942 passando 11elJa risena. 1) Mobilità e I)Ote111,a clC'll.'urtìgli(•ria in terreno cli montagna (Hiv. tl'.A rt. e Gen., 193'1).
Giovanni - Nato a Colle Sannita (Benevento) nel 1900 si lam·eò iu ingegneria inclnstrfale mel 1923 .Nominato uffkiale i1n servizio pel'maneute nel Servizio tecnico d'artiglieria (J 925), negli anni sncc·essivi frequentò il 1° Corso superiore teePrACQUADIO
Fig. 278. GiovaJrni riacquadio
L nie:o d'artigliC'ria conseguendo la nomin a a Tenente e destinato al Laboratorio cli precisione. Risult ato fra i primi clel suo Corso venne destinato a frequent al'e nn Corso supe1·iore biennale di specializzaziollle in Ot~ tica presso l'Istituto Nazionale d'ottica d.i Arcetri (Firem:e) , pe1~ ritornare poi al Labol'atorio di precisio111e qu ale Capo della Sezione alzi e congegni di puntamento. Nel l!J31 fu chiamato al Reparto progetti della Dire:done superiore servizi tecnici dove si occupò di materiali di artiglieria -
1050 -
t
I•: f'OU,ABOUATORl DELLA STORIA, DT:JLL' AR'L'IG.C,'ll<:HIA l'l'AT,IANA
con pnriicolarc riguardo alle armi coutro;,1 cr ei ed alle centrali cli tiro. Nel 1938 fn 1prowoi,;so al grado di l\laggiore per merit i ecce½io,n aJi e neJ tflH9 fn clestinnLo a reggere m1 impo·rtante Ufficio allora cos titnito. avente attinenza al p otenr.iament.o delle industrie di gne1Ta. 1'cl 1940 ritor11ò al R eparto progetti dove rimase :fìno al settembre 1D43 in qualità di Capo uffi cio armi controaerei t" per difesa co tiera . Dal 1937 al 1943 fu incaricato di m1merosc missioni all' I1~ste1·0 r<~lativc a studi e colla udi di. armi e di ath'er.za tme speciali. Ideò uno speciale proietto conti-oaerei incendiario clw, per i carnno,ni -tla. 90 e da 76, era nppern.1, entrato nella fase della pro<luziollle corrente nell'nntunno 1943. 1) Snl ui o, 2) Sul uio, PI1''1 '0
calibro clelle artiglierie coutroaerei (ltil'i:,;t::i. <l'Artiglicriu e Gc)037).
calcolatori per 1027).
Emilio -
tiro
controaerei
(;Ril"istn
d'Art iglieria e Ge-
~Tacque ad .Ancona 11el ]
1; supera.ti i
corsi pres8o l' Aecatlemia militare e quello cle11a Scuola d' AppliC}lzione, JH'OHIORSO '1:enente cl'artigli ef'ia (Hl04) venne destin ato n) 3" Re~p; . arlig-lierhi cla Costa . P ai<sò poi nl 10° Rcgg. da O:nn-
]!"'ig. 279.
Bmilio Pluto
pugna, da Oapi rano (1913) comandò una Batteria del 2° da Campagna, pnssa1ncl.o poi. alla Direzione di al'tiglieria. cli R oma e -su<:<·cssiYamenre al Sottoseg1·etariato per le armi e munizioni. -
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ARTIGL}fo)JH
scrurrorn
Maggior e aJla fine> clel 1916 anelò a coman dnte nn Ornppo <le] 18° chi C:1mJJng1111 111 zo1ia di opcra7,io11i pel' passat<' poi Capo nffieio pl'i.m,1 a l Comando art.iglict'ia d el [ Uorpo cl ' Arrnai11 e dopo a quell o clel XVI1 L Conrnndò p oi sul Graippa il V (hnppo cl'asseclio p,irteeipam lo (.'.On quc>s t o alla batlaglia di Yittorio Y eneto . Destin a to al 3° Hegg. cla Forte½za, e promosso T cn . Colo11rr1. nel J923 fu in(.'.,ll'ic nto delhi costilm;,ion e del 13° Centro cont1·011erei a Unein . J'ass<Ì p oi a.I 111. ~<·nofo cl ' ari.iglic>ria eontroacrei cl i Neti 111no (1926) cloYe p er due anni fu i nsegnante cli tiro. In seryizio tec nie.:o d 'ai·ti g licl'ia (1029) . fu Vi ce-d irettore dc>l 1° Cen t r o c•spel'ienze, l'iea1 t rall(lo poi neffArma cornbatt eute per pas:,,11re nno,-anw nte eome inseg;nao,te alla Scuola cli t iro a rtigliel'Ì!l. Haggim1se il g1·aclo di Colon nello (J9SO) e tenu e prima il cornallclo d el l >ist1·etto di Hon<ll'io poi qne llo (le] 4° H egp:. artig lic•1·ia eonil'oacrei n }l,mtova e poi [ n destinato alJo Stato :.\I.aggio1·e per la difesa ckl tcrritol'io . D a Generale (193,) ebbe il eoman clo <lelln Zo1ia militare (li Napoli e poi (J930) lasciò il servizio atth ·o . Ricbiawa to Ìill setvi.zio con funzioHi is1pettive p1·esso Ja "Di 1·ezioue gen el'al e d'm'tiglieria passò n el 1!)42 a clispof,lizione ciel Minii,;teto cloll ' foterno come I s pettore provindale cli vrole7.ione a u tiaer en . .Fra l e ne pubbli<-azioni a nuotiamo : 1) Com'ù organizza ta hl clifesa attini C'onlro gli attaccl.ll aerei di una localitt, ( Rii-. d'A rt . e Geli,, l !J.10) . 2) 11 boUJbanl;uuc~nto in picchiata. Lo schieramento e il til'o delle a rti~lieri c conLro,w rei (Hiv. d'Art. (' Gen., l!)n ) . ~) L ·Artiglieria controaerei. Suoi impieghi e,·cntuali (H iv. c1·Art. e Geni o 10-11) . -1) Lo sbarr amento orizY.outale contro il bombanl::u1wnto in picchiata (HiY. cl'Art. e Gen. 1941) . ;;) La difesa c:outr oaer ea <li uottc (R lv. d'Art. e GC'n. Hl41). ) ' IVANO Giovt11111i A.ugelo - Nu t o a Saluz½o nel IS87 fu allievo cle)]'Ac·<·acl emia milita re di Torino (lul HlOG al 1908, mmo in c ui Ycn ue nominnto Sottotenente artigHeri:1 e passò n Ila Scuola (l'Applicazione. P romosso T enen te ed asscgmato al 3° R egg. artigJieria da Oarnpagurn, ptese parte alla crunpngrw ili Libia n el 1912 gnadagnanclosi una medaglia cli bro11 zo 11cJ l' a½i<me
cr
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l·l COLLAJ301!ATOR[ Ol~LLA S'l'O IHA, l)DLL' AlnIGL[J-: IH A .IT.-\LIAKA
di Sicli ~aie!. Ricnt rnto in Italia nel H>13 f1·eqnemò fa • 'c·uola cli guena e promosso OnJ)il.ano. 1H•l Hl14 Youne assegnato 1111.:ì" Regg. da Cauipag1rn (·on c·ni iniziò Jn µ:nena to1n trol ' Austria. F1·equentò il Corso di es1w1·imcuto in seni7.io di ~ t a to ~faggio1·e a Vicen¼H, assegnato poi al Uo1n.11Hlo clclln. 3a .Anuata.
Pig-. 280.
Giuranni Phano
l'l'oruosso )faggiore (191T) prestò sut<:essirn mente sen1zto presso le A1·mn le 73, H' ed 8' <' finalm en te 1wl 1 !J19 ,p1 esso il Coruanclo lrup]l<' cl.e]] e V e ne7.ia Ginlia. l> nnrnte fa guena si gnadngnò nel 1917 n na med,tglia d'11rgento ,tl V. M. Dopo la guerra to1·nò nJJa Rcuola cli guel'l'iì pe1· R<'guire un Coi· o cl'intep:n1zio111e e quindi ,rnclò a pre~tnre e1·,izio al :.Iinisle ro della Gu ena e poi ul Cotpo cli Sta t o l\[aggio1·e. Tnu:fcrito nl 1° R.cgg. Pes. OampaJc nel HJ2~b conu11ulò i'! I TI Gruppo. poi nnrlò i11seguante aggiunto alla RC' uola di g uen11 e snccessin1mentp di 11uorn in sc•1·yi.;.,;io di Rtato )fng-giol'e P quindi a1nto1·a i111scgn111fte aggiunto u IIn f:ìf·1w la di g 11 ena col grado di Ten. '0 1011111. Nc l 193~- i·agginni::e il gl'nclo cli Colo1111eJlo e ('Ornandò il 28° artig-Iir l'in <la C11rnpag1rn . del quale già in pre('cclenza <'l'tl stato intaric:nto c1el eorn a nclo. Ritornò pc1i nuova mente (·orue irn,egnantp alla Rn,olH clii guer1·a e 111el IH:~~ andò a 1wesrare se1Tir.io a l c·oU1amlo del C01·po 0
cl' Arrnata di 'l'orino. J•1·omosso Oene1·ale c:omantlò l'artiglfrria del Corpo cl ' Armata -
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ARTIGLIERI SCRITTORI
cli Padovn ,ne) Jn39 . poi neJ 1940 1H Divisione cli fm,tN'i a C Hccintol'i del le Alpi, ehe nrnnte1rnc in Albania (l!)J2) anche doa)o la promozione a ( :en en1 le di Divisi <)Jle . Per le mdoni di gu<~rra i.11 Alb:uiia si gnachignò una mcdnglia d'argento al V. }[. Nel t!)J2 lnsei;ito poi il c·ommHlo de lla Divisioue Cl1Cciatorj delle Alpi passò a dirigere l'Istituto s nperiore cli guerra. 1) lt ol'ma e Hostauz:1 nell.e gucstionì <l'artiglìcria (WY. cl' A1'l. e Ge11. 1923). 2) l/Art:igl ie t·ia clil'Ìsio1rnle nell:.t gu e rra in tern·uo lioe1·0 (Ri i'. d'Att. e Gcn. 1923) . S) L'Artiglieria òeTio.: g;rnn(l i uuith rcleri (H11'. ll ' A 1t. e eu. 19~0).
PoLWCO niuseppe -
};nto nel 18!)fi n Grotte K Stefano (Vi~
tcrbo), segnì i corsi 1leJJ' A<·<·rulcin ia lltilitar<' e pro1nosso Sotto~ tenente (1915) prr!:!tò succe~si,a111cnte ser,izio .11 1:3° artig;lie1fa da O:rn1.pHfpw , li I la H(i'' Sezione bombarcle dn 13 e 11el 0 Gruppo c1·asseclio . Fn fatto pri1,,doni ero a Col Capl'ile iJ 14 di·
rss
xxxvr
J;'ig. 28.1.
Gin;:c1)])e Po lacco
cemb1·e 1Dl7 e 111 ritol'DO i.n P atrin fu inviato in Alla f;lesia col Gl'llppo :,;pecia lc aitig lieri a . Freq nentò succesPi rnmentc il Cor o coloninle rcl iJ Corso di perfezionamento, e promosso Capita 110 (1!)23) fu assep;nnto al fi artiglieria da C'nmpagna . Negli an ni 1925-rn:30 frequentò il Corso <li. completamento e poi la Scuola cli gnerra, per indi passare a l Sel'Vizio Infol'm.azioni. P romosso Maggiore a11clò al 2° a r tiglieria da F01·tezza, quindi come insegnante alla R<:oola 0
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I
© COLLABORATORI DBLLA S'l'Ol!IJ\ DELL' AR'1'IGL!8RIA ITAL!ANA
cli Ci\'i t avecchia , poi al 1~' m··(igUe1·ia di Corpo d'Armata ed infine come ill egna nte alJa Scuo la di ::Settnno. 'J:1·a sferit.o irn se1·vizio cli S tato Maggio1·e (193<i) prestò s uece sinnuente servizio presso la Divisione Gl'anatieri. di Sardegll[.t, poi al Coma,ndo del Cotpo d'Armata di R oma ed i1n finc p1·esso ]o Stato Maggiore cle] Governo generaJc clell' Africa Orien tale I rnliuna . Promosso 'l 'en . Colo1Jn. a ss nuse il com:rnclo dell'al'ti.glieria d<'lla Romalia e rimpatriato anelò in p agna al comando cli un (hnppo da, 149/ 12. Ri.ent1·Hto in Italia fo assegnato f!1uovamente come illsegn aute alla, Scuola di Civttaveccltia, quindi fu n omi11nto Capo di Sta to Maggiore della Dhisione Pi1ne1·olo che seguì al fro111·e in Albania. Promosso Colo1T1nello 11el 1942 comandò suceessiYmncnte il 26° ar tigliel'ia da Campagna , il 133° coraz,,;ato cd i I 135 lll'Liglieria.. 1) Procedim<•nto dl tiro nl'lla bOSC:tl?lia sonrnla (Hi Y. d'.\rL. e G<'u ., J938).
P OLRO='IJ A}fredo Nato n Bo]ogna iJ 1 7 novembl'e 1896, clo•po nwr frcq ueutn to i Col'si de)l'.\.C'caclemia milit are d i 'l'ol'iuo eorne allievo di corn vlemento , fu nominato Sottotenc,nte ,d i
.l!'ig. 2 2.
Al rrcùo Po lsoni
complemento d'artig'lierin Jre l H)17, nello stesso a11no fu trasfe~ rito i111 servizio pe1·111,111cJJte e promosso Tern;ntc nel 1918 r ap: giunse poi il grado cli Capitano nel 1928. Nel 193G fn promosso ~iaggiore a scelLa e n el J91rn ebbe la 1womo7,ione a Ten. Ool o11n . -
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.\RTIGLIERI SCRl'l.'J'ORI
Kel 1!>17 ripo1·tò una frrila iu eornbattiru<'nto e clmante la g1·:1nclc guen:1 si g-uathtgnù nna medaglia cli brom:o al V. it. X e I biem1io 1!>28-2!) fr<'quen lò ptcsso la ~cuoln d' .\ ppJi cazione d ' nrtigli ei-ia e gc11io il Con,o cli (·ornplctarnento di cultm·a tecnico-prof<>. siornlle, e nel bie1111i o suc-cessiYo J93l--:~H seg-nì il COl'illl superiol'c tct ,11i<"o <l ·~1rtiglie1·ia dopo di e:b e Yeune t1'nsferito nel Senizio letni<·o e clesti ,nato in qualità, cli Vfre-dfrettoi-e allo SpoleUi fic:io clel H. H:;ercito in Roma. 1) Mc •ccanic-n ck ll e ,;po lc•l:l e ( Hil·. cl'Art.
1'
Ch:-u . J!Hl).
POi\fflTTI Allw1·to :N",1 to a Siclla nel 1~89: Rottmc•nente cLutigliel"ia di t·ompJcmento 11<'1 191] al 17° Hcgg-. da ('ampag,na, pariedpò al la g11cna Halo-tun:n Hll1-J2 col l" H eg-g. nr tigliei-ia )l011tag11a rnrr·itarnlosi il pa. sng-g'io JJei 1·noli clegli uf-
l:'i[r. 283.
.\ lbPrto Pometti
' fidali eff0ttivi. l',n·tec-iò alla g ucPra 191ii-1S, col 17° R egg. da Cnmpa~nn e q11i11cli (t!.llG) promosso Capita110, per m e1·ito <li g1H'l'l'll , col 200 da carnpagn n. ,-olontal'io cr1<~i bo111.ba1·<lieri pai·t ccipò allr azioni suJJ' Ali ipia no d' Asing-o e sul ~nboti110 (HH'T -1~). 1'1·estò successiniment<' servizio nlla :rn• ])ivisiouc, e dopo In guena ni reggi111<•11ti da Oampag-na l!l°. ~O". 21° e 7" c-onll'oae1·ei. Co111and,1to poi :il R(;'r·,·izio èhi111ico m ilitare clowl 1c Hhh1111clon,11·e il senizio itttin> per· p;r,:JYissimn i11fct111ità c-onna1ta per tansn di senir.io. -
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E COLLABORATORI DELLA STORIA DELL' ARTIGI,Ill:RIA ITALIANA
Colonnello nel 1937, riprese serv~izio nel 1940, per costi~ tuire e dirigere a.Ila Scuola di Nettuno un Centro di istruzion~ per bombardieri. Assegnato alla Commissione Italiana di armisti:1,io nel 1942 fu promosso generale di Brigata. nella Riserva. Durante la sua carriera il Pometti ebbe particolari incarichi in Paese e all'estero (Russia, Germani a e Frarnc.ia) e 1Per la comdotta tenuta e svolta sui campi di battaglia si guadagnò due medaglie d'argento al V. M., due Croci di guerra., ,di eui una.. al valore, e due Encomi solenni. Ufficiale studioso fn collabora.tare. di questa Storia dell' Artiglieria. Ricordiamo fra le sue pubblicazioni: Puntamento e tiro per bombarde (Guida del bombardiere, 'l'i1)ografia Ariani, Firenze, 1017) . 2) Protezione tattica (Istruzione sulla difesa contro gli aggressivi <:himi.::i Servir,io chimico, Ministero della guerra, Poligrafico clcllo Stato, J.930) . 3) Difesa controaerei (collana Quaderni, Le forze armate, Roma, 1932). 4) Puntamento e tiro della bombarda da ~t0/12 (Istrur,ione sulla bombarda cla 240/12, Ispettorato artiglieria, :VIinistero della. guerra, 'l'ip. S. Barbara., Roma, 1941). 1)
PROP:RRZI Pier Giulio - Nato a, L avagna (Genova) nel 1891, {lopo aver superato i corsi dell'Accademia militare e della Scuola d'Applicazione promosso Tenente d'artigli.e ria nel 1914 fu desti nato al 1° Regg. artiglieria Pes. Campale col quale entrò in guerra come comandante di batteria. Capitano 111el 1915 assunse dopo qualche tempo il comando di un gruppo da 149/12, nel settore dell'Isonzo. Negli {umi 1917, 1 18 e '19 prestò servizio di Stato Maggiore successivamente presso U Comando della 55" Divisione di fanteria nella zona Vallarsa-Pasubio, e presso il Comando della Divisio[le Territoriale di Padova.. Durm1te la guerra si guadagnò una medaglia, di bronzo al V. M:. e subito dopo si la.ureò in iingegneria al Politecnico di Torino. Nel 1922 rientrò al l° artiglieria Pes. Campale e l'an1110 dopo fu assegnato alla R Accademia militare di T·o rino come coman~ {lante di sezione ed assistente di arte e geografia milita,r e. 67
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ARTIGLIIDRI SCRI'ITORI
iv.[ aggiore a scelta nel 1924; freq nentò la Scuole di guerra (1925-27) e promosso Ten. Colonn. venine assegnato al Comando teri·itoriale di Firenze. Comandò il Gruppo da 75/ 27 del Hl° Regg. da Campagna passando poi nel Ooi:·po d i. S .M., assegnato al comando designato di Ar;r:nata di Piren;i;e pE!r indi passare
Fig. 284.
Properz-i Pier Giulio
al Corpo cl' Annata 'd i Udi,ne e quindi rdla Divisione di fanteria Monviso. Ooloornello nel 1937 eomrnndò il 6° artiglieria da Campagna e quindi fu capo di S.M. della Divisione corazzata e del XII Corpo d'Armata. Nel 1941 fu incaricato del Comando dell'artiglieria de.l IX Corpo cl' Armata e promosso Generale cli Brigata nel 1942 disimpegnò sueccessivamcnte le funzioni cli comandante l'artiglieria del IX Corpo d'Armata e del LI, e per ultimo cli Coma\1. dante la 209" Divisione cfa.Jl'S settembre 1943 al 31 ottobre 1944. Per l'azione da lui svolta dura111te la guerra di liberazione fu insig,nito dell'Ordine Militare di Savoia. Nel 1944 fu nominato Direttore generale d'artiglieria al Ministero della Guerra ove rimase fi no a quando nel 1947 passò nella Riserva . ' Rrnorno Salvatore - Nato a Noto (Siracusa) 'nel 1892. Sottotenente cl i complemento tn el 1911, venne poi nominato Sottotenente d'artiglieria in servir,io permanente il 15 )naggio 1915. I<r1 guerra da 'l'enente e da Capitano comandò successivamente le Batterie 230" e 287" e il V Grn[>po d'Assedio . -
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. El COLLABORATORI DELLA STORIA, DELL'ARTIG.LlERIA .l'.l'ALIAKA
Capo dell'Ufficio stampa
del Ministero
della
Guerra
(1919-20) prestò poi servizio al '7° Regg. artiglieria Pesante e
a11'8° Regg. artiglieria Pes. Campale. Addetto al Gabinetto del }linistero della Guerra collaborò alJo studio ,delle pi.ù importanti quesUoni rifl etteuti l'o]'{lina-
F ig. 28:).
S,1lnitore Hauclino
meinto dell'.8serdto e alla compil azione delle prime :Xorme per Fimpiego della Divisione. Maggiore nel 193{b, quale Vicedirettore della Rivista d' Artiglieria e Genio, contribuì con numerosi scri tti all'impostazione e chiarificazione dei maggiori problemi di impiego dell 'artiglieria. I ~uoi scritti sull'impiego dell'artiglieria germanica durante la guerra Hl14-1S sull'artiglieria. di Corpo d'Armata, sulla motorizza1,ione e sulla meccanizzazione dell'artiglieria, richia~ mar,ono l'attenzione della stam1pa militare estera . :Rgli co,nt.ribnì così ad elevare il prestigio della Ri.vista cl' Artiglieria e Genio, sovratutto co111 l'Istituzione del « Sup1plemento tecnico)) della Ri.vista stessa che gareggiò colle migliori puùblièazini est(~re del genere. Comandante di Gruppo e di artiglieria divi&ionafo in Africa Orientale si guadaglnò due medaglie al V. i\'L e due proposte di avanzamento pe1· merito di guerra e per meriti eccezionali. Tenente Colonnello (1938) al 22° Regg .. cla Campagna, fece successivamente parte dell'Ufficio storico e durante l'ultima -
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ARTIGLIEl.RI SCRITTOnr
guerra, dell'Ufficio operazioni df'lJ a 2" Arma ta, e della Commissione italiana di arm istizio colla Franci,1 . Raggiulllsc il grado di Colonnello nel 1942 e comanclò per cil·ca un a nno il !) Regg. d' artiglieria da campagna. Riprese servizio dopo Ja liberazione di Roma pl"esso l'Ispettorato de]]' Ar ligliel"ia dedicandosi fra l'al~ tro alla ripresa della pubbliciHdone di questa Storia, alla quale già aveva coopera.to fon dal 1f.l81. Scrittol'e di chian, fama, sono cla ticordare le seguenti IPUbblicazioni : 0
l) L"lDvoluzione dell'imp iego clell"ar tiglieria durante e dopo la guerra mon-
dial e (Riv. d',A.rt. e Gen. 1932) . 2) Novembre 1017 - uovcmb re 1018 (HiL cl"Art. e Gen. "10~2).
3) Sull'I mpiego dell'artiglieria ncll'a'l'anguardia (In collaborazione con il 'l'en. Col. Braro) ( Riv . d'.\rt. e Gen. 1932) . 4) Nuove tendcuzc n egli. ordi11mn<.mti e n egli studi militari al. principio del 193a (.LU"I". d' Art. e Gcn. 103::l) . 5) Caratteristiche cl"impiego dell'artiglieria Jugoslava (Riv. d'Art. e Genio 19~.'-I) . 6) Idee francesi sull 'impiego dell'artiglieri a io. montagna ( Ri v . ù'Art. e Gen. 1034) . 7) Le artiglierie divis ionali uell"avvicinnmento (l n collaborazione col Tcn. Col. Bra.o) (Riv. d'Art. e Gen. 1934). 8) Note s ull'impiego dell'artiglieria nella battaglia dall"Astico a l '.\fare (R! v. <l 'Art. e Gcu. J934). 9) Opinioni di scrittol"i. tedeschi a proposito cli impi.ego d'artiglieria (Riv. d'Art . e Gen. 1935) . 10) ;n Grnppo come unilà di tiro (Riv. <l'Ad. e Gen. 1035). 11) L' Arliglicria del Gh1ppone (R. i ,,. d"Art. e Gen. 1935). 12) L'Artiglieria t(:dcsca nella Graude Guerra (;Riv. d'Art. e Geu."i.935). 13) La lllOrtc dei cauuolli sul ca mpo di battaglia auv. d'A1-t. e.Gen. 1935). 14) 30 maggio (Ri v. d'Art. e Gen. 1940). 15) I fasti dell'artiglieria e del ge11io incisi snl gambo della freccia delle riSl)Ctti ve bandiere (Riv . d' A t-t. e Gen. 1910) .
Rro Vittorio - Kato a Santa. Marina. nell'Isola. Salina ()(essiJJ1a) nel 1906, pubblicò qualche scritto di voJgarizzvzionc scientifica su vari giornali fra il ]922 e il 1927. Nel J~:.:l9 consegui l a laurea in ingegneria industriale presso l a Scuola di ingegneria di Ro;ma e tllel 1930, come Tenente delle Armi N R va li, frequ entò il Corso di integru,7,ione presso fa Commissione permanente per gli studi e gli esperimenti dei materiali -
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ID COLLI\BORATORI DEJLLA S'.l'ORIA DJDLL' ARTIGLIERIA ITi\.LIANA
da guerra de]]a Spezia. Durante una. permanenza al Centro chimico militare di Roma collaborò agli studi sui filtri antigas per piccole e grandi masse, effettuando uno studio inedito teoricosperimemtale sulla taratura dei :flussimetri. Kel 1939 consegui il
Fig. 286. Vittorio Re
brevetto di specializzazione presso l'Istituto Superiore armi e muni:doni di Roma. Prestò quindi successivamente servizio: alla Direzione torpedini e munizionamento della Spezia (Reparto antigas); alla Commissiorne permanente per gli studi e gli esperimenti dei materiali da guerra in qualità di Capo reparto antigas e poi Segretario tecnico e relatore al Comando in ca.po l" Squadra N ava le, addetto aJ servizio tiro; alla Divisione al'tiglieria della Direzione generale Armi e Armamenti navali al Ministero della Marina in qualità cli Capo Sezione della Direzione tiro; alFUff:icio tecnico armi navali di Genova in qualità, di Oa,po Sezione artiglieria; alla Direzione armi e a.r mamenti na.n1li di Taranto in qualità, di Vicedirettore. 1) Suddivisione dello spessore protettivo nella dìfesa antiaerea (Ricerche d'Ingegneria 1038). 2) Applicazione della similituéline meccanica n ella perforazione (Riv. d'.Art. e Gen. 1939) . 3) L 'Artiglieria nella difesa del territorio nazionale (Riv . d'Art. e Ge· nio 1912) .
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Nato a 0 11 steln11ovo Scl'ivia (Aless:.\ll-· d1·in) nel 1 "7S. Sottotenente di fanteria (1900) , prestò uce:es ivarn.ente sel'Yir.io in divci-si. reggimenti, e col grado cli Oapi tn,no fu insegnante cli tiro nelhl ScnoJa <1' Applic.:a:1.ione di fnnt<'l'ia di Parma. Prese parte alJa campngna cli guerra 1915-lS, guaRoLUTI FPane:esco -
l?ig. 287.
Ifrnncesco Rolnti
<lagnandosi una medaglia d'argento :11 Yalot 1\Ji1itare e Ja Croce di Cavaliere {leJl'Ordiue :Mllitare di Savoia. Inseguantc di tnttica IIlelle , cuole centrnli milittni clal 1920 nl 1926, fondò la Rivista « LH Cooperazione delle Armi » di cui fu redattore capo dal 1924 al 1920. X el 192(5 raggiunse i1 grado di OolonneUo e comandò il 37° Hegg. fanteria. Generale di brigata per medti eccezionali nel 1934 e quindi di Divisione nel 1fl37, nel Hl40 fu promosso Generale di C01·po d'Arma ta, lasciando poi il senizio altivo (1942) 1per limiti d'età. Oltre acl a]cuui. stndi p nbblieati sul1a Hivista d' .A.rtigli~ii1 e Genio, il Roluti fu collaboratore militare di vari periodici.. · Pubblicò nel 1922 nna voJume ùi tattica. Ricordiamo : 1) Il fuoco, il tn.o \·imento e J'nrto nell 'u¼ione taLtic;a odierna (Hl1·. tl'A1-t. e Gcn. 1925). 2) I cannoni p~snnti campt1li in studio p1·esso !Z"li Stati Uniti auv. d'Art. e Gen. 1922). 3) Sulla tattica di fanteria (Riv. d'Ar t . e Gen. 1923).
R OMAXO Carlo - Nato a Roma nel 1873; Sottotenente cli complemento nel 13° Regg. da Carupagm1 (1 92) p;1ssò poi nel
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E COLLABORATORI DÌDLLA STORTA DELL'ARTIGLIERI,\ ITALIAKA
ruolo degli nf:ficiali del ·S.P .E. prcstan~lo servizio al 1° Regg. da Campagna e quindi da •renente nnovament<~ al 13° da Campagna. Capita,no al 14° Regg. artiglieria,, prese parte alla guerra italo-turca. (1911-12) ed alla grande guerra (1915-18). Maggiore
Fig. 288. Cado Romano
nel 1916 e 'Tenente Colonnello nel 1917 partecipò a numerose azioni uei -diversi Settori del fronte. Alla battaglia della Ba,i nsi:,;,;za si guacla,gmò una medaglia d'argento al V. 1\f. Lasciò il servizio attivo nel 1!)20 per dedicarsi al giornalismo, i1nteressanclosi specialme1nte dei problemi militari. l) Dalla Bainsizza al P ia ve al comando del Gruppo cannoni d,l 105 (oper a premiata dal Ministero dellà guerra, .edita a cura dell'Ufficio storico del Comando del Corpo di S . M., noma 1035) . 2) Pubblicazione sulla Ga11zetta del popolo di Torino, dei commenti giornalieri ai Comunicati ufficialì durante la guerra d 'Africa e la seconda guerra mondiale. 3) Ar ticoli s u argomenti a.rtiglìereschi p ubblicati s ulla Gazzetta del popolo di Torino : - L'onliu11.mento deli'artiglìeria n el progetto Di Giorgio (1° febb. 1925). - Accademisti o ufficiali di c;omplemeuto·1 (6 luglio J925). - L'aumento di potenza neile artiglierìe campali (22 gè.nneio J.927). - La dui:ata dei corsi dell'Accademia militare (3 agosto 1927) . - Il ripristino delle scuole di tiro èli artiglieria (22 ottobre 1027) . - Il reclutamento degli ufficiftlì delle Armi speciali (9 marzo 1929). - La gloriosa fucina dell'artiglieria italiana (13 giugno 19i:l0). - Gloria dell'artigliere i taliano (14 giuguo 1930). - Santa Barbara (4 dicembre J.930). - Le glorie dell'artiglieria italiana (15 giugno 1933) .
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AitTIGLIIDRI SCRI'l'TOitI
- Cannone e coraz;i;a (10 aprllc ]937). - Fuoco e manovra ( 19 l uglio 1039) .
SALVI P ier Battista - Nato a. Milano 11el 1896 ; doipo aver supernto i corsi de1J'Accademia militare (1915), nominato Sottotenente d'artiglieria. prestò servizio al 30° da Campagna e successivamente al I Gruppo batterie a11tomobili.
Fig. 289.
Pier Battista Salvi
Tenente nel 19Hi parti per la zona di operazioni colla 3" batteria da. 102 rimanendo fer·ito n Cima E<:,har. Nuovamente ferito a quota, 88 di Doberdò fu poi tra.sferito al 1° Gruppo obici pesanti campali pcl' ilfldi (maggio 1917) passal'e al XVII Gruppo cannoni da 105 pesanti campali. Capitano nell'agosto di qu ell' anno comandò la. 665a batteria d'assedio e inell'ottobe fu catturato ed andò prigioniero del nemico. Rientrato in Ita lia fu trasferito al 6° Regg. artiglieria da Fortezza. Frequentò la Scuola di guerra e quindi prestò servizio di. esperimento di S .M. aJla Divisio111e militare di Fil·enze e poi comandato a frequenta.r e come allievo la Scuola d' Appli car.ione d'm·tiglieria. e genio. Maggiore d'artiglie1fa a scelta nel 6° artiglieria divisionale comandò il I V Gruppo. In servizio cli Stato Maggiore al Comando del Corpo (Ufficio adde tramento), anelò poi all a Scuola di guerra come insegna.nte aggiunto cli Armi e tiro e quindi titolal'e nello slesso insegnamooto . - 1064: -
0 COLLABORATORI DELLA $'.L'ORIA DELL'.IBTIGLIF.lffA l'l'ALTANA
Te1nente Cololllnello a. scelta di Stato Maggiore 11el 19:3!), col grado di Colonnello comandò il 3° R aggruppamento artiglieria di Col'pO d'Armata mobilitato snl fronle oeciclentnle. ~ell' ottob1·e 1940 pas ò al comando del 1° R aggruppamento d'artiglieria ,él'Armata sul fronte jugos.lavo e nel J941 venne prima collocato a disposizione del Com n~1clo del I Co1·po d'Armata e poi nominato Capo ufficio del Comando artiglieria del XVI Cor;po a' Arma,ta in Sicilia. Comandante interinale e poi Ca1po ufficio ùel Comando arti· glieria ùel XXV Corpo ,él' Atmata in .Albania, nel 1!)43 nrnlò ufficiale {Ji collegamento dell'Ese1'cito <:Ol Coruan1do militm·c marittimo a Bri111disi. N el giugno 1944 ebbe il comando del Centro riorganizzazione militare Settore Achiatico e dopo p oco fu messo a disposizione ùel Comando F or1.e arm;;1te Puglia e L uc ania. Nel settembre 19±4 fu nominato Comandante del Deposito del 47° artiglieria, d n, Oampag1H1 e nel 1!)45 ussegnato al III Comando militare territoriale di Milano passando poi corne Comandi:m te dcJ Distretto militare di Bi-escia fineh è nel 194G t ornò a dispo izione del 111 Coman do militate territoriale di Milano. Durante la. sua carriera si guadagnò una Med aglia cli bronzo ed uua Croce cli guerra al V. M:. e l a Croce ùi cavaliere dei SS . Maurizio e Lazzaro. Collabora,tore cl.i questa Storia, ricordiamo tra le sue pubblicazioa1i: ~
su LE F ORZE ARMATE :
1) Roggruppamenti d'artiglieria, unità di dottrina, unità di addestramento (3 luglio 1042) . 2) La s uperiorità di adclestrameuto, :im portantissimo fattore cli succesi:;o (l-1 luglio 1942). 3) Scuole, Co1·si e preparazione cli CJ uaclri ufficiali (21 luglio 1942) . 4) Le varie forme di preparazione del til'o di artiglieria (11 agosto 1942). 5) Difesa contraerei e artiglierie delle specialità non contraerei (21 agosto 1942) . 6) L'Artiglieria in cooperazione con l'aviar.ione (22 settembre 1042). 7) Nuo,i orientamenti nelle dottrine cli impiego dell'artiglieria (6 ottobre 1042) . 8) Organir.r,azione delle clipeuclenr.e nell'impiego dell'artiglieria (17 novembre 1042).
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I\UTIGLI ERI SCRI'l'TORI
9) La t'lsolu r.ìone cld problem a operativo (28 ruarr.o 194::l) . 10) La funzione degli organi coordinalol'i nell'ot'ganizzazìone logistica (4 g iugno 10~3} . 11) Lotta raniciuata e lotta lontana (25 giugno 19-13) .
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su LA RIYlSTA DI FA.N.TERIA:
12) Moda lità e mcz;,;ì per la c-oopera7.ionc tra la fanteria e l 'artigliel'ia diYisionale (gennaio 1!),'.3 - 2° Premio nel concorso miuisterinle a tìl'emi
per lavori milittni). l3) Impiego dcll'arlìglieria pei,ante <'ampale nell'o((ensiYa in ten-eno libero (ma~gio-giugno 1934 - 3° Premio nel concorso a premi ministeriale). H ) .l tiri cli -prntezione - L\7.ionc dell'Artiglieria in avamposti - lfas<cicolo a
lu)
16)
17)
18)
stampa eompila to pci· le manone coi quatlri divisionali della Dh·isionc lsouzo. 1931. Impie~o cli nnu batteria in accompagn~mento immediato (in collabora;r,ione col colonn. i\Iario Comerro - 3° rremio nel concorso bandito dalla RiYistn tli artiglicri(l e geuio). La r<'golamentazionc tattic•a in vigore (fa:,;<:icolo a stampa compilato per le mano\Te elci quadri reggimeuta·li ciel 6-0 Regg. artiglier ia della DiYisione Isonzo, 1930). j),Ianuule dell·nmciale freQucntn to re (lull'Istituto Supcriorn di guer ra: - l!'ascicoio 3° - Sen·iZi marce e stazioni; - Fascicolo 4° - Servizio ui Stato Maggiore. Sinossi cli lezioui date alJ'Tstitnto Superiore cli guerra: - Logistica 1° parte - 67° Corso - anno scolastico 1937-38. ; - Logistica 2a parte · 67° Corso - anno scolastico 1938-39.
Smcco Gustavo -
Ke abbiamo parlato nel volume VI II.
1) Dati stath;tici i:mlla urtìglle1fa (lliv. cl' Art. e Gen. 192G). 2) Idee tedC'SChc sull'organi;,;;r,azione clell'al'tiglieria <livislonalc nor male e l'infornata (RiL cl'Al't. e Gen. 1926). 3) Gli esplosivi in ]'rancia ecl in Germania durante la guerra (Riv. d'Art. e Ge11. J 92(1). , 4) L'Ernlnzione delle carte nnuticbe (Riv. cl'?\rt. e Gen . 1920).
Sl!lVFJRJ Pnrnccsco - Nato in Arezzo il 13 aprile 1879, nominato per titoli Sottotenente di artiglieria partecipò alla grande guerra con i scgnell ti repai·ti : 9° Reggimento artiglieria da F ortezza (37" Divi ione) ; 3" Sezione fonotelemetrica (VI Corpo d' Ar_ma ta): 621°' batteriil (XXIX Corpo cl' Armata); ufficio di controbnttel'ia (XXII Co11po <l ·Armata) . Nelle predette sn e destinazioni partecipò alle seguenti azioni IIlei tempi. e luoghi sotto in-
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El COLLABO RATORI DEJLLA STORIA DELL'ARTIGLIERIA l'l'ALIANA
dicati: Val Lagurina · (Coini Zugna 1915-lG); Isonzo, Gorizia j(J9l6)f; Val Lagarina (Serravnlle 1917-18); Montello e oltre Pi.ave (1!)18) ; co1nscguenclo ,due croci cli guerra; di cui una ·al Valor Militare, .una promor,ione a 'l'cnente per meriti di guerra ed unrL a. Ten. Colornn. per meriti eccezionali. Durante la guerra si. occupò ,delle corrc~~doni del tiro di ar .. tigJieria in c1ipende1T1za delle varia:1,ioni di temperatura e ·d i pressione, e propose poi una Istruzione per applicare la, corre'l,i.one relativa, al cambiamento di densità dell'aria a tutte le bocche èl.a · fuoeo, evitando qualsiasi modifica delle tavole di tiro : Si oceupò poi t ra i primi, ,d ella determinazione delle posizioni delle batterie a-vYersarie meclia,n te os-servazione sonora. Istituito il servizio fonotelem.etrico redasse, in collahora:1,ioric col magg. Antoij1io Garbasso, le Istruzioni regolamentari sul servizio fonotelemetrico, concorrendo i.n modo ,particolare alla risoluzione del problema f.onotelemetrico in montagna. Professore universitari.o di fama internazionale il Severi occupa uno dei .primi posti nel campo matema,tico ,e le sue numerosissime pubblicaziOJ1i ,nei. vari rami de.lla scienza attestano la di lui cospicua attività. Oltre a 'l'rattati universitari, st.ncli di alta matematica ecc., nel campo artigli.eresco, il Severi pnbbli.cò : 1) Con-ezioni del tiro d'attiglieria iu cli11cnden2a delle varia.zioni di tem2) H)
peratnni. e di pressione. H,isoluzione del problema fonotelemetrko in montagna. Lo sviluppo teorico dell'Istruzione proposta per applicare alle bocche da fuoco la correzione relativa al cambiamento cli densità dell'aria (R. Istituto Veneto cli Scienze Lettere ecl ,Arti, gennaio 1919).
Antonio - Nato a ~ola il 3 novembre 1897; dopo aver superati i corsi clell' Accademia militare nominato S0ttoteo1ente d'artiglieria (1915) ragginnse subito la zona cl'operazioni. Promosso Capitano nel 1918, tenne il Comando di Batteria durante la Battaglia di Gorizia e 111e]]e varie successive battaglie del Carso. Destinato al 6° Pes. Campale, nel 1925 superò i Corsi della Scuola, di Guerra, conseguendo nel 1930 la promor,ione a Maggiore d'artiglieria. SORICE
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ARTIGLJERI SCRITl'ORI
Inseg11a01te alla Scuo]a (l' Appli cnzion e cl'a1·tigJieria e gcnior passato nel Co1,po cli S.11. pl'estò senizio alle Divi ioni Militari di Genova e di A.1ncona. P romosso io]onne11o nel 1936 venne norufa1ato Capo di Gabinetto clel Ministero della Guena, carica che tenne per cinque amni yencndo iHtunto mominato Co,nsigJiere di Stato 11el J938.
Fig. 200. Antonio Sorice
Nel febbraio 1943 fu promosso Gencrnle di Brigata e nominato , ottosegrctai-io alla Guerra, e nel luglio stesso anno fu chiamato alla ea1·ita di )1inistro <.lell,1 Guerrn. F u autorevole sostenitore di questn opera storica , alla quale diede costantemente il suo appoggio ed il suo aiuto . SPFlRA:'\7,lKI Benvem1to Nato nel 1891 a Vico Garga,r10 (Foggia), dopo aver superato i corsi dell'Accademia militare e deUa Scuola. d'Applicazione, promosso 'l'enenle andò al 9° arti· f gHeria da Fortezza e quindi (1913) alJa Accademia militare . Capitano 11e1 settembre del 1915 prese parte alla grande guerra prestando servizio prinin p1·esso il Comando della 3" Armata e poi al .Comando della 67" Batteria d'assedio. Comandò (1916) il Grup[PO d'assedio cli Monfalcone e nel 110,embre di tale anno fu comarndato all'istruzione dei Corsi di abili tazione per comandanti di batteria. Trasferito al 10° artig lieria da Fortezza, comandò la 53• batteria d'nssedio, poi passò alla Ditezione dell'Ufficio tiro al Comando d'artiglieria del >.'XV
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1,; COLLABOl!ATORI OIDLLA STORIA OIDLL' AR1'IGLlEHIA ITALIANA
Corpo d'Armata (1917) ed indi andò a comarnlare prima il XLVI G-rnppo obici pesanti campali e poi il II Gruppo del 2G0 Regg. artiglieria da Campagna . I n .A lbania con la 13" Divisione (1918), rientrato, nn anno dopo fu assegnato all'I stitnto Geografico milital'c e poi alla Commissione per 1n delimitazione dei confini.
Fig . 291.
Benvenuto Speranziui
'l'ra ferito quindi al 4° Il egg. artiglieria P esante, promosso Maggi.01·c passò Hl 6" artigl.ieria P es;1,nte (1923), poscia (1!)26) al 3° Regg. Pcsao1tc e finalm ente all'IslJ)ettorato cl' Artiglieria . I 'romosso Ten . Colonin. nel 1932 fu tra ferito al 13° da Campagna e poi al G0 Pesante Camp. Col grado cli Colo11n . C'Omandò il 5° R egg. ·a rtiglieria cl' A1·n1c,1ta, del quale era già stato pl'ecedootemcnte incaricn;to. Successin1mente prestò servizio al Comando art iglieria. del Cor po d'Arma ta di Firenze e quindi al Oornanclo artiglieria del VII Ool'po cl' Al'Inat a ,d el quale tenne dapprhn.a il coma111do interinnl e e poi qnello effettivo allol'chè 111el 1942 comandò l'artiglieria del XXX Corpo cl' Armata e nel 1943 l' ai·tiglieria del XXI Corpo d'Armata. li'r.1 i suoi studi ricor,d iamo una « Sinossi di t iro >> e la rea~ 1izzazio11e della« 'l'avoletta rpcr il tiro delle artigUerie >>, cl i grande impor fam,;a pra tica. 1) l'roccdirne11to grafico per la preparazione del tiro delle batterie in PO · sizione e;ostiera (Riv. d'Al't. e Gen. 1042) .
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ARl' W LIEIU ~CHIT'rOHI
SPIGO Umberto Kato a Patti (Messina) nel 1 '83; clopo aye1 superato i <'orsi clell'Acc11demia :Militm.·e e della Scuola di Applirazioue d'Art. e Gen. promosso Tenente, 01ell'ottobre 1!)07, partecipò alla. gue1Ta Italo-T1rn:,1 (191 l-12). Seguì i corsi della Scuola di gnerrH per indi ,partecipare alla grande gnena (1915-L ) pl'inrn quale C'Omandaule di batteria e
Fig. 2()2.
L' mberto Spigo
poi Hddetto al 0omn11do dPlht :3° A1·mata (Sezione operazio1ni) anche col g1·ado <li :hlaggio1 e. Da 'l'en. Colonn. fu aggiunto di tattica nlla Scuola cli gneua e poi andò Aclcletto miJitm'e a Sofia. Rientrato in Patl'ia cornalfldò un Gruppo cli artig1ie1·ia e poi, promosso Colonnello, com}tnclò iJ 3° Regg. artiglieria l'esante e la Scuola H)]ievi uffi.eiali di complemento di Pola. Segretario generale alfa Commissione s uprellla cli difesa h1 Roma tenne tale cal'icn per un lush·o in dne distinti periodi. Come Generale <.li Brigiita comm1dò 1'artig]ieria clel Corpo <I' .Armata di Roma (1937-40) e come Generale (li Divisione la ])~isione Granatieri cli Sardegrn=t. Nel m al'Zo 1042 fu incal'icato del Comando del IX Corpo d' Arrnnta (Ba ri) ('he tenne fino al lnglio, passao1do poi in zonn di gnenu al comando del XVIII Corpo di Armata. Ne]]'ottobre J 942 venne iptomosso Generale di Cm'po d'Armata e per le azioni da lui precedentemente svolte fu <leeorato dell'Or-cline Militare di Savoia e d i medaglia d'argento al V . )l. . . 1) Raccolta cli ùati 1·c lath'i nl!li l'ffetti del tiro delle artiglierie sui 11iì1 comuni bersagli di guer ra (Comando 3a Armata 1917).
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D COLLABORATORI DJDLLA STORIA ' oELL' ARTIQLIElUA ITAJ.IA'.'l'A
2) Alcuni insegnamenti nella b:ittaglia clifensha clel riave (Comimclo 3a. Armata 1918). 3) La guerra e le leggì del fl eterminismo economico (Rivista Maritti)))a, Livorno 1921) . 4) Paci.fismo, spirito bellico, imperialismo (Rivista i\fariLtirua, Livorno H)21) . 5) La politica militare dell'Italia ~i gli interessi nazionali (Ri,ista ItaHana militare. 1922). U) La ferro via transbalcanica italiana (Rassegna militare 102!:JJ. 7) Per le esigenze moderne: artiglierie e proceclimenti moclernl (Ri,. d'Art. e Cen., 1938) . S) Decentramento industriale e sicurezza militare (La Nazione ?lfilitare ·1H41). !)) Dalmazia, Serbia e Croazia nell'ordine nuo,o (Zara, aprile- maggio 1943). S1•L&~non1DLLI Guido Nato n Bologna nell'agosto 1883; dopo aver superato i corsi ddl' .Accude;m.ia militare fu nominato S0tt.ole11eute nel settembre 1903, Tenente nel 190G, Capitano rnel 1.915, Mnggiore nel 19]7 e Tenente Oo]on11elio nel 1925.
F ig. 293. Guido Splendorelli
Nellf.L sua briHante earriera militare egli si meritò tre medaglie cl' argento al V . M., tre croci di guerra e due encomi solenni. Parteeipò alla guerra di Libia ed ebbe poi sempre particolare attraziQ:ne per i riscni e gli ardimenti cl.elle imprese colo· 01iali. I n .C irenaica fu ist ruttore della 2" Squadriglia di aviatori volontari e quindi uffì.ciale esploratore. Rientrato in Patria ne] 1914, e partecipando da Capitano e -
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ARTIGLJEnI SCRI'l'l'OIU.
da M::iggiore alla, guerra, contro l'Austria si distinse al Oomanctc., del VI Gr uppo P esa nte Campale. Artigliere completo per cultura professionale e per arùimen to seppe ottenere dai reparti che ebbe la ventUl'a di comandai-~ ris~lta ti blillanti che concorsero nel moùo più efficace a decidere Je sorti de Ha giorinata. Pm·tecipò o t utte le azioni sul Carso e sul Basso Piave, e nella battaglia clel Giugno 1918 Je sne batterie vennero citate nel BollcWno cli guerra. Nel 1920 and ò insegnante ed ist1·uttore ai Corsi di perfe;donamcnto p1·csso l 'Accademia militare di Torino dove profe sò Tatti ca e Impiego d'artigJie1-ia . Volle poi partil'e per la Somalia ed ivi allu testa di un a colo1ma di Hscari, ai Pozzi di El-Bot, il 30 111ovembre 1925 cadde eroicamente in combattimento, sci-ivendo col proprio sangue un'altra, magnifica pngina 11cJ libro <\elle g uerre coloninli. l<'ra le suè pu bblicn1,ioni ricordim:no : J) VI Gruppo ol.Ji<:i pesanU campali ('l'ip. ToJialoni, Torino 19W).
2) Delìe posizioni d'artiglieria (,Rivista d'Art. e en., ,Roma 1923). La rHfc11siva cli fron te agli vttacclli SYol ti cou grnncli masse cli art1glie:·•a (Tipografia editrice Cado Pasta, Torino 1924). 4.) La coonera;,,iouc delle ,Armi (Tinografia Moderna, Ci l'itavecchia 1925). l') Sinossi di tattica (sunti delle lezioni Jrupartì te alla R. !\ccaclcmia Milt.). :J)
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T A'.l:'l'I Ecluarèlo Nato a Milano nel 1896 ; frequentò J'u]. ti.mo Corso accelerato presso l'Accademia militare e nominato ~ottotenente d'artiglieria, fu assegn ato al 27° R,egg. d'artiglieria da Campagna, e poi mobilitato e destinato n1 50° Regg. da CampagJrn. Comandato a prestare servizio al Raggruppamento marina, a Venezia. Partecipò all'occupazione di Pola e rientrato al 2r · artiglicrfa da Campagna vi rimase ftno al 1921, indi passò al r Regg. artiglieria Pesante ecl inviato a frequentare il Corso d: comp'leruento clell.t cultura tecnico-pl'ofessionale. Capitano (llel 1927 Hndò al 28° Regg. da Campag\na e poi alla Direzione superiore del materiale automobilistico. Frequentò presso il Politecnico cli 'r orino il 1° Corso di perfezi,onamento di costrnzioni automobilistiche per essere poi de-
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E COLLABORATORI D.IDLLA STORIA DIDLL' ARTIGLIERIA ITALIANA
stinato come Capo sezione al Centro studi motorizzazione, ove si dedicò allo studio dei problemi motoristici con parti.colare riguardo a quanto ha tratto ai combustibili ed ai lulnificanti per l'autotrazi()lne .
Fig. 294. lJJcluardo Tatti
Da Maggiore e da Tenente dolo111nello 1prese parte a numerose missioni all'Estero per lo studio cli materiali a ut.omobilistici e partecipò poi all'organizzazione di alç,uni concorsi 1wzi.onali e-d internar.ionnli per lo studio del comportamento dei car-buranti succednnei. Iinsegnò cc Costruzione di motori >>, « Pratica. di motori )) e <e Materie <li consumo )). A questa attivi.tà didattica aggiunse la compilar.io1ne di sinossi per i Corsi da lui professati, e di articoli divulgativi su Riviste tecniche cd in particolare snlla R ivista, d/ Artigl-ieria e Genio. J: motori
a combustione interna (Parte pratica e descrittiva). (Per i Corsi supùriori automobilistici) (.Viretto, 'l'orino J!)P.0-1.!2) . 2) Elemeuti di costruzioni automobilistiche (Per i Corsi superiori tecnici d'artiglieria). (Istituto superiore tecnico d'artiglieria, 193H-38). 3) I carburanti succedanei per l'alimentazione dei motori a combustione interna (Conferenza, a,l Sindacato ingegneri di Roma e cli ~apoli, 1936). 4) I carbm·anti e i lubrificanti nazionali in relazione alle necessità dello impiego milita1·e (Conferenza al Sindacato ingegneri di Roma e di Napoli, 1937) . 5) L'impiego dell'olio di arachide nei motori veloci ad iniezione ad alta. compressione per autotrazione (Energia termica, 1937).
1)
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AU'. rlGLJNRI S CHITT01H
6) Il motore ad iuiez.ione a ba:ss,1 pression(' (Hesselwnnn) (Atti nr Cong resso inte rnazionale clel Carbonio carburante, ;Rorna 1908) . 7) 11 trattore <l'arti glieria (:Rl v. <l'Art. e Qen. J040) . S) 11 problema dell' a vvlamento dei motori pesanti ad Iniezion e (Ri v. cl' Art. e Gen . HHl) . 9) Elementi d i teoria generale clei motori a colllùus t ioue interna (Per 1 Corsi carristi e automoblinclistl) . (Ar ti g rafi.elle I 'illnarò - ltoma 1941) . 10) L'Unifica1lione ncl campo dei combusliùll l e lubr ificanti per autotraz ione (Ri v. d ' Art . e Gen. 1942) .
T PJSIO Vincenz-0 - N at o a F ontana Liri nel 1907; S0ttotene11te di complement-0 (1925), otteunc poi fa 11romor,ione a 'l'eneinte in S .P. R . n el 1930, dopo aver superato i Corsi dell a Scuoht d' Applicar.ione d' artiglier ia e geni o. Capitano nel 1937 passò al Ser-
l!'ig. 295.
Vincenzo 'l'csi o
VIZI O
tecnico dell'Arma, laureaJ1dosi in :fisica . Da Mnggior c e
<la Ten . Colonn. prestò servizio : al Centro e perienr.e di K et-
tu1110; al Labora torio {li precisione del R. Eser cito ed n,ll'Iintendenza dell'Arma quale Capo dei s ervizi tecnici <lell':nli gJier ia . Si occupò in particolar k oùo cli appai:ecclli di pun t nmento delle artiglier ie ; progettò gli alzi da 210/ 22, cla 75 semove11te e da 90 semovente, apportando poi varie modifi.<;he a molti a] tl'i. Pubblicò note e Manuali sul pun tamento <leHe art iglier ie. 1) Metodo speditivo per la r eW tlca della linea cli .wira d elle :ut iglieric (Iliv. <l'At't . e Gen., 1941) .
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E COLLABOI!ATORI DrnL L A STORIA DELL' ART IGJ,IEUIA l'J'.ALIAN'A
TORALDO D1 FnANC.TA Orazi.o - Nato nel 1884: ; dopo aver SU· peralo i corsi dell'Accademia militare e della Scuola cl'Applica.zionc, promosso Tenen te, andò prima al 3° Regg. artiglieria da Costa e successivamente (1909) alla Brigata d'artiglieria da n,fo(lltag1na del Veneto .
]j'i g . 29(;.
Orazio 'l'oral<1o cli F-ran cia
Prequentò la Scuofa cli guerra e (1914) passò al 2" Regg. da Nfonta,gna e ipoi alla Divisione territoriale di Bolognn in servizio di Stato Maggiore. Capitano di Sta.to Maggiore addetto alla 11" Divisione cli fanteri a (1915) passò poi alla 3" Divisione di fanteria e p1.·omosso }faggi.ore fu assegnato al Comando dell a G" Armatn (1917). Fece part<~ della Missi.o.ne militare i taliana in Fra1n cia e successiva. me.nte all'azione dell'Ortigat'a si guadagmò una medaglia d'argento al V. M. Da Tcn. Colonn. andò a prestar servizio al _Com:rnclo truppe altipiani quale Sottocflpo di Stato Maggiore per l'artiglieria, indi (1!)18) al Comando della nuova 6" Armata, e quiil1di in Torino quale insegna1T1te aggiunto di logistica presso iJ Corso pratico cli Stato Maggiore (1918), e, poi a.Ua Scuola di guerra per l'i1nsegnamento della geografia militare (1919). I nviat o all'Istituto Geografico Militar e nel 1 920, poi (1927-28) coma nd ò un Gruppo ,del 13° Artiglieria P es . Camp. l{.aggiunto il grado di Colonnello coman dò il l° Regg. ar tiglieria Pesante (192S-3J) e poi tenne anche col grado di Gemerale la vicedirezione dell'Istituto Geografico Militare e la, direzione stessa. -
1075 -
ARTIGLil-:RI SCRt'.1.'l'ORI
Delegato italiano al Congresso geogrHfico internazionale di Amsterdam (1938), quindi al Congr-es8o geodetico internaziotnal e di Washington . P romosso Tenente Generafo (1940) ,passò a disposizione del :Ministero della Gnerra. (1940-41). Nel 194,2 fu delegato ·del Comando Supremo presso la Cornmissiorw centrale clc~i Con:6.ni (Ministero degli Affari Esteri. Delle sue pubblicazioni ricordiamo : 1) Artiglie1·ie uav:.1li (ll:sercito, Marina e Aerona utica nel Hl14 - Collezione « Quaderni della Guerra)) Trcves, Milano, 1915 - Estratto dall' nmrna-
rio scientifico e inùustriale). 2) I! Artiglieria e la Fanteria nel combattimento ravvicinato (Rivista Militare _Italiana 19/!0) . 3) Interpretazione gPomarfologica delle montngne (L'Universo, Rivista del-
l 'Istitu to Geografico Militare J923). 4) Sul profilo attuale dei torrenti tirrenici ca la.bresi (Comunicazione a l JX Congresso geografico - Genova, al)rile 1937). 5) La Pcuisola calabrese - Studio geologico (L'Universo, Marzo-aprile 1937) .
Compendio cli topologia (Pubblicar.ione dell'IstituLu Ueogratìco i\Iilitare, lOt:2) . 7) La rapp1:eseutazione top9grafica dei t ipi topologici elementari (Atti della Società Italiana 111·ogresso delle scienze, XXIII ltiunione, Napoli, ottobre 1034) . 8) La triangolazione aerea ad uso dell'artiglieria (:Riv. d'Art. e Gen . rn:H). 9) Squadro grafico per il ricaYo cli panorami d alla earta topografica (Riv. d'Art. e Gen. 1920). 6)
'l'OS'l'I Amedeo - Nato a Pietra 011pa (Campobasso) il 22 agosto 1889, conseguì prima la laurea in Giurisprudenza e poi in Lettere. Sottotenente d'artiglieria di complemento (1.81n) passò per meriti speci::ili in. servi:do ~rmanente effettivo, otten emlo (Hl16) Ja promozione a '.l'enente per merito di guerra . '.l'rasferito quindi 1J1.el Corpo dei bombardieri si meritò due medaglie di hron?:o ed una Croce di guerra al V. ::NL Iin servizio presso l'Ufficio storic,o del Ministero della Guerra (1919-1928), promosso Maggiore, passò a eoma.ndare un Gruppo d'artiglieria, per indi tornare all'Ufficio storico (1930-85) ove ot· tenne la promozione a Tc~nente Colonnello per meriti eccezionali. -
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E COLLABORA'.l'OHI DJDLLA
s·ronIA
DELL' AR1'1GLH)H1A I TALUJS"A
Dn questa sua lnnga pennnnenz.t all'Cffkio storico nacquero la sna passioo1e e la s na specificn competernm llel campo della sto-
lfig. 297.
Auiecleo Tosti
ria militnre, di c ui dinmne libero doc:eutc nelln R. UniYersità di Roma. J.i'ra la vasta. proclu½ione letteraria del Tosti. l'ic:01·diamo : 1) .1\""emesi Carduccinna - I napoleoui<li e gli A;;bu rgo nell'opera di G. Gardu<:ci (Roma S.L.E.N. 1011) . 2} Le mc<laglle d"oro (Stab. polig rafico clello Slato, Rourn J02:-J-28) . 3) Giacomo Vene1.ia n (Collezione Al'tdìcl della ,·ittoria ) (I'ol'ta Piacenza 102:l). 4) La gncl"rn italo-unstriaca lfJ15-J8 - Sommario slol'ico (Ed . ,IJpes, :VliJanc,, l925) . 5) La gnc lTa italo-austriaca 1015-JS (Xuorn Edizione l'i,Pduta ed ampliata, Istit uto cli politica internazionale, i\Illauo 1033) . 6) La spcd i,1!oue italiana in Cina 1900-01 (St a b. poligrafico <Lello Sttlto, Roma 1026) . 7) l{iflessi del Hogo - Commenti della g rande gue1Ta (Ed. Alpes, i\l.ilano 1927) . 8) Le gc;;la e gli ero i (Libreri a del· Litto rio, Roma 1928J. O) :Noi solda t i del 'l'i-entiuo (F.cl . Bona, Torino 1928). lOJ L'escm1)io dei Cnpi (I Gcuernli italiani caduti nella graucle guerra (Librcri:1 del Li ttorio, Roma 1028) . J"i) Apologia cli Ceso r e (E :l. Alpes, j\,[j]ano 1929). J2) Comi cl Yicle l' L\ustria imperiale (Ecl. )'\foucladori, j\Jilano l9o0). 13) _Revisione ili gincli:;,;i - L "n,1ioue militare italinna nei ginclizi stranieri (Tipog- rnfia elci Secolo, R oma 1930) . 14) Cr onol.og·ia della g uerra moudiale (Roma, 'ripografin r Pgionale, 1084) . lii) :\Ionle Pasubio (Stab. poligrafico dello Stato, Homa 19::li:l).
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ARTIGLl!JlRI SCRITTORI 16) Pagine militari <li l.ìgo Foscolo, scelte t'd annotate (F,diz. Roma 11)34). 17) Guida bibliografica della guerra mondiale (Ed. Agil, Roma l.935). 18) La più grande impresa coloniale del.la storia (Ed. Nuovissima, Roma 19Bi3) . Hl) La guerra sotterranea (Ed. M:oudadori, Milano l.935). 20) Il martire di Trento (Ed. A1·clita, :Roma 1H3i3). 21) Le opernzioui mili tari in Africa Orientale (Unione Editol'iale d'Italia, ;Roma 193(;) . 22) Il libro di cul t unt militare, ver le scuole medie di 2° grado (Consorzio editoriale, noma lll37) . 23) Storia della guena mondiale (Ed. Moncladori, Milano l.9:J7-38) . 24) Lo sfonio economico e finanziarlo dell'Italia nella guerra moncliale (Ed. Economia Nazionale, Roma 1!)3fJ). 25) Il Ma resciallo Pecori Gil:aldi e la l"' Armata (Ediz. Romn, 'l'orino 1940) . 26) Emnnueh~ FilibPrto cli Sa 1·oia Aosta e l'Armata del Carso (Ed. Monclaclori., i\:lilano 1941). 27) Atte e storia mili.t:ne . Guida bibliogrufic:a (Ediz. d~~ll'Istituto r elazion i culturali con l'estero, Roma 19,Jl) . 28) Stol'ia dell'esercito italiano (T.stitnto cli politica internazionale, ìl:Iilano J042). 29) Tre anni lli azione bellica ita linna 1940-43 (Ediz. De Carlo, Rom a 1943).
UBEJR'l'IS Carlo - Nato a Frassineto I'o (Alessandrfa); dopo aver seguito i Corsi dell'Accademia militare e della Scuola di Applicazio.ne, promosso 'renente undò a prestare servizio al 1'7°
... \ Fig. 2118. Cado Ubertis
R.egg. da Oarnpagma (1907) . Partecipò alla guerra, d.i Libia, guadagnandosi mrn Croce di guerra al V. M. (1914) andò in El'itrea,. Capitano al 9° Regg. artiglieria Campagna, rientrato -
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Ill COLLABORATORI DEJLLA STORIA DE,L L 1AR'1'IGLIERIA l'.L'ALUNA
in Italia, ,passò al 46° Regg. (1915) e quindi al 5° cl.a Campagna (1917) . Da Maggiore passò al 51° tornando quindi poco dopo al 46° e poscia al 38°. Conseguì una Croce di guerra al V. 1\L _(1917) ed una Medaglia d'argento nella bat taglia delJa Ba.insizza. 'l'rasferito nei bombai·dieri (1918) rientrò dopo poco al 38° da Campagna. Freqnentò la Scuola di guerra e poi andò a prestare servizio all' Accademja. militare di Torino (1929). Colonnello nel 1932 tenne il Comando del 6° a.rtiglieria da Campagna ed itndi (1935) ,del l° Centro au to;mobiJistico, poi della Scuola allievi. ufficiali di Moncalieri, per tomrnre (1936) al 1° _Centro aulomobUistico.·Da Generale di Brigata (1939) anelò all'Ispettorato della motorizzazione e quindi aJla rispettiva Direzione generale. Lasciò H servizio attivo nel 1941 ma richiamato lllello stesso ufficio e.onseguì la pr,omO?:ione a Generale di Divisione (1942). Collaboratore di quest'Opera storica e quale Insegnante di Arte mili.tare all'Accademia ·di Torino pubblicò in Sinossi il Corso delle sne lezioni.. uvA Eduardo - Nato a Napoli nel 1874; dopo aver seguito i Corsi dell'Accademia militare ,cli 'l'orino e della Scnola cl' AptJ.)licazione d' artiglieria e genio, promosso Tenente, prestò seni.zio alfa VII e poi alla VI Brigata d'artiglieria da Fortezza e :fina.1mente, (1903) al 2° Regg. artiglieria da Costa. Da Capitano (190H) passò per i reggimenti 1°, 5° e 4° da Fortezza, per essere poi assegnato al Comando del battaglione specialisti e qnincli alla Direzi011e dello Stabili.mento esperierrne e costruzioni aero11rnutiche. Maggiore nel 1915, partecipò aUa grande guerra, comandando sucessÌ\' amente !'LXXXIX Gruppo d'assedio, il Gruppo Oeladro, (1916) quindi il XXXII Gruppo, ed n :XXIX Gruvpo d'assedio. Alla :fine <lel 1916 fu trasferito al 10° Regg. da Fortezza prestando servizio aJ1e -clipendeinze del 25° Raggruppamento d'assedio e del 57°. Ferito e prigioniero (ottobre 191:7) rientrò in Italia ed andò a comamlare i] campo di concentramento di Pizzighettone, per -
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ARTIGLUJnI SCRITI'ORI
indi passare al 34" artiglieria da Cap1pagna. Promosso Oolonlllello (1920) comandò il 3° Parco d'artiglieria e qnindi successivamente il 6° a.rtiglieria Pes. Camp., il Distretto milit Hre di 'l'rcviso e la Scuola allievi ufficiali di Lucca.
r-···- -. --
F ig. 299. E<lunrdo Uva.
Colloea to a riposo nel 1931 passò nel1a riserva e nel 1938 ottenne il grado di Generale. 1) Cir ca le modalità p ratiche pet l'esecuzione del ginoco balistico (Riv.
d'Art. e Gen. 1924) . 2) Sui metodi per l'indicazione dei bers agli (Riv. cl'.Att. e en. 1924) .
3) Ancora a proposito cli manovre completive di artiglieria (Rii' . cl' Art . e Gen. 1925). I
VALEK'l'ID li'ranco - Kato ad Elena (Gaeta) nel 1904, f u uffieiale vol ontario nel 1923 e promosso S0tto\.eneo1te cli. c.omplem(~nto nel 1924 prestò servizio a l VI Gruppo contraerei. F,ntrato ne1la R.. Accademia. mil.ita re di Torino, ,n e uscì nel 1929 col gra.do di Tenente d'artiglieria in servizi.o effettivo e venne inviato al 10° Regg. artiglieria. da CaIDjpagna, passando poi .successivanrnnte al 2° Regg. controaerei. Laureatosi in chimica pura frequentò il Corso superiore tecnico cli artiglieria (1934) e quindi fu assegnato al Laboratorio di precisione. Da Capitano (]936) dive:nne capo ·d ella Sezione per la fab bricazione del vetro -d'ottica del Labora torio cl i precisione e _(1941)
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ID COLLABORATOn.I DEJLLA STORJA DELL 'AR'l 'IGLJIDRL\ I'rALIA::'<A
Capo della Sezione chimica ,dell'Istituto superiore tecnico di a,rtiglieri.a. l'romozio01e a M:aggiore (Hl40), n Ten. Oolonn. (1942),
Fig. 300. Frnuco Valente
Ciontinuò nella sua carica occupandosi anche ,di. uno studio sulla nitrazione dei composti organici di alcuni nuovi esplosivi. 1) Reazione di decomposizione degli esplosivi a combustione incompleta (R.iv. d'Art. ·e Gen. 1935). 2.) 11 t etracene ed il sno impiego qnale esplosivo (Riv. cl'Art . e Gen. 1936). 3) Su lla nitrazione clegH idrocarburi aromati.ci policlici per mezzo del vapori n it rosi (Monti ~fartdlo e Valente) . (Ga1.zetta (li chimica italia na 1.936). 4) 11 calcolo deUe miscele per vetro ottieo (Hiv. cl' Art. e Gen. 1941). 5) Presa del campione e analisi clel fosforo (La Chimica, 1941) .
Varo - Nato il 2H aprile 1SS5, dopo i eorsi della Accademia militare e quelli della Scuola cl' Applica7,ione, pro~ mosso Tei1ente (1908) andò al 1° Regg. artiglieria da Fortezza. VARflINI
Fig. 301. Varo Varaninì
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AR'.rIGLIElU SC RITI'OR!
Prese par le alla g uerra italo~t ul'Ca (1911-13) ed avendo seguito il Corso della Scuola, cli guerrH, passò in servizio cli Stato Maggiore, e col grado di Caipit ano iniziò l a guerra (1915) c:onlro l'Austria. Maggiore nel 1917 presso il Coman do del XXIII Corpo ù' Al'mata , X'ientrò poi al 17° Regg. da Cnmpagna , per i ndi passai-e ::tl Comando della Divisione milit are di Piac.:enza . La se;iò il senizio attiYo nel 1932 per dedicarsi al giornalismo. Fra Je sue 1rnmerose pubbJ.icazioni ricordi.amo le seguenti: 1) Per i caduti cli :\'loute NoYegno (B<.liz. i\Carzari, Sci.Ilo, 1027) . 2) l'et· il Duca della vittoria (Ediz . Porta, Piacenza 1028) . 3) Per Santa l3a rùara (Ediz. ;porta, ;t?iacemr.a 1928) . 4) L'Jl)sercito della vitto r·i '1. (Ediz. Alpes, :.'lillnno 1930). 5) Uc Alberto I ciel Belgio (Ediz. Illustrata Liber , i\lll:rno Hl3-1). (i) Lu igi Catlorna (Ediz. ParaYìa, 'l'orino 1935). ·7) Le Forze At·mate del JllOllclo (1.S .P .I., ;l\111uuo l!J35). 8) T/ Abissinia attuale sotto t utti i. s uoi aspetti ( l-~clir. . P ani Yia, Torino 103.5). 9) L'esercito nblssino (Ed iz. Bicttl. :Uilauo 1935) . 10) Il libro di i\faria U va (l stituto editoriale cisalpino, Milano 1037). 11) Aulouio Cecclli (Obenlau 7.:ucclli, ;..\'1Uano 10:!7). 12) L'E tiopia nella geografia e nella storia (raccolta I commeutatari dell'In111ero, ediz. Berlut.ti, :Roma l037). 13) Gli iscr ittì del gene ra le Giorgio llornpiaul (Monclaclori, Milano Hl37) . 14) Le nostre imprese coloniali narrat e ai gio,aui (Ediz . .Pat·n-l'i.:i , To· rino 1937) . 15) lllcmorie cli 1m prigioniero dell o Scioa (ristampa del libro del magg. Camcrra, ecllz. B.:irbent, Firenze 1037) . 16) 4 no,·eruùre 1918 .(\"ittorio Ycneto nel XX annuale della ,ittol'ia, ediz. S.K.E ..P., ~lilano 1938) . 17) Le batt.ague clecis iYe clella storia (Ecliz. Gnr7.auti, Milano) . 18) Condottieri i bùi aui ln Get·uiauia (Ediz. Ga rzanti, lVlilnno l!l41l ·
Vr7. 7.l NI C:mnelo - Nato a P nc·hin o (Siracn~t) nel J 896. Sottotonen te d'artiglieria cli complemen to (1915), prese p:nte alla granùe guerra 1915-18. Fe1°ito gravemente il 10 ottohre 191ù, mentre com1111clava im a Se½i011e della 76" Batteria bombarde, perdette la gamb,1 sinistra. P c,r le azio11i svoltesi sul P odgora meritò una medaglia di brorn,;o 111 V. )I. (191G) e pe1· quella di Monte Sober (1910) meri tò la medaglia d'argento al V. M.
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El COLLADOJ.UTOR! DIDLLA STORIA DELL'ARTIGLIERIA ITALIANA
Conseguì 1n laurea in chimica (1923) rientrando nell'Esercito col grado di. Tenente quale riassunto. Ha prestato servizio : al Distretto militare ,d i Roma; allo I spettorato superiore delle costruzioni di artiglieria; al Laboratorio chimico ,presso il Polverificio del Liri; alla Direzione di
F ig. 302. Carmelo Vizzini
artiglieria di Firenze in qnalitù, di Capo del Servizio chimico direzionale; alla Direzione superiore del Servizio tecnico armi e munizio.n i e nlla Direzione genetale d'artiglieria del Ministero della Guerrn . Durante un ventennio il Vizzini si è occupato della preparazione e<l impiego degli esplosivi, effettuamelo nu·merosi ed importrunti studi. e ricerche : sull'impiego dei surrogat i del cotone nella preparazione delle nitrocellulose; sulla produzione della glicerina per fermenhrnione; sulla moclifa:a dell'apparecchio ori.ginale tedesco per la stnbilità, delle polveri cli Janeio; sul risanamento cl.ei propellenti in stato cli decomposizione, e sull'utilizzazione ,delle balistiti già profondamente altera te <~ destinate alla distruziorne. 1) Kota sull'inuescamento dei proiettili a bocchino anteriore (Riv. d 'Art.
e Gen. 1042). 2) Nota sulla sensibilità all'urto clel tritolo fR,iv. cl'Art. e cu. 1942) .
VOLTERRA Vito - Nacque ad Ancona il 3 maggio 1860 <~ compiuti gli studi secondari a Firen~e, venne chi.amato quale prepa· 1'atore al Laboratorio di fisica dell'Università cli Firenze. -
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AB'l'lGLHWI SCIU'l".l'Ol{l
~ el 187!) Yinse il c:onc:orso per la Scnola normale s11pe1-iore di Pisa, lanrean<J osi (.1.882) in fisica con )ode e pieni voti. .\ssistente <li rueccaniC'::t n1zio1rnle 1 e nel 188:3 titolare per <"Oncotso alla stessa ca tteù1·n , per un clece1rnio 1 ri,rnase a Pisa fiuchè nel 1893 venne chiamato a 'l'ol'ino a succedere a Fl'anccsco Sh1cci per
l!'ig. 303. Ylto Volterra
hl me<:canica superiore, e in earicato pure della meccanica raziot11ale. ~el 1900 fu d 1iamato a Romn aJJa cattedra cli fisicn matematica e di meccanica <'elcste, e d'allora fìno al giorno cleJJa sua morte svolse 1m'opera scientifica cosi Ya ta e eosi l>rillnnte ch e qui t11on si ha. nè spazi,o, nè modo per illustrai-e deg1rnme11te. Volontario di guena a 55 anni, nel luglio 1915 fu n~minatv Toocntc del genio e promosso nel 191 G Capitano per mctiti spe-· ciali venne ad<letto alle cspcrienr.c sui ,d irigibili. N'el l91G sul fronte italin no coneorse agli studi cli fototclemetria c· he comp letò sul fronte fr::rncese 11011<:hè in Iughiltena. Straldamo da un 1·a1pporto scl'itto dal Gen. l\forron e <1unnto segue: « U capilano Yoltcrra, durante Il suo se1Ti1.io militare . diede proYa dell:l sua in<:om parabile com))eten:,;a t ecuiclt, s ia per gli studi e le pubblica,1ione fatte s ui tiri d':l'tot.iglieri a, sia 11er gli :itucli e le esperienze di fototel emetria. Oltre a ciò ha l i merito cli essere stato il pr1uio n proporre il gas eHo PN' i dirigibili >1.
In<.liscutibilmeute Vito Voltena fu uurn di quelle gramli figure della Scienza che onora110 il Pac~se ove sorgon o, e )a generazione aHa quale appartengono. -
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ID COLLABOHA'l'ORI DlllLLA STORIA DmLL' ;\.RTIGL l Ell'IA ITAT.IA~A
proùuzione sciootiftco-letter a1fa, del Volterra è grande. F1·a le numetosissime sue pubhlic:azioni, 1·h-esto110 particolare dil'etta jmpot·tanza ai fì.ni milit,wi le seg11 cn1ti: fA1
1) :Metodi di calcoli degli elementi cli tll'o <lcU'artìglieria aeronautica (Jstituto Centrale cli aeronautica, Roma). 2) Relazione s ulla missione iu Inghilterra cd in l!~rancia compiuta clal 24 aprile a l J!J nwggio Hl17 (:\finistero clella guerra. Uoma). :.l) Osservazioni s nl metorlo (li tleterminn 1·(' la veloc.ì ti't tlc i ùirigibllt (Rassegna marittima aeronaulica illuslrata, Roma).
7iAULI Adolfo - Nato a Faeuzn MJ 1889, dopo i eorsi (lella Accademia militare e della Scuola ·Ù' Applicazione promosso T enente <l 'artiglieria (1912) anelò apre. ta re se1Tizio al 9° Regg. arLiglieria da F ortezza . Prese parle a]ht guerra contro )' Aust ria comandanclo cl.a Ca pitano la 72S"' .Hattcl'ia cl' AF-sedio. Al 100 Regg. artigliel'ia da Fortezza t·omm1dò pl'irua il CLXXIX Gruppo d'assedio ( 19]7) e poi (1918) il CL Gruppo. Da Maggi.ore comandò (J 919) il (;o Parco cl' asse<lio ll)er passare poi in seguit o alla S<:nola centrale c1 'aitigl iel'ia. l<'requentò in seguito i Cor·si della Scuola di gucl'I'a e cl.a 'l'rn. Colonu. andò a prestare servizio al Com anelo del ("01·po cl' .\tmata cli Bari. D a Colonnello assun se il Oomanclo dell'S0 Regg·. a1·tiglieri.a divisicrnnle, e successivamente q uello del 20" Regg. d 'in· tiglieda di C01·po d'Armata. Prestò poi sel'Yizio pre. ~o il Comando Sup1·cmo acne truppe italian e in Africa Or ienta le, otten endo la promozione a Genera.Le {li Brigata; nel 1942 cadde iprigioniero di guerra . 1) La densità degli schieramenti a ·arti~lieria in r elazione nl problema dei 1:iforniJucnti (HiY. d'Alr. e Gen. 1987) .
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'
Indice dei N orni contenuti nel V olume XII A ÀBRL -
.ANGELUCCl ANGgLo -
prof. _ , 29 , 30 , •)2 . V , ;";' u "'( , 2;14 :1: •
A.co P1wrno - gen. -
947.
AcosT0:'-11 UMBERTO - bo·Em • -
·13: , ,_ •_)),
947, !)48. M1cnr~Lm - tcn. AIELLO Grns01:'Plll - gen. -
A(;R! FOGLTO
898.
949,
050. 1\Lm:nc:n1Y.1'Tr - matem. - 147, JL19. Ar,nE1tC:11E'ITI (famiglia) - fondito ri - 935. ALBER(;ON'l FORTUNATO - ten. -
898.
-
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903.
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886, 887, 890, 891. ArwAL\ FEDErnco - col. _
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927, 933, 934, 941, 944. .ANSALDO - ind . 274, 275, 277, 278, 289, 295, 299, 300, 307, 373. A:'-ISEt,MWITI S n ,v10 _ ten . _ 838. ANTO!\INI Gurno - sott. _ 903. ANTON!OLT EM.rLJ O _ sott. _ 903 . ARDUINO MARTO - sott. _ 903. ARGENTA FRA)<c@sco _ sott. _ 903 . AnrA GroAcernNo _ brg. gen.
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529. C.u.1rAGNA G1ovA:.Nr - col. - 977. CANCELLARLO j)famo - cnpit. - 894. CA?o:1':Lr,r CELSO - sot t . - 90-:L
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col. - 5:-w. 135. 0A l'iROBW.r - gen. 615. CA1'TARONm ÀLFtir-100 - grn . - 837. C Ao RS r .A.Nom~A - gen . 525, 526, 5, 886, '888. CAPITANEO GrusmrP11i - sott. - 904. CAPONE - col. 104.
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C AR-ACCIOLO CARASCO -
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C.A.RI.ONI F ltANCESCO CAROLRI
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-- 1090 -
IKDICE DEI KOMI CO~TRNUTI NEL VOLU::.\:IJD XII
Cw,u,u 1G2, 189, 195, 203,
E rrmu: - capit. - 161, J80, 182, 186, 187, 188, 190, 191, 192, 193, 194, 196, 197, 198, 199, 200, 205, 207, 233, 407, 408, 1m), 787, 855, 986. Cw..u,r,r GIOVANNI - gen . 25, 27. :~3, 157, 158, 159, 160, 935, 9<l0. C AVALLI PAOLO - sott. 905. CwARI S·1'EFANO - scrittore - 147, 148, 149. Cw 1ccmoLI NUNZIO - ten. col. 13, 16, 20G, 207, 213, 397, 430, 986, 987, 1042, 1043. CAvWLtA ENRICO - maresc. cl'J. 989, 990. 01-;As ·v:\J,EN'1'1No - sott. - 905. CECCAHELL J CARLO - brig. grn . 520. Ci,:ccvro PLrn10 - asp . - 912. CEccm - ten. ~ 602. Om,1 m TnEMISTO MARIO - n1agg. 892. ().L LA .ALMO - a.sp . - 912. CEN:-sr Cos 1Mo - fond itor e - 9:35. C i::n.1~; .FRANc1,sco - sott. 905. Cmm,w CARLO - gen . - 530, 837. CEJWl"l'T CES..\.R@ - col. - 989 . CE1w 1 ANK t rnzro - ten. - 899. CrrALLIDAT • matem. -
CJJALIA'1ST - storico -
136, 141.
142.
C! 1m,r An·l'lJRO - gen. - 52G, 5:30. CrrnVALIER - clott. - 647. C mARLEl F 1•:LICE - magg. 892,
\n4, 921. sott. - 917. sott. - 905. C1 A::.\IICIAN - prof. 629, 661. C1 AiX'l'ELLt ENinco - capit. - 894. C1mt,11t10 L u 1cr - storico - 927. 914 . CrGr.RsA Luwr - rn agg. - fllG. Ci o;xcr R.n;NATO - co l. - 992. Cn;1,'1"0LE'1·1't l Go - tcn. - 899. CLAnE'l"l' A. - scritt. 929. C m ESA DAM 1;1No -
CrnovEKDA
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CLW ARINo
A.LI•'EO - gen . -
CLwA1u No
ANTONIO -
capit. -
CoRDl'lRO DI MON'ri.;r,0:vro1,o
45, 56, 58, 81, 89, 9~1, 100, 110, 134, 141, :171, 176 , 177, . 230, 233, 327.
Coa rs GAETANO - ca.pit. -
H ,ENA'.l'O -
gen . -
. ten. col. -
992. C 11AHHO~NIER - gen . -
28,
36, 37, 90, 141. Cu;:1-.nJN'l"E - matem. - 226. CLI-J.MnN'l'FJ GIULIO - Len. - 899. Cr,,vro ENR t co - ~ott. - 905. CoccLOLLA Ai'.mruco - capit . - 894. Cor,,w rccrn DEcro - capit. - 894. CouIT:rA ANTONlO - ten . 899. CoLLAno - scrittore - 145. CoL0MniN1 Rcm No - sott. 905. Cor.oMno MARIO - sott. - 905. Co.\m1wr OoNSALvo - capit . - 895 . Cos .-\ FBnDJNANDO • gen. - 9!.J4. CoNso Cu)Dro - gen . 52<ì. ConALLI Lurm - niagg. - 914. Coi.z1 -B ARDELLI - ind. 399.
991,
C11APPC1S
528,
787.
V JTTORIO
822.
CORSl)T.ert E NRICO - asp. CowmsE EDGArrno - sott. -
_ ,. 1091 -
895. 912. 917.
INDICE n0r
NOMI CONTENUTI i\'l•ìL VOLU11Il•l
capit. ---, 166,
XII
167, 169, 351, 356, 357, 369,
D0 .AMr.crs Grnuo - t:en . - 899. D m A NGEL1S - col. - 290.
373, 37'1, 549.
D~~ B f.lNFlRET'l.'f F1LwPo - col.
CORTESE Gn;SfilPPE -
Cissr,rno - ten. -
899. CRANZ - malem. 89, 102, 106, 124, 125, 126, 141, 1i12, 171, 172, 179, 21.7, 218, 227, 228, 233. CRElIORfil - fisico 1J7, 12L1, 174. CRIDSPI RICCARDQ - sott. - 905. CRISAFULLI 0DDONE - ten. 899. Ciirs·1.'ANI - colonn. - 8'1(). CROCID!'TA. EDGARDO - col. 892. CROSTO i\1EJLCl!IORR0 - sott . - 905. CuGOLA ARR rco - sott. - 905. CUKDARI ALBEn T o - .sott. 905. Co1n 1CELLI
Cus,rno
LUIG I -
529.
D@ B ENI':nET'l'I Dffi
CRrt scENZJ GrusIDPPE -
-
900. Drwu UBER'l'r 528.
ALFRRDo -
Di;; L,rnou 1mr- - ammir. D EL
F 1u::-:co
ANTONIO
D D A Bo&MlDA VIT'J.'OIHO -
gen.
921.
D' Aomt MAR - matern. - 210. DAccò C,rnLo - sott. - 905. D' Ar.illM BIDRT - enciclopedico
GrnoLAMo - a r civ.
927.
-
gen.
E'rrORE -
D ALLOLTO A.Ll•'REDO
912.
tcn. - 899. - gcn. 315,
L u w r - ten. -
900.
n1agg. - 892. capit. - 941 . ' ANTONIO R,AFFAELLO - gen . 180, 212, 397, 995.
D ANA CARLO -
D'ANGELO MwHELE D
C ATELLO -
asp. -
D R M ,IRINIS G I OY.AN::-ir -
524. D'AMORE
PIETRO -
912. sol:L -
906.
D'.1:h FONSo PrnTRo - asp . -
D,1LLERA
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527, 530. E L u c DE
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FELICE
45. ten.
892.
14.6, 147, 194.
D'AullsSANono 524.
gen.
LA Roc1m o ' A L BERY conte - 928. D E: L u cA G1 ACO\fO - sott. - 90(i. Dm, Vcccmo S c rP.IONE - sott. 906. DE .lYfAcr s'.m 1s EDOARDO - magg. D
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900. DELLA ROVERE
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D E G 0 ;-;N.-\ RO GIANFRANCO -
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1092 -
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Dv.
STrnFAKIS GrnsRPPEJ - gcn . 995, 99(3. Dm S'l'IDFANO A1'1'0)<IO • gen, 101. 138, 139, 199, 287, 288, 293, 294, 788, 996. D'Ev,\NT , col. - 106, 130, 997. DE VONDERwn~n EnoARDo - gen. 997. D'HARcouw.r - gen. - 929. D r C,\PUA - mutilato - 941. Dr Cocco A r,I<"RE DO - capit. - 895, 915, 921. Dr Cou,ALTO LUIGI - sott. - 906. Dm10)< - matem. 155, l5G, 161, 171, 173, 177, 233: Dr FIMNCI~SCO :Ct.'.fENOTTI - capit. 895, D r L AVR IANO FRANCESCO - scritt. 944. Dr Lu1Gr M.m10 - orafo -- 927. D1 M,uo ;MAnTIN,\NGEJLO - ten. 900. nr Mmrnu,o UMBEWl'O - ten. -
900. Dor.fozAL -
566.
ANGELO - asp. - 912.
JJor:u
BENEDWI'TO -
sott. -
ANTONIO -
DR.·\CH .Tuu;s
F FAn1rs 1 -Cirnmn'.ro - gen. - - 527, 529, 887, 9H, 921. F ,\LCmRr Gu mo - sott. - 906. FALCO Lu 1G 1 - sott. 906. FALCONI:: ANTONIO - gen. 167, 369, 37'1 , 372, :n:~, 528, 549. FA:-;o OSCAR - brg. gen . 529, 530 .
matcm. - 233. FARSAC - colonn. 526. FASBLLA - a,rnrnir. - 163, 450. FA1'TOLit,;I Pnrmo . capit. 895. FAvm1t • d 1imico 250. F IDA Pmmo . scrittore 9':ltl. F 1wmnco JJ · re - 608. F 1~nnANDo DAvH>E - sott. - 906. F ERRARA GAKTANO - ten. - 900. F1~RRARTNI NERE:o - sott. - H06. FE1t1{.mro CARLO - gen . - 527. FEnn.mno CARLO - ten . - 903. FARLAND -
Don1A
TVORMEA
E 1mnmrnn (von) - prof. - 215, 233. EnFAtL-rn CARLO - rnagg. - 517, 518, 51H, 522, 892, !)14, 921.. EMERY - gen. 2l9 . EscLA~GOK - matcm. - 230, 233. E<J'.l'Olm1~ F1LANDRO - gen. - 13. ETJ LEIW LEONARDO - matem . 23, 143, 147. 150, 151, 153, 154, 156, 157, 170, 194, 233, 408. Ex:r1UFAL1,Acrns ALDO - capit . 895.
foll(I. -
· matern. -
935. 921. 192,
219, 233.
DnoMMI - tcn . col. - 432. DUl,'RFJSNOIS - rnatern. 23;1, Dc111,;?1r - scienziato - 78. D ULAC Ar,Frrnno - gen. 526, 885, 886, 887, 888. D u LACQ M. - col. - 155, 2:33. D-cnA:-sn Lmca - gen . - 527, 528. -
FERRERO E 1tMANNO -
1003 -
939, 940 .
proL -
983,
INDICE DEI KO:\II CON'.rRNUTI 0 1ovANN1 - capi L - 895. Ar.F1moo - topogr. - 805. FtGARI Luw , - ing. 456. F1LZ1 FA-CSTO - sott. 906. FrnRA FRANCO - magg·. - 13, 17, 997, 998. F10RA 01ovANN1 - capit. - 895. FroaP. MA1uo - magg. - 914, 921.. FIORELLA - gen. - 930. FLORJ~s lLD8BRANDO - gen. 13. FLO'I'.rERON AucuSTo - brg. gcn . -
NEL VOLU)f0
Xl[
Luw1 - geH . -
FEn1uimo
GAI,ùo
Frnc,:1,;n
G A1TO Au:ss.\:-1ono - asp . -
G Al,.\l\Tlll
368, :391 . G1ovAN:-1r - solt. -
906.
GALANZINO FRANCESCO - c.:0101111 . -
206, 207, 1002, 1003. Gi\LATI FRA.t-CEsco - gcn. - 527. GA1,A1·1 RoRmno - gcn. - 523. 52!-l. tapil.
GALU':.ll.\NI R,n-A1•:LE -
895. GALILEI GALILEO -
fisico -
22, 1.J3,
U5, 147.
rn,
ALDO - colonn. - -
17, 75,
676, 998, 999. FoNTA:-IA -
912.
GA1,A - magg. -
529, 819. FO:\
529.
sott. - 90G. sott. - flO(j. G ,DtnA - prof. - 193, 205. G.,LIZ JA .ALHFatTO -
G.\Lr¼Zt C.mLo -
matcm. -
125.
FONTANA G10\-.\NNI - gen . -
JOUO.
ing. - 948. Fowre G10Y,L'(Kt - capit. - 895. 1<'0RT1•J G1rnw10 - capit. - 841. Fosc11IN1 FEDEJllCO - ten . 900 . FossATJ ERM INIO - asp. - 912. FRAGOME:-11 ANTONIO - sott. - 906. FrtA.t-CAIS - matrm . - 23:1. Ji'1u:-sc1sc 1 · ing. - 601. ToANcros1N1 CRsAr:E - rnpit. 895. FRA1'CO F EnRuccio - magg-. - 892. F RANCO F c:ruo - capit. 895.
G .\ :.f8ERtNr .ÀRMANOO -
FRANZINI GrovANN.t - magg. gcn.
geu . -
327.
528.
FoRLANINI -
1C0~1. GA:-mou?1 VmGILtO - gcn . - l'/03.
G .,~r,~nH.\ E)ItLIO - gcn . -
,'16. G .\RAU
E:Frn10 - frn . - 900. gr 11. - 1004.
GA1t.\VE1.LT EMILIO -
1005. GARIIASSO .ANTONI O -
pl'Of. -
57G.
grn . -
787.
1003. GAHD1N1
EnN1·:STO
-
799, 816. G.,nNm1 PIETRO - ing. -
G .Hu s1Er. FRANCESCO -
527.
837.
colon n.
526.
CAStMmo - gen. - 1001. Fmnr-r G. - prof. - 189, 233. FuLc1JJJRr Gorno - sott. - 522. Fusco A~1r,;pro - sott. 906. FrtONDONI
GAm'ANI - (]uca. -
G ,,n1tOKR ALF.SS.-\KllRO -
c·olonn.
529. col. brg. - 528. g-en . - 285. 2.~6. 292, :n6. :.:;13, 392. 521. 529.
G,\RRO~EJ MArno -
GAHRONE REX¼O -
G GADOL1::-. G10YANN1 -
GAHNmH - rnatem. -- 21G, 2:~3.
rhimico -
265.
37.
781. GMn.>,rnr L UIGI - lc•n . - 900.
G.mnos - aviaL -
1094 -
I:::sDICE DEI NOMI CONTfilNUTI NEL VOLUME XII
GASPARJNI BnuTO - tcn. - 900. GAS'.l'AW r A. - ptof. 430. GATTI GIOVANNI - ten . eol. -
GAuss - matem . -
GwvENArn
750.
1006. (}8NOVA VINCENZO - colonn . - 852. Gm;:,.iovr;sE Lurn1 - gen . - 527.
-1007.
GB1rnxe'lo Nrnr,L10 - sott.. -
asp. -
912.
ten. - 602., Lurc1 - sott. - 907. G1AnD1No ERNESTO - col. brg. 529. Gi:11m1No GAwrANO - gen . - 1008, 1009. Gr:1nu1TA A.:-<TONro - sott. - 907. GucmYITI -
GJAN.KIDLLI
OTTAVIO - sott. -
907.
ANGl.:Lo - ten. 900. GrnLr Gu1sc,1nDo - gen . - 1010. (l·JGLI Cmnv.r Grov.rnNt - gcn . --
G 1cANT8
525, 526. GrLAHDONI BRUTO - sott. 907. Grnr EDGARDO - sot.t. - 907.
Grnoac - ten . -
602.
GIORnANr .DOMENICO - ten . -
900.
GIORD.\No SABA'.ro - eapit. - 895. G1onoA;:-.10 uMB8nTo - tcn . - 900 . G10v:1NE'.1:--rr -
gcn . -
GJOVANOLA -
366.
Gmor; A ENRICO -
gen. -
GruA MICHELE - prof. -
1011. 79, 266,
366, 676. GIURIA
Euo1i0 - gen . -
525, 527.
Guisarnn, - rnatcm. - 205. GLORIA CARLO - gen. - 1012. GLon. rA CASIMmo - capit. - 895. GONF:LLA ENRJCO -
colonn. 927, 940, 94:l, 9,12, 944.
925,
GORIA · .1u:ssANDltO - gen. -
525,
906.
GuERLO.C'lID MARIO - tcn . - 900. G11w.rn A1,momo - ten . - 900. GnmAHDINI AunusTo - gen. - · 787. Gumo.K ERNFJSTO - brg. gen . - 529.
G·rn1,m't'I.Kr
GrovENTU' F 1LJPPO MARIA - tcn. -
146.
malem. - 163. GAzzELLJ - conLe 931 . GAzzi;:;r~A PIETRO - gen. 19(). GELJC[:J FERNANDO - gen. 1005,
01!n'MONAT -
capit. -
-
895.
892.
GAu:eUIEH -
GENTINI GERVASI O - magg.
GIOVANNI
526. GoR1N.r A1,ESSANmio - gen. -
525,
528, 529', 840. Gonrnt ANTONIO - ten.. - 900, 91'7. GosstuN - chimico - 401. GossCYe - gen. - 89, :130, 176, 229. GruDASSt GrusmPPE - sott. Gn.AEvt~N1T·z -
conte -
907.
152.
· GRAGLIA MARIO - capit. -
521,
522, 895.
14:6. Gm!1CO E-rro1rn - capit. - 896. GnEENlIILL - prof . - 171, 233 . GRillPPI CARLO - sott. - 907. GRILLO L urnr - gcn. - 25. G rnMALDI 0T'l'ORI.KO - gen . 528. Gn 1N1 P:101,0 EMILIO - topogr . 869. Gnosso .iìL1n10 - colonn. - 1012. Gu At,Dl D oMEN1co - capit. - 896. GuARESCHI - prof. - 661. Gu'ccc LurGI - gen. - 479, 784, GnA'.:'\lH DOMIDNICO • matern. -
940.
1013. GuERRIID1u EDGARDO -
1095 -
gen . -
526.
rnoICE om NO:\lI CONTIDNUTI )10L VOLU:\IE XII ORAZIO - colonn. 289, 351 , 352. G uGLJEf,MIN!l)'l'TI GIACOMO - eapit. G u EHRl'l'ORID
-
96.
MAnco - gcn. - 1013, 1014. G UILBERT - ing. - 929. G u snEuTr GAET.l'ANO - caposqua<lra - 837. G USTAVO Aoouro - re 607, 608, 609. Gùv F1,mnuccro - magg. :-- 892. G u mmLr.r
H
INon 1zz1 LUIGI - tc-n . colono . a9 , 101 5, 1016. 89, 17]. IsrnoRI - co1onn. - J30, 131, 112. Izzo .8.T'1'1Lro - eh imico 266, INGALL8S . matcm. -
676.
J ing. - 214, 218, 22:1, 230, 234, 1017, 1018. JACOll - gen. - 225, 234 . J.u11ER ARTURO - t en . - 901. ,JACUJNO •
JACJWEMA IN -
malcm . - 216. H An0ii - prof. - 637, 656. H.\RRrso:--1 - co.lonn. - 658, 662. H,\lis1,;n - capit. - 37. H AUSS:-IEl{ KoNaAD - ing. -
mag-g·. -
031.
JozzA GE1tOL.010 - magg. -
H .\ .\G -
120.
1
JouGUET - chim ico - 73, 142. 32.2.
Jmn'ROW -
135,
K
142. B J?:r,IID - matem . -
1 56, 234. H ELMHO'l'Z - matc m . - 124. H EN ltY PA OLO - cnpit. - 896. H ER:MANN - matem . 234. H ruvolliNRE1c11 - matcm. - 89. Ro ,mr., - matem. - 174.
H or,lNGEH - 324. Roru)LOGI FrtANcrnsco - ing. -
[Ù!Sl!.'R - prof. - 33, 34, ;ri, 38, 120, mo. rn2, ·rn6, 142. Krmn - fisi co - 121, 225. Ku:-.o - prof. -
658. KnuPP ALFREDO - incluslr. 39. 174, 275, 277, 278, 2,;3.
:l6,
926.
H r.;osoN - brg. g c n . - 525. R uooNrCYc - :~8. R UTTON - malem. - :154, 178, 234. H t:YGl:IF.NS - materu. 146.
I
L LanoccEr.rA - ing. - 564. LA C.11vA T.reooono . sott. - 907. LAGRANGE - malem. - 23, 21, 117, 194.
gen. - 1015. 602.
I ACOPE'ITI G IU SEPPE -
IAcoeozzr - tcn. -
-
(}
LA::--1 AR'.\IOttA Auis SANDRO - g cn . -
1096 -
932.
lXDfCfl DEI Xo:.IIT CO'.',TENU'.l'I :-10L VOLU ME XII
l,.\)!AfrnOR.\ ALFONSO -
gen. -
93),
940 . L u.rO@T - t<'n . -
153, 234 . LAllrnusrnR AwEnro - sott. - 907. L A:'.\!OTHE - magg. - - 55. L .\ND1: Aumnro - ten. col. - 1018, 1019. L.\Nl<'ltt1.:-1c111 CARLO - sott . !)07.
L o~co LUIGI - colonn . ·- 80 LoNco U)rnmn-ro - c-01 01111. - 852. Lo::-.1,uRD - pt of. - 149. L -0r1,;1wmo L on.10
capil. chimico - 53.
806.
L l:C1.\NJ -
896.
L noa A.\IANT FA USTO - sott. -
890,
9·1, 907.
907.
tc:'n . col. 93. prof. - 676. Lur-zATII Uco - rna,gg. - 893.
L l'POHIKI L u 101 -
('Uncellicre - 927. LANTINI SPAWl'.\CO - solt. - f.!07. L\i:-zo~ , T r•ro - geu. - 528. LAP LACE - fi sico 146. Lm0 - fisi co - 133. LAURR1'1' - prof. - 134. LAVTANO FRANCESCO - gcn. - 1020. 1021. LAzzAn,1:-.1 A1'Tn,10 - gcn . - 1022. LF. Botrr,i:;xn~ - matcm . 124, 1 Gl, 174, 175, 225. LEG l~Krnrn - nrnt<'m . 153. 194, 234.. LEONID T ORQ U ATO - solt. 907. LANGOSCO . -
C.V.l."rEl,AN 0AMILLO -
sott.
907. L mv, C1vrTA - prof. - 234. Ll·lWTR -
61, 269.
L UCC IO! L UC IANO -
LANFRA1\C111 GrANFRANCo - soli .
L•·Nr
prof. -
ALu:sisA:-,im:o - ca pit. -
pl'of. -
67].
Lui:-r GrovANNr MARl.\ - sott. 907. LtDT,SSAR'l' - mni:cm . - 125. L1cAnr FELICE - magg. - 892. Lin ·nLLE - matem. - 89, 130. L1tWMAK - mal.ero. - 124. Lrr.zzr GIORGIO - gP11. - 1023. 1024. Locuricro .A.N'l'ONIO - gc:n . - 526, 527. -
J,r· s'l'IG .ALESS ANDRO -
?IL~c u - matcm . -
175.
MA C111n - rnaL(' m. - 89. }faccur V 10-rou - sott. - 908. NlAC111,\VELL1 KtcOLÌI - storico 144. )J.ACHAJ-) - rnatem. - 131. )lAOSEK - 163. :iYlA1•'F~, r CAn1.o - sott. - 908. MAOGIO G1ovANNJ - l<'n. - 901. ~ L\ GG10 M1 c11~LF: - solt. - JlO. MA U ISTRl .A.1'0El,O - gen. ]025, ·1026. )fa1::-1.IBD1 G1usl'JPl"F. - grn . - 97, 1026. M .\ INA1rnr Vn·1·01i10 - tC' n . - HOl. ~L\TOL1 P.\OLO - brg. gen . - 8 7. MAI OHANA - fisico J25, 175.
J\lfALAVAL - lìsico - 131. 1:12. }L\1,.\ Y:\Sl LODOVTCO - colon Il,
]026, 1027. MAL1NGHBn AHTURO -
1097 -
562.
len . -
560,
IK0IC0 DEI N01\U COXTE'NUTI N0L VOLUMID XII
M ALTl!JSE
EN1nco - cololln . -
420,
426. col. brg. - 527,
529. .ò!AK1-:•rn GnJSEL'PE - cap. corvetta
- 163. 320,
MANCANO~r ÙAnt,0 - gcn . -
~{66, 430, 781. M;1.x1SCALCO GAsPMH~ -
sott. -
.M:AHANGIO V1n o1iro - gcn. -
908. J028,
1029.
MA1iT1N1~NGo GIDNNAnO - capit .
MAscAn uccr G1usEPeF. - gen. - 82. 130, L032. JYfASCIA Eoo,moo - gcn . - W , 815.
816 . MASS INI
G. B A'l'T ISTA - ten. - 901.
MAnc111on1 h'ALO - lcn . 900. }1AacrANl F 1uKc1~kCo - g(•n. - 525, 527, 528 . M ,rncrAKI G1ovAi'.~I - gen . - 103 L. M:,1ncov1cu M.-1n10 - len. - 90·1. .l\1;1.nccs - matem. - 216 . . MA1t1 AK1 - ing. ··- 8:-l6.
908. ten . col.
MAmK 1brro11;10 - sott.. -
gen . - 430, 529 . magg. - 5:·l:3. ~Lrnn.1 A c111Lr,10: - colonn . - 808. MAr:mAs Eiqsro - gcn . - ]032. ::\1AHRAS P th:TRO - ca pii. - 896. 1Lmno PnosPliRO - gen . ·- 527. M ,mkEKNE (fra le)- fìsico IAG, E.NRICO -
M AROLDA ANGlW,O -
.M:.1·rA - matern . - ;j2, L42. )LvrASS1 Ei'.RICO - ma~g. - 98. .~Lwrn:r .AH •'ONSO - gcn. - L:-l, ]6. 23, 3,1, 5:~, 82, 83. 4, . 8, 95. 07, 9~ lOG, 106, 1i1, 130, 13~ 137, 138, 151. 1H8, lG!). l'iO.
17n, 23±, H69, ~70, 527, 545, :-i-.lJ), L032 . )L1usE:1t - fisi co .MAZZA .l\HNAI,DO -
.H,\Z z ANTI.
Ar,1,;ssA"ono
912. MAxrn HmAìlf
96. M:AHSICANO Luw1 . cap it . Iv!AR'I'rnLJ,r - Len. - 602 .
9G.
uE BnErrEs - fisiC'o -
J74.
··
asp.
ing. - 681. l\'lAYF.\\' sin - mat cm . 34, J 5(i. -
17,1. 177, 208, 234. MAYR i\ 1,rn, R'l'O -
ten. - 901.
prof. -
629.
- solt. 90·1. :M1-:o,1 CARLO - trn . - 901 . ~for,E G1cuo - ten . C'ol. - l033. MET,ITA Ar.Fn1,oo - ten . col. - S93. Ò'TAZZUCCIIET,Ll
ì\:fAiisrc:,rno .A1,nrn'l'o - r api t .
JlO.
colonn . - 18, 17.
366. 784. :VL,zzA I<'RANCESCO GrACl i'.TO - colonorllo - 10~3.
MAZZETTI -
187.
-
solt.
908.
602. i\faucm F1tAKC1,isco - gen . - 872. } 'L\ncmo::-1:--1 Fn, ·c1,:sco - gen. 200, 30 l , B82, I 020, I 030.
MA1:INETT1 GIULIO -
896.
MAR'n.xr farnrco - gen . - 78 . il1AHT 1N1 G rc1,10 - co lono . 787 .
M°ASTROSnIONE Krcor,A -
:M. ,ncm - trn. -
MARTI:.-{
capit. -
896.
MM,V ANO ENR ICO -
915. 1\fAlu'.'lr
llART1N1~r.u JYlrcm;:u; -
109, - -
ALMA ,<;
INOI CID DIDI NOMI CON'.r0NUTI NIDL VOLUMID XII
~fEN~}STRiìS'A
MARIO
-
capit.
9L12,
1035. .1-foNIN T i):fA.RIO - asp . -
MORELLI À'l~nLTO - rnagg . -
912.
fisico -- 174 . solt. - 908. .M~; RLO GIOVANNI sott. 908. Mmu.1Nr CARLO - arcb . - 927, 9'11. iv.fE itZARI FABIO - gen . - 1036. JHwl,ZE.TTr ALBANO - sott. - 908. J\'hccA P rETRO - rninato:i:-c 929, 932. Mrcru1,1 Prn:rno - sott. - 908. M1cHELINJ LELIO - sott. - 908. J\frLONJ.; CARLO - asp . - 912. 1\1JNKONI Do~fENlCO - sott. 908. Mrnozzr MARIO - ten. - 901. -~forzo R 1ccARDO - gen . - 1037. 1\fOLl~SJNI MARIO - capit. 896 . l\fOLlNA RODOLFO - chimico 266. MoNcrmw - matem . - 39. MEPPEN -
.MmnN1
ten. -
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1101 -
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1102 -
l.\'DICID DEJ NO)II CONTE'KOTI l\EI, VOLUME XJI
158, J59, lGO, 170, 173, 176, 177, J87, 190, ·208, 219, 234, 940. S .\1,Ei\rr E)JANUELE - sott. ~ 910. SALEit::<io H,on0nTo S ,\Lii\!l3ENI
tcn. - 902.
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Swon CAHU) Ei\IANt:EL1~ I - duca
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525, 528. tcn . col. - 89:l
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142, 228, 234. ScHENARDr L 'lJ 1G1 -
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228, 229, 573, 574, 575. S,\NTO VITO Uco - capit. - 891. SAltltAU 29, 30, 31, 40, 55, 90. S,mToRr MA1no - prof. - · 676. SwARINO-CORT1
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S A vO JA BMA~UEf; E F1LlB.ElR'f·o -
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S AVOIA CrnsT1N,1 -
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1103 -
910 .
INDICE DIDl KWH COKTI':KUTI :Kt,;L \'OLUMID XII
ScoGNA,HGLIO Lu1G1 - fon. - 9Ci2. colonn. - 530. 8(.,BEWL' - CO[Onn . 4;3, 44, 174, SCLiTI EDOARDO -
Sor.,ARO D!::LLA
179.
-
SEcco Gi:s-rAvo - colonn. - 13, 17, 578, 1066. Smc1t1D RonERTO - colonn. - 4-15, 525. SJ!;GtJRAKO AM'ONJO - fonditore 927.
610.
S0L11~R · matcm . - 165 . SoLIMs L urc r - sott. - 910. Soam Au·nEoo - sott. - - 910. S01ncr: A .NTO:KTO - gcn. J.OG7, 1068. Som:.RNTIKO
S ELAN u~rnER'1'0 -
ten: col. - . ~l:-.,8.
89, 90, JJO. gen. - G27. MARGHEH tl'A - conte
SrwY - matcm. SoDA:-lI PAOLO -
GrnsEPPF.J
-
sott. -
002. SouwAnow · gen. - 930. S1'ATAF01u ~ ,coLò . tcn. -
i\iLrnco - sott. - 835, s::m. SfJMmnA AucusTo - gcn. - 527. 902. SENNO l<\)RTU~ATO - topogl'. - 861. 8PERA)IZ!Nl B t,)IVE:-lUTO - gen. S 1,;1rnAJ1JOGT.T A ÀTAJR - capit. ~ 897. ]068, 1069. Sernorn U,rn1, RTO - sott. - 910. SrEr: \ NZINI S. - prof. 431. S1,vrmr FnA~CEsco - prof:. - 212, SPIGO u~IHERTO - gen . - 1070. 21B, 408, 5'i7, 1066, 1OG7. SPJNl~LT,r Gn: s~r>rE - sott . 91 O. SanAP,, TJLL El'-arco - gen. 611 . SP LE::K DOJU:LLI Gu mo - eol. - 1071. S1Acc1. F 1{AKC1,sco - rnalcm. - 152, SQur1ut - fisico - 117, 174. 161, 163, 174, 176, 181, 1~2, STA'lllPACCllTA LOJGT - c:olonn. 183, 185, l86, 190, Hn, 1H2, 788. 789. JU4, 195, 196, 197, 199, 200 . ST1,:FAKf:I,LI E MIL IO - ing. - 13, 202, 203, 20tl, 205, 20G, 209 , 19. 213, 214, 2H4, 408, 426, 450, STRA½z1,;1n Gwuo - colonn. - 4,17, H-10 . 527. SIIlILLA MASll':RO PIETRO - asp. S·.r noccm 1:\LFIUWO - sott. - ~no. 91:3. 8TCARDI FRANCESCO . col. brg . SmMEN½A
528. Srrh\ NI
T To'tlnvrAso • pubbl. - · 960.
S1LvA Pm:mo - prof. -- 9fi5. S1Lv1•,STRI :M:Amo • asp. - 913. SIMOKCViLLI VITO - ca,pit. 8D7. S1RCAM SILVIO · - colonn. 526, 528, 530. 8mTonr GUALTIERO - ten. - 902. Sr:r-rA GIUSEPPE - sott:. 910.
fi~ico -
TALBKr M rcnu,E
244, 2"15, 258. TANGANEl.,LI - ten. -
602. 455, 456. ten. - 560, 562,
TARANTO CARLO - tcn . -
1'ARDtvo CESARE -
563, 564, 567. TA1t0zzr 01ti-:S'.rID -
1104 -
79,
tcu. - 902.
INOICfl DIDI NOl\Ir COK'l' ltKUTI
matcm. - 2~, 23, 24, 118, 142, 143, 144, 145, 234. T.\H'l'AG L10 .z z1 MASSIMO - colon n. - 843. TATTI r:;ouARDO - ten. col. - 1072, 10n. T AYLOR - matem . - 153. 'l'EMPl~UIOF - matem . - 154. TmQUR,Yl - 33. Trusro VINCENZO - ten . col. - 1074. 1.'ESONE ÀNTONIO - capit. 897. Tes'rA m MARscrA.'c<o GrusEPrF. b.rg. g·cn . - 529'. TATTI EDUARDO - ten. col. - J 072, 1073. Tm~vEì\"OT MB . 344, 3,15. 'ImEmo GrnsEPl:'r, - prof. - 676. T'1NO½zr Cnoce 0A11fILLO - tcn. col. - 85~l. TrssoT; GG2, fiG3. To1,·ANO Hncl\o - rnagg. - g93_ 1J:0MPOLAN F AVA 0'.rJ:ORINO .. capi t. - S97, 915, 92'1. 'l'OIM.LD(J Dl FitANCIA ORAZIO - gé:h. - 1075. To1i1rnTTA A.r,FRil;DO - gen. 260, 2G4, 788. '.J.'OSTC Àl\IET>EO - pubbl. 1076, 1077. 'l'orrnrcm,LI - fisico - 145. 'L'OR'l'A DmrnN1co - sott. - 910. Tn,, uz1, - rnatem. - 61, 62. T n.1L \ ANTONIO - capit. 91G. TRucc11F.'r'r1 CARLO - capit. - 897. 1l'unLF11Tr GIORGIO - sott. 91 o. Tuzrr R.rccARDO - sott. - 910.
~r::,r.
VOLUMID XII
u
T ,mTAGLIA Nrccor.ò -
70
lJBERTrn CARLO - gen. - 1078. UcoLtNI C1Nz10 - ten. - 902. Ur,erA1'r - prof. - 265. UvA EDUARDO - gcn. - 1080.
V 920. dott. - :I 94,
VAcc:11ir Gws0rpi,: - gen. VAnLEN T nEooort -
2H3. V ALBNT 1u1
ARTCRO - gen. -
787,
788, 799, 810.
9,10. V Au,rnR - matcm . 34, 38, 89, 13G, 142, 170, 176, 23fi . V Ar,m~TID FRAl\CO - t en. col. 1080, J08l. VALFRÈ m BOì\"ZO -
g-en . -
ten. - 902. sott. - 91:I . colonn . - '10~1,
VALIBN'f'E Ù'f'l'AV IO -
\Ì ANNONI GIULIO VA1tA:-11Nr VARO -
1082. m atem. - 187. SrLVw - sott. - 911.
V ,IRIGNON \ 7 Ar.vgLLO
V AT.;'BAN - ing. -
929.
sott. - 911. FnANCmsco - rnagg. -
VECf<J E~ lllCO \.- RCE
VELO EooA1rno -
ten. -
420.
90::l.
V1cmm11Nr CARLO - rnpit. -
897.
Vm1LLI~ - scienziato -- 2G, 29, 40, 42, 46, 55, 57, 109. VwoNI ALFREDO - asp. - 918. VJLLAVF.CCHrA
B1m.'l'RANTJO - gen. -
525. Vrr, L ELLA PASQUALE -
1105 -
ten. -
903 .
Iè'IDICID DEI NO:'l[l CO.Kl'IGNUTI N@L VOLUìl![J) XII
(DJ) LEONARDO - scienziato 22, 144, 190. Vmo 1Lm - matem. - 37. Vr.rALE - ing. - · 784. VITELLI F 1CRRANTB - arch. 927. VITELLI RA1,'1,'AErn - gen . - 787. V1~L~rozz1 l'l:'ALO - capit. - 897. V1VJANI Gruuo - ten. col. 893. Vrzz1N1 CARMELO - ten . col. 1082, 1083. VOLPI M,uuo - sott. - 9ll . VoTJrA FERNANDO - ma.rese~. capo 751, 917. .
Vrncr
Vor.,TliJRRA VITO - prof. -
asp . - 9m. sott. - 9D . ZANO'I'.1'1 I itzro - sott. 911. ZANor:rr V 1NCENZO - sott. - 91:I. ZAuL1 ADOLFO - colonn . 1085. ZAzò A:.vnmrco - sott. - 911. 1/,1,~rru1vrr · . ser·gente - 601. ZIG.NONE F tMNCESCO - fon ditore 929 . Zt.:AN INO .D.LFRl•IDO - giorn. 748. ZANARDO GruSEPP8 ZANCAN1
-i
.
G 1ovANKI -
Z UCCAREU,O
FILIPPO
Z UPPANI
1083,
w
ten . - 903 . prof. - 180, 202,
VOLTOLINA CLODOVEO.
203, 235.
ì iVEL IN -
z colonn. 153, 156, 235 .
] 3,1.
chimico - G3, 75. matem. - 89. Wurcn - 34, 176. W1u, -
'\VoLF I" -
ZABOUDSlU -
capit. -
Nrccor.,ò - capit. -
1084. VOL'l'IDRRA Vl'fo -
-
897, 915, 921.
102, 152,
-
1106
836.
Indice del dodicesimo volume
Puu.
Dedica
5
Incliee tematico ,pe1· il Yolurn<> XII
9
Comitato di R.ccla?1ioue
11
:Premessa .
13
CAPITOLO
L : Parte tecnica .
CAPo I. - Balistica interna, : Sgua1·do storico gene1·a le allo sviluppo della ba listica, intern a cla,lle ol'igìni :fino ai giorni nostri . Periodo d<~ lla polvere nera, . P <~rioclo delle polvel'i infumi §
I . Premessa· Periollo della pol\'ere ll(~ra : Gr an it ura; vivacità
della polveni ; fu nzione di fonnn. · Ri nculo libern · Ra listicrt interna verso il 1870 · R igatura · Hesistcuzc passive · nesistenza delle futiglierie nesist:cnza. degli alinsti · B alistica iuterna sperimental e §
19
IL Petiodo delle poh erì infumi Geucralità . Agenti balistici e ùirimentì · Stabili tit e sens ìbilìtà cli un esplos ivo · Attivaiion~~ ìniziatrìce · Granit ura · Combustione in capacità inVar ia bile - P irostatica - Iniziatori - Esplosione tlì 1° e 2° gr ado - Meccanica degli e1<plosìvi - Nuor i esplosivi - Conservazione deglì esplosivi · '.reorie cli Cha rhonn ier e cli Bia nchì Altre teorie di balistica interna. : dati. pratici · P r essione di for zamento - Studio clel p roietto · Rigat ura - Rinculo li bero Similituùi ne balistica · Fenomeni l1cllo spar o - Scoppi dì
-· 1107 -
19
I'.'<DIC0 DEL OODICE•SIMO VOLUM0
bocche da fuoco - Balistica interna sperimenta le - Rc;;isten1,e delle artiglierie - Affusti e freni - Considerazioni . Noti1,ie bibliografiche e delle fonti per il capo l del capitolo 50° .
4::i
141
O.wo II. - Balistica, est~~rna, : Sguardo storico generale allo sviluppo della, balistica esterna dalle origini fi no ai giol'ui nostri - Periodo dalle origiui a,ll'invenzionc della riga.tura - Pe1·iodo dall'iuvenzione della, r igatura fino a.Ila, guerra, mondiale - Periodo da,ll'inizio clelh1 guerra mondiale tino ll i giol'll i nostti §
§
§
I. Ptemessa - Lu balistica esterna da lle origini fino all' invenzione della rigatu ra - Da '.L'artaglia u Galilei - St\coli xvn e XVlH - L'op<m:i. di Eulero l! di altri Autori del secolo XVIII - Cultori cli bal.istic,1 este rna del secolo XIX
143
IT. L'iuveuziouc della 1·igat,ura - L 'opera di Giovauui Ca 1•alli e del Saint Robert - Del tiro pra t ico e degli strumenti cli pm1,tameuto e per il tiro - Cenni alle soluzioni estere del probll!lllfl halisttico · La bafo;ti<:n estel'lla sperimenLak - I problemi secondari della balistica este!'lllt - Del g iuoco balistico .
157
rn . La balistica esterna dall'ini1,io della guer ra mondiale fino ai giorni nostri.. Pl'emessa - L'opnra rli Giovanni Bianchi, di Ettol'e Cavalli, di Giuliano Ricci, cli Vito Volt<~rra, cli Giovalllli B runo, d i Filippo Ilurzio e <li ultl',i a r t igl ie1·i e sdeu-' zht i - 11 trattato di balistica estern a cli E ttorn Cavalli Calcolo della traiettor ia per archi s uccessivi • Metodi esteri di r isolu zione del · problema. balistico p1·incipale - Del ti r o prntico e degli strurucmti di puntamento e di t iro · llalistica esterna sperimentale e nuovi :strumenti cli misura Considerazioni
J.80
Noti1.ie blblio:sraficlle e delle f onti pnr il capo II del capito lo ;;oo
:tl2
C,,Po III. - Esplosivi : Ultime a,pplica,zioni deHa polve1·c ner-a - Le po lver·i infumi - Esp losivi di hl,ucio - Esplosivi di seoppio - Esplosivi detonanti - P 1·oduzione, consenl1zione, disti-nzione e ut il izzazione degli esplol'iivi
237
§
I. Ult ime a,pplicazioui ll<:ll:1 pol vere nera ndlP a nni
Le polveri infumi adoperate clnrautn la gnen a : la Ba listite e la Cordite - Studi s ulla granitura e sul l'aO:reclclamento delle
-
1108 -
I~0ICJ1J DF.L DODICl'JSDCO VOJ.U'.\{J])
Pcw polveri - Attcnua ;1,iouc del logorio clelle armi - Altre polveri infumi adoperate §
§
§
11. Problema della stabilità clelle polveri - Saggi <li stabilità lll. j):faterie prime per la. fabbt·icazione clelle polveri .
IV. I!;splosivi d i scoppio usati durante la guerra. - 11 Tritolo e l 'Acido picrico - Gli esplosivi al Nitrato d'ammonio - Miseclc ai Clo1·ati e ai Per clorati: m iscdc diverse .
248
V. Esplosivi detonanti per gli incendivi: E'ulminato di mcrcm·io - Orientamento verso nuove sostanze innescanti .
256
Vl. Produzi<me rlcgli es11losivi negli stabilimenti militar i e vri-
:.\'otizie bibliograficl!e e delle fonti per il capo III del capitolo ;,no
IV. - Ma,tcl'iali: Hocd1e da fuoco - Affusti lazioni - Cal'reggio (Hll5-:W)
CAPO
§
§
§
2-!3 246
va.ti durante la guerra - Conservazione degli esplosivi - Distruzione di esplosivi avariati - Utilizz:rnione, per usi diversi, d i esplosivi res iduati dalla guerra
§
237
257 266
Insta,l 2G7
T. Impiego
(li grand i. masse d'artiglieria nella gra nde guerra Evoluzione qualitativa e qua ntitativa elci materiale clell'.i'irt iglieria lta Uana
U. Artiglierie da rn<mtagna e someggiate, da campagna, a ca-
vallo - .Artigliel'ie pesanti campali - .Artiglieri~! P<~santi o d'assedio ; bocche da f uoco antiquate e mo<ler ue : bocche do fnoco cla c:lifesa. e ria costa adattate su installazioni mobili .
208
II1. Artigliel'ic dello j\fari1rn adattate pEir lEi opernzioni tmTf!S1:r i Artiglier ie pesanti acqu istate a ll'estel'o - .I l cannonissimo da 200/100 · Ar tigliel'ie coutrnerei .ArtJglieri<~ dt1 costa - Le bombarde
29,1
IV. Trazione meccanica delle at·tiglierie : autocancggio - Attività costruttiva nel corso della guerra - Adozione in ser vizio, nel dopoguerra, cli artiglier ie <li preda lH~llica .
312
1\'otizie bibliografiehe e delle fonti per il capo I V del capitolo 50°
- 1109
320
INDICJD DE'L DODI C'.IDSii\:[O VOLUMEJ
/>(l!f.
V . - Munizioni (1914-1920) : Proietti - Bombe - Ai'.tifizi di. guerra - Spolette - Cannelli ed innesc:lli Cari.-
CAPO
elle di l:;mcio - Cariche di scoppio I. Materie prime impiegate nella fobbr·ica>1ione clei proietti Processo t1~cnologico cli fabbrkazione - Costituzione struttu-
§
§
:::zi
r ale dei proietti - Proietti in uso : palle, granate, shrapnel, gram1te-sbrapuel, granate a liquidi speciali, scatole a mitraglia - Bombe: per bombarde, per lanciaboinbe, per fucile, per tubi cli lancio, per bombe a mano e petardi .
321
II. ,Artifizi da guerra in uso: Spolette a percussione, spolette a tempo, spolettfi a doppio effetto, cannelli e inneschi per bossolì - Ca ri<;he cli lancio - Cariche cli scoppio .
34G
Notizie bibliografiche e delle fonti per il cavo V del capitolo r>Oo
3Gù
VI. - Congegni ed apparec:chi di puntamento - 'l 'a,volette per il tiro controaer·ei - Calcolatori. per il tiro controa,e rei e da costa - 'l'elemetri e goniometi·i . ~l'avole cl i. tiro - Tiro d i ea,<lufa da.gli aeropla,ni
CAPO
l. Congegni ecl apparecchi di puntamento .
§
§
367
II. Tavolette per il tiro C<mtroaerei - Calcolatori per il tiro controaerei ti da costa. .
§
III. Telemetri e goniomet1:i
398
§
IV. Tavole cli tiro .
40(;
§
V. Tiro <li caduta dagli aeroplani - Puntamento di direzione Puntamento in gittata · Stabilìtà delle bombe e loro CO<'f· ficiente balistico
Notizie bibliografiche e delle fonti per i l capo VI del capitolo 50° CAPO
VIL -
4,!0
Sistemi di puntamento e metodi cli t iro
(1915-1920) §
416
4.33
I . Procedimenti goniometrici di puntamento indiretto Fascio paml~elo dei piani cli tiro dei pe>1zi - Il puntamento indiretto clelle artiglicriP campali, pesanti campali e d'ass<'clio · Puntamento preparato delle batterie da difesa .
-
1110 -
INDICID D1r,L DODICIDSIMO VOLUMID
Pau . §
II. Tiro delle a rtiglierie da campagna e da moutagua : Preparazione del tiro e conclotta cli fuoco - Tiro clelle artiglierie pesanti c:'.u npali - '.l'iro delle artiglierie <l\1ssedio e da fortezza .
443
§
III. 'l'raiettorie grafiche e abbacbi - I periodi di f uoco pe1: il tiro delle batterie d'assedio e cla fortezza - Trasporto del tiro 'l'i ro delle artiglierie da costa
§
IV. Principii e modalità del tiro contro bersagli aerei: Tavoletta di tiro e opera?.ioni grafiche relative - Il tiro delle bQmbardc .
461
V. Cem1i sulla terminologia llei tiri ti clelki azioni di fuoco clell'artiglieria durante, la grande guerra e negli a nni susseguenti
471
§
Notizie bibliografiche e delle fonti per il capo VIJ. clel capitolo 50° CAPO §
VIII. -
Il tfro di eonhoba,tteria,
481
I. Generalit à.- Circolari: Della l "' Arm:1ta (gennaio Hl17); :Monografia. del Comando della 2" Armata (luglio 1917) ; Circolare della 2" Armata (28.H.1917); msultati ottenuti nella Battaglia
della Bainsizza §
479
481
II. Sistemi per l'osservazione di controbatteria - Occultamento clall'osservazione aerea - Occultamento dall'osservazione terrestre - Servizi cli a uscultazione - Osserva.tori tefrestri Circolare della 3=> Armata (1.3.1918)
492
IX. - Servizio di osserva,zione d 'artiglieria, - Suoi mezzi - La, fotogra fi a - La fotogrammetria - La fonotelemetria
fill
C APO
I. Servizio cl'osserva11ione d'artiglieria - Suoi mezzi
511
§ I (A) . Generalità - Le pattugli<~ d'osser vazione e di collega-
mento - L'osservazione dagli aerei - L'opera. del magg. Carlo Ederle - Organizzazione del servizio d'osservazione - Il regolare servizio presso' la 3a. Armata ·disimpegnato dal grnppo osserva.tori · Sviluvr>o clell'organi11za11ione presso le altre Armate - Suddivis ione del servizio - L'opera integratìva dei va.rt Comandi d'artiglieria - I comandanti d'artiglieria delle Armate e dei Qorpi d'annata - Evoluzione clel servizio durante la gnen-a .
1111
511
IN DICO DEL DODIC.0SDI0 VOLUMID
§ I ( B ) . Considerazioni - Osservazione t<.-cnica bil::iteralc - Os-
sel'Va:1.ione monolaterale - L'osservazione nel tiro preparato L'osservazione tattica - La manovra di fuoco - La scoperta dei bersagli - Mezzi speciali sussidi:ciri per l' osservazione § §
ll. La fotogralh1
1!
fi?.G
la telefotografia
Ill. La fotogrammetria
ri70
IV. La fonotelemetria .
Xotizic bibliografiche e clelle fonti per il capo IX clel capitolo
ij()o
@ :{
0Aro X. - Sgtrnnlo storico generale a,llo sviluppo della scienza di impiego dell 'al'ti glieria
1;u3
P eriodo ,rnteriorn :ill'adoziouc delle artiglierie - P<'1·lodo posteriore all'ac'lo:d<Jn e clclle a rt ig-lìerie - .L'a dozione clella rigatura tlt•llc bocche eia fuoco - Lo sllr apuel - L 'a rtiglieria 1lt'lla guena frnneo-genn11nica del 1$70-71 - J..a polvere senza fumo - ,LI fucile a tiro rapido - L'artiglieri a col cannone rinc ulante sull'a trusto - La. g nena ru:-i::o-giapp<Jm!:oC del J 904-05 - La g ucrrn mondiale (la i Hl15 a l J!JB .
fiO.:;
Cwo XL -- :ì\lcr.zi <·hi rnici di impiego l><>llico nell<' nl'tigliel'ie e difesa, contro le Jor o a,zio11i
(i27
1. l'remessa - Tutrodnzlone - Istituziouc e svolgillle11ti del serYizio chimico militare in Italia dal 191':I al 1920 .
G27
§
II. Proietti aù aggressivo chimico - 'l'ipi cl i proietti - li:splosivl §
G3-1
111. Aggressi\·i chimici e loro produzione - Potere aggressi,o e
prodotto ò i mortalità - Il cloro - Il fosfogene - l lacrimogeni L'iprite - Nebbiogeni ed iuccndiari - Loro p r od ur.i one - 'Cst rn 7,·loni e clasi-lftcazioni §
IV. Sgu,n·do generale della g uerra chimica nei va ri l ',tesi csleri -
Aggressh·i chimici e produzioni - Altri mezzi di impiego Impiego di aggressivi ch imici in azioni di particolare imJJOrtanza . V. Organizzazione del servizio chimico §
YT. A.pparec:chi protettivi - i1aschere dei rnri tipi - Nazionali ed e:::tcr e - Principi costruttivi - Cifre <li produzion(\ - Dife~u contro gli aggress ivi vescicatori - L(t clifesa collettiva .
-
1112 -
(i-1-1 (j;}li
Gi58
INDICE> DEL DODICJ.DSIMO VOLUMI])
J>a,o , §
VII, Cenni fondamentali sui principi informativi del ser vìzio chimico - Cenno snlle r iforme e sugli. indirizzi c1dottati nei vari Paesi esteri nell'imminente dopoguerra - Deduzioni
Kotizie bibliograficlrn <~ delle fonti per il capo XT <1<~1 capitolo 50°
()09 07G
XII, - Armi portati li: Le armi da fuoco portatili del nostro Esercito dal 1914 a,11920 - Le armi aereonautkhe impiegate dai nostri dirigibilisti e avia.tori durante la gra.ncle guerra, 1915-18
CAPO
§
I. Le armi da fuoco portatili n el nostro Esercito dal 1914 al
lò20 - Cenni sulle armi nel dopo guerra . § I (,à), Quadro generale della s ituazione all'inizio della guerra mondiale (191-1)
077
077
§ I (B) . Evoluzione delle armi da fuoco por tatili a ripetizione
or dinaria ed a r ipetizione ::rntomatiea durante la guerra 1!)14-18 § I (O) , Le a rmi sussidiarie o complementari
(iS8 703
§ II (D), Impostlizio1ie dei pro!Jlmui r elativi all<~ armi <l.l ·fuoco
por tatili a seguito dell 'esperi enza. del la. guerra 1914-JS
735
Armi aereonautiche impiegate dai uosti.·i dirigibilisti e aviatori durante la grand~~ guerra HJ15-18 .
748
§ II (A). P r emessa
·7'18
§ lJ (J3) . Armi portatili· iVlitn 1gliatrici - Cannoncini automatici .
759
§ Il (C) . Cartucce e proietti per le varie armi .
770
Notizie bibliograficlw e del le fo,nti per il § T del capo XTT del ca-
™
~~o ~
XIIL - Cronistoria, del ruolo te<~nico cl'a,1·t iglieria, e dell'attività degli sta,bilimenti e direzioni cl'a,rtiglierht clura.nte il conflitto mondia,le (1914-1918) Il contributo dell'Istit uto geogn1.fieo rnilita,rP.
CAPO
78:3
I, Generalità snl rnolo tecni<:<i
7S,5
II. Gli Stabilimenti cl'artiglleria
788
-
1113
I:-IDI CID DEL OODICfllS IMO \'Or,u ~rn
III. L'opera clell ' Cstituto Geogr afico ì\Cilittt1'<' dut'aulc la gu('rra 19liJ-l8 al se1·yizio delle tr-uppe operanti sul fronte austriaco e sul fronte balcanico .
S:i8
Nolizie bibliografiche e delle fonti per il c-apo XITT del <·apitolo :30• .
(;9
§
LL : Le Seuole cl' Artiglieria (1 !HG-J ~)18) - Corsi speciali - Antichi AllicYi caduti - Auti<:hi AlJie,·i e<l al tl'i Artiglieri dc<·orati cli )Ie<lng·lia <l ' Oro - La l apide r·icordainte i taciuti - Il Museo Storico clell' Acca cl ewia :1filita1·c.
0API'l'OLO
§ §
§
r.
Cor,so spccinle a ccelen1to .ve1· sottufficiali presso la Scuola militare cli .\loclena (1915-191(;) .
.ll. La HE•gia A<'cndei11ia militare di 'Tori no - Co r:sl pet a llicviufli<: iali effelti. \·i - C'ori::i per nllie,·i-nf(ìciali cli complemento e ùl milizia territoriale - Corsi facoltativi. - Corsi 1:>er allien ufli elali di milizia territoriale - Cor si oltbligatorl - Con;i s peciali - Cor:si P<"l' a llievi provcuienti dai Collegi mili ta ri Corisi per ufficiali uditori - Istrmr.ioue cli aeronautica l>('r allled aspiranti ufficiali di complemento - Corso s traordinario pl·r .sottotc1wnti d'artiglieria di rnilizi:i tcnitodale . TTT. Ae<:asermam<•nto - Aule per lezioni e cli studio - Locali d'i,;tru-
88-1
zionc§
873
VI. Comandanti clelL\ccnclemia. militare . Y. 11 primo catlnto - Antichi AlllPYi della R. Accaclemia mili-
t:.trC' morti in g uena - Antichi Allievi e al tri Artiglieri decorati di i\leclaglia (l' Oro - L 'inau~umzione tld la. lapide ricorcl:rnt e i C'a<lnti - I material i ra.c colti nel Museo Storico dell'Acca-
888
cl cm la )(
s
\ ' T. L:1 Scuola d'applicazione cl'Al'liglieria e Genio .
LU : Jl :.Vf.useo nazionale d'Artiglieria i1n 'l'o· rino (1 '70-1932) · La sua secle nel mastio cl e1la Citta -<l<>l1a - Bi·eve stori.a delln Cittadella cli. T'orino - }Iatel'iali ratc:olti - 1 Direttori del Museo - Prop'oste e voti per il suo trasferimento.
CAPT'l'OLO
§
I. Tras ferimento del :\'luseo dal palazzo clell'Arscnnle a l l\lnstio
della Cittadella - Bre ,·c storia della Cittadella cli Torino .
-
ll14 -
923
IN0ICfl 0 1•:L DODICBSTMO VOLUME
§
§
Pay .
1r Class ifica
dei materiali contenuti nel Museo - Artiglierie e materiali relativi - Mitragliatrici - i\:Coclelli - Muni7.ioui Strumenti per il p untamento ed il tiro - Accessori - Ma<:chinc e utensili per la polvere - Armi da f uoco portatili - Ar mi manesche - Armi difensive - BardatLlre e uniformi - Bandiere e ricorcli - Le bombarde della 2Go" Datteri/I. comarnfata. nella Grande Guerra dal P rincipe Umberto cli Savoia Conte cli Salemi .
III. I Direttori del Museo dal 1893 al 1933 .
Notizie bibliografiche e delle fonti per il cal)itolo ii2°
:n:,: 041 944
Aggiu nta al capit olo trentacin quesimo : Artiglieri scl'ittori e scritto1·i di ma,teri<1 ar tiglieresclte cli<~ collaborarono nella Rivista d'Artiglieria, e Genio da,l 1919 al 1943 ed~\ questa S toria dell'Artigl ieria Ha.liana, .
-
1115 -
94·7
Indice delle illustrazioni Pa,r1 .
Fig.
1. un fumaiolo alto 50 metri è stato fatto saltar e a Charenton,
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2.
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»
1..
in Fra.ncta, per far posto acl u na strada in costruzione. Il crollo è stato fissato n it idamente rla un' istantanea . Snziom~ longitudinale di nu grauo di polvere alla n itrocellulosa pura che p r esenta scr epolature Andamento delle pressioni conispondenti a polveri cli dimensioni diverse Esplosione premat ura della carica int erna della g r:rnata in un cannone da 149/3G, se:u:;;a distacco delle s ue pa.rti . Scoppio <li un c;:muone da 149/ 36 in conseguenza della detonar.ione della carica di scoppio del proietto nell' interno dell'anima in cui rimase incastrato . Scoppio precoce cl.ella gr a nata in nn cannone da 149/36 quando il fondello si trova va poco a vanti della sezione trasversale di frattura Scovpio cli un obice pesante carnpale da 140 1...:ancl:,uneuto della t 1·a iP.ttoria secondo il Cavari Grafico .
10. )> 1J . Obice cla 149,fl2 mocl.. J.6-18
12. Cannone da 149 A 13. Cannone da J.49 S, con a1'1'nsto Garrone . 14. Mortn iÒ da 210 su afCusto con sottofusto a. p iattaforma , 15 . Mo rtaio da 210 s u installazione De Stefano . J6. Obice <la 305/J7 (Installazione mobile 017 a grande settore) . 17. Obice da 152 inglese . · 18. Ca rwonissimo cla 200 mm. lungo J.00 ca liùri studiato e c·ostruito d alla Società Ansaldo 19. Cannomi da 75/Z7 A. .v. (per il tiro contraerei) 20. Bo1nharda cla 240 . 21. Obice da 75f13 (P.ll .) . 22. Obice da 100/17 (P.B.) 23. Obice da l49/J2 (P.R.) 24. Cannone cla 152/37 (P .B .)
1117
n 78
SG 121
121
12'2
12r: HS 1G7 1n 2Ti 284 285 28fj 2S7 292 298 300 302 810
315 3lG 31G /317
IKOICEl DIDLLE ILLUS'l' RAZIONI
Pay.
Pig. 25 . ~IJozzlltura dei lJicehieri clei proietti n, caldo )) 2G. Costituziouc strnttmale dei proietti . )) 27. '.tipi di pn,lle cou cappu ccio impiegate clall"Attip;lieria Italiun,1 l> 28. Grnnate ordinarie e granate-mina . )> i9. Grauatc torpecliui e granate perforanti . )) 30. G1·anata a frattura prestabilita e grnnate clirom11enti >l m.. Shrapu<~l e granate-shrapnel )) ::l2. Granate a liquidi speciali . )) 33. Scatola a mitraglia . » ,H. Bombe <la bombatela da 240/ li'7 Cl >) 3(;. Bomba italiana lauchtbombe Stoke;;: . )l 30. Bombe da fucile . » 3·7. Bombe con tubo di laucio, bombe a mano e petardi >) 38. Artifi1.i per s~,gnalDzioni a distanza . » 39. Spolette n. percussione l' 40. Spolette a per cus"ione >l 41. Colona. Orazio Cuenitore . )> 42. S{)olette a petcussione >l 42.. Prineipali tipi <li iuneschi . » H. Colouu. Giuseppe Cortese . ll 40. Ca nn elli ecl iuue;;chì pet bossoli >l -1/j. P l"iucipali tipi cli cartocci . >) -JT. Ca1·:tlletto svst.egno <lPll'llPJl<ltecchio <li 1n111t,1meuto per cannone da 152j40 . )) 4S. Cougcguo eleYa7.ioue obice ao.:i/17 . >) 49 . Al7.o inclipeud!:mtc n linea di mirn iud ivenclente (tipo ::5lwcla) )) 50. Sistemazione ad aJ7,o iudipcnclcute nell'obice <la 152/13 . )) ùl. Sistema7.ione ad alzo indipendente nell'obice da lù2/13 . )) 02. Sistemazione a linea di mira indipendente per tiro co ntroaerei )) 53. Congegno cli direzione ucllll s istemaziouc a linea di mira indipendente per tiro controaerei . » [,4. Installazioue per t.iro coutroaerei clel 75/Hll e del G5 mont. )) ;ifi . •ippanicchio di mira del 7ù O. K . . )l Gu. Tncli.catore delle clistan1.e nel congegno del 7(; c . K. )) iii. 'favo!<> ).Jrevisoi:e del magg. Gala. Mod. ,37 . ll G8. Goniometro mod. B ver batterie campali . >> :iS a,. Gouiosta<liomet1·0 [ 1 base orizzontale Braccialini . ll 00. Col'l'e?:ione per il dislivello batteria-bersaglio » GO. T avola di tiro rno<lerua per cannoue cla 152/37. )) (il. Urafico della correzione . >l G2. Scale di !:~q ui valcnza . l> ()3. Tn.1g-11,.1.nlo cli puntamento mooello Pricolo >) G4. Le tre fasi ddl'operazione )) (i5. 'l:raguardo mo.dello Pdcolo
'
1118 -
32(i
3~0
,3:3(i 340 34 1
341 842 X-1:l 347 348 34!)
351 30,: 35(i
35S l.lGO 301
371 ::Jì2 87:i !:)78 379 ,JSO 3Sl 383 385
~su a9J 403 405 ,101 410
4JJ. 411 'i l!) 42]
423
INDICfil DltLL.0 ILLUSTRAZIONI Pa,g.
F ig. GG. Puntamento col contasecondi a ritorno mocl. Pricolo >i \ii . S<.:lwma cli tavoletta di tiro contraei:ei . » ()8. '.L\wolctta di tito (specchio c.cmtrale) >> ùH. Tabella dei posibili errori telemetrici e grafici >> 70. Battaglia cl.ella. Ilainsizza: postazioni rlellc artigliede nemiche individuate e riscontrate . » 71. Stazioni di ascolto >> "72. Posizioni degli osservatori >> 7:~. Quadrante cli orologio . » 74. Il maggior e d'artiglieria Carlo Bderle, Tspetto1·e clegli osser vatori della. 3•· Armata » 7i:i. :VIeclaglia assegnata dal Ministero della Guerra ver le gare annuali di stima delle cljst(lnze. >i "7G. C:ipit. Mario Gi:aglia . >> , 7. Ten. Paolucci De Calboli Fulcieri, :VIeclaglia c1·oro ii 78. Grafico ii 7!l. Grnfieo J> SO. Grafico » -81. Grafico o 82. Grafico >> S.'3. Grafico i> &!-. Grafico J> 85. Grafico JJ 8G. Grafico » 87. Grafico i> SS. Grafico >> 89. Mario wfauri½io Moris >> 90. Tenenti Ma.lingher e T;,1rdivo e sig . .Yforett.i » 9J. La Val cl' Adige (esempio cli panorama. fotografico) >l 92 ..Il contraffor te ddla 1:'etit T urrà. (esempio di telefotografia.) . )> 03. 'l'en. Iug. Attilio Ranza . » 94. Ing. Ermeneg-i1clo Santoni . » H5. Stereocartogra fo Santoni mocl.. III (costruito da lle Otiicine Ga.lileo) » 96. Paolo Bjgnami, Pietro· Cardani, Antonio Gal'basso >) 97. Prof. FrauCl:SC<) Severi » !)S. I.ng. Ernesto Moutù » O!J. Grafico >> 100. Craùco >> 101. Grafico >) 102. Grafico » 103. Grafico ii 104. Colonn. Lorenzo Penna ii 105. I'ipi di proietti a.cl aggressivo chimico
1119
424 4(i4 4G5
408
490 ,19n ,H)!l
509
5l7 510 521 522 , 5:38 540 541 542 54-1
544 54(i
:348 549 553 554 5(il 5G2 503 564 5GG 5"73
575 576 5"77
5"79 580 581-l 58G
59~ 506 628 6H:3
T:S.-Dl ('Vi 01'lLLVi H,LDSTl!A¼fOl\I
Pao. F ig. lOll. 1> J07 . » 108. » 10!l. » lJO. »
lll.
» 112. »
» » » » ii
1J.3.
11.J..
11.;.
llG. 117. 1.18.
» 11!). >i
120.
ii .•
J21.
» 122.
Ca 1·i<;amento cli J)roietti acl aggressivo (:llhnico ì\laschern p1•r cavallo . :'1Iasc:hcra perfC'.tionnta del dopoguerra Mitragliatrice I-Iots(:llklss mod. 1914 :'liitraglìn trkc S. Etìenue mocl. 1907 . ìlfitragliatrice SC'llwat·zlose mod. 1907/ 12 :.\lilragliatrlce leggera S.I..l. mod. 1918 Pistola Reretta mod. 1915 cal. IJ . Cartuc<'e :speciali Cn rtuc-ce i:;peciali ilomba B.P.u. Bomba C:nboue tipo C nomha difrnsiYa S.I.J?.:re. Bomba difcusha F.x(·(•l.sior J:'(1 . Bomba unil·ersale aust1·iaca l 'etarclo oa;eosivo ·1lpu T hi n,uot :--p('Z7.0lle
MS 6(17
67S
683 68: ~
684 lj!){i
.01 702 703
706 70T i'Oi
70!,
ìlO 71 2 7]:)
» 123. Bomba eia fucile lkuaglia » 12-1. Homba cln. f ucile lle rtoue ii 12:5. Raccbetl:[1 granata l'omn » J2(i. Lanciabombe l\:IinnC'clani ii 127. L:mcialorpcctiui nettiea ii 128. Lnnciaboml.ie F.xN•lsiur
7H 7):i
717
720 72.:1 i 2-!
» J:!9. ::Spoletta a <·011cussi01w ti po A llw:iys » 130. , poll'tta a concn;:sionc tipo Olcrgon . >> 131. ~poletta n h•m1)0 per bombe da 8tokcs li rio Mills )> rn2. T.nn ci:iùoml)e rla rn mm. Stokcs >l 13:l. Humba ita liana con s poletta OJ<,1·gun » 134. :'1Iitraglh1lrice lE>,ggera Fiat mod. 192{i >> 13.i. ?lfitr,tgliatrice legg<'1·a Ured:1 H. C . >> 1:lli. l\loschetto 111itrng1.ì:1torc Breda mocl. 192!) 1> rn,. ?lfit.mglia(1·k~· S<:oUi • fsotta-l•'rasrhini <·al. 20/70 moti.::!) ;;n al'. fusi.O campale
72:7 72S
, 2!) , 29 7il0
740 7-12 74:l
747
1:IB. Particolal'i c·n ra tlerh,tid della spol<>tta ilali:rna H. 'f. >) 13\l. Traguar<lo mocl. JD » 140. ?lfisnra <klla velocit:'1 » Hl . ~trumenlo ind icante le corrf'laziou.i degli enori <li dirC".tione t• di ùeri \ ':l . )) 142. Appa r ecC'hlo Capron i 350 HI' armato cou mitragliatrice Fint » 143. ì\litragliatrlei automntìche Fiat abbina.te
,1;~ 7G4
» H ·l. J'istola milr;1gliatricc per c:arluccie rcgoltHnentari della pistola automatica mocl. 910 . ,) 14f,. Cn nuouclno nutomntiC'o Fiat dn mm. 25,4 i> HG. Cannon<'ino i<emi-an(.oruatico da ::!7!40
765 767 7G8
,,
-
1120 -
7i'i::
756 7G7 ìi'iS
I :\ DT.CEJ DDLUJ ILL U STRAZIONI
F ig. 147. Spoletta ultrnsensi!Jile a percussione per gl'anata da mm.37 e da mm. 25,4 . >l 148. Spoletta a. coucussioue per granata eh mm . 37 e cla mm. 25,.J: ll 140. Collimatorf' a g l.'iglia per mitragliatrice Vickers su Hauriot (installazione centrale) » 1.50. Cougegn.o cli puntamento per mitragliatrice fissa . )l 15J. Montaggio tiella culla dell 'obi<:e da 80::i moct. GaJ:l'Olll:' n l :i2. Cortile ptincipalc dell'officina costruzioni di To rino )l :153. Heparto la vorazioue meccanica bocche da fnoco » 1:i-!. Veduta p1111c)ra mica dello Stabilimen to . )> 1::iiJ. I nterno cli Arsenale . » 15G. Sviluppo delht potenzia lità e della pi'oclnzione (lfJJ;3-1.8) )) l:37. Edoatclo Nasi >> lùS. Sott. i\:Iar co Semenza . » 1,ifJ. i.\ fouu mento cretto nel Cimiteto di Piacenza dalla Direzione cl' Ar(·igliel'ia alle Vittime dell'infort unio clell'll dkcmb rc 1H17 )) J.GO. Cai:lo Uerillo >l l (il. Alessandro Gorin i >> JG2. Augusto .l!'lottei:on » 1.(;3. Vincenzo Mur icchio » 1 G4. Enr ico Banclini . » 1Ci5. Giuseprie Uoscini (Topografo) il 16(;. l!'ortunato Senno ('l'opografo) )) J.G7. Heparto disegnatori cartografi >> l(jS. Alfredo ] 'iechtor ('l'opografo) >> J.G!J . Generale Giustiniano Rossi, Comandante Scuola militare di i\:Iorlena . » 170. R . Accadrmia militare cli Torino. Ingresso p ri ucifmlc . )1 171. Comao.clanti della R . Accadewia militare cli 'l'orino » Ì72. Ge.n era li c:aclu t.i già Allievi della R . Accademia militar ci tli Torino » 17~. lifti.ciali. Super ior i appa r tenenti all'Arma d'Artiglieria o da essa pro\·<miemi, già Allievi della R . Accact<~mia militare di 'l'orino . » 174. id. id. icl. icl. >> 175. Capitani apparteuen t.i alt 'Arma cl' Artiglier ia o cl.i essa provenienti, già AllicYi della H. Accaclemia rn ilit;1 r t· <li 'l'orino " 17G. id . id. ili. icl. » 177. icl. id . icl . id . >l 178. id . i<l . id. icl . )) J.7fl. Tenen1'i apvarteu<~uti all'Anna d'Artigliel'ia o cla essa 1n·0Ye.nle)_1ti, fl:ii1 Allie,·i della R . Acr;1dcmia milit::u:e di Tor.ino ') mo. icl. it'I . i:l. i:l. id. id. id . )} 18.1.. irl. irl irl . )) 182. id . icl. id . id . icl. id. » 183.
71
11~1
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77(; ·i 78
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795 800
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J :NDICID DE'L .LI') H ,LUS'l'HAZ IOKI
l ' ig. 184. Tenen t i appartt- nent i all'Ann a d' Arli glieria o tln essa proveni enti, giit Allievi della R. A<:cademiu milital't! 1li Torin o . » 1S.:;. Sottotenenti appartenenti all'.l.rma <Llttiglicria o eia essa provenicnLi. g ià Allicri della R. Accademia militare di Torino [(1. )) 18U. 'i(l. id. id. jd . >> lS,. iù. id. id. )) 188. id. icl. icl. Id . o JS!l. id. id . id. id . J> l ùO. ili. id. h l. i<l. i(] . ìcl. icl. id. • IITT . )> 1!)2. icL id. id . iù. [(l. )) J!)i;l. itl. id. id. >1 l!H. Aspimnti Uf fkiaJi cl'AJ't iglicria appartenen ti all '..,\ rma o (la essa proveni enti, già Allievi della R . Aecaclemia militare di 'l'orino >) 1u::;. id. 1c1. id. id. >> H)(;. l<l. id. icl. itl. » 197. E x Allie vi della R. i1ccademia milila 1.·e cli Torino, decorati cli i.\Ieclaglia d'Oro » 1!). id. id. id. id. )> l!J!J. Art iglieri non pro ven ienti· da lla. R. Accaclemia mi litare di To· rino, clccorati cli 71:Ccdaglia d'Oro . » 200. id. id. id. id. >> 201. Lapide ricordo degli ex Allic,·i della R. Accademia caduti nella gr auclc guerra l) 202. Cerimouia sco11rhneuto lapide ai Cn<luli >> 203. Facciala esterna e ingresso princip.1Je della Scuola d'-\pplicazioue d'Artiglieria e Genio » 204. Sacrario <l~}i Ca.clnti alla Scuola d' Applicazione tl' Ar tiglie1·la » 205. CittaùcUa di 'l'orino . » 206. La Santa Barbara >J 207. i\iaslio della CiLtadella » 208. Capitnuo l!'rancesco i\'.[or ouo » 209. La lapide dedicata al coloon. Enrico Gonn<'lla » 210. Gen. Amedeo .c\ siuari di S . Marzano >> 211. Umberto Agostont ,, 212. GiusPJ)pe Aiello . » 213. Hoberto Allara . » Zl.4. Giuseppe .\ngelini >) 2Lu. Feclerl co Ar paia . >> 216. :vrario Astuti » 217. Mario naclini R ossi » 2lS. Romolo l3aggio . » 210. Riccardo Balocco » 220. Curio Barbasetti di Pruu
1122
!lO;; !JO;J
!lù.+ IJOG !)(}(i
9U7 !H)8
900
IJlO !lll
911 012 9.18 IJU !Il:;
!llG Hl7
018 !)JH
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I1'0JCE OIDLT,ID lLLUSTRAZJONI
Pa11.
9(12 !lU3 !l!Ì'i !)ti7
Fig. 221.. Antonìo BaRl'<O )) 222. Gino :Uattagliui » 223. Pietro Belletti )> 22±. Paolo nernrd i » 22.3. Curio Boffa » 22G. i) 227. >> 228. )) 2'29.
» 2au. i>
2:.n.
» 282. >> 233.
2::-1. )) 235. l> 2:J(i. )l 2:l7.
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239. l> 2-JU. » 2.jl. >)
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» 2(i2. » 203. »
9G8 9G9 970 972
Domeui<.:O HOlia°C<.:O l'Si
Am-elio Bontempelli Cnrlo l.losco Brunetto Brunetti Homeo }far cE'llo Camèl'il Giovanni Campagna Loi:euzo .O amtti (.ì iuseppc Cari)itella Angellc:o Carta . Antou1o Carusi . i\Iousignor Em·ico Carusi . Giacomo Castagna Giuseppe ìl'.faria Oa!:a1hmro Xu.nzio Cavicchioli Renato Chappuis Henato Ciouci Ferdin.1udo Coua Giuseppe Dc Stefauis lr1·an<.:<'$CO Fiora Aldo l!'oà Giovauni Foutaun .1!'1:ancesco Ga.lauzlno Emilio Gara Yelli Fernando Gclich Gerrn:sio Gcntini Gaetauo GitUdiuo Gui.scar<lo Gigli F.u ri co Guid o Gfrola Mario Guidelli Gi useppe .ra copettl Luigi Inclrir,:d Carlo Adolfo Jacblno Alberto Laudi Frnncesco Ln.viano Attilio Lazzarini Giorgio Liuz;,;i Angelo i\faglstri Lodovico J.\falavasi
973 !)75
977 !)78 !JSO
981 983 984 !)83
986 987 901 9H2
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2(i4. Yittorlo :\lara vigio
1123
INDICD DDLL'0 ILLUSl' RAZIONI PC~[! .
1029 lOHl J033 103;, 101.18 1040 1043 104'1 104ii
Fig. 2cm. Francesco 7\farclliouui » 266. Giovanni Marcia ni » 2G7. Giulio Mcic >> 268. Mario Me.ne,:tr ina )> 269. Ecloarrlo Monti » 270. ;tlfario Mori >> 271. .Arna l<lo MÒrricone >J 2·12. 'l'adcleo Orlando » 278. Antc>Uio Orsi >> 274. Emico Orsi » 275. Cesar<~ I'alla.viduo )> 276. Vittorio Pallieri >> '2:i7. Giuo Pavari >> 278. Giovanni I'iacc1nadio » 279 . .l!Jmilio Piuto » 280. Giovanni Pivano " 281. Giuse11pe Polacco >> 282. Alfredo Polsoni )> 283. Alberto Pometti » 284. Pier Giulio Properzi )> 285. Sal v:i.tore lbuclino )> 28G. Vittorio Re » 287. Francesco Rol uti » 288. Carlo Romano » 2.S9. Pier B a ttista Salvi l> 290. Antonio Sorice )) 2!)1. Benvl~nuto Sper anzini » 292. Umberto Spigo » 293. Gniclo Spleudorelli n 294. Eduardo 'fatti » 20:3 . Vincemr.o '1.\ isio )} 21.Hl. 01·azio Toralclo <li ]'rancia » 297. Amedeo 'l'osti " 298. Carlo ·ubertis » 299. Eduardo Uva >> 300. Franco Valente >> ,:\01. Varo Varanini >l 302. Ca rmelo Vizzini » P.03. Vito Volterra
-
lMG
1047 10,18 104!) 1050 1051 1053 10.:,4
JO::m 105G 10::;s 105f) 1061 1062 10(;3
1064 1068 lO(i!J
1070 10'71
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1074 1075 1077 1078 1080 10Sl ]081
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1124 -
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