STORIA DELL'ARTIGLIERIA VOL 15

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COlVlITATO PER LA

« STORIA

DELL' AR'fJGLI ERIA

ITALI ANA »

STORIA DELLA

A.R TI GLIERIA ITALI AN A

PARTE V (DA.L 1920 AL 1943)

VoL. XV (L'E",OLUZIO~E DEI CO~ CETTI D'L\CPIEGO, DEL TIR< DEJLLA TECNICA E DEI :.\:CA'l'EJUALI)

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EDITA A CURA DELLA BIBLIOTECA D 'ARTIGLI ERIA E GENIO

ROMA 1953


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PR l~MES SA

Con1-enso nna,nirne cli Artiglied . e di ;11nmil'atori e ,nnici dell' Ai-ma d ha indotti a proseguire fa Sto1fa d ell'Artiglieria Itflliana oltre il termine deHa pri.ron gu erra mon dial e (191 4-1918), a. cui si arresta, con il XIV volmne, la compilazione disegnata e compiu t a, dal Gen. Cm·lo Montù . La Stori!1 è la Yita stes a che flui sce coutinua; suddividerla in sezioni è al'lifi<:io necessa rio solo pe1· comodità di studio; ma vi sono tlei sol chi o iJ1gorghi o svolte sulla linea dei qua li il destino attna i uoi rimaneggiamenti più profondi e dell'rmin a, hn'vio ng-li eYeuti nuovi. 'ra li per noi il l!ì19 e il 194-3. Ft11 queste clne date è certamente un' epoca swrita con in dividualità di stin ta e carntte1·ir.r.ata . La storia generale ne hn. già, ini:r,iato l' esame , ma ·ancora con la passione di chi l ' h~ vi suta , di chi la sente YiYa nelle su e carJ1i e nel s no spfrito. :Koi faremo invece un grain:de sforw per distaccal'd il più -che ci s arà possibile dalle pa$sioni contingenti onde poter compiere un l avor o sereno di an alisi e di sintes i - tn el campo limitpto dei n ostri studi che 1100,1 implichi un giudizio - ancora sicuramente prematuro - ma che r itrovi almeno u n insegnnmento e riveli ai nostri occhi a,n siosi di luce, una luce, quella della fede nei valori eterni clPJJa P atda . che illuminò noi stessi e qnan:ti con noi ,p ercorsero i.l n on bl'eve qimmino . P el' c:onsegnar e la face che non si pegne a coloro che via via prea1dono il nostto posto : VITAI LAMPADA TRADUNT.

La pl'ima guerrfl mondiale si concluse con la battaglia di Vittorio Veneto. La storia cl'Itnlia non ha p aginv più lmuinosa -- IX -


f'lU:.\IESS.-\

di quella nella quale Vittorio Veneto è scolpita con lettere di sangue e di fuoco . Bisogna risa.lire aJl'epoca di. Roma, forse . « Vittorio Veneto - scriverà nel UJ27 T . Sullivan del 232' Reg-g-ìmento americano, s nl « Ooast. Artillery Journal » clel 1° settembre 1927, fu la prima grande battaglia di tutta la storia, perchè vi si impegnarono direttamente due milioni di uomini e fu l'unica vittoria. decisiva di tutta la guerra. . ..Se da una parte lo spirito risolnto animava gli italiani, dall'altra l'esercito a.ustria.co aveva molte ottime qualità ... tutto erµ. già pronto per il 16 ottobre , ma il ritardo fu assolutamente necessario per le <:Oill!dizioni del Piave in quei giorni.. . una qualsiasi operazione militare si {leve giudicare dai suoi risultati, e se questi furono quelli cui il comanélirnte mirava col suo piano di azione, è giusto che egli ue n.bbia il merito. Ora i risultati della battaglia: cli Vittorio Veneto furono : - l'eserdto nemico totalmente distrutto; - disponibilità. di tutte le riserve territoriali austriache , di tutte le strade, vie d'acqua e ferrovie (compreso il materiale rotabile) per traSJporto di tru1ppe verso la Germania; - vero aggirameu,t o .éJel fianco sinistro della Germania; - circa 50 d ivisioni ·d i truppe aggue1'rite disponibili per agire contro i tedeschi attraverso il Tirolo e Salisburgo. Presciindendo da questa vittoria degli Alleati, la Germania avrebbe potuto fare una sostH indefinita sul Ren o; dopo Vittorio Veneto dò era impossibile)). Sulla soglia del 1rnovo periodo storico che imprendiamo a trattare, troviamo dunque questo immenso alone <li luce di cui forse gli italin ni tutti rinrnsero abbagliati cosi da smarrire la stra.da. Ma il destino forgia i popoli e la loro grandèzza attraverso le prove più dure e le più alterne vicende. Bisogna serbare in ogni caso il cuore saldo : cc fortia patj et facere romanun:i est)). }~ comunque non climenti.ca.J.'e. Del resto, a1,on Ja buona o la cattiva sorte incorona le vieende um1:1ne del lauro della glol'ia, ma il travaglio dello S[Jirito, il sacrificio serenamente compiuto ~1el 1pi ù puro disinteresse e nella luce di una idea grande come quella della. Patria. E tale -X -


PR!iì?i1J))SS A

dconoscimento, espresso dalle pagine cli qnesti dn<' Yolumi. è rivolt o agli Attiglieri partecipi degli ultimi eventi clel la nosfr,1 Storia Perchè le genera1.ioni nnove sappi;11no tutta In passione <li qu an ti nell'A r ma li hmrno preceduti, perchè i Yecchi a r tigli<'l'i sentano ·che anche per ]oro la Storia ha nna voc:e, che nmd e giustizia; perehè i 'Morti rivivano nel ri cordo e abbiano pace nel l'icono rimento del loro valore : quesfa finalità desidc1·iarno ('he sia intesa e nlol'izzata da tutti, perC'hè t utti sentauo il dovere di nu1irsi in spiri.tnale. solidarietà, in tomo nel un 'open1 ove si incont1·eranno <·on i compagnì dell'ultima guerra; e pe1·cht· t utti tl'ovino cun(or to nella constatf1zione che « Senvp·re e dov1111qne >> l'.Artigliel'ia italiana si è fatta onore, cd è stata 1pari a sè stessa e allu s ua tradizione. E ·come via tico aUa nostq1 Storia assnrniarno il Bol1ettino di gnerra. n. 126S del 4 no,-emb1·e 1918 - ore 12: cc La guerra contro ]'.Austl'i,1-Ungheria che, sotto l 'alta guicl a di S .M. il R e - <fo ce supremo - l'esercito it;:tlia010 inferiore pl"r nnmero e per mezzi i niziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace Ya1orc condusse ininterrotta ed asipl'issin1a per 41 mesi, è vinta . La gigantesca baHaglia ingaggiata il 24 ottobre ed ulla quale iprenclcvano parte 51 divisioni italiane, 3 britanniche, 2 fr:rn<!esi, 1 ccco-slova<!ca ed 1 reggimento americano, contl'o G3 clivi.sioni austro-u1ngn rkhe , (\ finita . La fnlminea a1·ditissimu avan zata sn 'l'rento del 29° Corpo della. l " Annata, sb~rrando ]e lineee delJa 1·itirat a alle arm ate nemiche del Trentino, travolte ad occi-clen,tc dalle tr uppe cle]]a 70. Armata e ad oriente da quelle della 1" - 6"' ·e 4"', ha detetminaì.o ieri lo sfacelo totale del fronte avve1·sario. Dal Brent~ al Tol're l'inesi tibile slancio d<>lfa 12", dell'Sa e della 10" Armata e de1le divisioni di cavalleria l'i<·actia sempre più indietro il nemi<:o fuggente. Nella pianura R.A.R. il Duca <1'Ao ta .,1va,n za l'llpichtmE:: nte aJl;i testa della Sun in\"itta 3" Armata anelame di ritornare sulle posizi on i cla essn gloriosamente conq11istate che mai nveva perdute. -

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L'esercito i3nstro-ungarico è annientato: es, o ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi. giorni di lotta e nell'inseg uimento; ha perduto qu~n1'itiì. ingentissime cli materiali cli ogni sorta e pressocchè per in tero i suoi magazzini e i depositi; ha lasciato finora nelle nostre ma1ni circa 300.000 prigionieri con interi .M. e non meno di 5.000 cannoni. I resti ·d i quello che fn uno dei più pote1n ti eserciti ,clel mondo risalgono in disordine e sen:ua S[)Cranze le valli chl.! avevano disceso con orgogliosa sicurezza . - Gen. DIAZ >>.

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XII -


P REJM K SSA

S.

tvl . il Re d' Italia il 15 g iugno 1920 conferivo olla Bandiera dell' Arti-

g lieria lo medag lia d'oro al voler militare con lo seguente motivazione : "Sempre

e dovunque con abnegazione prodigò il suo valore, la sua perizia, il suo sangue, agevolando alla Fanteria in meravigliosa gara di eroismo il travagliato cammino della vittoria

(1915-1918) .,.

XllI -

per la grandezza della Patria


PH0?1[1i:SSA

La Bandiera dell'Ar tiglieria durante la prima guerra IDOndiale, fu trasfer ita in zona di guerra e data in consegna al Comando Generale ,dell' Armll irn: Abano, ove r imase :lìno a dopo la Vittoria,.. Qua11do il Comando Gen era le dell'Arma dovette sciogliersi r. to1~na1·e a Romn per smobilitazione, il Ministro della guerra stn bili che la Bandiera riman(>sse con le truppe schierate sul ra ggiunto con:frne e venisse. rimessa al Comando della TTI Armata . L-a solenne cerim0111ia ebbe luogo a Trie te il 3 l ugli o 1919 nelJ a. Ca serma, Oberdan. La consegna della Bandiera a S .A.R. il Duca ù'Ao:::tu. comandante la. invitt11 III Armata, venne fat tl-l da S.E . il tenemte generale A . Dallolio cornanda 11te gcne1·alc cl ' Artiglieria , nlla presenza dei ·valorosi artiglieri del Carso, di Gori7.ia , del P iave, nonchè dei 1·appresent anti delle Armi sorelle. Il 29 cli gernnaio del 1920 lil gloriosa Bandiera dell'Arma ritomarn alla sua sede <li Roma presso i1 3° Reggimento cli Artiglierin da fortezza (poi ' Reggimento cl i Art iglieri a di C. ,cl' A.). 0

~ el 1!)25 si l'cse necesspr io il cambio clel drappo della vecchi a, glol'iosa Bnn·cliera. La sol enne cerimonia si svolse in R omn il 15 giugno nel cortile della Caserma Macao, alla pre. ooza dri S.A.R. il Duca d:' Aosta e cl el Generale cli divisione a tlisposizi one per l 'Arma cli .A 1·tiglieri~ Vittorio Buffa cli Perrer o.

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XIV -


Fig. 1. -

Cambio del drappo cleDa Ihncliera ()!)25) .

F ig. 2. -

L a Daudiera riuuo,·ara .

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XV-


PRE)1ESSA

+:· -~:-

%

Con decreto 11. 2043 pubblicato sul G.M., dispensa 65a del 12 dicembre· 1935, fu concesso ai reggimenti d'artiglieria l 'uso dello Stend)air'rdo, conforme a quello adottato per i reggimenti di cavalleria. La Bandiera. ,dell'Arma però restava e continuava ad es3ere affidata all'8° Reggimento art. cli O. d' A. dì stanza a Roma.


OA.Pl'l' OLO PRIMO

Que stioni ge n eral i A , L'ASPIRAZIONE ALLA GU ERRA DI MOVl1'V\ENTO. 'B . L'AR.TIGLI ER.IA NELLE GR.ANDI UN ITA' (IN PARTICOLARE NELLA DIVIS IONE). - C = STUDI E PROPOSTE P E R. UN RA• ZIONALE RIORDINAMENTO TATTICO DE LL'ARTIGLI ER IA.

A L'ASPIRAZ IONE A LLA GUERRA DI MOVIMENTO 1. , Crite ri generali per il riordinamento dell 'artig lieria. S upera re la forma di g uerra stabilizzata. - 3 . . La prevalenza de lle armi de lla difesa. ,........,, 4. , L'accompagna mento dell'artiglie• ria. - 5. • Concordanza di opinioni anche neg li eserciti esteri. Il cannone per fa n teria. - 6. , Le nos tre prime istruzioni tattiche e l'accompag name nto. - 7. , Le nostre Scuole Centr ali Militari e la cooper11zione del/e armi. ,......., 8. = Il combattime nto come fatto uni• tario. I limiti de l.le possibilità dell 'artiglieria . 9. , Le tendenze italia ne. - 1 o , , Rag ioni che g iustificano l'ace. mat. - , r. , Diflh denze italiane per il carro d 'assalto. --.. 12. • Compenetrazione di azione dei mezzi di art. e di fant.

2. ,

--,I

1. - Abbiamo esposti 1nei Volumi dal X0 al XIV0 i concetti che presiedettero all'imp iego dell'a1'tiglieria durante la lunga guerra , sui val'i fronti e più Sll)ecialmente sul nostro, dal 1914 al 1918, e il parallelo sviluppo del matedale e deJl' organizzazione dell'Arma. Si ha. così nei detti volumi un qnacl ro che costituisce nei suoi lin eamenti essenziali la base di partenza per il ll;lvoro di studio che si compirà, a guerra conclusa, per stabilire quanto dell'esperienza recen te potrà. ancora considerarsi vi.vo e vitale per il caso di mna nuova guerra . -- 1 -


QU F:STIOXl G0XERALI

Il l avoro di studio uaturalme1rte non potrà, isolare quanto riflette l'arma, il suo impiegc,, i suoi materiali, i suoi ordin!)menti, ma t utto questo considel'e rà in armonia con l 'inclfrizzo gener ale dell a dottri1na di guerra, con lii tattica delle altre armi, con lo sviluppo della tecnica dell'armamento e con l'apporto che al fatto militare conferisce costantemente _il complesso di ipotenza civile che si assomma in uno stato moderno. Argomento fra i più appariscenti e più significativi è costituito dai materiali. Dappertutto operano diversi fattori, che r apiprese.n,tano esigenze insopprimibili : uno è lf.l realtà di fatto c·ostituita dai mf.lteriali ereditati in quantità ingentissime cl alla guerra appena ultimata e che s0010 costati sacrifici immani; altro fattore è la r agione politica-eCO(n,omica per cui 110n si può pensare a nuovi sforzi costruttivi o all'impostazione di nuovi complessi (Programmi f.l realizzazione vieina , opponemlosi la coscienza com une, stanca di guerra e mal disposta a ulteriori sacrifici, nella urgenza di altre e immediate !necessità ; altro ancora è il motivo tecnico e t attico per cui alla ricostruzione dell'armamento sono ([}ecessf.lri l'affermarsi di un nuovo, chiaro indirizzo tecnico che i.a gi'ustifichi, e una finalità d'impiego che la renda i111eluttabile. Per quanto riguarda l'Italia, ci si trova in presenza di un a cospicua massa di materiali d'artiglierift costituita in buona parte dal nostro materiale r esiduato dalla guerra, e, in parte noill disprezza bile, dal materiale di ipreda bellica. l~' logico che si pensi subito, più che a lfluove costrur,ioni : - alla elimiliazione di quella parte del materiale di artiglieria non più rispondenté per vecchiaia o pèr insufficiente r endimento alle necessità di impiego; - alla, integrazione dell'armamen,to con l 'immissione in servizio di quel materiale austriaco che 31Pparisse idoneo per il suo valore attuale e in funzione dell'esperienza di guerra. La deficienza prima e fondam0ntal e dell'artiglieria itali[1na in fatto di materiale, riguardava le bocche da fuoco campali leggere a tiro curvo. Fra il materip le austriaco di preda bellica siffatti materiali a bbondava111:0 : essi erano caratteristica pregevole dell'artiglieria austriaca e giungevano a buon punto per risolvere uno dei problemi da noi più sentiti. -2-


L'ASPIRAZIONE ALLA GUERRA DI MOVI MEJN'l'O

Cosi il ,p rimo riordi111amento dell' a.rtiglieria italiana - materiali - si asside su questa base. La ela borazione dell'esperi enza di guena e i nuovi indirizzi operativi, ,d i impiego ecc., suggeriranno le ulteriori risoluzioni. 2. - Gli studi teorici che .costituiranno Ja b,1se sulla quale si cost r uirà nel ventennio fra le due gra!Ildi guerre mondiali, si iniziano da alcune questioni ereditate dalla guerra 1914-1918. La pl'imissima è questa: si ha in orrore la forma di guerra stabilizzp.ta che costò tanto sangue, e, pure nella depi-ecazione universale di un'altr a guerra, si auspica, si oserebbe dire : si invoca, it,n a, fonna di guer-ra1 cvi m,o vimento) _(più tardi sa rà l a. forma di guerra di rapido col'sO, di rapida decisione ... la guerr~lampo, la Blitzkl'ieg), nella quale 010 11 tanto Ojperi la massiccia brutalità del mezzo materiale, qua11to il valore dei gregari e 11:t genialità. dei capi. l\fa nell'indagine <lel1e cause che fecero infossare ]a lotta ,entro le trincee dei c,ampi cl)i Francia, dlel Carso ecc., si trov,ò queUo che del resto si era visto durante la guerra. stessa., cioè l'impossibilità. di svincolarsi ·a alla stretta del · difensore su11e prime linee, se non a prezzo cli una stragr1:tnde superiorità di mezzi materiali che, pure ad averli disponibili, era impossibile radurnare e mettere in funzione senza contraddire all'altro canone, cli pal'i im(Portµnza fondamentale, quello della sorpresa. O altrimenti pagare l'attacco, nell'inunane compito di soverchiare la difesa, a tutto prezzo di sangue. Ciò che è mostruoso. Subito dopo la guerra si allin earono, a temperp.re l'esultanza della vittoria, le cifre dei morti e dei feriti che erano costate t alune bµ ttaglie, per altro non immediatamente decisive. Fra tante ·ricordiamo le tragiche spallate sul Carso e l a ,n ostra vittoriosa avanzata (vittoriosa anche se tncODl[)leta) della Bainsizza. Questa grande azione durò cil'ca un mese. Le perdite furono: da parte italiana 166 mila uomini, di cui 40 rn,i la rn10rti } 108 mila feriti e 18 mila dispersi; da parte austriaca 84.598 uomini, di cui 9.245 morti, 45.540 feriti, 29.813 prigionieri... - 3-


QCES'rIO:Sl GE::--EIULt

E le tre offensive del 191'7 erano costate complessivamente all'Italia 350.000 uomini! ,1

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3. - Pagare dunque l'attacco, a tutto ~)rezzo tli sain,gue? La guel'l'a che aveva visto moltiplicarsi, come specie e 1Più ancora. come numero, pel' urn coeffici ente sba101·ditivo i mezzi di offesa, aveva tutta.via segnato a favore deJ.la difesa rilevanti punti di vantaggio. Non, so]o l' ostacolo materiale, il parapetto, la trincea, il reticolato di :filo di ferro spinato, l'appiglio tatti co offerto dal terreno) wa altres1, e più che tutto, l'arma automatica, la mitragliatrice. Nel solo n ostro e ercito, che non era il meglio e più abbondantemente fornito, dalle 618 mitragliatrici del 1915 si era passati alle 25.000 del 1918 ! Vi è una zoam che il fante ·dOVl'à percorrere, incsoi·abilmentc bf.lttut a dalle armi insidi ose della difesa, che l ' attacco, ipur montato sulla più C'olossale impalca tura di artiglieria, di bombarde, di gas asfissia11te, no111 sarà riuscito ;i domarn: le mitragliatrici, sopravvissute all'uragano di ferro e di fuoco della prepa1·a2ione. Eppure questa 1P1·eparazi.one, 01el periodo del pal'ossismo dello sforzo brutale, durava persino otto-dieci giorni e contava a milioni i colpi spara ii, n diecine di migliiiia di tonnellate le mnnizio1I1i consuma.te (uin, me e intero ai trasporti = nn treno lungo 25-30 mila km.) ! Poche mitraglintrici soprnvvissnte nella zona del ~a taclisma ... Una zona dtc più tardi cla noi il Vi conti Pra~ca . con espressione suggestiv~ d1e ebbe fortuna, chiamerà la striscia del nasil'O azzurro, quella ove il combattente si troverà solo di fronte alla morte e dove coglierà lo squallido alloro del nastl'o azzmro, della medaglia al valore ... il più deHe volte co111ferita aJla memoria. Il problema si vedevli in t utta Ja sua tragicità, guerra dura nte . Per altro si Yerifica va già. lo sqniliùrio delle forze morali e, per quanto un po' meno, anche quello del1e forze m~teriali, squilibrio che già di per sè poteva portare, e portò {li fatto, alla 1·oti~1ra. :;\fa subito dopo la guerra i suoi termini si affermarono, negli studi e nella pa cata rielaborazione e rimeditazione dei dati, come iin·eluttaùili. E fLDora su di esso. prima di tutto, si fe1wò l'a1p pa ssio111vto sforzo di ricerca di una soluzi one. -

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T/ASP1RAZI0)1E ALLA GUERRA DI MOVD1ENTO

4. - Si auspicò subito la giwn·a, <l.i 1no,vimento : ma essa era più una ipotesi auspicata che una realtà facilmente prevedibile ed attuabile. Si ser~Uva) poichè la testimonianza della grande guerra era ancora vivissima, che Ol!on bastava dire: « vorremo fare una guerra di movimento )) ; e che 010n bastava prep11rare a questo fine gli animi e la regolamentazione. I ntanto, e come primo problema da affrontare i(lù sede tattica, c'era quello di districare l a fa nteria attaccante dalle sia pure residuali armi della difesa - residu[;lli alla pre1Parazione ·d ell'artiglieria dell'attacco più o mano lunga cd efficace. S0luzio11e nata, o meglio, largamente affermatasi <lurrrnte la guerra, l'acoom,pagnamà1,to rlell)art'iglieria.. Scriveva già nel 1919 - ossia appe1n a usciti dall'esperienza cli guerra - il Targa (1) : <( Premettiamo che il tiro cli accompagnamento - ba•Praige 1·0,iilant dei francesi - ,non è affatto cosa nuova. Il principio fondame ntale di costring(~re col carnnone il nemico a ripararsi durante l'assalto per permettere alla nostra. fanteria di sorprenderlo in tale situazione, è vecchio qurunto il cannone stesso. N'f,tturalmente, per l' accresciuta potenzialità dell' armamento della fanteria, con artiglierie sempre più perfezion ate, sempre più potenti, sia consiclerate in sè stesse, sia IJ.)e.r ll:1 quantità con cui esse entrano oggi in azione, sia per la potenza dei proietti che esse possono lanciare, tale principi.o, pur rimanendo immutato nena sostanza, ha avuto la sua evol uzione nelle modalità di impiego e nell' importanza dell'impiego stesso. Inoltre si deve oggicU ammettere come pri.nci1pio generale che ogni gra,nde unità, per iniziare e poscia proseguire un'operazio!lle offensiva, sarà, sempre costretta a partire da una determinata situazione -difensiva, corrtspondente acl una stabilfaza:dorn:e affermatasi più o meno solid11mente a seconda che essa sia più o meino antica, e che quindi essa dovrà sempre urtare contro un'orga1n,izzazione cl.i settore ipiù o meno poteute . Infine l 'esperienza di tutta la guerra ha di.mostrato l'impossibilità di ottenere, anche con tiri precisi di sistematica cli.struzione, il completo j:lnnientame.nto dell' orgalllizzazione clifen~ (1) Spartaco 'l'arga, « Il tfro di accompagnamento», Rivista cli Artiglieria e Genio, ottobre 1919, pag. 101.

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QUESTIONI GR'KIDRALI

siva dell'avversario, e, per quanto la preparazione dell'artiglieria dell'attacco sia be11e studiµta e organizzata nelle modalità del suo sviluppo e per il quantitativo di artiglierie occorrooti alle varie specifiche mrunsioni che la determinano, pUl'e, se si fa astrazione dal fatto che speciali condizioni abbiano potuto a priori determinare un forte squilibrio morale frn i due combattenti, essa non [)Otrà mai essere tale da togliere completamente al difensore ogni capacità di resisten9:a . Per convincersi ,di ciò è sufficiente i-icordai-e eh~ bastano pochi uomini che con, animo forte rimangano fedeli serventi alle loro mit r agliatrici, perchè avanti ad esse og.ni attacco si arresti, e l'att,iccan,t e debba attendere e manovrare in condizioni tnli che non sempi-e sono propizie a mantenere il suo slancio offern,sivo. Per la qual cosa, si è sempre sentito il bisogno di acCOID!Pi.lgnare col fuoco la fanteria nell'attacco, per proteggerla appunto dai nnclei di resistenza rimnsti ancora attivi dopo la preparazio111,e di artiglieria». 5. - L!,l constatazione in siffatti termini del problema è, come abbiamo visto, del 1919, cioè ancora calda dell'esperienza di guerra. E, beninteso, non soltanto ita1ia111ia. Troppo nota al riguardo la letteratura francese. Ricordiamo invece la co11cordante opinioue americana. Verso la fine del 1918 il Segretario di Stato per la guerra negli Stati Uniti nominò una Commissione di set te ufficiali ge11erali di artiglieria con l'incarico di recarsi in Francia, in Italia e in Inghilterra a studiare i principali problemi che riguardavano il materiale d'artiglieria 01:ecessari o ad un esercito in campngna, e in JParticolare i suoi diversi calibri, le munizioni e i nuovi mezzi di trazione meccanica. La Commissione iniziò i suoi lavori ai primi di gennaio 1919 e presentò il, 23 mnggio dello stesso Jl01'IlO due rapporti, che hanno notevole importanza con~ elusiva circa l'esperienza della g1Jerra, che si er a alJ.ora ultimata e circa i problemi che rimanevano insoluti o che si presentavano ex novo in fatto di artiglieria (impiego e materiali) . Metti11mo in rilievo che la Commissione sentì subito il problema che noi abbiamo Ol' ora prospettato e che si può chiamare, a seconda del pu111to di vista. o a seconda che se 01e ~mpli o se ne !riduca la -6-


r) ASPinAZIONJD ALLA

GUERHA

DI 1110VIMIDN'.ro

(Portata, o il problema, dell'f1ccompagnamento della fanteria alYattacco, o il proqlema della cooperazione fanteria-artiglieria7 o il problema - co~ne fn anche detto - ,degli ultimi duecento metri. Nel fatto è proprio il problema che assomma insieme tutti questi. Diceva la relirnione deUa Oommissioa1:e americana : << Nei riguardi dell'appoggio alla fanteria, <la parte dell'artiglieria divisionale, la guerra ha fatto rivivere più vivace l' an~ tico prob)ema cl.ell'µdozione di un cannone di accompagnamento della fanteria. Si è cercato di risolverlo assegnando alla fanteria alcune batterie di artiglieria da campagna; ma è opinione gener~le che il cannone da cailllPagna non sia atto a ta)e impiego, p-erchè troppo vulnerabile durante i movimenti, non abbastanza mobile quando è separato ·d all'avantreno, di non facile rifornimento munizioni e fina)meln te no,n conveniente ,dal punto di vista dell'efficienza delFa.rtiglieria divisionale, perchè il distaccare alcune batterie d;:t essa per scopi speciali, ne con11promette la potenza, complessiva. Uno dei più seri o&tacoli all' atvam.zata; della faHiteria, è ÙJ.i pr,~esenza delle mitra,qUartrici ne1nfohe. Se si ha di fronte un sol nid'o di mitragliatrici, è facile ma1novrare in modo da schivami.e· gli effetti; ma se si tratta di uin'i.ntera linea di nidi di mitragliatrici, è necessari.o di.struggerne un certo numero per · aggirare gli altri con la mainovra. Ora il fuoco cli fucileria, cleJle 11ii--' tragliatrici e dei cannoncini da 37 mm. non è sufficiente~ a 9ues~·o scopo, e d'altra parte ,non è sempre facile ottenere subito l'ent1;ata in ar,ione della propria artiglieria, ·cli solito in postazioni'. alquanto arretrate, nè indicare all'artiglieria l'esatta ubicazione dei nidi di mitl'.agliatrici. Queste rag'ioni cousigliano l'~clor,ione di una speciale bocca da fuoco ,disegmata. in vista della distrur,ione dei nidi di mitragliatrici e di altre simili organizzazion,i leggere della resistenza · nemica. L'i!rma. dovrebbe essere incavalcata sopra un affusto a ruote basse, perchè ne riescano agevoli il trasporto a braccia e la: postazione nelle trincee ; il proietto dovrebbe avere grande caipa-, cità intema con forte carica di alto esplosivo; il tiro esatt.o dovrebbe spi1n:gersi fino a poco più di 2000 m. )). -7-


QUlèSTIONl GENEJHALI

G. - Lp recente espetienza di guena era che, preoccupati dalla grandissima efficacia dell'armamento difensivo delle fante1·ie odierne, dalle difficoltà e tah·olta dall'impossibilità cli richiedere tempestivamente e con precisa designaz·ione di obiettivi il fuoco delle proprie. a1·tigliel'ie divisionali situate a tergo di quf,llche chilometro, si riteneva opportuno assegnare direttamente, anche alle minori uuità, cli attacco, artiglierie leggere (da campagna, someggiate), affinchè esse, itntervenendo con azione vicina, rimediassero, dntan,te l'avanzata, all'aleatorietà del collegamento e quindi alJa deficiente coqperazione tra fanteria ed artiglieria in questa fase dell' attncco. Le varie regolamentazioni degli eserciti beDigera111ti sanzionarono tale fatto. e cosi ainche Ja nostra. Le nostre prime << Diirettive per l'impiego delle Grandi Unità 1nell'attacco )) - D.A. - · (1918) am mettono im1pJicitamente che tf,lle im:piego debba esseJ:e normale : << L'azione clel tiro di accompagnamento dovtàr essc~re integrata dall'interYento òi batterie leggere destinate acl a()c101wpagnrtre materialm,ente la fanteria nell'avanzat11 verso l'obiettivo normale>> (in altro punto questo accompag11ameo1to è detto im.medùlfo) e le « Norme per l 'impiego dell'artiglieria)) - N.I.A.. - (1921) ne fissrnno i compiti (contro i centi·i vitali della difesa e specialmente a vincere le. resistenze dei nidi di mitragliatrici), le modalità ,cli tiro (<li rnassiID~ a '[Ylfll1tamento diretto), il raggio di azione (azùY11e vioina,) e la. ~ecie dell'azio111e (in concorso con i cannoncini da 37). Si. 01oti che in questo mome11to il caimoncino cla 3'7 è il cosi.detto oa11111io11.e, <:ti fam.teria,: arma della fanteria che deve essere a sua immediata, <lirett~, continna disposizione, eventualmente anche delle più piccole u11ità. I010ltre secondo l e N.I.A. a tale particolare compito debbo110 rispond~re Sipeciali batterie leggere, convenientemente organizzate ecl allennte a coopèrare con le unità cli fanteria, mentre neJJe D.A. si parla di integrare l'azione del tiro cli accompag-na;. mento con l'il1tervento di batterie leggere senza fare alcuna distinzione 1particolare. Nessuna imdicazione è clata a riguardo di quaindo dovrà, esplicarsi quest'azione di accompagnamento, e, mentre le N .I.A. considerano il maggiore impiego di tali batterie 11ei terreni fortemente coperti ed ondulati, nessun cenno -8-


L'ASP1HAZI0NE ALLA GumrnA DI

)[QVJ'1,1El\'.l'O

danno circa Je possibili ed eventuali )imitazioni che particolari caratteristiche del terreno possano porre a tale impiego. 7. - Partendo da queste 11orme, in verità, sporadiche, si iniziava subito l'approfondimento deHa questione sia Ilei nostri periodici militari, sia - ed in mo.do particolare - ne11e betn emerite Smwle (!entrali mdJ,itari che furono istituite, con saggio e sollecito provvedimento, fin dal gennaio 1920 (]). Sotto l!l direzione del comainclo unico - primo corrum:dante ne fu il generale F . Grazioli - le varie Scuùle svolsero notevole attività nel campo degJi studi militari, in particolare sull'armamento della fanteria, sul tiro e sulla cooipera,r,ione tra le varie armi nel combattimento. L'attività delle Scuole Oe,11:trali si traduceva spesso in esercitazi.oini a fuoco di ampio interesse. Le Scuole Centrali non solo furono i nostri centri. sperimen tali ·delle formazioni ,nuove, e spesso del nuovo armamento, e per la propagazione delle il1Uove idee e dei irnovi procedimenti tattid, ma soprattutto il crogiuolo ove si fusero in unità le te11denze, per tr adizione e per car;i ttere formativo, particolaristiche de]]e varie armi. ,Qui la cooperazione usci dalFastratto e. anno per run,no diventò concretezza, sostanza spirituale, bisogno comune di tutte le armi nella loro preparazione al combiTttimento. E in verità questo era il primo decisivo passo alla risoluzione del 1Problema : cooperazione. E « Ooopera:zione )) fu il titolo della Rivista mensile pubblicata dal Oomallldo delle Scuole Oentr'1li. 8. - Perchè, al fondo della qu estione che si esamina c'era sop,rattutto questo - e se esplicitamente non, si dicevg. era tuttavia. e si ra:fforzò lllella coscienza comune - che il ,combat~ timento è un fatto unitario. Non è la fanteria che combatte la sua battaglia e chiede o si !).Vvantaggia del sussidio, dell'intervento <lene altre armi. Sono tutte le armi che combattono la stessa. battaglia e con mezzi diversi tencloino allo stesso fine, (1) R. D. 18 gennaio 1920 : Art. unico. <e Sono istituite tre Scuole Centrali Per le armi di fanteria, di artiglieria e del genio rispettivamente a Oriolo Romano, Bracciano e Manziima. Le Scuole Centrali di a rtiglieria da campagna e di artiglieria da .f ortezza sono clisclolte )) .

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QUESTIONI GE'NEJ.1ALI

armonizzando ciascuna sè stessa, le pro1P.r ie risorse, le proprie ~ttitudini a quelle delle altre, su nna base di mutua conoscenza e comprensione : conoscersi per cooperare e cooperare per vh1cere. La grande benemerenza delle- Sc11,ole Gen,trali fu appunto quella. di far sì che le varie armi si conoscessero mutuamente e im;parassero, fino a sentirla profondame.nte, l a necessità di ooopera•re . I1n certa guisa esse ripara-vauo o c·om!J)ensavano il difetto di origine dei quadri delle ,n ost re Armi (iin particolare della uffieialità media che ne costituiva l'ossaiur~) quello della diver sa [)rovenienu1, del diverso ambiente di sviluppo professionale e della diversa espel'ienza di guer.ra. Si gettavano così le basi per l'instaurazione nel nost ro esercito ,di una vera uiniità di dott1ina e <,l i una .comune cHsciplin;l delle intelligenze. Le idee che si dibatterono a lungo ,nelle S <Yu.ole Cen trali) concordi o discordi non import a, chiarisco1;1 0 i termini del problema che in verità spesso potevano andare confusi. Di che si t rattava in sostanza? Prima di tutto di ·COl!10scere il limite e le possibilità delle varie al.'mi i n• combattimento. L';lrtiglieria: ha delle possibilità e det limiti. Le possibilità si molti1plicano per il più alto coefficiente se l'impiego vien fatto secondo le sue peculi:1ri caratteristiche. Ma queste comportano -0ei limiti al suo impiego e delle servitù che bisogna accet tare. Arnia dell' azione a distanza, non c'è dubbio che nel combattimento r avvicinato (sfllvo particolarissimi casi) r ende via via meno; arma dell'organizzazione per eccellenza, non può rendere o scade di rendimento col movi~ento c1n1ti.111i110 (contim1i spostamenti); arma !Potentissima per l' impiego concentrato di masse di proietti, non può disperder e la sua potenza 111el minnto trava glio del piccolo combattimem,to. e vuole sempre rifornimento sicuro e ~bbondante di munizioni. Insomma, e lo constatava il Trezzani in un suo scritto .a·e1 1930 (Rivistjl d'A. e G., gennaio 1930, « Note sul tiro di appoggio ») chiedendosi - a proposito di awoggio nel« dettaglio miinuto del combattimento della fanteria. (plotone o compagnia)»: - : cc ha l' artiglieria pennelli ta1nto sottili da fare un cosi analitico lavoro di miniatura?>>;1

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L'ASPIRAZIOND ALLA GurmnA DI MOVIMENTO

9. ~ Ma per converso, e con istanza tragica, la fanteria che sosta e muore davanti alla mitragliatrice nemica, superstite alla più massiccia preparazione d'artiglieria - tutta un'avanzata che si blocca e forse una vittoria che sfugge - chiede l'intervento cli pochi co~pi, o del singolo colpo, di proietto ·cli sufficiente efficacia, che solo l'artiglieria può dare . E aUora '? Ecco : tutte le soluzioni prospettate, studiate, sperimentate, nelle Scuole, nelle esercitazioni, negli scritti dei più autorevoli maestri, e poi a grttclo a grado accolte, respinte, modificate, ancora una volta accolte ,clalJa regolanrnntazione u:ffi0iale, presentano manchevolezze e inconvenienti. Ma viste nel l~n·o insieme, senza: rigidismi, inquadrate nella premessa cli conose~11z;1 reci,nroèa, ·e di appassio1nata volontà di cooperazion~, era1io pur sempre delle soluzioni che non restava1110 al di sotto 4,ell'esperienza di guerra e di quanto si scri·veva e si rea1izzavh all'estero. Cominciando :c}al basso, a,,viamento allµ solu.ziotne era il eannoncino da fa1t!;eria, da noi, come anche altrove, da 37 mm. arma propria esclu.s~iva della fanteria. I nsufficie,nte, certo. E <lap(l)ertutto si inizia:fono o proseguirono e si intensificarono gli studi per dare all.a ·fanteria - semp1·e. come arma, propria, qua.lcosa ·di più o'· cli meglio. · Non bastando ,- e già. durante la guerra si vide che non bastava - noi fra 'i primi, allora, passammo subito all'adozione <li batterie cl'accomjpagnamento. . . 10. - Spigoliamo dal Caracciolo dati e notazioni e ragiona-

me111,ti per l'interezza clei quali rimandiamo il lettore al volnme che fu un prezioso contrihu.to a-lJ'elnhorazione e alla conoscenza della dottrina dell'Arma (M. Caracciolo, « Come combatte l'artiglieria )), ed. 1924). « I Tedeschi ne fecero uso (delle batt. cli ace .) su vast~ scala. nelle ultime offensive e il Ludendorff 111e parla, stabilendo .con esattezza, compiti ed assegna.zioni : ... (( Queste armi ausiliarie - parole del Ludenidorff - non erano ancora sufficienti per facilitare tilla fanteria il suo grave compito, senza perdite troppo graindi. La massa di artiglieria naturalmente preparava l'attacco, ma ess;1 poteva ciò fa1;e solo ..:...,_ 11-


Q li ES'l'IOX I GEXKHALI

in grande e lasciava nncora sussistere t1·oppi nidi ,d i resi$teuza, i quali poi dovevamo essere viJ1ti con le piccole irnio11i alle distanze piccole, piccolissime. Presso e:iasuma divisione si disti111guevano ,perciò i cannolli da campaglla 1presi dn reparti <li artiglieria. per il combattimento vicino che fa cevano parte, come pezzi da fanteria, dei battaglioni e clei reggimenti di fanteria. Fra.ttainto la. costituzione cli speeiali battel'ie di cannoni da fanteda era in corso , ma proced eYn assai le11t!1mente )). (Ludendorff, « I miei ri col'cli cli guena », png. 125).

Fig. 3 . . l\fario Caraccio lo.

Gli nustrinci per l'offensiva cli g'i.ugno 1918 predisposero delle batterie di accompagnam ento « che fin da principio sottostammo dfrettamente l:lgli ordiini dclln fanteria e possono essere assegna te nei settori reggimentali anche ni battaglioni di fanteria ,, (Relazione cl el Comando dell'S.. A. « La battaglia del Montello )), pag. 31). I fqmcesi, è noto a tntti , ,n e fec,~ro uso largbi&-simo e audace. Quanto a noi, dove 1più dove meno, fu applic~to un pl'incipio d'impiego ,cli art. d'accompagnamento materiale; i concetti ad -12 -


L'ASPIRAZIONE ALLA GU mrnA IH ::11:0VJMENTO

ogini modo ne erano fissati ed i ,preparativi fatti, anche se l'esecuzioille non sempre corrispose. Così ad es., per la batt~glia .di Vittorio Veneto la 3" Armata aveva preparato 10 sezioni di cannoni da 70 e aveva predisposta la loro assegnazione allµ « .a,i retta dipen.dein za delle unità di fanteria Coil1 le quali doveyano opera.r e)). (Relazione Coma,ndo 4"' A. : Battaglia. di Vittorio Veneto). Ciò vuol dire che il bisogno clell'aceomip;:lgmamento materiale fu sentito d;:1ppt'rtutto, cla tutti i belligeranti, tanto 1p iù 1iuando per la stanchezz·a della gnerra il morale delle truppe era meno elevato che nei primi t empi; la presenza del cannone in mezzo aUe t rupiPe SPrvivl'! a dare a queste un, grande conforto, una maggiore .fiducia, u.n ' einergica spinta onde è chiaro che l'accompagnamento materiale ha mi grande effetto m.ora,le oltre che materiale >). 11. - Dobbiamo ricordare a gnest o ponto che già la guerra aveva visto nascere e, in certa misura, anche svilupparsi, uin mezzo che aveva in sè buoni elem~lflti per la soluzione del problema: il carro d'assalto . Esso, com' è notissimo, fu impiegat o in Francia e furono proprio i frµncesi a sfruttarne le caratte. 1·istiche anche ai fini di un accomaJagnamento materiale delle fanterie. E nel campo di nzione frances e bisogna riconoscere che esso, il carro ·d'assalto, pr,,sentava molti numeri a favure. Ma contro il genernlizzarsi dell'impiego del carro cl' assalto per l'accompagnamento stavn il fatto deJla di:0:ìcoltà, talvolta della impossibilità., di a,d opernrlo in terreni rott i e diffidli, soprattutto in terreni di montitgna, che pure, eome per es. per noi italiaini, presentano speciale importama . Rd in Italia infatti la soluziO!ne che 1poteva offrire il carro d'assalto fu vist a per lungo tempo ton molta. diffidenza per le limitazioni ch e il terreno montano può opporre al suo movimento e al suò impiego. Non si tenne conto che non era assolutamente detto che in ogni caso una no~tra guerra si sarebbe dovuta svolgere, e tutta, in terreno aspramente monta,no, mentre il fatto delln a.pparizione prevedibile del cannone anticano costituiva una obiezione alquanto specios;:t. Altro niezzo, si disse, pot eva essere l'accompagnnmen,to con -

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QUESTIONI GENERALI

gli aeroplani: ma si ern 1nel campo delle trasformazioni avvenfre, allora piuttosto pi-oblematiche. Non c'era dunque che un mev.zo: sfruttare la bocca da fuoco più ido11e~. per l 'accompagnamento materiule della fanteria . E questa bocca da fuoco doveva avere almeno i segueinti requisiti: grande mobilità. ed aclattabilitf~ al t erreno; capacità. di stare im.:tirriame11te collegata coi fanti e di entrare rapid~menté in azione e di battere con fu oco celel'e ed esat to gli obiettivi segnalati; [JOSsibilità, cli un sufficiente ri.fornime•n to di munizioni. Noi avevamo un a bocca <l a fuoco che prcss'a poco rispondeva al fine; anzi ne avevamo d ne : il nostro vecchio m a sempre buono cannone da 65 nfont. e il più moderno e più u;>Ote<nte 75/ 13 ,di preda bellic}1 . Ci attenemmo al pl'imo, mentre il secondo costituì l 'armamento cli tutta la nostra artiglier-ia da montagna ~ poi ~nche delle batterie someggiate introdotte 01el reggimento cli visionale. Ricordiamo che fin da principio, e seco11clo i primi ordinamenti provvisori, ad ogni divisione cli fanteria fu assegnato U!Il gruppo di t re batterie someggiate, specialmem,t e adatte per · l '~zione di accompagn amento materiale. 12. - Il problema nemmeno cosi fu considerat o risolto, S(Pecialmente in quanto la bat teria di acco1lljpagnamento doveva coesistere con l'insufficielll•t e can01011cino di fanteria (quello da 37). L'evoluzione successiva por tò acl u na duplice sohnione: adozione per la fa nteria di p;nticolari mezzi di fuoco a tiro eurvo (mortai leggeri e ipes anti) e batterie da 65/17 per le quali si oscillò fra la soluzione di farle servire cl a fanti , che p er l'occasione diveintavano artiglieri, o da nrtiglieri che per l'impiego er~lll-O inquadrat i stabilmente tra i fanti. Tale questione, fondamentale per la risoluzione del problema tattico comunque concepito, ebbe una vasta trattazione nella dottrina e non fu certo trascurata 111el1a regolamen tazione successiv~ e nei provvedimenti riorganizzativi sia -delle unità di fanteria che d elle unità di artiglieria . Ribadiamo ancora il concetto che essa ha un denominatore comune a tutte le questioni ,di impiego di a rtiglieria : 1u cooperazione delle armi. La cooperazione fu vista, a volta a volta ed insieme, con il pro-14-


L'ARTIGLIERIA NELLE GRANDI UN.lTÀ

b1ema della u nità di ,d ottrina e in pratica dell'affiatamento delle due armi, con i problemi del collegamento materiale sul campo di battaglia (mezzi di collegame,nto e 1pattuglie di ;1rtiglieria, vicinanza o addiritt ura comunanza dei posti di comando e degli osservatori) fino ad arrivare alla saldatur11 <lell'azioa1e (forse meglio ancora : alla compenetrazioue di azione) delle due armi .c on le batterie di accompagnamen,to (immediato, m11teriale) d!artiglieria o senz'altro di fanteria, pezzi <li fanteria, ecc .. E ·s i considerò risolta solo quando questa saldatura . - compeine,t razione di azione - si verificò con un nuovo ;1rmamein:to della fanteria che coml])rendeva - propr io come armi di fanteria mortai d'ass;:1lto e mortai pesanti e pezzi t~picamente di fanteria. E infine con, il carro d 'assalto. E. solo allora poteva delinearsi la possibilità di una guerra di movimento, beninteso col concorso di tutti gli altri fattori (motorizzazione, meccanizzazione, cooperazione aerea) .

B L'ARTIGLIERIA NELLE GRANDI UNITA' (in particolare nella Divisione) .13. = Le G.U. prima e durante la guerra '14='18. ,-,; 14. ~ La Divisione. - 15. = Divisione quaternaria o ternaria? ~ 16. = Pro• ·porzione fra fanteria e artiglieria. ,.....j 17. : Prevalenza della Div. Tern. anche in Italia per ragioni di mobilità. - 18. : Calibl'i e tipi di b.d.f. disponibili per una assegnazione organica alla Divisione. ..._. 19. = Lineamenti. di un primo riordinamento dell'Art. it. e di: rettive per nuove costruzioni di mat. d'art.. - :20. : Primo orien= tamento italiano: si assegnano solo artiglierie leggere e prevalen= temente a tiro curvo (di Pr. b.).

13. - Fin dal principio di questo secolo, e più particolarmente all'inizio dell'ultima grande guerra, le G.U. <lei vari eserciti. erano rapprese1ntate d alla Divisione di fanteria, dal Corpo d'Armat a, dalla Divisione di cavalleria, dall'Armata . .-:--<

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QUIDSTION'I GRl'iERALI

Alcuni ta ti disponevano anche di Co1,pi di cf,lvalleria formati d;,,. più élivisiom:i di cava lleria e da aliquote varie <li altre armi e servizi. La Divisione di fanteria era la G .U. t attica per eccellenza, a formnzione tendenzialmente costante e con organi di servizio di solo t ransito e smistameinto (sezione di sa01iità, sezione sussislenzn e colonna munizioni-) ,che segnava il prim o gr~clino gerarchico nel quale le diverse armi - opportunamente dosate si fondevan o in un tntto armonico per formare quel nucleo di forza, ,cli conveniente !Potenza e mobilità, che potesse prepar are, 5viluppate, compiere un atto tattico di uIJa certf\ importanza. Il Corpo d'armata era la G.U . logistica a formazione variabile di più divisioni i ntercambiabili, più un congruo numero di truppe snppletive del1e diverse al'lni. Disponeva ,cli un adeguato nnmero di servizi a ,criterio 1P l'Oporzionnl e, si d a ·conferire a questa grf;lnde unità. una convenieo1,te auto11omia ed iudipendenza. La Divisione cli cavalleria su più l'Cggimeuti di cavalleria, <:O[li aliquote di artigliel'ia e del genio, con eventuale lllucleo di truppe su biciclet ta e co11veq1ienli servizi, rispondevit essenzialmente alle 111ecessità <lella esplorazione lontana e della presa dj contatto, nonchè ad alt re missioni, sempl'e però di cal'attere iutermittente, in srpeciali momenti e fasi della lotta. L'Armata era lit G.U. strategica, risultante da un variabile raggrnppamenlo ol'ganico cli Corpi cl'a. e di Divisioni cli cavalleria , con aliquote <li varie truppe suppletive e con COllljpletQzza di servizi, a cui era affidalo un particolare compito sullo scacchiere delle operazioni. · O!lr a tteristiche cli Grande Unità aveva anche il nost ro Gruppo alipino di anteguerra, formato s u più battagli.ani alpini e gruppi di artiglieria cla monb1gna con notevole abbondanza. cli servizi. Risponcleva per la montag1na a co1~piti ;1ll'incirca analoghi a quelli affid ati in pianura alle divisioni cli c avalleria. Durante la guerra le car;1tteristic11e testè aecennate subi~ .rono successive varia zion i. Vi influirono particolarmente le gra ndi masse portate in campo, il con~i derevole aum en to degli .::irmamenti, lo sviluppo <l ei mezzi a tr;1ino meccrnn:ico e il perfe.:lionarsi dei mezzi cli trnsmissionc e cli c ollegamento. -

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L' AilTIGLIEJRIA NELLE GRANDI UN IT.'\

A guerra ultimata si può ritenere che le caratteristiche delle Grandi Unità fossero Je seguenti: - la Divisione acquistava una preeisa individualità di Grande Uirnitù, ta.ttica iJiscindibile e leggera con limitate possibilità operative nel tempo e nello spazio; organo quindi esecuii vo d'ella battaglia con obiettivi netti e 1p recisati nei suoi scopi da. ordini e non da direttive, del Corpo d' A.; gralllde unità stm,z' alcuna a utouomia logistica, sostituibile al -completo e facilmente scava_lcabile azione durante. La Divisione rnppresentava l'unità di misura cfolla forza impiegata in battaglia : il ehe equivale ad asserire che la battaglia era condotta a colpi di di visioni. - il Corpo ·d'a. perdeva 6.sio.nomia logisticl:l per acquii,:tm·ne una prevalentemen,te tatti.ca. Sia per la sta.bilizza,zione delle fronti, sia speeialmente in grazia deJla celerità di rifornimento e cli sgombero che offrivano i mezzi meccainic.i, fu alleggerito di molti servi?:i (parchi viveri, munizioni, genio, ecc.). Aveva forma?:io,ne orgariica v;uiabile ed adattabile alle varie situazioni. Sviluppava tutta una serie di operazioni : preparava, concepiva la manovra che le Divisioni opportunamente nlterna ndosi dovev;:mo attuare. La divisione di cavalleria ebbe 1parte modesta nella guerra; sicchè molto incerte ne furono le deduzioni. Come si manifestò in talune g·randi manovre del dopo guerra (in Italia ,del Friuli 1922 e del Garda 1923; in Franci~ del Rodano 1923), si pensò che sarebbe stata convenientemente trasformata sec01ndo nuove l'Sigenze per l'assolvimento cli quelle missi01ni che un tempo erano caratteristiche ·delle antiche divisioni di cavalleria e che ora potevano assumere f;lltra denomi,nazione e altre caratteristiche (Grandi. Unità celeri). - L'Armata diventa va una grande u,nit.à logistica completai <;li ~ervizi e dei mezzi più svariati, mentre nel cam[)O tattico aveva fonzione eoordinf;ltrice delle a?:ioni dei Corpi d' Arnrnta., raggruppati nell'Armata in numero molto vario. Diminuì i1nvece ·Ja sua caratteristica essenziahuente strategica, la quale passò al G\·uppo di Armate, formazione nuova sorta dnlla guerra cli ma.sse. Ricordiamo che il solo esercito italiano, fra que1li delle maggiori potenze, non ebbe i Gruppi di Armate regolar2

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QUIDS'l'IONI GENEUALI

mente costituiti : embrionalmente se ue ebbero tuttavia durante le aue fasi di gnerra di movimento, corrispondenti ai periodi di Oaporetto (decentramento della 2" Armata in tre grup[)i di Corpi d' A.) e cli Vittorio Veneto (Sa e 10 Armata sotto il comando dell'8"', 3" e 12" Armata sotto il com~mdo della 3"). 3

14. - Allo scoppio delle ostilità nel 1914 quasi tutti gli eserci ti di E uropa. erano ordinati in Divisioni a ti.po q uater,nario, cosi chiamate iper i 4 reggimenti di fanteria che le costltuivano e che ne formavano parte principale. A questo tipo appartenevano òi fatti le divisioni fram.cese, t<'desca, italiana, austriaca, russ::i ; le prime tre su 12 battaglioni le altre d.ne in massima su 16. Sensibili differenze presentavano però queste divisioni nella proporzione e ao1che neUa specie di artiglieria, di cui erf.lno dotate : la Divisione 'italiana aveva il dosa mento inferiore a tutte quelle europee con 32 pezzi leggeri di artiglieria da campag111a; seguiv~ la francese con 36 pezzi; e in scala crescente si giungeva alla divisione tedesca forte di bclD. 72 pezzi. Sintomatica. la grande differenza <li artiglieria fra Divisione framcese e Divisione tedesca ; la storia delle prime fasi ò.e1Ja guerra mostrò qul:lli cattive conseguenze ne ebbe la Francia sino ali~ battaglia della Marna. Fu il trionfo della ùottrina tedesca (von del Goltz, von Schlieffen, von Bli.ime, von. Sauer, yon Bernli.{lrdi) orientata al tipo di attacco metodico, poderosµmente pre;parato e potentemente sostemuto dall'azione <li fuoco , in confronto della. dottrina francese (Bonnal, LangJois, Foch, De Grandmaison) fautrice della mam.ovra spigliata, dell'attacco a furia, -dell'offensiva ad ogni costo, d elle rapide decisioni. R'.icordi~mo che nei primi due anni cli guerra le unità dei vari eserciti, pur mantenem.do inalterata o quasi l a primitiva struttura, a111darono appesantendosi di mezzi per far fronte aHe esigenze della lotta stabilizzata : la Divisiooe, rimasta nell'ossatur~ quaternaria, ebbe in aumento mitragliatrici, lancia~ bombe, bombarde, gruppi di artiglieria, ecc.. Nell'inverno 19i7-18 in cui si allestivano le forze per gli eventi che si volev~no decisivi, della prossima !Primavera, a111<larono prendendo sosta1nr.a nuovi organici, e mentre il batta-18 -


L' AH'l'IGLIUlUA NELLE) GRANDI UNITi\

glione di fanteria veniva riorganizzato co1n adeguata proporzione di mitragJiatrici e di fucili, la division e, 111ell'escrcito tedesco prima e in quello fr ancese poi, si trasformò per due ordini di considerazioni da, quaternaria a ternjlria (a tre reggimenti ,cli fa nteria ) : primo, !Per risparmiare l 'elemento uomo del quale, a causa delle forti perdite si sentiva grande deficienza e poter quindi, a parità di uomini, costituire ll!n maggiore u umero di divisioni che permettesse di ottenere la superiorità numerica di queste gra1I1di unità,, che rappresentavano come 1~ moneta di più piccolo taglio per l'impiego delle forze, oppure per avet·e, a parità di divisioni, maggiore riserva <li complementi ; secondo, per <!Onferire alla divisione - che fisigenze di guerra volevano abbondantemente dosata di armi antomaticlle e di artigli0ria con ,conseguenti onerosi rifornimenti - snellezza, mobilità e facile intercambiabilità. Così sorse e si affermò la Divisione tern aria. In Italia vcnaiero sperimentate nel 1917 alcune Divisioni c.:on una brigata su tre reggimenti; ma dopo Caporetto - ristretta la fronte e non difettando gli uomini - restò l a divisione quatern~ria. 15. - Nell'immediato dOIJ.)O guena gli ordinamenti dei vf.lri

eserciti non ma1I1ifestavano una decisa tendenza per un tipo piuttosto che per un altro di Divisione. In generale permaiilevano, i tipi che esistevano all'armistizio. Ma le discussioni e gli studi subito dopo avvi11tisi, riproposero il problema. Divisioni ternarie furono messe in. esperimento e jn parte adottate ilil Francia (3 reggimenti di fan teria su tre battaglioni, 2 reggimenti di artiglieria di ·C.Ui uno su 4 gruppi di batterie di cannoni da 75, e Uillo su due grup[Pi cli batterie di obici cJia 155), progettate in Itali11 (9 battaglioni da 9 a 12 a 15 batterie leggere), adottate nel Belgio e in J ugosl avia, in Polonia, in Russia. Form;u:ione quaternaria ebbero invece la Divisione -cecoslovacca e la Divisione degli Stati Uniti d'America. Sia l 'ordinamento tern~rio che quello quaternario avevano sostenitori ed oppositori e nel complesso si poteva averE' l'imipression e di grande indecisione. -

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QU0S'l'JO~I GENERALI

La regolamentazione frnncese (« Instruction p1·ovisoire sur l' <~mploi tactique des grancles unités », 1922) parlaYa di Divisioni sn tre o quattro r·eggimenti, ma ne regolava l'impiego in modo uguale per l'un caso e per l'}lltro, stabilendo tutta l'essenza dell'azione di coma11clo c1el d ivisionario nel far agire le due leve del comamlantc cli fanteria e del comandante di ar tiglieria. La Germania> che il tratt;tto di Versailles aveva ridotta con modestissimi effettivi, ma che 1110n per questo aveva sospeso gli studi militari, preve,deva anch'essa l'ordinamento della DiYisione su formar.ione ternaria (tre 1·eggimenti cli fanteria, tre compagnie lao1ci~bombe, un reggimento artiglieria su 9 batterie, 111no squadrone divisionale) , pur in opposizione al parere del Liidendorff che nei suoi ricordi cli guerra scrisse : « Le divisioni su nove battaglioni sono tatticamente tro1ppo deboli... a guerra ninita io sarei stato inconclizionatame11te partigiano òeJla divisione su 12 battHglioni ». Favorevole al t ipo ternario è in vece l'altro grande maestro ,del pensiero militare teclesco, il generale von Bernhardi nel suo libro « L a guerra dell'1;1vvenire )). La questione fu dibattut issima e sarebbe troppo lungo rilPOrtare i pareri pro e co111tro e le ragioni addotte. Del r esto avremo occasione di ritornare sull'argomento per esaminare la <1nestione da ;iltri punti di vista. 16. - Diciamo subito che in Italia fin da principio prevalse la concezione ternaria della divisione . .Restava da ve,d ere la proporzione tra fanter-ia eò artiglieria dµ adottare in essa : la soluzione andava cercat a ricorrendo alle esperienze e ai ragionamenti che si potevano dedune d'ai reciproci compiti delle due armi lllel quadro della batt;=iglia. Si considetarono separa tam ente le artiglierie leggere (canflJ.Oni ed obici di calibro sino al 100 com1preso) e le artiglierie pe.santi (cannoni, obici e mortai di calibro superiol'e al 100). Artiglierie legge1·e : compito essenziale cli queste nel combattimelllto è di ;igire a diretto sostegno della fanteria ed in particolare con a7,ion e di accompagnamento nell'offensiva e di sbarramento nella difensiva. Dati di esperienza e IJ)rescrir.ioni. regolamentari stabilivano -

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L' ARTIGL!IW!.\ NELLl'l GRANDI UìS'IT.-Ì.

che settore efficace di azione con tiro front~Je IJ.)er una batteria di accompagname11to era èli 100 m. e per una batteria ,d'i sbarramento, di 200 m .. Cosicchl\ rissnmendo per il battaglione 11pll'attacco la fronte di 400 m. e per il ba ttagJione nell~ difesa la fro1n te di 800 m. , rhmJtava che in ogni caso Ia proporzione fra artiglieria leggera e fanteria doYesse essere di 4 batterie per battaglione : i dati sull/l fronte llel battaglione corrispondono a <1ue1Ji cli massima stabili.ti clnll o « Achlestramen to della fanteria ;:il com.battiment o, 0dizionc 1922 ». Se però dal hnttagJio11e si ri. }'\ le all'unità di più battaglioni bisognp. por mente che cli questa, in rela zione ai criteri che reg·olano Jo schieramento, soltanto una parte, in genere da una metà ad nn ter zo, delle forze di fanteria costitnil'à lo scaglione di fuoco e il rirunnente snrà nelle linee retrost1rnti, mentre le stesse batter1ie assegnate~ all'imiti\ medesima potranino sostenere, per ragioni ,di gittata, l'azio11e dei battaglioni delle varie linee di schieramento. Ne consegu e che, in nna grande unità, tattica di più. battaglioni, propor zione nc<·essa1fa e sufficie11tc fra artiglieria e faa1teria dovrebbe essere di batte1·ie 1,3 ogpure 2 per battaglione orgp.nico, a sec:oncla che i,n, scaglione di l'noco sia un t erzo oppure un mezzo dei battnglio1n i della Grande l}1n,ità. . Per una Grande "Cnitù di nove battnglio1ni il closamento di artiglierie leggere risulterebbe aunque da 12 a 18 batterie ossia da 4 a. G gruppi di 3 batterie ciascrnno. Pi-enclenclo il dato medio, si potrebbe ritenere proporzione sufficiente quelJa ·ùi 5 gruppi per 9 battaglioni, come pppunto qunlcnno pensava già c:he dovesse essere nella divisione ternaria italin na. A rigore di <losamento cli artiglieria leggera nell'tmità di più battaglioni nvrebhe dovuto essere uncora maggiore perchè (lltre alle azioni rli accom.pngn~mento e cl i sbarramento le artiglierìe leggere h anno di l'egola altri compiti da disimpegnare; ma se sj pensa anche all'ausilio che nel complesso dell'azione è dato da ll'artiglieria Q)esante, l'µccennata proporzione <li 5 ~'TUppi per 9 battaglioni poteva essere considerata sufficiente: pe1·ò come la minima c:onsen_tita dalle ne<'essitàà. tattiche IJ?revedibili. A ,dosame1n ti mnggfori, del resto, in élcterminate eventualità, si sa rebbe potuto f1dcliYenil'e sempre, impiegando arti-

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QUESTIONI GENéIBALl

glierie della riserva generale o di Grandi Unità 111011 impegnate. E poichè 5 gTuppi equivalgono a 60 pezzi, si concludeva <:he il dosamento dell'artiglieria leggera rispetto alla fanteria dovesse essere in ragiOJl~ di pezzi 6,6 per batt!,lglione organico. - A.rtig·lie1'i,e 1Jesanti : per q neste la questione presenta va maggiore complessità, ,dovendo il relatiYO dosameuto essere commisurato non tanto alle dirette necessità ,della fanteria, quanto alle caratteristiche delle organizzazioa1i difensive e alle esigooze della controbatteria. D' altra [Hlrte aJla questione stessa non si poteva non associare anche quella che si l'ife1'iva nll;i ripartizione di dette artiglierie fra le grandi unità (Di visione, Corpo <l' ar mata, Armata) e riserva generale, perchè secondo le esperienze cli guerra si era dimostrata l'opportunità, rispon<lente ad evidenti criteri di economia delle fol'ze e della manovra, di lasciare organicamente a ciascuiHl Grande Unitù, quel nume1·0 di batterie che è mecessario per lo schieramento cli sicurezza, e di assegn;lre cli volta in -volta alle Grandi U11itù stesse batterie supplementarJ pel' il conseguimeuto di determina,ti scopi. Tralasciando le molte discussion,i_ al rigu:uclo rico1·diamo solo che per l 'a rtiglieria pesante la p1·oporzioa1c che nej primi anni del ,dopoguerra si considerava, in genere era tli <.:irca 8 pezzi per dascun battaglione delln forza totale organica di guerra. Di qnesti 1pezzi circa la metà anebbero caso mai dovuto app/lrtenere all'artiglieria di Divisio,n e e cli Corpo d' armata e l'altra metà a quella cli Armata e delJa riserva ge11erale. Spostando opportunamente le artiglierie di Armata e della riserva generale in 1'el;3zione alle esigenze di manovra, si sarebbel'O potuti avere cost tratti <li fronte con dosamenti ao1che ben maggiori di 8 :pezzi pesanti per battaglione, mentre iin altri tratti sarebbe rimasto il semplice dosamento organico òel Corpo d'armata (circa 4 pezzi pes[:lnti per battaglione). Riassumendo, per le artiglierie leggere e per le artiglierie pesa[}Jti si considerava dato medio relativo alla proporzione fra m·tiglieria e fanteria sull'orga111ico complessivo dell' esercito, 6,G IPE-zzi leggeri e 8,4 pezzi pes;3nti per battaglione; in totale 15 pezzi per battaglione. Questi dati trovavano conferma in auto.1·evoli pubblicazioni: 1

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L 1 ARTIGLIERIA ! /ELLE GH ANOI U Nl'J.'J\.

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in uno st udio del comandan,t e Z comparso nella Revue d' Artillerie del 15 luglio 1922 era stato ricavato con serie argomentazioni il <losamento di 24 cannoni per b;1ttaglione impegnato i,n un'operazione importante, ossia di 18 gruppi su 3 batterie per Divisione su 9 bat taglioni. Di questi 18 gruppi, 9 avrebbero çlovuto essere <li artiglierie leggere, 4 di artiglierie pesanti corte, e 5 di artiglierie pesanti lunghe. La proporzione tra artiglieria legger;:t e artiglieria pesan te restava fissata cosi in 1/1. Dei 9 gruppi di . artiglieria leggera soltanto 3 dovevano essere in organico a1la Divisione e dei 9 gruppi {li artiglieria pesante, t'l'ue in organico alla Divisione e 5 in organico al Corpo d'arm~ta. I rimanenti gruppi appartenevano alla riserva generale. NeJla regolamentazione italiana dell'ultimo periodo di guerra (vedasi « Direttive per l'impiego delle Grandi Unità nell' attacco >>, ediz. 1918) il dosamento di artiglieria veniva riferito 1110n tanto ad una determin[l t a ,proporzione fra pezzi e battag1ioni qu~nto piuttosto allo sviluppo lineare della. froin te di attacco. Rispetto a questa la densità di bocche da fuoco era stabi!ita in genere intorno a.a 1/10; vale a ·d ire acl og·ni 1000 m. d.i fronte dovev;1no corrispondere circa 100 pezzi, di cui la metà ad 1/3 leggeri ed i rimanenti pesanti (quelli corti i1n maggiore proiporzione dei lunghi). Supposto allora che ad ogini 1000 m. di fronte fossero necessari 40 pezzi leggeri e 60 pezzi pesanti e che sulla fronte stessa Yenissero im1piegati 2 battaglioni, scaturiscono proporzioni di 20 pezzi leggeri (5 batterie) e 30 pezzi pesanti per la fronte di attacco di u111 battaglione. Questo d[lto trovava conferma nello « Stralcio istruzione sul tiro )), ed. 1923, l])ag. 97, nota 1, in cui <!ra suggerito di assegnare 2 gruppi ai artiglieria leggera per la froOJ.,te di attacco cli un battaglione. Naturalme11te <los;uuenti cosi rilevanti soddisfacevano alle necessità non soltanto dei baùaglioni in scaglione di fuoco ma anche di quelli delle successive linee di schierame111,t o - e per i pezzi pes~nti anche delle GraITTdi Unità di riserva - ond'è che pure IPer· questa via, fatti i relativi computi, si ricava una proporzione tra fanteria ed artiglieria simile a quella sovraesposta. -23-


QU0STI0"1l GE::,.rEJULI

17. - Nello studiare il più conveniente raggruppamento cli forze per lo sviluppo di un'azione tattica si trova logico riferhsi all'uniti), battaglione essendo a{Prmnto il combattimeuto condotto a colpi cli battaglione, unità tattica fondamentale ,d ella fanteria.. · Nella formazione della Didsione, si era soliti considerare due tipi di raggrnippamenti cli battaglioni, uno di 9 con 5 grUJppi di artiglieria (divisione ternaria), uno di J2 ba ttaglio1ni con 6 gruUJpi di artiglieria (divisione quaternaria) . La capacità offensiva è misurata dal prodotto estensione della fronte per profondità di attacco; la c;1pacitù difensiva dal prodotto estensione della fronte per profondità di difesa . Entrambe da nno l'idea delJo sforzo a cui in condizioni medie può essere as~oggettafa una ·d eterminata unità nel quadro tattico rispettivamente deJl'offensiva e della difensiva , sc(l1 za giungere all'usura delle sue forze . I dati medi relativi a queste capacità per il battaglione di fanteria con armamento nuovo t:i,;po (quale si studiava e si sperimentava nel 1923) si potev;rno ritenere i seguenti: - capacità offensiva in terreno organizzato a difesa: 400-600 m. -di fronte per 800-1200 m. cli profondità. di penetrazione; - capncità difensiva in t erreno organizzato a ,difesa : 600-1200 m. di fronte per 1200-1600 m. di [Pl'Ofondità di difesa. In terreno libero queste cifre variano. Come capacità offensiva: 500-700 m . di fronte per 12-00-1600 m. di profondità di penetrazione. Capacità difensiva: 600-800 m. cli fronte per 1000-1400 m. di profondità ,cli difesa. Riferendoci al1a Grande Unità che raggruppa 9 battaglioni e 5 gruppi di µrtiglieria e considera,nclo due schieramenti tipici uno di tre lfo1ee cli tre ba tt!lglioni ciascuno, l'altro di tre linee con quattro battaglioni nella prima , e 5 battaglioni ripartiti fra le altre due, si può desumere l a capacità offensiva come segue: - im. terreno organizzato a difesa con la prim!l forma di schieramento: 1500 m. {li fronte per 2500-3000 m. cli profondità; - ilJJ! terreno libero 2000 m. di fronte per 4000 cli IPI'Ofondità ; 1

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L' AR'.l'IGLIRHIA NI,LLE GRANDI UNlT.'\

- in terreno organizzato a difesa con la seconda forma di schieramento ~000 m. di fr q(nte per 2000-2500 m . di profondità; e · - in terreno libero 2500 m. di frcmte per 3000 lU. cli profondità. I(ll, complesso dunque si può ritenere come dato <li orientamento, che il rettangolo di manovra della Divisione ter.n;1ria nel.l'attacco,, abbia un lato :_ estensione~ della fronte - di 15002000 m . in terreno organiw;ato e di 2000-2500 m. i,n, terreno libero, e l'altro lato - profonditù cli penetrazione - cli 20003000 m. in terreno organizzato e di 3000-4000 in terreno libero. In siffatto rettangolo sembrav;1mo soddisfatte completamente le esigenze di im1piego ,della Grande Unità, di 9 battaglioni e 5 gruppi -di artiglieria. i,n quanto si realizzavano le seguenti condizioni : giusta proporzione fra artiglieria e fanteria; scaglion;1mento in profondità (costituzione di riserve) commisurate alla estensione della fronte in armoil1ia ai sopra espressi criteri della capacità offensiva; possibilità, IJ)er l'artiglieria di sostenere l'azione senza cambi dt posizione, sino al raggiungimento dell'obiettivo normale (h1to del rettangolo opposto a quello della estensione della fronte), il che avrebbe conferito all'operarlone da svolgersi dalla Grande Unità in questione carattere -di continuità. Da siffatte r isnlt:mze poteva emergere che il raggruppamento di 9 battaglioni e di 5 gruppi segnl:lva, una formula molto redditizia e nello stesso tempo economica !Per l'impiego -delle forze in quanto costituisce, nei riguardi tattici, il giusto punto della combi,nia.zione fra le due armi ai fini della loro utilizzaziooe. :iYfèno b(~ne - e si -d imostrava - rispondevano raggruppamenti diversi di forz;1. · E la soluzione (che poi equi vale a quella della clivisione ternaria) era corroborata anche -da considerazioni logistiche per altro di gra111de im1portainza, sulle quali non insistiamo. 18. - Posta su questa base, la, Divisione ter1n aria era quella che incontrava il maggior favore, "e in massima negli studi e ~25-


QUJDSTIONI GENERALI

nelle discussioni teoriche, con quella dosatura di artiglieria (9 battaglio11i, 5 gruppi di artiglieria). :.\fa quali i calibri e i tipi di b.d.f. e quali i mezzi di traino più conYeinienti? P'er i calibri e i tipi di b.cl.f. non entriamo per ora nelle discussioni e nei progetti a cui dettero luogo dal pu11to cli vista tattico-tecnico, per quanto potessero andare fuori del campo realistico del mom ento, che era com:dizio.nuto dalle disponibilità di fatto esistenti. Passare a nuove costruzio11i, impostate s u llrnovi criteri, 01:0n serubrHa allora il caso per ragioni complesse ed evidenti: econowiche e politiche - non solo peculiari all'Italia il cui dopo guerra fu l])articolarmente travagliato - ma anche ad altri paesi. Per noi, 1n particolare, non c'era che da riordinare - e ::;ollecitamente - l'~rti gliel'ia per dare a quest'arma - tattica fìnchè si vuole ma sempre e tutta permeata di tecnicismo, quindi abbisognevole di organizzazione e di addestramento di lunga mano - un assetto stabile in armo(rlia con l'esperienza di guerra e con le disponibilità di materiali. Per f.lltro premevano, sp('Cie negli ar111i 1919 e 1920 1 le continue complicazioni alla frontiera orien tale . ~on c'e1·a che da 1·i.ordinare, ma il l'iordinamento era tutt'altro che semplice ed agevole per la molteplicità e varietà dei materiali esistenti. Noi /;lvevamo, come è noto, un !Pletorico campionario di al'mi di tutti i tipi e di vnrie età, conseguenza natmale de1le continue ristrettezze dei bilainci militari che non ci avevano permesso mai una sostitnzio1n e completa dei t ipi vecchi ·con i J!UOVÌ.

All'e1poca dell'armistizio vi erano nen a sola zona <li guerra, in massim;:i. parte allo scoperto, circa 12.000 b .d.f . (8000 nostre e 4000 catturate) e 10.000.000 di colpi. Come primo provvediJ11ento furono radiate tutte le artiglierie a(rltiquate perchè non più corrispondeinti alle esigenze <.leJla guerra moòerna : cannoni da 75 A e B , da 120 A - B - G, chi 149 G, da 240, da 321; obici e mortHi da 87 B, .aa 149 A e G, da 2] O G, da 280 A - O - K , e alcune òi quelle create con gran frettfL durante la guerra, come gli antocarnnoni da 105 e da 102. -

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L' ARTIGLIEilIA NELLE GHANDI UNITÀ

I n loro vece vennero adottate ottime prtiglierie estere (cannone corto <la 75 da mont ., obici da 100, 149, 152, mortai ,da 305, cannone da 152) giustamente superaindo pregiudizi e sentimentalismi inutili. Cosicchè l'artiglieria italia111a poteva fare assegn;unento e p€r quain titativi più o meno sufficienti - sui seguenti. tipi di b.d'.f. : Ca,nnone semiautomatico da 37/40 Cannone da 65/17 Caillnone da 70/15 Obice d;:t 75/13 Cannone cla 75/ 27 mod. 906 Ca.n none ,da 75/27 mod. 912 Cannone da 75/27 mod. 911 Carnnone da 75/ 27 O.K. Cannone ·da 75/27 A.V. Cannone da 76/ 40 Cannone da 7G/ 45 Cannone da 77/ 28 mod. 5/8 Cannone da 77/2S O.A. Obice da 100/17 rnocl . 14 Obice da 100/17 mocl. 16 Cannone da 104/32 Cannone da 105/28 Cannone da 120/21 Cannone da 120/ 25 Cannone da, 120/40 Obice da. 149/12 mod. 14 Obice da 149/12 mod. 916 Obice da 149/12 mod. 916-18 Obice da 149/13 Cannone da 149/35 0annone da 149/35 A 0;1111none cl a 149/35 S .

Obice <la 152/ 13 Cannone da 152/32 Cannone da 152/37 Ca.nnone d~ 152/ 45 Cannone da 152/50 Cannone da 155/25 Mortaio da 210/8 D.S. Mortaio da 210/ 8 Piat Mortaio da 210/8 D.A. Bombar.d a da 240/12 Mortaio da 260/9 mod. 916 ,Mortpio -cla 2S0/ 9 su affusti diversi :Mortaio da 2S0/10 Mortaio da 280/11 Obice da 280/16 Mortaio da 305/8 mod. 911-916 l\fortaio da 305/8 mod. 911 1\fortaio da 305/ 10 Obice da 305/17 G. mod. 917 Obice da 305/17 G. mod. 9'16 Obice da 305/17 D.S . Obice da 305/17 su installazione eostiera Oannon:e da, 305/50 Obice .cl;:i 380/ 15 Cannone da 381/40 Obice da 420/12

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QU!DS'l'IOKI GEKERALI

19. - Ci sembra cloveroso però soggiungere fin d' ora - più largamente e a:>iù appropriatamente se ne dirà ilil apiprcsso ehe unn. Commissione Speciale per il riordi1name11to clell' Aù iglieria del dopo guerra (F. 81 op. del 18.12.1919 clel Comando Supremo e F. 668 01p . del 23.2.1920 e li'. 2047 op. del 10.7.1920 dello S. )f. R. E. ) costituita lla S. E. Badoglio, C~ po di S.:M:., ,d a S.E. Dallolio Ispe ttore Generale d'Artiglieria , cl~ S.E. Grazioli, e dai generali C)a.ym·ino, Cort<~se, Garrone, - Segretatio

~.. "-.. ·~ ·1. l JTig. 4. - Alfredo Dallolio.

i1 Colonnello <l'Art. La·d a,no -

ave,·a prescritto all'Ispettorato delle Costruzioni d'artiglieria lo studio - di U1J1 c;rnnone da 149 a deformazione (tipo Krupp) )) )> )) )) 152 >> (tijpo Skocla alleggerito [Per sostituire il carnnone da 14!)/ 35 (rigido) - di un obice da 210 con 16 km. di gittata e capace di utilizzare anche il munizionamento residu ato cli guerra. Inoltre - IPUr r iconoscendo le deficienze del (:i:tnnone da 105 Ansaldo - aveva deciso di manten erlo ancora in servizio, 1

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r/AR'l'IGL!IDRIA NELLE GRANDI u :N l'J.' ;\

limitandosi a migliorarDe le mumzioni, per evideillti esigenze :finanziarie e fa1d ustriali, dovendosi prima provvedere alle fabbricazioni più. urgenti. Per l a specialità pesante -campale la. Commissione decise l'adozione in primo tempo dell'obice da 149 Skoda e lo stucl.io {li un eventuale aumento di gittata nell'obice da 149/12 Krupp (nostro). Aveva però dato anche le direttiYe per lo studio di un 1n:uovo obice da 152 (tipo inglese e gittata 12· km .), da adott~rsi in secondo tempo, dopo il cannone da 152/ 37. Per le artiglierie contr~rner('e la stc~ssa Commissione fece mettere allo stud io 1111 canno.ne di potenza superiore al 75/ 27 0.K. da servire sia per l'esercito mobilit.flto , sia per il territorio. In seguito lo S.M:. (Ufficio D.A.) fece mettere allo studio anche un ca rnnoncino someggiat o e a carreggiata ristretta come artiglieria contraerea divisionHle . Gli studi però subirono vari ritardi, sicchè nel 1926 si dovettero commissionare 14 btr. del vecchio 75/ 27 0.K. La Commissione del 1919-20 f ecc rimettere allo stuàio anche tutti i IJ)roietti, col criterio di ridurne le molte varia nti, e migliorarne la forma e il renclime:nto. Le ·direttive furono fis sate su tre tipi di proietti per tutta l'artiglieria. : - una granata ordinaria con carica inte1~na del 10-20 % e da servire anche come involucro per i proietti incendiari, fumogeni e ;:t gas ; - una granata a grande capacità col)l, carica interna del 25-30 % e facendo astra7,ione della carica di lancio massima; - uno shr;1pnel :i;nigliorato nella visibilità e nel1a efficacia . Ma di tutto questo vasto programma, che è del 1919-20, di studi e progettazioni e cost.rnzioni, per ragioni varie e molteplici, aincora per quasi un decennio si concretò ben poco. 20. - Per quanto l'esern1pio dell'esercito fra,ncese specialmente 1POtesse induue ad assegnare organicfl,mente . alla Division~ anche delle artiglierie 1wsa11ti campali e per quanto questa assegnaziollle potesse apparire razionale i!Jl: armonia con neces-

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QUBSTl01'I GEX0UALI

sità pressocchè costan ti <li impiego nell';:imbito divisionale, pure il nostro esercito, e :fin {la prin cipio, si orient ò a limitare il complesso delle artiglierie <livi.sio1lali a bocche da fuoco leggere, comprendendovi amche il calibto 100 (obice) . Come abbiamo visto si disponern di : pezzi da 65/ 17 (a deformazio1n e, italiani, e di tipo r elativamente moderno, someggiati: ada tti mediocremente per l'impi'ego in montagm,a, ma più per l'accompagm.amento immedia to della fanteria); pezzi da 75/ 13 (a deformazione. Skoda, cli P. B., ott.imi, moclemi, an ch'essi someggiati : gli austriaci però preferì v;:i1no carreggiarli in due piccoli t r aini, finchè era possibile (e a nche noi allorchè 11e disponemmo); specifici, essi sì, 1Per l 'impiego in montagna e adatti anche per l ' accompagnamento); pezzi da 75/27 mo<l . 911 (il nostro classico cannone da camp;igna del tipo Déport, costruito in Italia t rain o a cavalli, meno adatto per la mo111tagn;:i,, inadatto all' accompagnamento materi ale, immediato, delle fanterie - ottimo ancora per tutti o'li alt ri compiti) '· b . pezzi da 100/ 17 (Skoda , di Pr. b. - dei due tipi: il mod . 14 e il mod. 1916 ; questo carrellabile e quindi specificamente adatto per la, montagm,a ; inadatto per l'accompag,namcnto materi[lle, immediato, delle fanterie, ma ottimo per gli altri compiti). Tralasciamo di considerare altre b.d.f. leggere, pur mante1rnte in servizio ma, essendo più antiquate, destinate al) e colonie, o a fa r parte della riserva generale d'artiglieria (il 75/ 27 mod. 906, Krupp ~ il 7'7/28 di Pr. b.). Ad eccezione del 75/ 27, tutte le altre b.d.f. aveva1110 carat teristiche di obice. Lo stesso 75/ 27 !Però con l a sua molte!Plicità ,d i cariche e col suo grande settore verticale di tiro, offriv~ non trascurabili possibilità di t raiettoria curva . -- 30 -


RIORDINAMEJNTO TATI'ICO DELL'ARTIGLIERIA

Eravamo dunque in presenza di un buoin complesso di artiglierie leggere : deficiente solo per limi.tata gittata. La caratteristica mont ami dei terreni italiani di più probabile impiego fece vedere subito l'utilità di immettere nel reggimento divisionale i pezzi da 75/ 13 di Pr. b. In, che misura e con quali altri?

e STUDI E PROPOSTE PER UN RAZIONALE RIORDINA.l\'lENTO TATTICO DELL'ARTIGLIERIA 2 1. = Proposte per l'aumento delle art. someggiate (fino a 3 gruppi) nelJa Divisione. --,, 22. = Le osservazioni al riguardo del Gen. Giuria. - 23. · Idee del Giuria a proposito del traino meccanico. --" 24. = Sulla sostituzione dell'azione dell'aviazione a quella de]= l'artiglieria a grande gittata. -;, 25. = L'azione concomitante tra fanteria e artiglieria.

21. - Vintroduzfone di un gruppo someggiato nel reggimento divisionale fn provvedimento di quasi immediata attuazione nel dopog·uerra: da 75/13 di Pr.b. ;1 mano a mano che questo materiale poteva essere riordinato e disponibile (inie costruimmo nnche noi); da 65/17 :finchè del primo non si fosse avuta disponibilità per tutti i reggimenti (,clisponibilità non illimitata perchè era necessario armare con quel materiale anche l'artiglierift da. montagna). · E fu provvedimento non solo bene accolto ,per ragioni tecniche (bontà intrinseca del materiale Skoda) ma, e S!l)ecialmente, anche per riigioni tattiche. Per queste anzi si manifestarono autorevoli corre11ti per redamare più larghe immissioni. Il problema era sempre uno: dare alla fanteria più potente ma soprattutto più pronta (invmedi:a.ta.) collaborazione -

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QUESTIONI GlmERt\LI

I1el1;1 fase cruciale della su a azio11e, quella in cui <:leve superare le residue (epperò più ardue) r esistenze della difesa, sia U1ell'attraversamento dei famosi ultimi ,duecento metri, sia nella penetrazione entro le maglie (nnche se lacerate o sCO'nvolte) della organizzazione difensiva, si;t iufinc nf:'lh .1 lteriore sviluppo dell'avanzata. Intl'odurre nel reggimento cli arliglieria divisionale più g-rnppi someggiati voleva dil'e1 natur;:ilmente, dare a questo altra fisionomiµ, e altre [)Ossibilitài. Esse~1;1,ialmente maggiore rispondenza alle necessitù, cli impiego i11 montagina e più stretta ade8ione allH necessità del combattimento in coopel'!lzione con la fanteria.

Fig. 5. - Francesco Laviano.

In tal senso la 1n·ovosta. <tel T,<vt?ia.n o (t. col. Lavìano, « Il riordinamento delh,rtiglieria italiana», in Rivista cl'A. e G., I / 1922) : - pol'tai·e ~ tre i gruppi someggiati (da 75/ 13); - abolire il materiale da 75/ 27 (ippotl'ainato); - immettere due gruppi da 100/ 17 (obici Skoda di Pr.b. ippotrainati.; ma il Laviano proponeva anche l 'abolizione totale dell'ipputrai.no e 1';3.:dozione del traino meccanico). -

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UIORDINAME:NTO 'l'A'l 'TICO DELL'ARTIGLIERIA

Egli si appoggiava a ragioni tattiche e a ragioni eeonomiche e la ~ua pl'oposta ~nclava al cli là dell'artiglieria divisionale, eompre(l)dendo anche la motorizzazio1ne di tutte le spedalità di nrtiglicria e la soppressione di queJJ.e di grande o grandissima gittata, il cui compito - int<>rdizione lontana. - appariva già possibifo fosse espletato dall'aviazione. Così. .la, nostra Divisione di F. avrebbe avuto 3 gruppi da 75 someggiati e due gruppi da 100 autotrriin,ati. Si sarebbero viste dunque due sole specialità: l'artigl. someggiata !Per i piccoli ca.libri, -destina ta ad op<~rare a stretto contatto con la fanteria, l'arti.gl. autotrainata per i c;:ilibri maggiori completata con un elemento sussidiario, il carrello da mont. per il trnsporto ·dei pezzi su piccole rotabili, su mulattiere e su sentieri alpini; e un 1nucleo di carrelli con muli ad ogni reggimento autotrainato. Le Divisioni che comunque potessero essere chiamate ad operare in pianura avrebb<~ro dovuto essere camionate e le loro n.r tiglierie, tanto da 75 da mont. che da 75 òa camp. a-utoz)01·tate >>· 22. ~ All'esposizione di queste idee fece seguito una serie di due articoli del generale Ettore Giuria - più t~rdi Ispettore -dell'Arma - sulla stessa Rivista « Sul riordinamento dell' Artiglieria Italiirna >>, giug1no e luglio-agosto 1922. Il Giuria non in tutto si mainifestò contrario, nè in tutto consenzie:nte, con il Laviano1 le cui idee sostanzialmente in quel momento gli apparivano troppo radicali. Il Giul'ia nolll, consentiva con l'idea che t utte le artiglierie di piccolo calibro dovessero essere someggiate, id.ea che equivaleva all' a bolir,ione cl eÙa specialità ancora i,n questo periodo c:hiamata « da cHrnp~gna )). Egli riconosceva che 111el riordinamento del dopoguerra. furono saggiamente iJssegnate tre batterie someg'giate ad ogni diYisioine e soggiungeva che per opportunità cli impiego sarebbe anzi stato meglio che ne fossero assegnflte quattro (ritenendo probabile l'impiego cli quattro battaglioni in prima linea). Tutte le Divisioni avrebbero disposto cos1 cli quattro batterie someggiate in qualunque terreno avessero doYuto oper:1re. Nella con-33 3


QUltSTIONI G€NEHAL1

siderazicm,e però che qualche Di visione dovesse mirnovrare in zona t almente impervia e <li cosi difficile perconibilità ,che tu tte o quasi le sue batterie dovessero essere someggiate, ciò che può frequ entemente ;1cca<l ere nei nostri confini, il Giuri.a, esiprimeva il parere che l'artiglie1·ia someggiata dovesse com-

J:'ig . 6. - Ettore Giuria.

plessivamente essere aument!)ta. Esprimeva l'idea che i reggimenti da montagna ,d ovessero essere nulcl.oppiati o che almem.,o si dovessero crem·e altri 9 gru;ppi da montagna, inon da assegnare ol'ganicamente a determinate divisioni ID!:l da tenere pronti per sostituire altrettanti gruppi di artiglierie leggere t rainate in quelle di.visioni chiamate ad operare in zofl1 e nelle quali le difficoltà di manovra fossero tali cla richiedere più l!:lrgo impiego <1i artiglieria someggiata . . Il Giuria riteneva inoltre convenienti anche gruppi di obici da montagna. Per ragio11i economiche e poichè del l'esto er a prevedibile che tali batterie da montagna nell' ulll:a o nell'altra divisione avrebbero sempre trova to impiego proponeva di soipprimere senz'altro ;:iltrettanti grnppi di artiglieria trainata. -

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IlIORDIKA"MIDNTO TATl'tCO DELL'ARTIGLIERIA

23. - Sulla propost;1, di soppressione del traino animale per tutte le !}rtiglierie, sostitueinclovi il traino meccanico, il Giuria faceva ancora delle obier,ioni sostenendo per le ippotrainate pregi che in verità l' avvenire non dove-va poi convalidare. Le questioni fi,n qui tr11ttate riguardano : - un;1, che è, per cosi dire, il problema centrale della tattica e riguarda sia l'artigl. che la fanteria: la questione dell'accompagnamento e della batteria di 11ccompagnamento, che si allarga a quella del combattimento in cooperazione. Questione cruciale che int eresserà, gli scrittori di tattica, l'insegnamento delle scuole. centrali, gli studiosi del materiale e dell'org;1nica; - l' altra, quella della motorizzazione ,d ell'artiglieria che a poco a poco evolverà, in queUa della motorizzaziO(ne e della meccanizzazione ,d ell'Esercito. Siamo a.ncora nel 1922 e tali questio111i soino per ora nellp., fose iniziale.

24. - Altro e importantissimo argomento è quello della sostituzione degli aeroplani da bombardamento alle artiglierie a grande gittata. Non tanto per la veduta -che sul momem,to si n.eva della questione, qua1n to perchè essa porta in sè quella ben più vasta e [>ressante de1l'infl.uenza del mezzo aereo sul combattimento e specificamente ,d ella cooperazione aerea. La questione comunque va precisata. A quali artiglierie? Evidentemente il problema si pone per quelle a. grandissima gittata . Il 381, la Berta ... ma esse soino così poche che non si può dire di ricavare economia da una, loro sop.pressiorn::. Per le altre artiglierie in genere è da osservare : Stamno a vantaggio dell'artiglieria : la possibilità di eseguire il tiro in qualsiasi circostanza indipende11temein,t e dalle condizioni atmosferiche e di luce; il tiro può essere eseguito anche se manchi la 1possihilit~ di osservarlo, purchè convenientemente organizzato, può raggiu'11,gere notevole precisione anche alle grandi. distanze, e può essere aggiustato e corretto; lè artiglierie purchè rifornite possono continuamente eseguire i tiri; i tiri sono duttili, si iniziano, si iplasmano, si ad:attano -

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QUIDSTIONI GITNDHALI

come si voglia, le artiglierie si occultano e sono poco vulnera bli anche alle offese aeree. Per converso hanno le artiglierie talune insufficienze peculiari, trovando dei limiti nella loro gittata, nelJa loro installazione, negli ostacoli che eventualmente le loro traiettorie 1non potessero superare, l'efficacia dei proietti è limitata dal calibro, {lalla loro resistenza di pareti, dalJa loro ma1rnggevoJezza. E poi tanti altri vincoli : legate al terreno (scelta di 1,osizioni adatte) ; relativamente poco mobili, assorbopo molto person;1le, vogliono molte munizioni (problema <fol rifornimento specie nel campo tattico) . L' aeroplano invece è più svincolato: indipendente dai limiti di distanze e di settore, di preparazione del tiro e di organi di osserv:17,ione, pnò lanciare i 1pi·oietti coin la sola limitazione della sua portata, esige ,poco personr:1le; facilmente si unisce n,d. altri per agire a massa, ecc .. :Ma ha le sue · limitazioni gravi: le co.ndizioni metereologiche, che talvolta lo paralizzano, la scf}rsa precisione clel tiro, la mancanza di continuità. nell'azione per la necessità ,d i atterrare onde rifornirsi; e l a padronanza, dell'aria e la sua vulnerabilità da terra se voglia abbassarsi e il non poter cambiare obiettivo durante l' azione per la sua scarsa collega bilità con la terr a. Tutto quello che si vuole: certo che l'un mezzo e Faltro, più che escludersi per i loro ,d ifatti si integrano per le loro possibilità.. I compiti cli distruzione vieina, accom1pagnameinto, interdizione, sbarramento, controbatteria sono più facilmente assolvibili dall'artiglieria, me!n tre col crescere della distanz.a e dell'estensione dell'obiettivo entrano in più facile e conveniente g-ioco i mezzi aerei. E' ancora 1prematuro - nel 1922 - porre la questione o artiglieri;:t o aviazione. E' dubbio che si possa porre oggi nel 1953. M a quanto progresso cl all'una e dalFaltra è stato compiuto 1 E il loro compito sì, talvolta si accavalla, più spesso si ripartisce ma semb1·a comunque che le fnnzioni i,nsopprimibili dell'una si siano accresciute ml)lgraclo il dilagare ,delle possibilità dell'altra. -

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RIOROll\A::0.fE:-;f'l'O TAT'l'lCO OEI,L' ARTIGLIERIA

25. - I problemi che. abbiamo prospettato fin qui, venivano ripresi da altri scrittori militari ed esaminati da molti ipunti di vista. E mentre gli ord.i namenti, che per altro spesso 010n uscivano dallo st~to cli progetti, e la regolmuentazione ufficiale indugiavano sulle forme passate, e su quelle meno impegnative, risoluzioni più aperte alle necessità nuove ve1niva!l10 dibattute sulle varie riviste militari. Sui problemi dell'azione concomit ante tra fanteria e artiglieria ritornava ad es. i1 Geloso (Riv. d'Artiglieria e Geinio, I-Il, 1926) additandone la soluzione sostanzialmente nei seguenti punti : 1) aclclestramcnto completo tattico tecnico degli u:ffidali cl.elle d1Je armi, specie cli quelli in servizio attivo permanente, nelfim1piego· d.i imif;à composte cli arUgl·ie·r ia- e fan.terfo) P. 111ella conoscenza del materh:tle di ambedue e del suo ren<limento; 2) cost'ituzione verm,anente 0<rganfoo-tatt;ica. di piccole ,unità m,iste delle <l·ue arm,i) desti11xrte ad overare insùHne in gnerr•a J a, m'P,.no1;rare insierne in- pace;

3) costituzione della Grainde Unità tattica, sul tipo .dell'attuale divisione, con artiglierie leggere e pesa11t-i in quantità, conveniente, così da dare al comandante -cli essa tutti i mezzi di attacco e di difesa che [)Ossono essere richiesti dallo svolgersi cl.el combattimento su una fronte limitata e per una determinata p1;ofondità; 4) integrazione di dette unità tattiche in maggiori unità, dot~te delle artiglierie .ai controbatteria e delle altre necessarie per la manovra <li fuoco ad ampio raggio, la quale consenta di i,ntensi:ficare l 'azione nella direzioin e prescelta dal comandante; 5) assegnazione alle unità tattiche di cui {li nn. 3 e 4, ilei mezzi aerei necessari per seguire il combattimento; 6) costituzione organica di veri e propri reparti di collegame111t o nel seno delle grandi unità stesse, c.he siano i tentacoli terrestri e che gli forniscano insieme, con gli aerei, gli ocehi per vedere e le reclini 1per guidare. >>

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Il Monumento all'Arma di Artiglieria Il 15 giugno clel 19BO veniva inaugur ato in Torino il ~fooJ.t1~ mento ali' Arma cli Artiglieria alla presernm di S.M. il Re. I discorsi in augurali furoino 1pronunciati da S.A.R.. il Duci1

di Aosta e dal ì\Hn.istro de1la guerra gen . Pietro Gazze.i·a.

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IL MONU :Wl?iNTO ALL'AR MA

DE

AHTIGLUJHIA

l<"'ig. 7. - Bozzetto del Monumento all'Arma d'Artiglieria (visto dì fronte), dello scultore Piero Canonica.

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IL )10NlJMl,: N'rO ALL'ARll:CA DI

AHTIGLIEHIA

Fig., $. - Bozzetto del Monumento all' ,a\.rma d'Artiglieria (visto di fianco), dello scultore Piero Canonica.

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IL J'.ICOXU :i\1E1'TO ALL' AIL\fA nr ARTIGLIERIA

Fig. 9. - Ii Monumento all'Arma di Artiglieria (come ;fu realizzato), visto di ;fronte.

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IL '.:lfONU.i\:UilN'l 'O ALL'ARMA DI ARTIGLIERI A

Fig. 10. - Il Monumento all'Arma di Artiglieria (particolare).

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IL ?liO~U.M ENTO ALL'ARMA Uf ARTIG l,IEHIA

F ig. 11. - Il Monumento all'Arma dì ArtiglieJ:ia (particolar e) .

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OAPITùLO SECONDO

La regolamentazione tattica della fase di transizione (tra la guerra di posizione e la guerra di movimento) A. DALLE « DIRETTIVE PER L'IMPIEGO DE LLE G.U. NEL• L'ATTACCO E NELLA DIFESA» ( 1918) ALLE « NORME PER L'IMPIEGO DELL'ARTIGLIERIA» (1921). - B • LE CIRCOLARI «BADOGLIO» DEL 192 6: N. 2700 E N. 5800.

A

DALLE « DIRETTIVE PER L'IMPIEGO DELLE G.U. NELL'AT, TACCO E NELLA DIFESA» (1918) ALLE « NORME PER L'IM• PIEGO DELL'ARTIGLIERIA» (1921)

1. • Le « Direttive per l'impiego delle grandi unità nell'at• tacco» (sett. 1918). Necessità della battaglia di rottura. - 2. = II rapporto fra le varie armi. L'artiglieria e i suoi concetti generali d'impiego nell'attacco. - 3. = Le « Direttive per l'impiego delle grandi unità nella difesa» (ott. 1918). Azione dell'artiglieria nella difesa. --- 4. = Le « Norme per l'impiego dell'artiglieria» (1921). Nomenclatura dei tiri. ,-;. 5. = Schieramento. L'azione dell'artiglie= ria nell'offensiva e nella difensiva.

l. - Nel 1918} rispettivamente neJ settembre e nellJot tobre, il Comando Supremo emariuva le « Direttive per l'impiego delle gra ndi unità, neil' àttacco )) (D.A.) é le << Direttive per l'im~ piego delle gra11cli unità, nella difesa» (D.D.). -

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J,A

HEGOLAJ\10:NTA Z!ONE ·.1.wrrICA

Esse costituiva~,o la sintesi ufficiaìe clelJa nostra esperienza e il fondamento per 1H nostra azione h<~Dica ulteriore ove questa fosse contitnunta. Coin1cide,•ano in,ec-e proprio con la fine <lella guerra e coslituiro110 di <:onsep;llPllZa la hflse naturale per il ])l'imo periodo di stncli e cli eserC'itazi.oni del dopo gnerra. La Prefazione datata « Agosto 191. >> e indirizzatn « Agli Ufficiali genernli >>, port:wn la firma del Capo di Stato :Maggiore dell'Esercito, generale A. Diaz. Le D.A. muovono dalla constnta1,io11e che le fronti difensive (19J8) sono costituite cla nna succesi,;i.one di- sistemi fortifieator'i. (ciascun sistema compreucle itn genere più fasce difensive), normalmente scagUonati in profo01elitù, col criterio cbe Pnppa1·eechio offensivo allestito <·ontro 1111 sislemll risulti p er ragioni di òistanza o di condizioni loca1i non atlo nll'espugmazione del succcssi.Yo sistemn. Ciò spi ega come solo un':11,ione offensiva che si l'ii-:olva in una battaglia di r ottura. poi:::sf.1 aprire ln da a risultati strate~icarne11te decisivi. Ciascun attacco si propo1Tà di massima l'espugnazione di uin sistema -cl Hensb·o uemi<-o e un progresso al di là di tale sistem a fino a l'aggi1101gere nna froHte idonea a ,d ivenire base <li 11artenza 1p er att:H·cm:e al più presto il succ-essivo sistema. Qu<:sta fronte, determinata a priori in, 1·apporto al raggio di azione offfoaC'e delle artìglie1·fo (7,eWattcwoo e tenendo altresì il massimo conto delle esigellze dell'ossel'rnzione ai :6ni de1le oiperazioni future, costituirà l'obiettivo norm1ale . E ' evidente - dicevano le D.A. - che il progresso al di là del sistema difensivo espup;nato deve e . ere il più ampio e il più rapido possibile oltre che per p<m drare 1Più profo ndamente nelle Ol'ganizzazi01ni del nemico e quindi scuo terne più Yiolenteme111,t e 111 l'esistenza , per cattura1·e la maggi01· quantità delle batterie costituenti I'ossatUl'H del sistema stesso. Rd è del pari evidente che in eh-costanze favorevoli di lotta l'attacco 11otrà e dovrà essere portato fil di là dell'obiettivo normale senza c.he si renda necessaria u,mi. nuova prepmazione di artiglie1·ia. Una situazione cosi propizia che è quasi sempre dovutn ad un principio di disgregazione nell'organismo difensivo del nemico, e che nella battaglia moderna si verifica assai di frequ e,nte dopo ·- 46 -


(1918) ALLID ~.I.A. (192,1)

DALLE O. A. W D.D.

il primo urto, ·deve es <'l'e sfruttata senza indugio: convenà pertaB1to che oltre e cli là dall'obiettivo nonnale sia sellljpre considerato un obiettivo el;(mtuaZc c:he, verificn ndosi delel'mina te coJ1clizio,n i, potrù, essel'e raggiunto secondo prestabiliti proceclimeuti dalle tr11ppe di attacco. La massa offcnsi,a è distil1ta in m ,(lSS<t, cli ·r ott1-ira e 11iasS(1, rli mcmovra e la capac ità offensiva. è intesa come l' attitudine di una data unità, di fanteria a svilnppare uin ;:ittacco Sll una certa umpiczza di fronte e a ,p rogreclil·e attaccando per un a cer ta profondWì,. Unità elementare di combattimento è eonsi.derato iJ batta-

gJio,nc, e gr;rncle u,nitù, cli. attacco è consid era ta la Divisione ,d i fanteria . La ca pacità offensiva dc] battaglione, coITT due compag11ie in prima linea si può ritenere espressn a11 'incirca da m. 300-4-00 frontali per m. 1000-800 di pl'ofondità. La Ca[)f:lcità, oJfonsiva di un!1 clivisio,nc cl.i fantel'ia su 12 battaglion i eh.e presenti 4 battag-lioni s11lla fronte cli attacco e si scaglioni in profondità. su t re linee di battaglioni, pi1ò raggn agliarsi n11'incirca a ni. 1200-1500 fro ntali per m. 3000-2500 ,cli profonclitù,. Si avvertiva che la capacità offensiva del br,ttaglione e, per riflesso, quelhl della dirisione, sareblJCl'O risultat<' considere·rnlmente accl'esciute dalle innovazioni nell':umamento e ne11a composizione del ba ttagliane che erano II llor~ in ist udio. 2. - Le D.A. esami,n avano anche il rapporto quantitativo fra ]e varie armi e lo consideravano problema in parte organico e in parte t ~ttico. Si soffermnvano solo sul prob]ema tattico e dicevano che doveva essere risolto caso per caso nella fase prepara toria con il criterio di aggiungere aUe armi che organicamente costituiscono la divisione e alle truppe pu re organicamente assegn ~te ni col'pi cl'armatH o alle armate, una massa di bombarde di artigliel'ia pesante e talvolta anche leggera, capace di sicuramente assolvere in unione a11e artiglierie divisionali, i molteplici compiti che ne]]a battaglia di sfoincl i1mento sono assegnati alle varie specie di artiglieria. La specificazione di tali compiti e il modo di assoh-erli sarE:bbero risultate dalle cc ?·.forme cl'im,piego per z,artiglierfa )) che si l)nnunciavall1o in oorso di p·uùblicazione. -

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LA REGOLA~rn:::nAZIONB TATTICA

E queste furono le Norme pubblicate nel 1921. Le D .A . spiegavano che con la denominazfone artiglierie leggere si ,d esignano quelle idonee a manovrare su qualsiasi terreno ossia le artiglierie di piccolo calibro; con l a denominazione a1·t(qlierie pesanti si designa110 quelle clotiite di mi~1:0re manovrabilità, ossia le artiglierie pesant i campali e quelle di medio e grosso calibro impropriamente dette di assedio. E suggerivano aleune densità medi e di schieramento come guida largamente a!1)prossimfltiva per l a compi-lazione dei progetti di attacco, clesmn:te dall'esperienza. e riferite naturalmente ad un apparecchio offensivo allestito con tro una fronte organizzata con i criteri allora vigenti ed in perfett~ efficienza : - artiglierie pesanti, un pezzo ogni 20-30 m. ,d i froin te di attacco; - artiglierie leggere un pezzo ogni 20-25 m.; - artiglierie pesanti a lunga gittata, un pezzo ogni 150200 m.; - bombarde un pezzo ogni 25-30 m .. Questi dati sono da riferirsi nll'estensione lineare della fronte contro la quale si eompie l 'azione offensiva . In sintesi l'impiego dell'artiglieria è espresso dai seguenti roncetti: Vaq"tiglierfo. spiana la via ~1lla fanteria , distruggendo o neuirplizza!nclo tutto quello che si 01p pone alla sua marcia, e cioè difese, difensori; artiglierie,. . Protegge la fanteria s ulle posizioni conquista te, sbarrandone gli accessi immedia ti e contrast:rnclo al nemico i contrattacchi. llTiterdice l'affluire cli riserve e di rifor,nimenti allf1 battaglia; p/;lraJi7,za o, quaoi:to rn.eno, ritar,d a ecl ostacola Ja varia attività dell'organismo della difes&. Si potne in condizioni di. pi.e namente assolvere t ntti questi compiti, n on solq all'inizio dell'attacco, ma anche e, soprattutto, durante e dopo il suo ~viluppo, e qualunque sia il progresso che la fanteria vi realizzi. Questa ingente somm11 di compiti esige, per l'artiglieria, una netta definizione delle sfere di dipendenza che eYiti azioni di com.anelo dannosamente sovrnppon,en tisi o richieste di iuter-

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DALLE O.A. K O.O.

(1918)

ALLE N .1.A.

(1921)

vento contemporanee e non semlPre <:oncordi. Occorre cioè predisporre uno snodato congegu10 di clipcn{lenze che pur concedendo, come le im,preveclibili vicende della battaglia consigliatno, un giusto decentramento cli parte delle artiglierie alle divisioni di attacco, affidi alle unità. maggio1·i il maneggio delle masse di fu oco che, per hl ste Sfl ampiezza della fronte , sono chiamate a,d impiegare. In quest'ordine di p1focip1 conviene in massima : porre alla dipendenza clelJe divisioni. di prima linea tutte le m·t iglierie destinate 11ll'inte1·dizione vicina , all'accomipagmamento e allo sbanarne1J1to, le bombàrcle e le artig-Jierie destinate nlla distruzione e a.lla neutrali7.7.azione delle difese nerniche ed aventi settore di azio11e aJVi11C'irca pf:lri alla fronte di attacco della. clivisioa1e; affidare ai corpi di armnta ]'azione di controbatteria nella zoom per cioscuno stabilita ch1l com1111do clell'al'mata; alle a.J'mate l'intel'diziouc loJ1t11na e l'azione cli annientamento; alle armate e ai C'orpi cli armata l::i manovra ,d i particolari masse cli fuoco aYenti compiti var1 durante l'attacco (distruzione, 1neutralizzazioln e, interdizione, 11nnient amento) e lJOSsibiJità. cli ra1pido intencnto su ampia fronte. In sintesi si può dunque uffermare : che ogni coniando di grande 1.tnitù <leve ave1·e alla diretta clivendenza, tiitte 7.e artiglierie ohe sono ind'isvensa7,ili alla grande unitcì stessa per assolvere il comp,i to assegnatole in combattimento; ohe og11i nomando cl-i grande 1.in,i tà snve'rtio,re de ve poter disvorre direttamente delle artiglierie necessa1·ie per ooordi1wre l'a,zione delle gr.wnrU unità d'ipendenU e rinv'igorfrla o,ve ocoon·a,. Le D.A. esami nano minub1mente le preclisposi:àoni per l'attacco. E soggiungono ancora : Conte1D1poranc~1mente a questi apprestamenti i comandi di a1'tiglieria appartenenti alle grandi unità, in Ji11ea com(Piranno tutte le operazioni prelimimari in erenti alla. preparazione del tiro: i,n modo da rendere possibile la pronta en trata in azione 4

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LA RIDGOLAMEN'.l'AZlONE '!'ATTICA

delle batterie, anche se giungano nella front<~ di att?cco 1nei giorni immediatamente prima deJl'offensiva. So:no così aclom brate le ragioni deJla segretezza ai fini della !;Orpresa : le Norme per l'impiego dell'artiglieria che uscira1nno dopo dir;rnno ·anche se convenga o meno eseguire tiri. di inquadramento: questione cli. somma importanza, come v<~dremo in seguito. Nell'attacco le D.A. consideralllo come tipiclle talune fasi e prima fra tutte, in ordine cli tempo e di importanza, là p1·eparazione ùnmed-ia,ta,., ;per la quale esse intendono il eomlPlesso clei tiri di distruzione , cli neutrrilizzazione, di annientamento, e di interdizione con i quali l'artiglieria, i,n. collaborazione con altri mezzi offensivi, con azione rapidissima e violentissima, apre la via alla irruzione delle fanterie. lVIa prima, e precisamente negli ultimi giorni della f?se preparatoria dell'offensiva, l'artiglieria potrà avere già, Nmpi uto quella parte di lavoro di distruzione e di interdizione lontana che, sia per la tn atura degli obiettivi cui è rivolta - essenzialmente batterie, organizzazioni arretrate, centri cli rifornimento, sedi <li com?1ndo sia per il moclo ·coin cui si deve esplicare, non può essere contenuto nel periodo1 necessariamente breve, della preparazioue immediata:. Questo che abbiamo riportato costituirebbe in sostauza un'azione di logoramento che, comt le stesse D.A. avvertono, qu~ndo sia, co1ndotta i1n, modo da non pregiudicai·e la sorvres,a) ,può facilitare Ja sùccessiva .azione di sfondamento. Ma, è sempre il fatto sorpresa che dke la parola decisiva. E infatti subito le D.A. soggiungono: « Non è però da eseludersi che attribuendo la maggiore· importanza !11 fattore sorp1·esa si rinU1nci a questi tiri da eseguirsi i,n precedenza e · si eoncentri tutto il lavoro di distruzione e di interdizione n0lla preparazione immediata. )) L'azione di fuoco dell'artiglieria è vista per c:oncentramen-ti. Le D.A . trov~th:o necessario spiegare : « Poichè in queste Diret. tive è ripetutamente adoperata. la locuzione concentra1nen.to e poichè d'altra parte ad essa sòvente si ricorre 111elle richieste ,d i fuoèo durante l'azione, è utile precisarne il significato. Oònce1ù.:- 50 -


(1918)

DALLE O.A. ID D.0.

ALLEJ N .I .A. (1921)

h'amen to vale intensifioazione degli effetti del tiro nel ten1,1po e e nello spiM;·io. Condizione essenziale perchè tfllc intensificazione si verifichi è che il concentramento sia opera to con aJ'tiglierie caratteristicamente id onee e pre1Paratc a battere effioa oem.cn,te l'obiettivo sul qu ale il concentramento stesso è rh·olto . Se tale iùoncità matnca, il concentramento si tradmrà in u n;l sterile mamovra di fuoco e in una -clain:nosa sottrazione di artiglieria ai compiti fondamentali a cui sono prEWoste::. Le D.A. prendono in esame anche la necessità e il meccn11ismo ,del tiro di accompagnamento di cni riconoscono la complessità, e met tono i,n evidenz;,1 che non empre p uò riposare ei:iclush-a1uente sull'osservazione e sui . collegament i diretti fra fanteria e artigli el'ia; osservazione e collegflmcnti che per quanto accnratamente orga nizzati e predi posti p ossono cliven1are durante l a battaglia ineerti ed aleatori. I 11.. preYisione di dò ammettono che il t iro cli iiccompagnamento si leghi talvolta al p.r ogresso delle fa11tel'ie attraverso <lnt i di tempo che possono essel'e stabiliti a priol'i e dat i cli Yelocità di ava nzata che, per quanto soggetti alle imJPreved ibili vicende del com.battimento, sono pur semp!e suscettivi di 11,n.a 1Preve11tiva valutazi one rnedi;:i assai prossima al vero . Sulla base di tali due elementi - tempo e velocità - sarà cl nnque possibile, C'aso per caso, ed in sede di -disposizioni preor,di na tiYe, disciplinal'e il tiro cli accompaginamen to trasformandolo in: una successione di sbalzi corrispon denti a determinati tempi. Gli in tervalli di tempo tra sbalzo e sbl'llzo sono commisura ti alle presumibili velocità di avanzata; le varia1.ioni di gittata costituenti l'an:wiezza ,dello sbalzo sono :fissate tenendo conto d~lle caratteristiche delle bocche da. fuoco e del r ~ggio cl' azione <lei proietti. Le linee intermedie di attestame,nito, designate per brevi soste dell'attacco, gioveranno a r egolare il congegno riferendolo, se necessario, a nùovi dati di partein1.a; mentre il l'ollegamento a vist a fra fµmter ia e artiglieria, r idotto a segnala zioni convenzionali di estrema semplicità e sicuramente note a t utti, consentirà di allargare e restringere i temlPi in armonia <:()(O, le necessità della battaglia. -

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J.A nrnGOLAMENT,\ZIONID 'l'ATTICA

In tal guisa il congegno può svincolµrsi da ogni rigidità e avvantaggiarsi di quella giusta elasticità, e scioltezza che sono taratteristiche essenziali di qualsiasi procedimento tattico. L'azione ,dei tiri di accompaginamento dovrà essere i1ntegr11ta daJl'intervento di batterie legger e destinate ad accompagnare materialmente la :fanteria nell'avanzata verso l'obiettivo normale. Ai tiri cli . accompagnammto partecipµno tutte le batterie che non hanno compiti speciaJi che perdurano per tutto lo svilnppo dell'attacco, e cioè compiti di controbatteria, di neutraJjr,zazione di centri di resiste,nza , di in terdizio:ne lontana. Tutto il meccanismo cli attacco nelle D.A. poggia sopril un sistema per il quale l'artiglieria batte e sconn ette i pilastri delle organizr,azioni nemiche e }fl fanteria irromperndo fra pilastro e IJ)ilastro, dilag;1 e si adck"l'ltra sino a raggiungere e paralizznre gli elementi vitali della difesa - ossia le artiglierie e i comandi. Svilu:ppandosi l'attacco, compito p reminente ed essenziale dell'artiglieria dive1n ta quelJo {li appoggiare più efficacemente possibile la fimteria . A mnno a mano che la lotta diventa più i;;errata le a ttività delle due armi devono tendere ad una sempre più stretta fusiOJ1e e q11i si m~rnifestano e si accentuano caratteri che si possono considerare già della guerra di movimento. Le D.A. lo dicono espressamente. I cambiamenti cli posizione rompOITTO lf} continuJtà dell'azione deJl'artiglieria ; tuttavia si renderanno necessari ogmi qual volta l' appoggio dato alle fanterie non abbia più il dovuto grado di eflicacia. Essi saranno sempre eseguiti per scaglioni e al momento op1portnno ossia in modo che la crisi· dello spostamento non coincid11 con un atto tattico decisivo. Si tenga presente, avvertono Je D.A., che la mobilità ·è uno degli attributi dell'artiglieria leggera; deve essere suo vanto il metterlo in valore semprl:' ed ovunque. Questi stessi ,principi serviranno di guida nella questione delJe dipe111de11Ze tattiche dell'artiglieria; le quali dipendenze, dovendo ar,m onizzarsi con le vicende ·d el combattimento, non . potranno essere assoggettate a rigide prescrizioni, ma saranno regolate c0in criteri di giusta elasticità. -

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DALLE D.A. E' D.D.

(1918) ALLE N.I .A. (1921)

3. - Le« Direttive per l'impiego delle grandi unità nella di>) (D .D.) come abbiamo eletto, usciron:0 11eJl'ottobre 1918. Il concetto fondamenta le era quello che la difesa dovesse ~sskuraN~ Finviolabilit,ì, della fronte, consumando il mimimo delle proprie for:r,e ed infl iggendo al nemico Je maggiori perdite. Le fron ti difensive erano allora costituite da una succes$ione di. sistemi scaglio1nati in profondità quanto necessario perchè le artiglierie deU'attacco rwn potessero per ragioni di distanza [)l'e!lldere contemporaneamente sotto il tiro <li preparezione <l ue successivi sistemi. Siffatto scaglionamento in profondità mentre impo1r1e all'attaccante una sosta per lo spostamento inina nzi cli l})arte almeno delle artiglierie) benefica Ja difesa {li un tempo particolarmente vantaggioso ai .fini del reintegro cleJJa resistenza e deJl::i stabili.zza7,io111e della fronte. Abbandonato ormai iJ sistema difensivo lineare, in questo periodo la difesa si distribuisce e si impianta su una striscia, intendendo per striscia. un aggregato di elem&nti forti:fic;1.tori di quahm,que n:1tura e specie, distesi nel senso della fron te e vari;1rnente scagJionati a scacchiera. in una profondità 'variabile fra. un minimo di 50 metri e un massimo di 300 metri. Questi i concetti generici : 11el particolare si avrà, rnn:a fa,. sci,Cll di osservazfon-e e 1.t.1ia. fase-io, di resistenza,; la prima antistante ecl a<lif1cente alla seconda. Scopo: costri,n gere il nemico a combattere 1Tuon nella zona ove egli ha preparato l'attacco, brnsì in q nella ove la di.fesa, conservando e:fficiente la propria. capacità reattivft, ha l])l'eparato la resistenza . Nella fascia di resistenza si difenderà acl oltran:r,a l'intero sistema . Essa è la. sN'•isoùP di c:ombatt·imento per ecc(~llenza. cui seguoal!o la, striscia. dei ·r-incal.d e la, striscia delle riser·ve. A titolo di generico orientamento: da 200 a 400 metri fra la striscia <li combattimento e la striscia dei 6ncalzi; ,da 800 a 1000 m. fra questi e la striscia. delle riserv<! . La. fronte è ri1p;1rtita in settori, · in sottosettori e in sezioni. Phì settori raggruppati in una zo\11:a. Per le artiglierie lo scaglio.name111to in profondità si impone oltre che per le ragioni fondamentali che sono comuni a, tutte le armi della difesa) per ragioni intrinseche derivanti ft>sa

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J,A REGOLA:VIB:K'.L'AZIONE TATTICA

dalJa. necessità, imprescindibile di eseguire la m~novra di fuoco sopra ampi settori. Tale scaglionamento sarà, ottenuto utilizzando Je gittate e, in genere, le caratteristiche delle bocche da fuoco im modo appropriato ai compiti, e cioè : - in caso di attacco nemico, tiri di coo:itroprepf.lrar,ione i:mlle organizzazioni nemiche; di sbarramento davanti e nelVinterno della fascia cli osservazione e davanti alla fascia di resistenza,; <li repressione sulla fascia di resiste,nza; - in periodo di sosta, compiti di distruzione e di logo ramento delle artiglierie e delle tru:ppe nemiche, e di concorso a eventuali piccole o,pera,zioni offe nsive. ~l.'utti questi compiti potranno essere felicemente assolti col dislocare la quasi totalità, delle artiglierie in una zon;:t. dai 6 ai 7 km. di profondità e il cui margine anteriore dist~ in massima dai 3 ai 4 km. dalla fronte nemica . La zona ,delle artiglierie rimane dunque protetta dalla fascia di resistenza itlla quale anzi, iin, parte, si sovrappone. Solo eccezionalmente qualche pezz.o potrà, essere postato ne11 a. fascia di osservazione, ma per compiti di carattere temporaneo oppure particolarmente importanti e 110111 altrimenti assolvibili. Fondamentale procedimento ,cli difesa nel quadro tattico a cui risponde lo schieram.euto di sicurezza è lo sb,a,1Ta1rn:ento la eui organizzazione esige da un lato utilizzazione a ipieno rendimento delle artiglierie 1particolarmeute idonee allo scopo (leggere e campftli pesa1nti) associate alle mitragliatrici e alle bombarde, dall'altro una funzionalità sicura, impeccabile e quasi automatica. Problema nel suo complesso <li competenza dei comandi cli divisione . Lo sbarrame,nto si organizza tanto dflva11ti alla fascia di osservazione quanto davanti alla fascia di resistenza. I n taluni r.asi si potrà avere uno sbwr1'.a1'ne1ito 1npbilc e si avverte : ogni c;umone ,di piccolo calibro su affusto modenno o obice campale pesante può efficacemente sbarrare una fronte dai 40 ai 50 m. {'.on tiro frontale, una dai 100 ai 200 m. con tiro d'infilata. -

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(1918)

DALLE) D •.\. ffi ().D.

ALLE, N.I.:\ .

(1921)

Lo sbarrament o mobile è del tutto diverso dal barrage roulan,t pratic;:i.to ,d all'esercito :fraJlcese che corrispo11de invece· al

nostro ti ro d'accompaguamento. Le D.D., esaminando la conclotta della, d!ifesa,, danino gran·dissima importanza alla controprepara½iODe che, intesp, iin senso lato, comprende ogni forma di attività della difesa diretta ad ostacolare i preparativi offensivi del nemico, a distruggerne o neutralizz;:i.rne i mez7,i a,ppresta ti 1per 1:atta eco . E poichè di solito i preparativi offensivi in ,p arte si COUJ.Jpio110 di lunga mano in parte neJ periodo della prepara½iorn~ immediata o poco prima, <.:Osi si distiinguono due procedimenti e cioè quello ,della contro1n0epa,ra,~fone pre'/ie1·vti,1ia e 'queJlo -clella. controv,repara,~ione inimecliata.. La contro1preparazione :preventiva sarà, caratterizzata d;:t una intensificata a:done cli logoramento delle forze vive nemiche ~ particolarmente delle artiglierie (azione cli controbatteria). Ll:l <·ontropreparazioa1e immediata si inizia non appella i preparativi offensivi perdono il loro carattere cli predisposizioni potenziali per assurne1:e quello di provvedimenti dell'ultima orsi prèJndianti l'attacco . (Entrata in linea cl.elle gra ndi u11i.tà di urto, approssimarsi J:1lla fronte elci carri d'assalto, e<:c.). Le D.D. riconoscono che la con\'ropreparazione è qu~nto mai costosa, e pertanto lo scatennr.Ia è atto tattico di somma importanza e di graw~ r.e15ponsa bilità. 4. - Le cc Direttivr )) che abbia mo cos'ì riassunte, mettendo in 1Particoll:lre rilievo i concetti che più direttamente ispirano l'impiego dell'artiglieria, prom<~ttevano appunto << Norme per l'impiego dell'Artiglieria )) cli prossima pubblicazioJ1e e ad ·eisse coordinate strettamente. Invece le << 'Nor-me ver tim,p-iego dell 'Artigl-ieri.ci )) (N.1.A. .) useiva,no nel 1921, a guerra ormai conclusa, ,e 1POrtl:lvano la firma del Capo di Stato Maggiore per l'Esercito di allora gen. Badogli.o. Esse, come diceva la premessa, fissavano i criteri d'impiego per l'artiglieria tratti cla lla recente esperie-:r1za di gu erra e posti in armonia con i concetti generJ:1li delle D.A.. e ,d elle D.D. Le N :I.A. costituhra no l}'.l('I' l'artiglieria la base -cli partenza per un non breve ,periodo cli studio e di ·esperien~e. -

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LA RltGOLAM IDN'l' AZIONJ.,) TATTICA

Nelle N.J.A. notiamo subito la prescrizione: << La terminologia fissata dal presente oapi,tolo (Cap. I) no:n deve per nessu.n motfoo essere variata dai comandi dipendenti)). Gioverà qui di seguito riassumere tale terminologia e tenl'rla presente fono alla successiva. modificazione. - A,~ione cU amvienf;a.1nie11to: cont ro le fanterie nemiche, pronte per l'azione, l'artiglieria può svolgere 1,1,11/ azione cli annientnm1ento, alio scopo di fiaccarne la capacità difensiva ed offensiva, iniiiggendo loro perdite, disorganizzallld.o ne la compagine; i tiri sono all' uopo eseguiti sulle fanterie nelle zone da esse presidiate (trineee, ricoveri, ecc.) o nelle quali si ammas~aino (zone cli raccolta).·

- A.zione d!i sbarramento : tende ad arrestare l'avanzata delle fanterie nemiche attaccanti, e si distingue in - s1Ja.rra11iento fisso, quando è azione di fuoco dii'etta su uina lfoiea del terreno determinata (in genere immediatamente davanti ai reticolati antistanti alla fascia di osservazione o di resistenza) ed in : - sbarram-ento mobile, quando è diretta sulla fanteria nemica che progredisce, e si [)lasma quindi sui movimoo.ti di questa. -

Inigri1lJbùwiento

Allo scopo cli eontenere, isolare ('inr;abbfamento) e, possibilmente, caccipre Fnttaecante che ha conquistato parte ·deJle difese, e per preparare il cont rat tacco, saranno

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Repressio11.e

eseguiti tiri di repressione attorno e sulle organi.7,zazioni difeinsive perdute, e contro le fa1Ìterie nemi<:he che le occupano.

- Acconupo.gnaniento: l'avanzata delle f;:interi.e dell'attacco sarà facilitata e protetta dall'azione di acoonipagnamento : - (J)Coom([Jagncwien.to vicino, se svolta con una cortina di fuoco che preceda e :fiancheggi da vicino le fanterie, miri a paralizzare ogni eventuale reazione controffensiva del nemico e

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DALLE D,A, ID O. D.

(J.918) AI,LE N .l.A . (1921)

lo obblighi fl r~pararsi, permettendo aIFattacca<JJ..te di sorprenderlo e sopraffarlo ; - acoonipaqnaniien:to lontano, se, svolgendosi a distanza più forte e con sbalzi più ampi, venga a completare la protC'zione ,d ell'accompagnamento vitino, neutralizz;rndo sia le successive sistemazioni nemiche antistanti, sia le ol'ganizzazioni poste sui :fianchi <lella direttrice di attacco .

- A..z·ione cont-ro le d'ifese e contro le batterie nemiche (controbatteria): si esplic[tno co111 tiri di - cU8tr1.iz·i011e, quando si tencl~ ad irnnnllare, definit ivamente o per alcuni giorni, l 'efficienza bellica delle difese o delle batterie; - neit-t1'aliz.za:z:ione, quando si tencl.a a mettere solo per breve tempo fuori combattimento la parte attiva delle d ifese o ,d elle artiglierie (presidi delle 01pere, serventi a.elle artiglierie e delle bombarde, orgnni cli collegamento, osservatori, t'ifornirnenti, ecc.). - Interdizione 1;foina : mira ad ostacolare nelle prime linee del nemico sia lo scatto p<~r l'assalto, gli spostamenti dei 1·incalzi ed i snoi movimenti iin genere (tiri diretti sulle trincee di partenza, sui camminamcn,t i , e loro shocchi e incroci, su sentfori, 1Piste, strade ed accessi in genere alle prime linee), si~ il funzionamento dei comallldi e ,dei servi½i (tiri su posti di comando, su centrali tel(~gra:fiche e telefoniche, tiri di acoeoamento sugli osservatori). - Interdizione lontana;: sarà per contro rivolta ad ostacolare il movimento delle riserve, ~l furizio111amento dei comandi e clei servizi delle retrovie. I tiri son:o effettuf;lti su strade, zone di passaggio, centri di comunitazione, stazioni ferroviarie, sedi di comando, -centri di servizi, depositi di munizioni e materiale, ecc .. - 11fri di in,toss'i,cazione: pure rientrando nel quadro delle azioni di neutralizzazione, distruzione, interdizione, ecc., per la loro speci.ale natura necessitaino di particolare menzione i tiri di intossfoazione effettuati con proietti a gas. -57-


LA HEGOLA:MENTAZ'IONffi T A'ITICA

- Tiri oontrocwrei) contro paJloni frenati j contro oa1·r-i d-'assalto, data la specialità del bers~glio, assumono particolare aspetto . .te azioni di artiglieria fi,n, qui elencate, traggono le loro caratteristiche princ~palmente d.al1a natura dell'obiettivo: senonchè, p~rticolari momenti ed esigen:i;e della situa?:ione tattica richiecler~mno anche altre azioini di artiglieria di tipo meno sistematico, caratterizzate piuttosto ,d allo scopo generico che esse si prefiggono :

-

'Ari di m,olesl'ia

sono cara tteristici clel periodo cleUo schieramento di sicurezza e l'ivolti cont ro le fanterie e h1voratori nemici ed in genere co,ntro l'attivWL e la tranqnilJità del nemico.

-

Tiri cli ra,pJJre,90-glia

In ritorsione di tiri ,n emici di molestia, vengono eseguiti tiri di rapprc~saglia su punti che siano più specialmente sensibili per il nemico.

logora.mento: preludoil.'l!O ad azioni offe111sive e difensive i tiri di logoramento, effettua ti specialmente contro truppe dislocate nelle _prime linee, sia nelle zone vitali lonta,ne (paesi, località, di co:11(:entramenti di truppe, centri di baraccamenti, vie cli afflusso, ecc.). -

'1.'f ri di

- T iri di prepara.z'ione : l'azione che, ,ne1l'offensiva, l'artiglieria svolge prima dello scatto delle fanterie, allo scopo di aprire loro la vi.a ed agevolarne ]'avanz~ta; COID[Jl'ende g(~Dericamente i tiri di preparazione, che, in un periodo cli vrevara·zione inwi,ed,iata, di poco prececle:nte l'as&alto, sono caratterizzati dalla speciale intensità, che assumono i tiri .(li cliistruzione - specialmente diretti all'apert1.i ra dei varchi - d·i ann,ienta~ m,en-to e di neutralù:z,azione. = 58 -


DALLIJ) O.A, ID D.D .

(1918)

ALLE N.J . A.

(1921)

Ti1•i di 0011troprepara.zio11e : - ,i n cUfensiv·a l'azione svolta dall'artiglieria per ostacol!;lrc, neutra li.zzare, clisorganizzt11·e la pre1Parazione offensiva nemica e per pa ralizzare l'attacco nemico prima ancora che scatti, comprenùe nel suo comple so i tiri di: - 0011,t ropreparazione vrevent-iva , svolta prima che il nei~ico abbia nltimato i suoi preparativi di l:lttacco, e proseguono con una ~ controprepm·azione ùn11nedfata effettuat a per colpire le trupipe nemi che, pronte per l'assalto.

5.· - Quanto allo sohierame11to, le Norme prevedono uno sc·hieramento <li sicurezza (nei periodi cli sosta delle grandi ope razioni), uno schieramento 1-inforzato offensivo e uno schieramento rinf<Y1·.i•ato dife11si1;0. Lo schieramento <li .·iclll'ezza dern ispira rsi ai limitati scopi indicp.ti dalla stessa clc:fìnizione, assicurando ad ogni modo le ai ioni <li eontropreparaziou1e e cli re:pressione e al mlassimo grad o, quella di sbarramento fisso e mobil e. - Lo schieramento rinforzato offensh'o richiede che le ba tterie siano postate alqmrnto avant i, ::mche ~ scapito della sicurezza, pur mai1tenendo UH conve11iente scaglionamento in, profondità per una migliore utilizzazione delle gittate e perchè non risultino troppo esposte alle offese nemiche. Lo schieramento deve att uarsi con segretezza e r~1piditù per favorire Ja sorpresa 11elle o:perazioui (1) . Il passaggio daJJo sc·,hieramento di sicurezza a quello rinforzato offensivo deve essere gr aduale, in modo da evitare una crisi cli cni potrebbero avvantaggiarsi event uali attacchi ,clel nemico. - Lo schieramento rinforzato difensiv o, da attu arsi quando sia pl'ohabiJ e un'ofl'e11 h-a .nemica , si pla smerà sull'ossatura dello schierainento cli sicul'ezza; in base a nn IPl'ogetto compilato in precedenza dai Oom~rndi ,di Grande Unità, con ampia pro(1) Abbiamo accennato come allil segretezza e alla sorpresa nuocessero gli eccessivi tiri di iuquadramcnl o e di aggiustamento che le batterie solevano compiere giungendo in schieramento e come il perfezionamento della tecnica possa concorrere alla segretezza dello schieramento e nll:.t sorpresa tattica .

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59 -


LA

HEGOLA)rEl\TA½lO~ TATTICA

fondità nello scaglionamento, non escludendosi però che aku ne batterie possa110 <'S. ere spinte innanzi per particolari azio11i contro obi ettivi lon tani (con trob~tteri a e logoramento). Non si pal'la più ,d i bn tterie trn ditrici, ma si consiglia di u;,ostare alc uni :pezzi in posizione nascosta, i1ncaricati di rivelarsi all'ultimo momento iJ)er agire contro carri d'assalto. Le norme ricordano clte l'impiego 11 massa si ottiene !Ilon 1·imto con la mas a delle artiglierie schierate, ma col concen1rare il fuoco sui vari obiettivi. E corne principio fonda mentale nel combattimento, saincisc:ono che l'obiettivo pii~ irnportante per Z1 mrtigz.ieria, è costantemente quello àalla cui d,istr11,zi011e o neutralizzazione può de, ,ivare m,aggiore 'l.iantaggio alle proprie fanterie.

5. - Passand o a parlare dell'azioue offensiva, le Korn1e c:on~iderano l'impiego dell'artiglieria nei successivi periodi : - la, preparaz ione i'ln'lliediata : di breve d nrata (maggiore in una battµglia di rottura, minore o qu asi nulla in casi eccezioo,ali) ; regohlta da una parte sul raggiungimento della sorpresa, e dall'altra sulla nec:essità cli spianare 111. via alla fanreria; svolta con azioni cli controbatteria (neutralizzazione), di distruzione delle difese, di annientamento e di interdizione ed eventualmente precedut$l da nlcnni giorni di preparazione 1PreYentiva, comprendente azioo1e di controbatteria (distruzione), di distruzione degli elementi di difesa che richiedo11 0 tiri lunghi e metodici, di interdizione ; - Z1 aoco1nzH1gnamento della fan.tel'ia : vioino, se compiuto dnlle artiglie11ie leggere con cortine di fuoco che precedano la fanteria, l'egolate in base ~ collegamento diretto oppure med iante sbah i orari o sbalzi su linee di attestamento prestabilite; lon~ tano, se compiuto dalle artiglierie ipesanti, libere dopo la. controbatteria e l'interdizione; - l 1 azione di sbarrame11to e di interdizione vicina, per proteggere 1~ fanteria sulle posizioni conquis tate mentre proseguirà la, controbatteria e l 'i1nterdizione lontana; -

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DALLID D,A.

e:• D.D. (19)8)

ALLE N.I.A,

(1921)

- l'avanzata a scaglioni delle batterie leggere e pesanti campaJi, in base ad un progetto cli s.postamento ,compilato dal eom11n<la,n te d'artiglieria di Corpo d'Armata, per la prosecuzione dell'offensiva attravel'SO le posizioni orga,n izzate dal nemico, per lo sviluppo clel successo, per cui si avranno nuove e brevi preparazioni di fuoco, nuove azioni di co.ntrobatteria (11eutralizzazione) e og,ni altra a7,ione di fuoco che le esigenze de) combattimento~ ormai in c11mpo alJ)erto - richiederanno, sempre col concetto di bnttere a preferefn,za quegli obiettivi che maggiormente possano danneggiare la fanteria attacca111 te e che più. ne ostacoli110 l'avan?:iata . Nell11 difensiva le «).Torme)) contempla1110: - la controprcparazioo.1e immediata, che dovrà essere ri volta, a mezzo di 1potenti. eonccntramenti cli fuoco, spedalmente sulla. fanteria, nemica pronta per l 'attacco, lasc:iam,clo alfa controbat teria e alla interdizione lontana poche batterie e che potrà esssere preceduta dalla controprepara:done preventiva, svolta con la controbatteria. (cli clistrnzio1ne) e co1i f 'interdizio,n e; - lo sbarramento mobile sulla wna compresa fra le opposte liaiee, integrato dallo sbarramento fisso; azione, quest'ultimf1, da affidarsi alle artiglierie leggere e pesanti carn1pali e da iniziarsi talora durante la con tropreparazione; ~ i tiri cli repressione, infine, per contenere l 'attac,cante che abbia posto piede sulle nostre linee e per pre;parnre i eontrattacchi. Lo studio dello schierame!ll,to uemico, di competenza clei comandi. cl.i artiglieri.a cl' Armata, ,deve portare alla compilazione e all'aggiornamento dei cloenmenti relativi alle postazioni, alla attività e agli obiettivi delle batterie che lo compongo.no, sulla scorta dei dati forni ti dagli organi di informazione delle Grandi Unitù, e dell';rviazione, no11chè dei propri mezzi di osservazione e di rilevamento. Le «Norme)) dninno inoltre prescrizioni e indicazioni per il servizio di osservazione e di collegamento e trattano infine dei piani d'impiego. -

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LA ftEJGOLAMENTAZIONE 'l'AT"l'lCA

·

In COilJ/Plesso, le N .I. A. - discendendo dalle «Direttive» del 1918 - sono deeisameute orientate alla guerra stabilizz::i ta e per qualche tempo .non si nc:tenna µd al cun cambiamento. Più tardi si nota invece un ·deciso cambiawento. Si raccolgono elementi per unra successirn codificazione della dottrina, che diventa più ~gevole a mano a mano che, allontanandosi il periodo de11a gnerra, è 1possibilc abbracciarne con uno Rguardo più vasto le risulta1D~e e discernere quanto di esse sarà applicabile ;:i_lle forme di guerra più probabili del futuro. I pr-imi frutti -del periodo cli raccoglimento ,che fe ce seguito una. guerra, verranno raccolti e codifica li 01ei regolamenti {lel Hl28, ossia. sostanzialmente nelle « Norme generali per l'impiego delle Grimdi Unità>> e nelle « Norme per l'impiego ta ttico della. divisione>>, ed. 1928.

B LE CIRCOLAR.I «BADOGLIO » DEL 1926: N. 2700 E N. 5800 6. • ( r926) La circolare 2700: « Nuova classificazione dei tiri di artiglieria ». ~ 7. • I concetti fondamentali. - 8. · Classifica dei tiri a seconda degli effetti sul bersaglio. - 9. • Classifica se• condo Io scopo tattico. Azione dell'a rtiglieria durante l'attacco della fanteria. 10. • Azione dell'artiglieria prima de ll 'attacco della fanteria. - 11. • Azione dell'artiglieria nella difesa. Oiviet.o di creare altra classificazione e nomenclature diverse. Specchi rie• pilogativi. - 12. = ( 15 dicembre 1926) La circoolare 5800: « Criteri di impiego della Div. di fante ria ne l combattimento. - 13. • Pre• scrizioni per l 'impiego dell'artiglieria. - 14. · L'artiglieria divi • s ionale. -' 15. • Cooperazione fra fante ria e artig lieria. - 16. = Ese• c uzione dell'attacco. Impiego dell'artiglieria. -.- 17. • Il combatti , mento della Divisione in posizione. - 18. • La condotta della di, fesa. --, 19. = Il combattimento d'incontro. - 20. = Si delinea il pro• pos ito di sboccare alla guerra di movimento.

6. - Ma già nel 192G il Capo cli S. M. Gene1·ale (Badoglio) emana.va una circolare - 2700 del 30 maggio 1926 - all'oggetto « Cl assificazione dei tiri di artiglie1·ia » - che segnava un nuovo orientµmento. Ne riportiamo il t~sto ·: -

62 -


LE CIRCOLAR I

« BADOGLIO »

DEL

1926

« Il periodo di raccoglimen,t.o e studio che occn[)Ò l'immediato dopo guerra se, da un l ato, fu utilissimo in quanto cointdbuì alla elaborazione di una nuova ùottrina tattica che ora si sta. codificando, dall'altro offri sensibili inconvenienti. E così avveillne che molti studiosi, convinti dell'utilità. di un loro contributo, sostennero tesi e le concretarono in norme e proposte ehe, frutto di studi unilaterali, non sono accettabili, mentre contribuiscono sensibilmente a confonclE:re le idee e a ritardare quella chiarifkazion,e e sistemazione alla quale dobbiamo al più 1Presto venire. 1.'ipiche in questo campo sono le discussioni in merito all'imp'i.egò dell';utiglieria e le svariate classificazioni dei. tiri di artiglieria che, sommandosi con qualche contraddizio1ne forma le contenuta nei regolamenti in uso, non ebbero alt ro risultato che complicare vieppiù questa complessa questione col danno gravissimo di al101ntanarci, con .la disformità del linguaggio, da quella disciplina delle idee che è condizione base per una efficace cooperazione fra. fanteria ed artiglieria nel combattimento. Desidero che questo stato di cose cessi al più presto e qui di seguito disciplino per tutti la materia, in attesa che, in un prossimo avvenire, essa ve1nga defi,n,itivamente sancita in tutti i regolamenti. 7. - L - COKCBT.T.I FOND AMFJNTALI. - L'artiglieria interviene nella battaglia con azioni di fuoco costituite drt uno o !Più tfri . Le azioni di fuoco si propongono sempre uno scopo t·attioo C'he si ottiene col raggiungimento di un dato eff etto s-ul berstiglio. Ne viene che ciascun tiro può essere definito i n modo dive!:so a seconda del punto di vista da cui lo si. co.n~ider a, e, 1perchè le condizioni di cui sopra coesistimo sempre, così lo stesso tiro può essere determinato eon due definizioni diverse che in~ trecciandosi si completano reciprocamente. Occorre pertain,to classificare i tiri prima sotto il puillto ·d i vista degli effetti che vogli~mo ottenere sul bersaglio ; dupo ,d:i questa classifica, e coJJ Faiuto di essa, si possono definire i tiri . in rapporto ai principali scopi taUioi che vogliamo conseguire. Si dice p rinoipaU soopi tat'tioi perchè questi possono essere infiniti e sotto questo aspetto una classificaziollle con11pleta ed 1

-

63-


LA RWGOLA:1,fElN'.l'AZIONID T AT'l'ICA

iJJ1:equivoca bile 11011 si può avere, visto che uno stesso tiro o la stessa a:done di fuoco può conseguir-e più scopi tattici contemporaneamente - come pnò raggiungere sul bersaglio ad uin tempo più effetti diversi )).

s. - II. SAGLIO. -

-

CLASSIFICA DEI 'l'IRI A SF.CO~DA DEGLI El!'l•'E'rrr STIL 13ER-

« I bersagli sui qtrnli FartigJieria può essere chia-

mata ad agire sono d i due specie: aninwti ed inanim,ati. L'effetto mas&imo che sn cli essi l'artiglieria può conseguire, erl al quale devono ('Osta,ntemente tendere, è la eUm1inazione clefimitiva . La eliminazionr ilefinitiva è 1possibile sul bersaglio inanimato e perciò si C'hiamer:rnno tir-i di d'igh·1i.zio11.e i tiri che si prC1pongono la eJimilrnzio.ne di un bersaglio inanimato rispetto ai :fini per i quali esso fn crea t o. Colltro un bersaglio :mimato la eliminazione definitiva di:ffic:ilmente può essere consegnita ; in molti casi essa m,o n è indispensabile; com1mqn<> non si potrà qupsi mai avere la certezza d:f averla ragghmta . AJ eontn1r-io è i11clis1pensabile la eliminazione tempora111,pa de] bersaglio: cioè la inutUi.zzazione del bersaglio deve durare il tempo necessario perchè altri mezzi (ad es. fanterip) possano intervenire per eliminarlo definitivamen te, oppure per uin tempo tale che consenta di compiere quelle azioITT.i che esso si propo11e di im1pedire. R' pertanto un risultato prevale11temen tc morale quello che questo tiro si propone : tnttavia, visto che non vi sono effetti morali senza effetti materiali, così non vi può essere un tiro . efclusivamente neutralizzante, ma neutralizzazione implica altresì la eliminazione definitiva di un numern più o meno gralilde di elementi del bersaglio. Lo si chiama perciò di neutralizzazione n on 1perchè questa sia l'effetto mnico ma p erchè è l 'effetto prevalente. Si chiamerà pertanto tiro di 11.eutralizzazione quel tiro che si propone di rendere, per un tempo limitato, inutile un dato bersaglio ai fini per i quali fu creato od ai quali si mira . Concludendo : sotto il punto di vista ,d egli effetti sul bersaglio i tiri si classificano in: -- 64 -


LID CfHCOLARI

(( BADOGLIO ll

DIDL

1926

ti-ri di, di8tr11,zione quelli che si prO[)ongo.no la elimina:zione definitiva di un bersaglio inanimato; tiri di neutralizzaz'ione quelli che si propongono la eli.mi·n.azione più o me,no prolungata dell'azione di bersagli animati o di bersagli materiali serviti da essere animati )).

9. - III. -

ÙLASSWICA SF.CONDO LO SCOPO

'.rA'.l~n co .

.A.7,IONE DEI.,-

(( Con Vatta,cao si mira ad eliminare la resistenza che il nemico oppone

L ' ARTIGLIERIA DURANTJ1) r/ ATTACCO DELLA l?AN'.l:ERIA. -

.allo sviluppo della nostra libertà, d'azio:ne. Questa resisternrn si esplica : A) con elementi passivi e sopr;:ltutto attivi -

di comando, situati. sul terreno -che ma terialmente la fante1·ia deve percorr<~re 111ell'attacco o che vi possono immediatamente intervenire o direttamente agire; B) elementi nemici che su questo stesso terreno sono capaci di agire i,ndirettamente o di illltervenire i n tempi suc,cessivi. ,di combattimento, di rifor.nimento, ecc. -

A ) Nel primo -c aso i.. mezzi :cli offesa delll:l fanteria possono Pssere insuJficienti o 1per potenza o peT' gittata; di qui la ne,cf'ssità. di integrare e di ampli::n·e la <.:apacità di fuoco della fanteria stessa e qnesta (~ la. fmizi.011e dell'artiglieria divisionale. L'artiglieria divisionale agisce nel combatti1m?nto offensivo ·COn due forme di nzione principali che prendono il 11ome éli : a) tir·i rn d·i:retto appoggio; b) tiri di oom;:orso.

a.) Per i tiri a cliretto avr109gio (1) s' intende l'insieme ·clei 'tiri eseguiti -d a qne11e artiglierie divisionali che sono d~stinate .ad agil·e cli p1·eferen,za i11 COI'l'is1ponclenza -cli determinati sotto·scttori cl.i attacco ecl a favore di -d eterminati gruppi di battaglioni di fanteria, prcc:edendo)i rn~lla loro avanzata così da neutl'aJi;r,;r,ai:e Je successive resiste!Jl.;r,e fino a che non possano essere (1) Questi til:i corrispondono a ([nelli che finora furono ehiamati cli a çcQ-m.pagnamento v icino .

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65 -


LA REG0LAMIDNTAZI0N0 T AT'l'lCA

prese sotto il fuoco efficace o d'assalto degli scaglioni più ava111zati dei ba ttaglioni stessi. Le artiglierie incarica te di eseguire questi t iri possono essere tenu te alla immediata {lipendenza del C.A.D., ed in t al CRSO devono essere direttamente colleg;ate coi comandi di fanteria con cui coopel'ano, oppure possono - caso meno frequ ente - essere poste alla dipendenza dei comaodanti di fanteria ed in caso devpno sempre tenersi ò irettamente collegate con il C.A. D. che, per ordine· del C.D. può richiamarle più o meno improvvì!->amente alfa proipri;a dipemdenza diretta . Ove Jo si ravvisi opportu no si potrà raccogliere le artiglinie incaricate cli questi t iri in uno o più sottoraggruppamenti da c:hiamarsi cli a~ione vi ci1va; b) i li1·i cli concorso (1) ampliano il raggio di azione della f;rn teria attaccante in, vista cl.ella :necessitù, ,cli : 1° bat tere elementi della posizione nemica iparticolarmente forti eh~ Ri sa o si prevede che la hnteria dovrà, in tempo più o meno l ontaino, attaccare - sotto questo aspetto rappresentaino quasi una preparazione preventiva s u posizioni arretrate ; 2° neutralizznre battede, che si m:rnifestino im1p rovvisa mente e pMticoJannente nocive, in attesa od in sostituzione tleJla controbatteria di C. d' A. ; 3° prendere sotto il tiro u(l],it."\, di fanteria nemiche in attesa od in movim ento per intervenire nel comba ttimento; 4° costituire riserva di fuoco da sovrappol'si ai tiri a diretto a,ppoggio per intensifical'li clove e quando al))paiano inacleg-uati al ]oro compito. Qualora lo si 1·f1vvis i opporttuno le artiglierie imcaricate dei tiri di concorso possono essere, ai fin i dell'impiego od anche f:o)o in vista di una. migliore esplicazione dell 'azione di comnndo, raccolti in un sotto ragg r'llp7)amento ·cla chiamarsi di azione lom ama. o di 1rvano1ira) che il com~nclante dell a divisione conserva. sempre nlla s ua diretta dipendenza pel t ramite clel coman dante di artiglieria division~le. 1

1

(1) Sono qualche cosa di simile a quello che fino nel. oggi f n chiamato co111J{)a!lnam.ento lontano .

-

66 -

a.c-


L~ CIRCOLARI

« BADOGLIO

ll D0L

1926

Oltre alle d ue forme di azione di cui sopra quando si p1·evecle che, ;id onta dell' Hzione dell'artiglieri a division ale - che si svolge neJle due :forme preclclte - p ossano res tare iin a tto sul terreno cli attacco 1·psiste11ze che la fan teria non può superare toi suoi mezzi orga11ici, venanno messe, caso ,per caso, aJln diretta diprudenza dei eomanclanti cli r eggiment o o cli battaglione, battepi.e che dov1'anno, seg:uendo quanto più posso!no fa fanteria. da vicino, eliminare gli ostacoli di cui sopra . Queste ba tterie pr('nclono il nome di batterie di accom,pagnmne11 to (1).

B) Azi one ùel1 'artiglieria co11tro elementi ne1Il1c1 capaci di agire indirettn mE::nt e od in tempi sueces i \'i sul settore di a ttacco . Qnesti elementi po:-Esono esse1·e : com;uHli, riserve, osservat ori, impia,n ti va ti, ecc., Op[rnre batlerie. Le azioni cli fuoco intese ad im.peùire in moùo più o meno tempo1·aneo l 'n zione dei comandi, 'l'esistenza od il movimento delle riserve, il fnnzion:nnento cl<'gli impian ti o dei servizi {lelPavversario dislocati di massima oltt-e il raggio utile delle artiµ-lierie dfrisiona li, ,p rendono il nome di inrforrlizio11e lo11ta11,a. (2). Le azioni di fuoco od i. tiri in tesi ad c~liminare l'azione c1ell'a.rtiglieri.a avversaria defin itivamente o lempora~1ea mente si ('hiamnno conlrobatt,wia cri distruzione o di neutrnlizzazione (3). All'artiglieria di Arma ta spetta di massini.a l'interdizion e lontana; oltre a c:iò es5a potrà svolgere azione cli controbatteria, i,n ,proprio od in aiuto alln controbatteria cli Corpo cl'armata ed anche azioni intese a rinforzm'e. quando e dove occorra, l 'azione di fu oco di uno o più Corpi d' armata dipendenti. All'artigliePia d i Corpo d'armata compete di massima la con trobatteria; ma non è escluso che quest'~zione possa essere (1) Sostituiscouo le attuall batterie dl a,ccom11ar111a,mento inrn, càia,to (già mnterial<i) . (2) Si noti che ora al vocabolo inter<Uz ione si dì\ un s ignificato estensivo cli inibizione di vita o di funzionamento e non semplicemente di Inibizione al . trans ito od al movimento come da molti si è usato nnorn . (3) Salvo casi eccezionali quasi sernJlre proprii clellil guerra di posizione, ia controba tterla è cli nentralizzazionc.

-

67 -


l,A RFiGOL AMENTAZIONE TA'JYrICA

svolta ainche dall'artiglier ia divisionale, specie nella ,prima fas e dell'atta cco finchè 1a divisione è impegn ata da solfl e ·prima che sia orgainizz~1to il tiro delle artiglierie di Corpo d'a rmata, alle quali la controbatteria sarà rp oi particolinmente devoluta . Oltr e a ciò le artiglierie di Corpo d'armata potranno essere chiamaté eventilalmenfo ad esegu ire tiri di in terdizione lon ta01,;:1. e più frequen temente azioni di rinforzo dei til'i delle artiglierie delle dipendenti divisioni. 10. ·

AZI0Nl•; DELL' AR'l'IGLH:IUA

PHI:\1A

D!H,L' AT'fACCO

DELLA

Può avvenire che non tutto il lavoro che l'artiglieria deve compiere per render e possibile l 'ava,nzata delle fa nterie lflOSsa csse1·e eseguito durante l'avanzata stessa. Spesso una parte di esso deve essere rornpiuta prim;:1 de1l'·a ttacco; il complesso dell' azione che l'artiglieria svolge prima che fa fonteria inizi l'attacco dicesi tiro ·(li preparazione . A questo tiro partecipano tutti gli scaglion i d i artiglieria e precisa.mente : FAN'l'ERIA. -

-

l'm•tiglierio1 di'uisionale : per distruggere in t utto o in

parte l'ostacolo materiùle (ov(~ esista) ; per distruggt>re o neutralizzare il riparo nemico (ove esista); per diminuire la ca1p acità di r eazion.e ne:tp.ica clepri · menclone le :forze moral i e materiali; per impedire ò climhu1ire lf.l funzionalità clel com ando e dell'a ppa rat o logi.stico clel nemico;

o:

- Z'arrtig{ieria rJ,,i d .A . : per distruggere o ,d iminuire il valore di 1posizioni rnfforzate pH rti.cola1:mente forti o lontane (ev.); per concorrere al compito dell'arti.glieria divisionale (ev.) ; per eseguire til'i cli interdizione lonta,na (ev.); per effettuare la controbatteri;1 (ev .) ;

- l' art;,iglierfo d:i Armata : per s,pcciali tiri di cont robatteria (ev.); -

68 -


« MDOC LIO

LE CJRCOLAl!l

ll DEL

192(i

per tiri di inte1·dizione lontana; per concorso ai (;Ompiti dPll' artiglieria cli Corpo d 'armata (ev .). R est a cosi abolit~ la d ist in zione fin ora in uso di tiri di preparazione preventfrn e di tiri di preparazione immediata ». 11. · A~IONU: DEU / AR'.l'lGLlEHIA ~ gLLA Dll!'F:8A. - Nella difesa l'artiglieria deve : - cercare di imped ire lo. ferrarsi dell'attacco nemico o qn ;111lo meno diminuinll e la capacità offe11sirn ; - arr<•star e, i n concorso col fu oco di fa nteria, l'at ta cco nemico o diminnirne l'impeto e fa. forza ; - contl'ibnire con la fant eria a r ica C'dare dalla posizione o da alcu111i tratti di essa il nern ic·o che vi ~bbia IPOSto piede e cc1·chi cli afferma r visi. Perciò Be lla difesa l'artigJi r1·i:1 esegne i seguenti tiri :

T i•1~i cli i1iterdizio11e lomtana: i tfri e eguiti cli massima dall e artiglierie di Ar mat::i ed even tu alm ente cli O. d 'A . su l terreno s u t ni U nemico sc:hiern il grosso òelle sue forze, impian ta i suoi comandi più elevati, fa funzionare i suoi servizi , ecc ..

Tir·i di ·i nte1·dizio111e vw1.na (1) : i t fri (~seguiti clall'art iµ-li erip, cli visionale ed eventualmen te di C. d' A. , sul terre110 <li sc:hieramento , cli anicinamento, sulfo base cli 1partf"nza per ]'attfl <'<'O deUa fa uteri::i n emica e sul ter reno di atta cco (2) . Il raggio di azione cli questi i.il-i è per-tant o compreso fra il margine esterno deDa posizione difensivn battnto da) tiro cli sbarramfnto e la clistnnza massima di Uro efficace delle batterie impegnate . 'I'iri di co11t·ro1Jatteria : sono, come nell'offensiva, i tiri int e.j ad eliminare_deititinuuente o temp01·aneamente l'attività ùelle batteri.e ayversari.e . 1

(1) Anch e qui come per l' i nter dizione lon tana , \l vocabolo inter<Uz ione

va inteso in senso lato di inibizione di esistenza o di attività in genere - movimento compreso - del uemico. (2) Per te n eno di attacco si intencle quello che la :f anteria a vversarla percorre aiuta ndosi col f uoco per giunge re a dishrnza cli assalto.

-

69 --


LA HEGOLA1110N1'AZI0:-.1I•l TAT'J.'ICA

T iri cli sbarramento: t iri che, in c oncol'. o CQn il fuoco di fanteria, l'artiglieria esegue per anestare, nelle immediate Yicina11ze della posh:ione difensiva, l' attacco 11emico. Esso può E>ssere fisso se ba tte esclusivHmente una determimita strisC'ia di terreno, mobile se con succe.. iw retrocessioni b:1tte snC'ce..,siYe striscie sem pre più raYYicina te al nrnrgine esterno dellfl posir.ione pl'in<'ipale di difesn. 'I'fri erri, 1·epres~rione : per impedire al nemico che sia riusdto a ipone piede su alcuni punti o tratti de1la nostra posi;done, di tenerla, <li rafforza 1'visi, di ricevervi rinforzi; tutto dò a titolo di 1p reparazione in vista del eontrattnc(-o. L'insieme clei ti ri cli interdizione lonta na e vici11a. di co:utrohattel'i a ed eventnalmcnt(~ cli clistn1;i;ione cli lavori offensivi che l'art igli.eria eHegue prima Nl in p1·e\'isione <'h e si sfeni l'attac:co cleHe f::Jntel'ic nemiclH' p1'encle il nome di tiro cli controprepara.zione . Questo tiro nella p;uena di po izione Yi enc 01·g:a,n izzato in ogni suo pictolo dettaglio i n bn se nel unn 1unga st•rie cli ossei:vazio1li <li notizie raceolte sul nemko: nella g-nerra di movimento esso \'iene escp;nHo in base alle informazioni immediate; esso pe1'Ci<Ì a('q11ista un can,ttere c·on tingente e si imperniH su) giudizio del mom<mto ed anche su lla inizintiva e sull'intuit o di tutti i comnnclanti di ortip;Jieria. Negli specchi annessi sono stati l'i assunt i tutti i tiri di cni si è parlato sopra .

*

-:+

*

cc L e presenti disposizioni devono senz'al~ro entrare nell'uso comune cla. parte di tutti e venire applicate n elle esercitnzioini e negli studi. Og,n i altra disposizione diYersa o cont raria a nche se <:ontenuta nei regolamenti in vigore deve ritenersi abolita. Faccio formale divieto cli. creare ;rnche su. riviste, libri, ecc., classificazione e nomencla ture diverse dalle presenti.

Il Cavo di Htato dfoggiore Gene·r:a70 PIE'l'HO BADOGLIO )).

-

'iO -


ff,peoohio « A )) allegato alla ciirnola.re n . 2700 clel 30 ma_g_qio 1926. 'l'rnr

DmLL' AR'l'IGLmmA NELJ/ A'.f'l'ACCO.

Prima dello attacco della fanter ia

Durante l'attacco.

I

prepar azione

Distru1,ione o n eu tralizzazione dell'ostacolo o del riparo (ev.); Diminu1,ione della capacitiJ. reattiva della ;fantl'ria- nemica ; Eliminazione o nentralizza1,ione d elle fanterh! nemiche ; Neutrali1,zazione dei comandi e servizi avYersilri.

I

di Divisione di Corpo cl' A. cli Armata

di concorso (1)

batt;ere p r eventivamente punti delle 11osizioni nemiche che p iù i .: tardi saranno att accati dalla fanteria; ) ueutralizzai·e batte.rie che ostacolano il procede clelrattacco, in . Artiglierie divisioualì alatt,.isa od in sostitu1,ione della coutri1battE'!·ia cli Corpo d' A. : , la di r etta dipendenza battere fant,!ria in at1esa od .in movimento per in tervenire ·nel cld C.D. eombattimento ; neutralizzare comandi, oss,~rvatorì. ecc. nemici; rinforzare i tiri a diretto appoggio se, dove e quando occorra.

a diretto appoggio ( Z)

nm1tralizzare. le successive resistenze attive incontr ate dalla :fanl<~ria attaccante fino a che questa vossa prenderle sotto il suo fuoco eflica.c~\ o d 'assalto.

I

j

Art iglierl e divisionali eventualmen te decentrate per l ' imvkgo ai Com.cli Fant. (C.F .D. e C.Heggt.)

nì \ Sempre clecentr:-ite •tccompagrnum~n· ~ elimina re r esistenze superstìU ai tiri pr ecedenti contro cui sono ) Com.di Fan teria (Com. to (ev.) (3) insntricienti le a r mi organiche della fanteria. ( Reggt. e Rgl.) controba1.teria - cli.struggere o neutralizzare le batterie nemiche ; rinfor?.o (ev.) - rillfor:r.o <li fuoco all'azione delle artiglier ie divisionali ; Ar\.iglieria di Corpo cl' A. intercl\?.ione lontana (ev.) - battere ·bersagli <li qualsiasi genere oltre il raggio di :11,i(me utile delle artiglier ie divisionali. interdizione lontana - battere hùrsagli di ogni ge;n<~re che non possano essere battuti per gittata o clispouibilif à di me1,?.i d a i C. d' A. ; Ar tiglieria d'Arma ta. rinforzo (ev.) - rinforzo di fuoco all'a1,ione delle artiglierie di C. cl' A. ; controba.tteria (ev .) - cl istruzione o neutralizzazione cli batterie avversarie in proprio od in concorso con la controbatt eria cli C. cl' A.

l

l ~ ~

(1) Sostituisce l'attua le accoinpagnaniento lontano (2) Sostituisce l'attuale accompagnamento vicino (31 sostituisce l'attua le acco·m.pagnamen-to itnine([iato (già materia le); le batterie incaricate d i q uesti t iri prendono il nome di batt erie di accompagnamento.


Bpeoahio

« B )) allegato

alla,. oi:rooZare n . 2700 clel 30 ma.ggio 1926.

TIRI DELL' AR'l'.IGL!l!JRIA NELLA DIFffiSA.

Contro pr epar azione (ev.)

. { con scopi opposti e criteri simili ai tiri cli p r cparnzione.

Inlcrdizione vicina

j .j

Sbarramento

R epressione .

.

Interdizione lontana (ev.)

batlere truppe comandi, servizi. ccc dislocatì o in movimento sul terreno compreso fra il limite esterno del t iro <li sbarramento e quello di gittata massima en'ìcace delle artiglierie divisionali. u1.Testare il nemico o d imin uire l' impeto offensivo battendolo s ul terreno immediatamente antistante al margine esterno della posizione difensiva .

il nemico che s.la rìuseito a mettere piedi sulla posizione principale di difesa per impedirgli di. sviluppar e successo, cli . j battere rafforzarsi in posto, d i l'iceverc rinforr,i o l'ifornimen ti. il

Controbattcri;i . . . . .

distruzione o neutralir,zazione delle batterie nemi.che. ( batter e bersagli s itua t i oltre il r aggio utile o le possibilità materiali <lcll'artiglieria di vis ina le. . rinforzo di fuoco all'azione delle a rtiglierie~ divisiona li.

·l

Rinforzo (ev.) . . . . .

j

Artiglieria di Divisio1w di Corpo d'Armata } d i Armata

Artiglieria di Divisione eventualmente rinforzata da quella cli C. d'A.

l

battere bersagli di ogni genere che non debbono o non possono essere : l>.a~tu~i dall'.artiglieria cli C. d ' A. t>er g ittala o per disponibi- ( lita d1 mezzi. '

lute rclizione lon tana

.

Controbatteria (ev.) . . '

) dis trnzione o neutra lizr,ar,io11e cli batterie nemiche iu proprio od in ( · ( concorso con la con ti-obatleria cli C. d' A.

,.

Rlnfoi:r,o (ev.)

Artiglieria cli Corpo d'A.

.

rinforzo di fuoco all'azione clell!;! artigHerie <lel C. cl' A. dipendenti.

I

A rtig lier la cli Arma t11


f,E CIHCOLAH!

« BADOGLIO ll

OEL 1926

12. - A questo, che riguardava essenzialmente l'artiglieria, faceva seguito nello stesso anno un documento più ampio che prelndeva ai cosiddetti codici tattici del 1.928. Ci riferi.amo tllla circolare 5800 del Capo ,cli S. M. (BHdoglio), in clatH 15 clieembre 1926, intitolata « Criteri d'impiego della Divisione di I< ' Hnteria nel combattimento )). Per questa la Divisioo1e tern.wrici deve essere considerata come l 'un ità fondamentale <lella ba tta.glia, perchè riassume in se stessi'\ e sotto un comamlo ti1picamente unitario qualità di potc~nza e cli mninovrabilit,\ così. notevoli da renderla C3!P3('e di svolgere, da sola, uno o più atti del combatti.mento. Corpi d' ar.matu e<l Arm;:ite 111011 sono, in sostanza, che aggTegati spesso mutevoli · di di ,dsioni a seconda della situazio1n e che si tratta. di fronteggiare nella rispettiva zonn di azione. Ln divisione è inve<:e una nnità. a closnmento pressochè costante 1nei snoi elementi essenziu li ; elementi aventi ciascuno proprie c,1rc1tteristic:he e proprie funzioni, ma costituenti un tntto inscindibile · che, generalmente, nena battaglia viene nettamente oriein tato su un obiettivo determinato nel tempo e nello spazio. La ipossibilità. di manovra, ed il conseguente notevole rendimento cli una nnità così nrmonica e com1pleta quale è lf1. di·visione, non ,deve, d'altra parte, i1ndurre ad attribuirle possibilità superiori a qneJle cli cui logitnmein te può essere capace. La sna azione, per essere effiea,ce, deve naturalmente rn;rnifestarsi entro un raggio proporzionnto nlla sna forza e corrispondente alle esige1nze dell' odierno combattirnento che ric.hieèle schiera menti sufficientemente robusti per penetrare a fondo nel dispositivo nemico . .Asseg,na))(1o alJa divisione compiti troppo vasti, se ne snatura,no le caratteristiche cli grande unità, tattica fon <lamentale, la si it·rigidiRte su linee troppo estese <~, conseguentemente, se ne atteinuano la IJ)Otenzn offensivn e ]a c al])adtà mpnovriera. L'impiego ·d ella divisione poggiR sn due cardiJ1i essenr.iali: il coordinamento e la eoopernzione. Il primo è fnmione precipua del Comando sia che concepisca, ordini, prepari, sia che con duca all'azione, e significa orientare tutti gli sforr.i così da farli convergere mello sp~zio; determinarne il momento, così <l a farli coesistere o, quanto meno, r~zioin almente succedere nel ·-

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LA UEGOLAì\11!:N'l'AZlOKI:J TA'l è'l'lCA

tempo; disciplinare le modalità, di attuazione in relazione allo scopo da conseguire, alle esigenze e alle possibilità delle singole armi. La cooperazione è invece funzione degli esecutori, i .quali dovrH nno essere educati ad attuarla dovunque e comunque si trovino impegnati, così da colorire co,n µtti di legame spontaneo e con opportune iniziative, il pensi.ero direttivo e coordinatore del ca,po, creando np)]a Di.visione un'anima sola tntt!l l))l'Otesa verso lo seopo da raggiungere e pronta a cogliere ogni favorevole occasione per consegnirlo . Si ricordi tuttavia che, senza il coordinamento cla11'alto, co,ntinuo, potente, volitivo non vi potrà essere efficace cooperazione intern!l, perchè anche alle iniziative più felici dei si,ngoli mancherà quella pronta ed efficace sanzione superiore che è condizio,ne essenziale perchè quelle sian o rese feconde cli sostanziali e durnturi risultati. L'azione cli coordinamento per parte -del Comando della Divisioo,e troverà la sufi. più. evidente espr~ssione, in primo luogo nella preparazione del combattimento, e poi., sopratu tto, durante lo svolgimento di esso, nel maneggio sicuro delle tre redini , 1p er così dire, che qnel eomando dovrà costnntemente iUllpugnare con sapiente sicure.zza cli mano, e cioè : a.) il complesso ·d ella fanteria schierata e combattente con l 'evein tu;1Je concorso di artiglierie cli aecom.pagnamento; b) la nrnssa delle artiglierie cli visionaU man ovranti col fuoco, secondo gli intendimenti clel comando di divisione; e) la. riserva divisionale ,d a impiegarsi nel momento, nel luogo e ,n el modo che il eomando stesso riterrà pi ù opportuno illl relazione allo svolgersi degli avYenimenti. · La circolare 5800 proseguiva consicler~nclo i seguenti argomenti: Jl combattiment o della Divisione : la presa, di contatt o; l 'ordine di opera zione per l 'att acco - concetto d'azi.one ; impiego della fanteria ; impiego dell' artiglieria . 13. - E per l'impiego dell'artiglieria prescriveva : « L'artiglieria nella Divisione apparirà, non di rado, scarsa; d' altra 1parte, i terrnni montuosi su cui dobbiamo ;1gfre non con-

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LE CIRCOT,,\RI

« BAnOGLIO »

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~entono di H:ppesnntire le nostre unità, con moltissime bocche da fooco; ùisogn,ì sfrnttare perfettamente quelle disponibili: mezzo miglio1·e : l'impi ego a massn mediante la manovra del fuoco . E qui convie11e chhÙire lll!l! pnnto fon dam entale. Come ho già detto l'artiglieria divisionale costituisce 111el s uo complesso un.:1 clellr tre redini iu ma no al comandante della Divisione, per regolare l'azione dellfl propda grnn cle n,n ità. D'ultra, parte ho detto pme che compito esscn~ale dcll'a1·tiglieria è di aiutare la f11nteria a riclnrre le resistenze del nemico per poter prog1·edire nell'attacco. Quest' ultima necessità potreùbe inclmre a tipartire takolta l ' artiglieria clivisio!lale tntta o in pa1·te fra le coloune d'atta<"CO delJa fa11 ted11, nell'intento cli otténel'e così una più intim ..1. coopernzione fra le clnc m·mi. NelJa grandissima [)lnra li tà, clei c:asi., in,·ece qn esto vantaggio può e sere illusol"io, in qnan to che l ' appoggio clell'artigliel'ia, con gli odierni. matm·inJi e con gli. att m1li metodi cli tiro che eonsentono un gioco as, ai agile e. pronto delle traiettorie e fa vorito da i perfezionatissimi mezzi portat ili di collegamento (che fra b1·eve avremo a <lisposizione) si ottiene in modo molto più redditizio, ma11ov1·anclo l';n tiglieria da n n unico centro di corria ncl.o, che non fr8'J1,tuma11dola al seguito materiale di colonne d ' attaC'co, dove non sempr <' tl'Ovano possibilitù, di azione effica ce. I noltre l'impi ego della Divisione (n ello stesso modo r he, per qu anto rignar<la la fante 1·i~t; si sostanzia i•n una manona di b11 ttaglioini guidata cl.al pensiero diPc>ttivo del capo) per quanto riguarda l'~rtiglieria deYe sQstanziarsi in un a manovra ana loga di masse cli proiettili concentrantisi a tempo e momento op1portnno là dove le necessità dell'azione lo impongono : e ciò solta nto chi ha la visione, com[>leta .e sintetica , dello svolgersi dell'operazione può essere in grado cli determinare (comandante dell11 Divisione, strettnmente unito al sno comandnnte di a.rtiglieria) . Qticsto modo di agire è del resto possibile ed cffi eace in quanto, in sostnnza , le gittate delle moderne artiglierie sono tali che bastano la rga.mente a spost nre il fuoco s u qual unque pun to del settorP di attaceo dell11 divisione. Cosiechè principio fondamentale dell'impiego dell'artiglieria diYisiouale -

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LA IlEGOL ,\ ìliID:-S'l'AZION E 'l'A'.l'TICA

deve essere l ' azione a massa manovrata in p ngno al comandnntc d<>Jl a DivisioHe pel t rmuite ,del suo comaincl;i nt e d 'artiglieria . Il ca so del decentramento dei mezzi deve essere rite,n,u to e,cceziomil e e temporaneo e giustificato dalla sola circost anzn che, acc:ent1:ando tu tta l ' artiglieria , vi si n impossibilità, materiale di con<.:en tram ento di fuoeo in fa vore di una determinat a colomn a d'attacco che possa aYerne bisogno in nna determinata fase d rJl~ sua azio11e. E' infime appena a1<~cess mfo aggiungere che accentramen t o dell'a rtiglie1·ia dirisionaJe per razione a ma~ n non significa accentramento mate1·ia le cli mezzi, i quali anzi dovl'anno essere se:mpre schierati opportuarnlll<'nte i,n senso fr ontale e IJ)rofondo, cosa che fa vorisce precisamente queJl'azione concentrata d i t ui più innanzi ho discorso. 14. - L' a1·tigliel'iH cliYision ale deYe dunque essel'e schierata in modo che possa inten enfre col t iJ'O cli tutti i suoi pezzi, in qualunque lllOmento, su un punto qualsivoglia del settore di attacco. Raggim1ta questa possibilità (e se non fosse possibile si doVl'i?i schierarla così da farl a inte1·,·enire col magg'ior numero di bocche dn fuoco in eorrispo~1denza a.hnen o de1P att ncco prill Cipale) occone s pecific}l re Ja natura e l'importanza dei suoi compiti p articol ari. Sotto questo pu~1to di vis ta l'Rzione a dir·etto appoggio deve avere la p recedenza su quella cl i concorso 1Perchè, prima di ogni altra cosa, bisogna p reoccup arsi di aprire l a stra dfl ai battaglioni di 1~ linea, e questi soffron o l])iù del nemico che ham,no immediatamente davanti eh<~ n on di quello che più tardi si t r0Yerarn10 di fron te. P erciò al diretto appoggio si de,·oino declicare tutte le batterie necess;uie, <:omindando da quelle che devono cooperare> con l 'attacco pl'i ncipal e. Se, sopperito a qnest a necessità, resta u na ulteriore disponibilit ù, di batterie, queste sararrno in cal'icute dell' azione di c:oneorso; ma , p oichè 11ot11, si può esse1·e certi che quelle destiunte ,il di retto ,1ppoggio bastino al loro stopo, bisogna avvertire ben chiaro che le batterie di concorso possono, da un momento all' altro, essere distolte dai loro obiettivi l ontan i e <.: hiamate a -

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CIR COLAl<f « BADOGLIO ll DEL

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a

sovrnp,porre il loro tir o quello delle battel'ie che direttamente appoggiano la f~nteria. Per converso, per qrnrnto 11011 probabil e, è 1possibile che, acl esempio, avvian ùosi il combattimento rapid amente ad una felice soluzione, convenga . piuttosto <:he persistere 11el tiro a ùiretto appoggio, distrarre una parte più o me:no grande cli riueste batterie per svolgere l ' azione di concorso . Infine noa1 i" improbabile che, là dove si intendevn sfondare, il nemico ci fermi e che, inYece, il successo ,1ppaia possibile per altra via; per fronteggiare questa i:potesi bisog111a poter manovrare il fuoco nel settore orizzon t;1le così ,cla sposta re tut to o buona parte del fuoco dall 'a1p poggio di alcuni battaglioni a qnel1o <li altri. I n sostnnza: Fartiglieria divisionale, 1nell'attncc:o, ba clne compiti fondamentali : ·« il diretto fl ppoggio e<l i1 con<·OJ'so )>, mn ciò non vuol dire che sempre si debba eseguire l'una e l'altra azione e tanto meno rhe dell'una o clell'tlltra clcbba1n o essere incaricate, sempre ed eselusivu mente, deter minate unità, dell' arma, ciò che alt r a vo]tn p ortò a1la grrtta concezione dell a perman enza delle missioni. La ripartizione dei compiti, in ede di ordine <li oper::izione, deriva (lalle p,·edsioni che si po E-cmo fare sullo svolgersi cl.ella lotta; se gli avvenimenti confel'lnano le prevision i, la ripartir,io1w dei c:ompiti co,11serv11 la sua 1·::igfone d'essere e le sue possibilità d i esecuzione. Se al contr~rio, come molto SIPCSSO si verifica, la realt:\ clel combattimento si ma ni festa divet·sa, si deYc sempre poter rnoclificare i compi.ti e le azioni dell'a rtiglierii1. Rolo ]a c·npacità della manona del fooeo può consent ire alri:trtigli.eria un'azione• così eln tica e m ultiforme, e, perchè questa manovra risulti possibile, occorre che il C.D. prevecla giusto, elica chiaro che cosa vuole e lo diea i n tempo, specifìcaindo <love e quando vuole il fuoco d'artiglieria e per q1rnli scopi. pal canto suo il corua ncla11te dell'nrtiglicria cleve essere p1·onto acl obbedire, ei oè a tradune r apidam ellte in atto la c:uocezion e tat tica del divisionario. lG. - Goopera.ZÌO'lle fra Jante1 •ia e artiglieria . - L'iL1entità, del (' Orn])itO , il si.ncroni.s1110 e la co11vergPJ1za d elle a:cion i, sono

,T -·


LA REGOT,Al\:CEN'l'AZIOND 'l'A'.l:TICA

condizior1i neeessarie, ma non sufficien ti, per la cooperar,ione fra le due armi. La fai1teria ha propri procedimenti cli. azione e subisce le in:fir1ite vicissitudini della lotta; l'artiglieria ha IJ)Ossibi.lità Jirnitate e soggiace a con.d izioni di azione che non si possono trascurare; ne consegue ehe, quasi sempre, occorre contemperare esigenze vi:11'ie . Fi,n che si pnò si subordini l'azione dell'artiglieria a quella della fanteria; ma se ciò {lovesse diminnire. di tro1ppo l"efficµcia del fuoco d'n1·tiglieria, occorre mocli:fieare l'azione della fanteria di qua1Jto oecon<~ per conse,n,tire Hll'artiglieria di aiutarla come è necessario. Di. qui Jn necessità, di determinare, ad esempio, le zone cli sehieramento delle due .armi; di fissare l'ora d'i1nizio dell'attacco, per consentire a)]'~rtig;lieria di organizzare, in quwnto è necess:uio, iJ suo tiro; di imbrigliare talvolta il combattimento della fanteria per rende1·e possibile l'appoggio dell'artiglieria, ecc .. Queste, ed altre disposizion i del genere, incidono sulla libertà, ·d 'azione dell'una e delFaltra arma, e, perciò, noin devono essere rimesse agli accordi diretti fra le due parti, ma occorre <:he il C.D . le discipli:ni nel sno ordine di operazione. Tutti questi problemi si affacciano e si determinano nella fase di concezione delJ' attncco, e poichè essi soino interdipendenti fra di ]oro, 11011 (POssono essere risolti i,n, successione gli uni agli altri, ma debbono essere vagliati in parallelo. Di qui la ,neeessità che il O.D. abbi.a sempre a sè vic:ino queJlo dell'artiglieria, così <ln potergli dire, a mano a mano che il suo 1p~n:siero si concreta, che cosa vuo.Ie clall;,1. sua artiglieria . (~nesti, a sua volta, determina come la volontà, del divisio1rnrio possa avere l'attuar.ione più rapida e sicura e gli prospetta le condi7,ioni che si devono verificare perchè ciò possa 8vvenire. Quest~. ultima, che è funzione di consule,nza tecnica del comandante dell'artiglieria, è la prima nel t empo; ma più importante è quella di manovrare il fuoco nel corso dell'attacco, così cla portarlo rapidamente dove e quando indicherà il divisionario per raggiungere i risultf.lti che egli si ripromette. -78-


I,E CIRCOLARI

« BADOGLIO

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16. - I/eseou.z-ione dell'attacoo. Impiego clell'artigl'ieria. Come abbiamo ripetutamente detto il compito dell'artigliel'ia è quello di diwinuire · la resistenza che la fanteria incontra mardando all'µttacco. L'entità cli questa resist<~nza è difficilmente precisabile e può variare nel eorso della lotta 1per fa tti imprevisti. Di qui la necessità di manovrare costantemente il fuoco dell'artiglieria per aiutare, di volta in \·olta, l'avanziita -di questo o qnel gruppo di; battaglioni, per proteggere fianchi mi1nacdRti, per fermare riserv<~ accorrenti, per bloceare il nemico intraprendente, ecc .. L'accorrere con nna mass,1. cli fu<1co, su q nesto o su quel punto del campo di battaglia, è funzione di comando di capitale importa1nza: Esso potrà dare i suoi frutti solo quando il C.D. cono.s ca a fondo l'impiego dell'nrtiglieria; quando i coman{lµnti dell'arma sap1Piano essere tecnici e tattici perfetti per manovrare il loro fuoco; quando il collegamento funzioni raipiclo e sicuro. - Lo sfri.ittwm.en:to del successo : è fissato il concetto che il combattimento offensivo si ,propone non già la conquista di un obiettivo territoriale ma l'annie!l1!tarnento, o quanto nrnno la disorganizzazione de1l'avversario. « E' vero che abitualmente lo scopo del compito offensivo si concreta nell'indicazione di un ohiettivu territoriale; ma si tratta cli un11 espressione formale, suggerita. da ragioni di chiare~za e di semplicità e gius11ficnta dal fatto che la conquista dell'obiettivo stesso impol'tH , implicitamente, la eliminazione del nemko che lo vuol difendere. 17. - Passando a considerare:

« Il cornbattùnent:o clella, di-

1)is'ione ,i n posizione >> prescrive ll!no schieramento in profondità,

su tre 1i111,ee di battaglioni di -c:ui la pl'ÌDlfl per la. difesa in posto, la seconclH per rinforzare o completare l'nzione -della prima, la térza (riserva ,clivisional<~) per ributtare defi,n itivamente l'attacco. I01, conseguenza : - una iposizione di resistenza sulla qua le si combatte ad oltranza per impedire al nemico di porvi 1Piecle e per ricacciarlo qualora riesca. R penetr:arvi - preceduta elfi una zona cli sicurezza ; -

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LA REGOLAMEN'rAZlO:-iE, TATTICA

- seguita da una zona di schieramento dei battaglion i. di 2• e 3.. linea e ·delle batterie divisionali. L 'organizzazione della difesr1,. è concepita più che sulla organizzazione del terreno (errore gravissimo di credere che la difesa sia possibile solo se vi sono trincee e camminamenti, me,ntre, and1e setrir.,a d i essi, si p uò e si deve combattere difen sivamente), 8ull'organizzazione del fu oco, essenzittlmente di fanteria e di artiglieri;,t, e del movime:n to (rea zione attiva , contrassalto e contratta eco). Per il fuoco cli artiglieria è eletto : Il fuoco <li artigli.eria deve es.sere tern1 to accentrato nelle ma1ni del 0 .D .; la relativa stabilità dell'azione, il maggior tempo dispo111ibile per la scelta delle posi½ioni. e per l'organ:izzazione del tiro, lo co11sento110 nd oin ta della maggiore ampiezza della fronte su cui si deve agire. Nella difes a l 'artigJieria divisionale deve : prima dell'att::icco diminuire la capacità offensiva del nemico; ·d urante l'attacco coin correre con la fanteria a ferm(lre e a ribnttare il nemico. In vista del primo ~eopo l 'a1~ti.glieria ~deve co)[Jire effieaeemente l 'avversario al più ,presto possibile, e a ciò rispond(~ l'interdizione vidna . Per questo tiro si deve assegnare acl ogni gruppo un settore normale ed un o o più settori eYentuali di azione, in, modo d;:t poter concentrare, all'occorrenza , il ti.ro di tutti i gruppi ddla Divisione sul settore norma]e cli ucn solo grup po, cioè su di un punto soJo ·del terreno che sarà percorso dal nemieo dnrante l'atta'cco. L'interdizione vidna pnò infliggere perdite più o me1no gravi all'attnccante, ma 1non lo può fermnre; perciò è necessario orgaDizzare un'ar,ione vicin~t di ipiù sicuro fnnzionamento e renclimc•nto, e questo è il tiro di sbnrrarnento. Le caratteristich e cli' questo tiro sono note a tntti; qui si toccano due pun,ti soli, molto importanti. Spesso la . scarsezza cli batterie non eomsentirà di sbarr11re tutta la posizione di 1:esist en~a; in tal caso il O.D., ,piuttosto ehe diluire lo sba n ;:tmento, dovrà circoscriverlo ·d avanti ai tratti ,d i fronte più deboli e più ç1eHcati ; sngli altri tratti lo sbarramento sarà, eventua le. Perciò og11i gruppo cle,·e aYere un settore -- 80 --


LB cmCOLA ll!

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Jtormale (1) ed uno o più settori eventuali di sbarramento, in modo da potere, all:'occonenza, sbanare qualsiasi tratto della posizione ed anche poter concentnue il tiro cli più gruppi su uno o su pochi tratti della posizione per quh i iwere lo sbarramento rinforzato . In secondo luogo lo sbarrnmento deve essere tenuto quanto p i ù vicino è possibile nl margine estemo dellµ 1posizione di re$istenza, perchè è assolutamente necessario che il ,n emico 11011 .riesca ad attraversare cli sorpresn il terreno da esso battuto. D'altra parte questo tiro <leve essere violentissimo e 1perciò scatenato a colpo sicuro per non consum;:ire inutilmente munizioni pre½iose ; quando il nemico è ancora Jontaino deve essere battuto ·<folle rHffiche violente, ma saltuarie, del t iro di interdizione . Ad onta di tutto pnò succedere che il nemico riesca a penetrare e ad affermarsi su qna lche punto deJl;:1. posizione di resiBtenza. T alora questi punti si possono pr<weclere prima ancora ,dell' attacco perchè natnralme:nte deboli e di capitale importanza; più spesso appariranno solo nel corso della lotta. Perciò ,è necessario che l'attiglieria si procnri i dnti di tiro necessari per 1p oter intervenire, in caso di bisogno, con, tiri di repressione su b1mna parte della posizione. Se la fanteria fa il suo dovere 1a necessità della repressione non npparirà. improvvisfJ. e r::i1·amente dovrà essere eseguita di ini7,iativa dei coma,n danti di sott ordine. Se de) easo, questi. tiri servono come preparazione per i.1 contrattacco <lei battaglioui cli 3"' liuea, devono i,n tervenire prima che ln crisi sia ginntil a q nesto stadio, e perciò la repressione potrà essere ordinata dal O.D. in armonia con l' im-piego ehe egli in tende fare della sua riserva . Come nell' nttacco e:osì nella difesa. tutta l'artiglieria deve iare sistem!,l nnico, perciò ,non vi clcwono essere batterie cl<'Sti·nate esclusivamente all'interdizione ecl altre allo sbaname,n to . 'Tutte Je batterie fanno l'uno e l'altro tiro dando, naturalmente, 7

(l) Ciascun grnppo deve essere direttamente ed intimamente collegato col ·Comando cli fanteria che presidia il tratto cli fronte corrispondente al suo settore normale cli sbarramento così da poter aclel'ire immediatamente a tutte le Tichieste di sbarramento elle da quello gli venissero ri volte.

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L,\ REGOLAMENTAZIONID TATTICA

la precedenza alle esigenze dello sbarramer1to e questi devono essere orga11izz~ti in modo che si !Possa intervenire con l'intera massa di artiglieria divisionale su un punto qualunque del t erreno çla difendere, considerato sia nel senso frontale, sia nel senso deUa, profondità,. I n sostirnza anche qui canone fondamentale : manovrare i1 fuoco per cotncentrarlo sul nemico più perir:oloso. 18. - E circa la condotta deUa difesa : « Dopo quanto abbiamo detto, la condotta della difesa appare evidente e può essere così sintetiZ?:ata : - appena. il nE>mico si porta sotto il tiro efl'lcace : batterlo con le artiglieri è t~ con il tiro a massa, eventualmente a puntamento indiretto, ,d i mitragliatrici. pesanti (interdizione vicina); intwn:to posti cli os::;ervazione, pattuglie e 1posti di sicurezza cedono gradatamente terreno mentre i centri di resistenza trvanzati combattono ad oltranza in posto; - se il nemico si ferm~1, a contatto più o meno stretto della posizione ,per crearsi una base di partenia : logorarlo ,col fuoco, che assumerà la maggiore intensità quando si sappia o si veda ehe il ,nemico sta per partire all'attf:)cco; ~ se non si riesce a fermarlo : sbaJtTai·gli il passo con ona violenta cortfa1a di fuoco in corrispondenza del margine anteriore della posizione c1i resir,;tenzn (tiro di sbarramento d'artig1ieri;1, e di mitragJi.atriçi); - se riesce a vaw:are qnesta cortina : inchiodarlo sul posto contrattaccandolo coi rinealzi cli compagnia e cli battaglione; - se non si riesce~ a ricacdal'lo e, peggio ancora, a for marlo, lanciare al coutrattacco i ba ttaglioni di 2• linea mentre l'artiglieria continua lo sbar-ramento; - se ad. onta di ciò il nemico si attacca al terreno, batterlo con la repressione e larnd.argli contro la riserva divi~ionale 19. - La drcolare 5800 esamina infime il combattimento di

incontro. -

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LE CIRCOLARI << I.\ADOG LIO ll

DI~

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« I n passato lo schieramento dei grossi era una conseguenza dell'urto dell'avanguai'èlia col nem ico e uno dei compiti di que~ sta era ap1punto queJJo cli dare spazio allo schierameillto e tempo all'impiego delle trn1ppe. Oggi lo schieramento deve preeed.ere l'urto cioè essere fatto, non come conseguenza, ma in previ~ sione di esso . Ciò è necessario per la maggiore pesantezza delle forze, per la loro eornplessità e delicatezza di un impiego organizzato, coordinato, a ragion veclnta; ed aneorn, ciò è possibile per le m;:iggiori possibilità, ,d dl'esp.lorazione - me7,zo aereo - , per lt> possibilità di ima pi ù rapida trasmissione delle noti7,ie . Perciò si p uò JPresmne.re che il C.D. sappia del1a presenza del nemico p1·inrn ehe Ja sua ava ngua rdia si impegni rn~l combattimento, e ciò non appare impossibile peinsnnclo che, oltre all'esplor;1~ zioo1e aerea, anche qnella terrestre (ehe avrà, gradatamente ri~ pieg·ato ma ntenendo il co11tatto con le avangnardie nemiche) -potrà, iuformarlo, con quakhe ~ntkipio, delln presernm immediata d<~lhwversario . Per queste ragioni possiamo V(~derc, in tempi suecessivi, cl11 e cli versi clispositi vi cli sicurezza : - prima che l'esplorazione terl'cstre abbia preso contatto con le t<~ste clei grossi nernki le ava11guarclie hanno un ,puro e;ompito difensivo : im!])edire ;:illn esplor 0 zi.o ne a1emien cli pren~ clere contatto coi grossi e molestarne la rnareia; arrestare posi:dbili incnrsioni nemiche con for7,e eelcti e 1·obnste. In eonisporn1e1iza cli qncste eventua lità nvremo nvangnarclie cli forza e -cornposi7,io,nc, all'i ncirea, simili a <rnelle prebeJJ i<:he ma spinte più avanti eo8'ì. <lr1 sottrarre il grosso <la tiri improvvisi di artiglieria leggera iremicn . ll grosso segue incolonnato, se neeessario, su cl i nna sola strada; gli elementi di com,rmdo di. tutte le artiylierie sono spì11U aw1nt'i con l )ava·11g·uarcl!ìa .

:Nel mournnto in eni In cnvnlleri;:1 prende contatto con le teste delle colonne Bemiche bisogna considera re l n distanza che divide i ·due grossi e ricordare che (Jnesta, nell'ipotesi <li duplice avanzata, diminnisce di ·clue tnppe al giorno. F in che i <lue avversari sono a più di una tnppl} cl i dista111½a (km . 15-18) le misure cli sicurezza possoJ10 1pernrnnere qnali le ho prima -

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LA HEG0LA)1ENTAZI0NID TATTICA

descritte; al di sotto cli questa distanza esse devono modifi carsi nel senso che l 'a vuuguardia c·essa cli essere elemento di protezione e ·cli sicurezr.a JPer di venliue primo scaglione del dispositivo divisiona le. Da questo womento in poi possiamo vedere, a pal'lire dal memico : - uno scaglione esplorante più o meno sottile o flessu oso chè si plasma sul co11 torno esterno d el dispositivo nemico e ne segue le trasformazioni, le soste, le avmur.ate, ecc. ; - nn secondo scaglio111e <li sicurezza costituito da ba ttnglioni affiancati <.: he, fin qua ndo possono, seguono le strade ed avanzano in contatto tnttic:o od in collegarnea1to fra di loro : possooo disporre di nrtiglicl'ie in pr oprio : batterie cli acc:ompagnamento, gruppi a diretto appoggio; - segue il resto della divisione snodato in grossi bloc:cl1i, frontalm c,ute e<l in profondità, secondo quel che consente i1 terremo e soprattutto in conformità del compito e del con<:etto cli uzione. 1l ,grosso dell' a-rtiglie)·i a della Divis ione graviterà verso la testa, clel diispositi1;0, raccolta. alla, 1n.a'flio; 1Jronta, ad enh·a1·e

in a~ione a sostegno clel 1° soagli011e; se il m:o,v imento dell e artigl-ier·ie pnò 'l'i'usoire facile non è da escludere che s·i facciano r,rcwita1·e in avanti i soli el.enienti cli comando e cli in1qJiego (cla·l Oom:a,nclarnte clell'art . d,'i'/;,. all'esplora.tor-e <l'i batteria). P oichè anche il inemico segue un procedimento simile a quello descrjtto, ne verrà che, ad nn certo momento, gl i s<:aglioni più avnnz:i ti delle cln e parti ent1~ano sotto il n1ggio di azione cl.elle rispettive artiglierie. I b11ttaglion:i jn 1° scugJione - ormai possiamo <·hiamarli di prim a linea - assumono formazione di avviciuame,n to ccl avanzano verso i rispetthi obiettivi, e l 'esplorazione cli fa11teria sostituisce, gradatam ente, <Jnella di cavallel'ia che ormni ha finito il suo cùm1pito e si 1·a <:cogli erà all' incl ietro. L'urto è i.mmin ente; 1rna necesRitù, <li c;1pital e impo1·tnnza si impon e : prevaJel'e fin <.h11 prineipio sul nemi co; perciò urrnrlo decisamente ecl im;pedil'e che l'azione si a l'resti e , i i;taùilizzi. Pe,·ciò bisogna : anzitutto appoggiare robnstameute col fn oco di m·tiglie1fo i hattagli<Jni cli J" linea: in secondo luogo, e se occone, tinnH•11tare il n umero <.li qncsti ùµl tngJioni. -84 -


Li;, CIRCOLARI

« BADOGLIO »

DIDL

1926

La prima necessità è evidente : il principio è il momento prn delicato; se si incomincia bene, cioè se iìn dal primo urto si prevale, la rinséita è certa o quanto meino si acquista, una preziosa libertà, d'nzione; comi nciamo a fare quel che voglJ.amo noi, cioè a procurarci buone probabilità di vittol'ia. · Il ~Hffidle sta nel determinare il modo di impiego· dell'ar~ tiglieria in questa prirria fuse . La situazione è molto incerta, quanto meno è mutevole; m;rnca nlle 1proprie decisiolTli il punto di appoggio della posiiiOJie nemica; i battaglioni di l3 linea urtano in qnelli nemici, ondeggiano, deviano, si fermano, ripr-endoino; questo è molto avanti, quello sensibilmente indietro, Yedere quel che succede in terreni rotti e coperti come i nostri è molto difficile; le notizie che giungono sono frammentarie, incerte, contraddittorie, l'organizzazione ,d el tirò è allo stato emhrioinfile e la manovrn ·d el fuoeo 1problematica. D'altra parte ogni mom e1nto è prezioso, Ja prima linea non deve fermai·si per:. chè chi si ferma, in q11esta situazione, è già snJ.Ja strada di ritornare indietro. Queste drco.stanze e condizioni possono imporre il clecel!1tramento deJle aitigli(~rie per la ricerca di un iiJ1timo appoggio ,d iretto c:he può anche sce1Hlere al limite dell'accomp;1gnamento. J~' questo un danno al_quale bisogna rassegna rsi qua!J1:do conclir,ion i cli sHnnzionc~ e cli terreno impongono il dilemma : o· aiutare Ja fanteria in questo modo o non ai utarla; l'aiuto sarà certo meno potente ma i,n dnbhiamente più rapido e 1preciso ed i:n questo cnso la ri1pidità, -dell'intervento P'!'.'eme più di ogni altra cosa . _D 'altra parte, come dirò in seguito, il male non è ir-reparabile. Circa l'aumeJJto dei hattnglioni di prima linea è difficile dare · norme [Jrccise, perch(~ la soluzione cli.pende d;1lla uat ura ,del terreno rispetto all' ampier,za della fronte d'attacco e, soprattutto, dal co,ncctto cli azione. In questo momento il Divisionario deve aver già. una sna iclea di mm1ovra; la dovrà desumere da l compito (~ clal ter r< no più che c1al nemico, ma dovrà pur formularla; con essp egli polarizza gli sforzi e dà lllfla s1Pina dorsale all' attacco; se aspetta le notzie dalla l" linea per decidere che cosa vuol fare, nove vo1te su dieci, correrà il rischio di farsi battere. Stabilito il concetto egli. ripartisce le sùe forze (' cioè attribuisce alla l" Uneft qnel numero cli battaglioni che 0

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LA HBGOLAìllll:N'l'AZIOKID TATTICA

crede, addensandoli na t ural mente, in corrispondenza dello sforzo pl"incipale cioè del centro di gravità dell'attacco. D'altra parte cc,nviene sempre gravHare in avanti 1perchè dietro al 1° sc~tglione nemico, che non s npera qunsi mai il terzo delle sue forze , la massa dell'artiglieria avvers:nia si sta schierando ed org,1nizza il suo tiro; non bisognsl la scinrle fare il suo comodo; se riusdamo a penet1'arc al cli lù. ,dei primi. battag]i()lni de1J 'avversnrio piom biamo in pieno schieramento della su a artiglieria ed abbiamo la vittoria i u pugno: si può dire che entriamo, a pie' i•ari, nelJo sfruttamento del successo. Questa è J:~potesi più fo r t un ata ; dobbiamo conskle1:arla ma non lasciarci lnsingai·e cla essa. l'nò al contrario succedere ehe la linea dei primi battaglioni <loipo una serie di urti e di contrurti, oscilli, Ollflep;gi e :finisca grftd atamente col fissarsi al terreno: l'azione tende a stal>ilizzarsi e di venta pericolosa ; se il ITlemico riesce ad avere la disponibilità. del fuoco a m::issa della sua artiglieria , se rn<·c:ogJie rapidamente il gro so dei suoi battagJioni e <"i ait~H.:CH èledso, d sfo nchl o, ()_uanto me::no riduce noi, che aYevnmo un mandato offensivo, alla difensiva. Bisogna pertanto prevenirlo e cioè riprenclere alla mano tutta l'a rtiglieri a, raccogliere t utti i battaglioni disponibili ed attaccf,lre <:lecisi in una sola ·clirtzione, con nin concetto semplice ma con una volou1.tà che non devia e non si ferma . 20. - Tutto dò è cliffidle e richiede : l° che il O.D. sappin decidere presto e bene avendo, più che cono ciuto, intuito la situazione, e che abbia, mercè il collegamento, la possibilità, cli una rapida e sicura azione di comando ; · 2<' ohe gli cwtigl-ieri sapviano organizzare il tiro e al pi1.'t. vresto possano dire al D i,visionario : siamo p1·onti a. lmi,ciare i n.ost·t-i zn·oiet ti dove oi dirà; 3° che i battaglioni cli 1" linea tengano clnro, a qualunque e:osto, perchè dietro a loro ferve il laYOro di preparazione e nessnno lo deve disturbare o minacciare; e che i rimf,lnenti battnglioni sappiano accorrere rapidi ed al coiperto sul terreno dal quale dovranno partire all'attacco; -

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LID cmcOLARI

« BADO(¾LIO »

DEL

1926

4° che tutti i rimanenti mezzi della Divisione si mettano in cpndizioni di lavorare in pieno )). Abbiamo indugiato sul con.tenuto della circolare 5800 pcrchè essa è storicamente importante. Riflette anzitutto più direttamente un pensiero chiaro, armonico, influenzato tuttavia <lallf.l, esperienza della grande guerra. 1915-18, ma an,bnato dal proposito di shoccare, co1n mezzi che non sono però ancora cambia ti, alla guerra di movimento .

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CAPITOLO TERZO

L'impiego dell'artiglieria nelle "Norme,, del 1928 per la guerra di movimento A= LE« NORME GENERALI PER L'IMPIEGO DELLE O.U. » B = LE « NORME PER L'IMPIEGO TATTICO DELLA DIVISIONE» ( t928). (1928) . -

A

LE « NORME GENERALI PER L'IMPIEGO DELLE ORANDI UN ITA' ,, (1928)

1. • Generalità: le N.O. e le N.D. 1928. - 2. • La Premessa alle N.G. - 3. = Le Grandi Unità. - 4. = L'impiego della O. U.è fondato sulla stretta cooperazione delle ;umi. - 5. = Principi generali sull'impiego dei carri armati. · - 6. - La collaborazione dell' Aeronautica. Il senizio aereo di art. - 7. - La marcia al nemico. 8. = Le avanguardie. - 9. • Oli avamposti. - IO. - L'avvicinamento. · - I 1. • L'attacco: organizzazione dell'attacco. Nuova nomenclatura delle azioni di artiglieria. Lo schieramento dell' artiglieria. - 12. La prepa.razione dell'attacco. Preparazione d'artiglieria. - 13. - Principi che regolano i vari atti dell'attacco. - 14. - L'azione difensiva. 15. - La contropreparazione.

1. - Nel J928 veniva1no pubblicate le « :Korme generali per l'impi.ego delJe Grandi Unità>> (N.G.) e le <e Norme 1per l'im· piego ta_Wco della Divisione >> (N .D:), che, insieme, costituir-on o per diversi anni, e furono dcnomfornte comunemente, il nostro « Codice tattico )).

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L'I.\CPIEGO DELL'.\HTJGLJERIA Kl·)LLE

«

l\08)[1:) >>

DEL

1928

lilspressione delle idee prevalenti in qnel tempo esse vollero rappresentare 1rn~ decisa affermazione verso la ,qiuwra. clA mv1;imento. Principio fo11dum ent:1l e doveva esser e la manovra sui fiun<:hi e alle spalJe del nemico; ma sostall7;ialm cnte risentivan o e molto, del metodi mo clelJa guen11 cli posizione. Comunque, si può dire che, tutto sommato, contl'ibuirono efficac:Pmeut e allo sttu:l io 1pratico cleJla tattil;a nell'esereito. 1

2. - La Premessa delle K.G. metteva i.n evidenr.a che esse erano stnte r edatte teneu<lo conto dell'esp erienza dell'ultima guerra, ; ma che si era dato preminente sviluppo alla guerra di movimen to. Import ante era sp e<:iplmente l'affermazione : « ·ca risolu:doue del eombattimento spetta alJ 'uomo, fattore ed obiettivo primo della lotta . I mer,zi materiali non sono se ,n on sussidio all'Hzione del combnttente; la loro effi ca<;ia si misura soprattutto sul Yalore d(,Jl'uomo che li impieg!t ed è inversaruente p1·oporzio1n ale al valore di chi la su bìscc. Tl'uppe bene addestrate, n'lltrite di ardente spi.rito co,nbattivo, 1possono avere 1•agfo11,e cli 111r11 a,v ,ve rs(l'l'fo d'ota.to di m'ezz-i a1whe molto S'u,perior·i >>. Prin cipio vero, ma. pericoloso: il suo a buso poteva por tare rille tragiche sitnmlioni che il combattente italiano aveva già sperimentate sul Cari::o affrontando i reticolat i con ... le pinze, e avrebbe ancora sperimentate nelhl seconda guerra mondiale affrontan do i mezzi strapotenti dell'avyersario, con armi assolutamente inadeguate . 3. - L'EserC'ito operante è s uddiviso in un certo numero di g1·andi unità. Bsse sono : a) l 'Armata ; b) il Corpo d'Armata ; o) la Divisio,n e; cl) il Corpo celere. Armata é Corpo d'Armata hanno composizi<me variabile; 1a Divisione ha invece composizion e org~nica clete1·minata. La forte coesione spirituale della Divisione si cementa col urnnte-

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L0 N. G.

(1928)

nere costantemente immutate le unità che la costituiscono. La Divisione può tuttavia essere rinforzata con altre truppe, altri servizi, altri mezzi, quando le situazione lo rkhiede e le dispo·nibilità, lo consentano. Oiec~ i oom!an:dant'i- le N .G. fissano requisito fondamentale il c·a1rattere e, quanto ai comJan&i che li c:oadiuvano, dice che t'SSi coniandi sono anon:inii : una sola persona)ità vi esiste, quella òel oo·ni(J,1idarnte. Mettiamo h, rilieYo tutta l'importanza di siffatti enunciati (·he meriterebbero di essere posti a fonclnmento di tutta la nostrp educazione militare. 4. · I1ncli le N .G. proclam;rno un 1princ1p10) quello <:he noi abbiamo vi.sto precedentemente a:ffionne al sommo èli tutta la nostrr1 dottrina tattica: )a ooopcerazione. « L'impiego delle Grandi Unità è fondato sulJa stretta cooperazione fra le varie armi. La fanteria compie )'azione; suoi proeedimenti caratteristici sono l'urto e la penctrirnione; la sua situazione <l,1 sempre la misura esatta del successo o dell'insuccesso. Le truppe celeri, l'artigJieritt. ecl il genio cooveran,o all' azione della fantet·ia. Sveciabnente efficiuce è Z'a ,?;'ione dell,artiglier-ia, )). 5. - Q.uanto ai carri armati significativo è il Ps1Sso che li riguarda: « I reparti di ca rri armati ve,ngono impiegati là dove il terreno lo consenta, quale mezzo ausiliario atto non già a sostituire, nemmeno par½ialmente, la fanteria, ma a risparmiarle tempo e perdite. La loro aztone tende a favor ire la sorpresa, in quanto può talora CO!llsentire di ridurre la :preparazione d'artiglieria. Devesi però tener presente che i. carri armati ha nno una resiBtenza ed una autonomia ÌilJ.. combattimento limitata a poc:he ore e{l a pochi chilometri; i:n caso .cli incidenti non possono disimpegnarsi se non oltrepassati e protetti dana fanteria; dopo u•n'azione debbono essere ritirati, aecnratamente riveduti, riattati e riforniti )). -

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L'lMPIIDGO DIDLL' ARTIGLIERIA NIDLLID

« NORìlflD »

DIDL

1928

Non è <·hi non veda - siamo al 1928 ! - quanta 11.)erplessità ci sia ancor11 al riguardo nell::i nostra dottrina ufficiale. 6. - Le N.G. mettono in clell' Aeronautica, ·1a qm1le si a) con le azioni tivolte b) con le azioni ehe si ton le operazioni tenestri.

notevole rilievo la coll aborazio11e manifesta: · tontro l' aYiazione nemica, s,o)gomo in diretta concomitauz;:i

Queste soJ10 compiute dall'Aeronautica per l'Esercito con i compiti : a) li'informmiione, b) cli offesa e d,i protezione .

E già Yi è cenno di un servizio aereo di artiglieria, che

« cer·ca,

riconosce, riveln e segnala la posizione degli obiettivi, completando così l ' osservf1zione dagli aerost~1ti e da tena. Durante il tho , ne osse1·,a e comunic a i risultati, ed infine ne constata gli effetti )).

7. - L r N.G ., entrando nel ,i,o, muo...-0110 da una situazione generale che 1può variare fra i dne estremi seguenti : ·a) da ambo le pnrti coperture molto <..:onsiste(l'l.ti e continue, già a contatto fra 101·0 e, sotto lfl p1·otezione di queste, grossi che si schierano ijlella zonn i mmediatamente retrostante; nella qnale ipotesi si anebhe la immediata st~bili.zzn7,ione -della fr011te; ò) copert11re deboli, discontfowe, r:wviciunte o discoste l'una dall'altra, e grossi che si vnnno 1·acl.11nanclo in zone lon(nne dove provYedo110 essi stes i alla propri a sicurezza.

Al primo caso considerato corrispornlcrebhe. per 1.Ùna grnnéle nnitìì, io1qtrndrata, l 'azione offensiva o tlifén~iva su posizioni or·g-anizza te. Il second o caso viene ri!Porlato ad 11nf1 ipotesi intermedia, doè: da ambo le parti copertnre }fbbnstaJ1za con. istenti, ma non <..:apaci (li anestare forze aYYeesarie l'ileYanti; enti'~mhi i grossi (od uno almeno di essi) radunati iH zona ar-relrata di alcune tappe . -

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LK K. G.

(1928}

L'avanzata delle G.U. è preceduta: ci) a grande dista,nza dall'esvlorazio1w aerea; b) a distanz!l minore; dai Oo1·pi celeri in esploraziont a,vam.'{;at a, ; o) nella zona più ravvidnata alle grandi unità, dai nuole'i

di esvloraz'ione vicina.

1'ralµsciando l'esplorazione aerea, notiamo che ]'esplon1zione avanzata. è fi•tt.a, di regola, p er Armnta , dal Corpo celere. Fra. le G.U. di pl'ima. schiera clelJ'.Armaia e le 01111.tà del Corpo Celere sarà una distanz~t stabilita caso per caso, second.o Ja si.tuazioJJe ed il terreno. In terreni co]li!nosi e di bassa montagna, fra la testa ·delle G.U. retrostanti ed i grossi di primo scaglio1ne -c1'el Corpo celere, tre, quattro tappe (40-GO km.). Sul dinanzi delle grandi unità, .cli pr irnl::I schiera, ;Jlle dipendenze di queste e tn el loro diretto interesse, l'esplorazione vicina, che viene fatta entrnre in azione con conveniente anticipo rispetto al monrnn,to nel quale divengono possibili ineursi.oni di elementi celeri a vve1·s;ui, e perciò a ncora in lontnnanza del nemico . L'esiplorµz ione vicina si effettua di regola per Divisioni. 8. - A partire dal momento in, cui entra i,n funzione l 'esplorazione vicina, o al più tardi 'luanclo i grossi. delle opposte esplorazioni lontane ve11gono a contatto, le colonue i.n movirnein to prov vedono direttamente alla propl'ia sicurezza, distaccando le rispettive a v;rnguardie . Ciascun a avanguardia comprende !Per regola un a forza non superiore ad un terzo della fanteria della colonna, coi rispettivi [iezzi per fanteria , reparti cl el genio pel sommario riattamento delle cornunieazioni, mezzi di <·ollegamento, elementi. di sanità; e1jen,t uialmente rnprwti <li a1-tigUeria. cam,zwli. Còm1pito clell'rwanguardia: dare sicurezza immediata alla

('Olonna preservandola da sorprese ed evitando ad essa, ,n el <:aso d'incontro con piccole fra:doni avversarie, o co,n resi.stenze che occorra rimuovere, le l'ipeN:ussi.oni che nuocerebbero alla regolarità, del suo movimento; assicnrnre alla e.:olo111n11, in caso d'ineontro col neruif'o in. forze, il tempo per pnssnre daHa formazione di marcia allo schier,unento pc1· l 'attac<:o. -

H3 - -


L ' IMPIEGO OELL ' .\HTIGT,I E:RL\ ;-(ELLg

« XOR~lE »

DEL

1928

P er assolYel'e il suo còmpito, l ' avangua1·din si snddivicle in du e scaglio11i, grosso e testa, (·Onve11ientemente distainziati in guisa <::hc entrambi mm possa110 c-adere contem:pora neamente ~otto il tiro eflìc nce dell e mitrnglia trici a ,·yersarie che s i sYehi ero 1lll'imprcwviso. Nel c·aso, dn consid erarsi ecc:ezi o1nnle, cli uua Divisione in rn,ucia sopl'n un ' nnic,1 sti-c1da, Ja di stanza fra g1·osso <le]]a colcnrna e coda deJl 'av~rngnarclia potrà essrl'e, in teneni di 11ormale configmazionc, cli 2000-3000 metri ; q11e1la complessiva fra g-1·0:;:so dell a roJ01J1na e punte delJ'avangu:ndia , di 4000-:5000 metri al1 'indi-(·1L Qnestn distunzn eonispon de all'i111drc11 11 guanto oceone per dai-e p1·olrzi.one aI gro so dcJJa C'Olonna ri 11etto H possibili rii-i <li artigli.el'ie leggere nvversn rie. In moutngnH queste distanze Yai-inino , e 1po ·sono mutnre ftllC·he clura111te la marcia , eeonclo la configurnr,iorn• cleJ tene.110. I nc:011trfl nélo l'esj stcnze c·he debba rimuo"Ye1·e, J'ayanguardia po1·ta innan zi i sn oi elem.en Li l'd a giRce di fona: occ:01·r-e11<.lole appoggio, ques to de,e C!'-;se1·l c dfllo tempesfrrnmen tc dalle art i!Jliei •ie del la colom,a) 1111a oliqt1ota d ell e qnali, :c:talJilita clal c:oC(1manda11tp in i-elazi olle nl1a si tnazione ecl a 1 teneno, marcia 1;erso lm testa (ltel .r1ro s.~o. rn·<1inta n po1·tal'si iunwnzi e ad entr:u-c in azfoHe. 9. - !l1;a1111,osti. ('oni,pito d egli aromposti: presc•rvare da]]e ,:c.,1·prese Je tn1.ppe che sost1rno. Gli a i;amvost i ass um o11 0 fo1·zn, compo. izi011e e disposizione ,·nria a seeon<l a <1el ten:eno, delln sitn azione l'ispetto al 11emfro, deJla entità clc~lia t ('lomrn cla proteg~ere, del modo <li st ;:iziona1·e fk l grosso, <lell'arnpiezza della r.ona .cli aJloggiarncn lo . Un sistema eomp)cto d 'a,nmposli ha forza non su1pe1·io1·(' n n1J terzo cir<.;a delh1 fnntc1·in clellp c:olonua, e comprende• ainc:he a1·ti~lie1·ia leggera. Si compone cli pircole 911ardie) r1ra11 gnanlie ri 1'isen; a cl) ava·11'1JJOsti srag-Hon a te in profonclit.ì. La clisbmz~ degli nnunposti dalle truppe c:he sostaJ10 dPYC <:sS<'re t nle elfi sotti·nnc qncste all 'nz'ione cleJl e artiglie1·ie carnpnli de11 ' :rrvcrsai·io. 10. - J/a ri;ic i nauw nto : ha inizio qua ndo i grossi d'anrnguardi a cleJl e Divisioni c]i primn sdtiern entrnno nena ½Ona cli -

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LE; N. G. (1928/

azio1n e efficace delle Hrtiglierie nemiche cli med io calibro .. . Nei terreni piani o collinosi l'avvicinamento s i inizia f1 uina distanza di 15-18 km. dalle possibili poshi oni di queste artiglierie. L'avvicinament o si svolge mediante sbalzi successivi. In teri-e.ni piani o colli!Jlosi ciascuna Divisione <li prima sehiera potrà tenere, all'inizio d.el]' avvieinam ento, 4-6 km . cli fronte per 8-10 km. di profondità, aJJ'incirca . (lnestft fronte si ridurrà gradatamente per )'a ttacco, fin o a 1500-2500 m .. In questo quadro è l'azi olTle deJl'avang-uanli.a, ma cli essa si parlerà più diffusamente qnan do saranno esaminate le N .D.

11. - Vediamo ora ]'attacco . L'organizza:çio-ne dell'attacco ha per iscopo di rende1'e 1possihili e proficue la prepartl?:ione e l 'esecuzione clell' attaceo. P arte essem;ialc dell'org:11117,zazione dell'attaceo è lo sc'hie -

·ram;ento clell' cwti,glietic1;. L'artiglieria agisce per ottener e effetti di neiitn1li<'.ctuzione o, quando necess;:irio e possi bile, di d'ist1·ti:-:io11e degli elementi n:vversari nocivi. La ne11traJizzazio1.nc, per rins<:ir(~ efficace, deve e!3sere tempestiva, e pCl'sistente; ad ottener-la tale 1n on basta nn breve concentramento di fuoco per ogni obiettivo, ma occorrono in genere co111cen LJ·amc.n.ti brevi, intensi e r ipetnti ; cl i qu i. la necessità di iniziare il tiro cl.i neutralizzazione quanto più presto le d rcostanze lo permettano. Tutte le artigliel'ie trova no impieg-o 11 elJa prepara,1,ionc : a) le artiyli.erie diFisionoli.: i,n azioni di spia.n a1nwnto 1 (:Ontro centri di. re!:listenza ed ostacoli materiali; di appoggfo prr sostenere nzioni di fanteri n preliminnri a1l'attacco; eventualmente di protezione pe1' 1p aralizzare azioni di fa ntel'ic 111emiche, e cli oontroZrntte·l"ia allord1è qnestft non possa o tardi nel essere svoJta ,da nrtiglierie cli Corpo d ' f:ll'm a ta e si.a indispensH bi.le ecl urge11te sviluppn.r la . b) le lWtigliePie cU Corpo cl,'a,r mata: in a:doni. di oont·robattwia: o di rinforzo allo sz.J<ia11{1me·n lo o alla inteNl'.i z,ione; -e) le nrt:-igl·ie·r·ie cl 1 a,r11uito : in azioni d'in.tercl~z.ione contro coma·nai, centri e meni logistiei ed eventualmente di r in forzo alla con.trob-atteria; -

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L' I MPI!ll(W DIDLL ' AR'.l'IGLIO:ltrA NELLIO

« NORM!l) ll

DEL

1928

d) i pezzi ver fwnteria, integnmdo l'app oggio e la protezione delle artiglierie divisionali coll'!'lgir e contro ohicttivi vi<:ini, o particolari, med iante azioni di accompagnamento ad immedinto sostegno delle a:,;ioni di fanteria, o di a,.resto contro carri H rma ti, nuclei di fain te ria ~ brevissima cl istan za , ecc .. Qnesta r}partizion<' di còwpiti vak anche per l'attacco. Uno schieramento ben concepito ed eseguito, ed una completa orga1n izzazione, confel'is('ono aH'urt iglicria la mf1ggiore effica cia . Pe1·ò i limiti di te111ipo concessi cla11e esigenze dell'azione generp le, devono essere 1·ispetta ti, e qu esta 111ecessità, può talvolta imporre l'urgenza dell' inte1·vento. I n tal caso, si ricone a. II)rocedimenti s peditiYi, i qU!11i permettono di mantenere all'azione dell'artiglieria t<'mpestività e sufficiente precisione, pu1·chè, natur nlrn.ente, c011sentnn o a1l'orgH11i.1.zazione quel 1ninimo grado, al disotto del quale il eoneor so deJl'artiglieria potrebbe riuscire assai m.eno polente e redditizio. Le a,1•tiglierie del.le Divisioni cli seoon.dct soh'iera, vossono es-

sc1·e messe a temporanea cl'is7Josizio11e clei oom,andan't'i le Di visi.011i di vrim,<:1 schiera) ohe operino sulla àire.d one nella q1wle si inte11de i11i:pi-e,gare sucoess foam.ent,e quelle rH seco1ula soh,ie1·a C'U'i elett e mrtig7,ierie ap7w,rten r;ono 1 e p1111chè si sia. sicuri di 110n clorer nnbtare questa dire.zione 11el corso dell 1 azi,011e . P recise indka:t.io1ii debb0110 essere fornite <la i rispettivi compudnnti di Cor,po d'armata :1i c·om:mclanti cli Divisione che ri1

ceYono siffatto rinfo1·zo cl'artiglierie, cil'c:a il posto da nssegnnre nlle medesi me 1nello . c·,hieramento ed il momento (ri(rrito :i lle varie fasi della battngJia) olt1·e iJ qu ale essi non ptitranno più fare asseg-namento sn t!)le ri nforzo. l2. - L a prevm·uzfone <lell ) r,tt;acco . E' svol.tn preva] eu ti::men te dnll'H rtiglieda, collo scopo cli rendere tcrnpora nearne11te o tlefì1u itivamente innocui gJi elementi ane1·sari noc-iri alJc ll'nppe attµc cn~1.ti e pcrclò capnd cli ostacolare l' attacco . La, vrepa1·az-ione d/a1·t'iql ieria s'inizia as ai prinrn c·he l'orga11izznzio1,e clell'attH<·co sia complelHtil . ~ e fau no già parte i tiri cl'artigli e1'iu esep:uiti dnqmte l 'n:r.ionc dell' avan gnardia e co11ti11uati cl111·1111te Jn fase lli orgwnizznzione dell'attacco . E ssa -

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L it N. G .

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è regolata dai comandi superiori a1la Division e, con azione ipre-

valentemente accentrata . Gli obiettivi della p1'eparazione sono dH 1principio tatnto meno numerosi quanto minore è il tempo dacchè i due nvversari si trovano in presenza. Sugli obiettivi noti il fuoco si sferra con concentramenti intensi, per nverne presto ragione; mentre si continu a010 a sfruttare ;:il massimo tutt i i mezzi clisponibi1i per i,ndi viduare gli obiettivi non ancora ri<:<rnosdnti. Gli obiettivi nnovi, man mano che si rivelano, sono fatti segno a conceintrameinti d'intensit.), adeguata, t enendo presente che '1n durata cli tali concentramenti rngli obiettivi singoli sa tà fo rzatamente tf1n1to più breve, quailllO p iù numerose saranno intanto le . <'gnalazioni di obiettivi successivamente riconosciuti. In terreno libero l a preptn·a?.:ioine d'artiglieria, sebbene condotta con azione di comando aec·entra ta , non ~vrà però quel carattere d 'insieme che essa può prrsentare nell'azione contro fronti -da tempo stabili zzate ; l'a:;doue delle artigliPrie divisionali e di Corpo d'arm ata viene forz11t;:nnente n sdnclersi in ipreparazioni locali, in qnalche caso anche non contemporan ee fra loro. r i ù marcata fìsonomia cl 'insieme conserva (J)et'ò sempre l ' azione delle artiglierie d i maggiore potenza, clirett;,1 contro gli elementi avversari anetrati. La preparazione d'nrtiglieria non termin a br uscamente nè contemporaneamente su t utta In frointe de11a gr ande unità, IU/l sfuma., pl'im a su un tratto, poi s ull'altro, nelle azioni singole dell'att acco. Più precisa mente : man mano che l 'attaceo si pronu ncia la <:ontrob~tteria dovrà spesso atten narsi per rinforzat'<' le azioni proprie delle 3l'tiglierie ,divisionali; le artiglierie di meflio <>a libro già date in rinforzo all e Divisioni vc~ngono da queste ut ili1.zate per la controbatteria ,cFmg~n-za, per la neutrali1.zazione dei <·entri di l'esistenza meno vicin i alle fanterie ·e, se occorre, per la distru zione o la neutrµ lizzn~done di ost acoli materia li. L'interdizione proscgne per oipera dell e artiglierie cl' Armata. Scopo essenziale da raggiungere è che all'azione d<'ll'a rtiglieri.a su un <l ato element o dell' avve1'sario segua l 'azione di fuo co e di movimento della f1mtel'ia, prim~ che quell'elemento abbia 7

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L'IMPIIDGO DELI,' ARTIGLIIsRIA NELLB <c NORMl•J >> DIDL

1928

avut o tempo di riaversi. La fanteria. è dotata di mez,'li che le consentono di sol)Jperire a. possibili lacune dell'azione dell'artiglieria e d'integrarla, -dove e quando essa non può giungere, così da escludere ogini soluzio,n e di continuità nel tempo e nello spazio. « E' sempre da prevedere che, al momento culminante dell'azione, il difensore pi1ssi al co1I1trattacco, al che talora pos sono anche bastare poche truppe decise, orientate, bene appoggiate dalla propria artiglieria; condizioni facili ad ottenersi ,dal difensore. In tale caso, anc:he se la segnalazione da parte degli aerei sia. sollecita e tempesti va, tu,tto pitò essere oomproniesso se , na1i,. ohi all' a:t taooante la oooperaziorie d;eWartiglieria. )). « Lo schieramento clel1e artiglierie ed i ·CoJlegamenti debbono rfspo,n dere alle esigenze di. (luesta stretta cooperazione, e tpermettere anche i tiri contro obiettivi vicini alle fanterie stesse, srnza offendere queste ultime colla dispersione dei colpi e delle schegge. L~ armi a tiro curvo, landa.bombe compresi, riusciranno utili per battere avvanarnenti, zone defilate e simili; le armi a. ti.ro teso, in spede le mitragliatrici pesanti, si porteranno innanzi per agire di :fianco e d 'infilata)). 13. - I vari atti dell'a ttacco sono regolati d.;:li seguenti prim~ cip'.i :

a) imporre la pro1pria volontà al nemico sempre, anche ITTegli atti particolari; b) 1·ùnfor:zare le 1mità ohe riescono) non qiieUe ohe non, r,iesocYno;

c) pen etrare, senza preoccupa rsi trop1po dei fianchi e dei contatti; d) curare il collegamento ma noin, smarrirsi se lo si percl.e; esso è nei cervelli e nelle linee generali dell'azione; e) repgire alle offese avversarie impreviste non con una parata passiva, ma proseguendo l'azione intrapresa con moltìplieoto vigore, limitando al minimo le provvidenze a. protezioine di essa.

n Oo111:.an.c&1,nte dèlla Grande Unità 001n,vlessai in.terv'iene nel 001nbattimento essen.zfolniente colVimpiego delle artiglierie alla S'tta diretta dipenden:z'a e coll)im,piego della, riserva.. -

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I.ID N . G.

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'l'ale im1piego è dgorosamenle orientalo allo scopo che egli si è ,prefisso cli raggiungere col suo diseg1no di manovra. Pet· qu,Mi.to r ·ig'Lta!Jid:a. le cfft·igUer,ie, queste vengono impegnate già nell;i fase di 1Prepal'azione; spostamenti {li esse nel corso dell'azione da 1111 tratto all'altro della fronte sono per tegola da evitarsi, ghlcchè si tradurrebbero in rallentamento dello sforzo con dimfo1,uzione della sua efficacia. U ·in,teniento della 1··iserva llecicle J!;1Zione, sfruttando i risultati ottenuti nell' attacco e rendendoli definitivi. L'intervento della r iserva pn<ì essere precednto da, un podel'oso concell tramento di fooco d'artiglieria sul tratto cli fronte prescelto per la sua azione e sui tratti di fronte lalerali che si vogliano immobilizzare. Tale im.mohilizzn~done può essere diffel'it~ al mome11to i,n, cui si pronuncia )' azione delln. r iserva., se questa avviene di so1·presa; in tal caso occorre l'impiego cli una maggior urnssa di artiglierie per raggiungere immecliat;imente l'effetto voluto. 14. - Le N .G. studinnino l'nzione (lifensiva ,cli una grande unità inquadrata e la conside1'<tva1no qiwle atteggia11w11to tempo·i·a.neo e locale, gi11,.r;tifioato dalZo scopo di economiz.~are forze ver 1.1/11/azionie offen,sivo, ohe si .wolge in altro se-ttore ,· opp1ire di

attesa. e di oopertiir.a 1·ispetto ad un' azione offensiva, che si ha in onimo di s1;olgere s11ccessivam,e11.te nello stesso settore . I n difensiva le Di visioni di prim a schiera si dispongon o per regola su due scaglioni, solo eccezion almente e nel caso di froo~ti r elatiYamente ristrette o di unilà d'ala, su tre. Ciò i n ragione <lel già, riportato ra1Ppo1·to tr13 forr.e e fronte, ed anche perchè è necessario che concorra,no alla. difesa sulla posir.ione di resistenza , se pure m olto scaglio1n ate in pl'ofonclitù, t utte o quasi tutte le armi automat iche di cu i questa grande unità dispone. Corrisponde a questo scaglionamento in profondità il qu?)dro della sistemazione difensiva, il quale comprende normalmente : a) una. pos-izioue cli rnsistenza, sul cui margine avanzato, detto linea. di resistemw, si intende stroncare l 'attacco; h) 11,11 C/) zo1w1 di sohiera.11wn.to r etrostante ; c) urw zona, clri, siaiirezza,. antist a nte . -

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L'IMPIIDGO DIDLL' ARTIGL!EHIA NELLE

« NOR:ME\ ))

DBL

1928

Lungo la linea, di resistenza, si dispongono i reparti cli primo scaglione delle Divisioni di prima schiera incaricati della difesa . Primo s·copo del difensore è sotto1porre l'attacco all'azione logoriltrice e ritardatrice ,del proprio fuoco, a cominciare dalle n:aggiori distanze, e trattenervelo il più lungamente possibile. Il fuoco della difesa raggiunge la massima efficacia nella zona dove si sovrappongono il t iro dell'artiglieria e il fuoco delle armi automatiche deUil fanteria; zona che in terreni di configurazione normale ornò ritenersi compresa. fra i 200 e 1000 metri sul <lavanti della linea cli resiste117,a. La é1etermi1nazione particolareggiata della linea di resistenza è compito delle Divisioni cli (Prima schiera . La profondità della posizione d·i res·istenza, è determinata dal limite {li gittata efficace dc11e mitragliatrici pesanti dei reparti di secondo scaglione, clistrihrdte sulla posi?:ione di resistenza. In terreni 1n on soverchiamente accidentati, 111 profondità di un mi·gliaio di metri può consiclernrsi come normale; in montagna essa può variare sensibilmente da un tratto all'altro della fronte . In terreno libero, urn a sistemazione difensiva per la quale si sia 1potuto disporre di mezzi e tempo sufficienti, potrà presentare l'aspetto di una scacchiera di oent1·i di resi.stenza, inseriti entro una rete più o meno abbozzata, di ret icolati e di seavi. Ì1a :<fon:a, di schieramento è lo spazio [)ÌÙ o meno profondo entro cui il clifen!:<ore predispone, o si prepara a portare a momento opportuno, i mezzi e le forze per alimentare e sostenere l a difesa sulla posizione cli resistenza, e per contenere o ricacciare il nemico ehe l 'avesse superata. Questa zo11!1, corrisponde per solito a que11a entro cui trovasi sehierata la massa delle 1:1·tiglierie campali della difesa. La .sua. profondità 1può giungere fino 11 5-6 km. dalla linea ,di resistenza. Entro questa zona è necessario organizzare un a pos·i zion,e interniiedia, scelta in modo che possa anche dare sicurezza alJa parte maggiore delle artiglierie schierate. La (POsizione interme<lia hg fu nzione ritardatrice; essa consente la raccolta e la temporanea resistenza delle t ruppe che avessero dovuto ripiegal'e dalla, posizione antistante, e favorisce lo sviluppo del contrattacco fatto cl.a reparti laterali sul fianco del rn~mico che fosse riuscito ad 11vanzare. - , 100 -


LE, N. G .

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Verso l'estremo della zona di schiernm ento, ecce7,ionalmcnte al di là, si organizza una seco11cla posizione, destinata ad tnrei::-tal'e l'avversa rio che fosse riuscito a superare la posizion e inte1·meclia ; questa posi1.io111e viene scelta in modo che l'offensore debba, per nttaccarla, procedere ad un nno,·o im1pianto dei suoi mezzi d'offesa . I secondi scaglioni delle Divisioni cli pri ma schiera si dispongono nol'nrnlmente fra la posi1.ione cli resistenza e quella ilfr1.ermedia; essi hanno per funzion e !J)revalente il contrattacco locale. La seconda posizioue deve essere gna1·1lita , a momento oppCirtuno, colle truppe di seconda chiera , essen do per regol a da c.:sclndere che tale occupazione possa essere fatta colle sole ti·nppe respinte dall[t. posizione cli sienrez:r,a e da quel1a intermedia. La. sistemazione della. posi.z·io,11e cl-i 1·esisten:w . ha JJl'eoedenza assolt&ta, sopra ogni altra sistemazione . Sul dinnn7,i della posizio1Je cli resisten1.a viene sta bilita una linea, cl;i siowre.~-~a, spinta icnn~nzi allo scopo cli sorvegliare i rnovimewti del nemico e J'itf1rdarn e l'anrnzata. Il teneno compreso fra questa linea e la Hnea di resistenza dicesi zona di s·ic1t,rezza. La linea, di sicn1·ezza, è determinata in p;uisii che consentn la maggior facilitù, di osse1~vazione snl terreno antistnnte, e si t1·ovi a dista(l1,za tale dalla (POSÌ7.ioine cli resiste117,a, da poter ricevere appoggio <lall~ massa delle artiglierie lcgg('re della difesa . 15. - P nrtieofare rilievo è d ato nlla eontroprev·a·1·azione. La

contropreparazione mha a frustrare l 'organizzazione dell'attacco da Pilrte delFoffensore ed a prevenirne la preparazione; essn è fa vera preparazione della difesa . La contro,p reparazio,ne compretncle : a) azi oni d'artiglieria intese a logora re prcvt•ntivamente i mezzi di lotta dell'avversario (tiri su truppe pronte per iniziare l ' attacco, su rincalzi, sn riserve, su lavori offensivi, su mezzi ,òi passaggio, ecc., tiri cli controba tteria, e cioè, i n corn1p lesso, interdizione, con,trob alteria, spian am en,to) . b) azioni di fanteria, aq>poggiate in genere clii fuoco d'artiglieria, intese a sventare le azioni preliminari clell' avversal'io, rkonoscerne le inteoizio:ni, cattnrare prigionieri, ecc .. --- 101 -


L'IMPIIJ:GO Dl!JLL'AHTIGLII-JRIA XELJ.ID

« NOR~lEl »

00L

lf):!8

L a. parte spettnnte all'artiglieria in questa fase è dunque prep011derante, e lo è tanto più, quanto maggiol'e è il tempo dacchè gli avversari si trovano in prese1n,za cl'umo dell'altro. Come nel1'offensha, anche qui non esiste un netto dista('CO nel tempo fra org~ni.7:zazio.n e e co,ntropreiparazione; le due fasi s i compenetra;o. Quando il difensore attende l'avversai-io su poshioni prescelte, 1a controp1·eparazione si ini zia 11100 aippena Je fanterie 11emiche siano a distanza di tiro efficace da11e artiglierie di maggior gittata, al :fine di costringere l'avversario ad abbandonare la formazione di marcia per quella d'avvicinnmento . I vwntaggi ch e il difensore trae dall'anticipato inizio di questa fase giustificano sovente auche il mantenimento cli successive occupazioni difensive µvanzate, per portare artiglierie cli medio ('alibro il più avanti possibile. Quest'azione òi artiglierin risulta tanto più proficua quanto più presto viene sferrata. Le sne probabilità, cli buon o esito sono massime se essa raggiunge ipieno sviluppo quando l'organizzazione ·dell';ittacco è già. molto avan zata ma ,non del tutto completa; decrescono invece rapidnmente se essa coin cide ron la pl'eparazione avversada o si inizia dopo cli que9ta. I tempi debbono essere fissati, caso per caso, ·u esame obiettivo della situazione e delle informazioni attendibili circa i progetti d ell'avversario. P oich è è prevedibile che la prima reazione dell'attaccnnte :i11~ co01itropreparazione sarà wn intenso tfro ,di controba tttei-ia, occorre che il difenso r e sviluppi al più presto una potente ne1ttralizzazio11e clelle m·tiglieo1'ie avversa1'ie; mentre 1n intercliziQne si abbHtterà a r agion veduta su tutti gli elementi non di artiglieria, costituenti obiettivi vulner~bili ed impo1·tant.i, e la protezione si limiterà a rin forzare l'a,rresto, se ed in quanto ciò sia 01ecessario, per proJungnre la resistenza degli.elementi della linea di sicurezza. Man, mano che l'atturcante, r espinti gli ora detti dementi, procede innanzi tendendo a farsi sotto alla linea di resistenza, il difensore intensific~ la protezione e Jn inte1:dizione a spese d e1la controbatteria, per ottenere una nnoYa sosta deJle fanterie avY<!rs;1rie dinanzi alla linea ora detta. Se questa. sosta si produce, -

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LE N.

O.

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Foffensore è obbligato a riprendere la preparazione dell'attacco e il difensore ne appro:fitta per rinvigorire la controbat teria ; l'illli.. terdizione è limitata. alle occasiollli sicuramente redditizie, e la protezione e l'arresto intervengono, se ,necessario, per proteggere 1;1 linea di resistenza contro colpi di mano nemici. Una contropreiparazione bene orga1J1;izzata mediante attivissimo servizio d'informazioni, artiglieria bene manovrata e poca fa nteria bene appostata e decisll'> riesce a compromettere l'esito dell'attacco [Jerturbandone irrimediabilmente le fasi prelimilll,ari: organizzazio:ne e preparazione. Ciò non significa. però che si possa contare sul successo soltanto per l'ottima riusciti1 della contropreparazione. L' attaccante, ormai Jandato, proseguirà, nello sforzo, spesso moltiplicato cla una disperata energia, che deve trovar pronto il difensore, e particolarmente, da questo momento in poi, le sue fanterie.

B LE NORME PER L 'IMPIEGO TATTICO DELLA DIVISIONE (t 928) 16. - L'avvicinamento. - 17. - La ripartizione delle forze. 18. - L'artiglieria della Divisione in avvicinamento. - 19. - L'avanguardia. L'art. dell'av. L' impiego dell'artiglieria nel combattimento dell'av. - 20. - Le azioni dell'artiglieria: nomenclatura. L'assegnazione e la ripartizione dei compiti. - 21. - La preparazione dell'attacco. - 22. • L'esecuzione dell'attacco. - 23. - L'azione difensiva. - 24. - La contropreparazione. - 25. - Carattere gener., le delle prescriz ioni per l'impiego d'artiglieria nelle N.G. e nelle N.D. 1928.

16. - Le « Norme iper l'impiego tattico della Divisione>> (N.D.) rappresent;rno lo sviluppo e l'ap;plicazione delle « Norme Generali per l'impiego delle Grandi Unità,)) (N.G.) per quanto rjguarda la Divi8ione in quadJrata di p1·im1a e di seoo1ula sohierà. La trattazione è limitata all'azione in terreno libero. L'~ugomento di più diffusa. e diligente trattazione è quello a~,]l' amv,icin,a,n wnto . E si spiega: trattasi di ui:rlt argomento ca1

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L'IMPIEGO OELJ/ ARTIGLIE!llA KELL0 (( NOinr n:i )) Oli:L

1928

l'attel'istico della guerra di movimento e sul quale meno ol'iPntato era lo spirito della grand e massa dei nostri quadri. Aveva in un certo senso sa pore di nuovo e diede spunto 11 vasle mcti eolose discussioni. Oonicetti fonclameintali ,dell' avvicinamento sono : L'nvvicinamcnto s'inizia, per ciascun Corpo d'armata, qna nd o i grossi cleJl'avan guarclia delle sne Divisioni cli prima schiera entrano mella zona d'azione efficace delle artiglierie nemiche di medio calibro (15-18 km. dalle possibili posiiio01d. di queste) . Il Comanda nte ,c.lel Corpo ·d 'armata, allorchè Q)revecle iprossimo l'avvicinamento : a.) comuni.ca ai comandanti delle Divisioni dipendenti le notizie sulla situazione, i rispettivi compiti e le l"ispettive zone <l'aziollle, l e direttive per il lorn r eciproco 1:1ppoggio ecl anche, ove occorra, le linee che le Di visioni non debbomo oltrepassare s(•nza suo ordine; 7>) stabilisce i criteri ed i limiti per l"azione c.1e))e artig'li<~rie di Corpo d' armata , ed assegna a])e Di visioni i necessari rinforzi òi artiglieria, genio, aeronantica, seziollli 1:1erostc:1tiche e mezzi cli tt·asporto, col criterio cli non appesantirle senza nn corrispondente sicul.'o va ntHggio . Se il terreno e la situazione lo consentono, dispone cl.te artiglierie cli lunga g'ittata proceda no con le nvangn1:1rdie divisionali per agire al più (Presto, di sor,presa, su obiettivi lontani m.olto resistenti o pa rticolarmente importainti, ·dei quali sia nota o preved ibile l'esistenza e che occorra ba ttere con sollecitudine. Il comand;rnte de]]a Divisione, in bn se agli ordini ricevuti ecl all' orientam(>nto proprio, formula melle liinee generali il proprio concetto d'azione e le conseguenti disposizioni iniziali per l' avYicinamento. E gli fissn perciò i criteri secondo cui inte,ncle pffettu a re l'nvvicina mento, la riparti7.ion e delle colonne. il loro scaglionamen Io; stnbilisce gli sbahi da compiel'e dflll'avangmwdiu e dal grosso; 01·ienta su queste sue intenzioni i comandanti sottoposti, sopratntto i comandanti. delle colonne e il comandante d'artiglieria; "1n a,d' essi le disposizioni conseguenti; assegnn a ciascuno còmpiti, obiettivi e direttrici cli avanz;.Jta . P er fronteggiare e sven-104 -


LEJ X.

Il.

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fare ogni sorpresa egli deve poter intervenire in ogni istante col fuoco dell'artiglieria e perciò questa deve esser ten,uta !I)ronta a<l agire in appoggio a])a deeisa azione ,d ell'avanguardi.a. Inoltre 1a formazione d'avvicinamento deve essere tnnto più suscettibile di modificazioni, anche notevoli, quanto meno chiara risult;:i la situazione iniziale. 17. - La, ripartizione delle forze nel senso della fronte ecl in pr·ofondità prelude a quello che dovrà essere, in definitiva, lo schieramento ·della Divisione per l'attacco. La sua struttura iniziale farà sentire i suoi effetti fiorn al termi,n e dell'azione . A trasformazione compiuta la form1izione cli avvicinamento della Divisione comprenderà : a) in profondità : un p·t<-i m:o sca,glfone, od avang1.iarr dia, di-v·is1:on,ale, costituito ·d all'insieme delle ava11guardie parziali; un 8eco11:do soa,glione rappr('seutiito dai grossi delle colonne singole; t'd un terzo sca,g lfone o r-iserv a d·ivision,a le ; b) nel senso fronta le: i t.na.) d!it,e o tre oolonrne, destinate Hd agire, in caso di urto contro un avversario consistente, secondo le direttrici assegnate a ciHscuna, sotto l'azirnne coordi1natrice del com;rndante della Divisione. Giova ricordare che sotto il nome cli riserv a clivisionale si comprendono tutti i reparti cl.elle diverse armi che occorra per ogni evenie1n za tenere alla ·d iretta dipendenza del comandante della Divisione. L'artiglieria ,non deve mai essere compresa in quest!l riserva; in realtà quest'arma costituisce sempre una r iserva ,d i fuoco di efficacia abbastanza ipronta, anche se im1pegnata. Per quanto riguarda la. d'istribiizione delle forze in ogni S'i ngola colonrn,a. il comandante della Divisione :fisi;;i:l la composizione di ogni avanguardia parzi ale e la distanza iniziale:! a cui deve seguirla il rispettivo grosso : per quest' ultimo clà disposizioni limitative circa la posizione inizi!l1e delle artiglierie tenute alla sua diretta dipendenza e l a composizione e dista111za dello scaglione destinato poi a costituire la riserv!l {1ivisio11ale. N el oostituire le vao·ie colonne è bene evit a,re la scissione del reggimento di fa.nteria e clel griivvo cii batterie, N on debbono mai scindersi il ba.tta,glione cli fante·rJa e la, batterùi <1;' artigl-ieria,. -

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L 1 JMPI0GO 00f; L ' Ail1'I GLl0 RIA NELLE)

«

~0Ri\C0

»

DEI,

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18. - Posto questo quaclro generale l'artiglieria della Divisione in avvicinamento risulterà cosi costituita : a) n01·ma lmente : dt1i pezzi per fanteria e dall'artiglieria organica della grande unità (someggiata e traiJ1ata) ; b) inoltre, eventualmente: da artiglieeie leggere assegnate come rinforzo òal comandante del Corpo d'arrn~ta; da artiglierie pesanti campali o pesanti pure assegnate dal coma11daa1,te di Corpo d'armata pe1· còm1piti 1Pa1·ticolal'i; in qualche Cf\SO, e di solito verso la fine dell'avvicinamento o nella imminenza ç.ell'attacco, da artiglieri.e leggere appartene11ti a Ile Di visioni ·d i seconda schiera o da artiglierie su automezzi già a disposizione clcll' Armata e da questa rip~dite fr-a. le gra.ndi unità {1ipendenti.

I pezzi per fanteria dei reggimenti aventi ba ltaglioni con l'avanguardia. marciano con questi ultimi. DcU'artiglieri11 divisiona le orgainic:a poti·à e sere necessario, pe1· diffi<'olt.ì, di. terren o e cli eollegamenti. asseg1nare una aliquota a ciascuna colo11na od a qualche colom1a. Le unità someggi.ate sono le più indicate per questa asseg,nazione; in con,dizioni particolflrmente favorevoli di perconibilità possono <:'.Onvrnire a11chc uriità ippotrainate. Queste aliquote so,no destinate a dare un primo e pronto a!J)1poggio (o protezione) alle av11ngnal'·clie rispettive, quando riuscisse t ardo l'intervento della rimanente massa di fuoco. I coma11df1.nti di colon!lla ne stabiliranno posto e còmpiti in base a, qnesto concetto ed alle disposizioni impartite dal comunòante <lella grande unità. Questi impiega direttamente tutto il r esto delle artiglierie 01·ga1J11iche o ,di rinfol'zo, stabil<'ndone ripartizione, posto, còmpiti e sbalzi, a seconda dell a previsione, qh' egli può fare, d'un più o meno sollecito loro intervento (situazione, percorribilità del terreno, mobi1ità e maneggevolezza <lei materiali) . Criteri genera.li per le sue determinazioni sarantno : a) far marciare in coda alle c~lonne le unità, che egli prevecl a di non dover prontµme nte impiegare, ritardando, ove oc<:orra., la parte1nzn. di quelle capaci di più celere spostamento; -106 -


LID K.

O.

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b) ri1partire le altre fra diversi itinerari, 1preferendo quelli

non percorsi ,d alle colonne; e) del complesso cli queste artiglierie costituire vari scaglioni, che alternativamente si portino in posiziotne, a, comiinciare dal momento in cui si manifesti la possibilitù, di utile intervento per sostenere l'avanguardia della. gra,ncle urnità. La molteplicità di itinerarì indipendenti giova al sollecito alternarsi cli questi scaglioni senza distnrbo reciproco e senz~. perturbamein,t i nella marcia delle colonne. Nei freqnenti casi in {:ui ciò sia possibile, queste ultime dovranno adottare fonnazioni convenienti per lasciar libero il passo alle artiglierie. Fin dalFinizio dell'iivvicinamento, i conrnnclain ti di unifa di artiglieria con i rispettivi organi di comando, di collegamento e di osservazione precederanno rapidamente, porta.ndosi i,n nanzi ton le avang1rnrdie pel.' s.tudiare il terreno, scegliere postazioni, iliclividnare obiettivi, cercare osservatori, irn~Ji;rntare collega menti, iniziare l'orga~1hzazione del tiro. L'avvicinamento si svolge, cla !Parte della Divisione di prima schiera, nel qnadro <lelle disposi:doni impartite <lal comandante del Corpo cl'nmiat,1, e coonlinatamente eolle azioni deJl'esplorazioin,e ava.nzata se questa esiste, de1l'aviazione delle grandi unità superiori, e successivamente, delle arti.glierie cl' Armata e di Corpo d'armata . L'A.rtiglie,ria d! ilrnv,ata, se potrà intervenire, b[:ltterà obiettivi lontani cli parti colare importanza (trnppc in marcia, centri logisti.ci, artiglierie a grande gittata o fortemcinte protette). A mano a. mano che l'a vvicitnamento procede, l'tnclrn l'a1·tigZierfa1 lli Corpo d 1 arma.ta, non direttamente assegnata ana Divisione potrà entrare Ln azione. Essa mTà per còm!Pito prevalente lf!- controhatteri.H, aJlo scopo di re1n dere l'avviciinamento assai meno faticqso SOIJ)ratutto per le trn1ppe destinate all'avanguardia e per le artigJier-ie che le appoggiano. 19. ~ Nell'avvicinamento l'ava1nguardia. della Divisione comprende, per regolfl generale, due o tre battaglioni organici, suddivisi in avanguardie parziali forti ,d a uno a. due battaglioni -

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L'DI PIEGO OELL' All.'l'IQLIJi::IUA N8LL0 (( NOR:'l{E)

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ciascuna e poste agli ordi ni clel eomandante del battnglione nel primo caso, del conwnda,nte de) reggi.ment o nel secondo . L' assegn;::izione di artiglierie all'uvangn ardin è necessaria nei terreni. fortemente atddentali o fittamente coperti o non perconibili cl.alle batterie con velocità almeno doppia d i <)u ella praticameinte l'ealizzabile in essi dalla fanteria . Verificandosi questa neC'essità, l'ai-tiglieria someggiata è la più i,nclicata per tale assegnazione . · Il rima r1e11te dt>ll ' ul'tigliel'ia divisionale rest a a]]a dipein.. <.lenza immcdia tn del coma ndante dellf! D ivisione per assicurare .ill'ava111g na rclia il -c:onc01·so del fnoco manovralo . Le artiglie•1ie a Zit11_qa gitta ta seguono l'ava11g1rnréli;:i, ma per l'egola non sono posi<~ agli ordini cli un comanclante cli col0inna, bensì del cornnndantc deJla Divisione, che le imq)i ega per gli i::c:o!Pi e contro gli obiettivi c;he avrà stabiliti il comandµ01Le del Uo1·po d 'nrma ta . Ad eccezione d i tale ali.qu ota e delle ar tiglierie che fossero date iu rinforzo, ]e unità cli artiglicrin pesante e pesante cmnpnlc vengono tenute all'fa1:h.io clell'avviciname,nto dietl'o le DiYisioni di primf,l schiera . Le patt11.glie di, arti9lfo1 i a distacca te presso i reparti <.li fa nt'e1·ia clell ' ay:1ngunr-0i a restano con i comandi di questi ultimi finchè procede il movi mento; allow:hè si impcg111 a il comba ttimento, si reca(l'\o in una posizione da cui p os&f,lno vedere la fronte 11orm;:ilmcnte assegnata per l'azione a]]'unità cbe le ha distaceate (batteria o gruppo) , e si tengono bene collegate sia con questa sfa con il comnudante del repArto di fanterifl. Esse costituiscono infatti ]'osservatorio avanzato più pronto ad entra.re ut ilme11te in fnnzioue . L'impieg·o dell 'artiglieria nel combatlimenito dell'avanguardia contro l'fnn linea continna deve essere fatto a massa; ciò duscirà ta nt o più agevole qu anto più forte sarrLl'aliquota dell'artiglieria divisio1rnle che il comancl ante delJa Divisione avrà c;oni::ervato alla IPl'Opria clirettf\ dipendenza , per l a manovra del fuoco su tutta la fronte della grande unità. Le artiglie1·ie di Corpo cl',wmata sar a nno state portate illl tJJf.l nzi e schierate in modo cla ipoter svolgere efficace azione di cont robatteria contro le artiglierie avvers al"ie, svelatesi in om- 108 -


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mero già abbastanza ragguardevole durante l'ultimo periodo dell'avvieinam<mto. L'avanguardia, stringendo sempre più il eon tatto, ha provoeato a sun volta l'entrata in azione di nnove batterie avversarie; l'artiglieria di Corpo d '~rma ta deve averle individuale al più presto e sottoposte ad intensi concentramenti. 20. - Le azioni clell'artiglieri~, organica e cli rinforzo. d'una Divisione i,nqua<lrata nel combattimento offensiYo, sono le seguenti: 1:1) spfanam.e12.to di centri di resist e11zn. 0stf-l eoli e ripari, posti di eomando avanzati, osservatori, e<·r . clnrnn te hl prcrparazione ed all'infuori della immediata cooperazione con In f:1lnteria; b) appog,(Jio a11e pro1prie fanterie, mentre ;,t tac·eirno . C'OIJtro ogni elemento non -cFarti.glieria, che direttame111te o indirettamente ne ostacoli l'avanzHta; e) protez:ione delle proprie fanterie, quando sostino, e si::ino fatte segno a eo,ntrattacchi; d) rinforzo alle nzioni cl' apvoggio e di protezione sn lla fronte di Divisioni contigue ; e) oontroba.tt:erfa eventuale, quando e .(love sia neeessa rio erl urgente far tacere artiglierie avversari<~, contro cui non possa intervenire prontamente la controbatteria di Corpo cl'arrnat:i o di .Arm;ita. I pezzi per fanteria fanno azioni <l'acccnnpar;1w11wnto dnram,te la preparazio·ne e l'atta-eco , di cwresto dunrnte le soste, contro bersagli 1posti a breve clistarm1, sfuggiti ai tiri delle altre artiglierie e non raggiungibili in tempo cla esse. L'ordinamento deJla massa delle artiglierie dipende d.ni còmpiti assegnati e dalle esigenze cli comando o cli collegamC'into_ ~i eviterà in genere la creazione di comandi intermedi uo,n indis;pensabili, giacchè questi comandi improvvisati soa10 di funzionamento poco proficuo, perchè non dotati di perso1iale o rn<·zzi necessari per ben funzionare e non sufficientemente affiatati. Quando fosse necessario articolare la massa o meglio armonizzare fra loro le azioni di più gruppi, si potrà ,c ostitufre qualche raggruppamento. -109 -


L'DIPU:GO DIDLL' ,\RTlGLIEHIA NBLL0 « .KOIC\10

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I gruppi che per bene appoggiare uru1, colonna non [Jotessero t·oncorrere direttamente all a?:ione mrnovrata della massa d'artiglieria, saranno posti teruporaneamente alJa dipencleinq;a ·diretta del comandalllte {lella colonna medesima; se i gruppi sono più di uno, fuuzioneram10 ngli ordini del comandtrnte più anziano, quando non si possa o 11011 si Yoglin assegnfi're un altro comandante Questa assegnazione alle colonne limita però il rendimento tnmplessivo dell'artiglieria; si deve pertanto ricorreni solo in vi;:i di eccezione, qna1Jtlo si dispOJ1ga di rilevante massa cli artiglierie o sussistano gravi difficoltà òi collegamento fra i gruppi ed il com an do d'artiglieria cliYisionale. Le posizioni vengono scelte dal comandante d'artiglieria divisionale, coadiuvato dai comandanti di raggrup,p~mento, di gruppo e ,d i batteria, nel modo indicato dalle Istruzioni delFarma, e conformemcute agli otdini del comandante della Divisione. Per dare forma ed efficacia alfa mamovrn del fuoco occorre c:he tutti o quasi tutti i gruppi siano in condizione di battere l'intero settore d'attacco della Divisione; la massima. parte di l·SSi deve poter i,ntervenire utilmente a fa YOl'e dell'azione prind pale. I grtqppi destinati all'::ippoggio debbono esser C/lpaci cli pT'oin,ti. ecl efficaci concentrumenti sn tutto il teneno petcorso dalle colonne d'attacco (7.0IH~ ba.ttute, coJlegameaiti) . I settori o porte dei settori delle Divisioni contigue donaouw essere compresi 11elle 7.0ne battute, s ubordinatamente alle condizioni sopra accennate. Eccezioni sono giustifica bili in terreno montano o boscoso. Non conviene di regola muoi,ere i gruppi già, 1n !POSizione finchè da questa possano svolgere azione efficace; occorre inoltre ustein ersi dall'alterare i r apporti di cooperazione stabilitisi fra 1·eparti delle due armi clura,nte l'avvicinamento . Nello scegliere le nuove posizio111i si terrà conto della convenien?:a di eseguire tiri d'infilata , a condizione che non, ne soffrano i collegamenti; sono da evitare nell'attacco in, terreno libero le posizioni fuori del settore divisiofil!ale. -110-


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Sopra tutto debbono prevalere i criteri ehe tendono f.l, conferire al tiro la maggiore efficacia . A parità di tale condizione si preferiram10 le posizioni dalle quali le batterie potranno agire 1Più a lungo, poichè l'artiglieria, pur disimpegm,µndosi con relativa facilità,, esige talora un tempo non breve per esser ,pronta a,d agire di nuovo altre posizioni. I gruppi che devono svolgere azione di appoggio si collegheranno sempre anche coi comandaa1:ti delle rispettive colonne e.: medi;rnte apposite~ pattuglie, coì comandanti dei battaglioni di primo scaglione. I gruppi di appoggio aderiranno scnz}altro alle richieste dei comandam,ti. deUe colonne che debbono appoggiare o ,clei comimdanti dei battaglioni di primo scaglione, 1pnrehè 110n siano im1pegna ti in altre azioni ·d'or-dine del comand;rnte d'artiglieria. Jin, quest'ultimo caso avvertiranno subito il predetto comandante della richiesta ricevuta e questi disporrà immediatamente secondo Je cliretti.Ye avute ,d al comanclan,t e cle11a Divisione.

cla

21. - La preparazione dell'attacco. Lo scopo della. preparazione, che è di rendere possibile e rapido il progresso delle fan terie nell'attacco, esige che, pur dandosi fin ,dall' inizio il necessario sviluppo alla controbatteria, per frustrare la contro,preparazione avversaria, possa. assume1'e al più presto la massima intensità lo Sl))ianamento diretto ad aprire sui tratti di fronte pt·escelti larghe breccie che consentano l'irruzione delle fanterie. P erciò, mentre tutte le artiglierie che haruno per còmpito caratteristico ]fl, controbatteria saranno all'inizio di questa fase interamente destinate alla. loro azione normale, occorrerà ehe una p'a rte ,cl.i esse passi a rinfoT'z are lo spia1n:amento non appPna sia stata otteinutfl una. neutralizzazione delle artiglierie :-ivvel'~ sarie sufficiente per dare alle artiglierie dell'attacco la. neceBsaria libertà d'azione. L'ordine <li effettuare tale rinforzo è di competenza del coma.nda111ite del Corpo d'armat11. Il r illforzo allo spianamento potrà anche avere inizio ad llill momento prefissato, qualora lo schieramento d'artiglieria dell'avversario, ed in generale la Sllfl sistemazione ·difensiva, siano -

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L ' 1Ml'mGo D)J)LL' AR'l'IGLmRTA Nl':LLEJ (( NOR).f]j) )) Dl<JL

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stati sufficienteme,n te determinati durante la fase di orgarnzznzione. ):(entre si svolge l'azione di spianamento, le artiglierie r'IPstinate alla controbatteria mpntengono la neutralizza;r,ione delle artiglierie avversarie controbattute, e si tengono pronte ad intervenire contr o quelle altre che in seguito si rivelassero. Nel regolare l 'a zione di spianamento, il comandante dPlla Divisione terrà presente la 01ecessità che siflno battuti IP(>r ~-rimi gli obiettivi che più presto sarebbero nocivi alle fanterie attaccanti ; ed a pn rità di quest;1 condizione, quelli su cui si presume di poter ottenere effetto più duraturo. Non sempre, in terreno libero, conviene dare la precedcin,za ai bersagli la cui elimin a;,;ione appaia più lent a e laborio:::m, specie quanclo i limiti di tempo siano ristretti ed i mezzi non sovrabbondan,t i. Contro bersagli mnle ril evabili e poco vulnerabili in fase di preparazione, o costituiti òa uomini od armi 1110n ancora obbligati da ferr<'e esigenze di Jottµ a tenere il loro posto di combattimento, e liberi quindi cli ripararsi, è p1·eferihile agire non al 1Pri.nc~pio della preparazione, ma nell'immitlienza dell'attacco e con concentramenti di fuochi provenienti. da diverse direzioni, t:rnto pit'I imp1·ovvisi , intensi e brevi, quanto più agevole riesca al bersi3glio il sottrar visi. Si tsnga presente però che, al di sotto di un dato limite di durata, variabile a seconda dei ma teriali, delle munizioni. della 1~atura, dim ensioni e posta zione dl'l bersaglio, il coa1cen tramento 110n ottiene più effetti che giustifichino i consumi e che il cam biamc>nto di bersaglio riehiede un certo tempo dipendente, oltreéhè dalle cat·atteristiche tecniche delle artiglierie, anche cl.al grado di orgao1izznzione preventiva del tiro. Durante r'lzione di spianamento, la ricerca dei nuovi obiP.ttivi cl a battere deve essere tenpcemente proseguita con tutti i mezzi di osservazione disponibili. Il comandante della Divisione avrà presente che l o spianamento delle resistenze nemi.che che 110n fosse stato com piuto durante questa fase, dovrà poi essere completato durante l'esecuzione dell'attacco, e perciò in condizion i sfavot'evoli, giacchè allora l' artiglieria non avrà sem(Pre temipo e modo di provvedervi. ·- 112 -


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P er parte loro i comandanti di unità di artiglieria eserciteranno a questo fine attiva vigilanza, vale111dosi ,d ell'azione i::trettarnente coordinata dei loro osservatori, ed anche delle pattuglie distaccate presso la fanteria. I comandanti ,d i gruppo, entro i limiti delle dh'ettive che devono essere date dal comandam,t e d'artiglieria, hanno facoltà di ilgire d'iniziativa. qua111do scopl'issero nuovi obiettivi di determ inata natura ed entità. Se nel corso dell'azione, si manifestasse impreveduta la necessità di distruggere ostacoli ma terisili od altri obiettivi molto r esistenti capa ci di ostacola.re l 'ava~1,zata. delle fanterie, il comandan te della Divisiorn,, ove no11 potesse provvedere con i mezzi dei quali dispone, chiederà un adeguato ri,nforzo di fuoco al comando del Corpo d'armsita. Annl ogamente si comporterà quest'ultimo verso il comamdo d'Arwata, quando i còmpiti di controbatterin eccedessero, nella esecuzione, le possibilità delJe sue artiglierie. Ln richiesta di rinforzo nel senso discendente della gerarchia tattica è eccezionr1le e giustificata soltanto qua.nodo si tratti cli obiettivi di grande ed immediata importanza . 22. - Mentre la preparazione si svolge, H comandante della Divisione inljpartisce ai comaò1cl anti delle colon ne gli ultimi ordiini per l'attacco . D!,1 questo momento i grwppi assegnati alle colonne vengono lasciati a completa disposizione dei coroJ;l nd:rnti di queste e tutti gli altri destin ati all'appoggio sono rivolti dal coma111òante clcll'armn ad immobilizzare e neutr alizzare di !Preferenza gli obiettivi che potrebbero più nuocere ;:illa fanteria. Cosi lo spinn amento evolve gt·adualmente verso l'a ppoggio, mentre dall'npp1~ontamenlo delle fanterie per l' attacco prendono forma qua e là i primi episodi dell'attacco stesso. E' necessario che alla preparazio1J1e segua immediatamente l 'attacco ; un dista cco di qu est o cla quella sarà sem(Pre nocivo. Se però circostanze p~n·ticolal'i (nebbia :fitta, imprevisto prolungamento della preparazione sino ;:i notte) obbligassero a ritardare l'attacco, i risultati raggiunti dovra nno essere mao1tenuti mediantP riprese di tiro molto variamente intervalla te ecl 8

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L'I M P il1'GO l) l~LL' AnTIGLtEUIA ::-.mLLL1 (( NOTIMID )) DJ;:L

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eseguite preferibilmente con artiglieria a tiro celere dei c~libri minori. I maggiol'i calibri possono essere impiegati contro obiettivi molto vasti e visibili an che 1nella nottP. . Il momento in cui le fanterie cominciano a fare uso delle proprie armi pei· prog1·edire segnn l' inizio dell'attacco . Da, fan.te·ria seyna. il rit;mo dell'a«:ion.e ge11erale ). la, pùì o.01n71Zeta abnega~ione a s1w fa1,ore costit;wisce àovere c"/xi; pa•11e d'i tutti. i e a,r tiglierie d,i Oo1·po cf annata. e d) Annata., dopo avere asskurata rispettivµment e alla controbatteria ed HJl'interclizionc la quantità. di fn oco sufficiente per mantenere 'lleutralizzate le artiglierie ed isolata la !Posizione cli resistenza del difensore, porta111,o iJ maggior rinforzo JPOSsibile cli fuoco a battere qu est'ul tima, specie nei tratti più resistenti o meno av~101zati o meglio defil ati alle osservazioni ed al t iro delle art iglierie divisionali; l'aeronar1J;tic(l. assegnata aUe g1,andi iinità su,perfori sorveglia un'ampia zonr1 sul dinarnzi e sui fia(l1Chi dell e Divisioni di prima schier·a per scoprire e prevenire reirnioni impreveclute e pericolose (contrattacchi); le artiglierie col/'ltraerei concorrono con le unità da caccia a manten ere sgombro il cielo da apparecchi inemici, proteggendo in modo particolare gli elementi più scope1'ti o più import~nti per la ricognizione e per l'offc a nemica. IJairtiglieria, divisionale c001Pe1·a con la fainteria attaccaute batteind.o gli elementi che più direttamente aie contrastano l'avanzata, e la protegge durante le soste; sventsi contrattacchi; tutto ciò contenendo le sue azioni entro i lim.iti che più da vicino interessa no le colonne d'attacco e specialmente i loro pl'illli scaglioni. I mporta assicurare alla progressione della fanteria la maggiore rapidità possibile senza esporre qu est'arma a vaa1i sacrifici, che ne deprimerebbero il morale e ne spegnerebbero lo spirito combattivo. Mezzi: iin primo luogo l 'inte1'vento dell' artiglieria, pront~ alle richieste di fu oco <lei comandant i delle colonne d'attacco (od ai loro ordini se si ti>atta di artiglierie poste alla loro di·- 11..J.

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1·etta dijpencl enza) per neutrali½za1·e centri cli resistenza o gruppi cli centri avversari µnco1·a attivi; successivo spostamento del fuoco s11 altri Cetntri, rnai1 mano che Ja neutralizzazione dei iprimi è stata otten11ta; enll'ata in azione, a sussidio di quella dell'artiglieria, o iu sosti lnzione cli questa , òei mezzi di fuoco della fpnteria, segnatamente dei lanciabombe, impiegati a massa; w onta a va nza ta dei fucilieri sotto la pr·otezione dell'uillo o dell' altro tiro e cli quello cleJle proprie mitragliatrici pesanti, per portarsi a tiro di tromboncino ed iniziare di qui l'ava1JVtata a sbalzi per gruppi, per serr;ire il nemico a distanza d'assalto. Il comandante deJla Divisione cercherà di volgere lo sforzo complessivo ai fini della decisione della lott11, od almeno di avYicinarsi ad essa; mezzo assai importante, del quale la pl'evein tiva. organizz;-izione ,deve consentirgli cli disporre in ogni momento, è la nianovra del fuo oo cl)artigl'ie1·ia.. Questa gli permette altresì di ipreparare con adeguata azione di artiglieria l'i111tervento della l'isel'va, concentrando in corris;pondenzf! del tratto p rescelto tutto il fuoco che si pot rà togliere senza. rischio alle altre aziom:i. Quando si preveda che la sola manovra. del fuoco non possa as icurare sufficiente preponderanza nel punto voluto, 01011 si dovrà esitare a spostare celermente ed in tempo le batterie necessarie, che d;:tlla loro precedente postazione non potessero concorrervi. A mano a mano che l'azione si sviluppa, il comandante d'art iglieria, dell a Divisione studia e predispoo1e ove sia necessario lo spostaonen.to in a,v·ant,i delle batter,ie in rel;:tzione alle prevedibili necessità, della lotta. Ciò comporta : ricerea, ricognizione, adat t amento <'li itinerni di iposizioni, di osservatoct; appron1nmento di personale e cli mezzi di collegamento; studio déDe modalità, del movimento , 8/pecie riguardo allµ, entità e successione degli scaglioni; conseguent i predisposizioni pei rifornimenti. Nel determinare questi S[JOstamenti si eviterà, per quanto possibile, di cambiare dipende,nza, còmpiti e settori d'azione delle singole unità.; il che tuttavia. non potrà sempre ottenersi nei terreni montani o coperti. Lo sbalzo delle artiglierie.deve illliziarsi e chiudersi in modo dn non, coincidere con uno sbalzo importante dellf.l, fanteria; ciò -115 -


L'IMPIEGO OEJLL' ARTIGLil,lRTA NlllLL0

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l\OR:l'I E )) DEL

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per non indebolit'e l'azione d'appoggio. Occorre però anche evitare che lo sbalzo si compia troppo tardi, che cioè lo scaglione rimasto im (Posto risulti trop!PO distante per poter continua.r e l' azione di fuoco colla. indispensabile efficacia . 23. - L'azione difensiva . La Divisione di prima schiera inquadrata ass ume atteggiamento difensivo soltanto per ordine del comando gerarchico f!:operiore; questo può anche, i,n determinati casi e in determinat i terreni (montuosi o boscosi) , prescrivere alla Divisione la <lifensiv11 su un tratto della sua fro nte e l'a zione offensiva sul tratto rimanente.'. I n, ogni caso, nell'organizzare la difesa si avrà presente che l 'offensiva deve essere ripresa appena possibile; e che perc:iò, pm·c sfruttando a fond o il terreno, si deve evitare cli immobilizzarvisi. Artiglierie cl' Armio ta e cli Corpo d)annata. eontribuiscono con tiri a grande distan za a seompigliare le colonne avversarie, a ral1e1J1tnme l'avanza t a, ad ing;rnnarle sull a ubicazione della posi?:ionc di resistenza. Si determinano: una linea di sicurezza, una zona cli sicurezza, una linea cli 1·csistenza, una posi?:i one di resisten?:;:t, una zona di schie1·amento (posi?:ione interme-élia). La litnea di sù:1wrezza è determi111:at;1 nei particolari clai comanda1nti dei reparti che sono clestinat.i ad occuparla, tenute ,presenti soprattutto le necessità di una buona osservazione sul t erreno antistante, s1p inta il più lontan o possibile. Ln terreni accicl en tati o piani 1n. profoncl ità della pos·izione d·i 1·es-isten:zci si nggirerà intorno acl un migliaio di metri; quella ,della zon.a. <1ri sic1tirezza varierà molto in dipendtmza dell e esigenze clelJa ossel'vazione e dei collegamenti ; la zona if:i suliie ram,ento si estenderà sino a cinque o sei chilometri dietro la linea <li resistenza, ed in essa la posizione interniecJ:ia si ti-overà a 2-3 milp, metri dalla linea predetta . Nocn: è indispe11sabilt che essa. sia domin ante, mi:t è illecessario che abbia un esteso campo di vista e di tiro; sarà condizione assai favorevole il poterla -

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L0 K . D.

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scegliere lnngo una linea di ostacolo natura le ~nche di poca entità. Nc~i te1:reni montani le cifre sopraiindic.:ate possono variare ~mche notevo1tuente. purd1è sian o s oddisfatte le condizioni sostanziali cui deve rispondere eia e uno di q nesli elementi de11a sistema zione difensiva. In esse le forze souo così ripal'tite. P er regola la fona della lin ea di sicmezza non (leye supera re il terzo della fante1·ia del1a Divisione; le nnità, che ne fanno [ìarte h;rnno seco i pezr.i per fantei-ia dei r ispettivi r eggimenti. Le forz e ,cli.slocn te sulla posir.ione <li resistenzn sono suddiYise normalmente in d ue scaglioni. Da, forza del vrimo sca9Zio11e è determfoata dalla 11.ecessità cli si;il1tppare lnngo lt:t. linea, cl;i resiste,n~a. 'Un sistem.a. contimto di tiri radent·i i1wrociati) oa,JJCWi cli cwresta re z, attaccante nella zona ram;ioina,ta ) dove il tiro clelle al'm.à a1tlomatiche della fa 11te1'ia ragg·i unge la massima ef fioacia,. La forza rimanente è clest i nata al secondo scaglione; questo ha, per cùmpito {li pantre µlla even tualilà, che una inattesa. preponderanza, di fnoc:o in direzioni imp1·evistc o l'impiego di procedimenti o di mezzi llOn ao1cora noli al dife nsore conducano il nemico ad intacc:are profonclameute 1~ pos i7,jonc di r esistenr.a; o tli. sfruttar(• l'op1port11nità, che si presentasse nel corso dell'tizi one , cli disorganizzare e l'icacdare l 'avvc1·sf:l rio. Il comanda nte d<~Jln Divisione potrà ordinare <.:he il secondo scaglione l'imangn in tutto o i1n pai-l e, a sua clisjposizione com e riserni cliYisi.ouaJe. pel co,ntra ttacco. Gli scaglion i saramrn tre nel caso di fronte eccezionalmente risti-cttH , di ullitài d 'aln, oppure qnanclo sh1 necessario affidare ai clu e primi scaglioni (bnitaglioni avanzati e riserve parzia1i.) la 1·esistenza iu· posto cd il contrattacco locnle; pei- compiere invete c:ol terzo scaglio11e (r isena diYisiou11le) una pnl'ticolal'e HziOJ1e in direzione eccentrica rispetto al t erreno di lotta dei primi {luc. Kcl caso più comm1c, cli schieramento su due scaglioni, il primo compl·ender à a])'incirca, cla 2/ 3 a. 3/ 4 della fant eria deUa. Divisione, il secondo cl.a. 1/3 a 1/ 4. Non è escluso che, per esigenze iparti<.:ohui e per non scindere l'nllità. del battaglione, -

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L 11)rPIEJGO OElLL' ARTIGLIERI.-\ :X~lLLID

« NORl\10 »

DEL

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si possa uscire alquanto dai limiti suilTldicati. Il secondo scaglione potrà essere costituito, in tutto od in IParte, dalle truppe ritirate dalla linea di sicurezza. In teneno pianeggiante e collinoso la fronte dei singoli batt::tglioni lu111go la line~. di r esistenza potrà variare fra 600 a 1000 m. circa : in montagna il limite superiore potrà nnche cssel'e oltrepassa io. 24. - Quanto alla contropreparazione le piego della Divisione >> precisano :

« Norme

1pel' l'im-

La, parte prevalente della: oonv1,oprezwmz·io11e spett;a in, ogni

caso aWcwtiglier·ia·. L'inizio della controprepara zione può essere ordi,nato dal comandante dell'Armata, da quello cle] Corpo cl'arm/lta o della Divisione, a seconcla deJl' estensi.one de11a fronte difensiva e delle connessioni che qnesta azione pnò avere con altre che si svolgono su fronti contigue. La contro1preparazione viene iniziata clalie ;1rtig1ierie cl' Armata. e di Corpo d'armata mediante tiri cl'interdizione e cli controbatteria; solo più tardi la necessità <li sostenere i propri elementi avanzati (truppe clel]a lineJl di sicnrezza) od il ptesenta1·si <lelle fanteI'ie avversarie in formazioni vnlne1·abili, sebbene lontane, richieclono l'i,n,tcrvent o deJle artiglierie divisionali. Queste entrano in azione te.nendo presenti i vincoli even t ualme111,te posti dal comandante del Corpo cl' armfltH, con tiri l'ivolti contro truppe in movimento ocl anche appostate, e contro lavori offensivi dell'attaccante, ricorrendo in genere a con centramenti de.n,si, improvvisi, brevi, rapidamente Sil)Ostati se necessario dall'uno all'altro obiettivo; di regol~ sarà escluso ogni tiro sistematico sui punti del terreno ove non risnlti con certezza l a presen7,a di un eJemento 01emico importante. ~rutti i mezzi di ricognizione e di osscrvar,ione devono essere impiegati con l a massima intensità 1Per tileYare ubicazione, natura ed entità dei vari obiettivi. Iin questa azione, che sp,rà stata a seconda del tempo disponibile, più o meno minut:.nnente predisposta con la collabora~ _. 118 -


L8 N .

I).

(1928)

zione di tntti gli organi dipendenti del comando della, Divisione e di quelli dei coma ndi superiori, si raccoglie il frutto della buona organizzazione cOm1Piut11 ; quanto più questa risulterà, accurata, tanto più grave sarà in relazione ai mezzi disponibili, il colpo inferto alla capacità offensiva dell'att11ccante ed all'aggressività della sua. azione. La controprc~arazione avrà durata e caratteri <lel tutto diYersi ,nel caso di sorpresa llttuata dal nemico, ad esempio, col favore de1l 'oscurità o -della foschìa . Ln questo caso essa si ridurrà, per qua.nto riguarda la fantc~ria, all'azione ritardatrice delle truppt~ clella linea di sicurezz;i; l'artiglieria divisionale darà a queste tr uippe la protezione che le condizioni <li visibilità le consentiranno e si preparerà a svolgere la più i,nte,nsa- azione di fuoco nella zona più ravvidnnta , a mano a mano che le fanterie avversarie avanzerarnno per procedere all'attacco. Se l'av· versario dispoJ1ie di carri firmati, l'artiglieria {livisionale si terrà pronta a sferrare i concentramenti di fuoco predisposti nelle zone cli loro più probabile iuuzione. La controbatteria !Proseguirà con coincentramenti saltua ri ed il>re~olnri sulle batterie più sicuramente i,n dividuate e non prect>dentc~mente nentl'alizz;ite; l' interdizione si limiterà a battere punti cli obbligato passaggio o centri di rifo1~nimento importanti. Le fanterie si terranno pronte ad. attuare fuochi incrociati cli protezione, secondo i.l piano prestabilito, non appena sia dato l'allarme. 25. - Esiponendo la parte essenziale del contenuto delle N. G. e delle N . D. 1928, abbiamo avuto cura -di mettere in partieolare rilievo - e vi abbiamo dato più ampio sviluppo - quanto rigual'da l'impiego clell'artiglieri;i. Per questo dobbiamo osservare che le relative prescrizioni si collocano fra Je cc Norme)) che furono emanate nel 1921 e quelle ehe saranno emanate nel 1937, in relazione a nuove concezioni tnttithe e quasi ;1lla vigilia della 2a guerra mondiale. E come 1,~ prime - 1921 - risentono strettamente -della guerra di !Posizione e le ultime - 1937 - della concezione di guerra a rapido ~orso, queste (1928) - per altro non incorpora.te in una. tratta-119 -


L'IMPI0GO 01%L' AR'l'IGLIEJRIA NIDLLEl

« KOH~E> »

DE>L

1928

zfone parrtioolare pe·,~l'c11rtiglierin ; ma in.globate e sc(lt·wren.ti à'alle stesse « Norme Generali d'impiego delJe Gr:11rtdi Unità)) (W28)

e dalle stesse« Norme per l 'impiego tattico della Divisione)) (ed. sono più propl'iamente qualche cosa <li tram~attivo fr~ la guerra cli posizione e la guerra di movimento. Però incentrano tutto il periodo fecondissimo cli studi e di addestramento tattico che va appunto cl.al 1921 al 1934 e in certa guisa ne rappresentano la sintesi, mentre la fase di transizione è segnata dal complesso di «Norme» ap,parse nel )935-1936.

J 928) -

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CAPITOLO QUAR'l'O

Il nuovo indirizzo tattico : la guerra di rapido corso A - I REGOLAMENTI DEL 1935-1936 - B - .. L'ARTIGLIERIA NEL COMBATTIMENTO» SECONDO L'ISTRUZIONE DEL 1937. C - LA DIVISIONE B NARIA - D - LE LINEE EVOLUTIVE DELLA FANTERIA E DEI SUOI MBZZI DI f UOCO.

A

I REGOLAMENTI DEL 1935-1936 I. = Il 1935 : Ja nuova regolamentazione. - 2. - La Circ. 3500 : Premessa. - 3. - Testo della Circ. 3500: A. Fanteria. - 4. - idem B. Artiglieria. - 5. • idem C. Azioni di Fuoco. - 6. = Le direttive per l'impiego delle G. U. a firma .. Mussolini» 1935. - 7. = Esposizione e commento delle D.I.G.U. (da un articolo del Trezzani). - 8. - idem per l'impiego dell'artiglieria (da un articolo del de Pignier). - 9. = La Cir<;, 8000: Norme d'impiego delle Armi Anno Xlii. La batteria di accompagnamento 65/ 17. - IO . • La Circolare 7910 del 24 luglio 1936 « Nuovi criteri per l'impiego dell'artiglieria Anno XIV».

1. - Il 1935 rappresenta una svoltµ sia nell'armame.nto che nella dottrina tattica. Nel gen,naio erano 111uovamente affidati all'artiglieria i cannoni da 65/ 17 per formarne baUe1·ie de·i reggirnenti cli fanteria. « Tale disposizione - affermava il Generale Ispettore - risponde al voto unanime degli artiglieri che della intima cooperazione con i fa,n ti neUa zona di combattimento più avanzata sono alPostoli convinti ed appassioarnti; in essa gli artiglieri, i\

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121 -


IL NUOVO INDIR17.ZO : LA C UERHA DI RAPIDO CORS O

fedeli aJle loro immacolate tr~dizioni, sono ben degni òi essere presenti ». Il 21 aprile nsciva, a firma Raistrocchi, 1a Circolare 3500 del Comando del Cor po di S.M. - Ufficio Addestramento - intitolata« Armamento deJla Fanteria e dell'Artiglieria A1nno XIII - Azioni di fuoco >>. Il 4 giugno venivano empnate l e « Direttive per l 'impiego delle Grandi Unità» a firma « Mussolini ». Il 9 agosto le « Norme di impiego delle Armi dell'anno XIII >> a firma cc Ba istrocchi ». Vediamole partit amente.

Fig. 12. • F ederico Buistrocchi.

2. - Comi1nciamo dalla Circolare 3500 che è l 'anticipazione. Eecone il testo : cc L ;:i, presente circolare precede la nuova regolamentazione tattica . Com'è, ormai, consuetudine di lavoro, prima di lanciare la dottrina, si prepara l'ambiente che òeve applicarla, curando che i p1focipi fondamentali siano in anticipo acquisiti e assimilati da tutt a la. gerarchia. -122 -


I

HIWOLAMl1NTI DEJL

1935-36

E 1perciò, attraverso questa circolare, si è l"itenuto necess/;l.rio: - indicare Je armi, di cui si servono fanteria e artiglieria nella battaglia; - precisal'e le caratteristiche delle armi stesse; come rip artite, quali i compit i; - sipecificare le azioini ,cli fuoco con apposi.te denomiirnzioni, alle quali tutti dovranno attenersi. Qualsiasi precedente disposizione in materia, -deve - da, oggi - ritenersi' soippre.ssa. NeJla circolare si prendono i.in esame le sole armi di fanteria e di adiglieria, inquantochè celeri 1 tecnici specializzati. è servir,i sono anch'essi provvisti delle stesse armi di cui si servono fpnteria e artiglieria. Compete ai comancli 1 cui la presente è diretta 1 cli curarne l'immediata conosce,nza ed applicazione. Compete ai comandanti delle Scuole cli chiarirne impor. tanza e portata, prima dello scioglimento dei corsi in atto.

ll Sottosegn;twrio cli S tato J3AJS'J'HOCCHI )) .

3. - Armamento della Fanteria e dell' Artiglieda - Anno XIII - Azioni di fuoco. A.) F AN1'EHIA

A.rm<i individ1tali :

a) fucile (o moschetto) mocl . 18~11 - arma caratteristica <lel fante, che perciò assume la qualifi ca di fuciliere. Nonostante la tarda etù,, è sempre un'arma efficacissima, specie se impiegata - come il eombattimento odierIJo coIJsiglia - alle piccole distan r,e (non oltre i 300 metri); b) la bomba a mano di recente adozione - ,potente e sicura nei suoi diversi tipi, anch'essa arma individuale ,d el fante - è spir.c~tamente idonea per l'assalto, efficace anche per la difesa; può essere lanciata fin oltre i 25 metri; e-) quakhe fucile o moschetto semi-automatico sarà distribuit o ai t ira tori più ttbili per completare l'armamento individuale del fante. -

123 -


IL NTJ OVO INDJ1U Z%O : LA OUEHltA l)I HAl'IDO COHSO

M'if,11ì(lglial'rfoe leggera mpcl. 1930.

DeJlo stesso calibro del fucile . Arma automatica port atile, di piccola mole, rappresen ta fu oco di fucileria concentrat o e rapidissimo; fa parte integrante della squadra fucilieri, di cui è un fucile formidabile, non arma. cli accoll'.llpagnamento; anzi, di freque nte - nel movimento - prece-de i f ucilieri. E ' l'arma più efficace e più micidiale del combattimento 1·avviciinato. Lo sfruttarne le gittate soprn i 500 metri, si r isolve in uno spreco di munizioni e ueJla rinunzia alla sorpresa. M itragliatl'iee d' occom.7)(1 gnamenlo . :'.\f od . J 914 trasforma la in mod. J 93:-i . Sue caratteristiche : il Yohune d i fuoco, potente, ùistrnggit ore; Ja pallottofa perforante p uò for nre scudi f - con raffiche - anche muri no11 spessi. Compito : sostenere le azioJ1i delle nnità fucilier i, di cui moltiplic;1, l'efficienza di f noco. Occorre ch'essa sia post ata in guisa da t rarne il massimo renclimento, e perciò in pos1z1oni alquanto arretrate, possibilmente in alto o su di u,n, fianco e, dove consentito, anche negli int erval1i . I mipiego : r iu nito (unità mi:nima il ploton e) ; accentrnmein,to nel battaglione, decentramento alle compagnie. J1ort.-<tiio èVassalto rnocl . 1935.

Arma cli accompagnamento e ò i arresto; due 1.ipi. : uno più e l ' altro men.o leggero.

Compit o : Ja neutralizzazione delle armi ,rntorna tich e nemiche e, col meno leggero, anche, lo S'Pianamen to di difese passive improvvisate, cioè di scarsa consistenza. L'efficacia è in ra ppol'to all'effetto materia le e morale del singolo colpo, e alla possibilità cli raggiu ngere, con la. curvatura ,d elle t raiettorie, bcrs~gli comun que defilati. Caratteristiche : leggel'ezr.a, gh10cclliello assai basso e~ perciò poca. vulnerabilità; distanza di sicurezza minimf! (poco p iù di !10 m . col più leggero) . I mpiego : a massa (n nclro minim o : la squadra di t re mortai); accentramento nel battaglione, decen t ramento alle compa gnie. - 124 -


I RB:GOLAMIDK'l'l D8L

1935-36

Oanrno1ie di acoo1np(1.,g namento _(da 65/17).

Batteria di 4 pezzi (eventualmente 3); mm· batteria 1per ogni r eggimento di fanteria. Compito normale: l'accompagnamento nell'attacco, l'arresto nella difesa. Si effettua. : - neutraliz,m11do le a rmi nemiche ostacolanti l 'avanzata delle fanterie (t iro di batteria) ; ~ distruggendo quelle armi che si dimostrano le più pericolose; a questo :fine si richiede tiro preciso (per pezzo). Compito eventuale : il concorso allo spia namento affidato all'artiglier ia d ivisionale, Ja quale può aumentare, con altre tre batterie, la sua massa di fuoco . P rima avevamo 12 battaglioni e 12 batterie per divisione di fanteria; oggi (col passaggio dei due l>attaglio:ni CC.NN. al corpo d 'armata) abbiamo 10 battaglioni e 15 batterie : cioè aument o relativo di fuoco d'artiglieria, del 50 °/4. Senza f uoco non si a-vaij1,za . Il caimone da 65, con la sua grnnata perfornnte (di peossima adozi01ne) ornò eventualmente funzionare clf:l anticarro alle distanze inferiori ai 500 metri. Oann,one antfo,ar ro m od. 1935.

Sezioni anticarro (2 pezzi) raggrup:pa te ed assegnate, per ora, alle grand i unità le quali decentrano alle unità minori che ne hanno bisogno sezioni o pezzi. Compito norma le : a?:ione anticarro alle brevi distanze (fino a 500 metri) e perciò : tiro di precisione efficace (per pezzo) con granate perforrunti. Compito ev(~ntuaJe: .t iro di accompagnsimento con granata da fanteria; -distanza di sicurezza, 200 metri circa. Omn.norne d,a 20 mni. a.ntiaereo mocl . 1935.

Batteria di 6 pezzi, assegnata ai reggiment i di ;:1rtig]ieria division ale. Compito normale: azione antiaerea alle basse quote (sotto i 2000 m.). -

125 -


U,

~uovo

I .KOJJUZZO : LA GUEUHA Dl RAPIDO CORSO

Compito eventuale : azione anticMro alle distainze minori ; perciò, in questo caso, assol vono compiti affidati alle armi di fanteria.

Can·o rPassalto mocl. 1935. Oompa~nie su t tc plotoni (ciascuno 4 o 5 carri) assegnate nlle grandi unità, (di ma ssima. alle divisioni) che le decentrano a seconda delle circostanze. Assai leggel'i (circa 3,5 T.) arma ti di due mitraglia trici da 8 o da un piccolo ca1mone e da una mitragliatrice. Velocissimi, idonei a qualsiasi tencno - ine supe1·ano ogni asperità. Im1piego: a massa, spianano reti cola t i a11che robusti. Car;:itteristicn : la. spregiudicatezza nelln zona più pericol0sa, quella degli ullimi 300 melri. Ben e cmnnff:at i e mascherati, strisciando attraverso le pieghe del terreno, se guidati da uomini anelaci e sereni, possono, di sorpresa, superare difese ben organizzate cooperando efficacemente 1)1 successo dei fanti. Con i mezzi di fuo<:o sopraccennati, tutti leggeri e molto mobili, la fanteria è, oggi, in grado cli proseguire l'attacco e sviluppare l 'assalto mel momento in cui; per ragioni di sicu1·ezza, il tiro di artiglieria clcve allungarsi o spostarsi su altri obiet tivi. La m~1n~anza del tiro <lc1l'artjglil'ria alle minori distanze non può dest are preoccupazione, in quantoch(! : a) la fa nteria può sostituirlo direttamente con armi pro[)rie e adeguate; b) l'artiglieria coopera aa1ch'essa effica cemente : - interdicendo l 'aflhi enza di rincfùzi e riserve; - S[)iananclo alla fa nteria nuove resistenze da superare m secon do tempo ; - ingabbiando l 'avvel'sario, appeina se 1ne present i l'opportunità. e poi annientandolo. Nel1a zona cli attacco, cannoni di accompagnamento (t iro teso) e mortai d'assalto (tiro curvo) :fiin quasi alle distanze di ossalto, son o in grado di sod disfare immediatamente (cioè senza i11termediari e collegamenti) alle COJl!tingcnze del combat timento, completandosi, integr;rndosi, coopera111do cosi all'a zione -

126 -


I

REGOLAMENTI D>EL

1935-36

iniziat a e persegnita dall'artiglieria :fino alle estreme sue possibilità. In questa fase dell'attacco è un succedersi di zone compenwtrantesi per assicurare alla fanteria conUnuità di fuoco, di cui essa h;::i, bisogno per avanzare, fino al momento in cui i rep:uti fucilieri scattano per l'assalto. E allora, il successo spetta alle bombe a mano, alJe baioJ1ette, ai [Pugnali, impiegati ,da nom~ni saldi, decisi a tutto. L'~1tto conclusivo, che risolve il combattimento, è l'urto. Questa rapida rasseg·na. di armi e di colllllJiti, mette iin luce le ragioni per cui : - mortai ·d 'assalto e cannoni anticar ro - operanti in mezzo ai fanti - sono serviti da fanti; - cannon,i cli accomp;1gnament o ecl antiaerei - postati più in dietro - sono servit i da artiglieri. Dare t utto ai fanti, sarebbe impiegarne troppi in attribuzio:n i tecniche artig1ieresche, che li distrarrebbero dalla fun zione eroica caratterist ica del fante: la mprcia spiglìata, de cisa ed inesorabile per raggiun,gere e superare la mèta. B) ARTIG LTEHIA

4. - r.1 rtigUeria per divisione cli fanteria..

Deve essere idonea a cooperare con la fanteri~ ovunque, per spianarle la via, diminuirle le perdit e, appoggiarla nell'avaJilzata, proteggerla nella sosta. Per quest o, essa ,deve : - essere estremamente mobile, comunque aspro e difficile sia il terreno ; - penetrare con le sue t raiettorie ovunque. E perciò - più che le lunghe gittate le qu ali, qualche volta, distaccano troppo l'artiglieria da.1Ja propria fanteria, con grave pregiudizio per quell'intima cooperazione che richiede contatto qu~si materiale - occorrono molte artiglierie someggiate, molte :ù·tiglierie a tiro curvo. I nostri 75/13 e 100/ 17 rispondono bene; risponderanno me~ glio i 75/18 (motorizz'ati, trainati e someggiabili). -127 -


IL NUOVO I:'.'IOU:17.ZO: LA GUEilHA DI IlAPIOO CORSO

Art-iglie1~ia, per d'.i visfone ,, notorizoota. Come quella delle divisioni di fanteria, nei riguardi delle esigenze di tiro; motorizzata per seguire ovunque la fanteria motorizzat;l . E perciò trattori leggeri a carreggiate ristrette. Il 75/18 motorizzato risponderù1 assai bene.

Artiglieriro per grande 1mità alpina. Idonea a cooperare - nella guerra di movimento - con le trU(Pll)e alpine 11ei terreni più aspri e più difficili. E perciò artiglierie t utte som eggiate <:on carichi equilibrati e non eccessivamente pesanti. I nostri 75/13 e, a11che, i 65/17, rispondono bene: più che l<~ lunghe gittate, occorre l a sicurezza di seguire le truppe alpine ovunque. Arl'iglie1·ia1 per di-visione aelere.

Idonea ad oper::1l'e ovunque con. Je -divisioni celeri, nelle marce rapide e nel combattimento; perciò artiglieriA ippotraina ta o motorizzat;l. assai leggera e mobile, a carreggiata ristretta. Il 75/ JS, di recen te adozione, risponde bene alle due specialità. Il 105/ 28 motorizr.nto, con la sua maggiore gittat a, completa l'efficienza di fuoco di questa divisione, sulla quale oggi l' esercito fa grande ;isseg,namento.

Artiglie·ria, di corpo cl"airm,:a.ta . Motorizzata ed idonea , soprattutto, al tiro di controbat~ teria, che è funzione caratteristica del corpo d'armata. Per essa si 1·ichi ede mftssa di fuoco ch e, con poderosi c001~ centramenti sorprende e neutralizza l'artigJieJ'ia nemica . Di qui la JJecessità delle lufJ1:ghe gittate ,per raggiungere le artiglierie delJa difesa, le quali, IPCr necessità di vita, sono timide ed arretrate. I nostri 105/ 28, - con l ' aumento raggi nnlo di gittata per penetrare quanto pi ù lontano possibile nell'organizzazione nemica - dspondono bene; rispo111deranno meglio i 149/ 40, d'ar. mata, di cui s'i,n izierà presto la costruzione cli qualche gruppo. - 128 -


I REGOLt\MEl\'rI Dlt L

1935-36

Artiglieria di corpo d'armata sono anche gli obici cl? 149; <esistenti e cli prossima adozione, i quali - per la potenza del -colpo e, per il nuovo materiale, anche per la maggiore gittata ·so1110 spicca tamente idonei per la distruzione.

Artiglieria, d)annata . I donea, soprattutt o, aU:intercli?liO!n:e lontana : può, anche, rafforzare la controbatteria e lo sip ianamento. Si comipone di ,cannoni, obici e mortai di grande gittata o potenza. Artiglierie tutte motorizz.a te. I nostri 2m rnocl . 1935, di recente ?dozfone, rispondono in :pieno ai requisiti sopraccennati. Il già citato 149/40 -con la sua gittata. di oltre 20 km,, i 152 e i 305 so,n o perfettamente idonei :a.llo S·COpO .

.•::irtigl-ieria1 del comando sitpremo.

]t' costituita ·da bocche da fuoC'o di tutti i calibri e di tutte le specie, dal com anelo supremo assegnate fl rinforzo di q nelle ·delle gra01idi unità . .A..r tiglierie 0011.troa.erei, da posizione e mobili. Le prime : in postazione fissa, sono affidate alla DIOAT ·per le esigenze della difosa del territorio nazio1n a]e. Le seconde : assegnat e ulle grflncli unità,, per la. difesa <lel ,cielo che sovrasta le truppe operanti. Richiedono grande velocità. iniziale, massima rapidità. e :precisione di tiro . Qnesti requisiti sono raggiunti dalle 01ostre artiglier ie motorizzate da 75/4G in costruzione. Tutte le attiglierie, di <'Ui abbi.amo fatto cenno - · divi·siouaJi, di corpo d'armata , di armata, <;ontroaerei - per il loro massimo rendimento nella battaglia devono essere in grado ·di 1poter rapidamente fare massa di fuoco e manovrare tale massa. A tale scopo s'impo11e una perfetta 01'ganizzpzione di ·osservatori e di colJegam enti. Il decentramen to - di frequente 1necessario per l'appoggio delle fanterie nell' attacco - è già in atto con l'assegma7,ione -

1:29-


lL

~uovo

1NDffiJZ7.0 : LA GUERRA DI l!Al'IDO CORSO

orga nica di una bµttel'ia di accompag1iamento per og,ni reggi mento di fanteria ; poh'à essere rinforzato. Lo schieramento <lclle artiglierie dovrà, essere : - 111cll' azio11 c offensiva, avanzato quanto più possibile; ne sono così facilita ti i conce.n:tramc1nti, i collegamenti e la precision e nel tiro; - n ell'a zione dif ensi vp, arreti·n to ed orienta t o vm·so il bersaglio più pericoloso: l a fanteria memica che avanza . Una fantel'ia. decisu e vo.litiva deve approfittare - 11ell'attacco - del tiro di preparazione fPer gu;:idaginiare t-erreno avan ½and o come 1Ueglio e quanto più è possibile. Il f uoco di fanteria e òi arliglieria - se organizzato con metod o e sulla bàse <li (:riteri semiplici e pratici - sarà il mezzo più effi cace, 1nell'attacco, per realhzare il movimen to; nella difesa, per inibirlo al 11emico.

5. - G)

A.~10:--1 DI l~UOCO.

P remesso: - che ]e r l':!sistenze opposte dal 01·e mico, snl campo di battaglia possono essere att ive (mer.zi cli fuoco) e passive (ostacoli materiali) ; - che le resistenze ntti ve e passive possono integrarsi in uno stesso 01·ganismo difensivo ; teurnto con to degli effetti da r;:1ggiungersi, chiameremo : a) tfro ,cli <listr11zionc 1 quello che si prefigge di eliminare d efinitivamente un cleterminnto bersaglio; richiede grande esa ttezza di tiro, grande c:crnsnmo di munizioni; b) tiro cli neutraJizza~done, quello che si prefigge di rellldere i1nioffensiva umi datµ resistenza , nel tempo e nello spazio che a n oi interes&ano [P CI' superarla. Ragi oni di economia di m1mizioni e di tempo consigliano di limitare il tiro -cli distruzione : - a quelle resistpnze attive, che è indispensabile elimi,nnre definitivamente, - a quelle· resistenze passive, che la fan terijl è costretta ad nttravcrsare n ell'attacco. -

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I

RIDGOLA:VrfilNTI DIDL

1935-36

La distruzione è redditi:r.ia al massimo, s<~ localizzata iin stretto settore (varchi nei reticola ti). I risultati soprriccennati, ;per distruggere o neutralizzare, si possono ottenere con le azioni di fuoco qui appresso irndicate : 1) Epia,n,a,m;ento : neutrali:r.za o distrugge le resistenze attive e pnssive già indi viduate prima dell'attacco e che la fanteriH dovrà superare nella sua avanzata . E' . compito delle artiglierie d ivisionali rafforzate, qua,n to più possibile, da quelle di corpo d'armata e di armata. Richiede potenza di fuoco non .dispersa pe1· spianare t utto, urn co:ncentrnta sulle re&istenze più ,pericolose per l'avanzata deJle nostre fanterie. 2) A:pzwggio : neutralizza quelle resistenze che, durante ]'ati:Jcco, palesano la loro attività, ostacolando l'~vanzflta delle fanterie neUa zona immediatame11te nntistante ad esse. E' C\>mpito carutteristico dell'artiglieria divisionale. Può ~mche concol'rervi qnalehe batteria di corpo d'armata in specia1i condizimli cli sicurezza da non pregiudicare l'avarnrnta delle fanterie.

3) .ti cco·n'i,pr1,q11a:nu31:to : è quell'azione di appoggio , che si realizza aJle minori distanze. per nentralià;are le~ resistenze sfug6ite ai t iri di spi;rnarnento e di ap1Pog-gio, nonchè le armi traditrici svelainti.si di sorpresa e perciò le più ,pericolose. E' compito delle armi cl.ella fanteria (mitragliatrici, mortai, bRtterie da 65i 17) eveJ1tualmcnte delle armi anticarro e dei carri ,l'assalto; (~, anche, dei piccoli cµl i bri divisionali, che opportur.amente postati - con tiri oblìqui e d'infilata - sono in grado di ridurre al rni.nimo la distall1%a di sicur<~zza. 4) Protezione : garantisce la f1mteria, che si difende o che sosta, durante l'attacco, 1per prendere fiato o parare un contrattacco. E ' compito delle armi di fanteria col concorso delle artigJierie ·d i divisione e, anche, cli quelle cli corpo d'armnta . :V[entre le artiglierie divisionali devono essere iin grado -di portare il loro tiro cli protezione più vicino possibile, sbarrando, con una cortina impenetrf.lbile di fuoco, i tratti 1più sensibili de.Da difesa, le artiglierie <li corpo d'armata possono anch'esse co01pe-

131-


IL KUOVO

r~omrzzo:

LA GUERHA DI HAPIOO COR flO

rare con tiri più allungati sen ½a pregiudizio p er l e proprie fanterie. 5) Ar-resto: è quell'azione di p1·otezione che - a visione diretta - si renlizza istflntalle;lmente alJe minori ·d istnnze contro elementi. nemici sfuggiti al tiro delle artiglierie. E' compito delle stesse nrm i che esegu o110 l',H.:compagnamento. 6) Rep1·essione : Si scat eua violenta .e concentrata sopra una nostra posizione - nell'!llt.O stesso in cui il nemico la conquista - per impedil'gli di mantene1·visi e rafforzarsi. E' compito delle artigliCl'Ìe di divisione col concorso eventl1olmente cli quelle di c:orpo d'armata . '7) Tn.tercliz·ione vicina : è l'appoggio o la 1protezione ampliati e localizznti a ,punti o zo11e dove occorre: - impeclil'e l'!lzione cli truppe i~ posto ocl in m0Yime11to; - paralizzare i rifornimenti e )'attività, dei comt1 ncli più avanzati. E' com.pito delle ai·tiglierie di divisione col concorso eventnale cli quelle di corpo d'al'lnata. 8) Intercliz·ione lont011a: comprende le stesse azioni d<.!lla in terdizione vicina s n ti-uppc, com andi e servi½i, oltre i limiti <lE>ll' interdizione vicinll. E' compito delle artiglierie ùi armata e di corpo d'arm,1ta. 9) bigabbianiento : è quella interdizione - per cui u n determinato bersaglio viene dapprima bloccato tra colpi corti e lunghi - se occorre sui nan chi - e poi ;:1 momento opporttmo, ma1-tellr1to e a,nnieutato c·o11 1poclcrosi concentramenti. 10) Oont,roùu,t;te1·,ia : rallenta, o spegne del tu tto, i1 fnoco delle battei:ie sulle quali si pl'ecipita . E' compito caratteri ·tico d<~ll'arlip;lieria di cor po d'armata r nfforzata da quelle <l'~1·mata (eYentnalruente da quene di divi sion e). Si effettua con masse poderose cli fuoco concentrn to su lle batterie che - le più pericolose - si vogliooo n entl'alizzare. Grave errol'e è il di sperdere il fuoco s u molte batterie: meglio neutralizzarle successivamente, manovrando la massa clj fooco e distruggenclo l 'org~nizzazione dei comandi e del tiro. -132 -


I

REGOLXM0.NTI DEL

19B5-86

La controbatteria assurge alla massima importanza nell'attacco, dove è necessario rendere inoffensive quelle batterie, che mnggiormente ostacolano l'avirnzata delle fanterie attaccanti. 11) Prepm·rwio1w : è il complesso ·delle azioni di fuoco, che l'artiglieria effettua sulle posi1.ioni nemiche, prima che la fanteria sferri l'attacco. Oomprencl(~ azioin i ,cli spian11rnento, di controbatteria e di interdizione_ B' compito di tutte le artiglierie dell'unità che effettua. ht· preparazioine. Vi conconono anche artiglierie (ext ra territori ali) di altre unità,, sempre che non iml]Jegnate l]Jer azioni iin favore della propria unità. Il senso cli cooperazione e cli profondo cameratismo, che ca ratterizza il nostro esercito, impone l'intervento extra territoriale, sempre che possibile. Lf:l grande guerra è Hcca cli esempi del genere. 12) O:on.t·ropre1)arazione : è il eomplesso cli azioni cli fuoco, che la difesa svolge per fr11stare la preparazione .del nemico, prima che inizi l'attacco delle sue fanterie. E' efficacissim a (pntndo - Httraverso u,n servizi.o informativo ed esplorativo bene organizznto - si raggi unge tale Uln a minuta conoscenza della prepnrazione nemica per l'attacco, da ,p oterla. 1paralizz;n·e nettamente. A tal fine essa deve i1nclivicluare e colpire i suoj elementi vitali e prop11lsori (posti di coma111clo, di osse1.·vazione e di collegamento, truppe dislocate sulla posizione ·d i attesa, centri di raceolta di rincalzi e di riserve, posizioni ,cli ùa tterie). In certe circostanze - purd1è si abbia la certezza dell'attacco nemico - la controp1.·eparazione - la quale richiede rie~ ehezza cli munizioni - può precedere la preparazione avversaria . I n questo caso, essa prende il nome cli controprep~razione anticipata. I risultati saranno enormi, se - con raffiche viole111,te, tPmpestive e l]Jrecise - si s<:atena iin guisa tale cla stroncare di sor1pr·esa la preparazione nemka, inibendo]~ prima che s'inh~L Il Bottoseg1·etario d;i Stato B AISTROCCHI )).

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IL NUOVO Iè\'DllUZZO: LA GUEH HA Dl RArIDO CORSO

6. - Le fondamenta de1la nuova dottrina di guerra itali.ano sono poste dalle « Dil'ettive per l'impiego delle Grandi Unità.» a .firma cli }[nssolini, con 1~ seg uente pr emessa : « Ai Comandanti delle Graudi Unità. Queste direttive segnan o i t:apis::ikli della ,nostra doitl'ina milita1'e. E sse soino indispensabili a voi e ai vostri Sta ti i\fa g.

gi ori. S ervor10, ~rnche, H chi a ·solYe l';:1lto inc arico di educa re e fo1·mare Coma11danti e Stati Mt1ggiori. E ' d0Ye1·e dei gerarchi pitì elevati cl i assirnilar e l o spirito di queste clhcttiYe per ragg-iunp;cre q uella '111t<311/alità 11mitarin, che - att1·awrso l'applic~1zione continua e med itata - ninna l'esercizio del coman do . K ella Yostra quoticlia,na fa tica di organizzatori e di com a ndanti, abbiate prcserite che 01'g:rnica , logistiC'a, tattic;:i , t r a tpgia - tutte branche dell' arte militare - debbono esser e studintc . approfondite l'd èl•p plicnte non sepa ratameHte, ma <:on visione unit~ufa. Il Coma'lldante <lev ·rsser e t 11 ttico e log h,ta. R oma , li 4 giugno 1935. )1ussou:--r >>. Le nuove « DireitiYe » dettero l 'ay,·io n mm nuova letteratu ra che, su tntti , diffu se questo motivo : « Per un a ,n nzi.one n on l'icca come la nostra, 1wivn cli rn:1terie prime, pre sochè isolata cll:11 mare. u na guerr a cli posizione che cel'chi 1a Yittol'ia 11el ,progrefò;sivo sgretolnmeinto <lell'avversado, <~ assoin tamenie inconcepibile : se n11che dovesse dnrci la vittoria , prostrerebbe materialmente il paese pi ù che una rapida sconfttta . Lr,1 nostra deve essere uin,a p;nerra cli moviment o. Essa <" imposta dalle condizioni m ateriali della N ar.ione; è consentita dalla sua anim~1 nuova ». '7. - Fu ossenat o (T rezzan1i: « R. di F . », 1935, T, pHg-. 4-91 e segg.) che le n. I. O. U. non si sYiluppn n o attraverso u n caso t eorico comple to, e forse astratto. che si Lnizia con un a ma r cia al 111emico, snppo to a 1pa rec·chie tappe cli <listanzH, e attraverso -

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RElGOLAMENT[ DI%

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le fasi a t utti note, giunge a.ll'i•ttacco, ma si sforzano di restare aderenti a, quella che presumibilmente può essere la realtà della guerra. Esse partono dal supposto di un contatto inir,iale fra le due op1poste coperture, a cavallo del confine. J,'urto cotn tro la eopertur11 nemica 111011 porterà, anche nella rnig-Iiore ipotesi, al1a completa eliminar,ione dell'avversario e l'avanzata, che ne sarà immediata, conseguenza, non avverrà sul terreno vuoto di 1neruico ma sarà,, fin ,d al iprincipio, cont1·astata da retroguardie e da puntate di elementi più o meno grossi accorrenti in loro ainto. Quando tutta la O.U. sia in moYimento, possiamo vederla t:osì scaglionata, a partire dal nemico: - esplorazione strntegica aer<~a - gr11pipi del comando supremo e di armata - lanciati alla ricerca dei grossi blocchi delle forze nemiche, della loro zona di schieramcmto o lungo le 1i1nee di avanzata e alla sorveglianz!-1 dei più importanti movimenti su1le retrovie nemiche; - più indietro, esplorazione tnttica aerea - gruppi dei C.A. di P scMera - per Ja indagi,ne a. cavallo della ,periferia del grosso schieramento 11emieo ed cventnaJmente sul te.rreno fra il grosso nemico e lt1 propria esplorar,ione terl'estre; - dietro ancora, in nna striscia di terreino profonda poco più di una tappa dnvanti nlle avanguardie, l'csplorazi<)l)e tattica. terrestre - N .C. elci O.A. di l" schiera - che, evitando le Tesistenr,e nemiche, tende a) co111tatto materiale del margine ,dello schie.ra1neinto avversario, questo margine inteso nella migliore ipotesi come la conginngente le teste dei grossi (!nemico in . marda) o come linea di resistenr,a (nemico fermo) o quanto meno .Ctime cong'iu ngente le ava,n gunrdic o la linea- di sicurezza. Evidentemente il lavoro dei clne elementi per l'esplorazione tattica - aerea e terrestre - non è indipend<~nte ma strettamente coordi.nato avendo in comune lo scopo : fornire in tempo aj comandanti di O .A. di l" schiera le notir,ie necessarie per ripartire le loro for2e snlk direttrici cli marcia, indicare località da raggi ungere giorno per giorno, od obiettivi da conquistare, 111odifica re il loro schie1't11nento in profonclitù, per ,essere pronti <1d affrontare la lotta; -

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IL NUOVO INDIRIZZO : LA GUEURA DI IlAPIOO CORSO

- dietro ancora: uno scaglione avanzato - o avangu:u·dfa generale - con il còmpilo, oltre che di april'e la stn1da, di coprire l;:i marcia clel grosso, consolidare più tatdi il contatto abbor.za t o dalla esplorazione, impegnando e trattenendo il nemico se in marcia, o g·iungendo fin sul vivo deJJ.n s oa posizione se fermo. Questo scaglion e pnò essere costitnito da un intero O.A . su tntta la fronte dell'nrmata; o meglio sarà formato dalJ 'in, ieme cle])e divisioni avanzate dei C. A. -cli l" schiera, ognuna procedente sulla diretti-ice princ.:iipale o lungo i vari itinerari d i marcia del rispettivo O.A .. E' chiaro che le colonne costituenti., nel loro insieme, Jo scaglione Avanzato si proteggono, a loro volta, C'On scaglioni di sicnrer.za e, se largnmente intervallate, si collegano fra cli loro con distaccamenti fiancheggianti ; - infine, dietro a questo scaglione - a. distanza di u1nia o due tappe - viene il grosso delle fol'?:e che, a secondf.l della situazione, muoverà, o con criteri prevalentemente logistici oppure in base a necessità, di impiego e conciliarn do l'una e l' altra esigenza. a seconda della maggiore o mi.n01:e vicinanza. del momento di impiego. Le condizioni ambieintali in cui si suppone venga la marcia alla. battaglia prospettano sotto la luce nuova alcuni problemi non privi di impor tanza : l'esplorazione, la sicurezza, lo scaglione av::1111~flto e, come sua conseguenza, l a presa di contatto e l'organizzazione della battaglia. « Qualunque sia la situ azione ,nemi<:a, scrive ancora il Trezzani, art. cit., }'IDChe se 1~ lotta · si svolgerà in terreno liberP <:on caratteri di incoa1tro, 11 011 si può disco:noscere l'utilità, ami la mecessità., di unn massa cli. fuoeo cli artig-liel'ia p oten te ccl' clàstica che l))repari e si plasmi su t utti gli vHuppi della battaglia. Qutmta ne occorre, è da stabilire caso per caso . Certo si è che, quanto maggiore è il volume di f uoco in azi one fin dal principio, t anto maggiori so,no le probabilità <li felice inizio dell'attacco. Non solo, ma bisogna anche tener presen te che soprattutto nei llostri ter reni. più che i carn,noni contano le mu111izioni. La. determinazione del numero di giornat e· di fuoco necessarie 1Per la battaglia è problema tanto grave che -136 -


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RIOOOLAMENTI D€L

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dipende, forse, più che da calcoli e valutazioni concrete, dall'intuito, corroborato dall'esperienza, del comandante. Nel dubbio è facile esagerare, ma l'errore in eccesso è dannoso come quello in difetto, perc:hè l'affl usso delle munizioni importa. tempo e questo ritard;1 il momento dell'attacco a t utto vanta ggio del nemico. Inf!;l.tti, come dato tutt'a:ffatto generico, si ,può ritenere che per far giungere a porb:1ta delle batterie nna giorna ta di fuoco, occorre una giornata di tempo prima deJl;1 battaglia e due nel corso di essa . Si aggh1111ga che si tratta sempre di tras[JOrti pE>santi e lenti, che forniscono ottime notizie all'aviazione nemica, e ingombrano le strade. J,a loro esecuzione richiede tempo; è compito arduo del eomand;rnte decidere , caso per caso, clr1la necessità, di concedere questo tempo e in qual misura, giudkando se sia preferibile impegnnrsi snbito con poco fuoco o a ttendere per averne molto, ciascnnn solnzione ave,ndo vantaggi e svantaggi contrari al1'n1trµ. Poche parole agli elem enti fondameintnli della battaglia : eoncezione, r ipartizione dei compiti e -delle forze, coordinamento, alimentazione. Premesso che la battaglia si vince a colpi di di visione, si dice all'incirca cos'ì. : - elemento fondamentale: la direzione dello sforzo decisivo. Se la fronte nemiea è limitatn o discontinua, plmtate !-illi fianchi e avvolgete; se~ è continua ed estesa, sfondate e avvolgete dall'interno all' esterno. L'attacco, qualunque sia l'entità delle forze in, campo, abbia sempre un centro di gravità; tutto il resto concorra all'ava n:r,ata. di questo centro ,nella direzione voluta. La lotta sarà sempre lunghissima e penosa; preoccuipatevi di alim enta rla; non,- nssegnate c::ompiti e obiettivi snperiori all a c11pacità delle .t ruppe; ·non spingete lo sforzo :fino al totfile esa urimento delle unità,; abituatevi a sostituire spesso le ·dh1isio,ni in linea; non toccate i O.A. c<in• inser-ii:nenti fatti all' ultimo momento che provo<.;ano grosse · crisi; piut tosto fate che si -succedano nel O.A . molte divisioni; si ricordi che le masse non sono [};è cli eroi nè cli martiri e !p erciò si pretenda il possibile non l 'impossibile. -

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IL NUOYO IXOI1l1ZZO: L .\ Gl;EnlU DI R,\PIOO COHSO

Si abbia semp1·e in mano una 1·isen-a : essa è il timone ('.Oll eui si gov,e rna Ja l>nttaglia; senza rise1·va nOH• si com anda; in combattimento val più 11n battagJio11e frei::co di tutti gli ordini, minacce, invocazioni. L a risnva sia impiegn t/1 prr att uare il HOStro concetto. non sia tenula per ,parare l'imprevis to: quando le intenzioni clel .nemko n on sono e\'identi, uni eo modo pct' chiarirle è impol'gli le 11osh-c. Le t ruppe che ha nuo collseguito il suceesso difficilmente possono sfruttn rlo: sostituitele in tempo : non occor-ron o molte truppe, basta che siano fresche e c1erise. L 'inseguimento ,n on vada fl rimorchio alJn ritirata nemica; n on sia Jascinto alriuizialh-a dei soltortli1ni. ia consideralo come mm mirnovi-a dn impost:we e dirigere per la ('.onqriista di lontani obiettfri contr o nemiC'o molto debole. QurRte, ip er sommi e-api, le idee fonclamentftli o meglio l'intonazione geuerale. Un punto cli pn1·ticolare interesse gioverù forse considera1·e più da ,·icino : l'impiego dell' nrtiglie1·ia . La fant eria nell'ai.tacco svilnpo_rn 11110 sl'or·r,o, l'artiglieria dimim1i sC'e la resist enz:,i eh<> gli si oppone; le dne /lzioni, intl'eccia udosi in rapporti ni causa e cli effetto, rnppresentano cl ne aspetti inscindibili della lotta. La forza d' urto d ella fanteria è mrmentnhile, col num ero di bn ttagJioni /lll'nttacco, solo entro nn certo limite oltre il qunle l 'il1cremento cli forr,a non è <·ompensato dall'aumento cli perdite. Si aggiung-a che i pl'Oiettili c·ost u110 meno ,d egli uomini , m aterial men te e moralmente. Di qn i la conYe.nienza di tendet·e, in primo luogo, col fu oco, alla m assima diminuzi one clclla c11 pacità cli resi~tenzn clell'a \.·Yersari o meltcn doue in azione il massimo volume . All<"he qui vi è un limite pei·chè fuoco signifìta arti~lieria cioè ma cchine che com,plicano la orgnnizzf;lzione dell a lotta, ,ne ritardano l'inizio, impongono gravi problemi logistici, e, appesrnntendo le nnità, legaHO il movimento e i-nceippano la munovra tanto più quanto il terreno è difficile . Conviene pertanto sfrnttnre al massimo le~ 1:1rtig'lierie organiche delle G.U. : l'idune il rinforzo di a rti~lierie extra orga1nico nei limiti in c ui la necessità, P l'utilità della loro presenza - 138 -


1 R~GOLAlllE.KTI 01':L

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obblighirno o r e11dano vantaggioso accettare l'appesuutimeuto e il ritardo che ne deriva. Il giuf;to equilibrio va stabilito, ca so per caso, e raggiungerlo è tanto più facile quanto maggiore è il l'endimento tratto d all'artiglieria . Si ricorda: - c·he il pl'incipio de1l a massa vale n,nche, e specialmente, per l'artiglieria. per 1·agfoni morali evidenti, per cù.è connesso aJ fattore tempo e perciò so11presa, perchè gli effetti si moltiplica1no col concentramento; - c·he fnOC'O n massH presnppolle l'impiego accentrato dell'artigJieda , salvo il ca so che una dnta unità, d'artig1ieria, per tntto il combattimento, non possa agire che a favore di umi sola nnità, çli fanteria; oppm·c q1rnudo, per il movimento <l elle truppe - nel esrm pio nella p1·esa ,d i coin tatto - più che potenza di fuoco si l'ichieda intima cooperazione non possibile, coi mezzi. accentn1 li, pel' difficoltà, cli collegame,n:to; ~ che il fnoèo fl massa va manovrato ,per farlo in tervenire di SOl'presa e vio'lento su obiettivi di notevole itnportainza ai ·nni della battaglia o dei singoli combattimenti in cni e~sa si snoda; - che Ja manovra di fuoco prcsu[Ppo,ne una accura.tft prepnrazione e che osserv;:tzione e collegamonti rappresentano condizioni imptcscindibili per l'azione dell'arti.gliel'ia la quale rende in quanto può 11 cdere e comunicare, da u u lato con la fanteria che deve aiutare e dnll'altro con i conH1111di che la devono m;:inovra.re. l'reparazione, ossei·vazione e collegnment i richied·on0 tt>mpo; di ciò tenga <·on to il comand;1111te nelle sue II)revisiOJri e nei suoi ordi1ni ; - che compito fomlamcntale dell'artiglieria è aiutnre 111 fan teria e perciò l'ordine cli importanza e <li urgenza elci suoi obiettivi corr isponde alla gravit{L dell'offesa, delln minaC"<:ia o dell'ostacolo che per essa rfll'l!Presen,tano; - che la massima percen tuale delle perdite s ubìte ùaUa fanteria , 01.ell' ultima guerra, derivò dall'a rtigliel'ia nemica. Perci ò primo punto cla tenere p1.·esente nello stabilite i eompiti dell'artiglieria : la potenzialità ùi qnella avversnl'ia. Se• il nemico ha molta artiglieria e n·c potè orgnn i:1,r.a1·c l 'azione, la n1eces-

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IL NUOVO INDlHIZZO: L A GUERRA DI RAPIDO CORSO

sitù, del1a con trobatt eria è imperiosa ; il ptoblema è arduo percbè essa vuol e molte batterie, moltissime munizioni , orga nizzazione non f;1 cile, molta e perfetta osser vazione a e1·ea ; - che ove le conòizioni di cui sopra 1no11 si vetiikhino, non giova disperdere fuoco in azioni di con trobatteria. di .èJubbia efficacia ma con verrà riYolgel'l o t utto ('on tro le fanterie avversal'ie ; - che l'azione dell ' art iglieria a favo l'e delJa fant eria ,deve tendere : a) co.n, pochi mez.zi ad eliminare, volta H volta , le resistenze insuperabili dalJa fanteria con le proprie nrmi ; b) con la massa di fu oco, a battere, con podel'Osi concent ramen ti , quegli obiettivi the 1Per la loro importanza morale e tn ttica. influiscon o in modo se<nsibile sulle sor ti del combattimento e specialm ente sulla riuscita dell'attacco principalè; - che, cli massima, salvo speciali casi in montagna, ill guerra di movimen to . i tiI·i d'interdizione lontana a Q)OCO giovm10, difficile essendo l'osservnzione continuativa che richiedono, e non facili i r isultati. che ne giusfrftchino l a spesa. Altr;:i Yimo,ue si ha ora (sempre secondo il Trez:r,a11i in art . cit .) del problema clelln coopprazione frn artiglieria e fan teria : l" L'asseginnzione dei mortni e ·d ei cann oni da fan t eria consente ora alle minori nnità, di fanteria di eliminare da sè, con fuoco scoppim1tc, i piccoli centri di fuoco sfuggiti al tho di appoggio -contro i qua.li pl'ima , annata com e era pressochè di soli fucili e mitragliati-iei, risultava p1·essochè impotente. 2° La batterfa di accompagnamento, da impiegarsi p1'evaleinteme01,t e riunita daJ comandante cli 1•eggime11to cli fanterh1, costituisce comiplemento e riempitivo del tiro di appoggi-o fatto dalle artiglierie clivisionali e, oltre a tutto, rende molto meno frequ ente la necessità. cli decentrare pa rte di queste artigliel'ie alle colo1111e cli. a ttaeco. 3° In conseguenza dell' uno e dell'altro fatto il tiro di appoggio, mentre deve pur sempre ma ntenersi il pitì p ossibile adereinte all'attµcco deUa fanteria e plasmarsi sn di esso . non è più costretto acl. insinua rsi in tutti i s uoi miin,uti episodi fino a bnitere in modo specifi co questo o qnell' altJ·o centro ,cli fu oco, -

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RlWOT,Al\:H<lNTI Dl·:L

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ma potrà svolgersi per blocchi di fuoco grossi e m~ssieci per virtù ,d i un impiego prevalenteine1nte accentrato e manovrato . 4° Questi criteri .(l'impiego e questa forma di a~>:ione rendono superflue le miilmte intese da prendersi prima e le irnHlitiche richieste di fuoco da farsi nel corso del combattimento, intese che ritardavano l'attacco togliendogli tempestività, ra1pidità, e sorpresa, richieste che ne rallentavano lo sviluippo per minu:da. di rilievi e cliffic:oltà di collegamenti. 5° Con tutto ciò la 111:ecessi.tà {lel coordinamento e della (·.ooperazione fra le due armi permane inalterata e quest(J. si rea lizza attraverso i normali contatti fra il comandante della. divisiolle e quelli delle dipendenti colonne di. attacco. Questo non eselncle, che, anche nel c11so cli impiego accentrato, il comandante ,della divisione, quando debba agfre in settore ampio o in terreno compartimentato, o abbiu una notevole disponibilità ,di artiglieria , possa dare a uno o più gruppi, come compito normple, l'appoggio cli una. data colonna di att~cco . In questo caso fra gruppi e comanda nte della colo:cna si devono stabilire collegamenti. diretti pe1· wnsentire a quest'ultimo, sempre nei limiti del compito stabilito dal cliviéol!ario, di meglio 1plasmare l 'azione dell'artiglieria. sull'attiicco del1a fanterin . Unicamente, mentre prim;:i i contatti fra le due armi erano conti1n ui, minuti e richiedeva no eomplicate intese e preclisposi.r,ioni in ·derivato dell'azione di dettaglio eh<~ si pretendeva, ora riferendosi ilcl azioni cli fuoco complessive possono e devono essere~ semplici, elastici e cli nntnra esclusivamente tn ttica . S. - Il generale dc Pignier, in una conferenza fatta ::ill'Istituto Superiore di Guel'l'a e pubb1icnta sulJa Ri.v. d' A. e G. (1), dopo aver rilevato che le nnove D.I.G.U. rappresentano il prrsso JJiù dedsivo per un ritorno alla guerra di movimento, mc!tte in luce il perfezio11amento cleffutensile atto alle esigenze particolari clel1a guerra di moYimento, il q nale è ra.ppr<~scntato prineipalmente dalla. Divisio11e di fanteria o celere, 1piccola, sneUa, (1) «L'artiglieria in guena di movimento». R iv. rl'A. e G., apr.-mag. j_!)35.

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IL N UOVO T:0:DTRIZZO : LA GU EllllA DI l!APIOO CORSO

a bbondantemc11te fornita di mezzi cli fu oco, inscindibile. Egli h1siste s nl criterio c1,~11a insci11clibi'lità della Divisioll1e, in :p articolar modo nei rign~n·cli clell'al'tiglieria : · «Un com.andante ·cli s!Pon e, nel combattim ento, di tre elementi : - ]o scaglione ava nza to che i 1nizia. e svolge la propria azione sino ad un certo punto;

Fig. 13. - Ang usto de Pìgntel'.

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l 'artigliel'ia che accorupagna sempre e costituiste una

riserva sempre in atto; -

la riserva.

Privnre. l a Divisione cli uino cli essi , o anche soltanto cli parte deJl' artiglieriH , è menomarne l'unità, e le possibilità .cli manovra . P c1'eiò nessu na sottrazione di HrtigJicria alle ))i visioni, sia pnre di seconda. stbiera , è più ammessa . La Divisiotne eosì costituita, e le truppe supplettive restit· uite a l Corpo <l'arm::ita costituiscono i mezzi sicuri mecliaJlte i quali si. pu<) svol gere la guerra -cli movim ento >>. -142 -


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RBGOLA MDN'.L'I DEL } 935-36

Il de Pignier osserva ancorf1 come, per la guerra cli movimento, la Divisione attuale abbia una. buona. disponibilità, di artiglierie, dato che il nuovo armamento della fanteria ha con-cesso a quest'ultima la [)<>tenzl'l di fuoco sutfidente per il combattimelllto nella zona ravvicinata. Un aumento permanente cli artiglieria alla Divisione non farebbe c-.he a1Ppesantirla e toglierle quelle car~tteristiche di snellezza che le sono propri.e e che la rendono particolarmente idonea alla. guerra cl4. movimento . Ogni G.U. snperiore a1la Divisio,ne ha i mpz.zi di artiglieria iclonei e sufficienti per rinforzare eventualm<-rnte le nnità in sottordine e per svolgere 111 manovra propria sn tutta la fronte assegna tale . E' beme 111,o tare che nella guerra di movim(~nto più ,che a grande disponibilità cli artiglierie oceorre pensare a notevoli disponibilità di proietti, 11 condizione che l ' abilità nella manovra del fuoco sia caratteristica precipu;:t dei quadri dell'arma. E mette in rilievo che la t<~ndenza. itali:ma, i111 relazio1w ai nostri probabili teatri di azione, è cli aumentare nella Divisione l a proporzione di artiglierie someggiate e someggiabili, .cli ren{lere tutt e le artiglierie idonee al traino 1n mo,n,t agna (elementi di !Peso adeguato e di carreggiata. ridotta) e d.i avere automezzi: idonei ai movimenti in montagna, sia per i1 traino clei pezzi che 1p er i rifornimenti. Così f;:tcendo si permetterà, fra l'altro, alle batterie cli tener la propria man,ovra più adereinte a quella della fanteria, e si faciHterà assai l'e:fficaee cooperazione delle due armi. Il de Pignier chiarisce in seguito la posizione delle D .I.G.U. rispetto al problem;i del decentramento : << L'azione a. massa è indubbiamente favorita dall'accentramelllto di coma,n do; anzi sn questo argomento fo D.I.G.U. sono piuttosto tassative in quanto ammettono il clec:entramento soltanto qu~ndo si sia sicuri che una data un ità di artiglieria, nell'intero corso del combattiment o, non !PUÒ che agire a favore di una. sola unità di fanteria; oppure quando per il movimento cl'elle truppe, ad esempio divisione ·dello scaglione avanzato, più -

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IL NUOVO INDIRIZZO: LA GUERHA DI HAPIDO COHSO

che ,potenza di fuoco si 1·i(;hiccla iintima cooperazione non po sil.lile, coi mezzi accentr;i li, pe1· ùiffi('oltà di collrgamento )). La. dis1posizio11e ora ricordata è un giusto passo indietro sulla tendenza .precedente al decentramento taUic-o di interi grnppi a qu esta o quella colo,m1a, non solo nena mal'cia cU avvicinamento - ciò che erR abbnstanza logico - ma anche nell'attacco. Quel <lecentrnm.en to cos tituiYll sott1·nzionc nll'er·onomia genera le delJa b~1ttaglia cli una aliquota rilevante e potente cli fnoco, per perseguire obiettivi creati da ll!na nsione ri tretta del combnttimento, compattimcnt;ito in settori d'azione cli questn o quella. unità, ed era aJ1liteticn con 1:1 concezione dell a manona unital'ia, armonica, della Gl.'a,n,rle Unità. Il cle Pignier accenna nncora fl lla evolnzione cli idee in fatto cli {lecentramento, ricordando il pa saggio clall'nccompap;nam (•nto materiale (o im.m(~dinto), viei,no o lontnno, all'a ppog:rio ed all'flzione di insieme e c:osì vifl, fasi tu tte cli svilnppo di un concetto :rntico qna11to l'::11·111a, ('he q11 csta cioè ha per mis~ sione capitale di coa,c liu,are fa fa11tcria, nlle\'i,1rle il enlvario p:lorio o che la porta ;:i lla vitto rin e .ncceler:ll'e il consegnimento di quest'ultima. « t/:umamento più ipotente della fanteriH e l'Hsscgnazione al reggimento fantnia della b11fteria cli a·ccompagnamento rispondono a quelle esi:renze, iprofoncl~mente sentite chll fante, che i,n parte giu~titkavwno prima {l'ora il freqnente clecent1'amento nlJa fnnterin di unità dell'~n·tiglicria clivi ionale. La fanteria integra ora il suo i;1rmamento passato con un complesso cli mezzi cli fuoco , opportuname,n te ripartiti fra le mi01ori unità, che le permette di av,rnzarc bene sostennta nella zona. pl'ofoncla. quanto il limite di sicmezza a l ti.1·0 cl i artiglieria. La batteria t·eggimcntale - che rip1·ende in parte il compito cli Hc:compag,n,a mento immediato che il 70 mont . pdma e il 75/ 13 divisionale poi ebbero fi110 n che la fante1·ia no.n ricevette in pro,prio il G:3/ 17 - permette• alla fontel'ia <li neutralizzare o annientare quegli ostacoli o r esistenze, sl'uggiti all';1Zione precedente dell"artiglieria dfrisionale e non persegnibili e-on snffitiente efficacia dagli. alt 1·i mezzi di fuoco suoi propri. Ke consegue che l' azione cli appoggio de11'ar1ip;lieria divisionale, insostitnibile ed indispensabile, può svilupparsi con un -

HJ-


I It0G0LAMEN'1'l l)llJL

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·margine più ampio di !1,derenza alla mainovra degli elementi ·più avan,,bati di fanter ia,; e ciò agevola le azioni a massa, evi·<l.entemente meno precise ,delle azioui di batteria e di gruppi singoli con osservazione diretta. Si aggiunga che 1'1:rnione dell'artiglieria. divisionale, sospesa dn. questa su di un determi_nato obiettivo, può essere conti,nuata e ripresa dai nuovi mfzzi della fanteria, che ne hanno, per gittata o 1per tipo di muni:zionamento, la possibilità,. Le limitazioni ,p oste al decen tramento interessaill.o preva]eutemente l'artiglieria divisionale, la quale acce111trata per l'im·piego nelle mpni del comandante cli. Divisione, costituisce real-m ente 1111 elemeuto di. manovra saldo, agile, ubbidiente e pronto ,ad ogni richi esta . Nelle G.U. superiori potremo vedere attuato il-decentramento d1 gruppi motorizzati, leggeri o anehe pesanti ·,campali, per -rinforzo aJle Divisioni di l3 schiera. 'l1a1e decentramento con·seguirà dalle previsioni o dalla co:nstatazione cli resistenza nemica, più tena(;e o più energica per un complesso cli circo:stanze, oppure clall'effettuazi.oue di azio111i divisionali in zone .ampie o lontane o decisamente com.partim.eintate da forme o .,da. acdclenti del terreno. Il criterio .dell' accentramento dell'artiglieria trova quindi, ,e tain to ipi.ù in guerra di movimento, attenuaziOJ1e crescen,t e .a misurp che si procede nella gerarchia delle Grandi Unità)). 9. - La Circolare 8000 del 9 agosto 1935, iintitolatp « Norme .a.i impiego delle Armi dell'anno XIII )), dopo aver clato le norme di impiego dei mortai d'assalt o da 45 rri.od. 35, dava quelle della batteria. di accompagnamento ·d a 65/17, orsimai. passata a, far parte integrante del reggimento di fanteria (ma. servit a da perso(llale d' artiglieria). Ci soffermiamo arjpunto su queste ultime norme, che dieevano : l " << La b!lttel'ia di accompagnamento - parte integrante ·del reggimento di fanteria - è costituita e funziona come una -eomune batteria. cli artiglier-ia ,divisionale. Sua caratteristica.: seguire l'azioin e della fanteria, assai -da vicino, in modo cla poter agire con immediatezza..ed effi.:10

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I L NUOVO I NDIRIZZO : L A GUEHRA DI l U P'.IDO

conso

cacia, ad integrazione e, se occorre, in sostituzione, d.ell'eventu ~le mancato appoggio del tiro d.eJJ c artiglierie divisionali. 2° I n avvicinamento, viene di norma assegnata all' avanguardia, per rimuovere quelle resistenze che la fanteria non riesce ad. eliminar e cogli altri mezzi. 3° I n att acco : a) com;pito normp.le: l 'accompagnamento; lJ) compito e venturi le : il coo1corso al t iro cli 1Preparazione delle altre artiglierie ; o) l'azi one eventuale 1110n deve menomamente pregiudicare quella 11ormale, ch'è la principa Je; di) l'a.ccompagnamcnto si effettua elimilnando - :fino p.Dn distanza sicurezza del cannone da 65/ 17 - quelle resistenze che, pi ù da vicino, si oppongo.no all'avanzata della fnn-

cli

teifa; e) la batteria di accompa~nament o :

- agisce, di massima: tutta r iunita agli ordini del eornf,lnclante cl el reggimento di fan teria: pu ò essere decentrata al battaglione: può anche distaccare qualche pezzo per compiti continge!llti e di dfstruzion", che il cannone da 65 assolve in modo perfetto alle minori -dist anze, con t iro preciso, e perciò per pezzo a iJ) nntamento diretto; - deve assicm are - nella fase di attacco - I~ continuità del fn oco riclucendo gli sbal zi allo stretto Ì(ll·clispensabile f ::iva1nzando, norma lmente a scaglioni di sezione. Nell' attacco, le batterie d'accom1Pagn13mento, mortai d'assalto, bombe a mano, con i loro proietti scoppianti, s'in t egran o e completano l'a zione delle mitr agliatrici - sfruttando tutte le rispettive possibilità - senza pregiuòizio per i propri fucilieri. Dove cessa. l'azione -clel ca rnnone di accomppgnament o, è già intervenuto il mortaio d'a ssalto, che precede cli poco l'azione dell'assaltatore con le sue bombe a mano. 4° In difesa : - concorso alla protezione della iposizione di resistenza, integrallld o con tiri di arresto - specie su punti di (P;'lrticolare importan;rn - l'azione delle altre ai·mi (comprese quelle a111ticarro); -

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I

HIT.GOLAMENTI

DEL

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- può, in via tutt'affatto eccezionale, essere dislocata a v;rnti alla posizione di resistenza; cotn compiti particolari e temporanei, prima che si svolga l'attacco a fondo nemico; - utilissima per appoggiare immediati contrattacchi locali organizzati dal comandante cli reggimento . Il canno111e dsi 65, con la sua granata perforante di prossima adozione, può eventnalmente fuuzionare da a·nticarro, fino alla distanza di 500 metri)). 10. - L'iusieme cli norme addensate intorno al 1935 (1) - innovatrici della prececle111te dottrina - rivelava, per quanto riguarda l'artiglieria, la necessità di una, inuova regolamentazione tattica. che organicamente vi si conform!;lsse. Nell'attesa, e siamo nel 1936 - 24 luglio -, il Sottos<~gretario Baist rocchi emanava la circolare 7910 all'oggetto : C( Nuovi criteri per l'impiego de1l'artiglieria, anno XIV>>. Diceva : cc Nell';:ittesa della pubblicazione del nuovo regolamento d'arma, ritengo opportuno orientare generali e co]ol)lnelli verso alcuni capisaldi della nostra nuova regolamentazione 1perchè trovi.no la loro immediata applicazione nelle esercitazio1n i in corso ai campi estivi. 1) La, guerra 111ost ra - violentac ed aggressiva - basata sui f;:ittori mobilità e tempo, porta a distinguere ne] combattimento due fasi che è necessario mettere in evidenza : 1 8 fase, con carattere {li fra111;11n:entarietà, nella quale gli atti si sviluppano con i mezzi che si ha1rno sotto mrnno e per jnizia.tiva dei comandanti inferiori, orientati sempre dai superiori; 2" fcise, con carattere umitario, nella quale l'azione, organizzata e diretta dal comandante, assumerà quello sviluppo che il tempo e i mezzi disponibili consiglieranno. Poichè la prima fase sl])esso influenzerà la seconda, occorre tenerne il debito conto. 2) Nella. prima fase l'azione dominante è quella della divisione. Ne consegue l'op;p ortunità, di dare conveniEmte importanza (1) Ricordiamo che in data 1° febbraio 1936 venivano emanate nuove "Norme per il cornbattimeuto clelltt Divisione» ed abrogate sia le N.G. che h• N.D. del 1928.

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IL NUOVO INDIRIZZO: LA GUEHRA DI RAl>[OO

conso

alJ 'im1piego delle aitiglierie di...-isionali, impiego che - <.:on la <listribuzione clelle nuove arrui e clei nuovi mezzi alla fanteria ha assunto un aspetto del tutto nuovo, messo bene in evidenza dalle N .C.D. In base a tale 111uovo aspetto, 111elle artiglieri e cli visio1rnli occorre clistinguere tre diversi scllglioni : 1° batterie di accompagnamento; 2° aliquota per l 'appog-gio decentrato; 3" aliqnota per l 'appoggio acC'cnh'ato. - il pri?no agisce di preferenza nella zona unica p1u rnvvicinat;:t, coo1 azione diretta, rapida, svolta dai comandant i delle batterie di accompagnamento. senza intermecliari e sen,-;a collegament i, contro gli elementi de])e com!Pagnie avanzate nemiche e le al'mi d'a ppoggio spi,n te avr,IITlti; - il seconclo lJC lla z01u1 immeclifl ta r et rostante, iclcnlifìC'a bile con quelhl dei rincnlzi di compagnia e di battaglione e d!'Jla maggior pal'te delJ e armi di np1p oggio, anticarro, r<·c. 1 in cui l' azi01ne deve essere ader< 11 te a quella della nostrf1 fonterin : e perciò minuta (impiego al massimo clel gruppo), Yicinnm:a dei comandanti di fantel·ia e di artiglieri a, int~se prevent ive, osservazione cont inua e vicfo1Jt, collegameillti continui, faC'ili , rapidi; - il terzo nel la zona dei battaglioni <li II e III scaglio11e, in cui la. consistenza ed importa nza degli obiettivi e la mi.nore mobilità co1n sentono l'azione per concentramenti e pereiò oppo1'tuna orga111izzazione del t iro e dell'osservazion e. 3) L'importan7,a acquif3lata clalJe divisi oni e il carattet e di mobilità che si vuole imprimere nll e operazioni, ese1·citano nna sensibile influenza snJJ a tcr!l1 ica degli schiernmenti <lelle artiglierie divisionali e delle G.U. SUQJeriori , i quali donaorno essere opportunamente ad attati a qnelle nssnnti daJle artiglierie divi. !ò'ionali e realizzati col concetto cli agevolare al massimo la rapida ma novra del fuoco. 4) Per l' organizznzione cl elle nzioni ,cli f11oco e per gli apporti di fuo co che dalle unità superiori debbono essere dati alle di\'isioni cli ia schiera, occone c01nsiderare a nche: - i co1upiti importanti e spedfi.ci che spettano nlle artiglierie s uppletive, iu corso <li costit nzione: 0

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I REGOLAMENTI DEL

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- il loro maneggio prima, durante e dopo il combattimento; - tutti gli eventuali rinforzi di artiglieria che ogni G-U, può ricevere primf.l e durante il combattimento_ 5) La controbatteria è « nzione d i fLrtiglieria intesa a r allf-ntare, sospendere, spegnere il fuoco delle batterie nemiche >)Ne consegue che qualsiasi artiglieria, di qualunque gra11de unità, può - e qualche volta deve - effettuare co,n trobatteria, se occorre di sua iniziativa. Perciò nessun privilegio di calibro e di unità. Sarebbe col[levole quel gruppo divisioinale che non scatenasse un fuoco concentrato e violento contro quella batteria di accompagnamento che recàsse grave dmmo alla propria faintel'ia. Tenuto conto però, contro artiglierie assegnate alle G.U. (specie quelle cli visiorn1li, le più pericolose per Ja fanteria) la controbatteria è eflkace e l'eclditizia al IDf.lSsimo solo quando è intensa, concentra ta, vioknta, di sorpresa e, possibilmente, da direziollli diverse, si palesa la necessità,: - di al.'tig1ierie potenti e a lnnga gilta,ta cnpaci di raggiungere le batterie nemiche anche se schierate indietro e in profondità; · - di un'aceurata organizznzione del tiro, eon mezzi di osf.ervazione e collegamenti perfetti, mezr,i cli cui sono provviete le maggiori G.U . C01nsegue Popportunit à cli affidare~ : a) l'org;rnizzazione deJla controbatteria all'annata (la quale è largamente provvis ta dei me:r.zi sopraceennati); b) l'esecuzione al cor1po d'armatH attraverso rnggruppf.1menti di controbatteria (cannOJ1i a lungf.l gittata). 'l'utt o ciò non esclude che dove~ se ne dimostri opportunità, necessità, e possibilità, si organini - nel tempo più breve ·con un'abile <~ proil1ta assegnazione e ripartizione cli µrtiglierie e cli mezzi di osservazione e collegamento, la controbatteria non ~olo presso i corpi d'armata, ma anche presso qualche divisione. 6) L'osservazio•ne, con ]p guerra. di movimento, diventa sempre più element o csse11zinle dell'impiego dell'artiglic~ria perchè fa guadagrn1re tempo , facilita l'aggiustamento cfol tiro e pel'ciò fa crescere il rendimeuto delle munzion.i. -

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I L NUOVO INDIRIZZO: L A GUF.R RA DI R APIDO CORSO

Occorre per ciò che sia data massima impo1·tanzn alla manovra degli osserv~tori con una conseguente <liYersa eoncezione dell'im1Piego delle pa ttugJie di nrtiglieria: perchè : - il compito dell'osservazione ::issurgerà al primo piano; - l'impiego ,d ei gruppi di appoggio decentrato porterà a un a più stretta coesistenza e cooperazione fra com andainti di gruppo e coma ndnnti di b~lltaglione o di colonna. 7) Questa 1rnova visione n ell ' impiego delJe p n tt uglie n·nclerà ancora più prezioso il per onale specializzalo al qua le saranno r ichiesti altl"i e più orn~rnsi sacrifici. Da ciò la nece s ità cli costitnire le pa ttuglie in modo non uniforme e cli nrnntenere i:-ellljpre 1111 ;:i congrua tiserva cli per·soirn]e. Sarà, debito cl'oi1ore di ogni comallldHnte di impiegarle oculatamente, dO[)O stud io ac-cnrnto c1eJle possibilità. 8) Qnesto stnclio - nella 11uova visione della bnttaQ;lin deYe essere esteso a tutte le branche che influiscono snl1'impiego <'lell'artig;Jiel'ia; in special mo1lo ai 1procedirnenti èli tiro e alla organizzazione delle al'lio11i di fn oco. La nostra ist1·11zione snl tiro è basata sul rile,-amento esatto degli obiettivi; è ovvio che tale rilevament o cli:fficilmente sarà compatibile con la g11errs3- di moYimento, in cui il fattore tempo è preminente. Cosi grave errore è ammettere che Ja preparazion e clelln bnttaglia consenta all'artiglieria larga disponibilità di tempo per raggiulllgere la perfezione dell o strumento. Più tcm.po pHSRf'.1, più il n emico si organizza e più ci orientiamo verso la tasi. 9) La densità clegli schienuucn ti di fa11tedn e ln pr<•senza <leJle più numerose e . ,·ariate armi e mezzi potenti su l cmnpo di hattaglifl fanno p ensnre alla possibilità di semplif:ic-are sostituendo al 7>1u1to la zon,a e pe1' conseguein,r n la necessità che i comandanti cli artiglieria provYedano all'esamP minuto, ragion ato e tempestivo delle zone di azione verso le qunli dovl'a nno orientare tutti gli elementi di ~rtig1ierin . 10) La 1'3.dicpta tendema ùeJl'arma all'impiego costante cli complessi e lunghi collegamenti a filo cleYe essere aspramente combattuta perchè ritarc'la l'intervento e vincola al terreno . L;1 fa nteria, nella guerra di movimento, spesso non p otrà attendere la perfetta abitudinaria organizzazione del fu oco clel-

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I

REGOLAMENTI DFJJ,

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l'artiglieria, e perciò un'azione immediata - anche se modesta-:vale più, i.n determinate circostam;e, ·cli imponenti concentramenti che giunga1110 in ritardo. D'f11tra. parte i nuovi mezzi radio di cui sta jper essere dotata l'artiglieria consentiranno amipie possibilitù,, sempre che si riesca a superare l'abitudine della conversazione telefonica, sostituendola con comuniq1zioni. brevissime significative. 11) Il 1nuovo r egolamento d'arma prenderà le mosse da,. .quanto è detto nelle N.C .D. e svilupperù, i concetti in esso esposti, tenendo _conto cli quanto sopra e soprattutto di. quel ool·legamien.to spirituale del quale non si fa mai cenno; collegamento che impone .a.d ogni comfrndante cli artiglieria (da quello di armata a quelJo di gruppo) di essere sempre al corrente della ·situazione (tattica e rlel t'i'F'o) per poter io1tervenire di propria iniziativa là dove viene meno il collegamento materiale_ 12) Quanto sopra è detto ha un sapore rivoluzionario. che niolti vecchi artiglieri sarpnno restii ad accogliere, tro,ppo ligi ai criteri della guerra di posizione -che vorrebbero adattare aJle nostre D.I.G.U. t! N .0 .D .. - :E' ovvio che ciò è un assurdo: Occorre ainche im questa mpteriH saipersi trasformare, {·.onsiderando :

- com,e oaso normale, l 'impiego dell'artiglieria nell'azio. 11e movimentata che noi vogliamo provocare; - oom.e caso eventuale, l' impiego dell'artiglieria tipo :fi.lllo .ad oggi h1, corso, e che indubbiam<mte sapremo applicare ed app.Jichercmo qumndo ne avremo tempo e possibilità. In ogni modo occorre sancire il principio : - essere pronti nel t<~mpo più breve, in guisa da non fare -a ttenclere troppo la fanteria e co111se11tire all'avversario <li rafforz;irsi ; - essendo formidabi.lmente attivi 1per migliorare la. propria preparazione del tiro ed i rifornimenti con ra,pidità e continuità in relazione al tempo disponibile. · Rimainere, in questo campo, inattivi è grave colpa. 13) Il nuovo regolamento d'impiego dell' artiglieria., or,entato ai criteri sopraccennati, sarà titolo di onore per l'artiglieria -

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IL NUOVO IKDillIZZO: LA GUERRA 01 RAPIDO CORSO

italiana, la quale - fedele alle sue superbe tradizioni - saprà in tale guisa l'ealiz1.are di fa t.to il s uo motto : « Sempre e dovunque >). Il Sottoseg,retcwio d'i Stato BAISTROCCHI )).

B «

L'ARTIGLIERIA NEL COMBATTIMENTO» SECONDO L'ISTRUZIONE DEL 1937.

11 = Concetto fondamentale della nuova Is truzione. - 12. • L'ultima nomenclatura delle azioni di fu oco. - 13. • Organizzazione Preparazi,me del tiro . Osservazione • Rifornimenti munizioni. 14. · Dipe ndenze e a ssegnazioni. - 15. - Le artiglierie divis ionali. Accentramento e decentramento. - 16. - Il problema della coope . razione. - 17. - L'art. div. nella niarcia al nemico. - 18. - L'art~ div. nell'attacco. - 19. - L'art. div. nell'azione difensiva. - 20. • L'art. della div. di 2" schiera. - 21. - L'art. delle divisioni alpine,. celeri, motorizzate. - 22. • L'art. di C. d'A. - 23. - La controbat. teria compito fondamentale dell'art. di C. d' A. -- 24. - L'art. di Arma•ta - 25. - L'interdizione lontana compito fondamentale dell'artiglieria di Armata. - 26. - Conclusìone.

11. - Nel 1937 ve[l:iva pubblicato in bozze <li stampa il vol. III dell'« Addestramento .clell' Artiglier ia : I mpiego e Ad destramento tattico >>, P atte I: U .Artiglieria, nel co11iba.ttfrnento). (pubblicazione n. 3064), !Per cura ,del Ministero della guerra, I spet.tora to dell'Arma di Artiglieria . Come è detto nella premessa, a fit·m rL d.el Sottosegretario di Stato A. Pariani, questa « Istruzione>> abroga le « Norme per l'impiego clell' Artiglieria )>, ccl. 192] , (pubbli cazione 11.1. 1163) che eramo apparse subilo dopo la prima guerra mondiale . Le <<Nonne)) del 103'7 rapprescmtano iJ punto di arrivo, clh·emmo la conclusione, di cfrca 18 anni di s tudi e <li espc>rienzeattrnverso i qunli procedette l' cvolu:don c dei JJostri co1J1cetti cli impiego e costituir ono la base t eorica clelhl tattica d'artiglieria con la quale dovevamo c1ntrare neJJ n seconda guerra rn.ondiale. -

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« L' AR'l'IGLII::IUA

NIDT.1 COMHA'l'l'IMENTO ll

(1937)

Esse consegu0tno dalle « Norme per il combattimento ,della Divisione (N.O.D.) e dalle « Direttive d'impiego delle G.U. >> (D.I.G.U.). Concetti fonda.mentali sono : - « Compito cl'ell' Artiglic~ria nel combattimento è di <.:ooperare con la fanterin : nell'attacco 1per agevolarne il movimento; nellri -difesa per ostacolare l'avanzata nemka e per facilitare il contrattacco. L'artiglieria quindi vale in quanto coopera al successo della fanteria >,. · ~ <CA nulla vale l'impiego del fuoco se esso noo.1- giunge nel luogo, nel tempo e nella misura necessaria >>. - e< Gli effetti del fuoco sono materiali e morpli. Quelli materiali soino funzione del grado di aggiustatezza del tiro, del numero dei colpi e .dell'efficacia del colpo singolo; quelli morali derivano dagli st<>ssi elemen.ti, ma soprattutto clalla sorpresa, dalla tempestività e d;:1Jla violenza )). << Per poter svolgere la s1rn uzione con la massima efficacia, l'artiglieria hn bisogno di unn organizzazione complessa, la quale riehiede tempo . Le rwcessità inerenti plla guerra di rapida decisione imporranno spesso all'artiglieria di agire 1prima dì avere raggiunto questa organizzar.ione e, talYolta, in tempo brevissimo. L'artiglieria, ed in modo 1particolal'e quella 1più mobile, deve qui,n di essere in grado di entrare i,n azione nel tempo voluto. Un intervento tempestivo, anche se meno esatto, purchè di efficacia sufficiente nei riguardi del risnltato tattico da conseguire, (' sempre preferibile acl uno più esatto, ma tf1rdivo e perciò ineffì.cace. Le oper~zioJ1.i occorrenti per completare l'organizzazione devono però essere proseguite anche dopo l'entrata in azione <lelle batterie per rf:lggiungere al più presto la maggiore effi.cacia del fuoco >>. Questo concetto è integrato !Più oltre dalla seguente· norma: << La prontezza dell'intervento può talora fundare a scapito dell'esattezza . Scopo pr(~Cipuo da raggiungere è di avere su,bito effetti morali e materiali sull'obiettivo. Una maggiore precisione potrà ricercarsi nelle successive riprese di fuoco )). -

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IL NUOVO 11\'0THJZZO: L ,\ cn :P.RRA DI ftAPll)(J CORSO

12. - Le azioni di fuoco previste sono quali risultano dal seguente specchio : ARTIGLIERIE

À1/.IONE OFFI::N!\IVA

di reggimento di f aJ1teria

I

A7.I0XE 0IFE1'ì$1VA

Arrnsto

,lccom.pagnMnento

-'-------------------11J)J)O{/[JiO ":(- 5 l nt<wctiz ionc viCi'lla , I>

d i divisione

spianamento , , interdizione vicina J. controbatteria (event.) ,1

sbunamento 75 1&, 3l repressione controbatteria (cveut.) './. z; , ) l

Cont,·obatteria /'~,;:,

di Corpo d'armata

spianamento (concorso o lntenli.r::i one vicina ri nforzo alle artiglierie 1 1 (concorso o rinforzo alle 5 uiYisionali) a rtigl. clivlsionali). iutel'clizlone vicina (itlem} Controliatt e,·ia I o interdi;,;ione lonUlna (cveuruale concorso alrartiglieria di A1:mata) Interdizion e lontanci J

coutrobatterla cli Armat3

Jnte,r dizione l·On/.ana

(rinforzo controbatteria

(lll'Artiglleria cli C. A.) .

(rinforzo

all.' a r tiglier'ia di C. A.).

spianamento (e,cnt. rin. repressione (eveut. conforzo all'artigl. div.) . corso alle nrtigl. divis.

Come azioni complesse di fuoco sono consider!ltc : - la prez)([rnzione : insieme delle azioni di fu oco che prec.,de imm ediatamente l 'attacco per diminu ire la capacità di reazione e di r esisten za della difesa ; - la controprevarazione : complesso di azioni d i fuoco i11teso ;:l. dimi,nuil'e l a capacità oil'ensiva del nemico i,n :previsione di un imminente suo attacco. 13. · P e1· quanto riguarda l'o rgan·i zzazione d.el f'uoco ad ogni unità cli artiglieria è assegnat o cli massima uin settorn di a.zione normale ed uno o più seU0t·i di azio1ie eventil,(lle . Quanto alla p,r eparaz·ione del tiro è iprescritto : « si deve adatta re alle necessità del momento e<l ha come t:al'attel'istica la progressività; si deve sfruttare tutto il tempo dispon ibile, -

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~


«

L' AR1'IG LI8RIA NIDI, COMBATTIMIDN'l'O ))

(1937)

wnche durante Fazione, f;lffinchè il fuoco possa raggiungere al più presto la massima efficacia. Dai procedimenti rapidi e semplici della preparazione per l'azior1e immediata, che consentono alle batterie cli aprire il fuoco non appensi poggiate le code a terra, si giunge a quelli <lella preparazio,ne per la. manovra del fnoco che danno modo alle batterie cli iniziare senz'altro il tiro di efficacia sull'obiettivo indicato )). Per .l'osse,r vaz-ione (che ha lo scovo ,della ricerca e della determin;1zione degli obiettivi - e l'aggiustamento del tiro) è prescritto di fare ogni sforzo per assicurarla nel modo più com(Pleta e più accurata ecl è prevista sia l'ossM·1xtiZione terrest1·e (pattuglie cli artiglieria, compag1nie osservatori, sezioni fonotelemetristi), sia l'osse1·1;a.dom.e aerea (;1eroplani e aerostati) :;;ia l'opera del sen;'izio inform1Ctzio11,i (ausilio deg)i organi del 1

s. i.). Per il rifo,rnùnenf;o ·mnnizio11i è ben fissato che il problem'f,L deWartiglieria, è essenzialmente tYrobleni.a ài mun-izion1i e che il rifornim<~nto sarà ag1>volato se tutti saJ'a.nno compresi della necfssità della massirn.a economia di m,,uniz:io111i. 14. - Le art iglierie assegnate ad nns,1. G.U. clipendono dal comandante della G.U. stessH che le impiega secondo il proprio intendimento operativo. I comandanti di artiglieria esercitano il comando di tutte le artiglierie, organicanie,n te e temporaneamente assegnate . Ad <'ssi compete la consulenza tecnica nei riguardi dell'impiego dell'arma e l'esecnzione degli ordini. Il comand;mte di artigliel'ia deve tem:pestivamente rappresental'e al suo comandante cli G.U . le necessità, dell'artiglieria, specie per quanto ri.gnarcla il tempo oceorrente 1per compiel'e le varie operazioni, in modo da fornirgli elementi completi cli gìudizio per le decisio11i. E ' però suo stretto dovere ridurre al minimo tali (11.ecessità, prevedendo le difficoltà che possono presentarsi neIFattuazione per poterle poi rapidamente superare. L'iniziativa del comandante d'artiglieria deve esercitarsi largamente media11te tempestive proposte, e all'occorrenza, mediante lo spontaneo in.tervento con azioni di fuoco nippropriate. -

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IL NUOVO I2'iDtP.JZZO: LA GU!ùltl!A DI RAPID0 CORSO

E ' solo facendosi part e attiva 11eJ cooperare agli intendimenti operativi del comandante la G.U. che le funzioni di comandante di artiglieria acquist;mo rilievo ed efficacia. I n particolare spetta ai comandanti di ar t igliel'ia : - lo schieramento delJe artiglierie in relazione ai compiti precisati dal comnndo della G .U . e nei limiti della zona da esso fìssat~ ; - l'orgn,nizr.azione e la direr.io,ne del fuoco; - il rifornime11to delle munizioni e Ja vigilanza sul loro <:onsumo. I comandanti delle G.U . superiori ,coordirnmo l' impiego delle artigliel'ie delle G.U. dipendenti avendo come consulente il proprio comandante cl'attiglieria . Questi, valendosi dei comand~nti cli artig)iel'ia delle G.U . i·nferiol'i, realiz,rn tale coordinamento. I mezzi asseg11ati organicamente nll' Armata cd al Corpo ò'armata, oltre all'assolvimento dei loro compiti specifici, possono ;:ivere anche quello di: - rinfonnre le ai·tiglierie delle G.U. inferiori per lo svolgimento di una azione o fase tattica; - dare il concorso di fuoco iper conseguire 111el tempo voluto lo sco,po tattico cl1e l'azione cl.ella G.U . si propone. Il rinforzo, che è assegnazione temporanea di mezzi, può essere dato con limitazione di tempo e di impiego. Il concorso, che è assegnazione tempora111e11 so)o cl i fuoco, può essere dato, oltre che alle G.U. snperiori ed inferiori , anche a quelle laterali - sempre però con .aeterminnte limitazio,ni cli fase tattica o indicazione cli impiego. L'asseg1rnzione, che avverrà, normalmc,nte, cli artiglierie cl i ri nforzo r1lle G. . di J" schiera porterà ad un accrescimento alle volte notevole del n nmero delle arti.glie1·ie dispotn ibiJi . Sari?i: pel'tan to n ecessario arti(·olarle e raggrupparle in modo diverso da quello organico. lq1, tal caso occorre tene1· presente di : - far rorrisponderc la comnnanza dei compiti. Si avranno C)nindi mai-se (unità) di s,pian~mento, cli appoggio. di controbatteria, cl'interclizionc lontana, ecc. - tenendo ben ipresente però -

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« T! ,I RTIG L!ERIA

NIDL COMBA'l'TIME.1'T0

ll

(J.937)

che ciò non significa esclusività, ·di compiti, poi.chè, oecorrenclo, ciascuna ·unità può essere chiamata, nei limiti delle possibilità,, a rinforzare le altre; - conservare quanto più è possibile le cli.pe(l1.denxe organiche; - evitare la costituxione cli comandi intermedi ricorrendo alla costituzione di sottoraggruppamenti solo quando sia imposto da materiali difficolttà di comandabilità o d'impiego. Comandi improvvisati nom.. dotati del personale e dei mezzi necessari e non sufficie ntemente affiata ti., sono di dubbio funzioirnmenfo, specie nella guerra d.i rapida decisione. Essi, inoltre, dovendo essere t ratti dai comandi dipendenti, mettono anche questi in crisi. 15. - Le artiglierie assegna te alle diYisioni -debbono csserl! impiegate, di massima , eoin criterio unitario e perciò, sem[n'e che iPOSsibile, accentrate. In tal modo si ottiene uin{1 potente massa di fuoco sempre pronta e manovrabile secondo il concetto operativo del comandante. 'rale accentramento non è però da intendersi in senso assoluto, ma va considerato come possibilitù, di avere clisponiMJe al momento opportuno tutta la massa, ehe anz,i per un più pro,nto ecl armonico impiego del fuoco e p er una maggiore aderenza all'azione della fanteria è necessario ripartire i compiti tra le artiglierie di1pendenti. Q.uando la massa delle ;1rtiglierie divisionali è accentrata la. ripartizione dei compiti fra le varie unità porta al suo ordinamento, sin nell'offensiva che rn~lla difensiva, in, ,d ue dif';ti inte aliquote: - _gr,upz_n -in1 a111wggio specifico o a, cl'ifesa, de,i settori; - grU,JJrp i rn)assa, éli mcano,vra . 1 primi devono agire in stretta coopel'ar.ione con la fa111teria. in un determinato settore; i secondi, in stretta aderenza di coincetto operativo dc>l comandante, rinforzano ed estendono l'axione dei primi. I gruppi in appoggio speei:fico o a difesa dei settori devono aderire plle r ichieste cli intervento fatte loro, dirett.amente, -157 -


IL NUOVO INDIRIZZO: LA GU Jm HA DI R APlDO CORSO

,dai comandanti di coJornrn o di sc~tto1·e difensi vo, ed interve1J1ire di iniziativa quando il caso lo richieda . Il .comandante di di vision e ha però semfl)l'e la piena <lisponibililà. del fnoco di detti gruppi ed occorrendo, potl'à ,d istoglierli dalJ H loro ;:izione pel' impiegarli )à c10,·e ritiene più opportuno . Allo scopo di fariJit;U'e e renclere più celere la organizzazione l 'iii1izio e lo svolgimeHto del fu oco, sarà oppor tuno orien1are anche i grnppi nwssa cli 11wno1Jra sulle più probnbili azioni ~li fuoco che ciascuno di essi sar ù, chiamato a svolgere (con<: orso all'appoggio o sbauam.ento, interdi:done vicin::i, controb-~1ttel'ia). Hermo il princi.pio fondamental e che tutti que&ti gruppi devono in01·mnJmente poter battere l'intero fronte divisionale. riesce oppo1·tun a 1..-. ripa rtizione fra essi del terreno di azione in settori rn ormali. ecl eve11tuali. Questi settori di azione, normale ed eventuale, di massima coLncidono con i settori cli attacco 7 o COlU[)rendono le direzioni di movimento e di attacco delle cololllne, ovvero coi ncidono con i settori difensivi clei batt;1glioni in 1° scaglione. Qualldo, con le m·tiglicric accem.trate, non sia possibile o riesca ostacola ta fa coope1·azione del fuoco a favore delle fan terie, 'n(Jmi si lZeve esitare a. cleoent,,:a·re le arti glie1•ie . E' questo il caso di colonne che agiscono con direttrice eccentrica ed a. favore delle quali la massa, per l a clista1n za, non sia in grado di intervenire, oppure i n speciali terreni coperti e compar timent ati. Il ,decentramento potrà an che rend ersi 11ecessario in particolari fa &i del comb~tti mento, qumndo ma,n chi il tempo per organizzare l'azione accentrata, o non sia necessario disporre <.11 ,potenti mezzi cli f uoco (avvicinamento, completamento del ~uccesso, inseguimento e ripiegamento). Si dovrà però fare ogni Rforzo 1per to1,11are al ,più presto all'azione accentrata, che è Ja sola. che consen te al fu oco Ja massima eillcacia. Il decentramento è da considerarsi frequente nelle divisioni che agiscoino Ln montagn a o nei boschi. Le artiglierie decentr~te hanno normal mente azione solo sul fronte delle un ità d i fanteria alle quali sono assegmate. -158 -


(( L'AUTIGLJIDRIA NEL co:MBATTIMl!JKTO

» (1937)

16. - Il problema della coopera:ilione è cosl im~m;;tato e c·.onsiderato risolto : La coopera,z·ione tra, fan,teria ecl artiglieri!a, si esercita pìù dirett;:imente nell'ambito della divisione e si esplica : - da. va1·te dell'Mtiglieria 1 col dominare, sia, pure t!:'mpora,n eamente, l'avversario in modo da impedirgli l'efficace uso dei propri mezzi cli azione; - da. va.rte della fa,1iter'ia con. lo sfruttare subito questo s1ato ,cli inferiorità del nemico per avvantaggiarsene pel raggiungimento del projprio scopo.

Nel campo deJle grandi unità superiori la cooperazio:ne fra f;:interia. e art iglieria è assicurata esse111zialmente dal coordiJJamento ·d ell'azione delle artiglierie delle G.U . stesse, azione che si sYolge di massima a clistamrn e su obiettivi che agiscono talvolta indirettamente contro la fanteria. La ooope1·azione è itrnità cl~ 1;olontà ed, a1·1n;oruia, cl·i a:zion.e e si assicura : - con unicità di criteri cli addestramento; - con il continuo iin timo colJegamento spirituale e matel'iale; - con posti di com 5rndo delle unità delle due armi vicini e, 'fì.nchè possibile} coesi.stenti; - con pattuglie cli artiglieria distaccate presso i comandanti delle colonne o settori difensivi dai gruppi in appoggio specifi.co o a difesa dei settori; - con l'osservazioJle continua, intelligente e sicura ; - con i,ntese chiare e precise su quello ehe la fanteria intende fare o vuole raggiumgere 1 sulle modalità delle richieste di fuoco e dell;:i indicazione e designazioine ·degli obiettivi. Le modalità deJle richieste di fuoco e cleJla indicazio11e degli obiettivi debbono rispondere ai requisiti di semplicità, ra.pidiw,, sirurezza, precisione che reindono iparticolarmente <l.elicato questo .pu01to dell'addestramento che va curato con tenace costanza nei minimi dettagli ; __. con l'interve11to .d'iniziativf.l per parte dell'artiglieria quando la situazione lo richiede . -

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IL NUOVO J.KDUl!ZZO : LA GUEHRA Dl RAPIDO CORSO

Per Je pattuglie <l'a1-tig1ieria è stabilito: Quando i posti di coma nel o non coincidono, il <:oJlegHmento tra i due comandanti è assi curato a mezzo delle pattttglfo di artiglieria. Compito cli queste pattuglie: - trasmettere al p.ropl'io coma111dante tutte le 11 otizie suJla situazione e sull'a zione deJla fanteria che possano essere utili per ]'azione che l 'artiglieria <.leve svolgere nonché la richieste cli interven to fol'mulate dal comandante deJlii fanteria; - tenere al corrente 1n fanteria ulle azioni che svolge l 'arti.gJie1·ia e che Ja interessino a rapp1:esentare le possibilità. deU'artiglieria in relazione Hlle richieste d'in terYento. Le pattuglie clistr1ccan0, qua~1do nec.:essario, elementi presso i reoparti avan11..ati pet meglio assolvere la fu!llzione di cooperazione con la J:Hntel'ia ecl integrare l'osservazione del t iro. 17 . . In pm·ticolare l' impiego dell'artig1ieria deJl,1 Divisione di fanteria si~ ncll ' aziome offensiva che in quella difensiva, è visto come segue:

Per l'azione offensiva : maroia al nem,ioo: - lo scaglione di sicm·ezza sarà normalmente rinforzato da pezzi anti<'µrro e {falla batterin reggimentale. Quest' ultima mu rcin fo1 cocla al grosso cleJl'avan guarclia. Oltre la batteria reggimentale, lo scaglione cli sicurezza a seconda <lella sun forzf.l, della situazione e clel compito, sarà dotato o meno di altra Hrt.iglieria. Nel primo caso questa: in ge111ere un geuppo, marcia in <".oda al grosso dello scaglione, dopo la batteria 1·C'ggimentale. ~.,.el secondo caso s~rà spesso opportuno orientare uno dei gruppi della colonn a, in genere il più avanzato, per l'eventuale appoggio alJo scaglione cli sicurezza . QuaHdo Jo diYisione entra nel ·raggio cf azione del grosso nemico, il suo comandante em,rna gli orcli111i opportuni 1per fare assumere ~lfa divisione dispositivo di avvi<-inamento, ed in particolare, stabilisce per l'artiglieria: - se etl in quale misur:1 deve essere decentrata alle colonne; -

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« L' AR'l'!GI,IIDIHA

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NlllL COMBATTIMIDN'l'O

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(1937)

dove e quando deve schie1·arsi e quali azioni cleve svol-

gere. L 'impiego dell'artiglieria neWav·v-icinamento prel11,de quello à ell' attacco . Il suo dispositivo pert11nto sarà. tale che l'ar tiglieri11 si possa al più presto p orre n elle migliori condizioni per appoggiare l'attacco. Nell'avvicinamento J~ divisione di l°' schiera. può essere r inforzata da artiglierie di corpo d'armata per la esecuzione di tiri .a i controbatteria e cli interd izione. In genere marceranno a sbalzi }n coda a))e colonne ma può ammettersi che qualche batteria sia fatta m;n-ciare 1più avnnti in modo da potet·e più sollecitamen te entrare in azione. 18. - Per l'attacco, lo schieram ento ,d e1l'artiglieria, orientato al criterio di poter giungere a fiaccnre le resistenze che si oippongono successivmnente all'ava117,ata de]] ii fanteria, deve : - essere il più avanzato possibile per agfrc i.n profondità nel dispositivo nemico, assicmanclo così l'efficacia e la continuità del fuoco limitando allo sh·etto i ndispensn bile i cambi di posiziotn e ; - consentil'e il concentramento dellri maggiore quantità <li fuoco su t ut to il settore di attacco delln divisione, o qua nto meno su q ll e11o dove si svolge lo sfor7,o principale; favorire, per quanto possibile ]'occulta mento delle batterie; ~ facilitare i1 rifornimento delle munizio111i. L'attacco sarù, di massim a pl'eccduto <lalla prepara1Zion e di u1·tigUeria : la durata e l 'entità della preparazione dipendono essenzialmente dalla sitnazione 1:flttica. Nel caso di urto fra avvers ari in moto essa si rid uce a ra1pidi eonceintramen ti co01tro obiettivi accer tati, per trasformarsi subilo dOfPO in a ppoggio . Nel caso di attacco r.ontro posizione salàamente org;rnizzata è necessaria Ja messa. in opera di meizi ingenti ed u111a organiv.zazioine complessa. Fra questi due estremi la preparazione può assumere importanzii e complessità variabili caso per caso. Oo1n1piio di t11,tta l )arNgl,i erfo rli1,;,is·i'.onale neWattacoo è l'appoggio alle f cmterie.

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IL NUOVO INf.lTIUZZO: LA GUEHHA DI RAPIDO CORSO

Esso viene assolto dai gruppi in appoggio siperifi.co e dulla massa di mu11ovra. Potr;m,no essere affidati, in un primo tempo, alle artiglieri.e di visionali c01urpiti cli controbatteria, che però sa1·anno assunti normalmente dall'attiglieria cli corpo d'armata quando questi1 si sarà opportunamente orgnnir.zat a. Contro batterie 1ncmichc vicine e minacciose l'artiglieria divisionale in qualunque momento 110:n dovrà esitare ad agire immediatamente, finché l ' artiglieria di corpo d'armata non sia intervenuta. Le artiglierie divisfon.ali oltre che proneclere alla co11t1·0batterie dti iirgenza posso110 in qualche fase dell'a:;r,ione, ad· es., nella preparazione, concorrere alJa esecuzion e della controbatteria organizzata. Tale compito sal'à di mn~sima affida to ni gruppi di ma novra. Quelli in ap1poggio specHi.co alle colom,,e vi pofranno partecipa1·e specie contro batterie di accompagmamento, anticarro e piccoli calibri cli visionali schierati in zona ravvicinata . L'11zione di al])poggio si attua generalmente per co01centramenti di gruppo o cl.i più gruppi, ma. talora anche con intc1·vento di singole ba tterie . Si svolge in seguito ad accordi o a richiesta della fanteria su obiettivi : - prestabiliti prima clell'azione; - s,·elatisi clurante l'attaeco. I coma1n.d;rnti di artiglieria pel'fettamente orientati sulla situazione, s ul terreno, sull'azione della fanteria, e suffragati da una. buona osservazione, hanno però obbligo cli agire cl'ir1iziativa, quando la situazione lo imponga seo1.z~ aspettare richieste che potrebbero ta rdare a giungere. 19. - NeWa~·fone diferi.sùi:a .

Coilljpito dell' artiglieria divisionale è quello cli logorare e disorganizzare il più poss~bile il nemico col fuoco, per agevol are l'azione di rcsistenr.11 e di contrattacco della fanteria . Salvo casi di fronti molto estese o cli terreno molto coper to o compa.rtimentato, t utta Ja massa delle artiglierie divisionali r esta alJa diret ta dipendern,m del romanda!l1te l a divisione, il -

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L' ARTIGLI0RIA KIDL C0:\1B.\Tl'IMENTO

» (1937)

qu;:tle, in base al suo concetto operativo, ,p recisa, nelle linee generali, rome e òove intende impirgarue il fuoco, e cioè : - azioni di fu oco da svolgere nei vari settori della difesa; - tratti più importam ti da vigilare e sbanare. Stabilito il concetto d'impiego del fuoco, fissa i g1·uppi a clifesa <'l ei vari settori, e qnelli della massu di manovra ed infine indica i limiti clella zona cli schieramento. I n b;:tse a tali prescrizioni il comnndan te d'attiglieria divisionale concreta ed attua lo schiera mento cl ei gruppi i,n modo da assicurare costantemente l'efficacia e la continnità del fuoco ava1nti alla linea d i sicurezia. e nell'interll O della zollla di sicu rezza e cl ella posizione di resistenza , ma essenziplmente davanti ai tratti più sensibili della po.-izione di re istenza stessa. A tale rigua1·do i comnnclanti .cli gruppo n difesa di settore prendono tutti gli accordi e procedono alle inlesP necessa rie per i comandanti dei settol"i 1·ispetti vi. IOJ., particolare tu1.te Je batterie aevono essere in grado di eseguire lo sbarramento davanti aJla linea di resistenza, mentre è sufficiente che solo una p arte agisca davanti alla linea di sicurezz;1, e nell'interino della zona di sicurezza. Lo schieramento dovrà quindi essere idoneo a aisimpegnare il suddetto precipuo compito, ed aquant o profondo [Per conselTltire più a.mpie posibilitù alla manovra del fu oco. Si dovr à : - sottrarre quaut,to possibile lo schierament o all'azione della controbatteria nemica ; - ostacolare la individuazione clelle bat terie all'osservazione aerea e t errestre con il mascherament o ed il de:filamento; - renùere dispen diosa e lenta la controbatteria ,nemica ocn lnrghe, scag1io1rnte ed irregolari 1posizi.oni aelle batterie; - sot tra rsi appena possibile al tiro nemico con posizioni mul tiple già ricon osciute e, se del caso, organizzate. Il comandante dell'artiglieria clivisio1nale precisa quindi ai gruplPi a difesa. dei setlol'i èèl a quelli massa di m;:i.novra, i settori uormali ed eventuali ed i compiti durante lo sviluppo della difesa. Sempre che possibile i settori <li azione dei gruppi devono coincidere con i conisponòenti settori dei battaglioni o dei reggimenti di fanteria . -

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IL NUOVO INDIRIZZO: LA GUKIWA

or

RAPIDO ...:ORSO

A seconda delle maggiori o min ori fllOtizie elle si avr~rwu ,3tlJ nemico e <lef tempo che sarà concesso per l'organizzazione della difesa, detti compiti potranno essere clefìniti in un dettagliato rriall1)o cl/im,piego dei fuo oo ovvero nclattati con semplici predisposizioni alle contingen½C del combattimento. Speciale importanza nella fase di resistenza ha nno quei provvedimenti intesi ad assicunlre fa [PÌ.Ù efficace azione cli sbarramento, si a che l'attacco s i manifesti palesamcnte, sia che si sferri di sorpresn con il favore della nebbia o della oscurità. E' prevista la oont1·07J1·epa-razio1ie per disorganizz~re l'attacco nemico prima che si in izii. E ssa è coordinata di massima dal comando di Armata : è organizzata e diretta dai comandalllti di artiglieria di Armnta e di clivisio11e che fissano gli obiett ivi da. battere, cln chi, quando e come devo110 essere ba ttuti. Fl'a questi obiettivi hf111no particola re importanza: le truppe di attncco, le batterie più ,d an nose pe1' le fanterie della difesa . Sono quindi esaminati la res-isten.za,, e il contrattacco, il combattimento temporegghrnte e il l'ipi.egamento. Da metter e in rilievo : -

Nella clifesa frequentemente potrà ~ccadere che non

gi u!llgano richieste di fuoco quando sia necessario. L'artiglieria

in questo caso ha l'obbligo di agire cli i niziativa, in base aJle s egnalazioni dei suoi osservatori, ed alle informa~doni che deve pr ocm;1rsi. Uarti9lieria è oioè se11upre responsabile di 'Wn 11urn oa;to inter-ven.to. I n particolare è coitPevole quel comandante ebc, incaricato della proteziou e di un ,dato settore, non intervenga tempestivamente ne venga o mo richiesto.

20. - Per l'arti,qlie·ria cle7.la. Di,v isione cli 2" sohiera,) riba dito il rprincipio della irnscindibilità. d elJa divisione, si co11vicm.e tut tavi~ che essa può essere impiegata quale rinforzo dell'artiglieria della divisione di l" schiera sempre quando, sentita la necessità di tale r inforzo, dalla situazione generale del prevedibile sviluppo delle oiperazioni si possa presumere che la Divisione <li 2" schiera sarà sicmamente chiamata !ld operare nella stessa direzione di attacco nella quale vengono orientate le sue artiglierie. -164: -


« L' AJlTIGL!EìRIA

NlllL COMB:\'l'l'D1IDNTO >>

(1937)

Questa norma rappresenta in sostanza un ritorno alla regolament;:izio.ne del 1928. 21. - Le norme si oc-cupano infine dell'artiglieria delle divisioni di altro tipo (alpina, celere, motorizzata) . - Per Z)a1-tig'lier'ia, della divisfone ailpùw, (costituita da reparti someggiati), ipoit:hè il terreno compartimeutato aspro e difficile, le fronti aspre e discontinue, il frpzionamento dell'azione, caratteristici nella guerra di montagna, impongono necessità par1icolari, il decentramento di artiglieria (gruppi e a11che batteri e) aJJe varie colonne o settori della divisione è largamente ammesso, e sia nell'attncco che nella difesa. - Per Fa.rtigl-ieria. deUn di1.,'isione oelere (cost ituita. normalmente da batterie cli piccolo calibro motorizzate e a. cavano, ma che può essere occorrendo rinforzata anche cla gruppi cli medio calibro - cannoni a lunga gitta.ta) è previsto un largo decentramento, uno schieram<>nto sollecito, azioni di fuoco improntate a rapidità e a sorpresa, intervento cli iniziativa, scrupolosa cura per eommisurare l ' impiego cl'el fuoco al munizionamento disponibile. - Per F a·rti.glie1·ia. <folla cUvision!e 1not orfr:za.t a. ~ grande nnità tattica su automezzi - caratterizzata dalla possibilità di <'seguire ampi e ra1p idi spostamenti su rotabili., sono previsti gli stessi criteri d'impiego cli quelli delJa divisione ,cli fanteria. Raho i vi,n.coli imposti dal1a necessità di scegliere pos,doni neUe vicinanze deJJ.e strrule. 22. - L 'I struzione si occupa anche - e non l]JOteva essere dhersamente - clel1e artiglierie di O.A. e di A. Le artiglierie assegnat<~ organicament e al O.A . sono : - artiglierie di C.A.. propriamente dette; composte di cannoni di medio calibro, a lunga gittata, pm·ticolarrnente atti alla controbatt eria ed all' interdizione e obici di medio calibro, eon rilevante potenza del colpo singolo, particolarmente atti alla controbatterift ed allo spianamento; - a.rtiglierie suppletive; di piccolo calibro, analoghe a quelle divisio,n:ali ma a traino meccanico. Per l'azione vengono ,normalmente asseguate in rinforzo alle divisioni secondo il concetto operat ivo del comandante clel O.A. : --- Hl5 -


IL NUOVO INDIRIZZO: LA GUKililA DI RAPIDO CORSO

artiglierie contro;leree, per la difesa antiaerea della zona assegmata al O.A.. Possono essere rinforzate .aa aliquote di artiglieria d' arniata : I compiti affid ati flll'artiglieria di .corpo d' armata sono : - la controbatteria; - l'eventtuale interdizione lointana, entro i limiti fissati dall'armata . L'artiglieria di O. A. può inoltre dare il rinfor zo o il concorso di fuoco alle a1-liglierie di...-isionali per l 'assolYimen to dei compiti spetta~1,ti a queste: nonchè il concorso di fuoco ai O.A. laterali. Nell'offen1siva, il comandante, di artiglieria di O.A., 1n base t1gli ordini del comandante òel O.A., ùeve : Prima e d11,1•wnte ln m.aroia. a.i nem,i oo proporre e successiv;imente disporre : - per l'eventuale assegnazione ane divisioni <li artiglierie di rinforzo ; - per l'eventuale impiego di ba t terie a lu nga gittata spi11te innna nzi eon le diYisi.oni di l"' schiera ; - per il movi mento delle artiglied e rimaste alle dirette dipenclenze; - {Per l'impiego delle ar tiglierie controaeree, tenendo conto dei mezzi di cui dispongono le clivisioni; - [Per l' eseczione delle ricogmizioni relative alFcventnale schieramem.to dei gruppi dipendenti e degli osservatori; - per l'impiego dei reparti spceiaJi. P11ima. e d1.i11ante l'a.zione : emanare gli opportu ni ordini per : - effettuare lo schieramento delle nrtiglierie, in modo che queste possano al più presto iniziare l~ loro a;done effica ce; - organizzare e far fu nziot11are la conhobatteria e even tualmente l' interdizione lonUrna ; - organizzare ecl effettuare la prep arazione d'artiglieria; - concedere concorsi cl~ fuoco alle artiglierie divisio~ nali ed eventualmente anche a quelle di altri O.A. ; - richiedere eventualmente il concorso all'al'tiglieria dei O.A. latera li o clell' Arml).ta ; -

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« L' ,HtTlG UERIA

NFJL COMBA'Lvl'IM(i)N'l'O )) (1937)

- predisporre a p1poggi reciproci tra le artiglierie delle divisioni di l" schiera appartenenti al O.A.; - provvedere al rifoDnimento mnnizioni.

Delinea.tosi

il successo :

- s1pingcre avnnti, (lecentrandole di norme alle -divisioni, batterie o gruppi f:l. lunga gittata , ben munizionati, per partecipare all'imseguimento; - provvedere con potenti eoncentramenti cli fuoco delle rimanenti artiglierie a battere il nemico fino Hl limite delle gittate. Nella d'ifens·i1; a le attribuzioni clcl comandante d'artiglieria di O.A. so.no di ordine analogo. In particolf.lre, sempre in relazione alle ·cl'isposizioni ·del couwndante di O.A., egli deve predisporre per: - l'irnipiego di batterie a lunga gittata da posizioni avanzate; - l'organizzuzione della contropreparazione, quµnclo notn venga accentrata, presso l'armata. Vasseg1·1a,zione alle dfo,i s·i.oni di artir;z.iei·ù} d'i rin,f orzo durante la marcia f:t} 111emico, è determinata talvolta da speciali condizioni <li tei>reno (molto coperto, rotto, compartimentato), dalla situazione tattica, dalle notizie sul nemico; se1111pre dal <·l1ncetto operativo del comandHnte )a G.U. , specie se si p1·evede che l 'avvicinamento sbocchi immediat;nne,n:te nell'attacco. Ui,1n.JJ,i,ego cU ò!atterie a! lwn9'(J, g·i ttata spinte innanzi con le divisioni ,cl.i 1a. schiera, nell'offen,<;iva., è normalmente effettuato wnche ,ct:urante J'avvicinumento per poter al più presto iniziare la contl'ob~tteria e battere obiettivi di speciale impor tan·za. Il pronto rilevamento di questi ed una redditizia osservazio111e rendono indispensabile la dispcmibHità, di mezzi aerei. Ultimato l'avvicinamento tali batterie riassumoiJl,o la loro funzione nell'ambito delle artiglierie ,cli O.A .. In difen·sfo·a, l'im1p iego di queste artiglierie da posizioni rivanzate, che possono essere scelte anche ne11a zoin a di sicurezza, ha lo scopo cli poter battere alle maggiori distan,ze il nemico in movimento . Queste artiglierie vengono normalmente messe agli ordini dei comanda,nti di dìvisione e vi restano sino al momento ili cui debb01no essere f~tte retrocedere per occupare Je IJ)Osizioni 1

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lL NUOVO I NDIRI ZZO : LA GU0RHA DI RArIDO CORSO

per esse già predispo te nel normale schieramento difensivo. Tutto deve essere organizzato per ridurre al minimo la crisi derivante da questo loro spostamento ~1el corso dell' azione. 23 . - P er quanto riguarda la controbatte1'ia - compito fondamenta le delle m·tigJierie di e .A . - l'Istrwdone prescrive : L 1 <Yrga:n izzazùme ed, eseouzio11113 della controbatteria,. L 'ostacolo attivo più pregiudi½ievole, fin dalle maggiori distanze, all'a-vamzata d·e lla fa nteria, è iJ fu oco dell'ar tiglieria nemica: l a controbatteria, perciò è elernenJto essen~-iale di cooperazione e dPve essere tempestivamente orga111izzat11 per svolgersi contemporanea mente al movimento della fa nteria. La. cont robatteria è diretta. contro le batterie 111.emiche attive eèl individuate, per neutr~lizzarle, comunque 1Per paralizzr.mn,e l' organizzazione del tiro ecl i r ifon1imenti. Si svolge <li massima per concentramenti cli gruP[)i. Il coma01clante d'artiglieria di e.A., secondo gli ol'clini del comandante del e.A., organizza, dirige ed Httua Ja controbatteria, cioè : - ;:issegnn i mezzi; - precisa ordinamento e dipendenze; - stabilisce i settori ·d 'azione dei singoli gruppi ; - guida e gradua il suo SYOlgiment o durante l'azione indicando le zone su .cui deve particol armente s,~olgersi ed in tensifica.r si. Alle sne dirette dipendem,ze u11 comand ante di raggruppamento - ia1 genere quell o di O.A. - agisce come comnndante dell11 controbatteria, con l'incarico cli fa rla effettivamente fun zionare. Questo comanda,n,t e, sempre perfettamente al corrente della situazione, assegna gli obiettivi ecl orclitTia ai singoli gruppi Je azioni di f uoco più nippropriate per realizzal'e nel modo più celere e migliore gli intenòimenti del comandante di artiglieri11 del O.A .. Qu~mcl.o il n umero dei grupipi assegnati alla controbatteri a. per ria1forzi ricevuti, risulti rilevante, potran no essere costit uiti dei sotto1:aggruppamenti., in genere orien tati ciascuno nel settore d i una divisione. Questi sot toraggrupparoenti svolgo,no la controbatterie nei rispettivi settori per ordine dei loro comaind anti

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« L' AR'l'IGLIERL\

NBL CO.!IJilATTIMIDNTO ))

(J.937)

a seconda le direttive ric<:!vute dal comandante la controbatteriµ, il quale, quando occorre, ordinerà concorsi di fuoco dall'uno all'altro sottoraggruppamento. Sarà sempre opportuno che il co-

mandalllte della controbatteria conservi µlle sue dirette dipendenze qualche gr111ppo di maggiore gittata per manovrare il fuoco su ·tut to il fronte e battere gli obiettivi più lo11trnn:i. Il comand ante della controbatteria organizza un oen,t ro raooolta. n.oU~·ie, che raccoglie ed integra i dati provenienti dalle diverse fonti it11:formative; studia ed interpreta le fotografie degli t1erei; elenca le batterie nemiche con la indicf.lzione del calibro, della posizione, de))µ loro attività e deJle azioni di fuoco su esse svolte in mod'o cla fornire in qualsiasi momento il quadro più esatto possibile della situazione delle artiglierie 1nemiche che serva di base per tutta razione <li controbµtteria. L 'efficacia della controbatteria, oltre che dallo schieramento dei mezzi già trattato, dipende: - cl.alla organizzazione del fuoco; - dalla disponibilità di m11nizio1n i. 24 . - E pe11l'a,rtiglie·r ia. d'A.. :

Le artiglierie assegnate organk.amente aJJ ' Armata sono : - artiglierie di medio calibro di gittata rilevante, alcune delle quali capaci di entrare in µzione in tempo relativamente breve; - artiglierie di grosso calibro, pesriin ti e sufficientemente mobili, che richiedono di norma molto tempo per l'entrata in azione; - artiglierie leggere a traino meccanico ; :__ artiglierie controaeree. Le ampie fronti che nella guerra di rµpicla decisione verrà. ad assumere l'armata obblighertmno sovente a ricorrere al decentramento. Delle suddette artiglierie perciò quelle di non grande gittata vengono normalmente assegnate ai corpi cl'µrma ta clipenùenti. secondo il concetto operativo de) comandante deJl'armata_ Quelle cli maggiore gittata, idonee alla manovra del fuoco sul fronte di più C.A., sarµm:i.o tenute cli massima alla diretta -- 169 -


IL NUOVO INDIRIZZO: LA GUERRA DI RAPIDO CORSO

,clipenclenza per l'interdizione lontana e l a controba tteria sulle batterie nemiche più lont ane. Quelle <li maggiore 3)otenza saranno jmpiega te per bfltterc obiettivi di speciale importarr1,za e consistenza che ostacolino il progresso dellµ. manovra. Le artiglierie coutroneree provvedono alla difesa del complesso appai·ato logistic:o, compreso nell n 7.ona di giurisdizione dell'arma la, (grandi viene di. com1rnica zione, ferrovie, stttzioni, opere d'arte, . maga?:zini, depositi, ecc.) ed eventualmente completµno l'azione di quelle dei corpi d'arm ata e della difesa territoriale. Il comandaJJte cli a1·tiglieria di armata, in rela 7.ione agli ordini a vnti dal comandante dell'a rmata :· - nssegna i riinforzi alle G.U . dipenden ti 11 el tempo e con le mocl;:ilità op,p ortune per non fl ppesantirle prematuramente ; - provvede al movimento, f:lllo schieramento ed all'ordinamento delle artiglierie direttamente clirpendenti. Parte di quc le - la più mobile - avanzerà dietro le divisioni di l"' sehiera e potrà, event1rnJme ntc ·veuire subito decen1rata ai corpi d'nrma ta; la riµmane nte parte muove1·à più inòietro. Lo schie1·nmente sarà preceduto d alle OJ)portune ricognizioni, per le quali anche darà, i 1necessa1·i ordini il comanda nte di artiglieria cli armatj:I con criteri a1rn log-lti a q1.1 elli già detti per l 'artigiieria di O.A. ; - provvede all'organizzazione dell'osservazione ed all'impiego dei mezzi per l 'osservazione aerea e terrestre a sua disposizione ; - pronecle alla organi7,za1.ione ed all ~ esecuzione della interclizionre lontana; - in caso di sosta prolungata su terreni favorevoli e di fronti ristrette, assume l a organi½zazione della controbatteria (in pnrticol;1r modo: ricerca, individ trnzione e determinaizo!lle delle batterie nemiche) lasciando tuttavia ai corpo d'armata la esecuzione. A tale scopo snclclivicl erà il territorio nemico in 7.00J.e normali d'azione assegnate ::ii siin,goli corpi d' arrp.ata , che potr;:inno o 111-0n coincidere coi settori d' azione dei corpi d'armHta stessi; -

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« 1,' AR'.PIGLll•filIA

NIDI, COMBA'.l.'l'IM l•}N1.'0 )) (1937)

- provvede all'impiego de1le artiglierie controaeree <lirettamente dipendenti ; - <lisponc per il coordiname01,t o delle azio11i delle artiglierie dei corpi d'arm;1ta dipendenti ed in particolar modo attua i provvedimenti per assicurare la saldatura delle azioni di fuoco nelle zone di contatto dei corpo d'armata, stabilendo i reciproci concorsi cli fuoeo , e sovrappo,nendovi il proprio; - stabilisee il concorso di fuoco alle grandi unità dipen denti ed eventualm(~nte a quelle la ter1=1li; - si tiene al corrente dei consumi e mant hme stretto collegamento con l'intendenza ,cli armata 1per tutto quanto riguarda i] rifornimento deJJe nrnnizionL - concorre, in stretta cooperazione con l'ufficio informazioni dell'armata e col reparto to1pocartografico cli armata, alla compilazione ed all'aggiornamento <lei documenti relativi alla orgnnizzazion e e-cl attività nemica. 25. - L'in.terdiz ion.e- lontawa è il compito principale dell'nrttiglieria cl'arm~1ta, sia nell'ar.ione offensiva che difensiva_ Suoi obiettivi principali sono : colonne in movimento, sedi di comando, località particolarmente importanti per il movimento ed il rifornime1J1.to clell'avversario, ecc .. I tiri contro colOJme in movimento dovranno preferibilmente l·ssere eseguiti nei tratti che si posso1110 prendere d'infilata e possibilmente dove la truppa abbia difficoltà acl uscire dall;1 strada (strada a mer.zo costa, ponti, stret te ecc.). Per evita re un largo consumo cli munizio11i (JHesti tiri dovran no essere possibilmente. <·seguiti quaiJdo l'osservazione terrestre e S1Pecia lmente quella aerea, segmali ]'effettivfJ presenza. di trupipe 01emi.che. Occorre al lora sorprenderle con raffiche di fuoco improvvise, potenti, sal~ tuarie. Sono quindi cli norma cla escludere tiri sistemati.ci, salvo il caso di accertato intenso traffico notturno . L'aeronautica con azioni cli bombarclameinto concorre efficat emente alla interdizione lontana, prolungandola. oltre la gittata delle artiglierie. In un primo tempo, finchè 1110n entrano in azione. le artiglierie di A.rmata, disim peg111:1 tutto il compito . -

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IL NUOVO IN0m1zzo : LA GUE:RRA DI RAPIDO CORSO

26. - Vogliamo per ultimo riport are la, Oon-Olusio·ne che è veramente riassuntha dei cr iteri d'impiego dell artiglieria i taliana in questo stol'ico periodo : « I criteri esposti circ;:t l' azione dell'artiglieria nel combattimento possooo così essere riassunti : - intervento tempesfr•,o, sempre in perfettii rispondenza alle necessità tattiche ; - azione a massa e di sor1presa , violenta; - coog;>erazioue intima con tutte le armi. con le qnali deve agire; - cool'Clfaiamento dell'azione dei var1 sca glioni dell'ar ma affinchè gli effetti del fuoco si completino e si in tegl'ino nel quadro generale dell a lot ta ; con lo scopo unico: facilita re l'azione dc 1la fanteria ; - elasticità e scioltezza di organizza zione che consentano non solo cli manona1:e rapidamente il fu oco , ma anche di seguire l'azione ed adattarvisi col movimento delle batterie, specie quand o essa assum.a p artieol ar e ca rattere di <.:elerit ù; - l' artiglieria {leve veclei ·e e sapern per agit'e con la sua potente azi.ome in qualsiasi fa se del combattimento; - r icord'a re sempl'e che l'artiglieria serve in quanto abbia garantito il suo l'ifon1irn.e,n to muniJ.ioni )) . 0

Nel complesso questa I tr11 ziOJ1e : VA.,·tir;lieri,a nel oom,ba.tr apipresenta 1n coclifkazione tlell~ dottri na tattica già in vigore nella nostrì1 aJ"tiglie1-ia. l¼>sfl però con tiene anche urna p arte impOl'tantissim~ che si può c011siclera rc nuova: l'azione <lell'artiglieria a favore e contro i earri armati. Di questa si dirà nel Cnp. I X: « Cani nrma ti e Artiglieria >).

f 'im.en.to

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LA OIVIS10Nl'l BINARIA

e LA DIVISIONE BI N ARIA 27. . La divisione binaria. - 28. - Nuova costituzione del reggimento di art. divisionale. Il reggimento suppletivo di C. d' A. .29 . . La circolare 9000.

27. - Si disse che la volontà r-isoJ11ta clel Regime cli far

gu-er-ra, d}i 1"a:pi.da. deCJisione (gu,e-rra di rapido corso, fowece, aveva detto Mussolini), rese necessaria l 'innovazione ardi ta e originale -- non sappiamo <lil'e se pro1Priamcnte felice - · quella ckll'acloziollle delJa Divisione binaria - che segnò un a svolta importante nel nostro indirizzo organico-tattieo, gi usto alla vigilht dei grandi eventi politici e militari che dovevano rnutare U ckstino dPJl'Europa e del mom1o. Due reggimenti cli fanter ia sn qur,1ttro battaglioni ciaseuno ed 11!11 battaglione mortai : più un reggimento .(l'artigHeria, e questo su tre gruppi : uno da. 75 /217 nno da. 100/ 17 ed uno da 75/13. Questo t iip o di G.U . ebbe una prima impostpzione nelle manovre del 1937 : fn poi presa in approfondito -esame nelle mnn ovre del 1938, che cloveva:no dare elemen ti di giudizio per risolvere in via definitiva il 1problema <lellfl costituzione organica di una c1fvisio111e con caratteristiche nettamente offensive, atta a r ea1izzare una grande capacità, d' urto pur conservando i r equisiti della manegg-evolezza e della f~cilità di trasport o. Per la storia r icorderemo che le gTandi esercitazioni del 1938 nelle quali fu 1p reso in esame siff~tto problema, furono quel1è svolte fra il 6 e 1'11 agosto 1938 daJle truppe del Corpo d' Armnfa. di R oma opportunamente rinforzate (25.000 uomini, 4,.000 quadrupedi, 2000 flUtomezzi). La Divisione da sperilm.~ntare si present ò costituita sn due tipi, uno rappresentato dalla DivisionC'.\ « •ror ino )) a 9 battaglioni, l'altro dalla D ivisione « Cacciator i delle Alpi)) a. 7 battaglioni; illl contrapposizione un nemico rappresen,tato da unfl Divisione terrwr-ia., la « Gra natieri di Sardegna >>. Direttore il gen. Fabio Scala 1 Comandante del Oonpo d.' Armata di Roma; comandante -d elle Divisioni biin:arie il -173 -


IL KUOVO INDIRIZZO : LA CUErfftA Dl HAPJD0 CORSO

gen. di diY. Fidenzio Dall' Ol'a ; {·OuHu1dt1111 te della Di.Yisione ternaria il gen . ,di cliv. Ezio Rosi. Regione: l 'Abruzzo. 28. - A parie i vari probJerni or ganico-tattici rigu ardanti in modo parti.co)are la fa nteria e che ~ vevm,o come obiel to <la una p arte l'alleggerimento delle minori unità, e d~1ll'uUra un inCl'emento di fuo co (la contradizione YeniYa l'isolta col gioco (lei decentramenti dei wezzi cl i fnoco dalle unità supel'iori a quelle inferiori) si 1po11evn è:lnche il problema di u1ia migliore costituzione organicn del 1·eggimento di artiglieria divisiollalc. E questo pl'oblema si volle ri ~olvere l'idu<·endo fl, tre i g-ruppi orgnni ci e costit ucinido un reggimento suppletivo cli Corpo cl ' Armata in modo da ottene1·e anche qui uu sensibile allcggeriwe11to della Divisione da una parte e clall'altra la. 1por,,sibilità di uu rin forzo cli fuoco nella misur a l'khiesta dalle circo~tH111.ze eou l'eventuale ùecentram.cnto di gruppi. p1·csi appunto dal 1·tggimento suppletivo di 001,po d' .A.rmatn. Il rapporto gr uppi batta~ glioni fu quindi esaminato nel qua<l ro più am1pio del Corpo d'Armata considerando 01orm;lle il decentrnment o cl ei grupp i s uppletivi alle Divisioni. l~d in oNliinè a tale r apporto si consta tava che in terreni di media d ifficoltà è sempre possibile aumentl'l re l a massa dell'artiglieria in appoggio alle divisioni di l" s:chier;:i, schierando anche quella delle divisioui di srecond'a• schiera, quando ciò fosse in armoniia con i previsti sviluppi della ruanovra. del Corp o d'Armata: concetto cornmeto al quale si finiva sempre col ri to1·n are. E con questo r agionamento s i 1pen·eniva aJl'affermazione che la nuovn. Divisione ~vesse possibilità. .notevolmente supe1·i.ori a quell e d'e lla Divisione t ern aria. Ment re in questa fase di tn1sformazioni audaci e qualche volta di dubbia opportunità, l'Ese1·cito Yeuiva colto da avveniment i che già si an,nuncinv:]1110 gead di incognite, in nna crisi orgnnica e addestrativa di portata non indifferente, s i rimaneva t uttavia pe1·plessi di fronte al pl'oblema della integrale motorizzazione (salvo il grnppo da 75/ 13) òell'ar tigli.eria <livisionale. O al massimo la si preJJdcva in consiclel'azione per il gr uppo cannoa1i da 75/ 27 - ma non si sarebbe dovuto nndare olt re, si dicevfl, giacchè se la Divisione avesse ricevuto dal Corpo d' A1'mata. un rinforzo di artigliel'ie e di altri mezzi, che di mas~ -174 -


LA DIVISIONID Bl:,/ARIA

sima sono autotrainati o autotrasportati, si sarebbero venuti ad adclernsare nell'ambiente della divisione troppi automezzi. A tale rigu~rdo si faceva presente che di massima la Divisione avrebbe avuta a dis1posizione nna sola strada e non sempre in buone condizioni di viabilità,. Tre gruplPi erano dunque visti sufficienti a compiere un lavoro proficuo, in attaceo, sul fronte dei tre o quattro battaglioni che costituivano le teste d<~lle colonne di attacco: naturalmente impiego accentrato ed economico ifil: qn;rnto la manovra di fuoco doveva permettere di realizzare un'economia rispetto ad un dosamento uniforme a base di appoggio specifico. Il criterio fondamentale insomma era questo : la Divisione di fanteria cleve possedere in proprio soltan,t o i mezzi strettamernte necess11ri al lavoro che normalmente è chiamata a compiere - ed in una guerra di rapida clecisiOJ1e il lavoro normale di neutralizzazione clelJe resistenze si svolge iJn terreno libero. Mentre poi, urtando eontro posizioni orga,n izzate a difosa, la Divisione riceverebbe dalla Grande Unità di ordine SUIPeriore un proporzionato rinforzo di mezzi. J~ per questo riguardo si preve<leva (o meglio si f:lUspicava) nel Oor1po d'Armata, oltre alle artiglierie di calib1:o adeguato per assolvere ai compiti propri, almeno un paio cli gruppi autotrainati o addirittura un raggruppamento cli artiglierie leggere, motorizzate, da ass<~gnare in rinforzo alle dipendenti Divisioni. Veniva poi confcrmntµ. la nuova concezione dell'nppoggio dell'artiglieria inteso come lavoro massiccio per paralizz«re le maggiori resistenze n emiche, mentre il lavoro di dettaglio doveva essere compiuto con più sicuro rendimento dal nuovo armamento della fanteria : armi f:l tiro curvo cd a tiro teso. E 1poichè la partecipazione della cosiddetta aviazione d'assalto era previstp. sempre più frequen,te, con mitragliamenti e spezzonamenti delle fanterie e .cJeJ1c immediate retrovie, occorrendo che la Divisione si proteggesse anche -d alle offese dall'alto, 1n:el reggimento di ~1rtig1ieria divisionale ai tre gruppi si aggiungeva una batteria contraere;l da 20 M.35. 29. - I concetti d'impiego della nuova Divisione vennero chiariti -dalla famosa circolare 9000 (:fine del 1938) che p.rocla-

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IL NUOVO INOIRIZZO : L A GUF,JtRA DI nAJ?IDO con s o

ru ava la nuovn Divisione d i fa nteria, unità agile e potente, particolarmente adatta all'urto ed a11a penetrazione. Snellezza. potenza di fnoco, rapidità, éli spostamento avrebbero caratterizzato l 'azione cli questa gr:11ncl o unità bµsc nel combattimen to . Concetto d'impiego unitario con scopo e direzione unica ; azion e su fronti ristretti e in settori ben definiti. I mpiego a massa dell'a rtiglieria : è concetto confermato e rafforzato ch1lla circolare 9000. E si deve ricoinoscere che è favorito dalle limitate zone di azione, dalla ristrettezza del fronte, dalla concentrazione degli sforzi, dalla rapidità cli coniscguimento degli effetti ed infine dal carattere stesso unitario del combattimen to della divisione b!lse. C'è da osservare che il ri,n.. forzo alle artigliei-ie della divisione di l" schiera delle artiglierie su1ppletive di Corpo d'Armata, fatto onnai da considerare normale, ed in fase offensiva di queJle clelln divisione di 2°' schfor a, davano l;-, possibilità di realizzare un complesso di artigliel'ia at1o a sv0Jge1·e poclel'osi coucentramenti s11 tut to il settore clel Corpo d'Armata. Ed anche questo integrava un a nuova. (;Oncezi one per cui la 1nè(11110vra veniva trasferita dal comanclµnit della Divisione al Comancla1nte del Corpo d'Armata. In parallelo la manovra di fuoco delle artiglierie tendeva ~ spostarsi dalla Divisione al: Corpo d'Armata . Restava. il crite1·io dell a sud<li visio11e delle artiglierie divisionali in due aliquote : di appoggio specifico e di massa di manovra. P raticamente però non poteva che conseguirne come fatto ITT ormale la costitur,ione di due rf,lggru ppamenti correlativi ai due scopi. D LE LINEE EVOLUTIVE DELLA FANTERIA E DEI SUOI MEZZI DI FUOCO

30. - Il primo riordinamento: battaglione nuovo tipo - Divisione ternaria. - 3 I. - Mortai da 45 e da 81 e pezzi per fanteria. - 32. La Divisione binaria.

30. - Il primo riordinamento tattico della fanteria it::iliana, dQPo la guerra 1914-18, risale alla costitmdone di un battaglione di niw·i;o t-ip'O studiato e sperimentato, d~l 1921, per diversi unni, -176 -


L0 LINEID EVOL01'IVE D0 LLA F ANTERIA K Dli;.[ SUOI MIDZZI DI l<'UOCO

presso la Scuola centrale ,d i Fanteria ,d i Civitavecchin. Rappresentava, come armamein,to, uno sbalzo in avanti verso una maggiore potenr,a di fuoco. La composizione definitiva con la quale il nuovo battaglione fu poi adottato presso i vari reggimenti, era la seguente : - un a compagnia s.m.; ~ tre compagnie armi legg<~l'e; - una compagm,ia anni pesanti. I n quest;1 nuova formazione le armi automatiche, base dell'armamento della fanteria, erano state portate, fra leggerlè' e pesanti, a 26, intendendosi così valorizzare l'elemento fuoco. Altra ta[Ppa del riordinamento della fainteria fn rf;lggiunta con l'adozione della divisione ternaria : fu prevista allora la costituzione del batt~glione mitraglieri divisionale, e i cannoni df;l 37, defonitivamente r itenuti inadatti ad uppoggiare e ad acCODl/Pagnare validamente i reparti fucilieri, finivano con l'essere aboliti ,e con essi era abolito il plotone cannoncini di battaglione. Invece fu creata la sezione cannoni reggimentale da 65/17, su tre pezzi, utilizzando il materiale delle vecchie batterie da montagna. Si concludeva così tutta nna lunga serie di studi, di esperimenti, di discussioni sul cannone per fanteria. Su questo 11rgomento esiste una vasta letteratura nelle riviste italiane e straHiere : noi ci limiteremo a ' citare l'ampio studio del Marras: « Il cannone di fanteria>> (Riv. d' A. e G., nov.-dic. 1925) al quale rimandiamo il lettore e che ci sembra. esauriente al riguardo. Nello stesso tempo, al Jìtlle di µumentare ancora il volume cli fuoco della fanteria, le armi automatiche del battaglione, fra leggere e pesanti, da 26 furono porta te a 30. Successivamente, non solo per valorizzare l'elemento fuoco nella m;rnovra della fanteria, ma specialmente per risolvere il problema di dotare la fanteria di un'arma a proietto scoppiante che le consentisse di ;progredire con i propri mezzi negli ultimi 200 m. , nei quali rwn può contare sull'ap1poggio dell'al'tiµ;lieria per ragioni cli ~icnre;r,za; l'adozione del t1·oni.bonoino che sembrò ri.spondere aìlo ~ copo in quanto permettevf1 al fante di djsporre dPlla sua. arma i11dividuale - moschetto ~ e di un apparecehio lanciabombe unito al moschetto, capace di lanciµre proietti scoppianti sino alla distanzµ di 200 m .. 12

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IL NUOVO I :NOIRIZZO : LA Cl.'TmRi\ DI RAPIDO CORSO

Un ulteriore rior dinamento della fanteria si ha nel 1929 : la classica formaziooe per quattl'o fu abbandonata e fu a<.1ottat11 invece la formazione per tre, considerata più snella e più semplice. La brigata rim ase costituitp. su tre reggimenti. Il reggimento si compone cli - unu compagnift comando - t re ba.tta glioni - una se:1.ione cannoni 65/ 17 (su tre per.zi) . Il battaglione si compose a sua volta di - una compagJ1ia comal)(]O - h<· compagnie fu cilieri. - un a compagnia mitraglieri. Sempre 30 armi automatiche per bat taglione. In gnesto peri.odo , abhando~1ate le vecchie pistole witrag1i~ trici cli guerra, fnrono adottate dapprim a le mitragliatrici S.I. A., poi le mitragliùtrici F iat M. 26, poi ancora le Fiat :M. 28 e fina lmente Ja Bre,cla wr. G O. 1!)29 che rim ase in clotnzione. Come mitl'a gliatrice pesa,n te continuò per il momellto ad essere adotta ta la li'i at M. 914 con tutti i suoi p regi e difetti. 31. - Fra il 1929 e il 1933 vediamo decadere il fam oso tromb0i11cino, e considerare troppo ingombrante e pesante il cannone òa G5 /17, pur impiegato dai fanti già con sicura maestria. Ulteriore assegnazi0ine di armi automatiche ne portava il comple:sso, tnel battaglione, ti 39 : 27 leggere e 12 !Pesanti. l\fa la. fanteri a non appa riva ancora sufficientemente armata ed attrezzata per una gnenf;I moderna. Le preo<:cupazio,ni di non appesantil'e la fantel'ia ,con larghe dotazioni di armi 11011 si ebbel'o più: e all ora, abbandonato definitivamente il ll'Ombonòno, vennero adottati morti:ii leggeri Brixia da 45. Quesle armi riunite in 1111 plotone ,d i tre squadre (3 pezzi per squadra), fu rotno assegnati ai battaglioni che, secondo il bisogno, li decentravano poi alle compagnie. In seguito esse rimasero definiti vame:nte as segnate alJe comp;ignie in ragione di una squa dra (3 pe~zi) per comipag1nia. Con questn dotazione di a Pmi a tiro cnrvn ed a proietto scopjpia1nte, atte a co~pire sino a 400-500 rn. bPrsagli anche defilati e riparati, senza ri chiede1'e che una ben limitn t;i distanza cli sicurezza (50-;. GO m.) , si cei-cò di risolvere ha nnoso problema di dare alla fa1Jteria un mezzo veramente ido neo che ri uscisse a fal'la progr<~òire negli utimi 200 m., senzf.l bjsogno di aspettf1re sempre, sistematicamente, l'aiuto preventho dell'artiglieria. Nè l'adozione si limitò al solo mortaio leggero, -

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Llll LlNEID 13:VOLU'.l.'IVE DELLA FA );''l'RHIA E DFJI SUOI MlDZZl DI FUOCO

g'iacchè, volendo aumentare ancor cli più il volume e la potenza di fuoco della ff.lnteria, si adottò pure un mortaio da 81. Altri passi avanti furono compiuti CO[li la sostituzione d<-'lla mitragliatrice Fiat 14 con la Fiat 35 prima, e eoin la Brecht 3G e 37 dopo. La sezione cannoni da. 65/ 17 fu sciolta e sostituita con UJil!l batt,wia,, di acoo11ipa,gnamento reggiment ale costituita con lo stesso materiale <la 65/17: la nuova batteria (su quattro pezzi) hfficlata al comando di ufficiali <li artigliel'ia, abbandonò i criteri restrittivi d'irn piego della sezione e fu im piegf.l ta con criteri artigliereschi veri e pro1pri, alla dipende1rna del comandan te di reggimento di fa nteria . I11fi1ne poichè il diffon{lersi de1le unità corazzate e l ' aumento considerevole di card armati specialmente all'estero facevano sorgere la ,necessità per ]f.l fanteria di un'arma difensiva anticarro, -d otata di una notevole potenza di arresto, ma più leggera e più maneggevole -del 65/17, ineJl'arm.amento della fanteria venne inserit o il pezzo da 47/ 32 M. 35, -c onsiderato idoneo contro i carri arm!}t i e capace eventualmente di battere celltri <li fuo-co avversari o di eseguire tiro di accompagnamento. 32. - L'ultimtt tappa era qnella ·c onseguente alla divisione binaria: essenzialmente due reggiment i di fanteria su quattro battaglioni ciascuno ed un battHgliorn~ mortai. La divisjo,ne destinata alla giwrra. cli rup,ido corso : ambiente tf.lttico nel quale si sacri:6.ca massimamente al culto della rapidità e della leggerezza. In a-clerenza ai nuovi criteri, le compagnie fucilieri restavano armate di soli fucili e fucili mitragliatori; i mortai d'assalto e le mitragliatrid veniva,no assegnati in organico al ùµttaglioa1e; il reggimento v.eniva dotato dei morta.i da 81 e dei pezzi da. 47. E si progettava di sostituire il ve{;chio glorioso fucile l\f. 91 con il nuovo fucile corto calihro 7,35, veramente meglio rispondente alle esigenze tempi. l\ff.l, quest'ultimo provve·climento rimase inattuato 1per il soipraggiungere della guerra. Fu il nuovo Capo di S.M. dell'E·s ercito, gen. Graziani (1940), ehe per evitare una duplicità di armamento - 1~ fornitura del :iluovo fucile andava molto ip er le lunghe - ne fece sosp1mdere la fabbricazione e la -d istribuzione. -179 -


IL .NUOVO

~omrzzo :

LA GUERRA DI RAPIDO COR SO

Da questa 1·apicla sintesi si vede come a poco a pocc rsi sia svuota t a di conte.nuto la questione della insufficienza del1 tt fanteria a l'isolvere il problema d ell'avanzata negli ultimi 200 m. e quello cli progredire entro i1 tessuto delle difese avversari<' (su perstiti alla preparazione cle1l'attµcco) senza ricorrere al più stretto alPpoggio, o accompagnamento d ell' artiglieria. Problema che all1.che la r egolamentazione considerò superato mercè appunto il nuovo armamento dellfl fanteria e c11e poi la guena che fu combattuta nOJ1 rip1·esentò se non sporadicamente in un ambiente tattico pr ofon<l11rn e~1te ùiverso ed imprevisto. 1

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OAPI'l'OLO QUINTO

L'evoluzione delle scienze artiglieresche e della tecnica dei materiali dal 1920 al 1940 A · BALISTICA INTERNA. - B - BALISTICA ESTERNA. ESPLOSIVI. - D - COSTRUZIONI DI ARTIGLIERIA.

C -

A BALISTICA INTERNA

I •. Sguardo generale agli studi di Balistica interna dal 1920 al 1940. - 2. - Sviluppi ed applicazioni della Balistica interna razionale. - 3. - Studi di carattere g enerale e vari.

1. - Nel vol. XII si è a,mpiamem.te accennato agli studi fondamentali di Balistica interna che, trn il 1890 e il 1930, all'incirca, diedero a questa Scienza un discreto assetto organico, ed um.o sviluppo abbastanza rispondente alle esigenze del rigore sciè01rtifico e deHa pratica. Le opere ,d el ~fata, dello Oharbonnier, clel Bianchi, del Oranz, clel Mattei e del Mainardi, costituirono una serie d i trattati, di questa Scienr,~, sempre l])iù com!l)leti e la portarono se non al livello della B~1listica esterna, come maturità scientifica,, certo ad u n grado cli notevole progresso ; quel che più conta, ponendo ed ordinando i problemi, e selezionando i metodi, l e form>irono indirizzi fecondi per gli ulteriori sviluppi. Noi, qui, più che tornare su queste opere procureremo di dare un cenno (sopratutto per quanto concerne l'attività degli - 181 -


L'BVOLUZlO:',ID SCUJ::'\TIFICA E 'fl:X'iS'ICA

studiosi it~liani) dell'attività, per lo più monografica , intesa in questo periodo al progres o dei vari rHpitoli di questa Sc.ie1n za. Naturalmen te (come accennato, clel r esto, nei precedenti capitoli tecnici di questa Storia) in nna scienza clfPlplicata quale la. Balistic;1 interna o la Balistica esterna, si ha, sempre, una parte teorica (che è il vero corpo ,d ella clott1·ina) cd unn parte sperimentale, che alimenta e corn.Jtrolla la prima . Ne dei-iva che la. Balistica interna sperimentale (così. come la Balistica esterna sperimentale) ha nn duplice e grave compilo: - accert are sperimentalm ente, in modo sempl'e più accu rato, le circostanze dei fenomeni che si vogliono studiare; - mism·are, ,con la maggiore esa ttezzH possibile, i p{lra metri che la teoria l'inuncin a. determina re ed assnme come dati sperimentali. Con l'un modo e con l'altro (e sopratut to, col primo) Jn Balistica sperimentale, es1plicitamente, o imlJ)licitµmente, controlla i risultati dell a teoria e pone le basi ad uu H critica ra ziona le della teoria slessa. P er quanto si riferisce alla J3nlistica in tel'll~, l'attività scientinca si è rivolta, appunto (e nell'ambito sopraecennato) a raccogliere ITl.qovi e più sicuri <lati sperimentali , alla critica e<l al completamento deJla teoria. Su ,cli essr1, hannc,, poi, notevol mente influito g1i studi riguardanti gli esplosivi che nel periodo stesso ebbero fecondo sviluppo. Nel complesso, si può clire che l'attività suèl dettn ha sop1·atutto recato contributi acl alcuni capitoli della Balistica in t em,a. (per es. : studio delle r,esistenze incontr:=ite dal proietto lungo il percorso ,n éll'a nim a - erosioni della bocca da. fuoco calcolo teorico ,d ella velocità di r inculo ecc.). Una minor IJ)arte di essa (almeno da noi) si è rivolta alla critica 0 alla revisione delle i1potesi fon damentali o a problemi t eorici di indole generale. A questo proposito, non è inutile 1·icordare che delle ipotesi fondamentali dell11 T·folistica interna (tutte più o meno appt·ossimate, rispetto alla realtà dei fenomeni) una, in particofare (infì ammazioin,e istantanea di t utta la carica <li lancio) si presenta poco soddisf~cente; è accetta bile soprat utto per la semplificazione che apporta agli sviluppi analitici. -182 -


BALISTICA lN'.l'E:H.l\'A

Le ricerche del ·col. Umberto Borelli, ampiamente aceenmate nel vol. XII di questa Storia ap:p ortarono un interessante c001,tributa al riguardo. Ma senza che se ne sirtno tratte, o si sia tentato di trarne, conseguenze di ordine teorico. Sebbene non costituisca un'ipotesi fondamentale della Balistica. inter1ia razio,nale (nella sua attuale, orm;1i classica struttura) è tuttavia 1per lo più, ammesso, specialmente dagli a utori italiani, che la velocità lineare di ,c ombustione del grano si11 proporzionale alla prima potenr,a della pressione (ed anche ,d i ciò si è fatto cen no 1nel capitolo L del Vol. XII). Quest'ammissione sembra meno accettabile per le polveri alla nitrocellulos11 che per quelle a doppia base, generalmente in uso presso di · noi. Ciò spiega perchè si sia tentato altrove (Inghilterra. Germania - Franeia) di prescinderne adottando, per l'esponente della pressione, valori inferiori alla unità (per lo più : n = 2/3, come prol])onevano il Gossot ed il Liouvi]]e) . Le difficoltà analitiche che ne derivano sono asspi gravi (mentre per coin tro l'adozione del valore n = 1 semplifica grandemente le formule) ma JJon ,del tutto insormontabili, ove ci si contemti <li soluzioni approssimate. Accenniamo a. questo argomento non perchè sia stato oggetto di tJ'attar,ione presso di noi nel periodo di cui ci occupiamo (solo dopo la secot11:da guerra mondia.le si. è fatto da noi qualche studio in proposito) ma perchè probabilmente destinato a più aIIl!pi sviluppi in avvenire, e perchè di notevole interesse teorico per la Balistica interna e cli non trascurabile interesse pratico. Altro argome,n:to jpOCO o null[l. trattato presso di noi, nel periodo tra le ,due guerre mondiali, ma che conviene accen· na1·e, è anche quello che prende origine dal così detto problema di Lagra.nge e che come ricordato nel volume XII sta alla base della cosi detta meccanica degli Esplosivi; e cioè lp teoria delle onde d'nrto, cui sopratutto la scienza francese (a partire dallo Hugoniot e dallo Jouguet) ha ,dato vasto contributo. Veramente, questa teoria si ricolleg·a piuttosto all~ scienza <legli esplosivi, m:a non potrà 111011 avere ripercussioni sulla Balistica interna; se (non altro, perchè, presumibilmente, fornirà le basi per una rappresentazione teorica del fenomeno delle così dette pressioni ondulatorie nelle bocche da fuoco. -

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L'0vor.uzro:-11

SClENTllf lCA E '!'EC:-I<.:,\

Nel breve 1p riodo di cui ci occupiamo l'interesse teorico e pratico per il complet!Ìmento dell'assetto della Balisticn intel'lnra secondo lo schema, sistematico ed analitico, :fissa lo daDe su ricordate oipere fondamentali, come -<listolse in genere dallo studio di argomenti (quali quelli ora accennati) che dallo scl1ema &tesso si discostuvano, così impedì elle si facesse molta attenzione ad uJcune altt·e <;ircostanr.e; ~llora del resto di poco rilievo almeno sotto l'a~p(•tto teorico. Ad esempio : l 'influenza (coeleris 7Jcwib1.1,s, e quindi anche a parità di pressione massima e di velocità iniziule) della divers11 costituzione della cal'ica di lancio (come specie e peso della c~rica stessa e modalità d'infiamrnar.iobe "d i essa) ai fi ni della cli&pe1·sio11e <lcl tiro. Non che i111 poligono JLOn si facessero osservazioni del genere e non se ne tenesse conto 111el fissa ec i sistemi -cli cariche; in parte, le acute osservazioni del eol. BorcJli - su ricordato si riferiv~no anche a questo ordine ,cli fca1,omen i. Ma. la teoria 11001 se ne è preoccupata, a nche pel' la notevole <lifficoltà di una ~oddisfoceDte 1·a1,p1·esenta;doue analitica. Del l'esto, l'nso triHlizio111,a le da pal'te dei vari ese!'citi {polveri a. do;ppia base da noi, polveri ~Ila nitrocellulosa in Amedea ecc.) di p1'opellenti propl'i, con part.icolari hen note c:arn tte.1'islichc, limitarn i rafl'ront.i ecl, in certo senso, le sorprese in questo campo. Tuttavia è ben ce1·to che la Bi:tlistic..1 interna, pur avendo raggiunto nel periodo immediatamente precedenle la p1·irua guerr a mondiple, e nel successivo, nna notevole maturità, offre an<:ora, vnsto campo alle ricerche 1110n solo sperimentali ma altresì analitiche ed anche alla critica c.lelle stesS(' ipotesi fondamentali adottate. In particolare, è indubbio che come in Balistica esterna ormai gli elementi dell'orizzonte non sono più i (Privilegiati, così in Balistica i•n terna l a pressione massima e la velocità iniziale non sono più i soli elemenli elle pra ticamente inte1·essa c.letermin[:l re. Ciò, a causa non solo dell'automatismo di molte al'mi, ma anche della or mai rico,n oscinta importanza de])a forma della CUl'va ,delle pressioni snl comportH mcrn,to del proiettile. Ma di ciò, nel periodo che ora consideriamo, non si preocenpa1·ono molto gli studiosi. Anche perchè la preoccup;izione di giungere a teorie relativamente semplici e cli agevole utiliz1

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18-1: -


BALISTICA lN'l'EH'l\A

zazione pratica inclusse ad evi.tare, per q nanto possibile, le complicaziotni analitiche. Ma come la Balistica esterna, :fin df:ll periodo tra le due guerre mondiali, ha dovuto rinurrnia.re alla relativa semplicità -delle soluzioni di calcolo delle traiettorie in un solo arco, così la Balistica interna dovrà, molto probabilmente, volgersi ild uin:~ maggiore complessità anaHtica 1per rispondere ane esigenze del iprossimo futuro . D'altra parte, la traduzione dei risultati t eorici in tabelle può essere realizza t[:l da enti specializzati ,di calcolo, e non comporta in genere, arwhe se laboriosa, aggravio per chi praticamente debba usare le tabelle stesse.

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Fig. 14. - AU:onso Mattei.

2. - Dopo l'opera. - concisa e chinra - clel col. Giovamini Bianchi, gli stucU del ten. col. Sallustiò Regii e del ten. col. Emilio Sacchi, e le sinossi litografate del gen. Alfonso Mat-

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L 1 IDVOLUZI0XE SCIIDNTIL<'ICA D TECt-iICA

tei (1), il trattato cle) ten. col. Giuseppe 1fai.11 ardi, cui si è accennato nel Vol. XII, costituì, iu ce1·to semso, presso di noi, un punto fermo dando della Balistica interna, in relazione ;:d le esigenze delle nostre bocche da fu oco e delle ,nostre polveri, un quadro teoricamente e praticamente soddisfaceinte. Questa. teoria, pertanto, che risaliva precipuamente al Bim1chi, pur utilizz;rndo altre fonti nostre ed estere (specialmente francesi: Oharb<mnier, Sugot ecc.) fu in Italia generalmente atcettata ed a1Pplicata . Lo stesso ten . col. Mainardi nell'articolo: cc I problemi d.el massimo 11e1Ia B alistica interna e la loro soluzione gr~:fìca >> (Rivista d'Art. e Genio, Su1pplemento 'l'ecnico, marzo 1933) ne sviluppò, dal punto cli vista. applicativo, umo dei capitoli più interessanti. Il ten. col. Mainardi, riprendeva in esame, in questo studio, i così detti problemi del massimo (già discussi, tra gli altri, daJlo Oha1·bonnier) che possooo porsi come segue : 1) Problenit:1. della pol'vere del 1nrrssimo : '

'

Data una bocca da fuoco nota e la pressione massima P in essa ammi$sibile, determirn1re l a granitura della polvere ed il peso o) di carica che clàm10 il [Jiù alto valore cli

~ m V/

(foJ:za vi vfl del p1'oietto alla bocca

deJl'arma). 2) Problem,a clel cannone del m'assimo:

Data. una. bocca da fuoco di ca)ibro e di peso fissati, ove sia ammissibile una ipressione massima P inota, si · può altresi titenere determinato appl'O$Simativament e il v~lore del volume interno totale. Determinare il valore <lel volnme ,della camera a. polv<'re che consente di sviluppare - in tale arma - a parità aCP una forza viva massima del proietto, alla bocca. Mentre la finalità dell'orticolo (!pienamente raggiunta, per polveri a combustione costante e pressione di forza mento nul}a) (1) Compilate per i Corsi ,Super iori Tecnici di Artiglieria tra 11 1927 e il 1929.

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BALIS'rICA IN'!EltNA

consiste nel mostrare come i ,due problemi si possano agevolmente risolvere mediante l'uso di opportuni grafici, il l ato concettualmente 1più iinteressante è costituito dai cenni di discussione analitica contenuti 111ell'articolo stesso.

F ig. 15. - Giuseppe Mainardi.

La premessa, im1plicita, di questa discussione si può riscontrare in un noto teorema cli Balistica interna razioin ale (valevole per una qualsiasi fllinzione di forma) secondo cui la [Jrima derivata, dc~lla frazione cli c13rica. combusta - nel punto di pressione massima - è fun¾io11e soltanto del parametro di caricamento, e dell'esponente della politropica. Nel caso particolare delle polveri a ·Combustione costante (co(llsiderato dal M;=linard.i nell'articolo suddetto) clal predetto teorema deriva che « a parità di pressione massima e di ogni altra condizione il peso -della carica è funzione della semidimensione minima del grano di polvere )). Si h;=iirrno, in altri termini, nelle ipotesi fatte, infinite coppie di valori delle due quantità, che realizzano la stessa ipressione massima. Tenendo presente questa deduzione e considerando la formula della velocità, iniziale nel secondo periodo - 187 -


L' l9VOLUZI0NEì SClEN'.1.'IFJCA E 'J'ECNIC1\

(di espansione) del moto, ris ulta che neUe ~potesi del problema· della pohe1·e dt'l massimo - si hnnno per uno stesso vµlore del rapporto _!_ (fra percorso del proieltt, sino alla bocca e lun-

so

ghezza ridotta della camera a polvere) in finiti valori della densitù, di caricamento (eiasc m10 di essi rnrrisponcfon te ad u111 peso di C~l'ica e ad nna semidime,n ione minima ben determinati) che conispondono alla pressione massima a ssegìll.ata. A ciascuno di questi valori corrisponde un determinato valol'e dc1la forza viva del proi.etto alla bocca. I diagrammi tra densit,t cli <';l ric:amen to e fo1·ze YÌYe alla. boccn , a parità di numero

~ so

di espansioni, ammett0110 un massimo, assai pros-

simo, in gouere , al limite di strelta combustione (e cioè alle condizioui relative al ter-mine del primo [)eriodo del .moto) . Ne derirn, couduclcndo, che come fa il Main arcli, fraccianclo questi diagr ammi, si tleduce s ubito, la clensitiì. cli cal°ic;lmento che forn isce la. nrnssilua forza virn alla boc<;.a. Questa densitù, di caricamento è, n aturalmente, quella corrispondente al massimo più eleyµto del grafico (conis(Pomlente al maggiore numero cli espansioni consider ato mcl grafico stesso). Ciò p osto, pokhè il problema ciezza polvere c'lel m1assim.o suppone nota la. bocca da f uoco, resterù, da l'ealizza1·e questa d1ensità di. oa11·ùJarnento ottenendo il volulo numero òi espa nsioni (col volllme di camera e la. lunghez,za cli bocca da fuoco dati) meclialllte il conseguente peso w di carica. cni corrisponderà., a sensi del teorema su ricordato, una determin ata semi(limensione minima del grano. ~ el ca so del Problem.a, dlel oannone del m~1ssinm poic.hè il volume clell11 c~mera a polvere è indeterminui'o, si tratterà cli trovare, usufruendo dei grafici, quale ntlore ocrone attl'ibuirgli, a.ffinchè si l'eaJizzino, con 1H polvere cl.ella specie predeterminata, il numero <li espansioni e la densità cli caricamento relati.vi a1la massim fi, forza viva ,clel proietto a lla bocca. Ci siamo soffei-mati su questo studio del ten . <·ol . i\Ia inardi ,per l 'importanza pl·a ticu ecl a11che teoricn di esso e iperchè si ricollegn , sviluppandoli, a vari ::iltl'i studi nl riguardo dovuti specialmem,te allo Ch;lrbo1mier ed al S11got, i1n parte completan-

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IlALISTlCA I!\'T EHNA

doli e correggendoli. I n particolare è interessante ricord·a re che l o Charbornnier aveva affermato (sempre per polveri a combustione costante) che in un'arma data e per ll!na data, pressione massima, « la polvere che d'eterniina. la comlnt-..'ltion.e allei booc-a è l(J; polvere del m:a,ssinw, ll(~U'arma che si considera >>Il Mainardi, invece, per le stesse ipotesi, dimostra che « il massimo di energia del proietto alla bocca di un'arma nota e per pressio:ne massima data, si ottiene con un;1 c.ombustione tanto 1p iù arretrata dalla bocca quµnto più gra111de è il valol'c del numero d'espansione _!_ >>. E cioè, l'affermazione ·dello Charso bonni.er è vera solo 1per bassi vµlori ,del numero di espansioni. I n un articolo dal titolo : « Metodo rapido per l'impianto del progetto di massima di una bocca da fuoco>> il te1I1 col. Emi~ lio Sacc:hi pubblicò (Riv . .Art. e Genio, agosto-settembre 1934) un interessante studio d'ind'ole pratica, applicando alcune formule del col. Bianchi. Di:l questo studio emerge, in particolare, l'importanza, ,del resto ben nota, del parametro di caricamento, per quanto riguarda la Balistica interna di un'arma. Il ·Ca.p. Ermanno Ravelli , ed i1 prof. ,J f:lchino pubblicarono, tra l'altro, in questo periodo, alcnni interessanti studi su un problema, in genere, poco trattato e ipoco approfondito, sebbene concettuahnente im1porta11te e <li non trascurabile interesse pratico. Per lo pjù, la. Balistica interna · razionrle viene svolta c:ome se la. bocca da fuoco :f:osse inunobile durante il pereorso del proietto nell'anima. A paì'te ogini altra considerazione, ciò ò in contrasto col teorema deJJa costanzf.t clel bnric:entro. Occorrerebbe, quindi (come faceva ad es. : il PiobP.rt) considerare, contemporaneamente il moto del proietto e quello dell'artiglieria (sia. nel caso di rinculo libero che vi,n,colato). La, cosa, come mostrano gli studi suddetti. non è imposf,dhile, specialmente se si ammettono opportune ipotesi semplifi c;itive. Il capitano di fregata. A.N. Enrico Bianco ,di S. Secondo pubblicò i,n due successivi articoli (Riv. Art. P. Genio, Supplemento Tecnico, settembre 1933, e Riv. Art. e Genio, Sup1plemento Tecnico, ottobre 1936) un << Vacle-mecum di Balistica interna· )). Il primo articolo eostituiva una raccolta ragionata 1_

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L'EVOLUZIONE scm N'l 'lFICA El TECNICA

di formule e cli t abelle per· il calcolo r ;:i1Pido e sufficientemente approssimato dei vari elementi (speciaJmcnte, velocità, pressioni e percorsi del proietto), il second o ern <ledicato alle formule difforenziali . Questo formulario r agionato costit uisce un saggio pressochè unico, presso cli noi, di quello che potrebbe essere un manuale pratico di balisti<::a sul genere di quelli ben 11 oti, e quanto mai ntili, di corren te impiego degli imgegneri. Il Bi anco di S . Se-condo seguì nel suo lavoro c·riteri cli eclettismo, dal punto cli vista teorico, giovaii dosi sia delle formule clelln teoria cli Balistica interna Cliarbonnier-Sugot, e sia cli quelle seroiempiriC"he dell'Heydenreich, nonch è gli studi dell' ammiraglio Wl adimiro Pini e propri. 3. - Oltre ai t rattat i. di Halistica iintem ,a , per i quali, come a bbiamo detto, ci richi amiamo al CalP. L di questa Storia (di cui il p1:esente Capitolo è sostanzinlme11te il COIDtplemento) fu in quest o periodo pubblicato qualche studio di c;:irattere non strettamente applicativo. Nel Supplemento Tecnieo cl ella Ri.v. di Art . e Genio clel marzo 1934 fu pubblicato un articolo in, cui vt>111ivano date e discusse alcune formule generali di Balistica interna (1). L'idea. di svolgere i teoremi fondamentali della B ~listica interna, prescindendo · dalla forma particol are della così d etta « funzioJ1c ,cli forma >>, risaliva almeno allo Chm·bonnier con la su;1 classica Balistique I nterieure. Senonchè, dat o il carattere sistematico ed in ul tim a analisi pratico del suo trattato, lo Charbornnier, dopo qualche fol·mula introduttiva generale, era passato ad attribuire, alla funziorn'! di form;1, una. forma a~1,a litica determin ata, se pure di contenuto assai ampio e non s trettamente legato alle caratteristiche geometriche del grano cli polvere. N ello studio sud.eletto, invece, con procedimento di partenr,a alquanto diverso (generalizzµzion e della formula d ella velocità iniziale del Saint Robert) si deducono le formul e generali della velocità,, della pressione e del percorso, mella B alistica interna razi0tniale, lasciando semp1·e imjpregiudicata la funzion e di forma. (1) Magg. G. AnGAi'< , « Su alcune .formule gener ali di Ilalistica interna»

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BALISTICA INTERNA

Naturalmente la geuerlllità, di queste formule t rova un limite nel fatto che anch'esse come le particolari formule in uso pr~sso quasi tutti gli autori, partono dal presupposto termodinamico del Résal e del Saint Robert nonchè, in parte, dall'ammissione df~lla legge di Séhel't-Hugoni.ot e della legge cli combustione lineare ,clell;1 polvere. Le formule usuali, dedotte cla teorie (quali queUe ,cleUo Oha.rhonnier, Sugot, Bianchi, M:ata., Mainarcli ecc.) basate sulle stesse ipot-esi1 risultano, ovviamente, come casi particolari delle formule generali suddette. :Viene così, in certo modo, ad essere istituito, per la Balistica interina, un Cllpitolo di proprietà geln:erali dei diagrammi balistici, analogo a quello delle proprietà, generali della traiettoria in BaJistica esterna. Di molti teoremi ,cleJla Balistica interna raizonale viene, così, dimostrat;:t. la validità generale (nei Jimiti suddetti) e molt(~ proprietà dei diagrammi possono essere determinate in via generale. In particolare risultano generalizza ti1 i seguenti risultati : 1) Le formule generali cl.ella [Jressione e della velocità, basate soltllnto sulJa. ipotesi termodinamica e sul prìnc~pio della conservazio.ne cleU'energia (formula cli Résal) sono formalmente indipendenti dalla legge di Sébert-Hugoniot (in particolare : dalla legge di combustione lineare o meno d'e lla polvere) . . 2) La formula generale del percorso ,dipende, invece, anche dall;:t. legge ammessa per la cornbustiorn:e (lineare o non lineare) della polvere. 3) Si può co nsiderare generale, per la Balistica interna, un sistema ,d i quattro equazioni, costituito clalJa equazione che lega la ve]ocitù, con la funzione di forma (legge ·d i Sìbert~Hugoniot), dalle due equazioni d'ella pressio1ne e della velocità e dalla equazione del percorso. 4) La risoluzione di questo sistema dipende 1 esse11Zialmente, dal calcolo dell'integrale che :6.gurà al secondo membro della equazione del pere.orso. E per ciò, occorr<>, mtturalmente, attribuire una forma ain alitica al.la funzione di forma, quando si voglia passare alle applicnzioni pratiche. 5) Sull'andamento dei diagrammi balistici ha grande ini1POrt;1nza la derivata della. frazione di carica combusta risipetto al percorso ridotto (o numero di espa11sioni). In particolare : 1

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L'EVOLU?.10~1•: SC111NTili'ICJ\ E TEC~fCA

se la p1·cssio11 e di forzamento 1non è nulla, all'inizio del moto tale de1·ivata ba valore in fin ito . Se i111 vece la pressione cli forznmento è nullfl la derivata stessa pn ò µSsumere a]]'inizio del moto un qualsiasi valore positivo. Durante il pedodo di cui ci occupiamo, veniva così dato i1n izio ad una serie di ricerche analitiche promettente, per futuri sviluppi della Balistica rnterni1. 11icorcliamo, ancora, che in questo periodo alcuni studi si riallacciarono alle esigenze del rapido calcolo delle velocità inizia li, basandolo, in parte, sn dati e relazioni sperimentali (1) . A questo proposito, diremo che il tener conto dei dati spe1·imentali e ,delle relaziorni che emergono dalle esperienze, per porre su solide basi la critica -della teoria, ed affinarla, è senza <lubhio più che utile, necessario. Tuttavia, è compito estremamente delicato. Non bìsogna dimenticare che i diagrammi sperime111tali per il moùo stesso con cui sono costruiti spesso si preseo1.tano come rami di coniche o di logaritmiche. Ma ciò non autorizz;1 affatto a ritenere che la relazione analitica tra le quantità diagrammate possa effettivamente esprimersi con l'equazione di ·una conica o di u01ia logaritmica. SignHìcfl soltanto che la sna curva. rappresentativa è, nel campo consid ernto, ass ai vicina alla conica o alla logaritmica sperimentale, o ha con questa alcuni punti iin comune. Nel periodo di cui ei occupiamo non furono ancor11 iniziati studi sistematici su argomenti che poi, rapidamente, divenlilero di grande importa nza per l'Artiglieria in genere (pro;pulsione a razzo) e iper Ja B alistica intet·na in particolare. Anzi , si può dire che con questo periodo, per la Balistic~ interna , come per ln Balistica esterna, si conchiuse uin'epoca che potrebbe definirsi classica men tre un'a1tta accennava. ad aprirsi, ancor più impeg,nativa per gJi studiosi e gJi sperimen t~tori.

(1) G. ARGA.'<, « .Applicazione di uua formula del Saint Robert per il calcolo delle velocità iniziali In Balistica interna» (lliv. cl' A. e G., maggio 1932). G. AnoM, , « Considerazioni sul calcolo delle velocità iniziali in Balistica interna» (Biv. d';_\, e G., Suppl. 'J;ccn., maggio 1035) .

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B,\LIS'.L'ICA IDSTEHN.~

Seinonchè, mentre la Balistica esterna. nel 1940 aveva raggiunta una maturità sistematica e sostanziale pressochè invi<lia bile, l a Balistica interna i1ndubbiamente si pre~Pntava assai ;più giovane e meno saldamente costruita .

B BALISTICA ESTERNA 4. - Sguardo g enerale agli studi di Balistica esterna dal 1920 ,al 194 0. - 5. - Contributi allo s tudio di questioni genera li di Bali:stica esterna. - 6. - Svilu1>pi de lla teoria del Siacci. - 7. - Con1ributi al calcolo della traiettoria per a rchi s uccessivi. - 8 . - Studi ;relativi al secondo problema balistico. - 9. - Studi balistici vari.

4. - Anche nei rigual'Cli dellu Balistica esterna ci l'iallac·Ceremo al Cap. L del Vol. XII astenendoci, nei limiti del possibile, d?l ri[)etere quanto ivi diffusamente accennato. Non torneremo, pertanto, di massima sulle opere del col. Giovanni Bialllchi, del gen. Ettore Cavalli e del ten. col. Giovanni .Bruno e sugli studi del gen . Parodi, del gen. De Stefano e del -prof. Burzio; e degli altri princi1pali balistici italiani di cui in ,quella sede fu esposta l'attività nel periodo di cui ei occupiamo. Ricordiamo solt;rnto, a titolo r iassuntivo ed i.in linea del tutto generale, che - grosso modo - gli studi di Balistica ·esterna dopo il Siacei, possono, presso di 111oi, e fino al 1940 rag,·g rupparsi come segue : a) Espos·i.eion,,i e svil'ltppi llella. Teoria del Sia.coi. - Oc,cupano indubbiamente, qualitativamente e qua1I1:titativ~mente, il primo posto . A prescindere dalle pubblicHzioni a carattere [)lll'amente <espositivo, questi lavori. furono · specia lmente diretti a COIIl[Jlei are la ~1'eoria, del Siacci in f.llcuni capitoli (teoda della velo:.cità minima, teoria del tiro verticale ecc.) o nelle possibilità .applicative (prolungamento della tavola del ~ principale - fattori di tiro ecc.) ed inoltre, specialmente sotto l'impulso delle

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L'EVOT,UZI0:-.1~ SCIENTIFICA E TEC:'<ICA

esigenze del tfro controaerco, a perfezionare il metodo Siacd ,di C!}kolo della traiettoria per archi suc:cessivi. Così la Scuola. .,9f Siacd mnnteinendosi (sopra t utto col Cavalli) fedele nello spir-ito e, talora, a01cor più nella lettera, alla

Fìg. Jfi. · Ettore Cavalli.

dottrina del Maestro, la completava meUendone in rilievo l'alto vµlo re scientifiro e pratico. La Scuola del Siacci [)arvc ta lora mettere troppo insistentemente l'accento sul 1pregio, i!lldiscnti bile, delle possibilità di ·CHlcolo sufficientemente rigoroso della traiettoria in un arco solo (per angoli d'elevazione e velocità iniziali non grandi e gittate relativamente limita te) . Sembrò perciò sottovalntare alquanto le possibilità della teoria stess;i nel campo ,del calcolo cleBe t r aiettorie per archi su ccessivi. Il che in effetti non corrispundeva a r ealtà; dale lr pregevoli applicazioni. -194 -


HAL!STICA ll:$'.l' IJJRNA

b) St11cU 1'elativi al 2° proùle1na. bal·i stioo . - Di questi studi si occupò, nel periodo in esame qua si esclusivamente il prof. F ilippo B nrzio, come detto al Vol. XII. P urtrop[Po, la scuola del Sinc·<·i (comprendente la quasi tot;:ilità dei nostri studiosi di BalisliC'a esterna) non vi si dedicò sistematicamente.

Fig. l'i. - Prof. lng. Filippo Buri,io.

I n questo camlI)O, forse più che i111· altri, e1'a clesidernbile invece l a stretta colla bora~>:ione tra scienziati civili e militari, t11nto opportunamente au spicata dal Sia<.:ci stesso e dal gen. Ettore .Cavalli, quale elemento di prim' ordine per i progressi futuri della Balistica estern!l. e) Studli relativi al caloolo delle t1Y1iettorie per at·chi S1l0· cessdmi . - La, messa a. punto del metodo Siacci di calcolo delle

traiettorie in u01; arco solo, sembrò in un primo tempo (tra l'ul-

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L'EYOLUZIO:q,) SCIE.')ITJE'ICA E T.FX:N TC.-1.

timo decennio del secolo sro1·so ed il pri mo dell'attuale) relrgare tra gli esercizi qm1si esclusivp meinte teorici il-calcolo delle t raiettorie per punti. Quasi che In Balistica esterna rinnnc·ias-e nd alcune delle sue migliori ('onqniste ncconciiwclosi a t01:11nre al calcolo per archi successivi (sem,pre del resto Hssai hibol'io. o) . Lo srprso in teresse pratico degli elementi dei pnnti f uori d0.ll'orizzonte del pezzo ro ntriln1iYa acl alimentare tale convinzione. Ma le esigenz<: del tiro coo,troael'eo e del t iro 1-1 grandi gittate e con forti mrgoli cli proiezion e (carnnoni imo) obbli garono a rivedere ta le punto cli vista . E specialmente tra il J 930 ed il J940, fu vivo a~1che cla. noi l'interesse iper questi stucl i. F: si ri corse, come giù, detto hn·gamente, allo stesso metodo Siacci (Bruno) oppure si ritornò a metodi fondati sul teorema di Oau chy (P ico ne) mentre si diffuse la conoscen za dei metodi esteti di <:alcol o per punti. Nel 18.5:5 nella sua clas~ica « Memoria del moto clei proiettHi sferici in un mezzo resistente >> (1) il Saint Robert po1ncva già i limiti di accettHbilità dei metodi di -calcolo de1le traiettorie in un m·co solo fondati sull'µ lteni1,ionc delln funzione resistente, nota1n do che il gt·ado cli approssimazione ottenibile da essi è« t anto maggiore q11 anto più ristretti sono i limiti i11 cu i varia l'inclinazione ». Bgli a1tresì rnettc~va in dubbio la ,convenienza cli ricorr<'re all'alterazione clell;1 fu nzione resistente nel calcolo dell a. trniettoria per punti, poichè in tal cfl so oc-corre che « si. faccia var iare Ja costante cla 1111 HrCO all 'al tro>> ed allora apff)are « più Vfl•n taggioso l'impiego del p1·imo metodo di approssh11:11.ioJ1e ... esposto >>. Ohe era., come a sno t em,po nccearnnto. un metodo basato su l teorema di Cnuchy . In gen ere i meto<li (come qnello del Sincc'i) basati sull'alterazione della funzione resistente presentano, se non eniamo, il pregio di una strnt.tnra delle formu.le più a;rlerente all11 peculiarità delle curve br.listiche. Vant aggio che può apparire - ed essere - mode:;;to, dal punto di vista pra tico, ma non è concettualmente trascurabile. P oichè, come osservava lo Chnr(1) G . An<a:N, « TI contributo del Saint Robert al progresso della Balistica eE<t:erna » (Riv. d' A. e G., S upplemento Tecnico, settembre Hl33) .

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Hl6 - -


BALIS'l'ICA ESTf<:RNA

.bonnier (1) (< è una vera ossessione per lo spirito umano il sa.pere che i numeri che si snocla1no indefinitamente iin una tavola, banno tra loro relazioni certe e matematiche e non sapere quali sono queste relazioni. Si vogliono conoscere le leg·gi che governano questi 1numeri e quando la conoscenza esatta. ed integrale ne sembra impossibile, gli sfor:d si rivolgo1n o ad una soluzione approssimat a, che possa. g<~ttare un po' di luce sulla loro connessione ». Comunque è certo che, ammessa la OIP1f>Ortnnità o la necessità di ricorrere al calcolo per punti, due questioni, essenzialmente, si pongono : 1) Quale tra i lllumerosi metod i già noti, o che si potreb bero escogitare, è preferibile, onde consegui.re, a pa.rità di approssim~zione, Ja maggiore possibile facilità, rapidìtà e controllabilità <li calcolo? A tn le questione si sono, preferibilmente, dedicati i nostri studiosi di Balistica esterna, sia proponendo metodi nuovi (più o meno origiij1aJi) e sia sottoponendo a,cl esame critico i metodi. noti. Non si giunse in sostanza., nè presso di noi inè altrov<~, a nette conclusioni; nè, del resto, è facile giungervi, perchè una scelta del genere presenta, nccess~riamente, a spetti soggettivi. 2) ·Q ual'è la legge reale di va rimdone cleJla densità del~ l'aria (o ipiù generalmente, d·i variazione del coefficiente 1.iali(1) C ,rARfiONNirn, « Balistique extérieure JJ, II, pag. 706, (Parigi 1927). Ve· ramente lo Cl1arbonnier fa questa sua ossenazione con riferimento pressocbè opposto al nostro. Poicllè considera come appare.ntcmcnte insodclisfacentl le soluzioni del pt·imo problema balistico presentate (come quelle di Otto e Siacc;i) sotto forma di tavole balisticlle, rispetto a quelle puram(~nte analitiche trovate, per una da ta fo rma della resistenza, dal Légendre, Franr.ais ecc. :i\fa qui ci pare ché l'illustre balistico nell'esemplificare l'acuta osservazione (che riportiamo nel testo) abbia _forse un po' equivocato, perchè l'ins0ddisfa11,ione clello spirito nou è tanto nel non poter ricoudurre i clii1grammi dei fenomeni a delle funzioni già note, quanto nel non poter determinare le fuuzionì che effettiva. mente legano tra loro le variabili (siano esse funzioni già note, o no) . In altri termini nel non riuscire a determinare analiticamente ]0, leggi reali che reggono i fenomeni. Il fa tfo che le soluzioni siano o no t·appresentate da tabelle (qnando, come nel caso del metodo Siacci, queste tabelle - salvo il diagramma sperìmentale della funzione resistente - sono dedotte da ben defini te relazioni ana· litiche) ci sembra d'importanza seeoncla ria.

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19'7 -


L'IDVOLUZIO.'-rE SCl0NTIFfCA 0 T ECNICA

stico ridotto) lungo la traiettoria? E qu ale è, cffettiv11mente, la legge ,cli variazioue della re~istenza de1l'nria (o meglio - qua l 'è l'effettiva funzione resistente - si a ipnre dedotta soltanto dal1' esperienza) ? · E' invero evidente che la perfezion e teorica del calcolo (cui <lel r esto - si prescindere dal metodo prescelto - ci si può sem-

Fig. 18. - Gio,·anni Bruno.

pre avvici.n'!lre suddiYidendo la trai<>ltoria i,n un gran numero di archi) resterà, alme110 in parte, inoperante, se non si potrà rispondere soddisfacentemente a questi -interrogativi. Ed è ovvio altresì che ad essi non si può l'isponidere senza una vasta messe di ricerche sperimen tali ed ;rnaliti<:he_ Al riguardo, purtroppo, il periodo ,d i cui ci occupiamo non ap:portò, :presso di noi, contributi notevoli, a,n che per la complessi tà. delle ricerche sperimentali non ef'fettnabili j,n, breve volgere di tempo e senza mezzi adeguati. Apparvero, tntiavia, evidenti, a questo riguardo, gli intimi nessi tra la B::ilistic'a e l'Aerodinmnic:11, da un la to, -

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13ALIS1'1CA MS'J:ERNA

e tra il primo ed il secondo problema balistico, dall'altro (messi particolarmente iin luce dal prof. Burzio). All'inizio della seconda guc~rra mo,ndi.ale, non si era ancora present;1to ai nostri studiosi di Balistica esterna il problema della propulsione a razzo. Come già detto, anche~ per la Balistica. esterna atto1;no al 1940 si conchiude nn'epoca ed un'altra se. ne a.p re ipiù. ardua. E' i1n:dubbio che la Balistica esterna (come del resto ;rnche la Balistica interna) dovrà in avvenire larga.mente ricorrere alle u:>iù ardue e delicate teorie matematiche e :fisiche per rispondere adeguatamente alle nuove esigenze. Riassunto così., nelle linee generali, lo stato degli studi di Balistica esterna, presso di noi, nel perioclo tra le due guerre mondiali, passiam·o ad accennare ai favori cli particolare interesse, 01011 ricordati nel capitolo L del Vol. XII, o su cui appare iu.dfapensabile tornare, fl completamento del quadro di questa importante attività, scientifica della .nostra Arma. 5. - In questo veriodo, come ricordato nel Vol. XII, fu pubblicato (1928) il 'l'rattato di Balistica esterna del gen. Ettore Oava.Jli, esposizione aggiornata, e fedelissim~ della. B'alistka ~stema secondo gli indirizzi ed i metodi del Siacci. I n coerenza con tale suo carattere, quest'op<~ra insigne eontiene scarsi riferimenti alla letteratura balistica posteri.ore al Siacci. Tra le ecicezioni, è la citazione di altri due trattati notevoli, proprio allora pubblicati: la Balistique extérieure dell'ing. gen. Charbonnier dell' A1.'tig1ieria Na.v;1le Fr:mce.se (in due volumi; [)rimo volume: 1921 - secondo volume: 192'7) e la Aussere Ballistick (secondo volume del Lehrbuch der BalJistik : 192-6) del dottor C. Cranz professore d(~Jla Scuola Superiore Te0nica di Berlino. La Bplistique extérieure, sopratutto, è una vasta espo~izione organica e critica di quasi tutti i problemi ed i metodi {li questa scienza; oper~ fonda.mentale che qui occorreva ricordare, a111che se straniera. Tuttavi~ nena. Balistiqne extérieure è poco trattato il secondo problema balistico (moto del proietto attorno al suo baricentro); grave lacu,na che invece non si riscontra 1nella Balistic1:1 esterna del Cavalli (il relativo Capitolo fu compilato dal prof. Filippo Bnrzio). Un trattato che qui vogliamo pure -- 199 -


L'EVOLUZIONJ<) SCIE.~TIFI CA 0 TECNICA

I"icordare (ult imo - in ordine di tempo) è la « BaJistica esterna» clel ten .. col. Francesco Gala111zin o, pubblicato nel 1943, a cura dell' Ispettorn t o delJ' Arma cli Artiglieria . Opera rim;:ircbevole per la chiarezza dell'esposizi one e l 'aggiornamento della materia, avendo l 'Autore u tilizza t o ·oltre ai testi itali.ani fond amentali (Si~cci, Bia nchi e Cavalli) anehe le migliol'i e [)iù recenti font i estere ed altresì. ]a letteratura monogra:ficn nazionale ed estera.. La tavola VIII ,del ~ !Principale del Siacci è sostituit a in quest'qpera dalla nuova tlJvola che, come dicemmo, era stata studiat a qua lche anno pl'imo dal ten. col. Brun o e dallo stesso ten. col. Galanzino. Oltre a questi irattf1ti, cd a com1plcmento clei medesimi, interessa111ti contributi apparvero, in questo periodo, sn questioini generali dellf-} Balistica interna ; questioni che, indipendentemente dai metodi accolti, presentano alto interesse (talora fondamentale) pet· questa Sdeinza. Com'è noto, la espressione della ritardazione ,contiene (e ciò fn n ota to dallo stesso Newton) un coefficie[lte (o, meglio, un fattore) che dipende, tra l'pltro, dall::1 forma del mobile. Qualcuno - 1110n del tutto a torio - ebbe a chi amare il coefficiente di forma << coefficiente della n ostr a ignoranza )>. In verità il coeffide1n te di forma ,dovrebbe esprimere l'effetto, suJla traiettoria, del val'iare <lelli:i form~ clel ptoiettile, a, p'<1rità di ogni altra, aircostc111za . In altri tel'mini, se a pal'Ì tà di ogni altra circostanza sparia mo con due proietti differenti ti-a loro solo per l;:t forma, dovremmo, con due rispettivamente 8[)propriati valori. del coefficient e di forma, ritprodnrre col cnlco] o le clue ·distinte t1·aiettorie (ben s' i,n tende : non sol o per gli elementi sull'ori:r,zonte, ma anche per quelli fuori dell'orizzonte). Oro, ciò, irn generale, non si sa fare. Anzitutto, l'ipotesi che l'inflnenza. della forma sia rH ppresentabile arn1liticamente con una quantità posta come fattore nel coe:ffidente balistico ridotto, è forse solo approssima ti vilmente r isponde.nte alla realtà. In secondo luogo, che questa. quantità sia. una costante è indubbiamente solo approssimato. Basti coo1sid erare che la forma clel proietto ogivale val'ia, a·al pun to di vista aerodinamico, da istante ad istante lungo la 1

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BALIS'l'ICA E.STEJLU,A

traiettoria, anzi vari.a la sezione retta opposta al mezzo resistente (sezione che già entra nella espressione dellft ritardazione di N ewto,n ), poichè l'asse del proietto non coincide che eccezionalmente con la ta:n gente a1la traiettoria e non si mantiene neanche nello stesso 1Pian,o verticale di questa . Ed è qui un punto di saldatura tra il problemr1. balistico [)rinc.:ipale ed il secondo problema balistico. Pertanto, a rigore, il coeffie.ieinte di forma potrebbe considerarsi costante solo lungo rnn arco piccolissimo di traiettoria . Nel metodo Sia cci il coefficiente di forma i si trova accoppiato col p!lrametro f3 (~ principale) nell'unico fattore i~. Ne deriva che, nella risolnzione del problema balistico principale, si può scegliere, al riguardo, uno di questi dne procedimenti: - attribuire ai coefficienti i e ~ singoli valori, opportunamente ,d eterminati secondo i metodi che a ciascuno di. essi competono; - attribuire al fattore i~ un opportuno valore globµle, senza 1preoccuparsi dei valori attribuibili ai due coefficienti, singola.rmente cot11siderati. Il rprimo procedimento è teoricamente più corretto. Per quanto riguarda il f3 principale, esso, com'è noto, si dovrebbe calcolare in base ~cl un a serie onUnata. seeondo le pote,nze d1.

~i

0

(d ove O e' l·1 coeffi c1e11 . t e 'ba 1·1stico; . . 1·1 e1e11a qua 1 serie

Siacei clied·e il primo termine. Tale calcolo presuppone pertanto la conoscenza del coefficiente di forma. Questo può essere r icavato sperimentalmente misurair1do la velocità orizzontale in due punti di un ~reo assai teso di traiettoria ; non però è facile eseguire questa esperie,nza con t utta esattezza ecl inoltre ne è dubbio il rigore concettuale, in relazione al reale sig1nificato del coefficiente di forma. 11 progettista, del resto, non può in genere servirsi di questo mezzo per determinare il coefficiente c1i forma, che, per lui, è un dato di IPUrtenza. Altrimenti si può cercare di cletermin~tre teoricamente il valore dì i, ·Cosa assai ardua iJ?iù volte tentato . Uno studio del genere fu effettuato, appunto, nel Ul27 cl.al ten. Ermanno R.avelli e dal te,n . Pa lmieri, -

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L'EVOLUZIO.'IE SC!El\TIPICA 0 TECNICA

del Servizio Tecnico di Artiglieria (l) . Essi proposero, per il coe:ffie:iente di forma, un'espressione costituita da tre t ermini, dnlla quale risulterebbe che esso diminuisce col calibro e con l'nltez.za ,d ell'ogiva 1 1011chè co~,, 1ft rastremazione del fonde llo. L'ultimo termine è anche fn nzione della vel ocità inizia] e. I ca1pitani CaYicchioli e Sel an (2) si se1·virono di t nle formula pc1' i-i cavare, da tra iettorie cakoh1te pc1· punU con angolo di proiezione di 40°, i c01·rispondenti va lori òel F- prirn:ipale (cla

Fig. 19. - F r ancesco Ualau,1;!110.

sostituire a quelli clellA Tav. VIJ.I della Balistica del Siacci) attendi bili per forti augoli di proiezione e forti velocità, iniziali. 11 ten. col. Mai11ardi, per contro, nel 1° volume del suo Corso cU Cosiruzioini di Artiglieri a (3) propose di considerare, invece delle d11e quantità ·i e ~' il valore globHle del prodott o ·i~ (atte(1) V. cap. Xt:NZIO C AHCCHTOL l e cup. UirnEnTO SELAN, (( ~ota sui valori del coefficien te di f orma e elci ~ principale >, (Riv. d ' A. e G ., luglio 1032). (2) V. cap. Nur,zw CAnCc mou e cap. U~rni:;uro Sm,.1N, « La soluzione Siacci del primo problema balistico ed un a nuova ta vola clel 13 principale» (Riv. d'A. e G., Suppl. •.recn ., mag~io 1935). (3) Ten. col. G. ì\LUXAROr , « Costruzioni di Ar tiglieria,, (Torino 1932), Vol. I, png. 17 segg.

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BALISTICA IDSTl!}R:-.IA

nendosi cioè al secondo dei l))roceclimenti suddetti) . In tal modo - come egli osserva - (( il coefficiente viene a perdere il signifì.c ato mateml:ltico per acquistare assieme alla i, come è stato indicato dal nrngg. R.c gii (1) il valore di una variabile sperimentale, destinata a mettere d'accordo la teoria con la pratica )). A tf.ll frne, il ten . col. Mai1narcli dedusse i valori del pro,dotto i~ dalle tavole di tiro di vari pl'oietti con varie velocità iniziali e vari angoli di. proiezione, e riconobbe che erano notev0Ime11te diversi da qnelli teorici (i ottenuto con l'appositn espel'ienza suaccennata e ~ ricavato dalla 'J'av. VJJI del Sif.lcci). Suggerì, poi, il ten. col. Mainar-d i cli assumere - a parità di velocità iniziale e cli angolo cli proiezione - per nn proietto cla progettare, lo stesso ·i~ fornito dalla t;wola di tiro di un proietto simile 1per forma. esterna e per distribuzione di masse. In complesso, si può ritenere che questi studi a[)portarono un contributo prezioso, che cloYrà essere te.n:Uto presente ogni qual volta si. torni sul deli.cato argomento . Altrettanto originale fu, in questo periodo, l'apporto recato dal cap. Giovanni Conti all:i ,defiJ1izione di un Atla,nte balistico. Com'è noto, con qnesto nome o con quello cli Dizio11ario balistico, fu, presso di noi, indicata la « raccolta di dati relativi a traiettorie corrispondenti a di versi proietti, cliverse velocità, iniziali e diversi angoli di proiezione)) (2) ricavata i:J) ]?rancia d11 migliaia di traiettorie calcolate per punti, e presentata sotto forma di n urnerosi grafi.ci a triplice entrata CV, 9 e coefficiente balistico O). ':Cale raceolta fornisce gli elementi sull'orizzonte e quelli del vertice; eppertainto non può, in ge1n,erale, utilizzarsi iper il calcolo rigoroso ,delle tavole del tiro controaereo. Essa, fu compilata, durante 1111pri.m.a guerra mondiale , dal prof. Lebesque con la c:ol1aborazione della Sezione T(>cnica dell'Esercito Fra1ncese (3). Il Di.ziorwrio Balistico comportò enorme lavoro e spese ingenti. Il cap. Giovanni Oonti (4) ebbe l'idea, sem-

r~

(1) Magg, (2) V .

s.

HEGII, Riv. d'A. e G., IV, 1920, 11agg. 209-233.

CAVAL1.1,

«Balistica esterna ll, pag. 524. seg.

(3) ClfARnoxNrEn, « Balistiqne extérieure », III, pag. 75 segg. (4) Cap. G . CoN;n, «Atlan te balistiCO l>, Riv. d'A. e •G., novembre 1931.

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L'EVOLUZIONE s cmNTIFICA ID 'l'ECNICA

plice quanto razionale, cli sfrutta re i1 f~tto che una t rniettoria qualsiasi, i cui rami si. suppo11ga110 estesi all'i nfi nito, è la rappresentazione dell~ infinit e traiettorie aveinti il punto di origine su di essa e, per velocità ini:dale ed angolo di proiezione, la vel o<:ità e l'angolo di incli nazione che 1-1 ta]e punto compete. Dnnque, ogn i traiettoria, supposta ('stesa all'infinito in ambo i rami,

Fig. 20.. Nunzio Cnviccl.lioli.

rappresenta mia famiglia cli tra iettorie : e precisame11te tutte e sole le infìJ1ite t raiettorie che hanno nel wrtice ugna li valori di velocità e di coef.fidentc b~Jistito riflotto . Ha sa11dosi su questo 1principio, il <:aip. Conti propose un Atla,11 te Balistico (n lla cu i compila7.ione sm'ebbe occorso il calcolo di lUI u1inmero rclathamentc li mitato di tl'niettol"ie) costi t uito dn 1.a\'ole i ntestate a ,· afori opportunamente intcrvpllati del coe l:lkien te balisti<-o l'iclotto e co11teuenti il conisponclente fascio di t raieitoi-ie (da. cuna delle quali c:al'attel'izzata da un dn to valore della velocità i:11 vertice) . -

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13AL1ST1CA ESTIDRNA

No1n, sembra che l'idea. del cap. Conti (egli corredò il suo studio con una sola tavola, a titolo d'esempio) abbia avuto un seguit o. 'l'uttavia è assai interessante dal punto di vist~ scientifico e pratico, e perciò meritava di essere ricordata . Omettiamo quanto riguarda la elevata polemica svoltasi tra. il gen. De Stefano ed il gen. Cavalli circa la delicata. questio1n e <Jella velocità minim a, per<.:hè già sufficicn,temente esp osta nel <;apitolo L ·del Vol. XII . .Dobbiamo, infine, ricordare le ricerche del prof . Filippo Burzio (1) (effettuate, per la parte speriment ale, !Presso il Labora torio Aeronautico della Scnola d'Ingegneria cli Tori1no). Apiplicato 1111 modello di p1:oiettile ad u n braccio r otante, in modo da reali.r,z:ne, per il proiettile stesso, la velocità di traslazione voluta , ve,n.nc misurata con metodo manometrico la pressione normale in corrispondenza di vnri punti. della ogiva, del bicchiere e del fondello. Si rilevò in tal modo, com'era da attendersi, che i maggiori valori positivi delle pressioni normali (maggiore r esisterni:a del mezzo) si verificavano in ogiva e per i tratti cli irregolare profilo ·cle] proiet tile (·c orone di forzament o, ecc.). I maggior i valori. delle depressio111i normali (tra du eentisi, anch'essi, in maggior resi.stenz.a dell'aria) si. ottene vano al fondello, a causa cl'el vuoto parzia1e che si produce d iet ro di esso, dur;rnte il moto . Nel conwlesso, la spinta sul fondello prevaleva sulla spinta in ogiva (e cioè, fa rei:?istenza de1 mezzo dipende !])iù dalla depressione in fondello che dalla pressione in ogiva) . La forma del proiettile h a, com'era pure prevedibile, la massima impori:a!nzp s ull'entità e distribuzione clelle pressioni. Le esperi.em:e suddette furono estese si.no a velocità di 360 m/s (poco superiori, cioè, a qnella del suono). Esse for. . · ·r:.r ( ) mrono un d· rngramma el e11H f nnz1011e .r\. v = -F -('V-Ì pressoch· è V

2

coincidente in prossimità della velotità del s uoino con quello ·de(1) FrLJ Pl?O B u nzw, << Ricerche sperimentali su l secondo problcwa balistico )l (Riv. d' A. e G., sett. 1.920); « Prove su proietti a velocità balisticlvl inferiori a quelle del suono )l (Rl v. d ' A. e G., giugno 1928); « Prove sulla resistenza obliqua dell'aria a velocità balistiche inferiori a quelle del snono» (Riv. d'A. e G., gingno 1929); « P rove, su proietti intorno alla velocit1t del suono>> (I1iv. d'A. e G., sett.-ott. 1931).

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L'EYOL UZIO~E SCIEKTIFICA r,; TECNICA

dotto dal Siacci: alq1rnnto ·discordante, im·ece, per velocità sensibilme11te inferi ori o superiori alla Yelocità del suono (per lo meno; nel call1po esplorr,1to : cl.a 150 m/s a 360 m/ s) . Restò ipertanto confermata Ja. necessità, cli riprendere in esame la tavola della funzione resistente, n oneM l a ques tio,ne - fondamentale del coefficiente di forma . I suddetti diagrammi delln fnn;,,ione K ('v) furono ricavati dal Rurzio, col metodo surc.cennato, per resistenza diretta (asse di figura coincidente con Ja direzione delle velocità,) quale è supposta nel ,p roblema bnlistico principale. Alcune esperienze, però, vennero esegu ite anche per 1·esistenza obliqua (asse di fig ura non, coi ncide11te con la clil·<•zione della velocità) .

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Flg. 2'1.. - Gio,·auni Conti.

In conclusione, Je esperienze del prof. Burzio costit uiscono importante tentativo di sistematico accertamento degli effettivi vf)lori della ritardazi01ne e deUa distrib uzione delle pressioni (e depressioni) sulla superfi cie <1el proiettile in moto ; stuu11

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BALIS'.l.'ICA ESTflRNA

dio sistematico che è ben lungi dall'essere svilu ppato secondo l e attuali esigenze ,della Balistica esterna . Intanto, il Ministero della Guerra aveva introdotto nei [lìl'O· grammi del Corso Superiore Balistico (ehe, purtroppo, fu istituzione di breve durata) anche l'i!nsegnrunento ,dei Complementi di Balistica ester1ia, comprendc:nte lo st udio del secondo problema balistico e qne1lo cleHa resistenza dell'aria; insegnamento affi.a;ato, a,p punto, al prof. Burzio (1). In tale sede, egli definì ed espose un metodo cli determinazione an;:1litica delle quantità cbe iudividuano l' onda balistica, basandosi su1la soluzfone cli T aylorMaccoll e su quella dell'ing. Cicala, per il caso ,d i un cono solido indefinito, nella supposizioaie che l'asse ,del cono (schematizzan,te l'asse del proiettile) sii1 coinc:identc con la direzione della velocità. Con ciò, si recava un notevole contributo alla determinazione analitica della resistenza, col snssidio {1elle moderne nozioni di aerodinamica. L'impor tanza ·cli uno studio di questo genere emerge dal fatto che l'onda b1:11isti.ca si verifica quando il proietto si muove con velocità maggiore di queUa del snono (il che per lo più si verifica per le artiglierie moderne) . 6. . E' opportuno tornare - qui - sullµ 1nuova tavola del ~ prh1dpale 1pubblicatfl nel 1932 dal ten. col. Bru no e dal cap. Francesco Gal;rnziino (2) . Con questo lµvoro fu estesa al massimo grado la validità pratica, del Metoflo Siacd, nella sua forma clnssica (3) . Questa (1) Fn,IPPO Buazro, « Nuove r icerche sulla resistenza dell'aria · Hesistenza d'onda e resistenza di scia» (Ri v. cl' A. e ·G., Supplemento 'l'ecnico, maggio 1935); « Complementi cli balistica esterna>> (Ministero della Guerra, 1934) . (2) Ten. col. GIOVANN I BRUNO e cap. Ì"llANCESCO GAL,\ NZINO, « Nuova tavola del ~ principale» (Riv. cl'A. e G., agosto 1932) . (3) Resterebbe ancora la possibilità cli estenderlo anaUticamente secondo l'indirizzo proposto dal gen. E-rrom: C AVALLI nella sua memoria « Il problema balistico nel prossimo avvenil·e », e cioè risolvendo l'arduo problema dell'integra7,ione delle equazioni differenziali del moto del proietto nell'ipotesi della densità dell'aria vai:iabile. Per mantenere al Metodo Siac:ci il suo maggiore pregio occorrerebbe, però, che tale problema sl potesse r isolvere peneneudo alle quadrature, indipencleutemente cla qualsiasi partìcolare forma della ritardazione. Il che appare, a priori, assai difficile. -

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1,'mvOLUZIOKEl SCIENTIFICA E TE<;NICA

nuova tavola non fu compilata cakol amdo il secondo termine ,cleJJ;:i.. serie del ~' la cui formula ern stata data cl::tl gen. Ettore Cavalli (1). E ciò 11 0n soltanto 1per le notevoli dHlicoltù. cbe un c::ilcolo del genet'e avrebbe comportato ma anclw, e sopratutto, tper motivi di alto interesse teorico. Anzitutto, perchè ,nulla si può affel'mare cil'ca la convergenr,a deDp serie del ~; eppertanto, nulla si può dire circa il grado ,cli approssimazione conseguibile arrestandosi al 2° termine . In secondo luogo pcrchè è per lo meno dnbbio che « il ~ possa essere dato da lma sem1plice tabella a doppi1:1 entrata in funzione dei soli argomenti X e cp » come nella tav. VIII del Siacci. Noa1, sembra infatti ciò « potersi ragionevolmente suppo.r re, perchè non wna sola ma infinite traiettorie posso110 ::iversi in corrispondeJ1za cli una stessa X e di uno stesso angolo cli proiezione cp. Hasta varif!J'e opportunamente ed in senso oppost o le quatn tilà Y e C' » (2) . Questo punto occoneva chiru:ire, per mettere in evidenza il Yalore teori co, o]trecbè pratico, della 1111ova Tavola del ~ p rindpnle cd evita1'e elle potesse essere c·onsi derata come documento <li empirismo. In accordo con le ipremesse i due auto1·i ric;1varo110 i valori del ~ pl'incipale a mez1.o del calrolp per archi successi vi cli m1mei-osc traiettorie e li ai. ·poseto in una tavola a triplice entrata (argomenti: angolo di proiezione - ,elocità iniziale - coeffi.dente balistico) estendendola $ino a 9 = 67°, X = !'\O Km , (J = 6, e cioè in, un Cf1mpo assai vasto , se mon del tutto sufficiente ai nuovi bi sogni della pratica . Con questo lnvoro si può dire che veramente il Metodo Siacci di calcolo della traiettoria, in un solo arco fu messo in grado di <lare tutto quanto poteva: ferm a restanclo la sua vr1liclità (('Ome del re.. to quella cli tntti i metodi analoghi) per i soli elementi i-mll 'ol'izr,onte o prossimi al1 'orizzO(l1•te del pezzo. Si deve mettere anche in rilievo cbe (c:ome a,ppare dal procedimento giudiziosamente seguito dni due Au tol'i in questn. loro ·Memoda) la m1ov;1 esperienza in fatto di studi di Balistica esterna confluisce

(l) E.

CAVAL1,r,

« Il secondo te1·mine della serie del p principale» (Riv. d'1\.

e G., 1925). (2) -G. DktlNo e F. GALA:-.z1No, op. cit.

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BALISTICA ESTERNA

mella classica trama del Metodo Siacci quasi ad affermare la <.:ontiinuità ·dell'evoluzione della Balistica esterna. 7. - A questo riguardo, è bene premetter<' che, dal punto ,<li vista dell'esattezza, il m;iggior pregio del cakolo della tra iettoria per archi successivi éonsiste nella possibilità di tener eonto -della variazione della densità dell'aria in fU!nzione dell'ordinata, ed anche, più in generale, di considerare, ove si. voglia, per {)gni arco un diverso coefliciente di forma. (cos;i, qn-G..;ta, forse mai attuata, nrn che, pure, consentirebbe di reali.zzare il neces:sarìo col1eganrnnto tra il problema balistico principale ed i1 :Secondo probkma balistico). Se si divide la traiettoria in un g1.'!-1nde numero cli a.rchi, la forma, della curva, i n ciase11 11 arco, ha impol'tanza relativamente secondaria , rispetto alle condizioni medi<> (di densità delJ'aria, di coe:ffieiente di forma e di espressione della. ritrudazione) adottate per l'arco stesso. In altri termini ciò che maggiormente interessa è ehe l'archetto reule e l' nrchetto calcolato .abbiano i,n comun e l'origine ed il punto finale nonchè i rispett ivi elemeint.i (velocità, incliuazione e cluratµ). Cirèa il metodo proposto dal prof. Ma uro Pkone, basato sul teorema di Oa nchy - Lipschitz, rimandiamo al eapitolo L. A.ltret.tanto dicasi per le applicazioni e per i perfeziona menti del metodo Sincci di calcolo delle tr;iiettorie per punti. Con wna eccezione peraltro : il Metodo S iaeei modUkato ,dal ten. col. Nrnizio Cnvicchioli, veramente ,n otevole . Questo metodo « si basa sull a determinazione ,cli un ~ medio più ap· prossimato di quello cJ1e ci può essere ,dnto chille formule di })l'ima approssimazione, pnr ritenendo µncora il ~, che ·COm1pare neJle formule dei vari elementi, uguale per tutte le formule del t iro. Al termine del ca lrolo deH'arco, i valori degli elementi :finali ci daranno modo cli determinare un ~ nwdio ancol'a più :approssimato; studieremo nllorn il modo di effettuare le eon:Seguenti correzioni direttamente dµgli elementi finali. di prima .approssimazione, senza dover rifare tutti i calcoli>> (1) evitando ,così laboriosi tenta tivi. 1

(1) F'.

GALAXZTNo, e<

Balistica esterna)), pag. 200 (Roma 1943).

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L'IDVOLUZIONID SCillJN'.l.'1 FICA 0 '.l'EC NlCA

Il geniale punto di partenza consiste nella sceJtn del ~o come valore medio ~,,. comm1,e a t utte le formu le del tiro. Poichè il ~ 0 è detì.nito dalla relazione :

!

6 Oo

~

d0 cos 2 0

= ~"' (tg 0 -

tg 00 )

= B' .m~ tg O

è agevole darne l'espressione mediante m10 sviluppo in serie di potenze di ~tg0. In -cle:finitivfl q nesto sistema di calcolo « consente una prima determinazione degli elementi v w y e t senza terntativi. .. ; consente di effctt1rnre una seconda approssimazione senza riipetere i c~dcoli. .. ; consente infine, co[l, una semplice moltiplicazione ... di ottenere gli errol'i massimi discrezionali ehe con pt·atica certezza non saranno superati e permette di commismare l'ampiezza -dell'tirco agli errori massimi che non si vogliono superal'c nel calcolo dell'intera tr~iettoria )) (2). Ricordiamo, qui, ancora, alcuni a'ltl'i metodi meno diffusamente accennati nel volume XII. In una. memoria pubhlicatn n<'l 1934 (1) il tcn. col. Bruno esponeva un suo metodo consistente nell'integrazione approssimat~ (applicando il teorema del valor medio) della equar.ione dell'oclografa. posta sotto la forma :

Questo metodo richiedeva due o tre successivi tentativi per c:iascuIJ arco; per conrt1·0, presentava notevole semplicità e speditezza. di calcolo. Esso prescindeva pressocbè completamente dul Metodo Shtcci (salvo, bene int('so, l'uso dellf-1 tavola della funzione resistente). Io1 sostanza, il metodo del Bruno si presentava snfficiente~ me1J1ite esatto ; press'a poco equivalente, sotto questo rigual'do, al Metodo (1:e] Saint Robert (basato sul teorema di Oauchy) e di calcolo più age,1 ole rispetto al :\1etodo del prof. Picone. Il prof. O;ulo Jachin o nel suo articolo: « Traiettoria e odografa (1) Op . cit., pag. 205.

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BALISTICA ESTERNA

balistica >) (1) riprendeva la questione da un punto di vista assai generale e più ancora che conchiudere ad u,n metodo, indicava una metodologia preziosa, per il calcolo delle traiettorie per punti. Il prof. J a chino osserva che le equazioni generali del moto di un grave in 1m mezzo resistente (con la co01dizione che il moto sia. contennto in, un piano verticale e la gravità si consideri costante iu :i,ntensifa e ,direzione) sono date da un sistema <li due equazioni differenziali del secondo ordine, esprimeiniti le accelerazioni. P ertanto gli integrali secondi di tali equazioni esprimono le coordi1n;:ite correnti del term ine dell'arco gein,erico di traiettoria. Se queste ultime equazioni si a,pplicano al calcolo ,di brevi e successivi archi di trai(~ttoria, entro cui si possano ritenere valide le ipotesi avanzate per l' arc0 eirca la legge del moto, si può descrivere Fintera tr;1iettoria . In questo suo studio, il prof. Jachino mise, tra l'altro, io1, luce Vinteresse che prese1ita la funzione F ~V) (dove P.(V) è la funzione resistente). 1

Questa funzione varia relativamente poco, in relazione alla vel ocità. E' da. notar<:\ in proposito, che implicitamente questa funzione veniva sfrutt;1ta onche inel i\iE~toclo d.eJ Saint Rohert di calcolo delle traiettorie per punti ; j] primo metodo del genere (proposto nel 1855) indipendente cla cpwlsiasi particolore forma della ritardazione, che sia stata studiato. Co,n, esso, il Saint Robert, c-ome si è mostr::ito a suo tempo, apriva 1~ strada aHa moderna Balistica esterna (2) . . F ( 1'l f u ripresa · . cons1, . d eraz1one . L a. stessa f unzione rn an-

l'

che dal ten. col. Brnno; ap1Pnnto per la. [Jroprietà, cli variare relativamente poco ·CO(l}I la velocità, essf.l costi tuì lo spunto di un Metodo, n otevole, proposto da questo Autore, in nna memoria che destò vasto interesse anche all'estero (in particolare, presso

(1) CanLo J·acHlNO, «Traiettoria e odografa balistica ,, (Riv. d'A. e G., apr.-magg. 19::!7). (2) G. ARGAN, e< Il contributo del Saint Robert al progr"sso della balistica e,terna ,, (Iliv. d' A. e G., Supplemento Tecnico, settembre 19:33).

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L'IIVOLUZIO::,.rlD SCrEN1'IFICA II TECN I CA

il Ora!lloz e la su,1 S cuola) (1) . Con semplici passaggi, il Br11110 deduce {]all'equazione <lell'odogr a fia: V COS

0=

(:O fi 0 -1 +- E----.,...--.----.,-...-,-----, V COS 0 ~vm c[) (v} [tg 0 tg 0) Vo

0

0

0

0 -

11i

dove : <l>,n (t;}

) = ( -F2-· ('v) V

0

Vo COS

Vm =- - -

111

V COS

0

-- 0 - - - (tg2 0o - tg 0) [J

e l'in dice o colltracldist ingue gli clement i 1·ela tivi alla o:·1g111e dell'arco. Ricavata la velocità (evcntualme[lte, dopo due o lte successive approssh11a,doni) il calcolo degli elementi w1 J./; t) pnò essere eseguito mediante le semplici fo1·mnle : X

= -Vo---0[J -V - -0 (tg e

V

= TX

COS

t=

'VV

COS

0

o -

tg

e)

(tg 0o + tg 0·)

X 0

COS 80 V COS 8

IJ metodo riesce di calcolo sernpJiee e r ap ido e molte: ('Satto . Rispetto al Metodo del Saint Robert, che 1presenta una cert11 a11nlogia nella s trut tnra d ella formula della vd m:ltù, (<ledott n tuttHvin co,n, altr o procediluento), questo Metodo del Bruno ha il vamaggio ,d i non c011te11ere il grado 11, della resisten1.n, fun~ zione, che val'ia ;issai .con la velocità, n el cam!J?O pros::;inw ulln velocità del suono. Coni i s uaccenJ1at i conti-ibuti, corr,,e isi v~dc, (1) T . col. G. BnuNo, « Il calcolo della traiettoria percorsa da un proietto Nuovo metodo esatto e ))rauco» (Hiv. d'A, e •G., tug.-ag. 19:37).

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BALISTICA ESTERNA

la Scienza italiana acqnisivn, nel ,periodo che c'interei::~a, una posizione se non di assoluto primato, per lo meno di alto prestigio, mantene,nclosi, secondo la sua tradizione, equamwte di~ stante sia dall'empirismo che dalle mere astr azioni teoriche. 8. - Purtroppo, la bibliografia relativa a questo argomellto, negli anni tra le due guerre mondiali, registra presso di noi, quasi esclusivamente, un ,nome solo : il prof. Filippo Burr,io del Politecnico di Torino. Di lui e dell'opera sua, nel campo della. Balist ica esterna, già si è ,eletto qui e nel Vol. XII, ma dobbiamo t uttavia ricordarla ancora per darne un quadro in quanto possibile completo. Matematico, filosofo, scrittore poli~ tico, giornalista di alto valore, spirito quam,to mai versatile e u,cuto ad un tempo (,non per nulla ~veva creduto di trovare in Goethe il proprio modello idea le) il prof. Filippo Burzio - sebbene rapito immaturamente alla Scienza ed in particolare alla Bnlistica esterna - vi lasciò un'orma singolare e profonda. Estremamente modesto, ebbe però piena coscienza dell'importanza. delle sue ricerche, effettuate sempre con quel severo rigore e con quella assenza di presunzione che nella scie(n,za sono ind ice di probità morale e ne assicnrano le durature, non facili conquiste. Lo studio del moto del proi etto attorno al s uo baricentro, fo1, che consiste il cosi.detto 2" problema balistico, non è una di~ vagazi<me teorica, ma , come videro a suo tempo il Saint Robert ed il :òfnjewski, e come c~bbero a ribadire il Sfa.cci, il Burzio ed il De Sparre, eostituisce un indispens;:ibile elemento per il pro. gresso della. Balistica esterina. Già osservammo che, sostanzialmente, a·cl esso si coJlega hHdu o quanto essenr,iale pr.·oblema .cJella. determinazion e del coefficien,te cli forma. Qui ricordiamo che la derivazione - cui quel moto dà in genere origine - f;1 cl.ella traiettoria una curva non contenuta in un piano; eppertanto anche il fPÌlÌ. accurato ed esatto calcolo per archi suc-c<~ssivi, eseguito in base alle ipotesi fondamentali della Balistica esterna razionale, cade, l)lmPnu teoricamente, in difetto. Nè le formule empiriche o semi-empiriche correntemente usate per calcolare la ,d erivazione, suppliscono a. sufficienza; quando si tratti di colpire bersagli estremamente -

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L'E:VOLUZIONE SCIElKTH'I CA El TEJCNICA

mobili in punti molto ,discosti dall'orizzont e del pezzo (th, cou troaerei). Come si è detto per la B a listica in t erna, anche in 13:1list ica esterna inevitabilmente ~i tende a l'ico1·t·ere a sdJnppi analitici più complessi, onde far fronte alle nuove esigenze. Kon sempre ) ;1. semplicità e Ja speditezza di metodo sono indice di effettiva 1praticità . D'altra p arte, nll'ut ente delln tavola di til'o, p oco giova che questa a bbi a cost nto miJnore Jayoro ai compil ntori, se rn.r0n è sufficientemente esatta iJ1 relazione alle l ll'.C'<!S::;it,\ pra tiche. E ciò a iprescindere dall e e igenze della Scienza d 1e anche n el campo prn t ico d evollo t1·ova1·e s oddisf 11 zi 0'11 e a(~Pg:11ai:-t ai progre si clelln scien za, stessa . L e Mem orie del p r of . Bul'zio~ 1·icollegandosi aq1ebe a J'icer<;he estere, c ostilniscono, a ppunt o, un notevole -c ontl'ibutu a questo impoi-tante asr>etto della evoln:done della Halisti c;.:i ester,n a. Infatti il B mzio (1) elnbo1·ò una solnziom mialitica del tosì detto p1·oblema àella prece. sione lrn]i!-;t ic·n (pdma app1·ossiniazi.one del 2° problema bµJistico) di c11i i l De Sparre avern" dato una, soluzione geonwtl'ica. T ale soltizione consent iva , nltr eF:ì.. un calcolo appro~simato <leHa dc1·iyazione. Nonostan te le i1)0tesi larga mente semplificative arnmeF:se clal Hmzio (c-omc ch1 i precedenti aut ori : RH~nl R obert, M;1 jewski. De S1pnrre. E sclrrngon ecc.) i c11 lcoli riusdvnno pi uttosto laboriosi , sia per clctermi.nare Ja p1·eces. ione (a,ngolo tra pinno cli th·o i11stantaneo e piano cli resistenza) che per cleterminaTe 1H ,nutazione (angolo tra asse di figma del lf)l'Oietto e t angen te alla tl'aiett oria) e per dedune fa derivazione. Ma, r ipetiamo, a nost ro parei'<~ 11ou, sono qneste difficoltà r he de,,ono arrestare i tentntivi di affinamen to dei calcoli ba list ici, nè devono essere sopraval utate Ja s empJicitù, e la 61,Pecli.tezza, quando sono in conti-asto col 1·igorr. ti>oi-ie:o e con, la, desiderata esattezza dei risultati. Un contributo originale a ggiunse 1p resso cli noi a queJJi del prof. Burzio, il ca p. clott. Manlio l3.1richello, con la sua ::\1e· moria : « 11 moto del proietto in to1~no ~l s no centro di mas-

(1) FILll'PO Dunzro, « Il secondo problema balisti co>> (Accademi a )!ilitare di Artiglieria e Genio, 1027); <e Hec:enti vrngressi nel secoudo pr oblema balistico » (Riv. d'A. e G., gelllla lo 1!)3::1).

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BALISTICA ESTERNA

sa>> (1). Egli osservava, giustnmente, che gli studi, del resto pregevolissimi, del ì\i!ajewsky e del Burzio, come quelli del De Sparre e dell'Esclangon, si basav:rno, tra l'altro, su una. ~potesi sempli:ficativa indubbiamente utilissima , ma concettualmente <:ontradittoria rispetto alla natura clel moto del proietto intorno al suo baricen tro; sull'ipotesi che, ITTOn ostante la rotazione impressa dalla rigatura , i successivi piani di tiro istantanei coincidano con il piano di tiro iniziale e oioè ia tra.:iettor'ia .si mr:mite11,ga, pia,n,a . Cioè lo studio del 2° problema balistico, che tra l'altro dovrebbe portar.e (ed (~ffettivamente portava) acl uin <:aleo)o, sia pure soltanto approssimato, della. dc~rivazione, partiva da un'ipotesi incomp;:itibile, :fisicamente, con )' esistenza de1h derivazione stessa. Ossnrnva inoltre i.l Barichello, che le teorie snlla !l)recessionc balistica (angolo del piano verticale istaintaneo passante !Per la t;:ingente alla traiettoria. col piano ·d i resistenza ovverosia col piano contenente la tangenite stessa e la risultante della resisteJ1za) (2) attribuisco:no grande importanza al rapporto tra le velocità di precessione medi.a dellft così detta cc trott0la equi.vHlent(~ >) e la velocità cli abbassamento della tangeo1,te alla traJettoria . Si domandava, il Barichello, se effettivamente questo rapporto (ttllvolta chiamato funzione cl.i stabilità,) potesse essere assunto come indice caratteristico del modo di comportarsi del proietto lungo la. traiettoria. Ke concludeva che, di fro·nte a questi interrogativi, i,n cidenti sulle basi stesse delle teorie generalmente ;:tccolte, non rimanesse che considerare la traiettoria a:cldirittnra come una curv;:t gobba , quale effe ttivamente è, e cioè .a ffrontare a:nali.ticam(mte il p1:oblema in tntta la sua. ge01,eralità (ferme restando s' intende le difficoltà degli aceertamenti sperimentali); ri.c:ordanclo che proprio questo indirizzo era st ato ri.d ditato dal Siacci, sin dnl 1868, allorchè suggeriva la considera~ zi on,e simultanea delle due· equazioni (vettoriali) del moto.

(l) V. Rii'. cFA. e ·G. - marzo 1.938 - : f u questo, l'ultimo lavoro del giovane ar t iglier e, matema ti co ,·a leute qua uto modesto; , la memoria f u pul)bli<'ut::i pochi giorni dopo la sua imnrn.tura morte. (2) Teorie. MA1EWSKY, I3urzio, De Sparre, Bsclangon, Cf·C

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L'EVOLUZIO::-lEJ SCIENTIFICA E TECNICA

Il Haridlello affrotlltava l';:irduo compito rifere1Jdosi a tre tern e di assi opportuname11,te scelte : - una tema fissa, avenfo l' origine nella posizione inizia.le del baricentl'O del iproietto, uo1· asse verticale, uno orizzootale ed 11 no norma le ad essi, cosicC'hè il piano inélidclun le dei primi coincidesse col piano di proiezione ini½iale (e cioè col piano in cui geineralmente si suppone giacente h, t1·aiettoria) ; - una terna mobile (sostanzialmente schematizzante~ istante per i tante, la t l'aiettoria) cou1 ol'igine 01ella posizionccoITente del baricentro, ed i tre assi diretti secondo la tangente, la normale e l a binormale alla ti·aiettoria , nel punto consi,derpto; ~ mm ternn , pure mobile (sostanzhdruente schematizzante il proietto) con origine. parimenti. nclJ r, posizione corrente del baric,e11tro, un asse diretto se<:onclo l'a se di figura del proi etto, un asse normale a questo ed ista11te per ista1nte orientato i.11 modo particolare rispetto 11d 1111n tc1'nH parnllela alla terna fissa (1). Il terzo asse normale, istante per ista nte, acl entrambi. Non è, qui, [)Ossibile addetntrarsi nell'acutn analisi del Hal'ichello. Basti notare l!l limrpida impostazione, spedalmente nei riguardi delln terna cli assi rappresentante (per così dire) il p1·oietto. In definitiva , egli pe1:viene ad espi-es ion i della velocità di nuta½ione e deiln velocità · di precessio11e che differiscono da. quelle date dal ~:Ia.jewsky per il fatto che contengono anche i termini rapp1'ese11tanti )'effetto M!lgnus ed il cosidetto effetto Garnier . Le equazioni del Barichello costitniseono pert:mto una generalizzazione <lelle formule òel ì\1ajewsl~y. Esse sono completate da una equazione che fol'nisce l' a('celera:.done angolare clel proietto. Il Ba.richello, infine, sulla biise dei risultati ottem1ti, <l imostra. che i1 co.ncetto della cosidetta cc trottola equivalente » 1

1

(1) In modo da ;fare assumer0 a questa terna mobile relativa al proietto il carattere di terna stereonodnlc (V. L~:vi Crvn'A· n.:u.<1.1,01, « Lc11ioni di meccanica rnzionale », vol. II, parte Il, cap. VIII ).

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BALISTICA ESTERNA

IJOn è rigoroso e pertanto dovrebbe <~ssere utilizzato assai cautamente, se non addirittura abbandonato. Ci siamo indugiati ~11.q nrnn:to su questa Memoria, perchè, dovrà, senza dubbio, esse1:e tenuta presente da quatT1ti tornino in avveIJire su questo problema, arduo qnanto importante 1per fa Balistica esterna,. 9. · Accennc~remo qui, in:fi,ne, a qualche altra rnemol'ia, apparsa in questo 1periodo, e ,non ancora ricorcfata , che ci sembra ·d'egual di menzione . Nel 1931 iJ eap. cFart. Manlio Bari chello, pubblicava un interessante studio (l) in cui wn r igore e chi;:irezza di analisi poneva in rilievo l'estrernn difficoltà di un tiro efficace di mitragliatrici contro twrei in volo rasente . Sebbene l'autore si riferisse alle mitragliatrici ed agli aerei ,de1l'epoca, le sue conclusioni avevano una portata non soltpnto contingente, in quanto si riferivano a circost::mze, almeno q1ia)itatinunete, i11sitc nella natura stessa de) tiro eontroaerei. Per il conseguimento di urna. sia pure modesta effieµ<:ia del tiro cldl e mitraglia t rici rn d caso sopraccennato , il Barichello suggeriva i segnenti accorgimenti : - rotazione clcll'ai'ma intorno acl nn nsse normale nl piano ·di sito; - massima riduzione possi.bi]e deH'attrito sui perni di rotazione sia in, dir<>zione eh<~ in sito; - numento della stabilità, ·d eJl'affnsto. A conclnsioni analoghe perveniva per le armi. installate a hordo degli aerei e destinate a sparar() durante il volo rasente . A questo proposito, poi, il Barie-bello (sem11ne iin base a rigoroso esame matemati co delle circostanze .del tiro) osservgva che il mitragliamento .cla aerei irn: volo rasente non poteva {:he essere di. scarsa, esattezza e quindi con effetto, più che altro morale. Nel che non si potrebbe, almeno in gran 1parte, non convenire. DeJJ<~ tavole di tiro co11tror1erei si occupò l'allora te,n . cli vascello Sergio Pellegrini (2). Egli partiva clnlla constatazio ne (1.) M ,1..'ILIO B ,11nc11 ELLO, e< Le possibilità del tiro con t roaereo e il caso tlel volo rasente )) (Riv . cl'A. e G., ,febbr.-rnarzo J.931.) . (2) SERGIO PELLEGRINI, <e Tavole cli ti.ro colltroaerei )) (H iv. <l' A. e G., Supr>lemento ~'ecnico, sdtembre l!)i:l4) .

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L 'lllVOf,UZ IONE S Clll:N'.l.'11i'ICA E T EC~I CA

della deficienza dei così eletti Metod i << a c·hiave balistica >> (q uale il Metodo Siacci di CH lC'olo della traiettoria in un are.o solo) in r cl;rnione alle esig;e11ze delle tavole <li tiro contr oaerei che esigono 1~ deter minazione qnanto più possibile esatta degli elementi rela tivi a i punti J' nori dell'orizzonte <lel p ezzo. D'altra par te osservava il Pellep:rini - i metodi fondati sul ealcolo p er a rchi s nccessivi 1·iescono assai luughi e labol'iosi. Dati la velocità inizia le e l' augolo di p roiezio11e, proponeva, pert:rnto, di calcolar<' gli eleme,n ti pi ù impor tfl nti (ascissa , or,d innta e d urata) aippli canòo le normali formule del ti ro o i fattor i di tir o, dopo a vc•r detetmi!nato speriment almente le leggi di variazione del coefficiente balì tico r idotto e clel fattor e

f. = :

lungo la trpiet-

toria.

Il metodo pr oposto, natl1l'almc•11te, ricluceva sensibil mente 1ft mole dei calcoli, ri$petto a i metodi per a t C'hi; accre <'eva l'onere delle esperi e,n ze ed imponeva , altresì, di attribuire acl una stessa tr;:iiett oria i l'isulta ti. di grnppi d i colpi a tempo, sparati con varie grad nar.ioni e i1J ro1nclizioni pe1· quan to possibile ug uali. Per riclune gli eventuali ine;om·enienti clovnti n qnest'ul. tima esigen za. il Cotn allda11tte P ellegl'ini sugg-eri va un rigoro. o Yaglio ma tematico cl<'i d nti offerti clall' esperienzf1, medi1rnte l a teorin degli elTOl'Ì.

e ESPLOSIVI

I O. - Sguardo generale a llo sv iluppo deg li studi re lativi ag li esplosivi e della tecnologia esplosivistica. - 11. . Studi generali di Scienza degli E splosivi. - 12 . - Studi relati.v i ag,li esplosivi di lancio. - 13. - Studi relativi agli es plosivi di scoppio. - 14. - Studi relativi agli esplosivi inn escanti ed alla polvere nera. - I 5. - S tudi s ui s aggi di sta bilità e sui m eto di di controll o degli e splosivi. - 16. - Studi su lle cariche cave.

10. - Come a ppa r e, anche, da quanto già, esposto nel Vùl. XII, nel perio do t r a le clne g uerre m ondinli fu rapido il p,·0gresso della chimica csplosivistica. -

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BSPLOSlVI

Ad esso si accomp;1gnò un progresso non men,o notevole della tecnologia delle sostanze esplosive. Oosicchè1 in defi.nitiva,, la gamma degli esplosivi praticamen te impiegati per usi militari si arrichì cli numerose sostanze; mentre nel co,n,t empo si affinarono e moltiplicarono i processi di produzione ed i saggi di controllo e di stabilit:1. N-el primo periodo delht 2.. guerra mondiale, poi, l'impiego delle cariche cave fu incentivo ad ulteriori studi ed aprì. un 01,uovo campo alla già vasta e complessa scienza degli esplosivi. Il periodo di cui ci occu!Piamo fu dnnqne cli alto interesse per questa Scienza e pel' le sue pratiche appUcazioni. Anzi., si può afferm!:lre che, in questo cam1po, fu uno dei più interessanti e fecondi. Prima di addentrar-ci - sia pure in termini ge1nrerali - nella esposizione dei fattori evolutivi (fermo restando l'impegno di ripeterci il meno possibile, rispetto al già detto 1nel Vol. XII) conviene, forse, riassumere i caratteri salienti della Scienza e della tecnica esplosi vistica. Anzitutto, 1i1 Scienza degli Esplosivi, quale si venne eJaboranclo, ,claJJe ricerche degli artiglieri e degli scienziati cl.ella Rinasce,n za agli stncli degli scienziati ,d el secolo XIX e della prima. metà del secolo attuale, e quale, ·d el resto, necessariamente doveva emergere dalla peculi;:irità dei fenomeni che ne costituiscono Foggetto, è scienza vasta e complessa basata essenzi;1lmente sulla Chimica e sulla Fisica, ma che si avvale, altresì, dell'irnsilio della Matematica e si connette strettamente alla Balistica interna . Grosso modo si possono distinguere ,d ue grandi l'Ì!partizioni di questa Scienza (pel'altro strettamente connesse tra loro) : - lo studio del fenomeno esplosivo (neJle sue due forme - tipiche - di deflagrazione e di detonazione vera e propria) studio eh(~ i francesi hanno clcnomin,iito Meccanica. degli esplosivi; - studio ,delle sostame esplosive e dei 1procec1iment i di produzione :delle medesime (Chimica degli Espiosivi e tecnologia delle sostanze esplosive). Il primo è d'ordine prevalentemente fisiéo e matematico, il secondo prevalent emente chimico; entrambi affrontano pro-

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L'EVOLU7.I0:'\'ID SCIENTIFICA E '.l'ECNICA

blemi ass ai ardni eppertanto l'iehiedono cogn izioni scientifiche assai profonde . Basti p ensare r:1cl un carattere t ipico del fe11ome110 e. plosivo: l'estrema rapidità del suo decorso, congiunta alla complessità, degli e,·enti fi iri e chimici che <lurante il medesimo successivamente si producono. Ln certo senso, si può asserire che l'esploslvi.stka è il domin io clell 'estremanwnte IJ)icco] o in fatto di tempi; donde uu H deJ1e ragioni dell11 difficoltà di quest e ricerche. Naturalmen te, la Rf'ienza ,d egli Espiosivi lta l'isenlito nl massimo grado l'influc11za <lei progressi della chimica e della fisica ed ninche. delle Mntematiche pure. E perciò il sno progresso si è noteYolmente at<:res<:iu to n el secolo XX e sop r11.tutto dopo il 1915 ; e c-ioè all'indtc-a nel periodo di cui qni ei. oc<·upiamo. La Ueccauic·a degli Ef,p.losivi di c ui lo Jonguet tn uno clei principali cultori (1) non ebb<~ presso cli. noi 11otevole sviluppo, men tr e, invece, trovò nume1·osi cultori i n Germania, in I nghilterr a e sopr11ttutto in, F rancia. Qui deve essere t utta via ricordata. perchè il strn principale e fori::e più anln o c;-iipi tolo (stuòio òelle onde di mto e delle onde esplosive) ha asi::nnlo p::i r ticola1·e impo1·ta 11za , in l'elazione aJlc T'icerche s ull e cariche cnve e, per qnanto si attiene a~li sviluppi analitid, interessa problemi anche esulanti dalla RC'ie,nza degli Esplosi-ri, ric.:ollegandosi ano st ndio pi ù genera le dei fe11 omeni cli r>ropagazione on dosa . Fu posto, t r a i primi, dal L ngrnnge, 1proprio i n relr iioITTe Ml un c:iso <li pl'evalcnte in teresse balistico ed esplosi,istico (2). La. c himica degli esiplosivi invece fn particolarmc,n.te colti vl"lta i n Italia; con r igunl'do, anc:he, bene inteso, alle teorie generali ed ni metodi di detel'murnzione clelle Cflrattel'isliche degli esplosiYi (di caratte1'e non sollani.o chimico) . Con particolnre cura e con, bl'ilJanti risultati le ricerche si ,olsero anche alla defin izio11e dei saggi cli tnbilitù cbe, com' è noto, ha11110 grande impol'tanza pr~ tiea. (1) E. JoucuET, <e Mécnniqne des explo:,;ifs » (Parigi. 1017/. (2) •GossoT e LJO\'VlLT.E, <e Balistiqne cxtfrieme" {Parigi, 192'2); '.1'. L1,.·v1 Crv11·,1, e< Car::i tteristìche de! sislemi éliffercnr.inli e p r opag::i:done on cl osa>> (Ilologua 1931) .

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ltSPLOSlVI

Motivi pratici, appunto, se non sempre prevalsero per lo meno influirono inotevolmente sull'iudidzzo degli studi esplosivistici nel periodo in questione. Ciò soprattutto per la preoccupazione cli assicurare, ,non solo qnalitativamente m;1 anche quantitativamente, in ogin i contingenza, aHa difesa nazionale~ una efficiente disponibilità di. esplosivi. Perciò grnn parte delle ricerche si. rivolse presso di noi alla possibilità cli conseguire 1pe1· quanto possibile l'autonomia della produttività,, sia nelh1llestimento di esplosivi già regolamentari, e sia adottando nuovi esplosivi i1n, tutto o in gran pµrte ottenibili co,n materie p:rime nazionali. Se questa preoccupazione - indubbinrnente giustificata sul piano delle esigenze militari. - ei indnsse talvolta a t1·ascurare alquanto gli st udi inerernti ad ottimi esplosivi derivati da ma terie · prime di di:ffidle o prec;1rio rifornimento, sollecitò per con tro i nostri studiosi ed i nostri tecnici. ad affron tare problE>mi scienti.fi.ci e pratid assai delicati; spesso con brillante successo, no,n di rado conquistando al nostro Paese mm posizione di avanguardia . A sottolineare l'importimza e 1!1 ~lelicatczza di alcune di queste ricerche non è snperfl uo osservare che la messti a. punto degli elementi necessari per l'adozione di uina nuova sostanza esplosiva esige un complesso impone,nte di studi, di prove :cli laboratorio ecl in sede semindnstria]e ed industriale, col eoncorso cli n umerosi ~t u<liosi e tecnici ; o,nde effe~tt.uare : - l'acccrt;1mento delle proprietù, chirniehe e fisiche della sosta;nza, ; - la determinazione delle caratteristiche teoriehe (volume specifico, calore di esplosione, calore cli formazione, potenziale, forza dell'esplosivo) e sperimentali; - studio delle possibilità d' impiego e di couservazione ~:!ella sostanza; - definizione~ del ciclo di produzione industriale; fasi tutte che il più delle volte comportaino lunghi studi e delicate esperienze non sempre coronate da successo e talora non scevre di pericolo. I111 quanto al ciclo cli produzione industriale, che è ovviamente della massima importanza, poichè da esso, in, definitiva, -

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r!I::VùLUZiù~I~ S CIE:STlFlCA E TEC:-. ICA

dipen de l a economica tlisponibilitù, ùella sostanza e quindi la pratica possibilità di usnfruirne, occorre not.n·e che il problem11 tec11 ologico (cli cui il ciclo rappresenta ]a soluzion e prescelta) è, i111, generale, più complesso di qnanto si vetiftca nelle industrie meccaniche. Non solo, come nel ca so di queste, può presentare più soluzi oni, ma anche, pe1· og,nuna di esse, r adicale diversità di imip ianti e persino di car;1tteri. tiche costruttive dei labo1·atori e dei reparti. In pnrte, ciò è determinato dal fatto· che ind caso delle industri e meccaniche, dato un prodotto finito da ri1proùul're, almeno l a materia prima di par tenza risulta determiJJata , per lo me110 n€lle sue cm·atteristiche fisico-chimiche ; pe1·chè la tecnologia rncceanica reaJiz,za essenzialmen,te t rasfol'ruazioni di forma . Nel caso della tecnologia chimica, invece, non di r ado la sostanza finale può ot tenersi c1;1 materie prime di partenr,a. ,cliversa e in ogni caso la r elativa, tecnologia deve realizzat e una serie di tr asformar,ioni fìsi<Jhe e chimiche. Ke deriva, al tre ì, che nel caso dell' industrif;l. chimica, se si può - e non sempre - t1·}1sformnre senza t 1OIPpa spesa un impia nto pel' 1·cnderlo ~1tto ::i produrre un a sost,wza diversa da quella pe1· cui sia sta to studiato, non è in genere possibile attuare t?1le trasformazione con sole tPi<.:cole modifLche cli accessori, par agona bili alle attrezzature delle macchine utensili, che rend0010 queste atte a]la l avorazione dei ip i tì sval'iati oggetti. La cosa è particolal'mente evidente nel caso ,della produzione degli esplosivi, che esige tra l' ;1ltro l ' attuar,ione d.i disìJ.)Ositivi di sicurezza ed accorgimenti del tutto particolari. Donde emerge la c01nplessità e la delicatezza dei pro blemi scientifici, tec1n ici ed organizzati.vi che in quest o campo si presentano e l' alta specializzazione r ichiesta in ehi è chiamato a rjsolverli. Da quanto sopra appare l'entità: dello sforzo dei nostri st udi osi e <lei nostri tecnici che n el periodo tra le cl ue guerre mondiali dotm·ono le nostte forze armate di una ga mma ,cli esplosivi senzfl confron to più ricca cli quella realizzata nel 1915:18. Com'è noto - infatti - nel 1918 oltre alla polvere nera, gli esplosivi presso di lllOi impiegati 1Per usi milit ari si riducevano, sostanzialmente, ai seguenti : - d~naIDiti a base attiva e a ba se inerte; -

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f0SPLOSIV1

- polveri colloid~li a doppia base (nitroglicerina e nitrocellulosa) in percentuali varie con aggiunta talora di qualche altra sostainza : balistiti, soleniti, <:orditi; - trinitrotoluene (trotil) e trinitrofenolo (acido 1picrico) e miscele al nitrato cli ammonio quali esplosivi di scoppio; - fulminato di mercul'io quale esplosivo d'ininescnmento. E pochi altri di limitato impiego. Nel 1940, anche trascurando esipJosivi di minore importanza, si aiggiungevano : - tra le polveri infumi : le balistiti attenuate fll binitrotoluene, le polveri alla nitroacetilcellulosa, le polve1·i alla fta lide, allo ftalato di butile, la balistite al 3(i % di nit1·oglicerina, le polveri al 1nitrocliglic:ol eec. ; - t1·a gli esplosivi di scoppio: le miscele a base di pentrite, di 'l' .4 ccc. ; - tra le sostanze innescanti: l'azotidrato di piombo, lo stifuato -di piombo ecc. Anche per la Scienza ,degli esplosivi, come per la Bfllistica interna, sul :finire di questo tperiodo l'impiego delle cariche cave, come abbiamo accennato, poneva nuovi problemi arch1i e delicati. Analogamente - ed ancor più - dicasi per le anni senza rinculo e per i proiettili razzo, in qnr,mto impieghino come propellente polveri infumi. E 11001 è dubbio che i rapidi progressi della chimica e della llsica rendera1nno sellljpre più complesso questo settore importain,t issimo ,delle scienze e delle tecniche militari particolarmente connesso con le possibilità ,del potenziale industriale della. Nazione. A questo rignardo, anzi, dobbiamo iin,.line porre in rilievo l'alta importirnza, iper noi, ,del grandioso sviluppo delle industrie chimiehe italia1ne, verificatosi nella prima metà dell'attuale secolo, anche per impulso delle esigenze della difesa nazionale, e grandemente ;1gevolato dalla notevole disponibilità di energia elettriC!l, ottenuta sfruttando una delle poche nostre 01aturali ricchezze : il carbone bianco . 11. - N0tn è faci1e raccoglier<~ a sist ematica unità il vasto (:ampo della Scienza degli Esplosivi, assai varia di indirizzi e <1i peculiari problemi, poichè attinge, più o mein:0, a. tutti i set~ : . ~

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L'IWOU.TZI0:-11•: S CI E:N'l'IFTCA E 'l'ECNlCA

tori della Chimic-a inorg~•nica e, soprattutto, della cbimic:a organica, nonchè a taluni importanti rami della Fisica. Per<"iò i ti·atlèl ti generali sono rE>lativaroente 1POd1i, se si ptesc:i nde dalle compilar.ioni element nri a carµttere scolastico. Ciò , del testo, si verifica fo1 qnasi tutti gli altri rami della Chimica applieata.. 'l'uttavia - uel periodo che c'in ter essa - furo no pubblic·ati in [tnlia [:llcurii trattati che conviene ricordare, fl_)er il l oro pregio sden tif:i.co e per l 'importa11za che ebbero nella for10a7,ione c· nlturale ,dei 110sll'i tecnici. Fra i primi in ordine di tempo, e preminente per c:ompleter.za e p rofondità di trattar.ione, l'ottimo tra t tato del prof. Michele Gina: « Chimica delle sostanze esplosive>> (1919). Que st' ope1'a offriv::t veramente un qu acl1·0 <:hiaro ecl organico e, per l'epoca, comiplcto della complessa materia . nello stesso tn utore ap1p arvero 11el 1D32 fo « Lezioni cli esplo id (parle descl'ittiva e tecnologicf:l) >> pari10ente pregevoli. Dal rptmto di vista. sistematico, il Giua , com'era del rest o nelJ;:i, 11atura cleJln materia , ebbe cura ,cli inserire gli argomentti nel quadt·o, grandioso ed armcrnh:o , della Chimica Organoica, un~ndo così al rigore scienti.fico la razi on11le esposizione ·dei fe nomeni che in quel qnaclro trovano chi.a1·irne.nto. SuJ1o stesso indirizzo, con cai-attere più siin:tetico, ma luC'idissime. l e « Lezioni di JDsplosivi >> (Torin o 1921), e la « Teol'ia cl egli gsplosivi >> (Toril10 1927) dell' allora ten . col. Michele Amatul'o . Notevole pnre, per chiarrzz::i cli esposizione e copia cli notizie l 'opera del magg. SaJln.stio R eg-ii) << Pol reri ed Esplosivi e loro effetti >> (Renna 1923). Di cm·attere 1più (·he altro scolastico le lezioni del ten. col. Alberto Mnrer, « Le sostat11ze esplosive>) (Torin o 1.932). P.ntico]arrnen te importaa1,t i le « N'ozioni fondament ali sulla teoria degli esplosivi >> del col. Giovanni Bianchi, che, in realtà, apparteu1gono nlln fine del l))erioclo precedente. Anche in questo campo, il Bian chi, recò le doti <li si,n tesi teorica che ne distinguono le ope1'e di B;:ilistica iutema , <li Balistica esterna e di Costi·uzioni cli 1-h tiglieria. -

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ffiSPLOSlVI

12. - Gli studi e gli esperimenti relativi agli es1plosivi in ge111ere, e quindi anche agli esplosivi di lancio, non tanto risultano dalla bibliografia, quanto da documentazioni di Enti Militati. di industrie e di laboratori, e ciò sia per ragioni di riservate:,,,za (tanto ai fini dellfJ difesa nazionale che ai fini delle privative indusfriali) e sia per il c;nattere di stretta specializzazione che detti studi ed esperimenti rivestono. L'esposizio,n e cli questi argomenti ipiù che richiamnr$i alJa. bibliografia deve, perciò, riassumere quanto emerge dalle realizz;1zioni (1). Due esigenze, soprattutto, hanno dominato, nel periodo tra le due guerre mo~1diali, l'evolnzione <legli esplosivi ,d i lancio ipresso di noi : - l'esigenza dell'autarchia in fatto di materie prime, cui già abbiamo iu generale accennato; - l'esigenza della rea.lizz~u-:ione di polveri « fredde >> e cioè a calore di esplosione re]ativamente basso, onde ridurre l 'usura delle bocche da fuoco. Nel procurare di soddisfare queste due esigenze fu necessario tener presenti due elementi di grande importanza., che, pertanto, costituirono veri e propri « vincoli » nella scelta delle possibili soluzioni : - g;1rrnntire la maggiore possibile stabiJità e conservabilità dell'esplosivo; - evìtare 1a costruzion,e a nuovo di impianti notevolmente com1Plessi; eppertanto realiz11,are, in quanto possibile, pol~ veri laminate, poichè tali erano le ,due l])l'incipali polveri (balistite e solenite) da. sostituire, e quindi atti alla laminazione er;rno gli impianti •n azionali esistenti. Per questo m<'J:ivo, oltre che per la minore uniformità e costanza ,dei requisiti balistici, non furono in genere presso di 1wi realizzate polveri a semplice base (nitrocellulosa) sul tipo delle polveri B francesi e delle polveri americ;rne. (1) rer quanto conc<:?rne lo stato della Scienza e della tecnica esplosivistica nel periodo dal 19:15 in poi è particolarmente preziosa la consultazione dell'ottimo Corso di Esplosivi del ten. col. del Servi:do 'l'ccnico di Artiglieria, clott. CAMILLO C,H'R.IO (Roma 1949).

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L'IT,VOLUZ!O)<f•) scmN'rtFICA E 'l'ECNICA

Uin,'ccceziolle fu data dalla adozione di poheri alla nitrocellulosa per armi portatili automatiche. Ciò, soprattutto pel' l'attitudille di tali polveri ad essere progressivat~ (cosa !llOn ot. tenibile con polveri contenenti glicerin!1, a causa <lel trasudamento di questa, in fnnzione della temperatura) . La 1progl'essivar.ione fu ottenuta cospa1·ge1ndo superficialmente i grani cli. ipolvere con una soluzione di una sostan,r,a gclatinizzanle e sta1,ilizzante (pe1· es. : centra lite) in modo da conseguire uina più spinta gelalinizzazione superficiale (e degli strati p1·ossimi alla superficie) . In tal modo, si esHltò la possibilità - offerta dalle polveri alJa ,nitrocellulosa - di ottenere vPlocità elevate con pressioo1 i relntfrnmente basse e limitata ei-osione delle canne. A.lti-o requisito favorevole di queste polYcri, in relazione all'impieg·o nelle armi portatili., è costituito dalla maggio1· densità, ri petto alle balistiti e poh·eri arniloghe e quincli dalla possibi1itù, di impiegare 1m maggior peso ,d i carica, a 1p~rilà di volume del bossolo. Un primo 01·dine di sludi fu rivolto alla produzione cli glicerina e cellulosa nitrabili ottenute da materie prime nazionali. Con ciò, più che a sost ituil:e le polveri i01fumi tradizionali con nuoYi propellen ti , si b1 tendeva ad assicnr!lrne in ogni eveinienza la possibilHà di rifornimento. Comunc1ue tali studi furono - e sono - della massima importanza , poichè initrogli.cel'ina e nitroceJlnlosa restarono (salvo qualche eccezione) componenti indispensabili delle polveri infumi presso di n oi. Per quanto si riferisce alla glicerina, tr?t le possibili soluzioni, i pensò anzitutto alla fermentazione glicc1.·icn degli ½UCcheri. Nel caso nostro, gJi ,r,uccheri occorrenti potevano ricavarsi dal melasso delle barbabietole e da qnalche altrf,l fonte (zuc:cheri ottenuti ,cla idrolizzazi one del legno o d alle sostanze amidacee); comunque, in quantitativi sempre limit ati, e .con processi com1p lessi e delicati, specie 1nei riguardi della purezza ,clel prodotto fìn;1le. Nei riguardi invece ,~P.lln nitrocellulosll, il l})roblema fu, in questi anni, praticamente presso di ,noi risolto> do1po ~tudi e prove C'ui contribuirono Yalidnmente gli nfficiali del Servizio 'l'ec1

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ESPLOSIVI

nico {l'Artiglieria, specializzati nel ramo esplosivistico, ed i chimici d' Artiglieri;i. 'rra i primi vogliamo, qui., ricordare il generale 'l'esio (che ricoprì anche 1;1 carica ,cli Direttore Superiore del Servizio 'l'ecnico Arm i e Munizioni) il col. Guido Pannoncini, studioso e tecnico brillantissimo e di vasta cult ura , immaturamente r;1piclo all'Arma, i1 col. De Rosis, direttore del Polverificio dell'Eserdto di Fonta,n a Liri. L'ottenimento cli cellulosa idonea alla nitrazione, dal legno di alcune essenze (pino, abete, faggio) nonchè da alcune piante ,cli estesa coltura (mais) o di disponibHità rehitivameinte ampia (canne) fu conseguito, ed i rélativi processi furono pieinumentc messi a punto. Restava, t uttr1via, da un lato il problema. di trovare sostanze idonee a sostituire la glicerina (sempre di non facile nè sufficiente disponibilità) e craltro lato il 1prohlema, ,non meno impellen,te, cl.i realizzare !Polveri« fredde>> (e cioè a temperatnra di esplosione rel;1tivnmente limitata) fo quali, per qnanto possibile, mantenessero gli ottimi 1·equisiti balistici cli stabilità e conservabilità della balistite, o per lo meno li possedessero in grado accettabile. Le soluzioni attuate, dei clue problemi, naturalmelil•te interferiscono . Oosicchè, urn11 classi:lkazione dei nuovi tipi cli polvere realizza ti in q nesto periodo riesce necessariamente alq nan to arbitl'a ria. Con lo scopo, soprattutto, di sostituire la nitroglicerina, furono studiate, eSJPel'imentate ed adottate verso il 19il0, h~ polveri al nitroclig·licol, eontempora11eame111te usate ;;inche in Germania. In queste polveri, la nitroglicerina, è sostituita dal nitrodi.glicol, ottimo gelatinizzatnte ,della nitrocellulosa, anche 11d alto titolo di azoto. I n esse pertanto è impiega bile anche il fulmieotone. Poichè il nitroc1igli.co1 ha temper;1tura e calore di esplosione notevolmente inferiori a quelli. della nitroglicerina, queste polveri risulta111:o meno << calde )) ,delle balistiti. Presso di noi ne furon o realizzati ti.[Ji « laminati >> cosicchè gli usuali impianti furono di massima utilizzabili anche per queste polveri. Il nitrodiglicol possiede una volatilità alqu;rnto superiore a quella della nitroglicerina; eppertanto le polveri coll1• esso confezioinate presentarono una stabilità un po' minore di quelle ordinarie. Perciò il loro impiego fu generalmente limitato ai casi (ca111,noni ad alt;:l velocità infaiale) in cui s'imponeva un -

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L 1 0V0LUZI0l'\E SCIEKTIFICA El TEC~ICA

minore calore di esplosione. Il maggior pl'egio del nitrodiglicol p et· noi era, tuttavia, costituito dalia sua agevol e disponibilità, poicllè Ja pr inci1pale materia prima di pa1·tcnz11 è l 'etilene, ottenibile, tra l'altro, dall'alcool etilico o clal carbnro di calcio_ Altre ipolveri s tu dia te Ycrso il ] 940 essenzialrncnte per sostituire la nitroglicerina furono le polveri al nitrimctriolo, proposte ,d alla Società, Rombrini P llrocli Delfino. In queste polveri, il t rinitrometriolo (ete1'e trinitrico del mctriolo) e l'acctilmetriolo sostituiscono l a nitroglicerina; esse sono anche « polveri fredde ». P erò il metriolo 111011 è, per noi, pro<Clotto di facile ottenimento poichè, ti-a l' altro, richiede come materia prima l'aldeide p ropilica. P erciò queste IJ.)Ol veri non hanno trovato pratico jmpiego. Sempre allo scopo di sostituire almeno rp111'ziahnente l a nitroglicerina, furono definite ed adottate le balistiti attenuate, e cioè a, basso tenore ,cli u1ii.troglicer·in a . Oosicchè, nnturalrn.ente, sl otteneva anche una minore tempe1·atura di esplosione. R ealizzar e queste polveri , in modo da conseguil'e (senza 111otevoli inconvenienti t ecnologici, e ,d 'im!Piego) i maggiori. possibili vantaggi, costituì uno d<'i pl'oblcrni più ardui e complessi della tecnica esplosivistica, fìn da qua ndo, si può dire, nel 1884 proprio con la produzione di una polvere alla sola nitrocellulosa (la polvere B francese) , si iniziò l'epoca clellc polveri ililifumi.. Se per ottenere i vf!ntaggi, del resto notevolissimi, della minore usma delle bocche da fuo co e del1a economia òi nitroglicerina, si è ,disposti ad accetta re gli inconvenienti che le 1polveri alla sola 1nitroccllulosa, o attenuate, generalmente presentano nei confronti del1a balistite classicn (minore stabilità. variabilità di peso di carica, per un a data velocità iniziale, tra lotto e lotto, e nel tempo, maggiore percentuale di ossido di carbonio tra i prodotti dell'csiplosione, impi anti e cicli cli produzione più compl essi) allora, ITTilturnlmente, il problema è di facile soluzione o, meglio, quasi neanche si pone. Ma i nostri tecnici (ed in p ar ticolare i tecnici dell' Esercito), sulle ,direttive dello Stato Maggiore, si prop osero di ridmre al minimo gli inconveuiiem,ti, pur ottenendo in mi sura soddisfacente i desidel'ati vantaggi. E così, questi nostri esplosi visti - mili tari e civili -

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ESPLOSIVI

con lavoro tenace 7 crearono esplosivi di l;rncio di compos1z1one e dosaggio originaJi, alJestiti con gli impianti esiste,n ti, e con equilibrio sapiente di caratteristiche e di presta,donL Ciò andava. rilevato per due motivi : Anzitutto, perchè troppo spesso sfugge agJi utenti di un prodotto (meccanico o chimico che sia) la somm11 cli studi e di tentativi, che costa la risoluzione dei ,problemi tec11ici, quando si vogliono affrontare in tutta. la loro com plessità. Iin seeoindo luogo, perchè l'adozione anche p resso di noi (in genere posteriormente al periodo di cui stiamo trattando) di polveri aUa. sola nitroce1lulos;1, non deve far pensare ad un riconoscimento dell'inferiorità <lt>]]e nostre polveri o che i nostri temici - tra il 1930 ed il 1940 battessero una falsa strada. Non tratteremo qui di tale adozione (spesso anche tecnicamente opportuna); osserveremo soltanto che l'evolu:;r,io,ne dei materiali bellici come, e fo rse più, l 'evoluzione di altri manufatti di uso corrente, è influenzata da numerosi fattori, fra cui quelli di carattere strettame111tc tecnico non sempre predomii1alllo. Accenniamo ora, a qualcuno clei più caratteristici tipi cli balistiti attenuate (o propellenti irnaloghi) realizzati in Itali.a nel periodo che c;interessa, presdnaendo ))(~reiò dalle balistiti atten,ute a solvente volatile (col'diti e soleniti) di realizzazione anteriore. Anzitutto, la. balistite al 36 % di nitl'oglicerina che è una vera e !Propria b;:ilistite, in cui il tenore di nitrogliceri,n:a venne ridotto al minimo compatibile con una buo11a gelatinizzazione alla nitrocellulosa . In questa p olvere è aggiunta una piccola percentuale cli centralite (dietildifenilurea simmetrica) con esclusivo compito di stabilizzante. Questa polvere, che conserva quasi tutti i pregi della balistite (tra cui quello, import;:101:itssimo, cldla. costanza. del peso cli carica) è particolarmente i1Clatta. per la sua vivacità piuttosto elevata, all' imipi.ego i1n cariche r idotte e in cariche di artiglierie torte (obici e mortai) . A questo proposito, è da ricordare che la vivacità di un;:i. polvere è funzione della sua composizione e delle sue caratteristiche fisiche, oltrechè della granitur~l. Il potere erosivo della balistite al 36 % è assai minore di quello della balistite 1normale. -

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L'E\"OL UZIO~E SClE..,'.[JFlCA hl 'l'EC?,ICA

I nvece in altre polveri h1 centralite ha. anche funzione di gelatinizzante inerte non volatile, oltrechè cli raffre ddante e stabilizzante. 'rale la polvere 012 ::il 24 % ,cli in itroglicerina è 7 % di centralite (d' ideazione tedesca) . Con fun zione di gehttinizzanti fm,0110 usati presso di noi, in alcune ,polveri, lg ftalicle (derivato ,d ell'nciclo fta lico) o lo ftalato di butile. Tali le polveri PO (alla fta lide) della Società Bornbri1ni Pasodi Delfiino e l e polveri FB (Hllo ftHlato di butile) de1la Società. Generale Esplosivi e liunizioni. E' da osservine che nè 1n centrtiJit e nè la ftalide o gli. ft~]n ti sono per noi prodotto di ·1urga disponibilità. P erò le piccole per centna li richieste (in gener e inferiori al JO, %) rappresentnno un vantaggio rispetto aJle ben JPiù notevoli percentunli di nitroglicerina (il cui tenor e dal 50 % viene l'iclot.lo ~l 30 %) che si possono economizzare; e ciò anche a prescindere dal carattere di cc polveri fred de >) che hann o q nesti esplosivi di lancio . Sotto questo aspetto, è analogo il c::iso <lella polvere O G 13 stncliatn dal111 Soc. :N"ohel ed c1.èJottata nel nostro Esercito, in cu i il 1.5 % cli trinitrotolnene solido (in fnsione, ap:punto, di geJ~ti.uizzante soli,lo non volatile) eon1seJ1:te cli ridurre al 25 % il tenore cli nitroglicerina. Di adozione piuttosto ampi.a, presso d i n oi, e pnre st udiate in qnesto periodo dall a Soc. Nobel. furono le• polveri N.A.0 . .(alla 1nitroacetilcellu)osa) con tenore del 30 % cirra cli nitroglicerina e bm::sa temperatur a cli esplosione. Circa l'usur~ delle bocthc da fuoco, che, assieme alle esigenze di autonomia in f atto cli ma terie prime, ha imposto l'abbandono delle balistiti norrua li ed è statR quind i un o elci principali motivi elci complessi stndi, che abbiamo rias unt o, è da ossel'vare che essa è apparsa come un inconvciniente intoll erabile, a. causa, soprattutto, di due elementi emersi nel1a pl'ima gnel'l'a m ondiale e, na t nralmcnte, nfform;1tisi sempre di pi.ù in seguito : la lunga durata delle gu erre mo·clerne ,e l 'enorme consumo cli ma terialc che COlll!p01~taQ1·0. Molto spesso, nel corso della Storia Militare i più importanti progresi:::i dell'armamento suggerirono la convinzione (qu;1si sempre illusoria) che la miciclialità delle nuove armi avrebbe a bbreviat o la durata dei con.ilitti. .E cosi si pensava, d a parte di alcuni, nel 1914 e persino 111el -

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0SPLOSIVI

1939. Specialmente nel J !)H, quasi nessuno prevedeYa u na guérra di lunga durµta e perciò l 'alta usur a delle armi non app ariva inconveniente molto gl'ave; per )o meno non t ale ,d a rendere secondari i vantaggi de.lhì balistite; - le variazioni cli velocitù inizinli conseguenti alla ra1Pida us ura delle canne tiusciv!1110 cli pregindizio relativamente limitato nelle artiglierie campali, per le qu ali era di rito la normale corndotta di fuo co s ulla base del ragginngimento deD a forcella; e cioè in sostanz~, la determinazione col tiro di un alzo effetlivo del moment o. Riuscivano invece, assai, più p1·eoccupanti per le bocche da, fuoco non collljportanti un a simile condotta di fuoco (armi automatiche ed artig lieria con,t.raerei ; inesistenti o cli secondario intere se nel 1914) . Della non ;lbbondan te lettera tura monografica sn questi argomen ti citiamo la« Kota sulle poJveri di lancio delle armi aut omntic l1e e delJe a rmi portatili » (Riv. Art. e Genio, luglio 1933) in cui il Oom:rnda,n,te Marcello Cah itti ò<'lla R Marina, mett eva in luce i pregi cle]le polvel'i plla nitrocellulosa per alcuni pa rticolari impieghi, ed alcune memor ie del <lott. Mari.o Tonegntti del Laborat orio Chimico P rincipale de])a R. :Marina (1) in c11i r111esto valente esplosivista ed acuto sperimentatore, rendeva cotn to ,d i alcuni studio, che tuttora conservpno notevole inter esse. 13. - Circa gli esplosi vi cli scoppio gli st.ucli e le realizza zioni fu ron o rivolt i allo scoipo di conseguire, pel' qu:rnto possibile, l' a utonomia di rifornimento (si a n fen olo che il toluene erano insniftcientemenrt:e disponibili) u,n itamente ad· una maggiore pot enza. e ad 11deguata sicurezza, conservabilità e altit ucliue al ca ricamento ·con cicli economici. Dal punto cli vista dell'antarchia 1presentava particolare Yantaggio il nitrato ,di ammonio, perchè pnò essere ottenuto (1) MA1110 'l'o:-:1::cun1, « Le inclus ioni estranee q unli agenti di de<:omposizionc delle polveri i nfum i » (HiY. d 'A.. e G., giugno 1938); « Le moderne polveri senza solvente esaminate dal punto di vlsta della loro costanza balistica » (Hiv. d'A . e G., gennaio 19'10). In questa memoria l' A. clliama - non a corto dal punto di vis ta scientifico - polveri scuza sol vente, le poheri cosl de tte a solven te solido.

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L'EVOLUZIOXID SCIENTIFICA ID 'J:ECNICA

clall'ammoiniacµ e dRll'acido nitrico, entrambi preparabili per ~intesi degli elementi. Inoltre, il nitrato d'ammonio è ricco di ossigeno e pel'tanto si .Presta a<l essere mescolato con esplosivi poveri di ossige1110. Ogni sforzo, fu, pertanto fatto presso di noi per utilizzare con larghezza il 11'.liitrato d' ammonio non osta nte la sua scarsa sensibilità, la sua igroscopicità, e la sua attitudine a dai· luogo n composti pericolosi in particolari comdizioni di caricamtn to. Oggetto di lunghi studi, tr~ il 1930 ed il 1940 fu 1perciò l' Albite, miscela di nitrato d.'ammònio, nitroguani dina e n,itrato di guanidina, i due ultimi poverissimi di ossigeno e cli facile approvvigioinmnento, perchè ottenibili dalla cakioci;:inamide e dal 1niitrato d'amm011io stesso. L'Albite però olti-e a d essere alquanto igrosco1Picfl. risultò molto so1·cla all'innes<:amento e ne fu ben presto abbandonato l'impiego. Notevoli progressi, invece, illella tecnica degli esplosivi furono realizzati con la messa a pu111,to <lelli1 pr·odnzione e utilir.zazione della pentrite (tetranitropenteritrite) e del 'l'.4 (trimetiJent1foitroammina), i due pote11ti esploshi, ottenibili sinteticamente clagJi elemenrti o da materie prime di larga disponibilità. I nost ri esplosivisti di Artiglieria e del Genio, e dell'industria pri.vat;1, si dedicarono con tenacia e con passione allo studio clei 1problemi relativi all'allestimento ecl all'impiego di queste due sosta1nze. E ' d.a notare che, premessa fondamentale a·ei r isnJtati raggiunti, fu, in questo camipo lo sviluppo della nostra industria chimica, ampiamente orient~ta verso le sintesi dagli elementi (in particolare: produzione dell' acido 01,itrico sintetico e dell'ammoniaca sintetica). Con l'impiego della pentrite e del T.4 fu possibile sostituire talora, anche con vantaggio orngli effetti esplosivi, altri esplosivi; quali il tritolo e la pertite, di ~lto pregio m ::L cli ·difficile approvvigionamento - perchè derivati da idrocarburi aromatici. Tam,t o la pentrite che il T.4 sono più sensibili che il tritolo (più ,del doplPiO: alla berta) ed hanno velocità, di detonazione assai maggiore. Il loro impiego, pcrtamto, meutre, in certo se11so, è più svpriato di quello del tritolo (ipotendo essi, meglio (li questo, essere utilizza.ti come ilrnesca11ti) e d'altra p arte meno agevole, -

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ESPLOSIVI

per quanto si riferisce all'utilizzazione più ampia e, almeno quantitativamente importante (caricamento inter,no dei proii:·ttili) . I noltre deve essere effettuato il caricf.lmento per compressione, perchè alla temperatura di fusione tendoJ10 a decomporsi. Perciò, generalmen te, non vengono impiegµti da soli, ma in miscela (spesso, col nitrato d'ammonio) per il caricamento proiettili, meJ1tre quali innescanti (!per es. : nei detonatori) so1110 per lo più impiegati :fl.emm;1tizzati (per es. : cou1. 1paraffina e talora, il 'r.41 con vasellina). Con l'accurato studio di questi ,due esp]osivi e delle loro possibilità d'impiego, i nostri esplosi.visti, mili.tari e civili, ci consentiro1110 di poter rinunziare all'impiego cli tetrile (tc:tranitrometilanilitna) esplosivo altrettanto potente e forse ancor più adatto come ilmescf.lnte, ma poco accessibile a noi, per deficiernrn di materie prime. In una nota pubblicata ~1el maggio 1930 sulla Riv. di Art. e Genio (Importanza delle aldeidi formica e acetica sulla pre· l]JUrazione degli esplosivi) il clott. 'l'ito Pavolin:i 1proponeva l'impiego <lella pentrite (anch'essa buon gelatinizzante della nitrocellulosa) in sostituzione della nitroglicerina nelle polveri collaid.ali ; proposta che non, ebbe pratica, attuazio111e. Il cap. d.el genio dr. Attilio Izzo, segnplavH tra. i primi, le importanti proprietà della pentrite e del 'l'. 4 in due memorie, ,pubblicf.l,te anch'esse nella Riv. di Art. e Genio (1). Interessanti ricerche sperimentali sulla, pentrite e sul T .4 furon,o effettuate, tra l'altro, dal Laboratorio Chimico Principale della R Marina, a complemento degli studi degli altri studiosi n,o stri e stranieri (2). 14. - Non ostante i <.:ontinui progressi della Chimica esplosivistica, anche in questo (Periodo la polvere nera non solo 111:()n viene, com'è noto, del tutto abbandonata ' nell'im[Jiego, ma continuerà ad essere oggetto cli perfezionamen,t i tecnologie'i., se (1) Col. clott. ATTILIO I7.zo, « Tetranitra to cli pentaeritrite >> (R,iv. cl'A. e G., sett.-ott. 1030); e< Notizie su alcuni moderni esplosivi producibili in Paese» (Riv. d' A. e G., aprile 1932). (2) Dott. MARIO '.l'ONrour1'!, « Il calore cli esplosione della pentriti~ e della 'l'.4 » (Riv. d'A. e G., ottobre 1935).

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L'T,:VOLUZIOXE SCIE~'.rll''ICA M TECNICA

pure cli portata relativamente modesta. Oltre agli impieghi pirotecnici (caricamento di razzi ecc.) o per pet~rc1etti e carichettc cli imwscamento, questo eS/l)losivo corntin nò ad csf,ere usato per le micce, ed in particolare per il caricamento degli anelli delle spolette a t empo o a doppio effetto (1). fo, questo caso, soprattulto, si esigono dalla polvere. omogeneità,, 1·egolari.tù, e costanza di. (·omportam ento in grado elevato. E' perciò che, prqprio in questo l]_)eriodo, esamite ormai IP sco1·te delle otti]lle polveri nere clei vecchi polverifici militari aholili, si clo,ette studiare e realizz::11·e un piccolo impi,rnto, <·apnee di soppuil:e (assieme ai pochissimi impianti civili) al fabbisogno cli polvere <li qualitù. per le spolette. Lo studio fu aceUl'atamcnte condotto dalla Direzione superio1·c del Servizio Tecnico di A1·tigli<'ria, adottando il metodo delle botti a. strettoio e giustamente cnrando al massimo grado· la produzione del ca rbone ne1J'impianto stesso, da attuarsi secondo il ciclo più model'no (2). Sorse cos1 il rep;nto Polve1'e ne1·a del Pirotecnico dell'Rsercito di Oapna, cui fu annesso anche uni 1piccolo imipianto sperimentale. Reparto che fornì ottima produzione durante la se<:onda guerra mondiale; fu questo, il carnto del cigno <lella tecnologia militare dell a polvere nera, cl.te presso di 01:oi (~pecialmente in Piemonte e nel Regno delle Due Sicilie) fl,veva vantato secol ari gloriose tradizioni. Oontemporameamente si ampliava e rinnovava la tecnologia degli esplosivi innescanti. Il fulminato di mercurio aveva detc,nuto a lungo un prhn11to quasi "Csclusivo al riguardo. M'a gli studi già dfl tempo iliiziati ed in questo periodo ultimati e concretati iu realizzazioni produttive, con l a costruzione di impianti - militari e civili - delicati e costosi portavano ad un vasto impiego dell'azoticlrato di piombo, spesso 11ccoppi.ato allo stifnato (trinitroresorcinato) di 1piornbo.

(1) Nel periodo cui accenniamo le spolette meccantche, pl'ecìpuamente per ragioni economiche, ;furono cli uso limitato. (2) ST.1m·, « Il problema attuale della polvere nera J)er l'Esercito» (Riv. cl' A.

e G ., nprìlc 1027).

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!i;SPLOSIVI

Per questi es,plosivi, impiegati per lo pm m cassule, in quantitativi limitati, la. :preoccupazione delle disponibilità di materie prime presc~uta modesto interesse. Comlmque, tanto il fulminato che l'azotidrato cli piombo si ottengono da materie prime di sn:fficiente disponihiJità presso di noi, meno favorevole la situnzione per lo stifrwto, derivante clalla resorcin11 (metacliossibem,7,ene) . L'azotidrato di piombo ha maggiore potere dirompente, minor costo, maggiore possibilità di sopportare le compressioni, ris[Jetto al fulminato cli mercurio, e resiste nssai più di quest'ultimo a 11.'umiclità. Perciò, in generale, come innescante primario è preferibile, non può però essere impiegato per micce cletom1:nti,, eppertan.to non può in tutto sostituire il fulminato di mercurio. Per lo più, (leve essere mescolato a stifnato di. piombo, onde ottenere un innescante a punto <li acc.:ensione su:fficieintemente basso. Il fulminato di mercurio ha maggiore sensibilità, al1'urto <~ mimore sensibilità alla fri.7,io11e, ri~ spetto nll'azotidrato di piombo. Quest'ultimo non sopporta di essere caricato in bossolctti di rame, perchè dà luogo con questo metallo all'azotidrato di rame, troppo IP(~ricoloso; lo si carica pertanto in bossoletti ,cli alluminio . Questa circostan7,a contribuì alquanto a ritardare 1';:ido,done d<!ll'a?:oticlrato cli piombo, presso di noi, e gli fu ritenuto, da alcuni, preferibile l'azotidrato ,cli argento . Altro oggetto cli studi e di accurati accorgimenti tecnologici fu, ed è, la cristaJ.li7,za7,ione à.e1l'a7,otidra to di piombo che deve essere co1ntro1Jato in sede cli fabbricazione con la massima cura (1) perchè, se in aghi lunghi e sottili, l'esplosivo è parti~ colarmente pericoloso. 15. - Tutto un vasto capitolo della SeieJJ7.a degli Esplosivi si occupa clei metodi - fisiei e chimici - di analisi e di controllo di queste sostanze, Je cui partieolari caratteristiehe e presta7,ioni impongono spesso spetiali sistemi ed aecorgime111,ti. Forse più interessante di ogni altro è l'arduo campo dei lò;'lggi di stabilità,, ta11 to imtp ortanti nella pratica quanto delicati nella (1) 1\l[IC'.EELE GruA e Eno,1uoo OELT, A PI.>\...l,A. « Sull'analìsi micrografìca delle sostanze esrllosive » (Riv. d' A. e G., Suppll~mento ' Tecnico, marzo 1933).

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L'EVOLUZIOXE SC!f:NTIFICA El TECNICA

teoria e nella esecuzione. A.cl essi la letteratura scientifica e tecnica, italiana e straniera , si dedkò, nel periodo in cui discorriamo, con impegno e con brillanti risultati. I nostri esploshisti - milital'i e civili - foruiro110 am1Pio contributo <li ricel'chc originali ecl acute, ch e costituiscono legittimo Ytrnto deUn scienza it aliana. N elJn numerosa serie elci saggi cli stabilità spesso riconono, e non. cli rado in posti di onore, i IJ'lomi dei nostri esplo~ivisti (s.a.ggi Angeli, Faliani, Grottanclli, Tomonari, Ohiaroviglio e 01·bino, saggi nlln, clifenilamrniua della Direzione Superiore del Sèrvizio Tecnico cli Artiglieria). Pnrecchi di quest i saggi furono clefilili ti (per es. : il sa ggio Grottan clli e il saggio <lella difenilammina-) o sottoposti ::t. controlli critici (per es. : il saggio Angeli) nel petioclo tra le cluc guerre monclinli; mentre, nel co1n:tempo, Panaloga letteratma straniera era , presso di noi, oggetto di rit (~rche e di attenta critica. Non è 11ni il caso òi addentrarsi nel

Fig. :!'.! . • d111seppe Failln.

dettaglio scientifico e tecnico dell' i1rgomen,t o. Ma non possiamo non menzionare alcuni di questi contributi, molti dei qu ali frutto del paziente e silenzìoso laYoro dei Gabinetti Chimici clell'Eserdto e della. Mm-ina . -

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l!SPLOSIVI

I n u,n;1 interessante memoria sulla « Misura della instabilità assoluta delle polveri media nte il saggto Abel>> (1) , il capitano del Servizio Tecnico Artiglieria Giuseppe Failla, suggeriva di introdurre, in luogo del concetto (piuttosto vago) di stabilità dPlle ,polveri, il concetto di instabilità, intesa come velocità di decomposizione delle polveri, e su lla buse di numerosi d~tti sperimentali otte1n,uti mediante il saggio Abel, ;:iffermava la validità della equazione di Will Robertson (relativa alla velocità di decomposizione) per tutte le prindipali balistiti. Interessante stu<lio che avrebbe meritato ulteriore sviluppo, onde accertare se, effettivameinte, l a velocità di decomposizione delle polveri segue una legge esponenziale (quµle quella espressa dalla equazione ,vm-Rohertson) in fnnzione della temperatura. Dell'argomento si occupò pure un briJlante ufficiale delfEsercito Lituano, il maggiore Lesauskis, alli.evo del nostro Corso Superiore Tecnico cli Artiglieria, che potè disporre del Laboratorio Chimico del Polverificio dell'Esercito ·<fol Liri (2). JDgli si basava sui risultati -del saggio Titlhmi, anzicbè su quelli del saggio A.bel, e giungeva a conclusioni assai interessant5 circa la misura delle velocità di decomposizione .delle polveri richiamandosi anche alla teoria qur.i.nt istica dell'energia. Im1portanti ricerche critiche fumno effettuate dal dott. l\'Iario 'l'onegutti del Laboratorio Chimico P rincipale della R. ·Marina rn vari saggi, determinandone attendibilità e condizioni di vali.dità (3). A. questo ric:e1·catore si deve anche una importa(l1te Memoria sulla. « Deterrn1nazione deJJa sensibilitù all'urto delle sostao.1:ze esplosive)) (Riv. cli Art. e Genio, nov . 1941) in cui aus1Picava una più esatta precisar.ione ·delle norme da seguirsi nelle prove degli esplosivi alla bm·tn .

(1) Riv. d'A. e G., maggio 111:i:: (2) Magg. I"RA NAS LESAUS KIS, « Sulla velocità di decomposizione delle polveri sen:.i;a ;fumo ii (Riv. d'A. e G ., febbr.-marzo Hl31). (3) D r. lYLuuo ToNEGU'J.<Jì, « Il saggio di Lecorché e Jovinet applicato alla verifica delle moderne polveri a centratiteli (Riv. d'A. e G., luglio 1935). Dr. M,IRIO Tom;cunr e Dr. Eszo BuA,.' ì'DIM,mTE, « Studio comparativo su alcuni saggi elettrochimici p roposti per la determinazione della stabilità delle polveri infumi» (Riv. d' A. e G., maggio-giugno-luglio 1939) .

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l)BVOLUZIOXW S CIF1ìS'TJl,'ICA E TECNICA

16. - Studi ed esperie11ze sulle cariche c~ve (così detto effetto Neumann) fnrono presso cli noi inizis-tti solo al principio delh1 se<:onda gneua mondiale e ,con intento cl'immecliatH utilizzazione bel1ica. Ciò ebbe per effetto, da un lato, di vincolarli ad nn rigoroso segreto, che ainco1: oggi non ne rende facile la ricostr u;~ione, e dall'altro lato indusse a realizzazioni pl'a tiche, si!l p ure empiriche, piuttosto che a r icerche metodiche, per le quali sarebbe occorso troppo tempo, incom1patibile con le esigenze de-

Pig. 23. - Homolo Uaggio.

gli eventi bellici. Si può dire, però, cbe p resso i Cent l'i di E sperienze ,cli Artiglier ia, le pl'Ove furono iniiiate già. tr u il 1939 ed il 1940 e che, natmalmeute, in 1p rimo t em po, più che allo :;tuclio del materiale di rivestimento dell!:l cavità delle cariche (così dett a Cflmpanella) furon o intese a stabilire volume e forma idonea della cavità stessa, in rela zione al volume della. carica. Molto r apidamente (e per merito particolare, tra gli altri, del magg. generale d' Artiglieri a Romol o Baggio) furono nel _ , 238 -


COSTRUZIONI DI AR'.L'IGLXERIA

1941, realizzati speci;1li proietti a carica cava, atti a perforare ·corazze i.n coindizioni di velocità itniziale e di velocità d' imbatto incompatibili con la perforazione a, mezzo dei proiettili !Perforanti ordinari. 'l'ali proietti furono ulteriormente perfezionaH durante la guerra. Importanti studi sulle cariche cave veinnero compiuti 1pres:'lo Ja Direzio1ne Supel'iore del Servizio Tecnico d'Artiglieria e ad opera. del col. clel genio Mario 'l'anferna e del ten. col. Chelazzi del Centro Studi del Genio, ma furono in genere successivi al periodo di cui qui ci occupiamo.

o COSTRUZIONI DI ARTIGLIERIA

17. - Sguardo generale agll studi sulle costruzioni di Artiglieria dal 1920 -al 1940. - 18. - Studi relativi alle bocche da fuoco . 19. - Studi relativi agli affusti. - 20. - Studi relativi alle munizioni. 4~

17. - ,M entre rinnoviamo l'avvertimento (già ripetutamente

fatto) che eviteremo per quanto possiùile di ripetere, quanto già detto in el Vol. XII, Cap. L, rit(~niamo op1POrtuno premettere, anzitutto, che qui, 1Più rigorosamerite di quantò non si sia fatto iper gli studi relativi agli esplosivi, ci limiteremo, <li massima, all' esame necessariamente succi111.to, dell'attività scientifica, accernnando solo nelle grandi linee, ecl in quanto indispensabile, alle realizzazioni. La r;1gione è evidente. Mentre infatti, l'evoluzione della scienza esplosivistica (nel suo aspetto essenzialmente chimico soprattutto sYilu,ppato jn Italia) necessariamente si confonde con la storia delle sue realizzazioni, dato il c~rattere rigorosamente sperimentale di essa, non lo stesso deve dirsi della Scienza delfo Costruzioni di Artiglieria. Infatti, alla pa,r te descrittiva dei materiali è data come logico, altra sede, mentre qui si vuole soltanto svolgere quanto riguarda le teorie, si;1 pure tene,ndo presenti, e richiamaudo, ove occorra, le applicazioni. -

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L 1 E!VOLUZI0l'ì"E SCIENTIFICA El T0CNICA

Ciò premesso, è opportuno precisare che nella su a più vasta e forse più r;1zionale accezione la Scienza delle Costr uzioni di Artiglieria compre111de aill,che la Balistica I nterna quale suo primo capitolo (1), ment re le si affioocano - con fisionomia auto. nom a - Ja, Balistica esterna da un lato e le Scienze degli esiplosivi dall' altro . I n un senso più ristretto, 1;1 Scienza delle Co~truzioni d 'Ar t iglieria comprende solo i capitoli relati vi al calcolo ed all a !Progettazione delle bocche da fuo co ed affusti (od imstallazion:i), valendosi, ben inteso, dell'ausilio delle altre scienze suaccennate, n onchè anche, dellll Mecca nica razionale, deUe Sc:ienze delle Costruzioni (di cui, in sostanza, è u na parti:'), òelln l\:[etn])urgia, della, Tecnologia Me,ccanica, delle M~ternatiche pure e clelln J.t'isica, cd in genere di tutte le discipline teodche ed applica te che necess;niamente interven gono nello studio dei fenomeni, e;he è chiamata. ad esaminare. Per qunlilto svariati (cd i111i parte, anche, eterogenei) siano questi fenomeni, la. Scienza delle Costruzioni d'Artiglieria ric-eve unità e specifico oggetto, dal problema fon damentale del1' Artiglieria « colpire tem:pestivamente il bersaglio >>, problema alla. cui soluzione sono intese tutte, indistintamente, le attivi tà dell'Arma da quelle tattiche a quelle logistiche e trcniche, da quelle più intensamente spirituali a quelle più astrJ3.tfampnte intellettuali. Alla soluzione di questo problema, la Scienza delle Costruzioni cl' A1tiglieria deve cont ribuire indica111ido i metodi più rigorosi e praticament e ipiù opportuni per ca lcola r·t.!, !Progettare, sperimentare e tecnologicamente impostar-e la fabbricazione __, qualitativamente e quantitativamente soddisfacente (in relazione alle prestazioni t attiche e logi stiche desi<lerate) dei materiali 010n esplosivi più tipicamente artigliereschi (es~enzialmente : bocche da fuo co • affusti • installazioni - proietti . spolette) da un punto di vista - bene inteso - \IlOn d'impiego, ma scientifico e t ecnolologico . P er es . : nn imballaggio, i(lll genere, se pure esclusivamente studiato ed usato ai fi.n:i clell' armameuto, no(lll esige particol;ui conoscenze oltre quelle comunemente lllecessarie per ben risolvere i problemi relativi al condizionamento dei materiali. (]) E tale tu iutesa, a d es. presso di noi, dal J1faj,:1ardi.

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COSTRUZIONI DI ARTJGLIRRIA

Invece la bocca da. fuoco (nella più lata accezione del termine, cla1l'a rma portatile al cannone di massimo calibro) è, nelle sue iparti essenziali, manufatto d<~l tutto particolare, per cui si richiedono speci;1li conoscernr.e teoriche e pratiche. Ciò, soprattutto, perchè le sollecitazioni all' impiego (e talorft anche alla conservazione) sono tntt' affatto speciali, e pertainto uon possono essere dominate senza u.n corpo di teorie appositamente cl<~finite. Senza ripetere quanto in prt)posito, a più rilPrese, è stato accennato in questa. Storia, ric:orclit1mo che la S<;ienza delle Costruzioni. cli Artiglieria, sia pure come complesso cli cognizioni empiriche, è antica quasi qui:mfo l 'Arma <~ forse ha origini unterio.ri - o per lo meno coeve - a quelle ·della. Balistica esterna, della. Balistiq.1 interna, e deJla Scienza degli esplosivi. .A rendersene conto basterebbe l'esame delle varie forme di camerature delle bocche da fuoco e persino di otturazione delle med::sime, risalenti al secolo XV, e in cprn1che caso al secolo, XIV. Di essa si occupò, tra i primi, come sappiamo , Leona rdo da. Vinci, r1bbraceianclo con le sue ricere.he (intese a ppn,nto ad originali soluzioni di problemi costruttivi particolarmente ardui) quasi tutti i settori clel materiale di artiglieria. Al col. Oiovunni Bianchi, negli ann,i immediatamente precedenti la. prima guena mondiale, dobbiamo, come si accennò 11 suo tempo, un 1primo trattato chiaro e sintetico di resistmza delle bocche ·d a fuoco e degli affusti. E quest'opera .sostanzialmente, rimase, eome vedremo, alla base degli studi. svoltisi nel ventennio tra. le due guerre mondi.ali. Su questi i-itudi influiscono da un lato esigenze di sviluppo scientifico e di completamento sistematico) imposte dalla naturale evoluzione degli studi stessi, come ace1-1de in ogni sciénza, e, d'altra, parte, come pure accade quasi sempre per le scienze appJicate, necessità contingenti che suggerirono, o imposero, cle tPrm in a ti indirizzi. Dal pu'n to di vista scientifico alcuni argome,n,ti cleJla Scienza delle Oostruzio,ni di A.1·tigJieria non avevano ancora, pur dopo l'opera. del Bianchi, un adeguato sviluppo (per es. : la meccanica d.eJle spolette ed i.11 l))Hrte anche quella ·d egli orga[l,i frena.n ti) ed· altri (eome la teoria cl.egli eq uilibra tori) erano pressoché inesplorf! ti. 0

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L'EV0l',UZI0N ID SCIGN'.l'IFICA ID TECNICA

Ad es i si ,olse, come Yedrewo, l'attenzione degli studiosi, sollecitata :rnche da lle esigeaize pratkhe ora accennate. Nell'i,n... sieme il lavoro teorico fu multiforme e -complesso; ad esso collaborarono studiosi e tecnici militari e civili, senza peraltto pervenire ad una completa sistcm;izione di una cos1 nmpia nrn t eria. Come nccennalo nella premessa clel pr esente capitolo, il breve periodo, di cui ci occt11piu mo fu soprattutto periodo di trnsformazione: sparirono i materiali rigidi ed appn rirono i primi tipi di materiali controaerei e pressameu te 1progettati come ta li, c.:osì come i pl'imi tipi di pezzi semoventi. Spar irono, sosta nzi.a]meJ1te, tra i proietti, gli shrapnel s 1 ment1·e ebbero parti<:olare impolso gli studi ,d i filtri tipi di proiettili speciali (i11cencliari, traccianti, fnmogeni, ecc.). Appa.r irono le ,prime spolette m.ecc;rniche e ne) contempo si perfezionarono l e spolette piriche a tempo e H doppio effetto ecc.. Apparvero i mortai, non derivnti dalle bombarde m.a. dai lfrncia1 bombe da. trin cea élellH prima gu.errn. mondiale e con essi nuovi tipi di proiettili (a st;1bilizzazio1I1Je ad a.lette) nonchè di spolette ed anche di affusti. 'ruttociò ebbe notevole influea1zn, anche sul piano t eorico. L a teoria. elci freni e clei ricnperatori fu sviluppata quanto più possibile, sorse, come si è detto, la teoria degli eq uHibratori, e via. dicendo. Ma, soprattutto, un o stato cli f atto ed uno stf\tO di ~1eccssità dominarono l 'evoluzione degli studi, iparallelamente a quella delle costl'llzioni. Lo stato di fatto era dato dagli straordinari progressi della sidèrnrgia , della met;lllurgia, della tecn ologia meccanica e di tutti, in genere, i settori delle sden,ze applicate e clella tec11ica, e non v'era ragione di non profi.ttn t·u1e, adeguando a tali progressi, per quanto possibile, teoria e IJ)ratica delle nostre cvslruzioni. .Am,zi, ciò si doveva. necessariamente f;:tre, perchè gli altri l o faceva no e il mosh'o Stato }laggiore, implicitamente, lo esigeva, richiedendo prestazioni solo ottenibili, sfruttando quei progressi. Lo stato di 01,ecessità era dato chl una circostanza che apparve evidente verso ];1 fine cli questo pel'iodo . Il pezzo di arti-

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COS'l'RUZI.ONI DI ARTIGLil<:RIA

p;ìieria (ed in particolare la bocca da fuoco che è l'elemento vivo di esso) è una macchina che ha seicento turni cli vita . I progressi scientifici e tecnici verifì.eati.si dalla metà del secolo XIX in poi, ne ;1ccelerarono straordinariamente il pro!;resso (!per lo più, in precedenza, assai lento) ma non ne mutarono sostanzialmente il principio i:nforniatore (1). Ora, questo, per se stesso, imponeva dei limiti al progresso, lo rendeva sempre più costoso e sempre più arduo, quanto più lo si voleva accentuare. Questi limiti non furono r~ggiunti inel periodo di cui parliamo e in geuel'e non lo furono neainche dopo; ma in molti casi non se ne rimase molto lontani.. Si pensi, per es. , con quale relativa facilità era stato possibile passare dalle massime velocità iniziali delle artiglierie della metà del secolo XIX (sui 500 m/ s) alle m;issime delle artigli.erie del primo decennio clell'attuale secolo (sugli 800 ed anche sui 900 m/ s, per le a.r tiglierie navali) e come fu arduo 1poi avvicinarsi ai iOOO m/s , o superarli di poco. Uarn circostanza intrinseca (ed ineluttabile) del principio stesso dell'arma da. fuoco, im1po,ne che 1~- massa rinculante abbia un peso notevole rispet to all'affusto, se si vuole assicurare la stabilità, (2). Ciò ebbe, naturalmente, per effetto di obblignre, talvolta,, alla rinuncia degli alleggerimenti delle bocche da fuoco che i progressi della tecnic11 avrebb.e ro potuto consentire. In rela7,ione 11 t utto eiò, gli sforzi degli studiosi fui-0110 intesi a risolvere, per qud11to ipossibile, i problemi-limite che si presentavano, sviluppando ogni teoria e procurando di realizzare 01gni ac-corgirn.ento pratico, che apparisse fecondo. Così. furono create la teoria del freno ,d i bocca, e 1si- teoria della rnstre~ m.azione dei proiettili. Oa1pit0Ii nuovi - o quasi - che talvolta non si ebbe tempo di sviluppare a. sufficienza.

(1) La propulsione a razzo è un'altra cosa. Qui, sostanzialmente, la bocca da fuoco scompare e l'affusto si riduce a mero sostegno. Non è neancbe indispensabile che il propellente sia un Eisplosivo. (2) Le armi senza rinculo, apparse durante la seconda guerra mondiale costituiscono un'eccezione, che ba il suo limite nei vincoli all'Jmpiego imposti dall'emissione dei gas cl.alla culatta.

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L'EVOT,UZI0i'.E SCIEKTH'IC.\ I!ì TEC::-SICA

La. Scienza delle Costruzioni <li A1·tiglie1·ia progredì, dunque, più che in qualsiasi periodo preceùente (per lo meno. come complessità e var ietà d' inid agini e di t eorie). }; chinnque vouà, da.r le tr11ttazione completa cd organica (come è da augur..tre). dovrà largame11te ricorrere agli studiosi. ed a i tecnici di questo b1'eve pel'iocl.o. tr-a cui gli italian i tennero (come in parte si è già visto, e come meg·lio ...-eclrerno) u n p osto degn o delle tradì · zioni de1l a. nostra Artigliel'ia. J,n., generale, ad ogni Scienza Appli cata c01·rispo11de una tec·nologia, qurile ·<liscipli na cl cll a tecnica p1·oduttiva. In parte, ciò accade anche l!)er le Costr mr.ioni di Ar tiglieria. Infatti, la T ecnologin mecca.nici1. h a settori clel tutto pnrticolari per alcu ni. cicli di lavornzione cli manufatti mili ta ri (per- es. : lavor;1zi one delle ranue) . 8arebbe assai intel'cssante mosl1·are l'e,·oluzione di queste t ecnologie speciali delle lavorn,1,i01Ji <li armi e munizioni; anche iper le ripel'cnssio11i notevoli d1c esse ebbero, ed h anno, sulla generale evolnzione dell;:t t ecnologia meccan ica . Ma manca prcssochè del tutto, al riguard o, 1111a bibliografia, eppcrtanto sarebbe compito assai ai·duo ; menti-e, d' nltra. parte, la stretta spe· ciaJi:i;zazione cU molti argome111ti. ne scemerebbe l' interesse per la generµ lità dei lettori. Dobbiamo però, 1J ui rkorda1·e l'opct·a assidua, intelligente, tena ce -della Direzione Superiore del Servizio T ecnico di Art i glicda, negli a1rni tra il J 925 e il 1940, intesa alla discipliria ed all'aggionnarn e11to dei cicli lavorativi negli stabilim enti militari e civili, produttori cli a rmi e mnu1 izioni. A prescinde1·e clal potenzinmento degli s tabilimenti miJHari, cli cui è cenno in altra sede. si devono menzional'e le UJOrme 1·elative all aggiorn amento dei disegni costr uttivi secon do critHi mo,~erni ; la creazioM del 1' Archivio Centrale Disegni J})resso l;-1 s tessa Direzione Superiore, le c nre poste a:ffinc hè fa pr-ogetta ~done avesse sempre di mira, tra ]'altro, il più idoa1 eo ciclo Javorntivo (esig,rnza , questa, t ainito essenziale, quanto t r oppo spesso lrascuratn) ed infine l a pod erosa red;rni one clcJJe norme U .~.L A. (Unificazione Ma ter iali di Artiglieria) che dovevano costituire deroga o completamento delle norme di n01i.fi.cnzi.one presc1'itte, o suggerite dnll'Ente Naziouale {li Uni fica zio1ne U.~.I. Qu este, infatti , n on potrvu n o integralmente applir.nl'si, nel campo dell e lavo1·azioni di oemi e 1

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24.4 -


COSTilUZIO)ll DI AHTIOLIEnIA

munizioni, perchè tali lf:lvorazioni tHlvolta, presentano caratteristiche tutt'affatto particolari (spPC:ialmente in relazione alle solleeitazioni cni il materia](~ è sottoposto al1'impiego). Norme a~)posite furono dettate per ak1111i <:i.cli lavorativi (per es. quello delle coron(~ di forzamento in sintercisen, cioè in ferro sinterizza.to) . A questa 01pera poderosa si dedicar<rno, in p;utieolarc (con la collaborazione di valenti u:ffieiali e di tecnici civili cfol Servizio .di. Arti.glierja), il gen. Renzo Garrone e,d i] gen. Lnigi Sarracino, il quale, soip rattutto) ne fn l'animatol'e appassionato e sapiente. 1S. - Dopo l'opera del Bianchi (l) ehe appartie11e al periodo preeedente, non furono più p ubblicati, presso cli noi, trattati completi cli Scienza <lene Costruzioni di A1-tigliel'ia. L'opera del 1en . col. Giuseppe Mainar<li : « Costruzioni cl' Artiglieria )) (2) rimase, in quanto a redazione a stampa, i,nterrotta dO(po i primi tre volumi, cleclieati pllo studio del proiettile cd alla Balistica int,~rmt. Si ebbero invece ,d ispense litografidw di Resiste,nza clelk~ artiglierie del gPn. Alfonso !fottei e del :Mai,narcli stesso, ad uso dei Corsi Superiori tecnici cli Artiglieria, non:chè corsi scolastiei, in genere più snccil1ti (tra cui quello del ten. col. Emilio Raec:hi) ad uso <lclla Senola di Applicazione cli Artiglieria e Genio. A complemen to della teoria del Bipnchi, il rrrngg. TYEvant diecfo uin 'utile metodo di l'apprescntazione gn1fica cl.ella teoria dei tormenti, dedotto cla analogo metodo del col. Jpcobs (3). Con ciò veniva r<!SO più facile e soprattutto più evidente, nei risnltat i, qnesto calcolo, che, eostituisce la fase essenziale del c~lcolo di resistenza cli una bocca da fuoco, da cui scaturisce nnehe la determinazione della prevalenza del tormeillto raclia]e e del tormento t:rngenzia11~ .

(1) G. BIANCTTI, « TEioria della resistenza delle artiglierie)), Torino 1915. (2) Pubblicata nel 19B2. (3) M:agg. Ar.,EsSA!'<ORO D 'E,ANT, cc Una rappresentazione grafica della Teoria clei tormenti>> (Riv. d 'A. e G., ott.-nov. 1937). Col. JACOllS, « Ilesist1rnee et construction des bouehcs à feu J.>, Parigi 1909}

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r} JJ;VOLUZI0.:-.10 S CIEN'.L'IFICA EJ 'l'ECKICA

P erò anche in questi testi didattici, non mancarono sviluppi ol'iginali, e ancor più ne o.firirono le pubblicazioni monografiche apparse nel contempo. Comunque, il c;;ilcolo della. resistenza delle bocche ·d a fuoco fn 1portato, in questo periodo, a una sistemazione pressochè defini tiva, ad opera, sopratt utto, del gen. Alfonso Mattei e del magg. gen. del Servizio Teon:ico di Artiglieria. Giuseppe 1Cascarucci. Più che nei suoi Corsi scolastici, in dne lunghe mcmol'ie il gen. Alfonso )fattei e~ose i metodi di ralcolo relativi rispettivamente alle bocche d;:i fuoco autoforzate (1) ed alle bocche da, fu oco cerchiate normali, e cioè con un, limitato numero di strati (2). Per queste ultime poi, il gen. Mascarncci pubblicò un ampio studio (3) riassume111:do numerose s11e precedenti Memorie. U111 interes ante caso particolare, per quanto concerne il calcolo dei cilindri autoforzati, fu trattato dall'allora ten. Carlo J achino; il caso, cioè, <li un (·ilindro semplice, e di picrolo spes sore, sottoposto a. pressione interna, le cui sollecita?.ioni nel campo exlraelastico crescano dnll'esterno vel'so l 'interno con legge liineare (4). Pi ù esr1ttamenite il ùiagramma extrael astico di resisterni;a (e cioè il di;tgramma, trn dilatazioni e sollecitazioni) sarebbe rappresentato da un r amo di parabola, ma il J achino mo8tPa. che, se1nza, grave errore (ed anzi, ottemendo di conseguenza un calcolo in difetto, della l'esistenza,; e ipertanto più prudenzi~le) tale diagramma. può, a~punto, essere consid erato linear e. Con che si ottiene una 010tevole semplificazione m:ei calcoli. L e bocche da fuoco autofotzate che erano state poco considerate nel periodo precedente, suscitarono in q nesto periodo molto interesse teorico ed anche sperimentale, ma no,n ful'ono ltlrgamente applicate. (1) Gen. ALFONSO Mi11TF.r,

« Dell'autoforzo.mento e autocerchiatura » (Riv.

d' A. e 0 ., 1926) . (2) Gen. ALFO,,So M,nTEI, « Calcolo rapido della resistenza cli una bocca cla fuoco cerchiata» (Riv. cl'A. e G., ID31). (3) Gen. Grnsm.>PE :\fasc.Ani.;cc1, e< Soluzione del problema principale di resistenza d elle artiglie r ie» (Riv. d 'A. e G., 1940). (4) 'l 'en. CARLO JAcm~o, « Resistenza dei cllindri autocerchiati » (Riv. cl' À. e G ., Supplemento Tecnico, maggio 1935).

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COS'.l'RUZIOJS'I DI A[{TJGLHlRIA

Si disse che con l' ad ozi.on e cli esse si. tendeva 11 cl a vere bocche da fuoco leggere in r<-1Jazione alla potenza. Ciò è vero sino ad un certo punto e poteva indurre (come talora indusse) in illusioni, data la ovvia aspirazione a realizz11re materiali più leggeri e nel contempo più potenti. I nfatti, (se ed in quan to il rinculo no:n, sia, per altra via, ridotto od abolito) è indispensabile che la massa rinculfrnte sia di una <::erta entità, ,per contenere i·n limiti accettabili lo sforzo sugli organi frenanti. Sotto questo aSl])etto, per ta nto, non è spesso desiderabile alleggerire la bocca da fuoco (costit uente la maggior parte della. massa rinculante) oltre u,n, dato limite, largamente realizzabile anche con à.cciai ordinari o cli caratteristiche non molto superiori alle ordinarie. Talora persino (specialmente i.n progettazioni inon molto felici, quale quella del Mortaio da 260 Sclmeicler in servizio nellp.. nostra artiglieria durante e subito dopo la prima guerra mondiale) occorre applicare mnsse aggiuntive, i,nutili o quasi ai fini prettamente funzionf:lli. I/autoforzam ento può trovare piuttosto vali.da ragione in altre esigenze. Alllzitutto, nella tendenza a crea.r e bocche da fuoco di potenza tale {la esigere acciai con carico !11 limite ela~ stico molto difficilmente reafo;zabile (compatibilmente cou, le altre caratteristiche tecnologiche - tenacità e non fragilità). I n ta l caso poco varrebbe costruire la bocca. cl1:1 fuoco eo11 cerchiatura normale a limitato numero di strati. E' noto infatti che oltre certi limiti, sia per una bocca da fuoco semplice che cerchiata, lo spessore degli strati ,non giov;:t sensibilmente alla resistenza. Non resterebbe allora, che ricorrere all'autoforzame,n to e cioè ad un acciaio cli caratteristiche artificiosan1.ente esalt!lte, ovvesoria Hd infinito numero di strati. L'altra esigenza èhe [)Oteva in parte giustificare l'autoforzamento era. quella di ottenere che la bocca da fuoco fosse già, in sede costruttiva., cimentata; spggiando così severamente la bontà, strutturale dell' acciaio. L'interesse suscitato clall'autoforzamento, doveva essere qui_ ricorda to non solo 1per debito storieo, ma anche 'p erchè tale procedimento costruttivo potrebbe esseré ogge~to di ulteriori applicazioni 1n, avvenire. -

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L'0VOLUZIONE

scmNTJFICA

El 'l'ECNICA

Come sappiamo per secoli, i metalli preferibihuent e impiegati nelJa costruzio1)e delle bocche da fno(;o f111·0110 il bronzo e ]a ghisa e solo i.n epoca relativame;nte re(·en te l 'ac:ciaio. Arn~i, drcostam~e cli carnttere sidermgico (ditl:ico]tà, <li ottenere ma:Sselli di ::icciaio di notevoli ,dim ensioni) nvevano costretto, nell'ultimo trentennio del secolo XI X all'ar.io11e ,d i strati a mimerosi ee1·cbi, con compli cazi oni sttnttmali ,non incliffe1·enti. Vnccinio fu a,clottato sopratn tto pet il felice accoppiarsi in esso cli elevnte resistenze al limi1'e elas.tko e di notevole tenacità . Gli accia i spedali, poi, (al ,nikel, al cromo-nikel, CC(;.) no11 furono in genere adott::iti dal p1·i,n dpio del secolo attuule in IPOi p~r ottenere una maggiot resistenza, ma piuttosto per c.:onseguire nna maggiore resistenza all'u ·urii dell'a111ima. Abbiamo visto che si cel'cò cli limitare tale usura , mediante Fadozione di oppol·t nni tipi cli esp]osivi cli lancio . Oon t(~mporaneamentP, fn postn ogni cura nel <:ostruire le boed1e cla fuoco con a<:dai, quanto più possibili resistenti ai cimenti termici p;wticoJal'i cni è sottoposta l' an ima all o spal·O (preferiti in genere gli ::itciai al cromo-nikel ruoJibùeno : da noi, 1pe1· ragioni }\Uta 1·<:hiche ripiegando talora su nccia i al cromo). Sern!I)l'e a. tal fine, e sped ahneute per le boc<:he cln fnoco e ontroaeree (il ::11i logorio, per le alte velocità è molto l'apiclo. e non impiegabili, se noievolmente us ura te, senza graYe scapito d elle prestazioni ba~ listiche) si ricorse talvolta al tu bo anima r ic;:im.bia bile a fl'eclùo (per es. cannone cla 75/ 46). P oichè uno dei pri,n cipali scopi della l'ealir.zazione dei n uùvi matel'inli - nel periodo di cni tl'attiaruo - (come, in genere in ogni periodo della S toria, clell' Arma) fu quelJ o di con~guire aumento cli potenza (nel senso più. proprio : ottenere, cioè, s1, parità di peso del pezr.o, un aumento d el peso del pl'oiettile o UIJ'.J! aumento di gittata , o tutte e due queste cose insieme) fin (!al J 923 all'incirca si procnrò, a nelle presso di noi , di realizzai·e i fren i cli bocça., che consen tono di ridurre il rin('ulo e quiudi c1i irnmen,t are fa potenza della bocca d~ fuoco, a parità di sforzo $ngli organi frenanti. Il freno <li bocca consente, pure, di ridurre la corsa di rinculo, sen zn eccessi ve solleeitazioini per gli organi frenanti e per l 'affusto. P ermette, in.fi,ne, di alleggerire la bocca da fuoeo a -

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COS'l"UUZIONI DI ARTIGLIERIA

parità di &forzo sugli organi frenanti. Esso presenta, perciò, grancle interesse per le artiglierie a cortissimo rinculo (cannoni semoventi o su carri armati) per le artiglierie a grande poteimm e speci;1lmente ad alta velo<:ità iniziale (cmrnoni controaerei) ed anche per le artiglierie da campagna che possono farsi, cosi: più leggere, o anche più leggere e più potenti ad un tempo. Lo f:;tuù io dei freni di bocca. fu iniziato assai presto presso la nostra artiglieria. specialmente ad opera dell'allora magg. Sallnstio Hegii, della Direzione Superiore del Servizio Tecnico di Artiglieria,

Fig. 24. - Heuzo Garrone.

ma giunse solo piuttosto lentamente a realizzazioni soddisfacenti. E ciò fu dovuto, anzitutto, ' aJJa comp.lessitù, ·e delienter,r,a. del problema teenito da riso.lvere; indirettamente, però, µnche aHe incertezze, circa ]e direttive da imporre per )a definizione dei nuovi materiali. E' qui il caso di accennarne brevemente per completare il quadro che - a gra:ndi linee - tentiamo di. dare dell'evoluzione -

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L'JDVOLUZIONID SCIIDNTJPICA .0 'rECNICA

degli studi sul materiale di artiglieria nel periodo tra le due gnerre mondiali. E' -<lel 1930 u111a Memoria del ten. gen. Renzo Garrone - alJor{l Direttore Superiore del Rer vizio Tec11 ico di Artiglieria (1) snl problema dei nuovi ma.tel'i.ali. In essa molto giudiziosamente, il gen . Garronc auspica t1·a J'a1tro, che al Servizio Tecnico -di. Artiglieria fosse concesso di definire e realizza re prototipi di nuovi ma terinli (prototipi ch e raippreseutino , quanto più possibile, h1 miglior soluzi01ne, relf.1tivarnent e al momento i n cui fo rono s tudiati) e che alla riprorl uzione in serie si passi l?O'i, se del caso, quanrlo se inie abbiano i mezzi o se 11 e sc,nta il bisogno. P erò, il gen . Gauone non indicnva che vagamente le car;1Ucl'istiche cla imporre ai u novi materiali (o meglio, ai primi prototipi da mettere allo studio) limitain<losi ad accennare a qualche speciale materiale, tra cui i nmnoni per semoventi e per c;1rri armati. Poco accennava alle artiglierie contraeree cli cui eravnmo, allora, del tutto sprovvisti. Egli, poi, ~nsisteva sulla possibilità (allora vivamente ri<·1mosciut~t) di a11mentare sensibilmente la poteuzo clell' artigliel'ia , miglioranclo, nel111 forma, nel caricamento e nell'in11escamento, i1 1proiettiJe. A eiò acce:nine1·emo un po' più diffusamente più oltre. Qui è però da ossenare che se molto c'era di vero, l'affid amento posto nei vantaggi ottenibili mediante il solo miglio1·amento del proiettile non andava esente a a quakhe criticti. Se è vero che si deve tendere ainche, e s,pecialmente, in f;itto di armamento a·d a.vere - al meno allo stat o cli prototipo - non solo qualcosa cli. meglio, ma quanto di meglio è possibile, è certo, in generale che, per lo più non basta perfezionare un elemento solo del complesso (sia pur esso tm, elemento vitale, quale il proiettile) ma. tutto il complesso, e, più es;ittamente, tutto qu~nto &in in esso perfeziona bile. Ora, come già accennato iin, precedenti volnrni, è proprio a1l 'ov,ti1riimn (relativo, s'intende, come in ogni oipera umana) che bisogna continuamente tendere. Perchè esso consente di superare. nel campo t attico o nel camipo strategico, l'avversario , (1) Gen, ;RE NZO O Aimorm, « Le nostre artiglierie post-belliche » (Riv . d'A. e G., ag.-nor. 1930) .

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COSTRUZIONI DI ARTIGL!F:RJA

ottenendo dal ma te ria le prestazioni eccezionali, in circostanze eccezionaJi, nelle co1nclizioni cioè più prossime all'estremo limite delle possibilità pratiche; E' vero che queste prestazioni limite sono raramente ric-hieste al m~teriale (ma si ,noti, però, che in esse sono comvrese anche eccezionali doti cli resistenza nel tempo ,e non solo di momentanea intensità di rendimento) . E' però altrettanto indubbio che, i n parte, proprio in ciò consiste l' elemento << sorpresa )), e soprattutto il valore «decisivo )) dei materiali. ,M igliora.re il pròiettile 1per coinseguire maggiore potenza è cèrtamente s;:tggio - anzi è sen,z 'altro doveroso; ina fare solt anto ciò significa ritenere impli:citarnente che tutto il resto sia ottimo (relativamente alle possibilità tecniche del momento), il che è iu generale affermazione piuttosto azzardata. Com'è 11:oto, e come J'ùpicl.amen te ricorderemo, molto :f.n fatto . Ma. certo, del ventennio (periodo ass~i breve IJ)er una razionale sue-cessione cl i prototipi e se del caso cli riproduzione in serie) i primi anni furono, in fatto cli bocche da fuoco ed in, genere cli materiali nuovi, pressoehè inoperanti (ove si e1.:cettui, appunto, il munizionamento). Come già, altre volte JJella storia cl.ella lllOStra Arma (e lllOn soltanto di essa) si SCflmbiò forse l'efficacia del ·ripiego col l'inJJovamento - che sono in genere, due cose diverse - e da tratt arsi piuttosto in paralJelo che in concorrenza . L'adagio (( il me glio è n,emico del bene )) che, com<~ quasi tutti gli adagi, è ,dettato da spirito conservativo, è vero solo in parte. B' giusto non mutare o moclifi.eare continuamente (se non altro per esigenze economiche ed anche ad:destrative) ma si deve tèindere sem1pre ali' <e optimum)), ecl essere pro1nt i in quanto possjbile, a realizzarlo s u largn. scala. In quanto al ripiego, esso significa mtigliorare le prestazi.oni dei materiali attuali, ma raramente s'identifica e-on r« Ol))t irnum )) possibile; è q uincli spesso utile, anzi doveroso, ma non sufficiente. OomUJnque 010n èsime da contfarno stndio per even tuali realizzazioni a nuovo. Occorre, tuttavia. osservare, a questo proposito, che, presso di noi (e non solo presso di noi) il Servizio Tecn:ico di Artiglieria ha quasi sempre clifett~lto quantitativamente di tecnici, mrntari e civili. Essi hanno sempre costituito una frazione pressochè -

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J/0VOLUZI0"N~J SCIE);TIFtCA I~ '.rnc:-ncA

esigua de] comp]esso degli uffidnli e <lei fonzi011ari, insufficiente, 1:on ostante I eleYato liYello qnalitatfro, al perfetto assolviment o dei delicati molteplici C'orupiti affidati al Serdzio. P el' esanl'ire la digresi,:;ione (che. natm·rilmcnte, non, rigwnda, so]o l 'oggetto de] prescmte pnrag1:afo) <.:Onvieo.1e aggiungere che purtroppo, in q11esto periodo (c:omc del 1·esto altre volte, nel <:orso della Storia militare) fn ripetuto (anche con affermazioni. pm1TO(Ppo 11011 del t utto i11opcranti) che in guerra i valori mon ili h a1101,o il preclomfoio sni vH lol'i ruateri11li. ll ofism11 che si celn in qnesto detto, fu già messo da noi, in rilievo, iI1 pre<:edenti capitoli. Es, o consiste nel ta<·ere che i va]ori morali non possono non essere esnltati da quelli mnteria]i e 110n essere, per c:onverso, ,cl epressi, dalla i11sufficienzn cli questi, e nel far ll Uf.1Si 1wesumere u.un sostituibilità illimitata dei ptimi rispetto ni secondi, laddove invece al -disotto cli. un certo Jimite, a nulla valgono nè gli l101i uè gli nltri. Seuza co11siùerare . poi, che proprio i valol'i morRli sono qneJli cli <.:ui prnclentcmcnte si deve supporre dotato f}nche l'av,·ersa1,io, e comunqne non sono vah11'nbili a pl'iori esattamente. Oomuinqur, i.,n, fatto di bocche cln fuoco, non poco :fu realizzato tra il 1930 ecl il 1940. Fm·on o ,definiti. (ecl in patte riprodotti in serie) nnovi materipli. <la campagna (ca m1oni da 75/ 18) pesanti campali (caiu:.. no,ni cla 105/ 40) e pesan,ti (obi(·i da 1.40/ 1!) e da 210/ 22) , nonchè matcriaJi c·ontronerei (ca1111one clii 75/ 4G e cann o1rn da 90/ 53). Me11h·e rimauclh1mo acl f.lJtra sccle i c·enni descrittivi, riCOI'·· di.amo qu i , elle il per.zo da 75/ lS (progetta to dalla Direzione Superiore de] Servir.io Ternico cli Arti glieria) era provvisto di una boccn. da fuoco cli 11011 co111m1i. qna]ità balistiche. Essa infatti, sebl>ene l'J.ssai più corta cli qneJla <lel cannone <.la 7f',,/27 mod. !)lJ, forniva una, gi ttHta 11ote,olmente maggiore. Bocche da fuoco p1·egevoli altrri:;ì , gli obici da 149/ 19 e da 210/ 22. Invece la boeca dn fnoco del 7!V4G uind1e in r el azione :id alcune caratteri tiche poco felici deJl'11ffnsto (eqnilibl'atol'i di fum:ionamento nou soclclisfaccnte) non forniva tutto il rendim ento desiderato. Fu cloYuta impiegnre a lfa velocità fatiziale di 750 m/s, t 1·oppo limita1n per 1111 m ateria ]e t on t1°oner eo . E' eia l'iconoscere !Peraltro che il c11Hbro '75 era compre:.;o (sebbene -

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C0STRU½IO:-SI Dl AWl'JGLIEHlA

al limite inferiore) tru quelli ritenuti preferibili per uinu, bocca da fuoco controa erea campale, se pure piuttosto scarsa (1). U no dei motivi. dell'impiego del 75/ 4G a velocità ridotta (750 m/s anziché 800 m/s inizialmente ,p revista) fu il rapido logorio clelle carn ne cui ne~nche l'uso ,de) tubo nnima sfilahile a freddo porg1~va suffi'ci.ente rimedio dal pl]!nto cli vi.sta dell'impiego. J,o studio cli questa bocca da fnoco (ini:zial111entc dovuto alla Ditta Ansaldo - nel 1932 - e poi migliorato dalla Direzione Superiore del Servizio 'l'ecn ico di A l'ti.glieria) era stato preceduto, parecchi anni prim;1 da una progett azione dovuta al tcn. ,g en. Aldo Buffi, del Servizio r.recnico di .Artiglieria . Egli aveva definito un ca nnone da 75/ 45 che presentava cal'attel'istiche rimarchevoli, ma che non fu adottato. Ottimo materiale invece, rel::i tivamente all'epocr1 in cui fu definito (verso il 1940) il cannone da 90/53 eon velocità inizinle sni 900 m/ s. Con questa bocca da fuoco fu aecolto anche presso di noi il prind1pio che per un cannone controael'eO - cam pale o da posizione - di media potenza. è opportuno nn cr1libro non inferiol'e a circa 80 m/m, il che comporta 1.111 ,proiettile sni 10 kg. di peso. Ciò pe1~ ot.te.n ere nn Yalore sufficientemente eleYfl to del <::oe:ffic:ient e bn lisi ieo e quindi maggiore eonservazione <lel1a velocità, e maggiore radenza di traiettoria nonchè minori durate di tragitto, unitamente riel un maggiore raggio d'nzione delle schègg·e. Torniamo· brevemente sulla preoccupante questione del rapido logorio delle canne. Per i canno!lli (se ,ne è visto l 'esempio J1el 75/ 46) e per armi porta t ili (rn.itragHHtrici, ma qui ain che, e soprattutto, come ripiego pe1' non dover ricorrere ad i,ngombranti dispositivi di. raffreddamento) si è ricorso !11 sistema di dotare di ricambi pezzi cli tubi anima sfila.bili a freddo (per l<~ nrtiglierie) o i,nt iere ca,n ne cli ricambio ([)er armi portati1i). Da nn punto ,di vista. strettamente tecnico, la soluzione, come giu stamente notava un ufficiale de1le Armi N~va1i (2) è rinunciu (l) V. cari. GIOVA)[NI PIACQU ADIO, e< Sul calibro delle artiglierie controaeree)) (Riv. d ' A. e G.; 1JJ37). S.'l' .A J i:f., e< Note sulla orgauiizazione cld moderni materiali cli artiglieria controaerei » (Riv. cl '.A. e G., 1936i . (2) '.l'en . A.~ . 1ruGEN10 VEnou zro, <e Le nostre a t tuali eognizioni sul logoraJn('nto delle artiglierie» (Itil• . cl ' A. e G., 1935).

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L 'BVOLUZIOSe SCIE~TIFI CA E l 'EC:KICA

t::nfa, poicbè eq uival e ad ammettere il male ed è rinunziare ad efficacemente curarlo. Abbiamo Yisto che in questo periodo molto si fece in prOJposito, sia soprattutto adottando polveri fredde, e sia costi-uendo Je bocche da fuoco con accia i legati: p:nt icolarmente idonei, ed anche, possiamo aggiungere, definendo il profilo ·d ella camera a polvere e del raccordo tra camera e 1·jgatura, sempre che possibile, ill modo d a ostacolare lg formazione di vortici gassosi. Tuttavia molto ri:roa,neva - e rimu,ne da fare . E' notorio che sulla vita delle bocche da fuoco esercita una. importante influenza. il peso dell11 carica, considerato in senso assoluto e non in relazione al calibro. Ln altri termini, tra due bocche cla fuoco s4mti.li e sim.ifm,w11te oarioa.te (Jl'e lle quaai cioè è tra l'altro, uguale il rap porto tra il peso ,d i carica e il cubo del calibro) quellµ di calibl'o minore ha vita notevolmente più lunga di quella di calibro maggio1·e. Ciò forse in relazione nl fatto che in due bocche da fuoco così fatt e, il rapporto ti-a il ìPeso di carica e la supe1·.tide interna delbrnìma è diverso (maggiore, per la. cµnna di maggior calibro) ovvero il che sarebbe sostanzialmente analogo, varia, tra le due bocche da fuoco in ipotesi, il rapporto tra peso di. carica e sezione retta (maggiore, per l a canna di ealibro maggiore) (1). Comnnque il probli:ma è assai complesso e mon sarà. mai abbastanza studiato. Ricol'diamo, iit1fine, dallaeciandoci così al success ivo paragrafo, che fn an che effettuato qualche interessante studio, inteso ad esamin are da punti di vista clel tutto gene:rali i problemi inerenti alla definizione dei sistemi. di artiglieri;:t. Nel ca,p. XXII del Vol. V abbiamo notato il signi ficato che può ;issumere il prodotto del peso del pi-oictto per la g'it tat a. massima, quale indite òi potenza di una artiglieria. '!'ornando i;iu questa nostra osservazione, i1 ten . col. Alessandro <l'Evant (2) prendeva, tra l'altr o in esame l 'anclame,n to del rapporto tra il ,p rodotto suddetto e la en ergia alla boccn., e per le ar tiglierie (1) A ciò '(anno pensare le osseryazloni dello JusTRow nel suo ottimo studio « Consi<:lernzioni teot·iche sulla vita clei tubi di ar tiglieria » (Biv . d' A . e G., 192J).

V. anche G . ARGAN, e< Cousiclerazioni sul calcolo delle velocità iuiziali in Balistica in terna » (Blv. <l'.A, e G,, maggio 1935) . (2) 'l'en. col. ALn:SSA..."IDRO D'.IDYAN1.', « Brevi note introduttive allo studio dl un s istema di artiglie!'ia» (Riv. <l'A. e G., nov. 1938).

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COSTRU ZIONI OI AU'.rIGLIERIA

moderne ne dedu.::r,va che detto rapporto presentava un valore massimo press'p poco in corrif,ipondenza ·d ei materiali adottati verso la. fine della prima gu<~rra mondiale, dopodichè tor,na.va a diminuire. Cioè : le artiglierie più recenti presentavano Ulll minor re11dimento ecoillomico. In nltri termini, con l'aumentare <lella potenza ogni ulteriore incremento della medesima. veniva più dnrf:l mente pagato. Infatti, all'aumento· delle gittate corrispon-d'<; in genere un amrn~nto relativamente più accentuato delle velocità, a causr:L d<~ll' anclamento della funzione resìsten,te.

rn. · Come

gHL aceennato, in questo periodo furon:0 note-

voli e moltepliei i perfezionamooti e le innovazioni in fatto cli affusti, onde corrispondere alle prestazioni tattiche d chieste: e tplora princi:palmente, in relazione al passaggio dal traino animale al trai no meccanico. Infatti, i soli tipi di affusto, che rimasero sostaillzialmente invariati furono, in genere, quelli da montagna, condizionati al someggio. Aecenneremo ipiù oltre, brevemente, aJle principali caratteristiche degli ;1ffusti cli ,n uova adozione. Notiamo ora che, come già, premesso, la teoria ·d ella costrur,ione cl.egli affusti fil approfondita e complet;1ta . Ciò per opera soprattutto del gen,. Alfonso M,a.ttei (1) il quale diede anche una teoria comipleta clegli equilibratori (2) e del ten. col. Giuse:ppe Maina.rcli) su0ced'uto al Ma.t tei nell'insegn;1mento delle costruzioni cli Artiglieria. presso i Qorsi Superiori 'J~ecinici. · Il M:ainarcli ispirandosi in parte alle teorie dello C'halléat (3) si discostò alquanto dalla teoria del Bianchi pre11dendo in considerazione piuttosto le quantità di moto che le forze i,n, gioco. Con che si teneva conto del carattere essenzialmente din;1mico cl.elle sollecitazioni cui l'affusto è soggetto all'atto dello Stpa.ro. Anche il prof . J achino, si occupù della teoria degli affusti ~oin, pregevoli pubblicazioni, tra cui ricordiamo la 1YI'emoria sulla (1) « Sinossi litografa tè delle lezioni tenute a i Corsi Superiori Tecnici di Artiglieria )) (Torino 1928-1930). (2) Gen. ALFONSO 1farrEI, <e Degli equilibratori» (Riv. d' A. e G ., 1930); <e Baricentri e pesi degli a ffusti moderni» (Ri v. d' A. e G., 1932) . (3) CHM,Lf:.n, <e Mécanique des affl)ts » (Pa ris-Doins 1908) .

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L'FNOLUZI0N'8 SCTEN'l'IFlCA O TlllCNICA

Meccan ka applicata agli affusti a clefol'mazione » (l) n ella quale, siutelicamem,t e e chiarmnentc, sono espo te le linee fondamentali della soluzione analitica del problema del rinculo di 1m1,a bocca da fuoco. Mercè l'opera di questi studio i, tra <:ui emerge per ampiezza e completezza d'indngiui, il gen. M~ltei, nonchè di molti altri., che sarebbe lungo ri cordare, in questo periodo, ripetiamo, la. TeoriH degli affusti raggiunse una sistemazio11e pressocM completa (relativamente allo stato deJJa tecnica) ponendo in grudo il progettisti1 di afl.'rontare su solide basi i problemi assai complessi cbe gli si pro1po11evano. Negli affusti di nnorn ado,r,ionp in q11 esto pc1·ioclo (astrar.ion .fatta ili ge11ere cl'elle artig liei-i e da montagina, per la ragione s ncldetta) si notil , anzitutto, ·111 p1·eclisposizione al trai no mece.a n ico. Come per seeoli, il tra in o nnimale aveva in m111pia, mism·a conclizionnto au1goli di yolta, occ·hioni cli trai,no, dinm et.ro e scnrtamento élelle ruote. dimensioni delle eock, ponendo al costr uttore vincoli non meno impegnativi di qnelli clipend eA1ti dalla resistenza e sta bilitù, nl tii·o, così ora, rispetto aJle rsigcuze del traino meccnnico. Il quale, si n oti, sarebbe stf).to, in genernle un uon senso se 110n a ve ·se c·onsentito una maggiore veloci tà, di spostnmento (non solo (lel ff)ezzo isolato, ma della coJonna.; cioè dal punto di vi. ta propriinuem,te logistico) ma sa:rebùe ri11scito, almeno in parte nou utile, se non aves~e permesso µA1<:he una mobilit:ì, anche fnod straùa (specialmente per k prese di posir.ione) tompa1·11bile con quella fornitfl dal traino :111imale. Il consegnim<•nto, non faci.le, <li questi risultati dipendeva in massima parte dai tipi cli t rattori adottnti, ma impo11cva ~nche 1notevoli. vineoli nlla costrur.ion e degli affusti. In ge•Here furono adottate le r note gommate, flll'ono definiti sistemi <li sosipensione per il molleggio delle vettnre al traino( specie per i traini a più alta vc~loci.tà), furono rnoclific~1t i o studiati a nuovo gli 01.·gani ,d i attacco . Gli nmpi settori òi ele·vazione e di direzione (spesso flttuati con le code clh1f} ricabili) furono mantenuti e fu esteso l'impiego <<

(1) C,1n1,o ,JAOHI:iO, « }Icccan ica applicrtta agli affus ti a deforma1.ione)) (Riv. cl'A. e G ., 19:16) .

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COS'l'HU ZIONI DI AH'l'IGLIERIA

<li fremi a lunghezza di rinculo variabile . Queste caratteristiche si riscontra.n o, appunto, nei nostri materiali da 75/18, 149/19 e 210/22. E'u esteso altres1 l'impiego degli equilibratori, in rela:Zio1n e alla sistemazione degli orecchioni in posizione arretrata. Spesso per il t r[:lino meccanico furo1n{) adottati carrelli da. sottoporsi alle ruote normali. Circa i ma tcriali controaerei i principali ìp roblemi, oltre a {{UelJi connessi co111 fo prestazioni balistiche (settori verticali ed -orizzontali della massima ampiezza; e massima velocità di brandeggio e di movimento in elevf:lzio,ne) che portava no nei ri·p :uardi dell'affusto, a. soluzioni spinte, attuate, tra l'altro con sistemaz:ioni ·a, piattaforma e can1deliere e con quattro code clivaricabili per il tfro, i massimi problemi erano costituiti dalla reaJizza:7,ione della celerità del servizio, e so1prattutto, del pnnta.mento. L'asservimein to automatico dei pezzi alla centrale di tiro 1wn fu compiutamente realizzato iin questo periodo, presso di JLOi, nè si ricorse ai r[:lclars. Oosicchè, fa1 complesso, questi materiali, pur ·dotati di pr<!gevoli caratterist iche, non raggiun1'-ero un livello adeguato ai contemporanei progressi dell'aviazio,n e . 20. - Anche nel settore p1·oietto, come premesso, molte1plice e complessa fu h1ttivHà teenica, teoric;1 e pratica. In parte, ne{:essarir1mente, se ne è già accennato, tratta.ndo della Balistica est(~rna. e degli l;Jsp losi vi. Il proiettile, in C(~rto senso, è l'uteinsile dell'artigliere . il s110 mezzo di azione. 'l'utto per l'artigliere tende a port~re il proiettile quanto più possibile tempesti vam(~nte ed efficacemcu k al bersaglio. Ed a ciò tende anzitutto la costruzione -clel 1proidtile stesso. Lo stud io e la progettazione del proiettile si avvale delle nozioni della, Scie,n,7,~ ch'lle Costruzioni e de1la Tecnologia. da un ]a.to, e di quella della Balistica e delle Scienza degli esplnsivj -c laU'altro e deve ·Cont<~mperm·e le esigenze, non sempre eoncordanti, cli queste cliscipHne oltre aJle esige,nze di impiego, cli adòestramento e di sic u1·ezza. 17

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L'ElVOLUZIO:-.E SCIBNTlFICA E TECNICA

Abbiamo visto che è estremamen te allettante - ed ::iltresì doveroso - perfezion;ne quanto più possibile il proiettile, Hi fin i della Balistica estenna, on de ot tenere, pressochè gratuitmnente (cioè senza aumento della velocità iniziale e quindi di rpeso dell 'artiglieria) aumento di potcmr,a. Un progresso rilevantissimo in t al senso (il m~1ssimo delln Storia dell'Artiglieria) fu ottenuto, d~l gen . Giovanni Cavalli, con la. rigatura ed i proiettiJi ogivali. Ulteriore progresso si può ce1·eare cli ottenere col miglioramento del coefficiente cli forma. In proposito, occorre distin g-nere tra proiettili lallldati da bocche cla fnoco riga té e ,proiettili di bocclrn da fuoco liscie (quali i mo1·tai). Nei riguardi dei primi Yerso il 1920, si éomintiò a pratìcai·e. talora, la rastremazione ond<' diminuire la clcpl'essione i n fondello. Ciò impose approfonditi studi teorici e prove spHimentali nei 1'iguarcli degli effetti della ragtl'emazione del foudello sulla stabilitù, òel p1·oi.etto e qui01 di suJli:1 dispersione del tiro; ,poichè non si tardò a a'lOtHre eh<' tali effetti spes:-io non eran o fayorevoli. Analogamente <licasi per l'affnsolamento del1'ogivH (oltre certi limiti) e più an cora pe1' l a contemporanea appltcazione dell'flffu olamento in ogiva e dell;:t rastremazione 111 foncl eJJo. I >urtro1ppo, eo:me si. è detto, ci sfuggono tu ttora fo leggi s1::cor1do cui variH il ('Oe:fficiente di forma ma è incln bbio che una forma «optimum>> cleYe rispondere acl armonico profilo .ai tutte le parti del proiettile e ehe iJ profilo dell'una fo1·0.uisce nettamente sul profilo cla <farsi alle altre (anche rt presci!Ildere dall' ovvia esigenza del perfetto raccol'clarsi <lei v:ui profili t ra loro). Uno studio notevole è rostitnito. come abbiamo accerrnato , ne] primo volume (cc Stnclio del pl'oiettile >)) clel t rattato di Cosh'1rnioni cli Artigliel'ia del Main ardi. Ivi è affront11ta an 1.: he la questione della stabilità in fu111rt-ione della, ·f:orma <li ·cui pure, eome sa1Ppiamo si oeeuparono, p iù o meno, tutti i t r attati cli Balistica fstern a per o,via connessione cli argomento. Una Memoria. interessirnte, soprattutto per l'ampia bibliogn1fla citata . rpnbblicarono i capita1n:i Nnnr,io Cavicchioli ed Ermalll•DO R avelli (1). Essi, faremdo, in certo senso il punto sugli 1

(1) N. C.i.v1como1,1 ed E. RAVEJ.1,r, « Sullo stabilità d ei proiettili » (Riv. cl'.\.

e G., 1935).

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COSTHUZfONI DJ ARTIGT,IEHIA

studi in proposito notava.no, tra l'altro, che « ad eguaH velo cità di trasl11r,ione, la resistenr,a incontrata ·d a un proietto, 110n dipende soltanto dalla. sua forma. esterna e dalla entità <lella se1,ione normale all' asse ma dalla sezione direttamente opposta al moto (al'(~f:l realmente resistente))). E' questa u,n a delle e:onsiclerazioni che, come abbiamo visto, induce ad affermare che il coefficie1nte di forma (in quanto si indichi con dò l 'inflnenza {lella forma sulla resistenza al moto) deve ritt~nersi va ria bile lungo 11:l traiettoria . Il Oa.vicehioli e il Ravem mettevano, anche, in rilievo Je notevoli differenze dei f'einonwni fisici pro,'.ocati nel mezzo fluido, da l moto del proiettile, a seconda che questo sia animato cl.a velocità, infeeiore o superiore a quella del suono; differenza attestata sia dal not o andamento delle cmve balistiche, e sia dai risultati sperimein t ali (in particolare dalle cinema togrnfie dei proietti in moto) nonchè, t eoricamente ie sperimentfdmente; dall' Aerodinami!ca. Ove a~ pensi che un ,proiettile ave•n:te velo<'ità iniziale superiore a quella del suono assume lun go la traiettoria veloeità inferiori alla veJoc'itù. del snono per poi di nnovo in genere oltrepassnrla, si può valHtare tu tta fa complessitù del problema (i due regimi, fi8iCa.mente cliFtinti, ipersonico ed iposonieo si ;:1lter,111ano lungo la traiettoria) . Tnttocciò è strettamente connesso aHa stabilità, che praticamente si concreta nella dispe1·sio11e {folla rosa. D'altra pa.rte il tiro cqntroaereo, obbliga a considerare le rose i,n, corrispondenza cli v;1ri punti del tra~itto e non solo i,n corrispondenza , o prossimità, del_punto cli ca(l nta. Gli stndi in proposito, q11i ricordati, e quelli cui abbi.amo ·UCce1m,a to nel Capo dedicat o alla Balistica esterna, se 11001 giunsero a conclusioni ·cle:finifrve (cni forse non si perverrà. mai) additarono nuovi indirizzi, teorici e siperime,nt;1li, e, soprahutto affe1·marono l'intima connessione tra la RaHstica e la Aeroclina1mica . Ecl in ciò consiste il loro maggior pregio. Abbiamo già accennato, e <1ui ripetiamo, che ,nel periodo tra le due guerre mondiali scomparvero, pratic11mente, nleuni ti[)i di proiettili (gli shrn pnels , le gra,n ate-shrapnels) men tre invece apparv<~ro o trovarono più larga applicazione e perfezionnmento altri tipi (incendiari. tr-ncdanti, nebbiogeni ed infine -

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L'lJ:YOLUZIOXE SC fE:'\'Til<'ICA 0 TECNIC,\

a carica cava). Speciahne11 te per armi portatili pesa,nti o per a 1·tiglierie di piccolo calibro si studiarono onde risponderé ad esigenze d 'impiego, proiett ili ad azione multipla (pel'fora ntetracciante, incendiario-tracciante) c-011 complicazioni costruttive non indifferenti. Natur11lme11te si constatò che questi p1·oietl ili a funzione multipla in genere rinscivaino l]J OCO e:fficnti rispett<J all'una o all'altl'a, o nel entnunbe, le funzioni )oro a scgnHtl'. Contuttociò non se ,ne potè fa re a. me~10. Di stuùio particolarmen te delicato si dimostrarono i pl'OiettiJi traccianti. Anzi.tutto , per la cliflkoltà di mantene1·11 c ltl ti·niettoria app1·ossimath·amente aderente a quella del proietto di. cui. d<.'vono visibilmente materializzare il tragitto , dato che cli 1ne<:essità il peso e il bari<'eutro di questi proietti vnriano l1LJ1go il percorso, a c:~nsa clel progressivo consumo delle mistele traccianti. I n sec-ondo luogo, per la delicatezza del caricame11to speciale che diffi.cilmen tc assicura l e desiderate carattel'istithe clella traccia. Comunque, in questo cmnpo furono realizzati ,notevoli progressi e si consegnil'ono so.clclisfacenti renlizzar.ioui. Uno dei più impo1-tanti cakoli che si devono eseguire: nel ptogettare un proiettile, è quello <lel 1Peso e della posizioM del baricentro e dei mom.e nti d 'inerzia . Spesso questo calcolo l'iesce piuttosto la.borioso e, -d'altra parte, occoPre venga spinto ad un grado notevole di esattezza. Una preziosn guida pl riguardo fot·nì, in una s na. pl'egevole ) Iemoria , il gen. Alfon. o }fottei (1) , contempe1·ando felicemente le esigenze ,della rapidità con (1nelle della esattezza, dei risnHati. P arecchi pregevoli tndi fnrouo dedicati agli effetti dei proiettili. E' evidente l' impor tp.nza di ricerche del gen ere. perchè 11.guardano il fine ultimo cle1l a attività artiglieresra . (o qn~nto meno nn sno aspetto essenzinle). Pmtroppo però. al riguardo la teoria soccorre be111 poco poichè trattasi .cli effetti dovuti a sollecitazioni dinamiche cli difficile t rattft zio11e a11alitica e di ardua, o ussai i1111petfetta, mism'a sperimentHle .

(1) « Detcr1l)inazione rapiòa del peso e delln posizione del baricentro e dei momenti d'inerzia di un proietto i n stndio » (RiL cl'A. e G .. 1~)36).

·- 2GO -


COSTRUZIONI DI ARTIGLIERIA

I Cll1Pitani Oavicchioli e Ravelli (i due colti e brillanti studiosi già più volte citati) ·si occuparono con una serie di studi anche di questi problemi (1) . Circa la pern~trazione dei proietti essi suggerirono tre formule empiriche, de,clotte dagli scarsi dati sperimentali noti; una per la profondità della perforazione in mezzi resistenti (escluse le cora.zze) una per la durata cli perforazione ed una per il <:.alcolo della velocitù, di stretta perforazione ·delle corazze (2). Sulla questione tornò il cap. A.N. Vittotio Re (3) osservando che iper piastre omocalibre perforate da proietti simili si ott<~nevaino, secondo le formule più attendibili, velocità ,d i stretta perforazione sensibilme,nte uguali. Ne ,deduceva · la possihilitfL e l'utilità, della sperimentazione delle perforazioni su modeJli. Anche questa Memoria, hf1 il pregio di essere corredata da un'ampia. bibliografia. Circa gli dfetti di scoppio dei proiettili sia a percussione che a. tempo, ordi11ari ed a caricamenti speciaJi, Cavicchioli e Ravelli fornirono pure elementi assai utili che, unitamente alle indicazioni bibliografiche cla essi offerte, costitriiscono prezioso contributo, in questo campo, ancora i111 gran parte inesplorato, ·clal punto di visti,¼ scientifico (4-) . Con una, metafora un po' ardita, m[:l non del tutto ingiustificata le s1polette /potrebbero essere considerate come il cervello del proiettile, poichè ne coma1ndano il funzioname(llt o. Le prestazioni sempl'e maggiori richieste ai proiettili, naturalmente si traducono in ·requisiti da imporre alle spolette, le qua.Ii, ,dp.. arti:fizi pressorhè rudimentali si mutarono tra la fine del secolo XIX ed i primi decetn ni di questo secolo in organi complessi e delicati, ~bbisogmevoli di progettazione accuratissima e di la(1) Ci sia consentito in questa sede, l'ieordilrù c<>n gratitudiue il col. Nunzfo Cavicchioli rar>ito in ancor giovane età i.tll' Arma cui :J.veva dedicato appassiona tamente le sue nou comuni doti <li studioso e cli soldato. (2) N. C,w1ccmor.1 ed E. Rm,Lu, « Sulla penetrazione dei p roietti ll (Riv. <l'A. e G ., 1933). (3) Vl'rro1110 Rr::, e< Applicazioni della s imilitudine meccanica nella perfora~ zione J> (Riv. d'A. e G., :i939) . (-1) N. C,1v1ccnrou ect E . RAVF.LT,t , « Sull'effetto dei proietti» (Tiiv. d'A~ e G. , l!l34); « Sulla ,·elocità delle schegge nella esplosione dei proietti>> (Riv. d'A . e G., J.935).

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L'E!VOLUZIONE SCH:);TH'I CA E TEC~I CA

vorazione attenta men te stucliµta ed organizzat a (t eouto tu11to anche del fatto che tr attasi, in genere, ài lavorazione in gr a,n<le serie). E ciò anche prescindendo dalle spolette meccan iche. Come abbiamo visto, t ra il 1929 ed il 1930 l' attenzione degJi organi tecnici fu richiamatf1 soprattutto sul ruigliorame,uto <lei p rniettili, il che port ò cli conseguenza lo studio dei problemi inerenti alle spolette. L'apiplicazione - alle sipolette - di dispositivi cl i. sicmezza a forza centrifuga e l 'adozione di spolette ad i1J1nesco il1terno (atn:zichè ad innesco amovibile, come in uso pet lo più nelle spol ett e a percussione e a doppio effetto a boccllino ~nteriote iu servizio presso cl i noi ,d urante la prima guerra mondiale) tontl"ibuirono a complicare meccank amente questi manufatti l'd imposc10 la necessità di più approfonditi studi teorid. Per merito ciel gen . .Alfon o ::\{alt ei questo Capit olo cleJJa Scienza delle 'Costruzioni di .Artiglie1·iµ tro,·ò sistemazione teoretica pressochè completa. NelJa sua opera « Della me<:ca111i.c a deJJe spolette >> (1) egli infatti, colmun<lo nna Janrna deJla lettE:rat ura tecll ica miJitare, 110(11, soltfm to nostn1, es:pose la t eol"ia del funzionamento e della progcttirnione delle spolett e e cl0i val"i 0J·ga1ni delle medesime, con maggiore ampiezza per le spoleUe pirithe, più succintamente per le spolette merc:anic.:lte. Di q nesti studi si occuparono altresì, tra gli altri il colon owl1o Sa.verio Cost;1, il col. Mario ne Augelis, il ten. col. Adiil le St:hiavo Campo, ed il te.n . col. Iser 0H ngeni , tMti vulienti uflldali del Servizio Tecnico d i Ar tiglieria, c he contl'ibn irono i.1 101tre alla definizione delle n nove spolette di cui fn ·d otatil l a nostra a rtigliel'ia sul finire ·del periodo di cui ci occupiamo. Uno dei p1·oblemi più iniportain ti, in, qnesto settoi·e era quello delle spoJette istant anee rese necess~n·ie si a dal tiro con bombe cli mor taio, aJlorchè si voglia ottenere essenzialmente un (-ffE>tto snperfidale, O~)pnre si voglia assicm·are il fnnzionamento anche su terreno molle 1 e sia dal tiro co1n:tr oaereo, in ·determin uti t asi. Il cap. R a velli . richiamandosi in particola1·e alla }Icmoria sulla perforazione dei proietti, esaminò a fondo l a mecca1nica delle (l) Geu. ALroNsO lVIATIEI , « Della meccanica delle svolette » (a cura della Rlv. d'A. e G ., Romo 1030).

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COSTRUZIONI DI AltTJGLIEIUA

spolette istantanee nei proietti cli caduta (e cioè, per es. : nelle bombe da mortaio) sottoponendo ad acuta. ed esauriente an;1Iisi il funzionamento meccanico della spoletta, dal momento del contatto con il bersaglio a q 1H~llo -d(~Jl'urto tra punta del per-cotitoio e caipsula (1).

Fig. 25. • Ermanno R::1 velli.

Altro importante problemµ che affaticò i nostri tecnici e si <:0111:cluse con l'adozione della spoletta a cl.e. mod. 36 e (lella spoletta a tempo mocl. 36, fu quello della definizione di una spoletta 1pirica a lunga durata at ta a fornire regola1·ità di funzionamento anche alle alte quote ed ai maggiori tragitti. Questo 1pro blema era strettamente e0nnesso con queJ1o del perfezionamento della prod'uzione dellt1 polvere nera.; cui abbiamo in precedenza accennato; ma riguardava, altresì, la struttura della. spoletta . Si tentarono sia soluzioni basate (come in, alcune spolette francesi) sulla miccia in gl:llleria, avvolta a spirale attorno al eorpo dell'arti:6.zio, e sia sulla miccia a-d anelli. La nostra spoletta mod . 32 apparteneva a.I primo tipo. che però, tra l'altro; presenta 1'1nconveniente di non consentire la correzione dellµ graduazione. La spoletta rnod. 3G (a tempo o a doppio effetto) aip1Partiene, invece, al secondo ti.po. (l) Cap. E . RavELLI, <e Studio sulla meccanica delle spolette .istanta nee nei :proietti di caduta)> (Riv. d'A. e ·G., 1937) .

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L'EVOLUZIONE SCIRNTJFICA El 'l'EC:-IICA

Abbiamo bl'evemente accennato ad alcuni soltanto dei complessi e oelicati problemi inerenti allo s t udio, alla progettazioal!• ed a1la tecnologifl delle spolette. Molti altri se ne dovrebbe1·0 menziona1'e, non meno importanti ; ma ciò non sarebbe po~sibile senza ent1·are in dett agli tecnici. S oggiungeremo c;;ol ta11to che cotemporancamente alla definir.ioJ1:e dei tipi e dei dispositivi, ai fini fun7,ionaH , si presentò, ai nostri tecnici milital'i e chili, il problema ,cli sostituire, nelle sp_olctte all'ottone, in precedenza laJ·game.nte adottato, metalli di più agevole diSIPOnibilità (in genere fu prescelto l'allnminio). Non si t rattò naturnlmente, soltanto di sostituzione {li materia pl'ima; per lo più, questa sostituzion e io1fluì sulln meccanica <lell'ftrtiftzio ed iu ogni caso. notevolmeinte, sui cicli lavorativi. La. preoccupazione di ottenere un fonzi onamento a tempo molto regolaJ'e suggerì l'idea di creare, in quanto possibile. una c-amera a. pressione pressoch è costnnte (è be~, noto, i1n fatt i, chela velociti\, cli combustione deli!t miccia è -fortemente influpnznta dalla val'i azione della (Pressione atmosferica). Si ebbero così gli sfogatoi interni, che necessari.amen:te comportaronc qualche complicazi011e nena laV'ora7.ione.

Assai incompletamente (perchè il campo er~ eosì vasto da non poter essere tutto abbracciato in un breve cen01:o) abbiamoprocurato di porgere un quadro degli stu<li tecnici artigfa:reschi 1,el ventennio tra le due guene mondiali. S e 11 0.n: erriamo. a1Ppare <:la. quanto abbiamo eletto che molto fu fptto in quel bre,1 e[)criodo di rapida evoluzione della tecnica. militare. I nostri tecnici - milit:wi e civili. - si mnntenmero fedeli alle tradizioni cli serietà e -cli cultura scien tifica della Artig:lieria Italian~,. In qnesto periodo la generazione che nveva avuto a Maestro il col. Francesco Siacci ecl ancorn ricoi-da.vfl il gen . Giovanni CavaJli additò ai giovflni con l'esempio (lei suoi nomini miglio1'i, c-ome - neJl'artigliere - posi:>ano e deblmno fondersi, in un ·ua1ica alta, conquist a dello spirito, la Scienr.a, la 'l'eenicn e la Vil't ù militare. -

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CAPITOLO SESTO

11

Tiro

A - LE PRIME I. T. DEL DOPOGUERRA (1923=1926): LA PREPARAZIONE DEL TIRO. - B - EVOLUZIONE E PERFEZIONAMENTO DELL' I. T. DAL 1926 A L 1932. - C = DIVERSA TENDENZA NELLA PRATICA DEL TIRO CON LE NUOVE DOTTRINE TATTICHE.

A

LE PRIME I. T. DEL DOPO-GUERRA (1923-1926): LA PREPARAZIONE DEL TIRO. I. = L' I. T. (stralcio) 1923 e l' I. T. 1924. - 2. - Il rinnovamento dei procedimenti di tiro in ordine alla SORPRESA. - 3. = Incertezza delle nostre prime norme per quanto riguarda gli INQUADRAMENTI. - 4. - Pensiero in proposito di nostri scrittori mmtari, - 5. = L' I. T. 1924 e I' I. T. 1926 e la PREPARAZIONE DEL TIRO. - 6. = La mec= canizzazione del calcolo dei dati di tiro. La Tavoletta "Speranzini,,.

1. - La nostra prima. << lstl'uzione sul tiro)) pubblicata in bozze cli stampa. nel dopoguerr;1 è ,del 1024. Nell'a,nno precedente perù ne er~ stato già pubblicato uno stralcio che comprendeva i tre ca pitoli rel ativi alla condotta del fuoc o, ull'impiego del fuoco e organizzazione dei tiri, a1le esercitazioni di t iro, affinchè i reggimenti li applicassero nelle esercitazioni estive di quell'anno. Ve,nivano in conseguenza abo)ite molte delle antiche istruzioni ancora virtualmente in vigore. Caratteristica della ,n uova << Istrnzione >> era quella cli essere comutne a tutte le specialitù. Gi si metteva. cosi sulla -

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IL 'l'InO

stessH, via seguita cl.ai 1pl'indpali eserciti esteri, poichè lo stesso indirizzo era giù stato aclottf.l to t ant o dai fran cesi quao1,to dai tedeschi. Non esponi amo nei pa1·ticolari. il contenuto <li questn prima << Istrur.ione » perchè essa non segnò che un pu!tl!to di partenza per t utto l'ulteriore movimento di dottrina sul tiro che fa onore alla nostra Arma. A questo movimento il maggiore impulso

Fig. 2(i. - Tito Montefiuulc.

venne dato nel campo !lpplicativo dalle Note T. dell'Ispettorato clell 'Arti gli eri a. « L'accoglienza fatt a dagli artiglieri - osservava il generale lVIontefin al e - (Riv. cl' A. e G. , apr. 1927, pag. 608) alle Note dell'Ispettore e la l'icerca continun che cl i esse venne fatta da parte di numel'osi comandi, scuole e l'eggim enti delle altre urmi, pro-va. come iI bisogno di un nuovo i11clirizzo ùell'addestrameinto dell 'artiglieria fosse generalmc11 tc sc>ntit o per sopperire alle nuove necessità, clr.l C'Ornbnttime11to in te1·reno libero. -

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I LID PHI)HJ I.T. Dl!L OOPO-GUl;;RRA (1923-1926)

r

I

Prevarazione topografica. del t'iro per poter p,rescinclere clall'a1g_gi1Jstc11rnento sperùnen.tale : questo fu il problema da risolvere, non già tecnicamente, perc]1è in teoria il problema è fa. cilmente risolto, ma praticamente, con metodi e st rumenti non troppo complica.ti e del più semplice ed intuitivo impiego. Ma, :patur;:i.lme..nte, non si possono ris.olvere problemi cli tale natura senza che occorra maggiormente approfondire lo studio delle applicazioni, balistiche, per cui sovente ricorre di sentire accusare l'artigliere di soverchio tecnicismo, mentre l'artigliere ha lo stretto dovere di studiare il modo migliore per ris1pondere alle nuove esigenze della trlttica, e .ciò ,non può ottenersi che co,n perfezionamenti tec11 id che permettano .cli sodisfare alle sempre crescenti esigenze sul campo cli battaglia)). ContemporaMnmente le lezioni del ge,n:. Ettore CaYalli presso la Scuola di Applicazione di Art. e Genio, i ·torsi di t iro presso le Scuole Centrali, gli studi che apparivç1no sulla Rivista cl' Art. e Genio portavano grande contributo aila chial'i:ficazione, all'approfondimento e alla co11oscenr,a della ,dottrina del t iro. Già, durante la guerrtt i nostri metocl.~ di tiro avevano subìto, alla prova cli necessità nuove e continue, l 'infl1Jsso di un più spiccHto tecnicismo. A volte, era persino l'iniziativa d i singoli coma,nclanti di artig1foria ehc~ determinava la ricerca di 11uovi metodi, per ovviare alle mllnehevolezze elci dati tabulari e all'insufficienza dei ,procediment i di correzione : sono noti a 1 riguardo l'opera svoltit dal gc~nerale Segre, al Comando d'art iglieria della 3" Armata e poi ,d ella G•, e l'opera dell'uflkio tiro dell;1 4• A., che, fra l'altro, dava l'« Abaco Tara.nto IJ)er la correzione da a.pplicare nel caso di tiri contro obiettivi fuori dell'orizzonte del pezzo)), e il contributo prezioso apportato all'approfondimento e alla risoluzione dei problemi del tiro dal prof. 1\:1. Picone e dal prof. F. Severi. Analoga attività, si svolgeva. in Francia. ove però cli pi ù si sviluppa v;:ino metodi nomografici dei quali gra,n .parte fu trasferita nell'« Instructfon GénéraJ snr )e 'rir de l' Artillerie )) .aeJ 1922, che rimase fo ndamentale per l'artiglieria francese. 1

2. - E' noto che l'ultima parola circa l'im:piego dell'artiglieria, riassuntiva dell'esperienza di guerra, er[:I mm : lei sor-

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IL 'rÌRO

presa,; all'epoca i1J1 cui questa ebbe appJicazione prima , perfett a 1

e fortunata da parte dei tedeschi (offensiva dello 011.emin cles D ames) i suoi primcipi enrno : il segreto nella concezione e nell'esecuzione, l a soppressione di ogni aggiustamento e la breYità della p1·eparazioin,e. La preparazio11e d'artiglieria doveva essere bre1ie al fine di non dare tempo al nemico di fare entrare in azione le sue riserve. Il segreto impliciwa la u1ecessità ciel più spinto tecnicismo, in a,ggiunta a ll'im(Piego cli tutte le risorse organizzative e tattiche per mascherare e nflscondere l'afflusso delle nuove batterie sulla fronte di l:lttaC'co. Diciamo a pm'o titol o di ricOl'dO elle i Tedeschi, per meglio servire questa necessità, l'icorsero a degli specializ;;,,ati in materia di. impiego cl'a1-tiglieria e di tecnica della prelParazione, speciali.zzati che, a tempo opportuno, si sov1·apponeYalllo ai ·n'f}tmali comandanti di a1·ti glieria e prendevano in pugno orga11iz7,azione ed esecuzione. Sos tlrnzialmente soppressione cli ogni aggiustamento preventivo : sopiprcssio,ne assoluta , inesorabile. Che ancora n el 1918 quaJche C'oruanclo d'armata tedesco si sia mostrato r efi·attario, o comun')ue abbia esitato alI'applicazioine di cos1 drastici provvedimenti è vero; ma ripetiamo· fl.1e all'offensiva dello Ohemin de cl ame8 Ja consegna fu scrupolo. ;unente 1·ispettata. Scrittori tedeschi (Bruchm1illei', « L'a1·tig1ieria nell'offensiYa i111 guerra di posizione ))) soste11gouo poi , risolutamen te, ehe alla. violazione di tali procedimenti è da attribuire gran parte degli insuccessi tedeschi del 1918. « Lo scacco della 17" Armat~ nelln grancle battaglia di Franci:11 del 21 marzo 191S è dovuto, seco111do Je più recenti rice1·che, nl fatto che la sorpresu non fu rea'lizzata, e dall'altra [)::tl'te al compromesso fra il metodo Pulkowski e gli ~ntichi pl'Ocedirnen ti basati su1l' impiego degli aggiustamenti, all'itn:su:ffitiC'nza. dei piani di fuoco che non (·orrispondevano agli scopi perseguiti, alla maincanzn a"i istruzio11e tlei q uaclri. La v;:tstità. delle riserve 11emiche e altre cin:ostanze senza dubbi.o sfavorevoli, n on sono le sole i-esponsabili clel disastro>> (13ruchmi.Uler , op. cit., l?8ig. 2 O) . -

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LE PnIM8 I.T. DEL D01'0-GUERHA

(1923-1926)

E fu l'aipparizione del metodo Pnlkowski che rese possibile l 'abolizione dell'aggiustamento, condizione fil beneficio della, sorpresa« E' curio.so ,notare -- ossel'vR l' Aizier - (1) l'i,n:flueuza che ebbero durante la guerra alcuni specialisti d'artiglieria - in Germania - e gli immensi servizi che essi resero, a dispetto del loro graclo poco elevato nellri gerarchia militare. rl'ali furono il col. Bruchmuller, il maggiore Marz, il capitano Pulk'owski, . che, in sostanza, comandarono effettivaim;nte, e a parecchie r iprese, artiglierie di Corpo d' A. e cl' A .. Così è t ipico il caso di u111 tenente Henscbkel che, nel 1917, comandò, in occasione delle operazioni ,d i Toholy, della Galizi;l orientale, di Riga e di :Jacobstadt, il complesso dei minenwerfer dell'attacco)) . Tradotto in termini nostri, il metodo :Pnlkowski è poi quello di un'accurata preparazio11e to.p ografiea e balistica, compresa in quest'ultima una rigorosa regùri.ozfone delle bocche da. ['uoco. I tedeschi rivendicano la priorità di tali procedimenti, che sarebbero stati applicati da pal'te loro, secondo afferma il Bruchmi.iller, fin dal 1915, mentre in Francia non Jo furono che nel 1918: « la sor1presa, egli di.ce, la più importante delle condizio,n,i del successo, ~,on solo non er;:t assicurata, ma era perfino resa impossibile dai procedimenti francesi n. « Il generale francese Herr, continua il Bruchrni.Ulcr i.in una sua JJota, giudica cosi alla leggera i nostri metodi che pure erano interamente orjg~nali e in completa opposizione coi metodi francesi: « Noin, c'è - offensiva tedesca di Riga ne] 1918 - uulltt di nuo,o, nulla che noi non abb_iamo messo in pratica nelle {llOst re grandi offensive, perfino clel 191G; la sola differenza consiste rnella dm:ata cl.ella. preparazioJJe : la ra.pidiU~ del tiro dei n:1~teriali tedeschi, i progressi t(~·cnid realizzati che permettevano cli fare a meno dell'aggiustamento, e finalmente la decisione ;l,clottata di rinunciare alla distru1;ione delle organizzazioni nemiche e di coutentarsi cleJla )oro neutralizzazione, hauno abbrevia.to sempre più questa dnrata. (1) Il capitano francese N. Air,ier col chef rle 11a,/CfiUO'Ì'i Ilrunet, tradusse in .f rancese l'opera del eol. Brnchmtiller: « L'artiglieria nell' o(1'ensiva nella guerra di posizione» (Die Artillerie beim Angi:itl' ìlll Stellungskrieg, ed, 1!)32).

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Jf, Tin0

Abbiamo visto cl'altl·n p arte che il cornarnJ.o fraa1cese non ha mai cessato, dopo i] 1917, di raccoman clare qu esti procedimooti e che la ,11ostra. artiglieria vi si confermò in tult.a ]a misura c;onSéintita dalle caratteristiche del mnteri,llc e clallo stato delltt s ua tecnicfl di tiro ». « E' difficile d'nhronde - commenta il Bruchm1iller - a] gencrnJe H err emettere 1111 giudizio i.mpnrziaJc sulle <li.ff.crc1nzc fra i metodi frfln cesi e quelli tedeschi. Essendo egJi stato « I spettore genera le dell' ArÙgJfrri;t » e pl'esiclente d cJJa Commissione cen t rale dell'artiglieria a Parigi , egli è troppo pe1·sonalmen:te interessato a Jfa, questione>>. P er noi la verità è questa : dmante Ja gm'rra, specie n ell a

:2a fase, col favo1·e dei lunghi periodi cli stasi OJ)er;rti.a, presso quasi tutti gli esereiti - i n q uel]o tedeseo t·ollle in quello francese ed in quello it::ili nno - si sviluppa1:01no e si diffusero procedimenti di tiro a c:nattere scientifko sempre più spic:cato, il eui illllPiego, insieme con fa disponi bilità di gra ndi masse di ttrtiglieria e quindi di grandiosi concentrnruenti di fuoco, rendeva a sua volta possibile svincolarsi duna, necessità, cle'i tiri cli in 11trndramento, r idurre la preparazio111e di ill'tigliel'ia al limite estrnmo. attu;1re con questo e con altri accorgimenti t nttici , la sorpresf.1;. 3. - Le 01tost1·e prime « ::.' forme per J'im.piego dell' nrtigli.eri.a » del 1921, tutte permeate an(·ora dell 'esperienza di gnen·a e che sono, come g ià si è fatto notare, la estensione deJle D .A. e D.D. del settembre e deJl'ottobre 1918, ha,nuo non ,pochi riferim enti alla necessità della sol'prcsa, ma cla questa necessità non sempre u;:1as. ano a deduzioni totalital'ie, drastiche, come molli avrebbero voluto. Lo stralcio dell'Istr1rnione sul tiro [)Cl' l' .A 1·tiglieri a, pubblicato nel 1923, risente di questa incertezza. I n sostanza vi era 11111 compromesso fra Je p111· riconosciute esigenze ,cli r eaJizz;ne la s orpresa. e le possibilità {li. <mi a ncora 1non si era pienamente coud.r1ti cli raggiungere Fohietti.vo con, s uffi.cien te a p1Prossinrazione col solo calcolo . Compromesso che portava all'adozione di accnr;1ti procedimenti di preparazione (topografica e balistica) -

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Lm PlUllfE I.'l'. DEL DOPO-OUJmHA

(1923-1926)

del tiro, ma nello stesso tempo cercava di cautelarsi con tiri di inquadramento, com, tiri di controllo, e ricorre111do al tiro di eflì<:acia con ,p iù alzi, e dati di direzione variati. N . 401 (riferendosi ai tiri aggiustati in base all'osserva½ion e diretta) : « ,l\1a spesso tale aggiustamento diretto , o no,n si può eseguire (osservazione impossibile), O[)pnre ,non è conveniente (per conservare a) fuoco il carattere cli sorpresa) . .A]]ora &i ricorrerà, secondo i casi, o all'aggiustamento· sopra un obiettivo frnsi1ial'io e ad un conseguente trasporto .di tiro, oppure si inizierà il tiro cli efficacia ,parténdo semplicemente dai dati determinati im, base aff un'accurata r>repG,/ra.~ri01'W. Ma in, entra,m. b'i questi oasi (e oosì pitre nel rife1·ùnento acl 't(Jn. ob·iettitìo d·i fecle J ver gli e-rrori inevi.ta.bil-i nella rioerc·a clei clati), non si JJ'nÒ esse,re siai1,ri che q'U<}sti ven,gamo determ:inciti oon, u.n/ a.pJYrossùnazi.one tale cla, gù1,st·ifioa,re 7.'im,piego di 11-n, solo alzo. E' quindi necessario eseguire il tiro cli efficacia oon. pi1.ì, alzi e co11 dati ·d i direzione variati, battendo così uina zona ipiù o meno estesa in relazione all a mi111ore o maggiore precisione pre1rnmibilmcnte r~ggiunta nella cletermin,azione dei dati iniziali. Anche in questi ultimi casi, quando è possibile un controllo dell'insieme del tiro di efficacia, si cercherù, di eliminare i dati che risultino ij1,on convenienti )). E non credia,mo che ci sia più oltre bisogno di cercare elementi. per dedurre che la nostra prima Istruzione sul tiro non era entrata, se no,n, timidamente e con molte riserve, rn~ll'ordine di idee che il tiro - per servire all' assoZ·nta necessità àella1soi·presa,- dovesse essere zyrepa;ra,to) ossia ba sato sulla preparazione (aO()'lWata., m1turalmcnte), tOfJOf!r'afìca e ba.l'i,st'ica, e quindi completamente sviin colata dall'aggiustamento e che ogni con,temperamento del1'un procedimento con l 'altro fosse perciò tatticamente neg·ativo. 4. - Questo che <lidamo fu visto e rilevato da parecchi dei nostri studiosi : tra i primi, da)Pallora magg. d'art. Italo Caraccio1o, cli cni ricordinmo nn hrilla111te nrticolo a,pparso sulla Riv. d'A. e G., ag.-sett.-ott. 1924> che così concludeva: « Il tiro liberato d~l vincolo cli un aggiustamento preventivo, è talora una necessità indipendente c1a11H volontà., e t nl'altra nna possihiHtà cui -

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IL 1'1BO

si Ticorrerà volontal'iamente anche soltanto per ragioni tattiche. E questrt possibilità, a ma n o a mano che i mezzi tecnici e i sistemi di tiro miglioreran no, t enderà a gen eralizzarsi sempre più. I due fattori: segreto e sor presa, intirn ame111te collegati f ra loro,

Fig. 27. - Italo Caracciolo.

sono Ja base, la piattaforma s ulJ:1 quale poggia la vittoria . L 'Artiglieri;=t non deve quindi asteine1·si da questa modern a t en denza, e rin chiu dersi nelle sue vec.:<.:bie forme che tah olta hanno iperfì1n,o l 'aspetto di pregiudir,io )) . u questo stesso pia no era ghli lo allora colo01n ello di art. di S.M. , Ma rio Caracciolo : « ... quando f u compreso rhe il ·Ca nnon e è una ma cchi11N1 di reudirn en to assai migliore, se bene hn.pieg;ita, qua ndo fu adotta ta uffi ciiilment<~ la p1·eparazione ~cientifica (topografica , per ln più esatta misurnzione dei dati Jniziali ; baJistica, 1p<·r Je ca nse cli vHria:à one di velocit;\. i1niziale; atmosfel'ica per le ca nse perturbatrici dìpe111denti dalle cond izioni atmosferiche, temperaturn, pressione, vento, ecc.), si vide che l' aggiusta mento preventivo non era necessario, specie per masse di fuoco considerevoJi, e - pr-og-1·esso g-igm1tesC'o - l'H rtiglieria si liberò <falle 1p;:istoie, <liYenm: cnpace cli ti.rare in -

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LID PRIMID I.'l' . DEL DQPO·GCrnRA (192B-1926)

qualunque momento, di giorn10 e cli notte, in qualu nque punto, vjsto e non visto, 1p urchè bene in<li<-ato sullà carta » (1). Altro import;rnte coutributo per la chiarificazione cli questo interessantissimo problema fn portato dal1'nllora t.en . col. di artig. S.M. Carlo Gelo o, i1n un articolo « Osse·r vazione e prepail'azione del til'O, - Come e perchè il tito debba essere pre[Para to come se 1n:on potesse essere osservato, ed osse!'va to come ~ non avesse potuto esi:;ne prepHrato )) (Hiv. d' A. e G., ag.-sett. 1925).

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Fig. 2S. - AuL011l.o Cusciuo.

Il Geloso concludeva questo sno !lrticolo evocando fra l'altro una glor iosn figura di artigliere e di maestro di altri tempi, e quindi un p1°ecursore ! : « Ci .piace di chiudt1re queste brevi not.c citando il pensiero di UD/i delle glol'ie della 1nostra artiglieria, caduto valorosa(1) M. CAnAccroLo, <e Come combatte l':ntlglieria », cc.I . 192'1, pag. 31 .

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IL TIRO

mente in gt1err a, il gen erale J\1ntonio Cascino, il quale nel 1909, quando la preparazione del tiro era propria ùelle sole al'tiglierie da fortezza e d'assedio, ed era molto comba tt uta, affermava : « L~ prel)_)arazione del tiro ha acquistato oggi graude importanza sia perchè i matel'iali mode1,ni 1permettono di compierla bene stando al coperto, sia perchè essa , se fatta accuratamente, permette di passare diret tam e1nite f,11 tiro cli efficacia c•limin ando l 'aggiustamento >> ed aggiungeva poco dopo « l'ossenazione è essenziale per ]' esecuzione del tiro aggiustato >>. In questi due peinsieri, sin teticamente esposti, sta forse l'essenza dell a 1necessità cli un'ottima prepar;izi one, che arrivi a poter prescindere dall'osservazione, e di una altrettanto ottima osservazione fatta com e se la preparazione non esistesse >> 5. - A parte questo, conveniamo 1pei·ò che l'I.T. ed. '24 -

e

<:on essa, prima e -dotPO, le note 'l' . -dell 'I spettor!,lto dell' Arti1,die1fa - doveva dar e e dava. i mezzi (v1 ·ocedimenti cli tiro) per

l'ealizzare lH sorpresa : ossia in sosta nza per l'isolvere il problema tattico. E i mezzi era no costituiti dalla « P1·epani?:ione del tiro )). Il problema tattico aVl'ebbe dovuto essere valu tato e risolto in altra sede che non fosse prop1·io l'l.T .. Alla preparazione del 'l'iro, l' I. T. P :wte II, - ed . 1924 dedicava tutto il suo Capo III, veramente pregevole. Esso, mentre l'imamdava per le correzioni preYenth·e (del momento) nlle premesse delle nuove edizio11i delle TaYole di Tiro o ai fascitoli di coefficienti di correzione che integra vano le vecchie T avole rJi tir o - come vedremo in seguito - poneva le basi della 1Preparazione topografica del tfro, ecl cswonev~ dei CDil1Cetti prelimin ai-i che contengono in nlltee la fu tura evoluzione della nostra 1·egolamentazione : « Qualunque sia la missione ailidata a un riparto di artigliei-i~ (senza distinzione di svec-ialità e cli calibri) qnesto deve 11011 solo, ove già non lo sia, mettersi rapidamente in condizioni di far fuo co, ma anche mettersi, e ten-ersi poi sempre, in grado di battere qualiinqu,e oùiettivo com7Jreso nel camvo cl'azione dei propri pezzi) non c1,ppe11a il su,o intervento sfo. 11ecessa,r io . -274-


LEJ PRIME I.'l'. DEL DOPO -GUIIBRA

(1923-1926)

Il tiro deve rpotersi sferrare semip,re imlilnecl'iata,nti<3nte e raggiungere pron,tamierite il massimo degU effetti) ar1ic:he qim.n do ·s!ia; soaQ··scLi o ni/anoh'i del tictto la possibilità d i regolarne l'and1a11ne11..to ·i n bcise aWosse,n ,n.zione cle-ì ri,m ltati. Ciò è essenziale nei riguardi della soi"}Jresa, che è fattore preoipu,o · di successo in og,n i ,azione o m,am.ovra: di /11,000 )) . E potremmo commentare che quasi all'inizio della nostra regolame,ntazione, veniva segnalat~ e sottolineata qu(~lla caratteristica che alla fi ne del ciclo evolutivo doveva essere c011siderata predomi nante; la rapidità anzi) a,d();iritt wno,) lo; inumediatezza1clell'int:erve11rto. E fin d'ora. una ,d istinzione non solta,nto rispondente ai finii didattici, ma di vera utilità pratica, di dne forme di preparazione del tiro : - prepaJ'azione regolare, da praticarsi quando la sit uazione e i mezzi. CO(llsentono uno svolgi.mento completo -delle varie operazioni ; - ipreparazione sommaria , da praticarsi quando l'urgenza di aprire il fuoco im!]JOne la massima speditezza, pur se -debba scapitarne alquanto l a esattez7,a dei dati di tiro iniziali. Entro questi termini la preparfrnione del tho si sarebbe sviluppat a ragionevolmente assumendo forme variabili da caso a <:aso e da tempo a tempo. Più tardi saranno variate le espressioni (ad es. speditiv;l invece che sommaria ecc.), ma i concetti, questi concetti, permarranno o sara111no op.portunamente ri.chiamati in vigore. Di quanto riguard a la qnestione delh1 sorzyresa, e in relazione ad essa, deJla soppressione più o meno tota le di tiri di i1Jquaclrame111to, aggiustamenti preventivi, ecc., non diremo [Più oltre : solo accenniamo al fatto che tale questione costituì. ancora oggetto ,d i interessante dib~ttito (1) . Ma l'I.T., ed. 1926, aveva già assunta una posizione definitiva e chiara : N . 184 : (1) Vedasi in Riv. mil. it ., gennaio 1929, l'articolo del col. art. S.M. Mario Caracciolo : «Lo stratega e il cannone>l. E sulla stessa rivista - aprile 1929 l'art. del gen. Tito Montetìnale: « Il tiro d'artiglieria senza prova sperimentale )J. Ancora sulla stessa Rivista, allo stesso proposito, seguirono l'articolo del Oaracciolo (giug~10 1929): (< Il cannone dello stratega» e l'articolo del col. art.

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IL '.rIHO

« La determinazione clei cl a ti di tiro corretti pe1· le con:cli?:ioll i del momento, conferisce ai tiri il caratter e di s011presa e spesso dà la possibilità, di ugire <:011 notevole efficacia anche qur111dc>facciano difetto buone condizioni <.l i osservazione; essa forma in genere la base cli og1ni manoYra di fu oco. La determinazione eventuale dei dali mediante t i1·i di i11quadr;1meinto e successivi tr11sporti cli tiro è an che fnv orevolc alla sorpresa, ma. richiede come conrlizi one nece. saria la post ibil'ità c'U ossel"i;a,ifone >>. Cost fa1 sintesi la nostra dottrina. si ferma va sui seguenti concetti: I dati per il til-o di efficacia possono essc1:e ricavati. seguendo i diversi metodi : con aggin tr1memto su l'obiettivo; ton aggiustamento su obiettirn ausiliario; con il calcolo. Il primo metodo permette con risparmio di colpi cl.i raggi ungere ]'efficacia. massima consentita da tutte le cirC'ostam~ che vi in.fluiscono, ap1)e11a si inizia il relativo tiro, speci;-ìlmente sé esso segue immediat ame11te l'aggiustamento ; ma non può applicarsi se 111011 qua ndo il tiro Q)Ossa essere ben osservato e non sia necessnria la sorpresa . Col seconclo si può i1vere efficacia sufficiente nppena si a1Prn il fuoco sull'obiettivo; ma non vi si può dcorr<>te che in un se ttore piuttosto ristret to sia in profon dità che latcralme111te, specialmente . e le condizioni climatologiche 11011 sono buone. E:;iso richiede preparazione topografi.ca e permette di realizzare la sorpYesa specifica sn l'obiettivo, non quella geineric11, cioè nell'azione complessiva. Col t erzo l'efficr-ic·.ia ne<·essaria si ra ggiunge in massima cou consumo di mrnn izioni e di tc•mpo (c·onta.to questo dal momento 1in cui si sferra il tho di efficncia) nlquanio m3ggiori che negli Hhri casi. Esso richiede pre,parazione topografica e balistica accurate, ma consente cli attuare la sorpresa completa. S.M. IUccardo Balocco (ag. 1927) : « T.,a preparazione del tiro di arti,glicria senza aggiustamento preventivo ,,. E infine un altro articolo del Montefiuale in Riv. d' A. e ·G., ag. 1920, « Jl tiro d'artiglieria senza pro,a speri mentale».

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LEJ' PR!Mm !.'l'. DEL DOPO·GU'èRRA

(1923-1926)

Si ,p uò aggiungere che : - nelle azio,ni episodiche, come di truppe celeri in esplorazione, du ra,nte l'avvicinamento, nello sfruttamento del snc·cesso, nel1'inseguimento 1 nonchè nell'esecuzione di tiri di distruzione specialmente contro obiettivi di piccole climensioOl'i, ecc., il primo metoclo si impo1'rà quasi sempre; - nella preparazione ,d ell' attacco, qua,n do si abbi!}, a disposizione tempo sufficiente e la sorpresa assoluta non sia possibile, ma sia a.ncora concesso di ingannare o mante111ere ;11l'oscuro il nemico sulla lll!;ltn ovra tattica che si vuole svolgere, sarà conveniente i] secondo metodo; - si r icorrerà al terzo . metodo al1orchè, compiuto l'a.vviciinamento 1proftttaJ1Clo di favorevoli condizioni (notte, nebbi~., ecc.) sia. opportuno limitare la prc1parazio11e di artiglieria a brevi , rapidi e in tensi t iri cli neutralizz-azione ehe abbiano però potnto essere topograficamente e balistica mente organizuti.

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La. guerra manovrata c:omporta più facilmente i primi due metodi tìll' i,n izio delle azioni, ma a. w eparazione del tiro compiuta si vale ampiamente anche del terzo; nella guerra &tabilizzata si a.pp1icano pnre tntti e tre, secondo che si prestano al caso le loro caratteristiche, ma l'impiego del terzo metodo vi è favorito d[-llla iperfe zi one cui 1p nò giungere la preparazione del tiro. La difensiva in genere si presta all'applieazioine di ognuno d'e i tre met odi : - i tre metodi potranno essere sfruttati insieme, ad es. : iniziando il tiro con i dati calcolati (terzo metodo) ed eseguendo l'accertament o (primo metodo) , oppure sfruttando i dati otte,n uti da ~ltre batterie e modific:andoli in relazione alle coudizioni del moment o e alle posizioni relative cldle batteri.e considerate, ed eseguendo poi l'accerta ment o (che ha. analogie con tutti e t re i metodi) ; - qualunqrn~ sia il metodo cbe si intende o si deve eseguire, non appe.na iniziat o il tiro di efficacia, se è possibile osservarlo, si deve ricorrere alle correzioni per c:onferirg1i la m~ssima esattezzo. -27'7 -


IL TIRO

Da quanto abbi.amo detto si può ,cles.nmere quello che s~1 1'à il filo conduttore della evoluzione ulteriore della nostra dottrina s nl tiro, 1·ispecchinta nelle varie elaborazioni e rielabornzioni clell' l.T .. Essem:inlmente: -

mjarn,t enere i procecltimenti di tiro aderenti sem,vre J)iù, alle 11,eoessità cl,eWi1npie,go) p·iega,re il Mwo ·allw ta tUoa'J le,; tec>nica della preaisione alla pratioa. Uh·gente clel oaniqJo di battaglia.

L'I.T. ed. 1926, pure ser bando un a imposta zio11e della materia aau:lloga 1:1· quelln ,d ella precedente I.T. ecl 1924, grachrn le varie operazioni entro schemi diversi per accen tuare il concetto che in ogni caso l' a1'tiglieria deve essere in conclizioui di aprire senza ind ugio il fuoco a momen to opportuno e spesso (per le ba tterie leggere specialmente) poco dopo essere giunta in posizione od anche immediatamente (I.'l'. 192G, N. 186). Così lp preparazione del tiro, {1istinta in preiparazion e topografica e preparazio1J c balistic:a , va dalla 1p repara7,ione immedi 11t1:1 (determinazione degli elementi strettamente indispensabili per l 'azione immediata) nlla preparazione per ln manovrn del fuo eo (rile,amento rete di a,ppoggio - eom.pilazione cal'ta per il tiro). A :fini di<la ttici (110n si cliruentichi che trattasi pur sempte cli lst rn~ ziorie cla servire per l'ad,clestrmnento) )e var ie operazio,ni. ono ;mcora distinte fra la batteria ed il gn1ppo . Nei riguardi della condotta di fuoco, qualche modificazione più radicale è sta.ta. apiportata all' istruzione. :Prirna si diceva « aggiustato >> ogni tiro « centl.'alo >>. Vt n uova Istrnzione sul tiro introdu ce il « g1·ndo di aggiustatezza. >), oss ia quel grttdo di <<approssimazione>> che ritiensi sufficiente o necessario iper gli scopi del tiro e definisce « aggiustamento >> l 'insieme delle oper a½ioni che si compiono per raggiungere quell'approssimazione che si vuole per il tiro di efficaci a. Dunqu e l'aggiust amcuto consiste : o solo in determi,n azioni basate sul calcolo, o solo i n determinazioni basate suJl'osserv~zione dei colpi; oppure in opera7,ioni miste, di calcolo e cli tiro. Di queste n)time fanno parte i « trasporti ,cli tiro >). Gli aggiustamenti che si eseguono per l'in quadramento del tnreno fanno part e integrante della preiparazione balistica del -

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LID PRI:vI8 I.T. DEL DQl?O-GUIDRRA

(1923-1926)

tiro. Dunque anche la pre1pa.razione balisticf.l può comprendere {'alcolo e tiro. Se questa nuova istruzione sul tiro ha i,ntrodotto l'aggiust:ameinto mediante il calcolo dai cl.ati iniziali di t iro ed ha. gen eralizzato i trasporti ed i riporti di tiro non bisogn;:i. però· de{l'u rne che il tiro con dati inir.iali corretti possà. sempre raggiungere la stessa esattezza che si può wnseguire da un aggiustamento sperimentale, sia ·direttamente sull7 obiettivo, sia co01 trasporto da. un obiettivo irnsiliario. E' evidente che il metodo più esatto per centrare il tiro sopra un obiettivo è quello dell'aggiustamento media1Jte l'osservazione , sempre quando questa sia possibile. Il trasporto di t iro da uina obiettivo ausiliario, con)lpT'esi <1uelli fittizi a terra ed in ari~, sul quale si sia aggiust ato il tiro media,n te )'osse1:vazione, sopra un altro obiettivo, viene se<:o~do in fatto ,di. esattezza. La ragione è ovvia: con l'aggiustamento sperimentale si sono ricavate le correzi.Olli dovute a cause varie inon prevedute o preveclibi.li., correzioni che si a1pport::ino nella debita proporzione ai dati tabulari inerenti all'obiettivo rt•ale. Il tiro con c111ti iniziali esclusivamente ricavati mediante il ~alcolo è necessariamente quello che ha minore possibilità di es-sere esatto . Esso tiene conto delle condizioni del momento in re1azione a quelle dei cl;tti tabulari, ma non può tener conto {10.lle eorrczìoni dovute a cause imprevedibili. Ben a ragione il Dufrénois (Centro di Stndi di Metz) diceva: « Le tir sains ré·glage n e doit clone èt re éxécuté quc~ dans les circ.001stances où 1'on ine peut procéder autrement; c'c>st le réglage " mixte ", qui pent, tout en conservant le secret snr l'objectif choisi, fournir <les avantages presque eintièrement comparables à, ceux du réglage direct )). E ciò ~.ppunto la nuova istruzione sul tiro sanciva. 6. - Nel 1periodo in cui fervevano gli s tudi e le cliscussiorii per dare ai nostri procedimenti di tiro una base più razionale, un nostro valoroso e colto artigliere - lo Speranzini - al fine ·di dare un sussidio cli 1praticit à. e di sollecita. calcolazione dei {lati di tiro, per tutte .'le spedalità dell'arma e per tutte le bocche -

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IL '.l'lRO

da fuoco, ideava (autunuo 1923) un ?ppa1·eccbio <1euomi1nato 'l'a.'l"oletta, dri tfro che rnppresentava nn riu cito tentativo di mecaanfa1za.r e i procedimenti di c:alcolazione dei dati cli tiro. Qualche

cosa1 di analogo in veril~ appariva. a1H:he in Frnncia : n e dava notizia , sul fascicolo 1:3 giugno J 924, la R.evne d ' a1·tillerie : « 'l'ablc graphique de Tir)), a firm a F .. No1J1, è però la stessa cosa, pur ;wenclo lo stesso compito. nè fra i due apparecchi c'è altro legame. I risultati delle 1p1·ove compiu te pre o le trnppe e ipresso le Scu ole con la cc Tavoletta {li tiro mod. Rperanzini >> furO!no decisamente favorevoli e misero i11 evidenza il carattere estremamente semplice e geniale delJ.l soluzione ideata dal magg. Spetanzini per un problema the da l lungo tempo appassionava

Fig. 29. - llenn•nuro Speranzini.

gli ar tiglieri di ogni !Dazione: determinare senzo. calcolo i dali iniziali di tiro e Je conezioni cli aggfostamen to con una precisione non minore di quella che si può rr1gg'inngerc con Je t a.volc numeriche. I pri.incip ali pregi cle]Ja fayoletta eran o i :'ieguen1.i : a.) era eliminata ogni possibilitù cli _commettel'e errori di segno, facilissimi invece nel cnlcolo; -

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ll:'VOLUZIOKJ•: 1;; l'@I•'EZil)NA):i!,;N1'0 DELL'I.'.L'. 01\L

1926

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1932

b) data la grande sem[Jlic.:ità e facilità dì manc~ggio dello strumento, in breve tempo anche un graduato di mediocre intellige11za. [)Oteya essere messo in grado cli adoperarlo correntemente; o) il tempo occorrente per ,d etermina re i dati iniziali di tiro e le correzioni di aggiustamento r isultava notevolmente ridotto rispetto a quello 1•ichiesto 1p er le medesime operazio,ni con le ordinarie tavole. Oltre i va11ti1ggi emmci;:tti, la Tavoletta .Speranzini forniva. un mezzo effica cissimo per la. divulgazione e la pratica appJicativa delle COl'rezio1ii balistiche e atmosferiche del momento e quindi per il migliore rendimein to del tiro. Essa poteva i noltre venire estesa a bocche dB f11oeo di qualsiasi Cf:llibro e speciBlità. P er ]e ragioni anzidette ]a 'l'avoletta, opportunamente modificata in alcuni partieolari, fu rego]armente introdotta in servizio con la denominazione << Calc:olatore per il tiro rnod. 1925 )).

B EVOLUZfONE E PERFEZIONAMENTO DELU I.T. DAL 1926 AL 1932 7. - "Il tiro della batteria,, (1929). - 8. "Tiro contro obiettivi terrestri,, (:932). - 9. a "La parte Jo· dell'I. T.,, Nozioni teoriche (1932). - IO. - Il Manuale Pratico di Tiro per l'art. ed. 1932. 0

7. - L'(( Istruzione su tiro )l, ed. 1!)26 (vol. IV deU'<c Ad<lestramento per l' ArtiglieriH))), come si è accennato, non era che quella. del 1924 riveduta e conetta . Essa dava tutte ]e prescrizioni e le norme che si dovevano osservnre nella preparazio1~e ed esec.nzirnne del fnoco, in quf:llsiasi eircostm1:za d' impiego, e ne esponevH. le ragioni teoriche . F ra. il 1926 e il 1929 in seguito speciBlmente agli st ud i (1) del I:1aldassarre si accertava la necessitù. cl i apportare numerose (1) Il contributo dato dall'allora col. d'art. E . Baldasf::uiTe per la si.stemazione r azionale dei metodi a pplicativi per le conezioni da apporta re al tiro,

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Il, 'l'!HO

aggiunte e varianti, che vennel'O raccolte (1929) in appositi. f11scicoli. Tuttavia, pur così riordi111ata la. materia, appariva an che necessario dotare, sipeciahnente i comand;:mti di batteria, cli un Manuale IPratko, di un testo cioè che, scrupolosamente

l!' lg . 30. - Ettore Baldassarre.

in:fonnato ai precetti della prefata I struz'Lone, trattasse esclusivamente della prati<:a esecuzione delle varie operazioni che doYeva.no compiere il comandante e il sottocomanclante di batteria, e le enunciasse e descrivesse nell'ordine in cui ve,n,ivano normalmente eseguite. Nasceva così<< Tl tiro della. batteria»,« Stq:11cio dell'Ist ruzione sul Tiro ad uso degli ufficiali di batteria»

risul ta essenzialmente da una ser ie di arlicoli f1ppa1·s ì nella Riv. d'A. e G. del 192-7 col titolo: « Circa le ,ariazioni clel tiro» (maggio 1927), e « Circa le corre1.loni del tiro)) (sett.-ott.; uov.-clic. 1927).

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192(3

IDV0LUZI0N0 ID l'~R F~ZlOI\A!l!E:N'rQ DF.,LT! J ,'l'. OAL

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Fig. ))1. - Enrico I'itassi-.\iaunella .

Iìig. 32. - Lo1·enzo Carattt .

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1933


IL TfJW

che comprendeva due pa1·ti : « La preparn zione )) ed « Il fuoco)) e una serie di allegati, t abelle, ab11<:hi e gra:fici. Il comandante di batteria ed i suoi più import anti collaboratori disponevano cosi di tutt o un complesso regolamentativo atto acl' inquadrarne e sorreggerne la specifL.cn azione p rofessi cm ;-Ile. La teoria generale era na turalme111te insegnata. ~1e.lle scuole di r eclutamen to e r ichiamata opportunarn<~nte nei va1·i cicli addestrativi reggimentali e nei corsi che si SYOlgevnno a Ci-itf}veccllia e a Bracciano : maestri indimenticnhili, fra gJi nltri. il Col. G. Zanghieri, il T . Col. B . Brunetti , il T . Col. E. Pitassi-Mµnnella, il T. Col. C. Oaratti, T. Col. A. A. Mori-icone, il T. Col. .A. 'Miglio .

Fig. 33. - GioYauni Z:mgh!eri.

8. - Per la ·yerità però l'Istr-uzione (( Il tiro della batteria)) non i nc0in:ti-ò molto f ;1vore . Le nuoceva primn di tutto l a forma tl'Qppo scientifica t:he la faceva ipoco intelligibile a chi non avesse fatto studi mf1tematki. Essa trattava diffusamente <le.Ila pr eparazi one balistica - argomento quanto mai impor 1:rnte - ma pc1· attuarla er::mo previsti pr ocedi.menti prima di allora non ufficialmente sa01citi e rappresen tava p erciò una. -

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filVOLUZ!ONE E PERFE,Z I0l\'AMENTO DIDLL ' J.T. OAL

1926

I\L

1932

novità, procedimenti i quali importavano una serie di operazioni che a.vevano la loro base i111 misurazioni precise, si svolgevano attraverso ca.JcoJi accurati e si riassumev1mo nella costruzione di diagrammi. Ora, tali procedimen.ti avevano pratica possibilità nell'applicazione corrente che se ne sarebbe dovuta fare sul cfimpo di battaglia? E d'altra parte i risultat i 1pratici erano tali da. ripagare questa mole di lavoro'! E (l)Oll avrebbe il diffondersi più che di tali procedimenti, della mentalità che essi creano o comunque comporta no, impacciato il comandante 1

Fig. 34. - Bruuetto Brunetti .

di batteria e in definit iv~ a ttentnto a certa s ua capacità - diremmo artistica. - di svolgimento del tiro e in definitiva d i pronto intervento del fuoco'? Vi fu, confessiamolo, nna certa perplessità. E questa portò 1J1:on alla rinuncia di procedimenti che avevano 1rn sicuro f01Jldruliento scientifico e che r'appresentavano pregevole acquisizione della. nostr1:1 dottrina sul tiro e che perciò giustamente --

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IL TIRO

l'imasero, ma ad uM1 semplifì-cazione, per lo meno nella esposizion e dei procedim~nti, e all'incoraggiare comunque una prassi più s;pigliata e più franca nelle operazioni di batteria. Così ,a inteso il p1·oyvediment o cui si addivenne con la p11bblicazione di un nuovo testo della parte 2• del vol. I V dell 'Istruzione sul tiro: « T iro contro obiettivi t errestri (testo ed allegati) » ed. 1932. Questo a.brogava la precedente edizione 1926 e la Istritzione « Il tiro clella batte,r ia )), ed. 1929, ed e1·a in stretto collegamento con l'I. '1\ « NMioni teoriche » che usciva c:ontemporaneamentc. 9. - Nel 1932, usciva infatti :liiTlalruente la parte l" del volnme IV, Istruzione sul Tiro - No.zio11i T eo1,iohe - che, oltre alle n ozioni t eoriche relat ive al tiro delle artiglierie, da.va anche ln giustificazione clel1e regole dei procedimenti di t iro . Cosi completava il suo corpo tutta la nostra Istritzione siil Tiro che costitni va il vol. IV clell' fldd.estrcmiento dell' Art,igUeria,, comprench~ndo : P arte 1a - Nozioni teoriche. )) >> >)

»

2a 3• 4• 5"

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T iro contro obiettivi terrestri. Tiro contro obi.ettivi ~er omobili. Tiro contro obiettivi navali. Strum enti e mezzi tecnici per il tiro .

Opera nella sua sostanza tecm,ico-scientifica di alto valore e che testimoniava non solo la perizia di coloro che vi collaborai·ono, e l'appassionnto fervore di un a genera.zione di uffici ali che con essa si forgiarono, ma anche - se si voglia CO(l'lfrontare con quanto fuori del 111ostro paese nello s tesso campo si fa ceva - )'altissimo grnclo di efficienza professionale raggiunto e conserYato daìl' Artiglieria italiana, i,n, perfetta armonia con la sua tradizione. L'« I struzione sd tiro» - parte l3, « N ozioni teoriche)), ed. 1932, costituì. una isl ruzione veramente foncl;nnentale e magistrale. Porta la. dat a del 15 giugno 1932. -

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IDVOLUZIOND 0 l'ERFI,;ZION ,\:\lF-:-.'1'0 00LJ)I.,1'. DAL

192G

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1!)32

Contiene - come dice lo Premessa - « no~ioni teoriche relative al tiro delle artiglièric e dà. la giustificazione delle regole e dei proceclim.enti di tiro sandti neUa parte 2... La ·sua consnlt!lziolle - diehiara essa - è pertanto utile agli ufficiali che YC•gliano approfondire la conoscenza dei vari argomenti e rendersi coo1,t o de)le regole e dei procedimenti che in pratica si impiegano nelh, esecl1zione del fuoco )). E ' quello che si clirehbc un vero e proprio trattRto : diseg,na le caJ.·atteristiche cl.ei procedimenti cli Tiro che informano - sia lecito - la Scuola itali!lDH , e me dà. la giustificazione i-azionale.

Fig. 35. · Arnaldo :uorricoue.

Il primo capitolo esamina la Traiettoria, OJ·e fissa le clefini½ioni e descrive il movimen lo del proiettile : costituisce il _fru tto della ormai completa, e mntura. bolìstica. este·r'l'l:a che, avvi1tta luminosamente dal Siacci, si è sviluppnta seguendo la medesima. scia per O!l)era dei l\fa estri che inBegnnvano a Torino presso 1~ benemeritn Scuola cli AP!plicazioJH~ di artiglieria. Irntcndiumo alludere a Ettore Cavalli, a Giovanni Bruno e ai discepoli che già sorgono a fare onore t11l'artiglieria italiana . Il secondo capitolo tratta. delle possibilità di tiro cli ooa b.d.f., sia nell'ipotesi del tiro 11. carica fissa ehe in quella del -

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IL Tmo

tiro ad angolo fisso. Base è la teoria dell'inviluppo della traielt cwfoJ. Il terzo capitolo t mtta della clisve1·sfon.e . E' rigorosamente impostato sulle nozioni di calcolo delle probabilità note a i nostri ufficiali perchè costituiscono parte essenzir1le degli ordin a ri ~tudi di balistica esterna. Ci porta trn. l'altro ad alcuni chiarimenti circa le strisce pratiche : « I valori delle strisce, che·. si leggo01:o nelle tavole di tiro, sono determinati in parte sperime11talmente, in parte per in.. t e·rpolaz·i one (od a nche per est'r{1polaz ione) , sulla base di dati spe1·imentali. Inoltt·e, questi ultimi rise01,tono, in certo grado, delle condizioni bali.stkhe e atmosferiche e delle circostanze di 8er vizio nelle quali si sono effet tuate le esperienze, condizioni P circostanze che possono differire, anche no tevolmente, da quelle torrispondenti dei ti1'i di gn ena . Tn gene1·ale, quando le condizion i atmosferiche non differiscono notevolmen te dalle tabulari, i VrJlori rea li delle strisce i;:ono maggiori di quelli tabula ri)). E sulJ a utili7.7.azione dei dati di precisione : « La conoscenza dei dati di precisione è in dispensa bile : a) per la determinazione dei Zim:iti cli sfou1--ezzn (margine) cl'istan.za e zo1w d.i sic1wezza.) , da tener p1'esenti quan do si debba eseguir e il tiro al disopra , o in pro5;s;imità, di truppe amiche; b) p el' il calcolo preventivo dei colpi occorrc~i11.ti a conseg uire determinati effetti sugli obiettivi che interessano : o) per la determinazione razionale dell e corre;,,ioni occorr enti alla, condotta del fuoco, nel ti ro osst 1>vato . 31 argi·11e di sicurezza. - Quamdo si tr[lt tH cli eseguil:e i1 tiro al disopra di ostacoli, o di [)Osi zio,ni o<.:cupa te <ln ti-n1p pe arnicbel è n ecessario accertarsi che ] ;:i fnlcla inferiore del eono cli dispersi one, relativo all'angolo di tiro d<.1 impiegare•. risulti ~cl altezza d1;1. garantir e gli uomiui in piedi contro eveJ1tuali offese. P erciò, se w, h sono rispettivame1nte la distanza e la quota clelJ'ostat:olo, o delle t ruppe amic-he , sull'orizzm1.te del pezzo, sarebbe !'ìnfficiente che, alla <l.istnnza x, l'or din ata del la traiettof'ia media an;,,icletta, a, tiro r egolato, d ifferisce cln h cli t r(,) volte la striscia verticale li",,. -

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IDVOLUZfONE ID l'Ellio'EZIONA:YIEN'fO DELL'I.'.l'. DAL

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Il margine di 3 strisce è stabilito supponendo che l'approssimazione dell'alzo s ia a 2 strisce e tenendo conto che, in realtà, la sezione verticale del semicono inferiore è ~tlta poco più di <hi,e strisce . Poichè si può ritenere che l'approssimazione dell'alzo obbedisce ad una legge analoga a quella deUa dispersione di colpi 111ella. rosa, e trattandosi di fenomeni indi1pendenti tra. loro, le deviazioni lo1Jgitudina)i che ne conseguono risulter.arnno 99 volte su 100, inferiori a li' V 22 + 22, ossia a circa 3 F' . In pratica [)er maggiore garauzia si considera, per il margine di sicurezza, uin valore superiore a quello indicato e precisamente : quattro volte oppure 8 vo:ite la striscia F",,,y secondochè sull'ostµcolo non vi sono, o vi sono truppe amiche. La striscia F',. si determina in base alla striscia normale ] 1',. che nelle tavole di tfro corrisponde alJa distanza x ed al valore numerico / 0/ ,d ella inclinazione della traiettoria media, alla medesima distanza . Nella scelt a della cal'ica cla. impiegare nel tiro si richiede un margine più ampio di, quello indicato che consenta di apportare ]e eventuali. correzioni per la ricerca dell'alzo. A tàle scopo, se iJ tiro è a carie~ nssa, si determina la ,d ifferenza tra hrngo]o cli tiro talntla,re . corrispondente all'obiettivo e quello corrispondente al ciglio deJl'ostacolo, o alla posizione delle trup1pe a·xniche. Se detta {1ifferenza è eguale ad almeno 6 + 8 volte la, variazione · ÀÌ1, (per la distanza dell'obiettivo), la carica IPUÒ essere impiegata (assumere il limite inferiore, nel caso dell'ostacolo, il limite superiore, nel caso delle truppe). Ad analogo proced imento si può ricorrere, se il tiro è ad angolo fisso, sostitucmdo a ui·F la quaintitù, ti VP,

Distanza· cl!i sicure.zza. - quando si tratta di b;1tt ere obiettivi prossimi alle nostre truppe, è necessario garentirsi che 11essu1n colpo possa recare loro danno . Ciò esige g(~neralmente, a: tfro rer;oluto, uina distanza di sicurezza di tre st?"isce amnentµta del raggio d'azione del proietto: nel verso riericoloso. -

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lL 'l'IH()

Com'è ovvio, occorr-erà tener conto della pendenza del terreno, 1nonchè degli eventuali r ipari - illaturali o artificiali ntilizzabili dalle nostre truppe. Il Oap. IV : Le conllizioni del tiro, riporta quasi integralme1(te (con alcuni adatt ament i ;1 finalità pratiche) l a teorica del Baldassarre, espost~ negli articoli citati apparsi nella Riv_ d' A . e G. del 1927.

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l.:. Fig. 36. - Salvatore Pelligra.

Il Oaip. V si occupa delle Tavole di tiro. Le ta.vole d'i tiro - com'è in otissimo - forniscono gli elementi necessari ver iniziare il tir o, correggerlo e giudic·arc della ~ua .precisione ed efficacia. P oichè un;i stessa bocca da fuoco lancia, in generale, proietti diversi, e 1per lo stesso proietto adopera cariche di verse, e, poichè, inoltre, può essere impiegata a diverse altitudini, si avrà, per og11i bocca da fuoco , un certo numero di tavole di tiro, ciascumia delle quali sarà r elativa a un dato proietto, una d~ta oa1"ica, \lln a data. altitudine origine. Le tavole di tiro costruite iper una da ta altitudine or1gme sono, generalmente, valide per altitudini origine che ne differi- . -

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EV0LUZI0NJiJ liJ P El!FIDZIOK.U:C E:STO DEJ,I/r,•I' . DAL

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se:ono di non oltre 1000 m. in JJÙÌ o i111 men.o. Questo margine di -r;:iliclità è però tanto più rist retto quanto maggiore è l ' altitudine origine della tavola che si co,nsiclera. I tipi di tavole di tiro in uso sono : -

tavole di tiro grafico-numeriche; grafìei clel calcolatore per il t iro Mocl. 25; tavole di tiro numeriche.

Le tavole indicate si ricavano cla uno speciale tipo di 'l'avola graifìoa che non è in clistribnzione. Le t avole di tiro in uso, al co,n trario della. Tavola grafica (che dà le intere traiettorie e, per mezzo dei sistemi di linee o:, 1':f, G, i da ti <li tiro per tiitti i punt i di esse), contengono i dati -cli tiro solamente per i p i vnt·i cl!i aafli t.ta,, vale a dire, valendosi cli esse è possibile leggere cfirettarmen.te i dat i t~bulari, solo qttaindo l)obiettiv o si t1·ova siill)o1·izzo1ite clel pe.zzo. Se l'obiettivo è fuori clell'orizzo,n,te del pezzo, la determinazione dei dati tabulari !p otrebbe essere fatta nel modo ora det to (cioè leggendo i valori a, S, G, in couispondenza deJla gittat a. X uguale alla distunza orizzo1ntale x dell'obiettivo) e darebbe gli stessi risultat i del fascio grafico, qualora le linee ausiliarie fossero verticali. Tale procediment o si pnò, in pratica, a1pplicare, con approssimazione sufficie,n,te, ent ro i limiti i n cui le linee ausiliarie si possono imm;1ginare verticali, e cioè, in ge([lerale, per zlicoole c'l:istanze e piocoU cUsli'vell'i. Ma, al di fuori di questi limiti che dipendono dalh1pprnssimazione ricercata e che variano da f;:iscio a fascio, e quindi da tavola a tavola, occorre tener conto della cireostanza che le lince ausiliarie 1non sono verticali. Le t avole di tiro grnfìco-nùmeriche constano di : una prefcu~'ione ; u,na parte corn,wne a, tut'te le aar fohe ). una part e aoniwne relat(v·a alle varie 00,r fohe ). una twvola, delle 1nr1.tni.zicrni. La prefaz'ione contiene i dati rel;:itivi al materiale; indica fJUali sono le condizio([l•i di riferimento della tavola di t iro ; dà le norme per J'impiego delle tavole stesse. -

291 -


IL TIRO

L a varte co1n111ne a, tu,tte le cariche contiene : uno schema dimostrativo del con torno limite per le diverse cariche ; l 'abbaco per il calcolo del sito; il grafico per l a scomposizione del vento; le sc;:ile -di equivalenza ~ T7 %, 6.0' %.

Fig. 37. -

Aurelio l [ig\io.

L a va.rte relat-i1,c1, alle varie cariche, impressa su carta diversamen te colorata per ogmi carica, contiene, per ciascuna c::irica: il fascio verticr1Je delle traiettor ie ; gli abbachi delle correzioni iper le coodizioni del tiro; la, tavofa di til·o per l 'orizzonte del pezzo ; abbachi varii (a bbaco O, fascio quotato de11e traiettorie, a bbaco o.,,1i), L a t a1Jola. delle rrunnfaioni cont:iene disegni che riproduco110 il proi etto, l a spoletl11 con inmesco ed il bossolo. -

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DIVERSE TF.~OENZE NET.LA PRATICA DE'r, 'l'!RO

I gra{ic·i d'el oaloolatore ver -il tiro rnocl. 25 sono cartoncini (cm. 40 x 40), montati sn tela e verniciati, col centro individuato da. apposito elisco metallico, sni quali sono disegnati ubbachi e graduazioni analoghe ;1 quelle contenute nelle tavole di tiro grafico-numeriche.

Il Oa.p. VI tratta cleJle Regole del tiro: di esse dà la giustificazione snlla base delle nozioni note di calcolo delle probabilità - tcoriµ degli errori - e di più introduce un metodo elementare, che permette -di otte;1wre graficamente i medesimi risulta.ti, con, analoga evide11za e con grande ra1pidità, tanto nel caso che ci si possa basare unicamente sul senso dei colpi qrnmto nel caso che ci si possa bpsare sulla misura de1le deviazioni. Tratta anche della ntiliz7,azione dei dati di aggiustamento (correzioni cli nggiustamento), del trasporto dd tiro, e del riporto e ,delle riprese cli tiro sugli stessi obiettivi. Infine tre allegati SYOlgoa1:0 i segneinti argomenti: - tiri cli taratura; - costruzione graficp delle trniettorie; - i fenomeni ac11stici del tiro ; ed un quarto raccoglie nlcune tabelle, abachi e grafici -d i pratica utilizzaziorn~. 10. - Per servire ai fini pratici - e in sostan,za per colmare le lacune lasciate clnll'abolizione dell' istruzione « Il tiro della batteria >> veniva pubblicato, a cura clell'Ispettorato dell' Artiglieria, il « Manuale~ pratieo di tiro per 1'artiglierip. >> ed. 1932. Esso riassumeva. le 11orme per Ja ricerta dei dati cli tiro e per l'esecuzione del fuoco., faeenclo)e partitamente seg·uire da esempi pratici riferiti ai principali casi di impiego. E fu, questo, u11 lVla nuale vernrnente pratico e come tale universalmente apprezz11to : alla sua compila zione elette opera il col. d'art. Pitassi-Mam1ella che tutti gli artiglieri be111, co11oscevano quale :Maestro i nsuperabile di pratica. di tiro . 1

Per ultimar·e ]a tratta½ionc <lelle nostre I.T. accennerèmo che durante la guerra fu pnbblic:ata una nuova edizione: essa -

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IL TlilO

·deve considerarsi sem1plicemente una ·risla111,pa aggiornata della. precedente del 1932, che aveva subìto delle variantL essenzif:llmente ,d elle sempli lì.cazioni, con successive cil'colari dell'I spettorato. Così pure nel 1939·41 apparvero successive edizioni del :lfo,nuale pratico di 'Piro, riservnto per la specialità divisionale, .aJle quali dette ancora la sua opera il Pitassi-Ua]llne lJa, nJJor a Capo Reparto dell' I spettora to .

1però

e DIVERSE TENDENZE NELLA PRATICA DE L T IRO CON LE NUOVE DOTTRINE TATTICHE

l l. = La tattica del movimento e la ricerca di più pronti procedime nti di tiro. - 12. . I proce dimenti tecnici relativi sono però contenuti nelle nostre 1.T. (Marras). - 13. - Com e adattare la preparaz ione del tiro esposta nell'I.T. alle nuove esigenze (Fautilli). 14. - Conclusione.

11. - Diversa tenclenza nella p1·atica del t iro si manifesta a pfl rtire dal 1936. Qnesto è wn anno iruportnnte nella toria dell'Artiglieria ilali.ann fra le clu c guel'l'c mondiali, è l 'in1110 in cui si l'ivelano il 11uoyo armamento clell'artiglieriH ecl nna nuova concezione del suo impiego. Il ,n uovo armame,uto è frutto di nobilissim~'I e g<>niale fatic~ degli organi dii-etti vi dell'Arma e del suo servizio tecnico, e vuol e conci.linre ,clue fo n cl a111e11tali -esigern~.e, quelfa della potenzu e qnella della mobilità. Voncm1uo dire che tale copo sia stato ragginnto, nnt.urp.lmente con nna riserva che attie,ne esse,n zialmente alla quantitù dell'nrmamento nuovo, alla, ravidità àel suo allestimento e della sua distribit,zione ai 1·evarti e alla l!;lcuna che rest av::t ~ncolmata per la. mancanza di una bocca <la fuoco pecifì.catamente idonea all'impiego nnticarro (il cannone da 4.7 è arma tipicam e,nte della fan teria) : ma diciamo s ubito anche, ~· qnesto riguardo, che il problema della mcccan iz. z.azione non è ancora l'isolutamente posto . -

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DIVERSJD TENOEN'ZÉ NELLA PRATICA DlDJ, TIRO

Quain,to alla 1rnova tendenza dell'impiego dell'?rtigliel'ia, ricor,diamo quello che abbiamo scritto in altro capitolo. Essa scaturisce dalle nuove direttive per l 'impiego delle G.U. (1934-35) e dallo spirito di tutta la nuova regolamentazione tattic?,. Riflesso se ne ha nell'indil'iz:r.o che dovr.ù, assumere la pratica del tiro di artiglieria. Fondamentalmente i pl'incipi teorico scientifici sui quali le nostre istruzio;ni sul tiro furono deostruite nel dopo guerra non cambiano : un affinam e.nto di. esse si ha per il buon contributo apportato da d.ivel'si studiosi alla. chiarificazione e alla risol uzione di particolari problemi. Cambia invece i,n, qualche modo lo spirito che anima la pratica del tiro . E per qu;:rnto ci possa essere nella sostanza qualche motivo cli perplessità, e qualche occasione di obiezioni, pure non si può non riconoscere che il tiro deve essere sempre collegato i•n timamente eon la t attica . Or~. però da taluni si chiede molto ,di più, un soverchiamen;to clellil tattica sulla tecnica del tiro. E non sapremmo deplorarlo, 1perchè in definitiva la tecnica razionale del tirc\ in quindi.ci amni di lavoro nelle scuole e nei reggimenti era ben pe;netrnta in profondità - almeno fra gli ufficiali in s.p.e. - ed era certamente utile disancorare questi ultimi da una concezione soverchiamente tecnica cfoll'impiego del fuoco. 12. - « Dall'a rtiglieria - arma del fuoco per eccelle11za si è sempre richiesto ·- scriveva l'aJlora col. ·d 'art. E. Marras in Ri v. d' A. e G., sett. 1936 : « L'Artiglieria Anno XIV )) potenza di effetti per soverchiare il fuoco nemico. Og·gi lH, guerra di movime,n to conferisce valore preminente alla rapidità, e alla tempestività. Perciò l'artiglieria deve essere in condizioni ,di intervenire prontamente e la fanteria deve sfruttarne immediatamente gli effetti. In definitiva il fattore tempo ha acquistato valore preponderante)). E 1più oltre : << I procedimenti tecnici vanno considerati come un mezzo per conseguire gli scopi tattici. La tattica <li movimento esige. una tecnica di movimento. La rapiditù, di intervento acq_uista valore preminen,t è; gli effetti del fuoco d'artiglieria non dipendono soltanto dall'esattezzµ, del tiro,. ma anehe e soprattutto dalla sua pront<::zza e dalla sua tempestività. Oec.orrc superare il nemico in V<'·Joc.ità e sorpr0nderlo anche col fuoco. Perciò: ,_ 295 -


IL TIRO

- la « perfezio11e tecnica >> n on deve essere i ntesa come condizione iIHlispensabile per l 'inter, ent o, ·ma come elemento da ricercare e ra ggiungere p1·ogressivamente, n misura che la situazione e il tempo lo consentono; - un 'azione di fuoco meuo esatt;t. ma tempe tiva è prefol"ibile a. un' azio1n e più esatta ma t ardiva, i cui tisultati tattid 1p ossono esser e rn1lli ; - l'impiego accen trato e a massa non può costituir e un dogma .

F:ig. 38. - Efis io Mo rras.

'l'roppo s,pesso si è opposto il teC'nic-ismo all a tattica , l'impi ego a. massa alla. cooperazione con la fan teria >>. E poi ancora , e qu rsto r ic0110sci111ento è important e : « I procedimenti tecnici per questa tattica di moYimento sono già contenut i nella 1nostra I. T. nell;-1 qua le vanno sottolillleatc le modalità più pronte. più semplici, più rapicle, cl.alle quali si ,_ 296 -


DIVERSfil TE'NOENZJ,: NIDLLA PRATICA DEL 'I'JRO

passa gradatamente, a mano a mano che il tempo lo consente, ai ,pro-cedimenti più esatti, m('IlO scmpliei, meno pronti >). 13. - Una maggiore spediìcazione di siffatte idee e una. più immediata adesione alla loro applicabilità pratica, troviamo in un successivo articolo del generale Fautilli (« Preparazione del tiro nella guerra di movimento>>, (Riv. d'A. e G., ott.-nov. 1936): « La nostra I.T. venne compilata, come è noto, in base ad un·a dottrina tattica che contemplava si la guerra di movi-

Fig. 39. - Ubaldo 1"autilli.

mento, ma concepita <.:011 andamento piuttosto lento e metodico, con soste e pause, che conse,n tivano di svolgere e condurre a 'termine operazioni relativamente esatte, ma piuttosto tomplesse. Oggi, iiwece, noi vogliamo una guerra rapida, violenta, dedsiva, in cui « il fattore tempo ha importanza preminenti~ >>. Occorre far presto, anzi occorre fare in tempo brevissimo; questo è l?im·perativo categorico della nuova dottrina. In molti casi non avremo il tem,po necessario per compiere le operazioni accennate, e vi ril~unceremo noi stessi, convintissimi che questo tempo servi1'ebbe più al nemico che a noi. -

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IL TIRO

'l'utto l'addestramento deve qui,ndi ispirarsi a questo concetto fondamentale, che per l'artiglieria si riduce a quelJo dell' intenento sol campo di battaglia rapido, immediato, anche a <;osto cli rinun ciare ad Ulla parte della sna eili.caci;:i, a fay ore dell'arma sorella >>. Pel' 1·agginngere tale scopo il FautilH parte dalla considerazione che nella guerra di movimento s,an'ìi sempi;~ c:onsigli;:ibile pe1· un coman dante di gr11ppo, e spe.·so anr.i satà, c<isLrctto n farlo, <li schierare le sue batterie dcine tra loro, tenendo però sempre conto deJle esigenze di sicurezr.a. Al1ora le « correzioni di ngginstarnento >> cioè le di.ITe1·en,r,e tra i clHti di tir o aggiustf1to ed i dati tabulari relativi alla posizione topografica dell'obiettivo, :rn<:he ::-JfottH da un certo ei-rore, sono praticamente le stesse per le varie batterie quando si tenga coin to delle differenze cli regime clei pezzi base. P erciò il eornandante del gruppo, quando eonosea la posizione topograiì.ca reciproca, dei pezzi base delle sue ba lterie, e a11ehc solo approssimativamente quelle dell'obiettivo (che all'occorl'<'llZa può dedurre dai dati di aggiustamento) può rapid11me11te pa ssare clall'aggi11stamcnto eseguito con un pezzo o con una batteria al concentramento di gruppo . Pel'Ciò il Fautilli, sen za toccare la prepan1zione per l'azione immediata e quell11 per la manovra del fn oco, che rimangollO i,nalterate perchè rispondo110 ad evide11ti necessità del combattimento, considera una vreJJarazione sveclilìva di grnppo c.:he ha lo scopo precisamente ,cli rilevare i dati topografici relativi ai va1'i elementi del p;ruppo, e ù:1 le norme per eseguirla rnpidamcnte. NeJJ'ultirna fase di cvolur,io,ne la parola cl'orcli11e in fatto cli 1iro fu, e l'abbiamo ,·isto, quella di far presto: far presto anche a costo ·<li sacri.tìcl)re la prC'ci.sione. 'rornavf,l in onore un principio clHssico, comune anche alle 1'egolameutazioni estere. « Per essere efficace il tiro dell'artiglieria deve essere condotto rapi· clamente. Dal punto di vista morale le fl)ercl ite che il tiro infligge al u1,emico gli riescono più sensibili qua,ndo lo sorprendono e si producono in breve spazio di tempo. Il tempo d'altronde può 1per· mettere all'obiettivo animato cli sottra1·si agli effetti materiali -

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L>!Vl':HSI]) '1'li;/WE!\ZE ·N U ; L LA

PHAT I CA DIDL 'l'!HO

del proiettile, sia riparandosi, sia spostandosi>) I.'l' . fr. ed 1922, pag. XXI. 14.. Ma, ;:t Q:ia rte qualche Ja cuna che si riferisce alla preparazione degli ufficiali. in congedo fra i quali però moltissimi si climo~ st ra.rono piename:nte idonei al loro r.ompito, alla fine del periodo .....:.. ossia all a vigilia della guerra - la preparazione professionale

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F ig . 40. - Pietro Belletti.

dei quadri deH'artiglieria itftliana si può C01nsiderare di prim'or~ dine : quello che taluno considerava pesante bagaglio di cultura scientifica - il tecnicismo dell'arma, - si co11temperava con la consapevolezza, piena deU'esigenza t~1ttica. Lo dimostrarono - e lo proveremo a suo tempo - le numerose circostanze di guerra in cui l'ufficiale italiano d'artiglieria, facendo leva ,p roprio sulla sua inon dimenticata cultura tecn ico-sdentifica, potè supplire -

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IL 1'IRO

alle insu:fficie11ze quantitath-e e qualitative dei suoi mezzi di azione. La tn ostra Arma entrò nena 2a guerra mondiale con il corpo di dottrina sul tiro cli cui abbiamo accennato la li1nea schematica. Guerra durante 11011 Yi fm·ono sostanzia li modific11zioni: la pratica oiperativa, come vedremo, confermò la bontl\ della 1 1ostra dottrina : sempre. E sia quando si volle chiedere all'artiglieria 1n. più spregiudicata form11 cli inte1'vento (impiego del pezzo singolo e a !Puntamento diretto), e sia qnalldo, richiedendolo le cir costam:c , l' artigliel'ia raccolta in massa nelle mani di comandanti insigni, fu im piegata come m;1glio formidnbile a compiere quelfa ma nona di fnoco in grande stile - classica! - che già aveva merHata ln vittorin, clalJa Bainsizza al Grnppa. vent'anni prima, e che ora suscitava l'ammirazione degli stessi nemici: dalla bHtta glia del Don i.in R ussia !lll'ultim a battaglia in terra africr111a, sul Mareth. E forse non fn sem11 destino che quest'ultima grande impresn d'artiglieria fosse compiuta da nn p:enerale - P ietro Belletti - che era. s tato Maestro nelle nostl'e scuole, s ui nostri p oligoni di tiro, negli uffiti cle1l'Is,pettora to dell'Arma . Egli orgn nizzò e d iresse quel gr andio~o concerto cli artiglierie sul Ma1·eth, che fu bello e glorioso quanto nna vittoria: di stile, come Egli tivrebbe fatto sul poligono di Chilavecc11ia o di Brat·ciano, per insegnare a n oi, suoi allievi.

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CAPITOLO SETTIMO

Il Materiale A - l MATERIALI D ' ART. DURANTE IL PRIMO DECE NNIO SUCCESSIVO ALLA PRli\'lA GUERRA MONDIALE. - B - LE PRIME NUOVE COSTRUZIONI DI ARTIGLIERIA (1929=1939). - C - I NUOVI PROGRAMMI ALL'APPROSSIMARSI DELLA GUERRA. D - LA PRODUZIONE DELLE ARTIGLIERIE DURANTE LA GUERRA E LA CRISI DELLE MATERIE PRIME. A I MATERIALI D ' ART. D URANTE IL PRIMO DECENNIO SUCCESSIVO ALLA PRIMA GUERRA MO NDIALE.

1. - Le direttive della "Commissione Speciale per Il riordinamento dell'Artiglieria" - 2. - La stasi del primo decennio. - 3. Il problema delle costruzioni di artiglieria posto dalla "Commissione Suprema di difesa'' (1927). - 4. - La situa.done delle industrie meccaniche. - 5. - Per una "Scuola italiana di artiglierie. - 6 - Il pensiero del "Comitato di mobilitazione civile. - 7 . - Calcolo del fabbisogno di rifornimenti di b.d.f. nel caso di guerra. - 8. - Si preve= de di entrare eventualmente in campagna con 700() b.d.f.. - 9 Dubhi sulle possibilità industriali di mantenere a numero la nostra artiglieria in guerra. - I O. - Pare re favorevole per l'istituzione di una "Scuola di costruzioni di artiglieria". - 1 I. - Riesame del proble= ma: il progetto della "Scuola" non ha seguito.

1. - Nel cap. I° (B-ln) abbiamo accennato ai lavori della Commissione Specia le per il riorclinamento dell'artiglieria del dopo guerra, costituitll fin dal cliC'em bre 1919, e alle conch1sio([l1i cui era pervenuta di ,prescrivere cioè all'Ispettorato delle Costruzioni di artigHeria lo studio :

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IL :\IA'.l'F.RI..\LE

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di un canno11e cln 14,9 a deforrn.azione , (tipo lfrupp) lv er sostituil'e il ,d i nn cmrn one da lfi2 (tipo Skoda al-\ 149/35 dgido leggerito) 1

- di Uill obice da 210 con 16 ·km . cli gittat a e capace di ulilizz~re anche il mnnhionament o ~l'esichrnto di guerra. I nollre Ja st essa Commissione, pur 1·i·couoscendo le defkien ze del cannone da 105 A~1salclo, aveva deciso di mantenerlo ancora in servizio (li.m itn.n dosi a migHorarne le mnniz.ioni), per inote esigenze fi,na nzinrie e industriali, doYendosi, pl'ima di pensare all;1 sua sostituzione, provvedere a fabbricazioni più urgenti. P er la specialità pesante campale aveva deciso and1e l'adozione ,in un primo t empo, dell'obice cla 140/ Skoda , lo studio cli un a umento di gittata ·cleWobice da 149/ 12 nostro, lo studio di 1111 in.uovo obice da 152 (sul tipo di quello inglese, ma con gittata cli 12 km.). E per i co11traerei lo studio di. 1111 nuovo c anu one cli IPOtenza superiore al 75/ 27 . Infline la Commissione aveva fatto rimet tere allo stuùio tlltti i proietti col criterio di ticlurne i molteplici tipi e migliorar,ne la formrt e il r endimento. Gli studi però subiron o val'i rit Rr<Ji e si gi u1ise al 1927 senza che si fosse 1I)Otuto renlizzare nulln di concreto. 2. - In Yerità not evoli realizzazioni 1non si eraino aynte fino allora nemmeno all'estero. Gli studi che in parte derivavano dall'esperienza cli g uenµ, e in parte si coordinavano a 1nu.ove: esigenze tattiche, portava<110 dappertutto a ric:hieclere req11i iti che sostanzialmente consistevano in m,igUora.nien.ti e no1n in trasjorrn.a.z,i on1i ra.cliioali dei complessi di ar tiglieda (a d eccezione dei più vecchi, nntura lmente, e orRrn a'i da radi m·e) che avevan o scatenata la g uerra, :Per l'Ita lia si impone-vano in moclo particolare i problemi delle possibilità. economiche nazionali: dis1)onibilit;), ,di materie prime, attl·ezzatura industriale, riper cussione, ove si fosse addivenuto ~d ainipio prog1:amma cli costruzioni, sull'efficiem,zu del bilancio sta t ale . P anorama quant o mai vasto, che dalle esigenze tattiche si allarga a quen e tecniche, a quelle indnstri~li, a qu elle -

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generali economiche e fln;:tnziarie, e di politica estera perfino, perchè l'impostazione ai un vasto programma di armamenti non avrebbe mancato cli suscitare anche preoccupate attenzi.orni estere. A simili ragioni ,di perplessità si ispirava sosta'rndalmente il Generple Renzo Garro11e allora ·Direttore Superiore· di S.T. nel suo articolo : « Le nostre artiglierie postbelliche)) in Riv. d'A. e G. Ag.-Nov. 1930: Egli si doma1ndava se veramente -si fosse aperto un ciclo di perfezionamenti tecniei dei materiali d'artiglieria così nettamente caratterizzato, da far ripudiare il precedente. « Ogni sostituzione del materiale ,di artiglieria rappresenta per la nazione un oinere finanziario assai grave (valutabile a miliardi) e come tale di possibile attnazfone solo a larghi intervalli d-i tempo. Una volt11 a,d divenuti al rinnovamento del materiale di armamento, è evidente che si debba so1prnssedere per decenni ad altre sostituzionì : un provvedimento inteill[Jestivo quindi, o cimenta duramente, e senr,a assoluta necessità l'economia della nazione o, quanto peggio, ne pregiudiea l'e:flìcienza militare>>. « Bisogna essere particolarmente tempisti rn ello scegliere il momento : farlo coincidere cioè con il periodo nel quale le maggiori innovazioni concettive si sono affermate vittoriosameinite sul eampo dell'esperienza (~ lasciano intravedere, dalla loro effettiva accettazione, un sensibile positivo aumento della, potenzialità efficiente dei mezzi di armamento)). Il nostro paese - si ricordava. - ebbe purtroppo a subire in passf.lto le conseguenze di un rinnovamento cli materiale effettuato fuori tempo. Nel 1900, con l'adozione cl.el materiale da 75 l'igido, che dovette essere sostituito a partire dal 1906, con quello a ,deformazione! Ora fino al periodo in cui scriveva il gen. Garrone (1930), nemmeno i perfezionarnemti realizzati all'estero nelle nuove artiglierie (muinizioni escluse), in raffronto con le caratteristiche dei materiali impiegati nella passatf.l guerra, dimostrava,no la esplicazione di concetti veramente nuovi. « Il ,n uovo può venire ,clplle caratteristiche che realmente tendono a mutare l'arte della guerra. In primissima linea la meceanizzazione >> . « 00111.e seguirà l 'artiglieria i rapidi spostamenti delle grandi unità da settore a settore, spostame1Jti che le fanterie esegui· -

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ritnno autocarrate (40-50 kinjh)? LA motorizznzione con: l 'antotrnino non risolve completame11te iJ problema . Sorge e si affaecia l'idea dell'a rtiglieril1 semovente (ossi.a meecaiI1izzat:ci) che oltre allai mnggiore mobilità realizzerebbe una maggiore leggerezzll· rispetto a) binomio affusto-trattore, c-d mm economia di spl':'s a, ma soprattutto una maggiore aderenza aJ co~plesso compito tattico che per la gnena dell'aVYenire. i profila. « Q.uesta ci pare essel'e una ca ra ttel'is tic a proba bile -della 11ostr;1 artiglieria , p1·ossi.mu futura », scriveva il Gen. Garrone. D'altra. parte c'è la constatazione che la meccanizzazione t attica è già diffusa più o meno in tutti i paesi. Non si può prescindere ormai dalla prese1nza (attuale o potenzi;:ile) del carro armato sul campo della lotta e tale presenza comporta la necessità di una particolal'e arliglieri;i, o impone all'artiglieria, con fa particolurità, del nnovo conwito , nnove particol1n·i caratteristiche. )(a, al olito, ci si domanda : « E' il terreno nazionale idoneo allo sviluppo in,tensivo di questi mezzi ùelli.ci? cc Conveniamo, scriveva il gen. G;Jrrone, che i nostri terreni sono meno adatti allo scopo che non il suolo ,delle altre principali nazioni europee; conveniamo che molta parte della cerchia alp~n:a :presenta 1pothe, pochissime, possibili.tù, del genere; co1nvc11iumo che nei punti <lclla vl'llle padana ;i. più intensa coltivar.ione, si contano plaghe ove la presenza cli canali e di filari, spesso fitti di alberi, non concede molta. libertà di manovra; ma vi soino pure le zone alpine ai due estremi delJa frontiera terrestre, vi sono pure tratti delle v1111i e del piano, in cui il c·a1-r.o manovra ugevolU1t;11te ! All'infuori poi di queste considerazioni, t enia mo presente che, -come il nemico potrà scendere nelle nostre valli, con pari probabilità, almeno. uoi potremo iportare la. guerra l'tl di là della fron tier$l ». Cosi il gen. Garrone non rite~1eva aT'rischiato 1preconizzare quali caratteristiche di un'artiglieria aHenire, il pezzo automomobile, il riparo collettivo cli esso dai tiri a gas, una. buona scorta di mnnizio,u i facente parte integrante clel pezzo stesso. e< Ora, se 1·nffrontiamo t11li sostanzinli probabili innovazioni ai miglioramenti effettiYi introdotti nella tecnica delle costruzioni <li a1·tiglieria dalln fine cle11a gue1·1·a. acl oggi (1!)30), e cioè : .rinmizio1ni più efficaci, aumento <li gittata, aumento di settore -

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orizzontale di tiro, possibilità cli fuoco nel settore superiore, ci pare,, in verità, che q U(~sti rispetto a quelle rappresentano solo modeste forme di perfezionamento di dettaglio. « Ed allora, all' interrogativo ehe ci siamo proposto, quale la risposta,? « A noi IPH-l'e di poter concludere che l'attuale momento non, è ,propizio ancora per consig]iare di addivenire a,d un r innova,. mento dell'firmameinto nostro, a condizione però cl;le le artiglierie a_ttuali sieno riconosciute. ancor.a at,te a conc~dersi miglioramenti ta li da non lasciarsi tr.oppo indietro rispetto alle altre nazioni )). E per il generale Garrone i migliol.'amenti da ricercare erano . solt;rnto queHi relativi alle gittate. Di trascurabile importanza gUaltri. Ed affel'mava che con la sola adozione di proietti con~. venienti, i nostri ocmn.on,i poteva,no raggiungere gittate soddi-· sface,n,ti. Nel ·complesso egli calcolava, che si potessero raggiungere: -ç con il cannone -da. 75, a velocità iniziale ridott;1

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(470 ms) (con p1·oietto migliorato) e con velocità ini 7,iale di 51 O ms con l 'obice cla 100 con, l'obice cla 149 e con granata -d i kg. 41.500 coa1, l'obice da 149 e con granata di kg . 34

km. 10 ))

11

)) 11

)) 10.500 )) 12

<< Come si vede, dai dati n,umerici 1prospettati inna112i, concludevft il Gen. Garrone, le nostre artiglierie campali, quando provvedute di un mu ni.zionarnea1to acconcio, son,o ùi ,grado t,u.ttora cli assolvere il lo,ro co1n:prito e pe1·•0,iò pos,~inm,o riten,we pot,1-

S'ibile

se11aa, JYl'eooO'upa.zion,i1 il rinl/JiO clel 1·in11.,ova1ne11,to del maJ..

teria'le ad alt1·a, epooa, )). Su questa affermazione del Garroue non tntti però erano d '~ccordo. 3. - Il non far n ulla o fare pochissimo, a parte le specifiche esigenze dell'apparecchio militare ita liano, che restavano i,nsoddisfatte, nuoceva anche J;lll'efficie,nza, dell'apparato inclustri.ale

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IL '.\fATF2RIAT,E

costruttivo, per l'eventualità che si fosse <lon1to addb·enire improvvisamente n fai· fronte a supreme necessitù, di guerra. E questa visione, prolJ?rio fra il 1927 e il lf)29, aveva avnto la Comm1ss10ne uprema di J)ifesn , che in un suo promem oria (Segretel'ia) r elpti.vo nl nrnte.riale di artiglieria (N. 840 ·del 22 luglio 1927) indirizzato al Comitato cli Mobilitazio1re Ohile, così striveva : « Il conflitt o mon diale si chinde ,con l 'affermazione della potenza del fuoe;o e de1l'at<·resciutA importanza dell'artiglieria, elemento fondamentale <lell'efficienia hellic;:i. degli eserciti moderni : 001d'è che nella pre.parazionc òel Pa ese all a guerra, assume particolare importanza. il prohlern.a rig·uard ante lit provvista delle artiglierie. 111ella qualità e nella quantità, che le pl'eveòibili esigenze di una guerra fut ura sarao1mo per richiedere . Alla soluzione cli siffatto p1'oblema, cli impot'tanza capita le per il 'llostro esercito, occorre provvedere integralmente con i soli nostri mezzi, con le so~e possibilità in atto o fu ture dell'industria na zionale, completamente affra nc;rndoci cla qualsiasi oggezione estera e senza fare il benchè minimo asseg,namen,to su] concorso eventuale, in guerra, .a} alea tori rifornimenti da. pai-te di Stati esteri, alleati o neutl'i . Questo richiede il 1prestigio stesso di grande P otenza, questo a noi eonvietne cli ù•re per co,ncorcli esigenze cli sicurezza e di ordine economico, come ne è proYa e <:onferma la esperienza ,ùa noi stessi fa tta durante fa. guel'J'a. Ciò posto, esaminiamo iin pai·ticolare il Q)I·oblema sotto il duplice punito di vista, quantit;:ttivo e quaJitt•tivo, solo in quanto la soluzione pratica di esso è connessa con la mobilitazi one indu· striale e con l a situazione <lelle nostre grandi industri<" meccaniche. Il primo aspetto, qua1nrt:itativo, interessa essenzialmente il fabbisogno normale e pel'iodico di rifornimenti per sopperire alle perdite ed al logorio delle bocche da. fuoco i n linea - a presciindere cioè <laJle dotazioni di mobilitazione aUe qnali si provvede con accantoname01 ti fin dal tempo di pace - e consiste. nella provvista, nel tempo e ne1la misuri:i richiesta, <li artiglierie già note e definite. In altri termi,n i si tratteri\ di riprodurre materiali già esistenti e di cui sono gi à noti i disegni e le modalità. di costruzione e per i quali è possibile, in fase di preparazion·e, 1

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ogni più acconcia predisposizione presso le ditte costrnttrid i111 guisa che, indetta la mobilitazione indust riale, og,n una di esse possa al più presto iniziar-e le neeessarie trasformazioni e gli opportnni adattamenti degli impia,n ti per assumere )'organizzazione e la produzione prevista dal riS1pettivo progetto di mobilita zione. P e1· ciò fare occorre un, periodo di tempo, variabile a seconda del grado di effi cienza delle industrie, che può essere con sufficiente esattezza previsto e delimitato nei progetti di mobilitazione e che interessa ridur-re a 1 mfa1imo, per su1p erare nel più breve tempo possibile il periodo cli crisi che intercorre tra il momento in cui viene indetta la mobilitazione industriale e quello in cui le Yarie ditte possono r-aggiungcre l a rispettiva produzione di regime. Allo stato attuale ,d ella ,nostra industria meccpnica si può ritenere, grosso· modo) che la procluzione di regime sia raggiun gibile al 3600 giorno. 4. - « Si p nò asserire che hl situazioifle presente clelle nost1·e industrie meccaniche, aJmeno per la 1produzione cli una parte delle ar tiglierie, non si presenta grµn che favorevole ed è risult ante di una situazione cri tka che, determinat asi 111,el 1918, è andata man mano accentuan dosi. Infatti la costruzione cli artiglierie si è arrestatµ im Italia dopo il 191 e molte industrie, le quali durain:te la guer-ra aveva no prodotto artiglierie e si erano gradualmente attrezzate con uffici d'arte e maestranze sped alizza te, hanno dovuto in seguito µbbaindonare tal e ramo di pr-ocluzione per assoluta main canza di comme se sia italiane che estere; 1n è ad evitare tale fenomeno sono stati sufficienti i sussidi elargiti dal Governo su pr01POsta. cl elJa Commissione Esperti presieduta {la S. E. DµHolio, sussidi appena bastevoli per evitare l'alienazione dello sp eciale macchinario giudicato di particolare interesse per l a produzione bellica; quindi, allo stato attuale, tecni ci e muestra nze in gra n parte dispersi, uffici d'µr te clisorgaillfazati ed inefficienti >>.

« Tale constata zione di fatto se può e deve [Preoccupare an che in quanto può influire sulla prodnzione quantitativa. nel tempo voluto di artiglierie già, esistenti, ,deve soprattutto costit uire un -

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lL :llATEnIALE:

grave motivo cli preo0cupazio11e e di µllarme q naJora si pensi cli dover evootualmente chimn~ue la nostn1 industria mccc&Hi<:a allo studio ed alla costruzione di nuovi tipi <li ar t iglierie quali Je oclie.rme tenclem;e clcl)a tattica già con$igliano e le 1possibilitù te<;nico-scientifiche rendono attuµbili, in Hnalogia ao1che n quanto nello stesso campo viene seguito presso gli Stati esteri, allo scopo ,cli non trovarsi i.n coodizi01li di iirHferiorità in caso di conflitto tli fronte ai probabili nostri aYversari. cc In:fatti le tendenze moderne delle grand i gittate e clrlle maggiol'i potenze verso cu i si orie,nta110 quasi tutti gl i StHti esteri fanno ritenere ormai già sorpass11to, o sulla via <li essel'lo, quasi tutto il materiale d' artiglieria attualmente in dotazione nel nostro eserc.:ito. Si prospetta quindi tutt~, una serie di problemi tecnici: grandi gitta te, ampi settol"i di t it-o oriz7,onitali e verti<"ali, nffusto a defo1·m~1zioue per tntte le artiglierie, materiule controaereo [>iù pot ellte e più idoneo, c::i. nnone <li fanteria ecc. « U na solnzione l'adi.c'ale dellH qncstione potrebbe ,consistere nel porre contem pornn eamentc allo studio questi Yari problemi, in vistn della ]oro soln7,ione per 1a gradm1Ie so ti tuzione di tutto qu!,lsi il materiale <l ' artiglieria con altl"i tipi più moderni ;il che tonse,utirebbc di r isolvere acl un tcn'ljpo il problema qualitativo del materh1Ie d' al'tiglieria e cli rimettere in el"fic:ienzì'l, con l e consegu enti commesse cli nuovi materiali, le nostre incl11s t1'ie bHsi1ari. Soluzione radicale s1. ma aaitieconomica per eccelJein:za, ta nto che essf,l, n on r is ulta sia seguita da nessuno degli Stati esteri, 11eppure cla quelli che trovarn;i nell e più f lori<l e condizioni economiche. cc Occorre, qui,n di ) pensare all una soin zione par½inle, più economica e più acletcnte alla rea1tù,; occorre cioè, q nanto rne,no. pcYrre la n,0stra inclusll'ia ù1 qrado di a1;e.re, all'atto della, mobi·-

lita.zio11e o quamclo se ne sentisse la, 11er.essità1 la. possilJ'ilità rC:rnle cli .f.arr f1·on,t e ai biso.r;wi cfol momeHlo con la costrnzicYne rl.i n,uovi tipi di bocche d.i. fuoco clefiuiti eà e8pe1 •imentati sin dol temqJo c'f!i

pace . 5. cc E' h1.teressf) nte, a questo rigmndo, l' opinione corrente negli ambienti militad degli St ati U niti quale l'isulta cla documenti ufficiali : -

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« ... Pokhè le armi di guerra cambiano rapidamente è molto difficile prevedere dieci anni prima i tipi che snra111no richiesti. Ed è poco [>roba bile che il Oorngresso (Camera e Sen;lto) possa consentire lo stanziamento, fin dal tempo di pace, del denaro suffici ente per mantener~~ quella riserva di guerra che le Autorità Milita1·i vorrebbero avere in perfetta condizione onde avere una rapida mobilit;u-1ione. Sembra pertanto che una sola cosa sia da farsi nei rigua.rcli del problema dei materiali d'artiglieria. e doè : ottenere sufficietn ti stanziamenti il nnuali J)<3'1· imm.tenere i.n v·it;a, l)a,rfo d~ oostniire. Ciò impliche1·à, un' ema!n azione annuale cli or dini a scopo istruttivo e sperimentale con mezzi selezionati e con i necessari materia li, al1o sco:po cli i ncoraggiare gli esperim<'nti di e-ostruzione degli artico1i non commerciabili>>. - « JPa,n.tenere

,i;ìta l'a'ite d·i co.stnà-re ecco l' unica soluzione possibile ed economica del problema, la quale consentirebbe con l a minore spesa e mentre si continuano ad utilizzare ·i materiali attnahnente in clotnzione, cli costituire presso le nostre indust rie basilari {lei nnclei di formazione completi - uffici tecnici, sperime:nt~tori, maestranze s,pecializzatc~ eoc. - attorno ai quali si mobiliterebbe la nostra inclustria, per fa. prod.wdone di guerra dei ma teriali già esistenti o di quei nuovi tipi che n:el frattempo fossero dagli stessi centri di studio sperimentati e definiti. (( Sembra pe1~tauto che In sohizione predetta si possa riassumere nella seguente proposi½ione : - dar vit[I ad uua Semola Italiana di costruzioni -cli artigliere, destinando a questo sCO[JO un ;1pposito stan,ziameuto nel bilancio annuale delle forze armate, ed asseg11a,ndolo volta a volta ad una o più Ditte scelte o:pportunam,e nte· fra le industrie basilari, eol prèdso mandato, ga rantito da, ne<:essai:io eontrollo, cli impiegare tali somme per il fi,ne predetto; im1pianto ed attrezzamenti. di uftìci ·d 'arte, costruzione ed esperimein ti di nuove al'tigliel'ie, stucliD,te e definite ·d agli organi tecnici delle Forze Armate in base alle direttive dei competenti Stal i Maggiori. « Si potrebbe in tal modo giun gere gradua ]mente e nella forma più eeonomica [llla rinnoyazione, se non in atto almeno i11,

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IL :\!ATl:lRIALE

in .fase di studi e di predisposi7,ioni, cli tutto il ,n ostro ruateriale d'artiglieria con tipi più moderni e più perfezionati, creati da tecnid italiani e costruiti dall'i ndustria nazio!Dale che, opport miamcnte e convenie11temente incoraggiata e sostenuta , rirn~cirebbe certa mente a vivificare la tradiz;ione clei 1Jostri sommi artiglieri. « Soltanto così si pongono le basi per una inclustri~1azio1nale specializza ta venìlnente efficiente ; il che [JUÒ essere alh·esì fonda.mento e Yi a per possibili eS1J?orla zioni, ponendo qualcuna delle nostre grandi ditte in condizioni di dh·entare emula òi Ditte estere nella forn itura cli materiali d'artiglieria alle minori P otenr.e sfruttando il merc~to non più battuto dall'industri.a tedesca dopo l'elimin azio11<~ della Germania in seguito al Trattato {li Vc1·sarnes >> . 6. ·- Il Comitato cli mobilitazione civile, così inYestito della qu estione, co,nsideravn la proposta clegin,a di pla:.uso e tale d!l implicare un provvedimento di necessità assoluta e formulava a sua volta così il proprio pensiero : « Il gettito cli artiglierie da otten ersi per effetto di un a mobilitazione industriale deve riuscire commisurµto alla somma cli due diverse· esigenr.e : - normale 1·iforrdmeinito, corrispondente alle perdite prodotte da qualsiasi causa (logoramento - avarie - effi.cada del fuoco avversal'io - Yarie) e diretto a. mantenere i ntegra ed ef ficiente l a ··clotazione iniziale ; - eventuale e progressiva costituzione di uniti\ nuove per aumento e svilUJPpo di forze in lin ea, consigliato od imposto dallo svolgersi delle open1zioni; - inoltre occon erebbe anche te11er conto òi una terza esigenza : - il provvedere specialissimi Jlloclelli corrispondentemente a specifiche determinate esigenze che possono man:ifestarsi dmante una guerra; - ma questo , qllflntitativa~nte diviene trascurabile nella materia che qui si intende traltare. « 'l'enuto conJ.:to del fc:1tto, inevitabile, che il gettito di produzione · predisposto media nte qualsiasi forma di mobilitazione industriale, prim~ di raggiunger e il suo cc stato di regime » deve percorrere un proprio diagramma, più o meno rapidamente -

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ascendente, al primo periodo cli rifornimenti ,cleve rite,ilel'si pl'ovveduto com una prudenziale e preesistente riserva . « 'l'rattandosi ,d i predis1porre nna mobilitazione industriale, è evidente che ·deUa. seeo,n:da cleUe esigenze elencate non 1p uò tenersi se non un couto puramente ipotetico ed esch1sivmnente orientativo. E , quanto alla prima esigenza, -debbono pure escludersi dal calcolo preYisionale le eventualità catastrofiche, sfuggenti a qualsiasi misura cli ipot<~si preventiva; e ché, in ogni caso, co111vie11e f ar rientr;ire nella previsione della seconda esigenza. Ciò posto, come base fondamen:tale delle predisposizioni di mobilita zione indust riale rimane il r ispondere (ccm congruo margine) alla prima. esigenza, sulla quale le espezienze della. guerra immediatamente precedente permettono, con sufficiènti, basi tecniche, di fol'rtiulare almeno com1pnti di carattere proporzionale e 1percentuale >>. 7. · Secondo i dati (molto autorevoli) che si hanno, partendo dalla dura ta media (numero dei col1p i sparati) delle boe:che da fuoco, sulla base d<~i criteri cli poligono affermati' a.ntegnerra, si ;irriva alla coo1:el osione deila necessità, di un rifornimento di bocche da fuoco cli circa il 4 per mille a giorno (16 su 4.000) ché conisponderehbe al 12% al mese, ivi incluse le perdite per scoppi prematuri, qui già, cl'a sole considerate. Togliendo 1'1% relativo ai eletti scoppi rima rebl>e l 'll%. « Avuto riguardo però che la dura ta media delle bocche da fuoco prevista prima della guerrµ, si dimostrò nell'esperienza di guerra ais's ai a1imen.ta:ta.) specialmente per le bocche da fuoco di 1uedio calibro, (si riteneva intorino ai 1400 colpi e risultò di oltre 4.000), e ciò 1per il più diffuso e razi.onale impiego delle èn.r iche ì'idotte, anche se prossime a t1uella m;1ssima) la ipredetta percentuale clell'll vista globalmente, à11ehe per le'bocche da. fuoco campali il eui rispettivo constatato ·miglioramento è di entità minore (cla 4.000 a 5.000 colpi cli durata), si riduce intorno al 5% . « Assf.li più ottimistici soino i clati che si ricavano dalla cifra globale delle distribuzioni fatte dai depositi, eifra globàle pari a 4444 per 41 mesi cli guerra con una media mensile cli poco più del 2% -cl èlle bocche da fooco presenti in linea e èifra dello _, 311 -


IL JIJA'l'P:RIA L l!l

stesso ordine di grander.za della media degli otto mesi di gnerra - gennaio-agosto J918 - di cui si posseggono elementi dettagliati. « Io, complesso è lecito clednrre che i Zogormne1rti e g1t,a~N ordin.a·ri richiedorno nn rifornimen to attorno al 4% ,clc]Jn pre~enza in linea e per ogni mese . cc Del res to un an::dogo calcolo teorico può farsi parten~o dalla nozione della dotazione dett a « giornata cli fuoco», dcordando che la_/~S{J)ressi-011e << giornata di fuoco » (locnzione adott ata dal nostro Stato Maggiore R. E .) è raggua,glia,t;n n 20 « giorn·i cU gtterr,, ». « Allora se ne ded uce ch e le bocche <la fuo co campali (calibri 7o e 100-10:i - dotaziotre' unit aria 250 a 200 colpi) debbano 1·ichieclere ricmnhio dopo <:irca G.000 colpi, cioè 20 o 25 g'io1·11ate (l i fnoe o, cioè da 400 a MO gior ni di guerra, r icambio eff.ettuato r on nn:i medift men i.le clel 7% al mese. « Per il medio c.: Hlibl'O (dotar.io,ne <li 100 a 150 colpi e durata <li circa. 4.000 colpi) se ne infel'isce una neces~ità cli rifornimento mensile iJ1torno al 4 o al 5%. Analogmne11te si computa per il gt·osso calibro intorno al 2% e si ricade globalmen te nel l' ord ine di grandezza poco cli;rnzi accemrnto. « In complesso se !11e deduce che, per tutte le ragioni cli per~ cli te; scoppi - logoramento e guasti or.dilrnri - varie ed eventuali ; - ,necessita un r ifornimento mensile c'lall'S al 9% deJle bocche dn fu oco in linea', però con nna prevalenza verso i piccoli calibr i e diminuendo gl'adatamente verso i grossi. In t~le <·omputo globale entrano 1per il 4 o 5 % il logOl'fl mento ed i gu asti ordinari, per circa il 3~~ le « cause vn ric >) E: [Per circa l'l % :;li scOìl)pi ed avarie c001:generi. « L a cifra t otale coincide con il gettito medio mensile di produzione, che si ~nanifestò sufficiente durant e 1~ pussat a guerra (540 su circa 6.000). 8. - « I ,e ·nostre previsio11 i attm,1,i ind,neon o r1, c011.<;idera.1·e nn,a, en.tra.ta in ocnri1p av'1m oon cf1:ca 7.000 bocche cl1a. [11,000 armoHizzand o, meglio che n on lo fosse all'uscita clell~ guer ra 19151918, la proporzione fra i val'i cnlibri, ed elimi1rnndo quelli rufnimi da ripo1·ta1·si nelJa <:ategoria delle armi portatili. -

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« Prevediamo di avere in linea : -

calibri da 75 ))

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ed f.lffini

2200 bocche da fuoco )) 2200 )) )) )) )) 1200 )) )) )) )) 500 )) )) )) 100

100/105 149/152 210 305 -

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Totale 6200 .Aggitmgiamo gli armamenti in postazione fissa e quelli della R. Marina, si forma appunto un totale di circa 7.000 bocche da fuoco. « Mettere in Jinea 7000 bocd1e cla fuoco V'ttOl cvi1·e possede,r1w al1neno oiroa 10.000, comprese le, prudemiilli riserve, e tale glo-

bale esiste11,.,,ci r·isuUerebbe al Oom.itato essere da no·i possedi1,te) e da ritenersi in stato di efficienza 1n ormale. « P e ri criteri percentua.Ii di rifornimento precedentemente esposti, 1pare che dovrebl:>ero corrispondere al dato <li base 1 di cui sopra, le seguenti cifre di gettito di ,produzione mensile : -- calibri da 75

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od affini

100/ 105 149/152 210 (cli tipo moderno) 305

300 pezzi 200 )) 100 )) 50 )) 10 ))

Totale 6GO

« In quanto precede non si sono specificamente considerati i bisogni delle fol'ze armate ,d iverse ·dal R. Esercito, ritenendoli assorbiti per ragioni di cifra 01,elJe 1provviste neeessarie a quest'ultimo. 9. - « Il gettito _qlobale non è molto S'U-perfore a. qu:anto la indìnstria, élel Paese fu oapace di proclu1•re nellci pa.ssata, guerra) e oerta,mente essa, 1,'i -ris,pon(lerà se ternpestivàrnente e razionalmente pred}is·pos'ta,. -

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IL l\I ATEJUALF:

« P erò, i rtsnltati delle inda giini di " Mobilitazion,e immediata '' eseguite dai servizi dipendenti dal Comitato, 1Pt1r non essendo " preoccupanti " come ad un supetficiale esame dei dati •numerici potrebbe semb1·}1re, sono 1wn sodclisfacent<i e risentono dell' abbam,àono ,i,n 01,1,i per it.n clecen·mio cli dbpo guen•a, è st'C1to lasoiato qiiesto speoifico ra,mo in-<l,ustriale . « I risultati della accennata ind agine porterebbero a con- \ eludere che, nello st(ltO att1.u1le della. ind1.1,stri.,a il gettito di regime che si raggiungerebbe all'incirca a l d.oclicesimo mese di mobilita zione i11élnstl'i11le (passando per una ordinat a met:ì circa al sest o mese e per una or,din ata un quarto circa a1 terzo mese) sarebbe: - - calibri da 7G ))

))

))

))

))

))

))

))

od Hffini

J50 pezzi

25

100/ 105 149/ 1152

210 305

))

80

))

30

))

2

))

<< I dati ora assoluta mente pessimistici riflettenti il 305 e soprattutto il c~libro 100-105 andt·anno riveduti e corretti nella prima revisione e nu ova approssimazione <lei dati otten:uli. Essi rispecchiano essenzialmente lo stato degii irn.ij~ianti A.nsa.ldo e visti nel modo come 1n Casa stessa li ha dimostrati all a indagine ,deJl'Osserv~tore Industriale, e su questo potrà influ ire l'opera della Commissiooe Esperti; - e lo stato degli impianti (e della Azicncln in gcne1'e) Armstrong di Pozzuoli , nonchè della Viokers . « Andra nno pure rettificati i dati relativi al calibro 210, quando questa cifra assuma il significato di un modello risponclenote nlle reali esigenze d'impiego di questo Cflli.bro. << Però a,1idie d'opo qtteste rettifiche, n(Yn.. sa1·ebbe oerto stilla 1,ossibilità sopra. ind'ioata ohe si potrebbe riposare f-iclitcfosi per un:u, effettiva difesa del Paese. « D'altra parte è ovvio, che, usciti da una guerra così gravos~, e con oosì oosvioiw 1'irrua..-nenze di materiale , ed, ·in ,genere oon a,r t'iglieria di rnocZ.ello abbastanza nwderno, e tale da non potersi 1'itenere in breve perioclo sostan~ialm.en.te sorpassato da 'terc1,me·nte clistinti-v i 7,togressi tec11-ic·i - n on si sia !J.)Otuto in alcun mod o pe.nsare a mantenere in efficiem.:a completa una

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industria alla quale, non solo per il decennio trascorso, ma a11che per un lungo iJJeriodo avvenire, e fatta forse eccezione per una surrogazione <legli a;ntiquati (eppme ancor;:t abbastanza pregevoli) nostri 210, non sarebbe stato e non sarebbe possibile dare commessa lavorativa di sorta >>. 1{). - Quanto alla proposta istituzione deJla « Seuolu >>, il Comitato per l;:1. Mobi.Jibrnione Civile, studiata la questim1e a mezzo della propr-ia cc Sezione Centrale )), no,nchè degli organi direttamente dipendenti; e< astenendosi (per ragioni {li competenza) daH'entrare comunque in merito allo stato di fatto, qualitativo e qua,n titativo dei nostri armamenti, mtt ispimndosi intrinsecamente alle necessità, di ri1p ristino e di rifom1imento, a mobilitazione industriale indetta (quanto .doè sta appunto nelle fi.Jn:alità, di preparazione perseguite); - telllenclo iprN;E·nte che le esigenze deJl'accennato ripristino si manifesteranno non soltanto in linea quan,t itativa, ma anche qualitativa, come insegna l'esperien>m della passata guerra; °\ esamin11to l'effettivo stato attuale delle nosti:e industrie in materia specifica, quale nettamente risulta a nozione clel Comitato; - espr ùne l)a,f/.,' Viso ohe la, ') istit·u:~ion.e cl'i 1ina S<Yu,ola. dri Cosf;ruziont di art-iglfo.rie '' 1 - quale inclicat,1 dalla Segreteria Generale clella Commissione Suprema cli Difesa, - avente lo seopo cli « mantenere in vita l'arte del eostruire », - e con le modalità iu appresso lumeggiate, - oostit1risoa per il nostro org1111ismo iinclustriale e per la rispettiva mobilitnzione, non. solo 11n. provveclimen.to aven.te cara.ttere clli esf;rema. conven.ien:i·a ed. OJ)portnnità) 11w. i1,n: piro,m)edime11,t o aven.te oarattere cli necessità assoluta. e< Perchè effettivamente la e< Scuola cli costruzione >> possa I"iuscire uina fonte cli norme costrut tive ip rontamente applicabili agli stabilimenti congeneri chiamati ad essere mobilitati; possµ. riuscire nna fonte di mnestranza direttiva, avente t~ffettiva ment;11ità industrinle: possa riuscire campo efficientemente pratico di origine di sviluppo industriale di produziò,ne ingentemente quantitativa ed economicamente redditizia; emerge la necessità, che la e< Scnola )) medesima sorga in ambiente nettamente industriale, e cioè venga direttamente espressa da alcuna delle nostre maggiori industrie similari, e che da tale

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IL MA'l 'ERIALI~

pl'Ovenienza trngg;:1 tutto quanto è indispensabile di buon a t radizione lavora ti va. « Vaglfate accurntmnè.nte tutte le ragioni concorrenti o diYergenti, che possono p1·esentursi al riguardo, si è stati indotti a concJuélere che, come ubicazione, la « Scuola )) abbia a. sorgere a S11<1 dell a difesa aJPpenninica, pos ibilmente in posi\ zio,ne centrale ris11etto nJ territor io del Regn o. « Ad una tale designazione topografica conseguirebbe pressocchè di necessità, c-he l'orga1lismo clell~ e< Scuoln )) ì 1enisse a:03.da to al gr uippo indust1fale « Terni >), - -decisione rhe, iin: coneorso con lo sviluppo di sfrut tamento cli en ergie idroelettriC'he che va attuaudosi nell' ambito di competenza del gr uppo accennat o, varrebbe nnc:h<~ come in dirizzo eorrettivo <lella. nostrn nota e lamentata « spereciuµzione topografica delle ind ustrie ». - Però la -élesignn:done niede~.imu non ha alcnn ca rattere tassativo. ma è solo espresso c-ome linea di massima di b1diri½zo, ed è qni111cli natmafo che potrebbe Yenirc modifi cata in un più approfondito studio <li attuazione del provvedimento di. isti. tuzione ». I n tal senso non è fo1·se s nperflno ricor cfare ehe : - venne s<:nrtato il <:dterio cli ap[>og-gio al gruppo A..'1SALDO, per la t roppo esiposta II hicar.ione della 1,ona dei snoi impianti, e perchè in defi uit iva. il perdurar e della tradi1.ione e dell' arte del costruire è, per gli stnhilim enti litoranei, s nfficientemente aliruentatH clal complesso cli commesse emanainti dalla ArnminL trazione dell a R Mnrina; - vernnie l'iuunch1to al Grnppo Industrial e Lombardo: perchè troppo spi1n to a nord, e per<:hè hl su a scelta avreùbe accentuato anzichè corretto la sperequazione topografica lli cui sopra. è cenno. L~ spesa prevista dal O.M:.c . era qu el1a necessaria per poter ogni anno progettflre, costrnfre e sperimentare 2 battel'ie di un, ,determinato . tipo di artiglieriµ con relativo munizionamento di prova . Si può computHre in 30 milioni, i quali avrebbero dovuto annualmente essel'c iscritti come assegnazione straordin aria nel -

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bila111cio del Ministero della Guena, il più interessato tra i tre Miinisteri delle Forze Arrn"'ate. La rel;nione del Com itato cli mobilitazione civile venin1 annotata cosi clall'a Uora Sottosegretario alla guerra gen. Cavallero: • « Dc" Sau,ola éla _1·n n,strong) ponendo la form!azione di detta souo-la, a1 ,oarrico cld nu,01.iO Gn.iv•po a, 01.1,i affitterem,o lo stabil-imento. Stwd,ia,re ool gen. Cortese la alausola da 'irn,porre al G-rupvo finanzia:r•io e 1·iferirm·i al più presto>>. - F.to; CAVALLERO. 11. - Ep1p ure malgrado si fosse giunti a questo punto. la questione non entrava in fase cli realizzazione. A11cora il 27 nprile rn2s, la Segreteria dellç1 Commissione Suprema di Difesa <loveva itnviare un [)ro-memoria al Sottosegretario di Stato per la Gnerra (1n . 571) , nel quale dicevn : « Nella nostrn artiglieria vi sono numerosi mµteriali (l) che hanno bisogno di essere sostituiti, perchè troppo antiquati, o di scarsa poteuza, o mobilità,, e in ogni modo marcatamente il)lfl'l'Ìori ai corrisponclen,t i franeesi. Si tratta di una deficienza sentita gr11vemente sin ,dalla guerra passata e corretta solo in parte con il ripiego di moltiplicare il numero dei pezzi schierati. « Ma tale ripiego ha portato noteyoJissimi in convenienti, industriali (rifor1nimento), organici (improvvisHzione d<~gli artiglieri) ed operati.vi (appesantimento), che non è ,prudente ripetere in una guerra futurn, JJiÙ , nmi.tana. e probabiln1,ente meno sta,b-ile cl'l3lla, passa,ta.. « Le nuove costruzioni 1neeessarie per sostituire questi materiali vanno considerate sotto un duplice aspetto : finanzinrio e tecnico-ind ustrfale. « Nei riguardi delle fin;inze è presumibile che per un certo tempo ,non si potrà pensare a sostituzioni vere e proprie. Converrà pertanto ricorrere al r ipiego ·cli definire e costruire in un primo tempo soltanto i tipi S;p erimentali delle nuove arti.(1) Sono il cannone e l'obice pesante campale; il cannone e il mortaio pesante; i cannoni e.a.; il cannone di fanteria; inoltre lutti i proietti di qneste artiglierie e delle artiglierie che possono ancora rimanere in servizio (obice e cannone 75; obice e mortaio 305).

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IL :'llATERIALJ.;

glierie (cioè la parte più difficile e lunga di tutto il lavoro). e IJ)l'Ovvedere poi alle costruzioni effettiYe quando sarà possibile, o necessario (mobilitazione). « Nei i-iguardi tecnico-industriali è da i-ilevsire che le nostre industrie (statali e private),, m11lgraclo l'esistenza in tutti i tempi di ottimi tecnici, a cominciare dal Cavalli, 111011 sono in grado cli provvedere nè all'nna nè alFnJtra cle)]e cl.ue esigenze or~ dette. Lnfatti: a.) prima della gnena q11asi t ntti i buoni materiali adottati dalla 111ostra artiglieri1:1 sono stati studiati e molti anche fabbricat i all'estero (Krupip, Armstrong, Schneider, Déport); 7>) ,dlll'ainte la gnerra 11011 è stato possibile sostituire i vec('hi materia.li dn J4,9/ A e 210/ , . « I materiali m1.ovi (l), stncliati e costruiti cla1le nostre offieine, sono sta ti tutti radiati tluran,te la guerra stessa o subito dopo . I ma teriali empli<:emcnte ripl'oclotti so1~0 stati quasi sempre di qualità, scaclente e di breve clnrata tanto da far salire a cifre elevatissime il fabbiso~no <lei rifornimenti ordinari. o) Nel dopo gue!'l'a i molti stndi e concorsi indetti l])er Yari materi[ili nuovi (2). o p er modifiche ai materiali esistenti, non banno ancora clnto, dopo più nnni di prove, nulla cli cont:reto. d) La proclnzione massima di mobilitazione, riferitn ai materiali ora i111 servizio, secondo computo fatt.o dal Comit:nto di Mobilitazione Civile, ammonta a 290 ipezzi al mese, mentre il fabbisogno per l'ifornim.ento ammonita a circa 700 pezzi. « Sembra pertamto necessm·io mocli:ficare sostanzialmente la nostra i111odustria di artiglieria, se non si vuol ricadere negli inconvenienti della guerra p assata. « La modifica cli cui sopra è dnplice; quantitativfl e qunlitativa. Occorrerebbe~ c1uindi perfezionare gli Uffici tfcnici di studio, aumentare il numero e l'attrezzatura delle officime. I mer.zi per attuarla sono noti: commBsse abbondanti. in(1) Autocannoni da 102 e 105, obice da 149 Ansaldo, ob. 105, cannoncino di fanteria, installaziopl De Stefano, mortaio 200. (2) Cannoni e mitmg. e.a,; can-o-rimorcbio per cann. 75 C.K.; cann. per fant.; proietti allungati, granate-bombe. Aumento di gittata alle artiglierie da 75, 105, 149; d eformazione al C. 14.9, ccc.

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telligente vigilanza sulla loro esecuzione da parte delle singole officine. Da noi le commesse soo10 invece 1imitate e non bastano neanche a far vivere modest amente le industrie esistenti. D'onde le insufficienze già, viste. Non è quindi possibile procedere subito ad una soluzione completa del duplice l]?rOblema, ma bisogna procedere per gradi, provvedendo iin primo tempo solo alla parte più u1·gente, ,poi pens11re al resto . · Da 111oi evidentemente 111 parte più urgente è quella. che riguarda la qualità, per le seguenti ragioni : - dobbiamo studiare e definire molte artiglierie nuove e sostanzialmente diverse (1) da queUe di Jf ramci.a, Germania, Inghilterra, le norm111i nostre fomiitl'ici di modelli; - la nostra guerra alpina richiede artiglierie non numerose ma poche e bnone ; - in caso di bisogno possiamo provvedere al numero colla ri1evante riserva di artiglierie residuate dalla guerra (circa 5000 pezzi); - 1;1, buona qualità, dei prodotti ci permetterà, di assumere la f@nitura di parecchi ipiccoli pnesi esteri. che hanno terreno analogo al nostro, e quindi di concorrere indirettamea1te alla. soluzione della. seconda parte del problema. Pertanto bisognerebbe in primo tempo conce111,trare rigid amente commesse, sussidi di governo ed oculata vigil11nza su di nna sola officina, quella che dà maggiore a.ffidame!ll•to dt riuscire aJla svelta e r apidamente, non solo per noi ma anche per )'estero. Si tratterebbe in sostanza di creare dµ, noi una piccola, Krupp, o Skoda, o Schneider. Una volta creata questa, sarebbe . più facile risolvere il 2° problema, sia coi mezzi di questa (ampliamenti diretti), sia utilizzando altre industrie ~flìni come. ausiliarie della prima.

« Nel determim,a re lo stabilimento sul quale far cade:ce la scelta è opportuno tener conto, oltre che della maggiore o minore capacità tecnica, industriale e :fiin~nziaria a migliornre rapidamente nel periodo .cattuale, anche della maggiore o minore (1) Devono avere per prima caratteristica i'impieuo in montagna.

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IL l\IA'I'ERIA L0

possibilità di l avorare a !Pieno im, guerra (sia in costrur,io11i nuove, sia in l'ifomimenti ordinari), di fronte alle probabili offese nemiche . Sotto questo riguardo è chi$lrO che le maggiori convenienze sono per le dislocazioni più interne, cioè lontane dall e fro ntiere o da]]e co te aperte, perchè ,non olo al sicuro <1agli attacchi terrestri e navali, ma anche più faf'iJme11te difendibili ·d all'attacco aereo. Info t ti l 'inter11 ;:im0nto elimi na di per se stcs o le forme più ipericolose di detto attnceo, c-ioè la sorpresa (1:1vvistaruen,to) , e le incursioni notturne a ripetizio11e, specie queste nltiroe che, anche se incruente, pl'oducono però sempre alhlrmi e quindi sospensione di lavor·o nelle offieine. « Ln > 'c1wla, cli Cost1·,uzione cl·i Art·i glier·i a (o meglio lo Stabilimento tipo cli. artiglieria) propostµ da questa Segrete1·ia nel dicembre scorso è stata studiata in 1·elazione ai dati di fatto ed alle considerazioni sopraesJPOSte. Si ritiene opportun o precisarne ]e caratterisliche e i compiti. a) emanar,ione da uno degli f}mbient i industriali già costituiti e specializzati in materia : 'l'erni, Vickers, ex Armstroi11,g, Ansaldo ; · ' b) sorveglianza tecnica da parte (lell 'A.utorità Milita re, interessata al suo sviluppo e alle lavor1rnioni ; o) accentramento di buona parte delle hl vorazioni occorrenti (moclifiche, sostituzioni, riin11ovazioni ecc.) relative alle artiglierie in servizio ; ora ri!l)art.itc tra v:uie industrie, che viYacchi;rno su di esse, ma non rispondono i,n nessun modo ai nostri :fini; ,d) accentramento dello studio e detìin:izione delle 1Htiglie1 ie n uove (nella mislll'a di un ' artiglieria a ll'tltllno) ; ora nffidati a gnt·e tra uffici e officine (statali e privali) non cap11d, o scarsamente in teressati (compensi o commesse éle:6.cie1n:ti); e) compila~doni dei disegni per i ma teriali mano a mano definiti, da. servire per il p::i.ssaggio rapido aJlc l~vornzioni in serie, ·COI concorso delle illdnstrie ausilia r ie già, dette arnnti; f ) creazione cli uu'adeg-uata riserva -c1i mano d'opera e di ea1pi ironici speciayzzati, da servire per inq11µdrare all'atto della mobilitazione le industrie nusiliarie. -

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Il progetto della << Scuola di Costruzioni cli Artiglieria >> non Pbbe ulteriori sviluppi. lv.fa in, qua nto or ora abbiamo r iportato sono poste le basi per la prima. formulazione di un concreto pr~grpmma di nuove costruzioni di. artiglieri a.

B LE PRIME NUOVE COSTR.UZIONI DI AR.TIGLIERIA " I 929- 1939,, 12. - Il prog ramma Giuria- Bonzani-Gazzera. - 13. - Le nuove artig lierie divis ion ali. - 14. - Le nuove artiglierie di Corpo d' Armata. - 15. - Le nuove artig lierie d'A rmata. - 16. - Le nuove artiglierie contraerei. - 17 . - La riproduz ione in massa . - 18 , - Altre nuove bocche da fuoco prog ettate .

12. - ~fa nel 1929 fu ritenuto assolutamente necessario adottare nei r iguardi del materiale ,di artiglieria delle risoluzioni che portassero entro qualche anno alla disponibilità di aknni complessi veramente moderni e tali che risolvessero problemi oramai inderogabili.. Si trattava essenzialmente: - di assicur11rci nn complesso controaerei rispondente non solo alla difesa. controperei del territorio, ma anche e specialmente a quella delle unità dell'esercito in campo (unità controaerei autocampali); - di risolvere il problema dell'artiglieria di visionale in armonia con i concetti che si avevano dei suoi ·CO:tll(piti e con la car~itteristica delle grandi U(l):ità normali nei terreni d'impiego, essenzialmen.te da montagna; - di mettere in grado l 'artiglieria di C. cl' A. <li ese::gnire i suoi normali compiti con due b.d.f. (un obice e un cannone) verame,n:te moderne, atte al rapido movimento, potenti e soprattutto di gittata ben maggiore che quella. degli ormai antitprnti 149/12 e 13 e 105/28; - e i nfine di avere due bocehe da fuoco fondamentali per l'artiglieria ·d'armata che conciliassero in sè i requisiti di mobilità, di potenza, di gittata, qunli le vecchie bocche da fuoco 21

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· 1L MA'J:'EtRIAL J<l

esi stenti non consentiv;:ino e quali d'altra pa rte le 1nc<'essità del cam1Po ·cli lJattaglia imponevar10. Questo programma cli nuo\·e costruzioni di artigliel'ia non esigern r ealizzazioni affrettate e quantitativament e lllOlto c·ospic11e : mirava aD;:i. realizzazioJ1te di tipi che potessero ra pich,mente, sulla base cli attrezzature pl'edisposte, essere riprodot ti n d b più Jarga misura. T nltaYia ]o sforzo economico non era . date )p condizioni del bilirndo, il·nseuraùile, se si pensa che eontemporancumen tc tngeva no e si allhneavt1110 snllo stesso piano e forse in maniera più pres ,rnte, i problemi dell' anu amento della fan teria. Ricordiamo che dnppert ntto la fonteTia nveva sviluppato il suo armamento in modo verli~inoso e molti plicatr1 la pecie delle gue armi, 1"ÌJ1.vigorendo la sun potem~a di fnoco fi:no a rend.erl,1 immensamente superiore n quella untegL1errn. I fattori dominanti in qnel momento clell'.-1rte rniJilare erano appnnto cosli1uiti cl~l pod eroso a umcnto cli fuoe.:o cl ella fa nteria col passa ggio <lall'arrnumeJ1to sernplic:e all'armametrlJto pJn ri.rno di essa. Questa li.nea evolutiva e1·H stata seguita anche dul1a fante1fa itali;:ina e in modo più aecentuato nell'immedia to dopoguerra quando il fu<:ile in distribuzione era ormai molto discusso; la piccola !pistola mit1.·ngHat1·ke di cni clisp011eYa la fanteria si <Jimostrava leggera e poco potente ; la mitrngliatrice Fiat 1914 (mi tr~.gliat rice pesante, sia pure benemerita cle1la vittoria), non .1·ispondeva pi iì alle nuove esigenze. E inoltre erano sfate radiate k numerose armi a tit-o curvo - borubarde, l anciabombe, lanciaspezmni - c.;1'eate dura nte ln guerra cli. trincea . La 11ecessiUt <li Utn rinnovarn entù e di nn a,deg-uame,n t o ai n uovi tempi era ormai iITT:deroga bile. Dalla .fine della gnerra Cl'a trascorso un decennio cli studi . appa ssionati e di esperimenti su vasta scala: l'affanuosa l'i cerca del meglio avev~ fatto perdere molto tempo e la soluzione aveva snbìto lunghi rinvii. Ormai norn, c'era più tempo da perdere. Occorreva valorizzare l' arma incliviclua]e perché ln necessità. -di nn'arma propria , pel'sonale, .c1a usare con tro l 'avYersario di· r etto, appa1-i'va indnbbiamenle più iruperiOSf\ in attacco che in . difesa - e le tn:ostre tendenze portavano a mirare costantemente &ll' o:CCensiva , all'aUacco - e 1n montagna sulJa quale pareva che _ . 322 -

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fosse destino asso]utp.mente inesorabile che dovessimo agire prevalentemente1 potenzia l'a rma individuale : pertanto si metteva allo studio un ,nuovo fucile.

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Pig. 41. - Alberto Bonzani

Nel campo delle armi collettive si presentavano va rie necessità : adottare un'ottima mitragliatrice o - meglio ancor~ :più mitragliat rici data la difficoltà cli armonizzare più esigenze in un unico tipo ; - introdurre un'arma. collettiva a tiro curvo, capace di frugare con le trµi ettorie gli anfratti e i rovesci dei nostri aspri terreni; - assicurare un'azione di accompag11amento e di arresto perfet tamente aderente all 'azione dei fatnti; adottare un carro potente e mobilissimo; -

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IL )fA'l'l.9RIALJD

- uonchè un'arma ca pace di agire c:ome antica rro e. all 'occorrenza come pezzo per fanteria; - adottare infine un pezzo controaereo, leggc1°0, mobilissimo, celere. P.ress'a poco nel1a ste8sa eipoca si poneva no dunque insi.emet questi problemi de1l'armarnento delJa fanteda c- quegli 1:1ltri che abbiamo sopra prospettati per l 'arti~lierin. P er tali ultimi nel 1929 il gen . Ettore Giuria, Ispettore dell' A1·mH, formulava al Oapo di Stato 1'Iaggiore dell'epoc;1 - gen. Honzaini - un programma predso che veniYa posto sul piano delle realizr.azioni t o11c:1·et e e rapide con l 'a desione del Ministro della Guerra gen. Gazzera,: a) per l'artiglieria controaerei una. boc<;a da fuoco da 75 (1,;e<Zasi 11eW07Jposito Oap'itolo sull' A rtigl-ie'l'ia, ao11 tro-aerei). 7J) per l'artiglieria divisionale una bo<;ca da fuoco lJlll'" da, 75, specia lmente atta 11lla montagn a (e quando ipossibile anehe una b.{l .f . pure da '75 cli gr ande gittata e un obice divisio1ialc leggero cal. 105) ; o) per l'ar tiglieriH di C. d' A. due b.d .f., un obice da 149 <' un cnm1oue da 10:i, tu tte con requisiti atti a soddisfare Je 1move necc ·si.tà; (l) per l'artig1ieri11 di Arma ta due b.d.f. : un can nùlìe da J 49 e 1111 obice da. 210 di gra Il de gittata e potenza. Qnesto fn il programma Giul'ia-Bonzan i-Ga zzera che, formula to c<l accolto nel 1!)29, portò alle più im1portaU1ili rE>nlizzazion i per quanto ri.gnardp l ' ammoclernnm cnto della nostra artiglicl'ia fra le due guerre mo1)d iali. Per l'Esercito fn chiesta ed ott en ota allora l'assegnazione straordin aria. di otto milia rd i. Sebbene :fi,n,o a) l° luglio 19:33 non vennero di fatto concessi <.:lle l GOO milioni, pure a quella dnlu si potè fare parecchio e il programma preYisto fu rcali r.zato e E:Or· passato. La ,nuova serie cli b.cl.f. fu pron ta (come prototipi) nel 1934. Il gen. :Mon tefì1n3]e allora Isipettore ùell' Arma potev~ nell'aprile 1934 presentarli all e prove di tiro nel poligono di Nettuno a S. M. il R e e alfa maggiori autol"ità militari. 1

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Fig. 42. . Aprile 1934 il geu. Montefinale presenta a S . M. il Re e alle alte cariche militari, nel poligono di :::-rettuuo, la nuova serie di b.d.f .


IL ~LATEIU .\Lf+;

13. - Artigli.erie cUvisionaJi. P e1' Fim postazione degli studi cli una mn10va 1;1rtiglieria clivisiouale, si partì dal concetto che essa , nelle fasi di movimento come in qnelle cli stasi, che in qualsiasi azione di guer ra necessariam ente si alteruano, deve sempre svolgere la sua azione a immediato contntto colle truppe cli fanteria, I agendo nel più stretto collegamento con esse. L a sua a,do11e pertan1to si syo)ge in tma fa scia cli t.?rreno la cui profondilà è limituta esserndnlmentc dalle possibrntà. di osservazione, dovendo questa, cli massim;-1 , eserci.tarsi cl idlc posizioni più avanzate deJla fanteria . .}ìfel senso de}la fronte invece, il campo d'nzione cle1l'artiglieri a <1ivisio(n,ale è molto ampio, dovendo essa non solhrnto Hgi.1'!?. su tu lta l~. fronte della Dfris ione, ma a ,·ere l u possibilità i11 ogni istante di poi-tare il sn o fuoc·o auche oltre, da ambo le parti, sia. per cooperare colle unità Jatel'ali, sia IJ)er appog~fare una e,·entuale manon·a nostra sui fianchi, iµ per rintu,r,zare tm a mrnloga, manovra. nemica. D'a queste fond amentali consi<lcrnzio,ni emergono le caratteristiche : 1) lfobilità t ale da poter seguire scm1Pre ,e dovnnq ue 1~ fanteria . 2) Gittata, la nrn ggiore compatibile con l a mobilità, mn che può essel'c contemtta nei .limiti dei !1 ..;- 10 km. (almeno pel' quella parte dell'artiglieria d ivisionale per la quale 11:1 mobilità è carattere essenziale) . 3) Ampio i::;ettore orizzontale, i!Jl, corrispo~1clenza dell'ampio fronte di azione possibile). 4) P ossibilità ùi frugal'e il Lcrreno antistante a.Jle nostre éruppe, comunque acdde.ntato, e doè 1:1mpio settore ve1·ticale ùi til'o, per permettere l'esecuzione del tiro con forti angoli di sito e del tiro -curvo. Ln prima caratteristica, mobilità, ri[JOJ'tata alle fo1·me clei 11ostri terreni cli frontiera, e cli queJli immediatamente oltre frontiera. della maggior pnrte -dei nostri possibili teatri cli open1 zione, impone lfl, concl i7.ione del facile trasporlo in montagn a del ma teriale, e cioè clella sorneggiHbilità, cl i esso, quindi: a.) facilità cli scomposizione; b) carichi iflclidsibili di peso noni superiore ai ll:.5 ..;- J20 kg. 1

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Ma l'impossibilitù, cli dare a tutti i reggimeinti d'artiglieria divisionale, ,clei qnnclr11pedi da soma -colle spiccate attitudini richieste per il someggio continuo o quasi, consigH~va. {li consia·era.r-e il trasporto a soma come eccezionale, e pertanto il materiale doveva essere atto Hl traino prolungato sn strada ordiir·~ria, e possibilmente avere la possibilità del trtiino a carreggiata. ridotta per le carrarecee e le buone mulattiere di. montagna, quest'ultimo eseguito, sia eon quacll:upedi, si.a col trattore da. montagna, Sulla b~se delle direttive ricevute seguendo i concetti suesposti, la Dir, Sup. Serv. 'l'ec,nico Armi e Muni?:ioni mise in studio un materiale someggiabUe del calibro cli 75 mm. La. co1nclizione relativa alla 1potc~nza clel materiale portava alla definizione della bocca cl.11 fuo co con la lunghezza. di 18 calibri: si trattava. perdò cli un obiee lungo. Esso permetteva di rugg-iungere col proietto di kg. fi,350 una velocitù, inizi ale -di 435 m/s e mrn. gittata di circa !)500 m. La eondizi0ine relativa alla mobilità, portirva a {:oncretnre la bocca. da fuoco clivisa in dne parti: canna e blocco di culatta, di facilissima composizione e scomposizione. Ver climinui.re il tormento dell'affusto, si conc,r etava un freno di bocca. L'affusto fu studiµto in modo da consentire ampi settori verticali ecl orizzontali di tiro col massimo adatta.mento al terreno: 1) col portare molto in,clietro gli orecchioni della eulla: poichè con ciò tutta la mnssa oscillrrn t<~ grava sul congegno di puntamento, ec<;o la necessità di eqnilibq.1tori, che r endano più agevoli i movimenti di elevazione. Il settore verticale va cla -

100 ~. + 6fl0 •

2) col costrnire il freno a lnnghezr,a di rinculo va.riabile, con l'elevazione 1p er evitare l'urto snl terreno della culatta colle maggiori elevazioni. 3) col fal'e il Rottaffusto f.l due code ,d ivaricabili. In tal modo l'affustb10, e qui,n di la bocca da fuoeo, può nvere uno spostamento laterale ddl'ampiezzo <li 25° per parte. , 4) coll'unir<~ le eode al sott.oaffusto col sistema a bilanciere, sicehè esse possono aclattri.rsi al terreno l'una i.ndipendeutemente daU'ultra. -

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lL MATERIALID

5) ·Col costruire le code scomponibili in !Parti, in modo da dare la possibilità cli sparare a code corte o a code lunghe, o pure ancora 1 ove il leueno lo riehieda, con una co<la cotta, ed una; lung;:1 . L 'attitudine al someggio fu ottenuta renidenclo a,n che l':-.i ffus to facilmente e rapidamente scomponibile, come si è gi.à detto pe1· la bocca da fuoco . In complesso il pezzo poteva essere trHsportato a soma da S qu adn1pecli, con carichi ut ili che v~nno da. 100 a 115 kg. di cui 4 centl'ali, 1 prevalentemente centrale ,e 3 laterali. La. ruaJil(lnH di (Passaggio dalJa posizione cli batt eria, o da que1Ja cli ti-aino, al sonwg~io tichiede, con squ;:idi-a addei:;trata, llOU più cli 5 minuti. Lo stesso tempo si impiega per le mo.riovre inverse. Pe1· il trai110 fu previsto il sistema a timonella , a cadco bilalllciato, con qn:1drupedi di 1p1111 t a : sostitnen(lo 1H timo,nella con apposito atta<'co, il tl'f1ino poteva essere eseguito con nntomer.zo. Per diminuire il tormento del materiale al t raino, suo mezzo normale di trasporto, le ruote furo110 munite .(li_ mtelli di gounna semi-pneumntiei. La loro elasticità socl di fa bene alle esig<:'nze del traino a piccola velocità, ma iu1 p revisione dell~ even tualità òi dover eseguire sposta menti 1·apidi, a. velocitù, superiori t1 6 -:- 7 km/ ora , fu stud iata una speciale sospensione elastica a barra cli torsione, cli facile applic~zione eYentnale, consistente in due mezze sale a gomito, che IPOSsono con gramle facilità essel'c applicnte in luogo delle mezze sale normali. Esse permet tono una velocità <li. ma.rcia anche supe1'iore ai 30 km/ora. E' da 111,otal'Si che il pezzo ha Ja.1.Possihilitù, di sp~l'Hre, &e11za inconvenient i., aa1che colla. sospensione elastica .

La neeessit;), cli risparmiare per quanto è possibile il someggio, e p erciò cli permettere il t raino anche sulle carr:uecce l'istrette di montagna e sulle buone mulatti ere, ha f;:itto adottare una doppia carreggiata. : una, p er il tiro e per i] truiil'io su stl'a(l e larghe cli ~m. 1,284, ingombro a terra, l ';:iltro per le -

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strade strette, carr~recce o buone mulattiere, di m. 0,984, sempre ingombro a terra. 11 passaggio dall'nna all'altra è semplicissimo e ra1pidissirno. . Ciò si è ottenuto col costituire la sala di tre parti : una parte tubolare, facente pprte del sottoaffusto, e due mezze sale, che si introdnco1n o in essa, e che han!Ilo dué posizioni: una 1Più sporgente, corrispondente alla carreggiata larga, e una meno sporgente, corrispondente a q nella stretta. In caso di urgenza è possibile l'esecuzion e del tiro auche collf:l, carreggiata stretta : inie r il'lulta solo una l'iduzion e clel settore orir,zontale di tiro (da 50° a 20Q). Gli ottimi risultati ottenuti colla batteria di prova. da 75/ 18 someggiabile, fecero consi.cl.e rare la opportlrnità cli studiare l'impiego della stessa boe-ca da fuoco anche per le Divisioni celeri e per quelle motorizz;1te, e la D.S.S.'l'.A.M. (1) . ebbe ili conseguenza come direttive per gli nlteriori perfezionamen ti del nuovo pezzo : 1) Si (Presti all'ippotraino alle celeri andature (batterie a eavallo). 2.) Possa essere auto-trainato alle rnpggiori velocità dei r·e pa,rti motorizzati. 3) Sia adattabile facilmente e raipidam(~nte al traino in montagna, sisl a ca valli, sia coi trattori appositi. Il problema cli soddisfare ·c ompletamente a tutte e tre queste 1nuove condizio11i con un solo affusto, rispettando contempo~ ranea:mente quelle relntive alle caratteristiche per il tiro (ampi settori, orizzontale e verticale, massi:mf:l. adattabili.tà al t(~rreno), si presentava alquanto arduo, rna fu soddisfacentemente risolto. L'affusto definito ha le seguenti carµtteristiche : 1) Ruote di grande diametro (m. J ,30), con anello cli gomma semi-pin,eumritico, montate su cuscinetti a sfer.e. 2) Sospensione elastica a barra di torsione. 3) Congegno di bloceaggio della sospensione elastica per il tiro e per il traino fuori strada. (1) Ditezione Sup~iriore Setvizio T~~cnico Atmi e ì.Vlunir,ioni.

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IL MA1'ERIAL0

4) Due code divarica bili, per ottenere il massimo settore di tiro orizzontale (500) . 5) Ogni cod a in due pi1 rti , per r id urre 1n lunghezza della vettm·a a l Lrai!n<O. 6) Freno <li via a tamburo, manovrabile con una tirella dal concTucente di timon e, nello ippotraino .

F ig. -1~. - Yiltorio rallicri.

L a. massa oscillante (boccu da fnoco, slitta, c ulla) è la stessa del m ateriul e someggiabile, s~lvo alc nne lievi varianti .nella culla . All'esh·emità delle coùe antedori, riunite, si a p1plica, sia l' occhione per hrnione a ll'avantreno (ippot1:aino), sia il braccio per l 'u ninne al trattore (autotr~ino), sia la t imonella , per il traino con qua<lru.pedi in montagn a. L' a varntreno per l 'ippotraino ha le ruote uguali a quelle del pezzo, porta nn coffrflo per munizioni (28 colpi), ed ha la possi-

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bilit:'.'1, di trasportare la boee11 cla :fuoco completa (tubo, blocco di culatta, slitta) nel tr-nino, a hracein o con quadrupedi, in montagna. Per rendere possibile quest' ultimo, tanto l'affusto che l'avantreino possono ridurre la loro carreggiatfl. ,d a m. 1,45 a m. 1,15 (ingombro a terra).

Fig. 4-1. - Sergio Dm·lcsc.

I n eone] nsione il jpezzo da 75/ l8 1per batterie a, cavallo e motorizzate, chiamato J\L 35 per distinguerlo da quello someggiabile che ha il 1nome di M. 34, può: essere tra,i>i1,a to a f·avaJli., munito di avantre110. Sospensione elastict\ alle ,d ue vettnre, bloccabi1e inei passaggi difficili per evitare eccessivi sobbalzi del materiale. Il peso della vettura è di kg. 1800 circa ma i mozzi a sfere ne rendono molto agevole il traino; 2) essere autotri1.inato con attaceo diretto al tratton• (cioè senza avantreno), a carreggiata normale sulle strade ordin,arie, 1)

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IL MATEmlAL0

a carreggiata ridotta . ulle strade di rn0:ntagna (peso delln vettur ~. kg. 1.100 drca); 3) esser e traiirnt o a <:avalli, in montagna, su due vetture bilanciate, a earreggh1ta ridotta, con attacco a timonelJa e quadrupedi cli ptmta .

·-~ ...... .

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- ~- ~--......:---------Fìg . 45. - L' ob. da 7~i 18 moli. 3.1.

Le du e vetture sono : a) l'a:ffost o, del peso di kg . ._.00 c:ircn; b) l'nvantreno, che porta a nche la bocca da fuoco completa , del peso di kg . 800 C'frca. Le due vett11re possono eve~1tnalruente, sostit uendo la timonella coll'apposito attacco, essere trai11ate da un adatto a nto mezzo (trattor e cl.a montagna. o antoca1Tetta). Si deYe inot ar~e che questo m::1tel'inle ha itnche la possibilità cli essere rapidamente e con semplicitù, scomposto in !Parti fa. cilmente tras:portapili a bti1ccia, ·per il caso che si dovesse p,~rcorrere tratti <li terreno partieo lnrnrnn te difficili. Il compito dato nl S.T.A.l\i. per lo s tudio dei due matel'i!tli fu assolto completam~nte e i materia li sup~rarono brill anfo- · -

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mente le p1'ove preliminari. Progettista era stato, sotto il controJlo del gen . V. Pallieri, il t. col. d' [:lrt. Berlese, co:n l' ausilio del Ca(Po disegnatore tecnico Costadoni.. Negli specchi seguenti sono riasswnte ]e caratte1•isticht principali di questo materiale tipicp.men te itali.ano, la cui costruzione e distribuzione alle Divisioni. clovern procedere in rela,done alle possibilità produt tive di carnttere tecnico ed economico. Obioe da, 75/18 mod. 34. Calibro 75 mm .

Lunghezza ·della bocca da fuoco in calibri, 18,3. Bossolo metallico da 75/ 27. Sistema di 4 cariche nel eleml-'nt i.

Fig. 46. - Traino a cavalli dell'ob. da 75/18 mod. 3t a code corte.

Gittata massima, m. 9400 . Settore orizzontale di tiro massimo, 5W. Settore verticale di tiro massimo, da -10° a, + 65°. Rincnlo variabile con l'inelinazione : massimo m. 1; minimo m. 0,40. Diametro delle ruote, mm. 700. Carreggi;:tta variabile: ,con sale rigide: (di tiro - ingombro a terra) mm . 1284 ,; (di traino - ingombro a tel'l'H), mm. 984,. Con sale elast iche (in,gombro a terra), mm . JJ.75. Sporgenza ·dei mozzi, mm . 41. Gino{;chiello, mm. 756. Peso del IJ)ezzo in batteria, kg. SOO. -

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IL òUTIDTIIALJD

'.I'raino.

Traino animale bilanciato con timo01,ella. e quad r upedi cli punta: Peso ùella vetturn al ln1ino con scudi, kg. 820. Peso della vc~ttm·a al tl'ai110 scuzn scudi (clisposir.ione normale pel tra ino 1n mo1n,tag11~ a causa dell'ingombl'O laterale degli scudi, kg. 740.

l!'ig. 'i7. - 'l'raino a timonella clell'affu~to da 75/18 mocl. a(l.

'l'rain o meccanic:o con a ttac-co <liretto al trattore. Peso òc)]a vettnra al traino (con scudi), kg. 820. Velocitù, massima cli traino : - con tratto1·c da montagna e sale ehi tiche, 15 km/ora. - con trattore velore, R0-45 km/ ora . Per pfocole velocitù. di tn1ino 1posso1n o essere impiegate anche le sale r igide . Som,eggio. l" carico: Bocca da fuoco, kg. 105. 20 )) 'l'estnta, kg. 109. 30 )) Ruote · sale ed alzo, kg. 115. 4" )) Code eon vomeri, kg. 110. 50 )) Culla , kg. 106. 60 )) Slitta - stanghe - accessori, kg. 109. 70 )) Culatt11. cd cqni1ib1·atori, kg. 105. so )) Scudi e timonella., kg. 111.

...

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T1·aspmto a, spalla,. I carichi cli peso massimo indivisibili sono quelli della Bocca da fuoco, kg. 105. 'l'estata, kg. 109. Culla, kg. 106. Slitta., kg. 88. Culatta, kg. 70.

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Fig. 48. - L'ob. da 75118 mocl. 35.

Gli altd cari·chi possono essere fra zion;:tt i facilmente con pesi massimi variabili da 10 a 40 kg. Obice d,a, 75/18 niod. 35.

Calibro 75 mm. Lunghezza della bocca cla fuoco in calibri, 18,3. Bossolo metallico da 75/27. Sistema di 4 cariche ad elementi. Gitt~ta massima, m . 9400. Settore vertlcale, da - 10° a + 45°. -335 -


IL M A'.l.'ERIALID

Settore orizzontale, 50°. Rinculo va.r iabile con l'inclinuzione : massimo m. 1; minimo m. 0,50. Diametr o delle ruote, mm. 1300. Carreggiata variabile:

Fig. 49. - Traino dcll'ob. cln 75118 m od. 35 con trattor e dit montagnu 708/C.M.

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di tiro e di traino normale _(ingombro a terl'a) mm. 1450; di traino in montagn11 (i,n,gombro a terra) 1nm. 1150.

Sporgenr,a dei mozzi, mm. 70. Ginocchiello (asse del pezzo orizzonb:1le) , mm. 9GO. P eso d el p ezzo in batteria, kg. 1100 c.;il-ci1..

L'Obice ler1ge1·0 divisionale da 105/ 23. Nel '39 fu intrapreso lo studio di un obice leggero divisionale del calibro da IOfi/ 23. L a btr. {li prova si pr evedeva che noni pote&Se essere proillt a che nella prirnaver;i. del 1941. Gli affusti erano costruiti dalle Officine meccaniche Reggiane. La massa oscillante dall' Arsenale di Na1Poli prima e poi dalla 0.T.O. : provata al tiro su ;1ffnsto orcasionale dette buone prove . Ma si era. ormai in l'itarclo; si pensò di trasforma r lo in an1kurro : 110~1 se ne fece nulla Jl>erchè si era già a metà. del '43. -

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F ig. 50. - Obice da 105/23.

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Fig. 51. - Obice da 105i2a.

Il aa.nnonie cz.a. 7;"; a grande gitt ata (75 /32) . :Nel 1!)37 fo app1·ovato il progetto della D.S.S.'.e.A'-\..NL - a11che ta]e progetto fu clovnto al valoroso t . col. BerJese - cli un ca11none da 75 a grande gittata: con le seguenti caratteristiche~ di massima: Gittata no,n meno di 12.500 m. Velocità ini?;iaJ e 600 m/ s. Rigatura elicoidale pa·sso 30 calibri. 22

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IL MA'l'])JftIALI'l

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Pressione massim~ 2650 atm. Peso in hatted a circa 1200 kg. Affusto, proietto, bossolo: qnello del 75/ 18 mod. 35. Velodtù, al traino 45-60 km/ h. · Ruote gommate montate su c usci netti a sfera ia,, electron òiametro rn. 1.20.

l<'ig. 52. · Cuuuoue du 75/ 32- mod. 37 in botteria.

Fig. 5:J. • Caun. cla 75/32 mod. 37 con 'l'.L. 37.

Cassone porta munizioni : quello da 75/ 18 mod. 35. Doppio carreggi:.:ito - per traino normale su strada e terreno v;uio, e per trailii in montagna. Le esperienze ebl.Jero inizio nel seltembl'e '37 con un esemplare di prova realizzato presso l'Arsenale òi ~a poli e riusci~ rono socldisf'acenti. Nel 1939 il materia le era definito in ogni particolare e assum~va la denomin azione : Cannone da 75/32 -

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mod: 37. Nel 1940 ,p resso l' Ainsi:1ldo-Pozznoli se ne inizhtv11 la riproduzione in serie di 192 complessi. Il 75/32 mod. 87 fu co::r1siderato essenzialmente quale materiale leggero - ma. a gra.nde gittata. - per batterie motorizzate. Comiplesso identico a quello dell'obice da 75/18 mod. 35 a cui era stato sostituito il tubo obke con il tubo cannone e gli equilibra tori. Nel tiro esso impiegava: - la grrnnata da 75/32 con 3 cariche : con la massima raggiungeva Ja gittata di 12.500 m. - la granata perforante da 70/27 con corona mocli:ficata. Il tubo cannone da 75/ 82 differiva dal tubo obi.ce da. 75/ 18 per essere monoblocco mentre quest'ultimo si componeva di un t ubo anima e di un, blocco di culf;.tta. Inoltre al 75/32 era stato applicato il freno cli bo,cca . Il 75/ 18 mod. 35 normalmente ne era privo. Il freno cli bocea permetteva : di conferire al materia le maggiore pt·ecisione di tiro e leggero aumento cli gittnta. - cli assorbire Ulla parte dell'energia di rinculo. Bra costituito da 1111 t.':,ìipa,no munito nella parte n,n teriore di una filettatura interna per l'unione alla. volata . Un anello di guarnizione di rame assicurava la perfc~tta tenuta, fra il tuli(Pano ecl. il vivo di volata.. Il cannone da 75/32 (come l'obiee dn 75/lS-35) era munito di sospensione elastka costituita da assali a gomito a barra di torsione . Ruote di acciaio o di electron. Doppia eocla.: ogJii coda, di due elementi : antèriore e ,posteriore. L'elemento posteriore dbalta.tiil~ su quello anteriore. Il sistema conferiva le migliori possibilità di adattamento al terreno. Il cannone da. 75/32 ve11iva trainato dpl trattore leggero L . 37 e poteva, evèntualmente, essere traim,ato ;:rn1che eon ·Cavalli (1) . (1) Il materiale cla 75/18 mod. 34 - someggiabile ed auto-trainabile - oltre che nell'Esercito itali.ano, fu adottato anche in alcuni paesi esteri: Portogallo, Vene1rnela (ove .f u presentato direttamente clallo stesso t. col. Berlese, e dove si compirono esperienze durate un anno con percorsi sulle Ande di 3000 km.), Bolivia. Trattative ed esperimenti erano in corso anche con le repubbliche del S. Salvador e clell'Ecuaclor.

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I L MAT@RIALID

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Nel 1942 per l'armame,n to clcl carro P . 40, per il quale in un primo tempo era stato previsto il material e cl~ 75/18, fu cledso dalJa S.ì\f.RE., IV Rep ., e duJl'Isp<~ttorato delle Truppe Motorizzate e corazzate, l'adozione ·d i un canno:oe da 75/34 che aveva le seguenti caratteristiche : - freni e ricuperatori disposti lateralmente fJlla b .d.f. _, otturatore a scorrimento verticale coJ1 fun zionamento automatico. Il 75/34 iprese,ntava lo stesso profilo interno del 75/32 mod. 37 e utilizzava le stesse munizioni con V max = 610 ms . L'esemplare sperimentale fu pronto a metà del 4,2 e se ne clava commessa. 1per 500 uniitL che -dovev11no essere pronte a. fine d'alllno (1942) .

Nel 1942, per rendere il 75/ 32 meglio ido1neo all'impiego anticarro, ne furono sostituiti gli scudi con altri dello spessore cli 12 cm. Ricordiamo èhe anche il 75/32 fn adottato quale semovente e installato a tal fine nello scafo clel carro M 14/ 41 al posto del 75/1.8. La trasform~zione si ottenne utilizz~rndo la stessa instaJJazio11e del 7fi/18 con semplic<~ m.oclifìca della slitta (ricava bile anche cla quella per il 75/ 18 semovente). Caratteristiche priJ1cipali: V max = GlO ms. Proietto : granate perforante e ordinaria. Il Sf~movente pòtev~ portarne 42 . 14. - L:i1'tigl'ie1rie cl!i O. cf A . Nel quadro delle nuove reali½zazioni cli materiali di artigli,~ria si inserì dopo il 1930 anche 1iue1la relativa al 11l!novo obice da 149/ 19 destinato ad armare le batterie ·cli Corpo ·d 'armata. Il progetto, eseguito clalla Dil'P½ione Sua)eri.ore S.T.A.lVI. venne affidato per la realizzazione aJle due principali ditte costruttrici: 0.T.0 . de la Spezia ed Ansaldo di Genovf.l. Dopo varie vieissitucli:ni e modifiche aJ materiale, gli esempl ari siperimen,t ali ·vennero presentati per le prov<~ di tiro nell'anno 1933. Per entrµmbi i materiali la Commissione giudicatrice riscontrò : -

un peso in batteria seusibilrneinte superiore al massimo ammesso; , -

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una conseguente scars 1J maneggevoJezr,a speeie nel passaggio dalla posizione <li traino a <1uella ,di tiro e viceversa; condizioni bHlistiche fl malapena corrispomlenti a quelle richieste; altri inconvenienti di minore <~ntità ma tali da rendere il materiale cli basso rencUrnento all' impiego. ·

r-- --·- -~· !:•

F ig. 54. - Obicù da 14!Jil9 (iu battel'ia).

I complessi veamero perdò rrnutnti e le ditte costruttrici ebbero l'i,n~arico di ,eostruire un altro esemplare sperimentale valendosi della collaborazione èlei tecnici militari, ;:ttteinenclosi alle caratteristiche balistiche, cli peso, ingombro ecc. già, previste per i primi esemplari. Nell'aimo 1935 la Soc. 0 .T.0. !presentò al tiro l'esemplare costruito in collaborazioine eon la Direzione Superiore S.T.A.M. che venne collaudato al tr::liino assoggett~1ndolo ad una prova di circa 600 km. su strade e su terreno vHri o sia su d ue vetture (carro affusto e c;uro porta -ohic(!) sia in una sola vettura . La prova. si svolse senza incidenti . (I

I~ .

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il,!L~r. :

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lL l\1ATERIA.Llil

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Il tempo necessario per passare da lla p osizione di trnino a quella ,d i til'o era di circ a 30'. L a b.d.f. a tubo fo der a sfilabile, freno idraulico , ri,nculo variabile, ric upera1·ori ed equilibr atori idropneumatici, r uot e gommate. Dati princ.:ipali : Settore cli tiro orizzontnle : 5()<' Settor e di tiro verticale : cla - :'> a + G0° P eso <lel pezzo in battC'ria : kg. 15.500 P eso della veltma-ohic~ : kg. 4.000 P eso della vettma affni:;to : kg. 4.100. 0

Il materia le è smontabile pei- l'appliC'azion,e dei carrelli per il traino in montagu:ta. Con Ja gnrnnta ,d a lMl/ Hl del peso di kg. 40 e V. = :552 ms. si raggitrnge la gittata m::issinrn cli cir·r.a 15 km . Anche la ditta Ansalc1o nell'anno lfl35 pl'esentò un csemphlre siperimeintale di obice che ven11e i nviato per le prove di tiro al Centro di Nettuno. Ai r ilievi fatti dalla Commissione ai due ma teriali in esperimen to la Soc. 0 .T.O. offerse di tr asformnre i.n p ochi mes i il s uo affusto in modo da renderlo idoneo al tiro con appoggi.o diretto del rocchio centi-a ]e sul terren o, mentre la Soci età, Ansaldo s'impegnò a.,1 O'vvi:.ll'e . inei limi.ti d el possi.bilè agli i nronvenienti lamentati. Il Minister o accogHendo h11i propcstc impegmò le d1w ditte a .ripresentare i ma1"c:!ri a1i motlifi<:nti nelh111 tun110 1936. RU<:C'esSÌ\'f1ment e, seartatn la sol nzione Ansnlclo, la clitta 0.'I'.0 . in <:' ODcorso con i tcenici militari, modi tì.ca.ta ulteriormente l 'affusto ·dell'obice r endendol o clcl tipo S.T.A.lVL (a piattaform a, code e r uote) ,d opo cli che il materia le i:iottoipos to a d ulte1fol'i prove ven ne vresentato definitivamente per l'omologazion e e nell 'a nn o .1938 fur ono commessi J 6 e ·emplHri ,del pezzo sper imenta]<' lievemente modificato per sngge1·imento d ella Commissione collaudfttrice. To,tanto, 11011 avendo iJ 1proietto spel'imen tale fornita hi gittnta ,che si era ottenu ta negli amni J 934-35, ve1me adottata per l' obice la gran a ta df) 149/35 m od . 32 (·he, n Yelo<-ità massima <:onS(:ntit ù d all'arma (520 m /s .) e c·on nngolo di proiezione di 42° for111.iva )a gittata di 13.000 111.etri. ....

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Venne pure esperime:ntllta la granata leggera da 149 che fornì con l'obice in questione l;:i gittata di 14.000 m. Le successiYe prove compiute col materiale fe.cero intravedere l a possibilità cli trai110 in una vettura- Utnica con aYantreno modificato oppure in vettura unica senza avantreno cosicchè la solur,ione definitiva dell'obice da 149/ 19 fu quella in vettur~ u01,ica con o senza avantreno. Il aanno:ne cly:.i, 105/40. Il 1fo1istero ,della Guerra nel gennaio 1934 ordinò alla Direzione Superiore S.'r .A.M. lo studio di un nuovo cannone da 105 da trainarsi in vettura unica_ I tecnici militari progettarono un mat(~riale avente le seguenti ciiratteristiche : Calibro 105 mm. Lunghezza 40 calihl"i. Velocità iniziale del proietto 720 m/s. Peso del proietto kg. 17,5. Gittata massima presuo.ita m. 16.500. Pressione massima atm . 2600. Settore di elevazione : da - 5° a + 4,5"'. Settore di dire,don e : 60°. Affusto a. due code a pi!ittaforma a ruote. Sospensione elastica e rinculo variabile con clevazio,ne. P eso in batteria : da 3GOO a 3700 kg. Peso al traino da 4000 a 4100 kg.

Le ditte 0 .'l'.0 . di. La Spezia e Ansaldo di G·e nova ebbero l'incarico di sviluppare il ll)rogetto <lella Direzione Superiore ed entco il 1D36 la prima condusse a termine l'allestimetnto del pezzo sperimenta le mentre l 'Ansaldo di Por,zuoli costruì i proietti -rel ativi. Nell'anno 1938 ebbero inizio le prove di collaudo al tiro ed al traino del materiale col quale venne raggiunta la velocità iin iziale ,d i 700 m/s. e con 30" di elev[lzione la gittata di 16.500 m. circa.. Le prove però vennero sospese per il prematuro logorio òel tubo fodera. ·d.ell' arma. Successivamente per ordine de11'Ispettorato d'artiglieria, venne riesami1iato lo studio del complesso al quale furono aplPOrtate numerose modifiche sia alla b.d.f. che all'affusto per -

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IL l\f ATJtHBL1':

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;1deguarli ai criteri tecnologici moderni. Il nuovo progetto che prevede il tiro sulle ruote ed il trai.110 seinza avantreno fo r ea]jzzato 11ell'anno 1940 ed eS!perimeutato a confronto con quello primitivo. Avendo tale nuovo t.ipo dati risultati socldisfa centi venne ordinata la costruzi<)ne cli una batteria sperimentale d!l sottoporsi ad apposita Commissione di omologìrnione. Le p1·ove fnrono cond otte negli an1n.i 1942-43 ed il materiale ve1nine adottato in sen'izio IJ)erò non fu distrib11ito alle truppe. Nel dopoguerra la q11estione relativa al cannone da 10:i/ 40 non venne più ripresa in esame. 15. - L'aitiylieria di A rnwta . - I compiti dell'artiglieria d' Arwata ne]]a. ,con c.:er.io1ne del tempo so1prH ttutto l'interdizione lontann, la controba tteria e lo pianprne11to, ed essi potevano cssel'e assolti tnnto meglio qnnnto mnggiol'i fossero la gittata, la iprecisione, il settOl'e di tfro della boeca da. fno<:o e quanto più gr andi la mobilitù,, 1!'1, maineggevolczza, In celerità cli tiro , per potere con il massimo rPndimento, durante la battaglia, far massa ,d i fuoco e mn111ovra1·e tale ma ssn. Le direttive per lo studio <lei nuoYi materiali d'ar tiglieria cl';:irmata, del'ivanti da tali carnttel'iHticlrn, furono: - per il cannone da 149 una gittata di almeno 20.000 m. ; - per l 'obice cla 210 una gittata di m. rn.ooo; - per entrambi i mate1-iali, dOYeva essere previsto il 1raino meccanico su due vetture, ammettendosi che, per il ca111,Hone d·a, 149, fa smlclivisione del mf).teriale per il trairno potesse essere fatta, su Lre vetture, allo scopo di realizzare un minor peso unitario per ogni singola vettura . Il peso, sia òei pezzi in batteria, come delle ,·etture costi~ tuite per il t raino, doveva essere il rninOl'e iPOSsibile; ad ogni modo venivano indicati, a titolo di orientamento, i segnenti pesi: - per il peso in b;:itteria : kg. 11.000 per il cannone da 149 ; per l'obice da 210 non veniva i(ndic ~to 11,n valore a cui attenersi rigidamente : si raccomanòava solo che fosse aell'or,clillle di grandezza, di altri materiali moderni cli. tipo analogo; - per le vetture in traino : kg. 8.000 pel' l'obice da 210 e k g . 4500 per il ,er1n01011e da 1.4.9, salvo per la vettura porta

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boe-ca da, fuoco, per la quale doveva essere realizzato il minor peso possibile. La manovra, per la scompos,1z10ne e ricompos1z1one del ma. teriale, la più semplice possibile, in modo da consentirne l'esecuzioa1e col solo !Personale del pezzo o ul massimo di due pezzi, senza bisogno di attrezzi i111,gombr;rnti. Possibilit à di compiere )a manovra in tempi ragguaglh1ti al grado cli mobilità cla attribuirsi a ciascun materiale ed il cui

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Fig. 55. - Cannone <la 149/ 40 (in bat te1·ia) .

ordine di grandezza veniva indicato nell;1 mezz'ora e nell'ora, rispettivameiflte per il 149 ed il 210 . Per il -cam10ne veni.vti senz'altro preseritto che l'affusto dovesse essere a code divaricabili; per l 'obice, si ammetteva che potesse essere anche a piattaforma, pur dandosi l?> preferenza alfa soluzione con code cliv:nicabili qualora fosse sta to possibile c:onferirgli nmpio settore orizzontale di t iro. Era in ogmi modo escluso, per la sistemazione in batteri.a del m;1teriale, flmpiego di cemento e murature iin, genere, pur ammettendosi l'esecuzione di evcntnali scavi : il tempo necessario per questi ultimi non era compreso nel tempo più sopra indicato iper la manovra. Le altre caratteristiche più. importa,n ti da realizzare nei due materiali erano : -

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IL MA'l'll:HIAC,1,J

- boccf1 da fuo co rituba bile K freddo; - 1Puinteria a linea <li mirn indi.pendente; ~ freno idrnulico a l'incnlo variabile; - ricuperatore idropneumatico; - liquido per freni e ricuperatori preferibilmente olio minerale ; - settol'e ol'izzontale di tiro : 60° per il 149; massimo possibile per il 210 se a piattaforma; - settore verticale cli tiro di 70° per l'obice; per il eamnone, settore tale cl~ premettergli di raggiungere la giltata massima.; - organizznzione per la trazione meccanica e;ele1·e, &Ospensione elastica ; - possibilità, di scomposizione per il traino in montag,na; - possibilità d'impiegare il munizionamento esistente, oltre a1 queJlo s1peciftc:o <fa stnclìarsi per ogni bocca drl fuoco, il:. cui peso ,doveva e sere compreso fra i 40 e GO kg. per il 149 e non inferiore H 100 kg. per il 210 . . Dello studi.o dei materi ali venne incari{'.ata non solo la Di1·ezione superiore <l el servizio tec:~1,i.co armi e mnn izioni, ma ,rnche l 'industria prb·ata . Accea1(11eremo breyemen(e al modo c:on <:ui si arriw\ alla realizzazione clei aue materiali., separa tame11te per ogmmo di essi.

Ol>ioe cl.a. 210/ 22. - Diremo subito che cli tre progetti presentati, tutti veramen te notevoli per )a ge.ninlità, con cui erano stati affrontati e ri, olti i diversi problemi, venne prescelto quello studiAto dalla Dil'ezione supel'iore clel servizio teciuico armi e n1u11izio11i. Molto vi tontribuì, sempre sotto l' illumin ata guida <lel gen. V. P allicri. il t. col. Mario Comerro. Nella seconda met à del J 932 fn deeiso cli costrnire 1111 esemplare sperinwntalc, il cui allestimento fn affidato all'industria privAta e precisamente a])a S. A. Ansaldo . N'el corso di tale allestimenito, assecoindati dall'opera f;ittiva ed in telligente dei tecnici ·d ella Ditta che collaborarono con i tecnici 1uilitari nello sviluppo del progetto cli. massima per !Passare alla defi nizione cli. tutti i particolari costruttivi, fu vossi-

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bile introdurre nel materi.ale utili 1·ealizzazioni che ne miglior;uono notevolmente Je caratteristiche. Contempora:neam<~nte, la ditta Oclero-'l'erni-Orlando provvedeva a realizzare per proprio conto il progetto della Dir(~zione superiore ·d el servizio tecnico armi e munizioni ed attenendosi

Fig. 56. - Mario Comerro.

rigidamente alle linee generali cleJ p rogetto stesso, costruiva in soli 12 mesi un esemplare -d i obice, da lei chiamato clµ 210/21. che, sperimentato dall'A.mministrazione militare, si comportò otti mamente. Se non si addivenne alla sua adozione, fu solo IJ)erchè l'obice ·d a 210/22, anch'esso giunto a compimento, con le modifica zioni introdotte in, sede di !,llJestimento, d imostrava di avere cal'atteristiche nettamente superiori, come venne infatti conferma t o dalle esperienze eseguite. Perciò l'obice da 210/22 venne definitivamente adottato. -

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IL ;\1A1'1~RlALg

Le dfrettive 1più sopra ri portate ~lHtiYe nll'obice da 210 Jas~invan o facoltà di prevedere per il in novo materiale l'affusto ;i pia ttaforma o l 'affusto a ,code clinn·iC'aùiJi , solo prescrivendosi in q 11est'11ltimo ca so 1'11e il seUme <li direzion e fosse i1 maggiore possibile.

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l Fip;. 57. - Obke da 210 /22 (i n bnttcl"ii1).

Pai-ve più s nggesli.va ill mi pi-imo tempo l'ide..1 di costituire l"affusto a tuote con code di.vnri<.:abili: l'adozion e della piattaforma, infatti, mentre avi-ebbe i-ichicsio più t empo per passnre <lal traino ;:il tiro e viceversa , ben <liffieilmente avrebbe evitato lA illecessità cli esep:uire lavori di S<"H vo di una certa importa1nza per la massa in b11tteria. D'altra rparte, lo sparai·e snlle 1·11ote, mentre portavll ad una maggiore rapidità nel passare da 1la posizion e di roal'cia alla (Posizione di fuoco , costituiva indubbiamente un'incognita iJ\ei l'igmncli delJ;i resistenza -elci seuripneumatici (cli cui dovevano rsse1·e necessal'iamente muJJi.te le rnote trattimdosi cli materiale destina lo al trnin o meccanico) sot to il tormento del tiro . non solo, ma avrebbe portato qnasi indubbiamente ad eccessivo affondamento delle ruote . Nè era da pensare alla solmr,ione di munire le ruote di pattini, che s ostenendo direttamente ]e tuote stesse, scaricassero il semipncumatico durante il tiro , poichè in un materiale di -

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DAL 192!) AL J.939

questa potenr,a l'operazio11e cli mettere e togliere i patti,n i, dc può apparire abbastarnm semplice a prima vistn, è in realtà. lunga e labor iosa , come si è potuto eo,nstatare anche in materiali ·di minor mole. Per evitare gli inconvenienti insiti nei due t ipi, sfruttandone possibilmente i relativi vantf1gg i., si è studiata. una soluuzio11e in cni l'affusto, per iJ trail10, è sostenuto cla un carrello retrotre1no molleggia to, a quattro rnote nnrn ite cli anelli scmipneumatiei, che conferiscono alfa vettur·a una notevole~ atti-

J< ig. 5S. - Obice da 210122 (s u ca rro porta-ol.Jice)

tucline al t r ai110 mN:canico, menh·t\ per il tiro, il complesso viene calat o a terra in modo da :poggiar(~ sul terre110 la base del sottoaffusto : quest'ultima (~ costi.tnitn c]a llil)! pi.atteno di superficie sufficientemente vasta per trasmettere al'teneùo un modesto ca. rico unitario cli cornpressio:ne e resistere, così, efficacemente all'affondamento ·d urante il ti1·0. Il earrello, quando il sottaffusto è s.1 terra, non grava su questo e lfl:On ,concorre col proprfio peso alla sta hilità, cosa ,del resto che 1no1rt è neeessària in questo materiale. J/eseeu?:ione della manovra per l'abbassame11t o ,del sottaffusto a terra e per il suo sollev;unen to si compie con mez?:i meccanici sem plicissirni, co11oca ti internamente al sottafflisto e fa-

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IL .\[ATIWIAf,I:J

e:~lmente ac:cssi~ili daff ester1no, prr meizj dei qnnli la mui:ovra viene comprnta m breve tempo e con poco sforzo a mezw d1 due servent i. Effettuato il sollevnmento, il sottnfCusto viene collegato r igidflmente al carrello. P oicltè il sottaffusto era munito di due code clivarica bili, bisognava r isolvere il problema <li far poggiare contemlJ.)or aneamente e t erra il piatte]]o cl el sottaffnsto e le estremità, delle code. Il pr oblema. fu dsolto art icolao1 do la coda i1n p1·ossimità del suo att;:irc:o con l'aifnsto, in modo da consentire la l'Otazione clelln cocla stessa anche in un piano Yerticale . In ta l modo, si ragginnge la completa n,clattabilità clell'affu -to al terre110 pur rna~1,tc:1J1 enclo verticale l'asse cli rotazione clell'~ffustino. La possibilità cli muove1·e le code verticalmente si f' climostrata utilissima nell'e ecuzione delln m.nnovra <li togliete e mettere in batteda nelle più svatiate condizioni di terreno . Le estremitù, delle code termin ano con due pe1111oni in cui vanno infilati i vomeri, ehe consiston o in nn cassone di b m iera costituente i1 pia,n o a ·nppoggio sul terreno e n el quale vanno ad incastrarsi i coltelli che si infiggono nel terreno a colpi di mazza,. I vomeri possono r uotal e int orno fii pernoni di coda, assicur;rndo così il 101·0 co11 tinn o a.d aHamento al terr eno quando questo cede dietro ai <:oltelli s otto l'azione del tfro; in tal modo, il vomero vo cl n solo n cercarsi l'oppoggio sul terreno. La bocca da fuoco , per il traino, Yienc sfil ata dall'affusto e trasiportata s nl carro porta obice, p ure munito d i semipneuma tici, molleggiato e particolnrmente ad otto al t r aino meccanico. P er l'esecuzione cleHa. manovra d'incavalcumento e sfilamento delJa. bocca da .fuoco, il carro sale stùle code cli affusto e va ad attestarsi contro la culla a cu i si nggancia; caratteristica tparticolare di tale carro è che l 'a llineament o ,c1e11e sne guide con quelle della culla., necessario per il passaggio delJa bocca dil fuoco dalle une alle altre, viene eseguito automaticamente e prescindendo dal concorso di qualsiasi mar tinetto. D.urante la manovr;:i. il carro fa corpo con l'affusto e la monavra stessa è resa indipendente dal terreno. -

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Il settore orizzontale di tiro concesso clalh1ffusto è ,di 75°; tale settore permette di battere un fro(llte superiore alla gittata. E' poi da osservare che, data la speciale conformazione del ·piattello del sotto;1ffusto che ha la superficie sferica a grande raggio, quando vengo•nro tolti i vomeri -e sollevat o il carrrllo re-

Fig. 50. - Obice cla 210/22 (carro-affusto).

trotreno da terra (eiò ,che è facilmente realiz7.abile a mezzo di due piccoli cricchi), tutto il pezzo può essere facilmente ruotato di 360°. 'l'ale possibi.lità, oltre che permettere in brevissimo tempo un cam biame;nto di fronte oltre i limiti già amipi concessi -dal settore cli direzione, allarga il campo di scelta ·delle posizioni da occupare, non essendo necessario ;prendere posizione con le vett ure disposte secondo la direttrice del t iro. Esaminiamo ora i pesi del materiale : Come si è detto, le direttive impartite n ei riguardi clel valore da non superare per il peso in batteria non erano tassative, mf.11 si limitavano ad indicare l'ordine di gran:dezza, uguale a quello cli altri materiali moderni cli tipo analogo : questa indicazione portava ad una valu ta~ione di tale peso aggirantesi sui 14.000 kg. -

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IL MATEillAL0

L'adozione però cl<>l sottoa.ITusto a!Ppoggin~si fil su olo du rante il t iro, col rela tivo congegno per la ma,novra, ·del carrello a retl'otreno n q11attr o r note gomma te . della coda nrtk olata . dell' ampio settore orizzontale d i tiro, f~1c·eva facilmen te si sarebbe potuto contenere il peso cl.cl ,com:p lesso in b a tteria entro il Vcl· lore sopra indicato . Ia-1 e.ffutlo, esso f1l superato e precisamen te raggiuITTse i 15.880 kg. Però l 'andamento generale delle 1prove convinse facihncn te che il peso del complesso in ba tleria non òoveva esser e rollsiclera to llcl suo va lore ;1 ssoluto, ma Ln r ela1.ionc rillu sua iiL1Ji uenzn sull a rnnneggcvolezza del materiale e s 11lla sua mobilità, sia in teneno ,al'i o, che su strada in train o meccanico. I nfatti, anche col peso sop1·a indicato, il materi.ale può essere messo facil mente in batteria in qnalsiflsi posizion e, anche 11011 preparata, pnrchè approssimativamente pi.ana , il che?- tutto <1 uello che si può desiderare, inqu.!,lntochè co11 nn materiale del genere, dotato cli g r nrnde g ittnfo , di grande settore cli tiro, facein,te fuoco anc·he nel seconclo arco, 1A sceltu della posizione potrà. essere sern,pre fattn in unn ?:Ona relativamente vasta . Il tempo 11ecess:1rin pc1· mettere in battc1·i11 è di circa 30' ed :dtr<•tl ninto occ01°re per la ma11ovra ilwel'Sa . La manovra di solleyamento del sottoaffu sto per porre il materiale iu ,posizione cli trni.no pnù essere esegu ita anche Jaseiando l;i. bocca cla fuoco irn·a vn lcata. Il tempo ne-ccs ·:ui o per il sollevamento è cli circa 1:-i' inYece dei 4'-5' ('be si impiegano quaITTclo h1ffnsto è senza hocea aa fu oco. Il m aggior t ernpo impiegato <'! largame11te compensnto dal fat1.o che s i evita lo sfilamento ecl i l 8Uccessi.o inca v}l lca mento d(']la bocca da f11oco. E' intuitivo, però, che la manovra in simili <'OU1dizioni verrù, compiu ta soltanto qunn do sia assolutmn C'ntc 11ecPssa rio t1·asportare per brev i trn lti e su t err eno buono il complesso composto. Circa l ' attitt1-dine del materiale !11 traino meccani co, ~i dirà, che le limitazioni alla velocità. cli marci.a sono cfate dal trattore pesante mod. ~2 e non già, da l materiale stesso. Su str ada buon~ hi -rcJo,·ità media ha rnggiunto i 25 km. e quella massima i 30 km. Su terreno Yario, fuo ri delle strncle, in co11<lizioni cli ter1

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DAL 1929 AL 1939

reno [)articolarmente difficili, il materi!}le ha se1ùpre camminato ,e gregiamente. Iu relazione ai risultati conseguiti, perta,nto, nessuiui obMezione è statà fatta al peso del complesso in batteria. Maggiore divergenza -d i opinioni h;.t sollevato i,n,ve-ce il peso del materiale in traino. Le due vetture in cui viene traiMto il materiale e cioè il <:arro porta. obice e la vettura affusto, 1pesàno rispetti varnente l{g. 8200 e kg. 10.800 drca. Mentre Ja. primii è praticamente [l{~i limiti. huposti dalle dil'ettive, 1a seconda ne è alquanto superiore. · Ora., le obbiezioni che si sono fatte a questo peso non ~o,n o dipese tanto dal fatto che si superava il valore di 8000 kg. in<liq 1tò nelle direttive (<~sse:n òosi ricmrnsciuto che peculiari caratteristiche del materi!}le non p(~rmettevano cli rispettare tale valore s ul quale pertanto 1non conveniva insistei·e), quanto dal fattù che si superavano i 10.000 kg., che rapipresentano il carico massimo trasportabile dal nostro ponte militare n. 1. '.ruttavia, l'esiguità. del peso eceeclente i 10.000 kg. (800 kg.) ced il fatto che effettivamente H -c Mico si può considei·are ripartito su tre assi anzi-chè su dne, come prevede il 1pont<~ in que·stione, fece ritenere accettabile il peso della vettura affusto ,di kg. 10.800. Del materiale da 210/22 fu studiata anche la scomposizione per il tr~ino in montagna e sono stati realizzati i relativi carrelli. , Il materiale è trasportato sù quattro carrelli muniti di cin;goli : è previsto inoltre uin quinto carrello ausiliario che serve per la manovra -di scavalcamento ed incavalcamento -d ella bocca. ·d;:1, fuoco e viene utilizzato per trnsportare in montagna gli attrezzi necessari per la maiiovra (tavoloni, sostegni, martinetti, .ca.p ra, ecc.). Quest'ultimo carrello è reso n ecessario dal fatto -che in montagna non viene tras1portato il ca·r ro porta obice. Compatibilmente con il peso della bo·cc[:l cla fuoco e co,n la forma -di alcune parti. in cui viene scomposto il materi.aie (sottoaffusto ed affustino), il problema è stato risolto in modo veramente felice. E' stato certamente 1previclente studiaré anche per questo 23

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IL MA'l'lffiIALEJ

materiale il traino in monitagna, tuttavia , si (Pensa che tale t raino deve essere iinteso c-ttni, gra,1U) salis . Il peso e l 'iiir'portanza delle parti in cni deve essere scomposto iJ complesso, la delicater,za cli alcuni accoppiamenti che debbono essel'e disgiunti avra DIDo sen,za dubbio grande inii uenr,a per determin a r e che tale scomposizione deve essere fatta solo n<>l caso di vera ,n ecessità e quando si ha del tempo a disposizione. Non si deve infatti dimentica.re che si tratta di un materiale che ha 16.000 metri di gittRta e che può sparare anche nel secondo ;irco e per c001seguenza 1potrà. essere quasi sempre c hiamato ad assolvere pr oficuamente il s uo <:ompito ainche da posiidoni accessibili al materiale composto . L a costituzione <l clla bocca da fuoco è a tubo fodero riciunlJia bile a freddo. Il tempo necessario 1Per l'estrazione del tubo fodero non supera di molto la mezz'ora ed altrettanto rithiede l'in trocl.uzio111e . Il nuovo obice da 210; 2.2 si comportò ottimamente dal punto di vista balistico. L a gitt;ita raggiunta fu di circa 16.000 m. superiore, cioè, a qu ella stabilita nelle direttive. Il proi ettile, appositamente studiato per questa bocca da fuoco, pesava circa 102 kg. e conteneva una carica di scoppio di oltre 18 kg. Li1 !Precisione era ottima con tutte le cariche. rl'rascriviamo qui di seguito alcune fra le principali cHrHtteristiche dell'obice da 210/ 22 : VelocWì, iniziale con la. cnric:a massima m/sec. 57C P eso clel proiettile, circa kg. 102 Gittat a massima, c:irca m. 16.000 Bocca da fuoco con tnbo foél ero sfila bile èl freddo Ottura.tore a vitone con rnniello plostico Ruote com anelli semipncumatici Affusto a due cocle movibili orizzontalmente e verticalmente Settore orizzont al e di tiro, 75° Settore verticale di t iro, 70° Rinculo varia bile con l'inclinazione R icuperatore idropneum a tico Equilibratori idro:pnenmatici Freno idraulico ad olio mineral e

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DAL 1929 AL 193\J

Peso del pezzo iin batteria , circa kg. 15.880 T raino meecanico in ,d ue vetture molleggiate Peso della vetture affusto, kg. 10.800 Peso della vettura porta boeca da fuoco , kg. 8.200 Velocità massima delle vetture (qnella 'del trattore. mod. 32), km/ora 30 Peso del traino su un'unica vettura, circa kg. 15.780 Ingombro massimo della vettma i11 t raino, cirea mm . 2.350 Passo della. vettura affusto, mm. 4.730 Passo del carro porta obice~, mm. 3.300 Ingombro massimo del pezzo in batteria : - longitudinale mm. 6.200 - laterale, mm. 7.660 Celerità, cli tiro : - 1 colpo o~ni 2' a 20° - 1 {:olpo ogni 4' a 60°

Il oa,n,n.one d.a, lM)/40. - Per risolvere il problema di una artiglierir1 di Armata a grande gittata ricorderemo ehe fu preso in esame anche un cannone da H!l/ 37 progettato dai tecnici militari e costruito dall' .Arsenale di Napoli.. Tale materiale presentava delle soluzioni veramente originali per l'esecu,1;ione della manovra di sollevamento della coda 111,ella messa in batteria e~ nelJ~ messa in traino, e per l'esclu~ sione, durante il tiro , del molleggiame11to della balestra. Esso dimostrò inoltre di possedere nelle sue linee generali le caratteristiche richieste per un moderno materiale cli artiglieria del genere . Fu tuttavia deciso di non pre(nrderlo in considerazione per la riproduzione, soiprf!t ntto per il fatto che sparava poggia111Clo sulle ruote. Infatti, per le considerazioni già, espresse parlando del mat<~riale da 210, si ritenne ,d i non d.over rinunciare ai vant:1ggi dell'affusto che spara appoggiandosi sul ter~ reno, qual'era. p,ppunto quello del ·ca,nnone da 149/40 che era già stafo sperimentato con .e sito favorevole. Il cannone da 149/40 fu iprogettato e costruito dalla S.A. Ansaldo; quarntunque sia venuto a11~, luce prima dell'obice da 210/ 22, cla questo prese l'idea dell'affusto Hppog-

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lL l\iNl'El{lALI'.ì

gia1n.tesi sul suolo, mentre, 01·iginal'iamente, era . tato anc.:be esso progettato per far fuoco poggiando sulle ruote. Il minor peso d el material e ·clii 149/40 ed il setto1·e di tiro in elevazione limitato al 1° arco 1permisero di riclu'Tire a due le ruote del retrotreno indipendente dall' affusto come è nel 210. La mirnovra per l'abbassamento del sottoaffusto al suolo si compie in modo perfet.tame,nte analogo !) quella del 210; nel cannone, però, le ruote, a sottoaffnsto abbassato, vengocr10 fatte gravare su éli esso, concorrendo c.:osì con il loro peso a1la sta bilità ·del complesso in batteriA. Oaratteristiea. ,note'role cli questo sottop:ffusto è quella di. essere provvisto cli un <·ompeinsatore idropneumatico che immagazzina P energia di discesa del peso nella messa in batteria e la restitnis(·e clnrnnte il sollevamento clel co1111plesso. Non ci l'ipeteremo .nel segnaJnre la semplieitù, clell11 11wnovra ·cli abbassamento del sottoaffnsto ( anche con la bocca da fuoco incavalcata), i virntuggi conseguenti alla posisibilitù. òi muovere le cose nel pi~110 verticale e l a caratteristie1 dell'allineamento antomatico delle lisce della c111Ja co,n, qneHe del ca.rro pOl'ta. cannon e dnra11te la manovra d 'incavalcamento e scavalcamento deJJa boec!) da 'fuoco. 1'ali qualità so110 comuni a questo materiale ed all'obice da 210/ 22, come pure in corntme hanno, i due materfali, ln possibilità di far ruotare il complesso sul sotto affust o. <lopo che siano stati t olti i vom.eri. 'l'ple IPO sibilità è anco1·a più facilmente ottenibile nel ca11111one da 149/40, inquantochè in esso le ruote sono già sollevate dal terreno e gravano sul sottoaffusto. Il cannone da. 149/40 è perfettamente stabile anche nel tiro a carica massim!). e con l'angolo di tiro di 13°. Il peso del complesso in batteria~ kg. 11.300 circa, è prat icamente quello indicato nelle direttive. Come si è detto parla1ndo delle direttive impartite per i nuovi materiali di artiglietia cli armata , erf.l lasciata facoWt ·d i ripartire il materiale da 149 per il t raino su tre o su due vetture. P,er il cannone da 149/ 40 vennero stncliate e1ntrambe le soluzioni. -

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DAL J.929 AL 1939

Con la, !Prima soluzione si aveva lf;I ripartizione, per il traino, 1nelle seguenti vetture: _. vettura affusto del peso cli kg. 6.275; - carro porta cannone del peso cli kg. 6.430; - carro porta s1itta (con casse a vomero e coltelli) del peso di kg. 3.840. Apparve s ubito evidente, però, il modesto rendimento del carro iporta slitta, iuquautochè, per U trf;lsporto di soli 1640 kg. venivano a d essere im piegati un carro del peso cli kg . 2200 e·d U[li trattore. S'impose 1 perciò, subito la coo.JJVe.nienza di effettuare il traino su due vetture, r inunciando a) carro porta slitta e trasportando la slitta e le casse a vomere sul carro porta cannoine ed i coltelli sulla vettura affusto, come era stato previsto nellp, seconda soluzione. I n t;:1.I mo.do, il traino veniva così organizzato : - vettura affusto, kg. 6.540 - cal'l'o porta cannone e slitta, kg. 7 .800. L' a[Jpesnntimento subito dalla vettura affusto risultava pressochè i1nsignificante (kg. 265); quello subito dal carro porta cannone (kg. 1370) più che tollerabile. Sono evidenti i vantaggi ewnomici che derivano dalla sop !I)ressione cli un carro e cli un tri1ttore per og,ni pezzo ed il conseguente alleggerimento della colonna di batteria in marcia. L<~ vetture, mo11eggiate e mu,n ite ,cli semipneumaticL sono trainate dal trattore pesante mocl. 32 al1 a velocità consentita <la quest'ultimo, .come abbi;:nno visto per l'obice ·d a 210/22. Il materiale è molto maneggevole : la manovra !I)er la messa. in batteria si compie in media. in circo 20', altrettanto r khiede fa manovra inversa. Kessuna ,n ecessità cli preparazione del terreno per la. messa in batteria. Particolare importa nte si è attribuita in questo materiale al fatto di poter reali zzare una. notevole celerità cli tiro, ten uto conto che, dati i compiti cli controbatteria che possono essere asseg1na.ti al materiale stesso1 può essere necessf.) rio, sia. pure per brevi i.stanti, sparare in rapida successione alcuni colpi. Ciò è stato reso realizzabile si a dalla p ossibilità di caricare la. bocca. da fuoeo ud angolo di 20°, sia sveltendo la manovra


IL :.\1ATEI1IAL0

dell'otturatore (portato a perno vel'ticale mentre originariamente era a ,perno orizzontale), sia i•nfi111e aumentando enti'o i limiti del possibile la celerità di mnnovra del co~gno cli elevazione, allo scopo ,cli l'iclune nl rui.nimo il tempo n ecessal'io per pass;ire dalla posizione cli caricamento, che come si è detto arriva fino ai 20'\ alle massime elevazioni della bo<·ca da fnocò.

D1a.ti: Velocità. infaiale con la carica massima, m/sec. 00 Peso del proietto, kg. 4G Gittata, massima , m. 22.000 Bocca da fuoco con tubo focl<'nt sfi1abile a freddo Ott uratore a vitone con ane]]o 1plastico Ruote con anelli semipnenmatici. Affnsto a due code movibili orizzontalmente e verticalmente Settore orizzontale di tiro, 60" Settore verticale di tiro. 4.3° Rinculo variabile con l'inclim,zione Ricuperatore iclropnenmatico Equilibratori idropneumatici Freno idr::iulico Peso del pezzo in ba tteria, d1·ea kg. 11.300 Traino meccanico i.n due vetture molleggiate P eso della vettUl'a affusto, kg. 6.540 Peso della vettura rnn111one, kg. 7.800 Velociti\ massima delle vetture (quella del trattore p esante mod. 32), km/ora. 39 · Peso clel trafa10 sn un 'unicn Yettura, ci1·ca kg. 11.800 Ingombro massimo l aterale in traino, rum. 2.100 Passo della vettura affusto, mm. 3.200 Passo del carro porta cannone, mm. 3.100 Ingombro massimo òel pezzo iì!1 batteria: - ]ongitutlinnle, mm. 5.:-oo - later13le, mm. 6.400 Celerità cl i tiro : 1 col po al l '.

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I

NUOVI PUOGUAMM{ ALL'APPUOSS1:\1ARS I

DE>LLA

G·UERHA

e I NUOVI PROGRAMMI ALL'APPROSSIMARSI DELLA GUERRA 20. -

·u· programma

di rio,dinamento "Pariani-Fautilli -

21. -

I " Provvedimenti per l'efficienza dell' Esercito" del 29 luglio 1938 IL 1° PROGRAMMA = 22, - La ripartizione della costruzione delle artiglierie progr,a mmate fra le varie industrie. - 23. - Il problema dei CORRETTIVI per gli acciai speciali. - 24. - IL 2~ PROGRAMMA,

. 20. - Nell'aprile del 1938 il generale .Paria,n i Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e S0ttoseg1·etario alla Guerra volle fosse formu lato un iprogramma di riordinamento delle artiglierie e rite1me il1ecessario chiarire in modo netto lo scopo di ogni bocca {fa fu oco in modo che le ,c aratteristiche di esse rispondessero nel miglior modo possibile allo scopo st esso. Egli notava che menitre per molte bocche da fuoco si aveva.no pr<~cise determinazioni: - mort aio 45 - assalto - mortaio 81 - accompa.gnameinto : tiro curvo - cannone 4'7 -· accoillJpagnamento ·: tiro teso - cannone 65 - appoggio specifico - canuone da '75 . ob. dn 100 ~ appoggio, ecc. per alcune, o perchè ant iquate o perchè risultanti da semplici :studi tecnici (rispondenti a cleterminati requisiti tecnici), occorreva precisare gli scopi se non altro per indirizzare le eventu:ali . ricerche di migliorame.n ti o ,per abbandona.r e quei calibri che :6111ivano con l'essere ... nè carne nè pesce. Ili sostanza le precisazioni riguardavano i caJibri: 100, 105, 149,210; allo scopo <li definire i requisiti (gittata, .celerità, ecc.) <.:he doveva no formare la èarat teristica iprinc:ipale degli studi. Questf,l. richiesta veniva soddi&1a:tta dal seguente progr(J;n'//Jnia formulat o dall.'Ispcttore d 'Artiglieria dell'eipoca (gen: FautUli) in. datà 21 aprile 193S. Ne riportiamo il testo integ1;ale: -

\

359 -


IL i\fATEI!IALE

PROGRAMMA

Artigl-ierie clivision,aU · due calibri : 75 e 100-105. - Il 75 più leggero, più mobile, può battere più v1cmo alle nostre fanterie, ottimo contro bersagli animati scoperti, di gran<le celerità. di tiro. Il 75/18 e il % / 13 si può considerare vii-

dano daippertutto (possono portare con sè forte munizionamento in numero di munizioni). - La Divisione necessi ta però di un calibro ipiù grande per Ja massa di manovra, per rinforz~re l'appoggio senza aumen... tare sensibilmente la distanza di sicurez;za (nel caso cli Divisione bin aria questo calibro passa al raggrup[)f:lmento leggero cli C.A.), e per battere truppe dietro leggeri J'ipari. Occorre un mater-iale leggero (può essere un po' più pesante del 75) che possa anelare quasi dappertutto, g notevole celerità di tiro . Ossia un calibro 100-105 con x = 12.000 e P = 1.600 k g. Il 149/13 11011 può soddisfare a tale condiziOITTe. E ' tl'Opl!)O pesante (P = 2.765), gittata t roppo piccola (km. 8 1/2) e richiede distanza di sicnrew;a troppo grande . Il 100/ 17 ha il solo inconveniente di una gittata. di km . 9; è abbastimza leggero (P = 1.417). Ma nel complesso va bene e va. conservato. Se si oil're occasione di venderlo, occon'P sostit uirlo con una nnova bocca da fu oco similare, ed jn questo caso conviene il 10;') per realizzare il calibro unico col cano1one di C.A. Arti_qliM·ie d·i O.A.. - Deve poter eseguire la controbatteria, l'interdizione e rinforzare le ~:u·tigHerie divisionali S(Pecie per -,'a 7.ioni di distruzione. Il J49/ 19 (X = 14) (X = 14 J / 2, P = 5.600 trainato in due vettura) soddisfa a tutte queste condizioni. Bocca {la fuoco idonea H· tntto. E ' la bocca da fuoco cli cui abbiamo maggior bisog110. Bisogna fare og,ni. sfo1·zo per costruirl;i ; risolve da sola il problema dell'artiglieria di e.A. che oggi è a terra. La maggior parte dei fondi disponibili cle'lie essere im.p ie~ ga,ta1per il 149/ 19. Il 105/40 (n on ancora definito) è molto men o 111ecessa1fo : • .ì.

360 -

ì


I NUOVI PROGilAMi\:ll ALL'APPROSSH,:!ARSI DELLA GUERRA

semplicemente utile. Molto pesante (.P = 4.800 che si ridurrà a 4.500, trainato in una sola vettura, mentre il 105/ 28 è 2.470) giungerà a 17.000 contro i quasi 13 del 105/28. E' cla considerare che i t iri a grande gittata sono pochissimo redditizi per la grande dispersione. Possono essere sostituiti {la bombardamenti ~ere.i. Conclusione : Terminiamo gli esperimenti, e vedremo se sarà, il cf1so di costruire qualche esemplare (pochi) e 1nulla più. A..rtigl,i erfo cli A.rm.ata. - Il 149/40 e il 210/ 22 so1110 due ottime bocche da fuoco che risolvono in !Pieno il problema dell'artiglieria di Armata che oggi si può dire non esista. Nella costruzione darei la prevalenza al 210/ 22 per Ja 11e1.:essità di dover disporre in qualche circostanza di fol'ti effetti di distruzione.

Cost ruiamo il 149/ 19 . Questo è urgente. L'artiglieria divisionale con le costruzioni in corso è abbastanza a posto. L'artiglieria cli C.A. e Armata sono a terra. Incominciamo a mettere a. posto quelle di O.A. Oonoz,u.siomJ . -

21.4.38/ XVI .

U. F.)). 21. - Il programma cosi tracchlto veniva ripreso e inserito per l a sua concret a realizzazione in 1rn più ampio JJro.c;ram,mv. di allestimenti, che si consideravano scaglionati in quattro esercizi :finanzi~ri per gli im!l)egni da assumere, e che va sotto il 111ome di « p,ro1Jveclrirnen,t,i per l'eff'ioi.e.11,za a.e lf esercito )). 'l'rattavasi della verbalizzazione di argomenti svolti e decisioni prese nella riunione te1rnta il 29 luglio 1938 dnl Sottosegretario c15 Stato al1a guerra con l'intervento del comand1rnte designato cl' Armata Gabba, dei sot tocapi di Stato Maggiore, degli Ispettori dell'Arma di Artiglieria, d<~l Ge1nio e ·delJa Motorizzazione, dei Dirèttori generali di artiglieria e del genio, del Direttore superi.or-E- S.T. A.M.

E' clo(Yltm:ento fond'ao11;entale e lo ri1)0rtiiamio inte.c;ral11iente : I. - Progrwmmia. Possiamo predispone un programma clecennale con possi-

361-


IL ll:[A1'filUALEJ

bilità, cli assumere impegni per la più sollecita attuazione delle commesse.

II. - Orit&ri base : · 1) completare armi di accompngnamento, soprattutto mortai d'assalto e cla 81, cannoni dn 47;

2) dare al O.A. la sua ai-tiglieria, essenzialmente di contro. ba ttel'ia · 3) dare al O.A. a r tiglieriit. suppletiva per l'inforzn l'e quella divisionale; 4) artiglierie di arruata; 5) artiglierie controaercc; 6) difesa controaerca; 7) tra~porti ; 8) questio,n i refative ai depositi trattnt·e insieme ~,i rispettivi materiali; 9) completamento istemazione difensiva; 10) Libia intesa come zon a. metropolihrna. -

Attuazione grad uale con seguente progr essio1ne rifel'ita

ad un complesso di 79 divisioni : a.) G.U. di immediato impiego; ù) G.U . di ,pronto impiego; o) G .U . di primo tempo;

d.) G.U. cli secondo t empo.

IJI. - Anni p01tot-ili e cli accom:pagna.me11to . F'1wile 7,3:i (tale il nome) . - Ne occorrono 600.000 per completare dotazioni cli mo bilit azione (con tali dotazioni si provvede anche a G.I.L. e OC. NN.) milioni 3· unfoc » Appena finite le eserc. distri bn ire fucili · div. « Tol'ino »

210 200

Totale milioni · 4.10 F'1i&iU rnitra.glia.t(YJ·i : clefioienza 0000

(ness un a commessa, acC' antoneremo fondi per altre esigenlZe) . -

362 -

[milioni 54]


I

Nuovr

l'HOGCtAMMI ALL'APPHOSSJMAR SI l)IlJJ.LA GUERilA

milioni

31

Tot1;1le milioni

31

ll!l: itrctgl·iat1'ici oal. 8 : deficienza 5000

Kessun a ord i.na7,ione mtrnizionL

B01n.be n mp,110 : 1nessuna urgente 11ecessità . (Sarà OfPportuno studiare una bomba a mano fumogena per segnare il tiro art. durante esercitazioni). J.1101·tai CN<JS'alto : defi aien:;:;a 3700

bombe

milioni

18

))

12

Totale milioni

30

Le bombe risentono di condizioni atmosfericl1e e presentano forti dispersioni che portano la. distanza di sicurezza fi no a metri 300-350. Occorre elimirnare inconveniente. Mortai da 81 : occorrono 300 bombe

Pezzi da, 47 : occorrono 400 munizioni (6 unfoc)

milioni

4

))

1

'rotale milioni

5

milioni

42 50

))

Pez:,:i clJa, 20 : oceorrono 600 munizioni (6 u,nfoc)

1'otalc milioni

92

milioni ))

60 13·7

Totale milioni l 97 complessivµmente milioni 765, ma con possibili riduzioni cli spesa iprevista per munizionamento occorre contare su milio11i 685. -

3(-ì3 -


IL '.\IATEIUALT:l

-

IV. - ArtigUeria, cli'li·isionale : Varia con, le caratteristich1' <lella G.U.: - div. aerotrasportabile 65/ 17

-

» autotrasport~bile

75/18 rnod. 35 (occorre trn ttore leggero con carreggiata più stretta -dell'attuale)

))

motorizzata e celere 75/34 (proietto e cariche da studiare)

-

))

montagna :

-

))

tipo:

75/ 13 - 75/ 18 - 100 carr. (1 gruppo per ciascun tipo) (tnli saranno le div . a ttest;m ti alle frontiere). 75/ 27 · 100/ 17.

Allestimenti necessal'i in primo tempo : Obice 75/18 mod . 3i> : OCCOl'l'ODO 400 pezzi COIDQ)rcse mu!Tlfaio11 i milio11i Oa1nnone 73/34: occorrono 72 pezzi com)) prese ·m unizioni

100

Totale milioni

140

40

V. - Arf'iglie·r ia snpplet ·iva. :

-

1 regt. per C.A. (20 rgt.). Disponiamo già, per ciascun reggimento cli : 2 gru1ppi da 14!)/ 13 2 gruppi da 100/ 17. L a disponibilità residna s arà S<'g,na1Ata per deeisio11i circa sua utilizzttr,ione.

VI. - Artiglie1·ia. di Oor po d' A.rma.ta. . Tra le vari e bocche d;3, fuoco disponibili. occon e stabilire quelle 11,t·i lizza,bili, da 1nodifioa,re o da destin,M·e a rottami . Il 149/ 12 potrebbe essere ritubato e consen t irebbe completa utilizzazione affusto, ma avremmo n,1 nuovo cnlibro . Ln soluzione non appm·e conveniente. - 364 -


I NUOVI Pf{QGRAMMI ALL' AI'PHOSSLVI Al! SI 00LLA GlJETII!/\

L'obice cla 149/19 risolve in pieno il problema dell' artiglie.l'ia di cont robatteria e r isponde anche per t iri di distruzione. E' un po' pesante ma <li facile messa in batteria. Occorrono 3 gruppi iper C.A. qnincli per GO gruppi e relative muinizioni milioni 1.000 P er ora prevediamo rgt. su 2 gr . 149/19 e 3 gr. 105128.

VII. - ArtigUe1ia, di A r-rrillta. P er ogni Arma t 1èl : - Cannone da 149/40, 3 gruppi éli 3 btr. di 3 pezzi milioni - Obice 210/ 22, 2 gruppi di 3 btr. di 3 pez:zi »

300 200

Tota le milioni

500

VIII. - Artiglieria oontrnaerei. - Cannone cla 75/46, 3 gru1Ppi per Armata milioni 200

I N SI~TJ)}SI: - armi porta tili e cli ae.compagm1mento - artiglieria cli Yisionnle - artiglieria s nppletiv;:t - artigliel'ia di corpo -d'armata - artiglieria armat;:i - a rtiglieria contraerra

miliom i

6S:3

))

140

)) )) ))

))

1.000 500 200

rr ot ale milioni 2.525 Occone contenere programma in 2 miliardi e mezzo. D[I tenere pr esente che rper il momento in fatto di artiglierie s i deve prov.veclere al materiale. Solo in secondo tempo si costi. t uirarnno i n novi r cggime.nti previsti. I X. - Dife8a territo1"iale. Criteri : - l'organizzazione territorinle p rovvede alla difesa dei grao-1di centri demografici e dei gPand i stabiliment i." - per gli obiettivi particolari dell 'esercito, mezzi dell'e-

365 -


-

IL )1A'l'Ei!U:\LT:J

-

-

sc1·cito (es. ponti , stazioni ferroviari e ecc.) e così per l ;i, marin a e l'aeronautica; esiguità materie prime rendono necessaria aélozi.one materia li interC'mnbiabili con quelli cli altra forza armnta (sarebbe prc•feribile intercambia bilità con l'esercito data maggiore mole sue dotrizioni); utilizzare al 100 % tutte le armi esistenti contando semp1·e sull'e:ffi raci::i morale di esse : per 200 nnow batterie da 90 milioni 400 )) munizioni 100 'l'otale milioni

500

X. - '1.'rasporti. Le ·divisioni auto!1'a spo1·tH bili debbono avere tutti i serv1z1 motorizzati come le divisioni ce)cl'i, motorizzate e corazzate, nonchè i tratto 1·i per il tl'~ino <:lelle artiglierie fino in posizione. - P er nntomezzi milioo1i 600 - P er c:;uri armnti » 400

'l 'ot alc milioni 1.000 -

-

Le conclusioJii su finanr.iarne,nti previsti debbono costituire base odentntiva per calcoli più esatti. Occorre tener presente l a necessità cli considerare insieme a Ile anni, il. munizionamento strettamen,t e i ndi.spe11sa bile ecl i locali cli l'icovero. Per la moto1·izzazione occorre anche ip rcvedere le scorte di carbnr~ntc possibilmente per 3 mesi».

22 . - Il problema de.Ila prod11,.?:·ione in m1assa di artiglierie per l 1 eserciilo fu impostato nel 1938 e precisamente nel giugino anorqua,ndo l 'allora . otlosegretorio di Stato all a guerra gen. Parinni prese i primi contatti co11 i dirigent i clell'I.R. I. e delle principali industrie siderurgiche e meccaniche itali~ne per esaminare quaJi fossero al riguardo le :possibilità, concrete del P aese ed in particolare cl egli Stabilimenti I.R.I. (Acci aierie Terni, Società Italiana di Acciaiel'ie di Oor11igliano - S.A.. O., Stabilinurnti -

366 -


I

NUOVI

PHOGRAMll:fl ALL'APP IWSSL\[AHSl DEI~LA G U E-RRA

Meccanici Ansaldo di Ge11ovn, Odero-Terni-Orlando (0.T .0.) di La Spezia, ed ex-Armstrong di Pozznoli - quest' ultimo di proprietà dell'Bsercito e i:n concessione all'Ansaldo) . F urono allora prese in esame le possibilità delle acciaierie in 1·apporto alla desiderata qualità dei lingotti; le 1possibi1ità cli fncinatura e trattamenti termici; le possibilitù cli l avornzione meccf}nica. Per il primo punto si concluse che in caso {li guerra le acciaierie esistenti con i mezzi a disposizione sul momein:to potevano far fronte alla necessità presunta di circa 12.000 t. mese cli acciaio di quaJità, ivi compreso il fabbisogno per le granate per foranti., le armi a utomatiche, i ritubamenti, ecc .. Per il secondo punto si rico•nobbe che Ja potenzialità, attuale doveva essere op[)Ortunamente i,n tegrata anche in relazione all' impiego più intenso di elementi stampati ric:hies,ti dalla D .S.S .T. A.iVL Per il terzo punto si concordò nel giudicare assolntamein,t e insufficienti i mezzi e&istenti e ndl'opportunità che oltre agli impia111ti Ans;:1ldo e 0.T.O. si valorizzasse un terzo centro cli produzione, lo Stabilimento di P ozzuoJi. Ulteriori riunion,i alle quali interviene il Commissiuio Generale 1per le F abbricazioni di Guerra chiarisco,no i problemi ri:flettenti l 'at trezzamento per la fabbricazione de11e artiglierie che dovrà comprendere due settori, quello degli Arsenali Militari e queJ.lo ·delle i11dustrie private. Per i.l primo settore si provvederà ad oss,igen,art e Pi!lCenza e Napoli con mae(;hi,ne moderne 0111.de questi Arsenali. possano provvedere anzitutto alla formazione degli ufficiali tecnici e clel Ool'po tecnico destinato all'approntamento dei proget ti; men,t re per il settore .delle industrie ,private si. precisa il programma di artiglierie da produrre in base al quale a.degnare l 'attrezzatura . 'rale programma risulta da un promemoria presen tato al Capo del Governo <~ da lui a1pprovato e contempla UlflO schieramento previsto cli linea di 6.000,18.000 pezzi ed un rifornimento mensile di GOO unità. 'l'ennto per altro conto che fra le unità di schieramento sono comprese anche quelle <lella DIOA'.r e che un11 parte del materiale logorato può essere ripristinato mediante la rituhatura, il prog1~amma minimo intangibile deve essere previsto per una produzione . .cli 220 bocche da fuoco-mese ripartite -

367 -


fra gli Stabilimenti di Genova, Spezia. e P ozzuoli per 175 u,n,ità; alle rimaneinti dovevano ,provvedere gli Arsenali mili.tari. Mentre per la costruzione dei grossi colibrì non $'lppariva sostanzialmente necessario prevedere una integrazione delle attrezzature esistenti, si rite.neva che si dovesse tendere i1nvece a risolvere adeguatamente il problema delle !Piccole e medit> artiglierie sia nei r iguardi della produzione dei fndnati grossi si;1 nei riguardi della l avorazione meceanica. E lo studio di queste attrezzature do·veva essere condotto per gradi cominciando da lle masse oscillanti propriame111te dette. I problemi arnnessi e cornqcssi era no naturah:nente t utt'altro che semplici : ad ogni modo furono affrontati sotto la guida, anche del gen. DaJlolio, e fu sta bilito che F Ansaldo si dovesse decisamente orientare alla Javor~1zione delle sole bocche da. fuoco e delle masse osc~illanti, ricorrendo alle restanti industrie meccani.che ,naziona.Ji per la lavorazioine degJi affusti. La 0 .T.0 . invece avrebbe provveduto, mancando gli ~ltri stabilinrnnti mecca nici complementari, anche per la produzione ,diretta di buona parte degli affusti. 1'ali direttive furono integrate con tH1 impegno (<la,pprima v(•rbale) di vendita aJl' Ansaldo della. rnncessione Pozzuoli allo SCOIPO ,cli raggiungere una più pron ta realizzazione del potenziamento di questo StabilimeìitO. Ricordiamo che 1' Ansaldo aveva ricevuto l'ex-Stabilimento Armstrong in concessione d!lll'Esercito ,nel 1929 in condizioni di completo H bbandono e depauperato delle migliori macchine ; inoltre senza maestranze . Gradualmente, in relazione ai limitatissimi programmi di costruzione e cli riparazione <li artiglierie, l ' Am,s aldo aveva provveduto a. rianim~re lo StabUimeJ1to occupandovi circa 700 operai. Il trasferimento in proprietà, all'Ansaldo, con impegno contrattuale di effettuarne un radicale e conlllJleto pote,n,ziamento, avYenne il 15 luglio 1941. Ora nella ripartizione fra i tre centri produttivi del fa bbisogno cli artiglierie programmate (ohe in p1·osie_q·u-o a,sswnse la denomin1az·io11e di 1° prog1·a11itrn.a,) furcmo assegnati : -

ad Ansaldo Genova :

-

408 complessi d~. 90 mm. n . 132 complessi da. 149/4.0

11.

368 -


I

-

V

NUOVI

P ROGBA:\.I1H ALL' AP.1:'R OSS l i\IAI! S! OI.;LT,1\

ad Ansaldo P o;1,znoli :

76 complessi da 7G/ l 8 mod. 35 ,n,. 192 complessi da 75/34 n. 108 complessi da 75/46 contraer ei n . 312 coruplessi da 149/ 19 - Ad 0.'l'.0. La Spezia : o. 120 complessi cla 7G/ 4G n . 304 compl essi d a 149/ 19 lll . 66 complessi da 210/ 22. A questo punto si poteva ptecisar e che tenut o conto d elle ordinazioni giù, 1passate e che si potevan,o l'agguagliare 3d un terzo cir c;:i delle necessitit globali, l'indus tria na zionale risultava impegnata praticamente ~no a tutto il 1940 per cui ulteriori or. <linazioni avevan o bisogno cli trovare diversa soluzio,ne (acquist o di nuove macchine specifichc> cli artiglieria, peraltro quasi impossibile ad avere all'estero ecl. i0111)ossibili ad ott enere !'} ll'interno .entr o limiti di tempo sufficienti per garantire il completamento ,delle attrezzature ~ntro i termini sta biliti). La, compJes&a f.ase programmatica relativa alla fiss11 zio11e d ei t ipi e dei quantitativi da allestire, Al la distr ibuzione degli stessi fr a gli Stabilimen ti cosh'11Uori, alla clefinbd one dei prezzi. alla specificazione cl e1le attrer.zat.ure necessarie per il potenziament o ·degli impiant i i n relazione non solo all'imm.ediato fnbbisog1110 ma. in previs ion e altresì <li maggiori necessità ~vvenil'e, si t ondudeva s olo sul fi nire del fe bbrai o 1939. Quindi si iniziava sollecitamoote il com1p lesso lnvoro per l'a mpliam ento <legli impianti (opere edilizie) or ùinaziolle dei ma cchinari e ·d elle attr ezr,ature; elaborazione degli studi e dei progetti riguardanti materia li «movi ; r azion a1izzaziOJ1e dei disegni cost ruttfri e definizione dei 1piani -di calibr eria per fa condottn ed il co1n troll.o ,d elle la.vor a :zoni ; ordinazione dei grezzi alle acei aierie ed alle fon<lerie ; aument o delle m;:ie tr anze attraveJ'SO nuove as unzioni e l a creazione di Scuole di addestrame,nto. Nel corso clel 1939 si comincin vn110 ad avvinre le lavorazioni ma l'esame approfon dito del fu nzionamento dei singoli impianti indicava già che vi erano dei r itHrdi nelle pr eYisioni fatte fi.1110 :;1d un massimo cli circa 3 mesi in dipendenza <lel.ie difficoltà varie ,d ovute sia. già, nlla ·deficienza di mnterie pri.me , sia alh,pprov-

24

n.

GUIDRRA

369 -


IL )fA'l'IDJ.UALI!)

vigionamento de1le macehine utensili. Circa qneste ultime si noti che una pa rte, e proprio quelle specifiche, per la costruzio~ie cli artiglierie cra!llo tate 01·ùinate a ditte straniere fra le g uali alcune i nglesi. Non ap1pe11a delio1eatasi la tensione internazi oin::1le, per effetto della qnale si potè fondatamente ritenere che ]P ditte inglesi im, ispecie non avrebbero l])iù fornito il macchinario richiesto, si p1:ovvide acl interessare al l'iguarèlo l'indnstria nazionale che in verità si mise al lavoro con la maggiore alacrità per evitare che i ritardi già in atto avessero ad accentuarsi. Il concorde lavoro del Ji'abbriguerr H e della Direzione Superiore del S.T.A.i\f. con qpportu1n e € sagge ripartizioni deJle ma terie pr·ime 'disponibili giovavano al fun zi oornmento del complesso mecca nismo i nduslriale onde già si poteva passa re all1inizio delle lavorazioni. 1

23. - La prima e più grave difficoltà inso1-ta - e già dall'autunno del 1939 - fu quell~ dei corretti vi per la produzione degli acciai speciali. Si ricon obbe inel modo più esplicito che il rispetto delle caratteristiche da realizzare nei manufatli nrn1 ammi>lteva altre soluzioni ,di impiego di ma ter ic cli verse da quelle già, [Jreviste dai capitolati in atto. P er la p~rte r iferita alle bocche da fuoco ed al munizionamento speciale non era ammissibile coocecl ere agli acciaieri il non, 1/'inooio delle analisi composi tiv<; delle materie prime. I materiali dovevano r imanere, per ovvie ragioni, d;:ito lo speciale impiego, nelle cl assi di qualità stabilite e già ra¼ioin,almente ridot te : caratteristiche cli resistenza irriducibili in relazione ai cimenti consegnenti alle possibili là delle armi da realizzare. Le impostazioni di tutte le realizzazioni tecniche belliche moderne erano orientat e (e non poteva essere diversamente) verso i più esaltati rendimenti e verso le possibilità di più spinta potenza. Non er a possibile di scendere di grado. A largo C()(nto il fa bbisogno indispensabile iper assolvere gli impegni assunti dalle quattro siderurgie tecniche; Terni, S.I.A.C., Cogne e Breda si p oteva, sfo1,t etizzare approssivativamente nelle cifre di cn i appresso : circ;1 1000 t . nichel molibdeno )) 320 t . fe.cr. )) 1320 t . -

370 -


/

I

l\ UOVI PTIOGTIAM:\l! AT,L' APPROSS I M ARSI D0LLA GUERRA

Il non possederlo avrebbe ridotto proporzio,nalmente le capacità e-d il volume di produr,ione. Situazione che ap:pariva insuperabile: il Ministero della Guerra ebbe sì l' assegnazione di 140 t . di nich<~l necessarie per l'espletamento del programmµ in atto ma la Dir. Gen. Art. 111,el dare istruzione a Ua S.I.A.0. e all'Ansaldo circa la ri(Partizione del correttivo (febbraio-marzo 1940) noti:licava che: - i quantitativi cli nicJ1elio assegnati dovevano essere devoluti all' µllestimento dei matel'iali e.a. e di piccolo calibro; - a taJi lavorazioni doveva essere dato il maggiore impulso possibile; - rirnJamesse sospesn; se del oaso) lcv pr·odwz·ione clei 1.49/ 19, àki 149/40 e clei 210/ 22. Fortunatamente però l'impiego cl-egli acciµi speciali legati potè essere ridotto al minimo, riuscendosi a raggiungere nel consumo dei correttivi (molibdeno - tungsteno - nichel) economie oscilJanti fra il 40 e 1'80 %. I consumi mensili ·d alla fiine del 1939 alln fine del '42 discesero : - per il nichel cl a 200 a 80 t. mese ; - per il ferro-molibdeno da 25 a 3 t. mese. Irnoltre fu promossa. la raccolta delle monete di nichel ricuperando un quantitativo di 1.764 toninelJate di nichel nel 1943. 24. - Il Ministero della Gnerra, poteva. pertanto increme!llta.re le or.di nazioni all' Ansalclo Pozzuoli di altri 24.4 com1plessi d.a 75/46 e preannunciava, nel mese cli marzo '40: un aumento di 228 unità 1nel quantit;1tivo dei complessi da 90/53 da fornire da Ansaldo~Genova. I noltre una ulteriore considerevole estensione del programma era preannunciata ,dal Oa1po del Governo nell'udienza del 9 marzo 1940, in relazione alla quale fn comunicato µlle Ditte in due .riutnioni avvenute presso la Dir . G-en. Art. del Mi,n. Guerra nei giorni 11 e 12 aprile 1940 l'aggiunta agli allestimento in atto di: 11 . 1600 complessi da 90/ 53, di cui 1300 ali' Ansaldo e àoo àlla; O.T,O., - n. 760 COillJp]essi da 1.4H/19, di cui 480 all'Ansaldo e 280 a aUa 0.T.O., -

371-


IL l\:CATIDRI ALE>

- n. 590 complessi da 149/40 a11' Ansaldo di cui 490 a Ge. nova. e 100 a Pozzuoli, - n. 280 complessi da 210/22 al]a. 0 .T.O. Tenuto conto ,degli incrementi già veri:6.catisi nel 1939 e nel marzo '40, il programma. definitivo ven111e a risultare come segue: ·10 Programma Calibro

20 Programma

Aus. Geu. IAns. Poz.,0. T. O. A. G. j A. P .

47/32 cont.ro carro

-

I 75'.)

47/32

10. T . O.

Totale

-

-

800

-

lfi50

625

-

-

1268

-

-

-

76

p er carro

643

-

75/18

-

76

-

192

-

-

-

H52

120

-

-

-

472

63fJ

-

-

1300

-

300

2236

14H/ Hl

-

312

320

-

480

280

1392

149/40

132

-

-

590

100

-

822

-

66

-

-

280

346

75/34 75/46 e.a. 90/53

210/22

-

192

I

In relazione . all'entit~ del progr!lmma aggiunto (2° programma) (che a;vrebbe dovuto in par te sovrapporsi al primo ed essere completamente ultimato entro la 1prima metà del 1946) fu ne{;essario rìtornare sul problema del potenziamento degli impianti degli Stab. Ansaldo e vennero perciò stabilite ulte. riori i(l}ltegr11.zioni atte ad' assicurare una caipacità produttiva media normale di circa 450 complessi/mese di tipo va.rio : - per .c arro e controcarro n. 200 - cli piccolo C!llibro : corto (75/34 e 75/ 18) )) 31 - di piccolo calibro: 75/46 )) 42 di piccolo calibro : 90/53 )) 100 di medio calibro : corto 149/19 )) 48 -

372-


/

LA PRODUZfON lì) DELL E AR'.l'IOLI.l!."RII•: DURANTJD LA GU IDRRA

di medio calibro : lungo lM)/40 di grosso calibro

n. ))

20 9

Si noti incidentalmente che questa potenzialità era assai superiore come entità di lavoro a quella ragginnita dall'Ansaldo nell'ot t obre 1918. Il gettito mem,sile ·d i complessi era pressochè identico ai massimi, ma l' architettura dei t ipi suindicati esigeva un lavoro che a parità di calibri era di tre o quattro volte superiore ai tipi della guerra p recedente.

D LA PRODUZIONE DELLE ARTIGLIERIE DURANTE LA GUERRA E LA CRISI DELLE M~TERIE PRIME. 25 - Riduzioni dei programmi per mancanza di materie prime fin dalla fine del 1940. - 2<>. - Indirizzo delle costruzioni dal 1942. - 27. - Importanza predominante del fattore mobilità. - 28. - Materiali prodotti nel 1942 presso gli stabilimenti Ansaldo. - 29. - Idem nel 1943 (primo semestre). - 30. - Condizioni del lavoro presso lo Stabilimento di Pozzuoli al luglio 1943. - 31. - Sintesi dello sforzo nel campo della produzione bellica sostenuto dal Paese al luglio 1943.

25. - Il 25 maggio 1940 v0n ne presentato al Capo del Go. verno uno specchio programma cli previsione allestimento ar tiglierie che comprendeva i due prog1'ammi dianzi accennati. Questi programmi, a causa cli mancate diS(Ponibilità intervenute successivamente neJle materie pl'ime, nei macchinari, ecc., furono rid'otti in data 31 dicembre 1940. I due programmi (distinti in iniziali .e r id,ott'i) compren~ devano i tipi di bocche d.a fu oeo ed i quantit ativi ehe risultano dal seguente specchio : -

373· -


IL MA'.L'ERIALI:)

20 programma

10 pro~ramma iniziale Pezzi da 47/32

1391

iniziale

I ridotto

-

-

76

76

-

-

192

192

240

-

-

240

21.1,0

232

232

-

-

232

232

da 90/53 aff. pes.

104

104

1600

1'i04

51W

da 90i53 autocamp.

80

80

da 75/46 aff. ca.mp.

240

da 75/46 aff. pes.

480

©

452

452

da 149/19

632

521

7<m

-

da 149/40

132

108

66

46

590 280

»

da 210/22

© ) r-1

\~

r-<

r!

I G<l

aff. pe·s.

--

28Hi

2816

da 90/53

>

.

ridotto

76

192

. .

l

l.92

76

tla 75/34

1391

inizia.le

1425

da 75/1.8 rnocl. 35

»

ridotto

1425

»

.

I

Totale

582

532

1392

521

-

722

108

-

346

46

I

Successivamente - nel febbraio 1941 - per Je stesse r;:i.gfoni fu deciso di sospendere a,nche la esecuzione del secondo programma. Il la'IJo,to pertaoirto si -cl:oveva. oonoen:tra,r·e t,u;tto siil J)rùno programmv.a, >ridotto. (!nesti provvedimenti comunque comportavano che durante il 1942 quasi tutto il primo programma sarebbe risultato esau-

rito. Per potere illl!postare nn ulteriore programma di produzione bisognava provvedere molto tempo prima considera111do che occorrevano : tre mesi per l'assegnazione di materie prime ; sei mesi perchè tali materie e gli sbozz;:i..ti fossero consegnati alJo stabiliiuento meccanico che li doveva lavorare ; mentre poi il ciclo ·di lavorazione sarebbe durato per altri da 2 a 10 mesi a. seconda del calibro. Ma. tutto ciò era comum.que subordinato alla disponibilità delJe materie prime e alla, possibilità di -di~porre di tutti gli accessori (ruote, gomma ture, strumenti. cli -

374 -


LA PRODUZIONl'l DlDLr,E AR'I'IGJ,[IDRIJD DURANTE> LA CHJEHRA

I

precisione ecc.) e che fosse possibile la costruzione del rE' la ti vo munizionamento in tempi paralleli. · P:er tenere conto di queste condizioni ed esselllizialmelllte delle disponibUità di materie prime fu sollecitato un ulteriore programma definitivo che si riferisse ai fabbisogni complessivi (fuori discussione il 1p rimo programma perchè in avanzato corso di realizzazione, fuori discussioaie pure il secondo perchè già sospeso e non più ripreso in esame - meno per 480 bocche dta fuo co da 90/53). Un ulteriore programma avrebbe dovuto considerare i fabbisog·ni di due aliquote : - aliquota per costituire le unità; - aliquota per fare fronte ai consumi in operazion,i di guerra. Nell'ottobre del 41, quando questo problema diventava assillante, i fabbisogni erano commisurati in base alla esisteuza di 64 divisioni (1Per altro con dotazion,i cl.i partenza ridotte) e all'impiego in operazioni di guerra di 19 divisioni (14 in A.S .I. e 5 iin Russia) . Per l'aliquota cousumi si consideravano solo 19 divisioni anzichè 64 per non assurgere a cifre che data la tDota deficienza di materie prime sarebbero divent ate iperboliche. :M;a poi fu necessario considerare i fabbisogni IJ)er la costituzione di altre 16 divisioni e l'aliquota di fabbisogno per fare fronte !li consumi in operazioni di guerra non potè più es· sere calcolata :un, b!,lse all'impiego cli 19 divisìoui (caso precedente) ma bensì di 35, dato che questo era il numero delle divisioni da completa,re .p er la primavera del '42. Per sta.r e nella realtà bisognava non più ealcolare il fab bisogno corrìsponden,t e alla. costituzione di wn numero X di divisioni ed ai consumi in operazioni di un'aliquota di esse ma bensì mantenere ed impiegare solo il numero cli .(livisiolili adE'guato alle materie prime certamente disipo1I1ibili e .q uest'ultimo procedimento avrebbe port;:1to a preventivi di impiego molto inferiori a quelli considerati di 35 divisioni. 1

.26. - In concreto ai primi del '42 i ipuinti che si possono .assumere come fermi sono i seguenti : - Nollli viene presa in esame la questione dei pezzi contro-

375 -


IL ~[.'\'l'IDHIALE

aerei (da 75/ 46 e da 90/53, perchè si reputa fuori discussionE> la opportunità generica di aumemtare le disponibilità di artiglierie controaerei d i cui era previsto o pr e-vedibile l'impiego ~inche per ti ri diversi da quello coni r aereo . D el resto per il U)ezzo da 75/ 4,6 non esisteva altro che il primo programma elle !:leguiva il suo corso . Caso mai si poteva vedere in r elazione acl ::ilti-i fattori in isviJ nppo se impian,t are un secondo iprogramma per il '75/ 46, e se riprendere il second o prog ramma (in più dei 11oti 480 pezzi) per il 90/ 53 ecc. - Per t r e bocche cl.ft fu oco che impeg nava no la.voro e mHteric prime si potevano prender e delle nuove risoluzioni. Pre· cisamente : - Obice da 149/ 19. Il primo programma ne prC;> ved.eva 632: la prima riduzione npporta t a (lprog-ramma 1·iclotto) li faceva scen dere a 537 (compresi 16 introdotti 11el 1941, ma rnon ancorl'l in retParto). L'epoca d ella introdu zione complet a dei !'>21 che rim anevano giungevfL al febbraio 194.3. E se invece si fosse voluto costruire tutto il prog1·amm a. originale si sa rebbe anivati al fébùraio 1944. Col programma ridotto si potevano costituire 10:i bv.tterie. Col programma origilrnle 124 batteri e. lV{a quest'obice non aveva amcora 1111 mnn izio11amento pt'Oprio : poteva impiegare il munizionnmento aa. 149/ 12-l!=l che però a. sua. volta e1'fl già in, fortissima deficieuza pe1· i soli complessi da 149/ 12-13 e cioè : fabbisogn o di partenza : 1 milione; esistenza : 600.000 ; consumo mensile : 60.000; produziotne m erisilc : 10.000. E se si foRse ripreso il secondo progr amma che IJ)revedeva 760 altri pezzi, l 'epoca della loro int l'ocluzione completa sa· rebbe an data al nov<'mbl'e 1.946.

- Ocmnone òo. 149/ 40. Il 1primo programma ne prevedeva 180 èOmpresi 48 prt>esistenti ; il progmm.roa ridotto 156, sempre compresi i 48 preesi· stenti prima <:lel nuN·zo 1940 che erano costi tuiti già in 12 batterie. Dunque con l ' ultimo prog·t·amm a ridotto se ne doveva.no introdurre ancora 108 e ciò entro l'ottobre del 1943, mentre col primo programma origi,n a le (ne comportava 24 in più) si a ndavn -

376 -


/

LA PR0DU2I0NJD DELLE. ARTIGUEHIE DURANTE, LA G(Jl!)RRA

a.i primi del 1944. E col ,p rogramma ridotto si sarebbero potute costituire 33 batterie mentre coin quello originale si ani.vava a 38 batterie. · Quanto all'e munizioni non si avevf,lno preoccupazioni pel'chè· i 149/40 potevano adoperare il munizionamento già i~sist ente dei 149/ 35 che erano · destinati a sostituire. Il secondo programma prevedeva altri 590 pezzi, Pintroduzione comjpleta ·d'Ci quali si sal'ehbe spinta al marzo 1949 e 11. condizione che la produzione fosse stata di 16 bocche da fuoco al mese in,vece di 4 come era allora. -

Obù}(3 (~a, 210/22.

Il primo programma prevedeva 82 pezzi compresi 16 H,istenti. Quello ridotto 62 sempre compresi i 16 preesistentì e già introdotti e costituiti già, i n 4 ba tterie, prirnn del marzo 1940. Restavano da introdurn e 4G entro il settembre 1D43. Con l'attuazione del ,primo programma originale (66) si sarebbe andati all'aprile ' 1944. Col programma attuale si sarebbero costituite 12 batterie, col primo programma. originale 16 batterie. Q1H.1 lll,tO ft1 munizionamento nessuna preocèn1pazio11<~ perchè sostituendo essi i 210/8, 1ne ndoperava no il munizionamento già esi.stente. Il secondo programma pl'evrdeva altri 280 p(~zzi: l'epoca però della loro completa int roduzione si sarebbe portnta al gennaio 1951. Ma llOJli erano tanto i pezzi puri e semplici che inte1·essassero. Interessnvno10 i pezzi corredati di tutto il contorno necessario per usarli in batterie, gru,ppi e raggruppamenti, neJl'impiego per ognuno, o ~)er ogni t ipo cli ognn,no, preventivato in opernzioni continuative. 'l'ali circostanze importano una · certa dotazione e-d untl certa produzio1ne cli oari<1a;n1/pnti, mezzi di traino, parti ,cli ricambio e soprattutto cli munizioni. Orbene si può aff.ermare che : a) la produzione dei caricamenti e delle munizioni dei pezzi in parola non era stata smo ad allora corrispondente f,li pezzi introdotti ; b) non esisteva la sicurezza che la proch1zione futura ,potesse essere tale che al momento in cui. veniv;rno in trodotti gli ultimi -

377 -


IL MA'.l11lRIALB

pezzi del primo prog1·amma sarebbero e istiti i caricamenti e le munizioni c:orrispondernti all'insieme del programma stesso; e) a tpiù for te r agione non esisteva la sicurezza ehe a mano a mano che si introducevaITTo eventualmente i pezzi del S:econdo p1·ogramma arebbero contcmporaneameute stati dispo01ibili i caricamenti e le munizioni corrispomdenti. L a sospensione ·della. costruzione delle artiglierie ·del setondo programma (febbraio 1941) fu causatll, dalla scarsa disponibilità, delle materie prime. La riduzion e del pri.mo programma (giugno 1941) nel scuso di alimeo1,tare sino a nuovo ordiil1e solo l'alleslimento di complessi !J)er cui erano state iniziate le lavorazioni (iYi compresi quelli da 90/ 53) ebbe le stesse cause. L~1. disponibiJità. cl.elle materie pl"ime occorrenti a gli allestimenti in 1parol a non era (gcnrnaio 1942) e non sarebbe stata cer tame!lltc in fulmo più gran<:le di quella del febbraio e del giugno 1941; a nzi era possibile una cont1·azione : la situ azio11.1<~ n on era quindi val'iat;1 . Le mat~rie pr ime occorrenti ai pezr.i, caricamenti e munizionamenti del secondo iprogramma (restava fuori causa per ovvie ragioni la questione delle materie prime inerenti al primo programma. e quell a delle materie prime inerenti a l primo progl'amma li.dotto) non erano impiegabili solo per i materiali di detto secondo programma, ma potevano servire per altri mate~ J:· iali e costituivano Uina massa tale d;:i, agev·olare notevolmente 1ft produzione ,cli altri materiali, o q11anto meno da affrettare la. produzione dei carimeuti e delle 1mmizioni delle bocche da fuoco del primo programma. Da1Finizio del 1940 sino a lJa fin e cleJ 1941 si era stato i111, grado di introdurre e costituire in, r eiparto solo : 48 pezzi da 149/ 40, 16 p ezzi da 210/22. I quali si noti bene preesisteva no alla impostazione del primo programma. Succ:essivamente non furono introdotti che solo lG pezzi da 149/19, certamente anch'essi costruiti prima i qua li ~ncora in,el gennaio 1941 per cause varie non erano stati riunit i in batterie. -

378 -


/

LA PR0DUZI0~il1 DELLE ARTIGLIERIE DURA::-l'l'E! LA GUIDRRA

In conseguenza di tali precedenti e di t ali considerazioni pur ammette111clo che le cose in futuro potessero anela.re meglio, non si ri te1n:cva che i pezzi man -mano proclotti fossero poco tempo do1po usabili -in reparti con i caricamenti e le munizioni al completo. Realizzando il primo programma ridotto e la contemporanea introduzione dei caricamenti e munizioni corrispondenti, si potevano avere : - in autunno '43 : 105 batterie da 149/19, 12 batterie dai 210/22; - in aut unno '44: altre 33 batterie da 149/40. Il completµmento del primo programma originale avrebbe portato alla primavera del '44 per il 149/19 ecl il 210/22) alla primavera 45 per il 149/40. E quello del secondo programma a vrebbe portato ad epoca variabile fra il novembre 1946 ed i1 giugno 1951. E le batterie dei tre calibri in pµrola non sarebbero nemmeno state molte per una guerra di posizione o che im1p0rtasse di~erse grandi opera½ioni di detto t i1po specie per il 210/22 (12 batterie) . :M:a tenuto conto anche del lungo tempo nect>ssario per la realiz:rnzione clel secondo programma si riteneva che fos-· sero sufficienti per la lotta che l'esercito itµliano conduceva e che era presumibile fossi~ chiamato ancora a condurre. Lotta che richiedeva eRsenzialmente : mezzi corazzati iin tutte le loro for me - ~rmi anticarro di potenza sempre maggiore - armi contraeree ~ artiglierie ordinarie mobili - mezzi di trasporto munizioni. Pertanto il nostro S.M. fu d 'opinione allora che non co1111venisse intraprendere la costruzione delle artiglierie dei trr~ calibrì considerati oltre al primo programma ridotto e che non co111venìssc ,cli completar il prim o programma origfoiale, tranne · forse per il 210/22 e tnume per i 33 complessi da 149 della O.'.r.o. già allestiti e a coml])letamento d.el primo programma originale. E fu ·d i avviso che le materie p1·ime corrispondenti fossero molto più utilmente utilizzabili per il materiale bellico di cui poco sopra si è eletto e per completare ed affrettare caricnmenti e munizioa1i delle artiglierie del primo programma ridotto . Pensf_lva anche che più urgente delle artiglierie pesanti del secondo programma fosse il problema delle artiglierie divisio-

379 -


IL MATl:llH:\LE

nali Q)Oichè il materiale da 75 in quel momento iu uso no11 era - tr;rnne che per le divisioni alpine o da montagma - più all'altezza della necessità. 27. - L'evolversi del conflitto e con es o l' importanza predomin;rntc assunta sia nel campo t~1t tico che in qnello strategico del fattore mobilità., conferivano inta01to un ritmo sem1pre c1·escentc alla evoluzione dei materiali <li artiglieri.a onclr adeguarne le caratteristi.che ai presumibili sviluppi della lotta e cercare possibilmente di precorrere con idea zioni cli avaHgnardi!l quelle che sarebbero state le ucces ità, a,,·enire. Ti1le impulso creativo e costruttivo comiinciò a manifc~tarsi neJla seconda metù, del '41 e si intensHicò nel ' 42 intei-essnndo specin lmente i calibri atti ad armare i cnrri Hl'roati ed i semovein ti. L'a.r1Ua, da 47./32 adottp.ta per i cani ar mati M. 13/J4- già verso la fiue del 1940 appariva :uretratn rispetto alla tendenza ad accrescere le protezioni degli scnfi e dell.e torrette. Perciò si progettò uo1 tipo <li cannone dello stc•sso calibro 47 mm. e cli costituzione si mile a quello adottµto pe1· i c:nri ma con velodtà iniziale aume,n tata cli circa il 30 % ottenuta nu~aiante OJPportnna variazio11e cleJ.111 enme1·n a bossofo e con l'nllungamento della cann[L a 40 calibri. Ai ptimi del '42 sul carro M 14/ 41 si sistemava il complesso cla. 90/5X per <:ostruire u111 semovente d'assalto: 30 unità furono consegnate il 30 aprile di quell'anno stesso vincendo le più gravi cliflkoltà. Nel febbra io 194-2 l' Ansald0 aveva in costru?:ione nn ·obice da 105 : questo fn 1preso in buona cotnsiderazio11e e si pensò di poterlo impiegare µnche come pezw antirano modificao1done alcune parti. Nel pi-imo semestre òel 1943 erano in pieno svilnppo le prove cli poligono come armamento di semove1;te. P er l' armamento delle torrette dei nuovi cnrri P 40 !à era pensato prima di utilizzflre iJ. 75/ 18, però apparve più conve,i1iente per la maggiore efficacia balistic11 e fuuzio11ale cli sostituirlo con un 75/ 34 e-be per altro ntilizzava lo stesso munizionmnento clei complessi da 75/ 32 campali già in ervizio nel~ l'esercito. Fu collnudllto (il 75/ 34) favorevolmente e se ne passò · un' ordinazione di 500 unità. -

380 -


/

LA PRODUZIONE DJ•:LLE ARTlGLI!mrm DURAJ\'1'El LA c+U IDRRA

Anche per i semMenti M apparve opportuno compiere un passo ava11.1iti 11el tipo di armammto e si addivenne all'adozione del 75/34 anche per semoventi :M 15/42. Oltre alla sistemazione del 90/n3 s nll'autotelaio Spa 41, si provvide alla sistemazione del cannone da 7G/34 s ul semicingolato 'l'. 3 Fiat, dei cain,nollli da 75/34 e 90 /53 sul semicingolato T. 8 Breda, degli obici da 149/12 <! 149/13 sull'autocarro Spa 41, snJl' antocarro 3. Ro e sullo scafo M 15/42. Nell'aprile 1942 si iniziava, la costruzione di un 149/40 da installare su uno scafo cingolttto derivato da quello del P 40: ciò per eliminare le gravi difficoltà, che ritardavano l'apprnntamento degli af.flisti del 149/40 e 1per ridnl're ad uno solo i veicoli necessari al movimento del complesso. A metà '42 si pensava anche di sistema re un obi.ce da 105/23 sullo scttfo <lel P. 40. Lo studio portava alla realiz~mzione di un campione di semovente (il cosidetto bassotto), armato {li 11,n:a massn oseilla~1 te da 105/23 le cui consegne dove,ano cominciare nel maggio 1943. I quantitativi ordinati furono di 454 unità. 28. - Da una v1s1one panoramica dell'[:lttività svolta nel~ l'anno 1942 peI' gli allestimen,t i riguardanti l'Esercito presso la Ditta An&aldo, possiamo trarre i seguenti dati ed elementi:

Ma.teriali 111uovi ùitrodotti in servi,'?:·in: 47/40 75/34 90/53 105/23

per per per per

carri M.15 P.40 semovent(~ semovente.

Jflateriali nu,ovi in espM·'imento od in costriv::ione per esperimJento:

47/48 75/32 75/34 75/34 90/53 90/53 105/23 149/40

controcarri per semovente l\f.15 !per semovente per semicingolato T.13 Fiat su autotelaio SPA.41 su semicingolato T.8 Breda obice divisionale e controcarri su ci~1golato derivato da P.40. -

381 -


IL MA'l'IDHIALm

M uterial-i in, istiulio :

149/12 e 149/13 su autotelaio 3 RO-SPA o su scafo :M. 15/42. Mate,ri.a.li costniiiti : Materi ali costruiti per carri M .13/U ,n1::i2 mod. 40 47140 per carri M .lu ,17/ 48 controcarri ±1132

Genova j Pozzuoli

680

1

242 81 1

75/ 18 mod. 35

44 152

75/18 massa oscillante per semoven ti 75 /18 sistemazione per semoventi

142

75/32 mod. 37

44

75 / 3•1 per P.40

1

751,16 e.a. mocl. 34

63

75 /46 Dica t mocl. 40

54

75 /46 affusti Dicat mod. 40

59 68

75J,16 tubi anima

90153 da posizione

173 100 30

90/53 campali 90/53 per semoventi M .H 90/53 per semoventi Breda 41

56

90/53 canne di riserva

282 1

105 /23 divisionale 105/23 per semovente

1 1

H9/4.0 per semovente l.49/19 .

42

ed inoltre : giacchetta da 88 per l'O.K.H . tubi anima da 88 per l'O.K.J.:I. tubi anima anteriori blocchi di culatta 75/18 per il Portogallo .

57

88 7

13 56

-

382 -

.,..


/

111}1,teriali in oom11nessa,)· oostri/iiti 001n,p lessiv amie n,t e fino 31-12-42; 'a,n;oora. da costruire : Calibro

I

(1) compresi 50 di ordinazione precedente. (2) di cui 480 sospesi. (3) di cui 614 sospesi.

I

lo 20 Tota] e1tJ ~ostrui-lc1aco;. · al 31. prog1·. progr. 12_42 1 trmr~

I

47 /32 per cani M.13/14 47 /32 mod. 39 '17 /<10 per cani iVI.15 47 /48 controcarrl 75/18 mocl. 34 . 75/18 mocl. 35 75/18 per affusti 75/18 masse osc. per semoventi 75/18 per sistemazione per semoventi 75/32 mod. 37 . 75/32 canne riserva 75/34 per P .40 75/34 per semovente M.15 75/46 e.a. camp. mocl. 34 75;,16 Dicat mod. 40 75/46 affusti 75/46 cannoni 75/46 tubi anima 76/40 cannoni 90/53 e.a. camp. 90/53 e.a. cla pos .. 90/53 per semoventi M.141'11 . 90/58 canne riserva 90/53 su aut. 3 RO 90/53 su autotelaio Breda 41 90/53 piattaforme 90/53 coppia carrelli ù0/53 assieme compl. c. piattat or . 105/20 divis. e controcarro 105/23 per semov. 149/19 complesso ca.mp. 149/40 complesso camrL 149/40 per semov. -.l:49T40 tubi anima di risena

al

643

1317

1.!)60

750

800

1550

300

300

1

1

80

80

170

360 60

176(1)

81 1

638

219 80

64

182

280

280

60 212

515 170

515 360

202 74

313

50 fiOO

50 500

1

B77

377

499 377

(i()

190

1960 1962

68 288 50

120

120

120

116

116 1.16 10 232 59 764 1172

112 116 10 232

604

104

660

517 30

655

30

390

282

100

30

30

30

90

90

66

164

164

164 110

104 ].10

1 31 480 590 I 670

1 31 7!l2 71:12 1 670

11ti

IO 232 59 104 532

660 640 30 090

312 132

4

59

24 164 164

()

101

1 1

30

42 f2 ) 750 (3) -

1 52

618


IL ì\UTElRIALID

29. - L'attività delle officine nei prim i mesi del 1943 è q1ratterizzata da un'alacre prepara zione delle costruzioni ,di massa delle artiglierie nnovc già adottate od in cor so cli adozione pe1· i carri armati ed i semoventi e d a un vigoroso impulso aJJf;l, fabbrica zione dei complessi contra erei da 90/53 . P er questi u1timi già si sperava cli potere n1gginrngere un, gettito di 80 c:omplessi mensili per il s olo eser cito . Nei primi G mesi del 1943 f urono appr ontati :

-

-

-

n . 340 COJll/Plessi da 47/32 ~fod.39 » 219 )) )) 47/40 >) 54 >> >> 75/18 Mocl .35 » 68 m1.1sse oscillanti cla 75/18 per semoventi >> 226 affu, ti da 75/ J · per semoventi >> 98 complessi da 75/32 campali >> 94 » » 75/34 [)er semoYenti )) 216 >> >> 90/53 e.a. >> 4 » n 75/46 e.a. >> 31 >> )) l.05/ per semovente )) 74 )) )) 149/ 1!) ed inoltre: 01. 108 tubi a niro:1 da 75/46 )) 264 giarchette da 88 m/ m )) 1,t tubi anima cla 75 m/m )> 339 tnbi anima du 88 m/m » 155 blocchi di cu.l a tt~ cht 88 » 12 otturatori.

* * * Il numero delle ore lavm:a tive mensili che nelJ'estate del 1941 aveva sorpassato Je 600 .000, ossia r aggiunto - a poco più di un anno cla Jla nostr a ent1·ata nel corn flitto e n onostunte le difficoltà, cli appron1igiom1mento elci ruatcri a li r endessero più diffic ile il nost eo sfoi-zo produtth ,o l"ispetto a quello della precedente guerra - gli ste ·si Yalori toccati dalla Giovan1J1i An saldo 1J1,e1la primavei-a del 1918, subì u.na. graduale diminuzione in conseguenza del rar efarsi del m a te ria le greggio per effetto del1e sospensive veriftcatesi nel 194,0. Tale discesa continuò sia -

384- -


LA PRODUZIONJD DID,LI,E ARTIGLIIDRIEJ DURANTID LA GUEIUtA

ipure lentamente per tutto il 1942, così che nell'intento di alimentare in altro modo le possibilità e capacità produttive degli stabilimenti, nel mese di gennaio 1942 l'Ainsaldo assumeva !Per conto del governo germanico che aveva fatto visitare quelle officine da una commissione ·di tecnici presieduta dal ca1po del Waffenamte, la làvorazione di elementi per bocche da fuoco da 88 e <l'ai 75 mm. I materiali da. lavorare cominciarono a giungere ,d ella Germania :fi!lle maggio 1942. 30. - N P.l mese di luglio 1943 le condizioni di lavoro nello

)

Stabilimento di Pozzuoli a1J.1rdarono, di giorno in giorno, particolarmente ag·grava!Ildosi. In particolare: a) Tra'81)0rti. - A :fine luglio i trasiporti ferrovi::,,ri erano completamente bloccati talchè i complessi di artiglierie delle commesse in ·corso di consegna 010n poterono essere ultimati in quanto non, arrivavano i pezzi finiti e semilavorati dei fornitori e sub-fornitori. Il mancato arrivo delle materie prime, ordinf,lte ed approntate dai fomitori, impediva inoltre di alimentare le lavorazioni con conseguente 1necessità di sospen{lere gradualmente gli operai dal lavoro, rimandando l'approntamento delle forniture. I danni dei bombat·dameinti aerei resero inoltre diflì.cile e precario il mo,dme1;1to di tutto il perso,nah~ dello Stabilimento alla. relat iva abitazione e viceversa . çtm Jp. conseguenza di numerosi ritardi ed assenze. b) J'J!fonoa.n$a ,qas) oss·igeno ecl . idrogeno . - Le fabbriche produttrici di ossigeno ed idrogeno di Naipoli furono tutte eomp.letamente distrutte dalle incursioni aeree nemiche; d'altr~ parte il blocco dei trasporti impediva di ottenere le bombole dalle altre fonti di approvvigionamento procurate fuori Napoli. Oltre a ciò l'Ilva dovette sospendere la forniture di gas costringen,d.o a sua volti1 lo Stabilimento di Pozzuoli alla sospensione dei repartì fucinatura, stampaggio e trattamenti termici che erano attrezzati, in conformità del programma di poten~ ziamento de:fipito i,n accordo con le Superiori Autorità delPEser- cito, con forn,i a gas proveniente a mezzo di tnbf.lzione opportunamente ,c ostruita, dall'Ilva di Napoli. 20

385 -


IL :\IATERIALEJ

e) 1Jl!a11cata produzione delle Offioine eolla,boratrici . Le officine collabor·;:itrici cli Napoli (Navalmeccanica, Otis, Di Paolo, Gentile, Ga llu cci, OCREN, l\iicccanotec(l'lii.ca) furono in parte distrutte ed in parte più o meno danneggiate. Tu tte riseiitivano poi della m;:incanza di energia elettrica e del1e assenze degli operai, COll1Seguenti ni danneggiamenti prodotti agli impianti. dist ribuzione en ergia ed alle linee di comuni cazione. cl) Allarn1;i e bom,;bard-c{ni'é11,t.i. - Pl'oducevano numerose ore cli intenuzion e del lavoro ed assenze, l'itardi e diminuzioni della caipacità produttiva del personale. . T;:lle fatto si verificaYa anche per quelle officine collnboratrici, situate nella zona industriale cli Napoli, e che, malgrado i d:rnneggiall10nti e le cli truzioni, ancora rius<.:iva1110 ad effettuare un ridotto turno cli lavoro giornalie1·0 in alcuni repa r ti. Dm·ante il mese di l uglio si ebbero oltre GO nJl;nmi con circa '70 ore cli interruziome del fayoro.

31. . Nel luglio del 1943, quando già ln guerra volgeva per l'Italia al suo epilogo, il Ministero della pr oduzione bellica comlPj] a.va una r elazione cli carattere segreto inti.tolata << Oernni sullo sforzo sostenuto dal pHcse per la pi-oduzio,ne bellica nella guerra 1940-43 e sua entitù, nei confronti. clella guerra 1915-18 - potenziamento 1nell'inclustria bellica dal 1939 al 1943 ». La cifre pubblicate in tale clocum.ento riflettono il periodo, in genere, fino a tutto il 1942: ragionevoli extrapolazioni posson,o fa1'si per giungere a con clusioni definitive sn t u tt o il periodo della il1ostra guerra . - Un co11fr o11to iniziale per mettere iill rilievo le possibilità produttive fra le NHzioni Unite e quelle del Tripartito. Si afferma ,p reliminarmente che non e1'a possibile supetare la procluzio;n e degli anglos11ssoni pressochè in n essun settore. Conside1·iamo i più signifi.<:ativi : - Oa1rbone : la produzione di questo elemento base clell'a ttivit.ì, industi-iale r ;:iggiunge per gli alleati, colonie coro.prese, oltre tin mili;:irdo di tonnell ate rrnnue, ligmiti escluse, men.tre il Tripartito (Paesi occupati comp resi) a mala a pena tocca i 300 milioni cli t .. E1ie1·gia, ele'ttrfoa: anche in questo campo la su1Jerio·- 386 -


J

LA PRODUZIONID DE'LLE AR'.l'IGLllJJilHJ DURAN'.l'EJ LA GU ERRA

l'ità delle Nazioni Unite 'è ,notevole fo1 quanto che di fronte ai 250 miliardi di kw/anno prodotti nel Oµuadà, Inghilterra, Stati Uniti America, Russia, U 'rripartito ne produce 60 miliardi. . - Aoaia.io, : lo stesso rapporto esiste nell'acciaio in quanto che mentre gli alleati si avvicinano ad una produzione éli 150 milioni di t . anno, il 1'ripartito ne produee 40 milioni circa. I soli S.U.A.. producono 85 milioni di tonnellate di fronte ai 28 milioni del maggiore produttor<~ del Tripartito : la Germania. - 1-l ltlri metaUi. Gomrm;.a. Si potrebbe continuare eon rap~ porti ancora più sfavorevoli per noi, per il rame, nich(~l, piombo, zinco e eorrettivi degli acciai. l <'ra questi ultimi il moHbdeno è per il 98 % di produzione µmericana (.di cui il 96 % negli S.U.). E' vero che aUora le 11azioni unite potevano avere qualché <lifficoltà per lo stagno e la gomma però seiirza vantaggi per l'Asse in relazione alle difficoltà di trasporto in Europa -cli dettt· materie prime che in abbondanz;1 si producono nelle Indie Olandesi. Non è il caso cli parlare -dei :p rodotti petroìiferi nè di quelli alimentari e dell'abbigliamento, ove la superioritf:L dell'avversario era schi~tcciante. E' quindi evidente che alle possibilità -di produzione delle Nazioni Unite non avremmo potuto mai neanche l01Jt;rnam<•,n te avvici!narci anehe facendo astrazione dallo sviluppo indust:l'iale che negli Stati Uniti AJncrica, Russia ed Inghilterra, consente, per la modernità e potenza degli impianti unii, produzione iu serie di eccezionale rendimen,to. - si risponde poi alla domanda se nella guerra 1940-43 si S̵ prodotto meno che durante la guerra 1915~1S. Prima di tutto non è vero quanto aleuni µfferma:no ehe la forza dei militari al.le armi sia stata inferiore nel 40-43 a quella della guerra 1915-18. La forza media alle armi delle tre forze a.rm;:tte nel 1915-18 e nel 40-43 è stata la seguente:

1915

1.600.000 2.500.000 :1.200.000 3.150.000

1916 1917

1918 -

387 -


IL i\lATERIALE

1940

1.850.000 + 150.000 milizi a fascista )) )) + 150. 000 )) )) + 150.000 )) )) + 150.000 mediamente il 15 % in più.

194.L 2.750.000 1942 3.2,50.000 1943 3.000.000 cioè nell'ultima guerr a

= 2.000.000 = 2.900.000 = 3.400.000 = 3.650.000

Situazione dell'acciaio, elemento fondamentale delln produzione belJ.ica : è chi aro che per gli altl'i materiali la disponibilità non può essere stat~ che fProporzionale. Del resto, anche se rispetto aIJa passata guerra si sia avuta una contrazione nel consumo di rame e di stagno, questa è però coill[)ensata da maggior consumo di alluminio e di zinco. Orbene, l a disponibilità, complessiva di materiali siderurgici, (acciaio e ghisa di p1·oduzione nazionale e di importazione), dal 1939 al 1942 compreso, è, stata del 75 % superiore a quanto fu -distribuito nel corrispondente periodo 1914.-191"7. Con tanto materiale che cosp si è fatto? Limita ndo l' esame ai mez7,i cli offesa e di tanti, poche cifre esposte in parallelo a quelle dàn1110 un qua·d ro ben chiaro dello sforzo del dPfìnire superiore a q_uan to, ;rnche coo molto teva ,p revedere prima de1J' ultimo conflitto. La produzione è statn : mitragliatrici

1914-18 37.000

difesa più impordell'altra guerl'a, Q)aese che si può ottimismo, si po-

1939-43 101.0QO

con una media massima mensile 1.200 nel '18 e 3350 ITTel '42 cannoni canin-0ni da 20 bomba,rde mortai (45-81)

16.000

11.000 H.000

7.000 16.800

Totale

23.000 contro

36.800

Se però si ipassa dalla valu tazione numerica a quelJa qualitativa l 'entitfL dello sforr.o della seconda guer ra diviene ben mag-

388 -


/'

LA PRODUZIONE) DELLii:. AR'l'IGLIERIID DUHAN'l'D LA GU0RRA

giore. Una idea sia pure approssimata può trarsi dfllle ore ·d i lavoro impiegate. Per le mitragliatrici, mentre nell!l, passata guerra non si aveva che il calibro 6,5, nellf.i seconda la massa era del calibro Se buo,n a parte dei calibri 12,7 e 13,2 (per l'aeronautica e la marina) . Armi queste ultime che ri.chiedevaino una velocità cli tiro molto superiore sia a quell[l delle armi di 20 anni pdma sia anche a quella -delle mitragli.atri.ci in dotazione al R.E .. Per dette armi le ore di lavoro si possono ritenere in media il doppio che per il passato malgrado il perfezionf,lmen.to dei mezzi di ,produzione. Analogo ragionament o vale per le artiglierie: non ~i IJ.)OSscmo solo numericamente comparare i cannoni dell'altra guerra a quelli attuali, ben, più cornplic~ti e di caratteristiche molto più c,levate. Un'arma da 20 mm . richiede 748 ore di lavoro, un cannone da 47 11e richie·de 1200, eontro sole 660 richiest(~ dal cannone da 65 dell'altra guerra, ancora in élistrihnzio11e 111e) 1943 a11' r1rtiglieria divisionale . La sproporzione aumenta in relazione all'aumentare ,dei calibri ; infatti, riferendoci soltanto alle mflsse oseillanH, dnllo specchio che segue si ha un,'idea. chiara del maggior lavoro che veniva richiesto rispetto alla passata guerra : nel '40-'43

nel '15-'18 per per per per per

il

il il

il

il

75/45 105/28 149/12 14.9/35 210/8

= ore 1.592 = ore 2.766 =

ore 2.384 ore 1.286 ore 5.270 ,

per il per il pet· ' il per il ,p er il

75/46 = ore 105/23-25 = ore = ore 14H/19 = ore 149/40 = ore 210/22

4.500 7.600 8.750 12.475 17.350

Se si considerano gli f.lffusti, ,pure molto più complessi, il 11umer o delle ore di lavoro aumenta a,ncora di più. Per le sole ma.sse oscillant i prodotte nei ·due maggiori stabilimenti (Ansaldo e O.T.O.), nei primi 31 mesi dell'una o clelJ.'altra guerra, ~ le ore di lavoro impiega te risultano quasi il doppio di quelle impiegate nellf.l guerra scorsa. Se si aggiungono le armi da 20 -

389 -


IL l\!A'1'0RIALE

prodotte nello stesso period o cla altr e ditte, il numero cli ore lavorative nella guerra '40-'4.3 si eleva a quasi il triplo. Qualora vi. fosse stata maggiore disponibilità d i materi e prime si sarebbe prodotto di più dato che la cap~cità prod ntt iva dal U}39 in poi er a alllJcla ta <>ontinuamente aumentando come vedremo più avanti. P er quanto riflette le 1nt1vnizùrn,i~ la iprocluzione era in relazione alle bocche d fl fuoco. Si aggi nnge però che i proiettili del 40-43 erano ben ipiù complicati: le spolette meccaniche richiedono llllJi lavoro e11orme t ratta 11 dosi ,di sistemi ad orologeria complessi e di precisione. I proietti anticarro presentano pm·e caratteristiche di lavorar.ione molto superiori a quelle de])a prima guerr;i mondiale. Il settore nel quale le cifre sono par ticolarmente com·incenti è quello della motorizza1,ioa1:e. , I Nel perido 1!)15-18, s1 era pa~sati dall' iniz' o della gue!'ra aJl'armisti.zio : dn vetture

400 3.400 150 1.100

da autocani d;:i trattrici da motocidi

a

2.i'iOO a 27.000 n 1.200 a 6.000 .

/

A1l'inizio della guerra at t uale la disponibilità era la seguente : autovett ure autocarri e t rattori carri armati motomezzi

6.500 42. 000 1.500 13.000

( 50.000. I

Da allora sino al giu gno 1943 fmono intr-oclotti cornplessiva,me:nte : automezr.i J 08 .000 di cui 83.000 prodotti in Italia motornezzi 40.000 cli cui 33.000 ij)rodotti in Italia elevando così l a disponibilità complessiva a : a utomezzi 158.000 motomezzi 53.000. rurtl·oppo, al 1° giugno '43 gli automezzi erano 96.000 e i -

390 -


J

LA FRODUZ!ONFJ DELLE AHTIGLIBRIID D'URA)l'1'E' LA GUElRRA

motomezzi 35.000, il che vuol dire che si e1.,a percl.uto il 78% degli automezzi ed il 60 % dei motomezzi prodotti. Circa i oa.rr i a1rnv.a,ti e le autoblinde, che nell'altra guerra \no,n, vennero p.roclotti affatto, in questa guerra per la produ. ~iooe di 2450 unità nel -40, '4,1, '42 la sola. Ditta Ansaldo aveva impiegp.to 20.000.000 di ore circa. Se si aggiungono poi le ore di lavoro dell a Fiat e della Lancia, · che hanno notevolmente concorso a tale produzione, la. cifra si eleva di altri milioni di ore. Per il settore motorizzazione, del resto, basterebbe riferirsi aJ consumo del carburante e luhrificain te che, duqmte la prima guerra era stato di : T. 210.000 per il carburrnnte 'r. 23.000 per il lubrificante, quantitù, che nel secondo conflitto, rap:presenta il consumo cli 6 mesi circa.. Ben si può immaginare quale jp UÒ essere il logorio delle gomme Ìin rel,azione f,l i mezzi più perfer.ionati del secondo co:nflitto che, pur consumando meno carburante, sviluppav;:ino velocità notevolmente maggiori. Nel campo dei collegamenti, limitandoci ai rmezzi radio : duram,t e l'altra guer1·a presso le PF.AA. la quantità di stazioni radio erf), insi.gmi:focante; nella seconda guerra dal 1.6.4:0 al 1..5.43, furono prodotte per le tre Fl1'.AA. circa 25.000 stazioni, buona parte delle quali di grande portata. Non si accenna ad altri mezzi particolari, in via cli costru7,io,n e durante la 2" guerra> come radioloc~lizzatori ed altro. Il potenziamento degli Stabilimc~nti cli produzione bellica dal 1939 al 1943 assu11se una vastità che tenendo ·conto della povertà dell'Italia in materie prime e in tecnici poteva amebe essere considerata eccessiva. Gravissime le ·difficoltà che si dovettero affrontp.re per ]e nutest.ra:n7,e, parte delle quaJi dovute formare mediante corsi adclestrnt.ivi. Nel settore delle artiglierie il cui potenziamento ebbe inizio - alla :fine del 1938, la ca1p acità prodnttiva fu più che quadruplicata, tanto che purtroppo per deftciemm di materie prime n-0n -

391-


1L MATIIDlAL E

sempre la si potè sfruttare i111tegralmente a yantaggio dell'Italia. Per i proietti la capacità, fu triplicata. Per le armi <lella fa nteria individuali l'incremento fu del 70 % circa, mentre per le ~rmi automati che la produzione si era più che tr:iiplicata. Per i cannoni da 20, da 37 e cla 47 e relative munizioni, la capacità produttiva fu quadruplicata. Ji}x novo si creò la lavorazione dei bossoli di acciaio che avrebbe COO'.lsenHto la quasi completa sostituzione dell'acc:iaio all' ottone, sempre che difficoltà, qualitative di materie 11,Jrime (ghisa, rottumi, cal'bone, m:à1nganese). non avessero limitata la possibilità produttiva. Annloghi progressi per le coro11e dei proietti sostituendo nella quasi totalità al rnme il sintereisen prodotto in Italia. Amche per gli esplosivi, come nel settore dell'indust ria chimica ad essi attinente, la c;:tpacità produttiva e1.·a stata tn otevolmcnte aumentata tanto da aver ragione di ritenere che si era per.sino fat to troppo essendosi basati i progra:pi\ni di !Potenziamento su <lati calcoluti troppo ;ibbonda,nteme,n,te ~ngli S. M. delle t re forze armate. ' Ai linters di cotone adopera ti fino a tutto il 1939 per gli esplosivi di lancio, si sostituì la carta creSfPata prodotta i u territorio in quantità più che sufficiente per gli esplosivi. Incrementi si ebbero : (lliel settore dei carri armati, autobliITTdo (triplicato); nel campo della siderurgia e metallurgia : contenuti per la siderurgia a causa della deficiente disponibilità di materie prime, en ormi invece per la metallurgia (a d es. l a produzione delle leghe leggere fu ipiù che raddoppiata). Nel magnesio , l a produzione, partita dal 1n ulla, faceva già fronte a tutto il fabbisogn o ed anche alla esportazione . Una delle realizzazioni più costose ma anche più interessanti, quella della gomma sintetica, da.va già una produzione italiatnia di più di 1/3 del fabbisogno. Nel comiplesso si poteva ritenere che le possibilità nazionali nel campo della produzione bellica dal 1939 alla metà del J 943 si fossero più che triplicate malgrado le enormi difficoltà_ Ma a questo punto bisogna mettere in evidenz;i le perdite -392-


J

LA PRODUZIONE DELLE AR'.l'IGLIDRIBJ DURAN'l'ID LA GU ERRA

di materiali bellici che si subivano. No11 si dispone cli dati pre<:isi, ma esse furo(n:o ingenti e notevolmente superiori a quelle della guerra 1915-18. Si tenga conto : - la. forza alle armi era del 15 % maggiore di quella d.ell'altrrt guerra ; - nei ripiegamenti in Africa Settentrionale, in Abissinia e in Russia molti magazzini erano caduti iJll mwno élel nemico o erano a ndati distrutti IPe.I' incursioni aeree (del resto assai numerose anehe sul tèrritoJJio metropolitano) che noin trovano certo riscontro nel conflitto 1915-18; - d~l mare venivano inghiottite quantitfL ragguardevolissime di preziosi materiali; delle vite umane non diciamo. Per quanto riguard a i ripiegamenti si faccia r iferimento al numero degli automezzi perduti (pari al 78 % di quarnto si era prodotto) per valutare la perdita degli ~ltri materiali privi di ruote o, se a ruote, privi di motori, e quindi assai meno facilmente sipostabili, anche in considerazione della r apidità con l a quale esigenze operative avevano costretto a ritirare le truppe. 1

Le fonti ,d i produzione di materiali bellici risultavano, nel 1939, insufficienti ai bisogni di guerra e l'armonia delle possibilità produttive ,dei vari materiali ,d ifettava. Ciò proprio qu~ndo la situazione politico-militare richiedeva immediati provvedimenti per mettere la Nazione ill1 grado di assicurare la produzione necessaria alla difesa ·del Paese. Di qui la. necessità, di un programma completo ed arm0tnico che fu predisposto con la massima urgenza in bl:lse agli elementi richiesti ' allora alle FF.AA. Il lavoro tendente a realizzare tale programma fu svolto : - i111 costante collaborazione con i Ministeri militarL 11Jer gli stabilimeinti f~tti a spese dello Stato o da esso sussidiati; - direttamente a cura delle ditte ed. a loro spese, per impulso diretto ·della Dir . Gen . Art. Min . Guerra. I provvedimenti non si limitarono solt~nto agli impianti strettamente bellici per la produzione di armi, munizio,n i ecc. , -

393 -


IL :V[ATERlALE>

ma si estesero ad impian,t i necessari IJ)er incremental'e l n produzione di materie prime nel campo min-eral'io, della metnllnrgia, della chimica, ecc., in modo cioè da poter dispone cl el massimo di materie prime per raggiungere rnna produzione più. che possibiJe armonica in tutti i settori. M~lgrado le notevoli difficoltà dovute nel 1939-1940 allo stato cli emergenza, aggravatesi poi dalla IPrematura entrata iin, guer1.'a. dell' Italia , il progrnmma pt<'disposto fu poi mantenuto immutato nelle sue linee generaJi . Per 1;1 sua realizzazione furono messe a disposizione eno1·rni quantità cli 111;1 terie prime, _nulla lasciaindo intentato per ottenere dall'estero e dalle ditte italiane i macchinari necessari per il raggiungimento ~lello scopo. In linea. di massim;:1 si l])uò confennarc che co111 tale sviluppo la. no t ra procl117,io11e bellica no:n, fn 11ormalmente limitata da insufficiente capacità produttiva dell'industria ; am-:i, in alcuni settori, si ebbe un successo; questo dovut o alle cara tteristiche che il programma /.lYeva assunto alla :fine del 1939 quando cioè si rite01,eva. di poter ent1·are in g nerra molto tardi e ci.oè dopo aver raggiunto quel grado di prepara1,io11e e quell'entità, sia ornre minima, di sc01:te, ritenuta indispensabile pel' agir e. P urtroppo non avendoci gli eventi consentito tale tempo,Ì la poea dispo,n,ibilità cli m~terie prime impose limitaziot11i all'attiYità di impim1ti al]ora in pieno svilupipo cli completamento, e fece rin1111cia1·e a stabilimenti già pr oget tati. Con l'aumento di capacità produttiva, doveva armonicamente procedere l'aumento del persona.le dirigen,te ed operai o presso le industrie belliche. Al 1° luglio 1943 gli stabilimenti ausilifl.ri erano 1.790 con circa 1.200. 000 dipendellti e gli esoneri concessi alle inclustrie ausiliarie nonchè alle alt re ~nclustrie impegnate iper fabbrica zioni di guerra ascendevano alla stessa data a ben G20.000.

-

394 -


LA :PRODUZIONID D[~Lfi AR'l'IGLI JmIEJ DURAN'l.'0 LA GUERRA

ALLJ<:GATO

1

A.lla ébata del 15 agosto 1937 la sit11,a.~one dell' ar1n,a,mento di a1rf;i,glieria, e del rela.ti1Jo 1ri1undo,n1am.ento ord.intl!rio era fo segiwn,te : Bocche da ;fuoco

Quantità

:il.:[unizioni in unfoc

56

6,91

57/43

65/17

496

7,69

75/Ì3

840

10,35

1377

8.25

75/18 75/27 15 C.K.

J

---

168

10,86

7/'i/46

84

12,67

100i17

74'8

9,08

105/28

604

10,18

120/21

,1

149/12

H)2

12,81

149/13

360

13,15

149/35

556

10,64

149/40

·18

12

152/13

80

13

152/37

24

12

152/{5

44

12

210/8

108

H

210/22

2,1

8

2!l0i9

24

305/8

(l

H

305110

(j

14

305/17

12

-

395 -

12

10,G6

12,33


IL MATElRIALE

Seg1w :

ALLJ::GATO

1

M. D.l.O.A.'l'. Boccl1e da ;fuoco

Quantità

Munizioni di unfoc

75 il.V.

88

12

76/40

484

6

76/-15

220

77 / 'lS e.a. 102/35

6,8

so

6

12

1,3

j M.. DA OOS. 1521:12

6

2,5

152/50

8

3

280/9

4S

6

280/16

6

6

305/17

16

12

305/50

6

2,5

381/40

2

6

In totale quindi avevamo :

6.837 b.cl.f. di cui -

per l'artiglieria vera e propria pet la. D.I.C.A.T. per la M. da Oos.

Ancora nessuna b.d.f.

niwv'Ci,

è entrata in servizio.

-396 -

5.861 884

92


LA PRODUZIONE DET,LE ARTlGLHlJIJID D U RANTE) LA GU0RRA

Al,LEGN.l.'O 2

Alla. &ata, del 1° gi1.1,gno 1940 la sit'lt<t2·ione clell'a1rmaime-nto di

artiglier-i,a er1a. la seguente : Bocche da fuoco

Quantitìt- - - i elrettivamente esistente Quantità iu commessa

I

da 20 :\I. 35 ))

20 per carri armati

))

37/ 40

))

57/43 e 57/30

1088

Jl9S 700

100

10

62

» 47 / 32

928

))

47 /32 per carri M.

))

75/13

1187 1598

2783

6'13

))

75/27 Mod. 906

))

75/ 27 in ca.v.

))

75/ 27 M. 11. ipp.

1073

))

J5/ 27 M. 11 T.M.

268

101

))

75 / 27 M . 912

51

))

75/18 M. 34

114

))

75 / 18 M. 35

252

))

75/34

192

))

75/ 27 C.K.

))

75/4 6 M. 34

))

77/ 28

))

90 /53

166 76

240

Z.15 1000

))

100/ 17 1:L 1'1 ipp.

1325

))

100117 M. 14 'l'.M.

199

))

100 /17 1:L 16

181

))

lOi:i/14

120

))

105 / 28

956

))

105 /32

227

-

397 -

11


IL ~IA'l'ElRIALE)

Segue :

Bocclle cla ;Cuoco

c,.>,uantità •!ffettivamcntc esistente

cla 120121

5

))

120 /40

4

))

120/25

30

))

H0/12 M. 14

592

))

149/ 12

116

))

14!l/13

4$)0

))

11!)/19

1

))

140/35

895

))

140/35 A.

24

))

149/35

s.

4

))

149/40

))

152/13

flS

))

152/37

29

))

1521<15

53

))

210/8 D.S.

))

210/22

16

))

2G0/9

98

))

200/9 .S,.

8

))

30;3/8-11

23

l\(.

18

39

Quantità in commessa

1392

731

500

))

305/8-11-;l.6

JG

))

305/10

16

))

303/17 M. 16

6

))

30M17 G. 17

17

))

3 0/l.5

5

))

120112

7

-

398 -

ALLEGATO 2

346

\


LA l'RODUZI01'8 Dl•)LT.,r,; AR'.J:lGLIJ.lHIIJJ DURANTN LA

GU0RRA

Segue: ALLEGA'l'O 2

MILIZIA CONTRAEREI nocche da fuoco

Quantità errettivamente esistente

))

37/5.J. 75/27 A.V.

))

75/46

Quantità in commessa

116

da 20 M. 35

))

I

J :'i,12 (1)

620

94 2S2

))

76/ 40

212

))

76/tl.O i\11. 35

208

))

70/4;j

232

))

77/28 e.a.

))

90 /53

90 636

(1) compresi 1JG¾ complessi cla 20 M. 35 per industriali.

All'atto dell'entrata in guerra - 1° giugno 1940 - abbiamo dunque in totale : - b.d.f. effettivamente esistenti 14.157 di cui : 13.145 per l'l'J. (che ora comprende anche la M. da Cos.) l.012 per la D.I. C.A.T.

Però si han no in all.estimento : per l'E. ll)er la. D.I.0.A.T.

J0.1S8 b.d.f. 3.030 »

Di b.d.f. del innovo ti[Po (ossi.a. realizzate dop o il programma <lel 1930) abbiamo complete èd e-fficienti : per l'E.

2.262 (d i cni però 10 9 sono pezzi <la 20, e 928 pezzi da 47/ 32); per la M.O.A. 115 (tutti. da 20). -

399 -


IL l\:CA'l 'EHI ALE

ALLEGATO

3

Sit1Jazio1ie del m.a:t eriale d'artiglieria (COlll[)resi : mitr:ig1icre

da 20 e pezzi anticarro) nlla cùa.ta, del 30 settem.bre 1942.

D eno minazione del materiale

A

H

da 20 M. 35

1275

64!

197

108

218

2-!42

2235

da 20 M. 41 (T .F.)

16

16

masse oscillanti da 20 Jl. carri M.

256

25()

65

masse oscillanti da 20 p. autoblindo

298

298

430

da 25 anticarro Kotbkiss da 37/20 P.R. » 27 M. 37 ,Sko<Ia

» 37/40 » 4.0/GO Bofors >)

47 /32 M. 35 e 39

47

157

110

109

109

3

3

12 ·

12

24-

874

1690

21!:J

74

293

24-

1500

3150

2406

masse oscillanti da 47 /32 p. carri armati

489

489

51

51

masse oscillanti da 47 /R2 p. semoventi

53

masse oscillanti da 47/32 p. carri Somua

33

masse oscillanti da 47/<10 p . carri armati

masse oscilltrnti ùa 47 / 32 belgi da 47 anticarro Booklcr

» 47 M. ·37 » 47 U. 38 Skoda » 5714:l e 57 / ì!O

500 2

2

221

221

12

12

3

3

16

16

-

400 -


J

LA PRODUZIONE DELLE ARTIGLil!1HIEl DURANTiiJ LA GUERRA

Se!lue : Ar,u;GA'IO 3

'

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8

H

32

588

-

-

19

-

-

153

-

-

-

84

336

·19

19

-

-

-

143

-

10

-

14

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66 P.B.

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del piateri;:tle

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1

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'70/15

))

75 e.a . ;fr ancesi

-

..84

-

-

))

75/13

794

-

345

i6

48

1213

-

))

75/15 l\font. P .B.

67

-

-

-

67

-

))

75/17 Mont. P.B.

83

-

-

-

-

83

-

))

75/18 l\:f. 34

106

-

37

13

74,

2il0

R80

))

75/18 M. 35

68

-

-

-

-

68

.206

52

-

-

-

-

52

205

36

-

-

-

-:-

36

-

-

132

-

-

-

l>

-

.

-

-

..

masse oscillanti da 75/18 p. semoventi ))

75/ 27.06 e.a.

))

75/27 C.K.

))

7.5/27 M. 90,1 K.

anticarro da 75 M. 97 /38 da 75/'n M. 906 75 / ~7 ;)/I / 906 su ruote gomm. A .S.

12

107

8

-

-

-

-

-

79l

-

68

52

124

88

·6

5

32

-

36

36

-

13!}

-

998

-

-

-

-

176

-

-

-

-

88

-

88

26

70

882

-

-

-

173

-

-

24

40

-

-

14

116

-

-

-

-

49

136 878

) ):

da 75/27 tn cav. 75/27 l\:C. 11 ipp .

098

-

ipp. ruote gomcn. per A..S.

63 ,

1.08

da 75 /27 1VI. 12

10

-

))

))

75/ 27-11 T.M:.

99

-

))

75/32 M. 3·7

3

13

36

masse oscilla nti da 75/3'1 p. carri armati P/40

-

-

-

-

-

-

da 75/34 ).\1. 97-:P:B .

83

-

-

-

-

83

26

401 -

..

-

j


IL MATERIAL1l) S'egW3 : ALL EGA'.1.'0 3

(,)

(,)

Q

D en om inazione del materinle

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4) .....

G)

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da 75/45 ))

75/46 M. 34

))

75/4.6 M. 34M

))

76/17 P.B.

P .B.

e

C/1 0

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,~g

4

-

68

H8

6

-

4

-

76/32

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8

H

o

e

e

--

-

-

-

54

-

-

6

50

13

-

17

-

-

-

128

-

17

-

-

autocmruoni da 00/5,3

2

-

masse oscillanti da H0/133 p. semoventi

38

c.

.i

~-

VJ VJ

I-!

17

90/53 M. 51

t()

o(,)

""'

17

85/33 P.B.

))

51

-

~

.s "'::i

H

H

35

))

77

Cl>

a ~~t i:: o .,;l

-

da 77/ 28 M. 5 e 5/8

o ~

-

4

-

220

-

-

ò2

660

-

-

-

2

57

-

-

-

-

38

678

-

76

1

34

789

-

39

139

-

-

178

182

-

-

-

14

196

38

-

-

-

-

38

308

12

-

-

320

-

-

126

-

-

-

126

-

100/22 ruote goruma te p. A.S.

4:8

-

-

-

-

48

100/17 M. 16

66

-

56

rn

135

-

100/ 23 P.B.

61

-

-

105/11 Mont. P.B.

27

-

-

17

u

-

-

-

120

-

30

-

-

30

-

105/15 francesi

75

-

-

-

75

-

105/27 P.B.

75

-

-

-

-

120

-

-

100/17-14 ipp. 100/17-14 rnote gomm. p. A.S.

100/17-14 'r.M. 100/22 M. 14-19 P .D. 100/22 avuti m ania

dalla

Ger-

100/ 22 M. 16 P.ll.

105/1-1, 105/15 P .B.

-

402 ·-

61

-


J

LA PUODUZI0NlD DELLE ARTIGLl©ftIEJ DUHANTW LA GUI!J.RUA

Segue : ALLEG.&'.IO 3

Deu om in az i one materiale

g

r:.lcH

..-<fJ]

z P<A Q)

105/28 ruote gommr1te p. A.S.

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o

c;I

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....

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H

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105/28

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<)

e

A

E,;

H

442

-

58

26

62

558

-

48

47

-

-

-

95

-

10

-

-

-

-

10

105/32

122

-

76

198

9

I -

-

120/21

-

-

-

-

9

-

120/40

7

3

-

-

10

-

120/25

5

20

-

-

-

25

-

-

9

-

-

-

9

-

149/12 l\:L 1'l

574

31

22

-

-

(>27

-

149/12 M. 18

53

-

-

55

-

108

-

85

-

48

!123

-

147

422

105/29 P .B.

120/4~ e l20/50

149/13

289

149/19 .M. 37

147

149/28 149/35 l.49/35 A. 149/40 149/47

1

-

~

-

-

-

14

-

-

24

38

-

727

27

60

13

-

827

-

40

-

-

-

-

40

-

12

-

-

36

51

108

4

-

-

-

4

-

-

-

-

6

-

-

-

-

88

-

-

-

21

-

-

-

-

-

8

-

-

-

58

-

-

-

108

1

-

-

1

-

23

-

-

-

23

-

3

-

152/13

88

--

152/37

17

4

152/40

8

152/45

50

150/35 e 150 Krupp

155/14 P .B. 155 .Schneider 155/25 P.B .

6

108

-

403 -

8

-

--


IL 11-CA'.i.'lllRIAL E

&eu11e :

ALLF,OAto

3

D e nomi.uazione materiale

155/4(;

12

12

190/39 10.1/29 P.B. affusto terr. 194/ 32 P.B. so cingoli 210/8 D.S. 210/22 M. 35 220/32 P.D. 240/32 (Bombarda)

8

8

12

12

2

2

137

13

5

150 (1)

4

5

46

4

296

1

297

24.0/ 27 P.:R. affusto ferr.

4

4

280 l'.D.

5

5

305/10

16

305/8 M . 1l

23

16 23

305/8 M. 11-16

16

16

305/17 M. 16 e ~1. 17

23

23

380115

5

5

381/ 40 R.M .

4

4

420/12

6

!l

340/ 45 su affusto :ferr.

3

3

:....

(1) Fino alla s ituazione d el 30 agosto erano ancora dati presenti ed effi-

cienti in Russia 15 pezzi da 210/22.

·- 404: -


LA PRODUZfONE DE:LLE ,IBTIGLIEJRIBJ DURANT!D LA GUIDRRA

S.Cfj'tte : ALLEGA'l'O

3

Eem,rn~e a;llw cl:a,t a. àel 30 settenv.bre 1942 la: 1l!Iilizia Oontta.e'l'ei à:isporwv·a. del seguen,te arm,amwnto :

Denomina7.ione del materiale

Mitragliatrici B r eda per .per industriali 20 l\'L 39

20 M:. 39 per industriali

92

92

326

326

77

77

3000

20 M. 41. tipo ScotU 20 Oerlikon

149

149

20 Oerlikon da pos. 37/54

89 301

317

l.6

26

12

75/46 M . 40 da pos.

41

4

75/.16 Vickers

51

75/50 e 75151 wl. 32

98

60

45

B4-

24

12

70

265

44

36

345

76/,10 M . 35

219

-

77/'2S

c./

219

191

6

98

110

88/30

2

7

88/55

8

28

90/53 M. ,J l P. da pos. 102/25

39

51

76/40

j

50

90

1

75/27 A.V.

76/45

195

197 208 ~

9

B04

304

BO

12

-

405 -

42

1087


IL MATlìlltIALE Seg1ie : ALI.WATO 3

Alla data -del 30 settembre 1942 (che abbiamo assunto come qne11a nella quale m;:issimi erano l'efficienza e lo svih1ppo dell'E.) avevamo dunque:

pen VFJ.seroito b.cLf. efficienti e complete

18.2 3 1.2]9

))

solo masse oscillanti

)) ))

in commessa solo masse oscrna,nti in commessa

8.238 2.126

per l(lJ M.0 .A.. b.d.f. efficienti e coruplete » in commessa

2.675

4.371

Delle b.-0.f. ora dette, erano -cli proveniem:a estera (avute d'all~ Germania (1) , o di nostra P'.B.) : per la M.O.A. 194 per l 'Esercito 2.224

1

più in commessa. per l'Esercito

1.578

per la M.C.A.

50

(di cui 1.500 ordinativo alla Bof ors per il 40/60 anticarro)

Alla stessa data, cli b.d.f. del n 11ovo tipo ;ivevamo: 1

7.467

di cui da. 20 e da 47 ben 6.749 : perciò -delle vere e proprie art. solo 718 pezzi !

per la M.0.A. 1.161

cli cui da 20 e da 37/ 54 ben 812 : perciò cli vere artiglieri~ e.a. (75/46 e 90/ 53) ch·ca 350 !

1Per l'Esercito

(1) Successivamente, e fino alla metà del 1943, l'alllusso di b.cl.f. germaniche (8&/55) per la difesa e.a. diventò cospicuo: mancano dati esatti. I materiali erano forniti dalla Germania, il personale era nostro : gli specializzati e gli uOìciali venivano inviati in Germania a frequentarvi dei corsi.

-406 -


ALLEGA/IO 4

Hin:tesi à.>elle oa1ra.tteristiohe gem311a·l i clei m,aiteriali di artiglieria posseduti d all) Esercito italiarno verso la fine d'ella g·uerra 1940-43 : 1

AR,TIGLIERIA DIVISIONALE

6ti/17

7ti/ 13

I

Gittata massima

Notizie sui materiali

btr. accomp11gnamcnto

6.500

Materiale a consumazione - le nuove btr. accompagnamento sono armate con materiale 47 /32.

akune div. ftr.

8.250

Assegnazione alle G.U.

Qm~stioni importanti allo stuclio N.N.

N.N.

div. alpine

....

o

-:i

7:iil5

alcune div. alpine

75.'18 M. 3-i alcune cliv. ;t'tr. (Grecia)

75/18 M . 35

alcune div. f tr. e celeri

75/Zl lVl. 11 alcLme div. ftr.

75/32

cliv. ftr. e celeri

N .N.

9.200

E' una derivazione dal 75/13 fatta dal-

9.500

A

traino animale eventualmente someggiabile.

N.N.

9.500

\ traino meccanico con trattore leggero (Lt:H).

N.N.

la stessa casa Skoda - adopera anche gli s tessi proietti del 75/13.

10.2'10

[ppotrainato o a traino meccanico con In corso esperimenti per trattore leggero (L/37) . piattaforma a ruota per tiro e.e.

11.500

Tn Russia fu adoperato come anticarro costituendo un Reggim. su 3 gruppi (201 e).

,

N.N.


Seg11e :

ALLEXlATO 4

AUTlGLIERIA DIVI STONALE

Calibro

I.

Assegna7.ione alle G.U.

I

75/43 M. 40 div. ;ftr.

Gi ttata

3.000 (limi te T.'1'.)

o

00

Materiale avuto dalla Germania • as- Deciso di costruirlo in segnato a qualche clivisione con com- Italia, già ordinati 1000 plto e.e. pezzi.

100/17 i\(. 14 div. ;ftr.

o.aoo

A

100/17 i\(. 16 cliv. ftr.

9.300

Destinato acl operazioni in montagna cllrrelJnto.

!P-

100/2!!

105/11

div. ftt·. e div. corazza.ta , (Ariete)

alcune dlv. alpine

10.000

Questioni importanti. allo s tudio

Notizie s ui materiali

massima

trl!ino animale o a traino mecca- In allestimento piattafornico. ma a ruota per tiro e.e. N.N.

Materiale cli l:'.B. crolacco).

. ~.250

)lateriale r.B. (.francese) - Mat. someggiato - in Hnssia ha dato ottima

In allestimento plattaforma a ruota per tiro e.e. ~

N.N.

})l'OVU.

l Ou/2:l .

Cliv. ftr.

11.000

In via di ultima;,;ione l'esame dei due ti pi presentati dall'Ansaldo e dalla 0 .'l'.O.

N.N.


Seu·1te :

ALLEGATO 4,

ARTIGLIERIA DI CORPO D'ARMATA Calibro

·I

Assegnazi<me alle G.U .

Gittata massima

Notizie sui materiali

Questioni importanti allo studio

105/28

13.650

a traino meccanico

N .N.

105/32

16.200

u traino meccanico

N.N.

s.soo

a traino meccanico

N .N.

14.200

a traino meccanico - è in allestimento per la graduale sostituzione dei gruppi cla 149/13 - i gruppi già costituiti sono 24.

N.N.

14!)/ 28

13.300

materiale Krupp ;1 traino meccanico ceduto dalla Q(;rmania - perduto per eventi bellic:i

N.N.

105/'10

17.500

ma teriale omologato recentemente - in costruzione presso l'Ansaldo.

N.N.

149/13

In distribuzione ad alcuni

gruppi cli Art. di Corpo 149/J.9

d'Armata.


Segue:

A LLEXlATO

4

ARTIGLTERTA D'AllMATA

Calibro

Asscgm1zione alle G.U.

•Gittata massima 2ft.700

149/40

Notizie sui materiali

le unitit giit costituite furono perdute

per eventi bellici

Questioni importanti allo studio In commessa 108 esemplari - esistenti 3 pezzi.

Per batterie cl' Armata 210/22

15AOO

icl.

In commessa pezzi

Materiali anOqun.ti

149/35

N.N.

17.500

152/37

22.000

N.N.

wateriale su affusto rigido

Per batterie d' 1.\rmata 305/8-10

11 .000

N.N.

380/15

15.000

N .N.

420 / 12

14.600

:K.N .

altri

34


Segue : ALLilGATO 4

AR'.l'TGf,TERJE SEMOVBNTI

Calibro

I

Assegnazione alle G.U.

I

Gittata massima

Notizie sui materiali

Questioni importanti allo studio

75/18

Unitù per div. corazzate

8.000

y[ateriale su scafo M. 41 (14 Tonn.); ha armato i primi n gruppi clt a rtiglìerla - attualmente 11 materiale è passato alle comp. canisti meno due clue g ruppi (558 in Grecia e 560 j.n Sardegna).

In commessa lit

75/34

Blg. per <liv. corazzate

]2.000

:.\:Cate1·iale su scafo P. 40 (25 Tonn.) e su M. 43; in allestimento per ar-

lu commessa 1000 pezzi -

mare 7 battaglioni carristi.

105/25

·Gruppi per div. corazzate

8.000

)fa terio.le

a gruppi

su scafo M. 43 (15 '.l'onn.); in via cli cos tituzione.

allo studio su semovente semicingolato da· 3 T.

I n corso cli omologazione in allestimento 266 pezzi.


AllTl·GLIERIA CO.N'l 'ROAEREI

l

Culibro

cauu. mitr . da 20 i\L 35

-

-

-

Assegna.-;ione alle G.U. Per cllvisioni vari tipi

id.

id.

i d. Oerlikon

id .

1d.

37/ 54 Ctlll l1011C ti::t,:>

5000 2500

id. n1od. 41

CflllllOllC da Solo per btr. d11 posi:.&ione

>-"

·Glttata m::isslma

40/5(j

4800

4000 da Per batterie cli v.ìsionall IiO-

7600 4500

fors

cannone

da Per ba ttcric mobili

75/46 mocl.

3-1. M-40

cannone

da Per batterie mobili

88/55

Notizie sui materiali

Questioni importanti allo studio

Batterie mobili, ippotraioa tl~ o autoportate. tmpicgo armi binate e quadruple s u apposito afCusto. Questioni vaid. icl. rie relati ve 111 muniziouameuto. ln distribuzione alle unità delh di;f. e.a . del terr. id.

id.

Per batterie mobili - installazione a In nllestimcnto H>OO pezzi piattaforma a traino meccanico. consegna da prevedersi per il 1944.

13000 8500

A traino mcccanìco - batterie provviste di centrale Gamma e di ste1·eotclemetro da m. 4.

14(!00

xlateriale avuto dalla Germania e im- Sino ad oggi cedute 184 piegato ora per la dlf. e.a. del terr. batterie. e zone occupate - Impiega centrale germanica.

10400

da 90/53 da 90/53

l:'er Mtterie da posizione

17400 12000

lVIaterh1le impiegato per la dit. e.a. '.l'rasformazione al cal. 88 clel tcrr. - Parte di queste batterie devono essere montate su piattaformn mobile appeua detto materiale sarà disponibile.

n utocannoue

Per batterie autocn.mpali

id.

E' il materiale sn ricordato montato In corso cli esperimento

su autocarro Hrccht 51 o Lancia a RO munito cli centrale Gamma e s tercoteleroetl'O.

1a

sistemazione su autOtl.%io SP .A 41.


Segue, :

ALLlllGATO 4

ARTIGLIERIA CONTROAEREI

I Assegna:.1ione alle G.U.

Calibro

cannone

da

K.N.

id.

13000 7200

. id.

N.N.

icl.

14500 10000

id.

N.N.

i<l.

6100

;frane.

cannone 75i 46

da W i-

ckers 75/'n C.IC.

Questioni importanti allo studio

Di preda bellica

75151 mocl. 32

K oti:>.ie sui materiali

14000 9200

da Per batterie mobili

75/50 Skoda

cannone

-Gittata massima

Materiale antiquato

N.K.

:;\fateriale antiquato in eonsegna alla

N.N.

4650 75/27 A.V.

Per batterie da posizione

6100 41l50

M.A.C.A.

76/10

id.

7900 5000

id .

id.

N.N.

i(i/45

id.

7800 6500

id.

id.

N.N.

17/28

id.

8000 4600

Di preda bellica - materiale antiquato in consegna alla M.A.C.A.

N .N .


!Seg1te :

A LLl'JGATO

BATTERIE DA POSIZIONE COSTIERA

Calibro

75/15 P.B.

Gittata mnssima 9.200

Notizie sui materiali

Questioni impor tanti allo stuùio

Materiale P.B., per btr. da posizione.

N.;K.

75/'1:7 mod. 06

10.240

Per btr. da posizione e pezzi isolati di sbarra. mento.

N.K.

75/34 mod . 97-88

19.500

Materiale francese con affusto modificato dalla Germania, pezzi isol.nti di sburramento.

N.N.

75/27 l!'.K.

10.000

Materiale belga, pezzi isolati di sbarramento in Sardegna (37 pezzi) .

N .N.

76/15 P.Il.

8.000

76/32 P.B.

13.000

77 /2S mocl. 05/08

8.600

Materiale russo, 10 btr. da posizione co::it!era.

N.N.

Materiale Jugoslavo, btr. ,ta posizione COl,tiera.

N.N.

Per batteria da posizione.

N .N.

85/33 P.B.

15.150

lHateriale greco, btr. da posizione costiera.

N.N.

100/22 P. B.

10.000

Materiale polacco, btr. cla posizione costiera.

N.N.

100/ 2-3 P.B.

J0.700

Materiale jugoslavo, btr. da posizione costiera.

N .;N.

8.100

Materiale italtano, btr. da posizione costiera.

N .N.

105/15 l:'.B.

10.300

Materiale francese, bt1·. da posizione costiera.

N.N.

105/27 P. B.

]2.000

Materiale francese, btr. da posizione costiera.

N.N.

105/29 l:'.B.

16.000

Materiale greco, btr . dn posizione costhm1.

X.N.

12"2/45 P. B .

20.000

.Uateriale russo, S btr. da posizione costiera.

N.N .

Ba tt.crie da posizione costiera e difesa aeroporti.

N .N.

105/14

149/12

G.800

149/ :35

15.000

1.52/1.3

9.600.

Batterie da posi7.ione costiera.

N.N.

Batterie da posizione costiera.

N.N.

4


Segue :

ALLEGA'IO

4

BATTERI A DA POSIZIONE COBTIERA

Calibro

Gittata massima

Noti7,ie sui materiali

Questioni allo studio

152/28 P.B.

18.000

.Materiale russo, 8 btr. da posizione costiera.

N.N,

152/37

21.810

Materiale d'Armata in posizione costiera.

N.N.

152/15

19.400

.Btr. da posizione costiera.

155/14 P.B.

11.300

Materiale francese, btr. da posizione costiera.

N.N.

155/25 P.B.

14.000

Materiale francese, btr. da posizione costiera.

N.N.

155/36 P.B. (G .P.F.)

18.000

Materiale francese, 5 btr. da posizione costiera.

N .N.

l

155/45 P.B.

18.400

Materiale francese, btr. da posizione costiera.

Cl

194/29 P .Il.

1(\.500

l.Vlaeriale francese su affusto ferroviario, batteria · pe1· ditesa col'!tiera.

N .N.

194/32 P.B.

20.800

Materiale francese su cingoli, btr. da posizione costiera.

N.N.

8.4.:'iO

Materiale a rottame meno alcune batterie da posizione costiera in Egeo.

N .N.

t

l

210/8

In corso ampliamento settore e rapidità maneggio

In corso costruzione speciale installa7,, costiere.

id.

220/32 P.B.

23.000

Materìale francese, btr. da posizione costiera .

240/27 P.B.

19.400

l\:I ateriale francese su affusto ferroviario. batterie per difesa costiera. · ·

N .N.

305/8-10

11.000

Batterie d'armata in posi7,ione costiera.

N .N.

305/17

15.000

Batterie d'armata in posizione costiera.

N.N.

340/45

44.000

}[ateriale francese su affusto :ferroviario.

381/40

28.000

Due batterie in difesa clel porto cli Genova.

AJlo studio installazione per artigl. costiera.


ALLOOATO

Elenoo dei 1na.t eriali più ùnportanti di P.B. introdotti in serv-iz,io cl!u1·arn,te la, gtte:rra 1940-43: Denominazione uflìcinle

Pro,•en!enza

Caratte risti eh e

Obice da 75/J:i ruont. P..B.

.Jugoslavo : 75 m ocl . 28

Materiale Skoda molto simile al nos tro da 75 /13, X = 9.200. Artigli.erin. someggiato, mobile.

Quantitativi u tllizMti 55 pezzi

Materiale Schueider soml'ggiabile o trainabile con Obice da 75/17 mont. r.R:' Frnnccsc e gl'eco: 1 mulo, X = m. 7-9.000. Da impiegare a flC1/.zi iso75 mont. mod. 19 e mod. 28. lati da posizione per sbarramenti stradali.

17H

))

Frnncese : 75 mod . 07 .Vlateriale campale a coda unica, ottm·atore a vitouc iier bossolo metallico, X = m. 8'.-300. Da impiegare a pezzi isolati da posizione per sbanamenti stnt· dali.

300

))

Francese

Materiale e.a. da posizione.

50

))

;Jugos)avo : 80 camp. e e.a. mod. 28

Mnterinle campale tipo Skoda con freno ùi bocca. Scqmponibile in tre carichì per il trasporto su carrelli. p uò effettuare il tiro e.a. X = 13.100. Artiglietia da posizione per difesa costiera .

24

))

Maleriale campale a ruote di moùcllo non recente tipo Skoda, identico al cannone cla 77128, però modificato per eseguire il tiro e.a., X =·s.000. Artiglieria e.a. da posizione per solo tiro di sbarramw~. ·

. )2

))

Cann. cla 7:i/3·1 mocl. 97 P .B.

Cam1 . da 75/ul e.a. Cann. da 70 /32

r .il.

Cann. cln 77 /2S e.a . rnod! Jugoslavo: 5/32. 5/32 P.B.

80

mod.

C:rnn. chl Ti/40 e.a. T'.B .

Jugoslavo : 80 e.a. mod. 28

Materittle contr::i.ereo moderno su affusto a crociera, X = 14.900. Artiglieria da posizione e.a.

Cann. da 85/33 P .B.

Greco.

i)fol:eriale campo.le modemo Schueicler, simjl.e- al c. 105/28 mn con affusto a code divaricnbili, ot:t urator e con a nello plastico, X = m. 15.150. Ar tiglieria da posizione , per la difesa costiera.

G

16

J>

))

5


8eg1te:

Den-Ominazione ufficiale

Obice da 100/ 22 mod. lii P.ll.

P rovenienza

Jugoslavo: 100 mod. Hi! Hl .

· Ca r atteris ti c h e

.Vfateriale Skoda molto simile al nostro obice da 100il7, motl. 16. Ott uratore a cuneo orizzontale p er bossolo met a llico . Il pez7,o è scomponibile J)f!l' il traino su canelli. X = m. 10.000.

ALLEGaTO 5

Quautitativi utilizzati 22 pezzi

)fatel'iale di addestrameulo per i gr uppi che ha nno in distribuzione il materiale da 100/17 mod. 16. Obice da 100/23 l'.B .

.Jugoslavo : 1.00 mod. 2S.

Materia le moderno campale tipo Skod a con affusto identico a quello del C. 76/32:. ,Scomponibile per il t raino su carrelli. Ottnratoi·e a cuneo orizzontale per bossolo metallico. X = 111 . l.1..000. Artiglieria da posizione.

·10

))

Obire

da

10:i/1:J

mont.

Jrr a ncese e greco : mont. mc)Cl. 19 e 2S.

Material<! Scbneider someggia bile su 8 <·arichi o trainabile con timonella cou 1 mulo . Ot(uratore con anello p lastico. X = 111. 7850. Artigìieria. someggiata mobile.

83

))

da

J.05/1 3

camp.

!francese : C. mod. 35

Materiale campale moderno con affusto a code divaricabili. Ottu ratore a cuneo ori,,,;r.ontal<~ per bossolo metallico. X = m. 10.300. Artigliel'ia da posizione per difesa costiera .

127

))

Caun. da 103/27 P.n.

France$e : L. mod. la

}fateriale Sc!meicler campale simile al C. 105128 ma con settore orizzomale meno ampio. Otturatore a vitone per bossolo metallico. X = m. 12.000. Ar tiglieria da posizione p er <lifosa costier a .

109

))

Cann. da 10-3/29 l',R .

Greco: mod. 25

Materiale Schneider campale m oderno molto s imile a l 105128 ma con affusto a code diva ricabili. Ottura tore con a nello plastico. X = m. 16.000. Artiglieria da posizione per la difesa costiera.

20

))

P .B .

Obiee P .U .


s:euue : Denominazione ufficiale ,

I

Provenienza

Ca ratt e risti c he

A L LEGATO

Quantitativi u tilizzati

Obice du 155/H P:B.

Francese e greco : 155 C Schnelder mod. 17.

~fateriale campale di cui una parte esiste s u ruote normali, una parte con semi1meumatico o semipiene ecl una parte su ruote con p1.t<'\11natico . X = m. 11.300. Artiglie1·la cla po;;i1,ione.

· 06 pezzi

Cann. da 155/ 25 P.B.

Francese : 155 L. Schnelder mod. 18.

tl:Iateriale campale a coda unica. Otturatore a vitonc con anello plastico. X= m. H .000. Artiglieria da posizione costiera.

20

Cuun. da 155/45 P.B.

Francese : 155 L . mod. l G

Artiglieria mobllc a ·grancle gittata con rnote a semipneumatico. Ottmutore n vltonc con anello plastico. X = m. 18.400. Artiglieria da posizione costiera (impiegando apposita piattaforma).

·I Cirnn . da 194/29 P .B. su

affus to ferroviario.

·I

l!~rancese : 19,.1, A.T,. V. Il'. mocl. 70/ 93.

t'

,.,, ....

:\fateriale trasportato da due vetture semoventi su cingoli, X = m. 20.800. Artiglieria da posi;,,ione per la difesa costiera.

2

))

. 4.

))

Caun. da 220/32 J>.B.

I!'rancese : da 220 L. mod . 17.

Artiglieria a grande gittata trasportata su due vettm·e. Otturatore a vilone <'on anello plastico. X = 23.000. Artiglieria da posi;,,ione.

C:mn . da 240/27 P.B. su affusto ferroviario .

Francese : 240 A.I,.V.F. mod. 1917.

Matedale su afiusto :ferroviario. X = rn. 16.900. Ar· tiglleria da posizione per la dif('Sa costiera .

Caun. da 340;,15 su affusto F rancese : 340 mocl. 12 A.L. a cleformaiiooc (ferroV.F. su affusto tn,c viario). a bercea1.i.

... 12

B'rancesc : 194 G.P .F. su cingoli.

))

Materiale su aliu1,to fel'l:Oviurio sistemato sn \ID telaio composto di due assi (totale 8 ruote) . Otluratore tipo Schneiclcr con chiusura ad anello d1 rame. X = m. 16.500. Artiglieria cla posizione per la dì:fesa costiera .

Cnun. dn. 194/32 P.B. su cingoli.

Materiale su affusto ferroviario. X = m. 4.4.000.

5

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LA PHODUZI01'}) DELT,E ARTIGLIEJRJEJ DUHAN'.1.'8 LA GUllJRRA

In comll)lesso si trattò di nna massa di P.B. di circa 1.000 b.d.f. trascurando le meno importanti, delle quali fu rimessa in efficienza grande parte, vincendo· difficoltà, di ogni genere e supplendo coin ripieghi alle deficienze dei caricamenti 1più essenziali, delle munizion,i e delle tavole di tiro : opera veramente~ meritoria, per quanto oscura, dei nostri organi tecnici.

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'


OAPITOLO OTTA.VO

La motorizzazione dell' artiglieria A - GRADUALE ESTENSIONE DEL TRAINO MECCANICO A TUTTA L'ARTIGLIERIA. - B - DAL REGG MENTO D'ARTIGLIERIA A CAVALLO Al REGGIMENTI D'ARTIGLIERIA DI DIVISIONE CELERE,

A

GRADUALE ESTENSIONE DEL TRAINO MECCANICO A TUTTA L'ARTIGLIERIA

1. - L'> sviluppo della motorizzazione dell'artiglieria in Italia e all'estero. - 2. - La motorizzazione dei pesanti campali. - 3. - I primi studi _e le questioni da risolvere. - 4. - I corsi automobilistici. - 5. - Il bando di concorso per il trattore dell'artiglieria. - 6. - Il trattore Pavesi - ·sue ottime prove = Adozione. - 7. - Descrizione del trattore P 4 mod. 30. - 8. - Il Ceirano 50 C.M.A. per le batterie e.a. da 75/27 CK. - 9. - Il problema della motorizzazione delle batterie leggere e il pensiero del Generale S. Gatto. - lC. - Dal trattore leggero mod. 31 allo Spa T.L. 37 e al T.M. 40. - 11. = Il traino delle artiglierie pesanti = La trattrice pesante Breda 32. 12. - Il traino in montagna = Il trattore cingolato 708 C.M.

1. - Lo sviluppo della motorizzazione e i servizi che essa rese e i problemi che risolse durao1!te .la guerra 1914-18 sono 111oti e sono stati illustrati ampi amente già nel volume XI della Storia dell'Artiglieria Italiana. Per quanto riguarda h1jppJicazione deUa motorizzazione all' artiglieria, non solo ai servizi p1·opriamente detti, come potrebbe essere quello del rifornimento munizioo1i :fi1110 ad un certo punto del terreno della lot ta, ma soprattutto al trasporto delle 1

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LA• MOTOHIZZAZION,0 DBLT/ AR'..t:l'GLI0RIA

artig.Jierie per conferire ad esse il massimo grado di mobilità, lo sviluppo di essa appprtiene solta11to in parte alla guerra, chè infatti, a quell'epoca, le facilitazioni offerte dal motore furon o sfruttate solo per 1'eQ1dere mobili alcune specialità di artiglieria e nemmeno su tntti i terreni. La questione non era ancora del tutto matura per giungere a solnzioni integrali., nè le urgenze del periodo bellico consentiva.no studi e tentativi pe1· anivare a soluzioni di. piem, idoneità. Durante la guerra, anche i n questo campo, dettarono legge la necessità e l'Ul'genza. Fin dal 1904 Yarie potenze avevano iniziato gli studi IJ)el' l'impiego del mezzo motorizzrlto, ollrechè ai servizi, anc·he al traino delle :.ntiglio1·ie e le b.cl.f. che ne realizzarono in pratica qualche beneficio furono i primi caninoni controaerei monta ti su autocar ri : fìss:i di massima all'nutomez1.o erano vim:oJati alle strade. Per il traino ,degli altri tipi di artiglicri,1 la tendenza era. quella di disporre le vetture in treni rimorchiati da. un solo a,utomotore . T..,e potenze che più studiarono la qnestione fmono l8 Germania, la Francia e l'Austria e in misura minore la R.ussif1 e l'Inghilterra . Degli Stati Uniti tl' America non diciamo perehè anco1,a estranei alle Yicencle politiche e alle compct izioni. militari europee. !in ItaHa gli f!Utomezzi ful'Ono sperimentati (Fiat leggeri e {Pesanti) specialmente alle grandi manovre del 1907, ma le esperie111.e non riguarclarono la trazione de1le artiglierie. Ri può dire che fino all'inir.io delle ostilità, da noi il problema non fu seriamen te affrontato. E invece già al principio della gnerra Je t rattrici austri ache e tedesche rendeva1Jo s('girnlati servizi nei trasporti dei grossi caJibri che operavano co01 ti-o i forti ,clel Belgio. Tn Fra11cia la trazione meccaniea applica ta alle artip;lierie ebbe maggiore sviluppo che altrove : all'inizi o de11e ostiJi tà, invero, )a Francia. non aveva che nn solo gruppo - 4 ba tterie di cammoni da 120 su 6 pezzi - trniinato da antocarri. Ma la buona prova fatta indusse i francesi ad organizzare -e fo verso la tlne clcJ Hll7 - l 'artiglieria a ntomoùile che ,nel 1918 contava ben 1150 cannoni da 75 e più <li 1000 b.d..f. di mp.ggiore calibro. 1

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lt STENSI0l\JD DEJL 1' RAINO MECCANICO

Il traino era limitato alle strade : ma fin da allora si pe11sava, ed era natui·ale, ad un mezzo che ·pel'mettesse la manovra foori delle str;:iéle, in aperta campagna. · Per altro lo sviluppo dei · mezzi · a motore era gi,ì, tale eh<;. poteva dar vita al carro arma t·o, . soìrniior1e che assom1,navi-1 e risolveva tutti i problemi inere,n ti al traino HJ?-C~1e delle artiglierie. Da, 11oi : è vero che uÌl'!:l grnn parte del traino élèll<> artigli erie pesa nti. al iprineipio della guerra, e ancora per nlcnni mesi dopo, ossia guerra -d urante, fn fatto · a mezzo di _pariglie (2 . 4, • 6 ·- ... ) di hovi, integrate, chi no1n lo ricorda? cla file di robusti, volenterosi- artiglieri che fors(~ tiravwno più, nel loro accanito entusiasmo, <lelle stesse pariglie di hovi... 'Ma subito furono adottate le trattl'ici Pavesi - Tolotti seg uite a breve cl ista nza dalle li'iat (in· verità. a11clie la trattrice Soller er;a stHta utilmente impiegata). Nel maggio 1!)16 compatvero sulla fronte i primi autocannoni da 102; qualche mese prima i cannQni controaerei montati sn autoeani. Ma per le artiglierie pesanti campali e per quelle leggere l'impiego degli automezzi per iJ traino fu nn'eccezione fino all' ottobre 191'7. Dopo la ritirat~ sul P iave quest'im:,pi<~go ebb<-c maggiore sviluppo. Al termine della guerra europea la nostra situazione al riguardo era l a seguente : A1·tiglierie pesant-i: bitte autot rainate. Il tra iuo veniva eseguito con trattrici del tipo Pavesi-'.COlotti o Fiat 20/ B. A.1·tiglier,ie ve s•a,n U cmn,paU : quasi tutte autotrainate mediante a.ufocarri pesan,t i tipo .F iat 18 BLR o 18 BL provvisti di speciale attacco a campana.. 1-l rt,ig'lierie oa,mp-ali : quasi tutte ippotrainate o someggiate. Previsto l'eventuale ;rntotrasporto, mediante il sempliee carico su a utoca.rri pesanti. 'l're reggimenti erano a utoporta ti. ~. - L 'insufficienza quantitativn dei quadrupedi ebbe influe.n za risolutiva iper il trai110 dei pesa,n,t i campali ,e dopo l'arm istizio, ,con l'ordinamento provvisorio deciso (ed in parte aJPplicato) dal Ministro Bonomi., aì reggimenti pesanti cam~

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LA M O'J'ORIZZAZI0~1,: DELLJAJITIGLI0RIA

pali vennero definitivamente t olti i ca vaJJi e come ti-attore pel'· rnasero a lungo gli a utocani Fiat 18 BL e 18' BLR. Un tale sistema non r;:ippresentava però che un ri piego imp ost o dall'urgenza cli provvedere, con i mer,zi di clli allora si disponeva, e con limit ate e poco costose mocli ftcbe alle esigenze del momento e specialmente alla costituzione di 111uove unità cui allrimenti non era possibile addivenire. Nella relazione a S.M. il Re che accompagnava i decreti relativi alL'orcHnamento pron-isol"io del R.E., a firma del Ministro Bonomi, leggiamo queste battute : « Si è invece dat o il massfmo s vilupipo a tutto ciò che coi118ente di ut ilizzare pron tamente le ene1·gie della vita civil e, prima frn tutte la tr;:izione meccanica, adottata ain<;he pei- k artiglierie pesanti >). E più olt1·e: « L'[lrtigli eria cnm1pale nveva pl'im a della g ueri-a, 39 reggimenti, tutti a trazione animale; ora 111c av1·à. 27 a ·trazione animale e 15 a b-H1.ione mecca nica, a sai più economica>>. Il criterio de]]'adozione del mezzo meccanico en1 dunque solta nto economico? No111 i11sistiamo nel dimostl'a r e cbè no. Lo sviluppo dell'aut omobilismo e1·a già ta)e nel J 919-20 c;hc c'è, caso mai, da meravigliarsi che la sua aclozioue, e la sua estension e, n on sian o 8ta te più l'ft pide e totalitarie. Acl' ogn i modo :fin dai primi del 1920 il problema di definire uno speciale tratto1'e per le artiglierie pesa nti caro.pali fu posto. L a solu zione data. - e adottata durante hl guena - del 18 B.L. e del 18 B.L.R. non rawresentavi;i. come nbb.iamo eletto che U(ll, 1'ipiego, che per altro era assolutamente insufficiente. Gli inconvenienti che presentava Jo rendevano nuche infe1fore, sotto rerti p1111ti cli vista, al trai no ;;mimale, far.e.ndolo giustamente anersal'e da molti ~rtigJicri. Quegli autocani muniti di due sole rnote mofrici posteriori, con gomme piene. non consentivano assolutnmen.te il traino fuori strada, a nche 1provYedenclo le ruote dei vari dispositivi antisclrncciolevoli allol'H, escogitnti. 1'alvolta si a vevano sel"i e difficoltà ~ procede1·e anche s u strada n1on appena il fondo stradale divenivn melmoso e vi~ci do. -

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ES'rMNSIONJD DIDL TRAINO ll'IECC,\NICO

Un tale mezzo era pertfrnto insufficiente acl assicurare alle artiglierie di quell;:i specialità, la mobilità e la manovrabilità che per esse è richiesta . Per di più la velocità èlell'antome½zo, costruito !Per essere un veicolo portante e non un rimorchiatore noin era in armonia con le esige,nr-e del materiale che doveva essere trainato e che eta stato costruito per soipportare il tormento di velodtà assni moderaie qn11li quelle possibili cun il traino animale. Riconosciuta acl ogni modo la necessità clel mezzo mecca01:ico IJer il traino delle artiglierie pesanti campali si nff.acciò il problema della scelta frA l' autotrai no e l'autotrasporto. Quest o ipresein tava un incontestabile vantaggio economico e cioè possibilità di non dovere approvigionare tntto il fabbisogno di mobilitazione fin dal tempo di pace pote,n:dosi fare ampio assegnamento sugli autocarri pesrmti cli. requisizione. I 1 cr contro aveva gravi deficienze <lal lato impiego : poca n,d attabilità, dei ino1:mali antovei.coli a percorsi fuori strada; in ogni ca.so instabilità trusvers-ale a causa dei baricentri molto alti; manovre di carico e scarico serupre laboriose. Dopo 1pochi esperirne.nti si abbandonò sen7,'altro per tali artiglierie l'autotrasporto e gli studi si orientarono da un lato, alla definizione di um trattore capace, per potenza, aderenza e stabilità, di assicurare non solo il rapido spostamPnto sn straòa ma ,lnche, e nel modo JPiù completo, il traino fuori strada ed in t<>rreno rotto, con fa stessn capacità di maw:-vr,1 ch" allt1 arti· glierie pesanti campali era data dal traino animale. Di più, connesso a questo problemf:t era quello di conse11tire il 1·apido ·movimein,to delle artiglh~rie su strada (velocità anche fino a 20 Km/h) senza che le artigJierie stesse nves~ero a soffrire - - specialmente neJle parti più delicate, congegni di p untament o etc. per gli scuotimenti e fo vibrazioni. Problema {le) carrello <:'lHstico. 3. - Un complesso di cireostanze sfavorevoli impedì negli anlll:i 1921-22 di addivenire a solnzioni coincrete. Ma un apporto indiretto alla soluzio.ne del problema venne da parte dell'Isp<:>ttorato dell'Artiglieria ,che si occupavH allora della provvi~tu di 100 carri d'assalto di t ipo ,d erivato clal Renault . . La Casa -

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LA :;)!O'l'ORIZ1/.AZI0NE OELT/ ARTIGT,IERJA

Fiat aveva avuto una grossa commes~a di costruzioni di tali carri d'assalto, IPCrò fa commessa, non urge01do più le neressità belliche, era stata r idotti1 a soli 100 esempla ri ccl il relativo contratto, già stipulato, si t1•oyava i01 C'orso di gestione da pin te cle11' A1·senalc cli Costruzioni d' Artiglieria di Torino . Questo ente, fin o allora, aYeva pl'Ovveclnto :1lla fol'nitura ed al collaudo delle trattrki per artiglìerie pesanti ed pveva perciò acquistHto notevole cspedcnza C'irca le esigenze della marcia. fuori strada, esperienze c he ebbe modo cli completare in sede di collaudo dei carri d 'Hssalto d ngolati. Il ti1po dei cingoli dei q1rri d'n. salto era però tale da l!On consentire la marcia 11ormalc su stra da , nei 111:righi percorsi. Normn ]me1Jte, i,nfatti, sn1le strade ii carro d'assalto doveYa essere caricato su apposito carre1lo, munito di ruote gommate ; ,cla far t nlinare, a sua volta, dn un i:iutoveicolo trattore. L'Arsenale di costruzioni d'artiglierin di T orino fu incaricato cli r isolvere il duplice problema : allestire nn idoneo car rello porta tarro d'assHlto e adottare nn vekolo ido.neo al tra ino del grnppo formnto d;:il cane11o e dal r elativo carro d'assalto . Venne intanto nominnta una « Commissione» forma ta cl.a u.f.lkh1li <l'rn·tiglieria tra i più eSJPerti in materia e presfoduta dal gcn. Gntto - che cluraute la guerra a Yeva brìll a nl'emente comandato il 2.!'3° raggruppamento òi batterie automobili da 102 - con l'il1<·arh:o di .collaud:n·e il C'arrello cd il L'elativo carro cl'nssnlto e di sperimentare 1a possibilità di traino del gruppo e }a. praticità de) sistema . Rnccessìvamc11te fa com missionE: fu i111caricata <li for1nire elementi di carattere pratico per decidere sulla opportunità di Ol'ientare gli svilnppi futuri verso l ':rntotraspol'to delle artiglierie - in an alogia n11e realizzazioni di guerra delle batterie autoportatr., oppure verso l 'autotraino delle bocehe .aa fuoco. La Commissione si climosh'ò all'unanimità favorevole alla seconda soluzione e questo pm·e1·e venne condiviso anche dal Coma11do del Corpo di Stato Ma ggi.ore. Da questo momento la Commissione, rhc prese il nome di « Comrn.issìone per i f:rn ,i ni mieocanioi )) 1 ebbe il compito, in attesa cl ella possibilità cli defin ire il nuovo tra ttm·e, cli t udiare a far l'eaJizznre un tipo ùi carrello p er il trnspo1·lo delle artigli.e1

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ES'l'lDNS10~1J) DI1JL 'l'RAINO MECCANICO

rie pesanti campali su strada, con finfllità analoghe al carrello, già adottato, per i carri d'assalto . · L a bocca, da fooco, con il dsipettivo affusto a ruote, avrebbe ,dovuto essere caricµta sul carrello, per ridiscendere a terra per l'esecur.iorre clel tiro. Il carrello, quindi, doveva essere di impiego seml]J1iCe e sknro e doveva soprattntto offrire uina sospensione sufficientemente elastica . J)oveya cioè consentire la marcia su strada alle velodtà. rehltivameJ1te elev;:tte del t ru ino meccanico, velocità che si erano dimostrnte dannose, anzi proihitive, per gli ordinari affusti, costruiti <:On il presupposto di dover resistere ai limitati t ormenti consegnenti alle moclestt· velocità del traino a cavàlli . Diversi tipi cli carrello furono presentati alla Commissione, sia dall'Arsen,ale di costruzioni, sia da altri, ma fino a tutto l'anno J.922 nessuno dei carrelli esami•n ati aveva fornito risultati I.Pienamente soddisfacenti. Fratta nto, eintro il 192J, la Ditta Fiat, superate le· difficoltà interne di fabbrica, aveva potuto presentare i cent o esempla,ri di carri d'assalto contrattuali, denominati df.llla clitta tipo 3000, che vennero accettati al collaudo dalla Commissione per i traini meccanici e costituirotno, per l'Esercito, il primo consistente nucleo di cnrr·i da coml1att.imento, cleriominati uffieialment e « carri armuti mocL 1921 )). 4. - Avve,n uto il ·primo riorcli.narnento clel serv1z10 a utomobHistico, si manifestò una grave numchevolezza, dovuta nlla inesperi enza degli ufficiali che vennero assegnati ai centri automobilistici, proveni<mti dalle varie armi e che non possedevano l'inclispeJ1su bile corredo di conoscenr.e tecniche, atte a consentire un razionale impiego cleg'li aut oveicoli. Si provvide subito alla istitur.ione di speciali corsi automobilistici informativi, de))a durata cli due mesi, presso il centro automobilistico di Roma, ove a.flluiron0 a turno uffidali ·cli tutti i gra{li. .Ai corsi stessi furono in seguito avviate alcune aliquote di ufficiali d'artiglieria dietro le Lnsistenti richieste dell'arma stessa che., per i reg·gimeinti ipesanti e pesanti campali, aveva constatato defìdenze analoghe nelln. preparazione degli ufficiali. S1H:cessivame:nte (circ. n. B70 del G .:NI.U. 1921., disp. 27, in -

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LA l\lOTOHlZZAZIONE Ob)LJ/ ARTIGLIERIA

dat a 1° luglio) iJ Ministero della guerra deterwinav;:t Peffettu·azione in Torino di un « ao,•so su,periore automobilistioo ». Il Corso fu diretto dal col. ciel genio l'ngnani che ebbe come collaborat01·i il len . coJ. d'artiglieria Scarfiotti, i magg. del genio Savoia e Oµrnelutti 1 i cnpitnni d'art. Oiro)a e Cristiani. Il risullato del corso fn bl'illaute e si ebbe così un pri.mo nucleo di tecnici militari automobilisti, addestrati anche all'im(Piego dei carri armati. Il corso s npetiore automobilistico sospeso nel '22, di~ Ycntò normale e continuatiYo clal 1923 in poi, e vi fu comatr1d.ato un certo nmnel'O di nffi.ciali cli artiglieria in previsione dellll probabile prossimn adozione <lel t1·attore p er l'art. pes. carnp;1le. I « Oo1·si superiori automobilistici>> furo no successivamente affiancati da speciali corsi infornrntivi, ai quf1li venn ero chiamati - per dm·ate variabili da 1 a 3 mesi - ufficiali gemerali (comandanti. d' iut. cli O. d'A. , e - 11el J 933 - aiiche Comtllldanti di Divisione, Vice Comanclnntì di Divisione Celere); coJonnelli (comanc1alllti di 1·eggimento o cli 1·aggrnP1pamento): ufficiali superiori (capi ufficio del matel'inle, presso enti ·d 'art . ed rnti antomobiJistid) . Anelava cosi gradualmente 1prnpagnndosi ,nell'Esercito, una sana cultura e coscienza automobilistica, mentre si provvi>deva a promuovere p resso ]' iit1clustrin nazionale la p1·ogettc1zione e hl realizzazione di nuovi autonH•zzi, che ;ivrebbero co01sentito un impiego militare più razionale, non solo sulle strade . ordiw1l'ie, ma speci,1lmeute fuori strada, i.n teneno vnrio, dove in r0altà si svolgono l e aziom.i di guerra . 5. - Il 3 aprile 1923, con apposito decreto ministeri;:1le, venne finalmente bandito il .concorso per l'allestimento di 111.1 tipo di trl}.ttore ad aderenza totale ipet· il t!'aino dell'artiglieria . Con tale banclo, fnrono invitate le ditte costr-uttriri maziooali a pre~ sentare - entro un anno dalla data di promulga:i;ione - un trattore per art. pes. camp. ad aderenza totale, che consentisse la massima aclattabHità al t erreno va rio, comunque accidentato. Le carntteristichc -cli massima, nlle quali il veicolo doveva rispondere erano: p eso massimo kg. 4000 ; portnta utile kg. 2000, capacità cli trainare un l'imorc.:hio del 1peso cli kg. 3000, in ter-428 -


IDS'l'.IDNSION0 DEL TRAINO ME.CCANICO

reno naturale accidentato fl velocitù, riclotta> e su strada ~n buone condizioni ed asciutte a velocità minima di J.8 km/h.; carr eggiata !llOD s uperiore a m. 1,60, possibilità, di volta entro una circonferenza di m . 6 cli raggio, capacità cli lavorare per alme,no 8 ore, neJJe condizioni ·più grr1vose. I trat tori dovevano essere esaminati ed esperimentati da un'apposita Commissione nominata dal lVIinistro cl.ella guerra e dovevano seguire uno speciale programma. di prove. Dol))O queste prove, la Commissione, a giuclizio insindacr1bile, avrebbe proclamato la classifica asseg,nando un premio cli L . 200.000 al primo classificat o, uno cli L. 100.000 al secondo, ed uno <li L. 50.000 al terzo. 6. - Nei primi mesi de) 1924 si in:Ìziaro,no i prepar;J.tivi per giungere ad una <:'.Onclusione circa il ·concorso. Venne no rn.inat~ una « Commissione sperimentatrice )) che cloveva provvedere alla. compilazione d i un prog1'amma p1articolareggi:1to delle prove e presiedere ai vari esperimenti. Interessa11te, per la s toria. cl.ella motorizzazioo1:e militare, la par tecipazione f.l questa Commissione degli esponenti clell'automobi.lismo : il Capo clell'U.T.S.A. (Ufficio 'l'ecnico Superiore .Automobilistico) il comandante clel 1<> raggruppamento tras!])orti e gli esiponenti dell' artiglieria . Questa collaborazione artiglieri.a-automobilismo erg. un incl.ice dei tempi nuovi, in cui si intendeva .abbandonare la vecchia. co,n,cezione cl'a01 teguerra, che considerava separatamente le questioni automobilistiche interesspnti le diverse armi .ed i rispettivi impieghi. La tendenza del 11)24 era invece avviata alla creazione ,d i un solo ente, competente e specializzato in automobilismo, seinza deleterie <listinzio1n i cli arma e cli specialità. Il 26 giugno 1924, alle ore 9, si riuniva in Torino, alla Caserma Cavalli, sede clell'U .rl' .S.A. e del 1° raggruppamento trasporti, la commissione sperimentatrice, così composta: - Gen. cl' Art. GATTO Salyatore, presidente; - Col. del Genio PuGNANI Angelo, ca1po .d elFU .T.S.A. ; Col. d'Art. BmnARDI Umberto; 1n rappresenta111za dell'Ispettorato d'Art. ·; -'- 429 __,


LA 1\.l01'0HlZZAZJ0NID DE;J:,L'AitTlOLIEHL\

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Ten. Col. d'Art . SCARFJOT1'1 }fario, cornt.rnda11te del 1° raggruppamento ti·asp. i - Magg. d'Art. FRICCHIOXJ Gaetauo in r appresentanza del C. cli S .M. _; - Magg. cl' Al't. BALO'l'l'A ·ì\fal"io, in rappre entanza dell' I spelt. cl' Art . ; - 1° Cap . d' .A1:t . OT.GNOLINI l\1m·ce1lo, iin rrqppresenta,nza del servizio tecnico di fl_rt. , segretario. Fra tutte le ditte costru ttl'ici italiane, già invitate col bando dell'anno precedente, solo la Motom eccanic-a di Milano si pl'C· sentò al <·oncorso, con due <' cmpla ti di trattori : uno <·on impi.anto cli illuminazio11e elet trica e l' nltro senza. Questo tipo cli trattor-c, ideato d~ll' ing. Pavesi, era deriYato da una trattrice agricohl snodatn tipo P 4, realizzata. dalla stesa Motomeccanica . Si trat tavp. cioè di ·un a macchina cli concezione origin ale, costruita in Italin , su b1·cvetti perfettamente ilalia11i. La Ditta Fiat, che aveva chiesto, mn. n on ottenuto, una n;,roroga ;:i lla presentM.ione cli un tipo a telaio rigido, non an<·ora a punto, rinu[lciò al concorso. Le prove del trattore ·P avesi si iniziarono il 27 giugno 1924 ecl ebbero te1·mine il l° agosto . Il veicolo superò brillantemente tntte le s rnriate prove preYiste dal pr ogramma : su str ada ed in terre010 ,ario m olto accidcnta to, con tr11ini vnria bili dn rnn minimo cli 3 t. ad un massimo di 12 t., sulle più forti pendenze ed in terreno pianeggiante. Alcu111e volte, su richiesta dello stesso ideatore della macchina ing. Pavesi , vennero maggiorate le prescl'izioni fissate dal bando cli concorso, allo swpo cli acc·ertal'c Jc reali possibilità del veicolo. Veomero effettuati i percorsi cli collaudo della eollina tol'inese: San Vito, P i,n o, Chieri , Sassi e Superga. Quest'ultimo fu compiuto molto brillantemente, nonosta nte la notevole pen d.enza e la b.d.f. ;:i.. rimorchi.o. P oi fn lu voJ°ta ùci perc01·si alpini T orino - Susa - ColJe del Moncenisio - Colle del Sestriere Colle del Monginevro - Piccolo S an Bernardo · alte va lli cli Courm~yeur e -cli Gressoney - Oropa - Colle delle~ Gi1nestrc - tutti superati senza [)ar ticola.ri difficoltà. e senza incide·nti di macchina. Generale ammirazione snscitarono per le esercit ~zioni in -

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ES'l 'IDNSIONI!l OFJL TRAINO MECCANI CO

terreno vario nei ,dintorni di Venaria, a Ciriè è sul greto d<'lla Stui'a, alla presenza del Duca d'Aosta, del Capo di S.~r. dell'Esercito, ·dell' Ispettore d'artiglieria, degli ufficiaJi allievi del corso superiore ;rntomobilistico, degli ufficiali allievi deJla Scuola;

F ig. 60. - Il trattore Pavesi.

d'appl. d'art. e genio, di numerose :n,torità militari e di uff. itn gran parte di art. dei presidi di Torino e di Venaria. I risultati molto brillanti, CO[lSeguiti duran te la prova, vennero ufficia1mente riconosciuti dalla Commissioue, che 1proclumù vincitore del concot·so i1 trattore Pav(:'si e contempor;rneamente propose di aggiudicare all'ideatore e costruttore l'intero premio di L.- 350.000, somma dei tre premi m(~ssi a disposizione th'l Ministero della Guerra. Le prove comparative co!Jl. il traìno a cavalli misero 111 evidente rilievo la gr·ande superiorità deì traino meccanico, sia negli esiperimenti celel'i e prolungati su strada, sia fuori strada, specie nel superamento degli ostaco1i, che avveniva progréssiva-

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LAi MOTOltIZZAZ IONE, DELL/ ARTI GLl ElRIA

men te senzn urti e strapponi. I più tenaci difensori del t ra ino a cavalli, al qua le erano legati dalla tradizione e dalla passione per l'equitazione, dovettero anch'essi riconoscere l a superiorità indiscussa ciel trattore. Su questo c·onYinci mento ayeya ab.che influito fo1 misnra notevole la possibilitù,, co11statata, praticamente,

.I! ig. 61. -

I trattori collegati: la volta perfettamente corretta.

di accoppi;ue due o più trattori, ,-ommandot11e la potenza motrice e consentendo tuttavia 111 perfetta volta corretta, in virtù del particolare collegmnento fra i due treni snodati del trattore stesso. La manovl'a di accoppiament0 si poteva effettuare rapidamente e risultava molto util e nei 1percorsi con forti pend enze e con tracci~ti stradali a risvolti stretti simi, quali si riscontraino con tanta frequenza n ella zona montana cl i front iera, percorsi che avevano sempre l'appresentato un rude ostacolo ai movimenti delle artiglierie pesanti campali. F u ;lTIChe molto apprezzata l a ,possibilità di impiego promiscuo di vari t ipi di c::u-burante, previsti dnl bando di conco1·so, fra cui le miscele coo al-

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IDS'l'rnNSIONlll DIDL 'rRAINO MI<:CCANICO

cool, compresa Feloos'i?ui che proprio in quell'epoca aveva sUperato le prove prwtiche su strada effettuate a cura clell'U.'1'.S.A .. Nel com11Jl<~ss?, sotto tutti i p1.111ti cli vista, il nuovo tipo di trattore rappresentava una solur,ione molto bl'illante dell'interessante problema e deci.same.nte superiore a quelle fino allora tealizzate prc~sso gli 11ltri eserdti, che già avevano adottato o stavano adottando il traino meccanico per le artiglierie. La Commissione speri1nentatrice aveva anc~he provveduto a raccog1iere tutti gli elementi neeessari per eliminare, nelle fu-

Fig. 62. - ll ca rrello elastico portante.

ture riproduzioni del trattore l'avesi, ·quelle inevitabili manchevolezze emerse in, queste Jl)rime prove d' impiego. Necessitava, fra l 'a ltro, realizzare uno spedale carrello elastico, utto a fn nzioarnre sia da mezzo di trasporto della b.d.f., durante i "lunghi per·corsi. su strada, sia da a1ppoggio clastico della. coda <lel pezzo, in terreno vario, dura11te la presa cli 1posizione delle batterie. T;::ile studio - che era già stato avviato, in precedenza, ,d agli ufficiali clel servizio tecnico d'art. dell'Arse~ 1nale di Toriino venne ripreso in esame e sottoposto a modifiche e varianti, pervenendo, con la collaborazione dello stesso i.ng. Pavesi,· ad una soluzione pienamente soddisfacente. · Altrn questio111e dii risolvere e che si presentava particolar-

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LA l\IO'.l'OHIZZAZI0NE DELL' AH'l'IGLlEll!A

mente importa nte nn dalle prime pl'Ove, rigmnclµva la conformazione delle palette di aderenza, che erano solidali con le ruote e che potevano essere ribaltate sugli anell i cli gomma ,piena delle ruote stesse, d urante 1;1. marcia in terreno vario.

il

I Fig. 63. - Il carrello clastico impiegato quale avantreno nei teneui vari.

La primitiva sagomatura de1le aderenze e la siste1na zione i,deata clal Pavesi, in un piao10 normale a quello della ruota, rispondeva bene pe1· l'im1Piego in teneno vario e cedevole, ma er;1 intollerabile nei percorsi su strada, anche se brevi, spesso meeessari per raggiungere il terreno vario. Lo stesso ing. Pavesi aveva subito provveduto, cl 'ac.cordo con la Commission e e con la Motomeccanica, a modificare l;l sagomatura e a migliorarla 1Jotevolmente, ma occorreva perfezio11:1re ancora quest o particolare, allo scopo di far percorrere al trattore, con il relativo pezzo,. qualche tratto cli stracl11 or{l1naria c:on le palette già ribaltate e pronte per l a marcia in terreno rotto. I n conclusione, l a Commissione propose al n,uovo Ministro délla Guerra - gen . Di Giorgio - c he il 30 a(Prile 1924 aveva -

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ElSTIDNSIONFJ D0L TRAINO MECCANICO

sostituito il gen. Diaz -- di passare un primo ordinativo di 45 trattori P avesi allp. Motomecca1I1ica, con la riserva di apportare in seguito quelle modifiche di dettaglio, necessarie per rendere

(

Fig. 64. · Ruota del t rattore P 4 munita di aderenze di tipo comune e con le palette in posizione di riposo.

il veicolo sempre meglio rispondente allo scopo, specie agli effetti dell'impiego. Una nuova apposita Commissione, presieduta dal comandante dell'art. di Milano, ebbe lo specifico mandato di seguire la produzione presso lfl ditta Motomeccalllica, specie a.gli effetti delle varianti proposte dalla Commissione sperimentatrice. Si

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LA l\IOTOR IZZAZ!O)<E Dl!JLr/ AR'l'I GLIETUA

ebbe così, nel 1925, il primo l otto ùi trattori che, dall'ain,no di fcbbricazione, vennero ·d istinti con la òenomi,n azione di « ti-a lt o1·e ipesante campale 25 )). · Con ciò si t rad uceva in atto, nel 19-2·5 , la motorb,zpzione delle ai·t iglieric pes. comp . di cui nel 1919 ·ad Abano, criei presl:;i di Padova , erano stat i lungimiranti assertori, il gen. Ago del Comando SUjprem o ed il col. P ugn ani , capo della Se7,ione Aut omobilistica dell'I ntendenza Ge.n ernle. I ris nlt.pt i in parte favorevoli, di quest e prime pr ove eseguite rad .A.bano con un ordi nario autocarro P ia t 18 H.L .. al quale erano stati app1icat i i cingoli « G1terrini » alle r uot e postei'iori, avevan o pien am ent e con vinto i p redetti ufficia li che sat'ehbe stato pos ·ibile realizz:we p1'est o u na soluzione ben rispondent e allo scopo. 1' ca il 192:5 ed il 1V26, al cuni regg. d'a rt . pcs. camp. e!J bero l 'inc::i rico di speriment are a fon<lo e m.ettere beine a pu n to il tratto1'e Pavei-i, ch e anebbe dovuto csse'l.'e [)rodotto fo una pri ma grancl.e seri.e di mi.lle esemplari (in un periodo di 4 an ni). Conveniva iiflìd are un a rommissione così not evole alla nostr a più grainde fa bbri ca au tomobili tica - l a F iat - sia jper la maggiore garanzia di costanza e pe1'fezione del proclott u. dal punto di vista meccnnico, sin per l' iifl:id amento di maggiol'i produzioni in caso cl.i bisogno, sia 1nfi.ne per la possibilità di fnt ure forniture di ricambio. A seguito di regolare contrat to, stipuh,t o cl.all'Offici,n a Aut omobilistica di Bol ogna, la Ditta Fia t i niziò l'allestimPnto <lel t1•a;tt o•1"e pesarrite oampale 26 el1e entrò in produzione pr"sso la Spn, orgarnizza zione dipcnderit e dalla F iat, sotto il cont rol.lo dell 'Officina di Bologna, che fu anche incaricat a dei colla udi. Il .mod . 26 :fu simile al mocl . 25, dal quale differì es;senzialmente per una lieve m~ggi ore poten 7,a del motore e ipcr alcune varianti nei ra ppor ti d el cambio ,cli v<>locità,. Nel 1930 il trattore snbì ancora alcune moclifì cl1e e migliorie Nl assu111se l a den ominazion e di tr attore pesante campal e 30. Anche il mod. 30 ebbe poi apport at<' nlte1·iori modifiche e venne nominato mocl.. 30 A.

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ES'l'I~NSI0Nr9 DBL TRAINO :)ifilCCANICO

IL TRArrl'ORE I'ESi1N1'E OA.ll1PA LPJ MOD. 1930

Dat1: somnia:r,i : Motore a benzina : monoblocco : 4 cilindri, 4 tempi, cilindrata. 4700. Alesaggio : 100 rnm. Corsa : 150 mm . Potenza: 35-40 cav. ; regime nomiale : 1500 gil'i. Frizione a coa10 rovescio. Cambio di velocitù, a 4 marce e retromarcia. Trasmissiorn~ a due cardani e ~Ibero teh~scopieo. Scarttlmento massim o : m. 1,55 . P asso : m. 2,42. Velocità, massi.ma in piano: km/ora 20. Carico u tile : kg. 1000. Peso cfol trattore a vnoto (tara) : kg. 3800. Capacità di rimol'chio su stracl!,l; pendenza fino al 6 % : senza palette di aderenza : tonn. 12; coin palette cli aderenza: tonn. 20. Sforzo massimo al g·ancio : kg. 3800. Raggio minimo di volta. : m. 4, 75. Pendenza massima superabile: 100 % = 45(). Lunghezza t otf1]e : m. 4,10. Larghezza massimn.: m. 2,05. Altezza massima da terra del tel aio : m. 0,55. Altezza di guado massima : m. 0,80. Ruote (a, raggi, gommate, tutte motrici) cliam. : m. 1,30. Freni: a, pedàle sui semin]beri d el ,di.fferenziale ant(~riore, con possibiJità cli azione indipendente su ciascun semiasse per facilitare le volte; a, rnkmw s ulla trasmissione. Verricello ca1pace di uno sforzo di t razione di 3000-6000 kg. con cavo l ungo m. 30. Sospensione a moHe a spirali cilin,d riche. Sterzatura uartico]are ·, volta corretta. ,. .

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LA M<YrORJZZAZI0lS'J!; 00Lr/ ART IG L!BRIA

Oa.ra.t teristiohe v·artiC'ola1'i. Questo trattore è i1 tl)Ortato di rnnu concezione costruttiva assolutamente speciale che lo differenzia da tutti gli altri tipi di autoveicoli. I n particolare esso è car!'ltterizza to dall'avere : 'a,) le quattro r uote motrici e direttrici; b) uno chassis composto <li due telai, uno anteriore ed uno posteriore, completamenti snodati uno rispetto all'nltro ; o) la ster:.,,atura ottennta non medi aiu te hl devir:1zion<> delle ruote direttrici J'ispetto al telaio, ma mediante la rotnzioue dei due elementi dello chassis uno su ll'allro, e conseguente r;;:alizzazione della volta corretta ; d) ruote di grande cliflmetro, vermanenlemente dotate di speciali dispositivi di acleremm, passibili di un a posizione cli laYoro ed una di riposo; e) grande elevazione da terra di t utti gli organi della trasmissione. P er le suddette caratteristiche esso possiede : a) massima c~ipacità ·cli traino, a parità di peso; b) aderenza. totale cos(a(!'lte e pcssibilità di marcia in terren o vario a(Il,che se notevolmente acciclen tato; o) minimo angolo di sterzo, facilità, di volta anche i n terreno melmoso; sicura dirigibilità pure a velocità i-ilevante e su t<~rreno i.111gombro; d) m~ssimo rendimento meccanico in tutte le con-dizioni di terreno (non avendo a contatto con quello orga(Ili <loh1ti di movimento relntivo come cingoli o cate111e di ipiattaforme). Lo chassis del tl'attore pes. camp. si può ritenei-e schematicamente costituito corn e f:lp presso. Due tel!li A-B, a forma rettangolare, con i lati e.orli a.ffacdati costituiti da. due archi cli circonferenza e s.:otto i q uali sono fissate due cremagliere; ad ognuno cli tali telfl i è collegato uin nssale alle cui estremità è rnonbtt a una coppia di ruote. I n pl'ossim.ità della mezzarifl degli assali si t rova il centro della cil'conferenz.a il cui arco costituisce, come sopra detto , uno .el ci lati ,clel tela io. -438 -


IllSTIDNSJONBJ DIDL '.l'RAINO ):fECC,\ NICO

Fig. 65. - Lo chassis del tr,1 t tore

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F ig. 66. - Schema dello chassis.

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0RJ%7,,\Zl0NE

LA i.\f0'11

D11f,LJ AR1'TGL!EHIA

Questi pumti medi dei cl1H~ nssali sono poi impel'niati su Ull asse tubolare (L). Il perno de11'assale ant eriore è fisso al tubo , quello invece dell'assnle ,posteriore è monta lo s n un manicotto girevole. Il se(;ondo assale e quindi il t elaio ùa qnello portato, p uò rotare a.ttorno al tubo . Per tale costru7,ione i due t elai IPOssono suùire uno spostamento r elativo 1nel piano 01.·iz:wn.tale, sviluppando i due lnti a-b e c-d, su un rocchetto folle f c;:ilettflto sulla mezzaria del tubo L e, contemporaneamente, ruot ando l'uno di essi attorno fil tubo stesso, posson.o assumere inclinazion1i diverse a seconda dellt diverse condiziòni del terreno sul quale d evono poggiare le singole cop,p ie di ruote.

Fig. G7. - Schemu.

A far ruotare i due telai di uno stesso angolo per ottenere la sterzaturn del veirolo provvede ul]1, rocchetto dentato comandato dal volante di direzio.ue n mezzo cli nna complessa vite senza fìn e e corona elicoi(fale, eél una trasmissione a teles<;opio con do1Ppio giunto cardanico. Il rocchetto solicl11le ad un manicotto, fowcstito sul tubo di c-ollegamento dei clue telai, è s<~mpre il]1 p1 esa con la cremagliera (a'-b) del telaio anteriore. nella qua le come è stato eletto, ingrana il rocchetto folle (f) che è contemporaneamente in presa cotn. la c1'emag1ierri (o.cl.) del tcl~io posteriore. Ne con-

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ESTENSIO::,i!EJ DEL TRAINO :\!EJCCANICO

segue che, ruotando il rocchetto (iin, seguito a1l'a.zione es~~rcitata su11o sterzo) la cremagliera a,-b (e quindi il telaio ainter5.ore) è costretta a spostarsi r ispetto al trave L mentre 1 iper effetto del rocchetto folle, lo stesso spostamento subirà la c.remagliera c-d (e> quindi il telaio posteriore) . Si realizza così un raggio <li volta molto ristretto (m. 4,75) e, per cli più la volta corretta ; éle~ menti assai vantaggiosi per lo spech1le impiego cui è destinato l'autoveicolo. Da quanto sopra risulta che, per la sterzatura, le ruote noo1 1raria,no la loro posizio,ne rispetto al telaio, snl quale ogni assale è montato, e quindi il loro g-rande di;unetro non ostacola la guida, e, nel contempo, il veicolo si adatta perfettanie:nte e facilmente al terreno. Le ruote còllegate fra loro cla un robusto assale t ubolare sul quale so1no folli, sono unite al telaio medi.ante l'interposizione di una sospensione elastica a moJle elicoidali che consente una ragguardevole inclìpenclenza delle singole ruote ,di nno stesso assale. Il telaio anteriore co,n sente la sistemazione clel blocco mo~ , tore, clel posto di pilotaggio con orgm1i di cornµndo, dei serbatoi 1p er il carburante e del gruiJ)po trasmissione alle ruote ant.e riori che comprende anche il cambio di velocità ed il verricello. Il telaio posteriore porta gli organi di trasmissione a<~l moto alle ruote posteriori ad urna piattaforma di carico con sei sedili per i serventi. La; trcNmiissio11-.e del moto clial ca.m.bfo (cl1e è portato dal telaio anteriore) , alle ruote posteriori, si effettua, come in nna normale vettura, per mezzo cli llin albero cli trasmissione collega.to, media nte due cardani, da un lato al cambio, da1l'altro ad uow scatola di trasmissione nella quale sono contcnùti il gruppo <.:onico, wna coppia di ingranaggi pinni ridut tori ed il gruppo differenziale.

Lai traism!is-sione del moto alle rnote an.te·riori si effettua diretta.mente dal cambio, a mez;r,o di una scatola di trasmissione eguale a q nella posteriore, <:.Ol)ltenente cioè, c:orne quella. un -

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L,\ M0'L10RI7.ZA½f0NE l)hlLL' AR'l'lGLil'ffiIA

gruppo conico, un gruppo riduttore ed 11n gruppo differenziale. P er quanto riguatda la trasmissione è d'uopo notai-<- c:he, grazie alla particolare concezione costruttiva, per la quult> IJellf,I stei-zatura si ha lo spost amento egnale e contemporaneo dei due assali, non è necessario, come invece avviene sempi-c nei veicoli a 4 ruote motrici, avere un~ t erzo differenziale fra le due coppie ·di ruote . 11 trattore è dotato cli Yerricello cli alaggio ;1zionato ITI!ei d ue sensi clal 1nolore e capace di u110 sfoi-zo di cir<;a 3000 kg. e può raggiua1ge1:c 1111 nrnssinw di circa 5000 kg. impiegando apposita puleggia cli rim1 io . Oar~Ueristica ullima di questo autoveicolo è quella di potere effettua r e, per renlizzare maggiori sforzi cli traino, l'aC'coppiamcnto di più vetture . L'aceoppiamento si compie facilmente mediante apposito timone che si a1p plica nella p;u·te auteriore del trattol'e che segue e questo , ne)]a marcia, compie esattamente, semr,r,a bisogno cli essere g uidato, il percorso ,d el trattore che precede inqunntochè il eletto timone tra mette al telaio ante!'iore ,lel secondo trattore tutte e le stesse devi11zioni C:Olll,ipiutc dal telaio posteri ore del primo . Sem~a adden trarci nellil descrizione p articolareggia ta elci vari orgaini del trattOl'e, per il th.e si rimanda all'istruzion e r el ativa, ci limiteremo ad accennare che il Ornvpo moto·re è un m otore disassato u 4 cilindri , 4 tempi, con distribuzione a valvole ilili testa ed albern ,d egli eeceutri.ci in lwsso; le valvole sono quindi eomandate attrave1·so hrnghe aste o p111nteri.e e bilall(:ieri. Sviluppa un;:t potenza cli 35-40 cav. con un r egime normale molto ba so, 1500 giti. 8. - I ntorno al 1925 erano altresì stnti effettuati alcuni tentat ivi per sostituire l 'a.utotelajo tipo << Itala 10 )) sul qua l,! erano ~tate installate nel 1914-15 le artip;lie1·ie controaeree con un autotel a.io più moderno e più rispondente; ma per il momento dopo alcune rprove con un nutoveicolo Sipa , notn si raggiunse l'inte,n.rto desiderato . -

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J;S'J:K, SIONE DE L TRA I NO )fECCA:-IICO

Nel 1927 venne esaminata l'opportunità di valersi dell'a uto telalio Oeirano. Questo au.totehdo, convenientemente adattato, rispose pienamente ai desiderata) e l'adoziorn' venne ufficialmente sa1;zio nata. con, la denominazione di ()eirano 30 CJlA.. Si attuò così gr;:idualrnente Ja, sostitu zione degli a utotelai Itala 10, in tutte le batterie antoportatc antia c~ree da 7f) OK.

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F·ig. (iS .• Artiglieria contraer ea autocampale con autocaunoni da 75 C.K. su Ccirauo c .:VI.A .

E' costituito cla uno chassis Ceirri,n o 50 0 .M. modificato e carrozzato in modo da consentire l 'installazion,e e l'impiego di un can:none di piccolo ca libro su. affusto a candeliere per tiro contro nereo .

Dat-i s01nm.a·ri. Ha nel complesso l'uspetto e i requisiti di uin autocarro pesante con ruote posteriori doppie (ruote accoppiate). Le sue <:aratteristiche e dimensioin i sono pressoché identiche a q nelle dello cbassis del comune autocarro Ceirano 50 O.M. che qni l'iassumi.nmo : Passo rn. 3,60. Carreggiata m. l ,63. -

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LA i\l CYl'ORI½½AZIOKE DIDLL' AR'l'IGLill:UfA

L unghezza telaio m. 5,76. Spazio carrozzabile m. 4,70. Altezza minihun <111 terra m. 0,32. Gommatura, semipueumati<.:i 173 x 720,5. Velocità nrnssima 20 km/ ora. Peso <'Omplessi.vo (ser1za boc·<:a cla f no(·o e mrnnizionamento): kg. 4720.

r·~--------- -- -· !

Flg. 6H .. Ccir:rno 50 C.M .A. vronl·o a rl ceycre il pe:.1:.10 da 7ii C'.K

Oanitteristiohe p<1rticolari.

Lo chassis dell'autocannone si difl'erenzia per ~vere il telaio irrobustito ed essere provvisto -ùi uno specia le d,ispos·it i'VO che <·<rnsente di collegare rigidamente, mcdiain,te quattro colonnette <li acciaio anitahili in apposi.te chio<.:cio1e, la piattnforma s ul1 a quale è montata lll bocca cla fuoc:o e le due sale (anteriore e posterior e) formando così cl.cll'aut oveicolo nn tutto rigido <.:a pacc ùi costituire s upporto della bocca da fuoco ('On esclusione ùd1e balestre. Inoltre per· t ale compito, i longheroni dello chas~iE IJ.)Ol'· tau.o appositi alloggiamenti per l 'attacco di robusti pnnte1li laterrdi, che vengono montati ;3ll'atto della messa in battel'ia e danno una buona stabilità trasversale al sistema . La canozzeria. ha caratteristiche a ffatto speciali, l'ichieste dal compito cui l'irntoveicolo è destinato. -4"14-


ES'1'ENSI0KE> D8L '.l'llAIN'O MECCANICO

Nella parte anteriore è sistemato H cruscotto ed il s-edile (l)èr il conduttore ed il meccanico, provvisto di capotte con tela impermeabile; lateralme,nte a. tafo sedile sono disposti due pre dellini ,d'accesso alla parte posteriore della cm:rozzeria. I mmedi~tamente dietro. al sedifo aJJteri,o re vi è un'armatura di acciaio d isposta verticalmente che, mentre costituisce scheletro della. capotte del sedile anteriore, porta nella park suiperiore una, boccola nella qnale va ad alloggiarsi la volHta dtlla boccai cla, fuoco quando essa è clisposta i11 posizio.ne ·cli marcia. Nella parte i,n,tern!l di questa nrmatura è situata Ja rastrelliera 1p er moschetti del personale (con duttore, meccanico. serventi). Il rest ante deJJa carro1:zeria è costituita cla una robusta piattaforma met alli.ca con fian{:ate, pure metalliche, ribaltabili; al centro della 1Piattnformu è montato, su affusto n candeliere, un can!Tlone da 75 O.K. ; nella parte posteriore è situato un p.mpio cofano per munizioni che costituisC'e, contemporaneamente, sedile per i serventi; il sedile stesso è munito di <·Hpotte in tela im p~rmea bile. Oltre al ,d etto sedile, i serventi dispongo.no anche di due seggioli.ni l'ibaltabiJi. Un secondo eofm10 per muni?:i.oni è :::ituato sotto la !Parte anteriore -dell'impalcata. Sull'autocarro trova,no posto : 1 conduttore, 1 mec<:m1i.co, 1 capo pezzo, G serventi. I cof~ITT.i munizioni hanno cnpadtà complessiva di 11. tlG colpi. 9. - A.bbiamo visto dunque comP sia stato risolto il IJ)rimo e più urgente problema, quello del traino meecanico delle artiglierie pe~anti campali, con l'aclozioine del 'Trattore Pavesi. 1\fa intanto si poneva il problema della motori?:?:R?:i.one clelle batterie leggere, che cr11 poi il problema del trattore leggero. « Solo rnercè questa macchina - scriveva nel 1927 il ge1nerale S, Gatto, vero benemerito della motorizzazione dell'artiglie1·ia - potremo seguire sempre e ovungne le nostre fanterie, senza nessuna preoccupazione; solo con esse potremo cl ar loro quel valido aiuto di cui. hanno bisogno nella moderna lotta, spe-- 14.5 -


L,\ l\IOTO!!IZZAZ!ONE Dl•:LT/ ART1C LI BllIA

cie quando si troveranno ad agire n contnlto imm.ediato o qunsi, con l 'avversario. Per un insieme di circost anze) a tutti note, la trazione non eonse.nte più, ~Ile ba tterie leggere, quel difficile, delicato, snervante lavoro, di seguire molto vicino, spesso per giorni, le fanterie specialmente se la guerra avrà., come da tutti si tle::idcra, eiuattère di movimento e si svolge1'à in terreno rotto, atcidentato, privo di og11i ri sorsa, privo cli acqun . Il trattote, a diffcr ern~a del c·~rnllo, darù, questa possibilità, come ha sempre climo· stra to e più dimostrn , quello adottato per le m:tiglierie pesa nti eampali. Ness11n ostacolo arresta la. marda di questo trattore: chi lo hn visto i111 azi one no[1 può più avere dubbi al riguardo: il suo ingombro, 1~ su a vulnerabilità sono minime ; con pochi quintali di cnrburante può marciare e manovrare per giorni e giorni ; portato il pezzo i,n posizione., trasportcrù, munizioni; terminatu anche questo lavoro, potrà essere abbflndon ato in !Prossimità della batteria , in una piega cli terreno, mag;:iri in un fosso qualunq ue, purchè coperto a) tiro o, quanto me.no, Alla vista a:vversuria : nulla a cl esso occorre. Ma, dove l a trazione meccaITTica offre v11ntaggi ma rcat i su <Juclla animale, è nella dolcezza con la quale consente di supernre ostacoli di qualunque natura a materiali delic;:tt issìmi, quali nttualmente abbiamo, senza produrre il minimo danno ai meccamismi varii e corrlfl)lessi che ne fan no parte . Tale <lolcezia non pn ò essere data alla 'trar.ione animale dal genere di sforzo che -deve esercitare il cavallo per superare t::ile osta colo. Oggi , la mobi1ità òelle b;:ttterie legge1·e è spesso ridotta appnnto 11e1' i guasti. cui il materiale va incontro ad ogmi scossa e sobbalzo causat o dagli sforzi irregolari che i cavaJli debbono esercitare in simili <:ircostan ze. La messa fuori servizio di una o più macchine, per il tiro avversario, non dal'rL alcuna preoccupnzionc, potendo una sola maccltina trascinare, anche iu terreno accid entato, due o 1Più. pezzi contemporaneam<mte. Vantaggi seinsibili si ;:tYranno nei casi di bombardamenti aerP.i o di artiglieria , fatti con bombe o proietti a gas. · Infine, la trazione meccanica consent irà di appesa ntfrt alquanto i ma.teria1i d a campagna, senza far loro perdei'e la vo-

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ESTJDNSIONEJ DEL '.l'RAINO MElCCANlCO

Iuta. mobilità) se, in avvenire, ciò sarà necessm·io [Jer a ccreiscere le gittate; 1n ecessità, questa, imposta dalle esigenze ·della moderna lotta . Se. il traino mecqrnico, per queste batterie verrà adottato presto, la trasformazione potrà effettuarsi senza gravare per nulla sull'erario; vantaggi finanzia rii ingenti, valutati, come si dirà a,ppresso, a parecchi milioni annui, ritra,rrà lo Stato quando la trasform azione sarà un fatto compiut o )).

10. - La caratteristica fondinne,ntale di tutti i trattori tipo P;:ivesi consisteva nel sostituire al classico telaio rigido, due t<?lai

Fig . 70. - li tra tto1·e l eggero

r

t. llfod. 31.

snodabili, collegati da una tra ve centrale che consentiva alle 4 ruote - t utte motrici, di grande fliametro e rnu.rnite di palette ribalta.bili - di adattarsi al terreno v1:1rio, per quanto ·accidentato e sco1n volto. Analogo al tipo pesant e ca tnpale fu il tratl:01·e leggeto illod. -

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LA M0TOHJ ZZA 7,I0l\JD DIDU / Alt'L'IGT. IERI A

31, costtnito in un limitato numero ,d i esempl ari, assegna ti ad alc uni r eggim enti. cli art . cl iv. il scopo s per-imèn tale. Dalle pro,·e pratiche effettuate dni 1·epa r ti si e bbe conferma che la mm·cia i n terreno rotto er a consen tita in modo a bbasta nza soddisfa cente, mentre, il movimento cele1:e su str a da noin r isult 1:1va ageYole e sicm·o, a causa. ,d ell::t specia le conformazione s110d ata del telaio . E' da notare in proposito che, 1per le a rt. legger e, i rapidi spostamern,ti su strada son o di preminente im1porta,m m nel campo dell'impiego: mentr e gli inr-01wenic11ti p1·opri del telai o srn.odato crescon o in proporzione diretta coo1 il cr escer e della velocit à . Si prov.idc allor a a llo studio e nll a successiva r ealizza7.ione di un nuovo trattore leggero - lo S1w, T .L . 37 - aJ1:cora a 4 1·11ote m otrici ed indipenclenl'i, mn11i to però di un telaio r igi<lo e cn p ace di r aggiu11gcre sn stra1J a ,notevoli velocità, fino a) 40 km . or nri. Il trattore leggero T. L . 37 costituì dotazione dei r eparti di a r tiglieri;1 leggern e deJJ e divisioni motorizzate celeri.

]).a,t-i s01nm:ari <lJello H•pa 'l'.T1. 37: Motol'e : ì\f. 18 T.L. ; a bc.nzina : 4 ciliud.ri in monoblocco ; valvole latera li; Cflmme e sedi ,·alvole ricambiabili; ~iJ<'Ssaggio mm . !.J6; corsn mm . 140 ; ciJinclr a tu. t otale cm 3 4053 ; r ;:ipporto di compressione 1 : 4,9 ; l]JOtenza cff:ettiva a 2000 giri cav. 55; r affre<lcl mnea1to acl a cq1.1a cori pompn centrifu ga; accensione a magnete con gi unto a sca tto; lubrific azione fo r zata a r ic,1 per o; r egolµtorc di vel ocità .a fo rza cent rifuga, est erno. Frizione : a secco con dO(l)pi o elisco; in blocco c:ol ca rter motore. Cambio : a blocc hi scorrevoli con 5 ma rce avanti e retromareia. T rasmission e : d a una scatola cent rale f01.·mante blocco unico con: la sratola del ca mbio .i fl mezzo di 4 alberi car danici e telescopici a zi onanti le quattro n1ote . Sospensione: inclipenclc11te, clel t ipo a pa l'nllelogra min a articol ato corretto, con molle cilindriche a u terior mente ed unico ba lestrone tr asversale posteri ormente. -

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0$'1'ftNSI0JS'0 DFJL TRAINO MECCANICO

Sistema. di sterzo : a volta corretta con comando diretto ed indipe.11 dente sulle quattro ruote tutte sterzanti. Ruote: a disco con semi pneumatici o pneumatici. F reni : entrambi del tipo mecca nico; quello a pedale sulle quattro ruote, quello a maino sulla trasmissione. Impianto elettrico : a dinamo senza b;:lttcria.

Fig. 71. . Sl.'A T.L. 37.

Ingombro : loogitudinale m. 4,060; trasversale m. 1,760; verticale m. l .960, 2,200 con capotte; altezza minima da terra m. 0,335. P eso del veicolo : in ordine di marcia con ruote a semi pHeuma.tico kg. 4230, con, ruote a pneumatico kg. 3770. Prestazioni: Yelodtà masi,,ima km/ ora 40 ; velocità minima km/ ora 2,5; velocità medi a massima su km. J.00: km/ora 30; pendcma mm·si111a supei-abile: con traino : 50 %, senza: 60 % alte?:~a. di guado massima : m. 0,155; ra.ggio di volta. minimo: m . 4,400 ; sforzo massimo rll gau<:io su malmda.m: kg. 2800; sforzo di tra?:ione del verricello : kg. 2000; ~

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LA, l\f0'.l'0RIZZAZI0NE Dl•ìLL' ARTIGJ,IIJJRIA

lunghezza fuine verricello : m. 30; velocità sviluppo fune : m. 0,185 al l"; consumo medfo di combustibile per l{m. : su strada co11 rimorchio di cannone : kg. 0,275.

Oa1ratte·ristiche partioolari. Il 111,oto-re. E' dello stesso til])o di quello adottato sull'autocarro SPA 38 e sul carro Dovunque 35. · Il '·telaio. E' a loa1,gheroni molto ravvicinati con traverse per sostegno blocco motore-frizione e hlocco cambio-gruppo centrale di trasmissione. Porta appendici laterali per sostegno organi ausiliari e carrozzeria. E' provvisto alle estremità,, anteriori e posteriori, di ganci di traino. Gli o·rg,a:n,i clella tr asmissione. L,a, frizV.o'1w . - Del tipo normale a secco, cot11, <loppio disco e guarnizioilli ,d i ferodo è incorporata col ca1'ter del blocco motore. Il aa:rir~bio. - .A ·blocchi scorrevoli consente 5- ra1pporti avanti con presa ··d iretta e retromarcia. E' diSiposto ad immediato contatto della frizione al cui elemento condotto è collegato meélirnnte un giunto elf.lstico metallico, ed è racchiuso in una s·c atola che costituisce un tutto unico con quella del gruppo centrale di trasmissione che segue immediatamente il cambio. · Il rrupvo oen.trai'e della tra'S"lnissione. - E' costituito da un di:ffeteillotinle centrale, due semialberi e due gruppi laterali. ai quf.).li fanno capo i quattro alberi della trasmissione che portano il moto al'le ruote. Lo 8te'rzo. ' quindi sono E' del tipo indipencl'ente sulle quattro ruote che tutte direttrici. ·

LaJ. smpensione. E' indipendente, siste~a a quadrilatero snodato con braccio superiore corretto in modo da annùllare il pattinamento delle ruote. Nel treno anteriore il qu'adri1;:itero è costituito <la due bielle triaillgolari per parte e l'organo _el;:istico è rap~ -

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gSTENSIONE DEL TRAINO :'lf0CCAN1CO

presentato cla robusti molloni cilindrici; nel treno posteriore, invece, vi è uina. sola biella per parte ed una robusta. halest rà trasversale fa da organo elastico e da elemento di sos1pensione. Il v·e r-ricello.

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E' azionato mediante rinvio di demoltiplicazione cle1l'albero primario del cambio di velociti\. La oa,rro.zze,,~ia. Del tipo torpedo con scocca metarnca, munita di telo([le amovibile sorretto ·d a centiine ripiegabili, ipermette il trasporto di 6 persone (compreso il guid;1tore) con relati'vo equ:ipaggiamento e la sistemazàonc iJ1 apposito cassone dii. kg. 250 di proietti. Il continuo pr9gredire della tecnica costruttiva ed i lusi(nghieri risultati del trattore leggero 37, consigliafrono nel 19381939 ài studJ.ia,re e realiz·zare wn n.uovo tra.ttore ver arrt iglfor ie ai mei!Jio ·da.l ·ibro, sia per sost-itui·re il tipo Pavesi, che ormai diven,tava superato, sia per consentire il traino delle 1I1uove e più pesanti ~rtiglierie alle sempre maggiori velocità richieste dall'eYoluzione dei concetti d'impiego . Venne così definito il nuovo trat tore medio - denominato poi T ..M. 40 dall'a,nno di adoziorn~ - sullo schema del 'LL. 37, idoneo al trai!Tlo di b.d.f. del peso coro1plessivo di Kg. 5.000. Si pervenne all'adozione cli que&'to nuovo trattore dopo un 1·egoJare concorso fra le òitte nar,ionali, invitate a presentare i propri campioni, rispondenti alle caratteristiche fissate da un apposito capitolato tecnico, compilato ,d al centro studi .d ella motorizzazione. 11. - Nel settore dei trsiino ·delle art. pes., sorpàssah: ormai le gloriose trattrici impiegate nella guerra 1915-1918 · che - e specialmente le Fiat tipo 20 - avevano risposto soddisfacentemente, era necessario studiare e definire ulllia iJlUOva e moderna' ma,c china att;1 a realizzare .tutti i nuovi (Perfezionamenti raggiunti, nel .campo costruttivo, dalla meccanica ·automobilistica . La Breda, già i1nvitata. assieme ad altre ditte f1 studiare a11toveicoli i111, grado di marciare in terreno vario, aveva pre-

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LA M0'L'0UIZZAZI0N.0 DBLL' ARTIGLIEUIA

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~---J Fig. 72. -

t rattore medio : P.'M./40.

Fig. 73. - Il tra ttore pesante Breda 32.

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l:)$'1'8NSI0Nl!) m :L THAINO ll!E~C,\~I CO

sentato nel 1928-29, un nntocarro 1pes. speeia le a 4 ruote motrici. Questo autoYeicolo, con-renientemente modific~to . trnsfor mato ed adattato dalla concorde azione dei tecnici deUa Breda, di quelli dell'Ispettorato tec111 ico-antomobilistico e della Commissione per la motorizzazione, costituì lu m,uova trattrice per le art. pes. demornata 'Pl'aftrice 7;.esante BT-ecla 332. - ed. assegnata ai reggim enti d'art . d'A ..

Fiiz. 7!. - T rattore pc~flnte B rechi 33.

Successivamen te, con alcune varianti , Yenne omologata la trattrice pes. Breda 33, particolarmente adatta per il t rai no degli equipaggi cln ponte del genio milib1 I'e. E ' opportuno ricordare che dA1 ra11te il 1939 8'i 1jrov-i;iàe a 1/nodifioare e migUora n 3 la t rattrice) ohe ve11it1W voi omologata nel 1940, m rnnenèl ola cli motore Diesel <li maggi ore potenza e di gomme pneumatiche a )al'ga sezione. Da:f'i som.m,a1·i della t 1·attrice pes(/nte 32 (Brecìa)

Motore a benzina : monobloc<:o 11 4 dlindri verticilli , con l'egolatore a forza centl'ifoga . Alesaggio: 120 mm . Corso : 180 mm. Cilindra t a: em·~ 8136. Potenza: 84 caY. A 1450 gir-i. -

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LA

MO'I'OHIZZ.-\7.IONE

00LL' All'IIGLH:UIA

Frizio111·e a dischi multipli a secco ·di cui metà con guarinizioni <li ferodo . Cambio di velodtà ad ingranaggi scorrevoli con 5 marce e retromarcia.

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t .,_:,.:,~.~~Fig. 75 . . Trnttore Breda -10.

Velocità massima: km. 30/ ora . 'l'r asmissione a cardano (~eciale). S0spensio11e a molle b;:lllestra anteriore unica trasvel'sa le per oscilla7.ione treno a11teriore. Raggio minimo di volta (esterno) : m. 5,90. R uote in acciaio fuso : doppie posterior mente, semplici anteriormente, con semip,ncurnatici; tutte e quattro motrici; organi di aderenza speciali, costi.initi da 8 elementi di catena disposti trasversa lme-nte snl cerchione e fis satì medifmte appositi · attacchi alle l'Uote. Scartamento massimo : m. 1,68. -

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l<lSTFJNSIO~E DIDL 'l'HAI~O :MElCCANlCO

Passo : m. 2,65. Ingombro massimo trasveJ:sa]e : m. 2,08; longitudinale : m. 5,J 2. Altezza miinima libera sotto il telaio: m. 0,39. Oa1ico utile : su stracl.a ordinaria kg. 3500; su terreno accidentato kg. 2500. ·P eso del veicolo scarico in ;:issetto di marcia con tutti i rifornimelll!ti : kg. 8450. Sforzo di trazione massimo: kg . 7200, continuativo: kg. 5000. I pesi massimi rimorchiabili sn strada in buone condiziOllli sono: pendenza: 18 % 'Tonn. 10 · )) ...18 )) 12 % o/ )) )) 25 8 < /o fu.ori strada S .:,. 10 tonnellate. Freni: a pedale aut ofrenante sull' albera dei differenziali e la cui azioille si risente quindi su t nttc le ruote; µ, mano sulle sole ruote posteriori. La trattrice è munita di un argano capace di uno sforzo di 7500 kg. ed inoltre di una puleggin. per macchi1ne operatrici. Lo S(pazio carrozza.bile è di m. 3,58. Il carico sui singoli assali (a veicolo sc;1rico, è così ripartito) : assale anteriore kg. 29525; assale [posteriore kg. 5495. Rifornimenti: benzina litri 200; olio litri 12,50; acqua Iitri 34. Consumo benzina : senza rimorchio gr. 612 per km. ; con rimorchio gr. 937 per km. 12. - Al fio1,e cli risolvere il problema del traino lungo le carrarecce montane, delle f.lI'tiglierie - in particolare del pezzo da 75/18 - e delle relative munizioni, si pensò alla. utilizzazione _, 455 -


LA )I0TQRIZZAZI0Nr,; DELL' ARTIGLIEllIA

<lella trattrice agricola Fiat 700 che, convenientemente adattata, a.ppariva soddisfacente specie per le limit;1te dimensicxni di in gombro verticali e trasversali consentite dalla trasmissione a cingoli. La trattrice Fiat 700 venne trasforma ta ed adat ti;lta al nuovo uso dalle Officine Costruzioni Industriali (O. O.I. Fiat) cli Moden a. E ssenzialmente si sostitui il cingolo a piastra, adatto per

Fig. 70. - Trattore Fiat 700.

ragricolturµ , con ci11golo ad elementi corti analogo a quello del carro veloce, ed a ridurre la carreggiat a. L a presenza dei cingoli però fa sì che la già scarsa potenza motl'ice venga a tradursi i[l uno sforzo al gancio modesto (1600-;1.'e,OO kg .) ecl in velocità medi~ con rimorchio su str ada, a variazion i di pendenza limitatissima, 12 km. or a, nonchè in un rilcva1J1te consumo medio. P er tali cara tteristiche il trattore 708 O.M. - così venne denominato - apparve ;'ldatio per il traino di artiglierie di !Piccolo calibro in zona mont ana; e matura1mente- non poteva costit uire il vero e !Proprio trflttore per l'artiglieria divisionale motorizzata. -

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IDSTENSIONID DIDL TRAINO MECCANICO

Dati so11vmia1ri : Motore: !:I, benzina; monoblocco; 4 cilindri, 4 tempi; cilindrata cm3 2520; alesaggio mm. 87; corsa. mm. 106 ; potenza a. 2300 giri : cav. 30. Frizione : a disco duplice CO([l guarnizione di ferodo. Cambio : a quattro marce e retromarcia senza presa diretta e se11za gruppo cli rinvio . Trasmissione : in tre elementi; uno centrf;lle, antero-posteriore (cambi.o-gruppo conico) rigido; e due laterali, postero-ainteriori (semi-assi, ruote motrici cingoli) a. doppio carda!Ilo. Organi di !Propulsione : cingoli ad elementi corti (tipo curro vel. 33). Illgombro : larghezza massima m. 1.23; lunghezza totale m . 3,04; altezzµ mass. m. 1,47; altezza minima da terra m. 0,29; carreggiata m. 0,99. Velocità: massima stradale km/ora 16. Sforzo di trazione : con buona. adere:nza kg. 1600. Peso rimorchia.bile: kg. 1700. Pendenza max.: superabile con rimorchio <li kg. 1700: 30 %Pendenza max. : superabile senz;:t rimorchio : 50 %. Altezza di gradino supera.bile : m. 0,40. Larghezza di trincea: m. l. Altezza di guado mass. : m. 0,40. Ra,ggio minimo di volta. : m. 1,50. Consumo medio orar io cli carbura([lite litri 11,5. Autonomia: circa ore 7. Ve1Ticello: Cf:lpace di uno sforzo di trazione di kg. 1800. Freni: a IJ)eclale sui semi-assi (coin scompe11sazione comandata . dal volante per la guida) ; a mano, su puleggfo albero centrale di trasmissione. Sospemsione dei rulli portanti : a bilµncieri con molle semi ellittiche.

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LA M OTOltlZZAZION E DIDLT/ i\RTIG LIEHIA

B DAL REGGIMENTO D'ARTIGLIERIA A CAVALLO Al REGGIME NTI DI ARTIGLIERIA DI DIVISION E CELERE

13 . - Vicende del Reggimento d'artig lie ria a cavallo. - 14. • Dalle batterie a utomobili da 102 a l Reg gimento artiglieria leggero. l 5. · I Reggim enti artcele re. - 16. - I Reggimenti a rt cele re in A .S.

13. - Nelli:i. primavera del 1919, il Reggimento cl-i artigiieria a oa·v'<1llo le cui batterie - le ha tte1·ie a cavallo! - avevano insegu ito il ITTemico con le Dhisioni di cavalleria , oltre il ri;we, r ientrava in gu al'nigione. D a a llora si inizia una nuova storia, che vecle a. poco a poco d~leguare il cavallo dall'artigli eria e scomparire infine,. e (l efìn itivamenie, in ll1l ultimo guizzo cli gloria, a1ella. steppa Russ11, poco più di 1m ventenuio dopo. Viceucle organiche complesse : riflettono l'evolvere della. concc,zi01ie dell a g ue1·ra dal J 919 a l 1943 e il sorger e e l' affermarsi {li nnovi mer,r,i: in sintesi la. crisi di uin.i'elPOCa. Per gl~ a1·tigJieri che ebbero il tava Jlo, più che come un mezzo di lotta, come un simbolo (li anclaria , di slnncio, di generosità, e ad esso rima ero legati con nn a tta c;ca men to clel resto non del tutto irrazionale, e 1ne videro il tramont o con l'accorata nostalp:ia di chi non sa rassegnarsi, queste bt·evi note a vrflnno qualche intcl'<'sse. Rientrato il r eggimemto s ubì. il 21 novembre 1919, la soppressione dei Grnppi III e IV; e successi.va mente il 20 a1prile 1920, co,n lo scioglimento del II Gruppo, si ridusse al Comando (col. Pa,1Ji), a l Deposi.to. ed al solo I Grup1po a <·avallo (magg . Rizr,a rdi) .

R,eg_qimento Batf er·ie a crw·allo e a-u tovorta.te. Fu questo il nome che, dal 1° l uglio 1920, il R eggimento Artiglieria II cava ll o assunse assorben do i ci nque Gl'Uppi del R eggimento Artiglie1·ia campale misto autoportato, di cni diremo più avamti. I due Gruppi aut'oportati da 75 andf}rono a Milano -

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DALL'AR'J'lGLII<:RIA A CAVALLO A,L T}Altl' lGLIERfA CELERE

nella ,caserma del Reggimento a Porta Vittoria, gli altri tre Gruppi, da, 100, da 105 e da 14D, i,n, formazione molto ridotta, and~rono in distaccamento (Comandante iJ magg. Marciani) a Pavia, nel mag1li:fico casteJlo visconteo a P orta Milano (eretto da Galeazzo II Visconiti nel 1360-G5, ed ora trasformato in museo e parco ll)Ubblico) . Dopo tre mesi il distaccamento passò a Cremll (circoscrizione del C. d' A. cli Milano) suùdiviso nelle clue caserme « Ren zo da Ceti.>>, cioè Lorenzo Orsini Capitano di w.nturu, e « T ardini ».

F!g. 77. - Le batterie a caYallo.

Nel 1923 fu ricostituito il I( Ùl'nppo a ca,~allo. e, disciolti più tardi i Grnppi da 100, da 103 e da J4!), il reggimento rimp!Ile formato da due Gruppi a cavallo e due autoportati da 75: questi ultimi fm·ono poi detti «portati » (legge 11 marzo 1926). Il 14 fehbrnio J !)28 i due gruppi portati cessaron o di far pnl'te del Reggimento e p~s aro110 il III al 1°, ed il I V al 2° Reggimento artiglieria !Pesante campale: rispettivamente a Casale Monferrato e a. Mantova.

R eggùnento Artiglieria, a cavallo . Eliminati i gru[)pi porlflti.. il Reggimento riassunse il suo primitfro nome, e, nell'aprile 192. , ricostituì il IJI ecl il IV Gruppo a cavaJlo : tutti e quattro i gruppi erano <li due battc_,rie effettive ed una batteria quadro. Nel rn30 fnrono costituite dne Divisioni Celeri in sostituzione delle Di visioni di Cavalleria. Nel 1981 il Reggimento abbandonò la Yecchia c;1serina di -

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LA M0l'01l IZZ.-\ZI 0 ~ E DET,L'AR'J.'IGLIEllIA

Porta Vittoria (sulla cui area è poi sorto il P alazzo d1 Giustizia) ed andò ad occupare la bellissima, n uova caserma « Principe Eugenio di Savoia>> costruita appositamente in margine alla piazza d'armi di Baggio. E i:,-sa fu in seguito condivisa col 27° Reggimento Artiglieria « Legnuino >> che sloggiava dalla ca serma di S . Vittore. Nel giugno 1934 le Divisioni Celeri divennero tr e e <:011segnentemente il Reggiment o a cavano sciolse il IV Gruppo trasferendone le Batterie 10" al I e l l3 al II Gruppo, a sostituirvi lE> rispet tive batterie quadl'o 3a e 6.. ed .assumer,ne la ~mmerazione ; questi GruiPpi furon o così. sn tre batterie effettive, mentre il III rimase di due : 70. e 8". Il 1° ottol,rc 1934 il Reggimento Artiglieria a cavallo (col. V alerio) si sciolse, distribuendo un grupipo a ciascuno dei tre Reggimenti Artiglieria cli Divisione Celere di nuorn formazione: il 3° di questi si costituì n ella s:ecle stessa del R eggim enito a cavHllo, assorbendo.n e il Comando e il Deposito e adottandone lo stemma ed il molto araldico ed il r it ornello reggimenta le. H.icev<'tte il I Gruppo a cavallo. Nell' ultima guerra , i tre Reggimenti d'Artiglieria Celere, destinati in Africa Setten!,donale, dovettero lasciare in, s(•de il 1·ispettivo Gruppo di ba tterie a cav11Uo. Ma nel luglio 1941 ,i tt·e (fr1,1,p Ai a. 0<1vallo furono ti.uniti n ella zon a di Verona, per rico~t ituire il Reggimento Artiglieria a cavallo (col. Colombo) che, dopo un breve periodo di coordinarne.nito fu inviato sul front e russo con l a 3• Divisione Celere « Principe Amedeo-Duca d' Ao·sta )) (gen. :VIar!:lzzani) che faceva parte del Corpo di spedizione in Ru.s sia (C.S .I .R.) coma.n dato dal gen. ~lesse. Fedele alle antiche t raclizioui, il Reggimento affrontò di!iflgi, fati che, avversità, s acrifici e vi si coprì di gloria, come risulta dalla magnific~ motivazione della Medaglia d ' argento al Valore Militare concessa allo Stendardo e conseginata sul campo il 29 giugno 1942 (col. Montella) : « Coi gruppi volta ipe1· volta im1Piegati in appoggio di unità de1la propria Divisio01·e Celere od 13ssegnat i olle fanterie in azione, allineaotdo agilmente le sue Batterie con le estreme avallgnarcl ie e sulle posizioni di maggiore 11schio ed 011orc, h a confel'mato ovunq11e l' antico prestigio coi caratteri dell'il-ruenza e dell'imtrepidezza. Dopo essersi inoltrato -460 -


DALL' AUTIGLI0UIA A CAVAL LO ALL' AHTIGLIERIA CELERE'

per più di mille chilometri in territorio nemico anche osteggiato dall'intransitabilità delle piste e clall'insidf.l dei part igiani, si prodigava. .con esperta bravura nella. tutela di importainti settori difensivi. In uina fase ondeggiante della lotta, soverchiati e superµti i suoi pezzi dalla rabbiosa imponenza numerica di nemico quattro volte sn1periore, li restituiva all'orgoglio del successo con J'imv eto degli artiglieri, emuli, per ardire cli sacrifìcii e virtù di eroismi, alle baionette dei bersaglieri )). Fro:n:te russoNipro - Usspetowka - Rikowo - Gor]owka - Ohazepetowka. ì\fikailowka - lwanowka, agost o-mµggio 1942. Altre due medaglie {l'argento al valor militare furono concesse allo Stemlardo del Reggimento [Per le azioni cli luglioagosto 1942 e per queJle clal novembre 191.l2 al gennaio 194-3. La 3a Divisione Celere « P.A.D.A. >> tra l'1:1ltro meritò la citazione all'ordine all'ordine clel giorno del Corpo cli specl izioJJe, per aver « fatto cose .superbe che han rinverdito le glorie dei suoi magnifici Reggimenti « Sa.voia )) Cavalleria, La1ncieri éli Novara, 3° Bersaglieri e Artiglieria µ cavallo : dec-isivo è stato il contributo per l'occupazione della zona industriale e della città di Stalino )). Oggi, delle B atterie a cavallo tutto è nella storia e nel ricordo i1Tudelebile di quanti ebbero l'onore e la fortuna di appart enervi: nu11a è sopravvissuto, tr anne il nome, Reggimento artiglieria a cava llo e il chepì tramandf:lto da] 10 novembre 1946 ad uno <lei Reggimenti Artiglieria da campagnfl della Didsione « Legna1no n, che ne oc.cupa la caserma cli Piazzale Penucchetti alla periferia di Milano . Il nuovo Reggimento adottò anche lo stemma (ipriv;l.to della Corona R eale) ed il motto araJclico, che dal R eggimento Artiglieria a cavano erano passati al 3° Reggimento Artiglieria Celere; ma nel 1950 lo stemma è cambiato ed è rimasto solo il motto. 14. - Aictob:atterie cl}a, 102 o Ra.t:ter,ie al/,1,tomK>b'ili dia 102.

Nel novembre 1915 furo110 costituiti sei gruppi - 1.6 battérie di autocainnoni da 102/ 35 : i primi tre ebbero per centro òi mobilitazione il 6° R eggimento Artiglieria da, fortezza, e gli :-.iltri il 7° Reggimento Artiglieria da Fortezz.a.. Il fregio del copricapo era costitnito dai cain noni incrodati -

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LA :M01'0R1ZZAZI0NE D1%L' All'l'lGLlEJHA

con due ùandiere, come quello clcll'artigliel'ia da costa di u.11a volta.. Il materiale d'armamonto era stato stndiato e conC'reiHto dall;i. Ditta. Ansaldo di Ge,nova, che utilizzò i cannoni du 102 <lclla R. Marina , su affusto a candeliere, munendoli di s<.:udo e montan(loli su autotelai Spa 8000, con cofano e radiaton~ scucla ti , ed 1w1 sistema di punteJ1i infcri.ormeute per scaricar<:: al snolo il tormento dello sp::n-o, sottr!lenclolo alla sospensione elastica cleJle balestre. P er appoggio al rinculo, venivano applicati alla parte posteriore del piano <lell':rntomezzo due appositi lunghi 1puntelli divaricati e provvisti alla estremità di robusti vomeri da interrare convenientemente. Ogni ;1utomezzo era seguito da un'autoscorta - Spa '000 - appunto per il traspo1,to dei punt elli, dei vomeri e dei vnl'ii accessori, oltrechè dei serventi. Vi erano poi gli autoca ssoni per Je munizioni, 1101,' auto-scala osservntorio, una au lo:fficirn a ecl altri automezzi diversi. Il munizionamento era costHuito da granate e shrapnellsgranate del peso di cii·ca 14 kg. Gittata. massima circa 12 km. Gli autogruppi d;:1. 102 en trarono in azione, a mano a maillo che furono pronti, fra l'apr·ile ed il luglio 1916, rimanendo autonomi iìno a tutto il 1917 ; furono poi rit11niti nel 23° R aggruppamento pesa11te campale (Comandante il col. Salvatore GattoBua) alla. direttf\ dipendenza del OomaJ1do Supremo. A P ressana , ipresso Oologna Venetn - sotto l'ottima direzio111e tecnica dc.l t en. IUccarcli - un' officina stabile molto bene a ttrezzat a curava tper tutte le autobatterie cla 102 le 1·iparl;lzioni al materiale automobilistico ed a quello d'artiglieria , che per la loro entità non potevano eseguirsi presso i reparti, tutti dotati di ~rntofficina . Lungo tutto il fronte erano previste, studiate e riconosciute numerose posizioni per le Auto batterie da 102, le quali con, lunghe marce si spostava1110 rapidamente da un settore all'altro, per r~n,_ forzare azioni di fuoco, ad anche talvolta per conv1a1lidare azioni dimostrative. La brillante soluzione delle Autobatterie cla 102 presentava però alcu1ni gravi inconvenienti ; settore verticale di tiro sensibHmente limitato in elevazione ed in depressione dall'affusto; settore orizzont ~le ridotto - per la stabilità trasversale - al-

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DA L L'AR1'I GLIER1A A CAVALLO

ALL'Ail'l'l ùLJERIA C!l:LEREJ

l'angolo ,d i apert ui-a dei ;pmnelli posteriori; inedtal>Ue presenz~ dell' aut om ezzo i,n, batteria, e notevole ginocchielJo (m. 2,20); traiettoria molto lesa (bocca da fuoco per armam ento . navale) malgrado la disponibili tà di tre cariche; modesta efficacia dei proietti e sc;:irsa visibilitù, clel loro scoppio, co1n conseguente difficoltà dell'osservazione del tiro; rilevante peso dell' autopezzo (circa, 7 tonnellate). Tuttavia la ferma volontà e la perizia dei com arndanti e degli artiglieri tutti , st~rventi e coa·1duttori, assicurarono ottimo rendimell to nel partitolu re impiego di qnest~ ,n uova speciulità dell'Arma . Tutte le au tobatterie cla 102 partecipa1·ono bl'illan-. temente a11'in seguimento fina le de1la guerra - novem bre 1918 col Reggimento Artiglieri..1 a cavallo e tutta la Oavfllleria. agli ordini ·cli S .A.R. il Conte cli Torino. Esse furo no tutte disdolte anche troppo affretta tamente appena terminata la gnena : il persona le passò al R eggimento Artiglieri~ Cf.lmpale misto autoportalo di nuova formazione; il materiale d'artiglieria fn versato ai maga7,zini, [>revio sbu lloname111to degli affusti dai rispettivi autotelai; il materiale au tomo~ bilistico alienato . E' chi aro che le a ntobatterie cl;1 102 precorsero ]' artiglieria celere, istituita molto più tardi , e, potremmo aggiungere, anche i sem,01,-ein ti.

Reggirn•en.ti A.rtigZierùi: aint;ooorreggiati. Col iprogredire della meccanizza zione e della motorizzazione, si delinearono per l'artigliel'ia leggera e per quelln pesante' c;:impalc due correnti contrastanti : l 'a utotrn sporto e l'autotraino. Co&ì, mentre già nella seconda metài del 1917 si er ano avute ba tterie « aclatt;:1te >> al t rai,no meccanko, alla tìne del 1918 si ebbero i <lue Reggimenti autocaneggiati, tendenti a conservare i vantaggi de1le a utoba ttetie da 102 ed eliminarne gli fo1conveniea1ti. Per necessità contingenti, dunque, in previsione degli avv,enimenti che and avano profilandosi, essi furono costituiti 11ell'ottobre J 918 : - Gl R eggimento Artig1i eria da campagna autocarreggiato, con centro di rnobilit ar,ione il 25° R eggiment o Artiglieria da campa gna . 0

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LA ~!O'IOIUZZAZIONE DELL'AR'.1.' IGLfERIA

- 62° Reggimento Artiglieria da campagna ~utocarreggfato, coJ1 centro .di mobilitazio111e il 4° Reggime~1t o Artiglieria da c;impagna. Entrambi erano su tre gruppi, 10 batterie da 75 : il portapezzo era costituito da un autocarro leggero - Lancia lZ senza sipo11de, provvisto di speciali att rezzature che consentivamo di caricarvi facilmente il pezzo (col suo affusto normale), &istemarvelo ed ancorarvelo stabilmente per l 'autotraslPorto. I serventi trovavano posto in parte sul portapezzo medesimo, in parte sul rispettivo autocassone per le munizioni. L11. manovrfl di « pezzo a bordo » e « pezzo a t erra)) si effettuava in pochi secondi. I n batteria r estavano i soli pezzi, mentre gli automezzi s i portavan o al ripar o. Il 61° pa1-tecipò all'azione finale d'inseguimento d el novembre J 918; il 62° 111011 disponeva ~mcora di tutti gli automezzi necessari. Anche i due reggimenti flU tocarreggiati furono disciolt i ap1pe,m1 finit n la guerra : person ale e materiale pnssarono al Reggimento Artiglieria. Campa le misto au toportato di nuova for ma.zione. Regginumto A..rtiglier-ia Campale misto aitto-portato.

Nei mesi del 1919, mentre si svolgevano le varie operazioni inerenti allo scioglimento delle autohatterie da 102, sotto la guida e l'alta direzione del c:olon nello brigadiere Gatto, e con la collaborazione degli ufficiali degli autogruppj dµ 102 mede9i:mi, ven nero im tensifieati all'officina di Pressa:n;i gli studi ei le esperienze per l 'autotrasporto delle artiglierie leggere e pe.s anti campali. E venn ero così allestiti co.n autocarri pesanti tre ll)Ortapezzo, ispirati alln. soluzione già realizzata per_ il 61° Reggimento autocarr-eggiato, ma modificati a. seconda del peso e delle ,climern sioni del materiale cui erano r ispet fo·amente destim1ti , e doè l'obice da 100/17 mod. 14 di preda bellica, il cann001c du J05/ 28 ,pesa nte c11 mpale e l'obice da 149/12 )Pesante ca mpale. Quando gli esperimenti ebbero raggiun to un sufficiente grado di concretezza , si costituì - in data 21 marzo - col per~onale dei disciolti autogruppi .aa 102 e dei pur e. disciolti 61° e 62° R eggimenti a utocarreggi~ti, il Reggimento A1·tiglieria Campale misto autoportato su cinque gruppi di tre batterie ciµscuno, e -

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DALL'ARTIGLIERIA A CAVALLO ALL'ARTIGLIERIA CELlmE

F ig. 78. - Manovra d i carico del pezzo da 1.00/17.

] 'ig. 79 . - l'ortapczzo cla 100/1.7.

precisamente I e II gruppo col materiale da 75/27 mod. 91.l e relativi portapezzo ed autocassoni · già del 61° autocarreggiato; il III Gruppo· con obiei cla 100/17 mod. 14 P.B. (il primo fra tu tti i gruppi dell'artiglieria italian11 ad · essere àrmato con questo materiale), il IV con cannoì1i d a 105_/28 pesanti campali. e il V con obici da 14:9/12 '.T>esanti campali. A ciascuno dei gruppi III, 30

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LA, M0'.l)0 RIZZAZI0NE DET.L' AR'l'IGLIDRIA

IV e V fu dato ilì consegna il rispettivo po1•ta pezzo (allestitq in un unico ,e sempl~re, come sopra è detto) per co.ntinuare gli esperimenti: ne derivarono proposte di modificazioni e miglioramenti più o meno se11sibili. Fu in questo periodo che il Comando del III Gruppo (magg. lV(arciani) cori la valida collaborazione dei cap.ni Mazzoni e Guazzo, comandain:ti deHe batter ìe 7" e 8"', compilò . molto accurata-

Fig. 80. - Portapezzo da 149.

mente una prima istruziop.e per l'obice -da 100/ 17 mod. 1.1: P.B:, con tutta la lllOm.eneJatura del materiale, le norme iper la scomposizione e ricomposizione di esso, il fuin,zionamento dr.i vari CQJ1gegni, il servizio del pezzo, cmn:presa la manovra di carico e scaiico del portapezzo. Giunti così alla fase ,co11clusiva, furono spediti 'i tre portapezzo all'Arsenale di costruzioni d'artiglieria cli Tori,no, per gli ultimi perfezionamenti e per passare. poi .alla costruzione ~n serie. Senonchè ai tecnici dell' Arsen;:ile, chmrnte Jo studio òel pro. blem~, venp.e altra idea che portò invece all'adozione del portapezzo - cosiddetto - ivniversctle. Intanto, il 31 dicembre 1919, il Reggimento (col. Grimaldi di Serravalle) si trasferì in sede di guarnigione a Piacenza, nella --,- ,466 -


0

l>ALI..' J\H'.rtGLII<;RIA A CAVALLO

ALL' ARTIGLlERI'A CELEREJ

caserma « Eugenio cli Savoia >> del 21° Reggimento Artiglieria <la campagina, di cui era rimasto solo il Deposito. Il 1° luglio 1920 lasciò il Deposito del 21° e, come già detto, si fuse (e in questa fusione c'è forse il iprimo germe dei futuri tre Reggimenti cl' Artiglieria Celere) col Reggimento Artiglieria a. Cavallo, di cui era rimasto iJ Comando, il Deposito ecl il solo I Grupipo a cavallo, dailldo luogo al Reggimento Batterie a cavalJo e autoportate. Il porta,per,r,o univers;:ile era, una sintesi dei tre portapezzo allestiti dall'officina di Pressana , e doveva servire indifl\·rentemente all'uno o all'altro dei materiali, Ginnto al Reggimento, esso apparve subito assai meglio rifinito dei pT.'ececlenti tre modelli dai quali era. derivato; ma jn ell' iropiego promiscuo rivelò gravi inconvenienti, dipendein ti principalmente dalle granai differenze nella carreggiata e nella lunghezza della coda d'affusto tra u111 materiale e ]'altro, e, corrispondentemente d;1ll'assai diversa posizio,ne clel centro éli gravità (sia assialmente, sia iu ftltezza), che in:f:l.uiva dannosamente sulla facilità, di sterzo nella guida, e sulla st;1bilità dell'autoveicolo. P eraltro andava affermandosi l'autotraino, reso praticame111te possibile dai carrelli elastici, che sottraevano al tormento delle maggiori velocità le ruote e le altre parti degli affusti, create rper una velocità massima di 10-12 km , all'ora (traino anima.Je) e maggiormente avvantaggiatosi dopo che autocarri-trattori furono ~ostituiti con veri e IPl'Opri trattori aélrtti al terreino vario . Conseguentemente si rinunciò all'autotrasporto dei pezzi 9-a 100, d_a, 105 e da 14,9; i rispettivi gruppi furono disciolti 1nel Reggimento, e il porta pezzo universale fu réstituito all'Arsenale di Torino. Rimasero fiJno al 1928 i due gruppi autoportati da 75 nel .Reggimento batterie a cavrlllo autoportato , Reggimen.to artiglieria, leggero, Fu costituito (col. Pizzotato) nel 1931 a 'l'reviso, su due gruppi di due batteri.e da 75/27 mod , 1911. Il reggimento ebbe dal 1° e dal 2° Reggimento Artiglieria pesa11JJte campale il matel'iale dei due gTuppi « iportati >> precedentemente ceduti dal Reggimento Batterie ~. cavallo e autoportate : ma non lo utilizzò, -

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LA MO'l'ORIZZAl:IIONE OIDL J/ Al!'l'J'GLIBHIA

passando i1nveee all'autotraino. I nfatti i ,pezzi erano autotrainati col trattore leggero mod. 31, sul quale t rovava posto l a squadl'a dei serven,ti. Il R eggimento rispondeva alJf.l necessità cli artiglieria di accom·pagn amento per il R eggimento bersag·lieri (come il Reggir-

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Fig. 81. - Fenara: Il Reggimento di artiglieria celere schierato.

mento Artiglieria a cavallo per i Reggimenti di Cavalleria) nella formazione delle due Divisioni Celeri (15 gh1gno 1930). Nel 1934 le Divisioni Celeri dive1rnero tre, e conseguentemente, nel giugno, si costituì il III Gruppo di due batterie del Reggimento Artiglieria leggero. Il 1° ottobre 1934 il R eggimento si sciolse, distribuendo un gruppo a ciascuno dei t re Reggimenti di Artiglieria di Divisi.@i:Je - 468 -


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Flg. 82. . Reggimen to artiglieria celere (Gruppo motorizzato).


Fig. 83. - Rcggtme11to artiglieria celere (G1·11 1Jpo a c:n rall o) .


DALL' AR'l'IGLIIDlUA A CAVALLO ALL' AR'.l'IGLIERIA CELEnID

Celere <li nuova form;izione: il 1° di questi si formù 111:ella sede stessa del Reggimento leggero, assorbendone il Comando e il Deposit o. Ricevette il III Gruppo a cavallo.

15. - Reggimd31i.t i a.rtigliM·ia colere. Il J<' ottobre 1934 furono costituiti tre Reggimenti Artiglieria di Divisione Celere che successivamente (febbraio 1935) assunse1.'o ciascuno il nome della rispettiva Divisione Celere, e cioè: Regg. Artiglieria Celere (1°) « 1tugenio cli Savoia )) (col. Pizzolato); Regg. Artiglieri;:i. Celere (2°) « Emnnuele Filiberto Testa di Ferro)) (col. Marciani); Regg·. Artigli.eria Celere (3"') « Principe Amedeo Duca d'Aosta)) (col. Valerio). Essi era1no formati da 11n gr u[])po di Batterie a cavallo da 75 mod . !)06/12, un gruppo di Batterie motorizr,ate leggere da 75, mod. 911, col trattore leggero rnod. 31, un gru1ppo di Batterie motorizzate pes;rnti campali da 105 col trattore « P.4 )). Chepì per tutti, con fregio di ca111noni e sci.abole; criniera. nera per il gruppo a cavallo; pennacchietto nero peJ' i gruppi motodzzati (l'uina e l' aJtro bianchi per i trombettieri). I R eggimenti 1° e 3<, neJla sede rispettiva cli Trevi1,:o e di Milano, occ11paro110 le cnserme del Reggime,nto Artiglieria leggero e del Reg·girnento Artiglieria A cnvallo, assorbendone il Co mando e il Deposito . Il Reggimento Artiglieria Celere (2") « l~manuele Filiberto 'l'est.a di Ferro n fu costituito ex novo : l'alto onore di esserne il fondntore ed il primo dei Comao:itélanti :fi.no al 1° ottobre 1936 toccò al col. Giusep(Pe Marciani. Il primo embrione del Comando {m.agg. AltaviUa, cap. Bellini, cap. Granf}ta) nacque a Bologna · - Via Pri,no 2 - JPresso il Comando d.ella 2" Divisìone Cdere « E.F.T.F. >> (gen. Aymonino) e appena possibile, a mano a mano che arrivavano gli ufficiali assegn;:tti, furono gettate a Ferrara, nel Palazzo Prosperi - Corso di Porta. Po n. 2 - le basi del Deposito, che ben presto si mise i.in grado di funzionare re;olarmeffl!te. -471-


LA ) 10T0HIZZAZI0NE DL':f,L' AHTIGLIERIA

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Ji'ormarono il Reggimento : il II Gruppo (ten. col. Perrod) [con Je Batterie 4"' (l° cap. Filiasi), 5" (1° cap. Salvetti), 6a (te11 . imcaricato ,d el grado superiore Fontaine)] del disciolto Reggimento Artiglieria u ca-

Fig. 84. - Emanuele Filiberto.

vallo (col. Valerio) che assunse la denominazione di Gruppo a cav~llo (I ) e le sue batterie la numerazione rispettivamente ,di l", 2 e 3". il II Gmppo (magg. P astore) [con le Batterie 3" (ten. i. g. s. C~mpa.nèlla) e 4a (ten. i. g. s. Gazzillo)] del disciolto Reggi3

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DALL' Art'.l"IG LIEnlA A CAVALLO

ALL' ARTIGLIRR!A CEUWE

mento Artiglieria leggero (col. P izzolato), che assunse la òenomi111azione di g1·u1ppo motorizzato da 75/ 27 (II) e le i:;ue Batterie la. numerazione rispettivameute di 5" e 4n. (previsti.i, IPOi la fo1·mazioine della 6").

F'ig. 85. • Fe1.Trn·a: Consegua clello sten(lardo al 2> HC'gg.to arliglieri.q. celer e.

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il II Gru,ppo (magg. Pioli) [con le Ba tte1·ie 4• (1° cap. Casi1ni) e 5" (ten. Pica)] cl el G0 Reggimento Artiglieria di Corpo d' Armata (col. Marras) che assunse la denominazione cli Gl'uppo motorizzato <la 105/ 28 (III) e le sue Batterie la numerazione rispettivamente di 7a e 8" (pl'evista la formazione della 9a). Quando si p oterono riunire i Gruppi tutti gli elementi del Reggimento si dislocarono a Ferrara: - Caserma« Gorizia>> e annesso Palazzo Prosperi - Ooma11do del R eggimento, Gruppi motorizzati (II e III) e DPpo:;ito; ~ 473-


LA MOTORIZZAZIONE) D0LL' ART IGLIERIA

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Caserma «Palestl'O>> - Comando GruJPpo (I 2" e 3" Batteria a cavallo; - Caserma « Alfonso I d'Este )), detta anche « Bevilacqua >>, l " Batteria a cavallo. Ciascuna, batteria ~ cavallo ei-a, per tradizione, gelosa custode delle glorie di q nella daJla quale direttamente discc,01,deva , anche se con diverso numero ordinativo. La l"' era l'antica 4" a cavallo costituita nel 1883, soppress~ nel 1920 e ricostituita nei 1923; la 2" era l'antica 3a a cavallo costitnita nel 1848, soppressa nel 1850, ricostituita 111el 1883, soppressa ancora nel 1920. ricostituit a nel 1883, sopp1·essa ancora inel 1920, ricostituita nel 1923 e {livenuta 5,. nel 1928 a causa delle Batterie quadro istituite nei gruppi. La 3• era 1'8· a cavallo costitui1a nel 1911, soppressa nel 19J9, ricostituita nel 1928 q uale 11• a causa delle terze batterie quadro nei gruppi, e <Cliveinuta 6" nel giugino 1934 per la sopp1·essione del I V Gruppo. Nella casel'ma «Palestro >>, nella via omonima, fu più tardi collocata una lapide marrnol'e!l a ricordo dei valorosi Caduti delle tre battel'ie a cavallo. 0

),

Nel maggio 193'7 fu stabilita IPCl' i R eggimen ti di Artiglieria Celere m,a nuova formazione su tre gruppi motorizza.ti di due batterie da 75/18, mod. 35, ma ilil 13.ttesa che fosse pronto t utto il 111:uovo materiale, fu adottata una formazione [)rovvisori.:t: per 1~~ qua.le fu disciolta la 3"' B:atteria a cavallo, e, con personale del Reggimento stesso e con materiale di mobilitazione, fu costituita 11el II Gruppo una nuova batteria motorizzata -da '75/27 mod. 911, che si chi;:imò 3a_ Fu inoltre disciolto il III Gruppo da 105/ 28, sostituito poi da uin III Gruppo motorizzato da 75/27 moc1. 911, formato trasferendovi la 5• Batteria dal II Gruppo e costituendo cx 111ovo la 6a. Si ebbero così i tre reggimenti celeri su tre gruppi cli clue batterie dascuno. Il trattore L 31 fu sostituito dal trattore L 37, a pneumatici, che trasportav;:t - oltre i serventi - un'aliquota di munizioni. Successivamente si aggiunsero due batterie da 20 rom. su due sezioni di due pezzi ciascuno. -

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OALL' AllTIGLIKRIA A C.\VALLO ALL' AR'J:IGLIElllA CELERE

16. - Per la guerra, ancora, ne11 a loro fo rm azio111,e provvisoria, i tre R eggiment i mobilitati partiro.no per l'Africa Settentrionale coi soli gruppi motorizzati. I t re grupp i a c;lvallo, riu niti nuovamen te in reggimento, fur o1110 inviat i - come si è detto - sul frointe r usso con la 3a Diyjsione Cel ere. In Afric a Sett entri onale i tre reggimenti d ' artiglieria celere - completati di un gruppo da 100/17 - furono impiegati prescindendo ,d alla loro specifica caratteristica, ed assegnati in rinforzo : - il 1° artcelere aJl~ Divisione « Brescia » (gen. Lombardi); - il 2° nttceJere al « Panzer Gruppe Afrika )), agli ordini del gen . R ommel; - il 3° nrtce1 ere aJ]n, Divisione « Sabratha >) (gen . Soldarelli) e poi alla Divisione « Littor io )). Peraltro nel marzo 1942 si costituì un raggr uppamento celere A.S. , t1i cui primo nucleo furono le << B;,1t terie volarnti >) ist it uite nell'estate 1941 eèl armate ron cannoni da 65/ 17 installati sn veloci camionette di. preda heJ1ica, per cura del 12° Antoraggruppamento : « idea geniale ed interessant e esperimento, cui !Però l' incafaare degli eventi non consentì regolare ed ol'dinato sviluppo)) (son pa role del gen . Manca ,éJi Mores, ,comnncla01te su periore d'artiglieria in A.S., in una relazione fatta il 14 marzo 1942). Quelle batterie su camionette, alle quali era stata aggiunta un a batterie di obici a.a 100/ 17 s n autoc!;l rri pesanti, p resero parte alla battagli a cle1là Mar mnrica (dic. '41), in coa-1clizioui t ali però cla non offrire qnelle possibiliià di fon date deduzioni che sarebbero state desiclernbili : sembr~, ad ogni modo, che in complesso abbiano risposto bene. Eseguita al p rincipio del l.!)42 - sem pre a cura d.el 12° auto~ raggruppamento (2" Autoparco) - l 'installazione anche di pezzi da 75/27-!'J U s u trattore leggero T. L . 37 del tipo sahariano, il Comando Superiore cl dle F orze Armate A .S. stabili la seguente fomazione per il R aggrU[):pamcnto celere A. S. : - 2 gruppi celeri , composti ciascuno da 1 squadrone autoblindo 1 gr uppo di batterie da 65/ 17 aut oportat e; t '' '4 " '"7.f

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LA, M0'.1'0R1ZZAZI0N!!J DELL, All'l'IG LlERIA

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1 gruppo sostegno, composto da : 2 b!;lttaglio•ni di fanteria 1 gruppo di batterie da 75/27 mod. 911 autoportate 1 gruppo cli batterie da 100/ 1'7 autoportate 1 batteria controaerei da 20 mm. ; - 1 autoreparto servizi. Colpisce a prima vista la grancle pre1poncleranz11 che ha l'artiglieria in questa fo1·mazione (J 2 batterie dei calibri 65, 75 e 100', i11 ajppoggio di 6 compagnie di fanteda e due squadroni di autoblindo) , tnnto da far ritenere <:he i cri.terì d 'impiego ,d el ragg1~uppamento celere debbano principalmente basarsi sulle possihiJità, di azione dei suoi~8 pezzi antoportati. In realtù, si trattavn piuttosto di « autopezzi » - analoghi a.gli autoqnmoni da 102 del 1916 (lo:ntani · p1·ogenitori dei modl'rni « semoventi ))) - e non, di « pezzi a u top orta ti » nel noto ,,erchio significato <lella pa1·ola, perrl1è, a differenza delle batterie autoipol'tate rhnaste in servizio fino nJ l92S nel R eggimento Batterie a cnvallo e autoporti:ite, ques1"i pezzi - anche gli obici da 100 - spnravano riroaneil1•d o a bordo dell'automezzo portante. Per trane definitive con clusioni nei riguardi di queste instaJlazioni 5 furouo esegnite apiposite prove di marcia e di tiro con unn. b11tteria da 75/27-911 ed nm1 da 100/ 17 òel Raggruppame:n,to celer e. In particolare furono impiegati un cannone da 75/27-911 istallato sn t rattore SPA « 'rI., 37 >> ed un obice da, 100/17 su un autocarro L ancia « 3 RO ». E ntrambe le istullazioni avevan o già, s nbìto alcu1ne preventive modificr1zioni giu dicate indispensa bili sulla base di osservazioni fatte in precedenti esercitazioni. Le prove compreser o 6 giornate di marcia su percorsi misti (strada asfaltata , pista e terreno vario) della lunghezza mecli;:i di 170 km. accompagnate ciascuna da un gruppo di esercitHzioni ,d i t iro. In com1plesso furono p ercorsi 1019 km. (390 su sh·acla asfµlta t a, 414 su pista e 215 sn terreno val"io) e sparati 1782 colpi (989 da 75 e 793 da 100). La velocità massimR raggiunse i 40 km/ h. su strada. asfaltata e i 30 su pista; in t enen o vari.o si mn ntenne fra i 15 e i 30 km/h. Gli autom ezzi sujpe1,arono bene le accicleut~lità del tl'n·eno ·-

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DALL'ARTIC-LIERIA A CAVALLO

ALL'AifflQLIIDRIA CELERID

(su fond o molto sabbioso, meglio il trattore L 37 che l'autocarro Lancia ~ R O). Le esercita zioni a fuoco furono eseguite a puntamento diretto ed H puntamento iJ.1cliretto; a piccole, medie e grandi distanze; col pian o di tiro variµme11te oriein,tato rispetto flll'asse di simmetria clel veicolo. Il rinculo cleJl'automczzo portante all'atto dcJlo sparo risu ltò molto piccolo, ed ancorn ridndhile col caha re le l'UOte mediante semplici cunei-freno. P er effetto cli tale rinculo del veicolo che obbligava a r ettificar e il punta mento dopo og1ni colpo, lf1. celerità cli tiro era un po' minore clcHa massima consentita, proprin ci el materia le ; t11ttavia furono sparate con buon risultato snie di ro1'pi con celeI'ità, di ii-:-G al rnirnuto . La dispersione del tiro !Il'Ou apparve sensi bilmentc superiore a)]n normµl e. Entrambi i !Pezzi re sero l a prova in modo soddisfacente. In conclusione il Comando Superiore Artiglierie A.S . espresse i1 pal'ere cli a pportare le mocli:ficazi oni esperimein,tate a tutti i pezzi in clistribuzio,n e al R aggruppamento celere, e di far istAllare su auto gli ~Itri pezzi cln 65 . da ,:'5 e da 100 anc·on1 occonenta per completare gli organici elci gruppi assegna ti al Rnggr11ppamento stesso. In tAl senso furono clnti gli Ol'dini al 4° Autoparco per l'esecuzione dei lavori . Nel maggio 1942, disC'iolto il R aggruppamento celere A. S., passa al 5° .A.ntOfParco la continuazione dei lavori per l a sistemazione dei pezzi su au to, che costituiranno l' rn·mamento del Reggimento d'nl'tiglierin della nuova Divisione corazzatf1 « Giovani Fascisti ».

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OAPI'l'OLO NONO

Carri armati e artiglieria (La nw ooanizzazione)

A = LA MECCANIZZAZIONE AL CENTRO DELLE NUOVE DOTTRI NE DI GUERRA. - B - I CARRI ARMATI NELL'ESERCITO ITALIANO. - C - L'A RTIGLI ERIA CON E DI FRO NTE Al CA RRI ARMATI. -;-- D :• l SEMOVENTI. A

LA MECCANIZZAZION E AL CENTRO DELLE NUOVE DOTTRINE DI GUERRA 1, -. Evoluzione dei criteri d'impiego della nuova a rma (i carri armati) dopo la g ue rra 14-18. - 2. - Dottrina francese e dottrina ing lese. - 3. - Il Fuller. - 4. - Il Liddell ttart. - 5. - Svilu ppo dei carri armati in Francia ed in Inghilterra. - 6. - Il De Ga ulle. 7 .. - La rinascita militare tedesca; l'a rma corazzata : Guderian. 8. - Il carro armato in Russia.

1. - Sull'origiillc dei carri armati si è tant o scritto che possiamo dare come cooosciut a la loro storia fino al 1919. Occorre però fissare alcuni punti per· avere chiaro il quadro dell' ulteriore evoluzione dell'~rma che il nuovo mezzo venne a costituire e che durant e la seconda guerra mondiale doveva raggiungere un cosi grainde sviluppo. Questi punti sano : - Il carro armato nasce corue arma ausiliai-ia della fàu teria, con lo scopo preciso cli l:lprirle il varco attraverso gli ost~GOli passivi ed attivi che si oppongono alla sua avanza~a. Ess:o non si sostituisce alla fanteria, ma ne alleggerisce il compito ·e -

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CARRI ARMA'rI E AR'l'IGLIERlA

l'aiuta a risolvere il più grave dei problemi tattici sorti du rante la guerra 1914-18 : quello cioè di uscire dalla fase della guerra stabilizzata e riprendere il movim ~nto. Questo compito la nuova arma potrà assolvere g1·azie a due caratteristiche essenziali : la 1protezione (corazzatura) e la mobilità,. - Il caITo armato è estremamente vulnerabile dall'artiglieria. Ma se ha nell'ar tigl_ieria il suo l!lortale nemico, ha (J?Ure, nella propi-ia artiglieria, il più potente alleato. Appare aJlzi :fin dn principio che l'azione <lel carro armato, comunque impiegato, trova inell';u·tiglieria integrnzione necessaria. L'ulteriore evoluzione non scioglierà del tutto il carro armato dai vincoli che lo legano aJla fanteria : però la nuova arma acquisterà un:'au lonomia tattica che in talune f11si di guerra cd in talune dottr itnc d'impiego sarà la maggiore compatibile con quelle esigenze del campo di buttaglia pe1· l e quali il mutuo conco1·so di tutte le arrui è pur sempre richiesto e per le quali ogni arma restµ comunque complementare a<l· ogni altra. Per converso l 'ulteriore evoluzione del carro armato ne salderà sempre 1pi.ù i viin-coli con l'artiglieria : con la coojper azione sempre più p1·oftc11a, e spesso indispensabile, delle due armi nel combattimento, e con Ja fusione delle due armi in una, reaJi1,zata d ~l semovente. 2. - Il carro armato fu, all'inizio del1a. sna storia, arma anglo-f.rao,cese e fece le sue prime prove in Ulll! ambiente tattico caratte1·istico: quello <lel teatro di operazioni fra nco-tedesco. F orme parti<·olari del terreno favorevoli. I 1'elleschi giunsero tardi a lfa nuova arma e per imitazione di qm rnto avevano fatto i loro avversari (1) ma videro subito nell'impiego risoluto del ca nnone il mezzo che l'avrebbe arrestata. Il tragico alliineamento dei carri inglesi distru~ti nel 1917, nel momento in cui passavano la cresta di Flesquières, costituì una lezione che non, poteva essere dimenticata. (1) Non ;fu che nell'nprile 1918 a Villers-Dretonneux che i tedeschi impiegai·ono il nuovo mezzo di combattimento. Essi lo chiamarono Elf.ride. Il carro Elfride pesava circa 45 t .. L'impiego che ne fecero i tedeschi ;fu a dlr vero sporaclico ed in complesso di successi limitati o nulli e di scarso valore probaUvo. -

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LA MECCAN!ZZAZI0iS'E AL CEJNTRO D~JLU, NUOVID DOTTRINE DI GUIDRRA

Ad ogni modo il trattato dì Versaglia impedì ai tedeschi la costruzione della nuova arma e 1'1,1ddestramento del persoitlale; non poteva impedire che i 'recleschi studiasse1;0. Venne poi il momento in cui 1prolJ.)rio i Tedesehi si gettarono allo sfruttamento della nuova. arma e ne divennero maestd. Al .fr:onte francese fino 1111' armistizio era(Jl:a:· affluiti e avecarr·i leggeri v~no preso parte alle operazioni 21 battaglio1Jf francesi: qua.Jcosa come 1800 carri; in, tutto gli Alleati ne allineavano circa 5.000. I 'l'edesci1i a,ppena una cinquantina. 'I'uttavia si poteva dire già che una 1111ova arma ei·a sorta: essa poneva nettamente il complesso dei suoi problemi sul pia1no degli studi ed ipotecava l'avvenire. E cli fronte alla nuova. arma le varie potenze mi1itari assunsero con l'orientamento dei loro studi, e con le realizzf:l.zioni pratiche, sia nella costruzione di nuovi tipi, sia 11ella costituzione di nuovi re.p arti, sia nell'indirizzo dell'impiego, ciascuna una· posizione particola re. I Francesi coo1siderarono la nuova. arma come il mezzo idoneo a, compiere 01pt~rf:lzioni cli rottura : du111,que armamento !Potente e corazzatura robusta, ma soprattutto prudenziale collegamento con le altre armi. Gli Inglesi mfrarono invece all'azione ~ndipendente. La loro naturalmente ;:il loro. pa rticolaré purito <li visione si rapportava . ,;tistà,: l'impiego coloniale con i s1:1oi .vasti spa~ì che si vincono essenzialmente ·COn la velocità. Raggio d'azione dunque il più grande possibile. La velocità che più a11cora della corazzatur~ conferisce protezio1ne e svincola dalla necessità dell'appoggio delle armi lente quali tradizionalmente erano concepite, avuto riguardo alle loro specifiche attitudini 111 movime:nto, artig~ieria e fanteria.

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3 .... Da. questo orientamento tipicamente inglese deriva una teorica di guerra che ebbe come vessilliferi il F'uller ed il capitano Lidclell Hart. Teorica, che insieme eon quella italiana del Douhet sull~. funzione dell'aviaziotne indi1p encle1n,te, costituisce nel campo ,della dottdna militare il movimento cli idee più originale e più int eressante che a,bbiamo avuto fra le due grandi guerre mon· diali. , ····- 4.SJ 31


CARRI ARMATI E ART! GLIEHIA .... /

« All'apertura delle ostilità, l 'armata dei carri far à, irruzion e nel campo avversario in collegamento con la flotta ael'ea ; essa distruggerà i cent ri vitali, si getterà sull'esercito nemico organizzato alla vecchia maniera., l'avvilupperà, l'attaccherà di fianco, lo distruggerà>> (li'uller) . E si potè dire che il carro armato aveva restituite le ali nll'offensiva, ali che la. mitragliatrice aveva. tarpate. « Questo è il problema centrale· del mio libro (F uller : « On future W arfare >>) : mezzo pollice di acciaio per ca111cellare mezza. oncia di piombo ». (This) tlum, is the oentral 1n-oble111., of my book - hall am inoh <>f steel to oancel out half 0tr1, ounce of lead) . Il Fuller poneva il carro armato al c:e-n tro dell'epoca, clell' artiglie1~ia,. « L1 a:r11UL suveriore dell' arvventire è il can11.one) il solcl'atto superiore è l'artiglie·1.e e l'eseroito 31.1,periore è urza forza basata, s1,1, un/airtigli,eria1 1neocarnizzat a. (The superior ivearpon of th.,e futi{Jre is the gw% the surpe,riior soldie·r is the ,gu111ner) a1n d the swperior arrmis is a f()ll·ce based on, rn>e,chanically-propellecl: artilleq·y). Oggi noi siamo giunti all'apice di questo grande ciclo tattico : il ciclo dell'artiglieria. Se questa è una .d eduzione logica, la questione cui dobbiamo l'ispondere è questa : quali tipi di cannone saranno richiesti in un esercito rueccaniziato? Oggi le armi esistenti sono i[llserite in macchine di nuova concezione. Queste armi furono costruite per uno scopo definito, esseniialmente per un esercito che si muove con la for'.ta muscolare e quindi a priori le possiamo consider are difettose. Nel passato le prin cipali ten denze dj evoluzio111e del ca nnone erano verso unR più grande gittata, un peso di proietto più grande, una maggiore ipl'ecisione e una. maggiore celeri tà di tiro. M a, nelle battaglie meccanizzate dell'avvenire, la gittata sarà limitat!l, specialmente dalla limitata visibilità dell'obiettivo, di conseguenza il IPUntamem.to diretto e non più l'indiretto sarà aJl'orcline clel giorno. Il peso del proietto sarà limitato <lall'effetto di perforazione de]la corazza elle gli si richiede, e non dalla fram.ment;;1zione e dalla potemZH esplosiva . Precisione e volume di fu oco saranno della massima importanM . « Non dico che l 'artiglieria di grande gittata e di grosso ca. Jibro -d ebba spadre interamente, dico che i carnnoni a grande gittata e gli obici pesanti avranno un'importa nza molto secon -0·a ria rispetto alJ'attuale. Nell'avvenire i cannoni saraillno $1ppo-

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I LA .MECCAJ'.JZZAZIONU: AL cmN'l'RO DllJLLm l'.UOVID DO'rl'RINE DI GUERRA

sitamente· costruiti per le ta01:k e per i' mezzi similflri e saranno studiati per battere quei mezzi e non !Per distruggere la fanteria. Il cannone dell'~vvenire dev·e e·ssere ,cli calibro ·relativamente piccolo, cli alta velocità iniziale e di grande precisione. Secondo la mia opinione l'evoluzione sarà verso un cannone appena superiore al tipo odietno da. 3 a 6 libbre e per una mitragliatrice pesante che abbia un proietto clfl. mezzo pollice ad un pollice. Il primo costituirà l 'arma, per il combattimento lo11ta010; l'altra, l'arma per il combattimento ravvicinato dell'esercito ideale)). 4. - E cli rincalzo alla dottrina del Fuller e con più vasta e spregiudicata· visione, la giovane scuola. inglese: il capitano Liddell Hart. « Noi brita.n nici siamo entrati in guerra con il proposito di non deiporre le armi fiino a che non avessimo distrutta la potenza militare germanica. Dove questa ingenua, strategia ci ha condotti? A fare sterminare il fiore della il1ostra generazione nel fango della Somme e nel pain,tano di Pflsschendaele, orrore di mota e di sangue in cui la nostra fede nell'impero rischiò di sprofondare. « E tuttavia, in nessun'altra. g·uerra noi avemmo così IPOtenti allea.ti; mai la nostra. flotta regnò così sovranamente sui mari; mai noi avevamo spinto il nostro sforzo :fino a deciderci alla coscrizione .. .. Erano necessari così eroici sacrifici? Questo oloC·a usto di eroismo si giustifica. con una, razionale concezione della grµm.:de guerra? Questo spreco gra ndioso e ripetuto delle nostre armate cli terra nelle vaste operazioni continentali, è conforme alfa nostra tradizione nazionale'? Si posso010 invocare precedenti ,nei metodi politici che hanno guidato i fondatori dell'impero britannico?)). Di chi o di quale dottrina, la, colp,1. di questo · indiriz-zo che avrebbe messo la Gran Bretagma. fuori della sua storia? Liddell Hart chiama in causa Cla~~ewitz, tendenziosamente interpretato dall11 scu ola- di guerra francese (Foch) : - guerra integrale che ha come corollario la Nazio(l)e armata;· - concentramento d'elle forze sul teatro principale contro l'avversario principale; · -, 483 -


CARRl ARMATI J:: AUTIGLlERIA

- ricerca sistematica ,dell~ decisione attt'averso I~ tr1glia.. E sono i principt contro i quali Lidclel Hart si batte nella sna opera fondamein,tale : « Tlw b1'itish iva(JJ in Warfa1·e )). I1 a:>rimo equivale al rito1,no alla b~rba.ric; il ccondo porta un mediocre rendimento delle for½e armate; il terzo con tutta leggerezza alla teoria dell' offensiYa come panacea universale. «La. guerra b a provat[I la follia de11a politica, dello sterminio, l'impotenza del fa1rte dava01,t i al fuoco delle mitragliatrici, la sensibilità, delle colornne e <lei convogli ag'Ji attacchi aerei, la paralisi genèrale determin r;1.ta <lai grandiosj spiega.menti d'artiglieria. Eppure Stati ,l\Iaggiori e Parhlmenti contfarnano aa attendel'e Ja vittoria dall'o:ffensi va di un a innumerevole fanteria che camminn ~ piedi, caricata come bestie da soma, esposta a petto scoperto al 'fuoco clel cielo e della terra , e ingombrata fino nelle più piccole unità da t utta una litania cli veicoli trainati da cavalli. Simili apparecchi militari convengo!l1o tutt'i:11 più alJa difensiva ; essi sono condannati a vegetare nella. guerra <:li trincea e nella in11nohilizza1.io,ne dei fro nti. La preparazione e poi l'apjpoggio dell'a.tt.t1cco della famteria su un fronte di battaglia richiedono mm massa cli ca11.ooni e di muni½ioni che oltrepassa le cl iS1ponibiJità im media te attuali di qualsiasi esercito, e ln possibilità di sfruttamento in profondità sono tuttavia nulle. Una organizznr,ione r;1zionale deve spezzare questa inerzia e restituire alla tattica e alla strategia il loro elemento vitale, la miObilità, )).

5. - Il Lidclell Ra1·t constatava che al 1932 l'Italia., la Polonia, la Cecoslovacchia, la Russia possedevano sì dei carri ma la li'r ancia e l'Inghilterra ;1vcva.no co:nservata la loro grande superiorità iniziale in tutte le manifestazioni cli questa evoluzione dell'armamento. L'una e l'altra avevano ammesso il principio cli· grandi u1n ità organiche motoi-izzatc o meccanizz;1te, passo decisivo verso la trasformazi one elci si.sterni militari e a~1che la Francia stava per creare la sua prima diYisione meccanizzat~ . L'esercito fran cese non possedeva menv di 25 battaglioni cli carri. Accanto ad una maggior:;im¼a cli mezzi cli fl.ntico modello Ri trovava lll1 certo rnumero di carri Rena11lt mocl. 1927, la cui -

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LA Ìl'lE'CCANIZZAZIOKE AL CEJNTHO DIDLLE NUOVE DOT'.l.'Illl\E DI GUERRA

velocità, poteva raggiungere i 20 km/h e la cui corazza non aveva .meno di 30 mm. di spessore. Si sperimentav11 anche un tipo pes~111:te che comè veloeità non era da meno del tipo legge1·0 e la cui corazzatura frontale, di 55 mm., avrebbe portato il ipeso totale a circa 70 t .. Queste velocità moderate e questi grossi bli,n. <lamenti rispondevano alla. dott'l'in.a,. del oar·r o di aocJ01nvagnamJento déUa. fa.nterfo. per la· 1·ottwra cli fronti organfazate. Nè si ignora.v a che la Fram:ei.a aveva motorizza.tµ gran parte~ della sua artiglieria e che i. suoi Stati maggiori erano considera ti maestri nei triisporti di truppe su autocarri , che le divisioni di cavalleri11, contavano réggimenti di d!ra,,gons 7Jorté.s) squadroni di automitragliatrici ohen.ilZées) unità di mi traglieri su s·ideoars ecc .. I,n, Inghilterra tutto il carreggi.o di combattimento, i servizi, una parte dell'artiglierif:l dell'esercito regolare e tntta .l'artiglieria dell'esercito territoriale era o stava per esseh motorizzata: camions, trattori a 6 ruote « toit,S ten'a.in,~ )) ; e quanto ai mezzi meccanir.zati si era, come si è detto, al primo posto. Le tµ nks britanniche si distinguevano dai carri francesi per una mtnore protezione e una mobilità molto superiore. Esse rispondevano a nn concetto d'impiego diverso. In 1111 primo ordine di idee la, motorizzazione si può prO[lOrre cli attrezzare le g-randi unità attuali in modo che tutti i loro elementi a.cquistino una capacità di spostamento strategico considerevole pur camminando a piedi : erµ il sistema fra ncese. I n un altro ordine di idee si 1possono creare grandi U(ll,i tà di composizione nnova, interamente mecca nizzate e ad azione auto11oma. : (~ra la vi.a presa dall'Inghilterra. Diverse manovre in cmnp;igna avevano provato che una divisioin,e di fanteria di tipo normale, alle prese con un avversario forte di alcune squa-drigli.e di aviazione e di alcune compagnie di talilks, perdeva ogni libertà di movimento, visto che non· poteva più muoversi nè ferml}rsi se no,ni in battaglia e facendo f,ro nte a diverse direzioni. I noltre si ammetteva che contro una Jimea cli mitragliatrici, alPpoggiata da interventi Aerei ed even,t ualmente da ipritazioni, un attaC(;o di fa nteri;1 non aveva alcuna probabilità di successo. Traendo la mor ale da queste constatazioni di fatto, il Oaipo di S.M. Generale Britannico ,d ichiarò l'epocii degli eserciti mol·t itiu:ìina.r-i rivoluzionata, e la mecca·nizza zione l'u nica via su-

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CARRI AHMNfI 'E AH'l'lGL!ER fA

scettibile di rinnovare l'a·rte della guerra, pure risp miando come conviene, il pubblico denaro e la vita dei citt[;ldifilij • gli prescrisse che og·ni attacco deve cominciare e non fì.nire.Mn l'azione dei carri e di conseguenza ogini colonna e ogni avanguardia deve disporre cli me7,zi cor~zzati. Quindi, superando risolutamente la sogli;:i. ·di un nuovo orizzonte, ordinò la creazione a titolo spe·rimentale di una forza. meaoa.ni.zza.ta; artitor.wma. Attraverso esperimenti vini si giunge alla conclusione che l a vera formnl a della forza meccanizzata 11utonoma consiste nell'associazione pura e semplke di battaglioilJ.,i di Tanks e di battaglioni di rrankette (Tank Vickers e 'l'a nkette Carden Lloycl) con l'esclusione cli altri elementi, salvo qualche vettura da l'icognizi one tous te'r1-ictins. L'anno decisivo fu il 1931 : esso Yide lfl creazione della 18° brigata Royal Ta([lk Oorps, tutta mecc.a111izzata, composta cli un battaglione ,di Tflnkette e di tre battftglioni misti. Questi avevano ciascuno t re compagnie miste e una sezione di Tf111ks di appoggio diretto . Le compngnie miste avevano una sezione di 5 'l'a nks 111,el'l-iiim. e una sezi.oine cli sette Tankettes. L 'impiego e la composizione di quest a squadra t errestre si isph-a alle operazioni navali. I nformato dal battaglione di 'l'ankettes che assicura l'esplorazione e la sicurezza, il comandante d,e lla brigata, sopravanr,ando le sue colonne che si snodano da una piegf1 all'altra del terreno, compie la sua ricognizione, e dà di person::i, o a mezzo di aiutanti, ma. semp re verbalmente, i suoi ordilll~ ai comandanti di battnglione i quali , sul suo esempio, oa, valoa;no, delle Tank leggere. Di fronte a questa. nuova re11ltài - saggiata in a1rni cl i esper imenti ,pratici - il cap. Lidclell HaTt - banditore delln meccanizzazione e pioniere delln nuova tattica - si chi ede çhe cosa dive,n,ti lit faiJterin ncll'ese1·cito meecanizzato. « Il ff}nte iutralcia più che non appoggi il cano nella tattica d i cooperàzione imme~ diata. Egli non ha più nn compito accant o ad un mezzo Ja cui forza. è nella mobilità e nell'inclirend.enza. Conserverà, t uttavia un posto - numericamente ridotto, s'intencl e - nel nuovo sistema militare. Sarà destinato ad agire nei teneni poco !Propizi alle Tank, nei boschi, attraverso i caseggiati, ove la sua capacità d'infiltrazione -resta superiore. Ma gli occorr,e ranno qualità di solda to di éli'te1 poichè solo una fa11teria scelta può riuscire -

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LA '.\IKCCAr.JZZAZlO~E AL CID."\TRO OElLT,E ~'COVEl DOTTRINE DT GUEJlllA

nel combattimento in terren,o co~rto, contro Je armi automatiche. Allenato al tiro ed a tutti gli esercizi fisici, maestro nella tattica della guenig1ia., munito ,d i un equipaggh1meinto il più leggero possibile, egli sal'à tra~.porta lo a piè d'opera in autocarro blindato Jl. « Quanto all'artiglieria, tutto sta ad indicare che l'f:lttuale canJ101ie ,d a campagna è snpernto. Anche trai11r1 lo esso segue a stento le u111ità meccanizzate, e queste. si impegnano con una rp_. pidilà che gli toglie ogni possibilità d'intervento. Il calibro da 47 - t utt'al più un calibro ,d'a 57 - ba sterà per gli obiettivi callljpali. Contro le orgao1izzazioni permanenti o semipermanenti sarà un'artiglieria pesante f:IUtotrainata corrispondente agli an~ tichi parchi d'assedio, a meno che l'aviazione da bombardamento non ·riesca a soppiantarla. Certo vi è l'armamemto anti<:c1rro che di pa.ri passo prog1·edisce, ma il maximuru di questo progresso non porte,rà a montare quest~armamento -. anolt,'esso -. ~n un mezzo 00 1ra.~zato? « E in conclusione il Lidclell Hart pe11sr1va e faceva pensare che questa evoluzione-rivoluzione sarebbe stata benefica : l'esercito meccanizzato - cli pochi elementi, piccolo, di mestiere (niente più nazione armata, coscrizione obbligatoria, masse d'uomini strappati alle loto case e gettati nella for~ nace ... ) - avrebbe resa la guel'l'a meno b,wb;1ra, perd1 è avrebbe !Permesso di ilistinguere la popo]f1zio11e civile dall'elemento combattente ... )). 6. - l.Jafferrnnrsi a ritmo cmpre più intenso della motorizzazione e d,eJla mccca11izzazionc, l'impetuoso travolgente sviluppo dell'aviazione di guerra, il moHipli('arsi delle pi ù svariate aJPplicazioni scieilltifiche a. sussidio del1 f1 tecniica militare, fanno sì che nuove visioni si schiudano per l 'arte della guerra e nuove sohw;ioni si intravedano per i problemi della difesa nazionale. I n F,ra11cia il t .c. Dc Gaulle, cb e era stato Capo di Gabinetto del Maresci~llo Pétairn, ·espone (1934) con stile immaginoso e suggestivo una sua concezione ,di moderno eserc,ito cli mest-i<H''e; che per la difesa della l?ra.n cia gli appare di fondamentale 1J1ecessità. E sotto questo punto di vista egli studia i problemi della copertura, dell'armamento, cl eD'organizz1tzione delle forze fll'· mate francesi e iin complesso della. ipolitica militare francese. -

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CAHnl An:MATI El AilTIGLil~H! A

Più di ogni altro paese la Francia ha, secondo lui, bisogmo di una soli<la copertu·ra. Protettil dal Giul'a, dalle Alpi, dai Pirenei, dal Me<literraneo, dall'Atlantico, dalla Mauica, la !<'rancia è pel'ò scoperta verso no1,d'-est : un gra1ndioso varco congiu,nge i bacini importantissimi ·della Senn;:t e della Loira alle te1·re germankhe. I 1POchi ostacoli apprezzabili che vi si incontrano sono poco profondi e alla mercè di rnna sorpresa o di un err ore. Il pericolo che corre Parigi a 200 km. appena dalla frontiera, cioè a dfa:e a sei giornate di m~rcia a piecl'i, ma a sole tre ore cli autoinobile e a meno di un'ora di aviazione, <:resce a. mano a ma.no che passa il tempo. La Franda per compensare questa s11a inferiorità iniziale 'IlOn ha che una S1J1Prema. ,r isors.fl : il suo esercito. Scrive il De Gaulle : « di fronte acl una faèilitù, come quella che presenta la. Francia aJl'invasione, cli fronte all a sua esi)osizione alle sorprese e da to il car,flttere nazionale nostro e quello dei nostri vicini, non ci è possibile rimetterci per sopportare i pl'imi urti alla difensiva a.fl.\rettata. di formazio111i mal combinnte. E ' venuto il momento cli aggiungere alla massa delle nostre riserve e delle nostre reclute uno strumento di manovra cap~,ce .éJi agire senza indugio, ossia una forza pe,r manente, di grande coesione, rotta al mestiere delle armi. Non Yi può essere coipertnra francese senza. un esercito di mestiere )). « Analogamente all'industria, gli eserciti moderni si sono sviluppati sotto l'i111fl.uenza del progresso del m.flCChinismo. Se questa evoluzione ha apportato un aumento formidabile di potenza, essa ha per contro reso la tecnica militare semp,re più COlll!J.Jlessa. L 'interdipendenza ,clei mez;1,i è tale che l'uno di essi non può essere messo in opera. se111za la colli;iborazione degli altri e vi è persino da temere che tutta la loro potem~a crolli se sol.tanto un o cli essi venga. a mancare. Donde la necessità assoluta per servire questi mezzi, q neste armi di precisione, di avere un 1Persoo1,ale sp~ciaJmente reclutato e profondamente addestrato all'azione comune. Questo compito non potl'à più essere con:lì.d-ato alla ma.ssa dei soldati i quali non ricevono se non un breve periodo di istrur.io11e. L'importanza ~ssunta dai carri di c.ombat. timento, che diventano l '·elemento capitale della ma11ovra, esige d'altrond e u01a nuova selezione molto severa. -

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LA l.\fli:CCANIZZAZ'f01'JD AL C J,J;'<'.l'RO DIN.,LJ•; N UOVE D(Yl"l'lUKE DJ GUJ;;HHA

« E' evidente che in terra, i,n ma;r e e nell'aria un personale scelto che sappia sfruttare fll ma&-simo un materiale estremamente !Potente e vario, possiederà sulle masse più o meno confuse, una superiorità schiacciante >>. Il De GaulJe fa nota•re che le vie politiche nelle quali si inoltrano gli Stati debbo1J1i0 condurli quanto alla guerra alle stesse concezioni che comporta il m~teriale prog'.resso del tempo nostro. « L'esercito cli mestiere, pronto a marciare in ogmi momento, fa tto per ottenerè Ù risultat~ più completo e 1p iù rapido, risponde a queste condiziorii politiche nuuve )). E secondo il De Gaulle questo esercito di mestiere avrebbe dovuto essere composto cli volontari a;rruolati per sei anni 1 ar.,cu- . ratamente ·scelti. .I migliori elementi di essi sarebbero passati in seguito nei qUfH.l ri ,dell' esercito nazionale. L'effettivo di questo ese·r cito di mestiere avrebbe dovuto essere .cli 100.000 uomini di;visi in sei divisioni di linea ed u,rna divisione Jeggera inteI"amente motorizzata e meeca,n izzata . Ogni divisione su t re brigate. La prim;:1 brigata fortemente blindata, armata di 150 cannoni ,èli medio ca1ibro, 400 di piccolo calibro e 600 mitragliatrici; sarà. composta di due reggimenti, uno di ca·rri pesanti, l'~ltro di eani medi, e servitn, [Jer l'esplorazione, da un battaglione di carri leggeri. molto veloci. La conda brigata, composta cl.i clue reggimenti ,cli fanteria e di un batt;:iglione ,d i cacciatori, armata di 50 pezzi di accompagnamooto, di 50 cannoni nntica;rro e di 600 mi tragliatrici pesanti e leggere, oltre ad un materiale speciale per scavare rapidamente trinceramenti. Infine una forte briga ta di artiglieria su clue reggimenti: uno .a i cannoni [Pesanti e corti, l'a ltro di pezzi pi~ leggeri a tiro teso, completata da un gruppo di difesa controaerei. Questa brigata d'artiglieria doveva poter lanciare in un quarto d'ora :fino a 10 km. dava01,ti alb fronte di combattim e.•nto, 100.000 kg. di proiettili. Al complesso deHe 6 divisioni di linea si aggiungerà per l'esplorazioIH~ e la sieuI'ezza a ,cl istanza una di visione leggera, 'dello stesso tipo delle altre, dotata, di mezzi più .r a1p idi e di artiglieriç1 meno pesante. Infine riserve generali .e specialmente una brigata di carri molto pesa nti capace ,d i affrontare fortificazioni

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CARRI AJ!MATI I~ ARTIGLIERIA

perma111enti, artiglieria di grosso calibro, aviazione òa. caccia e d a ricognizione completeral]rno l'esercito di urto. Un simile eser cito, ~ffermava il De Gaulle, sfuggil'à alle servitù della. guerra di massa : attraverso l ' associa~done della velocità con la forza, •risusciterà la manovra. A questa nuova forza corrisponderà una tattica nuov!l: il combattimento sarà un seguito di r apidi urti imprevisti e potenti, 1nei quali si affermerà e ,prevarrà. la personalità del comandante . Le idee ,del De Gaulle attrassero molta attenzione sia in Fra111cia che all'estero ma. non determinar ono uè in Francia nè altrove un indil'izzo di concrete riforme per quanto riguardava l' ese1·cito di mestiere. J.D pc1· quallto riguardava il più largo - illimitato si direbbe - ricorso ai mezzi e alle unità motomeccanizzate, stava01Jo a confermare il generalizzarsi di una corr ente di idee che rappresentava il più vivace 3Ptporto innovatore nel pensiero militare fra le due guerre mondiali e che avrebbe avuta. netta coo,. fermn dai fa t ti. 7. - La l'ina scita milita.re tedesc:J si ml:l tura in questo clima. Il trattato cli Versaglia aveva ridotto l'esercito germanico a 7 diYisioni cli. fan teria e a 3 divisioni cli cavalleria, for r.e unicamente clestinsite al mant,e11imenito cleJl'ordine sul territorio e alla polizia delle frontiere. In tutto !>6.000 uomini e 4.000 ufficiali: la Rei.chswher, cli cni fu capo il gene,1·ale Hans von Seeckt che seppe farne, m,ilgl'ado ogni controllo, l'esercito quadro, da cui sarebbe venuta fuori a suo tempo la Whermacht. Nel pemsiero e nello spirito ,delle s ue realizz1rnio11i vi ·sono t utti gli echi della dottrina che in Europa (fra i teorici) si va. facendo largo. Sì egli, il von Seeckt, ha un grande esempio : il modo come Scha,r nhorst aveva eluso dopo il 1806 il disarmo imposto alla P russin da Napoleone. Ma egli ortt batte altra via: no1n è twnto un 1p robl ema di eludere una sorveglianza. per t enere in piedi una organizzazione militare più vasta e un numero cli armi superiore a quello co,nseint ito. Il problema è, ed egli lo risolve, quello di dare ai centomila dellll Reichswher una formidabile calPacità di impulsione agg.r essiva basata sulla co11sapevolczza che l'adde-

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LA MECCAi"IIZZAZ!OìS'E AL CDNTRO DIDLLE NUOVE !)()'l'l'HINE DI GUERRA

s.tramento è ,tutto, in quanto equivale al massimo di valorizzazione cl.ella tecnic11 e al suo potenziamento nella superiore sf.era morale. I suoi « P e,nsier.i di uin, soldato)) (del 19·28, quando già aveva dovuto lasdare il servizio) sono la condanna della 1na-ssa coscritta l'addestramento clella quale è stato breve e superficiale: « carne da cannone, nel peggior senso della pa,rola, se codesta massa viene opposta a uin, ristretto numero di tecnici bene addestrati)). Sarà più o meno vero dei corsi .clandestini· sui materiali vietati alla Germania da i 11rarttatì) pii) o meno efficace l'invio di uffi.c iali germanici in Russia e ;:tltrove a fare esperienza di guerra. Tutto ciò sarà supe,rato mfa volta giunto al potere n Nazifa~ scismo, ,coin provvedimenti inasp,e ttati e folgoranti. - 11 marzo 1!335, formazione di un 'armata aerea. - 16 m;:trzo 1935, promulgazione della legge che stabilisce il servizio militare obbligatorio. - 18 giugno 1935: trattato navale anglo.germanico [Per cui la Germania può ricostruke una sua :6.otta pari al 35 % di quella britannica. - 15 ottobre 1935 : riapertuql della Scuola Sul])eriore di guerra. - 25 niaggio 1936 : la durata del servizio militare è portata a due amni. La Germalllia. ha ricostituita la sua potenza militare. Il 12 m~ggio 1938 annette 1'.Austria . Il 13 marzo 1939 sta bi.lise.e il protettorato su quattro quinti .a·clJ.a. Cecoslovacchia e annette :i.\fomel. Il suo ·esercito - formazione di pace - è (l°.1.39) : 18 Corpi cl' Armata con 4,3 divisioni, di cui 4 leggere mo.· torizza te . 5 Divisioni corazzate (Panzer Divisio,nen) . 3 Divisioni da montagna. 1 BrigÙa di cav;1lleria. Alla frontier a occidentale distaccamenti di truppe <li frontiera, (Gren~ truppenteile) occupano la. linea di foi;tificaziolll:i che si snoda 1 punteggiata cla oltre 700 fortini, fra la l\fosella, il Reno e l';:tlto Reno. Durante l'occupazione clell'Austria le forze motorizzate sono -

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CARRI ARllJATI 0 ARl'JGLU:HIA

al comando del ge,nerale Gucl el'ian, com a ndante in capo delle Pwnzert ruppen . Il Guclerian si è gi.1 affermato come specialista in fa tto di moto,rizzazione e di mecca nizz!,lzione e come scrittore di tnli questioni. Il suo libro « Achtung-Panzer ! » fu conosciut issimo : sintesi della storia del c·a rro armato, esame del sn o sviluppo, studio delle sue forme d'impiego, previsioini - atto di fede - nelle sue !Possibilità a.v venire. Dun que uu maestro nel campo òella meccanizzazione qua ndo non son pas. a ti che tre o quattro f;l rn1i dal]e pr ime r ea lizzazioni teclesc:he al riguard o (1934). La P a1J1.zerclivision è solo d el 1937: appare per lu pr'ima volt a in tale a1nno uelle gr;mdi manov1·e cli Sassonia ed ha u na :fisionomia ben defìnita, e una cara tteristica di impiego ben netta : gra1nde unità leggera., ma completa, interamente mecca nizzata destinata ad azioni <Cli rnanovra n. grande raggio. Il Guderion ne farà u111 poderoso strumento di. azione : lo vedremo fra breve 1nelle imprese più spetta~ol ose della prossima guerra, irrompere in tena di 1"ranc:ia oltre le Arde11ne, o spin ge1·si in R ussia fin sotto Mosca: cn valcate leggendarie. Con l ui - il 'r lionrn e il R ommel sono in, c·erto senso snoi allievi - una dottri1111 <l ' impiego che conta esse1Jzialmente sulla velocitù, e s ulla so11peesa; s ulla grande nu tonomia logistka e s ulla più profonda pe netrazione . I tedeschi ricercano la sol'presa sino al massimo : il ti1pico di,n amismo ,clel terzo H,eich che impegne1·à. a·o ttrina e azione sia nel campo politico che h1, quello militare. L'attacco corazzat o pr ogr edirà in modo continuo 11 e.lla Ti.efenzon e - zona profonda del nemico - senza alcun tempo di !lrresto p e'l' ntte.ndere la fanteria. che segnirà come potrà. E' na tnrale ch e per compiel'e una tale missicme non ci si. p oss:1 contentai-e della gius ta posizione di bat t aglioni indipendenti. Così. la brigata corazzàta è, secondo il Gu derian, lfl più piccola unità che possa com()_)Ìere una missione ,cli ,combattim ento. Così nell'attacco i teùesc hi r itengono elle i· cani non deb bano essere ripartiti per batb1glio111i su tuLto il fronte : « L'arma cor azzata n on è uno strumento per l'a zione di rastrellamento, ma un ma1·tello che deve co]1Pire nel punto decisivo». La brigtlta (poi la Divisione) corazzat a, sarà dnnque impe-

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LA JVIKCCAKIZZAZTONR AT, CENTRO DIDLLE ÌC\UOVE DO'ì•TRIKE DI GUERRA

gnata là dove una decisione dovrà essere ottenuta, al centro di gravità della. battaglia : Schwerpunkt. Forte di più di 400 carri, essa agirà su nn fronJte di 3-4 km. e una p~·<rfondità, di 3-5 km. Il primo obiettivo dei carri, quello al di là (fo! quale sarani10 riportf1ti i tiri deJl'artiglieria creando un immenso campo chiusò, sarà, dunque . sempre a 3-4 km . al minimo. Pertanto le prime ondate di carri raggiungerain:no d'tÌ.n solo slancio il dispositivo d'artiglieria nemico, mentre gli scaglio1n i successivi al1argheranno lateralmente la breccia nelle linee nemiche. I vantaggi teorici di una tale dottrina sono indiscutibili. Vi è una migliore applicazione del ,principio dell'economia delle forze. Ma soprattutto è la realizzazione dello scopo perseguito nel 191'7 quarnido fu creato i1 carro armato: libe,r are l'attncco ·c1alle lunghe soste intl\rrneclie che permettono al nemico di fare affluire le sue riserve e di. ri.stnbilire la difesa. EJ questo sarebbe esatto - ecco i dnbbi della dottrina fr;rncese -:-' se il ,ca,rro potesse combattere da solo. Ma si è visto che esso non può sperare di. rompere un fronte anticarro organizzato se 111011 in cooperazione stretta con le altre armi e specialmente la fan teria e l'artig·lieria. Col sistema tedesco dove si arriverebbe? Lall(:iati i1n questo campo chiuso i carri sara111no presto soli. Senza dubbio essi potranno attaccare i primi scag'lioni della dif('Sa con l 'appoggio dei fuochi della fanteria, m;i è un'ora prima ,d i questn che essi abbordano il se.condo scaglione. ,Quanto al formidabile terzo scaglione anticarro, zona colma di carnnoni, esso sruà abbo,rdato cl.ai carri due o tre ore prima dell'arrivo de11a fanteria, con un appoggio di artiglieria ]ontano e precario. Dall'alt ra parte, ammettendo a111ch·e c.he in queste condizioni essi non siaino massacrati, i citrri non avranno mai rea lizzato ,che una neutralizzazione ipasseggera. Pe,r. mantenere questa neutralizr,azione ftno all'arrivo della fanteria, occorrerà bene che un:a grf\n parte dei carri resti pericolosamente per parecchie ore sugli obiettivi. Se essi non fanno che vas:c}a,re) la fanteria della ,difesa che dapprima si sarà inte,rrata - sola par~ta a sua ,disposizione e riflesso clel suo, am-

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CARRI AUl\UTl E! 1\RTIGLn;RI.-\

mettiamolo 1purc, pao1ico - riprendel'à coraggio quando i carri si saralTlno allonta nati e tutto sarà d a ricomJnciare quando appariranno i fanti dell'attacco IPreceduli dai loro carri di accompagnamento. L'applicazibne della· tesi t edesca , seducente in lirnea di principio, mi1naccia, duinque di fallire se il difensore abbia il tempo <li org·anizzare una difesa anti<:f.lrro. E i Francesi dai qu1:1li abbiamo preso in prestito le obiezioni, si consolsvalTlo pensando che jn ogni caso, per poter sperimentare questa dottrina sul c11111po di ba ttaglia, i tedeschi ·avrebbero dovuto rinnovate completamente il loro materi ale corazzato, f~tto questo che esige mollO' tempo: « una tale constatazione ha sempre un certo cara ttere rassicurante per i vicini>> . .. dicevano. Già : mv ... e i ma si profila vano in tanti. 8. - Anche i Sovietici aYevauo a,pproo,t ata una lor o dottrina, e insieme con la dottrina, anche i mezzi. Fin o al 1936 la dottrina ru sa era annloga alla <1ottri111a tedesca. Come i tecleschi, i russi atta,c;cano d'un solo slHndo t utta la profondità del dispositivo e le l'etrovie del nemico, con tre scaglioni di carri o, piuttosto, con tre distaccamenti diversi : - i distaccamenti di azione lontr1na (D.D.) ·composti di melizi'molto rapidi (40-60 k m/h) e a11:6.bi, specie di bi·igate d'nrto, ùhe debbono, in collegamento con l'HYiar.ione, attaccare direttame1ite l'artigliéiria, le l'iserve, i posti di comanclo è fiiio ai centri nevralgici del uemico; · · - i dist accamenti di appog·gfo _l on~ano della fao_1,t eria (D.P. P.) composti ,tli cani p~santi da 33 a 38 T ., incaricati di sommergere la posizione, attaccando specialmente l e nrmi nnticarro; - i dist accamenti di appoggio diretto della fan teda (P.P.P.) composti di carri leggeri cbe lavor~,no n profitto immediato della fa111teria. Ma 111el 1936 -ci fu qualche cosa <li cambiato nella dottrina russa al riguardo. Il ·regolamento rnsso .(dic. 1936) parve accostarsi alla dottrina francese. Da allora non vi furon o che due distaccamenti: uno di azione lontan a e uno di ap.poggio. Il primo -

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I CARRI ARMATI · NEt.L' IDSTIJUCITO ITAL IANO

h~ sempre il compito di aprirsi il passaggio verso le ·1,etrovie nemiche, ma con tutto l 'appoggio possibile dell'artiglieria. - Prepara zione da un a a tre ore per distruggere le armi antica;rro. - Accomipagnamento dei carri d'azione lonta,na con concent ramenti successivi sulle armi r111tica,r ro, se queste posso1no essere state accertate, o nel caso contrario, con ba,rra,ge roitlal/1,t. I carri di azione lontana debbono, d'altra parte, essere seguiti a minima distanzfl dalle ondate di carri di appoggio, le quali oudate precedono immediatamente a foro volta la fanteria. La loro progressione sarà limitata ,d alle possibilità, di ap· poggio dell'a,r tiglieria. e dalla cur a. di non distanziare t roppo la fanteria. Essa si effe ttuerà duinque a sbalzi. Ossia, secondo la dottri,n a francese.

B

I CARRI ARMATI NELL'ESERCITO ITALIANO 9, - Mancata esperienza della nuova arma durante la guerra 15-18 nel fronte italiano. - 1O; - La prima regolamentazione italiana considera " i carri armati ,, come una specialità della fanteria. 11. = L'adozione del carro d'assalto mod. 35: caratteristiche e dottrina d'impiego. - 1·2. = Le armi antica·rro (circ. 8000): il pezzo da 47 mod. 35. 13. - Il pezzo da 20 mod. 35. - 14, = I nuovi mezzi tecnici · considerati nelle D.I.G.U. e nelle N.D. del 1935, 15. - Ulteriore evoluzione.

9. - Non seguiamo la vasta let teratura che si svolge intorno al terna dell'impiego dei carri ~rmati nei due indirizzi f011damentali, quello francese : (cui si accosta l'indirizzo ,r usso) mezzo di rottura impiegato in stretta cooperaziolllé con le altre armi e quello i1nglese (cui si accosta quello tedesco) : mezzo di azione indipendente che si organizza in grandi unttà, a. ciwatteristiche _, 495 -


CAURI ARMA'l'I ID AUTIGLlffiRIA

proprie e svincolate òn. og11i stretto asservimento alle altre a.rmi e for mazioni tradizionali. Vediamo un po' che cosa si era fatto in Italia. Fin dall'inizio (1917) l[:1, nuova arm a aveva attratto anche l'attenzione it aliana: per l'Italia il maggiore d'art. Conte Alfredo Bennicelli aveva seguito le vicende delle esperienze francoinglesi (anzi. cli più : egli ipartecipò volo11tariamente alle prime azio!Ilii di carri neJle FialTldre con i Francesi e con gli Inglesi) e ne aveva reso conto, eccitandone l'interesse, al Ministero della Guerra ed al Commissari;1to Armi e Mu nizioni. Sebbene il nostro fronte per la maggior par te corre111te sn zona montana, si prestasse male al nuovo mezzo, tuttavia questo non parve trascura biJe. I~ foro no condotte tn1tta tive con i francesi, e ai primi d.el 1917 se ne ebbe un esemplare - uno Schneider - che, eSQ)eriruantato sul terreno accidentato - e come! - del CaTso, dette pure buona prova. Complesse vicende : la laboriosità delle trat1a.ti ve con gli alleati e poi gli avvenimenti militari sulia nostrA fronte, ritarda,r ono la impostazione di un piano òi or ganica e rapida costruzione. Solo o.1el maggio 1918 il Comando alleato si deeise ad inviare in Italia nlcuni. esemplal'i di cani Hénault. I1'inchè nuovi espel'imenti persuasivi ci indussero - e si era ormai quasi alla fin e della guerra - a cos't ruire i ca,r ri •armati in Italia e se 01,e·passò l'orclinazi.001e cli 1400 esemplari alla Fiat che si doveva servire dell'ausilio dei grupipi Ansaldo e Breda . Il tipo adottato fu U R.énault che venne però modificato e migliorµ to in sede costrutti va 111el motore, negli orgaini di tl'asmissione, nell'arma men lo, nei sistemi di chiusura e di protezione, sicchè non costituì una semplice copia del modello fra ncese ma un notevole (Pel'fezionamento. Le coo1segne {li tali cani avrebbero dovuto avere inizio il 1° maggio 191!) in rf!gione di. 200 al mese, fi no a raggiungere hl. cifra fissata. S0p1·aggiunto l'a,rmistizio, la lavorazi one· dei carl'iarruati in commessa fu sospesa. Venne solo .mantenuta uina limitata or,dinazioo1,e ù.i 100 esemplari che la Fiat doveva consegnare nel settembre 1919. Ragioni di natura politica sopravven ute fecero ri1ff\'iare qnesta modesta con egna a qualche anno più tardi. -

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I CARRI ARMATI NfCLL) J1}$E'RCfTO l'l'ALIANO

10. - Disponendo di pochi e vecchi esemplari e ipnotizzata dalle p~rticolari forme ,di terreno delle sue frontiere terrestri metr opolitane, l 'Italia stentò a costituirsi una dottrina <li impiego dei carri. Solo nel 1926-1928 le idee al riguardo comincia rono a

precisarsi: nell'ordinamento Cavallero e nella n1:1 ova regolamentazione tattica i ,c arri ebbero diverso e più ,i'ilevante posto 1 e furono ripresi gli ordinativi all'Ansa ld o. ira le Norme Generali per l'impiego delle Grandi Unità (1928) ci dicono : - « che i ·Carri armati non sono che wn:a. rC'/:elle speofolità if,eUa/ F,aml;erìa1» ; . - che « i reparti carri armati vengono impiega.ti, là dove il terreno lo consent a, quale m.ezr,o ausiliario, atto non gii1 a sostituire, nem me1n:o pa,rzialmente, la. fa nteria, ma a risparmiarle tempo e perdite. La loro azione tende a favorire la sorpresa, in quanto può ttilora consentire di ridurre la prepara zione di artig-Jieria. Devesi però tene,r presente che i carri armati hanno una resisteinza. c·d un'autonomia. in combattimento limitata a poche ore ed a pochi chilometri ; in caso di incidenti non possono disimpegnarsi se non oltrepassati e protetti dalla fanteria ; dopo un,'azione debbono essere ritirati, accuratamente riveduti, riattati e riforniti ». I carri svolgòa1:o azione di .sp'iam1aimien.to di ostacoli materiali e centri di resistenza avversari, e di aooo1npa,gn,m1nen1t o del.la. fa nteria . cc L'intervento dei c;:irri non modifica però i principi fondamentali dell'impiego d·e lla. fanteria, 111è giusti.fica da solo) anche se attuato su grande scala, la so1ppressione della fase di ipreparazione )). 11. - Più lllel vivo - ci sembra - si entra dal 1935 in, poi - in rel~zione all'adozi.one {lel carro d'assalt o mod. 35 - con le sintetiche e vibran ti disposizioni delle circolari 3500 del 21 aprile 1935 e 8000 del 9 agosto stesso anno. Ma anche ora il carro è visto esse.nzia lmente come '1li l1 potente me.~-zo aiu-siz.ìarfo ciellaJ. fanteria.

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CARRI AR:UATI E AH'HGt.lEHIA

Circa il ca1·1·0- d' assalto ruod. 35 è detto (circ . 3500):

« OomlPagni.e su t re ploton i. (ciascuno 4 o 5 carri ) assegn ate alle grandi unità (di massima alle Divisioni) che Je decent1·ano a seconda delle circostanze. Assai Jeg·geri (circa 3,G t .) armati <.li due mitraglintrici dil 8 o da un piccolo cannone e da una milragliHtricc . Velocis · imi, idon ei a qualsiasi t erreno, ne superano og11i asperità. Impiego: a ma ·sa, stPifl111<:'.lno l'eticofa ti anche r obu ti. Ga ratteristir:a: la spregindica tezza nelln zona più pel'icolosa, quella degli ultimi 300 m .. Bene c·.a muffati e maseher~1 u, strisciando attraverso le pieghe ùel terreno, se guidfl.li da uomini audaci e sereni, posson o, cli sol'pres:-i, s11pcrare difese bene organizzate, coopera111clo e:fficaceme11te al successo dei fanti ». 1

E nella circo] are 8000 : - Im,piego cle·i own·i cl'assalto: I. - Garatte1·istiohe : - protezione dai proi etti orclinnri di armi portntili , schegge e shrapnel; - 1possibilità cli superare pea1,denze di 4!5°, gradini non più. alti di m. 0,55, fossi di m. J ,45, corsi <l'ac.:qna profondi fil10 a m. 0, 65; - velocità media : su strade orclinairie km. 35 ornri, su t e1·1·eni normali cla 3 a 5 km . - A.ntonomia da 7 f.l 8 ore su s trade (130-150 kru .) e da 4 a 5 ore in ter reno vario (consumo ùi carbun1nte e resistenza di equipaggio) . __, J>oss·i.biWù dli ov: ione con l 'urto e col fuoc·o. Fnoco : di 111orma <la fer1Uo, quasi a bruciapelo; presso-c-hè inefficace in mo~ vimento. Comunque a vari:r,ia <li fuoco per scarsitù di mu nizioni. - Possibil-ità cli osser-v azione : sufficient e~ sportelli aperti, rni11iJ;nH- se chiusi.

II. - Criteri cl'im,piego : I carri d' assalto : - rappl'csein ta no un potente mezzo ausiliu rio della fatn te~

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I CA IUU ARMA1'I NELL'l1SEUCI'.1'0 JTALJA:t-:0

ria, in teN·eni non fortemente organizzati, per aprire ad essa la strada 11 ttraverso le ·difese accessorie ed eliminare, col fuoco a brucia1p elo e cou l'urto, l e armi automatiche avversarie; - cleYono essere impiegati a massa e di sorpresa .(unità minjma: il plotone), alla <lipende1nv.a delle unità .cli fa nteria, che devono tenersi con essi strettamente colle~n1tc pe,i' sfruttarne immediatamente i J'i ultati; - posso:no essere impiegat i in coopetazione con carri ar mnti Jeggel'i 1per compJetn1,ne ed mopliarue l'ar,ione.

JII. - Compiti e moclalità, cl'impiego . a) NeJl'avvidnam enlo possono essere assegnati alle> av:rnguardie : - normalmente per rimuovere con ,rapidità resistenze cli uua certa ein,tU-ù,; - eventualmente : per Hgire, amchc senza l'appoggio della fanteria, coutro il naHto ed il tergo c1elhrvversario impegnato fro ntfll mente dall' a \~allguarclia ; per !Prevenire o accHta,ee: con puntate a breve raggio, la, presenza o meno <lel nemi<.:o s u punti di pi:nticola1·e importanza . b) Ad aYYiciinamento effettuato assnmono posizione d 'attesa, la quale dev'essere dc:6.Jata all'ossena zione e, possibilmcu te al tiro, e con itfo1erari coperti, di accesso alla probabile zona d'impiego. o) In fase ol'ga nizznr.ione dell'flttacco, riconosciuto il terreno deciso ove impiegare i carri, questi vengono fatti serrare (mascherandone il rumore con accorgimenti vari) su una posi· zione di partenza, la più vicin a possibile a quella della fanteri.µ . H.equisiti della posizione -di partenza : essere coperta alla vista e possibilmente al tiro, consentire lo sbocco simultaneo e di sorp1·esa dei carri cli fronte all'obiettivo d '<,1tiacco. Ad ogni unità cnrrista cl<-we essere precisato : com[)ito, obiettivo (visibile dalla posizione cli partenza o facilmente rintraccia bile snl terreno) e zona cli raccolta a com pito ultimato . d) In fas e attacco: lo scatto clei carri deve essere ordi01,a to dal comnnda nt.e cli fa nteria e regolato in modo che essi , sfrut -

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C..\L!Rl ARMATI Fì Afil'lGLIEHIA

tando tutta lfl loro velocità} giungano sull' obiettivo quando la fanteri a sia a 2-300 m . da esso. Di massima : ogui unità, carrista deve ayere un solo obiettivo. ugli obiettivi successivi dèvoino essere lnuciH te altre nnità, pre-venlivamente raccolte i;;ull a posizio:ne di p11rtenza. Per ciò, in nttac<:hi profondi : scnglion amento di unità carri in profondità, e lo r·o successivo scava1camento, nelle varie fasi <lel1'azionP, secondo ordini del com11ndante di fanteria che li deve impiega,l'e . e) Nell'inseguimento i carri possono agire : - in coo11)erazione con la fan teria per f)gevolarne l'azione; - da soli, contro i :fianchi delle colonne in ritirata, per prevenirle s u punti di obbligato passa ggio: in tal caso conviene :fissare un limite oltre il quale i carri non debbono spinge,rsi, p e1· non rischi.are ,cl,i pe1·derli. /) Nella protezione del riJI)iegamento, è particolfn1nente redditizio l' agguato lung·o le direttrici p iù pericolose; i carri eseguono ,rapide puntate controffensive, preferibilmente contro i fìaii1:<:hi dei r eparti c·he inseguon o, obbligandoli a sostare per difendersi; indi ripiegano rapidamente, per ripetere l'Rgguato ii11 locf:Ìlità. 1Più. anetr çi te . g) Nella difensiYa i carri sono impjegati essenzialmente per il contr attacco, sia ripa,1·titi fra t settol'i in cor rispondenza dei punti più clelieati, sia assegnati alle risei-ve per contrattacchi su più vnsta scala . Nel IPl'imo caso, posson o intervenire (anche di iniziativa) contro l 'attaccante che abbia serrato sotto i centl'i avanzati oppure contr o i repai·ti penetrati neUa posizjone di resistenza. Possono essere, eventualrucnt e, impiegati in zona di sicurezza per logorare e r1:1llentare l'avanza t a del'rr1emico. 12. - Le a1··1mi antica.1To .

La nostra prima ·realizzazione in fatto di armi antica.rro fu il ca111none da 47 mod. 35. P l'ima di esporne le caratteristkhe e le norme d'impiego (Circolare 8000) riteniflm.O ,necessario mettere in rilievo che l a questione delle m·rn.1i am'tioaffo fn di qu ell e che tennero a lungo il campo degli studi e delle esperienze dal duplice punto di vista de))a tecriica e dell' impiego, soprattutto -- 500 -

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I CARRI ARMA'l'I NlcLJ/E-:SERCI'.1'0 ITALIANO

presso gli eserciti esteri. Da noi tale qnestio1n e fu atte:ntamente seguita: nel febbraio del 1934, sulla Riv. d' A. e G., il t .col. d'art. It~lo Caracciolo (« Le corazzature {1ei carri armati e le armi anticarro))) con ricchezza e precisione di dati ne chiariva ed esponeva i tennini e ne -riassumeva gli indirizzi risolutivi che si proSJpettavano all'estero. Lo studio <lel Caracciolo si può considerare fondame,n ta)e al riguardo : esso venne ancorc1 riprodotto dalla stessa rivista nel febbraio del '41 - già guerra durante perchè an cora di viva attualità,. Il Caracciolo ·ricorclil che elementi essenziali. per la difesa del carro sono - oltre alla a!f filitù, data dal sistema di propulsione che .può consentire, in misurn più o meno r ilevante, movime!Jliti bruschi o volntamea1te irregolari - la. oelerità e la cora~Z(Lt'U,ra,. Rlementi antitetici questi, evidentemente, che determin;:1rono clue ten denze o scuole, queJla inglese (celerità,) e quella f.rancese (corazzatura pesante). L' A., riportandosi ainche al giudizio del ,Tustrow, vede t utta la ,n ecessità della oorazza.t1.tra, che in definitiva gioca risolutamente nel momento supremo, quello cioè i n cui il carro, (Per agire col suo fuoco, (leV'e fermarsi, edesporsi quindi ;11l'ar,ione verforam.te dell'arma anticarro. E qui è proprio questione - si direbbe - di ca.paci.H~ d'incnssare. Teoricamente - e l' A. ·deduce da u:n grafico in cni raccoglie i {lati relativi ai mnteriali che a parità di calibro haimo maggiore potere perforante - un carro µrmato, per [Jortare a termine con una relativa sieurezr.a la prima fase (cc marc:ia verso gli obiettivi))), dovrebbe avere, nelle parti che più facilmente possono esse,re colpite con impatto di 900, uno spessor<~ di corazza di aceiu io tratt;1to di 50/50 mm., se attribuiamo acl altri rnn'arma ant.i<:arro analoga al cannone da 47/ L 23 Bofors. Se ci limitiamo alla pròteiioi1e dal tiro della stessa arma co,n impatto él i 60°, o dal tiro clel cannone da 20 mm. con impatto di 90°, lo spessore anzidetto n.on ,d/ovre,bbe Qssere m,rìnore lii 30 m,1n. (o, 1per essere più esatti, di un nunier<> di millimetri ehe, a seconda deUe caratteristich<~ de)) ' acci.aio, corrisponde ripettivameinte ni 50/55 ed ni 30 dello schema). Data la forte percentuale del peso <lella corazzatura sul peso tot~le ,d el carro, risulta da quanto so1prn. sempre più evidente, sempre più necessario, che lo studio dei costrutto,r i sia rivolto -

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CAR[lJ ARJII.\'l:T J.: AT!TIC LIT<:HIA

anzitutto nl problema 1n~tallw·gico, onde aumentare i] potere resi!?tente delle piastre non con l' aumento dello spesso1·e, ma con procedimenti più moderni e perfeziona ti nel trnttamento <legli acciai <la corazze. I progressi che si vanno reaJizznndo nelle a,rrui antitarro sono tali e così rapidi, di.e se non intenenmmo progressi altrettanto raipidi ed efficaci 11el trattmue11to dcll'aeC'iaio, il cai·ro ;nmato no11 avrù,, fra qualche tempo, possibilitù, di par tec:ipnre a11e battaglie fra eserdti moderni.

Flg. S(i. · ,\nLiC:.1rro da 20 mm .

Il requisito dedotto dallo scb.c•rna è p1'essochè conforme ai pareri che vanno sempre più affo1'manclosi, tend.enti a cln re Hl ca rro probabilità, sempre maggiori di raggiungere incol nme gli obiettivi <'ODtro i qu11li e~ cli.retto. I1 coma ndante Loust:lu11 a n-L11ca u, 1Ile1Ja « B erne cl'Infantel'ie » del genn aio 1930, giust..imenie os-· serva ehe « ... i carri la cui coraz,m è infer iore a 30 mm.. , aJJo stato attuale della tecnica anticano sono Yotati a sicurn mor te dopo hl loro appa rir.i one su l campo di battagJiu .... Solo la corar.zatura potente, la f~toltà cli cc incas are)), può salvare la vita di un <!arro in te1·reno vario .... Per un ca r ro che debba apri re la strada -

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I

CAHRI AR)(AT! KELLJ l,SDRCI'l'O ll'i\ L lANO

alla falllteria, l a questione si ria8 ' tune iu queste pa role : « anzitutto corazzatm·a ! >>. Lir'1na, a111lic((,1'ro . Quale clednzione si può trarre dal grafico relativamen te a ll ' arnrn antkarr o?

Qncsta domanda ne presnp1pone ak uue altre. Anzit u tto : quale è la é01·;1zzatora del carro armato che H noi più interessa combattere e f:lkacemea1te ? A q1.nd e distanza '?

F ig. 7 . - AllliCtllTO da 47/32.

Alla prim.:1 doma,n dn abbiamo risposto, éerca11d o di climostque che nn carro ,n·nrn to moclcr uo e destinato ad essere opp osto ad i.ll'lni modern e, per avere notevoli proba hilità. d i raggi ungere in condizioni ·di e:ffide11za gli ohieLtivi, dov1·ebbe, nella., più modesta ipotesi, essere 1p rotetto melle parti più vitali da una corazza <li spessore cri.on inferiore a 30 mm . del grafico stesso (o

equi va lente). 0 i.ò supposto, e ammesso, come prescrive la comune n!go)a-

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CARRI ARMATI fil ARTIGLIERIA

mentµ zione, che la distanza normale -di irruzioue non debba superare i 3 o 400 m., l 'arma dovrebbe poter perforare a tale distanza corazze di 30 mm. del migliore acciaio trattato, con imipatto di 90°. Il grafico ci mostra che una tale a,r ma dovrebbe flvere un calibro intonno ai 45/ 50 mm. , con V = 550-600 ».

F ig. 88. - Antica n-o da -!7 / 48.

Come .abbiamo visto, il Caracdolo scriveva nel l'ebbra io del 1934, quando era in corso la realizzazione de1la nostra prima arma anticarro : il ca111I1one da 47 che pr ess' fl poco rispondeva a tali ·r~quisiti. Vediamo infatti cosa dice la drcolare 8000. - Jrnpiego ed a,zi(Y)U3 d,e l pezzo da 47 11ii0d. 35 : I. - Gaira tte1-istiohe. 1) Arma a tiro teso, di dimensioni e visibilitù, modeste. Peso in batteri$1: 270 kg., circa. Scompo11ibile per il someggio : trainabile con quadrupedi, con automezzi od anche a brac-

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I CAHlìT J\RMA'l'I KJDU /EsEncrro

l'.l'AL l ANO

eia. Può esser e trasport;:lto intero, per brevi tratti, <hl una squadra cli 6 uomini. Settore orizzontale : 60°; settore verticale: da - 10° a. + 58°. Imipiega ·due proiettili : - una gra1nata perfora nte scoppiante anticarro, con spoletta a bocrhino posteriore : peso kg. 1,5 - V = m. 630 al s; effetto perforante : sufficiente sino a 500 m . contr o la massa dei C;:lrri leggeri, medi, pesanti; sino a 1000 m. contro carri veloci ; - una gr airnta da fanteria, con SIJJO}etta a bocchi1n,o anteriore : peso kg. 2,500 - Y . = 2i'i0 metri al s. Notevole precisione di tiro co111tro bersaglio verticale, fino a 1000 m. con entrambi i pr oietti. Celerità di tiro rontro bersaglio in moto : fino èl 12-14 rolpi al l' (con person,ale bene addestrato).

II. - c,,ite11i cl/impiego. 2) Il pezzo da 47 1può essere impiegato :

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rome arma anticarro : compito normale; c·ome pezzo per fanteria : compito even tuale.

8) I mpiego come arma 3([) ticarro. a) I carri moderni sono veloci, offrono bersaglio piccolo e fugace e sono più vulnerabili di fianco che di fron te. Occorre perciò: - attiva sorveglia01:za che assicuri la tempestiva segnalazione dell'arrivo dei carri; - prontezza. d'intervento ; - tiro a puntamento diretto, con Ja maggiore celerità e possibilmente fiancheggiante. b) In avvicinamento : ~ssegm,a re i IPezzi di norma a ll'avan~ guardia. e spingerli verso la testa. ; sorveglianza spinta ava nti i!ll modo da dare ai pezzi il tempo di mettere i11 battel'ia ed aprire il fuoc o tempestivamente. o) I u attaceo : tenerli pronti fl cl e,nt rare in azione specie nell'ultima rase dell'attacco, qua1n do le fanterie possono essere fatte segno a contrattacchi da parte di carri armnti. d) I n difensiva : sehiera'1'1i ,possibilmente nelle zo,n e meno accessibili ;1i carri, ed in modo che possano svolgere azione ftan-

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CAUIU ,\ RMA'rI

E)

ART1G T.IEHIA

cheggiante, sulle zone più favorevoli a]]'impiego dei carr i stessi.; masrhernrli e defilarli all,1 Yisla ecl a1 tiro; non sveJ;:irli prematurnmente, ma far-li ngire cli S(H'presa, a clistftiniza tanto più breve quanto minol'e è il numero dei rarri; stabilire i settori. delle :umi in modo da r1 ssicurare la contemporanea azione . u più carri evita ndo che più pezzi abbiv~10 a battere il medesimo cnuo.

F ig. 80. - 1Dffettl cli un colpo da -17 /32

Sll

uu carro arwato da 12 T.

4) ImpiPg-o come 1pczzo per fan1·eria. Nei C'asi in cui i pezzi nou, abbiano ad assolvere il compito di nrma an tie:ano, potranno essere adoperati: a) in offen.-iva: pel' elimina1·e rapidc1rnen te m.it.n1gliatl'ici avversarie che sfnggono alla neutralizzazione del Le nost-re mitragliat1·ici o al tiro dei mortai d'assalto; b) i.n difensiva: per integrare l'azione delle mitraglif.ltrici (:ontro le ai·rni cli accompagnamento dell'attacca11te. In entrambi i casi: azion e con ipez¼i isolati, a puntame111to diretto cd a portata cli tiro sicuro. -

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I

CAIHU Aft:\1A'.l'l i:\ BLL'E81-:HC1'.l.'O ITAT, LAl\O

13. - I m,piego del ca.n11o'll,e clo 20 mod . 3:3.

I. - Owratte1'istiche. 1) Oam10ne automatico acl elevata velocit~l iniziale. - 1'J' munito di affusto a t1'eppiede, che co,nse nte un set-

tore orizzon la Je compJeto ed u n grande settore verticale. - Peso in bAttcria : c.:irc:a 300 kg. - p nò esse1'e train ato, someggiato ed ,111 tot1·aspo1'tato. - Impiega i s eguenti p roietti : a) e:ontl'aer ei : t r actia nte e scoppia.nte ul trascusibile ed autodistruggente, con azione a quota non maggio-re <li 2000 m . ; b) ìrnticano il-ac·ciao1,t (', perfol'ante, scoppiante con azio11e perfol'ante alle br e,i distai11ze (fin o H 4-:'iOO m. ) contro mezzi blindati (<.:a rri Yelod - a utoblindo - se:uc1i).

II. - Compiti. 2) Ili nniti i n lrnttel'ic tli (i pezzi, sono impiegati : a) <·mue ,:.-:annoni co-nt1·aerci: com(PitO J1 mmii'l t~ ; ù) t ome cannoni antic:11no : c:ompi to eYentua le. 3) L!l b ~1tteria agisce in genere 1·ipartitH per srzion i ; e<:ee ziornllmeni"e per p er.7.i iso) ati : Iin tervallo fr,1 le ser.io11i (per clifend ere un11 data zo11;.1) : da 1000 a 1500 m ..

III . . Gr·i ter·i cl/ini/p ieg·o. 4) Come ta n 11011 w coni 1·oaerei. a) I u m ovimento :

- all' inizio della ruarda : per protegger e l'incolo,nnamcn to della g'l'anrle unità; - dnra,nte la marcia iper peoteggere - con aYanzata n sbalzi ed a s,c agJioni di sezio11e - ()_uelle zone sulle quali l'attaceo aereo p uò essere ipi ù probabile e più pericoloso (strette, ponti, ecc.); b) cima nte le sost e: pe1· proteggere le zoaie più densa me~1:te occupate . o) In attacco : - clurante l'orga11iz~mzione ,clell' Rltne:co : 1per da re prote:d.one ai movimenti e schieram ento delle a rtiglie1·ie ed ai nnclei p iù impol'tanti cli t ruppe;

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CMtHI Al<ìlIATI E .\UT!OUEHlA

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dnran te Jo svolgimento dell'attacco : p er proteggere l 'a zione della colomrn più importante, ed il settore più scoper to; - l o schier-amento delle artiglierie (in terreni che non consento110 la copertura cla1Ja vista dell'aereo): i pn111:ti prescelti (Per l'irruzione (spingendo nvanti, se n ecess::trio, qualche pezzo durante il progredire dell'attacco). d) In difensiva : - duran te l'organizznzione della difesa : per ostacolare 1'esp1orn zio1Je aerea nemica 1:1 bassa quota e per proteggere i movimenti de1Je arl'iglierie, delle l'iserve e le colonne adibite aJ rifor;n imento munizioni; - dnra11t e lo svilu1ppo deJla difesa : per prot eggel'e i settori dove è più probabile e pericoloso l'attacco aereo nemico (zo1ne di schieramento di artiglierie o di riserve non de.filate r,ill'osservazione aerea, o settori nei quali è più probabile l' attacco nemico) . 5) Come cannone nnticarro : ai) in attacco : - per pa1·arc contrattacchi nemici ll mezzo e::irri armati (possou10 iJ1te1·venire q nelle sezioni che fossero state spint e in avpnti per prot eggere i tratti cli sfondam~nto) ; b) in difensiva: - iper concorrere, da postazioni avanzate, all'azione delle armi anticarro, qualora queste dsult ino insufficienti allo scopo e la minaccia ae1·ea siµ poco probabile e melllo pericolosa; - per arrest:ne - da posizioni 1più arretrare e scelte in vista del compito co;ntraereo - carri armati nemici che, sfuggiti al tiro dei ·c annoni anticarro e delle artiglierie leggere, si~no penetrati ncll'inte:rino della posizione di resistenza . 14. - Infine ricord iamo che le « Direttive per l 'impiego delle G.U. )) uscite nel 1935 .(4 giugno), al n. 54, diceva no : « I 111uovi mezz i teonioi (motorizzali, meccanizzati, chimici), deJla battaglia ,110111 mutano i principi fondament;,=tli, ma sensibilmente mocli:ficano le forme e i modi di lotta, in quanto: accrescono la potenza del fuoco e la forza d'urto; -

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I CARRI ARì\lATI NELT/ffiSERCI'fO !'!'ALIANO

- moltiplicano le possibilità e la rapidità del movimento; - . facilitano la sorpres;i. La potenza del fuoco distrugge, neutralizza, arresta; 1'arma chimica, pt~,r fo sue consegueinze materiali e, so1pratt utto, morali, preoccupa: occorre valuta.ria, 1non sopr!lvalu-tarla . n carro armato sfida e supera le resistenze attive e pnssive della zona cli attacco . Il motore risolve problemi di traino e di trasporto, i.n continuo vertiginoso progresso. Ma tutti questi mezzi, ormai comuni a tutti gli eserciti, potr~nno rapprese111tare un formidabile ausilio solo per chi riuseirà a sfruttarne poten.za e rapidità onde sor1yre11:cle1·e f a'fl)•versatrio. I carri armati - che per i nostri terreni e per la nostra guerra, debbono essere molto leggeri e veloci - non vanno considerati solo come mezzi di lot ta, operanti interv~1lati e seguiti da fanti e da celeri; ocoorre MWhe arverne la 1;-is-ione come 11i.a,s·sa

ohe sorprende) sfcmd'a e passa oltre dedsa.mente. La sor,presa e la massa s~ranno - lllella guerra di domani gli elementi primi per 1a vittoria decisiva >) . E si avev;i così un'apertura verso più ampi e moderni orizzonti tattici. Le « Norme per il combattim(~nto della Divisione >) (1° feb~ braio 1935) ,ci danno altri spunti per rie.ostruire Ulna nuova clottl'ina ,di impiego dei. carri armati. Al n . 18, parlando dei rnezz\i rapid}i 11't'Oder11..i) ci dicono della necessità di tein er conto - « neJJ.a concezione e condotta dell'attacco , del poderoso apporto che questi mezzi (unitù, celeri motorizzate, autotrasportate ed ;1erei da esplorazione) - ùnipier,ati oome rn/a·ss,a, a11,fo... norn1c1; e non oom.e elem.te·nto s,ussidia1·ìo - possono dare alla mainovra.; - nella organizzazione della difesa di tutte le provvidenze atte a parare e a stroncare le azioni che l' attacca,nite valendosi degli stessi mezzi, tentasse contro il difensore )). Al 111. 23 - ,parlando dello sfoncla:nwnto della. copertuira.: « fare, dove possibile, il più largo e ·audace impiego di carri)). -

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CAlrnI AR:11.CATI E ATITIGLHX:lA

15. - L'Italia, c:ome chmque abbiamo visto, 11011 comincio a formarsi una dot trina d'impiego dei carri armati se ,non tardi e ricalenn<lo dapprima in mnssimn la dottrina francese. In ,principio c'era, e permase per lungo tempo, dello seetticismo circn le possibilità della nuova arma e lp eonvenienza di u,na sua. larga adozione. Specialm.eute, si diceva, !,lvuto riguardo alle nostre frontiere che irnponevtmo la guerra cli montagna . Sebbene le . obiezio11i che si potessero fare a q nesto « slogan >> d.e.I1a guerra di montagn11 fossero parecchie - e ricordiamo solo il fatto che l 'Italia aveva t territori libici e non poteva non prevedersi, date le ambi½ioni della 11ostra p olitica , che quei territori cliveutassero verosimilmeinte u11 campo di impiego cli for7,e meccanizzate - pure lo « sloga11 >> fu qUi1Si universalmente subito e durò a lungo. Ad ogni modo qua111:do una dottrina di impiego comi11ciò a ij)ro:6.larsi in Italia, e fu essenzin1rnente dopo il 19-35, con la sanzione della specialità, fanteria ear.rista , si vmmise implicitament<~ che il carro armato non dovesse modificare sostanzialmente lu f<.m:damen tale dottrina di impiego della fan teria, ma costituire so1o 11111 tippoggio al1a fanteria. stessa. Ma ipoich.è si ernno eostituite le spec.ialità m.otorizzate di bersaglieri e cavalleria eh.e fomrn ro.no l e truppe celeri, ad esse vennero assegnate aliquote cli carri veloci L/35 anche con il compito eventuale cle11.'impiego i1n massa. Si volfo con ciò sfruttare h1 dispoa1ibilità ch e si ebbe di un certo numero di qnesti carri a noi residuati dalla campagna in Africa. Orientale. Evolvendo ulteriorme.nte dottrina e regolamentazione, si cominciarono a .p revedere in funzione degli impieg hi previsti, carri da rottura, : medi e pesanti per }f:l fanteria; cani d'nssalto : leggeri, speciali, anch'essi per ]a fanteria, e carri veloci : leggeri, per le trurp pe celer i (bersaglieri e cavaller ia). Nel ITT!ovembre del 1935 vennero esperim entati i primi esemplari del nuovo carro cla. rottura del pe.so di cir<::a 8 t. che avrebbe dovuto sostituire i vecchi Fiat mod. 21 e mod. 30 ormui s uperati. I primi esemplari avevano i1 motore a gaso}to, - queHo dell'autocarro Fiat 634 - ed erano armati con un cann oncino da 3'7 mm . in easamatta e con una mitrag1ir1trice che poteva essere spostata in varie <lirezioinii. -

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I CAHRI AR-:V ,\'1'[ ~lvLr/0sEn C1TO l TALIANO

Qnesto tipo vcm1e snccessivamente migliorato in modo sostamdale; ,·enne aclothlto fra l' a)rro un :11110,·o mot ore Hppositamente costruito ad S eilinclri a V, sempre de] tipo ad inieziotne, giµcchè allora si attribuiva grande importanza alla noteYole sicurezzn contro gli incendi che il motore a gasoJio presenta nC'i confronti dei tipi. n ben,z ina , e vennero installate due milraglia il'ici al>binnte in touettn ca un c:annonc da 37 in casamatta. Si g-iunse così. nel HJ37, a<l esperiwenture i primi escmpl!1d di cani medi da r ottura , che furono denominati :.\1/ Jl, giac-chè si aggÌl'avano intotno alle 11 t. cli pc~so com1p lessivo, e tl1e vennero omologa ti nei primi mesi del 1!)39. P -r incipali c.aratteristkhe : peso kg. 11.000 cfrea; motore a gasolio clella potenza di J10 Hl1 (aumenta ti poi a J2G HP); :wmamellto : 2 mitrn abbiirn te in torretta ed 11n ea nnone cla 37 in casanwtta . 1\fc1 anche questo tipo venne ben presto perfezionato e migliorn lo, assumendo Ja denominttzione di M.13. Uu c::Hnnone cli calibro maggiore - 4ì mm. - venuc instaJJato in tonetta, abbinato ad una mitraglia tr-i<:e, m entre clue mi.t1·agliatric-i abbina te vennero instaJlate in c~1samatla. Si vollel'o e-on dò seguire i nuo,i concetti d' imlJ.)iego, the orm::ii i afferm avano e che facevano ritenere superati i ca ni -d i 1·ottura, riseJ·vati solo all'accompagnamento delle fanterie. Venner o anche Jeggermem.te maggiorati gli spessori cli nlcunc cornzzc ed apportate diTcr::;e alti-e modifiche e migliorie. !iniziata la guena, il carro armato medio vem1c modificato e migliorato, dando origine ni tipi 1\1.14 cd 1VL1G, ri~pctti.vamcnte del peso di 14 e 1:, t . che furono dotati il primo di un motore m1cora a gasolio ma della potenzi1 cli 14ri HP ed iJ secondo di un motore a benzina da 190 DP e di un nuo,~o (·nn,n one, sempre clel -c alibro di 47 rnm . ma di maggiore lunghezzn. NPJ setto1·e dei <.:arri armati d'assalto, ,cli tiipo lcggeto , dopo alcuni tootativi infruttuosi cli modificare sostanzh1Ituente il ca rro veloce L/ 35, si <~sperime11tò nel 193G un nuovo esemp1nrc, del peso di circa 5 tonnel1ate, munito di motore a benzi11.1a, con sospensione di tipo ,n,uovo a barre ' di torsione, urmalo di 1m cannonc:ino òa 37 i111 casmnsittn e di <lue mitra in torretta . Q11 csto tipo però non venne omologato. -

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CARR I AUMATI ill AR'l'IGLI!mIA

Successivmuente, modificato sosta,n zialmente l'armamento, momtando in torr etta un cttnnone mitragliera. da mm. 20 abbinato ad un mitr~ , il nuovo carro venne omologato e <le1n ominato L/6, giacchè il peso vene ad aggfrarsi intorno alle sei tonnellate. Sul carro L/6 ye:nne ipoi installato il lamciafìamme. Nel settore dei carri al'mati pesanti - ed· a proposito di questa clizio111e è opportuno speci:6.care che la classifica di leggeri, medi e pesanti va l'iferita all'epoca in es!:lme, in quanto, col passare del tempo, i valol'i che delimitamo gli estremi delle scale tendono sempre ad amnenta1·e - nel 1939 fu ideato un nuovo esempl/:lre, del peso di circa 25 t., armato con un pezzo da 75 (dapprim a 75/ 18, poi 75/34) in torretta, abbinato ad un mitra, munito di motore a gasolio con 12 cilindri a V della potenza di. 333 HP. Questo esemplare nel 1940 assunse la denominazione di P /40 : ma era ben lunge d!:l wnn p1~a tic a realizzirni.on e, poichè il motore presentaYa le maggiori difficoltà (vedi più oltre) . All'atto dell'armistizi o er ano in produzione 150 ca rri P43 derivati dal P40 con con1zzatnra frontale da 1.00 mm. Unico arm amento i1 caornone dil 75/ 34 in torretta - agoma a testuggine :Motore a benzina d a 4SO B P .

e L'ARTIOLIERIA CON E DI FRONTE Al CARRI ARMATI 16. - " L'artiglieria nel combattimento,. ed. 1937. - 17, • La circolare I 0.000 (I O dice mbre I 937) de ll' Ispettorato de ll'Artiglieria.

16. - La dottrinu italiana sull'impiego dei mezzi corf.lzzati sl completa con le prescrh~ioni seguenti inserite nel vol. III : « I mpiego e Addestramento tattico >> - Parte I : « L'artiglieria nel combattimento )>, Oap. XIV, ediz. 1937.

Ccwri annl(J.t i a.geniti a massa) sul campo cli batt~glia possoino ottenere risultati importantissimi, talora decisivi. -

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L' AH'flGr.IEnIA CON

l')

DI FHONTIJJ AI CARRI ARMATI

L'artiglieria deve agevolare il movimento dei propri carri, nell'attacco o nel contrattacco, ed o&1acolare quello dei ca.r ri avversari, nella difesa. A.zfo,ne offen,s foa,. - La riuscita di un attacco di enrri armati si fonda, essenzialmr,n te, sul loro sbocco di sorpresa, e sulla velocità. L'artiglieria disipone, in generale, di poco tempo per svilupp;ire Ja sua azione : per ottenere effetti sensibili, occorre impiegarla in qua1n:tità, notevole. Di norma, quindi, l'attacco di una massa di carri armati è appoggiato non solo daJl'artiglieria eventualmente assegnata in proprio alle unità, carriste (o aJle grandi unità corazzate), ma ainche da altre RJ'tiglierie già schierate Jielln- zona. Il comando tattico -che ordina l 'attHceo ,dei carri armati. fissa le artiglierie che devono concorrervi e chi debba assumerne il comando . I comandanti della m~ssa dei carri, d<~lle unità di fanteria e delle nrtiglierie che operano con j cinri, prendono fra loro tempestivi opportrnni accordi, ai quali partecipa il comandante cli aviazione, quando l'attacco di carri si svolge in concorso con un ;:ittacco aereo. Ha però sempre importanza preminente l'azione ,di coordinamento del comanda1n te superiore, azione che sola può dar valore agli accordi, saldando tutte le volontà in una sola.

Prima dell'azione, l'artiglieria a mezzo dei suoi organi cli comando e di osservvzione, !Procede ad un minuto ed accurato studio di tutto il terreno di attacco, con lo scopo di individuare gli ostacoli. che possono opporsi al movimento dei carri, le difese passive, i .cam1pi minati, le batterie avversarie ed in. particolar modo le a11,,,n1,1i a11,ticao"ro •che costituiscono l'obiettivo l})iù pericoloso per i carri att?ccanti. E' o.p portuno che in ciò concorra,no elementi ·dei carri armati, cle11a fanteria che coopera e dell'aviazion:e, ricavando cosi la base per gli accordi e le intese tra i vari comandi. Lo sohiercmwn,t o delle artiglie,ri.e <leve avere carattere arditamente offensivo, modificando quello preesistente quando il comandante, che ordina l'attacco dei ca1·ri armati, lo ritenga opportuno. In ogni moclo, è tìS!:!olutamente necessario r.he aleune 33

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CAf!!tl ARMATI 0 AR1'1GLib1HA

pa tterie - pl'eferibilmente tra quelle org:rnich e cl.elle unità carriste, se esistono, o b;1tterie ,reggimentali delle m-1ità cli fa nteria che cooperano co.n i carri - siano spinte avanti il più possibilr, in posiziot11.:i clte co11sc11tono n puntamento diretto, per poter istantaneamente entrare in azione, a distanza ravvicinata , contro le armi anticarro che si riveJiissero nel corso dell'attacco. Tali batte-rie, a11e quali vie11e assegnato un ·determinato settore di sorvegliamm, non partecipano, di norma, alla preparazione e si svelano solo al ruomento del bisogno. Quando J;1 situaiione lo l'ichiecln , quak he batteria sarà orie,ntata. a. rapidamente postar. :i in avalllti nel corso dell'attaec.:o, amche per per.zi isol a li, pel' svolgere sempre più efficace azione contro le armi anticaN·o .

11 comandante dell'artiglieria si ID}rntiene, durante l' attacco, collegato il più intimamente possibile col comandante dei carri e con quello della fan,i eri a che cooper11, per conoscere le linee 1'aggiunte dagli elementi più avarnmti, le l'esistenze che si incontrano, ed in pa,r ticolar modo il momento in cui la fanteria raggiuo1,ge e so1·passa i cani, ripren dendo le sue :funzioni cli ele mento principa le del combr1ttime11to. Ma è specialmente necessario che l 'artiglieria si ponga in condiiioni di aigi1·0 di 'ind.e-ia,t iva,) perchè il collegameIJto con i carri sarà in genel'e aleatorio e i ca,rri non sempre saranno in grado di precisare posizio111e rsigginnta oò. obiettivi da battel'ie. Occorre quindi fare il massimo affidamento sulla osse·rvazione terrestre) organizzata in modo da •poter seguire, possibilmente, l'at t/Jcco fino al 1:aggiungimento dell'obiettivo fissa to. Pattuglie O. O., sempre che possibile, segu iranmo il movimento dei cani, con le prime unità della fantel'ia cooperante, anche pe-r poter rapidamente sistemare osservatori in localita più avanza te. Col comanda1nte <lei carri, il ·collegr1:mento sarà tenuto con la radio a bordo del carro del comandao1te. Ridurre sempre lo scambio cli comunicnzioni a segnalazioni semplici e<l inequivocabili, precedentemente concordate, per segnalare iJ raggiungimento di determina te li1nee, richieste eventuali <li ti ro, ecc .. -

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L' AR'.rIGLIEHIA CON JjJ DI FRONT[<j AI CARRI ARMA'.rl

Uol comµ ndante di fanteria, il collegamento sarà tenuto nel modo consueto. L'attacco ,clei carri ·sarà, preceduto .d)c1, prepa,ra.~ione di opportuna intensit:\ e durata, allo sco1po di : - neutraliz.z are (o distrugge1'e) armi e batterie 11nticarro, artiglierie che si prevedo[l:o efficaci ·contro i carri, campi di mine, individuati dall'osservazione aerea e terrestre ; - spian are le resistenze passive, sempre quando, l])er la hH'O consisten,za e 1per la natura dei cttrri impiegati, questi 110(11 siano in gr ado, con ltl sola. propria azione di spianamento e di str appo, di aprire, in esse, i varchi necessari per le fanterie che dovr anno seguire. Solo nel caso itn cui nell'attacco coin i carri si potesse ottenere la sorpre·sa1assolu.t a sul nemico o quain,do si avesse la certezza che le difese fmticaN'O avversarie - attive e passi.ve - fossero scarsamente sviluppate, si potrà rinun ciare alla iprepara zione. In ta le eventualità, tutte le artiglierie si terranno pronte ad a1prire il fuoco non ap.pe01,a i carri staranno per svela,rsi. Dur;rnte l'attacco l'artiglieria svolge azione di a1Jpoggio e di rob·atte,ria. · Finchè l'azione dei carri è prevalente su quella della fanteri a attaccante, l'arptyoggio è rivolto, in particola.re c~d istanta neame1I1,te, non appena si ,rivelino, sulle ;:irmi anticarro che il nemi co ,a.vrà scaglionato in profondità nella sua siste.mazione difens iva e che, non individuate in precedenza, si svelerain,no solo al momento della loro entrata in azhme alle brevi distanze. Nel tempo stesso, sttrà proseguita la neutralizzazione delle armi già battute io.1! fase di preJ!)ar azione ed ancora attive. Quando le con·dizioni atmosferiche siano favorevoli, si potrà utilmente rico,rrere anche a tiri di accecamento, ad azione locale, contro le singole armi anticf.lrro, con l'impiego di proietti fumogeni. ~l'ener presente ehe le armi ain,t icarro rappr(~sentàno il mag. giore pericolo l])er i carri attaccanti e che perciò dovere dell'ar tiglieria è ,di intervenire immediatamente contro di esse. E poichè non sa,rà quasi mai possibile alle unità cµ rriste individuare e segnala.re, tempestivamente, gli obiettivi, si J>einde indispensabile 0011Jt1

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CARRI AUJ\:CATI JiJ AUTIGLI IDRIA

la continua, attenta osserv11zione <li retta <la parte dei comHJ'.l(li. di artiglieria. ed il loro in.ter ven.to d1i i n.izir1.t'iva,.) autornati<.:o. Quando però plastica e copertura del terreno noni consentano un in tervento delle artiglierie a ragion Yeduta con tro le singole armi antica.rro, l' appoggio dovr ,\ esplici,lrsi mediante r obusti concentramenti di fuoco, a cnvallo delle d iretttici <l'attacco de1le unità carl'iste, ~ostantisi a sbalzi cli suffi d ente ampiezza in rela:i:ione alla velodtù dei cal'l'i. I n tal caso occorre pre tabilfre seginalazioni convenzionali da effettuarsi dalle unità. carriste pitì ava,n zate, sia per indicare il 1·aggiungiment o cli determinate linee d el terreno, facilm ente individuabili da bordo dei cani ste si (ra?:zi), sia per definire, a richiesta, 1a po~izionc r ag-~i nnta (artifì?:i a fumata) . L/a1JYfJO(J,r;fo) frh t1itti i oasi) n.on cfove) in, m,,oclo assoliito) ostaooZm·e o rallentare Z1 attacoo de-i oc11rri. Esso va effettuato ricordando che i carri si pos ono considerare invulne rabili alle scheggie. La oontrnba,tteria deYe rilevare e segn ala1·e, con ]a maggiore r apidità possibile, le battel'ie che co11 maggiore efficacia ostacolano l'avanzata dei carri , per ne11tr a)izz:-1rle al pitì prest o con adeguati concentramenti. 1

Azi01·11e diifen,:J'iV'CI,. Scgnt1lat o un attacco nemico di carri armati a massa, t11tte le l>Htterie che ha1n,no azione 'IIOrrnrile nel settore nel quale si svolge l' attacto, entr a no immecli11ta rnenle i n azione, di i11iziat iva dei loro coma nclfmti, con t il"i di in,t etd,izio'l'l.e viioina che si sposteranno grad ual mente col progredire delln. massn dei Cflni - ove 01011 si riesca ad an estarlfl - sino a fì.ssa,r si neJlo s b a.1Ta,men,t o . Le al'tiglierie che hanno solo azione eventuale in detto sett ore, se non im.pegnate in fl zioni di fuoco, intervc1ngono anche esse immecl.intiuuente ,cli ini?:iativa elci loro comanda,n ti. Se impeg1rnte, decider:\ il coma ndante del gr up1p o, se. tenuto con to del l'importam:a clell' azi011e òi fuoco in rorso, delle conseguenze ehe può avere la riusd ta deJJ.'atta-cco <l ei carri, della presmnibi.le eill.cn eia su quest i del fuoco delle .proprie artiglierie, convenga 1

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L'ARTIGLIERIA CON E Dl Fno;:,s·:ri.: AI C'ARRI · ARM:A'l'l

che esse continuino l' azione in co·rso o rivolgano il loro·fuoco sùi c;ui'i. Le armi antiearro e le batteriè reggimentali, non appena. i carri giungono a [)Ortata efficace di. tiro, e01,t rano in azione con tiri di. (vrresto, integrando lo sbarramento delle a,rtigli.erie. A talr f1zione, possono c:oncorrere pezzi isolati di piceolo ealibro, eventualmente destinati a tale compito . Allorchè i carri che eseguono l'attacco siano i111 numero esiguo, sarà di massima sufficiente contro di essi l'azione delle armi a.nticar,ro e delle batterie reggimentali, integrata d!li normali tiri di interdizione vicina e di sba1.Tamento delle artiglierie age111:ti hel settore attaccato. 1

17. - Negli anni che precedettel'o immedia tamente 1;1 seconda guerra monclii1le, il carro armato assorbiva in alto grado l'interesse dei vari ese,r citi. Si può dire anzi che apparisse già il protagoindsta terrestre, mentre dal cielo la sua azione sarebbe stata integrata ed ampliata dall'pereo. La tattica delle varie armi non poteva non tenerne conto estremo. E [>rima fra tutte l'artiglieria la cui azione con i cani (~ contro i carri a,ppariva 113 più naturale e decisiva. E si richiamava naturalrnen,t e la lotta classi.ca fra corazza e cannone, ~imilitucline presa da]le operazioni navali che per altro offrivano agli studiosi dei carri armati altre similitudini ·più o meno efficaci per chiari-re ]fl portata d'impiego dei 1~uovi mezzi nelle ipotesi più varie (i1ncrociatori terrestri e simili). Azione dunque dell'artiglieria contro i carri armati : impiego del tipico cannone anticarro, arma da affida.re nlla f~nteria o schierare con la fanteria, co,n caratteristiche specifiche al suo impiego anticarro; o artigliel'i11, artiglieria normale (specie que]]a Divisionale) che i.nducle ora fra i siwi compit'i nornwli anche quello di batte·rsi con i. cani armati. « Oceorre considerare cbe le artiglierie - diceva una circolare del JJostro Ispettorato d'Artiglieria (1937) - sono l'obiettivo sul quflle più frequentemente punta1110 i carri per schiacciare, turbare, disorientare gli schieramenti. Necessita in conseguenza. che tutti gli a-r tiglieri -

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CARRI ARMAT,r El AUTIGLIEIHA

siano a bituati a prevedere seIIl!pre l 'azione offensiva dei carri a r mati e ~ s apersi tempestivamente difendere. Occorre quindi che l'addestra mento sia continuo, addirittura giornaliero>>. E lo stesso Ispettorato dedicava un a circolare (la 10000 del l° dicembre 1937) a questa for ma cli specifico compito a nticarro che · tichiede particolfu'e addestra mento, celerit à ed esattezza cli esecuzion e. Detta circolare r imase fondamentale, ~ comprova come la n ostra r egolamentazione avesse visto ebiaramente il problema relativo e avesse tentato· cli 1·isolvèrlo. Ne riportiamo i concetti f o.nclameirt~li : << 1. - Jl continuo s,iln1Ppo e pcrfe7,ionament o che pres o tutri gli eserciti ha1rno i cani arma ti, impone all'a1·liglieria cli considen11'1i come 'nno cl'egU ob·ieti:i'ù~i pirì, fr'eqium•t i e piiì, p e1·icolos·i ,del campo cli battaglia: Le carat tel'istiche di rapidità e pos~ibilitù di nwdmento e cli cora7.r,a turn , ('he li differenziano dagli altri obiettivi, ricbiedoa1:0 1per ·l'nrtiglierin norme speciali tli impiego e quindi cli addestl·nmento. Con l'approvazione del Comanclo del Corpo di Stnto :Maggiore si riassumono nella presente dtcofare le principali norme da. seguire . Ma pl'ima di t ntto si me lte in eviclenzti che, parallclnmente all'addc tramento tecnico, deve svolgersi uua intensa) 0011tùii1,a edtu,oazione mornle) inte&a a familiarir.zare l 'artigliere con l'idea che m olto spesso, s ul campo di battagliti, si trover:ì. di fro111'e carri a rmali, ma che quando sal)lpia con er va,re la culrna, e compiere con celerità. ed e attczza quanto gli viene insegnato, certamente col tfro del suo cano1:one riu scirti, a colpire il Cj)rro nemico, ad arrest arlo, a renderlo in effidente.

« 2. - Art-igl•ierie in m arcia . - I>osson o esi-ere a ttacca te di sorpresll, in tcst::i, s ui fian chi cd anche in coda , da el emen ti celeri con tarri. Ciò potr à avvenire più frequeinte111cnte per le ar t igliel'ie che marci;rno ,erso la testa delle colonn e, cioè pel' quelle di reggimento di fante-ria e di divisio11e. · E ' inclispcnsHbilc che, appena avvistato l' nttacco - s arà -

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L' ARTTGLIIWIA CON Fl

or

FRONTI·) AI CAnnr ARMA'rI

opportm10 l'impiego cli ipattuglie che diano tempestivamente l'allarme - i reparti clispongano imm eéliatarn 0nte qualche pezzo cli batteria, snlla strada o nelle imme<li11te vicina!ll'ze, e apr ano il fuo co . Afil.n chè qncsla azione abbi~ probabilità cli riuscita, occorre la massima decisione e la rnassi.ma rapidità, da parte di tutti. Non si devono l1SJPetla,re or<lini : ufficiali subalterni, ed all'occorrenza gli ste si <:api-pe1,zo, non devono esitare ad agire (purchè, <:oille è ovvio, sian1;0 assolntamente ce1·ti che si tratti di <:ani nemid (1)). KaturaJmente, le armi che possono far fuoco dalla sistemazione di nrn rcia (cinmoni mitragJie1:c cla 20 e mitrag·liatrici da 8 su Hutocard) non pe!'dono t empo a spostarsi a terra. 3. - A rtiglfo1 •ie ·in vosizùnie . - Poss0110 agire coo1,t ro carri armati i n -0ue modi : - azioni cli batterie, contro card che attncdtino a mas a, f.l ta)e distanza cli:tlle batt< 1·ie da 110n far ritenere opportuna l 'azione a carattere individuale; ~ con azio11e a carattere indfriduale, cioè 1 pezzo contro cano, a pnutamento diretto, alle cfo,tanze minori. <<

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« 4. · Azione di 1Jattel'Ìa . -

Un attacco di carri lll'mati a m assa può ottenere risultati notevoJissimi, talvolta decisivi : le batterie della difesa devono perciò inter ver1i1'e al più p·resto, rivolgendo sui carri il loro tfro. J/« Artiglieria 01el combattimen to >), al n. 191, incl ic-a le n orme ,d i irn11iego clu seguite. Questi tiri, dttl punto cli vista tecnico, J1on Jrnm10 caratteristiche speciuli. Souo facilitali dal fatto che trn~1 ma sa di carri armati oc.c;upa una zoina estesa in fronte e 1n·ofo11ditù : non sarà difficile, quindi, determinnre ra,p idamente, e con sufficiente approssim~zione, i dnti di t iro. In genere le batteri.e aprono il fuoco appeni! avvistano i carri. Conviene, quando possibile, che ogni batteria scelga nel (l) Qualche cosa cll simile si faceva, COllié ricorderanno i vecchi artiglieri, contro attacchi improvYisi ùi canlllcria.

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CAHRl AR:'1IAT1 lll AWl'IG LmIUA

proprio settore d'azione più linee o punti ·Ùel terreno, scagliou ati in !Profondità, ed inclivid nati cl.a elementi topografi.ci caratteri. stici e l>en ,·isibili : meglio anc01·a. se coincidenti con ostacoli, naturali o artificiali, che obl>lighino i carri a r allentare. In tal caso, essi sa1'am10 preventivamente inquadrati col tiro, o almeno rilevati topograficamente; in modo che lil batteria abbia già pronti i dati ,cli tiro per esegni.rvi, a momento opportuno, il t iro celere. Queste azioni di fuoc·o, data la rarefazione <legli obiettivi, non potranno ripromettersi grandi risultati; esse contribuiranno cer tamente, però, a ridur-re il numero dei carri che giungeranno sulle nostre posizioni. Proietti da imipieg;ue : quelli ordinnri a p ercussione (cioè non qu elli perforanti) ; carica , l n maggiore tra que1Je concesse dalla p ostazione.

« 5.. rl zione per pezzo. - E ' senza dubbio la più reclcliti½ia : quando sia organizzata be1n e e con un numero sufficiente di armi può rius<:ire di eilicacif:l decisiva. L'azione più efficace antican o è svolt a dai p eni di fanteria da 47 ; possono con correni ipiccoli calibr i cln 20, 65/ 17, 75/ 13, 75/18, 75/27, ecl in spe~:iali località, <.la 75/34 in postazione fissa . Tutte le batterie, però, possono trovarsi i~1, condizioni cli dover eseguire questi t iri per l a loro difesil Yicina, in. 11u1·roia.) come si è ùetto, o neUe, postazioni) quando i carri nemid si::t no riusciti a penetr are 11ell'orga,n izza zio11e clifonsiva . Il campo di tiro, e quindi la possibilità di Rzione, saranno in molti <:asi piut tosto rillotti. P er le batterie già schierate, se ci sarà tempo, si potrà t alvolta spostare tu tta la batterif.l o an che solo qun lche pezzo, in posizione più opportuna già predisposta ; i ipez:r,i ·d' ala dovralllno essere pro1nti a fa1· fuoco sui fi anchi. In ogni modo il tiro sarà inizia to qu ando si p ot rà: specialmente a pcchi metri di clistan:r,a, quando il personale non si li}sci impressionare, un ca rro può essere colpito e·cl iinutilizzat o ».

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I SIDMOVEN'fl

D I SEMOVENTI 18. - La prima idea. - 19. -1 semoventi da 47/32. - 20. - I Semoventi da 75/ 18. - 21. -1 Semoventi da 90/S3. - 22. - 1 Semoventi da 75/34. - 23. = Ordinamento delle unità semov enti e criteri di impiego. - 24. - Ammaestramenti desunti dai cicli operativi. 25. - Altri semoventi progettati: da 105/25. - 26. - .. . da 149/40. - 27. - Gli ultimi orientamenti. - 28 = L'artiglieria delle Divisioni corazzate.

18. · Lu prima idea di ,artiglierie semoventi pnò trovarsi in un articolo dell' al1ora capitano Carlo Ederle, poi caduto eroicamente snl Canio (Mednglio d' Oro al vnJor militare), articolo a:p· parso nella Rivista « Il PoJitecnico >) del 1914; mentre una prima applicazione se ne ebbe in, Italia nella guerru 1915-'18, con i pezzi da 102/35 su autocarri, che richiedeva1I10 però un apprestamento cl.ella postazione ed erano mobili.ssimi solt;rnto su stracla. Alla fine del 1940 nvevamo notizie che la Germaniµ dispo1n eva cli pezzi montati su apposit e vettnre cingolat e (cingoli Ritscher). (1) . ll nostro Ispettorato Superiore dei Servizi Tecnici se ne interessò a. fondo : in maneanza di autoveicoli cingolati il colonnello 13\érlese pensò alla possibilità, per realir,,zare fl,n che in Italia un'artiglieria di analog-l1e prestazioni, di un connubio fra u,n carnnone cl.a 75/ 18 e lo scafo del carro armato M/ 13: se ne parlò alla Direzione èlell' Ainsaldo Fossati di Sestri Po11eJ1te e questa con 1pront;1 e geniale iniziutiva r<~alizzatrice, : .r~ . si può dire poehi giorni clopo (il 10 gennaio 1941) esibiva 1Jtil! mode)]o in legno con affusto a sfera, snna base .d el quale si ordinarono senz'altro 30 esemplari. · Il 10 febbraio 1941 a Oornigliano il primo esemplare <li semovente <la 75/ lS esegu iva con esito favorevole ]e prove di tiro alla prese,rnm dell'Ispettore Superiore dei Servir,i Tec,nici e dell'Ispettore dell' Arm.a ·di Artiglieria, al quale ultimo cla quel (1) Fu allora il col. Berlese, che in Germania aveva visitato gli Stabilimenti cti Kiel, il quale ideava il nostro semovente, con la collaborar.ione del Servizio tecnico automobilistico.

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CATrnI AIHIIATJ r,: AUTl<::LI~HIA

momento si trasferiva la co1Dpete1J7,a di produzione, nclattamenti, organizznzio11e ed addestramento dei r epa1·ti. Con i primi 30 complessi furono costituiti due gruppi t hc assunsero la 11umerazione 551-552 al comamlo rispettivnmeu1,t e del m.agg. PH sq ua lini e del cap . Vigliet ti. Essi s,·ol~w u II completo acl<'lest1·l1mcnto a N ettun o p1·esso la S cuofa di Artiglieria e

Fig. 90. - Il prccursm:e dei .Semoventi : l '.iutocunnonc clu 102/35.

nei primi mesi del 1942 pa-rtirono ;per l'Afric.:a Rettentrio_nale ove passaroHo a far parte del 132° Regg. Artiglieria della Divisie,n e corazr,a ti, « A rie te ». Nell'epica r ipr esa offonsivH ddl' Armata iialo-tedesc;:t, i ni¼iatasi il 26 maggio dalla linea cli Ain -El-G aza la e c-nnclusasi il 3 luglio a El-Aln mein, i se1Uo,·ent i pn r teciparono, i. ol~tamente o in accompagname11to, :6.,u:i1m:o i.u avangnar-d ia ni cani italiani o tedeschi, a t utte le azioni, meritando il !Plauso clei <·om1Hlgni di lotta e l 'ammira zione deg li avversnf'i , nei bollettini dei quali il rife1·imento alla lor o azione - ch e fu per es. i un a sorpresa - fu assni freque11te . -

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I primi ri nltà ti ·favori r ono la ge11eri1lizzazione del sistema : agli scafi M/18 succedettero gli cafi ìVI/ 14 e poi gli M/ 15; al 75/ 18 s uccedettero il 75/ 34 e inJine il 105/ 23 e il 90/53 : questi ultimi (105/ 23 e 90/53) invero 1'iuwscro soltanto i n prova . Dai 30 pezzi del gem1aio 1941 si era giunti ai 570 prodotti o im lavorazione a-11'8 settembre 1!)43. Questa la brevissima sintesi dell11 più moderna specialità di arliglierin. La sufi impor t nnz,1 jperò merita p iù nmpia e approfon11dita tr attazione. Si potrà così anche vedere come clurnnte la guerra, fr11 l'istretter,ze e difficoltà di ogni genere e nell'assillo di cfrcostame che avrebbero :finecc1 to lo spirito di ogni altro popol o, la volontà di persi tere rnelhl lotta, non solo sui più lontani e diversi teatri cU guenn ma nltresì nel cnrn po delle realizzazioni iindustri i1li, abbia Hssis tito )' Italia in ruisura, c~J'oica. Alt1·l popoli, con ben diverso potenzia le bellico ' ' ')ll resistetlcro qniHd ici giorni. 11 P arlame11 to inglese in seduta segreta 11011 potè fare a rnein o di esprimere la sua sorpresa che l 'Italia dm·asse nella l otta così a )ungo. 19.. Fra i semor enti fu compreso a,n che il c111To ar mat o mod. 13 provvislo del cannone cln 47/ 32. La <lcmomi.rwzione è ver amente impi-opria perc.:h è esso manteneva ln sua fnuzion,e srp<~· cificn di c-arro armato e 11011 poteva essere ccmsidera to sol;1mente affusto seruoYentc . Ad ogni modo 11e diciam o nnche qn i. Lo stud io cli questo Iu inizialo d a Am:snlL1o :fin dn.ll a mcl,'~ del I 938 allo stopo di arnw re con 1111 tipo cl.i artigli eria più potente di quelli fino nJlot'!l impiegati ed a tiro rapid o, il nuoyo carro cli rottura in progeltaz.ione presso lo S tabilimento Fossat i. Il 1progetto fn nltimn to ai pi-imi del '40 : a metà luglio già i primi 15 erano presentati al col laudo. A fine 194-0 se ne aveva.no già. 250 esempl ari. In totale negli anni 1940-'41 ne fur();11 0 ordina ti 1902. I corhplessi cla- 47/32 oltre ch e fl ll'armamento dei ca rri :M/ 13 furono destin ati acl armare anche i ca ni IJ/G e per qnesti , negli a m1i 1940-'41 -'42. ne furono commessi 19GO. L'arma da 47/ 32 adot tata per i carri Hrmati M/13 e M/ 14, già ,,erso la fine ùel '4-0, ap1Parvc insufficien te ed fll'l'etrata ri·-

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CARHI AHì\l.\Tl E ,\WrIGLIEIHA

spetto alla tendenza ad accrescere le protezioni degli scafi e del]e torrette; la sna bassa velocità in iziale congiunta ad un proietto di qualità perforante mediocre obbligavano ?d un tiro molto ravvicinato per perforare le piHstre di corazza dei caui più moderni. J>er questo motivo fu stu<liato un carrnone dello stesso calibro (47 mm.) e di costi tuzione simile a quello adottato per i carri ma

con veloeità iniziale aumentntn di circa il 30 %, ottenuta mediante opportuna variazione della camera a bossolo e con l'allungamento dell a canna a 40 calibri. Fn il 47 / 40, 'M/ J5 di cui furono nllestiti 81 complessi (or{liinati 219). Il semovente -da 47 l'!'~ sorto con compito di accotrl[)agnamento per sostituire presso i reggimenti bersaglieri di divisione corazzata il pe7,zo da 47 sn affusto a 1·uote che, in nzione, non poteva giungere tempesth-amente sul posto di im1Piego sia per lo sforzo richiesto nl personale cli servizio sia perchè questo era completamente esposto aJl'offesa nemica ravvicinata. Successivamente era apparsa l 'opport111niti\ di esten dere l' azione di :ac-

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J SEMOVE1''I1

com1pag1namento anche in favore delle uniti), carri L/6 avendo in confronto cli que1le rn;1ggiore velocità e maggiore armamento e di affidal'gli l 'azione cli arresto contro mezzi coraz:r.ati nemici. .« Non si pnò, oggi, concepire ----: scriveva il gen. de Pignier nel nov. '42 in Rassegna cli Cultura militare : << Il carl'o armato )) - un' azio111e a massa cli carri se essa non è preceduta da potente

Fig. 91. - Semovente cìa fi /32 su ~cafo del carro ftrmato L.i6.

preparazio:ne a base di fuoco di artiglieria e di mitrngliamento o spezzonamento da aerei e costanteme11te appoggiata dagli stessi mezzi. :M:;1, iper evoluzio11e analoga a quella già avvenuta nella guerra europea e che ha portato ali.ora (folle artig'lierie leggere i11 mezzo ai fanti per accompag,nnrli col fuoco rnvvieinato, l'accompagname.nto si è rivelato necessario anehe per le formr.lzioni di carri, allo scopo di eliminare resistenze attive perchè sfuggite a] fuoco di preparazione o improvvisame.nte rivelatesi ; il mezzo idoneo per tale funzione è nato dallo stesso carro armHto, sotto form;1 cli artiglieria semovente (1); al carro si è abolita la torretta. e 11ell.a camera di manovra è stato installato, in, casamatta (1) Pezzo semovente è il pezzo montato su di un veicolo idoneo alla marcia fnori strada e che può iniziare il fuoco appena fermo e riprendere immediatamente il movimento, riducendo così a zero il tempo necessario per disporsi in batteria o uscirne.


CAHUI AIL\CATI E AltTlGLIERlA

sferica o cilindrica, un cannone di calibro e potenza superiori a quella del c~rro o·rigi,nale ; nel comlPlcsso il mezzo ha perdut o il peso rispetto al carro, quindi ha aumentato leggermente la velocità, lo che gli permette di arrestarsi brevemente per sparare e di riiprendere celermente il proprio posto nella formazi one ». 20. - i'l fa il primo vero semovente cli artiglieria fu quello dn 75/ 18 cli eui fra il '40 ecl il '41 fnrono orcli11ati 200 complessi all' A.11s;:tldo Ge11ova e 200 a Pozzuoli. J,n tota le ,nel '41 ne f urono allestiti e consegnati all'Esercito 60 (4 gruppi) . Il piano di distribuzio11e :fino a tu tto il J 942 prevedeva la costituzione graduale dei grnppi : 1

551 5!i2 555 556 553 554 557 558

539 560

561

i

Div. Ariete 10" R agg. cor.

Div. Litto1·io )) Superga )) Livorno )) Li.ttorio Ragg. espl. Lodi

!

Div. Centauro

5G2 Susseguirono altl'e commesse (380 complessi) che avrebbero dovuto gradualme11te e~letarsi :fino f:l lla :fine del 1943. Oa1raUeristiohe e dati nwnerioi principali si1l niate riale da 75/ 18 semio,ven.te. - La massa oscillante è quella dell' obice da 75 /18 modifica ta solamente per esigenze di ingombro negli orgatni di frenamento. Essa viene suppor tata con i ipropri orecchioni su due appositi porta orecchioni ricavati sullo scudo esterno il quale, me-

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I . S0MOVENTf

dia1r1te due perni disposti a 90° l"ispetto all'ore,c<.:hioniere, è collegato alla struttura del carro. Uno scudo sferico inten10 fissato alfa culla e eoneentrico, consente lp necessaria protezione a tutte le elevazioni . Il freno è idraulico ed il recuperatore è a molla; e1r1,trambi &istemati nell'interno della culla. Lo scudo esterno in acc:iaio fuso trattato è di forma sferica e porta in corrispondenza {lel suo pia110 orizzontale due boccole

Ifig. 93. · Semovente cla 75/18 (carro cannone).

P'H ta orecchioni tenute i,n sede mediante una ghh~ra filettata. Gli or·ecchioni deDa massa oscillante trovano la loro sistemazione in dPt.te orecchi.oniere. Lo scudo esterno porta poi in corrispondenza del suo piano verti.cale gli attacchi mediall),t e il pc~rno ed i relativi supporti per il fissaggio alJa stru~turi1 del carro. Durante il puntamento in direzione la massa oscillante ruota insieme ai due scudi attorno ai l!)erni :fissati al carr<i; dur:rnte il puntamento in elevazi.01n e la m!}ssa oscillante e lo scudo i11terno ruotano attorno agli orecchi.oni supportati dallo scudo. -

527 -


CA!lHI ARMATI ID AnTlGLIE!llA

Alzo dipendent e a Hnea cli mira dipendente. Proiett ili : · - granata p(~rfo1:ante da 75 (ca-rtoccio proietto); - gra,n ata da 7ri/ 18 rnod. 32 (ca,rtoccio proietto). Previsti an('hC i proietti E.P. im Cal'toccio proietto. La cnrica è n11ica e la gitt ata massima è di circa km. 8.

Fig. 9<1. - Semo,·ente da 75/1

(ci1rro comando) .

Le munizion i t rasportate dal carro "M/ 13 erano contenute in ~pposita scaffal atu1'a metallica :fissata nello scafo. P er altri dati numerici 1·elat ivi allu bocca da fuoco si veda la descrizione -del 75/JS nel capit olo ùel « Mate-r iale ». Dati relativi all'affusto: - altezza del g"iin,oc<:hiello mm. 0,410; - settore verticc1le di ti1~0 da 12" fl + 22"; - settore orizzontale di tiro con carro fermo : 40°. (Usn01<lo il motore sono consentiti al cano ampi moYimenti nel senso orizzontnle J)Ul' senza mettere il carro in marC'ia : praticamente eosì il settol'e di direzi01I1e ~umenta fino a 3G0°). -

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I SRMOVEJNTI .

Dati relativi al carro: - lunghezza tot ale m . 4,915; - larghezza totale m. 2,200; - altezza tot ale : altezza minima. del fondo dello scafo da· terùi"~ni. 0,410; ingombro massimo a terra _(carreggiata) m. 2,150; - peso del carro a ca-rico completo (compreso equipaggio),, kg. circa 13.100; - ,pressione specifica. dei cingoli sn terreno cedevole, kg./cm 2 5.474; - ,pressione specifica dei cingoli su terreno cedevole, kg./cm 2 circa 0,935; d) prestazioni principali del carro_ M 13/ 40 : aut onomia su strada, km. circa 200 ; autono1ni;.t su terreno vario, circa ore 10; pende,nza massima. superabile a pieno carico (prima velocità, ridotta), 40°; scalino superabile, m . 0,800; trincea superabile, m. 2,100; possibilità massim a cli guado, circa m. 1,000; diametro minimo .di sterzo, m. 6,100; stabilità t rasvers11le di moto, 40°; stabilità, t rpsversale statica, 45°; stHbilità longitudinale statica, 45°. Velocità: a) senza riduttore : 1 .. velocitù, km/ h 6,400 circa 2" )) )) 11,200 )) 3" )) )) 19,100 )) 4• )) )) 31,800 )) retroma-rciH )) )) 4,840 b) con riduttore:

l" velocità 2" )) 3" )) 4" )) retrom;ucia

))

)) )) )) ))

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G2fl -

2,370 4,120 7,040 11,360 1,810

)) )) )) )) ))


CARRI ARMA'Il E AH'l'IGLIEnIA

21 . . Inta nto le prime operazioni di guerra i n Russia a vevano dimostrato che di fron te agli ottimi carri russi eon corazze che arrivavano allo spessore di 100 mm. erao1,o insu:ffi. cienti non solo il nostr o 75 ma perfino 1'88 tedesco. Alla fin e del 1941 si manifestò pertanto evidente lfl necessità di

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Fig. 95. - Semovente da 90/58 (visto di fianco). I

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di~orre di qualclle cosa di più potente per la successiva primavera. Si pensò allora al nost ro nuovo cannone da 90/53, ma non ave1I1do um, carro armato su cui ,p oterlo install ~re (era in istudio un P / 40 che però non avrebbe potuto essere prodotto prima dell 'autunno 1942) si fu costretti ad usufruire del carro M/14/41. L' o-rdine venne dato il 29 dicembre Hl41 per 90 complessi. L' Ispettore dell'Arma, ,d'accordo con i tecnici dell'Ansaldo.Artiglieria, dispose per una rapida realizzazi one; il 5 mar zo poteva essere esamiinato il primo complesso che suggerì qualche modifi,cazione e il 30 aprile i primi 30 complessi venivano conse-- 530 -

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I S8MOVU:r-'.l:r

gnati. Fu costituito con essi il 10° raggruppamento semoventi òa 90/53, comandato dal colonnello Bedoguii su tre gruplPi, ci~scuno di 2 batterie di 4 pezzi. Rima111evano 6 pezzi per riserva ed esperienze. Le istruzioni e l'addestramento di questo raggruppa~ mento, come per tutti i semoventi, si svolse a ~ettuno.

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Fig, 96. - SemoYeute da 90/ 53 (vista posterìore)

Il peso de1la installazione, però, era l'isultato leggermen,te superiore al limite ammesso di portatil dello scafo costringendo i1 motore a lavorare a carico massimo : ne risultava quindi, firei confronti del carro corazzato normale, minore velocità e minore manovrabilità. J1noltre, per eseguire il fuoco, il semovente doveva -

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CARRI ARMATI ID AR'l'IGLIERIA

fermarsi e alcuni serventi e il c11rrista dovevano lasciare i-posti che OGèupa.vaino in ma,rcia e portarsi attorno al pezzo. Per tutti questi motivi si rinunciò a mandare il ·r aggruppamento in R ussia, come anche i•n Africa Settentrionale.

Fìg. !)7. - Semovente da 00/53 (vista anteriore).

Il Raggruppamento fu IPOi invece impieg[:l.to l'anno successivo nel1à difesa della Sicilia. Il semovente da. 90/53 è costituito dal cannone d.a 90/53 su affusto a piedistaHo installato su scafo cli carro armato M/14-41. -

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I SIDMOVIDN'.rl

L'iJ1st;:lllllzione consente un settore orizzontale <li 90° e verticale cl~ - 5° a + 19° ; inoltre, con la scelta della posta zione in salita verso la dil'ezioo'le ciel tiro e con OJPpOl'tuni lavori di adattamento <le) teneno, è possibile fare assumel'e alla boc(·u da fuoco l"inçlin ~zione corrispondente alfa gittata massima (oltre 14 km.). Il semovente è pertainto adatto acl agire contro obie ttivi terrest ri e contro masse di carri sino alle mag·gio.ri clista nze. Le qualità balistiche della boc·ca da fu oco (velocità i niziale, precisio11e), 1H ptotezion c offerta claJlo scnclo d' affnsto iii serventi e dalJa corazzatura del c:mTo agli organi motori, il muniziona mento perforante, reaHlo1w il matel'iale pa1·licohm1ente adatto ;id agire aJle min ori distnnze (sotto i 2000 11wtri) contl'O i mezzi avversari anC'hc fortemel1 te eorazzati. Il munizion arn~nto al seguito di ciascun semoYente è di 72 colpi (2/ 3 granate ordinnrie, 1i3 granate pe1foranti); una piccola aliquota (G granate perforant i) è sistemata sul semovente stesso; il rirn:111e,n te mm1i½ionarnento è po1Jato l])Hrte dal casson e rimorchiato <hl carro corazzf1to L/ G (40 colpi) parte daJlo stesso L/ 6 (2Gcolpi). I) RM.V. porta inoltre a]tl'i 100 colpi iper pe:1.½0. La p.ro porzione t ra i vari tipi di proietti è que]]a stessa sopra ricordat a. Oltre a qu esto munizionamento fu J)reYista (ed era in allestime111oto) una clotnzion<?. cli proietti l~.P. ('I).

(1) Il pt'oietto KP . (ad effetto pronto) fu studia lo per procl lll'l'e rotlura e scarcl!uaruento delle piastre <lei cm'l'i armati o di. op0re cli t.ortificazione, impieganclo h.d.f. anche con piccole velocitil lnlzialì, utillzzuudo bicchieri cli granate ordinarie e risparmiando gli acciai occorrenti per i proietti perforanti. L'effetto suclclecto era ottenuto con una ::;peciale organinzaziomi della carica cli scoppio e degli incendivi (Carica c:wa - l'eùi cap. V, n. Hi). F,ra allo stu<lio nnche un llj)o di proietto E.P.S. (ud ell\•l'to Jlrontissimo) che, rmr uon cli.ffn· rendo molto nella concezione clal proietto J.D. P., avrebbe dovuto avere un'azione piì1 localizzata sulle piastre e conseguentemente un'azione concomitante di perforazione e cli frattura . Il proietto E ..1:'. era efficace con p iccole velocità resiclne ; si pn<> nuzi clire che la sua ·emcn<:la :fosse Lnuto maggiore guanto minore era la velccitil. residua. Ern efficace anche con angoli di impatto (rispetto

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CAHIH ARM.\TI 11 AR'l'IGI.IERIA

Compiti e ariterti d/-impiego. - L e unità semoventi da 90/ 53 sono ò est~nate ad agire : a.) contro mezzi corazzati avversari alle minori distanze (sotto i 2000 metri) COi11 t il'i per pezzo a punt11mento diretto (azione di arresto) ; b) cont ro opere ùi fortificazione alle minori distanze (sotto i 2000 metri) con tiri a ipuinit!lmento ·diretto e per pezzo isolato (azione di spianamento); e) come qualsiasi altra unità <.li art iglieria motorizzata sfruttando le caratteristiche di mobilità e di prontezza di intervento del materiale (azione di interdizione, azione di controb;ltteria). Nei riguardi della esecuzione delle marce valgono le norme in vigor e per tutte le unità, <li artiglieria motorizzata. P er la bnona conservazione ·del mezzo occorre ,n on forzare motore e trasmissioni , ed evita re di mu over e alle mllggiori velo citfb ottenibili con ciascun rap,porto di mHrcia : su strada ni0n si cl.eve s11,pe1·are la 1;elooità di 20 km/h per 010n provocare il ra pido logoram.ento dei rulli gommati porta nti. Occorre vigilare affinchè, per il lavoro imposto al semovente, n on ;ibbia a verificarsi eccessivo riscaldamento al motore. Specia lmente agendo in climi caldi ci si deve assicurare che non manchi mai l 'acqua nella vaschetta supplemental'e. E' poi assol1.1,tamiente neoessa:rio; hlei lunghi percorsi su strada ordinari, trasporta,te i sem,,oven,t i sugli appositi o.arri rimorol11io.

A z,i oni d'i arresto. - Le u nità semoventi cla 90/ 53 possono essere destinate a far !Parte di ma sse di sostegno e di arrest o (unità di fanteria moto.rizzata) di grandi unità corazzate oppure assegnate alle colonne (od a i settori difen ivi ) di grande unità di fa11teria . . L'assegnazione di norma , deve essere fatta per grujppo, nella alla superficie dell'obiettivo) sensibilmente differente da 90° (fino a circa 400). L'azione contro ripari in terra risultava bensl più violenta di quella della conispondente granata ordinaria, però si manifestava entro un raggio molto più ristretto.

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I SBMOV~N'l'I '

co111siderazione che questa unità ha in se mezzi necessari per assicurare ai vad elementi dipendenti il rifornimento iin combattimento e per IJ)l'Ovvedere ~lle più urgenti riparazioni. Unità di impiego è la batteria (eventualmente il pezzo iso-lato) che viene posta alle dipendenze del comandante di battaglione di l" scaglione al quale è assegnata. I n ogni caso, sia che si tratti di batteria schierata, su fronte più o meno ;:impio, sia che si tratti di pezzo isolato, l'aziorne di fuooo è s volta, dii i111izia,t,iva, (li ognli sin.gola ooman:<Ja,n.te di pezzo. Il comandante di batteria interverrà tutte le volte che lo riterrà opportnno iper regolare e coordinare l'azione dei singoli pezzi. 1

Il gruppo ,potrà risultare frazionato anche sn larga fro!nte (quella cioè della colonna di attacco e ·d el s<~ttore difensivo): il ·c omandante del gruppo, con i mezzi radio ·a sua disposizione, potrà però mantenere il collegamento con le batterie i•n modo da, disporre per il tempestivo intervento degli organi cli rifornimento e di soccorso. Di preferenza il' comando del semovente isolato deve essere affidato ad un ufficiale. Ogm,i batteri;1 per tale compito dispone del sottocomanclante e di 2 ufficiali subalterni. Quaindo le unità semoventi vengono impiegate come normali artiglierie motorizzate valgono i criteri di impiego in vigore per elette unità. E' da teiner presente IPerò l'opportunità di ris:parmiare i semoventi quando possono essere sostituiti da .a ltre artiglierie, e di riservarne l'impiego nelle operazioni di maggiore importanza, affidallldO ad, essi çompiti che consentano di sfruttare in pieno le loro caratteristiche di ma1novrabilità, cl i potenza, di prontezza, di intervento. I crited di impiego ,sqpra esposti sono desunti dalla cireo-. lare 16500 S. del 20 luglio 1942 - Ispettorato dell'Arma di Artiglieria. Si debbono però considerare di largo inquadramento. -

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CARRI ARMA'I'l El ARTIGLIERIA

22. - Seni,òvente dx, 75/ 34. · Dlel carro P. 40 il cui studio fu impostat o nel luglio 19,w, si potè avere il primo esemplare solo nel marzo 194:2. Esso ei-a armato col 75/18 e sarebbe entrato in una fase ,d i 1produzion1e ut ile solo nel secondo semestre del 1943, cioè a tre anni di distanza da lla definizione delle s ue caratteristiche cli bnse; era s tato

Fig . 98. · Semorcnte cln 75/ 34 f.:u ì\I. 12.

ae<:resci nto iJ peso <lal1e 23 alle 25 t ., aumentato lo spessore delle l)Jiastr e fr ont~li -clai 40 11i 50 mm., cl i qucJJe lateraJi dai 30 ai 40; erano state adottate, ovunq ue era possibile, cor azzature fortemente incliina te, migliorando così indirettamente ma effica cement e Jo protezione del carro. hlfine il prototipo realizzato nel i:narzo '42 aveva il pezzo drt 75/18; ma poi si pensò cii studiare un,'annu deJlo stesso calibro m a. di maggiore efficoeia. Nacque così il 75/ 34 che p ur ntilizzando lo stesso munizionamento del 7G/ 32 camp ale già :Ln sei-vizio, pl'esentava un' architettura attit all' installazione in t orret ta ed era clotato di ottur atore semiautomatico. Fu 1prescelto dn nque, in luogo del 75/ 18, il 75/ 34 e nel mnggio '42 ne fu ro110 oi-clinat.i 500- complessi. -

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Anche per i semo1:e11ti .11 appa1·ve opportuno compiere un [Jasso avanti n el tipo di armamento e quindi anche per essi si !Passò d al 75/ 18 al 75./ 34-. Pnrono ordi>Jwte 200 m~1sse osdlJa nti per M 15/ 42 che, nel maggio 1943, <liYentarono : 327 all'Ansaldo, 173 alrO.T.0.

Flg. 90 . - Semonmtc da 7.'j/18 su i\l. -12.

Il p1·ototipo da 7G /34 fu portato nl l'fro il 1.5 mar½o '43 . Allo s copo cli saldare la c:or1ia;eg-11,1 dei semoyenti cl a 7:5/1" c:on quelli da 75/ 34 (ultimuzio11e clei pl'imi vetso 111 flu e ciel '42 ed inizio dei secondi ,n ella pl'imavera '43) fu ordinata l 'i11staJlazionc di altre 315 masse oscillant i da 75/ 1 ' <la sistemarsi ·u scafi M 14/ 42 e da 1'o1'uirsi per 235 unità da O.T.O. e per 80 da l'ozznoJi. 23 . - I emoyenti da 73 e d~1 ~JO <l<n·c~rnno fare ,p,U'te cle1 reggimento di artiglieria {li.visionale ccl essere assegnati : =- aJle éli visioui corar.zate, per l' accom pagna mento delle oncl11te c·ani; eveintnalmen te per l'nr.ione l011tnna; - a qnakhe divisione cli f~rntei·ia spedn le per )' azione lont ana eèl even tua lmente per l'nrreslo; -

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CAURI AR~[ATI ID ARTIG UEnI A

- a qualche R.E.Oo. o divisione destinati a combattt>re contro avversario ~bbonclantemente provvisto di carri a forte l!)l'Otezione e con armamento (Potente. Criteri di. im,,v ie go. Per l' az·ione d,i acco11upagna11ne11to le batterie di semoventi vengono de-centra te alle ondate carri e in queste ri1partite sulla fronte, con successivo decentrnmento di sezioni o pezzi agli elementi dell'ondata. Debbono muovc1~e alle ali e negli intel'valli, procedendÒ con i carri più avanzati ed arrestandosi soltpnto per il brevissimo tempo necessa rio all'esecuzione del tiro. Quando si debba svolgere azione di fOl'za , la maggior parte o tutti i semoventi graviteranno verso l'o:n-data di testa (l3 ond;:ita) . Obiettivi dei semoventi, scelti per ini ziativa. dei capipezzo, sono, in ordine di importanza : - i carri nemici, co.n azione di fuoeo iniziata a distainza cli puntamento diretto, purché compresa nei limiti di 1500 m. per il calibro da 75; 1000 m. per il calibro 47 (pr oietti perfornnli); - i ce11tri di fuoco anticarro i:tttivi, perC;hè sfuggiti al tiro di preparazione dell'attacco, OIP!J)nre percbè a distanza o in sit.uazio1ne tale da non essere neutralizza ti col fuoco dei mezzi elle i semoven ti accompagnatno (proietti or dinari) . Le raffiche cli fuoco devono essere brevissime, cli due-tre colpi àl mf1ssimo; se il risultato del tiro non è suòito eonseguito, è meglio serrar sotto e ripl'endere il fu oco da distanze ravvicinate, anzichè insistere in, lnboriosi aggiustamenti. Azioni vivamente condotte portano a tlll celere esaurimento delle munizioni di bordo : necessità quindi che gli elementi dello sca glioo:1e munizioni , seguano a breve distanza l'ondata di carri, interposti se occorre tra. l'ondata e la successiva. Il semovente rimasto senza. munizioni si arresta ad essere sopravanzato dai C!lrri dell'ondata : il trattore porta-muni1doni lo raggiunge e lo rifo1·nisce con la massima celerità. Nella località di raccolta dell'ondata l e batterie semoventi si riuniscono nuovamente, e il ,personale provvede alle i ncom-

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benze di rev1s1one, i'ifornimenti, riparazioni, col concorso dei servizi cli gruppo o bf.ltteria . I reparti semoyenti da 75 possono essere organicamemte o temporaneawente assegnati a reparti esploranti corazzati. In tal caso compito caratteristico è quello di ririfor.za1J·e, con fuoco IJ.)iù potente di quello realizzabile con il semovente df.l 47, l'azio,ne degli squadroni carri leggeri, nd combattimento sia contro carri nemici sia contro organizzazioni difensive od elementi resistenti che ostaeolano la progressione del reparto esplorante (ad esempio gli abitati) : nel primo ca o il procedimento non differisce da qnello previsto per, l ',1ccompagiru11nenro ,d i carri, nel secondo caso può convenit'e l'azione di fuoco per batteria o per sezione, con modalità analoghe a quelle previste pet l'appoggio. 1-'er l'a.zùni.e d'arre8'lo i semoventi agiscono generalmente riuniti per ba lteria o unità superiore, sul nalllco esposto o a tergo dello scaglione fanterie [:lutoiportate o de]]o scaglione riforn imenti, a seconda delle offese nemiche IJ)revedibili. Ove si manifesti l' ntlacco di mezzi corazzali 11e111ici i semoventi - opportunamein te intervallati - agiranno da pprima da fermo contro i carri avversati in movi mento, nen·ordine delJa distanza massima di 1500 e di 1000 rn.etri già indicata rispettivamente per il 75 ed il 47: coll'avvici11arsi dei rnni nemici i semoventi eseguira!l1no a lor volta rapidi spostame,n,ti soprattutto verso il fianco dell'unità, corf.lzzata llPmica, per dirigere le brevi e intense raffiche di fuoco sulle fiallcate dei caui più av<111'l.ati o nella massa dei carri avanzanti. La direzione clei successivi spo tamenti sarà ~ndicata dsil comandante di batteria, in relazione alJa necessità di opporsi materialmente nella direzione per noi più sensibile. La sceJta del1'obieltivo - ossia. del carro nemico da b~ttere - sarà fatta d'i1nizintiva dei singoli capipezzo. Per l'a ccompag1niam ento di unità carri è necessario tener pre sente che i semoventi debbono disporre di : - maggiore velocità dei carri che accom[Pagnano per poterli raggiungere rapi-damente dopo ogni sosta di fnoco e:0:ettuata; -

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CAIWJ ARllIATI El AHl'IGiiIEltlA

- armamento superiore a quello <lei cani che accompagnano ; ne consegue che i semovco1,ti da 47 sono particolarmente acl11tti all'accompagnamento di carri L/6 mentre i semoventi da '75 acc01upngnano i carri )1. P er l ' azione di ac<.:ompag11amento di u nità di fantel'ia (o bers~gliel'i) o azi001e d.'al'resto a favore delle stesse, valgono i critel'i. sanciti clall' Addesframento òella lt'anteria. P er l'azione Jontnna {li batteria o gruppo valgono i cl'itel'i in Yigore per le artiglierie division ali (schieramento, osservazio11e, preparazio,ne ciel tiro, collegamenti, rifornimento muniziolli, ecc.). 24. - Sol o l'esperienza deli' Africa Settentri o.n ale ci poteva dai-e un concetto preciso s ulJ 'impiego tt1ttico dei semoveuti. I1 c»no armato semovente, per Ja su.a mobilità,, manovrabilità, ,prote:r.ione e immediatezza di i1ntencnto diventava elemento basilare della cooperazion e nell'ambito delle grandi unità corp.zzate. L 'esperienza acquisita nei fatti d 'nrme che si. andavano svo]gendo in Afri<-a Sette,ntrionale, y11 lori7,zava in, sommo grado il (luelJo ipl'eve11tivo dc11e opposte artiglierie pel' apl'ire umi via alle m11sse cOl'nzzate. Da ciò la corsa al materiale semovente, serupre più potente e perfezionato per conseguire nn oYi flUmenti nel trt:t1.mero delle unità, uella nHu10vrabilltà, 1iel calibro e quindi nella gittata. II semo,·ente :-1ppnr~nt armn specifica dell' arcom.pagnnmento e clell"nncsto. Queste fuuzio11i elle lo po1·tavnno fl muovere con i cnrri e talvolta a sopravaIJzal'li, implicavauo la oiecessitù di nYere un materiale più vel oce e mrnnon·abile dei carri stessi. T ale supel'iorità, ,però, n on fu m11i rn ggiunta totalmente in tutti i semoventi in adozione, per cui si rellClevHn o necessari opportu11i temperamenti nei procedimenti cli impiego. La tendenza di tutti gli Pserciti ad aumentare numero e 1potemm delle unità corazzate, creava ,p roblemi mmvi nncl1e pe1· le normali diYisioni di :fanteria nelle quali lp. funzione cli arresto eontro carri saliva ad impor'lanza premin ente. Perciò i semoventi <~ra,no destinati ·a c1 entrHre in, varia misura nell'organico di tutte le grandi unità,_ -

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I SIDMOVENTI

Verso la :fine dell;1 guena noi avevamo in servi?:io : - semoventi da 47/ 32 per le uuità esploranti e pe1· i reggimenti di fanteria e di bersaglieri di divisione motorizzata e di divisione col'azzata; - sem oveinti da 75/ 18 dei battaglioni cani M. Gli uni e gli altr i co11 compiti di accompagn amento e cli arresto neJ1';1mbit o delle rispettive unità : - semovent i da 75/ 1 dc•l R .E.Co. e <le] reggimento semoventi della divisio111e ·Corazzata con compiti normali. tli appoggio, assalto, arresto; ed eventu,di di interdizione e di controbatteria; - semove11ti cl a 90/i33 d el reggimc1rto al'tiglieria c1ella. divisione cor azzata con co~piti 11orru flli di ai-resto e di spianamento contro opere di fortifica zio1ne ed eventuali di intel'dizion e e di co,n trobatteria. L'accennata tendeuza al duello élelle art iglierie che cond uce alla realizzazione di complessi sempre più potenti a vrehbe po1·tato gradu~lmente all'adozione di semoventi <:aa)aci di s volgere tutte le aziollli <le.1.1':ntigliel'ia divisionale e di corpo d'armata . Così la realfazazione <li semovmti da 90 in installazione p iù idonea a conferire mobilitù,, manovrabilitù, al complesso, f1vrebhe dato a questo calibro la possibiJità cli cooperare COH i ca l'ri part icola rmente con compiti di appoggio; come la realizznzione di semoyenti dn 10G avrebbe dato ]ft possibiJità, <li na1, più potente concorso all'appoggio e all'arresto e avrebbe 1p cnnesso di i,;yolgere co11 i semoYenti un'azione nor male <li controbatteria . Le azioni di fuoco dei semoventi eran o sostanzialmente icleni.. tiche a qnelJe 1m ~viste per le f.llt re artigJierie e per i pezzi di accompiiguam.ento, ma n aturalmente differivano in massima per le: modalità, esecutive . Vi si aggiungeva 1per ò u n'azi one particol al'e, ca1·atteristica dei semoven ti : l'assalto, nettamente distin ta dall' accompagnamento e dall' appoggio con i quali aveva com.uni solta nto gli obiettivi. L' appoggio aveva come scopo quello cli colpire gli obiettivi più consistenti che ostacolassero l'ava1m ata dei ca rri, specialmente schierameiuti di armi con trocfu'l'o : era effettua to da unità semoventi che operava no di norma dietro l o schieramento dei carri e svolgevano azione unitaria di grup1p o o cli batteria . -

!SU -


CAflRI AHMATT E)° ArtTIGLIEillA

L'accompagtlllamento mirava a colpire gli obiettivi che si sYelassero d'improvviso ~lle Jlliuori <listanze e contro i quali apparisse i1nsufficiente l'armamento dei carri: compito di semoventi che agiva110 frammisti a carri cli norma per pezzo e talvolta per batteria. L'assalto aveva lo :::s"<'.J\PO di battere al più presto e il più lont~no possibile quegli elemc11ti nemici (specialm ente carri e semoventi) sui quali fosse neC'essario acquistare immedia ta superiorità tattica. per assicurare libertà <l'azione ai propri carri: compito di unità semoventi s1pinte avanti nllo schieramento dei carri. 11 compito d ell'assalto er!l devoluto ai semoventi che svolgevano normalmente azione cli appoggio; non vincolati allo schieramento dei carri, essi potevano al momento opportun o essere spinti in avanti. Non sembrava mai conveniente invece distogliere dal loro specifico compito i semoventi destinati all'accomppgm,amento. La celerità dei mezzi <.:orazzati e l 'irru.enza delle loro azioni con le conseguenti rapide penetrazioni nello schieramento avversario (di 110r ma per avvolgimento), fa cevano si che le artiglierie divisionali si trovassel'O spesso coinvolte nelle vicende del combptt~mento ravvicinato. Perciò ]'azione caratteristica .aella di: fensiva, l'arresto, non era più limitata alle armi della faalteri a ma i1niteressava tutte le artiglierie division ali ed in part icolare i semoventi. Mancava invece - ed è ovvio - il caratteristico s barramento proprio cl.cl comba ttimento difensivo cl.elle grandi u1nità non corazzate. L' a.zione di spia nament o dei semoventi da 90/53 era di 11orma limitata contro opere di fortificazione da brevi distanze e p er pezzo isolat0. Lo spi ~namento cl1e si prefiggesse altri obiettivi, nonchè interdizioa1e e controbatteria, erano considerate azioni soltanto eventuali dei semoventi: evidentemente conveniva di <Il!Orma affidarle ad altre artiglierie, per riservare ai ' semoventi i compiti norma li che sfruttano i,n pieno le caratteristiche proprie del mezzo. Fondamento della cooperazione era la costituzione di gruppi tattici capaci di realizzare la ,p iù intima ed armonica fusione fra l 'a~done dei carri e quellf! dei semoventi. Gruppo tattico bl'\se il binomio battaglione carri-gruppo se- - 3J2 -

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I SlilMOVENTl

movente da 75/18 che aveva in sè i mezzi per l'azione e per l' accompagnamento, l' arresto, l ' assalto e l'a[Jpoggio. :Ma l'accomPf.lgnamcnto, azione minuta ed immediata, richiedeva una cooperazione più stretta, estesa alle più pic·cole unità. Pereiò nell'interno del battaglione carri si realizzava di frequente anche il binomio compagnia carri-plotone semoventi da 75, cui nel RE.Co. e 111elle unitù, bersaglieri corrisponde l'flltro binomio SC)u adrone-cani (o autoblindo o compagnia bersaglieri)-plotone semoventi dn, 47/ 32. Ta le intima fusione di carri e di semoventi poteva in particolari situazioni scendere a111cora fino alla diretta cooperilz.ione del rplotone carri o autoblindo con il singolo semovente : ed. era questo il nucleo elementare che potesse realizzare una effettiva. cooperazione sul campo <li battaglia. Nelll:l esplicazioa_1e dei loro COlll!piti le u_nità esplorainti delle grandi unità corazzate erano chiamate spesso a svolgere un vero e proprio combattimento (in particolare, nell'occupazione preventiva di l ocaliti1 impor tanti e nello sviluppo ~li purntate offensive) . Nella esplorazione i semoventi fanno normalment e parte dello scµglionc cli combattimento : i 47/ 32 per l'accompagnamemito e l'arresto in cooperazione con i carri e con la fanteria motorizzata di sostegno, ed i 75/ 18 iper l'appoggio e l'eventuale azione di assalto . Nell'attacco è normale l a. costituzione dei gruppi tattici che abbiamo visto.,diflll1xi. Qu ando l'attacco si svolga.su fronte molto alll{pio e molto in profondità, o quando si operi contro unità co1;az1,ate si consiglia scendere nell'inte1u10 del battaglione alla cooperazione elementare di plotone carri e singolo semovente. Nell'attacco come nella resistenza, l'accomp,agn;:imento 'e l'arresto inon sono mai azioni a sè stanti; l'una e l'altl'ri si alternano a seconda delle vicende del combattimento. Unità. di impiego per tali ;:izioni è il semovente isolato; eccezionalmente an c~e la sezione della compagnia semoventi da 75. La compagnia carri che operi in direzione eccentl'ica o pulll:ti su obiettivo molto profondo, può ricevere ta·Jvolta una. batteria semoventi in rinforzo all' accompagnamento. Itn tf.ll caso la batteria agisce riu~ nita, agli ordini del suo comandante, senza che tuttavia ne resti -

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CAURI ARMATI ID Ail'l'lGLill>RIA

esclusu l'azione cli fuoco svolta cli iniziativa da ogni singolo capocarro. La h;1tteria ed il gruppo semovente da '75/18 desti1nati all'aplPOggio assumç>.no la formazione che meglio consente l'as olvimento cl.e t compito. P er assicurare pro!Jl'tezza ed efficacia di intervento è opport1mo che le batterie siano fra loro vicine e quanto 1Piiì possibile a ridosso delle tmitù, cla appoggiare, t posti di osservazione dei comandµnti di batteria nc11e immediate vicinanze dei pezzi, l'osservatorio clel gruppo poco discosto dalle ba tterie . Nei terreni pianeggianti e scoperti il gruppo si schiera dietro una delle oli del battaglione cani spostandosi a scaglioni o contempor:rneamente in base agli ordini <lel com1rndante l'unità canista o di i11izi ati va del comaindunte ·del gruppo. Essenziale è che l'azione di aippoggio conservi il earattere cli concentramento a mHssa , e sia tempestivµ , rapidissima, aderente ullo svolgimento dell'azione dei carri. Nell'attacco conti-o uuità similari, il gruppo tattico soggetto al tiro di semoventi ~1em.id, o i.n, procinto di esserlo, rompe la sua foYmazio11e di blocco compatto. l~ssendo 01p portuno sotti·anc al t iro i rnrri il cui armamento non potrebbe utilmente ~gire, vie11e hlnciato a.ll'nssaUo il gruppo semoYenti. I carri sostano o seguono i semove111 ti in attesa di riprendere il posto nel dispositivo appena nentralizr.ati i semoventi nem.ici. L'azione d'assalto deve essere ef:tettuìlta con inne11za ed audacia piombando su1l'avversario p ossibilmente do più direzion i impreviste, convergenti mel tratto in, cui . i vuole 3:J)l'ire il passaggio ai prop1·i cani. Quando l'atfacco sia preceduto dall a pl'eparazione di artig1ieria , i semoventi destin ati fl cooperare con i cH rri non vi ipartecipano . Per ar.ioni cli spianamento contro opere òi fortificazione sono impiegati i semoventi cla 90/53. I n caso di conti-attacco nemico i. semoventi ri.voJgono Jn loro azione e:ontro i cnrri cannone avversari, impiegirnclo, se necessal'io, rp:111lche unità in ::izioni cli assalto. E' perciò necessario sorvegliare con contin uitù i :flanthi clel dispositivo sia per premunir i dn sorprese, sia per svolgere uorn tempestiva ed efficace reazione. ·- 71..J...l -

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I SIDMOVF.NTI

fase di resistenza particolarmente redditizia è l'azione di unità corazza te e di semoventi, lanciati oltre la linea di sicurezza in un attacco preventivo contro reparti nemici già dislocati sulla base di parten ,r,a per l'a ttacco. Tale azione che fu convalidata da no tri tangi bili succe si sostituiva efficacemente la contropreparazione. Naturalmente l 'ap1poggio specifico, date le caratteristiche delle unità da appoggiare, doveva essere svolto i1n formn. diversa . da quella prevista per le dhisioni di f~nteria (impiego di gruppo e prevn lente azione di neutralizzazione) e p1·ecisamente con tiri tendenti a - far tacere le armi anticarro e le artiglierie che si svelano all'ultimo momento (impiego della. granatil esplosiva contro pel'sonale e materia le dietro ripari improvvisati a debole protezione) ; - colj])ire carri armati avversari (impiego del proietto perforante). Azioni di fuoco dunque cli detta glio contro 1p icc0Ji obiettivi ;:ille brevi clistu11ze (1000-1500 m.) svolte con tiri spesso a punta. meni o diretto senza escludere peraltro il puntamento indiretto. Concludendo l'impiego delle unità semoventi lo si vedeva : - normalmente con le batterie decentrate ai reparti carristi cli primo scaglione e agli ordini dei coma ndanti di batteria; - talvolta con le batterie riunite nel gruppo ma sempre con org~111izzazio11e del fuoco sommaria (procedimenti di preparazione per l 'azione immediata e cli gruppo - niente preparazione ll)er la manovra del ·fu oco - osservatori dei comm1danti ·d i batteria collocati 111elle vicinanze dei pezzi - impiego dei mezzi r~clio, limitando quelli a fi.Jo al sol o collegamento tra osservatorio del comando di batteria e linea dei l])ezzi, quando situazione e circostanze lo consentono); ~ eccezionalmente per pezzi isol ati. !11

25. - Sem,0 i;e11.te da :i 05/23 . 1

Nell'aprile '42 veaiiva studiata la sistemazione di un obice àf! 105 sullo scafo del P. 40. Apparve allora la possibilità di rea lizzare un sem ovente di più rapid a attuazione e produzione. Lo studio en1 impostato sulle seguenti basi : -

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5:1:5 -


CA!HH ARMATI ID ARTlOLIIUl!A

postazione d'insieme analoga a quella del semovente suP.40; b) alimentazione a benzi,na rnii,zichè a gasogeno data l' indisponibilit ù, di q uest'ultimo combustibile; e) utilizzazione di gruppi e complessi già di produzione cor, rente .(M. 42); · a)

Fig. 100 . . Semovente da 10:i/ ?3 (P. 4-0).

d) dimensioni molt o ridotte rispetto al semovente sn P. 40 ;

e) peso inferiore di oltre il 25 %. D'altra iparte lo Stabilimento Artiglierie éli Genova, che uveva già costruito l' obice divisionale da 105/ 20 s\ era preoc<:'. upato, cli ,propria iniziativ~ , e con t utta urgenza, di allestire un'altra massa oscillante da 105, adattata opportunamente. ,p er l'installazione su semovente. Questa costruzione fu ultimata il 16.1.43 ed jl 28.1.43 il campione del semovente in qu cstio11e fu · esamilrnto e dopo aver effettuato le prove preliminari di. marcia e tiro, era pronto per l'esame da parte dei Delegati del Mini stero. -

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I SEMOVENTI

Secondo i programmi allora in corso, i primi carri P. ed i semoventi da 105 s1i"scafo P; non avrebbero potuto essere operanti che neU' autunll).o del 1943 vl più presto ; invece i ITT!uovi semoventi su scafo M. avrebbero potuto entrare 1Più pronfamente in impiego.

Fig, 101. - Sem0vente da 105(23 (carr.o armato

1:'·

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In dat a- 1.2 il semovente fu ÌSIJ?eziouato dall'Ispettore Superiore T.0. e dall'Ispettorato d'Artiglieria, ed il 25.2 ve[l:iva passata una prima ordiITTazione di 30 masse oscillanti. Da notarsi che lo Stabilimento Artiglierie, nella costruzione del prototipo in parola ed allo scopo dt garantire una sollecita riproduzione in serie atta a presci[~clere dalla prassi occorrente per l'assegnazione delle materie prime e la fabbricazione dei grezzi, aveva studiato e.tl attuato l'impiego/ almeno in un primo tempo, di grezzi da 90/53. • L'ordinazione di cui sopra, veniva aumentata il 10 alPrile 1943 a 130 unità ed il 10 maggio portata a 200 u,n ità ; le consegne dovevano cominciare nello stesso maggio 1943. Nel. giugno i quantitativi ordinati venivano ancora aumentati a 266 unità e poi -

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CAHHI Alll\lATI El AllT IGLlli:RIA

r i

a 454 unità. Fin, dai primi di maggio se ne :potè iniziare l a distri. buzione a.i reparti (12 al ·601° gruppo, ri fl) G02°).

26 . . SemJovente A n..'i.alclo eia. 149.140. La Ditta Ansflldo F ossati studiò e costrusse anche in nn esemplare spetfmentale un semovente cin golato da 149/40 sistema ndo la b. d .f . del tipo già im, servizi o su di uno scafo speciale

Fig. 102. · Semovente .\ nsuldo da 140/40.

che non derivava da nessuno dei carri arm a ti esistenti. Le caratteristiche <li questo semovente erano le segu enti : peso circa 24 tonnel1~te ; passo m. 6,6330 ; carreggiata m. 3,050; altezza m. 2,030 ; scudat ura: sui :fianchi mm. 14; f rontalmente mm. 25; copertura mm. 6; gin occhiello m. 1,60 ; potenza. del motore 250 CV (benzina); - 548 -

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velocità 35 km/ h $U strada ; gruppo sterzo tipo :M. 15; sospensione tipo P. 40 (irrobustita); h1rghezza cingolo mm. 400; settore di til'o ver ticale 4.5" ; settore di tiro oriz;,,ont~le 53° ; munizioni sull'affusto circa 6 col!I)i. Esaminato il complesso a Genova , questo diede la migliore impressio111ic,_sia per _guan~o l'iguar:cla:ya la sua stabilità al tiro, i:::ia !Per le sue possibilità a percorrere terreno vario. · · La Dit ta Ansaldo assicur ava che 20 masse brandeggianti da 149/40 potevano essere tratte da1la pi-oduzio1ne normale preventiv:, t a entro il mese di-dicembre J943 . Circa il motore, lo SPA da 250 CV a benzina, non essendo facilmente r iproducibile, si avvistava la possibilità cli costruire un motore cli eguale potenza e avente le stesse dimensioni di ingombro, per 1~ fine del 1943. Ma l' I spettorato cl' Artiglierin noin, ritenne, dato ormai il momento politico militare (si era orm ai nell' agosto del 1943) e considerata la scarsa disponibilità delle ma terie prime disponibili, che convenisse riprodurr e tale materiale, di cui non si sentiva grande necessità, m;1 rite,n cva opportltno mettere in evidenza che <'SSO :

a) richiedeva minor quantità di materie iprime, e minor

quantità di ore lavora tive del complesso da 149/ 40 coi due trattori n ecessari per il tra in o (compless ivamen te 24 tonnellate contro 32 tonneDate) ; b) che era molto più sollecito a mettersi in posi1,ione di fuoco (3 milll uti contro almeno 17 minuti) ; o) era molto 1Più protetto (assenz;1 di gomme, protezione al motor e, radiator e, ecc.). 27 .. Quando il P . 40 fosse vc,nn to io), piena. JJ)roduzione> sarebbe anche stato già sorpassato da altri carri alleati o avvel'sari che, impostati più tardi, ~vevano avu t o un ciclo di realizzazione molto più breve. Quindi pm amm ettendo che nella fase produttiva fosse stato possibile introdurre ancora- in novi migliol.'amenti (fra t quali un lieve aum ento nello spessore e nell'inclinazione -

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CARRI ARMATI

n

A.It1'IGL1EmA

della corazzatura), si doveva eintrare per forza nella determinazioo.e di non contiuuare l'a lle timento <lel P. 40 oltre i :-oo che furono dati in commessa e che sarebbero stati consegnati entro il primo semestre 1944. E allora si pensò anche di iprodurre UJn nuovo carro più po. tente da definire ed. omologare eutro il 1943. Uin carro di circ~ 30 t ., di mole ada tta al tra sporto sulle nostre ferrovie, abbastanr.a veloce (a lmeno 50 km/ h) , potentemente armato e la cui protezione fosse affidata più che allo spessore delle cor azze (60 mm.), alla loro forte incli1nazione. Oi si iS1pirava in sostao1iza al carro russo 'l'. 34 che aveva r ivelato le sue qualità nella campagn~ autunnale del 1941 e che aveva introdotto nella tecnica dei carri armati conce tti arditamente ii:n,novatòri. Il 'r. 34 aveva difatti esercitato evidente e notevole in:0.usso nell'evoluziou e dei carri stra nieri in ai,nbedue gli opposti campi, e nonostante la sua relativamente modesta mole (26 t.), per l'armonico complesso delle sue caratteristiche di mobilità, protezione ed armamento, sosteneva ancora nel 1943 il cmfronto con carri di assai maggior mole e cli costru?:ione più recente. Ma per una sollecita r ealfazazione di un, nostro nuovo carro più potente si ,doveva disporre di un motore compatto di GOO ca valli che potesse erogare ad u.n ·carro di 30 t. una 1POternrn spe· cifica di almeno 17 cavalli/tonn. ormai universalmente riconosciuta m:ecessaria. Motori di tal genere però non erano jn produ?:io111e in Italia. Ricor diamo per inciso che l'f.lssenza di una adatta gamma di motori di limitato ingombro e di grande potenza, qua li quelli di cui nd esempio disponeva da tempo la Germania aveva costantemente ri tardato e condiziOinato, se DOill paralizzato Rddirittura ogni nostra decisa innovazione nei settori dei veicoli cla combattimento. E' noto che tutti i nost ri ca rri ~orazzati eralTl.o malati di insufficionza di forza motrice ed ogni nostra nuov~ concezione in questo campo aveva dovuto e doveva pazientemente attendere, per essere tradotta in atto nel prototipo, Ja preventiva progettazion e e l' allestimento e l a messa a punt o di un apposito motore; il che richiedev~ assai maggior tempo che rion, la de:fìnizioo.e e l ' allestimen to di tutto il resto del ca rro. -

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I SIDMOVENTI

Questi Il).Otori affrettatamente progettati e costruiti rjsentivano II)Oi della loro improvvisazione e dovevano subire sul campo <li battaglia . quel ciclo di dure e p1·olungate esperienze. tui non potevano essere sottoposti 111ella fase dcll' affretlatil omologazione e dal quale emergono realmeinte i loro 1Pregi ed i loro difetti. Di modo che noi avemmo sempre sui nostri carri, motori in fase sperimentale, e non come sarebbe stato necessario, motori sanzionati e messi a ;puinto da lunghi amni di. pr~tico servizio. Si aggiunga che i motori dei 110stri Cal'l'i derivavano dalla. tecnica dell'automobilismo pesante~ come tale avevano forte ingombro e limitata potenzfl, sped:fica, ed assorbivano nna troppo forte aliquota del tonnellaggio complessivo per l'apparato mot ore, a <letrimento delle aliquote concesse alla protezione ed all'arma mento. Per i earri armati ed i veicoli blindati in genere occorr eva no invece motori quanto più possibile coneentritti e raccolti di tec.nica direttamente « sub aviatoria » nel senso che in essi tutto fosse in.teso se non alla leggerezza massima che nel nostro caso ha II)OCa. importanza, al milili mo ingombro. In quest'ordine di idee e per evitare elle anche per il nuovo Cf.ll'l'O pesante che si voleva II)rogettare si dovesse improvvisare un nuovo motore, si era pensato in primo tempo (ngosto 1942) di riprodurre il motore del T. 34 russo, motore d'avangua tdia di doti eccezionali, cui soprattutto quel carro doveva le sue brillanti caratteristi.che, ma le 111ostre ditte prospettarono insormontabili difficoltà di materie prime. Si pensò Hnche di adottpre un nuovo motore di aviazione con opportune trasformazioni : ma anche questa idea fu scartata dai nostri tecnici. Bppure solu½ioni similari erano largamente in atto nei carri inglesi ed americani con, evidenti vantaggi nei riguardi cli una produzione nnifica.ta. Poichè siamo in quest'argomento, ricordiamo che la Germa~ nia ci aveva concesso la licenzfl di fabbricazione dei motori )faybach che comprendeva una gamma estesa fino alle maggiori potem~e; ma 1Prima che questi motori entrassero in produzio1ne da noi occorreva parecchio tempo e neQ)pure q uesta via offriva una soluzione imme-cliata, tranne d1c la parte germanica non fosse stata disposta a fornirci Ulll! certo numero di motori già costruiti, cosa che si escludeva. -- 551 -


CAlWI AR:VJA'rI 10 AHTIGLIERIA

L'unica soluzione possibile era quella propostfl dalla Fiat Ansaldo di trasformare a carburazione il motore ad i11iezione del P. 40 conferendogli una potenza di circa 420 cavalli. Una volta definito questo 01:uovo motore avrebbe dovuto essere installato d;ipprima sul P . 40, e poi su di un nuovo carro P. 43 già in progetto, il quale ripeteva con qualche miglioramento il tipo del P. 40 (peso 30 to11n ., protezio([le frontale 80 mm., laterale 50 mm., sospensione a carreJli, trasmissione an:teriore, cnnnone da 75, velocità 40 km/ h massima consentita dalla potem:a speci:ficll {li soli 14 CV JPer ton,n.). Ed il prototiipo di questo P. 43, salvo imprevisti, si pensava ;potesse ·essere presentato · nel:l'ottobre.1943. Oo:i;n~mque esso noin costituiva che un timido progresso rispetto al P. 40 e conteneva l'incognita di un motore 01uovo. E poièliè in sostanza quando pur fosse entrato in servizio sarebbe anche stato superato in tutto e per tutto, noi saremmo arrivati amche fllia scadenza del primo semestre 1944 senza un carro pesante che fosse almeno aDo stesso livello dei più recenti carri allea ti e nemici. Nella ricerca affannosa di una soluzione poi<.:hè le esigenze di guen a co,n damavano da tutti i campi e pel' tutte le ipotesi operative la necessità assoluta di mezzi corazzati (carri armati e semoventi) al priinc~pio del 1943 si accarezzava l a sperallza di acquistare dalla Germania un certo numero òi carri del tijpo « Panther >> gfa allestiti; questo carro era indubbiamente uno dei più ;potenti di cui allora si avessero not izie CO!nicrete. Però il suo peso e la sna larghezza ne rendevano problematico il trasporto corrente sulle nostre ferrovie : ma potevano prevedersi, in caso di necessità, oppo1-tuni ripieghi (smontaggio dei CÌ([lgoli, ecc.). Acquisto diretto perch.è lg sua riproduzione in Italia nelle migliori delle ipotesi esigev:ai almeno due anni di tempo. E inoltre si pensava di mettersi cora·ggiosamcnte e subito all'allestime11to di un prototipo di carro di dimensioni leggermente inferiori al Panther, ma riproducente come il Panther lo schema gener11le del carro russo T. 34 con peso fra le 30 e le 35 t., corazze fortemente inclinate di almeno 70 mm., armamento in torretta con obice da 105/23 (proietto E.P.), velocità 55 km/h, utilizzando un motore già, esistente e seriamente provato quale -

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I SIDMOVENTI

avrebbe potuto essere UIJ:lr motore di aviazione di produzione corrente opportunamente adattato e ridotto di potenza per maggior garanzia di durjlta. Eliminn~1do in tal modo il lungo periodo di attesa per la costruzione e messa a punto cli un motore (·ompletamente :nuovo si poteva confidare che tl prototipo poteva essere ultimato negli ultimi mesi del 1943, e, se omologato, poteva entra1·e in produzione entro breve tempo ed essere p oi sollecitame01te prodotto SIPecie se si fosse ricorso in larga misura ,1d elementi_ di coraz~::t fusi secondo una tendenza che rimetteva in on ore, certamente per maggiore semplicità e speditezza di produzione, nei carri russi e americani ta li elementi. Queste erano Je speraa1ze, più che i progetti, c·he noi potevan10 nutrire per disporre anche noi di mezzi corazzr1.ti degni di tal nome e che ci potessero mettere in condizione di fronteggiare in qualche modo la strapotenza a vversaria. Ma ormai si era io pie110 1943 e la nostra tragedia volgeva verso l'epilogo . E come lii lentezza delle nostre realizzazioni ci aveva impedito di avere un carro aggio1·n ato, si dovette ricorrere al ripiego cli sostituire in sempre maggior misura i carri con semoventi che portano sì un,' art.iglieria !Più potente ma difettano di brm1deggio, di difesa vicina e di cqpertura superiore i11dispimsa bile contro l'attacco ilereo con armi di lancio. Intorno al 1943 noi eravamo già nella particol are situazione di avere battaglioni carri costituiti sost a111zialmente da semoventi. E infatti i battaglioni carri che and;:i.vano costituendosi constavano già di cl.ne compagnie semoventi da 75/18 e di una compagnia soltanto di carri arma ti con il 47. Allora per l 'appoggio di questi battaglioni, i.in prr.va)enza• cli semoy_enti, si dovette prevedere di ~sseg1rn re alla ,clivisione corazzata dei gruppi semoventi da 75/34, bocche da fuoco adatte 1110n solo p el' l'appoggio ma anche (con il proietto perforante e con i.l proietto 11:.P.) per il tiro anticarro, naturaJme(n:te co111tro carri !J)er i quali il ci:ilibro 75 fosse ancora sufficiente. Allo stato delle disponibilità nel principio del 1943 non esistevano bocche da fuoco semovei11ti di calibro maggiore del 75: si ~ erava di potere avere il semovente da 105 (obice) su scafo P. 40, -

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. CAU!!T ARMATI ID AilT!GLIE81A

ma queste realizzazioin,i si sarebbero avute nella migliore delle ipotesi soltanto a fine 1943. L'~rtiglieria semovente, in appoggio dei carri, doveva quindi essere il 105/23 quando avessimo avuto il carro P. 40 ed anche il P. 43. Per quanto riguardava i cannoni a forte velocità iniziale (calibro 90 e 100) idonei al tiro a01,t icarro ed al ,controaereo, si sperava <:!.b e fosse st~to possibile nell' anno 1943 avere disponibili d ei gruppi 90/ 53 su piattaforma campale. Quando questi gruppi fossero entrati in servizio sarebbero stati assegnati alla d ivisione corazzata : essi sarebbero stati train ati dallo Spa/41 o dal trattore semicingolato da. 8 t. che avrebbe dovuto incomiin<.:iare a ren dersi disponibile dal giugno 1943 in poi. L' artiglieria di calibro maggiore da assegnare alla di visione cor~zzata ro.on poteva essere che l 'obice d a 149/ 19 non idoneo 1Per altro a seguire a,n che in terreno vario grandi unità celeri. Da tempo er a. stato posto allo studio il modo <la aumentarne la mobilità : inta nto l'assegnazione, in man·camza di meglio, restav?. nelle previsi011i. Analogamente al 90/53 su piattaformu, esso 1POteva essere trai,n:ato dallo Spa/ 41 o dal semicingolato d a 8 t ..

* * * In dcfì1nitiva le lùiime visioni che noi avevamo per l ' art iglieria della divisione Col'azzata _(da realizzare al più presto verso 1~ fine del '43), erano: - non conside1·are più tl 75/ 18 semovente che, casomai, sarebbe stato dato a.Jl.c ·d ivisioni cli fanteria illJOrmali; - disporre dei semoventi dn 7:i,'34 e da 1.0:3/ 23 per l'appoggio immediato dei carri P. 40 e P. 43 ; - carnnoni da. 90 idonei al tiro anticarro ed antiaereo, con tra ttori e mezzi cingolati con s ufficiente mobilità i111 terreno vario; - obice da 149/ 19 che per quanto poco idoneo al terreno vario, si sperava. che nel frattempo potesse venire migliorato. 1

28. - L'ordinamento dell'Esercito, sa(ll•ziona,to col decreto del 22 dicembre 1938 impo1·tava la costituzione di tp.lune nuove G.U. che volevano essere più o meno la realizzazione anche presso di -

554 -

,


I S~lOVENTI

'

noi delle idee che ormai t en evan o il campo qu asi dappertutto . Vediamo così un Corpo d'Armata corazzato che raggruppa due Di visioni cor azzfl_te e dne DiYisioni motofrr.zate : ciò oltre alle tre Divisioni celeri. In pm·;1Uelo ab hiam.o : - un comando di a.rtiglieria di Corpo <d'a rmata coraz.. za lo; - due nuovi r eggimenti di a rtiglieria di Divisione corazZf.lta (131" <<Centa uro)), 132-° << Ariete))); - d ue nuovi reggimenti di artiglieria cli Didsione mot or izzata (21° « 'l'riestc >)) 4G.., « Ttento )). Oltre, naturalme,nte, ai tre r eggimenti at' t. celere, 1° << Eugenio di Sa.voi H >), 2° « Rm. J.i"'il. T esta di F erro », 3° << Pri1n cipe Amedeo Duca d' Ao.sta >)) . P iù tardi ,edremo ancora, <:on la costituzione <li una nuova divisione cr. << L ittol'io », nn altro reggimento d' art. c1·. il 133° . Queste O r·nccoltc tutte sotto iJ comune denominatore ùella,veloo-ità - cost ituirono l'Ar mata del Po di cui il documento di nascita r eta la <'lata del 2 ottob1'e 1!)38. I reggimenti di art . d . cr . nvevnno la segnente composizion e :

.u: -

131°

« Centau ro >>

132°

« Ariete »

J.33°

<<

Littorio

>)

l

I 75/ 27 nn mot . II 75/ 27 911 )) 1 btr. da 20 mod. 35 (su S pez½i) idem btr . da 20 mod. 3G

j

2

i

idem 2 btr. da 20 mod. 3!J

I l'eggirnentì cli art . di cl. mot . avcYano la seguente composizione :

(

21°

« Trieste »

46°

« T·r ento ))

I 100/ J7 9J4 mot.

, n

15; 2-1 911

»

~ III 75/27 91.J » { btr. <la 20 m ocl. 35 klem -

:555 -


CARRI AR:\iATI Ei ARTIGLIERIA

I reggimenti di art. d. cel. avevano Ja seguente composizione : 1 75/ 27 912 a cavallo II 75/ 27 9ll mot. 1" « Eugenio di Savoia )) III 75/27 911 >> btr. <l!l 20 mod. 35 i,d•e m

2° cc Emanuele Filiberto

Testa di Ferro )) 3" « Primcipe Amedeo Du ca cl' Aosta ))

idem

I reggiment i di art. cli d. autotr. avevano la seguente com-

posizione :

20°

I 100/17 914 T.M. II 75/ 27 911 T.M. III 75/27 911 'r.M. btr. <lr1. 20 mod. 35

« Piave >> « Pasubio >>

icl•e m

52° cc Torino >>

id em

Per definire la G.U . corazzata l 'Italia guardò molt o al modello tedesco ra ppresentato dalla Panr.erélivision Ja qu~le era apparsa 11el 1937 11 cl1e grandi manone in Sassonia. e aveva poi trovato impiego nella m:ucia sn Vi e.nna in occ1')sicrne dell' Anthluss. :Però il rn.ocleJJo tedesco non fu seguit o nella realizzazione ìtaliain,a nè nello spirit o 11è nella formazi.one organica. La divisfome corazzata germa11ic;1 comJ)oi'tava' una massa imponente cli a utomezzi essendo i11tegr-almente meccaniz21ata.. P eraJtro essa non era [)rincipalroeJ1,t e destinata, <:Ome le gran di u1nitt~ simih1ri (Francia-It;1lia), nel a?:ioni cli rottura o di urto, bensì ad azioni manovra te a l argo raggio le quali esulava no anche d al ci)mpo tat1ito ed assumernno una fu,nl'd.one spic.:cat amente stra tegica. Quella. germanica era costituita, da un comaa1do per orga-

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,


l SE'MO\"E'XTI

nizzazione e mezzi molto snell o, ma provvisto, l:l,nzi in tegra to, da mezzi di collegamento radio T ed F sviluppatissimi ,e dalle segttenìli truppe: - una brigata corar.z.ata (Panzerbrigade); - una. brigata autoportat[:l (Schii.tze•n ); - un reggimento di artiglieria motorizzato ; - un battaglione cli esplorar.ione o gru1ppo esplorante (Aufklarung abtcilung) ,; - elementi del genio. La brigata. corazzata costituita cl11. -<lue reggimenti carristi coin un complesso di circa 350 carri tutti di tipo medio (6,5 8,5 T); più autoblindo : totnle oltre 400 carri da combattimento . I ,carri del tipo K rupp e del ti1p o lVIaibach. Niente carri pesa nti, di rottura.. L f.l, brigata autoportata. (Schtitzen) costituita da un reggime111to cacciatori sn due batta.glioni e un ba.ttagJione motofucilieri: tutti montati sn autocarri e su moto<'icli e motocarrozzette . Il reggimento di artiglieria divisionale ordinato su tre grnppi cli batterie motorizza te ,da J 05 con materia le moder·no a doppia codµ., ruote gommate e sospensione elastica dell'affusto sulla sala. Trattor-i del tipo semicingolato. 'rntti gli altri elementì della divisione abbondantemente fo,rniti di automezzi. Criteri di impiego ,n on minutamente definiti, ma anim ati tutti da. spil'ito cli ini½iativa dei comanda nti e da audp.ce ge11ialità. Di mira possibilità, di sviluppi O[>erativi a grande raggio . Differewza sostanziale rispetto alle grandi unità, corazzate degli ;lltri esei:·citi l a mn ncanzu. di carri di rottura, dato l'evidente fine che la- grande unità germa11ica si proponeva, la manovra / a grande r aggio. I n fatto di unità cornzzate la nostt·a prima. realizzazione era. stata qn eJla della brigata, concepita per un'azione di sfonda:m.ento e se del ·caso avYolgente. Il compito normalmeaite ad essa. fissato era quelJ o prrcisato .d all'allegato 4 alla circolare 10600 del Comando di Corpo di S.M. in data 20 luglio 1937 e cioè l' a!l)ertura di uin,a breccia attraverso un solido dispositivo -

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CAHRI AIL\iA'.rl E AHTlG LU:HIA

Hvvers;nio. Questo comjpitO fondamentale eliminava la co11velllien za <li una orgcr;niaa, i ntegrazione della brigata. da partt di unità cli artiglieria; mentre l'azione rnas:siccia e potente dell 'artiglieria. er~ pur sempre presupposto .necessario: l'a:do11e della brigatH. corazzat a · non potemclo essere vista che <lentro il raggio di una pote111te azione di artiglieria. Alterato però il compito della grande unità corazzata (azioni cli forza a largo raggi.o) diveir1tava necessaria l'iwt.cgradone 01·_(J'Clnicai di idonea attigliel'ia e, consegue1nitemente, In trasforn:ia7.ione della brigata conrnzata in divisione corazzata (artiglierie molto mobili, cingolate, corMr,wte, ecl a ti.ro ra.pido) . Compito della nnova grande u nità : - azioni di forza a .largo raggio <·ontro fron,t i non molto consistenti anzicbè per l'aziouc di sfondam en to vero e pr oprio; ed anche azione di sfondamento, ma a brHccio lurn,go, contro orgamizzazioni solide, a beneficio di qunlunque alt ra gra nde unità, potendo essa 11vvaler8i : - in primo temipo del concor·so di t ntta la massa d elle artiglierie delle grand i unità di prima schiera, già. pronte a sfruttare l'apertura della breccia nella organi½zazione nemica; - in secondo tempo : (oltre cioè lh gittata utilizzabile di taii artiglierie) delle proprie Hrt iglierie a tte a muovel'si e ad avanzare sullo stesso terreno delle rnnità cora Z?;ate, ed eventualmente anche cli queJlc delle unitiL retrostanti alle quali. sarà riuscito ,più agevole lo spostamento in avanti. Problema principe diventta cosi . quello dell' artiglieria nelle unità ,corazzHte - in !Particolare nellµ Divi sione - dal duplice pun to di vista or ganico e cli impiego. Ma nel tempo in cui il problema si affermava , g ià il turbine degli · eventi di guerra. costringeva. a soluzioni af frettate e cli ripiego e mutevoli a seconda delle necessità · o delle opportuinità del momento . No.ni potremmo IJ?ertanto, al riguardo, che registrare una serie cli tudi, alcuni anche commendevoli ma in genere astratti e distaccati dalla realtà incalzam,t e che si viveva. ormai in A.S. e iin Russia. Comunque .i concetti generali e gli orientamenti che da noi si ebbero possono così 1:iassumersi (ve&i G. De Stefamis, « Note sull'artiglieria delle G.U. col'azzate », Riv. d'A . .e G., maggio 1940). -

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I $lDl\JOVEN'l'I

P rima cli tutto, quali i compiti clellH G.U. corazzate ? Più frequentemente completamento e sfruttame,nt o del successo. Però molti assegnano anche il oomvito di nJtt1.1,ra.. Il compito principale, tutta via, e cara tteristico, resta il !Primo nel quale si può fare rientrare anche la cosiddetta nvamovira a la1rgo raggio. E' ovvio peraltro che 1nell' a:zione clii rottiwa le masse di artiglieria - che costituisconò lo strumento cli azione principale - non sa n mno solo qu elle dr.Ha Divisio01e corazzuta , ma, ben altre: In ogni c-aso l' artigliel'ia della Divisione corazzata. dovr à agire contro: ; - osservatori, pet accecarli e distruggerli; - ostacoli passivi e campi minati, per eliminarli ; - armi a.nticarro, per neu tralizzarle e possibilmente distruggerle ; - unità di cavalleria o di fan teria celere per arrestarle e, neut1:alizzarle ; - artiglierie di piccolo e me·d io calibro l))er 01cutrnJizzarle. E per questi colll!Piii si dovrebbe poter dispo1Te di u n materiale costituito da, : - u n affusto cingolato semovente, che consentisse mas· sime velocità, su strada e mobilità. in terreno vario superiore a quella dei car1'i armati con i quali d eve cooperare per a.v ere la possibilità di portarsi, durante il combattimento, con successivi sbalzi a)le distanze più utili; e settore orizzontale ·di 360° realizzabile con una torretta coraz7,ata o con un'istallazione a cielo scoperto, protetta, sul fronte, sui fianchi e s11l tergo, e icl o,nea ad agire pr onta mente i1n tu tte le direzioni; - un cannone di calibro 75 o superiore con chiusura semiautomatica,, proietto uJ11ico perforante e scoppiante avente una elevata percentuale di materia fumogena, che consentisse grande forza d'urto alle JPiccole distanze e ·offrisse minim a disper-&ione alle medie. ~ el 1940, nell'o1;ga:nizzazione delle più complesse unità CO· razzate presso quasi tutti gli eserciti, si trovavarnio carri armaJi di cannoni, che entravano nelle formazioni ,delle un ità, carriste per essere impiegati singolarmente a. ,puntamento diretto e a -

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CAHRl Alll\:IATI 0 Al!'l'IGLlli,1UA

brevissima clista1n za ; ed nrtiglierie normali motorizzate orgardzza te in batterie, gruppi., reggimenti. P er queste ultime artiglierie, i criteri d'impiego noo possono naturalmente differire sostanzialménte da quelli fissati per le artiglierie delle divisioi normali ; pe:r-ò la. loro applicazione vi e.ne ad essere fortemente influenzata da due eleme:nti principali: il tempo a clisposi?:ione per preparare e svolger le singole azioni, quasi semipre molto ristretto; e la natura degli obiettivi i quali sono normalmente improvvisi, molto poco visibili ed estremamente mobili. R.isultaino pertanto normali, iper le artiglierie corazzate. i rapidi interventi cli iniziativa ed improvvisi e continui. i cambi di obiettivo; menti·e necessari e frequ enti diveng0010 i c~mbia~nti di posizione a causa delle difficoltà, che si incontrano per impiantare e far fwn,zionare con il voluto rendimento e con la necessarin. sicurezza. e continuità i collegameinti, quelli radio compresi. nella zona avanzata in cni debbono agire le suddette artiglierie. L'osservazione terrestre acquista pertanto valore premimiente al punto da dovere snborclinf11·e acl essa tutte le oper:rnio11i che precedono l'entrata in azione delle batte1·ie e tutti gli atti che concorrono nll'u lteriore svilnppo dell'azione stessa . La premiinenza acquistata dall'osservazione terrestre non esclude beminteso quella aerea. Scelta degli osserva tori e 1;icerca delle posizioni, nonchè il coordinamento fra azione delle unità carriste ed azione delle artiglierie vengono grandemente facilitate dalla preventiva :6.~~azione di Nmiee cU 'r'ife.rinwn,to, dette anche linee di obiettivi quando risultino effettivamente occupate dal nemico. Dette linee son,o costituite in genere da una successione di loca lità o di punti ca1·atteristici del teneno o di alt ure. P erchè l'artiglieria delJa Divisione corazzata. possa essere in grnclo cli entrare ef1icacemente in azione nei limiti di tem(PO 1·istretti che nelle più probabili sit uazioni di impi~go saranno disponibili per l'organizzazione déll'attacco, è estremamente sentita. la. necessità che occhi e cervelli dell' arma, 'cioè pattuglie e comandi, duramte i grandi movimenti siano proiettati molto in -

::GO-·

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I Sfili\IOVKN'.rI

avanti e che i rimanenti eleme11ti siano scaglionati molto in profond ità. L'entrata i,n, azione delle lllnità ca rristc è quasi semprf: agevolata da una pl'epai·azionc di artiglieria.' ':l'ale~preparazione assume nelle u nità corar,zate una canltterL<;tica p articol are. N(1n azioni complesse minutamente preordinate e neppure attuazione anticipat a r ispetto nll'irruzi.onc dei relJ.)arti carl'ist i; rnn azione breve, violenta, ch e si scatena contempoJ·anealllen,te all' inizio del movimento dei carri dalla p osizione di partenza e che viene d iretta contro le armi anticarro, i comples~i di ce1ntri di fu oco e le batterie che abbi.a1no rivelata la ]oro presenza dur ante e dopo la. presa di co11tatto o che possono comu nque avere azione ulla o sulle direttrici di attacco. Vi concorrono tutte Je artiglierie organiche della divisione corazzata e quelle eventualm e11t<~ dette di rinforzo. L'appoggio tende ad eliminare gli ostacoli ·nttivi (;.he possono impedire l'avanzata dei carri e precisarueute ar mi anticarro che sempre IJ.)ÌÙ num erose eintreranno in azione con il progre·d ire dell'attacco; onda te. di carri armati nemici lainciate aò arrestat·e i nostri ca.rri avanzati; reparti cli fanteria. avversari che sostenuti da altre ondate di cnni tenteranno di impeginare que1li. celeri. o arditi delln Divisio11e corazzata iper arrestarli ed isola1·li dalle UJl'l,ità cardstc. Naturalmente l'appoggio riceverebbe grandi possibilità e 8ensibile aiuto dalla <lisponibilità cli ca rri armati osservatori o : i111 difetto si fa assegnamt?nto sull'ardim ento, l'intel1igénza e l 'abnegazio,n e delle pattu glie O.O. per assicnral'e la celere manovra degli osserrntori. La formazione cli masse di fuoro ed il tempestiYo loro coordinamento con la progressione dei ca ni sono considerati di difficile attuazione eccetto che nel completamento del successo, allorchè sia stato possibil e aver e a disposizione una. pre,entiva fase cli organizzazione di. sufficiente durata. Jn tal caso si deve tendere all'impiego unitn rio delle artiglierie della divisione corazzata. specie 1n ell'atta<'CO della prima e forse della seconda linea di riferimento, essendo tale impiego quello che permette di fronteggiare ron il ma s::1imo ren<limento le pa T.'ticofa ri u1ecessità d ello speciale combattimento. 86

Gf>l -


CARRI ARMATI ID AR'l'IGLIEIUA

A 1P1;1rtire da un certo momento il combattimento assume un ritmo sempre. più rapido e gli obiettivi diventano sempre più sparsi e meno consistenti. L' appoggio dell'artiglieria è allora assicurato, in un prir~o tempo, clai comaindi cli gruppo, e suecessivamente dai com~ndi delle sirngole batterie, i quali, preventivamente orie11 tati sugli obiettivi finali da r aggiungere, sulle direttrici <li attacco e sulla manovra delle unità, carriste, agiscono <:li propria iniziativa. Queste. le linee maestre deJJ.'impiego sulle qu::ili, evolvendo i tempi, le situazioni di guerra, le disponibilità dei materiali, si i.n trecciarono variazioni molte1plici. Di valore relativo però, pèrchè, come era nat ura.le che fosse, il fatto guerra soverchiava ormai ogni possibilità di teori a o cli schemi.

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3G2 -

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CAPITOLO DECIMO

L'artiglieria contraerei A · IL PRIMO RI NNOVAMENTO D E LL' ARTIGLIERIA CONTRAEREI. - B · LE REALIZZAZIONI IN ~VISTA DELLA GUERRA E D ùRANTE LA GUERR<\. - C · I CONCETTI O' IMPIEGO DELLE ARTIG LIERIE C.A. CAMPALI (CIRC. 700 DEL 1° tGIUGNO 1940 • ISP. AR r.).

A

IL PRIMO RINNOVAMENTO DELL'ARTIGLIERIA .CONTRAEREI

t. · Generalità. - 2. · Le idee alle quali si i~s pirò la reali.z zazione del 75/46. - 3. - Il 75/46. - 4. - La centrale di tiro mod, 37 (Gala}. - 5. - Altri materiali di artiglieria e.a.: il cannone da 20 mod. 3 5 anticarro e antiaereo. - 6 • . Il cannone da 76/40 - 7. - Considerazioni su questo primo periodo.

1. - L 'impostazione del problema del tiro controaerei, l a sua risoluzione duran te la guerra 19:\5-18 e l'evoluzione successiv;i. :fino ~lfincirca al 1933 si possono seguire nel volume XIII della

« Storia dell'Artiglieria Italian a », cap. 58°. Dei materiali impiegati fino alla. st essa epoca si 1parla invece nel ca.p. 4° -del vol. XII. · La pi'ima trattazione ci porta, comprendendole, alle (( Note sul tiro controaereo >> del gen. Aldo Buffi edite a cura dt>l Ministero della Guerra, Ispettorato Artiglieria, precisamente 11el 1933. -

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L'ARTIGLIERIA CONTRAEHEJ

Per i m~teriali si giunge alla vigilia dell' introduzione iov servizio del cannone da 75/ 46. Non p ossiamo dire che fino a questo mom ento l'artiglieria contraerei italiana abbia realizzato sensibili progressi. P ure, per quanto i-ignarda il tiro, r iferendoci al sistema Bu:IXi., dobbiamo riconoscer<> che esso fu il pt·imo sistem11 razionale di til'o controaerei. Un importante passo avanti si compi.e invece - per il materiale, con l'iintroduz;ione in servizio (1934) del c;rnn:one da 75/ 46; - per il tiro, con l'introduzione della Centrale di tfro e.a. mod. 37, dovuta al Gala . Come abbiamo avuto occasione di 13ccenna1·e altrove (Ca[p. « Il materiale») le necessità dell'artiglieria e.a . furono le prim e a.a essere risentite, e furono di fatto considerate anche le 1Più urgenti, ma ancora nel 1927 altro non si l)Otè fare, in marn·anz~ di progetti e studi pienament e definiti, cbe r iprodurre (J4 batterie) l'orma i su1perato 75 C.K .. Successivamente, sotto l 'impulso de) gen. Cavallero, l a Casa Ain saldo avviava la realizzazione del 75/ 46 che formò parte sostam:iale del primo rinnovament o dell'a rtiglit>ria italiana . 2. - Le idee alle quali si ispirò l~ concezione del 75/4:6 sono le seguenti : Uno dei requisiti principali dei calllnoni cont r~erei è l'alto valore della velocità iniziale impressa al proietto, necessaria per avere traiettorie molto tese e per ridurre al minimo la durata di tr~iettoria in modo <la ren dere quant o più piccolo possibile il teIDJpo nel quale occorre prèvecl~re, con un a ipotesi sul moto del bersaglio, la posizione che il be1·saglio stesso avrà all'istante dello scoppio del proietto. La tnecessità di r ealizznl'e forti velodtà iniziali, dell'ordine di 750~850 m/ s . impone l 'adozion e di bocche da fuoco lunghe da 40 + 50 volte il ca 1ibro, quella ,di noteYoli pesi di c:ni<.:a di lan cio e quindi d i lunghi bossoli per c0:nteinerlf1 e di proietti costituiti di acciaio aventi caratteristiche tali chl resistere ela-

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IJ, P RIMO RINNOV.-\ME'l\'.l.'0 DNLL'ARTIGLIERIA CO::-ITR..\EH EI

1

stjcamente alle sollecitazioni dornte alla pres ione prodotta dalla carica di lancio. Le pressioni massime che si reH lizza no in tali bocche da fuoco sono dell'ordine cl i 3000 a tmosfere. Altra carattedstka importantissima cli una artiglieria con~ troa erei, è la celeriHL -di tho che deve essere tale da permPttere di lanciare contro il bersaglio aereo un grande numero di colpi nel più breve tempo possibile. T ale caratteristica è ottenuta, i,n gen erale: 1) median te il scmiautomatismo del congegino di ottura zione il quale espelle il bossolo n10to e rimane aperto fino a che il nuovo cartoccio a 1p1'oiétto non sia stato introclotto rrella Cf.lmera.; 2) m.ecl iaillite l'unione del proietto al bossolo consPntita dall'impiego di carica di lancio unica ; 3) mediante vari alti-i accorgimenti, quali l 'impiego di spoletta fa cilmente graduabile, di un gradu atore di i:;1poletta bene studi;:ito e situato in posi7.ione opport una rispetto alla cu~ latta stessa 1n modo che il caricamento del ca rtoccio a proietto possa eS'Sere effettua to a1J.1che alle massime inclinazioni consen~ tite alla bocca da fuoco. La celerità pratica di tiro nei m;1teriali di piccolo calibro, in un servizio fa tto da personale bene ad <lestrato., può raggiungere il valore di 20 colpi al minuto primo, nella intesa che ciascun colpo abbia ricevuto un a g1·nduazione cli spolett a diversµ da quella degli altri. La forte celerità di tiro e la gra!fl de velocità iniziale fanno sì che le artiglierie controa erei si logol'ino rapid amente nell' inteooo dell'anima. Tale logoramento, fin dai primi co]jJ_)i ha l'effetto .di fn r diminuil·e la velocità iniziale oblllignn<lo ad ~pportare ai dati di tiro per tein,erne debito conto, èorrezi.oni continuamente variabili col numero di col1Pi sparati da ll'artiglieria. Allorchè la dimin uzione di velocità ha raggiunto nn certo valore (stabilito caso per caso mediante opportune esperienze di ti.ro) il comport ~mento ·dei pt'oietti sulla trai<~ttoria diventa irregolare ed occorre provvedere a rimettere in efficienza la bocca da fu oco. -

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. I/ AR'fIGL!EIUA CONTRAIDilEI,

Tale operazione, perchè l'artiglieria possa colllcorrere ininterrottamente alla difesa controaerei., deve ,p otersi esegui.re in batteria ed in brevis~imo tempq. Il problema, come è noto, fu da noi risolto con lo studio .e l'l'!,dozione di bocche da fuoco aventi il tubo anima introdotto a gioco inel corpo, o come si -dice, ritubabili a fr~ddo talchè 1 ,nel giro di pochi minuti è ,possibil_e, in bat teria, effettuare la sostituzione del tubo anima logoro con altro ,d i riserva nuovo, e l'artiglieria può. ricominciare il ciclo deHa sua vita. La costituzioue delle bocche da fuoco l'! tubo anima sfilabile, impone per i tubi anima 1 l'impiego di acciaio a<l elevate cal'Httèristiche mecca,n iche, la cui produzione non presenta però particolari <liffi.c oltà. Si può ritenere che, nelle artigJiede d i piccolo calibro aventi velocità inizia.li intorno agli 800 m/s1 la viti:\, di un tubo anima sia di circa 90.0 -:-1000 colpi, ,dopo i qnali la diminuzione di velocità iniziale raggiuin:ge un valore del 10 per cento circa. L'af/1,1,sto . - L'affusto delle artiglierie controaerei deve es sere ta le da consentire l'intero settore · orizzontafo di 360° ed un settore verticale di 90°. Si tratta quasi sempre di 1:1ffusti a perno centrale eletti a piedìstallo, o di affusti a piattaforma; i primi risultano in genere più leggeri dei sewncli e sono perciò !Preferiti nrlle instaUazioni aventi carattere campa.le. In queste installazioni , che, nelle costruzioni più moderne, sono IPOrtate ,d a basamenti a quattro code ad angolo retto vincolate al terreno mediante semplici vomefi a coJtello situnti alle loro estremità, assume grande importanza il req uisito della stabilità che deve intendersi in senso assoluto se si vuole eseg·uire, come vedremo in seguito, il tiro a p1101,tamem.to indiretto, o centrale. Perchè l a stabilità, dunque, si~ snfileiente occorrono due accorgimenti IJ.)rincipali : ridurre .al minimo va lore possibile lo l':!forzo del freno per posizioni corrispondenti a piccoli an,goli di inclina zione cl.ella, bocca da fuoco e ridurre il valore del ginocchiello non potendo aumentare, oltre certi limiti, Ja lunghezza delle cod·e, sia per ,necessità derivanti da ·Considerazioni -

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lL PRTM:O HINNOV AJ'\Ul:KTO D8LL' ARTIGLIERIA

CONTRAERIDI

di imp iego, sia per non aumen tarne troppo l'ingombr o ed il (Peso. Il primo risultato si ottiene con forti corse di rinculo della bocca da fuoco, ma necessariamente, riducentisi con l'nume1ntare dell'inclinazione per evitare cbe la culatta mti la piattaforma ; i sistemi di fren i idra nlici a rinculo var ia bile con l'i nclinazione sono ormai entrati nell'uso conen te anche nelle artjgliel'ie ter rest ri e non presentano più difficoltà, di realizzazione . La riduzione del ginocchiale rl valori minimi compat ibili con un comodo caricamento òel lungo car toccio a proietto nella p osizione cli massima inclinazione della bocca da fuoco, porta alla. 01ecessità. di imperniare la massa oscill11nte (culla e bocca da fuoco) su orecchioni s[iostnti molto indietro ve1:so la culatta. Questo pron-edimento obbliga , però, alla adozione di speciali otgani elastici per equilibra1·c la massll oscillante, detti equilibl'atod. Gli affusti delle artiglierie controaerei devono consentil'e l'inseguimento di bersagli aerei velocissimi e molto vici1ti, e cioè, in altri termini, occorre poter imprimere alla bocca da fuoco s.postamenti mollo ra pidi in sito e in direzione. Ora se gli spostf.).meinti impressi median te il volantillo del sito sono integralmente sentiti da11a bocca da fu oco noo lo sono queJJi in direzione se non nel caso particolare di bocca da fu oco ori½zon tale. L'inseguimento, dunqne, in direzione, di bersagli molto veloci e molti vicini sotto un for te a11gol o cli sito, richiederebbe velocità ,d i spostamento dell 'affu sto tanto grandi da essere irrE>f}lizzabili mediante la ordi uari R mnnovra a mano di un voJ;rntino, dato che lo sfor·zo 11ecessario sul vo)a11ti1110 stesso diventerebbe i ntollerabile per un- braccio umano. Occol'l'e, peri auto, tollerare una certa « zon a morta >) in direzion e, indicando con q nesto aggettivo q uelln zon a 111cJl:1 quale non è più m r;iterfalmeIJte possibile inseguire con l a linea di mira del cannoue un bersaglio dotato di uo1a certa velocità. Nei n uovi materiali con lroacrei, curando bene la lavcrazione degli ingranaggi, e montando affusti e trasmissiooi su cuscinetti a sfere, si arriv!)va a valoI'i di rotazio1n,i in dirt'zione per giro di volantino pari a 5°..;. 6°, con sforz.i sul volantilllo di 3..;-5 kg .. -

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L' ATITIGLIEIUA CO:>!'l'ROAElHEI

Per il sito, quando la massa oscillante è bene equilibrata, si arriva pe1· giro di volantino, agli stessi va lori angolari di spostamento della bocca da fuoco che si sono indicati per la direzione. In questi materiali è poi condizione essènr,ia1e quella ·di poter fare assumere all'asse degli orecchioni una posizione rigorosamente orizzo1n tale. Gli errori in sito ed in direzione che si commetteI'!.-'bbero sparaindo con artiglieria avente l'asse degli orecchioni sbnndato sono proporzion~li allo sbandamento e possoill'o assumere valori rile'va n tissimi. · Per rendere orir,zontule l'a~se -d egli orecchioni, o ciò che è lo stesso, verticale l'asse di rotazione azimutale dell'affusto; nei ti!I)i. a perno. centrale, ai quali ci riferiamo pal'ticolarmen te, si dispon,e di appositi organi che permettono -d i fare oscillare tale' perno centrale in due piani verticali fra loro ortogonali; è ovvio che il perno centrale deve, superiormente, appoggiare su a1ppoEito alloggiameil1to a calotta sferica. In posizione opportuna, perchè Riano osservate cJa chi agisce. sugli organi di liyellamento, sono disposte due lìvell<~ toriche a bolla d'aria fra loro perpendicolari oppure una. sola livt>lla sferica,. I materiali campali controaerei del t empo (1930) so1110 ge~ (l}eralmente autotrainati; alcuni pa<~si haamo preferito il sistema <lel carro rimorchio che, abbassato su l ter reno, costituisce piat~ taforma.; altri, fra i quali il nost ro, hatnno prescelto il sistema a crociera. Il piedistallo nella IJ)Osizione di batteria trova appoggio su una cassa centrale alla qnf;lle sono unite quattro code, d ue de11e quali in modo invariabile e due a cerniera. , Alla estremità cli dette code ·so:no i cilindri a vomeri, tre -dei q:uali sono muniti di organi per l' adattamento al suo.lo. ·Una -delle code rigid;lme01,te fissata alla cassa centrale è divisa. quasi a metà ·della. sua lunghezza, in due parti unite a cerniera, ma mediante appositi organi, può essere rapidamente irrigidita, quando il pezzo è in batteria. L'~Jtra coda , opipostn alla precedente e anch'essa fissa ulla -

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IL l'RlMO nINNOVAMlmTo DIDT,L 1 AnTJG LIEHlA CO::,STRAEUIH

cassa centrale, è muinHa di occhio per l'attacco all'ava11treno. Le du e code laterali unite a cel'ni·e ra cJ1la cassa centrale possono rendersi rigide quando il complesso è in batteriµ, e possono poi ripiegarsi lu11go la coda munita di occhio d'nttacco all'avantreno, per· il traino. Per il traino è impiegato rnno speeiale carrello elasiico a due ruote gommate; il candeliet·e pnò essere svincol!{to dalla cassa. centrale della Q)iattaforma e può rotare, a cer niera, in · torno ad un per no in modo da iJndinarsi sulla coda clivhia in due parti. Aggao1cif!to opportunamente l'assal e del carrello (•lnstico nlla cassa centrale dc~lla crociera , le cose sono disposte i11 modo che la manovra di ribaltamento deJ complesso piedistallo-massa oscillante sulla piattaformf.l !l)rovoca il sollevame(ll,to della cussa ceiitrale fin sotto l'assale del cal'l'e1lo elastico al qu ale può così essere unita in modo invariabile; nel movimento il centro òi gravità del sistema si sposta mantenendosi su di un piano OJ'iz½Ontale, e ciò l'ende mol to piccolo lo sfol'r.O necessruio per l'esecur,ion e della malTlovra cla pnrte dei serventi. La coda posteriore spezzata a cerniera , può essere ripiegata ed agganciata alla mf}ssa osci.11antc.

I oongegnli di P1tmtam·1mto . - La parte ~)iù cnrattP.ristica di nn moderno materiale d 'ar·tiglieria controaerei è rappresen · tata d;:tll'insieme dei comgegni di puntamento i quali sono iii intima re~ azione col sistema impiegato per il calcolo clei dati di tiro, i,n, qua nto questi cl.ati ,cl a i11troclnne nei congPgni cli puntamento non so,no gli stessi nei vari sistemi di tiro impiegati. P r esso la nost ra a rtiglieria controaerei i dati tr;ismessi ai pezr.i sono quelli di posizione del « p1111to futnro )), di quel punto, .cioè, dello spazio nel quale si presnme che verrà n tl"ovarsi l 'aereo 111emico nell'ista:nte in cui scoppia il proietto che gli abbiamo lanciato contro. I dati angol;ui. di. posizion e di tale punto possono éSsere riferiti aJJa [)Osizione che lo stesso pnnto aveva all'istante della partenza del colpo, quando era aincor a « pu nto attuale)) e si ha allora il tiro fl p1mtarnento ,diretto, ma possono ànche essere riferit i a degli orientamenti fissi prestµbilìti (che per il -

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L' AH'.l'I GLIEnIA CON'l'RARln<:1

sito è il pia110 orizzontale) e si ha aJlora il tiro a puntamento indiretto o cea1 trale.. Nel pl'imo caso oltre ai cannocchia li dei goniometri. della centrale di tiro, punt11010 al bersaglio continoamenle anche i J.Pezzi mediante i ·congeg,ni di mira; nel secondo caso il puntamento è effettuato dalla sola centrale. Nel caso di tiro a ·puntamento diretto i dati trasmessi ai pezzi sono i seguen,ti : Variazione di direzione (o cursore orizzontale); Vari~zion e -cli sito (o cursore ve1·ticale); Distanr.a del punto futuro misurata sulla lin ea cli sito; e nel ci:lso cli tiro a puntamento indiretto : Direzione totale futura ; Sito totale futuro; Distainza del punto futul'o misurata sulla linea di sito. I n entrambi i ca i la distanza del punto futuro , m<'dia1t1te una oppo.rtuna orga nizzazione dei <'Ongegni di ipunta meuto e del g1·aduatore di spoletta, vietne rispcttivame111te trasfol'mata in alzo e graduazi one. I congegni di pnntn mento più moderni impiegati su l1e nostre artiglierie controacrei sono del sistcm~ ad alzo indipendente ccl a lim,ea di mi.ra indipendente. Nel tiro a puntamento diretto, i1 cannocchiale assume il sito del bersaglio, incli.pendentemente dalla bocca da fuoco (linea ·cli mira indipendente) ma sposta 1m imdice: su di un qnadr;:inte. Lo stesso indice si sposta ulteriormente cli quantità ipropol'zionali alla variazione di sito e aJ1'alzo (alzo i'nclipendelllte) ossia in, totale, il suo spostamento è proporzion ale alla inclinazione totale e futura. Manovl'jrndo. il volantino che provoca l'inclinazione deJla bocca da fu oco, si. ri/po1·ta tale indice nella posizione iniziale: la. bocca òa fuoco assume così l'incli,n,azione voluta. La direzione è assunta cl.al pezzo per il fatto stesso del puntamento al bcrspglio essendo il cannocchiale unito, nel s~nso della direzione, all'affosto in, modo che il suo ottico sia conteflluto nel piano verticule parallelo a quello contenente l'asse dell'anima. -

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IL

Pt!li\iO HINKOV,\ll.C ll:'KTO

D0LT} AllTIGLIEBIA

CON'l'HAEHE:t

Le variazioni di direzione introdotte, come quelle di sitoJ con apposito vo1a1nt.ino, sposta no l'asse ottico del cf:lm10cchiale la.l eralmente, fnol'i clel pi.nno verticale che lo colllteneva inizialmente, <Cl i quantità angolari eguali a quelle desider ate m a in senso opposto, talch è se il puntatore, ma,n ovr~n clo il complesso in direzione riporta l a li111ea di mira così sp ostata sul bersa glio, l 'a sse del pezzo rimane spostato, in direzione di una quantità, in grandezza e S('11so eguale alla Yariazioue introdotta. Nel t iro a pu111tnmen to ind iretto il sito e la direzione fntnri si in tr·oducono leggendoli su appositi contatori, e tutto il .resto rimane invariato. 1J,n,a camma, sagomata o.pp or tunarnente in b~se ai n1lori degli scostamen ti forniti dall a tavola <li tiro, si sposta in funzione dell'alzo e del sito ed imprime ad una punta moYimen ti propor:r.ionali agli scostamen t i per lii correzione dell a derivazione. T ale correzione è trasmessa al micrometro del cannocchiale per iJ caso del tiro a pu ntament o diretto e al contatore della direzione per il caso ,d el tfro a puntamento indiretto . 1

Le 1nim·1:z-ion1i. - Il pl'oietto lanC'iato cl!,llle artiglierie controaerei è la granata dirompoo,te, quasi sempre mu nita di nuC'leo metallico a fr attura preslabilita p erchè, dopo l a grainde guf:na, sono stati abb;rndonati gli shrapnels, per la loro efficacia c·oncentrnta e limitata e i proietti incendiari che erano sorti per batter e i dirigibili. Il proietto con ti-oaerei, speci almente se di piccolo calibro, ùcve essere organiz:r.nto ilil modo che la scheggi atura sia la più r egolare ,possibil e, che le schegge notn siano troppo p iccole e, sopratntto che la qun utità di schegge sia inotevole. La gra nde quan tità ,di schegge si ottiene, come si è detto, ponendo 111,ell' intenno del proicJto, un nucleo gen eralmt,nte di ghisa , a frattm'a prestabilita ment1·e la r egola riti\ della scheggiatura {lipendc oltre che {1p.lla qnalità e quantiuì. della <:urica di scoppio, -cl'alla potenza dell'fomesC'o e dalle ca ratteristiche mecc~miche del metaJlo {li cui il proietto è costituito. L' armonizzare le divel'se condizioni così sommariameinte in dicate costituisce un problema di notevole difficoltà per l'a t tigliere costruttore. -

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L ' AH'l'!GLII-:nJA COXTRAEHl':l

Il bossolo, come si è detto aYanti, è unito al proirtto in modo da costitufre il cartoccio a proietto, e la carica ùi lancio in esso contenuta è oppottnnmn ente protett a mediante sacchetto di garza ed è centrata mediante appositi anelli di materia inerte che alla pa1·tenza del colpo si polverizzano .. Cost dispost a, l ;:t carica che è innescata mediante una adeguata qua1n t ità, di poh e1·c nera, si troYa n ella migliore posizione rispetto alla :fiamma che il cannello produce qua ndo si fa scatt are il congegno di sparo. Le spolette impiega te nel tiro con tron e rei so1110 a fun7,ion!l m~nto esclt1sivamente a tempo. Farnno eccezione quelle impiega te nelle armi automatil-he di calibro molto pic('olo (20 -;- 37 mm.) che son o a percussion i:'., sensibili. Le Sipolette a tempo sono IJ)iriche o mecc&11iche; le prime, a.d a111elli o a miccia, sono ,d el tipo cosi eletto a sfogatoi interni, con c~mera cli compensazione di pressione, e sono tali che la combustione avviene regolarmente anche alle più alte quote. Le spolette meccaniche contengono, Ì(l1Vece, un cronometro cli precisione, con motore a molla, e danno affidame~t o più ampio di buon funzioname nto e di grande precisione, ma so110 noternlmente più costose delle piriche. 3. - Del canuone c.~. da 75/ 46 si ebbero tre tipi: - il 75/46 mod . 34 : esclusivamente campf,lle; - il 75/46 mod . 34 1\1: anch 'esso eselnsivarnente c:ampale; non è che il precedente modificato sia nell'istallazione. senza avantreno, che nella b.d.f .; - il 75/ 46 mod. 40: esclusivamente da posizione (differiva nel freno che nel mod. 34 è a dneulo varinbile <:0111, l'elev;1zione, e [lel non avere il congegn o di livellamento del supporto del perno a forcella cbe obbliga ad un tellljpo maggiore per la messa in batteria, - spian amento del terreno) .

Booaai c~a. f'u,oco di acciaio specif1le composta da due tubi a forzament o negativo separabili a freddo sul p osto. -572 -


IL

Pf!IMO nINNOVA M: l(i\'l'O DMLL' Al!.TIGLIEfllA

CON'L'RAEUIDI

Otturatore a cuneo per bossolo metallico a scorrimento orizzonta le verso destra con manovra c1:apertura e chiusura a m:rno e autom atiça .

Fig. 103. - Cannone da 75/46 :}fod. 34.

Oon1gegwi cl>i puntamento a linea di mira inrdipenclente ed ;ilzo indipendente permetten ti il p unta men to indiretto con il pezzo asservito alla centrale e trasmissione dei cla ti elettrica (solo per i modelli 34 M) e t elefonica, ed a nche quello diretto. Dati 1uztmel'ioi : -

l nmgh ezza de1l a ùocca da fuoco, mm. 3450 rigatur a : uumer·o del)e l' ighe, 24 verso destroi-so . passo costante; peso del comple ;so in bntteria, kg. 3300 peso del complesso in posizione di tr;1 ino, kg. 4405 pressione dovuta alla carica di r egime atm . 2475 -

573-


L' AR'l'IGLIKRIA CON'THAEREI

~

velocità ini.ziale, rii/s 750 gittata massima s ull'orizzo11te m . 13000 altezza massima di t iro, m. 8500.

Affusto a [Piedistallo, ribaltabile per il traino s ullf.l piattaforma a. crociera. ~\:frust in o a forchetta livellabile. - altezza. dél gi11occhiello, mm. 1500. Oit.ZZa,

ai

m'(Lniaotto.

Fremo idraulico ad asta e contrasta, lunghezzsi del rinculo variabile con l'im:elinazione da mm . 1100 a 610: - composizione del liquid o p er il freno : glicerina 50 %, acqua 50 % __, qua1ntità liquido, l. 5.300. Riouperatore idropneumati.co, con olio incongelabile : -

qu;mtit à olio nel ricuperatore, l. 5 pressione nel ricuperatore a riposo, atm. 70 sett ore di t iro verticale, .- 2° + 90" settore di tiro orizzontale, 360°.

Eqitìlìbrnitori, due , agenti per diste111sione ad un ordine di molle .

Gra.à'ua,tore meccanico con comando a mano; il proietto deve e!:lsere graduato H segn ale di fuoco. I pr oietti gradur1ti e 1110n sparati, per essere r eim p~ega ti ,devono a vere la spoletta riportata a zero. Proietto: rriecc;màca ad - peso - peso

cartoccio granat a da 75/46 mod. 34 con spoletta orologeria da 75/46: del 1p roi.etto, kg. 6.50 del cartoccio granata completo, kg. 10~643.

Cia.1rica. di la.no ia. Polvere 02 in tubi

~:~

x 500, kg. 1.470

Traino meccanico, mediante l'applicazione al pezzo di una sala di sospensione elastica, con ruote gommate e freni ad espf:1I1· sio[);e comandabili dal trattore mediante trasmissione meccanic:a : - ca rreggiata ,d el pezzo, mm. 1400 . -

574: -


JL

PRDro

RlK~OVA:IU!"NTO DELL' AR'.L'JGLIERIA CO~TRAERID!

Corone circolari 7Jattiite Cannone dµ 75/46 Gra.n. da 75/4G - Mo<lello 36 e Modello 34 (V Quota

Ra:ggio interno

o

o

500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000 5500

90 180' 270, 360 460 550 G50 750 860

GOOO 6500 7000 7500 8000 8500

Raggio esterno

14460 14150 )3830 13480 13120 12740 12330 11900 11450 10950 10420 9840 9210 8500 7730 6820 5730 4300

970

1090 1220 1350 1500 1670 JS80 2]50

= 750)

.A.r!,)piezza

14460 14060 13650 13210 12760 12280 117 O 11250 1070(; 10090 9450 8750 7990 7150 6230 5150 3850 21!'i0

4. - Intanto, ·presso la Scuola d' i:trtiglieria e.a. di Nettuno, il cap. Gala - fra il J934 e il 1937 - riprend eva iJ1 esame il problema ormai improrogabile di una centrale di tiro . Schem~ticamente una centrale -di tiro contraereo comprt>nde : a) gruppo di organi destinati a ricavare i ,d ati di posizione attuale dell'aereo; b) gruppo di organi destinati a ricevere i dati di posizione attuale dell'aereo ed a fornire in base all'iiPotesi di vo)o secondo lp. quaJe il calcolatore è stato studiato i ·dati del1a .posizione futura dell'aereo; o) gru,ippo di organi desfilrnti a ricevere i dati ,d ella posiziollle futura dell'aereo e fornire con continuità i dati. di tiro corrispondenti; - 575 -


L' ARTIGL!(ì;RIA CONTRAEìREI

cl) gruppo di organi destinati a trasmettere i dati <li tiro

ai per.zi ; e) gruppo ,d i organi destinati a ricevere i dati cli tiro sui pezzi. Le posizioni ~ttuali. e future dell 'aereo sono .date secondo dive1·si sistemi di coordinate, generalmem,te : azimut, sito, distanza e graduazione di spoletta; in questo caso il dato cli distt;nza e éli sito corrisponderà. al d'a to cli gruduazione di spoletta .· I vari gr·uppi cli organi dello schema suddett o, sono colleg;:iti in serie fra loro; essi lavorano quindi contempor aineamente, e perciò una volta che n calcolato1·e sia avviato, nello stesso istante in cui il calcolatore regist ra o riceve una d ata posizi()(lle attuale dell'aereo, av-viene ai !Pezzi la ricezione dei d~ti cli tiro p e.1· il punto futuro dedotto dalla posizione attuale registr ata; SP quindi la registr azione dei dati attuali è eseguita con continuità; anche con continuità i pew;i saran no puntati al punto fu.turo, ed i colpi di uno stesso pezzo potranno partire c:on la massi ma celerità consentita dalle operazioni necessarie per graduare l a spoletta e caricare il pezzo.

I n base alle esperienze pratiche più ,r.ecenti, si esigevft dalle ce111tra1i automa tiche ,cli tiro contro aereo, la rispondenza alle seguenti conclir,ioni : a.) distanza di til'o massima, km. 10 b) quota. massima di tiro, km. 8 e) velocità massima clell'tiereo 150 m/s. à) realizzazione della massima precisio[le ·d i calcolo de~· dati di t iro cla t ra smettere ai pezzi, nel senso che questi debbono già essere corretti per la influenza del vento, iper la variazione della velocità i1niziale e per la. Vflriazione della densità dell' arfa; e) ·calcolo dei dati di tiro non solo 111el caso di rotta orizzontale dell'aereo (quota costante) ma anche nel caso di rotte inclinate (quota variabile) ; f) possibilit à cli spost;lre la posizione del pun to futuro, determinata. automaticame111te dalla centrale, 111el caso di r otta r,on rettilinea. Cioè JPOssibilità che la batteria, nel caso di rotta irregolare -- ii7G ··\


JL PRIMO Rl~"NO\'A ME~T() OELL'AR'l'IGLH:RIA C01'TRAE:lllU

dell'aereo, possf1 sparare, anche se con minore precisione, servooidosi dei dati di tiro calcolati dalla centrale relativame.nte ad una rotta intermedia , scelta opportunamente dal comandante di batteria (solo pel' lp. cent ra le Gamma); g) riduzio11e nei riguardi dell'impiego della centrale del numero delle malnovre al minimo i:nclisperlsabile, renden dole in pari tempo molto fa cili in modo che le operazioni che debbono essere eseguite ·clai serven ti, si limitino semplicemente ad attività manuali non imiportante. Ciò impor ta in conseguenza , la possibilità di ;:tddestrarre facilme nte e rapidamente i serventi all'impiego della centrale. Tale rid nzione di manovre e di eliminazione completa dei comandi a voce, esclude i1n modo quasi assoluto la possibilità di errori dovuti al !Personale (solo per la Gammra.); h) trasmissione elettrica dei dati di tiro e dei segnali. per gli ordini di fuoco ; i) possibilità di ren<lersi indipendenti dalle strade; l) possibilità di dislocare la centrale fuori della batteria ; ta le condizioITTJe comporta, in co111seguenza la necessità che la centrale sia dotata di un congegno per 113. eliminazione della parallasse, corrispon dente ad una distanza orizzcmta]e massima di 500 10.. fra batteria e centrale, e ad un, <lislivello massimo fr;i, <li eijse di 300 m. ; ni.) possibilità di accesso a t utte le parti della centrale e facilità di eseguire le riparazioni. Le varie centrali furono studiate tutte secondo lo schema indicato sopra, mfl. con tipi diversissimi. La prima 111ostr a cen trale fu quella. rood. 37. L'iipotesi fondamenta le italiana messa a base del lll!ostro sistema di tiro contraereo è la seguente: « la legge secondo cui vari~ nelle tre dimensioni dello spazio il moto dell'aereo continua a sussistere per il tempo a, noi 111ecessario per pretIJarare ed eseguire il tiro ed at proietto per descrivere la traiettoria)). La cent rale mod. 37 ser viva per il tiro a. pwntami-e~o indi~ retto e cl}iretto. E fu la prima volta che si facesse il tiro à punt amento indiretto. Nel cttso del tiro a p,umtarnen,t o indiretto ricava per extrapo:.

37


1,'AR'l'!GLrnlUA CON'rHAEREI

lazione grafica i dati di posizione futura òell'aereo (dista,n za futura , sit o futuro e direzione futur a) in base alla legge con la. quale variano rispetto al tempo i dati cli posizione p1·esente (distanza presente, direzione ipresente, sito presente). Questi da h di p osizi0tne futura trasmessi al per,zo, vengono trasformati in dati cli tiro. I n base alla distanza e sito futuri, il gracluatore <lel pezzo segnerà la gra.duazi0ll1e futura . Nel caso di. tiro a JYt()nta11nento cviretto, dopo di aver ricavato, sempre per extrapolazione grauca, i dati di posizione fu tura in modo a nalogo a quello indicato per il puntamento i,ndiretto, permette di dedurre i dati di tiro futul'i cioè : . - la ,distanza futura, che trt1smess1l al pezzo viene coovertita in d ati di t iro e, introdotta nel graduatore, insieme al si to futuro, permette cli ricavare l a graduazione di spoletta. T utto ciò analogamente a quanto avviene per il Uro a puntnmento indiretto; - la variazione di direzione : cioè la. differenza fr a, la direzione futura e la direzione all'istante di fu oco ; ; . ~ la variazione ,cli sito, cioè la ,d ifferenza fra il sito f uturo e il sito all'istante del fuoco. . Questo il principio genernle. La centrale mocl. 37 compreindeva : - uni tavolo 1p revisore; - u na colonnina <li punteria; - un generatore di corrente; - un telemet ro stereosropico ; - u na ca ssa collegamen ti: elettrico, fra tavolo [Previsore e colonni1n a cli punteria, fra tavolo e fonico; telefonico fra telemetro e t!,lvolo, fra tavolo e pezczi. Per il funzionamento della centrale mod. 37 occorrevnno 16 specializzati. 5. - Cannone mitragliera. da. 20 antica.no e antiaereo . - Ve ne furo(ll,o due tipi : il mod. 35 era per truppe mobili; il mod. 39 per la difesa. territoriale. Dati sormniµ,1r i e ca1·a,tte,r istici : ,M itragliatrice di grosso calibro del sistema a presa di gas nell'a1t1ima, con valvola cli regolazione . -

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'


IL

PHIMO HINNOVAMEN'l'O DlDLL' AR'l'IGJ,IIDHI,\

CON'l'RAIDREJI

Sistema cli chiusura a blorco-otturatore scorrevole e guidato da nerviiture della testa del pistone. Appoggio dato dall'otturatore contro la testata del castello. Alimentazione: con caricatori a piastrina capaci di 12 cartucce, coin possibilità ,di raffica prolungatµ, :ponendo a contatto di un caricatore il successivo.

Fig. 104. - i\:litragliera da 20 (esercitazione presso la Scuola e.a. Sabaudia).

Cartucce disposte nel piano di simmetria della canna ed in questa direttamente introdotte da uin alPpenclice anteriore del corpo del pistone, dura,n te il suo movimento cli avanzata. S:postamento. automatico a scatto del carkatore. Estrattore sfruttato sia per estrane la cartuceia· che per ril)Ortare a c.olpo p!lrtito, il bossolo sparato nell 'alloggiam~nto .del caricatore. Sistema cli SC!ltto : a,ll'otturatore (resta agga,nciata Pasta òello stantuffo). -

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L' ARTIGLIRRIA CON'TRA!i:REI

Affusto:

A treppiede organizzato iin ·modo da consentire la messa in batteria su qualsiasi terreno e <li livellare l a piattaforma fissa. Affustin,o ad aloni con piattaforma mobi1e e piastre di ~ggrap1pamento. Possibilità del tiro antiaereo e terrestre, senza alcuna modifica di congegni. 1'rasformazione rapida i,n affusto a ruot!:l, . per il t1·aino e scomposizione in parti, per il someggio. Pesi unitari che con... sentono, !l)er brevi tratti, anche il trasporto a spalla d'uomo. Ruote ,p rovviste di fusi eccentrici con scatole deformabili che consentono sospensione elastica durante il traino. Oo11i1.(Jegn,o éli dir~<Yne :

A ruot~ dentata portata dalla piattaforma :fissa e !'otismi portati dalla piat taforma mobile.

Oon,qegno di ele1;azi.011e: A settore dentato elicoidale portato dalla culla e vite senza fine coma(lldata da volantino, sistemato sul port{lculla. Omgegno cli pu.nta.m1311t.o : Alzo a cannocchiale organizzato per il tiro terrestre <: aintiaereo. Possibilità di segnare correzioni preventive per la velocità e rotta ,d'e ll'aereo. Dis1positivo per l'i1i1troduzione rapida di correzioni, dur;rnte il tiro. Sistemi e leve differe1iziali colleganti il ca,nnocchiale al movimento di elevazione della culla, che consentono, nel pia1110 zenitale, piccoli spostamenti dell'oculare, anche per ampi s1postameinti dell'arma. 1vlu nizioni : - Cartucce con proietti tr!!Ceianti; )) )) >> pe:rfora01,t i; esplodenti; )) )) )) )> ti'acciiànti, esplodenti; )) )) )) traccianti, esplodenti, autodistruggenti; )) )) >> extrasensibili; )) )) >) esplodenti, exb.·aseinsibili. -

580 -

'


IL PnIM:O RINNOVAM ENTO D1%L' AR.'l'lGr.tli;RIA CON'l'RAEHE1

Da.ti balistioi: - velocità iniziale, m/ s. 40; - celerit à di tiro, 220 colpi al l' ; - gitta ta mas::,ima sull'orizzonte, m. 5500; - altezza massima del tiro antiaereo, m. 2500; ~ p eso del proi etto perfo1·ante, gr. 140; - peso del !Proietto extrasensibile, gr . 135; - rigatura destrorsµ a passo costante; - numero delle righe, 8; - ,passo della rigatura, m/ m 724; - lnn ghezza òella canna , m/m 1300; - lu nghezza complessiva dell'arma, m/m 1870.

Dati di peso : - peso del pezzo i'l'l! batteria su installa zione a treppiede, Kg. 307,700 ; - peso del pezzo disposto per il traino, K g . 355,800 ; - ginocchieJJo per i,n stalJazione a treippìtcle, m/m 780; - ginocchiello per installazione su ruote, m/m. 885. 6. - Oamm.one c~a1 76/ 40. Nella seconda metù, dell'ann o 1933 fn clec:iso l'acquisto di m,. 240 b. -da f. da 76/40 dalla Marina Militar<'. L'Arsenale di Marina di Venezia progettava un prototìpo di candelfo1·e !I)er l'impiego della b. da f. sn postazione fissa : esso rispondeva bene · alle prove di tiro e fu banclit11 una gara per l'approvvigiona mento cli ·240 candelieri tra Je Ditte Ansnldo e OTO. La. gara fu aggiudicata alJa Ditta A,n snldo. L'Arsenale di ~farina. avev11 an1,che progettato un paiolo, ma non avendo risposto bene alle prove di tiro fu sostituito chi. altro progettato d nlla Direzione Superiore del S.T.A.M. Dati oara t:teristici deZ nv.a.teriale : Bocca da fuoco : - di acci1:1io, a pareti semplici; - l unghezza della !Parte rigata, m/ m . 2580,5 - cal. 33,9 ; - lunghezza totale, m/m . 3139 - eal. 41,2: - volume iniziale di combustione, dm3 2,120; -

581-


L' AilTIGLlEHIA COKTRAEJ.W:I

-

ipressione. dovut a alla ea.rica cli regime, atm. 24f50;

-

rignt ura

j \

m1mero ,clelle l'igl1e, 16; verso : dH sinistra a destra ; passo: d13 cal. 00 a c:al. 20 (progressiva)

Fig. 105 .• Complessi n avali da 7fi/.JO (visti tli fianco).

-

congegno di chiusura a vitonc, cili11cll'o tronco conico; congegno di sparo a percussione - a1:rnamento dur ainte l'~pertura dell'otluratore, e a mano ad otturatore chiuso;

-

peso

dell a b. da f. con otturatore, Kg. 600 ; j ddl'ottura tore, Kg. 25.

A.ffiMsto : A piedistallo : questo è fissato med iainte chiavarde acl una -

582 -

'


1L PRIMO RlNNOV.\:Mc:NTO DIDLI! ARTIGLIERIA CONTRAEREI

piattaforma (metàlUca od in legname) e ad un blocco di fondazione in, calcestruzzo. Freno idr;rnlico a nervatura nel cilindro coin pistoncino per il freno di ritorno : 1. 2,700..;-1,300 nella vaschetta di riserva di glicerina pura a densità 30°,6 Bé. - lunghezza. ·d i rinculo : m/m. 270; - ricuperatore a molla; _, settore verticale cli tiro : da - 5° a + 75"; - S(~ttore orizzontale di tiro : 3600; altezza dell'asse del pezzo -dallg piattaforma,, m/m. 1400;

-

della culla. completg e congegno di sito, Kg. 587; dell' affusto propriamente detto con gli aloni, Kg. 1000; peso del piedistallo a rum, Kg. 339; dell'affusto ·cOul!pleto, Kg. 2016; totale del cannoue con l'affusto, Kg. 2676.

Congeg1n,i <li puntamento : - co11gegno di mira. corretta ecl alzo incl.ipeindente a disco diagrammato con curve di egual dist anza; - congegno di puntamento indiretto, costituito da un indicatore della direzione, ,da u,n indi<.:atore ,del sito e alzo indipendente. Munizionament o: - granata ,d;:i. 76/40 (p = Kg. 6,000) confeziouata in cartoccio proietto ('peso pronto per lo sparo = Kg. 9,700). Cariche di lancio : - balistite con anilina in strisce 3 x 3 x 365 Kg. 0,970; - balistite seJJza an:ilina in strisce 3 x 3 x 365 Kg. 0,935; - Polvere 02 2 x 365 Kg. 1,035; - balistite 0,5 x 5 x 5 (per tiro a carica e distanza ridotte) Kg. 0,284;

..

Dati b;ilistici : - velocità iniziale, m/s. 690; - distanza massima sulla linea di sito, m. 7900. -583 -


L'ARTIGLIERIA CON'.L'RAElREI

7. - Come abbiamo detto, il primo sistema razionale di tiro e.a. lo dobbiamo al generale del servizio tecni co d'artiglieria Buffi· Nacquero nel contempo i primi cannom:i e.a. : il 75/27 C. K. campale auto-iportato, 75/ 27 A.V. da posizione, il 76/40 anch'esso cla posizione, ecc. Questi cannoni erano cleUe b.d.f. campali (75/27) o ,da marina (76/ 40 ... ) che, montati su affusti a candeliere, ,potevano sparare per angoli nzirnntali cli 360° e zenitali sino a 900, o 1poco meno. Ainche la balistica esterna venne adattata ai nuovi bisogni~ e comparvero le prime tavole cli tiro contro aerei sia 1numt>.ric:he che grafiche. La strada da percorrere però fu lunga.. Le teorie che nacquero, ed i relativi mezii messi a disposizione dell'artiglieria e.a ., furono del tutto inadeguati. Conseguentemente il l'isultato dell'artiglieria e.a. italiano, <lnrante l'ultimo conflitto, fu molto diverso da quello che avrebbe pot uto essere, ed il conseguente scetticismo sulla utilità cli questa arma se non del tutto gfosti:6.ciato, è certo spiegabile. Si iniziò col costituire delle btr. e.a. (guerra. 1915-18) che agivano isolatamente per difendere punti cli obbligato passaggio, comandi, ecc.. Successivamente vennero costituiti gruppi e.a., che dopo la fine del con,flitto, vennero orgnnizzati in r eggimenti e.a .. Lo scopo di questi reggimenti era quello deJlt1 difesa e.a. delle truppe operalllti, perchè iper difesa e.a. territoriale furono costituiti altri reiparti per lo più con personale territoriale (legioni e. a. della M.V.S.N.). Per ritorna.re ai reggimenti e.a . essi erano formati cla 3 o 4 gruppi, ognuno su 2 batterie da 75/ 27 O.K. autoportati su autocard Italai o Ceirano ed ogni gruppo comprend eva anche una ~eziooe foto-elettrica formata di 4 foto con proiettori da 90 cm., ehe era. munita anche di apparecchi di ascoltazione tipo S~gnac. Poco prima dello scoppio dell'ultimo conflitto, vennero formate batterie da 75/ 46 A[l,saldo, da 88 tedesche, da 90/53 Ansaldo. -

584 .,-


IL PRTMO Ul.KNOV All:CE'NTO D0LL' ARTIGL IERIA CONTRAERJDI

L'artiglieria campale e.a. (reggimenti) era fornita. inizialmente di cannoni da 75/27 O.K. (Commissione Krupp) . Questo .cannone er;:t quello campale da 75/ 2.7 mod. 06, modificato per il Uro e.a. e reso campale. Le modifiche sostanzialmente consistevano: - ottur;1tore a cuneo, automatico, con estrazione ed espulsione del bossolo durante il r·itorno in batteria; la. chiusura dell'otturatore ;:tvveniva all' atto del caricamento della b.d.f.: - affusto a candeliere, settore azimutale 360°; - culla a. manicotto, eoin settore zezn,itale di circa 90°.· 1vhMiizion1i:

Gra(l}lata e.a. a nucleo scannellato con spoletta ipirica, cµrica di lancio di balistite, con V = 510 m/ sec.; bossolo di ot tone. Graduatore normale per spoletta. Gorbgegno di rnira, :

Cannocchiale tipo Buffi, con oculare ;:t 90° r ispetto all'obiettivo, tale che il pnntatore cli sito e di direzione potesse seguire il bersaglio senza spostarsi dalla posizione. L'aiutatn te puntatore, messo da parte opposta: puntava il ,pezzo in elevaziorn::. Per il tiro a terrl;l ve,n iva impiegato il quadrante a livello Righi. L'organizzazione era fatta per il tiro diretto, col sistema Buffi. 1

Eist;e1na;. ,elfi tiro impiegato dal 75/'2/7 C.K. Il pezzo sparava. col sis'tema Buffi; sostituito poi dal sistema Gala; questi sistemi sono stati ipratic;:tmente gli unici a ,disposizione ih•elle btr. e.a. italiane. Il sistema consisteva nel determinare la rotta dell'nereo in direzione, sito, dista1nza. Con due goniometri ed un telemetro, in funzione del tempo, CO[lr d_ati discontinui ogni 10", veniva rilevata la posizione del)';:teI'.eO. I dati relativi venivano riportati su una tavoletta (tavolo Buffi) a tre scomparti, nei quali erano disegnati i grafici della rotta. Al Comando « calcolate J) del Com.te di btr., i gra-

585 -


L' AHTlGL[fj)HJA COKTHA~Hli:l

:tìci venivano estrapolati, e i dati dell'estrapolazione comunkati

ai pezzi per l'esecuzione del f uoco. I1 Buffi aveva prescritto che l 'extrapo.lazioine doveva essere fatta secon do la legge del moto, perchè l a relativa ipotesi si ba~ sava. su « moto variabile, con legge ug·uale a quella determirnatf,l durante i rilievi ottici )). Praticamente le cose si realizzavano molto diversamente dalle previsioni: le extrapolazioni Yenivano fotte ~ sentimento dagli O(peratori, e nelle migliori condizioni i-isultaviino rettilinee o quasi. Un miglioramento sensibi1e si ebbe col « tavolo previsore )) Gala : i dati venivano segnati <:on continuità, sn un pan111ello mobile, in fu,n:zione del tempo. Le extra1polazioni veniva[l}O ancbe eseguite con continuità. T uttf}via, anche col sistema Gala, qu ando la velocità dell 'aereo snpe1·ava nn certo limite, era quasi impossibile eseguire le extrapolazioni. Se il sistema B uffi si dimostrò in adeguato duran te l'ultimo conflitto, i deve però riconoscere che fn il primo sistema rnzionale di tiro e.a. che può essere utilizzato amche oggi dal punto di vista addestr~tivo del personale. Il Buffi studiò e realizzò anche du e centrali contro-aerei servi te <la 11n certo numero cli serYenti, che furono asservite ad una batteria sperimentale da !posizion e da 75/45, e che nel periodo Ìirl! cui venne 1·ealizza ta (primn -del 1935) rappresentò un progresso enorme ,nel Cflmpo cle11'artiglieria e.a .. P er il tiro nottnrno ern pt·evisto lo stesso sistema, ma il bersagJio doveva esse re illuminato. P er quest o ogni gruppo venne dotato di 4 fotoel ettriche, che dovevan o essere orient~te sul ber8aglio dall'ascolto, eseguito ('On apparecchi Sagnac : ogni foto aveva a disposizio,ne un ;3ppnrato <l'ascolto . Le bat terie cl a posizione della :ò:LV.S.N. erano armate con cannoni ,d a 76/ 40 e 76/45, i quali sparavano rispettivamente -pr oietti con velocità di 690 m/ sec. e 760 m/sec. Entrambi i proietti erano muniti. di spolet ta ,piri ca a sfogatoi estemi. I n un seco,n clo tem po venne studiato u:n proietto e.a. unico -586 -


IL PRIM O RlNNOVAì'l:fE'::-i'l'O DE'L L' AR'l '!GJ,IERIA CONTRAER.0I

da 76/ 40-45 mwnito di spolC'tta pirka mod . 36 a sfogatoio i:nterno. Per il tiro utilizzavnr10 1m tavolo Gala. Successivamente, e verso Ja fi ne della guerra, le bt r . e.a. ter· ritoriali vennero arma te cou l 'ottimo ea nnone e.a. da 90/ 53, però, per caroo,za di centrali cli tiro, veniva. prevalentemeint_e eseguito con queste b.d.f. tiro di sbarramento . . Per il tiro a bassa quot!) contro aerei a volo radente, venne utilizzato sia da repa rti campt11i eh.e da posizione, ·J.a initr. da 20 mm. realizzata sia dalla Breda che dall!) Isotta-Jì'rasc.hini. A queste armi bn se si aggiu nsero poi, verso la fine del conflitto, batterie da 88 tedesche complete di cent rali e cli mezzi ottiei di riHe,,o; ·alcnne btr. da 75/ 42 cecoslovacehe, poelie batterie da 75/46 (in t'ntto vennero costituite 100 b.d. f . ·di questo tipo) e poche btr. c;:impa li da 90/53. P er il tiro di notte entrarono in servizio degli ascoltatori Borlet.ti e rari esem1plari di foto -elettriche da 152 mm .. Per quanto il radio-localizzatore per il til-o fosse stato gfa inventato da, un ufficiale d'artiglieria italiano non fu possibile far e nascere in ItaJia un'i,n dustria elettroniea, (~ quindi j pochi apparecehi impiegati durante la guerra furono tedeschi. L a sola ditta S.A.F.A.R. di Milano cercò di realizzare, verso 1a. fine della guerra, dei radiolocnlizzatori e f1lla fine del conflitto il prototi1po non era stato ancora omologato. Per le centrali e.a . la situazione fu alquan:to migiiore . Venne st udiata una Cf'ntrale B.G.S. (Borletti - Galileo Sangiorgio), che vennne utilizzata per il cannone èl.a 90.1153., ma 111:e furono costruiti pochi esemplari. Pe1· sopperir€' alla scarsezza di ·calcolHtori c.11. automatiei, vennero ordinate in Ungheri~t alcune centra1i «Gamma)) che furono aecoppiate sia al 75/4G che al H0/53. In sintesi : il tiro e.a. italiano neg-Ji anni dal 20 alla fine d~J.l'ulti:mo eon,Jlitto, non fece molta strada. Le ciiuse ehe influirono negativamente sulla soluzione del problema dell'organizzazione dei mezzi furono varie, ma soiprattutto influì la mancanza dei mezzi economici messi a disposizione delle FF.AA. -

587 -


L' AllTIGL lERIA COXTilAEHl~I

B LE REALIZZAZIONI IN VISTA DELLA GUERRA E DURANTE LA GUERRA

8. - L'ariiglieria e.a. nei provvedimenti per l'efficienza dell' Esercito (luglio agosto 1938). - 9. - li 37 54. - I o. - Il 90;53. - 11. · B ocche da fuo co estere delle quali po temmo disporre (88/56 - 75/48 - 75/51 - 75/49); - 12; . Le sistem azioni di tiro. - 13. - La sistemaz ione Gam ma. - 14. - La sistemazione G. B.S. - I 5. - La s istemazione Zeiss. 16. - Altre sistemazioni per b.d.f. estere. - 17. - Panorama delle b.d.f. contraeree delle qu ali potemmo disporre p er e du rante la guerra 40-43 (specchio riassuntiv o).

8. - Il programma ttatciato nei « Provvedbr1enti per l'efficienza dell'Esercito » (vedi cap. VII, \P ag . 36l) del 31 lugJio 193 c:omportava un'a sseg,n azione di 200 milioni lf)er dotare l'Esercito di 3 gruppi per armata di cannoni. d11 75/ 4:(i mentre per la difesa del territorio preven tiv ava 400 milioni per 200 nuove batterie da 90 ( + 100 milioni p er le r elative munizioni) . 'l'r;1ttavasi di in dicazio,ni e cli computi di massima. Accostando il problema più <la vicino, per la difesa del territorio, il Sottosegretario alla guerra gein. P aria ni stabiliva (27 agosto 1938) : « Allestire : - 100 Sezioni (<li 2 armi) {li cr.mn . mitr . da 20 e 2 Unfoc; 20 Rczio11i (di 2 a1·mi) cli cann . m itr. dfl 37 e 2 Unfoc; ~ 110 btr . (di 4 pezzi) .aa. DO con l Unfoc. In compl:esso cil'ea 431 milioni. I rima nenti 69 milio.ni saranoo impiegati per ce11 trali cli til'O, mn terin li per r eti di avvistamento ecc. ,, . Questo nuovo impulso fa ceva stat o essenzialmente su di una nuov~ bocca, da fuoco contrp.erea più poten te del 75, di calibro quinitli m ~11ggiore (frn il 75 ed il 100) : poteva essere, come fu, il 90 e gi à s i or ientavano verso cli e~sa gli s t udi. Bocca da fuoco essenzialmen te organizzata per i contraerei au tocampali: però -

:'>88 ---·


LE Rll}ALfZZAZlOXI Jì\' VISTA ))ELLA G-UEfU{A D DU RANTE LA GUIDRHA

non ne era escluso l'impiego da installazioni :fisse (impiego dunque mobile e da .posizione). Nel frattempo doveva ·procedere la costruzione -dei 75/ 46 e anzi se ne dovevpno llffrettare i tempi in modo da. coiprire col 75/46 la produzione lasciata vuota dal 90. Conclusione - ordinava il Sottosegretario àllp guerra nel novembre 1938 - << dar sotto in tutti i campi, perchè la sit uazione esige che tutto sia risolto al pi.ù presto )). 9. - I n questo clima trovavano definizione il cannone da 37/54 e la nostra nuova e certo più importante bocca da fuoco e.a., il car111011e da 90/53. Ci soffermiamo brevemente prima sul cannone da 37-54. Studi ed esperienze ci d imostrava no come oltre i mille metri il pezzo da 20 fosse inefficace mentre il cannone da 75 o quello stesso da. 90 non riusciva f,I. seguire l'aereo al cli sotto dei 2000 metri. Occorr eva dunque un pezzo 1per la zo,n a intermedia. Esso poteva essere il 37/54 disponibile presso la Breda che già lo aveva. studiato e portato a termine. Occorreva soltanto concludeme la definizione dell' affusto,. Questo pei~o comunq:ue sarebbe stato assegnato alla di.fesa del tenitorio . Oan(none mitraigl1:erw dJa 37154 ,.morL. 39. Fu adottato nel n ovembre· 1939 : su affusto a. piattaforma .aa posizione. Og,n,i batteria aveva 4 ipezzi, una R 8 Gamma, 2 stereoteJemetri spalleggiati, 4 paiuoli.. Caratteristiche : v ·= 800 ; X = 6800, Y = 4000; celerità 140 al priino ; durata clel tracciante 16 sec.; peso proietto 830 gr.; peso del complesso 1419 kg.; cadcatore a 6 colpi; corona circolare a 3000 m., ri = m. 560, 1j., = 2680; a = 2120 - - R 8 fornisce alllgolo di rotta velocità e quota . Complessi adatti alla difesa di obiettivi vul111erabili di limitate dimensioni ch e costringano aerei ad abbassarsi fra i 1.000 e i 2.000 m .. A causa scarsezza munizionamento le batterie ,potevano eseguire solo tiro in caccia diurno oppure 111ottlll'no qu~ndo l'aereo fosse illuminato dal proiettore. Il capnone mitragliera d~ 37/54 mod. 41 era analogo al precedente ma campale. Doveva essere trainato dal T.L. 37.

,


L ' AH'l'IGL!J:~RJA COJ\TBAGilEI

Alla :fine pei-ò si rinnndò a (:Ostit uire lnit.terie campali e si ·previde solo nn fabbisogno per la DITER., tutto su affusto da. posizione.

F ig . 106. - Cannone mì tragiìer a da 37 /5<1 (Breda).

10. - Per la boera da fooco del calibro 90, la D.S. · S.'J'.A.M. forma,,a la su;1 attenzione su una realizzazione dell' Ansaldo appunto di questo calibro, desti·m rta alla Mari na. Precisate all' Ansaldo le particolari esige,nze cle.ll'E. ne velme la ,ele:finizioue di massima del 90/ 53. L'ordine di iniziare le l;worazioni per i complessi da 9Q/ 53 venne dato il aprile 1939. Mentre venivano avviate t ali lavo-

r

-

590 -


LEl RIDALJZZAZIONI IN VISTA DELLA GUERRA_ ID DU RAN'.l'I~ LA GU ERRA

Fig. 107. - ·cannone da 90/53 su affusto campale .

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1

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Fig. 108. - Autocan uone da 90/53 (es(~rci tazioue presso la Scuola e.a. Sabaudia).

591


L' ,\R'.l.'IGLU~nI A CON'l'RAIDREI

razioni si doveva iproceclerc, per ordine -della D.S . S.T.A.M. all'aprontam ento di due batterie sperime111tali di quattro pezzi ciascuna, l'una cs1mpale e l'altra da p osizione, d a sot toporre al più presto possibile alle :prove <1i omologazione. I disegni costruttivi, la cui aut orizzazione allo sviluppo era ~tata duta il 9 giugno, furon o pl'01nti nel settembre 1939 ed il 30 gemnaio 1940 il primo complesso da posizione risultò ulti mato . Colla udato al tiro - le munizioni ancorsi inesistenti furono fornite dalla Ma r ina - le prove di omologazione ebbero luogo a. Kettunia a partire di:!l 3 apr ile ' 40 alla !Presenza della Commissione permaneinte per i materia li contraerei, presieduta dal gen. Bucci. P er tali prove il com plesso fn sistemato su un carro piattaforma. approntato dalla Motomeccanica. Il 30 aQ)rile i rimarnenti 7 complessi d estinati a costituire le due b~tterie sperimentali erano anch' essi ultimat i. Le caratteristiche del 90/ 53 erano le seguemti :

Boooa, ét(4 fiwo.o di acciaiò a pareti sem plici con cul att a avvitata a freddo e separabile. (Possibilità di Cf:lmbiare la bocca da fuoco) . Otti1,ratore a cuneo per bossolo metamco a scorrime'.1~to oriz7,ontale verso destrH con manovra a mano e automgtica. Congeqna di puntamento ~ linea di m ira indipendente ed alzo indipendente, permettenti il puntamento indìretto, coo il pt"zzo asservito all a ce:ntr-ale e t rasmission e elettrica e telc>fonica, ed anche quello diretto. D'at i n 11.ttnier foi :

Lunghezza totale della bocca d a fu oco mm . 4736; Calibri, 53 ; numerd delle r ighe, 28; Rigatura } verso destrorso, p13sso costante ; P eso <l'el complesso, kg. 5200; Densità di° cal'icamento, 0.640; P ressione max da non superare, atm . 3600 ; P ressione dovuta alla carica di regime, atm. 3100-3200;


Llil RIDALIZZAZ!ONI IN VIS'.rA DELLA GUERRA ID DURANTE) LA GUERRA

Velocità iniziale, m/s . 840; Gittata max snll' orizzointe, m . 17.400; Altezza massima di tiro, m. 12.000 . .A.ff:usto a piedist~llo con affustino e forch etta livellabile : - angolo massimo cli livellamento, 8°; - altezza del ginocchiello, mm . 1450.

CuUC1; a, mJa,nicotto. Freno idlra.ulico ad asta e contrasta; - lunghezza del r inculo variabile con l'elevazione da mm. 1100 p. 800; - congegno regolatore esterno analogo a quello del 75/46; _, composizione del liquido : glicerina 50 %, acqua distill ata 50 %. Dite -

riouperatori idropnei1,rnatici : liq nido (glicerina 75 %, alcool 25 %) ; azoto; pressione a riposo, atm. 55; !Pressione a massimo rinculo, atm. 100; settore di tiro vertiq1le, - 2<> + 85°; ~ settore ,cli tiro orizzontale, 360°.

Grafi'(U).(1;;tore; meccanico con funzionamento a mano: avviso di proietto graduato. Il proietto deve essere graduato al segnale di fuoco. I proietti graduati e 111'on sparati, !Per poter essere reimipiegµ.ti devono avere l a spoletta riportata a zero. Il complesso campale è montato su una pro1pria piazzuola mobile.

P/ro1ie'tti: grrmata. da 90/53, kg. 10,100 munita di spoletta a. tempo mod. 36; e cli spoletta meccanica mod. 36.

Owrioa di l(l!ncio : Polvere N .A .0 . in striscie 1.35 x 10 x 520, kg. 2.870. T1y1,ino : meccanico, mediante costituzione di una vettura af~ fusto a\ due assi con 4 ruote gommate a sospensione elastica. -

38

593 -


L' ARTIGLIIDnIA COZ'{TRAIDREI

Corone oiroolari battute

Cannone da 90/53 - Carica ridotta Il.aggio interno

Raggio esterno

(V = 750)

Ampiezza

Quota

o

14920

14920

o

100

14640

14540

500

185

14345

14160

1000

275

14040

13765

1500

365

13720

13355

2000

460

13390

12930

2500

550

13050

12500

3000

650 .

12670

12020

3500

750

12280

11530

4000

850

11880

11030

4500

960

11450

10490

5000

1070

11010

9940

5500

1180

10540

9360

6000

1300

10020

8720

6500

1440

9470

8030

7000

1580

880

7300

7500

1735

8220

6485

' 8000

1905

7480

5575

8500

2100

6600

4500

9000

2350

5520

3170

9500

2710

4080

1370

10000

-

594-


LEl RElALIZZAZIONI IN VIS'l'A DIDLLA GUERRA El DURANTE LA GUERRA

11. - Guerra durante, 1Per sopperire alle necessità. della difesa e.a.. s.pecie in A.S., si otte,n nero dalla Germania i materiali per alcune batterie da 88/56 : di esse l'Esercito ne ebbe 8 battE-rie - tutte a Tripoli - (1941) e la Milizia 3. Successivamente se ,n e ebbero delle altre. Però la Germania, in c;:imbio delle b.d.f. e delle munizioni, ci richiese materie prime. Successivamente la G. commise a)]a. Casa '.A nsaldo tubi anim;1, blocchi di culatta ed eleni,e111.ti anteri011; aJ.la. Vickers-T.e rni sbozz,a,tl per tubianimfl,. L'Ansaldo ne costruì anche per noi.

Ca,n,n,one da 88/56 1no,dJ. 18/ 3(i. Bocca da fuoco di acciaio speciale composta da due_elementi a forzamento negativo separabili ;:i, freddo sul posto e un, blocco di culatta. Ottwra,to1·e .a cuneo _!Per bossolo metallico a scorrimento orizzontale verso destra con manovra d'apertura e chiusura a mano edi automatica. Oon.geg·n i di prwnta,m,en,to a linea -d i mir;:t indipendente ed alzo indipendente, permettenti il puntame:r;ito indiretto con il pezzo asservito alla cen,t raJe e trasmissione dei dati elettrica e telefo1nica, ed anche quello diretto.

D~et.ti rvulni'!3rici : - lunghezza della bocca da fuoco, calibri 56; - peso del complesso in, batteria, kg. 5500; - peso del complesso al traino, kg. 7500: - velocità iniziale, m/s. 820; - gittata massima. sull'orizzonte, m. 14600; - altezza massima di tiro, m. 10400. f.l,d

Affu,s,to a piedistallo con piattaforma a crociera, a:ffustino aloni livellabile : - angolo wassimo di livellamento, 7°. C,ulla, raiJ, U.

Tlr.eno idraulico ad asta e doppia contrasta (la maggiore, -

595 -


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Fig. 110. - Cannone da 88156 Mod. 18/36 (su carrello per il traino).


L' ARTIGLilllRIA CON'l'R AIDllu:I

cava ed unita al cilindro, serve per il rinculo, la minore, forata e collegata all'asta serve per il ritorno). R egolat ore aut omatico della quaJI1itità, di liquido. Congegno ridutt ore del rinculo : - lunghezza di rinculo, da mm . 1050 a 'i50; - liqui"do { nel frèino, 1. 10,7 ; nel regolatore, 1. 1.

Ric11,pe1·a,tore idropneumatico : - liquido, litri 19. - aria, litri 19,8; - pressione a riiposo, atm. 38 circa; - settore di tiro verticale, da - 3° a + 85°; - settore di t iro orizzontale, 360". (Il pezzo non può compiere più {li due gi ri per parte rispetto ad una posizione ceint ra1e, ad evitaa.•e r otture del cavo cli collegamento). Oa,r foa.tore

autorrM tico (eventuale) .

Equilibra.tori, due, agenti per distensione, a semplice ordine di molle.

Gra'il!u,atore mecca([liico, con comando a mano; 1Permette di graduare due proietti, introdotti verticalmente dall'alto in basso. Avviso di proietto graduato. I proietti, una volta i1ntrodotti sono subit o graduati e seguono eventuali variazioni di spoletta in guisa da essere sempre pronti. I proietti estratti graduat i e non sparati possono essere reiilljpiegati senza particolari accorgimenti. P.roietti : cartoccio granata da 88/ 56 con spoletta mecca111ica ad orologeria. Cartoccio granata perforante da 88/56.

Traino : meccanico media nte l' ~pplicazione di due carrelli a due ruote gommate a sospensione el astica; freni ad espalllsione coma1n dati dal trattore mediante tubazione a d aria comp1·Pssa ed a mano da ser vente seduto s u uno dei carrelli. -

588 ·-


Llil RIDALIZZAZIONI IN VISTA DELLA GUERRA El DURANTE LA GU ERRA

éorone o-iroola.r i batt1ite.

Cannone da 88/56 R aggio interno

Raggio esterno

(V = 820) Ampiezza

Quota

o

10770

10780

o

40

10720

10680.

500

80

10655

10575

1000

125

105'70 ·

10445

1500

165

10460

10295

2000

210

10325

10115

2500

260

10160

9900

3000

305

9960

9655

3500

360

9730

9370

4000

410

9470

9060

4500

465

9165

8700

5000

520

8810

8290

5500

575

8420

7845

tWOO

635

8000

7365

6500

690

7505

6815

7000

760

6950

6190

7500

825

6290

5465

8000

910

5505

4595

8500

990

4575

3585

9000

1090

3240

2150

9500

1160

1970

810

9800

-

599 -


L' ARTI GLJIDRIA CONTRARREI

Oltre al precedeinite, si ebbero dalli Germania altre bocche da fuoco essenzialmente contraer ee, quali il 75/ 48 Skoda, con cui furono costituiti tre gruppi (1941) : 41° Gr. a Corinto, 42° a Tripoli, 43') e Sirte e poi 11111 qu arto - il 46° di 2 btr. presso il deposito del 1° Regg. e.a. Oanffl!on1e da 75/48 Skocla,.

B oco~ éta, fiwco di acci aio, compostf.l, con tubo anima sfilabile a freddo e freno di bocca.

Ott,wratore a cuneo per bossolo metallico, a scorrimento verticale, con manovra per l'apertu ra a mano ed antomf,ltico, chiusura automatica. Oon,gegn1i d'!i vwitamen,t o. Pezzo asservi to alla centrale con ricevitori elettrici (anche telefonici) f.ld indici e controindici : - 1Peso del complesso in battel'ia, kg. 2800; - peso del complesso al traiin,o, kg. 4200 ; - velocità iniziale, m/ s 775; - gittata massima, m . 14000; - altezza. massima, m. 9200. - celerità di tiro, colpi al minuto 20. Affusto a piedistallo con sottf.lffusto a crociera. Oulla, contenente freno idraulico e ricu peratore. Trajno meccanico in, unica vettura .

.A..nche da1lf.l Germania si ebbero i materiali e 1e munizioni per due gruppi da posb,ione (ag. 41) òa 75/49 Vickers : il XXV a Oat nnia. e il XXVII a, Napoli.

Oannone (Ca, 75/ 49 (Vickers). Boooa, dla1 fuoco di acciaio a tubo anima, ma nicotto e blocco di culatta, iowestito o caldo su l manicotto. T ubo anima sfì.labile a freddo attraverso la culp.t ta . ;

Ottura.tare prismatico a movimento orizzontale, orgauizzato

anche per l'aipertura automutica . Cari camento a mano. -

600 -


Fig, 1.11. - Caunoue da 75 Skoda (in posizione di t r alno).


602 -

L' ART IGLIERIA CONTRAEREI

-


603 -

L I~ RU:ALIZZAZI0:-11 IN VI STA L;l<: LLA GU l<:nHA E l>URAì'-T E LA GUERRA

-


L' ,\HTIGL IEHIA CONTRAER EI

Afftt-sto i• piattafonna con coda a crociera. Sull' affusto soino sistemati i congegni di punteria in direzione ed i,n elevazione. Ricevit ori elettrici con motorino alimen t ati con corrent <' con. tiuua: -

peso del p1·oietto, kg. 6,5; velocità iniziale tabulare, m / s. 795; gittata massima , m . 14000; quotu massima, m. 10000: durata 30 seco111di, m. 9250; peso del o;>ezzo in batteria, kg. 4000; peso clel pezzo ~l traino, kg. 5000.

I ,n oltre, con i materh11i ·<U P.B. francesi, avuti pure dalla Germ ania, .fm·ono costituiti due gru(Ppi di 2 btr. (1941) a P adova per l' A .S. cli : Cwn.noni da, 75/ GJ mocl. 32 (,rntocampali) . Il pezzo d a 75/ nl è costituit o da due vetture : una t r attricé ed una vettura cannone. Quest 'nltima. è un r imorchio a 4 ruote p11eumatiche, con sospensione elastica che conse,nte una velocità di traino d i 40 km/ ora . Il m ateriale da 7fl/ f,l è or ganizzato per l'esecuzione del t iro a puntamento indiretto. Boooo, éea, fiwco . E ' costitnitrt dal tubo anima , da un ma· nicotto e dal iprisma di cnlatta. L'ottiwa.tore è a cuneo, a scorrimento orizzontale, organizzato per la manovra di chiusura e apertura automatica ed a mano. Caricamento automatico od 01·d.inario. L'aff1u,sto è a piattaforma. Celerità di. tiro 15-20 colpi l'll min uto primo. - peso totale della bocca da fnoco in :J)Osizione di traino, kg. 5330; ~ peso totale rl.eJla bocca <la fuoco in batteria , kg . 3900; - gitta ta massima, rn . 13000; - ordinata ma ssima, m. 7200. Proietto : - velociHL inizi~le, da 715 a 685 m/s . ; - peso medio, kg. 6.700. -

604 -


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Fig. lH. - Cannone da 75/51 - Francese (in batLeriu).


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Fig. 115. - Cannone da 75/51 - F rancese (In posizione di traino).


LE REi\ LIZZAZ10"1I lN VIS'l'A DELLA GUERRA El DURANm LA GU!ililR,\

12 . . In complesso durante la gnerra per la difesa controaerei disponemmo di materiali di origine e di efficienza disparate (vedasi specchio più oltre) . E ssi per facilità òi esame, si possono così raggruppare: - materia li moderni : 75/ 46 mod. 34 in dotazione all'esercito; e 75/46 mocl. 34 :M: e 90/53 iper l' esercito e ltt milizia ; - materiali non mod erni ma ancora di buona efficacia : 76/ 40 ; 76/ 40 modifica to 35 ; 76/ 4.5, in dotazione per la maggior parte alla milizia e temporaneamente in piccola parte all'esercito ; - materiali di titpo antico : cla 75 C.K., 75/ 27 A.V .. 77/ 28 e.a. dell'esercito e della milizia; - materiali mocleDni c>steri in ,d istribuzione all'esercito e ~lla milizia rappresentati cla batterie da 88/ 55 Krupp, 75/ 48 Skoda, 75/49 Vickers, 75/51 francesi ricevuti dalla Germania.; in questa classe si il1cludono anche le ba tterie da 102/ 32 della Marina cedute all'esercito ed alla milizia. Questi materiali perchè potessero dr1re il massimo rendimento in ogni eventualità furono provvisti di: Materiali m,-0clerni : l) una sistemazione pdncipale cli tiro, moderna, automa-

tica, collegata elettricamente ai pezzi, organizzata esclusivamente per il punt!lmento indiretto di impiego normale ; 2) una sistemazione ausiliaria più seml))lice della prececl(>3lte, più econ omica , di più rapida entrata in azione, collegata telefonicamente con i pez:d, organizzata lt)er il pun,t amento indiretto e anche per qu ello clfretto, dr,t considerarsi ,di impiego eccezionale. Questa sistemazio11e si sarebbe impiegata alternativamen te com. la centrale principale, i•n caso di incursione di più aerei nemici ; da sol a invece in caso di gm1sto della sistem;1zione principale, o anche in un primo tempo, in caso di urgenza, mentre si avviaya. l'impiego della cenitral e 1primcipa le; 3) un mezzo di ripiego, sem!Plice, economico, per il puntamento diretto qu ando ma ncasse a\1.1,che lf:l sistemazione ausiliaria. -

607 -


J/ AilTIGL!JllRIA

CON'.l'R AEJREI

- Sistem·azione prinoivale d'i tiro. Le batterie da 75/ 46 furono munite cli sistemazione Gamma (dal nome dell~ ditta ungherese che ne aveva il brevetto e la cost ruiva), le batter ie da 90/ 53 de1la sistema~ione B.G.S. (Borletti, Galilei, San Giorgio) che poteva essere impiegata con opporturni adattamem.,ti anche dalle ba ttede da 75/46 (previa sostituzione dei cor pi balistici).

Da, sistemi.azione Ga1m:nui si componev~,: a) di una centrale con relativo telemetro da m. 4, separat o dalla centrale nell'impiego, ma trasportato sullo stesso carro; 7J) -di un equipaggiamento elettrico e t elefonico, che nelle batterie campali è tr~sportato su due carri ucno per il gruppo elettrico e l'altro p er i cavi, mentre 1per le batterie da posizione è impiegato un, solo car ro. La sistemazione B.G.S . era prevista di due t ipi: campale e da IPO.sizione. La sistema:done per batteria campale era composta: - da un a centrale con relativo telemetro in essa incorporato e da un carro per il ti·aspor to orga1nizzat o i[ll modo da consentire di essere trainato a velocità magg:i~pe di quell~ dei pezzi e da p ermettere da fermo il funzionamento della centrale sul car ro stesso; - da un equipaggiamento elettrico e telefonico t n tsportato su ~ltro carro ;

- Sistem~1z ione a11,siliarin. La sistemazione ausiliaria doveva essere considerata così composta : - ,d alla centrale propriamcrite ,d etta con relativo ca1'ro [)er il trasporto della ccnhaJe e del t elemetro con essa, lavorant e; - dall'equipa'ggiamento per trasmissioni telefoniche t rasportato sullo stesso carro della ce,n:trflle. Per il tipo di centrale da ipre.sceglicre come sistemazione n usi]iaria non fu presa in verità decisione defin itiva . Si peJ1sp che pot esse essere la centrale ausiliaria Zeiss 35 di cui già erano dotate le batterie da 88i56 che si ebbero df.llla Germa111ia. Telejm'et1~i. Fu stabilito che ciascunfl sistemazione principale Gamma o -

G08 -


LEl RJDALJZZAZlONI IN VISTA DELLA GUli'.RllA

f<)

DURANTE LA GUERRA

B .G.S. e ciascuna sistemazione Husiliaria avesse un unfro tipo di telemetro stereoscopico ·da 4 m .. Per la sistemazione B.G.S. era previsto che il telem<>t1·0 fosse incorporato con la centrale stessa, mentre per le altre (sistemazione Gamma) era indipe,n-.. dente dalla centrale e per ta nto 1provvisto di un proprio supposto a tre piedi. Con l'assegnazione di materiali più moderni, di centrali di tiro /Perfezionate, cli telemetri a gra,n dc base, e di sistemi chP. consentivano la trasmh,sione istantanea dei dati cli tiro, si er::i conferito al tiro in caccia ]a, volnta caratteristica. di tiro preparato, il solo capace di dare risultati veramente positivi. Le larghissime possibilità cli tali mezzi per,ò sarebbero state in buona parte frustrate se nel contempo ,non fosse stata assi.curata la invariabilità della cl1.trata della traiettoria, elemento essenziale della preparar.io11e del tiro, invariabilità che solo la ~poletta mecc;rnica. poteva consentire. Era dunque necessario stabilire che per l'esecuzione del tiro i,n caccia con il materia.le da '75/46 e da 90/53 si dovesse fare uso della s.p,olett:a, 1necoan:ioa e che l'impiego <lella spoletta ìPil'ica fosse limitato al tiro cli sbçirramento, al t iro al suono (quaindo questo problem;1 fosse stato risolto) e in tempo di pace ad alcune delJe esercitazioni di tiro. Per gli altri materiali meno recenti la Sl])Oletta pirica sarebbe stata, d'impiego normale perchè detti materiali per le loro c;uatteristiche più modeste dovevano essere impiegati alla difesa dei grandi centri abitati e qui.indi dovevano effettuare pri,ndpalmente tiri di sbarramento o ti.ri al suono. -

Jlfcder·iaZi meno recenU.

Le batterie. costituite con materiali meno recenti che eostituirono in sosta nza la massa delle !).rtiglierie co,ntraeree adibite alla difesa delle località più importanti del territori.o nar.ionale e la cui efficienza fu aumentata con l'adozione delle granate ,df.L 76/ 40-45 mod. 36, dovevano essere dotate (e in parte lo furoino) <lel tavolo previsore mod . 37, del telemetro stereoscopico dn posizione mod. 37 e dell'equ ~paggiame,nto elettrico e telefonico rel ativo . -

39

609 -


J/ ARTIGLH :rnA

CON'.l'l!AirnE-I

il va.volo pnwisore mod. 37 si componeva :

- di un tavolo previso1·e propriamen te detto; - di 1mft colonnina di punteria ; - di un generatore di corrente; - di un telemetro stereoscop ico. Altri materiali quali me1,zi di ripiego fu roOJo le tavolrtte del tiro contro;lereo modificate Seano-Binaghi [erano ufficiali cl.ella Dicat] (uQ'lia per batteria) - stereotel eruetri da m. 4 da posizi001e mod. 37 - graduatori mecc;rnici Borletti - graduatoti mecca nici :H'oco-Bassi. Le batterie pi ù antiquate (75 C.K.) fnrono dota te anch' esse del tavolo previsore mod. 37, dello stereotclemetro da m. 2,70, dell'equipaggiamen to elettrico e telefonico e de))a tavoletb1 di tiro controaereo qm1le mez1,o di r ipiego. A titolo di ricordo notia mo che Cl' H sta t;1 costituita una se11,ione sperimental e fotoelettrica e di aseolto presso la Scnola cli Tiro di Artiglieria di Kettunia . Essa fu dotatn di 3 proiettori cla 120 Ga lileo e tutta un a serie di ascoltatori elettroacustici e 1'el;:1t ivi asservimenti. Rimasero in esperimento.

esteri. Le batterie a.v nte clalla Germania (da 8S/ 56 - da 75/48) conservavano le loro pu1~Hcolari sistemazioo,,i prin cipali e secondarie cl i· tiro e ,precisamente : - bn.tterie dn 7!'> / 4.S SJrncla : cenh·ale Skoclfl T 7 n autorirnorchiabile ; - batterie ·da 88/ 5G: centrale Zeiss mocl . 36 e centrale Zeiss, mocl. 35, come sistemazione irnsiliaria; - batterie cli origine inglese 75/ 49 ~ Centrale Vickers; - batterie di origim! :francese , avute pure ,d alla Oennao1ia (da. 75/ 5J) : Centrale Aufìère mod. 35, Riste ma Riberollc . -

Jlf ate rial i

. 13. - La. sistem:a.~ione Gaonm<1< è di origine ungher ese e fu adottatn per le nostre batterie controaeree. N el 1941 era in corso una fornitura di 141 centrali : 60 per batteri e c;ampali cla 75/ 46, !5, per batterie da posizione da 75/ 4G, n per bf)ttcrie dn 75/ 46 c-lle già esistevano e 18 come riservn ed a{1destra.111ento alle Scuole e Derpositi. Di queste 51 si era no già, avute ,nell'ottobre -

610 -


L I<J RDALIZZA½JONI IN VISTA DELLA (fGERRA ID OURA:-ITrn LA GUERRA

J.941 e si contava su una ulteriore afUnenza di 7 al mese . P oichè ancora mancavano le G.B .S. per il 90/ 53, si pensò di distri-

buire anche alle l.ì11tterie da 90/53 delle centra U Gamma.

Manovella di direzione

Vii.e di fissagg io dell' orientamento

Vite per l'orie ntamento

Vi te di orizzontalità

Anello di o rientamento

Testa di orizzontalità

Impugnatura

«a»

V ite del so-

stegno ,·

F ig . llH. . Cen trale <(Gamma>>.

La sistemazione Gamma ebbe )a denomirw zio1n:e : centrale auto1natic~ per il tiro e.a. Gamma, ,Juhasz mod. 40. Il sistema su cui essa è basata è quello della determinazione delle variazioni lineari degli elementi che individuano la posizione dell'aereo rispetto alla centrale (direzione, dista,nza. orizzont~le e quota). -

(ill -


L' AH'J'fGLI EtllA CO.'.'l'l'RAl•'.REl

Tale sistema aveva il vantaggio rispetto acl altri sisterui {li permettere alla ceint1':.:i.le di fornire i dati di tiro !'elativi a qualsiasi quota. e a qualsiasi sito ; cioè, consentiv;:i alla centralt di non avere spazt mol'ti anche con, il massimo valore {lel sito e con la massima velocità cleU'aereo misnrabile dall'apposito congegno della centrale (150 m/ s.). La cen tr;:ile poteva essere messa in posizio[le anche fuo1·i della battel'ia, a.cl uina quota più alta o più bassa. esscu1do provvista <li u,n <lispositivo per la correzione degli errori cli parallas~e. La determinazione automatica dei d;:ili di tiro avveniva mantenendo costantenrnnte il centro del reticolo del cnnnocchiale (o dei cannocchiali) snl ber aglio, e introducendo continuamente r1ella. centrale, a me:;r,zo cli apposito vol antirno, la distanza del bersaglio stessa, determinata da un telemetro posto accanto aùa centrale. Nella costl'uzione non fu !Prevista l'applicazione diretta del telemetro alla centrale stessa, per 110111 essere costretti ad aumentare notevolmente ]e dimensioni. ed il peso cli qu est'ultima ed anche pel·chè i vantaggi che possono del'ivare da tal<, soluziotne sono contrapposti agli i~1convcnienti, che l'eJ1Clo110 discutibile la convenienza o meno cli avere nna connessio11e diretta fra centrale e telemetro. Ad eccezione <lella introduzione a mano della distamza telemetrica e della collimnzione continua al bersaglio, t utte fo altre oper~1zioni necessarie al calcolo dei dati di tiro ed alla loro trasmissione ai pez:;r,i, sono effettuHte automaticamente dalla cen~ trale. Allorchè si colJi:rna coin,tinuamente Hl bersaglio e si iintro<luce la distanza telemetrica, la centrale determina automaticamente la quota conispondente alla distanza tele1netl'ica introdotta ed all'angolo <li sito assunto dai c·!mnocchiali. Tale valore della quota è leggibile sempre su di un ap1posito indicatore. Una tale possibilità della centrale consente in alcuni casi, quando cioè si palesa v~ntaggioso, d'introdurre la quota dell'aereo ainzichè la ·distanza telemetrka dello stesso. Tale vantaggio si ha quando l'aereo, durante il suo moto, si mantiene a quota tostante. -

612 -


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Fig. 117. - Centl'ale

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Gamma ll.


L' AUTIO L IEIU .\ CO!\THAEHl·;I

I n t al Cfl . ·o, agen do ad apposita. leva di inn esto, si incl urle il funzionam ento de1l' introcluttore di ciuota e si esclncle l'introduzione ,d ella distanza te1emetrica, che rsulta s uperflu a. pokhè ei');;a. viene determinat a a utomHtic11mente clalla centrale a mezzo dell'angolo di sito (introdotto in ccntr!lle media1u:te collimazitl,nc~ dfr<,tta all'aereo) ed all a qu ota introdotta . Il comanrlante di bnttel'i.a è in grado di control1are COi-; tan temente il fumdona.mento tlella c entrale osscrvn ndo le grncln a,doni e gli indici po. ti sulht pat'ete fron tale cle]]a centrali:. P ui\ inoltre, introd u ne cle]] e correr.ioni e può dare degli ordini ,pH rintraccia r e il hel'silglio, per l' inizio e lii cc>ssazio,n e del foo('o . Questi nllimi or1li1ni veJ1gono clati azi onando il eomando del fonico cli fn oco. J,;t de terminazione degli elementi cli tiro si basa s ull'ipot r>~i che l'aereo manteng·a invariat a ·1a sua rotta (ol'i:,;zontnle od obliqua) e la sua Ye]ocità, per il tempo corrispo11dente nlla (l111·a ta della. tra iettoria . I n r el;:lz·ione a tn le ipo tesi ln c<>ntrale cli tiro cnlcola antomnticamonte, in m.oclo 1·apiclo e C'O ntinu o i <lnt'i di tiro r r>lativi al punto f uturo, la eui posizione viene geometricamente detPrmina ta clallfl centr ale stessa . Quando Ja rottH seguita d all'aereo si d iscost;1 chlll'i:potesi suddetta, cioè nel raso in cui si ha una rotta serpeggiante o c11rva , è possibile Ynri::l l'e. a ma110, fa direzione i,n cui si venà a trovar e il pu,nlo futuro , 11ss u nw11clo come rotta dell'aereo una rotta media. I n b nse a t ale introduzion e ili una rotta medi11 ln ceutrale a pporta automalicameute ni dati di tiro, le <·orrezioni necessarie. ~l'ale opera½i.one è rei-::a possibile i n quanto è costantem(>nte registrata su ,d i un vet1·0 smerigliato, in scala 1·iclot ta, la proiezione orizr.ontale della 1·otta dell' a ereo. P osteriornwnte a tale di:-<-o <li ,c>tro vi è una freccia che indica 1H d.irezi.one se coucl o h1 quale s~rà cletel'minata la po izione geometrica del punto futnro. L a clctei-mim1zione deJl a 1posizione del puin:to fut nro viene eseguita dallH cen trnle dopo a,·er (leterm.inato la ,eloci tà d el ber saglio. Tale velocità è d etem1in ata nella <.;entr~le « Gamma,Tnhasz >> a u tomatitnmente in modo semplic e.

-

614 -


L0 RE>ALIZZAZIO~I J)< VISTA OELT.A (H'EHRA 1" DURA>ITI~ LA GUERRA

La <letermiJ1 azione della veJorit.à viene effettuata o1tre che per la component e orir.zo.ntale aJl('he per la com poneute Yertj. cale (nel caso di volo fl quota non costa nte). I dati di velocità Yengono sfruttati per la determinazione dei dati di t iro. Il funzionamento dei vari orgnni <lclla centrale, basH to sui primcipi già, cita ti,__!permette di trasmettel'e a i pezzi i primi. clati di tiro relfltivi nd un 11ereo dopo C'll'Ca 10 secondi dal suo avvistamento. Dopo t nlc tempo ]n t ra!.mission c dei clati <li t iro è continua . La rcntra Je permette il calcolo clrl1;1 Yari,11.ione della gradua r,ione , inecessaJ'ia per te11e1· conto dello spos lnmento dcll'µereo dura1nite n tempo mol'to (tempo interconcn te tra l 'iuizio deJla graduazione e la parte11r.a clel co11J)O). Tale variazio11e viene nntomatknme11te a ::;omnrnrsi al valore della g ra<luazionc. Il valore del tem po morto, in i-;econcli., <~ illltrodueibilè s nlla grad ua,douc reln tiva il mer,1,0 di un bottone. 'rale valore viene sfrntlflto per Ja cl etcrminnzionc dri dati di til'o. I co1'pi bali lici, montati nellil cent1;a le 1 sen·ono per la determinazione d ei dati <li tiro del punto futuro, essendo costr uiti in base a lle ta\'olc di tiro .I dati di tiro d elle taYole di tiro si riferiscono n velocità ini7.iale eon os<:inta a <foterminate condir,ioni. atmo~ferfrhe (àensità, clell';nia, vento nullo) . La velocità iniziale de) proiettile, la pressione b::iromPtricH, la dit·er,io1n r e l'intensitù, clel vento son o soggette a vari:rniollli, rispet t o ai dat i tabulal'L n1riazioni che cl'ete1·minano uno spost amento clel ,p1mto cli i:;coppi o de) proietto rispc~tto al punto cli scoppi.o <'be si otterrehhe eE:eg·n enclo n tiro lllelle condizioni per cui. sono costruiti i cOJ>pi baJistici. !11 co1n , ep:uenzr1, occorrel'ù. apportare ai dati di tiro delle correr,ioni, relative ~• dette variar.ioni, iJ1 modo da port:ue il punto di. sc·oppio del proietto sul pnn to futuro . 'l'ali correzioni son o RPportate automntic nm<>ntc dalla centrnle ai dati di tfro, quando si introdurono 1n cgli apposi.ti. congegni., i n valore e segno, le v~ riar,i oni della velocità, inizi;1Je e della densità inizi ale dell'aria , no111chè la clirezioue e l'inteni-ità <lc•l vento. -

615 -


L , ARTIOLIE!ITA CO"KTUAF.IlF:l

La centra le co·n scn te l ' elimin azi one di e1T0ri sistematici che eventualmente possono ve1·ificn rsi nel tiro. A tale scopo il com:rn.(lan te di batterif:I può variore i dati di inclinazione, direzione e gra duazione 1-rasmessi ai pezzi , introducendo le relative correzioni in cent l'ale, a mez:r,o cli ap1positi bottoni. L'energia elettl'ica necessaria al fu nzion amento dei setvomotori della centrale è fornita da un1f:1 batteria di accumulatori che garantisce il fnnzionam ento continuo della centra1e per 3 ore.

Da,ti tecnici della oen.trale G om,m.a. (Con <.: 01·pi balisti ci per gt·anata da 7:' / 46 mocl . 34 con spoletta meccpni.cu) . Distanza telemetrica ~nt roducibile da 900 a 10.200 m. ; Angolo di sito, da 50 a + 1.400 millesimi; D:ista nzil cli tiro (sull'orizzonte senza correzione ,per V o), da 1.000 a S.700 m.; Quota cli tiro, da -100 a + 7.500 m .; Misurn automatica della velocità orizzontale (Cx), da 25 a 150 m/ sec. ; Velocità orizzonta.le iint rocl ucibiJc a mano ,cla O a 150 m/ sec. Misura automatica della velocità verticale, da 15 D 145 m/sec . ; Itntroduzione del tempo morto, da O ~ 4 sec. ; Durata di t raiettoria massim a, 25 s,ec. ; Spostamento orizzontale dell'nereo ammissibiJe 1pe1· 1n durata di traiettoria (o ± t), da O a 2.000 m . Spostamento orizzontale cl ell'!lreo dur an te le operazioni di gradna zi.one e cari.cmnento (0,. . t ,,), dpi O a 450 m. : Correzioni automfltiche pe1· le val'iazioni dei dati di til'o ra:bula.l'i. Variazio,ni introduc:ibili in centrnle : - per Ja velo<.:ità iniziale del proietto (Vo) , du - 35 a + 45 m/ sec. ; - per 1n densità dell' aria (110.) ± O,l kg . m. 3. Valori del vento introdndbili: - intensità, da O a 20 m/sec.; - ,d irezione, da O a 64 ettogracli. -

61.6 -


LID RIDALIZZAZIONI IK VIS'l'A Dli:LLA GUERRA

f<)

DUHA&TE LA GUERRA

Correzioni a mano dei dati cli tiro. Inclinazione ± 20 mHlesimi ; Direzione ± 20 millesimi; Graclua7,ione ± 0,5 secondi. Correzione della parr:illasse. Differenza cli quota della centrale rispetto alla batteria, da. 50 a 300 m. ; Distanza fra centrale e k1tteria, da O a. 500 m. ; Cµ.nnocchiali. I ngranidimento, 6 x Apertura libera dell'obiettivo 48 mm. Pupilla. d'uscita 8 mm. Emergenza. della pupi1la 18 mm . Can)Jpo reale 12°. Pesi. Centrale, chg. 352 cca. Treppiedi, chg. 102 cca . Cassa cli trasporto, chg. 260 cca. 14. - La siste11i1azfone ver la. d,irez-ione clel tfro oontroaerei B .G.S. (Borletti-Galilei-Sal1no·i rn.ghi) fu realizza7;ione italiana e veramente pregevole : essenzialmente doveva integrare Je 1possi.bilità del nostro 90/53 che in fatt ò cli tiro controaereo rappresentava lsi nostra. più potente b.cl.f . I coincetti informativi della sistemazione B.G.S. erano: 1) organizzazione razionnle e precisa de] tiro onde ottenere nel pi.ù breve tempo possibile gJi effetti voluti, usufruendo in ogni caso per la punteria, sia diretta che indiretta, dei dati calcolati <lµ una centrale di t iro; 2) meccainizzazione delle operazioni di calcolo dei dati di tiro nel caso cli moto rettilineo uniforme del bersaglio. Ricavo dei valori delle coordinate del punto cli scoppio per mezzo di operµzioni intuitive nel easo cli moto vario; 3) ra1pidità di m<~ssa in f mrnione cli tutta l'apparecehiatura rendenùo semplice e sicuri gli orgaini di collegamento ; -

617 -


L'AR'l'lGUEHIA C01'TR.-\EHl•)I

4) trasportabilità . itma, rapidità, e facilità di passaggio dalla sistemazi.one di 1Ta ino all!l sistemnzi.one di post azi.one e perciò montaggio di t utt;1 quanta l'llpparecchiatura opr a adatti carri rimorchio <li cost rur.ioue sernplic:e e robusta ; 5) possibilità cli eseguire tiro <liretto o til'o indiretto. Que· s t.'nltimo cent1·alizzato ed eventu almen te t elecom a'll<]ato. P ol'lsibilità di es<>gnirc il lii'<> su bersaglio temporaneamente occultato; 6) riduzione a l minimo del nnmero dei serYcllti : s<>i serventi compresi i pnnta tori P teleut<'trista .

Fig.

ns. - Ceutrale

cli Uro e.a. - R. G.S. al tra ino.

Ogni sistpmaziolle B.G.S. si compone delle seg-ncnti nppa · rerclliatul'e :princip ali : - Ceutrµle prirn cipale : Organh zatH ·ue1· il solo puntamento imlil'~tto con in1srni ·• !:-ione elett rita clei dnti di tiro. I dati che là cern t rale pnò fornire con conli nu ità sono i seg11pnt i: i = s + '1z +o:+ ~ C; inclin azione totale : somm a del sito presente, {lel1 a nniazione di $ito, dell'elevazione su sito e dell e co1·re;,;ì orni (con trosC'H r ti) eventna li ; d, = d + 6. rJ, + S + ~ Cd di1·ezione totale : somma del1a ·dii·ezione presente, della variM;ionc cli direzi one. ·dell o seostamento e delle con c7,ioni (cont.i-oscarti) e,·entunli; G = grn ,hrn zione cl i spoletta . ·- 618 -


LID REALIZZAZIOXI IN VISTA O·E1LLA QUiìjHRA ID DUl{AN'J:E LA GUERRA

Il funzio,name11to della centrale è automatico in c;:1so <li moto 1·ettili11eo u11ifonne èlel bersaglio, salvo l 'introduiion e una volta ta111to delle competenti velocità. - un telemetro da m. 4 di base; - due ,cain:nocchiali ,ùi puntamento binocnlari a grande luminosità., uno pe1~ il sito ed uno per la dil-ezione : - mi ca nnoc:ehiale per la determinazione della rotta ,d el nemico a disposizione clel comandante della batteria . L a trasmissione ai pezzi dei Y~lori angola1·i totali e dt>lla grncluazion c di spoletta avviene m<>diante t1·asmettitori. elettl'id :a corrente alternatn . I dati del tiro on o conetti tenendo conto della paralln ss<~ topogr11fica. delle v111·iazioui ,dovnte .t i moto <lel nemico, di qurlle ,doynte alle correzioni bulisrkhe st'guenti : - dri-in1zionc; - 6,V -

l:iC'

- vento; e cli eventunli rorre1.ioni del momento. La centra le è monh1ta u oppo1tono eano 1·imorchio organizzato in modo da poier permdte1·e la proter,ione com1plPta ed eflkace di (Juesta e degli organi ad e.·sa collegati durmi,te il traino. Tutta la sislemnzione è antotraiuata. - 0ano per il gruppo eletnogeno e trasporto dei cavi. Il gruppo elettrogn10 è deslimito acl eliroinnre i circuiti a corrent,, co11tin11a ed alternat;:i, uecessal"i rispettivamente per il funzionamento automatico della centrale prin<:ipale e per la trasmis ione dei dati cli iir o C'alrolati da questa ni 1wzz-i, nonchè per la t1·asmissio,n e dei segnali cli nttenti al fuoco . E' costituito da un motm·e a benzina rhe azioua 1m;:1 di1rnmo ecl 1111 alternatore. Il trnsporto clei cavi è assic:uraro dn nu 'op:portuna ineafltellatura 1·igicl11mente <·ollegaia al telaio cl<>l c:nrro e cost.l'nita in ma1nierrt <la permettere 1111 facile c·nrieo e sca rico dei rulli cli cavo. Su eletta. inrasteJlatnra sono monta ti : - n. 6 1·uJli ,<li cHvo multipolare, rlestinati al eollegamento -

G19 -


L' AR1'IGLIE.IH,\

COKT-RAEH 1n

tiella centr;-1le ai rpezzi e muniti di innrsti tali ,eia permctt<.•re mi rapido e sicuro collegnmento dei val'i elem enti fra 101·0, con la centrale e con la ca ssettn di smi~t amento cli cui appresso:

Fig. 1.19. - Sistema zioue della Cent1·alc cli

til'O

e.a . - B.G .S.

1 <:assetta di smistamento pel' il co]]egamento elettrico <lella e-entr ale ai val'i pezzi ; - n. 1 qu f1dro per l 'avviamen to ecl il eointroJlo del gruppo, sia per 1n parte elettrica, sia per il motore a benzi1J1a . -

11 .

- Carri rimor<:hio. E ssi sono in nume1·0 di due e destina ti, com e detto sopra, nl trasporto della ('entrale principa le, gl'llippo elettrogeno e -dei <·aYi cli coUcgamcnto. I telai dei tl·e <:~ni s0110 identici l'u110 ,1ll 'altro e costi·niti cou1, ae(·orgimcnti tali da pel'lnettere, si.1 il rapido t n,ino sn strnda, ia il rimor<·hio !;U terreno va1·io . -

620 -


LE RIDALIZZAZIONI rN VIS'l'A D0LLA GUEBRA ID DURANTI~ LA GUERRA

- Apparecchiatura ai gJezzi. Essa è costituita dai seguenti dispositivi: - congegno cli puntamento completo degli organi per il punt;1mento diretto e indiretto ; - graduatore di spoletta; - eveintnali organi p(~r il telecomando idranli.co . L'orga1nizzazione è fatta in modo da permettere, sia il puntamento diretto che iJ puntamento in diretto e da assicurare F alimentazione continn!l della bocca da fuoco con munizioni opportuna1ttente gradua te. E' i.inoltre prevista una sistemazione idrodinamica studiata in accordo con la Ditta Calwni e la Ditta Galileo 1p er il collegamento dei pezzi f:ll]a centrale, in maniera, che questi vengano direttamente condotti da quella senza l 'intervento dei 1mntatori ai pezzi. E' prevista una comunicazione telefoniea t ra la centrale princiipale e l a cassetta di smistamento . 'l'utti i carri rimorchio son:0 muniti cli easse attrezzi e vezzi di ricambio relativi alle apparecchiature moin,tate sul carro stesso. - Accessori. N. 4 binocoli, montati sni rispet tivi treppiedi, di gra11de luminosità, destinati ad un servizio di vedetta e S<~gnal!izione.

Lirniti di fiin·.donwrr11e11to della Centrale G.B.S. I limiti cli funzio1namento dell~ Centrale sono i seguenti : - distanza del bersaglio dalla batteria, da 1200 a 12.000 metri; - sito, da - 20° a + 90°; - velocità aereo, da O a 720 Km/ h (200 m/ sec.); - d urata. del tragitto, da 2 sec. l1 42 sec. ; - tempo morto, da O sec. a 10 scc. ; - inclinazione totale, da 0° a 1400"'>. 0

La. centrale cli tiro B.G.S. si basa essenzialmente sui seguenti coneetti : -

621 - ·


r/ ,\RTIGLll);HJA COKTRA ERm

il Yettore distanza, avente D come modulo ed e e cl ,come argo~ menti, vie.ne scomposto su una terna cli nssi. çartesiani nventi origi ne ncJ posto di ossei-vazione, secondo le equazioni : x

=

.D cos e cos cl

[J ] y

=

D cos s. sen d

in funzione del tempo t le coorclhrnte cartesinne x 1 y 1 z, (oppure xb, y1,, Zt,) ipossono e. primer, i come segue : X= DI ( t )

y

= D2 ( t)

Z

=

[2]

1)3 { t)

il cui sviluppo i,n serie d i ì\:foc L~1uin da:

D1 (t)

= Xt =

x0

+ xt + ¼

! xt 2

+ 1/ 3

! xt3

+ yt + 1/i ! yt2 = i/a ! yt3 ,., = "'O "' + ,,;,/. ,, + 1/2 ., zt2 = i/3 ·' z'3 = ~t

Dz (t) = Vt = Vo D 3 (t)

V

L a pl'i ma \PUÒ D (t}

SCl'ÌYel'Si :

clx

=: Xi

:--=

X0

d 2x

1

+ 7JI · t + 2

e .similmente le altr e.

Si com1wea1de così eome deJl'aereo secondo l 'asse x;

!~ dzx

d3 X

dt2 l 2 + 1I 6 clt3

t3

[3]

è la componente della velocità

--zii2

è l a componente secondo x,

delJ ' a('ceJerazione ecc.. Se il moto è rettilineo uniforme, le [3] si semplificano mol~o essendo le de1·ivate clel secondo or dine, e le seguenti, eguali a O: inoltre risnltel'à

-

622-


LE UE ALIZZAZ.LONI IìS VIS'.l'A orcr.,LA GUIT RR;\ m DUR AìSTE L ..\ CUJ·:rmA

per cui le [3] divc;n tano

[~bJ

Yt =?lo + yl

equazioni. di .Lin ee 1:ette nel piano i cui coefficienti ;rngolari sono rispettivamente x) y) .' i. Perciò uel suddetto ca so di moto rettilineo uniforme i diagrammi rispetto al tempo de]]e tre coordinate sono liinee rette la cui inclinazione è una misu ra e.folla componente della velocità del bersaglio lungo gli assi del riferimento. Nel caso di moto generale, ,d ette eoll1: V ,,, Vu, V , le compo11e01ti de]]~ velocità sui tre assi, avremo :

dx

V"-,=--=X

clt

dv . . l I 'Il = dt

= 11 ,.I

V •

dz

= - - =Z

clt

[5]

e quindi Finclinazione élella tangente ai diagrammi temporali a:, y, z misura la velocità istan t anea V x, Y 0 , V ,. Kel caso di moto r(Jttilin,eo unifonuc del bersaglio qualu111que punto futmo sarà univocament e ·determinato dalle relnzioni

cli

+

t

X ,0

=

V1,

= Yo + Vv · t

XO

Vx

[6]

dove t rappresenta l'intervallo di tempo fra l'istante attuale e quello futuro. Infatti, se consideriamo il diagramma y, 't acl esempio per un moto qualu nque si avrà 1;1 curva A. O, e l])er un mot o rettilineo, la. retta. A. B. [:fig. 120]. In questa ultim~ ipotesi si vede che per 't = t i - t. = O si ha Ys = Y• e per t1 - t,, = t si ha Yo + Vu ·i, che rappresenta appunto la retta. per A. B di coefficiente angolare V x, -

62,3 -


L' ARTIGLI!mIA COK1'IlAERI!:I

Nel caso di moto n on l'ettilineo u111,i fo1·me, avremo : X-8

=

X0

r

dx

t

+ J

o

-

dt

· clt Zs

Ys = Yo

+

ily

f dt · t

=

Z

+ o

dt

f

t

dz

- - · dt o ctt

[7]

0

B

'I e

I -

-

'o -

i..:

I

y1 I

I

to

t,

I

I

t F ig. 120.

Ln rappr esentazione secondo le [7] non è idonea a far conoscere preventivamente i valori dei p arametri nel tempo, e quin-0i conviene adottar e le illot azioni del'iva nti ,dalle [3] : X!!

'

Ys = Yo

z,

clx

= ;')' o + t . clt +

=

Zo

dv

li 2

l

+ t · clt + 1/2 l

2

azx

2

cztv

dt2

dt2

+ + ····

dz dz X + t . dt + 1/2 t2 ----;J,o2 + ...' -

624-

[8]


LlJl REALIZZAZIONI IN VISTA DE'LLA GUERRA ID DURANTIJ: LA GUERRA

Ma

dx

X 0

+

=

X0

+ tx =

Yo

+ l · dt =

Vo

+

&

t ·

dv

ty

x0

+

= ?lo +

Vx

·

t

1,\ · t

[9]

rappresentano i valori assunti dalle variabili alla fìrn~del tempo t, presi sulle tangenti istantanee dei ,diagrammi temporali delle f unzioni x, y, z, e quindi le divergenze tra i valori extrapol ati e quelli lungo la traiettoria reale sarao.mo rap[)resentati dnlle equazioni:

t3 d3 X cl t 3

~ = 1/ t2 (l2 y y

2

A

I

i

uz = f2

.

I

d t2

T

d2 z d t2

+

1/

+ ····

3

I

I

/3 .

ts da z d t3

+ ..

Sulla :fig. 2 è facile riconoscere il valore di

, = _1_ y

t2

2

.

d2 '.tJ d t

+ 1/3

I .

t3 d3 y

d t3

+ ..

infatti il punto iextrf.lpolato sulla tangente istantao1ea in a nell'intervallo di temipo t1 - t. + t è precisamente il pU1nto B. La t r aiettori a reale invece essendo rappresentata dalla curva A. O è manifesto che il segmento B O, è proprio il 6.v ce1:cato poichè l 'ordLn ata, di B vale y. + t V y. Mentre quella .di O vale t2

Yo

d2 y d t2

+tV + 2 11

-

40

t3

+ 3!

625 -

d3 '// -d t3

+


J/ ARTIGLIERIA

CONTRAEl{ IJ;I

E lp. differenza fra le due ordinate vale ~ !}

= -

l2 d2 y t3 d3 y --:-2 d t -. 3 . 3 ! d t-

Lo stesso ragionamento si può ripetere per le coordinate

a;

e z. Considerando le reali condizioni di moto degli aerei specialmente da bombardamento, co11tro i quali vi.eine impiegata l'artiglieria controaerei si può senza alcun arbitrio ammettere <:be la <liagrammazione temporale ,dei valori w) y) z dà origine a curve senza flessi e quidi tali da tendere inluitiva la correzione da effettuare per riportarsi dalla t angente alla curva. Ri~pilogando la centrale B.G.S. impiega per il calcolo delle coo1·clinp.te future )'equazioni genera li messe sotto la forma :

x, = x 0 y.

=

+ :xt + tl.,r,

vo + yt + tly

in cui il secondo membro coil'l•t.iene un complesso automatizzabile e -cioè i due primi termini, ed un complesso 01011 automatizzabile e cioè il terzo termine. I primi due te1'1Ili11i vengono materializzati con continuità, seco11tdo le equazioni [6] alla fine del ieID.jpO t equivalente alla <lurata della traiettorifl,. Ne consegue che in caso <li moto rettilineo uniforme del bersaglio le correzioni da apportare per ottenere una esatta extra,polazione saranno evidentemente Cix, Ciy . tiz.

Ma nella quasi totalità dei Cf:lsi praticamente i(Iliter1:ssàti, i diagrammi, pur essendo curvilinei sara01,n o sempre o crescenti o decrescenti e quindi risulta intuitivo non solo il senso ma fl1llche il v[:llore da dare alle correzioni 6,.,., /j.y e 6.., per ottenere le coordinate esatte di x., y., ~•. -

626 -


I,EJ RlllALIZZAZIONl IN VISTA DELLA GU ERRA '0 DU R,\NTE LA GU!tHRA

Oo111osciute le coordinate future, o dii s,coppio, si ricavano i valori della durata di traiettoria t, dell'inclinazione i e della direzione cl, dalle relazioni :

([12] cl

= a,rc

'//

t.a.110· _::..:..

"' x.

La gradua7,ione spoletta vie,n e invece calcolata tenendo eonto del tempo morto t,,,, Per far eiò si calcol11 una seconda terna di coordinate :

j[13]

corrispondenti a quelle forn ite dalla [G] : ma calcolate t,,. secondi prima del fuoco. Conosciute queste coo1·(l'inat<~ rli gradttazione, si ricava la graiduazione della spoletta relativ;:i, [)erfettamen,t e analoga alla [12] : G

= (3 (Doa , Zr,}

in cui :

[14]

Ai valori di t, G, d,, ve11gono apportate le correzioni geometriche e balistiche per la parallasse tovografica,, per il vento , per la va,riazù>ne cii ve locità ùnfa·iale, per la, varfo.e•ione dtel coeffi,oient.e baHstico ridotto O', per la der·iv·a,z'ione . La centrale B .(LS. costituita secondo i rrindpi su esposti presenta in definitiva le seguenti caratteristiche : -

627 -


L' All'l'IGLlli,RIA CONTRAERIDI

a,) calcola esattamente ed in modo completamente autom;:itico i da.ti di tiro nel caso di moto rettilineo uniforme del bersaglio; b) permette cli determinare i.n modo razionale e con buona app1·ossimazione i Llati di tiro anche nei casi più generali di moto ; o) calcola esa ttamen te le conezi011i balisti('he e la gtacluazionc spoletta, siµ per s~?olett<} meccaniche che piriche. La realizzazione simulta'Ilea delle caratteristiche a) e b) finora ottenute separatamea1.t e dalle -centrali ad ipotesi di tiro restrittive, per quanto rignardn il vnnto a.), e delle ccntr11li di tiro ad extrapolazione per quanto riguarda il punto 7J), rHppresentu una caratteristica i1ngolare e<l in teressante della C'ent.1·ale B.G.S. imche perchè essa avviene in modo affatto natm·ale con la s~mplice diagrammazione ed extrapolazione <:!elle coordinate cartesiane relative al bersaglio. Il fullzioname11to è completumein te automatico nel CHSO di moto rettilineo uniforme, pcrchè, una volta detenninoti i valoti Y., Vv, e V,, la .cen,tral e calcola <:011 continuità. i dati di tiro senzn nessll!n Hltro intervento, [rnc:he in caso di mancanza cli battu te telemetriche. Dato il sistema del rica.vo dei dati, la centrale B.G.S. consente di esegufre il tiro coutl·o bersagli.o temporain:enmente oc('.Ultato, giovandosi dei valori integrati delle componenti della velocità sui tre assi. Inoltre, la ceintrale può funzionare immediatamente in base ad una rotta ed tma velocità appr·ezz::ita mediante un aaJlJO~ito scompositore a disposizione del dfrettore del tiro. netto scompositore ric!;lva le comiponenti

della velocità apprezzata secondo :r ed v e permette cost di predeterminare l 'incJinf;lzione delle tange1)1,t i ai diagrammi temporali di x e v prima ancora rhe tali diagrnmmi siano avviati.

1.5. · Per le batterie tedesche da 88/56 si ebbero quale sistemazione pl"inciipale di tiro la ce11trale Zeiss mod. 36 ,e qnalE: sistemazione ausili~ria la centrale Zeiss mod. 35. -

628 -


LE RIDALIZZAZIONI. I N VISTA [)<ELLA GUl~RHA ID DU RAN'l'E LA GUJi,'JlRA

Della centrale Zeiss ,diciamo solta1n to che l'ipotesi fondamentale considerata. è la seguente: cc L'aereo cluraute il tempo cli t ragitto percorre una rotta rettilinea con velocità costante )). La centrale lr:1vora considerando la proiezione sul pialllo orizzontale passante per O del triangolo OPF [fi.g. 121] P ·= pi.unto presente;

F POF POP' FOF'

punto fnturo; = triangolo ·d i t iro; = )) )) mira ; = )) )) sparo.

s

f

p

P'

o Fig. 121.

I lati del triangolo di tiro proiettato sul pia1no orizzontale di lavoro sono rappresentati dfli valori :

X,, ,= distanza oriz?:onta]e p1'esente; X 1 = distanza orizzontale futura; H = spostamento del bersaglio sulla rotta. -

629 -


r/ AR'.l.'IG LI ERTA

CON'.1.'HAE'lnll

Questi valol'i appariscono nel calcolatore ridotti in u11a scala. 1/ 16666. - I dati (valori primi) <:on, i quali si· entra nella centrale sono: - direzione [)l'esente ; - sito presente; - distanza reale presente. La cent1·ale in base a taJi elementi calcola i dati cli tiro futuri : graduazione cli spoletta, inclinazio.ne futura, dil'ezione futura. I da t i di posizion e p1'esente vengo1no forniti dal telemetl'o; con la distan za 1·eale presente e con il sito prese.nte, si ricavano fa dist~nza orizzontale presente Xp e la q110ta presente hp. In fnnzi.011e delle successive distanze e direzio1n,i presenti si cletermin::i grafì.cmnellte la proiezione orizzontale clella 1·otta e conseguentemente l'angolo di rotta i1n , proiezione orizzontale e la velocità orizzontale clcll'ac1·eo. La proiezione orizzontale del punto futuro F viene determinat(:t mediante approssimazioni successive fo1, funzione clPll'angolo di rotta , della veloe;ità, orizzontale e della durata <'l i tragitto, I"icavauclo quest'uJ1.imri in funzione della quota (prestnte !ile costante; f utura se varia bile) e della proiezioue orizzc ntale della <listamq;a futura. I ,d·a.ti di tiro 1pel' il punto futnro sono co t riraYati: - graduazione> di spoletta : vien e r icavatn in funzione clell~ quota e della distanza orizzonta le futura lJ)iù una opportu na correziollw per il tempo morto; - inclinazione fut nra : viene ricavata in fun;,,ione della quota (p1'escnte se co tante : foturn se variabile) e della dii::.tanza 01·izr.on,tale futura; - direzione fntura : viene rìcsivata sommando algt•bricamente la clircziocr1e presente e la variazione cli <:lirezione ricavat a a sua volta in funzione dell'all'l·µ:olo cli rotta e delfa distanza orizzont~le fntufa (1). (1) Le possibilità di questa centrale sono limitate per il fatto che 11 punto futuro viene calcola to sn una rotta quasi rettilinea. ra1)i<li mutamenti cli rotta non possono qulncli essere senz'altro seguiti dalla centrale.

-

630 -


LE RlllALIZZAZIONI IN VISTA D(!;LLA GUIDRRA ID DURANTE LA (HJF.RRA

Parti principali clella centrale Zeiss sono : il teleme,t1•0 (m. 4 stereo) per la determinazione dei valori primi (direzione, sito a {listanza reale presente); ·il aalcoia.t ore . Il telemetro mis ura i valori pr imi necessari per le successive operazioni : angolo di di.rezione presente, angolo di sito presente, distanza _(o quot!l) presoote. Il calcolatore mediante elaborazi.om.e di questi valori primi determina i dati di tiro: angolo di direzione futura, angolo di inclinazione e gradnazio:ne di spoletta . La centrale ausiliRria Zeiss mod. 35 è basata sulla stessa ipotesi di quella principaJe : l'aereo, durante il temrpo cli tragitto percorre mm rott a rettilines1 con velocità, costaìll.t e. Sue caratteristiche : l) la centrale ausiliaria. funzioina co111 la misurazione delle velocità angolari del bersaglio. I dat i di tiro calcolati velJgOlllO trasmessi telefonicamente ai pezzi. 2) le C{U-atteristiche cl<~lla cein tralc ausili.aria Zeiss rispetto alla pr incipa le sono : - completa i ndipendenza da ogni congegno elettrico; - grain,clissima facilità nellR sua costruzione (forma a dato); - facilità di trasporto dato il suo peso non rilev8111te; - cos truzione noli molto costosa ; - p ossibilità cli costruzione in serie e in breve tempo . Quanto sopra è ottenuto rimmciando deliberat amente a iu tte le correzioni che non sono strettamente necessarie; perciò a questo apparecchio mancano le correzioni per il vento e 1p er la II)i:ll'allasse (correzione cli posi7.ione reciproca fra centr~Je e pezzi) le altre correzioni, come derivazione e stato d'uso d<~lla bocca da fuoco vengono considerate solo approssimativamente. 3) l 'apparecchi.o è separato dal telemetro; e perciò indispensabile che sia il telemetro che la centrale individ uino lo stesso obiettivo (distirnza fra telemetro e centrale non deve · essere superiore a circa 10 m.). I valori che devono essere introdotti 1n cen,t rale sono : angolo ,di direzione, angolo d i sito, dista nza. -

631 -


L'ARTIGLIERIA CONTRAEREI

16. · Altre sisteni.a.~ion.i 1uw b. d·.f. este11•e. - OentrtLli f r an,cesi .(cannone da 75/51 e.a.. francese). P er le poche batterie <li origine fr ao1,cesc da 75/51 (mobili) si ebbero le re lative centrali tutte clel tipo 'Riberolle . Nel qnal t ipo rienti-a appunto la centrale Anfière 32. Ipotesi comune alle centrali francesi di questo tipo è : rotta rettili,n ea, velocità. e ()nota. costante. La ce11trale elabora i dati di posizione prese:nti che vt-ngono introdotti con continuitù, ricavando la velocità trflsversa e quindi, moltiplicando questa ,,elocità. per il tem1po ori zzontale r adiale e la. velocit:1 .ofrr,zon t aln a1ormale (o conispondente a1Ja dnr;;ita JJiù il tempo morto), la centrale extrapola i dati pel" il pui1to futuro correggendoli anche per la cliffe1·enza cli posizione Tr a l a centrale stessa ed il cent1·0 d"ell a battel"ia . Le centl'~li Au:fìère mod. 32/ 39, o.r.L. mocl . 37 soll o carrt>ggiabili e lavorao10 col telemetro applicato alla centrale. La rentrnle Aufi.èr e mocl . 35 non ò carreggi nbile ed iJ telemetto non è port ato dal]a. centra le : il sito vieine fornito da una colmma di punta.mento.

P er le Rçliterie da 75/48 Skochl - nvute dall a Germam,i a si impiegpva Za1 Oenlrale « S l11oda, T 7 ri >>. La centrale prind Jpale Skocl a « T 7 in >> erve per il puiltamento del tiro e.a. a punta mento indiretto. E ssa determina automa ticamente e con c001,t i11uità. i tre elementi per il tiro indiretto cout ro aerei (inclin;:izioue7 direzione , grad.11azio11e di Sipo~ lett a) e permette contemporaneamente 1H loro trasmissione. per via elettrica e telefoJ1ica , ai pezzi. L'apparat o si basa snl principio li near e t achimelJ"ico, ed è composto di soli elementi m.ecra11ici; soltan to per la tr:.ismis sione dei dati cl i tiro, per l'impianto telefoni<:o e per l'illuminazione, si impiega corrente elett l'ica (continu a). Kel t ito contro aerei visibili (cli giorno) l'obbiettivo viooe, contin:uameJ1te seguito cl ai due ca,n11 occllinli. dell'apparat o; l'unico elemento -0a intr odurre nell 'apipar;1 to è la quota di volo, che deve essere fornita da un altimetro. P er il tiro contro ae1·ei invisibili (cli notte) eseguito con l' ausilio cli appHrecehi di ascolto, la cpntrale ,cli t iro è orga niz-

632 -


LID REAT,JZZAZIONI IN' VI STA DELT,A ·GU ERRA ID DUHANTE LA GUIDH HA

zata per la ricezione dei dati di [:nmtamento a mezzo cli trasmissio1ie elettrica; in tal caso la quota di volo ricavata claJla stazione di ascolto, deve essere comunicata telefonic;:itente alla centrale, e segnata su11a stessa. In, entrambi i casi si ammette cbe l 'aereo si muova i·n linea retta, a velocità, uniforme e su 1rn piano orizzontale; tuttavia ;:inche nel caso di ascesa o discesa eon veloeità uniforme la centrale può determinare i dati di t iro. La centrale è provvista ain chc di un con,gegno {li conczione di parallasse e può perciò venire portata a distanza :fino a 600 m . dalla batteria . Un dispositivo speci1;1l e permette di correggere le deviazioni ,d ovute al vento. I prindpii teorici su cui si basa la centrale di tiro, si possono riassumere, per il caso più sem1plke (centrale i1n batteria) come segue: - la distanza orizzontale presente Xv ,d ell'aereo dalla posizione il'e lla. batteria viene calcolata ;rntomaticam0n:te dalla ce11trale in base alla quota di volo Y introdot ta nella stessa ed aJl'angolo di sito sotto il quale l'aereo vie,n,e osservato , in quanto il meccanismo dell'apparato realizza (i111 scala ridotta-) il triangolo di quota BPP'. La distanza odzzoutale X, dal punto F' viene calcolala con continuità, dalla centealc, i,n, quanto alla distaona Xv vengono sommpte vettorialmente le componenti della proiezione orizzontale della rotta P'F' =o.t, cioè la variazione di distanza Dso=Cxt,, e la variazione di direzione Dd = 0 ,1t . Il che avviene perchè l'aereo vien,e continuamente seguito ,da.i due cannocchia li, e le sue due componen ti di velocità ist:rn tantainee CJ,. e Cd! (in distr:rnza e direzione) con tempora,neamente ealcolate, vengono 111oltiplicate per la relativa clnrata ,d i tragitto t in secondi. A questo scop o su dne t amburi (ruotanti attorno a sè stessi in dipen,clen,i;a di X) sono r iportati tre sistemi di serie di curve balistiche, ricavate in funr.io:ne dell11 distanza orizzontale .X, del p unto futuro, e cioè : la inclinnzione i, la grad uazione di spo-

633 -


L, ART IGLIERIA CONTRAKRE1

letta G e l a dui-ata della t raiettol'ia l per di verse quote dell'aereo. in corrisp ondonza all e equazioni generali :

Se si seguono in queste serie di curve dei due t ambur i, le curve della quota. dell' aer eo volta per volta in dicat a , ognu111,a a mezzo di un indke, il mec-can ismo della cen t.tal e <;alcola co11 <:outinuit à due degli effettivi ·da ti di tiro per il punto futuro, cioè l 'incli.n azione i e Ja graduazione di SIJ)Oletta G. Il terzo d ato di t iro necessfl rio , cioè il valore della direzione futur a. d 1 (calcola to a iJ)artire dall a direzion e di Ol'ientament o B -0,) viene ricarn to contemporan eamente m edi !rnt e somnrn dèlla var iazione d1i direzio11e nd co11 il \'alore della direzio1ne presente d,, d eJl' uereo osservato. L'angolo Dd Yieuc l'Cf:tJizz;:110 con continuit à, mentre eii segue l ' aereo, ed è rappre!';enrnro dal cosidetto nngo)o f u turo P'BJi". Se la centr ale di t i10 è montata fuori òella p ostazion e della battei-ia , l a distam:a ol'izzon tale tra Ja bat ter ia ed il p unto fo . t uro viene calcolr,1 ta med iante ndd izione vettol'iale delle componenti <li p arallas!se (Ln distanza e dir ezione) alla dishmr;.u oriz zont ale X , il che a n 1 iene fn ceudo fu uzion al'e il meccanism.o cli p a rn lfo sse . La centrale di t iro constn : - di due cwn11occ-hiaJi (uno p e1· il si t o e m10 per Ja direzione) ; - del corpo cl cll"appa ra to, a forma di cassa, coi suoi meccanismi calcolatoti inte1·ni. congegni cli azi on ament o e trasmet tit ol'i (e ven tualm en te a111cbe ricevi.tori) elettrici : - del sost egno. L11 cor rente eletlric.1 occorrente per la t rasmissione ai pezzi ·dei dati {li tiro, per l'im,pianto telefonico e per l' illuminazion e è fornita .ct·a tre ba t ter ie diverse cli accum.ula tori. I collegamenti a cavo vengon o composti cli. tl'atti cli 100 e 200 111. ognuno . P eiJa carica degli accumulntori s er ve un gr uppo elettrogen o.

Gen,t rale V ìol.:ers m.ocl. 32. 1) L a centrn le Vickers calcola le vari azioni in base a delle

funzioni m ateruatiche (cen tr ale algeb1·ica, -

G3J -

11011

a velocità ango-


LE) RE'ALIZIZAZIONI IN VISTA ornLLA G:tmrm A E1 DURAt-:'1'1•) J,A GUERRA

lare e ne~)pure lineare) . L'ipotesi cli volo per il calcolo esatto delle variazioni è : « quota costante, rotta rettili1n ea, velocità costante )). 2) I df,lti cli introduzione sono : - quota, direzione presente e sito presente. L a centrale ecl il telemetro sono separati l'uno dall'altro. La quota vie.ne trasmessa a voce. No(ll, è possibile introdurre delle distanze. 3) La centra]e non ha nessun congegno per la corrc!zione della parallf.lsse, cli ,conseguenza bisogna metterJa sempre in, batteria . La distanza fra pezzi. e batteria sarà, sempre al mussimo di 35 o 40 m., anche perchè la lunghezza. dei cavi non è~ superi ore a. tale lunghezza. 4) Lf,l centrale lavora con una velocità iniziale di 795 m/s. ,n,on so110 possibili corr-ezioni dovute aJle variazio,n i delle velocità iniziale e quelle dovute al regìme del pezzo. Come riferimento valga, che iper ogni climinrndone di. velocità iniziale ,d i 10 m/s . bisogna a.nmentare la quota del 2 %. 5) Il peso dell'aria è cla considerarsi l)lel modo seguente : per ogni variazione di 10 gr. varifl. la velocità, i1niziale cli 2,5 m/s .. Il peso del lotto del proietto non è conosciuto. 6) La temperatnra tabulare delln <:aric,a è di 12°. Per ogni variazione di un grado O 1a velocità Yaria d i 0,8 m/s. 7) Il vento viene introdotto i,n centrale secondo intensità e direzione. La correzione dovuta al vento vie1w calcolata automaticamente sulla gittata, dalla centrale. S) La (:orrezione dovuta alla derivazi.011e vieine calcolat a già, autmnaticFmente. e 111011 abbisogna cli introdnzione a m:rno . 9) Si pnò eorregg(~re a mano la direziorn~ futura e l'incli· nazio(l'l!e futura . 10) La centrale non è provvista cli cannocchiale panoramico, l'orientamento avviene di conseguenza con il c::innocchiale <li d irezione. 11) In bµtteria non possono essere eseguite rettifiche sulla centrale e riparazioni più complesse. In generale la centrale non ha ineanehe bisogno di rettifiche. Ogni sei mesi però deve passaJ.'e una volta iJ.1 offic:ina per una revisione e pulizia . 12) Non è possibile introdurre il tem.po mcwto. Nel tiro coni -

685 -


L' ARTIGUERTA CO:-'l'RAEHl~I

fa centt·ale Vickers non si tiene conto della correzione dovuta.

al tempo morto. 17. - Quando si giunse ft }Ja guerra (1940) la difesa controaerei cl'eJ territorio na zionale era affidata alla milizia coinb·otierei. L'armamen t o di cui essa disponeva (le seguenti cifre si riferiscono all~ fine clel 1940 ma sostanzirilmente riflettono la situazione anche del giugno òello stesso a:nno) era il seguente :

- - -- - -

mitra S. Etie,nne

4.286

c:1 m1. da 20 mocl. 35

4062)

(al 1° luglio (

))

10

))

136)

(

))

l"

))

94)

212

(

))

10

))

212}

268

(

))

))

268)

232

(

))

l"

))

232)

90

(

))

10

))

90)

36

(le 9 btr . avute dalla Ger mania]

204

75

))

))

20 Oetl camp .

))

))

20 Oerl. da :pos. 100

J)

))

75/ 27 A.V.

94

))

))

75/48 S.K.

28

))

))

7G/ 4,U

))

» 7ù/ 40 mocl. 35

))

))

7(;/4,5

))

>)

7"7/ 28 e.a.

))

))

8

))

))

90/ 53

L.56 mocl. 36

20

I mezzi conlroaerci dei quali invece dispon eva,, l 'esercito per la difesa mobile erano costituiti da : ca1rn . <la 20 mod. 35 ))

>)

75/ 27 C.K.

))

)>

75/ 46 mocl . 34

1.475

(l.158)

J66

( JG6)

76

(

76)

KeJlo stesso Hnno 1940 pe1·ò si trovava,u o (o furono messi) in commessa ed in allestimento le segue11 ti 11..<~.f. per i qu:rntita tivi a fianco segn a li. Vic.n~ segnato a fianco pure il limite entto il quale la commessa si 1prcvecleva potes ·e essere esperita. -

636 -


LJD REALrnZAZIONI lN VISTA DELLA GUIDRRA lll D'UJU!\Tffi LA GUJJ:RRA

Per ia. .il1 ilizia o.a. : cann. da 20 mod. 35 ))

))

))

))

))

))

37/54 75/ 46 90/ 53

1.454 620 232

entro il 1° trimestre '43 ))

616

))

))

))

))

))

40

2• 20

))

))

))

'4.2

))

))

Per fEserC'ito: can n . da 20 mod . 35 sn )) )) 75/46 mod. 34 240 )) )) 90/53 1.600

entro il 4° trim.e tre '42 )) )) 20 )) )) )) )) 4.0 )) '43

E' impol'tante mettere in rilievo : 1) che le previsioni indica te erano considerate reali.z?:abili solo nel cuso d1e non si vel'ificasse deficienza cli materie prime. 2) P e1' quanto l"iguardav11 le nuove :ntiglierie (spede da 90/53) nell'esistenza e neJle consegne prevcclibili fì.gnr;rno i soli pezzi. Q.uesti però non potevano consiclc1·arsi impiegabili per costituzione cli batterie perchè l 'allestimento di patte dei caricamenti ed accessori (m.atel'inli speci:fici ,di caricamento - c:ongegU1i di puntamento . grac1'ui,ito1·i - centraJi di tiro ecc.) 110n jproceòeva iu parnllelo per l'ita1·data definizione ed omologazione. Alla fi,ne del 1942 la situazione de1le armi controaeree era la. segne11te :

Esistenza reale

e.a,. : mitraglia tric·i Breda 37 p. industl'iali I''er la, JJf1lidw

can11. mitrHgliera da. 20 di mocl. Yario in totale )) mitragliera cla 37/54 >> -cfa 75/27 A.V. >> » 75/ 46 m0<l. 40 da pos. >> >) 75/ 46 Vicl~ers >) » 75/50 e 75/5] mod. 32 >) >> 76/ 40 e 76.145 -

637 -

92

642 317

98 45 51 70 7(;1


L, AR'l'IGLll<:RI,\ C0);TRAERI<:!

)) )) ))

))

)) 7'7/ 2 e.a. )> SS/ 30 e 8 / Fi5 )> 90/ G:J mocl. 41 P . pos. )) 102/ 25

208

45 304 42

P er l, Esercito : caom. mitrag-Hera da 20 modfl 35 e 41 2.4fi6 » da 75 e.a . francesi (batte1·ie s ussidiarie an1te dalla Germania) 84 >> da 75 / 27 C.K. 132 226" >> » 75/ 46 inod. 34 e u10ò. 3-! i\L 17 >> >> Sfi/ 33 P .B. 52 >> >> 90/ =->3 ruocl. 41 C. a u toca1mo111 i cla 90/ :i3 2 Alla fine del 194:! era no iin <.:ommessa o in, allestimento (in~ cl ichia mo µ fianco pHre iJ termine p1·evisto per la consegna) : P er la; il/Uìzia, o.a.. :

(·,rn n. mi tra gliera. ))

)) ))

))

ÙH 20 mod . 39 195 mit.ragJieqJ. <.la 20 mod. 41 t ipo Scotti 3.000 mi.trag-1ie1·a cfa 37/ :34 12:"i <ln 75/ 46 mocl. 40 pas. ~9 » 90/ 53 mocl. 41 P. po 1..0 7

entro il 1° trim.

'43

))

2° sem .

))

))

)) ))

))

))

1° 1° trim . 1° sem.

))

))

))

))

))

'44

Peiì l,Eseroito : cann. mitragliera cln 20 mocl. 3:i <' mocl. 41 2.235 >> mitrag liera da 40/ :iGBofors 1.500 » da 75/ 46 mo<l . :34 M. 50 » » 90/ JX Mod. M C . 660 a utocannoni cla 90/ 53 57

e,n.,ti-o il 1° sem. )) )) 10 )) ))

))

1° trim.

))

))

1° sem. 2° trim.

'44

'45

'43 '44 )) )) '43 .. r:, ; .' Verso la fine dell a gnerra (luglio 1943) e sono le ultime cifre delle qnali è 1possibile clisr,orre - avevamo in tu tto (Esercito e :.\{ilizia) le seguenti artiglierie e.a . (diamo a nche un cenno delle princi pali earattel'istiche) : -

638 -


A.,, tiglierie o.a,. clispowibili a, m~tà, del 1943. l\L\•1'E8IALI

CAfl.lT'l'EIUS'l'ICFT0 P IUNCI PALI

Gitta ta massima quota massima tiro

Cann. mitragliera da 20 Compl c~so s u pia ttaforma tratmocl. 35 B recht n ab ilc o trasport. s u ·a u tomezzo

5000 2500

Cann. mitr. da 20 M. 41

idem

Note relative all'impiego per btr. cU. di O.A. e da posiz.

IN dei. pezzi N. dei p ezzi! · Pststen t i p r od: ionc 1.655

l.7GO

--0/Jf

idem

idem

-

s.

l\:L

42

idem

idem

idem

Cann. miu·. da 20 Ocrli- Comple.-<So su pialtafonna traikon unbil e o:, ~

C'mm. ml tr. <la 37/54

Complei;so su 11i:1ttuforma.

Canu. mllr. cla 40 /56 B o- Complui;:;o su pi:1 th1forma t raifors nablle

,1000 7600 ·1500

6100

Caim. cla 75/27 C.K.

Comple.;.:so su pk'<l istallo insbillato s u autocan o

Cann. <la 75/27 A.V.

Compl <'f<SO s u piedistallo su piattaforuia fis&'\

- --

Caun. da 75/46 mocl. 84

Compl<'s:so s u piedistallo su pio.ttaforllla trainabi le

13000

.\lateriale identico a l precedcnCann. da 75/46 mod. /H /M te con lievi mod iflcbe

1~000

.l(ì,10

-

idem

per btr. 6800

130

--

--

Ca nu. mi t i·. da 20

aoo

idem

aa

posiz.

277

2.00()

fiO

per btr. chi posiz.

- ---1.500

per blr. mobili

per·

bu·.

eia posir..

113

1- - - - - ,- -- - (jl()()

8500

per btr. da posiz.

lOt

per btr. mobili 6!)

8500

per bt L·. mobili

GO


Segue : A1·t'i,qlierie e .a,. dis1Jo1-iibili a. metà del 1943. C11llATl'T1fttS1'lC IIE P lUi'ìCI 1.' Al,T

.YL\'l"BRTAT,T

Callll. <la 75/,1(; mod.

GiLtata mass lma quota massima tir o

rnooo per - 500 I --- - - - -

.Il :1.te1falc icl en tico a l prccecl ent<' su p:1iol o metallico

iH)

- - - - -- -

Cann . clu 7;j /4 fì Vkk01·s

~

J

Comples:so ,;n J)inJ-tafor111a trni na!Jile ccm dn<.! cutTl'lli

14500 10000

• ·omplesso su piedistallo trninn. bile con due carrelli

-1~000 Foo

----- --- --- - - - - - --------Cunn. da 75/!iO Sl,oda

·:a un. da 75 /51 m od . 32 ,omplesso su plilltuforma trai· :l'rnnccse ua!Jile 1n vd t11ra uni c:a

13000 7200

COU1Jllcsso su viattaforma metallica o in h•g nmne

7900 5000

Materiale ldeutl<-o al prrceden1"e con lie vi rno<l ifich e

:}900

Cann. da 7G/,10

---------- - -

CallU. da 70 /-1:i

Comple!>.'lO su JJh•<listaUo taforurn

Sll

-

-

-

-

- -- - --

- --

-

(l:)00 - -- -

8000 4ti00 1 - --

HliOO 10400

C:rnn. da 00 /53

]7~00 12000

A11tocannoue da 90/53

taforwu fissa o trainabile Compl esso su piedistallo instal-

lato su autocano

17,1.

-

2:-!2

31

1----- --

-

--

-

IJ1T. mo!Jil1

Q.1

l)Cr b tr. mobill

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per !Jtr. da pos iz.

])Cl'

179

b tr. cla posiz.

- -- per btr. d a posiz . -

] 84

-

- - - - - -- - - l· - -- - - - l- - - --~-

per btr. da posiz. ,per btr. mobili o da posi½ion e PCl"

81

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-----1~~-u____ ]74()0 · 12000

-

---

- - - l - --

Cnnn. dn &<l/55 mocl. 18/ 3G Complesso !':11 pied istall o sn p iattaformu trai nabile

- ------ ---Complesiso .;;u pie<listallo s n pia l·

Iper

7800

pial·

Comple!SSo su piedistallo s11 piatta f orma fissa

- - bt r . clu J)Osiz .

r blt· . rn obil-i -

7000

-

Canu. Ila 77 /28

I:

N. d ei. vezzi ~ · d.<:i pe½zl 111 esistenti produzione

- -- - -

-

Canu. da 76 /40 mocl. 35

Note r E>la t ive all ·impiego

btL·. da posiz.

J)<'r btr. mo!Jili

145

539 20

917 660


I CONCJDT'l'I D,IMPil<:GO DELLrn AR'.rIGLI ERIE CONTRAERIDI CAMPALI

c I CONCETTI D'IMPIEGO DELLE ARTIGLl!=,RIE e.a. (Circ. 7000 del 1° giugno 1940 - lsp. Art.) 18. - I mezzi e.a. della difesa . .- 19. - I criteri geoerali. - 20. . La difesa e.a. campale di obiettivi fissi e delle truppe in sosta. 21. - Idem di truppe in marcia. - 22 . .. Idem in combattimento. 23. - I compiti dei vari comandi.

18. ~ I concetti di impiego delle artiglierie e.a. campali vennero :fissati dalla circol. 1° giugno 1940, n. 700, dell' Ispettorato dell'Artiglieria .. Essa definiva, terminologia, principi cli imipiego, organizzaziotne cli reparti e di ·Comandi, e ci sembra perciò importa.n te riassumerlf.l.. I m1e.~zi o.a . w.elZ.Ct. cUfesa:. - La difesa e.a. delle t ruppe, - cannone mitragliera da. 20 mod. 35. ~ canno,ne da 75/46; - ca1nnone da 75/ C.K. ; - caiflnone roitragliaera da 20 mod. 35. Il cannone cla 90:'53: si impiegherà con norme analoghe a quelle del 75/46, te(ll,enclo conto delle differenze delle caratteristiche tecniche, che verranno comunicate. Caratteristiche tecuiche dei materiali e.a. sono: - quota di tangenzµ : quota del vertice della traidtoria corrispondente all' a1ngolo di tiro massimo; -= raggio esterno della corona circolare battuta per ogm,i quota: distanza ,d alla verticale de] pezzo del punto più lontano, alla d;;1.ta quota, che può essere battuto; - raggio interno della corona circolare battuta per ogni quota : raggio della sezione orizzontale del cono morto cbe ha per asse la vertica]e del pez1.o e per generatrice il ramo ascendente della trµiettoria più alta; - ampiezza della corona battuta per ogni quota: differenza tra i due raggi esterno ed interno; dishrnza massima di tiro utile, per ogni linea di sito : 41

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L' AH'l 'IGL TF.ltIA CON'l'HAE REI

m assima distanza 1J cui si può tirare, tenendo co111,to della gra duazione della spoletta o del1 a durat a di a utodistr uzione; ~ distanza minima pratica cl i tiro, 1per il tiro in caccia ; minima dista nz;:t alla quale è possibile seguir e con i congegni d i p rnnta.me:nto il velivolo qu alunque s ia l a sua r otta. Dipendt1 chtlJe velocità angolari concesse dai congpgni e dalla velocità del velivolo; con rotte che si approssima no alla linea di sit o, il t iro pu<) essere seguito a distanze minori. Dalle ca ratt er i tiche tecniche dei m ateriali riportati- nell'allegato 2 si deducono le seguenti [)Ossibilità, pratiche : 1w) per il cannone cla 75/46 : - distanza di t ir o da 1000 m. a 11400 ~ 8500 m., secondo i var i angoli di sit o ; - quot a massima cli azione per il tir o in caccia : cil·ca 7000 m _ (la cor ona drcoJal'e ha ancora ampiezza tale - circa 4500 nL - che il Yelivolo può esser e bat tnlo da varie salve mel t empo che impiega per attr[l vel'sarla; - quot a m assima cli azio11 e per il t iro cli sbnrrarnento : circa 8000 m . ; 7J) per il cf1111r110ne da 7:"l/ 27 O.K. ; - distanza cli tiro dn 1.000 m . a 600075000 m ., second o i vari angoli (li sito : - qnota m::issinrn cli ttzion<> per il tir o in caccia : circa 3000 m . (coron a circola re 3700 m.); - quota massima di azione 1per il t iro di sba rrament o : circa, 4.000 m. ; o) per il can none mit l'agliera da 20 : - distanza di lil'O da 300 n 2000 m - circ;1; - quot a massima òi azione per il tiro i1n caccia : 1500 m. circa.. 19. - l mqJiego cl elle a1tiglie1'ie o.a _oa-m pali . Criteri generali_ La difesa, e.a . camp!'lle ha lo s<·opo di p1·oteggere dall' offesa aerea le truppe, i servizi e i !J)lmti di ·particola re importa nza per il l oro impiego. Si realizza cer cnndo di colpire il velivolo nemic:o : - qnnnto pitì è p ossibile, pl'ima ell e giungn a dista nza utile dall'obiettfro per lo ;1ss0Jvirnn1t o d el sno compito, specie - 64-2 -


I CONCETI'I D'IMPIEGO Dl•:LLE AR'.l'lGLlIDnIE CON''.!'RAE:RlDI CAMPALI

di bombardamento: ,p er impedirglielo o almeno per disturbarne il volo e il pullltamento, e rendere quindi. la sua azione meno efficace (azione preventiva); - durante l'assolvimento del compito e successivamente quando si allontana, finchè rimane nel r;lggio d'azione ,delle armi della. d ifesa (azione repressiva). Dato il breve tempo i,n, cui generalmente si svolge l'offesa aerea, è necessario : - che ogni unità e.a. inizi l'azione di fuoco al più presto {cioè alla m~ggiore distanza del velivolo) per !Potere <~seguire il rrrnggior numero di colpi (ciò risponde aa1che al concetto indiCRto al numero ,p recedente, di cla.re il maggiore sviluppo possibile all'ar,ione preventiva); - ·che la eeleI'ità ,cli tiro sia la. massima possibile. unità sempre a1la pel'fett;1 esccnzio.ne delle operazioni in batteria; - che su1l'obiet.tivo concentrino il loro fuoco tutte le unità in grado ,d i agirvi, non impegna te in altre azion,i e.a .. Pertanto, come no'rma generale, ogni llìnità, e.a . entra im mediatamente in azione di iniziativa, contro ogni velivolo a(Ppena ~vvistato, a meno che 110111 si sia sicuri che si tratti di velivolo a,niico (1). Nel caso che si realizzi un com battimento aereo nel campo ·di tiro delle armi controaerei, i singoli comandanti di batteria dovranno, 11011 µppena coinstntata la situazione, sospendere o 1

(1) a.) Ilenintfiso, nulla deve essere lasciato di intentato per rassicurare il pronto riconoscimento dei velivoli. Così : - tutto il personale cli a vvistarn~mto, comando, telemetri, colonne di 1mnteria, puntatori, ecc. deve conoscere le sagome, i distintivi dei velicoli amici, .indicati dalla nostra aeronautica, e i prescritti segnali per farsi riconoscere da terra ; - il servizio di avvistamento deve essere~ organizzato in modo che per ogni velivolo avvistato sia segnalato immediatamente se è amico; - il normale prea, viso di sorvolo da parte della nostra aeronautica e l'intima collaborazione con la stessa consentiranno cli evitare incertezze. b) Particolari cure dovranno essere poste, per il riconoscimento cli velivoli cla caccia che si levano su allarme, sia all'inizio che al rientro della missione. Si tenga inoltre presente che velivoli da caccia naviganti su zone distanti di 100 e più km. dal nemìco sono normalmente cla considerarsi .amici; e) Di notte aerei non preavvisati e che non fanno i prescritti segnali di riconoscimento convenuti, sono da considerare nemici. 7

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r/ AHT!GLIERIA CON'l'n AKREl

non iniziare il fuoco nel settore ove ris11ltano im pegnati aerei nazionali in combattimento. La difesa e.a. deve essere s t udiata teuen clo presente: - Je !J)reclisposizioni per l a difes;1 aerea.; - l'organizza~done cleJla difesa e.a. territoriale (qu ando esiste) ; - le misure di protezio11e che si possono attuare. Perciò chi è inca ricato della organizzazione della ,difesa e.a.. deve, quando occorre, prendere in proposito ~ccordi con gli ooti compete.niti. La difesa e.a.. coi cannoni viene, di norma, studia ed organizzat a contro il bombardamento: im t al modo risulta efficace anche contro l'esplorazione e l'osservazione. Si assum1·!'afnno come dat i di base : - la massima velocità pratica dei velivoli nemici (oggi si può considerare 125 m / s. = 450 Km/ ora.); - l a massima quota ritenuta pratici)mente utile all'avia~ zio.ne nemica per offen dere l'obiettivo . ~ella maggior parte dei casi per la difesa delle t ruppe in campagin,11, che non offron o obiettivi di notevoli dimensioni, sarà sufficiente assumere la quota 4000 ; quando si tratti di paesi, stabilimenti, sta_zioni ferro viarie di uina. certa estensione, si assnmerà 5000; invece con obiettivi frazio111,; ni e poco visibili, colonne in marcia su strade non ampie, ecc. , si ·p otrà. scende1·e anche a 3000 m.; _, la n ostra bomba cla 100 kg. (vedi allegat o 1) che è quella che dà, a 1pa.ritù .di altre condizioni, la maggiore clistanza di sgancio. Col Cflll'lnone mitragliera da 20 si cousid era, di norma, la quota <li m. 1500 l asciando iJn,alterati gli a ltri dati. I cannoni, per la distanza minima cli tiro - circa 1 km. sono poco a<latti pei- assicurare la difesa sotto ] fl. quota 1000; occorre perciò, cli norma , completare la loi-o azion e con quella delle armi cla 20-. La difesa integrale di un obiettivo riclliehde, perta111to, c:oni.. temporaneamente ca nnoni e ca11111oni mitrag1iere, opportunamente combinati nello schiera mento. -

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I C0NCF1l.''1'I D'IMPIEGO DELLE ARTIGLIERI]) CON'.l.'RA1i.R0I CAMPALI

20. - .Zmviego dei niezzi o.a . campali nelle ·va·rie ai:rc·osta.n.ee . La difesa e.a. campale può riferirsi : - ad obiettivi fissi o a truppe in sosta; - a truppe in marcia ; - a truppe in combattimento. Nei numeri seguenti sono iindieati i criteri di base e le rnorme per l'orga nizzazione della difesa e.a. in ciascuno dei ti-e casi ora co1n siderati. Dette norme no n hanno carattere f.lssoluto e statico, ma devono essere pdattate aDe diverse situazioni contin~enti, e iperfezionate in relazione al rapido evolversi dei mezzi aerei, e dei relativi procedimeJ1,t i èli_ attacco. La. difesa, o.a. cli obiettù?i fi ssi e t·ru,pve in, sosta. Sono obiettivi fissi : le opere d'arte, gli stabilimenti, i magazzini, le stazioni ferroviarie, ecc. di speciri1e interesse tattico logistico. Per le truppe in sosta ]a difesa e.a. si identifica con quella -del territorio ehe occupano. Gli elementi da eonsiderare 1per lo studio della difesa c.l:l. -di tali obiettivi sono: a) ubicazioJ1:e, forme, e dimensioni delle zone da C:'SSi occupate; b) loro gradu;:tle importanza; per le truppe si terrà conto del grado di occultamento dei vini elementi e ,dei punti di speciale interesse (cli ineolonnamento, imbarco, ecc.); o) andamento della proiezione oriz.zo,n ta)e della linea di sgancio relativo al contorno raccordato : - dell'obiettivo e del complesso d<~gli obiettivi (se si ha rispettivamente un obiettivo unico, o più obiettivi le cui linee cU sgrincio si intersechino a vicen,aa); - o -d ei singoli obiettivi (se si hanno più obiettivi i,n terYallati fra. di loro con distinte linee di sganeio); d) dir ettrici cli atta,cco ipiù probabili (sarà opportuno, quando possibile, sentir<~ il parere della nostra aviazione). E' opportuno riportare tali elementi su una carta toipogra:fica (al 100.000 per i ca nnoni, al 50.000 o 25.000 per i cannoni mitra gliera). Lo schieramento dei mezzi viene stabilito : - quando r.ossibile, dopo le ricog,nizioni sul terreno (via bilità, postazio111i, ecc.) prect~dute ,dallo studio sulla carta;


L' AR'rIGLTF.RIA CON'J'HAEilEI

in mallcanza di tempo, direttamente sulla carta. Le postazioni precise delJe batterie saranno però fissate semp1·e Q)J'evia1 ric-ognizione . Criteri da tener presenti : a.) telldere a b1,1ttere CO(l'}J i cannoni tntta la zona cli sgancio : b) la zona non battuta per il cono morto da ciascuna batteria deve, possibilmente, essere battuta ,cla allueno una dE'lle batterie vicine (ciò è molto iml))ortante per il 75/ 27 O.I<. . c:he b a il coo10 morto di am.piezz11 notevole; o) gli obiettid più importanti e più vulnerabili devono, possibilmente, essere difesi da più. ba tterie ,d i cannoni e da unità da 20, tenendo conto delle dirett rici di attacco più probn bili; d,) cercare postazioni avent i u,n certo dominio e ampio camp o <li vista per non limit are Jn. possibilità di t iro e pe1· f acilitare il puntamento; e) cercare di assicnl'a1·e all' azione preventiva un minimo di 40" di f uoco (corrisponden te a circu 5 km. di percorso del ,,e. livolo), il che porta a schierare le batterie di cannoni - semlJ)re t1:nendo conto d'eJle alti-e esigenze - verso J~ linea cli sgancio e possibilmente all' esterno di essa. Ciò sarà facile ottenere col 75/46 per fa g1·ande estensione delle corone battute; 1Più difficile col 75/27 O. K. (1). Si può r itenere che per battere il nemico aereo, in qualunque (1) La dlstarnm massima alla quale si può praticamente telemetrare Wl Yelivolo con i telemetri più recenti e nelle migliori condir.ioni di visibilità, non supera, nel cuso di primo inten·cnto, doè nella 1·icerca, i 9 .;-10 km. sulla visuale, corrispou<lenti generalmente in proiezione orizzontale a S .;- 9 km . Considerando che dopo aver «preso» il velivolo, occorre un certo tempo per l'avviamento clella centrale e far partire i colpi, e pcrchè i prokttl percorrano la traiettoria, ne consegue, che prr wrn batteria da 75N6, il raggio pratico di azione nel senso della provenienza dell'attacco, in caso di 111:imo intervento, può ritenersi non superiore a circa 6 km . in profozione orizzontale; mentre per le azioni successive, quando il telemetro «insegue>> l'obiettivo, la distanza telemetrabilc può considerarsi sensibilmente maggiore e, quindi, le possibilità cli tiro possono conispondere alle corone cil·colarì. Una batteria cla 75/46 postata in corrispondenza della lincn di sgancio può quindi svolgere azlone preventiva per il tempo che impiega il velivolo a percorrere i 6 km .. Meglio ancora, se la batteria pub essere postata esternamente alla linea di sgancio.

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I CONC!i'/l'l 'I D'IJl<fPIEGO OEtr,1,: AH'fIGLII!:Ull•l CO>-TRAEH EI CAMPALI

direzione esso si presenti, coi criteri indicati al numero precedente, occorrano alme1no ; - tante ba tterie da 71/ 46, qmrnti sono i km. della linea di sgancio diviso 6; oppure - tante batterie da 75/ 27 C.K. , qtrnnti sono i km. della linea cli sgancio diviso 2,50. Tali duti, che si devono r itenere unic11mente orientativi, rappresentwno S<~mplicemente il ruinim o, al quf,lle si deve aggiungere, quan do occorrono, i11 re1azio11e alle dimensioni dell'obiettivo, le bH tterie necessatie per clifein derc la pprte più iuterna d·e lla zona, di sgancio. Quan<lo i mezzi clisponibiU sono superiori a tale minimo, si cercherà, di dare la massim a profondità pOSl-iilJile flll'azione preventiva e, contemporaneame,n te, cli pote!' effettuare concentramenti per la dife a delle IJ)arti più importanti dell' obiettivo e deDe direttrici di attacco più probabili; a tale scopo potrà convenire schierare qnalche batteria estern amente all e altre. Qu ando i1nvecc i mezzi disponibili sono inferiori, è nece~sario ridurre il compito della difesa, sin rinmH;ianclo a difendere le pal'ti dell'obiettivo meno vulnernhili (ad es., per essere più occnltate od in fornrnzion,e meno de1n sa), o meno importanti, sia limit;mdo la ricerca dell'azione Jontana olfre la linea di sgancio alle direttrici di attacco più probabili o più pericolose, pur cercend'o scm{Pre <li assicurare U tiro sulla zona cli sgancio del maggior numrro possibile {li obietti.i, i.iwomindando da quelli più vulnerabili. Le unità da 20 vengono schiera1'·e, in genere 1per sezioni. per completa re, in unione a11e batterie di ca111,n oni, la difesa degli obiettivi più importanti, e per assi curare fa difesa degli obi ettivi di piccole dimensioni che richied o:no al nemico cli scende1·e alle basse quote per avere probabilit:\ di azione efficace. 1<'l'f1 tali obiettivi sono da comsicler;:irsi le Hrtiglierie in posizione, specie quelle e. a. che costituiscono oMettivi ricercati dai velivoli rn~mici. Si riportano allegati alcu ni esempi cli difesa e.a. ·di truppe in sosta coi mezzi organici attuali (l) . 8i scorge che ad es. trat(1) P er lo studio d ello schiernmen to sulla car tfl conviene sel'Virsi cli dischi di carta lucida che rappresentino, aUa stessa scala clella carta topografica, le

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L' AR'l'IGLlBRIA CO~TRAlillEI

tnndosi di un gruppo do 75/ 46 in difesa. di un C. d ' A.. se la, zona ha. all'ingrosso forma cir colare, conviene schierare il gruppo a triangolo, con i la ti da 6 ad· 8 km . ; se la zona ha forma molto allungata, le batterie vengono sc aglionate in l])rofondità, alla stessa distanza suddetta tra loro. Per il 75/27 C.K. tali dista nze devono essere ridotte a circa 4 k m ..

t1·uvpa in m.,arcia. Le lllorme che seguono si rifel'iscono più :p articolarmente alla difesa e.a. di una colon na in marcia . Esse però possono essere seguite anche nel caso òi varie colonne, tenendo presente che le unità di crnnnoni - normalmente assegnate al C. -cl:' A. :.- dovrano essere impiegate, quando terreno e sit uazione lo consentn no, per la difes a di più colonne. ~ella. marcia di una armata 1 $.petta al comando di questa - a mezzo del rispettivo comando di artiglieria - dare le dirett ive per il coordinamento della cli fesa e.a. dei vari C. d' A. tra loro e con quella terl'itoriale. Nella marcia ò.i un Corpo d' Armnta , il comanclo di artiglierfo., in base agli ordi~,i del proprio comando cli C. cl' A. dispone per l'impiego del gruppo organico <.lei cpnnoni, nonchè delle unità da 20 ane dirette dipendenze del O. d' A. Qnaindo la marcia è per divisioni o le ,clivisioini sono molto intervalatè fra di loro, il ·comando éli C. -cl' A. decentra in tutto o· in parte i mezzi e.a . Occorre tener presente che il fuoco di una ba t teria isolata è di assai scarsa effica cia; perciò, qualora non si possano dare almemo due b;1tterie per ogni colonna , potrà spesso convenire tenere riunito il gl'nppo a difesa della colonna !Più importante. 21. · Difesa, o.a,. dli

corone batlute alle varie quot~. Per ogni postazlone si adopera il· disco con hl corona rorrispoodente 11lla « quota rela tiva" della linea di sgancio che si considera, ri:,petto nll a postaziouc stessa ; (ad es. se la linea di sgancio è stata vnlutatn alla quota cli 40()0 relati,a alÌ'obicttivo, si adopererà la corona cor· rlsponcleutc alla qnota 3000). Per le btr. da 75146 è opportuno segnare sui dischi la circonferenza di 6 km. di rag<,,;io per aveme norma uel ca·so di primo intervento (vedi nota pag. 10).

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I CO::-ICit'l'TI 0 1:MPIJiJGO DELLE AltTIGUERIE CO~Til,\ERl,j{ CA1\1l'ALI

Le unità ,d a 20 per il loro pkcolo raggio cFazio.ne, non possono in genere difendere contempor;meamente più colonne. Esse verranno perciò, di norma, ,clecein,tra te alle singole colonne ed impiegate dai comandanti di queste . Date le possi bilità sempre più in aumento, dell'offesa aerea, da ritenersi ormai sempre immanente, si deve ce1·care di difenò ere le truppe in marcia in modo co,n,t inuo per tutta 1;1 dnrata del movimento (difesa continua) speeie contro gli attacehi alle medie e ba sse quote. La. difesa continua è assirurata quando i mezzi e.a . disponibili (eventuale concorso della difesa c. p. t enitoriale) sono suf:tì.cien,ti per difencie1·p eontemlPoraneameute tutto l'itine1·nrio, ò alle località di parten?:a a qu eJle <li arrivo. In t al cnso si consi,deni t u tta la. ?:ona come obiettivo fisso e si scllierano le battel'ie ~ppliC'anclo le norme già date in IPr·oposilo. Se il movimento an,.iene in lontana1nza del nemico, conviene effettu are lo schieramento facendo precedere le batteri e a1la colonna (fattn e<:cczionc irer quelle utilizza te iu posto per la difesa dell'incolonin,amento). Se ciò non è consentito dnlla situazione (vicin~uza del nemico - possibilit à cl i sorprese) le batte1·ip (f::t tta anche qui eccezione per quelle destinate alla difesa. <lell'incolonnamento), vengono fatte ma r ciare, possibilmente per ilin el'ari propri in conispon<lenza dell'intervallo fra avangu nrdia e grosso o presso a poco aJl'alt ezz;1 della testa del grosso e prendono ipoi successivamente posi?:ione man mano che rag-giungono le località ri~pettivamente loro Hssegnate. Quando i mezzi c.::i. disponibili (come S[>csso accade) 111011 consentano la diifesa c011temporair1ea di tulto ·' l'itinerflrio, si t rarrà da essi il massim o rendimento spostandoli lungo l'itiner ario stesso in relazione al progredire della colonna . 'ra le spostame,n,t o può effettuA rsi in due modi : 1) per scavalr. amen to; 2) per scµglionamento. Nello sca v·aloam,e111,to i mezzi e.a . s1 unpiegano in un primo tempo per la protezione della prima IParte dell'itinerario e successivamente vengono spostati per fa protezione cl ella rimarnente parte dell'i l.inerario. A111alogamente a quanto avviene nel caso precedente (111. 23) 1

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L'ARTIGLIERIA CONTRAIUUDI

lo schierame11te i1niziaJe ipt'ecede il principio del movimento quando s~ è h1 lontananza del nemico; in caso contrario le batterie che debbono preJ1dere posizione fuori della zona d'incoloonamento <l elle truppe; o prendono posto nella colonna clopo l'avanguardi~ o verso la testa del grosso, per uscirne al momento o,p port uno, o usufruiscono cli iti,ncrm·i pt·opri, spostandosi in modo da avere sempre la protezione dell'ava11guardia . Prenclo110 quindi successivamente poshione coJle modalità già cons i.derate. Qu~ndo Ja coda della colonna esce cl.alla zona protetta dalla batteria più arretrata, questa si sposta ver o la testa delJn colonna per· occupare una nnova ,posizione. E cosi successivamente fino al te1·mi1ne del movimento. Perchè il p1·ocedimento possa essere applicato (a p!trt~ il numero dei mezzi occorrenti per assicur·are una. difesa efficace, nuruero che è in relazione alla profonditi\ della colomrn) è ,necessario: - che le batterie abbia110 velocità (notevolmente superiori a quelle della colonn~ . Perciò lo scavalcarnento non !PU Ò essere attuato con colonne motorizzate, che marcino a velocità normale; - che le battPrie possano usufruire di itinerari pella - che Je battel"ie possano usufruire di itinerari propri per non disturb;ue o intr11lciare il movimento della colonna : altl"imenti il comandai1te cli qtwsta dovrà dare opportune disposizioni per remde1-e possibil e lo spostHmento ·delle hattcl'ic, lungo l'Hi1n erario della truppa, (ma il movimento di questa sarà disturbato). Perciò il procedimento si potrà realizzare in casi particolarmente fayorevoli, oppure quando la presunta minacci.a sia tale da indurre il comando della colonna a subordi1nat·e lo svol gimento della marci~ alla 1preventiva organizzazione della <lifesa. e.a. In qualche caso potrà convenire effettuare lo scavalcamento aJl'interno dei singoli scaglioni, invece che nell'intero dispositivo di marcia. Nello soagliona,m ento i mezzi e.a. prendono posto nell a colo1ma, distanzi~ti tra loro in relazione al rispettivo raggio di azione e muovono con essa. Iu caso di attacco nemico si dispongono nel minor tempo possibile ad entrare in azione. -

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I COKCET'.CI O,D!P!l-:Q-0

DET.T,J-) Af:TIGT,IJ.:HIE COKTHAEH0l CAMl:'ALl

'l'ale tempo : - è nnJlo per i cannoni mitragliera da 20 sisteruati su autocani, i qnali devono essere sempre in grado ,cli entrf,lre istantaneamente i11, azione; - è b1'eve per Je altre mitragliere <l a 20; - è·sensihile per le batterie cli can noni (parecchi minuti), le quali perciò, in genere, 01011 faran[lo in tempo ad intervenire. P en:iò, di norlll::t, tale p1·oc:ediIDento è limitato ane mitraglleie cla 20 per lu di.Fesa H r.assa qnota. 10' oppo1·tuno che le sezioni o a)meno Je sing-ole Hl'mi, murcino a circa km. 1 a 1,5 di distarnzn. l 'nna dall'cdtra (lu1ngo l' itin<.'rario). Dato che per gli attaC'chi a bassa qnota la ,direzione più probabile di attacco è quella dell'itinerario, è opportuno dispoI'l'e qualche arnrn in testa ed in coda ;1Ua colonna (specie in testa perchè l'attacco ivi effettuato, femi.ando la colonrw, riuscirebbe più pericoloso). Quando i IJ.)roce<lime,n ti accennati o per scarsitù, di mezzi o per altro motivo non si pos ono applicare con sufficiente rendimento, convenà limitare 1n difes;-1 ai punti deJl'itinerario di ~peciale importunza, nei quali più grave risuJterebhe l'offesa aerea (ponti, strette, ecc.) : difesa saltuaria. Per la difesa cli tali punti si applicano le norme già indicate iper gli obietthi fissi, tenendo conto che, in vicin;rnza del 1I1emico, la difesa di ciascu111 pun to potrà, essere messa completamente in atto solo quando lo scaglione ,di sicurezza avrà sorpassata la postazione più lontana dello schieramento pl'esta bili to. AnalogHmente a qu~ nto è sUlto detto ul n. J , quando uno dei purnti ,difesi sia stato colll.lf)Jetame,nte sorpassato daJla colonna , si cercherà. di spostai-e i mezr.i e.a. che lo difendevan o per impiegarli aJla difesa -cli nn altro punto. In pratic1t i :Cliversi p1·ocedimenti saranno variamente combinati fra loro, secondo i mezzi, il terreno e la situazione. In certi casi potrà convenire ad es. impiegare le batterie da 75 e iparte <lelle sezioni cla 20 com e difesa saltu aria e utilizzare l'altra parte dei 20 - specie quelli che hpnno l'installazione su autocarro - per la difesa ,diretta della colon na mediante scaglio111amento (ad es. itinerari molto estesi, colonne profonde, velocità di marcia considerevoli) . -

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LJ AR'l'lGLlF.RlA CONTRAEREI

In altri casi si potrà assicur;ue una difesa efficace, schie1·anclo le batterie da 75 a protezione dell'itinerario (n. 23) oppure spostandole mediante scavalcamento, e impiegando invece le sezioni da 20 in difes a ,d elle colomw mediante scaglionamento (ad es. itiner;1ri di llmghezza normale, colonne poco !Profonde, limitata velocità). P er organizzare la difesa e.a . di tr11ppe in marcia è opportuno: w) segn::ire su11a carta topografica al 100.000 Je posizioni di. partenza e di ~rrivo delle truppe, i loro itimérari e queUi che iP OSso11 0 essere nt iJizzaii dalle unità e.a.; b) far i-i.conosc·e1·e, qua)l(lo possibile, i singoli itine1'a r i, altrime11ti st udiarli s uJla carta , per stabilire gli element i topogra.:fìci (boschi, strette, ponti) cli particolm·e importanza per la eope1'tm·fL e vulnerabilità dei movimenti <' per ]' orga nizzazione della difesa : o) dispone del geafieo di marcia compi lato <lal comando della G.U . (pi-ofou.dit à della colon n a e degli scaglioni, vf'locit.), cli marcia, ecc.) (1) . Coi docnmenti suddetti, in base ai mezzi disponibili (quantità, specie, co1·01:~ ba t tnte, ecc.) nl)i1 sit uazi.01ne (mnrcia in lontanam:a o non del nemico, ec<.: .) e te~1endo con to delle ca r atteristiche dei divei-si procedimenti si eoncreta l 'organizzazioM della, difesa e.a. (posizioni da occupare, tempo, itinerari, ~wgL1 alar..ioni, ecc.). Come criteri o orientativo <li rnassim~1 , s i può 1·ite11 ere rhe per la difes a e.a. di nna <.:olomrn i.n marf'ia occorra al minimo; una ba tteria da 75/46 ogni 6+8 km. , oppme nna batteria chl 75/ 27 O.K. ogni 3 ~ 4-krn . cii·ca; e per 111 difesa a bassa quota : nn a sezione da 20, o a lrneno 1w1' arma ogni km. 1.200 circa (in modo che ognunn possa battere il eono morto di quella Yici na) . (1) 11 Com . della G.U. pron<.'<lerà, qnando sia possibile, che g;li elementi più vincola ti alle s trade e più importanti non transitino di giorno per i t ratti 11ii1 n[1pariscent! e vulncrubili dell'itinerario.

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I CONCIJI'TI D'I:MPIF3GO DELLE AHT1GLIEnIID CONTRAJtREJI CAMPALI

22. - Difesa o.a.. di truppe in 0011vbattinumto. Si applicheranno di massima i criteri già esposti te.uendo i111oltre presente ch e : a,) i mezzi e.a . non solo non potrr;nn o essere schierati v1:rso il nemico ester namente alla linea di sgancio, ma per 1·agiuni di sicurezza, doV!'amno essere tenuti alquanto indietro ri petto alla linea degli elem.en ti pi IÌ. avanza ti ; b) per la <lifes;1 della zona più avanzata oc-cnpata dnlla fa1nteria colle su e armi cli accompagnamento, è conrenicnte assegn are u111ità da 20, alcu1w delle quali vanno spinte decisament e avanti per avere maggiore profondità di azione verso il nemico. Lo schie1·amento di elette f;!rmi deve es <~t e studiato in rela?:ionc alla situazione, in modo da assicural'e la <life a su tutta la fro nte della grande omità con un volume cli fuoco particolarmente svilup1p ato in corrispondenza delle zone che interessano g1i obiettivi più importr.rnli; o) alle bf.l.tterie da 75 spetta , più in particolare, il compito della. difesa della zona più arretrata occupata dalle artiglierie e d alle r iserve; la loro aziollle deve essere sempre integl'ata, rper l a difesa a b~ssa quota , da quella delle sezioni da 20. Anche per queste batterie, ricorren do ad un oppor tuno scaglio~ ri~m.ento, si ce>rcherlL ,di avere notevole profondità di azione verso il nemico, specie in corrispoindeuza delle r.o111e più pericolose; d) particolare importanza assume il concen tramento dei fuochi rper la protezione dei punf i essenziali ~ilo svluppo dPJla nostra azioITTe di att acco e contrattacco o -della ,n ostra resiat enza. A tale scopo si potrà giungere anche al mat eriale concentrament o di più sezioni da. 20.

1lU1.t,a,z,io1ie dello s,c,7,,,iera:m,ent,o. Comprende : - ricognb~ionc ; - occup11zione e organizza1.ione della posizione; - oi:·ganiz?:ar,ione deJl'avvistameDto; - organizzazione dei. coJJegamenti. La 1'ioogn,izione ha lo sCOll)O di sta bili re : a.) la posizio111e da occupare da ogni batteria n ella zona cli schieramen,t o fiss~ta, gli itinerari e le vie di accesso. La posizione -

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J/AnTJGLITillJA l'OS'fHAEHEI

deve consentite la ra,donalc postazione ,d ei pezzi e della centrale di tiro (quindi è opportuno scegli<'re posizioni di nn certo domimio); essere, per q uanto possibile defilata all'osservazione tE::rre~ti-e e mascherata anche agli aerei ; consentire itinerari defila ti pel' l'ani\'O e lo sgombero (specie se si tratta di posizioni da ocCUJpare ternporaneiJment e) , e p er i rifornime nti. b) la dislocazione e sistemazione dei posti di comando e dei posti cli avvistan1ento_ La ricog1n.izio11e, sempre preceduta da attento stnclio clella Cat'ta, è esegnit~ nonnalmente ,d al comandwnte del grn!Ppo e dai com a ndanti ùi batteria, cd iniziata al più p1·eslo possibile, prima ùeJl'aeri.vo dei per.zi. Quautlo occona far presto, o iit1 Ch ::ìO cli percorribilità, assicurata ,degli itineral'i e cli terreno con molte buone r.one ·di schiernmento, il com~mclante di gruppo dà gli ordini per lo S{:hie1·nmento in base allo stuaio cleDa carta, salvo ad affidiue a qunkhc ufficiale la l'icognizione di quei particolari che tichieclessero rnf-l ggiori prc>dsazioni sul te1·reno. 1

l/ocoi1 pazione e l )or9a'fl1iz.~a.d one clella vos-izione si esegue con le i!l-Ormc com uni fl tntte le artiglierie. Si tcrri\i particolm'mente ,p resente : - 111 llecessità, di mascherare i pezzi, in moclo però da non ostacolare l'istantfrniea ent:l·a ta in azione di essi: - l'eventualitù, ,cli dover svolgere azioni contro obiettivi terrestri. {pa1·ticolin'me,n te contro carri nrmat i) e navali. In batteria o neJle immediate viciname dovrà fnnzional'e un posto di Yigilanza col co111pito di sorvegliate continuamente t utte le Q)rovenienze di attacco .

L' a,v 1,~ista mento ha Jo scopo di seg1nalare il neu1ico aereo a distanz~ tale dalle batterie da permettere a queste tli elltrare tempestivamente in azione (vedi nn. 11 e 18) e di riconoscere e segnalare i velivoli amici a ffinchè non sia~,o battuti dalle proprie bntterie (v. mota. pag. 16). E ' disimpegnnto da posti di n.vvistamento (che funzionano anche contemporane::imeinte da posti d i ascolto) , dislocati jn p unti del terreno ad nmpjo campo di vista (saranno in genere punti dominanti), a1Ja massima distanza c1a11e batterie consentita dai -

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I CONCEQ."l'I D'IMP IEGO OKLLE ARTIGLH:RIID CO~'l'HAERIDI C;\)1PALI

m ezzi di trasmissione dispon i bili (in genere rfl.clio; attu almente con le RF'2 il.o, teneno uon molto a,c dclentato si [mò riten ere S .;-10 km.), ad intervallì trn Joro non maggiori in ge11ere <'li 6 .;-7 km. per essere sicu ri ch e, ancl1 e i n non favorevolissime cot11dizioni cl i visibilità, n essun aereo possa sfuggire all'avvistam ento . Da te le disponibilità del personale di avvistamento, non è possibile orgainiz?:are t~l e servi.zio 1per tutte le direzioni; sarà perciò necessario limibnlo a queJle di più probabile atta<·co; tem:nclo conto della con fo rmazione del teneno, del concorso delle unità. e.a. vici ne e d ella situazione. Di norma per le unit:\ da 75 è il comarnclante cli gmppo che organizza tal e servizio, :fiss;mdo la disloC'azim1e dei posti le batt erie elle clevono for.nirc il person ale e le norme p t'r il suo flrnzionamento (turni di lavoro, i:.egmafazioni convenzionali, eec.). Per le s ezioni da 20 ~arà in genpre snfficiente tm posto di gil anza nelle immediate vicini:rnze clei pczr.i.

n-

Collegamenti : il coma1nclnnte <lella clifesa c .~1. del C . d' A . (iJ comandante cl_el gruppo dn 75 quando non ne sia stato indicat o altro) si m antiene in collega m ento col comando della G.U . (,n ormalmente pel tramite d el com an do d'~rtiglieria),e, quando possibil e, coi comandi ,di difesa e .a . dei coripi d'armata laterali. Quando si opera in zona in cui esiste di già. una <lifesl:l e.a . territoriale, lo stesso coman dante provv ederà ~cl inseri rsi nella maglia di avvistamento, collegandosi, a seconda dei casi col O.R.N . e col comando ,cli.fesa e.a. territoriafo pi.ù Yicino. f l z·ionri cli

/iwco . Son o :

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il tit·o i n caccia ; il tit·o <l i sbar1·nmento . Il f;,i 1·0 in, 0 a0Cìi.a. costituisce il tiro « a colpire)); si esegue direttamente s ull'obiettivo . Consente i maggiori effetti : costituisce 1perciò la m odali tà di azione 11ormale delle artiglierie e .a . campali. L~ battel'ic ·cl<wono agire , in ogni caso colla ma ggi01·e inizi ;:1tiva, senza attendt're ordini. Solo in casi eccezionali potrà i n t ervenire il comandante del gl'llppo per coord inare 1H loro azione .

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L'ARTIGLIERIA CON'.tRA!r.R.IDI

Il tiJ'O c/<i sl,cwramento lla lo scopo d.i i1n ibire il transito dell' aereo i n cor.rispondenz~ di direzioni e quote prestabilite, h 1 genere immed iatamente all'esterno della linea di sgancio. P er la poca attendibilità, pe1·ò dei d~ti che si possono avere sulla posizioille dell'aereo, richiede un consumo fortissimo di munizioni, con risultati molto aleatori. P erciò nella difesa {lelle trup1pe è da ritener si di impiego ecc·ezionale. Tuttavia in qualche caso, (difesa di stabilimenti, stazioni, ponti, ecc. che possono Pssere oggetto di attacchi aerei anche di notte) an,zichè rimanere del tutto passivi di fronte ad una offesa aerea nemic~, può convenire eseguire qualche raffica di sbarramento IJ)er dare alle ti·uppe amiche e al nemico la sensazione che la ,difesa e.a. è vigile ed attiva e per disturbare comunque la azione aerea avversari~. Piano cli fuoco . - Ncll'organizzazioze della difesa e. a. il comanda1U.tc di questa compila. il progetto di difes a che com prende i segueuti documenti (1) : a) prima di difesa , all~ scala 1 : 100.000 (in genere sulla carta stessa) contenente: - la posizione delle batterie o delle se~doni, determinata cun procedimenti speditivi, e le loro possibilità, pr atiche cli tiro (corooe). P.er le truppe in movimento in va, o di difesa continua [)er sca.valcaruento, si segneranno, èòn l'approssim ~zioue consentita, le successive posizioni da occupare ; - il limite della 7.ona cla proteggere e gli obiettivi di particolare importanza ; - la linea o le linee cli sgancio relative all'obiettivo o agli obiettivi -cla iproi.eggere ; - le ,direzioni di attacco più probabili; - (eventualmente) i ti·atti normali ed eventuali di sba rramento pel' l e singol e batterie. b) grafico dell'avvistameinto e delle trasmissioni (sull!l, stessa. carta al J00.000 o in scala più piccola) con .la dislocazione dei p .a . e 1' indica7.ione dei rispettivi settori di sorveglia~za. · (1) Xelle operazioni di movimento, possono essere gli stessi documenti che hanno se!'l'ito all'organizzazione (n. 28) opportunamente completati.

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I CONCE'l"l'I D'JMPil<,GO Dl!iT~LJ•) AR1'1GLTRfff0 C01'TRAERID1 CAMPALI

Ord'ri111a:men.t o e cl i penden(<;e.

Att11;1lmeinte si ha : - all'armata : in genere un comf:lndo cli raggruppiunento e.a. ed eve1J1,tualmente, gruppi da '75 e batterie da 20; - al l:orpo d' armata: in geuere uu gru[>pO da 75 ed t:Ventualmente batterie da 20; - ;1lla ,d ivisione; una o due batterie da 20. In ogni grande nnitù, i reparti e.a. dipendono dal rispettivo eoma1ndo di artiglieria. Qnanclo si hanno più reparti e.a. il 1Più l·levato in grado o il più. anziano dei C?mandanti funziona 'c)a. comandante della ·difesa e.n. clelln G.U . ; egli è il consulente tecnico presso il com anda,nte <li artiglieria per tutto ciò cht concerne la ,difesa e. a . e provvede al coordinamento dell'impiego di tntti i mezzi e.a. della G.U .. 23. - Com.piti clei v,a,ri

0011w11eli .

C0111ra;n,do artiglieria. cJ;' arm.a.ta : - comunicµ al dipendente comando di raggruppamento e ai comandi cli artiglieria cli corpo d'armata tutto ciò che può i1n teressarli per l'organizzazione ·della difesa e.a.., comprese le notizie sui campi deU'avia,done nemica e sull'efficielllza ed attività <lell'avifizione avversaria; - dà le direttive per coorcli.nare la difesa e.a . dei corpi d'armata. dipendent i; - dispone per l' eventuale cOOIJ)erazione con la. difesa e.a. tr.rrit oriale e per h~ven.tuale concorso dell'avia7Jone nella difesa. ·C. t. ; - provvede a) rifornimento munizioni; - nel c;:1so ehe vi siano reparti c.n . asseg1rnti all'armata, assegna gli obiettivi da difendere ed eventualmente dà le direttive per lo schieramento . · Oom,a:iulo a,1-tiglierfo. d.i corpo d'r,.nn.ata. : - tiene al corrente il <:ornando del gruppo e.a. sulla si tuazione del corpo ·d 'armata, con particol,ue riguardo alla dislocazione degli obi<tttivi più vulnerabili e più importanti. Nel caso di movimento p1'0yvede a raccogliere e comunicare nl gruppo

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L'ARTIGLIERIA CONTRAEREI

i grafi.ci di mai-eia de11e varie colo1me, qnamdo non siano comunicati dirett;:i.mente dalle divisioni; - assegna i compiti della difesa e.a. e dà Je direttive per lo schieramento dei mezzi; ---:- in caso di movimento del C. ,d' A .., nel quale la difesa e.a. debba 1Pruteggere contemporaneameinte trulPpe di pilì divisioni fissa i procedimenti da a{lottare e gli itinerari; - dà le direttiYe per il .coordin;:imento cle11a difesa c.u . del corpo d'armata con quelli dei corpi d'armata laterali e delle dipendenti divisioni; - quando occorre, propot11e al comando cli C. d' A. di decentrare parte dei mezzi alle <li visioni; - eventualmente dispone per l'impiego clei mezzi e.a. contro obiettivi terrestri. Oo11~aoviJ;o artigUeria, dù;is'ionale :

- ;issegna i compiti alle batterie da 20 ed eventualmente a quelle dei ca1n noni quando siano messi alle dipendooze della divisione; - per la {lifesa delle truppe in marcia, comunica alle batterie gli ordini di marda, gli itinerari e le modalità da segui.re per lo assolvimento del compito loro assegm~to; - dà le direttive per l'eventuale im1Piego delle sezioni da 20 contro i carri armati. Oomanào d:i 1·agg1~11.ppcnnento o.a. : - è l'orgaino di cui si vale il comando d'artiglieria d'armata per tutto ciò che si riferisce all1:1 difesa. e.a . ; - ha funzioni ispettive e di consulenza teonica per i mezzi e.a. dell'armata.; - stabilisce l a ,dislocazione dei centri di rifornimento munizioni 1Per ciascun gruppo e predispone le modalità di rifornimento; - provvede al eoordinamento della. difesa e.a. nei O. d'A. ; - (qu;indo ha reparti e.a. alle sue dipendenze), pi-ovvede alla assegnazione degli obiettivi e ,di\ le direttive per lo schieramento e per il coordiinamento delle azioni dei gruppi fra di loro e con quelle delle unità e.a. clel C. d' A. -

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I CONCE'I'TI D'IMPIEGO DEl,LE ARTIGLIIDHIBJ CONTHA!i;RIDI CAMPALI

Go111Jal1ulo dti, ,gruppo o.a. : (cla 75/46 o -d a 75/ 27 C.K.):

- in base ai com1piti e alle direttive ricevute, dispone .,per lo schieramento del gruppo procedendo alle ricognizioni necessarie; nel caso di truppe in mµrc ia organ.izza, il movimento delle batterie e dispone per il loro tempestivo spostamento; - organizza l'avvistamento; - dà <lisposizioni preventive per regolare l 'intervent o delle batterie in caso di attacchi multipli e contemporanei : ove occorra., e q nao1do possibile, ne coordina l 'azione in base aBe necessità -contingenti; - ove occo1;Ì'fJ, assegna alle batterie i settori di azione normali ed eventuali per la azione di sbarramento; - tiene al · corrent e le batterie sulla situazione de Ile truppe; - dà eventualmente ordini per l'intervento delle batterie contro obiettivi terrestri. Gornando di batteria o.a. di C(J/nno11i cla, 75/ 46 e 75/27 G. K. :

- esegue la ricognizione della ì])osizion.e della batteria e provved<~ alla oceuo)azione e sistemazione di essa; - organizza l'avvistameITTto interno cli batteria; - dà ordini circµ la sistemazione dei trattori e carri iporta munizioni; - dispone !;)er la difesa e.a. immediata della batteria e per l'eventuale {lifesa. vicina (impiego di moschetti e di mitragliatrici) ; - nel caso di scavnlcamento, predispone per la rkognizicrne tempest iva dell;1 posizione da occupare successivamente; - assicura l 'intervento immediato· del tiro in caccia contro ogni obiettivo indivi.duale entro il raggio di azione de11a propria batteria, conformandosi, nel caso di più attacchi contemporanei, alle disposizioni del comµnda.nte del gruppo; - assicura il funzionamento del servizio di avvistamento nel settore assegna,.togli (èontimtità, tempestività); - si mantiene collegato normalmente per radiotelèfono, e, quaITTdo 1possibile, per filo col comaITT<lo di gru(Ppo; - dispone per l'eventuale intervento della batteria, contro obiettivi terrestri. -

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L, AR'l'IGLlEHIA CON'.i:HAil;UEI

O<Ymp.11.do cli batteria• cli canncm:i m,itragliere da. 20 :

- dispone per lo schieramento delle se:t.ioni e per il loro spostamento 111el caso di truppe in marcia ; - si mantiene possibilmente in c.:ontinno collegamento -.;on le sezi oni e col coma ndo d'artiglieria divisionale; sempre che ancora, agisce di iniziativa; · - dispo(Ue per l'eventuale intervento delle sezioni per l 'azieone antiq1rro . OomJatndo di sezione cli ca11,noni m)itragUere1da 20:

- ,duralllte la marcia. tiene sempre presente la possi bilità di attacchi nemici a volo rasente; provvede perciò per l'iD11Piego, il più sollecito possibile, delle armi (qna111do si disp0111,e dellé speciali install~zioni su automezzi, l'intervento deve essere istantaneo) ; - riconosce ed occupa la posizione stabilita dal coman da1J1te di batteria ; - dispone per l'avvistamento degli obiettivi ; - apre il fuoco istantaneamente contro qualsiµsi aereo nemico che entra nel suo ragg-io d'azione e lo persegue colla masshna tenacia e decisione sino all'estremo delle proprie possibilità.; - irn caso cli attacco improvviso di carri arms1ti, cor1te111poraneo a quello aereo, decide immediatamente, in base nllu conoscei.n1za della difesa anti.carri in atto, quple clei cl:ue attacta nti sia il più pePicoloso e a-d esso rivo1g,c il tiro cleJJa sezione; - si mantiene in collegamento con il coma ndo di battL·ria (di norma mediante motocicli sti, e qunndo possi bile, con mezzi di t rasmissione).

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CAPITOLO UNDICESIMO

Gli organi centrali di artiglieria A - L'ISPETTOR.ATO DI ARTIGLIERIA. - B • LA DIREZIONE GENERALE D'ARTIGLIERIA - C - LE SCUOLE DI TIRO Dl ARTIGLIEl<IA. - O - LA SCUOLA CENTRALE DI ARTIGLIERIA.

A

L' ISPETTORATO DI ARTIGLIERIA 1. • Gli Is pettori di Artiglieria dal 1914 al 1920, - L' « Ufficio di un generale a dis posizione per l'artiglieria». - 2. • Ripristino del1' Ispettorato di Artig lieria. - Gli Ispettori di Artiglieria e generali addetti dal 1926 al 1933. - 3 . • L'Ispettorato di Artiglieria dal 1933 al 1943. - Oli Ispettori di Artiglieria e generali addetti in tale periodo. - 4. - L'opera svolta dagli Is pettori di Artiglieria dal 191 9 al 1943. - 5. - Cenni biografici degli Is pettori di Artiglie ria dal 19 15 al 1952.

J . - Nel 19Ji5 c>ra IS:pcltore dell'artiglieJ'ia il ten. ge11. Felice d' Aless11n·dro, che aveva sostituito, iD qn(~lla cul'ica, H t.en,. geu. :.\Ioni sin dal 2 agosto cleJJ.'anno preéedente. A]l' jnizio della guena il gen. d' j\lcss~ndro diYentò Comaudante genera le dell'ai-tiglieria. rmmediatamente dopo la, conclusione cl elle opera zioui belliche, il gcne1·ale d' ..Alessandro IP8Ssò in posi¼ione di seni zio ausiliario (17 110v. 191 ) e neJl'alta cm·ica gli successe il ten . gcn . Alfredo D111lolio, i.l quale, jn dipemlc•n za del primo ordinamento prov.-isorio dell'Esercito (2:S nov. 1919), di ,·entò T pettori> ge-

nerale dell'arma . Il sucéessivo ordinamento (1920) a boliva << l'Ispettorato ge>> e creavn « l'Ufficio di un genel'alc di. divi-

nerale dell'arma

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GLI OU GANI CJDNTIULI DI ARTIGJ.IERIA

sione di artiglieria a disposir.ione per ispezioni »; pertanto l 'Ispettorato veniva disciolto (l. agosto 1920), il generaJe DalloJio assumeva altro incarico, ed· il generale di divisione Giuliano Ricci veniva posto a capo del 1niuovo uffido con le seguenti dipendenze ed attribuzioni : - dipendeva direttamente dal )1i11istro del1a Gueua ed era organo di st udio e consultivo .dello Stn to Maggiore per le questioni relative alle tru1Ppe ed ai servizi d ell'arma; 0

Fig. J22. - F elice d'Alessunclro.

- non aveva ;iutori h\. dirE'tta sui comandi, sulle truppe sui servir.i e neppure s ugli stabilimenti (dipendenti dall'I~ettorato delle Oostrnzion,i) : ma in base ad incarichi, volta a volta, ricevuti dal Mi111,istro cl ella Guerra o dal Capo cli Stato :Yfaggiore dell'Esel'cito, esegui va visite ed isper.ioni tecniche alle truppe ed ai- servir.i ,d ell'arma ; - era tenut o al corrente, per cura dello Stato Maggiore di tutto quanto, nei rigu;.n cli dell'a rma di art iglieria, veniva fatto presso gli eserciti esteri, e per cura d ell'Ispettorato delle Oostruziom,i di artigliel'ia, di tutte le questioni !Principali rela~ tive a studi ec1' esperienze che si svolgevano sui materiali di artiglieria;

P

-

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r/1SPP.'J'l'OR ATO DI AH'l'IGLIERIA

- poteva essere i ncarica to <lallo Stato Maggiore .della compilazione dei r egolamenti e delle istruzioni per il servizio del 1' nrma.; - esprime.va il suo 1parere, se richiesto, o faceva proposte circa l'assegnµzione ai vari comandi, reiparti e servizi in 1pac:e e in g11 ena, degli nffici::ili dell' arma di artiglieria (ruolo comb.~ttente) sia in s.a .p. che h1 congedo. L'organico <li quel] 'nfficio era il seguente : Uflìciali cli artiglieria: Cololllnello (capo u:ffido) Ufficiali superiori (ten. col. o magg.) Ufficiali inferiori

N. 1 )) ))

2 3

Con l' ordinamento del 7 gennaio 1923, che creiwa l'I spettora to Generale R. Rserdlo, il cc generale cli divisione di artiglieria a disposizione per ispezioni>> cambiò la denominaziome in quella. di cc generale a. disposizione per l'artiglieria >> e le sue dipetn<1enze ed att.ribuv.ioni (circol. 70, G.)!. 1923) furono fissate come segue: Il generale a disposizione per l'µrma d'artigli.eria ,dipem deva dall'Ispettorato Generale ,del R. Esercito per quanto riguardava -consulenza , studi ed ispezioni relative all'arma di artiglieria. In particolare : 1-

- nei rigiiardi d:ella cons1ilen.za, per quanto concer:neva l'arma di artiglieria , si~ in sè stessa , sia per quanto aveva tratto alla. difesa dello Stato, espl'iment il suo parere circa : a,) il recluta mrnto, J'}lrmamento, l'equ~paggiamento e l'addestramento del personale (ufficiali, sottufficiali e truppa) d'artiglieria, la prepara zione nell e Yarie scuole degli ufficiali e dei sot tufficiali a;cll'arrn ;a; b) l'ordinamento e l 'impiego deJle unità e del ser vizio <lell' arma ; <C) l'assegna zione }li vari comalllCli, riparti e servizi del1' arma, degli uffici_a li generali cl.' a 1:tiglierj a, clei coma nclan ti di corpo e dei ca/pi servizio ; -

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GLI ORGANI CEl\TH.U,l DI ARTIGLll.mlA

- nei rig11,ardi élegli sl1t&i,, in base alle direttive dell'Ispettore Generale del R Esercito che gli ,eniivano comunicate claJlo Stato Maggiore CeJJtraJe, o di sn a iniziativa , previ aecordi col predetto Stato )Jn ggiore : a) collaborava alla <·ompiJazione dei regolamenti e deJJe istruzioni speciali clcll'rrnua e <leHe l'elat i:"e modifiche;

Fig. 12:1. - Giuliano Ricci.

b) compiv~ tutt'i gli sh1di che comunque interessa vano l' a rmu. Per oi-cl i,ne dell 'lsp<•ttol'e (lc~11ei-ale del R. Esercito e previ accordi co11 i Gomaucli di Corpo cl'tn·mnta io-,tcressati, faceva compiere ai corpi ed uffid dell' armn studi ed es1perimenti ave11 ti nttinenza (·0-11 gli argomenti cli sna comipetenza. Inform;iva <li ciò i cornarnli di Armnta interessati; o) era tenuto al <:one,n te : dallo Stcrto ,Maggiore Centrale, snlle questioni prn importanti relative all'ordinamcmto , preparazione, .clislocazione, funzioname11to ed impiego dei reparti e servizi ,dell'arma e su -

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1/I SPlè'l"l'OHATO 01 Ail'l'IGLlERl A

quanto, nei riguar di dell'arma cli ;:irtiglieria. si fneeYa e si pubblicava all'estero ; egli stesso seguiva le pnbblicaziornri. estere e inoltrava all' Ispettore Generale del R. E sercito, per il tramite dello Stato Maggiore Centrale, tutte qnelle pr·oposte ehe riteneva. utili o necessarie n soddisfare i bisogni clc)Fal'ma ed a metterla. in éOD{lfaioni cli progt·ecUre; dal Direttore Superiore delle Cost:rnzion'i cl'm·tigl'ieria,, sugli studi, rsperienze ed, in geuere, sn tutte le questioni che comunq ue in ter<'SSaYano l'arma cli a l'liglieria;

- nei 1·igua.rd.i delle ispe:::io11i, C'Ompha (o fac:ern compjere da l gener;:ile aclcletto) per 01'cline dell'I spettore Generale del R. Eserdto, visHe ed ispezioni di caratter e teenko ed as!'listeva alle eser citazioni. riferendone poi aJl'Ispcttm·e Geneea le stesso, per il tr:ui1ite dello Stato Maggiore Oentrn le, ecl ai coma,ncli di a rma t11 e dei Corpi <l'annata intcress;:iti. F ncern all'Lpettore ge1,erale cl<>l R. E sercito. per il tn1mite dello Stat o :M:aggi.ol'e 0<'ntra le, t ntt e quelle pr oposte che riteneva opportnn e o 11eC'essm·ie a co1Jseguil'e nnità d'indirizzo nello svolgiment o clellc istn1zion1i e delle esertitazioni deJl 'Arma e<l u nità di clirer,ione n1el fn nzio1rnmento del servir,io cl ' nrtiglieria; - concr etava Je caratteristiche che, i1n , rel azio11e alle esigem:e d'impiego , dovevano av<~re i materiali cli. ;:ittiglieria e le munizioni relative (esplosivi compresi) e faccnl all'I spettore Generale {lel R.. E sercito, per il trarnit<' dello Stato Maggio1·e Cont r ale. le proposte del caso. Avutene le decisioni, le comnnicavn al Dhettor e superiore delle costru:doni cl'nrtigliel'ia e ne seguiva )';:ittnazione; ~ davi.i a l Direttor e sup er iore delle cosh·nzioni d ' artigJie1fa, col q ual e 1per tutte le q ue~tioni relative agli studi ed a lle esperienze di sua. competenza si t eneva i11 coutinna. e <1iJ'etta relfr zione, le dil·ettive per la compilar,i onc e toonta al corrente delle tµv o)e cli tfro. dei snntj descrittivi clei materiali e clelle mu nizioni. in servizio ; - s i teneva in c:ontjm,a reh1zionl:' : ool gene,·a,l e m disposizione 13e1· le tru,pve alpi11>e·, per qu a.uto aveva tratto all' ordin a mento, a rmamento, equipaggiament o ed a-ddestramooto deJl 'a rtiglieria elfi. montagna; ~

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GLI ORGANI CliJN'l'ftALI DI ARTIGLIERIA

ool gen:e rale a dis,riosizfone per l'arma, cli cavalleria,, per <1nanto riguardava. l'ordi111amento; l'armamento, l'equipaggiamento e l'ilddesiramento del reggimento di artiglieria a cavallo, gli studi e le questioni relative all'acquisto, alla prod uzione, all'alJcvamento, all'a·d destramento ed alla assegnazione dei quaòl'llpedi occorrenti all'arma ·c1i a1·tiglierii;i; ool generale a cUsposizione 71er l'arma. del genio, per tutte le questioni comnni alle armi tli ar tiglieria e del genio. Il suo ufficio avc,a il seguente organico: Personale ufficial.i : N. 1 Generale addetto )) l Oolornnrelli di artiglieria . )) 1 'l'cn.enti colonne]]i di artiglieria )) 2 Tenenti colonnelli o maggiori di artiglieria )) 5 Oapitatn,i di art iglieria .

- Oollabol'ò col gen. Ricci dal 29 marzo 1923 il ge111. di brigata. Vittorio Buffa di Perrero, il quale, ,promosso snccessiv,1 mente genera le di <li visione (23.1.1!)24), imdò a comandare la divisione tcnitoriule di Salerno, sostituito nella c~rica di generale addetto dal gen. Tito i\'Ioniefiinale (15 marzo 1924). Il generale Buffa cli Perrero, sostituì poi (1° agosto 1924) il v:enerale Ricci nella sua carica, avenclo ;1ppuo1to come collaboratore il generale Montcfì.nale, che rimase ancora per qun lche tempo a quel posto col grado cli generale di clivisioo.1,e. 2 . . L'ordinµme11to clcll'll marzo 1926 riJpristinò l'Ispettorato di artiglieria e q11indi la carica di I spettore con clue generali addetti; CO'Jll successivo R.D. del 17 febbl'aio 1927 (circ. 115, G. 1VI. 1927) furono così stabilite le dÌjpendenze e le attribuzioni dell'Ispettore : L'Ispettore cleJl'al'tiglieria aveva il gr ado cli generale di Corpo d'armata o cli divisione e clipencleva d1:1.l Ministero deJla Guena. Egli sovraintendeva all'istruzione ed 13i servizi dell'artiglieria e agli studi relativi alle varie specialità d'arma e di servizio, in rapporto più specialmente a quanto si riferiva ai progressi tecnici che potevano interessare l';utiglieria. ~

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L'ISPE'I'l'OR ..\TO 01 .\ll'l'IGJ.l EIUA

Esercita, a l'alta vigilanza sul servizio tecnico di artiglieria; e -d ava al Di.rettore Superiore del detto servizio, iin base ai criteri di massima stabiliti dal Capo di St;:11.o Maggiore deJl'Esercito, le direttive per gJi studi e Ja -cle:fi.ini:donc dei materiali, stabilendo le caratteri tiche dipendenti dalle esigenze del loro impiego. Seguha e controllava l'esecuzione delle direttive medesime.

F ig. J24 . . Vittorio Bu!Ia di l'errcro.

Egli aveva inoltre ll Ci rig:u·nrcli de) servizio tecnico d' artiglieri;:i, le attribuzioni speeiali che erano sfabilite da apposite disposizioni pel funzio·namento del detto servizio. CorriS1Pondeva direttamente con i Ooma111di di artiglieria e con la. Scuola controaerei per l'istn1zione tecnica professionale delle t r uppe, per il servizio del materiale e per tutto quanto potesse concerne(n:e l' escr,cizio delle soe altibuzi.oni. L'I spettore rice1reva dal Capo di S.::\I. <lell'Esercito per incarico del Ministero della Gn erra, le direttive : -

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OLI OfWA'.111 CID:s'TR ..\LI DI AR'l'IGLmRIA

,a) per l'i11dirizzo del1e istrnzi.011i e dello S1Peciale serYizio delle truppe dell' arma in r elazione al loro impiego in guerra; b) per la compilazione di determinate istruzioni speciali riguardanti le truppe de1l'a1·ma; o) per il suo co11rorso !J1:elJo studio dell e varie questioni rrlativc nlr ar1U;rn1ento clell'Eserdto, alla orgrnnizzazione difensiva aere:i <lel territorio nazionale e !Presso l'eserrito operante ed alla difesa dello Stato. Per oppor t 1111a norma negli studi di sua competenza , te nuto al corre11te dal ~iiniRt<>t'O tlclla Gnerra , clal Capo di S.M. clell' Eser cit o e clngli altri Ispettori, dcJJe questioni che avevano ;ittfa1en¼a con gli s t ll<li i:;tessi. L'Ispettor e rlell'a rtigliel'ia soVl'aintendeva a quanto r ifletteya il pedezi0nnme11to della cultura sdentifica e professionale d<!gli uffic:i11li di atti glieria e, per la IJHn -te che lo riguai-dava, a]]a definizione clei pt'og-rr1mmi di s tu<lio per gli allieYi dell'..:-\.(·1:ademia cli artiglie ria e genio , per il Cors o superiore tecuic:o e in genel'e pe1' quu lsia ~i cor s o cFistrnzimw speda le pe r gli ufficiali clelFarma. L'Ispettore propont'Yn al Capo di St a to Mngg-im'e dell'Ese1·c:i.to Je dil·ettive aJle quali do,·crnno 1n.foJ>m::trsi Le <!sercitazioni s pecinJi dcJl 'anuH . L'l&1Jettore, previa autorizzazione ministeriale, eseguiva e fa ceva escguil'e dai p;enerali a Jui ncld etti i spl'zioni e visi.te ai corpi, uffici ed altri enti. clelPimna e ne riferiva il risult,Ho al ~finis tero della Gncrra , inforurn0Hlo11e il CalPo cli Stato ~Jagfriore dcll'Bseréito e i comandi cli Corpo d'm·mata in teressati per la parte <:Ile li rigu11rdava. L'Ispettore era dal Miuistero co11s11ltato s ulle principali qucf:tioni riflett enti i] setvizio ippic:o ,pet qnanto interessava l 'arma rli m·tiglieria , e<l i11 oltran1 al }fini stero le proposte che i-itc1neva utili su t ale argomento. L'Ispettore esercitaY~l azione cli vigila~1za sul personale milita r e e civile delramia e rassegnava al Ministero della Guerra le proposte i-iflettenti l' impiego del pe1·sonale stesso. Ri('evev11 comunicazioni cltillc uutol'ità competenti dei fa tti ùiscipli,n ari e cli servizio che rivesthan o car nttere di speci~1le im-

era

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L'JSl:'It..'l'TOH.\'l'O !H AR'l'JGJ.Ir.:HIA

porta nza, r elativi al p.ers onale stesso pur rimanendo questo 1;1 Ha clijpendenza disciplin are delle autorità territoriali.

Il gcmera le Buffa cli Pener o, g i,\ « generale a disposizione per l'artiglieria » di.venne Tspettore dell' arma e suoi generali addetti furono il gen . 1VIontefinale e<l il gen. ifarco Bono assegnato all'Ispettorato iJ 30 settembre 192G. Al generale Buffa di Perrero (l O fehbrnio 192S) succedeva H geinerHle cli Corpo d'a1·mala Ettorp Ginrin the ebbe come c:oJlaboratoti al 1° R eparto il genernle Rilvio Sircana (23 febbraio 1928) ecl al 2° Repa r to il gen . ì\farro Bono sostituito nJ1a s na volta -d al gen . di bJ'igata C'al'lo :\fosso (aprilr 1930). L'anow dopo (2:t apl'ile) il gen . Mo11tef\np le , dopo Hver com::t1ncl alo la division e territorinle cli Tol'ino, tornò all'Ispettorato d'a rtiglieria a reggere temporn'llcamentc il 1° Repnrto in ~ostituzione del gen. Sfrcana e nel settembre successivo mentre il gen. Montefinalc sostituiva il gen . Giuri;:t nella carica di I spettore dell'arma (2 settembre 1931) a capo del l" Reparto venne posto il gen. Augusto de Pig-nier. Tl genernle Montcfìnalc mantenne )!1 sua cn rica anche col graòo di gcnernle di Corpo d'armata : generali addc!tti ·fm ono al J O R eparto il ge11. dc P.ignier a rui seguì (20 nrnrzo 1933) il gen. Camillo de Ar{'c1J11C ed a qnesti il gen. cH diYisione Ettore Ascoli ed al 2° Reparto il gcnern le l\{nsso eol grado cli genen1le cli divisione. 3 . . A nche 1nel J 933 iper ev identi ragio11i -di nn migliore lnvoro di coorclinamP.n to tra i vc1ri Isr)ettornti. uon chè a c-hia rire i legami che li unfrano nell'esplPtarncllto del loro marn'lato furono (·osì. definite ·1e loro dipC'nde11ze e<l attrilrnzioni: Gli )spettori (della fanterin . clell"artig-lied~, del genio, cklle truppe celeri, delle trn1ppe alpi11e) ei·ano organi di con snlc>nza e di studio: a) del :Nli1nistro del.la Guen a. per i p1·oneclimenti esec·ntivi l"ign:Hdanti l 'ar ma o hl specia litù d spettirn: b) de) Capo cli Stn to l\fagg:iore dell' l~scrcito, per ogni q11e-

stioo1e interessante~ ]' arrn,1 o la specin litù cui etnno preposti. -

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GL{ OUGANJ cE::,;'l.'nALI o r .\ Ul'JGLIEHlA

L'Ispettore dclJa fa11teria - tenuto co·n1.o delle cara tteristiche ,d i quest'arma, al ('Ui successo dovevano concorrere tutte le altre e per la cui efficienza il fattore tecnico cloveva iITT tegrarsi e fondersi con quello spirituale - e1·a organo di pm·ticolare consulenza del Ministero della Guerra. L'Ispettore della fanteria aveva il grado di genera le di Cot'po d'a,r mata : eventu;1Jme1nte comandante ,d esignato cl'armata. Gli I spettori dell'artiglieria e clel genio aveva:no il grado dj generale di divisione : eventualmente di Corpo <1'::irma~a. Gli I spettori delle truppe cele1·i e delle truppe alpine avevano il grado di generale di ,divisione. Nei riguardi ,degli studi e della consul enza verso il Capo di S.M. dell'Esercito gli Ispettori : a,) !Presentavano di loro imiziativa q uelle proposte di CP.· rattere tecnico-profe:;si.on.ale, che titeneYa110 necessarie nell'interesse ,della propria arma; b) esprime,;a no patere sulle questioni relative all'ordinamento delle umità e delle scuole dell'arma, s:illa mobilita1,ione, all'impiego, all'armamento ed all'equipaggiamento dell'arma stessa; o) pr01Ponevano le direttive citca l'indirizzo delle istruzioni professionali, ginnico~sportive e delle varie esercitazioni d'a.r ma; cl) proponevano le ct1ratteristiche dei materiali ò'ogU1i genere dell'arma ; e) presiedevano alle esperienze relative ai materiali delJa rispettiva arma ; /) colJaboravano, in base aJJe direttive del Capo di Stato M~ggiore dell'Esercito, alla compilazion e e revisione dei regolamenti e delle istruzioni dell'arma . Gli ispet tori, sc111Za interferire iin quella che doveva essere la no1'm,ale azione dei comandi territoriali di Corpo d'armata e di divisione : a,) seguivano lo svolgimento delle istruzioni presso i corpi e le scuole dell' arma; b) compivano personalmente o facev~no compiere dai geillerali addetti - previa autorizzazione del :Ministro o del Capo di -

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L'ISPEr.rTORA'fO lH AR'l'IGLIEnIA

S.M., - visite ed ispezioni ni co1·pi ed alJc scuole, con determinati scopi interessanti la parte tecnico-ptofessionale dell'arma; o) iinformavano di tali ispezio1ni il )finistro, il Capo di S.M. ed i comandi cli Co1'pO d'armata intel'essati. L'I spettore dell'artiglieria aveva alla sua dipendenza diretta il servizio teooico d'artiglieria. All'infuori òi q11 elh1zione di c-oorclinnruento rhe emanava dal Capo di Stato Maggiore <lell'Esercito, gli I spettori: a) si manteinevano i,n. costante collegamento fra lol'o - specie con quello di fanteria - iper lo studio delle questioni di loro spettanza ; b) corrispondevano dil-ettamente nella esplienzione delle loro funzion.i coi comanda111ti di Corpo d'armsita, da cui dipendevaJ10 i corpi o le scuole, presso i quali compivano la loro azione ispettiva; e) si tenevano, attr;iverso le inform azioni che ricevevano o sollecitava1no dal comando del Corpo di Stato :Maggiore, cost;rntemeinte al con·ente dello svil nppo e della situazione della propria arma anche presso i principali eserciti stranieri. Sostituì il generale ?lfontefìnale e per poc:hi mesi (1:! maggio-13 settembre 1934) in qualità d'Ispettore dell'arma (incaricato) il genèr;:tle Musso che ebbe come generali addetti al 1° Reparto (iper pochi giorni) il generale di brig;:ita Alberto Ponza di San Martino assegnato all'Ispettorato il 6 settembre 1934 ed al 2° Reparto il generale di brigata Ubaldo F autilli assegnato all'Ispettorato :fin d::il 16 aprile 1934. Il 16.9.1934 alh11ta carica fu designato il generale di divisione Augusto de Pignier mantenendola poi per 45 giorni a1IJ.1ehe col grado di gen erale di Corpo d'armata. Suoi collaboratori al 1° Repµrt o ancora il generale Ponza di San Martino sostituito 1poi (aprile 1!)35) dal generale di brigata Silvio Brancaccio e questi alla sua volta dal ge1lerale di brigata Fr;mcesco Biondi-Morra (sett. 1935) ; al 2° Reparto il generale Fautilli fu sostituito dal generale di brigata Filippo Scoppa (sett. 1935) e questi poi dal gener ale Emilio Bucci (sett. 1936). Il gen. Fautilli <lopo un anno del prescritto period o di comando -

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GLI OR GANI CIDN'l'RALl nr ARTIGLrnRIA

alle tTuppe, tornò all'Ispettorato d'artiglieria a reggere il 1° Reparto in sostituzione del generale Biondi-Morra (sett. J936) . Men tre era Ispetto1'e il gemer~le de Pignier, il ::\f inistro della Guerra (Oirc. 9!JOO del 15 febbraio 1936) l'itenne necessario, suJla. base delle esiperienze, r ibadire alcune precisazioni in merit o alle norme precedenti, emana te col R. n. 1340 d el 28 settembre 1D33 drca le attribuzioni degli Ispettorf d'arma nell' intento di u tilizzare ed armonizzare l'operato di quelle alte ~utorità e doè, premesso: - che gli ispettori personificavano le riS!pettive armi e speci:llitù, : e, C'Ome tali, erano orga ni tec,nici consiilen,ti e cli studfo a disposi½ione <lel Ministro e del Ca po di S .:M:. dell'Esercito ; - che l'indirizzo per la formazione dei quadri per l'add estramento dei reparti doveva essere ,umico ed unico l'impulso rrnimatore; disponev~: - che le linee fondamentali per tutto quainto rigunrdava l' addestramento, l 'armamento, il munizioname1nto, l' ordinamento e l'eqnipnggiamento erano cli COJUJP<'tenza del Capo di S .ì\f. dell'Esercito; - che seg uendo tale orientame11'to, gli Ispettori assumevpno l'alta <lire;,;ione tec11ica degli ist it uti della r ispettiva arma (s('.uole centrali, senolc di npplicazione, accnclemie, scuole di tiro <l'artiglieria, scuola milit::n'e d'alpini smo, cen h'o addestramento O.V., scnofo A.V .O., e scuole A .S.) . Dove esistev,rn o p iù anni e specialità., ogni Ispettore esercitava 1Pre!-"SO il coma ndo delJ 'ist itut o azion e direttll su q u~111to rigrnnda,·a 1ft propria nr rna, con l'intel'venio e decisi on e del 0 apo di S.)L dell'Esercito per le questioni comuni a tutte le armi e pe1' le quali esisteva divari o fra gli ispettori. Rie111t1·ava ne.U11 pnrtic·ol::ire competcrrna degli Ispettori : l' organizzazione degli. istituti, la pl'epara;,;ione dei [Jl'og1'ammi, l 'indhizzo e la ,igilan¼a s ull'attiYitiì addestrativa . Gli Ispettol'i - mediante visite personali - sen za i.nterferil·c nell'azioue dei comandi rn1tm·nJi, oollabora'va,,110, in piena in tesa co11 questi, pe1· l 'esatta a p1p licazio,ne dell e cliretlive ema- - (i72 -


L'ISPg'l'TOR,\TO DI AH'l'IGL!ERIA

dal centro. Unità di mente e di azione doveva presiedere a tutto quanto costituiva l'indirizzo formativo dei quadri.

a1,!)te

La stessa opera di eolJabora;1,ione gli I spettori dovevano t.-siplicare quando si recavano a visitare le truppe della. propria m·ma -e gli eventuali corsi (A.U .C. e A.S., controaerei, carri armati, alpini, automobilisti, ecc.) costituiti presso alcuni corpi. L'alta rpe1'sonalità degli Ispettori e la ben nota loro oculat<:'zza erano di 1pcr se stesse sufficienti gara,n zie contro nocive int(>rfererrne nei riguar,di delle attribuzioo1i delle va.rie gerarchie. U ·aUa. d-i rezion.c ·delle riviste (di f;rn tcria e artiglieria e genio) era devoluta agli Ispet tori d'arma. A questi competeya indirizzare i ,d irettori delle riviste stesse, concretare programmi. di lavoro, vigilarne l'attuazione, afila,ncare l'open,1. degli alti comandanti gerarchi.ci stimo]a,rnlo e premiando l'attività degli ufficiali più competenti. Il Comando del Corpo di S.M. seguiva l'attività di tuttè le dviste ed interveniva !)ll'occorrenza, come elemento coordinatore e propulsore.

Le funzioni cli consulenza, di studio e ,d i collaborazione degli Ispettorati erano dettagliatamente specificate all'}Jrt. 4 del dtato R. decreto 1340. Tuttavia.., allo scopo cli rendere più intima la loro coUaborazione col Ministro, col Oripo di S.M:. dell'Esercito ed anche con i Comandanti di Corpo d'armata, per quanto concerneva. armamento e muriizionamento, g1i Ispettori : - proponevano le caratteristiche d-ei rn.a teriali di ogni genere e del munizionamento della proipri~. arma, da porre allo studio, o le modifich<~ resesi indispe,n sabili a quelle esist-enti; - presiedevano alle esperienze relative, formulandone i programmi, nominando le commissioni esperimentatrici e ne se,g uivano ed orientavano l'attività; - avvenuta l'adoziQ1ne di un determinate, materiale o munizionamento, prendevano accordi con lo S.M. per ]a. distribuzione e curavaino che i reparti avess<~ro acquistato il più ra:-

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GLI OUGANI CID:-l'l'HAJ,I DI ARTIGLJMRIA

pidflmentc ed organicam<~nte possibil e la n ecessaria eflicicnz~ predisponendo tcmpcs! ivamente l'aclcl estramcnto del personale, il completamento delle dotazioni e l'equipa ggiamento. Nessuna i11gel'eJ1r,n avevnno g-Ii lspettori su qu:1nt o ti guardaYa questioni <li go,erno e lUOYirn<·nto di personale. appli<:aziou1e cli di~posizioni legislative, biln11do, per le qunJi si ri<-hie<lcv{l un meecnnism.o ammi.uistl'ati vo e legrd e ehe g li Iswttori HOn a,-eva110 e cl1e non avrebbero polnto H,ere senza compli<-a1·e e snatura1"e la loro fnn zione essenziale. Ciò nou togJievp <:he la 10 1'0 opera di co11su leuz11 e di s1 udi o poteva essere riehie>sta dal :.\1inistero auchP sn t ali argomenti. L'Ispettore dell ' arma tli fnnte1'ia . qn a1lC1o lo titeneva opporlnno . conYocava gli I spettori d'nltre armi. iper quello sc·nmbio d 'idee, iuteso al maggiore allir1ti1me11to s ulle 1n·iI1t ipali q ucstioni cli cm·nt tere t e0n ico cl ella 1>ro7Jl'ia a,rm o.ta a, -en ti relazioni con altre a rmi. Con successhn eil'colarc 11 . 1000 ùi prot. il Oul])o -d i s.:M. in clat n 15 gcinm,aio 1937, all o scopo cli coorclinprc le moltc1pli<-i sue disposizioni su<.:ccssivam<•nte emanate nei riguardi dPlle clipc1Jdenze ecl attribur,ioni <lcg·li I spettornti , cli porle in rel;,r,i one a quelle con tenute in altra rlisposi7.io11e del J\Huister o in data ~S ottobl'e dell',rnno prec·edente . rendete più ;igile il funzionamento degli I spetton tti, <~elerrninava, : 1

- gli Ispetto1·ati pNSOnifieavano le dspetthe nrmi e -pecialità. Come tali erano orgnni tecnici cons11,le11ti1 cli st,iulio e di controllo alla dipen denza del Sottosegretado cli S ta to e del Onpo di S.M. dell' Bsel'cHo . Non avevano ingere11z,1 ,n è su Ue ques lioni di personale, nè sn qnelle cli bila111do; - pen hè unico fosse stato ]'i'l1<1iriw:o, essi l'if'eve va,n o dal Cnpo di S.M. <Clcll'E erc-ito le dirett ive fondamentali per qua11to riguardava acldesh-ame,n to, armamento, munizionnmeuto, ordi n amen to ed cq ni.paggiameMo, eflki enza morple e maLeriaJe cl e l~ ra.rma. ri::ip<'ttiva.. -

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Orientati su tali direttive, gli Ispettori: nei dgu(Jlrdi clell)aclclestrarnenf:o :

a) avevano Falta direzione t;ecnfoa cl.egli ist ,i t;uU m,.i l'ita,r i delJa risipettiva armµ , esch1clenclo cioè quanto a.veva tratto

alle dipendenze clisdplinari, teni.toriali ed amministrative. Rien t.Pavano quindi nella loro Jrnrtieolare competenza : org·anizzftzione degli istituti, preparazione dei programmi, indirizzo ·e vigila nza sulh1ttività aclclestrativa. Dove esistevano più ar·rni o spedalità ogni Ispettore esercitava presso il coma,ndo dell'istituto azione diretta. su quànto riguardava la. pr-opPia arma o speeialità; b) esercitavano, mediante riviste, opera di collaborazione con i comandanti gerarchici da eui dipendevano i reggi1nenU e baUa.glioni-smt0la, per l'esatta interpretazione da parte dei reparti-s onora (reggimenti e battagJioni-sct10la) delle direttive ema(l1:;:tte clal centro, e ciò senza interferire nell'azione di comando; a) iclc~ntica opera di collabora½ione es:plicavano quando si l'ecavano a visitare le truppe della pl'OpPia arma e gli eventuali corsi istituiti presso alcuni corpi ; d) trattavano col Comn11do del Cor,po cli S.M. tutte le questioni relative all'attività add estrativa degli istituti militari, ecl alla istituzione e svolgimento di eorsi presso taluni eorpi ; ne'i ri.r;u,ardi

cze,i material'i :

e) proponevano al Comando clcl Corpo cli S.M. :

- le caraUer,i stiohe cl'invpiego dei materiali. di ogni genere della propria arma da porre allo stndio, le mocl!ifiche reseri necessarie - in base all'esperienza - ai materiali esistenti, le clota,doni di p$1ce e di mobilitazione; 'Ì z1rognim11vi delle esr1e1·ìenze rcl11tive ai matel'iali in istudio, sia i,n sede tecnica. (previ accordi col S.'l'.A.:M.) sia presso i reparti; ad esperienze ultimate riferivano con le c-onclnsioni e proposte clcl easo; /) partecipavano H t utte le espei·iem;e (anehe a quelle tecniche) con propri rappresentati in seno alle commissioni nominate dal Comarnrdo del Corpo dt S.M., prescinziando ad esse personalmente se e quando lo riteneva,no opportuno; -

675 -


GLI ORGANI CI•:NTRAr,t D! AHl'lGLil1IUA

avvenuta l'adozione di un òeterm1nato materiale: - inoltravano proposte per la strn distribuzione; -- pro.ponevano tempestivamente le norme per l 'addestramento del [)ersonale e per il rapido orientame,n to dei rep~.rti; - faceva no proposte per le event uali conseguenti modifiche all'equipagginmento e IJ)er il completame11to delle dota:doni; - con azione ispettiva collaboravano con, i comirn<lanti geral'chici per la esntta in terpretazione delle norme em anate dal centro; g)

nei r'igu-a1'ilii della ,r egolamentazione :

1

h) compilavano le istruziond speciali fl' arrna cli carattere tattico e tecnico, in base a]]e direttive date dallo Stato lV.faggiore per qnainto riguurdava sia il coutenuto, sia l'unH01·rnità nella tf'atta1.-ione eél esposi1.ione della materia ; nei r i,quarcl'i clclle cc Ri viste rnilita:r-i )) : i) sov1·aintendevimo alle C( Riviste militari >> delle unni rispettive e ne indfrizznvano e di r.iplina,~ no ]'attività,. A tale scopo: - [)recii:;a,·ano i prim:ipali problemi d' attualitù, sn cui intel'essava maggiormente richiamare l'attenzione ckgli ufficiali (p-rogramma di larv0ro) avemlo cli mir11 cli elevare sempre più il tono delle riviste e 1·enderle aderenti al nostro ambiente mili tare, utili, serie, co11crete, gradite al lettore e apprer,zate per elevatezza e praticità di argomenti e per agilità e concisi o-ne di stile ; - davano ai direttori l;.-i necessarh1 responsa bilitù. uellu scelta e .p remia zio.ne dei lavori : - lasciavano fii collaboratori la ma ggiore 1ibcrtù, di pensiero e di esposizione, nei limiti cle1la correttezza disciplinare e della critica. costruttivo e fermi. restando i c1ndiilli fondamenta 1i della nostra dottrina . Il Comrrn cl o del Corpo di S-M. interveniva quale organ<1 pro~ pulsore e coordinatore dell'attività delle varie riviste . Acl esso er;;m o inviati, nel loro testo integYa"/c , quegli artiroli che. per speciale importanza o delicatezza cli argomento, 11vessero potuto sorgere dubbi circa l' opportunità della pubblicazione. 1

-

<HG -


L,1SPET't0llAT0 DI AHTIGLIEnIA

L'attività principa]e degli Ispettori doYeva essere que]]a ispettiva. e ,d i controllo, svolta c0:n interventi diretti personali, riducendo al minimo 1n circolµri. QuestE: dovevano limitarsi a tra tta.re questioni di tecnica d' arma o a chiarire argomenti già definiti dalla regolameutazione in atto. Dette circolari ,dovevano essere inviate per conoscenza al Comando del Corpo di S.M .. Le più importanti doveva,no ess<~re trasmesse wnche f:11 Gabinetto. Il Jsp:etto,re deWwrm.'a cli fa.n-teria, in relazione alla preminente importanza di quest'armµ, aveva il compito, in par~ licola.re : a) cli coo1·dinare fa zione cli t 1.i:tti gl-i l spett:o·;\ richi1~dendo 1H collaborazione di quelli 1nteressati, sulle direttive dello Stato Maggiore, per quanto riguardava : - alta clirezioue di tutti gli istituti mUit/;lri (escluso l'I.S.G.), svolgendo su di essi la sna azione islJ)ettiva con lo scopo di ottenere prat icn mente unità di i.nèlirizzo nena formazione dei qua,d ri di tutte le armi. Il raggiungiment o cli tale scopo veniva agevolato d;1 visite che gli I spettori delle varie armi compivano, a titolo anche di collaborazione, agli istituti di arma diversa dnlla; pro1Pria; - addestramento di più nrmi in cooperazione ; - questioni di carattere gern~rale interessanti armi diverse ; organizzazione delle c:ompetir.ioni sportive di carattere generale. Le eventunli divergenze in materia doveva01,o essere prospcttµte - tramite il comaindo Corpo èli S.M. - al Capo di S.M., cui spetta va ogxii decisione; b) di esercitare l'alta direzione tecnica e l'attiva vigilnnza su tutte le sc:uole miJitari (ex collegi) . 1

I singoli Isip<~ttori, ,nell'espletamento de]Je a ttribuzioni sopra specificate;

. - r iferivano direttamente al Capo di S.M. (tramite il Comando del Corpo di S.M .) per tntte le questioni specifiche d'arma; - facevano capo all'Ispettore dell'arma ,di fanteria, per qrn~lle cli ,c arattere genernJe o interessanti più armi. Detto Isp~t-

677 --


GLt ORGANI CfilNTRALr DI AR'rIGT.lERIA

tcwe ne riferi va. poi al Capo di S .}I. (tramite Comando Oo1·po cli S.M.), con le proposte del caso. N eJl' a n no 1937 (15 febbr11io) il generale t1i divisiohe Fautilli, sostitucnclu il generale de Pig1Hier, fl ssumeva la ca1·ica cli fape ttore cl1e eoinservò col grado cli g-ene1·nle <li Oo1·po d'armata fiHo all'S settembre 1943. Con di sposizione <lel Mi1nistel'O della Gu erra (Gabi netto) d(;' I 29 dicemb1·e 1938 (Oirc . 6420) si costitul cl 11l 1° g-e11naio suc·<:.essi vo in se110 :-11J' Isp~ttor ato d',H·tiglierh1 u,n te1·zo repc1i·to tlw trnttava le questioni tigunrdan ti le is t1·uzio11i sul ma teri11le. muni7.ioni , servi r.io clel pe7.zo, C/ilri.cnmenti, tavole cli tiro, cee. 'l'n1ttava. fo10ltre le altre questioni (non i11terc,ssanti rlireltarne11tc addestrament o, impiego) elle gli ,,cniv,1110 Hfficlate dall'Tspetl'ore di vo1ta i n volta . Di con eguenza l ' Ispettorato cl';u-ligJierin assnn. e la Reg1H:!11 te

fo l'lunr.ione :

-

--

10

2·•

30

Reparto

Reparro

Reparro

Ispello1·e

e

Offic i al i

Scgt·et.

Genernle di diù><IOllC

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cl'A. o <li

Ispettore del-

l ':ntigl .ier ltl

l'lO<Oic

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·Gcnernli di clh'is ionc o di

brigata aclùettl

I Di u.rtigUcri<,1, (ruolo

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mando) : Colonnello segr.

CHJ)O

ufficio

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3

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Capita11i

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DJf. infer. addetto al l'ispettore

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. 1' . col. o mag~iori

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(i78 -


L)1SPC•1l·ronA'I'0

O,f AHTIGLI!iJRIA

An<.:he in quC'slo to1,no di tempo, data la grande importanza assunta da11e scuol e allievi uftki.11i cli complemento, lo S.M. dispose che apposito genel'ule coa cliuvasse .l' lspettMe per. J.a dil't'zione e 1µ vigilanza delle scu ole dura,n,te lo svolgimento dei corsi. · Sicchè collabor arono col g·c11e1·ale Fn nti lli: al 1° Reparto (17 luglio 1987) il g1!nevale cli bl'ig11 ta Bnrico Pitassi-Mannellil, <:he manten ne 1H caric:a illlC'he col grndo cli generale cH divisione fino al giugno 19:IB; il g-cnerale P irt ro Belletti dall'ottobre 193 \ questi fllla s1rn volta sostituito clal ge11en1le Brunetto Brull E>tti (giugno 194,0) e finn lmciM<~ (m aggio JH4-2) ne ebbe l'iJ1c.flrico l'allora c-o lo1m,e)]o :Marco Ouiclelli il l)uale, promosso 1poi gcnc•tale <li bl'igata (1° ;:renn aio Ul43), ne rlhelllH' il capo eff ettivo ; al 2° HelJ)arto sostit nì. i'I generale H ucci (0 settembte 1937) il genen1le di bl'igata Raffi1<•1J o cl'A11t.011io; al ~0 1-{.eparto , qm111do fn c·o tituito, fil as~<'g;Ha to il g·<·nentJc S<·opipa ('be Ha dtol'Dnto all' IspctlMato con incal'iehi spccifl li (dic. 19~8) sostituito poi dnl ge nc1·,tle di bt·ig-nta Lui gi ½o (otlobrc 1939) . C urarono i l r epal'to delle snrn'le alli<~vi u lìì.ciaH di complemento i generali di brip:a1·a Gi n:eppe Ginnni. Luigi P odio ecl I~mi<:o Vcnditti. TH:finc ric:orcliamo il ge,nerale L uigi Pin to ehe flfl PrP t·ima col g1·a(lo ùi eolonn ello e, sncc-essivarn e1n:te, <·on quelli cli gcnen de di ln·i~ata e di dhisio11 e disimpegnò la c.nfra d i c:npo ufficio :fino ;11 giorno clell'armii;;tizio . Appena <lichiarata la g nen n, come Ll.;1 <lisposizione prcced11nte. le persone degJi I. pettori n:s1111se1 o <·ompiti (e conse::gucn ternente ,clenomi11azion e) di « tonrnmlunti s uperiori » e q uin di anc h.e ]' Ispettore dell ' m·tigli erhr 1wll a pe1·sona del gen . FautilU dhcnne Oomanda01:tc superiol'e deU' armn e, ('Ome t!lle, doveva cons id erarsi qnalc irnme<liato consnlente del Capo di , .M.. per t utto quan to tiguarch1v11 l'impiPgo cl ell'artig-licri a negli scac·chieri operati.vi d i cornpetenzn d<>llo S.M . stesso. Dura1ute le ostilitù (!) setlcmbre 1941) il Min ister o della Guena con Ja d r cola e<1 154-.SOO ne I determi 11 are le H l.tri buzioni e r<•l a:doni dei vn l'i Ol'gnlli cen t1·!rl i inte1·esi-;ati allo stud io e a11a -

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GLI ORGANI C&'l'l'RALI DI ARTIGLIERIA

produzione dei materii:ùi bellici detel'minava an che le nttrilrnr.ioni e dipend enze inei vari C01IlQ)iti di loro competenza degli Ispettorati d'arma e di specialità, e qui ndi aiilche dell'Ispettorato di artiglieria. E ssi dipendevano : - dallo S.M. in materin cli: ol'dinamento delJ;i rispettiva arma, servizio o i;;peaddestramento e regolamentazione; studio e sperimentazione dei nrnteri;lli bellici; · ~ daLMinistero in ogni altra materin.. Ed avrebbero esplicata la loro funzione nei riguardi delle' unità della rispettiva arma e del rispettivo servizio tecnko. Le µttdbuzioni degli lsJPettorati d'at·ma e di altri orgalli ministeriali per quanto riguardava la loro dipenden~a dallo S.U. sarebbero stati più particolarmente definite dallo S.M. stesso , con proprie disposizioni . Per l'esplicazione della propria attivitRJ nrl campo . -dello studio e della esperimentazione di materiali bellici, l' Ispettorato dell'a1~ma di 11rtiglieria avrebbe disposto della Direr.ione superiore del servizio t ecnico di artiglieria In effetti lo S.M. con sna circolare 0018100/ ord. del 19 set1embre 194] in merito alla cfrcolare [)recedc11temente inclicnta. dOjpO aver definito le attrihnzioni del Comanc1rnn:te superiort' della fanteria e quelle specifiche dell'l~pettorato delJn fanteria - per la caratteristic~ dell'm'ma cui si riconoscevH di concretare Ja vittoria ed al cui snccess.o tutte le altre dovevano contribuire per cui gli competeva ,cli far proposta allo S.M. circa l'indirizzo dell' attività addestrativa in genere dell'Esercito, n,cll'intento di 111niforma.re l'addestramento comune delle varie ~mni e dopo aver elencati gli Ispettorati d'at'IDfl e di specialità. e gli org1w1i che ne facevain, le fun:doni, stabili vn cost. le attribuzioni dei sud detti enti e quindi anche dell'Ispettorato dell'a rtiglieria: Ordinam.ento e m-obilitazione . a) consulenza verso lo S.M.R.E. circa l 'ordinamento di pace e di guena e la mobilitazione delle unità e degli istituti dell'arma. o cleJla specinlit.1; b) evein,tuali proposte in materia allo S.lVLR.E .. -

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L'ISPE'rl'OR.\TO Dl AH'l'IGLIEHIA

Disciplina, Stato, .Avan,,zanien-to. a) attribuzioni previst e clalle dis,posizioni in vigore (soltan to 1n ei rigum~cli del pel'sonale che face,·a parte dell'Ispettorato; del personale della dipendente Direzione superiore tec:nica); b) nessuna i ng,~rnm:a nei l'iguar cli delle unità e degli istitu ti dell'arma o della spe<:if1lità.

A.dd-estrmm.en.to.

La respon. abilità. deJl'adclestramcnto delle unità,, cli ogni arma , co1'po, servizio, spedalilà era di rett1-1 ed esclusiva tlei coma111 danti gern rchici. Competeva,n o agli IspettorMi ed Pnti affini : '1-l el camvo àeWaddestramento delle 1ia·r ie anni, <le-i corJJi e se1·viz'i : a) collaborazione <:on i conrnudi cli G."G., specialmen te ·nel rrnnpo teenico, allo scopo cli nna sempre più redditizia attivit:\ a ddestrati va, 11ell'ambito della clil'ettive emanate cl allo S.M: .. Tale colJ11bornzion e Yeniva esplicata media n te visite alle unità,, esep:,nite dagJi Ispettori e cln 1.1:tlìcinli generali d elegati, previa informazione ai comandi gerarchic:i e seo1za a le-una interfer<'nza. nell'azione di comando; b) Yaglio delln pratic~ rispond ernm della regol amentazione a-cldestrativa alle finalità c ui la regolamentazi oue s tessa cru in -

spfrata; o) controllo clella interpretazion e d ella 1·egol:nnentazione addestr ~th~a e conseguenti p r oposte a llo S.M. per eliminare event uali. cau se cli difformi tà, nella interpretazione stessa ; d) tempestive pl'oposte allo R.?il. , e con Jarga previsione avvenire, per assicura re l'effica ce aclcl es tramento delle unità di nuova co.rt:itn zione, di quel1P sn 1rnoye fo1·mazi oni e di q uelle , i:nfine, dot ate cli armi cli ,nuovn p.dozione, compr<'sc armi cli preda bPlJiCa; e) compilazion e ed Pmannzione cli nonue, regol~menti ed ist ruzioni varie reln ti ve t1 ll' nddestrame11to tecuico, con pal'tico1arc riguardo all'impiego t ecnico di materiali bellici già adottati o di n uova adozione, com1p1·esi quelli <li preda belJici.1; -

G1 -


GLI OH (HNl Cl•'.::'i'J' HAU DI AlUJGLIEHIA

f) <liretfo·e alle nuità dc•Hn pl'opria arma o specialità int ese a rend ere i :propri procedimenti di ill'.l1piego sempre più ad e· J'enti ad una effi c,we c;ooperazio1Je; g) diretthe a1lc unitù, <le] p1·oprio corpo o senizio iu tese a. con eguire un sempre mnggio1·e aclegurirnet11to delJa otgu11izza . zione e clel funzionamento Jogistieo nlJe csige11zc~ operative : h) proposte alJo S.)f. tendenti a r~gg-inngere le fi nalitù, di rui ai pi-cccdenti comma f) e g) . Nel oa,m ,p o der17i istitnti 1nilitari (1): - direzione 1·cc·,nka drl] 'ncldestramento degli istìtnli llel la l'ispettha nnug, spccinlitù.. co1'po o servizio ('.!). 8-tti precletti istituii. µ;li Ispeitornri non avcYano aknn,1 i11ge1·enza iu matei:ia cli:,cipJimne, tcnitoriale e arn.1JJinistn1tin1 : clovc,·ano pel' all1·0 essere tenuti infotrnati dni c·o111n111di cli C. A. (o di D.T .) dei f;1tti cli ipart.ieola, e .L"ilievo. Dal 101·0 c·anto, i corn ancli p,-Pnlt<·hi!'i JtOll n,·enlllo iilcuna ingcr<•nza nelJ ' a<ldrstrnme11to de~li istituti i..n <111 es tio11e: add e· s tramcnlo c·h e, si l'ip!'le, ,·pnha s,olto snlJa bnse cli <lirettivc e cli prognnnmi dil'amati 1lagli lspett01·t1ti e <la qnesli veniv<1 se· guilo e conti-ollato . Compito dPgli lspettor nti c1·a am·he qu eJJ.o di fnie eyen!11a.li J)l'Oposte ai com1wt1?nti 01·gani ministeJ'iali eirc:a l'iuq11:idr11m<'nto cleg-H istituti rnilit111·L così (la assic111·a1·c il loro rendimento : <·011seg:nenternente, 11essun mo\'imento <lel persoualc cl'inqnacl1·amc11Lo e di i 11s<'g11ame11to degli istituti militati 1p otPrn esser e fatto o pl'opu:-;to dai (·011w ndi gcra rehici scnz;t il .Pre,·e11 l h ·o beuest::ne degli l spetto1·ati : :,.,a ho , s'i11len<le, nel caso cli mo,·i111e:uto clispoi:;to dal Ministero . 1

(1) Gli isHtn ti 111ili1'ari c:ul si r iferivano le soprudNle di;q,o;:17.ioni erauo C\U<'lli iud ica ti d;tlla ,·igentc legge per l'ordinamento dd R.F.. Capo HL art. 7 (Pc<:e7.iuue faLta J)er l'hti.tuto superiot·ù di g ucna ). Alla strC'gu:1 clrgli fat·itu li mllitari auclavano considerati anche gli hlnti non com presi nella ('itnra Jeg-g<· . (2) ~<'gli istituti mh;ti <li più armi e ~pedalità ogni fapetton: esen ·ìta va pr esso il comnnclo clell' istitnto a~iouc dil'etla sn qnau1·0 riguanlava la propr ia arma e spec:ialit,ì.

-

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L'I!'lPE'l'l'OH.-\1'0 1H AHl'IGLlERJ.-\

Analog-a ,~idoue n ~niva espli<:ata dngli Ispettorati mei riguardi di cias<'m13 scuola ceutr;1le, pc>r il tn1rnite clel c·omnndo delle SC'uolc centrali stesse . Q.oest' nltimo <lipcn deva direttamente cln llo Stato Maggiore ;pe1· quanto rig-narrlarn le questioni adclestratiYe interessanti più scuole centrali. I c omnnili di C.A. (o di D .'J'.) per tntto quanto rignarclava gJi istit uti milita ri (al l'infuori dell'aclclesti·amento) facevano c·.-11p o direttamente al :Ministero.

,,o

Ne l cm11 dei rrrri corsi speci(fli che em110 srolti presso reparti d'elle Hll'ie w •mi; dei. i;ari corvi e se rrizi. o vresso i&tit11,ti milita,1'i :

- la dil'ezioue a <l<lestrativa dei c:orsi ch e c1·a110 syo]ti presso reggimenti o rrp:.nti delle rnrie nrmi. JWC'. so ce111ll'i ,rntomobilisti<-i e p1·('sRo <' lemC'11ti dei Y31'l se1·vizi (snlvo che era di vel'samente OJ'clirn1to) e1·11 qnella stexsa sopn1 Rtnbilirn 11ei rigu nrcl i cle1l'aclrle;-;tn1rn<'nto cl<'llc rni-ie ;1rmi, <·01·pi e senizi: - la cliie:r.ione 11ddc~trativn. invece. dei corsi speei11H che si swo·lgeYnno p resso i$(itl1li milii!1I'i o p1·esso enti e stabilimenti <lfrcttamente cl ip<,nclenti , llaJ pnnto di vistn tec·11ico, di\ ol'gnni centrali. speth1 Ya agli Ispettorati con Je stesse norm<' stabilite pe1· l'aclclC'strnmento <leg.li is'litu1i n1iliit11ri. R eRtfl vc1 in tr.~o <:lw gli l sprttorati d'at'lnn e cli. siped;1lità e g:li c nti che n e aYeYano la fonzimlC'. ll(~nchè i corna1Hli cli G. U. potevano i nclfre eserdtnzioni in cnopera zion P frn. repnrti deµ·li istit n li milita.r·i (corsi adtlest1' ativi e simili)_cd altre nnità dell'EsercHo, q11nl01·;-1 ciò fosse stato l'itennto uHJe ai ft111i addestrativi sia nei rignanli degli istituti rniJital"i, sia delle G .U .. Nulla cli v ariato <li (1ua11 lo era in rig01'e per i col's i addestrnme11to capi sqund1·n . 0

Q1test ionì oonce1·11 euh i materiali /1 ellioi .

I com piti fon<larn cntllli degli I s pctton1ti e degli en t i che ne pve-.;ano fnnzi<m<> erm10 lo slll(l io <' 1n espe1·imC'JJtazio11 e llei matel'ia li ùellid di 11.21)et1'ini eomp<'tenza (e1'ao10 cli <.:OIJJpeteuza dell'Ispettorato della fant er·ia tn tti i nrntei-inli beJ li<:i iu tlota:r.ione -- G83 -


GLl ORGANI CEt,;'l'lUT,I DI ARTIGLIEnlA

aJla fant eria , :i d eccezi on{' <lel cannone mittagJiera da, 20) in base aJJe dil'ettive che riceveva,n o dal)o Stato Maggiore. I n pn r tjco]are competevano ai predetti enti : o.) Ja. segnnl~zione , a11o S.M:., della necessitài cli 1111 dHto matel'iale o di modifica zion i a q1.1elli esistenti; b) la defìui7,ione dcUe cHrattcristiehc tecniche e il cont1"ibuto alia de:finiziorne delle carn tteristiche d'impiego ; o) lo studio e la realiz7,azione dei prototipi e la esp1::rimcnt azione éli essi; <f~ l'in dfriz7,o dell'attività delle diipen{le11ti Dire7,ioni su:peri ori di servizio tecnico, s econdo le dil'ettivc stabilite clallo S .M .. A tale rigua r do restava inteso che la responsabilità del re11dimen,to tecnico delle s uddette Direzioni supel'iol'i tisaliva :il rispettivo ,d ir ettore. All'I spettorato corrisp ondente competevano l ' nltA clire7,ionc, 11ond1è le eventuali proposte intese ad assicurare l'e:ffi.cieuza quanti.taiivA e qunlitativa dei qna clri ; e) le proposte nl lo S .M. efrca : - le esperienze da effettuare nel campo tec·mico e circa i relativi pl'Ogramrui e qu<>stionari; - i col'pi e i 1·eparli presso i qm1li effettua re le esper imenta z.ioni n el campo <lell'impiego; - la composizion e delle commisi-:ioni di controllo dei n1aterir1li ,dfl omologare : tali coum1issioni di controllo· -dipendeva no, ai fi.11i tecn ici, llal competente I spettorato; f) i contntti con l e competen ti Direzioni generali del Ministero pc1· segnire Ja p roduzione dei m~1teri ali bellici e per acc1:rtare se q nelli in corso di p r ocluzioq1e risponcleYano costa ntemonte ed csottampnte µl prototipo st udiato e sperimentato; g) i contatti <.:on le Direzioni generali predette per essere sempre al concnte del ritmo clelia produzione sia ùei materiali nl:'l loro complesso) sin. delle vnrie parti di detti rnateriali, così <ln poter segnalare in tempo alJo 8.1VI. eventuali l'it,n·di od· insufficienze negli pllestimen:ti ed eventuali sfasi:lmeuti nena produzjone cli mnteriali indispensa bili alfa 1piena eflkienzn dei complessi; h) il !J)ropoITe allo S .:M'. il più opportuno ordine cli preced enza, secondo le esige117,e tecn iche ctl acldestrative ~Ila. distribuzione ,clei mfltel'iali adottati ; -

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L'ISPIDT'TOUATO 0 ( All'.l'IOL iu: HIA

i) le eventuali proposte, a llo S.M. , di modificazione o di abolizione di matel'iaH che erano già stati adotta ti ; k) il mantenersi al eorrente della clotti-in a e cle11a evoluzion,e tecnico-aclclestrntiva estera, nel campo di rispettiva competenza; Z) il rivolgere allo S. M. lE'. proposte del caso circa la nti.lizzazione, ai fini bellici, della pro-clnzione n!1zionale 11011 strett amente od esclusivamente militare : rn,.) l' inolt r o a llo S .M., di propost e di c:arn ttere gener::ile intese ad i1ndfrizza1·e la produzione nazio1rn]e a i fi ni della prep arazione milit are: cosl da rendere id onei i rnatetiali costrniti jper usi ci vili ad utilizzti;,:ioni pel' scopi bellici ; 11) gli studi e le cl h ettive eoncerne11ti ]a. 1111:ifica½ion e dei materiali, per quauto interessava il rampo belJico ; o) le io.1(lagini e ]e ricerche te(:niche intese a contribuire nl raggiungim ent o <lell'nutarchia nel tam.po dei m 11teria li neces sari alla guerra; p) l'esame e le pro:p oste a llo S.M. chca invenzioni cli inter<.'sse mili.tare, affi1nchè esse potessero essere rapidamen te e proficuamente utilizzai(> ai fin i bellici. R estava. in teso che il ra ppoJ' to di clipenden r.a fra I spettora ti e corrisp on dente Direzione s upel'iorc tecnica non doveva costituire inti·alcio a1Je d:i:nette r elazioni sia dello S .M. con le varie dir er.ioni tecniche, sia cli a.ltl'i I pettorati (od enti siffin i) con le Direzio[li superiori di altro ser vizio. La circolm·e i.n question e, dopo aver enum el'ate nel capo V le 1J)articolal'i attdbuzioni dell'Ispettorato cl cll'amrn cl el genio, co1n chiudeva, che per tutto quwnto non er a contempla to ai parag1·a:fi <li cui sopl'a, gli I pettorati clipendeyano direttamente dal Ministero.

4. - L 'S settembre 1!)43 1 Ispettorato dell'arm a cesò praticamente <li funzionar e e si ebbe la dolorosa lacmna che t ntti con oscono. A poco a poco, nel Mezzogiorno delJa Penisola comiinciar orno a costituirsi i vati Enti militari, t ra i quali a Salerno, nel febbra io 1944, anr.hc l' I spettorato clell'artigileria . -

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OLI OHGAN! CJDNTH AU DI An'rI G LIERL\

Nel lug'li o 104-J. l' lspettot,1to <lell'al'tiglieri11, insieme aµ;li altri organi cliretthi del Ministero e ,d ello S.~r,. i trpsfr d a Roma e r ~pl'eSe il s uo funzionamento . Tocc:ò al generale di clivisio11e Pietl'o Belletti, reduce dalla pi:igionin di 11ss1nnere la u 11·iea <li l spetto1·e de1l' a rma e ne iuiziò, IJ)a:dente1ue11te,- d alle bnsi. il dm·o ]ayo1·0 tli l'icostrnzione. Il ge'l1enilc Belletti (28 febbl'aio ln4-ii) lasciò la carica di l spettote al gen e1·aJe <li cliviRion e L<n·enzo Caratti ch e ne contiunò l'ope1·a fino al 10 aprile 19~ " sostit uito p s na volta dnl gcncraJe MarC'o Gl1ideHi. Dal n on~mln·e 1!)52 è stnto nominalo Ispettore dell' nrma il g en. cli <.li visioin e F cclcric-o ì\foro.

L'opera svolta dall'Lpetto rn to d' .\ rtif?)iel'i a n el campo tee~ 1;ico e in quello aclcl('slrativo tisulta dalla t 1' f)ttazione dei vari argome11ti cleUa presente sto1·ia. In sintesi si pnò dire : - C'Oi gen. Dn]'lolio e R ic-d si pronicl<' a1 riordinamento cle]] ' u1·11ta dopo Jn cest,Hziouc della prima gnen;, wondialf> e aUa rimessa in efficienza e ntilizzazion c dcll'i.ugen te materiale cli P.13. ; - col gen. Hufl'n si dPtte molto impulso all'addcstl'a m en to e si com,rpilò l'ist1·ur.ioJ1c snl t iro, da t ni tl erivm·0110 le s ucressiv<' ; - col gen. Giurip v<'n:n er o foisate le cai·ai.tel'istichc dei m10vi materiali per l' artigliel'i11 iiali,m;i e si i.ncomincim·ono g'li stndi per la loro c:oMl'uzi on c~ ; - col gen . )[onte finale si compl<>taro110 gli .tncli e si costruiro110 i pl'irni rnotlelli dn sperimenta r e; - <"ol gen. <le P ig11ier si syo]sero le es•r>ericnr.e e ,•e1rne {] cfiliitn 1:i ma,ggior pnrte dei nuovi mnte1·iali ; - col geu. F;rntilli si completò la dcfllli¼ione, si provvi,le a 1lo . tu elio e clefi 11izionc nrgeutc di nnove a rn1i di eui si era r i,e~ fata la nef·es. ità dnr a ute le operazi.orii cli gucrrn, si provvide alla distribm:ione, costit ntui<lo m lOYÌ reparti, cli uria in gen te quantità di materiali d i art iglieria di P.B. francesi, e ;a.vuti dnJla Germa11ia (t ecl('schi , inglesi, francesi , russi, pol nchi, oland esi , ecc.).

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Si deve qui mettere in <'vWenza che i vo. rì Tspettor i che si succedettero, operar ono sempre co111 la pi ù perfetta onitù, e conti01uità, di ved ute . Ognuno si <·onsi<lcrc\ cd effett ivamente fu , il fed ele continuatore d.ell' opern s volta ,fa I su o pl'cclecesso1·e, con eviclent<' grf! nde va.nb1ggi o pe1· i dsultati ottenuti. Bel a chì cont r-ibut non s ol o la not n unil:ì. di ,<lor.tr ina 11ell' anua , ma n:n r.he e molto efficacemen te il fatto d1<' qu ni,;;i tntti gli I spettori enrno già stati a capo dei l'epntti clell'Tspettorato, ·C co11osccva,no q uindi a fondo le varie cpwstioni. 5. - CEN~I B[OGRAFTOI DEGLI TRPE'l"rORI DI ARTJGLIRRI .A (191J.H):i21 . o '. \ u::.;:.;A~oi:o F01,IcE ·- Kac-que a Xapoli il 17 uOV('JUb1·e del J850. Alli<~vo <foll 'A.ccad emirL l\filita1·e cli To1-iuo (1:5 ott. 18G7) o tteunc il grad o d i sottotenente cl'1ntiglier ia uell'agosto d e l 1871 e uelJ',1gost.o de l 1.Si~ fu asseguato al !5° teggirue11to d 'artigliel'in . T enente da 11 ' ottob.l'e di qn d l' :rnno passò ne l genn aio ali' ]] 0 reggimento a1-tiglie1·ia e 11cll'ottob1·c del 1874. al l " reJ?ginu'nto nrtiglieria . Da r-npit nno (sett. 1880) tornò all' 11" a1-tig lie l'ia, per pass,we du e a n ui do po a l 10' artigliel'ia. :.\foggio re a lla dfrezioue d ' a rtiglieri.1. di Messi Ha nell'agosto 1891 p1·es tò snc<:cssi vame11 Le 8<'n' izio a l 7° a 1-tiglierfa, al 10° artiglier ia e poi col grndo di le1wute c·olonnello .u1d ò a comauda1·e il ] 5° ,ntiglieriit da campag ua, (nov. 1901). R ;iggi11use il g1·ado <li colonn<'llo l'anuo dopo, nudò a comauda1·e la S cuola Cen t r·a le <li til-o nell' ottob1·c~ 1903 e poi il 1:-!0 artiglieria. d ,1, campagna nel gennaio 1907. lj1·omo~so g-enern le nel fe ubl'a io 1908, fo n ominn:to coma,n clante cl' ai-tiglieri.a da costa e fo r te7,za in P iaeen zn. e ron ciuelle mansioni compì studi. d i g1·an n1lo1·e pe,· la difesa costier a . 'N'e l luglio dd 191O pnsscì a. reggere il coma ndo d ' art iglied a del corpo d'armata di Napoli pe1· pas~., re J)Oi al co111:1ndo della <li visione t euitorfal e cli ~a len ìo {ma no lf.112) che rnnntenn e anc he con hl, promozione a tenc11tc g<'ncen le (sett. ]!)12) . Kella gnena li bica coma11 clò d al gennaio 1913 la 2" division e speeiale opcraute s ull'altipiano a s ud di Bengasi , conseguendo r isultati milital'i e politic i di gran valo1:e.

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GLI ORGANI CMN'l'RALI

DI

AR'!'TGLIEJRIA

1~er quelle operazionì fu insignito della Commenda dell'Ordine Militare di Savoia. Rientrò in Jtalia J1ell'ottobrc del 1913 e nell'agosto dell'anno dopo assunse la, carica di Ispettore generale dell' Al'tiglieria. EJ1ti·ò in guena contro l'Austria a fianco del generale Cadorna,, con la, carica di Comandante generale dell' Ar-tiglieria. rassò in P .A. il 17 novembre 1918. Mori a Napoli il 28 novembre 1925. DALLOLIO ALFREDO - Di questo illustre a1-tigliere che ha chiuso di recente (nov. 1952) il ciclo della s ua laboriosa, esist enza, quasi cent enaria, donando quasi fino agli ultimi giorni di vita le sue energie alla Patria,, e che durante la- prima gnerra mondiale in qnalità prima di Sottosegretario e poi cli l\linistro per le armi e mnnfaioni fu uno dei p riu cipaH a1,tefi.ci della Vittoria, abbiamo par.la,to spesso nei precedenti volumi specialmeJ1te nel volume VIII òve è sta,ta inserita. una sua, biografia. R1ccr GIULIAKO - La biografia del gen. Ricci è stata inserita nel volume VIII di questa. Storia (pagg. 2969, 2970). or P1mnEno V1T1'0RIO - La biografi.a, del gen. Buffa di Perrero è stata inserita, nel volume VTII di. questa Storia (pagg. 2G20, 2621). B UFFA

GiumA En'OREJ -

La, biografia del gen. Giuda è stata inserita n el volume VIII di questa Stol'ia (pagg. 2787, 2788, 27 9). i'\Iorì a Reggio Emili a il 16 febbraio 1950. }IoN:rm,'INAL0 TI'l'O - La biog1·afia del gen. Montefinale è stata inserita nel volume VIJ I di. questa Storia (pagg. 2875, 2 76) . Musso CARLO - E' nato a Torino il 22 novembre 1871. Allievo del Coll<'gio Militare di i\lilano e successivamente dell'Accademia Militai-e di 'l'orino, da sottotenent e cl' a,rtiglieria seguì i corsi della Scuola d'Applicai.ione d' Artigliei-ia e Genio. Da tenente, fu assegnato al reg. gimento artiglieria da montagna (7 ag. 1892) e poi comandato all' Accademia ìYiilitarc di Torino (1° ott. 1899). Rientrato al suo reggimento, nell'ottobre 1903 fn ammesso a fre. quentare il corso di elettrotecnica di 1:111 anno presso il R. Museo In-

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1/!Sl'J~TTOUATO OI ARTIGLIERIA

<lustr·ia.le di Toriuo, conseguendo poi la promozione a capitano nel dicembre dell'anno dopo. In servizi.o all'Ispettorato generale d' Ar.tiglier·iai nel 1907 passò all'Ispettorato Artiglieria da campagna nell'agosto del 1910 per ritornare all'Ispettora,t o gene1·ftle d ' artiglieria due a.uni dopo. Partecipò alle ope1~azioui belliche, in 'l'ripolitania,, dal giugno al novembre del l!)J3 e quindi (5 nov. 1914) passò alla Scuola Centrale Artiglieria da Campagna. M:aggiore dal marzo 1915 fu trasferito ail 13° reggimento artiglieria da campagna, ed indi al B-7° a,rtiglieria da, ca,mpagna, ; dal 27 maggio 1.915 partecipò alla, guerra contro l'Austria. Il 30 maggio J 916 andò ad assumere il comando del gruppo autoca.mpale contraereo cli Nettuno col. quale tornò al fronte 1'11 giugno 1916. 'f:enente colonnello dal 29 aprile 1916 al 13° artiglieria da campagna (contraerei) fu trasferito nel luglio successivo al 7° reggimento artiglieria da campagna. Comandante di eorpo dal 29 apl'ile H)].7 ottenne il grado di eolonnello nel gingno successivo. Dopo la, conclusione delle ostiJ.iUL prestò servizio al Ministero della guern1, con le funzioni di ca,po divisione, per indi assumere il comando del 3" reggimento itrtiglieria, pes. carnp. (gennaio 1926) . Alla ti.ne del 1926 ottenne il grndo di. generai.<>, di brigata <>.d anelò a conmnda,re F Artiglieria del C. cl' A. d i Torino e nell'aprile del 1950 passò general<~ addetto a ll'isp<~ttorato d'artiglieria,, incarico che mantenne ànche eon la, promozione a geru~rale di divisione (clic::. 19:11). Dal 12 maggio H)R4 al 1G settembre Hl34 fu incaricato delle fun zioni di isp<>,ttore dell'arma. Nel gennaio dell'anno dopo passò a di.sposizi.one ed in ausiliaria nel novembre successivo . T1•asferito nella. riserva il J O gennaio 1940 gli fu conferito il grado di generale di Co1·po d'arma,ta. de PJG.Num A UGUSTO - - La biografia del g~n. de Pignier fino al 1940, quando cioè fu norniuat o Ispettore Superiore dei servizi tecnici ~ stata, ins< >,rita, nel volume VIII di questa Storia (pagg. 2716, 2717) . · · Successivamente, nominato Ispettore delle truppe motorizzate e <Corazzate (3 ott. 1941) fu collocato nella riserva nel settembre 1942 44

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GLI ORGANI CENTRALI D! AR'L'!GLIEinA

e contemporaneament e richiamato in servizio mantenne la stessa, ca. rica fino alla data dell' armistizio .

FAUTILLI U BALDO - La biografia del gen. Fautilli è stata inserita nel volume VllI di questa Storia (pagg_ 2·745, 2746) fino alla sua nomina a, I spettore dell' arma. A detta, biografia, si deve aggiungere che il Fautilli, col gt-ado di colonnello, comandò 1'11° Regg. A.rt . P.C. dal giugno 1928 al marzo 1932. Nominato Ispettore dell' arma il 15 febbraio 1937, mantenne la carica con la promozione a generale di O.A. (luglio 1939) . Alla dichia1·azione di guerra (10 giug110 1940) assunse anche l a carica di Comandante Superiore di artiglieria . Collocato per età n ella Riserva il 1° luglio 1943, veniva contemporaneamente richiamato in servi zio continuando nelle accennate due cariche, che praticamente cessava di esercitare 1'8 settembre 1943. BmLr,m•r1 PIDl'Ro - La biografia del gen . Belletti fino all' epoca in cui. lasciò il servizio attivo (marzo 1945) è stata inserita nel volume XII cli questa Storia. E ' mol'to a Rocchetta Pa,naro il 3 gen naio 1950. 0 AHA'l'l'I Lou0Nzo - La biografia. del gen. Caratti fino all' epoca in cui fu nominato Ispettore dell' arma. è stata insei-ita nel volume XII cli questa Storia. Snecessivamentc andò a comandare la Divisione fan . teria « Grana.ti.eri cli Sardegna» (8 aprile 1 948) per passare poi al Comando hlilitare Tenitoriale cli. Bari. Gene1·ale di C. d' A. il 30 briugno 1949 mori a Bari il 7 luglio successivo. Gum~LI MAnco - La biografia del gen. Guiclelli fino a,ll'epoca in cui ebbe l'incarico di reggel'e l'Ispettorato d'artiglieria è stata inserita nel vol. XII di questa St oria. Promosso generale di divisione divenne Ispetto1·e effettivo dell'arma, carica l asciata n el novembre 1952, per andare a comandare la Divisione cli fanteria motorizzatn, « ~l;rieste ,,. ~foRo F EDERICO -

Nato a Palmanova il 14 nov. 1894. Proviene dagli allievi dell' Accademia Milit are di Torino. 'l'enente nel l uglio 1915. P artecipò alla guerra cont ro l' AustdaUngheria quale comanda,nte di batterie da montagna e cli bombarde : vi. è decorato con due medaglie d' argento al v .m. -

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L'ISPJ~TTORATO o,r AHTIGLIJ!:RIA

Nel 1917 è promosso capita.no per merito di guerra. Nel 1919 è in Libia dapprima nei raggruppamenti artiglieria da montagna e poi in reparti del H.C.T. C.. Rientrato in Italia nel 1921 presta servizio nei regg.imenti 1° e 2° da montagna, 29° da, campagna,, 8° pesante campi1le. P r·omosso maggiore nel 1927 è alla Scuola Centrale dj artiglieria e poi ai reggimenti

F ig . 125. - Federico Moro.

2° e 4° da montagna. Col g1·ado di ten. col. (1936) è ancora a reggi; menti d,1 montagna e all'Ispettorato delle 'l'ruppe Alpine. P romosso colonnello nel '39 è destinato quale comandante al 2° a,r t. alpina. Con tal e reggimento pa,rtecipa alle a,zioni cli guerra sul front e occidentale e su quello di Albania e di Russia. In Albania gli è concesso l'avanzamento per m. di g .. S ul fronte r nsso nel dicembre 194:2 è al Comando del 3° a,rtiglieria, alpina J ulia e merita una terza medaglia d'argento al v.m .. Rientrato in Italia è promosso generale di brigata nel luglio 1943 ed assume il Coma.udo di a,rt iglieria del :xxx C. A. di Sardegna. Nel -

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Gf,I ORGANI Cl•,NTIULI DI AR'rIGT.Ill:H IA

gennaio 1944 è in Puglia qua,1.e comandante l'artiglfo1·ia del 41° O.A. e successivamente m;sume il comando dell'artigliel'ia del Corpo I ta liauo di Libe1·aziorn~ e v;i è decou:i,.to cou FO.:f\'LI .. Nel 1945, a gucna finita, è al Coma ndo artiglie1·ia del T enit orio di Bolzano e, successivamente, a quello del la Divisi.oue Frin li. P romosso gene1·ale di divisione nel 1951 ba comandato la Di'~'Ì· sione cc'l'rieste >>. Nel novemb1·e 1952 è 1. petto1·e clPll'artiglicrin.

B

LA DIREZIONE GENERALE DI A~TIGLIERIA 6. - Attribuzioni della O.O.A. - 7. Org anizzazione della O.O.A. nel 1942. - 8. L' attiv ità de lla O.O.A. dal 1919 a l 194 3. - 9. - Cenni biografici dei Direttori generali di artiglieria dal 191 9 al 1943.

G. - La Direzio11 e Generale cl-i orti_g7ieria è l' organ o centrnle del Servizio <H artiglieria a] (lmil<~ spl tta provvede1·e le arm i e le munizioni per tntto l' E setci to a mezzo deg li st a bilimenti t ipici militari> le dil'<~izoni. tenitoriali cli ai·tiglieri n ,'l'indu stria privatf1. Sue fu11zio1ni e stl(,i com.piti sono : - geslfre i n dustrialmen te gli st abilimen ti t ipid milita ri di artiglie1·ia per com·onere iill a ipt·oduzione di anni e <1i m11ni zion,i , escgnirnt• le ripan1zioui e il l'ip1·isti no, n eare p1·ototipi speri rnentHJi, pi'lota1'c - conti-ollare - collaudare la p1·oduzione dell' i ndustria ptirnl!1 ; - a<·ccrtare e ntilizz:nc la r npa<.:ità pl'oduttiva della in,dusti-ia pl'i,,at;,1, collaborn1ndo per o l'i entarla e potenzia1·la secondo n ecessità,; - a!-'sic111·:n·e la p1·oduzione tempesliYa sc<·ondo il f:1bbi·s ogno e confo1·me gli sta11z iam enti com<! da <lirettive cl cllo Rlato l\:Ia ggiorc E er cito a mezzo commesse agli sta bilirn en,t i e conti-atti con J.l in<111stl'i11 pl'iq'lta: - riiinne e i mnJagazzinare armi , materia li, munizion i prodotti, <.:onscnal'li e gestirJi: 0

-

G!J2 -


LA Din[l;Zl0.)18 GF.:S8RALE DI ARTIGLJERL\

~ rifor11ire le trupipe per acldPstramento, maintenere le armi in e:fficiernrn e a numero, rknperare i resitlui; - costituire le dotazioni di emergenza, {listrihuirle a momento op1p ortuno; - predisporre e attuare la produzione di guerra, il rifor1n,imento dei magazzini e deposit i di fotenden½a in guerra; provvedere ai ricuperi e alle ri1Parazioni; - enniYe il governo (e~ l'eeonornic:o impiego del personale militare e civile al ce:ntro ed alla periforiri; - avva tersi delle direzioni territoriali di artiglieria come organi esecutivi territorinli deJ Servizio. Fino al 1924 la D. G .A. assorbì i servizi del genio e fino al J.98G i servizi a utom.o biHstiei. 1\Jl'iinizio de) Hl40, gli stabilin1enti tipfri militari di. artiglieri;1 , già alle di pendenze della Direzione S nperiore dèl SerYizio tecnic:o armi e munizio11i ,d al lato tecni co e disciplinare, passarono totahrn~nte alle dipendenze della D.G.A., .·dalla quale già dipenclevau10 dal fato amministrativo .

7 . - Kel 1D42 la D .G.A. al massiino del sno l])Otein,ziamento,

aveva assm1to la seg uente organizzazione : -

-

ufficio del direttore generale ufficio coordinainento e statistica ufficio ispe:,11.oni ufficio ricuperi nffic:io centrale stabili.menti artiglieria (U.0 .S.A.) clivisioine at'mamento divisione mun>izionmnento divisioni amministrative: 2 u:ffido <::entrale gestione materiali di artiglieria

con u n com1plesso ,di personale a1 centro: -

ufficiali sottuffic:iali funzionari e impiegati sa)ariati dattilografi. . -

693 -

n . 280 )) 20 )) ))

))

100 250 70


GLI ORGANI ClllNT UALI DI AR'l'I0LIEH1A

La D.G.i\. disponeva dei segue,nti orgf,lni e!lecutivi periferici : I. - Htabilim.e111t'i niiUtar-i dìi a,rt,iglie1·ùt tivioi : 14

Arsenale di Aren ale di .Arsenale di Fabbrica d'armi di Fabbrica d'armi cli Pil'otecnico di Pirotecnico di P roiettific io cli Laboratorio Caricamento Proietti di Laboratol'io Caricamento P roiet1i di Spolettifì.cio {li Spolettificio <li P olverificio di Laboratorio di Pn'cisione cli

Torino Piacenza Napoli Ter,ni Gardone Val Trornpia Bologna Capua Genova Noceto Baiano di Spoleto

Roma

Torre Annunuiata Fontana Liri Roma

P c1· il contro1lo tecnico e per il colla ud o delle lavoi·azioni appaltate all' industria privata, fuinzion ava~10 tre I spettorati Contr ollo 'recnico Armi e Munizioni (I. T. C.A.M.) e nove Uffici Tecnici (U.T.C.A .M.) ; presso Jc ditte private fun~ion avano 19 Uommissioni esterni·e cli stabiliment o (C.E.S .) : enti tutti emanazione degli stabilimenti. Il personale dei 14 St;:i bilimenti e dei 31 Ent i j)eriferici presso industria privata nsccse a circa : -

ufficiali . sottufficiali truppa funzion11ri impiegati salaria ti .

Jl.

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1.200 30.000

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LA D1Hll:ZI0KI:) G·E:-.0IULE DI ARTIGLIERIA

II.

Sta,bilinwnti voten,.z iati 'o ore,aU oon fondi deWa11n~ninistrazione 1n,.ilita1·e da. im,v rese private e d.a, queste gestiti per 001'ito dell' étim.m-in.istra,zi:one m,ilitare :

Pi;illerone Boceda. Anagni

l

produzione di esplosivi propellenti

I

Pratola Pelig,n,a Bussi Tarquinia

1) produ:done esplosivi di scoppio e ·com!Ponenti intermedi

Tor Sapienza Verona.

~ proiettifici corone forzamento ~ zato

Napoli L~mbrate L~mbrate Ca va. dei Tirreni Este Bagm,i Tivoli Anzola Emilia R.ivalta Scrivia.

ferro sinteriz-

bossoli:ficio per artiglierie

I

caricamento 1>roietti

.III. - S i abilirn.enti per il Servizio chimico poienziai i dalla am111,,iù1istrazione , n.ilita1re totalmente o parzial11i'e1·ite e gestit·i èf;a, d·i tte priv a.te :

Margherita di Puglia Foggia Bussi Cesano di Roma Apuania S. Genesio di Sarzana Pieve Vigonte 1\folrgnaino Rho Cesano Maderno Treviglio

pr·oducevano tut ti i tipi ,di'} nggressivi· chimici di preveclibile possi. biJe · impiego di ritorsione e ap presta valll:<:> i vari mezzi per il loro impiego.

6!)5 --


GLI ORGANI CDN'l'RALI DI AR'.l'IGLIERIA

IV. - Direzior1li teffitoriali cU a.rtiglier-ia:

-

n . 15 ,direzioni di artiglierifl (cli cui 3 oltremare : Tri;poli - Bengasi - 'rir;:rna), ~ n. 17 sezioni staccate <li artiglieria, - n. 4 depositi centra1i materiali di artiglieria (Grosseto - Fonte cl' Amore - Serviglialflo - Cassino), - n. 210 depositi munizioni ed esiplosivi, con un complesso di ci.rea.: u:ffidali sottufficiali truppa funzionari impiegati salaria ti. V.

n.

22{)

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)) )) )) ))

100 200 1.300 20.000

Ind1,tstria, pri1,ata,.

L'industria privata concorreva alla produzione ed alla riparazione di armi, munizioni e materia)i vari di pertinem;,1 del servir,io di artigli.eria con oltre 2.000 ditte italiane di specifica attrew:atur;:1 e capacità teenica . I grandi stabilimenti civiH, con impianti a disposizione' della D.G.A., in n umero cli 130, si possono così raggruppare : ~ --:-

1Per 1per per per per per per per per per per per

le armi portatili le artiglforie . le cartucce e bombe a mano . le bombe da m01·taio i cartocci da 20 i cavi cintur;1ti i bossoli <l'artiglieria spolette, inowschi . cannelli . esplosivi cli lancio e cli scoppio caricamento proietti strumenti di precisione . -

696 -

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LA OIH1DZ10.NB GENl::BALJ:; DI Al1T!OLJEHIA

D,11 gennaio J939 al dicC'm.bre 1!143 ~on o stati stipul ati tompJessharnent e n . 9000 contratti per un ÌlllJl>Orto globale d i circa, 20 rniliar <li <li lhe, che r iporta li nl vnlOJ·c a tt oale dcJla mon eta corrisp ondono a di ca 1000 miliardi cli lire . S. - Llttiv ità del ser v izio cl:i. (tr tì glùwia.

L 'attivitù, che In n .O.A. ha s voHo d al Ul.1 9 al 1943 p uò sucl dividei:s i 'in tre g-rancli pcriocli: 1° periodo - da l 1919 nl $et tenibrc 1939; 2" p eriodo - dal s<'ttembre 19X9 al mngg-io J940 ; 3" periodo - dal mttggio 1940 a I 1948.

1° Periodo . - P er gradi si è p toceclnt o - in rel azhrn e aJle dii-poni bilità cli bila1ncio - - a] vnsto i:iot·dirrnmemo cl i tutt<1 l'ar-

tig:fiel'ia itaJinna residu ata clnllu p1·iurn guerrf) mondia le, mediante : rt,) elirninn11.io1w cli qmu1to sMpass ato e i nservibile ; b) 1·eyi sione, completa men to, disti-ibnzione e con crvazion e: -

<leJle artigli erie C'O n le qua li si e1·a tornbattnta la guena 19Hl-1S P ritenn te nn tora n ti li o non soRtit11ibUi p er d ife tto di mer.zi fi11 Mniari :

dn montagna : G5/ 17 e 70/ 15: campali legge1·e : 75/ 'l.7 moc1 . OG e lll ocl . 11-12 : f:outraer Pi : 'i~ '27 O.K . e A., r. ; c,1mpnli pesallti : 103/2.S e .14!)/12 : c1·nssedio: 120 12:; . 149/:~G - 152/Ll.;5 - 210/ 8 - 2fi0 /9 30i"i/ l7; -

d i q uell e m igl iori cli p 1·p(la hel]jcp austriache :

ipet cli visioni nornrn li ed n1pine : 7i>/ J:3 - J 00/ l'i" mod. 14-lG ; p e1· coripo d'a n nata : 14!l/ 13: pe1· annata : J:">2/ ;H - mortni da 300/ , -10, obici da 380/ J i"i e mortai {la 420/ J Z: p<>1· dif'csi1 contr H<'rea : 77/ 2.' c .n. ; pe1· i mpieghi nui : 77/ 28 mod . VS. ; - - 6!)7 -


GLI ORGA"1I CID~'r RALI Di ARTIGLIERIA

-

di quelle acquistrtte da1l1 I nghilterra : . obici da 152/13.

o) approntament o e spedizione alle colonie, per )'a rma -

men to dei forti, cli alcune artiglierie rigide (70 rnont . - 75/ A) ; cl) liquidar.ione dei contratti <le) peroclo bcllco 191 5-1.8; e) trasformazione deJ1e a rtiglierie campali dal trainv Hnima le al traino meccanico ; f) approntamento di batterie s·perimeutnli più moder111-e di !Piccolo e me,d io calibr o e ,coa1,t roaerei ; g) allestimento in serie elci mortai da 4:5 e da 81, cld c·an11 one anticarro da 47 e del carnn one da 20 ; h) alJesthue,n to in serie dei materiali da 75/ 18 trainati e someggiati; i) unificazione dei congegni di puntamento; l) trasforma:done delle mitr aglia trici Piat al ca . 8 : 1n.) modifiche alla fotma e~terna e alfa organizzazione interna dei proiettili per r ealizzare un a maggiore gittata delle a.rtiglierie ; n.) r ealizzar.ion e per t utte le artiglie1'ie di caricht> multiple; o) ;:ipprontnmento cli nuovi t ipi di esplosivo di lancio e di scoppio (T4 - pentrite) nuovi detonatori (all'nzoticlra to di piombo) , nnove spolette (a per c-u&sione - a cl.e . - a tempo piriche e meccaniche) . Per far fronte a tH le lavoro si dovettero creare ocl ampliare stabilimenti e direzioni cli Rrtiglieria, magazzini e dqpositi IJ)er m;:it edali e munizioni; procurare attrezzature; ri{·c1·care e istruil'<' aliquote note,o1i di personale . Ta le gl'ande lavoro ebbe ritmo normo le fin o al 1934; poi si dovette provvedere alla prC(J)ar azion1e ed alla aliruentazi01H' delle due ca mpagne in, A.O. (1935-36) e di Spagna (1!)36-3 ). Tale prep;:irazione i mpose il potenzi amento dell'industria bellica militare e civile m ediante creaziom· {]i nnove fon t i di produzione, e un largo acquisto cli materie {>time dai Paesi non san,zionisti. ·- 698 -


LA DIREZIONE G0NERALE DI AR'l'IGLTERIA

La campagna in A.O. richiese l'approntamento e la spedizione oltremare di oltre 70 mila tonn ellflte di materiali così sud· diviso: -

moschetti. e fucili . 500.000 mitragliatrici e fucili mitragliatori 15.000 artiglierie e relative serie di caricam. 1.GOO carri annati ed autoblindo 500 800 milioni ca1·tuccc per fucili e mitragliatrici cartucce per pistola 24 » 4 )) proietti p er a r tiglierie 3 )) bombe a m~1no bombe per mottai 30.000

P er la campagna <li Spag111a l 'a pp1·ontamento e la spedizione ·dei materiali da parte della D .G.A. l'inscirono pnrticoJ~ rmente grnYo&i in quanto seguitono immediatamente ano sforzo, già rilevante, <:ompiuto per la campagna in A.O . ed obbligò a :n ornerosi e rapidi spostamcrnti ed allestimenti. Furono ceclnti allo Rtato amico: -

-

fucili e mo chetti . pistole . mitragliatrici pezzi da 37 e da 47 m01·tni da 45 e cl.tt 81 pezzi di vnl'io calibro cartucce per fn cili e mi11·agliattici colpi per al'tiglierie

200.000 20.000 8., 00 9.000 1..400 1.900 300 milioni 8

))

f P eriodo (d nl sett embre 1939 nl mag-g-io 1940) . - All o scoppio della second a gnerra moncli.a1e, qnanclo 1n D. O.A. avev;;. 11\",•iata la ri.CO$trnzionc delle dotazioni consumat e o cednfo nelle <lne campagne di Eliopin e di Sp::igna , si impose immediatµ l'nttuazio(fle cle) programma di rirnwvamell to e di eolOpleta rnento dell'a r tig1ieria . g-ià p1·eyisto ma r imanda to a tempi migliori per im1possibilità fina11ziµrie e l'agioni cl i 01p portnn ità po0

litica. -- 699 - -


GLI ORGANI C&"\l'l'.RALI

or

AR'l'IG LIBRI.-\

Ll programma era il segnente : -

a lJef':timen to ecl i11tro<luzion e i~,, sel'Vizi o, atcanto all e

vecchie artiglierie, di quelle ,nuove : a) fl JJ<'Ol'H in corso di studio (105/40 ~·nnti) ; b) già 1·ealizzate nei Jol'o pa rticol~ui - 47/ 32 anti<'ano e cli accom.p11 gnamento 1.49/ 19 di O.A. - 149/ 40 e 210/ 22 d'at m.ata

di C.A. !)0/ 33 <:.a. pe(20 mod . 35 37/ 54 e .a . - 'ifl/lc ·divisionali - 100/ 22 dhionali; da

acquistare della Gel'llurnia) ; - allestimenti in p;1rallelo, per dette artigliei-ie dei en1·icament i. ge11erf11i <' spceiJid, IBezzi tecnici e congegni cli puntamento; delle rclati,e mu nizioni. Soltanto per i nuoYi tipi <li ai·tiglierie si sa rebbero ùoYuti produrre : pez1,i da 20 - 37 - 47 pezzi cli piccolo <:al. pe7.zi di medio cal. per.zi <; . n.

Jfl.

ll.000 ('o]pi

(.;Qlll

p]. i>2 milioni

))

))

s

))

))

3.300 4.000

))

))

4

))

))

l.ùOO

))

))

3,5

))

))

- tras:form a7.ione, se<·oncl o i piani pI"e -tahiliti, -dell' industria di p;1ce in quena <li guerra ; - aumento o rkerc-a e istrnzione pres o gli stabilimen ti milit11ri e civili del pe1·so1rnlc spedalir.r.nto 01ee.:cssai:io pe1· la loro produttività m assima e per la costitu zion e degli Enti per il contro1lo e il collaudo clelle mntel'ie pl'irne, semilavorati) prodotti fio1iti degli sta bili men ti militari e ci vili.. In tale epoc;1 Ja D.G .A. si tl·ovò di front e a tre enormi difficoltà : a) d isponibilità minillla di mntei-ic prime, s:peciahnen te in m.eta1Ji p1·egfoti qua li il rame, l o stag-,n o, il U)i.ombo, i <.:orrettiYi; b) n ecessità di fa r presto, in aperto contr asto eon il tempo i-ichiesto dn1la trasformazione della indnstria di pace in q ne)]a cl i gu erra: 0) <leftcienza di per sonnle tftcnico spec·iali zzato e prassi nmm inistr;1tirn Yinc-ol ante. -

700 -


LA DlR l•)ZIO~E GEI\FJHALE DI Al!TJG LlEJHIA

Oecorsero proYYecliment i molteplici e md p e1· soppetil'e; ro,1 n on s i ri uscì mni de:fìcienzc.

~

.·opprimere )a l'ipel'ctl~sioue delle iui:dnli

3° Pe-rioclo (da l maggio Hl40 a l 1!J43). -

La sit oazionc. giù, <lma , ·cliv<'m1e Cl'ucia1e dopo gli eventi h<~llid del H>40 e del l94l, per h 1gg1·nynrsi del lr. :::;itunzioni deficitarie e rpcr le ,nu ove ed incnlzanti esigeuze impreviste nena imponenza . A t'ronteggial'la , se-.conclo le dir ettive snpcrlm·L 1H D. G .A. conce.nitrò t utti i snoi sforzi ,nell' µlles tirue11to delle m·mi per la fan teria e delle artigliel'ie e.il. ecl antkano. riclnc:euclo <1uasi al mh1imo qo ello delle adiglierie di visimrnll e p ressochè a zero quello {lcJl e aJ'tiglierl e p<'santi ; con µ1rnlog,1 sorte per il mnnizionnrucn t o rehlti,~o. l nolt1·e acqui tò -d alJ11 F nrnt'Ìfl . in con:to clausole ai·mistiziali. armi portatili - artig-lie1·ic e mtwizio,n i; e cla Paesi nenlral.i (Rvi7,zer<1) od aJl<,ati (Gemrnnia - Uuglrnrhi) altre quantità r ilcrn nti delle stei:;sc. Infine mise fl punto: ripristiua1Hloli se ciel t·aso e <· om1>·lrtnndcl))e i cm·iu11u e,nti, uwtedali e mezzi cli prNla bellic a (greci - jugoslaYi - ingle~i) . Lµ D.(ì..A. potenziò e stimolò l'ìu<ln tria belli ('a pm·tandola a. r a ggiun ger e la s ua p i e11a <:Hpatità produttha; qu ella rne11silc può così calcolarsi :

-

-

:pistole fodloni e mitra glia tori fncili e lUOS(· hetti mit1·ngliat rici <·nnnoni dµ 20 - 37 - 4:7 ai·lig;li crie !J)- C. a 1·tigJ ieri n m.c. bombe fl mano

-

01rtnrce

-

colpi <la 20 · 37 · 47 C'Olpi artiglil>1·ie p.r. colpi ,uriglicrie lU .(·.

-

-

))

10.000 . . ,00 100.000 1.1i)0 450

))

120

11. )) )) ))

)) )) •) )

)) )) ))

40 2 milioni )) Hi4 J.700.000 1.300.000 100.000

T·;:i le c::ipacità. p1·oduttiv11 n on fo pen1ltro ragginn.tn in pieuo: -

701 -


GLI ORGANI CENTRALI DI ARTIGLIERIA

- da un a parte per deficienza. di materie prime (nonostante le sostil nzioni autarchiche) ; le limitozioini 1poste ai consnmi di energin e di carbone; la c1·escente rarefazione dei m1:-zzi -cli trasporto ferrov iari e sti·adali ; - dp.Jl'n ltra pa1·te per la necessità di fa i JPresto, cbe con.. trastò con una razionale e comple ta organizza;.,,ione per prodn zione massima. TaJi inconvenienti gravn1'ono come un i'l\C:ubo su tutti. i settori della produzione e po1-taro110 alla inoperositù, <li pocle1·ose a ttr ezza ture e numerose maestram~e specializzate, abbassando l'iinclice della proèluzio.ne che fi no al J !HO era stato ritenuto assicurante. Ormsidera.<Jioni :

Durante le campagne d' Africa e cli Spagna e la 2"' guerra mondiale, emersero progressiv;1me11te : - la insufficienza delle dotazioni e delle scorte accanton;ate, di armi, mu,nizioni, mat0riali, matel'ie prime, che pure erano r ilevanti; - la non rispondenzn cli gl'Hn pal't<~ cleJlc armi e dei materiali - non cli. recente concezione e produzion0 - rille esigenze della guerra i n atto ; - la insu:ffie:ieJlte 01·ganizza1.ione dell'industria civile al IPI'Onto passaggio alfa 1pl'ocluzione hellicn di ma sa, se pure prestudiata; - il non preparato spostamento ordinato e rapido .dei maggiori, più importanti, più delicati, sta bi1imenti militari e ch ili in localitù, e in Ol'gauizzazioni predisposte per sottrarli alla offesa aerea (impianti e maestranze); - la ins ufficiente org11nizzazione scie11tifica e tecn ica di stncl io, cli prova, di ,produzione di nuove ;U'mi e di nuovi mezzi cli guena; la insn.ffici.en za n nmerica del petsor1alc: tecnico mili tare ~ cidle. 1

-

702 --


L A D1REZI0~8 OE:-: 0 HAl ,E DI ART IG l,lERJ A

Declitz ioni :

La guerra moderna : - si deve iniziare con armamento e mezzi i più moder,n i, bandendo ogni cosa sorpassata die subito si dimosLrr1, senzH efficacia, deprimente del morale per senso cli inferiorità rispetto all'avversario meglio armnto, con mnafric·e notevole di fondi senza adeguato r enclirnenlo; - vuole riserve rilevanti ,di armi , nnu1izio11 i, materir1li, pcrchè la guerra moderna è subito grande divoratricee l'azione ael'ea disttugge mngazzini e depositi; - richiede una orgHnizzazioa1 e largnmente e raipichimcnte potenzi;1 bile per la clistribuzi0ine, il decenti-ame11to delle ~corte (offesa aerea), il ri<:u1pero nccurfltO, le riparazioni; - necessita <.l i complesso tccuico moderno e attrezzato di studio e <li esperimento per nuo,e armi e nuovi mer.zi in stretta collaborazione con gli alleati; - un predisposto clel'cntrnmein to, in località occ ulte e pro tette, cli organizzazioni produtlire militini e civili: fonti precostituite di pronta e larga pi:oduttività (grandi <:onsnmi cl i mezzi); - larghe disponibilità, cli mnteri e prime immagaz1.inate - assicurato l'affiusso dall'estero - organizzata la dic:;fribuzione ed utilizzazione tempestiva, ordi,nata ed economica; - pl'edisposto, <:on [)ersonale capace e sufficiente, il confe rimento, il c01nt rollo, il collaudo, H ritiro delle commesse, delle iprovviste, della produzione; - previsto e predisposto l 'inu11edh1 to potenziamento del per sonale delle Direzioni territoriali cli al'liglieria ; dei depositi muinizi oni e maga7.zini, ,degli stabilimenti militari. Quel molto che pure c'era e quel tanto che era stato previsto e predisposto, si dimostrò subito enormemente insufficiente alle necessità. A tanta attività - a ttraverso tante di"lncoltà, - largamente - in perfetta colJ aborazione - contribuirono - nella pi ù vasta competenza di Organi Superiori - l'Ispettor ato dell'arma di m·tiglierif} e la Direzione superiore del Servizio tecnico di artiglieria , con l'azione di loro specifica ipertincnza . -

703 ·-·-


GLT OHGANI CEKTHA LI Dl AR'L'ICLIERIA

9. - CENNI B IOOR AF JCI D E I DIRE TTORI GENERALI DI AH'rIGLl EHL-\ (Hll9-19J:1) La bio~1·afia drl grn . Corb>i':e .è stata insc1·ita nel vo lume VIII di. questa uvì'-tl'H Sto ria (pagg. 267-1-, 2675, 2676) ..

Conn :s1·1

G lVSEl'.PE -

GA'.\I0HHA E'.\IILIO - La hiog1·afia del gen . G,1111.ena è sta,ta i11serita u el voi. VIII di questa nostl',1 Sto1·i:1 (pagg. 27G7, 276, ), fino aHa s ua promo7,ionc a geuerale di C. A . (193~)) . Collocato m•lla 1·fr,ervn. dal ~~ maggio 1!.)12 e r-icl1ia-mato co nt<·mpornHeameute in servizio fu ricoHocato i.u congedo il. l '' fo bbrnio 19±5. )lorì a Roma il 9 febb1:aio 1946, SmcA:'<A Sn.v10 - Nacque a :Milauo i l 18 maggio 1, 69. Dopo a,-<'r ~eguito i. conii. d e l.la Bcuola ì\Icdi a nel Collegio Militare cli Milano fu ammesso a.ll'Ac·cadewia mili.tare di. Tori.1 10 (1° ottobre 1885). Sottoteuertte uello 8.~[. del1'a1·tigli.eri,1 (:{ agosto 1887) , freq uentò i corsi della Sc·uola di Applicazione di arti glie1·ht e genio e promosso teU<mte (ma 1·½0 18SfJ) fu ns.segnato al 1;:;0 regg. :u·t . . All'atto della p1·omo7,1011 c a c:apita uo (ma rzo 1895) fu trasfel'ito all'l1° t egg. a1·t. e :;u<·cesisiv:nnente al 1:egg. t1rt. cla. rnout . (<li.e . l!)O;l), al 2° r egg. ar t . dn costa (lugl io 1906) e iìnal nieute nl. 1:i0 1·egg. art. da camp.

(gc•nu. lHH) . Promosso maggiore nel giugno 1913 andò a. p restal'e servizio al 14° regg. a1:t. da camp ., indi. a l 30° regg. art. da c:amp_ e poi presso i.l Comando atUglieria da <:,1mpa g na a Bologua _ In guena contPo l ' A ns!Tia o ttenne la p1·01nozio·ue a tcn. co lonn<!l lo nel settembre Ull 5 ed indi. (i;ett. 1916) fn iucal'ica,to del co-

ma ndo del 9° raggruppamento d'assed io . Ra ggiunse i l grndo di roloirnetlo per merito di gnen,1 nel novembre d el 1916 e dopo a ver espletato p er q ualchP. tempo le mansioni di capo nflicio nl.la Il Armata fu incaricato di un c:omando tattico (giugno 1917) pel' poi p:,ss:wc a l Comanùo artiglieria d f'lla. stessa 1I Aunata (-l: u overnhre l!l17) . Destinato a l fronte frall(·ese col Il O. A . (aprile 1918) rieutrò in Ita lia u n mese dopo e fu assegnato a l Comando a.rtigliel'ia del

XXIX O.A. BPigndi.ere genc:ra le. (giuguo HH8) comand ò pr ima l'artiglieria del XXJX O.A . e successivamente l 'art_ del XIV C .A. (gennaio 1919).

-- 70-1: --


LA DIRIDZI'ONE GEl\'EUALR I)! ARTIGLIE)R!A

Nel settembre 1919 fu collocato a disposizione del Comando di C.A. di A.lessandria per indi passare a comandare l 'artiglieda del O.A. di Mila.no. Col grado di generale di divisione comandò prima la divisione di T reviso (1920)poi passò a quella di Udine ed infine andò addetto all'Ispettorato di artiglieria (marzo 1928).

Fig. 120. - \Silvio Sircana

Direttore ge11erale di a,rtiglieria dal l " luglio 1931 promosso subito lopo generale O.A.. continuò a mantenere quella, carico fino al settembre del 1934, epoca in cui passò a disposizione e quindi in ausiliaria, (maggio 1935) . Morì a Roma il 2 dicembre 1942. ScoPPA FILIPPO. - Nacque a Napoli il 1° novembre 1877. Seguì gli studi medi nel Collegio militare di Napoli indi fu a-mrnesso al 1' Accademia Militare di Torino (ottobre 1894) . Sottotenente nello S.M. dell'artiglieria (luglio 1897) passò a frequentare i corsi della ·- 705 45


GLI ORGANI CENTRALI 0T AR'rlGLIERJA

Scuola cl' Applica¼ione d' Artiglj eria e genio e promosso tenente (agosto 1899) fn assegnato 6.. bJ:igata da fortezzn. Pa ssò successivamente a, prestare servi¼j o : nella 3a briga ta, da fo rtezu i, (giugno 1901), al 10° regg. art. camp . (ottobre 1901), a I 2-' regg. ru·t da for tezr,a (dicem b1·e 1910). 0

Fig. J27 . . Filippo Scoppa.

Promosso capitano (clic. )!)10) l'itoi-nò dopo lre anni al 10° art. da camp. col quale entrò in g-nena contro .I' A.ustria . .Nfa,ggiol.'e nel novembre 1!)15 passò nel giugno successivo nl 27° art. da camp. ed indi al 9° 1·cgg. art. da, fortezza ove ottenue la prornozioue a ten . colonr1ello (J uglio 1917). Trasferito al 2! art. da ca mp . nel febl)l'a io 1919 passò due anni dopo a-11'8° p.c . e successivamente alla Direzione di al'ti.glieria di Napoli (luglio 1922) ove promosso colonnello ne divenue direttore (giugno 1926) . Comandante dell'8° p.c. nel dicembre 1 927 passò nel gennaio del 1931 a clisposizi.one del O.A. di Roma, indi a disposizione del0

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LA DIR0ZI0NE GENmnALE DI AUTIGL IIIBIA

l'Ispettorato d'artiglieria e quindi alla Direzione superiore del servizio tecnico artiglieria (agosto 1931). Generale cli brigata nel geulHLÌO del 1934 anelò Ispettore di mobilitazione alla Divisione territoriale di Napoli (febbraio 1934) indi fu presidente del Tribunale . Militare di .Napoli (settembre 1934) ed infine addetto aU'Ispettorato d'a,rtiglieria (settembre 1935). A. disposizione del Ministero della Guerra (settembre 1936) nel dicembre di quell'anno fu incaricato cli reggere la Direzione Gener ale di artiglieria. Genera,le di Divisione (settembre 1937) passò nuovamente addetto all'Ispettorato d'artiglieria (gennaio 1939) . A disposizione dello S.M. nel settembre 1934 fu collocato in a usiliaria nel novembre 1939 e richiamato in servizio fu promosso generale di O.A. Fu trasferito 11ella riserva il 1° gènna,io 1940. Morì a Roma il 26 giugno 1952. BASSO AN1·0Nro. La. biografia del gen . Basso è stata inserita nel vol. XII di questa nostra Storia (pagg. 961, 962) fino alla sua promozione a,l grado di gen . di C.A . (1942) . Dal 1° novembre 1943 al 14 luglio del 1944 fu nominato comandante cleHe FF.AA. della Campania . Fu ric;olloc11to in congedo il 30 ottobre 1947.

La biografia del gen. Frongia, è stata inserit11 nel vol. VIII di questa nostra Storia (pagg. 2760, 2761, 2762) fino aJla sua nomina a Direttore Generale di artiglieria. Promosso gen. di brig. per merito di guerra (l° gennaio 1942) continuò a, mantenere l'inca,rico di Direttore Generale di artiglieria. · Sottrattosi dopo 1'8 settembre 1943 alh1 cattura in :territorio metropolitano occupato, per ricongiungersi ad un Comando italiano passò a disposizione del lHinist ero della Guerra (1° agosto 1944) e poi., a, domanda, fu collocato nella riserv11 (6 luglio 1947). Generale di divi~ione al 3 dicembre 1948 dal 1° settembre 1951 è sta.to richiamato in servizio. FnoNGrA 0 1crTO. -

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GLI ORGANI CEKTHALI DI ARTIGLIERIA

c LE SCUOLE DI TIRO O' ARTIGLIERIA 10. - La Scuola di Nettuno. - I 1. - La Scuola di Sabaudia. 12. - li Centro Addestramento Artiglieria Costiera di Terracina. 13. - I Comandanti delle Scuole di tiro.

10 . . La Souola. d:ti Nettimo . - Nel vol. XIII (cap. 58) di questa nostra Storia è stato accennato alle vicende dei (( Reparti controi,lerei )) che si costituirono dal 1915 al 1918 : il 1° a Nettu no nel febbraio 1915, il 2<' al fronte nell' ottobre 191G e finalmente il 3° ancora ::i Netluno nel ge.nnaio 1918. Quest'ultimo, ehe si era costituito co,n elementi del 2° Rep;uto sciolto in segui to al riQ)iegamento dell'Esercito nell'ottobre-novembre 1917, fu soppresso alla sua volta nel settembre 1919, passandone il personale alle ,d ipendenze del 13° reggimento ar tiglieria da campagna, iin attesa delfa costituzione dei progettati depositiscuol a controaerei. In effetti, gli ordinamenti Albricci e Bonomi determina rono per questa crwovfl: specialità, la istitnr.ione di tre depositi, cìascuno cli tre o quattro batterie, in base fil criterio di un gruppo per ciascun Corpo cl'n rmata, per c ni, il 1° gennaio 1921 si costituì il 3° ,cleposi.io-senola artiglieria cont1°oaerei' 1n, Roma , alle cui dipendenr.e furono messi i grupp j VII (Roma) . VIII (Napoli)), IX (Bari) e X (Pnlcrmo) . Jl deposito-scuola di Roma, l'onico a rimanere i01 vera efficienza, died e inir.io allo speciale addestramento del personale 8econdo le esigenze imposte clHl sempre crescente svil uppo deJl'aviazione da una parte e della affa01.nosa indagine tecnico-scien1.i:fìc~ <l i adeguamento dei metodi cli tiro, cla U'altra. Per l'addestramento al pnntam~nto contr o-aerei era necessario che la. sede cli un gruplJ)o fosse frequentemente sorvo1ata da aerei, per al101°a soJtan.to militari, non esistendo ancora 1;1 mavigazione aerea cidlc. 1

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LE SCUOLE DI TIRO DI ARTIGLIERIA

Ma per svolgere un addestramento metodico 1 continuo con f:sereitazioni anche~ di tiro, nonchè per tutto quanto interessava lo studio e l 'esperimen:tazione dei mezzi ipiù modemi di determinazione dei dati di tiro desunti dal rilevamento ottico o acustico degli obiettivi aerei, era inclispensa bile disporre di una sede avente vasto campo di azione su mare libero, in prossimità di un porto per il ri<:overo di r imorchiatori e di u in campo di aviazione ove fosse ro dislocati aerei a complc~ta disl[)osizione del reparto co11troaerei. Furono queste le esigenze per le quali il 1° Reparto artiglieria controaerei si era c:ostituito n K et tuno nel gennaio 1915, e nuovamente fn scelta quest;:t sede, nel 1921, per iniziarvi dopo la gnerra, i primi corsi di addestramento specializzato contro aerei. Con disposizione infatti del 10 luglio 1921 (circol. 4'-14 G.M. 1921) furono istituiti i primi tre corsi cli istruzione (cou eserc:itazioni di tiro) per ufficiali e personale di trull)pa specialisti di 1·eparti di artiglieria controaerei da svolgersi, appunto in qnella sede, dal 15 ottobre al 20 dicembre 1021. Ad ogni corso pet' ciascun deposito scuola pf).rtecipuroino : 1 ufficiale superiore; 6 ufficiali inferiori; 20 militari specialisti (2 squadre); S puntatori; 4 allievi operai. Complessivamente quindi ogni corso assorbiva 21 ufficia1i e 9G uomini di tru1ppa. La direzione clei corsi fu affidata al com;rndainte del 3° deposito-scuola controaerei, il quale disponeva ,d el gruppo <li artiglieria controaerc~i cli Roma (VII gruppo) . Un passo ulteriore, che conferiva, all' addestramento specifi.co, allo studio delle varie questioni ed 11lla sperimentazione dei materiali, il necessario sviluppo e continuità, fu fa t to sulla :fine del 1922) allorchè (1° ottobre) furono soppressi il 1° E>d il 2° <leposito-scuola (i cui gruppi passarono organicamente ai reggime11ti di artiglieria pesante campale ed i1 3° cleposito-scuola, trr1sferito de:finitivamc~nte a Nettuno, fu trasformato in Scuola Artiglieria Coliltl'Oaerei la cui istituzione fu saindta nell'or,elinamento Diaz del 7 gennaio 1923. La Scuola si compose cli un comando, una batteria d'istruzione, una compagnia servizi, un· ufficio materiale ed o:flkina, un ufficio d'pmmiinistrazione. -- 70!) -


GLI ORGANI CENTRALI DI AltTIGLlElHIA

Durante i corsi, vennero tenute agli allievi, da ufficiali dell 'aeronautica, confere(l1,ze illustrative sui mezzi e la. tecnica di volo, tipi di aerei, caratteristiche, armamento. F urono altresì svolte istruv.ioni pratiche sulle fotoelettriche e sul rilevamento at ustico degli aerei i!l1 volo. La Dirc~done Genel'ale cli a1·tigUeria asseg11 ò a1la Scnoln un rimorchiatore per il servizio bersagli, di stanza lllel porto cli Anziio.

Il Comando su1perio1·e d'Aeronautica dispose la dislocazio11e a Nettuno di unfl sezione di aeroplani, _p er le esercitar,ioni di puntarne,nto , e di personnle nerostieri, ac1·ologico e racliolelegrn fista occorrente per il servizio bersagli. In tal modo per le esercitazioni cli pun t.amen t.o e cli dete1·minazione dei dati di tiro si irnpiegavan10 come bersagli. i pn lloni cli gomma o sagome di carta velina gonfìµte <.:on idrogeno e lancia ti opportuname11le clnl rimorchiatore in rel azione all'a,n damento delle conenti aeree. La Scnoh1 dipendeYa dal generale a disposizione per l'arma -di µrtig-lie1fa .. 11 !)'er onale cl'ella Scuola, gli allievi frequ<>ntatori ed i mezzi a dis1posir.io,ne co11sent.iva no di costituire per le esercitazioni due bnt.terie autorampali, o da posizione. Complessivamente erano addetti alln Scuola: 3 ufficiali s uperiori (1 comanda1nte, 1 insegnan te cli 1° grado, 1 a disposizione); 13 ufficifi li inferiol'i, 21 sottufficiali; 250 nomini cli truppa . Nou era fissF1to il numero dei per.r.i e cl ei me½zi di tra ino. P er clcftciem,;a cli loeali, la Scuola v.otè costituit'si nelJµ nnovai se de di Nettuno solo il 1° aprile 1923. L'attività della Se;uola cli artiglieria e.a. di Nettuno tendeva a. costituire 11111, centro di studi e di cla borazione della dottri,na controaerei (tiro, impiego, mezzi ausili11ri); a completare e perfezionare la prepal'azionE\ teorico -pratica degli uffici ali clella specialità, in maniera da dare unità di indirizzo a<lclestrativo a tutti i rc~pµrti e.a.; a divulgare la dottri.na. del tiro controaereo agli ufficiali d'nrtig1ie1'ia di altre specialità, ufficiali dei comandi di G.U., ufficiali d'aviazione. Ai compiti suddetti si nggim1sero successivamente gli studi della orga1niz11,azione e della difesa e.a. sia tenitol'iBli che cam-

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LD; SCUOLE

or

T fRO

or

AR'l'IGLl!J:RI.\

pali, argomenti, .molto iJJl.lf)Ortunti, allori1 i11 cotso di 1•sarne presso i vari eserciti, att1·u verso discussioni, conferenze. p ubblicazioni, ecc .. I n relazione poi agli . tud i che anclnva co.nclucenclo l'Ispeti o1·;1to ·dell'a rtigl.ie1·iu, che ricl1ied<\v111110 l'ausilio continuo ed esclusivo cli un ,p oligono cli tiro per le esperienze e contemporaneamente ain che un c:cutl'O cli addestram ento di primo ordine pel' tutte fo specialità dd) 'a rnrn , si tleli11cò, a nrnn10 a. mn uo, la necessità di estendere l'ntlhità, cl<'Ha Scuola di Nettuno. E con<:orreYa a rafforz~rc questa 11ecessità anche il fatto <:hc la Scuola Centrale d'artiglietia si cm clefìn:itivamcnte orientn t·a verso l'impjego dell'arma in cooperazio1n e c·cn1 le alt1·e, non solo, ma col suo trasferimento a Civita.,·ecchia ::1.Yern anche Blcrduto, per le €·sercitazioni cli til·o, le ampie possibilità offerte clnlla vasta zona J el Bra ccianese. Da aggiunge1·e che la pl"i1ua i:trnzione sul tiro . allora pubblicata, aulCfava snhendo nn lavo1·0 di perfezionamento tecnico che occorrev:.i es[)el'imentn1·e, coJhudarc e <liJfond e1·e tra gli uf1kiali dei reggimenti con uinità di metode e con es!1me analitico e ragionnto dei nuovi più perfetti procedimenti. L' opera tenace del geJ1. Bnffn <li T>e1·rel'O, ::iJJor·a I spettore clPll'arma, e Ja iiluminnt11 comprensione del SotLosegrelaJ•io alla Guena gC'n. Cavall<·to reaìizzaJ'o.no alfine quella esigenza ri costituencl.o, .con disposb,ione ministerial e del 27 ottobre J927, l'a ntica Rcuola ùi tfro cli a 1·tigliE>i-ia . T11lc dhiposizionc stabili va. : 1) Solto la dara 13 ottobre 1927 la Scnolll a1·tig-lieria controa~1·ei assnma la clenornin<;:1zione cli <C Scnola di tiro cli artiglie1fa >> conserva111do la propria. dipendenza diretta dall' Tspettori~ t o dell'artiglieria . 2,) Sotto la stessa data il gruppo spedalisti di artiglitria, r1ell'organico risultante clalJe tabeJJe graduali numeriche, passi a far pal'te della scuola cli tiro cli. artiglieria, conservando la propria sede a Bracciano. 3) Fi1nalità alle quali la Scuola cloYent tendere : o,) conseguil'c nelh1,d clrstramento 111 tiro cli qualsiasi S1Pedalità dell'arma la neee:-:. aria uuità di dottrina e d i indirizzo; -

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GLI ORGANI ClllXTRALl DI ARTIGLIERIA

b) completare e pel'fezionare, mediante lo svolgimento dei corsi di tiro terrestre, contraereo e costiero, la preparazione teorico-pratica degli nillcia li inferiori d '~rtiglieria.; e) preparare gli istrutto1·i - ufficiaJi e sottufficiali - degli sipecialisti dei reggimenti ; d:) addestrare i qnadl'i - ufficiali e sottufficiali - ,degli specialisti occorrenti alla costituzione dei r eparti specialisti di artiglieria (sezioni osservazioni e rilevamento vampa. - sezioni fotoelettriche e di ascolto aereo - sezioni fonotelemetriche - sezioni topografi . sezioni aerologiche); e) contribuire agli studi e alle esperienze relative a materiali e strumemti in c;orso di adozione o per la soluzione di problemi inerenti al tiro o all'impiego di mezzi tecnici; n concorrere alla compilazione delle istrnzioni sul tiro, non·chè di quelle relative ;:i.i reparti specialisti di artiglierin. Fu dato al colonn. Augusto de Pignier, che da oltre un allrno comandava la Scuola controaerei di Nettuno, l'incarico òi organizr.a.re e guidare 11ei primi tempi la Scuola stessa nella sua nnova e più compless1;1. fui1rnione di Scuola cli tiro, per tutte le specialità dell'arma. I n relazione a questi nuovi compiti l'attiYità addesh'ativa della Scuola si orientò allo svolgimento di corsi aventi ci:lsc;uno <:aratteristiche e durata corrispondenti allo scopo -Oil raggiungere. D-al lOomento che la Scuofa cli Nettuno divenne Scuola di. tiro 1per tutte le specialità dell'arma i primi corsi indetti con disposir.ione del 27 ottobre 1927 e che si svolsero dal nowrnbre di quell'anno all'aprile dell' anlllo successivo furono: 3 corE-i di. tho pel' comanda nti {li batteri;:t di tutte le specialità; 1 corso di tiro co111troaerei per ufficiali superiori e capitani della specialità; 1 corso informatiYo per ufficia li generali e colonnelli cl i artiglieria; 3 corsi per ufficiali specialisti di cui 2 per ufficiali s nbalterni istruttori 1:eggimen t ali ed l per ufficiali fo toelettri<:isti; 4 corsi per sottufuci~li e truppa spechilisti d'artiglieria.; 1 corso per sottufficiali istruttori 1·eggimentali; 2 corsi per telemetristi; 1 corso per ascoltazione e avvistamento; 3 corsi per uificiali e militi dc11a ivl.V.S.N ..

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LE SCUOLJ.: 01 'l'IRO DI Aill'IGLll~IlIA

Al 1° corso informativo cd al corso unico di tiro e.a . 1,w r tcciparo110 uffici ali della R. Mari,na e dell a R. Aeronautica; al 2° corso inform:-itivo pA r tedparono i comandainti di difesa di Zona e.a . della M.V.S .N .. Da allora e fino a l settembre dell'ainno 1932 i corsi di addestrament o al tiro terrest re e quelli ad esso collegati degli specialisti (tiro, collegamenti, osservazione, rilernmento fouotele metrico o vampa, servizio tolPogra fico, ser vir.io aerologico) si svolsero a Draccia,n o. I corsi per ufficia li e gregari della M.V.S.N. ave-nino lo scopo di addestmre questo persona] e acl espletnre l 'incarico della difesa ae1·cr del tenitorio nazionale. I nfatti con R . dN:retolegge n. 9~ del 1 .febbrn io 1930 la difesa nerea tenitoriale fu gJli:cla ta a,cl· una specialità della l\LV.S.N. denomina ta (M . D.A.T .) col compito di pl'edisporre in tempo di pace ~ di attuare in, tempo di guen~, in concorso con le u11ità controaeree delle altre forze Hl'mnte, la difesA del Paese da attacchi aerei n emici. L'ordinftm~nt o poi della :u. n.A.T. fn variato col decreto legge n. J, l del 21 gemnnio 1935 cambiando la denomin::11.ione in M. D.I.0.A.T .. Nel m;i.ggio 1!)33, tutta la Scuo)a fu concentrata a ~ éttuno, tl'::tsferenclo in questa sede anche il reparto specialisti di artiglieria. P er l'esecuzione cl elle esercita.zioni a fuoco )Per il tiro terrestre si provvid e i.n un primo i.em,po facendo affiuirt' alla f::cuola gruppi cli artiglieria clr:1 campagna e pesanti cnmpali tratti dai reggiment i. Successivamente (1934) la Stuola ebbe pernianentemente aggregate dal 10 al't . d.f . le battel'ie da campagna, dal 7° art. c.;). le batterie p~sa nti campali e dal 2'' art. e.a. le baiterie e. a ., siccbè la Scuola fu organicam ente costit uita com(> appresso : 1 comando - 1 deposito - 1 gruppo scuola su tre btr. da campagma (aventi doppio materiale da 75/27 e da 100/ 17) - 1 gruppo su due btr. ipesanti camp;lli (avente doppio materiale da 149/13 e da 105/ 28) - 1 gruppo su due btr. e.a. (avente mat eriale diverso, nutocampale da 75 0.K. e i:;uccessivamente da 75/46), materiale vario, !tlOnchè una completa µttrezzatura. di strumenti e apparecchiatul'e spech11i: fotoelett riche - ascolto -

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GLI ORGANI CENTRALI DI ARTIGLIEIUA

centrali di tiro - telemetri - un reparto speci111isti di artiglieria e.a. al ,completo - elerneuti specialisti del genio. Cosi organiz,:;:1ta, la Scuola di tho di :Nettuno, svilnpp:rndo le sue molteplici. attività seeondo le direttive dell'Ispettora to d' artiglieria che ne reg·olavn il ritmo feb brile cli lavoro (addestramento, studio ed espei-ie.nze per !"esame dei nuovi materiali, co11corno alla solu,:,i011e di probl emi rigmn·cl'anti la 1prepara-

Flg . 12S. - Netlun o : Scuola di ti ro cl'artiglìeri n (Esercitazione tli ti ro).

zione del tiro, modaJitù, per Pesecnr.ione clel fuoco, osservazione, or-dinamento, costitu:r,ioHe cli n novi reparti e loro clotazio:ni. part ecipazione all' elabora,:ion e di istruzioni e regolamenti) r agginnse il massimo del suo 1·endimento. E fu il suo periodo aureo di dottrina. e di jitdclestrame!llto, al qnale si g uardava con ammirazione in Italia e all'estero. All'evoluzone della Scuol a ,d i tiro olt1·e al raziona}(> indirizzo segnato dall'Ispet tor ato d' artiglieria contribuì molto l'opera sagace di t utti colot o che ne ebbero il comando, specia]mente -

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T,E SC'UOLJ-: 01 TIHO Ol ARTW·LlEIHA

quella illuminata del colomielJo Enico Pitassi Mannella che lasciò un'impro,.nta ve1:amenle cfogna delle più alte tradi;1,ioni òell'artigJier ia italiana. La scuola i11fatti p:ute<:i(Pò con ufficiali propri a tutte le eomm.issioni opeea nti. in patl'i;1 ed n1l' estero per lo stu cl.io e l' ::tclozione di nnoYi materiali: bo<:eh<> da fnoco, strumenti, congegni, ccc .. Effettuò i,n proprio stndi e pro,·e di funzionam ento e

F ig. 12!1. - Nettuuo: Srnoln cli tiro d'artiglieria (ila lteria in po!<tazionl.') .

di impiego di svcciaJi. appa1·cechiatm e : sia nel carn:p o co1utroae1·ei (bn·oli cHlc:olatoi-i, <:e11trali cli tir'o, apparati foloe lf:1trici e cli ;1sco lto, telemetri); sin nel campo della in dividuazione terrestre delle artiglieri e, -ec.ntn1Ji ronotclemctl'iche e cl i 1·ilevamcnto Yampa) . Nel cmnpo (lelle misura,1,ioni aer ologi.che, in co,ncorso con i) se1·vizio metercologico dell'aeronautica, furono definiti tipi di stn unenti da adottare e furono elnbornti procedimen ti di misu-

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GLI ORG ANI CID~'.fRALI DI ARTIGLIFJRIA

rar.ioa1e e di calcolo, in maniera d;1 collegare gli analoghi servizi delle due forze arma.te . L' attività uddest ra tiva della Scuola si svolse ininterrotta mente fino allo scoppio deJ r ecente conflitto e durante il conflitto stesso. Nel iperioclo antecedente :11 conflitto furono specialroeJ1te sYolti corsi : per comancln:itti cli gruppo e di bi3tteria ; per ufficiali topografi ; per ufficiali t riangola tori; precoloniali per ufficia li di complemento; 1per allievi ufficiali di complemento e.a . ; per ufficiali del1;1 M.V. S.N. (Dicat); per ufficiali di artiglieria someggiatn; per ufficiali e truppa de11e batterie da 65/17; per telemet risti ; per sot tufficiali clei r eparti specialisti; ,per sott ufficiali aerologiti. I corsi per com anda~1ti di batteria costituirono l'attività addestr ativµ pl'in <'ipa le delln Scuola . Come è stato detto, essi ten devano a clifl'oa1,d ere la dottrina del tiro, analizzando minutamente i particolari fol'mativi ccl esecutivi dei vari procedimenti. La clottl'ina era u:na, la si esalllinf,lva durante le l~zioni teoriche in aula , l a si applicava [>raticamente - con doviz,a di murn,ir.ioni - sul terreno, col fu oco, l a si discuteva anco ra in sede -di interrogazione. Le lezioni teoriche servivano, prima di sviluppare i va i-i argomenti, ad eliminare del1e lac,nne esistenti in taluni allievi in dipendem,za dell'eterogeneo reclutamento. A questi corsi parteciparono a111che ufficiali superiori dc.> Jl'arma , qnali uclitori. Vi pfirteciparono cli sovente uffi.da li di eserciti esteri. I corsi per ufficiali topografi er;1no integrati, per gli 11filtia Ji risultati [)iù idonei, da cor si di t ri a ngolazione. Con tali cor!-i si te,n<leva a. creare ufficiali in s.p. e. ed in co1ngeclo idonei ad n~solvere in guerra le mansioni cli comandanti delle sezioni topografi dei reparti specialisti di artiglieria. Gli ufficiali in s.p. e. che frequentavano co,n profitto i corsi cli trinngolazione fur omo 1POi normalmente impiegati in pace quali uffici~1Ii topografi presso i comandi artiglieria cli C. cl' A. ed a loro fu devoluto il compito del rilevamento della << Rete c1i artiglieri~ )) nelle zone di fr001,tiera. -

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LF: SCUOLE DI 'l'IHO 01 AR'l'I0L18RIA

I co1·si per u:filci.nli cli tompJernrnto elJùero lo scopo .a i mettere al corrente un boon nnc)eo -di uflkiali superiori ed inferiori della categol'ia delle prind:p nli innon1zio11i nelle regolamentazioni militari introdotte durnnt e il perioll.o della loro nssenr,a dal servizio. Si r iferiv~mo pi-incipabnente al tiro terrestre. Corsi analoghi vernnero svolti presso alcuni reggimenti cl i artigl ieri a . I corsi precoloniali per ufficiali di complemento ebbero lo scopo di addeslrare alle funzion i di comandante di batteria terrestre un nucleo .(li capita ni e tenenti cli complern enLo da inviare in Africa Orientf,lle. Si svolsero nel IJ)criodo estiYo, con lo stesso sistema dei corsi per comanclnnti di l>atteriH : compll>htndo le lezioni t eoriche co01, num<~1:ose esercitazioni a fo oco. Si. otteatnero ottimi risultati. P er la formazione degli ufficia li ,d i complemento della specialità e.a., ]u. Scuola di tiro di artiglieri;:i assunse le 'funzioni di u nica scuola di reclutamento . Le particolari condizioni organ,izzative esistenti, la possibilità di valersi ,cli istruttori provetti, la disponibilità, dei materialL 11011chè la possibilit,\ di u sufruire della normale intens13. attivilù al tiro e.a . della Scuola, influirono sensibilmente all 'ottimo svolgimento <li questi corsi. Mel"itevole di essere m.eu,zionata è altresì l'attività svolta - mediante aplJ)ositi dcli di istrnzione e ùi tiro - per l' addestra.mento del!I)ersonHle della. l)'(.V.S.N. (Dicat) . L 'a<ldestl'amento dei reparti della Dicat Yenirft irnpm-tito normalmente clngli uf.fìcia li stessi della M.V .S.N . a d element i chili che si riun ivano volo,n,tal'iamente nei giorni festivi o nei periodi di f erì<! nelle 11ormali secli di lavoro . Tnlc addcsll'ameuto da,a buoni frutti per la buona voloint ,ì. di q11~nti vi partecipava1110 - isttuttori e militi - e riusciva n creare <lei bnoni specializzati. I corsi per ufficiali, sottufficiali e truplPe per r eparti spedalizzati di artigliel'ia ebbero lo scopo cli creare fra gli elementi in servizio permane.n,t e degli istruttori e fra gli elementi cli lev11 quel nucleo cli specialisti che, congedatisi, avrebbero costit uito una riserva speciali zzata per le esigenze cli mobilitazione; riserva delJa quale assolutamente si mancava . Vi p arteciparono dementi dei reggime,nti di artiglieria d 'armata e di Corpo d'armata . Gli allievi furono addestrati ;:ille operazioni cli rilevamento fonotelemetrico e vampa ed alla osservazione (fn111ziona -

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GLl ORCA);! CEN'.l'RAJ,J P! Al!TJ GJ,IEHIA

mento degli osserva tori di a rtigJie1·ia). Uno speciale nclclcstramento fu impartito a(l u,na aliq nnta di p er sonal e : allievi. a r eo . logi.sti. Le normali atth'ità ndd cstratiYe de lla S<-uola cli tiro di artiglierin cli Nettu110, qn;ili sono stati esmnin ate nella. p1·e<·eden,te trattazio11e, subirono - durante il rec:ente <:ou11itto - cld mui'~menti di in diriz7.0 dovuto a pa rticolari circosta nze. B ' anzitut to dii co1nsiderare che l' atUusso alle arllli <H un a foi-te massa di richiama ti. <lal eongcèlo spostò verso questi elemen,ti l.'a cklest ramcnto pl'ima orientato essenzialmente :1 1 perso1rnle in servizio pcrrnirn ente, in c;U'riPra t ontinuati,a o di fer nta. I noltre, nuove .esig·enze dell' a rma , mano a ma,n o !Palesatesi, l'ichiesero un nclcguato addestramento e prima arn cora la· costit nzione dell ' attrezza tnre 11ecess1:1rie. Si tra tterà, qui appresso d i akune pi ù iffi[)orta,nti <li tali attidt à. A]Pinizio del 1941, lo svilnppo dei collegame11ti 1·adio di nrtiglieria e l ' aumcn lnto nnru ero clei re1parti dell 'o rma, costi:tuit i o cla costituire, fec·p sor~ere la n<~cessità cli clishnpeglnarsi , pe1· lp. formazione degli pecializr.ati r.t., d nlle sC'uoJe del genio e di provvedervi direttamen te. Sorse così presso la Scuola di X ettnno 1m « Centro nddestramento l'adio >> per la for mazione <li marconisti, capinHtrco-. nisti e racliomontfltol'i cli a1·tiglierin. Furo110 assegn ate le att rezzature necessarie e furono <lr still?ti qu ali istr·uttor i: llffi.ciali di artig'fiel'ia particolarmente idonei (ingeg,nel'i 1·adiotccnici) e sottuflkiali ca pimarconi~ti di artiglieria e del genio. Successivnmente fu possibile sostituire gli elementi del genio con specializzati di a1·tiglieria pl'ovenienti clai corsi stessi. A .fine corso, Ja Scuola rila sciava agli id onei il brevetto cli specializzar.iou1·e. I numerosi ccn·si cffettu!,lti diedero modo cli SO[Jpcril'e nlle esigenze dei r eparti dell'ai·ma. Il sorgere dei cannoni semoventi, qnale a rtiglieria di ap-

poggio e pi·otezione alle nnità carriste, fece sorgere la necessità, dello studio, della costii uzione e clell' ad clestramemt o cli queste iniuove unità : la Scuola di tiro di al'tiglier ia di Nettuno assuIJse t ali compiti. -

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U l S CUOLrn DI TIRO DI AUTJGJ, IE HIA

L ~ Scuola riceveva dai depositi dei reggimen ti il 11>crsonale, provvedeva all'addestr:unento dei capi Ul!TO (uffidali subal terni o sottu:l'fkiali) e dei servenli, mediante appositi corsi; usufruiva del centro aclcl eslramento 1·n<lio per i marc011isti e median te appositi corsi piJotaggio pl'Oneclevn 11ll'abili t ar.ion<: u11a guiò'a. dei piloti. Essa curaw1 in.fine~, C'on il personale e r on i rn n teriali che riceveva, la costituzi<me dei repm'ti (gruppj) ed il loro addestramento tattico ecl fil tiro. Ad addestramento ultirna.to i grulJ)pi lasciavano la Scuola per rag-giungere Ja zoina d 'irupiego. Negli ultimi mesi di guerra, n Nettuno, si costituhono an che batterie organiche, alle dipendenze del Ooma1n{lo l\filit!lre Teniloriale, per la òife a delle coste nc->lla Zona Anzio-~ettrnno. J l. - La. S0'1,wla cli ffaòaudi.a. - Lo svil111ppo sempre (;l·escente dell'artiglieria contJ'oaerei fece sì l'hC l'or~:111izza:d one aclclesti'ativa della qoale l'Esercito clisponern a Ketluno - - la. Milizia aveva creato uua proprin seuol a acl Anzio - s i palesasse all'inizio del con flitto in ndeguato alle nece1ssità contingE'nti ed a quPlle che si prospettavano pel' l 'anenhe i1n relazione ;1ll'ineluttabile svilnppo dell'offensiva aerea, d'altra purte, come si è accennato, la Scnola cli. Nettun o aveva dovuto estendere in modo irnpreveòibHe la soa attività rigu ardante il tiro terr estre, era perciò sontwcarica di larnro per la quantità e complessità dei corsi. Si palesò (Juindi urgente la necessità cl.i costituire ex novo un i:i Scuola unicamente destinata ni contraerei, e fu S('elta come sede la zona di Sabandia. Pertan to ,nel marzo 1941 la '7.. batteri:1 da 75/ 46 mod. 34 deUa Scuola di Nettun,o fn trnsfcl'ita a Sabau<lia per costituire il nucleo base intor no ~) quale doveva svil np1parsi ed Accr C:scere fa nuova Scnola crea t fl t'Sclusivamente per la spt..:iaJità . Questa Scnola rapiclnmente acquistò uno svilupipo n ot evole ecl· u na propria fisionomia p er cni il 15 gfogmo 1941, festa dell 'arma, venne nf.lìcialmente inaugurata Ja Scuola d'artiglieria e.a. cli Sabaudia. Dotata di mezzi sufficienti e convenientemente arti.colata per una logica e Ì:'edditiiia <listribuzione dei vari compi.ti adde-

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Gt~I ORGANI CEN'J'IlALI DI Ail'l'IGJ.IERTA

strativi tenclcnti a formare i singoli sped;:tlizzati, la Scuola dovette affrontare il complesso problema. di ad:destrare e di costituire per le esigenze camppli e territoriali, in brevissimo tempo , numerosi reparti, per cui assunse la seguente organizzazione de:fi1niti va: - un com:rn do dal quale dipenclev;:tuo ·due uffici, 5 gruppi, una sqnadl'iglia (IJ)resso il campo di aviazione di Latin.a) un antodl'appcllo. I due uffici erano : - un ufficio adclestr~1mento che provvedeva : a) all'organizz~zio'l1e dei corsi per ufficiali (generali, superiori, inferiori) IPet' allievi u:ffi.cinli, per sottufficiali e per alli evi sottufficiali specialir,r,ati; b) all'addestramento e alle esercitazioni a fuoco, sia con m~teria1i u ~11ia01-i clJ e stranieri, degli specializr,ati e dei serventi dei gruppi e delle batterie mobilitate che, per ordine dell'I spettorato d'artiglieria, venivano inviati all a Scuola; o) alle esperienz,e dei nuovi materiali e.a. e alla compila7,ione delle relative istruzioni. Questo uffi cio disponeva di due importantissime attrer.zatnre: l'apparecchiatura<<Askania )) (ci neoteodoliti) per il controllo dei dati telemetrici e l'apparecchiatura « GaJileo )) per il roa1trollo delle centr~li di t iro. - un ufficio assistenza che presie<leva a.I benessere di tutti i militari sifl, permarnenti che di passaggio, per quanto si rifel'iva a pratiche personali, vi tto, alJoggiamcmJt i, educazione fisica, gare sportive e spettacoli teatrali. I cinque gruppi erano : I

GruplPO · Allievi ufficiali di complemento su tre batterie;

lI

)>

- Allievi sottufficiali specializza ti su quattro bf)tterie;

III

»

- Oa111no!ni da 90/ 53 su due batterie (1 campale ed 1 da B.G.S.;

IV

))

posizione)

con

centrale

- Cannoni cla 75/ 46 su due batterie (1 campale ed 1 da posizione) con centrale princi--

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Lrn SCUOLID DI TIR O n1 ARTIGLIF.lHA

pale ed ausiliaria gamma e stereotelemetrica. d~ m. 2,70; V

Gruppo - Caa1,uotn i mitragliere s u clne battel'ie (1 da 37/ 54 ed 1 dH 20 mm.) con centralino R. S telemetro da 0,60 cm .

Questi 11ltirui tre grnppi avevan o a nche in co11seg,n a, per l 'addestramento dei gruppi mobilitati e per esperienze comparative, i seguenti m~te1·iali esteri : 1

III Gru1ppo - Cannoni cla 8S /56 con centrale princi{pale ed ausiJiaria cc Zeiss >> e stereo -telemetro <la 4 metri;

IV

))

V

))

- Camioni da 7:5/ 48 cc Skocl.a >>concentrale 'r. 7 e stereotcl(~ metro altimetro da 4 m.; - Canlloni da 75/ 51 (francesi) con, ceintrali di tiro << A ufìcre >> mod . :32 e 35 con stereotelemetro altirnetro da 4 m. ; - Cµnn oni da 7G/ GO (inglesi) con centrale di tiro « vVickers >> e stereo-telemetro a ltimetro dci 4 m.; - Onnuoni mitragliere a 4 canne (teéleschi); - Mitro gliere dn 20 mm. « Oedikon )) .

L ' attività acl destrnli.va della , c11ola, g1·:i ndissima fi n dl'lll'in i:r.i.o, a,ndò, u mano a mn no, a nmentan,d o così da r aggiungere il massimo negli anni 1042 e '43, data la. prepar a r,ione sempre più perfezi onata degli in segnanti e degli istruttori e della disponibili tù, dei ma ter iali.. A tutto agosto del '43 furono effett u ati: - n. G corsi per nfficiali generali e colonnelli, nei quali wnivano illustrati i criteri che informavano l'organizzazione della difesa e.a. i materiali ed il loro impiego; I - n. 50 cor si per ufficiali snpe1·iori ccl inferior i, òove erano impartite nozi0111i teoriche e p rati<-he sul tiro e.a . e sui Yari mat eriali, con particolare rignf,1rclo nlla fo rmazio,nrc degli specializzati e dei serventi ed all'impiego cfolln battel'i e e dei gruppi; -- 721 46


GLI ORGANI CfilN'l'RALI DI ARTIGLllllRIA

- n. 5 corsi per. allievi uffi.dali secondo le norme dettate dallo S.M.; - n. 6 corsi sottufficiali ,n ei quali gli allievi con trattazioni eminentemente pratiche e con n,umerose -esercitazio[li a fuoco veniv~no istruiti nelle varie branche della specialità;

Fig. 130. - Sabaudia : Scuola contraerei (Poligono di tiro).

- n. 3 corsi allievi sottufficiali s1pec:.ializza ti che a seconcln della ripartizione venivamo addestrati : i cen.trali1'11isti : all'impiego delle centrali in servizio : tavolo previsore Gahl , centrl"lli Gamma, B.G.S. ed estere : gli ste1"eotelem,etr·i sti : (dopo aver selezion~to in base alle loro qualità visive e stereoscopiche) alla misura delJe distanze su bersagli fissi e mobili con rigoroso controllo sulle battute, media!llte l 'apparecchiatura « Aska!llda >>; gli opera,_i: alla conoscenza - m;:rnutenzione - conservazjone è riparazione (clei guasti più. frequenti) ,cli tutti i materiali ca nn001ii. -

722 -


LID SCUOLE DI TIRO DI ARTIGLIERIA

Nei corsi per batterie e gruppi mobilitati, dopo accurata cernita, il personale era nddestrato suJ ma teriale, sul servizio al pezzo, sulla cent rale e sul telemetro. Indi con numerose esercitazioni a fuoco veniva accertato il grado di addestramen,to del reparto.

F ig. J31. · Sabaudia: Scuola contraerei (.Poligono di tiro).

Detti corsi furon ? effettuati nel seguente 1J1umero : - n. 25 per gruppi e batterie da 90/53; - n. 12 per gruppi e batterie elfi 75/46; - n. 1 ' per gruppi e batterie con materiali esteri (can noni da 88/ 56, da 75/ 48 Skoda, Òfl 75/ 51 fra111ccsi, da 75/fiO inglesi, cannoni mitragliere da 20 mm . a 4 can ne); - n . 21 per gruppi e battel'ie da 37/54 ; - n. 40 per gruppi e batterie da 20 1rim. In conclusione parteciparono ai corsi anziòett i: - n. 38 ufficiali generali e colonnelli ; in. 65 ufficiali slljperiori; - - 723 -


GLI ORGANI CEKTHALI DI AR'l'fGLlr,;RIA

-

n. n.

-

n.

340 cn1Pitani; 3.G38 subalterni: 820 allievi nfficiali di complemento;

846 sottufficiali;

-

11.

~

m. l.300 allievi sottnfficia li specializzati ; n . 13.718 milital"i cli trnppfi.

-

Come si era fatlo a ~eituno, anche a Sabaudia, negli ultimi mesi di guerra, si costituirono batterie 01·gnniche che alle dipendenze del Comaindo Militare Territor-iale furono impiegate a ,di· fe sa di quelle coste. 12. - Il Centro adclesfram,ento artiglieria, costfo1'a ·d'i T ern,oima. Relativamente all'artiglieria da costa, i corsi di addestramento al t iro, come quelli di t utte le altre specialità si svolsero a. Nettuno fino al 1° settembre 1.936, epoca in cui in esec oziollc del R. decreto n. 181 del' 21 gennaio 1935, successiYamente convertito in legge, quella vecchia e gloriosa specialità di artiglieria veniva affidata ad una. specialìfa della l\LV. S. N. con la de11 0minazione d,i M . ,cla Cos. (Milizia cln costa). L'Escl'Cito non ebbe ingerenza in tale milizia. Passarono quindi al nuovo ellte tutte le hntteric fisse cln <:osta dislocate nelle )ocalitù di preminente interesse marittimo (La ì\[aèl d~lena - Lo Spezia - Venezia - Messina - Reggio 011 labria). Siccome venivano accettati i metodi e gli strumenti ia1uso nella nostra Marirn a, rimase inntilizzRta e quindi riCOYer.:ita in ma g·azzini, lutt~ fa. complessa attre7,z atura p1·eesistente (telemetri, telegoniornetri, goniostadiometri, ecc.). Detto 1passaggio lasciaYn però aU'R e1·cito il compito della difesa costiera clel rimanente litorale da effettuarsi con bn.tterie mobili ,cli vari Cfl libri (75/ 27 mod. 90G . 105/28 - 149/ 35 ecc.) nttrez:r.ate JPer il tiro con tnvol<:>tta rnod. 39 (ideatµ dal generale l\fontefun,ale). Dopo lo scoppio della guerra, data l 'estensione eno1"1ne delle nostre coste, per la maggior parte indifese, esposte n possibili attacchi nemici, si rnainHestò urgente la necessità cli provvedere ad aumen tare le batterie campali da posizione co-- 724 -


U : SC UÒL.0 DI 'l'IRO 1)1 ARTIO,LH:R IA

stiera esistenti , u tili.zzando in nn primo temfPO materiali e personale delle bµtterie dei raggn1ppamenti (}.AJ.1'. distolti dalla frotn tiera occidentale e snccessivamente increnientate con la form azione di nuol'i reggimenti di artiglieria. costi.era armati co01, materiali di ,preda bellica. Ooccorreva però addestrµre uffi.c iali e specializzati e a ciò provvicle dnpprima la Scnola di Nettuno formando una sezione costiera sotto la direzione del ten. col. Cannizzato; ma 1presto ciò si dimostrò insnfficienfo e per le stesse ragioni per cui fu istituita la Scuola di a1·tigli.erin c.n. <li S;1baudia, si creò un apposito ente, alla diretta dipendenza addestrativa dell'Ispettorato dell'arma ch e assunse la dei10rninazione di << Centro a,è!Jclestra mxmto air tiglieria: oostiera. >>. Come sede fu scelta Terracina e come poligono di t iro la zona di << •rorre Olevola » a 12 km. da 'l'erracina sulla straclr1 per S. :Felice Circeo. Il Comando del Centro, la mensa ufficiali e le aule diclattiche per i corsi ufficiali furono sistemati in Terrµci na i,n locali presi in affitto o ceduti dal Comune oppure costruiti dal genio militare. Il Gruppo Scuola, formato clR un Reparto Comando e <la due batterie di addestramento fn dislocf:\to a 'rorre Olevolu, uve il genio militare provvide con molta sollecitudine a riattare come accantonamento i pa.diglioni dell'ex eolonia << Regina Elena» e a costruire una palazzina com~ndo con annessa aula per 100 posti, il cor,po di gnardia e le .(locce 1per la truppa. Successivamente fu costruito un modernissimo osservatorio a diversi piani, ove trovavano posto i vari t ipi di strumenti di rilevamento di rotta e le relative attrezzature di tiro da impiegare per il tiro costiero. 'l'orn aroino quindi ad ess<!l'e installati i vecchi, ma ancora utili strumenti (telemetri inter ni a base verticale - telegoniometri <<Passino>> -1gon iost.~tdiornetri « Braccialini >> e il ealcolatore da coStf:\ mod. << D' A.ntonio ») e ne vennero progettati e spel"imentati di nuovi. Il 111,uovo Ente comim:iò a funzionare il 1° settembr0 1941 sotto il comando del col. Domenico Bo111accorsi che con ciipacità e molta. passione seppe orga,n izzarlo e renderlo efficiente in modo perfetto. Vennero chiamati, come istruttori, ufficiali capuei pro--- 725 -


GLI ORGA~I cgX'l'RALI DI ARTIGLIERIA

venienti <falla cessi) ta specialità, da costa, come il teni. col. Guido Fagiolo, il magg. Carlo Grosser, il cnpit. i.g.s. Pasquale Sesti, ai quali si affiancarono giovani ufficfali in s.p.e. e di complemento particolarmente idonej per caJPacità, tecnica e !Preparazione professionale. Vernnrero ripresi gli antichi procedimenti di tiro da posizione costiera, opportunamente modi1kati ed adattati ai vari mate-

Fig. 132. - 'l'crracina: Centro addestramento artiglieria cos Uera l Osscrvatorioj.

riali e si procedette ;,lla realizzazione di nuove apparecchiature speditive per il tiro, più rispondenti alla situazione coirtingente, la cui costruzione materiale fu affidata al Centro stesso. Fm dalla costituzione del Centro, l ' addestramento fu svolto in modo intenso con corsi di varia specie ai quali parteciparono a turno: - i Comandanti di artiglieria dei Comandi di difesu territoriale; - i Comamdanti dei reggimenti di artiglieria delle divisioni costiere ; -

726-


LID SCUOLE DI TIRO DI AHTIGLIEHIA

. - gli ,u:filciali dei gruplPi e delle ba tterie costiere, il cui 1numero aumentf,lva continuamente con l'aumentare del !l)ericolo di offesa dal mare ; , - gli specializza ti alle a'ttrez'z;iture di tiro dei gruppi e delle batterie costiere. Oltre ai soprf!citati corsi al Centro vennero sviluppate istruzioni pratiche ·d'nssienie per reparti organici i,n, partenza per la zona d'impiego. Altri compiti affidati al Centro furon o costituiti dall~ nu.-merose esperienze ordinate dall'Ispettorato dell' arma, relative ai inuovi sistemi di tiro e di eontrollo e all'organizzazione dell<> piazzuole per il tiro costiero, studiate dal Centro o da comandi e inventori va.r i. Verso la :fine del 1942 sn richiesta dello S. l\L alcuni ufficiali superiori del quadro permanente del Centro, furono inviati quali consulenti tecnici presso il Comando F]'.AA . dell'Egeo e presso il Comarnido 4" armata. Con tvli IPl'Ovvidenze si riuscì a dare unità di indirizzo nell'addestramento e nell'impiego delle artiglierie costiere e a formare una massa ,d i u:ffieiali, sottufficiali e specializzati con una buona preparazione teenico professionale. L'S settembre 1943 sorprese il Centro in piena attività f,lddestrativa. Dopo aver resistito col fuoeo delle proprie batterie, per qualche tempo, all'offesa tecles·co, !Per ordine del Comando della Pi[:l.zza di Romn , dovette successivamente procedere allo scioglimento dei, propri re[JartL I materiali d'artiglieria in dotazion,e al centro di addestramento furono : 1 battBria di cannoni da 75/906; l batteria da 105/28; 1 batteria cla 14!)/35, 1 sezione di obici da 155 (francese), 1 b[:l.tteria da 149/14 P .B. (Schneicler a code divaricabili) . . Nel 1943 le batterie furono inquadrate nella difesa costiera :a'ella zona, enitrando a. far pa rte del caposaldo di Foce Sisto. 13. - I ComJa.n,cla.n,ti clel ba Scirnla. ocrntro.aerei cli Nettwno (1922-1927) : 1922-1924 Col. C;:trlo de Nobili ,1924-1926 Col. Pier Luigi Donini 1926-1927 Col. Augusto de Pignier ·- 727 -


G LI OUGA NI Co:NTHAT,I 01 AR'l'IGLIIJ:IlTA

Pier Luigi Don lnl

Girolamo Pallotta

Bartolomeo Pcdrottl

Francesco Devllla

Bruno Toscano

Fig. 133 . • Cowandanti delle Scuole di Uro d'artiglier ia .

I Oonwndanf'i della Smiol.a, cli t-iro di Nettuno' (1927~1943):

Col. Col. Col. Col. Col. Col.

Angusto de Pignier l'Jnrico Pitassi Manne1la Girolamo I>aJlotta . Bartolom eo P ed1·otti Lorenzo Cara tti Bruno T osc:ano -

728 -

1927-1930 ]930-1933 1933-1936 ]936~1937 1937-1940 1940 -1943


LA SCUOLA CENTRALE DI ARTIGLIERIA

I Oon1Janda111,.ti della. Sonola controaerei cU Sa7uii1,di.a (1941J 943): Hl41-1943

Col . Francesco Dcvilla

I Cornandianti clel Centro addeslrarnento wr'tiglfr,1·ia. costiera (1941-1943) :

Ool. Domenico Bonaccorsi Ool. Ferruccio G,ratnde

1941-1948 1943-1943

D

LA SCUOLA CENTRALE D'ARTIGLIERIA 14. - L'organizzazione della Scuola centrale d'artiglieria dopo il conflitto 1915-18. - 15.. Il Comando delle Scuole centrali militari ed i compiti assegnati alle nuove Scuole. - 16 . . Composizione della Scuola centrale d'artiglieria e corsi svolti (1928-1938). - 17. - Trasformazione del comando delle Scuole centrali militari e sue attribu· zioni. - 18. -1 Comandanti delle Scuole centrali militari (1920-1943). - I Comandanti della Scuala centrale d'artiglieria ( 1920-1943).

14 . . Immediatamente do.po Ja guerra 1H15-18, oltre ai !Pl'OVv·e dimenti tendenti a completare la coltura teenico-professionale di alcune categorie cli ufficiali in s. p.e., mediante l'istituzione di corsi presso gVistituti di reclutamento, ve ne furmt0 altri diretti principaJ.me;nte a unificare, superanqo e completando esperienze person;ùi di guerra, il critel'iO tattico tra gli ufficiali superiori e capitani comandanti di unità tipo della stess~ arma. e di armi ageiniti in cooperazione. In effetti, la sitnnzione, a quell'epoca, cl.ella gran part(~ degli ufficiali1 si poteva rii1ssumere così : 1) provenienze diverse degli ufficiali (corsi regolari prebellici non completati, corsi rego.lari accelerati clmante il cortffitto, uffiffi.dali cli eomplemento trasferiti in s .p .e.); ufficiali di altre armi transitati 1nei bombardieri e IPOi in artigliera; -729 -


GLI ORGANI CIDNTRAU DI ART IGLIERIA

2) esperienze di,erse tta settore e settore del _fronte di comba ttimento, sia per attività svolta, sia ver caratteristiche morfologiche, sia per ·dotazioa1e di. me:;,;zi; per molti ufficiali gi.ovn11i specialmente, era naturale che la propria esperienza facesse dogm;1; 3) direttive diverse tra armata ed armata dovute alla personalità dei comandanti, alle ca ratteristiche del terreino. ngli scopi che si perseguil'ono; 4) uument o di armi automa.ticbe notevole nei reparti, pcrfezio[l'amento di diversi metodi òi til·o e sue preparazioni, 1potenza dei sistemi difensivi, bombarde, gas t ossici, mezzi di collegaru()1nto più numerosi e perfezion uti ; 5) esistenza di nniti\ speeiali (arditi); G) ca rri armati ecc .. Le trasformazioni più radicali interessarono natma1me1Ilte la fanteria . Vi era quindi abbonèlante materia da disci1plinare, svilulPpare, approfondire ed illustrare . Attraverso speci.-lli in::;egnameinti, i n apposite scuole di addestrpmen to, tendenti appunto a qucll'uni:6.cazione -del criterio tattico a. cui accennavamo, sorsero così le scnole cen,t rali tattiche del Braccianese (circol. 139 G.M. 19~0), per la fanteria ad Oriolo R omano; l'artiglieria a Bracciano; ii genio a. M:anziana; con lo stesso decreto furono soppresse le antiche Scuole Centrali d'ar-· tjglie'ria, da campagna e da- fortezza. Con successiva disposizione del 20 aprile 1921 (circol. 252 G.}f. J.92J) furono istituiti i primi tre corsi ciascuno della durata. di un mese, òa iniziarsi, per gli ufficiaJi d'artiglieria, il 10 giugno successivo. Frattanto la Scuola di Bracciano si organizzava per lo svol· gimento di quei corsi : con elementi del disciolto grup!Po s1Pecialist i (costituito in Bl'acciano dura,nte la guerra, per la formazi one degli specialisti di artiglieria) e èon elementi avuti · da vari reggimenti dell'arma fu costituita la batteria servizi poligono. Sollo scorcio poi sempre del 1920 furono inviati alla Scuola tre gruppi di artiglieria. ~

730 -


l,A SCUOLA C8N'TRALE DI AilTIGLIERIA

Successivamente 1~ batteria servizi poligono si sdoppiò per formare ainche la 1" batteria servizi scuola. I n seguito, ·Con personale tratto dalle d.ue batterie, fu formata la 3a batteria specialisti, che più tardi si denominò gruppo specialisti di !}rtiglieria. Le materie d.'inseg·namento, il numero di insegnanti titohiri di 1° e 2° grado, per la Scuola Centrale di artiglieria, <.:on, -Lleterminazioll1e del 6 aprile 1922 (circo!. 153 G.M. 1922) furono così stabiliti : Numero degli insegnanti titolari per ciaseuna categoria 1<> grado

l

2° grado

Tiro di artiglieria

1

1

Impiego di artiglieria .

1

1

Preparazione tiro

l.

l.

Prepara:1,ione llle'.I.Zi

l

l.

4

4

'.L'otale

I

15. - Durante i primi corsi. si svolsero frf\ le tre Scuole con~ tatti periodici, nel senso di fare assistere gli ufficia.li di artiglieria ad. esei·citazioni tattiche presso la Scuola di fanteria, precedute da. conferenze sui nuovi criteri. tattici dell'arma e delle formazioni - battaglione ti.po - che ;:id essi rispondevano €' viceversa. La prima esperienza. fatta fece emergere la necessità ùi perfrzionare la cooperazione delle quattro armi attraverso contatti r,i.,'i. iu1,t imi e conoscenza più completa dei criteri t!}ttici e tecnici di ogni arma. Prima conseguerni::a .c}i quella riconosciuta necessità fu la costituzione del Comando ·delle Scuole Centrali, retto da un generale di divisione o di brigata, con sede in Civitavecchia, ove nel .frattempo era già: statµ trasferita la Scuola Centrale di fant<::ria e dove, 111egli anni successivi si trasferirono anche le altre due -

731 -


GLI OHGAN I CENTHAl ,I D! Al('.l'IGL IE'RlA

Scuole (artiglieria e genio) e dove, fu i.n seguito cost ituito la. F,;cuol a Centrale tr uppe cC'lel'i. Pu creato così un cen tro i1nteUettu;iJe milit are nell'intento di volgarizzare gli amrna (~stram enti ti-atti daJ J;i grand e gu erra. Sopratutto esse miranrno n formai-e huoni comandanti di buttag-Jione cli. fanteri a e cli gruppo di a,:t ig'lieria e buoni coma11danti del reparto genio di\"isionale ; a clisci1plin arc le in telligenze [)Cl' stringe1·e semp1·e pi ù i legami tattici del1e vatie armi eon lo studio in c·omune dei ;prindpali problemi rignar,daoi,ti l'impiego ·cli esse sul campo di ba t tog-lia. A raggiungere questi scopi g-Ji insegirnnn eu ti (1923) ful'nno divisi in tre periodi : i] primo co:+tihfrra 1111 periodo comune <.li studio, dove agli uffidali delle tre scu ole e1:ano tenute co11feren ze sull 'impi ego delle varie armi, in modo da offrire un quadro per quanto possibile completo, del eombattimento moclemo; - nel seco11do periodo: g-li uffieiali di <.:iasnm;i arma presso In l'ispettiva scnola, cornpinmo lo st udio sulle caratterist iche della. rispe ttiva nrmn, affinanclo la teenica dell'a rrnH stessa; - 11 terzo periodo <li studio. cli ,ni11ovo in comu ne, {lestinato ad assieurar<~, mediante csercita½ioni ta tti.che e man ovre coi qu:Hlri, 01,el C!,lm po teorko-pratico la necessaria cooperazione tra le varie ar mi. Lo strnmento principnle del cpia]e le scuole si valevano per nssolver<~ il l oro compito ern co tituilo d a unità t ipo di c-iascuna ~ll'ma , forrnnte ed inqtrncln1 tc come per la guerra per dar modo ;,1i qua dri, mediante opportune rota zioni, di add estr arsi tu tti 1nel comando di r ep arti cli g nerrn. Le scuole centrnJi iu sostainiza e1·n110 cssenzialment 1J cli:dica te agli ufficiali superiori e ai capitani : a qt1 ei gradi centrali cioè, che aveva110 modo cli trasfondere cliret t;:i mentc la 101·0 ésperienza. e la loro clottdna nei repnrti, e ai quali era p,ai-tko)armente commesso l'in carico cli assicurare l ' nnit,l, cli indirizzo e l'efficacia di addestrmnrnto nsspi mep;lio c-he non ai giovanissimi uffic inli. uscenti dall e scuole (li reclutamento, ai qunll, Q)er l'età. e il gi-11clo loro, assni :pi ù tendevan o acl uniformarsi ::ill'ambiente che t rovava no. che non r.t Yivificarlo eon nnove dottr ine.

-

73~ -


LA SCUOLA (;ENTRALE DI ARTIGLINHIA

Alle Scuole Centrali era infine affidata la. importantissim::L funzione cli esperiment are praticamente ogni. in1n()var,ione in materia di armamento, formazione ed impiego delle tre armi. Gli ufficiali superiorì e i capitani ernno destinati a frequentnre i corsi delle scuole centra li in bnse alle disposizioJli che cla.va volta a volta n Ministero clella gueri·a.

Fig. 134. - Cil'itavecchia : Scuola centrale d ' a r tiglieria Addestramen to tattico: btr. cli medio çalibro al passaggio di un corso d'acqua.

16. - Col trasferimento della Sr:uola Centrale d' artiglieria a Civitavecchia, a Hratciano rimase il solo gruppo specialisti di artiglieria che passò poi alle élipendenz(~ deHa Scuola di tiro di Nettuno il 31 ottobre 1927. Nel marzo rn2s la Scuola Centrale di artiglieria comprendeva 5 gruppi (10 batterie) ·di rli.vci-s(' speeialità. e calibri. I corsi per .ufficiali superiori si svolsero :fino tll 1925 e po~ teva.no frequentarli anche i. capitani anr,iani. Oltre ai ,corsi regolari si svolsero presso ln Scuola e presso il gruppo specia~ -

733 -


GLI OllGANI Clilt'<'l'RALI DI ARTIGLHJIIIA

listi dei corsi stra ord~nari ordinflii di v-olta in volta dalle autorità superiori. Nel 1927 fur ono inzi~ti i corsi per i capitani anziam, 111 preparazione degli esperimenti p er l'avanzamento prossimo cui dovevano sottoiporsi; questi COJ'Si ebbe1'0 termine (llel 1935. Nel 1929 i 5 gruppi rien trarono ai. rispelthi reggimenti di provenienza e fu cost ituito presso la Sc.:nola un gru])1po misto da cam!Pagn a su 3 batterie, delJe quali .2 avevano in dh;tribuzione materiali da 75,'27 mod. 9ll e da 100/ 17 mod. 14, e una materiali da 75/J 3. Fu inviata inoltre presso la Scuola una batteria pesante campale <li un reggimento (clista ceamento provvisorio) . Nel 1934 la Scuola assnnse la segoente formai,ione : comµnclo della scu ola ; 1 ba tteria servizi ; 1 gru[Ppo da. 75/27 mod. 911 avente in distribuzione anche il materiale per un a batteria da 100/17 mocl . 14; 1 g1·11ppo da. 75/ 13; 1 gruppo da 149/13 avente in distribuzione anche materiole da 105/28. li'ornirono i tre gruppi-scuola, r ispettivamente i reggimenti 0 1.' e 13° art. tl.f. e 1'8° art. di C d' A .. Nel 1933 la Scu olfl concorse , con i gruppi dipendenti allo s,olgime.nto dei corsi di aei-ocooperazio11e svolti n ella Scuola di osservazione aerea di Cerveteri. Dal 1!)35 svolse corsi pel' ufliciali di complemento residenti all'estero. Oltre ai corsi regolari nel 1935 e nel 1936 furono svolti corsi per ufficia li di COlilfplemento e -deJla M:.V. S.N. per abilil'irnione all'inquadramento di b;ltterie d'accompagname11to G5/ 17. Nel 193G presso la Scuola furono costituiti ed addestrati tre gruppi bombarde da 81, dei qua.li uno i n viato in A. O. I. Pure nel 1936 ebbero luogo : un corso di met odo acl èlcstra tivo 1per ufficiali supel'iori e capitani anziani in s.p.e., u11 corso istruttori morttÙ da 81 p er uflìcif;lli alpini e graduati, u n corso di r adiotelegrafia, ed esercitazioni addestrative sperimentali sni radiocollegamenti. · Nel 1937 furono svolti altri corsi p er ufficia li di complemento in congedo e della M.V.S. N. nonchè esercitazioni addestrative sperimentali sulle stazioni fotofoniche. -- 734 -


LA SCUOLA CEKTRALE DI ARTIGLIEJRIA

17. - Nel 1938, in conseguenza del 1rnovo previsto ordina-

mento dell'Esercito, per l'adozione della divisione binaria, il Comando delle Scuole Centrali si trasformò) mantene.ndone i compiti, in Comarndo della Divisione Torino (81", 82" fa1Jteria, 52° artiglieria, un btg. genio divisionale).

Fig. 135.. Civitavecchia: Scuola centrale di fantèria Addestramento tattico: un pezzo da 47 in azione.

Le norme generali che regolavano il serv1z10 di tutt~ le Scuole Centrali em;rnate con la loro istituzione, furono successivamente rivedute nel 1930 e 1934 e poi 1rnovamente variate e pubblicate nel 1939. Così aggiornate (1939) confermavano le quattro scuole già indicate e la loro sede in Civitavecchia, dipendelilti a tutti gli effetti dal comando de1la Divisione di fanteria, « 'rorino )) (Scuole Oeintra1i l'Ìiilitari). Stabilivano, testualmente, che, scoipo di quelle scuole era. quello di « radicare nelle menti e negli animi la nostra dot-- 735 -


GLI ORGA:'.III CID.'1/'l'RALl

or

AR'.l.'IGLIBJRIA

trina tattica nel suo continu o progl.'edire di mezzi e di metodi>). P ertanto le istruziOJli ed esercitazioni svolte presso le scuole centl'ali tend evano a : · - sviluppare le attitud ini tecniche, tattiche e ad-destr ative .éJegli ufficiali per forma rne capaci corn andanti ed istruttori ; - diffondere la conosce1]1za delle armi e dei materiali ,d i nuova a{lozione e dei nuovi procedimenti d'impiego; - mettere in evidenza e valorizza re le 'forme ipiù idonee per il coordinamento delle varie attività uel campo ta tti<.:o; - praticare e vivificare la cooperazione fra le varie unità delJa stessa arma e frll le cli verse armi ; - cla re la visione unitaria clel co.rubattimento sen,za isofa rne gli atti tattici ili mocl'alità sC'hern aliche od in, forme n sè stanti; - collaborare, eventu~1 lmente, aHa preparazione militare del personale delle altre forze armate . Le Scu ole Centrali militari ern no inoltre impiegate per : a) eseguire esperimenti relativi a nuove formazioni organiche (unità, tipo), nuovi materiali d'armamento e mezzi tecnici, impiego di reiparti, ecc. ; b) compi ere studi su problemi di carattere tecnico 1 tattico, logistico, di a.rinamento, ecc., per incarico delle autorità superiori e suggeriti dalla IIlOrmale attività aòdest r ativa delle scuole ; o) forn ire all' autorità centrale elementi di giudizio ci.rea la idoneità. degli ufficia li frequentatori di d<~ter111in a.ti corsi, al :fini : - dell'!}vanzamento (corsi valutativi); - del passaggio d'arma, ecc.; d) organizzare e fa r svolger e esercita zioni tattiche di partfrola1·e importanza n ca ra ttere sperimentale o dimostrativo. Il comamido della Divisione di fwnteri;:i « rrorino » da cui dipendevano le Scnole Centrali milita i-i, dipendeva , a sua volta, dal comando del Corpo d'armata di Roma. Direttive per l'ii1dirizzo e il coo1·dinnmento deJl'nttivit~ addestrativa e d ?impiego erano impal'ti te al comando di Corpo d' armata. dal S0ttoc..1po di S.M. per le oper nzioni. -

736 --


LA SCUOLA CEJNTBALE DI ARTIGLIERIA

Il gei.uerale comandalThte la Divisione di fanteria « 'rorino )) : - aveva il comando delle Scuole Centrali militari; - curava, secondo le direttive superiori, l'indirizzo gener;:ile degli studi; - organizzava i corsi e ne sovraintendeva lo svolgimento; - coordinava l'attività, de1le si,ngole scuole, cercando sempre di 1perfezio!l1are il rendimento; - regolava. l'impiego dei reparti occorrenti per lo svolgimento dei corsi; - provvedeva all'organizzazione ed all'esecuzione delle esercituzioni ; - esprimeva giudizio definitivo sugli ufticip.li :frequentatori dei corsi. La composizione della Scuola Oen,trale d'artiglieria: come le altre Scuo]e centrali, comprendeva : ....... un ·c omandante (colonnello clel ruolo comando); - un ufficio comando (iper l'espletamento delle pr·atiche riguardanti il frnnzionamento clt'lla senolf1); ufficiali insegna,nti (ten. col. o magg. del ruolo cornand'o); uffidali per incarichi vari (capitani) . Il colornnel.lo comandante : - reggeva il governo disciplina re cl ella scuola verso la <1uale aveva funzio!l1i di comandmite di corpo; - -dirige·va 1o svolgimento dei corsi; - provvedeva, a1l'iII11pianto e regolava lo svolgimento delle ·e sercitazioni : dirigeva le più importm1ti; - assegnava gli incarichi agli ufficipli insegnant'i dei quali coordinava le attività e dirigeva gl i studi ai fini di otte~ IDeme il maggior rendimento; - aveva flrnzim1i cli primo revisore nella classifica degli ufildali frequentatori dei corsi per i quali er;:1 richiesto rapporto informat ivo; per tutti gli altri casi esprimeva giudizi.o definitivo . Gli ufficiali insegnanti : - erano i collaboratori del coroandrrnte la scuola al quale rispondevrnno dell'andamento del corso e dell'insegnamento loro affidato; - impartivano le lezioni; 47

737 -


GLI 01.lG ANI CJl:NTHALI DI ARTIGL JeRlA

- provveclevuno alfa <~seeu:done <lelle ese1·citazioni, a lla COJ'rezione dei 1m·ori. s rnlti dagli uJficiali. frequentatori e :ne regolavano la di1-cussione ; - svolgc'vano 11ttivit,'~ ed esc:g11ivano studi di volta in volta stabiliti dal <.:omandante dell a scuola; -- esprimevano il primo giudizio nella classifica dn a ttribuire :-1i freqne.ntatori <lei corsi. P er le ese1 citazion i nell e q11ali era pl'eYisto l'intervento della truppp sa rebbero stati impieg·ati l'ep a1-ti dei reggimenti della divisione « T odino >) . L'impiego dei r eparti di tru1ppa p er l'artiglieria veni va l'egolato dal comn ncl o clella <li visione « 'l'ol'ino >) sn rkhicsta dei comandanti della seuola . Il materiHle didnttico: armi, munizioni e tu tti i mezzi che costituivano materi;1Je ·d imostrativo e d'insegnamento per 1n cuofa d'artip;lierin ,·e.ni,a fornito dal 1·eggimento d'Hrliglieri;1 con sede a Civita vecchi a secondo le dispoi-;izioni impartite al l'i.guardo da l Comamlo della Di-visi one di f a ntetia « Tori1no )) . I corsi che si svolgev1rno presso In Sc·uola Centrale d'att,iglieria, come cl'altroll(le p1·esso tu tte le Scno]e Cent r a li, prenòevano ITTome a scC'onclo della fl ua lilà a cui tendevaITT-O (addestrati vi, pra tici, informa tivi) . Il Mi nister o dell o gnel'l'n , stabiliva per cinscur1 corso: scopo, durata , d;lta d 'inizio. modalità, numero dei frequentatori e reparto di provenienza . Ciascuo1, cor so cornprcncl('vn : 1pe1·sonale i nsegina nte (ufficiale superiore direttore del cor so ed ufficin li insegnanti) ufficiali o sottufficiali fre quentatori del corso. La desigmizionc 11oruim1th·a ·cl el freq nentatori veniva rego- . l;;lta <la speciali nonne, fi.ss}1te di volta i n volta. dal Mi.oistero della Guerra ed i programmi delle mnterie d'iinsegn amen to ve nivano compilati dal comandante della Scnola ed appl'ovati dal comando della Divisione « Torino )) . La direzio11e dei corsi valutativi rp er i c;-1pitani del ruolo comando era affida ta al Comandante la Divisione « Tori,no )) . Scopo cli questi <.:orsi era quello di valutare le qualità professionali dell'ufficiale. completare la su~- preparazi001e e dif-

738 -


LA SCUOLA CI•:1''1.'RALE DI ARTIGLIERIA

fondere il metodo aclclestrativo più rispondente alle finn lità clidatticlìe mDitad. Anche quesH corsi erano rego.lati da apposite norme riguardo agli .ùn1:, egnamc11ti, alln dnrata, alla c.Jassifka ecc. Da quanto si è esposto, sotto la direr,ione del comamlo unic:o lé ,·..1rie scuole centrali e qu indi anche quella d' artiglieria svo)i-:ero i COl'si, indicati prececle>ntemente, per uffici.ali effettivi ed in congedo ed 111Hl ,notevole attività, nel c;1m1pci degJi studi militari, i1n particolare s ull'arnuuncnto delln fanteria, sul ti.ro e sn1ln cooperazione tra le val'ie armi. Da. aggiungt!re rhe k eserdtu;,;ioni. e Je prove cli ampio in teresse si esplctnvp no i più delle volte alla presenza cli altissime personalità, militari i talinoie ed estere.

18. - I Coma11danti delle S.uuole C'ent1·ali 31:'ilitari (Hl20-1943) : Gen . di C. d';irmata Francesco GHAZIOLI (Direttore superiore di tutte l e Scuole militari., eon alle d.ipe,ndc1we il ge11. E11rieo ASTNAHl DI 8. MARZA~O addetto alle Renale Centrali)

maggio 1920-marzo 1923 di di di di Gen . cU Gen . cli Gen. Gen . Gen. Ge1n.

div. Enrko ASINAJH DI S . cliv. Scipio11 e Sc11•10:,.:1 brig . .l~zio B,rnrm:r brig. Giuseppe Trn,r,mnA bl'ig. Rttore CALIGIA.'.'1 brig. l\fnrio Pr:ro1rn

M,rn½ANO

mnrzo 1923-ge,nn . 1924 1'<::bbr. 1924-magg. 192~ m.ngg. H128-ott. 1932 ott. 1932-nov. 1935 genn. 1936-set.t. 1937 sett. 1937-ott . 1938

01·dùw.,1nento 1[)38

(Oomarnfainti delln Divisione fant . «Torino )) Gen . Gen. Gen. Gen . Gen.

di di di cli cli

cliv. Mario PRIORE div. Gabriele NASCI div. Mario Armuo cliv. Cesnre Gm'TI PoRCINAiu div. Luigi ÙHIOLINl -

'739 -

Scuole Centr,tli)

ott. 1938-sett. 1939 sett. 1939-nov . 1939 clie. 1939-giug. 19MJ lugl. 1940-febbr. 1942 febhr. 1942-sett. 1943


GLI ORGANI CENTHALI DI ARTIGLIFlRIA

Alessandro Del Pozo

Alberto Barbieri

Umberto Utili

]'ig. 136. - Comandanti ddla. Scuola centrale d'artiglieria .

I Com,ia1utanti della, Settala. Centrale di a·rtig'Ziericl! (19201943):

Col. Col, CoL Col. Col. Col. Col. CoL Col. Col.

Alessandro DfilL Pozzo Aurelio RICCHE'l~l'l . Emilio GAMERHA Alberto BARBIERI . Gio-vanni ZANGHIERI Pietro BELLE·1vn Mario BALOTrA Umberto UTILI Salvatore PElLLIGRA Armando MARASCA .

-

74.0 -

1920-1924 1924-1926 192G-192S 1928-1930 1930-1934 1934-H>37 1937-1939 1939-1.94:0 1940-1942 1942-1943


C~~ "PI'l' OLO

DODICESIMO

Le Scuole A - LE SCUOLE ED I CORSI PER IL RECLUTAMENTO DEGLI UFFICIALI DI ARTIGLIERIA IN S.P.E. - B - LE SCUOLE ED I CORSI PER GLI UFFICIALI DI COMPLEMENTO E PER GLI ALLIEVI SOTTUFFICIALI DI ARTIGLIERIA.

A

LE SCUOLE ED I CORSI PER IL RECLUTAMENTO DEGLI UFFICIALI DI ARTIGLIERIA IN S.P.E. 1. . L'Accademia e la Scuola d'applicazione di Artiglieria e Genio. 2. - I corsi di reclutamento ed i corsi integrativi per gli ufficiali di artiglieria in s.p.e. - 3. - Cenni biografici dei Comandanti della R, Accademia e della Scuola d'applicazione di Artiglieria e Genio. 4 . . I Comandanti rispettivi della R. Accademia e della Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio.

1. - Nel VI volume di questa nostra Storia sono state rievocate Je vicende deJla R. Accademia. Militare di '.Corino e della ScnoJa d' Appli<.:azione di Artiglieria e Genio, dal 1870 al 1914. L' atti vitù, della Scuola cl ' Aipplicazion e fu sospesa nell' ottobre 1914, a cansa della situazione inter.n~1zionale creatasi in Europa; successivamente (23 maggio 1915) a1la. vigilia della noi:::tra. entrata in guerra, in sostituzione del Comando de)]a R. Accademia e ·d ella Scuola cl' A.ppJi.cazione cl' Artiglieria e Genio, abolito per mobilitazione, fu istituito il Comando de11' Acca,dernia Militare alle cui dipendenze, ,d urante il periodo bellico ]!.)15-18, si svolsero i diversi corsi acceler ati, per asipiranti alla ·--

7,1] - ·


LE SCUOLE

uomina a sottote,1w11te in servizio atlh·o permanente e di complemento. Nell'immediftto dopo gucna, i due istituti .militari di eui s i era dcostituilo il conrnnclo (luglio 1919) dpresero la loro atthilà : nel mag-gio 1920 l"J\ccadcillia Militate : nel p.'iugno 1920 la Sc-nola d'AppJica½io11e, con corsi destinnti ad integrare

Fig. 137 - Torino: H. Accacleruia tll A1·tiglieria e Genio. (Galleria al 1° piano cou gli utlici del Comando).

l1t cnlturn tecnk o-p1:ofessio1rnle cli qu egli ufficiali i111ferioi-i delle ar·mi di ;1rtiglieria e del geuio che a,·c,·ano intenotti i cm· i regolari di si,udio a ta nsa d<>ll.ì gn<~1-ra oppure ernno stati variamente redntati ch11·H nte la gnm.· ra stcss11. ~cl 1922, parallelamente ,1i (·orsi inlegrath-i accennati, i due istituti ripresero la loro fnnr,ione di reclutamento degli ufficiali subalt<~rni in servizio penwrnente, ntringendo ai sottotenenti .di complemento <l C'll ' arma ·che, arendo i r equisiti voluti, face-

7±2 -


SCUOLE E

consr

PEH IL RE('LCTA.\ff:X'fO

l)J,;(;Lf

UFFICIA LI IH AllT!CL IElllA

Yano doma.11ùa cl ' nrumissio111e ui corsi cli l'edutamento dell' Ac<· ;1clemia.

E affìnchè l'ar.io111e del Comando clell' Accademia fosse ipiù <lirettamente sentita dai ,·art corsi, cou R. D e<-reto J4 ottobre 1924, ht Scuola d'Applic azion<! fu snppress,ì a data.re dal l" novembr e suc<'essivo, ed i torsi cl 'Ac.caclernin e quelli della Scu ola

Fig. 138 . . Tori no : H. Act:mlemia d i Artìg-lleria e Oeu io. · C~luseo Stori<'o).

·fnrono così 1·iuniti tutti s otto il nome d i « ,\:c:c:lHlemia Militare cli A1·tiglierh1 e Genio>) il cui comando fo devoluto aù un u:fildale generale, quello stesso che pre<·ccle.nteme11 te comandava i due istituti, al q11:1le fmono n1fidari il conurnclo e la direzione di tu tti i corsi, sir1 cli r eclut1Huento c he integrativi. Alle di.rette clipendem;e del g<'nerale comandante vennero 1posti un colonnello clel g<:rnio comandante in 2" dell'Accademia ..1l quale fn clevolu to il comado dei torsi cli reclutnmento, ed un -- 7-!3 -·-


LE) SCUOLE

<:olol]),nelio ·d'artiglieria com anda nte di tutti gli altri corsi che vennero chiamati cc str aordinari>>. Nell' A.cc~demia trovarono sede come interni i sottoten enti a11ievi dei pl'imi due anni d el corso cli reclutnmento; quelli degli ultimi clne, per mancanza. di locali ,nel palazzo dell' .A.ccademia , seguir ono, da esterni, i corsi nei locali della disciolta. Scuola di A.pplica7,io'l1e, dove si svoigevano tutti i corsi st1·aordin ari. Consegnenz;3. di ciò, per non compJicare troppo le relazioni gerarchiche, am.iche i du e ultimi anni -del corso di reclutamento fn rono p oco dopo posti alle dirette dipendenze del comanduinte cl ei corsi straordinari. I n sostanza quindi la riforma modificò soltnnto l'ordinamento amministrativo della Scuoln, che ffl:O!ll fu più autonomo, ma unito a quello clell' Accad emia; tutto il resto e cioè direzione degli studi e delJe esercita:dorni, governo discipli~rnre, ordinµmento generale, rc>i::tò immulnto. Di.venme evidente ·che col nuovo ordin amento non si aveva alcuni vant aggio rispetto al precedente e nel 1928 col R. decreto legge n . 742 si rit ornò all'ordinamento anteriore al 1924, con l a ricostit uzione cioè della Scuola di Applicazione di Artiglieri;J.. e Genio, di1perndente insieme all'Accademia da un u nico com~mdo che prese il nome di « Comando dell' A,c cademia e della Scuola d ' Appli'?.azione d 'Artiglieria e Genio )). L a, Scuola fu a ncora comandata cla u n colonnello cli artiglieria , lo stc>sso che comanclnva i corsi straordinari, cd ehbe ordinanrnnrt:o analogo a quello dell'anteguerra con un corso regolare biennale p er i sottotenenti allievi provenienti dall' Accf;ldemia, e per ogni anno ac,ca.demico : cl a ottobre a giugno svol gimento di programmi scientifici e di ist ruzion~ in sede; nel mese cli luglio fino al 15 agosto campi d'a rma e vioggi d i istruzionè; finalmente in licenza dall9 seconda metà, <li agosto a fi ne settembre. Xel 192'7 venne introdotta m.elJa vita clell' Accademia una h inovazione di pura improntR affettiva e ,cameratesca; essa fu la numerazione dei corsi. A comi111ci1ue da qu ell' a nno ogni corso eh.e fu i1niziato in Accademia nssunse un ordinativo e, p er afferma re la lunga tradizione di vita cli quell'istituto, l'origine di numerazione dei corsi fu f attn risalire a quello che aveva ç1vnt o -

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SCUOLI~ E CORS I l'EJR I L RECLOTAl\:flJ:NT O DEGLI UFtnCIALI DI ARTIGLIERIA

i11izio 01el 1816, quando cioè la :Regia :Militare Accademia aveva assunto il compito cli formare gli ufficiali per tntte le armi dell'esercito sa,rdo. L!1 designazione ordinativa fu subito adottata per tutti i corsi che, nel 1927, erano in atto : il corso che compiva il 3° anno di studi fu denominato lOW corso, quello ehe svolgeva il 4° fu numerato 105° corso. Con suceessivo R. decreto _legge 1035 (circ. 357 G.M:. 1928), che cletermi,n:ava il 1rl1111:iero delle scuole mili.tari del Regno, l' Accademia. riebbe il titolo -cli «Regia>) che aveva Hvnto -d alle sue

Flg. 139. - Torino: Interno della Scuola di Applicazione di Artiglieria e Geuio.

origini :fimo a] 1887 e divenne quindi R. Accademia di Artiglieria e Genio Anche nel 1928 gli studi che si compivano nella. R. .Accademia vennero equiparati a quelli biennali propedeutici e cl'in~ gegn~ria. L'Accademia e la Scuo)a -cl' Applicazione cl' Artiglieria ebbero :f.unr.ionarn ento regolamentare nelle loto sedi fino al dieembre del Hl42 epoca in cui, per i continui. bombardamenti a cui era esposta la città di Torino , il Ministero della Guerra -

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Llll SCUOLl'.l

dispose che F.\ccarlemia si ttasferisse a Ln cca nei locali della .Scu ola allievi nilil'i11 li cli e.:oruplemento . che ,llla ·na volta Yenue tr;:i sferita a , iena . Il movimento cli trasferimento dell'Acca demia Yemw l·ffe11uato trn gli ultimi giorni ,1lel diC'embre 1942 ecl i p1imi giorni del gennn.io 194:3 : F Aceademia eominciò a funzionare nelln nuova. sede il 20 p;ennaio 194:3 svolgendo g-Ji ultimi co1·Ri fi,1rn a lJ' estate di quell'nnno. La. Scuola cl'Anp1ic11r.ione fu t1·asferita n i)fonleéatini-'l'ernw ed il mo,·imento ,wYemie frn h1 terza clecacle di genuaio etl i primi giorni di fel1l1raio 1943. Kella nuova s<'cle ebbe pffetti\·amt>nte inizio il corso <1i ('ni :J 1 concm·so in eletto con )a drc . G:-.:, (L\f. lfl42 per tifficht li ::.:uhalterni <li complemento ·pro,·Yisti cli biennio prop<:>cleutico cli studi, il cui i•wizi o n mente clclla cil'e.: . 64ù G.ì\f. l!)J2 aneblJe dovuto n ver Jnogo il 1° dkembre J 9.J.~. A tale cor so, che 11011 Yenne teuninalo a é,rnsa della guerra pnrtcciparono circ·a JO

11ficiali. Kella secle di Montecatiui-'l'e1·me '"enne1·0 inolt1e s,·olti co1·:.;i di tiro tl' artig'li.el'in corrlraerca. <lellri cl m·a ·! a cli un meF-e, pel' u1ììdl1li di comp1emcnto . Ne] st~tternlwe Hl4H l'A.ccndemin e 111 Scn ola . per i 11oti l"Yenti bellici, si s<"iolsero . 2. · Dal 1920 :fino nl l!)J~ fn t' <1.110 s,·oHi Hei cl ne i~Htnti i ,('· guenti c·o1·si : 1\ccn·demi a : 1) Col'si (li pel'fer.ionarnento (]!)20-1 92:3) . Jstituiti per :~li nf.1idali irrl'el'iot·i di attig-Jiel'ia e genio; i primi quattro fmowi alle d ipendem:e clC'l comando dcll' A.ccnclemia.; i sncc<'ssi.vi p aì:: sarom,o alla. 8(:Uo]a cl' A1pplkazione :

2) Corsi cl i 1·celutm11eu1,to (Hl22-l!J:!GL l stitniti 1pe1· il 1:cc lutmnento ordinario degli ufficiali in R.J> .E. d'artiglieria e del genio, att.i.ngenclo ni sottotenenti di complem.ento deJl' Arma fin o al 192G e ad allie d provenienti dai lkenzin ti delle scno]e medie s uperiori o clni eo11egi militari cl!ll 1!)27 i11 poi: -

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SCUOL]]) E CORSI .PDR IL nECLUTA:VlENTO DJWLI UFl'ICIALl DI AHTTGJ,IEnr,,

3) Corsi di rec:lutamento . Ammissione straordinaria al 3° ~nno di accademia (1924-1926-192'7-H)29-1930). Istituiti per

sopperire alle forti deficienze numeriche esistenti negli organici degli u:fileiali subalteim:i in S.P.B. delle armi di artiglieria e genio. '< Scuola {FA.pplicazione: I) Ooi·si di applicazione per uffidali del genio (1920-1924). Istiìniti per ufficiali di qnell'nrma ehe 110n avevano ultinrnto i corsi regolari oppure HYev:tno consegn ito ]a 1nnrea di ingeg1wria; <piesti corsi cessarono nel 1924, con 1'istitnzione dei corsi di cui al seguein te n. TTI. II) Corsi cli perfezio1rnmeuto dal 5° corso in poi (1922. 1929), passati daJl' Acrnélemia ul1a Scuola cli Applicazione. III) Corsi. cli complemento clelfa cultura tecnico-professfo11~1le (1923-19:32) istih1iti per gli ufficiali di artiglieria e del geinio, ('.he non avevano nltimnto i corsi r<~golari prima del 1911b e per ufficiali 1'eclutati cla Yarie fonti <lmain tc Ia guerra, ehe avessero su perato già gli esami di amrnisshme; di qnesti corsi quelli per ufficiali di artigheria terminarono nel 1932. IV) Corsi di •perfezion;lmento tecnico (1926-193]), istituiti per uffieiali del genio che non erano in possesso dei titoli di stndio necessari per fr<~qnentare il corso di. completnmeinto; in ('onsegnenza. fn aholilo il c:orso di perfe7,ionamento degli ufficiali del genio (vedi preceden te 11. Il). V) Corso snperiore tecnico di artiglieria - ne abbiamo parlato i,n altro !Paragrafo. VI) Corso superiore balistico - ne ;lbbiamo parlato iin altro paragrafo. VII) Corsi ordinari (1928-1!)43), istituiti. per i sottotenenti di artiglieria e del genio provenient i da corsi di reclutame1nto <lell' Accademia Militare. VIII) Corsi annuali straorclinati (1928-Hl2H), istituiti per allievi ingegneri aspirn,n ti f1lla nomina a tenenti in S .P.E. nelle Hrmi di artig'li.eria e cl.el genio; ne furono svolti due.


L0 SCUOLE

IX) Corso tecnico-professionale (1930-1936), istituito per i sottotenenti di :ll'tiglieria e del genio, provenien ti dalla R Acc:ademia cli cavalleria e di fanteria; fu sosipeso nel 1937 . X) Corso cli cultura tecnico-profoss ionule (J937-1940). istituito per nilìciali trasferiti in S. P .B.. Ces ò nel giugno 19-10. XI) Corso cli perfeziounmento per ufficiali albanesi (1939J 949) - ne fu svolto uno solo .

Accenneremo ora alle 11orme principali che rego1Hro1110 n1cuni di questi corsi in riferimento agli allieYi dell'arma -di art iglieri~.

Co1·si regolMi di recliitc/,l/1wnto . Con disposizione del 18 lugli o 192ì (G .) L 1922, circ. 340) :fu indetto il primo conc:Ol'so 1pe.r l ' nmruissione di 180 allievi (140 per l'arma <li a1tiglicria) tratti dagli ufficiali subalterni di complemento, in possesso del diploma di licenza licenle o cli un titolo equipollente e cli altri clelernlinati r equisiti. Gli aspiranti all' A'Cc;Hlemi a dovevano s uperare Je prove scritte di L ettere italiane, Storia, Matemntica ed un esame otale di Ma tema ticn . Le stesse prove clovevano sostenere i concorrenti pro,·enienti dai Collegi Militm·i ad eccer,ione di qnelli che eraino stnti Ji<.:cnzi;1ti 11eg'li an ni 1919-H)30 e che alla dala clel 29 settembre J921 etano già sottotenti di c.;om1plemento. Le m atel'ie cflnseguamcnto era no le seguenti : Arte militare . Storia milita1·e . Geografi a - Chimica gen erale ~ Fii:;ica ~ Analisi matematica - Geometria anaJitica e proiettiva . Geometria descrittiva - Lettern lura. militare - :Mecc:anka, raziona.le ~ Balisticn - Chimiea a1pplicata · )[eccanica applicata - Rlettrotecnica - F'oi-tincazione perma01cnte - Topogi-i:1fia - Arte navale - Matc1·iale d' artiglieria . Mezzi tecnici · Macchine . Ped;1gogia - I PJPologin - Francese - Inglese - Serbo Amministrazio,n e e contabilità . Scienze sociali . E<l ocazione fisic::i . Dal 1922 al 192G fnrono istitniti cio1oq11e corsi così J'egolnti, ecl i sottotenenti di complemento ammessi a ll' Acca{lemia 11ell'arm a ,di artig-Iiel'ia risultano dnl segnente qnaclro : -

748 -


SCU OLE E CORSI Pl<)H JL HECLU'.l'AMEN'.1'0 DJOOLI UFFICIALI DI ARTIGLIERIA

Anni sc:olastici

Circolare del G .:.\L che bandiva il concorso

Numer() del cor so in Accademia

.Numero deg.Ji ammessi nell' arma di artiglieria

340 del 1922

104°

55

I

1922-1926 1923-1926

299 del 1923

105°

41

1924-1928

369 del 192'1

106°

'1S

1925-192.9

Ul5 del 1925

1010

116

317 del 1926

108°

m

1926-Ul30

..

Int~,nto a. seguito delrordinamento dell'es(~rcito clel1'11-3.1926 ed alla legge sull'avan7,amento degli ufilci.uli prom nlgatai sotto la stessa data ed a quella sul reclutamento degli ufficiali in servizio permanente ·del 17 giugno successivo, t..:On B . decreto n . 1386 del 21 agosto di quelFanno si procedette ad un nuovo ordimuuento cleJle accademie militari, per cui i corsi per l'artig]ieri;1 ed il genio per il conseguimento deHa nomina a sottotenente in servizio permarn~nte avrebbero avuto la durata di tre anni, e l'ammissione era riservata no;n più ai sottotenenti di compleme,n to ma a1 giovani che avessero u1tirnnto con successo i corsi delle scuole medie di seeondo grado e avessero superato uno spedale esame cli matematiea.. Rimrnneva in facoltà, del Mi1nistero clell a. Guerra cli disporre, ec~cezionalmente, straordinarie ammi.ssioni 11 1 secondo o al terzo anno di corso, prescindendo all'uopo dai maggiori t itoli di studio 01,ecessa.ri ,per parteeipare ai eone.orsi. relativL Queste disposizioni entrarono in vigore con l 'a111,no scolastico 1927-28. I corsi già in atto continuarono a. seguire le norme con le quali er;:mo stati istituiti. Pertan.to e.on disposizione del 9 maggio 1927 (G .1\1. 1927, cil'c. 288) fu indetto :per l'Accademia cl' Artiglieria e Genio un concorso cli ammissione al 1° anno di corso di 135 allievi per l'arma cli artiglieria. ·-- 749 -


I,E SC.'u OL~

L'a01no dopo con disposizione del 15 maggio 192 (circ. m.5 G.l\f. 192 ) fu bandito per hrnm-o scolastico 1928-29 m1 conco1·,,o an~logo al precedente. Menti-e si e pleta "ano questi corsi, <:on altra disposizione ministeri ale - nel 1929 - gli anni di stu.dio da compiere presso l 'Accademia fu1·ono 1·i clotti a cl ue. sic:c-lLè i !'ispettivi allie,;i dichiarati idonei alfa. fine del 2" anno passai·ono alla Se:nola d'Ap plicazione. Gli alJie,;i <:he partecipa rono a que. ti due corsi eme1·gono . dal segueu te quadro m ,merico :

=

G.~1

===,...-,,,====;=- - - - - - - - Anni ::;t:olaslici

- - - --

Citcolar e del che i nclicavn 1 il mw,r ro degli ammessi I

·-- - - - -

I

N umero <l<•gll ammessi

Nume ro del corso all' .Accademia dì .Art. e Genio

- - - - - -.;.-'- - - - --

l!l27-1!l2fl

-13 tiri 19~

!)3

109~

1928-1!)30

838 cl el 1928

f)9

no·,

Le materie d:i,useg1111me11lo, p('t il bienn io ·d 'Accatlemiu, con sisternno nelle maleric del biennio propedeutito con l' ;:iggiunta delle seguent i : Ohimicf:l a!J)plicn ta; Geografia militare; Storia mililnre. Le n:uitcrie d' insegnamento per il bj ennio presso la Scuola <l'A pplicazione rel:ltive agli uffi daJi <l':n·tiglieria en11110 le seguenti: Am111inistrazio11e e Con1tahilità ; Arte militare (Impiego <1' 1-\l'tiglieJ'in} : Ai-te militare marittima ; Balistiea e t erna; Costruzioni tl ' artiglieria ; E.Jeth·otecnica; Espl osivi ; Lingue ester e ; Mntel'inle cl'nrtiglfrria (Pa rte I e Parte TJ ) : Meccanica applicata (P ni-te I ); Mec:canita applicata (Parte [[); Mezzi tecnici ; HPsistenza dei mf1teriali; Storia mililine ; TPasmissioni ottiche, teleg1 a fiche e radiotelegrafi.che; Scherma; Ginna stica; R egolamern,ti ed i.strnzi.or1i p1'atichc. Jl suc-cessivo concorso per l'anno scolasti c:o 1929-30 indetto con 1a cirC'ol~re 267 del G.M. 192!) stabiliva pe1· i corsi regolari presso l 'Accademia d 1Artiglicria e Genio un ùienni o di studi, cos'ì come conferm ava il R. decreto n. G29 flel1'8 maggio 1929 -

750 -


SCUOLE E

consr PEn

IL RECLUT,UH:KTO UEGLl UFFICIALI DI ARTJGLIERfA

(circ. 270, G.M. HJ29) contenen,te il testo unico delle disposi.:7-ioni sul reclutamento degli ufliciali del R. .8 serdto. Il corso indetto quell'imno avrebbe potuto accogliere 1SO aD.ievi d'artiglieria, ma questa aliquota così come quelle stabilite per le altre armi potevano essere aumentate qualora non venissero ricoperti per intero i posti asseg,n ati ai sottufficiali che concorreva110 ~i corsi S(peciali ed ai <:orsi di abilitazione. Gli asipiranti alle armi di artiglieria e del ge,nio oltre ad avere i comuni requisiti morf1li, fisici e di età,, doveva,no soste11ere un esame complementare di matematiea oralè in base ad n,n programma ~tllegato al bando di concorso. P er partecipare ai concorsi oc-c orreva essere in possesso del diploma di mn turità (classica o scientifica), o <l'el diploma. cli abilitazi.one del col'SO superiore dell'istituto tecnico (in qualsiasi sezione) od un titolo equipollente. Gli allievi che avevano ultimato con sue-cesso l'intero corso di studi (2 ?trnni) della R. Accademia potevano ottenere il rieo11oscimento del biennio cli studi propedeutici all'ingegneria, previo esame cli licenza. Nou potevano peraltro essere ammessi a sostenere tale esame gli allievi che avevano ottenuto l'ammissjone al primo corso de11' Accademia di cui sopra, i,n base ad un titolo -di studio diverso d?tlla maturità classica o scientifica. I corsi successivi al 112° si svolsero in genere tutti con le stesse norme, salvo alcune varianti in ordine agli esami di ammissione. Per i quattro successivi corsi (113", 114°, 115° e ll(i"°) gli aspiranti provenienti dai licenziati degli istituti civili oltre ad un esame orale complementare di matematica dovevano sosteJH~re gli esami stabiliti per i corsi di tutte le altre armi e eioè : una. prova scritta di composizio1ne italiana e una prova. scritta di ma tematicfl.. Gli allievi però provenie11ti dai licenziati dei collegi militari èlovevano sostenere solamente 1n prova orale complementare cli matematica, norma quest;-1 ehe rimase sempre in vigore anche per i corsi successivi. Per il concorso i ndetto nell'anno 1935 (corso 117° dell' Acc;1demia.) cambiarono le materie degli esami ·d i ammissione e doè furo(llo stabilite : -

75] --


LE SCUOLE

- una prova scrittn di cultm·a storica; una prova orale di matenrntic:1; una. p1·ovn orale. cli geogr·nfia ecl mm provn Ol'Hl e comp1emeutal'c di mn tenrntica 1pc1· gli. ~llievi a spirrrnti al cor·so d' a1·tiµ;lierin o de) genio . N el concorso dell' arrno seguente (corso 118°) l'ordinamento degli e ami di ammissi01ne rimase immu t.lto, ma pe1· quello bandito l 'anno dopo (corso lJ 9°) l'esame scritto di culturR stor ica fn sostituito cocr~ un esl'lme scl'itto di cultura generale riman endo immutati gli ;,lltri esami. P er i cor i su ccessivi non vi fu1'ono varianti degne cli nota. A partire dal 19:35 (corso 117° cle]l-'Accnélemia) i corsi regola.ri a cui abbimno a ccennato tr assero gli allievi n on solamente dai dipl omati degli istituti di is truzione civili e dai diplomati. dèlle sc uole rnilitnrL ma nnche da i sottufficali in servizio effettivo, in possesso cli uno elci titoli cl.i. s lndio vnlevoJi per l'ammissione ai suddetti ('Oucorsi e sem1I)re l])CJ' .esami. L a <ltnata dei corsi e le materie <l'inseg,n ,amento , sia presso l'Accaclcmia e sia presso hl Sc uola cl.'Applicazione, venivfln o an · col'fl r cgolnte dal R. decr eto clel 17 aprile 1930 (G.M. 1930. circ. 321) che st nbiliva: I cor si normali per gli allievi nspira1n li ~lla nomina a te11c11te 11elle armi cli nl'tiglieria e del genio, sarebbero stati cos1ituiti cl.a m1 biennio pl'opeél euti:co cli scienze fisico-m atematiche e òa un suec-essivo bie11nio <li applic:uionc p resso Ja Scuola di AppJic- azione cli J\ l'ii gHel'ia e Genio. Le mnteri e di inse·g'lllimen to clel bi1' nn io propedeutico per gli nl1ie,i <lell'A cc·a clrmin di T01·ino erano: - m1alisi algcbr-ic-a ed infinitesimal e (corso biennnle); armi 1port.ntili ; arte mi.lilnrc; chimi ca g-en er;lle ed inorgrnuica , disegn o d'orn ato, geomehico e panornmi co ; fisica spel'im entale (col'so bielfluale) : geomcll'ia clest1·it tiva ; geometria analitjca e proiettiva; geografia mi1it11l'e : lingu e estere : mectnnica l'Ozionale: topografia, esercitn zioni topog1·a:fic·he e disegmo . L e ma terie cl'inscgmam ent o dc] bicm1io di applicazione •]'er gli ufilchiJi di artigli eria era110 le segucllti : - arte militare (('Ol'so biennaJ e); ba listicft estcr11a (corso bienn;l le) ; chi mkn aipplicat.a : elettrotec nic a ; esplosivi cd ng-- '752 -


SCUOLE: 1,: consr PE;B 1L HECLUTAM01"'T O DEGLI UFFIC'fAL I DI ATl'r TGLIEHTA

gressivi ·chimici : fo1·tHicazione; liug-11e· estei-e; m atel'i111e d'artiglieria. · (Q>arte th•sr1·ittiv11): mal <:> l'in le ,cl' a1'tigJi el'i 11 (costl'll · zion.i); lD!eC'ean ica npplicat a (corso bicnna le) : mezzi tecnic-i; seien,,;e sociilli diritro: st<)l'ia militinc (corso bicnna I<') .

e

Fig. 1-10 .• Escl'c·lcaz ioui <legli Allil'\'Ì della H. A<:(:ademia di Artiglieria e Ut•uio.

L 'alto imlirizzo f"cieu1ific·o degli stocli della Scnola si sini:P.ti:1.z11 nel n10tto anilclico che Je fu <·onc<':-, o in npplicç1zione <foll a legge 24 mm'zo 1932, n. 2B!)

« J)octri11a

Hello . I J)lare >>

c1oe : « a1ppJic-nre 1n i:-d r nza n prn della glWlTII ». Le R egi<' Lettrre Pa te11 t i con le qmdi f,;, i\L Vittorio l•}ma1rneJe II [ :-,rnzionn Yil 1$1 f'Oncessione furo11 c-onsegiiwte al Comauclan te cl<>lla Bc·no ln cla I i\Im'es<'inl lo d'It;1 lia Ga<>llino Ginr-ilin o, l' lJ HOYembrP J H~B. in rorma solem1 r. davanti a lle ntp-prc ent~1m;e militari Ile] prP:-:idio di ' l'orino . - - '753 - 48


LE) SCUOLE

Le materie d'insegnamento ed i relativi iprogrammi sia per il biennio cl' Accademia ·Che per quello deJla Scuola d' Applicazione clal 1930 al 1943 subirono alcune modifìeazioni ed adattamenti resi neeessari dalle esigenze te·cniche e tJH'ofessionali -delle <lue armi. Di consegue1nza verso la fine cli qnesto periodo e cioè per l'anno scolastico 194-1-42, per gli studi nel biennio di Accacl.èmia, aJle materie del biennio propedeutico erano aggiunte le segue!Jl,t i altre : Automobilismo; Armi e tiro; Arte militare; Chimica ed aggressivi cl:i:imici; Fortificazione campaJe; Geografia militare; Storia militare; Li11gna estera; Mezzi cli trasmissione ed osservazione; Topografia; l\finernlogia e geofogia (facoltativa). Per gli studi -del biennio d'applicazione che riguardf!vano gli allievi cli artiglieria erano prescritte per il 1° anno le segnen,ti materie: Arte militare; Arte militare aerea; Arte militare marittima.; Automobilismo e carrismo; BaHstica estennfl; Chimica a,p plicatll; Elettrotecnica; Esplosivi; Lingue : frances(·, inglese, serbo-croata, tNlesca ; Materiale cl'a1·tiglieria ; Mecc:anica npplicata alle macchine; e l]Jer il 2° anno : Arte militare; Balistica esterna; Esplosivi ed aggr. chim.; Lin,gue : francese, serbo-croat;1, tedesca ; Materiale cFa.rtiglie1·ia; Meccanica. applicata alle artiglierie; Mezzi di comunicaz.ioni. A.manissicmi strao·rcltinar,ie. - Parallelamente alle ammissioni annur:tli, dei normali corsi cli reclutamento, per sopperire alle forti deficienze ,numeriche esiste1n ti negli organici degli ufficiali sub1:1lterni delle armi di artiglieria e del genio, furono ìnclette alcune ammissioni straordinarie direttamente al :3° anno di studi dei corsi normali cli giovaini che avessero superato gli esami t11elle preseritte materie cl'insegnpmento obbligatorie del e.orso biennale ,cli stncli propedeutici presso una facoltà, di ~èienze matematiche fisiche e naturali o presso una scuola cl'in~:!'(~gneria. qui,nq nenrnile. - - 754 -


SCUOU: E COBS[ PllìR IL RECLUTAMENTO DEGLI UI!'FICIALI DI ARTIGLIERIA

Gli allievi così. reclutati, dopo un breve periodo (circa due iitesi) cli istruzioni e {li sti1di svolti prima dell'inizio normale dell'anno scol;1stico .p resso l'Accademia, 1passavano senz'altro a. far parte del corso r egolare cioè del 1° anno di. studi del biennio d'applicazioine che si svolgeva ap;punto, nei locali della Scuola cl' Applicazio11e anche durante il periodo della soppressione della Scuola stess;i.. Furono indette così ammissioni straordinarie negli anni : 1924, 1926, 192'7, 1928, 1929, 1931\ 1936. Per i concorsi indetti neJ 1924 e 1!)26, oltre agli altri requisiti, occorreva. che gli allievi fossero sottotenenti cli complemento. Per gli allievi ammessi nei concorsi indetti m~l 192'7 e 1928, t!'atti indifferentemente da militari. e da civili fnro110 applicate però le norme del R decreto legge 30 dicembre 1923, n . 2986, e le rela Uve disposizioni esecutive. Ad essi cioè spettarono pel 1° f,mno c1i studio (3" anno cli c·.orso) il grado e gli assegni di sottotenente cli complemento, e pel 2° anno (4° ain,n o ,cli corso) il grado e gli assegni di tenente di complemento. Per il coneorso indetto nel 1929, agli allievi - come nelle ammissio11i 1precedenti - spettarono ugualmente il grado e gli asseg,ni di sottot<~nente di complemento aJl'atto dell'ammissione alla, Scuol11, ,clo;po cioè il periodo d'istruzione militare, però mante11nero tale grndo per. tutta la durata della loro perma11enza alla. Scuola. Compiuti con successo il 1° e 2° anno del biennio d'applicazione (3° e 4° anno dei corsi) gli f-tl1ievi -- come nei corsi precedenti - conseguirono la nomina a tenente in servizio permnnente . I concorsi per titoli ed esami banditi negli anni 1935 e H)36 furono riservati ai subalterni. Essi dovettero dapprima sostenere tutti gli esami delle materie di Accademia, a seguito di che furono nominati sottotenenti in servizio permanente effettivo ed ammessi H, frequentare il 1° anno regolare d'applicazione . Lo svolgimento dei corsi biennali ordinari della Scuola fu regolare fino all'estate 1940; però nell' estate 1939, in conse-

755 --


LE SCUOLI~

guenzµ 'délla situa;i;ioue europea, i sottotenein ti cl el l° imno di scuola f111·0J10 , durante il periodo di licenza. estiva, comnnclati a.. j)1'èstar· servizio ai. .reggimenti ,delle r is pettiv<~ firm i. · Nel 194,0, in· seguito all'inl'ervpnto i,n, guerrn clclJ>Itn lia i corsi furono accelerati, e termi,narono ii 30 gingno, esami compresi; subito dopo il personale iperrn r1n en te e gli uflìciali allievi furono trasferiti a.i reggimenti. Il 1° novem bre 1!)40 la Scuola r iprese la ·sua · nttività ·culturale per i soli corsi di applic::izi.o,ne : era p revis1·o che· i cotsi avessero termin e il lo gingno rn41 : rnn il 1° gennaio Hl•tl essi furono aecelerati <:001 termine il 30 aprile 1941, ed i sottotenenti r ien t ra rono ni. 1·eggi menti. Il l" ngosto 1!)41, · mentre i sottotenenti cli arli.glieri a <:b.e ·nvrebbero dovuto frequentare il l° nnm) d i 8r. 110In erano trntlenuti ai reggimenti, qneUi destin ati n freque ntare il 2° :umo er1n10 co1ua.ndati uJla Scuola per ·C'Ompletin·<~ i loro stu<li. -Detto corso ebbe t ermine il 31 gen n aio H>42.

Qvwa!èi,,ro ,n rt&m,.er ico cfogh 'ltfj'foiali cN art·iglù3ria ahe fre·q.,uenta,rono la, ffonola di applicaz fone di 1Lrt'i,qlieria e Genio dal 1029 a.l 1943. · .N 1ll11Cl'O

e o i: s i

alla d1ius11ra Ammessi tl<'ll'anno scolast'lco al J.o corso Ar tigHeria l·J au no 2, ann o

I

1929-w:u

] 07

1!130-J H32

] J\J

1931-1!)3:l 19:12,J 0:11 1933-1035 1!)34-1036 19,35-I!J37

rn2 122 ] 32

l.f):~(ì-]93~

1937-1939 l !)il8-19J.Q 1!13!)-1 941 l!J.10 1912 1941-1!)43 (1)

105 117

] 29 ] 2.1

,!.l2 )07 J2,.i.

Ufficiali allie\·i r isultati .i<lonei 1<> anno

fJ2 )07 125 121

18()

132 179

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(1) Il corso per i sottotenenti cl'arliglieria non veune svolto.

-- 75G ·--

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126 120 178 12fl '115 J.J2 l ,1/'i ·

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scuou; ,~ CORSI PF.n IL HECLUTAMF.N'TO DEGLI Ul<'l•'ICIALI DI AR'l'IGLIERIA

.Oorsi biemrnaU pe,r subalterni .cli corn.plenìt1·1to. Per ricoprirè le vaeaii1zè 'esistenti Iiegli' organici ' clei: sl.i,bal~ terni delle a.rmi cli artigli.crfo :e geniù ; ·,prévistì anua· legge 9 maggio 1940 llù. 3G8, sull'orclinàn:ientb dell'eserèito, còn' legge del 28 Ilovcinbre 1940 fu a utorizzi-Ho il Ministero della Guerri:i, fino all'anno 1944 i,neluso, a,cl nmmettère cljrettmùènte alHi Scuoia di A1:i:plicazi'Ol1e cli A1;tiglierin e Genio con, il gr:ad.o cli sòdote:nente, med iam:te concorso per titoJi, i subalterJ1i di ·c'Ompl'einerito delle nrmi 1preclette, che avessero sostenuto eon s riccessò ··gli esami del biennio pro1p ecleutico nll'in gegneria e alla d;1ta -d el 31 dicembr(>. dell'anno in cui 8are_b be stato bandito il concor so, 111:on ,n:esse1~0 superato il 26° anno di età. . . .. Compiuti con srn·ce~so i c:orsi della Scuola di Applicazione, i vincitori del concol'SO sarebbero stati nomi.nati tenent i in servj_?.Jo pe1'1rnrnei1te . effettivo . · Jn effetti con su<~cessi.vo decreto ministel'iµle del 1 · marzo J 941 fn in:d ctto il primo concorso per 70 posti nell'arma artiti.gliéria :c1ei qùaii però furono coperti solo 10. · Il corso ebbe inizio il 1° agosto ln41 e fu il solo elle ebbe 0ffettivo svolgimento .

cli

.·J ,,nm.,iss io·ui ai 001·si ar11n1.1,al-i presso l a

Ff 01./,ola d/ A.pplic:azio11-e.

La circolare 292 de) G.M. Hl28 oltre a) concorso per l'ammissione straord inaria cli allievi .;11 3'' nnno d<~i corsi regolari, indiceva. ancbe un concorso per J'ainmissione ad un <.:orso anima le· strà6rclinario presso la Scuola cli AppHemdone · di A rtigHe~·ia cii 100 ;.dli.evi ùspinrnt.i al]u nomina (li teilente cli artigli ed a in servizio 1p erman-ente. · Requisiti 11:irincipaJi : 11011 aver s nper:'lto il 27° n,nno di età al 31 dicembre 1.928; nvcr compinh quath·o ::unni di stmli 11 nive1·sitari in ingegneria (biennio 1prop(~cleutico e primi due anni di 11Jrn R ScuoJn di :ingegneria) ad aver s11p(~r;:1to'· gli esami rn~ne materie cU insegnamento del l° e del 2° am10 del corso cl'in,ge;. gneria. civile od industrial e . . Gli aspiranti all'arma .di ·artiglie~ 1·ia non era. necessario avessero snpen1to i c:orsi -di arc:hitettura. U n co1neorso wnalogo fn indetto l ' anno successivo con la cir.colar e 11 . 165 del O.M . 1929, H~goln to dnlle stesse ,n orme. -

757 -


LID SCU OLE

A questo concorso potevano partecipare però anche gli studenti del corso d 'ingegneria navale sempr e che si fossero trovati nelle condizioni di aver superato gli esami clel 2° tWilO di eorso ed i laureati in matematica . Anche gli a llievi di questi due concorsi all' atto <lell'amrnissione alla Scuola cl' Applicazione cl ' A1·tiglieria e Genio furono nominati sottote11cnti ,d i complemento; questi corsi annu ali ebbero uno svolgim ento loro pl'Oprio, com,pletamente stace;1 to dagli altri cor si.

Corsi speciali cU reol11 t:cnne,11to. - In armonia alle clisposi,:i oni riflettenti il r eclut amento degli ufficiali in S .P. E. , oltre ai corsi regolari e straordinari si istituirono altri corsi iper i sottu:lficiaJi aspiranti alla, nomina a t enente in s.p.e .. La drcolare "· 198 dello Stato ):{aggi.ore ùcl 13 uovernhre J924 disponeya iDfatti che nell'anno scolastico 1!>24-1925 anehbe1·0 a,vuto luogo <.:.0ncorsi per esami per le mumissioni cli sottufficiali aventi -determin ati 1·equisiti 11 corsi speciali triennali, regolati da apposite norme, presso le Accademie MiJit al'i, per l'abilitazione al gra do di tenente i11 servizio attivo pei-JJ1a0Pntc (lelle va1·ie armi e q uiinrdi anche per qu elli cl' artiglieria. Gli ammessi aion provvisti cli liccnz~ liceale avrebbero dovuto frequentare un corso p1 eparatorio istituito presso dasc:una delle scuole allievi ufficiali ùi complemento e allievi sottn11ì<.:iali, ullo scopo di iprepa1·1usi a. suste,nere g li esami tìi <.:01worso; il eurso preparatorio ed i conseguenti esami -di ammissione furono aboliti pe1· i eorsi che seg uirono, i q u1di anche per Lu rna <li a 1·tig lieria si svolsero presso l' Aecadewia Mili tate cli )fodena . Corsi tecnioo-professio11ali. - Alla fine dei corsi speciali svolti come abbiamo visto pi-esso l'Accademia di Moden a gli uf~ fìciali idonei delle anni di Artigliel'iu e d el Genio passava.no n]]a Scuolµ d'Applicazione ·cl ' Artiglieria e Genio per freq uentare i coi-si tecnico-professionali, che aveYat110 la dur ata cli un anno. Questi corsi aau1Ua1i istituiti nel 1030 fu rono sospesi nel 1037. -

758 -


SCUOLE E CORSI Pfill I L Il0CL'OTA'.ì>mwro DE-OLI UFFfCI ALI

or ABTIGLTERIA

A r t i_gli e 1.· i a

Anno seo las tico

Ammessi

l jsci ti idonei

;) l l a i''.C IIOlf:I

J.930-ill

37

3(i

1931.-32

53

53

1932-33

33

193:3-34

4,1

1934-35

Hi

46

193n-36

16

16

(]orsi di a.b'il'itazione . - In applicazione dell'a r t . 45 ,d el R. decreto legge 23 giugno 1927, n. 1037 (circ. 399, G.M. 1927) riguardante lo st pto dei sottutlìciali, furono istituiti (circ. 393, G-. l\L ]928 del 7 giugno) presso la st(~ssa Accademia. di Modena, 'Speciali C(Ws·i cli a.bilita.~fone per marescialli ordinari , delle varie armi e quindi anche :per l'arma cl.'artig'lieria, !ispiranti alla Jtomina a, sottotenente Ln servizio permanente. A tali corsi, delJa ·durata cli un anno, potevano partecipare Hnche ufficiali subaltem1i di complemento, in servizio nelJe colo.nie dµ. almeno due anni, ed in possesso di particolari requisiti. Il primo corso di abilitazione ebbe inizio il l° ottobre del 1926. Gli allievi dei corsi di abilita7-ione, qualunque fosse la loro provenienza, che al termine dei. corsi avessero superato le apl)Osite 1prov(~ di esame, sarebbero stati nominati sottotenenti in ~crvizio pernumen,te effettivo e sarebbero stati senz'altro !lsse·g na ti ai corpi. Essi avrebbero conseguito la promozione a temmte dopo t re anni di grndo e con 3117,iunità assoluta poi:-te riore a queUu. dei proyc~1ienti dai sottuffici ali ammessi ;1i corsi ~peciali n ello stesso anno scolastico. Le ammissioni ai corsi in parola si. sarebbero effettuati mediante concorsi, separata nrnnte , pl:'1' ciascuna delle unz.idette ca tegorie di as;pirantL -- 759 -


LE SCUOLE

Gli u'lticinli di eomplem en to ed i rna1·escialli potevano aspi rar e aJhl c·arriern cl i ufficiale solta111to n('ll'arllla o corpo cui apparteneva1no. Le ammissio1li. dei uu-11·esc:ialli ai corsi di abilitazione sa1·ebbero nn·enute mediante esami, sah-o J)er col oro che erano muniti tli diploma di matmitù (cl:u;~ica o sdentifiea) o <li ittolo eqnipollente previsto ,clal barnlo <li <:onco1·so; e gJi esami <·o:nsistcva no in nn a pnrnt sel'itta di Jinp;ua il:1 liana, e in quat1ro prOY(' orali, 1·i~petfrn1meme cli totia, geografia , mH~e111atic;:i e sciem e .u atm·11li. Le ammisshn1i clri..sulialterni di complem ento ai « corsi d·i abfrita,zio,ne >> avvenivano se~nn speeh1li <"Sami o esperimenti. Gli ufTkiali in senizio perm,ul('nte efiettivo tratti da questi corsi (5 corsi dal 1!)28-29 al 1!)3:?-33) furo110 appena nna ventina .

Corsi di C1L/t 11ra tec11iw -p1·ofessionale . - Furono istituiti il 27 ottobre 1937 presso la Rruola d 'Applka:r.iOd1e d' Artiglieria e Genio ipe t· gli uffi.cinJi prom ossi in srnir.io permanente efrettivo nelle ,clne a.rmi, pel' merito di g-nena, in segnito a lla guena di Etiopia. Qnesti corsi aYcYa110 rarattePe informativo, però Hl termine di e ·si gli ufficiali era110 sottoposti agli t•s11wi fiuali. Furono sospei:.i nel 1040. I tre <·01·~i che si svolsero turuno, frequentati ,d a u,n11 clozzina di nffidali. F ino1·a abbiamo passato in rassegna i. C'orsi per il reclnta mento clrgli ufficiali. subalterni d' artiglieri a fo1 servizi.o permanente effe1.th ·o che s;i. svolse1'0 qtrn:-:i t n Lti presi,.;o l'Accademia e la Sc110Ja. cl'Applicazione d'.\1·t iglieria t' Genio nel period o .Hl20l !J43, e<·tettu ati i corsi spec i.1li e di n bilita r.ion(' svolti pre~so l' A,cca<lemia Milih1re .cli l\fo(l cna. Ma l' ntti,,itit <lell' Atta cle mia e clellH 8C'nolr1 d'A1pplicazione cl' Artiglie1'i~ e Ge11io snhito dopo h, fine deJla 1p1'ima p;nPrra mondiale si in i:r.iò <·on Jn . Yolgimr:nto di ~dnmi c·orsi integ1·a tivi per Ja l'icoinosd11.ta ner·e~sil'ù, cli M r11pleta1·c• ln cultma degli ufficiali inferiori i11 servizio e f'fettivo cli tntte le Armi e qnindi anche d<•ll'Artigliel'ia e de) (-}enio, eh<' non a,·c,·ano ultim aro i corsi rcg·olaii nel 1!)14 o che enmo 1-<tnti rerln tn ti da fon,ti (liverse clm·a nte l'evo]gersi clel <·.onfli.lto. ·- i GO -


SCUOLE E CORSI PE,R IL HECLUT.·\M~èNTO DEGLI l., f<'F'.I CIAJ.I DI AH'.l' IGLJE IHA

In base ai titoli cli studio, t.ntti gli ufficiali d ' artiglieria vennero divisi in chw oategor·ie : · , - in nna furono compresi quelli. nomina ti sottotenenti in servizio attivo post eriormente alla data del lG aprile 1815; - m~ll'altrà r ienfravano coloro che er-a no stato nomiHati sottotenenti anterio'l'mente · a q1:ièll:-1 data <~ che 'a -causa {fogli eveinti bellici noJl avevan o completato i corsi' ·i·egolari clell' Ac.:cademia. e ,1ell;1 Scuola d 'Applica zione d' Artiglieria e ·Geiiio eèl anche un eerto numero di uJficia li che pur essrrndo stati nomir1ati sottoten<~nti posteriormente alfa data del 16 aprile 1915, si trova vano nel J 920 iin possesso cli titoli di ·s tudio tecnicoscientifici conseguiti presso gl'istituti uni.versitnri del regno.

Cors·i (Ili v erfezionamento . - Con disposizione del 23 marzo Hl20 (eire. n . 177 cle] G .M.) per gli 11iliciali della v1+nw cate{JO'riai fnr·ono istituiti i « -corsi di perfezionamento)) da svolgersi presso F Acc;1demia, nllo scopo, a.ppunto, di C'ompJeti.lre le cogni:doni. militari degU 11:ffic:iali i,nfcriori in s.n.p. e di iwvici.uare la loro e'ultura teenico-profcssiona]e al liYeJlo medio che si richiedeva pl'im;1 della guerra, per il rc~elutameuto e per l'avanzam ento -dei quacll'i degli. ufficiali vnferior i in servizio effettivo. Ai corsi suddetti. dovevano par t ecipare, a t u11no,· nd incominciare dai più elevati in grado, t utti gli nilidali inferiori ; l a frequem;a non era obblig-a toria , 1per cì, indisti11tame11te, tutti gli iseritti dovevano sostcriere gli esami finali e partedpa,re alla rela t iva campagna estiva . Gli u:ffieiali, -che desideravano c~ssere -disi)ensati dalla fr equenza elci co1;si, dovevn,no -domandarne l'autoriw;azione al Mi nister(, e le eventuali dispense sa rebbero state aceordate a coloro che per scr-ietà, per condotta. a hitua)e e per ]a eul:tn-ra generale militare 1p(lssccl11t.a , avrebbero da to affidnmento cli consegnire lo slesso profitto senza ] f.1 fre quen za dei eorsi. Il primo corso di 1pel'fe zio11amen to ebbe vnizio il l7 maggio del Hl20 ed ebbe termine, compreso il campo d'arma frnale e gli esami, nel gennaio de.ll'anno soccessivo. Dopo qualche mese --- 761 -


I,E SCUO LF;

(1 ° a.prile 1921) ebbe 111izio il secondo co1·so che si svolse con le stesse modalità, del p1·eccdeintp, ma accorciato di. qualche mese. QneU'anno furono anche pubblicate le nor me che regolf.1vano i corsi ed i programmi de1le relative m aterie di insegnamento. In conformità di essi il Ministero della gnerra lllel giugn o del 1921, stabiB che le materie a contenuto essenzialmente di cnltura generale, e cioè, st oria , geografia. e scienze sociali for massero da parte degli ufficia li, pr ima della presentazi001c a1le scuole, oggetto di studi o autodidattico, che, durante i corsi. sarebbe s tato i,nteg'rato cl!l poche lezioni <li carattere più propr iamente professionale. P er facilitare tale preparazione si provvid e a distribuire gra · tui tamcnte agli i,n teres~at i, le s inossi llclle materie a,ccennilte. Fa,,' altra innovazione !:Ì eubr men tre si SYolgen1 il 3• corso: il )Iiin istero (lei la gnenn, snll'csp.erienza dei corsi precedent i, n]Jo Sl"Opo di l'ell(lcre più omog<!JJ ei e qnincli più proficui i corsi stessi. cl isponen1 ·cli ammettere a ciasc un c·orso ancorn clµ svolgersi, nfficiali c·he aves ero, pl"{'SSO a poeo, t itoli cli stuclio eguipolle11ti . Come si è accennato i primi quattro corsi si s,olsero nei l oc::i1i clell' .A.c<.:nclemia. Nell'ottobre del 1922, iniziandosi in Accn,demi a i co1·si regolari, i cot·si cli perfezionam ent o passarono alla. , ·cuohl d'Applkazione ove continuarono a SYolgersi negli ann i soc<:essivi; nell'autunno del 1.9~5 i progra mmi furono ridotti <'cl lil corso stesso fu acco1·cinto a cinque mesi. Con dispo izionc clel 3 maggio 192, il 1Iinistero dellrl Guerra pose Ull limite ai corsi cli perfezionamento, ordina111do perdò ng:li uflkiali <:h e ancora si trovavano in obl.Jligo di frequenza di pa1·lee:ipare all 'ulti mo di es!-:i (14°) <.: he si iniziò il 1° ottobre di qne ll'um10.

-

'j'lj~


SCUOLE

I•, CORSI

P ER I L RB:CLUTAMEKTO DEGLI U l•'F'ICIALI DI ARTIGLllèHlA

n·1,1,ni,erioo d'e yli 'U.ffioial-i in s.p.e . (li artiglieria che f requen.t(u·ono i e.orsi dli perfe.~ionanwn ,t o.

Q UADRO

10

1920-21

Capitani

225

110

20

1921-22

CapìUtni Tenenti

1:H 12-1

77 60

30

1921-22

Capitani Tenenti

6! 23S

27 U(l

40

1922-23

Capitani T enenti Sottotenenti

10 212 4

11 Hi5

5

4 ')

50

1922-2B

Capitani Tenenti

H5

]35

(ìo

192:~.2-!

Capita ni Tenenti Sottotenenti

;~ 197 10

180

2 6

70

19W,2'1

Ca pi tani 'l'euenti Sottotenenti

l:l 1:!!) 3

12 105 3

8"

Hì24-25

c,wi tani Tenenti

17

15

116

87

90

)924-25

Capitani Te nenti

12 96

56

100

1.025-26

Capitani Tenenti

] f).I

J.l <>

1925-26

Capitani Tenenti

l.lO

12>

l.926 -27

Capitani Ten<!nt:i

5

5

fJ2

57

i::io

]927-28

Ca pitani Tenenti

6-

20

18 30

140

1928-29

Ca pitani Tenenti

37 ,J'j

(1)

- - -

3

u

·'

8 2 101

6 79

- -

(l) Non s i conosce il numero dei dichiara li idonei.

Oorsi eh co1n.pleta·men.to della ouUura. tecnico-profess-ionale .

Facevano parte ,d ell'a lt ra Clitegcwia una massa di ufficiali. per i q·uali i corsi di perfezionamento erano superflui. -

7G3 -


LE: SCL'OLE

Questi ufficiuli 11el loro complesso, potevano . ei-:sere divisi ili ti·e diversi gruppi:

- il primo eostituito dagli uffidnli che, l'eclntati dll,]) ' Aecnc~e1Ùia MUitm:e prima clc1l'aprile 191G, Hvevano in terrotti gli :;.tucli rego1ari pc1· mobilitazione : - il secon do form,ito da u:fficiaii 1'e cl11 tnti clnll'Accaclemia con corsi accele1'~ti n el periodo 1!)15-191' ; - il terzo compl'ellllente quegli uffiriali. promo si in servizio atti,o cluraintc la gueLTa , i quaJi si. el'ano Jaurenti nei poli tecnici e nell e università ,d el Regno-- ocl a nche . soltur1to vi aven1110 s ostenuto dc~li esa mi. Per gli 11fficia li d'a1'tiglieria dei sn<ldetti gruppi il 7 giug-no 1923 (eil'C'. 33'.) de l O.M. 1923) furono istitniti. i « corsi di com~ JJLf'.tanumto <Tella rnlt11,,rr, te011foo-professio11ale >> dn svoJ.gersi prei:-so la Rc·uoJa d'Al])pHC'azi0tnc d ' Artiglieria e Genio, governa.ti éla nOl'l11e SJ)PC'Ìali fra CUi : I. - o) gli ufl'icinli <li artig-Ji eria. che ff,c,·a110 freq 1w11 tato regolnrmente il 'I" corso clella Sc-uola cli Applkaziouc, su:Pel'atndone gli ef':.ami, pole,ano e~sere ammessi n frequentai-e un corso accelerato p1·esso l.1 Scno]a stessa, com.prern:lente le materie di i11,seg11 am<'n to cli cui nl paragrafo lII i;;egn e,n te : ù) g-li n:ffici;11i cli m·tiglie1·ia. C'he n,evn110 frequ<~ntato regolHrmente i tre anni cli c·orso cl ell' A.C'cìlclemin , supera ndone gli el!mni, potc,·~rno ei;;ser e ammN,si n frequentare un ('Otso aC'teJerato presso ln Scuola cli .\ppliN11,ione, snddhiso in clue periodi, comprend ente Je nrnte1'ie di. insegnameJ1to di cni Hllo stesso pal'~grafo III : ,e•) gli nf6.cinli di :ntiglieria, che non aYcvano !J-ìfltuto ultim:ue, a r ansa <lc]la guerra, gli studi pl'esso l'Atcadcmia Militare. potevano s osteuere. i,n ;1pposite se~sion i. gli esami. <·he non nvessel'O ante<·ecl e11tementc sul])crn to (pre,.so l ' A.('ca.demin o le m1iversi1ù od iRlituti. corrispondeJ1:ti). delle wateri e scicnti:6c·he e tecniche prc. crittc per l' Ac·c·ademia di c ni. Hl pnragrafo V segn ente; cl) gli u:ffiC'i,ili di 11rtiglietia provvisti cli lice·nr.a liccn le o {li istituto tecnko, 1u·oyenic>J1ti da 11Jtl'a ai·11rn; tu1sferiti in m·1·ig'li eria 1lm·wnitp 1ìl g-u ena , e C'lte -all 'inizio cl t•lla guerra stessa avevano ~ià compiuto con suC'('e. go i c·o1·si r<>golari di r ecluta - 76<l- -


SCUOLE E consI FEH I L R8CLU'l'A)fr:;~'f0 DEGLI VFFTClA LI or ART!GJ,TER IA

mento (corso bien11ale prr al lievi 1lr!Ja f:<·1wla Mi litar e e c·orso di. nn anno <lella 1·ispetliv.1 Be uoln cli A.pp li<-a ziou(•) . pres<.:ritti prr ]'arnrn cni HJ)]),Htene,·,rno, e gli nflkiali. retlnta ti clnranle ln guena. forn iti di lanrt'.l. otte1111 tn in qualsiasi facohà cleJ le nnhPrsitù, ·de] R eg-no. potl~rnno sosre ne1·e in nppo:,ite sN,i::ioui gJi esami <leJl e rna tnic scien tifidw e tec·ui<-he p1'csc·1·iHi pc•1· l',\('cademia . cli cui 111 . nccessiYo parHg1·. Y . ad cecezion<' cl<>gli esami ,cli quelle~ rn aterie cl1e avrssero eve11tna)rne11 lr s 111wl'n to pt·<>sso le uninwsitiì od i stitnt i corri. pondruti ciel R e!,!110. Tntti µ-l i ufficiali di cni ai p1·ec·c>clrnti ll ne cotnmn (e e d\ clopo aver r-;11pc1·n to gli esn mi di <'lii sop1·a. i;;a 1.·ehlw l'o stati nrnme:,:si ad 1111 (·01·so ,1t·r·elerato pr<>sso l,1 Rc·noln cl' c\pp Hcazione siJHilmcute ;1 qu<>llo <li eni a I tomma IJ) : e) gli ufilr·inli rli ,ntigliel'ia c· he p 11 l' nou HYendo fr~' 'Jncntato eorsi tegolini a venrno però gi.ì Rll[>Pl'.I to, ptc:-:so L~ u nhei: sit:ì o p1·eR~O istituti <'QllipolJenti. almeno J'esnlll e (·01Tispcudc nte a q11eJln cli .1.n;1li ,-i 111.lternnlka (pal' te l'') del ptimo <·orso d 'Accademia (:rni'cguerrH) · poteYHllO ·ess<·l'P nrnm<'R,;.i n ~ost(- 11 ,•r e gli e~ami cli ('lli nl comma <·) Ji111 it!1tan1<>11lc> a cp1P"ll e rnatel·ie sci e mifi.eh.e e> lecni<·h e d<'ll'.\etadernia: tl <>l lP q1rnJi 11011 ,we,;f-ero ;i nc·ora s111peeato g li c•s::nni. .-\nd1c essi s,11·ebLero RtHti iu . e).!.'ni to nmrnc>Rsi a] c:m·:o di RcuoJa cli ..-\ pplieHzione cli c·ui al co111rna ù). Coloro die 0 vessero giù. ::-nperni'o t 11! 1i gli Psnmi di ('ni al <'omma e) m·ebbero stati ammessi ditetta nwnte al cors9 cli cui sopra . II. - LH partrd pc1zion e clcg)i uffi.dnli di rn·tig;'li rl'ia ai eorsi clelJa Scuola cli Applicazione ccl Hlle scsRioni cli esnmi nn ,·olontnria : ht freq nem;) dei corsi ·d i <·11i :-:opra C'1·a frteoltatint. !TI. - I c·m·si cl'a pplic· nzio11e per gli 1dlidt1Ji cl'm·tig·Jieri.a tnmprcncl en11Jo J 'i u. cgu;:unento clel le segt1t"llti rna te1·ic : l° ! ' 011i odo:

)ratel'iaJe d'arti gli<>tia, pn r te I; B afo;tic: 11 :

Metn111ic·a nppli eHta, par-te I: Fo1·tifì<·nzione penuanente. -

76ti -·


LE SCUOLE

2° Period"o :

Materi ale d'a rtiglieria , ipin te II; :.\Ieccanica aJ)1l)licata, pnrte II ; Applicazioni elettriche scientifiche; Esplosivi. Gli nfficiali di cui al comma a) del paragrafo I avrebbero freq nenU1to solo il 2° IPerioclo, con l'obbligo d' esame solo pe1· le h·e prime mate1·i e, tutti g:li altri anebber o frequentato ia il p1·imo c·he il sec.:onclo periodo, c.:on l'obbligo cli esame p er t utte le mntel'ie. GH uflkiali nmmcssi ai cor ·i cli npplicazi oue che avesser o !:: nperato 11elle R. Uniyendtà e l )o1itecuici gli esami couispon<lcn ti a qnelli di mecca11ica applicpta, parte l" e 2" sarebbero sta ti disiiensati dal riq)etere tali prove a11a fine cli ciasculTI corso. DoYe,·ano iperò assistc1·e eg,rnhnen,tc - se frequ cni11 to1·i alle lezio11i durante il c.: orso . Og1ii periodo anebbe wrnto la clur;1tn cli cinqne mesi e rnezzo (c·ompre i gli <:::ami). Pc~1· i corsi <·omposti cli nffi c.:ia li provenient i <la lle categorie cli cui ai commn a) ed e) del I paragr nfo sarebbe stata sYolta nnche la, geometria pn1tica, con cinalch e Yai·ialllte nella ripar~ t izione delle ruaterie frH i dne periodi. IV . - Gli nfftciali di ar tigJi cria .c.:h e - antegnerra - avesse1·0 già compiuto il pl'imo corso cli. App1icazioin e e quelli che uvessero supe1·::i to t ut ti g:li cRnrni d ' Acc<1 tlemi a s arebbero stati chiam~Hi a segnfrc i cors i della scuola stessa J1 cl mese di ottobt'e cli qne1l'anno. con aleune lim.itazioni indica te dalla circo1:ne. V. - J.Dran o p1·Pscritte le !prove d'esame per le materie cl' Ac<·ademin cioè pe1· 1e materie de] biennio pl'Opeclentico con l 'a gp;innta cle]];1 Chimica applicat a,. VI. - A seC'onda cl ella condizione ,cli ognuno in relazione agli t•sami cln sostenere la circolare suddetta fissa va un limite di t <~rnipo, trascor1,o il qunle l'u:ffidale stesso sarebbe st;:1to consi clet'ato ,clefinitiv amente escluso dagli esami stessi. 1

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766 -


SC UOJ,E E CORSI l:' lffi IL f!ECLUTAJ\!0:XTO OViGLI UFFlCIALI DI AR'l'lG l , IF.RfA

P erò en tro i limiti <li tempo fissati. op;ni ufficiale poteva ripartire a suo piacimento, fra le diverse sessioni, gli esami da sosten ere. VII. - Gli esami delle rnatel'ie indicate si svolseto su progr;:t.mmi ridot ti i-ispetto a quelli del 1914. Varnno dopo, con ci rc:olare 11. lGG del G.U . 192Li, il l\finisLet'o estendeva le disposi.'l.ioni Slldclette and1e alle seguen ti cntegorie <li ufficiali d'artiµ;li eria e del genio, i n possesso del titolo di licenza licc,1le o cli istituto tecnic·o (sezione fisic o-matenrntica, ugrimcns ura., C'ommercio e l'agion eria) : a) uillein li clelle dnr ;1rmi. p1'ove11icnti clai licen r.iati dei collegi m ilitud, che avcsi::cl'o ottP,0111to la nomiua in s.a.;p . rlura111te la guen::i o comunque in se~nito alle disposizioni. di e:ui alle drcolari J 3 ed 813 cl e1 G.i\1. Hl17; 170. 17G e 42:5 clel G.M. 1.918, snperand o l' esame complem<>1llarc di nw lemat.iea p1·evisto per l'ammissione a i co1·si regolari cl' Ate:téle>mia: 7J) uffi cinli <'l°artiglic1·ia prownieuti dag-li ufficia li in s .;:i..p . di altte nr mi, (:on m1zianit,ì, miteriore a l 24 rnagg-io 1913, trasfe1·iti in artiglieria clul'ante In g uerra: e) 11.ffkiali delle clue anni , nomi1rn ti in s .a .p. <lurante la gnerrn , o dopo di essa in Yirtù delle clisposizioni di cni alla circolfl r€ G54 O .M. Hl20. d1.e non nvcssero frequenta to alcn11 corso 1·egolare d' Aecademia. ma fO!-Rero o fosse1'0 sta ti regolnrmente iscritti, c-ome ~tndenti, b1 qu.1;1 lsiosi faC'oltà {li un'nniYer sità o in u n poli t<•cnico clel R eg-110, sn JWtanrlonc• .1hnen o un esame; rZ) ufficiali cli nrtigH cria e del genio, gi:ì. com1prcsi n<>1l e c-,1tegol'ie citate 111,t>lJa th<·ufa1·<~ 33:i (L.\I. 19~:1. i quali 1100 aYessei-o . a, s no tempo. inoltrata donrnnda di bcnefitia1·e <lei proYYédimenti cli cui 11lla circolare sopra el etta . L a pnrteC'ipnzione ai torsi cli cultura tec11ico-p1·ofcssionale E- ln ptesentazio11c ai 1·clnliYi esami propedcn1ici f urono vo1ontnric. L·appello Jaowinto dal Ministero della Gnerra a qnesti ufficiaJi cli ;irtig-l iC'l'i a trovò n el loro nttnccam eut o all 'Arma e nel loro p1·ofonclo SPnso cli <lignità vn sta risonnnr.a; n on soltanto qnasi tutti gli oilitiali cbe poteYa n o frequentare il corso fee rro cloma~1cl n pct par teci pa1Ti. ma anC'he oltre t recento nfficiali chiesero cl i sostenere gli <>smni peopecleut.id. Risultato i mpo1·tante questo, q1Hmclo si pensi che tutti questi uilìciali d;1 quasi -

71)7 -


LE SCUOLE

1111 llccen JJio aYevano abbandonato i lihri per le a n ni e cl.te nel 1923 J)l'estava110 i;;<~ni 1.io p1·c•sso i 1·eggiment i ecl i. courn,nili. L<l p a rtrd1rn zione ,11 co1·80 sig-11i f1c<Ì pe1· molti (li essi s,1c1·ifici di studio n elJe ore u on asso1·bite d ni cl oYel'i ,cie l sr1·vizio. I c·ol'si di <:ompl crnento L1c11 a e ultm·a lccnil'o-profcssional c cbbe1·0 ini zio il 7 nowm bl'e HJ2x. li J)l'i mo cli esso riunì alla ::;e uoln d 'Applic,1 zi one ei.n: n ce11 to c:apita,1ii, cli nii una parte ,l\-en1 frcc pientato primn c1e l Hl1:5 iJ p1·im o ~mno di Ap plica.zinn e , c•cl 1111n p nl'te awva t'Olllpinto i t 1·e a nn i d el corso cli Ac<·nde>mia . ('o . ì fu iniziato un c01·so eompleto arumettc11do a freq ue,11 t nl'e il 2° 1w1·i.ocl o de'I l'Ol'80 qne !li c·he fl vevn no fl'('q nentato il pl'illlo mrno de lla. Rc noln cli A p•plfrn;1,io11e ed al 1° pel'iollo ~l i 11 Hd. F rattanto i11 suecessh-e scs. ioni. ~li 11f'fì <'iali che non ·" ' "vano nJtim nto J'.\ c·cn,lem in p rima clel 1 !H :5 sosten evano g li es.i mi delle 11111tel'i<' pl'Opedpulic:lw. I corsi <li compl elnme11 to <·ult nrn f m·o11 0 svol ti. rl a l Hl:?.11 al J fJ2 G. i-.econclo l'owlinamento iuizia"le, doè eiHscuno cli 12 me~i cliviso i11 cl11r per iodi. "Kel J0:2G il c·ol'so <·011sNvò .l.1 durnta t omplessivn. cli 1 2 rnN,i iliYiso i n due pel'iocl i , ma ogni 1Jeriodo fu it <:CC'lC't·ato e or d inato i u nrn 11i.erf1 t nlc da cnrn;e,nti1·e agli n ffi.c-ia]i d1e lo freq neuh,vano , fli parte(' i par<' n e l periodo eslho nUe sruole cli ti rn <lei 1·isprtth i reggimen 1i. A,ucl.tc per qnes( i corsi. eon 1:1 stessa diJ.,pnsizio11e <kl 3 mng;gio 1!)28 con c ni si pone,·n fi ne ai c:ol'si cli perfezi on nmento, il Mini stero -Lli~pos<' eh c ll cornin chu·e da 11':-mnio ~wol asli<-o l fl 2~-20 gli nfficiali che <lm-e,nno freq uentare i. co1·si di C'Omplt•hnnento, sn1·ebbcro s tnti 11gg-reg-11ti ui cors i on lin;11·i di ap1plkn r.i.0111('. scp;uenclo lo fi ,·olp;inwnto cli q uclle ma tC'rie che pilì p1·ano 11ecrssnri e ng'li e f'f'r tti del ('01np lr 1·nm c•11to deJla e11lt11i-,1 pro l'<>ssio11nle e> sosiPnenélo gli esnm i a fin <l'anno, n nitamente agli n Jlì.cia]i dei c:orsi orclinn r i. .cm uffi ci~ li c he Hncorn clovcvano frequentai·<> i corsi di completn mc,nto potC'Ynn o <l omnnclm·c l'ammissio11e ;1i sncl·Pss ivi tre eol'si cl.te 11\'l'ebbero avuto inizio a parti re dall'ottobl'c rn2_. in base a ll e imlicazioni (·,ont P11Ute n e'IJn ReguPn te t a hella, ron l 'avve10li111 ento C'he le ammissioni cle>ll'ottobre lfJ30 sarebbero state le ultime . -

76

-


SCUOLE E COHSI PfllR IL RECLUTAMENTO OBGLI UI?li'ICIALI DI ARTIGLIEHIA

Epoca di inizio del corsi ].o

1<>

ottobre 1!128 ))

))

Successione dei cors i di completamento C.'l'.P.

COl.'SÌ Ol'dinari

ai quali. vennero aggregati

gli ufficiali allievi

2, peri.odo clel 6> coi-so a.rtigl.

1010 corso at'tiglier ia

(4<> anno)

l<> periodo del

108° COl'SO artiglieria

(3>

70

corso artigl.

anno)

].o

))

1929

2, peri odo del 7° corso artigl.

108° corso a rtiglieria. (40 anno)

10

))

1930

1° p0.riodo dell'S0 corso artigl. (n ltimo).

1090 corso artiglieria (J<> anno)

Successivamente una clisposizirnne ministeriµJe clel 9 luglio 1.931 (G.1\1. 1931, circ. 349) stabiliva che presso la Scuola di Applicnzione d i A.rt iglieria P Genio nél giugino 1933 sarebb(~ stata indetta un'ult ima sessione cli esami pt!r il completamento della cultnra tecnico-professionale per 11filciali di artiglieri;1, alla quale si sarebbero dovntj 1presentare : gli ufficiali che avevano frequentato solo il primo periodo di un ainno, dei corsi 3" - 4° e 6°; gli u:fficitili che in quell'epoca frequentavano Ja Scuola cli guerra e quelli ehe non avev;rno ultimato gli esami di completamento cleJla cultma. Oltre a questi con altre clisposizio111,j del J3 ottobre 1932 si stabilì di ammettere a quegli esn mi a.nche gli uf:Tìciali d'artigl ieria in possesso ,clel]a idoneità nelle materie scientifiche di A.ccliclemia, conseguita :p resso l' Acc;:idemia stessa o presso Universifa o Istitutj corrispondenti del Regno e che non risultava,no r~provati in esami su materie dei clue corsi di applicazione nè in precedenti corsi cli completamento della cultura tecnicoprofessionaJe . Gli esami da sostene1·e nelle sessioni estive ecl autunnali (circ. S del 30 dicembre 1932) si sarebbero svolti sulle seguenti ma,terie: 1. - Balistica esterna.

2. - Materiale ,d 'artiglieria · P arte IL 3. - Elettrotecn,i-ca . 4. Mecranica applicata . 49

769 -


LE SCUOLlll

nti11111;fwico degli ufficiiali in. s.pi.e. cvi art-ig·l iMia) che fre(li completamiento &lla· .c·ultura. teonicop1"ofeisirm,a,le .

QUADRO

qiwnta:irono i corsi

Corso /

Anno scolastico

I

N. d'ordine clel. periodo

I

Grado

N. Ufficiali ammessi

I~- 1!~:i~Ìi dic~iaia?

1done1

10

1923-24

2 <)

Capitani

46

44

20

1923-24 Ul2'1-25

1° e 20

C~pitaui Tenenti

53

52

1

1

1924-25 1025-26

1° e 20

Capitani 'l'e.neuti

54 21

52 14

,10

1025-26 1!)26-27

1° e 2o

Oapita:ni: 'l'enenti

40 21

34 3

' 50

1926-27 1927-28

1° e 2<>

Maggiori Capitant Tenenti

37

35

14

11

Maggiori' · Capitani Tenenti

2 30 2

2(;

unico

Maggiori Capitani Tenenti

1 15

1 12

l

1

unico

Maggiori Capitani '.reneuti

5

5 10 2

30

(i?

1927-28 J.928-20

· 70 ,• lilW-30

80

1930:,u

].o

e 2o

2

11 2

2

2 2

3. - CENNI BIOGRAFICI ·DEl COMANDANTE DELLA R. ACCADEMIA E DELLA SCUOLA DI APPLICAZIONE D' ARTIGLIERIA E GENIO (1919-1943). SACB!ilRo Giacinto ~ Del genera,Je Sachero è riportata un'ampia, biografia, nel volume VIII di questa Storia (pagg. 3003, 3004, 3005) . Grurru Ettore - Anche del generale Giuria è riporta,ta, n ello stesso volume VIII, un'a,mpia biografia, (pagg. 2787, 2'788, 2784); ma, a prop.fsito della, sua opera. svolta, quale comand.ante clei due istituti ricorderemo che toccò .al gènerale Giuria di organizzare i corsi integrativi per gli ufficiali d'artiglieria, e del genio e l'attuazione dell'ordinamento del 1923, cioè l'inizio dei corsi ordinari di recluta- -- 770 --


SCU OLI,: J<: COHSI l'GR IT, RJ•:CU.l'l'Aì\111:~'.('Q DEGLI UFFICIALI DI AR'l'IGJ,IE'RTA

mento dopo il. confl.iUo 1915-18 e eh-<~, perciò, può egli essere considerato come il i-icostitutore di una vecehia e gloriosa tradizione, che erac sta.ta, interrotta, da eii-(;a, nove anui. Morì. a Reggio Emilia, il 1(; febbraio J950. SASSO Ferclina.uclo. Nacque a, Napoli -il 23 settembre 186(;. Allievo cli quel CoJlegio Militare (ott. 1879) e dell'Accademia militare cli 'l'orino (ot:t. 1883), col gr·ado di sottotenente d'artiglieria 1,,eguì i corsi della Scuola- di Applicazione cl' Artiglieria e Geniò . Col grado cli tenente fu· assegnato al 12.0 artiglieria da. campagna (febbr. 1888) e pro1nosso c1,1 pitano, dieci anni dopo, ·fu trasferito · al 13° artiglieria da, campagna,. Distintosi ben presto per le sue spiccate doti pr·ofcssionali, fu tra. gli ufficiali di artiglieria, desigm1ti a r1tirare presso le officine Krupp i primi ma,teriali a deformazione e quindi a clivulga,rne i nuovi concetti d'impiego. M)1ggiore dal 1° gennaio 1912 al 24° artiglieria da campagna, entrò in guerra il 7 giugno 1915, col grado di tenente colonnello, guadagnandosi neHa seconda battaglia cleJl'Isonzo .la, medaglh1 di bronzo al valor militare . Promosso colonnella il 3 agosto 1916 fu 11omiuato comanda,nte del 24° artiglieria da campagna . Il 18 febbraio 1917 fu gravemente ferito alla, gamba de~tra, nella zona di Oastagnevizza e, per il suo valoroso comportamento, in quelle giornate, fu decorato cli medaglia d'argento al valor militare. Benchè mntilato e minorato in seguito alla ferita volle ritol'Ilare al fronte; la, sua preziosa attività nella direzione dei servizi di artiglie1·ia della 3" armata fu riconosciuta, il 3 1:3-0vembre 1918, con il conferimento della croce cli Cavaliere dell'Ordine Milita-re cli Savoia. Nel 1919 fu direttore di Artiglieria, a, Napoli e quindi coma,ndante clell'8° reggimento a-rtiglieria pesarite campa-le. Generale di brigata da-J 25 marzo 1924 anelò a comandare l' Accademia, e la, Seuola cl' Applicazione cl' Artiglieria e Genio e quindi con l'ordin::unento dell'ottobre 1924 che sopprimeva la Scuola cl' Ap·1:11icazione d'Artiglieria e Genio conservò la carica di comandante <l.ell' Accademia n1ilita.re di Artigli.eria e Genio. Generale cli cli.visione <la1 29 luglio 1928, toccò ancora a Lui l'attnazione dell'ordinamento del Hl28, con la- ricostituzione cioè della, Scuola d'Applicazione e quindi di reggere ancora il coma.udo clell' Accademia, e della Scuola, di Applicazione di Artiglier ia. e Genio che conservò fino alla sua morte avvenuta a. Torino il 10 Jug] io 1930.

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771 -·


LE SCUOLE CALCAG:I\O Hicca1·do La biog1·afi.a de l generale Oalc-agno è st:.tta inserita nel vol. VI ll di quc:;ta 110:-;tra S toria (pa gg. 2627 . 2G28) fino a lla sua nomina ~1 i:;Pnato1'e d(>I Regno . Pasl'lò uell a 1·iservà il 1° gt'n naio 194-0.

GA MllìRR A E milio Vedi: C(>ll lli biogra fici dei Dil'ettor i generali di artiglie1·ia (cap . dodicesimo) .

Carlo ·- ~ncguP a Kapoli i.l 27 maggio 1878. Allievo di quel Collegi.o Milital'e (1° ott . 1890) P s ucccsF;ivameute d ell' Accad emia )[ilitH1:e cli Tol'ino (;30 sett. 18!1:i) col graclo di sottoteuente di a1·t iglieri a i,egni i cori:;i dPlln S cnola d'Applic azione di Artiglieria e Geni.o. Tenente nella 2a b1·igata c!a Fort(>zza (maggi.o l 900) due a uni d opo passò al 22° 1·egg. art . da camp. e quindi al regg. art. a cava llo . Capitano nl 2• rcgg. arf.. da C'amp . (lnglio 1!l1l) un a n no dopo pa1·tecipò alla g ut>na <li Libia . guadaguanclosi a (' irene . pe1· il suo va,loroso eompor tam.ento . nlla medu glia d'argrnt o nl V .:\:f.. nient1·ato in Italia (ott. 1913) fu p1'0!110l'iF;O maggio1·e (> trnsf(>,,i.to al 2.t.0 art. da caro]) . con cui en trò i.Il guena <·<mtr o l'A ustria (7 1,tinguo 1!)1 5) . P er l ' azione bellica di Roseo C,1ppucci.o (1915) fu dcC"o1·aio di. medaglia d'argento ::i l v .:\f. E'd u u'a ltrn med a glia d'ai·p;<>nto i;;i. guadagnò sn l C::irso l'anno dopo alle dipendeu ze del 37° regg. nrt. da camp .. Tenente colonnt>llo 1w1· mer ito di gtw1·ra diii 30 agoi::to 1917. per le a,zioni i:;ul Grappa, fu decor ato della, C rocc cli Ciivali.1~1·e cle lP Ordinc Militare éli Snvoia. Inca1·icato del comando del iiOO rcgg. a,r t. (5 o l:t . 19JS) passò p oi nl corn anclo del 33° a,-t. cla cam.p. , s ne. cessivamentc del 10' a1·t. cla <·amp. e quindi dPlla Rcuola. A.lii.evi nf. fì.cioJi cli eom p lemcnt o cl<~ll'VTII C' . cl'A .. Colonnello d'artiglie1·ii1 (giugno 192!) andò a comandare 1'8° pes . <:amp . e t r e m esi dopo il 1.0' pcs . camp. Pa ssò n0 I 1932 a rPggete la Dfrezione d ' Artigli.eria cl<>l C. <l'A. di Roma e pr omosso generale di bi·igata (genu. 1()32) n11 clò a coma ncl~1re l'a1-tigli01·in d e lla Sardegna e quindi dal 1° ottobr e J933 la R .•'.c-caclcmi a, e Jn. Seuo la d i Appli. cazionc di Art iglforia <:' Geuio . Generale di d ivisioM (] 0 gennai.o lD:ìG) continuò a 1•eggere il com ando d ei du e istituti militnri. Morl a Tori no i.l 2:1: :1gosto 19::3G. B Er.r,1x1

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SCUOLE ID CORSI PER Il, RBCLl"'l'A:'.rn::-;::ro DI::GJ,I UFFfCTALI 01 AR'.L'lGLifmI A

B Asso Antonio -

Velli: Cenni biografici dei Direttori generali

cli artiglì.erif-l (ea p . dod icesjmo). MANZI Luigi - . E' nato a Napoli il 2 agosto 1883. A.llievo di quel Co11cgio ì\'Ii.litare e successivamente deJl',,\ ccademia, Militare di '.l'orino, col grndo di softotcnente d' art iglieria (luglio 1.905) segui i corsi della Scuola d ' .A.pplicazione d'Artiglieria e Genio . Tenente (sett.

Fig-. H l

- Luigi )fa.n½i.

assegnato al 2° 1·egg. art. da camp .. P:ntceipò a, quattro campagne di guerra in Libiìl e p1·omosso eapitano fu trasferito al 14° regg. a1t . da <.:ampagna. ~ella gucna 1!JJ5-18 si guadagnò una ml~daglia di l.>.r-onz.o al Y .)I. conseguendo la p1·omozionc al grado di maggiore (aprile 1Dl7) . Dopo la gnerra , col gn1 do di tenente colounello prestò set vizio (giugno 1926) al 19 ' rcgg. ,11·t. d,1 eampagna ed indi all'Ispettorato d' Artigliel'ia . Raggi.u nse il grad.0 cli colonneUo il 2G giugno 1933 ed andò a comandare 1'8° rc:ggiìfH"ll to n1·tigli<~i-ia pes . ca1np .. S nccessivarnente

1907) fu

-

77:3 _.__


f,E SCDOLU:

fu nominato eonrnndante in 2" della Scuola <l ' Applicnzione d'Arti. glierht e Ge nio (sett. JV3:'i) e poi comandante dell'Ac<'ademia d' . .-\.rtiglìeria e Genio. Generale cli brigata, per lll eriti eccezionali, espletò inrarichi specfa,li presso il Coi-po d'Armata, di. 'Porino; comandò la 1• Dri . gata corazza ta; comandò l'Accademia e la Sc noh1, d'A.ppli<-azion<> d' A1·tiglieria e Genio (1938-194:0) ed infine fu incaricai o del coma.rido della Divisione di Fanteria « T orino » (giugno 19J.O), dive. n endone comandante effettivo con la nomina a generale di divisione (1° gennai.o 194:l). Snl front e « Ginlio-Dn lmazia. » in un breve ma intenso ci<: lo operativo, guidò In. sua divisione, alta qua le a veva dato un ' impro11ta spiccatnme11te guerriera, con rara perizia e ardimento, conseguendo importanti. obiettivi t errit oriali e contribuendo molto P.ftìca<·<>mente al felic:e l'sito dr lle oper~zioni (12-U aprile 194-1) . P er qneste opel'azi.oni fu nominnto Cavalier e clell ' Ordim ì\Cili t:ire <li Savoia . Anco1.·a al comando della stessa. Divisione, confernrn va sn I fro nt e 1·11sso le sue P.minenti quali.t:ì di otganizzatore avveduto ed intelli. g<'nt1~ e di. capo enei:gico e valoroso. « Fatta dell e sue t l'l1ppe una compagine graniticn, cli volontù, 1> di superba. coesione monile e tecnira - di<-e t<>stnalment e Jn moti vazione pe1· la norni.na a Cavali(>t·e Ufficiale dcll'01·di11e l\Iilitare di Savoia - le cond nceva. dalla Ronrnnia al bacino del D onez, i-upcrando difficoltà eccHzion ali e battendo dovunque il nemico, al quale cattu rava migliaia di prigionie1-j ins ieme a vistoso bottino di al'mi, ma t eriali , c1 uadrnpt>di e mnniziou i n (Fronte russo 15 luglio ] 9±1 · 5 ge11naio 1942) . Il.i.entrato in Ital ia, i'u dest inato al coma ndo d<>Ha Divis iou<> cc Aost a» mobilitata (5 ott. 1!.H2) e quindi destinato al Comand o dt>l III C. cl ' A. mobilitato in Grecia quale fa cente funzione cli f·omau dante (5 a pr . 19-13) . Colloca to nella riserrn i l 2 agosto 1943 e contempo1·anea111cnte richiam,,to in sel'vizio con lo s t esso incar ico f n C'attur a to da i tedrschi in Tebe (Grecia.) ed internato in Gerrnauia (5 a pr. l!)Jc3) . Rimpa,tl'iato nell'ot tobre 194.5 lasciò il s<~rvizio att ivo. Il 1° maggio del 1952 ottenne la promozione al grado di generale di C . d' A ..

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774-


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SCUOLE ID CORSI PIDR IL RECLU'.rAMillN'.rO DIWLI UU'FICIALI DI AR'rIGLmRIA

SARJ:>r Adolfo - E' nato ad Asti il 28 ottobre 1888. Allievo <fol1' A.ccademia Militare di 'l'orino (nov. 1906), da sottotenente d'artiglieria (4 sett. 1908) seguì i corsi <lella Scuola d'Applicazione d' Ark glieria e Genio. Col grado di teneute fn assegnato al 23° reggimento :wtiglieria dr1 ca,mpagna (1° luglio 1911.) .

Fig. 142. - Adolfo Sardi.

Partecipò alle campagne di ~ibia (1912-1913) con la 3" batteria di quel reggimento (Tobruk) e successivamente con la 12" batteria da montagna della colonna Sa lsa (D<~rna, Bu-Msafer) guada,gnandosi una. croce di guerra al valor mi.litare. Col gra,do di ca,pitano (marzo J.915) fu trasferito all'11° reggimento a,rtiglieria, da campagna,. Nella. gnena contro l'Austria comandò la 3a batteria di quel reggimento fino al luglio del 1917 e poi fu incaricato del comando del 2° gruppo cfol 53° reggimento al'tiglieria da ca,mpa.gna,. --

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L0 SCUOLlil

Conseguito il grado di maggiore (marzo 1918) comandò il 3° grnppo del 4.6° 1·cggimento artiglieria da campagna e poi il 57° gruppo homba,rcle. In quella guerra si guadagnò tre croci di guerra. al VJ\f .. S ue. c·r.ssivamente prestò servizio al Comando del C . d'A. di Torino, p er passare poi allievo della Scuola di gnerra (ottobre ]925) . Promosso tenerl'te colonnello andò successivamente a p restare servizio al Comando del C . d' A. d' Alessand1:ia (1928) divenendone Sottocapo di S . i\1. nel 1932, per indi poi passare al comando designato della l" Arnrnta. Nel 1935 fu incaricato del Comando dell'8° R eggimento Arti~lieria di C. d ' A. divenendone comandante effettivo cou la: promozione al grado cli colonnello (maggio 1936). Ritor·nò poi nuovamente a prei:;tare servizio al comando desi ~uato della 1• Armata e snccessivnmente n l comando del O. cl' A. cli 'rorino pe1· assumere. infine, l'incarico cli ff.uel comando cl'artiglicri.a che tenne in modo effettivo con la promozione a gcnern le di br igata (1° Juglio 19401 e prendendo p:wtc alle azioni bellid1e su l fronte occidentale. Alla fine del 19-!0 andò a comandare l'Accademia e la Scnol:1 d' A.pplicazione cl' Artiglieria e Genio. Col grado cli gen e1'ale di divisione (1° luglio 1943) comandò la 203a Divisione di Fanteria, in Sardegna per indi reggere l a ca1·ica ùi Presidente del 'rribnnale l\Iilitare di guerra. del la Sardegna, (J 5 giugno 1944) . 11 30 giugno 1947 fa collocato nella, rii:;erva e successivamente richiamato in tempora,n eo servizio ottenne il g·raclo di genern le di C. d'A .. Cado - E' nato a B rescia J'll giugno clel 1887. Allievo dell' Accaclemia }Jilitn re di '.l'ori no (nov. 1905), dopò avere seguito quei co1·so e quelli suc·cesi:dvi della Scuola, cl' Applica:6ione cl' Al'· tiglieria e Genio col grado di tenente (agosto 191 O) fu :-assegnato al 2° a1·tiglieria da montagna . Nel novembl'e 1911, col Gruppo a1-t. da monti1gna cli Vic<'nza , fu inviato a Derna, ove ebbe modo di distin guersi n ei combattiment i al manlbutto cli Sidi .\.bclallah (3 marzo 1912) e di Kas Has rl Lcben PEJLJ,0GR1Nr

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SCUOLE 0 COHSI PE-n IL 111<:Cf,'UTA?IIENTO DEGLI UFFlCJALI DI All'fIGLIEHL\

(17 settembre 1912) gnaclagnandosi p1·ima una medaglia d'argento al V. M. e poi u n e1wornio solenne al V.lVL Rientrato in Itali.a (fine c1el l!ì12) e promosso capitano nel feb braio Hl15 fu t1:asfol'ito al l O artiglieòa da montagna, ove al comando della 9" batteria del gruppo To1·ino-Pi.Jwrolo iniziò la guerra, c:ontro l'Austria,. Partecipò alle operazioni delle truppe del gen. Etna nella conca di Tolnriuo e nell'azione per la presa di Monte Ner·o col battaglione alpino « Sa luzzo » fu dcc:or-ato cli meclnglfa: di bronzo al V.M ..

Fig. 1'13. - Carlo Pellegriui.

A.nune~so 1;1. frequentare il corso pra,tico cli S.l\1. nell'inverno 1915-lG, fu successivan1<,nte assegnato alb 2f)" Divisione, ptima snl Catso e poi sull'altipiano di Asiago ove pr·ese parte alle operazioni di l\'.lonte Forno e :.'\fonte Ortigara e guadagunudosi un'altra medaglia di bronzo al V.i\L. Suceessi.vamente pl'<~l:itù servir.io p1·esso la 27° Divisione in Val Lagarina e quindi cli nuovo p1·esso la wa Divisione in Vallarsa. 777 -


L0 SCUOLE

Maggiore a seelt a (marzo l918), dopo J;:i, guerra fu assegn ato i11 servizio di St ato ì\l'aggiore a l comando del Settore di Bolzano . Frequentò la Scnola di Guena nel biennio 1920-21 e dop o un breve periodo di servizio n l comando del O. d'A . di V eron a a ndò a coman dare il 4° grup po someggiato dell'8° reggiment o a r t iglier ia da camp:1g11a per indi 1'itornare i.n 8ervizio cli S .i\L . r romosso colonnPUo tenne pet· due a nni il comando del 300 reggimento artiglieri.a da ca mpag na ; poi quello de l 12° reggimento a1·ti. 1?lieria di O. cl' A . ed infine ;1n dò a. presta re ser vizio n,l comando <lei C. d' A . di B olzano . qua le capo ufficio. D:~ generale cli l.wigat a andò a eoma,11clai-c l' artiglieria, del C. cl' A. d i A lessandria (luglio 1938) per indi poi passare a, comanda,r e l'a rtiglieria dcli.a s• .An nata (giugno 1940) e Fai-tiglieria delh1 !)• Ar mata in Albanfa (nm·. 1!>40). 'Per l' azione svolta in tale comnndo (nov. 19,W-apr. 1941) venne nominato c:wali.nre del.l'Ordine Militarl! di Savoia. Comandante d(>lla Divisione d i l"anteria « Sforzesc,1, >> (luglio 1941) l'anno ùopo pa1·tecipò a lla pl'ima battaglia clifensiv:1 del D on (agosto-settern bi·e 1942) ed alh1, 2• battaglia (dicembre 1942-gcnnaio 1943). Per l' nzionc svolta nella l" battaglia s i guaù agnò una medagli a d'n1·gento nl V.)1. e per l ' azione successiva, su q uel fronte, ed i u particol a r·P n<'l r ipiega mento dal D01i, ove la Di vi.<;ione accerchiata l'iuscì a clisimpegna,1·8i ,. gli fu conferita l a Croce <li Cava li eve Ufl1cia ie dclJ' 0 1·dine Militare di Savoia . R impatriato, nel gnu naio 1948, p et· malattia, assunse poi, il 5 l uglio 19-t.3, il <'Oma nclo della R. Accad<'mia e Sc uola cl' Applicazione d'Artiglier ia e Genio che tenue sino all'8 settembre )9-13. L'll ottobre 1043 venne i nterna,to in Germa nia ove rimase sino al dicembre 19-1-f: epoca in cui caitnrnlo cln i r ussi fu internato i n U crai.na . Rimpatriò nell'ottobre 19.f.5, rima nr.ndo poi a disposiziolle del i\finistero della Difesa per incarichi specia li fino all 'll giugno 1947, epocn, in c ni l asciò. per limit i d'et à., il servizio milit;n e. Il 1° luglio )!)-17 fu promosso ge11(>rale di O. d ' A . nella, riserva .

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778 -


SCUOL E ID CORSI Pll:R IL RlèCLU'l'AMRl\'TO DEGLI UFFICIALI DI AHTIGLIER fA

4. - COMANDAN'rI IN 2" DELL'ACCADEMI A MILITARE .

Colonnello del. Genio Angelo G U IDE'J:TI Colonnello del Genio Carlo Bnu,:zo . Colonnello del Genio Augusto L u sSTANA

1920-)924. 1924-1927 1927-1928

CO)'(ANDANTI DELLA R. ACCADEMIA D ' ARTIGLIERIA E GENIO (Or <.Zinanie.11,f;o 18

Oolomrnllo Colonnello Colonnello Co lonnello Colonnello Colonnello Colonnello Co lonnello

inai1·zo 1928)

del Genio Augnsto L ussIAN,\ del G<~ll io Arnaldo FonGimno del Genio Car.lo F ,WAGROSSA del Genio Arturo FOH'l'U:'<ATO d.' Art.igl. Lnigi l\if.Mzr del Genio Giuseppe c .u:NIDDUT'.L'I del Genio BaHJla Rnu. del Genio Nicola DEL Br•JLLO

1928-1932 1932-1933 1933-1935 1935-1936 1936-1937 1937-1939 1939-1942 1942-1943

COMANDANTI IN 2" DELLA SCUOLA D'APPLICAZIONE D'AR'l 'IGUERIA l-0 GENIO DAL 1919 AL 1924 (On.lintimento 1.5 novern1>re 1897)

Colonnello cl' artigl. Cado

VACIAGO

.

1919-Ul24

00:M:ANDAN'.L'I DEI CORSI STRAORDI NARI SVOL'l'I PRESSO LA SCUOLA D 'APPLICAZIONE D'AR'l'IGLIERIA E GENIO

Colonnello d' ,1 rtigl. Carlo VACIAGO Colonnello d'artigl. Luigi Guccr Colonnello d'artigl. Ubaldo FA1J '.l'ILL1

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7'79 -

J.!)24-1925 Hl25 -1926 192G-1928


LN SCUOLE

0 0 :MANDAN'l'l DELLA SCUOLA D'APPLICAZIONE D'ARTIGLIERIA E GENIO DAL .1!.)24 AL 1943 (Onlinci,nento 1 rnarzo 1928) Colonnello Colonnello Co lonn ello Colonnello Colonnello Colonnello Colonnello Colonnello Colonnello

d'al'tigl. Uba ldo FAU 'l'lLLI d'artigl. Emilio G,urnmu d'artigl. Giuseppe P1NNA· CARB0x1 d'a1tigl. Luigi i\fAN½C del genio Arturo F o wru :-;A'l'O del genio Giuseppe CAnx1•:Lu ·1vr1 cl'artig l. Bnrnetto J3H,J NE'l"l.'J cl'artigl. Oscar UrnrcB-BA~i'lA cl'artigl. R1>mo P0Lt, As1-•n1::--1

1928

1928-Ul~2 1932-1935 1935 -1936 1!>36 1936-1937 1937-1939

1939-1942 194.2-1943

B LE SCUOLE ED I CORSI PÈR GLI UFFICIALI DI COMPLEMENTO DI ARTIGLIERIA E P E R GLI ALLIEVI SOTTUFFICIALI 01 ARTIGLIERIA

5. - Le scuole ed i corsi A.U.C. di artiglieria. - 6. - corsi pe r A.U.C. di artiglieria iscritti all a Milizia Universitaria . - 7 . - I corsi per gli ufficiali inferiori di complemento di artiglieria in congedo· 8. - I corsi per gli allievi sottufficiali di artiglieria. - 9. - I Comandanti delle Scuole A.U.C.

5. - Ln guerl'a Hl1:S-1S aYeY1l dimo,.trato la grande m~tessilà ecl impottamm degli ufficiali cl i complemento) iJ cni l'eclutamento - YOlontari0 fino al J 915 - si palesò subito nuruericameute iinsu:fllciente. pe1· eui fn adottato il pl'incipio délla denuncia del titolo cli studio e cli consegnenzn l 'obbligo di diventare ufficia li per coloro che avessero il titolo idoneo. Finita h1 guerra diversi motivi di [rni·tico]are impol'tanza fece1·0 sospe11 tlel'c il recl ntamento degli uilicinJi cli complemento per cir ca due anni e cioè : -

780 -


SCUOLE llJ CORSI Pl.W UFP . DI COMl'L. 8 ALL. SOTTUFF . Dt AR'l'IGL IIDRIA

- la gran massa di u:tliciali presente alle armi diventava sempre più esube1:ant<~ per i bisogni di u,n esercito in fase in contrazione e che, pur tuttavia, i;r nda va eongeclata con ordine e gradualmente, per evitare di immettere, bruscamente, rnilla vHa ci vile t roppi elementi in crisi cli sistemu ziorn~, ed a nelle per questo motivo, per un, certo tempo, gli aJlievi da am mettere alle Accademie per i corsi di nffieiali ~n s.p.e. fnron o rec)utati dagli ufficipli. cli complemento ; - vi erano classi cli leva alle armi tee1utate con sensibile antieipo (.specialmente la elnsse del lHOO) per i cni elementi, giovanissimi, vi era un sensibile mn rgine di tem po ijJrima di ammetterJi ai corsi allievi ufficif!]i. Di consegnenza i primi corsi allievi uffieiali, cli complem0nto, per i militari della classe 1900 e pe1· quelli delle dussi iprecedenti che prestavano se1·vizio co111, i primi, furono iniziati U 1° settembre 1920 e si svolsero presso le direzioni) i reggimenti ecl i r eparti clesip;nati dai Comandanti cli Corpo d'ar mata . Per essere ammessi oecorreva la · lieeu7,~ di una scuola meclia superiore o di 1111, titolo equipo.ll ente. I corsi ebbero la d nrata cli sei 1Msi e per le vflrie spc·cialità dell'artiglieria furono così ripartìti:

Artiglieria

da, eampagna cla ,c osta pesante da montagn~ pesa nte camp . HutoaJortato

1 corso a Roma. ed l a Bologna 1 corso a La Spezi.a l 'l::OPso a.cl Alessandria 1 corso a ~l'orino 1 eorso a Casale Monfen'ato 1 corso

I11ta11 to, ,n el tenit orio rli og,ni Corpo d'armata, si andavano organiz-z a ndo: per l'espletamento cli qnesti eor·si, apposite seuole che avrebbero 11ccolto gli allievi. ufllcia li ed aJlievi sottufficiali di tutte le armi (scuole miste) e quindi a ,p artire cl.Bi corsi indetti nel mano HJ21 (circ. 148 G.M . 1921) i corsi annuali per gli allievi nffi.tiuli ,d i complemento nr.Jl'armn cli attiglieria si svolsero appunto presso queste scnoJe . Q.u c~sto sistema cli redutare gli allievi nffieiaJi di eomplernento presso apposite scuole fu preferito ~1 quello prebellico1 <li inquadrare g)i alli evi i,n speeiali reparti [)l'<~sso i eorpi, - 781 -


LEJ SCUOLE

perchè le scuole 1POtevano dedicarsi esclusivamente a tale missione cioè educare -eù istruire con unità di n1etocl.o e disporre di. personale e mer.zi particolarme11 te idonei. .G fn ancora miglio1·ato fo1, seguito - 'come vedremo - co,n Ja islituzione delle scuole d'ano;1 e per specialità d'arma . Per i conrl. banditi nel 1921, rifl ettenti i nati <lella classe 1901 cd i ritartlatari delle classi 1preccdenti, si r·i chiedeYa come titolo minimo di studio il passaggio dalla l" a11a. 2& classe del Jf.ceo o titolo equipollente; la prefcl'enza però per le ammissioni f1i corsi d'a1·tiglieria e del genio sarebbe stata data a coloro ,c he avessero avuto maggiori titoli cli sLudio universitu l'i o di ii'-tituti equipollen ti, .n elle faeoltà cli s<:ienz.e 1m1temntiche, c.him ic.hc o fi.sit·he ecl ,e lettr·oteeuichc o cli ingegneria, e in mancanza, ai Jic-enziati delln sezione fisito -matemalica dei R egi fatituti tecnici . Qnesto pdn<-ipio fu ·empre rigorosamente rua1ntenuto per tutti i cm·si d1 e si s rolsc1·0 1i cgli mmi s11ccessivi., quahrnque fosse il titolo minimo di si nclio i nclicato dal relati.o bando. Oltre che per p:li nccem1ati tu-oli cli stu dio, potevano css(m~ Hmwcssi ui co1·s i q11ei militari elle aYessno superato gli esami di coltnra generale scMnd o i p1·ogearnmi annessi nlla istruzione c01n1p'lcment11re sul reclutamento dell'Esercito. Erano p1·e-fìssl}ti 100 posti per l'artiglieria ,d a c::impagna e 50 per cinscunn delle altre specia lità, dell'arma. A11che nel 1921 f tt ad ottato i.l •pr·ov-edim ento di trarre gli nflicinli i11 F-.p.c>. dai sottotenr11ti di c·mnp]Pmento per cui co,n Hppo. ita dispoi-izio1w (chC'. 4.SG G .)f. 1921 ) del 16 settembr e si prenvvlsò, che 11Pl mese ,cli IH),·embre snc·C'essivo, presumibilmente· p1·esso ln Scuola clc'1 Corpo tl ' nnnala cli B olog1n::i. c:.on sede in ?I I 01lena. a v1·ehhe c1vnt o ini zi.o uno speci11le corso allievi nffichili. di complemento pe1· le dher e armi e qnindi anche per l"ar111n di. ;ì.l'tig-'lieria, :l'ise1·,·ato eselusivHm eJ1te a coloro ehe. clopo conseguitn la nomim1 a sottotenente cli rompl<'mento . avci::se1·0 nspirato a frequrntarc in lnle qnn)ità, i eorsi v e1· nfilclnli. in servi;,o;io pe1·111au0J1rte: le norme di q uesto speci.a)e cors;o fnr ono rese note iJ 2!) scttem bre 1!)21. Oltre Hi 1iC'enzh1t i dai collep;i. militari 01egli ~nni 1919, J920. J 92J, potevano essere ammessi i gionrni. licenziRti dnlle seuolr -

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SCUOLE I~ CORSI PER Ub'b' . DI COMPL. E ALL . S<YI"l'U !?F . DI AHTIGLil1HIA

sr,condarie; per i 1primi H numero delle ammissfoni era illimitato, mein,tre per i secondi, relativamente all'arma di artigheria, el';mo stabiliti.· 15 posti. I corsi annuali per allievi ufficiali di complemento per le varie armi e quindi anche per l'arma di artiglieria si svolsero successivamente presso le scuole miste di Corpo d'armata, re.: golati da, apposite norme che ritoccate annuplmente avt~vano fondamentalmente lo stesso i,ndirizzo. Particolari degni cli nota si. ebbero : con la cir.col. :i} . 99 del G.M. 1923 circa le norn1e e l'assegnazione del personale insegmante e di inquadrameo.11to a queste scuole·; col R. decreto n. ~~:C4 del 31 dicembre rn2B, che richiamò in vigore il principio ~dottato durante la guena, 1915-18 e cioè la denuncia del titolo di studio e l'obbligo co11seguente per i 1possessori di freq-;.~~:!J.tare i corsi allievi ufficiali; con . la clisposir,iolfle del 24 agosto 1924, (cir.col. 520 G.M. 1924) che fissò ad 1/4 i posti per gli aspiranti 1ffi.ciali in s.p.e .. Nel 1924 tutta la materia riguardante i corsi allievi uffi.ciali di ·COIIl/Pleme11to fu riveduta e aggiornatf.l. Per i corsi. indetti 1'11 maggio d.ell'nnno seguente\ i titoli cli studio valevoJi per le ammissioni furono così ordinati: ~ titoli aooaclem,~,e,i o cvi J graclo : lauree universitarie o di istituti di studio superiori eqniparati _; - titoli di 2° gra,clo : esnmi universitari o di istituti di studio snpel'iori equiparati; . - titoli èflti. 8° graxlo: diploma cli matnritù, (classica e scientifica) o altri titoli di studio considerati equipollenti per quanto riguard;iva. l'ammissione alle Accademie militari; - titoz.i cli 4° _grado : diplomi ·d i talune scuole medie e altl'i titoli cli studio che non erano stati. ·rico,n oseiuti sufficienti, per aspirare 1:1lla ammissione a1le A,c:eaclemie militari . Per l'ammissone neJ1'arma di artiglieria, ,come è stato già accennat o, avrebbero nvuto la p1·eferenza coloro che avessero avuto maggi.ori titoli .c}i stndio cli l° o di 2° gra.do nelle facoltà di scienze matem;1tiche, chimiche, . :6siche, elettrotecniche o cli ingegnctia. 1\fa. un 'altra importante innovazione anelò 1n vigore con i corsi i,n:detti con la cil'coJ. 287 G.M. 1927 : si. stf:l biliron o cioè, 1

0

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783 -


T.E SC UOLE

due corsi annuali du iniziH rsi rispeltirnmen te il l ' ùi agosto, per i militari, <lc1Ja classe co1Tisp o1Dclente, Jiati cl~l l'' geuullio ::11 31 agosto ed il l° di gennaio de]htnno seguente per i mili1ari della stessa. <:lasse nati dal 1° seltemb1·e al 31 <Jicembl'<' . Gli studenti uni n•rsita!"i e quelli cli scuo)e medie cli secoudo gra,do n ati in qualsiasi mese dell' ;rnno cli leva, che a vesser o dovu to sostenere gJi. esami di stato ave,·a,no la fa<:oltà cli frH1nenta.r e i co1·si del Sl~·conclo tu ruo, pròr poterli i nizia re ad esa mi già su,pcrnti. Per l 'ammissione ai corsi <li al'tiglieria e del genio eru prescritto almen o il diploma di ma turitù d11sska o scient ifica o dei corrispondenti di plomi, secondo la legislazione scolastica della ·Mon a rchia Aush-o-Uo1:gurica., òel gi1n11nsio snperiore, o delle scuole reoJi superiori, delle prnvincie cli Trento e 'rriesle. Come semp1:c, 111 prece<'i enza sarebbe stata data, in ogni modo, ai laureali ed ngli studenti i11 ingegneria, in ard1itettura , in eJettrotecinica , in scienze matematiche ,e :fi.siche, chimiche e uaturali. F iuo tiJlora i c01·si per gli allievi uflkiali cli complemento cl'm·liglieria si erano sYolti nelle a pposite scuole organizza te nelle t ispetiive giurisdizioni di d ieei Cor1pi ,cl'nrmata, eccezione fatta , per alcuni corsi nell a specialità da coRta d1e si s,olgeva1no p1·esso i reggimei1ti ctinisponclent.i.; ma per i coi-si ~ndett i appnnto nel 1D27 s i agginuse alle diverse scuole nn clle quella di Brù, del Corpo d:a rmata. cli A Jessano(l ria. I n 0Jt1·e con n)rovvcclimento pubblicato !l1dla circol. n. 8 del G.1\f.. J!)2S la Scuola militare per gli allievi u ffkiaJi di complemento del C01·po cl'arnu1ta cli Tor ino ,elle er-n a Torino fn ttnsferita a }io11<:alier i e la Scuolµ di R oma fu tra sferita a. Spoleto. Mentre però si a11clavano svolgendo i prh n i corsi annuali. indetti nel 192 , si ebbe - come giù, si acceno1-ò - il più impor tante dei p1·ovvecli111e11ti e cio<~ fa so;pp1·essi011e delle scuole miste e in sostituzione l a istituzione delle scuole d'µr rna e di spech1lità d.'ar111n, per cui ln. Scuol a cli Lncca , n cui eom nncl o fm d;1l 1° luglio 1925 era stnto affidato al colono1ello d' artiglieria Bclunrèlo .rnva, CO(I1: d'ispn ecio mirdstei-inle n. 1!)85G del 20 ottobre 1928 diven ne I;.1 Scnola ·prr gli allie,·i ufficinli di compleme11to per Ja. specialità, cla campagnri ed n cavallo: la Sc uola -

7 4 --


SCUOJ,E

m COl{SI rmi UFF .

Dr COM:l'f,. I•) ALL . SOT'l'U l•'f<'. DI AU'.rIGL IEnIA

di Brà, il c ui conrnn do dal 1° gennaio 1929 era stato assunto dal ten . co]on~ello cl' :utip;Herin Fe1fre Grandi, divenne la scuola per gli allievi ufficiali ,d'nr1.ip;lieriil delle specialitù, da campa~nai ed a cnYallo, da montagna e pe!'-ante; fì11p.]menl c la Scuola di rofa il c ni com ando dal lii gein:naio 1929 f ll affidalo al colon-

Flg. 144.. - Lucca: S cuola per All. Ufficiali di complcmeuto ùi artiglieria.

nell o d'artiglieria Riccardo Di G.inlio divenne scuoht per gli .allie vi uffidaJi cli -complemento del'la p ecialilù pesante eampale. I <·oi-si per flllievi nflic-i ali cl elln spcdaJità ,chi costa si istituitono presso i reggimenti corrispondenti di pell(len ti dai Coepi ·d ' m·mata di Verona , P alermo e Firen1.e. Intainlo il Ministe10 clellu <lnen,1 (circoJ. 582 del G.l\i. 1929) -d eterminava , <'Ome vcchewo più rlettagliatarn cute in scg oi.to, spcdaJi agevolazioni 11c ll'adem1pirnento degli obb1ighi militari per gli studenti inscritti :i lln }[ilizia universitaria e spee;iali notme p E! r il con:fe1·irnento ciel g1·aclo cli sottotenente di c:omplemcnto agli stnde1nti strssi. 1

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LE> SCUOLE>

Xulln , eniva ad es ere va1·iato pe1· quanto aveva t ratto ai norm.ali cor si allic'vi nfficinli che avrebbero a vuto r egolare svolgimento clal 20 genn aio ~l 30 gi ngn o 1930, pel'Ò a partire dnll 'autun110 di quell'anno avrehbe av11to luogo, nnnualmente . un solo corsi a1lievi ufficin li (li complemento, aal 1" novembre al

F ig. 11G. - Ura: Scuola per All. UOlciali dl complem euto d i a r t iglier ia.

31 maggio clell'aow10 sncccssivo, oltre <1ueJJi. SJ)eciali pet gli st u·cleinti insci-i tti aJJ a milizia 1mh ·crsitari a che ftves ero r hiesto di giova1·si -d elle ngevolazioni concesse dalla cir colare suddetta. I corsi cFartigli erii:i indetti fi no a tutto l'anno 1933 si svol$ero appunto presso le tre sc uole in dicate, m a subito dopo la Scuol~ di P ola fn 1:iserva ta pel' gli allie,·i uff'tciali dei betsag-lieri, e con -d isposizione mi01,istel"iafo n. 13500 del 24 giugn o 1934 a par tire dal 1° ottobre snccessivo la Scuola <:li Mon caliel"i fu destinata a gli allievi u:fficii:ili d'artiglieria de1Ja specialità IPCsante : la Scuola di Nettuno divenne a nche scuol~ per gli allievi u:ffi-ciali cli complemento della speciaJità contr aerei ed a Potenza -

78G - ·


SCUOLE

J,:

COBSI PEH U FI.<'. Ol CO)H'L . E ALL . SCYL'TUFF. DI AH'l'IGL IWHA

fn istHni ln la Bc 1t0 la i,ei- gJi aJlievi nJJkiali di com plemento della spedHlit ,ì, pesarnite campale.

Le s c11olc quindi per l'e pJ etamP11to dei <·orsi ameYi uilkiHli d'nrtigUerht a parlil'e ch!J 1° ottob1·e 1934 cli"rn1mer o cinque. Qualche corso, pe1' p0<·hi alJie\'i della spedalità. da costa, come pe1· il passnto, si espleta n1 pi-rsso qnnlche reparto della stessa specialità.

lt'lg. 146.. )foncalieri: Sruola per AU. UOìclnli di complemento tli artiglieria.

I nt~nto, aYc11do qualche siJJecialità dell'i:n·tiglieria cambiato denominazio11c i coJ·si indetti con la circo!. u03 del G.-:'i'I. 1935 P.11 asseg1nati. alle suddette sc uole furono : 1) a 1·tig-liei-i,1 di diYi~ione di fanteria : Bra e Lucctl ; 2) artiglieria t1lpina : Bra; 3) ai·tiglieria di Corpo d'armat fl : Potenza; 4) a1·tiglierin d'arma ta : Moncalieri; G) artigliel'ia contraerei : Nettuno. Per i corsi p oi indetti 11ei successivi ,d ue anni : a P ote11za (JH36) si is tituì a nc he un co1·so di a rtigJieria leggera rootoriz-

187 -


LI•: SC:UOLJ•:

Zflta ed a Pesaro (1937) con dispaedo ministeriale (cire. 720

G.~\1. 19:37) fu istituita 11na n11on1 scuola pei- i <·oi-si nllicvi uflkiali cli complemento cli artiglieria di Col'po d 'armala . Un diverso sistema. per l 'espletamento elci c01·!;;i allieYi uffi<"iali di complemento fn espel'i.menta to per quelli inél etti il

li'ig. 147. • Pesaro: Scuola per Ali. l:"fficiali cli compl.(•meuto cli ar t iglieria .

l uglio 193, e cioè fu r on o ripartiti in qnnttro t unnd eou l'inir.io pf'r ciascuno di essi rispetti vamen te il J 2 settembl'e e il 5 11 0vembl'e cli qnell 'a1rno: il 1~ g<.',n irnio e il 1:; mHl'zo clC'l 1!)3~; al r ed al 4° fu assegnata fa cllll'nta cli cinque mesi ed al 2° e 3° la durata di sei mesi. Le scuole incari.<;nte di svolgere i corsi d' artiglieri a per il 1° e 2° turno furon,o : Hr:1 - pe1· l'a1·tigli ei-ia di dhisione <li fnuterin ecl alpina . Potenr.a - per l 'artiglierin di Corpo cl'armata e motorizza tn.. Nettuno - 1per l"artigJieria controaerei.

1.!')

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SCUOLE .8 CORSI P E)R U ~'F. DI CO?IIPL. E ALL. ;,OT'.l'UFF . DI ARTIG·Ll11RJA

Per iJ 3° e 4° turno : Lucca - per l'a1·tig-lieria {1f divisione di fanteriµ . PesaTo - per l' aTtiglieria di Corpo .e}' armata . Monealieri - per l' :ntiglieria d' armata. Oltre ai corsi. suddetti, quell' nnno, fnro1n:o istitui ti c01·si anche in Liùia , che per l'artiglieria si svolsero 1presso il 20° reggimento arrigliei-in cli Corpo d' armat a, a Tripoli e in A.O.I. presso gli Euti mili.tar·i -di Addis-Abeba, <lesignati dal Governo genernle clell'A.0.I. L'anno dopo però, <:on l'or-dil1t-11nza del 30 m:aggio 1939, (circol. 403 G.M. 1939), si ritornò al sistema dei due turni annu ali e d .oè il l° eon in izio il J settembre 1939 e termine il 29 febbr;1io 1940 ed il 2° con inzio il 15 geai1n aio 1940 e termine il lG lnglio 1940. Per i corsi istituiti il 10 aprile del 1940, quelli da svolgersi in Italia, furono parimenti suddivisi in -d ue bloc,ch.i: il 1° con inizio il 1° settembre 1940 e termiJ1e il 2S febbraio 1941 e il 2° blocco <;on inizio il 15 gerunaio 1941 e ter:m~ne il 15 luglio 1941. I corsi in Libia avrebbero avuto inizio il 15 novembre 1940 con iermine il 15 maggio 1941. Le scuole designate per lo svolgimento clei corsi l)er l'artigliel'ia furono le stesse. Per l'n r tiglicria conti-Herea. <p1 esto fu l'ultimo corso svolto presso la Scuola cli tiro cli Nettnno, mentre per quelJf:l spc~cialità era stata allestita, come vedremo, la. Scuola di Sabaudia (fi marzo 1941). l ;n'altra scuola pe1· allievi uflìciali di complemento d ' urtigJieriu si istitn'ì. a Nocera Infel'iore (23 lnglio 1941) dove era eessa ta . sin chtl 2 febbnli.o (li quell'anno, l ' attivit:\ de:Ua scuola per sottufficiali cl' :utiglieria . Per il ciclo 1!)41-42 nnn dis[)Osizione del 27 mnggio 1941 stabiliva ]' espletamento dei corsi. per allie\'i ufficiali di complemento, iu tre tm·ni e éioè : 1° turno : 1° settembre 1941-30 novembre 1941; 2° turno : 15 die<~mhre 1941-20 m:irzo 1942; 3° t urno : l" nipd]e-30 giugJrn 1!)42. Dato il periodo ec<·ezionale -di. guerra, per esigenza d 'inqu;:tdi:amento di reparti nuovi o in ricostituziorw. ,con l'ordiina nza del l'" ottob1·e Hl42 . che istituiva i corsi nllieYi 11flic ia]i di comr•lernento cln espletare dal 20 gennai o nJ 30 giugno clel 1943, fuO

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LE SCUOLE

rono allargate le fonti di rec.:lul,11nento ~ sci1 pito, 1naturalmente, <)elle qualit,\ e tali p ro vvedi.ment i, predisposti secondo un piano di <.:ostit uzione clelFEsercito che noli potè attuarsi , crearono pletora in alcun e anni e clc:fieie,n,ze in altl'e.

Fig. 148. - Noccr a I nferiore : Scuola l)<!r All. Sottuftic'in li di artiglieria.

Vi potevano partecipare infatti :

- sergeu ti che av<~ssero ultimato ii sel'1Tz10 èli leva nel 1942 e che ave sero pr estato ervi:do in A .S., in R11ssia , uel l\fo11tenegro, in Ore<:ht, in, E geo , i,n Albauia, in D alma zia, in Slovenia ed in Crnazia ; - sergenti proveni<•nti ,cl ai bn tlaglioni <lei GG.F:B'. dislocati in A.S.; - sergenti 1p roveini e,n ti cl:ll l ", 2'' e :1° corso prepnrat ori o di addestramento (compresi i l'icbi amati o trnttcnnti) i quali 110n f osse1·0 stat i ammessi ni col'si ,precedellti , pm',chè la non av,enuta ammissione llCHl' fosse stutn clon1ti1 a ma111Cj'ln 7'.a af r equisiti richiesti: -

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SCUOLID E CORSI PER UFf<'. OI COMl'L . IT· ALL. SOT'.L'Ul•'f<' . DI AR'J'JG LIEHIA

- se1'genti in possesso di titolo di studio obbligatol'io, p rovenienti dagl~ istitnti militari; - sergenti che per motivi èl i !';alnte n,ess(~l'O riportato giu·dizio «sospensivo)) pet l'ammisi':ii()J)e ni {:orsi A .U .C . ini7,iatisi il J ngosto del Hl4,2; pur,chè nna .clal;t della eompiJa7,icJ111e del -0n10vo rappo1·to informativo rn;esse1·0 acquistalo la pieDa idoneità. fisica e fossero stati 1·iconor-<.:inti in possesso elci prescritti requisiti; - setgenti non ammessi per difetto ,cfol titolo di studio ai corsi A.U.O. de] 1° agosto 1!:142 cli artiglieria e genio e trasferiti nell'a1'rng cli fauteria , semp1·cd1è avessci:o l.'iportt1to giu(li zio favorevole ~n sede tli nt ppo1·to informa tivo ; - sergenti che avessero J·iportato giucli:do cli idoneità, concU:donata (es. : idonei alln fanteria od ai servizi ma non idonei alla. cavellerin, pi bcrsagHe1·i, agli a)ipini ed ::ii carristi) e the pertanto non foss<~ro stati an1m('Ssi ai ,c:orsi A .U .C . ,d el l° agosto. Tnli sottufficiali avrebbero <loYnto cssc~re ripresi in esame clai corpi c:ni etano effettivi ecl es1scre gi udif:nti gcnericnmcnte idonei. o meno; - 11.ni versitari proYcnienti d::i l 4° r·orso pr(~pa r1-1torio di acldestn1mento e universitari che avessero ultimato con esito fa. vorcvo)e i due periodi prelimiinuri dei corsi A .U .C . cleJla milizia u,niversi.tnria e che fosse1'0 stnti diretramcnte ammessi a sostenere gli esami· per il conseguimento del grado di sergente~ nell;t stessa epoca in ·Cui vi sareblwro stati sottoposti i caporali del 4° corso di addestramento in base, a1le apposite clisposizio1ii im-p:wtite dal M:inistero (Dire?:foue Gcmerale Leva Sottufficiali e Trnppa). Nelht compil;rnione della gracluatorin i miJitari amzidetti av.n~bbero dovuto essc>re iJ1tercalati in base al valore del titolo di studio iposseduto. Potevano partecipare ai corsi. << a doma1JC1a >) allo scopo di ripianare eventuali posti disponibili : - sergenti maggiori e sergenti tratte,n uti o richiamati tille armi, con titolo obbliga torio, che non avessero frequentato alcun {'Orso preparatorio cli adclestrnmcuto, perchè già rivestivm io il g1:aclo cli sottufl:ìdale. 0

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L0 SCUOLl9

Il 2° eoncorso ùeJl' an110 1943 non ebbe pra tica applicazione in seg uito fi gli 11vvenime11ti deH'< settembre. ah-o che ill questo ultimo periodo di guerra, pi uttosto eaotico, i critei-i di rettivi enrnurnti <li nrn 1( i in anno per lo svolgimento dei <:orsi nffic:in1i d i compJemento tn1cci:wano in mnniera chial'il e p1·ccisa, la via da seguire pel 1·11ggi1111girnento ,del!~ fi1n;,tlità the si volevano conseguire, doè di tra sform al'e i giov:rni allievi, cla spensierati, vivac-i , es 11 b(~1·anti st 11 clenti, in « uomini di a:r,ione )), cioè i n cornamlm1ti., ('Ol fo1·mal'll e il q1rattcre e eon l' instillare neffanimo loro j] se11timc11to dcJl' onor e milital'e del (lovere, lo spirito éli s11crifi<·io e cli ubn eg-nzione, ]' i ntima essenza clélla disciplina ; col cl a re }(WO nn conedo cli cogniziOJ1i teo1·icoO)J'f-ltic he, s ulle urntei-ie d 'iriseg-unmenlo stabilite. B isog11arn qnindi proporsi e(l ottenere <·he gli allievi las<·iassero la sc.;uola - a :fine <:orso - formati pdncip alm cnte tome educa zion e spfri tua le e co n 1111 corredo cli sostarn~inli cog11izi oni tecnico-p1·ofcssioil1 ali e conoscenr.e prntiche {lel se1·vi½io , da es8erc iii c<mdizio11i, quelli <li nrti ~Jie1·i,1. di. esplet~ re - ai n .• ggi menti - locl evo lmente i (·orn pi ti c1i !i-11.haHeru i tli ba t1'erin e di buoni istrnttori. Gli uffic i.ali perciò addetti all e se t1ole er nno scelti 111011 solo fra i migliori , in quanto a preparazi one professionale, ma fra i più cap aci p er esempJm·i µttitndi ni militari e didattiche. 1

9 - I 00::.UANDAKTI DELLE S CUOLE ALLl KVI GFFI OIA.Ll DI AH'I:I GLIEilIA. SCUOLA

Col. Col. Col. Col. Col. Col. Col. Co l.

Ji'elice GnAt-"DI Riccal'do P1·1:-1'1'fMA'Ll,I F abio )[EuZART Guido Bo:-:1,; r,Lt Benedetto PASQUA 01 Hiceal'do P ror.m Oon adino Tn1co1,1 E nrico FIA NCDINO -

nr

TI RA.

H1 sciwr,1E

792 ·-

1929-) 933 1933-1 !)35 1!)35-1937 1937-1937 1937-1938 1938-1!)39 1939-1942 1942-1943


SCUOL!<; E C'ORS J P 1•:R UFF . DI COMPf,. E AL L. SOT'rèWI•' . DI AR'.l:fGLTEJUA

~COOLA DT L UCCA

Co l. Edoai:do UvA . Col. Vittoi-io MARANGIO Col. A l be1·to P nn uci-:nJ Col. P iet1·0 B ELLETTI . Col. radd ~ N0c1u Col. Giuseppe IACOP0T'l 'I Col. Cici to Fno::-1 tH.-\ Col. R obP1-to B sr.A1mIN1 Col . Ma1·io Gm cc10Lr .

1!)25-1931 1931-1!.>H:3 HJ3:3-lfl3J 193-!-19U 1934-J!)36

1936-19~8 1!)38-19:l:O 194.0-19.J.2 1942-19-i3

SCl' OL.l DI :.H O~CALIERT

Col. A lfoui-o OLLE.mo Col. Car lo UmmTIS Col. Si lvio H o;-11~1 'ol. Albe1·lo

193-!-1D35 1935-19:16

1936-1937 1937-1!)38 1938-1!>40

Mt:RER

Col. Giov:111ni T.-wA:t:tANI Col. A l do V BBM•:Y

19,lO-J !)43

SC'UOLF. DT :.YFITTU XO E SA R.\l 'Dl A

Vedi: Le Scnol<' cli t i ro <l ' nl' t igliel'ia (c·ap . unclke:--irno). ,SCC OLA DI NOCER J. I.N l!'E RlORF.

··01. Armando CnunAZ7.0

19-11-1943

SCUOLA DI 1°.L:;~AHO

Col. Gi useppe P ACCA Col. Gaetano Gu NNuzzr

1937.19.rn ]940-1!):l:1 1941-lD43

Col. A lfrE><lo B10ccA SCUOLA DI l'OLA

Co l. Riccn1·do or GruLro

1929-1933

SCUOLA DI I'0TEN7.A

Col. Luigi ~INCI Co l. Ulrico VITALE Co l. Ernesto M AFFl•lI

1 934:-1937

1937-JU:!,2 1942-1943 ·-

793 -


Alberto Pr!micerj

Riccardo Pentlmalll

Luigi Ninci

I Paride Negri

Fabio Merzari

Guido Boselli

Giuseppe Pacca

Ulrico Vitale

Riccardo Pepe

Fig . 149. - Comanda nti d elle Scuole A.U.C. cli Artiglleria.


SCUOLE E COBSI PER U FI<' . I)! COl\:CPL. ID ALL . S0TTU1fl1'. or AHTIGL!l.:HlA

Corractino Trlcoli fl~.

Ernes to Maffcl

1:;o. - Comauduuri cl elle Scuoll! ,\.-e.e.

<li Artiglieria.

G. - Hi (:<mlere1110 ora b1·cyernc11le i c·u1·si pe1· g-Ji stuc1enti 1111iw1·sita1'i iscritti a lla milir.ia unhersit,Hia. P er qn('sla u 1tpgol"ia cli gio,f!ni , il Mini~tero cl ella Go ena, cnJ1 disposir.i o1u e <kl 19 s!'llcmbre Hl:2!), in :1r1J1onia nJl e ,norme stnbilitc clnlle leggi i-:ul r eclntame111·0 in Yigo1·e d,11 1923 , (1·elatfro all'ohlJligo cli freq nenza dei <·01· ·i orcUn ari Q)er allicYi uffici n1i di eorn1ple1J1ento per coloro eh{~ era Ilo in poss1'ss0 cli d(' lerm inali titoli di studio) ed al R. cleneto del 4 agos i·o 1924 C'he app1·oyaya l'ordinamento della :ll.Y.~.N., di ·pose per l'espletam ento d ei corsi per g-li univc1·sitari isi·ritti aJla M .V .R.:X . mn l:he si s;uebhcr0 effett1rnti a titolo ,cli t'sperirn ento, P<'l' la p1·ima volt a, pr<>s o In 1rnhersitù di Tori no , )1ilano, P ndo,n , Dol og-nìl , Firen½e, Roinn, Napoli e Pale1•mo, a c·omi.nciare clall'.11mo scolastico HJ2!J~30, sotto )'nlta vigilnnza dei Comnll(li di Col'po

-d 'n rm ~1ta . Agli st11<1enti delle università prPrlettc snl'chhero slate volte, ònr::mte l 'nt11110 accademif'o , isfruzioui miJitnri p1·11 tiche e lezioni s n materie milit ari cli earatte1·r ~:c1Jernl e . eomnni doc' a lle armi cli fan teria, c·;1yaJJerf;1, nrtigli e1·ia e gc11io. Dm·ante l e va rn~w;e estive sarebbe statn , invee<\ imp:ntita l 'ii:;frn;-;ionc Rpec-i nle d ' arnrn. -·· 795 -


Ll•: SCUOLE

Le istt nzioni e le Ieiioni so prRcce111nate i-;i sarebbero svolte in rl 11 e anni consecutivi in au alogifl a quanto er a stato sfo bilito pc1~ l 'i. truzione i])reruilita 1·e. GJi stu<lenti rico1nosduti icl.0111ei nv1·ebbero nequisito il gTn<lo di sottotenente di complemento e, dopo sette mesi di ser,i:1.io ipresso i corpi, sarebbe1·0 stati <·ollocati in c.ongeclo . Il prede tto servizio cli. prirnn nomina, co l grado di SPttotelì<'llte di C'omplcmento, poteva e~ser e i~1iziato al termine degli stu di universital'i nell'ep oca che siuehbe statn indi cata, e, ad ogni modo. non oltr e il 26-0 anno cli et.) . Le istn1zioni militm·i praticlle (adclestrmnento indiYidna le comune a. tutte le armi) si sarebbero svolte a <·lira dell a milizia universital'i !l duninte l'an no aceademico . nelle or e a 11 timeridi,rne d ei giorni festivi, scc:on<lo norm e che 1,iarebbe1·0 st<1te emm ,ate clnl M'inistero d ell a G11 errn (Coma,ndo ,d el COI'Jl O l1i Stato Mnggiore) . Si si.nebbero impiegn t i, i11 meclin , 20 giorni pe1' ogni an no scoliistico sulla basP cli ~ ore al gior•n o. Le lezi011i su mntel'ie milit:n·i (pal'lc tecni<-n comn11c a tutte le Hl'mi) sa1·ebbero state svolte, sotto lH dfrp7,io11e cli nn <·olon 11ello , da nfficiali dell'Esereito s nlle <lirettiYe di q11a1n,to <:011teneva110 le « Norme gener111i e progrmurui t1'iusegrnnuento dei corsi alJievi uffieilili di complemento>> <' cli qnant o s,Hebbe stato in dfrato dal ì\frnislero della 0-nerra (Comando cle1 Corp0 di S tato ·Maggfore) . l)iette lezioni i;H r ebbc•1·0 state aU'inci1'ca fiO, in dascuno dei. dn e n1111i a<:cademil'i 192ç)-:30 e rn30-31. L 'i.struzione speciale d'arma comp1·encl eya una IJ)arte teorica relativa all'imnH pn~sceltH ed un n parte prati.ca r elativa, p e1· ]'ar tiglierin, all'abilitazione nlle fu u:doni cli <:omandm1te di sezione e, f;a t ebbe stnta svolta ,presso Je stuole a llievi ufli.ciali cli. complemento, ,da lla metà cli Inglio nlla wetà di ottob1·p, in due nnni <:0nsee11ti,i (HmO e l!)~l) . Gli allievi uffi<:ia li di nrtig-lieri.a sarebbero sfati avvin ti alle rel.l tive scuole cl ell' µrma . L'nssegm1iio11e a ll'anua pl'eferiti:i si sar<:>hbe fattn. in bnse all' Httitucline fisiu1 , alla dispnni.bilità dei posti. ed in hHse al criteri o di prefel'ire gli studenti delle c:nole di ingegneria , <lei -

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SCUOLE E CORSI PER IJ l'f<' . DI COMPL. E' AJ,L . S(Yr'l'UFF . D1 AR'l'!OLIEHIA

politecniti e ,d elle faeoltà, fli sdenze m;itemati<.:he, fisiche e naturali per le anni cli artiglieria e del genio. Durante l'anno nccademi:co, gli stucl<:mti dipendevano ùai <.:Ornandi de-ila. milizia uuiversitaria, per qunn.to concerneva la frequenza. dei corsi militari e 1a ,d isciplina; per le lezioni teoricopratiche dipcnclcvano da apposito colonneJlo direttore dc] torso; mentre durante i peri odi estivi, presso le scuole allievi uflidali, sarebbero stati consid erati, ;1 tutti gli effetti, c·orne mi litari di truppa ed avrebbero porttlto il dist~ntivo cli allievo ufficiale di <::om plemen to. • Ai fi ni disciplin ari e rrwtrieofal'i, poi, sarebbero stati c onsiclerati in co,ngeclo provvisorio, nell' hìtcrvallo f r a il primo ed il secondo periodo estivo . Successivamente (2 gennnio J.!)20) furono e1Uanate, in aggiunta, alti-e norme e, fi,nalmentc, con dis1posizio,ne del 10 nprile H.130 (cireol. 214 G.M. 1930) il l\ii11istero fiss,wa la data del 15 luglio successivo per Finizio ,d el 1° periodo delle speeinli i8truzioni ·d' arma, per p;li allievi uffid~li di complemento dei coJ'si universitari ,c he avessero compiuto Fapposito periodo di istru zoni prc~sso le~ univeri::ità . L'istrur.ionc cl' ar-ma per gli a:;;piranti ai corsi di artigli<>ria sarebbero state impartite presso la Scuola di Luc:ca 1per hl spe<.:iµlità, da campagna e presso la Scuola éli Bra per la spedalità, da mo1ntag11a . A tale periodo cli istruzione seguiva un camipo d 'arma della durata <li 4,0 giorni. L'organir.,r,a1,ione gc~nerale ·dei campi stessi, doveva ,:ssere regolata con moch1lità, an;:iloghe a quelle fissate con la ci1·col. 17J2 de)l'S febb rnio di queJl'arnno, per fo esercitazioni di campagna del1e truppe; oltre dò, giusta qwi1nto era eletto nella ,circolare 1587 del 4 maggio 1930, il periodo del campo doveva valere a ritempr;1re i giovani dopo l'anno cli. stndi presso le università e costituire un l avoro piacevole ed un nllettamento : 1H stessa circolare prescriveva d i tendere a dare ai campi, 1per quanto compatibi.le con le esigenze dell'a.ddcstrnmento, carattere di campeggio in r.oine salubri e ridenti. - - '797 -


LE SCUOLE

Con cli. posizione del 16 otlohre 1930 (circol. G27 del G.:\L J030) i1 ,\{iuistero if,tit111 il :?° torso elle si sYolse nel biennio scola stico 1!)30-31 e J fJ:31-32. Le sedi 1rniversit:n·ie prcs:o le quaJi ebbero luogo le sp(•dali ii,,truzioni militari fo rnno le segnennti : Hm·i, B ologna. Cagliari, Catania , Fitenze, Gr 110yn, :Milnno, J[ode11:1, NHpoli, PH<.lon1. Pa'letmo, P ;,11:mn , Pavin. Pcrng'i n, Pisa, E.orna, Tol'ino e Yc 1tczia (Rc110la Ruperiore cl i Corurncrdo). Anche J'anno <10,po fm ·m10 indetti i c01·si per il succci::sin> uh' nnio iH(li.can<lo c·nmc sedi clel'le spec-iHli istl-11zioni miliinl'i 1e uniYcl'silù di : Bnl'i. Holog11111. Caglind. Catania. li'itenze. CeJl Ma . }facera ln . l\fes,.:inn. -:'lrihrn o. Modenri, K apoli , Padova , Palrrmo. P arma, Ì'a Yièl . Perugia. Pisa, R oma . Rassari, 8ic1rn, 'l'or ino e Vene:da (Rcnola Rupe1·iore cli Comrn erdo) . Le stcs~<' norme pubblkn te Ml HJ:31 1'egolaro110 poi i c·nrsi irnlelti 1wi dn e anni F: uc·ces~id <' ehe poi. rit occale ccl ordinate. fnrono pnbbficate ton la cin·ol. 22 del G.U. J!):3-1., che ist-it1fr.'a .i <·m'si cla i:;,·o)gcrsi nel b'ieunio lfl:34-3~ e Jn:35-31i. I cot!-Ì alli.eYi ufl'i.1-i ali cli <·omplem.eulo per g-li stmfonti mliyr1·sitm·i isnitti a lla :\I.Y.R. N'. !'.i svolsero fi110 :11 HlH e per Ja pn rte applitatirn clC'i corsi cl ·a1·tiglici-in anno per nnno, furono designate ·1e scguen li senole : B1·n e Lucca ( I!)30. J.93J , 1932. J !)33. J 934:) ; Bra (l!)~fi) ; L11ccn, Bn1. 'Moncnlic1·i. P otenza (J93G) : Bra , Potenza (1937) : Luf'ca. i.\foncnlieri Hl:38) : Bra. P cs:u·o (H'l39) : Lu c·c·a, J[oncnlicl'i, Potenza (1 fJ40); Brn , I..111cea , 'Pesaro, Rn ban c1ia (194,1 ). I progr11rnmi cl rg-li insegnamenti per l'ad cl estl'nmento tec· nico-profes. ionfl) e, (111·0110 a n che essi. anno per anno, oggetto cli accurnto e profonclo stmlio per cui venivan o <·.ostainte:mente ug-g-io1·nali in inmonia 1iJl 'evol 11 zioue dell e sciemie m ilita ri. « Chi nspirn all un c·oman<lo qualunque esso sfa - pre. cri,·cyano ]e norme g('inerali, per le ammissioni. ·pubblicate nel Jfl.J:O - deve esse1·e uomo d'?zione : cleve possc>·<lcr-c energln, virncità., nrclimento, fi dncia i n se stesso, nscenden tc• m orale . or~oglio delle proprie l'<'~ponsabili tà )) . Queste qualità si sdluppa Ynno appunto nenn ruola. c:on l'educazione fi sica , con que1ln militnre e ('()ll qucll11 spiritn nle, a :ffi an c~i.o 81Ppu,n to, da un approfondito nddestrarnento spcc:ifico inerente ai com!l)iti dell 'm·ma . 0

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SCUOLE l•J COHSJ l-'RR UIJ'fi' .

J)I

COJ\ll'L . E ALL . SOT'l' Ul~IJ'. or AHTIGLU:HIA

E dalle scuol e us<:iro110 giova,ni u:(lidali <li cornplemcllto the tliede1·0 snl campo ùj battaglia prove smagli:u1ti 1i rapadtà. e di perizia. Le nrn terie di insegn ame11to per µ;li nJli evi ufficiali d ' :ntiglieria. COlll!prencl e nrno <' sen:;r,in I ment(' : - nrrni, tiro e materiali ; - aclclcstrflmento al comhattirneuto; - no:;r,ioni milital'i; - istruzioni prnli che (L1·n c:ni l'equi1n.zione per le specialità. deJl · artigJieri,1 di risiona le e<l ,l lpiirn : a ntornolJilism o per tutte l e speeiaJ it :ì. a t 1·11i no me(THHÌ<'o , ghmnsticn) e scuola di <:ornando per tnt ti ecc . Og1nii c:01 so Ycnh-11 ,dia fiue completato eia un campo d 'cn·ma della clul'lì ta cli drca 1 mese. 7. - L'evolnzione tielle id <1 e, il pcrfezio,11amento dei mezzi o l'udozione cli 11uoYL quindi l 'evoln:done cleJla tat1i<:a e dc•Jl'organica esigcrnno aggi01·1rnmento dei t1naùri di COfilil>lemento per eui l 'istiluzion e di t:01·si) per gl i nfli.c:iilli di t:ompl eme111,to iu congedo, la cu i frcq uenza <.:on giudb:io fil rnrevolc costituì condizione ncc:css;u:ia p er 1\1ya11zamcuto. Detti corsi incorniJ ,e:iar ono a svolgc~rsi nel 1!)30 (legge 957 del 10 lugJio), l'iserrnti a sottotw<'n·li, teJtenti e C'apitani, ed t' stesi poi (.193:5) a nche ni mag~io1i, er nuo mganizza ti pe1· Corp o d'armata che ne affida va lo svolgim ento a C)nalche reparto, e, se il numer o {legli is<Til ti lo consentiva, erano divisi per nrma ed anch e (Per s p edalità. Oomp1·enclcva no uain parte illusti-ativa che veiniva svolta in mrn o due riunioni settimana li sera li, e una parte appli<:atha cln svolger-si con 10-15 esercita½ioni con i qun cl d e ,con la truppa . J,e no1·me che regoJ;1va'l10 qu esti eorsi ed i programmj degli insegnamenti fnrono r itoccati ed aggiornati, a nno per anno, ma l' indirizzo fondamental e delle istrmjo1ni rimase immutato. I r isultati, in gene1·c, fur ono assai modesti , per aggiorn a re J.'aclclestramento di C)_11 csti ufficiali sare bbe stp,to assai ipiù utile il richiamo in servizio d'autorità, per un certo periodo, come si pratica va prima del l 914. -

790 -


LID SCUOLm

8. - Come si è già accennato, i pr imi corsi allievi sottuffici:i li del dopo guerra. furono disposti dal Mi,nistero della Guerra il 2H ottobre 1920 presso le stesse scuole degli allievi nffic:iali di complemeinto e precisamente per le diverse specialità dell'arma ,di artiglieria) nelle seguenti sedi: 'l'orino, M:ilano, Verona, 'l'riei: . te, Firenze, Fano, Roma , Na poli, Bari. e Palermo; per la sola specialità da. campagna: ì\fodena; )_)(~r la specialità da cost11 : Genova e, :6.n;:ilm.e.nte, per le speci.ulitù, pesante emnpa le e da costa : Livorno. Potevano essere ammessi ~i corsi sud,cletti : le ree) nte della clnsse 1901, senza dover assumere spcc:iale ferma per l'aJi1missione; le reclute dell a, ·Stessa classe alle quali fosse stato riconosciu t o il d iritto al1a riclm;i.011e della ferma ed infin e i p:iovani che 11011 avessero µ1ncora eoncorso nlla leva e che nvessero com piuto il 18<' anno cli età entro il 30 novembre 1B20 (~d avessero assunto, quali volontnri ordinari, ln fe1·ma cli tre anni. salvo a commutarla all'atto <lella nomi,na a serg-e]1,te in qnel1a di çl u(~ anni nella qnnle e1·a compreso i) s,~rvi,d o già prestato. Una successi va ·disposizione min isteriale (21 ngosto 1921) fissava qu indici scuole per allievi sottufficiali e cioè, una per ognuno dei CcJJ'pi d'armata di Tori.no, Mila1110, Vero,n a, Bologna e Trieste; c1ne !l)er ognuno dei Corpi d'armatn d i Fire11ze, Roma, Bari, N;:ipoli e J>aleT'Jno; quest e seu<Jle con altra dispo sizione del 28 ottobl'e stesso anno, furono designate a.nche per i eorsi aJlh~vi uffici.ali cli com.pJeme11 t o. I corsi per allievi sott uffidali. si segnirono an nualmente regolati da norme e pl'ogrammi che, anno per ain:no, venivano ritoccati ed aggiornati, 1pel'ò, per i corsi indetti il 9 ottobre del 1923 e ehe si iniziprono il 1° dicembre suecessivo, a differenza. di quanto si era prntieato precedentemente , g·li aspiranti fnro no riu.n iti presso i c:orpi in speciali plotoni allievi caporali e presso i c01·pi stessi. trascorsero quattro mesi per le istruzioni pre,para torie e poi passarono alle scuole per le successive istruzioni teoriche <~ prnti che. U n diverso ordinamento aindò in vigm·e p(~l' l'espletamento dei. corsi indetti il 14 settembre 1926 e cioè i corsi stessi ebbero inizfo p1·esso i corpi e gli allievi fu rono riu:niti i.no a1ppositi plo toni per c:ompiervi un periodo di nddestrnmento deHa durata di -

800 -


SCUOLE W CORSI l'ER Ul!'l~. DI COM PJ,. lD ALT,. SOTTUl•'IJ', 01 Ail'.l'!GJ,lF.RIA

quati1·0 mesi, dopo il quale, gli allievi risultati idonei invece <li passare alle scuole, fnro,no J·ipartiti presso i COl'Jl)i ove dopo un certo periodo di servizìo, a cura elci corpi stessi, se ne accertò 111 idoneità. al grado di capor al maggiore e, successivamente, al grado di i,m'gente. Con lo stesso on1i11amento si svolsero i corsi indetti nel 1927 (circol. 438 G.M. 1927).

F ig. 151 - Nocera Inferiore: Scuola per allievi ,Sottumciali di Artiglieria. (Il Sacrario).

Ma per quelli indetti successivamente (circol. 2,2 ùel G. l\L 1928), il Ministel'o della Guerra , oltre a sudéli·ddere i <:Ol'si in due blocc:hi che ebbero , rispettivamente, inizi o il l'' maggio ed il l° 01t0vernbre (li quell'anno, ne orclinò lo svolgimento, per le varie specialità <li fantel'ia ed artiglieria (meno qnello da costa) presso le Senolc cli Modenfl , di Casagiove (Caserta) e ipresso la isritu ernfo Scuo)H cli Rieti. Fece errezione urn torso pe1· artiglieria da co ta attuato presso il 1° reggimento da costa a La Sper.ia. -- 801 51


LEJ SCUOLE

Una successirn -disposizione ministeriale del 26 maggio 1928, che disciplinavn le scuole di reclutamento, confermò, come abbiamo acceamato, tre scuole per allievi sottufficiali. L' anno dopo 1Però, per lo sYolgimento dei corsi dei sottufficiali, andò in vigore il più l'azionale provveclirne.nto, quello cioè della soppressione delle s·c uole miste e l'organizzazione delle scuole d'arma.. Di conseguenza per i corsi cl'artiglieri;:t fu istituita l a Scuola di Modena comainclata cla1 col. Silvio Brainca ccio e presso quella Scuola si svolsero i corsi indetti con disposizione dell'8 febbraio 1929. P er l'artiglieria da costa si effettuò un corso a La Spezia. La. Scuol;:t di Modena per lo svolgimento dei c01·si allievi sottufficiali <.!:'artiglieria. ebbe di vita appe1ia un anno perchè il Ministero della Guerra, cm altra disposizio01<:l del 27 feb braio

Silvio Brancaccio

Luigi Mazz1n1

Gaetano Alagia

F1g. 152 .. Comandanti della Scuola Allievi Sottufilciail di Artlglieria.

1930, nell'indire i corsi per allievi sottufficia li di. artiglieria che ebbero inizio il l° maggio di quc~ll'anno, st;:tbilì per lo svolgi-

mento di essi l'apposita Scuola di Nocera Infe1-iore affidata alle cure dello stesso colonnello Brancaccio. Questo provvedimento trovò poi conforma (11ell'ordinamento delle scuole militari che andò in vigore il 1° maggio successivo. -- 802 -


SCUOLE El CORSI PlDR UFF. DI COMPL. ID ALL . SOTTUFF. DI ARTIGLIIDRIA

La Scuola allievi sottufficiali d'artiglieria di Nocera I nferiore continuò a funzionare anche negli anni successivi ed i coma111da[llti che si seguirono dopo il col. Brancaccio furono i seguenti : col. Edoardo Niutta, col. Luigi Mazzini, col. Gaetano Alagia, col. Armando Chiarazzo, col. Francesco d'e Oaroli. In data 3 febbraio 1941 fu sos1pesa. l'attività della, Scuola allievi sottufficiali d'artiglieria di Nocera Inferiore, che nel successivo niese di luglio, . come abbifl,mo già accennato, si tra.. .sformò in Scuola per allievi ufficiali cl' artiglieria di complemento.

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CAP ITOLO TREDICESIMO

Il servizio tecnico di artiglieria A L'ORGAN IZZAZIONE DEL SERVIZIO TECNICO DI ARTIGLIE• RIA. - B - IL CO.R SO SUPERIORE TECNICO DI ARTIGLIERIA. C • IL CORSO SUPERIORE BALISTICO. Q

A

L'ORGANIZZAZIONE DE L SERVIZIO TECNICO DI A RTIGLIERI A

1. . Gli organici del ruolo s pe ciale tecnico di artiglie ria alla fine del conflitto 1915- 18. - I Capi e i v ari Ordinamenti del Servizio te cnico di artiglieria dal 1919 al 1926. - 2. - Le varianti alla legge del 16 dicembre 1926. - La Direzione Superiore del Servizio tecnico di artiglieria dal 1926 al 1943. - 3. - Cenni biografici dei Direttori s uperiori del S ervizio tecnico di artiglieria (191 9- 1943).

1. - A caipo del Servizio tecnico dell'artiglieria, alla fine della prima. guerra mondiale, era il ten:. gen. Alfeo Olavarino con la carica. di Ispettore · delle costruzioni di artiglieria. Alle sue dipendenze, dedicavano la loro opera. a. quell'importante settore dell' a.r ma (1919) tre tenenti generali, 12 maggior gm1,erali, 28 colonnelli e 10 tenenti colonnelli. La, maggior parte cli costoro lasciò il servizio attivo nel periodo di qualche anno; di. alcuni di essi, eh.e ritroveremo a posti di maggiore responsabilità,, avremo occasione cli parlnre in seguito. Nell'ordinamento iprovvisorio cleJl' arma di artiglieria fissato col R. ,decreto n. 2143 del 21 novembre 1919 veniva confermato l' Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria. che rappresentava. il massimo organo del Servizio tecnico dell' arma. A tale s<~r-- 805 --


SIDltvIZfO TECJS"ICO DI AilTIGLH:'RJA

v1z10, ribadiva l'ordinamento in questione, sarebbero stati pe.rmanentemente adibiti ufficiali generali ed ufficiali dell':nma costituenti un ruolo special e. Lo stesso ordinamento determinava la specie degli stabilimenti d'artiglieria: - fabbriche d'armi; - arsenali di costru?:ioni; - l f1 boratori di precisione; - laboratori pirotecnid: - polverifici ; - o:flicine di costruzione. Il numero ne sarebbe stato determirnato iper decreto reale. Il successivo ordinamento del 20 aprile 1920 confermava l 'Ispettorato delle costruzioni tli artiglicl'ia quale massimo Ente del Senizio tecnico clcJJ'armn, al quale servizio vcnivnno permi11nentemente adibiti ufficiali geinerali ed ufficiali <leli' a l'!na. d'artiglieria costituenti nn ruolo specinle. Sarebbero ~ta ti assegnati in seguito d.e finitivamente a ta le ruolo gli ufficiali che avessero segnito con ottimi risultati il Corso superiore tecnico di artiglieria e prestato lodevolmente servizio presso gli sU1bilimenli dell'arma stessa. Potev;mo essere destinati al Servir.io tecnico, co!D!tinnando ad appartenere al ruo]o combattente dell'arma, alcuni ufficiali aggregati, per coprire vacanze degli ufficiali tecnici nel loro ruolo. I n via eccezionale potevano essere destinati agli sta bilimemiti come com1:1ndati, anche ufficiali di altre armi, spcci.Hlisti e 111otoriamente competenti in determinate applicazioni tecniche. Questi ultimi però non sarebbero stati computati nel ruolo tecnico. L'organico degli ufficiali del ruolo teenico di artiglieria era il seguente : - 1 generale Ispettore cleJle costruzioni d'artiglieria (generale cli divisione o di brigata); - 2 generali adclrtti (generµli di brigata); .-- 9 direttori delle costruzioni d'artiglieria (colonnelli o ten. col onnelli) ; _, 66 addetti alle costruzioni d'artiglieri a (ten. colonnelli, maggiori, capitani o tenenti). -

8 06 -


L,ORGANIZZAZIONE J)JN, SERVIZIO '.l'l~C'.'!ICO DI ARTIGLIERIA

N ell'ordi111amento successivo (R. decreto n. 12, circol. 15 G.M. 1923) il Servizio tecnico di artiglieria venne vosì costituito : a.) 1 direzione. SUiPeriore delle costruzioni d'artiglieria ; b) 1 direzione delle esperienze cl'artiglieriµ, con sezione staccata e ufficio tavole di tiro; o) stabilimenti d'artiglieria il cui numero e la cui specie sarebbero stati stabiliti con decreto reale in. relazione a.1le esigenze del servizio. Per il Servizio tecnico cli art.igli.eria (ruolo tecnico) : - 14 direttori di stabilimenti e capi servizio (colonnelli e ten. colonnelli); - 14 vice direttori, capi ufficio o ca1p i sezione (teneiuti colo111nelli e mttggiori); - 60 addetti (capitani o tenenti). Inoltre alla dire:àone superiore delle costruzioni e negli stabiliment i d'a1·tiglieria erano coma1ndati ufficiali cl.elle varie armi e corpi, per n disimpegno -d i mansioni tec.niche (osservat ori industriali, ecc.) e per iJ disimpegno di servi.zi ausiliari al servizio tecnico. Quest'ultimi erµno cos'ì. rappresentati : - 12 tenenti colonnelli e maggiori ; - 55 ufficiali inferiori. Detti uffidali erano compresi ,nei quadri dell'arma e corpo rispett ivo. Nel 1921 il gen. Olavarino lasdò il serv1z10 attivo e l'incarico di reggere l'I spettorato delle costruzioni d'art iglieria fu affidato al magg. gen . Alfredo Torretta (luglio 1921) che già vi prestf:lva servizio in qualità di generale addetto (marzo 1921) Il 'l'orretta con ,disposizioITTe del 25 gennaio del 1923, as- · sunse il grado di gel)lera1e di divisione e con Lui i generali Enrico Mart ini, Antonio De Stefano e Giuseppe Cortese. I primi due prestavano servizio in qualità di addetti presso l' Ispettorat o delle costruzioni di artiglieria rispettiYamente dal marzo e dµl l uglio 1921. Con successiva disposizione del 29 marzo 1923 il generale Torretta assunse la carica cli direttore superiore delle costtu-

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SERVIZIO Tf,;C:'.\ICO DI ART!GLlF:RI..\

zi0011i di ai-tiglieria (incal'icato) e i generali. J['nrtini e De Stefano, suoi immediati colh1boratori furono confermati ne11a qualità, di r1<ldetti aJla direzione superiore che aveva m1che a disposizione i ge,n erali di briga t a Girolnmo Acquai·one e R enzo Ga.r rone. Il colonni. A.Ido Buffi che prestan1 an che lui serdzio a queUa direzione dal 29 clicembre 1!)21 fn nominato direttore studi cd esperieuze d'artiglieria (1 dic·. 1922). L' attività del gen. 'l'ol'l'etta q un le C;l pO del Servizio tecnico dell' arma è legat a ad un a rduo problema ch e s'im pose uell'im media t o dopo gnerm: quello doè degli esplosivi e cleJ1e munir.ioni, vale a dire della 8istemazione dell' ingente quantità òi materiale r esiduato e deJlp utilizzazione immediata del materiale e uberante e in peggiori condizioni di conservazione. Il generale Torretta Hffroi11t ò e risolse fo 1pien o il delicato e difficile problema. Sotto la sua direzione e vigilanza si sistemarono depositi, si distrussero esplosivi e manufatti avariati, si utilizzarono a scopo civile e ind ustriale e plosivi 1·esidu ati che non avrebbeto pot nto regge1'e a:>iù acl un a lu11ga conserva zione. E' particolarmente da ricor-d arsi l'i mpiego degli esplosivi nell'agricoltura per le oper~zio11i di sc·asso dei terren,i molto duri fino allora l'imasti i11colti; egli fu l 'anima di tanto lavoro e vide -coronata la sn a oper·a dai più brfflanti r isultati. Dei suoi immedinti eollabo1·ntori : il g·ener;lle Acquarone l asciò il servizio attivo e :passò i1n ausi1iarh1 : il genel'ale Garrone, che da p1·esi<le1n te della sottocommissione artiglieria, urmpm ento e fortificazioni della commissioue in teralleata pel' l'esecuzione del trattato di pare con l 'Austria era passato (J!)2J) a pl'esidente èl elJa. stessa sottocommission e !Per il trattato cli pac·e con l 'Un gheria, rient1·a.to in lt!'llia. (1924) anelò a preslH re servizio alle dipendenze òi altro Ente non dipendente dal 11inistero della Guerra e q11indi collocato fuori quadro ; i genera li Martin i e De Stefano (clic. 1925) lasciarono il serYizio attivo. Addetti alla direzione s uperior e del Servizio tecnico furono i:ominati i generali Steff}uo Ma rti.nengo ed Aldo Buffi entrambi dal novembre 1925. I ntanto mentl'e il generale Touetta già incal'icato delle fon zio(n,i cli dil'ettore superiore ·delle costruzioni cl'artiglie.r ia ve~ ·- 808 -


L'ORGANIZ~AZIONE DEL SE:HVIZIO 'l'ECNICO DI ARTIGLIERIA

niva ,nominato direttore effettivo (clic. 1925), il generale Garrone rito1~na.va a Jl)restare serivizio alle dipendenze della direzione stessa., e, successivamente, (ott. 1926), era incaricato delle funzioni cli direttore studi ed esperienze d'artiglieria, carica cli cui ·divenne effettivo con la promozioin,e a tene1nte generale (dicembre 1926).

F ig. 153. - Alfredo Torretta

La legge sull'ordinamento ,d ell'esercito dell'll marzo Hl26 accennava anche al Servizio tecnico di artiglieria., che ebbe con successivo R. decreto legge III. 2121 del 16 dicembre 1926 la seguente costituzione : 1) 1 clire;r,ione superiore del Servizi.o tecnico di artiglìeria; 2) st;ibilimenti e centri tecnici d'artiglieria, il cui nu- J mero e la cui specie sarebbero stati stabiliti per .aecreto reale in reltizione alle esigenze del servizio. Venivano assegna ti al Servizio tecnko di artiglieria ufficiali generali, u:ffidali superiori e capitani dell'arma. ·- 809 -


SEUVlZIO 'l'll:CNICO DI AHTIG LIF:RIA .

Le c;iriche che detti ufficiali ricoprivano, il loro numero ed il grad o che avrebbero dovuto rivestire per coprirle risultano dalla seguente tabella : Numero

Grado

QAR IOa

Direttore superiore del Servizio tecni- Tenente generale cli a rtiglie ria (1) . co d'artiglieria Capi repar to

l

. . . . . . . . . . Teu. generali di artiglieria o magg. generali di a rtiglieria (1).

8

Magg . generali di artiglieria (1) o colonnelli.

G

Coiounelli o ten . colonn.

s

Direttori p1-1ncipali Direttori

Vice Direttori-capi cli sezione staccata ( 'l'en. colonnelli, maggiori o capitani. Addetti . . . . . . . . . . . Totale

101 119

(1) I gradi di tenente generale d'ar tiglie1·ia e di m aggior generale d'artiglierht corrispondevano agli elfetti dello stato d'avanzamento, rispettivamente a quelli di generale di divisione e di generale di brigata.

Il numero degli ufficiali assegnati al Servizio tecnico di ar tiglieria poteva essere varia to, in relazione alle e igenze dei servizi medesimi. P er essere asseginati µl Servizio tecnico di artiglieria occorreva, aver suxierato i corsi regol ari ,deJl' Accademia Militare d'Artiglieria e Genio e quelli della Scuola d; Applicazione d' Artiglieria e Genio compiuti in base ai precedenti ordinamenti, opp nre !Possedere la laurea in ingegneria, in chimica o in matematica ; occorreva inoltre superare apposito concorso e successivamente un Corso superiore tecnico d'artiglieria cli tre anni dei quali i primi due d 'insegnamento teorico e.d il terzo d.i tirodnio .presso gli stabilimenti d' artiglieria. L'assegnazione al Servizio tecnico di !3rtiglieria era definitiva ; gli ufficia li pr.1·ò continua vano a rimanere nel r uolo organico dell'arma , ne . <'guh-a010 le sor ti e procedevano nella carriera. con gli ufficiali del l'llOlo medesimo, com alcune eccezioni. I

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810 ·-

\:!1fì


L'ORGANlZ½AZI0:.\'8 Of:L

srmvrzro TF:CN'ICO DI ARTIGLIERIA

Rimanevll in vigore la disposizione, già. sancita dalla legge 11 marzo 1926, per la quale potevano essere coma,n<lati alla. <lirezione superiore del Servizio tecnito, ai centri tecnici e agli stn bilimenti di artiglieria ufficiali cleHe vare armi e corpi, jper il temporaneo élisimpegino di servizi di ausilio al servizio tecnico. r Successivnmente, con disposizione dell'll agosto 1927, fu rono ema111,a te le norme esecutive, per la prima a1pplicazione del precedente decreto riguardante il Servizio tecnico di artiglieria. è cioè : l"' Il Servizio tecnico <li ar·tiglieI'ia doveva provvedere a soddisfare le esigenze relative alla de:6.ini?:ione ed. alla -costruzione delle llrmi e dei materi.ali di artiglieria. Erano più particolarmente di sua. competenza: a,) gli studi, le ricer<.:he ed esperienze, riferein tisi alle armi ed al loro trasporto ; b) gli st udi per la ,definizione dei materiali nuovi o per la modificazione di quelli già esistenti; o) la rimessa in efficienza. cl.ci mllteriali di artiglieria in genere; cl) le lavorazioni {lei materiali negli stabilimenti militari di artiglieria e le relazio,n i con l'i.ncl.ustria privata per quanto riguardavµ le commesse acl essa affidate. Per quanto si riferisce agli studi per la definizione dei materiali d'artiglieria l'Is:pettore clell' artiglieria dava al direttore superiore del Servizio tecni co le dirett ive per lo studio e la de:fini.zione dei materiali stessi, sta bilern:=Jo le car11tteristi.ch.e di pendenti dalle esigenze del loro im:piego. · La ,d irezione superiore del Servhdo tecnico cli artiglieria procedeva agli studi e alle esperienze intese a concretare i modelli, provvedeva al loro apprestamento per presellltarli poi all'Ispettore dell'artiglieri;L L'Ispettore dell'artiglieria esaminava i materiali {le:finiti e faceva accertare la loro rispond(~nza a tutte le esigenze di servizio e di impiego da apposite commissioni costituì.te da personale cui era f.lffidato l'uso di quei dati materiali ed alle quali i tecnici costrutt ori intervenivano come assisten,t i o consulenti. Per l'esame e le prove di tipi cli materiale presc~ntati cl.a case industriali, l'fa,pettore dell'artiglieria si valeva di com-- 811 --


sm:vrnro

TECNICO DI Ail'l'IGLIEil:IA

missioni miste òa esso nomina te, costitnite cla personale tecnico e da nffici;ili com battenti. !in base all'esito delle prove pratirhe l'Ispettore òell'ar tiglieria indicava le varianti <la apportare ai modelli e comunialla direzione Rnperiore del .Sei-,1 ir,io tecnico le direttive ~ · l a loro attu~zione.

/ :~~a

2° I l Servizio te<;nieo d'artigliel'ifl veniva così costituito :

a) direzione supe1'ior e -clel Servizio tecnico d'artiglieria.; b) stabilimenti militari di ar tiglieria :

-

3 arsenali R.E. ; 1 fabbric·iì d'armi RE. ; 1 poh·el'ific:io R E.; - 1 spolettifìdo R.E. , con 2 sezioni stacc~te; - 1 pirote<;nic·o R. . E ., coin, una sezione staccata; - 1 hlboratorio cli precisione R..E. ; e) Due C<'intri di espel'ienze cl'ai·tip;lieria; - 1 ufficio tn vole <Ji tiro . -

3° La direzione surperiol'e clel Senizio tecnico d' artiglieria dipend e,a : I. - Dall'Ispettorato clell'artiglierin , per qu anto rifletteva: a) l ' ordinamento <lel Servizio tee.nico; b) l ' asseg-nazione ai var'ì servizi degli 11:fficiali genera.li e dei capi servir.io; o) la compilazione dei l'egolamen ti e delle istruzioni tecniche; cl) le direttive ipe1· lo stnclfo e la definizione dei materiali che interessavano l'armA di artiglieria ; e) le clfrettive per la compil;u'\io01e e t enuta al corrente delle tavole di t iro, dei sun,t i descrittivi dei materiali e delle munizioni i n servizio . II. Dl,irettamente d.a l Ministero clella g11erra p er quanto rifletteva : f) )a parte teeuic:o-amministrativn del servizio tecnico; g) i personali civili, e (con le limitazioni di cui al prece{leinte com ma lJ) i persorn11i milit;ui ; -

~, 2 --


L'ORGANIZZ.'1.ZION'E DEL SBt!VIZ!O 'l'ECN fCO DI AUT!GLlERlA

h) i materiali che non costituiYf;lllO a.r mamento proprio

dell'arma cli artiglieria. 4° Dipendevano dalla direzione superiore del Servizio teclllico d'artiglieria, gli stabilimenti ed i -centri t~cnici d'artiglieria. Inoltre il direttore superiore sovrai1nteinc1ev~ alla sezione esperienze per le armi portatili, per quanto aveva tratto all'i ndirizzo tecnico cfoi suoi lavori. 5° Il Servizio teCJ1ico ,cl'artiglicria. faceva. ca1po al diret~ tore superiore il quale lo dirigeva coadiuvato da tre cr1pi re~ parto, rispetti varnente : a.) per gli studi, le ricerche, le eSjperienze; b) per i progetti dei materiali. e delle varianti agli stessi; o) per le lavorazio11i , presso gli stabilimenti militari di artiglieria e per le relazioni con l' inidustrit1 privata per quanto riguardava le commesse ad essa affidate. -60 Il direttore superiore provvedev~ agli studi ed alle esperienze intese a concretare i modelli dei materiali e al loro apprestamento. Egli .rispond.evr-1 ,c1ella perfetta corrispondenz:a dei ma.te riali, della bontà delle s0Ju7,ioni tecniche escogitate, in relazfone ai [Progressi della tecnica in Italia e all'estero, della qualità e della economia clei materiali allestiti negli sta bilirne11ti milita.ri. Era il .QQ.:QÈ..ulr::.n te d.el :MiJ_!ister2.. per tntti i ,2011tr?tti_ riflettenti il materiale d'artiglieria, anche se compilati da enti estranei al Servizio tecnico. 7" Il capo reparto studi, ricerche ed esperienze : a,) si tein eva ai corrente di quanto si svolgeva nel campo scientifico-tecnico, per -ciò che direttamente o indirettamente riflettev~ le armi, le munizio11i; gli esplosivi, i mezzi di trasporto e, in genere, il materiale d'artiglieria; b) curava lo svolgimeinto diretto delle ricerche di balistica esterna ed interna, cli munizionamento, di innescamento, di problemi offensivi nuovi che non potevaino essere risolti dai gabinetti scientifici civili per la loro particolare specializzazione, l])er difficoltà di attrezzamento, ecc.; o) dirigeva e curava le esperienze di poligolll!o ; proponeva i perfezionamenti 1I1ella organizzazione dei poligoni stessi e nelle -813 -

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SERVIZIO TEC:\'ICO DI ARTIGLT'EnfA

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dota zioni degli stl'umenti nclatti al rilievo ecl all a misura dei fenom eni. Dal cal])O reparto studi: ricrrclrn ed esperienze cli[Peindevano direttamente le due dil'ezioni <lei centri di esperienze, l'ufficio vole dì tiro e la ser.ione espe1·i.enzc per armi portatili. Il <'apo reparto progetti p1·ovvcdeva col personale dipendente: a) a studiare i limiti di peso, di mobilità, di efficienza, cui era possibile giungere, allo stato, in quell'epoca , della tec1n ica, uella traduzione in atto clei concetti generali d'impiego, che gli venivano indicati; b) a progettare i mate1·iali cbe dovev;rno rap1presentare l' armamento avvenire dell'esercito, a curarne l'allestimento in esemplari di caml])ione, a perfe11ionare in modo conitinuo detti mocleJli, e definire l 'attrezzamento per allestirli; o) a tenersi al cor1·pnte delle JPOSsibilità nazionali, 1,1er uniformare ad esse direttive tecniche e progetti. 9° Il cnpo repai·to hworazioni: a) aveva la sorveglianza disciplin·a1'e tecnica ecl amministrativa degli stabiUmenti dell'arma; b) provvedeva al cool'din amento loro ed alla iittuazione dei progressi tecn ici delle lavorazioni, in 1·elazione anche a. quelli che si raggiungevano inell'iindustria privata; o) rispondeva della economia ,deJle l avor~zioni e della buona qualità dei man nfatti; proponeva i11 conseg·uenza le norme di ,colla udo e cli accettazione e le variam,t i alle medesime; ...-- d) provvedeva alla compil!;lzione della regolamentazione tecnka; proponeva le val'ianti alla regolamentazione per i personali civili e per il {Personale operaio e per l'andamento ('!egli stabilimenti; e) provvedeva ai col'si ~eciiili per ufficiali -d'armamento, per artificieri, per operai, ecc. ; /) dirigeva la matricola delle artiglierie, d egli esplosivi, 0

ECC.;

g) curava la tenuta nl corrente e la -distribuzione delle tavole costruttive~ -

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I/ ORGANIZZAZJONf,; DEL SIDRVIZIO '.l'ECNICO DI ARTIGLIERIA

h) d~va le direttive tecniche per la. sorveglianza chimica degli esplosivi in dotazione, e forniva il pe1·sonale chimico occorrente. 10° A coadiuvare il direttore superiore, era istituito, presso l;:t direzione superiore per il Servizio tecnico di artiglieria, un, ufficio segreteria. A coadiuvare i tre capi reparto, eraino costituiti uffici, le cui mansioni erano stabilite con ordine interno della direzione superiore. In riguardo agli stabilimenti e centri tecnici : 11') I direttori degli stabilimenti e i ei centri di esperienz_ç esercitavano snl ,personale cl.ipendcnte le stesse funzioni dei comandanti di corpo. D-iipcndevano dal direttore superior1; per quanto rifletteva la. quantità e la bontà della produzione, la sistema:idone interna, la ,destinazione e l'avanzamento del personale militare dipendente, gli orari, le mercedi e per tutto quanto aveva attinènz;i ai personali civili. Dipe,nclcva1110 invece dalle autorità territoriali per quanto rifletteva la disciplina del personale mìlita.r e, ufficiali e truppa. Le loro attribuzioni e responsabilità erano specifkate nel regolamento sul servizio del materiale di artìg-Jieria ed automobilistico. 12° Si provvedeva al funzionamento dei vari organi del Servizio tecnico di artiglieria con il personale seguente : .A.) . per il clisimpegno di mansioni tecniche : a) ufficiali addetti al servizio tecnico ; b) ufficiali del corso SUJperiore tecniico, i quali, 111el periodo pratico di eSJperimento, dovevano prestare .servizio 111egli sta,bilimenti; o) ufficiali permanentemente aggregati. B) Per il disimpegno <li servizi di pusilio (amminist rativi e d'ordi1ne) : ufficiali inferiori di qualsiasi a.rma e corpo. 13° Il personale Ùfficia1i veniva così ri1partito :

I. Direzioi1,e superiore per il Servizio tecnico d'artiglieria : a) 1 direttore superiore per il Servizio tecnico d'artiglie-

ria. (,capo d.el Servizio tecnico); -

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SERVIZIO '.l.'J:.'CNICO DI ARTIGLIERIA

1 capo u:ffido segreteria (uffidale superiore non del Servizio tecnico); uffiéiali in servizio d 'ausilio; b) l ufficiale generale ca.po reparto studi, ricerche ed esperienze ; 3 capi nfilcio del predetto reparto (<li cui 1 con rango di dirett o1·e, e 2 co111 rango òi vice-direttori); nfficia1i addetti e ufficiali 1pcrronne,ntemente aggregati; e) 1 ufficiale generale ca po reiparto progetti; 2 capi ufficio del predetto reparto (di cui 1 con rango 1 __dLdiretiore, e 1 con rango di vite direttore) ; ufficiali addetti (e n:ffid.i~Jli permanentemente .aggregati); d) 1 ufficiale generale capo reparto lavorazioni; 3 capi ufficio del pl·edetto repn1·to (di cui 2 con rango di. direttol'i, e 1 co0:1 rango cli vice di.rettore) ; ufficiali addetti (e ufficiali permanentemente aggreg·ati).

II. Stnbi1imenti, centri cl'esperienze, ufficio tavole di tiro: e) 6 cliretto1·i. principali di stabilimento ; f) 4 direttori di stabilimento o di centro esperienze; ,q) 1 capo ufficio tavole di tiro (con rango di capo seziotne); h,) 10 vice-direttori di 1H bilimen to o cli. centro esperienze; i) nfficiali addetti ;

3 capi ser.ionc s!accata di stabilimento; ni,) ufliciali romanclnti t emiporan c;nnente · pe1~ servir.i tecl)

nici; n) ufficiali {Permanentemente aggregati ; o) ufficiali per ,d isimpegt11 0 di servizi d'ausilio; JJ.) uffìciali clel corso snperiore tecnico, nel periodo di pratico esperimento. 1

Ai sensi e.cl agli effetti della legge dell'll marr.o 1926 il geHerale Torretta assunse il grado di ten . generale diven e!l'l do direttore snperiore studi ed e periene.e d'artiglieri a ed i generali Garro11e, :Martinengo e Buffi assunsero il grado cli maggior ge11erale, acklMti. a.11 a clirer.io11 c studi ed esperienze <l'artigliedà. -

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L'ORGANIZZAZIONE D0 L S8RVIZ!O TECNICO 0 1 ARTIGLIERIA

Sotto la data poi del 21 ottobre 1!)2G il geneTflJe 'l'orrettu lasciava il serdzio attivo a dom~rna~ e veniva incaricato cli reggere qu el posto il genc1:ale Garrone, che ebbe quali immediati collaboratori i generali. De Stefano, Martinengo e Buffi. in qu alità di addetti alla direzione studi ed esperienze òi artiglieri 1;1, ccl il generale Salvatore Fara Pnggioni a disposizione. Il Ganon e promosso l'anno dopo al grado cli tenente generale r imase a capo del Servizio tecnico per cil'ca cinque anni, ~ssurne111r(lo dal 192 in poi la denominazione di òirettore su1periore del Senizio. Succcssivmnent e (1928) il gen. Martinengo !Pass a va a cli.sposizione ,d el~a clirezio11e snpePiore del Servizio tecnico; il gen. Fa1·a P uggioni aincl a ,·a a dirigere l ' Ar en ale di P i~cenza e rim:rnevano capi repa 1·to il gen. Buffi ed il colonn. Ernesto Caldarera. Ad essi a11che in q ll a lità d i ca po reparto si. unì il magg. generale Giovpnini Campolmi che aveva lasciato la direzione del!' Arsenale cli Napoli. Successivamente mentre il Calclarera, col grado cli ma ggior gen erale assumeva la direzione del reparto progetti ed il generale B uffi cessava la sua attività di gener~lle a,d detto subentravf-1, con la car i<.:a di capo r epar to studi esperienze e r icerche, il maggior gen,erale Giova(Qni ~r esio. Sotto l a dnta ,del 2!) luglio 19Bl il gen er~le Garrone a dom anda veniva collocato nella posizione di servizio ausilial'io. Di lui si è già. parlato nei volumi precedenti. Qui vogliamo aggiungel'e che egli in qualità cli tecnico cliecle valido contributo per l a soluziorn,e di {lue importanti questione che s'imposero nell'immediato dopo g uena : le al·tiglierie che <lovevano rima01ere in servir.io e l'utilizzazione delJe artiglierie di preda belli ca per dotare i 1n ost1'i. l'Cparti. Durante poi la su a permanenza a capo del Servizio tecnico fu dibattuto il p1·oblema del rinnovamento ùelJe nostr e bocche da fuoco in r elazione ai nuovi con cetti di impiego, derivati dagli ammaestramenti di guerra . Il generale Garrone trattò l'argomento anche in articoli pubblicati sulla R iv. d'A. e G. , 1929-1930. In uno, snl problema del munizionamento, sostenne la necessità ,cli in tensilì.cure st udi· ed esperienze metodi.che per la 52

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SEBV lZIO TE;CN!CO Dr AflTfGLrnnIA

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determinazione cli proietti di fo rma sempre più progredita, per ottenere più lungn. gittata e maggio1'e efficacia sul bersaglio. In un altro articolo, sulle nosfrc al'tiglierie post-belliche, il general e Garro,ne si. proponeva il quesito, se in armonia ai nuovi ol"ientamenti :perseguiti dalle Nazioni ipiù prog1·edite, qu elli cioè di costruire ;lrtiglicl'ie di maggiore potenza e di mag·giore gittata, il cido dei perfezio1namen ti tecnici realizzati era o meno caL·atterizzato da mutazioni sostanziali, concettuali o strutturali, dn. addiven,i re al rinnova men to immecliato <.lel m~teriale o da rim andarlo ad epoca più lontana, in c.;onsiderazioine anche òelle scarse possibilità frnanziarie clel1a Nazione. J~d a1Tivava alla conclusione che quando si fosse rinsciti con, p1·oietti cli tipo nuovo e di efficacia mollo alllnentata , ad avvicinarci agli 11 km. col cannone {la 75 e con l'ohiee da JOO µppesantito ed ai 12 km. con l'obice da 149, si poteva l'imandare se,n za preoccupazioni il rinnovam ento del m;:itcl'iale ad epoca più. ap1p rop1fata . Avvertiva pe1·ò che i materiali nuovi a,nclHvano nrgentemente studiati e che per essi conveniva pro,porsi i ,p roblemi dell'affusto automobile e della forte scorta ,d i munizioni. In effetti sotto di l ni, oltre ai diversi studi di modificazioni ::i.i materiali già esistenti, furono im postati a nche stucl i elci nuovi i di bocche da fuoco di cui si dirà in un altro capitolo. 2. - Le norme per la prima applic;:izione della legge n. 2121 del 16 dicembre 1926 ebbero alcune modifiche con. le circolari 214 G.M. 1928 relative al corso superiore tecnico, 244 G. M. 1929 con Ja quale i direttori principali cli stabilimento o di centro di esperienze venivano fissati n 6, e 388 G.M. 1929 con la. quale si stalliliva che la direzion e superiore del Servizio te0nico dipendeva d13ll1 Ispettorato di artiglieria. P erò per le pratiche cli carattere prettame01ite amministrntivo o riguar danti i person ali civili e militari (esclusi i generali ed i ca,pi servizio) avrebbe trattato direttamente col 'Miliistero. Allo scoipo poi di riunire presso nn E nte unico tutti gli aggruppamenti scientifico-sperimentali cli specializzazione tecnica superiore dell'armµ di artiglieri.a ed armonizzare lo svolgime,nto delle discipline ·e degli insegnamenti per i corsi superiori tecnici, corsi sujperiori balistici e corsi cli prepprazione tecnica per gli uf-

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L 0RGANTZZAZI0Nill DRL SERVIZIO 'l'ECN I CO DI AR'.l'IGLIERIA

fìciali cli fanteria si costituì in Roma, -

a d1;1tare dal 1° ottobre l'Isti-

1933, presso la direzione superiore del Servizio tecnico -

tuto superiore tecnico di artiglieria . L'ordinamento e il funzionamento dell'Istituto erano devoluti $11 direttore superiore clel Servizio te{:nico di artiglieria, · il quale sulle direttive dell'Ispettore dell'arma, avrebbe curato lo svolgimento dei corsi didattici e Fesercir,io ,d elle speciali attività scienti fico-s1perimen tali. L'Istituto di massima avrebbe compreso :

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- una sezione studi, per lo svolgimento dei corsi dìdattici di !Preparazione tecnica ; - una sezione gabiir1etti di prove e ricerche nei campi tecawlogico, fisico, chimico e b!llistico; - un· banco di prova per l e armi portatili da guerra; - una officina-tipo per l'esecuzione diretta dei modelli di prima progettazione e di corredo · alla sezione studi per le esercitazioni pratiche di tecnologia delle fabbricazioni. Direttore dell1Istituto superiore tecnico fu dapprima il ge~ nerale Pallieri, successivamente il colonn. poi gen. Sarracino e finalmente il coloinn. poi gen. De Luca; ne tenne la vice direzione Francesco Galanzino col grado di capitano prima e poi colil quelli di maggiore e ten. colonnello fino al 1941 q11;ando fu sostituito dal maggiore .AJla1-a,. Parleremo iii1 seguito dei corsi superiori tecnici e dei corsi fmperiori balistici che si svolsero rpresso l'Istituto superiore tecnico d'artiglierif,l; qui invece vogliamo accennare, brevemem,te, ni corsi per' la preparazione tecnica degli ufficiali dell'arma di fanteria da assegnare all'ufficio armi portatili dell'Ispettorato dell'artiglieria ed J1lla sezione esperienze per fanteria. Il primo di tali corsi si iniziò il 1° ottobre 1933; da allora fimo al marzo del 1940 furo.no svolti sette corsi, ciascuno suddiviso in due periodi : uno con carattere teorico presso l'Istituto superiore tecnico d'artiglieria e l'altro di prova applicativa presso alcuni stabilimenti di 11rtiglieria e presso la sezione eS[)el'ienze di Civitavecchia. Le norme stabilite per lo svolgimento del primo corso furono successivamente ritocc11te nei riguardi della dlrer,ione, delle am-

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SERVIZIO TECNICO DI ARTIGLIERIA

missioni, delle materie d'insegname11lo e della durata dei corsi stessi, ma le linee iprincipali rimasero immutate. Dedicl'lro1Jo la loro operfl di insegnanti a quei corsi : il maggiore Roberto Delal'dini, il ca pitan o Roberto Allar a e il maggiore F r ao1cesco Galamdno, per le nozioni di tiro e di balistica: per le armi portatili: il ten. colonn . Saverio Costa e il capit ano Ro1)erto Doragine; 1pet' la tecnologj a : il colonn. Luigi Sarracino e il capitano Gino Giorgi. Altri corsi speciali, consistenti, ciascuno, in un ciclo di conferelllze su argomenti cl i organizzazione tecnic a, fu rono svolti presso l 'I stituto superiore tecnko d' art iglieria, nel biennio J936-38, per gl'ingeg,n eri iscrit ti ai sincla,ca ti. Lo scopo di tali corsi tendeva alJa forma zione di elementi cap.aci, in caso di mobilitazione, cli jprestare opera proficua e redditizia presi,o gli sta bilimenti cli nrtiglieria . Dopo il Garrone, incaricato delle fun zioni di direttore del Servizio tecnico cl' artiglieria fu il generale di divisio,ne, 'rito Monte:tìmile, il quale promosso poi generale di Oo11po d'armata e pur nominato Ispet tore dell'a rma , resse quell'inc~rico fin o al 1.9 maggio del 1!)32. CoJlaborarono col generale Montetìtnale alla dire7,ione superiore del Servizio tecnico il gener ale O~mpolroi che fratta nto era stnto p1·omosso :11 grado superiore, ed il general~ Tesio. Il gcner;;ile l\l[ontcfìnaJe si dedkò a ciò che costituiva il problema principale del momento, cioè la r ealizzazione dei nuoYi. tipi di bocche da fuoco. L'ai·iig1ieria dopo ,dodici anni dalla :fine ,clel con.0.itto J9l3-1.8 aveva a,n cora le stesse nrtiglierie con le quali era entr:i ta 1n guerra, arricchite soltanto da quelle prese al nemico ~lopo la vit toria. A questi studi ccl a que te costruzioni il gen . Monlefìnale diede un deciso impulso, skchè nel maggio del 1932 poteva dare assicurazione a1le su(Periori autorità che il lavoro era bene avviato : chiedeva pertanto <li essere sostituito nelJ 'incarico di direttore .del Servizio tec01d.co dal generale 'l'esio, per poter dedi care tutte le sue attività alla c~rica di Is;pettore deJl'arma. -

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L'ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO TECNICO DI AH'l'IGLIEHIA

Collaborarono eoJ generale Tesi.o nominato direttore superiore del Servizio tecnico, il generale Oampolmi a disposizione, ed i neo promossi generali Vittorio Pallieri e Michele Pittoni; di questi, il primo divenne capo del reparto progetti ed il secondo capo del reparto lHvorazio(l),i me,n tre i.l capo del reparto studi ed esperienze, lasciato scoperto dal generale Tesio, veniva assunto il colonn. Umberto Agostani, che ne divenine poi capo effettivo con 1a promozione a maggior generale (20 marzo 1933). Il ge(l),erale Tesio, l])romosso poi al grado superiore, tenne lµ c-arica fino alla fine del 19:~5. Con lui si conchiuse un periodo di intenso lavoro, che iportò alla definizioine dei m10vi tipi di bocche ,d a fuoco : gli obici da 75./18 mod. 34 e mod. 35, il cannone da 149/40, l'obice da 210/22 ecl il caninone da 75/46 co,n:traerei. Con disposizione n . 41000 del 1° giugmo 1936 il Ministero della Guerrµ prescriveva che dal 1° luglio 1936 la « .direzione su/ periore del Servizio trcnico armi e munizioni )) passasse alle dipendenze <lirette del comando del corpo di S.M., il quale dovéva studiare e prepararne l'ordinamento de:finitivo. Con successive disposizioni (eircol. 77030 del 28 clic. 1936 del Ministero della Guerra), si stabilì di passare la direzione supe. riore del Servizio tecnico armi e munizioni Hlle dipendenze : -

- del Cµpo ,di S.l\L, tramite il Sottocapo di S.M. Inten cleinte, solo per quanto riguarda va la parte tecn,i ca, gli studi (~ · i lavori; - del dir<~ttore generale di artiglieria per il rimanente. I provvedimenti sucldetti avrebbero avuto attuazione, con. carattere siperimentale, dal 1° novembre di quell'~w110, con r i- / serva di san,zione legislativa, meintre toccava allo Stato Maggiore -= ,di proporre i iparticolari provvedimenti di conseguenza. __... Qualche :i;nese dopo (9 gennaio 1937) il Ministero della Guerr~, sempre con riserva di sanzione legislativa, stabiliva che la direzione superiore del Servizio tecnico armi e mnnizioni, avre'bbe avuto alle sue dipendenze dal l" gennaio 1937 anche il centro E-Sperienze per f;rnteria di Furbara; in tal modo il S.1'.A.1\1. sarebbe risultato un Ente ben precisato per compiti e responsabilità. - - 82l ·-


SEJHVIZIO 'l 'IJ:CNICO DI AU'.rIGL!ERIA

Ad alleggerire però il suo compito, e per favorire la formazione di personale civile e tecnico, il S.T.A .M:. avrebbe limitato la m;rnsione progettistica a quail1to non si sarebbe potnto ottenere dall'industria ,privata o ~vrebbe riYes tit a speciale delicatezza ed urgenza; si sarebbero dovute inve.ce l))erfezionare tutte le attività, relative alla cooperazione con Je ditte priYa te, al con trollo, al collaudo e alle esperimeinitazi.oni. Nel novembre di quell'anno ll:1 Vet1·eria che faceva parte del Laboratorio di Precisìone venne distaccata e, con a c:apo j] colonneUo Artale, passò nJla diretta dipend enza della direzione s uperiore S.T.A.M., cornnessa con l'Istituto superiore tecnico· con la denom inazione : « Reparto fabbricpzioni e studio vetro d'ottica ». Col 1° gcarnaio 1940 (circol. 120850 del ·M.G.) veni va costi tuito un n uovo En te : l'Ispetlo1·ato superiore dei servizi t ecnici. A ca.p o cli esso fu posto il gen erale <l'armata Mario Caracciolo ehe a sua volta _(dic . 1940) fu sostituito dal gem,. di O.A. Augusto de Pignier. Le attribuzioni di qu esto Ispettorato superiore erano: - studio ed esperimento dei mezzi occonenti all'esercito in base a cl.il'ettive del Comando Corpo S. lVL ; - correlazi001i t r a armi e materiali destinati ad impiego unitario; - indirizzo e coorcliIJamento dell'attività delle clipenicl enti direzioni sU1Periori ; - consulenza tecnica nei rigu nrdi dello S.M.; - questioni conce1,nenti lo svilu1Ppo industriale '!')aziona le ed estero pe1· qu;rnto poteva interessare l'Esercito. Alla clipendenz;:t diretta dell'IS!pettorato superiore passarono le direzioni superiori dei vari servizi tecnici fra cui quella per l'artiglieria, com attività inqua.(lrata rnelle ;ittri.buzioni sopra elencate. L 'Ispettore superiore corrispondeva direttµmente col Cnpo di S.M. dell'Esercito - da cui riceveva or<lini e <lirettive per ,quanto riguardava studi, esperienze, evoluzione e miglioramento ,ai materiali - e dipendeva <l al Ministero per tutto ciò che con'\Cerneva compime1IJJto di studi ed esperienze, nomiin a di specia·l i -

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L'ORGANf.ZZAZI0)<ID Dl•:L SERVIZIO 'l'ECNlCO DI ARTIGLIJiJR[A

commissioni e attuazione di quanto si concludeva in fase cli studi.o 8/periment[:lle. Dalla stessa data, 1° gennaio 19401 gli stabilimenti di artiglieria furo1110 passati dalla di,pendenza della direzio(n,e superiore S.T.A.l\1. alla dipendenza della dire:done generale cli ;:irtiglietia. Con successive disposizioni del :Ministero della. Guerra (Gabinetto) che non modificavamo nelJa sostarnm le inorme istituite, fu precisato nel H)40 che : - L'Ispettorato superiore dei servizi tecnici : - svolgeva la sna attività anche nel c;1mpo della collaborazione fra l'organi7,7,azione tecn1ica e quella amministrativa,; - aveva facoltà cli riuniee gli ispettori, i direttori gefil·e rali e i direttori superiori per ti·attare le qnestioni èhe richie devrmo saldatura fra tecnica, produzione e impiego; - aveva l'alta sorveglianza snl servizio dei collaudi, di cui rispondeva al Ministro; - sulle basi deJle caratteristiche fissate dallo SJVL provvedevH Hgli stncli per i materiali e richiedeva Hgli enti amministrativi le assegnazioni necessarie sui fondi stanziati; - dispo,neva. per la compilazione dei progetti e, quando richiesto, iper Ja reaJi7;7,azione di esemplari s:periment;1li e per le occorrenti esperi<~nze tecniche preliminari; - pToponeYa al Ministro la nomina delle commissioni per Je esperienze di controllo, traen,clo gli ufficia1i tecniei dal com- ~ ple so del ruolo. · / - La -direzione generale di artiglieria : - aveva la piena respons;1bi1ità della produzione, sotto l'aspetto sia quantitativo che tecnico; - si atteueva per quanto ·Concerneva sorvegliaow;a e controllo tecnico sulle lavorazioni e produzioni presso gli stabilimenti sia militari che civili e p(~r quanto rigu;:irdava co11sulenza sulle trnttative co111 ditte civili (cotn dizioni tecniche e analisi <lei l])rezzi.) alle direttive tecuiche del direttore superiore del S.T.A.M .. - La direzione superiore del S.'r.A..M. : - conservava sugli stabilimenti di artiglieria sorveglianza esclusivamente tecnica ; -

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smnvrz10

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TECNICO DI ARTI GLmmA

- facev[l (Proposte iper il migliore coordinamento della loro organizzazione tecnica e clelle loro attrezzatllt'e; - si val eva, previe i,n tese con 1u direz. gen. artiglieria, dell'opera degli stabilimenti pe1· lavori di sperimentnzione e di _ studio; - forniva la sua consul enza per quanto rigu1:1rdava il controllo tec1nico della produ½ioJ1e; - seguiva ed assisteva gli sviluppi cle]]e indust1·ie ci,ili per quanto riguardava armi , munfaioni ed <'. plosivi; - svolgeva opera d.i eornmlcnza su q ueslioni tecnicoamministrative, riferita essenzi~lmcnte alla determinazi.onie clei prezzi, quando veniva richiesta da lla direz. gein . artiglieria ; - costituiva E nte di apnello per i.f2.!.1'1 ndi su l'ichiesta della dh·ez. gcn. artiglieria; - attuavn ispezioni. tecniche in, particolari. contingenze determin ate dall'Ispettorato surp eriore dei senizi tecnici che ne i111formava preventivamente la -0il'ez. gcn . artiglieria. - Gli organi del servizio collaudi : - riceveYHilO dalla dhez. geu. artiglieria gli ordini per i collaudi, d~lla dirc1,. sup. S.'r.A.M. le istruzioni per l a pal·te tecnica in merito alle eventuali va rianti a]]e norme tecniche dei collaudi stessi in conseguenza di progressi teeni.ci nelle lavora~ zio1ni. In dipendenza di questi provvedimenti l' ordin amento del Rervizio tecnico armi e munizioni (legge n . 3CiS del 9 maggio 1!140) fu così costituito : · - u111a direzione superiOl'e del Senizio tecnico delle armi e mtmizioni; - un Istituto superi.ore del Servizio tecnico delle armi e ri:mnizioni con, officin e sperimentali e sezioni ,chim iche e tecnologiche, già compreso tra gli istituti milit1:1r-i; - un ufficio taYole di tiro; - centri cli esperienze, il cui numero e la cui specie risnltavrrno stabiliti per decreto 1·eale, su proposta del Ministro per le finanze, in relazione alle esigenze del servizio. L 'organico degli nffidali del servizio tecnico delle armi e -d elle munizioni era il seguente : -

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L'ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO TE{:N!CO DI AHTIGLIEIUA

Ufficiali ge\Tlerali : Tenente ge111erale (direttore superiore del servizio) n. Tenenti generali (ca,pi repi,lrto) )) Maggior generali (capi reparto ,~ direttori 1p1-incipali) . )) Totale

n.

1 3 f>

10

Ufficiali superiori ecl inferiori : Colono1elli (direttori) n. 14 Tementi colonnelli, maggiori e capitani (vice direttori, cal)i sezioni ed addetti) )) 101 'l'otale

n. 115

Nel pratico funzionamento <le] sistema istituito il 1° gennaio 1940, specialmente con lo stato di guerra, affiorarono alcuni inconvein,ienti ai quali. si cercò di provvedere con la circol. 142000 del Ministero della Guerra (Gabinetto) in data 25 giugno 1941 che nel :fissare le dipendenze clegli E1J1ti tecnici e delle rispettive direzioni geineraJi, iJlustrnva con nn gra:fieo sintetico le funzioni ed i compiti a ciascuno attribuiti invitando lo S.M:. a studi;rnne i particolari. In base alle indicazioJJi del grafico : - L'Ispettorato s11periore dei servi?:i tecnici : - doveva studiare e dare pareri sui problemi tecnici generali, doveva presiedere in collabor;:izioine degli. Isipettori d'arma allo studio e alla sistema7:ione dé materiali interessa111ti più Ispettorati, seguire infine lo svilu:ppo della produzione nazionafo. - L'Ispettorato -d'artiglieria dipendente dallo S.M.R.E. : - dovevf1 presiedere e dirigere lo studio, le sperirnentazionii e le definizion i dei materia li ; da esso dipe111deva la direzione superiore del Sel.'vi?":i.O tecnico armi e munizioni che aveva il compito di eseguire gli studi e la sperimentazione ,dei materiali attraverso i tre dipendenti centri di esperienze. La. di.rczioine generale cl'artiglieria ~veva il compito di provvedere agli allestimenti dei materiali. e alle riparazio;ni, avrebbe agevolato la produzione e la capacità ,produttiva degH st~tbili-

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ShlRVIZIO TECKI C0 DI All'l'IGL!EIUA

menti; ed avrebbe definite in via tecnica ed amministrativa le commesse comprese quelle spel'imentali; aveva alle sue dipendenze un ufficio centl'ale slabilimenii f;lrtiglieria che sovraintendeva apl)Junto alla lavorazione ed ai collau di 7 :fissando i t ermini tecnici dei contratti, dei j5 stabilimenti artiglieria di produzione. La direzione generale di artiglieria dipendevf;! dal Ministno òella Guerra e manteneva relazioni cli collaborazione con la direzione snpel'iore del Servizio tecnico armi e munizioni; quest'ultima attrave1·so l 'Ispettorato -d'a rtiglic>ria mrrnteneva relazioni di collabo1·a ziotne con l'Ispettorato superiore tecnico. I n <lata 31 agosto 1941 (ci1·col. 153250) il Ministero delJa Guel'l'a. (Gabinetto) dispose che l'Ispettorato superiore tecnico si costituisse a par1ire dal 1° settembre 1941 in cc R epµrto tecuico >> passando a far part<~ dello S.M.R.J~. quale ufficio di consulenza. La direzione superiore del crvizio tecnico armi e munizioo1,i cambiava denominazione in cc Direzione suiperiore Servizio tecnico di artiglieria)) (S.Te.A.) e con s uccessiva disposizione del 9 settembre 1941 ;:i. proposito delle attribuzioni degli Ispettorati d 'arma, veniva ribadito che l'Ispettorato di artiglieria per l'esplicazione dc1Ja propria atti.vitù, nel campo dell o studio e dcDa sperimentazione dei materiali della propria f;lrma avrebbe disposto della Direzione s11peri01:e del Servizio tecnico di al'tigliei-ia dipendente clA esso Ispettorato sotto ogmi riguardo e con successiva disposizione ,clello S.M.R. E. del 19 settembre 1941 ne venivano definiti i rompiti in base alle diretti ve dello S.M.R.E. così come è stato accennato nel paragrafo e< I spettorato di artiglieria)). Con di~posiziont> del 30 giugno 1942 (circol. 41000 del :Ministero della Gn erra - Gabi(nietto) l'organico ,d ella direzione superiore del S. Te.A. fu così definito : Ufficiali : a) del Servizio tecnico ,d i artigJieria :

Ten. gen. direttore superiore del servi zio Ten . gen. o maggiori gen., capi reparto Magg. gen., colonnelli o ten. colonnelli, capi ufficio (con, rango di direttore princip11le o direttore) -

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L'ORGANIZZAZIONE; DEL SEHVIZJO 'l'ECNICO DI AH'l'IGLIERIA

T,e n. colonnelli o maggiori, capi ufficio (con rango di vice direttore) 3 'l'en. colonnelli, maggiori o capitani addetti 10 b) delle varie armi, IJ)Cr il disirnpegmo di servizio ,d i ausilio al Servizio t ecnico Personale civile : Specialisti tecnici capi artiglieri;t Diseg\na tori tecnici (li a rtiglieriçi e genio : - capi disegnatori tecnici . - disegnatori tecn ici Sottufficiali : In ser vfaio territoriale con mansiollli ,d i applicato, archivista e ufficiale d'orai,ne

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Tale era la situazione aJla data dell'S settembre 1943, quando il Servizio tecnico d'artigJieria, come t utto ciò che si riferiva all 'Esercito, cessò praticame11te di funzi.onare. In riguardo f:li ca1pi che r essero dal 1935 1n poi il Servizio tecnico di artiglieria, ricor deremo che nel 1935 il genera le Tesio fn sostituito dal gen. :PaJ1ieri; dei s uoi colla bora tori : il gen. Agostoilli, contin uò nella ca rica di capo « reparto s t udi ed esperieuzB d'artiglieria)); il gen. Pit.toni passò capo del « Teparto prog(_.tti )), il ge01 Comerci di venne capo del n uovo « reparto esiplosivi )), mentre il col. Sflrracino, che già, t eneva l 'incarico di capo del « reparto lavorazioni)), ne divenille il titolare. Successi vamente il gen. P ittoni. fu collocato a disposizione del Servizio tecnico per i,nca richi speciali e in quella posizione rimase anche coi' grado superiore :ftno a quao:J.do non passò nella posizione di servizio ausiliario. Al suo posto, quale inCf.lricato ,del « reparto 1progetti )) fu assegnato il magg. gen. Federico Capal clo (luglio 1.937), mentre al p osto del gen. Agosto!Il!i p assava il ma,gg. gen. Umberto Ruggeri (luglio 1937) che rimase a reggere quel reparto anche con la p r omozione al gr;1do superiore. Successivamente a capo del « re!Parto progetti)) veniva posto 1•

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SEilVlZIO '.rfèC'.lllCO DI All'l'IGLTEJ!IA

il generale Giuseppe }[ai11ardi che mantenne quella carica a~iche col grado superiore, mentre a capo del << r ep~rt o esplosivi)) (marzo 1938), al gen. Oowerc:i ehe passa-rn a disposizione della direzione superiore per incaric hi s,peciali, subentava. il gen. Capaldo . l\el febbraio l!J3~) il ge:n. Pallieri la c.:iava ltt carica di direttore superiol'e cl el Servizio teca1,i co al gen. Luigi Sarra cino, ed alla, sua volta q ua)e cnpo del « r eparto lavorazioni>>, veniva wstituito dal gen . Um.bel'to Dc Luca . In qu eff epoc~ con incm·ichi spt>cia li prestava anche setvizio alla direzione superiore del Servizio tecnico H magg. gen . .Saverio Costa sostituito poi dal magg. ge,nerale R affaele Pascncci, ed il magg. gen . Vito Al'tale che vi rimase a uche col grado SU!l)eriore, sempre a ca po del « repnrto fnbbric;1zioni e stu dio vetro d'ottica >). Nel gen naio 1941 il ten. geu. De Luca lasciava fa carka di capo r eparto J.ayorazioni e venh·a destinato all~ direzione gener-ale cl'artigliel'in qu a le capo dell'nflk io centrale stabilimenti ..utigJieria (U.O.S .A.) per rieutrare poi nnovame,nite in ottobre alla direzione clel servizio tecnko superiore iu qu ;llità, cli <.' apo re1Par to studi ed esperienze e ricerc:he d' artiglieria. ;\Jlu metà di lu glio d,~lJo stesso an no il gen . Sanacino ve1n iYa destinato ad altri in<."arichi ed era sostituito a cupo del Seryizio t ec111ii.co da l gen. di div. Rttore Hahlussane, elle non appartenevµ al Servizio tecnico e proYeniva dal comando di una divisione clell' Africa Settentriona le. 11 gen. Bnldassarre già molto 01oto 11ell.1 arma per la sua intelligenza e per la sua solida c:ultura tecnica resse quella carica per circa un anno, lasciandola [>Oi al ten. gen. Ruggeri (14 ma1·zo 1942) che in quell'epoca prestava servizio a q Della direzion e superiore con incarichi spcci a)i. Anche con, incarichi speciali prestava servizio alla direzione superiore del Servi.zio tecnico il magg. gen. Amilcare Bruna, il quale promosso poi ten . gener~le (27 luglio 1942), passava nell'ottobte cli quell'anno a r eggere il r err)arto esperienz.e e ricerche. \

Prima cli chiudere qu esti b1·rvi cenni, ricorcliamo con senso di -doveroso omaggio, che il gc11. Art ale ca dde alle Fosse Ardeatine il 24 marr,o 1944 e che ad onol'are la s ua m emol'ia ed il suo -

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L'ORGANIZZAZIONrn DEL S ERVIZIO TECNICO DI AR'l'IGLIE,HIA

eroico sacrificio gli fu conferita la medpglia d'oro con la seguente modivazfone : « Dirigente della vctrerìa d'Ollica ILE ., che con appassionata, intelligente abnegazione avevr1 portato ad alto grado di perfezione produttiva, svolse, s ubito dopo l'occupazione di Homa, in collaborazione con i Suoi fidi, intensa attività allo scopo di mettere in salvo e sottrane a.Ila furia distruttrice e spogliatrice nazi-fascista documenti e materiali cli cospicuo v.a lore militare e civile e di rcnd<:: re inutil.i.zzabili appan~cchiature e macchine. 'rale azione di sabotaggio, compiuta con temerarietà, sdegnosa di ogni prudenza sotto gli occhi dei tedeschi e e negli st~issi locali da essi presidiati, sosriettuta. pt·ima e scoperta poi, condusse nl suo arresto.

Fig. 154. - Vito Artale.

Dopo tre mesi e mezzo di carcere serenamente sopportato, il 24 marzo 19-1-1, fn trucidato alle Fosse Ardeatine.

Esempio luminoso cli attaccamento al dovere, di senso di responsabilità e di fortezza di animo spinti al sacrificio della vita, coscientemente immolata nella esaltazione fer vida dell' Ideak supr,'mo della Patri.a». ltoma, 8 settembre 19,Ht-24 murzo 1944.

3. - CENNI BIOGRAFICI DEI DIRE'l:'l'ORI SUPERIORI DEL SERVIZIO TECNICO DI AR1.'IGLIKIUA (1918-1943). ÙLAVARINO Alfeo La biografia è stata inserita 1iel Vol. VIII di questa Storia (pagg. 2658, 2657, 2G60) .

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SIDRVIZIO TECNICO DI ARTH:.LIEUIA

'l'onnwrTA Alfredo - La biografia è stata inserita nel Vol. VIII di questa Storia, (pagg. 3061, 3062, 3063). GARRONE Renzo La biografia è stata inserita nel Vol. VIII di questa Storia (pagg. 2771, 2772, 2773). l\foKTBFINALiil Tito La biografia è stata inserit a nel Vol. VIII di questa Storia (pagg. 2875, 2876) .

TEsrn Giovanni -· Nacque a Bologna il 15 novembre 1872. Dopo aver seguito gli studi medi presso il Collegio militare di Milano passò

allievo all' Acca.dernia Militare cli Torino (19 ot tobre 1890). Sottote-

Fig. 155. - Giovanni 'l'esio .

nente d'artiglieria (sett. 1893) alla Scuola d'Applicazione d'artiglieria e genio, promosso tenente (se:tt. 1895-) fu assegna.to ,a l Reggimento artiglieria da montagna per poi passare a prestare servizio alla Direzione superiore esperienze d'artiglieria (marzo 1903); al 2° Reggimento artiglieria da costa (dic. 1904) ed a,l R . Polverificio sul Liri (sett. 1906).

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L'ORGANIZZAZIONE DRL S ERVIZIO TECNICO DI ARTIGLI.IDRIA

Ca,pita.no alla fine del 1907, passò nel ruolo tecnico (genn. 1911) prestando servizio presso l'Oflicini~ di costruzioni di Torino (ott. 1912) ed alla Direzione esperienze artiglieria (ott. J 913). P artecipò alla guerra 1915-18 dal 24 maggi.o aUa metà di settembre del 1915, per indi r ientrare alla Direzione esperienze artiglieria ove ottenne il grado di ten . colonnello (febbr. 1917) . Raggiunse il grado di colonne] lo nel febhrafo del 1918 continuando i1 prestare servizio alla Direzione esperienze artiglieria e successivament e con la carica, di Dil·ettore al Pfrotecnico R. Esercito di Bologna (die. 1923) ; al Centro esperienze artiglieria di Nettuno (set t . 1924) ; Capo ufficio alla Direzione Superiore cost ruzioni a rtiglieria (clic. 1925); al Po]verificio R. Esercito sul Li.ri (genn. 1927) ove compiva interessanti studi sulle polveri e sulle balistiti attenuat e e, finalmente, capo del reparto st ncli, esperienze e ricerche presso la Direzione Superiore del servizio tecnico (magg. 1930), carica , che mantenne anche da maggior generale (ott. 1930). Nel settembre 1931 fu nominato membro del << Comitato tecnico superiore per le armi e munizioni ll, istituito il 7 marzo 1926 e l'anno dopo (maggio 1932) fu inca,ricato delle funzioni di direttore superiore del servizio tecnico a-rtiglìeria, ; portando il suo prezioso contributo ana, soluzione di problemi tecnici riguardanti le nuove artiglierie. Te:o,ente generale per meriti eccezionali da,l 22 l uglio 1934 fu nomin ato direttore superiore effettivo del servizio tecnico artiglieria . Colloca,to in ausiliaria a domanda il 5 ma.rzo 1935 passò nella riserva il 1° gennaio 194-0 e mori a Biella il 19 gennaio 1943. Vittorio - Ne abbiamo pa1fato nel Vol. XII (pagg. 1048· 1049) fino al 1941 quando fu nominato memhro della, Commissione d'armistizio con la Francia . Successivamente (26 febbr . 1943) fu trasferito nella riserva e qualche mese dopo richiamato jn servizio t em pora,neo fu destinato a presta.re servi.zio presso l'Ispettorato superiore tecnico. Morì a, Zola ;l?redosa, (Bologna) , il 9 ottobre 1944. PALLIERI

SAn.nAcJNo Luigi -

Ne abbiamo parlato nel Vol. VIII (pagg. 3017, 3018, 1019) fino al 1939, quando cioè gli fu conferita la carica di Direttore Superiore de] Servizio Tecnico A.nni e l\1m1izioni. --i

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SERVIZIO T ECNICO Dl AH'.L'IGLIE'RIA

Successivamente (15 luglio 1941) fu destinato al Ministero della Guerra per incarichi speciali, per indi passare a prestare servizio presso il Ministero delle Corporazioni (clic. 1941). Collocato nella l'iseeva· e contemporn;ucamen:te richiamato in servizio nel luglio 1942, un mese dopo fu collocato in congedo. Morì a Roma l' dicembre 1948. Ettore - La biografia del gen. Baldassarre è stata inserita nel Vol. VIII di questa Storia (pagg. 2567, 2568, 2569) fino al luglio 19-!l, cioè fino a, quando fu incaricato delle funzioni cli Direttore superiore del servizio tecnico di artiglieria. Lasciata quella carica (marzo 1942) t onlò in Africa Settentrionale ove assunse il Comando del XXt C.A. Morì a ì\Iarsa )Iatruk (26 giugno 19(~2) e, per il suo eroico comportament o, gli fu conferita la medaglia d'oro alla memoria con la seguente motivazione : « Valente Artigliere, tecnico insigne, già distintosi per capadtà e coraggio e sprezz.o del pericolo in numerosi combattimenti ha, quale comandante di grande unità, contribuito in modo decisivo a vittorie ripoi-tate dalle uostre armi in aspre battaglie . Incurante cli ogni rischio, mosso dal desiderio di portare la. sua parola incitatrice alle truppe era sempre frll i suoi soldati n ei punti. più esposti. Durante la p1·epa,razion:e cli. un attacco veniva, gr avemente ferito in seguito a bomba1·d:unento aereo mentre trova vasi tra le truppe di prima schiera. A malgrado della conseguente fortissima emorragia, consentiva di essere trfl sportato al posto di medicazione solt anto dopo aver date le direttive l)er la prosecuzione dell'azione a chi doveva succedergli. a l comando. 'l'rasportato ad una sezion e cli sanità sopportava virilmente una, dolorosa oper azione chirurgica, e decedeva poco dopo pronun ziando parole di fede nel felice esito della battaglia ». A.in el Gaza la, Bir Hacl1eim, Tobrnk, Sidi el Barrani (A.S .), 16 marzo-20 giugno 19-1-2. BALDASS ARRE

Ru.001,:n1 Umberto - Nacque a Milano il 14 marzo 1883. Allievo dell' A.ccademia i\1i.litare di Tori no (3 nov. 1901) e sottotenente a' a.rtiglieria (agosto 1904), segui i co1•si deJla Scuola d'Applicazione d' Artiglieria e Genio. Col grado di tenente (agosto 1910) fu assegnato al1'110 Reggimento artiglieria, da campagna e col gra do cli capitano (genn . 1915) fn t 1.·asferito al 6° artiglieria da fortezza. In t erritorio -

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LJORGA.K'IZZAZIONB Of:L SJ<JRVIZIO 'l'ECNICO Dl ARTIGLIERIA

dichia,rato in stato di gnerra presso la 12" compagnia del 6° artiglieria da costa, (maggio 1!:l15) passò, un anno dopo, a,1 6° gruppo cli assedio tli nuova, formazione. Maggiore nell'aprile del 1917, fu trasferito al 7° r eggimento arti·glieria da fortezza per rit ornare dopo qllalche mese a.i 6° fortezza, co-

Fig. 15H. - l:inbcrto Ruggeri.

mandato a1l' Arsenale Artiglieria, dt 'l'orino, divènendo successivamente aggregato al molo tecnico. · Tenente colonnello nell'aprik del 1925 col r a,ngo di vice-direttore dell'Arsenale di Torino, andò capo ufficio alla, Direzione Superiore del Servizio tecnico artiglieria (dic. 1929) ed indi assegnato 31 Cent ro ·c hhnico milittwe (febbr . 1931). Raggi nnse il grado di colonnello nel novembre del 1932, pa,ssanclo l'antro dopo, definitivamente nel rnolo tecnico. Incaricato del grado superiol'<~ (genn. 1936), fu nominato direttore -principale presso la Direzione Snperiore del S .'l'. A .M. e col grado di maggior generale (lugli.o J 937) divenne capo reparto studi ed espe1'ienza e ricerche presso la direzione suddetta . - - 833 -· .53


SERVIZI O TECNI CO Dl AH'.L'IGL IEHI A

Nel dicembre 1937 fu incaricato del gr ado cli tenente genera le e n e ottenne il grado effettivo nel giugno snccessivo . Nell' ot tobre del 194.l lasciò l a direzione del r eparto studi esperienze e ricei·che e passò a disposizione della D il'ezione Superior e per incarich~ speciali; uu anno dopo (nov . 1942) fu nominato Direttor e Superiore cli servizi.o t ecnico. Nel gennaio 1945 passò a disposizione del Ministero della Guerrae nell' apr ile successivo passò nella riserva ed inviato in congedo. Morì a, Homa il 4 febbr a.i.o 1947.

B IL CO RS O SUPERIO RE TECNICO DI ARTIGLI E RIA

4. - Istituz ione de l c orso s uperiore tecnico. I corsi s v olti da l 1926 al 1943. - S. - Oli insegnanti delle s ing o le materie . - 6. - Quadro nu meric o deg li Ufficia li a llievi dei Corsi s uperiori tecnici di a rtiglieria .

4. - Col r u olo speciale teooico furon o istituiti ao1c hc i cor si

pet· In, prepnrazion e professionale cl ei relativi ufficiali (legge n . 44.'3 del 10 lnglio 1910) . Ma d opo il conflitto J 915-lS, il pl'imo di t ali corsi fu indetto soltanto il 9 apl'ilc 1924 e si sarebbe dovut o iniziare il 1° luglio di quell'anno, a n o s copo di 1·i:piam1a r e le va camze esist enti nel rnolo stesso. Sta nte però l 'ei:iiguìtà, del numero dei concorrenti, efietto della sospensione dei corsi. regol;.iri c1ell' Accademia e aelJa Scuola d' a pplicazione, e del1a lenta r iorga1J1izzazi one delle attività civili nel dopo guerra, il Ministero della Guerra, con successiva disposizioil1e del 6 giugno 1924, li ri nviava ad epoca indeter mi nat a, in a ttesa cli n uovi provvedimenti ch e s ar ebber o stati att uati per la r ior ga 11i~za?ione del ser vizio tecnico di artigli.e/in . Gli ufficiali con correnti però poteva no essere assegna ti ngli stabilimen,ti clell'arma, ,d opo esser e s Lati inLerpellati clalla dir ezi one superior e <.leDe costruzioni cli artiglieria, e il f:1::rvizio da loro 1p r estnto poteva costituire, a pn rit à di merito, t itl)lo di preferenza per· il futuro t ras feri ment o nel m olo t ecnico . ·-

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IL CORSO SU PEHIORE TECNICO DI .1RT1GLIER1A

Successivamente, tra il 15 di ottobre 1925 ed il 1° marzo flel 1926, con cli verse disposizioni : - si istituirono i corsi· superiori tecnici e balistici; - . si dettarono le norme per le ammissioni; - si indissero i relativi co.n corsi; - si fiSsfl.rono le norme per l'ordinamento e l'espletamento dei corsi stessi; - si stabilirono le materie ,d'insegnamento. Al primo corso potevano essere ammessi : a,) ufficiali in servizio attivo permanente, cli qualunque arma, -cli grado t11on superiore a quello di maggiore (e per quest'ultimo grado con all7;ianità, non anteriore a quella posseduta dall'ultimo maggior'e appartenente al ruolo tecnico di artiglieria alla data di pubblicazio111e del decreto), che fossero già in possesso della la urea i,n ingegneria, in elettrotecnica, o in chimica, o che avessero ultimato, con ,distinzione i corsi della Scuola <l' Applic!;t:d one cF Artiglieri.a e Genio e prestassero o avessero prestato per due anni, almeno, lodevole servizio iin qualitù, di aggregati o comandflti al ruolo tecnico d'artiglieria; 7J) laureati, militari o inon militari, in ingegneria 1neccanica, iu elettrotecnica o in chimid inclnstriale, purchè non avessero oltre1passato, il 28° :umo cli età alla data cli pubblicazione del ba.nclo cli concorso ecl avessero soddisfatto alle altre eonclizioin,i riehieste dal bando medesimo. Il numero dei posti messi n eoncorso fu fissato ad 85 e cos1 ripartito: · - 60 posti per gli nffi.ciali in s.a.p. di eui 20 per i maggiori e 4:0 per i capitani (~ tenenti ; - 25 posti per i laul'eati (mi.Iitari o non miJitari). Agli allievi che non provenivnno dagli ufficiali cli artiglieria in s.a.p . si sarebbero svolti speciali corsi cl.i carattere tecn:ico militare ed impartite le necessarie istruzioni prµtiche. Costoro, una volta vinto il concorso, sarebbero stati nominati sottotenenti cli. complemento nell'arma cli artiglieria, a meino che già non rivestissero tale qualità. . 'l'ra gli ufficiali concorrenti in s.a.p. avrebbero avuto a parità di merito, la precedenza : a,) quelJi già, aggregati al ruolo tecnico di artiglieria; -- 835 -


SERVIztO TECXICO DI ARTIC LIERIA

b) quelli già. comanda ti per mansioni tecniche presso il servizio tecnico cl ' nrtigJieria ; o) quelli ch e avessero avuto promozioni Q)er m erito di guerra o ricompense al valore J])er ~ervizi.o di guena . P er i laureat i avrebbero .wuto la precedenza : a,) i. candidati che già fossero uffici ali di complernento;

b) quelli che a ,,cssero avnto promozioni per merito di gnerra o ricompense al valore pel' servizio ,éli guerra . Il 1° corso superiore tecni<:o ccl. il l° corso superiore balistico di cui diremo in seguito, furono inaugurati con speciale .solen nità, presso l' Acc::iclcmifl cl' .\rtigJieria e Genio, il lG marzo 1926, aHa presenza di S.A.R. il QJl°incipe cli Piemonte; il gen. CavnllHo, allora , ottosegretario di Stat o p er l a gnerra. C<)n un elevato discorso ne illustrò le finalit à . Comandante dei corsi fu nominato l'aJJora colonnello cl'art. (R.T.) Salv;J.tore F,ua. Puggi oni, sostituito poi del t . col. d'nrt. (R.T.) Oesm:e Oerntti sott0 cli cui si iniziò il 3° co rso (1° apl"ile 1928) . Il t. col. Cerulti fu poi sostituit o, alla sua volta, cl nl t. col. Salln stio R egii nel rn2n. L'espleta mento di ()_Uesto 1p rimo c;oncor so e 1·orc1in11menro dei relntivi (·OrBi fu così disciplin ato :

- il corso superiore tecnico sarebbe stato composto di èhH' periodi: il primo, cli insrgnornenlo teorico ecl aYellte la dnrn t,, <li due aami, da svolgel'si. presso l'Accademia ::'.\J ilitn r e cli ATtiglieria e Genio; il se-condo, di proYH pratica eù aYeute la chmtta di un anno, da SYOlgersi pre. so gli stf)bilim en ti dcll' annn . - il corso s u peri ore tecnico Yen i va posto sotlo l'alta d trezione del generale a disposizion e pe1· l' arma cli. artiglieria i1 quale la esercita,·a , per quanto 1più speC'ialmente l"ignm'ilani la p n1·te tecnico-profcssionule, p er mer.zo del ge11eraJc direttore ~npe1'iore del servizio tec·nico 11' artiglieria. 1~1 gove1·no ·<lisdplirnll.'e ed r1Jla effetti\'a direzione degli stndi del biennio cli corso teorico, ,provvecle'rn il generale c·omondante dell '~.\cca,deruia militare, co11 cliuvnto da nn nffidnic superiore del rnolo tecnico, all'nopo assegn a lo all'Acuiclcmia

militare. -

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IL CORSO SUPERIOR I, 'l'EC~!CO DI ARTIGLIEnIA

L'anno di prova pratica, presso gli Stabilimenti, · H,niva effettuato secondo le d irettive ·che in proposito dava il geiwrn le direttore superiore del servizio tecnico d'artiglieria. I cand idati riconosciuti dall'apposita Commissione, vincitori élel concorso w1rnidett.o, venivano ripartiti in tre gruppi, a seconda delle esigenze del servizio. Gli uiliciali in servizio attivo compresi nel primo gruppo, venivano iscritti al l" ,corso biennale. Qu eJJi che risultavano compresi nel secondo gruppo, venivano iscritti al secondo corso biemrnle. I i-inrnnen ti venivano iscritti nl suc:cessivo corso. I 25 lam·eflti, venivano iscritti al l " corso biennale. - Il primo c:01·so bie1nnnle ebbe ìl seguente svolgimento (esami cornl])resi) : -

1° a1J1110 : dal 15 mano al 30 ottobre 1926; 2° anno : dal 15 novembrf! 1926 al 31 luglio 1927.

- Tl secondo corso biennale si sYolse normalmente, 11el seguente modo (esàmi compresi) : - 1° anno : clal 15 ncwernbre 1926 al 31 luglio 1927; - 2° anno : dal 1i5 novembre 1927 al 31 luglio 1928.

- Le materie di insegnamento pe1· il corso superiore tecnico erano le seguenti,:

Balistica este.mrn . Costruzioni <hirtiglieria. l<'isica complementare. Esplo~ivi e gas ,cli guerra. -M etallurgia . Costruzioni automobilistiche. Organizzazione delle fabhl'icnzioni. Conferenze Yarie . Ma t.eriale di artiglieria . E sel'citazioni t(~odco-pra tiche di tiro . Tutta la 1ui:ite1·ia che rifletteva l 'espletamento dei corsi su~ periori tecni.ci, nuovamente riveduta, fu inserita (11 agosto -

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SERVIZIO TECNICO DI ARTIGLIERIA

1927) nelle norme esecutive per la prima applicazione della legge 16 dicen1bre 19~6, n. 2121, riguardante il Servizio tecnico d'artigliel'i;l. Tali norme stabilivàno: - eh<' la sorveglia nza clel co1·so superiore tecnko ve,niYa affid ata $Il direttore suverio1·e del Servizi.o tecnico sotto h 11ta direzione dell' Ispettore d'al'tigliei-ia ; - elle a Ulle corso si era ammessi in segnito n <:oncorso per titoli, a. cui potevano partecipare, a diO:erenia di quanto era stato presci-itto ,per il primo concorso, anche la meati civili ed un num.ero di c·a pitani e tenenti cl'arliglieria, da fissarsi, · <:omplessh-amente, ogini biennio e che :wesscro i seg11enti requisiti: a) avNìsero superato i corsi 1·egol!11·i élell' Ac{·:Hlem.ia 1Iilita1·e di Artiglietia e Genio o quelli dplla Sc·nola d'Applicazione di Artiglic1·ia e Ge01io compiut i in base ai preced enti ordinamenti. oppure aves ero la laure11 in iugegneria, in thimira o in 1natem.atica o avN,sel'o s nperato tuHi gli esami di profitto prescritti dagli statuti delle scuol e d ·ingegncl"ia per il corso q11inquenni:1le degli si ncli m1iversitn1·i in ingegneria ; b) avessero ottenuto nell'ultimo bie,nnio, la clai::sifìc11 di ottimo uflki;1le, ov,·ero di bno110 con cocfl'kienlc 3 (trr); o) fossero stati indfrnti, cou specinle rH1pporto del 101·0 comandante di c:01·po, come parti<:olarmentc esperti nelhi conoscenza del materia fa d'a1·tiglieria e del tiro e !Jl.relle questioni d'indole tecnica e sdentifìc;.1 ine1·enti an:arma cl'm·tiglicria; d) 11m1 avessero oltrPpassato, alln data -clel ba11clo di concorso, il 3!3" ann o di eti't; e) fo~sero rinsdti _.-jncitori del co11corso.

In Yia eccezionale, fino al 31 <dicembre 19~0, polenrno essere ammessi 111 corso nnche gli uffici.a li superiori di artigli eria - compresi. qu elli permanentemente aggregati al senizio tecHico - senza elle fosse per essi, necessaria hl con dizione dell'etìt. Le materie d ' i1nsegn arnento clnrantc il biennio teorico e le ore assegnat(~ per lo svolgimento di ognuna di esse dnrante il corso biennale teol"ico furono leggermf'lnte variate in seguito nlle esperieuze ,dei to1·si sì1 olti e risultarnno così. :6.ssnte : -- 838 -


IL CORSO SUPBRIORE TECNICO DI AR'.L'IGLIElHA

Ore assegnate Materie <'l ' insegnamento

1° auno

Balistica esterna

20 anno

70

Balistica esterna

70

Costruzioni d'artiglieria

1.00

Costruzioni d'artiglieria

100 (80 clis .)

Fisica complementare

50

Fisica complementare

50

Esplosivi e gas di guerra

60

Esplosivi e gas di guerra

40

Metallurgia .

50

Organizzazione delle ;fabbric;,17,ioni

2ti

Costruzioni a utomobilistiche . . . Confere1rne sulla legislazione operaia

5

Conferen7,e sulla mobiltt.1zione industriale

wo Materiale di artiglieria (corso speciale)

. .

70

.Arte mi.litare e regolamenti (corso speciale) .

:50

Totale . .

400

465

46ti

In relazione alle suddette norme fu indetto il 18 aprile 1929 il concorso per l'ammissione al 4° eorso superiore tecnico ('he a,vrebbe avuto inizi.o il 1" ottobre ed al q uale potevaino partecipare: a) ufficiali permanentemente aggregati al servizio tecnico d'artiglieria prescelti dal direttore superi.or<~ -del Servizio tecnico, ,per un mpssimo di 10 posti. Avrebbero avuto la prece<lenza coloro già, d ichiarati ammissibili ai corsi precede(niti; b) capita ni d'artiglieria non ,p ermanentemente aggregati .al Servizio tecnico delFarma per nn massimo di 14 posti, :im pos~esso dei requisiti previsti daHe norme inn a1n1zi accennate; ·- 839 --


,mnv1zro 'n:c:-irco DI

ARTTGL,Il!lRTA

0) nffic.:ii:tli vincitori del conco1·so cli cui al decreto-legge del 15 ottobre 1925, anche se non perm anentemente aggregati al servizio tecnico dell'arma e che non ayes~ero potuto freq uentare i precedenti corsi. Gli u:fficin li 1perm::111entern ente nggl'ega ti a 1 Set·vizio tecnico d'artiglieria ammessi al corso 1:1vrebbe1·0 potuto a domnnda, essere dispensati dat frequentarlo, pm<;hè si fossero impegnati a sostenere gli esami 1Prescritti entro il 1933. Dal 2° periodo sa rebbe1·0 stati clispensnti gli ufficiali permrnnentemente aggregati al enizio tec:nko. e, su proposta del dh'ettore superiore, quegli nffida li ,·incit01·i del concorso precedente che avessero compil1to già 11n periodo di servizio agli stabilimentj, della durata almeno di un anno . Subito dopo, per l'applicazione definitiva clel ripetuto R. .clecreto legge 16 dicembre 192G, n. 2121, con disposizione clel1'8 agosto 192!) (cirr. 482 O. M. 192!)), mentl'c si stabiliva che il c·orso superiore tecnico veniva posto sotto l' alta direzionE> dell' [spettorato d'ai·tiglieria , si conferrnf,lva nltresì che i pl'imi due anni cli corso si snrebbel'O svolti presso l'Accademia di Artiglieria. e Genio e il Comandante cli qnesta, anebbe avuto il compito di regolal'ne l'ordimrn1ento ,disciplinare e didattico facendo all'uopo opportnnoa p1·opo$ta 11ll'lspeltore d'artiglieria. Per l'anno di prova pratica poi, da sYolgersi presso gli stabilimenti clell'ar·1un e la ,direzion e superiore .é[el Servizio tecnico, analogo compilo sarebbe spettato al direttore superiore. Al corso snperiore tecnico sai·ebbero stati ammessi, mediante un concorso per titoli, solamente capitn ni d'artiglietia, nel numero fissato clal Ministero, i11 posses ·o -dei requisiti accernnati innanzi. Veniva poi ancora una volta ribadito, che in via eccezionale, fino al 3l dicembre 19:30, aYrebbel'o poluto essere ammessi al corso anche utnciali superiori cli ;-irtiglieria - compresi quelli IJ.Jermanentemente aggregati al servizio tecnico - senza <:hc fosse. per essi, necessa):ia la condizione cli età. Come (Pl'ima, gli uffici~Ji permanentemente agg1·egati al Servizio tecnico d'artiglieria ~immessi al corso, avrebbero potuto far dom.a nda di es ere ,d ispensati dal frequentarlo. -- 840 -


IL CORSO ST: PEIUOJ!E

n :c;-;rco

DI ,\RTlGLIERlA

Le ammissioni al 5° furouo regoJate dalle .norme precedenti. Per i.l 6° corso, istituito il 5 marzo 1931, in rignardo aJla durata, vi fu una vari.ante sostanziale che r imase in vigore anche ·per i corsi snccer:;sivi e cioè avrebbe avuto la flnrata complessiva di c1ue mmi suddiviso iin tre periodi : ,d ue cli inseg,n amento teorico cd una di qunttro mesi, cli applkaziorri pratich e, da svolgersi - qnest' ultimo - presso la direzione superiore del. Scrvb,io tecnico d'artiglieria o negli stabilinrnnti cle)l 'Arrna. Dal perio,clo di applic:azioni pratiche, come nei corsi 1prececlenti, potevnno essere dispe,nsati. - su proposta clel Diret tore superiore del Servi?:io tecnico - gli uffi.ciali permanentemente aggregati al servizio stesso che f1vessero ·compiuto già un periodo di tiroci11io ·cli almeno otto mesi., r1lla dire?:ione superiore od agli stabiJimenti dipendenti. Col 7° corso superiore tee.n ico bamlito il 28 febbraio 1932 si esrrnrì tntta la categoria degli ufficiali giù, aggregati al ruolo tecnico, sia iJ1 vin definit iva ~he proYvisoria. Di. questo <:orso il l" periodo si svolse come 01ei corsi precedenti f1 'l'orino presso la Scuola d'Applicazione cF A.rtiglieria e Genio, ma il 2° periodo si svolse a RomH presso la di.1'e?:i01ne superiore del Servizio tecnico clowi si era costituito l'lstitnto soperiore tecrdco. d'nrtiglieria (l" ott. 1933) . A Rornn si svo)sero i corsi successivi. L'8° co1;so si iniziò il 1° ottobre 1933; il ~) corso fu cli a.ppena 8 posti, risernti Hi soli tenenti cli artiglierin e si iniziò il 1° ottobre 1934; il 10° corso r1uche per tenenti (S ,posti) si iniziò iJ 1° ottobre H:135 . Nel 1936) avendo fa clire?:ione superiore del Servi?:io tecnico cambiato denominazioine, anche il corso snpel'iore tecnico fu denominj';ltO corso superiore tecnico al'lni e munizioni. Per le ammissioni a tale eorso fil adottato un nuovo indiriz?:O . Ispettore dell'arma di fanteria era allora il gen. Bobuio il qu;:ile propugnò Uclea cli ammettere al corso superiore tccnic:o anche gli ufficiali cli fanteria, i qnnli poi avrebbero trovato utile impiego al centro d i eSjperienze cli f;:interia; Ude pro 0

-

841 -


SERVIZ IO 'J:EC)llCO DI AHTfGLll~RIA

po tn, accolta dal gen. dc PigJ1ier nllora Tspettore clell'arma cli artiglieri.1 , fu s ubito attuata col coueol'SO indetto il 15 luglio 1936 per J O ufficia li da n mn1.el tersi al <·orso s111periore trcnif:o. In effetti H tnle eorn·orso potev,1111,n pnrteripnrC' i tenenti in s .p.e. delle ar mi di fa nte l'ia , ei1rn"llr ria e nrtig-lieri a i quali : a) fossero l:n1reilti iu ingegne1·ia (t11tte le speci.aJità, co11 rpreferemm alle mr<·tallil'he Nl eJett romet'c·nnicbe), o possedcs:?ero la l11urea in 11rntern .1tka , :fisie a (J1 cJl ' orcli11 €J di prcfercinzn indica to dalla sn('<·ei"sio11 e);

r (

Ftg. lti7. - Roma: I stituto Superiore T e<'n1co di Ar tig lieria.

lJ ) prov(' ni ssc1·n d;ii torso 1·cgol ari cli re d uin rnent o ccl a,·es~ero compiuto almeno tre anni cli effettivo senizio al reggimento, alla cinta d 'i·ni?.i o del <·orso, e c: llc aYPs:::cro nvnt o altd ì·equisiti di merito, già indicati preceden temen te; o) fossel'o stuti indknti, con ~pechlle rapporto del loro ('On\andao1te di corpo, come pnnicolarme11te versati in t ecnicfl,

sci <'nti:fiea . - - R-1? -


IL

conso

SUPF:RI0IlR TEC)<fCO DI AH'.J'IGLIEBIA

Il corso ebbe inizio presso l'Istituto s uperiore tecnico armi e munizioni in Homa il l° ottobre 1936. Ma sia !J)er il corso indetto qnell'anno e sia per quelli ·degli anni s uccessivi nessn1110 degli uffidali. cli fanteria ci cavalleria eoncorse per J.'ammissim1:e. Oltre ;:il p rovvedimento di estendere agli ufficiali di fanteria e cavalleria l' accesso al eorso superiore tecnico, connesso, con questo, subito dopo, (16 settembre 193G) ve ne fn uin altro assai importante e cioè qnello di dar modo agli ufficiali delle vurie 1t1·mi, che aspir-:1sscro ad entrare nel servizio teonico, ,cli conscµ;nire ln lanre;1 in in gegneria, titolo ipreferenziale per l'ammission,c al corso stesso per eni acl iHc-omi1wi,ue da aH01·a, um1ualmente, fu iindetto nn cmworso pe1: t itoli. i"ra gli nffieiali delle tr-c armi (artiglieria, fanteria e cawilleriH) per l';rn1missione al 13'' eorso o successh i. del la facoltà di ingeg11cria deJl'Università di Roma. A fin(~ del corso gli. ufftciali 1·is ulta!i i,clon ei sarebbero stati ammessi nel Servizio tecnico r1rm i e munizioni. A decorrere dalla data di ammissiorne in tah~ servizio gli ufficiali sarebbero stati sern:'alt ro impegnat i alla permanenza obbl igatori a. in s.p.e. per fiorni 10. Gli uffidali che avessero posseduto titoli. di ammissione a corsi snperiori al terzo <Pingegnel'ia, avrebbero completuto il corso universitario fino al J' agghrnginrnnto della laurea e s11bito dopò sal'ebbero passati a frequenta re il corso SU!])eriore tecnico armi e munizioni. Anche ai coi:·si cli ingegnetia non vi furo no ammissioni di ufficiali ai fanteria o cavalleria. Il corso supel'iore tecnico s nccessivo (12"), bandito eo,n cli sposfaione del 15 settembre 1!)37 eon,t emplava J O po~ti ai quali poteva1no partecipare i tenenti in s.1p.e. cl i fanteria, di cavaJle1:ia, ~~ di artiglieria, ave,nti gli stessi titoli indicati pc i· il COl)COJ'SO pre,ceclente. Ai due corsi successivi 13° e 14() imletti rispettivamente nel 1938 e 1939 potevano partecip;1re teue11ti e capihrni df'lle tre armi indicate. L'Istituto snperiore tecJ)ico d'a rtiglieria nell'ordinamento dell'esercito sa,nci to con la legge n. 368 del 9 maggio 1940 fu an1

-

843 - ··


SERrIZIO TEC;>;ICO DI Aft'.CIGLU:ltL\

11over;1to fra gli istituti milihlt'i ,d e1l'esercito. e riunirn in !"è lutti gli agg1·uppamcmi seientifico-sperimemali cli specialir.zazio1n e tccnie11 supei-iore tlcll'arrnn di artigliel'ia. L'Istituto dispo•n e,a di : - una sezi one studi pe1· lo svolgimento dei corsi didalti<'i cli. pre pnrazione; - u11 a sezione gabinetti di pl'OYe e ricerche nel cmnpo tecnologico, fisico, chimico e balistico ; - un banco cli proYe pPl' le n1·1Di portatili cH guenn; · - un 'officiin 1l tipo, IJ)er l'eseenzioo1e direttn dei m.odelli di prima progettazione e cli coueclo alla sezione st udi per le esercitazioni p1'atiche cli tecnologia delle fnbbl'icazion i ; - un reparto pe1· la fi:lbbricazione e studio del vetro d 'ottica; - tre centri 'di esperieme ; clne per J'al'tig-lieria , uno per la fan teria ; Uln u fil ci o tavole di t i 1·0. 1

Con disposizione n. 4-1000 clel ~linistero delJa Guerra - Gnhinetto del 30 giug,uo l!)J2, cin:a l'orientf\meuto t1cll a direzione s uperiore del servizio t ecnico di i1l'liglie1·ia ed enti dipendenti, dal 1° luglio SUC('CSsi,·o l' Istitnlo superiore tecniC'o di Hl'tiglicria avrebbe assunto l'ordim1mento indi<:alo 1nella segnente t abe)]a: a) ufficiali del senizio tecnico a:al'tiglieria :

t en . ge,uera le, direttore 1 ten. col. o maggiore, ,ice clir cttote e relatore 1 te,n. colonnelli, m11ggiori o capitani acldetti . 3 b) del1e varie inmi, per il disimpegno di sPrvizi cli au silio al servizio tecnico : ten. colonnello segretario ten. colon11elli, maggiori o capitani -

±±-

1 2


IL

con so

SUPEHlORBJ TECì:\ICO DI AH'l'JGLIERT A

o) dei vari corpi :

ca,p it. cli nmmi11istrazione, direttore dei eon ti 1 ufficiale subalterno ·d i ami!Jl istraz., pagatore 1 1

Erano previsti poi tre elementi cli persoaiµ le ei vile ecl un .sottufficiale. Per lo svolgimento dei corsi. s u1periori tec1nici la direzione suip eriore S.'re.A. avrebbe designa to cli volta irn Yolta gli insegna nti 111Jecessari, oltre a.gli uffidali indicati nella presente tabella, traendoli dal proprio personale. L 'istituto c·(n1· legge 14 ·dicembre 1942, n. J:716, fu costituito in ente !:IJ.Uministrativo autom,omo. I corsi superiori. tecn,ici presso l'Isl'itnt o s npel'iore si svolsero regolarmente fino al 14° (1.9m)); negli anni 1940 · e J 941 ::t {'. ausa ddla guerra non furono istituiti. ì\fa. l'am.'l!o dopo (1942) si. riconobbe la necessità di r~pren-dere il reelutamento ·degli ,1f:6.ciali del S.'r . e furono emanate le disposizioni esecutive per Ja rip1·esa ·dei corsi stessi a partire cl11ll'ott obre cli queJl'µnno e cioè per 3 corsi consecutivi U'i°, 16°, 17". Dato p<~rò lo sta.to di guenn e di <.:onseguemm l'alta, in t E>nsa. ,produzione dei matel'iali inegli stabilimenti militari, per cni non era possibile l 'allontunamento degli uio.d;tli frequenta tori clei corso, cla tempo in, servi·zio presso gli st abilimenti mili.tari ,coin, mansioni tecni.che, i corsi stessi sarebbero stati ripresi sotto forma di. soli studi in divièlunli, sn sinossi fùrnite dall' Istituto superi.ore tec111ico di artiglieria, segui ti cl.a esami Jìnali. Le si. nossi rig1rnI'flaya110 le seguent i materi e : Costruzioni di artiglier' ia - Cosh'nzioni automobilistiche - Bnlisticn esterna - Fisica . comeplemen,t are - Esplosi.vi - 'l'ecnologin - Metallografiti. Pe1' agevolare gli uill.ciali. iscritt i ai corsi, tenuto conto delle esi.genze d i serviz,io, sarebbero state istituite~ due sessioni di ef!a.mi, con facoltù, del corpo ac:cademico di conce,d ere un 'ulteriore eventuale sessione straordiinaria per eause speciiili. Gli esami p(~r tali ·c orsi si es1plctarono dopo la guerra. -- 845 -,-


SEHV IZIO 'J:ECNICO 0 1 AR'.L'Ic:LIERIA

Il 9 marzo del 1945 l'J litnto superior e tecnico ar liglieria C<'Ssò dalla sua antonomia amminislrnfrrn e fu assorbito dal Laboratorio cli P redsione. I gabinetti sperimentali (fisico - chimico - 1·ecnologico - fotografico) clell'I stitnto s uperiore tecuico passarono a far 1pa1·te dell'Ufficio .'. Te .A. delJo I spettorato dell'a rma <li nrtiglie1·in . In corn1plesso i COJ'si su pe1·iori tecn,i ci raggiunsero pe1-fctta 1oente lo scopo per il quale eran o stati istituiti , e gli insegnamenti, sia iecnici rlle pratici si dimostrarono largamente ufficienti per fornire i mostri stabilimenti di nfficinli tecnicamen t e capaci. Detti corsi UC'quistnrono subit o grande considen1zio:rie e fu rono ammessi a fre <p1entarli nfficiali della 1\farin a e ·cl ell' Aer onautica, ed a01che cli eserciti str anieri (lituani, bulgari, greci, portoghesi) . 5. - I n merito agli insegna n ti dei c:orsi s uperiori tecnici ricorderemo per le singole ruaterie : Ne iniziò l' insegnamento (1926) il gen. Ettore Cavalli e lo mal1tenue fino al 2° periodo del 3° corso (a11rno scolastico 1928~29); collabor arono in qualità -di aggiunti il magg. (Hovanni Brnno, il capi.t . Em·ico I<'if-1.JlChi,n o, il ca pit. Ottorino R enda; seguì d al 192!:l-30 il ten. ·c ol. Giovnnni Bruno che ebbe come aggitmto, <la)) anuo scolastico J 930-31, il c.-1pit. Francesco Ga l anzi no; quest' nlt imo clive11ne titolal'e di quell'insegnamento dall'anno scolastico 1933-34 e lo mantenne, per tut t i i corsi succ·essiYi espletµti prima clell'S settembre 1943 (14°); durarnte tutto riuesto periodo ·ebbe come suo aggiunto il capit. Giovanni P iacquaclio, ·che mant<>1rne l 'incnrico anche col gracl o di maggiore . BALIS'l'lCA BS'l'Elt'.\A . -

Costr11z·io11i <l1arligz.ieria : Ke irn:iziò l'insegnamento il gct11 . 1\lfonso :.\Jattei e lo mantenne fi no al l° ,p eriodo del 4° corso (1929-30), ebbe come collaborat ori in ordine cli tempo il t. col. Michele Arn aturo, il t . col. Oerutti Cesare, ed il Cfl pit . Angnsto Ferrari; segnì titolare di quell' insegmamento il t. col. Giusep,pe i\Iainar cli che mantenne l' incarico fin o al 1° periodo del 9° corso (J 934-35) ed ebbe come aggiunti. dal 1930-31 il capit. El'lllfrnno

-

816 -


f.l, CORSO SUP EIUOHE 'l'ECN!CO DI AHTIGUERIA

Ravelli , il capit. Galanzjno (]931-32), e poi dal 1933-34 il capit. Aless;rndro D'Evaint il quale, col grado di maggiore, sosti tuì (J935·36) il col. Ma inardi. Per alcuni corsi, aggiunto a questo insegnamento, fu il ca.p it. Pasquale La Malfa.

Fis·io.ai oomplem,en.iarci : Ne iniziò l'insegnamento (1926) il prof. Gino Poli; l'anno dopo mentre il Poli continuò l'insegnamento al 2° periodo -d el 1° corso, il l° per-iodo del 2° corso fu es:rletato dal prof. Eligio Peruccµ,; per Fanno successivo (l.927-28) ,c ontinuò l'insegnamento solame111ite il Poli, mentre per l'anno 1928-29 lo corndivisc col prof. Gleb '\ Vataghin il quale fino al 1932-33 rimase unico i1n segnante di questa materiµ . Tutti i titolari di fisica ebbero come aggiunto il prof. Filippo Odone. Dal momento in cui i corsi si svolsero a Roma l'insegnt1mento della fisica fn affidato al prof. Ugo Bordoni che ebbe come aggiunti i 1proff. Edoardo Amalcli e Filippo Neri. Bsplosivi e gas di g'1,wrra, : Insegnante di questa materia sin (lall'inizio e :fino a quando i corsi superiori tecnici si svolsero a Torino fu il prof. :Mi.chele Giua che ebbe come aggiunti in Ol'dine di tempo il capit . Mario Barengo e il prof. E,duardo de1la Piana; dµ.l momento che i corsi si svolsero a Roma, questo inseginamento fu espletato dal t . col. Guido Pannoncini che elJbe eome aggiunto il magg . Aldo Foà. Successivamente questo insegname1Ut0 passò al mpgg. Giuseppe :B'ailla e poi al capit. Vittorio Martello. Costruzio111i arit,toniob·ilistiche : L'insegnµmento al 2° periodo del 1° ,corso fu affidato a.I col, Umberto Agostoni (1926-2'7) a <:ni seguì (1930-31) il magg. Carlo Aimone; dal momento che i corsi furono trµsferiti a Roma l 'in:segJJamento fn affidato al ca[L)itano

Edmondo 'ratti che lo t(~nne per tutti i corsi successivi col grndo anche di maggiore fino al 1943. -

847 -


SERVIZIO T ECNICO DI ARTIGLIEHIA

Met.all1.irg'ia : L'insegm11nento di quest a mnteria fn assunto (1926) dal col. (R. T.) E rnesto Oa ldnrera e poi pnssò (1927-28) al prof. Luigi Losa 11 a che lo mp ntenne ininterrottamente fino al 1932-33: questa runteria dal 1!)34-35 fu clenomim1ta Metallografia. e il relativo insegnamento affidato :fino nl 14° cors o al col. poi generale Sarradno, ·che eùbe com e suo pggiunto il cap . Roberto J\Jlara , il quale poi eol grado di maggiore ne JJl'e1parò le s inossi per i corsi 15° - 16° e 17°. Or.fJa,n i :,:zaz ione delle faùlJrioazioni e legislazione operaia.: L'insegrn1mento cli questa nrnteria fn ass1111 to (1926-27) rlfl l col. (R.T. ) , alvatore I1' ara Pu ggioni sostiluito l'ann o dopo dnll'ing. Mario F ossati; que ta m;1te1ia nel ]9:k-2!) fu denominata : « or-

Guido Pannonclnl

Vittorio Martello

Pasquale La Malfa

Fig. 158. - I nse~uauti al Corso Superi ore tecn ico cli Ar tiglieria.

ganhzazione scientifica del lavor o e delle fabbr icazioni e legislazione operaia>> che nell'a nno )930-31 cnmbi.ò in « organiizaziune sdentiflca del l avoro - Dir itto clcl lavoro e delle mnestranze s tatali>>; da l momento che i corsi si svolsel'o a R oma questa w1-1teria fn denominata « tec-nologia delle fabbdcazio11i » e affidata nl col. Sarrncin o che l a rnnntenue fino al 14° corso. · -- 848 -


IL CORSO SUPElRIORID TECNICO DI ARTlGLIIDRIA

6.

- QUADRO nitm;erico degl i

U ffioiali Allie vi cl,,ei Corsi Superiori 1

Teonfoi di Artiglfo,r ia .

Corso

J.o

20

go

40

50

I

•~nno scolastico Arma e Corpo /

).926 Artiglieria 1927 Genio Cbim. farmac. Fanteria Artiglieria R. )farina Genio Artiglieria

Maggiori Maggiori M:àggiori Ca11itani Capitani 'l'en. Vasc. Tenenti Sott. Compl.

{

1926 Artiglieria 1928 Artigliel'ia Ar tiglier ia Genio

Maggiori Capitani Tenen ti Tenem.1

{

1927 Artiglieria 1929 Artiglierìa Artigliel'ia Genio Arma aeron. Es. Li tuano

'l'en. Col. .M.:1ggiori Capitani Capitani Tenenti Capitani

(

:j.92!) Artiglieria 19;!1 Ar tiglieria Artiglieria Genio Es. Lituano

Ten. Col. Maggiori Capitani Capitani Capitani

{

19::10 Artiglieria. 1932 Artiglieria Artiglieria Artlgl~eria Es. Bulgaro

Capitani Maggiori Capitani 'l'enenti Capitani Tenenti Capitani Tenenti Carii tani

[

Es. Greco Es. Lituano Go

Grado

{

1931 Artiglierhl 1933 Artiglieria Ar t iglieria Artiglieria H. Ma rina Es. Bulgaro

'.l'en. Col. Maggiori Capitani Tenenti 'l'en. Vascello Cap. Artigl.

-

849 -

Ufficiali ammessi

1 2 1 1 3 2

7

25 7 6

Ufficiali dicbiarat.i idonei

~

2 3 16 3

4

2

7 2 2 4

2 2 1 1 4

2 2

3 2

1 1 1 3

11 1 1

8, ,.

1

1 1 3 1 1 1

2

8 2 1 1 1 1

1

1 1 1

1

1

1 7

1 6 2

2 3 2

3

2


SERVIZIO T lì:C NICO Dl AR'.l' IGLIFJRIA

Segue ;

Q UADRO 1utrnerioo degli Ufficiali A ll'iev-i dei Co rsi ver io,r i T ecn io i d,i A 1·t iglie ria .

Graclo

Capitani Tenenti

Arliglieria 1934 Artiglieria

go

{ 1932 { 1933 1935

Artiglieria Artiglieria Efl. Bulgaro

Capitani Teueut l Tenenti

Artiglieria

Capi tan i T enenti Capilaui A.N.

l!l G .\rliglieria { 1934 3 lL Ma rina

{ no

13°

150

Uffi.'c ·ali ~UUl_ci:~li. ammessi dicbiar~ t1 idonei

8

8

6 6

2

2

21

17

1

1

1

1 1-2 2

13 3

HJ35 Artiglieria Artiglìeria 1937 R. Marina ~s. Bulgaro

)'faggiori Capitani Capitani A.N. 'l 'cncntl

1 13

1930 Artiglieria A1·tiglieria 1938 R. Marina E;; . Bulgaro

Capitani T enenti Ca11itani A.K. )faggiorl Capitani

2

1

6 2

2

1 1

1 1

1937 .1.rtiglieria Artig lier ia ]9::l!) H. Marina E:,. Bulgaro

Capi tani '.l'eueut.i Capitani A.N. 'l'euentl

1

1 2

1938 .artiglieria Artiglierìa 1H40 iL Mar ina Es . Bulgaro E;;. l'or togbCRC

Capitani Teueutl Ten. A .~. Teueutl Tenenti

Artiglieria Ar t igliel'ia 191JJ. Il},; . Bulgaro Es. Lituauo

Capitm1i '.ren eoti 'l.'enen tl Tenenti

l!l39

14°

3 1

2 2

1 12 2

1 2

2

2

1

o

4 3

3 1 1

1 1 1

5

5

7

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2

2

t

1

olt. lOJ2 Artiglieria .artiglieria

)fa1?giori Capita ni

7

6

8

7

10,12 .àr t igliel'ia ,à r tiglie1fa

Maggiori Capitani

4 6

4

ott. l!l-lZ .artiglieria Aniglicria

)fa1?giori !capitan i

2

1

10

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Oé l.

-

850 -

s,u_


IL CO RSO surERIORE BALISTICO

e IL CORSO SUPERIORE BALÌSTICO

7. • Istituzione del corso superiore balistico. I corsi svolti. 8. = Gli insegnanti delle singole materie. - 9. = Quadro numerico degli Ufficiali allievi dei C'>rsi superiori balistici.

7. - Duran,te la guerra lDlf> -18, i n conseguenz;:ì della evoluzione tendente ad assicntare la sopresa tattka rinnnzifrndo alle lunghe prepara1.io·n i dell'attacco e quindi agli aggiustamenti preventivi clel tiro, si era fpvorita un' applic:azione ,nel campo 1pratico delle nozioni bulistiche che pdma cli allora si usan1110 quasi esclusivamente nei centri cli esperienze. A dare praticitfb a qu(~sto indirizzo dettato da necessità belliche concorsero non solamente gJi nffieiali {l'artiglieria specialmente versati in cognizioni b~Jistiche ma anche insigni docenti. universitari in diseip]ine matematiche e fisiche, richiamati alle armi in qualità cli uflìciali cli compleme,n to. A generaliz1.are poi la conosc:enr,a di teorie, metodi, utilizzazioni pratiche diversi da quelli che in ItaliH provenivano esdusi'vamente dagli stndi genialissimi e fondamentali del Siacci e dei suoi colla bora tori co•n corse anche U contatto con altri eserciti 111er cui> dur~ntc la gnerra. ed imm ediatnmeo:1,te dopo, sulle riviste tecniche mUitnri e, in Italia, speei.almente sulla: Rivista d'artiglieria e genio, fiorì tutta. una letteratura balistica che schiuse al tiro él't1rtiglieria orizzonti assai più vasti cli indagini e cli studio. (Vecli : Montù. « Storia Art. It .. >>, vol. XII) . Si rieonobbe perc:i.ò la convenienza, anzi la 11ecessi tà cli seleziorn:i.re tra. gli elementi giovani dell'artiglieria non soltanto in,.. segnanti esperti per le successive generazion,i, ma anche ufficiali c~lpaci che 1p1:esso i comandi clell' arma e nei reggimenti potessero con veste competente provvedere a tntto quanto avesse attinenza al tiro, alla, sua preparazione, nl suo svolgimento, e finaJmente alla sua evoluv.ione; da quel noYero di ufficia.li si sareb-

831-


Sl!:RVIZIO T ECN ICO DI ARTIGLIIWIA

bero utilmente tratti gli elemPnti per l'ufficio twrnle di tiro e per i centri di esperi enze. Sorser o cost i c:orsi superiori balistici (a nnuali) di coi il 1° f u istituito, in[lugurato e svolto contemporaneamente al l anno del corso superiore tecnico d'artiglieria (15 ma tzo 192G). L 'ammissione al 1° corso superiore balistico fu riservat.1 ai maggiori e capit;rni dell' arma::<H Hrtiglieria· che avessero ultimato con s uccesso i corsi clelJa Scu ola {l'Applica zione d' Artiglieria. e Genio o i corsi cl.i completamento deJla cultura tecnico prnf essionale presso l' A<·cademia )1ilib1 re di Torino. Le materie <l'iin segname nro furono: balisti.ca esterna; co~truzìoni di artiglie1·i~1; -esplosivi e gas cli gnel'l'a; fisica complementare; esercitazi oni teorico;pra ti che di tiro ; conferenze varie. furono svolte dagli stessi docenti ed in comuM con gli allfrvi del corso superiore tecnico. Con disposizione del 30 settembre 1926 fu indetto il 2> coi·so che avrebbe dovuto avere inizio il 1° novembre successivo, 1na poi fu sospeso e nuovame11tc istituito con disposizione <k l 30 giugno 1930. L' ammissione, come nel corso precedente ; era riserva l:1 ai maggiori ed ai ca pitr101,i dell' nl'ma cli artiglierin , pu rchè avessero riportato un punto non fo1feriore ai 15/ 20 nell'esame finale cli bali stica e. terna o almeno una meèlfa di 15/ 20 negli esa mi cli ba listica esterna ed ili terna , n ei corsi ,della Scuola d' Applicuzio1nt' d' Al'tiglieriµ e Genio o nei corsi cli completamento della cultma tecnico-professionale. Al secondo corso fu dato un'im pronta più. adere111te alle fina lità degli studi relativi pel' cni le m::iterie d'inse~namento furono così stabilite: balistica esterna l'azionale: complementi cli ba listica esterna; balistica estern11 sperimentale ed ap.plicata : lrnlisti.ca i nterna. I .corsi dal 3° fi no aI 3° inclusi , si svolsero a R oma, presso l'apposito Istitnto superiore tecnico d 'artiglier ia : 0

- 3° corso, (Per 10 po ti fra maggi ori e capitani dal 1° ott obre 1933 ;il 30 aprile 1934: - 4° corso, p er 10 posti frn mflggiori e capitani dal 1° ottobre 1934 al 30 aprile 1935; -

852 -


IL CORSO SUP ~RlOHE BALJ STI CO

- 5° co1·so, per 10 posti solamente per capitan i, invece di svolger si nell'anno scoìastko 1935-36, per le opernzioni belliehc in A .O. si svolse clal 1<> ottohl'e :1936 al 30 aprile 1!)37. Per questi tre -corsi si 1·ichieser o ai concol'l'enti, salvo qualche ritocco, gli ::ites i requfoiti dei dne corsi ,precedenti che si svolsero sui programmi delle seguenti m;:iterie d 'insegnamento : balist ica esterna e calcolo delle proba bilità; com plementi di balistica esterna : balistica interna . A cominc-i,ne dal 4° corso fu perfezionato l'insegnamento teorico ne] senso cli non limita.rsi alla esposizione critica ,d el metodo Si;1cci-Pnrodi-Oavnlli tradiziouale tlell' Artiglier·ia Italiana, ma di svolgere anche l'esame comparatiYo con gli al tri metodi in vigo1·e o i111, discussione p1·csso altre X azioni; ne conseguì un roaggio1·e lhello cnlturale dei frequ entatori. U 6<> corso indetto il 12 lugli o 1938 si svolse nu ovamente a Tori no presso la Scuofa <1'A.1pp)ic·r17,ione di .Artiglieria e Genio, per 10 posti, fra tenenti e capitnni. che f!Vessero compiuto 4 :um i (li sendzio al reggimc n,to . e i:,i trovai:-sero poi in possesso dei soliti r eqoisiti richi est i ai concorrent i clei ('orsi p 1·ecedcnti. Le materie d'inseg,nam-ento fnrnno ancora ritocca te come segn c : balistica esternn ra zionnJe ; ba listicn esterm.a speriment ~le ed applicnta.; balistica intern a; esplosivi; nozioni di fisica com4Jlementare; ac11stka applieatn. Il corso successivo {7°) in ordine di tempo fu istituito con clispo. izione de1l'ago~to 1939, ma per i noti avvetn imcnti intern azi onali e poi per lo stato cli gncrrn J1 on fu svolto. Tn complesso si !PHÒ affermare ('he detti corsi raggin111sero pienamente lo scopo per il (]uale erano stati istituiti . 1

~. - Prest;uono ln ]or o opera cli inseg11wrnt i pei- ]e singole mate1·ie al 1° co1·so superiore balistico gli stc!';si docenti del co1·so superiore tecnico cli a l'tip;licrin ; nl :3~ c·orso : insegnò balistica éstcrna razionale e bali stira est erna sperimentale ecl applicata il ten . colornn. Raffa ele Cm:delliechi o che già aveva bl'illantemente frequ entato il .l0 corso: insegnò balistica int erna il t cn . col. Giuseppe Mainarcli e compl ementi <..li balistica esterna il prof. FiJi,ppo Burzio. -

S53 -


SERVIZIO TECNICO DI ARTIGLIEHTA

Nei successivi tre corsi che si svolsero a Roma : pe1· i primi due (3° e 4°) mantenne l 'insegnamento della balistica esterua r c;1lcolo delle tpi·obahilitù, il teu. col. Cill'Cl e1licchio, incarico c11 e per il corso successivo (5°) passò al co1011n. Roberto Belardini: il ,prof. Bnrzio ed il ten. col. Ma innrdi m~mtenn ero immutato il Joi-o l'Ìspettivo incarico per tutti e tre i corsi. Al 6° corso insegnarono : balistica esterna · sperimentale ed applicata il maggiore Nunzio Cavi<-C'l1ioli che ebbe <:omr agginnto il ten. Achi11e M~in clla; balistica esterna il maggiore CuYi<:clliuli (l" parte) ed il prof. Burzio (2" pai-te), aventi sempl'e come nggiunto il tt>n . Mainella; blllistica intema il cnpitano Fc·~l n aYente come a.ggiunto il ten . Lnigi Hel'ia {1'A1·gentina; ]'incarico delrim,egnawento clegli e!=iplosiYi fo afficlHto 11110 stesso capilaino Festa .

Raffaele Car<l<"Hicchio

Rober to Belardini

F ig. I.G9 . • Tmwgnauti :il Con«) Sup01·ior<' HalisLico .

-

854 --


IL CORSO SUPERIOR ro BALISTICO

9. -

Q UADRO 11,1mierioo d-egU Ufficiai i ,iWe·1;i clei Corsi s1117e,ri01·-i ò'a,Zi.stioi.

-

Cii·c. G.)!. del ch e istituiva corso ìl. corso

N.

Data

Grudo e Nmu. degli "Cfficfali che inizia rono li corso

- -

I

10

557

23.10.25

Magglol'i

o

20

331

30. 6.32

:Maggiori Capit ani

l

30

478

9. 8.33

Mnggiori Capilaui

(l

40

456

21. 6.34

:llaJ,?~iori Capitani

1

50

349

20. ,1,:111

Capitani

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60

488

12. 7.38

Cat)itnni Tenenti

:i 7

70

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8.39

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8:5!5 -

U fficiali arma presen tatisi agli esami e e Corpo di ch. idonei

1.5. 33.26

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1.10.::i2 1.10 ilo

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Duta inizio del corso

6.10.:H

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l 1.:.isI 5.10.3(j

artigl.

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CAPITOLO QUATTORDI CESIMO

Gli Stabilimenti di Artiglieria A - ORDINAMENTO DEGLI STABILIMENTI DI ARTIGLIERIA. - B - · L'ARSENALE R. ESERCITO DI TORINO. - C - L'OFFICINA 01 COSTRUZIONE DI ARTIGLIERIA DI TORINO. - D - L'ARSENALE R. ESERCITO DI PIACENZA. - E - IL LABORATORIO CARICAMENTO PROIETTILI - F - L'ARSENALE R. ESERCITO DI NAPOLI. - G - IL LABORATORIO 01 PRECISIONE R. ESERCITO DI ROMA. - H - LO SPOLETTIFICIO R. ESERC ITO DI RO i\'lA. - I - LA SEZIONE SPOLETTIF ICIO R. ESERCITO 01 TORRE ANNUNZIATA. - L - LA FABBRICA D'ARMI R. ESERCITO DI TERNI. - M - LA SEZIONE FABBRICA D'ARMI R. ESERCITO DI GARDONE VAL TROMPIA. - N - IL POLVÈRIFICIO R. ES ERCITO DI FONTANA URI. - O - I L P I ROTECN ICO R, ESERCITO 0 1 CAPUA. - P - IL PIROTECN ICO R. ESERCITO DI BOLOGNA. - Q - IL PROIETTIFIC IO R. ESERCITO DI GENOVA. - R - IL CENTRO ESPERIENZE ARTIGLIERIA 0 1 NETTUNO. S - IL CENTRO ESPERIENZE ARTIGLIERIA D I CIRIÈ.

A ORDINAMENTO DEGLI STABILIMENTI DI ART IGLIERJA 1. - I vari ordina menti degli stabilimenti di a rtiglieria dal 1920

al 1940.

1. · In con,;egne:nza della lcgp:e sull' ol'Clinameuto pronisorio clell'Esetcito (R. decrero n. 4:il del 22 aprile 1920) ed in ~se· cuzione de] R. clr.crelo n. G07 del 1:3 mag-gio di qncll' im,no, che stabiliva la mrn,·a cir,cosc1-izione tcrritoria]e militare del R egno gli stabiJim e11 ti di artiglieria furono così fissati:

A1·serntJe di c·ostruzione . L aboratorio 1pfrotecnico .

- 'l'orino

. - Bolog1na -

u57 -


GLI STABIT.li\Lf:XTJ 01 .\ f!'l'IG r.rnnIA

Fnbbl'icg d'armi Laboratorio cli ,precisione A rsennle di (·ostrn1.io11e .

Polverificio ::;u] Liri . ~Pzionc stacta ta del Laboratorio pironico cli Bologna.

- Roma - Rowa 'l'orre An.nnnzintn - Fontan,1 Liri

np na

Gli stabili menti non <"Ompresi 01ell'P1enc·o s ncldetlo sarebbero st1-1ti eliminati g1·adn alrncnte in relazione aJ lc esige11ze del ~ervizio, con particolari disposizioni del )Ji nistero della Guena. I n effetti, nn;1 snccessirn priurn <lete1·rnina,dcme del 24 gingno 1920 (circ:ol. 374 G.M. 1fJ20) p1·eserivPva appunto che col 31 del s nccessiYo me8e cli lug-lio anebbero <:essali cli fu11ziona1·e segnenli stauilimenti :

Oflkin a cli costn1zione cl':utiµ:lieria cli Toi-in o : Rpolettifido cli Ton'l' .\ nnunziata ; Lr1 borato1·io pirotecnico di ( in p n a .

Alh1 fine cleJl"anno 1921 (circoJ. G-16 G .".i\I. 1921) fn disposto: l) che col J geHnµio 1922 n·. vrebbe ('eE<sato cli funzionare l'Officina di costrnzione d':ntiglierill cli ( ,e non : 2) the ,WPeblie ces~ato cli. funzio~1m·c la .clirezion e delle esperienze d'artig-liel'ia di ('il'i è e col 31 g·ennaio Hl22 trasferita 0

a K'ett11110. A seguito però <lell 'orcli.name11to dell'esercito d el rn23 fn clato un diverso asset to agli stabilimenti cli artiglieria: mentre infatti ,col R. cle<:reto n . l L~ clel :n gernrnio 1023 f::c~ ne fissava il n nmel'o, cou H1tro cleereto rni11i~t(,1·i ale del 1(5 febbraio s i stabilivan o le sed'C' de~li enti costitlw11l i il se1Tizio tecuieo d'arli· g-lieria c·ome s<.'gne : D irezione supel'iore delle eo trnzio11i di :nti~lierii1 - R oma . Dil'ezione delle esperienze cli a1·tig-lierir1 - ~ettnno (cou sezione sta ccata a niri è t>d nfficio tn vole cli tir o a T ori no). Arsenale R.g .. 'rorino. Arsenale R. B. - Napoli (<:on sezi011c <l'nl'senale a Tone All · 01 u11 zia tn.).

Officina artiglieria R .1~. - I'iacemfi -

858 --


ORDI~ .\)!EXTO DEGLI S'l' ..\P.ILL\CEX' rI 1)1 .\RTJf";LJERIA

Officin a artiglieria H.E. - T orino (cln s op1n-imPr!·d gracl11almc11te entro il 31 di('embre Hl24:)_.

Fabbrka d'a rmi R..E. - Tcnli (con sezione di fabbrica d ' armi a Gardone Yal 'l'rompia) . Laboratcwio cli 1prceigi.onc H. E: . - R oma. Pirotet'Ilico R. l '~ . - Hnl ogina (cn11 sezione di 1pirotec11 ico a Capu a) . Pol,eritkio n. g. - Font;rna Liri. Intanto 1H soppressione dell' Officina a rtiglie1·ia di Torino. con cleC'reio minisktia le clel 24 ditf>JJ1bre l!l24 fn prorng;ato al ~J mag-gfo 192::S, poi, con -élis•p nsi1,io11 P clcl 1° mug-gio 1925 nuov<1mente prorogata al 1° aprile J92G, e, finalmente, prorogata, per l ' ultim a volta, con dfereto rni n istc 1·iale <l el 30 nun·zo Hl:W, al l" ottobn• cli quell'anno (drc·ol. 301 G.:\i. 192G) . Le 1wrme r he 1w ,111·ebhero regolata fa sopp1·egsione fnrono emanate il 9 ~ettemhre 1!)26 (circol. 509 G ..M. H>2C) con l'avvcrtenzn che l a pnrte ndibita ,llla hl,·orçizione delle spolette doveva p assa r e all' A.rsen n] c R.B. di. 'l'ori no, il quale avl'ehbc prov,-ecluto ;illa eontinu11 zi0in e cleJle rPhìti,·e c:ommcsse sc1Tendosi del pel':onale ('he il )fi.mistel'o si d:ernw<1 di fis are . C o,n successivo <.lec:reto ministeriale (drcol. ~21 G.M. 1926) anche 1H sopp1·essio11e della sezioue cli Gai·do11e \ '.T. fn prorop:ata al 30 gingno 192G. lhattanto in co~1segue111,a <lelhl legge 11 lllHl' ZO 19:W H. 3!)(j ·ull'onliname11to clell'Ese1c:ito . e-on R. denPto 11 . 1!)23 llel 4 110vembre 1926, gli s tabilim.cn ti <.l' a1:tigli erin, fm·o110 così stabiliti:

A1·se11r,li R.E . - 3 (n T ol'ino, a P iacenza ed l'l Kapoli) : Pa:bùriclle c't"~1,rm,i R.N. - 1 (a Ten1i);

Piroteonici R ..l!J .

1 (ci Capua, con 1 stnzione

la ecata a Bo-

log11a);

Spolettifioi. R.FJ. - 1 (a R oma,

<'OJt

2 sezioni sl Htcatc a Torre

A n nunziata ed s-l Oap nn.) ;

Pol'uerifioi R. E. - 1 (a Fontana Lhi) ; I 101Jo-ralori (7,i 1wec,i11io11e - 1 (a B omè.1) . ·- 859 -


GLI S'.rABILDmNTJ Dl AR'l'IGLIERIA·

Successivamente, il R. decr eto 111 1314 del 10 luglio 1927 mentre confermava il numero indicato degli stabilimen ti aggiungeva i centri t ecnici d'artiglierin e cioè: 1•

Centri di esperien½(~ di a rtiglieria - 2 (di cui il 1° 11 Nettuno ed il 2° a Oiriè); Ufficio tavole cli tiro - 1 (a Nettuno) .

In seguito si ebbero i .·eguenti mutamenti: Sotto ln data del 1S maggio 19~1 (circo!. 281 G .:\Ifl 1931) l a sezione alti esplosi vi <lell' Arsenale R.E. cli Piacenza cessava di far parte di detto stabilimento e dal]f1 stessa cluta avrebbe funzio nato, invece. alle ùipendenr.e del P olverificio R.E . Liri, del quale di.ventavn sezione staccata, assumendo la denominazione di L ahorato1fo Carici-1mento Proietti cli Piac eMa. Così con R. decreto 11. 1099 del ]!)32 fu cli.sposto che lo ·tabilim.ento cli Gar clone V .T . ritornasse a far parte degli stabilimenti. milit :i ri di pr·oduzio,ne qnale Ser,ione staccata de1la Fabbrica d';1rmi cli 'l'(:>1·11i , siccllè dal •novembre cli quell'anno u tutto febb1'aio H>3:3 lo stnbilimento fn l'iorgnnir,zato con nn complesso di favori ntti a l'id11rg]i )li fisionomin cli Rta biliroento cli p1·0duzione . _ Ooo lo stesso decreto n . 1099 <lel 1932 la Sezione staccata dello Spolettificio RJ~ . di Ca pua , da l 1° settembre 1.932 veniva. sop1press;1, pnssaij1,clo a far pa1·te del Pirotecnico R.E. cli Capua . Kel H>B:i il I 1 i1·otecnico R.E. cli Bologna r itornò aò es ere indi.ipendente ment1'e in Genova veniva organizza to nn nuovo stahi.limento per l a falll>ricazionc dei proietti clenomfornto « P roiettifi('io ». SncceRsivamentc poi con ò isposizione del 18 seLtembre l!l40 fcil·col. 706 G.'flf. l !l40) hl direzione del Labora tori.o C:ariraIDl.'11to P roietti cli Piacenza fu trasferit;1 a Noceto (Parma). I n questa situazione gli stabilimentj d 'artiglieria afl'rontal'ono le lflvorazioni fra i l 1919 cd il 1!)40 e p er la secon da f!; ue1·1'a morn cliale. Esaminiamo oi-11, pftl'li t amente, il laY01·0 di. eia cuno; l'esa me non poll'it pel.'ò essere completo poichè non tutta la dùcnmentazione ha potuto essere cousnltata . ..- 860 -


L' ARSWXALR H. E'SIDHCITO DI TORINO

B L'ARSENALE R. ESERCITO DI TORINO

2. - Organizzazione dell',Arsenale R. Es ercito di Torino dal 19 19 al 1943. - ~. - I lavori più importanti eseguiti I.J.ell' Arsenale dal . 1940 al 1943. - 4. - I direttori dell'Arsenale dal 1? Ù al 1943:

2. - Dopo una breve stasi imposta daJle vicende del dopoguerra, che portarono ad un'ampia smobilitazione delle attrezzature, con alienazione di molto macchinario eeduto all'industria, privata, lo stabilime.n to provvide alla rimessa in efil.cieinza di ingenti quan,titativi di affusti sia di costruz.ione italiana che di preda b(~llica (75/ 13 - 100/17 mod. 14 e 16 - 149/13 - 305/ 8 e . 305/10) che· dovèttero essere completamente revisionµti. Per il cresc(~nte sviluppo dell'automobilismo , intanto, F Arse1nale si impegnò nei lavori cli trasformazione delle artiglierie per adattarle al traino meccanico e, così, dal 1920 al 1930, vennero studiati e definiti i mezzi (carrelli elastici) per l'autotrri.ino di tntte le artiglierie campali. ,d i piccolo e medio calibro e dei r(~trot reni delle vetture-cassone, per il trasporto delle munizioni. All'atto del trasferimento dell'Officina cli costruzione d' artiglieria, l'Arsena le ne assorbì alcune attività, quali 111 ritubat ura dei freni da 105/28 e da 149.112 (~ l'allestimento dei cilindretti per cruscher. Per questi ultimi lo stabilimento è tuttora l'esclusivo produttore in Italia . Per. le stesse ragioni che avevano c01nsiglia to il trasferimento dell'Officina di costrur.ione d'artiglieria, anche l 'Arsenale nvrebbe dovuto seguirne le sorti; infatti, numeroso maechinario, in spede per la lavorazione meccanica , fu assorbito dall'Arsenale di Pincenza. Senonchè, nel J 933, l'ordine di trasferimento fu revocr1to e s'iniziò per l'Arsenale un nuovo periodo di febbrile attività. Demolita il vecchio fabbricato detto « Charbonnier )), al suo p osto fu costruito un moderno edificio ehe presl~ il il10me di « Bo·-

/.

8(';1 -


GLI STABH,L'\lENTJ DI AUTIGLIJWJA

na,gente » e c·he ospitò la sala <:ollaudo, l'uffi<:io disegnatori, il Jab01·a tcn-io chim ico, e la scuoln a1p p1 cmlisti opel'ai cl 'prtiglicria . HimJOYH ta fa Centrale elettd cn, sul canale d i Molassi, venne in sta Ilata mlii rnoder llH tnrhi na a reHzionc Kaplan-,~torck (la lOG H P mrn ee11ti·nle id ropneuwatica verm e impiantata pe1· so-

I!'ìg. J 60 . • Totiuo: Arsenale R. Esercito (gli uffici della direzloue) .

stituil-e al vnpore, l';n·ia cow1wessa , ne1l'azioname11to dei m agli e de ll e pressr. Tl mn<:chinario esistente fu rnotol'i;i;zato e moclernizz11to; altl'O ne fn ncqui:tnto e fn pote.nzintn la SPzione u tensileria, con mncchinc cl.i grawle pree isione. Nel 104:l eJ1,trò 111 f nn zi.one un rep11 l'to J)C l' la la vorazione di nlta precisione a lemp<'l'::ttmn costante (20°) dotato di co1n dizionatol'i di fll'ifl e di moclerno macchi11t<11·io sp cl'iale n ecessario per le lavorazion i p art icolari . -

8G2 -


LJ ARSE~.-\T.E U. ESERCl'l'O DI '.J:ORI:'<O

Le mac<.:hine utensili, per le <liverse luvon17,ioni (meccanica a caldo e a freddo, del leg,no e del cuoio) da in. 251 nel 1930, salirono a 11. 44G nel periodo di 1111 decennio e le maestranze da 618 untà salirono a 1131. · All'inizio clelfa seconda guerra mon diale l 'Arsennle cli ~r orino costituiva perciò un po<hiroso complesso industriale, cv1p ace ,d i assolvere i eon}lpi ti più ardui. Ulteriormente potenziato, in uomini e macchine, durante la guerra, l' Arse.na]e impegmava (1943) mm maestranza di 180(; unità ed un numero di 686 mncchine ntensili. I bombardamenti aerei subiti trsi il 1942 e il Hl43 distrussero quasi completamente alcuni magazzini ed altri locali furono s?riamente <lairuncggiati, eomprésa la palazzina cleJla direzione. Delle macchine utensili unv Ycnt ina anelarono completamente distn1tte e quelle danneggia te (circa 100) furono rimesse !Irnovamente in efficienza.

3. - I lavori più im.portanti eseguiti nello stabilimento durante il periodo 1940-1943 furono : -

rippra7,i.one artiglierie di piceolo e medio calibro n. trasformazione al traino meccanito di art ig li<~rje di 1piccolo e medio ct1Ub1·0 . >> trasformar,ione al traino meccanico di re trotreni da 7G/ 27-06 e 100/17-14 >> anestimento installar,ioni da 75/ 27-06, tipo 4 . )) allestime.n to inst~llazi.oni di ripiego per tiro costiero antisha reo !],er. cannone cla 7~~-00 » allestiment o affusti da 47/ 32 . >> allestimento affustini da 7f>/ 18 e 75/ 34 )) (grezzi)

l J .20 1 ,990

300 100

354

500 9SO


GLI STABILL\1J::NTI DI ARTIGLIERIA

-

allestimento serie di pezzi stampati per n. complessi da 47. 132 . allestimento di avantreni da 75/ 18 mod. 35/'l'.A.

-

))

48

>)

24

allestimento congegni di ancoraggio in elevazione per affusti da 75/13 . » allestimento piastre d'appoggio mortaio

1.250

»

4.000

allestimento di retrotreni da 75/ 18 mod. 35/T.A.

-

da 81 .

-

~llestimento armature per trasporto a spalla mortaio da 81 )) allestinrnnto cassoni per muniz. mod. 41 )) allestimento .cassette per tre 1proietti cli mortaio da 81 . )) allestimento cofani ll)er batt. mout. da 65 >> allestimento cassette porta muniz. da 75 )) allestimento Cflssette a zaino porta earicatori cli fncili mitr. >) allestimen,t o canne grezze per fuieili mod.

»

~

-

1.650

6.000 100

50.000 5.000 75.000 130.000 200.000

allestime11to bardat ure a basto 1p er batterie alpine . >> 3.000 aHestimento foderi di sciabola baionetta mod. 91 )) 960.000 allestimento eUindretti di rame per crusher )) 1.500.000

Il valore dei materiali appaltati ~ll' iindustria privata (materie prime e materiali vari) ammontò ad un miliardo e settantacinque milioni di lire. - 864 --


L'OP.FICINA DI COSTRUZlùNI DI ARTIGLIERIA DI TORINO

I principali furono : 465 cannoni da 37 /54; n . 900 carri r imorchio per centra le contraereµ, Gamma e B.G.S.; n . 2.500.000 ~lmetti mod. 33; n. 25.0000 bardature a basto per batterie alpine; 11. 80.000 bardature a. b;:1sto mod. 98; n. 1.500.000 S<~rie di buffetterie; n. 1.200.000 cassette porta munizioni di fucile mitr ..

D!.

Salvatore Fara Puggioni

Alberto Catalano

Giuseppe Rolrntéi

F ig. 161. - Direttori dell'Arsenale R. Esercito di 'l'orino .

4. - l Direttor·i delr A.rsen:ale R . Esercito di Torino _(19111943):

l\fagg. gen . Crispino Bol\AGE::">1'l'I!l Magg. gen. Oam.illo R EYNATJo . Oolonn. Salvatore FARA P U GGIOXI Colonn.

Ern1esto

CALDARERA

Ooloinn. Lamberto CAP ECCHI Oolonn. Antonio PASSAHI!lLLI Colonn. Alberto CATALANO Col. poi Mag . gen . Giuseppe R OBUTII :Magg . gen . R omolo BAGGIO . -

55

865 -

5. 1.1911 21. 3.l!J20 1. 7.1921 3. 3.1926 15. 8.1927 25. 6.1933 29 9.1935 8.11.1938 6.11.1941

· -

20. 3.1920 30. 6.1921 2. 3.1926 14. 8.1927 24. 6.1933 21. 9.1935 7.11.1938 6.11.1941 31. 1.1943


GLI STAilILl'.\JF.KT I DI ARTI G LIEHIA

c L' O FFICIN A 0 1 COSTR UZIONE DI A RTIGLI ERIA DI TORINO

5. - S mobilitazione dell'Officina di Costruzion e di Artiglieria dopo la prima guerra mondiale e s uo passaggio alle dipendenze dell'arsenale. - 6. - I direttori dell'Officina di Costruz ion e di Artiglieria dal 1919 al 1926.

5. - Al termine della primf.l guerra mondiale l'Offici,na di co~ struzione d'artiglieria di Torino andò gradnalmente smobilr tando le sue attrezzature. Il reparto proiettificio cessò (1920) da ogni attività ed il relativo macchinario fu alienato. Il reparto artiglieria provvide tllla revi~ione e riparazionè dei illOstri m\aleriaJi d'artiglieria inefficienti e fra quelli di preda bellica il 75/ 13, 100/ 17 mod. 14 e mod. 16, 149/ J3 S.K. L' Officina in dat a 1° agosto 1920 passò alle dipendenze della direzione clell' Arsenale tli costrn:r.ione d'artiglieria run col 1° april~ 1923 riprese ancora urna br·evc attività autonoma, sotto l a denoruinazion:e « Officina Artiglieda R E. ». Qu alche tempo dopo sia per l 'ubicazion e, posta proprio al centro d ella città, sia per la vicinanza alla frontiera occidentale, il Ministero ne decise la soppressione. La maggior parte del s uo macchinario fu trasferito ali' Arsenale di Piacenza, salvo che IJ)er gli impianti ,della ·fonde ria, i quali, 11oai potend osi rimuovere e trasportare, anelarono prf.ltiC'mnente cli persi; l'Arsenale <li Torino assorbì, come si. è detto, il reparto della hlvorazi onc dei cilindretti per « crusher )). L'attività dell' Officina ebbe defonitivamente termiine il 30 settembre 1926, ma rimase ancora in vita, al1e dipendenze del1' Arsenale il reparto spolettificio, sino all'atto del suo t rasferimento (1932) 11 Capua assorbito d a qu el Pirotecnico. - 866 -


L' ARSIDNALE R, ESIDRCITO DI PL\CIDNZA

6. - 1 Direttori cleU'Offic,•ìn a, cli cost1·1t-.zione cl'i a.rt'i,glier i1a, di To-t·i11;0 (1919-1926) :

Magg. gen. Carlo PARODI. Magg. gen. E ttore CAVALLI Magg. gen. Camillo R EYNAUD Colonn. Salvatore FARA P UGGIONI . Colonin. Ernesto CALDAREUA Colonin. Umberto AGOS'l'ONI

1. 1. l. 1.

1.1919 9.Ul19 8.1920 1.1922 1. 4.1923 1. 1..1926

-

31. 8.1919 31. 7.192-0 31.12,1921 31. 3.1923 31-12-1925 - 30. 9.1926

D L'ARSENALE R. ESERCITO DI PIACENZ~ 7. - L'organir,zazione dell'Arsenale R. Esercito di Piacenza dal 1920 al 1940. - 8. - Attività dell'Arsenale dal 1920 al 1943. 9. • i direttori dell'Arsenale dal 1919 al 1943.

7. - L'Arsenale di Piacenza trae le s11e origini daJI>Officiin,a dj costruzioni cli artiglieria in r.1ttività clurante il conflitto 1915lMS. Assunse le denominazione di « Arsenale ,del RE. )) iin conseguenza delle disposizioni emanate nel 1926 innanzi accennate. Comprendev;1 anche il cc Laboratorio Caricamento Proietti )) .che assunse poi carattere autonomo. Lo st;1bilime(l1 to già costituito -da un notevole gruppo di officine, dal momento che assunse il respiro più ampio di arsenale ebbe all'inizio quei l avori di adattamento, di demolizione e di ricostruzione, che delinearono la fisioo):()mia dello stabilime:u..to e che ti. mano a mano lo portarono t1l s110 maggiore svilu[Jpo; negli anni 1936-38, intensificava il suo rapi.do ampliamento con sueciale riguardo ai reparti di produzione ed al reparto attrezzeri!l·, L'Arsenale si rese perciò quasi indipendente nel1 ~l produzione di utensili, calibri e attrezzi per le propr ie lavorazioni. e 1

-~ 867 -


GLI STABILD1BN'TI DI ARTIG LIERIA

ricorreva all'industria privata solo per l'acquisto . dei comuni utensili prettame111te commereia]i. Nel 1940 gli impianti furon o ancora tma volta potenziati ed ;:tmpliati. 8. - 11tti1;ità cl'elfA.1·se1wle 1 in- cU1;e-r·s·i pe·rtiod:i ) clal .19'!!0 al 1943.

1920-.1921 : ~ scaricamento dei proiett ili e ricupero dei materiali residuati; - rilJ)arazione automezzi, antoblinde Lancia, autocarrrnoni Italiai; ~ allestimento materiple ferroviario e materiale vario per la Marina milita re. 1922 - 23 :

- rimessa in efficienza trattrici Daimler d.a 80 a 100 HP. - riparazio!Jl,e benzogeneratori Skoda-Daimler con relativi carrelli motori per traino materiale di artiglieria; - costruzione e · trasformazione carrelli per traino in montagna ,d el materiale da 100./17; - riparazione al carreggio e ai materiali -di artiglieria . 1923 - 26:

- le lavorazioni diminuirono notevolmente e moltivissim i oper~i furono licenziati. 1.926' ~ 8.9.1943: - si ripresero le lavorazioni specifiche del materiale di artiglieria. La produzione specia]meinte nel 1936-38 e nel 1940 si andò incrementa,ndo in proporzione al potenziam ento dato, a mano a mano, allo stabilimento. In, pmtioolare i,n. tale veriodo furono allest-iti:

n. )) )) )>

1.394 400 350 400

complessi di artiglieria ; bocche da fuoco isolate ; culle da 47/32 isolate; carrettini porta mm1izioni da 75/18; -- 868

~


L ' ARSIDNA LI~ R . ESl':IWITO DI PIACE:.\'ZA

Fig. 1(-;2. - Piacenza : Ar~euale R. Esercìto (complesso d a 75/JS :.VIoél. 34) .

Fig. 163. • Piacenza : Arscna.le R. Esereito (mortaio da 81 _\:tod. 35) .

-- 869 -


GLI S'.rABILt:\IEN:rr 01 AR'l'IGLI!WIA

2.350 )) 1.GOO )) 2. 010.000 )> 973.000

1n,.

affu t ini per mitra; ricambi per artiglierie; proiettili cli artiglieria e testoni; fucinati per 1p roietti di ~rtiglieria;

furo1w riP'a 1ra:ti :

n.

1.700 complessi di artiglieria. fu,1·01no ric'G,7,ibr'.ati :

n. 4.231. 00 bossoli cli artiglieria.

Fig. 164. - Piacenr.a: Arsenale R. Escrcl.tu (complesso da 90/53 camvnle).

Nell' ultimo cooflitto mondiale e nella lotta anche le maestranze dell'Arsenale R.E. Piacenza contributo con 38 caduti, cli cni 12 dispersi. A loro perenne ricordo è stata collocat a una numento a S. B!lrbara, che sorge nel pia7,zal e stabilimeo1ito. -

870 -

di liberazione -diedero il loro lapide sul Mocentrale <lello


r/ARSJDNALE R. RSERCI'l'O DI PIACENZA

!

I I

Fig. 165. - Piacenza: Arsenale R. Esercito (lapicle ricordo - per glì operai caduti nel conflit to 1.94(>-45 e nella lotta cli lillerazionc).

9. - I .T>i1·ettori clell' fl-rsenale R . FJsercito cvi Piacenza (1919194.3) : Colonn. Renato VALLISN.lllRI, 1919-settembre 1926. Magg. gen. Salv~tore FARA PUGGIOKI, febbra io 1927-luglio 1930. Magg. gen. Vittorio PALLIERI, settembre 1930-agosto 1931. -871-


GLI STABILL\IEN'.11 DI Al!TIGT.lERIA

Colonn. Cesare CERTJn·1, agosto 1931-geunaio 193G. Magg. gen. Umberto D E L UCA, gennaio 1936-novembre 1938. Colonn . Lino Src1LIAKO, tnovembre 1938-marzo 19tl0. Magg. gen. Marcello Crn~or.~1, marr.o J 940- settembre 1943.

-~----- - --

Umberto D c Luca

Marcello Cignolini

.l!'ig. 166. - Dire ttori tlell' .Arseunle R. Esercito di Piriceuza:

E IL LABORATORIO CARICAMENTO PROIETTILI 10. • Il Laborato;-io Caricamento Proiettili di Piacenza. - 11. - Il Re parto Staccato di Noceto. - 12. • li Repa rto Staccato di B aiano di Spoleto.

10. - Il Laborat orio Oa ric;amento Proi ettili cl.i Piacenza (clemomin at o Pertite) costit uiva un reparto cli quell'Officina òi costruzione cl i artiglic eia e quindi dell' Arsenal e R . E sercito di l">iacenza qn an clo (.W26) l'Offidna si ampliò nppunto in Aròenale. ~

872 -


IL LABÒRATOH!O CAHA'.\H)l'\TO P HOllwTT!Ll

Il Laboratorio Caric;1mento Proiettili, come è stato gi.à accennato passò (1931) alle dipe.nclenze disciplinari del R. Polverificio sul Liri, ma praticamente rimase autonomo e d'allora a capo d i esso, con rango di vice-direttore, si seguirono fino al 1940 i seguenti. tenenti coloamelli : Guido Pnnnoncini, Lino Siciliano, Ferdinanod Mazza, Sebastiano Poli, Giuseppe Failla. 11. - Prattanto (1935) si iniziava la creazione del Reparto staccato ,d i .Noceto co11 la costru zioine dei IJ?l'imi fab brica ti e che furon o consegna ti all' inizio del 1937 (reparti : fusio~1ie, pastoso e ('.ompressione) e pere:iò Ja direzioll1e del Laboratorio cl i Pincenza assunse per la Sezi one di Noceto le prime aliquote di operai per il montaggio dei macchinari e relative attrezzature. U:q.a 'volta avvenuta la sistemazione dei. primi 1·cparti di lavor;1zione, si iniziò l'allestimento dei. cilindretti di tritolo compresso con iJ confezio11amento dei detonari secondari. A capo {lel r<~parto cli Noceto fu assegnuto il capitano St"ttimi.o Corso. All'inizio del 1938 fu iniziata la costruzione di un seco.nclo lotto di f;1bbricati occorrea1ti per la rifinitura degli esplosivi lavorati e dei proi.etti. caricati. per cornpressi.one, per fusion e e in pastoso - centrale idrica - repnrto cartonaggi - re1p. meccariica - rep . falegnameria - centrale termica - magazzi11i e servizi igienici dello st.abilime,n to . Con 1;1 messa in efficieinza di tutti gli impianti sopra descritti (fine del 1939), il numero degli operai salì a 500. Frattanto le csigen7.e di prod1rnione di rnuteria.le bellico, in previsione del futuro conflitto, imposero l'assunzione cli nuovo pèrs<)lnale tanto che 11el l° t rimestre del 1·940 il n umero clel clipendeiwti aumentò a 900; a molti operai si faceva seguire anche un corso di specializzazione presso la ScuoJ;1 artiglieria di Pi.asenza, allo scopo cli disporre appun to di sp<~ciale mano d' opera, cosi come esigevano le varie lavorazioni cli esplosivi. La produzione, in quel u:ieriodo, assunse elevavte proporzioni e consisteva nei seguenti generi di lavorazione : - confezionamento di c11riche di scoppio cli tritolo fuso in custodia, .a.a. 149 e da 76/45 ; - caricamento bombe da 81 coin amatolo compresso; . -873 -


GLI ST,I.Bil',l ME~'r! DI AHTIGT,IEilI-A

- allestimento di cilindretti di tdtolo com.presso e confeziolll a.mento di detonatori srconclari n. 1 - 2 e 3 : - cariche di scoppi o di tritolo compresso per granate da 47; - confezionamento di cartocci proietti da 47 ; - ftllest ime,n to deton atori per bombe da 81; - caricamento in pas toso con amatolo di granate da 14-9 e bombe da 240. Nel 19'40 1o sta biJirn ent o assorbi il <leposito di Borghett o fino allora. alle dipendenze cl ellfl direzione di artiglieria cli I'iacenza. I n seguito f:llla distruzione -de] Laboratorio Caricament o Proietti cli I'iacenza a yvenuta per lo scoppio deJl ' ago to 194.0, la direzione e le ma estranze si ti·n sferirono al « Reparto staccato ,cli Noceto )) per cui s'impose Ja necessità cli costruire nuovi fabbr icati, <li amiplinrne 13ltri e di istituire una ornova t01))pia di treni da Pifl<·enza a Noceto e viceversn , per lo spostamento giornn]i ero degli operai abita11ti a Piac0T1za e dil1 torni. Con l 'a ssorbimento del per sona le <li Piaceu1'7'µ, lo stabilimento divenne il Laboratodo Caricame11to Proiettili di Noceto. I lavori che vennero dati in nppalto e, si c0tnclusero verso la metà, del 1943, fu rono i seguen ti : 1n . 6 magazr.ini generali, po1·tineria, infermcl'ia, refettorio operai ed impiegati, mensa uffici11li, laboratorio chimico, reparto di carica mento t racci atori, reparto blin<le per macchin e allestimento cilindretti, J'E'pa1·to blinde per fresa turn cariche cli scoppio, pozzo per alimentazione idrica de1lo stf1 biJimeinto, ampliament o e costruzione della nuova zona occidentnle dello stabilimento che richiesero importanti qpere cli ster ro e di rassodamento del terreno, data l a vastità dei fabbricati, costruit i tutti in cemento a t'mat o. Il personale da 900 unità fu portato a 2300. P er lo smistamen to interno e traspor to all'esterno dei manufatti esplosivi e dei m11 teriali vari, fu isti tuito un repar t o autisti con relativa clotazioine di aut ocarri pesanti co!ll, rimorchio e mentre si provvedeva ad ampliare lo scal o merci ferroviario di Noceto si iniziaron o i lavori per il l'flCCOrdo ferroviario fino all' interno dello stabilimento. -

874 -


I L L,\BORA'l'ORIO CARAMEKTO rROIE'rl:IU

A capo del Laboratorio di Noceto seguì-'· al ten. col. Failla il ten. col. Giuseppe Russo cl1e mantenne quell'ipcarico anche col grado di colonnello, essendo stato frattanto lo Stabilimento di Noceto elevato a Direzione.

Giuseppe Russo

Francesco Fiorito

Umbert o Vitiello

Fig. 167 . • Direttori dei LaborH tori cari cam(mto proietti R. Esercito :

12. - Contemporf)ncamente al Rc1parto di Noceto si andò creando a,n ehe il Reparto st::iccato di Baiano <li Spoleto , clipe1ndente anche esso dal Laboratorio Caricamento rroiettilj di P ia -

<:enza ed allorchè quest'ultimo, cessò la sua attività,; n Re1parto Rtf1ccato di B:1iano si trasformò, in un primo tempo, in Sezione di StHhilimento, ,d ipendente dal Laboratorio caricamento proiet~ tili di Noceto, ed infine in Ser,ione autonoma fino a11'8 S(~ttem~ hre J943. Nel periodo (1937~1943) furono effettuati nella Sezione di Baiano i segue1riti lavori : - caricamento : in fuso, pastoso, compresso, di gratnate di piccolo e medio calibro con un1:1, medfa annua di circa J.00.000 granate di p.c. e 20.000 di m.c. ; - allestimento di cariche di scoppio e assiiemat ura di cartocci granate cl.a 47, con una media giomaliera di 5000 unità. -

875 -


GLI S'J'AHILDJEl\TI DI :\RTIGLIERIA

La Sezione << pro cl uziorn,e alti esplosi vi >) (la cui costruzione venne i uiziat~ nel 1940) iniziò la fabbl'icazione dei detonatori, ai primi del 1943, con nm,a media .(li 5000 al giorno. A capo della Sezione di Daiano si scguirooo i capitani Umberto VitielJo e Francesco Fiorito e poi, 1movaroente, il Vitiello col grado cli tenente colonnello.

F

L'ARSENALE R. ESERCITO DI NAPOLI 13. = li trasferimento dell'Arsenale di Napoli nella nuova sede (1923) e sua organizzazione. - 14 . - Attività dell' Arsenale: lavori e studi eseguiti dal 19 19 a l 1937. - 15. - Sviluppo ed attività d e ll'Arsenale dal luglio 1937 a l g iugno 1940: produzione dell'Arsena le . 16. -Attività dell'Arsenale principali a llestimenti ne l periodo 1940·43. - J7. - I direttori dell'A rs enale dal 19 17 a l 1943.

13. - Per liberare la imponente mole dello storico ca. tello Amgioino, che eoo.1, il succedersi degli an1Ji era stato nddil'ittura soffocato dai fabbricnti delJ<, officine dell'Arsenale dell::i )farina e da. quello -clell'Eserdto, fu dedso (aprile 1923) dalle competenti autorità il trasferimrnto <li eletti stabilimenti in altra loc;:ilità. Per 1H nuova sede clell'Ar~enale R.E. fu scelta la zona industriale delJa città s,·olgentcsi ìnto1'110 ali asse di Via Emanuele Gianturco per <rni fu acquist[:lto, in quella località, lo stabilimento della Società Partenoper1 Indnsh-ie ~Jetnllurgiche ed Elethic:he aJlora. inattivo per ronucauza di lavoro. La presa <li possesso da parte clel colonneJJo d'a1·tiglie1fa i,ng. Luciano Roiti, allora direttore dell'Arsenale, iincnne il 18 agosto 1924, ma n trasferimento graduale deJ macchim1rio e delle maestranze, dalla vecchia alla nuova sede, ebbe termine solamente nel ]929.

Dalla Pµrt enopea furono rile,·ati i seguenti stabili: una grande officina meetanieha; nna fonderia per ghisa e bronzo; -

876-


L'ARSENALg R. ESERCI'.rO OI KAPOLI

un' officina di falegnami; un magazzino generale; un magazzino spedizioni; un magazzino per materie i:nfi;1mmabili; un depo~ sito per locomotive; una cabina elettrica di trasformazione ed altri diversi locali accessori. Presero sede nella grande o:fficinfl meccanica i seguenti reparti: reparto lavorazioni artiglierie; reparto lavorazioni meccaniche; reparto cointraerei e lavorazione anelli plastici reparto frese e pialle; r<-!parto forge; reip;uto calderai; reparto attrezzi. Nei primi mesi del 1925 la sistemazione era già qnasi avvem1ta ed erano stati eseguiti anche i lavori di riattamento della fonderia, alla qu~]e fm·ono aggiunti altri fomi fusori oltre quelli esistenti. Nel 1926 s'iniziò, e terminò l'anno seguente, la cost ruzione della palazzina destinata ad uffici della direzione e nello stesso anno 1927 si. iniziarono i lavori di costruzione della grande « officina affusti)) sorgente in u,nn, zona di terre,no ad.ia cente. Successivamente con ,n uoYe costruzio,ni \·eunero ampliati e sistemati altri importanti servizi. fra cui (1934) la sistemazione, nell'officina mecca111i.ca, clell'impianto tubatura e detubatura delle bocche da fuoco, impiµnto che fu completato di « termoin<luttori. )) allestiti per i diversi calibri di bocche ,cla. fuoco e delle ap,parecchiature elettriche occorrenti pel funzionamento dei termoinduttori. Per le manovre di tubatura e detnbatura fn impiantato un earro ponte della portata di 5 to,nnellate e dellµ luce di metri 7, mo,n,tato su otto pilastri a traliccio all'altezza di m. 11 dal pavimento dell'officina. Nello stesso reiparto artiglieria si procedette anche al montaggio di u,n carro ponte da 10 to1m01late e dalla lncè ,d i in. 24, r.on piano cl i corsa, poggiante su 30 colonne a traliccio (15 per ogni lato) fondate su solide basi fatte con palizzate, calcestruzzo e cemento armato. Un altro carro ponte delle stesse caratteristiche e dimensioni veniva piazz;:ito nella (l)avata della meccanica media mentre in quella pel reparto affusti contraerei venivaOJ!o costruiti e si~temati n . .3 carriponte della portata cli 2 tonnellate ciascuno e della, luce di ni.. 8 su colo[llne a tr;1liccio per l'appoggio cl.elle rotaie di corso, anch'esse sistema te sn solide fondazioni. -

/

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GLI S1'A31Ul\!ENTI DI ARTIGT,IERL\

A.gli inizi del 1935 si ini ziarono i lavol'i jper la costrnzione in <.!<'mento armato di un fabbl'icato cla destinarsi a centrale aria compre sa e centrale · forza idrauli<-11 e di nn fabbricato destinato al reparto galvanostclgia. 14. - Attività dello Btabilùnento d al 1919 al 1923. Dall'immediato dopo g uerra (191D) , a. tutt o il 1923, epoca clell' indust rializzazione deDo stabili1Uento, le mae tra1n~e vennel'O quasi <·sclusiramente adi bite alla 1'imess11 in cffidenza del rn::iteriale cl'artiglieria impiegato nella guerr~ e sgombra to cl.alla iona di armistizio. Una parte degli O[Perai fu impiegata in ripara zioni di automezzi ammonta nti a circa. 200 trattrici Ji'iat e Pavesi Tolotti, 120 a utocarri di diversi t ipi e 15 ::intoblinde. Le maestn,me fu rono anche chiam::ite ad nltimare lavori vari già affid ati, durante In guena, all ' industrh1 privata ed anche ad escgnire l aYori non di i11'lip:lieria, come parti per freni vVestinghous, cel'chi.oni con iissi per tramvai-t rolley ecc .. Vrl'SO la fine del 1922 si iniziò la rimessa in efficienza di 30 complessi da. 152.137 di preda bellica. V a anche r·icorcl.uto) rclntivo a quel periodo, lo stud io di 4 complessi da 70 fa nt. mocl . Gucrri.tore. Dopo l'i11 clustri a lizzazio11c dello stabilimento e con ]f:1 graduale sistemazione dei Jaborotori nella nuova sede, il ritmo delle lavorazioni andò, di ainno in anno, sempre più accelel'ahdo~i mentre andava110 sempre più riordinandosi e discipli,n f:lnd osi l e lavorazioni in cicli definiti, orgall)ici e industrialmente redditizi.

Prirwipali lcwor·i eseg1tit-i dal J923 al 1930. Rimessa in ef:fì.ciemza : 30 complessi da 152137, 74 complessi da 152/ 13, 400 complessi da 77/ 28-5/ P .B. , 80 complessi da '77.128~17 P.B.) 400 cassoni da 75/27; trf)sformnzion e cli 200 affusti du G5/ 17 iPer fanteria ; allestiment o di 57 complessi da 75/ 27 O.K. : allestimento di 6 caldaie i,n ghisa speciale per la fabbricazione del l'aci do nit rico ,del peso da kg. 3200 l ' una. Si eseguirono inoltre i seguemti studi : sistema di accensione da. 152/ 13; mol'taio a lanciatn. da 50 1Per fa nt.; obice da 1.49/ 17 con ott uratore Skoda, a camicia sfila bile; applicaziome -

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L'ARSENALE R . ElSERCI'fO OI NAPOLI

del grano di percussore agli otturatori da 100/ 17; nuovo affusto da 77/ 28 O.A. ; studio per proietti fusi cli ipiccolo e medio calibro in _g hisa special(~. Principali lavori eseguiti nell'eserofaio 1930-1931 : ripara~ zioni di cannoni da 65/l.7, n. 84; a llestime.nto carretto tipo oc~ easionaJe, n. 162; allestimento cassette per munizio,ni da 75/13, ri. 1.560; allestimeinto anelli plastici da 120/25, n . 100 ; allestimento cassette per munizioni da 75/27, 111 . HOO; bocche da fuoco l'iparate e tubate, n. 183; affusti val'i, n. 200; allestimento parti di materiali per costituzione eomandi ed rnnità da 75/13 e G5/17; allestimento 1parti di materiali per gruppi di rifonn imento calibri vari. Furono inoltre eseguit i i seguenti studi : freno di b.d.f . da 102/35 ritubat a a 75/45; tuba tura sperimentale a 105 di cain,none da. J04/ 32; n . 3/ obi.ce spel'im<'ntale d;1 149/17 a carni.eia sfilabile; trasformazione affusto da 149 S.K. in 149/17 mod . 28; proietti. sperimentali da 105, n. 750; trnsforma7,ione di culle da 100/17 i.n 100/22 mod. 29; granate i:n ghisa speciale cla 75/27, n . 15; obice da 100/ 22 mod. 28; vettura pezzo da 100/ l.7; modifica obice da 100/ 17, in. 4; mod ifica obice da 100/17 per granate d a 100 M.2; granate in ghisn speciale da 75 M.2, n. 40 ; grana te in ghisa speciale da 75 m .I, ,n . 40; grana te e shr;:1pnel da 100/ 17 trasformate in granate per liquidi speciali, r1. 30; granate i,n ghisa speciale da 100.122 mod . 2, n. 100 ; proietti da 75/45, n. 25; modifien. carrelli per il traino in montag:n,a da 149 S .K ., Serie I ; studio cli cassette per cannon i da 7G/ 27 modificati; tubatura cann one da 7:'5!!)06 al passo di. 25 calibri. Prtin<Yipali làvor·i eseyititi nell'eseroi.~io 1931-1932: ripa1·a zione e tubatura. di b. da f. provenienti da enti ·vari, n. 270 ; <li µffusti isolat i, n . 207; trasformazio1Je di cassoni 75/ 27 mocl. 911, 11. 102; trasformazione di cassette, h . 5300; a11estimento di sca~ to~e a. mitra.glia da 75 C.K ., n. 500; allestimeinto di scatole a mitraglia da, 76/40, 11. .500; tubatura cannoni 77/28, n. 1.08; otturatori, n. 108; gruppi freni recupera tori, 11. 108; ca.ppe protettrici per installazioni O.A., n. 400. -

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G Ll S'l'ABILlMEN'l'I DI AllTIG LIERJ A

SWcli eseguil'i nell'ese·1·c,'iz-io 1.!)31-1932: gra nate sperimentali òa 210/17, n. 200; bombe per lanciabombe <la fa nteria, n. 300; nuovo aff usto da 77/ 28 O.A.; proi.etti economici in ghisa per collaudo spolette a. d. effetto da 149 O., n. 40; proietti perforanti da 65, n. 20 ; tubo liscio per allungament9 obice da 75/ 13 ; studio tr nsporto nrnnizioni da 75/ 27 ; granate sperimentali dirompenti .a a. 100/17, n. 30; false ogive per proietti da 149/35 di ;:1cciaio, n. 300 ; fondelli per proietti sperimentnli da 105, n. 20; 111uovo obice da 75/ 25 someggiato; mortaio mod. 32 ; tubatura di cannone da 152/ 37 a camicia, sfìlabile e di cannone da 149/Bfi a camicia sfìlabile; complesso da 149/ 37. P rincipali lavo1·i eseguiti nell'esercizio 1932-1933: rijpara idoni ordinarie di b. da f . affusti e carreggio provenienti da ea1ti vari.: bocche da fuoco, n. 180 ; affusti e avam.treni, n. 260; comple si da 75 O.IL 76/ 45 e 75 A.V. , n. 23; modifiche sedile del puntatore al materiale cla 76/ 45, n . 55; allestimento ipaiuoli d;:t 280, n. 12; riparazione e tubatura di obici da J00/ 17 mocl . 16, n. lG; allestimento cofan i per granate 65/17, n. 400 ; smontaggio complessi da 104/ 32, n. H.14; test001i cli ghisa òa. 149/19, n. 100 ; dotazioni direzionali di rifornimento; gruppi di rifornimento materiali ,ca libri vari ; rifornimento bardat ure e buffetterie; ,s montnggio affusti 77/28, n. 479; smontaggio ['lva ntreij1i 77/28, n. 479. StwU ese,guit·i nell'eseroi.~io l932-J933 : adattamento chassis Fia,t 18 H.L. in antocann oni da 75 0.K. ; granate sperimentali da 210/ 25, 111. 95; commessa sperimentale cli mort ai per fanteria mod. 30, n. 20; bombe da 240, 11. 50; scatole a mitraglia 77/ 28, n. 100 ; granate dirompe,n ti da 75, n. 20; mortai da G2,5, n. 40. Prinoipali la vori e.segwil'i nell'esercizio 1933-1934 ; ripnra7.ioni ordinp.l'ie a. matel'ia li afiluili <la enti vari: bocche da. fuoco di calibri vaJ.·ì, n. 148; nfl'usti, 233; otturatori cli tipi var-i, n. 100 ; installazioni C.K. e 75 A.V. , n. 47 ; allestimento di carrètte da ba ttaglione leggere, n . 49 ; t rasformazione cli cannoni da. 75/ 27-911, n. 124; allestimento e riparazione di mf.l,teri ali per trnppe disloca.te in colonia (media operai impiegati 111,. 200);

n.

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L' ALtS!ilNAI.ID R. ESERCITO DI ' NAPOLI

gruppi di rifornimento materiali calibri vari e dotazioni direzionali di rifornimento. StiuJ.i esegwiti neWeseroizio 1933-1.934 : allestimento di (Parti per complesso sperimentale da ·75/ 18; ;:illestimeinto di bocche da fuoco da 120; allestimento · di gi·anate sperimentali da 210/22. Principali la/vo,r i eseguiti nell'eswrcizio 1934-1935 : riparazioni ordina.rie cli b.d.f. affusti e ciirreggio provenienti da enti vari : bocche da fuoco, n. 221; affusti isolati, n. 236; installazioni da 75 C.K . . 7fi/45 . 76 140 - 75 A.V. e 77/28, n. 64; trasformazione del sistema d'accensione a materiale da 120/25; appareochi di sicurezza per il co,n gegno di sparo dell'otturatore dp, 76/40, n . 500; serie di caricamento per materiale da 77/28; congegni di sparo cannoni da 76/ 45; materiali di cali.bri vari per le ·c olonie (commessa di carattere continuativo che dai primi dell'esercir,io andarono man num o intensificandosi) ; riipristino pezzi da 7'7/ 28 5/8, n. 34; ;1llestimento di nucJei « Biancardi >> per granate da 75/ 27 O.IL, n. 100; allestimento cofani per munizioni 65/17, rn.. 576; allestimento cofani per someggio con cas~ sette per acqua , n. 1000; aJlestimento cassette 1p er muni?;ioini 77/28, n. 2800; allestimento gruppi cli rifornimento per materiali da 77/28, n. 50; allestimento ·c assett_e per m uniziò!n i 75/27~ n. 288. P1"'inoipa.li la,vo1·i, < 1segititi neWeseroizio 1935-36 : 1·~para:. zione ordinaria a materiale afrluito da enti va.ri : bocche da fuoco (rip.) ealibri vari, n. 315; i1ffusti calibri vari, n. 406; a.ffusti contraerei, n . 136; otturatori cal. vari, in. 267; avantreno di tipo vario, n . 9S; allestimento di tubi pc~r mortaio cl.a 81 m/m, n . 100; t ubatnra. b. da f. calibri vari, n. 312; t rasformµz ione di cassoni éln 75/27-911, n. 58; allestimento di masse rinculanti da. 75/ 18, 11 . 12 ; trasformazioùle ottura tori da 120/21, 1i. 25 ; allestimento di seudi d' affusto 75/ 13, n . 30; trµsformazione di scudi da 75/13, 11. 312 ; allettimento cli percussori 105/28, 01 . 1623; allestimento di grani di percussori 105/ 28, n . 1409 ; ripristino complessi da 77 /28, n . 120; messa in efilcie1nza cli complessi da 77/28 C.A., n. 40; ripa.razione installazioni da 75 C.K. , n. 21 ·; 56

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GLI S'J.'ABILDfE N'TI OI AilTIGLrnRTA

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rÌ!Jiarazione complessi da 76/ 40 e 7G/ 45, n . 17: allestimen to serie di Cflricament o òa 77/ 2S e da 75/ 13; riparazione di bu-0:etterie. n . 84.064; allestimen to cli granate dA 77,128 5/ , n. 10.000; cof'a,n i per munizioni, n. 4.193; cassette varie per munizioni, n. 3~088 : carrette da battaglione, n. 104; carrettini IPOrla munizioni, n. 9, montaliqnidi , n. 10; scale per osservatorio, n . 40 ; lavorazioni vflri e p er A.O.I. , per 'rripolitania e Cirenaica. St'udi eseguiti neWeseroizio 1935-1936 : gra01ate sperimentali 'di acciaio G.~. da 76/ 40 e 76/ 45, n. 50; tubatura di prova ca n·none {la. 76/40, n. l; tuba tnra di cannone sperimentale cl.a 47/44, 'il. 1 ; allestimento obice did ionale sperime:nt;ile da 75/ 18, n. 1.

Principale p1·od1,1t:,;•ione a1ruto nel 2° seniestre deWa1un.o 1936 (per i successi vi periodi si terrà conto cl ella produzione avuta nell' ann o solare) : rip arazio01e ordinaria e tubatura b. da f. affusti e carreggio provenienti d(l enti vari : bocche da fuoco, 1n. 165; affusti. isola ti, n. 293; istallazioni materiali calibri vari, n. 9; otturatori, n. 31; rimessa in efficienza cli buffetter ie part .. a1. 21.813; modifica scudi da 75/ 13, n . 2 9 ; alJestimento di percussor i da 105/ 28, n. 394 ; allestiment o di gron i cli pel'Cussori , n . 174; masse oscillanti da 75/J S, n. 38; allestim ento: fondine per pistoJe , n. 14.21!) ; cofani per muletti abissini, n. 900; gratna.te da 77/ 28 5/8, n . 20.000; testoni da 7G/ 40, n. 300; cofani .!Per m1101hdoni 65/17, n. 600; lavora zioni varie per esigenze O.M. S . ; lavorar.ione e·s eguita per truppe clisloeate in A. O.I. e Libia. StucJ;i eseguiti nel 20 semestre cl-elZ' anno 1.!)36 : traino bilan'C:Ìato mnteriale -da 65/ 17 ; mortaio -cl a. Sl m / m speri.rnentn]P. . Il periodo 1931-193G, inquadrato dalla direzione del colonnéllo poi generale Giuseppe Antoci, è caratterizzato, come abbiamo visto, da un fervore cli studi, che portò il suo valido contributo alla. soluzione di un complesso di questioni tecniche i1ner enti al problema, aHora dibattuto, del r innov~mento delle nostre artiglierie e che importava appunto studi di nno,,i tipi di ·bocche da fuoco e ra dicali modifiche ni materiali già. esistenti.

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L'ARSENALE R. ESERCI'.l'O DI NAPOLI

Non meno juteressante, vedremo fra poco, fu il JPeriodo successivo (l937-H143), cioè circa un quinquennio di direzione del colonnello Ugo Russo, che già nveva prest;ito servizio all' Arsenale i,n qualità di vice-direttore, a cui seguì per circa. un anno (1942-1943) il colom1. Sergio BerJese, per l'impulso dato allo svilt11PPO dell'Arsenale (1937-1940) e per · 1e produzioni portate al massimo live1lo compatibilmente, nell'ultimo triennio, con le difficoltà che creava lo stato di guerra, inasprite dalle continueoffese ;ieree ,n emiche. L'opera dei direttori trovò in ogni tempo la, migliore riso11anza nei dirigenti ed operai e fu sempre e:ffic~cemente integrata da quella non meno preziosa dei vice-direttori : ten. col. Saverio Costa.; ten. col. Ugo Russo, come già accelltnato; ten. col. Bosforo Capone ; ten. col. Mario Com.erro; ten. col. Salvatore Fuscaldi; ten . col. Fern!lilldo Camerino .

F ig . 168. - Salvatore F uscaldi.

15. - Sv·il'tippo e attività deW A.rsen,ale dal luglio 1937 al giugno 1940. - Le incerte condizio111i politiche intern azionali eonsigliarono, nel 1937, l e autorità centrali ad accelera re i temipi

nell'organizzazione e potenziamento delle industrie belliche. Gli stabilimen,t i militari, e quindi l'Arsenale RE. di Napoli, ebbero ~degnate direttive dalla Direzione superiore del S.'r.A.M. irntese a r aggi1.1ngere, nel più breve tempo, la prevista -

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GLI STABILIMEN1'I DI ARTIGLIERIA

capa_c ità di la:vorazio.ne per cui si provvide a modificare il piano regolatore dello stabilimento e a dare sollecito corso a nuove costruzioni fra cui : - costruzione di un la boratoi'io per attrezzi e strurnen ti verific~tori, conseg111.ato all'Arsenale dal Genio militare nel uo-rembre del 1938 ;

F ig. 169. - Napoli: Arsenale R Esercito (Reparto per la lavorazione a caldo dell'acciaio e per la la vorazìone della lamiera: la voraiìone ai magli e alle berte).

- progettazione e costruzione di un a nuova officina per la lavorazione a caldo dell'acciaio e per la lavorazione dèlla lamiera ; ~ progettazione e. costruzio1 ne cli. 11 11 proiettificio per istallazione di m~cchina~·io adatto alla lavorazione di proietti di medio calibro, iniziato dal Genio militare nel settembre .1937 e c:ompletato nell'agosto dell'anno seguente; -

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L'ARSRN,\LE IL IDSEHC T'l'O DI NAPOLI

ampliamento dell'esistente proiettificio iper piccoli calibri, in modo da J'enderlo adatto alfa produzione giornaliera di 2400-proietti ·d a, 75. - progettazione e costruzione di una nuovp cabina di trasformazione di energia elettrica, proporzionata alle nuove esigen~e dello stabilime,n to, ,potenziato coin nuovi reparti e nuovi macchinari ;

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Fjg. ;170. - :Kapoli: Arsenale R . Esercito (Gl'ancle ofilein a meccanica - Repitrt o macchine speciali) .

- sistemazione ed attrezzatura dei fabbricati destin!lti a cen:t.ralè i:dTaulicfl, centrale dell'arfa sotto pressione, di disossidazione e abbrunitura elettrolitica; di abbrunittÌra chimica.; di parkerizzflzione; di sabbiatura e zinca tura ; - progettazione e costruzione <li una n uova fonderia. in sostituzione di quella esistente ; organizzazione di una scuola apprendisti ; -

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GLI STAllILDlf:KTI DI ARTIGLJJ<:nIA

- progettazio~,e di un'officbrn. per la riparazione delle macchine e per il manteni mento degli impianti e delle attl'czz;l.turc; - r iordinamen to del macchinario, in d ipen denza dello spostamento nei 111 uovi locali dei r e;parti di la vorazione a caldo d ell' acciaio. e di lavorazione della lamiera; - aquisto di ,nuovo macchinflrio per il potenziame11to della lavornzione de])e a1·tiglieri e e del reparto attrezzi e strumenti verificatori. A t utto il complesso di progetti e di opere, l'Arsenale, sotto l a guid a e l 'assisten zH cle1la Direzione s uperiore S.T.A.M. dette corso con cointinua alactità, skchè alla fine dell'esercizio fimtn· ziario 1939-1940 pot è 1presentare realizzat a buona parte del programn1a cli potenziamen to . P rocl'1tzione clell) Arsenale. dal lugz.io 1937 al giugno 1940. I n questo periodo, l'Arsenale, p nr Pssenclo st ato fortemente im pegnp. to 1nella realizzazione del pinno d i potenziamento, curò d i contfornarc, anzi di i ncrementare e perfezio11are, 01el IPl'Oprio settore, l a produzione, come er a. richiesto ,d alle necessità contingenti di assicmare l'efficienza. deJl'armamento dell'Esercito ; t ale produzione, considerando solo i principali manufatti, fu 1;3, sèguente :

Artiglierie. Costruzioni ,d i bocche aa fuoco: can1noni da 65/ 17, n. 249; morti:ii da 81 mm., n. 57. R iparazi&ni cU parti di.verse : t ubatme e rimessa in efficien7,a di bocche da fuoco cli piccolo e medio calibro, n . 1103; affusti di piccolo e medio ealibro, avantreni, ecc., 11. 1890 ; complessi ontroaerei, n. 161; affusti controaerei , n. 75 ; otturatod, n. 1333 ; t ubatura e l'ipat·azione di cnlle gru1ppi dlinlrici, freno r icupel';:i,tori, slitte, ecc., 111. 119S; scndi, n . 339 ; ruote : ripara te, ·n. 23 5 ; trasformate, n. 3393. 1

Alleslim:<mto di parti direrse : aste di stirntuffo da 75/27-911, n. 72 ; cunei ottur atori da 75/27-911, 11. 14; occhioni di coda, n. 384; piastre di rinforza di co d::t di nifusti, 11. 1700 ; me(ll~Ole di viton da 105/ 28, n. 58; suppo1·ti oscillanti da 105/ 28, n . 100; percussori di versi, n . 54SO; grani di [)ercussol'i, n. 2571; punte -

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L'AH SE)NALG: R. I•lSERCI' L'O DI NAl:'OLI

di percussori, n. 2571; p u1n te di percussori, n . 12"0; serie di parti per il traino bila.n ci;ito da G5/ 17, 11 . 457; ba ttitoi di sala, n. 7.00; piattaforme per butterie c.u. da 75 ·:mod. 906, 11. 30; ruote n. 530. StudJi p·1'i1ioipali : tubatur a a gioco cli cannone da ·76/ 40, rJ. 1 ; mortai sperimentali da 81 m/ m, n. 1 ; tubatura di b . da f .

con tubi Mp.1111esmann , n . 4; instalhrnione arma d a 20 s u autocarro Spa, n . 9; tubi da 75/ 18 in acdaio autarchico, n. 2; c,mnone da. 75/ 34, n . 3 ; attrezzature 1Per il tiro r idotto da 47/ 32, 11. 12. 1lfon.i zion.i: bombe in ghisa are . da 81 m/ m, n. 62.146; corpi fu i di bombe g .a . da 1 111/ m, n. 78.292; granate da : 75/13, n. 150.910.; 75/ 27, n. 8.000; 77/ 28 5/ 8, n. 10.000; 105/4·0 (studio) 11. 215; 76/ 40, n. 400; 100/ J.7, n. 10.000; testoni diversi, n. 4.200; p ;:ili lanciarazzi, n. 2.600. Z,i1wa.t1tra. : granate ,d a 75 e da 77, n . 249 .000.

JJ'U8foni: ln·onzo, kg. 71.559; rnme, kg. 3.SMi ; ghisa, kg .

65.885.

16.• Attività cZello stabilime11.to <l~.u'(/1ite i l perio<l-o 194.0-43. La documentazione relativa all 'attività clell'Arsenale nel periodo beUico 194{).4,3 è scarsissima, a causa delle distruzioni e dispersioni dovute alle offese ::i er ee. Lo stabilimento, che per l'attuazione, quasi complet?}, del suo piano r egolatore aYeva, in occasione della guer1·a etiopica, notevolmente elevato il lhello prod uttivo, incrementò la propria attività p er fronteggiare 1a maggior produzione imposta dalla seconda guerra. mondiale e, malgrado le contin ue incursioni ael'ee e gli altri disagi deriva nti dall o stato cli guerra, dirigenti e maestranze gareggiarono in attività, per mantenere lo stabilimento al suo più alto ritmo lavorativo. N el 1942, mentre era Jto in utto imir>onenti lavol'i di riparazioni iper i danni causati dai continui bombar<lamenti lo stabilimento fu decentrato in quattro diverse località e lllei primi mesi del 1943 fu inziato il trasferimento delle macchi1ne e degli impianti più importanti, ,c ioè: ·

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GLI STABIL!l\[l•'.NTI DI .-\UTIGLH:Rl..\

- nelle caverne di Via Orazio prese posto il reparto << attrezzi e trattamenti termici>> dotato cli macchin e [>regiate e costose, ed un piccolo reparto fucine e calderai, previa messa in opera cli una cµbin a di trn sformnzione dell'en ergia elettrica ; - nel1e caverne dello Scndillo trovò posto il reparto « riparazioni affusti e carreggio » ; - a Piecligrotta, nella casermetta della ex G.I.L. t r ovò posto il reparto « lavorazi oni meccaniche col'rento. » (ottura t ori, ecc.); - nelle grotte Sgamb!lti a1 Vomero furono sistem at i i magazzini per materie prime ed altri materiali. Anche in Via OrHzio, ac<"a n to al repa rto ~ttrezzi , i•n, una grotta fu costruita 11M struttura in celi1ento armµto, per gli nffici de11a direzione. Il 2J gil1g110 del 1943, a decentr amenito già. quasi ult imato, i tPOchi uffici aneora rimasti nelln sede di Via Gianturco co11 alcuni servizi e reparti di lavorazione, furono sottoposti fl nuovo intenso bombn rdamento e poichè altri bombardamem.ti seguirono nei giorni successivi con clnnneggiamento cU nrncchine ed impiarnti, la sede di Via Gianturco fu completamente nbba!lldonata . L'aggravarsi della. situazione militai·e fece clecidere di spostare ad Assisi akuni nuclei dell'Arsenale ecl il movimento si iniziò la mattinf1 de11'8 settembre col nucleo direzionale, fer mat o poi, nel 1POmeriggio, a Roma, con, l ' Hnll'tmzio dell'armistizfo. L 'occupazione ted<>sca della città e quindi dello stabilimento portò al licenzifl mento delle maestranze e al m.inamento, cla parte dei tedeschi, del maccllins1rio esistente nella sede di P iedigrotta, mentre quello della sede di Via Orazio, costituito cla macchi!nie pregia te, per oppo1·tuna e coraggiosa iniziativa cli qualche dirigente e di alcu ni operai, potette sfuggire alls1 distruzione. P rinoipa.li allesti'nwnti eseg-iiiti nel period•o 1940-43 : n. 70

bocche da fuo co da 149/13 complete di ott matol'e; n. 50 masse rincula nti .(b. da f., otturatore e slitta) da 75/ 18 mod . 34 ; n. 500 -

888 -


L',\RSl~NAJ,D R . ES EHC1TO DI NAPOLI

masse rinculanti da 47/ 32 mod. 39 (b . da f., otturatore, slitta); 200 ca(l),ne cli riserva per cannoni da 75/ 46 mod. 34; un co11si<lerevole numero di tubature di b. da f. di vario calibro d::il 75 nl 149; urn impreciso ma 'notevole numero <li artiglierie dei vari (;alibri rimesse iin efficienza ; rimessa in efficienza cli un g1·an numero di artiglierie di preda beJlica (francesi, inglesi, greche); allestimento di 200.000 bombe da Sl g.a. con fusione dei corpi; fusione di 200.000 corpi per bombe da 81 g.~.; lavorazione di circa 200.000 pro'ietti da 65, 200.000 da 75 e 150.000 da 10. A.11-'elenco dei materhlli nJlestiti in ArsenµJe Yanno aggiunte le innumerevoli commesse affidate i1ll'in<lustrh1 1p rivata p~r contratti e col sistema a minute spese; le più importanti affida te alla. grande indust ria fnro1lC) : 15150 completi ,d a 47/ 32 mod. 39; 196 da 75/lS mod. 35 ; 300 da 75/ 18 mocl. 34; 516 da 75/ 18 semov.; 550 da 75/32 rnod. 37; 1000 da 75/ 34 c.n. e semov.; 240 da 75/ 46 mod. 34; Jl(; da 75.14G mod . 40; 50 h. da f . da 75/ 46 mod. 34; 560 canne di riserva da 7fl./46 mod. 34; 60 b. da f. da 76/40; G560 mortai da 81 mocl. 35; 2360 complessi {la 90/ 53; 5U piattaforme mobili da 90.153; 120 complessi cla 90/53 su autotèlaì; 30 d;:1 90/53 semovcuti; 620 da 149/19; 1:32 ,éla 149.;40 e 66 da 210/ 22, materiali tutti completi delle relative serie di caricamento per batter ia e g.rnppi di rifornimento . Tubatura di 130 b. da f. cla 105/ 28; allestimento di 105 slitte da 105/28; tubatnra di 13 b. cla f. da 152/ 37.

Pen,on,ale in fo1·,m, fino al settem.lwe 1943 : ufficiali in, s. p.e. e richiamati 48; im1piegati cli ruolo-avventizi e m.c . 402; operai perma01enti, temporanei e m .e. 2593. I principali contratti gestiti clall' Arsenale cli Napoli, dall'esercizio :finanziario 1930-31 all'esercizio 1935-36 ammontarono a n . 157 per un importo complessiYo cli L . 148.832.012; dal luglio 1937 al giugno 1940 ammontarono a 710 per l'importo di lire l.175.730.953,55 ; nei quattro successivi esercizi (1940-~U, 194.1-42, 1941-42, 1942-43) i coaitrntti stipulati furono 949 per l'importO di L. 968.~'32.800. -889 -


GLl STABILiì\{O:N'.l'I Dl ARTIGJ,IERIA

.l

~""~ I Luciano Roitl

Ugo Russo

Giuseppe Antocl

J"ig. 171. • D irettori dell'Arsenale

n.

Eserc ito d i Napoli :

17. - l Dvrettori dell'Arsena le R. Eser<Yito cli N:arpoU (1.9171943) :

Ten. geri. Alfredo Bri ~. gen. Yirgilio

0 ASELLà GA~OOLl•'l

Col. Luciano ROITI Col. poi Gen . Giovann,i CA1'1:POLMI Ten. col. poi Col. Luigi S A1mACTNo Magg. gen. Fadno MASCAHET'.J.'I . Col. poi Gen. Giuseppe ANTOCI Col. poi Gen. Ugo Russo Col. Sergio B ERLESE .

,

9. 4.1917-22. 3.1920 22. 3.1920-18-12--1921 18.22.1921-31.12.1925 31.12.1923-2-8. 8.1927 28. 8.J927- 8. 9.1929 8. 7.1929- 4. 2.1932 18. 2.1932-22. 1.1937 20. 5.1937-18. 6.1942 19. 6.1942-16. 9.1943

o IL LABORATORIO DI PRECISIONE R. ESERCITO DI ROMA 18. • L'attiv ità del La boratorio di Precisione R. Esercito da l 19l8 al 1937. - 19. • li progetto e l' inizio dei lav o ri del nuovo Stabili-

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LABORATORIO DI PR I·:·CIS!ONB: R, ESERCITO DI ROMA

mento alla Cecchigno la. Studi realizzati fino al 1941. - 20. - Trasferimento della vetreria alla nuova sede. Studi realizzati fino al 194 l. - 21. = I direttori del Laboratorio di Precisione. ~ . )·,.:.

18. - Subito do1po la conclusione della guerra 1915-18 anche il Laboratorio di Precisione subì la contrazione degli altri stabilimenti d'a.rtiglieria e cioè: riduzione di lavoro e conseglwil'lternente di personale. Mwntcnne però intatta la produzione del vetro d'ottiva, che per la pdma volta si erf;l fabbricato in Italia, ed attese a perfezìonf;}re la lavorazioil'le di esso ed in relazione ad essa provvide all'allestimento degli strumenti ottici cli puntamento e di coo.1Jtro))o. Così negli anni 1921, 1.922, 1923 furono adattati : gli alzi cla 75/13. da 100/17, da 104/ 32, da 77/ 28 t errestre e 77 /28 e.a., 149/13, 149/ 17, 3ò5/8, 305/ 10, e studiati i quaclr11nti a livello per llin'inclinazione fino a 160000 e vari altri per mitragliatrici, bombarde, ecc .. Co[li la formazione delle Sezioni topogra:6.che di Corpo d' Armata vennero introdotti in servizio i primi. teodoliti con approssimazione di 10 secondi e la tavoletta topogrf;l:fiCa n10d. 906 che f.n modificata ,con diottra orientatore magnetico, ed un can· nocchiale <:On congegno di sito. E' anche di questo periodo l'adozioin e della cassetta per mezzi metrici d'artiglierit1 ed il primo impiego del calcolatore mod. Speranzini 1per le correzioni iniziali del tiro. Nell' anno 1923, il Labor!,\torio partecipò a due Mostre : - all'esposizione internazionale di fotografia , ottictl e einema.togra:fia, a T'o rino, ,dcv(~ espose campioni di vetro <l'ottica grezzo ed ottiche lavorate, cannocchiali d'assedio grandi e piccoli, binocoli, cmmo.c chiali ,p anoramici, iposcopi, ecc.; - all'esposizione nazionale di Chimica pura ed applicata, a Torino, <love espose vetro d'ottica grezzo ed ottiche lavorate, lllnitamente ai vari prodotti ,chimici adoperf,lti per la prepara zione del vetro d'ottica e dei crogi.uoli. Nello st esso anno però lo stabilimento subì una soosibile contrazione in riguardo alle maestranze ridotte a circa 350 unità, (Per cui, sino al 1926, la. produzione aindò declinmn:do e, principale µttività, rimase la riparazione dei materiali in dotazione -

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GLI STABILIMENTI DI ARTrGLIEnIA

dei corpi, qualche stndio cli lieve entità e, clal 1926 al 1927, il ripristino di alcuni materiali di preda bellica e di recupero . Anche nel 1927 il Laboratorio prese !Parte a11a Mostra Nazio,np.le d'ottica della Fiera Camipio1rnria di Padova.: espose mm, serie di telemetri da. costa, ca1I1nocchi.ali d'assedio grandi e piccoli, iposcopi e vetri grezzi di vari tipi, ottiche stampate e lavorate. Successivamente, il Laboratorio abb;rnclonava i suoi sistemi tradizion ali di lavoro, poggiati quasi esclusivamente sull'abilità individuale, ed iniziava il suo adeguamento ai 01,uovi eon cetti dell'organizzazione industriale del1;1 produzione, per cui fo maestranze furono divise sc~condo razionali concetti selettivi di specializzazione ed i locali stessi .deJlo sta hilimento ampliati e corredati cl.ci rne½½i più iprogrediti. Con l ' applicazione ·d el R. decreto fogge del 22 dicembre 1927, 11. 2615, riguardantte l'unificazione e la normrtlizzaziOJH~ dei materiali, divennero indispensabili le tollera,nze di esecuzione su ogni tipo ·d i manufatto e pertanto assurse a grande importanza l'allestimento degli strumenti verificatori. e dei riscontri relativi. Fu [Jertanto ampliµto il reparto di allestimento dei calibri e corredato di moderno macchinario guale : rettificatrici., profilatrici, torni e fr<!satrici {li alta precisione. Parallelamente fu istituita u11n spc~cialc sala di -collaudo per gli strumenti verifi.c11tori e riscontri che prese i] nom,~ cli << sala comparatori>> ·Corredatn : di s:pcdtili microscopi di costru:done Zeiss, ·cli proiettore di profili, di metro {;ampione, con l'adHttamento e ripristino di un comparatore Genevoise gh1 esistente e di due altri da impiegare per misure speciali, quali lastrine graduate, divisioni ecc., e chi~ assurse ad un vero gabinetto di misurazioni, sufficientemente attrezzato e mocle11no. Fra i principali. studi allora reali½zat.i ricorcle1:emo : · il graduatore Foco~B;:tssi per la graduazione conteml])oranea delle spolette di tre cartocci proietti; u,n alzo per il puntamento antiaereo di 180"'; la modifica. cli avantrooi e cannoni da 75/27 mod. 912 e 75/27 mod. 90G; i congegni di puntamento indiretto dei cannoni proYen,i enti dalla R. Marina; il dispositivo per l'11ppli-h::J~ -


LA130R,\'l'ORI0 DI PH ECIS!ONE U, ESl•:n c ,TO DI nm rA

cazione della mitragliatrice pesa01te mocl. 14 su ff autocano 18 B.L .. Nel J 932 le la vora½ioni furono indirhr,zate ve1·so una organizazzione industriale rigoros~mcnte razionale co11 l'istituzione di cicli cli lnvoro preve11tivame111te :fissati e sta nd ardizzat i cla un alJ.)posito Ufficio Tecnico Lavori. Data la natura però dei l a,ol'i stessi, la loro diversili\ e la p rev;1 lem~a clelJe riparazioni., un'orgnniz1,azione indnstrialc vera e p ropria cioè, per « JavOl'azione h1 serie » non 1p otè essere appli· cata che ad alcune lavorazioni, quali la costruzione delle parti ottiche e l 'allestimento cli nnovi mnn ufat ti, sempre che la commessa presupprnn,cva un qn~ntitntivo di nua certn entiti'ì. In questo periodo l a vetre1·ia ebbe un maggiore svil uppo : fu1·ono a.mpliati i locali e costruito un secondo graij1 de forno a nafta per la fusione del vetro, cli ca padtà uguale a quello del forno giài esistcn te ; nuove a rei di cottura dei crog:iuoli e nuoYe c~ mpa,n e ,per il ratireclclHmento cli questi entra rono i.in ::iltidtà; n uovi locali fur ono costruiti per il trattamento te1·mico del vetro d'ottica e pe1·fezionati i sistemi cli cemita clrllo stes o. Di consegue11za da 5 fusioni mensili si potè salire simo a 12 fusioni. Fu, inoltre, amplia to il repm·to dei montatori ottici che si IPI'Ovvide a fo1miire di un impianto di aria compre sn, con daiv;:tz.ioni a tutti i tavoli cl.i lavoro, e cli uu gra111cl e monta carichi esterno per telemetri da m. 4. A1la Mostra Kazionale d ' Ottica, organir.zata a Firenze (1934), il. La horatorio espose materiale analogo a quello della Mostr11 clel 1927, nonch è il t ipo cli telemetro clifferenr,iale i<leato dall'aJJora capitano Vincenzo Aqnileccbia e dal lenente Vincenzo Di Ca rlo dello stesso Laboratorio . Dal 1935 si iniziarono presso lo Stabilimento i corsi di aptPrendisti, che si susseguirono poi, quasi ininterrolt;:1mente, fino al 1943 e dettero modo di provvedere in tempo alla creazione di m~estranze specializzate, per le Javorazio(n,i ottiche e degli strumenti verificatori. In relazione ,poi ad una migliore attrezzaturn noteremo che la« sala comparatori)) (1936) venn e dotatn di a]t1·i ottimi strumenti di misura di grande precisione e la << sala collaudo )) fu -

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GLI ST1\BILI::v1ENTI DI AR'l'fGL!EnIA

divis;:i irn due parti : in una si collaudavano i materiali allestiti nello stabilimento e nell'altra i materiali allestiti dnll' industria privata. Ogni reparto fu munito <li mezzi particolari per il prO[Jri o collaudo d'officina .

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Fig. 172. - Vincenzo Aquilecchin.

Anche nel 1936 il Labora torio partecipò nuovamente alla Mostra nazionale di strumenti ottici, a. Firenze, ed espose i metodi usati per la preparazione dei crogiuoli e delle miscele, per la cernita dei vetri, per la formazione <lelle parti otticlle a mezzo di stampsiggio e ,di plasmaggio ed una serie di ottiche finite. Fra gli studi realizzati sono da ricordare: i cerchi dei congegni per tiro a ,puntamento indiretto delle mitragliatrici pesafl1ti mod. 14; l'alzo a 7!>/ 18; l'accoppiamento di u,n, ca lcolatore .«Siemens>> ai materiali d13 75/ 27 O.I<.. ; 75/27 A.V.; da 76/ 40 e 76/ 45; il telemetro òifferc~nziale, giù, menzionato, ideato dal capitano Aquilecchia e da l tenente Di Carlo,. che consenrtiva con base miillore di ottenere !Precisazioni !3ssai maggiori di quelle ottenute con telemetri comuni ; la bomba a mano Aquileccllia ; i tavoli previsori « Gala » che resero semirneccanica la direzione del tiro contronerei. -

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1,Al10ltAT0HI0 DI PRECISIONE R. ESERCITO DI R(}MA

· In occasione della guerra etiopica il numero degli operai fu elevato f.l 600 unità.

L'anno dopo (inovembre 1937) .la Vetreria si dist accò dal Laboratorio di Precisione, e con a capo il col. Artale passò a fare parte dell'Istituto superiore tecnico armi e munizioni, con la denominazione <li (( Reptrto fabbricazioni e studio vetro d'ottic;i )). 19. - Nei primi mesi del 1938 fu progettato, secondo le di-

rettive della Direzione superiore S .T.A.M., la costruzione del nuovo Laboratorio cli Precisione nella zona extra-urbana della Oecchignola destinata ad accogliere << La città industriale militare. dell'Esercito )). Il progetto era grandioso : si prevedeva una superficie complessiva ,di circa 40 ettari contro quella cli 3 ettari circa del vecchio Sfa bilimento. Con l'inizio d.ei lavori alla Oecchignola per la costruzione del nuovo stabilimento, ed in vista di nn !Pl'Ossimo trasferimento fu eseguita la motorizzazione singO)f.1 di ogni macchina. Caddero così le trasmissioni a cinghia ed i contrnlberi che per tam.ti anni avevano aiutato e soste,niuto la diuturna fatiea. dei v(~cchi operai del Laboratorio . Con l'occ;isio,nc il macchhiari.o e le attrezzature speciali d'officina subìrono un l'innovamento, tendente a dare ai prodotti la maggiore 1perfezione . L'ordinamento dei reparti (1939) fu snellito e one fu. reso più agile il funzionamento e contemporaneamente fu eseguito il colla udo di tutti gli strumenti di controllo adoperati dagli stnhilimenti di materiali bel1ici sif:1 militari e sia ,d ell'industria. privata. Nello stesso anno il Laboratorio [Jartecipò, a Milano, alla « Mostra Leonardesca e delle Invernr,ioni >) ed espose strumenti di controllo vari : un modello di legno del nuovo goniometro mod . 39, studiato dal capit. Di Marco; un modello di legno <li un;1i bocetl( da, fuoco e del relataitivo con,gegno per la rettifica del.la linea cli mira studiato dal capitano Di Carlo. Il goniometro mod. 39 ed il ,congegno per la rettifica {lella linea di mira furono poi regolarmente adottati in servizio. ~·- 895 -


GLl STABILlMID:-i'l'I DI ARTIGLllmL\

In consP.guenza della guerra i'l'l! Europa (1939) le mf:lggiori lavorazioni imposero l'i1ncrcmento delle maestranze, i cui elementi, furono in mas~ima parte tratti dai corsi apprendisti, per <mi alla :fine <li quell'anno nelle sezi oni dello tabHimen to con i suoi q11i01:dici 1·eparti lavor~ vano circa 1100 operai. La moderna organizzazione ,cl el tiro controaerei, a mezzo di e-entrali cli tiro automatitbe e di graduatori automatici e semiautomatici rese necessario un raipido adeguamento e specirili.zzazione di ufficiali tecnici, cHpitecnid. e maesh·anze. Fra divetsi tipi di ccintrali di tiro studiate cd impiegate ricotdercmo la tenira le <li tiro B.G .S., (costruita dalle clilte : Borlctti cli i\IiJano, Galileo di Firenze, San Giorgio di Genova) e la centra le « Gumma >> costr uita dalla omo,nima ditta ungherese . Per una rnagigore cono cenza di elette centrali , i rese indi spensabile inviare personale tecnico presso le ditte indicate. Per commesse nfficl.ate ;:il LabOJ·atorio di P recisione lavoravano, allora, un centinaio circa di ditte italiane, fra le pi ù pot enti e meglio attrer,zate e qualche ditta estera. T prin <.'ip aJi stabilimenti che lavoravano per il L;lboratorio fmouo sorY<'gliati e <:ontrollati sul posto da apposite commissioni esterne, di!penclenti dul Labora torio stesso e precisamente : dalln XI O.E.S. residente a Firenr,e, dalla XU C.E.S. reside,ntc a Genova e df\lla XIII O.E. . residente a Milano. In quel torno di tempo furono inoltre studiati e realizzati : il regolo l <'attuzzo per il tiro a puntamento indiretto col mitra mod. 35 e mitra Breda mocl. 37; il già ricordato dispositivo [)er la rettifica delle lince di mira; l'autopa noramico Silvestro per la presa cli speci;:ili fotogr afie reticolate per il rilevamento iITT quota e distanza degli obiettivi di artiglieria : il goniometro mod. 39, già, menzionato, una modi fi ca all'ah,;o ottic·o da 47/ 32 per IPOter prolungaJ·e la gn icluazione d'alzo per il tiro oltre i 2500 metri fino a 3000 m. ; l a re~liz:urnione di un congegrno per il tiro costiero studiato dal magg. I ndrixr,i; l 'adattamento al tiro costiero di tavolette giù, esistenti pel tiro conl:roaereo ; Ja l'ealizzazione cli tuvolette meccanizzate per tiro e.a. di sbarramento; un dispositivo <l'alzo per 90.'53 elle !Permetteva di eseguire tiro e.a ., anticarro, navale e terrestre sia diretto che imdiretto; un dispositivo studiato dal capita no La ~Ialfa, per mi- ·- 896 -


LABORATORIO DI PRIWI SIONID R, ESIDRCJTO IH HO.JIU

surare la freccia massima d'incurvamento dei cannoni, un tracdatore di rotta per il tiro costiero studiato del colonne)]o Novara. ed, infine, altre realizzazioni di minore entità di modifiche -Eid adattamenti vari. 20. - Durante l'anno 1941, i lavori per la costruzione del 11uovo stabilimento alla Cecchignola, i])roseguirono alacremente e la Vetrerifl potè trasferirsi alla nuova. sede. Si era, ormai, n,el secondo anno di guerra, e, malgra-do che ll' condizioni di vita e di lavoro, per la crescente penuria di materie prime, diventassero sempre 1più difficili, il personale dello stabilimento continuò atti.vamente a svolgere la sua oper!1 fattiva per r ispondere, nel più breve tempo e nel miglior modo p ossibile, agli impegni assunti. Il personale operaio fu ancora incrementato, :fino a. raggiungere, (fine del 194i), le 1200 unità e paralle]amen,t e, fu aumentat o il numero <lei dirigenti con uffic:inli richiamati dal congedo. Dal 1940 a tutto il 1942, quindi 1 malgrado le cli:fficili con. ,dizioni di lavoro, il La boratorio continuò senza soste e rallen,_ tamenti la sua opera realizzando i1noltre i seguenti principali studi e modifiche : modifica del telegoniometro Passino ; trasformazione di v;:tri telemetri da costa a base verticale; allestimento -di apparecchi 1Per la determinazione~ speditiva clella velocità degli aerei ; progetti di snpporti elastici vari; alzi da 210/22; modifiche e trasformazioni vari.e a congegn i di pu11tame01to di p.b. ,c on adattamenti f1lle artiglieri<' in servizio; modifica alla centrale di tiro Vickcrs ecl adattamento al munizionamento italiano; modi.fica cli telemetri da m. 1,50 ecl adattamento al t iro <:.a .; cannocchiali a triplice ingrandimento per goniostadiometri; adattamento di molti congegni di mira .cli nrtigJieria al tiro ,c ontrocarro. Alla :fine dell'anno 1942 gli edifici del •nuovo stabilimento -311;1 Oecchignola si potevano considerare ultim a ti, ma come fu già accennato, oltre nHa Vetreria, nessun reparto di lavorazione ·vi fu però trasferito e furo,n,o utilizzati solta.nto alcuni locali ,q uali magazzini di materiali. La data deJl'armisti?:io, 8 settembr(~, trovò il Lf:tboratorio di ·P recisione sul piede di partenza. -- 897 :57


GLI STABILDlF.ìS'Tl DI AUTIGLJERIA

Yei giorni susseguenti Jo stabilimento rimase chiuso e poi ocenpn to dai tedeschi. Da a11ora, sistematicamente, furono as!pOrtati dai teclesc.:hi e trasferiti in Germa1nia t utti i macchinari e gli strumenti scientifici, per un valore cH circa ·due miliardi di Jire.

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. J. Andrea Picene

Renato Vallisner!

Fig. 173 . • Dtret tori del Laboratorio di precisione.

21. . I Drettori del T, abor r/.torfo di Preoisione (1920-1943) ~

Gen. Eugenio RIGHI Colonn. Anclren PICONE Colonn. Luciano Rorrr 00101111 . R ena to VALLISNERI Colonn. Vito A.U'l'ALR Colonn. Lino SICIT..TANO Colonn. Alberto 0A'l'ALANO C'olonn . Renato 0IONCI

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1920 1921-1926 1926-1927 1927-1932 1932-1937 1937-1938, 193S-1941

1941-1943-


I.O Sl-'OLR!f'l'Il<'ICIO R . ESE'RCITO DI RO)I.-\

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LO SPOLETTIFiC10 R. ESERCITO DI ROMA 22. = L' organizzazione dello Stabilimento dal 1918 al : 93 2 : produzione e studi com1,iuti. - 23. - Incremento dello Stabilimento durante la guerra etiopica e la successiva guerra mondiale: produzione dello Stabilimento. - 24. - I direttori dello Spolettificio.

22. - Nel vol. XII cU questa Storia (pag. 799, 800, 801) abbiamo accennato ad una. sezione della R. Fabbrica cl' Armi di Terni che si costituì in, Romg (14 settembre 1915) e che dal 1° luglio 1!)16, .(]ive1rne autonoma eon la denominazione di « Officina di costruziorn~ di artiglieria ))'. Durante n periodo bellico 1915-18 q nesto sta bilimfrnto clive1me irn poderoso complesso industriale, per la produ7,ione non solo éli armi portatili ma anche di spolette, essendo stata organizzata (1!)16) tllna cc sezione spolettificio )) con, l' impiego di macchinari ed attrezzat ure in parte provenienti dall'Arsenale di Torino ed in parte costrnite nelle officine dello stesso sta bilimento_ Subito dopo lii guerra (191n) l' Officina cli costruzione d'artig1ieria ,di Roma eome tutti gli stabiJimenti militari entrò in fase cli smobilitazione : le maestranz<~ for.0110 ridotte a circa 3000 unità e · di conseguenza fu ridotta. la produzione degli artifizi, mentre ]e lnvorazioni <lene armi portatili furon:o limitate alle sofo riparazioIJi. Con l 'ordinamento dell'esercito del 1920 l o stabilimento fn mantenuto e denominato « Ji'abbrica d'Armi di Roma )) mentre con, l'or,clinamento successivo (1923) perdeva Ja sua autonomia e diventavµ, una sezione del Laborator io di Precisione con maestranze r i.d otte ~ 1000 unità e con un'attività orientata verso la sola produzione <lelle spolette. Nel 1925 anehe la zon,a dei suoi impianti si contrasse : divisa in due parti, 11e fu ceduta una alla Societ à << Breda )) che -·- 899 ·-


GLI STABILIMENTI Dl AR'l'IGLIERIA

vi org;rnizzò e sviluppò una. ptopria a tti.vità industriale per la produzione cli fucili e mitragHatrici. A seguito però -dell'ordinamento dell'Es(~rcito del 4 novembre 1926 lo sta.bilmento, dal l" gennaio s11<.:cessivo, divenne nuova.mente a,utonomo con la denominazione di << Spoleti:i:ficio R,, Bsercito >) e con questa innova e propria :fisionomia, in breve tempo, svolse un preciso e razfo,n,a]e prog:ramma organizzativo, allo scopo di ,perfezionare e potenziare i propri impianti con i più. JPrOgrediti accorgiment i t ecuicL Così attrezzat o e con uina forza ,d i appena 250 operai lo Spolettificio fu messo nelle condizioni di svolgere i seguenti lavol'i: , - produzione in serie di spolette piri-che a tempo; - alles timento di particolari per mnnizionamento vario (cariche di rinforzo, detonatori secon-dari, ecc.); - allestimento, riparazione ed ammodernamento delle macchine ut ensili; - studio di nuovi tipi di spolette, bombe e bombette; - allestimento cli calibri e strumenti verificat ori << ti1po )) per spolette. Fra il 1931 ed il 1932 venivano realizzate le seguent i principali 1procluzioni me·die giornaliere : -

allestimento spolette a ,cl .e. da 149/ 12 . allestimento spolette a tempo motl. 906/ 17 ripristino spolette a d.e . da 14!J/ 12 ripristino spoìette a tempo moc1. 906/ 17 riprist i,n:0 spolette a percussione mod. 910 ripristino sipolette a. percussione mocl. 914 allestimento tappetti falso iruncseo mocl. 910 .

n. )) ))

))

)) )) ))

500 400 400 350 800 250 6.000

Nel contempo furono anche incrementati studi 'ed esperienze tendenti al pe1'fezionaniente degli artifì.zi dei tipi regolamentari introducendo irn lavorazione corrente nuove leghe metalliche (specie quelle a base cli aJJuminio), in sostituzione delle leghe di ra.me. Notevole, iin qn e8to campo, l'organi.7,zazione di una completa e moderna fonderia di leghe leggere, corred~ta da impianti speciali per i relativi trattamen ti termici. .- - 900 -


LO i$rOLETTt l•'If'!() IL ES8RCTTO DI IW'.\IA

Vennero r eulizzati arnoyi tipi cli spolette ed inneschi S[)erime,n t ali, alcuni dPi qu;1li foro,no, snccessivnmente, adottati in servizio e riprodotti su larga scala . Fra i più importanti i-;tudi ricorderemo :

rone; · t.efinalc; lieri; Angelis;

la. spoletta. a perc:ussione I.O. studiata dal gen. Oar~ la spoletta a pe1·cussio1w I.O. srncliat;1 dal ge.n. Mon' 1H spoletta a petc:us~i ouc I.O. studiata dal gen. Palla spoletta a per<· tissione I .O. studiata cla l magg. De

) fl spolena a percussione I.O . studiata clal capH . AquiJecchia; - Ja spoletln a tempo, a sfogatoi interni, studiata dal magg. Cangcmi; - Ja spolett11 a tempo, n rnel'c;urio, studiata ,cla l col. Ca-

pone; Te .A. ; -

1;1 spolcttn a tempo .fisso <la 81, tudiata dalJa D.S .S.

la bomba a mano« D.S. >>; la bom bc t ta pel' t1·ombonc·ino esagonale.

23. - nmante hi campagm1 etiopica , .lo Spolettifido 1.11(:rementò sen~ibilrne111te la pl"Opl"ia attività portando a circ!1 1000 unità il personale salarinto e potenziando impianti ed aHre7.7.31me pc1.· p1·orl nzio,n.i cli. grandi seti.c. Pn1·alle)amente venn e dato impulso agli stndi e fu m<'i,.;sa a p11111to ed adottata in senizio la spoletta istanranea mocl. 35 (T 1:r,). Fra il 1935 ccl i1 1937, (con d 11c tmni cli. lavoro cli 8 ore cia scuno) si ott<~rn1e1·0 le ~egn t•nti pri 116pali p1·ocl nzioui meclie gior•nn.liere. -

a11estimento spoJ ette H cl .e. 111.ocl . 1:! . allesrimento spolette n <l. e. mod. OG. fll lestimc11to spolette ::i tempo mocl. 60/ 17 a'llestirncmo spolette a pct·c·ussjoue I / 35 . allestirnc11to spo]ette u JWrcnssione cla 37/ JO . -

fJOl -

n. ))

GOO 400

))

600

))

3.500 1 .000

))


GLI S'l'ABlLIMENTI DI AH'rlG f,TF.Rl .\

-

alJcstim (;o nto spolette a percussion e O!) da 57/ 4~ a ll<'stim ento s polette a percussion e 09 da 47/ 32

Il.

r ip1·isti•11 0 ~pol ette a peI"c-ussione m od. 10 rip1·isti"r10 spolette a petc ussion e mo<l. 14

))

))

))

:iOO !iOO G.000 4-00

Nel 1!)33, la Roeietù cc E . Ht·eda )) 1 trasfel'iii i p.1:opl"i impianti in alti-a l<.<'n libì , hisciò le OJlici11c che occupavrt fin da l 1!)25. cd mm parte del <·mn1p lcsso cli quei fabbricati fu oce11pn to cfollo

Fig. 174 . ·Roma: SpolelLificio R Eser c;ito (Officina mon laggio Sl)Olette).

SpoleHifidn c-lw ·p Hbrnto potette cl ispoI"re, com ple~si vaiuente. cli tm'aren co1wi-r n <li <:in·a 4:-i.000 mq. I 1J1 q11el I '<•pr.<:11 l t> 1unestrnnze /tYernno niggi unto le 1.:500 nnità, e lo ~t n~Jilime11 to era in piena l'nse <.li sdlnp1po essendo in eorso i Jnyn1-i cli 1forcliname.nto clei loeali lasci.1ti libcl'i_ clulla << Bre(l a >>. ·-

!)02 -


LO SPOLETTIFICIO f{.

1,:si::ncno or

RO\J A

Sotto la clire:do11e del col. Mnl'io De · Angelis, nell'agosto 1949, sorsero nuove officine e nuove lavotaz.ioni furono impo~ .state, per f:u fl'onte alle aumentate esigenze delle FF.AA . . Ebbe così iniziò la produzione delle 11uove spolette a tempo mod . 3 ehe {la uin gettito iniziale di 250 esemplari al giorno, raggiunse r,1pièlamc~·n,te le 3 .000 rinità . Anche la p1·oduzione della -spolettft istantanea I mod. RS (st nclia t n e realizzata nello sta bilimento) ebbe un im1portante increme:nto n fianco delle ultre lavorf.lzioni avviate negli anni precedenti. · L' entrata in guerra delFitaliìt (gi ngno · 1940) trovò lo SpoJettifieio i1n piena attività ed in perfetto fuuzionarnento tanto <11-1 poter garf.1,n,tire, con le proprie prodrndoni, i 1previsti rifornimenti pe1.' le esigenze belliche . Furono perciò ultt!l'iormc nte potenzi1.1ti gli impianti e l e attrezzatnre c:onsentendo Jo svolgimento di du e, ed anehe tre turni giorinalieri di lavoro (S ore cinscnno), eon l'impiego di circa 3.500 operai perfettamente ndclcstrati. Olt1·e alle lavora½ioni in proprio, Jo Bpolettificio svolgeva anche la sur1 ntti.vità, <.Tea11do nnove fonti di proch17,ione pre:,,;so 1'inclnstria privata alla quale lo stesso P1poletfrficio forniva assist ernrn tecin:ica, sorv(~glianza, mezzi di lavoro (attrezzature di collaudo) e materiali (mµteric prime e semilavorati). Con l'ado:done in servi?;io del nuovo tipo di spoletta a percussione I.O. mod . 40 '(Ja eni messa a 1p1rnto Ye1mc ·curata nello Stabiliment o in base nllo stndio (lcl -rol. De A•ngeJis), Je Javornzioni (1942) avevano raggiunto ·1,~ segnenti prodnr,ioni medie giornalic~re : 0

- spolette a tempo mod. 3fi - spolette a tempo rnod. OG - spo·lette a d.e. mod. 1~ . - spolette a pe1.·cussione I.O . mocl . ·10 p.c. - spolette a percussione mo<l. J 4/ 42 n b.1p. - spolette a percussioue mo(l. on ,la 47 / B2 -· .Jin,nesehi I. di spol. I.O . mocl. 40 - I1111escJ1i O. cli spol. T.0 . mocl. 40

n. 3.500 ))

2.000 1.000

))

l.?iOO

))

))

200

))

soo

))

1.300

))

L500

!Vfa , a 1ìaJ1co <leJle lavorazioni di se1' ie, molti altri im1p ort anti favori venivano effottnnti nello Rtf1bil imcuto quali ln r ea--- !)03 - -


GTA STABILDJ J,:KTI DI AR'l'IGLlERL\

lizzazione delle modifiche a Ua spoletta a tempo m.od . 3(.i (poi denomin ata 36/ B) e la messa a pu,nto di nuovi artifìzi studiali JJell o Sp olettificio o presso 1a Direzione superiot·e S .Te. A .. Nè valsero a rallentare l' Httività fch bl'ile di produzione dello stabilimento le diverse difficolt à cn usate d alla guerra e, sopr attut to, la caremm ,d i mnterie prime. Dal m aggio Hl42 nll'8 settem bre 194:3 (direttore il co1. poi magg. gen . Aiello) le lavorazioni non furono mai rnllentnte etl i 3.500 operai a.clcl ettivi (per la maggior ip al'te donn e) assicurarono u n gett ito medio giorn aliero (un tur no diurno ed UlllO not t ur no) di: -

spolette a tempo mod. 30/ B spolette a tempo mo,d . 06 spolette n pe1·eussioJ1e I.O . mod . 40 p.c. spolette a pel'cussione I.O . m.ocl . 40 rn .c. spolette a percussione mod . 09 clH 47/ 32 inneschi. I. ed O. di spol. I. O. mod. 40 .

n . G.000 )) 3.000 )) l. 000 » 1.000 BOO

)>

» 4.000

l

-

Alessandro Zocchi

Umberto Pescatore

I

-....I

Mnrio Dc Angclis

Flg . 175. • Diretto1·i dello Spolctrificio di R oma :

Ma gli eventi matun1Y~uo ed il mattino del 7 settembtc 1943 allo stesso ge11era]e Aiello vc,nne im[>fl r tito l 'ol'din e superiore di sospendere ogni attività, dello SJpolettificio e di lascinre in 1ibc1·tà le mae!:lt rall ze. -

VOl -


LA Sr<;ZIO:\'E SPOLl':'l"UFIC::10 R.E . DI TOJmE Aì.\NUN½lATA

24. - .l Di·retto,r i (leUa R. Fa7J7wica. (l? A:r1wi cl,i Rom,a e dello

Spolettifi()li.o R. Eserc-ito d-i Roma. (1.Hrn-1943) : Magg. gen . Lnigi STAMPACCH IA • marzo 1919-agosto 1920 M:agg. gen . Antonio DE S'l'J!;l.1'.rno - agosto l!J20-lugJio J.92] Ma.gg. gen . Alessandro Zoccm - dicembre 1921-maggio 1923 maggio 1923-dicernbre 1924 Colo,n n. Eugenio Dm RosIS . gen naio 1924-cl icemhre 1924 Colonn. Giovarmi OAMPOLMI Magg. gen. Alesstndro Zoc'CHI - gennaio 1925-gennaio 1930 Col. p oi Gen. G. Battista CoMERCI • - geninnio 1!)30-agosto 1931. Colonn. poi Magg. gen. Federico CA'PALDO sett embre U)3J -luglio lù37 Col. poi i\iagg. gen. Alberto PEagosto 193'7-settembre 1939 SCATORE . Col. poi Magg . gen . Amikare BRU~A . settembre 1939-lnglio 1!)40 Co]onn. :Mario DE A:'{GELIS . - agosto 1940-maggio 1!)42 Col. poi Magg . gen. Giuseppe i\rnLLO . - maggio 1943-settembre 1.943

LA SEZIONE DELLO SPOLETTIPJCIO R, ESERCITO DI TORRE ANNUNZIATA 25. = Organizzazione dello Stabilimento dal 1919 al 1929. Potenziamento e produzione dal 1930 al 1938. - 26, = Successivo potenziamento. Collaborazione con le industrie private e produzione dal 1939 al 1943, Distruzioni operate dai tedeschi.

25 . - Oessat;:t la guerra 1913-18, al periodo di grande attivitù, dello Spolettificio cli 'l.'one Annunziata seguì una lm1ga stasi, la maggior patte delle ma estra nze vennero licenziate a scaglioni su<.:eessi ri, riducendosi. (1922) a <:irca 500 unità. -- !)05 -


GLI STAUlLL\11·:l\Tl DI AHTIOLIEHIA

Per effetto deJla legge su ll'ol'clinmue1no pl'ovvisoi:io del1'esen.:ito (1920) lo BpoJe llifkio si s;n·ebbe clornto tn1sfonua1·e, insostitnzicme di qncllo di Kapoli, i.11 .A r senale cl i ('osnnzio1w d' Arliglier iii , cnon(' hè <·on 1·ordinarue11to $tt<.:C('!:iSirn (19:23) diYenne in,ece una Sezione staccata clelJ 'A t seJtaJe cli Nn poli. D i conseguenza le atti-ezzature dello stnbilimento ,·em,ero a m ano a mano t1·asfol'mate, IJ.)er Jp rirnessn in elliei enza <.li i.ngenti quautitathi di matel'iaJi affluiti <hllla 'l.ona cli guerra. Suceessi,ameillte (Ul23-.L92G),1o Stn1Jilime11to riprese progressivamente l a Ja,01·;izione dc11e spolette e clegl'innes(.:lli, nllestenèlo o ri1rnrfw<lo olu·e 1.000.000 di i:;po'l o!te cli n11·1 tipi e 450.000 iu !!1C~cbi.. I1 1<• gennaio 1927 fn m1ovmnente tn1~f:o1·ma to diYenendo Rezione st,1r<'ata dello SJ)<ilet tific\o cli Homn. Nel J 929 e bl,e inizio 1111 prog1·essiYo pnte11;1,i:1mcn to dello stabilimento c:on 1><1l'licolin'e rigunl'do nll'ath'ezz!ttma dei col1.au.di: fu1·0110 i,nstnllnti: unn llHH·china rntaLiYa cd un pendolo balistico pe1· fa mi. ur::i della d11n-1tn di combustione delle spolette>. nou c·h(· 1-1 Itri 11ppal'ecchi. di 111is111·a e cli control1o. L'anno dopo <'hb<' inizio lo stmlio cli 111111 spoletta n sfoga toi i11terni, c ariC'tlin <·on 1Uiccia trafiJnta otto i nYol n<:1·0 !li st,,guo; tale studio fu pott;1to n tel'rni1w ne.l 1032. per cni bì nnova spoletta fn ,i:lenomim1rn. fl dop,pio effrtt o mocl. 32. 1

Kcl periodo 19~0-34 si ebl><>ro lr seguellti produzioni: - :11lesti10euto cli :i~0.000 spolette cli Yati t ipi: - 11l1eslime11to di 15.000 spolc~tte a cl.e. mod. 32; - l'ipl'i tino cli 7s:i0.000 spolrtte di ym·i ti pi : - 11Uestilmt11to di. 27G.OOO cariche <l'infi.ammazione da 75/ 17. D nra.11te l ' nnno Ul34 il collan clo cli sb1bilime n1·0, iJ l abOl'::t · torio el..timico ed il p:a biuetto tecnologi<.:o ,ernwro inst::i lln ii i11 nuovi ·1oc111i) e lle fu1·ono l'imoclern nte Je athe'l.zat 11l'e e gli ap1pa~ rerchi. Kel. novembre poi <li quell'a11J10 a seg11ito d ell e necr esl'iulc> esigenze clello st;:ibilimento si ini;1,iarono l e 11110\'e nmrui. sioni per ('rti le rn'H esti·nnze, nel mm·zo l!l:=IG . 1·:1ggi nnsern le rnoo nuit.ì. si passò da uno a due tnrni <li laY01·0 di ~ ore cia ~<·nnn, elevati !POi, dal febbraio 193G, a .(lne tur,ni tli 10 orP. -- !}OG . -


Fig. l'i(ì. - 'l'on z Amw nzia ta : Spolettificio R. Esercito (Ingresso) .

Fig. 177. - l 'orre Auu11117,iata : Spolettifieio R. Esercito ( Officina torni) .

-

907 -


GLI S'l'ABILli\CO:~'l'I DI Alt'.l'lGLIEHIA

Ycl periodo 1935-38 si ebbero le segue1J ti prodnzioni : - allestimento di 700-000 spolette di nri tipi; - allestimento di 500.000 spolette a cl.e. mod . 32; - ripristino cl 2.500.000 S!polc1.te di vari tipi ; - allestimento di J .300.000 c~riche d 'infiammazione di va ri tipi; - allestimento 54.000 gra•nate cla 47 mod . 35; - allestimemuento 60.000 gn1rn.1te da 20 mm .. Nell o stesso periodo fmono stipulati eontratti con la industria privata per le scgnenti provviste : - Società SIPE di )[ilano (stabHime;n,t o a Spilamberto) tr;asformar,ione od nllestiruento di 900.000 spolette mod. V00/ 934 ; - Società BORLliJ1.'TT di Milano all estimento lli 200.000 spolette M.T.B. 3G; - Società L.A PRECl SA di ~ a poli 11llcstinte11to di 315.000 spolette dn. 47 mo<l. 3:-i . 2G. - Si continuò nel potemiamento dello Rtabilimento, ncquistain do: tornii pnrnlleli c<l nutom.,1 tici, trapani sensitivi , un forno p] ettrico a 1·iverbe1·0 1·ovescinb"ile, t re fo l'ni per fusioni, due forni per tratta menti termini. Di una nnovfl spoletta pirica, mess11 allo tndio nel 1936, se ne ren1iz7.arono e definirono (l!)~.) due tipi denominati ris pcttivnrnente: S:J)Ole tta n t0mpo mocl. 36 e i:,,p oletta a à. e. mod. 36, mo11tna1do i,n questa ullima un congegno a vercussione studiato cl111la. Direzione Supedo1·e S .'l'.A .hl. Kcl 19:39 pe1· l'a]]estimenlo élelle spolette mod. 3G si procedette n{l un nlte1·iore potl:lminrnento del macchin!u-io e f11rono acquistati :

2:3 torni a r eYolYcr; 90 dispositivi a tornire e fresare ; 12 macchine per praticare cnnalj cli mic,cin; 12 mncehin e a pa-

reggiai·c nnelli di miccin: 20 presse ?lcl eccenfrico cli nnio ti[JO e potenza: :-;o tn1pani : numerosi torni paralleli. rettifiche, fresatrici , liwanici, pialle, s1ozzati-iti. trapaui, per il potemiamen lo <l el 1·ep,n·to a tt1er.r,c1·ia . -

908 -


LA SEZIO~E: Sl'OLE'l.vl'lltICIO R.E.

1)1

'l'Olln1,~ A'.'> KUNZIA'l'A

Si [)rovvide inoltre alla r ef,1 lizzazione cli un 1·eparto per lo stampaggio ed il tr ~1Ltamento ter mico di sbozzati in Jeghe H.E. 2 e un impianto per la cadm iatura. Anche la pm:t e eclilizift ·dello sta biliment o fo n otevolmente i ncrementata . Lo sta bili mento che al 10 giu gno 19~b0 aveva in forza circn J200 opera i, per fa r fro nte a lle esigenze derivanti da llo stato di guerra, iniziò gr adualmente nuove ~ssunzioni fino a rc1ggiungere Je 2000 unità e passò nuovam1~nte ad effettuare clue turni <li lavo1·0 di 10 ore ciascuno. Si iniziò in pari ten'tlpO una ,asta co1fa.borazione con la in(l nst ria privata e p ropri;1me11te con : - l a Società SlP E cli i\Iil:rno per l 'nllestimento completo di spolette a tempo mcd . 36; - la. Società LA ]?R ECI SA di N npoJi per l'allestimento cli congegni a percus ioné per ~ol<'tte mod . 36, spolette a per<;ussione mod . 39 p er gnrnata da 47/ 32, spolette E .P. mocl. 41; - la Società ASP E R A d i Tori110 (con stabilimento in Torre Annunziatfl) e ]a ditta CECOFfETTI di CiYitano,·a Mar,che, per l' alJestime,nto in serie cli parti lavor a te pet· spolet te mod . 36: - la Soe:ietà HOR J,RTTI di l\:Iil ano, Je Società S .I.S.M.A. cli Milnno e le ARMER JE GNUTTI di Lmnc½z:rne S .S ., [)er 1'R1lestimcnto cli spolette a percussione moa. 39 per granate da 47/ 32; - la Società HOR LE'rTI di Mil ano per l'all<:~stimento cli spolette mecrankhe a tempo M.T . ed M.'l' . 41. L a. procl nzione clello stabilime:n to 'ne1 p eriodo bellico andò progr essivamente aument~ndo, raggiungendo nei primi mesi del 1.943 l a seguente potenzialità, giornalier a : - 4000 spolette a tc•mlJ.)o mocl . 3G di ,cui 2000 interamente allestite nello stabilimento <' l e altre con parti fornite dall'ind ustria privata ; - 1000 S[>01ette a cl.e. mod. 36, {li cni un'aliquota con <:ongeglli a percussione forniti dalla Società L a P recisa; - 300 gl·an11t e da 47 /32; - 300 granate da 20 mm. - - 90!) --


GLI l-;TAlllt,f)J J,:xn DI .,RTIGL IEIH,\

Nel p cl'inclo gingno 1!)40-agnsto 1!)4:-3 fui ouo effettuate le seguenti produr.i oni : -

-

spolette a tempo ecl II cl. e. 1110ll. 3G 11. 3.600.000: gl',lJ1at<· da 4-,; 32, n . J-~0.000;

gl'nnatt• cla ~O mru. n. 800.000.

I] lavoro ne] peri ocln bellico fu gra ,·rm entp ostaeolato clnlJe C'onti1111e offes<· ncPee - d;1l 10 giugno 19-!0 all'K settembre 1943 si Y('J·ifical'ono, <1111·,w tr ]e nrc lrrrnn1tive. :2~3 111Jnrmi - che dettero lnogo il(l u1111 sos11e:rn~ion e <li lnniro tì11ri a corupJcssive 500 or e . Delle ,rnzidNte iucm·sioni tr e e bbero per obiettivo specifìrn ]o stn bi1i11w11to. d1e fo c·oJ,pHo cln n11rnp1·ose hombe e spezzoni in('cndiari causanti la dh,:h nzi one della sµla tecnologica , la parr,inle clistrm-:ione cklln c nc-ina. npenìi e Li distruzione di pal'te -<lclhl pnrt i neri a . Nel disori en1,1m.e1tto n ~1·ificatmd a scgnito delJ.'11rmisl i¼io. lo stn liilimeinto vP1rne n trorn1·si ndln r.orn1 cli combattimento creata dall' avanz:1re d<'llc ti·uppe alleate sbal'catc nella piana <li Sa l <~rno e qncllE• lNlesche in ritil'ata. Guasta tori tecles<·hi il ~O sett,·rnbre <' nei giorni ·uccessivi. rnecliµutc a;,;io11e <li Tuhle cd i ncencli, ope1"n1·0110 grnvi ·distrur,ioni ai fobbricnti , ai urncehinal'i cd aµ;l'im1pianti. di cui l e principali furono :

-

la dem oJizioue delle c:opcrtnre e <p1clla pa1'ziale dei

mmi peri:metrnli dei c·inqu c capannoni nbicati nella. parte s uperiore dc110 stn liilimen to :

- h• distrur,im1e cleJla centrale icl.roelettl'ica n. 1; - hl <:ompleta cfa;truzione dei locali e <l cgl'impianti adibiti nl eat.icame11to deg-li auelli cli miccia; - la ciuni::i eomp'Jeta cfo,trnr,ione delle macchine imJJiegate 1Per le laYoraziolli di serie; - la clisti·nzione cli ciren 500.000 . polette a tempo ed a d.e. mod. 3G deposi tat e nello stabilirnen lo. A segnito deJla Jiberazion e delln eittù, verificatasi il 1° ottobre 1943, lo stabilimen to fu occupato dalle truppe inglesi.

-- !llO -


L .' \ F'ABB ilICA D,ARìl:fI R, E SERCITO

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Luigi Arlola

G iovan n i d'Alouzo

Fig. ;l:iS. - Direttori dello Spolettificio di Torre Annunziiita

1 Direttori dello Spolettifici.o di 'T101·1·e ;I ,,.n,wi.i·i ata : Colon .. Luigi ARIOLA Ten . col. Giuseppe ANTOCT Te. col. Ugo Rrsso 1\~n . col. Fed<~rico CAPALllO Ten. coJ. Um herto DR L T:C'A

4.ll.19H3 - 31. 7 .Hl20 18. J .1!)2,0 . H . B.1927

25. s .rn27 - 1;:;. 9.rn2s ~J.1928 · :33.-8.1930 B0.11.1030 11. 7.H\32 17. 7.1D32 - B1.l2.1fl3S nov. HJ::3!) J 9. 4..Hl41 20. 4.1941 - 31 . 1.1948 l(i.,

'l'en . col. Achille SCHIAVIO Coloo,,n. Bttore KOV ATUCH Oolonn. Giov;rnni D' A.I.ONZO

L LA FABBRICA D'ARJ\ill R. ESERCITO

27. = L'organizzazione e l'attività della Fabbrica d'armi dal 1919 al 1943. - Studi realizzati. - Produzione. 28. = I direttori della Fabbrica d'armi dal 1919 al 1943.

27. - Subito dopo il conflitto l!)lf>.18 hl Fabbri.ca cl' Armi di 'l'erni fu rapidame,nte smobilitata col licenzif.lmento della maggi.or parte delle maestranze, :per cui dal 1!)19 ne fu quasi p:m1lizzata l'attivi.tà,. ·-- 911 --


GLI STABlLDfENTI DI ARTIGLIERIA

Con tale situazione le industrie pri vate non solo solle<.:itnl'acquisto delle m[:lcchine utensili ma chiesero acldirittnra che lo stabilimento avesse abbandonato la propria attività, militare e si fosse trasformato in industria civile. Prevalse però la decisione cli no1n, mutarne il carattere pe1· cui ne fu iniziata lf:l sua. ripresa con ]a riparazione di cirea 2.000.000 di fucili mentr(~, parallelamente, si ripren<levarno gli studi per migliorare le car~1tteristiche de1le armi portatili e reuderle più efficienti. 1·0110

Fig. J.79 . - Terni: Fabbr i<;a d'Armi lt. Eser cito (Veclnta p1monimica dello stabilimen to)

Ricorderemo fra le prindpali realizzazioni: - un moschetto automatico (( tipo Terni)) con caricatore di 25 eolpi. caJ. 7,3~; - un moschetto 91/ 24 creato con il duplice scopo cli .fabbricare un' atma più legge1·a e più ma11eggevole del fucile 91 e cl i utilizzare materiali già esi.stenti; -- 912 -


LA FAl313RICA D'ARlv.Ù H. l!:S E'R'ClTO

- riproéluzi<rne su disegni e st11d10 del moschetto lanciabombe denominato cc tro111boncino >>, inviati dal iVrinisfe'r o; - trasformazione, che non ebbe seguito, ·c1e1 fucile cal. :6,5 mocl . 91 im, quello cal. 7, utilir..zirnclo qrnne logo1;e càl. ù,5; . - ,costruzione cli ù11à mitragliatrice lc~ggera << tipo ·Teri·1i )) cal. 6,5 mod. 33 e . succèssivi. studi, per ottenere taluni glioramenti ;

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--·-··· ......:d F ig . J.80. - Temi: F a bbtica d' Armi R . Bser cico. (Fucile mitraglia ture . t ipo '.l.'ern i cal. 6,G Mocl. 3H) .

- studio (inizia t o) del nuovo congeg110 {l' alimeutnzioue l)er la. mitragliatrice pesnnt(~ cc tipo Terni )l cal. 8, mod . 34; - studio di un moschetto serniantomatico cal. 7,45; - studio per l'allestimento -di due (~sernplal'i di fucile a ripetizione di 1Precisione cal. 7,33; - studio di un tipo cli nn morsetto per l"idnrre 'n traballamento del treppiede di rnitraglintrice .pesante mocl . 1~ L . - studio per la riclnzio1w cl elle armi rn.od. 91 e dei fueilt mi.tra.g liatori al cal. 7,35. Lo studi.o per la trasformar,ione del fucile mod. 91 al ç;al. 7,315, rigorosamente e speditamente condot to , permise, nel feh~ br11io 193G, di inYiare a Ha Direzione su\pe1·i<n·e del servizio tee~ -

t)l3 -


GLI S'l'ABILillrnNTI DI ARTIGLIERIA

nico ~utiglieria due fucili corti rispondenti ai requisiti richiest i cioè, muniti cli baionetta pugnale r~piegabile, secondo quanto era stato richiesto dal coma!ll!do del Corpo di Stato Maggiore. Nel giugmo 1936, realizzata la nuova cp.rtuccia cal. 7,35, si giunse a far funzionare regolarmente i fuciJi mitragliatori e la. mitragliatrice S.I.A. senza npportare alcuna varip.nte ai congegni çi bloccaggio <~ d'ali.mentazione. Un mese dopo, in seguito a;cl ordine della Direzione superiore del Servizio tecnico d'artiglieria, si appr01ntarono 6 armi cal. 7,35 per ogni tipo (fucile corto, moschetto mod. 91. con le relative casse). Queste armi al centro esperienze di Civitavecchia diedero buoni risultati; - studio di una nuova cartuecia ca l. 7,35, posto dalla Direzione superiore Servhdo tecnico armi e munizioni in rela zione ai nuovi orientamenti circa l'impiego delle f:lrmi leggere, partendo dalla cartuccia cal. 7,65, p<~r moschetto automatico, J921, opporturn,a mente variata. Nelle prove eseguite IJ)I'esso il centro esperie1nze della fanteria di Civitavecchia le cprtucce allesitte in serie, mentre confermarono le caratteristiche della cartuccia realizzata e l'ottifo funzion;:imento del fucile mitragliatore Breda, mod. 30, misero però in risaJto una minore precisione di tiro rispetto n quella delle ;:irmi mod . 91 con cartnccia cal. 6,5. Ulteriori prove eseguite presso lo stabilimento -dimostrarono, con cartucce allestite irn, serie, una seinsibile dispersione dei colpi, mentre, per· il moschetto mod . 91 'con le cartucce fuori serie allestite da 1Ja Sezione del Pirotecnico di Bologna, la dispersione risultava contenuta nei limiti prescritti. Lo studio I.Prosegui quindi presso la sopraccennata Sezi~ne di Bologna, per armonizzare la. precisione di lavorazione consentita dal macchin,ario di serie colle cara.ttersti:che balistic:he richieste alla cartuccia; - studio di un'arma per gare olimpioniche degli alpini, e,.impiuto con la parteci1pazione dell'Ispettorato delle truppe alpine, che ne stabilì alcuni importanti parti-colari. Si approntarono così 10 moschetti mocl. 91 '.r.S. regolamentari e 10 moschetti. mod. 91 T.S. con rigatura. elicoidale che nel 11ovembre 1935 vennero inviati· al ·suddetto Ispettorato. -- 914 -


LA FAP.BIUCA D'ARMI H . IBSE:RCI'IO

Frattanto il macchinario <~ra stato quasi il1te1·a mente rinnovato, mediante l'acquisto di ·numerose modernissime macehine, i,n guisa che, allo scoppio d ell11 seconda guerra mondialer Jo stabilimento era 1wlJe migliori condir.ioni per assolvere il suo eompito, con maestranze che clH 900 unità salirono (1941) a 6800 ~ con due tnrni di lavoro di 10 ore ciascuno; si raggiunse eosì un produzione giornaliera di 2000 esemplari del n uovo fudle mod. 41.

Fig. J.81. - Antouìo I'assarelli.

Succcssivame,n:tc lo sta biHmento fu fa tto segno alle of. fese aeree degli ;rnglo-amricani e nel bombardamento dell'll agosto 1943, insieme al direttore dello stabilimento, ten. gen. Antonio P assarelli, trovarono la morte alt.re trenta persone fra cui il ten. col. Mangiagli, il ,c apo ufficio ·d 'amministrazione dott. Almirante due clisegnatori., il guardiano dello st µbilimenito, un carabiniere e molte impiegate a-cldett agli uffici. -- 915 -


GLI STABILIJ\fENT I DI AUTIGLU:R!A

D a quel giorno all' ' settembre 1943 l'attività cleJ1o stabilimento nndò sempre più rallentnndo il suo ritmo di laYoro :fino acl esting·uersi del tutto. Lo st'abiJime11to successivamente venne oCCUJP!ltO <la truppe tedesche che iniziarono il tn1fugnmento d elle materie prime e deHe mncchine. Così circa 3000 macchine furono spedi.te in Germania i n e re tarono cil'ca seicento, cioè le più antiq na t<· e le pitì in ervibili.

Edoardo Mascia

Lodovico Alfieri

Raimondo Foà

Flg. 182. - Dircttol'i della Fabbrica d'armi R. Esercito ùl 'l'crni

2 . - I T>irettori della Fabbri ca cl'Arntri R . .Bsercito cli 'J.'erni (1919-1943) :

?11agg. gen. Edoal'Clo 11A~<'IA . Colonu. L odovico ALFI1.m1 Colonn. Luciano PmmGo 0olonn. R aimondo Fo.\ . l\fagg . gen. Giuseppe :.\IAT~Amn ì\fagg. gen. Antonio PASSARFJT.LI -- 91G ·-

14.l.1Dl9-~0.G.1921 14.2.Hl22-l 9.1. l 92G 20. l. 1D26-14.SJ 927 15.8 .1D27- i'i .2.193il 2, .7.1935-2-LG. l 938 S.8 .1938-l1.8.lfl4.j


LA S 1-:Z1 0N1;1 FATlnIUCA lLE . DI GAUDO:'<H:

v.r.

M LA SEZIONE FABBRICA ARMI R. ESERCITO DI GARDONE V. T. (S.F.A.R. E.)

29. = Organizzazione e produz ione dello Stabilimento dal 19 I 9 z.l 1943.

29. - ))al 191!) al 1929 lo stabilimento ridotto a pochi elemen ti ebbe scarsa ntti vità e ·Corse a11che (1!)2G) il pericolo di essere radiato dagli. stabilimenti miJita1·i di produzione . 8enonchè (1027), a seguito di mH1 nuova cli~posir.ioJ1e fu ripristinato il mf1e:chi nari o ancora esis ten te t~ ri atti va to il processo cli la.YON1zio1ne sotto ln clirer,ione tecnica ,cle11a E'abbrica d'Armi H,.K di 'l'er ni, !])111' eonservando 1H prop1:ia autonom ia amruinistratiYa . S nt ("essivamente (1932), Jo S tnbilimento di Gardomi V.1'. i-itornò a fnr parte degli Stu bilimen,ti militari di produzione quale sezione Staeeata della. F nbbric:n d 'A rmi RE. di T erni e clal novembre di quell' anno a tutto febbr Hio del 1935 eompleta.ta l a riorganizzazione ccr.n un complesso di ]avori atti a riclornr1g1i la fisonomia di stabilimento di produzioirn, fu in con clj zio,n,e di far fronte ane varie esigen½(~. Durante la guerra italo-etiopica, con ninn mncstranza in media di 1000 opera i che salì a, J300 nel J.!)36> allestì 63,000 mo schetti_, raggiungendo, a!ppunto nel 1936, nun prodnzioue di d rea 500 moschetti al gio1·no, oltre le r ipnrazioni d i armi e ,d i materiale ·v ario. Nel 1937 la m,1cstranza fn nuovamente ridotta a circa 300 unità,, ma, l ' ;:urno dopo, con la cornm essn dei fucil i mod. 91 t rasforma ti Arisnkn, la. Fabbrica dprese la s ua a t tivi tà e a :fine a nno contava circa SOO operaL Le maestranze sa.lirono (1939) a 1.500 unità, con 1111rn produzione, in quelLrnno, di 120.000 moschetti moc1. D1 oltre la trasformazione dei mosehe tti mocl. 91/ 38. -

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\ lL POLVERIFICIO R.E. DI E'ON'l'ANA J.!RI

L'anno dopo con una fo rza media presente di 2.450 operni, s i ebbe una produzione di 255.000 armi, e un certo qu~rnt.itativo di armi riparate; ,cosi nel 1941, con la forza m.cclia presente <li 2.860 01perai, si ebbe una produzione di 278.870 armi mod. 91/ 38 più la riparazio1ie di 30.000 armi portatili varie e, finalmente, nel 1942 furono allestiti 150.000 moschetti mocl.. 91/38 e ripar;:ite oltre 10.000 armi di vario tipo (mitragliatric:i, fucili, moschetti , pistole e sciabole), anzi m:Pl 2° semestl·e di quell'anno, la Sezione P.A.R.E ., i n seguito ad ordine .del WUnistero, si attrez½ò anche per allestire alcune parti principali del mosclu~tto 38/ A. La S .F .A.R.E. di Gardone Val 'l'rom.pi!1 nel suo rilevante sforzo produttivo veniva coa{liuvata da tutte le piccole e grandi industrie della zona che legarono ad essa la propria attività lavorativa. Agli inizi del 1943 l;:1 S.F .A.R.E. di. Gardone V.'l'. si presen· lava come uno stabilimento bene organizzato cd ottimamente attrezzato con le sue offidne .razioua lm('Dte di vise in grnppi : lavorazioni di serie, attrezz~ria, calibri, riparazioni e motorizzazione macchinario, tr11ttamenti termici., ecc. Nella sua ,nuova centrale idro-termo-elettrica era stata attrezzata anche una cabina di tra1,formazione per utilizzare l'energi;1 elettrica della Società Bresciana, per cui, com1plessivamente, -si poteva ,d isporre di una potenza di eirca 1.000 Kwh (200 del grup1po idro-.e lettrico, 100 del gruppo termo-elettrico e 650 della <:a bina di trasformazione), mentre si conducevano le pratiche per la costru,done, a Rovegno, di una innova centrale elettri.ca., capace cli produrre 1.000 Kwh e quindi rendere lo stabilimento completµrnente autonomo per quanto riguardava l'energia elettrica. Dopo l'S settembre 1943 lo stabili.mento sospese ogni. attività e il 22 ottobre 1943 passò alla Soe. O.M. di Brescia..

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IL POLVERIFICIO R. ESERCITO DI FONTANA LIRI 30. - Organizzaz ione del Polv erificio e studi compiuti dal 1919 al 1931. - 31. - Studi e rimode rnamento di alcuni reparti dal 1931

-

919 -


GLT ST..\HII,H.:f0KTI DI .I\UTIGLl l•:lnA

in poi. - 33.

32. - Studi di alto interesse tecnico nel biennio 1942-43. q

I direttori del Polverificio dal 19 18 al 1943.

30. - Dopo il periodo <li stasi, conseguenza della c1·isi industriale che si verificò dal 19J 9 in poi e che assottigliò il nume1·0 degli oiperai fino a. rid urlo quasi alla decima parte (circa 200). lo st;:tbilimento riprese la sua attività con la rilavorazione d~gli esplosivi (di lancio e di scoppio) residuati di guerra e di tntti i prodotti eS)ploclenti di predH beliica. Di quei lavori, <legno di nota Cu quello della purificazione del tritolo, miscele cl.i tritolo con nitrato di ammoui.o e bini.ti-onafl alina, provenienti dalJo scaric;,1mento dei proietti.. Si rese perciò necessario, inna11zi tutto, l'impianto di una uuova officin a. per 1n vc1:ifica clei. prodotti per indi sottoporJi :ri surccssivi t1·attamenti tecnologici ; tn]e lavorazione durò chca un decennio. Dal 1!)2.,c' in poi si ebbe uuu 1-ip1·esa pinltosto confortant<, tanto negli ·tndi C'be nelle r ealizzf1zio11i rign arda1nti i n nod irupiauti e cioè, ampfonneuto ùi offidne di procluzione, nuoYe Ja,·ora;,;ioni ed intensificazione delle pro<.luzi.oni stesse . Jl Labo1·atorio caricmneJLto pi-oieltili di Piacenza no111 PS· sendo stato ancorn elevato al rango cli stp.bilimento autonomo ma di1p enclente dal PoJvedfici o Liri, tutti gli studi inerenti ngli es11losi vi cli SCOQ)pio veni.vano studiati e controllati alla sede clel P oh·e rificio . fra tui, quelli che si dferivrrno al conseguimen to di quelle rn,Jizzazioni Htte ad ;wviare la Nn:done, :rncl1:e nel campo cl ~gli csploRiYi, nll''indipe11clenz,1 economk,1: vennero così e ·eguite c~pe1·ie11ze su e. plosivi di scoppio , e su miscele cli essi, fabhrit,tti c-011 matede pPimr <1ntarchiche. Frattanto si condncevn1110 studi su nuovi esplosivi fra cui 1·icorclerenio (J923) quello ideato dal prof. B ernarclini clenomin;lto cc albite>), c-onsist<>nte in una. miscela di nitrato <l'ammonio (i5!) %) 11H1·oguaniclina (l!) %) e nitrato di gua,nidina (22 %) . Le p1·0Ye, i,niziate in scala di labor::itoi-io, venaiet·o condotte a termine, <·OIJ aJlestimento del prodotto in sc;:1la industriale (1929) in un' officina app osU-amente costruibt. Coin temporaneamentc 'fiorivano gli -- 920 -


IL rOLVEU IFIC JO !Ut . DI l?OXTA)<A LI!H

studi su ,d i una ricca serie anche di esplosi vi di scoppio 1rn~sentati. da ditte o da privati ,cli <;11i ricorderemo j principali : D,n x ite - Esplosivo idea to clai proff. Di Gaeta e Giordani. Tr nttavasi <li exogene (trimetilentrinitroamina) fl.emmatizznta col 3 % di nitrato di potnssio e l'J % di olio di r icino. T'ent?·ite - Esplo~dvo presentato dal1a Soc . Dinamite Nobel; è la stessa cosa che l 'exogene, chiamato T .i per i quattro T con1·cm1ti rn~l sno nom e sd e11tifiro : Tl'imetilentrinitroam ina .

Fi.g. 18°1. -

Fon rn na Liri: PolY(•rificio IL Esercito ( Uffici della d fre7.,ionc).

Solfite - MiscelH di zolfo con ,11itrato dì ammonio nelle proporzioni cli una lega binal'i;1 iper polYere nera ove a] posto del nitrato di potassio vi è quello di ammonio . Genù1Ute - Idea to dal eol. d'nvinzione prof. Helbig. Con sisteva in mm miseela meeeani<:a compressa o polverulenta cli ·nitrato cli ammonio (57,5 %) e fuhuicotone (42,5 % circµ ), da impiegarsi come eariea nei ,proiettili. ·- D21. -


Froolol'Ìte - Ideato dal dott . .\polloni consistente in nn prodotto polvel.'u lento di nitrato d' ure;=1 6:3 %, perrlornto d' ammoni o 34 %, vaselina 3 % ; im piego come il precedete. Xei suddetti e1-plosid ed i.n altri di scoppio in misc-ela lllC<·<.::mica o a ssolu ti. ven11ero ricei-cati i comportamenti rel;1tivi n el.I<' dfrc t·se 1prove fìsiC'o-<.: ltinijtJip nonchè pton di sc oppio a tipuso, pe1· la verifiea dello Rtllegii:iamenlo . Vennel'O pure <~s.rn1in ati altuni e. ploshi cli scoppio resid u:Hi di preda bellica, come l' esanitrodil'enilamiu a in miscela ruece .111ic;1 con11pressa con tritolo. Fra gJi esplosiri di stoppio sop1·:1 rnenzionnti i soli pr esi in coi1siderazione furoarn il T. e la pentrite c1~1 imp iegarsi entrnJHbi 11 emmatizzati come dernnatol'i sussidiari oppu1e in misc·ela mc<.:· <.:a.nica con nitrato c1·amU1011io, per <·al"irn :pdnc:ipale di gr1111 ate o <li proietti in genere . Come è noto tratt?t Si <li c1ne esplosiYi di scoppio ,d i l'Otnposizione clhcrsa 1 ma cli-mrn loghe caratteristiehc fisiche. Nella stessa epoc:a Yern1ero iniziati stncli te,nclent i a lh1 so8ti · tuzione òd c·otone ,da lin ters, con ccllnl ose cla esse11zp nrbol'ee e de1Ja glicerina da grnssi con glicei-ina ottem 1ta da fenuenta zione da melasso . Oli studi, vernrnente prnii.cui , durarono dl'c~ n n clccenniio. Con proce·climento in st:aln da Ja l!Matorio prima , <'. qua i semi-in dustriale IJ)OÌ. ,cnnero prese in e awe diver. e esseni.e JJP,l' )'estr azione dell a C'cllul osa col metodo della. soda e s ucccssiYo sl>iancamento con ipoclorito sodico o con solAto. C'on lfl ce11ulosa estratta e pmifìcata fu rono fabbdcate, balistiti e soleniti che vernnero sottoposte, con er·cellenti r isnltnt i, a pr·ovc di crnnserva zione al ca lore. P oichè la. fibra ri<:arntn risult an1 corth,sima e. C'O me tale . da 11011 potei-si impiegar e, i ricorse . in c-ollaborazione con cliverse ,cai·tiere, alla fa bbricn,done c1Pl1;:i eel111losa-carl'n crespnrn che fra i vari tipi. risultò 1n 1p iù ido11ca all a fabbricaz ione degli esplosi vi. In p;:irallelo a t nli st11di , ma con maggiore Je,n t<·zza. per lr c1i1:lkoltà tecniche che si ·dovettero superare, si svol ero a11C'lle quelli inerenti alla glicerina da fermentar.ione. sia parternlo lln glucosio c he da melasso : alcune ditte priYni'e con ,1t tre1.zat 11r<' più aclegnnte conco1•sero all;i soluzione de l Jll'Oblerna. -

!)22 -


IL POl~VERIFICIO R.E. D[ 1?-0N'l'A:SA LlBI

Fra le prove ehe furono eseguite nel 1931 V!'! ricordata quella riguardante la denin·a?:ione dei riguadagnati fatta a carattt-re Bemi-incl11stri.Hle. All'uopo, con me?:zi di fortuna, venne nppr·on tata una torre denitrante formwta da aneUi cli elianite riempiti ,d a pezzature refrattarie: si ebbero ottimi r isultati e l'esperimento fn preso come bHse per gJi adattamen ti che al riguardo ·; -cunero realizza ti in segnito. 31.. - Dal 1931 in poi l'attività, a rimoclern;ue alcune 1p al'ti dello stabilimento, anelò a mano a mano aun1<~nta111do e nel Hm2 vennero gettate le basi per l'ampliamento cl.elle officin,e : nitra zione cotone, 11itrog)i<:erina, amp1iament o dei locali delJ.~1 lavol'azione meccanic:a cl.egli esplosi vi e impianto di nuove officine per la fabbricazione della solenite, oltre il fiume Liri. Contemporaneamente sorse Fiùen di modifica.re il sistema di approvvigionamento degli aeidi mirn.• rali occorrenti per le lavorazioni. Cos'l si ve1rne nella determinnzione di abolire la fabbri<·azioine dell'aeido solforkn col metodo delle camere di piombo ·e di n holire altres1 la fabbricazione dell'acido nitrico cln. nitrat o di so<lio d'import;izionc dall'estero. Si decise perciò l'impianto -della fabbricazione dell'oleum col metodo del ,c ontatto e l'approvvigionnmerito -cl.e} nit1·ico claJVindustria privata. Kel 1933-34, sotto In gui{la. cle] Direttore del tempo col :Oe n .osis. ebbero ini?:io i lavori di ampliamento delle officine 1d.tricotone e, costruite ex novo oltre Liri, quelle per la. fabbricazio1w della solenite; i!noltr e f1irono mupli~te le offi.cine d i l~tminazione della balistite provvedendole di nuovi locali, cli nnovo macchinario ed impiantando vasche di stagionatura della. galletta cli maggiore capacità. Negli px locali ,dell'officine Ùhel trova ron,o posto 18 torri clenitrnnti in elianite con relativi ac-cessor-i, Le nuove re;1Jiizazioni possono così riassumersi : ia Sezfon,e : nitraziorie cotvnf::; a mpliamento deJla parte eélilizia ed i.stallazi.one cli 4: gruppi di turbine, ogni grnppo com-

r)Osto di 4 t urbine; aumento d.el n nmel'o ddle cottoie e impiaJito di tre recuperatori cli calo1·e , ntilìzzn nclo le ncqne ~1i scarico , non acide, delle cottoie stesse per riscaldare le acque cl1 e dovevano ainclare in cottoia 1per le necessarie bollitUJ'e ; impianto di G grossi


GL1 STABIL I ).!EKTI DI MlTICLIEHIA

« ofo ndesi » cla 1000 Kg.

ognuno, Hl inst.:illazione di due sfilacc.:in tr·ici, o prepolpHtori chi 500 K g. ognmw ; riorclill;nueu1o a nuovo delle ap!J)arccc·hiatorc cli setac('iamento dell a n.c. e ,d elle tlll'bine idi O<>strattol'i; a1nnento dei tin i di sta bilizz;-1zione <' mo-

difica, al sis tema di ng-itazione : claJl'aria <·ornprcssa. si p nssò

a q11elfa mercaniea. Successi,·arnmte, fu pl'OYYeduto al riouli1rnmento rlel p;nco iìdcli oc:corl'enti nll a nitrazione ,clelle celhilose ed a]l' impfan to di un sistPrull cli d ~c·n lclaruento o n 1ffredd mn ento cli cp1esti. c·on n1pore a f'ircolnzione cli acqna. per portai·li 11l1a don1ta temperatii.r-a cli dr,c a 2:'i0 C'. Ve11ne nltresì messo i•n: progTammH. 1m nuovo pnreo di snsh, acidi ve1gini impiantato verso il 1937-1!):~8 e fnrono po. li in op<'t·a clu<' <'Rsitca roi per l;1 cclln losa . Qnaklte tempo rn·irna (fime del 1036) fu nbolilo :il siskina statico cli rnitrnzionc in bacinelle. sostitu ito <lal nno,·o impi11 11to 1

cli tmhiu e ~ c,lwig- 1,ange.

0/ffoin.a. ·nit1"oylic< 3ri11a - La gu en·a etiopira so1·pt·cse lo :-;ta bilim<'nto con la i-oJn i11stnllazio11c cli dne n,pp1ne<·1.:hi t)C'l' la nitrazione clell,1 glicel'inn , enpnti cli eirc·11 G30 kg-. di 11itrogliec>1·i11a (.lgn11110. di c·on~egw' n,rn , pe1· soppe1·il'e aJJ e ('~ge11r.e <l el mollle n1"o fn necessario fJOl'tan• fino a '7 il 11urn<>1·0 delle operaziolli a] giOl'llO. ITir:i stato giù p1·ogl'ammalo nclrnrn pliamento cli eni <' stato follo ce11110, l 'im1pianto cli 1rn'alt1·n officina per p1·oduzio,11e cli ,11itl'oglitel'iM1 , cli mnggiorc 1p otcrndalit<ì cl i f[Uel In csi s renlc•, COU1posla di clne niti-nlori. ma il rapido sYolg-<'tsi degli HYYenim<'nti e 1~1 rnpi<ln ROJll7..ione cl(•l <:ouftjtto im.peclì la tern11estivn 1·enlizzaziuue di qnnnto e1·a stato p1·ogettnto, 1perC'iò ·1·ot1kilrn in quc•sti01w fn po1·tata n termine clopo la g-ucna etiopicrt e d nndò in fnnr.ione il 20 novernln·e Hl:3fJ. Offi<,i11a la111i11a ::·io11e e.'IJ1lnsiri . - Yennero <'Osti nite m10Ye vn . <·he di st11g1on a t 111·,1 g-alJrttn d i m.nggfor capnC'ità. (12 in tutto

pe1· nJlog-ai:e <·omplci;;~ivnm en lc• tm1n. ;-;o.ooo <li g1111Prtn) ecl nrnplinti nltl'i lcl<·ali : t11glio e pE>sa dei db1µ·li. b;1;,rno di gelatinizr.azione. mis1u·;1 de1Je pla ('Che. vc•l'ific·n oc· nlal'e. ilepo~ito ritngli di baJiRtite e<1 nltri loca li f'he ve1111 e1·0 adibiti in SPgttito pe1· il C'onf'e zio,u nmento di 11110\·e J;l\·011n zi o:1i . ·- 92± -


IL POLVE RH'!CIO Il.E. DJ fi'O.N'.l'A:,, ,\ T.IRJ

Anche i macdiinari subirono un amnento : vennero impiant ati, ;:tltri 10 larniuatoi, ;J tagliatrici, due tabacchiere e un a afiUatrke. Offioi1w. f;r afi.laz-ione esvlosfoi. - Come già, è stato accennato questa of1:ki11a -venne impia~1tata ex novo per la ,parte ed ile, ma

lJ ig. 185. - ì~ontana L iri: Poi Y~!ri:ficio n . Esercito (Centrale idrnde ttr.ica - Canrtle deri rnro e pararoie) .

vennero utilizzate le attrezzature già esistenti ton l' aggiunt11 cli due nuove presse . nn' i.mpµstatrice e costrniti 6 nuovi essiecatoi. Poich<~ i n tempi cli. fo1-t<~ produzione h~nergia prodotta dnlla <.'entrale si era mostrata iusuflkiente, :fon dalla guerra 1H15-1S ve111nero acquistati tre motori Diesel che ;1tcoppiati. con alternatori integravano l'energiH proclotta dallì.i <:entrale idraulica . Tali gruppi elettrogenera tori costi tlfrvnno hl r iserva in caso di fer mn ta della centr;:ilc stessa . Per <~.liminare però l' im piego -cli còm.bustibi.le fu progettato ed eiwguito .FingrHJldimm,to del eanale -- H2~ ··-


GLI S'l:Al3ILIMEJN'.l'l DI AUTIGLIERIA

di <lerivazione del finme Liri e conseguentemente venne impi :111tata una nuova coll(lotta forr,ata per l' alimenta½ione cli un tubo alterna tore vertic~le., c·on tnrbina tipo K a[)laa1, e alternato1c. coassiale, B rown-BMeri da 1500 K w. Fu provveduto, inoltre, u)]'acquisto cli tre g-rosse caldaie ekttriclle da 5000 Volts coin mm potenzh,lità mnssirna , ognun a, di 4000 Kw . Ve,1 mero miglior11ti gli impianti de]]'offiC'ina meccanica (li d.p~razione e costruzione cli è1ttrezzature n ecessarie allo stabilimento; con Facqni to ,cli nuove macchine utensili e venne1·0 ali.resi aggiornai i sistemi cli saldature clelFallmninio e delle s111dat ure autogene in genere con l'acquisto cli nclatte apparecchiature sia A gas che elettriche. Tutte queste reaJizzazi.oni erano già, entrate in funzio,n e parte dm·i:rnte 1n guerra etiopica, parte verso il J 937-38. In quesli anni <li pi.ù fo1tc11so Jayo1·0 in l'igunrdo all' amplinment0 deJlo Stabilimento, ven ne impiantato inoltre uni nuOYO a ppal'ecchio per 1n istilla zi011e delal glicerin1,1 e per conservHrl,1 furono ,c ostl'nite YàS<:he intenate e fn anche iniziato il laYoro per l' impinnto di nn ovo cnldaie ntte a p oteni impiegare ca1'b011e sardo J'i.cco cli r,olfo. Nel W38-39 al Pohe1·ifiC'io fu commesso IJ.)rima lo studio e poi l 'allestimento dei tubi cli balistite per ca1mo11,i , atti ad impedire l'acc11rtocciamcnto del bossolo e al1estirncnto cli balistite e caricamento della stessa in involu C'.ri di cc1luloicle ,per caric·he aggiunth·e del rnort.1io ·da 1. Per realizzare qneste procl uzioni fn n ecessario ricorrere a i-;pecinli accorgimenti tecnici che import;1rono un lavoro cli attr<,r.zntura non indiffel'C;nte. J,~ produzione dei tubi e ,elclle cariche aggiuntive, in due tunii cli complessive 24 ore cli lavoro, nrrivò fino ad un gettito mnsi;,imo cli 5000 dei p1'imi e 12.000 dell e seconde. Lo scoppio della g uerra (giugno 1940) trovò lo stahilim<'arto bene a ttrezzato e tale .(la poter dare una produzione giornaliera (2 tnrni di lavoro) di 15 tonnellate a) giorno, comple ivamcnlc, di balistite e solenite, mr.mlenendo altresì hl produzio11e massima, suddetta, di tubi e di cn.r iche aggiuntive . -

92(; -


IL POLVJ.i;RIFICIO R . ~ . DI FO::-;'l'ANA LIR!

Ne] 1941 venne portnto a termin e un 'officina sperimein,tale per la fabbricazione del nitro-cotone e ven,nero iniziati i la vori per Vimpia.n to della fabbrica dell'oleum; venne inoltre studiato e iportiltO a termine un impianto a cnrattere semi-ind ustrjale per Ja nitrazione del diglicole, che entrò in funzione rnel m:nzo del ]942. Nel 1941 wmne assegnata al P olverificio una nuova ·bocca dn fuoco da 76/ 40, rnjgliora11do così le dotazioni del balipedio. Modifiche e migliorie vennero a1ppor-tate a tutto il sistema dei trasporti interni dello st~bilìmento eoin binari {lecauville e earrelli a movimento elettrico. 32. - Nel 1942 e nel 1943 si ebbe una ripresa degH stncli veramente efficace e cli alto in teresse teenico, in~esa a realizz::1re nuove qualità di polve1·i Jaminate 1 a. basso potere ealori:6.co) del

St efa no Mart inengo

Cesare cèrutti

Vincenzo Di Ferrante

Fig. 186. - Direttori del Polverificio R. Esercito cli Fontana Liri

tipo balistite, confezionate sia con niti:ocliglicole· e sin con nitroglicerina, mn con incorll)oratn centralite e acètilc~llulosa. oppure Puna o ]'altra di tali sostRnze. Si ottennero polveri da 1100 a 730 calol'i.e, impiega bili con <lensità cli carica tr1li da non compromet tere le qualità, balistiche

--. 927 -


GLI S'l'A8IL1 ME1''J'I D1 ARTIGLil!RIA

<lei prodotti e <l'alt1·n pa rte riuscr11<lo ad ott<-m e1·e lo scopo (li òiminuil'e l' usura dell e borc:he da fnoco senza co111promettere la 1·esisteuza di q neste n cau. a cle]] a. maggiore densità di cal'ica impiegata. · Que ti stncli sn esplosi vi pro,p<'llenti fl bas o potere calorifico !lieélero a llo stabili mento llll nu ovo i!Iltdirizzo cli procl rni:io:ne, e cioè oltre nd aJlestil'e soltanto baliRtite norma'Je e• s olenite . concorse <·011 le di.tte :p rivate, all a fornit ura })er le no. tre forze a1·mate ·di rsp]osivi di n1pida fabbrie nzionc e di composizione soltnntò tcPnai-hi o qÙ;-iternaria, perciò cli Ja ,·orazione più emplice e sopi-atntto di migli o1·i cnratteristic-hc. 33 . . l D 'iretto-ri del l"ol rerific-io R. B :sercito <1-i Po-11tana Liri ( L918-H).J 3) :

1n, ~-rn1n 191!).]92:i H)25-J !J~(ì 1!)26-1930 1!'130-Hl:31 1n:::12.rn:11 1937-193f.l 1fl39-i.9Jl 1!)41-] 94 :J

O en . l•~<l on r do )1ASC'T A Colon11. . tefa no hlAR'l'TXR:--c;o Ten . co]onn. Ni1zarel1n DAG.\IOLI Colon 11. 0-iOYaIIHi 'l'ei,;ro ('0101111 .

Cesa1·e C'mu-·1·n

C oJonn. Eugen io D l<J nosrn ) l agg. <:iuseppe F .ULL.\

(ic,n,, RHYerio COSTA . Colou n . V im:enzo :01 .l?r-mn.\X'l'J.; .

o IL PIROTECN ICO R. ESE RCITO

or CAPUA

34. - Organizzazione dello Stabilimento dopo la prim a g uerra m ondiale. - 35. - Potenz iamento successiv o. - L'attività in relazione a l nuovo Stabilimento dal 1935 al 1939. Potenziamento durante la seconda guerra mondiale. - 37. - I direttori del Pirotecnico.

34. - Jl P irotecni<'o di 0ftpua; stabilimento spcdaJizzato :nell 'allestimen to cli cartucce e-tl nrtifizi vari da g11ei-ra subito dopo la prima g ucnn mondiale era così orga1Jizzato : ,a.) una ·czionc per h1 frivol' n:.donc cli cart ucce rper a r mi rnod. 91 e per pistoh1 mod. 74 1S9: ·-

928 -


IL PIROTECNICO R.E. DI CAPUA

b) una sezione per il caricamento eapsule, coin, ,produzione sufficiente al fabbisogno. A ·detta sezio1ne era affidata anche la lavorazione degli arti.ftzi cla p;uena, quali n1zzi e cµrtucce da segnalazione, inneschi, cal'icamento .cli proietti illuminanti ed incendia 1·i ; o) servizio generali comprendenti : un 'offie.ina torneria per il maintcnirnento e riparazione ,d el mpcchinario; un'officina per l'allc~stimento degli attrer.zi occorrenti per le la,yorazioni; nn' officina falegrnuni; un reparto fucinatori; una piecola fonderia per ghisa e bronzo; nn impianto per la. produzione clel gas luce per la ricottnrµ dei bossoli; un iml))ianto termico (già impiegato per le motrici a vapore) adibito 1per la produzione cli vapore per i vari servizi dello sfo bilimento ; un impianto (in via di C(istruzione) di motori Diesel per la produzione dell'energia elettrica di riservll; una cabina elettrica con trHsform~1tori statici e quadro di distribuzione; una sala di co1Jaudo manufatti e finiti; un gabinetto chimico; una. sala da disegno; un servizio pompieri.stico con motopompe ed impianti di c~lettropornpe con tubi di presp nel Volturno; una t ipogràfi.a; <l) magazzini vari IJJel' collaudo e deposito di materie prime e manufatti; ris(!rvette ;per esplosivi et c ..

Organ,izza.~ione dello Sva.bffi,m.en,to ào7w la. 1' _g1,w1Tct ,nonL'organizzazione, durante la. guerra 1915-18 aveva rivelat o ,d iversi inconvenienti: impossibilità di. uno sviluppo razfonale ed orclinato dei dfagrnmmi di lavorazione; la lunghezza e clifficoltà dei trasporti; la deficienza della sicurezzf.l; la difficoltà, di sorveglianza. cl el personale per la ubicazione cl.ello sta bili.mento; la vetnstà, degli impianti, per cui (1928) si addivenne alla nc~cessità di predisporre un nuovo piano regolatore con criteri. i1n clustriali più rispondenti. ai dcli lavorativi. Vennero così diminati in, parte gli inconv·e nienti eleneati : si. riuscì a separare più nettamente, che non fossero i:11 passato, le lavorazioni delle eartucc.e clf.l qnelle degli artifi.zi da guerra ed a sistemare i magazzini in ,posizione pressochè centrale rispetto alle officine~. ·Suecessivamente (1931), i.11 nn'altra zona distante akune centinaia, di metri dallo stabi.Jirnento, venne iniziata la costruzione di u11 vasto complesso eclilir.io con l'intento di. eoncend-iale. -

59

929 -


GLI STAJ3ILI:\ rnìX1'I D.l AH'l'lGLrn1UA

trani Ja J;1rnrm~i onc cli t utti i diYersi tipi di . polet te. Tale laYorazione però 11011 fu attua ta per <-ui si deeise di utilizzare i nuoYi padiglioni instnJlandovi. l a lavorn zio,n e delle <:HTtucce da guerra che s111·ebbe stata , così, sepm·i1ta cl aJln lavorazione delle cnrtucc:c speciali. E poichè se ne se11tin1 la mancanza , venne anche disposto cl.i r ealiz,mre , 1iclla zona clelle n noYe costrm:ioni , anche UJn irnpiainto l'azion a le e moderno per la f!1 bb1°icazioa1e di polvere nern &peciale per mi cce di spolette, il cui studio er a stato messo a punto a mezzo di un pic·tolo imlJ)iHnto sperimenta le. Nel 1932, mentre ];1 costrnzione <lei nuovi padiglioni. nell a zona s ndclettn, procedeva speditamente, nei locali dell'a ntico sta bilimento ,enihano sistenrnti gli impinnti e le macchiITTe per la lavora zione di spolette a <l .e. mod. ù:5/ 17 provenienti dalla soppressa. Officina costruzioni di 'l'or ino. 35. - P oten~iam~nto successivo del P irotecni-co in relazione aff attività d.eZ n,novo sta.'/JiZiment:o negli cvnn .i 1935-36-37-38 e 39. - Durante la c:am1pngna etiopica, il Pirotecnico, in relazione alfa snn prb1ciipale attività, aye,-a in effidenza nei r eparti dell'a ntko sta.bilimento : a,) la lavormdone <li cartucce cln guerra e speciali con 11. 7 serie .(li rnacchi11e, con una produzione giornaliera, (clue turni di l avoro) di 300.000 c,lrtucce; b) la lavorazione di capsule ed artifizi da guerra in relazione al f abbisog~o; o) la lavornzion e di spolette a a.e. mod . 65/ 17 com n. 1 serie di m;1cchine e com., una produzione giorna liera. di circa 300 spolette; él) il ripristino giornaliero <li circa 1000 spolette a percussione mod . 910 e 917. ~ei repart i del n uovo stabilimento, in a ttivitù, dal 1934, sotto la guida. del capo sezione maggiore Antonio A.val1one, si era iniziata , e veniva portata inn a nzi speditamente, 1~1 sistema.zio!Ile del macchinario destinato alla lavorazi one delle car tucce da guerra. Tale lavoro condotto in l'elazioue i3,llo sviluppo ordinato dei diagrammi <li lavo1•a.zione, er a coHnp:-:so nlla soluzione cli altrettanti -

930 -


IL PTHOT ~C)(ICO IL E . DI CAPUA

importa(l1iti problemi, quali la realizzazione cli tutti gli impiant i e servizi accessori atli a soddisf~i-e le comll)lesse esigenze dello sta,bilhnento.

] ' ìg. 187. - Antonio A vallone.

L'.organizzazione del nuovo stabilim ento avvenne con encomiabile rapi-diULsicc11 è nel 1935 ebbe inizio la regolare iproduzione di cartucce da 6,5 con alcune serie cli macchine racimola te e messe in opera .nell'nntic:o st;:tbìlimento, ed altre provenienti claHa Seziou e del Pirotec(l1,ico di Bologna. Lo Stabilime111to si andò così potenziando sempre più con l'inst allazione di nuove serie di macchine, tanto che all'inizio del 1936 si raggiunse tma produzione giornaliera (due tnrni di lavoro) di 500.000 cartucce da 6,5. P~rallelamente, il reparto per la fabbricazione della polvere nera speciale per micce cli spolette passando dalla fase. spe1·imentale a quella produttiva, e mercè l'installazione di un mo<lernissimo impiam,to per la distillazione pirogenica del legno, 1·ealizzava una produzione giomaliera di 40 kg. di polvere. Durante quel periodo il Pirotecnico, tra i <lue stabilimenti, teneva impegnati giornalmente una maestranza di 4500 umità in confronto delle 700 all' inizio dell'anno 1935. -

931 -


GLI S'l'ABILii\Jl<:N'I'I DI All'.I'!G LIEIHA

Con l a, fine della c;nupngna e tiopica la proch17.ione, per le diminuite esigenze militm:i, s ubì una notevole contrazione ecl il personale fu ridotto a 1700 unilù . Frattnnto fu porta t o a tP1·mine il tr~1sferimenito della lavorm~ione cartucce da guerra fil nuovo sta bilime nto, lascian do negli antichi loca li soltanto .clne . crie cli ruacchi,ne per la Javornzione di ca rtucce sp<>dali. Il cnrtnccificio 1·aggiunse, in tn l modo, la potenzialit,ì, cli. eoinplessive 14 serie cli InflCChi ne p er la p 1·ocl11zione di cai-tnrc·e da 6,5. L'anno dopo (193G), cominciarono ad afiluil'e G n uove sede <li macchine per cai·tnece cal. S, {lell e qua li si inizi ò immcdi11tnmente Falle timento : la p1 oduzione ,·enne anche inrremen ta la <.:011 l'aggiunta di aHre 6 serie cli macchime, tanto elle alla fìn e dell'anno si Hveva, olt1'e alln produzione g i.or naliera cli car lucee del calibro 6,5, anch<' quella di 300.000 c::irtncce cal. 8. A quell'eipoca Ja S<>zione spolette disl ocata nell'antico stµ hilirnento, che gi.01·U1nlmc>nte nllestiva 11. 300 spolette m.ocl. 149/ J 2 in ostntuzione cli quelle mod. 6:;/ 17, subi un nuovo orientamento c on la t r asformazione dell'attrezzatuen per l'allestimento di spolette a, tempo mod. 36.

36.

~

Potenzia mento del Pirotecnico cturante la 2• guerm

All'inizio dc:lln seconda gue1·1·a monclinl e il Pirotecnico, impegnando una maestranza cli cirea 3500 m1ità in ore lavorative, prodncen1 giornnlmente :

1111011,diale. -

ntentare -

cartucce speeiali: n. 50.000; c~1tucce <ln gnerra con bossolo cli ottone: n. 300.000: <:artucce da 6,5 riorclinnte : n . 300.000; spolette n tempo mocl. 36: 01. 300: cannelli a per cussione mod. 35: 1n. 5.000: pohere nc1·a per micce cli polette a granitura regula · del n . 1: kg. lOO ; cassnle varie in relazione a l fabbisogno: studi ,ari cli µrtifizi da guena .

Durante la gucna, le lH v01'a,do11i su birono, com1wese qnellf' rigutn'clanti le ca r tucce c:on bossolo cli acciaio , C'ontiinni imp11hn -- 932 --


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Fig. 188. - Capua: Pirotecnico n. Esercito (Nuovo cartuccificio eutrato iu azione durante la guerra in Etiopia) .


GI,I STABILIMl•:'.'l'l 'I DI AHTIGI,rnrlIA

ed il Piroteonico ebbe tale uno sviluppo tecnico-organizzativo ,•,.. che gli fece assumere un ruolo cli primaria importan z!l tra le industrie nazionali del genere. Ma olti-e che contrihnit·e in maniera notevole ana pl'oduzio111e, lo stabilimento, contirrnando la sua vecchia fra{l i,,;ione. si distinse {Illel cam,po degli studi e delle espel'ienze che conclus ero iprogressiv~mente al perfezion amento dei manufatti e di cicli lavorativi, tanto ,cla essere prescelto come modello per la più razionale organizzazione ckgli altri stabilimenti militari e delle industrie pl'imate sim.ilari. La massima potenzialità produttivi! fn raggiunta nell'aorno 1942-43 (direttore colon:n. Giovenale Argan) in cui con u11a ronestranza <li 4-.500 unità si produssero giornalmente in S ore lavorative: - cartucce cal. 6,5 con bossolo di ottone : n . :300.000: - cattucce cal. 6,5 con bossolo di acci~io: n. 25.000: - cartucce cal. S con bossolo di. acciflio : n. 25.000; - cartucce ca l. 9 co11 bossolo di acciaio : n. G0.000; spolette a tempo mod. 36: n . l .500 ; - spolette da 20 moò. 35: n. 2.000; - caamelli mod. 35: n. G.000 ~ 10.000 ; - ca tagnole a strappo: n. 3.000; - c~ssule varie in relazione agJi alJestimenti di cui sopra; - carichette d'innes<:a.mento: n . 20.000; - assiematma granata cal'tocci da 20 (attivi ed il1 erti)

n. 4.000; - arti:fizi vari in r eJa½ione a'lle richieste delle aut orità superiori; - polvere nera p(~r micee di spoJett<! a gr~nitme diverse : kg. 100.

Il Pirotecnico di Capua copd va così e, con continuità, cir('a un terzo dell'intero fabbisogno di munizionamento da guerra per armi JPOrta tili. Dirni1utizione dell'attività prod1.ittfoa dello stabilimento in ,çeguito ai boni.bardamenti ae1·ei. - Il ritmo di lavoro, (lello Sta -

934 -


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Fig. 180. - Capua : Pirotecnico R. Esercito (Nuovo cartuccificio entrato in azione durante l a guerra in Etiopia) .


GLI Sl'Anit..Drt,;NTI 01 ART IGLIEHIA

l>Himento fu però bruscanrnnte interrotto dal primo poderoso bombardamento aereo del 20 agosto 1943 ed i tentativi cli ripresa iniziati, subito dopo, da dirigc11ti e maestl'n nze, vennero tragic;:tmente frustrati dal bombardamento succedutosi a sei gi@ni dj <listrrnza. dal [>l'imo : l 'e]evata percentuale delle vittime, tE>sti monia lo spirito di ahnegazione dc11a mf1estranza elle, prezzand o ogni peric:olo, si dimostrò legata al lavoro ed ano stabiliment o da vincoli che anelavano oJtre il limite de] dovere. Alla data. deJl'armistizio, in seguito allo sbarco alleato a Salerno, lo stabilimento venn e a trovarsi i 11 piena zonH di operazioni. Allo scopo di fronteggiare ogni eventualità, nei confronti deJle truppe tedesche dislocate nei diutorni, l'allora direttore col. Argan Giovenµle , :predispose, valendosi anche cle)]e trnP[>e disponibili nel p1·esidio, un vasto piano di difesa, che enti·ò ~11 attuazione nena notte dall'S al !) settembre co11 l'uso delle armi, cont1·0 un'autolonna germanica che aveva asportati automev.zi it;:tlinni, portando al comp]eto recupero degli stessi. Le attese cousegn enti rappresaglie non ebbero luogo poichè il mattino del 9 ettembre un ulterio1·e massiccio bombardamento allea to, tendente alla -clistl·uzione dei ponti sul Vo]tumo, sconvolse nuov~mente lo stabilimento e l'i11tcra città. di Cnpua provocando distruzioni e perdite di vite umane assi:ii dolorose. L'entitù, dei dann i subìti dallo stabilimento per effetto dei bombardamenti, cui fu sottoposto, nell'epoca agosto-settembre 1943, può desnmersi dai seguenti dati: - p erdite di per one: oltre 100 o;pe1·ai (esclusi i clispe1·si); - slnbiJi distrutti : il 70 % ; - stabi]i fortemente danneggiati: H 20 % ; - impianti elettrici, i.èlrici etc . : r esi com.plet!nucute inefficienti; - machhi11al'io -cl'o:ffidna : <lnnneggiato e sepolto solto .Le ma cerie per la massima parte; - carteggio teca1ico-amministrativo: disperso o distrutto in gran parte. ·- 936 -


l!'ig. l\JO. - C,1vu:1 : P irot1!(·!lico H.. Esel'cito ( Oflkina pel' lu lavorazione meccaniea ùclle cartucce) .


Gr.r STABH,H.!ENTI DI AitTIG LJEllIA

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Michele , Plttoni

Raffaele Pasc ucci

Fig. 191. - Dlrectori clel Pirotecnico ùel R. Esercito di Capun :

37. - l Diret:tori clel Pi.roteo11ico R, , Esercito di Oap11,w, (1918-

1943).·

Oo]onn. Colonn. Colonn. Colonn. Colonn. Co1on~, , Coloa1n. Co]onn. Uolonn.

Eugenio FERHAttI Michele Prr:.ro:s;r Spart;ico OAPONID . Angelo ):IAGIS'l'RI . Giuseppe ANTO CI . Pa qua]e VffiW(nJJLLA poi Gen. Raffaele P ARCCCCI Raffaele 0AR00T,LICCHTO Giovenale ARGAN .

-- 9as --

1918-1922 1922-1924 1924-J 927 )927-1927 l 927-193:Z 1932-1935 1935-1938 ]938-1940 1940-1943


IL PIROTEC~ ICO Il .E . D1 J30LOGKA

p IL PIROTECNICO R. ESERCITO DI BOLOGNA 38. - L'organizzazione dello Stabilimento dal 1919 al 1943. - Studi eseguiti. - Lavorazioni espletate. - 39. = I direttori del Pirotecnico di Bologna dal 1921 al 1943.

38. - Alla fine della prim.a gnena. mondiale, il Pirotecnico <li Bologna iniziò gra{lualmente la sua smobilitazione, sicchè nel Hl19 le sue mp.estra.nze Y(~nnero ridotte a 800 unità e furono im piegate in un prilllo tem:po, nelfo riparazioni di automezzi, carri ferroviari ccl altri lavori yari ; successivamente furono ri1prese in scala ridotta le tradizionali lavorazioni. Lo Stabilimento (Hl23) assunse la denominpzione cli « Pirot ecnieo RE . <li Bologna)) ma più tardi (1927) divenne« Sezione Pirotecr1ico d i Capùa )) senza però cljminuire d 'importanza in quanto mantenne inalterate ·1e s ue maestranze ed intatta l'effic:ienza dei suoi impi;rntj . All' inizio però della guerra cl' Africa (1935), ritornò nuovamente indipen dente ; iJ pen;ouale vem1e amnentato fino a 3.000 unità, mentre la sua produziorn~ giornaliera (due turni. di lavoro) raggiunse la ci.fra di drca 1.000.000 cli cartucce e proporzio:nalmente crebbe pure 111 produzione degli artifizi; furono, inoltre, intensi.6.c~ti notevolmente gli stucli e le esperienze e ,p erfezionati c~a in granditi i divei-si impianti.. ·così alla vigilia <lella seconda guerra mondiale, il Pirotecnico di Bologna rappresentava già nn ipoderoso complesso industriale e poteva ben considel'arsi uno <lei migliori stabilim enti d'artiglieriµ. Oonsi,derevole erano, i.11fatti , la sua capacità, produttiva 1 le competenze specifiche .deJle sue ma estranze, frutto di molti anni <li esperienza.; q1zio11a)e h1 sua organizzazione . Purt uttaYia, conSfipevole delle necessità del momento, non trascurò di potenziare maggiormente i s uoi impi.anti ed arricchire i suoi magazzini, ma per varie ragioni, clnrante l'ultimo con:fl Hto la produzione non -- 939 -


GLI STABH,IllrlC's'l'I DI ARTI Gf,IERI,\

fu molto elernta e si aggirò gio1,n.alment e intorno alle 200.000 car tucce oltre agli a1·ti:fizi, mentre il personale ebbe 1ma mèdfa di 2.500 unitù,, inferiore come numero a quello a vuto a disposizione clura,nte la guerra in A.O. Lo stabilimento (1943) coii1prèndeva tre sezioni :

Prirrna; Se:?:ione . Lan>razione cartucce con ;'llle dipendenze i r epa rti allestimento bossoli - allestim ento pallottole e caricatori - confezionmneuto <:'.a rtucce - hlvor11zioJ1:e cartonaggi. Sec011d.,ct. Sezione - Lavorazione a.r tifici , con i reparti caricf1mento cannelli e cassule . la ,·orazione fulmina li. T e1y;:,a. Seziom~ . Collaudo e servizi generali.

I noltr·e dispone,;,a clei seguen ti reparti : attrezze1fa-calibl'i e trattamenti termici; meccanico e fonderia; fabbri fucinatori; falcgnam('lfa e modellisti; elcttdcisti; gabinetti d'nnalisi; sezione magazzini. Le sue !1eree coperte Hmmontanrno a 40.000 mq ., sistemate s n un'ampia SUIPerficie cli circa 100.000 mq. In oltre il Photecnico (l isponeva della Lunetta Gamberini dove a ttn1deva a lla ln vora ¼ione dei fnlmina ti ed nl cal'ici11nento degli inccncliYi , e della polYericl'a; cli VH) D' Apos1:1. Tra gli studi eseg11iti, Jc Ja.v01:azi0Hi espleta te e le esperien ze eompinte nel periodo 1920-43, figmava1no: vari tipi cli c:nrtncce 6,5 pe1· a r rni mo<l. 91 t1·11 cui e plo!--iYe, perforainti, incendial'i e, ecc.: ca rtuccia mod.'7/ 15 per fucile moc1. 91 rnoclifìcato; car tucc·e per armi hlnnnlicher c1il. , ; cartucce pel· mitragliat 1·id S. Etie1rne t'al. 8; C'artncce pe1· pislola 74-,,9-910-34; cat tncce parabellum ,cal. 9; ca rtucce cla mm. S mod. 35 orc1inal'ic ed esplosive; cartucce da 7,7 inglesi; cnriche di lancio per mo1·taio Rtixiabomhc anticarri ec:c. ; Cflricatori per fu('ili val'i; inne chi t1:1er bossoli e per spolette; ca11 11elli a vite: esperienze per carlnc<·e con bossoli <li ferro e pnlJotto le eon Jrndeo cli fe1·1·0 per fu d li e per pistol a : bosRoli; catiche cli r i11fotzo, <'CC . cc<: .. Dni. do<·nrn enti reperiti ri~1.1ltn. che da l 1935 a l 1!)43 il l 1 iro tecuico stipulò 11. 1.200 contri:itti pel' un valore complessivo di L. 3.li'>(i.814.13-1:. -

940 -


IL PIROTEC~.fCO R. 8 . DI BOLOGNA

Lambert o Capecchi

Luigi Trucch i

Lin o S icilian o

F ig . 192. - Direttor:i del Pirotecnico H. Esercito di Bolognn..

39. - Elenco clei Dfrettori clel P vr-oteonioo R . .Eseroito cli Bo·logn•c1; (1921-1943) :

Oolonn. :0nrico MARTIN! ColoniJJ. . Venerando PXP..PALAfmO Ten. Oolonn. Ludnno Pmu-:c:o Colonn. Giovanni Trnsro Golonil1'. Lamberto CAPECCHI Colnnn . Angelo 1\:f AGISTRI OolOJ1111 . Luigi 'l'UUCCHI Colonn. Lino SJCILIA:-.;o Oolonn. Jgn;nio AVOCHDRO Colonn,. Pasquafo VrnNTHELLA Oolonn. Saverio OOS'.L' A Oolonn. Guido DID CORNÈ Oolonn. Lino SICU,IANO Oolonn. Alessando SALA

-

D41-

1921-1921 1.921-1823 ]923·Hl24 l924-Hl24 Hl24-1825 1.n25-1927 1927-l'!J28 1928-Hl2S 1928-rn29 1928-1932 1932-1933 ]933-1936 1D3G-l~)37 1937-W43


GLI S'rABILl:?lfENTI DI ARTIGLIF.HJA

Q

IL PROIETTIFICIO R, ESERCITO DI GENOVA 40. - Creazione, organiz zazione ed attività del Proiettifi cio di Genova. - 4 1. - Lavorazione, studi ed esperienze. - 42. - I direttori del Proiettificio dal 1935 a l 1943.

40. - Alla :fine del conflitto 191:3-18, l'Officina .(li Costruzioni di ai·liglieria di Gea1i0va anelò gl'aclatarnente smobolitando : le rnacchiuc pi ù logore fm·o110 alie11ate, alt1·e cedute a diYersi Stabiliruenti milit~l'i insieme agli impianti e le a.tt rezzuture dei gabi,netti di chimica e tetnologia . Praticnmente lo stalJilimcnto cessò ,ehi ogni attivitù, 1procluttiva su vasta scala e fu l'idotto (1922) a semplice Sezione staccata d'a rtiglieria co11 poche decin e ,d i operai ed ;:iJle dipencfonzc della direzione cli artiglieria di Alessandria. R imase eosì fino al 1935 e[)OCn in cni ritornò ad essere nno stabilimeuto del Sel'\'izio tecnico d'artig lieria con la {leuomiua1/.ione d i « I'roiettificjo R. E se1·cito )). Dal 1!)36 ;11 settemhre del 194.-3 il potemdale dello sta bilimento :fu gra,dualmente elevato. D ai tPOChi operai occupnti -dalla Sezione staccatn di ~n'ti~ glieria si arrivò a,d iropegmare nel 1943 una mµ estranza di circa 900 unità. · La prod11zione media annua di proietti di vario t ipo aveva ragginnto (1938) circa, le 400.000 urnità e, successivamente, una produzione massima. mensile (1942) di ci1~ca 50.000 unità. J numero delle milcchi11e ed impianti sali a circa i500 di cui più della metà di costruzione modernissim.a . L'entitù, dei contratti stipulati ,direttamente fu <li circa J.000. L'attivitù, dello stabilimento nel periodo (1935-194.3) si può così riassumere :

La1Jori dJi 1•i.attamen,to (piano regolatore) : - riparazion e dei laboratori; ~

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IL PHOlET·TlFICIO R.E . DI GI•::-'(JV:\

demolizione della vecchia costruzione in muqi tura, giù, adibita ad uffici della F'a bbri-ca di Polveri; - demolizione della centrale cli produzione di energia elettrica dotata ,di macchinario inadeguato alk necessità, e di grave iutn1lci.o alla viabilità interna dello stabilimento;

F'ig. 193. - Genova : P r oiettificio R. Eser cito ('O/lici della dir1:)zlone) .

- demolizioni di costruzioni a carattere provvisorio; - cosìt'uzione cli nna strada di ac:eesso allo Stabilimento della. pal'te estrema, Nord di esso; - costruzione di una caverna-rkovero cli circa 60 mq. di SUIJ)erficie ; - costruzione di appropriati magazzini di servizio; - riparazione del fabbricato degli uflki; - imipianto <li. un centralino telefonico autom;1tico; - ri1parazione e miglioramen,t o del fondo st radale di tutte le vie interne dello Stabilimento ; ·- 943 --


GT,J STABILL\TE:'\"l'I DI ..\RTICLIEHIA

1·edsione, trasformazione, ric:ostrnzione eon adatln mento all e esigenze motleme cli Jnvo1·azione cli t ut te le nuit.ì tecnologiche trovate in .. ito nel 198:-i (c:il'c a 300 mr1cC'hine).

Fig. 11).1. - Gt•no,·a: Proil•triiièio R . E:-;crcilo ( $'t•rie <li tomi per la hn·ornzione proletliJ.

>

nl

igte,mazio11e generale :

1° laboratorio: impianto l'X noYo di un'offic:i11a metc·a J1ica per 1H laYorazioil1e comp fC'ta cli p1·oidti del <:alihro 1.00 e 105: 2° 7aborr,.torio: sislemar.im1c di l1Jl im)lianto di sahbiaturn e r.inc·atm·c1. per granate fino al calibro th1 f)O : 3° la1boratorio : impian to ex ncrrn cli 1111'offitina mecT,111ica pe r ln l'ipnrazione e la trasformazione cli ma<:chi11e utensili; 4° loiborato·l'io-: sislemar.ioll1 e cli u1111 piceola fonllel'ia e fu d,na; illlpianto ex n oyo per h1 produ:r.ioue sn vasta SC'ala di sbo:r.zn ti per proietti fin o nl c·n liln·o l4D; -

!J44 -


IL PUOIET'l'IFICIO IL E . DI GEKOVA

5° laboratorio: im!p ianto ex novo di un'offieimr meccanica per la lavorazione di proietti .d a 149; 6° la.boratorio : impiainto ex novo di un'officina meccanica per la lavorazione di utensili varì, nonchè di un reparto per il trattamento termico ; 7° labonitorio: sistemazione di un'officina meccanica per Ja. lavorazione completa di granate dal calibro 37 ;11 calibro 90; 8° lwboratorio: sistem.azione dell'offidna J;1mieristi., elettricisti, e servizi ge11erali; 9° owntrale chi tra,sfornwzione elettrù)a : sistemazione della sala tr;1sformatori e della. sala apparecchi di comando; sistemazione di una batteria. di condensa tori elettrostatici per .il rifasamento della <:orrcnte. Nit.01;,i irnJYia,n ti esegui't'i:

1° impianto complf~to per il riscaldamento con il si:a:tema aerotermo ·dei laboratori, 1°, 3°, 5°, 9°'; 2° impianto com1pleto di una centrale idro-pneumatica per la produzione di acqua compressa a 200 atmosfere ed impianto completo per 1a produzione di aria. compressa a 6 atmosfere al servizio dei laborat ori l° e 5°; 3° impianto completo di una centrale com.e sopra al servizio q.e.1 4° laboratorio; 4° impianto completo aJ 4° laboratorio di un reparto per la [Jrocluzione su vasta scala di sbozzati per proietti; 5° sistemazione di due ini.pianti a sabbiare e zjncare proietti fino al calibro 14:9; al servizi.o .èJei laboratori 1° e 5'0; 6° sistemazione al G laboratorio di un impianto di trattamenti termiei; 7° impianto di due forui al 1° laboratorio, con focolari meccanici sub-alimentati; 8° impianto di un canoponl'e cli 10 tonn. al 3° laboratorio; 9° impianto di un c11rroponte cli 40 tonn. al 5° laboratorio; 10° impianto ex n,ovo del gabinetto tecnologico chimko; 0

60

945 -


GLI STABlLDfE-N'.rJ DI ARTIGLIEHIA

11° impiant o ex novo di una sala conferenza dotata cli apparato cinematografico sonoro; 12° impianto per una scuola npprenòisti; 13" impianto di unl;l, sala per la riproduzione eliogra:6.ca e fotogra±ì.ca, di diseg11i e docull1(mti.

Maoohiri,a,r,io : ~

~

-

macchine macchine macchine macchine

utensili di metallo ed operatrici varie : n. 434 ; utensili di legno : n . 9; per lavorazioni di lamiera sottile: n. 8; e impianti per la lavorazione il- caldo : n. 41.

41. - LaworaR:ioni :

- allestimento proiettili : produzione di granate da 37/f>4 - 47/32 - 75/ 27 - 75/28 - 77/ 28 - D0/53 - 105/ 28 - 149/ 12-13 ; - costruzio11e calibri : allestimento cli serie complete di calibri per il ,collaudo in, lavorazione e per il colla.udo cli. accettazione delle granate 11llest ite. Stud~- e>Cl! espe:r!ie!/1,.~c :

- il Proiettificio del R E sercito er a st at o costituito con iJ prefisso s-copo di nttrezzare uno stab,ilim'l3'nto t-ipo per la produzione dei proietti <la cnnnone, quindi i compiti che esso fn

chiamato ad nssolvere, oltre a.Jln produzione in serie su vast a scala, furono i seguenti : ~ espletanrnnto di piccole commesse sperimentali di prova di ll;lvorazione rneccani<:a per ogni innovazione a1pportata al mu111:izionamento ; - compilazione, in base ad esperienza acquisita di fatto, di monografie di lavorazione per io1stradare alla 1produzione di proietti l 'industria priv11ta; - studio, sempre in base ai cicli d i lavorazione più r aidonaH dei p1·e2:~i 7Jase o oalm,ie-re da imporre all'industria privata; - ·studio di macehine ut<~nsili automatiche ap1propriate esclusivamente idonee J:1lla produzione <li proietti su gra,nde scala; -

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IL CENTRO ESrERrnNZE ARTIGLlWRlA DI NET'.l.' UNO

- studio per lo sfruttamento .ai mac<:hinario antiquato e di costruzione universale aJla produzione di proietti, convaÌidato dnlla compilazione dei disegni de11e attrezzature necessarie; - prove m~ccaniche e chimiche di l utti i materiali introdotti per Ja ]ftvorazione. 42. - J' Direttori del .Proiettifi,oio R . .Esercito di Geno·va (19351940) :

Ten. co1onn. poi Oolornn. Italo MASSAIOLI Ten. colonin. (inter.) Luca DoGLIANI ·colonn. Alessa ndro D'EvA'N'r .

1935-1940 1940-1941 1941-1943

R IL .CENT RO ESPERIENZE ARTIGLIERIA DI N ETTUNO

43. - La Sez ione esperienze di Nettuno ( 1915). - L'istruzione del Centro e sperienze di Nettuno e la s ua organizzazione tecnica dal 1927 alla 1943. - 44. - Il pote nzia mento del Centro. - Compiti Studi - Mate riali s perime ntali. - Cessazione della sua attività. 45. - I direttori del Centro es perienze di Nettuno dal 1921 al 1943.

4:3: - Nel secondo semestre del 1915, presso la. Scuola cent rale di artiglieria <la campagna cli Nettuno, che a causa della guerra aveva cessato dallf:l sua specifica funzione istruttiva, f u istituita una « Sezione Esperienze >) cioè un organismo tecnico aìle <lipendenze dell'Is!pettorato delle costruzioni d'artiglieria., per le esperienze ed i collaud i di materiali d'artiglieria. In sostanza l'istituzione clella « Sezione Esperienze », che aveva lo scopo dì tenere a contatto dell'I spettorato suddetto un Poligono di tiro per le prove di carattere immediato e di alleggerire il lavoro al Centro Esperienze di Cirié, veniva ad estendere i compiti già afl.tdati al Poligono di tiro della Scuola di Nettuno che dal 20 ge111naio di quell'anno con l'istituzione di un « Reparto d'µrtiglieria controaerei )) era adibito allo stu dio delle -

94:7 -


GU

STABILDmìS'1.'I UI AHTIGLIEHIA

questioni teciniche riflettenti le armi di queJla specialità e la relativa determinazione delle tavole cli t iro. Anzi, quando un anno dopo il Comvndo Supremo costit uiva alle sue immediate <lipen.aenze un « ReJJa.rto pcrson,ale cont rof.ere i » e veniva sciolto quello cli Nettlmo, in questa sede con. Unuò a s,·olgersi pei- l'artiglieria controaerei l'approntamento ed il collaudo dei ma teriali, lo stnclio dei mezzi di pu(l1famento e di condotta ,del tiro, la co t rnzioue delle tavole di tiro, la compil!lzione delle istruzioni, ecc. Il Poligot110 cli tiro della Scuoli:i cenhnle cli Nettuno, se ri· spon-cleva bene all'espletamento dei corsi chi si svolgevano pres o quella Scuola, mancnva. qunsi completamente di impianti idonei. ad assolvere i com1piti tecnici asseg•nati a quel Gentro, per cui inizi!ltasi con mezzi di. ripiego l a nnova e più complessa attività, si progettarono e si eseguirono in breve tempo lavori di ampliarneinto e cli più adeguata si temazì.one. La. « Sezione l~spcrienze >> di Nettuno affid::ita. a.lle cure dirette deJl'aUora ten. col. P alcani dipendeva ,clisciplirn,a rmente ccl amminist r ativamente daJla Scnola Centrale ma faceva capo, per tutte le questioni tecniche, dirett amente all' I spettorato delle costrnzioni cl' artiglie ria . Finita la guerrn, cessata cli esistere l a Scuola centrale d'artiglieria da C'Hmpagma ed il « Nu ovo Reparto d'artiglie1·ia con· t roaerei >> che ersl stato formato nel 1917, rimase a Kettuno soltanto la « Sezione E perienze >> comandato dal magg. Nardone, a cui seguì (J 920) il ten. coJ. FtH:i\no Ma scaretti. Alla :fine del 1921, come già abbiamo accennato nella parlc generale (circol. n. G46 G.l\:L 1921), la « Sezione E sperienze>> di Nettuno :fu elevata clal 31 ge.nnaio J.922 a « Direzione drlle Esperienze cl' Artiglieria >> IJ)Cr trasfet·imento di quella di Ciriè, <·he alla volta divenne « Se;r,i.one St;'\tCHta delle Esperienze>>Successivamente (19 lug-lio 1927), come è stato già accenuato, furono istituiti due « Centri Esperienze di Artiglieria >>, per cui la. Direzione di Nettuno divenne 1° Centro E speriem,e cli .A.rtiglieria. Or"ga.n,izzatz-ione tecn,ica . . L'organizzazione ,del Centro fi.110 all'ottobre cl el 1939, comportò quattro sezioni, rette ciascuna dn. ·- 948 -


lL C0K11W ESPIDl<l EKZE ARTIGT.lEilIA DI KFYtTUNO

un c~pi tano del Servizio tecni<.:o, nlle qnnli erano a :ffidatE: a p1punto le questi oni t,~c·nichc inerenti alle diverse arrui e cioè in linea di massima alla :

l" se.~im1e per le artiglie>rie di medio e grosso calibro; 2" sezion e, per le m·tigliel'ic cli pie<'olo calibro; 3~ se:àone, per le bombarde. landnl>ombe, eannoni per fainteria, rui.tragliatrid, ecc.; 4" se.zio11e, per i materia li co11tl'oaereL L a clirezioll e cl cJle espe1·ie nze en1 retta éla uin colonnello coa diun1to per fa pal'te tec·liica e tecniro-arnrninistrath·a da un ~i re-cl i rnUore (ten . colonn. o mngg .) e per la lllll't<~ amministrativa da un c;,1po uffi c io mnmini ·trazione . Dall' ottobre 1939 a l settembre HlJ3, in conseg11 cnr.a {le1Je a cc-resc·iute ncee ·!-'ità clcriYallti cfallo stnto cli neutralità arm ata e claJJa partecipazione deJl'ltalia a1li1 seconda gucn n mondiale, t utta l'orgatniir.zazione del Centl'o s ubì un forte incremento. Le sezi01ni, rette cla. cnpita ni, ma ggiori o tenenti colonnelli del Servizio tecnico , furono pol'tate da q1u1ttro acl otto . Dc-lle nuove sezioni una si interessò esclnsivamente di esperi.e11ze con i m;:1tcriali <li. pre da bclJica , un a cli csperie11:r,e ron cariche cave e clue esclnsivmnente cli tollnudi, tette queste ultime dn nfficiali

di complement o. La clil'ezione restò affidatn nno all'lL. .194:2 ad 1w coloJrnello del S . 'l'e.A . e clH tale epoca ad 1111 maggior generale di ~n·tigliet'ia del S.T e .A. Il ,i<'e-dh<•ttore fn sempre 1.111 t en . colonnello del S.Te .A.. P.fficiflli -cli ausilio (rn;:iggiori e tc•n. coJonn-.) furono preposti a lla. disciplina ·del Poligouo e<l agli altri servizi generali non tecnici. Per i vari servir.i. di gu arnigione e <1i Poligon,o, il Cein tro disponeva d ella « compagnia e!;perienze » (l "), la q,ialP. provvedeva anrhe all ' a ddestramento delle l'e<:l u te . Dal 1939 al 1943 a nelle il n umero cl egli ufucinli tecnici e la l" « compagnia. esperienze» snbirono u n forte incremento. Nel settembre 1943 erano effettivi al Centro: Ufficiali tecnici con nwnsioni tecniche n. 13; Ufficiali d'ausilio 11 . 18; -

9-1:9 --


GLI S'l'AlHLtl\1EN'l'I DI ARTIGLIERIA

Sottufficiali n. 32; Milit ari di trulPpa n. 489. Norrnp1mente i milital'i, oltre a disimpegllare i comuni servizi di guarnigione, comcorrevano nel servizio esperienze come telèfornd.sti, goniometristi, ai11to-arti.fì.ciel'i, a1lievi. opel'ai, ecc .. Il servizio elci pezzi ,·enirn disimpegnato tota lruente da person ale civile. I mezzi di cui il Centro disponeva , per lo svolgimento della su atthità, erano vari, di 1111tura e di nnmero. Era provvisto infp. tti, cli : - una piccola officin.-1 m.ec-canic:a 1per ripar;uioni tli lieve e1J tità ai vari mater·iali, ricinturn1.idne p roietti. ecc. ; - .u na piccola officina <li la ,·orazione in legno per lavori snssidiari, confezion;:imento di bersagli , ecc. ; - un laboratol'io artificieri per J,e diverse operazioni reth'e alla preparazione delle munizioni per i t i1'i; - un antoclr::iippello con anA1,ess1-1 u,na piccola officina che provvedeva alla man utenzione del m!lteriale automobilistico ; - un termostc1to per riscaldamento e condizionamento polveri ; - uin frigorifero per refrigerazione polveri, oppure per adeguate 1prove di conserva1.ione di artHìzi vari in tali coudizioinii; - una centtrale cronografica, destin[.lta alle misure <l.i velocità [>er le batterie interne; cabine cr onografiche in due delle batterie esterne (Sia cci e Hianeai'cli); - tma piccola stazione metereologica ; - una sala di <'Ollau clo e di esperienze dot ata di attrezzat ure vHrie per la determinazio11e del (·entro di gravità e per la misul'a, dei momenti t1 'i11er1.ia dej proiettili, uonchè di un osoi:Jlog1·afo a teJluln foto elettrini.; - una, b~tteria di forn i elettrici per ricottma dei bossoli. -Disponeva inolti·e : - di due polveriere : mia ilTlterna, adiacente al lHhoratorio artificieri, ed una verso mare ; - di magazzini vari per l'icoYero delle artiglierie <li uso qnoticlhrno e di tutti i materiali 13d esse relativi ; ·- 950 -


IL CE'NTRO ESP IWilsKZE AI(TIG-LI.ElRIA DI NET'.rUNO

- di un magazzin,o << museo )) per la. conservazione dei materiali non più in servizio o es:perimentati e non adottati ed, ancora, clcgli esemplari di complessi esperiment;:iti adottati o in adozione. 44. - Nel periodo 1939-1943 tutta l'µttrez7,atura del Centro venn<~ potenziata, sub~ndo un buo,n, incremento sia come dota-

zione di macchi:ne utensili e sia come attrezzatur;:i di Poligono. P ara11elamente a tµle potenziamento, vi fu un forte incremento di costruzioni edilizie (capannoni adeguati ;:tll(~ n uove esigenze ed alle maggiori attrezzature dei laboratori e del P oligono di tiro; costruzione d iuna rete stradale colfogante, t ra, di loro, gli osservatori de.ila lin ea a terra e tutti gli osserv;:i,tori delle linee a terra ed a. mare con la strada assiale del Poligono. L'im,tensificarsi cl.elle attività ed i sem1pre più vasti compiti affidati al Centro Rsperi.enze richiesero ogni µ11110 l'assunzione in scrvi?:io di nuovo persona le; nel 1939 la. maestranza si compo neva di 222 unità ; nel settembre 1943 era salita a 52-0 unità. Compito principa1e del Centro era quello della esecuzione dei diversi tiri di esperienza relativi all'adozione di nuovi materiali ed al migliora.mento dei materiali esistenti (tiri per la coropila:;r,ione di tavole di tiro, per la messa a punto di complessi di artiglieria, cli esplosivi di lancio e di scoppio e di artifizi va.ri) 1nonchè dell'esecu½ione dei tiri cli collaudo dei m;:iteriali e delle muni?:ioni prodotte tanto dall'industri.a privata quanto dagli stabilimen<t1 mihtari. Di conseguenza, J'att1v1t::ii del Poligono Bsperienze cli Nettu110, m arutoma. a.lJe cliverse esigenze di studio ed alla ip roduzione di materiale bellico, fu quanto mai complessa e l aboriosa. Subito dopo la !Prima guerra mondiale segul un periodo di riorgan izzazione con una grnduale rip1'esa delle esperienze per provvedere, quasi pa1·allelarne.nte, tanto alla revisione e alla rimessa in efficien7.a dei materinli e delle munizioni <li preda bellica, quanto ·alle prove inizi.ali con i nuovi materiali messi allo studio sulla bnse di -direttive sorte dalla. esperieinza di guH·ra. -

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GLI STAOILDIEJSTI DI All'l'IGLU:RIA

Col procedel'e di quc. ti studi e de])e prime realizzazioni si ebbe una sempre maggiore attività, del Centi·o, specie negli an11i precedenti la seconcla gn 0rra mondiale.

I diversi stucli e le esperie1n ze dell' innuediato dopo-guerra , hrnto suJle armi quando sull e unmizioni, fornirono nna lnrga messe di elementi e di da ti che costituirono htise per il proseguimento degli slessi e !Per Je r c11li7.zazioni clei. più moderni mate r iali adottati in servizio negJi a1nni prec·edenti. la seconda gucrTa momliale. Fra i IJ.)rincipali mn teriali esp0rirue11tati nel .. oprneitato per iodo, sia direttnmente du l Centro sia chi appositt• Commissioni, presso o r<m l a collaborazione del Centro, sono da segnalarsi, in ordine di C'Hlihro: - mitrngJiatJ:·ici cal. , . ; mitragliere C!ll. 1.2,7 V ickcrs e Safat; mitrnp;liera cn l. 13.2 Hotddss: cann oni milragliern Cl:11. 20 vVa:ITenfahl'ik; Oerlikon, Brecln e Rcotli (moclificata Isotta Fraschini); initt'agliera da m / m. XT Colt; cannone dn 37/ 40 e c nnnone elfi 37/ 2G sn eano annato : cn1rnonc cla 47/ 32; cnrn11onc (la 45 per cnni m·ma ti : cannone da 40/ 60 ungherese ;cannone da 47 I.T .JVL : obice dn 7!i/ 34- mocl. 34 <' mo<l. 35: obic-e ,da 75117 A nsaldo: ca nnone dn 7:'">/34 mod . 37: cainnone dn 7:5/45; canno11e da 75/46: ca.m1one clA 75/ !'i O; obice cl!l 100.122 (con vari tipi di rigat.Ul'a); <·anna ne cla 105/ XZ; cannone da 10~/ 40; obice da J4fl/ J9 dell a. 0.T.0.: obice da 1,1% /20 de'lla AnsnJil o : ol,ice da 149/ 11 <lella Ansilldo: qurnone dn 149/ 37 clelJ'Arscnnle di Napoli: can none ,d a J;~9/40 deJla Am-aldo: obic-e cl n 2J0/ 21 clelln 0.T.0.: obiee cln. 2L0/2~ òella Ausaldo: - lanciHbombe Stockf'i:. cnl. 76 moditìeato , lanciabombe ftvan caricn e rrtrocinica Sam}1ia, mortaio da 65 rigato Ansaldo, mortaio da 45 mod. 35; la1nciabombc da 81,5 mori. 92!) e da 82,G mocl. 929 tipo Direi'.. Snperiore , mortaio ,cln 63,:i Direz. Surr)erfore; lanciabombe da 81 mocl. 35. Vennero ilio ltre eseguite : - pl"OYe varie per studi cli freno di bocca, a<'ccrtm.nenti per l a. rieerca di rigature più idonee iu varie bocche da fuoco; ~dattamenti n traino rnec·c·a11iC'o: stncl i di omep:gio materiali Jeggel"i., pi-ove ri ,comportj:lmento di tubi animH sfila bili. per boe~ - - !)52 -


IL Cl'll\"TRO ESPJ.ill! l l(N ½E; Al:TfGLIEHlA D,I N E'('l'U~O

che da fuoco contraeree e medi e grossi ta libri: prorn di messa a punto ,d i fren o e di recnperatori ; espe1·imenti vn l'i di modificazioni e miglioramenti negli affusti dei materiali esistenti; studio di nuoYe installazioni; - prove per la realizzazione di nu ovi proi ettili cli forma migliore, per ll1tie le b. da f . ; accertamenti sul c:omportaruento di proietti speciali, determinazioni di polvere fredcle; pro"lre eon spolette a percussione, a fun zionamenti vari, a tempo e a doppio effetto (meccaniche e piriche); prove per il miglioramento della. cntena incendiva della carica di scoppio dei ,·ari proiettili. D al complesso degli stncli e delle prove eh cui sopra ris nlta 1·0110 adottati i seguenti ruateriali : a) Q(lm1cmi :

- c:rnnone mitrp p;J:iera <la 20 mocl. 35; obite da 75/18 mod. 34 e mod . 33; cainnouc da 75/ 34 mocl. 37 : caunone da 75/ 46 rnod . 34; obice da 149/ 19 mod . 37: qumoJte da 149/ W moè. 35; Pbice da 21.0/ 22 mocl. 35. h) M1ltndzforl!i :

- granate mod. 32 e granate a doppio effetto mod. ~2 per quasi tutti i calibri, spolette a t<-mpo e a doppio etfotto mod . 32 e mod. 36; spoletta mel'<:a nica a tempo : spolette n perCl1s. ione I / 35 e sipoletta 11 percussione I / 3.. ; caricamenti Yari, innescamento con detonatore acl alto esplosivo. Oltre alla sua nor1m1le atfo·ità. il Centro, nell'immedinto <lopo guerra (p1·imn guena mon diale) ebl>e l 'incm·ito drlln dil'ezione d<'i corsi aJJievi a rmaiuoli e corsi artifideri. Snccessivamente t ali <·01·si furono smist ati rispet tivamcll1te il primo ,p resso la F.A. cli 'l'ern:i e Paltro presso il Ln b. Caricamento Proietti di Pia,cenzn. ParalJel~mcnte alla ripresa ùelle esperiem,e, a umenl nndo l' attività clel Poligono, specie in vista delle proYe con artiglierie di maggiore gittata, sorse la necessità di i-kerc:a1·e e 8istema re 11uove ba Ltede esterne e riorgainizr.are e migliorare quell e interne esistenti. Fu intesa altresì la necessità. cli disporre di 01uovi magazzini e successiv~m<inte di trasformare molti dei locali esistenti aventi cara ttcre cli pl'ovvisol'ictà, in lccali pe1·maneJ1 ti , in muratura . -

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Pig. 195. - .:--ettuno: Centr o esperienze artiglieria (battel"ia <e Biancarcli »).

1

li'ig. l!:Hi. - Nettuno : Centro esperienze ar tiglieria

(batteria « Gril10 >1) .

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IL CEN'.l'HO l•:SPEHlE~ZE AH'I'IGLIE'RIA DI NE'I'l 'U::-10

Sorsero cosi in or-d:ine di tempo : l e batterie : « Sfacci )) ; « Biancardi )l e cc Cavalli )), ,postate rispetti.va.mente a Km. 14 . 12 ~ 19 drca dal seg:n,fl]e della cc Scafa )) (limite estremo del Po~ ligono). Le batterie Siacci e Biancardi furono provviste ciascuna cli una coppia di antenne a traliccio per misure di velocità (1923-24 l a prima, 1933~34 la seconda), nonchè cli un locale in muratura. per gli fll'tificieri. Oltre le precedenti batterie esterne furono impiegate per al~ cuini tiri le postazioni denominate : Batterie M:attei (Km. 23 circa dalla. Scafa), Batteria Zucchetti (Km. 11 circa ·dalla Sc,:lfa), Batteria Giovarnn,etti (Km. 17 daHa cc Scafa ))) , costituite queste ultime da sem~lici segnali trigonometrici che ne im1ividua110 la posizione .. Furono riconosciute anche e segnate varie altre postazioni sulla cosi.detta cc linea di tiro clella nuova Batteria ll'fattei J) ri spettivamente alle dista,nze di Km . 25 ~ 16 . 19 dal segnale dell;:i. <e Scafa)). Fu dato aJ1che sviluppo tanto alla. costruzione di nuovi magazzini per- artiglierie <llrnnto alla sostituzione di al.ti-i esistenti. Per le Batterie interne furo no eseguiti l;wori di sistemazi.one della batteria bombarde ora Saint-Robert; della batteria trupe~ zio ora Grill.o; della batteria canno1ni, in seguito Cavalli; della batteria velocit,\ residua, ora Filangieri; inoltre furono eseguite le costruziollli a nuovo delle batterfo Sollier, Bonagente, Bi;rnchi e Parndi. Per il servizi.o di osservazione furono poste in opera 13 blimlè in ac·c iaio; blinde analoghe furono piazzate nelle varie batterie. Il laboratorio /:).rtificier\ fu dotato di quattro riservette destinate a lavori rp articolai·mente delicati, nonehè, ·d i apposito locale per il traballamento di proietti di grosso calibro. I n seguito furono esegni.ti lavori per :

- la costruzione {li due r-iscrvette adiacenti al la b. artificieri, destinate al ricovero di esplosi vi dirompenti; - la costruzione di un adeguato locale per uso di centrale cronografi.ca capace di 4 cabine, ciaseuna per una co1Ppi;1 di cronografi; -

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Fig. 197. - :s<rtruuo: Centr o esprriem1e ar t.ig liel'ia (batteria « S0llie1· »).

F ig. 198. - Nettuno: Cemr o esveriell7.e a1·liglleria (butteria « li' ih1ugieri ») .

05G -··

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IL C' ENTR O ESPim U:l\ 2E, AJ!TIGLIEHI.\ o r XETTH :'\O

- la ~istem azione cli 11ina u llova batteria <.: h e prese i1 n ome del gen . Cayn]]i i u località S . Anai-:tasio, lungo 111 stl'ad,1 AnzioArdea (Km. 8). Nel peri.odo pl'ece<Jènte e dnrnnte la. 2• g ncl'l'a m ondiale . limitalamenlc alla data dc>11'8 settembre 194.3, furono esègnite num erose esperienze ehe cosli.tuirono la bllse pe1· le realizzaz.ion i dei U111teriaJi adottati nella guenn stessa . P ri:ncipalmente . sturli e p r oYe rigu a rdarono: si temazioni oecasi.onali i.11 legno per aclattamento d ei ma teriali. da 75/ 27-DOo e da 100-17 Al t iro ron tni t• rei; - scomposizione del ramno ne da 210/ 22 in <:lHi r.hi su canelli cingola t i per il ti-pin o in mont agna . piattaforma iI>er cam1one ·cla 152,'45 ch e consente il tiro i-;u nn settor e cli 120'"' in di r ezion e - piattaforme di tiro circoli:He leggere per i rru1k1·in Ji da 7!'i/ 2,-Dn ; 73-27-90G ; 100/ 17 e 105/ 40 (Per consent il'e il tiro antfrarro con settore cli t iro, i n direzione, d i 360° - pro,·e prelirnin;-11·i e d i omologazione cli p illttafgol'me trfl in abili per com!plessi da 90/ !53, p1'ese11tate cla]]a Motomcccaini ca, dall:i TYitta Ansaldo e ·dalJ.e Officin e Ileggfan e ; - ada ttamento della mitn1gliern da m/ m. 20 Breda sn autoca no Spn 25 - ada ttanwnto <li ruote gommnte e ~tnclio ,dell'ancoraggio della b. cla f. di tnle eomp1esso, per consentirne il trai no mecc:rnico - nclatt!)men to cli 1·uotc• gmnmnte agJi affusti eampaJi dei. camioni da 75/27-90G; 75/ 27-911; 100/ 17 mod. 14 e 75/ JS; - traino di due t i pi di ca ssoni per muni::doni <la 75, atti al troi no m cc·eanico, anc~sti.ti il pri mo clall'A..R di Torino ecl i.l 2° dalla Off. Automobilistica di B ologn~ - traino meccuuico <lel complesso da 14!)/ 19 S(~n,za avantr en o; - sostit n1,io'l.1e dei li quili frenanti i n m olte ad.ig;liPri<· cl i preda bellica e<l in specie nel ] 05/11 cla mollt. e nel J05/ 1:i camp. francesi - sostituzione clel liqui<lo frenainte r·egolmn entar,e con il liquido Rraund tedesco negli or gani elasti<.:i d elle a.r·tiglierie d estinate all' Annir; - costruzione ,cli cofani per· 3 bombe J acli.in o ·da mortaio da 120 - s t ud io e pwre preliminari di caccia proietti Oolarossi per tutti i calibri ; - tiri col fu c-iJe mit1' aglie1'a da 20 Sol ot ltmn - tiri con i seguenti ma teriali i nstallati su carri armali : (·turnone clil 47/ 40 : -

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GLI STABILIMEC'l'l'I DI ,\RTIGLIERI.-\

obice da 75/ 18; carnn,one cla 75/34; cannone da 105/ 2is' - tiro c:on un complesso da 90/ 53 1nsta1lato su autocarro blitnclato: - prove preliminari e di . omologazione di complessi dg, 149/+9 installati su autocarro - tiri col cannone anticarro tedesco cla 75 mod. 41. - tir-o con la mitragliera. da 40/60 Bofors e con l a centrale di tiro Gamma, avuta dpll'Ungheria - [Jrove preliminari e di omologazion,e cli complessi da 90/53 su affusto a cande liere a. penno fisso e su affusto a. candeliere. livellabile - prove preliminari e di. omologazione di mortni dsi 120 presentati. dalle dìtte Oerlikon, Branclt (Francia) e I<'ranco (Spagna) - tiri con i complessi tedeschi da 88 e.a. su piattaforma mobile da 149/28 e dµ 105/40 su affnsto cam.ipale - prove preliminari e di omologazione di un, com.plesso da 105/ 40 studiato dalla D.S.S.T.A. - tiri con un complesso da 210/ 22 mulTlito del freno cli sparo moélifkato daH'Ungheria - tiri con tutte le artiglierie di preda bellica francesi, greche, jugoslave e russe allo seopo di accertarne l'impiego con il munizionamento italiano dello stesso c11libro ; estesissime prove di tiro con ,p roietti perforanti; E.P. ; E .P.S. - tiri di collaudo della. quasi totalità dei materiali bellici allesti ti dalle ditte private per i bisog,ni di guerra ed in ispecie collaudi di. polveri, cli sipolette, ,cli proietti !Perforanti B.P. ed E.P.S., cli bombe da 81, ecc.; - prove. prelimintlri e <li omologazio1J1:e di congegni di puntamento per il c;rnnone da 210/22 ptesentati dall'Ungheria e dal Laboratorio di P rec. E: cli Roma - modifiche agli otturatori a vite da 120/21 e da 149/35, tendenti ad eliminare g]i inconvenienti della 1possibilità -cli tiro con otturatore 11011 avvitato, e relativ(~ prove prelimi,nari e di omologazione del congegno stesso. Inoltre, furono svolti corsi <li addestramen,to - su ma.teriaJi da 149/19; 149/28; materiali di !Preda bellica e relativi munizionamenti - ad ufficiali. destinati alle unità cui erano destinati quei materiali. Il l'° .C entro Esperienze Artiglieria. cessò og·ni sua attività 1'8 settembre 1943. Nel periodo successivo a tale <lata, e fino al l'epoca della. sua ricostruzione, ogni cosa - rnacchin,ari, artiglierie, armi, munizioni, utensili, immobili - venne distrutta -- !)58 -


IL CEKTRO ESI'ERlENZE AHTIGLTERIA DI NE'l"l'U :-/0

a,d opera dei tedeschi prima, degli an,glo-americani dopo ed in mf1ssima parte da persone del posto. Affinizio della sua ricostruzione era tutto un ammasso di rovine.

r--·--- · ·-· ·---·- . ----=

I I

Federico Capaldo

Giuseppe Aiello

G uido de Cornè

Fig. 199 . • Direttori del Centro e.spe1·ienze artiglieria cli Nettuno.

45. - 1 Direttori <.l'Cl Centrn Es7)er-ie11:'<e .A:rtiglieria. di Nettuno (J.921 -1943):

Colonn. Facino

MASCARE'fi'I

1921- 3. fi.1923 Coloin,n. L;:imberto ÙAPFJCCHI 5. 6.1923- 7.10.1924 Colonn. Giovanni 'l'ESIO 7.10.H)24- 3,12.1925 Colonn. Lamberto CAPECCHI 28.12.1925-22. 6.1927 Colonn. Vittorio PALLmn1 . 3.10.1927- G. 9.1930 Ten . colonn. Federico C.n' ALI>O . 6. 9.1930-25. l.] 931 Colonn. Michele PITTONI 19. 2.]931- 2. 7.1932 Ten,. colonn. poi Colonn. Umberto D E L UCA 28. 7 .1932-21.:12.1935 Colorm . Antonio PASSARELLI 8. 1.J.93u- G. 8.1938 Colonn. Giuse!ppe AIELLO . 1. 9.1938- 1. 8.1.941 Colornn. Raffaele CARDELLICCHIO 1.12.l941-l5. 6.1942 Oolonn . poi Magg. gen. Guido Dr,; COHNÈ . 15. 6.1942-12. 9.1943 ·- 959 --


GLI S'l'ABILI:M:ll,NTI OI ARTIGLIERIA

s IL CENTRO ESPERIENZE ARTIGLIERIA DI CIRIE' 46. - Organizzazione del Centro Esperienze Artigl!eria di Ciriè. - Attività dal 1918 al 1943. - 47. - I direttori del Centro Esperienze Artiglieria di Ciriè.

46. - Alla :fine del 1918, presso il Centro Esperienze Artiglieria di Oiriè, le batterie e postaztoni in completa efficienza. o con la possibilità di divenirlo senza lavori eccessivi, erano le seguenti: cc Batteria. Sollier >) - « Batteria Oordero ,d i Pamparato)) (ex Ba.tt. Duca d'Aosta), entrambe corredate da abetelle metalliche e cro111ografi. Le Boulengè per tiri con misura di velocità - <e Batteria Saiinit Robert >> - « B atteria Gen. Cavalli>> e<< Batteria Bianchi )). Durante il periodo 1919-1943, per q uanto il maggior l:lvoro sperimentale venisse assorbito dal 1° Oea1tro Esperienze di Nettuno, è degno di nota anche l'attività che fu svolta al 2" Centro Esperienze cl i Cirié. 0lt1'e ~lle numerose prove espletate per la compilazione delle tavole <li tiro, rigu ardanti priin:cipalmente le bocche da fuoco a1:striache di preda belliea che inmarono, dopo il conflitto, i nostri reparti d'artiglieria, furono eseguite amche numerose prove sui diversi materiali in servizio per collaudo di modifiche ai vari org;:ini; sullé ~iù diverse cariche di la ncio; sulle qualità balistiche delle polveri; sui proietti, sulle S[)Olette; sugli inneschi, ecc .. Degni cli nota alcune esperienze condotte 1nel 1921-1922 s-u un t urbo-cannone da 75 : furono definiti i dia.grammi ùelle [)re.ssioni e furono eseguiti t h·i per l a ricerca della carica che forniva in culatta, la pressione di 1600 atm .. I risultati furono i1ncerti e le prove non condotte a termine. Circa le esperienze condotte sulle bo0che da fuoco <li nuova adozioa1e realizzate nel decennio 1933-1943 ricordiamo, fra le altre prove, quelle eseguite sui seguen ti complessi : -- 960 _,_


.l!'ig. 200. - Ciriè : Centro espe.r ienze artiglieria ('l'i1:o contro carro armato da 12 tonn. con proietti da 47/82 E.N.).

Fig. 201.. - Ciriè : Cen tro esperi enze ar t igli,~rta (Tiro contro carro armato cla ili'i tonn. con proie t ti ,fa 150/ 28 e da 149/ 12 E .N.).

6l

961. --


GLI STABILIMENTJ DI ARTIGLIERIA

cannone da 37/ 40 (1934) ; ,canno111e da 75/ 46 (1939-40) ; cannone mitragliera da 20 (1940) ;, .cannone da 105/32 (1940) ; obice aa 149/ 19; ed iin :fine : obi.ce aa 210/22 (1940-41).

Amilca.re Bruna

Giov. Ba.ttista Comercl

Bosforo Capone

Fig. 202. - Diret tori del Centr o esperienze a rtiglieria di Ciriè.

47. - I DireUo·ri del Centro Es11erie11.rze i:1.1· t·iglieria a:i (Ji,r·ié (] 919-1943) : Colonn. S~lvat ore FARA P uGGIONI Colonn. Giov. Battista CoMmRCI Colonn. Umberto AGOSTONI Colonn. Raffaele P ASCUCCI Golonn. Amilca,re BRUNA COlo~,n. R oill0'ro E.AGGIO Ge:n._ Bosforo G..fP'ONE "f.

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· ·:-..

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sett. 1919-nov. 1922 marzo 1922-gennaio 1927 gennaìo 1927-sette. 1930 marzo 1932-maggio 1935. marzo 1936-ott. 1937 dÌc. 1937-nov. 1941 m·a rzo 1942-dic. 1942.


N01'A BIBLIOGRA.FICA.

La presente Opera è esseuzialmente frùtto di compilazione. :Non poteva essere diversamente. La, cura di evita.re giudizi prematuri, lo svHuppo dato alla, esposizione elci concetti tatt ici e delle teorie scientifiche volta, a, volta, domin anti nei singoli periodi, le ampie documentazioni su quella che fu la nostra regolamentazione ufficiale - e tutto ciò nell'intento di dare una visione pano1·amica . della. vita della nosti-a Arma dal 1920 a;I 1943 - hanno costretto a riprodurre pensiero e molto spesso anche pai·ole altrui. Quando è stato possibile nello stesso testo si sono fatte accur ate citaziorri cli fonti; ma talvolta per- am.ore di brevità e per esigenza, di scorrevolezza nella esposizione, il ri.fer iriiento della, fonte è stato omesso. Qui ora, mentre se ne chiede ve.ni a agli Autori, si cerca di colm:ue la lacuna,. (.}nesto volmrn~ - per ht sua, mole nella media degli altri del Montù - eomprende quattordiei capitoli. I primi quattro espongono la dottrina e hL r egolamentazione tattica della nostl-a Arma dal 1920 :fino all'inizio della seconda guerra mondiale : dall e questioni genera.li i1npostate subito nella comune aspirazione alla g1wrra di movimento fino fLHa, concezione· di una guerra cli rapido corso con la qna1e entrammo nell'ultimo conflitto mondiale. Cogliamo e mettiamo in rilievo i motivi domina,nti di questa pa,rte ehe magari può sembrare eccessiva, ma ehe è giustifica,ta, dal fatto che essa, riflette pr oprio la trama sn cui fu tessuto tutto il nostro addestrament o materia.le e spirituale dj un ventennio. e che condizionò ecl ispfrò insieme l'organizzazione delle unità gra,ndi e piceole e l'apparecchiatura. dei mezzi. Dunque, aspirazione alla, guerra cli movimento, :fino si può dire da,l l'atto co1iclusivo della guerra 1914-18, la battaglia di Vit torio Veneto; ma con l'ingombro m<~ntale cli almeno tre anni d i esperienza, -

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NOTA BTBLIOGI!At,"ICA

di guerra. di pos1z1oue. E consta fazione di nu fatto : la prern lenza delle a1·mi dell:1 difesa e quindi le J)ermanenti insuperabili difficoltà dell'avanzata della fanteria ftHH'i del più st.1·etto appoggio del l'artiglieria. Da, qui i problemi del1a cooperazio11 e. Ohi scorra i quattro <'llpitoli cni ci riferia mo ,e<ll':\ che tali problemi furono davvero crucia li e attrossero il più appasslouato in teresse degli scrittori di tattica, e la cura pjù miunziosn, e~ persistente della regolamentazioue. Finchè si giun se - o si credette di giungere : ma conveniamo che di più non si poteva fare - alla soluzione costituit::i, (1035) dal nnorn arm::unento della fanteria la quale ebbe allora per la prima voltt1 in proprio bocche da fuoco a, tiro ctu·,~o e a t iro teso con proirtt.o scoppiante (i mortai da 45 e da 81 e il cannone da 47) . L a somma cli questioni che così. abbiamo sfiorate ebbe vasta lettera:tum e, a iutegrazione delle n ecessariamente poche citazioni contenute nel testo, r ico1·<liamo : - anzitutto il volume di :llario Oaracciolo: Come combatte l'artiglieria, ed. J 924; - quello di. Claudio 'l'rezzaui: Impiego delle minori m1itù, delle varie armi nel combattimento, ecl. 1923 ; - e ancorn del T rezzani : Manuale di lattica e sci-vizio in guerra, ed. J 929 ; -• e gli m·ticoli apparsi 8U tale a1·gomento s ulla Rivista d'Arti glieria e Genio, s ulla Rivista )Iilitare Italiana e specialmente snll'o1·gano delle Scuole Cen:trali :òtili tari cli Civitavecchia, « L a Cooperazione delle Armi))' il cui st!'!Rso titolo ria.fl'erma il principio ca rdinale di tutta Ja nostra dottriua Lattica. L e questioni generali p i-esentate fin dall'inizio riflettono inoltre i problemi della closatma clel l'artigliel'ia n elle grandi unità e specialmente nella Divisione e qnincli le p1·oposte p e1· nn razionale riordinamento dell'artiglieria, sulla ba se dell'esperienza di guerra <la una pa1·te, e dall' altr a delle nuove , ed ute che già, si prospettavano . Per il pl'imo argomento dobbiamo citare il br ill ante studi o apparso sulla Rivista cl' Artiglieria e Genio nel 1924 di Ferdinando Gelich, studio sul quale i:impiamente ci si.amo i:ippoggiati; e per 11 secondo l'ampia cljscussione, accennata nel nostro testo - in cui sono anche 1·iportate le relati ve citazioni - fra l'allora ,ien. colonu. Lavian o ecl il gen. Gìm·b: per quel momento dtrn in<lil'izzi, uno più spinto,

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964 -


NOTA IHBLIOGRAFICA

dire>mo anche pii) moderno, l'altro più moderato . La saggezr,a realistica del vecchio artigliere che tempera ed integra la bri l laute audacia clel giovane. E quindi. la regolamentazione tattica,: - una fase che ,1bbfamo chiamata di ti-ansizione ti-a, la guena di posizione e la gnena di moyimento elle> contprende (e le abbiamo ampiamente riassnnte) .le Direttive per l'impiego cleJle Grandi Unità nell'attacco e nella difesa, che uscirono proprio alla fine della gunt'a - nel settembre e nell 'ottobre elci 1918 - ; le Noi·me per l'impiego deU' Artiglierfa. (1921); e la prima npertnra v<>rso un vero rinnova.. mrllto tattico seguata dalle circolm·i Baclogl-io del 192G (n . 2'700 e Il. 2 00). - alt r a. fa se che è il period o in cui si aifenna, definitivameut·e la divisione terna.ria e ci si. orienta dsolutamente verso la gnet·ra. di movimento. Esp1·essione di tale periodo sono le :Korme geiicrali 11er l'impiego delle grandi unità e le Nol'lne per l'impiego tattico della, clivi. ione, del 192 . Anche queste abbi.amo riassunte ampfruneate pcr chè documentano un a, lunga fase cli studio e di addestra-mento e ci danno modo cl.i fotogrnfare - per così dire quelle elle erano le concezioni tattiche dell'epoca. Jn tale riassunto, poichè nou esce aneor a una nuova. e coo1·dinata istruzione sull'impiego clell'artiglieda, ci soffermiamo specia lmente su quanto le Nonne stesse prescrivono nei riguardi dell.' ari iglieria, pòtendosj dire che in certa guisa esse Norme abbiano voluto ancbe sostituire una specifica istruzione ù i arnrn. E d in que>sto riassunto ci si amo serviti non solo del testo delle Norme ma a,l tt·esì del commento dei principali scrittol'i <' maestri di tattica del tempo. - la. :terza fase in cui - 1935 - si aperse il nuovo - l'ult imo - i.udi.rizzo ta,ttico : quello che prese nome cl.alla guerra di nipi.llo corsoJ concezio11e elle volle essere molto di più della. guerra di movimento e elle ebbe nel Cttmpo del l'orùinamento sua t ipica espressione la dfoi.si011 e binaria, così. come> la <'O ncezionc precedente a.vevn, avuta come espressione la cl·ivisione ten1aria,. Anche di questo periodo clia:1110 in ampi 1•ia1,sunti. la, regolmnentazionc tattica :fondamentale si.no al nuovo testo dell'« Addestramento dell'a,rtiglieria : L' A1·tigJieria J1el combattirne11to JJ , ed. 198'7, che, a, sedici anni cli distanza, sostituiva le« Norme per l'impiego dell'a,rtiglieria n del 1921. -

...

9G5 -


NO'.L'A BIIlLfOGRAFICA

E conclndia.mo, ci sembra oppor:tuna,mente, mostrando in rapidissima sin:tesi le linee evolutive delì'a,rma. scm~lla, la Fantetia,, per far Yedere specialmente eome, dotata essa a,lla :fine in- vroz)rio di un armamento a tiro curvo e s, proietto scoppiante, sia stata svincolata, in larga misura, dalla necessità, di un minuto appoggio di fuoeo cl1e non era apparso agevole richiedere ed ottenere tempesti.va,rnente dall'a,rtig-li.eria; fatto che a.veva costituito il. problema di partenza, (e il più importante) nella. evoluzione tattica fra le due guerre mondiali. Anche per questo periodo riptoclueia,mo più o meno J.argamente il pensiero di. maestri. citandoli spesso - qua'li il Trezzani, il cle F'ignier, il Fautilli., il :òfarras e ancora cli altri per i quali tutti rinviamo lo studioso alle raccolte dei. nostri pel'iodi.ci fond.a,mentali: la Rivi'sta d' Arti.glieri.a e Genio e la, R ivista, cli Fant eria, che ne ospi t arono gli scritti. Ora crediamo necessario sottolineate l'irnporta,nza. che assunse la, Rivista d'Artiglieria e Genio nel pe1·ioclo c he stiamo esarnina,nclo. Essa, era sostan zialmente espressio11ci del l'lspettora.to d' Aeti.glieri:L Gli insigni Ufficiali che ne tennero la dil'ezionr - Ma.rio Caracciolo, Carlo Gloria, Francesco Bioncli-:M:ona, Giuseppe Pinna Oaboni., [ta l.o Oaracciolo, Michele Amatmo, Luigì Pinto - · ebbero alta benemerenza, per lo svilu ppo della cnltma tecnico-militare e per l'i mposti, · zione e per il contributo alh1 risoluzione dei. va,ri problemi cli impiego, di ordinamento e t<~eniei riguardanti l'Hrtiglieri.a,. Fin qui i problemi tattici. generali e Ja, regol.iunentazione tattica . ivfa l'artiglieria è in misura particolare applicazione scienti.:ficn :

iH questo senso, oltre che arma tattiea, fondamentale (allo stesso tì.tolo che il fuoco rn~lla, guena moderna è elemento t attico pri.neipe) ì'artiglieria è aema tecniea,. Un intero capitolo è dedicato all'Evol1.1,zione clelle sci.enze a.r ti,qUeresche e

ciezza tcc111ica dei 1nate1·iali cfol

1920 ct1l 1940. Qui non tutti gli argomenti sono stati approfonditi (:ome avremmo voluto: ma la nostra. Storia non può essere un trattato. Ci basti aver dimostrato come ogni settore di questa nostra complessissima scienza artiglieresca abbia avuto studiosi di a lto va,lore ed approfondimenti degni della, nostra tradizione. A i.ntegrnzi.one cli qnt~sto capitolo vogliamo però fare due particola.ri citazioni : una, per riconla1:e il volume del geneeale i\'.[iehele Amaturo: « Scienze Militari )) (Bompiani 1939) e l'altra l' articolo -- 96H -


KOTA RIIlLIOGUAftICA

del gen. libaldo Fautilli apparso in RivisLa d' Artiglieria e Genio, aprile 1936 : « Orientameuti per Ja, guerra cli movimento : 17 tecni· cisnio detl'a,rtigl'ieria, », nel quale a-rticolo <~ propdo una serena ed elevata messa a punto della qu<>stione riguardante la misura secondo cui l'arma di artiglieria è da considerare tecnica. In apposito capitolo - il VI - abbiamo esposto l'evoluzione dei nostri procedimenti di tiro. Lo studioso potrà scorgere come la nostra rego lamentazione, affiancata, e sostenuta dngli scritti e dagli insegnamenti presso le scuole, di valenti rnaestl'i, sia sta.ta mossa dal proposito pienamente realizzato - seppure come era logico che avvenisse. per approssimazioni successive - di clèn·e base rigorosa-mente scientifica ai procedimenti ed in un primo periodo {,1 bbasta,uza lungo : circa Hi a.nni) abbia insi stito per formare nei quadri una mentn lit,), tecnico-matemaLici;L che, non contrnst::wclo con le esigenze taWclie, anzi sussidiandole dell'ausilio di metodi scientifici, costituisse solido fondamento alle applicazioni del t iro. Più tard i (periodo successivo) le esigenz<~ tatti.che si sono fatte sentire con più imperiosa e urgente sollecitazione e l'ad destramento viene hnpostato su più spigliato (ma pur sempre razionale) indirizzo. I u conclusione un raggi.mito equilib1·io fra la tecnica e la, tattica; e per noi la soddisfazione di. poter constatar<~ ebe alla prova di una guerra durissima, in circostanze le più clisparat<.> . la capacit,\ p1·0 fessionale ~ espressione apptmto di tale eqnili.hrio - dei. nostri quadri sia stata. pari alla tradizione. Nel testo citiamo nomi di maestri. Qui r inviamo lo studioso ai numerosi articoli apparsi in Rivista cl' Al'tiglieria e Genio a commento dell' istruzione sul tiro e ad esame di particol ari p1·obl<~mi dovuti al Baldassarre, al )fontefinale, a Caracciolo Mari.o e a Caracri.olo Ita lo, al Geloso, al Marras, a,l Giorgi., al de Pign ier, ~tl Fauti!U, al Oavi(·Chioli, al i.Vlorricone, al Ra velli, al Ba.lotta . ali' Agostoui ... Il ca:pitolo VII svolge l'al'gomento 1:orse più importante (o più scottante) di questo volume. Lo abbiamo affrontnto, qnesto a!'go rnento, pacatamente e non abbiamo cednto alla lusinga di facili 1·ec1·iminazioni postume. Ecco : fi uo al J 929 non si f:ece altro - e altro non si pot<~va, fare - che assestat·e e riordinare e migliorare il mnteriale di arti-

9(37 -


NOTA BIBLIOGRAFICA

glieria ereditato dalla guei'ra 1915-18. Con buona. pace cli tutti, clobbia,mo osservare ehe nemmeno aJl'ester·o a quel tempo si fece molto di più. Ci diffondiamo nel testo tuttavia snlle preoccupazioni clell~11 Commissione Supl'ema di difesa. per la ripercussio11e che il non oostru.ire poteva avere e aveva sulla efficienza delle nostre industrie di guerra e sulla, preparazion:e dei nostri tecnici, e sul ripiego propost o e non 1,otuto attuare cli uno stabilimento-scuola di costruzioni cli a,rtiglierfa. Per,ò dopo il 1929 v;i è una ripresa e si progetta, e si imposb1 la r·ealizzazione di un m,oclerno sistmnct cU arli.9lforie: il 75/46 e.a. ; il 75/ 18, il 149/ lD, il 149/ 40, il 210/ 22, ecc .. Si andò molto h~ntamente, è vero : ancora a m<~tà del 1937 gli esemplari prodotti erano poehi e nessuno di essi. eutrnto effettivamente in servizio. Se si dovesse scendere ai particolari, certo deficienze concettuali, di organizzazione, ecc., si potrebbcl'o mettere in luce. Ma ::L ehc pro? visto nell'insieme e dall'alto è tutto uno sforzo proteso a realizzare il possibile: gli uomini elle diressero ed eseguiro110, lavorarono tutti con la passione, con la fede, con la disci1.Jina, tradizional1 nel nostro ambienté militare e c·,he non sa,ppiamo se trovino sempre riseorrtro negli altri eserciti. Che la vittoria o la sconfitta dia.no poi diverso metro· di giudizio è nelle eose uma,ne. E qna,nto all'insufficienza dei mezzi finanzi a,ri disponibili e di quelli economici in genere, c'è d~L pensare che proprio dal '35 al '39 ci fu. rono la guerra Etiopica e quella d i Spagna. I dati che riporti.amo nel testo ·sono stati desun:ti cla documenti originali. Nel prossimo volume avremo occasione di tomarci sopra e quest i dati saranno perciò integrati ed illnmin}1ti dalla lnce dei ma,ggi.ori eventi. Nostre fonti da çui a bbiani.o attinto dati e notizie sni concetti ai quali ei si ispirò via via, pe1· la, realizzazione dei materia.li nuovi sono state : a) un fascicolo avuto in copia: dall'Ecc. il gen. Dallolio sulla proposta istituzione della Soiwl,<i per le costruzioni dj artiglieria; b) a,rticoli vari appa,rsi sulla Riv. Art. e Genio del gen . Enzo Ga,rrone e di altri e, per le nuove boeche cla fuoeo, specialmente dello S .T .J.L ~:I.;

-

968 -


N01-'A

8IBLIOGRAP.ICA

o) una relazion<~ sull'attivit;) produttiva della, Casa Ansaldo durante la guerra,, inviataci dalla Direzione della stessa, Casa: d) docnrnenti originali consultati presso l'archivio dell'Ispettorato cl' Artiglieria; e) il. vo lume Mùi,istern della P'roclttzione B eflfoa : « Cenni sullo sforzo sostenuto da.l Paese per la prodn½ione bellica nella, guerra 1940 -43 e sua entità nei coufroDti della gucna 1915-18. Potenziamento dell' indnst1fa bèllica dal 1939 al Hl43 ». A.bbiamo visti inoltre e H segnaliamo a ll'atten;1,ioue degli stucliosi, i volumi fondamentali per la conoscenza cli problemi e di fatti che lrnnno relazione con i materiali di artiglieri.a, :

Gen. C. F,\VAOnossA: « P<~J'Chè perdemmo la guerra»: Gen . TJ. SPIGO: « Premesse t<>.cnidie del.la. disfatta ll; e, per la, situazi.one economico -generale del l\u~se nel periodo fra · le due guerre mondiali: - Prof. A. FossATI : « Lavoro e produzione in Ita.li~1; - dalla metù, del secolo XVIII alla seconda guerra. mondia le ll . -

~

Il capitolo VIII tratta, della moto1·iz;1,azioue dell'a,rl:igl i.eria: essenzialmente degli stncli per sostituì te dappl'ima nel L'artiglieria pesante campale e poi in tutto i l resto clell'attigl.ieria., a.1 cava Ilo il. motore. Molto ci siamo serviti del magnifico volnrne de.I eompianto e moJto benemerito generale A.nge]o Pugnani : « Storia dell,1 rnotorizzazione militare italiana ll . Inoltre rico.ediamo gli articoli ehe lo studioso potrà trovare in Riv. Art. e G<~nio, del generale· Salvatore Gatto, v<~ro benemerito dell'adozione del t1·aino mecca,nico nell'artiglieria. ed inoltre gli articoli sn a1·gomenti va1·ii, connessi al la motori½;1,azi01ie dell'artigliei-ia, apparsi snl la stessa rivista e dovuti an eora al Pugnani. e a tutta una, schierf~ di g iovani te(;n ici. quali l'Arnione, il Cavalli, il 'L'atti. Il capitolo IX : anche sn qu esto capitolo richiamiamo la lJal'ticoJ.are attenzione dello studioso. Il p1·oblema della m.eccani½zazione fu problema dominante nel pc~riodo fra. le due guen·e mondiali e ne abbiamo t ratteggiato i termini c:on larghe visioni sugli indi.rizzi seguiti f1 ll'estero, p1·irna, e phì ehe in Italia . :Kon che in Italia tale problema. non sia. stato sub'..to conosciuto e seutito : le nostre riviste -

96!) ·-


N'O'l'A BIBLIOGRAFI CA

m:ilitari ci facevano segu ire dili.gE~uternente quello che aU'estero si realizzava e quanto da, noi .si a uspicava che si facesse. ;àfa in definitiva. giungemmo tardi. Oomuliq1rn ai fini della nostra Stori.a interessava far vedere come .la nostra regofa.me.ntazione avesse consi.derato (in atto o in potenza) la p1·esenza del mezzo meccanizzato s nl campo cli battaglia ai fini dell'impiego dell'a,rtigli.eria. E quindi guerra durante ~ la realiz:.mzione delle nostre a,rtiglierie semoventi. A. questi argomenti si collega quello dell'impiego delle artiglierie delle grandi unit:), corazzate, per il quale a,bbia,mo cita,to e ria:ssnnto nel testo uno studio del gen. G . De Stefanis . Lo studioso può per più a.m.pia conoscenza. di questi argomenti ricorrere agli arti.coli. : TaIDZZAN'I : « Cl'iteri d'impiego dell'art. con la Div. celere>>, Riv. cl'A. e G., 1932,;

I ::-,;rr,'ANTI<:: « Kuovi orientamenti della, guerra. terrestre . Contributo allo studio della mc~ccanizzazione in lfa.lia ii, Riv. cl' A. e G., 1934; TnEZZANI: (< L'artiglieria nel le unità celel'i e motorizzate Impiego . Materiale . O.t dinamento ))' Riv. d'A. e G., 1V36;

MANCINELLl :

« Antiea..1-ro )), Ri.v. cl' A . e G., 1938.

CAnAccroLo Italo : « Note sull'artiglieria. nel la Divisione moto· rizzata)) ' Hiv. d'Art. e G., 1940; BLATTO:

« L'a1·tigli.eria delle G.U. corazzate», Riv. d' A. e G .,

1940;

:;vrom: «. L'artiglieria nelle G.U. corazzate ))' Riv . d' A. e G., 1940; PIVAN'O :

« L'artiglieria cl<~lle G.U. celeri )), H.iv. d'A.

e

G.,

1940; ZANocco : « L'artiglicrit~ nella Divisione motorizz. e autotr. )), Riv. d'A. eG., 1941; LANDr: « Questioni :relative a,Ue artiglierie pei- Di.v. motor . <3 autotr. )), Riv. cl' A . e G., 1941; CAPPUCCINI: « Le idee s ulla fonnazione degl.i eserciti futu ri, ecc. )), Ri.v. d'A. e G., 1941.

970 .-


NOTA

!IIBLIOGHAFJ CA

Il capitolo X è dedicato all'artiglieria <:onti·acrei. Lt> iusuffi. cienze di rssa furono tra quelle che più pesarono durante la guerra ult ima . Noi esponiamo quanto in Itali.a s i fec;e . roeo, a nzi n ulla,, fino all:1 1·ealizzazione (rapida : benemerenza del la casa Ani<alclo e con essa del gene1·alc Cavallero) del 75/ -1:6. E poi ~li ulteriol'i passi ava.n ti, in verità modesti : la mitragliera da 20; il 37/5J.. Jnfine l 'ot timo 90/ 53 . Qua,nto a lle boec:he da fuoco è tnUo qui , ma il numero e specialmente l'apparecchiatura furono in s ufficienti. Xè poteva bastare il sussidio delle baltrrie da /56 avute dalla Germa nia ccl il dpiego de lle bocehe da, fuoco di prrda bellica . D rgli studi tenu ti prescuti. ed u tilizzati per la tratta'.ilionc dei va1·i a 1·gomcuti (concetti c ui si ispirò la: r ea Iizzazione del 75 / 46 ; descrizioni di bocche da fuoco, esposizione dei pl'iucipi di centr:11i di tiro, ec:<·. i segnaliamo: 01rro;,,;A : « Il ti1·0 cli a 1·t. e .a . », Riv . d'A. e G., 192!); B En;-;INI : « Considerazioni sui di,·ei-si s istemi per il tir o e.a. », Riv. d'A. e G ., 1929; B ,, TTAGLIJ\I : <e Studio circa l'impiego di un gruppo cli :ut. e .a . autocampale da 75 / '!.7 C.K. a difcFia di nua Dfr. i11 sosta e in rna l'cia », Riv. d 'A . e G ., 1930;

OA11xmvALrn : « Zone effi caci e zone morte nel tfro c·.a . », Hiv. d'A. e G., 1930; CA1u.: s1 : cc 11 cilindro morto nel tiro e .a . », Riv. d'A. e G.», 1!)30; B AHICHKLLO : « Le possibilitù del til'o f;.a . e i.l caso di tiro 1·asenRiv . cl' A. e G·., 1!)31; dc rwxrnn: « Considcrnzioni sulla difesa e.a. >l, RiY. d'A. e G., 1931; Bon SANI : « Cousiderazio11i s ulle zoue non battnte nel tiro e.a . », R iv. cl' A. e G., 1933; c.,sTAG;-.;A : « Coucetti d'impiego dell'art. e.a. >l, Riv. d' .A. e G. , 1931; P1~LLF.GHIN1 : cc 'l'uvole di tiro e .a . », Riv . cl' A. e G., 1984.; G1onar : cc Organ izzazione generale dei calcoli per t ir-o e.a . >l, Riv . d 'A. e G., l!>35; Bm•1,'A: cc Posi bilità, di tiro 11ell ' i mpi0go delle batt erie c:.n . a utoca mpali ll, R iv . d'A. e G., 1935;

te

ll,

-

971


NOTA illl3T,IOGRAF'ICA

R t:FFI : « A proposito cli calcolatori di tiro

t.a. », Riv. d' A . e G.,

1935 ; 130 1tSA:-.11 : « Note sul t iro cli sbarramento e .a . », Riv. d'A. e G., 1935; S .T .A.M.: « Nota, sulla, <Wganizzazione dei moderni materiali di. art. e.a.. », Hi.v. cl' A. e G., 1936; rucQ1:-ADI0: « Sul <:alibro delle art. e.a . », Riv. d' A . e G., 19~7; PIACQt:'ADIO : « Sui cnlcolatol'i per tiro c.f1. >>, Riv. d'A.. e G., 1937; E. DRO:\Ii\JI e N . CAv1ccHrOLT : « Note snl tfro e.a. » (Scuob cli Appl. d' A. e G.) . 1'orino, PÙ. 19.J.1 ; E. Dno:\nH : « Note s ulle ceut1·a li di tiro e s ui mate1·iali. e.a. rnodel'lli. >> (Scuol a eh Appl. cl'~- e G.), Torino, ed. HlH; 1)1:-0 Bon~Al\'l e Drxo GtLAROI : << l\Iaunal e dell'Ufficiale e.a. » (Comando 5• Legione }lilizia art . e.a., « u,. ·v iscontea>> , liil,mo), )lilano JD41.

J nfine pe1· i capitoli dall'XI al XIV nei qtrnli ci occupiamo: degli organi centrali di artigliel'.ia, _ delle scuole - del scl'v.izio t ecn ico di m·tigliel'ia - degli stabilimenti cli artigliei-ia, abbiamo tenuto presc11te, olt1·e a documenti che abbiamo potuto consultare nell'archivio dell'Ispettorato dell' Arma cli Artiglieria, gli A.nnirnri della H. Acca clernia e della 8 cnola di Applicazione d 'A 1'tigliel'ia e Genio (1926-19.J.2), la liemoria compilata dal Comando della Scuola cl' Applicazione cl' A 1·t iglierin, s ull'attività clelln Scuoln, cl' Applicazio11 e cl' Artiglieria e Genio da I 1920 al H)43, e la memoria pubblicata dallo stesso Comando in occ,isione del bicentenario dell,L Scuoln col titolo « Dalle R. Scuole teoriche e pratiche cli artiglieria alla, Scuola cli Applicazione di A1· tiglieria e Genio >> (16 aprile 1739 - 16 aprile 19~!)). Inoltre abbiamo consultato : una ì\Iemoria storica del Comando Scuola artigli<>.l'ia. contrnerei . Notizie storiche compi late dalle direzioni ch~i vari stabilimenti d'a1·tiglieria . Le Itclfl zioni delle esperieuze e dei t il'i eseguiti ai poligoni cli Nettuno e di Citié dal 192 ' al 19,12 - 11 carteggio della Scuola Allievi Ufficiali di Complemento cli Lucca - Gli. Aunua1·i, i Bollettini e i Giornali. Militari Ufficiali dal 1!)19 al 19-1:H - I clocnrnenti dell'al'chivio dell'ufficio elci generali presso il l(inistero della Difesa-Esercito . Una ser ie di rnemo1·ie storiche v1·esso l ' Ufficio Storico del Ministero delh~ D ifesa - Stato ìl'.Caggiore Esercito. -

!)'72 -


Indice del Volume XV Pag.

IX

P nEMIDSSA ÙAPITOJ,O PHii\fO

Qnestfoni genera.li

1

A - L'aspira~ione alla guerra cli movimento, pag. L - B - J/,u:tiglieria nelle Grandi Unit à (in particolare nella Divisioue), pag. 15 . - O - Studi e proposte per un r azionale l'iorctiuameu to tattico dell'artiglieria, pag. 31.

n Monurnento a.WA.rrna, di Artiglie>rfri . CAPITOLO SECO:'.'<DO -

38

La r egola,menta.zione tattica tlel{(i fci se cli

trcvn.isi.zione (tra la guena di posizi.one e hl guerra cli movimento) .

45

A - Dalle « Direttil'e per l'impiego deU.e G .U. nell' attacco e nella difesa il (1918) alle « Norme per l'impiego dell'a rtiglieria ii (HJ21), pàg. 45. - B - Le circola ri (<Badoglio>> del 1926 : n. :!700 e n. ,'i800, pag. 62.

CAPITOLO TERZO -

del 1928

L'irnpù;go cleffar t:·iglforici nelle « N orme»

per la. guerra dii 1no·v im.ento

89

A - Le « Norme generali per l'impiego d elle G.U. )> (1928), pag. 8!J . B - Le« rforme per l'impiego ta ttico della Divisione» (1928), pag. 10:3 . .(JAPI'.fOLO QU ARTO -

Il

11,1.1,01,0

incl'iriz.rn icittico : la, ,qiierra, di ra-

piclo corso A - I Hegolamenti del 1935-1936, pag. J21. - n - « L'a1:tiglìerin u d comba ttimento » second o l' I struzione d el 193·i , pag. 152. - C - La Divisione binaria, pag. 173. - D - Le linee evol utive della fauterin e dei suoi mezzi di fuoco, pag. 1.76.

121


!);DICE DEL VOLU~lE XV

Pau. ('.,l'ITOLO QCJ~·ro -

L, ·erol w::ione delle scir,u:e o rtigliercsclw e

deflo, tecnicci dei mciterinli dal 1920 (l,l 1940 .

181

A - Balisùca interna . pag. 181 . - Fl - Balistica estcma, pag. 193. C - EsplosiYI, pag. 218. - D - Costruzioni di artigl leria, pag. 239. CAPITor.o SE:':'l'O -

Il 'J'iro

265

A - Le Pl'ime I. T. (Id clopoguena (192:3-11)26) : La p1·eparazione ùcl tiro . pag. 265. - B - F. \'(1J11ziouc e perfeziouam<.'nto clcll' T. '.L dal

1!)26 al 1932, pag. 21''1 . - (; - Dil'crsa tencl@nza nella p r atica del tiro con le nuove dottrine ta tti che, pag. 29-1. CAPITOLO ,'ETTT:llO -

Il mat eriate

30J

A - T rnat1:?l'i:11i d'art. duran te il primo ùe<"enuio snccessi,o alla prima guerra moncliale, pag. 301. - ll - .Le pl'ime nuove costrnzioui ùi arliglier ia (1029-l!JJ!l), pag. il21. - C - T nuo1·i programmi all'approssim:nsi della guerr:1. pag. 3.39 . - U - La produzioue delle a rtiglierie durante la guerra e la e: ri ,:;i delle materie prime, png. :lio. C APITOLO OT'rn,·o -

La, motorizzazione dell'w1·tigl-ierici

421

A • Gradunl e estcm;ioll.E! del t raino meccanico a tutta l 'nttìglicrl a, pag. 421. - R - Dal reggim ento ù' a 1'tiglicrla a c:wallo ai reggimeu ti d ' artiglieria di divisione celer e. pal-(. 458. CAPl'rOLO 1'0:XO -

Carri (ir11wti e arti,qlieria, (La meccanizza.

zione)

479

A - La meccanizzazione al cen tro clelle nuove dottrine di gue1·r,t, pag. 479. - B - I carri armati nell'esercito italiano, pag. -:195. C • L' artig lieria con e dl ,fronte ai cani armati, pag. 512. - D • I semo venti, pag. 5~1. ÙAP ITOLO DECIMO -

L'art'i,qtùN'ia contraere'i

563

A - 1l primo rinnovamen to dell\1rtiglierla contraerei, pag. 563 B - Le r c:ilizzazivni in vista della guerra e clurnnte la g uerra, pag. i:'.SS. - C - I concetti d'impiego delle a1tigllcrie e .a. eaml)ali (cfrcol. 700 del 1° giugno 194.0 • Isp. art.). pag. 6.Jl . CAPIT OLO u:xo1c i;:snro -

Gli organi, centrali di artiglieria

A - L'Ispettor ato t1i artiglieria, pt1g . 661.. - B . La. Direzione gcu eral e d'artiglieria, pag. G92. - C - Le Scuole cli t iro d i artiglieria, pag. 708. - D - La Scuola centra le cli artiglieria, pag. 729.

- 97-!-

661


I'.:-iDlCE DEL VOL TDfE XV

Pag . CAPITOLO

ooorcnsnrn -

Le Sc1wle

741

A - Le scuole ed i corsi pel' il rcclutameu to degli ufficiali cli artiglieria in s .p.e., pag. 7•11. - B - Le ;;cuol<' ed i co.rsi per gli ufilcb1Ii di complemento e per gli allie,·i sottufilci:t~i cli artiglieria, pag. 780.

CAPITOLO '.l'REDJCEJSiilfO -

Il Serv i,z'io teonù;o cli ci1·t,igiieria, .

805

A - L'organizzazione clel servizio tecnico cli al'liglieria, pag. S05. B - Il corso superiore tecnico cli artiglieria, png. 83J. - Il corso

superiore balistico, pag. 8:il.

CAPI'.l'OLO QUATTOn o r rnsnw --

Gli Sl(t'lrilimenili.

,u A.,1·tiglie1·,ic1,

857

A - Ordinamento degli stabilimenti di artiglieria, 1xtg. 857 - B L'A rsenale R. Esercito di Torino, pag. 857. - C - L'Ofticiua cli costruzione cli artiglieria cli Torino, pag. 866. - D - T/ Arsernile It. Esercito cli Piacenza, pag. 867. - E - Il Labomcorlo caricamento proietti, pag. 872. - F - L'Arsenale R . Esercito (li Napoli, pag. 876. - G . Il Laboratorio d i precisione R. Esercito cli Roma, pag. 890 . -H • Lo Spolettificio H. Esercito <li Roma, pag. 899. - I - La Sezione Spolettificio R. lDser cVo cli Torre Annunziata, pag. 005. - L - La Fabbrica d'Armi R. Esercito di Terni, pag. 911. - M . La Sezione Fabbrica d' Armi R. Esercito di Gardonc Val Trompia, pag. 917. N - Il Polverificio R. Eserci.to di ]'ontana Liri, pag. 910. - O - Il Piroteclllco R . Eset·cito cli Capua, pag. \J2S. - I' . Il Pirotecnico R. Esercito di Bologna, pag. 039. - Q - Il Proiettificio R . Esercito cli Genova, pag. 9'12. - lt • Il Centro esperienze artitlglieria cli Nettuno, pag. 947. - S - II Centro esperienze ,ll'Liglieria cli Clriè, pag. 960.

963

NlYJ'.A BIBLIOGRAFICA

-

975 -



Jndice delle illustrazioni Pa,g. F ig. » )l

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J.. - Cambio del D rappo della Band iera (1925) 2. - La Bandiera rinuovata 3. - Ma rio Caracciolo 4. - Alf:redo Dallolio . 5. - Francesco La viano G. - Ettore Giui-ia 7. - Bozzetto del Monumento all'Arma d'Artiglieria (visto dl fronte), dello scultore Piero Canonica 8. - Boz;,;etto del Monumen to a ll'Arma d'Artiglieria (visto di fianco), dello scultor fi Piero Canonica 9. - Il Monumento a ll'Arma cl' Artiglie1'1a (come fu realizzato), visto dì ;fronte . 10. - Il Monumento a 11'Arma d'Artiglieria (pa r ticolare) 11. - Il Monumento all'Arma cl' Artiglieria (par t icolare) 12. - :B'ederico Daist rocchi 13. - Augusto de Pignier 14. - Alfonso Mattei 15. - Giuseppe Mai1iardi lG. - Ettor e Cavalli 17. - Prof. Ing. Filippo Bur:d o 18. - Giovanni Bruno . 19. - Francesco Galanzino 20. - Nunzio Cavicchioli 21. - Giovanni Conti 22. - Giuseppe Failla W . - Romolo Baggio 24. - Renzo Garrone 25. - Ermanno Ravelli 26. - '.l'ito .Montefinal e 27. - Italo Car acciolo . 28. - Antonio Cascino . 29. - Benvenuto ·Speranzin i 30. - Ettore Baldassarre 31. - Lorernr.o Cara tti . 32. - Enr ico Pitassi-Mall.llelltt 33. - ·Giovanni Za.nghieri 3-J. - Br unetto Bnmetti 35. - Arnaldo 111orricone

-

62

977 ·-

XV XV 12 28 32 34 39 40 41 42 43 J22 Hl 185 1S7

rn,1 195 1.98 202 204 206 231l 238 249 263 266 272 2'3 280 282 283 283 23,1 285 287


11\DI CE DELLH ILLUS'l 'llAZI.O:'.\'l

Pa,g.

F!g . 36 .• Salva tore Pelligru ,i 37. - Àurelio i.\:Iiglio » 37. - Efisio :\(:ll'ras » 30. - Ubaldo Fautilli >) •10. - Pietro Belletti l> .Jl. - Alberto Bonzani » 42. . Aprile 1934 : Il gcn. Moutd ìnale presenta a S.:.)l. H alte c;nrlche milltari. nel Poligono cli Nettuno, serie cll b.ù.f. >> 43.• Vittorio Pallieri . » 44. - Sergio Derlcse » 115. - L'obice eia 75/18 mod. 3! » 4G . • 'l'raiuo a cavallo dell'obkc cla 'i.'i/18 mocl. 34 a code » 37. - Traino a timonella dcll'af'f'usto cln. 75/18 moà. 35 » ,Js . . L'obice da 75/18 moti. 35 " 49. - •rraino dell'obice ùa 'ì5/l, mod . 35 cou trattore cla ,, »

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50 .• 51. 52. • 53. •

5'1 . 55. 56. 57. 58. 5!). 60.

• -

290 292

WG 297

299

323 Re e alle la nnova 325 330

corte

33'1 335

montagna

708/C. M . Obice da 105/23 . Obice ùa 105/2-c: Cannone da 75132 mod. 37 in batteria Cannone da 75 /32 motl. 37 con T .L. i-l7 Obice cla 1!9/19 (in batteria) . Cannone da 14-9 /40 (in batteria)

Mario Comeno Obice ùa 210/ 22 (In batteria) . Obice da 210122 (su cuno porta-obice) Obice do. 2l.Oi 22 (carro-aJins to) Il trattore l:'a \·es! 61. - I trattorl collegati: la ,oltn perfettamente corretta G2. - J1 carrello elastico portante 63. - Il carrello elastico impiegato quale avaut1·eno nel teneni vari 64. - Huota del trattore P .4 munita di acleren1,c di tipo comune e con le palette In posizione di riposo 65. - Lo chassls clel trntto rc PA 66.• Schema dello ch:issis . 67. - Schema . 68. - Artiglieria contraerea autocampale con autocannonl cla 75 C.K. su Ccirano C.M.A. 69. - Ceirano 50 C.:U.µ. . pronto a ricevere il pezzo da 75 C.K. 70. - Il trattore leggero P .4 Mod. 31 71. - Sl:'A 'l'.L. 37 . 72. - Il trattore medio P.M./40 73. - Il trattore pesante Breda 3274. - Trattore t~esante Breda 3i-l

-

978 -

331 332 33:{

31:!G 337 337

338 338 341

3·15 347 348 319 351 4H1. 432 .133 43-1 435

43!1 439 440

4!3 444 447

440 .J.52 452 453


1

I

Iì':DICE l)r,:LLE IL L USTUAZlOKI

/'(l.fJ .

Pig. 7;3. - 'rrattore Breda -lO » 76. - Trattore F ia t 700 >> 77. - Le b11Lterie a cnv.illo >> 78. - i\'IaUOl'l"a cli carico clel pcZ?:o da 100/17 " 79. - Portapez7,0 cla 100/ 17 . » 80. - P ortnpezzo dn 149 ,1 t. - 1~1>r1·ùri1 : Il Reggimento d i :uliglicria celer e scbicrato " 82 .• Reggimento ar tiglieria cel1?re (Gruppo motorinato) >> s:i. - Heg:;1:imento artiglieria celere (G1·uppo n ca rnllo >, S4. - ])maonele lflllber to » RJ. - Ferrnra : consegna dello stenda rclo al 20 Reggimento artiglieria celer e >> Sn. - An t icarro da 20 mm . ,, S7. - Antica rro cla •J7 /32 » 88.• Anticano d a 47 /±8 >> 89. - Efl'Pttt d i uu col po da 17/32 s n uu ca rro armato rl a 12 'l'. 11 90. - 11 p1·ecursore dei semor euti: l'nutocannone lla ]02/35 . 1> 91. - ~emo,·ente cla -l'i / 32 » ()2. - •Semo,·ente cl n 47 / 32 su scafo clel carro armato L/6 » ml. - Semun~nte cla 7M18 (ca rro canuone) » !H. - Semo,cnte da 75/18 (ca rro comando) » 93. - Scmo,eute da 90/53 (visto di fianco) >> 96 .• Scrnoveutù <ln !J0/5;1 (visrn posteriore) >> m. - Semo,·entc da 90/53 (vista anterior e) » !) . • Semo,·ente da ,51;34 su :111. !2. » 99. - Semoven te òa 75/18 su j\ L 42 » lOU. - Semovente cl.i 105/23 (P. 40) » 101 . - ·Semo,ente eia 105/23 (<·a rto armaco P. JO) » 102. - Semovente .An,atlclo da H9f.:l.0 . >> 103. - Cannone da 75 /•lG Mocl. 34 " 10-1. - ì\Iit•tagliera chi 20 (escr cita:do1w p resso la Scuola e.a. Sabnudia) » 105. - Cowpkssi uarnli da 7\i /.10 (Yil'<ti cli fiauM) >> l OG. - Cannone mitrn.gliera da 37 /5-1 (Brecht) . >> 107. - Cannone da 90/53 i;:11 nffusto campale >> 108. - .Antocaunone cli1 90/33 (eserdta:r.ione presso la Scuola e.a . Sa-

465

46G 468 469

fiO 472 473 u02

503 501 u06

522 52-! 525 527

528 530 5;~1 532

536 537

5!6 547 ;348 573 579 582

:i90 -191

m

~~ ~

,, 109. - Canuoue cln 88/56 ;'l[ocl. 18! 3!i (iu battel'ia) » no. - Ca n11one da 881!)6 :'IIocl. 18/ 36 (!>11 carrello per il traino) >J 111. - Ca11uone da 7G Skodn (in posizione cli traino) >> 1l2 . - Cannone cla 7ij / 49 Vickcrs (iu b:t tteria) . ,> 1J3. - Cau uone da 75 /,19 Vickers (in posizione cli traino) i> 111 . • Cannone cla 75/ 51 - Fmncese (lu batteria) . » 115. - Cannoue da 75/51 - l:"wncese (in posir.ioue di traino) >>

4M ·156 45!) ,J65

116 .• Centrnle «Gamma,,

596 597 601 602

603 605 U06

611

-

979 -·


IKDICE DELLE U .LUSTHAZIOKl

l 'ag .

Fig. 117. - Centrale « Gamma >> 613 >> 118 . - Centrale cli tiro e.a. - B .G.S. al t raino 618 ,i 110. - Sistemazione cl.ella Centrale di tiro e .a . - B:G.S. ()20 •> 120. - Schema . 624 » 12J.. - Sch ema . 629 >> 122. - Felice cl' Alessandro 662 )> 123. - Giuliano Ricci 6li4 >> 124. - Vittor io Buffa cli Penero 667 » 125. - Federico Moro 691 >> 126. - Silvio Sircana 705 >> 127. - ]'ilippo Scoppa 70(1 » 128. - Netttmo.: Scuola d i tiro d 'artigli.eria (esercita:7.ione di tiro) 714 » 129. - Nettuno : Scuola cli tiro d 'artiglieria (batteritl in postazione) 715 i> 130. - Sabaudia : .Scuola contraerei (poligono di tiro) 722 n 131. - Sabaud ia : Scuola contraerei (poligono di t iro) 723 >> 132. - Terracina : Centro addestramento a1tigliet·ia costiera (osser vatorio) 726 >> 133. - Comandanti delle Scuole di ti.ro d' a r tiglierìa 728 Pier i Luigi Donini - Gìtol:uuo Pallot.ta - B artolomeo Pedrotti - Bruno 'l'oscano • ll'rancesco Devilla. 1> J34. • CivitaYecchia: Scuola centr ale d'artiglieria • Addestr amento tattico : Batteria cli medio calibro al passaggio di un corso d'acqua 733 i> 135. - Civitavecchia : Scuola centrale cli fanteria . Addestr amento . tattico : un pezzo da 4·7 in azione 735 » 136. - Comandanti della Scuola centr ale d'artiglieria 740 Alessandro Del Po½zo - Alberto Bar bier i . Umberto Utili. >i 137. - Tor ino : R. Accademia cli Artigli.eria e Genio (Galleria al J.0 pia7'12 n o con gli uffici del Comando) » 138. - Torino: R, . Accademia ·di Ar t iglieria e Genio (Musco storico) 713 >> 139. - 'l'orino: Interno della Scuola di Appìicazione di Artiglieria e Genio 745 ,, 1.40. - Bsercitazioni degli Allievi della R. Accademia di Artiglieria e 753 Genio ,, Hl. - Luigi Manzi . 773 >i H2. - ,s\dolfo Sardi . 775 » 143. - Carlo Pellegrini 777 >) 144. - Lucca : scuola per AH. Ufilciali di complemento cli artiglieria 785 ll 145. - Bra : Scnola per All. Ufficiali di complemento cli artiglieria 78G i> 146. - Moucalieri: Scuola per All. Uillciali d i comril em. di a r t iglieria 787 i> 1.n. - Pesaro : Scuola per All. T:flicia li cli complemento cli artiglieria 788 » H8. - Nocera I nferiore : Scuola per allievi sot tuciali cli artiglieria ·790 >> 149. - Comandanti delle Scuole .A.U.C. di. Artiglieri a 704 Aiberto Primicerj • R iccardo Pentimalli - Luigi };'inci - Pa-

- nso


!NDTCD DElLLD ILLUSTJHZIONI

Pa.g.

ride Negri - F11bio l\:lcrzari - Guido Boselli - Giuseppe Pacca -Ulrico Vitale - Riccardo lJ<~pe. li'ig. 150. - Comandanti delle Scuole A. U.c. di _A rtiglieria Corraclino Tricoli - Ernesto 11:Caffei. » 151.-.Nocera Inferiore: Scuola per Allievi sottufficiali di Artiglieria. Il Sacra rio 1> 152. - Comandanti della i3,cuola Allievi Sottufilciali Artiglieria Silvio Brancaccio - Luigi Mazzini - Gaetano Alagia. » 153. - Alfredo Torretta i) 154. - Vito Artale . » l.55. - Giovanni Tesio i) 156. - Umberto Buggeri )1 J.57. -Roma: Istituto Superiore Tecnico di Artiglieria 1> 158. - Insegnanti al Corso Superiore tecnico cli Artiglieria Guido 1:'annoncini - Vittorio Martello - Pasquale La Malfa. >i 159. - Insegnanti a l Corso Superiore Balistico Raffaele Carclellicchio - Roberto Belardìni. » J60. - Torino : Arsenale n.. Esercito (gli Uffici della direzione) )1 161. - Direttori clell' Arsenale R . Esercito di 'forino· Salvatore l!"ara Puggioni - Alberto Catalano - Ginseppe nobutti. i) 1G2. - Piacenza: Arsenale R,. Esercito (complesso cla 75/18 Mocl. 34) >> 16:3 . • P iacenza : Arsenale R. Esercito (Mortaio da 81 Mod. 35) J> lll4. - Piacenza: Arsenale R. Esercito (complesso cla 90/53 campale) >> 165. - Piacenza: Arsenale H. Esercito (Lapide ricordo, per gli operai caduti nel conflitto 1940-45 e nella lotta di liberazione) J> 166. • Direttori clell' Ar.senale ;R. E~ercito ùi Piacenza . Umberto De Luca - l\farcello CignoUni. 167. - Direttori dei Laboratori caricamento proiettili ;R. Esercito Giuseppe ;Russo - Francesco Fiorito - Umberto Vitiello. 168. - Salvatore Fuscalcli l> 169. - Napoli : Arsenale R. Esercito (Reparto per la lavorazione a caldo dell' acciaio e per la lavorazione della lamiera : lavorazione ai magli e alle berte) » 170. - .Napoli. : Arsenale R. Esercito (Grande officina meccanica - Reparto macchine speciali) 1> 171. - Direttori dell',~rsenale R. Esercito cli Napoli Luciano Roiti - Giuseppe Antoci - Ugo Russo. 1> 172. - Vincenzo Aquilecchia . » 173. - Direttori del Laboratorio di pr<:cisione . Andrea Picone • Renato Vallsneri. J> 174. - Roma :Spolettificio ~l. E~ercito (Officina montaggio spolett e) » 175. - Direttori dello Spolettificio cli Roma Alessandro Zocchi - u mberto Pescatore - Mario De Augelis.

i, ,i

-

981 -

795

801 802 809 829 830 833 842 848 85<1 862 865

869 869 870 871 872 875 883

884 885 890 89°1 S98 902 904


TND!CE DELLB ILLT;S'l'RAZIONI

Pag.

Fig. 176. - Torre- Annunziata : Spolettificio R. Esercito (Ing1·esso) · >) 177. - Torre Annunziata: Spolettificio R. Esercito (Officina torni) >) 178. - Direttori dello Spolettificio cli Torre Annunziata . Luigi. Ariola - Giovanni d'Alouzo. >> 179. - 'l'erni: Fabbrica d'Armi R. Esercito (Ved uta panoramica dello Stabilimento) » 180. - Terni: Fabbrica d'Armi R. Esercito (Fucile mitragliatore, tipo '.l'erni, cal. 6,5 Mod. 33) » 181. - Antonio Passarelli » 182. - Direttori delJa Fabbl'ica cl' Anni R. Esercito di 'l'erni Edoardo ;}fascia - Lodovico Alfieri - Raimondo Foà. >) J.83. - Gardone V. T. : Fabbrica d'Armi R Esercito (Veduta panoramica. dello Stabilimento da N.E.) )) 18-1. - Fontana Liri: Polveriticio R. Eser<:ito ( Uffici della direzione) . » 185. - ]'ontana Liri: Polverificio R. Esercito (Centrale idroelettrica Canale derivato e P.in·o.toie) . >> 186. - Diretto1·i del Polverificio R. Esercito di Fonta na Liri . Stefano .Martinengo - Cesar e Cerutti. - Vincenzo Di Ferrante. >> 187. - Antonio A vallone >> 188. - Capua: Pirotecnico R. Esercito (Nuovo cartuccifìcio entrato in azione dura nte la guerra Etiopic;;i) » 189. - Capua : P il:otecni.co R. EsEircito (Nuovo cartuccifkio entrato in azione durante la guerra Etiopica) . » 190. - Capua: Pirotecuico R. Eset'cito (Officina per la fa.vorazioue meccanica delle cartucce) . » 191. - Direttori del Pirotecnico del R. Esercito cli Capua Michele Pittoni - ltaffaele PascnccL )) 192. - Direttori del Pirotecnico R. Esercito di Bologna . Lamberto Capecchi - Luigi Trucchi - Lino Siciliano. )) 193. - Genova : Proiettificio_ R. Esercito (Uffici cl.ella direzione) >) 1!)4. - Genova: rroiettifìcio R. Bsercito (.Serie di torni r>er la laYorazione proil~tti) )> 195. - Nettuno : Centro esperienze a rtiglieria (batteria « Biancardi ))) » 1\!6. - Nettuno : Centro esperie11?:e artiglieria (batteria <e Grillo») )) 1!.l7. - Nethmo: Centro esperienze artiglieria (batteria t< Sollier ,i) » 198. - Nettuno : Centro esperienze artiglieria (batt<~ria <e F-ilaugieri ») » 199. - Direttori del Centro esperienze a rtiglieria cli Nettuno . Federico Capaldo - Giuseppe Aiello - •Gui.do de Cornè. >) 20-0. - Ciriè : Centro esperieuzfi a rtiglieria (Tiro contro carro armato cla 12 tonu . con proietti da 47/32 E.N.) )) 201. - Ciriè: Centro esperieU?:e artiglieria ('l 'iro contro carro armato da 35 tonn. con proietti da 105/28 e da 1·19/12 E.N.) >> 202. - Direttori del Centro esperienze artiglieria cli Ciriè Amilcare Bruna - Giov. Battista Comerei - Bosforo Capone. -

982 -

907 907

911

912 913 915 916

918 921 925 927

931

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