Gen. CARLO' 1VIONTÙ
STORIA DELLA.
ARTIGLIERIA ITALIANA con prefazione di S. E. Benito :Mussolini
PARTE II (DAL 1815 AL 1H14.)
VOLUME IJI
EDITA -A CURA DELLA
RIVISTA
D'ARTIGLIERIA E GENIO
ROMA - XV
PREFAZIONE
Qiiesta, Stm·ia dell' A rtiglieria, ital!icvnc1;, da,lle origini Ct;Ì ternpi nostri, è ·wn'opera di ivn interesse eccezionc1;le, dc1;to lo svauppo e l'irnportmiza decisi'Va che nelle bcittaglie mode r1ie, ha assunto l'impiego dell'Arma, di Artigl!ieria. Il cq,rc1;ttere che i reda,ttori di questo prirno 'voliime al qiiale altri qiidtt1·o seguira·nno, hanno · impresso a,llc1; storù1;, è tc1;le cla 1imvogliare cinche il _pubblico dei p rofc1;ni a legge'rla. Gvi irjficiali di ~l.rtiglieria vi troveranno ra,ccolta a,rnpia mes8e d1: clat'i, fatti, dottrine che segnano nei secoli lo s·vihip_po dell'c1;rma .possente, il grosso -del pu,bblico, chè cle ve finc1;lmente p rendere co·n ta,tto con le d1iscipline militari, m: trm;erà, l'aneddotica, cioè gli episodi nei qi1,ali rifulge la, gloria dell'a1·ma e l' e1·où:;1no clei su,oi soldati. La p ri1na parte vc1; da,lle origi111i che si penìono agli infai della cfoUtà, sino al 18.15, incluso quind1; i l perioclo Napoleon-ioo, che vide per la, primc1; volta l'impiego in massa, delle 1
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artigl1~errie. Ver1·à q'lrhndi la seconda parte d(f;l 1816 Ct;l 1914, secolo nel qir,ale l'artiglie1·ia nwderna aumenta incessantemente la s ua vmportcvnza nella decisione della battciglia; jin.almente la terze(; parte, scirà, b1·eve nel lasso di tempo che va drillo scopp?·o cwtlci git,erra mond ,;aze ai gio rni nostri, ma 8Cf/f'CÌ di 1,(/)1, interesse palpitante e dranvniatico poichè 'lw,1·1·erà le gestct; e i sacrifici dell'artiglrieria itciliana cliwante la, grande gue1·1·a vittoriosa. Che cosa sia stata, che cosa abbici fatto l'artiglierict; ita,Uana, è documentato nelle cronache e nelle stm·ie dei co1nandanfli nemlici. Tale 1nagnifico patrimonio di gloria, tale p e1·izia tecnica, iin i1;erscilmente riconosciuta, tale spirito di abnegl'tzione, sono elementi essenzicili che dev01w essere conservati e nwltiplicati. Qiiesta Sto1r1:a dell'Ar·tigliet·ici ital1~ana è veramente u,n tJrande viatico, che infiammerà d' orgogUo e di ent1r,siasm,o tit,tti gli cirtiglie1·i d' Itct;l1:a. 1
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STORIA D1DLL' ARTIGLIERIA ITALIANA
PARTE SECONDA (DAL 1815 AL 1914)
VOLUME III (CRONISTORIA GENERALE DAL 1815 AL 1870)
I
PREMESSA AL III VOLUME
Nel licenziare aHe stampe questo III° Volume ritengo doveroso di richia,marmi a quanto scrivevo nella Prem,essa alla Parte Prima di questa Storia dell'Artiglieria Italiana, per ribacl.i re tutti quanti i concetti che si riferiscono alle origini, caratteri e finalità di quest'Opera_ . Essern,ialmente mi preme di mettere ancora, una volta ben bene in luce il fatto per cui io non ritengo in alcun modo di avere con que.sto mio lavoro assolto in modo compl,eto quello che dovrebbe essere il compito intero ,e t otalitario di fare opera integrale e perfetta, qu.ale effdtivamente si meriterebbe là gloriosa, Artiglieria Italiana, ma bensì cli avere modestamente inti-apreso a colmare una lacuna nella nost!a letteratura militare, e di essere sovra,tutto riuscito a, risvegliare un argomento che ::Lltri potrà in seguito svolgere in 111:ocl:o più largo ed anehe maggiormente degno . Per scrivere Opere storiche di tale importanza e cli t ale ampiezza, niun meglio di rrìe ,s à e ritiene che occorrerebbero non solta,nto degli anni, non soltanto clei lustri ma bensì parecchi deeenni, ed occorrerebbe poi non già un piccolo collegio di Collaboratori che, se pure distintissimi e particolarmente qualificati, vengono perciò distolti dalle altre loro occupazioni, ma bensì una numerosa raccolta di specia.listi e di competenti a null'altro occupati. che a portare il contributo della, Loro esperienza e della Loro specifica dottrina a tanto ardua fatica..
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XIII -
PREMESSA AL III VOLU ~m
In un momento di tanto dinamismo e nel quale sovratutto Tien e giustamente apprezzato il fare) io ho ritenuto doveroso di seguire e di ottemperare al monit o di S. E. il Capo del Governo che, ricevendomi l'anno s0orso per la pre,sentazi,o ne dei due primi Volumi, mi sollecitava, ad accelerare il ritmo ed a string·ere i tempi per giungere al completamento di un' Opera. che aveva avuto il consentiment o e l'approvazione generali e doveva quindi effet tuarsi nel minor tempo possibile per corrispondere all'aspettazione di tutt i 001-oro che, sopratutto dai successivi Volumi, si attendeva,no la narrazione più palpitante dei fatti e dei fasti più recenti. Gli avvenimenti na,zi.onali ed internazionali di questo ultimo anno hanno evidentemente avuto il loro riflesso e la loro ripercussione sulla oompilazfone di questa Storia dell' .Artiglieria, e d'altra pa1~te la congerie numèrosa dei documenti, radunati e raccolti in seguito aUe laboriose ricerche esegui.te, hanno por tato alla necessità di ~over sdoppiare il preventivato III° Volume, concernen te il periodo 1815-1870, in due 'l'orni, che assum.era.m10 quindi la, numerazione di III° e IVb Volume. Nel predetto periodo 1815-1870 era del resto evidente che volendo riservare giusto e meritato posto ai prirnati del Genio Itali.ano - per cui furono incontestabilmente Maestri e Donni gli Artiglieri italiani. per i progressi delle artiglierie di tutto il mondo, - il primitivo preventivato III° Volume dovesse riuscire di mole così notev,ok e di varietà di arg-omenti così disparati fra loro, sicchè per molteplici ovvie ragioni la suddivisione a,dottata è parsa non soltanto logica,, ma indispensabile e neces· saria, tanfo da essere subito appr,ovata ed adottata dal Ministero della Guerra,; é per esso dallai Rivista di A_rtiglieria e Genio. Io parlerò qui soltant o di questo III° Volume e di -color~) che alla riuscita del medesimo mi hanno continuato e dato il prezioso disinteressato conc-0rso del lor,o aiuto e della loro collaborazione, l'apporto g:radito e competente dell'autorità del proprio nome. La mia prima. devota parola di rioonoscenza è rivolta alla l\faestà del nostro Sovrano ed a S . A. R. il Principe Ferdinando di Savoia Duca di Genova: per Loro Augusta concessione mi è -
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PHIDMESSA AL lU VOLU)1E
stato dato tli pote1· consultare i pi-eziosi .Anhivi e le Opere p1·er.iosissime che costitui1:;cono le ùollezi-Oni della Biblioteca Reale e della Biblioteca· Ducale di Genova in Todno. La benevolenza del compianto Genera-le Uordero di ~fo11t.ezemolo Lanza S. K Deruet rio e di S. E. il Generale Adriano Alberti, la preziosa guida del Jh-. Mario Zucchi e del Hev. Prof . Brruanno Dervieux, mi. hanno con:s(mtito cli. poter attingere a, hu·ghe mani nelle due predtate ri(;che minie1·e <li Dati, Notizie ed Inforlllazioni. A S. E. l'On. Generale <l'Armata Federico Haistrocchi, mio cal'issimo antico compagno, Collega illn tte ed amico grande, io sento <li ùove1· ripetere qui il mio primo ringrazin,mento : Egli mi ha continuato i l l:;1io autorevole aint<> di appoggio e di incitamento e interessandosi man ma no allo svolgersi del mio lavoro mi ha dato quel conforto morale veramente incl ispensabile per proseguire in ta,nta, fatica e per ,supetate le ùiffieoltù e gli ostacoli che man mano mi si ingigantivano in nanzi. Debbo del pari l'ieordare con riconoscenza le LL. EE. i ge· neru,li Ettor,e Giuria, Tit,0 M:ontefìnale, Arturo Vacca-Maggiolini ccl Augusto De Pigniei- c:he in ogni c-0ntingenza mi furono larghi del Loro affettuoso consiglio: al Gcn<~rale l'rineipe Bionùi-}ilona. che pur lontano ormai dalla RiYista cli A1·tiglieriu e Genio continua ad interessarsi del mio lavoro, al Colonnello Pinna-Oaùoni che Gli. è i:;ncc<iduto ·C che tant:L c:orcl ia le co.m prensione mi ba di.mostrato io esprimo qui la mia gratitncline estendend'o pari senfimenti agli ufficiali e Impiegati delhL Rivista . di Artiglieria e Genio; menL1:e poi agJi amici c:1.1·issimi e compagni di travaglio e di l avoro :fin dalla prima ora: Generale Conte Carlo Gloria, Gc~. nerale Carlo Manganoni, Genera.le baron e Emilio Bellerio e Colonnello Silvio Rubeo 1>ipeto e couférmo tu tto il più grato animo di chi sà ecl apprezza il valore della infatica,ta e costante assistenzn, amichevole fatta <li consiglio, di incoraggiamento e sovra.tutt o di ind1ùgente comprensione i::;pil·ituale. E men L1·c 1·~pcto qui il 11Jio :saluto :-11 Generale Anacleto B1·onzuoli per l'appoggio datom i durante la di. Lui reggenza dell'Ufficio Stodco, al Suo 8ll<;Ces~ore Colonnello L uigi Obiolini desidero di confermare la più dnt gratitudine di chi, come mc, nella di Lui larga e co mpetente ,u::si~tem:a cli. suggeT"imento e cli
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PRRMESSA AL III VOLU)lEJ
ai.uto, ha con profondo cnore di soldato, ùonstatato la prova bel· lissima, e commevente della fratellanza, fra le varie .Armi, il mutuo coneor·so di integrazione fra Istituti diversi. Ringrazi.o in modo particolare S. E . il Generale Arturo Giuliano, Ispettore generale del Genio, per le facilitazioni accordate alla riproduzione di Documenti iconografici, e con Lui riugra,zio clel pari S . E . il Generale Scipione Scipioni ed il Generale Enrico Ulaussetti rispettiva,mente Direttori clel Museo Nazionale di Castel Sant' Angelo e dell'Istituto Storico e di Cultura del1' Arma, del Genio. La compilazione di questi due Volumi concernenti il periodo storico dal 1815 al 1870, ha richiesto ben due anni di la,voro in: defesso ed intensivo, e purtr-oppo l'aspro cammino compiuto in tale biennio è stato funestato dalla, scomparsa immatnra e dolorosa, di due fra i rnigJiori collaboratori. - il Generale Ma,r:io Mazzoni. cd il Colonnello GiovanÌ1i Rig,oni,· - e per ultimo dalla, .mort,c tragica ed impron'i-&t.' cli Riccardo Artuffo, col quale una trentennale dimistichezza di lavoro aveva stabilito dei vincoli spirituali, sieehè Egli era stato non soltanto un collaborato1·e preziosissimo, ma altrcsì il fid ato Segr{~ta.rio generale di Redar,ione, interprete fedele e preciso, in ogni momento, dei miei pro positi: e dei miei intendimenti. Alla memoria di t utti. e tre questi miei carissimi Amici e compagni di J;1vo1·0 mi si consenta qui di mandare un tr~s.te salu to (.l i rimpianto e di clolo1·c\ e ricordando come la Storia dell' Artiglif!ria abbia, avuto il s110 primo battesimo dalla pa,rola Augusta ed inèitatri0e cli S. :\.. R. il Principe :Emanuele Filiberto Duea d' Aost.a, antico Artiglie1·e, pùrtroppo anch'Egli scomparso, mi sia permesso di rivolge1·e alla Sua santa men10r-ia ccl a t utti questi M-0rti un pensiero rieonoscente pel' l'apporto prezioso e peculiare da Essi dato alla- realizzazione dell'iniziati va di Giacinto Sachero, trapassato purtroppo anch'Egli, ed il cui Spirito aleggia, certo con quelli di Mazzoni, cli Rigoni ·e di Artuffo pee soneggc•1·ci ed incitarci nelFatdna se pnr tanto cara faticn . A sostituire nella clelica,t a carica e nelle delicatissime mansioni di Segretario generak di Redazion e il co1nphmto A.rtuffo, -
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PREMESSA AL III VOLU ME
fu designato un antico BombarcUere, già favor·cvolmente noto nel mondo artiglieresco per i Suoi scritti storici, il Colonn. Ildebrando Flores, e pertanto i miei diretti collaboratori per questo III Volume furono, come già in precedenza i Sigg. : Riccardo Artuffo, ·General~ Cado Manganoni, 'l'en. Uo] . Angelo Ravenni, Colonn. Umberto Ricci, Co1onn. Giovanni Rigoni, Colonn. Gualtiero S ..trfatti ed I ng. Capitano Enailio Stcfanelli, cui si aggiunse il Colonnello Ildebrando Flores. Non ho parole adeguate per esprimere a tutti i predetti miei Collaboratori ed amici la, mia ammirazione ed il mi:o ringraziamento per il volonteroso, disinteressato e pazj.ente hworo compiuto, e pertanto voglio doverosamente aggiungere qui una partioola,r e espressione di grazie ai. Sign<>ri : Prof. lng. Luigi Gabba, Genera,le Attilio Gafìtaldi, Gencra,lc Cesare Ccrutti, Colonn. Mar chese Pietro Afan de Rivera Oostaguti, Ing. Carlo A.grati, Col. Boldoni, .i}.vv. Giovanni. Voli, Avv. Angelo Prunas Podesta di Cagliari, Monsignor Enrico Oarusi della Biblioteea Vaticana, Monsignor Car1o Galbia,ti della Biblioteca Ambrosiana, Generak Emilio P.ognisi Direttore del Museo d'Artiglieria di Torino, Generali Carlo Bellini ed Antonio Basso successivamente Comanda,n ti della R.a Accademia. Militare ùi Torino, Colombo Prof. Dr. Ad:olfo Direttore del Mu,s,eo Nazionale del Risorgimento iu 'l'orino, Monti Prof. Dr. Antonio DireJ-tore del Mus(~o del Risorgi1nento di Milano, Col. Emilio Bellavita, Ten. Col. ~sare Ruggeri-Laderchi, 'l'en. Col. Filippo Carasso, Maggior<~ Dr. Achille l<'errari: Cap. A.vv . Costante Oirand, Dr. Bmilio Re So pmintenclente del iiegio Ar<:;hivio di Roma; Conte Riceardo Filangieri di Candida,, Gentile Dr·. Egildo, Rodia ))r. Domenico del H,egio Archivio di Napoli; Capita.no Fernando Liverza,ni del] 'Istituto Storico e di Coltura clell' Arma del Genio; Sim.eom. Cav. Silvio; Oanepa Dr. Francesco e D'Urso Dr. Antonio del Regio Archivio di Oaglia,ri; Ronga Dr. li;µgenio, .Jocteau Dr. Augusto e Dr. Maria, Vittoria Arta.I-e dd R.·O Archivio cli T,o rino; Baghiroli Dr. Alessand1·0 del Ro Archivio di Modena; Conte· Andrea, Da Mosto del R.o Archivio di Venezia; Grammatica Dr. Alvise della Biblioteca Civica di Torino; De Luca Ing. Giuseppe Presidente Ente Provinciale per il T urismo di Vicenza; Gonella 0
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PREMESSA AL J.IJ VOLUME
Pacchiotti Magg. Agostino; ·vinairdi A.vv. frof. Alfredo, i quali tutti mi fornirono nòtizie, indicazi.oni, dati informativi e materiali iconografici, talvolta di difficile ricerca, inediti e perciò doppiamente interessanti. · Uno speciale ringraziamento mi preme di tributare a.Ua Nobile Famiglia dei Marchesi Pilo Boyl di Putifigari nonchè alle Famiglie Gonella, Quaglia, ·Bol.donI, V-oli-Cavalli, Prat e Segre che misero a, mia disposizione i preziosi Archivi deJle Loro Case. I n oinaggio alfo finalitù, patriottiche della nostra Stor ia si è ottenuta la graziosa concessione di poter utiliz~are e r1produrre pa,recchie illustrazioni contenute in Opere notorie e celebrate delle Ca,se Editrici : Istituto Italiano A.rti Grafiche di Bergamo, Ditta Rizzoli e 0° cli Milano, Unione 'l'ipografica Editrice T,orinese, Ing. Antonio Va,l la,rcli di Mila,no, Dott. Francesco Vallardi di Milano: ad Esse, ai Loro benemeriti Dirigenti ed agli Autori preclari delle Opere alle quali si è fatto rioorso è doveroso esp1·imere la, nostra prof.onda gratitudine. Mentre i n conse,c;uenza d,irettci del cl-ima nuovo e v-ivifioato1 ·e che S'i è venuto creando in lta,lia) 'il nostro glorioso Esero#o) o-into dagli, allori del passato e ri11111,ovato nella fiducia della w ,i forza) ha s-aputo) ver meraV'igU.osa ope1"a di organiz.znto1·i p1:eddenti e d·inamic'i, e sotto il comando sagace d·i Oap'i arà'it-i e deo·is'i ) oonqtbistare a,ZVltaUa l'agognato suo Impero Oolo11;i ale affennandosi in 'I.ma vittoria ohe sà del nviraooloso) nel Paese la 1"inom·an:te ed es-ultcinte atmosfera., cl i vatdott'ic:o ardore e di stiipenda disc·ipl'ina ohe Benito Mussolini ha sap'tito orean'l ed ali1nentare con d-i'ut1irna pcissùme) ha aocompagna:to la nostra fatica oo-n lus·i nghierà simpatia e con benevole apriorist,ioa ind1ilgenza ben sapendo ohe i nost1·,i 8[01·zi , ib nostro lcworo ecl ·il nostro t1·a1i aglio a(l alt-ro non mirano che a oeleb·rare i fatti ed i fa.r;ti ohe riguardano e cmnpetono cill' 1lnna nostra ,gloriosa. 1
Noi ci lusinghiamo eh<' sia sovratutto apprezzata la caratterfatica di questa nostra, Opera storica che mentre per nna parte vi.101 essere espressione << 1iazionale )) delle Artiglierie di tutte le Regioni d'Italia,, d'altro lato è stata condotta così da prescindere da tutta quella) lamentata azione di critica ed anzi cli autocritica, per cui purtroppo noi italia,ni, per molti anni, esaw~rando e quindi traviando il doveroso per non dire indispensa,bile -
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PREMESSA AL III VOLUME
compito delll;l serena discussione, a,bbiamo agito molte volte contro il nostro .stesso interesse, e capovolgendo a nostro danno fat : ti e cose incerti, avevamo, sovratutto all'estero, :6.nito per crearci un'atmosf.era di opinione ostile ed addossarci colpe (~ condan11e immeritate. Cosi -come da noi fatto ci lusinghiamo di aver ottemperato aù Superiore comanda.mento che con tanta a utorità ci veniva espresso da ,S . E . il Capo del Governo, e pertanto mentre ancora una volta i:o desidero cli affermare che questa nostra Storia) più che vera e pt·Opria storia vuol essere .un modesto ma non meno generoso tentativo di abbozzo suscettibile di innumeri eonezioni e modiflcazioni, mi preme precisare che in questo ·volume III° dopo un breve e sintetico Panorama .di sguardo gene1·ale si è voluto radunate tutta quella che è la narrazione generica ed anedottica del laborioso periodo dal 1815 al 1870, mentre nel successivo Volume IV trovera.imo posto alcuni Capitoli Spedali ed una serie di Sottocapitoli che per lo stesso predetto periodo esporranno in mod,o piano e fadlinente compr-ensibile tutti i progressi che a,ppunto in taJe tumo di tempo ea,ratterizzarono gli svolgimenti e le trasformazioni della nostra, Artiglieria,, e -- diciamo pure c<rn giusto orgoglio, p<'rchè è verità sacrosanta e che nessuno ci può contrastare, - come luminosa pietra miliare furono di guida, di insegnamento e di j.ndica,zionc all<! Artiglierie di tutto il mondo. 0
L'organizzazione del lav,oro si è informata ancora 3:i c:riteri espressi nella Premessa della P arte Prima: evidentemente però. man mano che si procedette innanzi; più difficilm<mte i singoli a,pporti coJla,borativi potel'ono mantenere la, loro rispettiva essenza individuale : . in linea di larga massima si può dire che il compia.nto Artuffo aveva em~ttua,to col Generale Montù le ricer che per quanto si riferiva alle Antiche Provincie, il Oolonn. Ricci ha eseguito simile laiVoro per la Regione Emiliana,. U Oolonn . Rigoni per le Tre Venezie, il Colonn. Sarfatti, per la 1'oi,cana, ed il Cù,pitano Stefa,nelli per il Regno delle Due Sicilie, per Roma e per le Legazioni; come tratto d'unione coll'Ufficio Rtorico ctel Ministero della, Guerra funzionò il Ten. Col. Angelo
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PREMESSA AL III VOLUME
Ha,venni, mentre poi per tutto il lavoro di ineorpoi-azione e compilazione definitiva operarono in perfetto sincronismo il Gcne1·nle Montù, il Generale Manganoni ed i Colonnelli l<'lores e Sarfatti. Ci pare superfluo di rioordare l'esplicita e precisa dichianl,..;ione fatta 11ll'inizio del nostro lavoro per cui - a ,scanso di equivoci e di qualsiasi errata interpretazione - il Genera,le <.} 1rl<) Montù assume, intera ed assoluta la responsabilità dei giu dir.i espressi nel c·orso dell'Opera. Dopo queste promesse, - indispensabili sovrat_utto per precisare non solo la, modestia dei nostri intenti ma, altresì la sublime idealità dei nostl'i fini, forse sproporzionati alla pochezza delle nostre forze, - eecod ad entrare in pieno in questo periodo e:he. dal 1815 al 1870 segna, con un romantir,ismo materiato di nspirHizioni patriottiche, i1 lavorio lento e dapprima disordirn1to ma pur sempre rivolto alle più alte a,spira7,ioni umane di libertà e di indipendenza,. · Noi ehe scriviamo queste pagine sia,mo fig-J.i tutti di .una generazione ormai scomparsa, ehe ha, il vanto in0ontestabile ili. aver fatto l'ltalia, che, - dai Campi insanguinati di Novara e di Ousto7,t~, per aver creduto, obbedito e combattuto, - attraverso a, i:;:acrifici, sofferen7...e e patimenti d'ogni specie, ci ha porta,ti a Roma, rinnovellata Capitale della nostra Italia tanto che, per·· venendo snlla soglia cli questa er::L, con commozione ci inchini,1mo riverenti e ri0onoscenti alla memoria di tutti quegli uomini di pe-n~iero e d'azione, che nei vari campi e con di.versi me7,zi e con difkrenti tendc1ir,e scrissero ed operar,ono al chi.a,rore della gran· (le fiaccola cl-ella, libertà fino al compimento dell'Unità. Itafo111a ! Il grand<:! fine che fu· con ferrea, incl-omita volontà, affermato, perseguito e rnggiunto trascencle pur anco cfai. limiti già grandiosi dell'indipendenza di un popolo per assurgere a principio, monito e conq nista di tutti i popoli. Molti Artiglieri - come vedremo -: ha,n no avuto parte co 1:,picua in questa impresa ehe n grande tessitore Camillo Cavour, - già allievo della R.a "Accademia Militare di 'l'orino e antico Ufficiale dcll'« Arma dotta, sorella)), andava pazientemente preparìmdo e sv<>lgendo sotto la, guida del Gran Re, ga,h1ntuomo per · antonomasia: e pa,dre beneamato della Patria, una. -
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Il I
COMITATO
DI
REDAZIONE
PER IL
VOLUME lll della PARTE SECONDA
On. Prof. Ing. CARLO J\10NTÙ GENERA.LE D I DIV ISIONE
Collaboratori:
AR'l'UFFO Àvv. RICCARDO l1'LORES Ool. I LDEBRAND O MANGA.NONI Gen. CARLO RAVENNI Ten. Col. ANGELO RICCI Col. UMBERTO RIGONI Col. GIOVANNI SARFA'l "I'I Col. GUALTIERO , S'l'EFANELLI Cn.p. Ing. EMILIO Revisori:
PLOHES Ool. ILDEBRANDO (pr·edetto) MANGA.NONI Gen. CARLO (predetto) STEFANELLI Cap. Ing. EMILIO (predetto) Segretario Generale di Redazione:
FLOR.ES Col. ILDEBRANDO (pr edetto)
TABELLA DI TALUNE ABBREVIAZIONI
/Jen. Oiv. 8rg. bffJ,
Generale Oiv1s1one = Brigata battaglione lànterie ' cavalleria artig//eria = compagnia batteria da battaglia " posizione a cavallo />arco /Jivisionale
-
/'nt. cav.
adg/. cmp btr. battg. btr. pos. btr. cav. Pare. /Jiv. ·
... ~
SEGNI CONVENZIONALI
· /Jmia' ck fantel'ia
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Sede di Còmand/ Hemontesi è ltalùni Ausfriac/ .,
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OAPI'rOLO NONO
Panorama dello sviluppo dell'artiglieria italiana daL 1815 al 1870 J.
Il periodo 1815-1848 - Età di preparazione ed età di sviluppo Considerazioni sulla stretta interferenza fra la Storia dell''1\rtiglieria e la Storia generale del Paese - Importanza attribuita agli studi artiglier.eschi in Piemonte - Il significato della nomina di Carlo Alberto a Gran Mastro dell'Artiglieria - La . « monografia delle bocche da fuoco piemontesi » di Zenone Quaglia - Mortai, obici e cannoni - Gli affusti - Sviluppi dell'artiglieria da montagna . in Piemonte - Fabbricazione - I p.r oiettili - Modificazioni nell'ordinamento dell'Arma - L'istituzione dell'Artiglieria a cavallo . .Fervore di studi a Napoli - l « Regolamenti » del 183 1 e del 1834 - Le « Lezioni » del D' Ajala e le « Memorie» del Niola - Elogio del generale. in capo dell'artiglieria prussiana. Stazionarietà dell'artiglieria toscana. L'Artiglieria estense.
Nella vita dei popoli, come spesso a,nche in quella degli individui, si incontrano periodi a pparentemente calmi, in ci1i non si svolgono grandi avvènimenti, e che pure si .riv~leranno poi a.i posteri come periodi di intenso lavorio sotterraneo, f.oriero di sostanziali modificazioni. Il f.enomeno può verificarsi nelle singole attività, nella politica, nella seienza, nell'arte, od anche in più ristretti e:a.mpi di eiascuna, di queste attività : si hanno così epoch,e di studio, di meditazione, di preparazione, d'i :iccumulamento di energie potenziali che a.ttendono il momento ·Opportuno per l'azione. l
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l'ANOR,DIA -
lSJG . 1870 -
1°
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Tale può considerarsi per l'Italia, il tempo trascorso la caduta di Napoleone e il i848, durante il quale non si giunse a modificazioni radicali, ma si ebj)ero manifestazioni di orientamento verso nuovi ideali e verso nuovi assetti politici e so-· ciaJi : anni di azioni locali, c-0mpiute da piccoli gruppi, forse con scarsa :fiducia nel successo, ma importantissime per lo stato d' animo che suscitarono e svilupparono, e per il contributo da esse portato alla preparazione dei grandi eventi dei quali già si sentiva l'inevitabilità. Alle dvoluzioni 1820-21 e 1831-32, prive di salde basi e perciò destinate a fallire, seguirono anni destinati allo studio profondo del problema,, al processo di preparazione politica e morale, al racooglimento per il trionfo della gunde causa nazionale. Questo carattere, che chiameremo fermentativo, si ripercuote sulle più diverse attività e specialmente su quelle più strettamente connesse con la politica, e cioè sull'Esercito, e in particolar modo sull'Artiglieria, parte dell' Esercito che più delle altre richiede studio e preparazione. La storia insegna che, allorchè i grandi rivolgimenti maturano, e quando si è creato l'ambiente atto al loro verificarsi, appare generalmente la persona o il gruppo d' élite destinato ad attuare quello che potenzialmente si era venuto preparando nel tempo, cioè a compiere prima e a d oltrepassare poi quanto i precursori eran venuti vaticinando. Tale fenomeno, che si è vel'ificato in modo evidente e completo nella storia italiana, del Risorgimento, doveva naturalmente produr::;i anche nel campo, più limitato, dell' Arti.glieria ; a~che questa, da decenni., andava preparandosi, ma attendeva ancora il Ruo artefice, che fu poi Giovanni Cavalli. L'analogia, o per meglio dire il paralleli. mo, fra la storia del nostro Paese e quella della sua Artiglieria in questo periodo è talmente notevole da dare la più sicura conferma dello stretto legame intercedente t ra le varie forme di attività e la rispettiva evoluzione, e per confermare ancora, .se ve ne fosse bisogno, l'idea già espressa all'inizio di questa nostra opera : che lo studio della storia dell'Artiglieria. non può assolutamente astrarre da quello della storia nazionale. Sarà intel'essante vedere per sommi capi a quale punto fosse giunta la nostra Artiglieria prima che apparisse sulla scena -2 -
Fig. 1 - Il prinC'ipe Carlo à lbe1-to d ì Carignano, l'a nno 1823. (Disegno dal vero, a carboncino, di Angelo Boucheron). (Collezione Glauco Lomba1·di, Colorno). (da St oria Risorgimento e Unit à d'Italia
di C. Spellanzon - Edit . ·Rizzoli, Milano).
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PANORAMA -
181G · 1870 -
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PERIODO
l' uomo destinato a trasformare completamente q uc t'Arma, non solo in Italia ma in tutti gli eserciti em:opei. Le c-onclizioni politiche clell 'ltalia fra H 1815 e il 1848 ci oùbligano a limitare le n ostre rkerthe ad un piccolo numero ùi Stati. L' J.;sercito I'outificio dell'epoca non ha militarmente molto interesse, nè pot1'cmmo studiare un'artiglieria italiana nel Lombardo-Veneto o 11ei picc(lli Stati ci-ca.ti per ·a r tifizi politici e completamente dominati cla stranieri, se si eccettua fm queste l'artiglierl,t estense che merita cli essere 1·icordata. Si donà quindi pr~nt1f!1·e in esame solameute l,e condizioni dell' Art iglierit~ nel Regno ili Sardegna e in quello delle .Due Sicilie, mentre pochissimo vi sarà da, dir e sulla Toscana. la qnaJc, forse, come scriveya Cesare Balbo, « sarebl>e rimasto lo Stato più ava. nzato, il meglio governa,to, iu tutto, che fosse in Ita.lia, se non fosse quella negligenza ed a nzi quella repngnanr,a ad aver e un esercito)).
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Pe1· tra<:cia1·e un qna<lro ria!.~nnth·o dPlln situazi-one de lle A t"tig lieric piernon tesi prima <le Il e inHuYar,ioni in I1·od otteYi dal
Ct1ivalli, occorre studiarne almeno brevemente lo sviluppo iu un determii~ato periodo d1e possiamo far partire dal 1815: ma cli c·ui è più difficile stabilire ci-atta.mente Yaltr-o liruite, gia<:c:hè l'opera del OavalJi si s d luppò lentamente, q11c1l,c dsultato cli lunghi st!1di., accompagnati da aneor più lunghi periodi di C$perienze e di esperiment i fra il 1832 e il 1869. In questo nostro esame ci anesteremo al momento che s_e gna l'inizio della attuazione <leUe gran di innovazi-oni clovnte a quegli che può consiclel'nrsi i1 pacll-<: dell'A1'tigliP11ia moderna. doè a,l 1S48 cfrca. J:•er la eonosce11za <lei particolari cleUe bocclw da fuo("o in sen i.zio a q11 ell'epocr1, rimandiamo il lettore ad nn a ltro cap i.tolo del quarto vohnue; a noi interessa. in ispecial modo pone in PYidenz.1 quali fo ·i:.n·o i principii che ispirava no ~li stndiosi allora, qual<' irupol"taur,a an-:-.i,-ern gli studi cumpi1Lti in quel tempo, e quale interl:.'i:;sr essi imscittu,seto. Nei l"ig- trnrdi (l el.10 ultime dne qnestioni. p ossiamo a~serire che earntteristichc <kl·
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l'JKi\.lONTB ·. 11\lPOH'.l'Al\ZA DELL' AR'l'IGLIEHIA
· l'epoca furono la grand(~ importanza data allo svilnppo dell' Art iglieria e, per conseguenz,1, agli stndi relativi. Un atto sintomatico nei riguardi del riconoscimento del· l'jmporta.nza dell'.<\.rma da parte delle più alte Autorità fu eompi.uto in ,quell'epoca con la nomina a Gran Mastro clell'artiglieria del giovane principe Carlo Alberto, nel 1820. Nè bisogna credere che si tru.t.tasse di' una carica onorifica, gia.cchè il. nuovo Gran Mastr o svolse, come veclremo, ampia e proficua attività nell' esereizi-0 del suo elevato ufficio, introducendo innovazioni nell'organico, nell'ordinamento e nel materiale, e sopratutto cnrando· molto h1 cultura tecnica, degli ufficiali i qua.li ve1ùvan0 sovente riuniti. in ~.ua presenza, per conferenze e cl.iscussioni: ri corderemo anche ehe Egli volle fosse fonda ta,, nel 1822, quella Se.uola teoriea d'applicazione p(~r ufficiali del Real Corpo cl' Aetiglieria che ebbe tanta importanza, ru~lla. forn1azione clel nostro Esercito e cli, cui ,parleremo ampiamc~nte nel IV volume. Carlo Al herto, sali.to a,l . trono, pr·oseguì ·ed ampliò l'opera già iniziata. come Gran Mastro .
Conoscenza particolareggiata del materia.le si può trar1:e da un importante lib1·0 <1ell'(~poc-a : (( ,'11011.0,qrn,fici <lelle lJooolw da fnooo di. presente aclotta,te 11ell'arti.c,l iei ·ic(; d'i S. M . C(.irlo .Alberto)) clel cavalieT',e L11 i~i ½en one Q.ùag1ia, pubblieato t~ G<~nova.1 ll(Ù 1840. 11 volume contiene una minuta descrizione di tu tte le bocch,e cla, fuoco in servizi.o presso l'Bsercito piemontese nel 1838. N-on è qui il caso cli. indugiare su ta,le descrizione che il lettore troverà nel IV volume cli questa, Svor'ici) nia ci. soffermen~mo invec,e sul libro del Quaglia per cercar-ri notizie e apprezza,menti atti a dare una visione sintetica delle condi· zi.oni clell' Aitiglierh1 a, quel te1npo. Giù, dalla prefazione risulta che gli stu di r-elat ivi all'Artiglieria aveY1u10 allora, in P iemonte numerosi cultori, fra, i q nali il quaglia ricorda .Appiani, Omoclei, Arnò e Carb<me, Bordini, Como, Serra,, Sobrero, Pie, Da, Bormida, Sa mbny, La i\farmora, Ricaldoni, P ettinengo, Avogaclro . Natural nH' nte non tnt.t:i ebbero la. mecle~i111a impor-
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PI!lIUODO
tanza,, ma alcuni di es~i, quali l'Omodei, l' Arnò, il Carbone, il Serra e il Sobrero, lasciarono notevole tmccia in questo campo di studi.· Anche pubblicazioni u:fficia,li aecuratissime d'ànno iden 9.ella importanza ehc si da.va al materiale di artiglieria. Uiut di esse, I strii.z;foni cUverse si1,l servizio di a1·Uglie1"i a della quale fn pubblicato il primo volume nel 1846 su proposta del Comandante generale .del Oorpo Rea1e cli Artiglieria, generale :M:orelli: contiene la descrizione dettagliata di tutti i materiali in servizio. nel 1843, è corredata, da atlanti di figur~ .molto nitide e precise, (sono vere tavo1e cli costruzione) ed è preceduta da un riassunto delle vicencl~ del materiale d'tLrtiglicria dal 1814 all'epoca della pnbblicazio~1e. . All'atto della R estaurazione il sistema d'artiglieria risultò alquanto eterogeneo, perchè si dovette utilizzare tutto quello che si trovava nelle piazze e negli arsenalr a,bbanclona,ti dai Francesi, e non si ebbe il tempo cli riordiriado per la, campagna del 1815. ln lin.c a generale j] sistema, che venne chiama,t o dell'auno 1818, era, composto cli materiali da campagna del modello francese anno XI e ci-oè : cannone da 8 libbre (piemontesi) e obice da, pollici 5. 7. 2. (francesi); un cannone da 16 libbre da posizio ne, con affusto Grii.Jeauval; cannoni da muro da 32, 24, 16 e 8 lib· hre, su affusti da assedio e da difesa di modello G-ribeanval ; mortai alla Gomer cla. 12 e da 8 pollici, e un petriere cl.a 15 poll. Tut.te queste bocche da, f11oco era,no di bronzo. E·r ano poi stati acquistati in Inghilterra cannoni da campa,gna da 7 1/ 3 e obici cla 26 libbre (calibro mm. 132) col caratteristico affusto inglese a freccia, di cni si è .parlato sul finire del volume 2fi. Mancavano completame~1te un materiale. da montagna e gli obici cla muro. A tali deficienze venne però provveduto al più presto, C·Ompatihilmente .alla, possibilità di eseguire le prove e le esperienze necessarie. Nel 1825 si ebbero tre nuovi mortai ili bronzo, da 10, 8 ,e 5. 6. 2 pollici, colla, caniera cilindric,~ aitzicl11) a cono, come avevano i precedenti, e ciò con vantaggio <iel rendimento clelli.!i carica; nel 1828 fu ad,ottato il materia,l e da montagna, consistente in un cannone cla 4 e in un obice da lG libbre (mm. 121) con dne diversi affnsti del tipo anno XI. Nello stesso anno v·ennero u:cquistati all',e stero cannoni da 32, 16 e 8,
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.PU:MONTE • L' An'l'IGLI€RIA AL
1818
nonchè un obice da 5. 7. 2. di ferraccio (ghisa) , imili alle corrispondenti artiglierie di bton~o, salvo nno spessore alquanto magg~orc.
Fig. 2 - Colonnello Francesco Omodei. (da fotografia esistente al Museo Naz. d'Artiglieria in Torino).
Nel 1830 si ebbe una completa riforma del materiale da <'ampagna , colla adozione di affusto a freccia per le batterie <la. battaglia, costruito sul tipo del materiale fran cese del 1827, ma con notevoli varianti intese a,d ottenere una maggiore robustezza, e coll'aggiunta di un sistema speciale di unione d'ei -
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treni, col quale si manteneva il timone orizzontale, senza che occorresse ricorrere a.lle stanghe, come si pra.ticava in Inghilterra, od altrimenti. alla, sospen sione per mezz.o di corregge, al ~ollare dei eavalli di timone, od a, catene o ad altri sistemi. come si praticava, in Francia. A questo sistema di unione dei treni, (~he fu detto a contrasto v,e rtica,le, fa risc<mtro un sistema tendente allo stesso fine applicato quak he tempo cl:opo nel Regno delle Due Sicilie. Perfezion~n~enti importanti furono applicati nella oostruzione delk ruote, ché ebber·o il cerchione di un unico pezzo, anzichè essere composto di tarenghi inchiodati tra t1i. loro; nella oostruzioue delle sale, a cui fu applicato il guseio di sala, per rc;nclerle più resistenti alla flessione, ecc. Nel 1832 si adot tarono obici alla Paixhans da 22 cen.t. (8 polL); uno di bronzo per le batterie da costa e uno· più leggero di ghisa :r,er le operazioni d'assedio. Dal 1830 al 1840 altre importanti migliorie vennero apportate negli affusti d'assedio, che vennero tntti costruiti a freccia, sul modello di quelli da campagna; negli affusti da difesa di legno, che vennero alleggeriti e rinforzati; e nella adozione di affusti da difesa· di ferro composti, o di ghisa ottenuti di · un sol getto. riproducenti la conformazione di quelli di legno. coi quali avevano in comune il sottoaffusto. Nel 1844 si ebbe una nuova serie di miglioramenti nell'artiglieria, campf.Lle: un nuov,o cannone e un nu<>vo obice da monta. gna, con rela,t ivi affusti a freccia,, someggiabili; nn nuovo obice da campagna da 5. 7. 2. a> canna lunga, cioè di ca.libri 10 in luogo di 6,3; si veniva così a chiudere un lungo periodo di di · scussioni, che ·occupavano t utti gli artiglieri dell'epoca. Infine, lc~st not lea,st) l'affusto da campagna 1844 di cui parleremo moJ · to in seguito e-di cui perciò qui si tac~ . Altra a.dozio1\<~ importante è quella di m1 obice da ,27 cm. per la difesa delle coste. 0iò dimostra l'importanza che si da.va anche a questa specialità. Risulta evidente dalla semplice enumer·azione dei materiali successivamente adottati, dalla relativamente rapida sucoes~ione delle adozioni, dal ripetuto rinnovamento completo dei materiali da montagna e da campagna, e degli affusti d'assedio e da, difesa, dal ricorso all'estero per i materiali di ghisa, di cui l'industria piemontese non era arn}ora padrona, il cleside-8 - ·
Pl!I'l\:fONTE • NOR:MID DI FABBRICAZIONE
rio e la volontù, di nulla trascurare per rnantern~re l'a,r tiglieria, al livello delle s ne tradizioni; e si può effettivrLmente dire che lo scopo fu pienamente raggiunto, tenendo conto anche delle scarse disponibilt:\ :finanziari.e. In questo ambiente di fervor<'. cl'opere si maturava il genio di Giovanni Cavalli, che già, in questo periodo diede le più belle prove della sua potenza, prove ch,e pèò dovevano giungere a piena realizzazione soltanto nel periodo seguente. Du e cose aiicora dobbiamo specialmente notare : lo sviluppo dato a.U'aitiglieria da montagna, sebbene non fosse prevista l a formazione cli unità destin;1 te .esclusivament e al servizio l'U ba.tterie di questa specialità, e infine la sfiducia, in quelle innovazioni alle quali oerto gli ,s t udiosi dell'epoca non erano ancora prnpa,r?ti, e che solo più tardi trionfar ono . Cos1 infatti si esprime il Quaglia circa i rinnovati tentativi cli bocche da fuoco a retrocarica ·. << 'rralascierò io pure di parlare de' cannoni ·che si caricano d~Llla culatta, su cni l a speri.e nza cleve pronunciare, e per molti ha già pronuncia,to p oco favorevolmente)) .
La fabbricazione di queste artiglierie, sia di br,o n?:io che cli ferraccio, fu molto clira.ta, e di questo fatto abbiamo una test i monitmza importantissima nel, volume manoscritto cl el maggiore Luigi Se'r ra ('l'orin o, 1838), T'ra·l fohe osser·1;at<~ nella Re,qfo, F'onderir.i di Torino nezia fabbrica cleUe art,i,_qlierù i r.ì iverse di bronz o con .alciin1i cen111i sop1·a qi1,elle di f erra,ccio. Il grùsso vo · lnme, corredato di 32 bellissime tavole disegnate cla,l capitano . Rani.vale, tratta minuta.mente i problemi relativi. ai 1rn~talli per gettare le artiglierie, le forme, i forni; le varie operazioni per cond n'rre a termine le bocche da fu~oo ; gli esami e le prove alle quali esse debbono essere sottop-oste . Sen?:ia entrare .in un minuto esame dell'opera, possiamo dire che essa non ei rivela m)vi.tà essenzfali, ma ci prova, la gnmd<~ enra posta dagli artiglieri in tutte le varie operazioni e l'importanza giustamente data. a questo ramo di studi: il Serra stesso segnala « parecchi dotti.ssi111i uffiziali dell'Arma n ostra)) i' quali gli fur,ono larghi di suggerimenti. Il libro termina, con un notevole « Specchio delle -9 -
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dimensioni principali deHe bocche da fu-000, dei proietti e delle_ ùariche ))1 di grande interesse per chi voglia- fare uno studi.o minuto di tàli artiglierie.
Per i proietti ci troviamo in periodo di transizione : il Quaglia dice che il pr,oietto proprio del cannone è una palla, ossia una sfera senza vuoto interno e che « l'uso dei proietti cavi pieni di polver,e e paUette, detti « granate a mitraglia >>, o shrapnell, con portafuoco sì artefatto a poter.ne ottenere lo scoppio ad una distanza voluta, è cosa, rispetto alla, pra,tica, esecuzione, ancora nell'infanzia». Però lo stesso autore, in_due note poste in :fine al volume, s'interessa di questi proietti, è parla come di CO$e importanti, tanto « delle bombe scoppianti per urto ossia <?.On innesco a percussione >) come delle cc granate a metraglia, ossia a . spoletta tactocrona, dette granate alla- Shr~pnell ». Qui, evidentemente, per il tiro a · tempo e per i proietti esplosivi in genere, si ripete il fenomeno di sfiducia già constatato parlando delle artiglierie a retrocarica ; nè questo ci d~ve stupire giacchè qua,si tutte le invenzioni -0 scoperte, · o per meg11o dire le .loro applicazioni in campo pratico, clo\iettero, in ogni età, lottare contro la diffide:qza e l'ostilità, manifestantisi nei più vari modi, da un minimo di ostentata indifferenzfL .ad- un massimo di reazione addirittura violenta. Scrive il Quagli.a, dopo aver .pa;rlato delle granate a metraglia :' (( Io credo che le difficoltà che si incontr-era.nno nell'applicazione, e nel fatto, saranno maggiori che non appaiono in teorica : che di esse molte potranno essere tolte, ma tutte mai; di mod-0 che la convenevolezza di questi proietti, come ora si può dire di quelli a percussione, apparirà meno evidente, ossia più mo_d erata la fama, e ristretta l'opport unità .del tiro >>.
*** Il puntarn<~nto e tiro si eseguivano ancora in ID.odo piuttosto primitivo. Per il mortaiò -s i prendeva come norma che la gittata mas-10-
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PIEUON'.L'ID : PUN'l'AMEN'J.'0
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m 'l'IRO
sima corrispondeva ad un~ ~levazione di 42° o 45°, a seconda della carica, e .che variazioni di 5"' o 6° non producevano ·grandi variazionj_ nella, gi.ttata, mentre d'a ltra.· parte differenze di c<mtinaia di metri si a,vevano da un colpo all'altro, pur non va· riando nè carica, nè elevazione. Ma,ggiore .reg-olarità di tiro vi era nell'obice, sia col tiro al punto in bianco, sia con l'alw e sia
F ig. 3 . Cannone costruito' nella R.a Fonderia di Torino per l' Artiglieria Pontificia (1820). (:È
conservat o nell'Armeria clella Guardia Palatina in Vaticano).
col quadrante: usando quest'ultimo strumento, che era preferibile per 1-e grandi distanze, si teneva conto an,èhe del'angolo di sito. Col cannone occorreva, spèsso eseguire tiri a distanze molto diverse da quelle del punto in bianco, ed in ta,l caso si ricorreva all'alz,o porta,tile, positivo o negativo, a seconda che il punto di mira, più alto di quelli della linea di mir.a naturale fosse sull.:L culattit o sulla volata . Anche per quanto si riferisce n.1-
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Falzo ernno in corso st11di e discussioni : quelJ.o generalmente impiegiito per i pezzi da campagna e da assedio era l'alzo portatile, il quale però non incontrava la _generale simpatia, tanto c.he il Quaglia scriveva: « fo sono d'avviso che si debba, promuovere l'int1·odnzione. nella. nostra artiglieria degli alzi fissi graduati annessi al pezzo, e sì gli ebbe già il Gribeauval nella sua artiglieria campale, essendo a desiderare il poter 1·-e ndère più raro il bisogno dell'impiego di quello portatile, al quale, per qua-n to il può, sempre ricorre suo malgrado il cannoniere (oome al qmulrante o. ad istron1ento qualsiasi))).
Gli st11 di b}11istici pro.seguono disordinatamente, senza as. sicurnre un progresso in una determinata direzione i si agita.no numerosi problemi relativi al materia.le, al meta.Ilo con cui :-i devono c:ostrnir-e le bocch-e da fuoco, alla quantità di ca,rica, a.i tipi di p1·oietti e cli innesd1i, alla, proporzione humerica, fra ~;annoni ed obici; si discute se e fino a quale punto l'adozione dei. nuovi p roietti varrà a mutare tJuesta proporzione a fav,01·e dei cannoui_; si conside1·ano le tavole di tiro come semplici norme d'approssima;;,,ione, sulle quali non si può fare elle un assai limit.:Lto assegnamento. In genere si Lav<'>ra f:-enza avere ben ch_iara, idea del risnltato che in seguito potrà essere e.onseguito; ma s i lavora sodo. E, come è detto fin dalle prime righe, q1.1e sta tittività - se pur non diede immediatamente grandi risulh1ti tangibHi - non andò certamente perduta, chè an;;,,i essa :-.i 'rivelò utili.ssima per pi-eparar-e la via. ai. gr-andi innovatori. i~ certo che gli studiosi cli questioni d'c1,rtiglieria non manearono in qn_el t{~mpo in Piemonte: già abbiamo ricordato quelli citati dal .Quaglia, ai quali d-obbiau10 a,g giungcre altri due Qua,gliu, Gia efoto e Luigi, a,ppartenenti. a qu'clla vera e p1·opria dinastia di artigiieri (.}uaglia cli <:ui già, si è fatto cenno nel primo volume e cli cui parleremo ancora più ampiamente nel Capitolo del'irno. Sa,ri1 ora· necessario fermare brèvemente la. nostra, atten;;,,ione s11I ni.zio·na:rio cfart·i9lieria compilato dai capit ani Ua,.•.
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l'IJ;;l'>iON'l'I); • DIZIONA IUO D' All'l'lGLI0lUA
l>one e A rnò, non pere;IJ.è tale opera abbiu in sè un Yalo1·e mag giore cli quello cli altre p ubblicazioni contemp o1·anee; ma percll.c.': c:o:,;tìtuisc<> ve1·ame11te una, prova dell'interesse col qnale s:i attenclcn1 a gli stndi a rtiglie1·eschi e nello stesso tem po dell'indeci:,;ìone c he vi regnava; sintomo notevole la stessa i.ntertezza cirea la nomenclatura . Dicono gli autori nella prefazione, dferen· dosi a quanto a ,-veni va dop o i l 1Sl4: « lntanc;o amnentaYan::;i semp re più - mu.teri.e dell' Ar ti.glìeria nostra; faceanvisi cli grandi i1111oyazioni; e la necesi:-ità di nna n-omcnc-latnr11 ferma eri inval'iabile raccasi ogni dì più manifesta ». Sfog liando il D'iziona,rio, possiamo fare alc une. constai;a r,ioni: a nzitutto .la nota degli autori c·onsultati o c-itati ne'l l'opera, e l'esistenza in essa cli 1111 indi<;é di vocaboli france~i dimostra.no come gli sturli fossero indirizzati sulla via tr·acciat..t dai vicini di occidente ; la descdzion e cli affusti <li clue tipi, Griùea untl e 1S33 C'i c onferma l'in :·omplPta traf-forurnzio1H~ an·e· nuta; la, manc:1,nza nel d izionario di ulcnne Yoci come sheapnel : retrocarica, ta,v,ole di tiro, ecc: .. . . ~ta a prova 1·e la poca fiduda accordata, e consegut>ntemente la poc:a impol'la11za atti-ibuita. ad inn ovazioni che fu1·0110 più t.ndi 1n. ba se cli fonchunen t nli pro gressi.
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Anc he p er quanto tiguardn l'ordinamento clell' Anna \'ecli amo i n quest'epoc~ c-ompinsi rnrie modifì.c-azi-oni. Nc•l 1831 venne attuata nna Detenn'i1wzio,1u1 cU f::ht,ci llfaest rì portm,.te 1;,11, definitivo 01·d,i11ame11to clr.1 Go1·vo R ea7e d) Arti_qlierici) con fa quale si ebbe l a cliYisione i.n dne i-ami. pe1'Sonalc e mat<>rialc, tlil'etti d:1 inaggiol'i generali. i qu ali dip euclev,rno da un Gran Mastro. :Nel 1S32 fu . adottato il primo cqnipaggfo da ponte. e qnesta pu ò di1·si rappresenti la prima manife. tazioM pratic:1 di col11 i che ern, desti.nato :1 diventare i l paclre della moderna A.tìtiglieria , Giovanni CaYalli. Nel 1833 veimer-o istituite 1P Brigate. e furono apportatr altre val'ia n ti c: he procl us$ero un aumento <l'orga n iC'o . li'l'a. le phì importanti innovazi,oni dell'epoC'a ricordPremo lu p1·im a compai·8a in Italia clE>ll' art ig-lieria a c·arnllo. L'arti -
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gliel'ia volan te, co~HtuitiL da · un IJattaglion e su quattro compap:nie, t rnvasi già nominata nelle regie patenti del 6 gennafo 1815 ; nel 1820 si pa,rla di artiglierja legger[I., e infine nelle regie pat enti S nprile 1831 si legge : « Le batterie all'inglese che serviranno eome artiglieria leggera avranno tre uomini . seduti sui cofanetti del pezzo e :-;l'tte a ca.vallo. Ad ognuna delle medesime saranno addetti quattro ca ssoni , cioè due per i sei cannoni e gli altri due per gli obici >) . Queste due b:itierie furono costituite dalle (1 ue compagnie cli artiglieria, leggera comandat e dai due capitani più auziani. . .'l'ali batterie, già fin dal 13 settembre 1831, meritarono 1m encomio di Carlo Alberto i.l qmtle1 il 25 m:nzo 1848, ordinò la formazione di una terza batteria a cavallo. Ritorneremo naturalment e su tale a,rgomen to che qui abbiamo però già vòluto accennare perchè, in u no sguardo gene1·a,le, non si poteva passare sotto silenzio la creazione delle ·f amose 'liOloi re destina te a scrivere pagine così bell e nell a stor ia clel Rie,orgimento.
Per q uanto concerne la f.orm.azionf' delle batterie troviamo che, in quel1e campali, si segue il gjstema napole011ico dell'armam.ento misto cli cann oni e obici. Così, ad ee.empio, la « Composizione il<'lla batteria eh~ battagl ia modello ~830 )> p resc·1·iYc che, tanto nel c:a:,:o cli batteria leggern, come in que1lo di batteria, da b:1,Uaglia, prop1·inmente cfotta, la formazione sia di. sei cannoni e cl ue obici, e in questa medesima composfaione troviamo mi!:.ti i tipi (li mate1'iale; e predsameu te, delle 37 vettu1·e complessive, Hl sono modellò 18ll0 e 18 antico modello. Riassunte r apid amente le condizioni del materiale, bocche da, fuoco, affust i, proietti; accen na to all' ordina mento e formazione delle batterie, naturalmente senza entrare in par ticola1'i che il lettore troverà più avant.j, cloVl'emmo ora dare anche qualche notizia relativa, all'impiego dell'artiglieria o, per · essere più esatti, a,lla dottrina dell'impiego, ma a questa è t1eclicato mi apposit o capitolo. -
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NAPOLI · CARATTERISTICHE DELL' ARTIGLIElRIA
*** Riassumeremo ora i caratteri principali delle artiglierie napoletane, come già abbiamo fatto cli quelle piemontesi, senza entrare in particola.reggiate descrizioni cbe il lettore può trovare in altro capitolo del libro; e cercheremo cli dare una visione complessiva del panorama che esse offrivano d.opo il travagliato e bellicoso periodo che può sintetizzarsi nel nome ùi Napoleone e prima che i grandi artiglieri italiani, alla testa dei quali splende la figura di Giovanni Cavalli, introducesser-0 anche in queste - come in tutte le a rtiglierie europee - le inn:o· vazioni che segnarono l'inizio di quelle che comunemente si chiamano le artiglierie moderne. Come in P iemonte, così anche nel Regno delle Due Sicilie, qual naturale conseguenza del fascino esercitato da, Napoleone, t1'0viamo una spiccata tendenza, se non a seguire completamente, almeno a studiare e pr~ndere come principale linea direttiva la corrente delle idee francesi. , Un noto artigliere, scrit tore di cose militari, Mariano d' Ayala, che fu prima professore di geometria descrittiva e di bali stica al Collegio della Nunziatella, e poi di storia ed arte mili.tare a Firenze, ove dovè emigra1·e nel 1848 per motivi politici - ne parleremo a lungo in altri ca,pitoli e particolarmente in quello dedicato alle Scuole - nelle sue Lezioni d' a,rtiglieria dice : « Oadtito il gigante d'Europa e fatta fra noi ritorno l.:t Maestà del re Ferdinando, furono qui menate artiglierie ~u quelle degli inglesi, e venne composto nel 181S un sistema basta,r do >>. · L'epoca che stiamo or~ considerando, 1815-1848 assume, a Napoli, particolare interesse sotto il punto di vista degli studi artigliereschi ai quali vediamo dedicarsi personalità di primo ordine; specialmente nel campo tecnico si trovano va,lentissimi cultori. fra i napoletani, i quali hanno sempre tenuto un posto elevato fra i cultori di scienze matematiche. A titolo di curiosità e per mostrare come anche fuori del · l'ambiente puramente militare gli studiosi ,si interessassero di Artiglieria e delle artiglierie, r icorderemo il Lippi, non artigliere, inventore di una bocca da fuo co a vapore condensn.-
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to (Hil!J) dte dO\'eYa, i,,ccondo lui , pl'csenture molti vantaggi <li sic ure,,,,m, eflicaeia, ecouomia e r esistenza: l'autore la descrive miunLamen te uel .volume .!lrt'iglierie a 1,;apore condensato e , neccaniche seco11da1·ie animate da questo gas) dove tutto l'appa· r<•cchio destinat o a proclmTe e utilizzare hL forza di propulsione è det ragliatarn cntc s piegato. J >el resto non bisogna creder e che l'jdea fosse tale da doversi immediatamente scartare, giacchè altri studioisi- la, presero in consider azione dando luogo ad una pol erni<-a t· he si <:bh1:-.e con le infelic-i. ,~sperienzt• cli. Vin c:enrn•s del 1S29. QuesLe costituiron o per le artiglierie a, vapot'e un com pleto ins nccesso, quale già, aveva previsto il capitano Madelcin e nello sua Introd,u ction à l)étiide de l'a,r tillede.
*** 'l'i-alai,;ciando q nesto e alt1·i te11tati vi sporadici. ,·ed iamo t he u Na,poli come in l'iern ont,c fn veri:.o il 1830 che gli studi preser o nn car atte1·e più si~tematico, 1·azionale ed organico e n >11nero appoggiat i dal r-ico11oscimento nfficia le, che I si ma11i f'est.ò in tl<•ttagl iute rcgolamenLazioni. Difa tt i, nella « Coll<.>1.ione delle leggi e d ei decl'eti r e~tli del Regno delle d11c Sicilie)) a nno 183] , trnviamo 1111 « Regolamento riguardan te i proietti, le cariche. ,ccl 11ltri oggetti ad essi appartenenti>>, ch,e ci clà, una chiara, tdea dell 'artiglieria dell'epoca. R poi del 1834 nn Progetto d) ordinanza di S . M. per l)eser~ cizio e le ma HOr r e d'artigli<wia . C·On 1·2lat ivo atlaut-c>. dal quale si possono dedurre con esattezza i ma.terinli in servizio. Vi trovia rn o p1•1· l'a rtig-li<>1'ia cfa campap:na 1111 <:annone ila G (l ibbre fral1(·esi) (" 1111 obi<-e cla :\. 6. 2 (pol lic·i frau<'esi) a canna c·ortn. eon affusti tipo a nno XI; per la montagna il soio cannone da 4 ; per l'assedio e la costa. cannoni da 24 e da 1G di bronzo, nn ea.nnone <ln 33 cli feno e 1111 obic(> cla 8 pollici, oHrc a mortai da n (pdrier<>) da 1:t e 8 pollici ; tutti sn affusti Gribeanval. ·Mariano d' Ayala, nelle .Dezio11li g-ià citate, parla del ·11vovo regola mento del 1834, c.he fissa i calibri delle bocche da fnoco. e di una innova 7,ione 1ntroclotta, nel 183G 1}011 l'adoz~one degli obi<:i-c:annoni, la cui superiorità, ~11 altre• boe-che da fu-oc-o -pel' doti cl.i gitta.ta, resistenza e leg~erezza - fnrono ahh')ncla n-
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,APOU - Pl!JR10DO DI RICOS'.l'RU ZIONB
temente sperimentate « con spari a, gran.ate inzoccolate, di massima carica e senza intervallo d.a un colpo al successivo », oltre chè da numerosi tiri nel poligono cli Capua_ Siamo dunque in periodo di pie. na ricostruzione di artiglieria ; alcune diversità di tendenze riguardo alle bocche da fuoco vengono prese in considerazione dalle superiori autorità, e la deliberazione sovra,na del 4 aprile 1836 rimette la decisione nelle mani del Consiglio Generale di Artiglieria- Mentre nel campo tecnico si svolgevano discussioni prfocipalmente . sulla maggiore o minore opportunità di obici lunghi o corti, nel campo tattico si veniva affermando sempre più la necessità di avere un'artiglieria che, per fa- , cilità di tra~por'to e di passaggio. dalla posizione di traino a quella di. sparo, fosse semp11e più in grado, di cooperare con le altre ar;mi, sostenendo i combattenti 'nell'assalto e nella ritirata, ostacolando l'avan zata :µemica e generando il clisordine. nelle linee nemiche. La recisa affermazione cli qvesti concetti, d}e anche il d' Ayala, conferma neJJ.e sue « Lezioni», ci dà ragione della grande' importanza attribuita dagli artiglieri :µapoletani allo studio, non solo di nuovi affusti, ma aùche e specialmente dei sistemi di. unione dei treni per cui essi si preoccupavano di trovare quelli che meglio risparmias~ero le forze -dei~cavalli. . 2
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Fig. 4 - Cannone Napoletano da lib, bre 24 B . (19° secolo} Calibro 155. (E'-conservato nel Museo Nazionale d'Artiglieria in Torino) _
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PERIODO
In base alle elette deliberazioni del 1836, vennero adottati nuovi affusti (macchine) del tipo francese. (il Cap. d'Agostino era stato in:viato in Francia appositamente per studiarlo), m~t con qualche mocllfìcazione, tra le quali appnnto quella riguardante il s~stema cli unione dei trerii 1 ,e,olla quale, -come già si è accennato prurlando dell'artiglieria piemontese, si otteneva di tenere il timone orizzontale, senza ricorrère agli incomodi sistemi esteri. Questo sistema, eletto a, cc gancio d1 frottante )J, era dovuto al Col. Landi, uno studioso artigliere, autore di un interessante. libro S1il 1111iovo siste'rna da campa,gna adottato dall'artiglieria napolet,çnw nel 1835. Iri questo nuovo sistema 1835 si ·r ileva 1~ sostituzione, a cui si è già fatto -cenno, dell'obice cla 5. 6. 2. corto da campa,gnu, con un obice dello stesso calibro a canna lunga obice_-cannone; in questo perfeziona.mento, come si vede, l'a,rtiglieria napoletana ha pr:eceduto quella piemontese. Si ha, poi l'adozione cli un cannone cla 12 e di un obice da 6 per le batterie da, posizione; · di un obice da S libbr,e (mm. 10(;) per le ha,t terie cla montagna, che però si dimostrò iusufficiente e nel 1841 venne sostituito con altro da 12 libbre (mm. 121) . · Inoltre cannoni" da, 33, da 24 e da 12 di ferro ; obici ·cannoni (alla Pai:xhans) cla 80, 60 e 30 lihhre di ·ferro per l'artiglieria da costa, per i quali materiali erano studiati speciali affusti da difesa, proposti dal Col. De Focatiis, e affusti di ghisa di un sol getto, fusi a ·Mongiana. Bi rileva da quanto sopra è esposto _il notevole impulso dato all'i1,rtigliei'ia d-e.l le varie specialità, quella da coi;;ta compresa. Rigu·ardo alla, cura dedicata alla fabbricazione delle a,r tiglierie e al notevole grad,o di perfezionamento ·Ottenuto, in ag.2:iunta a quanto ~d. è detto, citeremo due documenti inoppugnabili. Uno è costituito dalle già citate Lezio11/4 del cl'.Ayala, che, oltre a· contenere precise e l)articolareggiate norme sullè materie prime, sulla fusione, e sulle verifiche, parla, delle successive prati.che usate riel Napoletano; l'a,l tro è ·uno scritto pubbUcato qualche anno prima, sotto il titolo M enior·ie teorico-pra tfrhe d,artiglieria, di cui. è autore ·Raffaele Nipln, allora capitano comandante cl'artigli-eria e professore nel R Collegio Mi· litare. Il Niola, che raggiunse poi il grado di maresciallo, pub 0
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NAPOLI • I/ A.KTOLOQIA MILITARE
b1icò vari interessanti ~critti, alcuni dei quaJi compa,rvero nella .J ntoloy-ia Militare . , Le cc ò1ernorie )) <;ompres2 in questo volume sono quattr-o :. ·
« Le.gnami ed economia silvana
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« Miniere e metalli ·per Je
Fig . . 5 - 11 Gener ale .Carlo Filangieri. (da Rivoluzione Si~liana del 1848-49. Edit. Dr. F rancesco Valla rdi, Milano.)
artiglierie >>
« P olveri da
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« Fabbricazione delle artiglierie di bi<onzo >>
Jtssti derivano evidentemente da studi sev,e ri e dimostrano da par te dell' aut ore <:ompetenzti e passione, · sparo)). -
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mentre, implicitament-e - ·OYe si ronsideri ia posizione ufficiai.e l'ivestita dal Niola - atte~tano P\We che le alte autorità ave-
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l"AKORAMA -
1815 · 1870 -
1°
PF..RIOOO
vano l'ieonosciuta l'importanza degli stucli 1·igu:Jrdanti la fai). bricazione delle a:rtiglierie. Del puntamento e tiro si p,Li-lerà, in altro capitolo; accenniamo qui solo al nnov·o congegno ide..ti o dal capitano Ancl reini (un alzo che permetteva cli correggere le d·eviazioni dovnte al cli.slivello delle ruote), e aUe tavole di tirn compo te dal primo tenente Nunzio l 1'errante per cannone cla 6 e obice lungo da 5-7-i, e pubblicate> nel 1835 d'ordine del tenente generale Carlo l t'ilangieri. J~ però da ritenersi che, a, Napoli come in Piemonte, non si accordasse se non una limitata fid ucia e quindi scarsa importanza alle tavole di tfro . tanto che la loro com pilazione subì una lunga, ,.sosta e ancora, nel fascicolo 20° dcll' Antologia Militare, quello cioè pubblicato nel 1846, leggiamo : «I cannoni da 32, 24, 12 e le caronate da 4-0, 24, 18, anche di ferro, sono dall'universale poco conosciute, nè alcuna tavola di tiro per ta.Ji armi vedesi sinora compilata, in guisa chè siamo tuttaivolta costretti di rico1-rere alle tavole inglesi e fran~si, i cui risulta.menti non sono spesso esattamente applicabili alle nostre armi, le quali differenziano alquan to nelle dimensioni e nei pesi, ed è d'uopo modificarne l 'esposfaione pel' renderle facili all'intelligenza dei nostri sotto-· ufficiali artiglieri)). Di pari passo con la parte tecnica venh-a cUl'ata la pane telativa all'impicg,o . dell'artiglieria, oome avremo occasione t1i eonstatare in seguito. Dell' opinione che si aveva all'estero della artiglieria napo letana fa nno fede i seguenti due document i, pubblicati da l Col. Novi nel n . 20 della Antologia Militare (1846) . Uno è una lettPra che il Capo dell'artiglieria prussiana, scriveva al Mag· giore De Agostino p1·ima di pai:tire da Napoli, dove aveva visitaito gli stabi.limenti d'a,rtiglierià : J e ne saurai.s quitter cette capitale sans vous dire avec quel intéret j' ai vu les établisse' men ts militaires, et principalement la fonderie, dont les produits peuvent rivaliser avec ceux de la 1Suède et de la Belgique. ·Le Maréchal Marmont que j 'ai rencontré il y'a quelques mois en Allemagne m'avait déjà. fai t l'éloge de votre artilleriè de campagne; et j'ai trouvé comme lui que le « gancio cli frottan· te)) évite bea,ucoup cl'inconvénients, en conservant presque tons les avantages de l 'indépendance des t ra.ins >>. -· 20 -
'i'OSCA~,\ . QUADll() GTD~EIL\Lf,) OBJLL' ,.\R'.e!G J.llmJ..\
L'a,l tro è un articolo assai 1usinghiero d.el Gen . Oudinot, comparso nel N . 26 dello Speot(ite:iw M iUtaire) il quale concl u · de nei seguenti termini : « Il suffi.t aujourd'hui de constater qne le nouveau système de l' Artillerie napolitaine ne la cède a celui d'?,ucune autre puissance pour la solidtté e la simplicité dn travail, pour l'économie dans la fabrication et la célérité . des mouvements )).
Per da,r e una più completa, idea delle condizioi1i dell' Artiglieria italiana alla, ·vigilia delle grandi innovazioni, tiiggiungeremo un quadro complessivo delle artiglierie toscane, antici.pando un cenno ,s intetico di quanto verremo man mano ·dicendo in altra, parte di questo volume. Nel periodo di tempo da noi ora preso in considera:r.ione possiamo cl.ire che l'artiglieria toscana si mantenne in condizioni stazionarie: paragonando i d'a ti fornitici dallo « Stato d'arma.ment o,)) del 1816 con quelli risultanti da,l la, tab-ella conservata al R. Archivio cli Stato di Firenze, datata giugno 1847, ~on riscontriamo che piccole differenze. (luanto a,i tipi cli materiale adottati, ricorderemo come i.l Giorgetti ci dia notizia di batterie poste in assetto di guerra nel 1848, costruite su disegni portati da Napoli pochi anni prima, co11- sei cannoni da 6 libbre e due obici cla 24; insieme con queste il mèclesimo Gi~rgetti nomina a,nche delle batterie Gribeanval ancora, in servizio. Come materiale, dunque, si segna il passo. Anche le Istr:uzioni pra,tiche cf artigl-ieria,) approvate co.ti ordinanza ministeriale del febbraio 1849, ci confermano in questa idea. Sono tre volumetti, rispettivamente riguardanti : il servizio delle bocche da fuoco da campo, le manopere· di una batteria attaccata, e le istruzi-0ni per gli artiglieri condut tori; tanto per il materiale come per la formazione della batteria non ':i troviamo alcuna innovazione. Anche la « Nota sulla punteria )) parla del tiro a,lla portata di punto in bianco e di quello a.. distanze maggiori, per il quale si ricorre all'alzo, e vi si trova anche un accenno all'angolo di sito e all'errore dovuto al dislivello delle ruote. In Toscana, in questo periodQ, non emergono nemmeno no-
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PERIODO I
mi di studiosi che a,bbiano lasciato una tl'acda nelle disc:ipline artiglieresche . Fra J.e pl'incip<1li personalità ò .teremo il Gian netti, colonne~lo t~ ltitettore delltL re.ile artiglieria toscana 1ml 1830. ottimo nfil.ci,Ùe Yenuto clal servizio francese. che merit:l di e~serc ricordato. p er l'o1·clinunwnto da luì dà'to aJ:J'istituto dei èadetti; e Alessandro Bechi, comandante dell'artiglieria nel 184G. Non si può parlar-e di studi originali, ma -e siste però, (li quell'epoca . una raccdtn <li « Op~re ad uso r1elle scuole mili · tari» che comprende, oltre al trattato di· pirotecnia,, di . cui si parlerà in segu ito, anche nn « Tn1ttato elementare d'artigHeria >> del Deck:er, tradotto dalla, versione ·francese dal tem:mte ]'erdinando Bioncli-P.:.T·elJi, . incarieato della, direzione degii .studi clei n.1t· Cadetti <l"artiglinia in Toscana. l~ un'opera di tre v,olumi: « Nozioni essenziali su ll' artiglieria in genete ,) ; <( Impieg,o dell'a rti.glieria ('la ·c an)pagna )) ; Artiglieria da piaz. za )) ; ma, tnittanclosi cli una pnbbli.caz:ione non originale già tradotta in altre lingne -o ltre la nostrf.L, essa non giova a darci una inclicazi.01w fisa.tta sul grado nl quale fosser-o giunti gli stncli in 'l'-osc·ana. In compless,o quindi periocl,o cli stasi, senza. manifestazioni di attività, incUvi.duali 7 perfettamente rispondente a,l l'animo mite e alla ne~.s nna (:nltura e spirito militare di Leopoldo II. 'l'ùt to quello che possiamo riscontrare è, anche qui , un certo influsso fùtn0ese, e forse un incouscio cle;,iderio di novità che non giunge fino ad ·esp l'illleni. direttarnrnte con ricerche originali1 ma spin, ge almeno a far accettare "<1nello che cli nuovo viene via ·d a creato in . tdti-i Stati.
Vogliamo infine aggiung'ère un breve cenno su una modesta e limitata artiglieria che merita di essere ricordata, se non alti-o in onore delle sue magnifiche tradizioni : la Reale A1'tiglicl'ia Estense. Di questa esiste manÒscritta una particola,reggfata << I strn· zione dell'Artigli.ere in Campagna>> della quale, come risulta ila un Ordine <lel ~forno 22 Maggio, 1841, c},le la preced<::, fn dattl -
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:MODEKA - LA l{J!)ALI<) AR'l'IGLIIDRIA ES'l:8NSE
una copia a ogni ufficiale, sottufficiale, e cannoni,ere di prima · classeSu questa istruzione avremo oecasi-one cli tornare quando · ci occuperenw- della dottrina d' impiego; per ora ci limiteremo a desumerne alcune notizi,e relative-al mate1·iale e all'orga1;1izzctzione. L'artigli.eria campale era costituita da artiglieria a, piedi e artiglieria di cavalleria; la prima di' queste si divideva alla &tu t
' da munii1ioni dell'Artiglieria. Toscana -F'ig. 6 • Oarro
volta in due << qualìtà, >> : h1 nna di esse in caso cli bisogno i can: nonieri potevano sali.rr~ sui cavalli e &ui cofanetti; nell'alt1·a i~wece i cannoni{!ri saliYano sopra le Wiirste. Le batterie, sia a piedi che cli cavalleria, <~rano sn sei pezzi. qna.ttro cannoni cla, sei libbre e due << obusieri >> da sette libbre. Il t iro normale di c1u,~ste batteric,, si eseguiva con pa.Ue, più rara,mente a metraglia, delle quali esisteva una, piccola dotazione. Gli obusieri e i cannoni dell'artiglieria di · cavalleria facevano uso · anche di una granata, considerata di grande efficacia. Le bocche da fuoco <;ri:tno fornite cli alzi. gradùati mobili.: q·11elli de( cannoni di civalleria erari.o E,tati perfezionati e muniti di una graduazione corrispondente alle diverse distanze dei tiri a granata. · · -
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L'istruzione comprende pochissime notizie sulle artiglierie da assedio, da difesa e da costa, nei riguardi delle qua,l i si diffonde di più sulle norme d'impiego e sui doveti dei cann,onieri, che non sulla descrizione del ·m ateriale. · N,on vi sono speci:ftcate le bocche da fuoe,o esistenti, !',i parla però cli annoni da 12-1824-36 libbre, dei quali il primo tira a,nche a metraglia, e t.u tti lanciano palle e palle infocate'. Esistono a,n che granate da 18-24-30 libbre di grande e:fficacia purchè impiegate alle pfocole ·distanze.
Chiudemmo la ·prima parte della nostra Sto.ria ossèrva,n do come nel 1815 lasciavamo l'Italia « alle soglie di una nuova, èra >), e con l'Italia a,nche la sua Artiglieria, la cui evoluzione doveva, avvenire· di pari passo con quella della Nazione Ma la nuqva èra non poteva sorgere senza un· periodo di preparazione : tanto nella storia d'Italia come in quella della sua Art:tglieria , dobbiamo consi.derare come tale il med·esimo periodo, dal 181.i> al .1848, al termine del quale il Paese, e con esso la sua Arti._glieria, si accingono a11a sublime impresa dell'unificazione nazionale. I periodi di preparazione non sono mai quelli destinati ad attirare l'attenzione del grande pubblico, non suscitR-no entusiasmi, non contengono il !atto sensazionale, non sono tali da destare .il plauso rumoroso; la loro attività sfugge all'osservat<)re superficiale, pronto invece· ad esaltare ,o deprecare il fa,tto ·compiuto. Questa legge è generale : vi è .sottoposto l'artista come lo scienziato.; non vi sfugge il lavoro che si compie nella, mente dell'uomo come quello che si svolge nel gremb~ stesso della madre terra; nè certo potevano farvi eccezione la vita italiana e quella della sua Artiglieria. . Ooncludenclo: le caratteristiche · dell'Artiglieria in questo periodo di preparazione sono, per un la,to, il succedersi di studi anoora incerti nei canipi tattici e tecnici, e la non ancora su, perata soggezione all'influenza francese; per l'altro, l'ansia di nuovi trovati, l'attesa di perfezionamenti destinat i a miglio-24 -
CONCLUSIONE
rare l'Arma, rendendola più potente, più precisa, più manovrabile. Tale urto di forze opposte è i'n~vitabile nelle età di gesta. zione o di incubazi,one, e spiega appieno le condizioni che pratica.mente riscontreremo nell'Artiglieria di questi decenni; ma ancora una volta ci sembra doveroso ricordare qui come lo svi· luppo attuato in seguito, sopratutto per virtù cli insigni e geniali artiglieri piemontesi,. sia in parte anche dovuto al lavoro tenace e costante, ~e pur poco appariscente, svolto, dai l oro predecessori, lavoro, che costituì la ba se necessaria per le più ardite innovazioni.
2.
Il secondo periodo: ·1848-1870 - Jl materiale d'artiglieria piemontese sul finire della prima metà del secolo - L'affusto M0 1844 del Cavalli - Norme per il tiro contro fanteria, cavalleria e artiglieria - Norme d'impiego - Magnifiche condizioni dell'artiglieria piemontese nel 1848 - Giovanni Cavalli, il grande artigliere piemontese che domina, sovrano, questo periodo - Spirito universale, ingegno multiforme, animatore infaticabile, magnifico soldato Le opere del Cavalli - L'equipaggio da ponte - L'artiglieria cacciatori - Il cannone a retrocarica - La rigatura dei cannoni - Importanza e vantaggi delle due massime ~nvenzioni del Cavalli - Un altro grande artigliere piemontese: Paolo Di ,Saint Robert. L'artiglieria , napoletana in questo periodo - Costruzioni e studi. . · L'artiglieria dell'Italia unificata - ·Esperienze e ricerche - Cri. teri d'impiego.
P assando ora a.considerar-e il quadro dell'Artiglieria nel per·iodo 1848-1870, dobbiamo ancora una volta segnalare una, evi: dente analogia. con l'evoluzione politica degli stessi anni.' D ù.e date: 1848-1870, due pietre miliari dell'epopea che t ro::verà poi il suo coronamento in Vittorio Veneto; a.nni di guerra., durante i quali la giovane Nazione nasce, si .f.orma e percorre un glorioso tammino, sotto la guida di un ·gra,ncl.e Re, magni:6.00 espo-25 -
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l:'J~lUODO
nente di una magnifica Dinastia; di un geniale Ministro, sommo ma-e stro nella difficile arte politica; di un eroico Oond,o ttiero 7 i.mpa,reggiabile trascinatore cl~ masse; di un mirabile Apostolo, convinto assertore dei più_àlti ideali umani. Oo,me la, Nazione · ebbe allora i suoi Capi che s,eppero agire sul terreno lavorato dai preclecessori, così l'Artiglieria ebbe il suo gra,nde artefke in Giovanni. Oava,lli, che creò l' A.rtiglieria moderna, inserendo, pel' così dire, la propri~ dottrina ,e il proprio genio nella feconda corrente cli studi che si era man mano fatta più gagliarda ne.i decenni precedenti. I clne periodi. appaiono a prima, vista con,tra,stanti ; poca attività, indecisione,. timidi tentativi non condotti a fondo, nel primo; -o perosità febbrile, lotta r isoluta, fonovazioni radicali, nel secondo. Ma il contrasto è soltanto apparente :· in realtà essi sono invece strettamente coHegati fra di loro. Il second-o periodo non è che una diretta, conseguenza del primo ; alla preparazione ,. laboriosa e silenziosa segue l'azione coronata dal successo. N-oi co1;siderer,emo prima separatamente le Artiglierie piemontese e napoletana, poi l'Artiglieria italiana unificata, illustrando, assai brevemente, .senza entrare irì particolari tecniei, r opera cli Gioya,ì mi Cavalli.
E vediamo anzitutto qnale fosse, all'inizio di questo perioél,o, il mat.eriale artiglieresco pi€'montese. Per le notizie relativ.e alla artiglieria da campagna, ci varremo ddle Nozioni s,un'cirtiglioria dei campagna conip'ilate al camvo ci'istruzione del 1849, cforcline di FJ. A.. R . il D,uèa di Geno·va., clal ca1jitano d,artiglieria Cesare Ricotti, e dei Ricordi per Vuffizialé d,artiglie1"ia in ca:m,11ar.1na, pubblicati in 'l'-orino nel 1849, opera ini.ziata, da un valoroso artiglier·e, il ca,pitano A.nnibale Avogadro ·di Valdengo, che trovò la morte sul campo di battaglia nella prima, guerra d'indipendenza. Come ristilta da qua,nto è stato esposto nel paragrafo precedente, le bocche da fuoco usate in campagna erfLno di bronzo e di tre sorta, e cioè cannoni da 8 e da 16 libbre, ed -obici da cm. 15. I eannoui da 16 e gli obici erano tutti di uno stesso mo-
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PIE:\'10.NTE · :ò'lUN17.10:-II El A~'l•'US'rI
dello, i ennnoni clÌt 8 inr:ece di mo delli di versi, doè ì\1° 1818 e M: 1844. Coi cannoni s~ bnciavano la palla e hb sca.tola a metraglia; con l'obice la, granata, la granata incendiaria e. la scatola a metraglia. Le cariche d'artjgJieria eh campa,g na era.no tutte contenute in. sacchetti di :fila.tkcio, <~ formate di polvere simile a. quella ·c1ella fucileria, ma a, gr.a na ·più grossa. La earica, di fazioùe, con h~ quale sempre si <~seguiv.a110 j . tiri col ca,nnone, era di peso circa, 1/3 del peso della, palla. Con l'obice la carica di fazione era circa 1/ 8 clet peso della gra,nata, ma si im piegavano anche cariche · mi.nori. Nei cannoni, per il tiro a pa11a, il cartoccio a, polvei"e era, unito alla pa.lla; con la granata questo 11011 av veniva ,perchè, trattandosi di cari-: che variabili, il cartoccio a, polviire si formava volta per volta. Un fatto sul quale- dobbia,mo fermare la nostra, attenzione è che l'artiglieria da cau1pagna possedeva allora due di.versi tipi d'affusto : quello ,M0 1830 e quello 1M:0 1844. Dice il Ricot ti : «L'affusto M 1844 ha sapra l'affust9 M: 1830 il vantaggio di un mh1or peso e cli una resistenza m.olto maggiore. Col tempo si adoprerà il solo affusto M 1844 pe1· tutte le bocche éla fuoco da campa,· g1m; pr·esentemente si éonserva, a,ncora il M 1830 per la sola ragione che, essendosi prima clel 1844 costruito una grande quantità, di sif0
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F!g. 7 • Obice Piemol\tese da cm. 15 B . da Campagna Mod. 1844. (È. conservato nel Museo Nazionale d 'Artiglieria in Torino) .
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f1;1itti affusti, non sarebbe conveniente per r agioni di economia abbandonarli >>· Pur proporiendoei di esamina.re det ta,g liatamente tutte quante le opere di Giovn.m1i Cavalli, non possiamo fare a meno di accennare qui, separatamente, ,1d una di esse, e precisamen. te a questo affusto M" 1844, che un distinto artiglier,e france,se, iJ Thoroux, chiamò la « poésie des c1,JJuts >>. Nella costruzione degli affusti si era sino aJlora seguito il sistema ingles~ e quello Grib~anval, i quali portava.no entrambi ad un materiale molto pesante. Il ()avalli, invece, <~ qui cedia.mo la parola ad uno dei suoi più chiar.i e competenti hiogrn:6., Ugo Allason, « costituì il corpo dell'affusto con due oo-scie convergenti verso la coda, disposizione, che mentre lasdava aperta la testata dell'affusto in modo da poter ·ricevere il pezzo, rend eva , facil,e l'applicazione della vite di mira, solida e resistente l'estremità della coda, .e permetteva contemp,oraneament~~, comé· il sistema inglese, di am pliar-è l'angolo di volta del pew,o, in confronto al sistema cli Gr.i bea1,1val. Per aumentare · la resiste11Za dell'affusto, il Cavalli anzichè appoggiar11e la testata sopra la sala, come genZ!· ra.lmente si faceva sino a quell'epoca, fece da essa a bbracciarè la sala ed il guscio df sala fra le C·oscie e gli aloni ; cosicchè r-estava diminuita d'assai la clistm1za fra gli assi delle ·orecchioniere e la sala, ci·oè il bra,ccio di leva ali'estremità del quale agi., s0ono gli sforzi distruttori" dell'affusto. Questa disposizione permise altresì cli tenere grandi le ruote. e di rendere facile il traino senza riuscire ad un ginocchiello ttoppo alto, .dannoso alla stabilità sia ì1el tiro che nel tr;ai.no )). Vaffusto fu presentato nel 1837 e sottopòsto ad esperi<mze. che clur3:r.ono fino al 184:3: Durante questi anni 'l'inventore do. vette lottare aspra.mente per vine,ere le resistenze opposte da Commissioni che mal si aclattavano a staccarsi dagli antichi concetti, e non sapevano rendersi conto dell'importanza clel fatfore leggerezza, e quindi m<_?bilità, che il geniale a,rtigliere poneva. invece come uno dei capisaldi per la maggior ·efficienza dell'arti.glicri.a carnpa,le. Dimostrazioni · pratiche e teoriche, esperienze e pubblicazioni di memorie non bastavano a far trionfare le nuoYe idee. I nfine nel 1843 una Commissione, dopo -
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PimMON'l'g - L A NASCITA OELL' AFli'US'l'O
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ulteriori prove, confron tando il materiale Cavalli con un materiale belg~ che aveva dato buona prova in Belgio, dovette riconoscere la superiorità di quello itali:1,110, ma non seppe ancora risolversi ad adottarlo ; e ad 1..ma decisione i-i venne soltanto quando Re Oal'lo Alberto, dopo avei:: rLssistito personalmente alle proYe, ne onlinò l'adozionP ('011 Ja l'- eg1wufr (l('terminazi01w
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Fig. 8 - Affusto c1n Cumpagnu mocl. 18H
consegnata il 14 otfoln•e 1843 a J mini~t1·0 V_illa11mrina e cons~'l' · vata autografa all' Archivìo di Stato cli 'rorino : << Ua,ffut de no1.vi;eau modèle 7Jarait réunìr tons les perfectionnenients d ésfrables; il faut donc l'a.do7Jier et ne vZ11s fMre cle noitveUes expériences à cet éga,rd; et faire çonstrnire si11· ce niodèle ceitQJ que lon fera d)or e11 avant ». Se l'a,ffusto M 1844, ideato dal Cavalli, ~egna un vero pro,gresso di gran de importanza., la stessa çosa non si può dire per 0
gli avantreni dei pezzi e dei cai:.goni e per i retrotreni dei ca !!-· -
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C'A::SOHA)IA -
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soni cl.ie nou furouo in quell' epoca, notevolmente IDodifi cati. Dicono le già citate Nozioni del RiC'otti: « P er il trasporto delle munh~ioni da, 8, lfa obice, e delle armi portatili, s'impi<'gano dei retrol1·eni di carri cla 1J11111i:d,011c cli due modelli dfr,,r:--i. cioè quello M 1844 e cpwllo M" 1.. 30; i due modelli sono pp1·ò di u na. e,ostrnzione poco di,·crsa, l?.<1 in ambi i casi• il corpo del retro tPeno traspo1-ta. due cofani posti tra~.yeri-almenle in modo rla avere la, loro b1rghczza pan1llela alla sala>>; e seguono le descrizioni .cleUe piccol e diversità,, s11lle quali. noi sorvoleremo. P r. r le mnnizioni da Hi fn l}Oi adottato un r et1·otreno M 1850, coi M · fa.ni posti in modo che il loro ass~ 1·isultn va perpendi colare alh snla. Anche per gli ;wantreni fn adottato un ~1° 184J, non molt o · diverso da qnello 1 30. Così YeniYano clinùnati dal carreggio dell'artiglieria. tutti i vecchi casf,Olli. Gribeauval, facilmente 1·i.conoscihili thtllc loro ruote .interiori pi ccole: quelli ancora es istenti. furono clestinati al ln1sp o1·to delle munizioni di fantcl'ièl e di cava1Je1·ia. Il 1·ima,n ent.e cal'l'·cggio della batteria era cosLi tnito ùal cano a ti<l,oli e dalla fn cina, della quale pnre ancon1 esistevano i due t ipi 1830 e 1844. In tutti i suoi f;tu cli relativi al cnrrcg-gio, e specialmente in quelli per l'affusto, il Cavalli era, stato ispir ato dall'idea napoleonica, di sem'plificarc ed alleggerire l 'a1·tiglieria; e la, lim g-,1 durata, cli tal e lllatel'iale, che rimaF-e in servizio per molti. anni. dimostra come realmente l'inventore fosse riuscito ad intro durre importo.riti e soddisfacenti va,riazioni; ID[L il suo genio hrn · ~imirante non era ::i,ncora soddisfa tto, ed egli stesso, in nna: nIemo1·ia della R. Accademia delle Scienze di Torino, scrive,n : << Sebbene Ì'a,rti.glieria n ostra sia fra le più reputate d'Europn, i migliorarncnli che subì nel suo materiale non sono ancora snffi cienti a -corrispondere alle esigenze del gran Capitano uscito dall'Artiglieria)). · A contrasto con l'inY<>nt.ore, ' non ancora pienam ente contento clel1a propria opera, non sarà male cital'e le parole ent11siastiche di altri artiglieri - per esempio l' Allason e, assai più recente, il Liuzzi - i quali. studiando tale affusto a grande cli stanz:1 di tempo , non p,o tev;rno n on esaltarlo. Il primo leva Dn inno al materiale che « ha !'<eguito tutte• le guerre della nostr,t indipendenza , e che gli artiglieri italiani mirano con una com0
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PlFJMO~'J:ill - NORllflll GP.KIDRALl DI TIRO
, piacente fiducia, e che loro ricorda, il nome del più gmnde àrtigliere moderno>). Il secondo scrive: « Esso (1'~1,ffusto) rimase· in s.ervizio_durante mezzo S(~colo di continuo progresso per i. mat<~riali cl'm·tiglieria; ciò che dimostra quale miglioramento, all'atto della sua adozione, . esso avese portato alle artig'lierie piemontesi rispetto ai nùtteriali preesistenti ·e a quelli degli altri eserciti europei >). .;; .:,
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Data una rapida occhiata al mat<~riale da campagna, accen11ia,mo orn al tir-o, agli inizi dell',epoca della qua,le ci stiamo ora
occupando. I tiri che le istruzioni prendevano in considera,zione erano di. tre specie : di lancio, di striscio, in arcata. I ca,nnoni con la palla potevano eseguire i tiri di J.ancio e di striscio; l'obice con la gra,nata, poteva eseguire i tre tìri ; la scatola a. metraglia poteva impiega,r sì solo nei tiri di lancio. Per i tiri cli lancio delle palle da 8 e da 16, bisognava tener conto del fatto che i due cannoni avevano la, distanz3' d.i punto in, bi.anco a, 300 metri e che pe.r tirare a tale distanza bisognava dirigere la linea cli mira, senzà alzo alla metà_del bersa,glio ; . per maggiori distanze si faceva uso dell'ah,o che si graduava servendosi delle rispettive tav,ole di tiro. La distanza ma,ssi.ma era, pe1· la palla cla 8, cli mille met1·i; per la palla. da 16· di milleclu~{·-t"nto metri. Il t iro cli striscio,. o~,sia, di rimbal7,o, non poteva eseguirsi chB in terr,e ni specialmente adatti, acl una di,stanza massima di metd 1400 per fa palla da 8, e di m. 1800 per la palla da i6. I tfri in arcata, degli. obici si eseguiva,no va,l endosi di cariche piecole e forti inclinàzioni. La carica era data dalle tavole di tiro; queste _indicava,no anche l'inèlinazione rispetto alla distanza, alla qria,le si doveva aggiungere quella risultante. dal qua,drante, quando l'obice era puntato a,1 bersaglio senz'alzo_ Il .tiro areato con l'obice da 15 poteva eseguirsi fino a 1400 metri. coi bersà,gli ordinari, :finò a, 2000 con bersagli estesi come, per esempio, interi vil1aggi. Il tiro a metraglia poteva, eseguirsi a ùna distanzà massima dai 400 a 600 metri, a Sf~conda delle bocc-be da iuoco. -
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·un tir<> speciale, del quale parlano le istruzioni dell'epoca, è q'uello a due proietti e ci-0è a palla e metraglia o due metra-
glie coi cannoni; gr.anata e metraglia o due metraglie con l'obice. P erò, dicono le Nozioni del Ricotti: « Il tiro a due proietti non dovrà essere impiegato che in circostanze veramente stra.ordinarie, e quando la batteria si trova in pericolo di essere pres;1 dal nemico, giacchè uh tale t iro produce sempre danni gravi alle bocche da fuoco e particolarmente agli obici. In nessun caso è oosa vantaggiosa l'adoper·are il tiro a due proietti contro un bersaglio che si trova-a d una distanr,a 1naggioi'e di 200 metri. Si davano anche regole pratiche abbastanza esa..tte per ov · viare a,cl inconvenienti che avrebber o potuto véificar si durante il tiro : mancanza dell'alzo o del quadrante; determina,zione dell' alzo in mancanr,a delle tavole di tiro, ccc .. Meno esatti sono i metodi indicati per le corr.czioni in genere e pet quelle da farsi in .dipendenza di errori dovuti al di,sli, vello delle, 1·u-0te. . . Per l'impiego dei va1·i tiri veniva raecomandato, tutte le volte che fosse possibile, di prendere di schiancio (d'infilata), di evitare i tiri di notte a meno che si trattasse di ber saglio bene individuato e a distanz~ nota, e di non effettuare mai tiri a di.stanze m.aggfori di quelle indicate dalle is.tr-uzioni. Dovendosi battère la fanteria veniva molto raccomandato il tiro a metraglia, natura,Jm.ente purcM si t rattasse di distanze a.ne quali ta· le -tiro fosse possibile. O~ntro fanteria in colonna, cioè ber saglio profond-o, tiro a palla. Contro cavallel'ia, quando la <'list:anza lo permetteva, sempre metraglia. Contro l'artiglieria invece era raccomandato il tiro di lancio o di st riscio, pur l'ic.O noscendo che poteva e15ere vanta.ggioso il tiro a metraglia cont ro una batteria che stesse prendendo posizione. Nell' at tacco di un trinceramento la b0cca da .fuoco preferita era il cannòne da JG; nella, difesa delle posizioni e nell'attacc-0 cli un vma.ggio, il cannone da 16 o l'obice, secondo i casi:
*** Per qua,n to concerne la formazione della batçeri;1, non \) era aJcuna notevole innovazione da quanto già è stato detto pe1· le batterie nel periodo antecedente. -
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PI0MONTI,; - MATJ.JRIALI DA MONTAGNA E DA
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Riguardo alla dotazione munizioni si partiva dal princ1p10 cll.e, in una giornata di battaglia, ogni bocca da fuoco potesse sparare fino a 200 colpi. Qu esto numero costituiva il co:::iidetto munizionamento, e si riteneva che, per poter far fronte ad impreviste esigenze del combattimento, occorresse avere al seguito dell'esercito pe1· lo meno un doppio munizi.ona,mento, -0seia 400 colpi pel' pezzo. I colpi occonenti pe r arrivure a questo numero, non portati dalle batterie, venivano trasport,1ti dai parchi di ri· serva dei Corpi d~armata,, e da.I par<.:o principale, che seguiva l'e· sercito ad una giornata circa di distanza. Oltre a questi, vi era il parco generale di depo,sito situato i11 una piazzaforte o in altl'o sito conveniente, destinato a rifornire le 111unizioni e, occorrendo, a confezionarle. Non sempre esistevano parchi di l)h1isione; essi potevano, volta per volta, venir forma,ti con carri µer munizioni delle batterie.
Per quanto riguarda i materiali da montagna è da rilevare la ~oppressione del cannone da 4, a cui si addivenne nel 1848 pcrchè si giudica.va questa, bocc:l. da fuoco di potenza i.nsufficirnte; l'imase così in servizio il solo obice da 12.
L'artiglieria da muro non ebbe a subire molte varianti: 6-0no pel'ò da notarsi: l'adozione di obici da 27 e da 22 cm. di ferraccio per la difesa delle coste, e di un cannone da 40 (mm. 16~) (1850) appositamente creato per le batterie della piazza di Genova; oltre a miglioramenti apportati al profilo interno ed esterno ùei cannoni, e agli affusti d'assedio a ruoLe per aumen tnrne la resistenza.
** * In c·omplesso l'artiglieria da campagna piemontese nel 184S si presentava in .magnifiche condizioni. Come formazioni., impi ego, roncetto lle1le ri serve, essa aveva adottato quanto di meglio era risu lta.to dagli insegnamenti . nàpoleonici. Per il màte3
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riale sh:-0minciava già a risentire l'influenza benefica del gr.ande artigliere Giova.nni Cavalli, e quindi già si riscontra.vano notev-01i superiorità sul materiale fin-0 ad a,ll-0ra in uso . Il personale a.i truppa era ottimo e fornito -in gran parte da oontingenti di leva, con ferma più lunga che nelle altre Armi; ·i quadri provenivano dall'Accademia Militare, della quale parleremo lungamente nel quart-0 volume.
*** Costatato come le condizioni dell'artiglieria piemontese all'inizio delle guerre per l'indipendenza fossero tali che essa non aveva niente da invidiare alle artiglierie di Stati assai più ricchi .e potenti, so,ffermiamoci ora a parlare di Giovanni Cavalli la cui figu'ra è tanto eminente che non è fuori luogo, anche in una visione panoramica, qùalche particolare sulla sua opera che dà l'impronta a tutto il periodo che consideriamo. Della figura e dell'-0pera de] Cavalli - che domina, sovrano, questo periodo - dovremo necessariamente tratta.re in diversi capitoli. Qui, prima di accennare rapidamente alle sue opere principali ed a,i suoi scritti, ci teniamo a rilevare che questo grande artigliere fu « fra gli studi, emine11itemente soldato >), come disse ottimamente Er{~ole Ricotti, co.mmemorandolo a,l la R. Accademia delle Scienze di Torino. E a dimostrare come il geniale stucli.oso fosse egual mente ammirevole anche per le sue prove di valore, basta ricordare· l'anedd-0to riferito dal Ricotti nella medesima commemorazione, e che mette in luce la calma, . il sa,nguè freddo e lo sprezzo 'd el pericolo, dimostrati dal Cavalli all'assedi-0 di Peschiera nel 1848. Altra caratteri~tica del Cavalli era la sua fèrma volontà 'cli raggiungere la , méta propostasi: ecco un altro aned'doto, non meno significativo, narrato pure dal Ricotti. Allorchè l'illustre artigliere piemontese era direttore della fonderia dell'Arsenale, fu riferìto a.l Ricotti, allora direttore del Genio, che dai sotterranei si estraevano a furia materiali di demolizione. << Si trovù che il Uava1Ji, che avea qualche tempo innanzi proposto ·d i pianta,r vi una certa macchina, ma l'avea proposto invano perchè mancava ·il sito, se lo cercava da sè aprendo una larga breccia. -34-
ll'ig. 9 - Giovanni Cavalli,' Capitano d'Ar tiglieria (da fotografia originale posseduta dalla Famiglia Voli-Cavalli).
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nel muro maestro . Si cwse in fretta acl archeggia,rla; per buona, t;;orte il muro, che era solidissimo, stette in piècli; ma la ma.cchina fu collocata là dove voleva )' ostinato ingegno del Cavalli, il qu ale non conosceva difficoltà)). In occa,sione clel primo centenario della nascita del. Cavalli, alla sua memo1'.ia furono t ributate solenni ,onoranze in un'an. ;. stera cerimonia svolta il 30 maggi,) 1908 nell'Accademia Militare cli Artiglieri.a ·e Genio <li. To1,j no, dove il padr.e clell' Artiglieria moderna aveva iniziata e terminata la propria carriera. La pubblicazione-ricol'do distribuita, in tale circostanza reca una hella epigrafe sèritta. da1 senatore :Man no, che qui ci piace' riportare, anche per associar~ la nostra cc Storia >) al clevoto oro.aggfo verso colui che scrisse la più fulgida pagina clell' Artiglieri.1 italiana. Dice l'epigrafe : NET, GIORJ\'O c m;; RJCORD1\
,\ LL'AR'l'lGLIERIA sui,; GOITO E PESCH !ERA
L8 VI'1'l'\)l!IE QU ASI DI
GLI ARTIGLIERI VETE:ll AXT F, GTOVA :-IJ
IS QUF.S't,\ STOlllCA
. R. ACCADEMIA MILITARE VIVAIO FECONDO
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IUGOGLlOSO
Df 'lJFl\'ICTALI DO'l'l't E l'rlODI SOL~: :-S :'\JZZANO H ,
CE:-.TEX1\IUO Ot;LLA i\'ASCH'A OEL
GJ<}NL':ItALID GIOVANN I CAVALU ACCADo-M ISTA ED ACCADJ,::.nco CHE MisDU'A,'il)()
s·r;r
rn sUJ.1'ATI DELLA scn::·:-sz.1
fDEANI)() SJST E: ~U CBEANOO l N Yt; XZT<)l'-l
COL GE:-110 E CO!'< L O ST UDJO DIVL'iA,'iDO Fli T 'lJ ltl
PllO.ORESSI
LT PRF:COl!SE ED AVVlÙ
''
:Per rendere prn degi-ra fa cornme.m ora,zi:one e soprattutt.o per-chè il ricordo del grande artigliere venisse conservato all~ generazioni future e l'opera sua continuasse essere guida ecl ei:;empio, molto opport unamen te l'alloi:a ministro della guerra, senatore Oa,sa.na, dispose che gli scritti di Giovanni Cavalli· fos~ero riuniti e pubblicati in speda,le edizim1e. Così .oggi gli studiosi hanno a lor{) disposi.zione la racc-o lta quasi completa,, in
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F1g. 10 . Gittnmento di un ponte ·di barcbe nel 1835 (da una litografia del Laboro..torio del R. Arsenale di Torino · disegno dal vero ed lnc!slonc sulla pietra. per 11 Capitano d'Art!Q"lleria Pietro Gardet).
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4 volumi, degli scritti di ·argomento militare del grande artigliere; e diciamo di argomento militare perchè, oltre questi, ue esistono altri di tutt'altro carattere e natura, che stanno a testimoniare come il Cavalli fosse spirito versatile « di molti ingegni>>: curiosìssimo, fra l'altro, che l'uomo cui fu oggetto di studio costante il perfezionamento degli strumenti guerreschi, ci abbia lasciato anche una memoria sulla Pace· Universale, « nella quale dopo di avere accennato le cause che possono agitare la face della discordia fra i popoli inciviliti, additò i mezzi che, secondo il suo modo di vedere, sare_bbero da tentarsi per eliminarle )).
Alla prima fra le ope1~ del Cavalli, in ordine cronologico, abbiamo già accennato: il suo equipaggio da ponte. L'allora -luogotenente Cavalli presentò una memoria manoscritta il :37 dicembre 1831, e il suo «equipaggi~>> fu adottato il 10 febbraio 1~32, « sul ooncorde parere di due Commissioni successivamente · incaricat(~ éli esaminarlo e di procedere a tutti gli ·esperimenti ritenuti necessi1ri )). Senza entrare in particolari, diremo solo che l'equipaggio da ponte dell'ufficiale piemontese fu il migliol'e esistente in Europa a quell.;epoca, superando, a parere di tutti, quello austriaco ·del Birago, che aveva fino allora tenuto il prima.to. I dati di paragone sono raccolti in un Mémoire sur les équipages de pon'ts 1nili'tàires1 fatta stampare a Parigi. dal Cavalli stesso; a noi ·basti tener p'r·esente éhe l'equipaggio allora usato ilÌ Francia richiedeva 74 vetture per trasportare 200 meti:i di ponte, quello del Birago ne richiede~a 20 per 67 metri, e qnello d·el Cavalli, con 36_vetture, trainava l'occorrente per 240 1netri di p-onte. ' Af!Che _dell'affusto da ca,mpagna abbiamo già parlato e non vi ritorneremo, sé non per ricordare che l'inv<~nt.ore ebbe a . lot tare ben sette anni per farlo accettare, ripetendo le lotte che già il Gribeauval aveva sostenuto contro il Vallière .: eterno fenomeno di contrasto fra novatori e misoneisti! Alla fine il successo coronò il sapere e la tenacia del Cavalli; e, come disse il Siacci nella commemorar.fone letta alla R. Aecademia delle -38 -
L' AH:rIGLIERIA CACCIATORI DEL C'AVALLI
Scienze di Torino, « questo affusto, che vide i campi della Tau ride e tutte le battaglie dell'Indipendenza e dell'Unità d'Italia, trasportò poi nell'ultima dimora, l'illustre generale>>.
** * Un'altra invenzione che egli propose nel 1833 e di cui tornò a parlare in una Memoria alla A.ccademia delle Scienze nel 1849, e diffusamente ancora in una delle sue relazioni del 1879, è quella dell'artiglieria cacciatori.
Fig. l1 - Artigliel'ia-cacciatori - Carretto-cannone.
Questa artiglieri11 - che l'autore ritoccò e rimaneggiò ogni volta che la ripropose - era co13tituita da un cannone su di un carretto l~ggero ad alte ruote,. che lo poteva trainare nei tet'reni più vari e a.lle a,n dature più celeri. Già nel modello presentato la prima volta il pezzo poteva fare fuoco senza che. lo si staccasse dai cavalli; nei tipi successivi, perfézionato, poteva sparare senza arrestare la marcia, cioè veniva soppresso il momento critico della presa di posizione, ed erano eliminate le difficoltà per seguire truppe fuori delle strade buone. Ben a ra-39-
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gione il generale Calicbiopulo intitola il suo articolo .su Le For-
ze,. A:r?fl,ate> nel quale parla di questa invenzi<me del Cavalli, « Cannone di fanteria realizzato p1ù di .un .secolo fa>).
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Le memorie del Cavalli contengono accurate descrizioni di questo materiale e altre se ne tr,ovano negli scritti dei suoi biogra,:fi. Noi qi;ii ci valiamo di quella più breve e meno particolareggiatf;lr, ma chiarisima, dataci dal Liuzzi: « Le ruote avevano un diametro di m. 1,80: lo spar,o .si eseguiva ftgendo ad un gan-. cio a , manico. Il rinculo era evitato dalla .spéciale disposizione, del materia.le, mediante un leggero prep-0nderante in culatta . f' per mezzo di un sostegno a rotelle della culatta, che si abbassa;va :fino a terra per far fuoco, e sul quale veniva ad esercitarsi e ad assorbir.si lo sforzo risultante dalla forza viva di rinculo; Si poteva spa,r are dop-0 di avere distaccato i cava.Ui e aUora il timone fungeva da coda. P.er ogni vettura,-pezzo era prevista, l'assegnazione cli due carretti-cassoni ·di foggia analoga, e oon una riserva di 1-;e,rv-enti. Ciascuna batteria -cacciatori su 8 pezzi doveva essere .servita da 64. cannonieri-fucilieri >>. Il Cavalli nella sua prima Memoria) d,op,o avere accennato alle caratteristiche di mobilità, facilità di servizio e leggerezza di questa, artiglieria, c-0nclu<).eva : « Pertanto, considerata dal lato tattico, essa dà luogo alla creazione quasi di una novella arma, che chiama,r si. potrà app1·opriatamente « artiglieria di Jjnea ». E più tardi (1879), nella 1vtemoria presentata all'Accadeµiia delle Scienze di Torin·o, egli torna a riassumere i vantaggi portati a,ll' Artiglieria da questa sua invenzione,: « ~ sì import~,n te il complesso degli accennati vantaggi çlella proposLa artiglit1ria campale, che bene appare dovrà necessariamente surrogare ogni altra. Dessa potrà, nei . suoi particolari, essere perfezionata ancora per superare quelle di.ffiooltà parziali che ' tratter- ' sorgere potranno nell'attuarla; ma tali difficoltà non' ranno i posteri dal realizza1~é ùn eon-cetto c-0tanto vantaggioso; 1 il quale, mentre s·oddisfa alle condizioni ·volute dal sommo. gin- : dice Napoleone I nelle esperimentate esigenze della guerra, permette di raddoppiar-e, l'artiglieria campa.le dell'e$ercito italiano, senza produrre maggi-ore spesa dell'attuale)). · L'artiglieria cacciatori - eletta a,nche artiglieria Stanhope;" -clal'nome·di Lord ·Stanb,ope che per primo aveva int,rodott-0 l'tiso 1
LI~ A'l'J' IVl'I':\ DI GlOVA~M C AV,\t,Ll
<l~lle grandi rnote nelle vetture di lusso , - non fu poi.acl:ottata, ma è certo che molte delle sue caratteris~iche (scudo per il punta,tore, aJleggel"imento del materiale, e speciallllentc soppressione del rir!cnlo) co..stituirono .i capisaldi sui quali fondarono i . propri studi· tutti i moderni artiglierL
-:'\" * * Prim_a cli parlare delle due più importanti cr eazio11i di Gio· vanni Cavaili - la rigatura <lel cannone e. il cannone :~ retro.carica - . vogliamo ulmeno nominare a,l tre importan ti innovazioni in trodotte dal geniale artigliere nei più diversi ra.mi dçl matt':riale: ceppi per mortai; va,ri tipi di a.ffu.sti e sotta,ffusti d'f.lssedio, adottati fra il 1843 e il 1849; congegni di punteria a vite e di puntarn~nto a cannocchiale ; inizio degJi studi sulle polveri progressive, miglioramenti introdotti alla Fonderia di 'l'·o rino; perfeziona-men ti ai vari carreggi, ece. · P.er dare un ' idea della ,s ua enorme attività, che si r ifletteva . i1,1 tutti i campi, riporti.uno un brano della commemor:1ziorn~ fatta da,l Siacd. : cc N€l 1838 lo tr-ovfamo nell'officina di niaestran1,a, perfezionat<nlC di . moto-ri iclrau.li.ci e di sist~mi di trasmissione, di ventilatori e di. ogni sorta di macchine utensili. Nel 1843 lo troviamo in studi idrografici e g.eologici nella valle del Po, intorno. ad un progetto per congiunge1·c Torino a Milano media,ntc il Ticino, e un grande naviglio per il Canavese, iJ Biellese, N-0vara e la Lomellina. Nel 1845 è m<~11;1bro del Gong;resso eentrale per la. direzione delle strade ferrate e prepara scandagli e studi per u:µ ponte sul Po a Va.lenza, e-per una galleria, &otto quella, eollina, accedente al ponte. Nel 1847 costruisce una macchina per la pl'{)va delfa resistenzr:~ dei metalli, che rende ancora g:r&ndi servigi, ed è, per certi rigl\arcli, superiore a.d altre venute di poi. Con essa il Cavalli feC(\ ~H~l 1876 esperienr,e che consegnò negli Atti di quest' Aeca,demia, e che risco::;-. ser·o, proponente il Brioschi, il plauso dell'Istituto Lombardo. Nel ·1850 il Cava.Ui dirige la Fo11cleria di Tor'ino, e que~ta fonderia, che produceva splo cannoni di bronzo, s-otto il Cavalli CDmi,riciò a produrre artiglierie di ghisa le più. poten.ti, e divenne. cl~ . qu:ell; ~l?oca nna delle ptime c1' Europa . Ben a, ragione sorge -
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ora dunque còlà un monumeni"-O in suo onore. Nel 1854 dà impulso allo studio deUe pol'veri progressive, che bruciano lentll;mente e danno quindi a.i proietti velocità grandi, · senza bisogno di eccessive pressioni. , Queste p·olveri sono oramai universalmente adottate. Nel 1860 stabilisce a Parma una fonderia; nel 18,61 è presidente di una Commissione per l'industria .del ferro; nel 1866 fonda e presiede la Società degli-'Ingegneri di .T orino; nel 1863 è commissario speciale all'Esposizione di Londra per le armi e artiglierie, e ricordo quésto · incarico solo per nota.re come egli nella sua, relazione si mostrasse partigiano eonvinto del fucile a retrocarica, mentre prima delle vittorie prussiane, dapper tutto, fuorchè in Prussia, s'insegnava il solo fucile pratico essere quello caricantesi dalla bocca>). Ohi volesse formarsi 1.r n più chiaro concetto della vastità e profondità del campo d'azione del Cavalli dovrebbe dare al- · meno una rl;Lpi.da occhiata ai quattro volumi dei .suoi scritti., IDer:wigliosa miniera di erudizione artiglieresca. La Commissione incaricata della raccolta pose ogni cura a:ffinchè questa riescisse completa, ma, come è detto nella stessa Prefazione : « Mancheranno alla Raccolta alcuni lavori di una certa impor tanza, dei quali essa (Commissione) aveva bensì notizia, ma che anda,rono, a quant·o pare, dispersi dalle vicende stesse famiglial'i dopo la morte del (Jenerale )). Nonostante tale · incompletezza, i volumi contengono bP.n trentuna monografia, oon l'aggiunta di numerose lettere scritte dal Cavalli in occasione delle prove del cannone a retrocarica (1838-1839), ed altre in occasione· della sua missione in Svezia (1845-46-47). In queste pagine noi troviamo magistralmente t rattati - oltre gli argomenti che ebb,ero poi attuazione pratica nelle proposte e nelle invenzioni del Cavalli - anche i più vari problemi tecnici di artiglieri~ e di ingegneria. Oite.reÌno, fra questi ultimi, i saggi sullo stato delle industrie metallurgiche, snlla resistenza dei tubi all'urto, dell'acqua, sui sistemi di tra· zione idraulica a sifone, sulla resistenza dei solidi, sul bacino del Po; e; fra quelli c·o ncerneµti l'Esercito, ma non str~ttamente legati alle sue invenzioni, ne ricorderemo uno sui perfeziona menti militari, dove sono studiate anche questioni logistiche ed amministrative. Tuttavia l'Artiglieria rimase pur sempre la sua -42-
I PRD:ll STUDI SULLA RE'.L'IWCARlCA
scienza prediletta,, quella che realmente appassionò · il · geniale inventore, il ·q uale profuse nei pr,oblemi relativi all'Arma la rie· ehezza della sua genialità e del suo sapere. Bene disse il compilatore dei cenni biografici che precedono la raccolta degli scritti: « La ~toria dell'artiglieria riconosce quindi in Giovanni Cavalli il precursore di tutto ciò che si andò facendo da più tli mezzo secolo in quà nella tecnica delle .armi da fuoco, quegli che segnò certamente la via di tutti i progressi che si raggiunsero poi dalle artiglierie, fino a questi ultimi tempi >).
Delle due massime creazioni del Cavalli, il caru10ne a retrocarica e ra,_rigatura dei cannoni, non tratteremo che assai brevemente, qua.si di sfuggita, giac~hè tali argomenti dovranno essere ampiamente svolti in apposito capitolo del quarto volume. Nel febbra,i-0 1S32 il Cavalli, poco più che venticinquenne, presentò ùna JJlenioria su un sistema d'artigJieria nel quale i cannoni non dovevano avere il rinculo ,e potevano caricarsi dalla cuhtWL. 'l'utti .sanno che. l'idea' della retr·o carica non era nna novità nemmeno ai tempt del Cavalli, chè anzi si può dire essa fosse .s orta insieme con l'invenzione delle prime artiglierie, come abbiamo visto nel primo volume di questa Storia : a retròcar.ica furono le pi.ù antiche bombardelle e spingardelle, a retrocarica, furono anche···.antiche artiglierie di gr-0sso calibro, composte di due pezzi che si riunivano per sparare. Ma i risulhdi pratici dati da ta.li artiglierie furono cosi poco .soddisfacenti che ben presto sì tornò alle artiglierie caricate dalla bocca, per quanto altri ·numerosi tentativi di pezzi a retrocarica si continuassero, a ' fare, da Leonardo da Vinci in poi, tanto in Italia q~rnnto all'est.ero. Spettava al Cavalli l'altissimo merito e l'onore di dare al concetto un'attuazione pratica col pr.imo cannone a retrocarica da lui ideato, munito di otturatore a cuneo col quale la chiusura 1 ermetica si otteneva mediante un anollo di rame incastrato alla estremità posteriore dell'anima e sulla cui superficie veniva ~ conc.:entrarsi tutta la pressione del cuneo. L'inventore mi.se subito in evidenza i numer-0si ed importantissimi vantaggi della -
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retrocarica, massimo fra tutti quello di poter fare H tiro « a paJ-. la · forzata )), il che portava una comp1eta trasformazione nelle possibilità conseguibili per mezzo delle artiglierie. Le~ prime esperienze, eseguite prima dell' adozione dell'anello di rame, diedero luogo ad inconvenienti, ·i qua li non si ripeterono però dopo quest' ultimo pe1~f.ezionamento. « La -lotta con la materia en.1, vinta)), dice il Siacci nella sua commemorazione, « ma ne co minciò allora un' altra, ben più difficile e formidabile della prima: la lotta colle Gommissioni. Oh 1e .Oommi,'3s1oni !. .. )). Questa lotta durò dieci anni, d1rnrnte i qua,l i il Cavalli, uqmo di ferrea tenacia, 11011 si lasciò mai scora,ggiare delle. crescenti. difficoltà. Lo se-oppio di un ca,nnone avvenuto durant·~ iprimi tiri aumentò la sfiducia, ma non peJ.' questo si sg,omentò il Cava,lli, il quale fece costruir,e in Svezia una nuo'.'a, bocca cla, fuoco uguale, e si· offet-.se di .continuare le esperienze a proprie spes:e : in tervenne itllora Re Oarto Alberto il quale dispose che le esperienze fossero in,vece riprese a spese dello ·S tato. Esse diedero risultati superiori. ad ogni a,spettatjva, ma nemmeno la pro Ya, evidente bastò a c-0nvincere pienamente la. Coinmissione che, pur dando un parere in mas.sima fav,orevole, non osò estendere la conclusione a calibri superi~)ri. Nel 1842 la Commissione pN poneva di costruire anche un ca,nnone a retrocarica ideato iu Svezia e di fare le prove nece~sarie per stabilire &, quale di queste bocche da fuoco . convenisse dare. la, preferenza; .e decideva che, qualora « fosse riconosci nto preferibile il sistema Cavalli~ venissero fatti allestire alcuni a,l tri cannoni ,e, d,opo averli irn piegati per un buon numero di anni nelle scuo1.e cli tir,o ed in ogni occorh:nte occa,sione, venissero ri1,.1niti tntti. i rapporti; recapitolate · tutte Je esperienze, messe a, confronto e ponderate t:utte le circostani..e. in modo da poter poi addivenfre a , un ponderato giudizio ·)). Campa cava,l lo ! - verrebbe voglia cTì escla · mar,e, e.on un facile gioco di pai·ole ispira:lio dal nome del genia le. e com.battuto inventore ! Ma. per fortnna del Cavalli, e specialmente dell' A.rtiglieria italiana, Carlo Alberto - e<sempre vigilantissimo per tutto ciò c,he concernesse il perfezionamento dell'Esercito, e in particolar modo dell' Artiglier~ia -;- decise diversamente; il 17 ,o ttobre 1843
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1 :PHiì\.fI S'l'UDI S OLLA l{IGATU RA
dava ordini formali di adottare il sistema a retrocarica del C,t· :valli, disponendo che di tale modello fossero fuse in Svezia le ae , tiglierie destinate alle cost e di Genova.
Tale enorme progresso fatto 00nseguire alle ar tiglieri-e non basta,va, a, s.odcUsfare 0omplet amente il Cavalli, il quale già da .tempo a,veva intuito i vantaggi che il tiro avrebbe ottenuto con la, rigatura delle bocche da fuoco. Anche questa idea non era completamente nuova: nel passato si erano avuti altri tentati.vi. di rigatura, non però attuati in moclo tale da dare risultati. praticamente utili; e certamente nessuno può contestare al Cavalli il diritto èli considerarsi l'inventore della rigatura, li· ritto che gli fu subito riconosciuto, oltrechè in Itali.a, anche all'estero, come risulta per esempLo da quanto scrisse Le Speot(L· teiw J.11-ilit o,ire del 1847: « M . Cavall'i a dono in,u enté itne pièce qui se ohcwye pa,r la oulasse) q'lti n·' à point de recYul) et qui iniprime un mouvement de rotation à 1.m projectiie 09ivo-tylindhq1ie m·uni de deiix sailUes )), e come ,confermarono il Testarode, nel 1860, nel suo A.perçu historique S'ttr les , àt'11tes à feu) e poi il Thiroux nella, Instruction théoriq1ie et prat,iq ue de Fartil lerie . Invece la priorità dell'invenzione fu contestata al Cavalli proprio in Svezia, dove erano stat i eseguiti i primi modelli ,del suo cannone, c,ome appare da una lettera, scritta dal Cavalli al generale· Sobrero, Diret tore dell'Artiglieria, nella quale il Ca· valli, fra le altre cose, narra come il re di Svezia, trattenendosi con lui, gli dicesse: (( Ed or·a vVahrendorf ci farà un'altra i nvenzione, i cannoni rigati che intende cli tosto sperimentare a.d Aker >). Il b~rone ~,ahr~ d~ ~- ~~ il .. propi.:ietario· <!élla_fonde ria di Aker in Svezia dov,e furono fu~i, a spese dt l governo sa1~d_21_ i· prfrnCcan no;ti rigati nel 1846; egli aveva assistito agli esperimen t i compiuti dal Cavalli, .Q.-ORO di. cl!~ ...sL .tiY.Ql§,e tl_g2.verll2_ sarélo per o ttenei~ ui'i:' brevetto per i.. .. propri cannoni. Il Cavalli, su richiesta del ministro della guerra generale Durando, scrisse dèlle osservazioni in merito alle pretese del Wharend.orf; e il Ministero accolse le giuste proteste dell'inventore italiano. 1
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ili.à da, qualche ann-0 il Cavalli ayeva pensato alla opportunità di rigare le bocche da fuoco. Ver.so la fine del 1845, andando in Svezia .Per assistere al collaudo di vari mat eriali da guerra . volle dare pratica attuazione ad un' idea che poteva ben dirsi assolutamente sua. Difatti tutte le rigature prec-edenti, ,e se ne trovano fino dal 1600, erano state fatte o per migliorare il centra.mento della palla, o per facilitare il caricamento dalla vola,ta o per ,altri motivi; -0· anche per imprimere al proietto il rotazione, ma non si era mai pensato al proietto movimento -0blungo; e qui sta il grande merito del nostro artigliere. Il ca11n-0ne rigat-0 fu costruito prima con due righe inclinate poco più di un decimo sull'asse dell'elica, profonde · da 4 a 5 mm., con due alette del proi:etto cilindro-conièo. L~ prove riescirono felicemente,_e JJ R~ preserisse .che.. venisS0re=ri-gatL tutti i càiìnoni ..a, retrocarica ,ç.hft-<ì{lY..B~WO~f.oÌlde:csi in Sv:ezia. L~ veiìtore avreì5oe vol:11to che si 1·igassero anche tutte le altre arti- . g-lierie da assedio e da campagna, m~ç o per poca fidu cia o- pet· --mancanza di mez_ii, talè rigat;ura non fu fatta ; e cosi altri Stat!, ._ come vedremo, poteronoyrececlere il Piem2nte,nella Q·Ossibili~à_di utilizzar~ sistematicamente delle bocche da fuocp rigate. J ,a J?rima batteria ·rigata del Cavalli, pr-0rita .solo nel 1856, f u. destinata_ a battere le mura di Sebast-Opoli, ma non potè intervenire perchè la fòrtezza cadde prima che vi giungessero qllesti g nnoni ; :('Yt1 rtroppo lo stesso avvenne nella -ca,mpagn~'l: del 1859, nella, quale l'inaspettato a rmistizi,o trovò le batterie Cavalli a ncor:~ in via di organizzazione; ma, il principio dell'inventore italiano, applicato in quella guerra dall'Artiglieria francese, ebbe modo di far valei'ùa...i>J1.8L.:f.Mrme...s.upe.r1iOF-i-tàr-ssttHe-a-1:t-re-ar.i-tig~lierie, :BJ chiaro che l'invenzione della rigatura, oltre ad avere una enorme ripercussione pratica sul tiro, sulla sua efficienza, esattezza e gittata, doveva averne una non meno grande nel campo degli studi, giacchè, con essa, la ba,l istica vedeva sorgere n uoYi problemi. Dice il generale Cesare Oerutti nella monografia. V evoliizione deUe armi: « Gli studi di Balistica esterna ripresero quindi. nuovo impulso in ~eguit-0 all'adoztone di p r-0ietti oblunghi, conseguénzn immediata del.la. rigatura, trattandosi di riconoscere se la resistenza dell'aria avrebbe agito s u quest i pr-0ietti nello stesoo modo che su quelli sferici; mentre il pro-
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blema analitico si complicava, dovendosi tener conto anche delle conseguenze del movimento di rotazione del proietto. I movimenti da studiare diventarono quindi due: quello di traslazione del centro cli gravità del proietto (il che oostituisce il problema balistioo principale) e quello di rotazione dell'asse del proietto intorno al centro di gravità, che è un doppio mo vimento co;nico, di precessione e di nutazione (il che costituisce il secondo problema balistico) >). Gli scritti del Cavalli comprendono inter~ssanti notizie 8U questa sua grande invenzione; ricorderemo fra gli altri una Memoria prei:.entata alla R. Accademia, delle Scienze di Torino nel 1858 e discussa in adunanza del 6 febbraio di quell'anno, e un « Aperçu sur les canons rayés se chargeant par la. bouche et par.· la culasse et sur les perfectionnements à apporter à l'art de la guerre en 1861 )), che termina con un riepilogo in 20 paragrafi numerati, dei qua,li riporteremo quelli più strettamente rife. rentisi alla rigatura: « 1° - L'artiglieria piemontese ha presentato nel 1846 i primi e più grossi cannoni rigati, e sino da ·allora, a pili forte ragione, è stata dimostrata la possibilità di costruire quelli dj 11n calibro minore. · « 2° - L'Imperatore dei France.si, Napoleone III, fra tutti . i capi dello Stato, ha capito per il primo la grande importanza dei cannoni rigati, e .introducendone nell'esercito francese al prin~ipio della memorabile campagna del 1859 ba assicurato la vittoria; a.ne armi franco-italiane. « 3° - I diveni sistemi, più o meno modificati, di cannoni rigati che seguirono, essendo fatti in giuste proporzioni e impiegati per il tiro in condizioni identiche, danno gittate e penetrazioni eguali; mentre che l'esattezza del tiro varia in ragione della maniera più o meno efficace di mantene're, il meglio possibile, il proiettile centrato nel suo percorso nell'anima del cannone.
« 8° :- I grandi effetti di,struttori e la grande esattezza di tiro dei cannoni rigati, tanto da vicino che da molto lontano, contro truppe in aperta campagna, o contr.o ripari in terra, o contro i muri i più solidi, o contr9 quelli in legno, o anche co-
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ra,zzaiLi, fSe essi. non sono troppo inclinati rispetto al tiro, capo- ~ volgeranno tutte le previsioni e le probabilità della g uerra, ~e non vi si pensa e vi si pr,ovvede a tempo ». Lo scritto indica poi l e norme da seguirsi per ·o ttenere batterie fisse e corazze resistenti a queste nuove artiglierie, e conferma i vanfa,ggi oLtennti coi proiet ti cilindro-ogivali e con l,! r iforme proposte dal Cavalli in genere. JìJ ovvio che alle innovazioni in trodotte nel materiale corrispondono altrettante jn. novazioni nell'impiego tattico dell'Arma; e n. Cavalli, che fu non solo scienziato, ma anche ed essenzialmente soldato, di qucF.te si preoccu pò, tendendo sin dall'inizio a dare all'artiglieria, oltre alle camtteristi.ch<~ recniche di efficacia di tiro, quelle Lattiche di mobilità e di manovrabilità., proprie dell'Arma destinata a co-opc~nlre p1·ontamente e vigorosamente con le sue consorelle. In queste poche pagine non pretendiamo di aver fa,tta una completa esposizione delle opere del Cavalli, per la conoscenza delle quaili rimandiamo il lettore ai capitoli più strettamente tecnici del quarto volume; abbiarno solo cerca to di presentare nel suo complesso la fìgurtL del grande artigliere piemontese eh,~ all'Arma dedlcò la maggior parte della proprio attività « divinando futuri progressi che precorse ed avviò )), come dice l'epigrafe eia. noi riportata . Difatti - oltre la rigatura dei cannoni, la retrocarica, e· gli affu sti leggeri, invenzioni da lui completa.mente attuate - nell'opera sua noi troviamo pienamente enunciati, o almeno « in niwe >) . i principti di tutte quelle innovazioni che, sviluppate poi, valsero a condurre l'artiglieria al grado di perfer,ione tecnica oggi raggiunto, nonchè tt:itte le proposte e riforme intese a t rasformare anche l'impiego dell'Arma, generalizzand o ed estendendo i principii già professa ti da1 gl'andc Napoleone . · Possiamo ora chiudere queste brevi note con le parole che nella cerimonia commemorativa di cui si è fatto ripetutamente cenno, l'a1lora capitano Alberto Turano, parlando per tutti i giovani artiglieri, rivolse alla memoria di Giovanni Cavalli « il cui nome deve ,suona.re mouito ao-Ii artin1ieri perèhè l'a:rtio·lie. t, t, ' 0 ria nostra, di cui Egli fu pa dre, diventi e si conservi intimi:Lmente italiana, giarehè d'ingegno e di braccia n'abbia mo a clo-
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ì'izia e perchè ci sembri più bello morire, ove occorra, abbracciati, come ad un fratello, al cannone uscito dalle nostre offi- , • I eme.».
Dopo il Cavalli vogliamo e dobbiamo ricordare un altro grande artigliere piemontese che, pur non avendo raggiunto certo la notorietà del primo, merita però di essere annoverato fra coloro cui ~' Artiglieria piemontese prima, e quella italiana poi, devono i progressi ed i perfezionamenti che le permisero òi oonquistare e conservare una posizione preminente fra tutte le artiglierie d'Europa. Intendiamo dire il conte Paolo Ballada Di Saint Robert, ufficiale d'artigUeria e valentissimo matematico e insigne cultore degli studi balistici. I numerosi scritti del Saint Robert - fra cui i pdncipali apparvero per la prima volta fra il 1855 e 1861 - furono a cura dello stesso autore, raccolti in tre volumi, in francese, sotto il titolo Mémoires scientifi,qiies ) e pubblicati a Torino fra il 1872 e il 1874. Di questi volumi . i primi due ci interessano maggiormente, perchè vi sono riassunte 11~ monogra:6e di argomento' strettamente artiglieresco. Il primo ha per sottotitolo « Uilistica » e ra,cchiude sei ruonografie che l'au tore riunisce in tre gruppi: il primo tratta del moto dei proietti sferici in un mezzo resistente; il secondo del moto di proietti oblunghi lanciati da armi rigate; il terzo oomprende due memorie che si riferiscono a proietti di qualunque forma, a similitudine delle traiettorie descritte da pr,oietti diver.s i in un mezzo resi,stente, ed agli effetti prodotti sul tiro dal movimento cli rotazione della terra,. Nella prefazione al volume, che, come abbiamo detto, fu pubbli.cato solo nel 1872, l'autore scrive : « Malgrado il tempo t rascorso dalla compar a di queste mem.orie, la soluzione rigorosa del problema balistioo è rimasta presso a poco al meq.esimo punto al quale fo l' ho portata)). Ecco una conferma dell'impot·tanza di qnosti scritti sui quali vogliamo richiamare l'attenzione dei lettori, anche senza addentra rci in più particolareggiatq esame cli tali studi severi su argomenti strettamente teenki. 4
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Di speciale interesse per noi è il secondo volume, intitolato «Artiglieria, »: Il primo artico1o cli questo volume è la tradu. zione in francese di una pubblicazione già fatta dal Sain t Robert nel 1857 in italiano, sotto il titolo Nuovo vroietto e 1vnova a1·m.ri da /11000) nella quale l'autore proponeva un proietto cli f,oriwL lenticoiare - animato da, un movimento di rotazione int-0rno nl suo asse di figura, perpendicolare al piano di tiro - , lanciato da nn cannone curvo con la concavità rivolta verso il basso. Tale invenzione - che non trovò · mai applicazione pratica se nòn in un tentativo fatto .in Russ.ia, - è in nn certo senso il prodotto é!ella s:fiducia, da parte del Saint Robert, nei sistemi proposti dal Cavalli :- il contrasto fr,1 i dne illustri uomini determinò anzi una polemica, su cui nou intendiamo soffermarci. Il second·o gruppo di. memorie contenute in questo volume riguarda la, fahhrkazione della polvere. Segue un importante studio di balistica interni11, il cui inter,,esse è dato dal fatto eh,e in esso è tennt10 conto del ,calore sottratto ai gas clallc pareti delr anima, e cioè per · fa, prima, volta si :.Lpplieano le leg-gi cleJ1a termodinamica allf! armi, consid.erandole come ma,cehine termiche. Il quarto gruppo riporta, in francese uno scritto D el , tiro) pubblicato in italiano nel 1857, nel qnale la parte più originale è intitolata: « l>i .ilcuni pregimlir,i l'ignanlant.i il tiro)). Chinde il volume nn brev,e capitolo sulle dimensioni d'una cannoniera. Non d soffermeremo s ul terzo volume, che è cleclic,:tto a, due materie_: meecanica e ipsometria, cioè non tratta argomèn ti strettamente él.i caratt.e re militar<':\. Altrove i nostri lettori trovera,nno un più particolareggfato ~tudio su alcuni degli scritti. cli S[~int R,obert : q11i' -r~corderemo soltanto -come la complessa_opera, sua, pur non a,ve'.ndo ,ottenuto itumeaiata applicazi,one pratica, a,bbia segnato un notevolissimo patSso avanti. iwUo svilnpl)o della ·balistica, e come perciò il Saint Robert meriti di essere tenuto in altissima, considerazione r cli essere additato a,g li artiglieri tutti quale degno prosecutore del Galileo e del Tartaglia, e a sua: volta come precursore ,H altri che avremo occasione cli nomi nare parlando di epoche più
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l<'ig. 12 - Conte Paolo Ba llad a di Snint Hobert, Capitano d'Artiglieria. (riproduzione di fotografia dell'epoca poss~duta dalla Famiglia Voli-Cavalli).
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recenti : anello della gloriosa, catena costituita dalla t radizione italiarn1 nel campo della balistica e delle varie applicazioni delle sciem,e ::1,i problemi del tiro. •
Torni.amo ·ora all'Artiglieria napoletana la quale, dopo lc1; piemontese, era l'unica allorri importante fra quelk dei vari Stati italiani, e doveva portare un notevole contributo alla for mazione dell'Artiglieria del nuovo regno. Poco possiamo dire di essa per quanto concerne questo periodo giaccbè, dopo - i pro gressi compiuti nei primi anni della, restaurazione borb:onica, si ebbe, se non un arresto, certo un rallentamento : in altre pa· role, mancò a Napoli .un Giovanni Cavalli che si lanciasse risolutamente sulle nuove vie del progresso. Dal 'punto di vista del materiale i dati fornitici dall'Ulloa nel s uo 'Manuale p~r soldati e sotto-uffiziali di art'i,glieria (1850) non rive.l ano l'esistenza di grandi novità; e lo stesso dicasi ·dell'Ordinanza di flua Maestà per le truppe d)artiglieria) ~ostituita da due volumi di tavole, eseguiti con cura ed esattezza, ma nei quali però vengono riprodotti materiali che già ci sono noti. Non bisogna tuttavia credere che fosse trascuratà la costruzione delle a.rtiglierie, la quale invece 'proseguì con la consueta attività nelle officine na.poletane. Ricorderemo, fra queste, il Reale Opifit'fo Meccanico e Pirotecnico di Pfotrarsa, a propo· sito del quaie il. giornale. . l' Arald'o del 20 settembre 1849 des~rive una. visita compiutavi. dai Papa H 24 settembre di quell'anno, e, dopo ·aver eletto come S. S. si interessasse aUa grande sala cl.elle macchine (dove in sua presenza venne fuso un ritratto del Pontefice a, mezzo busto ed una grande, lapide con iscri7..ione) , soggiunge : « Volle_vedere, S. S. le palle ince~1qiarie che lo stesso direttore (,'i\faggiore Corsi) ha inventato. Si fecero anche diver-s.i spari col cannone innescato per mezw del nastro a miccia che è un recent é trovato del capitano Oampa,nella >>. Ma di questa invenzione non si trovano in seguito altre notizie. Notando (~h{~ l'Artiglieria napoletana, nel periodo clel quale ci occupiamo, non fu apportatrice ·di grandi invenzioni, nat uralmente non vogliamo dire che essa rimanesse arretrata, gia<>-ehè -
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,, NAP.ÒLI E A IWMA
anche a Napoli giunsero notizie delle artiglierie a, retrocarica,, · notizie che furono· raccolte e tradotte in ,i·ealtà con pratiche at· tua,zioni ; e fu ancora dalF officina di Pi.etrarsa <:.he 1{e1 1860 uscì il primo cannone rigato ,su di un mode~lo idea,t o dal tenente Pinto; e a tale (:annone ne seguirono molti a.I tri,. sicchè numerose batterie ne furono in qnell',epoca a.rmate. Nel campo degli studi Napoli, cbe sempre fu culla ·d i ,gra.ndi cultori delle mat~matiche, non smentì in questi anni le sue tra.. dizioni: citeremo, fra i nomi degli studiosi, quello di Nunzio Ferrante, successore del D' Ayala alla Nunziatella, che èoltivò con intelligenza le sciem..e, applicandole opportuna111ente al materiale ·e r:t l tiro . Egli pubblicò un libro, Cenni di aioune teoriche d)arUglieria, uscito in una prima edizione nel 1843 ed in unn, seconda nel 1857, nel quale trattò con rigore matematico i principali problemi della bali,stica, sia nel vuoto 1 sia tenendo conto della resistenza, e li applicò nel campo pratico. Per quanto riguarda le esercitazioni, sappiamo che queste venivano eseguite regolarmente tanto per l'addestramento tattico come per quello del tiro; per quest'ultimo esistevano numerosi poligoni alle scuole, come a Capua e a Vigliena, oltre a sémplici poligoni di tiro quale quello di ·Fuorigrotta. L'artiglieria prendeva parte alle manovre autunnali, non formando · unità a sè, ma concorrendo corr delle aliquote alla forma,zione delle brigate; così, ad esempio, alle manovre del ' 1848 troviamo otto pezzi da campagna ogni cinque brigate di fanteria, tre mezze batterie a cavallo coù le brigate di c::tvalleda, otto obici da 12 coi Corpi leggeri. · Altrove i nostri lettori troveranno notizie sull'azione svolta daU' Artiglieria napoletana nelle successive campagne; non vogliamo · qui anticiparle, ma solo richiamare quelle pagine che dimostrano lo sviluppo. dell'Arma ·a nche nel Regno delle Due Sicilie e prova.no l'importanza del contributo da essa portato nella costituzione dell'Artiglieria Italiana.
*. * * Non si deve passare sotto· silenzio c~he anche nello Stato Pontitlcio furono seguiti i progressi realizzati negli altri Stati; dal 1861 in poi ncll' Arsenale P.ontifìcio' si costruirono 12 .can'
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2° l'ERIODO
. noni da, 6, rigati ,seconclo il sistema franc:e1:1e, per l'armamento di due ba.tterie da, campo, dotate di affusti pure cli sistema francese.
*** E passiamo ora ai tempi nei qùali sorse il nnovo Regno, col suo nuovo Esercito, con la sua nuova Artiglieria. Nel n;ieraYiglioso periodo della nostra ,s toria, nel qua1e _amore ·di p,a.tria. ~ di libertà spingono gli italiani tutti al conseguimento della raggiante~ méta, finale - la Patria una e 1ndipenclente - l'i n: calzare degli aJvvenimen ti non ci co~1cecle di soffermarci su particolari, per quanto importanti. f,J vicino il giorno nel quale non si parlerà, ·più cli a,rtiglieriit pie1nontese o napoletana o pontificia o toscana, o di.altri StatL Inta nt-0, con R. Decreto 25 marzo 1860, si incorporano nel: l'Esercito sardo quelli di Toscana e dell'Emilia, e per conseguenza a,11',ordinamento dell'Artiglieria vengono dELtc più larghe basi. . · Con R. decreto 17 giugno 1860 l'Arma d'Artiglieria ebbe questo organico : un Comitato (il c;ni. pri1~10 pres.id.e n~ fu il Luogotenente Generale Giu~eppe Dabormida), uno Stato 1Vfag. giure, e otto reggimenti, dei q uali quattro da campagna, t.r e da piazza e uno · d'operai. L'Artiglieria di nuova costituzione ebbe il suo battesimo ai fu oco nelle Marche e nelJ'Umbria, combatt.è a Castel:fidardo, prese pa,rte all'assedio di Ancona, all'assedio di Gaeta, alla guerra del 1866 ed alla, presa cli Roma, campagne nelle quali furono impiegati. i cannoni riga.ti a, retrocarica, Cavalli. Con l'annessione . delle provincie meridionali e col 0onseguente accrescersi dell'Esercito., a11' Artiglieria pi;ìnontese 8i sostituì l'Artiglieria italiàJrn, ana quale fu dato immedi.a tamente un nuovo ordinamento, che prese aspetto stabile con R . Decreto 2 marzo 1862 e rimase invariato nelle .sue linee g,~nerali fino a,l 1865 . . Non parleremo qui di tale ,o rdinamento: ricorderemo solo come in esso si desse grande sviluppo agli f:tabilimenti d'arti· glieria. Troviamo , difa,tti tre ar·s enali cli costruzione, tre fabbri-54 -
LE l'Rl?l!IJJ AR'rIGLIIDnrn DET, Hl•}G!'.\0 n'I'l'A:yIA
che d'armi, tre fonderie, ·Oltre a un laboratOl'ÌO pirotecnico, UWl officina ponti.eri, µn polverificio, una raffineria nitr-i, due sta-.· bilimenti meccanici.ecl uno metallurgico. Le ultime campagne avevano messo praticarrrnnte in evidenza 1a superiorità delle a.rtiglierie rigate dei FrancBsi, e fu quindi data, opera atti vi,ssima a rigare c,on lo stesso sistema le artiglierie esistenti quando era possibil-e, e alla costJ'UZÌ·One, di nuove se era necessario. La, prima bocca da fuoco rigata, ufficialmente adottata, fn il cannone da montagna 5 1/3 di nuova costruzione (1861); venJH! invece tentata la rigatura del Yecchio cannone da 8 cli bronzo, che però riusci troppo indebolito' cla,lle solcature e dovette esser e sostituito con una nuova bocca da, fuoco dello stesso ca,libro di nuova costr uzione (1863) . Furono poi rigati i cannoni da 24 libbre (mm. 121) e i ca11noni cla, 40 di ghisa, con due tipi' di 1·i gatul'a e cioè il tipo OaYalli a clue righe, e quello francese. Fur ono anche riga,ti gli obici da 22 cm .. Nel Gio·r nale cf A r t'igU(:w ia del 1863 (parte . 2"') troviamo un << Resoconto delle esperienze d'artiglieria eseguite nel 1862 )>, nella c1Ìi introduzione. si legge : « Nello scorso anno l' Artiglie ri.a, Italiana condusse a termine molti' esperimenti e mòlti lavorì assai irÌ1portanti poichè mediante .i <fati da essi raccolti si poter ono determinare i partioolari d.el sistema cl\trtiglierie r igate da, noi scelte, ,e si potè proceder e alla trasfor.mazione del nostro materiale)). Seguono pa,r ticolareggiate descrizioni di tutte fo esperienze eseguite, divise neile s,eguenti. sei categ,orie : espe; rienze pel' l'~d o·lione di nuove· bo·c~che da fuoco rigate (fra le quali un nuovo cannor1e da 8 B. R da campagna ad,ottato nel 1863,· cli cui è già, stato fatto cenno), esperienze sui tiri i.n arca· fa. delle artiglierie rigate, , esperienze sulla resistenza, delle b~tterie cora,zzate, esperierrne sui diversi tipi di spolette, esperienze su affusti d'assedio, esperienze sul tra,ino da ca,mpagna ;t.863. In a,l tra- parte ·della Storia,i n ostri let tori troveranno notizie ·tecniche su queste esperienze e sulle innovazioni che ne conse: guirono ; noi qui d. limiteremo ad accennare a quelle relative al nuovo materiale ed a, quelle concerneùti le spolette, che assunsero allora una maggiore importanza nel quadro generale della nostra artiglieria. · -
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PANORAMA -
1815 - 1870 -
2° PERIODO
Del nuovo cannone da 8 B. R. dice la Relar,ione : « Dal rapido e breve parallelo ora fatto, nonchè dai resultati dell'esperienza, si può conchlqdere che il cannone 8 B. R .. 1vf 1863 è tale da oompiutamente soddisfare a tutte · le esigenze ,sia della pratica sia della, teoria, e ch:e esso rende )a nostra Artiglieria da . campagna se non superiore, al certo eguale a quella delle altre potenze europee ». I • Le esperienze sulle spolette si resero necessarie per il fatto che molte di quelle allora, esistenti, e specialmente Je metllrlliche a tempo, aveva:.no dato cattiva prova negli assedi di Ancona e di Gaeta e nelle ultime campagne in genere, come pure nelle esercitazioni eseguite ·posteriormente, con un complesso di a~cen sioni che si limitò al 40 %. Venne istituita nel 1861 una Commissione speciale, destinata a esaminare le varie .spolette già presentate e tutte le altre che fossero per essere presentate in seguito, purchè c-0rrispondessero alle condizioni poste dalla Commissione stessa. Fra le spolette proposte venner.o sperimentate quelle a due ., tempi élei capitani Ferrero e Zanolini; quella a · un tempo dell'ingegnere Feààndo; quella a percussione del capitano Ferrero, che non diede buon esito; un'altra simile a quella della marina francese; e due tipi .successiva,mente presentati d:11 luogotenente di marina Massa. Le esperienze allor·a eseguite non giunser-0 a ri,sultato conclusiv-0; esse vennero proseguite negli anni 1863 e 1864 e ne fu compilata, nel Giornale d/ A.rti _glieria del 186·3 (Parte 2~) una Relazione ché così conclude: << 'Se dal complesso dei fatti suesposti risulta che la nostra, Artiglieria non possiede tuttora 1:i'na spoletta a percussione la' quale soddisfi a t utte le · ei:;igenze, è però innegabile che. gli studii e le molteplici esperienze fatte hanno portato ora tale luce sulla questione da poterne presagire non lontana la soluzione>>. Risultati non definitivi sono anche quelli relativi alle spolette a tempo. In quell'epoca. erano allo stùdio, presso diverse artìglier~e europee, dei si,stemi che .pern'iettessero di aumentare la resistenza delle hocche da, f\wco senza ailmentarne proporzionatamente lo spessore d<~lle pareti dell'ai1ima, giacchè, con metodi ordinari di costruzione, adottando potentissime cariche, le bò~- 'ebe da fuoco sarebbero risultate di dimensioni esagerate ·s enza 0
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LE ARTlGLlmR!m l'.l'ALIANE AL
1866
conseguire completamente lo scopo. Questi studi avevano condottù alla cerchiatura, la quale nel 1865 fu applicata a cannoni da 40 libbre e a obici da 22 di ghisa, e, come ricorda il Gen. Oerruti nella sua già citata monogra fia, diedero modo al colonnel lo Giuseppe Biançhi, Dire.ttore della R. Fonderia di Napoli, di lanciare per il primo nel 1864 l 'idea di comprimere arti:ficial· mente dall'interno le bocche da f-noco di bronzò, per aumentarne la resistenza al tiro, sfruttando tutta la, resistenza cli. cui :i.l metallo è capace. Infine è da rilevarsi a,nche la comparsa in Italia delle prime artiglierie d'acciaio, un obice da 22 avanc~arica acquistato da Krupp.
In complesso nel 1866 (1) l 'Artiglieria italiana era. fornita delle seguenti bocche da, f noco : Cannoni: 8 B. R. - 9 B. R. -- 12 B. R. - 12 G. R. - i6 G. R. - 16 G. R. O. - 22 A. R. ~ OannonciI10 5 B. L .. Obici: .15 G. L. -- 22 G. L. _:_ 2~ B. R. - 22 G. R. C .. Mortaj : 22 G. - 15 B. oltre ad un certo numero -di artiglierie di modello vario. classificate, per ragioni di provenienza, in piemontesi, napoleta ne ed estere. Infine, prima del 1870, dobbiamo registrare nel campo de gli strumenti di puntamento e simili, due importanti innova zioni. Una di esse è costituita, dall'adozione del prìmo alzo quadrante; questo strumento che, come è noto, venne poi perfezionato, era allora costituito da un'asta incurvata ad arco di circolo il cui centro era dato dal punto culininante dèl mirino, graduata, in gradi, e da ùn regolo ·,orizzontale gra,duato i.u millimetri. L'altro fatto che m~rita specia,l e menzione1 non tan-
(1) Con disposizione del 1867 fu stabilito che tutte le bocche da fuoco fos- . sero designate con il calibro espresso in centimeti'i, · aggiungendo lettere distintive acl indicare il ·metallo (Bronzo, Acciaio, Ghisa), la rigatura (Rigato · Liscio) e la cerchiatura (Cerchiato).
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PANORAMA -
1815 - 1870 -
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Pf,JR1QDO
to per L'importanza. avuta. allora quanto perchè dischiudeva 'nuove vii:' per l' .wvenire, fu la presa in considerazione del telemetro Gauthier. Negli ultimi. anni del periodo da noi considerato si compiono ancora uotl\VOli passi nelle costrnzion i d'artiglieria: viene J'ealizzato e portato a termine il primo materiale a ret.roca,r ica, rigato e cerchiato, il cannone eia 24 G. R . C. Ret, il cui corpo di ghisa ~ra fuso col sistema, a nocciolo, giù, applicato dal Rodmann in Ameri.ca : questo canno1rn era, tutto di fabbricazione .italiana salvo i cerchi acq'histati in Francia,; la realizzazione di affusti a ruote e cla difesa pe1· artiglierie cla muro di fefro e di ghisa; studi ed esperienze relativi ai nuovi materiali da cam pagna, a retrocarica r:hc videro la luce poco dopo il 1870.
Re noi volgiamo uno sguardo riassuntivo a tutto il cammino percorso dal 1815 al 1870, e.i sentitLmo pervasi da, legittimo orgo· ~lio, sia, come itali.ani ehe come artiglieri, per il progresso com pi.uto sia pure, in parte, nella scia. di rea,lizzazioni estere, così nelle scienze tecniche -e nelle. loro applica,zioni, come nelle genia:li .eoncezio11i d'-impiego. Questo peri.odo ci r,ortò non solo àd a.vere un'Artiglieria pari n, <i,nella di altri Sta,ti più ricchi e potentì del nostro, ma, ci innalzò anche al grado di innova,t ori e di pionieri, sicchè molti dei rrn>gr<~ssi compiuti da artiglierie estere non furono ehe frutto del nostro insegnamento e clel nostro esempio. Come artiglieri, poi, dobbiamo compiacerci del fatto che i p!'imi progressi nell'E8ercito italiano furono compiuti dall'Arma nostra, sicchè essa fu allora, ,o ttima, anche in è:tmfronto alle altre: e isoprattutto pe-r quanto si riferisce all'impi{~go po;;;Riamo vantarci di aver su bito capito la, necessitì'.L della cooperazione, che, già proclamata dal grnnde Napoleone, tr,ovò nei nostri ufficiali degli zelanti apostoli_ Scrive il Rognetta nel su,) interessante manualetto sull'impiego d'artiglieria : « La vittorìa non può essere assicurata che dal vicencl:evole appoggio delle ti·e armi, riunite sotto un unico ed energico _comando, e pronte ad ub-
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CON'SID~:UAZ!Oè\"I (,'INALI
bidire a nn' i~pnlsione unica; le circostanz<~ e le fasi del ccnnba,t t!mento indicano poi quale di queste deve, ad un momento dato, pr,e ndere la pai'te prin cipale: il loro eom·or::-o deY·e perciò essere intimo più c:he in,ti., te1Hlent1e ci{>è verso lo scopo comune >>.
F ig .
rn - 1832.
Cannone a retl'ocarica - 1845. Gmn.lta cilinclro-conica.
Ma soprattutto, itali.ani e ,artiglieri, ricordiamo con orgo glio e eon affetto que::; to pBrioclo perchè in esso è eompresa : la data ehe segna la nasci.tu clell' Artiglieria italiana, la sua c-o m pa,r.sa, ufticiale ne1 mondo, la ,sna yrirna presa di posizione. L' Ar · tiglieda piemontese, già, d i per sè bella ed eroiea, l'Artiglieria napoletana, alla quale avevano portato il loro oontributo molte viva.ci intelligenze mat ematiebe, le Artigli.eri.e 'aegli altri Stati, allora ridotte a ben modeste cose, ma che a ,·,e vano pure nobilissime tradizioni nel campo della scienza ,e in queHo della guerra, si fusero, affrfi.tellate neJ.lo sforno cli dare eompimento al S·ogno di tante genentzioni, per costituire quella Artiglieria italiana che portava, seco in retaggio la scienza di Ga,l ileo e di Cavalli, le genialità artiglieresca di -Alfonso d'Este e cli Napoleone, l'arte dei Cenni e degli ~Alberghetti, ed alla quale, in te mpi più re centi, era dserbato l'onore cli scrivere altre pagine cli stori.a meravigliosamente fulgide e gloriose, per la maggior grandezza di questa nostra Italia adorata !
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• I
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CAPITOLO DECIMO
1815 -1848
I.
Il riordinamento dell'Esercito Piemontese sotto la direzione del ministro di S. Marzano - Formazione del Corpo d'Artiglieria nel 1815 - Appare, per la prima volta, la «Volante» -. Paghe di ufficiali e sottufficiali - Giovanni e Gaetano Quaglia, riorgan"izzatori dell'Arma d'Artiglieria e dell'Arma del Genio - Una gloriosa famiglia di artiglieri - La creazione dell'Accademia Militare - Le regie Scuole di Artiglieria e Ingegneria ~ Riorganizzaz i~ne dei Corpo d'Artiglieria nel 1816 - Forze annate e bilancio dèl Ministero della Guerra nei primi anni dopo la restaurazione - L'Artiglieria attiva e l'Artiglieria « sedentaria » - La strenua difesa sostenuta dal tenente «Sedentario» Melis in Sardegna - Uno studio manòscritto del Duca Ferdinando di ~ Genova: notizie . e considerazioni intorno all'evoluzione dell'artiglieria piemontese - Nuovi ordinamenti del corpo nel 1820.
Cadut o l'impero napoleonico e ripristina,t a sul trono diFrancia là Dinastia Borb<mica, anche i Reali di Savoja avevano ricuperati gli Stati avi.ti: nell'ultimo paragrafo del secondo "."O· lume di questa nostra S'toria abbiamo dato c-enno sommario delrordinamento ,dell' .Artigli.eria piemontese dopo la restaurazione di Vittorio Emanuele I e della fondazione dell' .Accademia Militare di Torino, c-he doveva esercitare tanta e cosi benefica influenza sullo sviluppo ed H perfezionamento dell'Artiglieria italiana . In quel primo riordina.mento gli ufficiali che, sotto l'Impero, avevano militato nell'Armata .francese, furono ri.accolti, col loro -:--61 -
J.815 - 1848 -
PIEMONTI~
gn iùo, nell'Eser cito p i<'rnon tcsc, naturalmente purchè face~sero clichiarazione di piena ecl incondizionata clevozione alla Casa di Eav-0ia; mentre i soldati. ch,e av,cwano stir vito ne11H, stessa A1· rnata, e che non e1-ano pi ù in graclo di riprendere senizio, veni vano forniti di mezzi di i:;nssist<'nza , con pl'on-ida e generosa <li~poRizione che aumen tò l'affetto dei milital'i di bass~1, forza veriio il Sovrano. Prima c1i proced ere credia mo oppo1·t11 110 riprodurre :in tcg-ral mente nn cnrioso clocumento dcll'epoC'a, c-ioè nn sonetto declic:ato dal Col'po R eale cl' A.rtiglie,·ia al R{l cl i Sard egna, il gi.omo cli Santa Ba1·bal'a del L '14, « anno cl cl felid!'isimo ritorno del legittimo Son-ano in P irmonte »Qnesti quattordici ver si non costitui scono fòr,i::c un capolaYo1·0 dell'arte poetica,' 111"1, acqui i-tano pal'ticola,re significato e r ilievo, in q11anto stann o a t estimoniare ancom una, volta la perfetta coesione fra. Di11astia, Esen·ito e P opolo in Piemonte, sn~g-eJlata da u n patto cent<'na ri.o <' fol'p;iata u fu oco sn cen to campi. <li. battaglia : A. S.S.R. lL\ES1'A
V I 'l' T O R I O E 1T A :K U E L E He cli Sardegna e e, Nel MDCCCXIV Anno ckl suo felicissimo r ilorno in Piemonte lL CORro R E.H,r·: D'AR'rTGLTERIA ~et g iorno cli San ta Ba r bara
SONETTO R oiµba li metallo o~nor, dall'aurn spinto, D:tl fiamm eggiante bronzo appena escito; Bnl:rn e ribalfia, il s uol per cuote ardito: Ma in breve tempo, ancor dall'aura, è vinto.
Rombo maggior, cla orribil' nembi avvinto, 'l"rn lustri son, m:111clnvn questo lito ; Forte bnhmnclo il nostro cor invito P el crudo duol. da Te sol or a ci,tinto. Dell'aurn al par, che forza reca e toglie, La vita, o Padre, '.l'u ci hai tolta e r~sa,
Lasciando e riveggendo queste soglie:
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Fig. 14 - Vittoi;io Emanuele I di Savoia (1759:1824), re di Sardegna dal 1802 a l J821; e il suo solenne ingresso a Torino il dl 20 maggio 1814. (d:a Storia Risorgimento e Unità d'ltaiia
di C. Spellanzon - Edit . Rizzol i, Milano).
1815 - 184:8 -
PH)MONTE
1.
Di gaudìo or dunque ogn'alma nostra accesa, l,luai tutte 01: ravvivate esangui spoglie, Rinnova ·a Te la fè, serbata illesa. Poichè siamo in vena di citazioni poetiche, dobbiamo rilevare qui che l'Artiglieria t~ gli artiglieri ebbero spesso la .ven. tura di -suscitar-e l'estro di. va.ti più o meno improvvisati : ci vorrebbero centinaia di pagine per riprodurre tutti i sonetti, le canzoni, le odi dedicate ai fasti artigliereschi. Non parliamo poi di Santa B:1rbarn, protettrice dell'~\rma, che fu per lungo tempo una delle ,s ante più ... perseguitate dai poeti. Una stampa che abbiamo sott'occhi, edita nel 1814, in Torino, con i tipi della, stamperia Davico e Picco, affida... all'immortalità un « Canto degli a.rtiglieri )) del signor professore Giovanni Poggio, canto composto di sette strofe, ognurn1 delle quali termiJÌa con questo f'i. tornello: Canti ognun: vITTORIO v ·iva) E GOL.E l che) q·uasi Dfoa) ,Nel cuor nostro regnerà,)
_in cui ci semh.r a soprattutto ammirevole il sensb di discrezione e il tatt~ squisito del professore poeta i1 quale intende, sì, esaltare la maiuscola << Colei », cioè, na,turalìnente, Santa Barba,r a, ma d'altra parte non vorrebbe ~ompromettersi troppo (non si sa. mai!) ponenclola proprio alla pa,J:i .con la, divinit~ e -- accorto diplomatico, non meno che alato vate - trova la, maniera di girare l'-0sta0olo con un « quasi )) che è un vero e proprio capol.1voro di a,bilità, perchè salva, capra e cavoli, a<::.c-onte:rita l'amor proprio della Protettrice degli artiglieri, senza dare ombra alle ~uperiori gerarchie celesti, e, per di più, casca come il cacio sui maccheroni per completare l'ottonn,ri_o. "' .,
In seguito avremo occasione di citare alcuni altri squarci poeti.ci - non tutti. ·malvagi - ispira.ti da cannoni e da canno nieri; per adesso, lasciamo le eteree zone della lirica e scendiamo sul. terreno dur~ e ~aldo della realtà storica, anzi, per amor -
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II, CORPO 11,1,;ALE D' Alt'.l'lG LHlltIA l'\~JL
1815
di contrasto, at'l'ronteremo subito risolutamente la prosa scaura. e ùisa,dorna di un documento bu1·ocratico, riproducendo le Det erminazioni di S. :11. pcw la fonnazione ciei Corpo R eale di Llrtigiieri<t,) in data 5 Gennaio 1815. Cl Corpo R. d' Art iglieria sarà composto da lle seguenti cinque specie cl' A rliglieri, soLlo la denominazione : 10 d' Al"liglicria a piedi tl'Ordinaoza; 20 d"Artigllct·ia a piedi provinciale; 30 d'Artiglieria vola nte ; 40 d' Artii::-U.<•rin r ea k: cl i Sarclegmt; 5·> él' Artii:;licria scdentat·ia; delle quali le tre prime faranno come un corPo solo a t r e battaglion i; la quarta nvrà uno speciale Quartier-i\Iastro e dipenderà dall'Uffizio del Soldo cli quel Regno; la quinta cl ipenderà ez:inndio da questo Uffizio Generale del Solclo. PRrMA TARF.T,Ll\
CORPO REALE D'AR'~TGLTERIA A PIEDI Soggetll che la com pongono: 1 Gr an Mastro; 1 Colonnello comandan te; 1 Direttore generale delle scuole teoriche e pratiche; 1 Direttore delle .scuole pt·atiche. PRIMA ri11n·1~ -
SECOl\'D,1 1•i11tTF: - Stato i\1nggior e per il r eggimento : 1 Luogotenente Colonnello; 1 ì\:fnggiore di R eggimeuto; 1 Aiutante Maggiore in 1• ; 1 Ajutante Maggior e iu 2•; 1 Quartier-Mastro; 1 Cappellauo; 1 Chirm·go ì\Iaggiore; 2 Forieri Maggiori ; 1 Tamburo. maggiore; 2 Caporali m:1ggiori; 1 Prevosto; 1 Arciere. ' L'1mzA 1•.11rri~ Stato i\faggior e pel' le clirezionl ed incombenze particola ri d' ,\rtiglieria: 1 Direllore delle scuole teoriclle, Luogotenente Colonnello; 2 Capitani l\fnestri delle srnole teoriche; l Ajutante Maggiore in 2a delle Scuole teoriclle; 1 f'or i<·re delle Eknole teo r ic he; l Direttore Laboratorio Metallurgico, maggiore; 2 capontl i minatori per detto T,aboratorio; l maggiore incaricato clelle :L«p(,zioni ecc.; 1 Ispettore, maggior e del le R. Sale e Manifatture Armi; 1 sott'I>;pettore, c·apitano delle R. Sale e ~fanifatture Armi ; 2 sergenti di maest1.'an:r,a per la tlnlvella ; l sergente per la scuola d i scri ttura; l fori.ere per i lavori dei picchetti ; 2 fori eri capi arllfjcieri fissi. Questa Artiglieria a piedi sari1 <·ompost::i cli 11no Stato Maggiore (V. prima tabella, 3" parte) e di due BaU-ngl ioni, il primo dei quali sat·à formato dri sei Compai:.:uie Cannonieri ed unn cli Macstran11<', ed il secondo di sei Compngiii<' Cannouieri ed unn cli Minatol'L Cinscunn delle sci Com1J1ir111-ifJ Ca11·11o!i·i c1-i t!e i pr edetti cluc battnglioni sn-
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1815 - 1848 -
·rrn,10::-rrm
rii tonnata per il t l'lllPo di pace di é 1 capitano; 1 luogotenente primo; 1 luogotenente secondo; 1 sottotenente effetLivo; 1 sottotenente sovrannumerario, od alfiere; 1 foriere cli compagnia; 2 sergenti di pelottone ; 2 sergenti sovra. nmnerari; 8 caporali; 1 tamburo ; 1 vivandiere; 1 frater; 6 artificieri; 3 falegnami; 2 ferrai ; 48 cannonieri, ed in tutto 80 uomini per il tempo di pace. La Oompa,f11·i ia, et.i j)fa,es't·ranza saril composta cli un numero di Utlì.ciàli, b3ssi ufficiali, tamburi, ~ivandieri, uguale a quello clel~e altre Compagnie, sen,rn l'Sservi sottotenenti sovnmumerari od alfieri, <; f ra i soldati vi saranno 6 art'ìsti primi, 44 artisti secondi, 1 tornitore e 10 pontonieri falegnami. La Oomva!lnfa, 1l!lhw,tori saril composta solo cli rio uomini e cioè: 1 capi, tano; 1 luogotenenfe primo; un luogotenente secondo; l sottotenente effettivo; 1 fori<:.> re di compagnia ; 2 sergenti di pelotto)'\e; 2 sergenti sovranumerarl; f> ca:porali; 1 tamburo; 1 vivandiere; 5 a1:tisti primi ; 29 mina tori. · Tn temrio di "guerr:1 p<~rò agli 80 individui delle compagnie cannonieri si agginugeranno rio eannoni<~ri provinciali così da giungere al n. di 1.30 indiviclui. SECONDA TAUELLA
9orpo R eale 'd'ARTIGLIERIA PROVINCIALE I1 c9ntingente dei Cannonieri provinciali s i è stabilito d el numero di 600, quali dovrann o essere divisi in 12 squadre. Ogni squadr a sarà composta (li : -1 sergente di peiottone; 2 sergenti sovranuruernri; 3 caporali; 44 soldati. TERZA il'ABF-LLA
Artiglieria volan.tc
L"A•:Ciglieria volante sarà formata cli uno Stato Maggiore, e cli 4 Compagnie tl · Artiglieri. Lo Stfl.to M.ar1giore snrà composto di: 1 maggiore; l ajutante maggior e in za.: 1 foriere maggioni; 1 caporale maggiore; i quartier mastro ;' 1 chirurgo maggiore; 1 cappeJJano; 1 tamburo maggiote; l prevosto; 1. a r ciere. Il maggiore dell'Artiglieria volante dipenderà dal colonnello e · luogotenente colonnello del Corpo 11eale d' Artiglie1·ia. , Ciascuna delle qtiatt ro compagnie <l' ,t rtir1lier-ia. volante sarà composta cli : l capitano; 1 luogotenente in l"; l luogotenente in 2"; 1 sottotenente effettivo; 1 foriere di compagnia; 2 sergenti di pfilo ttone ; 2 sergenti ; ovranumerari; 8 caporali; 1 trombetta; O artificieri; 1 fra.ter ; 1 vivandiere; 2 falegnami ; 2 fenai; l f erraio maniscalco; 89 solclatl. 1r{ tutto 1.20 individui. I
QUARTA TABELLA
L'Artiglieria. di Sa,rdegna sarà composta di:
1° una Direzione e Comando; 2<> una qu:rntitlt cli cannonieri, maestranze e minatori; 3° altri individui destinati alle incombenze del materiale.
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G6-
L' ARTIGLIEllIA DI SARDEGNA
La D·in1zione e Comando sar à composta di : 1 m::iggiore o capita no comandante; 1 a jutante maggiore in 2•; 1 qu artie,r -mastro ; l cappellano ; 1 forier e maggiore ; 1 caporale maggiore; J. tamburo maggior e ; 1 · armajuolo; 1 arciere, Oannonfori e niaestra,nze :
3 capit ani; 6 luogoteuenti e so~totenenti ; 3 forieri; 6 scrgen tl di pelot, tone ; 6, sergenti sovran1JJneraTi; 24 capor::ili; 9 fra tamburi, frater , vivandieri; 18 aTtificieri; 216 eannonieri ; 1 sergente; 3 cnporali; 18 fra falegnrnni e f er rai, In tutto 313 individui,
Per la poh>er-ìe ra,, c hi.m-icit -m etcinwr[rio«. e scuoio : 3 luogotenenti e sottotenenti; 1 foriere artificier e; 2 sergent i (l arti·flciere, 1 minatore), 2- eapora li artificieri, In tutto 8 individui. L'arti.gUe1·i<i seclentwr·ia che comprender à i cornamli fissi del!' Artiglieria nelle piazze, gli I spettori de lla f abbricazione d elle polveri, delle nitrier e, della sala d'artificio, delle fonfler ie, ecc ..... sarà egualmente sotto il governo e direzione del Gr an Mastro d'Ar t iglier ia e Colonnello del Corpo Heale d'Artiglieria, 1Cssa sarà composta di : 1 colonnello, comandante dell'Artiglieria della Cittadella d i '.l:orino; 1 luogotenente colonnello ·comandante de lle piazze N. N. ; 1 maggiore coman·dant<~ fisso dell'Artiglieria a Casale ; 1 maggiore Dir ettore del Laboratorio Artificieri; 1 capitano ispettore della R . Polveriera; 1 luogotenente sotto ispet toni della R Polvèriera; 1 capitano m.aestr6 delle scuole teoriche; 1 capitano aJ le incorubcnzp del colonnello; 2 sottotenenti dispensati dnl ser vizio. T u tti i cannonieri inva lidi e di cosm.
Crediamo pure non privo di interesse r ipN)durre lo
Str.ito delle pa,ghe assegiwte per gU ufficiali, bassi itffi,ciah ecc.,, Stato .Maggiore dell'Artiglieri a a piedi, volante, ecc. Colonnello Luogot<'nente colonnello
5000 (nll'anno) )) , 3750
l\1nggiore
245J
Ajutante :Maggiore in Ja Aju tant e Maggior e i n 2, Quartier-Mastr o Cappellano Chirurgo maggiore Foriere maggiore
1625
67 -
1050 1530
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1125
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1370
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517
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1815 - 1848 -
PlillMO.NTI];
Tamburo maggiore Capornle maggiore l'revosto Arciete l!'oriere scuole teoriche Sergente maes tranza e tinivelh Fo1:iere scuola · scrittura E'orierc vicchetti l!'oriere capo artificiere Ca11orale minatore
324 285 307 112
375
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375 375
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375
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270
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Uffi(;ia.H Artiglieria a piedi, volante ecc ..
Capitani · :rnziani Capitano Luogotenente in ].à anziano J,uogotencute in 1« Luogotenente in 2a anziano Luogotenente in 2• Luogoteneute fisso Sottotenente effettivo anziano Sottotenente effettivo Sottotenente sovnrnumerario Alfiere
212-5 (all'anno)
1875 1062 1000 975 937 937 875 850 680 620
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)). )) )) )) ))
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ComJl(l,[Jnia maestra,nzn e miuniori.
Foriere cli compagnia Sergente Sergente sovranumeratio Caporale 'l'ambui:o Artista in 1° Artista in ,.2a Frater e vivandiere
382 (all'anno) )} 375 )) 370 )) 270 )) l4G )) 240 )) 22.'i 123 >)
Comvaynin cannonieri.
1'oriere cli compagnia Sergente Sergente sovra numera rio Capol·ale Tambm-o (trombetta art. volahte) Artificiere Solclato cannoniere I~alegnami ·e ferrai secondi Ca eletto allievo ( c9mrn:eso vestiario e caserma) E'rater e vivandiere
-
GS -
·375 (all'anno)
350 i145
210 146 168
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3G7 123
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L ,\ COMl'A lt S A DELLE BAT'.l.'K!Uffi VOLANTI
Ca.n nowieri v-r·o·r;inC·ia.l!i. Sergente Sergente sovranurueral'iu Caporale Soldato cannoniere
5ri (;:tll'anuo)
54 39 00
)) )) ))
E da rilevare che. in (luesto ordinamento si pa,da già di Ar tiglieria v<>lante (a c,Lva,l lo), la quale era ed è più comunemente chiamata TIoloira1 secondo la dizione subalpina che divenne ben presto di uso corrente. (Allo ste~i:;o modo, molti.. altà termini militari del dhiletto piemontese, a,dop1·a,ti dl.L alcune gencra:liioni cli soldati e c-onsacrati con l'eroismo e eol sangue sui campi. ,u batta,glia, 0onq11ista1·ono gloriosamente pieno diritto di cittadinanza nella lingua, italiana). Il docn)nento suecitato dim.ostra che l'Artiglieria voll111te riStile al l~J.5 e non a l 1831, com<~ s1 crede comunemeute, e come fu in c;erto modo conforu1at o allorchè n el H)31 se ne celebrò n centen,u·io. M.a si tratta cli un errore (:omprensibile e, in un <.:erto senso, legittimo, perc~è solamente nel 1831, sotto Uarlo Alberto, e, pare, in segrrito a s uggerimen ti. dJ. Alfonso La Ma,rmora,
hi,
Volo ira assunse aspetto defi.ni ti vo e f.onnazione organi.ca . Ne 1·ip,11·leremo, per ciò, più a,rnpiam.en te, illui,:;tn1,ndo fo grandi I'i·
forme militari 0ompiut ,~ dal H,e MagnaJ1imo: qui d . ~iamo J.imitati a fermare l'a,tten7,ione del lett Me, ehè non si poteva passare &otto silernr,io il primo a ppal'ire, in, un clocnmeuto ufficiale, della, µ;lori osa, Voloira, .
Ma ritorniamo agli ordinamenti di •qn<~i primi anni delht R estaurazione. L'anzianità degli uffi ciali venne regolata cou norme fisse, stabilçriclosi che essa fosRe uguale iu tutte le Armi, :fino al grado di maggiore, 0onse1·va11clo p<~r quanto possibile gli individui negli. s:,essi Corpi, mentl'e i gradi più elevati erano <·011fo1·iti clal Re, ·a, seconda dei mt>riti individuali (i·<~ali .o pres1111ti. naturalmente), asLraendo in . modo assoluto élall'a,nzia-
nità. P er quanto concerne il Treno, eccone ln: fornrnzione, quale dsnlta da un do<.:umento di poco poster-iore : 69 -
1815 · 1848 -
PJCMONl'E I
R egola1nento interinale per l1 attu.aie Stato J,faggiore e sei co·1npagnie del R . Treno cli Mt-iglierici) sia per la forza del Pei·sonale a cavallo, die per ln qnalitù, del Yestiario cd arm( a l nwde::;imo ,L3$f!gnati..
(29 L nglio 1815). Art. 4 -· '.l'utto il Corpo del H.egio 'l'reno, tanto per il personale, che per i ,('arnlli e materiale :11 1!-1edesimo affidati è intieramente sotto il comando eù i,;peziono del Colonnello comandante del Corpo Reale d' Artiglieri.i . Art. ù - Tutti gli indiyillui rlf'l Regio 'l 'reno sono soggetti, per l'amministrazione e contabilità del solclo e degli oggetti a l medesimo- distribuiti, all'Ufficio Gene1·ale del Soldo e a lle stesse leggi emanate da S. òi. per i soldati d i Ar t iglieria, Cavalleria , e altre truppe cli S. 1\:1.. Sta i o 1leUa for.w . 1wor;·1;is·o r-ia- ciel v er so11a.Ze u dei cavaU'i-, deU{: va,r1hc asser1na,t e {iUo Stato Maggiore e Gomvagnie del l'attuale R. 'l'rcno cli .4.rtiglieri<t .A.n11ua Fot·zt\. .}i'o rza Oa. v,1 lli paga in Perso- da til·o da sella lire P ìenalo moute~i
f Maggiore Stnto Mngg .
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del , 'l'reno Luogotenente Ajut. Magg. ll'uriere maggiore Ca1>orn le rnaggioi:e Totalé
Compagni<~ del t r eno
Luogotenente Sottotenente Forier e cH co01pagui:1 Sergente d i pelottone Sergenti so,Tn' numerari Cnporali 'l'r ombett-a Soldati Sellaio e horigl i.ere i\<Cnnisca l<'o fer rnnte Tota!<~
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_Ministro della Guerra in questo primo periodo della, Restaurazione erw il generale li'ilippo Antonio Asinari di San Marzano, il quale in un primo tempo aveva, incaricato della rico: -
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LA FAMIGLIA DEI QUAGLIA ARTIGLiERi
stituzior~e e riorga.nfaza,zione del Corpo d'Artiglieria il vecchio colonneUo Roccati, glorioso veterano dell'antico Esercito piemontese; m~1 il Roccati, quasi ottantenne, venne ben presto a morte, e gli .succedette nell'incarico il colonnello Giovanni Qua glia, lo stesso che aveva comancfato l'Artiglieria del Corpo del Duca di Monferrato in Tarantasia, mentre ad un suo frateÌlo, Gaet3,no Quaglia, fu affidata la direzione del Corpo del Genio essendo entrambi sottoposti - ma più in teoria che non irJ pratica - aJ Gran Mastro d' Artiglierta, conte Vibò di Praly. Appartenevano i due fra.telli Quaglia ad una gloriosa famiglia - potremmo quasi dire : dinastia - di ar tiglieri piern:on tesi : una famiglia cbe - caso forse più unico che raro - da più di cento trent'anni, di generazione in generazione, aveva ininterrottamente fornito ufficiali all'Arma; e continuò poi a fornirne ancora, come vedremo, fino ai giorni nostri. Nella Prima Pai:·te di questa Storia si è già avuto occasione di farne cenno, (abbiamo anche riprodotto nel rol. II, pag. 1019, il ritratto del colonnello Antonio <.,luaglia) e in questa, stessa . Pa,rte II della nostra S'toria) si parlerà ampia,mente di un'opera di Zenone Quaglia,; ma qui ei pi.ace riev,oca.re ordinatamente, ::;e pur con brevi. note sintetiche, desumendola da una pregevolissima pubblicazione. (1), la storia di t utta questa gloriosa famiglia di soldati, che può ben dirsi rappresentativa del Piemonte guerriero, fòrte e fedele, ca,pace di tutti gli eroismi e di tutte le dedizioni, sempre pronto ,a tutto dare .e a nulla. chiedere. I Quaglia,, oriundi forse del villaggio cli Carne in Savoja,, e stabilitisi :fin dal 1500 in Piemonte, aprono la serie degli arti.glieri con ,uno Stefano Quàglia che nel 1690 Vittorio AmeMo II nomi.na capo dell' Artigli~ria nella fortezza di M-0:n;i.me}jano e che anima la difesa di. quella pi.azza durante il blocco delFanno successivo. Suo figlio, di nome Stefano anch'esso, serve giovanissiruo c·ol padre du:i;-ante quello stesso assedio., e nel 1697 si arruola nel Battaglione di Artiglieria e prende parte a tutte le campagne (1) 'U'EOERICO SACCO. Una famAglici d;i artigliet'i (I ()!taglia). ' Con prefaziOlll~ del 'l\ C0lonnello Ugo Allas.o n, 'l'orino. Stabilimento T ipografico P. Gerbo· ne , 1898.
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1815 - 1848 -
l:'I J: ~!ON'rE
<• I
di quell'epoca tornwntata. Fatto prigioniero dai F 1·an0esi n<!l 1703, riesce a fuggire e coJTe nuovamente sotto la veechia, lacera, gloriosa bandiera piemontese; si batte all' investimento ,li, I vrei:L e in Torino assediata n el 170G, gueneggia an cora i11 I'ie- . monte, jn Sicilia, e per t utta Italia fino al 1742; n~l 1743 è n o~ lllÌU;.1:to eapitano di macstrarn-1e e infine n el 1755 è collocato a r i poso, dopo sessantaquattro a1mi .di servizio ! Egli ha tre figli , e . Lutti tre servono nell'Arma. Il primogenito, Giovanni, 1nuor e gi,o vane, col grado di Capitano- te. nentc di Artiglierhlt dopo ayei- parteèiputo a tulte le c;ampagne dal 1735 a,l 1746. Il secondo, .Antonio, PC;l'C:one nl:'11 ' Arma tuLta la car-i-iel'a, raggi ungenclo il grado di eolonnello, partecip;1, da, prode ad i n11nu1<· r~Yoli as,s ccli e battaglie, ò più volte ferito : ud 1748 clivi.ene
uuo elci più antorcvoli collabomtori di Papadno d' Antoni nel rio1·clinamento degli studi di Artiglierht e del Geni:o, e stabi.lisce f<n nuove b;-1~.i. H~c-01Hlo nJczzi mcccanfri più perfezionati, la fab bricazione della poln~r~; infine uel 17,;i l'icevc dal Rovrtmo l'incarico di dirigere i nuovi impianti del1a Regi a Pn.bbrica d i polveri. in 'l'orino e delle Raffinerie del nit ro . n terzogenito, .Ni.c-0la, c.:Hletto n el Corpo Rcàle di Ar t iglie ria, esordisce nella carriera militare con un aLto cli mir,1bile a.uda.eia, rinse.;<'n do, il 15 settembre 1744, ad iutrod nrsi i.n Cnn eo stretta d'a ssedio dai l <'ra ncesi; è gravement<~ ferito da una mina. nemica, m,.1 , appcn,1 rimesso, 1·iprende servizio, prima al Forte di Demonte, poi aHa dif~sa cl' J vrea. e infine, n el 174G, all.'assedio d i Pi}t~enza. Pi.ù tard i, dal 1777 al 1'779, è incaricato dell'insegna.mento nel.le Scu-ole teoeicbe ddl' Arma di Artiglieria, me· ritan do J.'al.t o elogio del J>apacino : muore col grado di c,olon nello . Dei tre fratelli suindicati, il primo .e il terzo m uoi011 0 scapoli, menLre al secondogenito, Antonio, t{>CCa· la. sorte di c:on ti.. nua,r è fa bella t radi zione : e son o a ppnnto snoi figli noli i. d ue colonnelli Giova nni e Gaetan o (.2,uaglia, che reggono ri.sp ett iv,1; mente le sorti. clelF Ar ma di Artiglieria ~ dell'Arma del Genio dll.l 1815 in avanti e che ci ha.uno offerta l 'occasione di questa rapida, scorribanda nella storfa cli una famigli a piemontese, in eui l 'a more delle armi, la pa~sione della guerra e soprattutto la
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I IJ'ig. 1G - llua fam iglin di Arti glieri: I Qu,1glia.
1815 · 1848 -
PIEMONTlil
volontà cli !':NTire la P atria cd il Re ~ono quai,:;i istinti elementari, anche se poi man mano si perfezionano, si ingagliardiscono e ,si approfondiscono per virtù dell'educazione e della san.:1; diSC'iplina. Gaetano, nato nel 1750, sottotenente nel Corpo degli Ingegneri nel 17G9, segue la carrieri:1 fino al 1800, anno in cui, ~ssendo state i:.ciolte le truppe pi(~montesi, r-ìen tra, nelh~ vit.a privata; ma, nel 1814, appena Vittorio Emanuele I ritorna nei suoi Stati, Gaetano riprende servizio come colonnello nel Corpo 0 degli I n' 00 ·e,mei-i I"> .e l'anno dopo è promosso ·mamrior bb b ·enerale , 00mandante il Corp,o stesso, che egli orga,nizza abilmente: muore nrl 1822, dopo avei· prestato 42 anni cli servfai.o a.ttivo . nonostante i J~ anni _di foi-zato riposo. g (l e(·,c·oci a <tio,·a1rni: rgli appart iene aJJ'rlett::i schi<~ra <li ' • qi1ei distinti ufficiali che portarono tanto in alto la fama dell'Artiglieria piemontese sul finire del secolo XVIII. Nasce nel 1754; nel 1770 è cadetto nel Uorpo d'Artiglieria; nel 1775 sottotenente ; tre anni dopo, col gra,do di c1;1ipitano-tenente, è nominat.o macst1'0 delle Scnole teol'ich~ pe1· l'istr uzione dei cadetti: poi, ~an mano. viene destinato a.ne Scuole pratiche dei cannonieri e al corso di chimica metallurgica, dirige diverse fondite nel 1790-?3, fa costruire la maggior parte dei carriaggi e delle macchine per le guena nelle pimw,e e nelle Armate. N,ot.evoìi, fra le costrnzioni eseguite sotto la direzione di Giovanni Quaglia, i << gt·mù di ferr-o )), da lui ideati e adotta ti nel 1793 pee cirnnoni. leggeri da campi-1gna; una macchina portatile per l'applicazione cli tali cannoni; carri da munizioni pe1· cannoni e per obici; uu affusto a meccanismi di punteria, da lui proposti e adottati dal Corpo Reale di Artiglieri a, per i cann<mi da inontagnn,.
Nello f.itesso pel'iodo scrive una voluminosa, dotta, intec·ess:1.nte.Mf'moria intitolatà R agionamento e dotazioni delle piazze fort i es•istenti negii Sta-ti di S . M. il Re di Sardegna. Questo sa,ggio. inanòsci-itto, faceva parte della raccolta pH,ssata recen · teménte alla Biblioteca Militare di Torino (Biblioteca ora soppressa), e descrive le condir,ioni in cui si trovavano in quel periodo : il fo rte di Tortona, il castello di Bobbio, la città e il castello di Acq ui, i forti di 'Miolans, Serravalle, Ceva, Cherasco, -
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GIOVANNI QUAGLIA
Loano, Oneglia, Ormea, Saorgio, tlel Litora,l e e delle Yit inanze di Nir,za, i forti cli ì\'.fonht,lba.no, Villafra,nca, Cuneo, Susa., Exilles, Fenestrelle, Dernonte, Mondovì, Benevagienna, Torino, città e cittadella di Alessandria; delle Valli del Chisone, di Pragclato, di Per,o:-;a, di S. Martino, de1la, Varaita, della Maira., del Po e della Stura . del colle <lelJe Finestre, clel colle dell' Assi etta, cìi 0:-i.mpo Uatinat, ecc .. Negli anni 1791-~)2 venne destinato all'insegnamento dei Principi Reali di Franda, Luigi Antonio Duca di Angouléme e Carlo Ferdinando Duc~u di Bcny (figli cli colui c-he ,'3alirà. poi al trono col nome di Carlo X) i quali, cacciati dalla Rivoluzione. avevano tl'oYato l'ifugi·o u 'l'orino, dove frequentasauo come nJlievi le ScnoJe froriche-pratichc di ..Artiglieria. e Fortificazi,oni, istituite presso il Corpo Reale di Artiglieria, ncll' Arsenale. Fu in tale epoca ed in tale occasione che ·i tl ue Principi , sotto I.,1, di l'<'zione del caµita no -nrnggiore Quaglia, fecero costruire un:-t collezione di Mo<.lelli cli Artiglicl'ia, Ja quale comprende una ven tina di cannoni e mort.1i. e nna decina fra barooni e cancggi. Codesti pezzi, e egniti in minia tnra rna con singolare perfe· zione e mirabile preci~ione di particolari, costitui~cono forse l:J più interessante raccolta di tal genere cl.te esista nel mondo : tra,mandati di padre in figli.o, eRsi sono conservali con gelo;:;a . cura in una viU.a sugli incanternli colli torinesi dai diretti cliseendenti. del Quaglia, i quali li ebbero in clono dai. clne Prin cipi d'Artois, allorchè essi, finito il cor~o. lasciarono Totino. Nel settembte 1792, appena le truppe francesi l.tanno invaso gli Stati. di Savoja e la, Gontea cli Nizza, Giovanni Quaglia eu · tn1 in campagna,; l'anno successivo è promosso maggiore e nel 1794-!->5 coma:ncla l'Artiglieria presso le truppe clel Duca cli Mon · ferrato, destinate alla difesa della Valle d'Aosta, che impedi:5:<·.ono il passaggio agli invaso1·i: e eontinna poi a oombattere fino alla fine della campagna, rue1·itundo l'alto elogio del Duca e del Capo di St"1.to .Maggiore, r,onte di. Robilant. Nel 1800, posto nell'impossibilità, di ::;enir-e mantenendo fede al giuramento di fedeltà fatto al suo Re. si 1·it il'a, come il fratello, a vita privata, ma nel 1814, appen,1 Vittorio Ema,nuele I riascende sul trono dei. suoi padri, ecco Giovanni Qu ,Lglia rivestire l' antka <' tanto aruata uniforme. Come colonnello del Corpo Reale ùi - ·
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1815 - 18J8 -
Prnil:fONTE
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Artiglieria, egli contribui~ce all'armumento dell'Esercito e in partkohn mo<lo all' organi½zazione del materiale e del personale della,, sua Ar1na; nel 18!;:i assume anche la cal"ica · di Direttore delle Scuole pratich e e cont.i.nna, 001 grado di genera.le, a s<i pra,intendere ,,1ll'Arma fino ,:l.lPimmaLura. morte avvenuta, nel 1817_
Di Gionmni Quaglia 1'im1;mgono molti favori inedit i, olt1·1! alla già citcLtn, Memoria ~ulla pinz-½C forti : n otevole fra gli altri ima. Raccolta di d ocwnenti r elatii:i aU'(1;?izi1,i11,ità e for11uizioni arnia.te del Co1po cli Art-iglierùi o cleUe trnppe clel R e cli San!effna a comincia,1·e d(l,l 1i'i80, nond1è altri manoscritti. 0sistenti presso le Biblioteclle Milit1;11·i di 'l'orino. Giungiamo c-osl ad al tri due illu,-stri artiglieri Quaglia, snì <11iali l'Allason c:i clù hreYi. rna ~,weosi cenni biografici. nella, prefa.½ione alla preci1'afa monografia . Giaeiuto QuagUa, figlio primoge1.lito cli <iio n t:rn1i, in considerazion e dei. servi½i pr<~stati da Rn·n pnrhc <' clnll'avo, fn n€J 175li ammesso <·orn.e sold ato volontar io nel H,Pa l Corpo <l ' Artigìi edn , e i n qualit ù di solda.to fec.e la campagna c:onLro i Francesi nell a Valle cl' A<J>Sta. Seguì poi il corso degli fltucli d<~Jl e Scuole teoricl1e cl' Artiglieria in Torino, conseguenrlo i gradi di sottott'nente e ten en te d ' A.rtiglieria, s·otto H governo fr,mees<~. Nel 1SOO, riconosciuti clal genera,l e Melas gli ,antichi Coi-pi piemontei:;i, il t<~nPntc (-ìnaglia. fece la, campa.. gna, cli. quel1'anno c:ont1·0 i Fr·anl:esi e prese parte alla difes:1 della: fortezza cli Alessandria . Disciolte n uovam<~n fo, dopo 1\fa,rengo, Je trnppe del Piemonte, egJ_i si ritirò a vita privata. :Per poch i anni. però : l'eco delle Ùì.i.ttaglie napoleoniche si ripercoteva, ancora troppo frago · rnso in t utta Enropa pe1· nnn l'nr-bare i ~,onni del gi<r,rtrne artigliere: e Giaciù~o Quagli a, nella primavera del 1~03, . riprese l,{el'Vizio., entrali do cadetto.nel Corpo Imperial e dell' Artiglierin. marina austriaca a V,e1w r,i.a . Ceduta Ven ezia a.l governo fra:n cese, in segnito al trattato di Presburgo, pas~ò, il l" agosto 1806, al servizio del Regno Ita lico. ' Ma, quando, ~ullo SC:·oreio del 1814, si r i.costituì l'Esèrci.to i n Pièmontc ·s otto lo scettrù <li Ca,sa Savoia, egli fu ben liet,o cli rientrare ncll' Artiglieria pi<~montese, pur con nna climinnzione di grado, cioè come sottotenen te, e pres<~ parte a,lla campagna - - ,(j -
r.urnr
ZEl:-IONJ<: QUAGLU
del 1815 contro i Francesi. ProgrE>dcndo succes~h·amente nei vu,d gradi fino. a quello (li rnnggior genc•i-ulc, sP1·,·ì altemata,mcn te nella maestrnnzn, nei pontiPl"i e n Plbi fabbrir·a L1i pol vt~l'i a Todno. ~\Iorì in qu<>sta dttù I" Il g<'1111.1io 1$47.
l!'ig. lG - Mngg. Gene1·a le Giovanni Quaglia. Co111,rndamc tlcl Corpo ti" Arti_glieria 1wl 181G.
Il fratello ~econdogeuito L11igi Zenone Quaglia -- di cui, 11 e l « Pa,11,o·r11,nu1, >> preèed·Pnte, a l.,bi amo e1-;aminat,o l' interessante p u bblicazi,OlH-! 1lfo 110/H' r e di fo r r::a ect:. - nacque nel 17Stì, 1w1·co1·SB una canier a 110J1 meno bdllante, e<l ebbe ,·ita fori:;e u11cbe più a,vventu1·0:;a. tì-ià, h1,111·eat.o ill Jpgge nel 180~, hl, VO(·.azton e militare, ehe er,l ormai e1·cdita.ria ed irresi:;;tibile nE>lla 13ua famiglia., lo spinse -
&T -
1815 - 1848 -
P·HJMON'l'E I
ad abbandonare la toga e le pandette, ed egli si arruolò nel Bu,ttaglfone Veliti della Guardi.a Imperiale Francese, che nel 1810
aveva stanza in 1'orino_ Passò nel 1812 quale caporal furiere al 4° reggimento d'artiglieria a piedi in Alessandria e, in seguito, fu assegna,to al Corpo del maresciallo Ney, ool quale fece la campagna del _ 1813, glorio.sa e funesta ad un tempo per le aquile napoleoniche. Prese poi parte alle ba,t taglie di Lutzen, di Bautzen e di Lipsia. Con.chiusa, la, pace, rientrò in Piemonte nel maggio 1814 e fu nominato aiutante maggiore di battaglione nel ricostituito Corpo Reale di Artigli.eria, nel quale progredì fino al ·grado· di maggior generale; e in seguito coma11.dò la città, provincia e . _ l-t..f orti. a·1 Genova. Nel lungo periodo di pace che .succedette Jtlle guerre n~poJeoniche, e dopo essersi distinto come soldato in guerra, eppe distinguersi e-0me. artigliere .in pace, ed imche nei negozi qella pnbblica amministrazione. Diresse .dal 1826 al 1832 il r1lioratorio degli artificieri, ed oltre all'interessanti,ssimo Manuale d'Artiglieria di cui si è già parlato, pubblicò parecchi opuscoli su vari rami della tecnica d'artiglieria . Fu. anche per undici anni deputato al Parlamento Na,zionale. · Avremo occasione, in seguito, di nominare altri Quaglia artiglieri: qui ci siamo soffermati solamente su coloro che tengono· una parte _importante nello. sviluppo dell'Artiglieria piemontese in questo cluro ,e fortunoso periodo che, dopo 1a tempesta napelonica, prepara' gli spiriti per la grande epopea del Rioorgimento.
I
'
Uno dei maggiori avvenimenti cli questo periodo è la, creazione dell' Aceademia Militare. Nel breve accenno a tale importa,n te J.stituto , cmi cui d piacque chiude.re la Prima Parte dello Storia dell' 1lrti_qlieria (V. volume II : pa,g . 1703-4-5), dicevamo che la ereaziùne del1' Accademia Militare ha un valore simbolico, in quanto offrt~ una testimonianza tangibile di quella rinnovata anima della. ..,:_ 78-
Fig. 17 - Marchese Filippo Asinm·i di San Marzano.
79 -
1815 · 1848 -
Pll!J:MOl'ì'.1.'0
Nazfone C'he si accinge ad affr,o ntare i più a,1:;pl'i dmenti per l'iscattarsi dal ùominio dello straniero . In quell'epoca trava,g liata, su cui agivano influenze a,nti.tùtiche, quali lo spirito di libertà diffuso dalla Rivofozi<>ne fra11 cese, l'imperia.lismo militare napoLeonico e la, ferma v;0lontà dì. r eazi,one della Santa Alleanza, tutto contribuiva a, rendere poco omogeneo il Corpo degli uffidali : la diversità di 01·igine; la dii;;pa,rità di trattamento da parte del Governo; la, differe1Ì,m di. educazione, di istruzion<~, di tradizioni e di simpatie. Si imponeva, in modo a.ssoluto la. neeessi tà di eleva.re il grado di cn1tura degli. u±lì.ciali, ci:Qè di adottare il principio che non d-ovosi:;ero essere . promossi nfrìci.a,_l i se non colo.e-o e.; h,c ave::: se1·0 ricevuto in apposito Istitnt,6 l'indispensi:~bile prepa,ra,zione. A tale sc·opo Vittorio 1Dmannele I, con~igliato clal San Marzano, aveva fondato PAecacl:cmia Militar-<~, .le cni .èartttter_istich,e e fìnrt,lità, ~ono ampiamente illustrate ml eapitolo sulle Sci1,ole 1lihz.i. ta·ri) ehe appa.ril'iL nel 4°,v-olurne ed al 11uale rimandiamo scn,;,/ al tro i 11-ostri lettori. In tale capitolo si tratterà pnre ampiamente clelFevolu7,ione delle ScuolE' te_oriche e pratiche di Artiglieria che, già stupendamente affermatesi nel secolo precedente sot.to la direzione del Bertola, e del Papaeino - corr1<~ vedemmo nel volume 2° - clovevano poi sboecare nella gloriùsa Scuola cl' Appli cazione.
*** Ri'tor1~iamo· all'ol'ga-ni.z1.a,zione ·d ell'Esercito e rifac-ciam.oei di un passo indietro, per seg·uire le successive riforme dell'Arma di Ar-tiglierfa,. Com'era na,turf:~le, la dominaziorie francese aveva lasciato uno stra,seic,o di profonda avversione -e ontrn gli usurpa tori, la quafo avversione non risparmiava. nemmeno i giova.netti che erano sta.ti costretti. a seguir{! i. eor,si dei ginnasi e licei frf-111cesi. Ne derivò che pa,recchi a11ievi politecnici si a,stennero dal seguire la earri.era militare, per evitare di vivf!re in nn'atmosf-e rn ·di -ostilità,. Ma ciò non irnpeclt che le Armi dotte ùonserv-assero pm·e i n quel peri,odo · uomini di prim'orl1ine quali nn Raechia,, un Sobrero, 1111. Chiodo, nn Avogadro, un Prat, nn -
80 -
. IUOHO[N AMrnNTO O!;JLL' ARTIGL!rnltlA
'
18l(i
'l'romt , t! qtlel Giacinto Pr,o vana di Collegno del quale si dovrà ancora parla.re più lungamente. A poeo più (U nn anno di distanza dalla riforma del gennaio 1~15 i.Lbbiamo questa 1°
NUOVA OllGANJZZAZION~'. DEL CO(lPO llEALE DJ Alt'fJGLrnlnA.
1. -
APRII.~)
1816
Il Corpo H. cli Artiglieria sarit <liviso in Artiglieria att'ii:a ed in Ar-
tiglieria sedenta1ia . 2. - L'Artiglieria cittiv<t riceverà una nuova ol'gauizzaziouc analoga a quella delle Brigati~ di Linea. 3. -- L'Artiglieria .~<Hlenta,ria <'Ornprendcrà: 1<>) Ufficiali o Bass'Ufilciali fissi alle diverse incombenze ; 2°) gli Ulficiali comandanti fissi l'Artiglieria 'clell<> Piazze, ,e Forti e i Bass'Ufilciali e soldati del Corpo R.. d 'Artiglieria applicati al servizio delle Artiglierie nel.le Piazze e Forti. · FO!lMAZIONE DEL CORPO Il.
D'Alt'l'JGLJEIIIA .\l"rIV;\
IN 'l'BIUlA~'EHM.\
Questo Corpo sarà composto di 1209 illdiYidni volontari, compresi 20 tra Ufficiali e Bassi Ufficiali, e cli 3600 individui di levata. 6. - Il detto Corpo, in tempo cli pace sai:à formato di due Battaglioni e denominato Reggimento; in tempo di guerra s i dividerà in quattro Battag\iolli ,~ sa rà clenomìnato l/riqata. 5. -
FOH.MAZIO:'i!E
DEL llEGGIMEN'l'O IN TEMPO DI PACF:
Il Reggimento R.. d'Artiglieria attiv a, sarà composto : 1) dello Sfato Màggiore ; 2) di due Battaglioni di sei Compagnie Caunonieri ~ompouenti tre Divisioni, e di una Compagnia .Artisti caduno; 3) cli una Còrupagnia Pontonieri. CO~ft'OSIZIONE STATO MA(l(lll.lllt~
' · Governo e materiale
Gran Mastro Colonnello Comandante
1 l
Total<~ DrnEZlONl ED
2
l '.'<CQM8!<:KZt~
Chimica nietaUu.r[1ica
Ispettore Operatori Bassi Utficiali
1
e sodati
2
R. Ma.nifatt1tnt d'Anni
Tspettore
1
R. Polmer-ierci e l'laffincria det Nitro
Ispettore compr eso n ell' Artìglieria sedentaria Polvei·ìsti Bassi Ufficiali dì maestranza 2
,, o
- 81 -
1815 · 1848 _:_
_PIEMONTE
Reygimento
1 1 4 1 1
Colonnello in 2• Tenente colonnello Maggiori Ajutante Maggiore in l" _Ajuta.nte Maggiore in 2• Altìeri Quartier Mastro 'Quartier Mastro in 2a Cappellano Chirurgo maggiore Chirurgo in 2a Forieri maggiori Tamburo maggiore Caporali maggiori Caporale tamburo Capo sarto Capo calzolaio Prevosto Arciere
6 1
+ +
2 in tempo di guerra 2 in tempo di guerra
+
2 1n tempo cli guerra
+
2 in tempo di guerra
1 1 1 1
2 1 2 1 1 1
1 l
Totale 22
COMPAGNIE E DIVISIONI
Uffic-iali alie Oonipag1~ie
I . nE0on.rnN'l'O
GllADl
15
di 1.• classe Capitani -
di 23
Sottotenenti
{ di 20.
29
8
))
15
di ia classe
Tenenti
BltIGA'rA
29
8
))
di 1a classe
29
di 2a.
12
))
Totale
-
82 -
87
41
99
1•'011::llA½IOr,1 NEL
181(> .
Ri11arto <lcyli i11<lfvi<li1i voluntari pet· l<i formazione <Lello Stat o .Maggiore e Ooni'{)agnie in te·m.po <li va,ce
Stato Mngr:iore Dodici Compagnie <:annoniel'i a 75 individui cadun. (compresi gli
N.
39
» fJOO )) 100 )) 100 )) 50
DJlic:ia 11)
Una vompagnia maestranza (compresi gli. Ufficiali) Una Compagnia artificieri (compresi gli Ufficiali) Una Compagnia Pontonieri (compresi gli Ufficiali) Tota le volontari in tempo di pace Alle Compagnie calliJoniel'i Aumento per la gu<•1Ta { Allo Stato :Vlaggiore Totale ,·olontari in lempo di guerl'a
N . 1189 X.
12
))
8
N. 1209
R i parto degli indi1:i<lui rli leva t a. J)er le, form u:ione 1lelle ctoclici Oo1npagnie cannonieri in tem110 ài vace, e forza <le/. Rcyghnento
Le dodici. Compagnie cannonieri ri<:evcranno N. 300 individui cll lern.tu cinscuna
Tolule
Volontari in tempo di pace Levata un solo contingente
ll89 900
Forza del Reggi mento
2089
Ji'orma,zionc Comvagnia po11,tonieri
In tempo di pace
Ufficiali
Capitano Tenente Sottotenente
l
l
1 1
Totale
3
Bassi Uffizia Il e soldati
47
In tempo di guerra Uffizlali Bassi Uffiziali e soldati
87
-83-
3
3600
1815 - 1848 FORMAZW:-iE Dl!:L CORPO
R.
P IEM ON'l'ffi
D' AttTlGLIIWLI
St:DENTAIIIO
P1UMil PARTE
Incombenze e direzioni fi.sse Direttore la boratorio ar tificieri Direttore R. I!'onderia Ispettore R. Polveriera Maestro R. Scuole Per l'allestimento convogli Alle incombenze del Colonnello Applirato al laboratorio a r teficier.i Applicato alla R. Polveriera Capo di meccanjca ed officine, tenente Capo delle oll.ìcine in legno, sottotenente Capo delle officine in ferro Mastro tinivellato re Foriere dell'arsenale
..
TJfliciali
1 1 1 l 1 2
1 1 1 1 1 1
1 Totale
14
SECONDA l.'A.R'.l'I!:
Oommuli fìs.si
'forino Genova Nizza
1 l 1
Fenestrelle
1 1
Pia,-,ze
f
Forlì
f Savona
l
\ Casale Totale
'
6
Il Ministro di S . Marzano seppe compiere un buon lavoro di r iorganizzazione, sop1~attutto per ciò che concei·ne le truppe provinciali, tanto che si può affermare che l'inquadratura ge· nerale era solida, ,specie quando si tenga conto delle condizioni politiche e finanziarie dello Stato, non abbastanza ricco nè v:J.sto per tenere costantemente in piedi un numeroso Esercito, ma, coia;tretto ad adottare un sistema che permettesse un rapido pa8saggio dal piede di pace al piede di guerra. -
84 -
F ig. 18 . Foglio cl i congedo assoluto del Corpo Reale cl' àrtiglleria.
· 1815 · 1848 -
PIIDM:ON1'0
La durata del servizio militare era assai diversa a seconda, dell'Arma, ma sempre, in ogni modo, enorme : .sei anni per la Fanteria .legg·era, 8 anni per la Cavalleria., 12 anni per l' Artiglieria e la Fanteria di linea. Non esisteva allora un vero e proprio regolamento per le evoluzioni delle varie Armi : solo la Fanteria ne aveva uno in c,ompleto, redatto dal OontB Pr·ovana-Bussoli.no nel 1816. Sotto la dirèzione del S. Marzano, il Generale Gifflenga, _I spettore <lella Cavalleria, e il Colonnello Villamarina,· addetto alla Divisione di 'l'orino, compilai'ono r,egolamenti di evoluzione pP-r tutte le Armi, tratti in gran pa:·te da1 quelli già, in vigore per l'Armata d'Italia, e che diedero a tutti i Corpi uniformità di manovra. Al primo gennaio 1818 l,e forze armat,e del Piemonte erano queste: J1'anteria: 9 reggimenti di line·a con 1294 uomini per 1·eggimento, totale 11.646 uomini; un reggimento granatieri di 1294 uomini; un reggimento cacciatori sarcli di 1563 uomini ; legione r eale leggera, di 2648; quattro battaglioni ,ca-cciatori ùi 3016; 6 compagnie di caociatori franclii di 650; due compagni.e di divisione leggera in Sardegna di 180 uomini; . e cioè un -tota\e delle truppe di Fanteria di 20.717 uomini. Cavalleria : due reggimenti di cavaneria, due di clragoni e due di cavalleggeri , con 597 uomini ciascuna ; e in totale 3582 oltre i cavalleggeri di Sardegna di 470 uomini. Artiglieria attiva (n-0n compresa la sedentaria nè la compagnia del treno) 2089 uomini; zappatori 600. Unendovi i 1200 carabinieri a piedi ,e a cavallo, si ha una forza complessiva di 28.658 uomini, in cui l'Artiglieria e il Genio dispongono èomplessivamente di 2689 unità, con proporzione evidentemente scarsa. T uttavia codesta cifra, apparirà ben giustifieabile se si pensa che, nella stessa epoca, il Corpo d'Artiglieria fran~se - come rileviamo da uno studio pubblicato nellà Rev-ue d' ilrtillerie {1) -- non contava che 11.820 uomini : fatte le debite proporzioni
(1) ca,p , J, BELLEVILLE , Apercit swr le Oorps {!,e
i' Artillerie, àe son origine <m. ce qtii concerne les T·rotipes, les Services et ies Etablissenients. (Reime cl' Artillerie, settembre 1933),
à, nos fo1.irs,
-· 86 -
L'ARTIGLIERIA SIDOENT'ARIA DI SARDI•JGNA
fra l a, ricca e potBntissiina Francia ed il piccolo Piemonte, il, raffronto risulte1;à favorev<>le a quest'ultimo. Del resto, al quadro suesposto, come si è detto, bisogna aggiungere - oltre ane ·Guardie del Corpo ed al battaglione vete
]'ig. 19 - L' At·tiglieria sedentaria nella fazione all'isola di Sant' Antioco. Morte gloriosa del Tenente. llielis-Alagna. (dà un quadro esistente al Municipio di Cagliari)
rant :- l'Artiglieria sedenta,r ia, il Reggimento .artiglieria di marina e alcuni altri Corpi di piccola forza.
*** Quest' « Artiglieria sedentaria>> .va ricordata, per l'unico episodio bellioo che si sia svolto nel peri-odo di C\li sti.amo parlando. Avendo il Governo piemontese concentrato le sue navi da· -
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1815 · 184:8 -
PimMONT0
gnerra nel porto di Genova, i pirati tunisini ripr.esero ad infostare con maggior audacia .le coste della Sardegna e, dopo aver bordeggiato dinanzi al golfo cli Cagliari, gettarono l' ancora presso l'isola di S. Antioco. , Questa era pressochè priva di difensori, non trovandosi di guarnigione nel forte se non il tenente di Artiglieria sedentaria Melis-Ala,g na, con pochi e invalidi cannonieri guardiacoste e tee modestissimi cannoncini. Ma essi non stettero a contare i nemici, e dal fortino incominciarono a far fuoco coi loro tre piccoli pezzi sui seicento corsari che ava,nzavano verso il paese e che, in breve, lasciarono per yia un centinaio di uomini. Riu~citi però ad impadtonirsi di un edificio che sovrastava alla torre, i pirati ·poterono prendere di mira ooi loro fucili il tenente Melis ed i suoi pochi seg1~aci che, per manovrare i pezzi, erano costretti a tenersi sulla pia,ttaforma, totalmente espost.1 ai colpi nemici. Ucciso il l\folis e abbat tuti i snoi soldati, dopo molte ore di eombattimento i tunisini riuscivano ad invadere il forte e di qui avventarsi sull'abitato « e, dato sfogo ad ogni più nefanda libi dine, dopo· infinite uccisi·oni, catturate le donne, ri,salirono le navi la.sciando tutta, l'i,sola HHrda pi,n w di lutto e temente di nuove invasioni >>.
Seguiamo anc-ora l<~ successive modificazioni nell'ordina · · 11:1-ento qeU' Artiglieria, sabauda fino a quell'anno 1821 che, per l'irnportarnm storica ed il contenuto dramma,tico degli avveuimenti che lo caratteriz½ano, segna una pietr~ miliare negli sviluppi politici del Pfomonte. C' i varre:qio, per q1w,stct, di un prezioso manoscritto c~1e si trova a 1'odno nella Bib1ioteca Duca.le di Gen ova, ricchissima miniera di d'l)Cumenti interessanti la storia militare. 11 documento in questione fa parte delle cartelle con tenenti gli scritti personali del Duca Ferdinando di Genova, l'er.oe di Pescl,liera , cioè una delle prineipali figure del primo periodo del1e <·arn12agne <.lel Risor gimento, principalissima nella, nostra Stori~) non solo per -l'ardimento sui campi di battaglia, ma an-
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UNO l:-Clil'l".1'0 DEL PnINCll'Iil 1<'1<1R01l\AJ\DO
e.be per la perizia cli .orga,nizzator·e dimostrata· ('Ome -comanclnnte genernle dell' .Artiglieria. Parleremo ancora ripetutament,r· ùe l Principe a1·,lito e ge.11 tile che ebbe tanta pu,rte rn~i progressi dell'Artiglieria piemon tese : qui ogni a<::cenno alla persona del. Duea costituireI1be unu, inopportuna anticipu,1"'ione, poich(~ egli non na<'rtm! éhe. nel 1822: mentre viceversa si può e sì deve parlare del manogcritto, in quanto si riferisce ._11 periodo che sti.amo -ora esa minanclo . Il documento, che è coritrassegnato C·o l n . 13, si intitola Disco-rsi sui cambìa.n ient,i più irnportant·i seguiti dal 1814 al 1844 neW Artiglieria piernontese e ~i eompone cli due copie, una del.Le quali stesa (li pug1w d al l>nen Ferdinando. lh assolutamente inedito: lo stesso ( ìhir on, nella ,sna pur pl'egev-ole monografia sul Duca (1), no~1 l'ipr·oduç,e se rion la lettera a Ca,rlo Alberto che riportiamo più avanti.. · La col'tesia di S . A. R. l'Ammiraglio Ferdina,ndo cli Ge · nova, degno suceessore ed omonimo ctel gra11cle A:vo, d perr;vwtte di pubblica.re pa,rz,ialrnenk l'interessante studio il qual e, come abbiam.9 eletto, è preceduto da una lettera indirizzata a, Re Carlo .Alberto ch,c tras,crivfamQ integr.al111ente, per quello .schietto sapore di animosa giovine1,1,n ,e per q nella passione per l'Esercito ehe vi spir;1110 e <;h,e sono bella <·a.rattedstica di tutti i Savoja . <<
Carissùno t>o1uì,
« Es1>"8ndo ogni gfornq che dà 1vnove prore dell'interesse ch/.J,]Ùc1. v rencle; ca,rissimo Pa7,à) al nostro Corvo) avendo qitesto r-icev·uto i suoi 11iaggiori ùicre-menti) essenao anzi) si può
<'liire, stcvto rifor1}'1,ato e niesso S1tlla 1Jia di gi1.mgere al punto fo citi è ad~sso da L ei, qua1'1,clo come gran rna.slro vestiva qiieste d·ivise) per ordMw S1~0 1 .da, qiw.ndo è su-l 1'1·01w) ho pensato potesse interessarLa iin bre1Je discorso sui perfe,~ionamenti pùÈ, ùnportnnti introclotti nell' Xrt·iglieria piemontese dal 1814 in qna. in q:u esto si -i;ede che dal 1820 incorninoia.no ,i veri pro.
.
(l) SAMUELE GJunox. Ferclina.11.do .d{ .Savoin, J}u.ca di Oc11orn. Tor.iuo,. .Rou.x
e l<'avllle, 1877.
-89 -
1815 - 1848 -
PIEMONTE
gr eSl)'Ì · àell) Artiglieria nei s1ioi Stat'i1 carissimo Papà1 ·dal 1831' poi ·i n qua in essa ogwi cosa si va ameliorando : ho pensato .po·i che non Le r-iesciva. d·i scaro che scegliess·i ver soggetto di ,un lavoro che Le p1·e:sent:o in qites·t o .Suo) dirò megl'io1 nostro I giorno di festa 'Un d·i scorso che s·i riferisce all) ArtigUer.i a che è) d)av presso alle Sue inte11,z-ioni a cui rni è così grato obùedire1 lo scopo de) m·ie·i studi. Degn·i accogliere con la bontà ch!Ella) cq1'1'.ssimo Papà) ha sempre a1;1ito per nie la bitonci volante'( d·i fa;re cosa che Le.· possa viaeere) rrili pennetta che) a·ug·urandoLe tutte le felicità e t-utto il benoe che il mio c-iwre Le desidera1 L e baci r·ispett08(t·1nente le mani. Carissimo Pcipà. 'Torino 1 li 2 ottobre 1844. Il S'ltO obbed·i eiit·i ssùno ed affeziona,tiss'irno figlio FERDINANDO D1 SAVOIA 1
I 1rese le mosse clalla, prim.:L a,pparizione delle bocche da fuoM nelPEsercito Sèliba.udo, il giovane Principe ne rngue rapidamente il successivo evolv,er,si e perf~zionarsi attraverso ai see:oli, fino alla grande ventata napoleonica e al successivo periodo cli restaura,zione e dì assestamento. E continua: « Nel 1817 fn abolito per ragioni di economia il treno,1 meno una, compagnia a piedi., ma poco clurò quest'ordinanza, essendo stati nel 1819 ripartiti fra le due compa,gnie in allora esistenti,_ 140 cavalli, nulla, qJJasi si ' può dire, in pr,oporzi-one dell! Arti · glieria, ma tant<) però cla poter facilit~re la formazione di un treno più numeroso allorchè ne occorresse la neoessità. · Dopo aver :tccennato al << volere sovra.no che la forza delle truppe cl'tLrtiglieria fosse maggiormente . in proporzione co:n qnella cle.lle altre t1:uppe, sia nei presidi.i delle piazze che in campagna, e che la forza d'ogni compagnia fosse sntlìciente pel servizio di una batteria)), il documento accenna alla costituzione dell'Artiglieria sedentaria -e prosegue: « La compagnia di minatori che vedemmo :fin d'ora far pa,rte ·c1d l' Artiglieria, come lo faceva anticamente, fu chiamata, seguendo l'esempio di molte potenze estere a far parte del Corpo del Genio e si formò invece, nell' Artiglieria, una compagnia, di Pontoni.eri ed una di Ar-90-
Fig. 20 - Maria Teresa Franctisca cli Toscana (1801-1855) moglie cli Cai:lo Alberto, dal 27 aprile 1831 Regina dì Sarclegn:i, con i <lue figli Vittorio li;manuele duca di Savoia, in u n iforme clel I Reggimento Brigata Savoia, e Ferdin:rnclo cluca cli Genorn, in trnlforme clel I Reggimento Brigata Casale. (Dipinto di Ferdinando Cavalleri (1792-1865), in collezione privata). ( da Storia Risorgimento e Unit~ d'Italia di C .• Spellanz,:m - Edi·t . Rizzali·, Milano).
-
lH-
1815 - 1848 -
PJn:MON'l'.l!l
maioli. Quest'ultima però fu ben. presto a,bolita. Vediamo dm poco per volta questo Corpo che da pI'incipio aveva· una forma zione eosì incompleta ed insufficiente s'and~va estenq.endo ed au1p.entando a norma dei bisogni de11' Armata e dei progressi che facevansi in ·tutte le Artiglierie estere.
J!'ig. 21 - Ritratto <lel Princir>e
darlo Alberto, ,·er so il 18:15.
(Dal volume · cli N . RQdolico: Carlo Alberto, Principe di Carignano). (c\a. Storia Risorgimento e Unità d'ltalìa
,
di. C. Spellanzon - Edit. Rizzoli, Milano).
« Avendo il Re Vittorio Rmauuele nel settembre 1820 creato il Principe <li Ua.rignaTi-o gran mastro cF Artiglie1-ia, sotto la sua ispezione r ipresero una nuova attivìtà t utti i rami del Corpo. Il materiale ed il personale furono cli visi, sotto gli ordini del Gra,n :Mastro, in d ue c:omandi ,separati: , «Al materiali:' si affidò la direzione ùelli istahilimenti e dei comandi fis~i 1wlle piflzze forti, il pe1'so1rnle Mmprencleva J:t -
92 -
LA BRIGA'l'A
or ARTI(: 1, rnRI/\ 1'JolL 1820
brigata d' Artiglieria., cli varie forze secondo le ei-igenze di pa.ce e di guerra,. secondo lo stato seguente: Stnto maggioro ùell'A1·nrn (i2 2 Bntt.aglion i cli 6 Compagnie d'Arti. g lieria di linea 1200 t Huttagliono di 4 Compagnie d.'Al'lig lierit, l eggera +00 \ Al'lisf,j
In
(lll(;(' ( '.1' 1·(' 110
In
g'll!'JTH
~
' l
100· 100
Artiglieri Maosl,1:al1 zo Pontonieri 2 Compagnie
liO
•
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4 .Battaglion i d'.A.rt.igl.. d i linea 3 Battaglioni ù'.Axtigl. leggera 3 Compagnie d' artisti
' l' r ,·110 da aume ntarsi
11.
2020
250 108
(
(
7agç1
seconclo d ei bii;ogni
.Arli~lierfa di presidio 8 Compag ni <' .
U+O
« L' Artiglier-ia sedentaria <~ra destinata a presidiare la Sardegna e le piazze forti. In questo stato ·s i osserva che è aumentato il piede di pace, il che facilita molto il mettersi alacremente, quando si voglia, su un fort~ piede di guerra. « Venne pure aumentato il numero degli artisti, importante miglioramento giaccbè senza questi è facile il vedere che si è obbligati di fare eséguire i lavori del mate1-iale nell'arsenale da operai borghesi con maggior spesa e minor ~icurezza che sfa,no ben eseguiti, oppure conviene provvedersi tutto il materiale da _officine private, ed essere esposti al certo pericolo di mancarne in tempo di guerl'a, cose tutte le due ugualmente da evitare. In seguito a questa formazione $i curò maggiormente l'istruzione teorica e pratica degli ufficiali e dei soldati J).
*** Una statisti.ca non priva di interesse è quella che si rif.eri· sc:c al bilancio del l\.finist1·0 · della Guerra ùell'epoca e alla ri· partizione dei fondi tra le rarie Armi. Il bilancio del 1818, che isi ptrò consid<~rare normale, assegna 22 milioni alla « terr:1 ferma>> e 908 mila lil'e alle spese pc1· le truppe dislocate in Sarde-
93-
1s15 - rn4s -
PIKJ\IoNTE
gna : in .totale circa 23 milioni. Su tale somma, aH' rirtigli.eriil. era assegnato esa.ttamente l milione e .121 mila .lire,. cioè pressapoco un ventesimo dei fondi totali? ·
ll'ig, 22 : Generale Giovan ni Bat tista Nicolis di Rqbilant, :.\iinist ro d ella
Guerra.
Succeduto al San lVJarza,no, quale 1\1:hiistro della Guerra , il generale di Robilant, ·qnesti si {>r.cupò attivamente soprattutto della riedificazione e delrarmamento dei forti di Exilles e di Rxillon, che fmono potentemente muniti e forniti di nuove al' · tjglierie : a tale opera, necessaria, ma costosa, fu destinata 1H maggior parte dei milioni ricevuti dalla Prancia a titolo di in d(>nnità per le spese cli guei-ra. -
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BA:-DIJDRill DELLIAH'l'IGIIDRIA
* * .;. -. Dopo la resta ura,zione il Corpo B.€ale di Artiglie:ria ebbe due .forme di bandiera, : una reggimentale e una di battaglione) ma di queste e çli tutte le -successive modi:fica,zioni apportate ai d-r appi gloriosi parleremo in apposito capitolo.
2.
Il fuoco della passione naz ionale cova sotto le ceneri - Artiglierie e · artiglieri nei moti del 'z 1 - L'eserciti) napoletano sotto la direzione di Guglielmo Pepe, nel 1820-21 - Insufficienza delle artiglierie napoletane nella campagna contro l'invasione austriaca - Errori tattici e strategici. I moti del '21 in Piemonte ~ Stato <li servizi.o di illtistri ufficiali: Cesare-- Balbo, Santorre di Santarosa, Giacinto -Collegno, ecc. Eroiche imprese del Conte di Collegno, grande artigliere - Carlo Alberto, Gran_ Mastro dell'Artiglieria - Suo atteggiamento nelle drammatiche giornate di marzo - Carlo Alberto proclama la sua fedeltà al Re - Abdicazione di Vittorio. Emanuele I - Ministero liberale e Giunta provvisoria di gùerra ~ Carlò Felice alla riscossa Lealismo del corpo d'Artiglieria - La rivoluzione fallisce, ma . il buon ' seme è gettato.
Si .è visto c-onH' in Piemonte la. Restaurazione, accolta 0011 giubilo perchè restitui.~a la Dinastia di Savoia al suo popolo, avesse però voluto ristabilire tutti quei privilegi di casta e di · classe (fide-<>ommis~i, di ritti di primogenitura, diritti f~udali, proprietà di manomorta, disparità giuridiche ecc.) che era:n,o incompatibili con i nuovi tempi. Se qu:esto acca.deva in P iemonte - dove _pure Vittorio Ema l!nele I sapeva, r~sistere con dignità a cert<> imposizioni austriache - assai peggio era- negli altri Stati italiani, i quali direttamente, o indirettamc11te per i trattati di Vienna, erano in gran parte caduti sotto il dominio incontrastato dell'Austria: dirl'\ttamente _la Lombardia e là Venezia, erette in Regno ed affid.a.te al governo di un Vieerè con autorità. a_ss-olnta; indirettamente il Ducato di Parma , affidato all' Arciduches~a Maria Lui-95.
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1815 - 1848 -
J\1008:•IA; RO M A l!J NAPOLI
sa, figlia çlell' Imperatore .l<'ranccsC:o I ; il Ducato di Modena, ret to da ·li'rancesco I V c:ugino dell'Imperatore; e il Granducato di_Toscana, sotto Ferdinando III, fratello dello stesso Francesco I. A Massa e Carrara Maria -B e::i,trice <l'Este, a Lucca Maria Luisa di Borbone doveva.no per forza, data la piccolezza dei loro Stati, obbedire agli ordini di Vienna. Pio VII, tornato a Rorria, restaurava, l' assolu tismo; mentre Ferdinando IV di Borbone, abolita la, eostituzione siciliana, si era proclamato Ferdinando I re delle Due Sicilie e aveva pro · messo all' Austri.a di combattere qualsiasi riforma che ·rosse in cc.mtrasto coi principii_ a:d ottati dall'Imperatore nel governo delle sne pr,oy~ncie it aliane . . Così, soprattutto · per il predominio straniero, l'Italia era divenuta la, più misera delle Nazioni europee~· ma il .fuoco della passione nazionale covava sotto le ce-neri e prepara.va i giorni della resu nezione. Non è compito no,s tro i'ifare la storia dei moti che precedette1·0 le guerre dell' Indipendenza; ci limiteremo a ric.-o rdarli rapidissimamen te, per vedere se e quanto l'Artiglieria o alcuni artiglieri vi abbia no esercitato qualche influenza,. La carboneria p redo.minava, più che i.n ogni altro Stato, nel Regno di Napoli, clove le av,e va dato ordinamento militase il generale Guglielmo J>epe che, avend!o cospirnto, giovanissimo, contro F erdinanc1Ò di Borbone, per la libertà, era stato condannato al carcere perpetuo .e poi, liberato, aveva servito sotto .Giuseppe BomLparte e Gioa.echino Murat, salendo a.i supremi gradi mi litari. 'Rirri"llsto nella M.iiizia d·opo il 1815, si era adope1·at.o .a, dil'fondere la Oa,rboueria nell'Esercito, ·esa.lta.ndo e valorir.zando lo spirito d'indipendenza e di libertà e, a nche sfruttando il legittimo mf:Llcontento di tanti ufficiali che, dopo aver combatt uto' ya,lorosamente nell'Eserè_ito murattiano, .si vedevano in ogni modo ost eggiati. L'assurdità, della, situazione, clie met teva, fianco a. fianco i .sold~ti che a,vevano milit ato con Mura,t e quelli che avevano servito alla restaurazione borbonica, si ritl-etfev.a in tµtto l'ordinamento, a cominciare dai più alti comandi : .ta nto_che, non potendo nominare un Ministro della Guerra, ehe sarebbe stato o -
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UNO STRANIERO
« CAPO
OJDLLI~ Al{Ml >> /\ NAPOLI
bo1·bonico o murattiano e q uin<lj in v ìso- tL questi o a quelli; i'l Re si era indotto a,d a11ì.dare la dil'ezìone dell'Esercito . ad .u 11 Consiglio Supremo 1 il quale non rin :,;d però affatto a, elimiirnre l'tLnimosil iL fra le due pa1-ti 1 anzi, non t'cce che ·accentuarla con sfacciati fav-01·itismi. Tanto d1e Ft!rdinando si decise · a scio,
i
~ -
. h'ig. 23 - Gener al e (;uglielmo Pepe. (dall!t « Ci vica raccolta d elle stampe » di Mila.no).
de.ne armi >> ·il generale Nugent, irlandese di nascita1 che aveva serv,i.to, non senza qualche snc, cesso, sotto l'Austria; ma anche il nnovo provvedimento.suscitò le- più aspre critiche, rimprovcT·andosi git ~sta:men te al R e di aver glierlo 1
(~
a nominare
(< cap o
-preferito uno stn mfol'o a molti illustri e valen ti generali napo 7
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J.815 · ] 848 -
~ APOLI
letani, clH~ nn<::'bhero potuto ._1:i;:.sai meglio di lui assol:vere il difficile compito. g quàsi ~uperfluo ricorq.are che i primi mott di libertà (a prescindere dall'infelice t entativ,o di Macerata del 24 giugno 1817) sroppiarono nel Napoletano e precisamente a Nola.; donde, il 2 luglio 1820, due sottotenenti, Morelli e Salvati, e centov,en ti:rntte soldati del reggimento Reale Borbone Cavalleria, inizia,. rono la marcia su Avellino, chiede~do la promulgazione di una, costituzione analoga a, quella già giurata in I spagna da Re Ferdinando. Il moto cli Nola t rascinò a rivolta la Capitana,t a, la Basilicata, la Terra di Lavoro e le Puglie; tanto che il Re « il.i irna libera volontà,>> si indusse ad accordare l'invocata costituz.i:one di. Spagna. Il 9 luglio i ribelli di Nola, ai quali si erano uniti tutti i carbonari, i liberali e gli ex soldati murattiani, fa. cevano Rolenne ingresso in Napoli. A tale sfilata, di cui n generale Pepe ;J;ve vùi assunto ii comando, parteciparono certamente degli artiglieri; ma, dato il perfetto... disordine della manife . . stazione, non si può parlare di « reparti >>, Il generale Pepe, a cui Ferdinando aveva conferito il comtmdo supremo di tutte le 'cose dello Stato, si adoperò ad accre scere l'Esercito, che fu portato a 52 mila u,omini « con saggia misura tra fanti, cavalleria, e genio, artiglieria>> (COLLIDT'l'A: Sto1·ia di Napoli). Ma scarse erano le munizioni, scarsissime le armi, completamente mancant i le uniformi : per rimedia,re a tali gravi de:ficiem,e occorreva, uno sforzo troppo superiore alle possibilità. Maggiori cure si :tivolsero alle fortezze, che ne avevano · gran bisogno. Civitella era ,s tata smantellata dai ]francesi nel 1805 e Pescara dai 'l 'edescbi nel 1815, mentre Gaeta non aveva anoora posto riparo a tutti i danni dell'assedio, e Capua rovinava da ogni parte. Sollecita.mente tutte queste fortezze furonQ poste in relativa efficienza, munendole di cann<mi e restaurando · i bastioni; nello stesso tempo si ridussero a fortezze oocasionaU Chieti, Ariano, Montecassino, e .si tracciarono due grandi campi a Mignano e a,d Aquila (ma solamente il primo fu compiuto), mentre altf·e linee, a ltre trincee, altri forti era,no progettati in. ·Calabria e in · Sicilia, e si ordinava la, fusione di nuove boeche da fuoco.
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I :MOTI DEL
'21
A NAl:'OLI
Partito Re Ferdinando per partecipare al famoso convegno di Lubiana e deciso l'intervento a ustriaco nel Regno, il Parlamento napoletano si preparò animosamente alla guerra, commettendo però gravissimi err-ori : primo fra tutti quello di costituire due eserciti con due comandan ti : il genera.le Ca,rrasco~a e Guglielmo Pepe.
Fig. 24 - Generale Michele Carrascosa. (Museo Risorgimento, Torino). (da Storia R isorgimento e Uni tà d'Italia
·cti c . Spellanzon - Edi t . Rizzoli, Milano).
Il primo ·s i circondò di parecchi tenenti-generali : Ambrosio, Ji'ilangieri, Areovito, Roccaromana, I'ignatelli-Stromboli, alcuni dei quali furono già da noi men::,,ionati nell'ultimo capitolo del 2., volume della nostra fltoria) là dove .s i par.la dei cinquecento -
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N,Ù'OLI
mila, ita.Hani che rnili.tarono con onore sotto le bandiere di Na poleone. I nvece Guglielmo Pepe non Y·olle luogotenenti. Entrambi i condottieri clovevano dipendere, almeuo nominalmente, dal Comando Supremo del Principe Reggente, dd qnale era c:apo di Sta,to .Maggiore il generale l<'lorestano I>epe; nrn in · reaJtà. erano indipendenti, e, per di più, a,nimati da rec;ip1·oc:a ,ostilità.. Il primo· doveva, difendere la fronti,em del GarjgJiano; il secondo gli Abruzzi. « Ma questi eserciti - scrive Pietro Colletta 11cll'opera citata - stavano nei no_mi, perciocchè nessuna schiera era, in movimento~ nè sipr0v,v~~leva, ai mezzi' cli guena,, vef:>ti., Yettovaglie, ospedali, aumento d'aimi, amn.euto d' uomini)) . Vero è che, poco più ,oltre, il Colletta dichiara dm « mar ciavano alla frontiera , i due Eserr.iti c:on poderose a,rtiglierie >J, ma la rea,l tà si è che, :se molto era . l' entusiasmo in quei primi giorni, scarso era lo spi.r.H,o· cli.' organizzazione e, hl ogni modo> :;:proporzioriate le forz.e rh;petto ai quari:tntatremi.la Anstf'iaci ag · gnerriti. e perfettamente equipaggfati. che, al comando del ge nera.i.e Frimo11t, m,u·di,;,:lllO c:ontl'o i Na,poletani . f,) noto ,come le t rnpi>e di Guglielmo Pepe foss ero battute nello scontro cli Rieti (7 rna.J.'ZO) ,cornc~. « le macc:hine di gnerr;i, fatte inciampo ail fuggir,e, foss ero. rovesciate ·e spezzate )). Gli A.ustriaci avanzarono su Antrodoeo) dove fecero bottino cli eann oni ·e poi procedettero, ,se pur· lentamente, giungendo in Aquila i l 14. A tali no.tizie l'altro ~orpo cl' E,s ercito, guiclafo dal Carra seòsa, abbandonò la, linea. dc1 Gariglian,o, :noù ,a;.~pettanclo i.l n'emieo, che occupò -Càpua seùza in0011trar.e ·J:esistènz::i. Il 23 mar· zo 1S21 gli Austriaci entravnno in Napoli, .si jmpaclrOI}ivano dei forti,. delle artiglierfo, delle munfaioni, e si accampavano nc.ih! piazze. Il Parlamento, fatt~ vane proteste, si sdol1:,e : Cannscosa e Gugli.elmo Pepe dovettero_fuggire . Non indugeremo sugli episodi della violenta reazione da. parte del Borbone spergiuro, tbppoggiato dalle baionette strani.ere; 'e nemmeno sui ·tentativi di resistenza, opposti qua: e là da alònii prodi ùflieial i, il <·okinneno·'Valiente, :il nrng-giore Poer:io, i èapitani ·venite e Corracfo, foùì:m1ente sostennti dal genera.lr R,or-;snroll. P iuttosto d pa1·<> oppo1-t~mo rileYùrC' come una delk
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Ef(HOHf iHII,lTAR I DIDI NAPOLE'.l.'ANI
ca.use - .non principali:;sima., ma nemmeno trascurabile - delb. ma,ncata resistenza a ll' inva::;or,c austriaco stesse nella ins ntti · cienza delle artigli(~I'Ìe. n piano di ca1npagn a l1d Napoletani - secondo gu.i,Yis,sirno f'J· 1·or·e ern ndtnmrnte difensi:vo : esso sta biliva che « pe1· la
F ig-. 25. - Generale P ietro Collett.1. (1777-1831) comandante cle lleJ1rrni in Si· cilia, e luogotenente del Re nella città di Pnlerrno, c1opo il richiamo cl i
·li'loris t auo .Pepe . Più tnr<li esiliato; autore della classica Stoda del R e:rn1e cli, N:.~1loli. (Civica rnccoi ta delle stampe, Mila no). (da. S t or ia Risorgimento e Unità d'Italici d i c . . Spellanzon - Eclit. Rizzoli, Mila no).
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l:'i APOLI
natura della napoletana rivoluzione' dovendosi evitare . perfino l'immagine dell'asim,l ire, conveniva la pazienza di aspettare le (>ff.ese e ·uscir{' a guerra 11-0li per eonqni!'lt.a o a,mbizione e nemmeno per impeto di giusto sdegno, ma solamente per difendere diritti, patria, casa e vita)); e che quinéJ.i non clov,eva << riguat·l'larsi nemico l'esercito austl'iaco, se non <prnndo nemkheyo] mente assaltasse le frontiere del Regno)). Tali propositi erano evidentemente ,vssurdi: iu nna guerra,, elie voLeva essere nazionale, si r-innneian1: alla speranza ,1i s-ollevare le genti di Romagna, delle Legazioni, del iVIodcnes<~, le quali tutte aspettavano nn solo segnale per insorgere <:ontrn la palese o .larvata dominazione austriaca : non solo, ma si rinunciava, a priori a.lla sola grande possibilità di successo, che consisteva, nella sperata congiunzione con l'esercito piemontese. Poichè non era probabile che gli Austriaci commettessero rerrore di marciare contro il Liri per la strada di Valmontoue e Ceprano, esponendo il fianQO all'esercito napoletano asserragliato negli Abruzzi fra il Tronto ed il Sang-ro, era da presumere ehe essi avrebbero a,ttaccato, appunto, gli Abruzzi; e qui il Pepe>, aveva approntato notevoli opere di difesa su tutte le strade 1 i sentieri, le valli .c he conducevano dallo Stato romano al territorio a,bruzr,ese, sul Liri, alla stretta cli Itri, alle fOl'tezze di Montecassino, P-0ntecorvo ,e Mondragone, ai campi cli Mig-nano <~ Oa,ssano e alla doppia testa di ponte del Garigliano. Serive il OolleLl'a: « Forse i dotti della ,guerra moderna, biasimeranno il gl',rn numero <legl'innalzati forti, le tante gua,rnigioni, .le spicciola~<.\ ùifese e però mi è d'uopo rivelar qual'era ne' disegni del eonsi. glio l'iutendimento di quella guerra. Uno solo de' µ:,enerali, Guglielmo Pepe, vedeva nelle nostre milizie, veccbie o recenti., zelo è valore in vincibile; ma gli altri, più esperti d<~ll'ind,Ble napoletana, e .meno ebbri di temerària, grandezza, sapendo nuo-,,o l' ese1·· cito: debol e la disciplina, t-<~mevano che i. soldati si ~mnrri-ssero all''irrnsitato aspetto e romore delle armi; e poichè il ncmito a gran giornate procedeva ver,i;.o il Regno, e le nostre schiere ùo- · vevano al tempo stei:.so combatterlo ed a,gguerrirsi, 1:•rano van tagg·j per noi guadagnar tempo, esporre i contrari allo impedimento ed alle perdite di cento assedi, obbligar-li a combattimenti -
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UNA PAGJì\A DI PIEl ' UO COLLEYlv!'A
piccoli e continui, avvezzar l'occhio e il pensiero de' nostri militi al cimento del campo. :ma -0ltraciò la nostra guerra era na,zio nale. o nulla,; che non potevamo !'lperare trionfi da Ansterlitz e Marengo, ma il vincer lento dei popoli. Bisognavano verciò luoghi forti, che a ' cittadini armati dessero opportunità di sorpre:,.,e, appoggio negli ,scontri, ricoveri nelle sventure; e tali che si aiutassero a, vicenda e si collega,ssero açl alcuni prestabiliti centri di operazioni. Erano centri Citvit.ella, Chi,e ti .ed AquiltL negli Abruzzi; Montec::tssino <~ Capua in Terra cli Lav-0ro; Sant'Elmo . ' in Napoli; Aria.no in Puglia,; Tiriolo in Calabria; ne' quali ace..tmpavano ·stuoli nnmerosi, che secondo i cai;::i :tssalterebbero il nemico, correrebbero le campag:11e, si porrebbero sopra i monti H mostra e minaccia >>. Ma evidentemente, affinc:hè tali luoghi ri.sultassero veramente forti, occorrevano numer-ose e potenti artiglierie, che fossero in grado df decimarr le schiere nemiche, di ::;troncarne l'impeto e d'arrestarne l 'avanzata; meutr-e invece le artiglierie scarseggi.avano : in pochi mesi di affrettata improvvisazione non si er..L potuto rimediare ai molti anni di abbandono . Conie abbiamo detto, le cause .fondamentali della disfatta sono altre e, del resto, ben note: oltre alle a·ue fondamentali già indicate, sono da .r·ilevare la impreparazione e insufficienza di alcuni Capi e sopratutto la sc:w:sa disciplina dell'esercito in cu i, accant-0 a soldati di carriera, esperti e bravissimi, militavano migliaia. cli earbonari o, c·o munque, rivoluzi,,m ari, pieni di en· tnsiasmo ma ignari delle più elementari norme militari ed incapu.ci di ·assoggettarsi a quel rigido concetto di disciplina che è ht condìzione trine qua non ài qualsiasi ordinamento. Tuttavia cre,dia.mo che anch,e l'insufficienza delle artiglierie vada enmnerata, ·non foss'altro eome carn::a concomitante.
*** Allorchè fu palese che l'Austria si à!ccingeva a soffocare con le armi la libertà napoletana, tutta la Penisola fu corsa da un brivicl-0: la, parte mig·liore della Nazione, quella, mi noranza più colta e risoluta e appasionata cJie non subhK:e la: st<>ria ma la -103 -
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l'lffiìl(ON'l'E
orca, arse dal cleside1•io di acr,01·re1;e in aiu to di coloro che primi avevano levato il lorn g:1·jclo cli l"ihellione contro la rca~ione . 'l'ale ,brnmw ent ·più fot'tetnPnt(~ :ieutita d;:tlla pi'1'1. el etta gio-
l!'ig . 26 - Conte Cesare Balbo. (Dipmto del Morgari - Museo del Risorgimento,. Firenze).
rentù piemontese : professori dell'Università torinese, uom1u1 di letter·c, banchieri, .av,voca.ti, medid, studenti e sopratutto valt>nti ufficiali de11']:Dser.cito, matur ati. nelle campagne napoleoniche . . Noi ~i limiteremo a . 1:ic-ordare . alcuni di questi ultimi : -
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. .Carlo· Asinari cl:i San Marzano, era figlio p1'imogenito , d.e l Mar('hese Ii'iJ.i.ppo, già Mini:-;tL·o deJla Guena e .01·a Mi11i!'-tro degli Esteri , più 11oto f:ott u il. nome di i\1,n·(·he~e di ( 'a1·,1gJio : nfll ·
Fjg_ 27· - R i tratto g iovanile d i Sirntorre cli Santarosa. .
(Museo Risorgiment o, Torino).
(da Storia Risorgimento e Unità d ' Itaiia
di C. Spellanzon ·- Edi t. Rizzoli, Milano).
eia.l e .in un reggimento di eor,.1zz.ic1·i, egli a.nffa pa,r.tecipato alle 11ltime gucue delJ.'imp e1·.o; mutilato, prigioniero, poi reso , a ,libertà, e nuovamente entrato in e~rnpagna, e1·a stato ufficiale di - - 105 -
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PlllJMONTrn
m·dinanza di Napoleone: rimpatriato dopo il tragico addio di Fontainebleau, aveva ora il grado di colonnello in seconda nei Drag,o ni d·e lla Regina. Cesare Balbo, che doveva poi occupare un posto di primissimo piano nella storia del pensiei·o politico italiano, aveva fatto è:on dis'tinziM1e la ci,irnpagna · del 1815 ed era H>desso màggio1;e. nel reggiment-0 di Monferrato. Guglielmo Moffa di Lisio aveva guerreggiato due anni .in Ispagna, poi, raggiunta l'Armata Imperiale, aveva continuato a battersi : a Troyes, ferito era stato fat to prigioniero. Restituito in libertà, aveva partecipato coi Piemontesi alla ca,mpagna del 1815 e, l'anno appresS-O, era stato nominato capitano. Annibale Santorre De R-08si di Santar-osa, figlio del <}Olon nello dei Granatieri 1·eaJi che si era battuto con tanto valore du· rante le prime campagne contro le Armate della Rivoluzione fra,ncese, era ·e ntrato n<~ll'Eserdto regio nel 1814, aveva fatto con distinzi-0ne · la campagna del 1815 come capitano, e adeF:so era maggiore o, secondo il termine dell'epoca, sotto-aiutant<' · generale allo Stato Maggiore G·enerale. Abhinmo lasciato pPr ultimo il Conte Giaein.to Provana di, Collegno sul quale dobbiamo soffémarci un pò più lungamente pe1;chè egli, oltre che 11obilissimo patriota, 'fu va,l or,oso uffici.aie di Artiglieria, e distinto eultore di studi scientifici. Prima come tenente, poi come capita.no di Artiglieria, si era battuto sotto lr· aquiJ..e imperiali nel 1812-13 e 14. Or,o llata l 'egemonia napo leonica e rinato il Piemonte all'indipendeiiza, egli era ritor· nato con gioia a servfre sotto h~ bandiere del ,suo Re: e nell ' ultimo capìtolo del secondo volume cli questa Storia abbiamo veduto come partecipasse con onore alla spedizione di Gren,ohle e a t utta la eampagna del 1815. Saremo certamente perdonati se, violando l'ordine cronologico, anticipiamo qui la biografia di · Giaeinto di Collegno, daùdo· con pochi cenni sommari il panorama di una luminosa esistenza tutta sorretta da altissima feùe patriottica, ispirata · a di~interessato ,spirito di dedizione, tesa ai più nobili ideali umani. Nel periodo che precede il 1821, l'ardente passione politica non gli impedisce di dedicarsi con amore alla sua opera dt ufliciale: ed è appunto il Collegno che, nel famoso campo cli Ve-106 -
GIACIN'IO l'HOVAKA DI COLL!ì:Gl'>O
N.a1;ia Reale, si adopra •con <~ntusiasmo alla forrn.:tzione di qnell'arttglieria leggera che contiene, in nuce) la Voloira. Da . tal punto di vista il Collegno è il precursore di Alfonso La Mat·mora c11e, con pa,r i a rdore, ne conl:inuerà l'opera su più vasta i:;c:ala. U.onclannato a morte dopo i moti del '21, egli riesce a fug-
~ire e va esule in terra straniera,; ma ben presto g1i si offre l'oc-
Fig. 28 - Giacinto Provanà cli Collegno: Capitano di artiglieria, col Santarosa, il San Marzano e il Lisio, tra i principali promotori clel moto piemontese. Esule dopo il l.821; rivide Carlo Alberto al campo, nel 1848. (Museo Risorgimento, Mila-no). ( da Storia Risorgimento e Unità d'Italia
cli C. Spellanzon - Edit. Rlzzoll, Milano).
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PJEMON'l'ID
casione cli por.re i.l s uo brnccio e Ja s ua perfaia di artiglier e a:l servizio di un'altra Naztone che lotta per la libertà, e nel 18~3 , ~i arrnob vol'ontario neU'escr.c ito· della Spa,g nn liberale, che si difende eroicamente contro l'impervetsante 1·euziouc della Santa, Alleanza. Du~ a nni dopo, è un altro un t ic.o popoJo glodoso cl1e· si leva in armi contro l'oppressi-One straniera, e Giacinto di Collegno corre in Grecia, dove rende grandissimi servigi organizzando le :.1l'tiglie1~ie di Naval'ino, assediata da Jbrahim pa~cià, e combattendo v;i lot,osamente. In qnella stupenda primavera, cli. idea.li 1~ di sp era.nze umane ch e; 1iclc uomini ·.liberi di ogni Paese accoer ere ovunque vi f.oss-e.· da, soffrire e da mo1:ire. p et la causa della libertà, l'Italia è, c.ome sempre, ·in prima linea. San torre di S.~ntiu·osa, « q nei dte a Sfa<·tt!1·ia dovnie )) e Gi.adnto ProvnwL di Colkgno sono ben degni cli sta.re a fianco di Lord Byron. F'inita vittol'iosamente :i'ins urrezione ellenica,., il Collegno, costretto an(:01·a a 1';1rningf1rc i~i terre ,s traniere, si rifughL nel Ht•lgio e ;,;i .dedint 1·on lll'(l01·(~ agl i studi 1--ci e11tifid: tanto d1·e pol·o krnpo d·Dpo gli vienP affidata· ùna ta.tteL1ra di geologia.. al Lic:co ili Honl<',rnx . In tnttc le sue d,~J.oro~e p e1•egr inazioni , gli è <ìòlllpa.gna ,1pp11si-ionabi {' tt>ch•l c la, mog-li,c, M,n·gherita 'rrottiBenti.voglio; eJ.etta gentildonna clel patri7,i ato lon1.bardo , che e.le· scriver,\ poi .i triboli dell'esiliò nel magni.fi co sno Dilirio. Gi avviciniamo ;1 lla prinm gnerra dell ' Jnclipcndcnz,1. Nel 1.84(i-47 0-i.td nto ili. <'ollegllo . l'itòrna to in Italia , _pr,emle parte agli avvenime11ti di F.irenze ,e nel '48 alla 1·i.vol uz.ione di Milano, dove è chiamato a far 1xi.rte del Governo provvisori.o co me :Miuist.r-o della Gnerra . Nel luglio dello stesso àuno Cado Albert0 .lo im·a,ric:a cli form;ne il 11110,·o Minist,(~ro e il CoJl.egno, ton un disinteresse ed una, modestia di cui HO.J.l si trover cbbcto facil1nente molti esempi, clà, la p recedenza.. tL Gabrio Oasr1ti . N omi nato senatore e generale nel -1850, va, come Ministro cleT Re di Sp.Ì'<legmt, a Pa,rigi, dove muore. nel 1802.
A bbia,1µ 0 indugiato su quest<~ figm·e di uJficial i - e in part,fr;olar mod o r-:n qnella dell' a1-tig1iere Colleg110 - pel'Chè ci è -
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Lm 1DEl1l L IBER ALI FJ: A HL! TJ.I:'11'I CIALI
par,:-,:) -opportuno . r amm t•11rnre a1H·ol'i1 una . voltt1 b1 g-1'tllldi.ssima parte sostenuta diLl eeto mili.tare 11 ella gloriosa, rivoluzione del ~21. Cresciuti nelFa,tmosfera in:fif:1,mmata, clell ' cpopea, napoleonica,, quesli. giovani univano ad un :u dente desiderio di gJoria un odio inteni-:o cont ro l' A.ust r·ia dL<> praiittrnwn te irnpon eva la sua.
Pig. 29 - Morte d i Saiitone cli ·snutnro,-a, nell' iso.)tr g-rec:a <li Sfacteria, il · di S maggio 1820. (Museo Risorgime?~t o. Roma.). (da Stori,a Ri sorgim ent o e Unità d'Italia
di
c. Spellanzon • Ectit. Rizzoli , Milano).
dominazione sn qna.si tutta l'Italia, senza poterla 11eimueno gi u stificare, o spiega.re, e-on grandi vittorie milital'i. 'l'ali giovani godevano il pi<rno favorP <.lel Ministro clellt1 Guerra, 1\lcssq,ndro qi Sa.ht7..7..0, il quale . appassionato fanto1·e delle gl-ori-e militari piemontesi , scn ~iva c.ome queste potesi-cm essere contin-~rn,te dalla ele,tta schie:l'a dei « patr~oti ·)) e non gh\ <Ja,i , ((parrucconi>), i quali non pen~avano non a restauràrè
se
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1815 - 1848 -
PIEMON'l' lli I
il passato anche nei particolari più ridicoli, come se fosse posBibile cancellare con un colpo di spugna venti anni di storia: e di qua'le storia!
F.ig. 30 - Generale Alessandro di Saluzzo. conte di Monef/,iglio (1775-1851), ministro della guerra a Torino nei tirimì mesi clel ' 21, poi ambasciatore di Carlo Felice a P ietr oburgo. (Biblioteca Reale, T orino) .
Del resto, anche il buon Vittorio Emanuele I , pur es8€ndl) 1utturalmente ostile a tutto ciò che sapeva di franeese, se·ntìva. una grande avversione contro l'Austria e si circondava, volentieri di quella schiera di « teste calde >), giovani notevoli per
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L' AUSTROFOBIA DI VI'ITORlO E!MANUELE I
valore e per ingegno, i quali davano a,l la sua Corte il brio e l'aspetto generoso che tanto gli andavfLno a, genio, e sopratutto gli ricordavano gli anni felici in cui, prima della bufera rivolnziona~fa e napolèoniea, egli, scmplic.€ Duca d'Aosta, eccellente eavaliere e buon s-o ldato, sognava appunto i trionfi militari. Nessuna meraviglia dunque che i ·« patrioti )), grazie all'appoggio del Re e ciel Ministro, godessero di molta, ilitiuenza, ta.nto pii
Fig. 31 · Carlo Alberto cli Savoia-Carignaùo e Maria 'l'eresa di Toscan~, sposi il 30 settembre 1817; miniatura, for$e ,;'lei primi mesi del 101,e matrimonio. (Museo Risorgimento, Torino).
ehe, sinceramente devoti alla, Monarchia, essi non separavano mai da,l loro pensiero la, Dinastia dfLlla Nazione. Anche questo è un punto fondament,a le della storia, che pnò giovare a chiarire molte cose rimaste misteriose, della ì'ivoluzione del ·1s21 e, anche, forse, il drn.mma int imo di Cado Alberto. L'a,vversione di . Vittorio Emanuele I contro l'Austria era c,osì forte che egli non aveva mai voluto awogli.ere i replicati inviti ad nn colloquio con J'lmperat.ore e che, passando in rasse-111-
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l'lffi,i\Wts'J:f;
gna, i suoi soldati, areva l'abitn.dine di pone la.1Ut1J10 $ll.fla spalla elci veterani: interrogandoli: « Seslit vrnnt a am,dè contra ai 1Um,an? )) (Sci pronto ad anelare co11tto i 'l'edcschi '?) . .N,on ci ingoHeremo, pcn·hè esoi-bi L,1 <;,ornplcta,mcnte dal no stro campo,' nella spinosissirn11 qnestion(~ del « pl'imo Carignano )), che ha avutO' in qucflti nHimi a11ui nrrn, rjprei;;a e u11a messa
lJ'ig. 32 · ·onrlo Alberto cli Savoia-Cn r ignano, dal· 1821 crccle vresuntiw, del trono Sabaudo. (Mìniatura di proprietà del nobile ,)?ercy Roero dei marchesi cli Cortanze, Torino).
a punto con la pubblicazione di opere uotevoli:.'· ·A noi · preme~ solamente ricord1:vre, poi.chè ci.ò r·ient.rn n ell'ambitù della nostra Storia.) com.e Carlo Alberto, il quale dal 1817 era maggior.e· generale, c.apo ck•lla Brigata, Saluzzo, nel 1820, nominato h1ogotenente generale, suceeclesse al- conte Vibò di Prales nella ca.dea. di Gra,n Mastro dcU' Artiglieria · (ca,ri'ca che tenne :fino al 1828). -
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~ARLO ALBERT? 1 (}RAi\ MASTRO f>ELL ARTlGLlERJA
Nello stesso anno Giovanni Q~aglia lasciava il comando del Corpo, che - dopo un interinato di un anno del colonnello Villanis _.:.. veniva assunto dal maggiore Casazza, destinato ad occupare tale posto fino al 1833.' · Carlo Alberto, come era nella sua natura e forma mentis, portò nel posto affidatogli l'impegno più scrupoloso ed il più
Fig. 33 - Cnl'lo · Alberto cli Savoia-Carignano ; nel 1821, dopo l'abdica?:ione cli Vittorio Emanu_e le I, Reggente. Promulgò la Costituzione di Spagnn e fu perciò sconfessato da Carlo Felice. (Museo Civico, Torino).' ( da Storia Risorqimento e Unità à' Italia di C. Spellanzon - Edlt. Rizzoli, Milano).
alto senso di responsabilità., e dedicò all' Arma prediletta continue e vigilanti cure, maturando man mano quei provvedimenti E' quelle riforme che doveva.no poi avere piena applicazione a, partire dal 1831. 8
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181(3 · 1848 -
l'IIDlONTE
A tale rigual'do .scrive Ferclimtndo Pinelli nella S to1"ia, Milita.re del P iernonte (1), operu già da noi r ipetntamentc citata nei volumi p1·cccden ti, e c:he anern o ancora occasione cli citare perch è - pur essendo polit:icarm-m te ten clenziosa e quindi., da tale punto di Yista, non sempre imparziale - è però fonte ri cchb.sima, YerumentP prezio:-m , di n otizie, per tntlo quan to concerne gli ordinamenti militari: « Dimostrandosi Uarlo Alberto Yago di militari istruzioni, é promotore dell<~ molte riform e. che t utti sentivano nec:essarie nell'eserciLo, cominciò pertan tc, ad uYet·e frequenti colloqui coi primari ufficiali e specialmente. ,-;on quelli che per la nascita loro :1vevan maggior comodo di accostarlo ed 'e ra, fra questi Caraglio, aiutaHte di campo del re. e Coll t>gno, primo scudicr-o del p1·incipe stesso e<l in quel tempo a lui <·Hris~imo. Le q uistloni miUtari che poi fo1·ruavanò_ l' appnrenl'e soggetto delle con:t'enmze 101·0, si trasportava:o.o ben cli ~oven ti sul terreno politico, ed allora il principe non solo pa1·eva ascoltar con diletto quei propositi di'- maggiori larghezze gn~trentite a popoli, di costit nzionale reggimento, di prossima guerra e di liberazione d' Italia, dallo straniero, ma, era il prim o ezian cli.o a cli.scorrere, pedochè quei giovan{ ardenti vennero in breYe a considerarlo qual loro capo, acquistando in egual tempo essi, per q uesto favore del Principe, mn,ggio1· credito e reputazione nell'esercito)). È ben naturale che appunto tra gli ufficiali di Artiglieria fossero n umerosi i fautori dell e riforme, i quali si annoveravano 110 11 solamente fra i gio,·rmi~s.it11i, ma anche fra i vecchi i-,oltati napoleoniti; tra gli nffic·i.ali di Artiglieria citei-emo l'ltnri<:o e il Radice.
Prima di accennare ai moti del ' 21, riproduciamo qui nn documento del primo mese di tah~ anno denso di fati : document,o che ribocca, in pa1·te, l'organizzazione dell'Arma:
(1) F. A. PI:.ELLJ . Sto1'ia 1ni/.itaro dei Piemonte . Torino, 1855.
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REGOL.Hm:-lTO ECONO MICO PER L, ,\R'l'IGLIIDRIA
R('.[lic patenti con cwi
s.
,Il . a,ppro'l)c1,
1821
iL Rcgolamen-to econom·ico
ve1·
l! 11:m·m in.,i,st-razione èlell' .4.rt·i!Jli.erict 24 r1en1ui·io 1821
1~ stabilito un Cons·igli9 cl' .d..rl•igli<~1·ic1, che sarit composto dei seguenti
membri : Gran Mastro Comandante Generale deIF Artiglieria ; Direttore Ge11erale clel Materiale cl' Ar tiglieria ; • Colonnello Comandante il Personale cl' Artigliei:ia; Intendente Generale d'Artiglieria ; P1·imo Uffiziale del Controllo Genernle; Direttore particolare della Polveriera e Raffineria dei nitri; Direttore particolare. cl ella Manifattura cl' Armi; Direttore partìcolar e della Fonderia; Controllore clel Cont rollo Generale; Un UOiziale. d'Artiglieria, Segretario del Consiglio, nominato clal Gran .Mastro. Le <leli.berazioni del Consiglio S,!r:~nno valevoli quando v'intervengano, òltre il presidente, quattro membri, due militari, e due civili, fra ì quali necess.Hriamente l'Intendente o chi lo rappres~!nta. Il Segretario del Consiglio terrà l'opportuno registro di tutte le sessioni e cli quelli chè vi snr anno intervenuti. Spetterà al Cons iglio la decisione degli atfarì che gli saranno commessi clalla R. Seg1'etcria cli GuE>rra e di Marina couceruenti il materiale e il movimento dell'Artiglieria . Al medesimo Consiglio svetterà pure il discutere e clare il suo parere sul bilanci.o geuerale cl' Artiglieria e l'esaminare i conti clei guardamaga?:zeni; e atti contnbili degli Arsenali, Piazze forti, Stabilimenti d'Artiglieria. L' Intendente GeneralEi t ratterà i èonfratti e deliberamenti d'impresa. Il Consiglio dovrà in fi ne d'ogni anno fnr procedere da un Ufficiale d'Artiglieria, a ciò delegato, coll'intervento d'un .Segretnrio dell'Azienda, alla ricognizione · clei magazzeni e depositi', per conoscere se t u tù gli effetti descritti nell'inventario esistono nel dovu to stato. L' A7.ienda Gener ale d'Artiglieria continuerà ad essere amministrata clilll'Intenclente Gener ale, della medesima. Sara nno a lui subordinati i Com.missari clell'Uflìcio, gli altr~ impiegati economici e i Guarcla111agazzeni per ciò che conceri1e la loro contabilit/1. ed agenzia. · L'Intendente GeMrnle proporrà nl Consiglio tutte quelle disposizìoni d'econo111ia che crederà rli Yantaggìo nl Regio serYizio. Le co·ntroventie civili per nff.ari economici dell'Azienda Generale d'Artiglieria si decideranno dall' Auclitl)l·e Gerìerale di Guerra, da ll'Intendentc Ge nera le cl' Artiglieria .e da uno dei C'oUa terali della H. Gamer:·, dei Conti, sentìtù sommariamente le parti meclesime. Dai loro giudicati non si darà · verun avpello, ma solam~nte il .r.icorso a S. M .. Ogni anno, pri111a del mese cli clirern!Jre i Direttori particolari cleg,li sta-
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PII.; MONTffi
bÙimenti cl' Artiglieria redigeranno il loro Bilamoio dietro l'ordine avuto dal Direttore Generale del Materiale e lo trasmetteranno dopo sottoposto alle discussioni del Cons iglio, alla R. Segreteria di Guerra e di Marina . L'Tntendente Generale esigerà regolannénte i .conti clei Guarclamagazzeni e dei contabili, li fal·à vet·ificare e li presenterà al Consiglio d 'Artiglieria. La proposizione per la nomina di Guardamagazzeni s i farà dall'Intendente generale, llt:evia approvazioue del Gran Mastro, alla R. Segreteria di Guerra . Nessuno sarà ammesso in qualìtà di Guardamagazzeni se prima non avrà prestato una sufficiente cauzione che verrà fissata dal Consiglio cl' Artiglieria, eccetto che fosse dn s: !\L clìspens,1to. Sa°ranno scelti di preferenza Sòtt'ufficialì del Cor po R. cl' Artiglieria. I Guardamagazzeni saranno incaricati di ogni effetto esistente negli arsen!di, magazzeni e depositi cli loro agenzia e ne conserveranno l'inventario generale. Essi dovranno in fine d'ogni eserci:r.io rendere conto ,dell;:t loro gestione al i.\fflgistrato della Camera, per cttenerne la legale liberazione. Il Gran Mastro clell'.Artiglieria è nello stesso tempo Capo ed Ispettore Generale di tutte le parti ciel.I.' Amministrazione della medesima. E Comandante del materiale d'Artiglieria è incaricato della direzione generale di tutti i lavori di costruzione, clei magazzeni e dei depositi negli ari':enali e nelle piazzeforti e dei movimenti di tutte le artiglierie ed attrezzi. Diramerà gli ordini . clel Gran Mastro ni Direttori degli stabìlimenti e ai Comandanti il materiale nelie piaz:r.e for ti, per la loro 1)ronta esecuzione.
I moti pi.emonte:,;i del '21 sono nelìa mern ol.'i.a <li tutti. D-0po l'incidente del teatro D' Augennes, dove quattro studenti int<;rvengono tenendo in t;,esta il berretto fri.gi-0, l' a.gita,zione si. fa sempre più intensa. Re Vittorio, r enclenclosi c(')nt o che anche i soldati pa,rtecipano a i sentimenti genera]i) p,rssa in rivista la guarnigione di 'l'orino, composta c1ei reggimenti Gnardie e Aosta, di clne battaglioni cli artiglieria a piedi, di clne batterie di artiglieria leggera a eavallo, di un batta,glione dell.:L l<~gionc reale ·1eggera e del reggimento di cavalleria Piemonte reale; en comia · i ùa,pi. di Corpo per la belhi tenuta delle trupp~ e l<>da, particolarmente Cad.o Alberto e il Collegno per alcmti miglio ramenti introdotti nen:Artiglieria. Intanto giunge notizia dell'inesorabile m.areia del potente Esercito austriaco contro i liberali na poletani. Collegno, San· -
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INIZIO DEI Nl(Yr! DEL
'21
tarosa, Caraglio e Lisio si presentano al Principe di Uarignauo e, protestando anzitutto la loro devozione al Re, sostengono la nécessità di agire prontamente : essi sono si~ur·i del concorso delli:L miglior parte dell'Ese1·cito e della .Nazione e chiedono di inizia,r e la rivoluzione l'S marzo. « P rincipe - conclude il Santaroi:,a - tutto è preparato. Ma,nca 1:i'Olo il vostro c<msenso; i nostri amici radurn:Lti atte11dono il segnale di salvare il Pa,ese o .i) funesto annuncio che sono vane le loro speranze )). Quale fn la risposta di Carlo Alberto·? Secondo il Santa.rosa, il consenso fu accorda,t o; ma cont1·0 le affèrmazioni del patriota saviglianese sta la.. Bmentita di C'arlo Alberto, il qua,le assevera. cli aver cercato cli. fa r present.i a i giovani liberali i pericoli di nn'impresa pressochè folle. Forse la verità sta nel mezzo : il P rincipe non nega a priori l'invocato con~nso, ma - com'~ suo diritto, anzi dovere - chiede cli riflettere e, poichè trenta,o:,;ei ore devono trascorrere fra il dna.mmatico colloquio e l' i~tfaio della rivolta, egli ha tempo di affrontare a fondo, nel suo spirito, il t remendo problema e decide di ispirarsi a quelPamore dell'ordine, a quel senso di discipliua. gerarchi.ca e, sopratutto 1 a quel concetto veramente augrn;;;to dell'autorità, regia che, non lo st dimentichi, sono in lui fondamentali. Allora. chiama a, sè il Collegno e il Oaraglio per avvertirli che non farà nulla « che non gli sia ispirato dalla sua devozione al Re)). . Comunque, il dado è ormai tratto; e si decide che men t re Santa.rosa, Lisi-o e Oaragli-o si recheranno ad Alessandria con cavalleggeri e dragoni per sostenere la rivolta in quella città,, d()V<:! il tenntte <·olonnello .r\nsnldi ù prun t.o ad impadronir:si della · Cittadella, Collegno ed i snoi artiglieri si prepareranno a, spalleggiare il moto che altri co11gi11ra,ti devono far nascere a Torino. Secondo qu anto affer)Ila j} Santaros.a , la rivoluzione doveva scoppiate a 1'orino il giorno 8 nelle prime ore del mattino, quando Carlo Alberto, Gran Mastro dell; Artiglieria, e lo stesso Santaroisa si fossero recati all'Arsenale. Allora i soldati doveva no insorgere a,l grido : « Oostit uziont~ di Spagna ! >> e, oéc1ipato n monte dei Cappuccini e il ponte sul Po, dirigersi a !fon ca1ieri - dove la Corte si era ritirata aJla vigilia,, primo giorno -
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Pll<Jil!Oi'iTJ•:
di quaresima - unendovisi· con le truppe che altri u:f:1kiaii partecipanti alla congi ura vi avrebbero condotte da Pinerolo. e dalla ·Venaria. Carlo Alberto Hoi1 volle approva.1·e il progetto che, come si ·vede, C'Omprendeva un colpo di mano sulla,. persona del Re e) a,vènd0 cercato iliva.no di dissuadere i congiura.ti, giudicò suo stretto dovere a vvertir•e il · Mi.nistro della· Gue1~ra, :Mar.c hese · di Sa!uzzo, di · qna,nto . sta.va per acca(lere, implorando in pari tempo ·n perdono per i ribelli . Ciò che è importante per la nostra Storici è che Carlo Alberto, non solo non consentì ad ain tare il · movimento -insurrezionale con l ' A1·tigU.eria, ma si recò a v1sitare H governatore dell'Arma e si fece da,r e ,dagli ufficia.li la parola d'onore che non si.sarebbero mo::;si.senza 1rn .01·di11e suo. Collegno, Santa,rosiL, Oaraglio e Lisio :voUero allora, avvertire il colonnello An~a.ldi ad Alessancll'ia, affinchè l'-OBpcndesse ogni azione; ma, ormai era tr,oppo tar.cli.; ed essi,. ricevuta .notizia che i eavalleggeri di Piemonte erano ·pal'titi dalla capita,Ie - pur sapendo che t ntta la guarnigione di 'l'orill o era .tenuta sotto le a,rrn i è consegnata nelle ca,serme, cioè eh e le supreme autorità erano ftl corrc~nte dei propositi rivolu½io1HLri e si prt>paravano a fr.onteggiarli - decisero, di ,comune accordo, di ,'li vicl ere la sorte dei compagni -e pattil·ono per le rispettive desti· nazioni.. Non inclup:cremo nè sui fatti cli Alessandria - cl·ove l' Ansaldi assunse il comai11do della Cittadella,, issando sugli spalti il trioolore - nè s t1 quelli di ·'l'orino, dove-il capitano Vittorio Fei- rero, con clne c·ompi:Lgnie della Lltgion.e leggera,, un' ottantina di uomini ·iù tutto, ,si accampò presso ]:'orta Nuova,, inalberò i colori carbonari rosso, nero e a~zurro e, arrtngando ·i !'J olèlati, procla,mò la, costituzione cli Spagna e la guerra, all' Austiila. Ciò che ci interessa rilevare è come, partito il li'enero coi suoi 'pochi. uo mini per congiungersi f:!,d ..{iessandria. con. quelli dell' Ansalcli, la rivolta sembrò domata e che riarse solamente quando, .a l· · 1-' una dopo mezzogiomo del 12 marzo, i due ca,pitani d' Artiglieria :Endco e Gambini, comandanti n presidio della Cittadella, Elparando tre colpi di cannone a.vvertirono la città che stava per s:v·olger,sj ·una nuova, scena del dramma,. I d:ue ufficiali procla marono a lor volta la c.ostituzione e le truppe si schierarono -
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Fig. 34 - R e Carlo Felìce (l765-1S3l), l'ultimo del ramò primogenito a·ei Savoia. (Dìpinto, nel Museo Risorgimento Milano). (da Storia Risorgimento e Unità d'Itaiia di C. Spellanzon - Edi t . R izzali, Mila no).
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1815 · 1848 -
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PIIDMONTEl
dalla loro· tanto che il comandante in seconda della fortezza ' ' cavaliere Ba,legno, e n luogotenente colonnello d'art"iglieria Giuseppe Desgeneys, presentatisi ai ribelli per indurli a desi· stere, non furorio ascoltati; anzi, avendo il Desgeneys tentato di arringare i cannonieri, fu ucciso con una sciabola,t a dal sergente Rittatore. · All'annuncio di questa nuova in.surrezione, HRe, che aveva passata, la notte a presiedere un Consiglio di Ministri, nel costante !,UO desiderio di risparmiare ad ogni costo il popolo che amava e che lo amava, pensò di mandare a trattare coi rivoltosi il Principe di Carignano; egli pensava che Carlo Alberto, Gran Maestro dell'Artiglieria., dovesse t>,sisere partieolarmente ascolta to dagli artiglieri che costituiva.no il maggior nucleo della, guarnigione della Cittadella e che, se gli artiglieri avessero de sistito dai propositi rivoluzionari; le altre truppe ne · avrebbero certamente seguito l'esempio. Carlo Alberto, cir condato da immensa folla, e,omparve dunque a.ne porte della Citta,della e chiamò a sè gli ufficiali. Il capitano d'Artiglieria Gambini, parlando à nome di tutti, gli rispose con :fierezza; non disgiunta. clal più profondo 1·ispetto, che i loro cmori e1:ano fet'leli al Re, ma erano dcci.si ad op;ni costo ad ottenere due cose : la Costituzione e la guerra contro l'Austria. Il Principe, vede:p.do di non poter nulla ottenere dai ribelli, ritornò nuovamente verso il Pa.lazzo Reale, sempre seguito da una massa enorme di popolo· che lo acclamava, men'trc un tai Pjetro Muschetti, ex guardia IULpoleonica, faceva sventolare nna grande ban diera italiana, u pochi metri di distan~a da Carlo Alberto. Il resto è troppo noto : abdicazione di Vittorio .E1nanuele 'I, buon Re che va rioordato col più profondo rispetto, perchè preferì rinunciare al trono anziclu~ ·mantenervisi con l'aiuto degli Austriaci e a -costo del sangue del suo popolo; reggenza, di Carlo Alberto, promulgazione dello Statuto, formazione del Mi." nistero liberale e della Giunta provvisoria di guerra; proclama di Ca,r lo l<'elice d1e, il lG marr,-0, da lVfoclena, s<.;onfessa tutti gli at.t.i di governo di Carlo Al bel'to e gli ordina, di portarsi a No-· vara 1;on le truppe fecleli per por]e al comando del barone La ·T our, nominato generale in capo dell'Esercito reale e, subito 1
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IL CORPO
o' ARTIGLIEIUA
NlllI MOTl DElL
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dopo, di abl>anòonare gli Stati Sardi per recal'si esule in Toscana. L'atteggiamento llel Corpo cl' Artiglieria in tutt<> qu este dolorose e tormentate vicende può forse desumersi dalle dichiarazioni di Carlo Alberto, il quale, nella notte dal J 2 aÌ 13 marzu - quando Vittorio Em,muele I non aveva ancora, deciso di abdi · ca,te - interpellato wme Gran ~·I.astro intorno all'a,ssegnamento che credesse di poter fa,rc sui suoi artiglieri per reprimere il moto rivoluzionario, rispose che poteva garantire per l' Artiglieria a cavallo, mentre non si riteneva cel'to della cooperazione dell' Artiglie1fa a piedi. Il fatto si è che alcuni ufficiali di Artiglieria, torue vedemmo, parteciparono al moto pel' la Costitnzione e pc1· la p;uena a.Il' Austria ma, dopo .la sèonfei::sion~ da parte cli Carlo Felice, a.llorchè Santorre di Sa,ntarosa si dispose a resistere racco_gliendo tutti i costituzionali sott o gli ordini del colonnello Regis, q11esti disponevano solamente cli i::ei pezzi e precisamente <Ùiattro pezzi da,. 8 e tlue obici da 32, mentre <li ultre truppe si contavano: 4 reggimenti cli linea, Saluzzo, Monfenato, Genova e Alessa.ndl"ia ; due battaglioni c·acciatmi italiani : clne ùella legione leggem; il Corpo franco e uu battaglione cli marina; complessivamente 15 battaglioni, della forza di 450 uomini ciascuno e 1900 nomini di cav~Heria. La maggior parte del Corpo d'Artiglieria fìn1, pur con qualche riluttanza, per obbedire agli ordini di Carlo Albert-0, allor· chè questi si accinse ad uniformarsi alla voi'ontà <li Re Carlo F elice. E il generale d'Artiglieria Oapel lo raggiunse ben presto a Rondissone, con tutte le maggiori forze che potè radunare. Il moto si era an clw esteso a Gniova, (lovf' il ~overnator<~ barone Qjorgio Andrea Desgeneys a,v rebbe faciln1cnte potuto sciogliere l'assembra.mento dei ribelli face11do sparare i due cannoni carichi a mitraglia portati snl terrazzo soprasta.nte alle porte del ponte 1·eale, ma, umano e gener·oim, preferì far ritirare i cannonieri, e volle presentarsi alla, folla, : atto n,rdi to che pe1· poco non gli costò la vita, poichè fu preso, t1'ascinato in piazza e malmenato; e tutta la guarni gione di Genova si schierò pel' lo Statuto. Inta,n to le truppe costituzionali, c·o mandate dal colonnello -
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I'IE~ro:,.;m ·
Regis e dal San MEu·7,ano, sta-vano per scontrarsi ,sotto N-ovara, con quelle regie, al comando del La 'l'our 1 che disponeva di. 55ÒO uomini,. di ·fanteria, 1600 di ca'valleria, due batterie di artiglieria a piedi e una batteria di artiglieria a, cavallo- (un totale cirea di 300 a1•tiglieri), e l'esito del con:flitto fratricida poteva essere dubbio; mà . i liberali si tro.varono improvvisamente di fronte anche -15 ·mila Austriaci al comando -del genera.le Bubna. ', ..
Fig. 35 ·: Am~iraglio conte Gior:_gi~ cid Geneys, comandante in capo clella Marfr1a ·aa gùerra 'sarda, go.vern11tore di Genova nei 182i. ,
(Museo Risorgimento, ' Genova) .
(da Storia R.isorgi1nentp e Unità çl,'Italia
cli C. Spellanzon - Edit. Rizzoli, Milano) .
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Invano il Collegno, alla /testa dei suoi cannonieri e ' spalleggiato cla una compagnia cli gi·ani1,tieri cli M·o nferrato, te1Ìtò rivolgere due pezzi ·contro i 'l'edeschi; invano San Marzano cercò di disporre in logica. posizione di.fensi va la propria Divisione : in breve i costituzionali, sbandati, dovettero cedere il passo. Anèhe· le truppe rimaste di guarnigione a T,o rino, a.d Alessandria e nelle altre cittù, piemontesi, che in un primo .tempo sembravano simpati½zare per n ·moto rivol uzionario, ri:6.utai;ono -
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Fig. 36 . Carlo Alberto ,di Carignnno, alla presa del Trocadero, il cli 30-31 agosto 1823. (Dipinto d i Abr amo Costantin, nella R. Pinacoteca d i Toi·in o). · . (da 'storia Risorgimento e Unità d'Italia di C. Spellanzon - Edit. Rlzzoli, Milano).
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_l:'IKMON'.l'EJ
di marciare contro il La 'l'our; fedeli al Santarqsa si mantennero solamente pochi reparti a 'l'orino, fra cui aleuni artiglieri comandati dal capitano Emico e la guar.1ùgio'ne. della cittadella di Alessandria,, presidiata da alcuni fa nti e pochi cannonieri. Ma ormai la, rivoluzio11e era fallita. Anche in Piemonte come nel Napoletano era mancato il sentimento unitario e soprat utto quella ferrea disciplina che è condizione indispensabile per ogni rivolgimento che voglia durare ed essere veramenye costruttivo. 'l'utta Italia, che per qualche mese aveva trepi{lato nell'ansiosa attesa -stupendamente canta.ta da Alessandro Man. zoni nell'ode jjfar.zo 1821, ricadeva nell'umiliazione del serv:a,ggio. Ma il buon seme era gettato.
3. Altri ufficiali italiani combattono in Europa e in America per la difesa delle nazionalità - Piccole riforme del Corpo d'Artiglieria nel 1823 e nel 1827 - Composizione delle battede - L'avvento al trono di Carlo Alberto e Je grandi riforme del 1831 - Organici - La « Voloira » inizia la sua storia g loriosa - Fe rvore di studi - Primati italiani - "Regolamento per l 'istruzione. teorica e pratica di tutti gli artiglieri - Stupenda fioritura di personalità eccezionali: il Duca ,li Genova, Cavalli, Saint'· Robert, La Marmora, Valfrè di Bonzo - lln aneddoto di Giovanni Cavalli - Il riordinamento del Corpo ' nel 1833 - La decoraz ione « al val or militare» - Il campo d 'istruzione della Vaoda di San Maurizio - UJ\ giudizio del generale Ravkchio - Valorizzazione delle migliori:;e.nergie dell'.esercito - Assume il con1ando del Corpo il Generale More)Ìi ' di Popolo, che fonder,à il .Museo d 'Artiglieria. '
In uno d<~i paragrafi seguenti, dedicato all' Artiglierir~ degli Stati italiani dell'epoca, accenneremo brevem,~nte a.gli altri. mo: vimenti rivoluzionari scoppia.ti qua e là a .varie riprese, tutti rapidamente domati) ma non perciò meno fecondi in qi1a nto preparava.no la via, a.ll' nnità, llella P atria . oltre Qui ricorderemo come molti a.Itri ufficia.li i.ta.liani · I
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UFl~ICIALl ITAI,J ,\l'if PER I
LIBl!HtALI ,\LL'ES'fEJRO
al Santarosa, al Collegno e ai P(?Cbi già nomina,ti - andassero a battersi in tutti i Paesi d'Europa, in cui ci fosse da l-0ttarc~ per l 'indipendenza dei popoli e la difesa delle nazionalità : seminagione di er,oismo che stà a testimoniare ancora una, volt,1 quel senso di universalit~, caratteristico della civiltà italiana e romana, ·per cui, dovunque vi si.a una nobile causa da difendere, sei sieuro di trovar(~, a legioni, gli Italiani. Date le Ìllè· s·o rabili limitazioni imposteci dal nostro tema, dobbiamo aecon · tentarci di allineare qui alcuni nomi di oombattcnti, senza distinzione di Arma : distinzione ehe ·sa1·cbbe dd resto inopportuna, chè son tutti valorosi e tutti li accomuna lo spi.rito ùi sac1.·ificio, l'ardore bàttagliero e, tr-0ppo spesso, la morte. In Ciitalogna, nel 1823, a,c-corrono due fiere coorti. italiane oomandate rispettivamente da Pacchiarotti e da Olini., quest'ultimo vete. rano dell'Armata d' Italia, e c-0mpòste di ufficiali esperti e ardi · mentosi q1u~li Ceppi; Beolchi, ,Tosti, 'Vidani, Ferrero, che combattono a Vicla, a Matarò, a Santa Colonna, mentre a Madrid si battùno i piemontesi Crivelli, GaJlini, Roeeavilla, 1'osso, Plebano, Vaccbetti, i genovesi Zecca e Lavezzari, il napoletano Pisa,. .L'anno successiyo vedremo i pietnontesi Giacinto Collegno, Galli, Pugni, An8aldi, il napoletano Ro,s saroll, e poi Bian·CO, Borsa, Rittatore, e a,n cora Heolehi e Pa,çchiarotti lotta,re contro i francesi ,del Duca d' Angoulemc; e sui campi di Leerò faranno generoso olocausto della vita Simondi, ,Ruggero, Bus,;i e Guaschi, tutti piemontesi, Pietleonc romano, Frandseoli fìo 1·en.tino, Damato e Lu.brano napo1etani, mentre saranno gra.v<'mente feriti. Ghigliosi, Vigna, Ca:ssana, Regis, Righini, Parteno peo, Cornaglia, e il loro condottiero Pa{}chi.arotti il quale mo: rirà .poco clopo, per le ferite riportate, compia,nto e onorato dai nemici stes,si, che lo battezzn,rono le 7Jra·ve rles bra1i <3S. Soffocàta la, r.ivoluzione ,sp,tgTtola, gli stc•ssi Piemontesi ·che, dopo il fallimento dci..moti cli Torino, erano .:H·corsi a clifend<.'1:e. la libertà nella. penisola iberica, andranno, e muli di Lord Byron, a, combattere iit Greeia: ai giù, nominati <lol.Jbhimo aggiungere Pe.corara e Belladier, uccisi a Negropoute, Rittatore e Do· sio caduti combattenclo a, Cup.ocoJi~:i~ Bifraro e MiS8{)lungi, Aimino a Napoli di Romania, Scavarcln n l:'a,t1·a~so, Rocc:avi l.la a Metena1 Andrietti. a ~rripolizza. -
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1815 - ltìJS -
rIEMON'l'IJ)
Ritorniamo al Corpo cl' A.1-tiglicri:1 sabauda, che continuava ad essere, aJmeno 110111inalrnentc, sotto il comando di Carlo Albel'to . Quc,sti asent c:onserrnt.o il titolo e il grado cli Gran Mastro; ma, anche quando r it ornò in Piemonte nel 1824, non pare elle gli foss e concesi,;o cli oc;cupurs0ne attiv,1mente, durante t utti gli anni che pr~cedcUcro la cli lui assunzione al Lrono. In qnrsto perioùo, cioè fino }tlla morte di Carlo Flelice, non abbiamo avvenimell ti notevo li. Nel 1823 l' A l'tiglieria viene rl iYisa in .lrtiglieria allin,, 1lrti.r;lieria per le incom,benze e . lrti.gZieria sedentaria. L'Artiglieria, attiva è ridotta, sul piede di pace, a, 18 'G uomini , mentre per il piede di guerl'a si stabilisce un au mento (li 180_0 « pr-ovin cfali )) . Contemporaneamente viene ·oppressa La compagnia pontonieri, e l 'Artiglieria di presidio ehe era fo1·mata, come vedremo. di 8 (·ompagni.e - viene ridotta, 11. 4·, di cui :~ in Sardegna . L 'isola attira -o ra .nrng-gionnente 1'11 ttl~nzionc dell'autoritù militare eh e, il 1° marzo 1827, costit11i~ce un batt.1glio11e reale cl i ArtigliE>ria pei- la Sardegna. A bLlc ùech<ionc non è certamente eslmne-0 quel maggiore respiro di vita IIH~cl iLcrranea, n, eni ha contribuito, nel . campo militare . hL felice spedizione contro T ripoli, spedizione 811 cui non ci soffermeremo perchè Yi ebbero parte esclusivamente 1<~ artiglit!ric navali : fu , appunto, per tale alb,rgamcnto di ol'izzonti che si irnposta1·ono sollcC'iLamente nel eantierc della Fo('e cli Genorn, prima la Corvetta 111troi·a) munita di 20 cannoni, poi le due fregate B ertoldo e Ila1ite-Co1nbe, munite di 50 pezzi, e poi i due magnifici vascelli R egina, e Carlo F elio~ con 60 cann oni. Contemporaneamente il So-vrano pro\'Vedeva a fortificare 1:t frontiera occidentale, ultimando il forte ùi Exilles, rafforzando con nuoYe opere quello cli Exillon e decretando .la ricost nrnio ne di qu ello cli Bard . Non privo di intel'~s&e è vcùere quale fosse, in questo periodo, la composizione delle batterie. Ecco alcuni documenti che re ne dann o un quaclro esatto :
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l~OlL\1AZI0~1 DELU; BA'El'EIH0
Oomvosizione (li
1829
mia Balter,ia cìc? ·8 cu linea (18 febbl'Ciio 1829)
Una batteria da 8 di linea è composta cli sei bocche da fuoco, cioè di quattro cannoni da lih. 8 e cli due qbicl eia lib. 32, incavalcati sopra li corrispondenti affusti cui v:urno uniti gli avantreni e cofanetti. Essa si cli\iide in due mezze batterie .ecl in tre sezioni (li due pezzi ciascuna. Le munizioni, artifizi ed altre cose necessarie all'es·ecuzione del fuoco formano il carico interno cli dodici cassoni, assegnati due · per ciascun pezzo, co m~ altrcsì dei cofanetti posti fra le coscie clel l'ispettivo affusto. Sei di questl cassoni cliconsi cli prima l_inea e seguono i pezzi in tutti i loro movimenti; li rimanenti stanno in seconda linea e formano, con le vetture, qui sotto speci.ticate, ciò che chiamasi riserva, o parco della batteria. Queste vetture sono :· cinque cassoni destinati al trasporto ·c1e11e cartuccie e pietre focaje per la fa11teria e la cavalleria ; due affusti di ricambio coi loro :wautreni e cofanetti : uno per i cannoni, l'altro per gli obizzi; due carri a riel oli, uno destinato al trasporto della contabilità del personalE> adcletto al servizio cl ella . batteria, selle ecl arnesi da cavallo di r icambio, paletti ferrati, mazze e corde per a.ttaccare i cavalli ed altri simili oggetti; l'altro a quello c~ei vari ricambi, utigli ecl oggetti che rffgguardano il servizio delle bocche a fuoco; una fucina campale i.n fine, guarnita cli tutto l'occorrente. Mwnizioni: Cariche con palla cla libbre S : 860.; dette ,con mitraglia cla 8 : · 175; dette con granate reali èta libbre 32: 300 ;. d~tte co11 mitraglia da 32: 30. Oompos·izione dli 1m0 Batteria
da 1G cu 11osizione (28 febbrair, 1829)
Una batteria· da 16 di posizione è conwosta di sei cannoni da lib. 16, incavalcati sopi·a i corrispondenti affusti éni v:rnno uniti gli avantreni e· cofanettL Essa si · divide in due mezze batterie è in tre. sezioni di due pezzi cia·scuua. (Per il seguito vedi : Composizione dl una batteria da 8 cli linea). 1vbl.!i·iz-ion-i: Cariche con palla da libbre 16 : 832
dette con mitraglia da 16: 104 Oom.vosizione cli una Batteria ieg!}era aU' ingl,ese (9 avrile 1829)
l.ina batteria legger a è . composta <li . sei. bocche a fuoeo, cioè di quattro cannoni inglesi, corrisponjlenti al nostro calibrn cli lib. 7 1/2 e cli clue ob1zz1 pure inglesi, corrispondenti a g1Hlllo cli lib. 26; incavalcati tutti sui rispettivi affusti, cui vanno uniti gli av,tntreni compiti. Pel ti:aspor to delle munizioni, artifizi. ed ·allre cose necessarie · alt'eseolizione clel fuoco( oltre agli avantreni si assegnano . due carri a ciascun pezzo. · Le cartucce e pietre ·focaje per la fanteria e cavalleria sono por tate da
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1815 · 1848 -
PIE.MONTE
altri cinque carl'i a munizione, adatti. acl un tal llSO. Due affusti di ricambio, uno per i cannoni, l'altro per gli obizzi: due caÌ-ri da tras110rto all'inglese; una fucina campale . Ed è · .cosj portato a 28 il totale delle vetture. La batteria si divide in due me?:ze batterle, ecl in tre sezioni cli due pezzi ciascuna. Sei fra i dodici cHni destiuati al trasporto delle munizioni per- can1101ù ed obizzi, seguono ovunque i pezzi e si clico110 di primn linea; gli a ltri stanno in seconda linea. M11.- nizioni:
Sacchetti con carica cli polvere per cannoni Palle da lib. 7 1/ 2 in?:occolate Scatole cli mi traglia a gran gitta tn (n. 85) Scatole di- mitraglia a , piccola gittnta (n. '11) Sacchetti con carica di polvere per obi?:zi Granate cla lib. 20 Scatole da mitraglia da 20 Cat·cas»e
1424
1060 96 160 328 228
76 32
Ma questi da,t i rientra,no proprhimente nella parte tecnica : sr.: ne riparlerà quindi nell'apposito capitolo . . Pro0ecliamo nell'esa,me delle successive modificazioni e riot'· ganizzazioni -dell'Arma. Nel 1830, essendo scoppiata in Francia là, dvoluzione che ca-cciò dal trono il ramo primogenito dei Borboni, Cai·lo Felice, sentendosi mal sicu~'o, chiamava gradatamente sotto le armi tutti J conting,e nti e nominava ispettore generale d'Armata, cioè Comandante supremo delle truppe, il modenese Marchese Filippo Paolucci, il quale apportava all'ordinamento militare piemontese varie riforme, più o meno opportune, ma non modificava s-ostanzia,lrnente il Corpo d' A.rtiglieria, limita,ndosi a riempirne i quadri. Le grandi riforme dell'Esercito vengono nel 1831, subito dopo la morte di Carlo Feiice e l'ascesa al trono di Carlo Alberto, Sovrano ardito e< che aveva sortito dal.la natura un· istinqvo amore per le armi e per la guerra)) e che all'Esercito, finchè aveva. p_otnto - cioè finchè gli era stato concesso - aveva già dedicato ogni sua cura. -128 -
Fig. 37 - Re Car lo Alberto ;
(Dipinto, n el Museo Risorgimento. Torino). (da Storia IUsorgimento e Unità d'Italia
cli C. Spell:m zon - Edit. Rizzoli, Milano).
,)
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PJl!JMONTE
Sotto Carlo Alberto quel glorioso Esercito - che era stato schiantato, ma non sradicato dalla bufera rivoluzionaria rovesciatasi sulfa vecchia Europa alla fine del Settecento e che su bito aveva ritrovate, intatte, le sue forze e il suo spirito, al d-
Fìg. 38 - Marchese I!'ilippo Paolucci, moden ese, già generale dell' esereito russo, Ispettore gener ale dell'esercito del R e di Sardegna nel 1830. (Collezione Avv. Costante Giraud, Torino) . (da Storia Risorgimento e Unità d'Italia <li C. Spellanzon - Eclit. Rizzoli, Milano\. 1
torno dei ··savoji,L in Piemonte dopo l'epopea napoleo.Q.ica - iniziò la propria metamorfisi da, Esercito locale, aristocratico e feudale, in E sercito con a.s pirazioni italiane e libera.li_ Tale t rasformazione, Carlo Al berto l'a,veva, già i.n parte tentata , come 130 -
, CARL O ALBEU'l'O · HFl DI S ARDEG!sA
vedemmo, con l'aiuto di uomini come il Di' San Marzano, il Santarosa, il Collegn-0 e tanti altri , ma solamente coll'avvento al trono poteva pensare ad una vasta ed organica rea,lizzazione, non certame~te facile perchè non si dovevano in alcun modo
Fig. 39 - Generale Marchese Stefano Manca <li Villahermosa. Gran :ì\fastro d 'Artiglieril)..
menomare le stupende tradi~ioni di un meraviglio,so popolo guerriero, aYvezzo da secoli a eimenta.rsi con Stati tanto più potPnti, ed a vincerli. Anche per adattM'Si alle necessità economiche del tempo, il Re pensò al sistema dei contingenti, che gli -
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1815 - 184:8 -
rrn1110r-TE
rispa1·miava i gi-o.ssi dispendi di numerosa _A nuata permanen te. P er avere mano libera 1tel suo vasto piano di l"i orcliuamento eg'li incomincfa col sopprimere la cari<:a di ispettore general<~ d 'Armat.a, eliminando prati<:amente il Paolucci, che si era reso inviso ai più per l'anoga,nr,a dei modi ; e, morto il vecchio Desgeneys, nomina, in sm1 vece, :Ministro della Guerra e della ?!:farina il conte Carlo di San Martino d' Ag1ié e Valprato, che, clopo a,ver militato in Anstriu, e Inghiltena, era :::tuto per molti iLnni Mpo dj Stato Maggiore a 9 enon1, e copriva ora la carica di aiutan te di ca mpo del Re .
·
La cariea <li Gran Mastro dell'Artiglieria vie\H~ assegnata, nello stesso anno l 3J, al march ese Stefano Manca Thiesi di Villah<Pi-1110:-:a (al quale :-:uù·eclerà, 11d 1~3B, Cei-arl' Sal nr,½O di Monesig.lio); m..1. .in t utto l'organamento ed il perfe7,ionamento del!' Arma - come, del i-esto, dell'intero Esercito - continna a, ,sentirsi la vigilanza élire1ta e com petente del Sovrano. Di una prima l'iorgmJir,zazionc del C01·po d'Artiglifria ci dà notizia il seguente docunwnto: . Ordinamento <lct Corpo Reale d·'Artiglieria
(8
am·ile
1831)
Il Corpo Reale ù' Artiglieria in Terrnferma !'i componà di ,enliquattro ComJ)agnic, cioè : Una di Ponconlel·l Due leggere Una ·d i posizione Cfoque di bat1 agli a Quindici Ptir le pia1.zc
)
, '"' fo ,. c,un r"''"'
Le quattr o compagnie del Treno sarnuno soppresse; gli uflìcil,li subalter ni, i ba;:s'ulficiaìi e 1 soldati d i queste compagnie verranno rip"::1rtiti nelle nltr~ del Corpo. Ln Compagnia di .vresidio ri en trerà nel Corvo e farà po rte rlelle 24 che lQ . compongono. Una rl elle Com11agnie srnnzinte in Snrclegua sad, eliminata in Terrnferma e conterà nelle 24 sopraindicate. Ognì Compagnia sarù forte cli 200 uomini con,prcsi i Coma udantl. La (:0111paguia clei Pontonieri anà 40 operai e potrà anche avere alcuni Razziert. .A. ciascuna Cornpagni:t in Cinn11:1gna verrà assegnata uua t·b;ernt di 25
uomini.
-
132 -
Le ')nind ici Cornpag-1'1i1\ per le piazze sarn1mo riparti te come segue: &il~ 1 Lesseillon 1 Torino, <:usale e Aosta 3 . Fenestrelle 2 2 Alessandria G Genova
)5 Ciasc'rna Batt erio. di c<11111iav1ui o di servizio nelle pjazze anà 4 .ufficiali, cioè: 1 capit:rno, 2 tenenti, l sottotenente. La ba.tterfri (li, vos izfone _avrà àll'oci;orrenza mi terzo teilente. Le Battel'iC ·(l.i ea.m1>ar111a. saranno comriostc di otto pezzi, cioè: G ca1moni; 2 Obici. L a Batterici di 1wsizio1w sarà composta di 3 mezze btttterie ed avrà perci,:-, 12 pezzi d' artiglieria . Le Ba.tterie a.ll'ù1vle,~1: arrnnno lre uomini seduti snl cofanetto del pezzo e sette altri a cavallo. Acl ognuna llelle medesime sara nno addetti_ 4 casi':oni; 2 per i· cannoni e 2 ·per .gli obizzi.. , Fra le quattro crm1pagnie dell'attuale nrtiglieria leggiera, le in-ime due secondo l'anziauità degli attua li capita11i saranno destinate a far campagna <'Ome artig-licria leggiera, la . terza suril compresa f\·a le sei destinate alla piazza <'Il Genova, e l a qunrt it snri\ noverata fra quelle <li bnttaglia. Il . Comando ~uneriore di tutte le batterie in <:amvagna saril . affiduto tHl un .'Ieneute Colonnello e~ due Maggiori, i quali risponde1·nnuo della loro istruzione. Le batt erie da montagna sar::rnno ri11:.irtite nelle piazze di Geu·ova, Fenestr13lle e Lesseillon. Il Gran Parco formato con t utti i cassoni contenenti i 11roj~tti . per alimento dei cassoni delle batterie, e con -tutti i carri .c ontenenti l<> munizioni della fanteria .e .della cavulleria sar}.t condotto da ca.v alli, sotto la direzione di un capitano e cli due sottotenenti d'artiglieria; due solduti d el cor,po, . armati cli fucile, saranno destinati nel ogni enssone. Le cinque batterie di battaglia sarnuiio pnreggiute alle attuali di artiglieri::t legg~ra, per quan to concerne i vantaggi.
Ma la vera, grande riforma, viene ;1 pochi mesi di distanza, 1'8 agosto df~l.10 sfesso anno: ne è antore il neo..:Ministro della Guerra, conte cli San Martino, n quale però non fa che attenersi strettami>nte alle -direttive dntegli dal Sovrano. E cco il documento : Dee r1ni·1wz·ione <Zi &. M . ver i'orclin.amento <lef,nit'i-vo del Corpo Re(ile <li Jirti!llieria (23 a,gosto 1831)
Ar t. J. -
L'Ar tiglieria. ;a;a ril llivisn in .due par t i clistin1'e, il nwt-erfrile ed il
-
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I
1815 · 1848
PIEMON'.m
versonaie, entramb~ dipendenti da un Gener ale che verr~ incaric.:ato delle fun· zioni di Gran tifastro e da un I~pettore generttle. Art. 2 - Ù mate1iale l:'arà comandato da un Maggior generale o Colon· nello direttore dal quale dipenderanno gli arsenali, le scuole rl'ufficiali, i la· b<>ratori 0. tutti gli stabilimenti appartenenti all'Ar tiglieria. Egli avrà inoltre sotto i suoi ordini un colonnello o tenente colonnello, sottoispettori, e due maggiOri in aiuto. Saranno inoltre applicati alle diverse incombenze del materiale alcuni cap.itani per turno. Art. 3 - Il personale del Corpo d'Artiglieria a vr1t due reggimenti composti entrambi di 14 comvagn-ie divise in 3 battaglioni. L;.i forza totale dei due -reggimentt sarà in tempo di pace cli i.10mini 2186 e per la guerra di uomini' 4760 (11011 compreso lo Stato Maggiore nè i tr abanti). Ciascun n ,ggimentç> sarà comandato da un colonnello o tenente colonnello: la brigata composta dì questi due reggimenti sarà sotto gli ordini di un maggior genera.le o colonnello comandante il personale. Ogni reggimento avrà un tenente colonnello e clue maggiori. Ogni compagnia sarà comnndata cla m.1 capitano, due tenenti ecl un ·sottotenente. Arl 4 - Una compagnia cli operai sarà permanente in Sarclegnlt, e dalli due reggimeQti vi saranno maudate ogni anno due compagnie cli piazza. 1.-Jueste tre compagnie saranno comandate da un maggior{;, Art: 5 - CìasC'un reggimènto avrà, oltre ai 14 capitani in 1• per comando delle l4 compagnie, 4 capitani di seconda classe. Art. S - Tutti i comandi dì artiglieria di piazza sono aboliti ad eccezione~ dì trno so)o pel. comando fisso delle artiglierie del nostro regno di Sardegna. In tempo dì guerra il luogotenente colonnello del reggimento che avrà stanza a Genova, vi comanderà cou due maggiori di artiglieria. Art. I) - Qualora le dodici batterie di battaglia debbano muovere, avrà il comando loro uno dei comandanti · cli reggimento con tre maggiori. Art. 12 - È conces'SO a dasènu utliciale superiore o subalterno un trabante domestico privato. Lo stesso vantaggio è accordato al cappellano e al chirurgo maggiore. Art. 18 - L;:t brigata di artiglìerià avrà in '.l'orino un consiglio cl'rtmminì· strazione pei due reggimenti : questo consiglio sarà pl'esieduto dal comandante della. brigata medesima, e nel. caso cl'impeclimento, dal comandante del reggimento stanzato in Torino. Dallo stesso reggimento si tr:i rranno gli alt1'ì .membri clel consiglio, eccetto il maggior relatore che sarà pe1'marwnte e farit pnrte dello stato maggiore cl ella brigata. Il reggimento separato avrlt un consiglio eventuale composto secondo il rego1amento, che corrisponderà col consiglio principale.
Comandanti rispettivi dei due reggimenti furono nominati Francesco Omodei, distintissimo uffi.ciale, autore 'di importanti -
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LO STATO MAGGIORE D' ARTIGÙEUJ.A
pubblicazioni (di cui avremo a11cora occasione di ripariare) e Vincenzo i)forelli di Popolo che, sedici mesi più tardi, il 22 gen naio 1833, sarà promosso maggior generale. Vediamo ora la, composizione del Gorpo : STATO MACiGIOilE DEL CORPO lllsALF.
o' All'l'lGLIElllA
ISPl'}'.J.Vl'ORE GENJ~HALE ilfute1iule
f Direttor~
del materiale. e scuola applicazione direttore . .
Direz. del mater .
l Vice
Laborntorio Chimico-Metallurgico
\ Direttore Vice-Direttore Capo operaio preparatore. Operatore di chimica
(
Vice-Direttore Capo-operaio Operaio tinivellatore
Regia Fonderia
R. Sale d'Armi
( Direttore . . l Uffizlal~ applicati
r Direttore · . . n·. t . d . ·t . Vice- ire tore . e ra f!ì nen a e1 m r1 C di Torino / apo po1:7el'lsta , ' Capo r affinatore
R. Fabbrica a polveri ~
1 1
1 1 1
1 1
1 2 1
.
Sala d'Ar tifìzi
Officine di Costm,ion,
Direttore } Vice-Direttore Uffiziale capo artifìziere , Furiere Contabile
f
l \
Lavori giornalieri del1'Arsenale Regie sale d'Armi, ed officine di costruzione in Genova
1
1
1 l
Direttore Vfèe-Direttore Uffiziale capo delle olli<:inc in ferro Uflìziale capo delle officine in legno
1
Direttore . . Ul:lì~iale applic~to l!~ul'lerEi contab1le
1
Dk,tto,·e
1
l
l
135 -
1
1 1 1
1815 . 1S4-S -
PrnMON'.l'E
Regia Fabbrica e polveri di Genova . Artiglieria di Sal'cle· gna
1
Coma nel ante loca le dell' Artiglieria Direttore della Regia fabbrica a polveri ? Capo polverista .
~
Totale
24
Periionale 1
1Iaggior Generale o colonnello comandante il personale . Colonnelli o tenenti colonne1li, comandanti i due reggimenti Tenenti colounelìi . Maggiori (comprP.so <1uello di Sardegna) Mnggiore r elator e fisso a Torino . C:1pit:mi aiutanti maggiori . 0::ipitani <li massa . Capitoni cli 2~ classe applicHti al comando compaguie UJiiziali pagatori Quartier-l\fostro ·Cappelhwi ( ~hirurghi maggiori Chirurghi in 2"' . Fnrieri maggiori Ca]lorall maggiori Tamburini maggiori Trombettieri maggiori Veterinr.ri in P Veterinari in 2., Sergenti scudieri Caporali scudieri ,. Capi sarti Capi calzolai Vivanclie.ci Prevosti Arcieri
2
2 7 1 2 2
g 2 1 2
2 2 6 6
2 2 2 2 2 2
2 2
13 2 ~
Totale
74
STATO MAGGIORE DEL CORPO flEALE D' AH'flGL!EHIA
GENERALE COi'l!!A.NDANTE II, CORPO Materiale
ì\faggior Generale o colonnello direttore rnateri nle Vice-Direttore .
-
136
• 1 } 1
2
ALTRO ORDlN'AMENTO DELLO STATO MAGGIORE
Laboratorio Chimico-M~~tallur.g ico
Fonderia
Regie sale d'Armi
\ Direttore Vice-Direttore Citpo operaio preparatore Operatore di chimica
4
(
I (
Direttore, quello clel laboratorio chimico Vice-Direttore . Ca po o pernio Capo t inivellatore
\ Ispettore
? u tlìzìali
1 2.
.· . apvlicaU
~ j'.
(
1
Direttore \ Vice-Dil'ettore ( u flizia le cavo attifi:dere . .b'uriere contabile
i
I
~J
(
Genova
4
1
Direttore Officine -c1i Costruzione \ Vice-Direttore: il ca11itano di maestranza UJlìziale capo <lelle officine in ferro e legno Lavori giornalieri dell'Arsenale
3
1
Direttore Polveriera e Rriffine- \ Vice-Direttore Capo polverista r ia nitri a Torino Cavo raffinatore
Sa la cl' Artifizi
:1
1
i
I
2
1 )
-~1
Direttore
I U.illziale
appli'.Ca to ( Furiere c.ontn llile
,1
Utlìziale superiore comandante locale di artiglieria J Ispettore sale d'a r mi \. Uffiziale capo officina in ferro e legno \
1 l 1
3
i
3
Direttore R. l!'abbrica cli polve- ~ Vice-Direttore Capo polverista ri in Genova Cilpo raffinato1·e
(
Sardegna
l Comandante locale di artiglieria ) Direttore della fabbrica a polveri \ Capo volverista
1
Totale
137
33
1815 · 1848 (Continuaz. STATO
PIIDMONT!ll
MAGGIOHE, Ecc.)
Pe1·sonaie
Maggior Generale o colonnello comandante Tenenti Colonnelli Maggiori, compreso quello di Sardegna . Maggiore relatore :tl consiglio d'amministrazione ·. Maggiore o capitano segretario del consiglio superiore d' Artigl. Capitano ajutànte maggiore in 1a Tenente ajutante maggiore in 2a. Capitano di massa Capitani di 2~ classe l;ffiziale pagato1·e Quartier-mastro Cappellano Chirurgo maggiore Chirurghi in 2a
1 l 1
1 1 10 1 1 1 1
"
~
cavalli
.
FtÌrieri maggiori Caporali maggiori ·rrombettiere maggiore Veterinario in l'· Veterinario in 2" Sergente scudiere Caporale scudiere Capo sano Capo calzolaio Viyandieri Prevosto Arcieri
1 2 7
4 4 1 1
4 4
1 1
1 1
1
1 1 1 6 1
1
4
Totali
57
12
I
Formazione delle 28 compag1iie à'11.t'tigUeria in, br·igate
Le aoaioi compagnie di viazza formeranno due b1'igate di sei compagnie raduna . Ognuna delle dette briga.te sarà sotto gli ordini di un tenente colonnello. Le cZ.Od'il: i batterie oa.rwpaU si divideranno in quattro brigate, cioè: unci composta delle due batterie a cavallo, ed una lli battagU,a; due cli tre l>atte1:ie di batta.glia oaàwna; àiie batterie di vosizione ed 11.na di batta.glici.
·una. di
Ciascuna di queste 4 briga.t e sarà sotto gli ordini di un maggiore. La com,pagnia artisti fissi in Sardegna con le à1ie comvarniie à·i vilizzrL lll. inviate a biennale guarnigione formeranno · 1a b1'igata cii Sardegna.
-
138 -
M -
FORMAZIO~ID DELLE COMPAGNIE A CAVAI+O
PERSO-:SAJ,F,
·1
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CAVALLI
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1.
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12
1 1 1 1 6 1
Capitano Cannoni da lib. ·8 : tenente cli l" classe Cassoni pei medes. tenente di 2"' » Affusto òi ricambio sottotenente furìere sergenti ca.poral · furiere ·10 capo.ra li 2 t rombettieri 1 frater 1 sellaio 1 maniscalco 89 cannonieri di ordina nza 24 provinciali
2 a 4 >) 1 a 2 » di ricambio 5 da sella
8 2 8 58
88
140
(cont1:nuaz. comvosizione di ttna Compcwnfa cqvaUo)
PERSONALE
Sul piede di » batt eda. armata• si aggiunge· ranno
ARTIGL.
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cannoni da lib. 8 obi22i da 32 cass-o11i pei medesimi all'usti di ricambio fucine campali carri a ridoli carro cla equipaggio
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1815 · 1848 -
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CAVALLI
Cassoni di 2a line:: pei cannoni e obizzi I:! a 4. cavalli Cassoni pei caitocci di fanteria e )) cavalleria 6 a 4 )) Ca rr i porta razzi 2 a 6 40
Compaywia. d.rNst'i ,ti ,<.:anleyrw
1 capitaùo
1 tenente l" ch1sse
1 tenente 2" classe 1 sott;otenente 1 furiere
sergenti caporale furiere 8 caporali 1 frater 4 ar.tisti rJi maestra n:w di P classe 9 artisti di maestrania di 2• Classe 18 ar tisti di maestrn nza di 3"- classe 4 artlfìcieri cli l" classe 8 a rtit1cieri di 2• classe 12 a rtificieri di 13"' classe 2 trombettieri 4
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12 canuoni da lib. 16 : 2 J a G cavalli cassoni pei medesimi 2 a ,1 l> affus to cli ricllmbio 1 a 2 cavalli 2 da i,ella e ricambio 8
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U)4
FORMAZIONE DI UNA COMPAGNIA DI PIAZZA
aomposizio11e {Li u11a compagnia, di piazza Personaie
1 1 1 1 1
5 1 10 2
1 40 30
capitano tenente l" classe tenente 2a classe sottotenente furiere sergenti caporale furiere caporali trombettieri frater cannonieri ù'orclinanza cannonieri provinciali
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114
Sul piede \ •di guor- j ra»
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sottotcn~te sergente caporali 80 c:umonieri l l 2
198 COMPAGNIA MAES'l'KANZE
1 1 1 1 1 6 1 10 2 1 15 25 llO
capitano tenente l"' classe tenente 2a classe sottotenente furiere sergenti caporale furiere caporali trombettieri frater a1·tisti l" classe »
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2a ga
»
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00MPAGXTA A.RTEFICJERl
1 capitano i tenente ia classe 1 tenente 2a classe 1 sottot enente
1 furiere 6 sergenti
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capor ale furiere caporali trombettieri frater arteficieri 1• classe 45 »
1 10 2 1 20
d'ordinanza
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160
148 -
1815 · 184.8 -
PI0Jl!ONTE
Comva1111ici vontonieri Pe.rsonale
ISui, nr • --------------- ~ . 60 solcla1i pontoni <'l'i .J.O l'< olclali ponloni eri S U L l'mDE DI
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1 capitano
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l'1EnE
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1 t011e nte ili 111 clnsse 1 teu e11te di 2a • 1 sottoten ente 1 furi ere 8 sergenti 1 cnpo.m l fudr1·0 12 cnporali 2 trombettieri 1 fru1or 1 sellaio 1 rnunis1,alco 15 pontonieri 1" classe
25 GO
211 3:• • 10 conducouti la classe
19
•
;211
•
150
In totale : 250 uot:ninl
Questa riforma è assa,i importan te perchè con tri buisce notevolmente ad aumen tal'e l'istruzione del 0 01·po e a ren dere piìi. agile, pratico ed efficiente il servizio. · . ScriYerà in proposito il DuC'a F cnlinanclo cli Genova n elJa già citata monog·rafi.a : « Giungiamo ora al 1831. epoca in cni, si può· dire, rinar-ce e cam.bia d'aspetto l a nostra Artiglieria da campagna. Giacch," t utti i cambiamenti che fin 0 1'a, eransi fotti , consigli n,ti. o dall'economia, o d,Llle occorrenze dello Stato, per l'Artiglieria er,t· -14:4: -
LA SUDDIVISIONE DELL'ARTIGLIERIA Il:\ SPEC'IALITÀ
no cli poca o nessuna importanza. Era orma.i .indispensabile, per potersi sostenere . all'altezza dell'Artiglieria fores tiera, . fare alcuni cambiamenti più gravi nella nostra -organizzazione. E fra questf il ·primo ed il più utile che si fece, fu, appena, adottato il nuovo materiale, di fondere il treno nelle compagnie d' Ar.ti glieria >). « Si divisero qnindi le specialità d'artiglieria di campagna e di piazza, ·cosa che offriva molti vantaggi, permettendo di poter dividere fra le varie compagnie gli uomini secondo che erano più adatti all'uno o all'altro di ()Uesti servizi, e semplificando e rendendo più facile l'istruzione dei cannonieri. Si ristabilì la, Compagnia Pontonieri, che per poco aveva esistito, ed allora, senza avere un materiale adattato a fare una buona e utile istruzione >). E qui dobbiamo ritornare - e lo facciamo con molto pi:1ce1:e - all'Artiglieria a cavallo che da, queste successive« determfa1azioni », dall'aprile all'agosto 1831, riceve· ordinamento de:6nitivo con la formazione ~i due compagnie destinate a far caro. pagna come artiglieria leggera. Ohiunqùe abbia appartenuto all'Arma di Artiglieria (e, si sa, semel artigliere seniper artigliere) sa perfettamente · quale prestigioso alone, vorremmo dire di romantica leggenda,, circondasse questa Volofra 1 _la quale, in certo qual senso, st3iva a . simboleggiare le stupend.e virtù del popolo di Piemonte; cioè travolgente audacia rtell'attaccare e granitica fermezza nel resistere : e chi dice Popolo piemontese dice Esercito piemontese eh~ nello Stato saba,udo, l'unità del binomio cittadino-soldato .e r2: ·stabilito e collaudato da secoli. Occorre chiarire qui le caratteristiche della Voloira 1 anche perchè, in massima, tutte le Artiglierie leggere erano trainate da ca.valli e quindi il lettore profano non rieRce a capire facilm,ente in che cosa consistesse la differenza fr:a l' Artiglieria a . cavallo e l'Artiglieria da campagna in genere. Orbene, specifichiamo che FArtiglieria a cavallo, o Voloira o Volante che dir si voglia, è quella in cui anche i serventi dei'pezzi (vale a dire -- è necessario spiegarlo? - gli artiglieri destinati a far funziona.r e i can noni) sono tutti montati e cioè a cavallo, in:véce _(!;i, ..sedere. sui seggiuoli qegli affusti o sui cofani dei cassoni e degli avantreni -145 -
181;5 · J.8-18 -
t' ll•lì\IONTE
come uell' A1·tiglietia <la campagna. 11 :m~ nome stav,t aù indicare che essa «volava.)) precipitosa,me11te dove se ne sentisse la necessità,, cioè era in graùo di spostarsi anche su Lerreno vario e accidentato, di guadare corsi d'acqua, di scendere e salire per ripide sca.rp;1tc, <li i;;orpass.ne agcn>lmente o~tacoli diversi : e t utto ciò con la massima 1·apiclità <li movimenti , occorrendo an<;he al galoppo, iP modo da poter seguire i 1·eggimenti di carnl1eria ai quali le batterie a cavuJlo erano a ssegnate. Alla, Voloirn, dedicò parLic.:olarissi ma cura l'allom luogotenentt> Alfonso La i\larrnora; anzi pa.rP che la sistemazione orga nit.t <lelJ' Artig-lieri.a u, cavallo avvenisi-;e anche in segnito ad un rappo1·to fatto clal La Marmora sulle cose da l ui vedute pres::-o E serciti stranieri, clmnnte nn ,ia.ggi.o nel 11ol'd d'Europa, fatto per conto <l el Govel'no. Le dnc batterie a cavallo f urono poste al comando ciel maggiore Vincenzo Morelli, il quale scelse come aiutante maggiore in setonLla il Lu Marmora; in pochissimi anni essi riuscirono a fare delJa Voloira un organismo ver,1mente esemplare e tale da sn:,witare 1':unmil'azione di tutti gli ufficiali. stranieri che visitavano la Vcnaria. La Voloira piernontei:,e i;;crfre1·A pagine gloriose in tutte le campagne del Rìsorgirnen to : a Monzambano, a Pastrengo, fL Santa Lucia, a Goito , a Governolo, a Valeggio, a Sommacampagna, a Custoza, via vi:t fino al magnifico episod io del Belvedere durante la campagn:t del 'ùù. ' Tali pagin e uoi illu streremo man mano nei numerosi. capitoli di questo rnlmne mentl'e fin d'ora ricordiamo che, nella grande guerrn, gli ai·tip;lieri delle Voloire, appiedati e posti a. comba t.terc in trincc>a, seppero continuarne degnamente le gJo riosc tradi1,io11i con ma,gnHici atti di valore. Non è mer::wiglia che la fama ed il fascino della « Vo la.nte » abbiano infiammato l'estro di poeti e di musicisti, ispiramdo inni e canzoni ta-l volta composti cla arthiti illustri, tal' alt ra ba,lzati .::.tJlonimi « su del popol dal cuor)), cioè sbocciati i;;pontf.tneamente, per ispirazione ed elaborazione collettiva, da. un episodio <li vita militar-0, cla uno strambotto vernacolo o da una, ca.ntilena, di marda : in nn v-01ume successivo riporterem,) la Storia particolare d,ell' Art,iglieria,. a cavallo, no11chè parole e mu sica dt;ll'a famosa cirn½onè della Voloira,) scritta, dal col. con te Onl'lo Gniciar di " musicata dal Maestro Amadei e che noi. -
14-6-
F'ig. 40
Alfonso Fenero della Mannora, Luogotenente d'Artiglieria. (da un quadro cli famiglia esisten te nel Castello Lamannora in Biella; dono della Marche~a Enrichetta Degli Alberti-La .MarmoraJ.
-
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1815 · 1848 -
Pmt1I0i'i'1'E
udimmo canta,rellare dai nostri a,ntichi e primi venerati superiori ; qui ci siamo limitati a sottolineare la data, 188J . che segna la prima formazione razionale ed organica dell'Artiglieria ·a cavallo in Italia, di quella specialità cbc Jn sintesi e per antonomasia si. chiamò, senza equivoco « Li;; B ATTEHIE ».
Come si è visto, il 18?1 reca interessanti innovazioni; ma ancora più che dalle riforme ol'ganiche e dai successivi riordinamenti, i quali possono talv-o lta anche contenere degli errori, questo period,o è caratterizzato da un int~nso fervore cli stuJi che, in ()Ualche modo, lo.riallaccia al periodo dei Papa-cino e dei Bertola, con, in più, una sempre più viva passione patriottica, nna sempre più ansiosa aspettazione di m1ovi eventi politici che non ,si sa, bene come potranno svolge1·si, ma in cui il P iemonte sarà fatalmente d·e stinato a tenére un posto di primissimo piano. Il proposito di perfezionare l'« Arma dotta >> curando la parte culturale, non solo negli ufficiali, ma anche nei _sottufficiali, è dimostrata dal seguente documento, emanato nello stesso armo 1831 che, coiue abbiamo visto, è, pcl' la nostra Storia, nn anno di singolare i.mportanza. · Revolamento per la istntzione uenemle teorica e P1"atica tanto degli ttffioiaU eh-e àei bass'ufjìciali e so!flati ctel Oorpo R. a• .A.rtiylieria 27 ottobre 1831
Si instituisce 'Jll GunMgiio s1iperùn·e d'Istruzione composto dal direttore del materiale a cui è a!fidata la direzione delle scuole teoricbe, dal comandante del ))ersonale clal quale dipende l'insegnamento pratico, dai comandanti cli reggimento presenti a Torino I quali sono responsabili delle istruzioni pratiche par ticolari della gente sotto i loro ordini; e da quegli ufficiali superiori chiamati a farne parte dal presidente che sarà il più anziano di grado ; un maggiore od anche un capitano eletto dal presidente ne sarà il segretario ed avrà soltanto voce consultiva. Questo consiglio si riunirà necessariamente ogni anno per stabilire i diversi programmi parziali dell'insegnamento annuale e per esaminare i risultati · di quello dell'anno precedente. Oltre a questo consiglio superiore, ve ne sarà un altro particolare per l'istruzione teorica degli ufficiali, presieduto dal direttore delle scuole teoriche e èomposto degli uflì.ciali a-ddetti all'insegnamento e dei professori estranei al corpo, qualora ve ne fossero. Un capitano ne sarà il segretario. .A.lle scuole lnterverran,10 gli ufficiali subalterni cbe saranno divisi in due classi,_dl cui la
-148 -
P HOGRAMMl D'IN SEGNAM8N'l'O
prima comprenderà quelli che non banuo pr eventln11nente se~uito un corso regolru~ cli stucli e la setondn si CODJJ)on ·t1 cli quelli pro, enienti clall'accaclemin milit are. L 'istruzlone si distinguerà in tre par ti, cioè: 10 preparator ia ed elementare; 20 del sen·izio proprio dell' Art1glleria ; 3° complcwcntar e . L e scuole ])<c>r la primi\ classE: d'uf /lci<iii suba lterni vert iranno sulfa prima parte; quelle rlella seconda classe si uggi r er anno sulla terzi\; qu elle sulla seconda parte sarnnno comuni alle due c,lassi. T,a primn parte dell'isl r uzione suclclctta , er tirà sulle matC'rie seguenti: 1.0 ar.i tmetlca ; 2° geometria piana e solìda con le sne np pllrn zioni più usuali. Disegno lineare ; 3, pr imi elementi ò i algebra; 40 eleme11t i cli geomclr ia descrittl\'a coi relativi disegni ; 50 ·eleme11li di fotr.lticnzione con alc uni r ela t ivi tracciat i ; 6• elemenll cli fisica mr.eca nica e re lative apJ)licazioni; 70 elementi della lingua itali ana con esercizi di composizioni e r eda:doni. Si aggirerà la seroncJn parte dell'insegnamento come segue: 1 ° equi pnggi, loro f ormazione; 2° batter'l e. loro usò ; 3° ponti milit:iri ; 4° quesilt sul modo <'li clisporre e cli adoperare le artiglierie per l'attacco, e In difesa d i nn ponte, cli una stretta, di una posizione, ecc .. Faranno .segui to Jl qu estn parte le a p plicazioni seguenti: 1° determ ln nzione de lle cnriche, e clei gracli cli elevazione. rispetto alle distanze, ecc. ; 2o effetti clelle car iche: J 0 nel pezz: ; immcri'.ione clei proiettili cli diver so calibro ecl a d istanze diverse n elle terre, legna mi , muraglie, ecc. ; 2° nel proiettili vuoti : palle vuote, gr anate, obizzi, borube; ~ nelle mine di ogni specie, nelle muraglie cli un ponte. di una cinta ecc. ; 3° uso degli strumenti cli verificazione ; visite e prove delle bocche .cla fuoco ecc.; 4° mezzi di utilizz:ir e le bocche da fuoco, le ID\tnizionl ecc. r epu tat e fuor i di Sel'l'ÌZÌO; 5° traccinll clelle opere di verse cli fortificazione - pro lnngnmcn to delle li nee d l fo l'l;ifìcazione ; disposizione delle batter le - levate cli piantu di terreni; li Yella zioni - disegni clal naturnlc <li edifi zi, macchine ccc;.; 6° preparazione dei razzi da guerrn; 7° !<tabitimento <lei rionU militari. Formeranno oggetto dell' Istruzione complementarla :
] 49 -
1815 - J.848 -
I'IEMOK'l'E
10 le applicazioni clel le sc:ie11ze iuuternatiche, tisica e meccanica, della chi-
mica, della scienza delle 111:1 cclliue , ecc.; 2·> esperi enze, mu n ipo)uzio111, rker che, que::;ir.i
11011 ancorn sciolti s ulle relazioni tra le cariche di polvere, il peso dei proiettili ecc. , centri di gr:iYirà , cal<.:oli delle tavole (li t iro, progetti cli m1tcehine, di edifizi , ecc.; 3° c:onne::;sione dell'ar t ig lieria colle a ltre armi. ti-i ttica, fortifica zione, strategia ; 4° progetti cli attncco e dife::;a tli viazze, cl i tr incera mentì; {i<> m<~morie, giornali cl' as:oell io, ecc .. A questa par te d' istruzione sa ra nno a ncor n annesse Je esercitar.ioni ed apj)licazioni sul terreno, seguenti: 1° visite di stabilimenti : nn«mnl i, fo11derie, 11olveriere, ecc.; kvatc cli p innt:.1 di rnaccb'ine, nsiue; memorie r elative, progetti cli costruzione di macchine, cli oper e idrau liche... ; scelta fittizia d i s iti ecc.; 20 ricognizioni miJi l·m·i, piani leYari · a nsta con la bussola; d isegno topografico, natura dei terren i, esvression<~ clei pencUi erti.. ... levnte di pianta coi mer.r.i trigonometrici, ecc .. P,11: le scnole di co10pagnia alle quali inten eugono soltanto i solclaM, le materie che si insegneranno sono : Letturn - scrittura - le quattro prime regole di aritmetica . Per quelle cli liass'uf/icia.li e soldati scelti, si clistinguerit l'i nsegnamenti in. du e par t i. u nn.' pr evaratoria e l'altra del sel'vizio propri o dell' Arma. La prim n si <'om11orri1 : 1° aritmetica ; 2° geometria con le applicrizioni più usuali; disegno lineare; 3° i primi più elemeut:m·i princivi cli fisica-mecc::mica e di cl.Jimica; 4° i primi e lementi dell;i gra mmntiea ifaliana • ortogrnfì:1. F a r a nnc p·a rte della seeoncla parte:· l O la nolllE!nclatw:a ragionata cl elle armi pori atili, delle bocche d a fuoco, affusti, wtture ecl :ittrer.r.i c1ell 'a·r tiglieria. ; 2° costruzi one delle batterie, f:'lscinoni , movimenti cli terra, ecc., costru½ione di piccoli maga ,:11ini (la r;ol\-cre: 3·> tiro delle bocche da fuoco ccl anni r,or!'atil~, puntamento, carìcne; 4° confezione delle mnuizioni ed n r tefir.i cli guerra. ; 5° equipaggi d i c·arn1mgna. di a:;:seclio. cli ronti, ecc ; 6° uianon-c delle bocc·he da fuoco, cli forza . di fanteria . d i ravalleria ; 7° r egolamenti· cl i,·ersi sul servir.io clelle rnrie armi, ed in ispecie quelli . riflettenti l'artiglieria, collnuclazioni cl'r.rmi, di polver i, ecc.; 8° contabilità delle compagn ie, formazione rii stati relativi, ecc.. Le eser citazioni cons istera nno pertanto : 1° in tracciati e costruzioni <li !Jati'cr iP. dietro ;i condizioni cUYerse. Disposir.ioui relative ecc.; 2~ estiJnazione delle d istanr.e :i pprossimatiYamentc a Yistn, rigorosamente eoi metodi g1'aficì J)iil semplici ; '
-
150 -
l-'IiDGrt ,Ul'iVII
or IS'.rn UZI0:S:T PRA'l'ICHT•:
3° uso delle tavole di tiro e dell'alzo, a nonna delle d istanze; 40 punt::nnent9 pei tiri (l'ogni specie .... contro una superficie data, contrn oggetti mobili ecl immobili - effetti secondo i calibri e le distanze ecc.. Riparare 11i) rapetti e canuonier fi con r11 piclità ; aggius tare aO:usti ecc.; 50 rna110Yt·e cli fo rza : 6° confezioue delle !llunizioni da g nerra, degli artifizi, ecc. ; ' 7° costruzione cli ponti (li borelle, di caYalletti, eec .. L'istruzione 1rmlfra si distinguerà i u qu attro parti seeondochè rifletterà S<,i<lat'i, i. ù!1ss'11.j'fìcia./.i, gli u.fiiciali o tu tta la tru pJ)n ·riu.nit.<1,. La vri1na parte co!llpr e11(leri1 : 1• l'eser cizio di fa 11teria e <li ca,-alleria , del t iro ol ber saglio col fucile ecc.; 2• le urn novn' <l\1rtigfairia, delle bocche èla fuoco , tiro cli pezzi cli campag;na, d'assed io, <lei mortai, ecc. ecc., d i forza, formazione dei nodi ; 3, confezione <li foscinoni, . gabbioni , ecc.; ·40 costruzione di batterie, movimeriti di terra, rivestitnenti zolle ; 50 artifizi, confer.ione dei cnrtocci cli fant eria e clelle bocche dn fu oco; earicamento clei casso11i, cillibr amento e formazione cli piramicli di pr oiettili. Sarà oggett o della 8CCon<la, : 1° il comando del dettaglio degli esercizi, e urn.novre ; ·2• la direzione della truppa nei lavori per la costruzione delle bntterie e la confezioue degli artifizi. Consisterà la terza rnrte r elativa ag li u fficiali n el 10 comanct:ne a n orm a del rispettivo g ra clo, gli esercizi e le ma noHe; 20 dirigere secondo gli attributi clel grado i laYOri delle truppe rispettive. Nella qu.a.r t(t pnrte si comprendernrrno: 1° le evoluzioni <lell'artiglieriii in batterie; 2° evoluzioni combin:1 te con quelle delle trnvpe <li linea, piccola g uerra. s imulac,:ì d':isserlio; a ttacco e difesa ;" lavori <li notte. · P er _gli indi\·idui delle comv:1gnie clelle maestranze, artifieieri e pontonier i, l'li<ttU?:ione pratica qui sopra descritta ve1-rì1 ruodificnta in modo cìa renclerla più conforme :1llc incombenze che loro srettnno. :\l termine dell' i::;trnr.ione an!male, il direttore delle scuole · teoriche faril redigere nel Consiglio .sotto la su a pr<:isiclenza e cl:11 segr etario una relazione dei risultati ottenuti nelle va rie scuole. In questa relazione si dovrà. dare un <~satto raggunglio delrn1);1licnione P, zelo climostrnto dagli uflìziali istruemli. Una relazione simile Ycrrà pure r edatta per cur a clel eomand:rnte del personale, intorno a lle scuole pr aticlle <li t u tta la t ru ppa . ecl n quelle teoriche per. i bnss'utlì.ciali e soldati. Le clue l·elnzioni $Ovrn indicnte si trasmett eranno all'ispettore generale da l quale saranno concessi premi, :,,·all:'tamenti, gratificazioni, ecc ..
cli
151 -
1815 · 1848 -
PIIDMONTE
Sia.mo in pieqo periodo romantico: romant.lcismo eroico che prepara l'epopea del Risorgiment9. E come se il genio della stirpe comprend·esse oscurament<:' il prodigioso sforzo a cui è chiama,to il piccolo P iemonte e le conseguenti necessità di disporre di uomini di eccezionale valore, una stupenda, :fiori.tura . <;li ·mirabili. personalità caratterizza i primi decenni dell'Ottocento (di quel meraviglioso Ottocento che - sia detto per inciso - fu e rimane uno dei periodi più interessanti e più luminosi della, storia umana, specialmente nel nostro Paese). . Ancora una volta viene spontaneo il riferimento fra la storia nazionale e quella dell' Artiglkria. Come la prima, ci offr,~ un pa,norama di giganti qua;;i tutti piemontesi, o, almeno, del Regno Sardo - Vittorio Emanuele, Oa,vour, Gioberti, Mazzini, Garibaldi - così la seconda riceve. un formidabile impulso grazie all'apporto di uomini di primissimo ordine che la gente 1H Piemonte trae dalla sua inesauribile matrice. Nel 1804 nasce a. Torino Alfonso La ,M armora; nel 1808, a · Novara, Giovanni Cavalli; nello stesso anno, · a Bra, Leopoldo Valfrè di, Bonzo; nel 1815, a Verzuolo, Paolo Ballada di Sa,int Robert : e la lista potrebbe continuar~ a, lungo, coronata dalla nobilissima figui'a di Ferdinando Duca di Genova. Sono scienziati geniali, tecnici mirabili, rin.novatori audaci e tenaci, soldati · valorosissimi, condottieri sapienti, che recano un importantisRimo contributo alla grande epopea. Con loro stà la schiera gloriosa degli eroi, dei comba,ttenti, e tutti insieme c:ostitniscono la più prezio,s a sostanza umana, quella, ·a cui nulla e nessuno può resistere, quella che domina ogni avversità,, annienta tutti i nemici, crea la storia ed _alimenta la, leggend~lria fantasia dei posteri incitandoli alle più nobili imprese! Questo è il Piemonte, che scrive n suo nome, con indelebili caratteri d'oro e dt sangue, nel grande libro della storia. Non indugeremo ora a discorrere lungamente dei personaggi suindicati, di cui tracceremo in seguito raÌ)ide biografie, man mano che, c,on la loro opera, essi. verranno a porsi in piemL luce, occupando posti di prin10 piano nel grandioso quacir.o del Ri-
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LA PRJ0Hl '1'1 D!DLLA IUGA'rUHA AL CAVALLI
sorgimento. Solo per nn attimo ancora ci soffermeremo su Gio vanni Cavalli, per chè il suo apparire COl':ltitnisce per noi l'avvenimento più notevole, che basta da solo a dare immensa impor tanza a questo periodo della storia dell' Arma : Jc sue invenzioni dovevano mutare radicalmente la tecnica dell' .A.r tiglieria, esercitando una grande influenza sugli svilu ppi dcll' Artiglieria in tutti i Paesi. n elle invenzioni e riforme del Cavalli si è già fatto cenno nel « P a-norama )) precedente e si pàrlerà a.mpiamente nell'apposito capitolo ; qui - rievocando la :figura del grande inventore - vogliamo solamente ricordare che, se l'Esercito francese fu i'I pl'imo a servirsi dei ca,nnoni rigati i;;ni <·,nnpi cli battaglia, la priorità clell'inven½ione del geniale Pi(' 111ontese è incontestabile ed è universalmente ammessa . Basterà citare. fra tutti i riconoscimenti, quello di Luigi Napoleone, importan tissimo, non solo per l'autorità dell'uomo, sapiente artigliere. ma anche perchè l'autore, come Imperatore di Francia e comandante supremo del Corpo di spedizione in Italia nel 1859, f u H primo ad adoperare, appunto, i cannoni rigati contro gli Au striad . Scrive Luigi Napoleone (1) : « Uhonneiir d' a,v oir tù-é le preniier canon rayè rev'ient à !,,[. Cavalli, officier dans l'Armée pibnontaise >). · E nello stesso volume (pag. 518) sta l' esplicita ammissione che l'inno.vazione del Cavalli esercitò un' influenza enorme su tu tti gli armamenti, anche navali : « Penclant q1.w Zes bo'uches à feu de l'a1·tiller-ie de te1·re se transformaient dans tontes les armées d' E1lffo.pe, l1 artillerie de la M a1'ine française avait siiivi la voie qiie ,.i1. Cavalli avait O'U/vert )). Nè il fatto che altri studiosi -italia.ni, prima del Cavalli, o magari contemporaneamente, a ffrontassero le stesse questioni può sminuire l'importanza delle invemioni dell'artigliere piemontese. Abbiamo visto come l'impostazione dei problemi della rigatura e della retr oca,r ica (accenniamo qui solamente alle dlH:: invenzioni principali) -fosse vecchia di secoli; e, ancora recentemente, l 'illustre generale Ettore Giuria , il mirabile soldato che
(1) NAPOLEO:'(' f:'r F'Avf:. Etiicles sm· Ze
vassé et l'avenir de /.'.-1.rti llerie. P arl-
(!'i 1871 - Tomo 6° . pag. 25.
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1815 - 1848 -
l'fl,;MONTI,;
pt>r tanti unni e èon tallto s<mn o l'l:sse l'Ispettorato del!' Ar·ma, ba ricordato gli interessan t.is~.iimi ritrov,1ti di 1111 giovane frin lano, Leonardo Andervol.ti, il quale - H.!1.:atosi a Venezia intorw> nl 1832 a st ndiar-vi pittura, - si. dedi<.:an.t invece alla m.eecanica e alla, chimièa e studiava cannon i rigati, fucili a retroearica e altri congegni di guerra. ('ornc l' Andervolti, altri italiani ed altri st.r;anieri furono attra,tti dagli stessi problemi; ma il solo ché li risoLse teorica.mente e pratic:a,meutte fu Giovanni Cavalli. Si è detto dC->.11<~ caratteristiche spirituali del Cavalli. Ora titeremo mi epis,o<.lio ehe s b.1, a doc:n1Henta.re la sna. intrepidezza, cioè quel coraggio tranquillo, « a freddo )), che () certamente il più diffi.dle ed il più raro : con1ggio cli ~:oldato e di studioso, f1rmoniosame11te fusi in una, personalit à cl'e(:{;ezione. L'autenticità delFaneddoto è provà.ta anche dal fatto che proviene da una duplic.e fonte inoecc~pi.bile, cioè è . contortatll dalle test imonianze (U un probo soldato e storico piemontese, e cli un valor-oso generale austriaco . · Narra Eroole Rieotti nel discorso in comnrnmorazione ùd Cavalli, tenuto all'Accademia de.Il(~ Scienµe : « Nell'agosto cleì 1848, dopo l'armistizio cli Milano, tI"ornndomi con alcuni uffi.dali austriaci, essi mi'. chiesero chi. fosse l'ufficiale della nostra, artiglieria, il quale, mentre noi batteva,mo Peschiera, si strava tratto tratto allo scoperto per misurare con tntta calnrn i bu chi fatti nei nostri trinc-ennnenti dai loro proiettili ca.vi: Risposi ·d1e non mi e1•0· trorn.to à quell'impresa, IH°'! quindi p<> tevo èi.ar notizia precisa ; ma mi pareva eh<~ dovessi~ esser e iì màggiore CnYalli.. Nè mal mi apposi eome seppi di poi)). Orbene~ la stessa s0ena veni va r iferita dal vecchi.o cd' i11"1· stre maresciallo austl"iaco· Rath, il quale parlava volentie-:.'i dei fattj di guerri~ a cui era stato presente; e, un giorno, trovan dosi ai ba.gni di Evia,n, pregato dai commensali di. citare il più straoritinar.io gesto di valore a cni avesse a.vnto hL fortuna di assister<\ disse : « L'atto cli maggior intrepidezza che io abbia mai visto non fu compiuto dai miei camerati, ma. da un nostro avversario. Nella difesa cli Peschiera., di cui io aveva il comando, una batlieria dell'attaccante ci tornava più che le i1ltre molesta; ragion per cui da parte nostra la ·si. controbatteva con gramle'
mo-
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. COSA
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B0UGIAN0:'s ))
vivaf'itài. tbbenc1 quando nn 11 ci:;tr.o proidtile, pe1wtrancl o nel parapet to o nel terreno adiac:entt\ ~(:oppiava, vedevamo mt niliciale di a1·ttglie1·ia usr·irsene tranquillamente all'aperto e andar-sene n misnrnr!:' 1P dimensioni c1dl'irnbuto. (J:iamrnai a,vrei snp ·
Fig. 41 - ) :Carche~e 1,;u1;1m1el\' l'<•>: di Vlllarna rin:1, }.'finistro cli re Cado AH1e1'to per il 1.lh·a stero dell a guerra . (Biblioteca Reale, Torino). (da Storia Risorgimento · e Uni tà d ' Italia
di G. Spellanzon - Edit . Rizzoli, Milano) .
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Pirn'MON'l'l';
po.sto che la voglia, di fare simili o,sservazio1~i potesse estrinsecarsi in mezzo :Llle cannonate. Curioso di conoscere il nome <li q1wll'impa-ssibi1e ufficia.le, me ne informai dOJJO la nostra ca,pitolazi,one e seppi essere desso il maggiore Oruvalli >>. La stupenda pubblica,zione A.rt'(qi-ieria, 30 Ma,gg io 1848-95, che è una fon t e preziosa, per quanto concerne il periodo <lcl R i sorgimento e dalla quale abbiamo tratto questa, seconda narrazione, riferisce che, proprio mentr,e il maresciallo Rath stava finendo il proprio 1·acconto, l'a,ttenzione sua e degli ascoltatori fu a ttratta da una signora che di fresco era giunta ad accrescere la brigata e che non aveva potuto çontenere un atto di. sorpresa nell'ud.ii-e il nome dell'impa,ssibile ... misuratore. Essa era, precisamente la. moglie d.i Giovanni Oava,l li ; ed è facile comprendere qnale commozione e quale legittimo orgoglio le procurasse l'inatteso e spontaneo riconoscimento da parte di. un antico avversario. Qui ci affrettiamo a soggiungere che le due narrazioni torna.no anche ad onore degli nf:6.çiali a,nstriaci, sempre buoni gin dici in materia di coraggio e sempre pronti - ed è, questa, altissima e rara, virtù - a rendere omaggio alle doti dei nemici. L'episodio è assai significativo anche perchè illustra e spiega con incompai'abile eloquenza l'aggetitvo << Boiigianen >> che co. stituisce l'appellativo glorioso ed il più bel titolo d'onore della stirpe subalpina. l~ougùinen non vuol dire misoneista o tardigrado, come alcuni vollero fraintenderlo per malignif:à e sem plfremente per ignoranza ._(del resto puerili. chè la gente d.i Piemonte fn sempre all'avanguardia in tutte le belle imprese o le rischi.ose avventure di_guerra o di pace) ; bensì fermo ,al fuoco,. come la sentinella avanzata, che stil bravamente piantata a.l suo posto, <~, avv-en.ga che può, ·non arretra di un millimetrò. Bo,iigia.n en) cioè << di qui. non si passa >>- Bou.gian en) cioè : se 11 mio dover<~ o l'interesse del mio Paese e della scienza richiedono che si indugi a misurare buchi sot to l'infernale tiro dei nemici, questo si fa., tranquillamente, senza ostentazioni, senza, va.nto. Fa ciò che fai : ecco il motto; e, per usare l'espressione famosa di lm altro grande piemontese, Massimo d.' Azep;lio , T,a p(m a Fò f a.ila d)nen : .la paura è fatta di niente.
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RI0R0INA1\mNTO DEL
1833
Nello st-esso anno 1832 il Villamarina snccede al San Martino 11ella carica di Ministro della Guerra e subito studia una nuova riforma de] Cor po d'Artiglieria, che si concreta nel seguenw decreto pubblicato nei primi giorni dell'anno successivo : Regie ,lctenni11azioni voi-tanti w1, rior<linamento del Oorpo Reale d' A.1·tigZie1'ia pi1i- co·, wewiente al se1·vizio delt' t1n11a, tanto i11 tempo <li vaèe qua,,rito i n q1ieUo cti guerr a
(5 uoimaio 1838) 1) L'Artiglieria continuerà ad essere clivi!'.:t in due parti, il materiale e il personate. 2) un Uffiiiale superiore (maggior gener ale o colonnello) sarà dìrettore di tutto Il materiale dell'Arma. Sempre subordinato a l generale comandante il Corpo, e_serciterà spec:lale cornanclo su tutti gli a rsenali. Egli avril sotto i suoi ordini un colonnello o tenente-colonnello- vice-direttore, e due maggiori In aiuto. 8) Jl ve1·sonale del Corpo Ueale d'Artiglieria, oltre l'occorrente Stato Maggiore, si comporrà di 28 compagnie, di cui 12 di piazza. 8 di battaglia, 2 di posizione, 2 a cavallo, 1 cli maestranza, 1 dì artificieri, l di pontonieri, ed 1 dì nrti~tl in Sardegna . 4) A ,·ece dell'attuale div isione in d ue r eggimenti, stabilita dall'art. 3 delle determinazioni dell! 23 agosto 1831, ~nrà il Corpo R ea le d' ArLlglieria diviso in 8 brigate, cioè 2 di piazzit, 4 campali, 1 di a rtisti, 1 eletta di Sa1·degna. 5) Oltre ai 28 capita ni di l" classe, coman<l u11ti le compagnie, nv rà il corpo altri 10 capitani di 2• classe. 12) Ù sen·izìo nel Corpo Reale dl Artiglieria sar à diviso in due specie, cioè il vor111ancmte ossia d'ordinanza ; v·rov1nciale ossia di congedo illimitato e riscrv0::. L'individuo d'o1·dinanza serve 8 anni consccuti\'i, ù provinciale dura· 16 anni. 14) Vi sarù in Torino un solo Cons iglio d'Am ministrazione 1;resieduto dal generale comandante il Cor po. 15) È i noltre cr eato un Consiglio superiore cli a rtiglieria di cui sarà il presiclc11te il Generale comandante il corpo.
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La forza complessiva del Corpo d'Artiglieria ascese così , sul p iede di pace, a 3059 uomini e 548 cavalli e, sul pi_ede cli guerr a, a 5935 uomini e 2604 cavalli, più 20 muli per i pezzi da monta gna . 157
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Prn)IO:--'.L'E
:~follo stesso a11110 l~Bo a I Casazza,. come comandante riel Goi·po cJ'A1·tig-li<~ria, suc:cedettc il nrn ggfor genera.le Filibel'to .\ppia.no, il quale ])('l'Ù 11011 do,·era lungamente tenere tale cariC'a : nel 1S35 lo sostitnirn il lnog:oten<•nte generale Flaminio Della Cbi<>sa D'Isai-:c·n. Altro importa11 t<· a.Heninwnto <1<>11'<:poca è !=istituzione. il.T · wnuta, p111·e nel 18:~3, cleJlè.1, d-t~c·orn½iune al 'calo1· ·1 nildare. E cco quanto sCl'b'e in ptoposito 11_Pin elli 11ell'opera citata. ,·ol. 3", tJag. 36) : . « Avencl o p ùsto rnen te il Re c·oru<~ rc·c·essharnente ra1·e fossei·o le azioni va,lot·ose che dar potevano t itolo ai militari di venire insigniti clelFOrcline lli Savoja, ci \'Olle ci·eare una 1111ova decorazione che c·,ms<'gnir si potes!'5e con diftìcoltà, minore. I<'on(1.1,ta sulle medesime uasi, ad un dipresso, della, medaglia stabilita,. a ta.l fi ne nel 17!)3 da R r Vittorio Amedeo III, essa fu di c11'0 e di al'gcn t,o . larga poco meno di uno scuilo da cinque fran chi; por~ava per imp1·on ta, sopra una. delle faccie lo stemma di 1.:asa Savoja col motto attorno r1,l 1;alor rnilitare; sull'altra f11 c;da, lasciata Lianca, doveva incidersi il nome del decorato <~cl il f:lUo che aveva dato lnogo a l guiderdone. E1·ano annes~i alL1urea 100 fra,nchi annui, ed all'argentea 50; somme trasmissibili alla vedova ed alla prole cnmuìativ:m1en te, fìncbè il più giorane di essa ragginnto aves-se l'età di anni 15. Ove avvenisse che il militate gjà decora to di due medaglie si rendesse u1erite,ole cli nna terza era ùetto che ciò poteva dargli, non diritto, ma titolo d'essere preferito nella promo.zione a grado . magg;io1'<'. I meno mel'itevoli potev::i,no venir compe1rnr~t i con una men½ione 0ll0I'CV01e )).
·._
Oontempora,n eamente il Sovran,o, sempre preoC'c npato di offrire alle truppe di tutti i Corpi la possibilil:.ù, di urnpic e otgani<· he csercita½ioni, vera.mente utili e probativc, determina,·a hl. <·1·eazione del campo d'ist1·uzionc nella Ya,uda di Snn :Mami½io; qnel campo cli Sa,n Ma,urizio che dhe1me ben ptesto una glDr i.osa istitu.zjone tra.dizional(, ed il cui. nome basta a snscitnrcun ·ondat.a di nostalgi ci ricordi in ogni fffficiale dell'Arma. La Va.uda di San Maurizio si esten<l<~va frn i tor renti Fisc,1 ,, )f.:tlone ad nna ven tina di chilometri cla, Torino (~d e1·a costi l1tit,1, a.l101·a,, cfa una h1nda, incolt a, intersecata da forre, mac -158 -
I CAMPI D'ISTRUZIONE A S AN MAURlZiO
chie e bnrr,oni, ada,ttatissirna quindi a simulat0 fazioni cli gner1·a. Molto somigliante alle lande di Volpiano e di Leiny, dove
avevano luogo le esercitazioni delle truppe piemontesi_ prima
L •
Fig. 42 - Vittorio Emanuele du ca <Ìi S,woi:i , principe eredi.tario cli Sardegna, n ato a Torino, in Pn la11zo Carigna l 'anno 1820: il futuro Vittorio· Erno.micie Il.
no,
(B iblioteca R éa le, Torino). (da. Storia . Risor gimento e Unità d 'Italia
di C. Spellanzon - Edi t. Rizzoli, Milano).
della rivoluzione, aveYa però il gran dè vantaggio di esseee irnmensa1nente più estesa, occupando essa non meno di circa 3 chilometri ùa ponente a levante e di 12 chilometri da nord a sud. Nd p er iodo fra il 1833 e il 1848, a. S,rn Maurizio si tennero -
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PIIDMON'l'l!'J
sette campi d'istruzione, a cui parteciparono tutti i ·corpi del1-' Esercito- Nel primo biennio, 1833-34, le truppe c-0là r,1dunate
non oltrepassarono gli 11 mila uomini; ma i:p. seguito - constatatosi come quella amplissima distesa di terreno si prestasse per le chiamate straordinarie delle classi, assai utili per iµante nere viva nei soldati provinciali la ~isciplina e l'istruzione militare vi si convocarono talvolta due, talvolta quattro, talvolta tutte le classi temporarie de1le brigate, cosicché negli · .ultimi dne c;ampi, rispettivamente eseguiti nel 1844 e nel "46, i soldati colà radunati superarono i 20 mila. · · Su questo campo d'istruzione scrive il Pinelli nella Storia Mil'i:tare del Piemonte (l) : « Il Re, che nei primi due anni si era r iservato ~l .comando nominale delle truppe, tanto fo quelli che nei successivi. ca.mpi, ne lasciò di fatto il pieno esercizio al · cavaliere Anniba,l e Sa1uz.w, quartier -mastro genera1e dell'esercito, lo stesso di cui ebbi a fare onorata menzione nelle guerre napoleoni~he; ed appena i Principi (èioè colui che fu poi Re Vittorio Emanuele Il f il Duca. Ferdinando di Genova) ebbero toccata un'età che li t·endesse atti a sostenere le fatiche militari, essi presero sern · pre parte a quelle esercitazioni disimpegnando funzioni più o meno elevate e corrispondenti ai gradi di cui erano fregiati >>- · « Il difetto di attrezzi di accampamento fece sì che da prima quasi tutte le truppe furono accantonate nei villn.ggi vicin_iori e neJle molte cascine sparse sulla così detta Vanda <li San Maudzio; ma, cresci.:uto gradata1p,ente poi il numero delle tende e baracche, la sola cavalleria venne mantenuta Ml piede di aC'cant~namento, ed eccettuati pochi battaglioni stanzia.ti nei. villaggi di San l\faurizio, di Oiriè e di Nole, ove stavano i quartiflri generali deHe varie Divisioni, la fanteria tutta, venne attrabaccata od attendata. In principio le baracche furono costruite <1.~11a capacità di 8 o 16 uorpini soltanto, ma post~riormente se · ne eressero delle altre capaci di J.50 soldati caduna, lunghe 24 metri e 64 cm., -e larghe rnet:'L, e che, divise per la loro lun_g-hezza da un corridoio largo 2 metri, contenevano a destra ed a sinistra di questo i letti da campo pei soldati, più due came(1) Op. C'it., vol. 3°, pag. 50'51.
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U TILIT.~ D~, I CA Ml 'l D' IS'l'H U.½iOXE
rini in fondo, destinati per l'ufficiale di servizio e pel furiere)). e< minnegabile che questi campi d'istr uzione riuscirono oltre modo vantaggiosi all'esercito piemontese, ed acconci sopratutto per familiarizzare il soldato alla vit11 dei campi; e fu notato come, nelle marcie che ebbero luogo immediatamente dopo per i cambi di guamigione, pochi o nessuno fossero gli individui rimanenti addietro dal grosso dei rispettivi loro corpi per cau~a di fatica; ta•n ta era l 'assuefazione contratta . dai soldati di ~wer ognor sulla persona lo zaino ed il completo armamento di guerra. m fuori dubbio eziandio che i generali poterono acquistare pratica maggiore nel maneggio delle forti· masse, e farsi un'idea più chiara dell'impiego delle tre armi )). Viceversa, secondo il Pinelli, il campo giovaYa, meno per l'ammaestramento della hassa for,,;a e degli ufficiali suh11lterni; e, sopratutto negli ultimi a,nni, allorchè venivano convocate, sotto le armi quasi tutte le classi, risultò chiaramente come le compagnie fossero troppo · numerose e di impossibile comando per parte di tre soli ufficiali. , In ogni modo, l'Esercito piemontese j.n genere, e in parti.colar modo l'Arma cli Artiglieria, si vennero in questi anni gradatamente perfezionando . .Molti ufficiali stranieri, giunti allora a Torino, <C co1wennero sul perfetto contegno militare tenuto <lalJe tTuppe. sotto l e armi e anche i meno favorevolmente cli~posti, volenti o no, riconoscere dovettero le eccellenti disposizioni della gioventù. subalpina per le fatiche militari)> (1). E il generale Ravicchio - m.a,gnifico soldato di cui si parlò già, nel 2° volume di questa Htoria e che, passato attraverso -alle preziose esperienze della guerra, della rivoluzione e del periodo napoleonico, era uomo (li grandissima autorità - aNendo · visitato il campo nel 1838, compose un opuscolo in cui, dopo avei· elogiato graJ1demente le truppe di ogni Corpo e specialmente quelle dell'Artiglieria (Arma in cui egli stesso aveva servito a lungo nei vari Eserciti, e -che quindi conosceva meglio d' og11i altra) scriveva: : Il s)est fait u.11, grand changement dans l)(trm4e sarde clepitis lmit an.s : les hauts gracles n~ so11,t pvu,s le p0;r ta,g_e exolitsif de vieitx officiers sans ewperiérwe.)· pe11, à peu le roi (1) PINELLI, op. cit., vol. 30, pag. 53.
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Prnl\:CONTE
aotuel a éoa,1·té 808 anoiens ser,vitenrs pow" les 1"emplaoer 1)();1' des 111,ilitaires expéri1tie1'1,tés >>. In sostanza,, l'inJ:J.ucnza beuefica del Sovrano si ma,nifestavu., anche e sopratutto nel campo militare, in una cora,ggiosa opern di svecchiame11to e lli messa in valore delle energie · migliol'i; emersero allora, oltre a l Saluzzo, il capo di stat() maggiore Ji'ranzini, i generali Larnanta, Etto1·e De Sonnaz, Eusebio Bava, Eugenio Oli ,;ieri, ecc...
Ricorderemo per incidenza, quantunque · esorliti un poco dal nostro campo, che è del 1833 l'idea, di fondare l'Armeria RealB, destina~a. a promuovere o, meglio, a sempre più intensificare nel forte popolo piemontese l'amore delle cose militarL Contemporaneamente - vogliam dire in qnesti stessi decenni - vedono la luce a 'l'·oriJ10 molte notevolissime opere di scienza militare. Degli scrittori militari del periodo 1815-1870 si è già, parlato e si riparlerà; ma le citazioni di questo o quell'autore e di questa o di quell'opera ritornano naturalmente in diversi capit oli, ,perchè - com<~ abbi.am<> tante v,olte ripetuto - 1' Artiglieria è prima di tutto una scienza, e l'elemento culturale ha quindi in essa notevolissima parte. Non farà, dunque :mrraviglia che qui - per da1·e al lettore · il senso dell'interessamento per la scienzn, miJitm·e, vivissimo in _Piemonte, e pe1· riprod'ùrre, almeno in parte, h1,tmosfera, del1' época - ricordiamo come in questo periodo vedessero 1n luce a Torino molt e importanti opere di eompetentif:lsimi autoI'i. Occnpa,no il primo posto tre insigni discendenti dell'antica famigli_a marchionale dei Saluxzo : Cesare coi $UOi So1w,enirs 1nilitaires des Etats Sardes, Ann ibale con .Le A l1Fi r-he cin,qono i ) //;olia) Alessandro e<m la fa,mosa Storia m,iiitare cleUa Re,q'ia Cc1;8a, di Savojci. Poi Luigi Oibrm·i,o col pregevofa;simo stndio D eUg Artiglierie dal MCCC a,l MDCC) Ercole Ricotti eon 1a Stor·ia delle conipagnie· d·i ,1;e-ntibra,, Carlo Promis con la Vita di F'ra·noesco Giorgi.o }Jfa,rtini (commentata dalh~ interessanti dh:serfazioni sulle fortificazioni e armi da fno e-o, già ùa noi ampiamente citate nel vrirno volume di questa, St;oria,); Francesco -
lG:2
l:'ig. 43 · Rh•lsta passata dal ne Carlo Alberto nel 1837 in Piazza Vittorio Eui:un,ele in 'l'orino. (ctai quadro eslst.ente al Museo Nazionale <lcl Risorgimento Italia.no in Torino).
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PIIDMONTE
Omodei con altre Dissertazioni stt,i v_ari plllnti della storia deUe armi cla f·itoco) i già nominati Carbo11 e e Arnò, ecc . : insomma una messe florida e signi:fica,tiva di studi t,torici militari che rigogliosamen te germoglia nello « hum.1,t s » degli ideali politici e patriottici e bene si a.filanca alle ricel'che di carattere tecnico e scientifico. Sono queste ultime, però, che assumono particolare rilievo ed importanza , come già. si è visto nel Pamorama precedente. Alla parte tecnica di questo periodo 1815-1870 sarà dedicata buona. J)tlt te del YO lume quatto: qui e;i. F<ar à lecito t uttavia, anz,i ci sembra doveroso, riconfermal'e d1.e proprio in qncsto qnart-0 di secoi.o i nostri studiosi corn1uistan-0 stupendi pl'Ìl))ati, che non solo con tribuiscono al potenziaml:'nto del P,LPse, ma rin 11!-)vano in tutto il mondo la, fama, m.illPna.eia del genio itali,rno.
Del 1834 è un documento concern ente le fabbriche <l'nrmi 1 inter essante sopratu tto nei rifl,essi. amministrativi. Regola111011to f)er la manifatturn e le sale d'armi (18 ()t/obre 1834)
11 Corpo ReH le tl'Artlg-lieri a sorulllinistru a qu c:ota mu nt·rnttnra in 'l'orino: un direttor e - ufficiale superiore; un vice-direttore - di grado non inferiore a quello di ca1>itano; tre nfficlali di g1·aclo inferiore. L a rl~mlone di qu esti uffic.inli C0$1:itnisce il Oonsir1l-io delln fabbri cn che dlpenclt~ !nliernmente clnl d irettor e del materia le e dal couii11Hlaute · g-enernle elci corpo. Oltre gli ufficiali sucldetti ,·e ne sarà un nitro av1>licato più particolflrment.<: ali<' fucine delle :u-ml in Valclocco, il quale fnrù. ezi:mclio pane del consiglio r1el la fabbrica ogni voltn che il consiglio avrà a tratta r e cose rigirnrdanti la l)r<.'<letta fucinn. L'azienda generale <l'J..rtiglieria pr on·ede :1lla fabbricn medesima: un segretar io economo; un sotto-economo in aiu to; un sotto-economo n Vuldocco; uno scritturale. Per ,·igilare i lavori e pe1· la loro ,·erificazionc sono concesse nlla fabbrica tred ici controllori dei quali sei cli primt1 classe, quattro cli seconrln, e tre dl terzn. Essi ri empiono le loro fu nzioni secondo glì ordini. e le istruv.ìoni che ricevono dnl <lirettor e e dal com,iglio della fnbbricn.
- - Hìi -
M ,AKJl:,'A'lY.rl)HA I:l SALE D' Alll\:fl •
.J.834
r 1avori c:he dalla fabbrica si eseguiscçno sono : 1° d.i precisione cioè moduli, sagome, misure ccl altre simìli cose; 20 co1nvosizio11.e (t mwvo d'a.nn.;. da .fiioco porta.tili, cioè iueassamento; fi -
nimenti, tempra; 30 di ri11a:rrwione, cioè restauro d'armi usate. I lavori cli precisione sono ordinati dal Ministero il quale ne fa partecipe il ('Omancto generale clel corpo vcu- l'esfiguimento, e l'azienda gcneraki per il pa-
gamento. Afilnchè le cose fatte provvedere clall'azicncla, o lavorate dagli operai della Cabbrica, possano ottenere pagamento ecl essere introdotte nei · magazzeni della fabbrica è necessario che vengano prima sottoposte alla collaudazione del consiglio, con l'intervento dei controllori. Alla stessa collaudazione deYono esse1·e soùo1,oste le armi nuove finite e q,rnlle che furono .soggette a riparaz.ioni. 'l'utto ciò che s i provvede per la manifat tura delle armi dev'essere introdotto· nei magazzeni della ù1bbrica e regist rato a carico dell'economo incaricato. Tutte le provviste che si fa nno dall'azienda. eseguire sono pagate per mezzo d;. mandati, che la medesìIDa azienda spedisce a favore dei provveditori, dopo essersi accertata dell'introduzione e clelle prescritte collttudazioni. I con.ti' clell'economo si dividono in due parti nffatto distinte: mate1•iale e 'danaro . Per l'una e per l'altra parte egli deve tenere clue libri (l'entrata. e '(/!usoitii separati. Al finil·e di ciascun anno il capo rlel l'Azienda 1,rovvecle affinchè dal segretario incarkato di questa parte d'ammil1istrazione e dall'economo si proceda ad un rendiconto generale delle spese e dei ·prodot ti della fabbrica nell'anno cadente.
Infine, (]Uantunque esothit.i dal campo della nostra tratta. . zione, non possiamo passare sotto silenzio il massimo avvenimento Jn.iliture cli tale anno 1834, cioè la creazione, per opera dell'allora capitano Alessandro Lamarrnora, del Corpo dei bersa.gli<~ri (da principio clne sol e compagnie: 261 uomini in pace e 4-58 in guerra!) che divenne ben presto il miglior Corpo di ti-nppa leggera di tutta Eur,o pa ·e. che cloveva, fornire 8Ì mirabili. prove su tutti i campi di battaglia. Nello stesso periodo importantissimi lavori furono eseguiti dal genio militare. Citiamo, di volata; lo sviluppo delle fortificazioni di Alessandria,, la costruzione del forte Oa.rlo Alberto ~ulla riva del torrente Chisone a F enestrelle, il perfezionamento dei forti di Exilles e di Ba,r d , l'erezione del forte di Vinadio, la 165 -
).815 - 1848 -
PIIDMONTE
intensi:fìcazione dei lavori per la cittadella di Ventimiglia, ecc .. Nel 1S3, , con decreto in data 2 settemhrc•, l 'ordinamento ckl C'orpo d ' .Artiglieria viene 111 parte moflifo·at o, agg-inng<>11<lo 11 lla briga,ta, opn·ai 1111a cornpuµ; 11in poln•risti, nna armai.oh di 11nova forma,z ione, e una com pagnia di deposito . L'a nno suceessivo, come già ~i è accenna to, er-u a:ss uuto al.la ca-i-ica, di Gra n Masno dcll' ,.\l-t iglie1·ia Cesure Salnzzo di Mo · ne~iglio. · Poco t< mpo _élopo abbhtrno 1ma rnriazion e per quanto eon<:erne 1a frrrna clei f-:ol<lati : per quelli di ordirn111za continuò a,d e:-.sere <li S anni., mentre qudli t<mpor1tnei furono as tre tti i:Ld un serYizio cli lG anni; nei p l'im.i. quattorclici mesi. stavano sotto le a1·mi, poi lasciavano il s<~r vizio ma eontinua.vano a-cl a ppart•2 · nere i:tlle brigate atti.Ye fino all'otta.Yo 1t11110, dopo di che passa vano pe1· 11ltt i otto anni nella risetrn . Nell'anno 1.839, con <lec1·eto del 10 lugli o, Carlo Alberto isti-· t uiva. ln medaglia nutQrizi.ana per il servizio milita.re cli dieci lustri; 'l'alc! mechiglia. ehe cm cl ·oro, sostenu ta da nastro a r,znrr·o, porht vn sco lpita su una fneeia l' effigi e di S . Ma,nr izio protettore speciale della fstirpe e delle a r mi sa bande, mentre sull'n.ltra, si. leggevano le parole : <( A.l Ca:1·u lie1·e Jf wur-izùino (seguiva, il nome) 7u1r dieci · lu st-ri '11 e7la oar-ricm m,ilit.nre benemerUo ')>. Nessun corrispettivo iù <'l.cna.r o era :rnnpi-sso alla meda.glia , ma que ~a ri.m.anenl proprietù dei parenti, q1rnle pegno dei fedeli serYigi resi dall'antenato. 0
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Sem1m nel 1839. il comand o <lel Corpo passava al maggior genera.le Yincenzo Morelli di l'opoJo~ e nellò stesso- tLmfo veniva nominato membro del Congi:·esso P ermanente d·ell'A.rtiglieri::t il tenente generale barone Carlo Sohrero : belle fi gure di sol.dato e di <·apo il primo. di tecnko e di studioso il secondo, che nwritano di essere particolit-rml·nte ricordate. Vincenzo Morelli, dei mar.e hesi <li Ticineto e conti di Popolo, n::ieque a Cnsale Mouforr·ato il ;3 aprile 17H2 -e si dedicò alla ca,rriera delle :u·mi., come t utti gli altr i snoi set te frtttelli (vedremo 0
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lL G l•::'11,;RAI,1,; MORELLI DI POPOLO
che altretta nto avvenne nella fa;miglia La i\'hn·rnora ; <' , tlel l'C· sto, questo era fenomeno frequentissim.o ·nelle famiglie patrizie piemontesi). Dopo aver servito come nffic-ialc <l'artiglieria nelh~ grandi armat e na,poleoniche, rito!'·nò in Piemonte nel IR14, cioè
Fig. 44 . Oesnre Saluzzo cl ì lHonesig:lio.
appena i Savoja l'iebbero i proprii Stati e, col gr·a<.lo di luogotenente, iu destinato a.Ile Regie· Scuole Teoriche 'd i Artiglieria, come professore ed a iutante maggiore. L'anno appres&o parte1 cipò a.lla, spedizione contro Grenoble e Lione, e fn lni ad imp,l· dronirsi della prima di queste dtt.à,. -
lG, -
1815 - 1848 -
P1IDl\fONTE
Fece poi una rapida carriera, : nel 1832 era colonnello, nel 1833 comandante del persona.le del Real Corpo di Artiglieria, post o che terme anche coi. gradi di maggior generale e luogote-
l!ìg. 45 - J.,uogotene1ite Genera le Viucenzo Mo1:elli <l i Po1,Jolo, Comandante generale del. Corpo cl' Artiglieria nel 1841.
nente generale, eonseguiti rispettivamente nel 1838 <'l 1839. N·el 1839, come abbiamo detto, fu 11ominato eomandante del Corpo Reale di Artiglierfa, carica che tenne fino al 1848, nel quale -
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I L OENEH AL E CARLO S0BR8R0
anno gli succedette S. A. R. il Duca Ferdinando di Genova. Ufficiale oolto ed ·energico, esplicò un'at tività intelligente e ut ilisEiima, contribuendo al pr·ogres&o dell'Artiglieria in tutti i suoi molteplici e svariati servizi. Ma il suo nome è particolarmente legato alltL fondazione ùe1 nostro &'lorioso Museo ·Nazionale di Ar~iglieria, perchè fu proprio in seguito alle vivissime ista nze del Morelli ·d i Popolo che il primo Segretario di Stato pBr la Guerra e l\farina, S. E. di Villamarina, ne fece la proposta a Re Carlo Alberto, il quale, con « Regio vigliett? )) de1 gennaio 1843, ordinò che t utti i modelli sino allora ripartiti fra le varie Direzioni dell'Arsenale fossero rh~niti, raccolti e custoditi in apposite sale, che formarono il Museo di Artiglieria .. In pochi mesi il Morelli organizzò alla, perfezione l'ideato Museo, che l'a nno appresso fu traslocato nel maschio · della cittadella e vi ebbe sede definitiva. Arricchito man inano da sempre nuovi cimeli, esso costituisce una delle più interessanti e grandiose raccolte di bocche da fuoco che si trovino nel mondo, mirabile documentazione di secoli di valore, cli studio e di esperienze dell'Artiglieria italiana,.
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11 barone Sobrero nacque a Cavallermaggiore nel 1792. Come v.fficiale dell'Artiglieria a cavano fece parte della Grande Armata, distinguendosi in vari combattimenti. Ritorna to Vittorio Ema:nuele I nei suoi Stati, passò al servizio dei Savoja ; nel 1815 era capitano; nel 1823 I spettore delle Miniere; nel 1831 direttore delle Fonderie; più tardi, come colonnello, impartì lezio_n i di scienze militari a,i due P rincipi Vittorio Emanuele e Ferdinando di Genova; nel 1839, promosso generale e membro del Congresso P ermanente dell'Artiglieria, fu mandato presso varie Corti d'Europa per studiare gli ord.inamenti militari e specialmente la costruzione delle artiglierie. Tale missione durò circa due anni e si svolse particolarmente in Francia, Svezia e Russia, dove il· Sobrero si legò di amichevole dimestichezza coi personaggi più illustri - da Carlo XIV Re di Svezia al Gran-
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PimMON'l'E
duca Michele di Russia - e acquistò amplissime cognizioni) di cui si servì in segui to. per indirizzare agli studi chimi.ci il nipote Ascanio, lo scopritore della, dinamite. Ritornato in patrhL, sa,rà inviato da Cesare Saluzzo a rappresentare il Piemonte nel Congresso degli Scienziati in Napoli, dov_e l'illustre Filangieri gli farà le più onorevoli accoglienze, adibendo alla i:foa persona due giovani ufficiali, Giaco mo Longo e Ca,rlo Mezzacapo, che dovranno poi divenire due distintissime persona.Jità dell'Esercito itaUano. Nel '48 il Sobrero succederà al CoHegno come :Ministro della, guerra. nel Governo provvii:;01-io di Milano. · 'l'anto il Morelli di P opolo quanto il Sobrero - pur non es sendo personaggi di primissimo piano - fanno parte di quella eletta schi.era di soldati subalpini che così. prezioso contributo portò al rinvigorimento dell'Esercito piemontese, cioè al potenziamento di quello che sarà, il fattore fondamentale del Risorgimento itali.ano.
4. Dal 1840 al 1847 - Minaccie di g-uerra tra Francia ed Austria e ,febbrile preparazione dell'esercito piemontese - Nuovo ordinamento dell'Arma d'Art iglie ria nel giugno 1841 - Fiero atteggiamento di Carlo Alberto di fronte all'Austria - Riforma del Corpo nel 1846 - Soppressione del Consiglio Sup~riore ed istituzione della Commissione ordiiiaria e del Cong resso permanente -, S. A. ·R,. il Duca Ferdinando di Genova - Alla vigilià della grande Òra - Forze· di terra e <li mare del Reg no Sardo. '
·Fa,cciamo un passo indietro per ripren dere la nostra narrazione secondo l'ordine cronologico. Nel 1840, f~llorchè per la questione d'Oriente si delinea sempre più la mina,c cia di una guerra tra Francia ed Austria, il pie-
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PREPARAZIONE PER LA GUERRA
colo ma fiero I >iernon te con serva un H tt(~gghunen to fli vigile a t tesa. Re Carlo Alberto non dimentic:L eh-e. clù secoli, tutte 1e conteR<~ fra ta)i d rn· Potem~e fi11iRco110 per risolV(>rsi in gnerre combattu te su territorio i.tnliano, e si tiene pronto ad ogni evenienza pér non subire inrnsioni 11i> da patte éle1la forte vicina d'Occidente, nè cln parte de1l'I1Upero Absburgic:o che, padrone della Lom b" r'diù, confina, a snn ,·o I ta ch\11 'altra parte col Regno Sardo. Kell'antunno vengono i-oi:,;pei-;i i c-ongecli Reme'1,; traH cosi all<~ truppe cli senizio attivo (:onw a quelle secleHtarie, e con decret i 10 e 21 ottobre 1:S40 sono chiamate sotto le ,irmi l(? classi 1811, 12, 13, ~4, lu <-' 1(~ del Corpo d'Artigliel"i,1 , <' le classi 1818 e 14 del Corpo_di Fanteria. In tal rnoc1o l'effettivo d<>ll'Eserc-ito fla 30 È' portato a 40 mila, uomini : e tutto l 'inverno 1840-4:J, rig-idissimo, è dedicato tL conti.nne esnci.ta ,r,ioni, mentre si provvede nll'acquisfo cli nnovi ca valli per i t rn.i-11i d'artiglieria . E 11ella primavera del 184:l i.I . Corpo d 'Artiglieria , posto s n piPil(-' di guerra, è pnssato in r idsta a Porta :Nuova. dal Rovrano, che si (1ielti1.1ra soddisfatto <lel perfetto equipr1ggiamento, del regolare schieramento e dell' or cH nato sfilamento . .Dilegua tisi poi mano mano i timori cli m1 c-onflitto a rrnato, Cado Alberto n on <:f~Rsa di dedicare la ~na vigile Clll'a all'Esereito, in particola1· rnoclo all' Art.igli.e1·ia, il t ni orclinamento viene poi modifi.c ato nel giugno 184.1. Scrive il P fodli : << Snl pied e di pace il Corpo n-'itl<~ d' Artig1iel'ia venne a cons:tare di 17>3 n fficia,H, 543 sot.tufficia,l L lGGG artigl icr-i c1 'ordinarn:a r. 975 provinciali sotto· le armi ,lppar tenenti a tr<-1 classi : to · tale 33G2, n on comprPsi i.11 tal n over o 3250 pi-ovinc-ia]i divisi in sette c-laski, eh<> ~ra110 in congeilo illimitato. I canl-lli da tiro furono 608; 228 da sella; i rnnli 20 . Sul pi<>cle i.Lrmato gl i uffi. ciali furono pariment i 178 ; 5G7 i bassi u:ffieia,li; 17'i(i gli .u omini d'orclinanr,a,; i provinciali 292G, ripartiti iu nove classi : t.otal.> sotto le armi 5.44G; a ca-sa J .300 i11 quattro ·classi. I cavalli sommayano allora a. 1.386 cla tiro e 294 da sella ed a 20 i muli. Rnl pied< di guerra gli ufficiali ascendevano a 203; i bassi nffieinli 9 642; i ca,nnonlel'i d.' ordinanza a l.87 4 : i provinciali dell' Arti -
ed
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PIEMON'l'fil
I'
glieria attiva e <li riserva n 4.225 con tutte le t redici classi sotto le a,rmi : totale ù.944 )). « In tal u 0Ye1·0 non crn tenuto conto clelle perdite che le va rie classi potevano subil'c tanto a casa che sotto le armi, le quali però veni vano compensate con a,rruolamenti volon tari ed in caso di necessità assoluta con leve i:mppleUvc, ·e ritenendo sotto le armi gli uomini che avevano terminata Ja fe1·ma e la classe di ris.erva, <.; he avrebbe dovuto passa1:e in congedo assoluto)). « I cavalli da, tiro erano 2.236 compresi i muli, e da sella 324: totale 2.560. La pianta, organka poi del COl'po consisteva di 31 compagnie, delle qmtli 1 di maestn1,nza,, 1 di pontieri, 1 di · polveristi, l di u,rmaioli, 1 di artisti di Sardegna; 12 di arti- . glieria <la piazzA, ·1 di a l'tigliel'ia a ca.vallo, S di a,rtiglieria di battagli:.1, 2 di posi.zimie ed 1 di deposito)). Il pe1·iod,o cbe va dal 1S41 al 1846, pur ricchissimo ùi germi che sboccnanno poi nella supe1·b;1 fiori.tun1 cle11a pr im,1 campagna del Risorgi1uento, non reca gi-a,ndi a,v venimcinti milita,1'i. PolHicameute si acccntmL sempre più la te1H'ienza cl ell' A.us t.ria ad illgerirsi nelle cose italiane, e hL sempre più fiera volontà di <'a,rlo Alberto, non solo cli non r:;ubire tali interventi in . l'iemon te che in ogni occasiùne riafferma il suo irreducibile spirito d'indipendenza, ma di far si paladhw delle popolazioni degli altri Stati italiani contro le mene absburgiche. ,Panends rnon (l.'stre è il motto del He Sl'LQ[Ludo : e, per essere pron to a seguire. la sua stella uella buo11c1 e nell'avv<~rsa fortuna, egli si allopra a ringagliardire sempr<~ più l'Esercito, str umento fondnuwnta le del suo Rtnl·o gueniero, anzi sinon imo dello Stato stesso. ll 1° g-iugno 184;1 il c:onte Cado Maffei di Bog1io s11<;Ceè!e_ a Oesa1·p ~alnzzo cli Mon esiglio nella carica di Hran }la~tro di Artiglieri.a; e in pari data al Morelli di Popolo , nella cm·ica di Maggior generale, succede il Generale F erclinando Prat. <·he già da due 11n ni aveva, l'incn,rico di supplire il Dir<>Llore del ma..te riale e il Ooma11cl ante del persona le del .Corpo, nella ·101·0 assen za. Il gelle1·ale ~enatoi-<~ P 1·a.t - a cui nel 1844 f n conferito il titolo di conte, qua,l e sontmo l'iconoseim(•nto dei meriti non co-
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172 -
IL GE'.':JiJRALffi l<'J•:unl)';A1'DO PIL-\T
muni -:-- fu una delle figur-e noteYoli di qucRto pedodo, pure così ricco di personalità. : sopra.tt1tto come organizzator~, dimostt'Ò dòti di prim'ordine e, quale vice comandante del Corpo, :fu poi.
Fig. 46 - Tenente Generale d'Artigliei·ia Conte Senat ore F<,' rtlinuuclo Prat,
collaboratore e successore del Duca Ferclinuudo dì ·Genoni.
validissimo collaboratore del l.J uca Ferdinando di Genova al lorchè questi , il 31 ottobre 184:81 assunse il comando generale dell'Arma. 173
1815 · 1848 -
PIEMON'l'g
Wel JR-t(; abhi,1mo due nuoYi (lecreti concernen ti l'A.J"tiglfol'in; u110 provvetle ,t ,l un 11uovo orélinamen-!o del Oorpo1 non molto dis:,dmile a qncllo t1Pl 184.1. ma in pai-te ritoc·c:ato e miglio-
L'ig. 4i - Carlo i\:Inffei c1i Boglio (dalla raccolta del cap. Avv. Costante Glraud).
1·ato ;_l 'alb'o abolisce l'antico Conf-iglio Ruperio1·e e lo :,;o:,;titui!sre con nna Commi.Rsionc Ol'<li.1mr,i a e d Llll Congi-ei:.~o permH,ll ente. i 11<'aricati di. provvedei-e ·11, tntti i ncc:essai-i pc•1·fer.ionam enLi tanto pn il malerial<.> quanto per il JH'1·so11al<>. -
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Ql.3;\IJHI DELLID PAG HE E DEJ,T,A F ORZA
1846
Ecco i due documenti per disteso : R. Brnvetlo pel quale S. M. a,v1wova, dive1·si. qrw,dr-i relatùvi ai Corpo R. A.rt'irJlieria, cioè <lei.le 1mohe, forza in •u.01nin-i e cavaU-i, eco. (26 nu;.ggio 1846)
S'l'ATO :MAGGIORE Materiale
Uliriali 24. Personale
1 coruancla11te clel person,ile; 1 colonnello comandant<~ le brigate cli vresidio all:t Vern:.,ria Reale; 10 maggiori comandanti di bi·igata; 1 maggiore relatore clel Cons. d'Amministrazione; l capitano a:iutante maggiore in l'; 3 tenenti ajutanti muggiore in 2•; l capitano di Hwssa; l ufficiale pagatore ; l quartiermastro; l cappellano; 2 chirurghi maggiori; ,; cllirurghi maggiori in 2"'. In tutto: ufficiali 2G - Bassi Ufficialì 10 - Soldati 22. Il ài1·ettore del 1m;.t:cricile oontin·u.enì a poter essere oc1 un coionnello od un rnagg'i<Jr generale. Così pure il oomançlante clel pers011ale a poter essere od un
Colonnello od un Maggior generale. Il vic1.NZirettore del materiale continuerà ad essere un ufficiale superiore del grado ordinariamente di Colormello. I àirettor·i dei diversi stabilimenti ecl i comcmlla.nti loca,li à'cirtigLier-ìa continueranno ad essere tolti frà gli ufficiali s-nperiori. I 1;ice-direttori saranno al· meno cap-itM1!i. Dno solo sarà ·n direttore del l<il>o1·citor'io chimico e clella fonclerìa . Oom1><ir11·i ia clellct ma.estmnza
Sul piede cli pace:
1 capitano; 1 luogotenente 1" class~~; l luogotenente _2" classe; 1 sottotenente - totale ufficiali 4; bass'nillciaìi 22; soldati 167.
Sul piede arma1·o :
idem i<km soldati 197 (invece cli 167)
idem
Su l piede di guerra:
idem idem soldati 217 (invece cli 167)
idem
Comviignia a1·tifioieri
Sul piede cl i pace
1 c:.ipitano
l luogotenenLc
].a
classe
Sul piede armato
1 luogotenente 2" classe
Sul piede di guerra
1 sottotenente 4
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1815 - J.848 --
l'tmMONTE
Bassi utiìciali 1() Soldatì 88; 136 sul piede armato; 168 sul piede di guerra. Oompagtda vontier-i
Sul 1iiede di pace :
Sul piede armato
1 capitano - 1 luogotenente ia classe
{ 1 l uogotenente 2a .classe - 1 sottotenente. Totale ufficiali 4.
.I
( n,1ssl uaìciali 22; soldati 115 ; 1.s1 sul piede armato. ( J capitano; 1 luogotenente l" classe; Sul piede di guerra ) 1 luogotenente 2" classè; 2 sottotenenti; ( Totale ufficiali 5 .
Bassi uOiciali 25 ; soldali 22, .
Gcmivar;nio, val-veristi
Sul piede di pace
1 capitano - 1 luogotenente ia classe;
Sul piede armato
1 luogotenente 2" classe - 1 sottotenente.
.
.
. JTotale ufficiali 4.. l Bassi ufficiali 16;
Sul piede di guerra
solçati 140.
lrle11i ufficiali per la co1nvc1,gnia dli a1·1nMuoii (Bass' uffic. 10 ; soldati 40). Meni ufficiali pei· la compaynia. art-isti di Bctr<legna (Bass'uffk. 1.5 ; soldati 57).
Oomvarwi't. c1,rti.gUe·l 'ia 11ia,zz<1,
Sul piede di pace Sul JJiede armato Sul piede di guerra
ufficiali
41bass. uff. 15
!f
1'7 20
soldati
•
Oompart111ia ct·i cleposito
Sul piede di pace Sul piede armato Sul piede d i guerra
J
-
1 umd, lo ;
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23 bos,'uffi,iali
74 152
204
l?ORl\L\ZIONf<: VELLI~ l.lA'lVL'EJR IE
Bntterin
Per;;onale
\ Sul piede cli pace Sul piede ·nrnrn,to / Sul piede di g-uerra
ca.vallo
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7200 (H.00 4500
1815 - 1848 ·_
PIEMON'l'E
Maggiore comandante di brigata . Mnggiore relatore al consiglio d'amministrazione Capitano ajutante maggiore in l" Tenente ajutante maggiore in 2"' . Capitano cli' massa Capitano di 2• classe applicato alle compagnie Ufficiale pagatore Quartier-mastro Cappellano ( sino ai 10 anni di servizio nel grado Chirurgo maggion~ 1 l dopo i JO anni r sino ai 10 anni Chirurgo magg. in 2~ cli l" classe 1 I dopo i JO anni I sino ai 10 anni Chirurgo magg. in 2"' di za classe i dopo ·i 10 anni
3500 3500 pagn del grado idem idem -idem 2250 1800 1750 1800 2000 1300 1500 1100 1300
U f/icia/Ji a,1,/c com,vagnie
Capitan0 anziano (i quattro primi) Capitano ·ai l" classe Capitano di 2"' classe Luogotenente anziano (i quattro primi) Luogotenente· l"' classe Luogotenente 2• classe Sottotenente anziano (i qunttro primi) ..
2800 2500 2200 1500 1400 1300 1200
Sottotenente Controllore di l" classe Controllore di 2a classe Contnllore di 3,1, clns:,,e
1150 2160 1800 1440
Regolamento che sopp·l'ime 1Z Co11s·i17ltio s1iperi.orc e<L ·istit·11i11cc 11:11a Corll!nti .~s1one
orct-i11<tria ed. 11,n Congresso p<J1"'Tn<1-ne-111c ... (23 ft{JOSfO 1846)
Art. 1. - ll Consiglio ~uperiore d'artiglieria, istituito dal R. brevetto del 5 gennaio 1833 s'intenderà ·cfa quind'innanzi ed è abolito. Ed abolita pure s'intenderà essen\ la carica di capitano o maggiore segretario cli tal consiglio. In luogo del Consiglio sopradetto s'intenclerà ed è istituita n~l Corpo Reale di artiglieria ·u na Oo·1wrnissioiie o,1.·di1uu:ia <U artigli01ici della quale sarà in· combenza: <i) discutere qualunque proposta dH~ il Corpo creda di dover fare alla Hegia segreteria cli Stato per gli.. affari di guerra e marinn elle si riferisca ad innovazioni, miglioramenti o variazioni . qualsivogllnno, C'he ragguardino qualunque parte del servizio dell' Artiglie1fa; b) discutere le spe!'e e le somme cla annoYcrarsi ogni anno 11el servizio cli artiglieri:1 , nel bil:1nci.o dell'rnr.ienda genernle dell'artiglieria e delle fortiJicazioni;
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LA COMMISSIONE ORDI:-IARIA
o' AR'l'IOLrnHÌA
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1846
e) manifestare il suo aTviso intorno a qualu nque questione Òd occorrenza relativa al servizio dell'artiglieri.a, rispetto a lla quale il comandante gene.· rale del corpo stimi di consultarla. Art: 2. :- Quando le cose da esaminare e discutere si riferiranno alla parte soltanto del 11w.te1'iate d'artiglieria, la commissione ordinaria sarà composta : a) del direttore clel materiale qual l·'resi<lente; b) del vice-direttore del materiale e di tutti glì ufficiali superiori diret- . tori dei /l.iversi stabilimenti di artiglieria in Torino, quali 11Jembr·i; Se invece le cose cla esamina re si riferiranno al versonale di artiglieria, la commissione ordinaria conster à. : a.) clel comandante del personale quale Pi·es-ictente; b) degli uffici ali superiori comandanti delle brigate che siano in presirlio a Torlno e alla Venarla Reale e del maggiore relatore, quali 11Jembr-i. Quando le cose rla esaminare riguarderanno contemporaneamente il materfo,le e il personale la commissione sa rà composta : n) del direttore del materiale e del comandante del personale; il più anziano come presicl<l'nte e l 'altro <'Ome vicc-v,resi<lcntc; 11) di uJliciaH superiori designa t i dal comandan te generale del corpo e seeJti in var ·i numero nei direttori dei diversi stabilimenti di 'l'orino e nei comanctanti delle brigate in Torino e alla Venaria Reale, gli uni e gli altri come membri. L a commissione delibererà alla maggioranza clelle voci. Il presidente e tutti i memhrl avranno cinscuno v oce <lelibcra.tiv(t e nel r.aso di parità delle YOCi, quelln del presidente sarà pre1ionclerantc. La commissione avr1t tre ·1.-errist-ri sep<tral'i: u no per le delibernzioni relative al mater iale, l'a~tro per le cose a ttinenti al personale, ecl il terzo per il materiale e il personale insieme. Art. 3. - Oltre 11lla Commissione ordinaria d'artiglieria elle sarà propria e speciale del Corpo, è istituito nell'arma ' cli artiglieria un Congresso pcnnan.ente · d'arttylier'Ì(t che' sarà interamente sewircito ed in<Upendente dal Corpo Rea le d'Artiglieria. Questo congresso starà sotto l'<nitorità immedia t11 clel primo segretario di Stnto per gli' affari di guerra e m:nina. Sarìt istituto del Congresso : a.) d i esnminarc~ le proposte cl'innovazioui, variazioni, migliornmcnti, ecc.; li) cli esaminare le proposte delle spese e delle som me da annoverarsi annualmente pel servizio dell'artiglieria, nel bilancio dell' azienda dell'artiglieria; .
e) di ma nifestare il suo :ivYiso intorno alle questioni in linea d'arte elle possano sorgere nelle collN11<lnzioni rlelle materie prime; (Z) di far per via dei suoi mem bri ispezioni e visite periodiche e str11or(1inarie; e)
d'intervenire al!<> commissioni snecin li cli collauclazione;
f) di eseguire al tre straordinnrie .collìm(lazioni . r eh1tive specialmente al m.a.te-riale 1wovo fabbricato;
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l'IK\lù~TB
y) tl"intc rn.m ire <111.'i i es pe rim enti r elnt iYi • al sen·iz io cl e ll'ar t ig lidria ; h) rl'int:e n·e n i1·e ;11l(' Co111m-issio 11i m ist e n om i nate per provorr e e cletcr111in a 1·1'! l'a nnarn e nto e il 1111111izio11awento d e lle cliYerse piazze : 1) d : adf•wpil'e :11tn , c·om111is,;io 11i pnrt iculal'i re lati,·e nl :-e1":iz io clcH'ar-
t igHeria. Ari. -!. - Ques to Cong:res"u 1,ermant•11te con;;;te rì1 tli: 1°) 1u1 pre,~idente, che s,u-11 sempre un· 11,ffir-iale< ,,c,wrnlc; 2'' Ì 1111:1lt ro 111ernliri c·lw sarnuno uflicinli ·t1el /!l't\\l o d i cc,/01i'11cllo od :111cll l' di ì\faggior g e n i?r~ le : ;30) n n ..,eyr<?tario che s;i rit 1111 Ca 1>i ! a 11 0 e· t:1 l ora p nr<-! ~m :\Liggiore. ·.~i. - Sar,inno ng-g:i n 1it i ,Il c:o ngres:,;o J>er mane nh." cl i nrr ig li e r in : J 0 ) 1111 fliseuu f// urc dH:' pol rit p,;sere o m, . mi li tare ; 2°) lro H:'!'iv1wi, ro l li nd ba,:,,11l'fici del c-o r i:n ,Ji nrl ig li c•ri, t: 11110 <ki q n alL 11PI grn(l O di furi t'H:' magg'Ì\>rt' : uno . del gr,Hlo li i furi E:'l'I:' ~·,1 unu tl t•l gnt(lo (1'i ~e rgen t'e. !1°) (7.110 .,on:cmt i tolti nei c:rn n o n ieri Yete1·ani. 11 cliseg-na to r 0 :nTit 1rn a nnuo ><I ipc•ml io ili l ir.0 J:iflfl ; tale ~1·i)1e11clio sa r il aum entato lii li r e 2~ ,o :i IJ':1 u J1 0 clopo 10 nnni ,1i :<:E•1·,·izi v. r; li ;;c-riYtllli a vra11no la paga de i bas,;' l1llk ia !i e d l ill ;;01H·as;;;ol clo an n uo d i' lire ,:!il). .-\rL , . - I I (·ougr c;;;;;o permnnE·me d i ,1rtiµ: li1• l'i,1 clelibe reril :1 Ila maggi onmz.a delk ,·oci. L(~ fklihc·r ,tz io11 i non ,,,nnnno ,·,11c,·oli c111,1lnr ,1 11011 ;;;j a110 pr e,;e11ti nll 'aclu11:,nz,i l"''' 7i, 111Put, d11,e mc1ulJri u llT C' il pr es.icle11te . Lt· d e li bt'l'.t¼io ni s n t·n 11110 ,-,r·r iH\' in UH l'E:'P,-l:-tro. tinu:ll o d al pr esiclc•nte ,, 1 th rntt. i m e mbri ,·or:rnri.
ArL
N<·llo Rtc]sso anno 1846 B. A . H . il lluc:a di 0 (•11on1 è 110111i uato Dhet tor e del rnaln·i.:1 h· d ' a1·tiglic1·i.a; cioè è por-;t o in gracfo di e1-,p li en1·e sempre più etìkacc•ment~· ln ,- 11a, int<:,llige·nte OJWtosilà i.n fu vorP cl ell"A.rma, a cn i cla n11ui lw dedicato ogni cnra, e jìaf.;l'; ÌO!IP.
Hko1·cli.amo <Jni, h1:eYemente, il 0-11n i011.Znm 1iita(1 clPl nohili~ simo I.,1·i1H:ipe. Suba udo. , I,'-e r<l i m1rnl o di San)ja clnc:a di (.-ìenon~, secon<loge.n itò <li Carlo Albm·to e di Mari.n 'l'(!!'<','-H, nacque ìl l5 novembre 1822. Crebb<~ insieme col fratdio Vitto1·io Emanuele; i due Principi traiscotseto gn~n parte drlla fanci nllezzu fra 'rod no r il Ua~tello di Racco11igi. Nel 1SBO fn nominato Loro g-over.m1tore il, genrra'le Oesa,re Sal nzzo, coma:nclan te l 'Accademia Milibn-P; <' fin da allora. il Principe F erdinando i:;tuclia,va a ssiélua.mrnte e sponta-
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'Fig. 48 - S. A. H. il Prinripe Ferdinau<lo di Savoia Duca cli Genoni..
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1815 · 1848 -
Pll!J'llfON'I'E 1·;''
'f ..... . .
rièamente; un po ' diverso in questo dal primogenito che, per la propria esuberanza., _fisica, provava maggior fatica a costringersi a,ll'immobilitù. . del lavoro a .tavolino. . A tale riguardo mm sarà però. fuori luogo rilev:are che :Hl· che l'erede del trono, colui che sarà il grande Re dell'Italia lÌnita, sentiva profondamente il fascino dell' Artigliéria, come r,isulta da .certe lettere giovanili, finora inedite, che Antonio Monti, valente~ ed appassionato studioso del periodo del Risorgimento, è venuto recentemente pubblic;ando e che rivelano la passione di Vitt,oi·io Emanuel<~ per la vita militare. La prima visita compiuta all'Arsenale, ad esempio, lo entusiasmò; bello il laboratorio, istruttivo il modo di dar la tempra alle diverse parti. dell'arma, meraviglioso il funzionamento del nuovo fucile a, capsula! Ed esclamava oon la più sp,ontanea sincerità: « In una parola caro Papà mi venne una vo 0 ·lia 0 -rande di essere anche io ufficiale di artiglieria. Che bel corpo! quante belle cose vi si fanno mai! vorrei aver studiato un poco di più ... >>. Ma ritorniamo al Principe Ferdinando, il quale, cla ragazzo, era di :figura assai sottile, di asp~tto gra.cile, di indole mitis.sima, quasi femminea; -solamente un attento osservatore. avrebbe . potuto comprendere come, sotto quelle sembianze così p~.c ate e modeste, si. celassero la straordinaria, forza d'anima e l 'indomito coraggio di cui doveva dare in seguito splendide prove. Fra gli studi prediligeva le ma.tematiche e la storia; e coll'andare degli anni, man mano che le tendenze e i gusti del giovinetto si delineava1io · più èhiara,m ente, a,pparve sempre più evi.dente la, sua passione per J..e scienze ,esatte. Promosso ·maggior<" 1~el 1836, due ·a nni appresso passò con lo stesso grado nel Corpo d'.' Artiglieri.a, avendo a maestro e guida il maggiore Dabormida che fu poi suo prèzioso consigliere,. allorchè il Duca assunse il ' i n tale e-ornando generale dell' Artiglteria, e gli succedette poi carica, nel 1855, dopo la prematura morte del Principe. Carlo Alberto non volle che F erdinando facesse rapida carriera nell' Artig'lieria per il semplioe motivo che era il figlio del Re: volle invece che studiasse seriamente sotto maestri competenti e rigorosi e subisse esami severissimi. Il Principe vi si sottopose con perfetto spirito di disciplina, dando prova di rnlida cultura e di sicura preparazione: e sola.mente allora il Sovrano .
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.
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•
•
Fig. 49 - Messale donato da l 'Duca cli Genova a l Corvo Reale cl' ArtiglierJa e sul quale gli Ufficiali prestavano gìnramento.
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1815 - 1848 -
PIID110N'l'E
lo giudicò degno del grad0 di tenente co1onnello e glielo conferi; Espertissimo nella s·cher1mt, ndW. ginnastiea e D:ell'equitàzio11e, era colonnello d'artiglieria allorchè, nel 1842, brillò in un torneo eseguito iu piazza,· san ca,rJo, in occasione delle nozze di. suo fratello Vittorio :con·· la principessa Maria Adelaide; ma eoù ben maggiore paissione egli si dedicava alle ricerche proprie della sua A.rrna, studiando. assiduamente, ·interrogap.do sapienti ed esperti, visitarn1o le ·Officine, a,llargando sempre ·più il campo d<>llè propri.e cognizioni, specialmente nella fiska, chimica, niineralogia, metallurgia, mcee,wicù., pirotecnica ecc~., Allorchè tu · pr:omosso Maggior generale e gli fu .affidata \a direzione del ma.te1·iale di artiglieria, e.g li scrisse al Morelli di Popolo, ·co1~rnnùan~e del Corpo, la ::.eguente lettera che dimostri.t raltissimo spirito di diseiplina militare, del resto ea,r::~t.teristico di tutti. i s;irnia, : Rucc·onirri) li 81 a.yos/,o 184G. . ltkc·uotti f nitro ieri ~or ?, :!!) ngosto' la .S'l/,a i e.ttera e le ca1·t0 che ha a1:,u to lu cornpiacen.za di. trasnwttenni. Le ne porgo i rniei pi·1ì, 11inceri rin9ra.zia.1H e11ti) 11,onc;hà deUe esp1·essioni .r;rcizi.ose clella Si1,a lettera1 a. mfo 1·i.r;ucinlo La, pl'e.r;o, sig11,01· Ca.ralier<~) di. c;re(lcte <:l1e n11lla ·il RG, ,,nfo pcirlre pote,uci fai/''11'/,'i d'i pi,iì 9rcito che f accordann.'Ì (f'uesto posto ehe vossono mct:termi -in ca,so di tcstim,onirw·GH la, 1nùi 1mona volò-ntà d,i .scrritLo . Bnrù mia ew·ci) sir;nor Ua,rohere) di p1·ovare a, L e-i qucwto sonò contento di es~er e clirettomente sotto i. Siw'i 01·d,i n·i ed al Cmyw) fcÌ.c;enrlo C'iò ch,1 rlipenderò cla ni<~ 71e1· (l'isim.per11wr1ni ddla carica che 8- ]f. pollo acconlanni, qlla11to a,pprezzo l'o·nore cl-i ·i;os'lirne Tu dit:isa,, Croda, La, preyo) · la, 11ifo pùì d·i,s t;frifa stima, FE1:;n:-,;A\DO m SAVOIA
.Jlagg. Gon . Dirottoro del nuite ria.le di A.rUgz.ieria
La sua 11omina a Comandante del Corpo di Artiglieria. che. avverrà nel J 848, gli permetterà di trnrre i. frntti l1ella lnnga -
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LA VIGILIA DEL GltAN ClOHNO
esperienza. e dell'intelligente preparazione nel cor so della campa,g na 1848-4H, durante ht quale. si coprir,), di gloria, come vedremo, a Pasti-engo, a Suutn Lu,cia, e sopi-atutto all'assedio di Peschiera, di (:ni avrà la sllprema ùirezione.
1~; ginngfawo ,1lla vigilia del grande giorno. Kon rievocheremo gli a vveuirnenti che, a quasi nn secolo tli distanza, ha,rn10 ancora, hl drtù di det tI'iz7.are, f,wendoci. l'ivivere le ore di entusiasmo dei nostri avi : 1'11,ssunzione al soglio ponti:6.cio del Cardinale Mastai-Ferretti; le sue riforme, sallu tate in · tutta Itali.a dal grido « Viva Pio IX!>); l'occupazione d.i Ferrara da, parte delle truppe austriache; la progettiLt a lega doganale fra lo Stat-0 delln. Obicsa, la Toscana e il Piemonte, che doveva., prèlude. re lLlla Confederazione italiana; gli. atteggiamenti contrastanti del Granduca di 'roscana, de~ Duchi cli Lucca, Parma e Modena. Il 24 ,ott obre JS47 Cado Alberto c·ongecla Sohno del.La Margherita; il 3 novembre successivo H .Sovrano, recat osi a Genova; viene ricevuto sotto un a,1·co trionfale formato da più di 2000 bandiere e salutato con applausi frenetici. Cancellata è ormai Pinsofferenzà con cui la, città di San (}iorgio, cl1e non poteva, di- · irrnntica1·e il R110 fllus tre pai,;sato di Dominante, ~oppol'tnn.1 l' a bolizioi1e dell'antica indipendenza: oggi non è più Genova sotto la domiua,zio1rn dei Sav,oja; è un lembo cl'Jtalia, diP Ri chiama Liguria e che, 1t11ita al Pi<~mout<~ l: alla SardPgna, c·or,ti.tui.sl'e il pl'imo nucleo di quel grande organiHmo nui.tario che i-ar,\ domani. l'Italia, retta e guidata dalla glorio~a Dinastia dei Sa voja. -:,:- -::• -:'t
Non ci p,bre inopportuno dare qui tm quadro esatto e detta' gliato di tutte le forze di terra e di mare del Regno Sa,rilo alla vigilia di quel l'tltidi(:.<) auno 184:-:;, in l' lli l'Italo Amh~to << ITasHe la spada ·)). · 1S.5 -
1815 - 1848 -
PIEMONTE
Stato delle forze di terra degli Statì Swrài PIEDE DI PACE
Dm,IGNAZlO:NE DEI CORPI
uomini
I cavalli
PJEDE
DI c:urmRA
I ca.valli
uomini
'
Forze attive
(Compresi i contingenti di l'iserva disponibili sul piede di guerra)
'
Ufficiali generali impiegati presso le truppe
31
31
Infanteria (Guardie, linea, corpi leggeri e di disciplina)
24. 110
74.712
Conti11ge11te di riserva della fanteria (comprese le guar die cd i bersaglieri)
55. 536
Cavalleria
4.950
3.804
6.768
5.760
Artiglieria di campagna, di piazza e . brigata cli operai (I contingenti di riserva di questo Corpo sono compresi nel suo effettivo di guerra)
3. 360
836
6.94:4
2.560
Corpo reale e truppe del Genio
'
Qorpo reale dello Stato Maggiore generale ;
983
35
35
40
40
-
Stato maggiore delle Divisioni Corpo dei Carabinieri Reali
583
2. 258
695 452
2."258 ' (}67
Hegg. dei Cavalleggeri di Sardegna
667
452
Corpo del treno
3'21
310
1. 531
2. 234
3U.3fi5
6. 097
I
Totale .
-
186 -
149.455,
695
11.701
FORZE 1)1,ìL REGNO DI · SARDEGN A
PIEDE DI PACE
COllPI SF.OENTAl!f
uomini
I cavalli
I
I
I Compagnia delle Guard ie del Corpo
83
I PJEDE DI GùERR.A I nomini I cavalli
I
8H
!
Guardie del Palaz,10, Alahardieri cli Sardegna ..
.152
Compagnia dei Drngoui gt1arcla-cac:ci,1
78
Stato Maggiore delle Pia?;r.e Corpo dei Veterani ed Tmalidi
152 78
14
427
427
2. 947
2.947
271
271
20()
266
, 14,
I
·-
Invalidi di Sardegna
Veterani, carabini eri , cannonieri, zai)patori
+. 2'24
'l'otale
MILIZIE
DELL' ISOLA
fJ1
'
I
u
4:.224
14
l
SAllOEGl\:A
Stato Maggiore
I o. 420 ·I
5
f>
~). 420
Dodici battaglioni
I
Milizia urbana di Cnpraia
45
4i'>
. fJ.470
Totale
9.470 '
18,
• 181:.:i · 1848 Fltato 1leUe .tor .i e <ili ·ma.re i/.e11U Stati Sa,nU
PIEDE DI
DES TGXAZTONE Dl(J CORPI
PmDE DI (HJF.HHA
PACE
Ti'or.Z(J citt-ive
Stato Maggiore generale Corpo Hea le e<Jui paggi Geuio mnri ttimo TI:1ttaglione Real Navi
52
50 ±,357 8
1.580
8
958 2.604
Totale
958 5,382
Co rpi se<lenta,ri
Coi;po Heale Artiglieria di costa Stato :vraggiore clei potti e sv i;igg,,
205 Totale
52
205 52
257
:157
INccw·i tolazione delle forze dli term e <li ,rn(l,re ..
I'mn t·:
l)l
PA GF.
Pmnf;
DI UU JmRA
t1 01ì1Ìni
I cavalli
UOlllÌ ll Ì
Forze attite di terra
36.B5i3
0. 007
l±H. 455
Forze attiYe cli mare
2. 604
I cavalli l.t.701
i'>.382
HS.H59
6.007
154,837
.11. 701
Corpi sedentari <H terra
±. 2:2:1:
H
4. ~2-1:
14
Corpi seden tari di mare
'257
Totale
257 -
,1. 481
Totale
1±
-1. 481:
= }Iilizie nell'is()J:t cli S,1nlegna e di Ca praia, i cui quadri sono permanenti tanto in tempo di pace, quanto in tempo cli guerra .
'l'ota le generale
H. -:1:70 52. 910
-
188 -
14
=
9. 4-70
6.111
168. 788
11. 729
LA SQUADRA flABDA Ji; l BILANCI
J,a squ.a</.ra Scirda 8i co·11ivoneva cU : l fregata cli Ja c:lnssc di 00 cannon i 2 fregate cli 2"- classe lii ù2 cnnnoni · l fregata tli 3" classe cli 44 cannon i l condt:1 cli 1• <:lasse cli 20 ca nnoni l corvett:i cli S cmmo11i (gabarra) ·1 <·orn•tta con batterin coperta (in Nrnt.ierc) 2 bricJ;:;; cl i l S cu 1u1un.i 2 l)ricks - golette (1:1 12 a 1-l p0r.r.i 1 b,rick:;: • golette :innato in gobana 10 ba rche cannoniere 1 goletta 2 HY\'i $ i 1 p:1<]Ul'bOt clell n forna cli JSO cnvnlli · ·1 pnqnchot ·cl ella forr.n cli HiO ca r.i Ili 2 p,tqne bot clell:1 fon~.i cli 100 c:1q1Jll 1 11:1<;m·bot del la forr.;i Ll i 1:w c·aYalli
(ln co:;:trnr.ionei
30
Il Li lnndo della, Guerra ,1::-c·E>miern nllot·H ,1 pol'o pn1 cli trenta milioni, .e qnc~ao della ~fa,l'ina a tre rnili.011i .t' uwu.o: eifrr relativamente enormi, se si consi<"l<~r-a c:l.J.e )e ,cnlrntP tl d ln Htnl'o , in quello ste::;so anno, i:ill])C'l'Hvano <li pot:o gli :-!i lll'ili.oni. Ciù si g11ifica, dH~ il Piemonte spendrrn 1w1· ll' J'nr:w arrna le li 40 o/~ dc•l suo n•cl<lito; ~, l'am;io appL'e~so: 1.84:,:;, l<· m1ove i:;pe~c~ sfr,t0rclina rif: detr.l'minate dal.hl guc,-ra, irnmenLavano ane ot,1 tale pen·.cu tuaJ.e, tac:e11Clo la salii-e ad olt.1·c -il :50 per r.:enlo. · · AnC'ora una volta HÌ potf!Vù 1·i<>Yoc·,u:e i l motto h111w~o: e< J>o . polo dì Torino) pane <: ùno e to1nh111·ino )), in f'ni sono rappn,. senta,te l'anim ..L austera e la stol'ia g-lol'iosa di nnn ~t.irpe sobria , capace cli l'i<l nrre al rninhuo le~ spese, ma, fiera d<~l suo Es(~rcito e ptonta ad ogni sac-rifi.cio pe1' r endPrlo ~empr-e più foi-te, sempr<· più gagliarclo, semprp più degno ,lel duro cimento a cni sarù chiamato pel' la liberhì. e la granclezziL dell ' Italia.
1815 · 1848 -
'MOOIDNA
5-
Artiglieria este ns e - Le idee di Francesco IV Duca di Modena Ordina menti s uccessiv i: 18 16, 183 1, 1833, 1839, 1842, 1845, 1846 ~ Organici del personale e inventa ri delle bocche da fuoco - Manovra a partiti contrapposti de lle tre a rmi nel 1847. L'Artig lieria toscana dopo il ritorno d i Fe rdina ndo lii - Is truz ioni del 18 17 e de l 183:z - Inventari delle bocche da fuoco - La maggior parte dei pezzi è concen trata a Livorno - Unifo rmi - Decadenza dell 'eserci to toscano sotto Leopoldo Jl - La scuola di Livorno - Le compagnie di cannonie ri lucchesi incorporate nell'esercito toscano nel 1847. Art iglie ria pontificia - Ufficiali riassunti e ufficiali nuovi - Org anici del Corpo d'Artig lie ria ne l 1817 e nel 1822 - La relazione della commissione per la riforma dell'eserc ito nel 1825 - Cannoni da campag na e altro materiale .acquistato a Torino - Le prov videnze militari contro i moti del 183 1 - Re gol amen to o rg anico del 1844. Art iglieria bologne se - Gara coi cannonie ri a us triaci - Batterie bolognesi nei moti i nsurrezionali del 1831 -32. Artig lieria na pole tana - Fus ione dell'esercito murattiano col s icilia no - · Il Corpo d'Artig lie ria ne l riordiname nto del 18 15 - Le e conomie del gene rale Nugent - L'Artig lie ria nei tristi avvenime nti de l 1821 - Decaden za sotto Fra ncesco I di Borbone e ripresa sotto Fe rdinando II - Nuovo regolame nto dell'artig lieria nel 183 1 L'artig lieria a cava llo - Artig lieria e Ge nio sotto un comando unico - L'opera del generale Filang ie ri .
Nei primi decenni. del peri.odo del Risorgimcmto, il Piemonte costituisce n solo Stato nazionale; mentre le altre regioni non acquistano tale cara.ttere se non man m:rno che si. fondano nelP-0rganismo . ùnitario, sotto la Dimistia cli SaiVoja. J<J naturu le quindi che, in questa parte della, nostra. Storia) il Piemonte occupi sempre il primo posto. Tuttavia non si doveva dimentica.re, e non abbia,~o dimenticato, che anche le Artiglierie degli altri Stati della P enisola, pur i:;e subivano 1a tiranni.de di Diliastie straniere, erano ininterrottamente nutrite e alimenta.te cla forze italiane : perciò volendo dare alla Storia un'impronta nar,ionale nel più vasto e comprfmsivo significato della parola -:- abbiamo fatto 19,rgo posto a tali Artiglierie. Naturalmente non era il caso di parl are -190 -
IL DUCATO DI MODENA
del Lombardo-Veneto, incorporato nell'Impero nemico: e poco o nulla c'era, da dire di alcuni staterelli, come per esempio quello di Parma; ma l'Artiglieria del Regno delle due Sicilie meritava un'ampia tratta,zione e così pure dovevano essere ricordate · quelle di altre regioni, in quanto alimentavano la corrente delle gloriose tradizioni dei secoli scorsi, immettendole poi nel grande fiume della, Patria unitaria.
Nel luglio del 1814: giungeva a Modena, da Vienna, Francesco TV, e prendeva possesso del Ducato, già occupato in nome suo da truppe austriachè. Una delle prime cure del riprlstinato Governo doveva, natn ralmente essere quella di ricostituire un Esercito, ma le idee di Francesco IV a tale proposito miravano piuttosto a formare una forte polizia per difendere lo Stato dalle idee e dai moti libe· rali, a cui egli era fieramente avverso, mentre un piccolo E~r- · cito doveva servire quasi esclusivamente a proteggere il Duca e la sua famiglia, più che difendere il D11,cato, protetto dall' Austria e garantito dai trattati. In omaggio a tali idee l'Esercito estense, alla fine del 1815, risultò così costituito : 1°) Battaglione estense di 5 compagnie; 2°) Corpo dei Reali Dragoni estensi - 2 compagnie: 1 a piedi e 1 a-cavallo. Inoltre in Modena, Coreggio, Carpi, Finale e Mirandola erano delle compagnie di guardia urbana,, costituenti il « Battaglione Urbano Regolato)): milizie destinate a presidfare le predette località per il servizio d'ordine pubblico. L'Artiglieria, evidentemente, sta,v a in proporzione di tali poche forze, fra ' cui quelle mobili erano costituite dal solo battaglione estense, poichè i Dragoni erano in effetto una guardia personale del Sovrano. Si ebbe, così, un organismo pomposamente denominato Corpo Rea.le di Artiglieria; ma esso non comprendeva che una sola compagnia di cannonieri, destinata, a sorvegliare le fortificazioni e l'a,r meria. L'Artiglieria era unita al G-e?,io sotto un unico comando, -co-
HH - .
1815 · 184$ -
MOD~NA
siccl,:i.è dali'Almanac:c-o di C01·tc clel lfil(j (1) veùialllo cl.H! il Corpo R l~l.l le di Art·igliel'ia. t! (:ieuio J,~sternsc e1·a ooma.u d~tto da I. rnaggiol'c dd Genio 1:-ignol' Uiuseppe Oaranclini e gli. ufficiali etano, l)Cl' il (; (' IÙO : Sig-nor Miotti Antonio. capitano ; ,e signot Araìclì Antonio , c:apitano-teueutc:
per L~rtiglieria : Big-11ot l'.u11.uni c;ionrnni , ta,pitano <l')u-tiµ:li.eria ed l:-qwl'to1;e della H <:'a lc .A1·uwda: signor Ya1H1elli Enge11io, te11 e11te cli A1·tiglit 1·ia ccl inteud<'nle alla B eale Armeria. J)i boc:c-lt(· tln fuo co 11011 i',i pnù pn'ci sai-e <prnnte n e e:,:i:;.:l't>:-;sero nel 1S1G. ma 0 da 1·Hencn· che fosi-e1·0 be11 poch e, e probabil rncntr sparsr fra }loclena <· Hn~sc-cllo. dov<' armanrno I(• Toni dcila Fo1·te:,,:,,a, ,1fficlate i11 e:oi1. egua a i pi011ieri. Rernpre da ll ' Almanncco 1·i$uHa clic in Mod e na era. 1111 «Map:ani no e dis1w11sa elc i le l'olYe1·i e Xitri » (2) e i 11 Spi la lllberto una « fabbtka <ldle l 'olve1·i ». fablJril·.i the ei:.islt• lnl.(onl,, g-estita clo privati <' che p1·odncc. cssenzìahn cnte pol veri ùa caccièl . .:'frl 11--~1 1'01·d1na11u•11to t1eU' Atti;.! lkria è lo st~sso del 181o. eon gli ~trs:-i 1111ic-iali. e :sempre con 11Ha eornpag-nia C-è111noni( 1·i di fo r·¼n as~:ai c·sig-w1 (:1). <'iù i1td11n• èl p<•nsatP dH' anrhe nel 11'-2L i pez:,,i fo~sp1·0 asi',ai podti. Dei.di nffidn li. il capitano (\un uni Uiorn1111i ha a11<·01·a la tai·ie:a di ispetto1·l' delln Real(, .hm<'1·ia. e il tenente Vn1 1tlelli l~1LgeJ1io qnelln (li TntPll(lt•nte drlh R eal e A1·rneria. La compagnia ha : 0
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l (':1 po arm:1 io lo : :\fai \ioli Domenito -ecl n n Cusl.o<l <•: J3euz;io Gionwui, e la i<n,, ronm i• 1:1 ~e.!;a('urc: J ,;1::r~cute cnllello 1 cnpo r:il e cacktto 1 sottoc:ipol':i l e J c:ndcito
(1)
A lma1111cco ili Corte
J)Cr 1·1;11 110 1~1G. :\rocl(•nn. per i.:: i e rctli :-:oli,rni. li-
pografi reali. Yecli pag. 2-10.
A lmr,11o(·r·11 rii Cort e. p:ig. 157. Ar ehìl'io <li Statn di i\1'od<na .. An·h iYio :\li li tare: Fil7.a n. 1i-l (Ifatt:1glione in fnntPria cl i liucn, cl rng-oni, \'('L<>rnni. url·iglieria). (2)
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L' AU'l'IGLIERlA ES'l'EKSiil -
1831
9 cannonieri 10 sottocannonieri.
A titolo di curiosità si riportano gli stipendi mensili dei due ufficiali, del capo armaiolo -e del custode : Capitano Camurri Tenente Vandelli Capo Armaiolo Custode
Lire 138,)) 92,\
J
))
25
I
Ndl'aprile del 1831 Ja compagnia ta,n nonieri ha 4 ufficiali e 6 graduaiti e viene divisa in due sezioni (1). la P, di 48 uomini, stanziata in Modena; · ·1a 2", di. 32 uomini, stanzi.ata a Massa. Questo .ord inamento è una conseguenza del fatto che colla morte, avvenuta il 14 novembre 1829, di Mari.a Beatrice Rieciarda d'Este, madre di Francesco IV, le terre di Massa e Carrara passarono a far parte del D ueat-0 di Modena. Questo venne cosi a .confinare cogli Stati Sardi ; ciroostanza . di evidente im portanza militar,e e politica, che determinava la necessità di for tifica.re Massa, poichè il Piemonte non poteva essere un vicino molto gradito al diill.dentissimo lì'rancesoo IV. , Per quanto concerne le bocche da fuooo, cioè quantità e ca· libro dei pezzi, fino al 1831 non è possibile dare notbr.ie, neanche approssimative; ma è certo che, per quanto riflette la qualità del materia,l e, si stava provvedendo a dotare il Rea~ Corpo lli Artiglieria di cannoni nuovi. lù della &era del tristamente fa moso 3 febbraio di quell'anno 1831 una lettera, che qui si riporta nella sua esatta gra:fia, ·scritta dallo scudiere ed aiutante di campo ,S . A. R. il Colonnello Sterpin dei corazzieri del Reggimento Ardd.uea Fra,ncesco, al servizio di S . .~.L I. R. A. Cavalie.re dell'Ordine dei .SS. Maurizio e Lazzaro e del R . Ordine (1) Comando Corpo cli S . M. - Ufficio storico - Memorie storiche milita,rf.
Fnsc. III del 1914 . M'ilizie Estens·i, del Cap. C. Cesar,i , pa-g. 201.
-193 -
1815 - 1848 -
MODElNA
Militare di Savoia (1), e diretta al colonnello Stanzani, comandante iJ battaglione Estense. 'l'ale documento che parla di cannoni nuovi a{;(luista rilievo ed importanza storici e sentimentali perchè vi è riev,o cata, anche se non la si nomina; l'eroica figura di Ciro Menotti e si allude al movimento che doveva portare il martire al glorioso patibolo. Sig. Colonnello (2). La prevengo che vi sono dei torti 1notiv·i a c1·ede1·e che questa notte possa siwcedere qualche cosa_ E. 1:l. R- mi. incarica di dirle di tenere la truppa nella più stretta 1J'igilanza) oltre alla compagnia che è destinàta cli marciare in caso di bisogno. Avrà la compiacenza di fa.re avvisare il S_ Tenente VandelZi d·i portars·i sub·ito presso la . sita artiglieria e di tener.-~i pronto colla sita gente) tittta la n otte nella cittadella; d·ue cannoni staranno pronti alVimbocoatura della porta della, cittndella carichi a mitragl'ia) e dite cannoni n111ov·i sortiranno colla truppa e s·i porteranno ove il bisogno richieclerà) itn carro rli munizione lo condurranno seco_ Pattitglie di ca•va.ZZerio, e i:n fa,nter-ia de•v01io battere t1.itta la · notte le contrade della, città. Il corpo dei P-ionieri è o,vvertito. 11{odena) 3 febbraio 1831. Ho l'onore d) essere D-ivot·issirno sernitor(; Ster7Ji11.
* ,}:• -: Notizie precise sul. numero delle bocche da fuo~ si hanno del 1833.
(1)
,.t.imanacco <li Corte,
193.l.
(2) Archivio di Stato d ì Modena - Arch. Giudiz. : Consigliere intimo dì GinRtizia e Grazia - Busta 166 (Atti rignanlanti i Tt·ibunalì Statnri e Commissioni Militari).
-
194 -
D1SL0CAZ10N1'l DI MA'J.'J))RIALI D'ARTIGLIERIA
Nella sezi<ntc ·militare dell' Ardtivio <li Stato di Modena esiste uno specchio scritto a penna, dal qnalc risnltu, come fossero organizzate le forze miJitari estensi nel 1833. Tale specchio '(1) porta il ~eguente titolo:
8Lato 1nìlitare estense (illa fìne del 183.3, nel q·1iale s'indica la for:ui 1·1,1,wierica graclucile; s1ia ub'ic(izione e ·1101n'i aeoU uJ]'ioia.Zi e nt·rn·i miUtnri nonchè il •mcitericile cU wrt:iglieria,
In q1iesto specch·io è il: m·osve'tto <lelle cirrn-i a tiio co e b-ì<mche rnttnizioni materiali (ti a1·tiglieria esisteni'i in Modena, e Massct collci loro ·1i/Jica,z-ione:
1 al l'oi:te Spernn~a Ca.nnoni da
24
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8 di [erro con ' affust.i da :i)faf<1<n \ a costa 8
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Can:noni cla
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3 a1 forte S. ]!'rance;;r,o 1 alla Batt. A:verrna 1 Fode Maria Beatrice 1 al Castello
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Cannoni d11, 8
1 alla Batl:: S. Giuseppe
a Modena ) con a.l'fnsti , ,rni Bast.ioni della ciUaclella
da costa
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a Massa con a.ffu,;ti da costa
cli l:eno ) con >1frns1 i .. da costa, 1 di bJ:01rno sn ~ · al'tusto da campagna 1
al forte I 22 alla I-!a,f,t. S . Ginsepae i 2 al forte :i\fa,r:ia Bea,tr'ice Spel'a.J1½a
5
2 al forte S. Fra.n ef!seo 2 alla Battel'ia Avemrn l al Rea.le Pala½ZO 1 al Ca!<lello
(l)Arrbivio di Stato di Modena · Arch. militare . Mar1pe e disegni.
195
1815 · 1848 a
8 d.i b1·on110 2 d.i fen·o (,'annoni da 6
,6 di feno
i\:(()Df!:N. \
Modena eo n 9 affu. sti dei quali 6 da. ca.mpagna, 3 ùa marina e con 4 cassoni .Per art igliel'i n e 2 per infanteria.
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a.Ua Tol're
7 in .A.rsem11e i cassoni iu Arsena.le
\ a. Massa con \ 2 al forte Sper anza affnst.i da I 2 al forte Maria B ea trice campngna ) 2 al Rea.le Palazzo
(
2 d i bi-onxo
Cannoni da 4 )
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Cannoni d.a 2
su affusfi da campagna 2 di ferro su affusto da
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D'[al"i ua
A l\fodena nel Reale P.tl azzo
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A. l\:f assa sulle Reali L ance
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Obusieri ùa 6 }
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1 di brOTI½O su affusto cla cnmpa-
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A. Massa ue l Rea.le Pala½zo
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Per l e armi portatili:
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Fucili
I\ Carabine
6'71 francesi. .1200 inglesi 300 tecleschi
·)
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1280 insenibili
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20 da cavalle dR ( 120 cla infante ria
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14 da cavalleri a
Pistole Anni che
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Sciabole da ciwaJJ.eria (iO da in fanteria 1±5 » da pioni ei·i 27
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196
Clll•:l\U:~'l'! DUJLL' ARTIGLIEllIA
1839-1845
Nel 1839 l'Artiglieria viene ancor::1, aumentata; si costituisce nna 21' compagnift e le due compa,guie sono così dislocttte : la 1a a, Modena e la 2° a Mttssa. Nel 1842 la, compagnia dei « pionieri delle torri>>, che aveva, in consegna le fortificazioni qi Brescello, viene ti'asformata in 3a compagnia cannonieri e denominata, compa,gnia delle Torri di Brescello. Cosicchè, nel 1842, il Real Co1·po di ArtiglieritL Estense compr ende 3 compagnie cannonieri, disloca.te la 1 .. a Modena, la z• a, Massa, la 3" a Brescello. Nel 1S45, al Reule Corpo cl' Artiglieria viene aggiunto il Real 'l'reno cl' Artiglieria. In realt,\ questo era stato istituito nel 1833, ma solo nel 1S45 passa a far parte dell'Artiglieria . Seoondo qnanto dsulta dal . foglio nominativo dei cavalli del suddetto Corpo per stabilire l o sconto delle razioni di fo. raggio nel mese di dicembre 1846 (1), in tale anno il Real Treno cl' ArtigHeria disponeva di G4 t a valli, cosi divisi. : 2 in ser vizio dei signori ufficiali d'artiglieria 2 in servizio d ei signori u fficiali del Treno
3 dei sergenti di artiglieria 3 dei sottullìciali del Treno 54 da attiraglio.
Dal « f.oglio nominativo dei. signori nfficiali, sotto ufficiali, soldati e garzonL della isudèletta compagnia,, per servire a stabi.liré lo soonto cli soldo, a,ssegni naturali per il mese di dicembre .1846 )) risnlta la forza, del Rea l Treno cli Artiglieria e cioè : .Signor Salvatici Lodovico • Tenente comandante Signor ½auniui Domenico - Sottotenente banderale 1 :;ergen te 2 caporali 1 caporale vetel'in:uio 1 sotto caporale
(1) Archivio (li Stato di Moclenn - Archivio Milital'e - Filza 9l0: Artiglieria . Genio, '.l.'reno e P ionieri.
-
197 -
1815 - 1848 -
M0Dli:NA
12 comuni di 1~ classe !)
comunì di ·2a classe
12 comuni di 3a classe
3 garzoni.
Dai « fogli. nominativi dei signori ufficiali e comuni» delle 3 compagnie cannonieri, risulta la forza di tali coni.pa,gnie nel 1846:
l3 Oomvagnia (Modena)
Ufficiali
Maggiore Decl<erhin. Francesco Sottotenente Bergamini Cesare • Aiutante Maggiore SottocEruente Leoni Leone - Magazziniere Capitano Tenente Ferrari Carlo Tenente Petze Francesco Sergenti . . . Caporali Sotto caporali fmnburini . . Cannonieri Sottocannonieri
2
G 6 2
16 45
Inoltre aveva: Sergenti . . Caporali . . Sottocaporali Tamburini Cadetti. . . . Cannonieri Sottocannonieri
2
5 4 1 1
in sussistenza dalla 2a Compagnia di Massa
o 33
2a Compa,gnia (J!Iassci)
Capitano - Salvatori Geminiano Sottotenente . . . . . Sottotenente banderale Sott'ufficiali caporali cannonieri
198 -
·1 1 73
J
Il, SOLDO DEGLI AR'l'IGLIIDIU -
007n7)(ignia
1846
a.elle Torri di Bresceno
Capitano . Tenente Sottotenenti Sottotenente banclerale Sergenti . . Caporali . . Sottocaporali Maestri Sel·geuti aggl'egati . Maestri aggregati Trombettieri Cannonieri . . .
1 · 1
1 1
2 6 6 16 1 7 2
60
Dai fogli nominativi citati risulta inoltre lo « Stato del soldo dovuto ai signori uftìciali, sottufficfali comuni nel 1846 >>:
Capitano
Tenente Sottotenente Sergente Capctrale Sottocaporale Tambnrinì Cannonieri Sottocannonieri
L. 11!8 (~)
))
120
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lilO
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1,rni
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~.ss
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))
))
0,68 0,55 0,58 0,51
!
più L. 22 per il servit ore più L. 8 aumento di soldo e L. 4 per cancelleria ,
} più L . 22 per il servitore
I
soldo
giornaliero
Alle compagnie erano assegnate L . 3 mensili per la « Scuola di leggere e scrivere ed aritmetica>>. La compagnia treno aveva in consegna. il materiale da campagna che era in Modena (vedasi stato milita.re estense del 1833) .
(l)Intendesi lire decimali cioè di 100 centesimi o lire nuove, poichè tutti conteggi erano fatti in lire nuove di i oo centesimi. La lira modenese era di 38 centesimi.
199
1815 -1848 -
:MOO!DNA· ..
A partire dal 1844-45 l'istr uzione delle truppe estensi cominciò acl essere maggiormente curata, si fecero manovre e l'Artiglieria eseguiva in autunno tiri in Brescello. Si riporta qui la copia di un documento che non manca di interesse: il programma per lo svolgimento di una manovra a pa,r titi contrapposti delle tre Armi nei p1·essi di Modena. Il documento (1) è conservato nella sezione militare dell'Archivio di Stato di :Modena e comprende la topografia del terreno sul quale vengono eseguite le manovre autunnali delle t r uppe estensi nel mese di settembre 1847 fra Modena e Spilamberto ed un « ristretto del programma delle Manovre ». Il documento si pnò ritenere sia st.ato compjlato ad uso di S. A. R. il Duca Francesco V, per per. mettergli di seguire le manovre, ed è montato su tela . Come si vede dal «Ristretto)), le esercitazioni dovevano avere uno svolgimcn_to già, prestabilito, ma razionale e logico. R TS'nlt:rro
DEL l'ltOOl<Al[M A Dt:LC.E MAXOV!lt:
S11,vvosti
·
Un nemico proveni<:!n te dal Lev:rnte minaccin Modena su cui si dirige per tre strade cioè, quella cli Kavicello totalme11te ideata, l'Emilia appena accen nata, e quella di Spilamberto a cavallo della qunle ha luogo la
Mwnovni Il n emico :i nivn pr esso Mode11:1 cl'onùe Yiene respinto e<l obbligato a riti1·:irsi, però contrastando la Guerceta, il Tiepiclo, la ~iz7.oln e il Guet-ro che difendono Spilamberto; ll nemico si ritira nel gbiarcto cli P:inaro, ove termina la manovra. 00111'0 OllIENTALE
0oR PO 0001DK1''l'AL.E
Ooman(lanfe Te11. Ool. fi'en-i
2 l 2 2 5
Plotone Dn,goni 11ez7.i cl'm-tlglieria compagni n vionieri compagnie cli linea compagnie militi volontar i reggimento compagnie cl'Infanteria
del
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Oomandante Gen. Ccw . Saccozzi Plotoni Dragoni pezzi d'artiglieria c.-ompngnia Cacciatori compagnie cli linea compagnie ù i militi volontari del 1° reggimento 9 compagnie d'infanter ia
2 4 1 4 4
(1) ArrhiYio di Stato di Moclen i1 - Arch ivio :mutare - Mappe e disegni.
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Flg. 50 - Cnrtn topogr:tfica delle l\:fanon-e delle Truppe Estensi.
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201 -
1815 - 1848 Un plotone militi volontari è nell'E·
mìlia. l'rime posi;,;lonl a lla Cortntona : la dlrittn alla stracla roruuna, la sinlst ra a Ila stra eia Abborrtti.
MOOIDNA
Un plotone militi volontari gli va incontr o. Metà circa clella sudtletta forza fa una riconoscenza e prende posizione di fronte all'inimico.
10 .Momento
Attaccano gli occidentali e li obbligano a rititarsi, giunti alla Bernardiua vetlcn<loli rinforzati, si ritirano e s i collocuuo nlla Guercieta.
Dopo b1·cve resistenza si ritirano sotto Modena piegando a mezzodì ; sorte l'altra forza; . i cannoni sµl llastione dì S. Pieti:o battono il nemico alla B ernardina e l'obbligano a ri.tiran;i.
20 Momento
Cerca sostenersi, ma cedendo alla superi orità degli occidentali si r itira a I '.rlepido.
Dopo un vivo fuoco gli Orientali lasciano la Guercieta e si ritirano a l Tiepido.
30 ilfomento
Tentano tli sostenersi al pon te di San Dalwaso Del· copr ire l'ulter iore loro ritirata.
Attaccano la borgata presso al detto .Ponti:' ed obbligano gli Orientuli a sgombrnrln.
4° Momento
Prendono poi.izione alla Nizzola ma debbono ceclerla e ritil·ars i al Guerro.
Superano anche Nizzola.
50 Momento
R esistono :il Guerro uu po' più a lungo :wcmlo il terreno propizio, ma pure clebbono ritirar~ene per tentare la difesa cli Spilamberto pr esso cui si tengono.
-
lu
posizione
della
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Fanno ogni sforno, e rie::,cono u fare abbandonare il Guerro.
202
~
1L GRANDUCA'fO DI TOSCANA
M on-i.ento
(i0
Difeutlono ht 11os1ztone al Trivio ma costretli a lascia rlù ne ·vrendono altra più 1.>resso a Spilamberto ;. teruenclo cli e1,sere avvolti nella pos'izione per la circon<laria clel Paese, si ritirano lascianclo alcuni Bersaglieri sulle .l\ fora e giunti al ghiarile (li Panaro·, i:;i ri U1etto110 in battaglia e termi.na l'azione.
Attaccano la pos1zlone clel 'l'ietiiclo, quindi staccano fazioni a mczzodl verso il Casino Gregori e il Casino Latour, onde avvolgere la sinistra nemica a rnez7.0di cli /3pila mberto. Vista lll ritirata girarnlo il Paese anche a settentrione, impegnano il nemico sino al fiume, e dovo breve fuoco di battaglia tennina la manorra.
Fi no dal 17 settembre 1814 Ferdina ndo III era rientrato jn Fir(~rn~e, accolto <fa una popola1.ione festante che dimostrava t ntta la sua gioi;;L per la :fine della clominaziFne straniefa,. L'inizio del nuovo .periodo cli granducato cli Ferdinando III fu. tur bato dalla breve guerra, che hL 'l'o,sca,na dovette sostenere c<mtro le truppe di Gioacchino Mu1·at, nella qua.fo F Artiglieria non interven ne in misu ra importapte : il solo cenno su quest'Arma .si trova ·nel libro del Giorgetti, (già più volte citato nei precedenti volumi di questa Storia), dove si legg:e che << in varie occasioni spiegò 1nolta perizia il ca,pita,no A1essio Bechi d'artigli,e J'ia )), ma non si. dice poi quali. siano state queste -Occasioni. Come è noto, in virtù del Congresso di Vienrn1, la 'l'oscana tuJta, compresi .cioè gli Stati dei Presidi, il P rincipat:) di P io!D-bi.no, e i già feud i imperiali, fu posta &otto la sovranità di F erdinando, eccettuato il D ucato di Lucca, che venne assegnato alla Infanta Maria Luisa,, in nom.e della quale solo il 21 novemb re 1817 a,nclava a prenderne possesso il ministro di Spagna apa Corte Sarda. Nel 1847 poi, per un patto cli reversibilità, anche Lucca pr1ssò a fare parte del Granducato di Toscana. Ferdinando Il!, pur ·essendo un principe essenzialmente pacifico, non trascurò l' Esercitç, a favoN~ ùel quale . vennero -
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'l'OSCA?\A
presi vari provvedimenti. Alcul)i cli questi furono intesi a d(iterminar{~ un migliore assetto amministrativo, e perciò fu puhblica,to un « Regolamento per l'amministrazione economica dei · corpi e dipa,1·timenti militari del gra,nc1ucato di Toscana>), ~, per quello che più tiìrettam.ente ci interessa, un fascicolo di << lstruzioni per l'a,mministrazione · del Ma,t eriale cl' Artiglieria,, compilato d'or,dine dei Commissari GenertLli· della Guerra dal computista Giovanni Carlo Vug,o e approvato con S.ovra,no l\fo topr·ovrio del 24 maho 1817 )), nel quale sono nettamente sta,biUt~ le funzioni -e .responsabilità, degli Enti. sottoindicati : 1° - 1 castellani o torri-eri . 2° - .[ OircoJHlaI'i o Capitanati della Compagnie Gua,r da Oo:,;ta. 3° - I Mnggiori comandanti le coste. 4° - I Dist1·-etti o Munizi.onieri. 5° - La Direzio11e cl.' Artiglieria. 6° -- I Commis.sa1·i di guerra, subultel'n::.. 7° - Il Commisi-;al'iO <lenerale di Guerra. Una ·successiva « Istruzion:! per l'auuninistrazione del ma tel'iu.k d'artigliel'ia )), apprnn1,ta, nel 1832, dispo,se che la Dire zione del ma,teria.le risiedesse a LiYor110 e fosse affidata all'rifficia.le supPl·iore comm1<Ta n te il personale dell'Arma; da essa, dipendevano i tl'-e nflic-i fl i. Livorno, Orbetello e Portoferraio: e d~1, questi, alla, loro voJta, i munizionieri. Contemporanea.mente si sopprN,scrn gli A1·s(~1rnli d.i Portoferrai.o e Orbetel1o, corn~erva,ndo solamente quello cli.L ivorno, per il quale fn fissato un pia.no di lavori. · 1 do<·nrn<~nti. conservati nel R. Archh-io di Stat,o cli F iren:te ci danno infonnazioni particolareggia.te sul matel'iale per qua n to r ign;,trda i dati quantitativi, dliaralllente fissati in uno Stàto d )arm,am,cnto e npprovvigiona-1nento delie batte1·i e (U,, costa del Gnrn, D -u cato aWepoca (lel 1° gennaio 1816.
Riassurni11mo le notizie forniteci <la tttle «stato)) : I,-i1:or110. - ArmaYa 23 batterie, munite in complesso cli 40 cannoni d i bronzo e 12 cli ferro, con 246 n omini c1ipcnùenti cla l5 Castellani. Orbeteno. - ArroaYa 31 batterle, dèlle quali 4 all'Isola del Giglio, munite in complesso di 50 <:annoni di bronzo, 63 di ferro, 2 mortai, 2 petrieri, · 2 « obizzi >}, con i56 uomini , divisi fra J.8 Castellm1i.
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IBSIS'l'l•J'.'<ZA DI MA'l'IBBIALI AL
1819
SMito Rtefano . - Armava 15 batteri.e, munite in complesso di 7 carmo~i cli brom:o, 63 cli ferro, 3 mortai, ·con 174 uomini dipendenti da O Castellani. Po1'tofcwra·io. - Armava S batterie, munite in complesso di 3 cannoni di bror..zo, J.7 di ferro, 1 mortaio, c;on 72 uomini.
Oosicchè in totale l' .Artie0 ·lieria costit~ra del Granducato contava 100 cannoni di bronzo, 155 cli ferro, G morta.L 2 obizzi, con 1248 uomini. Altro documento di poco posteriore, pure conservato nell' Ar· chivio di Stato di Firenze, è uno Sta,to generale clei prfrwipo,7,i eftettj cl)art-i,qlieria. esistenti nelle via.z::;;e, forti, t orri" e batterie all'epoca del 1° ,gennaio 1819 ».
· Questo documento è costituito cl.a sei fa,S{;icoli : uno di riepilog,o per tutto il Grandncato e gli al.tri. rispettivamente per '.F irenze, Livorno, Piombtno, Orbetello e Portoferraio. Li riassumeremo assai brevemente. Il totale dell'armamento d'a.rtigli~ria del Granducato, contando insieme le bocche da fuoco in batteria e quella a terra, era costituito da: Cannoni d'assedio, piazza, e costa in bronzo Cannoni d'assedio, piazza, e costa i n ferro Obici Mortai ln bronzo Petrieri Caronate Cannoni cli bronzo da campagna Cannoni cli bronzo da montagm~ Obici da campagna ·
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18 44 7 9
4G 3 2
Inoltre vi era un certo numero di affusti cli ricambio, cassoni, vetture da campagna , e carreggio va.rio. Le munir,ioni erano costituite da gr~ncli. quantitù, di palle pi.ene cli. tutti i calibri, minor numero di palle vuote, · bombe orclirnu·i e, granate reali: p·olveri fine ,e ordinarie, salnitro e zolfo. l•~ interessante osservare come que,sti c,umo ui foss,ero clei più diversi calibri: solo fra quelli da campagna. vr ne er,rno (1i. sei calibri, mentre quelli d' assedio erano di circa 30 ti pi (1iffc~·enti., caratterizzati dalla lunghezza in calibri.. Dai. successivi fascicoli risulta che l't1rmamento di Fireni e . . era costituito da 4 cannoni. cl'a-ss.edio di. bronzo in batteria, ,e :.! -
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cannoni da campagna montati in magazzino, con un cassone; molto abbondanti ei-ano invece le munizioni_ La maggior pal'tc del rna,teriale era, nella piazza di Livorno e sue dipendenze; e qui troviamo un notevole aumento quanti tativo rispetLo a lle bocche d:1 fuoco registrate uelle tabelle del ] 816. Infatti, adesso, sono elencati 94 cuunoni d' assedio di bronzo, •b2 in ferro, 14 obizzi, 23 mortai, 3G cannolli <la campagna, 3 da · montagna e 2 obizzi campali. Troviamo poi 35 bocche da fuoco complessirn a Piombino, ehe nc'g-li specchi precedenti non 0 nominata. Varia.nti di non grande irnportanz1;1, si riscontrano a Orbetel1o, mentn• invece l'i-1nmcnto <~ enorme a Portoferraio; <love il totale delle bocche da fuoco, che abbiamo visto essere di 21 nel I 'lu, ascende ora a loG. Le tabelle rela,tlve al 1819 si limita1no pe'.r ò a,l pui:·o materiale e• non ci dieono se allo sviluppo di. ques to abbh1 corrisposto 1111 a,nHJogo aumento cli personale; si ha però ragi<me di ritenere che non vi sia stato allora un notevole ampliamento degli organici. Il mu.teria.lc, al.meno pe1· quanto 1·iguarda Firenze, scgnitò ad acc1·el:ice1·si; tanto che un Rescritto Sovr:ano clel 13 giugno lS2i dà , per Firenze, queste cifre : al Belvedere 4 cannoni da. sei, 2 cannoni da quattro, 1 obusiere su affusto ·d'assedio; alla fortezza di Basso 2 cannoni da nove, 4 cla sei, 1 obusiere. La preparazione dei quadri veniva curata; ed esisteva a Livorno, flu o dal 1817, una Scuola del Real Corpo d'Artiglieria, freque11t.1ta da ca.detti e cla basJi ufficiali, nella quale si svolgevano corsi della ùuratà di tre anni. Nel 1818 fu aggiimta a questa 1mil, Scuola, di Architettura Militare, i cui corsi compren devano varie materie ed avevano pure la durata ùi tre anni. Nel J824 mori Ferdinando III, lasciando lo Stato in buone condizioni e bene ordinato; egli non fn certo quello che può dirsi un Sovrano militare, ma anche l'Esercito venne da lui di· ligentemcnte curato . Gli succedette Leopoldo II, nomo mitissimo, di limitate vedute, completamente ignaro cli scienze militari: soUo di lui l'Esercito regredi progressivamente tanto· nel campo degli studi, quanto in quello delle discipline, cioè, in una parola, perdette man ma.no il suo spirito militare, e per- · ciò decadde rapidamente. -
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LA COSCHIZIONE MILl'l'ARE
Bisogna, però ricono~cere che uno clei pl'ovveclimenti presi da Leopoldo portò grande vantaggio all'Ese1·dto; e questo fu l'adozione del1a coscrizione militare fatta, per estrazione a sorte,
Fig. fil - Leopoldo 11, Grauduca di 'l'oscana , Principe costituzionale . (Civica raccolta delle stampe, Milano). (da St oria Riso1·gimento e Unità cl' ltaiia di O. Spellanzon - Edit. Rizzoli, Milano).
a seconda del numero di soldatf O{;eorrenti e della popolazione di ciascun paese. Il Giorgetti cita ad onore di quest<> Granduca l'istituzione -
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dei cadetti. « figli di uffizi.ali. o facoltosi cittadini, militanti come soldati. volontari a loro spese, o con sussidio dello Stato, nei vari corpi ·di truppa. Dispensati da bassi servizi, favoriti con disti:nzioni e privilegi, che in certo qual modo li tenevano sospesi. a mezz'a,ria ·tra uffizia,l i e solda,t i, costituivano collegio, essendo accaserma.ti .i n Fortezza da Basso, ed avevano . scuole, ret.tori., maestri ·e sorveglianti ,speciali. Gli uffi.7,iali provenienti da,i cadetti .dovevano oc:cnpare due terzi dei posti di sottot.erHmte disponibili, lasciando l'altro terzo ai sottu11ìziali; e formarono la pn,rte migliore, od almeno più colta, dell'uffizialità ». cc 11 conm di studi durava quattro anni. Il numero dei cadetti era cli ventisei, destinati diciotto aila. fanteria, cinque all'artiglieri.a, tre alla, c~.wall,erì.i,t )) . Abbia.mo però motivo di non ritenere esatte tali notizil\ giacchè e·s se contraddicono· quelle certamente autentiche dateci dal già citato documento conserva,tò all'Archivio 'di. Stato di Firenze, che parla gfa di cadetti p.el 1818, allor.chè il sottotènente Batacchi. presentò cc il progra,mma del corso cli architettura militare, che deve essere fre quentato da cadetti e sottufficiali gi.à allievi. deJb Scuola, del R. Corpo di. Artiglieria )>. Certo si è che la Scuola seguitò a sussistere Liv-0rno, duve furono pùbblicati numerosi volumi di cc Opere ,M ilitari)), disgraziatamente djsperse, che potrebbero testimoniare dell'attivit:1 di quel corso .di studi. Fra quelle di cui si ha sicura notizia possfamo cifare un T1·attato di pfroteonia militare) -comprendente tutti i ft1;ochi arti:fiziati da . guerra, ver,s ione italiana con ri<ln- . zione _di pesi ·e misure del t,enente l'<'erclinando Biondi-Perelli, incaricato della direzione degli studi dei R.R. ,Cadetti cl' Artiglieria iI1 'Toscana. Il volum~ fu. stampato a Livorno nel 1831, t il XII ;_aena Raocoita d)opere ad 'U,SO del le soiiole militari) ~ porta una, dedica al colonnello Gi.useppe Giannetti, comandante supe1'.iore e direttore della R.eale Artiglieria Toscana . A proposito di questa, Scuola, così si esprime il Corsi nel suo libro V e1_1,tioinq1,1,e anni in Italia, : cc In Toscana l'istituto dei cadetti, per eura del colonnello Giannetti cl' Artiglieria, uno degli ottimi ufficiali venuti dal servizio francese, era stato ordina.to in modo per nulla inferiore a,i migliori degli altri paesi. ecl a;ve-
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ARTIGLI!llltllll NELL0 PIAZZrn ID NIDl J?.RESÌDl
va dato assai buoni frutti e belle speranze; ma in seguito, sotto altri capi meno abili. e zelanti, .e ra venuto scadendo molto >>. Altre notizie del material.e di fortifi.ca,zione e armam c11 ti delle coste granducali si possono rinvenire con accur·ate ricerche fra i documenti d'archivio, dove troviamo, fra l'altro, un Rescritto Sovrano del 7 gennaio 183S, il quale stabilisce che le bo1'.· che da fuo co montate in batteria sulle diverse piazze forti e posti armati del Granducato si debbano ridurre da 324 a 2j3. Di un'epoca un poco più tarda, ma sempre compresa nel !'«'gno di Leopoldo II, si trova un Tmsimto dei rapport-i rirness'i al Su.premo Generale Comando dai cav. Alessandro Beohi Comandante d'Artiglieria in seguito d,elle visite biennali pa::;sate alle piazze del Granducato, compresa quella, del 1846. ~n questo rapporto si richiede urgentemente chè vengano meglio forti:6.cati Portoferraio e vari forti dei R.R. Presidi, anche per proteggere le artiglierie i vi esistenti, « d 1e nel loi-o cn111· plesso (cioè per le coste del Granducato e le piazze dei R.R. Presidi), arrivano a 3G7 bocche da fuoco dei più vari. calibri, c·11 n un munizion amento di proiettili vuoti e pieni N. 157.000, p nl vere circa libbre 200.000 >>. Il documento dimostra la necessità di restaurare e a,r ricchire di nuove costruzioni tutte le opere esistenti a Portoferraio, distruggendo q uelle di Longone, rnc•111 r" propone invece di ridurre gli armamenti di Livorno, rit< ·n 111 i eccessivi, sostituendo alla dotazione allora esistente di 136 bocche da fuoco, 100.000 libbre di polvere e 80.000 proiettili, qu~lla più limitata di 24 pezzi di grosso calibro, 50.00Q libbre di p 1,I vere e 40.000 proiettili. Probabilmente la sconcordanza fra le cifre del Rescritto e quelle del ,rapporto è dovuta al fu tto c-hc• in questo ultimo non sa.rà stata fatta distinzione fra bocche cla fuoco in cavakate <: quelle esistenti nei mag-azzini. Qualche dato relativo al personale, oltre che al nrntc>l'ialc•. si pnò ricavare da una tabella C'Orn:ervatfl nl R. Arrhivio cli Stu10 di Firenze, delia quale riportiamo qui un riassunto.
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TOSCANA
Repa1·to BattagUone d,' 1-l rti{Jlilwia 80 giugno 1847
$tato Maggiore e Minore 1° Uompagnia scelta
47
Truppa
•
3 3 3
. .
3
»
..• . .•
2° Compagnia scelta 10 Comp1ignia
2° Compagnia cli 3° Compagnia cli 4" Compagnia di 5° Compagnia di 6° Compagnia
UffociaJJ
centro centro centro centro
3
3 3 3
»
.
.
1.8 89 90
162 165 149 145 143 124
Materiale
Cauuoni Obusieri Caronate Mortai Petrieri
Rocche da fuoco da assedio :
..
424
17 10 44 5
500
Bocche cla fuoco da campagna:
Cannoni Obusieri
32 5
37
Come: si vede, paragonando questo specchio con quello già riportato relativo alla dotazjone di artiglierie del 1816, possiamo constatare che le varianti non sono grandi: si nota soltanto una notevole diminuzione nelle bocche da fuoco da campagna. Oltre n-reparto Battaglione d'Artiglieria,, vi era un .Battaglione di quattro compagnie di ciumonieri guarda-coste ·sedenta,r i del l 'isola d'Elba, che presidiavà le isole e che il Corsi, nel .suo citato libro, qua,lifrca « milizia più che mediocre >> . Press'apoco dell\], stessa epoca, cioè del 1.847, è un inventario dei principali effe·t ti ésistenti nc~lle piazze di Firenze : 10 cannoni d'assedio, 6 cannoni da battaglia e 4 obm,ieri. Ma il 1847 è anno troppo ricco cli avvenimenti politici e storici. perchè ci si possa più a lungo fermare sulle aride e fredde cifre offerteci dai quadri statistici; si manifestano sempre più schietti e vivaci quell'amore di libertà e quel sentimento cli -
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PROVVEDJMKN'.l'I SPECIALI NIDL
1847
italianità che porteranno a rinnovate manHesta.zioni di spirito militare, orma,i da ta,n ti anni sopito in. 'rosca.na.
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Fig. 52 - C-enerale Conte Luigi Serristori. (dagli Archivi della Nobilissima Famiglia Serrlstori in Firenze).
Già,, nell'autu11uo di. qu<~st'anno ahbiamo l'anticipa,t a annessione del Ducato di Lucca alla '1:oscana, ~1,vvenuta non in seguito ai motivi che doYevano detc~rmina,rla, ma. perchè Carlo Ludovico, Duca di Lucca, vi fu quasi costretto per sfuggire alla posizione. insostenibile nella qua1e lo avevano posto i Lucche!Si stessi. con le loro tumultuose rivolte. Con tale annessione furono incorpora.te nelle truppe del Granducato quelle lucchesi, cl'elle quali faceva.no p~rte due compagnie cannonieri già, addette al servizio di, un certo numero cli bocch-c cla, fuoco d'assedio. -
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TO SCANA
Int~nto gli eventi incalzavano; le costituzioni non sempre c-0ncesse spontaneamente e il crestente ma.I.umore v,erso l'Austria. eranò prodromi di avvenimenti che anche al Granduca di Toscana apparivano inevitabili, ·e che a.vr,ebbero fatalmente sfociato in una, guerra; egli cercò quindi di migliorare in fretta e furia le condizioni clell'Bsercito delle quali ben poc-o fin-0 allora, ,s i era curato, e per questo ,si valse del nuovo. Ministro delta Guerra Luigi Serristori, uomo veramente co·mpetente di cose militari. Per quanto riguarda l'Artiglieria, il Giorgetti ci dà le ,._;eguenti notizie : « Il 15 gennaio 1848 furono anco stabiliti formazi-0ne di compagnia del treno ed aumento di forza numerica delle compagnie sc<~lte d'artiglieria; e fu pur deliberato porre in completo assetto di guerra la batteria, di nuovo modello, costruita su disegni portati da Napoli pochi anni prima, e tenuta a Livo1•no, in ottimo stato di servizio, con sei cannoni cli bronzo òa sei libbre, due obici da ventiquattro, otto cassoni e rispettivi avantraini. E poichè esistevano pure due batterie di vecchio modello, sistema, Gri.beauval, composte ciascuna di sei 'cannoni, . altrettanti cassoni, relativi avantraini, e fucina, v,cniva progettato ordinamento di altre batterie campali cli quattro cannoni da ,sei; a,d ognìma delle quali sarebbero stati aggiunti due obici, e relative ·vetture accessorie. Stava pure negli arsenali una .sezione di due obìci da montagna, con sedici cassette da soma per mm1izioni di quelle bocche· da fuoco, due per utensili, due per fucina, due per munìzioni da fanteria. A questa sezione, posta in buono stato di servizio, pel caso di difesa da fare sull' Ap· pennino, furono a<!,detti diciannove cannonieri, dieci conducrnti e quindici muli; ma non fu poi condotta in campa,gna, trattandosi di guerra da combatt,ersi in aperta pianura>>. Nella medesima data il Granduca, emanò il segu,ente ordine, oggi. esistente alF Archivio di Stato di Firenze : 1° - che con ie artiglierie da campagÌ1a montate negli arsenali. di Firem;e e di Livorno vengano formate quattro Batterie, composte ciasemia .di sei pezzi e possibilmente di quattro cannoni e due obusieri., completando subito il materiale delle batterie di nuovo modello ; . 2° - che sia pure completato il corredo pei due ohusiel'i da montagna. -
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TOSCANA • PROVVEOIMFJN'l'l 011lL
1848
Seguono· provvedimenti per ba rdat ure, traini, quadri, modifìçazi-Oni di organico, per cui gli effettivi cli ciascuna delle compagnie scelte sono p'o rtate a 100 teste, oltre a,gli artifizieri ed operai. Si a vverte infine che « l'uniforme per il suddetto' treno d'artiglieria sarà determinato in seguito)). Il generale Ulisse D'Arco Ferrari, comandante delle truppe, proponeva inoltre, secondo quanto scrive Il Giorgetti, che « le due compagnie scelte d'artiglieria da campo e da fortezza fossero portate a quattro, forte di cento uomini ciascuna, formanti battaglione, qualora v,enisse effettuato il rafforzamento allora studfato delle secolari fortificazioni di Portoferraio, al cui armamento erano destinati centoventi pemi d'artiglieria. Di tali c·ompagnie una avrebbe dovuto stare ::i, Firenze; una a Portoferraio; due sarebbero state, a Livorno)). Gosi si iniziarono i progetti e i prepa,rativi che dovevano poi condurre alle gloriose pagine scritte dall'Artiglieria toscana sui campi di battaglia.
Papr~ Pio VII, appena ritomato a Roma, dopo la prigionia jn cui l'aveva tenuto Napoleone, subito pensò alla riorganizzazione dell'Esercito pontificio. Per quanto concerne il Corp-0 d' .Artiglieria, già ne esisteva, un piccolo nucleo, composto per la ma,ggior parte da, elementi che avevano servito, in precedenza, nell'Artiglieria pontificia, " durante l'occupa,zione fra,n cese avevano milita,to nel Battaglione dei veterani roma,ni gua,rdacoste, nell'Artiglieria fran cese, in quella del Regno italico e, verso la fine, anche nell' Artiglieria napoletana,. A tutto dicembre del' 1814, gli artiglieri era-no 205; poi, i04 alla :fine dell'anno dopo; 670 al 31 ,dicembre clel 1816, e un nnrnero sempre crescente negli anni sue-cessivi. Il nuovo Corpo cl' Artiglieria. fu affidato alla c111·e di Carlo Lopez, il quale - già capitano di 2• classe dell'Artiglieria pon tificia,, nel 1802 - fn richiamato il 1~ maggio del 1814 con la qualifica di capitano di 1" classe, ma subito dopo, il 28 del mese di agosto successivo, venne promosso capo-battag·lione. -
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ROll!A
Degli ufficiali riai:;sunti, sia, all'inizio, sia durante il periodo di assest.uueuto, dura,to tre .o quattro anni, quelli che già aveva no fatto parte clell' Artiglieria dello Stato della Chiesa p_drna dell'occupazione napoleoni.ca, furo no i seguenti : Alclerano Porti, _che fo promosso capitano di 1• classe H 1° luglio 1816; Giuseppe Vasclli e Cado Stewart, promossi entrmnbi. Gapita11i di 3" classe, il primo i.n clata !) luglio 1815, il seç:.onclo il G novembre dello stesso anno; Nicola Faà Silvestri, richiamato in servi½io il 6 settembre 1814 c61 grado cli sot totenente; Carlo Bini, richiamato col. grado di sottotenente il 12 1i1aggio 1814; Nicola Corvi e Giovanni Battista Alciati, promossi e1i trambi. sottotenenti. il 3 settembre 1814; F ilippo Michela,ngeli, riammesso col grado di sott~tene11te, il 6 novembre 1815 . (aveva partecipato con l'Artiglieria del Regno Italico alla cam pagna del 1809 in Germania e alla spedizione nel Tirolo deUo stesso a,nno, rimanendo infine prigi,oniero nella successiva campagna in Germa,nia del 1813) ; Andrea ìVIigliorini, a cui fu conferito il grado cli. sottotenente aiutante maggiore il 16 .novem bre 1815 (aveva fatto le campagne cl.ell'anno VII contro il Regno cli Na,poli, clell'nrmo VIII in Italia, <lell'anno IX in 'Io&rnna,, del 180fJ in Germania, ed infine del 1813 in Prussia, rinu1inendo ferito, <~ guadagnandosi la nomina a cavahere· clellà cor,ona ferrea) : V,e nanzio Sa,vinL richiarn.a to <·o] g-racl,o di i-otto tenente il 5 febbraio 181G (nèl 1808 era stato incorpora,to nelle trnppe franee~::i e avc~va prestato servizio nel Regno i.talico come tenente di 2" classe nel reggimento di artiglieria, a piedi); Gaetano Busi, tenente il 15 settembre 1817 (aveva fatto la campa gna del l798 in Ferrara, del 1800 in Toscana, del 180G nel Regno di Napoli e~ t utte le campagne di Corfù) ; Luigi Ossorio, l)l'Omosso sottotencute il 1° luglio J8l6; Serafino Deriset.1 richia mato i.l 1° lugli-o 1816 come sottotenente (av{wa militato nell' A.t·· t.iglieria del Regno Italico); F.'rancesco Bruno Giuliani, che il 1° ottobre 1814: fu promosso aiutante sott'uffidale ed i.l 10 agosto 1816 elevato a sottotenente, con l'anzianità dalla data cl.ella riassunzione; P aolo Fatali, · ri.chia,mat<? come' rednce e promosso sottotenente il i 0 di.cembre del 1816; Lnca, Cia.pparoni., che fu promosso sottotenente munizioniere il 1° g·ennaio 1817; Giuseppe Ambrosi, richiamato come reduce col grado cli sottotenente -
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U~'FICI ALI DELL' ARTIGLlI•:RÌA •
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il 14 gennajo 1.81.7 (aveva, servito precedentemente nella. còmpagnia dei guardacoste); Gion1,nni Majolini, riapimesso il 28 agosto del 181~. e promosso .sottotenente il 15 settembre 1817 (era stat o iucorp<H'ato nell' .ArtiglierhL del Regno Italico il 21 ;:1,gosto 18087 aveva combattuto le campagne di Spag·na dal 1808 al 1813, riportando una, ferita per mi colpo di fucile nell'assalto
Fig. 53 . L'Avangnardia del generalé Sercognani, as_salita Rietì l'S marzo 1831, dina nzi alla resistenza dei cittadini, e per il sopraggiungere di un violento temporale, è indott:i alla ritirata. (Museo R isor gimento, Roma). (da Storia Risorgimento e Unitd d' Italia
cli C.
Spellanzon - Edit. Rizzali. Milano).
di. 'l'arragona il 20 giugno 1811, e il 6 agosto 1811 era stato decorato cl.ella corona di ferro ; cadde prigioniero il 20 ottobre del 1812 ; congedato dal.la Reggenza di Milano il 10 ago::;to 1814, passò al servizio del Regno delle Due Sicilie, ebbe la nomina a, sottotenente, si buscò un colpo di mitragliu il 12 mag· gio 1815 nel Napoletano ; venne congedato FS a,g·osto dello stesHo anno) ; Filippo Foschi., promosso sottotenente il 15 settembre ] 817; Luigi Giuliani, riammesso il 24 dicembre 1814, e nomi ·
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ROMA
nato chirm·g·O di battaglione; Filippo Eutizi, che veniva dall,1 fanteria di linea e fu ammesso nell'Artiglieria, il J 2 maggio 1814, ottenendo il grado di sottotenente il l" luglio 1818 ; Nicola Malusardi, sergente il 9 settembre, promosso sottotenente il J" maggio 1819. Bcco ora l'elenco degli ufficiali ammessi ex novo nell' Artiglieria pontificia dopo la restaurazione papale: Pallotta Gaetano, tenente di prima classe, assunto il 2 dicembre 1816 (aveva servito precedentemente nell'Artiglieria de] Regno Italico combattendo nella campagna di R ussia, indi, dal l " maggio 1815, nel 4° reggimento di Artiglieria austriaca); In nocenzo .Mecheli, assunto il 21 ottobre 1814 e promosso s9ttotenente il 1° novembre 1815; Ferdinando ·Rabbù, il 2 luglio 1816 assunto come . sottotenente; Andrea Giobbe, in servizio dal 1° novembre 1814 e promosso sottotenente munizioniere il 1° luglio 181G; Carlo Lodi, ammesso il 1° luglio 1816 come sottotenente (proveniva dall'Artiglieria del Regno Italico ed ave.va preso pa,rte a,lle campagne del 1810, 1811 e 1812 nell' isola di Corfù); Luigi Lop_ez, ammesso il 21 ottobre 1814. e promosso sottotenente il l° di.cembre 1816; Carlo Galassi, ammesso il 5 dicembre 1815 e promosso sottotenente il 2 aprile 1817 ; Filippo Lopez, ammesso il 18 ottobre 1815 e promosso ,sot totenente il 15 settembre 18i'7; Alessandro Gariboldi, ammes$o il 16 aprile 1816 e promosso sottotenente iI 15 settembre 1817 ; Giulio Especo, ammesso il 30 agosto 181G e promosso sottotenente il 15 ,s ettembre'1817; Paoìo ì\fazzocchi, ammesso il 7 settembrè 1816 e pr{>mosso sott otenente il 15 sette.mbr,e 1817; Luigi Schiatti, ammesso il 30 settembre 1816 e pr-omosso sottotenente il 15 settembre 1817 ; Angelo Groppelli, entrato al servizio pontincio il 1° agosto 1815 e promosso sottotenente il 15 set-tempre 1815; Giovfmni Baldantoni., nominato sottotenente munizioniere il 16 giugno 1818; Antonio :Baldantoni, tenente ispettore provvisorio délle armi nel ~ territorio; Agostino V.allati, tenente di 2a classe d'abbigliamento. Questi altri ufilcia,l i, provenienti dal discolto Corpo del Genio, pass11rono in Artiglieria il 1° marzo 1822: . Capitano Giuseppe Taddalini; tenente di l" classe Mario Rust ; tenente di l" clu,sse Giuseppe Bu,rluzzi ; i sottotenenti Antonio Oasta,gnola, · Romualdo P aticchi, Angelo Mezzetti, Luigi -
216-
VICENDE DEI llfA'l'lllRIALI D' Ait'1'1GLÌIDRiA NEL
1814-15
Boldl'ini, Enrico Bracci ed i cadetti Antonio Landini, Giovanni l\fattei, T-0mmaso Biagi. Infine furono am.messi, diretta,mente in Artiglieria, come cadetti, e ppi promossi ufficiali i seguenti : Giovanni Zenditti, ammesso il 1° ottobre 1818 e promosso sottotenente il 1° gennaio 1819; Giuseppe Pannini, ammesf)o il 9 ottobre 1814 e promosso sottotenente onorario il 1° gennaio 1823; Carlo Busi, ammesso il 3 agosto 1817 e promosso sottotenente onorario il 1° gennaio 1823; Mariano Giorgini, ammesso il 22 novembr,e 1817 e promosso sottotenente onorario il .1° gennaio 1823; Alessandro Calandrelli, ammesso il 4 febbraio 1818 e pr-omosso ,s ottotenente onorario il 1° ·o ttobre 1824; Vincenz.o Lopez, promosso l° tenente onorario il 20 febbraio 1824. ' -
*** Il capitano comandante del Genio, Pfornicoli, di concerto col C{)mai1do di Artiglieria, compilò lo stato degli oggetti d' Artiglieria, che dal Governo pontificio erano stati consegnati alle truppe francesi e da queste alle truppe napolt~tane. I ntanto il 13 giugno 1814 il brigadiere Bracci comunicava al cardinale Pacca che i Francesi non solamente avevano dato in consegna ai Napoletani i 154 per.lzi di bronzo ricevuti dal Governo pontificio, ma avevano a,ncora lasciati 16 pezzi che andavano classilicati fra le artiglierie da campagna. Senonchè t utte que~te bocche da fuoco; con abbondanti quantità di fueili ed armi da taglio, erano ,s tati a~portati dai Napoletani, i. quali non consegnarono che 145 fucili, parte a Roma e parte a Civitavecchia. Un anno dopo la, vertenza non era ancora, risolta, tanto che il Commissario Gener8,le delle Armi, Stanislao Sanseverino, .compilò una apposita tabella che fece t enere al Segretario di Stato Cardina;le Oonsalvi, in data 21 agosto 1815. Sin dal ripristinamento del Governo pontificio si era sentito il bisogno di artiglierie per difendere le coste da,i tentativi di ~accheggio dei pirati tunisini ed algerini, che facevano frequenti scorribande nel Mediterraneo. In effetti, il 3 ottobre 1814, il Commissario Generale Provviso_rio delle Ar.mi, in risposta ad -
217 -
1815 · 1848 ___.:
ROMA
on biglietto del cardinale P a<::ca che lo invitava a muniL'c di cannoni le toni del litorale, comunicava che le bocche da fuoco dovevano essere tratte da Civitavecchia, dove ce n'era un certo nume1·-0 di disponibili; manca,vano pe1·ò gli affusti oc:corren ti, gli · attrezzi necessari alle manovre, e le munizioni. Assicurava, U Oomwissario che si sarebbe provveduto ad ogni cosa , ma :1vYertenùo one&tamente che ci. sarebbe voluto non poc:o tempo, poi.chè lo stato delle toni el'a <:O,sì deplorevole ùu non co1tsentil:'e di situarvi ùei cannoni in ba tteria. ~el febbJ'aio dell' anno seguente ancora non era stata, fatb1 gran cosa, in quanto il 13 di quel mese il console pontificio di Li vorno facevll rilevare alla S,wra Consnlta la necessità, tli pol'l'e in ista to di buona clifesa e di custodire le tol'l'i del litorale dello Stato pon tifiC'io, per non essere ,espo:-.ti agli t1Uacchi. dei pirati, ehe i-;i andavano prepanrnclo pcl' una c·t·ociera uel Mediterraneo. Interessato il Commissai·io delle Armi, questi , i11 data 2p feùlm1.io 1813, avver tiva che fin dal momento i11 cui si m.·:1, stabilito di orga11izzar e ln· cli.fesa del litorale, a molte cose si em p1·on'<'<l n to : el'ano sta te rimcs:-;e a posto le artiglierie nella piar,na di Oivit,..tvecchi,t (e al fron te a mare, già mu11ilo dell e coni::,poncleu ti battel'ic, non mancava, che il eompletamento di alcrnli ~1ftusti di cannoui ); si ei·ano -Hncora traspot tati ùei pezzi nei forti di Palo, Santa, Severa e Santa Marinella e f<i eran<J disimpegna.te i.e bocche cb fooco inchiodate in Torre F lavia. ]J Commissal'io prometteva che si sa1·ebbero muniti altri punti. man mano ('he se ne foss·e sentito il bisogno. Si demolivano intanto le r ovine della torre di Corneto, per riedificai-ne u11a n uova; si completavano le fo r tificazioni di P oi-to d'Anzio, in cui subito si Ri~r ebbc>ro po&late le artiglierie; i.nfi11e nelle torri del litorale òi levante si era.no ripristinate le g-mll'n igioni. P er Ancona, il G a,prile 1816, la Oongreg,rnione milita.re comun kava, al Cardinale Segreta,rio di Stato cJ1 e la Commi.ssiom~ -- formata, da parte pontificia, dal capitano Giuseppe Vaselli , cl'..,-\1·liglieria. <' dall' ufficiale Angelo )lanzi, del Genio, e, da parte a,nstri:;i,ca, dal generale Benezui- - aveva stabilito, il 30 marzo, che per armare le antiche fortificazioni della piazza ed il pol'to occorrevano l09 pezzi di grosso calibro e 35 di piccolo -
218 -
Flg. !H - ~Il è J)ÌSO<llo (lei fat t o (da Stòrfrr
d''1l'Ul i
di Hillli ni (25
!11:ll'ZO
1831).
(Museo assonrim.ento. Modena). R1sorotmento e Unità cL'JtaUa di C. Spellan7...on - Edlt. R t7,,zoli, Mllano).
:!19 -
J 815 - 1848 -
ROMA
cn,libro, oltl'e a 12 mol'tai da bomba : in tutto 156 pezzi. Essendosene ricevu ti i2 al tempo delle cessione, ne mancavano 134. La ~tessa Uorumissione poi deterwi.nò il numero delle bocche <la fuoco per armare le opere esteriori, che calcolò in 22 cannoni cli . grosso calibro, 14 cannoni di piccolo calibro e 4 mo1-tai. Il 5 ottobre il capitano Vincenw Nicodeme, dell'imperiale rPgia Artiglieria austriaca, sbarcò ad Ancona col primo tra- · · sporto cli bocche da fuoco - 38 pezzi di bronzo - mentre veniva preannunziato l'invio di 53 pezzi di ferro, che infatti arrivarono in seguito, con due distinti trasporti. Gomplessivamente quindi aal Governo i1ustriaco, per l'arnÌamento cli Arwonai, furono inviate d:1 Venezia 91 boechè da fuoco; il processo verbale detl:1 consegna - firmato, da parte pontificia, dal capitano Nicola Silvestri Faà, che aveva sostituito il Vaselli - porta la data del 27 marzo 18'17. L'organico del Corpo dell'Artiglieria, dalle tabelle amminist.1·ative del 10 settembre 1817, risultava cosi composto : FORZA AL COMPLETO INDICAZIONE DET GJ{AD1
U!ticiuli
Capo battaglione Capitano Quartier Maatro Sottotenente Quartier Mastro 'l'enente Aiutante Maggiore '.l'enente Guarda ìVlagaz7.e110 Sottotenente Guarda M:agazzeno Chirurgo aiutante maggiore Ouppelluno . Capitano di l" classe Capitano di 2a » Capitano di 8" » 'l'cnenti Sottotenenti
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 5 7
14
Dtt
-
ri11ortaro
220 -
36
Truppn
ORUINAME);TO OELL' AH'.l'IGLIEIUA NEL
13] 7
FORZA A 1, CO:UPl,F.'1'0 JNDICAZIOKE DEI GRAD I
Ufficia.li
Riporto
36
Aiutante sott'ufilcinle Sergente Maggi_ore Guarda Magazzeno Caporali fochisti Coporale tamburo Operai Se1·genti maggiori Sergenti Forieri Caporali del centro Vice caporali ùel centro Tamburi del cent1·0 Cadetti del centro Figli di truppa del centro Cannonieri del centro Caporali della scelta Vite capomli della scelta •.ramburi della scelta Cad..:tti clella scel ta Figli di truppa della scelta Cannonieri scelti Totali
Trnppn
1 1 2
1
a 7
2t 7
4B
48 18 12 12 (i-48
8 8 H
2 2
108 36
960
Poichè la spesa annua per l'Esercito eccedeva le dif,ponìbilità dell'Eral'io, sul principio del 1822 si _pensò ad un a 1' 1fo l'llia <> ad una nuova organizzazione. Il 1° marzo 1822, fu pubh l eat.o il piano concernente solo le truppe di linea, il quale sta biliv,t per la Fanteria, Cavalleria ed Artiglieria 9 mila uomini, e~du~i i« figli di t ruppa»; il soldo veniva accresciu to per taluni g-1·aùi e diminuito per alcuni altri. Il Corpo d'Artiglieria fu composto come dal seguente quadro:
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J 81.5 · ] 848 -
H0)1A
=.;.;..========-=---== F Ol!ZA Al. COMl'LETO l :-1D ICAZIONE D E I OUA D1
~l Tenente colonnello
1
Maggiore Capitano a iu tnnte maggiore
.1
I
.1
T enente Qual'tier i\instro
1
Sottotenente d "abbigliamento
1 1
Ulll<:inle tli Snnil11 Capitani <li 1• cla:::se Cupita ni di 2" Capitani d i 3•
'l'1·nppa
Uffhriali
))
2
>>
:1
o
T enenti oi l" classe
12
» Aiutan te sollutriciulc Caporale t a mburo Artefice in ca po Oper ai Sergent i maggiori Sergenti F orieri Ca µvralì Vice cuporali Tamburi Cannonieri d i l" classe Cannonieri di 2a. » '.renen ll al seguito d i l " classe T enen t.i a l scg-uito <li 2a. » Sottoten enti onorari Figli òi truJ)pa Cadetti a soldo intero Oaclett! n mezzo soldo
t 1 1 B
l
n :H (j
l
4H
I
12 :27(5
+8
:276
1 7
I
(j
1:2 :2 4
1- - - - - - - - - - - Totale
-
222 -
7:20
ltIJ!'ORMID DEL
1825
I n soista1rna H piano del 1° mai1·zo del 1 ' 22, per qnanto si r iferiRCe al Corpo cl' Artiglieria, aum.c11tava il numero degli ufficiali e riduceva sensibilmente quello c.lcgU uomin i di truppa,. La spcRa Rnnua però non climin nl chè, mentre prima si spendevano scudi 46.92.3,11,1/3, col 11uovo or dinamento tale cifra san a scodi M.59 ,67. Nel 1823 la spesa per il rnanwnimento di tutte le milizie dello Stato della Chiesa ascese acl annui clucati 1.242.259·, somma abbastc;1nza rilernme pn le finanzr pontificie : co~icchè l'apa Lrone XII, elevato in quell'anno al pontificato, preoccupandosi <li ntigliora,r e l' amrnini~trazione ec:onomica dello Sta,to , specialmente riguardo alle truppe, con biglietto deUa Segreteria dello Stato del :29 settembre 1824 nomi11an1. un' apposita connnissionc, composta clul prelato Nicola Maria Nicolai chierico cli camera, del marchese Ca.iilo Giberti l\fa tti:oli e dal cav. Angelo Ga,l li computista. Codesta commissione chiuse i suoi lavori, H 10 aprile 1825, con una rela?:ione sulla riforma della truppa pontifi.cia 1 proponen do clte il Corpo cl' .Artiglieria fo sse formato da, un battagli·one di sei compagnie, complcssiva,mente 607 uomini e 12 figli di truppa, che ~1vrcbbero importa ta una spesa annua di seucli 41.027,55 .
L'organico del Corpo avrebbe dovuto essere ·cosi composto:
S'l'A'.l'O MAGG10RE
Tenent·e colonnello
1
Maggiore
. . . .
1
Capi.tnno aiutante maggiore .
1
'.l'enente Cc2uartier Mastro
1
Chirurgo
1
Aiutante sottufficiale .
1
Capo1:nle ta mburo . .
1
-
223 -
1815 - 1848 -
ROMA
Ciascuna compagnia andava così formata: FORZA AL COMPLETO 1N01CAZI0JSF. DEI GRADI
UWciali
Capitano
1
'reneute
1
Sottotenenti
2
Truppa
Sergente Maggiore
1
Sergenti
2
Caporali
6
Cadetto
1
Tamburi
'2
Cannonieri
84
- - -Totàle
4
96
Come &i vede, secondo la proposta della CommiRsione, l'ufficiale più elevato in grado, comandante del Corpo, doveva, come per il passato, essere un tenente colonnello, ruentre un nll:l~gfore avrebbe <lovuto presiedere al materiale dell'Arma. Alla stessa azienda del materiale sarebbel'o stati cleRtinati sei ufficiali, uno per compagnia, che, indipendentemente dal comando ciel battagl10ne, dovevano essere addetti a quest'unico ra mo del servizio, scHzu ces$a-r e di far parte ~el Corpo e conservando il diritto agli avanzamenti in corrispondenza dell'anzianità. Per il sl:'rdzi.o delle artiglierie, il personale del Corpo avrebbe dovuto es:-:ere così ripartito nelle varie piazze: A Roma, 'rorri di JJ'iumicino, Paterno e S. Michele, com1,reso lo Stato Maggiore del battaglione in noma uomini 147 A Civitacastellana . . . . . . » 10 A Perugia .. .. .. . » 10 )) A Civitavecchia e Torri annesse 180
-
224- -
ltl.l'AR'.rIZlONEJ OIDL rIDitSOK'ALEJ
A.cl Anr.io . A Ten a <:iua Ad Aucoua A P esaro A Senigallia
o' ARTIGLIEHiA uomini )) )) )) ))
120
GO 110 10 10
Totale uomini 607
Questo spezzettamento del Corpo in tanti mimiscoli nuclei certamente non poteva non nuocere all'omogenea istrnzione degli uomini e all'efficienza dei reparti mobili ; ma bisogna tener pl'esente che gli scopi affidati. all'Esercito erano sopratutto quelli di mantr11 c·1·t~ l'ordine interno e cli protcgµ:cre le t;o~te da .p,·e11t uali incnl'sioni piratese;he, mentre non era quasi c·ontemplat,1, la possibilit,ì, di una, v<'ra e prop1·ia guena : per la, inviolabilità del proprio territorio, lo Stato della Chie!:'-fL si afficla,vu, assai più alla forza morale e spfrituale del Papato, <'he non a quella, problematica, delle sue armi. rer ciò che si riferisce aJ ma,teria,l e, era prescritto di farne ei;;atto inventario e di aflidarlo in consegna al Oo1~po e particolnmente a quelle compagnie che occupavano i po,sti suindicati. L'acquisto del nuovo materia le come l'alienazione di quello fuol'i uso veniva deciso dal Consiglio, su proposta del maggiore incaricato. Il comandante cl.el corpo, Carlo Lopez, che da lungo tempo per i buoni servizi resi era stato elevato al grado di colonnello onorario, ne tenne il comando fino al 1827 ; poi si ~l lonta,nò per 'rag.ioni di salnte e fu temporaneam.ente sostituito dal conte Al· deran-0 Porti. questi, il 17 aprile 1831, veniva nominato giudice alla Commissione Militare e successivamente, nel 1832, lasciava. il comando del Corpo, che veni.va assunto da.I maggi.ore ·cn;rlo Stewart.
Per i moti. del 1831, insieme con la colonna comandata dal generale Resta, inviata al Oorese per impedire l'ava.nzata dei ribelli, fu mobilitata una batteria, di artiglieria da campagna di fi pezzi, alle dipendenze del capitano Micllelangeli e del tenente de Silvestri. 15
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225 -
1 15 - J 4.8 -
liO.il.-\
GH uffi ciali, d1P era n o seur..r eavalli, 11c fece1·0 1·it hies la: e la Presidell½a . delle .A 1·mi interpellò il Co mando clt>l Uorpo :-e bisognasse o meno eone.eder e .il fora,ggio. (~ue i:,to p artieolarc ba(;ta, ùa solo, a dimostrare c:he l'A1·tigliei·ia - come, del r esto, tutti i repa1-ti anuati - con ti11uava a cozzar e contro le sc:t.rse risorse dcli' E1·ario p o1~t.ificio. Aù ogui mo(ln , uel 1831 , sei c:a,nuoni eia carupagna vennel'o a<.;qni -Lati ,L '~ o , si .tumt>nl~t.r-0110 Je milizie e si. p ensò sel'ia-
m.ente ad nl lestfrc <lei Yeti 1·(·1x1r ti <la c,unpagna . L'-~tHglieria ~i co.wpose di. uno stato maggiore cli 23 individui, di otto compagnie di tannonicl"i, fo1-te ciascuna di. 110 uom ini, e di una com pa.g11fa, e.le] treno cli SO nomini e 124 cavalli, (di cui 108 da, tiro e 1G da sella) destinata n se1·vire la l" e la 2" baLteria da campagna- sttl piede di gnerra. Oomancla.nte superiore ei-a an<.;01·a un tenente colonnello, coadiuYato da 1111 mag~i o1·c addetto al malcl"iale. L e due batte1·ie da. n uupagTia, :w t ehhei-o· t1uvnto ei,:;ser,e utmate ciasc:mrn di :-ei cannoni da 9 (rrrisma it.1liana} e di ùue
obici, con oU.o cas:,;oni c<l nna foi-gia. Senon ch è, il (i marzo ]8;.:J:~, il Cornmissal'i o sti-aordinario dèlle J.eg<1zionj, a,ll.lmaci,;lrato <lai moLi l'ivoluzionari clcl J 31, f..c·rivcva, da Bologita a] Uardi nalc Heg1·e\,al'io ill Romn, fiw<.. 11· dogli p1·esentc le necessità cli aumentare in qnclla p1·o·dncia il distacea,mcHLo ùi Artig.Liel'ia ed jnviando due di.ver si progetti, compi la ti da m1 competente. pe1· l'organizzazione delle batte1·i c da campagrnt, ,unuate con 8 boeehe du fuoco . La Segi-eteria <li Stato girò lfL proposta ,d ia l'tesiclenz::t <1elle Armi; 111a q nesta, in data 12 a,ptile 1 3:J, l'i.·posc molto spie.e ia ti.va,mentc· ehe ht sc;,n·sezz,1' èli materia.le e cli personale 110n permetteva di realizzare i pi-ogetti esaminati. La P l'e. idcnza. qna,si g iustific:an : il rifint.o, enumerava le R<·m·Ri1s~ìmc bocche d;i fuorn di:-pouibili, nudic-i <·,11111oni da e,rn1pagn,1 da (i lil,bl'e (mism·n, francese), sei ohid da~- 7. :! ( nJt o c!Pi qua li pPL·ò :-i. t1·ova ,;a-- n el fa p1azz,L cl i Ancona <>cl e1·a, iu poto1·e cl ellp t1·nppe francesi) e quattro cannoni da 4, di cui d11<> si tronwnno 1wlla pia½½il cli Ci vitaYeC·chia e gli. itlt.ri !l 11 e cra:no rirna·Rti in Aneow1. Oou tale numero di bocche da fuoeo mobi li si potc,·ano armare due ba Lteri.e, ciascuna. cli sci pez,d, cioè di 4 cannoni e 2 obici. 1
per
-
22G -
01SL0CA%10~E D I AH'l' IGT, lF.lH F: Ol .-\H'l'l GL Lli:IUE
:Pegg-io poi stavano le cose riguardo :il personale, perchè es il C01>po <.l'Artiglieria forte cli otto compagnie, q ua,ttl'o di <:~,_e ernno scaglionate lu11go il JiLorale. meditenaneo, c:omprese Chitan~vchia ed Anzio; la 5a pte.-:tava servizio i11 R oma,, al fotte S . Angelo, e somministrava pieco1i tlistaccamenti alJe fo rtezze cli Ci,itaca. tella1m, Spol<>to, Perngia · la (i• .·eniYa in Anc-ona e d:1,a di~tac·t,1111en ti alle Iortez7,e tli Fano, Pesaro, Senig-:111:in 1· R. Leo: per il F-er vizio <li ca1npn g n:1 iion l'hnanevan () 1l1111t)lll' eh<· le t1ltiuw dut>, 10 q uali. esse1Hlo . c:orne le altro sei p1·eced enti, forti di 110 te.te, non poteYaJlo :,;enirc ciasnrna d1~ una. lmttnia di 0 p e1,zi. La stessa necessità anelava messa i n relazione an cbe con re~igno r epa1to dd treno. Essendo poi !=;tabilito c he le due bat te1·ie <ln, campag11a st dovevano di\'icle1·c in quaU1·0 mezze batfol'ir - cli cui trP fo1;nite cli ca vnlli. ed nna senza - risult::i.va, in ~ostanza, e-be ,·cniYauo ad PSRCtt> disponi bili t1·e rne7,7,e ba l terie . J,'1·en1ess<' quei-t e 1·onsid<·1·.1zi011i, la PresiclPll1/.fl delle> A1·mi. proponeva la forma1.ione cli 1lne battcl'i.e cfa ca mpn gna, composte di (i hocclte <la fuoco, ;1 tenore dell't>ffettirn csisten tr. sul q11.ile er,L J 1(-'Cessario bai::;a.nd, e c ioè : s1•11clo
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ROMA
Uit·ca l.,1.c dislocazione dei suddetti 1·eparli, la Presidenza del le Armi osservava : ...._________ « Le posizi:oni, poi, delle mezze batterie si sono tìssate nei Lnoghi n ei qu,11i si è creduto più utile e 1·cg0Jure, giatcbè si l~ sostituita la ciLtà cli Senigallia a qudle di i\fac:c>rnta ed Osimo, che pe1· la Lol'o nbÌ<'azione non presentano luoghi piani pcJ l'-erYizio stabile della Hnttcl'ia da campagna. Ohe se la cittù, cli Ancona sarà riconsegnat,t al G,overno Pontificio, la detta mezza B atteria yj potr~ passan.' come P iazza più centrale e forte. Ohe se fosse pen nesf>o aUa l'residern~a d<>lle Armi di esterna r e sull'oggetto il ·prOJ)l'ÌO pn.rel'c, 11011 potl·ebbe omettere d i rile · vare che fa. divisione in mezze baUerie. consigliata dalla man canza dei mezzi, m-reca sommo da,n no al scrvi1,io, a lla i.struzio · ne, alla- di:-wiplim1, e(l al.la, urn111il1ist razionP. P oidtè più è fra · zionata la trnppa, tan to meno Yi può invigilarr il Comandant<> e più faci lmen te s'introducon o abnsi e diso1~clin i. Oltrechè con la precletfa dfraruazio11e si pe1·de per 1a maggiol' par te il quasi prodigioso effetto (? !) r.he produce la 1·iunione cli nna massa, cli fu oco deriva,nte da, 6 bocche >>· Infi.Jw conc biucJ.ent che le circostanze clel momento mos tra n1110 la n ecessità di cinque kLttede da campagna complete, da t,cnersi. rispettivamente in Bologna, nelle Romagne e nelle March e, 1wll'Umbr·ia ed in Roma, cosa che esigeva la ùisponibilità di 20 cannoni <la G libb1·e (francesi) e 10 obièi <.la, G, 7, 2. Dato lo sca1·so materiale dLsponibile. la 11i.aggior parte in cattivo s t ~ ne derivavi\ la neces~ità, _di ayquistare dagli a1·scn ali di Tol'inò H canno~i e 7 obicL..,. , Kon se ne fece nulla; pur tuttavia il problema di un'Artiglieria da campagna e1·a cosi impor tante che fu decisa, nello stesso anno, l 'orga nizzazione di una batteria d'artiglieria da, campagna, da aggiungere alla bl'igata estel'a in servizio presso ls Santa. Srde. Il l'elat iv,o progetto, pte,sentat.o il 24 ottobl'e del 18.33, irupol'tava 15 uomini con 84 cavalli e l'armamento cli 6 cannoni da ca,mpag·na e du e obici. Ma il Governo della Santa Bede pretese nuove i-iduzioni sul persona le; ragion per c ui fu compilato un sec{rn élo progetto che importava la forza di 146 uomini e 80 cavalli. -
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LA 13A'lv.rB;IHA DA CAMPAGNA DS'.rEfU
Il peu;ona le doveva, essere cosi composto : uavitano di 1"· classe . Tenente in l " Tenente in 2" Aiutante sottotenente Sergente maggiore, montato \Iai:esciallo d'alloggio capo, mon tato Sergenti . . . . . . . . ;\faresci.alli d'alloggio, montati Ca11orali . . . . . Btigac1ieri, montati Anificier i Cannonieri servc11ti Cannonieri condut tori Operai . . . . . .
1 1 1 1 1 1 4 2 4 4
8
7G 36 6
Totale . . 146
Gli uomini per la composizione cli codesta lmtteria anela.vano prelevati i;;ull'effettivo delle compagnie dei cluc .reggimenti della, brigata estera ; e poichè la batteria andava considerata come il reparto i:;celto della brigata, dovàa essere composta da.gli elementi che pii': si distinguessero per istruzione e buon a condotta. Una volta, poi, che la batteria avesse raggiunto un certo grado di istruzione pra,t ica,, era prevista anche per essa l'istituzione cli una piccol a scuola di fortificazione -e cli disegno top<~grnfi.co . L'organizzazione di tale bat teria, fu affidata al capitano Rodolfo de Lentulus, -eh-e ne assunse il comando. Per il suo armamento, il Coma,ndo genera.le austriaco delle piazze in Verona, il 28 marzo 18:34, ced-eH.e al Governo E . ~ cio, -consegnandoli alla batt<~ria di guarnigione a, J?,o ntelago scuro, 4 obici di metallo cli pollki 5 1/2, mille granate per i su ddetti pezzi, e mi.Ile pa.lle da cannone cla, G libbre (francesi) . L'importo di. codesto mat(~riale risultò cli .fiorini 3~87,57 5/8, in moneta di conver sione. Altro materiale fu acquistato clall' Arsenale cli...'.rmi!!o, come da. specifica da,tata, da quella città, il 20 maggio :t,834 e firmata, chi l Comandante d'Artiglieria piemontese, Ma,g gior genera.le Ap· piani. Da, questa ris ultava che erano sfati imbarca t i snl Po e -
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lH)l\f.\
diretti al capitano ùe L-cntulus, comandan te della batteria Cfitera i II PonLeJagoscnto, 4 C'unnoni cli bronzo <.li 8 polli ci (pieu1onte:--i) denominati : L)ILLU~THIO) L'T>i\'ILJ!)) IJ. LMìl'l\{)) IL ~IAG I CO, <:on 4 affusti du ba.;ttaglia. materiale accesio;orio e p roiettili 1'elativi. Ciascuna bocca da fnoco fu ccdnta pel' lhe 12f>O, Pd ogni affusto pe1· lire \ì50. L' impol'to di codesLo matei-ialc fn complessivnrn<~n te cli lfre 9~41,13. Succesi::ivamcn tc altri ac·quisti fnl'ono falli all'Arse11ale di Torino. Il 7 febbraio JS3,~ vennero imbtu·caTI-;-T ~ p e d itr a P ontelagoseuro <'I~ c"annoni di bro11zo di polli ci S (piem.ontesi) denominati r /ALr. i:;cuo) ed IL RISOLUTO: con due affusti fcr 1·H,ti da battaglia, 2 affusti pet obici, ed altro ma tcriale: pc•r la · spesa complessiva cli lire 3U570,60 . Contemporaneamente veniva.no spediti a Civitavecchitli, a llll'zzo dc•l Co11sole pontificio tli Genova caY. rnornnni P isoni, nn cannone da S · p.olli~i, (piemon te~i), un affm;to da batLaglia, due a,f fusti da battag'lièt fenati, per obiei, ecc,. La spesa di quesVultima, partit a risultò di lire~ J 6.6!)0,66. I s nclclctti, a,cq ui sti, oltre che per l'arnrnmento della batterin. este1·a, f-<'tTil'ono anche per una batteria indigena . Per Ponlinam:a del 29 dicembre 1834, il R eggimento del ]' Ai-tiglicl'ÌfL si compoi::e di !)82 uomini , compresi gli ufficiH1i e l(i figli di truppa 1·ip:1rtW sn compHgnie, di cni due montate per le batterie da campagna. Lo Stato ì\faggiore <lel R eg-gimeuLo, con n. cupo un tenen te eolonne.ll o, c·orn1wendcvn, 18 uo·1uini: ciascunn, cornpagnifL mon tata, compresi gli ufficiali, era composta di 14G uomini, e di J12 cias.;mrn delle compagnie a piedi. Le rompagnie prendevano il 1rnmero JWogrcssivo da]l'J al1'8, comincinndo clall<' compagnie montate. Al senizio clel Reggimento e1·nno adcl<•Hi 16S cavalli, cli. cui 136 d::t tiro e 32 da sella. Il tenente col onnello comandante del Corpo aveva la direzione generale del materiale cl'Artiglie1·ia,, il com.,wdo disci.phnare di tutto jl Corpo e l 'amministrazione del medesimo. Un ma,ggioee, pl'cvisto nell'organico dello Rtato Maggiore, clove,·a coacli11vare il comandante in quelle1mansioni che gli veÌlisse1·0 affidale. F inalmente col r·egolamento orga,nico del 16 <licembre JS44. il reggimento d'Artiglieria fu portalo a J024 nomini. compresi -
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IL HJ·:Gc+L\fJ,)l\TO D' AR'i' lGLrrnRLA
gli uf:ficia,l i, i ca,d etti e 14: :figli di truppa. A comand::Lnte del Corpo era destinato un colonnello che avev::L gli stessi incarichi :fi.ssati dalllordi1ianza del 29 dicembre 1834, cd era coadiuva.to da un tenente colonnello il q1wl e potev~L a,nche a,ssumerne il CO · mando. Il reggimento continnava a rimanere composto di otto compag11ie> di cui una sola montata per il servizio dell'unica bat· ' teria indigena eia ca"!pagna, qn11ttro a piedi. da piazza, (una delle quali di operai pontònieri e zappatori.) , ed infine le tre rimanenti erano destinate alla- clJfosa del litorale mediterraneo . La, compagnia montata aveva, ufficiali compr·esi, 169 uomini; contava 82 cavalli da, tiro, e 7 da sella. Ogni comp::tgnia non mor,tata disponeva di 120 uomini. Con tftli. forze l' Artiglierfa pontificia si presentò sulla soglia del fatidico 1848, facendosi sorprendere dagli avvenimenti-. Ripristinate nello Stato del1a Chiesa le vecchie istituzioni, Bologna fece parte delle quattro Legazioni: tuttavia non ci sembra inopportuno un cenno a parte Rull'Artiglieria bolognese. 'l'ra i provvedimenti che riguarda,vano le milizie, è d<~gna di nota, la ricostituzione, m~1 in scala a,ssai ridotta, del1 'Artiglieria, su quattro pezzi da campagna,. Essa era servita da, nna com~ pagnia, di a,r tiglieri urbani, in gran parte operai, che nello stesso tempo formavano la guardia, d'onore del Legato papale, in luogo dell'antico reparto di. svizzeri e di cavalleggeri. Gli artiglfori non erano distolti dalle loro ordin arie occupa· zioni se non quando erHi necessario. Oome nei due secoli precedenti, i cannoni bologne!,i furono impiegati a, salutare con le loro salve le alte persona,Jitù di passaggio per Bologna, oppure a, onorare il simulacro d.e lla Madonna fil San Luca,, nelle ::mn nali peregrinazioni dal sa,ntuario alla città e da questa al Monte della, Guardia. Nondimeno, nel 182-3, i cannonieri bolognesi osa,rono mettersi in gara con gli artiglieri. a 11 RtriacL Fa cevano parte costoro dell'Esercito imperiale, che, a,l comando del ·feld marescia1lo Frimont, aveva occupato milit:n·m(>11te Na poli, in esecuzione alle delibera7,ioni e in nome della Santa Alleanza. Sottomesso il Governo costituzionale napoletano e rimesso sul trono dell'assolutismo il borbonico Ferclinanào, quel-
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B0L0G)<A
l'Es.,rcito 1;itorn:wa alle guarnigioni dell'Alta Italia .. Nella gara artiglicresca la vittoria fu dei cannonieri bolognesi, che negli s~.essi limiti di tempo riuscirono ad eseguire un numero maggiore Cli tiri. Ma dove i cannonieri bolognesi tennero alto il nome dell'antico « Stato di libertà>>, fu nei moti · insurrezionali rivolti contro i trattati di Vienna e poi, come si vedrà, nella prima guerra per l'indipendenza d'Italia. Sul principio del 1831 si avvertono i ·primi fremiti di quella rivolta, che doveva estendersi da Modena ad altre regioni dello Stato pontificio e provocare ancora una volta l'intervento armato dell'Austria, gendarme volenteroso e interessato della Santa Alleanza. Il mattino del 4 febbraio (1831) i Modenesi, con a.Ha testa Ciro· Menotti, insorgono : il tradimento del duca l<'rancesco IV aveva anticipato l'esplosione. La sera dello stesso giorno anche Bologna si ribella. Per la sua importanza, Bologna è la ~econda ci.ttà dello Stato pontificio, e per questo il suo esempio ~piP.gerà, altre città, sulla via. della rivoluzione. Di fatti la Romagna, le Ma,r che e l'Umbria insorgono subi to a, loro volta. Bologna. diviene il centro direttivo della rivoluzione e l'iniziatrice c1.el nuovo « Governo provvisorio>> delle provincie unite italiane. Una çlelle prime disposizioni del Governo provvisorio è la formazione di Corpi militar-i, dei quali fan parte anche reparti dell'Bsercito pontificio e la batteria bolognese. Ma, l' intervento austri aco non si fa attendere. Greg,orio 1.'VI, salito al soglio di Pietro il 2 'febbra.io, ne sollecita infatti la marcia,. L'Esercito imperiale, forte di ventitrè mila uomini, ancora agli ordini del F1;imon_t, punta con marcia conc<mtrica, cla, Mod<}na e da, Fer-, ra,ra., su Bologna. In questo frangente il Governo 1wovvisorio conferisce i snpremi poteri al generale Carlo Zucchi, glorioso ava,117,0 napoleonico, a:fficlr:L11dogli la difesa del territorio dello 'stato.
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Il 21 marz.o gli A.ustriaci occupano senza eontrasto Bologna, restaurandovi il governo papa.l e. Zucchi con sette mila, uomini fra ex soldati pontifi.ci, volontari, stnd<~nti e la bat~ria, bolo. gnese, si ritrae verso Rimini, seguito da, vicino dal generale von Geppert. Il 25 marzo, alle Celle, a nord di Rimini, la retroguardia italiana si batte con impetuoso valore ·e con fortuna contro l' avanguardia, nemica, forte di cinquemila baionette, CO·· -
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I MO'.l'I Dl!1 L
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mandata dal Mengen. Al succes&o eontribuiscono gli ai-tiglieri bol ognesi, che rispondono con non comune bra,vm'a e gagliardia a,l fuoco del nemico, causn:11dogli notevoli perdite. Nell'agosto dello ,stesso a,n no, mentre Bologna era presidjata dalla guardia civiea, fu deliberata l a fusione di due cannoni, per sostituire quelH perduti dopo il vittoT'ioso combatti.-
Fig. 55 - Barone Cado Zncchi (1777-1863), valoroso gener ale del Regno italico, accorso f ra gl'insor ti del 1831 <lopo essere :fuggito da Milano, tr avestito da prete. (Museo R isor gimento, Bologna) . (d a
Storia Risorgimento e Unità d'J-talia
di è . Spellanzon - Edit. R izzali, Mila n o).
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NAPOLI
ment0 di RiminL Il 4 ot.tobre le dne bocche da fooco presero pal'tc alla consueta festività di San Petronio, spa,r ando ~L salve. Nel gennaio 1832 Gregorio XVI, volendo ridurre all' obbedienr,a i romagnoli, chiede nuovamente l'intervento dell'Esercito austriaco, mentre H cardina,l e Albani, a,l quale il Pa,pa ha delegato i pieni poteri, scioglie tuttè le formazioni volon taric nate con la rivoluzione, e ripristina in pieno l'autorità della Chiesa. Ma, un fotte 11umero di giovani. di Bologna e di Romagna, circa. tremila, con tre cannoni bolognesi, sotto la guida di Sebastiano Montallegri, scendono lungo il litorale e si dispongono sulle alture di Oesena_ Quivi v.engono attacca.ti dai pontifici, forti d'i quattromila fanti, cinquecento cavalli e otto cannoni . Essi. si difendono con accanimento e poichè l'Artiglieria produce pochi danni, il .sergente .Benedet to Braga,glia, altro a,vanzo napoleonico, fabbr·o ferraio, « prese a puntare un ca,nnone - narra il Gozzadini. - e con alenni tiri feoe larghi solchi nelle file papali. Perciò anche questa volta i nostri artiglieri tinuwio presto e bene; e benchè la resistenza fosse breve contro - forze così soYerchianti ... purn al Bragaglia e ,Li snoi eompagni rinsd cli condurre a, Bologn~ :i ca,1rnoi1i >).
Ritornata in Napoli la. Dinasti.a borboni.ca, il maresciallo Pedrinelli - 11 quale avenL tenuto il c-omanclo clell' Artiglieria nelFinfausta campagna, il cui esito disastroso era, costato i.l Regno a. Murat, - fu allontanato dal servizio, ed espatriò in Francia: come già dicem.mo, egua,l e smtc toccò ~Ll Begani, reo di ave~ di- · fosa valorosamente Gaeta. ' In' un pr'ecedente paragrafo ùi questo capitolo abbiamo visto come, in un primo tempo, per la f9rmazione cli un unico Eser-c.ito che racc-oglies,se quello mmattiano disciolto e quello sici liano crea,t(} con decreto del 14 giugno 1815, si istituì (13 luglio) un Supremo Consiglio cli guerra, 00n un pr:esidente, il principe Leopoldo; un vice presidente, il ten. generale Saint-Olt1ir; e quattro membri : due generali murattiani, Angelo cl' Ambr-osio e Carlo Filangicri, e due generali borbonici, . Giovan Battista, F ardella ed Angelo :Minichini. -
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HIOIWAi\"IZZAZIOl\!i; or,~LL; I>:SimCIT O -
1815
Evidentemente ·l'Artigliétia, anda,'l'a, in quadrati:L in questo lavotò generale di t·io1·gnnizza.zione; e anch e per tale Arma si hnponevà la fusione dcll'Ar·tiglieria sicilian,L (eompostf:L <li nn 1·P-ggirneJ1 to ai pi.edi. n!la hrignta a caNaJ lo, un corpo di a,rtdic i, · di p ontonieri col r clatiYo personale élell e direzioni, corpo spe · ciak e t reno) cou qnelfa mnra,ttiana, di cni già, vedemmo l'en. Utà <~ la formazione. La pl'ima sezione del sesto dpartim ento <lel Superiore Oon ::-iglio <li (-; uerra t rattava appt1nlio gH affari concernenti l' Artiglieria : pe1·so:oale, 01·ganizzazione ed ispezione delle truppe, nomine, a.sc:eni:-i, fonderie, arsenali., forze, tLrmi, polveri e sa,l nitri1 · ('anali di alimen tazione per gli stabi.li.mcnti, nonchè le ri.spetth·e ('()11 tabili tà. ru l1ecreto gen erale ddl'S agosto .stabHì' la for z,a clell'Eseeci.to in GD 1ni la nomini Nul piede cli pace , fissando, pe1· l' Ai-inu cl i A.1·tiglie1·ia : 11110 Stato maggiore, cl nc Corpi. d' Artiglie.t ia, a p1edi ed nn Gorpo d'Artiglieria a ca.vallo, un certo numero di compa gnie cli artiglieri litorali, un corpo cfol treno, varie compagnie cl i. artefici e pont oni.eri .ed infine nn nucleo cl ' Artiglieria a. cava llo e del treno per la guardi;JJ, r·eale. J rela tivi decre ti furono <m,mn,Li il 24 dello f'-1'<.!HRO mese : H Co1·po clcll 'Artiglieri.a vernw a cornpotsi fli due reggimenti ·a, pieclj cknom.iuati «Re>) e << Re p:ina )) (ciascuno con un grand e e pic<.:,olo Rtf.Lto maggiore, rispettiva,me11t <~ di 15 u illciaU. e 2!'5 n omini) su due battaglioni cli 10 compagnie ciascuno (per ogni compagnia 78 uomini in tempo di p,.Lce, e 10G in tempo èli gncna ) : cl i due com.pagnie di ea1111onieri attefic:i , l.1 pi-im,1 <:ornpostn, di :-1 i-qn ucll'c di a1·te:fici ed 1 cli ar mieri, la scc:onda di 3 squadre di arteiici e 1 di fondit ori (ci..tscuna, c:ornpaguia for t{~ di 106, t<:>st e, sia sul piPa e cli pftce che ,rn quello d i gnena), di l compag11iu <li artefici pontonieri, anche di lOli teste : cl i 18 c()'m ptignie cli art ip:lieri lito.rali, alle quali Yenh:,a no affidate le batterie da costa ; di 1 brigata di artiglieria a can1J.l.o, e-cl jnfine cli. una speciaLe a.mmi.nistrazi.one per le pol · veri ed i salnitri. Snç:cessi'nunent{\ H 2 settembre, fu decretata la forma zione di 11110 squa<lro11e <li .Ar tig'lie1·ia a cavallo delln guardia reale, s n due compa,g ni.e, forti di SO uomini in tempo di pace e .108 in t empo · di guerra,; n '7 dicembre 1.815 vennero emanate le dispo 0
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NAPOLI
sizioni per l 'organiz7,azione del treno e :finalmente il 21 diN!fil· bre, quelle per portare a t-ompimento l'organizzazione del << Corpo politico » dell' Artiglierfa_ Poc~hi giorni dopo (11 geunaio 1816), veniva abolito il Comitato Centrale dell'Artiglieria e si istit ui va una Commissione di ufficiali gen,erali superiori del Corpo reale, denominata << Giunta. Centrale d'Artiglieria)), con funzioni cornmltive. N-<>.,W.esplicazione del lavoro organizzativo affiorarono na,turalmente mille parzialità a favore delle truppe che provenivano dalla Sicilia e che a,vevano sempre servito i Borboni : esse fu'r'ono chia,mate a. formare la guardia reale ed i repa.rti ,scelti. Così. per la costituzione dello squadrone dell'Artiglieria a cavallo, a cui abbiamo testè a{:·cennato, la compagnia, cl' Artiglieria della !'ìtessa speciuli.tà, venuta cfalla Sicilia,, doveva formare la. baf'ie dello sqm~dròne, eompletato, poi, con quello della disciolta G uarcUa ed eventualmente ancora con <~lementi trntti clai dne 1·eggimenti a piedi. e dalla brigata cl' Artiglieria a cavallo. A prescindere cla tì:t,l i preferen:i::e, gli ufficiali murattiani si videro colpiti nell'a,va,nzamento çon il decreto del 5 .a,gosto 1815., che .fissn,va la, loro anzianità al 23 maggio di quelFa,n no, mentre uffieiali. di pa,r i grado clell'Eserdto di Sicilia. con0ofrevano con lo.ro per assumere comandi e promo:doni. a.i grado superiore : l'effettiva, .a,11zianitài era, riconosciuta agli ex-murattiani solamente in caso cli ritiro, per Ja liqniclaiioru~ della, pensione. (,luesti ed a,l tri mezzucci cli vendetta crea:vano malumori, pettegolezzi, rancori, odii, che, eviclen temente, erano tutti elementi. n~ga.tivi per 1.rna omogenea e salda compagine dell'organismo militare-. Peggio, poi, quando, 1111 anno più tardi, per- desiderio del l'Anstria, fu chiamato a riorganizza,r e l'Esen:ito q generale _irlandese Nugent, cli. cui già, si è fatto cenno in precedente paragrafo. Questi, fin da.11'8 giugno clel 1816, era stato nominato tenente genèrale dell'Esereito napoletano; e con decreto 30 agosto g1i si affidava l'organizzazione milita.re, mentre veniva, disciolto il supremo· Consiglio di guerra. Col 31 gemmio 1817 si diede fLl Nugent il graç1o effettivo di capitano generale ed n coma,nclo di tutta l'Arma,ta, mentre il vecchio· de Bouca,rcl, anch'egli capitano generale, aveva il c·.oman<fo delle truppe in Sicilia. -
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R!OROINAi\'rllJN'.tO OIDT,T) AH'.1.'l CLlERIA •
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P er quanto l'iflette l' Artigli e1·ia, il decr eto del 6 ottobre 1816 ordinava. a.i ma1·esciallo di campo Ferdinando Mac1·y , li:,pettore Generale dell' Al'ma, cli costituire con le due compagnie esistenti. uno squadrone di Artiglieria a cavallo. per la guardia reale : esso doveva avere la forza cli. 136 uomini e 76 c::i.valli, oltre lo stato maggiore, e doveva dividersi in dne plotoni addetti al servizio di due batterie, di 4· pezzi dascuna . Con succ,es::::ivo cleci·eLo del 7 ottobre ~H! ne nomina,vano gli nfficiali ,. affidandone il comando al tenente co lonnello J gnazio Yelasc-0. In i:;eg nito a decreto cl el 15 ottobre, uno scp1,1 clrone cli 5 divi sioni, della forza, complessiva di 417 11omini e 518 tra cavalli e muli , costituì il Corpo del treno . Lo squadrone fu dest.inato aJ i-crvizio dell' Arti.gli eri a a ca.vallo dell::1 guarclin reale, men tr e, tl Pll e G <liYi~io.11i , 4 fm·o110 a.dibite ;ill'A 1-tiglie1·i 11 di linP,I Pd un n al ti·tusporto <leg;li equipaggi e l>agagli militari. Pi.no n. qu<·I momento nll'organizzazi.on<· delJ'At·tiglieria tl·Yeva, pJ·esta.t,o opera in Lelligen te e fattiva P ict.1·0 Afa n de Ri· wra, il quale .weva eome prin cipali collabora tori )Iac1·y, Giu lietti e Parisi. hla il maresciallo Ma cry, che el'a stato sempre fedele al.la. Din;;1,~:tia borbonica nella buona cowc nell' avversa fortun a, vc>nne elevato subito Hl supremo coma ndo . Invero il decr eto clel 2!J nMemb1·<> 1Sl6, :i s~egnando gli nffiriali ai 1·eparti del nuovo Corpo d' Artiglieria : destin .wa, alla Direzione genera.le il maresda.Uo cli campo Fe1·clinando Macr y, alle ii:;pezion i generali per le provincie al di là del Tt\ n·o il ma rc~i:;cia llo P ietro Afau de Riv,e ra, e per le 1woviucie a.J. di q uà, del F aro il ~oJonnello Andrea Dupuy . I due reggimenti di AJ:tigUNia a piedi, denominati « R e )> e « R egina,>>, ebbero i . cgnenl:i quadri cl i ufficiali supel'iori: il pl'imo ebbe COllle com:1ndantc> il colo1111ello Pndina,n<lo Ca.. Mp)nuoYo Laudi ni e come c·omanda n ti di brigata i tene11 · ti colon nelli Pasquale Blanco , Frrincesco P oliz¼i, Francesco ,Marsiglia , Giuseppe Sa,l vi e Nicola 1ancli ; il secon do r.oma11clato clal colonnello Gaetan o Oiorcla110, ebbe a co mandanLi. di brigata i tenenti colonnelli Giu seppe Gnillamar , Carlo Guerrieri, Pasqm1ile Orsini, E mannele Sic·arcli, Emanue·1(, Mrrati. La bl'ig:ala di artefici J)Ompic>ri fn affida ta nl t e11ente CO · -
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:\.\l'IJr,l
lonnel lo R affaele Ca na. cosa, q uella cli a1-tefìci a1·mieri a l lP11cn te colonnello Eman uele Diaz; al1e i::ei direzioni furo no pi-e1,osti i CO· lonnelli L uigi Parisi, Oa,etauo Rimeo11e, Gim-;eppe Pe<lrinelli. T ommaso P onlet, Fran c:<'sco (;iuJi rtti, Yi11c·cm~o Ritucci: e aJl1' diciassette sotto direzioni i t enen ti colon11 d li Fo1·l11nato del Coi-e , Carlo Ros, PIJLCi.do Mot<'na. Gaclauo M r7,zacapo, Ilatfadc de 8ilva, Gaetano Piclielet, Dowenico hlontcmajor, Luclo,ico :\latina, Ga,i no tlc :i\l enn., ()im;eppe Bio]l(lclli , F rnnc:esco RighctLi, Gin sepp e Niontcga,titlier , l 1't,u1cc~1t:·O I\~ra1111i, Gi.useppe L iber-uti. Oiuseppe Oania, Antonio clP ('osiron , Clitls<>ppc 11ori. mentre le polve1·i e sa,lllitri venivano afficlati n Vincenzo Ri.ario . Alcuni 1·ima,se1·0 al seguito <l e Corpo, cioè il col onnello Em anuele Hibas. ed i tenenti colonnelli Pietro Casanova, Emanuele P egnah'f'r, Ridolfo La Granalais, Domenico Safro, Ftancesco Birarcli , i' lidwlc Bold oni, Gnglielmo La Graw1lais e Gaetauo P esce. ln sostan½i.l Yi <~ eia o:-:sena1·c', clw ;lll(·he n<>l nnOYO ordinamento gli <~le111c11 ti urn 1·a t t.ia.1d. ,Hl eccezione di un momentan eo n,llon tauamento del P echinelli e del Degani , 11011 f mo11 0 mesi.i da parle: l' Al'tiglie1·ia borbonka ebhc nnovamcntè qnnsi t ntti gli ufficiali che <'1·ano :111clat.i <'i-illli uel 1 Tflfl, e cl ic• i 11 s<;g-nito nw · Vflno servi to s0tl-o Mnmt ; p er ò, essern lonc s tat.i, limil.tta l'an zinni bì nel modo giù <lPlto, la 101·0 canicra doveva fat.1l menle esserr modestn.
Col ~en f>1·a lf' Nng:e nl a eapo dell'Eserci to l'nrono nttual<• nelle ammiiùstJ·a½ioni militari ('Conomie ... eroiche. L 'Austria, J·itiranclo l e pro1wic~ trnppe d,ll 1·:·1Titorio n apolelauo, ,i,·<•n1 pl'C'· lN,O C'h e il gove1·no LlPl Begno tc11 pssc sof lo le ai-mi. soprn ttntto per garan tire l 'orèline iuterno, 1111 Esercito cli 2:3 mila uomi ni: p()i, 11el l.819, Md.t'c1·11i('h , 1·rea( o1si u Napoli<' vis la <la vicino 1n sit11a½ÌOll<'. c1·<>d eil'c' di pot<'l'lo l'icl11np n H) mila. ma a ll<"11e rpwsta cifra fn sohnnente 11omin,1Je. pc•rrhè i 1·pparti ,·emwro lnsd:1ti <'on c>:ffrl I ivi a ~s11i sc,u:-.i , <:1 mol1 i nfficial i. i::pccial 1n<,nte i 11111r n I· 1·i.111i. fnl'Ono mandati a casa. -
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l CO.\l.\:SDA:-1'.l'I OELL' Al:'. rIGJ.lll,lUA
Per l',\1·tiglieria il tlPcreto d<~l 20 luglio 1Slt), c he ne 1·egohrrn il sel'Vizio, non mntarn le linee fondamentali di quelle del 2,' novembre 181G. Le Yariazioni erano q11c:8te : l' agµ;inntf! cli nn vice dil'ctto1·e al supl'emo con111ndo de11' Arma; l:1 <'l'(~az,ionc <li un ispettore generale per il ~enizio d egli arsenali e dl• Lle rna11i fatture militari.; aumento delle direzioni di Art iglieria. porta te :l 1S; soppl'essi.one ael le due compa,gnie cli. artiglieri vPtei:t~11i e delle qnatta·o compngnie di deposito; aumento cli ·12 uornini in ciascuna delìe 16 coutpa,gnic utthe di ogni r egginwnto . Lo squadrone d'A1·tiglie1·ia a caYnllo non J'n toccato, mcn tl'e anche le compagnie dell e dnc briga.te di t11-Lcfici-pompi.eri ed artefki-arrnie1·i fot·ono a1111wut11tP di n nomini. S0f::tanzialn1cnte. pe1·ò . l'orgaHito almeno nominalmente. rimaneva quasi lo stesso. Con qnesto i11qua<lra,mento, agli inizi del 1820, continua.va a 1·eggere ht carica <li <lirettore f!'Cnerale il ma,r esciallo di campo FE>1·dinando Macry, C'Oacliuvato da tre ispettori gc1wJ:ali pe1· il rna LcrialP 11<.·i. domini u lt t·a Fa l'O, per q nello cit1·a Ftll'O P 1w t· i l governo deg- ll stabilirn<·11ii milil111·i, <:ari.dt<' i-i:-.pettin.1rnen tc te11nte dai coloirnel li FrarH'e~co (:i11lielti. Lnigi l'a1·isi e Yi1wenzo Rilu cei . Comnnd,tnti dei clnc reggim enti d' ,\1·tiglieriu «Re)) e « Regina>) <·rano i colom1l' llì Ginf-t>J)pe Pcclt·ìn0lli e Ga etano <HO!'d,.1110: <·ornandante la ln·igllta di a1·te fi ei -pornpieri il colo11nell0 in 2" Ra ffaele Cannsc-osa, <' quella degli n1·tdici-armicri rictl'o Oasn.11ova.. In so:-;t:rnza il cornple>sso orgaui.8 111 0 artig-licresco era affi<l:ito a, uon1ini che, oltn• nlla solida. cnltnn1 acqnisita nella scuola cla- cni 1n·o,·enivano, potevano Ya11ta1·p larp:3 <>Sped Pnza: clii più chi mrno, bo1·bonimù e murattiani, aveYa110 yisi-into un int<~nso periodo cli avv~~nim.enti. miJitari e vi si <'rn.110 Cormntn la p1·atica e, pe1· eos1 dire . 'l'ossa.tnrn artigl'i e1·ei-;c·a. :Ma lo stato cl'ani1110 gene1·alP. ben noto, e 1·ec·C'e~~i.rn poUtita del.la lcsin.-t infi1·1navano e n Pu lralizz,n·ano !ali eh•n1.Pnti ro. sit i vi. Iu alti-o parag1·111'0 cli q11c-s to capitolo abhi:11110 r~ià pai·l,Lto clei moti napoletani <l<'I 1820 e• d ella l'Oni:ieg;uen tc <·,11npagna c-o11 t1·0 l'Eserdto austriaco, breve e l',fortunata. Qni l'itornian1 0 snl 1·ni'gomento per cla1·c qualche pa,rticolal'e conce1·ncnte l'ordina-
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NAPOLI
rneHto dell'Artiglieria e per ricordare, a titolo d'onore, 'i capi d 'accusa contro gli u~ciali dell'Arma, colpevoli di aver so gnato fin d'allora un'Itàlia una e di aver combattuto per la r ealizr.a½ione del grande ideale.
Il 16 agosto, cpn un decreto della Reggenza -c~d in attesa che il Parlamento statuisse definitivamente in proposito, fu dispo::;ta la provvisoria organizzazion e delle fo1·1,e dello Stato, che importava 45 mila, uomini per l'tLrmafa attiva, di cui i 20/23 di truppa a piedi e 3/ 23 di truppa a cavan o. L'Art iglieria fil distribuita . come segne : 1°) cinque pe½zi da battaglia- dell'Artiglieria a piedi, per ogni duemila uomini di. Fante1·ia di linea; 2°) un pezzo da 4 o 3, da montagna, d'Artiglieria a piedi, per ogni mille uom.ini cli. F anteria leggera ; 3°) due pezzi da ba..ttaglia dell'Artiglieria a eava,llo, per ogni mille uomini di Cavalleria. Complessivamente : 47 pezzi da battaglii:L per 19.272 uomini òi Fanteria di linea; 14 pezzi da montagna per 14.040 uomini di Fa,nteria leggera; 8 pezzi da battaglia per 4.062 nomini di Cava.lleria ; ,e cioè un totale di. GH bocch,e da fn,oco, per l'Artiglieria mobile . · In c:0~1sidera¼ione, poi, che le oompagnie dei volteggiatori dei 12 reggimenti di Fanteria, potevano servire in linea, i 47 pezzi predetti furono aumentati a 48, diminuendo a 12 qnelli da montagna, in modo <la formare otto -batterie per la linea, ciascuna di ù pezzi, e due batterie per la Fanteda leggera. In tale numero a,ndavano però compresi i pezzi da 12 _dei parchi dell' Arma,tà . Oonsidera11do ancora che si doveva unir-e alle Divisioni at-. tive un a batteria, leggera per il servizio delle a,va.nguardie e per opporsi ai colpi di mano, e che d'altronde occorreva dotare la Cavalleria di una batteria simile in riserva pronta a portar· : si celermente i.n linea ove _se ne fosse presentato il bisogno, furono stabilite 12 bocche da fuoco invece di 8. Perciò, riassumen do, 'per tutta l'Armata, attiva si ebbero 72 pezzi, riparti.ti su 12 batt<>rie. I
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FORZA DEl, CORPO O' ARTJGl,llllRIA
Il Corpo d'Artiglieria, riguardo a.l personale, veniva ad e~sere composto come segue : ]'OR7.A lN UOMINI
DENOMINAZIONE D EI REPARTI
Stato Maggiore generale
I
CAVALLI
I
CAVALLI E MULI
6
Due reggimenti d'artiglieria · a piedi
33G8
Una divisione d'artiglieria a cavallo
290
Due brigate di artefici
750
218
1080
Due battaglioni del treno Colonnelli direttori e di S. M. e ten. col. sotto dfrettori
27
'rotale generale dell'Artiglieria e del Tt·eno
0521
1542
17GO
A capo dell'Arma era d.cstil1:1to un Tenente generale, con la qualifica di 1° I spettore generale : esso era assistito da due marescialli di campo, in qualità di Ispettori, per il personale e per il materiale, destinati. rispettivamente ai dominii al di là e al di quà del Faro. . Ciascuno dei due reggimenti d'Artiglieria a piedi dovev:a compotsi di 16 compagnie attive e 2 di deposito, e la divisi.one a cavallo di 2 compagnie attive ed J di deposito . P er il servizio delle 12 batterie mobili erano previste do· dici compagnie attive, di cui dieci a piedi e due a cavallo; sei compagnie attive erano destinate ai posti avam;ati dell'Armata attiva e del gran parco; altre 16 erano adibite al .servizio delle pjazze interne e di frontiera nonchè alle batterie costiere a completamento dei cannonieri veterani e litorali; infine le 4 compu,gnie di deposito dovevano permanere a Capua dove si radunavano i mezzi di istruzione per il servizio di ar tiglieria da cam · pag-na, d'assedio e da difesa. Alle truppe di campagna andavano aggregatì nuclei delle due ~rigate di ar tefici, per il servi~io dei ponti militari. 16
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. I reparti mobili d.' Artiglieria, coi relativi pezzi, e1:ffettiva.mente esistevano, ma, ,essi eranò ben lungi dall'avere l'dficien:r.a necessaria per poterli utilment e impiegare sul campo di battaglia. D'aJtronde, non solo l'Artiglieria, ma tutto l'orga,nismo militare sapeva, d1 improvvisazione, perchè nel period.o di organizzazione, il Parlamento, invece di studiare, appròva,re e fat· realizzare i provvedimenti milita,ri più utili, aveva preferito ... . far scorrere fiumi di eloquenza. Per quanto il Begani, in dicembre, dichiarasse sufficienti i mezzi di difesa dell' A.rmata af tiva .e dell'Artiglieria di campagna e ben provvisti i depositi di munizioni, in realtà tutto l'Esercito napoletano era· a,ncora lonta.,no clnJla necessaria. preparaz~one materiale e lontanissimo da quella spirituale. , Abbiamo già detto come i Napoletani si fossero proposti di fare una guerra esclusivamente difensiva; e come si fossero costituiti due Corpi che dovevano difendere, il primo, la linea del Garigliano fino a Sora, ed il secondo la linea degli Abruzzi da Rora al mare . Adriatico. Delle tre · Divisioni che formavano il ~rimo Corpo, la prima aveva due batterie da campagna, ciascuna composta da 4 cannoni e 2· obici, ma non aveva cavalli che per una sola batteria.; la seconda Divisione aveva due battérie da campagna con i cavalli; la quarta, che formava la riserva del primo Corpo, aveva una batteria di artiglieria leggera. In:fine ad una brigata di riserva di cavalleria,. era, aggregata un'altra batteria legge1·a. Il ten . col. Landi era il capo di sfa,. to maggiore dell'Artiglieria di questo Corpo. Il ,secondo Corpo era costituito, oltre che dalle milizie riviche, daJla, terza Divisione con due batterie, di cui una da, mon ta,g na. In t1:rtto 25 mi1<;1, uomini dell'Armata, attiva, e 8 compa gnie di Artiglieria che servivano 5 batterie da campagna, 2 leg. gere ed urn1 da montagna. · Nel Regno rimanévano amcora altre truppe, fra cui 4. batterie; 2 erano in Sicilia e le altre 2, una da battaglia e l'altra con pezzi da 12, re-starono a, Napoli, per defìcien'z a di cavalli. Il Pedrinellì, che con altri esuli era ritornato a Napoli dopo un lustr·o, fu nuovamente nomina,to «primo ispettor generale)) deJl' Artiglieria, e si diede a raccogliere · in Capua una grande quantità, di munizioni per i due , Corpi d:Esercito; mentre altri - ' 242 -
Il
LA HfUAZIONl!l DOPO IL
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dPpositi si for1 11pvnno in Mon1 <'e,1~~iJ10, nlle l•'r-attP, e negli r\bi-uzzi. L;;1 dfri.::;ione di hoccb.e ila fuu<· o ver il Uorpo <.:·umandato dal Canai::cosa i::i l'innfra in Gaela; in J>ei:;cara si dnniv..1, quella <lel ::,econclo C01·po, comundato <.l.H Guglielmo J'epe. Il c:a.mpo tl'incérat o di Mign::ino munivtLsi. di sei caronatf; da li, ottr) tam1011i <la 24 e tludic-i t·,rnnoui eia 12. rn>nchè <l i nn' altnl ba,tte. 1·ia <la 1:l e di qnnttto obici appartenenti alla seconda, clivisione di Arti.gliel'ia. L e f.otti:fit·a7,io11i di. Oasca,HO venivano armate con
7 grossi cannoni. Durante la campagn a di guena, già, accennata, l 'Artiglieria a cavallo si dimostrò la più disciplinata etl ordinata di tutti .gli altri 1·,e p a,rti : fra gli uiliciali si distin.-ero i capitani Starace, R niz, Luhalle,, Hinaldi, Casotti , e Rober ti. Napoli fu occupata dagli Austriaci; e, abolita la, Costituzione, si iniziò un nuovo periodo di reazione, che infierì maggior111en te nell' Ese1·ci to .
La CommiRi-;ione cli sc1·uti11io, composta daJ tenente generale clnca di Sangro con la quali:fica <'li presitlente, e cinqu e membri nelle per&one dei marescialli di campo l i' erclinanclo Ma<;ry, Luigi Bardet cli Vill.-1,nova, Michele Oa,ndriano, Prin eipe di Oa.mpo J:eale, .li'ilippo UaHeel lieti e La1 Lanzio l::ie1·gardi, nelJ a t'cJazione clcJ 31 g ennaio t:--:l2, dopo ,wer frugBto ed indagato per ogni. dove e con q ualnnquP rnez7,o ~111 conto cli ciascun uffi.cia,le, p resentò a compimento dei suoi hl,vo1·i urm lista cli 401 « scl'Utinati >> per il Corpo l'eale d' A1·tiglieria, oltre a, quelli dello squadrone dell' Artigliel'i,L della Guardia, dello squadrone del treno della Guardia, e clcl· treno di linea, ; in so::;ta.n za era, stata esaminata la po i;;izione di tntti g"li utlìciali el ci vari reparti, comp1·esi i capitani n, , ita, i litorali e gli a ssimilati del corpo. Risultò che :m.olti avevano seguito gli avvenimenti, aderendo a1le n uove idee~ ccl i&cl'i vendosi a lla Oarbone1'ia dopo il 1° ln· glio del 1820 ; e molti altri ancora erano assai. più gravemente <:·omproinessi di fronte alla reazi,one, in quanto si era.no affiliati alle società massoniche e carbon are, in data a nteriore a,l 1° luglio 1820. Qn esti ultimi apparteneYano, specia.lmente, alle schiere tli <·oloro che avevano militato ncll' Artiglieria repubblicana dd 1799, e, i mplico.ti in quei moti, erano andati esuli ed a,vevano successh-amen te fatto pHl'te clell ' A r t iglieria rnurattiana. -
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Così molti uomini, e fra, questi alcuni che avevano datò l nstro all'Arma nelle gesta militari cl-el pa::;stLto, furono espulsi, con o senza pensione. Si rinnovarono press'a poco gli stessi guai del 1799. Interessanti .sono le note. della Commissione di scrutinio. inerenti, appunto, ai maggiori indizia.ti. Ne tra,scriveremo al· cune, specialm<;i1te quelle riferentisi a,d ufficiali generali o u:111cia,li superiori.. . Del tenente generale Ga,briele Pedrinelli - che come si ,~ eletto era stf:Lto nuovamente nominato capo supremo .dell' Artiglieria nel breve periodo del regime costituzionale - è detto : « Da tutte l'i.nd.agini prese dsulta ;;tntichissimo Masone (~io), e Carbonaro, ed in queste sètte occupava i primi Posti. Egli ha sempre proceduto in modo contrario a,l suo dovere presso il Sovrano . Nel 1799 servì la Repubblica, e fu cassato dall'Impiego di Capitano Teucnte di ArhgU.eria. Nel 1805 si negò, per spirito di partito, partire per la Oampa,gna degli Abruzzi con l'Inglesi e Moscoviti, e tra,scinò altri Uffiziali a, quest'atto di viltà,. :Nel 1806, entrate le armi Francesi, corse subito a quel servizio ed andò all'-assedio di Gaeta contro le n,rmi del Re, e resa 1a- Piazza egli sedusse vari Ufliziali e soldati a restare nel ser vizio de' Francesi. Nel tempo della Costituzione, fu nominato I::rpett0r Generale cli Artiglieria nel giorno 9 Luglio. In questa carica manifestò i suoi sentimenti antimonarchici, perseguitando chiaramente tutti quelli del partito del Re 7 e pubblicamente attaccò le leggi fatte da S. M.. · « Esiste documento nella Giunta ch'egli ordinò, che si. fossero dati a preferenza gl'Impieghi a diversi Individui, che furono coi ribelli di Monteforte )). « L'-0pinione pubblica non la gode per nessun titolo e vien riguardato oome immorale, e principa,l settario )). Del maresciallo --cli catnpo Luigi Parisi è detto èon maggiore b'.revità : « Perché servì la Repubblica nel 1799 disertò ; e riprese il servizio nel 1806 entra,nçlo i Francesi. N-on è da mettersi in dubbio, che fu Masone, e Carbonai'o Antico. Le notizie Ufficiali , le indagini prese e l'opinione pubblica, tutto lo assicurano)).
un
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RP.L<'r;H'.l'I $ U Uli'FJCJ ALI D' ARTIGLIERIA
. Pa,ssaudo a,gli ufficiali superiori dell'Arma, troviamo per il colonnello Gaetano Giorda,no le seguenti note accusatrici: « Sul suo onore e coscienz.a ha negato appartenere alle Fiètte . Dalle noi;faie Ufficiali si è ottenuto, che egli . è Masone antiC<l, e cht~ 1wl temp.> cl-ella Hivolnziorn~ ,s i :fìliò in Capua a.lla Loggia, intit0lata L' .Amicizia Indissolubil e, ed alli 10 Luglio 1820 si ~,scrissP alla Carboneria, e ciò è provt~to parzialmente per una lettera, che qui si conserva, ch'egli scrisse al Colonnello Biondelli, rimettendogli un Certifi.ca·lio del Medico per il buon. Cugino .Ammone. Dalle ,rste&se notizie, viene accertato eh<~ nel 1799 fu e:-iliato, perchè intrigò nella rivolur.ione del1a Repubblica e ritornò co' Prancesi nel 1806. l:la, dimostrat o, i suoi se12timenti sempre coùtrari a,l Ja l\fornu·chia, e perciò era in sospetto presso i Capi dell'epoca delle cose p:-tssate, e da Pepe venne scelto per Membro della Giuiita destinata, a scrutina,re gli Uffizia,li di .ArtiglieJ·ia. dn Generali in giù. Dicono le stesse notizie Ufficiali ehe nel 1819 rinunziò l'Impiego d'Ispettore d.' Artiglieria e ciò pn intdg'hi, per r·imanere colonnello del Reggiment o. Da1Je parti.coJa.rì indagini risulta perfetta.mente vero tntto eiò; e non gode l 'opinione pubblica. Essendo provato che egli è Masone antico, P Carbonaro, ecl avendo egli diversamente assicura,to sul suo onore e coscienza è divenutQ spergiuro)). Seguono poi i referti. per ·ì seguenti tenenti colonnelli : Giuseppe Biondelli, prode collahora,tore del maresciallo Bega.ni nella tenace difesa di Gaeta: · ·· « Sul suo onore e coscieuza ha assicurato~ che non appartiene a,d_ alcuna clelle Soc.ietù segrete, e Sétte. Dalle notizie e~ dalle indagini certe, ri,sulta ch'egli è Masone antico ascritto in Italia, ove si trovava, esiliato nel 1799 pe1' opinione, ed è Carbonaro antico ascritto i11 Bari prima della Costi.tur.ione, ed es 8enclo i.n 'l'arnnto foce trasportare il Mobilio del Oa,s ermaggi.o, per sì tuai·vi la Vendita, <~ da.va de' Certificati ad alcuni Artiglieri per assicurar<~ ch'erano Carbonari antichi. Dalle stesse indagini e éla-lle notizie si assicura ch'è nn immorale, ed acerrimo alln conserva,1.ione de' se11timenti libera,h e ne insinuava le Massime. L'opi11ione pUbblica ch'egli gode è pessima, essendosi pro - . vato che egli è Settario, ed avendolo negato, sul suo onore e coscienza, è diven nto spergiuro )). -
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Michele Carrascosa :
« Egli confessa d'essersi iscritto alla, Ca,r boncria dopo . Luglio, ma dalle notizie e daHe incla,g ini prese risulta M:asone a1t tico, fin dal tempo della Repubblica per cui ne venne esiliato, ed è parbrnmti Ca1·bonaro antico. Egli nel temp o dèl1a Rivoluzione promoveva de' movimenti nel Forte Nuovo, cogl'U:ffiziali ed . Artiglieri, ai quali insinuava l'interesse da prendere_per le. 'pas-. sate cmergem,e. Dalle indagini inoltre risulta, che egli ha sempr-e nutrito sentimenti contrari alla Monarchia, e li ha manifestati a bella po.sta :p.el Teatro de' Fiorentini, allot·chè ,5i rappresentava l'·opera intitolata « Amor di Patria)), prendendone sommo interesse, ed obbligando gli altri a gridare gli evviva per quell'opera, ch'era di fatto insultante, e contra.ria alla decenza, alFonor·e ed al dovere. <e È assicura,,to da tutte le ·indagini che la sua Condotta è pessima,, come pessima è l'opinione che il pubblico ha, di lui>>Demetrio Salvo : « Ha assicurato, sul suo onore e ·coscienzti ) non ,essere ascritto ad a,lcuna sètta. Egli è divenuto spergiuro, perchè contra.detto dalle notizie, dalle indagini, e dalla pubblica opinione. Egli è ?lltico Oa.rborn;1,ro 1 e• nei primi 111omenti della, Rivoluzione pnbblicam.ente lo palesò, e si tolse la Coccarda rossa ·Che por tava al Cappello, dimostrando somma gioia per quel cambiar mento. Risulta ancora che i suoi sentimenti sono stati sempre pessimi, e contrl:Lri al sist~llli1 Monarchico, e go(Je una pessi1na opinione e la godeva .anche presso Pedrinelli malgrap.o che fossero forti i:,ettari ». Nicola Land.i : « Egli sul suo onore .e coscienza nega di appartenere alle ·sètte, ma notizie ufficiali, indagini, ed opinione pubblica lo dichiarano Masone, ·e Carbonaro antico . I , suoi fatti nell'epoca della Rivoluzione sono infinitamente pubblici. Egli era Protett ore della Vendita li Pittagorici nel Castelnuovo 1 fin dall'anno 1818. Prima depa Costituzione era Ora.tore nella Vendita intitolata Le Granate Luminose della Virtù . Il 'giorno 5 luglio proclama.va pubblicamente la ·C ostituzione ed. ordinò al 'l'enente Ranieri di insignirsi con li Distintivi clell'Ordiné; e questo :-.i pose al Collo una fascia di Gran Maestro. Esso ~t'enente Colon-
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I REl<'llJR'l'l SU AL'l'(U ,Uf<'JJ'ICIALI
nello fù quello che pubblicamente al Molo pretese i'entrata del Vascell9 nel Porto, supponendo che S. M. avesse conservato li suoi Tesor-i. Rkhianiò egli Begani, e brigando per farlo essere Deputato del P arla,.iuento, potè riuscirci. La, pubblica op111ione l 'accusa, e l:o dichiara un Rivoluzionario completo, e nemico giurato cli S. M. ; in effetto li suoi a,n damenti sono da tale)) . Emanuele Pegùalver. « Egli ha sul suo onore e coscienza assicurato di non appartenere alle Sètte. Da,l le indagini sicure si è conoseiuto, ch'eg~i essendo a,ntico Masone era il Reggitore della prima Colonna della Ma,ssoneria in Capua, e dal generale Pedrinelli. fù mandato in · Salerno come Visitatore deUe Vendite, per organizzarle e quindi in Antrodoco; nell'uno e nell'altro ·sit<J egli si accusò antico· Carbonaro. Nel mese di agosto ,in Qapua morì un paesano, ch'era Oa,r bona,r o, ed egli invitò i 'renenti. cl' Artiglie·ria Coppola, Barilht.1 Maggio e Del Mona.co, essi come Carbonari., affinchè eon lÙi avessero aceompagna.ta g_nclla P·ompa funebre che per il. loro fratello si faceva, e ciò fu eseguito. << Egli gode l'opinione di Rivoluzionario, intricante e turbolento, che in tutti i tempi ha tenuto sempre sentimenti contrari alla, Monarchia. Egli è sempre negativo, e d' altronde essendo provato, che è un fiero settario, è divenuto spergiuro >>Francesco Sicardi : << Assicura, sul suo onore e cosGienza,, che non fa parte delle Sètte. Ma contradetto dalle notizie, e dalle indagini, egli è spergiuro. Dalle indagini, e dalle notizie ricevute risulta che è un antico ·Masone e Carbona,ro di sentimenti sempre contrari all'attuale Governo, che in tutti i tempi li ha palesati. Viene assicurt1ito, ·che è un immorale e Uomo liberalissimo, e gode di fatto presso il pubblico questa opìnione)).
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Con siffatti sistemi reazionari l']}sercito fu sciolto e poi nuovamente ricomposto, ma in sostanza ri:µ-i.ase in uno stato cli pr·ofondo avyilimento·. Finalmente furono licenziate le. milizie austriache,. ma il Re Borbone, sempre diffidando delle truppe -
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nazionali, nel 1827, con un concordato di 30 ·a nni, costituì quattro reggimenti svjzzeri. A ciascuno di questi fu addetta una sezione d'Artiglieria, e tutte insieme formarono una batteria unica, armata con 6 cannoni e 2 obici, servita da 165 uomini , t ra cui un capitano e quattro sottotenenti. Questo r eparto a.lloggiava in Castelnuovo e non si allontanava da,l la capitale che per le manovre. Prescindendo d a tale istituzione, che del resto aveva un'importanza assai limitata, l 'Artiglieria napoletana sotto Frances<x) I , che <~ra sncceduto a l"i'erclinando I, stagna,v a come prima,, sicchè il D ' Ayala, a proposit o di t utto il periodo che va dal 1815 in poi, poteva sintetizzare la situazione oon ·queste parole : « Gli ozi della pace e la troppa vaghezza, di un vivere riposa,to, il quale sa,rebbesi meglio chiamato morte, avevan gittato l' Artiglieria nostra in certo inonorato torpore)). Pm tuttavia i segni inconfondibili del risveglio incominciavano a delinearsi nettamente, proprio sotto Francesco I e dal momento che il comando dell'esercito fu assunto da,l duca di Calabria. E, pe1· l'Ar tiglieria, i pl'imi atti che tendono a richiamarla ad un più elevato prestigio, bi sogna ricel'Carli ncHa seduta \lel Consiglio di Stat-0 del 18 novembre 1827, in cui il Rfi, ammessa la necessiU di una nuova ol'ganizzazi one, fece 1·ecligerc un fo . glio d'istnrnione, affidandolo, 1w1· uno , tuclio ponderato, al. Con!i:ip;Jio gene1·a,l.e dell'Artiglieria, foglio che evidentemente invc:::tiva tutta la, complessa vita dell'Arma,. Successivamen te, !) maggio 1828, la Real Segreteria di Guerra raccomandava al Comando Generale dell'Esercito di ottenere dal Consiglio s nddett10 clu~ nd proporr e ).e modifiche occorrenti, ccrcai:;se cli non snpc1•a1·e la somma starndata per tale 1·amo. Ma a,nche tali limiti dove.ano ben presto e:ssere superati con l'ascci::.n al t rono clPl giovan<' eoma,nclflnte d<'lle forze armate, in armonia con le risorte fimmze dello Stato e nel quadro qel generale rinnovamento di tutto l'organisnno miU tare. Cosi, con decreto del 26 gennaio 1831, fu approvato il regolamento sull'organìzza,zione, arruola:mento, istruzione e servizio del Corpo degli artiglieri litora,li ; con un altro decreto successivo, del 2 settembre 1832. furono riuniti in una sola Direzione generale tn tti -
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1831-183:2-1833 .
i Corpi facoltativi ; il 12 ma,r½o J 833 si aboliva, la mezza brigata di Artiglieria a, cavallo della Guardia Reale e si formava una vera compagnia di At'tiglieria a. cavallo addetta al Reggimento << Regina)) ; e frnalmente un d<~creto <lel 21 giugno 1833 contemplava l'organizzazione di tutti i repi:Lt·ti dell'Arma.
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Fig. 56 - Mariano d' Ayala, di Messina (1808-1877) , ufficiale dell'esercito borbonico destituito nel 1844, sc1:ittore di opere storiche e militari, carcerato, esule dopo il '48. (Biblioteca Nazionale, Napoli) . (da Storia Risorgimento e Unità ft' l t aiia
di
c . Spellanzon - Edit. ·Rizzoli, Milano).
In ,s ostanza, il Corpo reale di Artiglieria, con tale riordinament o, veniva ad essere costituito di due reggimenti di Artiglieria, a piepi, di una c-ompa,g nia di artiglieri a cavaJlo, di. una brigata di artefi.ci, di un corpo cU artig1icri litorali, di un battaglione del treno, di un corpo speciale, ·ed infine di un gruppo di ufficiali addetti al materiale dell; Arma e quindi a,l la, direzione degli stabilimenti di costruzione e di deposito. Ciascun reggimento cl' Artiglieria a piedi aveva un grande e piccolo stato maggiore, rispettivamente di 34 uffieiaH jÌ primo, -
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e di 6 uomini di truppa il secondo, e si componeva di 4 brigate, ciascuna forte di 4 compagnie; complessivamente quindi 16 coru pag11ie, più 2 compagnie di .deposito. ' Uorganico di ogni compagnia importava 57 uomini tra sott' ufficiali, caporali e soldati, più 2 ufficiali. In definitiva, ogni reggimento, in tempo di pace, con i quadri al completo, contava. 70 ufficiali e 1032 uomini di truppa. Poichè d'elle 16 compagnie attive di ogni reggimento, la metà era destinata, al servizio delle batterie mobili e le altre al S<:"!rvizio delle piazze, l'aumento. sul piede di guerra era previsto solamente per le prime, e importava, per ciascuna di esse,' ·249 uomini di truppa e 6 ufil.ciali; <limo<locbè ogni reggimento veniva ad a;rere la forza di 2568 uomini e 102 ufficiali. La compag'n ia di Artiglieria a cavallo sul piede di pace contava 6 uflicia,l i e 186 uomini di truppa; sul piede di guerra il numero degli ufficiali rimaneva immutato, mentre la, for?Ja della truppa era fissata a 250 i10mini. La brigata artefici era composta di un grande e piccolo stato maggiore e. di 4 compagnie; complessivamente 403 uomini di truppa e. 17 ufficiali. . Il Corpo degli artiglieri l~tora,li era formato dtL venti compagnie, di cui dodici per il servizio delle ·batterie da costa al · di. qua, del Fa,ro, e le f.L~tr·c otto al di là del Faro. Infine il batta,glione clel treno si componeva di cinque compa,gnie (capaci di servire sul piede di pace altrettante ·batterie, di S pez?Ji ciascuna) e di llna compagnia deposito; in totale il ba.ttagli.oùe conta.va 25 utì'iciali, 483 uomini di truppa e 495 quadrupedi. In tempo di guerra, col richiamo dei congedati, le predette batterie poteva110 essere raddoppiate. Così. si potevano allPstìre 10 batterie; e unendovi le dne già montate, cioè la, batte. ria sviw,era e quella, della compagnia a cavallo, ne risulta.va che, su lQ batterie, ce n'erano 12 pronte a marciare; e questo era il numero giudicato indispensabile per un eventua,le Esercito di operazione. Le altre tre batterie andavano formate in tempo di guerra: cioè - avendo 15 batterie, ciascuna cli 8 , pezzi - si arrivava a 1.20 pezzi, e quindi si aveva.no esattamente due pezzi ogni mille uomini. -- 250 -
{ PROV\'IDDIM:EN'J'I IJJ ~HGLIOUA))lE);'fI
Uiò, s'intende, in relazione a,11',o rganico del Corpo del treno e riferendosi ad nn ]]sercito di opera,r.ione di GO mila uomini ; 1nentre ,eff.cttivamente le sedici compa,gnie de.i. due reggimenti dei,tiuate àl servizio di campagna, potevano servire altrettante btLttc~rie; pe1· le quali e1:ano :fis,sati 4 pezzi sul piede éli pace e 8 snl piede di guerra,. Dimorlod1<\ t enendo conto della compagnia a ca,vallo e dell.1 compagnia ùegli artiglieri svizzeri, il personale d'Artiglieria poteva servire 144 pezzi, formanti 18 ba,tterie mobili. Al pa1·<:ù dell'Eserdto di ,o perazioni anela.va assegnato 1111 tr,eno cli pouti galleggia.nti ·Od a, cavalletti, a, seconda che lo 1·ichiedessero le necessità della ~nerra e la natura topografica, del t e:r reno da peròorrere. Il pareo d'assedio si doveva formare, all'occasione, coi ma t~riali esistenti e con quelli che si andavano man mano costrue11 clo e i-iattando coi fondi assegnati all'Artiglieria. Esso doveva, essere ripartito nelle piazze di fr-0ntie1·a. 'futte q ue~te disposizioni, formalmente:, non cambiavano che in qua,l du'· pa1;ticolar,e la faecia, cleU.e cose; ma sostanzialmen te il muta.mento era, raùicale, in quanto vi palpitava la decisa vo1,ontà, di conferire aJLa, ,complessa, struttura dell' Anna omogeneit~ ecl armonia, nei molteplici. servizi, e quindi di raggiungere un'ef· ficienza reale di tutti. i rep·a.rti. An½i, appunto per dare speditezza al servizio, si era proceduto all'unità di comando di entrambi i Corpi facoltativi - . ·Artiglieria e . Genio - aggregandovi anche la direzione degli. 8ta-b iliment i di educar.ione milit are e dell'Officio topografico. In tal guisa, le due Armi, in perfetta oollaborazione: di mezzi e d 'intenti sc.1,turienti da un'unica font<~ e perciò con un'unica linea direttiya, potèvano convergere più agilmente al medesimo ~r:opo, quello di perfezionarsi e completarsi, per' assolvere nella migliore maniera il propri,o mandato, in qualunque operazione cli guerra. Tra i :firmatari della, relar.ione trasmessa al Re dalfa Giunta dei generali, - che con real dispaccio del 31 dioembre 1832 ve1ine chiamata a vagliare i provvediment i adottati e quelli da ~Ldottare per la riforma dcUe forze arma,t e - , e presentata, il 31 <licembrf\ 1833, fìgmano il veccl1io generale Vinc(~nzo cl' E~ca251 -
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. mar d, direttore dei corpi. facoltativi dal 1831, ed il tenente generale Carlo Fi1 angier·i, che sotto la data del 25 gennaio 1834 ~ostitut il pl'imo nella imporla,nte e diffLCile carica. Il Fila11gieri era H miglior gene1·ale na,poletano ùi quell'epoca ed il più competen te pel' quel posto, specia,l mente in relazione alla finalità a c.: ul i-i n>lcva tendere; egli diede un impulso cosi vigo1·oi;;o ali' Arma cl' Artiglieria da far avvera.re nella maniera più completa quanto sel'iveva nel 1835 il geiierale Oudin ot in uno studio De l' l talle et de ses forces rnilitaires, cioè : Un avenir prospèrè est r6sorl)é à oette cir·me q'lii, cifris·i qùe celle du gènie, se glorifie d'a/t;oir clepuis q1wlq1ie temps à sa t8te le général Filangieri, prince (le Sa,trfo·1w, clon t la répittaUon est jusU-
fiée par wnt ha,nte oci1Jaoité unie à ·1ine br·illc11nte vcileur ». Il Filangi.eri era e11tra.to a quindici ,Lnffi 11el Pritaneo, sotto la protezione di Na.poleone, allora primo console, ed a trent'anni aveva, raggiunto il grado di 1.enente gencra,le. . Nella sua rapida tarri e1·a si e1·a battuto: sulla cannoniera 11. 73 nel canale di Flessinga, riu1a.nendo ferito a,<. 1 una gamba ; èl Ma 1·ianzrll. do ,·c espugnò dne n1se fo1·tificate e prese una bandiera ng-li ,\ ust1·jaci, riporfantlo nltre dne frrite; acl A.usterlitz, meritando la promozione a luop;otenente : a Gaeta, e nella difesa (lel ponte sul Ua1·igliano, pet cui fu insignito della Legion d' onol'e . Mentre comlmtteva la gnerru, di Rpagnn. a;vevn ucciso in duello il genei·ale Françeschi, per un motto di spirito· che suon ava, ofl'esa rLi Na,polet:rni , ragione per cni fu t rasferito nell'Esercito cli Mur~t con l'appellativo datop;li da Kapoleone di « tete cle Vés-iive >> . Nel 1815, al101·ch è Murat volle tentare l'impresa dell'unità italiana, espugnò valorosamente il ponte di S. Ambrogio sul Panal.'o, l'i111 an enclo anc,ora una vol ta ferito. Abbiamo già, veduto che, sotto i Borboni , egli fu membi-o dei Supremo Consiglio di Guerr,1:, prendendo successivamente parte alla infelire campagnH clf'l J, 21. pn rni fn (lestituito. Fer òin:mdo IT, iniziando il suo 1·egno, ri chiam.ò il F il angfrri e « gl'inviò - dice il Ferrarelli - stupefacendo i retrivi cortigiani, le insegne dcll'o1·cline di S. Gennaro >> . commettendogli l'incarico di <( classificare gli nfficinli destituiti che si YOlevano riammettere nell'esercito>>· SnbHo dop·o fn chia,ma,to a far parte della Gitmta 1ei gene1·nl i, a cui già accennammo . per il riordina.mento cli -
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Fig. 57 - Gener:1 l<~ Carlo F ilangieri.
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tutte le forze aruuite dello Sta.to, ed « in lJ uesta Dieta - scrive la figliuola 'l'eresa ·F ilangie1·i - quantunque fosse il più giovane fra i suoi colleghi, egli di sovente fece prevalere, per forza d'ingegno e di dottrina, su gli antichi pregiudizi cli essi, le sue idee innovatl'ici )). Ji'issato così tutto 1111 piano di l'ilorme che importava, specialmente per i Cor pi facoUf~tivi, un favoro gig,1ntesco, a causa, dell'abbandono in cui essi si erano fin o allorn la. ciati, occorreva un capo cli eccezione per realizza 1'le; e la scelt1;i non poteva ea. dere se non snl Filangieri. « Fino a quel giorno ~ ricorda èLnCora la :ògliuola - il Re F erdinando aveya posto tutte le sue simpatie e le sue cure nell'immegliamenlio della fa.n teria e della cava,lleria; fu gran fatici'.l, del Filangiel'i piegare la mente del R.e (non corredata di profonde nozioni scientifiche) su1la importanza che l'Art iglieria aveva snlle a,ltre armi; importanza che sì chiaramente si era rivelata nelle guene napoleo11iche )) . Quali fos ero, poi, le condizioni dei Co1·pi facolta,tivi e quin di clell'Artiglieria napoletanc.1 in quell'epoca , le leggiamo ancora nella prosa semplice ma <:olDl'ita di Tetesa Filangieri: «·S ,Llvo quel pochissimo che nello stato di 1·ovina restarn anco1·a in pieù i e che pnr meritava, lunga e studiata, 1•ifor111a, tutto fu da Cr ea1·e. e la creazione SÌ compì_ C'On tanta sapienza e · con alacrità così ,singola.re, cla destare in tutti, più che amrnil'.:izionc, mera Yiglia e stupore )). Dunque nel 1834 l'Artiglieria,, il Genio, il real officio topografico e gli istituti di educazione milita1·e passavano alle cn,·<· del Filangieri, coadiuv~Lto, in forza del decreto 21 giugno 1s :3:( dai quattro Ispettori gencraU, che etano in quell'epoca : il brigndiere del g·enio Francesco Maria TanC"hi., ispettore del reale <Jmcio topog1·afico e degli istituti di educazione militare; il briga diere del genio Giovanni Prichard, fapettore del materi ale del1' Artiglieria e Genio, per i dominii al di qua del Fai·o; il colo nnello cl' Artiglie.ri.a Luigi Cm,enz, per i clomi nii al di là del Paro; e il coloi:1nello d'Artiglieria, Ignazio Yela~co, ispettore det p(~esonale tlei Oor1)i facoltativi. Quest'ultillllO, pel'Ò, fu subito so~titnito dal c-0lonnello Catlo R os, anch'egli d' .Artiglieria. Le c1ue sotto ispezioni stabilite pe1· ciascuna Arma, che do-
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I L'UNIONE 1;1,;1,L' AH'1'1GLIERIA JJ: DEL GENlO
vevano essere 1·ette da ufficiali ~uperiori dello S. ì\I. del!' Arma stessa, agli inizi de~ 1834: erano affidate l'ispettivamente al colonnello d'Artiglieria Gaetano Mezzacapo, con tesidenza. in P a le1·mo, cd al colonnello Giuseppe ì\Iori, con resi<.lenr,a iu Kapoli.. Il Pilangieri affrontò e risolse tutt i i pl'olJlemi L:Oll chia -
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F'ig, 58 · Il gener:1le Carlo F'llnngierl, con la s ua :l'arojglin . (Dipinto di N . ca.r ta). ( da Storia Risorgimento e Unità et'I talia di C. Spellanzon - Edl t . Rizzoll, Milano ).
r·ezza di vedute e prontt>zza di e ecu1,ione iniziando la vasta riforma con un sanissiuo cri.tel'io basilare che diede subito i più brilla,n ti risultati : quello di collocare gli ufficiali nei posti in cui il loro ingegno e le loro personali tendenze ed abitudini potessero dare più ntile pl'ofitto. Dell'impuso dato èJ gli stabilimenti milita,ri cli procluzione e dei c1·iteri tct nid adottati p e1· l'adozione delle rnrie bo<·<:he da fuoco in armamento alle diverse specialità. dell'Arma accenne· remo in altra parte. Qui fer{Ueremo le nostl'e indagini sulln, forza degli uomini e sui pl'ovvedimeriti adottati per renderli ido-
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nei a di.simpeguare ton la necessa ria c:orupetenza il complPStiO servizio dell'Arma. · Le prirue cure furono spese per l'Artiglieria, cla campa,gna e cioè non solamente pe1· tLl.lestirc il matel"iale più idoneo, .m a anche per creare un personc1le rii-:pornl<'nte al ser,·izio delle batterie stesse. E poicl1è se JJe vo levan o co:- titnire Reclic-i (01l1·e quelle a cavallo) che aVl'ebbero dovuto essere serYite da un uguale numero di compagnie attive apptL1-tenenti alle due brigate di ciascuno dei. due reggimenti. d 'Artigli eria a piedi «Re» e « Regina», il Filangieri chiese al Son·auo di ordinare ·un aumento all'efrettivo cli t ali compagnie, essendo la forza di m uomini, quale la stabiliva il clecret-0 del 25 giugno del 1833, assai scarsa ed insufficiente per t ali bisogni. Il R e aderì : con <lecretc è.e! 3 agosto del 1837 le 16 compagnie attive dei du e battaglioni di Artiglieria campale vennero aumen tate di sessanta artiglieri di Lerz;1 classe, in modo che ciascuna cli esse venne a risultare cli 117 uo· mini, compresi i due uffici,1.li . Precedentemente, n 18 febbraio 1837, cd in base a,llo stesso concetto, era già stato approvato un ~rnmento all'organico del battaglione del treno e delle sezioni clel tr,eno svizzero, nella seguenw misnra: 1.'reno cH linea
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Soldati
ICavalli per I uff. d'n r tig .
Cavi.dli da tiro
Muli
---- -----!Il compagnia 2n
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811
.
4a
•
40 40 20 20
4
* 4 4
70 70 30 30
11 t reno per la batteria estera (svizzera) ebbe per ogni se½iOne un aumento di 24 cavalli, in totale cioè 48. Complessivamente il generale Oudinot nel gennaio del 1838, in ·un nuovo studio pubblicato in '1~ speotateitr miUtaire (vo-
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LA !)'ORZA DffiLLID IlA'1vl'u;HI 1,;
lume XXVI), assegnava all'Artiglieria na.poletana la seguente fol'za: Reggimento «Re>> A1'tiglieria uomini 1637 )) Reggimento « Regina )) Artiglieria 1512 )) Brìgata artefici Artiglieria 403 )) Artigiieria a cavallo 186 )) 591 Treno )) Artigtieri litorali 3298 Per rendc1~e le batterie più snelle il Filan gieri avreb be voluto alleggerirlP, di.minuc11do il numero delle bocche cfa, fuoco; ma non gli l'ÌU!'ìCÌ di piegare la volontà del Sovrano all'a.dozione di un siffatto concetto. Egli stesso nei suoi «Ricordi>> sr:l"ive: « .Nel l'iordinawento del.la nostra Ui1"tiglie1·ia, che il H,e erasi proposto di richiamare a novella vitn, io i.nfrnttuosamente insistetti perchè le citate batterie da campo fossero composte soltanto di 6 bocche da fuoco, cioè 4 cannoni e due obici lunghi , ma non potetti ottenere in proposito il Regio Al'lsenso, perch<~ forse abituato Sua Maestà a veùere, prima, di salire sul Trono, le due o tre batterie che fino a quell'epoca possedevansi , compost.e al pa,rt di quelle austriache ùi 8 pezzi >>« N-on mi giovò di rassegnare alla Maestà Sua che le batLcrie, come volca,n si oonservare, richiedevano un numero tale di animali e di conduttori, che difficilmente i loro comandanti. avrebbero saputo o potuto invigila.re la buona tenuta, poichè in generale poco usi gli uflìzia.li di a,rtiglieria a comandar truppe a cavallo >> A maggior ragione il Filangieri doveva quindi sentire il bisogno cli crea,rc una Scuola di equitazione in Capua, per addestrare soprattutto gli. 1,rfficiali al servizio òelle batterie montate. Tale Scuola cliecle risultati eccellen ti, creando un personale .spedalizzato, capace di disimpegnare egregiamente il proprio servir,io. Nei citati « Rico1·d,i J) iì Filangieri rammenta: «Create le batterie da campo e quelle di montagna, aumentato il treno, com pl clnta la batteria di artiglieria a cavallo, era necessaria la compilazione di un'ordinanza tanto per la man ovra di una bat1·erfa qua,nto per l 'evoluzione di più batterie riunite. Nena com17
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pilazionc di tal lavoro fui utilmente s·econdato dal degno Co lonnello Lahalle,· quello fra tutti gli Uffiziali superiori d'arti.glie.ria che più ò a,mato e del quale ò ama,ra.mente compianta, )a,. perdita>). c<I regolamenti' dell'artiglieria a, cavallo della Gua,rdia Reale cli lì'rancia fur-on da me presi per base di siffatta nostra provvi.sol'ia ordinanza, aggiungendovi quanto occorreva per manovrare a clist;rnza abbreviata, cioè a 10 passi <.l'ìntervallo, fm una testa di a&se e quella del veicolo contiguo )): « ifolti ricorderanno forse aver io fatto eseguire evoluzioni a fuoco al campo cli Oapodichino ·con 7 e 8 batterie, le quali muovevansi in ordine diretto ed inverso, in avanti, in ritirata e mi fianchi, con la velocitì1 e la, p,r edsione cli S squaclr·oni di untL c.avalleria· istruita,, e nella seconda. tli quelle, _in cui fu presente il Maresciallo 1\farmont, uno dei più Ulustri UffizL1li di artiglieria delle armate francesi, si compiacque di esternarmene il suo lusinghiero compiacimento clieendomi fra le altre cose (< a,1>ec 'lt·11,u 'masse cornpacte dc f cu) vomi _var 64 pièces q1;,i :sic rneiivent av cc, aiitant de célérité q·ne dc prcoisfon, on clécidc le sort de Men de bataillcs >>Non minori cure iJ lì'ilangieri dedicò agli altri re,parti cli . Artiglieria designati pn· il servfaio d'assedio, da forte7,7,a, e da costa, ,no1tehè alla, brigata artefici : nn nucleo di q nest'nl timn. era flei,;tinato n, servire un ingegnosissimo equipaggio da ponte di 2f5 grandi b,a ttelli, con le relative vetture di trasporto . Al pnn dpio dél 1838 l'Oudinot scriveva : « l'o11, pe'ttt affirrncr qii)il n)v a pa,s a'uj_ord)h,wi dans le 1·oya,urne ,une plaoe de g1,1,e1"1·e) wn,e pOS'it-ion fortifiéc) ii,ne batterie qwi ne so'Ìt arrnée et da.ns le rneille1.1,rétat de déf ense >>. Con decreto del 14 novembre 1839, a ciascuna delle 16 compagnie appartenenti ·ai. secondi battaglioni dei reggiineÌlti (<Re >> <: (< Reg'ina >) fu apportato l'aumento cli 13 artiglieri dì. tèrza dasse, mentre con altro decreto di due giorni appres~o veniva scioltà: la brigata artefici e se ne· formava una nuova,. Questa era com. posta di uno stato maggiore di cinque ufficiali, di uno ,sta,to uunore di tre uominj, e di 4 compagnfo, cioè Ja l3 di armieri, la 2" di. artefici, la H" e 4a cli pontonieri: ciascuna fo,rté di 120 nomini di -truppa e 4 ufficiali. -
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f . LO S1'Nf0 ogLL'AH'l'lGLl!::RIJ\ AL
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Oon questo 1·i trno si giunge agli albori del 184S, a,llemmdo sempre più i repa1ti ·addetti alle batterie mobili, dando incremento a tutti gli studi inerenti a,i progressi dell' Artiglierin, e cl cli e armi portatili pe1· l'armamento degli alt r~ 00l'pi cl ell' Eserci t.o, p erf<,zionando l'arte di passar<~ i :fiumi, fabbricando materfale d'ogni sorta, speriment ando la ' bontà delle armi e l'adckstramento dei 1·eparti con tiri e munovre, metten<lo in efficienza t 11tte le batter1e litoranee e quelle delle for tez7,e intern,~ e cli. frontiera, dando più largo· resp i.ro agli. stabili.menti di produzione, ampliando le armerie, (per esempio quella, di Messina): creandone delle nuove, con1.e (JtH:11a cli Castelnuovo di Napoli (1.8:3$) capace di J80 mila. armi, quella ape1:ta nella. fortezza di Cap na (1836) dov'era la chiesa di 8. Giovanni, e quflla nel Casteln uovo di Gaeta, destinata aél0 a-ccogli(•rc le armi acquistate nel Belgio .
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CAPITOLO UNDECIMO
(1848) L o scoppio d ella guerra I.
Composizione dell'Ese rcito austriaco in Italia - Le artiglierie di Radetzky - Le richieste ed i propositi del vecchio maresciallo Stato d'animo di ufficiali e soldati italiani arruolati nell'Esercito austriaco - L'Artig lieria delle cinque g iornate di Milano - I cannoni di legno dei ribelli - Il bombardamento della città da parte degli austriaci - Carlo Albe rto dichiara g uerra ali'Austria - La febbrile mobilitazione ·sotto la direzione del ministro Franzini - Quadro di formazione dell'esercito piemontese - I comandi - Le forze d'artiglieria - Caratteristiche e qualità deg li ufficiali e soldati del1' Arma - Gli apporti artig liereschi deg li altri stati della pe nisola.
La campagna del 184S è stata umpiamente, narrata, in rehtzjoni ufficiali e in numerosissime altre pubblicazionì, fra cui molte &ono aissai pregevoli; inoltre, .scrittori e critici militari di indiscusso valore l'hanno minutamente analizzata e commentata . Evidentemente, non è compito nostro nè ripetere siffatte na.rrazioni, nè, tanto .meno, modificarle: Noi . ci limiteremo qui a met ter,e man mano in evidenza l 'opera svolta dalla nostra Artiglieria, cioè anzitutto e in ispecial modo da quella, dell' Esercito piemontese, massimo nerbo e fulcro delle guerre · dell' In dipendenza, senza però trascura.re l'artiglieria delle for -
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LU SCOf>!:'10 DELLA GUEHRA
mazioni militari dei vari aJtr-i' Sta,t i italiani cbe pai:·tecipai-0110 alla prima grande crociata e.:ontro l'Austria. A tale riguardo è da1 t ener presente un'osservazione già, fatta in 1w,1 pregevolissima opera, L ,a,rtigUeria camvale italiana, pubblicata nel 18S7 dall'allora capitano Uai·miue Sii-n cusa, cioè che ..nelle moltissime s torie, diari e memorie con cernenti la nostra prinm guena, dell' Indipendenza, le n otiz.ie sul P Artiglieria sono a ,8-SH.i sc;arse e talo1·a ,rnche contradditorie, fo1·se perchè l'Arma veniva ancora e.:onsidei-ata da moHi e.:ornc ausiliaria o fors'anche perchè, per le stesse caratteristiche del suo impiego, si prestava meno a quella visione e concezione dclla guerra ·Che fu definita, appunto, quarantottesca (e, s'intende, · absit in-i-wria verbo, chè nessuno più di n oi. apprezza, · . quello stile di combattimento, per q_uakhe aspetto tanto <lissimile da quello che si è venuto man mano creando negli uhi.mi decenni dell'Ottocento e si è n ecessariamente imposto con la, gnmdc guerra). In og11i. ,modo -- e qualunque ne sia il motivo - SkL di fotto che l<~ iuf,or111azi<mi sinci-01te circa l'impiego delFA1·tiglieria nella guena ùel J.848 sono ben lontane dal r aggiungeri~ l'ampiezza e lo sriluppo con cui sono ra.ccontate le a½ioni delle a,l t rc Armi ; perciò, guardando qni lo svolgimen to delle batta glie dii. nost1·0 angolo visuale, doè i:it\guenclo quasi esclusirnmen te l'ope1·a, dell' Arti.gli<~ria, arnd, quando sia possibile, quella specifica delle varie battt .r ie, non faremo che ristabilire in qualche modo l'equilib1·fo, e sop1·a,~utto òtt.empci·ereino a,Jlc 1101·· me che ci sono imposte daJla na,tura e dalle finalità della nostra Rtorict. Jl; però ovvio che, per llare on10geneità ed. armo1tia al. q llùdro complessivo e, anche, per facilitare ht comprensione degli avvenimenti e· dell'apporto recat ovi dall' Artiglieri.a dovremo, specialmente in questo -primo paragrafo , illustrar·e nel suo complesso la sit uazi.one militare, non senza q-u alche accenno di ntLt tJra politica, perchè - non lo si 1·ipeterà m.ai abbastan za _:_ una guerra non è u.n fatto meramente militar-e, bensì un evento st1·aordinariamente complesso e grandioso: jn cui eonflui.scono f' .si C·Olhwèlano t utte le ene1·gie .fisiche, intell<~ttnali e spiritunli cli un popolo. 262 -
I LE ronzE AUS'.J.'f(lACHfl: I N ITALIA
Incominciamo col vedere sommariamente la composizione d<•ll'Esercito aust.r iaco iu Italia, e, un po' più dettagliatamente, le sue forze di urtiglieria . .Al 15 marzo 1848, doè alla, vigilia, cleJ movimento rivolu-· zionario italiano, l'Esercito che gli Absburgo tenevano dislo-
li'ig. 59 - Feld Mat·esciallo Conte Radetzki, dal 23 novembre J83i Coman· dante generale dell'esercito austriaco nel Regno Lombardo-Veneto. (Museo Risorgimento, Genova.). (da Storia Risorgimento e Unità d'Italia
di
c. Spellanzon - Eclit. R izzoli, Milano).
cato nel Lombarclo-Veneto ammontava a · 61 battaglioui, 16 squadroni, .108 pezzi di artiglieria, ossia 18 bat terie, e quattro compagnie tecni.che : in tutto 70.000 uomini, divisi in due Oo11pi d'armata. Il I occupava la Lombardia :fino al Mincio (Man-
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tova esclusa) e la fortezza di Piacenza, ed aveva la sede del Coma,ndo in Milano; dal II, il cui Comando era in Padova, dipe·ndevano il Veneto, la fortezza di Mantova e le truppe distaccate oltre Po, nei Ducati, in Ferrara, ed in Comacchio. Comandante del I Corpo d'Armata era il Feld Maresciallo Conte Eugenio Vratislaw; del II il Fìeld Ma,rescia,llo Bn,rone d'Aspre. IL Comando supremo, che aveva, sede in Milano, era affidato al Feld Mnresciallo Co~te Radetzky, il quale godeva di molta considerazione negli ambienti militari, e, nonostante i suoi 81 anni, di grande fiducia da parte dei dipendenti. In complesso, egli era un uomo energico, pieno di senso pratico e dotato di molte eccellenti qualità che lo rendevano atto a coprire de. g-namente l'altissimo compito a,ffidatogli. Per molto tempo il nome di Radetzky fu, per no.i Italiani., sinonimo di dominazione austriaca, e, come tale, era naturale - in un certo senso, diremmo: . era stretto d·overe patriottico cbe. egli fosse esecrato. Ma l'odio contro la memoria di Radetzky, che poteva ancora sussistere prima della grande g1ierra, allorchè non aveva.mo raggiuntò i nostri giusti confini, non ha più ragione di essere oggi che l'Italia è al Brennero e ci resterà. E in un'opera storica, che deve .essere, anzitutto e sopratutto, obbiettiva ed imparziale, non si può non rendere omaggfo alle non comuni qualità di soldato e di c_::i,po del vecchio Maresciallo. Le fo~ze d'Artiglieria dei due Corpi d' Ar~ata austriaci erano così distribuite : I Corpo : 2 batterie a piedi e 1 a cavallo a Milano ; 1 bat. teria a piedi e 1 a cavallo a Pavia; 1 batteria a eavallo a Lodi; 1 batteria a piedi in ciascuna delle seguenti località: Cremona, Brescia e Cassano. Ogni batteria componendosi cli 6 pezzi, l<>. nove' ha ttc1'ie dfaponevano, complessivamente, di 54 pezzi, ai quali bisogna . aggiungerne 12 di una batteria di riser,,a, con sede pure a Mi· lano. ':l'otale: 66 cannoni. II Corpo: 1 batteria a cavallo e 1 a piedi a Verona; 1 bat- . teria a cavallo a Padova; 1 brttteria a piedi a Vicenza ; 1 ba.tteria a piedi a Mantova. Tota.le : 5 batterie, con 30 pezzi, ai
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I IL PIANO AUi::l'.rHlACO
quali sono da aggiungere 12 pezzi di riserva dislocati a V,e rona. Complessivamente, 42 pezzi. 'rotale g<:!JHmtle: 108 pezzi. -»
,r., -!,:•
Già nel 1847, allorchè la situazione aveva incominciato ad inacerbirsi _per l'effervescenza, suscitata dalle c-011<.:essioni poli.tiche di Pio IX, ed il Governo absburgico era parso propenso acl un intervento armato nell'Italia centrale, il Maresciallo Radetzky aveva. chiesto che le fo1·ze militari austriache fossero portate a 150.000 uomini. _ Egli divtsava di adoperarne 50.000 per tenere a freno le città di più spiccate tehde11ze rivoluzionarie, e di destinare gli altri 100.000 alla spedizione progettata oltre il Po. Oont('mporanea.mente pensava cli circondare :Milano con una cintura di 15 forti staccati, per difenderla contro gli attacchi dei nemici interni ed estérni. Le gravi condizioni in cui versava Ferario della 1\fonarchia austriaca non permisero a] Govel'llo di dar corso alla richiesta ed ai propositi del Marescia,llo Radetzky, benchè l'una e µ;li altri fossero caldeggiati dal Principe di Metternich che; onnipotente un tempo, adesso ert~ invece aspramente combattuto. Poste quindi da parte le idee aggressiv,e, l'aumento delle truppe in Italia si limitò all'invio di quattro battaglioni di fanteria, giunti nei primi mesi del 1848. Poichè il Canton Ticino era, la fucina degli opuscoli e degli. scritti liberali, e là erano riparati parecchi tra gli esuli politici italiani, nel Comasco, tra, Varese e la Vi:Lltellina, furono colloca.ti i cinque battaglioni del.la Brigata Strassoldo, sostenuti da altri due battaglioni della Brigata Radetzky. Per impedire a,nche le irruzioni d'oltre Ticino fo distaccata attorno a ·Magenta la Brigata, 1Vfaurer, di tre battaglionì. Quindi dieci liattaglioni stavano a guardia delle fronUere lombarde nei punti. che pareva,no più minacciati; un sesto delle forze militari stanzia.te in Ita,l ia era oosì distratto c9ntro i nemici esterni. Altri cinque battaglioni era,no distaccati oltre il Po, da Piacenza a Ferrafa. R.imanevan-o, dunque nelle proYineie .lom ~
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bardo-venete 46 battaglioni, 34 squadroni e l'a,r tiglieria, ossia circa 55.000 uomini, non essendo computate in tale cifra le truppe di marina ed alcune forze presidiarie, come gendarmi, guardie cli polizia ecc .. Un terzo o poco più di tali truppe era reclutato in Italia, e su questi soldati italiani i libera.li facevano gran conto,' cioè $peravano che essi, ribellandosi al momento opportuno, potessero ar reca.re un forte contributo alla causa della rivoh~zione italiana. i\fo a_nche i Comandi. Austri.aci avevano, o almeno ostentavano piena fiducia in loro, tanto più che nelle spedizi.oni del 1~21 e 1831 si erano mostrati abbastanza discipUnatL Tnttavfa molte cose erano mutate nel ·corso degli ultimi decenni: l'idea unitaria ayeva fatto del ClLmmino e,· al di sopra di vere e proprie dottrine politiche, si era maggiormente diffuso un senso, impreciso ed oscuro, ma non per ciò meno saldo e tenace, di solidarietà fra genti della stessa lingua e dello stesso sangue. Natm·almente tale stato d'animo delle truppe italiane miUtanti nell'Esercito a.nstriaco era assai più radicato negli ufli.cia,li ; ma questi n on era.no numerosi, e parécchi tra lor o, a mit-:ura ehe videro inasprirsi il contra,sto fra il Governo absburgico e la popolazione del Lombardo -Veneto, ~i dimisero.
Non incluge1:emo a r-ievocare minutamente gli avvenimenti dei primi due mesi dell' « anno fatidico >>, caratterizzato dai fatt{ di ::'.lii.lano, di Pavia e di P adova e, nel Regno delle Dne Sicilie, dalla rivolta degli isolani contro la dominazione borbonica, rivolta che doveva perdurare, attraverso a varie vicende, fino alla metà del 1849 : Hlnstreremo nell' ultimo para:gra.fo ài questo capitolo l'azione deg'li artiglieri e delle artiglierie nei moti siciliani: In ·l\filano, il l\fare.sciallo Radet zky, aveva ai suoi ordini 9 battaglioni cli fanteria, 4 squadroni ·di cavalleria e 30 ca,nnoni da campagna, : 12 mila uomini a.U'incirca. La popolazione non possedeva che pochi fucili da caccia ,e qualcuno di precisione, oltre alle vecchie armi prese nelle raecolte o conservate in famiglia, e in gran parte inservibili. -
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I LI,, CINQUE GIORNATE Dl :MILANO
~folle dll(1ue leggenùa,ric gio1·11ate, i Milaue,si, eroicamenteha.l½a ti in ,u-mi. contro l'oppressore austi-iaco, coBti-uirono fret. 1.olo::;arnentc akuui <.;armoni di legno (:allletati di ferro , <~ li adoprai·o110 utilmente Le bo<.;che eia fuoco ful'ono i uvece ampiamente nsate dal 11,1<letzky il qtwle, come [Lbbiumo Yi sto, disponeva a Mihmo di. 2 batterie a ca,nd.lo e 1 a_piedi, <li (:i pezzi ciascuna, pi.ù 12 pez½i di. 1·iscna. Fin (lal :pl'illlo giorno, egli -:fece sfondate a ca,nnona,te 1~ porte del l'ala2-zo del Broletto, spc1:anclo iiivano di impadronirsi dei magistrati municipali e <li arrestare così. il movilllento rivo1uziona,rio . Sventato tale piauo, il vec~chio Ma,rei:;ciallo si l'itil'a in ca~tello e iuvia al Mnnidpio una. l ettera, minacciosa in cui ordina, il disarmo della guardia, civica aggiungendo che, se le sue ingiunzioni non saranno prontamente obbedite, farà bombai-dare la città. Contemporaneamente fa montare i cannoni della gran gnal'di.a éli Palaz½o Reale e spinge le due braccia dell'Dsercito lungo le innra dc.i bastioni, c·ollocando ad ogni posto clei. nudd di. soldati con artiglierie, minacciando l1agli aHi terru,pieni tntta la città, e separandola dalla campagna. , .Ma. il Consiglio di guerr-a formato dai rivoltosi - e ('Omposto (li Cattaneo, Grrnusch i, Terzaghi e Clerici - dirige la lotta con a1·élirnerito pari' allo spil'i.to di. generosità. l)1w frasi tli Cado Uatta.11eo stanno n -sintetiz,-,al'e 1'11110 e l'altt'O sentimento. L:L prillla è Ja l'isposta a chi gli raccomanda cli non élimentirm·e che ri so110 .viveri solo per 21b ore : « Quand'anche ci do· vesse mancate H pane, megl io mol'i.t di fame che di forca>> . La st>conda, 1nagnifiea, è il moni to dei. popolani che chiedono cosn, debbano far·e cl ell'N;eerato <·on te Bol:r,n : e< 8(1 lo c1mnwzzate, fate 11na, cosa i;;anta >) . E fu i::alvo. Le a rtiglierie nemiche fulminano la città; ma ogni proiettile cad nt o è salutato da grida cli scher110 e di sfida : i raga.zzi si affrettano a .1·a,ccogli(~rli. e a spegnere la. roiccif.L delle homb<~. P articofare sign,i:ficativo : fra i proiettili dei pezzi. nemici si rhwermero grosse medaglie di ferro fuso , in cui era impressa, pel' dilegg-io, l'immagine di Pi-o IX.La mattina del 22 marzo gli '.Austria-ci abbandonano il pa-
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l:t½ZO del Comando generale militare : e la popohrnione prende d'assaJto Je due caserme di Sr111 Francesco e S. Vittore; mentre~ un gruppo di giovani intrepidi, comandati cla Enrico Ce1'nuschi e Luciano Manal'a, eflpugna Portn. Tosa, invano dife!:ia da 2000 austtiaci e 6 cannoni. Servendosi di barrica te mobili, cosLi-uite con fascine, i Milanesi si portano fin presso i cau noni nemici, uccidono tutti gli a1·tiglieri, si · impu.dronh,cono delle bocche da fo.oco , e le girano c-0ntro gli. avversai-i in fuga.. La sera dello stesso giorno, alle undici, R adetzky si decide finalmente ad abbandonare il castello e, per proteggere la riti· rata, fa disperatamente cannoneggiare la città ed incenùial'e cataste di paglia e di fieno, insieme a ca,rri e masserizie d'ogni specie. Dopo la vittoi-ia,, i Milanesi non pensano ad inseguire 11 nemico, ma si occupano attivamente a f.ortifi.care la città, mettendola in condizioni di resistere ad un eventuale ritorno offen!:iivo di Radetzky. Coi soldati italiani che hanno disertato dall'l<]sercito austriaco il Gov.erno provvisorio costituisce un reggimeuto cli fanteÌ·ia , uno squachone di cavulléria e una compa· gnia di a,rtiglieria. Milano ha scr.i,tto una stupenda pa,giua di el'oismo, ma il Uornita.to cli guerra, composto esclusiva,m.ente di mazziniani, <:orumette l'euore cli sopravalutarlo per ciò che ~i riferisce alle sue conseguenze strettamente militari. Nelle ben note Memorie s1tlla guerra, d'indipendenza d'Italia nel J848, l'autore un a,nonimo u11ìciale piemontese, che il barone Alberto Lumbroso, in una recentissima, interessante pubblicazione, crede di potP.r idrntificare nello stesso Re Carlo Alberto (e Antonio Monti, altro valoro,sissimo stol'ico cfol Risorgimen to, appoggia autorevolrn<!nte tale tesi, portando a rincalzo importanti d,ocumenti ineclHi) - nota che « dai Milane i clicevansi gli Austriaci pi uttosto in fuga che. in ritirMa; la qnal cosa n.llora essi realmente credevano, epperdò non davano al nostro aiuto quella importnnza che clopo i susseguenti avvenimenti gli dovettero attribnire >>. La realtà è che Radetzky ei-a stato netta.menute vinto dai popolani milanesi, 111a n on certo schiacciato, e cioè disponeva <JlHlfli integralmente clclle snc l'i,s orse e ~tava applicando nn -
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Flg. 60 · Re Carlo Alberto il 29 mo rr.-0 ·43 passa con l'esercito sardo Il ponte sul GrnYcllone presso Pavia, e ùlstrlbuisce alle truppe le bandiere tricolori. (Disegno del Co. A. Stanisla o Grlmol<II - Museo Risorgimento, Torino). ( (la Storia Ri.sorolmcnto e Unità ct'Italfa di O. Spellnnzon - Edlt. Rlzzol!, Milano).
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piano sospen::-ivo, in attei-a. ddle decisioni ciel Uo,·erJJo piemon· t.ese. Hott1·aenclo le sne truppe ad una guerriglia per le de e contro le batricate - lotta iu t ui gli Austriaci si em110 rnosi;rati a:;~olutamente in.Ie1·iori <·cl etano stati battuti - il :\laresciallo le riservava, per 1111 'eve11tn,Lle l.ott..~ in cu,mpo apel'to; e inLa,nt,0 concentra,·a in luogo situto le gua1·nigion.i ormai sornme1·se dalla marca rivoluzionaria, e disponeva l' Esercito in assetlo cli guern1, sotto la pl'otezione delle fortezze 11011 lontaue dal Trentino, showo delJe 1i1ie,e di. l'Ìfol'llimento e dell e truppe di rincalzo che il Grnerale :Kugent staq1, raccogliendo n.d est de))'lsonzo . Nella matlina del ~O marzo rn48 Carlo Alberto fa agli in· Yiati milanesi fo1:mal.e pr·omessa tli soccorso . B qnesto il primo passo nel glo1·ioso e tragico e:a,mmino verso fa, reali½,mzione di 1rn sogno (:he il lfr l\1nguanimo ha lungamente sognato e · che solo molti ai111i più tar<li il s uo gra1nc1e F iglio potrà tni.dunc in 1·caltiL : i l ri.i-;c·atto dell'inter.L P enisol a dalla dominazione strnniel'a. 'J'ra il 21 ecl il 22 111 ,u·½o souo chiamate le classi cli proYincia.li an <.:ora di.sponi bi.li. Il 23, alle ol'e 13', il Co11siglfo dei l\1 i · nistri. adunatos( sotto la p1·eside11za del R e, aelibe1·,t unanime eh-e sia dichia1·ata la g 11erra, aU' Austria e che l.'E::;erdto piemontese passi n Ticino per accorrere in <lifesn. della, popola:done lom.bal'da: di ta.l.e deliberazione e clc~i provvedimenti. che" l'accompagnauo Yicne dato pubblieo avvii:;o. . Alle c:in<in e e mezztL poruerWiane dello stesso giorno il Conte M,n·tini, reduce da, l\fila.no dove aveva portato le solenni promesse del Re, r ie11tr0,va in To1·ino come rappresentante dr l Governo Provvisorio milaneRe e latore della notfa,ia r.he la capitale lombarda, libera cla,1 dominio strani.ero, aveva issato la bandiera tl.·icolore italiana ed invoca.va un pronto e valido soc· cori-.o . Il Re rispondeva rendendo pubbliche, con un manifei-to al P aese, le decisioni adottate. La sfida era gettata : il pi ccolo Esercito del vecchio I'iemon te - avendo contrari tutti i. potentati europei e minacciosa,, al connne occidentale, la lt'1·ancia - osava ass~lire la colossale potenza austriaca. « J'attends mon astre >>, era, stato il
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LA PRIJJPAHA½J0:-; 1..: Pil?:MON'!'ESI~
111otto dell'italo Amleto per tanti anni . E, finalmente, la g1·ande ora, era scoccata.
Con la fo1·mazione · del primo Ministero costituzioH a1e, la direzioHe ' delle cose di guerra era sta,ta assunta dal maggior ge· nerale Antonio F ra.nzini, aiutante generale nel Corpo di Stato
Fig. 61 - Generale Antonio F ra n;,;ini. (dalla collezione clel Cap. Avv. Costante Gh'aud).
Maggiore. La smL attività dovette essere verament e grande per peovYedete a tutte le e~igem,e di quel momento : a,eva bisogno <li almeno clodi<:i giorni. pei· met'lc're l' Esc1·cito ~ul piede cli guerta. e n(· ebbe cJII(: soli.
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P et l' incalzare delle' vicende, le. operazioni delFadunata. clo.vetiero essere precipitate, e quelle di mobilitazione continua rono anche dopo che l'Esercito aveva passato il Ticino, era ar i-ivato sul Mincio e ~i trovava a contatto col nemico. 1 movimenti delle truppe erano tuLti fatti a, piedi. Da prin dpi-o, per aumentare più celel'emente il numel'o degli uomini nei reggirue11ti, i 1·ichiamati. invece cli anelare .ii battaglioni di òeposiLo per essere a,rmati. e vestiti, fnrono immediatamente diretti al Corpo a cui appa,1·tcnevano, ma ciò non fu possibile ùopo che i reggimenti mossero dai 101·0 a bituali presidi e si av viarono ·Oltre il. 'l'icino. A breve di.stanza cla,l confine orientale del Piemonte stavano ~olamente un reggimento di fanteria a Novara e due di. caval leria a Vigevano e Vercelli : gli altri erano almeno a t r·e tappe da tale frouticra. I rcggirnc11ti di cavallerfa erano deficienti di forza; e dell'Artiglieria solamente sette batterie si trovavano in istato <'li p.o ter entrare ,s ubito in campagna,. 11 23 di marzo, decisa la guerra, il Ministro 1·icbiamò dal congedo le cla~si di servizio temporaneo che erano ancora alle loro case e diede avviso alla riserva di tener si pronta a partire alla prima chiamata. Sollecitò e diede più ala.ere impulso ai lavori dell'Arsenale per la produzione del materiale di guerra; rnapdò aJPestero a fal'e incetta di. 1200 cavalli. La popolazione coadiuvò l'ope1·a del Gov,e rno oon doni d'ogni specie, con offerte e con la sottoscrizione entusi3J. tica ad un prestito volontario :1,l 5 %, Con questi elementi, e con gli altri che l 'attività del Mi nistro della Guerra seppe riunire, fu costituito l'esercito eh<> doveva e:qtrare in campagna, e di cui vedremo tra breve la for .rnazionc . ' Durante la marcia delle truppe ferveva il lavoro del M.i · nistero della Guerra per la nomina d'egli ufficiali destinati ai. Comandi generali ed agli Stati Maggiori, e para.llelamentr quello per l'ampliamento dei Corpi dl Li-uppa e. istenti. Si preei~arono .le .n orme per la formazione dei t1'.e battaglionj di. bersaglieri, in cui dovevano arruolarsi i volontari di guerra; il batta-
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L0 DlFPICOL'.l.',Ì. PER IL COMANDO SUPREJMO
glione Real Navi passò a far parte dell'Esercito di terra; fu au mentata di tre batterie, una a cavano, una di batta.glia, ed una di posizione, la, forza di artiglieria stabilita, nel 1846 ; fu creata una nuova compagnia pontieri; furono dati gli ordini per la formazione delle colonne munizioni. Ogni batteria aveva una colonna munizioni oomposta. di 19 carri, cioè 8 per munizioni di fLrtiglieria (12 nelle batterie a cavallo), S per munizioni di fanteria (4 nelle batterie a cavallo), una fucina, un a,ffusto ,li ricambio, un carro a ridoli. Le e-0lonne munizioni erano traintLte da cavalli del treno, dò ehe esigeva, per 285 carri, ci1·ca, 1:500 cavalli. Il quadro di formazione dell'Esercito ehe stava per entrare in campagna compa,r ve colla data del 27 marzo, nu1 era già designa,to nelle linee generali dall'ordine con cui era costituito l' Esercito cli osservazione. · Per molte ragioni, politiche e personali, il comando del l'Esercito spettava a Re Carlo Alberto il qnale doveva, man mano, assumere anche il <>Ornando di tutte le forze militari italfane, che, come alleate, fossero sopraggiunte per combattere la guerra d'indipendenza. Non ern però facile sistemare, sec~ndo le .nuove forme go · vernative parlamentari, le rela1,ioni del Sovrano, irresponsabile e comandante supr-emo dell'Esercito, colle responsabilità della guerra. Parve di potervi rimediare col porgli a lato il generale Franzini che, conservando la sua qualità di Ministro della Guerra, seguì il Re a,l campo e prese parte ai consigli che vi si radunavano per decidere irnlle operazioni militari. ~fa. questo rappresentante del Governo di T,orino nel Qunrtier Generale, nonchè consigliere immediato del Re, non riusci a sci,)· gliere vantaggiosamente il problema latente sulla nuova formi.I di governo circa le relazioni tra la Corona ed il Governo re sponsabile. : relazioni estremamente delicate durante la guerra. quando è necessario il oomando rapido e le decisioni prese so11Ò irrimediabili. Di qui molte titubanze e molte gelosie, le qnali rend'evano difficile l'azione del Comando Supremo, gli toglievano autorevole1,1,a e genera.vano gravi inconvenienti. Tra i generali dell'Esercito piemontese alcuni erano assai
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1·eputati anche fuori dei confini dei piccolo R egno. 'l'ra essi i dnc fratelli Sa.lnzzo : Ales,sanclro, lo storico degli ordini militari del Pi<~monte e capo del Corpo di S. M., e Cesare, già governatore t1<l istitut<>re dei figli del Re. Ma essi erano ormai vecchi e non patevano più atti ad un coma.ndo attivo dell'esercito mobilitato. Buon soldato era pure il conte SalU.er della T,o rre, marescial!.o e go vernu,tore della Divisione militare di 'l'orino, lo stesso che nel 1821 coi hattu,glioni. rimasti estranei ai movimenti politici aveva ristabilito il governo assoluto, come nel 1831 era.si opposto tL qualunque intrigo tentato per impedire b tranquilla ttasrnissione del regio governo da un ramo all'altro della, famigìi:.L dei Savoja . Ma, oltre alla, vecchiaia, lo f:Lllontanavano cla un comando attivo il ricordo del ,suo passat,o e le relazioni col par· ti.to contrario alle riforme. Del marchese Paolucci, governatol'e di Genova,, abbiamo già avuto occa,sione di parlare nel prec:cdente capitol·o, acce11nando all'attività da lni svolta come capo dell'Esercito sotto Carlo F elice : aveva pratica di guerra, a,cqui · stata combattendo negli eserciti russi contro hL Persi.a e contr<) i generali napoleonici, ma era orma,i snlla settantina, e, per la ~ua, earriera, ritenuto contrario alle innovazi,o ni liberali. All'infuori di questi, vi erano i generali che twevano ..;ominciat-0 la carriera nel periodo napoleonico o negli esercit i di Napoleone. lt mergevano Eusebio Bava, governato1:_f di Ales sandria,, ed Ettore De Sonnaz, governatore di Novara, ai quali. con la formazione cl ell'Es.ercit.o per la guerra, fn assegnato rif:p,etti.vamente il comando del I e- del II Corpo d'Armata. Il Genemle Sa luzzo, che era capo di Stato -1\ifaggiore) ~vrebhe voluto impedire il raggruppamento in Corpi cl' Armata, pcrchè, secondo lui, per tal modo si det,erminava, aumento di lavoro e perdita di tempo, ma sopratutto egli temeva ,che qnest:L formazione (dovut a , più che ad altro, alla necessità di dare un posto adeguato ai due generali Bavn, e De Sonnaz) portasse qnalche inconveniente nell'ancltLmento delle operazioni : egli avrebbe piuttosto suggerito di chiamare uno solo di quei due generali presso il Re e farlo intermedia.rio, presso le truppe, del la volontà e degli ordini del Sovrano.
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I E);'l'fU1'A DJ, LL, 1,;S ER Cl'l'O SARDO A MILANO
Il 23 marzo, come abbiamo detto, il Governo provvisorio di :Mila.no, in una lettera al Re, a nnuncia,vtL la ritirata degli AuRtriaci verso Verona e chiedeva, immedia.to appoggio con ogni mezzo cli soccorso.
l!' ig. 62 - Ettore De Gerba ix De Somrnil. (da lla collezione del Ca p. Avv. Costante Giraud).
Il Ministro rispondeva eon l 'invio clel proclama del Re e con l'annuncio della partenza per Milano del generale Passalaeq na,, il quale p.L'eeedeva di poco le colonne degli Eserciti. Infn,tti. il maggio1· g<~nerale Bess, comandante la Brigata }'iemonte, tL mezzogiorno del 26 ·marzo, sotto un a pioggia di-
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LO SCOPPIO DELLA GUERRA
rotta., a,lla testa del. 4° reggimento fanteria, di due battagli011i del 14° reggimento, del Piemonte Reale Cavalleria {' con la 1a Batteria da battaglia, faceva la solenne entrata in Milano tra festose accoglienze. Lo stesso giorno entrava in Pavia, il maggior generale 'l'rotti, comandante della brigata Regina. Contemporaneamente l'Bsercito austriaco, ritiratosi d.a 1Mila,no sotto n comando del :Maresciallo Radet zky, E: riordinatosi alquanto con la, fermata ili un giorno presso Lodi, aveva ripreso . la sua marcia verso il Chiese ed era a1·rivat.o a Urema, d·ove gifL si stavano raccogliendo le guf.Lrnigioni disperse, provenienti dalle città lombtLrcle. Nella sera del 26 marw, alle 11 porn., il Re, salutato dalla popolazione commossa ed esultante, aveva lasciato Torino per recarsi in Alessandria. ad' assumere il comando supremo delle trnppe. Gol suo arrivo fu diramtLto l'ordine di formazion e dell'Esercito, che subi poi Yal'ie modificazioni. Ne dia,mo il quadJ"o sintetico, quale si presentò verso la fine d'aprile, m:.:1, per quanto concerne le batterie ed i pezzi , indiclH~remo più a vanti dettagliatamente le successive forma,zioni., a pa,rtire dall'inizio della campagna. Comandante in capo : S. M . il Re Carlo Alberto. Ca,po di Stato Maggiore : inaggior generale Oanera dì Sa.lasco. Comandante l'Artiglieria ~ell'Esercito: S . A. R . Ferclina,ndo Duca di Genova, (poi ma,gg. gen . Rossi). Comandante del Genio: maggior genel'ale Chiodo. I CORPO
n' Am.\:IA'l'A (Bava)
l"' Division e (D' Arvillars) : Brigata. Aosta (5° e 6° regg. ) - Brigata Regina (9° e 10° regg.) - Battaglione Real Navi - Genova Cavalleria - 2 batterie da. battaglia e 1 da posir.ione : Battaglioni 15, squadroni 6. pezr.i 24.
2"' Div'is'ione (Di Ferrere). Brigata Casale (11° e 12° regg.) -
276 -
Brigata Acqui (17° e 18"
( FOIUl:CAZIOKE DELI/ ESERCITO PIIDMO.N'l'filSi'J
regg.) - 1° Battaglione bersaglieri - Nizza Cavn.lle.ria - 2 bat terie da batta.glia : battaglioni 13, squadroni 6, pezzi 16.
lI
1
UOHPO 0 AnMA'l'A
(De Sonnaz)
3" l)ii;isione (Broglia). Brigata Savoja (1° e 2" regg.) - Brigata Savona (16° fanteria e contingenti dei Duca.ti) - Novara Cavalleria -- 1 batteria da battaglia, 1 cla posizione, 1 a cavallo : Batta,g lioni 12, ·sq nadroni 6, pezzi 24. 4a Divisione (Federici, poi Duca di GenoYa). Brigata Piemonte (3° e 4'' rcgg.) - Brigata Pinerolo 13° e 14° regg) . - 2° Battaglione beri:;aglieri - Piemonte Reale Ca valleria - 2 batterie da battag·lia, 1 da posizione : Battaglioni 13, squadroni 6, pezzi 24. Div isione cli 1"iser va (Duca di Savoja) . Briguta «Guardie>) (1° e 2° regg. « Gua;1·élie ») -- Brigata Cmieo (ì" e 8° regg.) - Brigata cli ca.va,Jler ia (Aosta e Savo:ji1 Uantlleri,1) - 2 batterie da battaglia, 2 batterie a ca,vttllo Battaglioni 14, s(ruadroni 12, pezzi 32. Totale: Battaglioni 3,1., squadroni 36, pezzi 120. I'cr quan t o c:oncerne l' Art iglieria, diamo uno specchietto più dettagliato delle cm·iche più importa nti e dei rispettivi e successivi titolari : Co·1nnndcintc Ge·11era,Ze delV11rNgl'ierfo : Ma.gg. Gen. S.A.R . F erdinando di Savoja. Duc;a ùi Genova, a cui succede il colonnello Lnser-na ù' Angr--ogna, a sua volta sostit uito, il 4 giugno, da,l rna,gg. geu. Giuseppe Rossi. l" Dvu·is ione : (W e 8" batteria: da battaglia e poi 3" da p0 sizione) : magg. U1Ube1·to Jaillet di S. Cergnes. 2" Divisione : (2" e 5" da battaglia) : magg. Edoardo Gìa cosa.. 3° Divisione : (:}' <la p-osi½ione e P a, ca,,-allo) : magg. Alei-;sanclr-o Filippa; dal 2'ì aprile magg. Giulio )forelli di P.opolo; dal 2!) giugno magg. nomenico Tntinetti di Prif~ro . 4" Didsio11e : (1" da posizi<m e, J •· e 4"' da battaglia) : maggiore Ti-oiano cli T·e rnengo.
~,ì -
1848 -
LO SCOPPIO DJl;LLA GU ERI!A
Divis-ione cli dsc;n;a : (3" e 7" batteria ùa battaglia,, e 2" e 3" bat teria a ca,vallo) : rnagg. Alfonso Fen -er-o delln, Mar1uo1·a; poi, dall'S giugno, magg . Cesare Ponza di San Martino. Circa le ult ime due Divisioni sono da, rilevare le seguenti. modificazioni a vvenute nel corso della campagna. Per la 4" Divisione : la l" cli poshione, che prima, fa<;eva parte della 3" Division e e poi. della Divisione ·di riserva, so la.mente il 4 giugno pasf':.ò a far parte della 4" Divisione; la 4• da battaglia,, il 2 settembre, fu trasform ata in 4" da posizione e surrogata dalla 10a di bf~ttaglia. Per la, Divisione di riserva : la 7" cli bat taglia, il l2 aprik, passò ,1lla, 3"' Divisione e fu s urroga,ta in giugno dalla 9• bat.teria . Vedr<~mo più appresso le cara,tteristich,e dei maggiori espo nenti dell'Artiglieria, e dell'intera Arma ; ma prima è ,o pportuno prendere in rapido esame le formazioni.
« Un 1·egio brevetto del :35 ma rzo 1848 decretava ]' ,.1,ume11to di 8 ba.tteriè ,e cli l eompagnia pontieri e stahilirn <1uanto ap presso : (<L'Artiglieria da campa,gna const<~rà d'ora in poi cli: CAKNOKJ'
I Ida 16 I da 8 N . 1 briga,t a d i 3 bat tel'ie a cavallo
da 15
-
18
(3
24, 72
H
id. dri battaglia
-
54
18
»
1
id. da posizione .
18
-
(l
72
30
•
5
18
24
'
--
brigato componenti 15 batterie
BOCC HE DA l,'UOCO
-
»
Totale
TOTA LE
OBICI
120
« Le 3 nuove batterie sa1·anno : 1 a c,wall o, 1 cla battaglia, 1 da
posizione.
-
278 -
COMPOSIZTQ!\1'] DE LLE BA'l·eEnrn: l~IEMOK'l'ESI
« Ciascuna bi:t tteria a, cavallo, da batta,glia sarà d'-ora in poi formata, nel modo f:.eguenw :
da posizionf',
·O
BA'l''l'li:RfA
a cavallo
Ida battaglia Ida posizione
Cmrno-ni da 1().
.
(i
8.
6
6
Obici da 16
2
2
Carri da munizioni da cannone
2
G
6
1
2
2
1
1
1
Fucine
1
1
1
Cani a 1·idoli
1
1
1
1
1
.1
»
. .
•
obic:e
Affnst.i di l'icambio
.
È'
•
da bagaglio
2
« Il numero degli uomini e cavalli per ciascuna hatter'ia indicato dal seguente specchio : -
BA'l''rERIA H
Capitani
Ufficiali
I Luogotenenfi ( Sottoten enti
'
Totale I Fnricl'i
Bassn fficiali e caporali
) Sergenti ful'ieri I Caporali Capo1-ali ',
\
'.l'ot.ale
cavallo
I
1
1
2
2
.1
1
4
4
1
1
o
6
J.
l
12
.12
20
II I
-
2'79 -
da. batt.. e cla posiz.
20
1848 -
COllll'OSl½IONE DELLE B AT 'l'F:RI E rIE'.\fONTESI
BA'I"l'ERIA
a. eava.llo
I I
A,·ti,t; . . Tromlrn Uie ri .
Soldati ed ahri eo n· sidera,U come tali
Scll.a1.
.
.
Mani,o,khi ·
Cannonieri <li lit ulassc . Cannonieri
a
i 2a classe . Tota.le
da batt. e
I da posi?l.
2
2
2
2
l
1
1
1
24·
10
164
160
11:l±
176
Per c:iascuna batteria abbiamo pertanto i seguenti totali : (1,
CO/Wllo
eta
ùatta,qUa, e
pOS'iZ .
Totale uomini 218 200 >) cavalli 210 140 « Le bocche da fuoco, i ca,rri delle mumz1oni, le fucine, i carri a ridoli saranno trainati cla G cavalli, e gli. affusti di ricambio ed i. carri bagag-li da 4 cavalli. « Ognuna delle batterie sarà seguita da una colon na da munizioni composta nel modo seguente : BATTERIA
n cavallo Carri pe1· mn11 izio11i cl'art,igliel'ia .
.
di fant,1.wia
Fucine
Ida l)attaglia, Ida, posizione j'
12
8
±
8
8
8
1
1
1
Affost.i di rica mbio
1
1
1
Cani a ridoli
1
1
1
Hl
19
Hl
Totale
-
280 -
'
!
PARTICOLAHL SO LLI!: l~ORMAZIONI D1 AH'l'IGLIERÌA
« Una; o più colonne da munizi.oni costituiranno n parco della Divisione, il quale consterà di altrettante colonne qua,n h~ sono le batterie della Divisione. « 11 Corpo Reale d'Artiglieria avrà quind'innanzi due compa,gnie pontieri invece di una sol a come ebbe sino ad ora. Tali 2 compagnie insieme uni.te formeranno una brigata p-ontieri >). L'ordinamento suindicato riUlase parzialmente teorico, cioè praticamente in parte ci si attenne a quello fissato nel 1846, che abbiamo vi.sto nel capitolo precedente. I/inaspettata interruzione della pace e la preripitazione con cui si d,ovette partire, foc-e ro sì che non più di 7 batterie si trovarono subito allestite, e cioè la 1", 2", 6" e s• da battaglia, 1" e 2"' a, cavallo , 1• da, posizione. In meno di 15 giorni però esse furono seguite da altre quattro: 4", 5" e 7" da, batta,g-lia., 2" da posizioM; dopo altri 20 giorni dalla 3' a ca.vallo e 3· da posizione. Il 21 maggio parti fa 3a da battaglia e il 10 giugrw la 9' da battaglia. La l" compagnia pontieri pa,rtì il 25 marzo, la 2• in maggio . Nella parte tecnica si descriveranno più particolareggiatamente le ea,ratt.eristiche elci cannoni da 16 e da 8 e degli -obici da 15, nonchè quelle delle palle, delle scatole a mitraglia ecc. : e si ch1l'anno le opportune delucidazioni circa il tiro di lancio <' cli striscio, ecc., a cui abbian1() giù, accennato nel P anorama del Cap. IX. Qui. ci limiteremo a rilevare ancora che, all'aprir~i della campagna del '48, quasi tutte le batterie disponevano cli materiale Cavalli; e che il cannone da 16 - il qua.le lanciava indi:ffer~ntemente palle e gra,n ate - costituiva una ,s pecialità dell' Ar tiglieria sarda, studiata ed elogiata in un'apposita « Memoria, >) da qlH:~ll'eccellente artigliere che tu J,uigi Bonaparte, il futuro Napoleone III, Imperatore dei Francesi. Chiudiamo questo paragrafo con alcune considerazioni su quel ma,t eriale· « Uomo>) che costituisce pur sempre l'elemento fonda,mentale in qualsiasi manifostazi-one di vita,, e tanto più nella guerra. Del valore e della perizia cli Perùinando Duca di Genova, già si è parlato nel capitolo precedente; l'una e l'altra qualiU1. ebbero campo di dimostrarsi nell?intera, ca.mpagna e in parti-
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184:8 -
LO SCOPPIO DELLA GUERRA
colar modo, come vedremo, a Peschiera. Il colonnello D' A~1gr-ogna e il Gen. Rossi, i quali gli succedettero nel comando, a poche settimane di distarnm ì'uno ùa,l l' altro, erano vecc:hi ed esperti artiglieri, a ntorPvoli esponenti di quell'Esercito piemontese che: era indubbiamente e di gran lunga il migliore cl'Halia ed unQ dei migliori d'Europa. F igure di primissim-0 piano e d'importanza assai superiore al proprio gr~1do erauo i maggiori Cavalli e Lamarmora di cui si è già ampiamente parlato e ancora ripetutamente si parlerà. All'inizio della, campagna le batterie a cavallo, come abbiamo visto, furono portate a tre, ed il Lamarmora, che aveva ~tllora, il grado di maggiore, ne ebbe il comando. Ma la sua attivWì,, febbrile e feconda, non era tale da lasciarsi limitare e circoscrivere; tanto che ,se ne sentirà la netta influenza anche nello svolgimento dell'assedi-o di Peschiera. Non si possono chiudere queste brevi note sui Comandi clel1' Artiglieria senza ricordare nuovamente il generale Prat, che non prese parte alla campagna, ma da Torino, come diTettore generale del materiale, provvide (;On saggia sollecitudine organizzlLtiva alla costruzione di nuovi pezzi e al tempestivo rifornimento cl.elle munizi.oni: compito oscuro e di grnnde responsabilità, e pcl'ciò doppìam.e nte importante e meritorio. E veniamo a considerare l'Arma nella sua totalità. Se l' i ntero Esercito piemontese era, come abbiamo detto, uno dei migliori del mondo per disciplina, per sana orga,nizzazione, per ìndiscuss_o valore e per la tradizione glori.osa alimentata dalle s0colari vicende storiche che lo avevano tenuto perpetuamente in lotta contro Stati immensamente più forti, l'Artiglieria costituiva, a, sua, volta, la, parte migliore d·e ll'Esercito : uguale 1:1,lle migliori d'Europa per i.struzi.o:ri.e, qualità militari e assennatezza d'ordinamento, e nettamente ,s uperiore a tutte per seu tiìii.ento mora,l e e per perfezionamento di materiale. Una certa dispadtà - potremmo anzi dire cli.ssidio - che si verificava nelle altr e Armi tra. gli uffici.ali giovani, usci.ti dal1' Accaclemi.a, e i vec(:hi, prov,e nienti dai cadetti e dai cosidetti « soldati distinti>>, ugualmente valorosi ma meno istruiti, era qtiaBi completamente ignorata nell'Artiglieria, i cui ufficiali -
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GLl .-\UTTGT, IERt Pl.lt,MO~'l'ESI
prnvenivau o tutti dall' Ac<.:ademia, avevano 1p1imli 11 g 11ale gl'lldo (li cultm·a e formavano un organismo più oruogeneo 1 .,1,rmonioso e compatto . Auirnata da uno sviluppatissimo 1-,pirito cli Corpo e da 1111;,t devozione assoluta alla Patria ed al Re, l'ufficialità <1' Artigli<!· ria ern quasi immune da una cer ta t:·ll(h•nza alla critic.:.,L - e ;~ia pm·e all'a ntoc1·itita - ehe talvolta portò altri ufficiali s nperiori, magari. i11vesti ti di alti comandi, a,cl. iniziative dannose o inop port 111H.~- P er di più; c:resciuti tutti in uno &tesso clima spirituale - Accademia e Sc110la cl' .Appli cazione - partecipavano con appassionata unanimità alle altissime i dealità patriottkhe p('l' eni R<~ Carlo Alberto a.veva, « tratta la, spad a )) . Furono quindi non solo magni fici eombattent i , ma, anehe a r denti soste nitori e propagandisti - non con la facile parola, bensì con Ltzione - del principi-o unitario . Nè i sottufficiali e le truppe, n ell'ora del cimento, fnron,> dt1i meno dei loro ufficiali, chè tutti, clal pri.mo all' nlt imo, senza ecc·P½ione1 si batterono leouinamente, :wentanclo a nch,e l'antico pregiudizio per cui1 in qua.si t utti gli eserciti d 'Jt uropa, si riteneva, ancora d1e le bocche da fuoc-o fo:;.:--ero da usare con pru denza,, ci.oè che si dovesse evitare cli. arrischiarl e nei snprerni frangen ti o nelle posizioni t roppo esposte, appnnto p er non rnet tersi nel pericolo di perderle. I n tnttrt la campagna del '48, c,o· me cl<~l r-esto nelle successi.ve, il fervore del c-01nbr1,ttirnento portò 11fficiali, sottufficiali. <~ ca.nnoniel'i a sr,,ingersi sempre avanti snlla. linea del fuo co; e poichè l'arclore non andava mai di:,g·iunto c1a freclcfa, pl'edsione e da intrepida ealma, essi. furono stupc~ncli fattori. cli. vittoria; e quando la sorte\ non arrir-P. alle llO!~tr<~ arrni. seppero contrastare a.ci ogni costo, con indomita tenacia , fa, foga cl el nemico soverchiante. TI. RPal Corpo cl' Artiglieria c:ostituiva il fiorn e l'orgoglio dell'Esereito sardo e dell'in tiero I 'icmonte : nel corso della campagrnt ei:.so si mostrò pienamente clegn-o di tale predilc~done : tanto che ltt R elazione cl'imhie,s ta dell'ottobre J84S, pur rilc\7:1,ndo come i ·genera,l i di. Divisione e di brigata n on sempre aves sero saputo impi(!garht in t ntta la, sua potenza, scriveva : « T/ .-\.rtiglierin nostra. s uperò in qu-esta campagna la sua
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LO SCOPPIO DELLA GU ERRA
~tn penda n•pntazionc: ed in pa1·ità, ili circostam e - per intellif!t'nza n ella scelta. dei luoghi, frequenza e giustezza dei tiri, e a<lattamen(o (foi. proiettili. - dn~e costantement e l'austriaca ,,.
All'inizio della guena pal'Cva che H Piemonte potesse co ntare sopra un effica<!e in tel'Yen to di forze militari ùi altri Stati itu,liani : se cosi fosse avvenu to, l'Esercito preparato da, Re Carlo Alberto avrebbe potuto, e-011 le sue qualità, conseguire la vittol'ia fi.nale; ma pmtroppo il concorso atteso fu è:L, sai inferiore a quanto si poteva t:i·eclere o sperare, e per di più mancarono quella comunione cli pl'opositi, qnclla disciplina e quella fi.due.ia che sono condizioni indispensabili per il successo 111ilitare. 'l'nttada, se e1·a, CYidente la. malavoglia, anzi il malanimo con cui gli altri Governi man davano le loro poche truppe, non ruantarouo t:erto, an t:be tla parte di queste ultim e, stupendi atti di valore ; e noi non lllùncheremo di illustmre convenientemente ropcra degli artiglieri ùi tutte le regioni italiane. Qui c:i Limiter emo ad indicare l'apporto militare dei vari Stati, riserbnndoci <li t ratta.re ampiamente nei parngrafi seguenti, dopo le vicende :-.uJ teatro delle opel'Uzioni , l'opera di orga11izzazio11e e di prepar·azione dei materiali 11ell' interno dei . ingoli Sta ti.
T>d l ' . :-\i-tig1ierht pi-tense, nelle campa gne del ' 48, non vi è
molto da cifre. Il Dm:a Frnn(·<>:-.l·o Y chP, corne Yedcmmo, era s ucceduto nl padr<~ Fran<:esco lY nel 1846, [n sorpreso dalla l'ivolnzionc e C'Osti-etto a<l nbbawlo1i;11·e il s uo Stato. Non sapell<l o dove rifu· g-i,ne l e su<i tr uppe, perchè ::rncbe il troppo ospttaJe Impero ab!';bnrgito e1·n in precht, ad interni . co11volgimenti , egli sciolse l'E~<"1·dto lhll giuramento di fedeltà pe1· il caso che la R eggenza,, po~t,1 a <.:c:tpu del Du cat o, 110 n -vi fosse sostennt n, <·nrnc difatti a n ·e11 Il (',
L' AP.'1'IGL11!:RIA DI ),{ODFJJS'A fil DI BOLOGNA
Com'è noto, si costituì un governo provvisorio e le milizie chiesero di. riprendere servirJ:o sotto la bandiera della libertft. Pra i reparti. di milir.ie modenesi che arrivarono al Mincio per combattere con Carlo Alberto, vi fu u na mezza batteria che, form;;Ltasi a Modena, si unì poi alle truppe toscane; tale mezza batterfa combattè a Sona, facendo parte del 2° Corpo d'Armata.. J,\rnno sn(:ce.ssiYo si batterà va,lorosamente a Novara .
Bologna, come è nor.o, appa1·ten eva ,1gli Stati della Chiesa, fn Fappor to delr .E~el'Cito pontificio e papale; aH'infuol'i di questo, non si può tra~nn·ar1~ -anzi ha massima imporhmza. - il c.oefricient P dei Yolon tari accorsi indipendentemente e spesso conLro il volere dei rispettivi governi, a,l grido di libertà prorompente cla, ogui parte della Pe11is0Ja. Bologna e la Romagna in~orgono e pr,eparano mili.zie per combatte1·e lo st.ra,niero : ed eel'.o num(~l'·OSi v0Jonti11·i dar vita ai diversi ba.ttttglioni, che ,s ui eampi. cli battaglia d<'l Veneto e a R.omtL l'lf:riveranno pa,g ine gloriose. Viene costituittL anche la cc Batteria civita cli F el'rara e cli Bologna n, della quale assume il comando il capitauo Camillo Atti, già ufficiale dell'EsercHo Italico. Nato a Bologna nel 1787 e u,s cito n el 1811 da.Ha Scuola del Geni,o e dell'Artiglieria <li 1\fodena, <lurante le nltime campagne na.poleoni.clw s'era di. stinto in Germa,nia e in Italia. (~nesta b,itteria prenderù, parte alle operar.ioni nel Veneto e nel 1849 scrivel'à una rnugnifica pagina, come vedremo, alla difesa di Roma.
e vedremo poco più oltre quale
In Toscana, allorchò, all'inizi.o del 1S48 gli avvenimenti. precipita,r ono e le probabilità di guerra andavano sempre anmentand·o; il paci:fic-0 Granélnc·a si Yide C'ostr,etto a prender(~ provved imenti tali da rendere I)Ì.ù e'fllciente l'esercito. Fin dal ,s ettembre clell'a.nno precedente era nata l a guanlL1 civica,; da questa si era pensato cli. trarre un Corpo cli Yolonti-ni -
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LO SCOPPIO DELL.\ QUEJHRA
e :si era costituito a ll a meglio ull C01·po del freno per i .·cniz:
ù.'ai·tiglieria; in cornpl~sso, se l 'Esercito nQn era sosta11zialrncnte molto miglio1·.tto, 1:1i er a alquanto risollevato lo xpirHo militare nelle popolazioni. Dice il Cori::i nell 'opera 1·entici11<J11e ci1111i i1b ltaUci: « L'arnio 1S4S ern. eorninciato fra fe:-; te e canti i11 T oRcana . Cittadini e terra;~ilani ve<le[rnsi in gran faccende per la gnal'dia · civka. I pnbblki passeg-gi pieni cli pa cifici gnerrie.l'i. lbll 'elmo cri11ito : Lla ma1w tt sel'.-t 11110 xtambtHare a clh: tcka. un a ll(lare e ,·euirc di dviei. armati. 1111 a1·meggiare di Slprnd1·e e p.luto11i ;-rnllc piazze ·e u ei e hiost!'i dei c·01w,enLi , con una passioHe da fai· tibollfrl' i soldati. B per le Yie <' sin nelle c:ase un salntar~i coi titoli di sergente, tene11t(\ ea1,1itano, ecc ..... , tanto eh.e pal'cva (·h,c t utto il paese fosse divenuto a un t ratto una gran case1·ma ». P er qnanto rigu.ll'(]n L -htig lierin , n flrandn ca ,emanò il 13 gemia io 1SJ, l'ol'fline r,;pgncnte (R. Arc hivio di St::ito, 1"iJ'eJ1.ze) :
1° -· Che con le m-tiglieJ'i e da u10nlagna rnontale negli ~H'Se11ali di Firenze e <lì Livorno vengano formate quattro Ba tterie, compo~te cia1--cuna di sei pc;1,zi e possibilmente di quattro cannoni e due obusie1·i. complchu1do , nbito il mn,leria,lc della Jfatterin di nuovo modello. 2" - · Uh e sia pnre completato H C'O n edo per i chw obusieri cfa, monta,gna. Seg uono prescrizioni per lP bardature, freno, qnacll'i, mocli:fi.cazioni di organico, ('he port:1110 gli effettivi di ciascurn1. delle dur compagnie scelte a 100 teste, oltre agli artifizieri e ag-li operai. Il df:cteio avverte poi che « )'1mifotmc pei- gl 'indiviclui cfol suù(letto ti·cno d'attiglieria sarà, dctermiuuto in seguito )) . Le notizie della rivol\17,ione di Yienn::L e della insm·tezione cli Mil.rno infiumma rono ta.lmente gli. a,nimi dei cittadini da co stri ugefe il Granduca a Jancial'e il 21 man~o un proclama col quale, finalmente, annuncinva l 'intervento della Tosen.nn n e1J,t guerra del risorgimento d'Jiafo1. I n tale proclama, il Granduca informava la popoJH;1,io1w <lelle di s posizi oni. clat<·, cOJ1Riste11ti n el far 1narciaw~ le t rupp<· l'ego]:u-i, senza ind ugio, alle frontiere ·n due colon ne, una pe1· PietPn8tl.llta e~ l'a ltl'a. per S. Manello, men tre :,;i anto1·ir,r,n,·:1 -
28G -
T.'AR'l'JGL1EIUA TOSCANA
l'accettazione e l'inqnacharnen to di tutti coloro th e rnlessero l:)Oi come vo]o11tari seguil'e le milizie. Comandante supremo delfo tn1ppe toscane era il genera.le Ulisse d' .Arco F 1•nc:n·i H quale pe1·ò tenne il comando solamenLe fino ;,111'8 maggio IS48, giol'llo
Pig. (i[l - Colonnello Cesu1:e
ne l,augier.
n(~l quale fu esonerato e sostit11ito dal generale De Laugie1·, 6 1a colonnello comanda-nte del 1° 1·eggimento Toscano in Livorno e investito de) corna,ndo cli unn, clel1e due colonne dell'esercito mobilitato . Il comamlante, ginnto a l\iodena, inviava, il suo capo di Rtato Maggiore al rpmrti•ere genera le pi emontese per chiedere -ordini e notificare il prospetto ùelJe forze toscane, le quali erano -
287 -
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LO SCOPPIO DELLA GUBJRRA
allora costituite d,1 4585 uomini di truppe r egolari (dei qu~lì 185 eannonicri di J.in:ea, e 400 cannonieri gu ardacoste) e da :31~(; « t'.ivici )). e volontari. In quel primo periodo l'Esercito toscano era lllunito di sei C-l:L1moiìi,, due obici e dieci carri da munfaione; ma i. cannoni furono poi portati a nove, come risulta dal pi·ospetto p ubblicat o dal De L,1ugier nel suo libro Le m'ili.<::-ie toscnne nella fftt.e1'J'ff del Vindivenden.za ita-liana del ] 848, dove si legge eh<:. fa.cevano par te dell' esercito: fanti 6876; cavalli 118 ; 9 cannoni da sei, e 2 obici. J':; da consi.demrsi che questi dati si riferiscono al :.w maiggio e così si spiega come si riscon trino differenze da quelli soprR riportati, ch,c invece si riferisc,ono al principio dellf1 campagna. In ogni modo le bocche da fuoco della Divisione toscana fu . rono certament<:.~ in numero troppo esiguo perchè l'Arma possa aver esercitato notevole influenza sull'andamen to della guerra . Ma la, storia dell'Artiglieria. non è solo arida narrazione del suo sviluppo tecnico e dello svolgimento del suo impiego tat tiM, essa è anche la raccolta delle sue gesta gloriose, è la devocazione di quanto compirono gli artigli eri di tutte le epoche, è il monumento che discendenti e colleghi sono Heti di innalzare a.gli eroi che fecero rifulgere di gloriosa luce l'Arma nostra, ed atti er oid. furono compiuti dagli artiglieri t oscani del 1848; sicchè è giusto e doveroso che anche la storia di questa modesta rappresentanza dell'artiglieria sia tramandata a titolo di onore.
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Più oospieuo avrebbe dovuto essere - e fu infatti, almeno n umericamente - il contributo dell'Esercito romano . J}; noto come anch,e negli. Stati Pontifì.ci fosse i1~petuoso il movimento clel pensiero e della coscienza popolare, reso tanto l'esaltazione al soo·Uo di Pio IX (16 bo·iuo·no Più fervido J)er . b b 1846). Il bisogno di rinsaldare l'organismo militare per metterlo in armonia col nuovo ordine di istituzioni deUo Stato e, sopr·atutto, per metterlo in grado di scendere in citmpo al momento opportuno contro lo straniero, era sentito pienamente, non solo nelle sfere governative, ma sopratutto nel popolo. Al principio del 1847 una Oommissfone aveva avuto l' inca,ri.co ùal -
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L, AR'L'IGLIWlHA PON'l'IFICIA
Cardinale Segretario di. Stato di studiare una più efficace org-anizzazione militare e di concreta,re le relative proposte di r iforma, ma poi per il ritiro volontario del presidente Monsigno1· Lavinio de ;Medici Spada, i lavori erano rimasti sospesi, finchè
Fig. 64 - Conte P ompeo di Campello. (da il Parlam ento del Regno d'Italia di Antonio Calani, Stab. di Giuseppe Civel!i, Milano).
il cardinale li'erretti, il l° ottobre, non invitò nuovamente Ù Mi·
nii;;tero delle Armi a continuarli, sotto la nuova presidenza del principe Barberini. Poco dopo però il Consiglio dei Ministri, con deliberazione ;lpprovata dal P ontefice, assegnava, alla quarta sezione della Oonsulta di Stato lo studio dell'organizzazione militare. I n realtà tanto buon volere veniva in gran parte frustrato <falle non - prospere condizioni dell'erario; t ut tavia il 13 genmdo 1848 la, Consulta, sopra una relazione del conte .Pompeo di Campello, propose al governo di C?-hiam::we « alcuni ufficiali .superiori, distinti per oper a e p_er fama )), ad organizzare le 19
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LO SCOPPIO DDLLA GUERRA
truppe e eolJ.abora,r e con hL I V Sezione nella forma zione del piano militare. Il ConBi.gHo dei Ministri (lopo l'app1·ovazione sovra,na, ue delibel'ò !',esecuzione, e mentre pendevano le trattative col go.vcrno piemontese. per l'a,ssunzione dei predetti uffici.ali, la IV Sezione, (;Ui dava celere impulso H Di Campello, riuscì a ooncret:Jrc nelle adunanze del 14 e 17 febbraio, un completo piano oeganico, -c he regolava anche l'assetto e il funzionamento dell' A["tiglieria. Intanto gli eventi -maturavano : Pio IX, il 10 febbraio, pron nnciava la famosa allocuzione: « Benedite, gran Dio, l'ItalhL )) ; il popolo di Milano scendeva arditamente n~lle vie, cacciandone i solclati di R.1cl<~tzky; il magnanimo Re Oa,rlo Alberto traeva la spada eontr-0 lo straniero e il generoso popolo di Piemonte si faceva protagonista della stupenda impresa per l' G · nitù e l'Indipendenza itaUana. Il 21 marzo lS48 il :Ministro delle Armi pontificie, « considerando la gravità delle -condizioni prc:senti dello Stato e dell'Italia e l'11rgenza cli provvedere alla difrsa e sicure1,za dei dòminii Pontifici, nonchè a.lla concorde azione clel le forze na1,ionali Italinnc ; Udito il Con siglio dei ,M inistri ; Uaito il volere di Sua Santità)>, pnbblictwa l'ordinanza per la formazione di un corpo .d 'operazione al confine, ehe importava, per l'artiglieria, tr<-> batterie cla ca,m.pagna ed nmL compagnia di artificieri. Jn quell'epoca, coneorreva no a forni.are il 1·eggirn<~nto cl'fLrti.glieria, una ba,t teria da éa,mpagna, su otto pezzi, che porta-va. ii n . J, quattro compagnie da fortezza, cli. cui la seeoncla e la ter7,a a Roma, la quart~L a<l. An(.;-o na, la quinta a Oivitavecehia, ed, infìn~, la ses·ta, settima ecl ottava da <.:osta, residenti rispettiva mente a Palo, ad Anzio, ed a Terracina. Il comando del reggimento, con a capo il colonnello Stewart, risiedeva a , Roma. All'artiglieria regolare indigena va aggiunta l'a,rtiglieria estera (Svizzera,) coma,nclata dal c,,Lpitano Rodolfo de Lcntulus e residente a Bologna. Dunque, delle tre batteriP da campagna ,stabili.te (:on l'ordinanza del 21 marzo, ne esist eva una, sola,; bisognava p8rciò pro cedere alla formazione delle altre due. La 2" batteri a s'incominci.erà, a formare a Bologna nell'aprile del 1848, la, 3"' a Roma. -
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L.-\ l'AL('l'J..:XZA OEL COHPO l:'0);Tll?1CI0
nel maggio, con cannonieri tratti da.Ile compagnie di fortezz*L e con nuovi arruola,ment i. Il ~3 marzo il comando clel Corpo d'o8servazione :fu affithrto al Yalo1·oso g,encrale piemontese Giovanni Durando, che si era. fatto un bel nome nelle guerre civili ih Portogal1o e jn Ispa,gna .
Fig. 65 · Grnn Dio , benedite l'Italia . (d a u n d isegno di E. Morelli). ( da La Rivoluzione Siciiiana <leoli anni 1848-49 di Fr. Guard iane. E d it. F r ancesco Valla r d i , Milan o).
Il conte Pompeo di Ci1mpc] lo c:1ss111ueva, l 'intendenza generale. Si conferiva, altresì al c-0lonne.LJ.o Giuseppe F errari il grado di Generale comandante dei eorpi ciYici e volontari, ed al marche~.e Filippo. Gna.Uiero quello <li inte11dente generale dei corpi stessi.. L::b partenza eh Boma delle tru ppe, destinate a far parte del Corpo cli. oper azione, si jniziò il giorno 24 ma,rr,o; e n 27 si mosse da Roma la mezza batteria della l" indigena, forte cli 7;5 uo-
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mini e 45 cavalli, comandata dal ca pitano Lndovi co Calandrelli. la quale si doveva congi.ungen ~ a Sinigallia con l'altra me?:7.a batteria forte di 112 uomini e cli 81 cavalli. f; lla eonsideral'e che le artiglierie ponti1icie ernno arric-
si
chite da qualche t<!mpo delle bocche da fuoco poste al servizio ,lella Guardia Givica Romana nell'a ntunno del 1847, e che un Comitato di dame genovesi, animate da alto ~enso patriottico, si era fatto pr-omotore di una sòttoscrizione per donare all'Artiglieria civica di Roma due cannoni che furono poi battezzati. « S. Pietro>> e « Pfo I X>>. 'l'ali cannoni, oostruiti nell' Arsenale di Torino, furono spediti a Genova e per mare inviati a Civitaw:cchi.a. V.episodio non ha vera e p1·opria impottanzar .1rtiglieresca, ma è significativo per il suo simbolismo; ue riparler-emo arnpi.amente nel paragrafo dedicato all'artiglieria civica. romana.
Pin dal 12 gennaio del ' 48 Palermo aveva lanciato il suo grido di guerra contro i Borboni, e, questa volta, la tempesta si scatenava in tutta l'isola, mettendo i regi allo sbaraglio. Così gravi avvenimenti, densi di paurose incognite, scossero fa fiducia; che Ferdinando Il riponev{L nell' Esercito, com~ elemento valido di oppre~sione; il 29 gennaio <~gli f u costrett() ad annunziare la Costituzione, che poi concesse il 10 febbraio, giù.rand.ola, il 24 rl.ello stesso mese. A determina re questo mutamento di r·o tta contribuirono il fatto che egli non poteva più contare con certezza sull'intervento armato austriaco, special mente dopo che il Papa aveva rifiutato il passaggio d~lle truppe nbsburgiche attr::iverso lo Stato della Chiesa, e dopo di aver dato ascolto al c.onsigli.o dei più fidi cortigiani, tim.orosi. di essere sommersi dalla marea Jiberale. La stessa m~lafede, però, ch,e accompagnò la 0oncession,e coBtituziona1e doveva, successivamente, infirmare il valore ed il significato della partecipazione alla guerra contro I.' Austria, imposta dalle dimostrazioni e dai tumulti de' liberali e accet·
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Fig. 66 - Guglìelmo Pepe. (Museo Risorgimento, Genova). ( d a . Storia Ri sorgimento e Unità d ' I t alia
d i C. Spellanzon - Edit. Rizzoli, Milano).
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tata a malincuore, ·e soltanto col proposit o di ritrarsi e t'radire appena fosse possibile. « La fo rm.a,zione del c-orpo di spedizione - -osserva il Battaglini. - fu il .capoh woro della perfidia e della furberia ferdi nan(lea >>A. capo delle truppe fu 1nesso Guglielmo Pt~pe, reduce daJ l'esilio, per 1-ibadire nella coscienr.a popolare la c-onvinzkme del carattere spiccatamente liberale e sopratutto italiano cleJlf1: spedizione stessa, ma gli si mise a fianco, com.e un'ombra, il ge. neral<~ Statella, f.edelissimo al Re, ·ed uno <li -coloro che avevano rifiutato di gi.mare la, <;Ostituzione. Le truppe, sa,pendo che il Il<' era \;ontrario, part ivano di mala voglia,, mentre negli u:Cfic: h11i eruvi anche la preoccupazione di perdere gradi e stipendi. Ndla form azione del Corpo di spedizione, si nominò (•omanclante delle artiglierie il maggiore D. Giuseppe Morena, e si asseguò allo stato maggiore del generale in capo, il capi tano co mandante d'artiglieria D . Girolamo Ulloa . Di tre batterie cli artiglieria assegnate al Corpo di sped izione ne marciarono due, cia,se1,11u~ su. 8 peni., e servite da due compagnie cli soldati tratte dai reggimenti « He >> e «Regina)) . Vedremo più avant i come il Borbone spergiuro richiamas~e ben presto 1e sue truppe e come queste, nella maggior parte, obbediss,ei~o; ma vi fu una nobile falange - ed. in questa erano numerosi gli f1,rtiglieri - ehe si ribellò all' ordine dd Sovrauo e, postasi a.gli otdini di Guglielmo P epe, volle comk~ttl~re nelle prime gue1·rp di liberar.ione : -essa cloven. avere parte intere~sante nelln, pagina d'oro dell'eroica difesa cl i Ycnc~r.ia.
' 2.
Prime · battaglie, prime vittorie - Il brillante esordio dell'artiglieria piemontese nella prima azione di Goito - La 7" batteria da battaglia e la 2" da posizione a i'Vlonzambano - Il maggiore Filippa si guadagna la medaglia d'oro - Borghetto - L'Esercito piemontese è padrone di tutta fa linea del Mincio fra Mantova e Peschiera -
L'INIZIO DELLEJ OPlllRAZ!ONI
L'attacco a Peschiera del 13 aprile .- La« ricognizione» su lv1antova de1 19 - L'arrivo dei contingenti alleati - Truppe e bocche da fuoco alla fine d'aprile - L'Artiglieria alla battaglia di Pastrengo - La be)la azione della 2" batteria a cavallo e della 8" da battaglia Santa Lucia. L'eroica morte dei tenenti Colli e Del Carretto a Santa Lucia - Stupendo episodio del tenente Bellezza, della , .. batteria « Voloira ».
Prima d'iniziare la narrazione degli avvenimenti di guerra del 1848 per quanto si riferisce all'Artiglieria, è necessario ri1.e vare ancora una volta come il Comando .S upremo piemontese fosse assa-i par<:o nella distribuzione delle 01wrifìcenze ; e come, quindi, ognuna di queste, anche le più modeste, abbi.a ·sempre grande importanza. Scrive jn proposito Carmi ne Siracusa, non piemontese, nella, magistrale opera L' ilrtiglierùi, carnplile italian a, che costituif,,ce veramente il « Libro d'oro>) (1) per tutto ciò che ooncerne l'Artiglieria campale e che è stato da noi ampiamente utì.lizzato : « Valgll intanto qui UJHl: volta per t utte l'osservazione che in generale, nel 1848 e nel 1849, e specialmen te per l' Art iglieria., l<: ,onori:ficen7,e al valore furo n<> a,ccordate con g1·a,ndissima parsim onia, ta,nto che molti dei proposti per la rneda,glia d'argento vennero poi soltant o merndonati onorevolmente negli ordini del giorno dell'Esercito che ac0ordavano le ricompense. Ho voluto dò dire perchè il lettore clia, grnnde import anza ane menzioni onorevoli, come che siano ricompense pel' atti cli valore veramente ammirevoli )). E, pooo più olt1'e (2) , narra le mirabili imp rese della ia bat teria di battaglia che, in tutta la campagna del J 848, combattè in vari fatti d'armi, oon raro valore, al fianco della valorosissima briga.ta Pi.ernonte; il Siracusa nota ancora che tale batteria, non fu menzionata i.n alcun ordine del giorno e nei primi
(1) CARMINE SmACUSA . .l/Artigvieria camivale italiana. -Estra tto -dalla . Ri· vii;tu di Artiglieria e Genio, Roma, Tipografia del Ministero della Guerra, 1888 - Volume secondo, pag. 33. (2) id. pag. 54 e seguenti.
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elenchi di ricompense non ebbe decorati al valore nè tra gli uHiciali, nè tra i soldatL .Osservazione giustissima; e casi del genere si potrebbero citare in a,bbondanza; essi non sono da attribuire a dimentica,nza, ma bensì a1le rigide, sobrie e serie forinae mentfa pif~montesi, già da noi ricordate, irreducibilmente aliene da t:utto ciò che sa. di autoesaltazione retorica. Abbiamo detto quello che potrebbe essere il motto delle genti suba,l pine: « Fa quello che fai)). ~ poichè fare la guerra. !':igni:fica combattere e rischiare la pelle cento volte in un'ora, tutto questo - eioè l'ardimento sorridente, il tranquillo eroismo - rientra, per il buon piemontese, nella normalità; e ogni amplificazione verbale di tale eroismo gli sembra, inutile e un po' ridicola. f} lo stesso stato d'animo che noi già tentammo di definire nel seoondo v,olume di questa Storia) allorchè rHeva,mmo come il Comanda11te dell'Artiglieria di Torino, assediata nel 1706, riferendo brevissimamente lo stupendo gesto cli Pietro Micca, non ne fa.cesse nemmeno il nome, limitandosi a dire : « Un nostro cannoniere .. .. )), per l'e,ccellente motivo che gli sembrava che ·Ogni altro cannoniere e, naturalmente, come gli altri, egli stesso, posti nella stessa circostanr,,,1, avrebbero fatto: altrettanto. Stupenda base ,spirituale, che potrà anehe avere i suoi incouvenienti. (la natura umana è così fatta, che a,miL il riconoscimento e l'elogio); ma, solamente con tale base il piccolo Pie: monte poteva intra,prendere, e sostenere e finire per vi11cere quella lotta che, a giudicare dalla disparità delle' forze, poteva e..ssere giudici,, ta, e lo fu, mm follia: Pùt neniioi) viù onore!
Fanti, cavalieri e artiglie1·j piemontesi marciarono contro F Austria intonando lP. antiche canzoni piemontesi, imparate nelle manovre del ca mpo di S. Maurizio: 1vla,rci8ma s·ni nemis Urrà per n ost Pais.
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Fig. 67 - Teatro delle operazioni svolte nei mesi ùi Aprile-Maggio 1848.
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Men tre Radetzky si ritirava al di là del Chiese e poi al Quadrilatero e provvecl~va al riordinamento delle propri.e forze dopo averle concentra,te fra Mincio ed Adige, e mentre le 00l orme di volontari italiani ,svolgevano la loro t umu.ltuarfa azione iniziale, spesso eroica ma, quasi sempre priva <li risultati militari apprezzabili, il grosso dell'Esercito piemontese rrnu-ciava verso l'Adda . Il primiti v-o concet to delle ·Operazioni era quello di spuntare l'ala destra austriaca e tagliarne le comD nicazioni col 'l'i.rolo, mentre le truppe degli a.Itri Stati italiani avrebher-o minacciata di rovescio la linea del Mincio; rna poi, anzichè marciar<~ sn Brescia, come si era ventilato in un primo momento, si decise di puntare verso Cremona per conseguire .il collegamento con gli alleati. Vedremo fra poco quali fossero le f.orze reali di codesti alleati e di quali art iglierie disponessero; limitandoci qui ad una rapida visione panoramica, di queste p rime giornate di guerra, rammentiamo le deliberazioni del Consiglio di guerra; tenuto a. Cremona il 4 aprile, sotto la presidenza del Re. In tale riunione fu accettato il piano di oper azioni del Gen. Bava; proseguil'e su Goit o e Valeggio, tentar di girare le posizioni Castiglione e di. Solforino. preme1·e sul nemico in modo da costringerlo a ripassa,re il 1fjncio. Ma procediamo senz'altro nella narrazione degli avvenimenti di guerra , mettendo in evid,e nza l'azione delle artiglie1·ie. Il 7 i1,prile2 av(mdo Carlo Alberto rinunciato al proposito di mi eolpo di mano sopra Man tova,, l'Esercito piemont ése marcia per forzare la linea del Mincio, e il giorno S l' Artiglieria sarclf.1: apre brilla.ntemente il fuoco a Goito contro gli Austriaci co mandati dal generale Wohlgemuth . Le batterie . che prendono pa rte al combattimen to sono quelle della brigata, ,faillet, cioè hl 6" e 1'8~ di battaglia; la prima ~l comando del capitano Serv,e nti , l'altra del capitano Della Valle. Il fooco viene aperto da una sezione dell'S", comanda;ta dal Luogotenente Celestino Corte, e non è privo d'interesse notare qui come questo stesso uftidale, che spara il primo colpo di c.:1 nnone nella prima campa -
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Fig. 08 . Geuera le J'Jusebio Bava.
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PHJME BATTAGLU: - l~UDJ.E YlTTORIE
gna per l'indipendenza d'Italia, sparei-à poi anche gli 'ultimi éomandanclo l'Artiglieria, col grado di genentle, nel Corp,o di Ra,:ffade Cad,o rna, alla, presa dJ R oma. La 6" ba.tteria si divide in due sezioni per proteggere rispettivamente J.e due ali, e dà un eccellente contributo al buoll e:::ito del combattimento, specialmente ad opera- clei pezzi che, gir-ata la posizione di Goito, sono messi in batteria nel villag. gio vicino, per tirare di sbieco sull'artiglieria austria.cu. L'8' batteria, che il maggiore J aillet ha collocata sulle alture più vicine a Goito, batte p·otentemente le bocche da fuoco avversarie che molestano le colònne attaccanti e tira pure etlicacemente sul villaggio, per ,o bbligare i difensori ad usrime . La grarnìe superiorità del nostro fuoco costringe i nemici a sgombrare Goit o, che Yiene ·occupafa dai Piemontesi. LtL 6" batteria, insieme col 6° reggimento fanteria e col Nizza Cavalleria, p1-..ende posizione al punto di congiunzione delle due strade di Gazzoldo e di 1\ifantova, con lo scopo di battere i 1·inforzi austr i.aci che si suppone stiano per giungere da Mantova, e smonta, completamente un pezzo nemico che cade nelle nostre mani. Complessivamente, in questo combattimento, le bocche da fuoco piemontesi esordiscono in forma brmante ed hanno fa cHmente ragione di qu-elle anstriache; è però cl:overoso rilevare, secondo i nostri criteri cli obbiettiva imparzialità, che l' Artiglieria a,ustriaca è inferiore nettamente tanto pe1· il nunwro Llei pezzi quanto per i calibri, ci.oè non è assolutamente in grado di sostenere un d11ello con l' Artiglforia sard a . Gli Austriaci perdono in questa azione un cannone e 126 uomini, tra morti, feriti e prigionieri; i Piemontesi, a 1oro v,o lta, hanno una cinquantina di uomini messi fuori combattim ento, tr~L cni il colon nello dei bersaglieri La, Marmora. , Questa, prima, battaglia, di Goito, quantunque messa in ombra dalla grande vittoria riporti1ta, dai Picrnoùtesi nella :,;tessa località meno di due mesi più tardi, ebbe ed ha bnona rinomanza sopratutto perchè segna il debutto sul campo di battaglia del Corpo dei bersaglieri rec,entemen te costituito; ma non meno ammirevole è la pront sostenutavi dalle artiglierie. Fra
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L' Ml'1'1G T.JERIA PIE;M:(li\'!'P:$ 1,; A GOI'l:O
i nostri artiglieri si distinguono particolarmente il capitano barone SetYenti e i tenenti Colli e Di San Giorgio .
Il giorno seguente entra in azione la bri.gata del maggiore Filippa, composta della, 7• batteria, di battaglfa e della 2"' di po-
Fig. GO - Primo combattimento di Coito - 8 a11rile 1848. (dalla « Civica raccolta delle stampe» di Milano\.
sizione. Assaliti dai nostri i passi di Borghetto e di l\!Ionzam· hano, gli Austriaci ritiramo i loro avamposti dalla sponda de~tra e rompono i ponti : contribuisce a s1oggiare il nemico dalle sue posizioni il fuoco delle due batterie suindicate, di cui la prima è comandata dal capitano Gazzera e ln, seconda dal capitano marchese Di Cortanze. Allorchè il generale Broglia marcia su Monza,1nbano, gli Austriaci al comando del ma,resciallo Strassoldo tentano con un concentrato fuoco di artiglieria cli respingere le teste delle
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PJUJIH: BAT'.17AGLlb; - Pf!J;l'IE VITTO r:rn I
nostre coloi'-me lancia te all'assalto; ma il maiggio1·e Pilippa con tr,o batte vh'a,cemente il tiro ctei pezzi avversari e li costringe il ritimrsi. J}: appunto in seguito a tale successo della. nostra artiglieria che gli. zappa,tori del Genio, sempre protetti dalle bocche da fuoco sarde, gettano un ponte sul fiume, permettend,o così a.i be1.·sa,glieri e rLlJe altre fanterie di occupare la sponda sinistra del Mincio, precipitosamente abbnnclonata da Strassolclo. 001ttemporaneamente mer.za batteria della l" cli posi.zfouè, conumdata da-I. capitano Pelice Avogadro di Va,ldengo, contribuisce alla prcsn, di Borghetto; e q ua,n tunque sia in posizione scoperta é in condizi.oni di inferiorità rispetto alle bocche eia fuoco nemiche poste al coperto sotto Valeggio, sostiene vig,o rosamente un combattimento durat o quattro ore. Nelle varie fazioni del 9 a,prile si distinguono particolarmente il maggiore Filippa, comandante della brigata, i capit ani Di. San Martino, Avogadro e Bocca e il sottotenente Bellezza . Vinclomani il capitano Avogadro, con sei cannonieri, riatta rapidamente il ponte che i nemici a,vevano guastato nelln, ritirata. Fu sopratutto l'eroico comportam~nto alla battaglia cli l\fonzambano che meritò al ma,ggiore ]'Uippa l'assegna7,ione della medaglia d'oro . Ecco la motiva7,i.one ufficiale: · JP·il'ìppa tllessandro) nato nel J799 a Torino, Maggiore Comandante l'Artiglieria della 3" Divisione : « Medaglia d'·oro pPr es,.sersi disti11to nei fatti d.'arme :1; i\'1-on7,amhano, Borghetto, Vitleggio ·C J:>eschiera - 9, 10, 11 a,prile 1S4S )). Ed ecco la motivazione desunta dai clocumenti dell'epoca e pubblicati nel prezioso volume Le medaglie d)oro al valo1· m1ìl.ita r e) pn6blicato ;;L Clll'tl: del nrnppo di Torino: (( J>.er le buone disposizioni date alle sue! battel'ic in occa~ione <lelln clistnrni.onç di un ponte snl Mincio da parte degli A ustriaei e pe_r l'(~flìcace direzione _nella sollecita. ricostruzione clel ponte st.es,.,o s nl qua.le poi egli si slanciò per il primo al.la testa delle truppe i11seg11i.trici del nemico\>.
L'll aprile i nostri occupano anche Valeggio. L'Esercite) piemontese è così padrone cli tutta la linea del Mincio tra Man-
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R,IDE'J':C:L<t ACCEHCHIA'J:0
tova, e Peschiera : Radetzky si è ritirato sotto la prote½ione Jci cannoni di Verona. La prima campagna dell'Indipendenza italiana sembra ineominciata sotto i migliori auspicii. L'Esercito anstri11co, fronteggiat o dai Piemontesi ad ove.!:it, dn, Toscani e :Modenesi a sucl, dai. Veneti ad est, è chiuso in una cerchia di ferr.o, che man mano t<~ndc a farsi i:;empn, più stretta e più aspra
I!'ig. iO - ~1.lggiore A lessandro l!'illppa.
pe.r l'atteso sopi-aggiungete deg.li 8::;ei-citi pontifieio e napoleta,no, e per i rinforzi che sembra debbano a,filuire a,l :M:inr,io cla ogni parte d'Italia. Coi:,i Radetzky vede via via farsi più problematici i soccorsi, mentre si. fanno sca,rse le sussistenze, che abbisognano sempre più copiose per un cosi cospicu-0 numero di truppe ammassa.te sotto Verona. Ca rlo Alberto decide di attaccare P eschiera;, sulla destn1, del Mincio, e destina a tale impresa la 4" Di.vi.sjon e, co ma,ndata dal generale Federici.. L'Artiglieria di questa Divisione, che è composta ddla l3 e della 4" ba,t teria da hattaglh1,, al comancl o élel mag·giorc Ternengo, costruisce immediatamente le postaziorii per le batterie, necessarie per a,prire il fuoco; e fin -
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PltIME BA'l'TAGLlll) - PR!M:EJ VITTORII!:
dalla prima notte (dal 9 al 10 aprile) sorgono in di.versi punti quatt ro batterie, ben c-0p,e rte_ Nei due giorni successivi tali batterie vengono rinforzate con la 1"' di posizione; e il maggiore r;a, Marmora, .coadiuvato dal capitano Avogadro, vigila s ullo schieramento. La prima batt,eria, detta, Montesino) composta di tre cannoni da 16, è pia21.,ata fra il Mincio e la strada, P-0nt i-Peschiera, al comando dell' Avogadro. La seconda, detta batteria di Mezzo) è composta pure di tre cannoni, al comando del tenente Ugo, ed è situata a sinistra della stessa strada. La terza, chiamata ba,tteria degli Olivi) al comando del tenente Velasco, è composta di qua.ttro obici, cioè due cl.e lla 1a di posizione, diretti d:al" t enente Perrone, e due della 1" di battaglia , diretti d,1,l tenente Sassetti. Infin e la quarta, detta batteria della Zanetta,) al comando del tenente Della Valle, consta pure di quattro obici, cioè due della za di battaglia, dirett i dal tenente Vcsme, e due della 5' cli battaglia, diretti dal tenente M:attei. Il Duca di Genova, comandante supremo d.ell' Artiglieria, ispeziona le quattr-o batterie all'alba del 13; e alle ore 11 dello stesso giorno, in seguito a personale comando cli Re Carlo Al berto, ha principio il fuoco, che è particolarmente diretto contro la lunetta Salvi. L'artiglieria nemica, che aveva incominciato il suo tiro quattro -0re prima della nostra, si era rapidamente esaurita, tanto che a,l le quattro del pomeriggio pochi pezzi continuavano a sparare. . Il tiro dei nostri risultò di non grande efficacia : però è da, ril~vare che alcuni tiri a shrapnel fatti dagli obici della bai" teria della Zanetta contro il forte Salvi non furono senza effetto. Nella notte si lavorò per riparare le postazioni ; ma il mattino successivo, per ordine del Comando Supremo, t utti i pezi'.i veniva.no asportati e le va.rie sezioni d'obici erano restituite alle loro batterie. Il generale Rossi, Capo dello Stato Maggi.ore delF Arti.glieria, riel :-;uo Rapporto sulle opera,zioni delfA.rtiglieria dal principio della campagna fino al sei maggio inclitsivamente, inviato 1 al Ministro di Guernt e Marina in data 13 -o ttobre 1848, scrive : cc Venne eletto :fin d'allora, e ripetuto quindi le molte voltC> posteriormente, che se da noi si fosse continuato ancora il fuoco ' -
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IL rurMO AT'.l.'A CCO DI PEl:iCHIER.~
pe1· b1·eve ora, l,L pi.azza. si sa1·ebbe 1·(\f,;n. Io 11011 ho rn11i div bo e non d ivido una tale opinion e; e cr edo inv,c ce che 1 poichè nc~suna. cl elle ope1·e esterne era in nostre mani. nè perfettament <' riclott.:L a,l silenzio, poichè la pi.azza era, intatta e noi non aveva,mo per battel'la se non pezzi da campa,gna co.l Jocati a grande distamm, era impossibile ch'es. a si risolvesse a rendersi».
Fig. 71 - Giuseppe Velasco. (da.Ua conezione d el Cap , Avv. Cost ante Girauct).
~ta, ili fatto d1f> l' Hssol uht maneall?:a ili anigliel'ia cl'assedio e la, grave spropol'zione fm 'i. nostri calibri <:ampali e q uelli dei pczr.i a,u s.tri aci p osti a, difesa della l':iar,r,a, 1·,p1ul.e,·,u ro impos sibile b p r,e p ul'azione dell'assal to che doveva essere sferrato 1la,l la brigata Pinerolo P da a lc m 1e compagnie di yolontari. Tut t:w ia le nosl;re hatterie, ~rnche in quell'occasione, dimostrarono Jn loro perizia tecnica e t u tti gli a r tiglieri dicdHo proni cli rn i , rabile a,rdimento . « Mentre ~i e i;;eguiva il fuoco - scl'in:> il g-eneralc Rossi neJla citata r elazione - i . cannon icri dell a ' .1 a d i . , battaglia ripa1·avano i danni cagiona ti ~lai pr9ictti ·nemici, .:S,.l ·. lendo sul parapetto e 1·<>ranclosi f uori della baU-eria medesima». 20
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PHl'i\llTI BA'l'TAGLIE · PRDIE VI'r'.l'OHlE
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11 giorno 1~, contimmndo 11eila guerra di ricogJ1i7,i.oni i cui scopi erano ·di guadagnar tempo per aspettare l'arrivo ue-· gli alleati , nonchè i. complementi di uomini e di. armi, e nello stesso tempo di t(mere esercitate le truppe non più assuefatte alla guerra - Carlo Alberto, indeciso se stringere d'assedio la, piazza di Mantova, stabilisce di tentare un'azione contro la città, servendosi di una, p,Hte delle truppe clel 1° Corpo d' Aema.t.a al coman<l.o del generale Bava e di una, 1xn·te di quelle del.La Divisione di riserva, al com1:mdo di S. A. R. Vittorio Emanuele Duea cli Savoja . Per qm1nto concerne~ le artiglierie vi partecip,rno tre batterie, così di.vi.se : meb\ deUa l" batteria, a .cavallo cleve coadiuva.re Kfaza e Aosta OavuHeria, e un batta,glio11e clcll'll reggimento, raggiungendo Mo:ritanara e Curtatone1 e ten tando di prendere alle spalle i posti nemici delle Clr:}7,ie e cli B.ivalta; un'altra, rne7,7,a batt<~riil deve coacliuva1·e ht brigata, Aosta che peenclerà di fronte le stesse posi,doni. Una te1·za mezza ba,ttcria deve tendere a ·Ma,n tova insieme con una terza eolonna1 coJ'.ltposta di cinque ba,tttLglioni della brigata Ua,sale; infine la l" batteria di. posizione, appartenente alla Divisi,one cli Ri,serva, dev,e sost,e nere la, Brigata Cuneo, che costitu isce la, qnarta colonna dislocata fra Oastellucchio e Ospita,-. letto. La ricognizion e non rièsce. Tuttavia si distingue la, batteria a, cavallo della prima colonna, 'che - pur essendo tenuta f:L cl.istanza àai p.iù potenti pezzi d'assedio austriaci ,e non 1·inseend<> quindi fi, battere effieae,emente la. lunetta Bel:fiore, in cni si. trova il Governatore nemi.eo - respi.ng~ brillantemente e pone in fÙga un forte nucleo a u,s triaco composto di. 400 nomini e dn,~ eannoni, che tenta una, sortita dal forte Pradella. 0
A questo punto, cioè al 2.0 aprile, nonost.a,nl'e i bei succrssi iniziali, la situa.½ione si è venuta, per così dire, stahiliz7,ando -
HOG -
LI•: f.-OHZE l'l'ALI.-\:'\.P
in ruodo Jnu favorev·oJc a Hadet.zky (fl quale obbedi sce ad 1111 concetto linea.re: stare s ulln,. difensh ,a, appoggiandosi. a Vc ro.na. ecl evitfu1do qnali:;iasi battaglia decisiva, fino all'al'riv-o dei rinforzi, che gli sono stati mandati, a.l <·ornando del mareseil'Lllo Nugent) c he non a, Cado .Alberto, il quale dovrebbe condurre una gncrra n ettamente offensiva .
.l!'ig . 72 - La r,rima batteria cli bnttnglia alla Battaglia éli Pastrengo - 30 AprHc 1848. (dalla
« Civica raccolta delle stampe» di :Milano).
L'Esercito cl.egli alleati italiani, coll 'arrivo successivo delle trnppe di tutti gli altri. Stati. della Penh;ofa, ammonta, complessiva,mente a mcuo di 90 mih uomini con eirca 120 bocche cln fuoco. Essi. sono così s ncl tli\-isi : da Pe~;chiera a Goito, 53 mi.la, Piemont esi con 88 cannoni; di fronte a .Mantova, da, Curtatonc a Hoi'gofort,e, 7000 Toscani con 8 pc1,zi. : a Governolo 1000 Modenesi con ~ c:am10ni; ad. Ostiglia 6500 Pont.ifici con ·i :l pc1,zi; a Bologna, pronti a passnr<~ il Po. altri 7000 Rom uni con 4 bocche da fooeo; e infine i 14.000 Napolel:a nj in marcia a sud. -
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l:'Bl:\il-; BA'l".r.~GLH: - P B t:\!E UTT()JUJ::
cli Aw:ona . A pa1-te, son eia con ~:id-cnnc i gruppi di n)lonta ri lom bai-di scaglionati n elle ntlH bresciane e ber-galllù~(:he e qualche battaglione regolare in forma,zione a Milano. Oome riserve, vi sono in Piemonte i quarti battaglioni; in Lombardia e in J,~milia i quinti battagHoni . L'Bserci'1o aust1·iac:o si (~01npone di 50.000 uomini con 120 cannoni, così élislocr:1.,ti : 32.000 uomini con 93 pezzi a ~'l'·ron?, ci1-:~a JO .QOO uomini <·on l(i pezzi a · Mantova e :,L l'e schiera-, -e aknne migliaia, clistr-ibniti i l Legnago <' altre località vicine. Avendo finalmente il Re lled&o cli. pre11d,Pr posizion e c ol grosso dell'Esercito sulla sinistra del lVfincio e compier e oos1 l'isolament o di P.eschiera per inir,iarnc l'tusi-ecli-o - i.~pp ena fos sero giunte le grosse artiglierie che si attendeY.ino dal Piemonte - il qua rti{>r g-Puerale fu portnto prima, li Valeggio poi a Sommacampagna, e s ubito dopo il Oom.arnlo determinò di. impadronirsi delFimportant{~ posizi.-on<~ ùi .Past1·eng-o sull' A. dige, per allontanare da Peschiera l'ala nemic.a che aveva fatto una ricognizion e a fnoc-0 della posizione di Sa,n clrà. Tutta l'ae t iglierfa p11:ssò il Mincio a Goito, Val eµ;gio, Monzambano 1~ , folta . ' All'attacco di Pastrengo f urono clPstiuate le t rnppe miste dei. ,. due Corpi cl' Armat:1 <" ùelht Divisione di riserva : esse di~ponevano della l" e za batteri:.~ a cavallo, della 2" batteria di p osizione e di a.lcun e sezion i della l" di posizione e della, 4:" ed S di battaglia . 11 mattino del 30 a prile He Cado Alberto, coi :-.c!gui to e con lo Statò Maggiore di Artiglieria, pa,rtiva, da, S0runu1c..impagna. " attraveusava Sona, S:,m ta Giustina, e Sandrà, già occupate dalle nost'r<~ tiuppe, e giimgeva al1e falde delle a,ltnre di Pastrengo, d1e erano tor-o nate ffal ne'inico e difose da batterie 'cli cannoni -e clj raZ>zi di gn,erra. Datò il segùale d'attacco, il fu-oco fn aperte> tontrn Pai,;t1'e11go e Piovezzano dalla, l " ha,tteria, a e.a vallo, j cni pezzi, disposti su qua,ttro alturc~ qna si a smuicf~relrio, ('.Oli · <·-entra.va110 i loi-o fuochi ;;;ulla posizione dove i-i trovava. il nerbo <.fol nemico . Non- d ~offermerern.o snll' e1·oi.c.:a, leggendaria· earic-a. <.l ei <·,1fo hi 11i,c1·i, al c·où1ànclo clel rnaggioi·e conte Di S,1int-F r ont, sfo'.
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PAS'l'HE.\ GO
pendo episodio g1a ce lebrato da storici, poeti e artisti : ram mentiamo solallleute come, tnuscin ato dall'esempio dei ca,rrLbi nkri e el('tt1:i1.zati dall'<·f';.eurpio cli He Cado Alberto - sempre primo all'attacco, semp1·c presente là, doYc maggiore è il pericolo - i. nostri aYanzas,ser·o ineso1·a,bilmente. Il semi.cerchio tli fuoco ,c:he percoteva senza tregua Pastrengo, si strinse sempre più; gli Austria.ti furono slogg·iati <-hdla cresta delle alture e
IJ'ig. 73 - Carlo n ottacco. (da lla collezione clel C ap . Avv. Costante Gira.ud).
11011 poterono neppu1'e por:-;i al ripal'o <.lietJ:O J..e \·ette, perchè il tiro a slu·ap11el deJle no8ti-e bocche da fnoco li molestava gravern.ente anche in tale rifngi,o . In f-<eg-uito il rn.aggiore La ìVlarmora eolloc·,1Na sulla destra (lclla- 1" batt,Pria a ('llrnllo due Re7.ioni della 7\ una di ·Ca,nn-oui ,tl comando del tenente marr·h ese ])el O..n·.r(~tto e l'a.ltra, di. obici al comando del tenent<~ Oasanonl. I cannoni della prima sezione seeon<lavan o Yigorosainente le mosse delle trnppe della Divisione, senz~~ dar tregua al ne1;11ico. -
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l'I:DlE B ;\'fTAG L m
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\'lTTOlU E
Pa.rtc attivi~sima alla battaglia ehbe una sezione della ~:' ba,tterùL a eavallo, al comando del ten ente Hottacco . Per speizare la, tenace resiste11za <.lelle retroguardie austriache, furono gettati ava.nti · H 8° squadrone di Pie.mon te lkale e la su indicata mezza batteria, the avanzarono al trotto sulla strada mtW · stra, fino a. meno di mezzo chilometro da Past r<m go . Qui i pezzi vengono messi in batte ti ..L e ineominc:;iano a tirare efuc:ac:emente ; ma i n emici concen trnno il fno co contro gli artiglicl'i, distur ha.uclone il tiro . Un manipolo di cavalJ.eri.a si slancia alla carica, disperde i fanti austriaci, sboccando poi n ella stnl.(fa di J>io vezza110 . La mezza batteria, a, s ua volta , procede al trotto, att1:a v.erstL poi il villaggio, si arrc,s ta allo shoeco e t{m rapidi. aggiustati t ir i a miti-aglìa, cacda gli avversati dal Roccolo, nlt.imo loro l'ìfugfo. Raggiunta in seguit o dall'altra sezion e (li 1·j::1erva, insegue man mano il nemieo, andando i11fi1w a stabilirsi s nl monte clell' Oliv-eto; donde continua a mitn.1glim·c gli A nstriaci fuggia,schi. Il già citato genel'al e R ossi, coma1H.lante gPnel'ale ]' .Atti gliei·ia llell' Armat a, nel suo rapporto, notev,ole S(~1JJpre per l'an sten1, so bl'ieh1 degli dogi, così :-;erive : « Qnest,1. mcz1.a bntte1·ia de11a 2" a cavallo si distinse tan to pet 1;;;,1,ngne freclclo qnanto per l'intelligenza, e l'attività spiegata. non solo clal tenente Bot· tacco suo coma rnlaute, ma ancora. (lù tutti crn·ci b1·a y i eanuo nforL .U sel'gente Briga.<ln, si distin se in sp C'eial m0<l o per il s1w c·. oraggio >> . Il n ernieo f(>ntò il giorno s tesso dnc <·ontn1i:taf:ehi contro Ra.nta Gius ti11a. : u11 0 .d a Bu~solengo <· l'altro <lalla, stra.da. di Verona,_;- enti-ambi fnrnn o T<~spinti anctu> per il tiro efficace di nw1, me,1,,1,a kÌ.ttei-ia tlella 4'"· èli battaglia , al comando del cn pitano Hiccardi : in tali azioni si distinsero lo stesso R.iec:ai-di, il ten ente Dc R.onssy e il. furiere Cln ppie!·. , Infine è <fa segm1.lare l'azione svolta nell.1 stessa giornata dn lltt pri11ta sezion e dell'Sa batteria di battaglia, al tornando del tenen te ma1'cltese Colli dt Fclir,,1,ano. Questa, ins ieme e;ol · G H,eggirn ento AoNt..1, occupava k -altul'e cH Rona,: le quali ve· niva110 subito sottoposte ad un nntrit o tiro cl.elle boechc da fnoc:o rn~miche; ma. queste ern110 hen presto ridotte al silenzio, e costrette a.cl nna rapida r itirata; (~ tale successo clei nostri fu 0
L'8a
DA BA'.l''.1.'A(:lLIA A PAS'.l'!I.Il:~GO
(!Uasi esclu:--irnmenlc dovuto alle urtigliede, per cltè i fanti del] 'Aosta, da.ta, la distanza del nemico, 11011 poteva110 r aggiungerlo coi loro tiri.. Scrire ancorn il genei-ale Rossi : « Anche in tt uesto incolli rn tutta la. sezione mostr ò coraggio e fermC'tza, particolat111eute i ea,pi pezzo sergenti Rossi e Sbrezza , e più di tutti il l.t•neute Co lli d 1c g ià, :-;;i era di sLint o a Uoito 1'8 aprile e a Sain :\laYLino dc! l'Argine il ;:i detto, in cui, il Reggimento Genova. C;t rnlleùa a vend-0 dato un falso allarme, il marche e Colli aveva non poco coadi urn.to i l maggio1·e .Taillet nel t r attenere la 111assiL llcgli artiglieri e pl'cparare un11 difesa, giù, da molti ptesnnt,l: l1·oppo tatda )) . Il particolare più sign ificatiYo di questo epi odio sta nel fotto eh<~ Ja se,.,iouc del.l'ti" cli IJattagli a,, auzi che 1·itarcl tLl'e la u1atcia del neruieo a, di,stauza. molestandolo, per poi più facil rnen Le .ne1·ne ragione quando si fosse a ,·,,icina,to, prefed aspctta1·e l 'aecost,nsi ùel nemico in massa, per sgominarlo con nn to1 H.:enfrato fnoco n, rn it 1·agliu. Os:sena in v 1·opusi to Cal'mine 8ira <:usa uell.t magHi:fica opera, Ycn1me11tc basilai-c, JJ 'J rtiglforia. cmnpale italiana : « Questo fotto the oggi cosLitufrebbe un' imperdonabile pa,zzi.l fu e con 1·11.gioue ,t,:-:sai lodato nllora, elle uon sLupi va apr ire il fuoco a HOO o 400 rnPll'i da l n e,nko ccl anzi p rend ere anche posizi one a taJe ùist.:1 11:,;a ... L 'a1·tiglicl'ia piemontese <.lo,cva es.ere costituita di clemeJ1ti ben i:;t:<:>l.ti ed a.vcl'e cannonieri. ben diseip linati ed i utJ)Cl-teniti. se agli niliciali c1·a possibil e ripone in eÌ"'si <.:osi grnnde ficl ud a )) . L'occupazione di l>ast1·e11go da parte delle lrnppc sa,r de assi<.:.urava la 110:stra sinistra trn, l'Adige e il Garda r,i<lè aveva. w rn notevo le impor ta nza, cd è i nù11hbio che la, s upcrioritù. clell[t nostra ar tiglieria, ::.11 quella nvvcrsar ia. contribuì in gran par te al successo della giornata. A ) 1 a.stre11go gli Austriaci erano in posi½i.one fo1·t issiuw, d 1e n on :,,a.l'ebbe stata assol ntamente p rei:;a, senza l ' azione risolutiva delle bocche d::L fuoco piemontesi, il cni fuoco ebbe nn ottimo indirizzo ·ui punti più importanti del fr-0nLe di difesa, e cont inuò poi con molta effi cacia a, moles tare il nemico in ritirata. IJ ~11c·<·es!';O dell,t nostta al't_iglier ht è tanto più n otevole se
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PlUi\.fE: BA'.l':PAG LI E - PRIME VI'lv.fORim
si considera che gli avversari disponevano di un egual numer o di pezzi : la superiorità, nostra fu dunque determinata, da rapidWL di manovra, efficacia di ti.ro, valore e perizia di artiglieri.
Ora sarebbe sta,t o necessario impadronirsi di Rivoli e del Monte BaJdo. Sopratutto si sentiva la necessità di una grande battaglia, e di nna grande vittori.a che dessero un oolpo d·ecisivo alla situazione mili.tare e sovratutto a quella politica, che si andava guastando per l'jncipiente defezione di Pi.o IX, per l'accentuarsi cl.elle mene repubblicane, e specialmente per le eccessive impazienze del Governo provvisorio di rMila,no e dei politic,rnti chiacch~eroni ed esaltati, i quali, standosene al sicuro, seduti al tavolo del caffè, 1m~tendevano che, a poco più di un mese di distanza dall'inizio delle operazioni, Je truppe ita}jane aves se1·0 schiaccfo.to l'agguerrito Esercito austriaco e ma,ga,ri polverizzato il potente Impero abslrnrgi.co ! ,Per acquietare gli animi e paralizzai-e i] tentativo di meclia,r,ione aUora iniziato da parte dell' I nghilterra, Re Carlo Albe1-to decide un'azione ,offensiva a forze riunite su Verona, con lo sc:opo cli attrarre a battaglia aperta il maresciallo Radetzky, fa vorenclo in pari tempo, alle spalle dell'Esercito austria<:o, una pr-obabile insurrezione de] la popolazione veronese o, in linea suborclirmta, ùi sca,cdar,e dalla pi azza e battere le for1/.JC c~:terne nemi<:he c:~1e vi si appoggiassero. L'-obbiettivo dell'attacco è la linea, Chievo -Croce BiancaS. :Massimo-Sant,1 Lucht,-'l'-ornba. Il <:eme-etto, a,i-dito e cli di:ffidie attuazione ma non certamente impossibile, viene studiato in ogni. particolare nel piano di operazioni compilato dal generale Bava, comandante H I Corpo, e dal Ministro della Guerra genen~le Franzini ; e si decide di agire il 6 maggi.o. A. questi:L batta,g lia, detta di Santa Lucia, pa.rtecipano - o per essere più esatti, dovrebbero partecipare, chè in parte, come vedremo, rirnarra,nno, senza loro colpa, inoperose - tutte le for½e dell'Artiglieria piemontes,e, all'infuori di due ba,t terie d,e lla D.ivisione J!'-ederici che dev,ono ri.maner<~ sotto Peschie1·a,
SANTA LUCIA
col Duca ili Genova. Ecco la ditstribuzione delle 72 nostre bocche da fuoco: all'estrema avanguardia, la P batteria a ca,vallo; al1'avangua,rdia, l'Sa ba,tte1fa di battaglia; al centro la 1' batteria di posizione e la 6a batteria di battaglia; all'ala desLnt la, 2a e la 5a batteria di ba,ttaglia e metà. della 2• batteria a, c,wa.Uo; all'a.la sinistra la, 7" buttel'i:.L di battaglia,, la za ba,ttcl'ia di posizione e mezza batteriù. della 2" a cavallo. Gli Austrfaci oppongono (j.J: pezzi posti in forti po$izioni, da cui possono infila1·c le strade e battei-e i Yillaggi. È noto come la giornata di Santa Lucia avesse esito non favorevole, sopratntto per rikn-ùi nella spedizione ùi ordini , mntamauti inoppo1-tuni ùel piano d' operazione, errori nei p,u·ticolari dell'esecuzione e, essenzialmente, per la particola.re natura, del teneno - tn tto g<-!lsi e vigneti, e intersecato da p1·0fo11di fossi - che ruppe sin dal primo momento l'accordo tra le forze attaccant.i. i\; da, soggiungere che questo combattimen to, prevalentemente d'artiglieria <.la, parte n.nstriaca, fn essenr.ilLlmente di fanteria pel' parte nostra, dato che le · clne ali del fronte d'attacco · rinrn,sero quaxi iuatth·e, cioè n e (11 fatto un impiego inadeguato, in gran parte per la malageYole . nat11r,1 del terreno e in parte minore per l 'inesperienza, di alcuni Ca pi clH', dopo aver disseminato le bocche dn. fuoco su tutto il fronte, noll ebbero la prontezza necessaria pel' raggrupp,1 rle al momento opportuno là, dove era, necessario compiere il massimo sforzo. Vediamo tuttavia quale sia, stata l'azione clcllc vai-ie batt el"ie. L'an Uca e glol'iosa sa batteria cli battaglia, al comando del capitano Emilio Della Valle, apposta,ta presso la strada di Santa Lncia., che era presa d'infilata dal1e artiglierie nemiche, llC diminni grandemente l'effici enza; poi, al seguito della bri· gata Aosta avanzò ve1·so il Yillaggio. mentre sulla sinistra, sopraggiung·eva, la briga,ta Guardie al comando del Dnca, di Sn · ·voja, e :s ulla destra la Brigata Casale. Santa. Lucirli era ,ormai. ehiusa in un semicerchio di fnoco, da OC"C'idente, mezzogiorno e mezzanotte : l'Sa <.la battaglia. e la r di posizione fulminarnno senza treg·ua il pae~e e i <lifensoi-i. nurante qneste azioni, 11wi-1 in comba.ttimento il p;i onrne e ndoroso te11ente Colli cli Ji't-lizzano che già, come vedemmo, si era, grandemente distinto 20*
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f1l_ ffl ltovara U U.. P.Reale ½
Cav.
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J'Oiv.
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8r.Sa11oia ~8ang. ~ Genova Sélvoia Cav.
fr ~Ìlr:Aosra ~ 88ahg.
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8r Casale 2 881/j ì
F ig. 74 • B att aglia di Santa Lucia . - 6 Maggio 1848. Marcia di avvicina mento.
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1848 . Lucia - G Mil""ÌO i: '· "'"' Fig. ~'~ - Battaglia di santa La Battaglia
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l.'UIMf,; BATT1\GLim · PlllMffi VI'J.v.rORlW
j11 precedenti battaglie, ~p<'dalmente ,L Pastrengo. Contemvonmeamente la 6.. batteria di battaglia coadiuvata dalla 1" a cavallo, aprì il fuoco contro la p0Riz.io11 c di Santa Lucia, sloggian done i difensori dal campanile e dalle case. ·
Fig. 70 · Giuseppe Antonio r11rvo11:1ssu (dalla collezione del Cap, Avv. costante Girnud).
Oadnt a Santa Lneia in mano dei P iemontesi, sarebbe stato 11cccssa1·io incalzare il nemi<:o che si 1·itirava Rgomento, tagliando fuori i posti di. 'f.om ba e cli Tombetta : occol'reva perciò fare una, grande <:oncenti·az.i,o ne di fuoco d'artiglieria, costi-ingendo i nostri pczz.i al massimo sforzo; ma ciò non fn fatto pcrchè, appun to al centro, la nostra a,rtiglieria erIL numericamente insufficiente e non si provvide tempestivamente a trasportare quella delle ali nei punti opportuni. .A.ll'a.]a sinistra, la no~tra. 7• batteria di battaglia era in €v.icl:enti condizioni di inf.erioi-ità, nnmcrica in confronto alle
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r} .lfff]()Ll imiA A S..\)\l'A L UCI.\
battel'ie ::rnstl-iad1e poste a Croce Bianca, dornle co11ceutrn,vano sni nostri p ez½i. nn fuoco micid iale . . \!l ' a la clestrn, Hi trQvaiva la 5" hattel'ia cli battnglia, a,I co mando <lel eapi.tan·o Parvopassu, a,ssegnato alla 22 Divisione (bl'iguta. <.lel waggior,c Giac:qsa) . NoJ1 ebbe parte importf1nte. nell'azione, ma verso la, fine ùelhL giornata .I.a, p tirua mezza bat-
F i1;. 77 - Pietro Salino. (dalla collezione ciel Ca p. Avv. Costante Giraud) .
teria-, a l romanùo ùd. tenent;e Hol-o gnn, e in pa,1·tieolar moéLo lit 2• sezi-orn~ (luogotenent e Salino) prot<'si,;,e e:ffica0emente la riti rata della Divisi one, con cent rando un dfi.cace fuoe<l a mitraglia sulla fa n tel·ia: n <m1ica, 0h e si <'l'tl improvvi.1s am ente gettata irn l fianco della briga ta Acqui. I/Artiglieria del centr-o fec.:e og11i ~for:,,,o per prc>pai·ate a lle
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l'Rl:MI]) BAT'l'AGL]I]) - l:'lffl\fl·, VIT'l'ORIE
fanterie l'assalt~ nel primo periodo del cornhattimeuto; e nel seeondo periodo, allorchè Ra,detzky scagliò le trnppe di rinforzo per ricupera,l'e le posizioni perllnte, disimpegnò egregiamente il suo compito nonostante la sua già 1·iJevata deficienza nurn:erica.
Fig. "78 - T enente Leonal'ào Colli di Felizzano.
Nella giornata: <lel G maggio si distinsero particolarmente il capitano Della Ya,l le, comanda,nte dell'8a. di battaglia, che fu gravemente ferito e venne sostitui.to dal capitano Rocca; il capita.no Serventi, comandante Ja 6" di. battaglia ; il capitano Gazzera,, comandante la 7" di battaglia ; i tenenti Celesi::t, Corte, (J.olli, Bertone, Ugo e Del Carretto, i sergenti Robbiano, Ba-roni, Rossi, Go½½i., Ga,riglio. i caporali Zolla e Laricelli) i ca,nnonieri Botta, Clapier e Cattrmco, questi ultimi mortalmente fo1:i.ti. -
318 -
li, :n:l\l<::'\'l' I<: Dl~L CAIWl~'l"J:0
Cad (l('l'O snl cmupo dell'onore il già, citato tenente Colli, colpito al eapo da. una palla, di moschetto e il tenente marchese Del Carretto, eomanllante una sezione della 'i" ba,t teria, cli. batta.glin . Qnesta pattiva da Pastrengo coll'avanguardia, 1lPl lG" reggimeuto e, ginuta snlla straùtL di Verona, rice.-
Fig. , 9 - Tenente J<:rnesto Dd Onrretto.
ve.va l'ordine di .wnn½:U'Si per controbnttere d.ue eannoni da l(i che infilavano q nelln, stnuhì . l~sPguito l'ordine con somma cel<~rità, s'apl'i.va; un fnoco vivace che H tenente Del Carretto sostenne con mo~ta. e::i]rna, e infrèpidezzr~ per più di mezz'ora, fino a, che vide flllndnati i i:-noi peq,zi. eia altri élne fuochi ohli qui. Colpito alle gambe, ebbe sfra,ccllata la cosda destra. I suoi soldati, che lo adoravano, a.C(;Ors,cro per dargli afoto; egli non lo permise, si fece a,(lagiare ai piedi di un albero e continuò a -
;1]9 -
1S.J8 -
Plll;\ 11•: HAT'l'.\(;Ln: - PH l i\ U •: VT'l"'J'OH II•:
tlil-ige1·p il comuattimenr.o. Mc1 µ: li Anstt'iad c1Y1111wrnno in un <·ontratlat<:O: i 11,o i-tri n111no11i enmo ili pe1·ic-olo. Vi~s,\ng-1rntu. st1·on ('a lo, ,1goniz;1,ante, il Del Canetto 1 11oncnrnnle di sè, non e bbP C'lw un 1w 11 sie1·0 : i-;a lrnre i pe;,,r,L 8ollenuHlosi sni g-omi ti. gridò - airni, rn o1·morò eol suo ultimo soflio di rnorPn te - : << Ri mettete g li an111t1·i,11i e fat e fuoc.:o i n ritirn t;;1 )) . l'oi 1·i nHl<le pe~nntcm~nte : p1·a spirato. )la i. pezzi furono sa lvi.
Fig-. SO • Il
pc,7,7,0
del
fi <'l'/.\"\.' ll[ e
~Iaccal)t>o ,111:t Hnttaglla di Santa L ucia.
(dalla « C!vlca raccol t:l clelle s t:i mpe » cli Milano).
~ n ·in' il ~i1·,1tni-·a: « Il rn1111011iN·<' ]',11·ocl i. dv, l'n poi <·apitan o <l<• l :3° 1·Pg~imento, l o 1·,H·r·olse n t'l b s nt- l>1·.1<· f·ia. q111111do . fp1·ito a m or"t<', gTirlò a i snoi c·,u1 1HmieJ·i <li 1·1111-t•l"t,f' t·~ µ;li aY..ln · I l'(•ni P ,li l'itil·,11·si. H s uo ,~aniffrio ,e ra già I urn i uosa p1·orn d i qual<> f<'1·1uezz,1 :11 f noc-o [o._sero ta pad µ:l i m·tigli <'l'i pi<•111on tesi <· pel'ò, negli ~p,i."iud 1l<'ll' agonh.1 , al fo1·te giovane ,:-i p1·es-entù netta111<>11te l' i,lt-a tlella JWl'l1ita <lPi );llOÌ pc;,,;,,i <' l'n ltimo s110 ot-
LA
p
BA'lvi·1,;J(l,\ A CAVALI'.()
lline Yal;,,:t> a li-alnu-li. Ra1U111entino i c:anuonim·i della l ' batlp1·ia del 7n 1·,nggi.mr11ro queslo IJcllis;,,:imo esempio cl'almeg-azioue e· d i. 001·a,gJ,!:i.o senzn, pari >>. ( 'aric:ato sop1·a nn casso1w. il Del Ua netto ,·enne t1·aispol' t alo i11 Sa11lu Gi11:--liua in L'alazzolo, tloYe gli furono 1·esi gli onol'i funel.J1·i. 11 ra,pporto Ros:-;i , desni,·t•J1do l'r-1·oi('a mol'Le deJ D<~I <J,-u--
1·dto. COSÌ ('OHdlllle :
Fig-. 81 - TI Te110nte H e\lez;lfl ::t lln Bilttnglia tli f;nnla Lucia.
(da un bozzetto dl Quinto Cenul -
Museo Na?.lonale di castel S. Angelo).
« L'i1itel lig-,e,11za·, le é:ognb;ioni, il coraggio , l'.intl'epidezza f1i questo p1·o<le nffi(·i nlc fa1·an 110 lun gamente la,me.11fare all' A rtiglierfa la perdita che in l ui. fece>> . Magnifica è l 'azione della ia batteria a cavallo c-omanda ta ,1111 ei'tpitano San ~fortino: è q'uesto uno dei primi. combatti menti (aùhiamo giù, visto la j~ , 1, ca.va.Uo a l )astrenp;o) in cui -
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1·1n11m 13AT' l' AGLrn • l'JCIME VIT'.l'OIHf,J
()UPHta bl'ill.i 11tc i-;p<•l·iali bì ll<-'11 'Al'ma diedt• e1·oiclie e glo1·i ose prove (lj sè. La W 8<.1 ½iom•. co11rnmlata d11l l uogoteuPnte C'Onte Bei-tone di. B11mbuy, stn in <1v.:11,g11anlia. e <l (• (atta segno nel m1 vi.vo fuoco delle ba ttel'ic di Oto<·e Bia-nc;1 : ma. non si fascia affatto sgomellLibre ed imJwgua knhito nn dnello dtii più sp1·opor½ionati d1e si siano m:ti co 111ba ttuti pe1· µ;ram dispadtà cli fone. Il conte B er·to1w. stni_wnclo tlì tl'an!Jllilla cal111.a 11Pl pericolo. di.rigr il fnoeo. tlPgnamcntr seeonclalo cfa tntt.i i Rnoi cannonieri, 1nil':1hili. pe1· la ('alnrn e la pl'Pcii,;ionc con cui seguitano a spnir::u·e . Ri <listi11g11ono il sc1·gente JlnC'!::tbeo , ptirno n, metter-e in b:1tte1·ia il proprio pezzo e a<l aprfre 1111 YioleJttissimo fnoco a, palla e tL mitraglia sotto la fitta grandine di pl'Oiettili nemici; il <'aporale C1-h-a1·di: i (·anuonieri I\U'ocli. Calt11neo e Clapier (questi <.lnP nlti.111.i ut·dsi snl posto), il trombettiere P cn aclli.n che C'ontinu:1 all(-'g1·<1ment(-' acl infìotare di argt1½ie ·1e difficoltà e il graY<' 1·i~c·hio della siln:t½ionc . 'Ma i.1 più lwll'Ppiso<lio sn·Hto jJI qu<·RtfL p:ioJ"nat.1 dal,ht l " battel'ia a cnrnllo è qlwllo <lel )11ogotcnente Hc>lle7,za . )Ientrc le nostl'e ti-nppc• i:;i l'itfrnuo i::otto la prote½io1w d e lla hrip:aln Cnneo, e i Yolontari lombardi. gnidafi cla Rnwrio 0iffnri, con tengono el'Oicam(•ntP l'm·to nemico. la 1" rnez½H ba tte1·in d<>lla l" a cavano, agli ordini del Bellezza, spara n, mitragli.a, i:.nl nemico. tene11dolo n clisi.rn7,a e pl'oi:.egne11do trnnquillnmen te a ti1·a1·e, sempl'c co11 pnrfettn prcci~ione, nonoRfante il gra,ve pericolo. In tal m.o<lo facilita 1a ritirata R,tlrnndo le trnppr di! 11n quasi i.n<-'vitn bile disastro. ~(']] 'episodio. i II cui ROno 11101·talmente feriti i cannoniel'i Rrondo]o e Cattaneo: il lnogot.cn e J1t<' B ellczz.1, m e1·ayiµ;lioso p el' saJ1g·n<· t're!ldo P m·<lime11to, si gna<lag-na 1.t m c clap:Jia, d 'oro eon qnesta motirnziom) : « B f llezza Gioacc:liino , 11,1to ]l('I 1801 a Op:p:<>hbio (N'm-a1·a) . lnog-otellent<' cl' A1·tig'licria, prima battel'ia n ('U\'nllo. i\IotirnzionP 11ffici}1le: « l'e1· rs!-lersi dh,t illto nel fatto d':11' me n Su11ta Luci,L - 6 ma,ggio 184S )). Mot iva½ione <leH1rnt:1 clai docnmen t.i (lell'epoca : << in nn momento g1·nn:•. l'i.111._1i::to Rolo in posizione <·011 la i:ma i:;pzion<'. n-1n·1 a lwev<' <1 ista117,n cfa I rn~mico 1111 efficace fnoco. supplendo.
IL 'l'Bl\bl1''l'E BELLEZZA
ai pezzi i so1dati man ca nti e non inclietreggiò se 11011 qnnndo vide che col tiro dei suoi cannoni era 1·iuscito D, rendersi. p.1drone del campo di ba,tt11igfoL - Sa,nta, Lucia, 6 maggio 1848 )). Il Bellezza fu valentissimo schermidore ecl insegnante di sd1erma all'Accademia Militare : fu anche ma·estro di sc11erma ai P rincipi Umberto, Amedeo e Oclcl one.
F ig . 82 - ' l'enente Bellev-zn Gioacchino.
La giornatii di Santa Luçia l'n infau sta non per sè stes~a, - perchè i Piemont e~i vi di.ed.ci-,o provtL di sa lda disciplina e di. tenada, e il risnltato f n n ull o da tutte le l1ue pa1·ti, - ma perchè il mancato tdonfo deg1i Italiani ebbe gravi ripercussioni mo ta.li, permettendo agli Austriaci. di 1·iprenclerc~ in p.1rte l'iniziativa, str;1;tegtca. Ma la nostra, Artigli.e ri,,L doveva ancora sei-iwrc, a lett<~re d' oro, pagine di gloria, a, Goito, ;1 Peschiera e in dicci a1tri c-ornba ttimenti.
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ll:l-C' -
U..\ GOITO A l'ESCHIEH.\
Da Goito a Peschiera - Situazione degli a ltri eserciti italiani - Il pia no controffe nsivo di Radetzky - La marcia s u Mantova Ctu-tatone e Montana ra - L'az ione delle varie batterie a Ooito nelle relazion i dei rispettivi comandanti - Caratteristiche del combattimento d'Ar!'ig-lieria - Giudizio compless ivo s ulla stupenda azione dell'Artiglieria a Goito - Le onorificenze concesse ad uffic..i ali e soldati dopo la battagl ia - Ris uona pe r la prima volta il grido: «Vi va il Re d'Italia ». L'assedio di Peschiera - Costruz ione di nuove batterie - 18 mag g io: apertura del fuoco - Il te ntativo di soccorso da parte della colonna Zobe l e il combattimento di Calmasi no - Peschie ra si arre nde - Cospic uo botti no di cannoni - La medaglia d 'a rgento al Duca di Genova - Al tre onorificenze .
Prima di procedere, vediamo out il comportamento ,lei Corpi d'Ese1·dt o (],egli ,~ltri SLa,t i l talia,ni., facendo uu bre,·{: passo indietro. L'Esercito toscano fu il pi ù sollecito ad entmre in azione. Tredici giotn i cl-Opo la piLrtenzrL, la colonna proyeniente da Firnnze entraYiL i n }loclen11 e l 'a,ltra, partitc1 da Livorno, Pisa e' Lucca, eon nlcuni cannoni, e11trnva in R,eggio: così si co:-:Htuiva ht Dh·isione il ClÙ comando, <"Ome si è detto, fu assunto dal gcnel'a,l e D' A1·,c·o Fcrrari. La ve(lrcmo in a½ionc :L Cm:tn tone e l\1ontana1·a. V eniam o alle l,o(·elw da (u oco tkll o Sfato tlr lla Chiesa: in l'iasimnto, C'On le t 1·uppe c·onceurr,ttP dal geuerale Durando 11
Do1ogna, si troval'-ono le seguenti artiglieri.e pontificie : 4 cannoni della l" Di.visione tenitoriale, 4 cannoni della 2° Divisione territoriul e, ' cù.r fo1·ma vano complessi varnente la 1" baltC'ria i ndigena : cannoni della 3" Di. visione territori a,lc costituenti la bat t:eria estera, forte cli 131 nomini e 108 cavalli. Su 76, O uomini del corpo d 'osservazione, vi erano, quindi. 1U ·t,wnoni d ell ' al'tig1ie1·ia, regolare indigena ed ei-tcra, oltre i cnra biniel'i, le truppe cidche ed i volontari. Frattanto. n eJJ ' arsena Le di Roma., si undarn approntando -
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LE BAT'l'ERIE PO~'l'IFlClEJ
il materiale relativo alle altre due batterie, ma bisog11ava an ·Cora procedere all'acquisto dei cavalli necessari. Il Ministro della guerra, 1'11 aprile 1S48, desiderando di portare ad effetto, al più presto possibile, l'-organizzazione dell'Armata, in omaggio all'ordinanza del 21 mtLrzo prescriveva che la l3 batteria regolare comandata dal Calandrelli, appena riunitasi in Bologna, :9i dividesse in due parti, ciascuna delle -qua.li doveva servire di nucleo ad una batteria, mentre a Roma si costituiva la 3" di nnova formazione. A ricoprire . i gra,d i necessari al c;omando e servizi-0 delle batterie, si p1:-0cedeva alle seguenti promozioni : a maggiore il capitano aintante ma,ggiore Filippo Lopez, che veniva clestinato .al comando clelle due batterie mobili; a capitani di terza classe i tenenti in l" Carlo Beì·sant i e Giuseppe Lopez; a tenenti in 1~ i tenenti in za Frane-o ~l:osi e Luigi Guglielmotti. Tutti questi Ufficiali venivano destinati alle batterie suddette e s'invittLv,1 -il comando di reggimento a prop,orre gli altri ufficiali, per com,pletare i quadri dei reparti e collo.care i promossi. 'Ma, gli avvenimenti non diedero il tempo di attuare l'ordine ,pei-venuto eia. R,oma . Il 15 a,prile le due batterie da campagna, indigena ed este:ra, erano riunite in Ferrara con le due brigate di linea, e furono passate in rivista dal generale in capo. Nel rapporto del 20 aprile, il generale Durando, diede le -disposizioni per la. partenza delle truppe nella notte. Con la, ·bl'igata, estera -s i mosse quel giorno mezza. batteria e l'indomani ;pa,rtirono altre due mezze batteri.e. A Ludovico Calandrelli, -che aveva il c<>mando dell'altra metà della 1a batteria indigena,, ·fu ordinato di rimanere ancora a Ferrara, d:ovend-ò egli operare ·con le truppe del generale Ferrari, che si andavano raccogliendo. Il 23 aprile i1 cardinale Oiacthi, da Ferrara, annunziava --che anche quest'altra mezza batteria si sarebbe messa in marci.a per passare il P.o. In effetti, so tto la data del 1° maggio, il Calandrelli scriveva da Treviso: « ..... oltre le nostre due batterie da campagna .abbiamo altri 17 cannoni sulla linea. Qui vi è un deposito di '300 cannonieri italiani per amministrare le artiglierie che si '21
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DA GOITO A PESCHIERA
riuniscono. Lo spirito dei nostri soldati (~ grande ed il momentodella pugna sar.:'1, tremendo ... ecc. )). Intanto il Corpo del generale. austri.1co Nugent, forte di 16 mila uomini e di 32 pezzi da campagna, si era avvicinato al Piave e sembrava si pr-oponesse di marci.:Lre su Verona, per rinforzare di uomini e di vettovaglie l'esercito del fold ma,re-. sciallo Radetzky. L'eserdto pontificio alla, sua v,o lta mirava a contrastargli il passo ,e ad impedire tale congilmgirnento . In omaggio a, questo piano il generale Durando, da Trevi!'.o, clove aveva posto il q11 artier generale, chiamava . il ,1 m:1!!.'gio, il Ferrari con la, sua Divisione, allo scopo di fondere le forze e procedere ad una più omogenea ed a)rmoniosa organizzazione delle due Divisioni. Con tale criterio il Durando assi'!· g:11 ..l\'a nJ.Ja. Divii;;ione l<'errnri la l" batteria in<li~e11a {"Ò nll'al t.ra Di.visione ·la batteria estera. Senonchè la progettata fusione. non potè aver luogo, in gnanto il Durando, avendo avuto notizia c;he parte ùelle forze nemiche, stanziate a Conegliano, si. eran mos-:-;e per Ba,ssano, decise di avanzare ed affrontarle. Alla mattina del 7, infatti, si affrettò il Duramlo a partire dà Montebelluna, gin ngen do nello stesso giorno a Quero; poi, temendo di non anivare in tempo a Bassano, si Rc<1ua,rtierò a P ed-erobba. Avendo però saputo che Quero, Feltre e Sa,n Vittore erano. sta.te occupate dal nemico e supponendo che il proposito degli Austriaci fosse quello cli continua,re per Bassano, risolvette di partit<>. p<'r q1H!lltù lo<;alità, e tag'liar loro la, strada. Dava intanto ordine al generale Ferrari cli coprire il basso. Pia.ve e di pone il suo quartier generale a, Montebelluna, dove lo aveehheto raggiunto 100 dragoni e mezza butteria indigena, <:(lit (Ì!te pi f·r.oli pezzi bellnnesi. ' Le predette artiglierie ginnsero sul posto a mezzogiorno del giomo 8, in tempo cioè per partecipare ad una scaramuccia nei pressi di Cornuda, dopo cli che, facendosi notte, le truppe si: ritira.rono per ra,ffor,mrsi però avanti a quella, stessa località . All'alba del 9 l'azion e fu ripresa e sostenuta con studiata lente:;,,1,a. :fino a sera, in atteim di rinforzi. rhiesti al generale· Durando; ma che purtroppo non giunsero. Fu invece il nemico. 326
I PEZZI POKTIFICI A COHNUDA
ricevere aiuti, clw deci.sero la giornata in suo fa,yor e, tanto -che le truppe pontiii.cie furono costrette ad una ritil'ata così disordinata, per cui gran parte di esse finì per ripercorrere con 1~ artiglierie la. via di Treviso . Ludovico Calandrelli, l'indomani, scriveva a proposito di ,questa azione : ,<...... io per due volte sono stato colla mez7,a Bat· teria, nell'ina?Jionc~, sotto il fuoco nemico di S cannoni da 18, molti ·Obizzi, palle in cendiarie e r azzi i qnali hanno attaccato, ·e distrutte molte case ... , i nostri eannonieri non hanno pun (;o sofferto, ecc. )). P er questa azione l'ordine del giorno del Ministro delle Armi dell'S giugno pubbiic;;,1Ya : cc Tutti quei generosi che seppero e sapranno ben meritare nel combattere per la nostra na,zionale indipendernm si debbono eon bella nota additar-e a Ha I>tttria riconoscente, senzc1 che ciò menomi punto le onorevoli ricompense che a singolar coraggio e valore sono condegnc. Egli è perciò che si affretta il Ministro delle Armi ,L pnhblkare i nomi di. chi più si Lll:sciii~:c ,nelle> fazioni cli. Cornuda, il giorno 8 e 9 ma,ggio p 0 p 0 secondo le note t 1·,u::mc~:,;e thu gl:.ll :.:L.1.Je 1""·1·1·1,ì i-i <;omandante L..t .DiYisi.on;; della Civita, e ,Volontal'i mobilizzati. qnaJi note che lascia.no in vero desiderare nozioni più ei:;senziali, qui appresso identin <eatamente si trascrivono . :a,
Artigf.icria
Pezzo di dritta: Piff:e1·i Alessandro, tenente in 2a - Peroli Luigi, mare -sciallo - Anclrcoli lVfal'i,1110, briga-ùiete - Baviei-1.L Rouu1w, .artigliere - Po1Uponi Arcangelo, servente - Bani Luigi, servente - Alberghi Ga,e tano, servente - Floridi di Fra,nce.sco, servente - Benilli Giacinto, servente - Sbrocca 1° Agostino, -servente ~ Cavalletti Giorgio, servente - Oardoni Nata,le, ser·vente - l>ella Chiesa Giova,n Battù,;ta, servente - Heg-6 i. Napoleone, conducente - Cantarini Antonio, conducente -Fabbri Giovanni, conducente - Gagliardi Giuseppe,. condu<:ente. P<'zzo di sinistra : Mezzetti Paol o, brigadiere Ragnotti Luigi, ma,resciallo -
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DA GOr.ro· A PESCHIERA
- Uei Cesar·,e, artigliere - Bevilacqua Girolamo , servente Bellncci Gioacchino, servente - Ricciardell~ Giovanni, servente -:- Bartòlini Gionrn Maria, servente, - l '€saresi Fniacesco, servente - l\fottini Filipp'o, servente - Defazzi Gaetano, servente - Padant i Giovanni, servente - Spelzon Serafino, servente - 'l'orricelli Giovanni, servente - :Brecchi. Domenico, conducente - .Alviti Sebastiano, conducente Ba,l boni CeJ:s,o, conducente. N·o ta : 'l'utti gl'Inclividui compresi. nel presente stato meritano i più grm1éli elogi e prego V. E. averli in considerazione)). A Treviso il generale Perra,ri ordinò le sue milizie col proposito cli in viarne mm parte con mezza batteria d'a,rtiglieria sul Piave, ed un'altra parte con un distaccamento d'artiglieria, a Montebelluna, mentre il generale Durando, da Castelfranco, gli raccomandava cli tenere a Treviso forze sufficienti e di ritirnrsi col rimanente su Mestre. Prima di porre in esecuzione questo suggerimento, il giorno 11 il Ferrari, valendosi cli alcuni reparti di linea, lanciava: una C{)lonna di trnppe, rafforzata cla due cannnni ed 1111 obtc,~, sulla via cli Spresiano. Quando la colonna giunse :l Limbra,g a, una. pm-te dèviò a destra verso Vascon e Breda ed il resto a sinistra ver::;o Castrette. In questa ultima località · gli avamposti nemici, sorpreBi, indietreggiarono, ma, :11 fuoco di un pezzo di artiglieria, risposero tre pezr.i nmni.ci già posti in bat teria, che. battendo le ti-uppe assalitrici ammassate sull::L stracla, l<~ rnisero· in fuga disordinata per le ca1ilpagne. e< L'artiglieria comandata, da,i tenenti Gigli e Raspi scri veva il Cala11drelli - perdette un pezzo con un cassone poichè gli furono uccil<;i li cavalli da,l la mi.traglia nemica)). , Furono tfrati contro il nemico 21 colpi a, palla da 9 e 7 colpì a mitraglia, nonchè 4 colpi di obice a mitraglia. Oltre al cn11 none da 9 da campo perd uto dalla batterin, indigena col relativo affusto, i pontificì dovettero abbandonare un cassone di mullizioni, coH 103 p,dle comuni cla 9 e 14 a mitraglia, ed altro. materiale Dopo tale a.,vvenimento, il giorno seguente, il Ferrari non esitò a, rititarBi su Mestre, lasciando il presidio a Treviso circa -
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IL CAPf'l'ANO CALANOHfilLLI
~itiOO 11 o nun1. L'artiglieria, indigena fu 1rn111data, a lHargbera da <f·ni , il 1'7 maggio, scriveva il Calandrelli : cc La nostra artiglfrria, abbenchè sfortunata pure è stirna,t11. lo sono molto comfrder a.to da tutti li Comandanti dei -éliYCl'F-i Corpi esistenti IHiÌ Forti. La. Repubblica la chiama Artiglieria capace di soddisfare a, tutte le fazioni di gue,rra )). (( Il Uolonuelk> d 'A1·tigli e1·i a mi volle per la direzione di n h:1111<' fottifi.caràoni, Q11e1Jo clel nc11io egmtlmente; insomma noi godiamo buona opinione. Adesso che scrivo sono le 10 anti mf!ri.diane ·: ho fatto partire una sezione i-:otto l'ordini di t,i.pa 1'i , pe1· 1m,t l'iconosce11111L con la ca valleri,1 verso 'rreYiso : gli ho cl<'.tto dw in ca,so di rlisgraiia, badi a, ritornare con i due ca,111toui altrimenti è meglio che si necicla. Il restante della batt.l•t·i.1 ,ll,tm1de l'ordine di partem~a poi ehè pare ch,e torneremo a 1·iptencle1·e le nostre po&i7.foni sc<1('ch1,ndo i Tedeschi ov'erano, qua,ntunque si siano fortificati. all~ Castrette )>. Cii-ca le artiglierie efriche di Roma e Bologna, ,:rnch'es:5e in n1ovimento per raggiungere il tcn,tro ùelle operazioni, sapl)iarno che la legione roniann fol'te cli 3 ufficiali., 45 artigli.eri e 37 cavalli, giunta a Porlì il 4 maggio ed a Bologna il 7, sì clil-esse ::;uccessivamente su Fe1Tani; e che la civiea bolognese, de accorse il giorno 5 alla volta cli. Fenara, !love si completò, si nnì all'altra sezione formata, iu qnella c'ittà. Qneste arti.gli.erie, complessiva.tuPute sei pcz:.-::i, il 17 maggi.o taggi1mgernno le truppl~ pontiikic, riorganir,zate a Mestre in 1111a sob Divisione agli ordini. del generale Duranélo, che si ap parecchiava a, l'iprcndei:e l'ofì'en ~irn. ::;11i fianchi di rrrevil'-o , Ritorneremo · alle artiglierie pontificie, quando si parlerà, tleJl'assedio sostenuto in Vice1na, l'unico cpi~oclio in cui esse ebbero posto notevole . Allo stesso modo, le artigl,ie1·ie napoletane oostit'uiranuo :11·go1JH'Hto impo1-tante :::.olamentc ne l para,grafo dedicato all'assedio . <li Venezia; qui ci. limitcl'emo ;,1 1foordare che i due reparti dell'Esercito meridionale si rnof.:sero dalle rispettiYe guarnigioni a distanza. di va,ri giorni di marcia l'un dall'altr.o, seguendo la via di terra : precedeva la batteria comandata dal capitano Carmine Lnverà, che raggi un~ Ancona il 4 maggio, , 21*
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DA GOITO
A
P0SCBIERA
giorno in cui il generale Guglielmo Pepe, comandante' della spedizione, s'imba1·cava a Napoli col suo Stato Maggiore con gli ufficiali d'artiglieria Luigi l\lezzacapo, Ga,spare Musto e Ginseppe Vergili,' destinati all'istruzione degli artiglieri venetL La batteria comandata dal Luverà· passava per Cesena 1'11 di maggio, il 13 per Forlì, e giung{!va, a Bologna il gior.no 15 : €$Sa era forte cli. J.30 cannonieri, 164 uomini d'el treno e 256 e.avalli. L'altra batteria, com~ndata dal capitaillo Camillo Pedrinelli, giunse ad Ancona il 17 maggio; ma due giorni dopo, mentre proseg11iva nelJa sua marcia, venne fermata a Pesaro dal Brigadiere generale Rcala, fatore per il generalt• Pepe di un ordine del Re, che richiamava le truppe ~el regno : triste conseguenza della ancora, più triste giornata del 15 maggio, in cui., con l 'apertura delle camere legislative, si sarebbe dovuto convalidare lo Statuto giurato da,l Re, dalfa Nazione e clall'Ef;l'rcito, e che inveee aveva insanguinate le vie. di Napoli in nna tragica lotta fratricida. ·Quando dovremo descrivere l'eroica, difesa di Venezia, a cui gli artiglieri napoleta,ni partecipa,rono con entusiasmo e perizia - rifaremo un poco a ritroso la storia degli ordini. e contrordini che avvolsero nella lotta nazionale gran parte clelle truppe napoletane lasciando solamente un piccolo nucleo l'Lrclimentoso al comando di Guglielmo Pepe.
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Ritorniamo ora all'Esercito piemontese che, quasi solo, aJÌronta il valore absburgico. Dopo Santa Lucia, le operazioni dei Piemontesi avevano subito una sosta: molti Generali pensava.no cbe, prima di tentare di procedere oltre, si dovesse spingere vigorosamente l'assedio di P•e schiera, lH, quale pi.azza, dopo l'arrivo del parco d'assedio sardo, era battuta da, fuoco vivacissimo e, per di più) difettava di viYeri, tanto che il suo comandante, giudicando impossibile protrarre a lungo la difesa, chiedeva disperatamente rinforzi a Radetzky. -
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B,bianel!o
Fig. 8?. - La Battaglia <li Curtatone e Montanara - 29 i)faggio 1848
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J 848 -
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tW.LTO A ·rgsc1-1m1u
E:-.a mi 11e1·emo più av;tn ti 1 <leUu.gliat,1illfmte1 h.t~se<lio cli. Pci:;t;hìc1·a. Qui. p1·oceclia,m o ]Jc1· sommi. capi nel.la. uanazionc degli avvenì.u1.en Li che s:i sta,va no 111aLm·an<.1.o pc1· le 1rnove iniziatiYe del M,tr{i:sci.n,Jlo a.ustriat;o . (~ ucst.i , a,vc1Hlo ri.cev nto pa1··èe tlei 1·infoi-7,i ,.Lttesj ccl essendo sopratutto s.pi11to ad .:Lgi1·e da,l.la scan;~½rn tli viveri, ideò un a i-dito piano di opei-az.ioni : h1sci.are un fo1·Le p1·e1,idio ;;L Vei-ona, poi-tan;i <.:01t i-a,pida rnarda cli .fian co a, Mantov:1 001 grosso dell'Esei-eito 1 passare il Mincio e piombare alle spalle d ei Piemontesi sul fa111co destro, e coutempo· raneamente fa,r cala.re oltre il fianco sinistro del.l'aivversario la, briga,ta del colonnello Zobel, che ei-tL rim,Lsi.a .:t difes.-1 dell'ingresso del 'l:holò per Va,l cl' 1\dige . 11 27 uwggio Radet7,ky mosse da. Verona sull'imb1·unin~ co1t % mib uomini e gi-an quantità di ::11·tig.lie1·i.e (~, 11rn1Thwdo tnHn la notte e· il g-i.orno ,s eguen te, _giunse la sern del 2S a ~Ianto-rn. l pri11cipa,li sbocchi dì q 11.elh~ foi-tt~zza sulla, destra del Mi1t· cio, (la-Ile po~i.7-ioni. cli. Crn·t;1 tonP ,l :siuistra1 e di :Montanara, a d,()stra, t'rano gul'Ltdati dalb piceob Divisione 'roscana, raffo1·z.ata da ti-e battaglioni m1poletani, e comandata dal genera1e Ce~are De La ngie1·, i.I (}lia.le dipendeva direttamente dal g-ene1·ale B~~va. Il Dc La,ugier st esso, nell'opc1·a in due volumi: Le milizie toscane 11elle .(Jii,erre del.Vi11di7>o·ncle·11.<'a, {t;al ia;11C1, clel 184.S dà, mol te notizie e particola,r i i1t propo~itò; altri ce ne offrono il Rete· conto sto·rico clella g'iornau1, ca.ntzJo.le ri·11,r;11a,t;a il 29 maggio 1848 o .!11ontanara, e a Cnrta.,ton.e -· Dettato da ·u,n testinione oc1.ilcire; .m en t1·e poi nlt1·e i11foi-rnaziti11i ei fo1·niseono C,.ll'Jo Corsi, nel primo volume clelh1 s w;, opera.« Vc-nf;ioi.nq ,ie ann·i ·i n .lta,lia, (184869) )), e il Giorgetti nel terzo volume del suo libro, già tante vol. te citato, ·(< T1e cwnvi t;oscm:e )) . A proposito della, sistemazione <lelle bocche d a t11oco nel periodo prc~cedente scl'ive ' H De Laug ie1·: (< PN· g11are.ntire il Ja1·o destro aJCa-tto scoperto di Mo.nta11ara., andò il 3 maggio il Maggiol'e Bel1 110mini con un ba,tta,· ,glione civico Ji,,or11eilc_, comandato clal capitano ·Mussi, uno del 10° Napoletano gnidato dal maggiot('\ Spiligati1 tre cornpa.gni.c <;a,nnonieri del centr,o condotte da,l capita.no Contri, alcuni crwa,1.li. e un cannone ad occupare S . SilYe~tr,o >>. Il 4 maggio vi fu 1111 attacco durante il qua.le·, dice il ne La11gier, cc accorro, di.spon -
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I TOSC,\);I ,\ cun•r.\TO);E E ),JO);TAXARA
go glì uomnn alla dif,esa, ecl il fuoco delle due artiglierie comincìa. Dirjgono cosi bene i sottotenenti A.raldi e :ì\fosell la nostra, che gran danno ,{ll'an€rRaria cagionano)). Il giorno 13 vie11e attaccati~ l\fontmwra « tenibile comincia il ca.nnoneggiamento, che std clo coi 11{l·S tri cannonieri. sostiene il sottotenente
Fig. 84 - Jl Furiere E lbai10 Gasperi a Monta nara. (dal Museo Naziona le di Castel S . Angelo).
Mosell )) . Cont<:'m.poraneamentc .-iene Hl'.Salitn. C nrtatone OYC << i.I tenente Nfocolini co' suoi carn10J1ieri emulava, il }fosell e smontava, un pezzo al nemico)). S nl finire del rnaggio la Di.visione toscana contava i n tutto cil'ca 7000 uomjn j, con 11 pezzi <l'artiglieria; ma ft Curtatone e }Iontanara., i] 29, erano in numero assai min0re e precisamente 4685 fanti , 100 cava,Jli, 6 cannoni da 6, e 2 obici, dei quali solo 5 c:1nnoni e 1 obice sostennero realmente il fuoco: l'altro obke rimase in operoso perchè non -
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D.\ GOl'l'O ,\ P0S C:lill~HA
polè scaricarsi1 ecl u110 ùei canuoni fu erroneamente lasciato in disparte in un r.,ie;colo eampo ~egregato. L'artiglieria rimase· cosi disposta : tre caunoni e m1 obice a Curtaton e col tenente Niccolini; ti·e cannoni e nn obice a 11ontauara con gli ufficiali Aral, di, Agostini e Mosell. Oltre a que~ti vi erano un cannone al bivio fra Gazzolclo e Goito, e un cannone a Goito. Contro queste valoro,sis::-ime ma esigue legioni giovanili, 17.000 austriaci c:i.l'ca ucco1'i-e1·0 da Mantova alle sci del mattino del 29 maggio atla('rnndo ri~olntamentc•. Rigmuclo all'impiego dell'artiglieria toscam1; a Curtatone ed a ·M antova,, il De Laugier cl.ice : « Ritornato aHe Grazie \' Ì mandai snbito 1111 carmone da sei ed una eompagnia e.li cannonieri del centro, coll'ordine di imprn;tarsi fuorj cli R,iyalla, al bhio di Goito e Gazzoldo. P er consiglio dell'ingegner Castinclli, GLV<:'ndomi ehiesto a,nche Campia ùue cannoui per Curtatone, non tardai ad appagarlo . Più non mi 1·estan1. che un obice. E rammentaudomi quanto nel combattimento Llcl 13, allo1·ehè con 1c1nclav.o a Montanm·a, mi sarebbe stufo utilis::-imo, vo:lli speclfrlo al mio ami.co Giovannetti, accompagnato ùal bravo tenente Araldi. l o però ·Officialmente orclinavagli, di rin:d armi subito un cannone da sei con i tenenti Agostini e Mosell, il primo dei quali restar doveva in s ul:isidio <J,el tenente NiccoliJ ri a Cm Li~tone, e l'c1.ltro col cannone da sei Yenire alle Grazie )). P erò le cose non si svol ·ero secondo gli .or dini. del Generale, « gitt('C·hè non timandò Giovannetti nè il cannone nè i d ue nflkiali, lo chè l'u per me <)oppio danno . Imperocchè, avendo nel clì. precedente appagato le viYissimc istanze clel colonnello Roc1riguez in Ooito per l'invjo di un <·annone, rimasi i.ille Grazie pr-iYo affatto d'artiglieria di. riser,~a,, e ma,ncò a Curtatone, nPlla. massima nrgcm,a, chi sostitui sse nll a baitel'ia l'111Ti½iale, 11iaHcante )). Il De Langict, dmante la battaglia, dopo in·cr dato le di~posizioni sulla desL1·a, corre al centro « ove - come egli stesso na rra - 11ella battieria mi :;i presentò uno spettacolo at1·oee. Dno volte incendiate dai raizi austriaci, l e polveri hanno t ra gicamente malconcio quanti loro stamno attorno. Vari cannonieri e soldati, abbruriati, neri, ahhronziti, fuggono a guisa di ~petti-i, ul'lando e ~l1·acci.ant1osi freneti<-u.m.ente le vesti di dos~o : non poehi. nomini e cavalli g'iaciono rno1-ti o fc1·i.li intorno agli. -
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IL Y.-H ,OW; DEGLI .-\ RTlG LIEI:I TOSC.,XI
spezzati a.ffusti e alle fracassate rnote; i cannoni rovesciati per terra non fan più difesa. 11 mio aiutante Giuseppe Cipriani, e. l'ingegnere civico Vammcdni stranamente offesi: il tenente Niccolini percosso da grave colpo di mitraglia. alla spalla, è a, furia, da alc1rni pi.etosi, asporta,to : arde tra le fiamme la p1~os -
I'ig. s;:; - TI Generale Marchese Giuseppe Niccohr.1. (da fot ografia di ,Jroprietà del l'v1archese Dr. Vi:i.cenzo Niccoliniì.
sima casa, di Campia; le granate. i razzi, la mitraglia, fioccano jn quel ristrettissimo spar,io, ridotto a una, vera bolgia inferrn+le >). << Ma la batteria non rinunzia per qnesto alla sua azione)). e poco doJJo, sempre ne1Ja narrazione del De Laugier, leggiamo: (< Alla mia voce, noncbè all'esempio degli intrepidi Chigi, Caminati, P ekliner, Castinelli, Folini e vari altri, cli nuovo,. sebben per breve tempo, risorge ancora il fuoco della nostra artiglieria, per opera dei pochi cannonieri snperstiti, alacrementea1ssistiti da itlcuni volontari della civica e della linea,. Qui si 'f~i~l:insero fra gli altri l'er·oico foriere De Ga,speri, il bravo ser-
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DA GO!TO A PESCHIERA
,gente-Calamai, il civico spagnuolo De Ca,rnps, il Paoli, il l\finucci, il Meini, ecc ... , i qnali per rrumcanza, di stoppini, dettero fuoco ai pezzi, alcuni con semplici fiammiferi, alt ri esplodendo sulla lumi.era armi ·c ariche a polv,ere, ed altri infine, mirabile a dirsi, accostandovi. i brani aréLenti delle Yesti strappate ai loro abbrl, · dati c,ompagni e a se stessi; - e ciò sotto una grandine ,ognor e:resce11te (li mi.traglia! - Messi sopra messi spedisco alle Gra.zie per cerc,tre uffizia,li, munizionieri, artiglieri. Degli stoppini vi è chi cli carriera con,e a. prenderne a Goito, non avendone trovati alle Grazie. Giunge finalmente il tenente Angioletti con qnalcbe cannoniere : il fuoco è mcgli:o regolato)). A Montanara, i Toscani si difendevano con pari tenacia, agli -otclini del colonnello. Giovannetti. Q1H~sti, nd rapporto inviat o al teirmine 1,lelb giornata al generale De Laugier, citava « i tre uflieiali d'artiglieria, ì\fosell, Araldi, Agostini, p~l sangue fred do e l'energia eh€ spi egarono in tutta, la giornata)). Pe1· documentare il valore dimostrato dagli artiglieri. to -scani nella giornata del 29 maggio riteniamo opportuno ripoetare quì due interessanti rapporti : quello del <)Omanélante dell'Artiglieria al Generale comanda,nte supremo · dell'Armata tosr ana, e q nello cl el sottotenente cl' artiglieria Diego Angiolet ti .::iJ ca,pitano Sassi, e da que,'3ti ritrasmesso al Generale comandante. Ecco il primo : « H o l'onore di rimettere a V. S. Illust. dne stati delle due compagnie che assistero11.o al combattimento di Curtatone il giorno 29 maggio, dai quali resulta complessivamente che pel. tota,l e di N. 150 teste, la perdita è stata, di 56, oltre qualche ferito che trovasi presente >>. « Mi è d'uopo poi annunziarle che, dopo una viv;;L resistenza C'ontl'o forze di gran lunga superiori, dalle quali vènnero avviluppate e rott,(~, fu forza, ritirarsi al campo cli Cnrtatone, nella quale ritirata elevo far onorevole menzione dei signori tenenti Sardi, ,s ottotenente ~notti, sergente maggiore Redingbieri, ca-poralc Menicatti, il primo per il coraggio e fLttività, spiegate durante l'azione e per l'esecuzione degli ordini da me dati, cli piazzare: i secondi con un picchetto cli 15 uomini ad una casa sulla destra del campo. mule proteggersi e clifencler·P qnello sbocco, -
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ATTI DI VALORlì: DI ARTIGLIIDRI TOSCANi°
alla, qual casa sostennero il fuoco durante tutta .l'azione, e per ragginnge;i·si d,ovettero· passare il fiume di Curtatone a guado sotto il fuoco nemico )). Mi pregio ripetermi col più profondo rispetto e ossequio Rebecco 81 maggio 1848. • Dev. Obb. Servitore Oontri Oapi'tano.
L'altto rapporto dice: << Mi credo in dovere di render noto a S. V. Illust. oome durante il comb::Lttimento del 29 del cadente mese a Curtatone, essendo stato mandato a rimpiazzare il sig. Tenente Niccolini 1·imasto ferito, ebbi d',osservare quanto a,ppresso. Essendo stati feriti diversi ca,n nonieri- che .servivano i due pezzi da sei che gnardavano la strada di Mantova, il sottosergente Calamai, il capora.le Fantozzi, ed il comune Meini, tutti d-ella Divisione scelta, rimasero quasi sempre al servizio dei pezzi sunnominati,· avendo aspettato invano fino all'ultimo momento i rimpiazzi che V. S. Illust. rweva, spediti sotto gli ordini del sergente aiutante Cancogni. I ,s unnominati tre indiviçlui ma,n tennero vivo il fuoco fino all'ultimo, e manovrando col ma,ssimo sangue fredd,o, adempirono alle funzioni di tutti i serventi, portando in salvo a bracc.ia sotto una gra,n dine di mitrag~ia i due cannoni senza avantreni perchè dal cannone nemico era.no stati posti fuori servizio, e senza cava,lli perchè erano morti. Se è vero che i bùoni portairHmti cl'un soldato d·ebbano esser premiati, io credo che questi soggetti i-,1ra.nno presi in 6onsiderazione dal Comando superi-ore. Anche. il sotto sergente Gasperi. e il cadetto Beehi tennero il loro posto sino all'ultimo quantunque fossero l eggermente ,offesi )). Mi pregio clichiara,rmi con profondo rispetto di V. S. lllust. Devot. Obbligat,. Servit. Goito, 31 maggio 1848. D. Ang'iole'tti.
A proposito di questo combattimento, un altro storico delF epoca, il Corsi, dfoe : « La nostra batteria si cuopre di fumo, in mezzo al quale 22 .
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1s,1s -
CUR'l'Nl'O.N E E MONTANARA
.tì.schia e· scoppia un nembo di palle, grana,tc, razzi. Il t~neme Niccolini è ferito :· gli sùccede Angioletti, valentissimo ufficiale. Una intera muta di un pezzo d'artiglieria cade in pochi istanti fulminata; con essa un co:riducente messosi al riparo del suo retrotraino h11 la testa schiacciata da una palla di cannone; un ca.ssone di munizioni scoppia, le cariche scarseggiano)). Del vàlore dimostrato dagli artiglieri toscan1 nella giomata del 29 maggio fanno fede le numerose onorificenze accordate loro tanto dal Granduca come dal Re Carlo Alberto. Questi conferì la medaglia d'argento a,l va-lor militare al capitano Oontri. e ad. altri tre artiglieri; e nove menzioni onorevoli. Il Granduca nominò cavaliere dell'ordine del me1~ito di S. Giuseppe il capitano Giuseppe Niccolini « per aver comandato e ministrato pertinacemente alla sua batteria, quando .. i più degli artiglieri erano periti sui pezzi dai quali non voUi\ allontanarsi, finchè il sangue eh~ sgorgava dalla su.a ferita non gli ebbe tolto ogni lena >). Del capitano Giuseppe Niccolini riteni.amo doveroso sintetizzare qui un cenno biografico ric:1Vat o dalla pubblicazione di Luigi Passerini, tipogr. Cellini, ]?irenze 1870. « Egli entrò giovanetto nel Corpo dei cadetti; nel 1848 era 'l'enente di Artiglieria, quando si aprì la campagn~ p0r ca,c ciare 1 gli Austriaci dall'Italia. . In questa guerra Ei rese utili servigi alla, patria, e molto :::i · distinse per intrepidez11,a, valore ed abilità. Allo scontro di OurUttone il 13 Maggi.o, si diportò in tal modo da meritare che iLRe Carlo 'Alberto gli c~onferisse sul campo la 1vleclagUa à/ A.rge:nto al Valore Militare. Vinti i 1.'oscani dal numero e caduti gli artiglieri che gli ,st.anrno vicini, si pose a fa.re l'ufficio di semplice sold_ato, e be-nchè ferito gravemente a uma spalla ed alla mano sinist1".;a). rimase al sno pezzo fi.nchè a forza non ne fu tolto dagli amici. Promosso Capitano seguitò a rendere importanti servigi ana Patria e potè vantarsi con orgogli:o di aver portato la piccol~i artiglieria tos·cana a tal punto da poter reggere il confronto con quella delle Nazioni più progredite. E così seppe ispirare sotto il governo lorenese i sentimenti italiani nell'animo dei suoi soldati -che, venuta la rivoluzione <lcl ~
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IL CANNONIERE DE GASPERI
1.859, quc,sti forono fra. i primi a, fraternizzare col popolo e a ·. prqclama,r e l'indipendenza, del paese-. Fu pì·omosso T,en. Colonnello e poi ColonneUo da,l Governo P1·ovvisorio della Toscana, di cui feoe parte come Ministro delfo Giwrra. Nel lasciare questo Ufficio fu destinato Governatore Civile e Militare dell'Isola d'Elba il 4, Giugno 1859. A.venuta l'annessione dell',ex•granducato al regno ifaliano, il Niccolini volle tornare nelle file dell'esercito, e fu dal Re Vittorio Emanuel<~ promosso al grado di Maggior Generale, e destinRitb al comando della Divisione territoriale prima in Milano e poi in Siena dove rimase dal 1861 al 1865 )).
Per questi stessi fatti d'armi fu insignito ùi medaglia d'onor:e in argento il caporale-foriere Elb:.mo Dc Gasperi d'artiglieria, << perchè' strappatesi le vesti, che il fuoco consumava, nudo adempiva agli uffici di -cannoniere)). Fur,ono inoltre conferite sette menzioni -0norev-0li, una delJ.e quali, quella del sergente Calamai, fu poi commutata in medaglia, d'onore. ?nrtroppo per·ò, data la schiacciante superiorità numerica dell'avversa.rio, l'<~sito della, giornata non poteva essere favo revole : i Toscani, alla fine, dovettero ritirarsi con forti perdite, ma il danno più grave fu il disordine che se ne determinò, per cui la, m,1ggior parte delle mi.lizie toscane si sciolse e, per con traccolpo, i volontari modenesi, che occupa,:ano Governolo, abbandonarono tale loca.lità e ripassarono il P.o. E ·g iungiamo al 30 maggio, giorno glorioso per la, storia dell' A1~tiglieria. italiana perchè contrassegnato dalla vittoria cli Goito, ottenuta sopratutto da un magnifico impiego a massa· delle bocche da fuoco, <~ cl.alla presa di Peschiera, impossibilitata ormai a, difendersi dal tir9 concentrato delle a,r tiglierie pesa,nti sarde. Incominciamo dalla battaglia cli Goito ,e diamo anzitutto una breve descrizione della posizione. Tra Massimbona, e C-0rte di Bell' Acqua, il Mincio descrive on grande arco, con la -concavità rivolta ad oriente : al centro dell'arco, d-0ve il fiume è attr~versat-0 da un ponte in mura-
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iYilld
Car. {Cenova SJvOIJ
J Cav.
Fig. 86 - La Battaglìa di Goito - Schieramento piemontese il mattino del 30 Mnggio 18-IB.
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LO SCHIERAMENTO I'1El1I0N'J:ES1·}
tura, si trova il villaggio cli Goito, nodo stradale di grande importanza, perchè vi si raccolgono le strade di Oa,stig1ione, Marcaria, Borgoforte, Mantova, ·verona (~ Pcschi<~ra, e punto di pi:Lssaggio assai fa.v,orevoie dalla destra alla sinistra del Mincio. Colà il ~linci-o è :f:ìancheggia,t,o, a destra, da nn ciglione che domina la ri.va ,opposta, alto -da 8 a 12 metri e distante dal :fiume da 600 f:L 1000 metri. Ad ovest del ·Ciglione si stende 1mtL vasta pianura regolare . La vegetazione, rigogli.osa lungo il fiume, m·a schera assai la vista. Per l'a.ttacc,o, il giorno 30 1'1'lsercito austriaco fu diviso in due colonne divergenti. La colonna di destra era, composta: del I Corpo (Wratisla,v) con 15 ba.tta,glioni, 8 squadroni e 6 batterie, che aveva in avanguardia la brigata Benedeck e d'oveva dirigersi su Goito per Rivi:Llta; e della riserva (Wocher) con 11 battaglioni, 28 squadroni e 13 batterie, che doveva, rimanere a Rivalta. La colonna cli ,sinistra, formata dal II ·c orpo (D' Aspre), forte di 17 battaglioni, S squadroni e 6 batterie, che aveva in avanguardia Ja brigata Liechtenstein, per Castellucclri(), Rodigo e Ce.resara, doveva gira.re la destra italiana. Il movj mento cominciò verso le 10. Complesi:iivamente gli Austriaci .1mmontavano a, 22 mila uomini. Da parte italiana si trovavano raccolti a Goito dn:a 19.000 uomini <:;on 44 pezr.i d'artiglieria,, sotto il oomanclo ·c1e1 genera.le Bava,.
La fronte cli difesa p;·escelta fu Goito-Vasto, la quale si adattava alla, configurazione .del terreno e ne traeva .n massimo vantaggio possibile. La sinistra era appoggiata a1 villaggio e al ponte di Goito ; la destra era aggirabile. Il generale Bava dispose le sue t ruppe nel modo seguent<!.: Prima linea, nel villaggio ed a difesa del ponte : il 10° regg.imento na,poletano, a,l cune truppe della brigata A.equi, con in· tiglieria e poctL cavalleria toscana; dietro la strada del Vasto 1'11° reggimento e la brigata, Cuneo. Seconda linea, su un ripiano dominante a nord-ovest di Goito: due battaglioni della Brigata Acqui a !'-inish1 e la. briga,ta Aosta a destra. 1
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GOITO
Terza, linea, come sca,glione ritirato dell'afa, destra: la briga.ta Guardie per oppo1,si a,gli aggira,menti. All'estrema destra, presso Oerlungo, più ritira.to ancora, il reggimento Aosta Oava,l leria. I reggimenti Nizza, Genova e Savoja Cavalleria e la 3" batteria a cava,llo erano in riserva dtctro la seconda linea·. , Le ricognizioni mandate dal Bava il mattino del 30 perprendere contatto col nemico non approdarono a, nulla, perchè gli Austriaci mossero molto ta1;di dai lor,o accampamenti. Nel campo piemontese si credette intanto {;he in quel giorno non ·si sarebbe pronun½iato l'attacco, sicchè Re Ca.do Alberto, che aveva aspettato iJwano il nemico, si diresse a, Valeggio. 1\1.a verso le 15 e mezza gli Austriaci apparvero da sud ed attaccarono. Il Re, che era giunto a Volta, ritornò indietro di ca,rriera ed a,ssi.stette a tutta la battaglia stando sul rialto Soinenza,ri. Il nemico, presentatosi impronisa,mente agli avamposti, atta,ccò risoluto la prima linea quasi contemporaneamente su tutti i punti. La bdgata Benedeck precipitò l 'att acco; ma, appena si presentò dinanzi a, Goito, venne fulminata, cbl tiro di. 14 boc<:he da :fuoco, che batteva.no la strada di Sacca e le campagne .circostanti. L'a,rtiglieria austri~1ca, rispose ava,nza,nclo per pro,teggere lo spiegamento, ma l' Artjglieria piemontese dimostrò ineq'nivocabilmente la· propria superiorità, seminando la strage nelle file clcgl'imperiali. Benedcck ripetè più volte l'attacco, ma invano. Le brigate Wohlgemnth e ,S trassoldo (2"' e 3") avanzarono ra,pidamente: Woh1gemuth si diresse a 'rezze, mentre Strassoldo ,dovevà tentare di soverchiare la destra piemontese. La brigata Ola,m (4") rimaueva di riserva. La Brigata Cuneo non riuscì a resistere all'urto e indie' treggiò. Allora, la brigata 1\.:osta, in seconda linea, marciò avanti protetta dalla 1a batteria a cavallo - collocata molto opportuna,mente in posizione sull'altura, di Somenzari - - e c~oadiuvata, ,dal Reggimento Granatieri Guardie che stava dietro. ConternJ)ora,neamente il Duca di Savoja, in terza linea, riordinava i batta,glioni della Brigata, Cuneo per ricondurli all'attacco. Per rompere la nostra linea, n Maresciallo Radetzky fece avanzare i.:ornpa,tto il Corpo dei Granatieri Ungheresi che --
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Fig. 87 - La Battaglia dl Goito - 30 Maggio 1848 La Battaglia
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come scrive il 0onte Grimaldi del Poggetto nell'impar zialissima, generosa, opera .Ricordi cli un ·i ,,ffiC'iale deWantfoo Eserc'ito Sardo - << noncurante della morte procedeva, all'attacco in ordine perfetto come in 'piazza d'armi>>. . Così gli Austriaci minacciavano seriamente di aggirare la nostra ala destr-a e l' Esercito Italiano stava pe1· essere addossato al Mincio . n momento era tragico. Fu allora che il Duca di Sav,o ja contrattaccò vigorosamente la sinistra) e i1 centro nemico, riportand·o in linea i battaglioni delle Bri.g ate Cuneo e Guardie, assecondati a destra dall'artiglieria a· cava,l lo e da alcuni squadroni di Aosta e Nizza caNf1lleria, e a sinist1·a dalla Brigata Aosta, che · si era in.tanto riordinata. Il nemico aveva già occupato importanti posizioni e procedeva risoluto; il micidiale fuoco dell'artiglieria piemontese lo arr~tò. Gli Austriaci perdettero in breve i vantaggi ottenuti e furono costretti a ritirarsi. Nel tempo istesso la nostra sinistra rica.cciava brillantemente la Brigata Bened0ck, bcnchè qnesta fosse sta,ta rafforzata dalla Brigata Clam. . · Dul'ante questa fase riuscì molto efficace il fuoco della mezza batteria toscana, situata sulla sinistra del Mincio contro il fianco destro di Benedeck. Il l\fareseiallo H.adetz.ky, vistosi respinto su tutta, la linea · · e non potendo ricevere pronto aiuto dargli altri Corpi., ordinò la ritirata. I Piemontesi avanzarono s u tutto il fronte sino alla strada cli Gazzoldo e la cavalleria fu lanciata all'inseguimento. Ma la vittoria non potè essere completata perchè la presenza' del 11emico a Geresara, un furio,So temporale scà,tenatosi ~ul finire de11a battagli.a, (che in breve allagò ~ampi e· strade), la notte isopra,vveniente e la mancanza di truppe disponibili 11011 permisero agli Ita,liani di prof:ì.ttare adeguatamente dei van· ta,ggi conseguitL Abbia.mo dato una . na.ITazione sintetica, anzi scheletriea, della intera battaglia,, sopratutto per portare il let~ore ·in meàia,s 1·es) cioè per dargli un oonce.tt.o, pur approssi.mativo, del lo svolgimento dell'azione. Ora procedendo a quello che è' il ·no, stro compito specifico - illustrare l'opera clcll' Artiglieria e
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ll'lg. 88 - Battaglia cli Go!to. Il tenente della 2:, bl\tterla a cavl\llo Emanuele Bertonc di Sambuy cd Il Magglot·e Mollarci alla battaglia di Ooito (30 Maggio 1848). (da monografia del Reggimento d'Artiglieria a cavallo • Ed. U. Hoepll, Milano 1805).
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GOITO.
degli artiglieri - crcdian10 -0pportuno cedere la parola ai ra,p · porti dei comandanti di ciascuna delle batterie. Tali rapporti, che si trovano agli Archivi di ,S tato di To · rino, nella loro proi:;a disadorna, scabra, burocratica e tal-· volta magari un pu' .. . rivoluzionaria dal punto cli vista grammaticale e sintattico, sono di una straordinaria eloquenza,. çi sarebbe stato facile esalta.1'e 0011 voli lirici la .stupenda, vittoria di Goito, che fu essenzia,lmente vittoria d'artiglieria; ma ci sembra molto più appr,o priato e adeguato - diremmo molto più •conveniente a~. cl-inia mUitare pier:nontese d:I° quei tempi -riprodurre puramente e semplicemente i periodi nitidi e secchi di quei val<mosi ufficiali che spesso non sapevano adopera,re la penna così bene come la, spada, ma che riferiscono i fatti con la fedeltà cronistica di chi vi ha partecipato. Non occorrono vane par,ole· là clOìre i fatti par1ava,no soli: qui,- appunto, parla.no di gloria. Ecco la rela zi:one del capita no Di San ~fortino comandante la l3 batteria a cavallo; anzi - ineominceremo coll'essere fedeli e burocratici perfino nel tit,olo - ecco n Rapporto delle operazioni a cu,i presu pa,rte. la l' batte1·ici a cavallo neUa scorsa, campa,.c;na sotto il comando del capitano oav. San Martino; clal 25 marzo al 9 gùtgno 1848 : Il relatore (che, quando scrive, cioè in data S ottobre, è già stato promosso maggiore) riferisce dettagliatamBnte l'azione della sua batteria nei · fatti d'armi. precedenti, da noi già narnati, e ·giunge poi alla ba}taglia di Q.oito: . (< Il giorno 29 maggio la Divisione di riserva si pose in movimento verso Valeggio, , ove pernottò. << TI giorno successivo le stesse truppe s'avviarono a Goito: la 1a mezza batteria cpl l.0 reggimento Guardie, per la strada postale da Guidizzolo a Goito: la 2"' mezza batterià, col 2° reggimento Guardie, per la strada che da Volta mette direttamente a Goito. Giunte le colonne presso Gotto, soff.ermatesi alla congiunzione delle due strade, presero riposo per un'ora :wpro;., ;imativamente. <( Radunatosi intanto un consiglio presieduto da S. l\:L, prevalse in esso l'opinione (a r elazione del Capo di Stato Maggiore del I Corpo d'Armata sulla r iconoscenza da esso fatta percorrendo -la strada di Gazzoldo) che i nemici non avrebbero attaccato le nostre truppe in quel giorno, mentrechè dal colonnt>llo Conte Castelborgo, comandante il reggimento Aosta cavalleria, si asseriva che, ·nelle ripetute i:iconosct>nze fatte il mattino dal suo reggimento, si
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LA
1·1 BATTERIA A CAVALLO
erano osservati gli Austriaci in nume1·0 considerevole sulla strada della Sacca, e che pareva si avanzassern verso Goito. << Le truppe ricevettero ordine cli lasciar libere le strade e cli accamparsi later almente, il che era pressochè eseguito, allorquando improvvi~amente si udì in tutta prossimità uno scambiarsi di colpi di fucile, che annunciavano l'attacco del nemico, seguiti ben tosto da ripetuti e seguitati colJ)i di cannone. Per buona sorte le truppe della 2a Divisione, giunte il mattino a Goito, er ano statt1 disposte in battaglia a difesa di questa posizione, e conservavano tuttora lo stesso ordine allorquando furono attaccate. Le altre truppe, elle stavano per bivaccare, ripresero le armi : ma non essendo stato alle medesime fissato un ordine di battaglia stettero in aspettativa clelle clisposizioni del Generale comandante in capo. « Questa aspettativa fu di assai b1·eve durata , perchè corse tosto voce che gli Austriaci si distendevano sulla loro sinistra e dimostravano l'intenzione cli volerci attaccare vivamente sulla destra. « Esplorati i movimenti dei nemici, si ebbe la certezza cli quei:;ta loro disposizione: le brigate Aosta, Cuneo e delle Guardie si recarono tosto in linea verso la destra, la 2,, mezza batteritl della l"' a cavallo, comandata dal luogotenente conte Bertone, si portò essa pnre lmmecliatamente verso la destra, per proteggere i movimenti della fanteria ed opporsi all'avaD?:arsi del nemico. « In questv punto incominciò fuoco vivissimo dalle clue par ti. Gli Austriaci, essendo ln maggior forza, avevano il sopravvento e respingevano gli attacchi, effettuati con molt4 e11ergia clai 1·eggimenti delle Brigate .Ao:;ta e Guarc1ie .: i nostri indietr eggiavano su tutta la linea, cedendo il terreno a passi a passi. La mezza batteria del conte Bertone, nell'impossibili.tà di passare un fosso assai profondo e fiancheggiato <la alberi, non si poteva più ritirare, era nell'evi.· dente pericolo di esser presa dagli Austriaci, elle già si trovavano a meno di 300 passi. Il conte Bertone, rivoltosi al maggiore Filiberto Mollarci, coroan dante il 2° battaglione del 5° reggimento fanteria, gli disse: « Majcn-, scwvez ln bcit-te-r·ie ii. T.l maggiore, senza differire, fece avanzare il suo battaglione fi. no a venti passi tlagli Austriaci, lo arrestò, comandò fuoco, poi attaccò precipitosnmente alla baionetta. Gli Austriaci non rioterono sopportn rc lo scontro, cecktt~ro e successivamente si· ritirarono. Il movimento di ritirata fu a mio parere cleterrninato dalla bravura cfol 2° battaglione cl.i questo reggimento, comandato con slancio incitatore e con mirabile sagacia dal bravo Mollarcl. '< Intan to la prima me-zza batteria della l" a cavallo ecl una sezione clel1'8" cli battaglia all'estrema clestra clella linea , interve11nero a sostegno delle nostre truppe, le quali ripresero ordinfi e combatterono vigorosamente ; la 2a. sezione del.la pri ma. a cavallo si congiunse i:.lla mezza batteria del conte Rertone ; la 1° sezione, comandata clal luogotenente signor Mondo, col reggimento Nizza cavalleria stettero in riserva. I sei pezzi furono disposti in batteria nel cortile della c1:1sci11a e tosto cominciarono il f1.toco. Gli .Austriaci furono posti in ritirata su tutta la linea. La brigata Guardie, il reggimento Ni7,za cavalleria, la sezione del signor Mondo l'inseguirono. Questa sezione giunta a 300 passi da una se?:ione austriaca che era in batteria sulla stratla <;i pose essa -
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pure in batterla. iVIexitrechè questo movimento si faceva, un colpo nemico portò via la testa al cannoniere Bel, conducente del timone del primo pezzo, e sJ:racellò il braccio sinistro del cannoniere i\fougner, conducente di mezzo; ma eiò malgrado quei;ta sezione apri un fuoco assai vivo e ben diretto, che determinò i caunonieri austriaci e la scorta loro alla fuga. In quell'ista11te il colonnello del reggimento Nizza cavalleria fece cnricare il suo .reggimento, il quale avrebbe potuto prendere facilmente ciuella sezione ; ma si arrestò a mezzo cammino, motivo per cui non fu coronata da corrispondente successo la {legna condotta del signor Mondo e della sna sezione. « Gli Austriaci furono posti in piena aerottn su tutta la linea. << L'ora tarda <~ le fatiche sopportute dai nostri non pe.rmise1;0 cli ulteriormente inseguire il nemico: le nostre truppe si ·raccolsero e bivaccar ono nei dintorni di Goito. « Il mattino del giorno seguente avressiroo potuto compiere la nostra vittoria, attaccando vigoJ:osarnente gli Ausriaci che non avrebbero potu to farci seria resistenza)).
'l'utti i 1·appol'ti del combattimento coucorduno ncll'att r·i.buire al maggiore Mollal'(l e al luogotenente B<~rtone buona parte del merHo dell;t gioma,ta. La relazione del maggiore Di Priè, già comandante la j• Batteria a, cavallo, così descrive l'ar,ione di tale ba,tteria nella batta.glia cli Goito : « Al 29 maggio la 2" batteria a cavallo era divh,a in tre parti: la l" mezza batteria era a VHl.afl'anca col 12° di fanteria, il reggimento Aosta cavalleria, una· compagnia cli bersagliPri (De I3iller) e la compagnia dei volontari Griffiai ; l::i. 2a. mezza batterin era n Qunclerni, col reggimento Nizza cavalleria ed una compagnia di bers11glieri; la riserva era rt Valeggio. La J.a mezza batteria, col reggimento Aosta cavalleria ed i bersaglieri (Dc Tiiller ), ia 2a mezza batteria col reggimento Nizza <:avalleria ed i bersaglieri, venivano nel mattino a Valeggio, si rinniv:tno alln riserva clella batteria, rrnda Yi.mo al cli là cli Volta, ed accampavano nel 11iano sottostunte a sinistra della gran strada che da Volta va a Goito; _il reggimc~nto Nizza cavalleria ccl i bersaglieri De Biller Bi spingevano avanti verso Goito. Nella giornata veniva pure r:,d accamparsi ueho stesso piano qualche altro reggimento di cavalieria e~ lu 3• bat,teria a cavallo, che si collocava a destra della strada, alquanto più indietro della 2• 4 c:avallo. « Volta fu frattanto occupata, non so da guanti e quali reggimenti di fanteria . . Queste truppe, giunte verso le 2 pomeridiane nel loro alloggia.mè:µto, sentivano fortemente iì cannone verso Mantova, dove le truppe toscane erano attaccate a Curtatone e Montanara; da vari portatori d'avvisi al generale Bavi.l a Volta, che passavano vicino al campo, si seppe che i '.rosca11i er ano stati compiutamente battuti ~i che si erano ritirati a Goito, ma non si ricevette per tutta la giornata nessun ordine cli portarsi uvanti. -
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RA'l~L'IW IA A CAVALLO
« Al mattino del gioruo· 30 ht 2"- batteria a cavallo, lasciando la sua riserva nell'accampanHmto, si avanzava 11 Coito, col reggimento Aosta cavalleria. oltrepassava il reggimento Nizia cavalleria e prendeva posizione a destra ed a sinistra della strada, alqun.uto più ava nti della cascina Segracla; i bersaglieri De Biller enrno distesi lungo la stra(la che <la Goifo tende a Gaiiolclo. « Occupata questa posizione, furono fatte partire le truppe toscane da Goito e con i molti loro feriti furono dirette a Bresci.a ; in Goito restavano le sole truppe napoletane. Il reggimento Aosta cavalleria mandò continue rico-
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F'ig. 89 - FJfisio Cugia . °tclalla collez ion·c, d el Cap. Avv. Costante
G iraud).
noscenze verso s.,céa, e soltanto verso il mezzogiorno cominciò ad ·incontrare alcune pattuglie nemiche ; f u allora dato l'ordine di prender posi7iione più avanti. e< I bersagliel'i erano spinti oltre Goito, perpendicolarmente alla strada cli Sacca; la 2"' batteria a cavallo era situata clal maggiore Giacosa alla riunione delle strade <.:he da Saccn, Gnzzolclo e Ceresara vanno a Goit.o ; mezia batteria contro la strada cla Goito a Cercsara in modo da infilare la strada cli Sacca ; l'altra nw:1.11:1 batteria sul 11r_olungamento della stracla cli Gazzolclo -
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in modo da iufilarla; la prima di queste mezze batterie, valendosi cli uno scavo, prese un'ottima posizione ; i pezzi tiravano come in barbetta; vari reggimenti cli fanteria veuivauo schierati a destra della batteria sulla lirn~a da Goito a Sol!lrolo; il reggimento Aosta cavalleria restava spiegato ill colomrn per squadroue, a destra della strada fra Goito e la casciua Segrada. « Intanto dai r apporti delle pattuglie risultava che il nemico s.ì avauzava e verso le ore 3½, malgrado che poco prima una riconoscenza condotta dallo stesso capo cli stato maggiore del Generale J3ava uon lo avesse incontra to, il capitano De ]liller avvertiva che il nemico si avanzava in forza per la stradH di Sacca. Difatti circa alle ore 4 egli apriva il fuoco contro la 2"' a cavallo con due batterie, una da 16 ed una di razzi, da una cascina situata a sinistra della strada da Sacca a Goito ; poco dopo, onde scacciare la batteria dalla sua posizione, il nemico la prendeva di fianco, situando ùue pezzi alla cascina Sacchetta, a destra della strada venendo da Sacca a Goito ; ma, coutro·· battuti da due pezzi, che venivano oppor tu namente situati ed attaccati dal Napoletani, che in questa giornata combatterono valorosamente, furono costretti a ritirarsi. Le disposizioni del nemico fa.e.endo conoscere che il suo scopo era di respingere la nostra sinistra ed impadronirsi cli Goito, veniva questo rinforzato mandando la 3a batter ia. cli posizione a mettersi in batteria sulla destra della 2a- a cavallo, e 1'11<> cli fanteria a sostenere i Nar>oletani. « Il nemico era stato costretto a cessare il fuoco contro la nostrn sinistra; ma tanta era l'importanza ch'egli metteva. a respingerla, che rinnovò l'attacco con molta vivacità altre quattro volte,. finchè poi, respinta la sua destra da sei pezzi della 1a. ::t cavallo, comandati dal conte Bertone, e da un battaglione della Brigata Aosta comandato dal maggiore Mollard, minacciata la sua sinistra dell'll<> di fanteria e dai Napoletani, fu costretto a ritirarsi intieramente e cedere il calllpo di battaglia. Dopo aver tentato il secondo attacco, il nemico pare che volesse cambiare di linea; e venendo da verso la nostra destra si pose in batteria sulla str ada che da Gazzolclo viene a Goito; la strana posizione che egli venne aél occupare fece nascere il dubbio che quella fossè artiglieria amica, ma, dissipato tosto un tal dubbio per avere egli diretto il · fuoco. contro cli noi, fu fatto su dl esso uwfuoco vivissimo, che lo costrinse ad una precipitosa fuga abbandonando tÌn pezzo, il quale sarebbe stato facilmen te pn)SO, se le truppe cli r,ostegno non avessero perduto terreno in quel mentre, per cui ebbe campo cli venirlo a ritirare>).
Per la, val,entia e l'ardimento dimostrato nel tenei:e il comando della, batteria., il ca,pitano Priè fu promosso rnaggi.01·e <' venne sostituito dal capita.no Demetrio Della Valle, da non confondersi con l'Enrico Della Valle, già comandante 1'8• ;_[i batta.glia, che, come vedremo, fu gra,vemente ferito H Santa Lucia. Ecco ora la 1·clazione <lel capitano Boce:a comandante 1'8" batteria da battaglia: -
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L'Sa
DA BATTAGLIA
« Nel dintorni di Goito ginngeYa la brigata Aosta, accompagnuta dall'Sa batterla, verso le ore 3 pom. il giorno 30 wagglo, ove giù stavano raccolte al· tre brigate, e prendeva posto in seconda linea. « A quest'ora appunto, i nostri bersaglieri incominciarono a contraccambiar si coi tiragliatori nemici colpi cli mosclieLto. In breve il fuoco fu generale su tutta la linea. Verso le ore 4 'fu falla nvanzare In prima linea la brigata AO· sta, e con essa la batteria di scorta. Due sezioni cli questa, d'ordine del Gene-
F ig. 90 · Cesare BoneUL (dalla collezione del Ca!). Av v. Costante Glraud).
rale comandante il 1° Corpo (l'Armata furono collocate all'ala destra della li· nea, onde opporre nuova r esistenza a ll'impeto delle truppe neroicbç,, le quali infranto già avevano il fianco destro della prima linea e vigorosamente avanzavano. « un vivo fuoco di entrambe le sezioni f u tostamente incominrinto e sussidiato in appresso da altre due sezioni della 1a batteria a cavallo, <> fu mantenuto tale per ben due ore. Vantaggiosamente era collocata la mtn batteria. in una strada incns:;:ata, le sponde della quale di parapetto a quella servivano,
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cd a segno (aie elle quasi pc1·Cctr,unente riparali ne cr:1110 caHnouil!ri e cavallì, seuia ckl elle sover chin111ente es po,;U snrebbero stalì ,ti f uochi, si cl' infanter ia che d'ar tigl ieria. « Costretto il nemico dot>o due ore ùi corubaltimento :1<1 abbandonare le p(lsizioni che preso :1ve\'a coll"lnd ieh·cggi:ire clelln nostra prima linea, si r itirò verso Sacca e Gn7.v.olclo, ma seguitnto fu se!ll]Jre d alla batterla s ino a lla ('l'O<'iera (li quelle slracle, al qn11 l limite• veni\·a orclinato alla batteria tH soffermarsi e pren dere l)Mizionc, giaccllè l'ora avan:rnta più non perW•!tlcva di proseguire ì1 fuo<>o. Le aitre sezioni clclln batteria, collo<>nte negli in tervalli dei h.tttagllonl cl i ;\osta H!l'SO i I cen tro clella linm1, pochi s1i:1ri ebbero 11 far e, percllè pressochè sempre coperte da altre ba tterie; seguilarono l)N"ò desse U mo,·imento dei detti battaglioni. << Son mcriteYoli c1 ·esser men:i;iona t i, pel ·valor e ed intrepicle7.7.<\ dimostra('! in tutlo il t em po della fnr.io ue, il sottolcnentl'! signor n orgetto, il sergente Bestentc e i cannouier"i n oria e Rober L « Accampata per parecchi giorni nelle pianure cli Goito ri mase la batteria; ma scontro di sor ta più non ebbe ».
Il c·npitano l•)fi:c;fo Cngfa . ndm·oso eomanclaute della 3" batt<>ria di posi½ione (egli <lovrà poi essere una delle figute d i pei · JJJO phwo, come Oene1·ale, nel.la emnpa,g1m del 1866} così narra Ja, giornata : << Al 20 maggio ln batteria riunita fu tlirctt:i, d ietro online dei quartier geuer :lle ptlncipale, s u Volta , ove operossi un rnov iruen to cli concentrazione dl tr upne sotto gli ordini ciel comandaule ciel 1° Cor po d' Armat:1, barone B ava. Di là p:ir tiva il 30 unitamente alla brigata Cuneo Yerso Goito. Stava la batteria in colonna per pezzo, lfl tcstn cli colonna sul bivio della strada di Cas tiglion e <i d i Volta ncca nto ol pala zzo Somenzari. e g ià aveva ricevuto l'or· dine- di prendere un a posir.ionc per parc•are, quando si annunciti l':irrh·o de, ucmico in 'forze per ,;tr acla <l<'lla .Saecn. annuncio cbc fu ben presto seguito clal cannoneggiamento dell'avnng uar cli:1. F.rnno di due Corni d'.'\rtnnta a ur::triaci che il g iorno innanzi nvevano baltnto a Curl·ntone le truppe toscane e che verso le 3½ dopo mezzogiorno si ,wanznYa no per impadrnnirsi delln posizione e del villaggio <li Goito e del suo ponte sul )[incio. « Stavtmo sotto gli or dini del Geue rn le Ila va le brigate Guarù ie, Aosta, Cuneo, 1'11° e il 17° l'cggi mcuto di fa nter i~1 . i reg-g lmenti cli cavalleria Aosta, Genova, Savoja e Nizzn. le t re batterie a ca,·allo, l'Sa e 5a d i battaglia e la 3" di posizione. Le disposi7.ioni di ballaglia furono immeùilll"nmente date dal Generale in capo. « Trovo.vasi all\1 vangua r clla col r eggi1ue11to Aosta cavalleria la 2a batt e ri a a cavallo, posta sulla riunione della stracla che da Castiglione, Gm,;11.oldo, Custelluccbio e la Sacca conducono a Coito. Visto l'obiettivo del nemico, restava quella ])Osizioue ln pi ù ìruportantc, per cui ap pena incominciata l'azione ven iva clit·elta s ul lo stesso punto la 3• batter ia dì posizione, la quale nndò a
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DA POSIZIONE
pr endere orùine di battaglia sulla destra della 2"' a cavallo, in un campo avente sul dinanzi un largo fosso, laterale alla strada di Castellucchio. « A.l vivissimo fuoco d'artiglieria nemica, composta cli due batterie cli cannoni, fra i quali uua da 12, ed una batteria di raz;zi, risposero le due batterie riunite, con successo felicissimo. Non potendo resistere alla vivacità del nostro fuoco, essi si ritiurono una prima volta, e pare cambiassero linea, giace:hè, essendo cessato il loro fuoco e<L avendo pure sospeso il nostro, si vide cli lì a poco l'artiglieria nemica collocarsi in posi½ione ÌJerpendicolare alla nostra fronte, coll'intento cli prender di fianco la nostra fanteria che trovavasi sulla destra. Questo movimento, che inclìcava l'ignonrnza della nostra posizione, riusciva loro fatale, giaccbè dìssipato il dubbio, che la :,trana posizione fece nascere, elle fosse, cioè, quella artiglieria amica e che volesse gir are l'ala destra nemica, fu fatto su tal punto uii fuoco vivissimo, per cui i pezzi (austriaci) furono totalmente abbandonati, con grave percUta. « In questa fazione in cui la batteria ebbe la fortuna di ricevere felicemente il battesimo di fuoco, sì distinse il tenente signor Bonelli, il quale dimostrò somma fermezza al fuoco e diresse con molto successo un fuoco di· fianco sulla fanteria nemica, che, dopo gravissime perclite, come tisultò dall'esame del camlJO di battaglia, dovette abbandonare la posizione. Venne esso per questo fatto decora to clella medaglia d 'argento ed ottennero eguale distinzione i cannonieri Charvin e Requinet, il primo per aver preso s pontaneamente il comando éli un pezzo, del qua.le era stato ferito il capo-pezzo, ed averlo diretto nell'azione con somma intelligenza e valore, ed ìl secondo per avere imperterrito continuato il suo servizio malgrado fosse stato rovesciato e ferito da una scagli.a di granata».
Ora,, per a.ve.re una visione adegnata dell'azione delle artiglierie e dell'eroico ardimento degli artigHeri., bisogna « tradurre in immagini)) le sobrie notazioni di tutti questi coman. danti di. batteria, cioè, servendosi della, fanta.Ria, trasmutare le loro parole in fatti, pressapoco come i q nadri del « soggetto » cinema,tografì.co scritto si realizzano nell'azione, e di vengon,> agli -0cehi degli spetta.tori, lotta, tumulto, g1·i.do, realtà di morte e di gloria. A ta,le scopo, ci piace riprodnne qui akuni periodi in cni Edmondo Dc Amicis descrive l'a,z.ione delle artiglierie in com battimento. Sappiamo che De A.mi:cis non è oggi<< di moda>); ma tutte le facili ironie dei critici non tolg-0110 proprio nulla, alla sua fama di. scrittore di non comune eflkacia; e .sopratutto, nel caso specifico, è adattissimo per darci, diciamo così, il co353 -
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lore e il ,s apore di una guerra squisitamente ottocentesca, per alcuni aspetti così radicalmente divèrsa da quella che abbiamo Yeduta e vi,ssuta nel nuovo secolo. Ecco dunque una « visione cinematografica>> avanti lett.era: << Le artiglierie, sui campo di battaglia, presentano uno spettacolo che fa ad un tempo meraviglia e terrore. Il vedere quel lung,o convoglio di 1.;avalli, di cannoni e di carri, muoversi, ad un cenno, dall'uno all'altro capo, e con tremendo frastuono lanciarsi di carriera, atti-averso campi, strade, vigneti., salendo, scendendo, svolta,ndo con rapidissimi serpeggiamenti : - e nella corsa impetuo,s a superare argini, saltar fossi, rovesciare <? distruggere siepi e piante e solchi, e ravvolto in un turbine di polvere e di sassi sparire tra gli alberi lontani; ·_ e dopo, pochi minuti vederlo apparire in cima ad una collina, in un momento r ompersi, schierarsi, levare al cielo una immensa nuvola, ed empiere di alti rimbombi tutte le valli d'intorno; ··e ad ogni colpo veder quelle bocche formrnabili retrocedere come atterrite dal proprio grido, e lo.ntano lontano rovina,r case, alberi spezzarsi, e schiere f.olte di nemici squarciarsi e dissemina,r,si per la campagna - è davvero uno spettacolo che meraviglia e atterrisce. (( :OaJ sentimento della potenza, n1eravigliosa e terribile delle pr,oprie armi, il s,oldato d'artiglieria trae quel suo carattere pr~rticolare di gravità e di alterezza, che non si scompagna mai dall'animo D:è dall'aspettò, neanche dopo una battaglia perduta, quando tutti gli altri sono prostrati dalla tri~tezza e dallo sconforto>> -
Trascuriamo di . riportare le relazioni del comandante la, 3a ba,tteria a cavallo e la 5° batteria di battaglia, perchè sono di minore importanza; ma ci preme qui dare un giuclizio sintetieo sull'opera dell'Artiglieria in questa battaglia che fu e rimane una delle più gloriose dell'Arma per tutto il periodo del Risorgimento.
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L'AZIONE COMPLl•JSSIVA DIDLL, AR'.l'..LGLIERIA
TuLto è da ammirare nell' azione dell'Artiglieria a Goito: la buona 8celta, delle p,osfai.oni., · fa razfona,l e disposizione delle lin1::e cli difesa, la prontezia e l'ordine con c:ui. eseguì il tiro, il sapiente indirizzo e il valore dimostrato da tutti i combattenti, da.l più alto uffi.ciale all'ultimo cannoniere. 11 fuoco dei nostri pezzi fu effi.caciss.imo a,nzitutto percb.è venne aperto sollecitamente, al momento opportuno, in mod.o da. impedire all'artiglieria avversaria il tiro di preparazione, che doveva facilitare l'assalto :.LlltL fantel'ia, e, conseguentemente, lo sc:.hier,1mento della fanteriai st<~ssa ; in secondo luogo perchè, nello ,svolgimento della battaglia, fa massima quantìtà, di fuoco venne concent1·ata sui punti più. pericolosi. Molte critiche furono fatte a.U'opera dei nostri Ci:t.pi. milital'i della prima guerra· del Risorgimento: critiche non sempre giu ste., talvQlta 0crvellotich~ -o esagerate, nat1m-1le espressione di . un triste periodo (gli ultimi decenni clel s<~colo XIX) in cui lasvalutazione delle nostre glorie militari assunse carattere di SfLdica voluttù. Noi - come già dicemmo nella Premessa a;l primo volume di questa Storia - non intendiamo fare opera, decn.mente apologetica; ma cadremmo in un errore anche più grave e più antipatico se indulgessimo a cod<;sta stolti::;sinrn e pemiciosa autodenigrazione. Certamente a.nc:he i nostri G ener,tli pos~ouo aver sbagliato (nessun ea,po milital'e, 1wanehe ù più grande e illustre è irumune da c~rrori e noi non taeeremo tali sbagli là dove sarà necessario); ma la, stori.a è lì per ùocumentare., non solo l'eroismò di tntti i combattenti clell'Eserci.to piemontese , ma, auehe spe:sso1 la pcrfaia, l'intelligenza , la, prontt~nn di pencr,ione dei suoi Capì. A Goilio il l'aHto dis<\n~:so e c.:omha.ttnto gene l'al<~ Rwa cli mosttò gra,ndissimc:t accortezza, 8peefa]lllente per quanto si riferisce all'impiego delle artigli.erie, raggruppando il maggior numero di bocche da fuoco all'ala, destra che, non avendo alcun ostacolo 1wturale a, cni appoggiarsi, rra facilmeute aggira.hik, mentre le hu,tteri-e clel centro e di sinistra. furono disposte i11 modo da potere, a, seconda delle necessità, battere il nemico o di fronte, se esso f.oss<~ riuscito a respingere l'ala destra. e avesse
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GOI'l'O I
tentato l'aggiramento, oppure di :fianco se, senza tentare l'aggira,mento, avesse attacca,t o frontalmente l'ala destra. Alla saggezza delle disposizioni di m.issima fa pieno 1·iscontro l'eccellenza dell'c,s ccuzione, svolta magistralmente nel corso di tutta la battaglia e continuata poi - allorchè l'esito della giornata si delineò pienamente favorevole - col nutritissimo fuooo che ·contr,ohattè e:ffica,eementc l'arti.glieria nemica per permettere l'inseguimento. Nell'azione si distinsero non solo tutti gli ufficiali, ma anche i sottuflìciali e i ca,nnoniel'i, i quali tutti si batterono ma· gni:ficamenk, seguendo l'alto esempio del R,e e del Duca di Sav·Oja.
Ecco l' elenco delle onorificenze distribuite agli a,rtigliel'i pe1· la battaglia di Goito :
111 eda,glie cl) cil'!Jento
·Maggiore Giacosa Maggiore J a,illet di Priè Luogotenente Mondo Serg,e nte Turco Sergente Gandino OtLnnoni.ere Rm1chetti
1"' Batte.ria a cavallo
0,apitano Ougia ) Luogotenente R.ovelli Cannoniere Oharvin / Cannoniere Hequin<~t
3" di posizione
s·· da,
Sott-Otenente Borgetto Serg.en te Rossi Sergente Gozzi Caporale Tanelli Cannoniere Goria
1
battaglia
I -
B5G -
DECORATI AL VALORI•!
M e·n.zione onorowto
l" a cavallo
Capitano San Martino Luogotenente Bertone Sergente Maccabeo Caporale Rochat id, Chivardi Ca,nnoniere Descharnps id. Viclal
2" a cavallo
Sergente Lamberti Caporale Ba,zzanino
3• di posizione
Luogotenente RobHan t id, Pollone Sergente Alesa.no Caporale ,fludclcn id. Appenego Oann,oni.ere Gotla,nd Se-rg,e nte Bestente ~ Capora,l e Bocca id, Paroldo ( Canno,niere Robert I
8" di battaglia
Il Ministr-o Salasco conclu ckva l'clenc.o delle oilorific<~n.7,e mettendo all'ordine del giorno tutta 1' Artiglieria « per la bravura spiegata nel comba,ttimcnto )) , Il generale Bava, <.;he in seg11ito alla battaglia cli G-oito f u promosso Generale cl' Arm,1-1:il , <:o~ì seri ven i 11.ella. sua reia,· zi,one circa la battaglia stessa : «L'Artiglieria fu ammil'evolc~ pel f:-110 bel C·Ontègno, pcl suo sangue fr{~dtlo, pel suo eroico coraggio; ad essa è dovuta, in parte la vittoria, ed i maggiori Jaillet e Giacosa, incarica,ti d'appostarla sul terreno hanno giu,stificata la, 0011:fidenza che il Generale i.n capo aveva in loro riposta )). Il colonnello D' Angrogna (che da pochi giorni - e per pochi giOl'ni - ,e ra suce,ed uto al Duca di Genova nel c,omando del -
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G01'.L'O
l' Artiglie1·ia) così 8i esprime in una lettera ·data.t,1 cla Valeggio il 31 maggio 1848 e diretta al generale Morelli : << .. :. la, Provvidenza in questo combattimento tenne pure rocchio suo vigile alla -conservazione di S. M., giacchè una granata, dopo a v,e r sfioratole il cappello, cadde ai piedi del cavallo e non scoppiò; S . 1\L con tutto il suo Sta,to Maggiore erasi. posto in ,s ito che dai nemi ci fu preso come bersaglio clei 1-orù colpi)).
Il'ig. 01 - Colonnello Luserna D' Angrogna. (dalla. collezione del Cap. Avv. Costante Giraud).
« Codesto coinùatt/imento s·i può dire essere van t'O, solo d' .tfr t'igUeria )). E, in un'altra lettera pure indil'izza.ta al genen~le Morelli., in data o giugno: « .... tutti gli ufficiali d'Artiglieria godon.o perfetta salute, sono allegl'i e contenti oltre ogni credere, ed ammirabili tutti cli costanza, col'aggio, va.lore; l' Artiglieria nostra ha, tale riputazione presso il nemico (giustificata dai fatti) che il solo nominarla gli reca spavento )). -
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UN'BPISODIO DI OUEL!LO D'AB'l'.LGLIERIA
Ritornando poi specificatamente alla battaglia di Q.oito. prosegue : << Di quel che devi essere ce,rto è che, malgrado le stragi, 1,, fatiche ed i disagi, gli artiglieri sono sempre animati a disimpegnare i loro doveri come sono in debito di farlo; s9ldati. onoratissimi non mai fallirono, nè falliranno . Nel combattimento del 30 una batteria austriac11 forte di. 14 pezzi venne a stabi lirsi a 150 met_ri dàlle batterie 2" 11 cavallo e 3" di posizione che erano in posizione, ed in una direzione quasi perpendicolare a quella che esse due occnpavano sulla destra della linea. Parendo impossibile che una artigli.cria nemica venisse a disporsi in tal modo e in tale prossimità, i nostri esitarono ad incomin ciare il fuoco, credendoli Napoletani o Toscani, ma, al primo sparo dell'arLiglieria nemica contro la, nostra linea, venne risposto dai nostri tutti assieme ed i cannonieri nemici a bbandonarono i pezzi e fuggirono. Oh~costanzc partkolari all'azi,one non permisero d'impadronirsi di quei pe'hzi, ma l'effetto mora,le fu ottimo. L'a,rtiglieria austriaca ha, lanciato proietti pieni, vuoti, shrapnels, razzi; noi che li credevamo niaestri nel lancia.re quest'ultimi, abbia,mo avuto luogo a convincerci che d ,sbagliavamo di molto; poche delle loro granate scoppiarono ... 1). Fu sul :finire di quella prima giornata che1 per la prima volta, echeggiò il grido: cc Viva il Re d'Italia! )) non più lanciat o da isola,ti sognatori, bensì da un intero Ese1·cito 1 su un campo di battaglia conquistato e consacrato dal sangue dei no · -,;lri prodi. La, voce dei nostri artiglieri risonava possente nel Yasto coro: essi avevf.mo bene meritato dalla futura grande Patria unitaria.
La stessa sera, mentre le truppe piemontesi esultavano per la vittoria di Goito, giunse al campo la, notizia che Peschiera era finalmente caduta. Allora alle grida cli « Viva l' Italia! Viva il Re! Viva il Dnea di Savoja ! >> si unì quello cli « Viva il Dnca, di Genova ! )). Ferdinando di Genova, con la valida collaborazi,one dei Ge-
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l'Hl~PABAZI0i:\8 OIDL PAHCO O' AS~EDIO I
neraU RocHi e Chi.odo e dei maggiori Lama,rmora e Oava,lli era stato infatti il princi.pale artefice della magnifica impresa. Riprendi.1,rn.o la 11,1rrazione dell'assedio di. Peschiera, al punto in cui l'avevamo interrotta. doè della stabilizzazione momBntanea, iu seguito :-11 non riuscito ·tentativo di assalto del 13 aprile. Le fonti più autentiche e preziose pe1· uu·e~a,tta esposizione sono la, lunga Rela.zi.one, scnz11 data, del Duca di Genova. al Ministro. de,lla Guerra e Marina, il G'iornaie d'cissedfo del ca· pi.tano d'artiglieria, Gesare Palla,vjcini., le Osseruizioni poste dal Dtwa, in margiue al ·~uin<licato Giornale, per rettifica,re alctuie iuer-;attezz.e elette e scritte -in quei mesi da << non militari f' lontani. dal fnoco >) e per ribattere alcune critiehe cervellot iche; e, infine, i Ragg'ita,yli del maggiore Cavalli al comaadante l'Ar tiglieria, d·ell' Armata. Evidenti neecssi.tà cli sp,·1zio e.i tostringono a sintetizzare, limitandoci alle notizie essenziali. Abbiamo visLo come fosserù dislocate le quattro batterie costruite per l'assedio nell'aprile; e abbiamo anche notato com<~ il buca stesso, i genera,li Rossi e Chiodo, il La Marmora, e il Cavalli fossero, in origine, d'opinione che, anzichè asseclfare la pia,zza,, convenisse semplieemente bloccarla, perchè sarebbe caduta automaticauiente se avcsi;;imo preso Verona. Comunque, il Sovrano non avendo crednto di. accettare tale punto di vista, il Duca non aveva ('lte da. obbe<lire nlle diret t ive sup1'cme, cerctrnclo di coopera.N~ nel migliol' modo pòssi.bi.le all'investimento. In due tempi 1mceessivi, per ordin e di. Fen1Inandio di Genovf:L, il Cavalli, reeatosi a,d Alessandria, provvide sollecitamente a preparare il materiale per la costitm,ionc di un forte pa1·co d'assedio ed a ~pedido per via, d'tÌ.equa., eioè sul T~rnar,0 e sul P.o, a, Cremona, dove a sna, volta, i.l rrntggior,e Seys.sd cl' Aix, dello Stato lVIag giore dell'Artiglieria, era incaricato di provvedere al tntsporto , per Yia cli t,er1'a, fino a P·l~schiera dello stesso materiale. Ta,le trasporto, per cui occorsero 1600 cavalli, fu affidato man mano ' al luogotenente Cracovia, al sergente Belli, al capitano Riealdone e .al sottotenente Deph:Ln. Complessivamente i pezzi t rasportati. sotto Peschtera in mago · gio forono 10 cannon i cla 32 di ferro; G ea,nnoni da 32 cli bronzo, -
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b) 2 ~
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a) Schieramento il 10·f·48
b) " 18·5 · '18 e ) Nuove bilflerie " 26 ·5 · '18 Flg. 92 · L'assedio di Peschiern · 10 àprile-30 Maggio 1848
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b)
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12 cann oni da 24 di bronzo, 8 obici da 22, G mortai da 127 di bronzo e 3 1uorta i da 22, p ine di bronzo, oltn: a 10 obici .da -o tto pollici, d,L costa,, (~he dovevano tirare palle piene, da fabbrici'lir,si. a Brescia. Quan1,o ai proiettili, giunsero 4800 palle da 32; 3600 da, 24; 2400 granate cla, 22; 1600 bombe da 27; 900 bombeda 22; 160 scatole a mitr aglia da 32, e 144 i:;eatole a, mitraglia, da 24. Polvere : 54 mih1 chilogra,mmi. Sotto la d ire;done del Cavalli, il parco fu raccolto nel vHlaiggio lli Oavakaselle doYe (e precisamente nella chiesa) venne i111p.1'ovvisato il la,bora;torio per munizioni, mcntt·e riello stesso villaggio si stabilivano le sa,le per- c6nfezionare le ca,riche e ca,1·ica,re le bombe, il depo,s ito del.la, polver<~, le officine e il laboratori-O a,1-tificieri. Il curioso si è che la chiesa in cui fu posto il laboratoi-io per m11nizi.oni era sot to il diretto tiro dei nemici,. ma 11:on si potè fare diversamente, non c~ssendovi altro locale a<la.tto : ci si limi.tò quin di a prendei·e tutte le precauzioni chefurono possibili. · Ma qui., per l'esatta comprem;ionc delle operazioni d'asse dio gindieh iamo indispensabile dare una circostanziata, descrj-. zione delle posizioni, ricrwand.ola dalla, pre:r,iosa pubbli.car,iorn~ LJ:rt·iglieria, 30 nuigfJ'iO ]848-1895, già, tante volte da noi cih1,ta, e riprodotta. P~i';chiera è situata al fondo delPavvalla,mento per il quale· il Mincio esce dal Garda . Le colline che la recingono fanno parte dell'anfiteatro costituito dalle morene frontali dei grandi. ghiaçciai del Chiese e dell'Adige, che si riunirono ed occupa rono il ba.cino del lag-o. S{ conta,:q.-0 sette archi -.d i. colline disposti a semjcerchi eorrnentrici alla riva :-;ud del Garda, e sono coi:-tituiti da agglomerazioni di ghiaia, sabbia e creta. Il Mincio, da PeschienL :1 Va,leggio, scorre in una stretta valle di er osione e divide l'a,nfiteatro in due settori i cui ·ca -. ' ratteri geologici e topografici sono identici. I él.eclivi sono più ripidi ver;,;o il lago che verso l'·estemo . La linea di collinè più cst<•ma, Ja pi.ù nieri.dionale, è la più ele: vat a, ed ha i'aJte.zza media di. 100 metri circa; su di essa trovansi i villaggi di Lonato, OaHtigli<mc, Solferino, Oa,vria,nar Volta, Valeggio, Oustoza, Sommacampagna, Sona, r astrengo . Sulla destra del Mincio il terreno si eleva d,olceme11 te · ai -
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LE FORTIFICAZIONI AUSTRIACHm
larghi e pianeggianti dorsi del Salvi e della Manediferro, alti 20-25 metri sul lago. Sulla sinistra del ).[incio si trova la bassura in cui è c-0strutta Peschiera. La piazza formava una doppia testa di ponte sulle due rivedel Mincio lungo la r,otabile Brescia-Verona, e costituiva appoggio d'ala alla linea di difesa del Mincio. Le colline che cfrconda,no P csehiera coprono la piazza. a.lla vista. dell'esterno meno che da due part i, cioè da quella del Pa1·adiso e verso Porta Brescia, vi.cino al lago. Ma da queste due parti vi el'ano due cavaliel'i a fotma cli torri, muniti di bocche da fuoco di grosso calibro, i quali per la loro altezza, scoprivano lJene il tcneno antislante e lo batte,·ano abbastanza validamente per impedire la costruzione di opere d'attacoo, ed infatti ivi non se ne fecero nè dai Piemontesi, nè dagli Austriaci, quando si furono invertite le parti eioè i primi flll'ono, a I.or volta, aissedia,ti da.i secondi. Il ridotto o corpo di piazza era un pentagono regolare bastionato oon fianchi casamattati e oon due chilometri di sviluppo. La cinta ei·a rivestita di mura, sormontate da un parapetto basso; r agione per cni lc:1J maggior parte delle artigliel'ie erano in bal'betta_ 1 bastioni ert1:no così umnei·ati : N . l, bastione di sini.strn ;1, porta Vetona; N'. 2, bastione di dextt·a a porta. Verona; N . 3, haRti.one Oontarini; N. 4, bastione di sinistra a porta, Bresciù·; N. 5, bastione di destn1 a porta Brescia. I baf<tioni N . 3 e 5 erano sormontati da q1wgli alti cava,l ieri. cui più ..sopra si è accennato e <:he mantenevano alla pia0Za il c,omando sulle opere esterne. Nei fossi scorrevano due rami del Mincio larghi circa 30 metri : iJ ramo cli po1·ta, Bt·escia, xcavato ad arte, scorreva lentamente e presentava pooo ostacolo al nemico. Un terzo 1·,1,mo centrale era largo 40 metri ed aperto verso il lago. I tre bracci erano tutti scavalcati da ponti s ui quali pas sava la rotabile. PQco a valle cd esternamente .alla cinta, il Mincio si riuniva in un sol canale. Si entmva nella piazza per due porte, qnella di Brescia ad ovest e quella di Verona ad est. 24*
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rESCHJ8H .\
Nel braccio di sinistra del M inciu vi el'a l'arse1rnle, della 1:lottiglia con piccola darsena,. N:ella porzione di cinta di riva destra, era racchiuso il villaggi-o di l'eschie1·a; iu qtH,~lla di iiva sinistra si troyava no soltanto fabbricati milit ari. Le opere esterne <~ran due : Salvi sulla destra, Mandella, sulla sinistra: da 400 :1 G50 metri dalhL cinta. Ecco la descri½i.one di tali opere : « Opera Salvi. Difendeva gli approcci dalla parte di por ta Brescia. La tontrostarpa non -era rivestila, era a pendenza minore di 45°. Il fosso e1·a ripieno d' acqua, fe1·ma. ed aveva la larghezza di 12-15 metri. La scarpa aveva rivestimento in niuratura alto 5-6 metri. « L'-o pera era format a da tlne lunette ehiuse alla gola con scarpa e controseatpa 1·ivestite, e gola, m unita di casamatta, « La lunetta nord., cldt a, Salvi vecchia, era a sisLema ordinario, con galleria di. qmtroswrp ..L e con sc ..i_rpa rivestita; quelb s nd, detta Salvi nuova, aveva parapetto in terra e muro sta,ecato alla Oarnot con :l'critoie. L o spalto era comune alle due lunette. « La strada di porta Brcsda, troYavasì gue1·nita, ùa, UiirL grande tagliata, d' alberi. « Opera Mandella. U-oprha il fronte fra, i bastioni N . ~ E' 3, si compone va di due lunette ecl un den te interposto. Le lunette soltanto erano r iv-estit<~ in Iinu·atu.r n, e connmicavano insieme per mezz,o di una galle1-ia sott(~nanea di controscarpa. Lunette e dente iw<wano spalto e strada coperta -cournne, sca,rpi;1, e <~-o ntr<!sca1~pa rivestite, mnr,o a: feritoie a l.fa gol111. La, lunetta a nord chiamavasi Mandella vecchja, quelfa a s ud Mimdelfa, nuova. Questa. e il dcnt(; enmo munit i cli casarnatte. l'oco ::i, nord della Mandella vecchia vi era un blochaus. Durante Fas, sedio fu armata, soltant o la Ma,ndella nuova . « Opere accessorie. - Davauti a porta Verona, una rnezzahrna, co,n trinceramento esterno; clavi:mti a porta Brescia, una rnezzahJna eon ri.vellino esterno; davanti al cavalie r-e del ba stione N. 5, un rivellino; la sponda e,st erna tlel Mine.io, fra i bastioni N . 2 e 4,, era coronata da un trinceramento; davanti a,lla faccia destra del bastione N. ~, nu'operu a oorno. Inoltre a fin<: -
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L0 DIUEZIO)H D, A'iv.l'ACCO
di preservarsi dai fuochi ù'infilata, ct·anvi nnmerose trave1·se. << L'Arsenale e il magazzin-o tl'ovavansi n el bastione N . :l, le polverier<~ nei ha,stioni N . 1 e 2, la caserma lungo la cortina interposta fr~, questi ba,stioni. « L'insieme di queste fortHicazioni, l'a.1-te con cui furono c,ostruite per cui è di:ffieilissirno poter seoprire il prolunga-
Fig. 03 - Cesare Ricotti Magnani. (dalla collezione del Cap. Avv. Costante Giraud).
mento delle fau:c delle opere e le acque del Mincio, co8titni vano allora. 1111 si::,tema imponente di difesa)). Le dir(•7,ioni ù'attaeeo potevano <~ssere tre : quella contr,o la. dr·strn cl<>lla. poshione (fronte alla piazza) era la più favorevol-e per le concli½ioni del t<~neno e delle :fortific:a.7..ioni; quella, c-o ntro il centro avrebbe urtato 11ella, pa,rte più forte della piaz ZiL ; quella, contro la sinistra a vr<~bbe dovuto procedere attrave1·so teneno scopei-to e sotto l'azione efficace clell'ai·tiglieria. clella difesa. 365
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PmSCHfilJRA
Il Dnca, i generali Rossi e Chiodo e il maggiore Laruadno1·a, in seguito a varie ricognizioni fatte dalle alture di Campagnolo e di .Oava1caselle, dalla pianura davanti ai l{,onchi e in vf1rie altre località dei dintorni, si resero conto che, volendo assolnta.inente condurre a fondo l'assedio, ,si doveva tent~re l'attacco principale dalla parte dei R.onchi e tentare di aprire la breccia nel forte Verona-_, per operare così d.iretti~mente nd corpo prindpale della fortezza. . Si decise perciò la costruzione di quattro nuove batterie, con 18 bocche da fuoco, sulla sinistra del Mincio, mentre alt1·i 12 pezzi occorsero per l'armamento della batteria della riva destra. Delle quattro nuove batterie: la 1" (luogotenente Quaglia) sorse a destra della strada Peschiera-Verona, a mezzo chilometro circa dal forte ·Mandella; la 2" (lnogotenenti Giuseppe Mattei e Defornari); hL 3" (capitano Filippi e luogotenente Pal lavicini) e la 4a (luogotenente Ricotti) fur,ono po-ste sul ciglione cli Oa,valcaselle. Sappiamo come le altre tre batt erie già esistenti, cioè Olivi, Zanetta e Montesino foss~ro rispettivamente comandate; la prima dai luogotenenti Ug·o e Biandrà, la seconda dai luogotenenti Bessone ed .1-;;mmo M:attei, e la, terza da,l capitano Alfredo Avogadro cli Valdengo, comandante la l' batteria ,li posizione: dal quale ultimo t utte dipendevano. Le lJa,t terie sulla sinistra. del ~Lin cio furono costruite e ser vite dalle truppe di artiglieria di piazza, e quelle sulla destra dalla l" batteria cli posizi:one; alla direzione dei lavori, per I,1. costruzi,o ne delle batterie ·, e alla ripa.rtiztone d-el personale, fu addetto il mf.Lggiore Uavalli. Inta.nto, 1' 8 maggi(), il quartier-e generale del coma,ndante dell'assedio e1:a sta.to trasferito a 1:'acengo. L'armamento delle batterie fo ultimato il 18 maggio, e !o istesso giorno il Re assistette all'apertura del fuoeo clalle altnre di San Lorenzo. Alle 14 il Duca di Genova iniziò il tiro da:Ua batteria, di mortai, clirig{~ndo personalmente il primo pezzo; subito dopo tu tte le altre ba,tterie ne seguirono l'esempio. Il nemico che, nel l ung.o periodo di prt!pa,raz,ione si erti, a ,s u:1 volta consolidato, e aveva Ol'ganizzat,o una strenua difesa, non solo molestando continuamente le nostre trupp·e ma anche mectendo in l>c:1itt(~ria nuovi pez1,i,. spede neUe opere esterne, rispose -
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LA POO!WOSA ..l,ZlQNID 0€LLE ART.IGLIEnIE PIIDMON'.rlDSI
con un foo-t:o nutritis~imo di t utti i suoi cannoni, in numel'o press,ochè doppio dei nostri. Ma nei giorni suc<.;essivi, cioè appena, il nostro t iro potè essere regolato, la maggiore efti.cienza delle ar tigli,e rie sarde si rivelò in modo impressionante: la difosa austriaca ,e bbe molti pezzi smonta,ti; molte delle nostre bombe caddel'o sulla ,c asa, del comand ant e, sulla ca,s erma e wl corpo di pi.azza; in particolar modo l'opera Mandella fu ripet1Itamente ·Colpita e grandemente danneggiata. E ben presto i nemiei flwono eostrdti a ridnn ,c~ notevolmente l' intensità del loro fuo00. Son segufremo rninntamente il progressivo svolgimento dell'assedio: ci limiteremo a 1-ilevare che il 25 il forte Mandella, eessò completamente di risponcl:ere al fuoco dei nostri, e che l'intera piazza - in cui pure ,s i t1·ovavano più di cento cannoni - rispond<wa: man mano sempre più debolmente. ~rtL oramai giunto n momento cl i eonu·etine lo sforzo verso porta Verona che il Governatore austriaco Generale Rath, quasi esclusivamente preoccupato cli c1ifenclersi sulla riva, destra del Mine:i,o, fweva imprudentemente trascurata : per questo p-erò fu necessario creare tre nuon~ batt{~rie, }'S\ la 9· e la lO"', a cui ne gli ultimi giorni se ne aggiunse una 11". .ll 2G, ess,endo evidente l"impossibiliU~ per Peschiera di resister-e ancora a lungo, il Dnca di Genova offrì al generale Rath generose condiz.ioni di resa; ma - r.wenùone il comandante anstriaco a,ppro:fittato per cer-car di gua,d agnare tempo, sempre nelln speranza che gli pe1·venissero i soccorsi attesi dall a co lonna al c:omando del colonnello Zobel - n giorno 2S i nostri l'ipresero nn fuoco violento su tutto il fronte d'attacco . Il 29 la. colonna Z,obel, seendendo da Rivoli, compì un ard it,) tentativo per liberare Peschiera -con una forte puntata su Bardoliuo, Cisano e Calma,sino, nella speranza cli forzare l<~ trnppe d'investimento e, magari, di impadronirsi del nostro pare.o cl' assedio: se il t{~ntativo fosse riuscito, i Piemontesi avrebbel'·O dovuto rinunciare senz'altro alhL presa qella città,. Gli Austriaci era110 in nnm ero di 5/ 6000 fra, cui 1500 scelti cacciatori tirolesi con G pezzi : i nost ri, al comando del g,enerale Bes, erano soltanto 2300 e non disponevano di cannoni.
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PESCHIERA
Le pos1z10ni di Ga,lma:sino dovett{~ro subito essere abbandona.te dai nost1'i, mentre gli Austriad,. occupate le a,ltue-e dei Pini (' del cimit ero, tirarono di lassù sopr.:L il vilhLggio. « Allora - scrive il capitano Lurago, comandante la P batte1·iti da battaglia, nella relazione presentata al comandante l'artiglieria dell' Armata il generale Bes spedì al luogotenente Casati l'ordine cli mandare immediatamente un pemo a Calmasino. Egli fece (Juincli partire il pezzo comandato dal sergente llotta, il quale, anivato a Calmasiuo, fu obbligato di porlo in batteria in una vigna racchiusa dalle alture oceuvate dal nemico, che da lassù faceva piovere sul pezzo tutto all'intorno una g1·andine tli palle. Tuttavia, non sgomentandosi, con due tiri a rnilraglia ben diretti, fece tal danno al nemico e tale spavento g\i invase, ebe abbanclonò le posizioni e si diede a precipitosa fuga, i.nseguito dalla nostra fanteria, che colse quell'opportunità per uscire di nuovo dal villaggio l>.
Questa bella ilnptcsa non ebbe aleun riconosc:imento ufficiale. Sc1·ive il Siracusa nell'a,ur{!a opera ripetutamente citata : C( Ohi si ra.mmen ta più dd. sergente Botta'? 1\'.li P- caro ricordarni~ il modest,o nome, j n q neste · pagine, <:he non gii d arunno lustro, è vero, ma che pe1· lo meno s-erviranno a farlo conoseere ed ammirare dai cannonie1·i cl'oggi >>. N-0i, rife1·en clo l'episodio, potremmo rjpetere, mm ad nna, le par,ole del Sit·:H·usa, pur ri..levando che la rrwncata segnala , zi<me ad onorific<~nza ~on è certo da attribuirsi :t climenti<:auza., bensì a quel senso austero ed ei:oieo del dovere per cui ogni soldato piemontese ,e ra sempre alieno clall'attri.buire partkolare importa,iur,a, a quanto -egli avesse fatto, e gli stessi ufficiali ,si a$ieneYano il più po:ssihile dal vantai·e l'opera dei. propri repal'ti, non soltanto in omaggio allo spartano concetto che il soldato che lu~ dato tutto, anche la vita1 l):Oll ha fatto se non il proprio stretto ctovere, llt.:Laltte:sì pe1· un profondo spil'ito di camer~atismo inteso ad evitare eonfront i e pa,ra:g-oni c .. . tnvidie ocliose~ 'rroppo spartano, forse, è t1'oppo eroico : comml(pH~ riv-clatorc della f 01··1na rnent·is ,s uba l pinn, -c;he perrnise al piecolo Piemontt~ cli tener ·c1uro, per dei secoli, in c-1mfronto <li 11e111ki cento volte più nu· 111erosi, più ricchi e più potenti. · Anche quest'nnko pezzo del Botta portò durn1ue un effitace cont ributo a,l bu-011 c1::ito di un (·omhattimento, ch,e ebbe notevole importanza in quanto impedì al 11ernico la liberazione di Pe· schiera. -
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rESCBIERA
Occorreva però bruciare le tappe perchè - in St!guito alla battaglia di Onrtatone e Montanara, di cui già abbiamo pa1·· lato - l'Esercito austriaco minaeciava gravemente alle spalle il nostro Corpo d'assedio. Per fortuna la sconfitta di Calmasino aveva fatto perdere ·Ogni speranza di soccorso a,l generale Rat h il quale, alle L.I: pomeridiane del_30 maggio, fecB innalzare bandiera bif1nca, ,sul ba,s tione Conta,rini. Il Duca, recatosi a Valeggio per ricevere ordini dal Re, i-i tornò s.ubito a Cavalcaselle; e fu rono senz'altro firmate le condizioni della capitolazione. L'indomani mattina alle 7 il Duca di Genova 1::ntrò nelfa, pi.:tzza, alla testa di una larga rappresentanza dell'Esercito ass,~diant,e, fra cui due compagnie d'Artiglieria e me1,za batteria: della 4" da battaglia; poehi minuti dopo la bandiera italiana ga,r riva al vento sui bastioni di Peschiera liberata. La presa della, eittà fece <;adere in nostre mani un centinaio di cannoni, molti -proi.e ttili e gran quantità di polvere. Per la statistica non sarà inutile rilevare che, nei dodici giorni dell'assedio, stretto doè dal 18 al 30 maggio, erano stati spa,rat;i da parte nostra - fra bombe, granate e palle - 5838 colpi. · La conquista di Peschiera e la vittoria di Goito chiudono iJ periodo della, campagna favorevole alle nostre armi : periodo in cui molti ,c,ombattimenti terrnimLti con esito favorevole, due battaglie campali vinte e li:L conquista, di. una delle formidabili fortezze del Quadrilatero avevano fornit,o la prova dell'eiliciem.a dell'Esereito sardo, e in particolar modo aveva1io documentato l'ottimo fnnziona,mento della nostra Artiglieria, purtroppo non sempre abilmente adoprata,, ma sempre mirabile di slancio e cli bravura, Ògni v·o lta elle fu chiamata a -combattere . In seguito alla resu, cli Pesehier-a il Duca cli Genova ottiene la medaglia d'argento ed è promosso Luogotenente Generale e · ' comandante la 4" Divisione. Ottengono pur<~ la medaglia d'argento i capitani Mattei, Avogadro e Doria, il luogote11e11te Pallavieini., i sergenti De Ros-· si e Cardona e il eaporale Pitello.
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LA C0K'1'R0 Ffi<:NS1VA AUSTRIACA '
La controifellsiva austriaca e le ultime battaglie. Sguardi retrospettivi sull'azione del Corpo pontificio - Sulla difesa e caduta di Vicenza - li generale Rossi assume il comando generale dell'Artiglieria piemontese - Investimento di .Mantova - Le artiglierie piemontesi a Governolo, Rivoli, Sona, Sommacampagna, Salionze, Staffalo, Custoza, Volta e Milano - L'azione specifica delle varie batterie - Episodi di eroismo - La bella morte .sul campo del capitano Avogadro - Insufficientemente adoperata dai supremi comandi, l 'Artiglieria piemontese si è però coperta di gloria ed ha dimostrato di essere una delle forze più vigorose per la formazione della nuova Italia.
Nei giorni 31. maggio e 1° giugno, pioggie torrenziali J'eseJ'o impossibile qualunque movimento delle truppe. Radetzky, non potendo operare, si rafforzò sulla. ìinea Sacca-Ceresara, mentre i Piemontesi, disposti fra Goito, Volta e Guidizzolo, attendevano il momento opportuno per sferrare un nuovo a ttacco. E infat ti, il 4 giugno, per ordine del Re, i 40.000 Piemontesi, muniti di 64 pezzi, aveva.no già iniziato il movimento dell'avanzata, allorchè si venne a conoscere che gli Austriaci si erano ritirati su Mantova. Carlo Alberto credette che R adetzky si affrettasse a rag· giungere Verona; invece il Ma.resciallo, constatato il mutamento della situazione in seguito aUai caduta di Peschiera, impressjon ato per le notizie di una nuova rivoluzione a Vienna e convinto éli non potere, per il momento, tentare una controffensiva contro i Piemontesi, aveva deciso di gettarsi. su un'ailtra pie- · eola massa, che gli riusciva assai molesta, : quella delle truppe pontificie radunate a Vicenza sotto-il comando del generalè piemontese Giovanni Durando che aveva a suo fedele eollaboratore Mas8imo D'.Azegìio7 come suo capo di Stato Maµ:giol'e. E qni ~ necessario rifarci di un passo indietro per seguire le mosse di un tale Corpo d'Esercito. Il 19 maggio, il generale Durando, saputo che il Nugent con 26 pezzi d'artiglieria marciava per la via di Vicenza, aveva dato ordine al colonnello Gallieno, che coma,ndava in retroguar-
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VJCIDNZA
dia la terza legione, di retrocedere all'istante su Mestre e poscia raggiungere eele1·ernente Vicenza, mentre le artiglierie della civica romana e bolognese rimanevano a Treviso. Il movimento fu eseguito, e tale colonntt, pervenuta sul posto la mattina del 20, prendeva pa,r te alla difesa contro il primo
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F-ig. 95 - Gener a le Giovanni Durando. (da Storici Ri sorgimento e Unità cL'Itaiia
di C. Spellanzon - Edit. Rizzoli, Milano).
attacco sferrato da,ll'a;vanguarditL del corpo di Nugent verso mer.'.imgior no. Alcuni Corpi con l'artiglieria pervenivano a Padova tra le ore 5 e le ore 6 del mattino del 20 ed altri ancora, con lo stesso generale Durando, proseguendo la marcia lungo la sponda destra del nacchiglione, raggiungevano i monti Berici verso il. mezzogiorno del 21. -
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IL PR111 t () A'lvl'ACCO AU~'J'lH AC'O RU VICE:s!ZA
Nella difesa cli Vi cenza cont1·0 il primo attacco sferrato dal Nugent n 20 maggio l)l'ese par te la sezione d' artiglieria dei vo· lontal'i a,~1 colonnello Zambecrnri. Il 1:orn.battimento, durato sei or<", c,0Rl1·insr gli AuRtri,H·i a rrt1·0<:P<lP1·r. Il 21 fu delibe1·a-
I!'ig.
!l(i .
j\for chef;C' j\Jassimo D"A~eglio, <l i 'l'orino (17!l8-1S66) . (OaJla « Civica raccolta delle s tampe» di Milano). (eia
di
Storia Risorgimento e Unità d'Italia Spellanzcn - Edit. Rlzzoli, Milano).
c.
to di prendere l'offensiva e si te11tò, nelle ote pomeridiane, nna ricognizione fuori por ta Caslello agli 01·dini del generale Giacomo Ant onini valsesiano, mentre « un forte distaccamento di fa.nteda ed una batteria era stata lasciata dal Durando a CO · prire e tutelare la manovra , a due chilometri da Vicenza >> · -
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VI C J<)l\7.A
L 'Anton ini impegnò la retroguardia nemiea nella, località <letta deJl'Olmo, sussidi ato da altre truppe condotte dallo stesso generale Durando con due pez:.d di cannone, comanda,ti da Ludovico Calandrelli, ch r. descrive cos1 l'a,z ione: 1 J
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Generale Giacomo Antonini.
(Monumento esistente in Vara.no Sesial. (da fotografia cli proprietà dello Studio F. Lazzari, Varano Sesia).
« Fatto un mezzo miglio trornmmo la :;;trada banicata difesa dal° nemico, incominciò !'2ttacco con ealore, dopo dne ore un colpo di metraglia portò via 11 braccio destro del generale Antonini, quincli incomindnrono a cadere roo1·ti e feriti, una pioggia di razzi alla Congrèvc ci pnssava sopra senza offenderci, il combattimento segui fino a notte; io ebbi 4 cannonieri feriti senza pericolo (3 di moschetto ed J cli me!:raglia). non poteva tirare che a palla èome udirai
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T,.\ l\lALWlA ,\ (j ,-'TIH.\l',1
qui appresso. Polcbè aYent l'emigrnli innnnzi, i quali uo.u vollero mai cambiare poi;izioue e lasciarmi eseguire U f u oco più vl\'O mentre aveva il campo di tirare solo quando sbarazza1•nno la strnda e si tnettenwo s ulli lati. L'attacco fu ardito e molto più ardito il passngi;:io dei due cannoni sul ponte: Durando stesso quando vide passarli disse : C,1pilano, qu e;;li sono cnnuoui perduti. L'art iglieri manovravano con moli o s:rngue frerlclo t utto a nelò bc•ue e li anstriaci sonosi del tutto ritirati cou perdita>>.
Fig. 98 • Difesa e sgombro della P ol\·c•riera cl t'lla Hoc·c·helt:i sulle mura di Pol'tn Nuovn u Vicenza uel JS4S. (da un cartone esistente presso il Museo Civico di Vicenza eseguito sul luog o cla l Milite p i tt ore Agostino Bottazzi vicentino).
Senonc!.lè. giunti gli A.11st1'iaci n ~. lloniftlC'io e• riufonmti quiYi da 4 b:11 · taglioni di Tirolesi e da due batterie, torunrono per im pnclronirsi di Vicenza. Nelle ore pomeridiane del 23 la notizia fn portiltn in città, dove furono prese tutte le disposizionl per la difesn. r: nttacco generale cominciò alla mezzanotte, avviluppando la cittil da Porta Castello e porta Suntacrocc. Una se· zione cl'nrtiglicria c1ifendevn le 11osi½io1.1i salienti nl casino Barbato detto rlel ~ctte-,·enti. n !tre rirtiglierie ernno 110::tnl e di etro e sotto il pn l:izzo B:i r toli ni.
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VlCl~NZA
a Porta Santacl'OCe. Il l'esto dell'al'tiglieria era diviso in due parchi, ~er accorrere ove se ne fosse mostr ato maggiore il bisogno.
Nel « Bollettino della, GnenfL )) del 24 ma,ggio, a firma dell'Intendente Generale Gualterio, si legge : « Durò tutta la notte il <.:an11oneggian1ento e la fucìlata nemica senza danno uostro e senza loro vantaggio. Sul fare del giorno avendo incominciato un violentissimo bombardamento, furono sagàcemente disposte le uostre artiglierie. A Porta Castello furono posti un pezzo cd un obizzo della batteria svizzera comandata dal valentissimo capitano Lentulus, unitamente ad uua sezione della Batteria indigena. Un obiz-w e tre pcw;;i (uno de' quali clel capitano Calandrelli, figregiamente diretto cl:l l munizioniere Raspi, e gli altri del. Lentulus) furono pusti a porta Santacroce. A vendo n nemico attaccata questa port~t di. fronte, e sull'i11tieta estensione del fianco sinistro, apriròLO i nostri pezzi un fuoco vivissimo, e lo mantf!nnero dalle quattro e t·re quarti alle 11 e mezzo. T.re volte n 11emico prese posizione in un lungo fabbricato con portici cli fronte alla porta, e tre volte fLl respinto e ricacciato dal nostro f uoco. Una batteria di r azzieri che aveva preso egualmente posizione sotto il portico dovette titirn rsi per le granate che le furonQ lanciate contro, ed avendo presa l'ala sinistra clel fabbricato ne fu cacciata del tutto incendiandola. La precisione, il coraggio ed il sangne freddo degli artiglìeri, e sopra tutto l'attività e la scienza clei comanclanti contribuirono a questo mera,·iglioso successo. I nemici che avevano diretto un fuoco s1rnventevole sulla città, l:mciando incessantemente per plù ore migliaia cli proiettili coi quali avevano rovinate molte abitazioni, dovettero retrocedere innanzi al v:ilore ed alla scienza dei nostri. « Altri due pezzi della 13atterìa Svizzera con un Obizzo dell'Indigena furono posti sul monticello eletto V,illa Carcano ed ebbero a sostenere e controbattere due batte.rie nemiche <'on esito egualmente felice; molto si distinse l'Artigliere Munizioniere svizzero Gnisolancl il quale smontò due pezzi del1'Artiglieria nemica. Oltre all'aver fatto tacere il fuoco, i nostri pezzi r ecarono assai grave danno agli 2ustriaci battendoli per due volte lli fianco, Quando la colonna passava sulla strada con un fuoco micidiale e danneggiarono con le granate la Cavalleritt nemica».
La lotta, che si protra.sse fin verso mezzogiorno del 24:, si c:onchinse con la ritirata disordinata del nemico, in direzione del Colle Berico. La città sopportò a,ssai bene il bombardamento nemico. GU artiglieri pontifici: di riserva, cornancfati e diretti dal l nogotenente Lipari, gareggiarono con i pompieri nel doma1;e gli hlcen di, mentre quelli impegnati nena lotta,, col loro comportamento, ferero scrivere a,l generale ·Durando, nel sno rapporto : -
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r/ AH:.CIOLIERIA PON'rIFICIA
« L'artiglieria tanto indigena quanto estera si distinse ver l'ordine e la giustezza dei suoi colpi. Alla barricata di Porta Sa.nta Croce il sottotenente mnnizioniere Raspi clella batteria indigena, il tenente De Sère e Mauri ·dell'Estera, il capitano Lentulus comandante la medesima, il quale dirigeva personalmente i tiri del pezzo da 18 sul torrione attiguo servito da cannonieri civici, si clistinsero molto. Alla Villa Carcano ancora tre pezzi diretti clal Munizioniere Guisoland controbtttterono. clue batterie nemiche alle <111ali smontarono due pezzi. L'artiglieria indigena posta snl monte, unita a quella del Carcano, abbatterono, scomposero le colonne cli cavalleria ecl infan teria nemica >).
La, Ga.,zzetta di V eneZ'ia del 25 maggio, nel « Bullettino della Gnerra)) a proposito di questo combattimento scriveva; « Il capitano Lentulus, degli ar tiglieri svizzeri, riuscì con tre rnlpi di un pezzo da 18 a smontare clue obizzi e distruggere tutte le macchine cla racchette opposte dagli Austriaci. '.l'a!e fortunato successo, mentre onora il valente artigliere et'! il sottotenente che lo assisteva, valse a volgere in proHta fuga n nemico, che erasi addensato a quella parte... >? ecc ..
Il giorno dopo la Gazz:etta pubblica:Va, una relazione del Comitato provvi1$orio dipartimentale di Vicenza in cui si leggeva fra l'altro : « Non vogliamo però tacere che il capitano Lentulus, coma.ndanrc la ba.tteria si opportunamente colloca.ta per ordine (lel generale Durando alle falde del colle Berico in pro>\petto del Campo Marzo, con tre soli colpi di cannone smontò tre cannoni nemici>>.
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Infine in una corrispondenza da Padova, pubblicata dalla Pcillacle )) il 30 ma,ggio, è scritto :
« Le batterie nostre si (l i Lentulus che cli Calandr~lli operarono prodigi. Le.ntulus smont<J 4 cannoni nemici>).
Come si vede fu unanime il riconoscimento delPefficace opera svolta da tutte 1e artiglierie; ma le maggiori lodi, prodigate dalla stampa al comandante Lentulns della batteria, estera, ur· tarono l'amor proprio del comandante della batteria incligena, Ludovico Caland.relli, che al riguarclo si sfogava in una lettera diretta al fratello Alessandro, datatn, da Vicenza il 27 maggio 1848. Noi ne riportiamo il segue11te brano, non per amore .cl.i pettegolezzo storko, ma per suggellare meglio la onorevole condotta cl.ella batteria indigena,, in quel fatto d'armi. « La Gazzetta di Venezia cli ieri cli-ce che la batteria nemica smontata, fu bal'tuta clal cannone vicentino posto al Casino Carcano. Fatto si è che dal
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VIClìJNZA
passaggio del Po, la batteria svizzera ha fatto fuoco solo nel bombardamento dietro sicuri riv:,ri. Quella indigena, d'altronde, si è ba ttuta per 8 ore a CormHla, per 21 ore al Piave, avanti Treviso, attaccò il nemico a Vicenza due ore dopo arrivata ed ha sostenuta la posizione del 13erico e la barricata ove ancora si t rova in vosizione. Ebbe fin qui (i cavalli uccisi dalla metraglla e sei artiglieri feriti, riparò danni notabili estinguendo alcuni incendi, diè prova cli ferme11za al fuoco, di maestria nella dire:;,;ione dei colpi e di generosità ed onestà sen11a pari nel rifìutare doni da quei cittadini a cui era 'stato estinto l'incendio o preso cura della roba e ctelle sosta nze abbandonate dai fuggenti; con tutto questo però Lentulus è li valoroso. D'ora innan7,i quando vi sarà qnalche altr·o fatto, che mi chiederà il discarico, risponderò sempre abbiamo fatto 11 nostro dovere da cittadini e da soldati, e n~n altro. Li svizzeri sono bravi soldati, è vero ; ma Durando non vede che essi. Forse di me, della batteria ne lrn stima, più volte me lo ha mostrato e con tutti ne dice bene; ma la stampa non corrisponde, per ciò 11e sono sdegnato e già ho fati·o qualche dimostrazione».
L'artiglieria civica roma,na, invece, il giorno 24 maggio era a Treviso e proprio in quel giorno il suo comandante,' F ederico Torre, scriveva al generale della Guardia Civica in Roma in questi termini: « Noi finalmente oggi usciremo dagli ozi di 'l'reviso ove a bbiamo fatto dimora da più giorni; si va a bivacco ed incontreremo il 'reclesco a qualclle m.igl!o dalla. città. Manclliamo perfettamente d.i cavalleria. e 11011 so come l'artiglieria potrà clifenclersi in una pianura. Il Signore ce la maudl buona: il generale Landi coma.nrlerh questu fazione di guerra 11 ecc. (1).
In effetti, tale Re7,ione, insieme con un corpo di sortita, fu jmpiegata, nei giorni successivi, i n un appostamento, che il generale Lante collocò a S. Ambrogio della Piera. Ma avendo il nemico passato il Sile, a, Casale, gli si mandò contro un'altra colonna comanda.ta dal colonnello Morandi, alla quale furono add<~tte le a,rti.glierie della civica bolognese, agli ordini del capitano At ti. Nel combattimento che ne segui il 3 giugno, in quella località, gli Austriaci furono posti in fuga, pèrdendo le vettovaglie e il materia le. Quel giorno stesso, risulta che la bat teria indigena, comanda.fa. dal Oalandrelli, e le artiglierie civiche con. le altre trupll) 11 generale qui nominato si chiamava. « Lante », come in appresso indicato, ma nel documento riportato è scritto « Lancli )). :B: certo ad ogni modo ehe si tratta cl ella. stessa persona.
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Bertesina
l'lg. 99 · n·a~sedio cli Viccuza · I,o schiernmeuto delle artiglierie.
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VICENZA
pe mobili agli ordini del Generale Ferra,ri si concentrarono a Padova dove, leggiA:mo n€1 « B i illcttfrw U.tffoiale >> .d el giorno 6, furono da.l generale Durando chi.amat e in fret ta, a Vicenza. Intanto il 'Ma,resciallo .Radetzky decideva, di ritentare la proya in cui era fallito il Nugent poche settimane prima. Il
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Fig. 100 - T orre F eder ico. (da Illustrazione Italìima, lo semestre 1893, Milano).
Durando avèva riunito in Vic_enza circa 15.000 uomini, metà -volonta.rì e metà truppe · regolari costituite dai pontifici e dai
<<crociati>> veneti. Le forze d'artiglieria di cui disp~neva· con: stavano di 38 cannoni, di cui Hi stavano in due batterie postate in città, e 22 pezzi di grosso calibi;o rafforzavano le difese sulle due sponde del Bacchiglione e nella posizione importantissima del Monte Berico, ehe era fortemente munita. ' Giuntagli notizia del sopraggiungere di Radetzky con 24.000. uomini ·ed oltre 50 pezzi, il Durando - che -era;--n-On·-solo-solda· to valoroso, ma anche capo intelligente - si rese perfettamente 380
LE BA'lvl'ERIE Dl!,LLA OlFl~SA
conto della, diffico ltà della propl'ia situa~douc e dell' opport unità ili ritirarsi su Padova, ma le preghiere dei Vicentini, le pre mure del Governo veneto, la grande .fiducia che t utti avevano in lld e· la stessa sua passione di patriota, gli consigliarono invece di tentare la difesa della città fino [Lgli estremi. La difesa degli assediati fu eroica e gloriosa tanto che, 38 anni più tardi, nel 1R86, il Governo italiano concedeva alla bandiera della città di. Vicenza la meda.glia d'oro al valor militare, in premio al l'eroismo dimostrato in quella tragica con tingenza. Vediamo ora quale fu la distribuzione di tutte le artiglieri.e venete e ponti:ficie prima dell'attacco e durante l'azione, te11en òo presente che, quando si parla di artiglieria «estera», si inten de la pontificia servita da sviz1,eri o altri « artiglieri stra.nieri )) . Tale dislocazione, giusta quanto scrisse Camillo Ravioli ufficiale romano del Genio, fu fatta nel seguente modo : « l" Batteria cli porta Castello e riel otto a I borgo S. Felice sulla via di · Verona, servita da artiglieri veneti, 11e7,zl ,1 da piazza; 2• Batteria di porta Santacroce, ser vita da a r tiglieri \·iccntini, pezzi 3 da piaz za·, 3-' Batteria di porta San Bortolo, uu obice della Batteria estero., marcscial capo Lieser Giovanni ; un cannone cla campo dell'artiglieria civica bolognese, luogotenente Angelucci Angelo. 4" Batteria clel borgo o reci1-1to Sc·roITa ; un cannone cta campo della nocteria pontificia indigena, maresciallo lhgnotti. 5' Batteria di Porta Santu Lucia. un obice e due pe7,7,i <la camµo della I3utteria estera, luogotenente De Sère Carlo, sostituiti da un pezzo da campo della Batteria indigena, munizioniere Raspi Eugenio, cla clne pezzi da c:1mpo clell'tlrtiglieria bolognese. luogotenente Atti Camillo. 6• 13uttt•ria di porta Paòova, un obice ed un cannone da campo della Batteri11 Indigena. capitano Calandrelll Ludovico, coadiuvato dai suoi ufficin li subalterni. 7", 1° Flatl.crfa di Borgo l'ndova, un obice e uu ·cannone da campo del1':irtiglieria Yiccntitrn J una Batteria cli racchette. rapitano Chiavacci A nnibale. S•, 2° Batterin cli Borgo Padova, dne pezzi da campo della Batteria estera, Quar tier mastro Raymond Federico, munizioniere Guisoland Giuseppe. oa Batteria di porta itonte YOlta a l ponte della fe1-ro,·ia sul Bacchlglione, clne cnnnoni da campo della Batteria Cl':tera, luogotenente Mauri Ludovico.
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VJC!i)NZ A
1oa Batteria del borgo fuori por ta :\fonte, un obice ed un pezzo da campo della Batteria indigena, luogotenente Lipari Gaspare. un. Datteria fnOl'i porta Lupia, ·volta al campo di Ma1te, due carronade cli matina dcll'n.rtiglieria veneta sotto la direzione ciel colonnello Zanellato. . 12a Batteria del Casi.no Nievo al basso della posizione Bericocoli ai monti Derlci, due carronade cli marina deJl'arUglieria veneta. 13a 14~ Batteria Bericocoli due pezzi da campo dell'artiglieria vicentina, luogotenente Molari; due pezzi da campo dell'artiglieria civica romana, luogotenente Torre Federico, coadiuvato da un sottotenente ». La sera del 9 giugno, sospeso di piovere « si seguita,a dovunque a fare o a proseguire ripari e traverse di terra e di fimo per coprire le infilate o il petto dei difensori; e alla posizione Bericocoli si compieva l'una delle due batterie mentre la seconda di tre cannoni era condotta a cinquanta centimetri dal suolo, e gnernltc ambedue di mal sode r,iattaforme ». La sezione d'artiglieria cl.ella civica roman a e quella, della civica vicentina,, a notte, furono inviate in posizione al Bericocoli. « Costrette a clevinrc dalla strncla - scrive il Ravioli - che dal Sa ntuario conduce direttaménte al Casino per le tagliate improvvidamente fattevi, ~rravano pel campi, in isr>ecie la sezione romana non pratica delle Iocalilà. Vidi cla lontano in mezzo a fitta pioggia le torcie che ne rischiaravano il rammino. Colù mi trassi e trov111. che. i carri sprofoncl::ivano nel fango del teneno coltivato. Con grave fatica tutto essn superò e, in breve, ripresa la via maestra, si condusse al posto. Allora il comandante mi rivolse la parola dicendo: << Vedi di darmi un luogo donde si possa far qualche cosa cli buono >>. Rispoi;I: « Domani sarà chiaro qual posto è questo l>.
All'alba, alcune t ruppe della brigata Culoz proveniente da, Verona, spi!1te in nanzi col mandato cli impossessarsi del nodo di Santa Margherita, scambiano i primi colpi di fucile con le avangua. rdie italiane, che si ri.tira,no lentamen te ed orclina,tamente a Bella Gua,rdia, sotto la protezione di un blokhaus di legno ove si trovava un distaccamento di volontar i vicentini e padovani. La resistenza in quella località dura fino a,lle sei e mezza : il nemico a-r restato nella sua marcia è obbligato a schiera1·si ed a chiedere l'ausiJio del fuoco di sette pezzi, che intanto si erano piazzati presso Castel Rambaldo. Appena però i difensori, ber~agUa.ti dall'artiglieria, nemica, abbandonano il ridotto per -
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J/AT'.r,\CCO AUS'l'RIACO
ritirarsi sulle falde. del Bericocoli, su di esso apre il fuoco la sezione della civica romana, che, al secondo colpo riesce a colpire in pieno il bersaglio ed a mettere un certo sc<>mpi.glio tra le :fila avversarie. Riprendendo l'avanzata le compagnie nemiche ,sorp,1ssa110 il poggio dj Bella, Guardia e la cascina Cima, ma una volta raggiunto· il nodo di Santa Margherita, il Culoz dubitand.o di poter continuare con successo, domanda altre artiglierie al I Co1:po, che gli asi::egna nna batteria' da 12 ed una batteria 'di racchette con un battaglione di ca,ccia,t ori e più. tardi ~ncora due obici ed un lmttaglione dell'Hohenlohe. · In attesa dei rinforzi continua .il tiro delle opposte artiglierie e lo scàm bio delle fucilate. Verso le nove succede .a,ddirittura una sosta, ma frattanto si inizia la ni.anovra, di avvicinamento delle altre cinque colonne austriache del I e II Corpo, chiamate ad agire contro lo sperone d<~lla, Rotonda e dalla parte di levante contro i sobboì·ghi e le mura clella città. · Durante questa fase che dura fino quasi a mezzogiorno il nemico posta le sue batterie di cannoni e di ra,cchette fuori horgo Padova e presso n Cimitf~ro nuovo contro Sa,n ta Lucia e porta San Bortolo, e sui monti Berici contro il colle Bericocoli e l'edificio della Rotonda. In un determiJ)ato momento viene incenclfata la Bicocca cli BelJa,yista e la colonna di fiuno che s'in11alzfL costituisce il segna.le alle truppe del II Corpo per· l'inizio delle opera,zioni. contro « U borgo e porta Padova, i sobborghi e le porte S. Vito, S . Luci.a, e S. Bortolo)). Int:mto, verso la stessa ora la brigata/ Clnm incomincia a. bersagliare in ordine sparso la Rotonda a,i piedi dé l\ionti Berici dal lato di levante, ma è tenuta bravamente a ba,da da un distaccamento del battaglione universitario; a sostegno del Olam interviene un eannon.e da montagna facendo fooeo élal lato delle colline, ma esso deve però subito tacere., per il tiro efficace di un pezzo della civica romana, diretto dal maresciallo Pizza.miglio . . La batteria nemica. cambia di posizione e, riaperto il fnoeo, obbliga i difensori della Rotonda ad abbandonarla; il nemico può qnincli pilY facilmente oceupare l:a batteria del Gallo, controba,t-
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VICillNZA
tuta però dalla nostra di borgo ·ifonte. Una parte della b'r igata Wohlgemuth ehe avanza sulla sinistra del Bacchiglione pa,ssa alla destna. per sa,l clarsi a,lla, sinistra con le truppe del I Corpo, mentre l'altra parte continua. per la sinistra del fiume in collega.mento col II Corpo, in modo cbe tutta la brigata possa, con coJTere all'azione contro i sobborghi da por·ta Monte a porta Padova,. « Di faccia alla posi11:i_one Beri<:o<:oli - ci.tiamo · ancora ·il Ravioli - si cerca con ogni possa di piantare uel basso tre batterie; l'una con p2r.zi da posizione sulla strada, due altre batterie eia campo s ul terreno laterale alla strada; sull'estrema sinistra del nemico una batteria di racahette. Sono esse controbattute dall'artiglieria della posizione Bericocoli con .coraggio ed in· telligenza dall'ora luogotenente generale Torre Federico, e con tiri meravigliosamente diretti dal Pizzamigli..o, i quali ne facevano a riprese sospenclerc primii i lavori poi il fuoco, e contrnstavano il passaggio delle colonne nemiche. L'ar\:iglieria vicentina cli1;etta da 1 luogotenente Molari , si mostra non inferiore al· la ro1mrna ver lo effetto dei tiri i1 .
Alle J 1 an timeridia-n e il fu:oco delle artiglierie è vivacis~imo e tnttc le t ruppe, comprese quella di riserva, sono al 101·0 posto per- difondere i punti attaccati. La sezione romana mira, a scavalcare i pezzi del nemico, mentre esso svolge sui monti Berici la manovra d'attacco; contemporaneamente la sezione vicentina e la batteria, del ca,pitano Njevo battono le fanterie avversarie al loro sboccare .e le fanno retrocedere. Con hl stessa, peri.zia e bravura le a,l tre batterie c-oneorrono a spezz,ire gli àssa.lti contro i borghi e le porte. A porta S. Lucia ogni. tentativo di attacco è respinto, ma le percli.fe sofferte dagli artigliert' della ba,tteria estera sono così g-1:avj, sicchè bisogna portare in linea i pezzi della, riserva. Analogamente avviene a porta Pa,dova, ove i tre pezzi diretti penonalmente da1 Calandrelli spezzano tutti gli a'tfacchi nemici. « Il Calandrelli · - scrive ancora il Ravioli - usava l'industria di lasciare accostare le colonne di assalto ·fino a tiro di fucile; ad un dato segnale ordinava il fuoco de' canDf\Jli stlllultaneo e traeva a scaglin e a palla acl un colpo con lo stesso pe7,zo >l.
Nè migli ore fortuna, il nemieo ha a porta S . Bortolo .: hat -
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LA I!ES1S'l'EìS7,A ITALIANA
tuto dalla, nostra artiglieria, che opera, con grande valore, invano esso tenta cli sboccare dal vecchio Cimitero. Infine fuori il,borgo di porta Monte il nemico non può rendend padrone delle posizioni di Va1marana e non riesce a 0011 trobattere con la sua artiglieria la nostra batteria estera; mentre l'altra batteria cli. porta 1\fonte, diretta dal Mauri, postata in direzione della ferrovia, prende di sbieco. le colonne di fanteJ'ìa e dì cavalleria, nemiche, che per la sinistra del Bacchiglione si dirigono ai borghi <~cl alle porte at~accate della città, ra,ggiun · gendo il II Corpo. . Fino ad una certa ora gli :-i.ttacchi sono tutti respinti, ma p<1i, sui Monti Beri.ci le cose incominciano volgere a male. Un colpo decisivo viene tentato da,l colonnello D'Azeglio con tre compagnie del reggimento estero, ma esso riesce infruttuo· so : alle 5 la, resistenza si va sempre più a1fievolendo : uno sciame di ca,cciatori tirolesi saliti per erti sentieri del colle Bericocoli, coperti clalln fitta vegeta:done, àttaccano alla baionetta le artiglierie ecl a: stt>nto i cannoni sono ritira.ti al sicuro. Un cannone della civica roma1_1a. il «Pio. IX)) r~sta nelle mani del nemico. Nel settore tenuto dalle artiglierie del Calandrelli le éose anclava,no meglio: «alle ore 15 e mezza pomeridiane- scrive egli. stesso - furono ributtati gli-austriaci, che per tre volte tentarono assaltare il posto con numerose c-olonne alla cui testa vi. erano colonnelli, ufficiali e sott'ufficia,li . La mi.tra.glia ne fece un massacro, e noi' gricfammo vittoria dopo essere saltati fuori dalle barrirate, ,e Rpogliati j cada,veri, li semivivi e fatti prigionieri li feriti)) . M:a alle ore JS, la dife.sa, ormai si era, ridotta alla zona, della città ~ dei borghi. In quella, di Porta Monte, il comandante della, batteria. postata in quel luogo, faceva trascinare a mano i ca.nnoni e si ritraeva nell'interno, seguito dalla, batteria fuori la porta, che dominava la ferrovia,_ Alle 7 cli se.ra, essendo inutile ogni .ulteriore diJesa si inal herav.a il segnale della resa. Circa la perdita del cc l'io IX)) sono interessanti i seguenti parti.colai-i, scritti da un cannonierè del cc S. Pietro>) dopo la battaglia, e pubbli.cati dalla. cc I'allad e n dd 21 giugno, anche perc-hè chia.:riscono, in molti punti, l'azione sferrata dal nemico contro il Bçricocoli e la, Rotonda·. _:_ 385 - ·
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VICEJl\ Z A
« Ved n lo il nemico i=;opra l'altun1, i nostri Ca nnoni incominciar ono a far fuoco per im peclire, che vi s i piantassero batterle contro il nos tro monte ; ma un ufficiale cli stato mai:;gior c disa]lpro,·ando il nostro f uoco, nssìcurò essere impos!'ibìle trasportare lassù i pezzi d'ar tiglieria, cbe per<:iò stessimo tra nquilli, che i pochi ,,\ ustr inci, che di tanto in tanto Yi apparivano er ano J)el' raccogliere legna per f ni:e f uoco pel rnucio. Co,;ì s i sos11esc llisgrazi:.1tiH11entc. Alle ore 10 tlul monte, c: he occupavnmu, vedemmo una torl t' <.:olonna ueJ1ric.i 11vauzarsi contro le bnrric.ite, che gu,11"Cl:l\'a110 fa via <l'Este. T c·a ccìatori Yolontnri che occup:1rnno la Rotonda di Palladio siluatn sulla strll(la medesima. f ecero fuoco contro l'a,·nnh'lrnrd ia nemica. Fn questo il sc.!(n:1le clell·11ctacco. R isposero a quel fuoco ,1 colpi cli cn m1onc che p1·cccclev::rno li.1 colonn:1; r isposero poi altre bntlerie che bersagli:1rono la citlii cln tutti i punti. - T1 c:n mone « S. Pietro >> dove io mi trova,·o present<'. si ri,ol:-:<' contro quei la prima batleria: ma fatto appena fuoco, ecco, che dall'altura incont ro, eletta inaccessibile alra.rtlg lie1·ia, incominciano :1 fulminar ci razzi, gra nate e palle. Due obici, due cannolli, d ne macch ine per ra7.zi vi ernno stat i si tuati. Si cnmbiò la òlrer.ione al e< S. l:'ietro >>, cd un itameul e al « Pio JX » si <·ominclnrono a bersagliare quelle :11'tiglierie. Il tenente Gabet smontò quasi snbito i due obici; il puntatore del « Pio TX >> un llW.7.0 da 12, e mandò per aria h.1tta uua fila de' ser ve nt i dell'altro pezzo; tn uto che in clue ore cli fuoco, t re soli pezzi nemici r.givuno dn quella par te. Si nvauzavn no intanto le colo11ne da ll'altura contro il cannone> « S. l'ietro », che era J>iù Jontnno, tiravn a palla. ed atterrnva ora t r(:, 01·a q1111ttro uomini, ora a n eslava perfino la marcia del nemico. Il « P io JX » t1ravi1 n milrnglia percltè più ,iciuo, e cliradavn 01ir!!bilmente ie fl le ; tanto eh<' deciser o gl i inimici d ì . pianta re u nn ùatteria in clife-;a cl i quella stracl,' I; ma inutilmente per chè <! Pio I X » 1-;ervì mirnbllmente cli mitrit glia i serventi che ,i condusi;ero il primo pcz;-,0, Tntanto J)erò le cariC!he cominciavano a mancare: per qualche Lempo ci 11iutarnmo l'uua con l'altra ser.i.one, ma fin:1 lrn•!nte si ri mase sen?:n nna cari ca. T nostri Tenenti allora dissero nll'u CT'Lciale dl sta to maggiore essere ncecssario il fn rei r itirare; ma egli ris pose si restasse; che non tnrderebbero le car iche a venire da Vlcenz!l. Erano le 3 pom. quando i nemici dopo immense perdi te ma ndarono soccorsi per saure il monte; e cllfatti ordinn ta la ri tirata dei Svizzeri che erano al bosco a difenderlo vi glt1 nser o poco Clopo : ciò non ost an te i nostri cannoni dovevano restare ; e soli . Circondati finalmen te da' nemici f:i atta ccarono j c:iva lli e si incominciò In ritirata dei cl ue pezzi. Tl (( S . Pietro» partì; ma il «Pio TX » situato sù un piano <li cnvolc infamemente costruito si affondò di modo che i cavalli non poterono t rarlo f uori: i se1Tent i fur ono tu tti a lle ru ote, ma inutil mente. I Cocciutori T irolesi nfferra rono per le gambe u no cle' conclncenti, lo tirarono giù dal cavallo e con lll baionetta gli f-u sopra un Croato, e mentre era per infilarlo, uno dc' miei compagni cavò la daga e gliela passò d alla pancia a lla schiena : si sn il·ò cosi il conducente : il pezzo fu dtsgraziatamentP cil'conda to cla' neruici, i scrventi rlovettero r itirars i, ecc. ».
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I C.-L'sNONI
« PIO
IX )) E
« S.
PIIDTRO
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Ancora in riguardo alla perdita del « Pio IX)) riportiamo un brano di una. lettera, inviata dal marescia.ilo Ranucci al comandante della Guardia Civica, i cui particolari concordano con quelli dell'artigliere del << S. Pietro )). (< Il ricordare la perdita cbe abbiamo sostenuta mi rinnova per più mo· tivi un dolore acerbissimo. E in prima la desolazione inconsolabi.le dell'ottimo nostro 'l'enente 'l'orre il quale dovette cedere e rìtirossi sol quando, fuggendo gli Svizzer.i , vide attorniato sè e il cannone dalle baionett<-! inimiche. Aveva egli più volte pregato perchè gli fosse permesso cli ritirarsi in tempo, gli fu risposto: ora non esservi Lentulus che dirigeva le artiglierie sul colle; ora esser necessario addomandarne il Generale che era in Vicenza. Ancora per non essermi io tro·vato sul Colle quando ciò avveniva. Due volte di seguito m'avevano spedi to alla città e per chieder rinforzo e per trasportar munizioni. Torn.mdo la seconda volta, il colle era già occupato dal nemico ed io fui costretto a ritornar· mene con gli altri. Mi riferì poi uno de' conduttoi:i di quel pezzo ct,e i cavalli già stanchi per esser rimasti quasi due giorni interi attaccati all'avantreno, e spaventati dallo scoppio delle artiglierie e dall'orribile pioggia delle bombe e de' razzi, si ricusarono· di strascinar via il cannòne ch'era già stato attaecato. Giunse il nemico e lo circondarono: il suo compagno Gbirolli è ri· masto prigioniero, ed egli stesso è sa:Ivo pel valore dell'Artigliere Mariani che probabilmente fu ucciso. I cavalli' perduti sono i due anonimi ecl i novelli di Senni. Forse io presente avrei fatto gli ultimi sforzi per salvare il pezzo e i cavalli, ma il destino volle ch'io fossi lontano ecc, i>.
Il cannone << S . .Pietro)), però, ·a ppeua giunto in Vicenza fu cbiàmato a difendere la, barricata, di porta S . Bortolo ,ed in quel posto sparò sino alla fin<~ clel combattimento. Le truppe pontificie capitola.te a Vicenza, per la convenzione stipulata all'indomani della battaglia, si impegnarono a, non comLa,ttere contro l' Austria,, per un periodo di tre mesi1 ed ottennero di uscire da Vicenza « con gli onori della guerra, armi ·e bagaglio, tamburo battente, bandiere spfogate, miccio acceso)). L'artig'lieria pontificia,, regolare e civica,, nella difesa di Vicenza fu superiore ad ogni elogio. DelltL sezione civica romann, nella i-clazione delle opern1.in ni militari redatta dal gencra] e nur-ando a Ferrara il 21 giugno,
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leggiamo : « Debbo qui notare per debito di giustizia, e<l a piena, Rodcl11Sfa.zione del 'l'enente Torre che l a corna.ndava, eh.e la, sua condotta e quella del tenente Gabet, fu non solo come si' ha '1iritto di aspettarsi da un soldato, ma ammirabile, sia per l'intrepidezza. .che per l'intelligenza)). Ed ancora il generale Durando, da ]'errara, il 23 giugno, rendeva omaggio al valore d·el capitano Oalandrelli e del 8UO reparto con la seguente lettera:, « Con la. più viva compiacenza io compio un dovere ve1·.so di Lei, signor ca.pitano, esprimendole non solo la mia soddisfazione, ma un att estato di ammirazione per quanto Ella fece con la sua Batteria 110n solo nelle fazioni a,vuw con l'inimico il 21 e il 24 decorso maggio, ma per quell'attività, e destrezza che, con tutta l'arte militare seppe spiegare nella giornata del 10 andant e sotto Vicenza. E nel lodi1ir sommamente la sua perizia, il suo contegno, intendo di fare un dovuto encomio .al corpo che còmandava, perchè molto bene corrispose al valore, ed alla intelligenza del proprio Comandante». Il Oala,ndrelli fu segnalàto e raccomandato dal generale Durarid.o al governo pontificio «per la sua intelligenza, istruzione ed energia colla quale seppe nei diversi fatti d'armi contribuire al buon esito delle fazioni a dànno del nemico)), · per cui fn promosso a maggiore onorario. Per quanto rigua,rda l'a1rtiglieria indigena il comançlante . in capo segnalò: il tenente Guglielmotti « parimenti rimarcato ·in specie pel .suo sangue freddo e raccomandato per una de-·· cora,zione ed avanzamento in avvenire>); Raspi, . munizioniere .« raccomanclato per la promozione al ·grado di tèn~nte per essere fornito non solo della necessaria istruzione ma altresi per essere stato sempre modello del1e artiglierie nelle va.rie gioi·nate >>; il maresciallo capo CoV<~lli per la promozione a uìunizioniere in sostituzione del Raspi, ed il maresciallo Ragnotti per una · decorazione. Non meno brillante fu il comportamento della batteria estera. In uno spechio compilato dal Ravioli, per l'Artiglieria so no annotate le .seguenti ,perdite :
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U:: PERD1Tl1l E I DECORATI
b'orze
CORPI
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Feriti
Mort.i
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axione Art,igl. indigena.
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•
civica scz. romana.
•
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civica sez. t,ina.
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IE' orza dopo il combatprigionieri I ti mento Feriti leggeri e
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L'artiglieria pontificia, specialmente quella estera, di cui. lo stes.so comandante De Lentulns rima.se fèrito, nella dife~a .di Vicenza pagò quindi il suo contributo di sangue, ed al suo valore resero omaggio il popolo e concordemente gli uomini del governo,' i Generali e · sopratutto il Pontefi.ce che si degnò di decoi·are i seguenti ufficiali., come risulta da, elenchi pubblicati ·dal « Oontem,poraneo )) del 17 e del 26 ottobre 1S48. Artiglieria indigena: Capitano Ca,landrelli Alessandro Ludovico (promosso a Maggiore onora.rio), Cavaliere delPOrdine Piano di seconda classe. 'renente. Guglielmotti Luigi, CavaJiere dell'Ordine di S. Gregorio Magno, classe milita.re. Tenente in seconda Pifferi Alessandro, Oava,l iere dell'Ordine di S. Silvestro. Munizioniere Ra.spi Eugenio (promosso a 'l 'enente in seconda), Cavaliere dell'Ordine di S. Silvestro. ,. Tenente in seconda 'frasatti Ferdinando, Cavaliere dell'Ordine di S. Silvest:i.·o.· Tenente in seconda Lipari Gaspare, Cavaliere dell'Ordine di S. Silvestro. Artiglieria estera, : Capitano De Lentulus Carlo Rodolfo (promosso a Maggiore onorario), Cava.liere dell'Ordine Pjano di seconda classe. Tenente in prima, De Sère Carlo (promosso a Capitano ono. ra,rio), Cavaliere dell'Ordine ·di ~- Gregorio Magno. 389 -
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Tenente in seconda Mauri Luclovico, Cavaliere dell' Ordine cli S. Gregorio Magno. . Munizioniere Guisoland Gi.useppe (promosso a Sottotenen-· te), Cavaliere dell'Ordine <'li S. Gregorio Magno. Marescia.llo capo Lieser Giovanni (promosso a Munizioùiere), Cavaliere dell'Ordine di S . Silvestro. Sottotenente onorario Ra,ymond F ederic-o, Cavaliere dell'Ordine dt S. Silvestro. Ma il riconoscimento dell'ono1·evole comportamento degli a,r tiglieri ebbe maggiore risonanza, nell'anno successivò, dU·· ra:ote il governo repubblicano, con la, distribuzione della medaglia di benemerenza appositamente coniata. Si legge infatti 11€· gli ordi.ni del Ministero della Guerra del 31 marzo 1849 : << Intanto che si _proceda alla esecuzione dell'ordine da me pubblicato il dì 20 marzo decorso relativamente alle medaglie da doversi distr;ibuire a quegli individui della Milizia che si so. no segnalati nella Campagna del Veneto, credo di <'lovere presicindere da quanto si statuiva nel detto ordine, per l'affissione dei D.omi di coloro ·che a,ppartengono al corpo degli A.rtigiieri. Dappoichè dagli stati . generali ri.sul tando pie11 amente prova,ta la benemerernr.a dei medesimi, torna superfluo. l'esporre i nomi a.l pubblico per maggio.re garanzia della verità. Dopo ciò è ordina.ta la immediata distri.bmdone del1e medaglie. a tenore di qu.a.nto è stato prescritto, ai seguenti individui segnati nello stato certificato del Segretario Generale del Ministero: Oalandrelli Ludovko, Ca,pitano, medaglia d'oro . . Guglielmotti Luigi, 'renente fa 1", medaglia d'argento Lipari Gaspare, Tenente in 2", medaglia d'argento Pifferi Alessandro, Tenente in 1°', medaglia d'argento Trasatti Ferdinando, Tenente in 2", medaglia d:argento Raspi Eugenio, Munizioniere, medaglia d'argento ' , Sono poi menzionati ,t3f .uomini tra sott'ufficiali e soldati. Accomunati nello stesso tributo di ri.conoscenza. furono gli artiglieri della, batteria svizzera dichiarata na,zi.onale, che si ebbero dal Comune di Roma la medaglia d'onore èon un diploma,, così concepito .: Al Cittadino ....... Cannoniere della Batteria Svizzera che, combattendo a, Vicenza il giorno 10 di giugno 1848, bene me-
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DOPO LA CADU'.l'A
ritò dalla pati·iil., il Comune di Roma ha conferito la medaglia cFonore con lo ~teruma spnatol'i o; e nel l'ovescio la leggenda : Pugna s ti·enue ad Vicentiam Pugnata IY Eidus · J unius MDCOCXLVUI: rilascia,nclogli a perpetua testi · monianza il p1·esente diploma. Dato dal Campidoglio, il 13 giugno 1 49 Il Senatore Il Segretario Fra,Hcesco Sl' urbineti.i Giui=:eppe Rossi
Caduta Vicem:a,, i coi-pi stanzia ti a Padova deliberarono di 1·Hirarsi. H Mest.1·<: e a Venezia, ma tale l'itirata compiuta, nella notte del 12, fn precipitOSèL, per la vicinauza del nemico, tantoc11 è pa rte dellr arti glietie furono abballdonate. L'esel'cito éli riserva (li 1.0 11J1.ila uomini, coruandato dal generale Welden , la :--era. drl .13 ern sotto ]e 1mu·a cli Treviso, fatto i-C'gno cfa parte <lei difen ·ori a qualche colpo di cannone. L'incloma11i si iniziò il bo1.n.barcla10.ento, ma durante la, giorna,ta, in armonia a Ila situuziomi generale, fu trattata la 1·esa . Il nemico C'oncesse alla gm1migione gli stessi patti dettat i a Vic-enza, mn trattc1111e 1 materiali eia g uerra ad eccezione dei àne pezzi da campo del Battaglione él cll' Alto Heno comandato dal colonnello Lido Za111becc,1ri. Così t utte le a,rtigli eric regolari, civiche e volontarie, che avevano partecipato alla c:amp.1g;11c1 rie11 t rnvano nello Stato ,seJ1r.a la! possibilità di poter com ba tterc con tl'o gli Austriaci, se non dopo i tre mesi stabiliti nelle capitolazioni.
* * * Scomparse dalla lotta le truppe pon( ificie che arnYano com hattuto a Yirenza, e che, i-econ(lo i patti della resa, come si P veduto, doveva.no ritir.wsi al (J.i 1,\ del Po r non combattere con· tro l'Austria per tre mJ•si ,· Yeniva a mnucare urn:1 vali clfti forza alleata, su cui Carlo Alberto cr edev::i di poter contare. Ma an-
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cor più grnYe fu la defezione clt>i Napoletani , a, cui un ordine di li'erdinando II impose di ret.rocedere, allorchè erano giunti a Bologna n,l comando. del Generale P epe. Questi attese alcuni giorni nella speranza di una 1·esipisccnza del Borbone; ma, poichè Ferdi.na,n<lo persisteva nel tradimento, il valoroso gene· rale · napoletano, sollecitato da Carlo Alberto e da Daniele Ma· nin , non e. i.tò a disobbedire il fedifrago SoVl'ano, e passò il Po èon le poche truppe rim aste fedeli all11, cansa dell'indipendenza, dirigendosi .f'l'II Venezia, dove entrava il 1G giugno. Disgraziatamente i sE>guaci del 'Pepe era.no in esigua minoranza a · raffronto con gli i11 te1·i battaglioni napoletani c~e preferer,do atteneri'ìi al comando cli Ferdi nando presero la via del ritorno. La defezione clell'Esercito del Re di Napoli, seguita da quella della flo ttn. fu mi gran colpo per Carlo Alberto, che ve dna man ma no intorno n: sè la penosa disgregiw,ione di tutte le font> alleate. In Lombardia gli n.rma,men ti procedevano stracchi e i contrasti politici minava no grandemente l'efficienza della compagine miiitare; il P apn. :;;i mostrava netta.mente contrario: la. 'I'o.scana, Mod ena e l'arma non mandavano altre truppe. I n ta.Ji circostanze l'Eserci to :sardo non aveva altro partito cbe quello di.. <·011!.;.oJiclnt~i ne lle fo1-ti posi½iOHi fra, Mincio ,e Adige, appoggiandosi a Pei:;chiera e aspettando i rinforzi piemontesi e lomb::i rcli. 111a. in t:rnto Radeizkt, cbe aveva. promesso al suo I mperatore clj riconqnista,re t ntta la Lombnrdi a , inizi.ava la controffensiva.
* * * Kon seguiremo pa,r ticolareggfatamen te gli .avvenipienti di q11el t riste periodo, i quali esorbitano clal campo della nostra trattazione : ci limiteremo a segna,la,re l'azione dell'ar ti glieria nell ' assedio cli Mnntova e nelle battaglie che si svolsero fra il 1~ l uglio e il 4 agosto 1848, da quella di Govemolo a quella di Mil ano. Ma è necessa,l'io prima accennare tuì a,l cu ni. muta,menti avvenuti negli alti comandi e, ancp.e, riasSt)mere le trai,:formazioni dell'ordinamento dell'artiglieria ..
L'r:\'v1,:S'i:lMENTO DI MANTOVA
Al generale :H'ederici che era stato nominato governatore di Peschiera, subi.to dopo la conquista della città, succedette, come comandante della, 4" Divisione, il Duca Ferdinando di Genova,· il quale cessò quindi di essere comandante generale dell'Artiglieria. Questa carica,, dopo un breve interinato del colonnello D' Angrogna, fu a,s sunta cla.l generale Rossi. Intanto, colla trasformazione della 4" da battaglia in 4a da posizione, e colla costituzione di 3 nuove batterie da, battaglia, a,i primi di luglio, l'Artiglieria sarda, comprend eva 11 batterie di 'battaglia 1 4 di posir,ionc e 3 a caval1o, l;L e,ui si dev,ono aggiungere °le due batter:ie della DiTisione lombarda e una .mezza ba.tteritt modenese. L'investi.mento di Mai1tova,, incominciato il 13· luglio, fu un errore perchè, come scrive giustamente il generale Corsi «tol tf' ìe truppe occorrenti per cinger Ma,ntova, troppo poche for z.r. dovevano rimanere alla sinistra esposta ai colpi nemi.ci sull.-1, lunga linea cla Villafranca fino oltre Rivoli , in ordine molto fiepa,ra,to e in posizioni forti sì, ma pur non diffici.1mcnte espu gnabili; fu 'insomma uno scoprirsi il petto contro un avversario pronto a puntare)). Al blocco della città parteciparono la 2•, la r-; • e la 9• batteria da battaglia, .la 3" batteria da, posizione e la 2" batteria ca.vallo; ma le non buone condizioni sanitarie, 1.Lelle truppe, ]'efficace hombardaniento e le frequenti sortite degii assediati e sopratutto le difficili condizioni generali dell'Esercito rc~ero impossibile il successo, nonostante le prove di valore date> anche qui cla.lle nost re truppe .
Il 18 luglio il genera.le Dava, con la, briga.tu Reginn , Genova cavalleria,, u11a compagnia, di bersaglieri, la 6" batteria cli battaglia e la 2" .a cavallo, tentò la. presa di Governolo, punto strategico di molta importanza, per· evi.tare la probabilità cli tmi~ f'.orpresa da parte degli Austria.ci alle spalle delle truppe clw blocc.;avano ·rvrantova verso Sui!. Anche in questa giornata l' Artiglieria, disimpegnò egregiamente il suo compito : la, 6" batteria cli battaglia - comandata dal capita.no Serventi e assegna· -
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~ l!'LNE DE LLA CA:VIP'AG)(A
ta alla brjgata del ma,ggi-0re JaiUet (l" Divisione) - prese poi;;izione sulla strada che, ai piedi di ,Governolo, rasenta la destra del Mincio e. di là hattè fortemente la posizione nemica, obbli.ga,ndo gli Aust1·iaci a passare pr ecipitosamente sulla sinistra, del fiume. Allora la batteria si divise in tre colonne attaccanti: H·lltt colonna, di destra ·la sezione comandata dal luogotenente
ll'ig. JOl - Combattimen to cli Governolo - 18 Luglio 1848. (dalla « Civica ra ccolta delle s tampe » d i Milano) .
Riandrà di R.ea,glie1 alla, colo1rn a centrale la sezione del luogotenente San Giorgio, e alla colon ntL di sinistra la secQncla mezza ' batteria col tenente Spalla1 sotto gU onlini del capitano Servent i. P er il contegno tenuto in batteri a e per l'intelligente indirizzo dato al fuoco furono decorati con la, meda.glia d'argento il luo -· gotenente Spalla ed i sergenti Robbia.no ,e Baronis, rn.cntre ottenevano la menzione onorevole il ·capitanò Serventi , il l uogote11ente Biandrà, il furier e Zu cca 1 il sergente Milanesi, il caporale Viellet, i cannonieri De Maria, Albertone, e Fa.lcotz. '
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GOVERXOLO
Quando la, fanteria e la cavalleria si scaglia,rono contro il nemico, che si era intanto forma to in quadl'ato preparandosi al· l'estrema difesa, la carica ebbe (;Ompleto successo anche mercè il concorso della 2" batteria a ca,vallo. Metà, di questa batteria,
]'ig . J02 - Carl o :qìanc1r;1. di Reaglie . (dalla collezion.c ciel Ca p. Avv. Costante Giraud).
posta in posizione sugli argini, controbattè, obbligandola a ta,cere, l'artiglietia nemica. L'alt1·a met.\ in posizione in riva a l Mincio, coadiuvò ia 6a cli. battaglia nel tiro col qual.e riusci a sloggiare il nemico. Qua,ndo i bersaglieri abba,ssarono il ponte levatoio, e tre squadroni di ciwalleria, insieme col 9° reggimento di fanteria, si slan ciarono all'inseguimento del nemi.co, la 2a ba,tteria vi pàr-
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Fll\g DET,LA c.n{PAG~A
tecipò efficacemente. I n tale occasione gli Austriaci perdettero 400 uomini e 2 pezzi. F urono decorati con la, medaglia d'argento il capitano Della Valle, comandan te la batteria, il luogotenente Bottacco, il sel'gente Rossi, il caporale Giannotti, i cannonicrì Gromo e Lazio . L 'Esercito piemontese si .trovava p etò in condizioni sfavorevoli, sopratu tto per l'eccessiva estensione del fronte : poco più di 70.000 uomini dovevano tenere un fronte di circa 100 chilome· tri. Ne conseguiva un pericoloso assottigliamento delle nostre file che su.ggerì a Radetrky ~ una volta falli.to il suo primitivo piano di aggirare la nostra ala destra - il proposito di attaccare n debolissimo centro sardo, impadronendosi però pripla del1e posi;,;ioni di Ri v,o li e di .Pastrengo, per e1imina1·e q ualunq uc possibilità di intei-vento dei due reggip1.enti che tenevano quelle po::dzioni. La presa di Rivoli fu dal R adetzky affidatn al gei1erale 'l'hurn, il qua.le disponeva di 6000 uomini e li divise i.n due colonne: una di 4000 uomini, con una batteria d'obici e> nna di razzi, sotto il suo diretto comando ; e l 'altra, con 2000 u omini e 4 pezzi, al comando del colonnello Licbnowski. Da parte nostra vi erano un bn,ttag1ione e due pezzi alla, Co rona sotto gli ordini. del maggiore San Vital e; e a Rivoli il resto del 14° Reggimento, 3 compagnie del lG metà. della 4a battC'ria di battaglia e 6 pc>zzi da montagna . Alla Col'ona i nostl"i, pnr cliRponenclo cli soli due pezzi, resistettero pe1· i5 Ol'e con tro .l'nRsalto di 'J'hurn e della sua batteria d'obici : alla fine il hattngli9ne do,ctte ritirarsi sopra Ri voli, ma pol'tando con ::.è i <l ue pc7,zi e sàlvando tutti i feriti. · A Rivoli si trovarono dunque i dne pezzi di San Vitale. mrzza batteria da battaglia e sei pezzi da montagna contro pre ponderante artiglieria degli Austriaci, i quali erano pure sostennl:i dalla batteria d'obici da 18, post~Lta sul Monte PasteJlo. I pezzi nemici, assai sup<'1·iori ai nostri pn calibro, danueggfa.vano grandemente i parapetti delle batterie piemontesi, ma questi erano prontamente riparati dagli intrepidi cannonieri a,l coma11 d.o dr.I tenente De Roussy. Dalle 11 a,lle 15 gli aRsalitori non riu.,ci1·ono acl avanzan~ di un pa.i;so; <:osiechè il genern le D,~ Sonna.z, ginnto a metà, del pomeriggio con un rinforzo di G 0
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RIVOLI
compagnie e co1i' l'altra metà della· 4" batteria, potè prendere l'offensiva e ·respingei·e il nemico. Gli Austriad non si dettero per vinti e tentai'òno una nuova avanzata, ma anche questa voita vennero ricacciati dalla nostra artiglieria, e specialmente (lana za batteria di posizione posta a Monte Logo. In tal modo fallì completamente l'attacco su Rivoli e consecutivamente venne.a mancar-e, per questa parte, il disegno di Radetzky di richiam.:ire l'attenzione dei piemontesi verso .Nord cioè aumentarne t~ dispersione e contemporaneamente compiere una vera. operazione sussirliarfa della principale, che doveva essere la battaglia cli; Cnstoza. In queste giornate si distinguono particolarmente i cannor~'i eri Saunier e Bariqt, tutti e due savoiardi, della 4a batteria dì battaglia. Nella precipitazione dei movimenti della colonna d~ soccorso al comando del generale De .Sonnaz, - che mutò in rf)tta l'iniziale scacco 11emico - un pezzo cl.a 4 era rimasto ab bandonato in riva, all'Adige. Bisognava ricuperarlo! anzitutto prrchè esso può contribuire efficacemente all'azione, e in seconc\o luogo perchè si deve assolutamente evitare che rimanga in Diano al nemico. · : Ci penseranno 'i due arditi artig').i eri, i quali, con moschet. t9 <~ cartucce, sc.endon_o arditamente al.fiume, allo scopérto. Gli Ausl:riaci, a.ppostati sulla, riva opposta, fanno cadere su di loro una. tempesta di palle, ma Sau11ier e Bariot, non se ne danno per intesi, raggiungono il cannone abbandonato, se lo issano ;:;ulle spalle, lo portano in salvo. E non basta, : ~isogna ricuperare anche l' affusto. Ecco j due valorosi nuovamente scendere verso l'Adige. Nuovo infuriare del fuoco di fucileria nemica, salutato dai due con una spallata, di sdegnosa, noncu'rnnza,. An~he questa seconda impresa è felicemente compiuta: l'affusto · non cadrà in ma,no ai nemici, ma r:lggiungerà la batteria semp're sulle vigorose schiene dei due a.rtiglieri. E un ultimo salÙto ironico rivolto al nemico dell'al tra spond;:i, corona degnamente l'impresa. . · Dopo Rivoli, · il Comando ' piemontese si rese pienamente conto del pericolo dell'eccessivo sparpagliamento delle forze, e il Re ordinò .à, De SÒnnaz di 1·acèogliersi tra Sona e Sommacampagna. 26
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F INE DELLA °CA)!PAGN A
La sera· stessa · del 22 Radetzky incominciò il suo grande movimento offensivo. L'intero II Corpo, al comando del maresciallo D' Aspre, attacca Sona con 15 cannoni; ma, deve cozzare contro un lungo fronte bastionato, strenuamente difeso cla metà della 2• batteria di posfai.onc e da, mezza batteria modenese, tanto che difficilmente riuscirebbe a cac:ciarne i difens ori.,
Fig. 103 · L '8" Bntterin da ba ttaglìft all'atta<:C'O d i Sommacampagna · 24 Luglio 1848. (dalla « Civiéa raccol ta delle stampe» di Milano).
se lo svolgersi del combattimento sugli altri punti non inutilizzasse la utupenda difesa dei nostri. A Sommacampagna i nostri non dispongono che di un battaglione del 13° e di. un · battaglione toscano con relativi pezzi, mentre il nemico ava,nza con forze p1:eponderanti e con 3 batterie. ·1 nostri ripiegano combattendo sempre, ma i pezzi tosca 11i cadono in poterr della, cavalleria. nemica. A Sa.nta Giustina, per assoluta mancanza, di artiglieria, le nostre truppe c1evono evacuare la posizione. In tal modo rrnch,~ i valorosi difl.> n8ori de: fron te bastiona -
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SONA' E SOMMACAMPAGNA
to a Sona son messi nell'impo.ssibilità di resistere e devono ripiegare sopra Castelnuovo. Ma il movimento è compiuto nel massimo ordine. Tutta l'Artiglieria viene incolonnata prima, a:ffmchè non sia di ingombro alla fanteria, e la ritirata si effettua sotto la pt:<'tezione di due soli pezzi della 2° batteria di posizione brillantemente comandati dal <:apita,no Cortanze, il quale rimane ferito . Questa giornata è doppiamente significativa d.al nostro pur. to di vista: anzitutt~ perchè dimostra implicitamente l'importa1na pr--2cipua llell' Artigli-eria, dato che è appunto la grande deficienza di boeche da fuoco che costringe i nostri a ripiega.re cfa 8ommaca,mpngna e quindi a dover cedere anche Sona; in seco11do luogo perchè i 11ostri per,7,i, pochi ma efficacissimi, giova,rono grandemenf;f a coprire la, ritirata ed impedirono che il ripiegamento si mutasse in un disastro . Scrive il Siracusa : «Anche in questa giornata il c:rnnone dette l'opera sua, dal lato tecnico egregiamente impiegato: ma !a sua voce non valse a far tacere quella delle tante bocche da fuoco nemiche. Sta però il fatto, ad imperitura g}oria dell'Arma,, che la suddetta sp1·oporzione enorme doveva produrre e non produsse che dalla gran massa di fuoco avversal'io fossero annientate le nostre truppe . Ed in quelle condir.ioni era più di qua,n to i pochi nostri pezzi potevano darè )).
* * * Il 23 luglio lo scopo ~trategico cli Racletr,ky era '}nello di r9mpere il centro dell'Esercito sardo ; il giorno successivo i1 vecchio ·Maresciallo si. propone di forr,are la linea del Mincio fra, Peschiera e Valegg,io e poi operare sulla destra ·del fiume, insiRtmclo contro la Rinif;tra piemontese per separarla da,l la destra. P.ereiò, lasciate le trnppe del II ·Corpo a Castelnuovo per osserva.re Peschiera, fa gett.:n·e un ponte a Salionr,e, mentre altre sue forze .Q.ccu.nuno ValeggiQ. e rqinaçciano Borghetto. · Carlo Alberto, a sua volta, decide di attaccare il nemico sul :fianco sinistro, che si trova anoora sulla sinistra del Min· cio. Egli muove perciò da Villafranca, con tre colonne: il Duca di Genova con la brigata Piemonte punta su Sommacampagna; -
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Fig. :WS · La n.rittaglia di Qqstoza: Seconda e terza fase 24 e 25 Luglio 1848,
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Fig, lOS - L~ Btlttai;lin di Cllstoza : Seconda e terna fase 24 e 25 Luglìo 1848,
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L, ATTACCO PIJ<JllfONTIDSE A VALEGGIO
il generale Ba.va con la brigata Cuneo punta su Staffa1o; e il Duca di Ravoja, con la brigata Guardie, punta su Custoza., mentre H generale Oli.vieri, con 27 squadroni di cavalleria. clev,~ perlustrare il terreno nella direzione cli Pozzi. Vediamo prima 1sommariamente lo svolgi.mento dell'azione, per illustrare poi l'a,pporto delle varie batterie che vi sono impiegate. Qnella che si è convenuto di chiam11re «battaglia strategica di Custoza )) si svolge, com' è noto, in tre giornate: 23, 24 <~ ?G luglio, e si frantuma in un11 decina, di combattimenti (il 23, Sona e Sommacampagna, di cui abbiamo già parlato ; H 24, Salionze, Sta,ffalo e ancora, Sommacampagna; il 25 . Valeggio. Mo11te Godio e Berettara). Un rilievo di ordine generale, che si deve purtroppo fare per quanJ-o concerne la nostra artiglieria, è che questa non fu sapientemente adoprata come si sarebbe dovuto e potuto, specie perJ'.off.ensiva, tant.o che l'eroismo e la perizia, dei nostri artiglieri hanno modo di manifesta,r si c1uasi esclusivamente nella difesa, delle posizioni e nella protezione cl<l~gli arretramenti, allorchè possono entrare in eampo l'iniziativa individua,Je dei comancla.nti di. batteria, e l'intrepido sangue freddo di tutti i cannonieri. J,a brigata Simbschen, partita da Buttapietra, marcia su Sommacampa,g na, ma, sorpresa nella valle Staffalo, mentre si trova. in due scaglioni lontani l'uno dall'altro, viene disfatta. Contemporaneamente Vittorio Emanuele di Savoja scaccia dall e alture di Custoza le truppe del I Corpo austriaco. La sera · i Piemontesi tengo_no la linea SommacampagnaMonte Torre-Oustoza; ma il 25 le tre brigate che hanno couquiia:tato tale posizione, rinforzate dalla brigata Aosta, sono attacca te da forze nemiche quasi triple, cioè dieci brigate con dodici batterie. Carlo Alberto e il generale Dava con la brigata A.oi;;ta danno l'assalto ~ Valeggio;. e qui si svolge u~ duello di artiglieria, in cui i nostri si trovano in condizioni di netto sva.ntaggio essendo al pia.no e completamente scoperti, mentre le ibocche da fuoco avversarie sono più numerose e in posizione <Tominante e <Jnincli eccellente. Il Duea, di Genova,, attaccato a Sommacampagna, e respinto, rei:::iste a lungo alla Berrettara e in Val Staffalot Il Duca di Savoja. che punta da Custoza contro Monte Vento, è assa1ito -
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IL nlPIEGA ò[ENTO SU GOI'l'O
appena incominciata la marcia e difende valorosamente le alture fra Monte Goclio e Custoza e poi quelle di Oustoza e :ri,ronte Torre. La sera i Piemontesi sono respinti su Villafranca, e Carlo Alberto, per non essere tagliato da Goito, ripiega su tale località dividendo l'esercito in due colonne, protette dalle truppe del Duca di Savoja. Radetzky affida l 'inseguimento a1le brig:1te Clam. e Suplicatz1 . s0.:stenute da nume,rose artiglierie; ma Vittorio Emanuele protegge brilla.ntei:nente il ripiegamento dei nostri, con la validissima cooperazione delle bocche da fuoco sarde. Si cUstinguono particolarmente nel disimpegnare tale compito protettivo: la 3• batteria da battaglia; 1'8" cla battaglia, che col suo fuoco tiene a clista,nza due reggimenti di cavalleria nemir.a ed una batteria, che si sono spinti molto ava,n ti nell'inseguimento; nonchè le batterie a caYallo che si battono eroica1rnmte all'estrema clestra. La ma,ttina del 26 tutte le truppe piemontesi (meno la Divisione P errone rimasta, sulla destra del Mincio, davanti a Mantova) sono riunite a Goito; il villaggio che, due mesi prima, ha, veduto la stupenda vittoria dell'Esercito di Re Carlo Alberto, segna ora il punto di partenza per la dolorosa, tragica ritirata. Ma, affincbè questa si svolga in relative condizioni cli sicurezza, è necessario rioccupare Volta Mantovana, che, per un ordfne sbagliato o forse un equivoco, è stata, abbandonata; da De Sonnaz. All'attacco di Volta partecipano la 7" batteria di battaglia e la 2a, cli posizione, ma anche qui si tra.scura il tiro di pre1mrazione dell'artiglieria, e anche per questo l'a,ttacco :scagliato la sera clef 2G non rtesce, e i nostri devono ritirarsi, gagliarclernente sostenuti. da, a.rtiglieria e cavalleria. Vediamo ora, specificatamente, l'azione delle varie batterie in queste giornate. La W cla battaglia, il 24, a Staffalo contribuisce alla preparazione dell'attacco alle posizioni nemiche da parte della brigata Guardie. Questa 3a batteria era di recente cMtituzionf!, doè era stata formata solamente nel marzo all'aprirsi delle o8tilità,_ q-uando- !:antica.. 3:' ,d i battaglia era stata convertita. in 3n. batteria a cavallo. Non aveva, perciò preso parte ai primi fatti -
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CUS1'0ZA
d'a,r me della ·c ampagna; nrn, appena viene portata a l fuoco, trova, modo di distinguersi. Il 25 luglio la 3" di battaglia combatte a Custoza al 'ç,entro della ·n ostra linea e sostie~e la ritirata delle truppe sopra Villafranca. Si distinguono il capitano Bresy, il luogotenente Bassecourt, il luogoteJ1ente Corte, il sottotenènte Chiattone, al qua.l e è assegnata la medaglia, d'argento per il coraggio dimostrato nel dirigere il fuoco clei suoi pezzi. Ottengono pure la medaglia d'argento il sergente Calleri, il caporale Valeis (il quale, nelli:L ritirata, da Custoza, rimane esposto a d un vivissimo fuo co d'artiglieria, nemica, per oltre un' ora insieme col sergente Tòrre per tirare fuori, da un fosso in cui era no ribalta.ti, due pezzi), e il cann oniere Vachat. L'8a di battaglia, il 24 luglio prende poca parte all'azione, ma 'iJ 25 controbatte effièacernente le batterie nemiche a Valeggio. ,Costretta a ritira,rsi con le altre t ruppe, quattro dei suoi pezzi sostengono la, ritirata e, adempiuta tale missione, riescono a salva,rsi da un audacissimo attacco del nemico. Sono decorati con medaglia d'argen t o il luogotenente Celest ino Corte, il sergente Bestente, i cannonieri Gastalùi e Vercese ; ottengono la menzione onorevole il capitano Bocca, il luogotenente San Quint in o, i sergenti Rossi. e Gariglio, il ca,porale Larcielli e il canno 11iere Scarpa. La 2a batteria di posizione, al comando del capitano Prospero Bailbo, distacca la sua 4" sezione a Salionze, per impedire agli Austriaci la, costruzione del ponte. Questa sezione è diretta dal tenente Ferdinando Baibo; fratelÌo di P rospero : entrambi. :figli del grande storico é patriota Cesare B albo . La 4" f'-ezione ~contr:ohatte tenacemente ben dieci pézzi nemici che la fnlmina,no col loro tiro. Il 26, a Volta, l'intera ba~teria si difo11Cle con magnifica bravura da un attacco della cavalleria au~triaca : i cannonieri coprono i pezzi e, quando non pòssono più spararli, si difendono col moschetto ,e con la ba,i onetta,. Il luogo t 0n~nte Ferdinando Balbo è premiato con la medaglia, d'oro ; ot; . téngono la medaglitL d'a,rgen to il capitano Prospero Ba,lbo , il caporale Galli e il cannoniere Dnfournè, mentre si distinguono il ca,piÙÙ10· marchese di Cortanze, molti. sottufficiali e soldati. Ecco la bella motivazione della medaglia d'oro al tenente Balbo: -:-- 404 -
LA
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BA1·r0nIA D.-\ l>OSI7.I01'1•:
Balbo di Vinadio Conte P'crdina,ndo - nato nel 1824 da illustre famiglia piemontese, luogotenente cli · Artiglieria nella seconda batteria di posizione.
F lg. 106 - ~l'enenlc Ferclìnnmlo B albo cll Vinadio.
Motivazione ufficia le : « P er essersi distinto nei fatti d'arme combattuti dalle truppe del 2° Corpo d 'Armata sulle alture di RivoJi, Sa,nta Giustinn, Sona, e Volta dal 22 al 25 lug-lio 1848 ». · Motivazione desun ta da documenti: « Per la splendida condotta nel contra.stare per parecchi.e ore l' avanzatn del nemico pl'Otetto da numerosa ::i.rtiglieria (Salionze, 22 luglio 1848) e per essersi segna.l ato nei vari fatti d'arrn.c avvenuti sino al 25 lu glio 1848. 27
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CUSTO½A
Il o·onte Balbo si guadagnerà, un'a,l tra medaglia a Novara dove, dopo essersi battuto eroicamente, morirà fra le braccia del fratello Prospero, ben degno di lui per ardimento e valore. La 6"' batteria di. battaglia, che abbiamo visto battersi. valorosamente a Governolo, p,ntecipa ·cou non minore bravura aJle battaglie di ·S taffalo e di Oustor,a e sopratutto di Volta, do ve nella notte dal 26 a,1 2'7 accompagna la brigata, Regina, in soceor·so delle truppe di De Sonnaz. Alle tre e mezzo del mattino apre. il fuoco a cfrca 400 metri dal villaggio per preparare l'assalto del 9° e 10° fanteria. Fallito tale assalto e costretta a retrocedere, la batteria protegge la ritirata delle truppe; poi sta a sua volta per ritirarsi allorchè viene segnalato l'a,ttacco di due squadroni di ulani. Allora,, in perfetto ordine, la batteria si rimette in posizione, aspetta la cavalleria nemica :fino a che giunge a 250 metri dai pezzi, e ne stronca, l'assalto col tiro a mitraglia. Ma gli ulani austriaci ritornano in maggior numero alla, riscossa e tenta,no di avvolgere la batteria dai flan· r.hi; è di impadronirsi così dei pezzi. Il com.anelante capitano Serventi, coadiuvato dai tenenti Spalla,, San Giorgio e Biandrà di Reaglie, non si perde d'animo e, cambiando direzione al suo tiro, tiene in rispetto il nemico fino al sopra,ggiungerl: della nostra cavalleria la quale,· sempre sostenuta cl.al fuoco della batteria.., carica l'avversaria e la mette in fuga,. Nea,nche a questo punto i bravi ca,nnonit:ri desistono dall'azione : una ser.ione della ba,tteria, al comando del luogotenente Biandrà, avanza a grande andatura, e, giunta a tiro, lancia, contro il nemico in ·fuga 1ma nuova micidiale scarica, di mitraglia. 'l'ntti i cannonieri df quei:;ta batteria meriterebbero di essere citati a.ll'ordine cl.e] giorno : vengono decora.ti i luogotenenti Spalla e Bia,ndrà, il furiere Zucca, i sergenti Milanesi (medaglia d' argento) e Barge, i ca,pora,li Jorcin e Gnria,sso, il cannoniere Albertone. La l" ba,t teria di batta.glia, comandata dal capitano Lurago, combatte con la brigata Piemonte nella pianur a presso Staffa.lo, dove si distinguono il luogotenente Casati, il sottotenente Lencban tin , e molti sottufficiali. cannonieri. Il 25 luglio la batteria difende la posizione Berettar a. Qua,nclo la ritirata si fa inevitabile, a proteggere il ripiegamento della ba,t teria rimane solamente il terzo pezzo con il sottotenente Lenchantin e il ca,-· -
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J.,A
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porale Olivero. Improvvisamente si ava,nza uno squadrone di ulani che mjnaccia di impadro11irsi dell'intera batteria; ma FOlivero, impa,ssibile, punta il cannone e col tiro a, mitraglia, spazza i cav;;1ilieri nemici. Il pezzo è così posto in sa,lvo e rag· giunge la ba,tteria, a, Oustoza,, dove questa si copre di glor.ia: circoliClatà tre volte dal nemico, sovrastan te e irrompente, non ripiega d'un pollice, e lo mitraglia, mettendolo in fuga.
F ig. 10i . Tenente r1:ospero P. nl bo .
Anche in questa occasione, la solita parsimonia, di decorazioni: proposti per la me<laglia, d'argento il luogotenente Casati, il sottotenente Lenchautin e molti altri: ebbero solament.e la menzione onorevole il Gasati, il serg(~nte i\fa,ssa, e d11e cannollieri. La,. za batteria di battagiia, coma,n data dal capitano Oam· pa1rn,, si era già distinta gran.demente a,l blocco di Mantova do· ve, frazionab:l per sezioni incorporate nelle brigate dei generali lombardi, aveva, da,t o mirabile esempio cli intrepidezza alle gio · v;-1,ni tr11ppe, e dove erano caduti il luogotenente Felice 1\1.oris, -
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g'iovane u:fficfale distintissimo, e molti soldati. Al principio della ritira.ta del 25 luglio, la riserva della batteria, si trova a Castellucchio agli ordini del furiere Bobbio. Uno squadrone di usseri invade paese e intima la resa al sottufficiale, ma questi rifiuta sdegnoso e sfida i cavalieri nemici, fino a che la nostra fanteria sopraggiunta pone in fuga i dragoni e salva i pezzi. La 2" batteria a cavallo, al comando del capitano Priè che g-ià si era distinta, grandemente a Santa Lucia, a Goito, a Governolo ·ccc. - - il 24 luglio prende parte all'attacco di Sommacampagna. insieme con ,la 3a. sezione della 3a. a cavallo, e contribnisce potentemente a mutare in fuga il ripiegamento nemi(';O. Improvvisamente attaccata durante l'azione dn un reparto ,nemico che giunge a cirn1uanta passi dai pezzi, viene intrepidamente difesa dai ·cannoniel'i i quali caricano a loro volta gli avversari e poi, con bella prontezza, mascherano i pezzi e, tirando a mit raglia, sbaragliano gli Austriaci. Si distinguono il luo· gotenente ì\iattei, comandante la, prima mezza batteria, e il sottotenente Ola,pier iJ quale, col solo a.iuto del cannoniere Gromo, riesce a fare prigionieri parecchi. nemici. Ottengòno la meda.g lia d'argento il ~ottotenente Cla,pi:cr ed il sergente Lambert; la menzione onorevole il luogotenente ~fattei, il sergente Davi so ecl i cannonieri Gromo e Bessone. La, 7a. batteria di battaglia co.m batte. il 26.luglio a Volta, dove si distingue il luogotenente Galleani. Sono decorati con la medaglia d'argento n capitano Gazzera, comandante della batteria ·e n luogotenente Del Carretto, fratello del luogotenente Dcl. Carretto ca,duto eroicamente a, Sninta Lucia; ha,nno la, menzione onorevole i luogotenenti Casanova e Galleani ed i ca,nnonieri Vigna e Parodi. La 4"' batteria di battaglia comandata, dal capitano Riccar di, faceva parte, com'è noto, della brigata del maggiore Ternengo (4.. Divisione), e abbiamo visto come si distinguessero il capitano Ri.ccardi, i luogotenenti De Roussy ed Emilio l\fattei. e molti a1tri cannonieri. Deciso il blocco di Mantova, tutta la batteria - che ora è passata agli. ordini del cap. Mattei - va a, Villafranca, tra nne la l" sezione comandata dal luogotenente De Roussy, che rimane a, Rivoli. Nella, giornata di Rivoli la bravura di questa se-
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zione fu una delle cause fondamenta.li della vittoria. Abbiamo gjà citato il magnifico episodio elci. cannonieri Saunier e Barriot; ma è da ricordare sopratutto lo zelo e l'intelligenza e l'ar·
li'ig. 108 - l•lmilio ~lattei. (cta lla collezione del ca.p. Avv. Costante Glraud).
dime111·0 co11 cui il lnogotcnente De Ronssy predi.spose ogni co· sa nell'imminenza dell' attacco e seppe controbattere le poderose b~Hterie austriache, infondendo nei suoi cannonieri il suo stesso eccezion ale coraggio. Quando nella, notte dal 22 al 23 luglio, si dovettero lasciare le posizioni cli Rivoli, il De :Ronssy non volle -
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ab.bandonare nulla del suo materiale. Da cinque notti egli vegliava, per la, costruzione delle postazioni sopporta.udo intrepi do le fatiche del combattimento ; ma, quando il colonnello di fanteria :Qamia,ni lo consigliò di gettare i pezzi in Adige occorrendo sbrigarsi nella ritirata, il De Roussy rispose fieramente che, piuttosto di lasciare i cannoni, si sarebbe fatto ammazzare sul posto con tutti i suoi uomini. Il 24 luglio, a, ·Saliom1e, la, l" sezione de'lla, 4" cli battaglia fa parte delle truppe spedite per impedire agli Austriaci. la costruzi.one del ponte. Si battono ammirevolmente il luogotenente De RoU:ssy, il sergente Ferrini, il caporale Prina e il ca,nno niere Oorçliale. A campa,gna finita il luogotenente Oonw De Roussy (il quale era stato propost o per la meda,glia d'oro, che avrebbe ben meritata.), ottiene la medaglia d'a,rgeÌ1to; e così pure il se~gente Beretti e il capora,l e Priora. Hanno la, menzione onorev9le il capitano :òifattei e tutta la sezione della l" batte ria, il caporale Prina ecl i cannonieri Cordiale e Saunier. · La 9° ·batteria cli battaglia, formata nel giugno al comando del capitano Thaon cli Revel, rièeve il battesimo del fuoco a Sta,ffalo, èombattendo con la brigata Guardie. Nella notte dal 24 al 2G prende posizione per chiudere Val Sta,f falo; l'inclomanì si batte a, Torre di Gbeda e a Oustoza, dove si distingue ptwti colarmente il luogotenente Vela.sco, proteggendo la ritirata, col fuoco dei snoi pe½r,i .. Ltt 3" batteria a cava,llo, comandata da,l capitano Petitti., il 24 luglio, a Sommaca.mpagna, è a,ssegnata insieme con Je ùltre due. b~,tterie a ca.va.no - come i:Lbbia'mo veduto - alla Divisione di ca,valleda: La cavalleria austriaca l' attacc11 d'improvviso, giungendo 1ìno ai brevissima distanza dai pezzi, ma i cannonieri non si sgomentano e seguitano intrepidamente a, tirare a mi tra.gli.a, fac<~ndo strage dei nemici. ' La P batteria, a cava,l lo non è più còmandafa dal capitano di San Martino, ma dal luogotenente Mondo, mentre il Juogo t.eìlente Bertone è passato alla 3" batteria a, cavano di nuova forma,zione. Nè il 24 11è n 25 essa ha gran parte nell'azione; tro va, tuttavia la maniera. cli distinguersi con l'episodio del sottote nente Viv-3 che, a ~ern in~ltrata. J lel 24, mentre si trova in posi zione aNanza,ta con In sua sezione, viene sorpreso da.gli usseri -
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A CAVALLO
::tustriaci. Posto nell'impossibilità, di sparare utilni.ente per la troppa vicinanza del nemico, il Vivè non trae colpo e la-scia che i 1,emici., tra.sportati dalla, fog-a, cl.ella carica,, oitrcpassino la hatteria. Qua ndo poi questi ripiegano, apre su di loro un vio lentissimo fuoco a mitraglia, disimpegnando le funzioni di 3° di destr.:i, ad nn pezzo , per i.mpieg-are un S<~rvente cli pi.ù nel tra-
Fig. 1.00 - Ci:ipitano Genova Thaou di R evel. (clalla collezione de l
c,w.
Avv. Costante Giraud) .
spurto delle munizioni. Lo coadiuva, ottimamente il luogotene1ite Vi ta.le. Ebbero medaglia, cl' argento il Vivè, il caporak A.viglione, il canuoniere Vidal, mentre il Vitale ed altri sottu:fficia,li e cannonjeri vennero pure decorati. Dopo aver brillantemente partecipato a,l l'a,zione, la bat teri a si ritira in r iserva, ma, rima,ne in linea la 3" sezione, al comando del luogotenente di Robila.nt, che insieme con la 2" a cavallo, fa strage del nemico. Il · giorno seguente la 3" a, cavallo, divisa in dne mezze batterie, entra, nuovamente in azione: si -
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distinguono tutti gli ufficiali e specill:lmente i luogotenenti Di Robilant e Bertone, i quali ricevono la medaglia d'argento, insieme col cupora.le Robba e il cannoniere Ferrero, Ottengono 1a menzione onorevole il capitano Petitti, il sergente Del Prato, capora.le Negro e il cannoniere Delaunes, Ma, oltre ai decorati, 13011_0 da, segnalare anche .j cannonieri Sour, Pessey, Regis, Arata, Oanepa, che cadono sul campo morti o g~·avemente feriti, e, in genere., t utti gli uffieiali e tutti i sottufficiali e i cannonieri della batteria,
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* * * Sentito il parere dei generali, il Re chiede l'armistizio; ma, avendo il · Radetzky imposto durissime condizioni, Cn.r-Jo Alberto non accetta. Un dilemma ora si presenta: cioè se sia più conveniente proseguire la, ritirata sn Piacenza, oppure su Milano. Il generale Bava ROStiene la prima tesi, che sembra infatti la più ragionevole; ma Re Carlo Alberto, memòre della promessa fatta, ai Milanesi, delibera un ultimo disperato tentativo in difesa della capitale lombarda, dove l'esercito piemontese giunge il 3 agosto , Durante la ritirata delle t r uppe sn Milano, si distingue la 5" batteria di battaglia. In particolar modo la sezione Balegno - che già come· abbiamo veduto, si era bene battuta a Santa Lucia proteggendo la d tira,t a e poi aveva partecipato al blòcco di Ma,ntova - dà mirabile prova di sè, 'l'ale sezione, il 2 agosto, ·a.Uorchè si trova isolata con un. Battaglione di fanteria e un plotone di cavalleria per' proteggere la ritirata della sua colonna su Lodi, viene attaccata di fronte e sul :fianco sinistro dagli austriaci. Con eroica calma il Balegno ed i suoi artiglieri riescono a, tener in l'ispetto il nemico : ammirevole sopratutto il comandante della Sezione, che ad un dat<? momento pren<le il posto di uno dei suoi ca,pipezzo gr avemente ferito e continua efficacemente il tiro. Il Balegno sarà poi decorato con medaglia d'argento, per la condotta splendida tenuta in tutta la campagna.
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LO SCHIJ1JRAM:JilNTO PIID.MONTEST!J
ll'ig. , 110 - Placido Balegno di Carpeneto - Medaglia d'oro. (dalla collezione del Cap. Avv. Costante Giraud).
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Lo schieramento del.l'Esercito piemontese sotto. Milano è il seguente. La 2", la, 3" e la 4" Divisione e la Riserva - complessivamente circa 30.000 ù.omìni - occupa,no ui1a linea difensiva a semicerchio, con l'estrema destra a,l naviglio di Pavia e l'estrema .sinistra alla porta orienta,le di Mila.no. Radetzky, che dispo, ne di 60.000 uomini, cioè H doppio dei Piemontesi - e in miglio
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ri condizioni morali, in seguito agli µltimi successi - attacca il 4 agosto con schiacciante preponderanza cli artiglieria. Anche nella battaglia di Milano le batterie piemontesi impegnate - e precisamente la l ", 2a, 4", 5\ 7\ e 9' di battaglia; la ia, ~, e 3" a cavallo; la l6, za e 3a di posizione - si battono vigor,osamen te . . Particolarmente la 3a di posizione, comandata dal capitano F,:fìsio Ougia, si copre nuovamente di gloria. Tale batteria, in ;posizione a ca.scina Ga.mboloita insieme con 1'11° fanteria, è di · visa in tre sezioni: una a sinistra della cascina, al comando del t enente Pollone, una a destra e una proprio dinn anzi alla cascina. La prima apre il fuoco alJe 8 del mattino e per due ore impedisce all'artiglieria austriaca di mettersi in batteria in fondo allo stradone. Ma le nostre fanterie sono costrette a cedere di fronte al numero soverchiante, e il nemico avanza avvolgendo, e si impadronisce di due cannoni : su uno di questi si fa uccidere il sergen te Falletti, che potrebbe salvarsi, ma -preferisce fare olocausto della, propria vita anzichè abbandonare il proprio pezzo. La sezione di destra, con due pezzi, tiene lungamente fronte a dodici cannoni del nemico e cessa il fuoco solamente quando il suo comandante, ferito, cade prigioniero. La batteria protegge ancora l 'ultimo sforzo delle brigate Guardie, Savoja e Casale fra le porte Vige11tina e Romana. Si distinguono grandemente: il capita.no Ougia; i luogotenenti Pollone e Berronc; il già citato sergente Falletti; il sergente Albesano che, difendendo il suo pezzo, riceve gravi ferite di cui morirà poco d'opo; e il se1·gente Carena. Ma a ncor più glorio9!1 è la pagina segnata a Mila.no dalla 1a di posizione, che vi perde il s uo comandante capitano F elice Avogadro di Valdengo e gran parte dei suoi cannonieri. S tabilita in posizione a Porta Romana, ha il compito di proteggere ad ogni costo la difesa da queJla parte. La prima mezza batteria, comandata dal luogotenente Albini sotto la direzione del capitano Avogadro comincia il f uoco alle 10 del mattino ; quando più ferve il combattiment o l'ardito capitano cade colpito in fronte, ma l' Albini efficacemente coadiuvato dal furiere Zino e da tutti gli altri uomini della batteria, continua il tiro :fino alle 11 di sera, cioè mit raglia gli Austriaci ininterrottament e per 13 -
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Flg. 111 - La Battaglia di Milano - 4 Agosto 1848
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ore. L'a.ltra sezione della 3" di posizfone, al coma,ndo del luogo tenente Ugo, è invece posta a sostegno della brigata Casale a. circa un miglio fuorj Porta Romana ; e continua un fuoco nutrito ed efficace fino a che la, brigata· Casale ripiega. Anche i:i;i questo frangente i.l luogotenente Ugo e tutti i suoi soldati resistono brillantemente e, quando la ritirata è inevitabile, copro. no il ripiegamento dei pezzi, lottando corpo a corpo col nemico. Nè meno vigorosamen:te si patte il sergente Ferrero a cui è affidata la sezione di obici. Abbandonato dalla scorta, rie~ce con calma ad avvertire il luogotenente Ugo e si ritira portando in salvo uno degli obici. Rima,ngono sul campo dell'onore il capita.no Avogadro, il sergente Gibelli e il cannoniere Desbiolles. Il luogotenente Ugo ottiene la meda,g lia d'oro e vengono pure decorati i luogotenenti Albini e Ohiavrano, il caporale Ohiariglione, e il cannoniere Carìnati; mf.~ tutte le batterie avrebbero meritato dJ essere decorate. Ecco la motivazione della medaglia d'oro al tenente Ug_o : Ugo Bernardo I na.to nel 1SOG in Asti, luogotenente di Artiglieria nella l" batteria di posizione, C< pèr essersi distinto· a Staffalo, Somma.campagna, Berettara, Custoza, Valeggio, assedio di I:>eschiera e a,l le porte di Milano dal 24 luglio al 4 agosto 1848 )). La 5a batteria, di battaglia è posta~a sulla destra, del fronte : attaccata, con .impeto da una forte colonna, austriaca, la sbara,glia. I cannonieri Arbocò e Grefiotz vengono decorati per~hè - come scrisse il generale P assalacqua nel suo rapporto benchè.grondant~ Rangue per le riportate ferite non vollero riti- . l'arsi e rimasero loro posto di-serventi. Si distinguono pure il furiere Bertotti (che ottiene la medaglia d'argento), i capora-li' Grossi e Condurier che muoiono in seguito alle ferite ricevute. La ia batteria di battaglia, comandata dal capitano Lurago partecipa al combattim<>nto e tutti i suoi componenti ~ citiamo il luogotenente Casati, il sottotenente Lenchantin, i sergenti Mellino e Massa, i caporali Olivero e Giuso, i cannonieri Clo-c bet, Sargi e Ricci ,:.._ compiono brillantemente il proprio dovere. La 2"' batteria cli battaglia combatte sotto ·Milano coi cacciatori del 12° fanteria. Quando questi sono respinti, la 3a. sezio-
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ne, comandata dal luogotcnen te Lostia di Santa Sofia, sostiene tenacemente la ritirata consumando tutta la mitraglia prima di ritirar si a sua volt.a. Vengono decorati con medaglia d'a,rgento il sergente Castelli e il cannoniere Trombetta,; ottengono la menzione onorevole i. ~uogotenenti Lostia e Mondone, i sergen-
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l!'ìg. J.12 - 'l'enente Bernardo Ugo.
ti Guazzone e Castelli, i caporali Pruzzo e Borsellini ·e il trombettiere Arrigoni. !fa a,l disopra di tutti va ricord.ato ed elo1:,l'iato il ca,pitano Campana, comandante la batteria. Allorchè la sua batteria deve ritirarsi , egli, anzichè seguirla, preferisce fermarsi alle barricate di ]?orta Romana, dove, come già abbiamo vednto, dopo l'eroica morte del c~1pitano Avogadro, il luogotenente Albini, coi quattro pezzi. della sntt batteria, tiene ancor.a, testa al nemi.co. Il crLpitano Campa,n a si unisce a loro, parteci.pa con loro al combattimento dirigendo il fuoco con singolare perizia e sopratutto anima,ndo i commilitoni con la parola e con la sua energica esemplare condotta: Alla fine gli Austriaci devono rinunciare al tiro e desistere dalla speranza di impadro-
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nirsi ·della barricata. Il valore del capitano Campàna viene al tamente riconosciuto e ricompensato con la concessione della medaglia d'Ol'O. La motivazione è identica a quella per la medaglia d'oro al tenente Ugo : << Oam,pcma Andrea Aclolfo - nato nel 1815 a Torino, capita no di Artiglforifli Oomandant<~ la 2" batteria di posizione. cc Per
Fig. 1m . Luogotem~nte Giuseppe Lostia di Santa Sofia (dalla collezlo!,e del Cap. Avv. Cost ante Giraud).
esse~·si di::;tinto a, Staffa,lo, Sommacampa,gna, Beretta·ra, Ousto1,a, Va.leggio, assedio cli Peschiera ccl alle porte d.i ·Milano dal 24 luglio al 4 a.gosto 184-8 )) . Il Campana divenne poi maggiore nel '49, colonnello nel 1858, ma,ggior generale nel 1860, comandante territoriale dell'ar· tiglieria a Piacenza . In seguito fn nomina;to membro del Comitato di Artiglieria,, di cui fece pa,rte anche quando venne promoi:::so tenente generale nel 1868. -
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DA 1::ATI'AGLIA
La, 7° hatterh1 di batlaglia, si battè encomiabilmente a cascina Tiuffalora, dove rimasc1·0 feriti il l nogotc1w11te Casanova t> i ca,nnonicl'i Mosca e Oroset. I mpo1·tantissini a, è 1·azione della W ba tteria da battaglia, che dif:ende l'orta. Vigenl;ina. Ta.le bo,tteria che - come sa,ppi a mo - ha gi.ì scrif"to una bella pagina a Staffalo il 24 luglio, è
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. C:H"lo Albini - :Medaglia d'oro. (d a lla co lle:done del CaJ) . Avv. Costante Olraud).
al colllàndo <ld cnpi iano Gen ov:L 'rhaon di Hevel. Muoiono sul campo i caHnonieri .Julila, Onero e I>enicolinis, e molti sottuf fidali vengono fer it-:i. Ma par ticolarmente 11.otcvoli sono le azioni del luogotenente Vcl:lsco . del sottol('nentc Kegri e del fnriel'e Ga.zzeru.. Il p1·imo, recatosi a rilevare sulla strada, cli Melegna no una sezione clella 2" ba>Ueria, si tTova improvvisamente circonda to clal nemico; ma, calmo, sicuro, risoluto a salval'c i per.zi ad ogni costo, dispone i suoj due per.zi rivolti uno a destra ecl nno a sinisfra della strada, e mitl'aglia il nemico facendone strage e costl'ingencl.olo ad arrestarsi; poi, approfittand o del mo .
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mentaneo sbigottimento degli A ustrinci salva i. due pezzi ritirandoli dietro le barricate. Il sottotene11te Negri - che già si er ..1, <'li.s tinto il 24 e 25 lnglio, tan to che Re Carlo Alberto lo aveva promosso sul campo, _- si ba ttè a, Porta Vigentina con raro valo1·e, disimpegnando le (1111¼ioni cli semplice servente. Ottengm10 la rueclaglia d'argento il co1n,rnclante delln, batteria, capi-
l•'ig. lJ.·, • C,1pltu 11 0 Andr<',1 C :1111pana .
ta110 T haon di R evel, il l uogotenente V!'lasco e il sottotenente Negri: la, stessa onorifìce11 za. è 11sseg11ah1 ai sergenti Fimtini.
Roi:;so e Romeri e ni cmm onieri 'imaYella e ì\Iiege. Infine il fu. rìere Gazzera , distaccato con un pez¼o snlln: strada della Carità e l"imasto senza mu nizio11i, prende il moschetto d'un ser vent e ferito e coli gli altri si mette a bersaglia-re il nemico finchè sopraggiunge il cnsso11e delle munizioni e il pezzo può ripren clerc il fuoco. Tanto a, lui. quan to al sel.'gcntc R avizza, a i. cannonieri Rocca, Deruolisse, Yigna e Cii::i e al trombettiere Melli viene concesi:;a fa menzione onorevole. -
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LA Rl'.l'l[(A'l'A
Il dramma volge al suo evilogo con gli episodi di Mila,no 1 ti·istemente famosi . Il popolo tumultuante, convinto di essere stato tradito, e fuorviato dai soliti. mestatori, si scaglia con vituperi e minacce' contro Carlo Alberto; e anche in questo tragic11 episodio si rivela la magnanimità, del Sovrano il quale non permette ad a.le.uno di venirgli ir1 soccorso e ordina ai suoi :figli di non abbandonare le loro Divisioni. Ma al comando generoso fa, riscontro la generosa disobbedienza di due grandi artiglieri: il duca, di Genova che accorre al fianco dell'augusto genitore a, dividerne i pericoli, e il colonnello Alfonso Ferrero della Marmora che, presentatosi a Palazzo Greppi con un battaglione della bri.gata Ptemonte, protegge la vita del Sovrano e lo trae in salvo. Il 6 agosto il Re p,:Lssa. il Tidno, e Radetzky entra in Mila no. Il 9 è firmato l'armistizio Salasco. Il parco principal e d'artiglieria, partito da Cavalcaselle. doveva seguire l'esercito nel.la ritirata per la via di Brescia, Treviglio e Milano; ma per consiglio clel maggiore Cavalli, prende invece la via di Pizzighet tone, volgendo su Piaeenza .. l•~ comandato ctn1 capitano Alfr_edo A vogn,dro -- cla non confondersi con !'Avogadro caduto eroicamente il 4 agosto - · il quale riesce a portarlo intanto a destinazione ,; mentre il parco del I Corpo, a.l com.a,nclo del tenente De Foma,ri, e quello del II a,l comando del tenente Chiò, segnono l'Esercito nell a Bna ritirata, da Miln.no . Ma, anche in questo crollò dei sogni che pochi mesi prima · sembravano destinati a realizzarsi ra,pidamente, l 'Artiglieria, seri.ve ancora una bella pagina , cooperando str enuamente all'eroi.ca difesa della città di J:>eschi-era, che U generale Haynau assedia col III Corpo. Il generale Federici, governatore della, città, si rifiuta di cedere anche quando l'Ha,ynau gli comunica che il 9 è stato fir mato l'a,rmisti½io, e nella no tte intensifica il t iro della suà artiglieria,, rispondendo con vantaggio al bombardamento austriaco. Ma all'una e mezza. pomer~cliana una bomba da 12 pOW"i -
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CO~CI,U8101'E DELLA CAMI'AG:NA
cade presso Porta Verona sul laboratorio dove si trovano circa 250 bombe, 1200 granate a mano e G casse di polvere, e tutto il materiale esplode uccidendo tre artiglieri, distruggendo il· laboratorio e aprendo una breccia nell'angolo del muro presso iì bastione numero 2. Ciononostante l 'artiglierir1 della piazza, sotto il vigoroso comando del colonnello A<;tis, non rallenta, ff fuoco; mentre il nemico lancia 2.400 colpi i nostri rispondono con 1365 colpi cli cannone, 348 di ohici, 13'1 di mo1·tai. Solamente quando giunge il colonnello Cossato, inviato da R,e Carlo AJberto coi capitoli dE>lla resa di iVnlano, il generale Federici si decide a rimett,~re agli Austriaci la piazza che poco più di due mesi prima i Piemo_n tesi' avevano conquistato con tanto valore e che poi avevano così strenuamente difeso. -r.
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La prima grande giornata di quella che potrebbe chiamarsi la tetrn,logia d.el Risorgimento è fri:;;temente fi nita; ma il seme è gettato .per l'a,vvenire. El' A1·tiglieria si è coperta di gloria. Gli alti Ooma,11èli l'hanno talvolta lasciata, inoperosa e tal'a1trn 1'1ianno ma.le impiegata; ma, ogni volta, che un compito le è stato affidato, essa h1:t cercato di a,ssolverJo acl ogJ).i costo 1 e tutte le batterie, da, batta.glia, a cava,l lo e da posi½ione, lrnnno rivnleggiato fra òi loto, prodigandosi in atdiweni.,o e <.:on vn,l ore. Cosicchè il generale Rossi nena 1ettera cfatata. da Torino 11 2 settembre 1848, in cui chiedeva, al Cap? cli Sh1to :M:nggiore dell'Esercito che all'Arma fo~se concessa la medaglia d'oro, poteva giustamente scrivere: « La parte presn, da,lP Artiglieri::i, nella scorsa gnhra è senza dubbio considet'evolis8ima,. << Vesi-;er tutti nuovi al fuoco, l'avet a, combattere con un nemico che non conservava ai Jnngo le ·su<~ posizioni, anzi ne' principì non si lasciava nemmanco guari avvicinarf!, l 'aver clo· . vuto assalire villaggi ed altri luoghi in condizioni di difesa , ~ varie altre simili cause, contribuirono il che l' ATtiglieria venisse molto impiegata e la.fortu:r.a nostra, volle ch'essa corrispondesse -
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AJ,f,' AR'l'J.GLIERIA
alla confidenza che n'avevano i ca.pi dell'Arm~ta e le a,l tre armi tutte >>. E, dopo aver elencato tutti i combattimenti vittoriosi in cui l'Arma si era coperta di gloria, prosegue: « Il m.ostrarsi bene nella fortuna è cosa lodevole senza dub bio, ma non basta per far prova del vero buon soldato. Egli è nella sventura che questi si dà particolarmente a conoscere, imperciocchè si è appunto nei momenti d.ifficili, ed in mezzo allo scoraggiamento universale, che le forti. qualità dell'animo si rendono palesi. « Ora i momenti più luttuosi della nost ra ritirata fecero chiare le virtù di molti individui nostri e resero cogniti il buon spfrito e la forza morale di tutto il Corpo >). E conclude : « In considerazione pertanto di tutti q nesti meriti, io mi faccio a pregare V. S . III.ma di degna,rsi intercedere presso S. M. onde si d.egni a,ccordare la medaglia d'oro alla bandiera d'Artiglieria. Questa distinzione fu accordata ad altri Corpi dell'Armata, i quali si condussero senza dubbio benissimo nella passata campagna., ma senza voler qui istituire un para,gone, locchè sa,r<~bbe sconveniente, possia,m dire, che il UO$tro Corpo non si mostrò da meno di nessun'altro, in nessuna circostanza)). « La voce pubblica, l'opinione a ltamente enunciata dalle a,l· tre armi stesse ne fanno fede>). La mcd agli.a d'oro no11 doveva essere concessa all' Artiglieria se non l'anno appr-csso; ma, già alla fine della ca,mpagn:t ·t 848., era, nella, coscien?:a cli tutto l'Esercito e di tutto il P.aese che l'Arma. l'a.veva, ben meritata. l\fa sopratut to - e al cli sopra di qualsiasi riconoscimento o premio - l'Artiglieria, piemontese, chiamata alla prova del fuoco clopo oltl'e un trentennio di pace, ha dato prova di tutte le pìù alte èlot.i guerriere della, sna stirpe ; e ha dimostrato di esser<~ un prezioso strumento per la rea,lizzazione della grande Patria unitaria,. Ehbe la medaglia d'argento : Ji'erclinando Di Sa'l)oja Duca, di Gen ova, Luogotenentf, Ge nerale comandante la 4." Divisone. « Per essersi di.stinto a Staf-
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falo, Sommacampagna, Berettara, Custo½a, Valeggio, a.ssedio di P eschiera e alle porte di ~lilano dal 24. l ugli.o a,l 4 agosto 1848 ». Dopo l'a rmistizio l'esercito di Uarlo Alberto ripassa, tristemente il Ticino; il Lombardo-Veneto è 1-icaòuto sotto il dominio austriaco; i Duchi di P arma e di ·Modena, protetti dalle baionette asburgiche: ricuperano i loro Stati ; i Governi di Toscana,, di Roma e delle Due Sicllie i::ono ostili. Mn: il Piemonte - pur duramente colpito e stremato e solo - non tradisce la grande ca.usa ; non i;;i arrende, non rimrncia. Febbl'ilmen te esso prepara, le nuove armi per la riscossa. L' Artiglied n sarù , cli tali Armi, una, delle più vigorose e possenti.
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Le Artiglierie : Estensi, di Panna e P iace nza, Toscane e· Ponti-ficie nella campagna del 1848 - La mezza batte ria estense a S ona Le Artig lierie civiche di Roma, Ancona, Bolog na, Fe rrara, Viterbo, Pesaro, Urbino e Perugia - La batteria civica: « Bolog na Ferra ra » li cannone bolognese dell'8 agosto - L'artiglie ria del Regno delle Due Sicilie - Artiglieri e artiglie rie ne i moti s iciliani - Artig Herie della difesa di Venez ia.
Abbia.mo esposto, cosl, sinteticamente, lo svolgimento della campagna del ' 48 per ciò che concerne le artiglierie; ed è nat urale che, in tnlc. narrazion e, protagonista prh1cipa1e sia .l ' Arti glieria, piemontei,,e . 'l'uttavia abbiamo avuto cura di rilevare sempre l'c1pporLo delle artiglierie di altri Stniti italiani e qui, in omaggio al critni.o generale enunciato fin dal principio della nostr a Opera e ribadi Lo nelle Premesse di questo ter zo volume volendo sempre da,re alla Storia un cat'attere veramente nazionale - ci proponiamo di illustrare, sciogliendo la l'iserva fatta sul principio clel presente capitolo, sviluppi e imprese di codeste Arti.g-lieri e. I'er quanto concerne gli ordinamenti, le notizie da noi qui raccolte - in gran p'a rte inedite - hanno solamente un in teresse storico, in quanto riguardano Stati disciolti e. Dina stie scomparse, assenti od ostili a quello spfrito nazionale che doveva ce men &clil'si nell'Italia una, retta dalla gloriosa Dinastia -
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LID ARTIGLT(l)f:IE D~a VARI S'rA'1'l I'l'ALÌA?s(
di Savoja; ma, per quanto rigua,rda, prove di perizia e di valore di capi, di costruttori, di sing·oli cairnonieri, queste nostre pa gine vogliono anche avere - e certamente hanno - un significato morale, in quanto c1ccomuJ1ano tutti i soldati di ogni re-
Fig. JJ6 - Franec~co V di Modena.
gione e di ogni Stato, e costituì cono uno dei preziosi tesori di quel patrimonio ideale che è costituito dal genio e dall'eroismo italiano. ~- * * L'arciduca, Francc:-:co I V d'Este il 1B14 nel prendere le rèdini del governo di Modena nveYa affidato al fratello arciduca -
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A ì\:CODlnNA
Ferdinando l'incal'ico di costituire le milizie del ducato. e ne era venuto l' ordinamento del 1° ottobre 1816, ampliatosi via via per l'impulso del principe, che, ambizioso di avere una, parte essenziale nella politica i taliana, le teneva come avanguardia dell'esercito austriaco nella penisola, ovvero come perno ad una sollevazione italian a a seconda che la riuscita di una cosa o dell'altra gli fosse sernbl'ata più facile e più proficua. P er ciò sul principio del 1848 le truppe dell'esercito estense consistevano : di un batta,glione di fanteria di linea, portato nel 1849 a due compagnie di granatieri e sei compagnie di fncilie ·_ ri, oltre lo stato.maggiore ; del real corpo dei dragoni composto di t re compagnie, una a cavallo e due a piedi, incaricato del servizio di pubblica tra nquillità; del corpo reale dell'artiglieria e genio, che aveva due compagnie di artiglieria una a M'odena, l'altra a Massa ed una terza, detta, delle Torri di Brescello, istituita il 20 aprile 1842 appunto per il servizio delle torri, dette M ass·i milia,ne, là costi:uite. P er il servizio della batteria da sei pezzi da campagna v'era un coi'rispon dente corpo del treno. Le due compagnie dei pionieri:, cui erano aggregati i cadetti ma tematici, furono istituite nel 1 33 per quei giovani che volevano divenire ingegneri ed aspirare ad un pubblico impiego. S'aggiunga, nn batta,glione di cacciatol'i del F rig-nano, di cni soltanto quattro compagnie eJ'ano in se1·vizio abitualmente; ed il corpo dei trabanti composto di 27 individui comp1·e~i gli ufficiali. CÒn mezzo milione di abitanti quesLa, forria, valutata in 2400 uomini, pareva allora eccessiva, tanto più che Francesco I V vi aveva aggiunto dopo H 1831 l'al'mamento di una milizia volontaria in otto bat taglioni a difesa dell'ordine e della religione. djvenuta poi Guardia nazionale forese, divisa in quattro batta glioni. Questo grande sforzo in un piccolo Stato eccitava. neces sru:iamente i. sospetti dei governi minori e sovratntto del g;over no toscano, noncbè le ire e gU scherni. dei liberali. L'eserc~to regolare era reci ntato per arruolamento volontal'io; sapeva ai' essere sostegno indispensabile al governo du cale, era conscio dei servizi resi e ne traeva diritto a mostrarsi prepotente. L'occupazione cli Fivizzano sul :finire del 1847, i) credersi avanguardia dell'esercito austriaco oltre 1'Appennino, forse in ·Toscana, l'aveva insuperbito ; poi, ad un t ratto, col1'i-
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H10RD1NA'.M ENT1J DELL'ESERCI'.rO P ER LA GU EftHA
naspettata partenza d~l duca di Modena, si era trovato sciolto dal giuramento di fedelt,ì, verso di lui, libero da impegni e dubbioso del futuro. Per la maggior pa,rte stava oltre l'Appennino i11 quel di Fivizzano. I soldati lasciarono le ai·mi ed i cannoni, e si dispersero. Alcuni tra essi, in seguito al proclama, del comandant~ della colonna toscana diretta in Lunigiana le si aggrega. rono; altri, e furono i più, to_rnarono alle case loro per ripren dere, servizio poco dopo nelle fil e delle milizie del governo prov . visorio,. e pochi vissero randagi. Il l'iordinamento del piccolo esercito modenese procedette con qualche lentezza sotto la dfrezione del colonnello Antonio Brocchi. (~uesto corpo cli truppe nel giugno 1848 contava un · reggimento di fanteria, di 1140 soldati, 400 uomini ~i gendar -· meda,, 590 degli zappatori, 400 di artiglieria e 230 cacciatori a cavallo, in tutto 2670 regolari.. Due compagnie, che erano pronte, furono avviate subito al Po, e nel maggio raggiunsero l'eserdto piemontese un battaglione di 700 uomini, una .compagnia di zappatori, 50 cacciatori a cavallo 6~mezza bat teria: tale corn· plesso costit uiva un bel corpo di 950 uomini, bene equipaggiati, ben istruiti, ma, ad ecce,zione degli artiglieri, cl.e_g li zappatori e cli aknui tra, gli nflìciali, mal disposti ,1 prender parte alla guerra. Gli ufficiali a,vevano per la maggior parte aderito al nuovo governo ed animati dall'ent usiasmo a,vevano chiesto di continuare nel servizio ·e di partecipare a.Ua guerra. Meno pochi::;si.mi, gli aJtri, che ne fecero domanda, furono ammessi nell'esercito regolare i·icostituito, o furono di valido aiuto nel corpo dei volontari. I ducati di Modena, Reggio e Guasta,l la, nel primo bollore della guerrà insurrezionale, non diedero che 1600 volonta,r i (~ quèsti si ridm,Her·o a 700 quando ne fu formata una colonna mo . bi.le. Fu difficile, a,l solito, di armarli. La, miliz.ia campagnola doveva restitnire 5000 fucili, ma, l'a,r meria non ne ricevette che 883; altri 3200, che vi -erano depositati, furono distribuiti fra le guardi e ch ich(~ od andarono dispersi. Acl ogni modo il 4 a,prile pa-~tiva una schiera di volontari e a.nda,v·:1 a porsi presso il Po, per tener d'occhio il presidio austriaco di Par1na che si era, ritir.ato in Gol.orno. Appena passò -
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IL. CON'l'lNGIDNTE MOOlllNESlll
il pericolo, quella schiera si spinse a S. Benedetto a, guardia <le:ì. pa:ssaggio su l Po trH, quella bol'gata e la foce del Mincio. QueRto col'po cli truppe, fo1·te di 800 volontari circa, di due compagnie di soldati r egolari (225 uomini), cli 35 dragoni a ca.vallo e 30 cannonieri, 1090 uomini in tutto con 3 ca-n noni da ca.mt)agna ed un obi.ce, si era collocato in una posizione intermedi:1 tra -l'esercito toseano ccl il pontificio. Riehiesto da,l governo provvisorio, il generale Dnranclo aveva, il 14 aprile da Ferrara, assnnto il comando cl <>i :Modenesi avvisandoli. di spostarsi da San Benedetto verso Sei·micle per unirsi alJ ' a,la sinistra dei ponti:ficii. Poi coll'incertezza esist(m te nelle rela,zioni tra, gli eserciti italiani, il 22 aprile il geiierale t oscano d 'Arco F errari, sul punto di avanzare da Bozzolo vel'so Mantova, chiedeva anche lui l'f~ppoggio del corpo modenese. li comandante cli questo corpo aveva replicatamente chiesto al genprale Durando il permesso di passare il Po ed il 20 aprile cond11ssc i suoi a Governolo sul Mincio, ve li fece trincerare f spinse ·g li avamposti a Casale e la Motta oltre il ·Mincio; e due giorni dopo si avanzò con una parte dei suoi a Castellaro per intercettarvi le comunicazioni tra le fortezze di Mantova e Legnago . Là avvennet'O le pl'ime fucilate Lrn modenesi e austriaci. Per quanto si sia, già accenna,to ripetutamente al combattimento avvenuto il 23 luglio 1."4S a, Sona, nel quale hanno brillan temente operato quattro pezzi della mezza Batteria Modenese, si ritien e doveroso aggiungere e ripetere ancoJ'a quì l'elogio per l'azion e svolta daU'à-rtigUeri a Modenese che, unita,rnentè alla mezza Batteria di po~izione comandata dal capitano Cortanze, dn Prospero e F erdinando Balbo, difese strenna.men to n fron te bastionato fra S . Giustina e Sona t1;1,nt ò che <liffi.cilmrnte il nemico ne avr ebbe sloggiati i difensori se lo svolgersi del combattimento a Pala,zzolo. a Sommacampagna ed a Villa-· franca non avesse costretto anche i difensori di Sona a ripiega1·e ordirn1tam..ente sopra Casteln uovo .
P er Ja morte dell'arciduchessa Mari a Luisa. vedova cli. Napoleone, il ducato cli Parma e Piacenza era passato a Carlo Ludovico di Bo1:hone, già di;ica di Lucca, che il 30 dicembre 1847 ginnse nella capitale del nuovo dominio preceduto da un pro-
CONDIZIONI DELL'ESERCITO A PAR1':lA
dama. Pochi giorni dopo di aver assunto il governo, il 19 feb braio 1848, affidò al :figlio Fe1·din'*ndo Carlo il comando generale delle trnppe coll'incar-ico di provvedere a quanto concerneva le milizie. Tutto ciò pane principio di un periodo di riforme mi1itari., m;1 invece non fu altro che cambi.amento· di perso ne per all.ontanare il conte di BombeJlcs che con Maria Luisa aveva tenuto in pugno l'autorità suprema de1lo Staterello. Però il nuovo . sovra.no non poteva sfuggire alla dipendenza deì governo austriaco, il quale, oltre al diritto di tener presidio a Piacenztt, aveva approfittMo dellf:L :morte dell'arciduchessa per mandar truppe absburgichc a,nche in· Parma, ed il 24 dicembre 1S47 a,veva in1posto un trattato per cui le milizie parmensi passa.vano sotto gli ordini del maresciallo Radetzky. La, sommossa provoca.ta in Parma, H 20 marzo· 1848 dall'annuncio dei moti di Lombardia cancellò i patti convenuti col p:overno austriaco . I cittadini forma,rono una guardia nazionale, il gover\10 fu affidato clal Duca ad una Reggenza, ed il CO" nrn.ndo della truppa, aJ eolonne1lo Giuseppe Pett inat i; il presidio austriaco di Parma se ne era andttto· nel pomeriggio del ?I, quello di Piacenza lasciò que11a, fortezztt nel ma,ttino del p6 rna,rzo ed il Due.-{ promise di mandare in Lomba,rdia un ba,tta,glione òi linea coHiglio Ferdinando e con quei civici che lo avessero vo· luto· seguire. Infine, colla notificazione del 9 aprile, il Duca accettava la sostituzione di un gove;rno provvisorio a quello df'lìa reggenza e poneva lo stato sotto l'alta tutela e la protezione cleì Re Carlo Alberto. Il ducato teneva due battaglioni di fanteria con 12 compagnie, le qua,li colla Jeva éli 500 uomini, ordin:ata il ·1° febbraio antecedente, erano state portate a, 1200 uomini non compresi gli ufficiali. Una determinazione del 14 febbraio le accresceva fino a 150 uomini ognuna.. V'erano inoltre: il genio; l'artiglieria, ed una, compag1\ia di pionieri di 100 uomini; ~e quattro compagnie cli dragoni per il ~ervizio di pubblica sicurezza, con 350 uomini; oltrA alla compagnia alabardieri, alJa sedentaria ed alla scuola militare dei :figli di truppa. Anche con lo sviluppo voluto dal nuovo sovrano questo esercito sarebbe arriva.to a poco più di 1800 nomini. Era tenuto ·• a numero per mezzo della leva, benchè per un breve periodo la, -
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A P ,rnll:[A E PIA CEN Z A
leva fosse stata sospesa, pensandosi dall'arciduchessa Maria Luisa ~hc gli arruolameì1ti volonta:ri ed il discol,Lto dovessero bastare a.i bisogni dell'esercito. Se !Ie ebbe per risultato. a,l solito, Fafnevolimento di quel po' di spirito milibne che poteva, ancora serpeggiare nella popolazione, e una diminuzione cli stinta per l'cserdto. :Ma ciò favol'iva i disegni dei consigliel'i del l' arciduchessa imposti dal governo austriaco e desiderosi di mantenere ed accrescere il di tacco tra popolazione ed esercito in un paese considerato strategicamente e politic;1mente come perno del domini.o austriaco nella peni.sola, pete:hè garantiva con Pjacenz::L il passaggio del Po, e s'i11fra,1netteva, come cnneo, tra H regno di Sarùegna, ed il granducato di Toscana, sospetti ai. governanti. austriaci. 'I'utta,via, lo spirito militare del piccolo esercito era stimolato dalla emulazione destata dal pl'esidio a,ustriaco e dall'infilti-amento di ufficiali. e di sottufficiali prornnicn ti daffescrcito imperiale, i quali ne portarOIIO una certa durezzn c1f modi che, diYenuta, abitudine, spesso trasforma.vasi in alte1·i gfa dei graduati ·verso i borghesj ed in inF:olenza dei soldati verso la ciltadinanza . Quando la Reggenza prese il gover110 dovette frenare i ~olda,ti, tra.nquillizzare le popolazioni, licenziare gli ufficiali e Roldati austriaci esistenti nelle file dell'ese1·cito, autorizzare il co~ mandante di esso, col onnello Pettinali, ad espellere i cattivi soggetti fodisciplinati e turbolenti, imprimere uno spirito nuovo in coloto che vi rimanevano. Ne risultò la ridur,ione dei due battaglioni da dodici ad otto compagnie, di cui sei dovevano form::ire il 1° battaglione cli linea, destinato a prender parte alla gnerra d'i.ndipend.enza, e le altre due rim::mevano in Parma co me deposito per ricevere gli arruolamenti e per tutela dell'ordine unitamente alle guardie nazionali. Mancavano fu cili a percussione, mancavano anche fucili per l 'arma.1Itento .delle gna,r die civiche, siccbè furono spediti n, Torino, a Livorno, n. :Modena, cittadini a.cl acquista,r ne; furon coro- · perati i cavalli per mettere in assetto di gnerra 1111a sezione di artiglieria ecl infine il 18 D,prile fu messo sul piede di guet'ra il battaglione di linea, m.cntre il governo provvisorio. sostituito i.1 12 aprile a quello àell::i reggenza, nello stesso giorno, per mezzo -
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IL CON'l'INGFJ!'s'l$ PARME:NSE
dei due inviati Pietro Torrigiani ed Ernesto Belli, offriva al re Ca.rlo Alberto quanto lo Stato poteva disporre di forze milita.ri. Le truppe destinate a prendere parte alla guerra d'indipendenza partirono sotto gli ordu1i del colonneilo Francesco Pettinati nella mattina del 19 aprile, avviate a Casalmaggiore, Piadena e Goito, ed arrivarono a Piadena il 20, forti di 1026 uomini, di cui 180 disarmati. 'l'ra tali truppe figurava una .colonna, di 200 guardie nazionali, delle quali aveva il comando Eugenio Leonardi, non eh è una sezi.one di artigli.eria ed un po' di caval . lerfa. Rsse proseguirono per Volta ove arrivarono il 23 aprile e furono assegna.te alla 3a Divisione dell'esercito piemontese colla quale fecero la cà,mpagna in soRtituzione del 15° reggimento fan tcria rima.sto in Savoja. Cosi, con i contigenti degli eserciti alleati, agli 88 pezzi di artiglieria dell'esercito piemontese avrebbero dovuto .aggiungersi : 1 ba,tteria di 8 pezzi dell' esercito napoletano; 2 batterie e 1/2 (H; pe:r,zi) dell'esercito pontifido; una batteria di 6 pezzi dell'esercito toscano ed una 1/ 2 batteria di 4 pezzi dell'esercito modenese: in totale 34 pezzi. ,Però il 20 aprile di questi 34 ·pezzi erano disponibili soltanto : una batteria di 6 pezzi dell'esercito toscano, due batterie pontificie (12 pezzi) e due pezzi dei modenesi: in totale 20 pezzi. Due pezzi <lei modenesi non erano a,ncora, giunti; mezza batteria, romana, (4 pez:r,i) colle guardie civiche e coi volontari romani erano a · llolog·na ,; la batteria napoleta,n a (8 pez. zi) era, ancora in marcia lungo la, marina adriatica e non avrebbe potuto essere a Bologni:i, che verso la fine di maggio.
Per quanto riguarda la 'l'oscana., il 1° agosto le truppe da Piacenza furono inviate sul margine del Po, a,llà destra del ponte per proteggere il passaggio della Divisione sarda comandata dal generale Seyssel D'Aix e qui ndi distruggere il ponte stesso. In quella occasione, dice il De Laugier ·: « Con una rapidità senza pari i miei ottimi cannonieri, diretti dal bravo Contri e dagH altri eccellenti ufilziali, costruiJ·ono ingegnosamente due bel, le batterie sull'arginaturà del Po. >). -
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lN 'l'OSCANA
Così :fino alla fine della campagna le truppe toscane contribuir ono con perizia e a,rdimento ail'eroica lotta del piccolo Pie monte contro il potente Impero Absburgico. Un particolare notevole da rilevare è che, p ur durante le cure e le preoccupazioni della guerra,, si pensò a cambiare le divise, specialmente per togliere lor o il carattere austriaco ~he vi predominava e renderle più somiglianti a quelle piemontesi. Durante la breve campagna, le autorità territoriali t o8cane cont inuarono a curare feffidenza delle t ruppe mobilitate. Per quanto riguarda l'Artiglieria, troviamo, in data 21 aprile 1848, una «Istr1,1,.zione per gU Uff'icfo,h d' A.rtig lforia che fanno parte deW Armata cl-'lta,lia )), compilata dal maggiore Ponticelli, ·oggi conservata manoscritta nel R.. Archivio di Stato di Firenze. I n essa si trovano norme per : Comba,ttimento e battaglia - Attacco -e difesa d'un villaggio - Posto trincera,to - P a,ssaggio di un fiume - Esecuzione del fuoco (Non t irare a palla o a granata al di là delle 500 o 600 tese, a mitr.agli11 aI di là delle 200 tese) - Disposizi.oni delle riserve - Rimpiazzo delle munizioni Marcia retrograda - Dispo~izioni dopo i fatti d'arme. Da altri documenti conservati all'Archivio di Stato di F irenze risulta. che il 15 giugno 1848 fu. approvata l' ordinazion e alla R. F onderia d 'Artiglieria di Napoli cli. 3 cannoni-obici da , 24 da campagna, e si decretò che l'Arsenale di Livorno procedesse alla fabbricaziene degli affusti. I n data 8 luglio 1848 fn stabilito l'organico e il costo clel materiale di una batterià' da, montagna nella seguente misnl'a: Ohlci da 8. G Affusti (dei quali m10 di ricambio) . 7 Cassette per mumz10ni 54 Cassette per utensili degli operai ' 4 ' J, Fucine Basti còmpleti e bardature 4G Costo t otale del materia.le L. 14.128 Uomini 104 . Muli 57. Nell'ottobre del 1848, in seguito allo svolgersi di eventi che ebbero ripercussione in tante plaghe d'Europa, il Granduca formò u n ministero che si disse democratico, la cui presid enza fu a>Ssnnta da Montanelli ed ebbe a ministro degli interni il Gu er-
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IL MINISTRO D', \YALA
razzi. Da questo Ministero ·n comanclo delle milizie toscane fu affidato a. Mariano D'A.yala, napoletano 1 uomo di grande cultura, giù. insegnante di Artiglieria alla N unziatella, ma che pet. il suo ca,ratt~re mite e per la sua stessa. forma di mente e di coltu-
Fig. 117 - Mariano D' Ayala. (da Il Risorgimento Itaiiano di Rinaudo. Edit. S. Lapi, Città di
Costanzo Castello):
ra non era forse adatto a ricoprire la, carica di Segretario di Stato per il dipartimento della guerra. ~ruttavia nei pochi mesi cli permanenza al potere, egli portò utili j_nnovazioni e modifìca.zioni opportune àll'ordinamento delle truppe. Varia,ndo alcune norme disciplinari e introducendo un nuovo codice di procedura penale militare, cercò di influire direttamente sull'animo dei soldati e degli ufficiali. Sostam:;iali cambiamenti egli introdusse nell'organizzazione d,eJ comando, abolendo il << generai .comanclo militare ))1 le cui at-
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J.848 -
IN '.rOSCANA
tribuzioni furono assegnate al Minfstro stesso, coadiuvato dalFlspettore generale delle .armi di linea (carica che fu assegnata allora al De Laugier), e da.ll'Ispettore generale delle armi speciali e degli istituti di educazione militare, a coprire il quale posto fu chiamato il generale Conte Luigi Serristori. L'Artiglieria era ancora retta dall'ordinamento del 30 giugno 1847 che la costituiva in un battaglione formato dallo Stato Maggiore e Stato Minore, due compagnie scelte e sei compagnie di centro. Ogni compagnia aveva tre ufficiali, le compagnie scelte 89 o 90 uomini di truppa, le altre un numero variabile da 124 a 165. · Con decreto sovrano del 7 dicembre 1$48, su proposta del D' Ayala, l' ArtigUeria fu costituita su di un reggimento di 16 compagnie, che formavano un battaglione da, campo e uno da .Piazza. Le otto compagnie da campo·era110 destinate a servire quat. tro batterie formate di cannoni da 6 e di obici. Ogni batteria doveva esser posta su otto pezzi con altrettanti cassoni. Il bat taglione dft piazza; oltre i cannonieri, doveva comprendere i minatori, gli zappatori e le maest:ranze. Comandante del reggi.mento doveva essere un colonnello, e direttore del materiale e degli stabilimenti un tenente colon~ello. Il :à-finistro poi, per cura.re l'istruzione dèll' Arma, fece compilare alcuni nuovi reg.olarn.enti che furono puhbHcati l '. anno seguente. Fra questi. rilevia,mo: un « Regolamento per le manopere di una batteria attaccata, un'Istruzione sui" servizio deHe bocchè da fuoco (ca,nnoni da 12, 8, 6, 4, libbre; Òhice da 24 libbre) )) ; e le «Istruzioni speciali per gli artiglieri conduttori)). Bisogna p·erò tener presente che, anche prima dell'assunzione del potere da parte del D' Ayala, il Governo si era preoccupato di ricostituire e aumentare la, quantità del materiale d'artiglieria. Difatti troviamo all'.Archivio di Firenze un'ordinanza, in data 29 settembre 1848, per la costruzione di 14 vetture, in rimpiazzo di a,ltrettante cadute in potere del nemico durante la guerra. Di maggiore importanza poi sono i documenti ché provano l'esistenza di trattative, fino dal 26 settembre, fra il Governo toscano e quello piemontese, perchè questo for. nisse le milizie toscane di armi piemontesi Il cartéggio esistente all'Archivio di Stato di Firenze ci -
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FOfCH'l'URA Dl ARTIGLtmnm
intorma delle varie modalità : il 26 settembre 184S il :Mini~tro della guerra in Toscana invita, il generale Luigi Serristori a reea,r si in Pjemonte per cc corredarsi di lumi e d'istruzione delle cose pra,ticate in quel Regno riguardanti la parte militare per poterle all'uopo applicare all'armata Toscana)). L'otto ottobre delJo stesso anno vien mandato a Torino il maggiore P onticelli, il quale cc si informerà dei sistemi di artiglieria, t~ procurerà cli 1·endersi conto dei nostri sistemi onde possa, f,a rsi scelta dei cangiamenti che occorreranno in quell'arma. Importa pure cbe ella, procuri elle la, R. Fonderia di Torino assuma l'incarico di git tare un obice in rimpiazzo di qnello perduto a Monta~rn,r a )). Il 2(3 ottobre 1848 venne stipulato n contratto fra il Serristori é il ministero sardo per l'acquisto entro un certo tempo di 18 cannoni d.n, (3, e 6 obici da 32, più un affusto e un cannone cli ricambio : tutto da pagarsi con bronzo di vecchi cannoni. Il trasporto doveva avvenire mediante il bastimAnto cc Il Giglio)) e difatti il primo dicembre si ebbe avviso clrn cc Il Giglio)) era, arrivato a Genova,. Quest{ ca,n noni erano cli bronzo, modello 1844, con alzo e mira cli bro1rno; gli obici da cm. 15 (da, 32) erano pure di bronzo, modello 184:4; così dicasi delle a,l tre vetture munite di ruote a cerchioni. L'll dicembre venne Fordine di trasportare a li'ire:nze tale.. p;rima batteria, e nel mese stesso Yenne contra,ttata la seconda batteria. di !'Jei cannoni e due obici, che giunse a Livorno il 7 febbraio 1S49. Venne poi or~ina,t a una terza batteria per la, quale il Ministero sa~do fece qualche difficoltà; p:ta, avendo il governo toscano officiato direttamente il D'Azeglio e il La Marmora, anche questa venne concessa. Essa, era costituita da bocche da fuoco eguali a quelle cl.elle precedenti; se ,n on chè « al di sotto del loro bottone cli culatta sporgevano due occhi nei quali veniva innesta,ta, per mezzo d'una, .c hiavarda la, testa di vite della punteriit )). Il prezzo cli codestè bat terie ,·ariò dall'una, aH'altra oscillando fra 13500 e 19800 libbre di bronzo. · Volendo formulare un giudizio sintetico sull'azione dell' Ar- . tigliel'ia toscana nel 1848, si può dire che essa compiè atti di grande valore e si mostrò dotat~ di nobile spirito di sacri:fizi'o, - .-t35 -
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XEI TERRl 'l'ORI DELLA CHIESA
ma neauclle tale anno drammatico e fatidico potè lasciare una note,,oJe impron ta nello sviluppo dell'Arma , il quale sviluppo necessariamen te risen tiva delle caratteristiche dell'a.mbiente e dr.ll'epoca: da un lato un Prin cipe · pacifista, ondeggiante fra la sua naturale bontà e la paura tan to dell'Austria, da cui dipendeva, quanto del popolo nel quale si facevano strada i concetti di i talianità e di libertiL; dall'a,lti-o lato una massa entusiasta delle nuove idee, ma priva di preparazione militare e, anche, dj vero spirito militare. Nel complesso, quindi, un ambiente ehe meglio si prestava a manifestazioni popolari e a raccolte di truppe improvvisate, elle non a organizzare e perfezionare ope· · razioni di guerra condotte con mezzi tecnici. ~:- -:i-
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Dopo gli a vvenimenti (lclla pl'imavera clel 1848 lo Stato della Chie~,1, OYC si aves~e ,·olnto fare la guena con t ruppe frescl1e, non a,veva disponibili. artiglierie da, C'ampo perchè le due nuove ba"tteJ"iP p1·escritte dal l'ordinanza del 21 rnal'zo si anclaYnno formando con una, len_tczza, esa sperante . Difatti nel mese cli giugno la 2• batteria non possedeva che 82 uomini appena vestiti e pri.vi d' arma,mento, e tre cavalli, sicchè per muoversi ne ebbe 65 dal Corpo de11a P rovfanda. Ma sopratutto importa i1otare che tale batteria era ancora senza pezzi. pc1'<.: hè il 1 O luglio avYerlivu no da .Bologna che quel giorno era giunto il tene11te Salimei con n.rtiglieri indigeni che avevano portato 4 pezzi d'artiglieria ~Llla 2a batteria di nuova formazione. Il 23 luglio questn batteria rinforzata dalla l" compagnia. con uomini e cavalli, e dalla 4"' compn gnia,, partiva per F erram forte cli 104 uomini, 72 cavalli ed armata di 2 cannoni da 9, e 2 obici, con 8 C!lrri. Qne.sto movimento va messo in relazione col tentativo d'invasfoue austriaco compiuto daHe truppe della brigata, del generR,l e Lichtcnstt=>in che nella notte dal 13 a l 14 lngli o avevano ud un tratto incominciato a passare il Po, giungendo a Fel'rara . ove, dopo aver imposte alcune condizioni per il loro vettova-
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0IW!NA1\(EN'l'.0 UELL' AH'l'IGLI!lJRIA
gliamento e per quello della guarnigione a;ustriaca della fortezza,, nonchè in merito alla· sorveglianza che si esercitava alla guarnigione medesima,, si ritirarono nuovamente al di là del Po. L'energica protesta del governo e le disposizioni da.t e ai presi.dii delle provincie minacciate per -opporre la maggior resi Rt~nza, incitarono nel popolo il sentimento di· respingere éoll a forza l'invasi0l1e straniera : a Ferrara si costituì sott-0 la presidenza del pro-Legato un Comitato, di cui fece parte il mag· giorc Lopez d'artiglieria, che propose al governo misure d'urge11Za. Inta,nto; dopo che furono messe fnori comb:1ttimento le trup pe ca,pitolate a Vicenza ed a T reviso, il Ministro delle Armi, principe D-0ria, intese cli conc1·eta1·c 1111 ampliamento élell'orga· ni.co degli indigeni nomin ando u.na speciale Commissione, la cui pre~icl.enza, venne affi.data al conte Campello e cli cui faceva parte il colonneHo Stewa,rt, com:rndante del reggimento cFa,r tiglieria. Lo stato organico dell'artiglieria porta la data del 25 luglio e fu presentl~to t1uattro giorni dopo da,l conte di Campello al Consiglio · dei Depnta,ti. . Secondo quel progetto cli riorclinarncnto , l'artiglieria, avreb- · be dovuto essere costituita di un reggimento di 4 brigate con gli stati maggiori per personale e per materiale. La 1,~ e la 2• brigata avrebbero dovuto costi.tuirsi. con 8 compagnie da, pia.zr.n, e;on un conveniente mùnero d 'a,rtiglieri a.cl.detti a.gli uffici cli maestranza e di artificieri; l?- 3" e la 4a avrebbero dovuto, invece, costituirsi con 5 batterie da, campagna (mm, delle quali, in segùito, poteva esser e ridotta a batteria a cavallo), e con 1 batteria da posizione. Ciascuna batteria sarebbe stata armata con 4 cannoni e 2 ohi.ci, comples8iva.meute quindi 24 cannoni e 12 obici. Tntto il reggimento, infine importava 1785 uomini e 1080 cavalli. Un altro progetto di mobilitazione immediata di 12 mih uomini della, Guardia Civica fu discusso ed. approvato senza ritardo il 22 luglio dal Consiglio dei Depu tati, mentre gli avvenimenti di un'invasione austriaca stàvano per incalza,re . In questo progetto le spese d'impianto per vestiari e per il completamento del ma teriale de~l'artiglieria civica di Roma 'e -
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.l\EJ TEHRl'l'OlH DELLA CHIESA
drll~ du.e sezioni di Bologna e di. F errara venivano calcofate in scudi 2nl mila, e nella seduta del 2 luglio si rius~i a fare approvare fra altri speciali Corpi civici, an che la costitmdone di quello dell'ar tiglieria. Ma intanto che si discuteva e si studiava, maturando a difesa <lello Stato ·provvcdimen ti straordinari e d' urgenza, lo sfor · tnnato esito toccato all'esercito piemontese sui campi di Lombardia, spingeva. gli Austriaci a compiere l 'occupazione degli' Sta.ti Romani, per impediTe una nuova ripresa delle armi. Stante la grnvità della situazione, il )[inistro delle Armi, il 31 luglio, annunziò che coll le truppe partite per la frontiera marciavano anche le due batterie da, campagna stanziate nelle Legflzioni, ment1·e dn e i:Lltre batterie si 01·gani¼zavanò a Roma. Gli austriaci intanto comandati dal generale v\'el(len varcavano il confine ed avanzavano da Bondei10, per Cento. A sua. volta il comandante austriaco della fortezza di Ferrara, alle ore 6 antimeridiane del a agosto (< aveva mandato un dispaccio al pro-Legato Lovatelli, col quale dom andava.gli se t ene.13se S. M. l'Imperatore com e amico, o come nemico. Nel primo caso desse ordine a tutte le tr uppe non capitolate a, Trevi so e Vicenza, stanziate in li'errara: di uscire nel tc1·miue di nn'ora. ; nel secondo caso avl'ebbe dalla fol'tezza stessa incomincia,to, dalle JO, a bomb_ardare la città». P el' questa ragione la, 2• bn,tteria, coman data dal capitnno Lopez, prima, d.i mezzogiorno fu meS8a in partenM per Lugo . La, maggior parte delJ e truppe austriache, alle G del mat tino del 4 agosto, era passata fuori Ferrara. e soltanto 1300 nomini t1·nnsitarono per la città dirigendosi sopra Bolog11a, men· tre si deddeva che le tr uppe pontificie, che avrebbero dovnto oppori;,i H,ll'invasore, si dovessero concentrare in Cattolica, q nale punto di maggiore importan1,a strategiec1. Con le altre truppe· partirono quindi pe1· la Romagna la batteria estera, la Rezione civica romana, e l'artiglieria bologn<>se; in tutto una ventina cli bocclle da fuoco. Frattanto il nuovo M:inist1·0 delle Armi, conte, Campello, spiegava attiv~J opera, di organiizazionc militare e, mentre in viava H maggiore Ludovico Oa,landrelli in Piemonte, per ot.tenere armi portatili, batterie cli rachette, e due batterie cla cam-
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GLI J\\' \'ENIMEN'.CJ DT BOLOGNA
po, dichiarava c01·aggiosa,mente nel Consiglio dei Deputati de] 7 agosto, che il Ministero era dispostissimo a fare la guerra. Il nemico però, il giorno 6, m,e ntre stringeva Bologna, ed entrava in. trattative con le autorità della. città, pe1· la sua tracotanza spinse agli estremi l'esasperazione del popolo il quale, sollevatosi nel pomeriggio del giorno 8, in un'epica lotta alla. Montagnola, con un solo vecchio cannone armato in fretta dagli artiglieri civici bolognesi, lo sloggiava dalle po:rte della· città, prl'ndendogli anche alcune bvccbe da fuoco. . Nel timore che gli Austriaci ritornassero all'attacco, il proLegato conte Bianchetti sàisse d'urgenza. la ' stessa sera al Governatore d:Imola, 'scongiurandolo cli' :l'ar ripiegare le truppe, se ve ne erano, e di t rasmettere, in ogni .caso, a Forlì, lo stesso or<line : in conseguenza il colonnello Zuccari disponeva la immPdfata partenza dei vari reparti che non avevano capitolato , tr~" cui la 2' bat teria da. campagna. Altri rinforzi non tardarono ad arriva,re: il 10 agosto parte delle trnppe e delle artiglierie, provenienti <ìai Pesaro, da Rimini e da Forlì, era,no già rientra.te a Bologna. A Roma, intanto la Commissione per l'organiÌzazione del l'Armata nella tornata dell'll agosto (relatore Manzoni) presenta.va. al Consiglio dei Deputati il seguente rapporto sulle ..artig-lierie disponibili : <<Colleghi: La Commissione da voi incaricata dell'esame del pi.ano organico dell'armata, nel riferire sopra quella parte di esso che riguarda la provvista clel materiale, e l'allei:;timento clelle ambulanze e del treno i;>er i trasporti, vi pose sott'occhio la necessità cli venire con sollecitudine all'aeqnisto del materiale d'artiglìeria, e metterlo sollecitamei1tr~ in pronto. Voi, nf'lla passata tornata, foste compiacenti di aderire alle proposte da lei fattevi. Ora rincrescendo· alla mèclesima qualsiasi rital,'do e morosità sopra un argomento di tanto interesse, sentendo d'altronde che il Governo non aveva poi tutto quel clif.etto di artiglieria, che si volevn far credere, il signor deputalo Torre ecl il sottosc1·itto t·elatore 1:1 i assunsero l'incarico _di verificare il numero, l! la condizione dell'artiglieria. di cui il Ministro può disporr<~ nelle nttuali gravissi· nw circostanze; i ncarico tanto più volenWn-i assunto in qu!into che coll'esaurimento di esso, forse ne può derivani cli far conseguire all'erario non indifferente risparmio. Le nostre ricerche, o Colleghi, hanno sortito esito più felice d'i quello che ci era dato sperare. Siatene voi giudici, o Colleghi, dalla esposizione cbe viené a farvene la Commissione, la quale se non altro inte~de di darvi con ciò prova della infaticabile premura, elle pone in oggetto di tale rilevanza.
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NEI 'l'rntutITORI 08LLA CHIES A
Ecco in succinto lo stato dell'artiglieria attualmente disponiblk, o ad essere con proutezzn facilmente ed utllmente cllsposta. - Batteria estera com pleta cla S (li sei Cnnnoni e clue Obici. - Batteria indigena cli egual calibro di soli cinque cannoni. avendo perduto il sesto nella mal sortita ricognizione delle Castrette ,icino a Treviso, e cli due obici. - Una batteria cli sei cannoni dn 12, venutn da Piacenza, che coi pezzi sopra descritti, trovavasl ultimamenlc a Bologna, e che ora sarà probabilmente a Ila Cattolica. - Una 11'.lezza batterla cla 9 cli clue Cannoni e due obici il cui 11'.lateriale, cassoni e<l affusti, è pronto a partire per Ancona clove sono ·1 pezzi. Così sono ormai montati due pezzi cla 18 cd un obice di oltre sei pollicl, ed è anche in pronto tutto il materiale di questa batteria che si completerà coi cannoni pervenuti tln Comacchio. Oltre di ciò s ui ,due bastioni del forte di Castel S. Angelo ,i sono sei bellissimi Cannoni colnbrinati del calibro di N. 18 fusi a 'l'orino nel 1820, e acquistati clal nostro Governo or son circa 10 anni al prezzo, per quanto ,dicesi, di se. 0000. Se questi v c7,;:i fossero montati e accompagnati dal rclntivo materiale potrebbero comporre una eccellente batteria cln posizione, la quale è stata anche proposta dal Ministero nel piano organico. P iù v'hanno sopra :!li altri due bastioni sei Cannoni da J6 che potrebbero egualmente montarsi, 1 si avrebbe una buona batteria da campo. Non si crecln che, armanclo la 11rtiglierin sovl''indlcala, rimanga sgunrnlto il forte di Cnstel S. Angelo il quale, resta e.'mberantemente nifeso da oltn. venti fra cannoni e colubrine tutte di metn llo, se se ne tolgono quattro pezzi di f.er.ro. Diciamo esuherantemeute, conoscendo ognuno l'infelice e inopportuna posizione di questo forte, clominata (la molte altu re. Dal suespo~to rile,ereLe che sono disponibili, e possono in breve tempo facilmenle disponi, circa quaranta cannoni e oLl'o obici. Quando però si volesse acconsentire al proposto armnmento dei suinclicntl pe,,;zi sarebbe necessario ampliare i locali e le officine tropp9 ristrette per accogliere lavoratori ed opcrnl :1' sufficienza per il bisogno. Nntnralmentc d!f:litlentt cli una opinione, che esterniamo con trepicl anza, siamo noi primi a clesiclernre che questo progetto sia sottoposto al pote1·e di giudici competènti, cioè di esperti utllclali d'artiglieria. Provosta clella Oommissione
La Commissione propone che sia esaminato l'artiglieria cli Castel S. An gelo, e specialmente !a botteria piem(\ntese cla 18, per vedere se essa possa attualmente servire per unn batterla da posizione e specJìrsi al campo trincerato di Cattòllca ».
I n r elazione a q 11c5;ti provvedimenti il 17 agosto in Rimini al comando cl.elle ba.tLerie da campo, tenu to dal ma.ggior e Ludo vico Oalandrelli, per il tramite del comando della 3.. T>iTisionc -
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COSTI'l'UZIONID DI BATTEUifil CAMPALI
militare di i-;tanza anche in. quella c.ittù,, perveniva un èlif:ipaccio del Ministro delle Armi in cui era prescritto che le due batterie indigene da campo dovevano avere ciascuna sei pezzi, e dovevano essere fornite di tutte le macchine necessarie a,gli usi di guei·ra, mentre una batteri.a da posizione da organizzarsi in Bologna, si doveva comporre di otto pezzi ed avere tutte le macchine al completo. Ciascuna poi delle dette batterie doveva avere il materiale necessario per i ra,zzi a,lla, Oongrève, e quella di posizione un ,. adatto numero di mortai. Il 21 agosto poi il colonnello Stewart comunic,1va al maggiore Oalandrelli che il giorno 16, sotto la cond.otta del tenente Pallini, era pa.rtit o da Roma, per la via di Ancona, il materiale <li mezza batteria con i cofani pieni di munizioni, per colmare in parte le perdite avute nel yeneto dalla .batteria indigena. Ma a,l lontanatosi il pericolo austriaco alcu.n i dei provvedi· inenti emana.ti, ·come quello della formazione di una batteria da posizione,. non furon.o attuati e gli altri reparti rimasero nelle primitive condizioni. La. 2" batteria aveva nel settembre 4 ufficiali e 76 uomini di trnppa; ma il suo comandante, capitano Lopez la denominava ancora << na,scente batteria». La 3a batteria trovavasi ad. un dipresso nelle identiche condizioni. Gli artiglieri della 1a batteria indigena comandata dal capHano Guglielmotti, nel novembre, in Ferrara, alle glorie della crLmpagna del Veneto , vollero unire superbe prove di valore civico, cooperando efficacemente a spegnere un vasto i ncendio propa,g atosi nell'ospedale civile e militare di quella città, sì da meritare dal Ministro delle armi il seguente meritato encomio nell'ordine del giorno dell'll dicembre : «
Meritevoli di ogni elogio si resero presso che tutti gli Individui della
l" Batteria da campo i~ Ferrara allorchè, disprezzando i più imminenti pericoli con alacrità, intelligenza e bravura, s i prestarono a spegnere il vasto incen-
dio destatosi (nel no,,embre p. p.to) nell'Ospedale Civile e Militare dì quella riazz:1, togliendo esca al fuoco, liberando infermi, isolando l'incendio stesso, dnnclo mano alle pompe, tanto che può dirsi che l'opera di quei generosi contr.ibuì principalmente a miuorare le conseguenze di quel deplorabile disastro. Egli è perciò che il l\Hnistro delle Armi s ì compiace di fare onorata menzione ìn quest'Ordine d(~lla suddetta. Bntteria da campo, e di rendere dovuto eneo-
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NfH TERRITORI DELLA CB1ESA
mio a quei bravi cannonieri e più particolarmente a graduati ed ufficiali che li dirigevano facendo distinta menzione del tenente Guglielmotti cbe quell!I Batteria degnamente comandava, il quale t almente si espose che ne ebbe bruciati i capelli».
Il ciclo della guerra contro l' Austrfa si era appena chiuso alJorchè burrascosi avvenimenti politici turbarono la vita della capitale ed il Pontefice abbandonava perciò precipitosamente Roma, la, notte del 24 novembre, rifugiandosi a Gaeta. Il conte Pompeo di Oampello nuovamente Ministro delle Armi il 19 novembre, a seguito di tale avvenimento, le cui con seguen7.e si presentavano piene di paurose incognite, emanava, subito '(27 novembre) l'ordine di formazione di un « Corpo d' Armata d'osservazione» diviso in tre brigate, alle quali furono assegnati tre punti di concentramento, con le seguenti artiglierie: Cattolica FoHgno, Spoleto, Rieti Velletri .
{ Batte1fa estera l" Batteria indigena (cap.
Guglielmotti)
{
za Baitteria indigena (ca,p . { Lopez)
uomini 1G5 cavalli. 108 uomini 165 cavaJ_li 108 uo.mil1i 150 c~walli 90 I
Frattanto il Di Oampello preparava tu1 nuovo piano di organizzazione dell'esercito, che rese noto il 7 dicembre, e che, in sostanza, era il progetto già discusso nel Consiglio dei deputati il 2H e 29 luglio decorso, opportunamente ritoccato. Il reggimento d'artiglieria si veniva a comporre di un gran de e piccolo stato maggiore, suddivisi in seztone personale e sezione materiale; di cinque batterie di cui quattro da campo, compresa quella estera, éhe in tal modo veniva aggregata al reggimento· di artigl,i eria, ed una da posizione, aventi ciascuna otto bocche da fuoco, suddivise in P linea ed in riserva, ovvero 2~ linea; di sei compa,gnie da, piazz,1; di una compagnia di pon tieri con il rispettivo equipaggio da ponti e relativo squadrone del treno dei ponti e parchi· d'artiglieria; di una compagnia -
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l!IOI!Dl N.'\MBNTO DELL' ARTlGLIEllIA
:fuori dei ranghi, di un deposito, e dJ una. compagnia di artiglieri veterani. In relazione a tale organizza,zione il ministro Di Oampello il 6 dicembre promuoveva a generale il colonnello Carlo Stewart e gli affidava il supremo comando det corpi facoltativi (artiglie-ria e genio) e metteva a capo del r~ggimento d'artiglieria Filippo Lopez promosso sotto la stessa data da maggiore a, te· nente colonnello. Altre promozioni avvenivano contemporaneamente e cioè a, maggiori: Valati Agostìno, Schiatti Luigi, Calàndrelli Alessandro e Bersant( Carlo. Successivamente, sotto la d.1ta del 2G_gennaio 1849, Lopez Giuseppe e Sartori Gi useppe venivano elevati anch'essi a maggiori e Calandrelli Ludovico a tenente colonnello. L'organizzazione del corpo d'artiglieria sulle nuove basi si focominciò ad attuare il 1a gennaio 184.9 con la, formazione della ba.tteria da posizione e della compagnia pontieri. Il Ministro delle Armi il 12 febbraio annunziava : « C11ra mia principale fu accordare il plù largo sviluppo a quei Corpi che sono oggi considerati, come del principale peso nel successo dei combattimenti, per i quali la forza dell'individuo venne dalla scienza e dall'arte centuplicata. E qui mi piace r icordarvi, che allorquando noi animosi passammo il Po, 'per acquistare non per noi soli, m~t per tutta l'Italia la libertà, pochi cannoni socconevano alle nostre scarse e non ordinate Milizie, nè dell'illustr 1 Cor po del Genio· esisteva che il nome. Os-gi questo Corpo, deposito della militare sapienza, ha fatto e fa di sè splendida mostra. E dell'artiglieri~ tutti : giorni s'accrescono i materiali, e s'avvantaggia l'istruzione, per modo che nel termine cli un mese cinque batterie cou1plete, di otto pezzi ciascuna, potranno esi,ere allestite per la Campagna, ove il Cielo pure ci conceda consolidare : nostri diritti nel sangue dello straniero ll.
Tanta buona volontà non ebbe completa realizzazione nel campo pratico : la batteria da posizione che avrebbe dovuto essere forma.fa da 6 ufficiali e 270 fra uomini e graduati, con 42 cavalli da sella e 230 da tiro non raggiunse mai" la foi'za, di 100 uom:ini e non ebbe mai cavalli. La, compagnia. pontieri, poi, esi stette solamente di nome perch-è non ebbe mai più di una decina, di uomini, ufficiali compresi, e vide mai nè cavalli, nè equipaggi da ponte. · ., Così delle due compa,g nie, q1;1ella di maestranza e l'altra di - - 443 -
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NllJf TliJRHL'.[QRI DIDLLA CHIESA
al'tificieri a-g giunte il 31 mal'Zo JS49, la, ptima uon ebbe mai più di 1 ufficiale e 15 soldati, e la seconda r imase sempl'e in completa. Vicevel'sa furono completate lr clne ba,1teriP indigene da campagna e cioè la 2" e la ga_ La 2" fu poi-tata a 1:37 fra c·omnni e graduati coH 3 ufficiali, e Jn, 3" a, 181 fra, comnni e gradua ti, parimenti con 5 utficiali. Ora, per il coordiuamento clegli anenimenti politici e militari, occone ri corcfa re che alla politica di iutransigcute i-eazione mossa da Gaeta. il popolo, impegnato a difen dere la sua libertà, rispose eleggendo ì suoi 1·appresen tanti per l' Assemblea costituente, e proclamando la r epubblica ·che dichiarava « il papato decaduto cli fatto e cli diritto dal governo temporal~ dello Stato >>. Sir.chè, mentre da Gaeta s'invocava, Jlil1 tcrvento straniero p er la rP-shtnra zione dell'a utor ità, papale, a Roma i preparath-r~ per la difesa, che studieremo in a,l tra pa,rte, si i11 tensificavano, p<>1· respingere la forza con la fo rza. La, batteria, estera 1'8 fe\Jbrafo 1840 venn e~ sciolta e r icostitnita colla denominar.ione di « batteria nazionale» . Degli artiglieri, 78 rima:,m·o in servi½io, gli a,lt.ri si congedarono ed i vuo ti vern1 ero colmati cou uomini pro,cnienti dalla fanteria estera. Il J9 di fcbbrnio il Comitato Esecut.ivo della Rl~pubblica ordinava l'esecuzione di un decr eto dell'Assemblea Costituente~ in cui era detto, · che mentre il governo provvedeva, energica,men te all'eq uipaggjamento ed armamento della truppa , non si doveva toller~,1·e nemmeno ùn giorno cli rita,l'clo per il completa,men · to delle batterie d'artip;lieria, le quali difettavano sopratnt,to di cavalli e per cui bisognava reqnisire. per uso <leJle batteri.e indigen.<! « tutti i cavalli de' così detti P alazzi Apostolici e del 0ol'po delle così elette Guardie Nobili)). Ma un provvedimento cli indiscusso Ya,l o1·c morale f u qnel· lo em1ù1ato il 2G di marzo 184-9, da Alessandro Calandrelli, mi nj~tro interino cl.ella Guerra, concedendo alle maggiori città dello ~tato l'onore di asseg-uare il 101·0 nome alle ba tterie •l'c1:r·U · g1iN·ia. Queste, p1·tLticame1.1t.e, furon o s<~mp1;e <lesig-n ate col loro mHuero d'onl ilw . ma . ciò non pertanto. il seguente 01·<li rH' d<'l giorno che dettò quella. disposizion e, mentre elevò l 'Arma a simbolo di potenr.a ed a fia ccola di italianità, la rese depositaria -
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LJ,; ABTIGLIERIE DELLA GUARDIA CIVICA RO:\:lANA
deDa fede unl:\.nime e concorde che le singole città e per esse il popolo r-iponeva,1~0 nel destino della Repubblica. « Le batterie del nostro Stato sostituiranno alla denominazioue nnnierica (Juella cl.elle principali città della Repubblica, e segnatamente di quelle che furono e sono più benemerite verso la metlesima. E codesta preferenza di onore, lungi clal rinnovar':l privilegi cla municipio, è intesa a vieppiù confonder~ in lill solo desiderio ed unifica re in una stessn opera le diverse citfa sorelle ; e mentre eccita in ciascuna tli esse una emulatrice coscienza dell a propria personaliti1, la diriga a(ì uno scopo co1:111me, sì che la ·comune causa se ne vantaggi. 1'"'errara è una dell0 nostre città che per cospicua ·sventura, longanimità di sacrificio, virile rassegnazione e magnanima fede, va in modo singolare segnalata sulle altre.- Pare che il destino la designasse ad uno strano e tormentoso contatto col maggiore nostro nemico, forse perchè un giorno, · in virtù clE'i compr<~ssi ed im,eterati sdegni , si facesse più forlllidabile quel baluardo dell!l nostra Repubblica. . · È dovere che il tristo fato cli F~!rl.'ara abbia per ora un _qualche ricambio cli mercede. Ed io decreto r.he 1!1 batteria, la quale viene dopo quella cli Ro· ma, pigli il nome di Ferrara. Così le banderuole clelle rispettive trombe avranno a un lato la insegna rer;ubblicana e a un lato l'insegna Fcrrnrese )).
f.../iclea cl.i costituire qua.lch.e nncleo d'artiglieria; per la Guardia Civica,. romana, nacque . dai militi appartenenti alla Guardia stessa, nell'autunno del 1847, che ne interessarono il Comando genera.le, tenuto allora dal prb1cipe Rospigliosi, per il tramite dei coma,ndanti dei propri reparti. Nel «programma>) elaborato in seno al 4° battaglione, per la ra ceoHa delle offerte volontarie, sotto il contro1lo cli un'apposita commissione, per poi procedere ·a,ll'acquisto di un pezzo di artiglieria da, campagna, s'invi favano i militi del battaglione 8tesso ad offrire il loro obolo in misura delle proprie possibilità, manifestando poi il desiderio di appellare il cannone in questione << Mal'te >l a,ppunto dal nome del rione Campo Marzio, ove aveva sede il ba,ttaglione. · La raccolta dei fondi fu subito iniziata, sorretta dalla autorità del principe Aldohrandini, comandante 'di quel reparto, ed il 26 ottobre, il Coma.11do GeRèrale della Gua,rdia Oiviea ne
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KEI Tl:JRRITORI DEJLLA CHIESA
interessava la Segreteria di Stato, perchè, seguendo l'esempio del governo toscano, si fosse ottenuto da Sua Santità la concessione e la facoltà ai militi civici di offrire e raccogliere le offerte per la formazione dell'artiglieria civica, ed anzi, se il denaro raccolto fosse stato sufficiente, costituire addirittma, mezza batteria armata di quattro pezzi e fornita d.el materiale accessorio . I nfine, veniva esposto che un tale 1·eparto, mentre avrebbe soddisfatto il legittimo desiderio dei civici, dovendo poi l'ima.nere di proprietà del governo, accresceva, in sostanza, il materiale artig'lieresco dello Stato, e se ne poteva clisciplinal'e l'uso, in ogni circostanza, come meglio si sarebbe voluto . Ma la proposta, per allora, non incontrò favorevole accoglienza nelle sfere governative. I ntanto nel 1847 qua,l e eco di adesione e di entnsinsmo alla politica della Corte pontificia, - eco che vibrava da un capo all'altro della nostN1, penisola - , un'eletta schiera cli nobildonne genovesi, riunite in Comitato, anelavano raccogliendo, nella loro città, offe1:te in denaro, per un dono alla Guardia Civica di R.oma; ed il Console Pontificio a Genova il 24 ottobre avvertiva. il Cardinal Camerlengo, che si era già raccolta una certa somma, « in occasione del solenne Triduo . che a cura di alcune persone riuni te in tante spontanee sottoscrizioni» aveva avuto luogo nella chiesa dei R. P. l\Li Osservanti. Con tali quattrini, pare, si pensasse, dalle Dame genovesi, di donare le ba,ndi.cre ai vari reparti della Civica di Roma, ma. poi invece si mÙtò idea preferendo offrire due ca,nnoni, con che si aderiva di buon gra,do al consiglio pratico e fiammeggiante di amor patrio del barnabita bolognese Padre Alessandro Gavazzi, che da Roma, e con irruente eloquenza, tuonavf:L la guena contro lo straniero per l 'indipendenza nazionale. I cannoni per il dono· alla Civica di Roma, forniti del corredo necessario, furono commissionati all'Arsenale. cli Torino, e la « Pallarle >> il 16 dicembre 1847, inneggiando a, Genova,, annunziava, ai R.omani che ~arebbero stati pronti entro due mesi ed avrebbero portati uno il nome cli « San Giorgio>> e l'altro quello cli « Ba.Jilla >>. Ma intanto che nelle officine piemontesi si fabbricavano le due bocche da fuoco, espressione della solidarietà del popolo -4i6 -
IL DONO DI UN CANNONE
genovese con quello romano, Sua Santità, verso la metà del gennaio 1848, accettava l't,fferta di un cannone, per la Guardia Civica clell'Urbe, dal principe D. Alessandro Torlonia, che con questo dono, voleva onorare e perpetuare la memoria del fratello Don Carlo, defunto in quei giorni . .., .
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Fig. 118 - Carlo Torlonia. (dal!:~ accolta in deposito alla Biblioteca del Risorgimento in Roma).
Questo atto del pontefice che aecettava l'offerta di un can, none dal principe TorloTl'ia, preludeva evidentemente alla formazione di un intero reparto d'artiglieria con i cannoni genovesi di cui, ormai, era assicurato il dono. Sicchè qua,ndo con suo foglio del l7 genna,io il principe RospigUosi, intra,t teneva nuovamente e ripetutamente il . Ca,rdinale Segretario di Stato -· '1-47 -
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N~ìl '.rfoHRITORI DELLA Cl3'.IESA I
sulla proposta avanzata, dai diversi comandanti di battaglioni e dimostrando la convenienza di formare mezza batteria d'artiglieria per iniziativa stessa del governo, coll'unire il cannone offerto dal principe Torlonia ad altri che s.i sa,rebhero fatti fab bricare con le somme r:;i,ccolte dalle offerte volontarie, la Segreteria di Stato ema1~ava l'ordinanza relativa col seguente dispaccio del 26 gennaio : « Analogamente a qltauto si manifestò da questa Segi·eteria cli Stato con biglietto del 14 andante n. 573/3 sull'accettazione dell'offerta fatta di un cannone dal signor Principe D. Alessandro Torlonia, in favor e clell:1 Guarclia Civica di Roma, la Santitì, di N. S. ha dichiarato che la stessa Guardia. Civica possa avere una mezza batteria di quattro pezzt dei quali, compreso il materiale, però i'a propriet!t dovrà essere del Governo, esclusa sempre, per l'acquisto degli altri tre mancanti, qualunque soscrizione, c.ome erasi proposto da alcuni capi di battaglione. Del resto con tale esclusione non intènde Sua Santiti che vengaLo impedite per l'effetto _medesimo quelle decorose spontanee oblazioni, che all'uopo volessero praticarsi, all'i nfuori del modo suaccennato. Tanto si partecipa · al sig. Tenente Gener ale Principe Rospigliosi in replica al suo foglio del 24 detto n. 1756
i, ..
Tale disposizione metteva in armonia i desideri dei. militi della Civica di Roma, cli a,vere un r eparto di artiglieria, con le direttive del Pontefice, di non gravare le spese relative sulle loro risorse, e risolvev,a, la situazione creatasi con il cannone offerto dal Principe Torlonia ed i. due pezzi delle Dame genovesi, fa,tti fabbricare a Torino. Il Console ·pontificio da Genova,, il 24 gennaio, comunicava al Cardinal Camerlengo, che tre giorni priina erano giunti ì due canJ\oni fabbricati a Torino, destinati alla Civica di Roma, denomina.ti- il <<Balilla)) ed il «Colombo >>, mentre nello stesso giorno sulla« Pallade>> veniva annunciato ai romani: · '< Sìamo assicurati che il Governo nostro ha accettati li cannoni che vengono presentati alla nostra civica dalle Signore Genovesi. 11 principe Torlonia pure ne regala uno al pr;oprio battaglione sul quale è scritto « Carlo l).
Si rispondeva, in tal modo, a,l sentimento ga,glia,r do del popolo romano che a uspicava, a.lla, libertà ed aU'indipendenza dell 'Italia e di c1ii si faceva porta.voce la stampa giorna,l istica. A proposito dei cannoni genovesi che staiVano per arrivare la « P(illade >> ribatteva con un indirizzo alle donne di Roma : -
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I CAN NOl'ìI Dl•JLL IC DA:MJ,; GlllNOVESL
« Romane! ... .. I Cannoni che le dawe genovesi iu uno slancio di vera italka carità donano alla nostra Guardln Civica son t)resso a giungere fra noi. Bene, quelle generose compresero che meglio cli ogni altro dono, orn il dono che si convenga fra veri italiani sono le armi. Bandiere noi ne abbiamo, e se anche noi ne fossimo privi le troveremmo noi nella nost1·n fede, nel cuor no-
·--, j
F ig. 119 · Principe Alessandro Torlonin. (da l'Illustrazione I taliana. 1 semestre 1886, Miianc).
stro. Ma se questo basta pe1· indicarci il punto ove tutti accorrere nelle ore del pericolo, se basta n opporre ai nostri nemici, qunndo sia d'uopo, un baluardo· di saldi petti, semr,'armi ad altro non giova che n(l insegnare ai futuri che chi ama la patria la copre del sno corpÒ pcrchè orma (li piede ncmicp non profani ht santa sua terr::i. ID ciò noi, quando ogni altro mezzo ci mancasse. fnremmo; cM il grido cbe ora echeggia in Italia è il grido di un popolo risorto : e un po-
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.JSEI TERRITORt DELLA CHIElSA
polo risorto non ceJ.e a soverchiante invasore il suo diritto che colla strage di. sè per assicurarne la vendetta ai nepoti : egli spaventerebbe, anche ~adendo, l nemici. Ma un popolo risorto ed armato, al ftanco di Principi che vogliono la nazionale indipendenza, è popolo trionfatore. Sì, il dono veramente italiano oggi sono le armi: se queste avremo forse niuno farà offesa alla patria nostra, certo noi le assicureremo colla difesa la vittoria. Romane! Le vostre sorelle cli Genova han fatto dono di armi ai vostri mariti, ai vostri fratelli, ai vostri figli, a voi stesse : quali accoglienze. farete· voi a quèsto dono nazionale? Il genio che promosse nelle figlie d'Orietta d'Oria il dono, promuova nelle fi~lie di Cornelia quello del riceverlo, del contracambiarlo. Vi.va le sorelle di Genova, viva la· terra d'Italfa !».
Simili appelli, in un primo tempo, pare che avessero incontrato anche il consei1so e le simpatie di diversi sodalizi e sembra va che l'esempio dei genovesi e dèl principe Torlonia dovessero fssere imitati tanto che la « Pa,llade )) poteva annunzia.re il 29 gennaio che anche la« Società dei Negozianti)) aveva deciso di donair e alla Civica un cannone montato; ma questi entusiasmi dovettero svanire presto perchè ancora sulla « Pallade )) del 12 febbraio si leggeva : _«Gli Israeliti e i cannoni>>: « Noi annnnziammo che la li_beralità del Casino de' Commercianti avrebbe dotato la nostra Guardia Civica di un Cannone. Poco stante nasceva eguale e:mulazione nelle altre società, sicchè davano a sperare che in breve tempo avremmo avuto una intera batteria. Ora è silenzio profoucto in questi casini, mentre i loro soci daì balconi e dalle finestre, siccome dame spettatrici, veggoi10 passare nella sottoposta via immense schiere di popolo frementi per l'armi <~ per la uazionale indipendenza. Sarebbero forse quei soci contrar\ alla difesa armata? Oibò; tutti ardono di pari amor patrio, ma li cannoni non si fanno con l'amore. I più ielanti del Casi.no dei Commerdanti, che non. disdegnano abbandonare le oziose sale e mescolarsi col popolo che fremente . fra yersa le vie, proposero un progetto pel quale tornasse meno gravoso alla società il peso d'un cannone, ed aprirono già corrispondenza colla fonderia di NapoH, onde conoscerne la spesa. E immaginate chi è più caldo per la riuscita di questa pratica impresa'? Due israeliti, Salvatore Tagliacozzo ed Angelo Alatri. Così. essi pagano della propria generosità la superstiziosa ed incivile guerra mossa · contro· gli. Israeliti per tenerli lontani dalla Guardia Civica, nella quale sono pure abbracciati scismatici, maomettani, e protestanti cli ognì lingua e di ogni credenza>>.
Ad ogni modo alcune nobildonne r9mane, animate anch'esse dalla sacra fiamma d'amor patrio, con lo stesso intento di donare qualche pezzo d'artiglieria alla Civica di Roma, si univano in Comitato pe~· la raccolta delle offerte volontarie. La -
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l::lO'ttrroscurzro:--1 b'l(A L0 DAMm ROMANID
Signora .An ua Galletti, il (j ma1·~0, mentre stavano per giungere i due cannoni da. Genova, lanciava un suo nobile appello alle Signore di. Roma., scrivendo: «Sorelle! - Giungono i cannoni clic le nostl'e sorelle di Genova donano alla Guardia Civica. :.\:Iostrlamoci italiane, andiamo ad incontrarli e facciamo che cla noi li ricevano i difensori della patria. Sh1wo ancora in tempo di proval'C cne noi clonne ìtaliane c'infiammiamo t utte (li uguale amore per la terra dt>' nostri padri. Due cannoni ci hanno inviati in dono le donne genovesi sublimi, e due cannoni pl'on·<•diamo noi stesse. L'anonima del « Conte,nvoraneo » c'Invitò a .seguire il suo nobile esempio: rna se l'agioni di famiglia vietano ad alcune cli clisporre ·del propri ornumentì, of!'riaroo alla patria quanto le fnmiglìe stesse lasciano al nostro arblt1·io. Offriamo sì a lei tutto di cui ci è dato disporre; liete del sapere eome, se suoni l'ora clel pericolo, i ·.nostri pii) cari le offriranno colla vita ogni sostanza per sostenerla. Apriamo pertanto una sosccizionc colla qu:ilc sia manifesto che le donne d'Italia sapranno essere forti e che la nostra voce si eleverà sempre 1~er animare vieppiù i mariti, i fratelli, i figli acl averci compagne nella difesa di Pio JX e òelia inclipendenzn cl'Ttalia ».
l~ nei giorni sucC(~ssivi sulla << Pallcide )) veni.va ancora, annunziato che la Signora Galletti « aderendo al patrio é nobile pensiero>> della giovinetta Emma Gaggiotti, ampliava il progetto non solo invitànclo altre amiche per unirsi a lei in Comitato, ma chiedendo anche l'appoggio della Duchessa, di Zagarolo; perchè avesse contribtùto con la sua personalità e le sue aderenze a dare u11 più ampio . viluppo alle sottoscrizioni in · traprese. Collaboravano con la Galletti nei diversi rioni in cui era suddivisa la dttà, le signore 1\1.arietta Gagiati, Vincenza Costa, Giovannina. L<!zzani, Bcatricf. Ronco, Anna Scaramucci, Emili a Cortesi etl Angelina Tittoni . Ma, questa inizi.ativa non ebbe fortuna e non valse ad alimentare nemmeno la speranza di aumentare di un sol pezzo di cannone l'artiglieria della Civica, tanto che la signora Galletti, . pubblicava Ìl 6 aprile un avviso in cui dichiara.va che stan te le particolari circostanze politiche non poteva aver luogo la raccolta, deJle offerte per i cannoni alla Civica. Tirando le somme rimanevano· in bilancio peÌ' l'artiglieria civica, che si andava costituendo, i. cannoni donati dalla cit~à di Genova, e quello offerto dal Principe Torlonia che nel i;en-
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~EI TEilRI'fORI DELLA CHIESA
naio del 1848, ·subito dopo l'accettazione da parte della Corte Pontificia, ne affidò la, fabbrica?1ione alla Fonderia in Napoli. Finalmente i cannoni genovesi battezzati, non con i nomi indicati innanzi, ma con quelli ·c1i « Sa,n Pietro>> e << Pio I X>> furono fatti imbarcare a Genova ed inviati per via mare a Civitavecchia ed indi a Roma, per la consegna· ufficiale alla Guar dia Civica. In quanto alle norme che dovevano regola,r e l'istit11?1ione ed il governo dell'artiglieria civica,, cioè una, compagnia, che doveva servire per allora mezza batteria di pezzi, il comando della Guar(lia Civica elaborò un apposito regolamento che, ritoccato in qua.lche pa,r te dalla, Segreteria cli Stato, fu finalmente approva,t o da Sua Santit.:'1 il 26 febbraio . La Segreteria di Sta- . to con dispaccio dello stesso giorno, dand.·one avviso al Comandante della, Guardia. Civica non ~a,ncava di avvertire che pel << materiale, cavalli ed individui ~L soldo fisso >> che si reputa,vano necessari ·in tutto o in parte, nei limiti fissati dal quadro ,orga,n~co, doveva essere cura del Comandante della Guardia stes. sn di rivolgersi aJ Municipio di Roma .. i primi articoli fis~ava no il materiale della me7,7,a batteria, cioè· le bocche da fuoco che comprendevano tre cannoni ed· un obice, il carreggio, le muni?1ioni ed il corredo degli attrezzi per opera.re; ed i finimentt per il tr;1;ino. L'art. 5° fissava, il quadro del personale, cioè 150 nomini, ivi compresi i 3 ufficiali, con 68 cavalli da tiro e 18 da sella. In un successivo articolo si trattava della formazione organica del reparto, in relazione al tempo; ed infine a, chiudere questa prima parte del regolamento, Fart. 7° stabiliva che vi sarebbe stato un n:fficiale istruttore a soldo fisso , per le istruzioni prntiche. La, seconda parte clel regolamento, composta di 14 articoli contempla:va : l'arrnoli:!,mentò élcl personale;· che doveva essere tratto dai J 2 battaglio1Ù delìa Guardia, Oivica,; dei requisi.ti coltura,li di qgnuno, comprovati cfa documenti, ed in clifotto cli .questi, anche da esami orali speciali, in relazione alle cognizioni 1·khieste, inna,117,i ad apposi.ta commissione, appositamen te deputata per entrnmbi i mandati. Le cognizioni e.be si richie·devano, poi, a se·c onda del grado che si sa,rebbe dovuto rivestire, erano ripartite in tre classi e cioè, per i militi cannonieri e -
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IL PIVRSOi':ALE Dl~LL' AR'.1.'lOLIERIA CIVIC A ROMANA
brigadieri, per i sottufficiali, e per gli ufficiali con la speci:tì.ca che la. patente d'ingegnere sarebbe sta.ta, sempre ·« considerata come un requisito di m~ggiore entità)). Così pme si sarebbe avuto particolare riguardo per coloro che a,vesscro già avuto cogni·zioni ai·tiglieresche sia teoriche che pratiche.
l!'ig. J20 - 1'Jmwa Gnggiotti. (da l
D izionario
del . Ri sorgiment o
Nazio-
n.ctie - Edit . Dr. Fra ncesco Vallar di, Mila.no).
Circa il confertmento dei gra.cli era, stabilito che il capitano comandante della, compagnia sarebbe stato nom_inato direttamente dal Pontefice, mentre per gli ufficiali subalterni, per- i sottufficiali e per i brigadieri si sar ebbe formata da.,l la Commissione una scala di merito da cui., poi., si sarPbbero traW. gruppi di tre nomi, conferendo a,l Pontefice la, scelta clegli uffi.chLli dei relativi gruppi cli quella categoria, al coma,nda.,nte la Guardia Civica quellà. dei sottufficiali, ed infine al Comandante l' Artiglieria quella dei brigadieri. I nfine era devoluta a,l la Commissione la scelta dei cannonieri di prima e seconda èla,sse, sempre tenendo presente la scala ùei va.lori di ognuno. Per gli ufficiali ed i ~ottufficiali era imposta la frequenza della scuola speciale teoretica,, già, stabilita. per le artiglierie (}i linea, oltre alla, scuola pra,tica., alla quale dovevano partecipare -
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NEI '.l'mRRITORI DELLA CHIESA
insiem'è ai cannonieri. Alle nuove nomine degli ufficiali, sottnfficiali e brigadieri si sarebbe provvedu.to ogni triennio e gli antichi potevano essere confermati, sempre che avessero dato prova non solamente di aver frequentato con profitto le scuole teoriche e pratiche, ma a nche di aver riportato il giudiiio di lodevole condotta dato dal comandante; diversamente si sarebbe proceduto all'ammissione di alt~;o personale . secondo le norme precedenti. I militi cannonieri, invece potevano in ogni tempo essere rimandati ai battaglioni di provenienza e sostituiti con altri, se la Commissione, a, seguito di apposito rapporto del comandante della compagnia, avesse riconosciuto in essi poca attitudine nel disimpegno dello speciale servizio artigliere.sco. Per la disciplina degli studi pratici, della frequenza alfo · scuole d'istruzione, degli esami e dei premi ai più meritevoli, veniva stabilita la pubblicazione di un . apposito regolamento. Infine l'ultima parte del regolamento di cui ci occupiamo, contemplava la divisa ed i distintivi degli artigli.e ri civici. Le norme per l'arruolamento furono rese pubbliche con ordine del giorno a s~ampa dell'S marzo, e molti giovani, speciahnen te allievi della scuola degli ingegneri e delle facoltà di scienze fisiche e matematiche, domandarono di appartenere all'artiglieria civica. Tra questi vi fu -un buon numero di perugini, marchegfani e ·romagnoli, studenti in Roma delle predette facoltà, ma per essi però l'ufficio d'arruolamento propose al comandante generale della Guardia Civica di escluderli, perchè lontaui da Roma durante il periodo delle vacanze; si ammise tutt'al più che essi potessero seg·uire le istruzioni, ma senza, essere nominatj artiglieri effettivi, i cui posti avrebbero dovuto essere coperti da romani, oppure da provinciali ma dimoranti a Roma con la propria famiglia,. Proseguendo intanto nel la,vol'o d'orga.nizzazioJÌe della compagnia, il 18 marzo, il principe Rospigliosi proponeva alla Segreteria ~i Stato, per l'approvazione del Pontefice, i nomi di coloro che , avrebbero dovuto formare la commissione, stabilita dal regolamento, per la classifica dei titoli di studio e per gli eventuaJi esami dei concorrenti. in seguito a ciò il 29 marzo il cardiha,le An:tonelli, segretario di ,Stato, partecipa,va al comando della GuÙdia Civica, -
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L ' AHRUOLAMI~iYI'O DIDL PERSONALI]) DIDLLA CIVICA
che il Pontefice aveva nominato president e della commissione il principe Rospigliosi, in forza di un articolo dell'apposit o re-golamento; e componenti di essa: Don Mario Massimo, duca.di Rignano, capo di stato maggiore e comandante di una brigata della guardia civica ; il colonnello Carlo Stewart, comandante del reggimento dell'artiglieria di lin'ea, e poi i professori Nicola Cavalieri, Paolo .Volpicelli, uffì.cìale d'artiglieria e l'abate don Barnaba Tortolini, mentre come segretario la scelta era caduta sul capitano della Civica: Ottavio GigH. Come si vede, per costitui:re · la, commissione furono scelti uomini di valore che davano affidamento di riuscire à costitui1·e un corpo di artiglieria formato da buoni elementi. Gli ulti- · mi tre membri e cioè i professori Oava1ieri, Volpicelli e Tortolini, oltre a far parte col colonnello ,S tewart del Consiglio per gli studi dell'artiglieria di Hnea, rappresentavano ,spiecate perRonalità dell'insegna.mento superiore,. nelle scienze .:fisiche e matematiche, teoriche ed applicate, ed hanno lasciato tracce ben P,rofonde della loro geniale competenza. Così, il Cavalieri fu matematico insigne e professore in Roma, ove fondò la scuola, degli ingegneri, il Volpicelli oltre ad essere . ufficia.le d'artiglieria fu a,nch'egli professore di fisica e di matematica e segretario dei Lincei, ed infine il Tortolini, cult ore profondissimo di queste scienze, e professore anche lui all'Università di Roma. I.n conseguenza però degh avvenimenti politici che incalzavano, essendo sorta la necessità di mobilitare un reparto d'ar tiglieria, il comandante della Guardia Civica, il 28 marzo, con un ordine d.el giorno straordinario inyitò tutti coloro che intendevano di parteciparvi, a, presentare i documenti richiesti, e per quelli che avevano antecedentemente domandat o di servire nelFartiglieria, una dichiarazione se inte11devàno o meno di essere mobilitati. Tre giorni dopo il pri11cipe Rospigliosi presentava alla Segreteria di. Stato un elenco cli quattro persone che rispondeva.no in ordine di merito ai nomi di Torre Fe-derico, Gabet Luigi, Pizzamiglio Pio e Peh·ucci Natale, a:ffinchè da essi il pontefice avesse tratti un tenente in prima e un tenente in seconda per essere destinati al comando del reparto mobilitato. Ed il PoJ,1.tefìce scelse il Torre come tenent~ in prima ed il Gabet come te-
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NWI TERRITORI DELLA CHIESA
nente in seco11da, facendo trasmettere all'ind.om,ani, dalla Segreteria di Stato, i relativi brevetti. E videntemente costoro erano designati a coprire i quadri organici della, sezione mobile che, armata coi cannoni genovesi, doveva ìna.rciare per il teatro delle operazioni. /
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« n Oonte-rnvo1·aneo » nella sua edizione del 1 aprile, si diceva lieto che la sezione dell'artiglieria civica « composta di eletti giovani per la maggior
parte ingegneri e studenti di matematica>> era stata affidata al suo collaboratore Federico · Torrti « giovane ardente d'amore per l'Italia>> e che tornato troppo tard i da Napoli non si era potuto aggregare alla prima spedizione.
Gli. artiglieri civici durante il breve periodo tra l'arruolamento e la partenza per la guerra si esercitavano in Castel 8. Angelo, e nella «Pallade)) del 13 aprile si leggeva: e< • • • • e già in pochi giorni hanno appreso t:rnto cla parere spertissimi cannonieri e cla superare ogni aspettativa degl'istruttori ».
La costituzione dell'tLrtiglieria Civica dovette però generare una, qualche · gelosia nel corpo degli' artiglieri regolari e ne q,ccenna lo stesso giornale là ove si dice: ,, Noi facciamo plauso a quella brava gioventù; e desideriamo che alla loro buona volontà, ed alle cure del benemerito 'Signor Generale Duca di Rignano, rivolte alla loro istruzìone non oppongono ostacoli le invidie degli antichi artiglieri. Cessino una volta queste arti indegne di chi porta l'onorata divisa militare e vi sottentri una sincera e durevole concordia, quale si adclic<~ tra leali patrioti, tra buoni frateìli d\mne ».
P e~· mettere in movimento tale Sezione d'Artiglieria Civica, che avrebbe dovuto partecipare alla guerra contro gli Austrtaci, i cavalli del treno furono donati da diyersi· gentiluomini romani é secondo la cc Pallade J> del 21 aprile così ripartiti: 2 d.a.l cardinale Altieri, 2 dal principe Rospigliosi, 2 dal Duca di Rignano, 4 dal marchese Patrizi, 2 dal cluea, D. Marino ·T orlo· nia, 2 dal principe d:i Piombino, 2 da D . Baldassare Bnoncompagni, 1 dal duca Salviati, 2 da un Anonimo, ·2 dal principe Borghese, 4, dai fratelli Senni, 1 dai fratelli Cortesi, 2 da Achi1 . le Bussoni., 1 dal marchese del Gallo, 1 da Gioacchino Leali, 1 dal Barone di Castelporziano, 1 dal marchese Sacchetti, 1 dal duca lfraschi, l da G. B. Grazioli. · Questo elenco, però, non annota due ca.valli, clonati 11110
MATEUIALr E CAVALLI OI'JLLA CIVICA
per ciascuno dai signori Silvestrelli e dal marchese Oalabrinì, come risulta da un elenco esistente nelle carte delle artig'lierie civiche, conservate all'Archivio C11pitolino, mentre in base ad altro elenco, che si trova nelle stesse carte, la differenza consi· ste nel fatto che i due cava.Ui di D. Baldassare Buoncompagni e quello del barone di Oastelporziano non sono annotati e ne figura.no poi ·4 del principe di Piombino, di èui 3 consegnati, 2 dei SHvestrelU. invece di uno solo, due dei. Grazioli di cui .uno venduto, ed ancora ~rnò venduto del cardinale Altieri. Ancora a proposito del treno dell'a:etiglieria civica la «Pallade)) del 27 marzo pubblicava, · che il .Sacro Collegio dei Cardi· nali, offriva, i propri cavalli, a scelta del colonnello Stewart. I conducenti per il treno furono presi dalla classe dei postiglioni o cocchìeri, ciascuno con l'assegno giornaliero di baiocchi 35, ma dal momento che la sezione fu mobilitata e passò a carico del Ministero delle Armi, che dava per costoro solamente 20 baiocchi, per completare i 35 fissati, alcuni gentiluomini romani si offrirono di c.o ntribnire per t utta la durata della, campagna, complessivamente con scudi 75 mensili così :r ipartiti:· scudi 15 il principe Rospigliosi, 12 il principe D. Filippo Doria, 12 il principe D. Marca11to1ùo Borghese, 12 il duca D. Baldassare Buoncompagni, 12 il duca, D. Massimo Torlonia. e 12 il duca di ' Rignano . Il ma,t eriale sappiamo che si componeva, oltre che .dei due cannoni donati dai genovesi, di dùe cassoni ·e di un carro a ridoli costruiti in Roma dal tenente Rota dell 'ar tiglieria di lÌnea. A queste i.;;pese di formazione, come del resto per altre delle mi· lizie civiche, co1itribufrono i cittadini con offerte volonta.rie. Anzi, a proposito, diremo che fu creata addirittura una « O~mmissione delle oblazioni volontarie per l'arma.mento )) e nel manifesto lanciato al pnbblico il 24 marr,o, questa assunse l'ob_bligo di versare l'ammontare nelle mani di S. E. il principe Aldobranclini, allora Ministro delle Armi, perchè << fosse erogatò .i n pro' delle nostre Legioni. combattenti per la santa. causa dell'italia,n a indipendenza)) . . Pubblicava « il Oonternporaneo )) all'indomani della parten.za da Roma:
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« Ieri partì la mèz.z a batteria coi cannoni r:egalnti dnlle donne GenoYesi al-
a~ tanta nullità che si è <1c.vuto improvvisare ogni cosa. 'l'utto mancava ; è bisognato rivolgersi alla generosità clei cittadini, nè questa ha mancato ai suoi cloveri. , Sforno in obbligo nel tempo s tesso di tributare i dovuti elogi ali' Artiglieri ii cli linea che, con tuLto lo zelo e il più grande interesse, s'è prestata all'armamento ed ·aua istruzione dèlla artìglierla civ.ica. Una vera fratellanza si è m:rnifesfata fra questi due corpi, e gli artiglieri civici ne serberanno una inclelebile memoria. Il generale duca (li ltignano non dev'essere passato sotto silenzio, perchè ;;:i deve in gra'u parte alle sue cure indefesse, ai sacrifici che egli ha fatto della sua persona e del suo d.enaro, se fu possibile com11Ietare l' armamento del' .\'iirtiglieria civica, e ins~eme qu~ nto altro è stato ·necessa rio per avviar e le legioni ai confini.. .. ii ecc .. la ciYica romana. 11 nostro materiale cU guerra era
Lungo il viaggio vérso l' Alta Italia gli a,rtiglieri civici; come del resto tutti i militi dei corpi armati, si ebbero accogliem:e addirittura trionfali dalle popola,zioni. Nel <~ Bitllettino Uni1ie·rsif:rwfo )) riportato dalla << Pallade)) del 22 aprile è scritto : « Essen<'.l.o gli Artiglieri Civici quasi tu tti nostri compagni cli Studio, ci crediamo in dovere òi clare le notizie cli loro e perciò pubblichituno un:-t lettera clirèttaci da un artigHere studente». E la lettera clì D. D. A., datata il .19 aprile cla Civitaca::;tellan:J, a proposito clell'accoglienza di quella popola?:ione. cliceYa : « Con assai belle dimostrazioni ci hanno ricevuti questi ottimi cittadini. Al nostro entrare siamo stati salutati da re!)liCati colpi cl i mtìglitiria, da evviYa e cla suoni di banda. Diille finestre piovevano fiori. La città era tutta in movimento. Iersera, iu unione agli artiglieri del Forte e cli questi otti. mi cittadini, abbiamo percorso la -città con bandiere, cantando cori a suon;> di banda. Questi bravi Civici·, ci hanno alleggerito il sel'\'igio, ment re clur:rnc,, il giorno essi fanno la sentinella ai pezzi e ai carri i>.
· Oil'ca le vicende belliche di questa artiglieria, come di tutte .le a,ltre artiglierie civiche volontarie contro gli a,ustriaci. parlasi in altra, pa,r te: qui annoteremo che cfa Bologna, il 4 aprile 1848, il generale Durando lanciava il segùente avvi.so per l'arruolamento volontario di 1m corpo artiglieri : « J_,a .re deniione cl.'Jtalia voluta da, ·Dio, benedetta dal suo Vicario, salutata dall'universo, è 'presso a compiersi. L'intera Nazione, pi<>na di nuova vita e cli non mai sèntito vigore, si leva, unità, concoi:·cle in un solo volere, e mette unanime il fiero grido di Gi vlio II : F'nori lo straniero! Ancora un ultimo sforzo, e que8tO grido esprimerà un fatto storico gloriosamente comptnto. -
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LE \'Il' ViNOVi 1n:LT,lCIIE DlULLA CIVICA
Bolognesi, abitatori delle ,-idne proYincie. rltalia ha bi sogno cl'alt,1·i f-UOÌ :fi gli. Le a1·tiglie1·ic, che abbi.amo ormai a,b· bonclanti, mettendo insieme quel1e trovate a, Comacchio e le altre donate con generoso amo1· patrio cla Modena e Piacenza: mancano di conduttol'i. lo invito a nome della P afria gli uomini c:apaei di La le ufficio e cli buom1 volonU't,, ;1 scrive.r!:;i per supplire a questo 11novo bi::;ogno. Sal'à H,perto 1111 ruolo p1·esso l'Inten · cle11te Gener ale Conte Campello. Yia della 1Iorle n. 1125. Accorrete, fratelli : 1ft voce> <lella pat.ria Yi chiama; crederei fatvi ing.iutia, se all'a ngu sto e vf'1w1·alo c:orn anclo credessi mestieri aggiungere altri conf01·t i. Vivn Pi o IX Yiva la Lega é rTrnlipenclellzH Italiant1 ! » Quale il l'isuJtato cli queslo appello non sa,ppiam.o, sta però il fatto che le bocche cla fuoco e~isternno, pt'rchè il 29 marzo varie colonne civiche e volonlari e, COl) nna sezion e d'artiglieria. rl.01la batLerh1 estera, nvendo co~frc~tto H,l lrL resa il forte di Cornncchi.o teunto dagli ...-\nstriaci, furono pr<'se molte bocche da fuoco . La cc Gcizzet:ta di .Rolo911a Jl rn•l rn1me 1·0 (lel J'' upl'ile ann ota,. va come bottino 45 pezzi co11 le relative munizioni, 100 fucili, 1111a gran quantità cli polvere, ca,rri e materiale vario; ed il Cm'dinale Giacchi scriveva i1 ~ aprile cla F enara che 15 bocche chi f noco clell'artigliel'ia., tolte cla q uel forte, cl'ordil1e del geYl ç!l'ale Dm·ando, era.no state tl'[lsportate in Fel'ra ni. e date in co11segna al comandante cl ell'in tiglieria estera . L'artiglieria, forse. per la sua pote nza ebbe la ventura di esr:::r1·c l'Arma ~u cui maggiormente si fel'mò il sentimento gaglia,rdo del 11oi:itro popolo. che r;;entiva in sommo grad o la guerra contr o lo straniero : Mod ena e Pi acenz-a, ripetendo il gesto fatto da Genova ver so la civica, 1·omana, vollero donare anch ' esi-;p nrtiglie1·ie alle milfaie che cl ove vano ha,ttersi contro gli a u sf.l'iaci. I n effetti, il 1° aprile 1~, il principe Aldobrnnclini, )fini stl·o dP.lle Armi, fu avvertito, che er ano stati t rasportati in qnell:1 citb1 clne cannor1i çla 6, con i loro carri ecl avantreni ed 1m furgonf' dona.ti <la i Mockn esi. mate1·ial<' cli c, per ordine -
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XEI TEJIU!ITORI DELLA CBU:8A
cleJ Legato, era stato deposto nei magazzini del palazzo Apostoli co : e su ccessivamente h1, « Gazzetta, di Bo lor;11 a )) pubblicava il 14 aprile, che nel gio1·no precedente Cl'ano .wrivati << i sei bellissimi ca m1oni con cariaggl e relnUve muuiiioni, oITerti dalla Città di Piaccnia all'I mmortale P io JX, clono che l Bolo:.:nesi accolsero con le dimostrazioni ben clovute ai fratelli itali.u.1i. i c1uali, nel dare un attestato di orunggio alla Santità lli <Jtie l Sommo, che tutto è cuore per la fcllcità d'Italia, seppero nella qualità di esso mostrare quanto sentono caldamente pe1· la causa Italiana a ct:1 prò cnuti valorosi oggi combattono i i.
Di questi cann oni clonai.i ai coml>atLcnt i dalle varie Città. furono utilizza ti per allora solamen te quelli della città di Mo <l'(>na; in effetti cla l « R 11ll cU i110 clclln Legione N (l,zio11ril e lloma· na )) datato da Bologna il 2G aprHe. i-ileYiamo tbe mentre snllc pi.azze di quell à Città la pa,rola di Ugo Bassi e cli Alessa,nclro Gavazzi scuote,a la, volontà popolare in fa vorc della guer ra, un a ppello dell'Intendente Gualterio invi tava i bologn esi a, donar e 16 cavaUi ve1· traspo1·ta,1·e in campagna i due pezzi d'a,r tiglie · ria su d tati, ai quali, diceva, si sarebbero imposti i nomi di « F elsina >). e di « S . l '.etronio ». Un'altra conisponden½a ùa Bologna del 27 aprile annunziava, che la sezione d 'M't.iglicl'ia er a forma,ta, e che, mentre proseguivano le offe1·te, i Bolognesi itvcvano domLti non sedici, ma ven ti cavalli. In quello stesso periodo anche a Ferr ara si costit uì un r eparto civico d'a,rtìglier ia, a, spese di qnel ·Municipio e con cloni dei privati, cosi com<" era avven nto a Bologna; anzi i due r eparti, dovendo marciar e con tempora,neamentc per la guer ra, si fusero e formaron o una mezza batteri.a . armata con quatt r o cannoni da 9 di bl'onzo, e cli cni assunse il comando, dal 5 ma ggio 1S48 iJ1 poi, n capitano Camillo Atti, vecchi o ufficiale dell'Arma che aveva militato n elle armate na poleoniche_. Il Governo di Ferrara contribnì a11che con :mezzi propri a,1l'equipaggiamen(,o degli uomini, ma il repar to Hssunse e mantenne anche in seguito H nome di. « bat teria civica bolognese )) malgr ado le lamentele dei ferrar esi che avevano contribuito a formarla. Della i:;ezione Ferrarese pare si t rovi l'iscon tro neJ contenu t o cli qua nto scriveva il cardinale Giacchi al Ministr o delì' Interno, il 1° maggio, cio(~ : -
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L,\ SEZIONE FEimAUES I~ DMLLA CIVICA
« Questa ruatti na è giunto il generale F·e rniri e per prima cosa mi ha detto che, trova ndo necessario cli por tn.re presso l' Àrma ta ùue Cannoni ed un Cariaggio di quelli <li Comacchio, gli mancavano 17 cavalli che bramava avere dalla Comune. Vi sono, al deposito dei Dragoni dei cavalli di scarto e coll:1 l\:fagistratura ho cercato cli .metterli a profitto per averne invece dei buoni atti' al se.rvizio del treno, e ln Magistr atura stessa non si è mostrata. aliena. purchè concorra in qualche modo anche la Provincia. Ho potuto in tal ma- · niera assicurare il Generale l!'erra.ri che domani i Carri dei cannoni ed il Oari3ggio saranno messi in istato cli ,j;enizio e che vi saranno pure 17 ca.valli 11 .
E'ig. 121 - Padi:c ·ugo B.a ssi. (l\'1useo Risorgimento, Genova) (da Storici Risorgimento e Unità d'Italia
ù i C. Spellanzon - Edit. Rizzali, Milano) .
. Ed ancora, sembra, vi sia cenno di questa, .artiglieria for,. mata a, Bologna e fL Ferrara in una corrispondenza del generale -
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t :i.;;1
n:nnì'rom
or~LLA CHIE SA
Ji'errari da, RoYigo il 3 maggio 1848, il quale, mentre acc.:enwl ad un colloquio avuto con un capita,no di Stato iVIaggiore in-· viato dal generale Pepe dell'ar.ma.t~L riapoleta,!1a, e di avere ottenuto la pi-omessa di avere presto un reggimento di cavalleria ed una batteria vol::mte, per appoggiare la su::i, Divisione che 'ne era 1-1p1.'ovvista, conchiudeva: « Nell'incertezza però di un tale aPJ.JOggio (li Ca,·aJleria ecl Artiglieria napoletana, Ilo voluto, per qmrnto possibile; soYvenirc ui JDiei più urgenti bisogni <.:on avere organizzata una sezione di dne pezzi cli· cnnnoui da campagna a Bologna, nonchè una sezione a Ferrara, totale 4 pezzi da 9 col personale corrispondente. Detta batteria porterà il nome cli « Bologna-·F errara >l .
Il 5 maggio, intanto, l'Intendente genei-ale cleri' Armati Pontificia comunicava, da Bologna al Ministro delle Armi, ehe, nello ~tesso giorno il Legato aveva, ordiI).ato di « proYvedere istantaneamente ai bisogni della Batteria Civica Comunale, oncle metterla in grado cli sul)ito mnrci:.ll'e ver Coru:ù:chio temendos i fortemente di uno sbarco cli Truppe 'l'eclesche. a, i\Ingnavncca » ecc ..
In segnito a ciò la Sezione m.obilc pa,rtt jmmeclia,tamente, ma ,non sappiamo se f n diretta o meno · a Comacchio, dove però fu cert&,mente inviata una sezione cli cannoni da Ferrara,, comandata dal maggfore Lopez. La, Sezione bolognese, cosl com'era, stato ilisposto, nei giorni successivi si fuse con qu~Ila ferrarese per poi pasf:;are n Po con le truppe clel generale Ferrari, cosicche' quando il 10 maggio arrivò l'ordine del Ministero delìe Armi, di fondere b sezione bolognese con quella romana che l';tava pe1~ arrivare, il Ferrari non lo potè (~segujre, per·chè era già stato effètt11ato il pri.mo provvedimento: 1'ali artiglierie civiehe parteciparono alla battaglia di Vicenza clel 10 ·g iugno ecl ivi con le altre truppe capi!ola,rono; ed essendosi impegnate (h non combattere contro l' Anstria, per un periodo di tre mesi, rientrarono a Bologna, oYe rimasero in attesa degli · -eventi . La sezione d'artiglieria cle1la Civica Romana era rimasta con un solo cannone, avendo perduto a ·V icenza . il « Pio JX )) col suo aiYantreno ed accessori, _un carro cassone con t11tti i suoi accessori, la leva di punteria del cannone « S. Piet:ro >), attrezzi. vari, oggetti di buffett:~ria, e di vestiario, nonchè ql'lattro ca-
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LA IUORGA:\'l'.IIZAZtuXE l) J,;LL.\ BA'l''.l: rmr.1 CIVlCA
valli d~ tfro con i 1·i.-pettivi .fi11imenti, ed un cavallo da sella del brigadiel'e Tromba; come trofeo di guerra il can none perd uto ebbe molta fortmm in J\us il'ia, fol'se pè il fatto che e.·so portava il nome d<-'l Pontefice d1e aveva dichiarato là g11ena: Intanto, poichè 'tale sezione della Civica Romana che erasi comportata egregia.mente nella difesa cli Vicenza - per cui il Torre èa stato promosso capitano e Luigi Gabet tenente in prima - era stata dichiarata mobilizzata in pel'manenza, con le due nuove bocche da fuoco donate dal duca TorJonia e clal p1:i.ncipe Rospigliosi , si progettn.va di costitriire a' Tiologna mez, za batteria intorno a quel nucleo cli artiglieri rimasli in qnclta città con l'unico cannone il << S. Pietro ». A proposi to delJa riorganizzazione della batteria, sin dal 1° luglio, il te)1ente Oabet, <fa Bologna, i.nteress:vm il duca di Rigna110 perchè una tale operazione venis ·e fatta in Roma; ~egnalava perciò gli uomini del suo reparto che ave,·ano dato prova non élubbia di capacith e di coraggio durante la campagna pcrchè fossero tenu ti presenti. nel nuovo piano orga.nico. S-ucces ·ivamente, il 20 luglio ancora il tenente Gabet, avu·1;a comunicazione che s,u'ebbero arrivali in Rom:1, i due pezzi aonati dal Torlonia e da] Rospigliosi e che si sarebbe attrer.r.ata mer.za batteria, scriveva al Comando generale della Guardia Civica consigliando una formazione su quattro pezzi in modo da poterla dividere in due sezioni quando l'avessero richiesto le condizioni (lel terreno e la, rela,tiva manovra. A.n½i suggeriva, r<'r il qu:u·to pezzo, un obice. afFermando che le nar.i.oni agguerl'i te erano ai::sai ben provvhite di una tn le specie di bocche da fuoco, mentre che invece nella battagli,1, di Vicenza zicinc ai 30 o 40 cannoni si contavano appena 4 obici. Dava poi assicu1·a r.ione che l '01·dine del Ministero delle A1·mi cli rimanere a Bologna con la sezione mobilizr.ata sarebbe stato eseguito. Mentre a Roma la, Commissione di reclutamento lavorava esaminando coloro che chiedevano di anuolarsi nell'artigìieria, giungeva da Bologna il maresciallo-capo del treno Ranucci se· guito da alcuni conducenti « per completare il treno della mezza batteria già formata>> e che doYeva raggiunp;cre la sezione mobilizzata a Bologna. Ma intanto, in segui.t'J al proclama cli Welden di occnp.:ire -
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NEI T0Hill'.1.'0RI !)ELLA cairnSA
le quattro Legazioni, questo reparto di artiglieria, insieme aile altre truppe, dovette mettersi in ritirata il 4 agosto . In armonia alle n uove disposizioni generali del governo centrare si rinunziò al progetto di costituire a Bologna la mezza batteria civica romana: ed il reparto mobiliizato, dopo qualche permanenza a Pesa.ro, sempre comandato dal tenente 8-abet Luigi, ebbe 01·dine in settembre cli rientrare a Roma ove intanto, coll'arruolamento di nuovi militi , si stava provvedendo alla costituzione di una mezza batteria. Il reparto rientrò nel pomeriggio del 7 ottobre. Quel giorno stes~o il cc Oontem,vorfLneo >> in una corrispon denza che porlava la data del giomo precedente, pubblicava: << Domani rientrerà. in Roma l'Artiglieria civica, che tanto si distinse sui Monti Berici a Vicenza. Essa sarà, riordinata ed accresciuta». Ed effettivamente la compagnia d'artiglieria civica, l'iordinandosi, contava al 10 novembre, 6 marescialli, 8 brigadieri, 8 artificieri, 40 artiglieri cli l" classe e 7 di 2" classe, oltre gli ufficiali e i pochi conducenti a,cldetti al governo clei cavalli. Il tenente Ga,bet però non faceva più parte dell'artiglieria civi~ ed era stato inquadrato in quella di linea come cadetto, e poi, su parere favorevole della Commissione per le armi facoltative, verso la fine di ottobre era sta,to promosso tenente in 21 • La mezza batteria della civica sappiamo che in quest'epoca era, ~rmata di n. 2 cannoni ed 1 obke, cioè il « S. Pietro», il « S. Carlo » ed il «Ticino )). Il l° dicemb1·e H capitano Federico Tol'J'e .lasciava il comando del1a compagnia e, promosso maggiore, veniva aggregato al lo Stato Maggiore generale, mentre a quel comanclo, in via provvisoria, veniva posto P. Branchini che però doveva .subito lasciarlo,.essenào stato nominat.o dal Ministero dell e Armi al grado cli Capitano nel Corpo del Genio e professore delle scienze tecniche nelle istituende scuole militari. Il 7 dicembre, il tenentr generale comanda,rite della, Guardia. destinò al comando dP.lla Compagnia il signor Glori Vin . cenzo, ma, avendo il Glori declinato l'incarico, l'indomani, in sua vece fu officiaito il signo1· 1Vfarucchi Temistocle. Successiva.mente, e su apposita proposta del comandante la Guardia -
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AR'J'IG'L l~HIID CIVICBE D.f AL TRE CÌ'l''.1'..Ì.
Civica dell'll dicembre, il Ministro dell'Interno GaUettì in viava, tre giorni dopo, i brevetti di nomina, di Temistocle Maruechi a capitano, cli Giovanni Glori e Natale P etrucci a tenenti. in prima :ed infine di Alessandro Viviani a tenente in 2". Il Marucchi si adoperi> subito per mettere il materiale del · ln mezza batteria in pieno assetto, secondo il regolament o di fondazione del 26 febbraio e, in dicembre presentò un . rapporto con cui indica.va un preventivo di scudi 60 per le ripara,z ioni al materiale esi.stente, e scudi 5609 per tutto ciò che occorreva per completare -la mezza battc~rfa, fra, cui, 1 cannone, 36 cavalli e 7 muli. I militi venivano esercitati alla scuola di tiro e di ma novra. Prima, di chiudere questo paragrafo accenneremo ancora sommariame1Jte ad altri repart i di a,rtiglieria civica, sorti ·. in altre città, la, cui vita :fu ugualmente brevissima, perchè travolti anch'essi dalla, reazione, ma non perciò men? gloriosa. L'autorizzazione di poter ·formare un reparto d'artiglieria civica bolog11ese, con la promessa a/nche del dono . di un cannone, fu concessa dal Pontefice e comunicata, a.. quella Lega,zione della Segreteria di Stato con i dispacci del 16 febbraio e del 17 marzo del 1848. A formare il. reparto, con nuçvi giovani element i contribuirono una quantità di- militi déll'antica artigl~eria urba,n a· di Bo1ogna,, seiolta dagli austriad nel 1832. Dal seno di tale contingente di artiglieri si ~ta,c carono gli ele~enti che dovevano partecipare alla guerra e e:he costituirono quella sezione la, quale, - armata con i due cannoni donati dai modenesi ed unitasi alla ·sezione di Ferrara, ~ formò, come dicemmo, la « batteria civica mobile bolognese)) che ,ebbe poscia una vita completamente autonoma. Gli a,rtiglieri che rimasero a Bologna, invece, prestavano servizio in cit,tà con i militi della Guardia Civica e, negli avvenimenti poste11iori, e cioè nella, lotta· furibonda ingaggiata dal popolo nella memorabile giornata dell'8 agosto, contribuiron0 con un solo cannone a scaccia,r e gli austriaci da Bologna Allorcbè, volgendo le sorti d'ella guerra sfavorevoli a, Carlo -
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.KEI 'rill!WlTORI DE LLA CHIES.\
Alberto, un Corpo austriaco, al coma,n do del principe di Lich tenstein, occupa Ferrara, e un grosso distaccamento, guidato dal genéale Welden, viene la,n ciato contro Bologna, il popolo déll'anticò cc Stato di libertà>> si a,r-rna e drizza ba.rricate nel le vie della città, prepa,r atasi a tener testa all'invasore . Il 7 agosto una torma, <ii cavalieri austriaci penétra in Bo- . logna , ma i popolani assalgono i nuclei di occupazione e li met- . , ton o in fuga. L'indomani. tutto il distaccamento di yvelden piomba sulla città, .attaccandola da Porta S. Felice a Porta -Galliera. L 'S a,gosto è la giornata del luminoso ardimento bolognese nellf~ quale rifulgono l'eroismo di uomini di tutte le classi so ciali, di animi assetati di libertà e di giustazia. Al richiamo delle campane a. stormo, al grido di cc Viva l'Italia, >), t utti si precipitano contro gli imperia,li. La Montagnola, teatro di tante lotte in tempi lontani è il punto strat egico verso il quale si dirige il furore popolare. Le donne, i vecchi e i ragazzi riforniscono cli munizioni i combattenti, che stringono da presso il nemico della patria. Gli artiglieri civici scovano, chissà dove, un antico cann one che :fino allora aveva· tuonato · soltanto nelle . fes~e solenni, lo trasci11ano a, braccia, sulla grande piazza, davanti alfa. Montagnola, e f a,11110 fuoco, mitragliando a breve distanza i soldati dell'Impera,tore . Costoro, bersagliati di fronte e suJ fianco siliistro, _perduti pa,1·ecchi cannonieri, fra, i quali lo ste·sso ·comandante dell a batteria, vacillano · e si ritraggono dopo tre ore di 1otta sanguinosa, indi si ritirano in disordine, allontn.nan dosi dalla città. Per procedere alla costituzione del reparto di artiglieria civica sotto la data del 14 agosto il comandante interino della ùuardia Civica, marchese Gioacchino Napoleone P e.poli, con un manifesto ùwitò gli artiglieri a riunirsi nel quar tierè ~ loro destinato per pro<:,edere a,l ia organizzazione di nna compagnia, come clesidera.,~a.si da. tempo . La riunione avvenne l'indomani, con l'intervento del capitano Luigi Busi, vecchio 11:fficiale che aveva milHato nelle armate nap0leoniche ed era gi.:ì. stato comandante dell'artiglieria. nrbana cli Bologna,. · Il Busi .fu eletto capihmo con v.oto unanime dei conve11uti, ma nvuto riguardo 'a1Ja sua età. avanzata -gli ,si mise a fianco un -- 4(i6 -
AR'l'IGJ,11:;R IA Cl \"I CA HOLOGXES8
coadiutore uominando uù capita1io in seconda. nella persona del Dr . Rice:ar<li El bino, e così furono eletti gli a,l tti uffi.ciali. cioè -il Dr, ·Mod.oni Fabio a tenente in prima, il Dr. Oontri Alessandro ·a, te1rnnte in seconda, con due uffieia.li sanitari. Complessjvamente la compagnia, oltre agli ufficiali, risultò composta
Flg. 122 . La c:ac-cìntn degli :instri:1ci tl.l l\ologm1 n; agosl'o - Porta (;nlliern. (dal Mu3eo dì Bologna) .
di 31 individni tra, sott'ufficiali, graduati et1 jncUridni con in carich·1 speciali, e 120 artiglieri. Il . reparto fo denominato << compag:nia di a l' tiglieria civic:l se<'lentarhl )) ed i suoi nomini a ssunsero l'nffi.cio di gnal·clie ·cronore alla resi denza della L eg;azioue, distingrwndosi per la tenuta, jstrnzionc e buona condotta. Tl 1oro servizio non ve11iva jn a1cnn rnoclo ricompensato, fat- . -
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.Nl_i;l '.L'liJIWl'l'ORl DELLA CHIIDSA
ta eccezione pei· due tamburi ed un aiutante sott'ufficiale che percepivano uno stipendio :fisso mensile dal Municipio. Interprete del loro desiderio, cioè cli. essere riconosciuti da,l g-ov~r·no cent rale, e di oitenere dal medesimo la, regofare approvazione, il ca,r dina,l e Amat, con rela.zione del 25 ottobre diretta al Ministro dell'Interno , co11sigliò che- fosserò · stati spediti i brevetti di nomina per gli' Ufficiali ecl i gradua.ti. « Fino a,l ma,ggio 1849 - scrive il Da Mosto - la compa·gnia non ebbe materiale proprio, e solo allora, ricevette 4 cannoni da 9 di bronzo nuovissimi, fusi nella fonderfa, Oalzoùi di Bo· logna, forniti di rtffusti e di 4 cassoni che vennero costruitì dall'artista Da,veri, pure di Bologna. Essi erano stati commessi a,i suddetti industi-iali dal Preside di Bologna nel febhraio di detto ::tnno )). La batteria, mobile bolognese, sempre comancfata dal capi ta,no Oamillo Atti, seguì le vicissituc)ini. di. tutte le alt re truppe che capitolarono ~L Vicema e di essa e del suo miglior ordinamento, s'interessò anche 1rnll'ottobre del 1848 il cardinale Aruat . Successivamente· il 15 .novembre, per ordine del genera,le. Zucchi, fu inquadrata nei reparti dell'a,rti.glforia permanente con fer·rna triennale, ma una ta.le disposizione fu riconosciuta, dal govemo centrale soltanto il Tfebbraio del 1849, epoca in cui si stabili. che dovesse dipendere dal superiore comando delle armi facqltative colla forza di una., batteda, di linea. Con gli 'arruolamenti · del febbraio e ·ma,rzo la compagni:'\, raggi'unse la forza di 163 uomini, ma, a,ncora, il materiale non era compl eto. «Anzi - scrive il Da' Mosto - npn lo fu. neppure più. tardi. Si ·componeva, di 4 cannoni dà 9 su affusti Gribeauval, di. 6 ca,ssoni (vecchie fucine austriache ridotte), cli 2 carri da trasporto, di 1 carro a ridoli, di 1 fucina e cli l carro per vivan.diere. Questo materiale, bench(~ no11 di ordinanza, era i;ervibile ed in buono stato )). DobbiaJ;J?.O però aggiungere che, d' ordine del Ministero della Guerra, il 10 maggio 1S49 si mossero da Bologna il tenente Fabio Modoni ed il maresciallo Osti Luigi e si porta,rono a· Ci. vitavecchi.a a prelevàre due cannoni. Anche ad Ancona il 15 ma,rzo 1848,. fu concessa da,l Papa la facoltà di costituire una compa.gnia, d'artiglieria della Guardia -
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I! Al<'.l:IGLIIORIA Cl \"IC,\ i\:'\CO~lTMiA
Civica che si andò formando nell'aprile successivo, vestendosi ed equipaggiandosi secondo le norme ' seguite dall'artiglieria civica romana e raggiungendo la forza di 152 uomini e 2 ufficiali, mentre, secondo l;organico i:;tabilit o, ne avrelJbe dovuto avere 120. La, compagnia, era mista e cj oè 50 milHi formavano una sezione di al'tiglieria da C'ampagna e si istruivano con due pezzi cli bronzo da 6, mentre gli altri erano r~dibi.ti al servi zio da fortezza. · 'l'ale compa.gnia anconetana. però neJl ' ,t uto nno del 1848 non aveva ancora artiglieria da campagna propria : direttamen te e per mezzo clel coman do delJa, Gua,rdja Civica, fu interessata la Legazione di Ancona , ehe a sua volta, si rivolse al Ministi'o delle Armi, e quest' ultimo il 19 ottobre assicnrò cl i aver dato al reggimento drff artiglieria di linea le opportune disposizioni perchè fossero consegnati a.ll'a.rti.glieria civica di Ancona due pezzi di ferro dai 6, monta.ti su affust i da C:'Lmpagna . Il comando della GrnP:dia,. Civica rivolp:endosi alla « Suprema Ginnta di Stato » chiese, oltl'e a,i cannoni di bronzo in sostituzione di quelli di ferro, una certa. quantità di armi portatili, per uso anche degli a,rLiglieri civici, e la facoltà di servirsi del Baluardo S. Agostino, r icor dando che il Com.une di A ncona a.veva clona,to a l Governo 12 bellissimi cannoni ricevuti da Venezia. Oltre a, tale eompa.gnia se ne form ò anehe un a da costa com posta di marinai. eh<• raggiunse la forza di UG uomini. ':l'utti .questi artiglfol'i furono esempio cli ra1·a pe1·i:da e. di jndiscusso ,alore, dul'ante l 'assedio cli Ancon a, ga,rcggiando con gli artigHeri regolari nellili difesa della ci.tL~L . « Nel corso del 1848 si formarono le sezioni d'al'tipJieri.a ci viea e da ca.mpagna di Viterbo , cli P esaro ed U1·ùin o, e di P ef'ugia. La prima si componeva, di 2 officiali e 31 fra gra.duati e comuni, con 2 cannoni di ferr o da G libb1·e, pesant i e di cn.ttiva, fusione, montati su vecchi affnstj alla Gribca,uval >>. Quasi certamente l'origine cli questi due pezzi r isaliva ad 1m dono del governo pontificio fatto alla Magisiratnra di quella città nell'a)Jrile del 1831. Durante il 1849 si costituirono altre sezioni di a,rtiglieria ·-
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1848 -
"ET TERRI'IOlU Ol::LL1\ CHIESA
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c1v1ca cla campagna : Ravenna 11e ebbe una che concorse :1:lla dffesa di. Ancona : Rieti ne ebbe t}n'a.ltra forte di 22 uomini, armata con due pe:1,zi di ferro cl.a G, che partecipò alla difèsa di Roma, tra Porta S.. Sebastiano e Porta Portese; Senigallia ebb(• anch'essa, una sezione da campagna armata da. un pezzo da, 6 ed uno da 9 di ferro, trainati rla 2G cava,lJi. e serviti da 37 fra comuni e gradua.ti, e tale sezione concorse poi alla difesa di Roma A Ci vitavecchia, dopo ripetute sollecitudini del Ministero fu organizzata., J1e] 184!:), 1111a compagnia cli artiglier-i da fortezza, il cni orgt<..nico non andò oltre una quarantina, d'uomini. Ascoli ebbe 1:3 uomini con nu ufficiale senza materiale e « Cesena, Fermo, Fano, Coma,cchio eostituirono soltanto fra. zioni cli eivici add(:'st1·ati 1wl servh io dei pezzi)). Infine anche R.imini, Forlì <~ Faenza, nel 1849 chiesero cli avere cannoni cla1 }fini.stero della Guena per costituire nuclei d'a,r·tiglieri.a civiéa, ma non f urono loro concessi. Ed ora a sernplice titolo di notizia, volendo ricordare la minuscole artiglierie volontarie che sorsero e operarono nelle, stesso periodo, riportiamo qua,nto ha scritto in proposito i1 Da Mo:a:to, nel suo ~tndio già . ripetutamente citato : -e< Nel 1848 il battaglione dei volontari dell'Alto Reno comprendeva una sezione cli. 2 piçcoli pezzi cìll campagna, che lo seguì nel Veneto. Nello stesso anno, e 1n·ecisamente nel settembre e nell'ottobre il 2° reggimento dei volontari mentre stan1 a V,mezia formi> un c1istaccnmento di artiglieri costituito cla 31 fra gr11duati e comuni, e cli ), sottotenente. Da,i documenti risulta che nel ·1349 la legione Garibakli avesse una sezio· ne d'artiglieria da moutagna tirata e vortata da mule; rua non si può dedurne con cer tezza nè il numero, nè la proveniemm dei pezzi. L'organico _1,;ra co;,titui to da :1 ufliC'iali, che poi si 1'iclussero ad 1, e cli 16 uomini. Garibaldi ebbe un momento l'irlea cli f01·mare una i.Ìlliera batteria da rnon·tagnn, e domanclò a tale scopo all'armeria vaticana il materiale necessario. Ma le cosa nòn si potè effettuare, perchè, tome sappiamo, il materiale ncu c'era e per costruirlo ci voleva t_roppo tempo. · La legione Guribr1ldi portò seco un cannone da 4 nella ritirata da Roma a S. ·Marino; 'èannone che catlcle in mano llP:li Austriaci prima che passasse la frontiera della picr.ola Repubblica. Il genernle Arcioni costituì pure nel 1849 nna sezione di 2 pezzi cli bronzo da Cl con 11 uomini agli ordini (li un sergente maggiore )l.
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::-SI~L REGfO DillLLI,; DU8 SICILIE
* * * Nel Regno delle Due Sicilie con sovrano rescritto del l'~ aprile 184S fu accordato al Filangieri che, come vedemmo, era investito della Direzione Generale dei Corpi facoltativi, di lasciare la sua carica, e fn disposto che ·il Maresciallo di ·c ampo Luigi Oosenz, ispettore dì tali corpi facoltativi, assumesse provvisoriamente il servizio deila· direzione generale ,d ei corpi stessi . .Appena dopo 1111 mese, però, il Fila,ngieri, con altra dispo sizione sovrana del 18 maggi.o, fu ohblig!),to a riprendere il suo posto di responsabilHà e di. lavoro, che tenne realmente :fino a. quando non fu nqminàto, nello · stesso anno, GeneraJe supremo della spedizione che doveva rìconqufstare la -Sicilia a,i Borboni. Da al1ora e per n,lcuni anni successivi co11tinuò, di nome, a fi. gùrare direttore generale dei Corpi facoltativi, ma sostanzia,1mente non sè ne occupò, grava,to corq.'era, prima, dalle cure . della campagna di guerra per sottomettere l'isola ribelle, e dopo per paci:fi.cal'la. A capo dei corpi tecnico -scientifici, si seguirono altri uomini ehc avevano già collabor,tto col Filangieri in quaità di Ispettori e che ne tennero interinalmente la suprema dire.zione: primo fra, tutti il maresci1"11lo di campo D. NicQla Zizzi del genio, il quale, quando nel settembre del 1848 gli fu assegnato un tale mandato - racconta il -F errarelli - disse, riferèndosi a,l Fila.ngie.d : c<Io posso succedere a Lui , non· già continuare l'opera sua)). Fu questo, forse;, il più schietto riconoscimento dell'opera altamente meritoria del J.i'ilangieri a favore é/,ei corpi fa . coltativi. Negli a,n ni lS48 e 49 nell'organico dei corpi dell'Arma d'artiglieria ed in quelli addetti al servizio dell'arma stessa vi fu,ro110 altre mutazioni. Con d~}creto del 1° marzo le 4 compagnie d1 deposito dei· due reggilnenti d'a,rtiglieria vennero abolite; in compenso però, e indubbiamente per premunirsi dalle :fiamme della rivolta che incendiavano la Sicilia, i secondi batta.glion1 di eletti reggimenti, cioè le 16 compagnie del servizio di piazza furono accresciute portando .ogni compagnia a 117 nomini, e altrettanto si fece per le compagnie dei primi ba,ttaglioni addet . ti a,l servizio di. campagna. -
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L' AH'l'!GLIIJJRIA .NAPOLmTAN.A NJJJL VENETO
* * * Il genera.le Pepe era sbarcato acl Ancona 1'8 maggio ed il 19 si era portato a Bologna, ove divise il suo improvvisato Corpo. d)Armata in due Divisioni, a,ssegnando alla l" Divisione la batteria coma ndata dal Luverà. Quest4, seguendo l' itinerario fts, satole, si mosse.la notte del 21 maggio arrìva11do Ferrara l'indomani. Proprio quel giorno, il generale Sca.Ja, .giungeva a Bologna e comuni.cava al generale Pepe l'ordine del Sovra.n o: il Pep'.) abbandonava subito il comando delle truppe, ma, era costretto a riprenderlo la sera medesima, per le pressioni e le preghiere dei bolognesi, in ·gran fermento contro la defezione del governo napoletano. Il 25 maggio alcune truppe della l" Divisione, concentrate a Fe.c rara, si rifiutavano di passare il Po. In una corrispondenza alJa «Pallade» da Padova, in data 30 maggio, si legge a t·aJe proposito : ·
a
«Finalmente! Ieri sera giunse in Padova quakhc ufficiale napoletano d'artlgl.ieria . Vengono o no? Un momento. Venivano; ma .giun~i due reggimenti di linea a Ferrara i due colonnelli hanno a1'ringato le truppe: perchè non passas~ero. 1.'artiglìeria ha rimostrato, e ia linea si è impacl1:onita dei pe7,7,i ».
Parte delle truppe napoletane nel cont rasto penoso di sentimenti 01:iposti, ma pur egualmente rispettabili, invc~ce di . anelare inna,117,i, iniziarono lai marcia di I'itorno, malgrado le sollecitazioni e gli incitamenti del colonnello d'artiglieria Lahalle, comap élante la brigata, · del ·generale Ferrari della Civica pontificia, ed --i n genere degli ufficia.Ii d'a,t·tiglieria e fra questi, in i:-pecia:l modo, del capita,no BoldonL In una situazione tanto difficile, quasi tutti .g li ufficiali di a.rtigl'leria rimasero al loro posto col dignitoso, fermo propo~ito cli marciare oltre il Po, anzi aJcuni di 0ssi ebbero l'-onot·e cl.i esi:.ere chi3:mati dal gene_rale Pepe con la segnente lettera inviata, al <;·olonnello comandante la, :J.• brigata della 1" Divisione. << Bolog-ni.t, 27 maggio 1848 ~ignor Colonnello, mssenclo necessari in questa resldenza per affari di Real servizio i, signori r :ipitano e primi 'l'enenti tli Artiglieria D. Camillo Boldoni, D. Matteo Negri
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PA'l'RI0T'l'1SMO DI AR'.rIGLIERI NAPOLEJ'l'ANI
e D. Enico Cosenz, addetti alla Batteria da Campo di codesta Brigata; cosi la prego ordinare agli stessi di recarsi qui sollecitamente. Il '1'enente Generale Comandante in Capo G. Pepe >>
lèi tali uomini, co1·aggiosi e leali, doveva,uo essere davv·e ro prezi.osi in quei momenti difficHi i n cui il Pepe, per impedire lo sfasciamento eompleto del suo Corpo di spedizione, dettava un ordine èkl giorno in cui dichiarava disertori dinanzi al nemico quelli che nello spa,zio di tre giorni non f.osser,o rientrati a FerrnrtL. F n aJlom che i.l colonnello Lahalle, stretto nel ferreo di.lemma di disubbidire ad un ordine del Re oppure di v,e nir meno al s uo dovern cli buon italiano, preferì togliersi la vita e si uccise con nn colpo di pi,s tola. Le parole del c;apo avevano dunque prodotto un notev,ole effetto favorevole, così come cl·o vctte essere pr·oficua l'opera, svolta, dagli ufficiali che .gli stavano d'intorno, e specialmente aa qw~lìi dell'artiglieria, perchè l eggiamo nella stessa corrispondenza pubblicata dalla «Palla,df! )) : <e I generosi napolitani lasciano quelle folle della vergo~na e P.assano il Po alla spicciolata. Onore il loro! È passato il 3°, battaglione dei cacciatori 1~ . sarà qui domani. Esso s'è messo sulla via della gloria ed ha tragi ttato H Po - esso viene alla.santa guerra! - Loae al suo capo, lode ai soldati. Glì arti~ gUeri -passano tutti ma senza i pe:,;zi >).
La seguente lettera affidava, un difficile ,e delicato incariC'o al te.n enie di. artiglieria Carlo Mezzacapo la, sera stessa, del 23 maggio, cioc~ quando il generale P epe aveva nuovamen te assunto il eomanclo del Corpo cli spedizione, lasciato la mattina : Signor primo '.l:enente, Ella pai'tirà in posta per Ancona coll'incarico di far continuare il movimento per qu,.,sta città a tutti i corpi appartenenti a questo esercito, i quaJi si trovino aver sospeso il movimento. Qui acchius<~ le rimetto le lettere d'u.fficio dirette ai capi dei corpi, ai quali Ella dovrà dirigersi. Il tenente genera.le comandante in capo firmato G. Pepe» «
Eél. il Mezzacapo ,,olò verso Ancona, per annullare, jn nome del su<> genern,le e soprattutto dell'onore, t utta l',opera n~~_ç1,tiva, già c~ompi.u ta dal brigadier<~ Scala. Non m(~no proficua 31
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L' ARTIOLIERJ.\ XAPOLETA?\A
fu l'a.Ltività del capitano Oaruillo Boldoni, che seguiva la co-
lonna dei Napoletani in ritirata, per sottrarre alla sorveglianza dei comitati quanti più elementi fosse possibile ed avvia,rli vel'Se> Ferr}1ra garantendo loro, come vedremo, gli stessi gradi e soldo nonchè gli avanzamenti di effettiva ca.rriem nell'arma,ta lombarda. In vero, il 24 ma.ggio, il governo provvisorio cli Lomba,r dia, composto di Casati presidente, Dul'ini, Guerrieri e Mauri, tl.ina,nzi alla defezione del governo napoleta,no, correva ai ripal'i. commettendo al suo segretario generale Cesare Correnti, ia missione seguente: « Ella rimane incaricato di trasferirsi con tulta sollecitudine presso il . Generale in Capo dell'Esercito napoletano Guglielmo Pepe al fine di garantire a Lui, ed u tutti gll utll.ciali e soldati del suo msercito, che essi verranno in ogni evento conservati nei ÌOro grndi e soldo e sarnuno considernti come . facenti parte essenziale dell'Esercito lombardo, ogni qual volta per una ipotesi, che si spera impossibile, fossero tla parte del Governo napoletano dichiarati decaduti dai loro diritti per aver passato il Po, e preso parte alla Guerra dell'Indipendenza Italiana. « Sarà sua cura di avvalorare tali assicnrazioul. e garanzie in ogni miglior modo, prendendo a questo scopo ,gli opportuni concedi con S. M. il Re di Surdegnu, e col Governo Provvisorìo della Repubblica Veneta in quanto potesse occori·ere. « Del resto il Gove1·no P rovvisorio di Lombardia le dà ampio mandato di prendere tutte quelle misure, e d'impartire in suo nome tutte quelle disposizioni che gio·vassero al conseguimento cli questo grande scopo, cbe rimane uilìclato all'energica vigoria della sua mente, ed al fervido patriottismo del suo cuore>).
Copia di qnesto documento - autenticata il 27 maggio da,l Legato di Ferrara cardinale Giacchi - portava anoora la xeguente postilla del Correnti : « 30 maggio 1848 Intendo che questa copia, autenticata dall'E.roo Legato cli E'errnra, venga mostrata agli Ufficiali e soldati dell'Esercito Napolitano per gnranzia delle promesse in ·mio nome, e per mia commissione dal Commissario Gonzales, promettendo solennemente che qualunque Ufficiale, e soldato Napolitano si restituisca a F errara per rientrare nella via del dovere e dell'onore, riceverà i;olclo regolare, e tutti quelli che passeranno oltre il !?o, avr:mno le paghe anticipate e IP più ampie assicurazioni di conservare il loro 1·ango, e di procedere nella carriera. Queste promesse vengono da me 1:nl:te ·a nome del mio Governo, e giusta la
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474 -
AH'l'lù LI EHI ~A.PùJ,~fANI l'IJ;J,t
VENEZlA
datamene facoltà, e vernmno scrupolosamente osser,ate sia elle i sold:iti vogliano entrare in servizio della Lombardia, sia elle vogliano conserv:usi com@ corpo ausiliario Napolitano. Dilto in Bologna la notte clel 30 maggio rn4S. Il Segretario Generale del Governo Provvisorio di Lombardia in missione presso il generale Pepe Fit·1mtto Cesare Correnti
L'incarico di mo. trare ai ~apoletani le cli-sposizioni del Governo lombardo e di c;on,incel"li a ritorn:1rc sui propri passi fil tlato, come dicevamo, al Cf~pitano Bolcloni dell' ul'tiglieria, come dalla ~egnente sua dichiarazione scritta a margine dei prece- . denti documenti, e datata cla Rimini ; e. sa, dice: << Dichiaro che per facoltà concessami dal Sig. Cesare Correnti, Segretario Generale del -Governo Provvisorio di Lombardia, tu tti gli ufficiali, sottuflkiali e solclatl della Ja Divisione NaJ)Olitana, che ora con marcia retrogracla si porta sopra Napoli, se si restituiJ:uono alla prima loro deslinazioue per passare ìl Po, :rnche che venissero e:iucellati dai Ruoli <Jell'nrmata Napolitana, s' jntendono dl diritto apptuteuere cog:U stessi g~·utli e solcli nlla nuova Armata lombarda; da contargll il servizio come nell'altra senza alcuna interruzione, 1,er rosi liquiclarsi le loro pensioni cli rith·o al lermine della loro carriera, com(' si praticava in quello napelitann.: da riguardarsi in tal modo per Essi come semplice passaggio di destinazione da un Corpo in un altro, il passag.. gio <lall'Annal:a Navolltana alla Lorobardn. Fatto in Rimini il 2 giugno 1848 Cam1llo Bol<lool 3 Gingno 1848 Visto ed a pprovato C. Correnti Segretnrio Generale clel Governo Lombardo >>
Col gene1·ale P epe collaborò, dunque, sin da principi-o gnel la pattuglia <li nfficia:li dell'artiglieria napolitana, che divenne poi famo$a per gli avvenimenti posterioti: essi contribuirono efli· c!lcemen te alla non facile impresa di portare oltre j] Po, in op· posizione ai voleri cle"I Governo cli Napoli, il mag'g'ior n11mero di nomini al sen1izio della causa na1,ionale . . \.nz.i il Boldoni, il Cosenz e il Negri spezzar ono senz'altro og-ni. legame c,on la 'orte di. Napoli e dissero di. passare al S Pl'· vizio di Venezia , pe1· seguire la vif~ cl c] sacrifil'io e clcll'onorP., cioè battersi contro ·gli Austria.ci. -
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J.8±8 -
L' AU'l'lOLU:RIA XAl.-'OLUJ:.\N.\
Ma intanlo H genc1·alc P epe, i.n data 7 giugn1J 1 chi Ferrara comunicava pe1· iscritto al Boldoni di averlo cle~tinato al O<i · mand o dell'artiglieria pontificia. alle dipendenze del maggion• San Martino, comandante superiore elci battaglioni J1,1politan i;
lì'ig. 123 - Eurico Co,wnz-.
(' nello stesso giorno, co11 :suceessiYo fo~Jio . il Pepe gli trasmetteva i seg·uenti ordini. : « Elln ass11111erà il Comando della mezzn llntteria Pontificia che trovasi n Ponte Lago Oscuro, avendo i;otto i suoi ordi11i il 1° tenente D. Matteo Negri. Detta mezza batteria aomnnl a.lle G (pro.) dovrà trovarsi irubarcnta sul Vapore che a tale oggetto approderà allo sbarcatorlo della testè menzionata Comune, per isbarcarlo a Polesella .
4.7(3
L ' OPERA DEGL I AH'l'l GLlElU ~APOLD'l'.-\Nl A VENEZIA
« Giunti ivi con gli animali cli 1:equisizione, che tr9verà pe1• clisposizioµe già data raccolti, attaccllerà la eletta mezza Batteria per recarsi a Rovigo e congiungersi con la colonna comandata dal signor maggiore San Martino. Laddove la detta mezza Batteria venisse domandata dai 8ignor qenerale Durando Ella gliela consegnerà e si ritirerà col sig. 1° Tenente Negri in questo Quartier Generale».
l >er evitare, intanto, che la. ~a Divisione del Corpo d'esercito na,poletano ayesse seguito l'esempio della l", il generale Pepe l'accantonò per èlistaccamenti : la batt(~ria d'arti.glieri.a, assegnata al~a 2" Divisione e comandata dal capitano Pedl'inelli, da P~saro i.l 23 l'ipigliò .la marcia Yerso Bologn,1, Jietro ordine del Quartier Generale dell'Esercito piemontese e, arri· . va,ta, a Bologna il 29 magg:i.o, ::-i tt asferiva n 3 giugno tL Franeolino, senza passare pe1· F ·e tra,1·a. Tali ~trtiglierie, colht mezr,.a batteria cli obici pontiticì, .servita dai. volontari e affidata a.I pl'imo tenente 'Bolcloni, passarono il P.o 1'8 giugno, dirette a RoYigo, indi prosegnfrono per Pa · ~ ' d:ova. · (.~uivi, per l'avvenuta capitola,:done di Vicenza, e mentre la città stava per essere investita dagli Austriaci, il generale Pepe, reputando impossibile la difesa, e quindi imitile ogni sa-cti:ficio, la sera del 12 giugno ordtnò alle truppe, arti.glicrie comprese, di raggiungere ·v enezia, clo,·e i cannonieri napoletani, destinati a presidiare i\farghera, espli.ca,rono oper:L proficua, sia nel mettere il fol'te in istato di resistenza, introdncenclovi utili e necessari miglioramenti, sia cm ::1,n clone l'armamento con la più acconcia disposizione dei pezzi. Que<.ti artiglieri,, com~ élel resto tutti gli altri repa,rti, aveva.no oltrepassato il Po, c1·eclcnclo , clisdpljnatamente, che U Re avesse revoca.to l'orclirn; di richiamo e perciò ignorando o :fin: gendo cli ignora1·e il vero stato del.Le cose. Ma, qnanclo il generale Pepe pubblicò la n ~rità nel suo incauto· manifesto del 17 giugno, e çioè cli aver dato l'orcli.nc ·di marcia senza attendere la risposta del Governo di Napoli; non solo si spezzò ogni volontà (H combattere, ma vacillò addirittura la disciplina. In effetti quali fossero le disposizioni. degli artiglieri e con quanta. volontà accettassero d'abbandonare il campo, si leggono in una, relazione del P eclr inelli, che dà l'esatta, misura clel, trava.glio mora-le al quale furoiio sottoposti quei combattenti, -
477 -
18-18 -
L' AR'l'IGLmlUA KAPOLID'J:ANA
tr~ il Governo eh~ li richiamava. nel R,egno e la volontà del lor-0 generf.Lle che voleva trattenerli, non solamente per com-
battere lo straniero ma anche per salvare il decoro e l'onore delle truppe napoletane . . Successivamente, verso la fine di luglio, appena il govern•> napoletano fu informato sul vero stato delle cose, destituì dùl grado il g,e nerale P.epe, affLcland,o il comando cli tutti gli uomini presen ti. in Ve11ezia al maggiore Giosu~ Ri.tucci, comandn,nte del 2° battaglione, al quale s' ingitrnse di tornare nel regno c-011 uomini e· materiale. Tutti questi fatti penosi provocarono delle dimostrazioni ru· moro~e fra, artiglieri e za,ppaitori, sedate a, stento da,i loro uffi., ciali. Occorreva ed: urgevf1 prendere una decisione, ed il 9 agosto tutti gli ufficiali di qnei reparti furono ricevuti cl.al. genera,le Pepe, il quale, dopo altri vani tentativi per farli r,e stare :L Venezia, ordinò che si restituissero ai propri alloggiamenti, in attesa delle decisioni del governo veneto. Il gi<>rno dopo, final .. mente, fu di~posto che artiglieri e zappatori si concentrassero al Liclo per tenersi pronti a partire; ma anche questo movimento non fù scevro d'incidenti, avendo il governo veneto cambiato all'ultimo momento il luogo di raccolta e di attesa pee l'imbarco, stabilito al Lazzaretto. Le ultime laboriose trattative ebbero per oggetto il materiale e speciahnene i pezzi della batteria d'artiglieria èhe, nd onta di tutte le rimostran:r,e_fatte, . si deeise di non cederli :1 i partenti. Il 12 agosto artiglieri e zappa tori con i loro ufficiali, capi tani Pedrinelli e Bardét ed i tenenti. Guillamat, De Stluget, Fon seca, Panic,o, Vernaux, Ca-stellano, Presti e 1 lnsmet mossero fina,l mente alla volta, di :Napoli. ' Sull'opera di questi u.ffic:inli duran te la loro permanenzua, Venezia nulla vi è da eccepire, e ci.oè fino a quando essi non furono tassativamente e direttamente richiamati nel regno, fa loro azione fu proficua, sia, nel predispo~·re la difesa ·c1i -:M:arghera, e sia nel combatti.mento di Ca,v,rneUa tl' Adige o,·e nna se:done cli artiglieria, a,lle dipendenze di Girolamo Ùll on, i:;i c:onrJu ,-se egregiamente. -
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LA SOR'.1.'E DEI FEDI·,LI DlèL GENIDRALE P~lPE
A Venezia rima.sero ancora alcuni artiglieri, e, tra gli Ufli. ciali, i fedelissimi del gene1·ale P epe, raggiunti ,s ubìto dai provvedimenti. del :Ministro della Guerra napoletano il quale, in ·d ata 12 ag,osto, ordinava la cancellazione dai ruoli del 1° tenente
ll'ig. 124 - Luigi Mezzacapo.
Matteo Negri, per non essere rientrato nel r egno; ed il 23 dello stesso mese, giusta. le Sovrane intem;ioni, mentre si confermava il provvedimento per il Negri, uguale trat tamento toccava ai capitani c-o mandanti d'artiglieria Girolamo ·uuoa e Luigi J.Vfoz. zacapo e ai primi tenenti Emico Oosem, Oamill-0 Boldoni e Carlo Mezzacapo. 479
1848 -
:Nl)}L REGNO DELLE DUID SIClLIE
Il Negl'i probabilmènte rient1·ò nei ranghi, talc.hè lo d ritrova tra, le file dell'artiglieria borbonica nelle vicende belliche successive: tutti gli altri, soldati valorosi dell'indipendenza nazionale, non disertarono la lotta cpntro gli Austriaci, e concorrendo alla memorabile difesa di Venezia debbono essere a,nnovera,ti fra gli iniziatori dell'epopea del nostro rtsorgimento, al quale conferirono, specie negli avvenimenti posteriori, il contributo significativo ed esemplare del proprio va,l ore e del proprio entusiasmo. ,;{, +:· +:•
I·hguardo a-lla rivoluzione sicilia,n a, prima di illustrarne le sue principali fasi per quanto ha tratto alla parte importanti,-sima c.he vi ebber-o artiglierie ed artiglieri, occorre rico1·dare che i suoi sintomi rivelatori sono legati all' azione di uomirii che usdrono proprio dal grembo dell'Arma, dotta,, e che furono poi tra i dirigenti del movimento allorchè essa fìod in t utto il suo ma,gni:fico sviluppo. Ci riferiamo ai primi tenenti Giacomo Longo e Vincenr.o Giordano Orsini, entrambi dell'artiglieria, arrestati in Paleemo nell'agosto nel 1847 insieme ad altri, quali cospiratori contro i poteri dello ·stato. L'a-ccusa mosse da due soldati della guardia reale, che r iferirono c:Lcl un ufficiale, e conferma,rono poi al marescia,l lo di campo Yial, cli aver c-0nosciuto le fil~ della oongiura attravel'sO le rivelazioni del secondo sergente del treno Domenioo De l\fal'· tino. Contemporaneamente un'a,ltra denun7,ia partiva da un caporale clell'8" cli linea, Erric-0 Capece Minutolo, i~ quale avvertiva che gli indizia.ti si erano accordati di assalire il ·presidi.o e di impadronirsi delle artiglieri-e e delle armi che si trova.vano a.l Palazzo Reale, cli liberare i condannati dell'arsenale, e quindi invitare il popolo ad aperta rivoluzione. La polizia di Palermo, che era all'oscuro éli ogni cosa, fu informata direttamente dalle autorità, militari, ed il 18 di ago sto ebbe Fincarico di arrestare i fratelli Angelo e Luigi Gallo
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LA 1U\'OLC7.I0~E SIC ILIAX A
fonditori, e cli pe1·quisirc la loro officina, una. fabbrka di vetri, e la, loro abita;t,ione. Con costoro, cioè con i due. tenenti d'artiglie.ria ed i fratelli Gallo furo110 arrestati anclH~ il primo tenente del treno
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B'ig. 123 - Vincenzo Giordano Orsini. (da I Mille nella Stor'ici e neZZ.Ct leggenda
di Carlo
Agratt.
Ed.
A.
Monclaaori).
D. Raffaele Bossoli, il De :Martino; il foriere del treno Leopoldo La Coi:;ta,, ed il foriere del -9° di linea Domenico Bruno, alcuni caporali di linea, dei granatieri e del treno, e qualche solùa.tò. Senza seguire le traversie processuali di costoro, il che esula dal nostro lavoro., a noi importa nota,1·e che questo tentativo,
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4Sl -
1848 -
LA J;tIVOLUZIO~B SICILIANA
stroncato sul nascere allo stato di semplice progetto, rispecchiava evicfo11temente l'ambiente in cui si agitavano i Siciliani e ci conduce, senza indugio, alla rivolta, di Messina del 1° settembre 184:'i' ed a quella di Reggio, ad un giorno di distanz,1.
F ig. 126 - Combattimento dinanzi la Cattedrale di Palermo, nei giorni 24-25 Gennaio 1S48. (Museo Risorgimen to , Firenze). (da Storia Risorgimento e Unità d'Italia di C. Spellanzon - Edit. Rizzali, Mila.no).
E se, anche questa volta, lo statò d'assedio e le fucilazioni a, Messina ed a, Gerace valsero ad arginare il movimento, dal sangue dei caduti fioriva una più ardente volontà di riscossa ~ì cni segnale dove_va parttr,e da Palermo il 12 gennaio del '48. Al nuov·o grido di guerTa gli ufficiali g,e nerali di Majo e Via! , il primo luogotenente generale del Re in Sicilia, ed il secondo coma,ndante la piazza di Pa,lermo, non seppero fermare il movimento prima che dilagasse, limitandosi a concentrare le trnppe, circa settemila uomhù, con molta, artiglieria 'intorno al Pa · -
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1L BOi\<LB.-\HOA:ì\H:KTO DI PALERl\:(O
la.zz·o Reale, .ai Qua,ttro-Venti, ed infine in sostégno del for te di. Ca1-:tella.mmare al cui comandante il de Ma,jo diede ordine di bombardare hL eittà: provvedimento gravissimo, che non ri solse nuJla., fu disapprova.to clal Re e servì a far divampare maggiormente lo sdegno nell'animo dei rivoltosi.
Fig. 127 - Giuseppe Scordato. (da La Riv oi1izio1w Si caiana degii anni 1848-49 di
Fr. Gua.r dione. Edlt. Francesco Valla rdl, Milano) .
.Scriveva, in effetti il Ministro della Guerra a,l de -Majo :
« Finalmente Le, manifesto non aver S. M. approvato· il bombardamento avvenuto i1,egli scorsi giorni, reputando la M. S. che tale misura non sia. n.datta a, produrre niun utile effetto)); mentre il « Uittadino >), giornale della, Sicilia, il 22 gennaio pubblicava : << L'atto di barbarie che si è commesso, il foroce -bombardamento che invece di intimor~re ha commosso a giusta iru -
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18,1.8 -
LA IHVOLUZIONr:; SlCILI ANA
la nosl1·a. città. N·citò l'imlignazioue dei 1·apptesent,rnt.i delJe più colte nazioni del mondo e tntti manifestarono il 101·0 racca· p1·iccio ne lhL ptotesta che <111i r iportiamo )). Però. menti-e i canno1ù l>orboniei infurianmo su Palctm:.>, i rirnltosi, -assenagliati a PicraYecchi;i, si ordinarnno in bande armate e c1·eava110 la loto nrtiglicri.1 , ed i fratelli Gallo, dei quali giù c·i occ u pnrnmo. i. I L4 gern 1aio arnutnu10 clUE; c;'m noni che tcncY,lllO sott<'nati nella propriu fonderia, e' due altl'i ne fabbric,n·ano in 11w11 che 11011 si dica. L'indomani - ci avYettouo le « ~Iernol'ie della 1·i\'oluzi.one ,s iciliaJ1;1 >l - c.:on d ne <',a nnoni , presi aUa casina Villaro$a, ginngc,·a Giuseppe Scordato e la l'isonanz..1 del ::;uo 11ome. lc:ruto a 11ucJlo del fratello Giambattista, brig-a nre, la c- ui fine ent <:ire-ondata da 1111 n lonc cli legg-enda, csaltaYa la fantasia popolare ne lla c1·elle11z,1 cli un aiuto 01mipossentc, ecdtunclone il' ndg:liori energie p er la lotta. A J'afforzarP tale supcrstizio. a convinzione. che doveva costituire in quei frnngenri e ])Cl' quel popolino la, più luminosa bandiera. <1rri.v.ava j] 17 grnnafo il C0?1t1J1icato di D. Ruggero Settimo, presidente del 4° Comitato l'ivoluzionnrio, che a,nnunziava: « Il prode Giusepp<' ~cordato dopo aYer dl,:;nrmata la truppa in Bagheria , sua patria, co11<1ucemlo seco a Palermo l a vinta schiera con le armi deposte, ed un cannone che gli renne fatto di prendere iu un luogo da lui conosciuto, è da tre giorni a Pall-'1·mo oYe ;,emprc combatte e ,ince. Ieri dopo pranzo la b11ncla cln Ini gnidaln ~hnragliò la trnppa allmrnta nel lnrgo del palazzo reale. Sia a lui ed ai ~1101 clovntn .I n e:om une lorle ed nccrc><c•:1 la pubblico. esultan:11a >>. }fa altri prodi spendevano la loro opera per il trionfo della rivohrnione. onde eostitnirc un parco cli iu-tiglieria. I capi squa dra. Porcelli , (\nini . La. Mc1i:-a, Iacona, Ocld6 , Hivona, n gio r no 17 « con sagace ardire >> si iruposRessarouo cli tre cannoni alla Ve1·gine .\Ial'ia e di uno al bastione di porta :Montalto. Anco1·a un cannone portò seco dalla T1·a,bia Salvntore Castiglia, clne ne fu1·ono p1'C'Si il giorno 20 ai magiizzini dell.a Lupa, e t r e ne anfrarono da Cefalù il 25. :Kaeque così. dalì'arclimento di poehi nomini. l'a1·tigiieria della. tiYolnzione Nl ebbe pe1· ae:qm:i. lustrale il sangue dei ca duti.
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L ' AHTIGLIEHIA DlsLL A l(IVOLUI.I01' C
Il giorno 30, nella pubblicazione clel (< regola1n,ento provvi sorio per le sqm1,dr0 )) veniva sa,ncita l 'istituzione d.i una Direr,ione generale cli artigli.eria nei locàli' clell' Università degli Studi, inc:al'icata d(~lla, somrninistùtzione delle munizioni e di
r .f.
Fig. 128 - Ruggero Settimo. I da La Ri vol.11~·1,.,,·, e Siciliana degU ann'i 1848-49 d i
Fr. Gui.rdione . Edit . Francesco Vallardi , Milano). I
tutto ciò che si 1·eputava necessario agli usi della guerra, confermando a direttore di essa il Dr . Igna zio Calona ed eleggencl~> per sottodirettori : Salvatore Porcelli, Vinc:enzo ì\filoro è Filippo Napoli. L e notizie cli J:>alermo, jntanto, decidevano il Sovrano ud inviare altrè truppe in Sicilia ed, il giorno 14 su nove basti485 -
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LA RIVOLUZIO::S:ID SICILIANA
menti della i:ì(lUadra, comandata da S. A . R.. il Conte di Casc1°La , partiva un forte contingente di uomini con due batteeie di artiglieria da montagna, agli ordini del maresciallo Robel'lo De San · get con l'incarico, appena iu Sicilia, cli assumere il comando gen erale di tutti i Corpi armati. Molta fiducia il governo tipo neva nell'opera del Ue Sauget: il :\1inistro della guerra scriYendogli prop1fo il gfoi-no <]ella partenza rammentava : « La di Lei esper1enza, le eognizioni estese che possiede nell'arte della guena, ecl il noLiss:imo di Lei zcl o pel sel'vizio del Re ~. S . nmtlono inutili più particolal'i istr11zioni, poic.:hè Ella1 farà cel'· tamente pel meglio a seconda delle circostanze>>. Il De Sa uget, però, nun impiegò soverchio tempo per cli· n10st1·are al suo gon'rno che tale credenza era per lo meno esag:en~fa,; una volta sbtn·cato senza incidenti ai Quattro-Venti., distaccò .timiclamente una colonna cou 4 pezzi d'artiglieria, c·o· mandata dal genei-ale Nicolctti, pel' stabilire un qualche contatto col Luogotenente generale sedente a,1 Real Palazzo, e poi., seri vevrL al Re il giorno JG, (l ipingencl o così la, situazi-0ne : << La natura della guerra è tenibile ; nou si Yede un ri\·olloso, ma ogni siepe, ogni finestra, ogni muro e persi.no le grouclai!l vomitano fuoco. Bssi hanno spingarcle venute cbi sa doudc, e clue t>ew:i elle caricano con ferro rotto ........ ecc.».
U11ardata così la lotta, si capiste subito qua le cloveva essere il s no epilogo, poicbè è penoso lo spettacolo offerto cla q uesto ~enerale che conferisce tanta importanza alle f-Carse fue:ilate degli insorti e che èon 32 pezzi di ottimn1 artiglicl'ia mobile a su::i, disposizione, con tre batterie <la mont11,gna, ecl una da posizione, si preoccupa dei tiri dei rh-oltosi, che non sarann o st:1 ti . altro che quelli dei due cannoni condotti dallo Scord a to cli 13,1gbel'ia, e di. a ltri due pezzi for se quell i forniti clai frv.tclli Gallo, ma in tntto di quattro pezzi chi 1m in qutùi condizioni e serviti ehi. s,L i.n ql!ale modo clai popolani. Nel rapporto <le i 17 il Dc Sa11gct a.nn11nzhLva, c!1e una c·o· lonna comandata dal general<l Del Giudice, con 4 cannoni, 11e1la notte aveva i-aggiun t o senza ostacoli il Real P alazzo; succes:~iv[unen te il 19 a,ccennava ad una scara,mucci.a, del giol'J10 p1·ecedente a P orta l\f.acqneda, verso cui avent im·i:1to truppe con cln<· JWzzi <li cannone. comandate dal colonnello Salerno, sogginn-
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IKEJHZIA DEI BORBONICI
gendo che l'artiglieda serviva bene, e die l'Alfiere Galluzzo ed il tenente Negri si era.no distinti : ma in sostanza egli rima.nev:1 fermo, inchiodato a.i Quattro-Venti con 378 u:tl:ìda,l i, 8423 uomini di truppa e. 23 cannoni, preso anche ln i da una incompren-
Fig. 129 - Salvatore Porcelii. ( dalla i·accolta della Società Siciliana per la. Storia Patria - Palermo)
sibile e perniciosa inerzia materiale e morale, che già preceden temente si era impadronita del Vj::il e del Di Ma.io, vinti -senza, lottare. Ed invero, il giorno 20 il D(' Sauget, caricando ancora k tinte, non esitava a diehiarare, ca.ndidamente, ehe i1 suo progetto cU circondare Palermo ed affamarla non era più esegn±· hile. - - 487
L.. J.8 -·
LA lUVOLUZWi:\E Sl CILIAt\A
Da Nc1poli inlanco pai- tin1, il giorno Hl, nn inYiato speciale, httore dei son-ani dee:reti per i siciliani ; eù il :.\lini,stro della guena 1·acconu:u1davu a,l Dc Saug,et di a,nnun,,,ia,1·e al popolo di Palermo le eonccssion i chLrgiLe e di cercare d'jntaYolare Lrattath-e, occupanclo 11el contempo i molini ed i punti più impoetnnti; chè se i sollevati si fossero mostr,tti tenaci nella sommossa , dul'ante la notte fosse 1·itirnto dal Ban<.:o H clenaro tlei ùeposita,ntì, e fosse trasportato su di una nave dando al p1·ovvedimento la massima pubblicit~L onde intimoi-ire e riduue a più miti consigli il popolo in rivolLa. l\ia ciò elle è lntcressaute legg<:!rc sono le ist.r nzioni riflettenti l' arm,rn1ento artiglieresc:o, in ca so cli ritirabt cla Palermo, ed in 1·igu..trdo alle modalità della, l'ilirata stessa. « Douebbonsi - scriYeva il . Mluisti:o dellu g uerra - tr.ine dal Reol Palazzo e dalle sue fortHìcal!;ioni tutte le Artiglierie che 01·u ne fÒnnano l'armamento, facendo ognì sfor7.o per non lasciare ivi una sola bocca da fuoco, e nel caso Ch'Ella rcput:1sse assolutamente impossibile il far giungere al sito d' imbarco i Jlezzi più oesanti dell'armamento sucldetto, Ella non si contenLerà d'i!JclJioclare ì cannoni (che fosse mai costretta di obbaudonare colh.) ma ne farà assolutamente rompere gll orecchioni e produrre in essi ogni altro 1,'lWSto che l'<'ndesse impossi\Jile il servirsene \1lte1·iormcnle. Ripetesi non per tunto che null:1 Ella clcn! tr:isamlare per to:rlierli cli là ed imbarcarli, ecc..
lnla:n to gli trfficic.ili di a1-tiglieri::~ Giacouio Longo e Vh1cenzo Giordano 01':ini. gi à accusati cli congiura cd assolti a suo tempo dal Consiglio di guer ra. ma tennti in prigione: cbi;1mati dal De Sanget, e bbero la comnnica1,i one d·ella gTa½ia sov1·<11 1,i, ma essi 1·icnsaro110 di riprendere sel'vizio tra, le Ll'uppe r egie e (.Htssai·ono ai riYoltosi. por tandovi l'es('mpio, il c;Ol'aggio. il st•n no <~ la prati ca del sPrvizio. SoLto la loro direzione nella, notte cle.l 24 gennaio si iniziò la, costi·uzioùe di una bat,w1·ia per chm tin·e il n emico asserragliato n el R('gio Palazzo, e la loro pre:-;en½n fn 1·iten uta, cht tutti come l'aiuto più possente che si pote,a sperare h1 q11ri 111ome11ti. cc 'Un ct1nn6ne cli grosso calibro - è detto in un comunicato di D . R uggiero Settlwo - eh~ rtcevè al battesimo di fuoco il nome santissimo cli « Pio IX », di quel Pio che è salda colonna del nuovo edificio sociale, piant:ito ctai 11ostri con altri due callJlonl in una batteria costrutta in poche ore ch'lla notl'e sul baluarclo dì Por ta Montaldo, pcl sagace ed ardito provveclimen1·0 clell":inrocato Calonn, direttore delle nostre artiglierie ed autore del piano
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UN ALTRO CANNONE
« PIO
IX
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di attacco, secondato -nell'esecuzione con espertezza e bravura da' signori Longo, Orsini, Castiglia, Miloro _ed altri bravi, distrusse ·una parte del Palazzo Reale ecc. >).
Questo cannone « Pio IX )>, consa-cra.to alla, storia dalla comunicazione testè riferita, fu quello che primo e bene fulminò i Regi del Pa,l azw Reale ed in modo cosi. efficace che costoro alle
Fig. 130 - Generale ]'lorestano Pepe (1780-1S51), fratello maggiore di Guglielmo : capo della spedizione napoletana contro i sollevati di Palermo. (Raccolta Carnozzi, nella B iblioteca Ci\•ica di Bergamo) . (d a
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Storia Risorgimento e Un1.tà d'Italia
d i C . ,Spellan zon .- Edit. Rizzoli, Milano) .
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LA lUVOLUZIONE SICILIAN,\
d11e delle notte sul 26, inchiodando le. l>ocche da fuoco m cui erano forniti e àbbandonando coHì clue mezze batterie da1 campo e du montagna col pretesto delle strade cattive, §li ritirarono ai ' Quattro-Venti. · Gli insorti, impossessandosi del Palazz;o Reale, la stessa. mattina si arricchirono ·a i 13 cannoni malamente inchiodati, tre ne presefo alle Finanze, tre ancora vennero da Calatafimi, ed infine, tre altri ne pescàrono in mare sotto la Castelluccia del l'vf olo. 'futte le truppe regie il 26 gennajo trovavansi riunite ai Quattro -Venti sotto l'esclusivo COD?-anclo del Marescjallo Dc Sauget, il quale libero nelle sue decisioni, poteva: operare nel modo che più credeva opport uno . Ma ancora una volta pavido di una, decisione energica, prima cercò d'intavolare nuove tratta,tive col Comita,to rivoluzionari,o e poi fallite queste, dopo aver inntilizza.to -le artiglierii; del ·Molo e della, Lanterna, !'<j_ metteva in mni·eia la. notte del 27 per la, via di S. Polo per sboccare il 28 nei pfa,no di Ca.mastra, sempre ·molestato dagli insorti : e seguitando per Villabate, Fava.i·tt e Castel d' Accia, perveniva a Solnnto, per imbarcarsi sui legni di guerra,, col passivo di gra-vi perdite tra· gli uomini, della maggior parte dei quadrupedi e sovra.tutto del1e artiglieri.e, lasciate parte sulla riva, e parte buttate in nmi·e. Rimaneva in potere dei regi il forte «Castellammare>), ma per espugnarlo occorrevano artiglierfo e munizioni e sopratutto a,r tiglieri. Il principe di Pantelleria, presidente del 2° Comitato .rivoluzionario, pubblicava il 30 genn3:io : « Dovendo organizzars i un Corvo completo cli artiglier ia, i citt:~dini cl.te v: si vorranno arruolare, si presentino al Direttore cli essa sig. Ignazio Calonn nel Palazzo Pretorio, ed egli ne farà l'allestimento e dadt g-lì-,,zwlini Ol)])Ort1Jni. Si tratta cli difendere la Patria cla un nemico abbastanza crudele e chf' ancora vuol rnantenei·si sordo alle_voci della libertà e della giustizia. Quindi il Comitato è nella piena fiducia che niuno si negherà acl un i nvito, cni' si i:in debito cli ri$ponclere con quel patriottismo elle interamente è siciliano)).
E gli al'tiglfari non mancarono : anche da Tr::i.p:111i. ove dnl Comitato generale fn rna,ndato cl'nrgenzn Mario Palizzolo, se ne ebbero sci, che avevano appartenuto a] disciolto corpo clei mili-· ziotti « e che fecero egregie pron>. cont.to il Castello )). ,
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UJ,l 1:.-;,;(ìJ:T.l COI:>Tno PAL J,:JD10
La ma,ttina de] J fehbr1tio) infatti, iì OomHato generale rivol uzionario <lclibera:,a di attaccare il fo1·te <<Castellammare)). li ba,ron<~ Riso si assunse la resp?nsabilità di _fornire in poche ore 5 quintali di polvere, perchè si potesse dar pdncipio all'azione. Alle ore 18, dalle batterie costruite dnl popolo, sotto la direzione del Longo, dell'Orsini e di Antonio Scalià al Conservatorio di S. Spirito e alla. Lanterna del l\folo, si i ni,1,iarono i tir i , << e le palle la.nciate con sicurezza parevano dirette da ar tiglieri)). La mattina <lel 5 febbraio il «Castellammare).) veniva occupato, e la guarnigione cli 2 mila, uomini. con a capo il comancla,nte Gross f--gombrava da Palermo, imbarcandosi sulle navi della, squadra. I/aver però cacciato i l'C'gi cfa Palermo, era una battaglia virÌta e null'altro , che per continuare la, lotta, occorreva h<m alt ro; e non potendnsi contin uai-e con le squ,1dre improvvisate, le quali t>er quanto valorose fino allora, già davano palesi segni del loro disgregament o, si rencleva necessario provvedere ad una milizia inqnad.rata, orga11i1,zata e disciplinata. Pei-ta11to il 5 febbraio H Colllitato Gene1·ale norninav:1 nn .« Consiglio . di rcclutazione )) con:llposto da Ignazio Oalona, Po1·cel li., Longo, Oi-sini e Bmgio cli Villafiorita, i quali due giorni dopo pubblicavano un « piano Ol'ganieo per la composizione clelì'esercito siciliano)) cbe iwpm·tara proYVisoriamente la. formn zionc cli nna, Divh,ionc> sn due brigate, e pel' l 'artiglieria il per· sonale necessario pe1· una batte1;ia, da eampo ed un'a.ltra <,la montagna, pi ù dne cornpngnie cla piazr,f~ e gli impiegati necessari pa· l'a,l'Senale cU costr nzion e. Per il comando del corpo d 1 artiglieria era, previsto un ge1w rnle di brigata, un capo battaglione alla clirc,done delle costru zioni, e due sotto -ca.pi battaglione per le artigHerie mobili e per 1'• compagnie <fa piazza.
Fatti. noteYoli si ,rnda,Yano frattanto svol~eudo in altri centri principali della ~icilia e specialment e in :MeF;sina, che fu poi il vero teatro della, lotta,. All'i.tnnunzio degli avvenimenti di Pa.)ermo, la, sera, del -
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L A RIVOLUZIO~E SICILIANA
24 gennaio a Catania, il popolo innalzava, la bandiera CO· ~tituzionale. La zuffa che ne seguì vide il suo epilogo la illè1t· tina del 26, quando il popolo, appoggiato da un obice che aveva sba,rcato da un piroscafo, attaccava, il Collegio Outelli, ne sfon·
(\~•• ..:;: •• ,t,<,, _'.tlfJ ... .~J "'~ .. ~ ... ,.........
Fig. 131 - Pianta cli :Messina e del suo porto, 1.847. (da una incisione dell'epoca). (d a La Rivolitzione Siciliana degli anni 1848-49 di F r. Gu :1r dio:1e. Edit. Francesco Va lla rdi, Mila no) .
dava le port e, mentre i regi scampa.ti alla morte furono fatti prigiouierj.. Anche a Catania nell'ardMe della lotta, i popolani s'improvvisarono arUgUeri; il giorrn1le catanese « Ucmiico del Popolo >) pubblicava ·il 30 gennaio : « Il fa bbricante di carrozze Giovanni N,1so, Palermitano, degno fìg]jo di una patria che segnerà negli annali del rnondo la più bella pagina del Siciliano eroismo, nel. 26 gennaro 1848 facendola da Artigliere, diresse egli il primo alla guan1igione stanziata davanti il collegio di Cutelli un g{·osso pezzo di Artiglieria, per lo Quale taluni dei Reali rimasero vittima, taluni si sba11darono e trovai·ono la morte; e tutti gli altri fur ono dai valorosi catanesi, dietro onor evole difesa, f eriti, uccisi o fatti prigionieri. La br avura di questo figlio della Sicilia non ' può i·irnanere ignorata, e questa pagina richiama a.i posteri la gloriosa memoria 1>.
A ME8Sl'.\"A
Anche h1 Messina, rotti gli indugi il 29 gennaio, il popolo insorgeva sventola.udo il tricolo1·e, bersagliato çla,lle a,r tiglierie de] Fort<~ Real Basso, della, Cittadella, del for te del San Salv..:idore, della torre <li rocca G1wMonia, ·dai cannoni di Terra nova e infine da quelli della frega.ta . reale « Carlo III)) . Dopo
l!'ig. 132 - Autouio Ì,anv.etta. (da La R ii:o/.11zi.o11.e Siciliana degli <tnni 1848-49 di Fr. Guarè.ione. Edi.t. Francesco Va.liardi, Milano).
poche ore di tr eg·ua. rotto il patto, alle ore 23 i regi irrompevano nella città,. Nel « R1illettino )) del 29 gennaio, è scritto: « Onore alla brava Artiglieria ~azionale 1 )> . L'artiglieria naziona le era costit uita <1:1 un solo cannone a rrugginito, situato sopra un biroccino, manonato cln un eroe e da una eroina : Antonio Lanzetta e Rosa Donato. Queste due fi gure cla leggenda, ti rando trentadue colpi,in via Austria, a rrestarono i Regi.
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L.-\ RlVOLUZIONE SICILI ANA
Scrive :Fra11eesco Guardione : <e Gli ardimenti, la modestia, 'e l'amor di patria del primo, lo rivelarono degno di Roma; l'altra, povera donna del popolo, con audacia ed abnegazione sublime, schivando sempre compensi e lodi, in quel giorno memorando, faceva scudo del suo petto al Lanzetta, volendo forse salvare la. vita preziosa dell'unico uomo, che, in quei frangenti, era atto alle artig),ierie )>.
Fig. 11!3 - Rosa Donato. (da La Ri1;oh1zione Siciliana clegli anni
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<li Fr. G u ardione. Edit. Fra n cesco Vallarcti , Mila n o).
« Il P'l'i·mo Settembre>>, - Giornale del Comitato - del 5 febbra.io, a proposito cli questa azione, sotto il titolo di e< Bombardamento)) pubblica va : -
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VALORE :MIL1'.l:AR!l: l•' EM'.\f!N ILE
« Mentre le bombe fulminavano, Messina veniva dai Cittadini con lumi ed arazzi ornata a festa. Era la vittima inghirla ndata, che s'immolava sull'altare della Libertà». << Si.eno benedette le due donne che trasportavano i cannoni, e quell'ardito fanciullo chestende\·a la nurno ad appiccarvi il fuoco. Onore al j\fessin.ese Giov. Denaro imperterrito cannoniere, e gratjtudine etema al palennitano Antonio Lanzctta, ' colonna dei nostri pezzi d'artiglieria, per le mirabili prove cli coraggio, cli pazieµza, cli zelo, d'abilità, d'instancabile vigilamm ! .... ecc. ».
Per i oombattimenti. del 1° febbraio il .Bi~llettùw scri.vevc1 ·: « Molti furono gli uccisi dei regi, moltissimi i ferit i. Uno solo dei nostri, Tommaso Arena, intrepido caunoui<ire, perdè fa vita; ma vivl·à eterno nell~ pagine della storia siciliana. La patria riconoscente provvederà all'orbata famiglia. Il bravo cannonier e Antonio Lanzetta· si distingue sempr e in tutti gli incontri ecc... .... ».
Ed
,UH.:Onl :
« Sia anche proclamata la lode cli Rosa Donato, per coraggio e sagace ardire mostrnto in clue fatti di armi. La storia unirà il suo nome a quello delle antiche donne messinesi; cioè cli Di aa. di Clarenza e cli Turinga )l.
Poichè la lotta ormai s'imperniava sulle artiglierie vale la pena di dare uno sgua,rclo alla loro consistenza. Ed ecco lo stato d'armamento della, Cittadella. e (legli a1tri posti armati in potère dei Regi, sotto 1a data, del 23 febbrafo : Alla Cittadella :
X. o Obici-cannor i tla 80 )) ObiCi·Ci.lllllOlli cl:-i 4 60 )) Cannoni d 3 24 26 )) Cannoni da 2 18 )} Cannoni d a 16 17 Cannoni da 12° » 17 I )) Cannoni da 8 l )) Cannoni da 4 8 )} Mortari cfa 12 2 !) )) Mor tari da 1 )) l\:fortari cla 6 J. Alla batteria della Lanterna (che guardava il canale cli i\'Iessina): Obici-cannoni da 80 N. 14 )) 3 Obici-cannoni cla 6 G2 Cannoni da mar. da 8 )} 3 4l
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LA RIVOLUZIONE SICILIANA
Al Forte del S. Salvatore : Obici-cannoni da Cannoni da Cannoni da Cannoni da Cannoni da
80 24 18
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In tutto il braccio del porto, quindi, esistevano nl 23 feb braio 154 bocche da fuoco e si era perciò ben lungi dal numero indicato da,i rivolto,s i; però durante tutto il periodo della lotta,, un tal numero di artiglierie fu aumentato abbastanza, in modo che nel settembre del ·1s4_s, cioè quando il genera.le Filangieri sbarcò a, Messina, effettivamente circa 300 bocche da fuoco armavano la Citti:Ldella e le opere secondarie in potere de.i regi. In confronto a tale armamento artiglieresco dei regi, alla :fine di febbraio i rivoltosi, secondo la rela,zione che il generale Pronio inviava il 24 al 1Ministro della guerra, avevano eretto batterie « dirimpetto il bastione S. Chiara, sulla Fiumara, sulla chiesa diruta cli S. Girolamo., nel vi-colo cleì. Bottini, dietro il pala,zzo S. Eli.a, alle Qm1ttro -Fontane, nel piano della Matrice~ nel forte Andria, a.na Flora, sulla Casina alla dritta del Noviziato, al Noviziato stesso, e sotto Porta Messina)). Aggiungeva il generale Pronio che queste batterie, secondo le assicurazioni dei generali Cardamona e Schmid, erano armate con pezzi di grosso calibro, e quella postata a S. Girolamo con mortai. 'l'ra le disposizioni date dal generale Pr,onio e da attuare con urg-enza, sono degne di nota, hL fortificazione del La1,7,aretto e la costruzione di una batteria i:rf terr,1 dinanzi all'opera avanza,t a, che metteva al pia.no di Terranova, per eontrobattere quella avversaria dei riv,oltosi eretta al piano cli D. Giovanni d' Austria. Su tale batteria in terra, la mattina del 25, vi erano già postati due obici, che col loro ,fuoco contribuirono e:fficac-emente a sostenere l'attacco, intrapreso lo stesso giorno contro gli insorti spintisi fino a metà del piano di Terranova, nonchè a rioccupare il basti<.rne D . Blasco. L'azione condotta dall'aiuta nte maggiore Uostanzo fu sanguinosamente ostacolata dagli insorti, annidati nelle caserme e nel monastero di S. Chiara, contro cui fu necessario inviare un pezzo da montagna coman-
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. L'ATTACCO ALL .·\ Cl'l''l'ADELLA DI MESSINA
dato arditamente dal tenente. Amlre u:r,zi. Tutte le artigliet i<: del· l'una e dell'alt ra. parte aprirono il fuoco e ne seguì . un intenso bombardamento durato fino alla sera del 27, con gravi cl.anni alla città, e con l'incellClio clùl Portofrarico. I giorni successivi furono spesi laboriosamente per ripa,rare i cfanni, e provvedere ai nuovi apprestamenti per la l-otta che !:-i doveva, riaccendere con maggior vi.go1·e, chè tra gli insorti ve· niva deciso di portare l'attacco al S. Salvatore ed alla Citta· della . .La propo::;ta incontrò favorevole accoglienztt presso H Co· mitato Gene1·ale di P alermo. E Fa,t tacco si sferrò il ·giorno 7 marzo · dalle batterie dei for ti di Porta. R€al Basso, dell'Andria, cli Rocca Guelfonia, del N ovir,iato, e da altre .posizioni minori. Giacomo Longo sovra,i ntendeva alle a,r tiglierie del popo1o, in cui Rosa, ·Donato ed Antonio L·mizetta, ferito ,gravemente in quella giornata, ~rvivano da artiglieri; in meno di quattro ore, il torrione del Salvatore, crivellato di colpi, perdeva le sovrapposte batterie e quelle sottostanti, in casematte, armate con pezzi .alla P.a ixhans; resisteva invece la Cittadella, per l a solidità, delle sue costr11zioniJ e ùi qui i cann oni regi seminavano rovina, e morte nella città. · i'.:ra, il popolo, impavido, se piangeva gli undici a,r tiglieri che avevano giù, immolata la propria vita, gioiva per la, speranza di riacquistare la ìibertà << cd inçurante dei peri.gli e dei ,danni , esa.Itato fino all'ebbrezza, esultante sino al delirio )) alla terri· bile sinfonia clel boinbarclamento univa, il soo cn,n to : La Cittatledcla 'nfiunia china cle cannnneri : Piu Nonu uni voli beni, nni. duna la libirtà 1 la libi r tà !
Battiti di bandiere al vento,. riflessi di sublime entusiasmo, echi della grande anima eroica di un popolo. che, forse sola· mente la voce possente dei cannoni sa risvegliare nella, tragica, bellezza cl·ella morte per il trionfo cli un diritto non riconosciuto! E non da meno i cannonieri napoletani, aggrappati con tenacia a quest'ultimo baluardo, u ~bidienti alle leggi della disci~ -
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L.-\ RI\'OLUZIONE SIOILIA!'ìA
plina e dell'onore, parodiando parole e musica, sapevano anch'essi intiorare h Jotta atroce c·o n un loro canto: La Citatella bella iVIessiua fa pigliare; è P r oniu generale, elle Diu lu pozza aj utà : lu pozzu ajutà !
Per tre giorni arse vjolenta, la battaglia, con l'infuriare delle opposte artiglieri.e : il giorno 8, la fonderia che fucinava i proietti per le batterie messinesi si incendiò e lo scoppio di un cassone cli m unizioni fece vittime tra le Jile degli. insorti. Il giorno 9 si. rinnova,rono gli attacchi, ma ad intervalli, lenta.mente, perchè ormai le energie erano scemate e le munizioni si andavano esaurendo : la lotta andò languendo con scarse fucilate fino al 14 marzo; giorno in cui furono ripr~se le tratta tive per stabilfre una sospensione d'armi; ma pur senza arri. Y,.ll'e a concluderla, tacitamente la tregua i:;i imponeva per mancanza di. ogni pos:sibile attività bellica. La rivoluzione, verò, cont.inuava a cacciare i 1·egi dall'isola. i11 modo che anche Siracusa stava per essere liberata clall'opp1·el:i:sione hor-bonica. Jl 23 marzo il Ministro della guerra del governo napoletano, metteva a ùispm,i7,i,011{~ ciel generale Carraseosa la metà deg-li equipaggi dèi cin<.J.ue pirosca,fi e della freg,1ta, « I sabella>) ancorati nel porto cli <1uella Città, per il disarmo delle opere di fortincazione, per il carico ~i bordo del materia,l~ relativo e di q nello in deposito nei magazzini;· anzi pei· taJi urgenti bisogni fu fatta partire da Napoli, con la fregata, a va,porc il << Viscardo >> una compagnia d'artiglieria. che sarebbe poi rientrata con la stessa, nave a lav,o ri ultimati. < Per lo svolgimento di <J.Ueste operazioni si giunse al' 13 aprile, giorno Ìli cui Siracusa fu definitivamente abbandonata, in esecuzione ad un ta,ssativo ordine del generale Pronio, arrivato il gio1'110 prececlente eol e< Carlo III >>. Il materiare di qualunque genere, in buono stato, e tutti i pe~zj di artiglieria furo110 trasportati a Reggio ed alla Cittadella, di Messina, e a, Messina sovratutto si concentrarono le polveri e le granate da 8, C!)SÌ che in quest'unico baluardo clel 498 -
DlSPOSIZlO~l DIDL _GOVfilllNO DI PALERMO
regi rn terra di Siciliu,, furono notf!volmente , aumentati il suo armamento artiglie1·,esco e .la :-;ua sc:orta di 1J1unizi<H1i e di viveri; di conseguenza il generale P1·onio dovette provvedere anc he all'aumento del pei·sona.le a,rtiglieresco . Sta di. fatto che gli armamenti con tinuarono da ambo l e ptn-ti, 11011 osta11te <.;,he una delle cl ausole dell'armistizi-o, c-0n chin~o il ~ nwggio, stabili s.se il eontrcnio .
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· Inta nto che a Messina, tra le scc1rs_e tùcilate e quakhe sporadica ctwnonata, si sYolgevan o gli a ,·venimenti -che abbiamo na1.T~tti, il gon~rno di Palem:1.0 (13 nmrzo) elllcllla,·a disposizioui per completare l' arsenale cli costr uzione, (! per l' istit uzione ùi d ne fonderie, una pc1· il ferro ed un'altra per il bronzo, per la fabbrica1,ione, 1·ispettivamente dei proietti e delle bocche da fn oco, neces8arie à,ll'a,rmamento deil'inteta Skilia. In occasione della solenne apertura del General Parlament o nel 'rempio di S. Domeni.co, i.I 23 di mai·1:o, don R.nggero Settimo , ne lla esposizione dei lavori svolti dal Uomitato Generale , a nnunzh1Na per l' a r tiglieria e per il t r eno il t edutamento di dne battag Lioni; t!d il 28 uuu·zo, cl elibera.va~i con eamttere cl ' urgcm,:t la fonnaz.io11e di t r e <:ompagnie d'artigliel'in, pe1· il v~1.110 di :i\Ie~sina. Successivamen te, ' si votava la distruzione delle statue dei R e di Sicilia di 11011 l'ilevante p1.·egio artistico e la requisizione delle campane dei Conventini e delle Confraternite soppresse, p er fonderle e pet ·farne dei. ca.nn oni. Il decreto che s nggella va la disposizione veniva emanato 12 giorni dopo, ma praticamente l'esecnzione aveva pr eceduta la legge . A. ì\fessina il 30 marzo veniva rimossa, ht statna: cli Fran· eesc;o I e l' i.ndornani quelfa di Oarlo III. . Una corrispon denza da Messina, p1.1bblicata dal (( Pens'iero Italian o)) e riporta ta anche dalla « Pa,llade )) nel ~uo numero del 2G apl'il e, diC'e tt>:-::tna lmente : « Qui si fonderanno tutte le statue cli bronzo, meno quella di Don Giovann; cl' Austria, l'eroe cl ella battaglia. cli ~~panto, opera egregia del sommo ar-
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I..\ nIVOLUZIONE S ICILIA NA
tista Cn lmnecb, e se ne faranno dei mortai da bombe òi grosso calibro, essendosi già stnbllita l:1 fonderìn pe1· i bisogni della guerra>>.
Il 24 m.a,ggio i.I Minj stro della Guena, annunziava, per telegrafo al Uonunissario del Poter.e esecut ivo cli :Messinn, che con i d ue piroscafi {( YesuYio » e « Giglio delle Onde>> parti,ano: uomiJ.1i, anigHeria cla campagna e quadrupedi per ·Milazzo, ove bisogna ra irn.:ont1·arli. 11 31 maggio wentre da Messina .'i chiedcYano sei pezzi da 3ù, da Pa lermo si annunziava la spedizione di due cannoni ed altri due se ne clarnno prouti. Così, ancora il 4 giugno, ~i sollecitava ì'invio tli sei cannoni da. 36 già chiesti, e l'indomani di.li l'nlctmo s·e ne spedhnno cinque. I preparativi iJ1tensi dove-..-a110 evidentemente porlare alla ripresa della· lotta , come difa,tti avvenne il 5 giugno, mentre una spedi zione ;:;i anelava preparando per sbarcare in Calabria onde solleYate quelJe popolazioni cont r o il governo na,poletano: la sera ciel 12 gingno un c-01:po di t1·nppa con ~ettc camioni, condotto da Ignazio Ribotti. pa rtin1, da :ililnzw e sbarcan1 l'indomani al1a lllél l'ina ùi I-'aola. P er J.'occasio11 c 'il Colonnello Vincenzo Giordano Orsini, che aYern sostituito il Longo a lla 8t1p1·ema dil-ezione delle artiglierie, puhhlic::iva un Yibrante ordine del giorno, dettando anche le nonn e agli artig lieri in caso di attacco : « La D'lSlrn eroic~, spedizione per le Calabric è già partita. 'l'anto entusiaswo, segn:111(10 una bella pagina nella gloriosn Istoria Siciliana, ci 1·ende ancrtitì esser già presso il clesiato istaute cli riprendere le ostilità, e dar l'ultimo crollo al solo misero :tYanzo del despota. La regolarità e la precisione del :scrvi:do delle nostre IlaLterie essendo le principali normè cla osserrnrsi, fa d'uopo emettere le seguenti disposizioni : Comincia11clo il fuoco per qualsiasi motivo, sia clal nostro campo o dalla f'iltadclla, tutf\ gli ,h-l'igUeri sl. trovermmo pronti sulle rispettive ,bntterle. I :;Ignori utlieìali occuperanno i posti appresso indicati. Ogni Comaudant~ cli Batterla non inb:ierà il suo fuoco se non al cominclnr di. quello della batteria Romey, ove, per segnale dello attacco, sventolerà sanguinosa rossa bnricliera; nè cesserà mai di vomitar sull'inimìco lo spavento e la morte. fincbè essa non si , eda abbassata dall'asta. Ln direzione delle nostre offese avrà per obbietto ·l'aprire in breccia ll bastion<ò della Omnpana al forte il Salvatore. con tutti i cannoni e con parte clegll obtci-cmmoni esislenti nelle batterle; cli bombardare attivamente la Oittadelln con fuochi, per quanto piì.1 sia possibile Yerticali, e spazzare le posi-
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SPEDIZIONE SICILIA!\A l.N CAL ABRIA
zioni al piano di Terranova, insieme al passaggio ed aile comunicazioni tra il Salvatore e la Cittadella. Scopo principale, a11zi esclusivo, del forte di ·Sicilia sarà quello cli allontanare i vapori, che tentassero avvi.cinarsi alla Cittadella, epperò non farà f uoco dal lato di terra, se non nel caso in cui venisse attaccato, o ne r iceverà espresso ordine. La compagnia di artiglieria regolare, meno il servizio per un pezzo da campo, spedirà tu tta la sua forza alla batteria Romer, sotto gli ordini diretti del maggiore Alber to l\L Sichera . Un pezzo· da ·campo, degli esistent i 11ell'arsenale, servito da dieci uomini della compagnia di questa brigata cli piazza, si terrà. pronto a seguire i movi · menti della Guardia Naziomile e delle sgnadre armate. A tanti distinti ufficiali, a Cittadini che, caldi di libertà, conono volonterosi in difesa della patria, non fa mestieri raccom:mdarc l'ordine e l'accul't:ezza nell'uso delle munizio11i, dovendo tenere pe1· medio cli tirare un colpo ogni qui11dici minuti per ciascunà bocca da fuoco. Ogni comandante cli batteria si atterrà strettamente a quanto sopra si è disposto, tranne il caso elle le antorità competenti non ispecliscano loro nuovi ordini, che, d'al t1·011cle, cureranno rapportar subito al Direttore General,~ delle Artiglierie. Ya destinaco il Maggiore cLlyala Al for te « Sicilia )l )) )) Ilfaggiore Mangano Alla batteri:, « Roma )) )) )) il Capitano )!ulfari Alla batteria «12 Gennaro ll )) )) si.guor Corrao Alla batteria (( Indipeucleuza ll )) )> Alla batt(~ria (( Italia )J TenentP. Faeciolà )) )f~;Lggiore M.eclina. Alla doppia batteria (( 1° settembre)) )) Il signor capitano Lancia sarà presso il Direttore Geuerale.
I volontar i tutti cli ar tiglieria sulla batteria (( Primo Settembre», sotto la direzione del maggiore lVIeclim1., che sapi·à r.aleolar.ne il valor e, e proporzionarne i tiri ecc' >J.
'rau
di.sposi7,iorii per gli artiglieri giungevano a propof:ii!'o, chè l'indomani, 14 giugno, i r egi si faceva.no vivi con le artigfo~rie della Cit tadella e del fo1·te D. Blasco, la cui azione er a però rin t uzzata efficacemente dalle batteri.e messinesi dei rivoltosi.. Inta,nto la spedizione comanda,t a dal Ribotti perveniva a Cosenza ove per l'ordinamento del 17 gi.ugn.o, fu assegnato : al maggiore Francesco Burgio il comando delle poche ar tiglierie, ed al colonn ello Giacomo Longo quel l.o della. sec:onda Divisione : men tre il colonnello Mariano Delli JFranci ed il ,maggi.or e Alfo nso Scalia, anch'~ssi u:ffici.ali d'artigli.eria, venivano destinati : il primo come capo di stato maggiore del piccolo esercito, ed il se·condo come Capo éli stato maggi 01·e della prima Di.visione. -
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Quest C' truppe fu1·0110 l'cltte 111n no,-raJ·<' eo11 molta abilità, s n.i rnouti. cali, bl'esi, e 11.on mn 11 cai·u110 epi::,ocH onorevoli ; nell 'irnpos:,;i Llilitù però di potei-:si :a;u:-;tc11c1·p di fronte ai napoletani, i capi, 110n soncLti dalle popola7,ioni, chiPsero, i l 25 gi11g110, dnc bastimenti in Sicilia p<'r esse i·<~ imbtLreati s nll e coste dell'Ioni.o, nou s1•nza aggiung<>re : t< .1 \d ogni rnoclo tutti i nostri son pronti a morfre colle armi alla ma110 senza abbanclonare le artiglierie, se i l soceor:;;o che i,i Llomarnln. non ginng-es:,;c in tempo>>. Così , sfuggr1Hlo al nPrnico 1 1-insciro110 ad imbarca'.rsi con la totahtà cl<'lle armi sn due naYicelle nella nrn1·ina cli Oata11za,ro, ma pe1·ù fnrono poi ra,ggiunLi e catturati nelle acque di Corfù dalla col'Vetta 1mpoletHna cc L o Stromboli >>. Giacomo Longo e .\lariano (lPlli Vranc-i, già nfliciali clc•ll'artig-lieria, hoi-hoHi c-n, <·d i :,;ottnf"lit·i:ili clell', \.1·ma siei,,:;;a Francesco G11iccio11t· e Fi-m1c·esco A.ngher.'t fm·o110 ti-adotti n :\l'apoli e te1111ti ptigfonieri in Castri S. Elmo. Proc~ssati per di~eJ"zio1w t> per a.Yel' portato le armi eontro le rea.li. rnilizie, fmono gitHìicati il 20 lng-lio eia uu Con:-ig-lio cli g-nena, ed il Longo ecl il. Del!i I'1·anci benchè strenuarncnte difesi. ri::;pcttivam<'nte dagli av Yocati Uh1seppe ~farini SeJTa e Uarlo 1•oe1·io, fn1·ono eo11dan lii1ti. a mo1·te, mentre al U 11 cr.ione, dif.eso cln ll 'avvoc·,J'!·o LC>opolch Taranti11i fu conces!>a la libertà provvisoria, e l'A.np;herà , clife::;o da L11ig-i d'Egidio, fu rinviato a ginclizio del t ,·ihnnalt> _01'tli.1tado. La rnntti.na clel 22, giol'no designato per Fesel'.t1zione, ,1 Giac·orno Longo ed a ..\larian o Delli Ft;rnci fn <:on<:e:,;:,;;t l.,L grazia sovrana, p e r c 11i andarouo ,L sperirn.en tare ·il rigol'e delle ç,a1.·ce i·i borponic· li r . d'o.ncle però uscirono nel 1860, per snhere ;in co1·.1 una bella pagina nell esc•rcito elci Yolontari conclotto da Garilwldi. Il i,1·istc epilogo delle opcn1;1,i oni ca lalH'csi fii il primo c:olpl> vibrato contro 1H riuscito della, 1·ivoluzionc sicilfana . ~ ella sentita. penm'ia di buoni ni1kiali., la 111,rncanza clel Longo e dc>J Delli Franci costituì' lllHJ., grave inttn1·n. a,ggr:ivata poi anche cfalla perdita del Ri.botti. uuic·o genernle che anebbe potuto gniclarr le truppe siciliane con probabilitù <li su ccesso . Per Messina , poi, tali perdite fnrono cli. nna portata aclclirittura jncalcolabiJe: i didgenti, non dir-;ponenclo cli. un altro co-
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LA MINACCIA DELLA RISCOSSA BORBONI CA ·
mandante cl.ella ìevat ma del Ribotti e sentell(lo perciò graYare> ln miuae;cia della risco.S!:-Ui borbonica, interessarono pj ù vo lte il governo centrale di Palermo per ottenere nuovi mezzi, o quanto meno pe1; avere l 'autorizzazione di passare risolutamente a.ll'a,ttacco, e tentare così. di strappare la Cittadella ai l'egi.
Fig. 134 · Giovanni Corrao. (da La Rivoluzione Sicililiana clegli anni 1848-49 di Fr. Guardi one. E<.lit . Francesco Vallar<.ll, Milano) .
l\Ja a, Palermo si e1·.~ in t n ti/ altre fa.ccende affaccendati e l'oratoria clell'accadernia legislativa sommergeva in un mare di parole la realtà 1·ndé e pre~eute d(~lla l-Olid,1°foi:tezz~1 , centro strategico- tattico e logi!'.tico di prirn'or<line pel' ht ripresa clc~lle opera,zioni milita,r i da patte dei regi, e, ciò che più conta, guarnita con a,bbonda,nti c,rnuoni e difesa cla uomini che cono,<;cevano assai pene i l propdo mesti.ere . 503 -
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Tra i. vari pia.ni proposti e che non riuscirono a richiamare Fattenzione dei governanti in Palerm-0, è int.ere1Ssantc quello clell'Orsini, del '7 luglio, cli cui trascriviamo quella parte rifletter!te sopratutto la consistenza dell'armamento artiglieresco di Messimt in quell'epoca: <e Dallo stato di distribuzione dell'armamento e da quello dì' approvisionamento mandatimi con apposito rapporto dal sig. Maggiore · Medina incaricato del materiale, e che il Lei presento, valuterà quali sono i nostri bellici strumenti, saprà essere le nostre batterie finitamente compi te, provviste, ed armate, ed ascendere il totale delle uosre offese a 112 bocche a fuoco, oltre quelle mobili da Campo ..... >>.
In un'altra lettera delPOrsini, inviata il 17 luglio al Commissario del Potere Esecutivo cli Messina, a seguito di alcune vociferazioni sulla lentezza della guerra e sull'impiego clell'artiglieria, si legge di che entità fosse in quel momento fa preparazione a1:tiglier,esca : << Credo non ingannarmi nel voler proferire essere l' Artiglìeria il solo corpo organizzato in iVIessina: la disciplina, la tenuta delle Batterie, l'approvviggionamento, la posizione dei nostri luoghi fortificati, ed a· preferenza quella importantissimo del Faro, che può dirsi a ragione campo trincerato, le pronte costruzioni dell'arsenale, la confezione di tante munizioni da guerra, la fu~ioD.e cli sette mortai da dodici a grande portata, dei corrispondenti affusti in ferro, e dei proiettili di ogni genere; lo staffaggio già pronto per due cannoni da 6 e due obici da 5. 6. 2, cose tutte eseguite per proprio zelo dall'artiglieria, e senza il consiglio o la menoma insinuazione altrui, mi lusiuga che in generale non lascino nulla a desiderare. Non parlo delle fatiche durate 11er avere aumentato r.l 1J2 le sole 27 bocche a fuoco, che trovai all'epoca del mio arrivo in questa, nè dell'utilizzazio!le di nove obici-cannoni da 80 cbe giacevano inutili nel forte del Popolo, uno dei qualì reso fuori servizio, si è completamente riparato...... ecc. ».
Le proposte dell'Orsini presso il governo cli Palermo non destarono soverchio interesse, nella convinzione -che solo la diplomazia ed il Piemonte, qualora il Duca di Genova, avesse accettato il regno, potevan-0 salvu.1'e la Sicilia,. N è miglio1'. esito ebbe un altro progetto dello stesso Orsini, · jnviato in agosto. Ma, inta,nto che si imbastivano progetti, r.t Messina non si !'imaneva inoperosi e per aumentare le artiglierie gli insorti dissotterrarono gli. ultimi cannoni regi dell'arsenale. Già durante i.l mese cli giugno la Cittadella avevEL ripetutamente bersagliato. 504
GLI AVVffiNIMl])NTI DI J.\·11!JSSIJS"A
l'Arsenale cli marina per coprire di mRcel'ic i pezzi che vi trovavano e di cui gli'insort i, spesso con felici risultati, riuscivano ad impossessarsi. Anzi, il generale Pronio ordinava al Di.rettore delle artiglierie di convocare una Giunta di Ufficiali dell'Arma, pn studia.re la man·i era onde inutilizzare le bocche da fuoco in ferro da 33 e da 36 accatasta.te snlla ba,nchina di detto arsenale. (}nesta Commissione di U:filciaili presieduta, dal Maggiore Rodrigo Afan De Rivera n.ella sed uta c1el 29 giugno concretò due progetti da sottoporre al generale l"ronio cioè : eseguire una
e
Fig. 135 - Jgna:r.io Ribotti. ( d all'E'nciclope(l'ia Miiita?'e dell'On. Ma.la.n Popol o d'Itaiia, Milano).
t esta. Edit.
sortita. per buttare in mare le bocche da fuoco, oppure inutiliz½arle col tiro di cannoni. da 24. iVfa mentre la prima proposta si presentava di ar dua a,ttu:-.1,zione, perche importava, un ~olpo di mano che avrebbe provora.to un 'azione bellica generale, la seconda assai semplice, aveva il difetto però di essere lenta e di dubbio risultato. Il generale Proni o si affidò· a,l sec-onclo ,partito, ma ciò non impedì ai valorosi Messinesi di continuare le loro incursioni, pur sotto il bombardamento, tant.ochè in ag·osto essi riuscivano a raccogli.ere tutte quelle bocche da; fuoco, grazie all'audacia ed allo spirito ·cli sacrificio di un pugno di uomini. Sotto le rovine dell'arsenale giacevano a,ncora 17 pezzi <'li grosso calibro che i giorna li deU'epoca ricordavano esser,e quelli die annu.,va,no il va.,scello « Sunnita)), mandato in disarmo dopo ~li avvenimenti del 1799; la Co1·te .borbonica aubandona.ndo tali -
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artiglierie si lusingava di condannare all'oblio la fama e spegnere la luce del martirio dell'ammiraglio Ca,i-acciolo, che aveva tenuto il coma,ndo di quella, nave! .La pericolosa e difficile operazione di ricuperare tali bocche .<la fuoco fu affidata, a,d nn genovese, commérciante in Messina da moltis. imi àimi, Bartolomeo Loreto. che la compiè lodevolmente. lntanLo mentre si prospcttavai imminente la ,;peclizione comandata dal tenente generale Carlo Filangieri, per riconqutstlLI·e la Sicilia alla dinastia borbonica, H Parlamento siciliano elaborava il 1G agosto un nuovo piano organico per l'Esercito, che importava per l'artiglieria,: 1 ufficio centrale di stato niaggiore; 3 direzioni da cui doveva dipendere il servjzio delle piazze; 4 brigate per il servizio di piazza e di battaglia ; 2 , tabilimenti per il materiale dell'Arma ; 1 brigata artefici. Questi provvedimenti, come d'altronde tutti quelli emanati in precedenza, non ebbero completa, p1·onta ed energica attuazione pratica, specialmente per la svalutazione aprioristica delran·ersario, che valsè a generare un'atmosfera. di soverchio otti mismo, e cla cui. fiorirono una sei-ie di errori, che forono fatali per l 'indipendenza della Sicilia. L'armamento artiglieresco, a, difesa delJa cittù,, era a,ssai. modesto, e quello di Messina, il più cospicuo, er:1 plll' sempre di gran lunga inferiore a quello dell'avversario. Antonio Ulloa nei« Fatti di Guerra de' solclati 'llapolelani>> ('numerando le forze di cui disponevano i :Messinesi. alla vjgilia dell'attacco, scrive in rigual'do alle artigli.erie: « Centoventi cannoni e 30 ruortai forniti cla~li. atsE>nali di Tolone e <li \Yool'1.·ich , abbandona,ti dalle Reali truppe nelle piazze clell'Isòiu, dovevano dirigere i 101·0 fuochi contro il bastione D. Blasco, la Cittadella, il S. Salvatore, la Lanterna. Si e1·ano ar·mate tntte le antiche batterie di. costa, e si era costruita quella denominata la «Sicilia>> per combattere, pa1·ticola1·mente, ogni tentativo cli ,;barco s ulla, spiaggi,L cli iV{Megrosso >>Il ùuardione :1 Ua. sua volta in « Rfrol uz-ionc Sicrnnna >)
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Fig. 1'3G - Generale Aulonio Ullòa. (d a lla R accolta clella Scuola M!litue dì Napoli).
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enumer-a 112 bocche da fuooo e qualehe cannone da 80, pochi da 36 l' i più da 24 e di <;,1,libro minore. '
Codesti peni atmavauo· le batterie clw si esteudevauo tlùl « moute de' Cap· puccini, a· siuistra clella città, al forte del Noviziato, con le alture dell'Andria, di Rocca Guelfonia e cli Torre Vittoria. A sinistra sorgeva un'altra batteria, sotto il forte di Porta Real Basso, dirimpetto al San Salvatore. Altra linea di batterie eorreva élalla bnncilina· del porto allo sbocco del torrente 7:aera; rinforzata dalle batterie della marina, cli San Gi rolamo, Sant'Fllia e Santa Clllara. Dietr o n questa linea erano due b;;i.tterie di .mortai, una de' Pizzillari dentro la città, l'altra cli Santa Cecilia fuori» .
Il 30 agosto1 reparti di truppe R,egie con quattro batterie da campagna s'imbarcavano a Napoli, diretti a Reggio, ove si dovevano riunire alle altre .t ruppe già ammassate in qnel tenitorio, per indi sbarcare in Sicilia e sottometterla di nuovo :11 governo dei Borboni. Comandava la spedizione il tenente generale Carlo Filan gieri, il quale, complessivamente, tenuto conto anch{~ del co11tingente esistente nella città di Reggio e dintorni, veniva ad avere a.i ·s uoi ordini due Divisioni coma,ndate dai Marescialli Proni-0 e Nnnziante. Le due Divisioni alla loro volta, erano coRtituite da quattro brigat~ agli oi-clini dei generali Sc]?.mid, Diversi, La.nza e Busacca. Il 1-0 settembre a.Jcuni reparti e 4 obici da J 2 rinforrarono il presidio della, Cittadella; e dne giorni dopo nn a,ttacco della, squadra nava.Je combinato con la sortita di alcuni reparti di tr'uppa della stessa Cittadella, fra cui un distaccamento di artiglieri, ciistruss·ero la, batteria « Sicrna n che costituiva il più grosso ostacolo per uno sbar00, inutiltzzando gli affusti, e inchiodando ·12 ·cannoni da 33 e da 24, mentre altri due pezzÌ. di piccolo calibro, che arm[Lvano una barca, ed un altro con· cui i siciHa,ni avevano contrastato i.J passo a.Ile t ruppe, , cacleya,110 nelle mani dei. regi . L'azione si svolse sotto il fuoco viv'à.ce delle batterie siciliane, piantate sulle colline soprastanti 1a città, che la,nciava,no un,L. grnncline di bombe specialrnent{\ sulla Cittadella,, che rispondeva, con pari violenza. Il (( B'tillettino )) del 3 e 4 settembre pubblica va: « Una tempesta inc:ess:Jllte di palle, granate, bombe e razzi, di cui molti i ncendiari, si lacciava da tutti i Forti ·nemici, e dalle Fregate su questa martire della SiciJiana Indipendenza. Le nostre batterie ecl in particolare quelle di 508 -
LO Sl3,\UCO . DEI P.ORBON IC'l A M l•)R:';ll\'A
« Romcy >> (Vittoria), e< l' Indipendenza » (Rocca Guelfonia), « 29 gennaio>> e « Primo settembre>> (Novizia Lo), « Roma)) (Santa . Cècilia), « Ualia » e « Sent inella» (Anclria), « 12 genP-a io >> (Pizzmari), trassero colpi gagliarcli ed efficaci sovrn la CiLtuclella, il Don Blasco, il Salvatore, nonchè sui legni di guerra, sulla I,;mterna, e s ulla spianata del Lazzaretto. La prima f u seriamente danneggi.1ta, gl/ altri inutili7,zati n ella maggior parte clei pezzi: i !egni tosto fugati ,>. « Ilin~lorni to ardore degli a r tiglieri , l'operositf1, e l'entusiasmo cli tutti gli arma ti e clel Popo'lo gettano lo &com.mento n el nemico>>.
La ma.ttin,1 de] G settemb1·e il convoglio <li navi che trasport:1va il col'po è.lì spedir,ione comanda to dal Filangieri, si presen-
tava dinna,nzt a Messin::i. e a,l le 8 1/2 inizia.v a lo sbarco delle truppe sÙlla spinggia di Gontc-;sa. La, lotta, con gli ins01·ti fu iniziata dai ma,rinai cannonieri, sce::;i per i priud a tena, ed in b t eve si fece a,ccanita. Due assalti consecutivi, da.Be 9 alle 12, porta.ti c:on for7,e sempre maggiori per la conquista del villaggio di Con tessa sulla, strada consolar(~, furon o sanguinosamc~n te 1·ibn tta,t.i dai difensori, che frattanto a,veva no ricevuto rinforzi <'li trnppe c:on qu alche pezzo e.li artiglieria . Il comba tUmento si a n davn così dèlinea nclo favorevole ai Messinesi, quando verso il tocco, H generale Fila.ngieri, spiegando tutte le sne forze, ordinava, : al -geun·nle Ynnzia,ntc, che opera.va alla destra, di flpingcrsi. con le sue t.rnppe, appoggiate dn mezza batteria di obicj , fra i viHaggi di c:ontessa e Gazzi; ed! al generale Lanz::1, sulla sillistri.li di g-m1dagJ1are lr ,tltm·e e poi con un rapido e.ambi.a mento cli frontf}. mi11arciare il fia,nco destro ed il t,ergo cleg.li avversari. Questa nuMwvr,1, d5fficile e delicata, srcondata (hil fnocò delle navi e dalla mezr,ii, batter-ia di. obici, rese jn 1n·eve i Napoletani padroni del villaggio, mentre il fu mo dcilc case incendiate impediva agli artiglieri messinesi j} tiro dalla bntteria del Noviziato:
In questo momento. ad un segnale convenuto , il generale Pronio la,ncin.va: sul piano di 'l'erranova alcune truppe con mezza ba,tteria, c1i obici, le quali, benchè fortemente prova te cla1 fu oc:.o dell'artiglieria nemica postata a,l l'ingresso di strada cl' Austria e dai tfri Ycn·t ic-a.li di qnen ~ 8ituate sulle cnlli ue. riuscivano acl occupare i I bn.Rtione di S. Chiara td il PortoftH11<:o . -
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Costretti a r inculare, gli insorti abbandonavano la batteria sulla, strada d' Austl'ia, ùanclo fuoéo a dne mine, di tu.i uHa sola,
brillò; contempora.11 camente il generale l 'ro11io larn.;iava nella lotta alt1·c truppe. Ma intanto che si svolgeYa quest'azione, le batterie U1e::;:-inesi, che prima tiravano sulla Cittadella, concentl'n,vano il lol'o fuoco sulla, zona del combattirucnto, ecl nna bomlm, uccidemlo ]2 soldati e bruciando le c;utucc<~ nei ::;acc:lli . gennò nei r egi la convinzione che fosse .1vven11to lo scoppio ùi una mina. <,.)uesto fatto, segni.Lo da 1rn Yi rnee c:ont1·,uta('CO d( µ; l.i insorti. produsse t;1lc scompiglio e sgollleHto elle lll'nnchP l'ni11 t·u di aUl'i rin calzi riuscì a, far mantenete le posizioni conquistate dai bo1·bonici sicché a sera tutte le t1·11ppe Regie ,eiùrnno l'itiratc dalla Cittadella. J regi ebbero a solfrfre gravi perdite fm c:ni quella del tapit.rno P e1leg1-ino, comandante la mezza batteria di obici, il q ualc caduto ferito, morh·a poco clopo. S ulla fronte della, 2·· Divisione, intanto, malgrnclo la resistenz;L aiccanita, l'azione si svolgen1 in fa ,·or c dei napoletani. I.a manovra d'ala ordinata dal Pilang-ieri si ,tnda,a attuaudo 1 facilitata dalla confusione che regnanL nel campo degli insol'ti, nrnncando essi di un Capo idoneo, capace di orgauizznl'e e cfo:dplinate la dUesa,. Così1 invece di 1·a.!Iorzare la clestm min:1cciarn d'an·olgi mento, gli i11sorti si oi-;tinavano nel .i mpiep:ar·e la mag:p:ior parte dcli.e loro fo1·1.e è.Llfo sbocco del villaggi o cli G azzi. 11 combattimento in questo i;;cttotc si. fece così accanito 1 che il li'ilangiel"i ,s~ntì il bisogno cli raff01·zai·E> la sua desti-a con alt 1·e troppe appoggiate da rnezza, battc1·ia, da montagna. lt> q1rnli, pcJ·ù, 0out1·attaccfLte furiosamente, ,fmono t agl iate fuori. tlalla lott,1. trovando :::campo e protezione solto il bastione D . Hla:-co. A sera la situazione tattic:n e strategica dei Xapoletani si prea.nuunr-iava semp1·c preca1·ia, urn gli i.mmrt.i staul'hi, Renz,t munizioni e senza, dire7,i.one si andavano 1·itiranclo Ycrso porta 0
Zèl Cl'U.
La battaglia si allievoli.a 1w1· 1·iprelHlPre più micidiale alle prime luci dell'fLlba. Di buon'ora il Filangieri :-;apnto lo :-;c,1cco subìto il ~101·11 0 -
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NUOVO EROISMO DI ROSA DONATO
preeeélente dalla, ia Divisione, ordinav..L al generale P1·oni.o: di mettersi alla testa del ·maggior uumero possibile di tr11 pi.,e con la mezza batteria che il giorno p1·ecedente si era, ricoYerata sotto D. Blasco, uscire da porta Sf1raccna e muovere all'a,s salto del M-o nastero della, ~faddalena, dove si ,s arebbero saldate le d11e J}i visioni. 'l'remenda fu quivi la mischia: all orchè i Regi elitrarouo n81la chiesa, Giovanni Krimy, l'intrepido abate condannato a morte per gli avvenimenti del l° settembre 1847, capitanando nn pic colo numero cli uomini, fàceva fuoco con due cannoni. Dei Regi il capitano Anclru.z7,i di artigli.eria « sotto le mu1•a della Maddalena, - riferisce l'Ulloa - si ebbe la morte più g l oriosa)>. A mezzogiorno, la si.tuazione si presentava gra ve ma nùn disperata per gli insor-ti, i quali caccia,t i dalle alture si restrin sero alla cinta dell,1 città. Poi gli avvenimenti precipitarono rapidamente; la di.fesa continuò sino a sera, ma spezzettata, in punti isolati.. A S. Giacomo gli artiglieri messi nesi. eseguil·ono i. loro til'i s ui Regi fino all'u ltimo colpo di cannone. Dal borgo Leone il Lanzetta faceva a1rnora, udire la YOC' t> del suo cannone : « U fermo sulla batteria - scrive il Guardione - . circondato dall'oste nemica, nel pericolo cli essere 1ireso priglonlero, appiccato il fuoco ad una mina, scaricando un'ultima volta i cannoni,' sfugge a' nemici, che con fe1·ocia lo cercavano>).
E con la, tenacia eroica, clel La,nzetta, nella giornata del 7 settembre fioriva ancora una volta l'esemplare valore di Rosa Donato, l'intrepida cannoniera, d ella rivoluzione, elevata a ca,porale << per aver · servito il suo ca,nnone, sen~a concedersi tregua per lunghi ,mesi, nei quotidiani bombardamenti)). Alla, batteria dei Pizzillari, l'P.roina messinese, clegn,1 figlia, di un popolo di prodi, vedendo i nemici alle spalle, novello Pie_tro Micca, da.va fuoco alle nrnnizioni e dedmanclo i R ~gi, Lei stessa travolta 11elle macerie, fingendosi morta, sca,mpava alla, rrazione con la, fuga. Nel ricordo di Messina, nella mite sera settembrina del '48, in balìa delle soldatesche ubbdacate dal sangue, straziata dal -5U -
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LA RIVOLU ZIONE SICILIANA
homba.rda,mento, saccheggiata, dal vincitore, arsa dal fuoco, si e1·ge Rosa, Donato, come un fiore purpureo in un campo di desola · zione, per immortalare la donna italia,na, e tessere all'Artiglieria siciliana il phì ambito fregio di gloria. La sua :figura femminile non tempera la visione di quella lotta, ma la ravviva e la ingig·antisce, le sue umili origini non l'abbassano ma la sollevano e la nobilita.no. I Se l'arte dovesse creare un'immagine per raffigurare in .una creatura umana la fiamma intima di quella rivoluzione, non esiterebbe a scolpire nel bronzo la; cannoniera messinese. Con una gran,de anima permeata da un più grand'e ideale, Ella vive in un alone di poesia eroica che commuove ed esalta sovrastando tutte le donne di vi1;ile coraggio che nei tempi della divisione nefasta, conobbero h~ <.:,ure e gli ardimenti dell'Arma possente. A Palermo dove riuscì a riparare, sfuggendo alle soldate-sehe napoleta,,ne, le fu conferito il grado di caporale d'artiglieria ed impiega,ta nei h1v,ori dell'1-\ rma; mentre per onorare il Lanzetta ed il Corra.o, anch'essi riparati nella capitale _d ell'isola il 23 settembre, fu presentato al Parlamento, dal Ministro della g11e1 ra,, il seguente progetto di decreto: · (< Signor Presidente - Giovanni Corrao ed Antonio Lanzetta, destinati al servizio dell'artiglieria in Messina, si meritarono per la loro energia e disimpegno vl servizio lo affetto dei comancl~nti in capo, dai quali furono loro affidate incombenze di· ~on poco rilievo. Gli atti di eroismo spiegati nell'ultimo e fatale conflitto di quel paese sono stati cli pitt alto grado, e .meritevoli al c<.>.rto di un equivalente compenso, particolarmente a vendo perduto . essi ogni mezzo cli sostentamento. Considerando però che gli stessi trovansi sforni. ti cli -lettere,. presento a questa Camera il seguente progetto di Decreto·, pregando di interessarsi accoglierlo come cli giustizia >). Il Parlamento decreta: Art. 1° - Giovanni Corrao e Antonio Lanzetta hanno ben meritato dalla Pat1"ia nella guerra cli Messina. Art. .2° ! I medesi· mi avranno gli onori ed il soldo di capitani d'artiglieria. Il Potere Esecutivo gl'lmpiegherà in quei modi c-he crederà convenevoli senzachè per (1\1esto avessero diritto acl altro soldo. Il Maresciallo di Campo :Ministro di Guerra e Marina : Giuseppe Paternò >).
Grave permaneva la situa7,ione militare, mentre, alli 24 set~mbre, le forze armate siciliane contavano la modesta cifra di 4300 uomini. · -
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L'ARMISTIZIO
J:>er la, conclusione di un armistizio giunse perciò opportmio l'int~rvenbo diploma,tico inglese e francese. ~fa a<.l onta, delle misure d'urgen7,a approvate dal Gover110 di Palermo dun1nte il succe,ssivo pe1'iodo di a,ttesa, allorehè in fine M.arzo dc] 1849 furono riprese l e ostilità, la 0onsistenza dell'esercito siciliano era di gran lunga inferiore a quella dell 'esercito avversario condot:to dal FihLllgiei-i. Necessità di spazio ci obhliga,no ora a, sintetizza1:e, sorvo- · lando ·su i1ati episodi, ad esempio, attraverso i monti Peloritani·, la caduta di 'l'aormina, la, resistenza a Sa,n t' Agata,, ecc .. Conquistata Catania, potè dirsi vinta, la rivoluzione in Si . cilia, non tanto per l'importanza del fa,tt,o d'anni q1rnnto per il · senso di sfiduci.a che venne a generarsi nei difensori. Infatti Siracusa spaventata dalle efferatezre eommes,se in Catania,, apd le porte ai Regi, ceclendo le f:Lrtiglierie ammonta,nti a 52 pezzi di grosso calibro, le armi e le munizioni , affidate a,l maggiore d'artiglieria vVel'ciniski « codardo e trad itore avvent nrier 'polacco )). Augusta ne seguì l'esempio. Dopo la resa cli Cata.nia, la maggior parte de'lle t ruppe sici. lia,nc i.n ritira:ta, si raccolse a.l ca,mpo di Castrogiovanni, con • i pochi pezzi d'artiglieria, agli ordini del Valenti. Intanto, nel disordii:ie generale f:L limentato dalle opposte ten denze, il popolo di Palermo, deluso ed amareggiato dai rovesci pa,t iti, chiedeva di battersi ad oltrarn~a e, senza alcun frenù, i l 2 maggio occupava il forte di Castellammare, provvedendo a sistemarne l'armamento e portando varie bocche da fuoco che furono postate sulla, costa ed in a1!.tri luoghi, per la difesa della città. Un avvi so del 7 maggi-O annunzitwa: « Tutti gli artiglieri che non sono ai forti ed alle barricate, e che vogliono bat tersi, sicuri di non mancar loro soldo e vitto, potranno presentarsi in vista del presente a questo Comitato di guerra sito nel pala.zio Senatorio».
E la lotta ebbe· il suo epilogo sulle pendici dei monti palermitani nei giorni 7, 8 e 9 ma,ggio, in cui i siciliani senza la guida di Capi, ma non senza valore, ravvivarono col loro sangue ge· neroso l'ultimo palpito della rivoluzione, già, svuotata di tutto il suo vigore dai suoi dirigenti, e poi definitivamente vinta dalle armi borboniche. 513 -
18J:8 -
LA RIVOLUZIOXE ~ICILIANA
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In effetti, a,lla i-ivoluzione sidliana, nata ver vitttì di pochi e sviluppata ·i per consenso e valore di tutto un popolo. dopo le prime vittoriose vicende ed i primi entusiasmi, mancò l 'uomo capace di niiccogliere in salde 11u1J1i il pa,trimonio ideale e potenziale della l'ivoluzione stessa, di nlffo1·zarlo e moltiplical'lo. La, mancanza di una persona ìi.tà di siffatta tempra generò una fio ritura di errori di valutazione, di preparazione e di esecuzione, che, somruati, ebbero il triste effetto di riportare la Si rilia, sotto il gove1·no di F erdinando II. rat1·ioti insigni, di elevato animo e di più elevato sapere. furono senza dubbio qua. i tutti coloro che nel periodo di 16 rne~i si seguirono al gove1·110 di Sicilia, ma nessuno cli essi seppe opporsi e sostituire a lla vuota accademia legislativa la piena e raziona le rraUzza%.ione dei p1·ovvedhuenti adottati. J)'alha patte, un po' per la svalutazione dell'avversal'iO (chè troppo a buon merca Lu era stata ottenuta la. vittoria di Palenuo nel g<'nna.io del 184 ), un po' pe1· la. mancanza di mezzi, nn po' per ilW~perienza, 1m po' per debolezza ed infine per h~ fal lace co11Yil1zi.one di risolvne l'anenirc della Sicilia attraverso la diplomazia, non si dedicarono le necessarie indispensabili cure all a parte e:-:senziale pe.r il trionfo della rivoluzione stessa, che richiedeva sovratutto di essere potenziata con le a,r mi. Sostanzialmente p e1' defic:ienti clfrettive, per difllcoltà intrin!',CChe dì ,·ario ordine e per inesperienza di quelle p1·ovviçlenz.e che si richiedono pe1· la c1·eazione di un organismo militare, la Sicilia nelle fa1'.i della lotta contro i napolet,mi non ebbe un vero e proprio esercito. · Di conscgue11za e sovratutto l'artiglieria doveva necessariamente rispecchiare la fisonomia cli un tale stato di cose; chè essa, t raendo la sua linfa vitale da tutto quel complesso patrimonio scien1'.ifico, tecnico ccl economi.co di. un a, nazione, non si presta a facili improvvisazioni, ed in qualunque modo la, sua creazione e l'organizzazione sua debbono essere concretate nella mente dell'uo1110 supel'iore, ed imposte da una volontà tenace . . Le cure del Longo, fino a quando non partì per la spedizione <l.i Cala,bria, e clell ' Orsini, per tutto il peri ocl o della, lotta, sorrette e dettate da quella seria e solida preparazione che essi avevano acquisi ta in quell'impareggiabile fucin a culturale della -
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OE~'1CIENZE E V,\LOHE .DELL' AU'l'IGLIE!UA SICILIANA
Nunziaitella, 1·iuscirono a, creare, limitatamente a l\fossina, un di:::.creto armamento con nuclei di artiglieri che nel servizio d'assedio e di fortezza diedero buona prova, ; ma, nei successivi fatti d'armi. «L'Artiglieria da CilIDJ)agna -
scriYe V1ucenzo Finocchiaro -
era quanto
ùl più irrisorio possa immaginarsi ; tranne cli una sola batteria acquist ata in :B'rancia, e che non arrivò a tuonare in battaglia, il resto eran vecchi cannoni
di ferro cli vaJ:ìo calibro, e trainali su pessimi ecl improvYisati affusti; le IDUUizioni erano sc,1rsissÌ!ne, mal d istribuite e veggi0 confe·z ionate, e si arrivò persino a n ou .Poter carkarc i cannoni, perchè i proiettili assegnati er an di calibt·o maggiore>) .
La maneanza cli artiglieria cla campagna fu uno dei tanti . errori di prepa,raàone che pesò iu maniera negati va nelle varie azioni di guerra, comba.ttnte. Tale mancanza si spiega b,enissi.wo nella pr11na fase e cioè fino alla caduta di Mes,sin a, non avenùo il governo cen tntle -tenuto nella dovuta considerazione il ritorno offensiv,o dei napoleLani; nella seconda, fase, probabilmente manr:ò . il tempo cU. provveùerc, perchè non si creano cli punto in bianco repa1-ti mobili, die esigono, a differenza di quelli da posizione, · nna prepa,razione diversa, non solo per il personale, ma anche e sopratutto per il materiale . A.111,i per il materia.le, scarsissimo e clefidente, notererno che il Medina, al q1rnle per 1111 luugo periodo di tempo furono a1ìidate le ofileine di Paleuno, si J·ivelò teenic-0 -cli non g1·ancle competenza) così come <lopo mostrò cli non possedere .soverehi-e doti di combattente. · Ad ogni modo, 0omunqu e si v·ogl.ia giudicare l'opeta clPl l\Jt?· dina non bisogna dimenticare eh-e fn sempre uu'ee;cezioue. gi.1cd1 è tutti gli altri ufficiali, prov-e nienti clall'eserdto borbonico; diedero alla causa clella rivoluzione ,s iciliana tutto qnel che pot1? vano, così (;·Ome gli ufficiali si<)iliani impron-isatisi in quel pe· rioclo, alle clefidem-e della coltura s.pecificf.L e del.la re)ati-ra p1·a tica, supplil-ono con ruolLo e-ntusiasmo e moltissimo valo1·e. · OrtL se le eause che abbiamo sommariamente enum'erat(~ va1:-:ero ::1, circo~crive.r:e l'Al'tiglieria, siciliana in un (fÙaélro cli forza ben modesta, clobbiamo senz'altro soggiungere che, nel campo dei valori morali cli quel periodo turbinoso, l'Arma resta sempre .come un'espressione magnifica, della tenacia e della, fede di un grande popolo, che profuse sangue ccl a,yeri l?{~r la sna libertà, Anzi le deficienze cli matcrial~ e di- nomini non f~nno che -
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., ]s,ts -
A \'E~DZlA
pone ilL mnggfo1· rilievo gli episodi bJ'il.lanti tli cui si circondò ql:ell'artiglieria. Per gli artiglieri napoletani, che ebbero la, ventura o la svent nrn, di pa,rt·ecipa1·e a quella ingT1.1,ta lotta frnti-idda , il governo borbonico non lesinò }a. ,-11,1 consiclera1.ione. L,1 loro opera nella tliCesa della C'itiaclella, uelle vicende calnb1·e::::i, nell,1 p1·esa di Messina e :iincccs1-:i,amente n ei coml>a ttiruenli di Alì, clel fiume Xisi. di S. Anselmo, di 'l'aonnina, di Ca.tania e finalmen te ~:;ui monti palermitani, ebbe il suo pieno 1·icon osdmerno nel 1111mero 1·,1ggnarclcvolP elci decorati p(1 insig;nìti ddla speciale medaglia c·ornrnemo1·atiYa coniahl per cp1ella campag11a. Regno e,idente. quincli. che essi molto conlrib11ir ono all' esito fa ,·ol'e,·olc clclla u1 111pagrn1, passando attra,Pr!';O le imddie della rivolta eon cornpof..ta di,s(' iplinn erl incli scusf..o ,·alore.
11 movimento d'voluzionario degli I taliani agli inizi del J 848, tendeva, come dicemmo in altra parte, non solamente ad ottenere dai governi r esponsabili gli. ordini costituzionali, ma sopra,. tutto a liberare dallo str·ani.ero gli Stati a,ncora ad esso soggetti. E fratt,rnto che un tiùe seutimento Yibrava da un <'ttpo alFaHro della nosti·a P enisola e_, penetrando nelle ma!--:-e. !'m scila\·a 1·eco di un gl'ido Lli guena sempre più possente ed imperioso, le popolazioni del lombardo-Yen eto . rotti gli indugi, insorsc1·0 e, qua e l:ì, n~lle diYen;e C'iltù,, in poche gio1·natc di una lotta epica. dnscirono tt liberarsi. dal clomiuìo austdaco. 11 popolo 11i. Yc11 ezia fn tra i p 1·irui a scendere in lo tta apcrla, ed in soli sei giorni di riYoluzione, r espingendo Je tardive concessioni liberali del governo éli Vienna, guidato dai suoi più eminenti patl'ioti, liberati allor a allora, dal carcere, senza spargere molto sangue, ma con la volontà tesa verso qualunque sacri:6.cio, ptn Lli ~euol1 ·1·e i l s no giogo. i.l :22 marzo imponeva la capitolazione ai governanti d' Austria e si conquistava quella libertà cui le dn,·,m dil-itto q11ctttorcllc·i secoli cli potc•nza e di glo1·ia . Conternpormwam ente gli abitanti cli Mestre attaècaYano e prendevano la fortezza di Marghera,; i Chioggiotti, scacciato il -
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DOPO L ,\ CACCL\TA DEGLI AUSTRIACI
debole presidio austriaco, occupa,va,no Bronclolo ed il . Forte S. Felice,· mentre che i cittadini <li Burano s'impossessa.van o di tutti i forti del luogo. Così tutto l'estuario, nessun punto eccett.ui1to, l'itornava .libero ed indipernle11t.f!. Operata la cacciata degli Austriaci con tanto sagace ard ire, tantochè si ebbe a fomentare sola:q:1ente la perdita di cinqùe per sone, le prime e llll;!,ggi,ori cure Eutono l'ivolte all'ol'gani?,za.zione di ùna numc1·osa forza, <,1,1·11ia,t a e nel mettere i11 efficienza k fol'ti · ncazio11i, che tanti anni cli tregua a,yevan l'ese qua~i inservibilL Alfa dir<~zione di così mgent.i ed irnpo1tant i setv,izi furono chiamati gli. uomini, che godevano rinomanza di più sicura ca: paci.tà e competenza. Tra le personalità più spiccate ricorderemo: il genernle Ricca,rcli, otti.Ino n:lllciak. che aveva servito nell'csereiL<l fraHc:esc cd in quello austriaco, al quale fu affidato il corna,ndo dei forti di Ma.rghera,, di S . Secondo, di S. Giulia.no, di S. Giorgio ed altri posti, con l'incarico di metterli in stato cli difesa, armandoli; il capitano cli vascello Marsich al · quale fu affidata. 1la direzione del circoncla,rio mili.tare di Chioggia, ed il ca,pita,no di corvetta Belli cui spettò quella del circoncfa,rio di Burano. Per presidiare con i voluti cannonieri i settanta. forti che e:.oi::tituivano la fortezza, di Venezia h1 stato di guerra, e sui qua· li riposa,ya la difesa della città co11tro qua,l unque ritorno offensivo degli Austriaci , si pensò, sin clai primi momenti, ai costituire un corpo di artigli~ria capace di rispondere a,d un mandato co sì vasto. A Venezia, come artiglieria organizzata, era rim::i,sto sola mente quella del battaglione di ma1·iru.L ca,pitanata dal maggiore Marchesi. cc Buona esperienza, unita a lllirabile disciplina - scrive un cronista J)rocacC'iò degna reputazione a quel c:orpo. Sappiamo ;inche noi che alla disciplina uùi:tare quella gente s'er a abituata sotto la dominazione austriaca; ma : egli è ur1 fatto che le r ivoluzioni naturalmente. scompongono tutto in tutto, !'l ne' soldati in modo speciale rimovono una certa ebbrezza che non soffr e moderazione; e a ricompo1-r(~ le masse a nuovo ordine cli cose, vuolsi molto in~egno e fatica talvolta più C'he a fare le rivoluzioni. E pare da' fatti che il Marchesi nvesse coclest'arte, clacchè egli non pure ricompose ciò che naturalmente in parte s'ers i;composto, ma rinnovellò, modificò, corresse le vecchie · forme>i.
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1848 -
A Vcl:S-GZIA
(.)uindi tutte le ctue speciali del ministero furo1~0 per questo corpo, che era l'unico SlL cui si poteva fare a:fficlamentò, non solamel'1te per la difesa di Venezia, ma anche e sopratutto perchè con tali. elementi bisognava, formm·e l'a,r tiglieria di tena, necessaria ,1 poter sostenere quaJunque urto. Questi artiglteri provvidero ai primi e più urgen ti bi.sogni e specia,lmente a,l l'armamento c1ei pochi legni rimasti nell'arse nale. In questo glorioso stabilimento poi, sotto l'abile direzione del :Marchesi, si bvorav,1, indefessamente alla riparazione delle armi, all'allestimento di affosti di cannone ed alla prepara,zione delle artiglierie ueccssarie per l 'armamento delle opere cli for t ificazione. An:7.i, sotto questo punto cli vista, cioè per la produzione <:li ' si tutto il materiale artigli.ere·sco, armi portatili .e munizioni., può dire che l'artiglirl'iH, cli rn.a,rina, eui era a,ffidata questa importante branca, clel servizio, anche negli aVYenimenti post er·i.ori, ~eppe risponder e brill antern.entc al ,s uo compito. « Del resto - scrive ancora un Cl'Ouista - clelle pr atiche cognizioni di Quegli :-trtiglier i ruolto se n 'è gio,1 al'o la patria, e noi1 ha elogio che eguagli l'aver veduto la loro as,:icl uìtà e i grrrncli. setYigi. Difatti t11 li vecleri, e semrire, degni di mnmirazione nelle eampagne ùel Ven~to, nei posti pii1 impor tanti dei forti cli Venezia, nella conf ezione de' materiali d a guerra, nei lavori cleil' Arsenale, nella direzione delle grandi polver iere e fabbricazione delle polreri, e :fìnallllente nella :flottiglia dell'Estuario, la quale . col suo valore clHi saggi di ciò che si avrebbe potuto far e an ch e sul ma r e, ecc. 1>.
Dunque, aJl'inizio, gli artiglieri di mal'ina erano i soli eh(~ sa,pessero di artiglieria,, e pe1·ò se erano abili.ssimi nella p1·ati.ca del cannone sul m.are , punt o o poco conoscevano quella flH, po · sizione. Purtuttavia parte <li. essi forono assegnati all'istruziorn~ dei nuovi militi e qnincli, come vedremo, alla formazione della prima compagnia dell'artiglieria << BancUera e Moro n e delle prime ..còmpagnie dell'artiglieria di terra, sta:bilite cfaJ governo provvisori.o nella repubbliea veneta,, il cni avviso in data 31 ma,rzo diceva : << Si formerà un Cot·po cli Artiglitiria. pcl qu ale s i fRriL l'arru olamento lunedì 3 apr ile a cura del cittadino T enente Colonnello Nicolò Bèrtacchi nella Caserma sìta a S. l!.,ranceseo della Vig11a .
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AHIWOLA MEN'l'O DI AH'l'IGLIERI
T Cannonieri rlce,eranno franchi uno e mezzo al giorno, i Caporali due ed i Sergenti clue e mezzo. Il Governo 1n·ovvisorif spera cbe tutti quelli, i quali hanno già conoscenza cli quest'Arma , concorreranno volenterosi a prestat'e alla palrln l'utile ser,igio 1>.
'i for rna1·0110 così t1·e cornpa,g nie ed uno stato maggiore della forza c.;omplessiva cli 334 n omini, agli ordini del tenente colonnello ~icolò Be1·tac·<:hi , e poi come vedremo, furono man mano accresciute. Ua intanw <:be si amla,Ya fonuando questo Corpo di cannonie l'i i cittadini Odoal'ÙO Uolla,lto, Vincenz,o Manziui, .Angelo Yianello, :Sic:olò Gio. BHtfo,ta Morosini, invit avan o il governo della 1·epubblica a formar<~ un cotpo di volontari per difendete gra tuitamente la città ell i forti in caso d'atta,eco. Il Governo accol~e l 'invito ccl il 21:i aprile aprivf:L un arruolamento alla Casenna d'artiglieria di Marina alla Celestia. I ,olontl'l,ri, che dovcnmo guardare i forti dalla parte del nrn 1·e <~cl iJ litontlc veneto cl alle minacce della squadra austria,ea, ebbero qnalc11 e istruzione di can none e di fucile da aJ.cuni vecchi a 1·tiglieri. cl i marina J)l'Oprio in quella ()a erma, e furono in quaù1·.iti in L1ue c-0mpag11 ic che anelarono a presidia1·e i punti. più i111po1·tan t i del lungo lido. Qufri fm ono eserei'hlti da g li a bilissimi nfficia,l i Erenthal lP1-. RLefanio, Venuti e Formentini, ed ebbero occasione cli dimosfra10e il proprio zelo n ei frequenti attacchi nott11rni ed in ,1kun e scarn,mu.cce con imbarcazioni nemiche che f·entava,no l'app l'odo. li 16 maggio 1~48. anin1ta nell'Adriatico la floLta napoletana dinanzi nlla quale la debole squadra austriaca fu costretta a 1·Hirn1·si, i volonta1·i J' tu·ono 1·icldam.ati o, V cnezia . . \ lc ni1i cl i essi, e spccialmen Le Alessandrn Levi e Luigi Tolotti, allinchè non andasf..c> disper~o quel nucleo di uomini già infafa t i all'nso delle borc he da fuoco e i-.òpratntto già forgiati. ai cimenti del111 gner1·a. si pre:fisl'-et··o di costitnire nn ve1·0 e proprio c·orpo di ;11·tigliel'i volontari per la difesa dei forti di Venezia . Erano tl'entasett<' ed n capo di essi vi er a il Levi, e l'S giugno si rholscl'o al g< 11ernle Antonini per effettual'c la costitu7,ion<' del Oo1·po ste~so. Lo statuto relativo fu pul>bJ.icato il 12 <lc>llo sles1-;o mese . eri in omaggiò ai caduti c1e:11a spedizione 0
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A VIJJNE:ZIA
cli Oahhria H Corpo prese il nome di artig.Lieria veneta volùn taria cc ·Bandiera e Moro )). Il nnovo Corpo senza aspettare l'approvazione dello Statuto cfa parte del governo provvisorio si portò a Margheru1nella notte del W giugno per iniziare il suo servizio e collaborare con gli. a,ltri repa.rti alla sistemazione del forte stesso. Gon queste forze artigli~resche, cioè quella,. di ma,dna, quella di terr11 in formazi:one, qlH~lla di « Ba,11diera e ~I.oro )) anch' essa, in formazione, bisogna an novera re anche l 'artiglieria chiogg:iotta istituita sin dall'inizio dal cc Comitato repubblicano di · Chioggia e destinata a,ll:1 difesa del III Oirconda1·io di difesa, cioè Brorulolo, Sotto :Marina, Ca' Naccari, Ca' Lino, Oa,roman, S. Felice, Brenta, Busiola e S. Michele )). L.' Artiglieria Ohioggiotta si componeva di militari · che avevano servito nella marina da, guerra austriaca e comprendeva due compagnie con una forr,a oomplessiva di trecentottanta uomini, comandate rispettivamente da.i capita ni Giuseppe Viani e Gaetano Bianchini. Alle predette Artiglierie vanno aggiunti t utti quei corpi d)at·tiglieria o parti di essi , che si rHugiarono a, Venezia dopo . la capitolazione di Vicenza e di Treviso e quindi dopo il forza,t o ahbtmd0.no di Padova. · ,Un contributo notevole fu porta,t o dai reliqua,ti del corpo di ~pedizione napoleta no con una completa batteria di 8 pezzi comandata .dal ca,pi.tano Pedrinelli, alla quale si aggiunse inezza batteria di obici pontifici, anch'essa alla dipendenza di ufficiali napoletani. A pre!Scindere dalla consistenza, numerica di queste unità è çloveroso rilevare che la difesa cli Venezia trasse in gran parte il suù respiro di vita dalle qualità superiori degli Ufficiali d'artiglieria napoletani, c,be seguirono il loro Generale in capo. Così Ulloa, Boldoni, ~feziaca,po, Oosenz, Vergili, Rossarol ecc., furono con temporaneamente capi e gr~gari impareggiàbili, combattenti ed organizzatori liieravigliosi, istruttori .ed esecutori d'eccezione, .Ghe seppero imprimere ad ogni operazione di guerra, ad ogni a,7,ione artiglieresca la propria inconfondibile perso nalità. Lit difesa di. Venezia del 1848 i-appresenta indubbiamente pPr l' A Ptig]iel'ia una pagina brillnnte llella. sna Stoda e ne fu rono artefici maggiori p_roprio i ·sullodati ufficiali. -
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1\l:'l'TGLIEHT l'.\OOVA KI
Con le artiglierie napoletane a rrivarono a Venezia. e pre ·idiarono i\fa1·ghera il 13 giugno 1R48 anche due compagnie di artiglieri padovani comundate risp ettivamente dai capitani Fr·a,neesco Brunetti e PieLro Tominello ed agli_ ordini del maggiore
Pig. lil7 - C4.!.Sare Rossarol. (da Il Risorgimento Italiano dl Costanzo
Rinaudo. Edit. S. Lapi, Città di Castello).
Angelo Bellini: esse erano state i,s tituiw nel maggio preceden te pe1· mettere Paùo,a in condizioni di resistere agli Austriaci, ma si dovettero poi ritirare a Venezia allorchè, per la partenza, <1elle truppe nazionali da Padova, la città non si trovò più in condizioni di resistere. Qualche giomo dopo e preciirnmcnte la sera del 15 gingno arrivarono a Brondolo un:1 trentina d'a.rtiglieri vicentini, i quali furono trattennti dal com.andante del III Circondari.o di difesa, generale )iari:;ich. per impiegarli nelle fortificazioni del Brenta. _;_ 52l -
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\"ENEZIA
Costoro prove11ivano dalla compagnia d ·artigJieria, Yicen. tina istituita dal generale Sanfermo nel marzo precedente e co mandata dal capitano Annibale Chiavacci. La Compagnia aveva partecipato ai combattimenti di Montebello e di Sorio, do,:e - asserisce il San formo - « agì mira,hilmente >>. Forte cli centoquaranta uomini tale Compagnia d' Artigiieria Vicentina aveva preso parte più che onorevole a,lla difesa della propria città e stava per sciogliersi in conseguenza della capitolazione dell'll giugno, ma queì militi preferirono uscire da Vicenza e recarsi tt ·venezi.a, pèr continuare la lotta contro gli Austriaci. Gli artiglieri vicentini e padovani con Md.ine del giorno del dipartimento della guerra in data del 21 luglio J84:S furono fnf::i in un solo corpo detto dei cc Cannonieri del Brenta )). Il co mando di. tale Artiglieria, meno 25 uomini che costituirono on distaccamento del treno agli ordini di Raffaele Gajani, fu affldato alle cure del c11pita,no Francesco Brunetti già comandante di una delle compagnie clell'ai;tiglieria padovana, dipendente però dal tenente -colonnello Bertacchi comandante del .eggi mento dell'artiglieria di terra, al quale venne aggregata. col no· me cli 5" compagnia eletta del « Brenta)). Es1:-a venne lungamente lasciata a prt~sta,i· servizio nel TU Circondario cli clife.sa, e nel gennaio del 1849 fu regolarmente incorporata nel reggimento dell'artiglieria di terra, formando (:Oi snoi nomini qna,si interamente~ l'Sa compagnia. . All'artiglieria cli- terra fu ancora aggregata n 1:3 settembre una compagnia. di artiglteria trevigiana, che formò nel nuovo co1·po la 4a èompagnia . Questa compagnia d'artiglieria si formò a Trevis,o n 27 marzo 1848 e fu posta, [!,l le dipendenze cli Giuseppe Varisco : ebbe la forza di centoventi uomini- ed in parte, dietro domanda del ge nerale Zucchi, fu inviata di gua.rnigione ad' Osoppo. Allorchè gli. Austriaèi. attaccarono 'l'reviso. il comportamento di taU uo mini fu così brillante da destare l'ammirazione degli stessi av Yersari tanto che, a, capi tolazion e avvenuta, fn loro concesso cli uscire dalla, città con due cannoni. In esecuzione ai patti della capitolazione, cioè di non com -
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I L I'RES IDìO OGI F·OH'l'l
bn,ttPre contro l ' Austria per un periodo di tre mesi, gli Ar1i g1iel'i Trevigiani si recarono prima in Lombard ia e tli là in Pie · monte ed indi a Genova e poi in Tosca,n a, per raggiungere infine~ Venezia spirati i novanta giorni fissati. Ma oltre a tutti questi reparti di artiglieri che primai e dopo andarono a rinforzare l'artiglieria cli terra, per assi.curare l'importante servizio di presidio ai forti, il Governo provvisorio il 16 a,gosto 1848 faceva pubblicare che il regolamento della Guardia civica del 20 maggio doveva essere entro sei giorni completamente a ttfrato e che in ogni legione si doveva formare una compagnia, d 'a.rtiglieri per i quali il Governo anebbe destinati alcuni htruttori, men t,re per l 'esecuzione di tutto ciò veniva incaricata una eonunissione composta cli vari. membri, fra cui il ma.ggiore Mer,,,acapo . Ma ad onta di queste clisp,osizi.oni non si riuscirono a foe mare che due compagnie della forza complessiva di duecento sett.u1ta uomini. .Nel gennaio 1849 il governo cleeise di passare nel reggimento ,1ell'artiglieria di terra tutti coloro che ne avessero avuto vo lontà e fossero risultati idonei aJ. servizio di guerra,, Buona parte di essi, in tutti eentosette, aderir-0no a,ll'invitu ed nndarono a formare la, 9a e 10" compagnia d.el suddetto reg· gimento. Dell'artiglie1·i.a « J:kmdiera, e Moro)) alla, quale abbia· mo appena accennato, aggiungeremo che ff capitan,o organizz,.1 tore Alessandro Levi il 12 luglio 1848 rinun:dò a quell'inca.ric,1 . e venne sostituito due gior ni dopo da, Luigi Tolotti, mentre la compagnia, malpyado il gra\·or-;o -~ervi.zio che d,ovevano pre~ta 1·~ i militi, andava sempre aumenta ndo le sue fila, tanto che 1'8 agosto si sent i il bisogno di formare una, seconclf:L compagnia, ed ai primi cli ottobre il Corpo si costituiva in legione, sempre alle dipencle1rne clcl 1'olotti, eol gr:tùo di maggiore, e con una forza di d uecento se~sftntacinque uomini, ripartiti in uno stato ma,ggioi-e e nelle due eompa,gni.e comandate rispe ttivamen te dai capitani Luig-i Bosi e iVfi.chelangelo Meneg;azzi. Finalmente, l'esercito veneziano ebbe in quel periodo anche nna propria, artiglieria da campo, la cui costituzione si iniziò nclPagosto de] J848, subito dopo la pa.rtenza della qua,si totalità
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A VEN8Z[A
degli uomini che formavano la batteria, na,poleta,n a, 1·ichiamati direttamente cd in forma perentoria dal loro governo. Il primo nucleo dell'a,rtiglieria da campo v,eneziana si formò proprio con quegli artiglieri napoi,etani che ad onta, di tut1;i i richiami v-ollcro rimanere a Venezia, ed anzi. con lo stesso ma,teriale, p·erchè è not;o che a,i pa,r tenti fu impedito di condurre con loro i pezzi, i cav:1lli. ccc. Per rornmre un i-epa,r to di qrn:uche consistenza e cavace di poter a.ff'icacemente agire, fu aperto nn arruolamento di volontari, e dal generale Perrari delle milizie pontificie si ebbero C·entovent:i 1ooldati « ,s celti principalmente tra gli individui in qualche moùo iniziati sia al servizio d'artiglieria sia al gov,e rno e 0ondo tta dei cavalli)). (~ueste forze furono ra,ccol te al Udo. e ripartite in uno &tato ma,ggio1·e e quattl'o éompagnie : due di artiglieri conduttori e due di artiglieri serventi. a,gli. ordini di Oamillo B-olcloni, un0 di qnegli ufficiali dell'artiglier-ia uapolet,rna ch·e legò il suo nome alla difesa, di Venezia dd 1848-49. Egli con lo stesso zelo e competenza, con cui aveva espletato gli a,ltri nume1,osi. incati·t:hi fino allora, ricevnti, si dedicò con tanta fervida passione all'organizza7,ione ed alla condotta della sua truppa da formare in breve un Corpo che, negli a,vve· nimenti successivi, non deluse la sua aspettativa, corrispondendo degnamente ai i:;uoi sforzi.. Oltre alla predetta arti.gli,e ri_a cla campo, si. deve rilevare che uua parte della legione « Bandiera e 'Moro )) 11el 1849 chiese al governo che i propri artiglieri potessero estendere il servizio di guerra al di là. della cerchia dei forti in eventuali azioni di movimeÌ1to : .il governo apprezzò molto il gesto di questi artiglieri ed a.ffidò loro una batteria cla campo. Ma per rendersi esa,tto conto <li dò ehe si era fo.tto in riguardo all'artiglieria in genere ed al suo armamento in specie, qnalche tempo prima che il blocco tenuto dagli austriaci si dovesse mutare in nn vero e proprio assedio, vale la pena di 1·iportare akuni brani dt~l rappol'to sulla guerra, letto dal triin\t· viro Caveclalis aill'assemblea elci 1·appr<rysentanti dello Stato <H Venezia nella S<~ssione del 27 febbraio 1849. perchè in tale rapporto compaiono delle cifre, che come sempre !';OllO più eJo -
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F ig . 138 - C.1millo B olc1oni. (da u n :;t fo t ograf ia possed~1ta dal Ten . G e:1. At~il io G astaldi).
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A VIDN0ZIA
quenti delle parole. In rigmn·clo ,tll' effic:ienza delle fmlifìc:az;io ni l'ìi legge : « Cmque si titeugouo, come erano, i uostri ci1·condari di difesa. Le forti· ficazlonì, le batterie nelle isole ed ai margini della. laguna souo oggidi a compimento condotte, con regolarità sistemate, provvedute delle occorrenti munizioni. Cii~quecentociuq uanta i,ouo le bor:clle a fuoco, disposte sui parapetti; determinato ovunque con precisione è lo stato di combattimento in ogni contiugenzv d'attacco».
E sulla, forza del personale ar tiglieresco e snlJa, sua perizia continua : « Triplicato risul ta il numero de' cannonieri in qm~sto ultimo sewestr:·· già esercitati nl servizio cli ramparo e di costa, e due volanti batterie equi. r,aggiate e ben istruite sono per uscire in earnpagna >).
P-er i legni armati c:he costituivano altrettante batterie 11J · ta,nti si. esprimeva così : « Cento $Ono i legni armati in guerra, che i porti, i canali , le lagu ne cus todiscono; montati al completo cli artiglieri e di marinai, Veneti tutti, dl que' che primi insorsero, elle anelarono di r1gire pe1· la redenzione cli Venezia. Chi oserebbe affrontarli'? Come approssimarsi alle bnrricace·t Se pure un'oste r.umero3a e risoluta, senza ,·aiutar perdita ed eccidio, distrugger potesse, se non conquistare i nostri forti, i nostri ridotti. que' marinai e cannonieri, que' nostri cento legni, schernÌl'ebbero l 'insani,1 di chi. volesse attaccare Venezia ».
Complessivamen te, e riferendosi alla sitnazione risn lta.ta da una delle riviste del 1849, nei suoi. dati statistici, il O,trran o d ,ì, c.omc fo 1·7,n arti glie1·esca : l3andiera e Artiglieria Artiglieifa Artiglieria
:VIoro . Marina da campo terrestre
Militi 220 » 1100 )) 400 l) 1200
' Per la formaziorn.i e lo sviluppo di t utti questi rèparti d'ar· tiglieria .che abbiamo fugac-emente enurne1·ati, dopo i prim i pro,· vedimenti, il governo provvisorio, il 24 giugno 1848, pubblicava il decreto 0011 cui. il generale Pietro Arm:rndi era stato promosso ad Ispettore Generale del Geni,o e clell'Artiglieri/1. Eg-~ ì era nn artigliere degno di molta considera,7,ione perch è aveva al su-0 attivo, oltre a tutto 7 q11ella ('elebre c·ampagna nap-0le-onic,b cornbattnta in Germania dopo il r ove~.cio <li I~ussia, dnrnnte la 52t> -
L'ISPB'fTOitATO DELL' .-\l:TIGLIERIA
quale ave,·a a, vuto occasione di mostrare, ins:ienH~ a molto va lore, una perizia non comune; purtroppo però egli era di età aYt1:11zat..L ·e pe1· qt,csto 1Uotivo 11on' i1veva l'altività, e l'energia necessarie pe1· organizzare e comanùare i corpi facoltativi che bi· sognava creat·e, si può dire, dal nulla e portarli ad un'cfucieuza t,1,le da poter sistemare, anuare e presidiare tutti i forti, sui qua.li gravava, quasi per intero l' onore ma a nche la tremenda responsabiJità della difesa di Venc,i\ia di fronte all'artiglieria ::1,ustriaca che, giustamente, in quell'epoca era reputata una fra le migliori di Europa. · Cr·onisti dell'epoctL e successivamente storici, che scrissei·o di quell'assedio, sono concordi nel dichiarai·e che J'..\.r111andi per la sua età era i.mpari al posto che era, stato chiamato a reggere; purtuttavia bisogna riconoscere che egli dedicò molte cure specialmente all'artiglieria, di cui ern uu competente, e .'-fogliando gli ordini del generale Pepe, in quello del 10 gennafo 1849, a proposito della ottima tenuta cfolle dne compa,gnie della legione (< Bandiera e Moro )), si legge : cc Sia lode a questi generosi e sia lode a l generale Armandi per a vere ordlliato cosi bene un e,orpo di artiglier ia elle r icorda i nomi i!lOriosi di quei primi martiri dell'Itali:ma rigenera7.ione ».
In 1·ig11a:l'Clo poi a.ll'artiglieria da campagna, organizzata dal Holdoui, in un · o.rdiHe del giorno del generale Pepe pnbblica,to il 21 gennaio 1849 si legge : « I cavalli da t iro e cl i riserva, le tenute e l'istruzione del personale, sopratutto degli ufficiali, desta rono l'ammirazione del Generale in Capo, il quale complìmentandone il generale Arm:rndi ed il rnnggiore l3oldoni, disse loro che quelle battr rie su di tutt'i i riflessi sembrarnno il p rodotto di cure non di pochi mesi ma cli anni. ... eccii.
L'Ispettorato delFar tiglieria ebbe un periodo di vita ben limitato: il 4 ~ettembre veniva. pubblicato un decreto del governo pr ovvisorio con cui, per .r agioni di economia, veniYa (, soppresso l'Ispettorato generale clell' Artiglierja e del Gen io, conservandosi ii titolo cl 'Ispettore onorario a1 generale .Arma,n di in rig·uardo ai distinti di lui i;;ervigi e talenti militai-i ». Per l'identico motiYo Yeniva anche a,bolita hl ditezione generale deìle Fortificazioni mentre quella per il rnatel'ia,le d'a.r-
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A YENEZIA
tiglierfa rimanevai assorbi ta <..hL <ptella di 1\farina . Il personale dell'artiglieria di terra e le batterie dei forti passavano alle dipendenz,e del dirett-0re della 3" Divisione del Dipartimento della Guerra, nella quale divisione vi erano due ufficiali superiori, l'uno per l'Artiglieria, e Paltro per il Genio . Per tutti gli altri ufficiali dell'Ispettorato, il decreto stabiliva che essi dovevaJt<) essere as-segnati ai rispettivi Corpi attivi oppur~ rimanere disponibili. Il generale Armandi 1·in1ase tl capo della predetta, 3' Divisione nonchè Direttore Generale dell'Artiglieria. E viclentc~.men te sin dall'inizio, per lo sviluppo dei vari Corpi d' artiglieria, o<:correvano buoni suba.lterni e buoni sottufficiali. Nei primi tempi il servizio gnwò quasi esdusivamente sul per €<Onale di Marina , ma, in ~eguito, isolata mente oppure oon alcuni reparti, anirn,rono a Venezia uomini capaci, e d'alt ra, parte vennero reclutati fra, i cittadini quelli che avevano un certo corredo di cognizioni matematiche . Sentendosi il bisogno di disciplinare l'ammissione degli ut'· iìcia,li a prestare servizio nelr a l'tiglieria, in un ordine del giorno del Comitato di guerra, pubblicato il 12 luglio, mentre ~i affermava in un preambolo c:he gli Ufliciali dei Corpi facoltat ivi <.li tutte le Armate di Europa, provenivano da scuole sped a li, ove per essere ammessi occorreva sostenere un concorso per esame e ehe se eccezioue- Yi era, questa _si ·l 'iferiva all'a,rtif!:lieria ove si ptomuoveYano 11tlici.ali anche i .sott'ufficiali più istruiti e più pratici dell'Arma, conchindeva che d'allora in poi anche per l'Armata -reneta l'illla,nern chiusa, la matricola, per gli ufficiali del Genio e clell' ArtigJicria, mentre per fornire le due Armi di u:ffi.ciaJi idonei si sai-eùbe aperta una scuola appena, le circostaU?:e· di guerra l'avessero p(~rmesso. Quanto poi ai gi0vani ingegneri, già' o-ccupati nei lav-ori. ciel Genio militare, essi potevano continuare nel loro scrdzio alle stesse condizioni c:he godevano allora, oppure accettare il grado di sottufficia,le nelle c:ompagnie del genio e <..lelì'artiglierfa, con fac-oltà a tutti di poter frequentare la fntura sc uola speciale e <ruindi divenire n1ficiali in una clelle clue ArmL alla quale aspiravano. Successivamente, e-on ordine del giorno del governo prov':isorio, pubblieato il 1° ag-osto, ,.E.'n nero i:-;tituitc, a partire dal 7 dello stesso mese, pnbbliche lezioni di foi-tificn zione campale -
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LE SCUOLE
o' AR'.rIGLIER IA
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e perrna.nente, di elementi di artiglieria e di ta,1tica. nelle scuole
tecniche di S. Pr,ovolo. Qneste lezion i erano obbliga,torie s·olta.n to pe1· i tenenti ed i capitani di. ogni Arma che si troYavano in Venezia e che non fossero stati di servizio n ella giornata; per t ntti gli altri era.n0 liber e .
Ad impartire le lezioni di fortificazioni e d' artiglieria, che si alternavano con q nelle di tattica, fu designato il capita.no del Genio Gust aYo Bucchia. Lo stesso Ol'dine del giorno sta biliYa, poi <.;!te in ogni Corpo di qua,l siasi A rma dal comandan te i:;nperiore o cb ehi ne aYesse {atto le ,·ec:i bisognaYa destinare un ufficiale c:apace Ll'impar t ire la, giornaliera. istruzion e p el servi zi.o di campagna. Quasi contemporaneamente d'ordin e del gencntle Pepe il capitano Boldoni fu destina,to qua le istrnttore dei sottuffieiali del battaglione d'a,rtigli<~ria, di marina, in seguit,o a regola,re ri chiesta del comandante il battaglione stesso. Le lezioni a.Jla scuola istituita, a S . rroYolo dovcttcl'O ad 1111 c:;erto momento essere SORpesc, perc:hè un « avviso >J del J. geH naio 1849, anch'esso del governo provvisorio, a,vvertiva che il gi,orno S successivo sarebbero l'kominciate le le:doni di fo1·tifi.c:1zio~e, di artigli eria e di ta,ttka. istituite coll'o1·dinanza del 1° agosto deco1·so, con l'aggiunta anche di Je7,ioni di ma,tematica, di disegno e di contabilità militare. Come pe1· lo passato questi n uovi corsi d'istruzione si sarebb(~ro svolti pure nelle scuole tecniche eh S . Provolo e 1pwlH di fortificazione e d'artiglierià rimanevano ancora affidati al capita,no Bucchia . La frequenza era, obbligatoria, per tutti i sott'n:fficiali, tenenti e primi tenenti dei Corpi di tutte le .Armi esi Rtenti in Venezia e libera, per gli altri ufficiali non impegnati dal seryizio. In c:lttesa della nomina di un uflic-ialc superiore dell' A!'tiglieria e del Genio a Direttore della Sc:nola, l'incarieo prnvvisòriamente fu affidato al maggior e Sanfe1·mo Giuseppe del Corpo dei pompiel'i civici. Dopo pochi giomi un alti-o aniso pubblicato il 21 gennaio a modificazione di quello pr·ec:edente sta bilfra, cl1e le lezioni d'ar t iglieria dovevano essere impartite dal capitano cl'a,rtjgli.eritL Enrico Cosenz addetto allo stat? maggiore del generale Pepe, -
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A vm~EZIA
mentre il capita.no Bucchia si sa,rebbe occupato solamente dell 'istruzione d'architett ura militare . Così dalla scuola di Gustavo 13tH.:c:hia 1 prima, e quindi poi specialmente da quella di Emico Cosenz - che per alcuni n.esi <( con superiore dottrina ed operosità indefessa>> impartì a circa trecento giovani le cognizioni non solamente ùell' artigli.eria, lllèlr anche di matematica e disegno - n~cirono i giovani. sottufficia-li ed ufficiali che dagli spalti di M:arg-hcra. e dalle batterie della seconda linea di difesa, imposero a,l nemico il rispetto per la loro perizi,} e l' ammirazione per il loro indiscusso valore. A g'iusto titolo si può affermare che a Venezia.1 clu1·1.m te 17 mesi, nei reparti d'artiglieria, tutti gli ufficiali oltre ad insegna.re l'arte a,rtiglieresca ai loro dipendenti con dottrina e competenza, &eppero sop1·att utto forgiare in essi un'anima di acciaio. Infine, poi, per gli artiglieri che difesero Venezia nel 18481849, si può ancora dire che al disopra di qualunque insegna mento ebbero per i8t1·nttori se stessi, perchè vera.mente grande fu la volontà gueniera di quei militi nella lotta contro l'op pr-essQr e, ed aucora più gr-ande il loro spirito di sacrificio per la redenzione e per la libertà. Si capisce quindi come temprati nell'atmosfera, ardente di tanta fede, essi imparassero la loro arte dappertutto, e le lezioni più profic- ne fossero i giorni. d'i battaglia, allorchè cimcn · tavano impavidi la, propria vita sotto un ura,g ano di fuoco e sott1> una tempesta cli ferro ! Sc1'ive un ctonista. a ptoposit-0 d( lla: legione dei volont ad <r Bandiera e Moro » : 0
<< Artiglieri, tu 11 vedevi oc:cupars1 m qualunque manovra dal ioro ufficio richiesta : trainar<., :irtigHerie, porle in batteria, traspor tare proiettili, e confezionarli. I quali lavori dì forza eran per così dire quotidiani, molte fìate moltiplicandos i la fatica col fare e rifare giaccbè nella maggior parte delle cose ci toccò a nostre spese fare esperienza. Inoltre alle pratiche cognizioni che in questo modo acquistavano, studiavano ancor a di distinguersi nella teorica conoscenza dell'a rma, ed anzi se ne aveano fatto uu dovere. - Di g uarnigione a M:arghera, non poteano frequentare le pubbliche lezioni d'artiglieria; non pertanto molti di loro cercarono di approfondirsi in quelle materie giovandosi di que' rarissimi libri che veniva fatto di trovare; rarissimi, perchè i llhr aì, sprovveduti dapprima cli quel genere cli libri, allora, ancorchè grande
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il bisogno e la ricér<:a, sèretti dal blocco da ogni parte, non poterno comllliS· siona rne . .l!)s;;~mdo poi grnnde in quei gioYaui la fratellamrn e la concordia. C"ent un nml:no insegunlllento e si g<merant iu appresso una lodevole emula· · zionc. E per clare un saggio del loro amor e ::i. s iffatti studi , accennerò come un di loro, lns<?i:ito v e! c:rnnoue il pennello, d ava a lle stam pe un manuale d ' ar ti· glieria, <leclicato al sno corpo; primo libro d 'artiglieri a che vedesse la luce in Venezia in ci m·l t empo (l) . Un ,111:l'O giornne tradusse il P iob ert. Un altro s i studiaYa di trovare la ,·era ma nipolazione cld razzi lnminnri ad ombrello, dei quali difettammo in seri moment i. 'C'n ultr o r icer caYa nn miglior metodo per le bombe a capsula, e fece espcrimenro con piccole gra nate a nrnuo, con ottimo risultato>>.
Ora, qnesta tenace volonbì. di perfezionare la propria arte per il be1rn della pa h ·ia, non fn solamente una prerogativa den~ legione« Hantli evu -n ivlm·o )l , ma fn 11.n'un ica ardente atmo8fera in cuì Yissero e forma,1'-0110 la propria, ossatura tutti i r<~p11d i d' artig l i.el'ia. nopo q ne:-;te sommarie note 1·ig11ardanti. l'oi-g.;1nìzr,a7,ione del personale .u-ti.glieresco ,che ma n mano si andò costit.nendo a Vcn ezin nei suoi di.ciassette mesi di. libertà, occorre accenna,l'e ai prindpali fatt i d' armi, nei. qua,l i l'a1·tiglieria ebbe l'opportu nità, di sp enclere hl, sua opera e far rifulgere tutto il s no Yalore. Sappi.amo che dopo la caduta di Vicenza, ad una acl una vennel'O i.n pot.erc dell' oppres&ore tutte le altre città del Ve neto : Trevi,s o c·ou Yal.ore resistette alcune me con tro le 1nrn1<':· rose fo i-r,c\ nemiche, ma poi dovette cedere : Padova e Rovig-~>, vista l'im1tililà cl ell a difesa, furono costrette ad a,pril-e le port,~ agli A nstrinci e 1<~ truppe Italiane che vi si trova,vnno ri.para,ro no a 'V enezia . Con rssc eranvi quei reparti clel Corpo napoletano che a w~vano oltrepa,ssa,to il Po , sotto il comando di Guglielmo P epe, fiancheggiato da quel manipolo di brillanti. u fficiali d 'ar· tiglieria fH)'Ceclent€mente illustra ti e~ ch e forrna:n:rno il ,;no stat o maggiore. lVfosti-P, città sit nata snll'estremo lembo della tena f ennn. a qnattro mig-lia cla Venezia e d a clu e clalla forte z1:a cli M,11·· (1) ìHannale d'art igl ieri a di Giambattista Fer rari, dedicato alla legione <( H:rncliern e Moro ,1 ; coi t ipi Santini. In appresso il t enente di ,·as cello Bnl·
d!sser otto stampò delle le:r.ioni d'a rtiglier ia per l ':nt lglieri a r h·ic·:1. le quali rimnser o incomplete.
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A YE:,;tEZIA
g-hera ultlde auch· cssa nelle man i degli Austriaci, e Venezia ,-i
t1·ovò bloccata, così intiera,mente dalla parte di terra,, avendo solamente libero il mare. protetto dalle fo rze alleate. Venezia, era pertan to divenuta il centro di l',lCcolta delle rnili½ie allcn,te che fino allora si erano ba ttute contro gli Au · striaci e quindi fu deci ·o di difenderla ad oltranza per tenere aperta una piazzaforte a d nn qualunque Corpo d'eser cito italhmo che i-ipiglia)l(lo un 'eYentuale offensiva contro il comune m,rnieo, poiesse ivi tr ovar e tutto l' a,p poggio e la cooperazione posf-ibiìe. Si ,olle così fare di 'Venezia il baluardo estr emo della i11clipendenza .ita,lh1:11a, e~, pPoelarnt1.ndo dinnanzi al mondo · i di· l'it.ti cli liùcrtà son etti clnlle pl'O!) l'Ìe a n ui, dimo t rar·e che p e1· il loro trionfo gli ltalhrni tutti si1pcnrno combattere e morire. In so 11t111a ug-mrno l'a pira che so larueute col sang;ne si poteva riprendei·<' a sc1·iver e l.t propria Storia, e <1uesto sangu e t utti quanti el'Hno ben risoluti di ve1·sare per la santa c-an!':a . •-\. C"apo dclJr fonp .u·nrnte Yeni\'a posto Gug li elmo l'c•pe e wentre i l pe1·kol o i11c.11!',,1Ya Imminente si accelr1·a vano in una g,na di fehbl'ile fa,·oro i mezzi di difesa. Xeffa r scnale <ltH'mil:t <>pei-ai apprestanmo altri legni oltre a materiale belli co <l'og-n i gpnere, mentre si costruivano e si armavano alt1·c battei·[(' clclla li1H'<l di difesa ed i tre forti oltre tale linea che facevano testa nl lJlocc·n 1wmit-o : 1're P orti. :M.11·g-l1era, B ronclolo. }fa ,1 lWaq.()1 rr;i ,sop1·attutt o. fiancheggiata a sinist rn clai forte Rizzardi ecl a destra del fo L·te Manin, si lavorava notte e giorno attesa la loro impot'tam-m per cui questi forti potevano co1itenere solto il tiro dell e loro a.rtigliel'ie qualunque tentativo di attacc-0 <: c1ntn<h di paf;saggio del nemico su pc l I 1 onte o prl <·mia le di :\fest1·<' o pc1· altri canali vicini : il tiro dct lol'o pezr.i riusci.va altres1. a proteggern qualunque Corpo d'esercito che da Venezia avesse vol nto uscire in campo aperto per at t accar e il 1wmiro. o deeYCl'!<H dalla terraferma do,·cRse ritirn.rsi in Ve1wzia .
La prima à.zione cli nna ce1·ta importa,nza subito dopo il bloreo. fn quella condotta contro il forte bastionato cli Cavant:'lla d'Adige, testa. cli ponte all' inizio del ca,nal e cli VHll e che rnette i n comunicazione l'A dige col Brenta . Si sapeva che t ale forte ei-a difeso da un pre8idio cli 250 Croati, ma che l e" condi-
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L;AZIO:SE SU CAVAl);ELLA O. ADIGE
zioni del forte stesso lasciavano assai a desiderare; il genera,le Pepe decise cli impadroniri,:;ene di ,sorpresa non sola1nente p-e1· r;.wvivar~ lo spirito combattivo delle sue truppe rinchiuse a Vr~nezia, ma per aver liber,o il passa,ggio nel basso A.dige, e q11ilidi aver modo di provvedere all'importazione dei Yiveri. L'operazione fu affidata al generale .Andrea F ern1,ri ed alle snc dipendenze furono posti alcuni repa-rti di t rnpi)a con una sezione di cannoni della batteria da campfl,gna na,poletana; in t ntto 1600 uomini. Queste truppe concentrate a Chioggia dovevano portarsi alla mezza,notte del 6 luglio a,l villaggio di S . Anna da dove, divise in tre colonne, d:ovevano raggjungcre l'·obbiettivo asse gnato. I due pczr.i d'artiglieria furono assegnati alla colonna di sinistra composta. dal battaglione lombardo e coma,ndata da Girolamo Ulloa . Però il Gomi.tato di Chioggia non fece trovare le bu1·che in tempo, nè in n umer o su'fficiente per passare il Br,enta, e quindi le truppe arrivarono a S . Anna fSOltanto all'alba del 7. Lo stesso ostacolo trovò poi la eolonna di sin ì.,s tra che doveva. passare l'Adige ed attaccare il forte alla gola, tantòchè essa arrivò sul posto soltanto quando già le a lti,e due colonne erano Ymute alle mani con gli Austriaci . La. sorp1·esa quindi non soltanto non riuscì, ma fu annullata dal fatto che la gola dell'opeta che doveva essere attaccata dalla colonna di sini,stra e che si supponeva, hu)ifesr.t, aveva invece una cinta fortitieata ed una pafoir.atn,, mentre poi. la guarni gione ('ra in quel m.omento rinforzata da a.ltri dueceuto 1t0m ini univa.ti da poco per clare il cambio al presidio. A.d ·o gni modo gli ,.trtiglieri napoletani, postati i pcr,zi snl · l'argine ·ed im.pavidi sotto il tiro eftka.ee dei clif.ensori, aprirono nn fuo co i-apido e preeiso, ma dopo c:inqne ore cU 0ombattimento. esaurite le munizioni. dell'artiglieria, e riconosciuto che non si poteva operare la discesa per la J'ossata e qnincli attaecate il forte, fu comandata la ritirata che si svolse in modo ordinato <:> 1·egolare. Gli artiglieri napoletani in qu~sto combatti.mento i-.i ft>c-ero onore, rispondendo d,e gnamente alla, ginsta rinoman½::1 cli cui godevano. -
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l 'et
(}llfHlt~H,i:
A VESEZIA
negai:-seto a, Venezia i vantaggi clell'al'miHizi-o
di Balasco, tirma,to a ::Uilano il 9 agosto 1848, pur tuttavia, pr.r un ('erto tempo essa rimase al riparo da qualunque attacco, per
la presenza della, flotta e di tre battaglioni piemontesi. I?m·ante questo periodo di tregua il generale Pepe spim;e con molto _vigore i lavori di organizzazione difensiva, e, per stimolare l'tu·dire dei giovani militi ed allenare gli animi alla lotta, cleci&e alcune operazioni cont1:o il nemico. La prima volle ehe partiss<~ cla 'l're Porti contro trecento Austtiaci che con due cannoni. si ern,110 insedia.ti a Cavallino; era su,o obbiettivo sloggia,r li ed aprire una più ampia C·o mnnica,z'io1w con la, terraferma, onde fav,o rire il vettovagliamento della, città. L'azione si svolse il 23 ottobre J84,8 con piena riuscita, e fu diretta dal valoroso artigliere colo.nnello Gil-olmno Ullòa, ca,po d.i stato maggiore del generale l'epe, mentre un altro arti g-li.ere, Enrico Cosen½, iniziò jn quel combattimento la serie delle sue gesta gloriose : alla testa dell'avanguardia il Cosenz irruppe a.na bai,onetta nel villaggio siechè, sotto l' impetuo.:,o atta,c<:o, gli a ustriaci sbigottiti si tliedero a fnga, predpitosa abbandonando agli italiani. i due ·ca nnoni con gli a,vantreni, due battelli armati cli spingarde, diversi bagagli, alcuni fucil:i r]a ramparo ecl una, certa, quantità di munizioni e viveri. Enrico Co8enz ht cc ric:onoseiuto com<! l' eroe della gim·r,ata, )> e l'abbraccio che si ebbe la. sera da.l generale Pepe, tra gli a,pplaui:::i delle t1·uppe é del popolo, fu ben nwritato. Jl successo contro Cava,l lino indusse il Generale in capo a srrn tt.u·f' l'entusiasmo del momento ed attacc.:are Mestre, forte mente presidiata da, 3000 austriaci, coma,ndati cl.al generale Mittis. L'incarico venne ancora, a:lilllato al colonnello Ulloa ma lo . stesso generale Pepe si portò a Marghera per dirigere e sorvegliare le opern,zioni, gia,cchè la prova, si. presentava particolarmrnte di1licile. Duemila, uomini, su tre colonnr, si mossero contro Mestre nelle prime ore del 27 di ottobre, ma, come sovente accade in attacchi combinati, venne a maneare 1a loro azione Binrnltanea .: la colonna di sinistra che doveva procedere in battelli per la lnguna, protetta da piroghe armate da artig1iede e c~he forzand'o -
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L'A'.r'l'ACCO SU MESTRE
la destra nemica in Fusina doveva senza inclugio attaccare il post.o (]ella Rana , per non aver interpretato esattamente l'ordine e l'itinerario da seguire non recò gran che di utile alla, riuscita delle operazioni; la c.:olonna del centro all' alba del 27, a cagione della ba,ssa marea,, non aveva ancora ricevuti in Ma1·g;hera i due pe:1,zi da campo che cloYevano arri.nne dal Lido .
lJ'ig. 130 - Colonnello Girolamo Ullòa. ( eia Il Risorgimento Itc,iiano cli Costanzo Rinaucto. Edit. S. Lapi , C it t à, cli Castello).
La colonna del centro e la- colonna di destra ebbero ordine di partire all' atta.eco. La colonna del centro, fu la prima a vènire alle mani col
nemico ottenendo $nbito qua-lche vantaggio, ma gli austria-ci~ riavutisi da.Ua sorpresa, con u1:1 violento cont rattacco ricaccia rono in di&ordine i Venezia,ni. La critica situazione fn momentaneamente ristabilita da.l -
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1848 -
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V fil..'iEZ[A
colom1cllo Ulloa che ,.u:c:orse con tn1ppe di l'incalzo, ma , con tinuando a permanere ùifficile, intenenne a riso!Yerla la colomrn, di destra . Tale colonna anivanùo lungo il canale di Mesti'<.! e superando :sede cli'lliooltà, ùel terreno, dopo una breve preparazione di fuoco corupiuta <la una . ezione d' artiglieria da campagna, lanciò la sua avanguardia, con dotta. dai capitani Ooseuz, Ol'sini e J."ontana, alla cm·ica a.Ila baionetta ) e, con grande valor e, riuscì a sloggiare il nemi co dai t rinceramenti e ad irn padronirsi di un cannone. Le <lu e colonne don'! tter o qnindi riunu: i per far impeto e s uperare l' ostacolo maggio1·e della giornata c-onsislcnte a sca<:ci.al'e dalla, piazza prin cipale di Mestre più ùi miUe austriaci ; tale obbiettho si presentarn assai diJJic-ile per il falto che le parti combattenti essendo divise dall' O~lino, l'unica via di ac cesso alla piazza era costi.tuita dal ponLe. alla sua Yo lta , reso d' infilata da quattro cannoni anslriad . l\fa anche questa volta gl'Ita liani. occupate l<> case circostanti, da.li.e :fincsLre aprirono un fuoc·o miC'iclialc ,s ugli. attiglieri nemici, mentre impetuosamente le altre t rnppe attncci.l.· vano il ponte ed incuranti delle perdite pel'v•e nivano nella µi.azza mettendo gli Austriaci in fuga disordinata . · Arrivata, intanto la sezione d'artigli.el'ia d,L ca111pagna Jella colonna del centro, con dotta dal maggiore B olcloni, <'F;sa veniva subito impiegata contro alcuni distaccamenti austriaci appostat i s ulle destra del canale di Mestre, i qua.li, vi:-:ti1.~i pt·eC'luBa ogni via cli ritirata, si erano asserragliati in a lcu11 e case e s,·i l upparnno una resistenza quanto mai ostinata e rabbio!Sa. Anche gli artigliel'i <l i quei,d:a sezione si corn.portu,r ono egregiamente; si ebbe1·0 delle perdile ma m.olte affermazioni di valore, ed il maggi.ore Bolcloni si coprì di gloria. 'r•.inh:ullli dopo, in nn irnli1·i½zo che gli cx: volontari della. legi one d'a1·tiglieria « Ban dier a e Moro» dedicarono affa,Uora generale Holdoni , l'ic·or<ln ndo la giornata di :ùf estr<>, scris., ero : « Nella sortita di Mestre clel 2T ottobre 1848, i Croali, in seguito ad una forte mischia si trincerarono nella ca!ln 'l'aglia, per combattere la colonna del cE>ntro. Quei ne111ici, reduci clulle crudeltà di Brescia, erano colà comandati dal feroce Haynau. I vostri cannoni arrivati in ritardo, a cagione della bassa marea, ,enner<> pontati contro quella casa, ma gli Artiglieri cadevano uccisi suglì stessi dal fu oco micidialissimo dei nostri nemici; e morti che furono
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L'AZIONE DELL' ARTIGLI!lJRIA A MESTRE
i due valorosi sergenti 'polacchi ìVIisckievick e Dembrowski, voi foste quell'in-
trepido ed intelligente Maggiore d'Artiglieria che prendeste la miccia accesa ed incominciaste quel fuoco elle li obbligava a sloggiare e li faceva tosto tutti prigionieri ad arrendersi».
L'artiglieria da campagna ebbe quel giorno un cruento battesimo di fuoco f' s up<~rò brillantemente la prova, agli ordini dello .stesso Boldoni che l'aveva organizzata, con tai11to amore.
Fig. 140 · Combattimento all'Albergo della Campana in Mestre - 27 otto-
bre 184S. (Museo Cor rer . V. Giacomelli, dls. - Lih. Collette, Paris, Goupll).
L'ordine d,e l giorno, pubblicato il 1° noYembre 184S dai C(1· 1nanclo generale e firmato da Guglielmo Pepe, rese omaggio nl Tal.ore di molti uomini, fra cui : Girolamo Ulloa, che aYeva diretto l'azione comba.ttendo, ed Enrico Gosenz, la cui grancle andacia, come a O:wallino, aveva condotto alla conqu ista delle artiglierie nemiche. -
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1848 -
A VEl\.EZlA
Per gli artjglieri, po.i, in seni7,jo delle bocche da fuoco si legge : « Il capitano d'art iglieria Bolcloni, bravo ed intelligente, dava l'esempio puntando i tSuoi pezzi. « I serg<mti Misckievik e Dembrowski rimase1·0 uccisi. 1!'u colpito questi al cuore cari.camlo il cannone: e coll' nltima parola ordinava il fuoco . Wagne, Damontet, Ferrara, Bellini, Gallato, Rigo , Oran zi, Oeraso, t utti cannonieri intrepidi. Il tenente Vanotti Augnsto merit::t pel zelo e la bravura di cui fece prova, una singolare distinzione)). La giornata gloriosa per le arm i veneil.iane fruttò 600 prigionieri fra cui 22 uf1iciali; furono conquista.ti 7 cannoni, à:rmi, munizioni, carriaggi ecl altro materiale vario; inoltre il nemico ebbe 350 uomini fuo1'i. c-ornbattimento fra morti e feriti. Ma anehe gl'lt::Lli ani subirono forti perdite ed a,ssai dolorosa quella, di Alessandro Poerio, iJ « Mameli Partenopeo ;) ch e fer.i.to alla battaglia cli Mestre il 28 ottobre, mori a Venezia il 3 novembre 1848.
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OAPJ'rOLO DODICESIMO
1849 - 1858
I.
Situazione in P iemonte dopo l'armistizio S alasco - Riordinamento dell'Esercito Sardo e riassetto della sua ArtigJieria - L'Esercito Austriaco per la nuova campagna - Disegno dei due belligeranti - Denunzia dell'armistizio - Ripresa della guerra - Le operazioni del 21 marzo (San Siro - Sforzesca e Mortara) - I due Eserciti nella giornata del 22 marzo - La battaglia di Novara - La parte preponderante avt1ta dall'Artiglieria nelle diverse fasi della lotta - Brillante azione delle Artiglierie piemontesi alla Bicocca La ritirata - Le batterie da battaglia, da posizione ed a cavallo che presero parte alla battaglia - La medaglia d'oro concessa alla Bandiera dell'Arma di Artiglieria.
Se la costituzi.one parlamentare ed il diritto all'elettorato polititù, oHenuti coi moti insc~~n ati al sorgere del 1848, ùostituivano un sensibile passo innanzi nel campo delle invocate ti· forme, non è a c1·eclcre che tali concessioni fossero considerate sufficienti a soclcli·sfa1·e le aspirazioni dei liberali; i quali, allzi, ineOl'aggiati da, quei primi :successi, f1,vevano acquista,to animo per proseguite ver·so il raggiungimento di mète più alte . Il eontinuo malcontento, inutilmente represso per tanti anni, aveva :finalmente fatto venire alla ribalta dei vari Governi della Peni sola. una seri<! di programmi a traverso i quali apparivano Jc tendenze çlei rn.ri partiti ; tendenze, che, nel loro c:ozz-0, ,1,ve-
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1849
va,no :finir.o per acuite J.e lotte politiche e rnilita1·i con cui era~i chiuso il 1848. Così el1:e, all'aprirsi ,ld lt349, n fuoco ('he, ancora vivo, contva sotto le ceneri, cliv,w1pò; ma Fcsito sfovOl'evole de.I.la breve campagna piemontese ebbe una funesta ripercussione :mgli avvenimenti in ,corso nelle varie n ~gioni (l'Italia; e ne seguì una genera.le reazione clcll' Austria e (,lei Principi da essa sorret.ti, i qrn.t li precedentemente erano stati obbligati a fare concessioni per non essere travolti dalle vampate della rivoluziorn• . .ID, ,s iccome uuJhL .rispecchia rneglio i ved pr,o gressi delle istituzioni. militari cli un deterruina,to periodo storieo, che i rapporti fra i vari Stati - ne,i quali le forze al'lrn~te furono e ;i:a ranno sempre gli indici regolat-0ri della pace e della guerra -- -, così, a tra,erso le vioencle verificatesi nei principali Stati italiani del 18M), riafferrerem,o il filo conduttore del successivo graduale sviluppo delle varie artiglierie nazionali; e, dal sintetico · accenno degli avvenimenti militari, coglieremo gli elementi che possono servire a far progredire questo nostro lavoro. Pertanto, molto potrà soccorrerci la conoscenza della situ:1zione politica creata nei principali. Sta,ti italia ni dall'armistizio Salasco; arn1.istizio che cl:oveva durare sei settimane, salvo ad essere protratto indefinitamente, finchè una delle pa,rti n.on lo avesse discl,e tto. La malefi t a, influenza di uno sfrenato parlamentarismo aveva scatenato infinite polemiche sugli a,yvenirnenti. rnilitaei. che dopo le prime vittorie, avevano riportato l'esercito ,s ardo diet1;0 il Tidno. ln momenti tanto gravi, anzi che fondere gli sforzi _e le volontà di tutti perchè veramente l 'Italia potesse fare da sè, . Jn sit nazione interna del Piemonte erasi fatta as,s ai delicata; -e l' azio1'1e tumultuaria e negativa cli alcune tende11ze ebbe ripcrwssioni nelle regioni e negli Stati confinanti. Cosi, GenoYa, infltwnzata dalle esagera:àoni e dalle bugie fatte circolal'c a<l arte, nelhi rivolta capeggiata da republicaui accesi e tern:'lente ,dl'affrancamento dal Governo del P~emontc1 dovette essere 1·idot ta all'ohbedi,enza con nn inter·v(~nto militiHe ordinato clul millistro .Pinclli. I UoYerni provvi&o1·'ì di Milaw> e di Venezia. n11zida~ ass.econclare l'istintiYo desid erio d<~l1e popolazioni pe1· l'ium1cdfata fusione eol Piemonte, per eccesso <l i preca nziorn: l'ima ndarono -0gni decisione a guena fi.11itn. E, -
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IN i>J'EMOKTID DOPO L> AUMISTIZIO SALASCO
riurt.roppo, lo spirito municipale ebbe qua:3i sempre la ptevalenzà.: la · eonfusiorn~ ingenerata dalle contrftstanti teorie di pa trioti e andH' cli taluni avventurieri (fra cui. brillarono ei:-tremisti d' ogni co lore), finì per aument a.i-e. i malintesi ed alimenta-t'e malcontenti. Molti i-trateghi improvvisa,ti, con una faciloneria da, caffè, st.repita·nmo sulla lentezza con la quale era- st;1ta condotta. fa guena :. e;osì che, dopo gli effimeri entusiasrui dei primi quattro mesi della campagna iniziale per la indi.pendenza cl'Ita-lia, la scarsa comprensione di talune esigen ze mili.tari e della guerra in genere portò ben presto alla disillusione ed alla sfiducia. In Piemonle, per ca,l nrn-re gli schiamazzi della piazza, si volle cla.re ,soddisfazione ai così detti nazionalisti, dispensando dal servh,io il generale Salasco, -c he aveva firmato rarmistizio, ed il Federi.ei e il Britherasio, che a;v(wano dovuto cedere le fortezze di Peschiera e di Piacenza. Gli insuccessi della campf1· gna Yeninrno attl'ib11ìti a,U,1: mancanzi~ eh unità, fii coman clo, a,l l'incuria in cni erano state abbanùonate ]e cos;ì elette << for;,;e popolari)). ,t-llH insnffì c.ienuL <lei ge11en1.li, alla, scarsitù, di viveri in 1111 paese considerato il più fertile d'Europa,, eec .. lnta.nto p ('!l' difetto di. concordia: l'insc·iYH irnpossìbj]e prendere un indirizzo nnico per orientarvi q nindi Jc -rolon tà e gli sforzi . }d l\ii-ìamento dì Torino: si. tenevano tornei oratori; il « pa1·tito d'n:;:ione. >) tempest,Lva sulla nece-s sità di riprendere la guerra,, ma non subordimwa poi le sue tendenze a.Ha necessità di dal'c un migU!ol'e assetto alle forze mili.tari per affrontare h provi~ con migliore preparazione. L'a.NYkenclarsi conti.nno di sempre nuovi Ministri al Dicastero della. Guerra, ciascuno con un proprio programma, stava a. diruostra1·c il ginoco dei pa,rtiti politici e il continuo stato 111 uisi, ineYitabilc, nel quale Yivevano le istituzioni. milit,Lri. Q.nando si pensi che dal Ma,rzo 1848 al Marzo 1849, il Piemonte ebbe ben ott-0 Minist1·i della Guerra,: è facile comprendere come~ l'c:sercito piemontese: già scosso dalle Yicende sfortunate della pl'ima prova, chiusasi sotto le mura di Milano, clove:sse subite l'influenza dannosa di ta,n ti. mutamenti. Il ma,ggior male, poi, wn iYa. dai tanti fa,lsi strateghi che, durante. la, marcia delFeserc:ito dal 'l'icino al Mincio.' :se n'erano resta.ti in Piemon~
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1849 -
IK l'IEMOKTEJ
te, soltanto a e,oncionare, ad inqnisire e a, criticare uomm1 e cose. E, mentre si assi,s teva alla ridda di accuse e di richieste di provYedimenti a carico di ritenuti colpevoli del fallimento della campagna, non cli rado, taluni ministri si arrogavano il diritto di prendere provvedimenti di indole militare, di procedere a sostituzioni1 d' intavolare tra ttative con Governi e con privati, per la, ricerca di un Capo ruilitare che desse affidamemo di poter riprendere presto la guerra e di condu·rla rapidamente e vittorios,1mente alhL fine. E e:ìò, spesso, anche all' insaput.1 del Re. Una lettera cli Vittoriò Ema nuele Duca, di S::LYOia, inviafa al generale Dal>ormida, nel Settembr-e del 1848, dà Ja sensazione nettfL della situazione di ~Lllora . ScriYeni il futuro Re d' Italia : e( .. . E poi per earit.à. se vogliono farci fare qnalc:he moyimento che l'Esercito abbia un generale e nn rni1ùstro della guerra., perchè l'esercito si riS(·m te sempre dell'ultimo ministero eJ. avrebbe bisogno di uu ministro ehe lo conoscesse bene e che la· vorasse molto per esso - tante co,:;e essendo da cambiare, ta nte da organizzare ... ». Ed a, proposito dei generali. Yittorio Emanuele ripeteva ~empre : cc Dobbiamo obbedire a c-.ol-oro che ciecament-e ci cowandano ! )). Nel nwse di OttobTe, partedpa.Ya aneora al Dahormicla : « ... Vedo con mio sommo rinn escimento che un pa,rtito perverso ,spen1, di farci. affrontare i.l nemico al più presto, sperando, non sapendoci ben pronti per ora) di edificare la repnbhli.ca s:ulla rovina dell'esercito e del paese>>. E più inmrn7,i: cc .. . Inoltre 1111 gr,rn rnunero (di soldati) van 1io via via aUontanandosi dai loro corpi anche oggi giorno in ogni mo-Rsa dell'esercito, e molti :::arebbero dispost,i ad allonta narsi se partissi.mo veramente per ent nire in ca mpagna>> (1) . Nè è a dirsi che in materia èli politica estera le cose procedessero megli.o. Il congresso di Bruxelles si andava orientando in senso sfavorevole ane aspira7,ioni del I 'iemonte sulla Lom.bar-
(1) GrnsEPI'E M11ss;1n1. La vita ed il rev110 cli nttorio E-mall'liele di Sa -
1,o-it1,,
eco .. Milano, Fratelli Treves, 1878. -
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LA S I'J' UAZlO~ E ALT/IDS'J.'IDRO
dia; laddo,·e invece il Parlamento di 'l'orino, per false notizie avute sulla sit uazione interna di. Vienna, e urtato da.Ha, piega della conferenza di. Bruxelles, climostravasi sempre più · animato
Fig . 141 - Giuseppe Dabormida . (da una fot ogra fia d el l'vluseo del Risorg imento in Torino).
da spiriti bellicosi. 'r~Lluni guardamno con speranza alla Francia; ma, il Governo francese, pur mostrandosi ostile alla p,oliti · ca austriaca in Italia, er a ben lontano dall'assumere atteggia menti giovevoli alla causa nazionale italiana. Ed anche l'I nghil· terra, che pur si era mostra,ta ll)eno tiepida della Francia nei -
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I N P I IDMO~TE
rigua.1·<1i delr l.talia , non· in tendeva as~ol ulament-e di dkhiaraec una g11 erra all'Austria. JV,1,Jt1'onde, quali 1·,1gfoui alt1·ui,s tid1e anebbe1·0 potuto spingeJ·e a, nostro fa vore le due potenze succitate, quando continuava tL mancare l'accordo fra gli Stati clelhL Penisoht? La 'l'oscana e il Papa, non erano insrnsibi1i alle proposte di una, lega, avanzate dal Governo cli 'l'orino; ma mentre :Pellegrino Rossi si sforzava di far entrare nella lega anche il regno di Napoli, acciò il Piemonte 11011 a,vesse nn posto troppo preminente in essa , il 15 Novembre 1848, Yeniva a,ssassi.nato. Allora, dimostra,zioni ostHi, inscenate a Roma, inélussc1·0 Pio IX a ri fugiarsi a Gaeta. Una Giun ta provvisoria, p1·ese le 1·edini del Governo pontifì.ci.o, che t osto si trasformò in rc!pnhblica, col potere esecutivo affidato ad tm triumvira,to. Pio IX, disgnstato col pa,1·tito tlemocratico, accettò allora l'offe1·ta pervenutagli dall.' A.1.Hstria per essere ricondotto u, Roma con la forz.:L : il .Papato, ancora, una volta, fece ricorso all 'intervento straniero! 11 (_francluca di 'l'oscana, dopo penose tergiversazioni, -s i ricusò cli allaceiare 1:apporti con gli nsmpatori del trono pontificale ed jJ 'i Febbl'aio 1849 si rifugiò a S. Stefano e, successivà mente, raggiunse a Gaet a il Papa ed il Re cli Nc:tpoli. Firenzf' , allora,, dec1·etò decaduto dal trono il G-ran_d uca ,e si diede un governo provvjsorio a.f:ficlato al Guerrazzi, al ivlontanelli ed al Mazzoni. Intanto. l 'ill(1irizzo politic:o ~1.ssnnto dal Gove1·no cli 'l'orino rapp1·ese11ta,va nn temporane,o adattamento ,1lla sitUl;l7,ione crea ta dal Ministc'to Ci:Lsati, col sott inteso di far rip~·endere le armi all'ese1·cito, <rualora l 'Austria uon avesse a{:eorda,te al Piemonte onorevoli. condiziOHi cli pace. E, poi chè gli :wvenimenti pr,c dpitavano, e qualche cosa bisogn:1 va pu1· fa,re, per uscire da una · situa,zi,one dif:fi.ciìe e pe1·ic-0losa, il Consiglio dei .Ministri Sarei.o credette cli risol vel'e il g-1-.:we p1·oblema col deliberar-e l:·L i!ennncia, clell'ai:rnist.i,:,,io e la ripresa della guerra . P e1·1anto, il .Minif-ltro degli E.steri, De Perrad , con nn proclama, annunziava al popolo ta le decisione, alla qu ale finil·on o per eonvertirsi anche coloro che fino allora erano restati incer t i. e tiepfrli. Di fronte all' a,t teggia,mento energico del Piemonte, I.a, Re pubblica Roma,na ebbe uno scatto di sentimento nazionale, e -
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LA. « SPINTA A OSARE) ll
de<.:1·e[ò la partecipazione alla lotta conu·o l'Austria, sia pe1· a.intare Venez.i.a~ dw (·<.mtinnnva, a, 1·{',dsterei sia per fiancheggia.re l'esercii-o pi<~monkse, che stava pet riprenrlerc le nrmi. Se 11011 che le trupp<' eh1-s si andavano p1·cparando a Homa (cil-<'a una Divisione, al comando del colonnello :.Uezza<:npo), non erano ancora in condizioni cli poter interveni1·e. allorchè avvenne la stonfitta piemontese u N,ovarn, ... la fatnl Nova,1·. .L ! La. << spinta a os,ue ». de.l Gove1·no Piemontese, era stata antor a. frutto dell'{'nOuea « f.o1·ma menti.·)), ai-st1i generaliz½at"l h1 quell'epoca, per l'1l i « l..1 gocLTa più <:he nrt'tut,c appal'iva i.l 1·i.snltato es(·lnsivo ciel Yalol'e individuale, e roma,nticarnente doveva, pl'{'lldere l'aspdto die essa hH, nei poemi -Omerici. Con q nt'sta, iruagiue scesero in carn pal!na gli italiani nel 1 48 » (1) . Goffreclo Mameli, schieLto interprete della g-<•uerosa, ma d<'<:a fede d<•gli italitmi, e:u1tavu 1wl 1K4':
« quei
d.1e contano gli e~l'l'Citi I hs.ser l' A.ust1·i a, è troppo fo1·te ; Ed april·ono le porte . Questa vi! genìa non sa Uhc, se il popolo si desta, Dio combatte a.lla,, ,s ua LcsLa, La sna folgo1·e g·li dà, >> (2) .
Solt.t,l llo Ja ·aun1 realtà doYt-rn gna1·il-1: g:Ji ::,:cer.tici dalla pe1·kolosa e da,nnosa illui-jone.
* * * K l'ip1·endendo la nostrn n.inazione. diremo che il Piernon· te. nel Marzo del J849. con nuove leve l'egolari e con arruolamen ti volonta,1·i, a,veva anm.ent.a lo n nnmero dei. ~u·oi regginwn -
(1) Ann; no VACCA i\>L~r.0101,11,1. La 11uerra 11ei secoli XYl II e XIX. Breviari Schioppo. Serie Il", n. 2. Tori no 1928. (2) C. FAnrns. (}li avvenimenti miiUtari {l.eL 1848 e 1849. Torino 1898.
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J.849 -
I~ PUJMONTE
ti e la forza di quelli cli fanteria; a,veva r iordinato i va111 Corpi, perfeziona ndo il servizio vi.ve1·i, quello delle sussistenz-e, il servizi.o sanitario e quello veterinario, intr,o ducendo utili rifor me e ricorr(~ndo inoltre ad oppoi-tuni ~sperimen ti. Se il Corpo Reale di Artiglieria e l' .,.b iencla Reale cl' Artiglieria rimasero stazi.ona1·ì, non fn tanto per la persnasione che le .magnifid1c prove offerte stessern a, dimostrar·e l'inutilità di _m igliora.menti e di anmenti, quanto per la mancanza cli disvonibilità finanziarie del picco1o Stato. Inoltre, è d'uopo anche ricordare come fa :speranza. nell'efficacia di una, mecUaziorn.', intesa a r isolvere pacificamente il probl-erua con l.' Austria, avesse concorso a sminuire il e;;Llore e la forzi~ con <.:ui invece avrebher-0 dovuto essere sostenuti. ell attuati. i provvedimenti richiesti cla talune impellenti neeesBÌLù milit,1ri. Comunque, la formazi.onc clell' Atlll;,L cl' Artiglieria, a,ll'atto in cui veniva dis(letto l'a1·mistizio, era la seguente : l brigata cli 3 batterie a cavallo . 18 cannoni da 8; 6 obici da 11.i. 3 br igate d i batterie da battaglia . 54 cannoni da 8 ; e 18 obici da 15. l brigata cli 3 batterie da posizione · 18 cannoni da 16; G obici da 15. Totale 120 bocche da fuoco (18 cannoni da 16; 72 cannoni da S e 30 obici da 15) .
Tale formazione era stata> inoltre, aceresciuta d'una mezza batteria. modenese . opportunamente completata, e dell'a,rtiglieria lombarda, c:l.H~, assillliht ta il più possibile all'artiglieria piemontese, comprendeni. t1·e batterie e nn reparto deposito. Tale assimi.lazione ent stata ragginnta c-01 Yers,unento del materiale i11 soprannulllero e di diYer.so modello, ed il l'itil-o) dal Corpo Reale cl ·Artiglin·ia., di q nello regola,mentare. Ciascuna batteria restò costituita col seguente materiale: Batterie a cavallo :
11. >)
6 Cannoni da 8 2 obici da 15
3 carri da munizioni per cannone l carro da munizioni per obici )> 1 Affusto di ricambio >, l Fucina » 1 Carro a ridoli )> 1 Carro bagaglio
)1
,1
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F ORMAZW~E E OlW.-\:)f!CI l)l~LLE BATTEJRIEl
Bntteric da battaglia :
Batter ie da posizione:
n. 6 Cannon i à a S >l 2 Obici cla 15 >l 6 Cani da munizioni per 1> 2 Carri da lllunizioni per l> 1 Affusto di ricambio » 1 F ucin :t >> l Carro a ridoli >, 1 Carro bagaglio n. G Cannoni cla 16 )> 2 Obici cla 15 » G Carri da munizioni 1Jer 1> 2 Carri da munizioni per >l 1 Affusto di ric:ambio >> 1 Fucina l> 1. Carro bagaglio
ca nnoni cbici
ct1 nnoni obici.
L',organico in personal e e quad l'npedi fu fissato in 218 uomini e 210 cavalli per le batterie a, caYallo , e 200 uomini e 140 tavr:1,lli per t ntte le a ltre. Ogni batteri.a eta inqunclrnt a da quat t ro ufficiali (un capit ano, due luogot.cuenti e un sottotenente) : essa aveva al suo seguito uua colonn a mnniz.ioni, fol'JJ1ata da 8 carri per munizioni di a r t iglieria , Lla 8 cassoni per munizio11i di fant eria, più 1..111 carro fudna,, on ,lt'fu:--to di ricambio ed m1 carro a ridoli; e per le btttterie a ea rnllo, la colonna munizioni differiva dalle :~ltre per avere 12 carri per munizioni di arti glieria invece di S, e 4 cassoni p e1· rnuni:7.ioni l1i Janteria i1weci~ di S.
L'a,rtigJ.i eria da piazza, che cornpl'end eYa già i.re brigate di 4 compagni(~ eia~c111w; per la gu enn, f u aumentata cli. dn<• com -
pagnie . Il Uo1·po Re ale él' .A1-tiglieri.a, che già co mprcn clcn1 nna bri ga,ta pontjeri su tre compagnie più 1mt1i compagnia deposito, pe1· l'imminente campagn,1, fu aumentato di un a battel'i.i deposito. In complesso l' ordinaruento del Corpo 11011 subì altre rn l'ia,nti; soltanto essendo sta ta c hi rn;:a la. Scuola d' ..\pplieazionc, molti ufficiali d(~ll'arma, occ:orrenti a eornplt~tare ra,pidamente i quadri, dovettero essere redat.ati. facendo r icorso a 1-ipìeghi : e cli preferenza, entrarono n el Corpo i laureati in ingeg:ueritL . P articolare impottanza d}be la l'ifo r mn apportata. alForélinamento elci parchi d' .\rtiglier ht , nell'Ot tobre del 1848. Pei' -
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1849 -
IN PIElMON'l'ilJ
effetto di <'RSa, il Pai-e-0 Gene1·alc, già di c:omposizim1c variabile, ebbe una costi.tllzione organica. meglio rispondente al servbd,o dei rifon1imenti, in i-elazione alla dislocazione dell'esercito . Quindi: Je dotazioni. di materiale fnrono it ssegnatc con criterì più pratiei e i-estò meglio definito il modo col qua.le d:ovevn:no effettuar!'-:i i mi-i rifornimenti di mnnizi,oni. .Presso i. Parchi principali, Jc~ munizioni furono allogate in caf-soni tipo « Gribeaurn,l >>; i cani per munizi,oni, prov(~ nienti daJl Parchi di. B.i.serva, pe1· l'ifornirsi doveY::mo affl.uir-3 a,i Parchi. Pi-indpali. QuP.sti ea:rri così rifornW, venivano invfa,ti ai P::u·chi. cli J)i visione, a so1'titni1Ti. i e,u'ri vuoti., ecl i l'arclri. di Divisione, a,11.a loro Yoltn. provYeclevano a c,o mpletare il rifornimento delle batte1·ie. Il mnnizionameuto al seguito delle batterie, co1Up1·eso quello dei I 1 archi di Dfrisioue, c.omprendeva 192 colpi. per ogni cannone da lù, 380 colpi per. ogni eannone da ~ e 214 colpi perogni obice da 15. Presso i Pr~rchi di Riserva e il Pa1·co P1-incipale, complessivamente, giaceva un complemento di GOO colpi. per ogni ca,nnone da 16 e per ogui obice da J G, di 400 colpi per ogni cannone da S. La ri.pa,rti:r.ionc delle munizioni, così 1·egolata, impose una moèliftca~done nella, composizione del caneggio delle batterie dn bt~ttag]ia, e cla posizione, a ciascuna clelle quali fmono assegna.. ti 9 carri pei- munizioni cli ca,nnone, 3 c:a,rri per munizioni di obice (le batterie a cavallo ebbero 6 carri per munizioni di cannone e 2. per munir-ioni di obice), 4 ca,rri per cartucee e 4 cassoni I}Cr ca,rtucce cli fanteria. Dei 4 carri per cartucce assegua,ti aJle batterie a, cayallo, un ca,rro doveva, servire per il rn nuizion.a,mento della ca,yaJJ.eria. I Pa,rchi di DiYisione ebber,o una costituzione nnifo1·111~. 'I'ennto <:aJcoJo che le bM.t{~rie cli eannoni cla 16 era.no so ltanto qua,tt1·0, mentre le Divisioni dell' Esercito era,110 cinque, per stabili re un giusto equilibrio, fu aumentato di uno il numero dei carri pe1· nrnnizioni da 16, pmtan éloli da 4 a 5. Il personale designato al. funztonamento cli così. impoi-tante sei-vizio doveva comprendere 409 uomini; i quadrupedi previsti dall'organico ùo~evano essere 2300. Se non c.he tale orga,ni<:o non fu , p,oi, mai raggiunto. -
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:MU)IIZ ION.-Hu E.NTO 0 )[ATEJRIA Ll
Re la tintmcJll<· al rn n.leria le. tnLle k DOL'clie <la 1' 11 oco furono dotate di alzo storrc,·ole graduato in millimetri: a ll' obie<' fn aggiunto nu quaùrnn tc . Nell' ,Lrtiglic l'ia dn, rnonfa~iia, fui·ouo utodificat.e e 1·io1·di11ate le barclatun: in maniera rncg-lio rif;po11de11 te ,11 le <.·8igemie del sc1·vizio; I<' bocc·.l1e da, l'noco a~~egnate alla spP·d a liUì. furono gli obici d .1 12. che impieganrno u n mnnizionarnntto ~w11sibihuen te
migliorato. Le ~cn Lole a meti-::.1,1,.(lia per i eannoui du, 16 ful' Ono costr uite del pe~o di K g . 10.200 e (:Ontcne,ano -il pallette: quelle per i curn10ni chL 8, di Kg. 5,220, contencrnuo :1:1 pallct te. Anche gli obi<"i da, 15 cen t. ebbero la l'-Catola, a rnetraglia, del peso di Kg. 12, con tenen te 70 pallette. J m otLai d~L ca mpagna., pet il loto impi<:go i n pianura, erano af;. egnati ai parc hi: p e1· le operazi,oni in rnoutagna, invece, era· n o asr;egnati aJle piazze fo1-ti. prossime agli iscuc('lticri cl'ope· ra½ione. Si. N;eguirono, inoltte, p1·ove di 1m nuorn affnr,;lo d'assedio p ct .Fobfoe da costa da 22 F , e p er il cannon e da- 32 B. C na commission e, ccnup,osta di u1':fi ciali d · a1·tiglieria e del g-Pnio - presie duta dal luogotenente generale baron e Serventi - app rovò, e presen tò al Re, il << R eg,o lamento sul servizi-o (1' Al'· te e d' Amministrazione del materia le cl' al'tiglie1·ia pres!'lo gli. es-etciti in campagna», in sos ti t uzion e del « R egolamento provvi· so1·io », ehe er a, stato applicato nell' turno ptececlcute ; il1fìnc, si disLi-ibnil·ono un « Hegolamcn to per le manovre di forza >> e d un « l 1ront m1do per l'artiglieria da cam.pagna >> . 'l' n J-ti. i suuunen,1,io11at.i p1·ovvedirnenti stmmo a do{:ume11tar e la sag-:..da e lodevole attivi tà del Conianùante Sup<·1·iol'e di arti · gliel'ia e• ùell' Azienda Generale cl ' Ai· t ig-lie1·in; tanto più amrnirc\'Ole da ta la gi·avi.tà. delle c ircostunze, le èlifficolt.:ì, di ordine fìnan;,,i,u·io e , soprat u tto, 1 atmosfent cli nern>si-srno determinata cl n i. c:1:i t i e·i e dai faciloni. J'.; jmportan te far 1·i lenu·e t:omc l'attiglic ti::i aur,;triac:a , quali (:ilirnnwnte in fcrior,e, ma s uperiore tl i nunic ro, noH lrasem·;\~· ~e d L kvolge1·e u n'aec111·,Lta rwepa1·azionc. J; noto tome l'o.ttanlaùnenne Racl<•L;,,ky a ,,csse bene adde:-:tra· !e le tn1ppe dipen denti! Kella << Manover-J nstruklion >>, com<.> -
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IX l'IE:UO.tsTE
nelle « Fel1l -lHstruki"io11 p<·1· la fon Le1·i;e~ e pei- h1 <:aYalle1·ia » d allo $tes ' o mares('ictllo dettate pN· r esel'<:ito d' Italia - era te nuto g-l'an coHto 'del Cuoco (l 'artiglieria; inoltre, hL maggior pal'tc degli ufficiali e dei grndnati era stata partic:olat·men te eser cit.1ta allo i-\'Olgimelllo tli temi tnttici snl le1·1·c>no tltmrnte il perì o<ìo estiYO, e sn plastici du1·a11te la stagione i1we1·nu.le. Conrnnqne. $e il Piemonte a,·esse an1to an1.:oi-a quakht ntc•se pr1· <:omplet111·e la p1·epam;r,i.one cl el s uo ,orgaui smo mi.litarc, ,-e l'infe l ice sc<· l t.i tl<.'l polat:<·o Ghr·;,;anowsky a ('Hpo tlell'esercito non ,l\·esse ol'Ì~iuato il profondo tul'barn<•nto manifestatosi neg1i a mbi enti cli tutti i <·omandi milihu·i., e s <', sopn1tutto, le pl'es-. ~ioni pulith: li e 110 11 aYesse1·0 anrto il sopmvvento sulle con sicle1·azioni d'ol'dine militare, l'inizio della campagna del JSJ9 1,a1·eòùe :-stato a ss,li dherso cfa <p1cllo (·l1e fu , e anc he L'epilogo, quasi cr:> rta111e11 te. s i ~att'libe ('hiuso all'nttiYo del pic·('olo f'!':P1·cito piemonte:se .
. U 111 omento della 1·i p1·i•s,~ 1.le Il l' o-sLili h),. I' e~t 1·dto piemon tese el'H fo1·rnatu su ~<·tte l >h·isioni e• due B l'igat c' miste. Ogni DiYisione era, nurmul mente, composta di clne .Brigate di fa.nte1·ia, nna <·ompn gnia cli be1·i-:agliel'i, un 1·eggimen to <li c:ffalleria. tlué batterie di otto pe;,,;1,i e una ('Omp.t gnia cl<•l genio . <e Di altre forze ital ian e. non erano ,lisp,onibili pcl' hL gucl'ra che 17.000 ,·e11 eti e rom,mi snl Ba.-so P o; la 'J.'osc·1rna non pot<'Y,1. clai-e alc ull tontingente : X11poli c1·a. in preda alla r ea;r,i.one )) (.1) . De l.le s·1''tte· DiYisioni d i cui sopra, l::I (i" (('omandaute il genei·ale Alfonso LanHt1'mo1·;1 ) tl'on1xasi. lungo la Rivi c>rn Liguee cli. LcYante p er cl,ne appoggio ull ' insm·1·P:,donc• tli quel pa,e~e . .A metiì. .\farzo. l'esr:>1Ti Lo cli guena a,·e,·a la segurnte forrnazionP e cìi::-lo<:azionC' : Gn Corn:mdo R1qwriote retto <hll S0v1·anu Hc Cado Alberto, con il Gern,1·t1lP )J.1ggio1·p <'hrzano\\'sky . .1 l q 11alc' spettava la r e0
(1) E::,;n1co BArtO~E. Le c<m11w91,e per l'h1!live11<1e11za
Schioppo, Torino, 192$.
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G50 -
e
i'unit1i <l'Italia. E.
F 0f0!1AZI0l\E DELL'ESERCITO P l E MOìS1'ESE
spons.,tbilità. deìle opera7,ioni. Capo di Stato l\faggio1·e Generai(\ Luogotenente Generale Alessandro La ~farmora, già comandante dei bersaglieri nel 1S4S.
E'ìg. 142 - Il Generale Obrz:rnowski. (da una fotogra fia del l'.vfuseo d el Risorgim ento in Torino).
l "' Brigata ihnangnar<.lia - Colonnello Belvedere; sede a Castel San GioYanni - era formata dal lS'° fanteria e da due battaglioni di bersaglieri_ Le e1:a stata assegnata, la 8" batteria, a carnllo, che dove.rn p:Ìrtirc eia, Veual'ia Rea.le.
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I _J_
Divii!ione-
l"
2a
C'omnndante
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G,n. D"'""do vanni
IN P1E.MONTm
Batterie
Sede del Comando
I
Qfo.1Val enza
Gen. B es
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II Dis;Jocuzione
j d' 01')11:101'11:l delle 1. 1. . 1 fl . ----'-I _·____,11.1,, eri e
Corupo;:;ir.iono
:-,o . no . 90 . 100 f nt. (ja du hatt. i511 c rnp. bt>r;;nglieri Parco D iv. - Di- 8" stncc. Pontipri Kizza CnYnlloria
I 110. 1::JO. 170 Jnt.
Vog-hera
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I
Sun Giorgio i 11 6a cmp. brr!<1t!!l iori Parco DiY. P iemonte H (' 11 l e 2a dn po!<i½. Sa11 Mauri-
CavaII Pl'·i11 ;Ja
Gen. l'crrone
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10 . :!O . 150. 160 ,2'30 3a da batt.
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Parco DiY. 4-11
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I
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l. btg. d e l 160 f'nt.
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po1<i½. Novara
Aosta CaYullorin
I L'arco Div. Gon. Rum orino
I
Al essandria 190 . 200 . 210 . 2J!O f'ut. i)o btg. b e rsagl ieri .Bfg . Stude11 fi T, egione U n~h e -
rose
I Vercelli
Riserva Du ca di Savoia
I
LoJ!:ione P olacca _ 1'• du. po,-iz. , ( 'a s a le Mon. I10.,1020CaGr,rn11tie11 ccia f. G uar-
so fnt. . ~OYara CavallPr1a 1 1" dn hall. ('m,nle :.\fon. Savoia_ CayHJlcria 11 cavallo ·v,~110.ria J>un,o Div. lo 2n • V(•111u·in.
1 _clie 70 -
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I
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Il"
LA QUIDS'l'IONE DEI COMANDI
Art'iglieria e parchi d,i 1·isePvci : 3~ batteria da posizione 1/2 batteria, Modenese (poi 10" cla. battaglia) l" e 2" cmp. pontieri Parco di riserva ala destra Parco di riserva ala si.nistra Pa,rc-0 generale di deposito Pa,r co Principale · Regg.t o Zappatori del G{~nio
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Torino Venaria, Reale Torino Alessandria Casa,l e ~fonf . Alessandri,1 A.sti Alessandria;
10 noto come le rivali.tà sorte dura,nte fa campagna del 1~48 e le diatribe scatenatesi dopo l'armistizio, avessero dato materia al generale Di Salasco per proporre l'abolizione dei « Comandi di. . 0orpo d'Armata>> che, pertanto, furon.o soppressi, sebbene il numero delle Divisioni, nel J849, fosse aumentato rispetto all'a,nno precedente. Intanto, alla vigilia, di riprendere le ostiUtà, non si era ~1ncora risolto il problema del Comandante clell'gsercito. Diffidenze, pregiu<lizì, accuse non del tutto giustificate, fecero escludere i generali piemontesi per far ricorso all'estero; e, dopo inutili tr,1ttn,tive con la Francia, « il Comitato d'emigri:tzion c polacco>) rm~sentò un suo candidato, nella persona del generale Ohrza,nowsky che, d'altronde - si dite - fosse stato a,nche racc-o mandato dal mar,esciallo Bugcaud, 111 quale era stato offerto il coma,ndo dell'esercito piemon tese, e lo aveva rifiutato >> (1). Lo Chrza1~owsky, ritenuto da, taluni. persona colta e milr tarmente capace, av,eva, fa,tto .I.e sue prime prove durante l'iu· surrezione pola.cca. :Ma, nell'assumere la carica a,ssegnatagli , egli porta seco un grave elemento negativo, dipendente dallì:1. nesF:una conoscenza di <:oloro ehe dovr11nno ubbidirgli e collaho· rare con lui. Ciò costituì, ìnclubbi.amente, una debolezza grave; erl era, na,tu1·.:1;le che, m.ancan.do ~.'affiatament o fra le persona,lità dei comandi, gravi ripercussioni d·ovessero verificarsi anche in basso, ingenerando incomprensioni, disillusioni, e demoralizzazioni., che maggiormente si appalesarono nel corso dei pochi (lJ Cap.no AN'l'Ol\'10 PrnAJNO. Payfr1.e riassuntive d·i Storici MU'ita re. S. Belforte e G., Livorno 1911.
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1N PUJMO?,'.J:E
giorni che precedettero le operazioni e, in modo particol'a re poi sui campi di. ba,t taglia di Novara. Nei giorni 15 e 16 Marzo, il Comando piemontese emanava gli ordini di movimento per far raggiungere a tutte le grandi unità, nella mattinata del 20, le seguenti dislocazioni : P Divisione : radunarsi tra, Vespolate e Garbagna, con 2 battagHoni avanti a 'r erdobbiate; 2" Divisione: radunarsi sulla, str,1da, Nova,r a-Vigevano,· distaccando forti elementi a Vigevano, per guardare la strada ; e collegarsi con la 5" Di.visione; 3a Divisione : radUnarsi a Galliate, collocand,o avamposti sul 'l'icino, in modo particolare al porto di Turbigo ; 4" Di.visione: radunare il grosso a Trccate, mettere ava11guardie sul Ticino, di fronte a Buffa.lora, collegandosi a sinistra (a Romentino) oon la 3", e a destra (a Cerano) con 2' Divisione. 5"' Divisione: prendere forte posizione difensiva alla, Cava e dintorni; tenersi collegata con la 2", v,erso Vigevano, e sorvegliare il Ticino dal porto di Bereguardo aHa conflucn,1,a nel Po. Divisione di Riserva : radunarsi a nor·ctdi Nova,r-a,, pres5o il Ponte sul 'l 'ercl:oppio, della strada Novara-Oleggio, ·con .ava,nguardia a, Càmeri, tenendo collega.mento con la 4'' Divisione. La p" Divisione doveva occupare le posizioni di Ceresano, Fivizza,no e Pontremoli, e tenersi pronta ad operare come unità isola,t a. La Br_igata, 'Solar.oli, sulla sinistra,, doveva guardare le provenienze dalle pendici alpine, stazionando a Borg,o ticino. Complessivamente, 1',eserci.to pièmontese comprend eva, una. forza numel"ica cli 87.324 uomini, costituitf:L da 123 battaglioni, 44 squadr,oni, 19 batterie e mezza,, 6 compagnie di bersaglieri, 10 compagn.Ì.e di zappa.tor-i e 4 cli minatori; di 10.45G eavalli e cli 156 cannoni. L'esercito austrfaco, forte cli. 73 . battaglioni, 46 squadroHi, 38 batterie, 5 compagnie pon tieri - in totale 73.000 uomini., 10.000 cavalli e 22fi cannoni - era raggruppato in Corpi cF Armata nel modo seguente : -
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Schizzo del terreno della Campagna 1849.
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Il\ PIEMONTE
1° Corpo : ('Wratislaw) C·Ostituito : da 4 brigate di fanted a, dal 5" reggimento usseri (Radetzky) e dalla 10" compagnia pontieri ; aveva 3 batterie a, piedi da 6 pollici, una, batteria d'a 12, 2 batterie a cavallo e una, di racchette.: totale 17.00 uomini e 42 pezzi. . 2° Corpo : (D' Aspre) comprendeva : 4 brigate di fanteria; il 7° reggimento usseri (Renss), la 11• compagnia pontieri, con nn'a.liquota di artiglieria · uguale a, quella del 1• Corpo; eguale forza numerica. 3° Gorpo : (Appel) era composto ·: di 5 brigate di fanteria, e del reggimento cavalleria Li.echtenstein ; aveva 5 btttterie da 6, una batteria da 12, una btLtteria a cavallo ed una di ·racchette: totale 15.000 uomini e 48 pezzi. 4° Corpo: ('l'hnrn) aveva : 3 brigate, un r eggimento di ulani (areicl uca Carlo) , 2 batterie da 6, una batte1fa da 12, una batteria a cavallo e una di racchette : totale 12.000 uomini e 30 pezzi. Corpo di Ris(~rnL : (Wocher) contava : 4 brigate, 3 squa droni di cavalleggeri, ulani e drago_ni, 3 batterie éla 6, 2 b,1tter.ie a cavallo, una batteria da 12 e una di racchette; totale 10.000 uomini e 42 pezzi. L'artiglieria, di riserva era costituita cla una batteria di obici da 10, cla una batteria di mortni cltL 30, e da 2 batterie ,li 1 racchette. Tenuto presente che le batterie piemontesi erano formate su otto pezzi, e quelle austriache normalmente su sei, ne consegue che quantitativamente le artiglierie di cui dispong,ono i due bel · ligcranti ,sono tante per cui, con un terzo circa di bocche da fuoco che gli austriaci ha,nno in più dei piemontesi, il n umero drlle batte1·ie organiche dei nemici è doppio del numero delle batterie nostre.
Dia.mo, frattanto, un cenno sni disegni dei comandanti dei due eserciti e sulla ·dislocazione iniziale delle forze dei due belligeranti: Il generale Chrzanowsky aveva iniziato il suo servizio pres-
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I PIANI Dl GUERRA
.so l'esercito piemontese il 28 Settembre del 1848. In una « Memoria, >> presentata al ministr-0 della guerra il 3 Ottobre successivo, egli esprimeva i concetti di un piano difensivo, che poi andò precisandosi col susseguirsi degli avvenimenti. Per tale piano, all'atto della denunzia dell'armistizio, l'esercito. piemontese doveva far massa, attorno a Novara, attè11dervi il nemico e passa,re alla controffensiva, nel caso in cui gli eventi fossero stati favorevoli. · A completamento di tale disegno fu, pertanto, inviata la Brigata S.olaroli a protezione dell'estr·ema sinistra e la 5a. Divisione, sulla destra. Con la scorta delle notizie che, fin dal Febbraio, il Radetzky andava, raccogliendo ,s ull'esercito. Sardo, · tenuto cak-010 èhe la superiorità numerica, dei piemontesi sarebbe stata neutralizzata dalla solidità delle truppe austriache e da una rapida offensiva, il f.eld-maresda,l lo :fissò di conoontrare la sua armata sul basso Ticino, ·onde spezzare il centro nemico, per gettarsi poi contro la massa maggiore.in prossimità del confine, batterla, e poscia , a seconda dei casi, o rivolgersi contro la massa che si trovava inizial mente ,sulla destra del Po, atta,çcarla in qualunque mod,o e annienta,rla: oppure, se ciò non fosse stato possibile, proseguire l'offensiva contro la massa ma,ggiore ed impadronirsi della capitale nemica.
Alla denuncia dell'a,rmistizio, le forze del màresciallo Radetzky si diressero quindi verso Pavia. •ra,l e movimento fu effettuato malgrado opp<>Sizioni dello stesso Capo di Stato Maggiore, Hess, e di altri genera,li dell' Arma.ta imperiale, ai quali sembrava assa{ arrischiato il piano di Radetzky, di andar ad attraversare il Ticino in presenza di truppe nemiche, r piemontesi, a loro volta, avevano assunta la dislocazione ' già iqdicata in precedenza. Il Generale Maggiore Ohrzanowsky, inoltre, volendo evitare un isolamento della 5a Div'isione dal grosso, a,veva ordinato, con lettera del 11· Marzo, n. 4754, al comandante di detta unità, di r.e ndere impraticabile il ponte di 36*
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IN PIEMONTlll
Mezzana Corte. Ciò diede luogo, poi, al fatale equivoco del Ramorino che, lasciò la sua Divisione sulla destra del Po, a Casatisma, agevolando per tal modo il passaggio del Ticino !.J,l le truppe austriache. L'armistizio sp~rava a,_ mezzogiorno del 20; ma, nell'attesa, i1 maresciallo Radetzky aveva fatto gettare due ponti sul TicinoJ a valle del ponte permanente di Pavia. Per ta,le modo, alle orn 11 del 20, il Corpo del D' Aspre poteva varcare il Ticino, e intraprendere la marcia su Garlasco, seguito dal Corpo dell' Appel; contempDraneamente, il Corpo di vVratislaw veniva diretto verso Zerbolò; il Corpo del Thurn appoggiava verso la ,Cava e il Corpo di Riserva seguiva per ultimo. Così, indisturbate, le t ruppe austriache poterono riunirsi, nella notte sul 21, con la dest ra a Zel'bolò, il centro a Groppcllo, per riprendere la marcia il g1orno successivo; la sinistra doveva. rimanere a La Cava, mentre due brigaLe staccate si dirigevarn> una a P avia e l'altra a Magenta. Alle ore 13,30 del 20 Marzo, anche le truppe piemontesi avevano varcato il 'l'icino; la 4° Divisione si porta,va t ra Magenta, Buffalora e Rebecco ; la 3• si fermava a BuffaJora. Il Quartiere Generale si spostava jla Novara a Trecate. Se non che, quella serr1, giunta aJ Quartiel'e Generale la notizia del passaggio indisturba;to . clel Ticino da parte di truppe austriache, il generale maggiol'e Ohrzanowsky dovette modificare interamente il suo piano d'operazione ; e pertanto, impartì i seguenti ordini : alla l" Divisione, di portarsi da Vespolate a Mortara; alla 2" Divisione, di ,spostarsi da Cassolnovo a Vigevano; alla Divisione cli Riserva, di marciare su Novara per appoggiare la l8 Divisione; alla 3", cli portarsi su Vigevano, per sostenere la 2"; alla 4\ ~ che aveva varcato il Ticino - di spingersi su Cerano e Vigevano, per -sostenere le Divisioni 2• e 3". Inoltre, 'i battaglioni bersaglieri della 5" Divisione furono, incolonnati con la 4" Divisione; i ber aglieri che si trovava.no a Oleggio ebbero l'ordine di proteggère la comunicazione Mor- . tara-Vigevano. Frattanto, la brigata Solaroli, a Buffalora, era incaricata di proteggere il possesso di quel ponte sul 'ricino.
I PRIMI M:OVIMEN'.L'l
Le disposizi:oni sopra riportate renderann<), così, inevitabili gli scontri cruenti della giornata del 21, ai quali farà poi sèguito la battaglia, del giorno 23, che chiude· la breve campagna del 1849. Sarà quindi necessario ria,ssu1ùcre gli avvenimenti militari di quelle giornate, onde meglio rilevare, nel quadro complessivo delle operazioni, la parte svolta dall'artiglieria.
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• Sebbene il Gomando piemontese si fosse fatto prevenire nei movimenti, tut tavia il mattino del 21, in esecuzione a,g li ordini ricevuti, la 2a. Divisione raggiunge La Sforzesca, dopo aver lasciato a guardia dei guadi cl.el Ticino un battaglione del 12° fan. teria, con la terza sezione della 2.. batteria da posi?,ione. A sud di detta località, schiera il grosso delle .sue truppe, le quali, in caso di attacco, saranno a,ppoggiate da 4 pezzi soltanto della 2"' batteria da posizi<me, gli .altri due pezzi essendo stati assegnati all'a,vanguardia del colonnello lVIontev,ecchio, invia,t a verso San Siro a prendere contatto ool nemico. Inoltre, il generale Bes avvia, sulla strada di Gambolò-Mortara, la brigata Casale eon l'intera 4~ batteria da battaglia, con l'incarioo di « mo1estare di :fianco il nemico, che da Gàrla,soo rnarciaSS(-! su Mortara)) (1). Verso le 14, però, metà della 4a batteria è fatta ret1·oc-edere, e viene frazionata oon una sezioil,e al 17° ed una sezione a,l 2~ fani:,eria,.
Intanto, nella, stessa giornata, anche la 3a. Divisi<)lle marcia su Vigevano e raggiunge la località verso le 11, ma non al completo. Senza sostare, il comandante spinge la oolonna circa un ehilometr,o e mezzo a sud· della, città, verso Gambolò, e schiera sul terreno raggiunto il l'' Reggimento fanteria e la 3" batteria da, battagli.a, a cavallo della strada; poscia, invia il 2° reggi-
(1) La oa1rnpàgna del 1849 nell'alta Ital.i<L. Roma, Libreria Provveditorato
Generale dello Stato, 1928 Anno VI. -
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mento fanteria verso La Sforz.esca, per collegarsi con la 2" Divisione· ed a sostegno di questa. L'attuazione degli ordini cli movimento impartiti dal maresciallo Radetzky per il 21 porta all'urto dal 1° Corpo austriaco
Fìg. 144 .. Schizzo del combattimento di San Siro e della Sforzesca - 21
Marzo.
contro la sinistra piemontese. Questo Corpo austriaco è iucolonn'ato con la brigata Strassoldo in avanguardia; segue la brigata Olam e per ultimo marcfa la brigata Festetis oon l'artiglieria di riserva .del Corpo d'armata. Precede tutte queste truppe un -
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IL GIORNO 21 MARZO
piccolo d.ista6camento composto di 2 battaglioni, 2 squadl'oni, e metà della l" batteria a piedi, che deve dirigersi su S. C:iiro. Raggiunto S .Biagio, il distaccamen to, per errore, volge a sinistra,, verso Garlasco. Segue la, brigata Strassolc1o, che incappa nello stesso erro1'!El; però il comandante cli essa hf1 provveduto ad inviare a S.:u1 Siro, per la, via più breve, due battaglioni. Sono questi battaglioni austriaci che, verso le ore 10, vengono a urtare contr-o i bersa,g lieri del capitano De Biller, che stormeggiavano a San Siro. Intanto, nei pressi dell'abita,to, ha preso posizione la sezione della 2" da posizione, del furiere D~ Filippi, guicla,t~t in persona él1Ù comandante della batteria, capitano Pr-osperò BaJbo : la sezione tLpre il fuo oo, obbligando gli austria,c i a schierarsi in baÙ.aglia. Gli austriaci tendono allora ad operare un movimento aggirante per la loro destra: ma, il colonnello Montevecchio para il oolpo, mentre frattanto si sviluppa un'intensa spa,ratoria. Sono le 13 e giung<mo sul campo le truppe della btigata Stl'assolclo. La mez.za batteria a, piedi prende posizione. e ad essa si uniscono altri due pezzi. inviati in fretta,. ' La sproporzi-one numerica fra i combattenti è notev-ole; le perdite, fra i piemontesi, ,si vanno accentuando. Il Montevecchio ordina la ritirata, che ,si compie assai ordinatamente snlla Sfot·?Jesca., ,s otto la protezione d,e l fuoco deJla sezione l)e Filippi, Ja quale, prec-edenclo le truppe, ha. preso posiz.ione nei pressi cli San Vittore. I n questa fase, intervi,e ne 001 fuoco a,nche la mez:1.~1t batteria assegna,ta alla brigata Oasa,le, ,o pportunamente schierata, nei pressi di O. Oatta.brega,. Gli austriaci sono fermati e subiscono gravi perdite. Il combr1ttimento vf1 morendo, prima dell'annottare. Dopo reitera.ti. tentativi di attacco, che sono tut ti sventati, gli austriaci ripiegano da San Siro e da Gambolò, e<l i piemontesi conservano le posi,doni della Sfonesca. ln questa far,ione, avvenuta all'estrema sinistra piemont(~se, hanno combattuto la 3" sezione della 2" da posizione, che ha aYt1 to due fçriti: il sergente Fantini. Giuseppe e il cannoniere Roquet Giaeomo; e mezza batteria della 4" da battaglia, che lrn, pure avuto due feriti : i cannoni.eri Morati Luigi e Gugli.clmi Giuseppe; quest'ultim<>, f.erito gravemente., muore· la sera. stessa, nell'ospèdalc di Vigeva11:0·. Il fuoco preci.so e tempestivo -
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di questi pezzi 13i è affermato sulla superiorità numerica dell'artiglieria austriaca; ed il valido appoggio dato all'rLzione, ha conseI,ttito il ripiega.mento su San Vittore e la resistenza che i piemonte i possono va idamente esplicare ulle posizioni della Sforzesca. 1 eco come viene riassunto dal R,1detzl y il momento culminante del combattimento di San Siro~ (< ••• ma il nemico spiegò considerevoli forz.e, respinse il tenente colonnello Scha,nz; e mediante un forte · fuoco d'àrtiglieria, produsse disordine fra, la truppa; anzi . i corse per·colo che i tre cannoni di questa, fossero presi da.} nemico, poichè umt divisione di cavalleria nemica mi: · na.cciava dal fianco sinistro la sua linea cli ritirata)) (1). l3J noto che la « ])ivisionc di cavall "ria piemontese )) era r'ap· presentata s.olamenbe da due . quadroni !
Nella . te . a m.attinata del 21 la P Divisi,one giunge a Mortara e c-olloca parte clellB ti'uppe allo sbocc,o orientale del paese, fra le strade adducenti a Ga,r lasco cd a San Giorgio, mentre, sulla strada l\fortara-Novara, tiene in riserva il rimanentf~ lelle sue truppe. Alle 13, la Division~ di Ri.'erva non ha, ancora completato il , uo ammas"amento a 1~ord. di 1\1:.ort:: ra, a.llorchè è raggiunta. dal generale La Marmora.. Constatato che lo. schieramento della . 1.a Divisione è tropp,o addossato ai caseggiati. della città, n La Marmara comunica ai due Divi io nari i nuovi ordini del generale maggiore, -che prescriv,ono di coprire Mortara, con le òue Divi,s ioni, ponendosi a cavallo delle due strade di San Giorgio e di G~l'larsco sino a Garbara e Molini di Faenza, appoggiandosi, da un lato, a Castel d'Agogna ·occupanclolo saldamente; e, da,ll'altro, pon nclosi 'in comunicazione e-on Fogliano .
(1) RADETZKY: dal << Rapporto ufficiaìe clel Feld-Maresciallo Conte Radetzky sull' ultima gloriosa campagna contro il Re di Sardegna)> pubblicato dall'I. R. Ministero della Guerra di Vienna. Tipografia Gugllelmini, Milano, 1849.
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Il Duca di Savoia, appena avute le truppe sottoma'.no, riprende la ma1;cia; al più presto, si reca a Castel d'Agogna e schie~'a la Divisione fra detta località e Mortara, e cioè : colloca la brigata Guardie, il reggimento Novara cavalleria e la 1a batteria a cavallo sul margine ,o rientale del caseggiato di Castel d 'Agogna; la brigata Cuneo con la l"' batteria da posizione viene disposta fuori P,o rta Valenza; la, sinistra è collega.ta éon la l' Divisione. Le due brigate risultano notevolmente intervallate e ,occupano un fronte di cir,~a cinque c½ilometri. Verso le 15, il generale Durando, dopo av,e r fatto consumare il rancio a.ne proprie truppe, fa inizia.re lo spostamento verso est, per ottemperare ai nuovi ordini dello Chrzanowsky ; ma, dopo aver marciato cfrca lGOO metri, udendo il cannone verso La Sforzesca, teme di essere attu,ccato dal nemico, mentre e 7li trovasi in formazione cli ma,rcia, e perciò decide di sostare, assnmendo i} segu<~nte schiera,mento: la briga,ta Aosta H,ppoggia la sinistra al cimitero di Mortara e la destra a.l Cavo Passerini (4 battaglioni in prinia: linctL, coperti da una fitta siepe, e 2 battaglioni in seconda) ; una sezione dell'Sa batteria da battaglia prende posizione immediatamente a est del cimitero, sulla strada Mortara-Vigeì'.ano ; le altre 3 sezioni, in un primo tempo, sono ammassate al quadrivio di P.orta Pa,via e saranno chiamate a partecipare al combattimento, come si vedrà in . sèguito; 2 ,s quadroni cli Ni½za cavalleria sono tenuti a nord del cimitero, presso C. :Medaglia. A sud clel Cavo Passerini, là, brigata H,egina tiene i tre bat• taglioni clel 9" fanteria schiera.ti in prima linea; in seconda linea, sono aùuuassa,ti due batta,g lioni del 10° fanteria; sulla ~tn:iid.-1 Mortara-San. Giorgio sono schierati il 2° batta,glione del 10° fa,nteria e la 4a. ,sezione deÙa 6" batteria da battaglia (sergente Rubiana) . Le rimanenti tre sezioni si trovano: la 2" presso Sant' Albino; la 1.. sulla: ·strada di Garlas.c o; la 3" a sinistra ùella l". Il fronte di schieramento comprende uno sviluppo lineare <li circa 4 chilometri ('7 battaglioni in prima linea e 5 in seconda). La Divisione di Riserva, che trovasi sulla destra della la, Tisulta però alquanto più indietro, col fronte riv,olto a sud : ino( tre, le due unità ·occupa.no un fronte di circa 14 _Km. Alle ore 1'7, l'artiglieria austriaca, favorita da copertme -
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MARZO A MORTARA
. del tctrcno, prende posizione ai lati della strada, Garlasco-Mor tara, donde si domina il terreno occupato dai piemontesi d'ella brigata Regina, e, di sorpresa, a,pre un violento fuoco. Entrano in azione le tre sezioni della 6· da battaglia; frattanto, accorre anche la 4a sezion(~, che ,s i dispone a fia,nco della 2". La superiorità numeric:,t della prop1fa artiglieria pennette agli f:Lustriaci cli controbattere il tiro clella 6" da ba,ttaglia e cli riv<>lgerc il fuoco anche contro le truppe del 9° fanteria, alle quali infligge gravi perdite, particolarmente nelle fìl-e del 2" batta,glione. Intanto, per poca chiarezza, rn~gli ,ordini, di sei battefie piemontesi, una sola si trova pronta a comhatt,ere; e, da soia, tiene testa validamente al duello impegnato con l'artiglieria delFattacco. Sono circrL le 1S, a,ll.orchè l'Arciduca, Alberto, ritenendo sufficientemente preparato l'attacco della propria fanteria,, ordina Favanzata su qnatt1·0 colonne. ..A poca distanza · dalla prima linea piemontese, nn violento fuoco di fucileria preludia l'aR salto.
La colonna Kolowrat viene ad urtare contro i fanti del 9° fanteria presso Sant' Albin o, e d è acco.1.ta cla un intenso fuoco cli. fucileria e da colpi cli a,r tiglieria sparati dalla sezione del sergente Rubiana,. Durando chiede aiutci a,l la Divisione di Riserva e il Duca di Savoia invia anche la 4a sezkme della 2• batteria a cavallo. · Però, mentre si combatte alle ali, gli austriaci fanno massa al centro e riescono a respingere i piemontesi su l\fortarf:L. Annotta, e la lotta, eontinua : manca però il coordinamento degli sforzi ed, a, sera, inoltrata, i pi.emontesi, ripiegando, cou tinuarw a, combattere nell'abitato, fino a che, sopraffatti. dal nnmero e chlla sta,n chezza, alcuni reparti cadono prigionieri. Re~tano uelle mani degli a ustriaci il personaJe e 4 pezzi della 6° da battaglia, comandati dal luogotenente Biandrà di Reaglie. A meglio illustra.re quest'ultimo episodio, riportiamo ciò che narra il capitano Siracusa. « Verso le 9 .di sera una colonna dell'8° reggimento fanteria attraversava Mortara diretta a Porta Vercelli. Con le fanterie sono incolonnate le clue sezioni, 2a e 4", della G• da battaglia. Fuoi-i Mortara la colonna è attaccata dalla brigata nenedek. Gli austriaci si gettano sui pezi1i, li avvolgono, e intimano
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la resa. Di fronte alla morte sicura, i cannonieri stanuo saldi ai loro posti. 11 luogotenente Biandrà, il sottotenente Gorrca, tutti i cannonieri supersti ti sono fatti prigionieri ; i pezzi, i ca valli, t utto cade in ma no al nemico. Quando il brigadiere Benedek ordina personalmente la resa, il Bianclrà, pur nella certezza di perdere la vita, risponde con un colpo di pistola, ... ........ » (1) .
A l\forta1·a, intanto, lasciano la vita il capotale Alice Giovan Battista ed i cannonieri La,place Pietro, Doglio P ietro, Conte JN lippo, Mighetti Giuseppe e Napoli Giova n Battista; di\!crsi sono i feriti. Cosi, si chiude la giornata del 21 )farzo.
La giornata del 2.2 Marzo, viene impiegata. dai d ue eserciti belligeranti nel compiere marcie di trasferimento per raggim1 gere le località che ciascun Ca,po giudica megli.o rispondenti per il prosieguo delle operazioni. Sarebbe stata intenzione del ge11era,le maggio1·c Ohrzanowsky cli taccogliere tutte le truppe sotlomano e marcia1·e contto Mortara; ma il concetto pal·e a,ssai ardito, anzi, è giudicato i:~ddiritt ura una pazzia da a.lcuni genenl.li ai qua li Ohrzanowsky ne ha fatto parola. Allora, è decis,t la ritirata su N-0vara. Diamo, qui di seguito, pochi. cenni sul terreno, così come pre,sentavasi allora, e sul quale si svolse la bat taglia del giorno 23, riportand-0 la desc1faione che ne fa un oont,emporaneo . <( La clttà di Novara. eru sta.tu per lo addietro fortilì.cata dietro l'antico sistema, cd àveva un castello del mcclio evo. Alcune parti di questi avam;I erano ancora atti alla difesa, ma in complesso Novara 110tevasi riguardn re come città aperta. « Il terreno elle le sta intorno conserva generalmente tl car altere del suolo della Lombardia ; come quello è desso attraversato in tutti i sensi da numE>rosi fossi e coperto da pi:mtagioni, le quali però, non essendo coperte di fronde in caus::t. della stagione an<'ora arretrnta, lascia vano spaziiu·e più li· beramentc la vista . A mezzogiorno della città s'innalza ·n suolo e forma unn eminenza che è tagliata prcssocbè a piombo clella strada di Morta ra. Nel
(1) CAnMrnE SmACUSA . L'Artiglieria camvale italùwa. Fotogr afia, Litografia e Tipografia del Ministero della Guerra. Roma, 1888. - Parte seconda.
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F ig. l':lfi - Schizzo della r e~ione presso Novara. -
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mezzo di questa eruinenza attraversata dalla strada bavvi una chiesa e gruppo di ease denominato lu Bicocca. Due torrenti scorrono paralleli da settentrione a wezz-0giorno lasciando in mezzo la città, e si chiam ano quello a levante il Terdoppio, l'altro a oecident(i l'Agogna » (1).
Completiamo tale descrizione, aggiungendo ehe il terreno abbondava di caseggiati rurali, specialmente presso la città e lungo la strada di Pi:LVia; notevole quello presso la chie1;a di Santa :Maria della Bicocca e quello detto il « Torrione Quartara )). L'unico villaggio, al margine meridionale clel piccolo pianoro è quello di Okngo. Dell-e 5 Divisioni piemoittesi, riordinate dopo gli avvenimenti dei giorni. precedenti, e che si dispongono ad a,rrestare l' avanzata austriaca 11 ,s ud di Novara, il mattino dd 23 i\'farz.o, tre sono schierale i.n prima Hnea ,e due lasciate in riserva: la brigata Solaroli collocata ad ovest del 'rerdoppio, fra le strade di Galliate e di 'l'recate, deve guardare le pr,ovcnienze dal Ticino : essa dispone di 1/ 2 ba.ttetia Modenese e cli. due pezzi della ·2" da battaglia,. Lo schierarnm1to assunto dalla, l\ 2" e 3'' Divisione è il se guentie : innanzi al villaggio della cittadella, dal Cavo Dassi alla V[Llletta dell' Arbogna, si stende la 1"' Di:visi.one, la cui ckstta è costituita da due ba,ttagJioni ç1ella brigata Regina, da un battaglione del 5" fanteria, da mezza batteria della 8" da batta.glia, e dalla, 3" buttcria da, posi1,ione, tolta dalla Riserva dell'artiglieria, la 2• J)ivi.si.one è a· ca vaHo alla Ca,sa Vescovo : la sua de stra co.mprend.e i reggimenti 23" e 17° fanteria; la sinistra ('> costituita dalla brigata Casale. I reggimenti sono- disposti p~r linee ; nell'intervallo trn le due brigate, hanno preso posi.zione la 4" da, battaglia a occidente, e la za da posizione a oriente. Il collegamento Ù'f:L le dne_Djvisioni è tenuto da,l reggimento :Piemonte Rea.te. La 3" Divisione è a cavallo dei caseggiati dell~~ Bicocca, in tre linee : 15° - 16° fanteria e BrigatH Sa,voia. A. sud
(1) .il1emorie <lell<i G1term <l'Italia ae_qli anni 1848-1849 !!:i. wn ,i;eterano <Wstriaco. Tipografia Guglif.lmini, Milano, 1852.
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SCHIERAl\flJJNTO rIEMON'.l'l~S0
della Bicocca,, ha,nno preso posizi.one : la 3" cla battaglia a ovest, e la 7" cfa battagli.a a est. Dietro la Bicocca, è tutto unito il reggimento Gt~nova, Cavalleria. Lu, Divisione di Riserva è dislocata dietro la l", in due sca.glioui : Gmnatj_eri Gua,rdie a ovest, e Brigata Cuneo ad est, in primo sca,glione; nell'intervallo, è incolonnata la l" batteria da. posizione su tre sezioni. In sec-ondo ,scaglione, sono dislocati i Cacciatori Guardie a orkntc; :.1, occidente, trovasi il reggimento Sa.voi.a Cavalleria con la 1• batteria a cavallo; e, più indietro, è fenuo il 1·eggimcnto N ova,ra CaNalleria, e-on la 2" batteria a carn lJ.o . La 4• Divisione è schierata a Sud-est di Novara, in due scaglioui : quello avanzato è c.:omposto dai reggimenti fanteria 3" e 4°, nel cui interva.Uo, hanno preso posizione la 9" batteria da batta.glia a -o,·est, e la 4" batteria da, posizione a est. Il secondo scagli.one comprende ia brigata, Pinerolo (13° e J4" fanteria) Di:et1·0 il 14° fanteria, trovasi il reggimento Aosta Cavall<!ria. Complessivamente, i Sardi ,1mmontanQ a cir-ca, 45.000 fanti, ~.500 cava.Ili ; e di~pongono di 111 pezzi, ruggruppati in J4 batterie e mezza, di cui quasi la metù, è tenuta in riserva. .\ ota il Capitano Sirf:LCUSf:L, : (( Ques/ o frnzionare eccessi vamcnte le batterie, se pure bisogna attribnil'lo alle circostanze del terreno ed in gran parte alle condizioni del materiltle, ehe permetteva all'arUJu di coadiuvare la fanteria f>inttosto che avere par te JWi ncipnlissimn nella prepatazioue dell'acrncco e nel soYerchiare l'avversaria nella difensiva; questo troppo sparpngliiule rendendo impossibili gli efficaci concentramenti di fuoco sui punti deboli del fronte nemico, costituisce il grave <lifetto dell'illlpkgo de.Il' Arma e piuttosto cli e ali· Arma stessa, la quale <~ essenzialmente tenuta a far valere la stte tecnica efficacia, lo s i deve att1·ibuire nlla diilicoltà che i Generali di Quel tempo avevano nel delicato suo manegi:(io ),. it
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Nell.a giotnata cld 22, Radefaky è ìn<:erto R11 q11 Pllo che fanno i pi-emon tcsi; pc1-tunto, dispone per la rac-c olta llell<• .sue forze attorno a, wlol'tara . I movimenti sono ultimati ndla ~erata, quando le notizie s ull'esercito pi,c montese gi.ungono ancota c-01137
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fuse e <.;011tracl itiorie. Tuttavia, il vecchio maresciallo, nella urntt i.nata del 23, deeidc di marciare su largo fr onte, fra B01·go Vercelli e Kovara, con l'inten to di far convergere sul punto più rnina,cciato l'ala die iucontl'i miuor-i dif.tìooltà. P erdò ordina a,l II° Oorpo di puntare direttamen te s u No,,ara; al l° Corpo di spostarsi verso l'ala ,s inistra e di ptmtare su Borgo Vercelli; ,11 IV° Corpo di marciare su i\fonticello, pronto a p Ol'tarsi su Borgo Ve rcelli appena, il Il" Corpo sia entrato in Novara,; ai Corpi III" e ·l° cli Riserva, di ,s eguire il II° sulla strada cli Novara, pronti a ,s postarsi su Ver celli, se il caso lo rkhiederà. Le disposir.ioni date chl Radetzky dimostrano come egli. .n on p revedesse di dare bat taglia nella giornata del 23; e la marcia su la,rga fronte, or dinaLa a tutti i Co1'pi, sarebbe certa.mente tornata a da nno del D ' Aspre - Oomanclanfo il II" Corpo austriaco - se, nella, prima fase della, battaglia,, il Goman do superiore p iemon tese tivessc fa tto operctre deeismuentc le sue Divisioni: H II" Cor po austriae.:o sa,rcbbe sb1to batt uto prima cl i r i cevcrc soccorsi. Per avere elern1~nti di l"ilievo s ulhL parte avnta (fo,Il'nrtigli eri.a piemontese, cintante tutto Il C·or::;o rlella battaglia, conside t ei-emo l'azione divisa in tre fa.sf : l 'rhua fa~e : dall< mc U ci.rea. alle 13,;10 Seconda, fa:sc: dalle IB,30 alle H,30 Tena fa:se : l1tll1e 14,:30 alle 20. 11 mattino del 23 i\'lan:o, dopo tlH!l: consumato il l'an cio, 11\ truppe del Il° Corpo ausb'i.a,e,o iniziano la mareia s11 N-ovara; e, tra le 1.0 e lllé1/.1/..I· e le 11, la Yedetta clell,t 3a Divisio11e p iemon tese, a pposta,ta sul <:;ampani.le <li San ta Ma.ria. della, Bkoeea, secorn:lo il convenuto, segnala, con 1111 rintoc<}O, l' a,vvicirnwsi. cl(~l nemico, snlle strade di Pavia e <li Ol~ngo. ù l'avang uatdia del Corpo del mare~ciaUo IY Aspre; . Ma,rei.a iu testa Ja Divisione dell'Arciduca ~-Uberto, c he ha in .1va11guai·clia la, bl'igata Kol o\\Tat, 11no sq ua<lrn1w e mia baiteria1 seguita dall:1 bl'igata Stadiou, con due sc1trntl1·on i di c._1vallerh1, e tma batteria. A una certa disttirnm, .segue l'altra Divisione, dPl gene1·ale Schaffgotsche. l" Ji'ase: Le punte cl'aYail ,! !;llttl'din austriaca ~'imbattono in ale11ne pat.· 0
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P ig . J17 . Sch i¼zo clell,1 primn fase de lla Batta~lia rli No,·arn .
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tuglie di be1·saglieti che stormeggbno sul fronte della 3" Divisione, poco a nord di Olengo; e si aecencle un dvo fuoeo di fu.c Heria. Il D' Aspre si porta sùbito alla t (~Sta e, convinto d 'twere chi· va,nti una debole 1~etroguardia piemontese, fa, schier-are la brigata Kolowrat su due colorm(~ : due battaglioni del 52° reggimento, seguìti a distanza dalla 2" batteria di raed1ette, a, sinistra, guidati. cla.11' Areicluca Alberto; tre battaglioni. e la 2" batteria u, ca.vallo, sulla; strada, guidati dal Kolowrat. I piemontesi ripiegano lentalllente su Oa.stellazzo e su O. Oava.llotta; gli austriaci oecupano le easc:.inc. Hriola e la Boiotta. e tendono alla C. Cavullotta,. Ma, presto, gli austriaci ,sono in vestiti dal fuoco violento della 3" batteria cltL battaglia (Capita.no Cis:1 cli Gresy) e debbono arrestarsi. La eolonna del Kolowrat avanza protetta dal fuoco della sua 2" batteria a c_a vallo, ten dendo al Castellazzo. :M:a anche cla q11·est.Ì parte, l'opportuno e tempesti rn intervento della 7a butteda ù,L battaglia piemontes(~ (capita,no Bottacco) smonta, due pezzi nernici e fa scoppiare un cassone di munizkmi; gli a,ttaeçanti .sono <:ostretti a ritirarsi con gravi perdite. Non a,ppena la colonna di sini:-;Lta è n1ggi11nta daHa. batteria di racchett.e, l'Arciduca Aìbe1·to fa interH'nirc anche una, batteria da 12, che schiera sulla sti·al1a, e fa riprendere l'avanzata : caccia i piemontesi dalla Ou,vallotta. e spi nge le truppe verso Villa Visconti. Accorre il generale P-errone, eomandante .della 3' Divisione e ùispone per il pro11to i-iu[ol:7.o della linea,. I pezz.i della 7" batt€ria. da battagli.a 1wcndo1to sotto il lor·o fuoco le nrnsse nemiche d1e n,yan7,all o su '/i1la Yisconti; am::i , nna sczio11e di clettà batteria,, comandata dal .Luogotenente Spalla, si porta avanti a circa 300 metri1 e lllitraglia a bruciapelo la batteri.a avversaria, così cla, obbliga1·Ja a 1·itirarsi. Anthe la sezione Spalla subisce però gravi perdite : <:a.dono sul campo il sergente Boccaccio Giuseppe, il eapmal e Vernn Giuseppe~ eél i cannoni.ed Gandolfo Gjovanni e Botto Giuseppe; \'engono feriti il ci1pora.le Dauna, e i eann,onieri Rieci Marno, Falcoz Stefano e Guinet Anselmo. Conseguentemente ,s i deve provvedere :1 sostituir-e ]a. sezione Spalla con la l '' sezione <lellr:L 9" da ùattaglia (tene11te Corte), che, in seguito, causa ]e forti p~rditc snbìte, a. sua volta
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L' ,17.IO.NID DIDLLA
3•
D1V1$l0N 1·:
è 1·ilevatil dalla l" sezio1w cleJh1 4a <la po:::;izionc (tenente De R.oussy) . I/ar,ion e delle truppe l1ella, .3" Divi:::i<me, in qne,st.a fase, è
a,ppoggiala dal fuoco sione, che il generale JnLanto, il fuoco lità terrificante, -così.
d<~lla 2" batteria. da posizione della 2" DiviBc~s ha, fi"Ltto schierare presso C . Gavinelli.
clella. :3" da, battaglia, riesce di urnL mieiclii~eia pteoccupare seriamente l'arcidnc[L: 1111 gruppo cli cavalieri austriaci tenta, perciò, di piombare con unn. ca,ri.ca viol<'!llfa sul fianco sinistro della b:1tteria; ma, il tentativo è sventato dal pronto intervento del 5° squadrone del Genova
CanLlleria. Sono citC:tL le 12, quando il rna,re8dallo D ' Aspre~ fa, entrare in line[L anch e la brigata, Stadion, seguita, da 4 pezzi ùella 4a batteria a, pil'cli, onde clisimpc>gm1,re il 5:2° r eggimento (Francesco Cado) quasi interamente sfasciato . Seri ve il R,1detzky : In questa vosi~ione estremamente difficile e dubbhl della fronte della li-
nea cli battaglia, in cui tanto i gregari che gli ufficia.li climostrarono il massimo sacrificio e zelo, il tenente maresciallo conte Schatl;gotsche staccò dalla sua Divisione il 2° battaglione dei volontnri vjennesi e un battaglione Kinsky. Questi furono spinti tosto all'attacco; ma anche questo falli, dopo un breve avanzamento, stante l a. solidità della posizione nemica (11iemontese), l'invio continuo di truppe fresche e l'effetto dcvastntore della sua. artiglieria, superiore cli numero e di calibro. I due battaglioni si ritirarono dopo una notevole battaglia, e subentrò nuovamente l'anteri.ore condizione difficoltosu >> (1).
Fratta,nto, l'areiclnca Alberto . i-kevuto il 33° 1·eggim.ento Gyulai, ritenta l'a.ttaf;<;o, fo:cendosi a.ppoggi,tr(' cla.l fuoc-o ùell n. batteria, di 1·acc:hette e della, 4" a. piecli. La n-o stra 3" da battaglia controbatte le artiglieri e~ avversa.rie <;On vigore; ma fa, brigata Savona <;ede tei-reno <~ Villa Vis(·o11ti cade nuornmcntt! n elle
mani degli a ustriaci. Nuovi rinforzi pieruo11tesi cercn,no L1i ristabilire 1H, situazione, mentre la posizione della Hicocc.a diventa Fobiettivo prineipa.le austriac-o. In nn monH·nto di ripresa moral{~. la hrigata. Savoia, valida.mente !';of::tc~nuta dal fnoeo clella 3• e della 7• da
(1) H AHJ::'rZKl',
B7*
op. · cit ..
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KOVAHA
ba,ttaglia, e della 2" <la posizione, cal'ica con grande slancio alfa baionetta, riprende C. Visconti e respinge gli austriaci ve1·so la · C.a.vallotta. Segue un periodo di sosta i1e1Fazione delle fanterie, ma, cont inua, Rebbene più lento, il t iro delle opposte artiglieri e. Verso Jc oi-e l2,30 un episodio .impor tante si ,s volge davan:·i alle posizioni della 1" Divisione : una colonna austriaca (colollnello Kiclm.a,nnseggc), i-espinti po(;hi cavalier-i èli :Niz,,f:L Cavalleria, da C . Scalpellina, st.ava occupando il caseggiato del 1'orrione (ì.uartara, qnanclo è accolta da violent o fuoco dei. venti pezzi che Durando ha sul fronte della. l "' Divisione. La colonrn1 è costretta a reti-ocedere, ti-ovundo salv-ezza nelle pieghe del t·Prr,eno, dopo, però, di a,ver subite sensibili. perdite. Sono l e 13. L'ai-ciduca, con n rimanente delle forze del n~ Corpo, la.ncia un uuovo dispernto a ttaceo fra gli intervalli delle Jiliee della, 3" Divisione, puntando s ulla Bic-occa. ChrzaHo wsky para il colpo facendo sferra re un contrattacco dalla ln·ig-a ta Savoia e, fra,ttanto, invia online a,l la .;b" Divisione~ cli ava11 zare per sosti.tnir,c.: la 3". Il contrattacco della brigatu, Sa Yoia, per un eqniYoco nell,t trasmissione dell',o rdine, non riesce, mentre l'artiglieria uvversaria le infligge graNi. p el'clite. In questa fa,se critica dell'a½i on<:', trova morte glorioRa, il genei-ale gttore P err-one di 8. Martino, che si era portato in pl'ima linea at1 anim are coll'esempio j i:;noi soldati. Quest o prode soldato 1 pat1·iota ,e statista,, er a ua,tivo d'Ivrea, avevtl pi--eso parte td. moti del 1821; condannato a m o1'te, esulava in Prancia, cl<),n d<~ ritornava nel 1848 ti.fìe venclo dal Governo.. J:>rovvisori.·o cli Miìa,no 1111 .. grado nell'esereito l:oui banlo. Fu Presidente cl(~l Consiglio <lei 1Vfinist.ri i.n I'iemonte. Nel JS49, era. rient rat o nell1 esercito pi.ernontese « lieto ·c1i p otere a ncor,1 far-e qualche cosa per il proprio Pa ese)) . L'etoiéa m~r te di lui suggella.va, degna.ment e la, sua, vi t a lli modesto, ma i'iern soldato. Villa Vi.sconti viene rip1·esa dagli. austriaci; le eonclizioni della, 3" Divi.!:;iOIH~, alFaJa sinist1·a, /:fono assai pl'·e carie. Seconda fase: Sono scoccate appena le 13,30, q nando intervi<me la 4" Divisione, precedut ,:L dalla bi-igata Pi.eruonte. Il DnC;J, cli Ge110Y!I fa avanzare rapidamente le due batterie 9" da, batttLglia e 4" da posizione e le fa schierare nei ca.rnpi, a sud clel muro di cinta 574 -
L' IN'.l'I::HVE );'l' O DELLA
4"
OJ vrsroKm
del cimitel'o di San .Na7.zaro. L a bl'igata J)iernontc avanza coi due reggimenti affiancati, a cavallo alla strada Novara -VigcY.tno; il 3° reggimrnto è gnidat;o dal genc~ra,le Passalacqua; ìJ 4° dal Duca cli Genova iu p,crscma . OHrepns:::;ata la, locnlità Di-
Fig. 148 - Generai<~ Ettore Perrone cli San Martino. (eia una fotografia ciel Museo del Risor gimento in Tormo) .
cocca, i battaglioni .1vanza110 <:ele1·ernente. Il generale PasStL· lacqua,, è colpito rnol'tnlllleute al fittnco sinistro. Questo prode generale, nativo <li To1-tona - sctternùl'e 1793 - , dallo studi.o delle leggi, uell'atmosfera di gu erra della sm~ vita giova.i'lile, erasi venuto trasfo1:manclo in un ,alente ufficiale, raggiungendo il grado cli colonnello. Pc1· la particolare attitudine addimostn1 -
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KOVATIA
ta anche n el maneggio degli affari, n el 1848, era -stato inviato da Carlo Alberto pr esso il Governo Provv.i.sorio di Milano. Ma egli ben presto preferì la \'ita, attiva in mezzo a,i suoi fanti, e eomandò prima la brigata Casa],e e poi b « Piemon te >>, eon Ja
Fig. 149 · Generale Marchese Passalacqua di Vill.avernia. (dn, una fotografia ciel Mus eo del Risorgimento in Torino) .
quale partecipò all a battagl.itt cl i ~onu.1. Narrasi ehe, poco p rì. ma, di cadere eolpito a motte, avcsRe rivolto a i ~noi solùati la, frase seguente : « Spero che oggi l'al'etc il cl oYer rnstro, come io farò il mio : a va11ti, coraggio! )). La fine del gener ale Passabcqmi provoca un'ondata cli rea · zione e di slancio nei fa 11 ti deila « Pi emonte n. l n breve, in un -
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IL
succ~;sso
DJDLLA ~IN!S'.l'RA PlEMON'.l'IDSm
<::asciua.lt' 300 anstriad sono ciroonda ti e fatti prigionieri; nn hattagliùne è caricato alla baionetta e disperso. L e t.rnppe sa,r<le si spingono ftno a C. Visconti, cl:ove però s-0no ferma.te dal fuoco dell'artiglieria avver,s aria. lntervi ene, a sostegno, il J3'J fanteria,, c11e rcsvinge l'avversario verso C . Gavinelli. Una batteria austdar;a apre il fnoco sui fanti pieuHmtesi, inLiiggenélo }oro molte perdite; ma presto interviene nelh1 lotta. parte della: 2" b1tttcrh1 da posi7.ione, ehe aneca, gravi clanni n.ll',u·tiglieria austria.· ca. Un assalto alb bi1ionetta porta i. ftrnti (ldla « Pinerolo» alla 1:onquista di C. Gavinelli, ment1·e gli austtiad superstiti si ritirano in direzione del Torrione Quarta,ra,; quasi eontemporaneamente, viene ritolta al nemico Villa Visoonti. AU' cstrema sinistra, deìla 4" Divisione, truppe clcJla brigata Piemo11te inizi.a.no Fa,tta-cco a l Castd la7,zo e, con in collabora7.io11e tli 1·cp1nti del 14° fanteria, gli austriaei vengon o l"icacciat i fin oHrc Okngo. 'l'er·7,a fa.s e : Sono circa le 14,30, e la sit11aiio1H~ si vrese11ta assa.i gtave per gli a11striaei; c:osì che iJ TYA_sprc &ollecita, nnoYamente l'in tenento del III" Corpo. I piemontesi, invece, harlllo impiegato sol tanto la, B" e la 4:'' Divisi-o ne, che hanno :6norn, <::ornha,ttuto vittoriosamcnic con tro l'intero .I.I° Gorpo austriaco . ìv[a i] rnmore del cannone, verso Nova,ra, ha d;1to p<~rò l\11larme ai Corpi austriaci in marcia ,s ulle strade; e se Ch1·zano wsky si lascerà sfuggire l'attimo - fogg ente - che potrebbe dai-gli la vittoria, gli austriaci faranno mn8sa eontro :N oYant cd avranno partita, vinta.. Pnrtr,o ppo, i11 luogo di spinger e a fondo l'azionf! per sfrntt:u·e il snceesso conseguito dalla 4," Divisio1w, il genera-le mag giore Oluzanowsky ordina al Duc::a di Genova cli riprendere le posizioni precedentemente occupate clalJe sue t rnppe . Ma, rn~l momento in cui s'inizia tale movimento retrogrado, a,rriva, presso Olengo la testa del III° Co1·po austriaco, le cnj trnppe ridanno }lnimo agli stanchi e disfatti batta.glioni dt>l I>' A~p1·e . Due nuove batterie austriache prendono posi7.ionc in appoggfo aUa. nuont contr,o ffensi n 1, eh<~ sta pe1· sferral'si : la 12" batteria, a piedi ad est della strada Vige\·ano -.Novam) la 20' atl ov<~::;t. Chrza.no,Yski vuole, frattanto, <:onc:entra,re t11tti Ì suoi sforzi a protezione della Bicocca ehe ~ seeonclo lui - « dern deeidere -
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le sorti dell a giornata » e c hia m a. a, inLen enire a lr aziolle tal 11 ne unitù llelh~ .2" Di vil:,ioue e della Divisione di Ri.sena, c;on 01·cli11e di farl e con\·ergere Ycrso l'estrema sinistra del fronte di bat· tai;lia . . \ lle ore 16, gli a ustria ci h ann o completato lo ~chicnum• 11 to delle lol'o fo1·r.e ccl ha, inizio un vigoroso fu oco cl ',n-tig lit'ria che obbliga i difenso1·i ad abb andonare H 'astellRzzo. A controbat· te1·e l'a rtiglieria ne111.i<;a, l'e:sta:1w la 9" da bu,t taglh1i, a,vanzata :~i fin nei pressi ùeJl :1 Bicocca , e la 4a eia posizione, che ha p1·eso 1111a Hn ont posizione a vanti a O. Fal'sa.ta. L a, 20" battel'ia a usLriaca h a sùl>ito t re p ezzi slllon lali . )fa ecco ;,tt:con cl'e in so<.:c;orso aue nu,ov,e batterie a,ustl'iadte : la, G" a pi N1i (! la -l" ùa 1 ~. U n vivo dnelio si S\'Olge fra le tl ue Hl'ti gliel'ie, m e nt re le fo11f·cri e si contendon o il p osSCi: iSO dei \';H1 <:aseggint i. V il la V iscon t i ùiven ta leatro di aspra e san g uinosa c:on tes,t, il 13° e<l H H " fan teria vi si :-0stengono ener gicamen Le, protetti. Llal fuo w della 3" ila battaglia; untL carica di t·antl leria nnstriaca è respin ta; in fiJ1e S<>praggiungo~10 riJlfor½i , gui dat:i dal ])t1 c.;a di Gen o va in persona, e gli ,tustdaci ~0110 aJH·on1 una rnlta t!'-Spin ti sulla Ca vaJlotLa. :,,0 110 lt~ 16,30. Pl'esso Ja Oava l1otta, prcnclouo pos izi,one lr e IJattedc austriache d,1 6 e una da 12, le quali eornin ei a no a
tonti·obatlc1·e eHergitnmente l'm· tigliei-ht piemontese (3", 7"' e 9a da lmttagli.a, e p;1rte della J eia posir,ione) che sostiene bri llan· I 1•me11 te il duello. 4
Qu esta fase pre~<>nta, n n a c:ar alteristica, l11Lta : p eda le : razione d el le J'anLerie è tempora.11 ea.rnente sospes11,, ed <'HSe ;tssistono al t a,n no; 1eggiaU1cnto in teu:o delle due '-trt igliede, t: li e ,rn nn11 cia nna fine p1·ossi11La. _\ Llc> 01·e 17 d l'ca. il generale maggiot<~ ( 'hrza nO\\·sky decide - ti:oppo tiu-di, però - di .far a vanza1·e ln. 2" Divisioue cotJLro l'a B ic oc-ea : Nl 01·d ina alla 1" Dh-isione di appoggiar e tale movi111en to . Il c:0111anda11te d ell a 1" D i.vi ·ione, intuendo lo !':'topo tl Plla p 1·ossima 1m1110\·1·tL or clinata , risolve <li prender e risoh1lamem e ·1·offen~i,a atta ccand o llirettamPnte il 'l'oni one Quartar;,1 . pm c·tmse l'rnndo il collegamen to ve1·.,o la sinistl'a, eorn e n e ha a\·nto
ordin e. -
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la Baraggia
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i} \ llfonc11cco :=:;
Fig. 150 . Schizzo della seconda e terza fase della Battaglia cli Novara.
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NOVARA
l/altal'<:u è p1·upara t.o dall a 3n. da p osizioue, eia metà delle
tlne battel'ie ila batlaglia G" e ·•. alle quali si è aggiunta nwtà della 10.. baLtetia rnoclenei-;e, chi;u11f1tR 11n lla 1·ise.'1·va <V ni·tiglicria. Jn hrevP l ',n·tig li eria ;instria<·a <~ 1·idotta al silenzio; la br i~atn •\ osta, mnoYc all'attacco del Torrione ; gli a u t ri a<:i r e1_,;ìsLO· no, rn.1 poi, sono ti-aYolLi e il Tonione è c·onquistato tlall'intei·n brigata Aosla . Dnll'<•strerna destra c1elhi Did i.;ione, H gen eJ·,ll e T rotti ha fatto c·oncon·p1·e ::ill'a;do1w nna pic·cola p,1l'fe delle trnppe ni :rnoi o.n liHi, a,ppoggfate dal fno c;o dclln mer,z,L bat,.!;eri :t -,~ eia baltagJi;1; poi , dopo aYer lasci at o sulle po izioni primitive c1ne b;tttaglioni e la l" m età. dell'S" cfa b,1ttagliu, col 1·imanc11te delle truppe, egli si spo1:;ta verso sinistra, i1t obbedienza agli ordini a,uti dal g<•ne1·a lc> maggiore, a ttratto sempre più dalla lotta c-hP continua nltorn o nlla 13ieoccn . . \ ndH• l a~" DiYisione l'ieeYc oulin e di c·onco1·1·ere a l l'att.:11·,·o. a sncl <lPlla Dic·.occa, e-on la desti-a a,anLi . Tptto 1·i,) :1v,·ie11c menil'e staw10 per app,n·ite, con ti·o l'cst1·e. ma l1extrn llei piemo n tesi, Jp a,·,tn~nardiP del Tlt111·n. Infatti, a.lle pi·ime n otizie cl ella nu ova min accia, rlel froute di battaglia all'estrema ,lei::tra., complica,ti movilnenti di repa rti cre:lllo <·onfni::ione 11('ll'ordine cli C'ombaltimento. ì\ l a1'se tl i foJ1lc·i-ie ,111sfrhid1t•, ap])O).!;giaLe <la éll'tiglieric,
avam~two 1·apidamenle nll'atta(·(·o cli Yilla Vis('o11ti e della JH c·occa : ma JlPI momc•n to in cui :ta per pronuJ1ziarsi l' urto, i.i Genera le 11<·i:: tic:<'YC or<lilw (li 1-0HJ)<' mlc1·e razione inizinta dalle sne ti-11ppe. pei· occupare le posizioni t enute fin tlnl ma ttino dalla 1a Didsion c, onde far fronte alla m inaccfa ehe si ,-ta acldensa n<lo
s ull'est.reni.t destra sarda. Le ,·icpJ1fl<' ge11e1·ali clella lotta illlprt•ssionaJ10 il ca po di ia;ta· to mag-~iorc La i\la,1·mora. ; il q uul e, <li ~na iniziat iva, ordina lii 1·itiraht alk l>ivi:,;ioni. l" e~" . Il ripiegam.euto dà animo nµ:li a 11~1 l'iad e;he l'ipren clono l'avanzata; però sono presi cli sbieco dal fnoco cl ella 4-" da batta glia e della 2• da posizion e. e ::;ono ricacciati c:011 gn1Yi p er<li te. In JJ,n·i tempo, il ]2'' fanteria i-iprend<~ C. Ga\'inelli. Giungono ternpPHtirn rnente dne sezi-0ni dell a, l " <hl battaglia, l'h e nprou o il fnoc:o a m e!'ra g li a . e ln ~" T>ivisio1w p11ò 1111il1Cli pl'Oseg uiJ'e n ella. 1·iii.l-iltll . -
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B l, LLA DES'.l'R.\ PIE~!():-,;'.l'l•:S J•:
Jnbwto, ,l C . Uol'clara le co.l.ornw del Tlu.n·n alta eçano il velo <lì truppe lasciatevi a guardia dalla, Divisione cli Riscrvr:1, "~ ten -
tan o cli impadronirsi di Porta VercclH, pei- penetral'e in Nov,H·tt, Dif.em1on o le posizin 11i. tre bntt aglioni. dei < ;1·nnatie1·i .n m11·<He,
Fig. 151 - Gi:anatn a pallottol a· usata d agli Austriaci alla Battaglia di Novara. (mod ello es istente a l Museo d 'Artiglieria in Torino).
con due pczr,i. del1a l " butlN·ia, a c,tnlllo 10 squadroni di. carnlleria. Sono J.e 17,30, quarn]o le prh ue tn1ppe ta no di attra.v<~rsare H ponte H1l.l' Ag-ogna. della nostra l" a cava,l1o sttL pc!r ~n.ettere in -
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e 7 p ez,z,i delht i", e del 30'' anstr-iaeo ten :M-ent1·e b 4" S(•r,i o n e batterb s ulla $,t.rad a,
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NOVARA
nu.•z7,o , quaLlrone cli CètYallel'ia au.triaca tenta di impossess.nsi elci. d1w pezzi, ma un l'npido tiro a metraglia disperde gli artliti
carn1ied. Il Duca cli Genova cer ca allottt cli fronteggiare questi 11 uovi alta.echi; ma una, F-ezione della. 2a hattetia a piedi e una sezione dell'S" a,ustdache riescono a prendere posizione attorno ,L ~. l\fa1·ta , ell aprono il fnoco . Gli àYYeuimenti cominciano u. precipital'e. Anche la Divisione cli l{isena 1·icc,·e ordine di l'itiJ:m·;-;i, mentre arriva sul campo di battaglia il l" 0 01·po di Riserva austriaco . L:l ritirata <lei pi.emon Lesi . i fa generale. 1\ llora, il Duca di GenoYa, avvia a ~ovara fa, ù" da liu,ttag l in, elle prende l::inccessive posizioni, e dopo ei;;i-cre sfuggita, ad una CA,1·ic.,1; di c:.walleJ'i;l, l'iesce a, p1·c1Hlf~re posizione sol see,onclo l,astione, ,Ld odente di Porta Genova. La 4" da po.·izione, invece, è lasciata al la Bicocea, a p1·oteggc>re il 1·ipi.ega mento delle altl'l~ truppe; q uinéli. poi i11 i¼ia anch'essa la ritirata, mR pre11111ta troppo da p1·esso, perde dnc ca1woni e 1111 ouke, che: pm·ò, sono inchiodati prima cli es~el'e abbaucl onati. 11 cornamlante la bn,ttel'ia, capitano )Iatlei, calle mortalmente Ce1·ito. Il lhwnma è giun to alla tragka e dolorosa fm;e conclusi,·:, ! Cala Ja era e, cou le teueb1·e, Jc ll'uppe piemonte~i YaJHto l'itirandosi, sta.nehe e iJ1s1111gu in ate, dalln, posi½ionc elc i la Bkocca, sotto un cielo plumbeo e piodggino ·o. Gli austriaci non in· scguo110, w e11tre, in Noval'a, la eonfusione è ,11 coh110. Ali e 20, la. ba Uagl i a è cl el t n I.Lo <:,e~sa la. Nel.la n otte, Ul11·zu,11ow,ski Ol'<lin;1 la 1:itinlf·a ci<-'l l'eserdto piemontese ~Ì.llJlalto noy111·cse.
.Alla battaglia di Korn1·a pa1·tedp.1 1·ono attinuue11Le tirc·,1
1.a batterie. Ctccliamo non ~upcl'fluo spigoli1re, fnt una lal'ga me,;;sc di glol'itL <' cli e1·oi smo, i pochi cenni che seguono ;1 illu~l1·ay,io11e dell'opera spiegata e.lai sing-o li reparti d'artiglierii1, cllll'élnte la
giornata. Pl'ncecl iamo in ordine m1m,e rko e di specialitù. -
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L'AZIONE DELLE SINGOLID BA'fi'ERIE
1" BAT'l'EHIA DA BA'l"l'AGLIA - comandante capitimo bttl'Olle Celesia di Vegliasco - fa,ceva parte della Divi.siòne di I{iserva. Fu chiamata ad agire verso le 16, in rinforzo alle truppe delh l" Divisione. Ebbe un morto (il ca,n.non iere Vi.nei Stefano) e nn ferito (il cannoniere Brus::L G-ins<~ppe). 2" BA'lvl'ERIA DA BAT'l'AGLIA - comandante capitano Oisa di Gresy - faceva, parte delb 3" Divisione. lì'in dall'inizio della, battaglia, prese posizione a sud-ovest della Bicocca, concorrendo al fnOC.iO che obbligò, nel primo tempo, l'artiglieria austriaca a ritirai-si . Poscia, .sostenne auirnosamente il duello con Fn,1·tigli<~ria nemica, riuscendo, (:on l'efficacia dei i-moi tiri, tL fat fallii-e gli svariati tentativi di atta<:co operati dalle fantl~rie a11Ht1·inclte. R< stò sn 1 rnmpo fin ven;o s~ra, incarieata di proteggere la riti.· rata, della Divisione. ·1)nranfo l o sviluppo della battagli;:1, la; batte1.·iè:L ebb(~ nn morto ::;ulla, line::L <lei pezzi (il cannoniere Ghirarcli Agostino) e cinque feriti (i ca,nnoni,eri. Oeirano, Gla,ndi Angelo, Cotta Ram.usi.no, Caldarini e Oochet). Per l'eroico contegno tenuto nella giornata del 23 Ma,r1/.o, furono dee,orati di medag'lia d'argento al valor militare il cap tàno comandaute, il luog-otenentc H.icci Capriata, il ca,porale ì\fo. rel ed i ca,nnonieri Lertora e Ceirano. 4-" BATTroRrA DA BATTAGLIA - comandante luogotenente Bal · lero - fac,eva parte dell,t za. Division e. Il mattino del 23 ~farzo, prese posi7,ione nei ptcsl'.-i. cli Ca.scimL Cittadella, e C>ombatLè valorosamente al eentro de'lla pl'ima linea sard~t, sostenendo eroi camente il duello con l'arti.gJieria a.v,·ersa,tia, duello nel qua.le ebbe a riportare for.ti perdite, data la spropotzione numetic,:1, esistente fra le bocche da fnoeo c h·e essa controbatteva. C.tddero a,ttoi-no ai pezzi, durante la ha.ttaglil.L, i. cannonieri Duret Vit.torio, :Meinatcli Giacomo e Molinari Gio . Battista. l{imasero più o meno gravemente feriti i l fo1·iere Caligaris Oa,rlo ecl i éannonied Ubertino Oi..1:e:omo, Pinna M.ìchele, Oarpanetto Giuseppe e Ginrgi Gius(~ppe . Pce la condotta. tc11nta in tntta l'azione, furono deeo1·ati eon medaglia Ll'argm1to al va.lor milita.te i luog,o tenenti Ba,llero 0 Strada, il .sottotenente Costa, il futiere Ca,ligaris, il capora,ìe Cima ed il ca1moniere Guattero. ~umerose furono le menzioni onorevoli. 0
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~OVARA
G" llA'rT1~mA DA BATTA GLIA - comanclaute I u,ogo tenente San giorgio - perduto met:ì. dei pezz i e del pe1·sonalP nel comlmttirncnto di :Mortara , partee;ipò att ivamente con L'a ltra metà della batteria, alla battaglia ci el 23 Ma1·zo, [ra, i r a nghi d ella l" .DiYisione. Concorse egregiamente alla preparnzione dell'attacco portato dai suxd i. al Torrione Quartara. Nélle fas i dell a lmttaglla si cl.ist.insc1·0 iu modo pai- tie:olare il luogote1wnte Gasati e<l i ~;ergenti Robbiani e )Jilanesi. ;\ carnpa,g na, .finita, l'tmmo d ecorat i di 1Uetbglia t1'a,rgen Lo al Yalor milita1·e il 111aggiot<' Gromo cli 'remengo, comandante della brigata di batterie dell a 1• DiYi~i,o ne; il l uogotenente Sangio r·gi.o, eoma11LlanLe d ella (? da lmttaglia ; i l uogotenenLi Bianclrà di Rcaglic e Cas,t ti e<l i sergenti R obbiano, Barge, Teppati e Milllnesi. l\J nlti <:nnnoni<>ri ebbero tramutata, l a proposta di meclagli .1 a l valore in « Me11;,,io11e onorevole ». 7" BA'l"fDRL\ OA B.v,~r.\G LI.\ - comand a n Le il capitano Hotta e;<.;O - sì <listiu~c dui:ante tutta, l'azione, assolvend o magnif.ic:amente i var'i. <.;0111piti assegnatile. L'azione di que ta batteria fn J'ie<·a <li commtm ~nti cpisod'ì nei qt1ali il valore dei singoli ebbe modo tli mettm··e in evldeu;,,,L lo spirito <.: hc animava Lutti ul i:;pnthueuto <lei dovere. Così., il sergente Sala, visto cadere uno dei pezzi nell,, mani del n cmko, ai utato da.i ca1moniel'i Gig·lini e Maffci, eomggiosamente riuseiva a staccare la << lunga )) cb.e univa le cl11P patti <.Lella YCttnra, e salvava 1'ayantre110. 11 sergente C'ntveia , ment r e imperversava l ' uraguno <.l ei fuoco unmic·o i n baLLeria , a,venclo M·n to una ruota frantumata da 1111 a palla, <:on stoica fredd ezza faceva procedere al cambio d<'li a rnota iu baUeria, ùome ,se foss·e stato in piazza, d'arm i. Il ser gente Baiani, rile,·ato uu forte gua sto nell'anmtreno, nont:u rn n te del fn<>co nemico, esegui \'Ui un ripiego a1 le parti sfasciate e 1·iusdva, <:osì, a poi-tare in sa lvo l'uffu.st o. E poL: fori.1i dtc si. l'ifintui-ono di allontanarsi dai pezzi, durante l'azione; cannonie ri elle si ~oi:.tiLuil'ono ui conducenti caduti, per trar.re i n .salvo i pezzi ; ee.:c. Nella rase ullima, della ritintla, la 7" cla bat· taglia visse momPnti dra111m~Ltici che furono affrontati con sprcz~o del pei-ko1o e ('O n ;.;Tantle ai:t.ljmcnto. Ai numerosi. alt i di ,-a lorc. ma :sop1·atulLo allo sto'idsmo dei cannonieri della. ì a da b.i ttug-lia ùev'esse1·si in~pil-ato il Ve -
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E LA
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DA BAT'l'AGLIA
Amicis nello .scrivere il bo;-,,zetto << Una morte sul Oampo )) ; bozzetto la cui lettura, in ogni temp·o, fa. battere d'orgoglio il cu01·e dei vecchi artiglieri ed infiamma l'animo dei giovani appassiona,ndoli al cannone, ordigno potente di gnerra, allfL cui voc.e ufficiali e gregari sentono vibra.re, nd loro intimo, i sentimenti più nobili e più generosi, che nella mischia sanno tradurre in atto il motto dell'arma: <Co con questo o su questo)). l!J così, è per effetto di tale palingenesi d'ideale che vediamo ad Adua il sergente Pannocchia, già ferito mortalmente, abbrncciarsi. al proprio cannone, ripetendo ,e rinnova.udo il gesto del sergent(' che muore a Novara. E nella, grande guerra, mi.lle esempi stan no a dimostrar,e che le gloriose tradizioni dell'Arma si ripetono, si accrescono, si moltiplicano : n on rnnoiono, e non morranno mai. sa BArl'EHIA DA BATTAGLIA - comandante il capitano Mondo - apparteneva alla l"' Di visione, ed alla, ba.Ha-g lia di Novara fu impiegata in due mezze batterie. La sua, azioue fu ef:6cadssima nelle varie fasi della lotta,; col suo fuoco, oltre a c-o ntrobattel'e energicamente l'artiglieria, austriaca, provocò l'incendio di alcuni ca,scina,l i occupa.ti da,lla fanteria avversaria e colpi in pieno un cassone da munizioni nemioo, facendolo saltare. Per il valore addimostrat:o nella battì;t,glia, fur-ono decorati di medaglia d'argento al valor ruilita,re : il comandante capitano Mondo, il luogotenente S. Quintino; il sottotenente Borghetto; i caporali Giordano e Bo1'ghet; i cannonieri Picci., Burnet e Du P erril. Molbe menzioni onorevoli furono rilasciate ad uffi. ciali e gregari della, butteria, per Ja stessa azione. 9" IlA'l"l'EIUA DA RA'l"l'AGLIA - cmuandante il capitano Di Revel - faeeva park delh~ 4" Divisione e nella giornata dl'l 23 i'rfarzo, tornbuttè con hL brigata Piemonte. La ia sezione (Luogoteneute Go1te) prese posizione sulla strad:1 postale, oltre la Bfoocca, e vi sostenne un violento duello coi ea.nnoni austriaci. A~uto un affusto colpito in pieno, la, sezione ebbe ordine di 1·ipiegare, lasci.ando ìl posto ali~~ 1" sezione della 4" da, posizione, chiama,ta a, S<)stituirla. Le altre sezioni comba,tternno con pari valore. Ji'urono C:kicorati. con medaglia d'argento al valore, oltre al comandante ,~apitano Di R-evel,. il luogotenente Oort.e, il ser -
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XOVAH.\
genle Ravb~za ed i <·,11111oni1•1·i :\loli~8e, Uhe1·~i <-Ho,·. BaLta e Vigna Carlo. Lasciai-,ono la dfa ~u.l. caw po, i cauuonieri Faurax Claudio, · Schieri Carlo e .Natero Stefano. Ferito rnoi-talruentc, il <:nnnouierc li'avre Ha.etano modva qualche giorno dopo all'ospetlille di l\lil ano. F e1·i(,i più o llleno gmvementc, durante la battaglia, restarono il caporale Ghe1·si vio. Batta ed il c.:,u1nouie1·e \'igna Ual'lo. 1a BNrrERLl Il.\ 1•os1zro~g - comandante il capitano Avoga,dro - fa cc,,a, pn.rle (] ella Divisione di Riserva. 1~ntrò in azione soltanto ve1·so le 4 pom. pc1· sostenere l'attacco della Bicocca. Svol.se azione efficacissima, ed ebbe feriti in batteria i cann,onieri P assero Costanzo, J\lol'i.no Anclrea e F enante Giov . Battist~t. Furono decorati con medaglia d'argento al valor militare il sottotenenl<:.> Da,iso, n serge11 le Caviglione, i caporali Gaia e :i)lariBetti, r.cl i cannoni.eri SupJice e Belle. Ebbero la men.don~ onorev,ole il comall(laute capitallo Avogadro, i luogotenenti Albini e Ugo, il sergente Pidello e di.versi cannonieri. 2"' BAT'l'EP.L\ n.\ POSIZJO~E - comandante capitano Prospeto Balbo - apparteneva alla 2" Divisione. Il mi~ttino del 23 Marzo l[~ batteria prese posir,ione pte~Ro Casino Cittadella clo,·c ben presto diYentò bersagli o p1·efedto ùell'artiglieriu nemica, e in tutta la- giornata ehb<> nn battesimo di fuoco veramente glorio~o, come J.o provano i 1110n , ecl i feriti caduti sul campo . Fra, i mol'Li la batteria ebbe i I luogotenenie Fe1·c1ina.ndo Btllbo. il c,tporale Zuccone Pietro, ccl il cannoJliere Bocciardo Tommaso; due fel'iti gravi, i cannoni<>1·i. )Ion1 t GiuSf>ppe e Beccaria Siro, che morirono poco dopo all'ospeda le• <li N-ovara, e p.iù o meno gT,wernente fedti resta1·ono i capora li Anr,iani Antonio e Piolatto l'iet.ro, i cannonieri 'oppa Biagi o, Fenan<lo Gaetano, Polastro Angelo e Garone Giovanni. Per l'eroieo contegno Lenuto in tu tta la giornata furon o decora(_i c011 medaglia d'argento ftl valor militare, oltr·e il couw ndantt> r,1pita no Balbo, i luogot enen ti F er<lin;;1ndo Bal bo (alla mcruorht), ( ·ug-ia e ì\fattei, il flt1·iere ))e !l'ilippi St,e[ano, i !"ieq::·enti Fant ini Oinseppe, .-\ rn erio Enn inio <i Cap1)('1ln,1·0 1.licltp},e, i CfLf)Ol'n,li I'olastro Angdo P ( 'h isoli All(l 1·c·.1. il l1·ombettier() Anclizziui An · -
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DA POSIZIONB
gelo, il maniscalco Mellino Luigi ed il cr.u monie1·e Beccaria Siro. Numerose furono inoltre le menzioni onmevoli. con cesse al rim;,i,nente personale. 3" B A'fi'}j)RIA DA ros1zrn-K~ - comRndante capitano Gugia sebbene appa,r tenente.alla riserva cli artiglieria,, a,l la batta,g lia del
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Fig. J.52 - L uogotenente l!'cnlirnrndo Balbo di Vinadio.
23 marzo p,tssò a, fa 1· parte delta prima l)j visione, p1•,e11dcnclo po~izione 11 ei pressi di Casina Rasario e concorrendo assai effi cacemente c-oJ. suo fuoco al111 preparaz.ione dell'attaccQ...,cseguito dalle truppe piemontesi al Torriòne Quartara. Quando le sor ti -
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volgevano a favore tl·e gli austriaci, la batteria fu impiegata a contenere l'in,ompente avanzata nemica, e nella lotta (li quella giornata. conobbe momenti drammatid . .Per il contegno ùa tutti tenuto durante tutta l'azione furono detorati di medaglia d'ar· gcnto al valor militare, oltre il comanùante capitano Cngia, i luogotenenti Benone e Dho, i sergenti Yiora e lupenengo, ed il cannoniere Rollini. MoHe furono le menzioni ouorevoli toncessc al rimanente personale. 4.. B A'C'l'IDRTA DA l'OSIZI0~1+; - comandante capitan o Matt('i - era l'antica .i.~ batteria da battaglia,, alla quale er;;L f'<ta.to ùi· stribuito il materialè eia lG, tr asforrnand,ola così in 4" da po· sizione; appartenC'va organicamente alla 4° Divisione, Combattè valoro amente in appoggio della brigat,L Piner·olo. Durante le alterne vicende della lotta ebbe modo di distinguersi paeti<·olm·· mente H luogotenente Roussy per l'anlire addimost1·ato nello spinger i con Ja sezione a mi.Lraglia1·e una batteria nemica a poche centinaia cli passi, e obbligandola, più volte a ;:m~pend,c rc il fuoco etl a cambiare posizioue. La 2" sezione él,clla ba tted.~ (luogotenente Bo::;set) rimase snl campo cli ba ttagliH per l'intera giornata. L a 3" sezione (furiere Druett i) fu lu, più bersa,g-liata. dal tfr.o nemico : nella ritirata, col nemico che premeva clappertutto, impossibilitato a salvare i pezzi, il furiere Dru etti li fece inchiodare. 11 comarnlante, capiLano Muttei, dopo cli aver con intelli· genza e oon gtande valore dh·eLto il fuoco della battnia, prc· sente <]ovunque a1l anirnare i suoi cann onied co11 l' esempio e c:on la parola, ricevuto l'ordine cli d tiTata, l o stanL rendendo ese· cutivo quando ru colpito mortalmente da nna palla nemica, <:ue gli sfraeellò UH braccio. Ebbe ancora la forza d'animo di co111 pleta1·e le direttive llella riti.rat:1, che fn posci.u diretta dal ln-0gotencn lc Rou1-sy. Il cap. )fo ttei mo1·iYa poi all ospl'Clale <li Novara. I<' m·oHo dceorati. di medagl i,1 d'argento aJ valor lJtilitarc , oltre il capitauo l\fattei, il luogotenente BouSS)', il furiel'C D1·u<>t· ti, il sergente Ughetti, i caporali PaYcsio e Musso, ed il c.a.11· noniel'e Rerardo. 1" BATTERIA A CAVA1,LO - comandante luogoteneute Vitale - faceva parte della Dfrii:.ion e cli Hi serrn. Solo Yet~o sera, -
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A CAVALLO
quando -0rma i la giornata, era fluita e la batta.gli.i. era perduta, quattro _pezzi della batteria, guiclati clal luogotenente 'Vitale, furono fatti intervenire clai bastioni della Città a. protc½io1H~ della ritira,ta d01le .1Jtre truppe. Una. •.sezione della batteria (luogo-
1.i'ig. 1:}3 - Capitano Giuseppe Mattei.
tenente NoliL inte1·vcnn<~ arclitamente a fiarnco della 2" a, cavallo per ritardare l'avanzata delle truppe iw.str-ia,ehe del 'l'hurn che provenivano da Vercelli. In questa azione la batteria ebbe un morto: il can nonie1·e Picco Domenico. Ottennero menzioni onorev-01i i luogotenenti VHaJe e Noli ed il cannoniere Col. 1 2" BA1"l'ERIA A CAVALLO - comandante capitano Della, Valle - il 23 1'\l(arzo faeeva parte della Divisione di Riserva. Quando sulla strada, di Vercelli fecero apparizione le prime truppe del IV Corpo a,ustria,co, la 2a a cavallo prese posizione a,l centro dello sc:hieramcnto della. Divisione, e in collaborazione di una sezione della P a cavallo, prima. i i oppose ya,l idarnente a.l pro-
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gredire de.lle colonne 11emid1e, e successivamente protesse la ritirata dei sardi che si dirigevano a Novara per pol'ta Vercelli.. Durante J.'azi.on c la batteria ebbe un mol'to il ca,nnoniere P.oncet l?rancesco, e un .t'e,rito grave il -ca unoniere Roberi. Giovanni. A campagna finita, futono decorati di mecbglia d'argento a,l va.lor inìlita,re il luogotenent(~ conte Robilant Carlo Felice, il sergeute Gianotti cd i cannonieri Guichar<l e Roffina . Ebbero la me11zio1w onorev-ole il coman<.lante cap. Della Valle e molti gregari. Le molte• e la,r-gh(~ prove cli sentimeuto del dovere e di i,pirito cli sacrificio ù ate d::L 11fficiali, gracl ua-ti e soldati cl' arti.glieria d1n-ante il brern periodo delle due c,.unpa,gne cl'indipern.1enza 1848 e 1849, accrebbero il lustro clell' Anna eh-e già vantava urti. tnldi1,i:one gloriosa -ereditata fin dai tempi napoleonici. L'elenco dei m01-ti e dei :l'eriti n ei vari combatt imenti. del rn48, ,L M-o rtar a e nell,L battaglb di Novara, a.see8e a ù3 mo1'ti snl uunpo -c d a 45 morti in segnito a f.e1:ite ripo1-tate in combattimento; mentre 39 furono i morti p er malat tie dipendenti ùai disagi e da.lle fa. ti che; cifre qi.1este non traseurabili se si pensa alle formazioni 0011 le quali l 'arti.g liel'ia co1nbattè in quelle battaglie offrendo un bt!1'Sag1i.o frontalmente cliscout-.inno e di scnrsa pr,ofondi.tà, e con ima forza -o rganica in uomini. appena .sufficiente al ser-
vizio dei pezzi ed al. rifol'nimento clellè munizioni. Pereiò la larga messe cli al101·i:, h.1 cèolti nell e pro\·e fatte sui campi lombardi ebbe un pieno ritonoscimento nella concessiom~ della medaglia, d'·oro al valol'c milita.re alla Bandiera dell'Arma inserita nd bollettino N. 4 del 1849, sul quale la in otiv,:LZionc che giustifica la. concessione compendia in poche., ma lapida-rie parole, j_l nùore addimost1·ato e la gloria eonquhstata . La motivazione è e-o.sì formulata: (( T'Bl1 I/01"l'L\L\ CO:S:UOTTA TE:\Tl'l'A SK}lPRl'J ' E OV U :'\QUm T)ALI/AR'l'IGLmrnA )).
Gon q 11est'afferrnar,ione l'artiglieria piemontese suggellant i tristi eYenti clella campagna <l el 1849, e si pr·ep arava 00n co;:;ì geloso t·etaggio a foT'giare i nuovi (lr..stini cl'Italia -con altre ge sta, con nuovi fosti 1 con sempre più brillanti el'Oismi ! Gon la infausta giornata <li i\'on1ra si chimfo la, prima dupli.-
ce guerra dell'indipendenza Italiana~ offnsi::ando per un ista,nte -
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L.\ ~11flDAGLI.-\
o' ono
ALL' AH'l'IGLHJRIA
speram:e e aspirazioni, 1M rafforzando propositi e tempi·ando caratteri al nuov{) indirizzo politico e militare che il Pi e1nonte seguirà per con tinuare, ~v<)lg<~rn e re1-1lizzare l a 1;1.1a missione sto rica, in Europa.
Fig. 154 - Carlo Alberto. _ Nato il 2 Ottobre 1798. Salito al trono il 27 Ap1·ile 1831.. Abdicava il 23 Marzo 1849. Mor to il 28 Luglio dello stesso anno, in Oporto.
S<~ ht preoccupaz.ione cli non poter ottenere una pace onore-
vole per sè e per il iSuo popolo indnce il Re Magnanimo a fan: sacrincio della corona, e, poco dopo, anche della sua vita, Vittorio Emanuele II proverà all' Europa ed al mondo che lavo.ton -
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taria scompar:sa di Carlo Alberto non significa rinunzia ad un principio e ad unu, fed e, ma la, tontinuazione t eHace dell'opera che alfine dovrà. Lradurl'e in realtà la i-aera missione di una Dinastia, l'nnaniwe aspirazione cli tutto 1111 popolo, la diana canta,ta da poeti, il sogno .wca1·ezzato da scrittori e nomini politici a:ogni tendenza, real tà che in muneroso stuolo animava e riuniYa quanti vagheggiavano alla conquista della libel'tà e dell'unità d'Italia. « Italia, li beni,, Dio lo vuole >), questo era il motto, questa era l'int ima fìdn cfosa pl'eghiera d'ogni italiano, quer-;to era il segnacolo in Ye,s ilio che doYeYa guidare l'Esercito alla. riscossa ed alla Yi ttoria !
2.
Venezia nel 1849 - Il colonne llo Ullòa al comando del Forte Marghera - Lo S tato Maggiore d'Artiglieria della difesa - Le artig lierie di Marghera, del ridotto Rizzardi e della « batteria della Speranza » - Iniz io dell'assedio regolare degli Austriaci - La sortita del capitano Cosenz contro la seconda parallela austriaca Brillante azione dell'Artiglieria della difes a - L'attacco decisivo di Marghera - L'Artiglieria della piazza controbatte vigorosamente quella dell'attacco - Abbandono di Marg hera - Riconoscimento unanime del valore dell 'Artig lieria di Marghera - Assedio di Venezia - C. Rossaroll alla batt-eria S. Antonio - I bombardamenti di giugno - Morte di Rossaroll - La sortita di Brondolo e l'Artiglieria da campo .Camillo Boldoni - Capitolazione di Venezia.
Questo breve, ma denso peri odo della vita, Italiana, ai fini della « Storia dell'Ar tigli eria )), è folgorante di fatti eroici. con~iderat.i nella colletthi.tà e p reia:i isola tamen te; e perciò, del « 49 )), oltre le operazion i militari compiute dall'esercito piemontes,e nella .breve campagna dei q1mttro giorni - di. cui è già stato fatto cenno - merita una particolare disamina la, parte riferentesi agli assedi di Yenezia, di Ancona e di R oma, i.n cui l 'al'iiglieria delle va.r ie rcg'ioni Itali ane ebbe una fon'.1.i one importante. -
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L ' ASSEDIO Dl VIDNF.ZJA
Dagli sviluppi di detti assedi si c.:oglierà, quel ta11 to che in teressa la, « nostra, Storia)); e cominceremo con Venezi a,, rievocando alcuni avvenimenti essenzii1li e collegandoli f:nn quanto è stato eletto in capitoli precedenti. B noto come il Governo di Venez.ia,, c.lopo hl sfortunata, battaglia, di Oustor,a del <e 48 >>, in data 27 luglio aYcssc riceYuta dal Generale Welden la lettera,, che quì riportiamo: « Dopo accanito combattimento di tre giorni, l' armata di Carlo Alber to fu completamente distrutta ; il nostro esercito è oggi sull'Olio. Io sono uomo d'onore: delle menzogne sarebbero indegne ed anche inutili, poichè potete in tempo verificarle. Qn~sto sarebbe il momento, ma l'ultimo, per discutere u na causa prima che essa sia interamente perduta. « Ho l'onore ecc. Tenente Maresciallo Welden >)
Alla quale lettel'a, il giorno successivo, 28 lnglio, i.l Governo della (( Serenissima, >) rispon deva : « Eccellenza, « Noi abbiamo ricevuto il 2 corrente la lettern che la l~ccellenza Vostra ci ha indirizzata. Noi apprezziamo i sentimenti che l'hanno dettata, e crediamo al fatto che ci avete annunziato. « Voi dite che questo sarebbe n momento, wa l'ultimo, per discutere unH causa, prima che essa sia 5.nteramente perduta . Noi clobbiamo pregarvi a riflettere che non siamo punto competenti per giudicare soli una quistione, che è comune con tutti gli altri popoli d'Italia. Ma anche quando questa causa si trovasse ridotta alla sola Veneiia, noi speriamo provare che essa è ben lungi dall'essere perduta. « Noi abbiamo l'onore ece. Zennari Segtetario Castern - Cnmeratn - Paolucci - Martinengo - Cavecln lis - Reali». (1).
l~ pnre noto che la, cacciata degli austriaci dalla, <;ittù17 nel marz,o 1848, fosse costa,ta a,ppentt 5 person e; sono noti altrc!'ii j _ p rovw~dirnenti. rapidamente conc.r E>t1~ti dal l\:Canin per garantire la sicurezza e l' indipendenza dell a città. Va, ricordato fratta,nto che il Oovc~rno Provvisori-o, nell'accingersi all' opera eminentemente patriottica, cli ridare a.lla Repubblica ruarinara l'anti t:o_ splendore, non aveva, t rascur·a to di tener e-onto della situar,i,one (1) CAllLO ALBERTO RADAELLI. Storin del/.' 11.sse<Ho fli Vene.ziu negz..i amu 1848-1849. Venezia, '.tipografia Antonellì, 1875.
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V0K©ZIA
politica di tutta Italia e di orientare la propria attività così eia concorrere al movimento generale italiano di allora pet ca<:ciare lo straniero, e pe1· formare della Penis·ola uno Stato unico. Intese era.no già corse col Governo ùi Torino per un'azione conr,0mitante <:ont r o il nemico C-Olllune; e l'accoglienza fatta da Yenczia alle t ruppe provenienti dalle diverse regioni d'Italia, stava ai dimostrare <:on quanta comprensione il suo Governo affrontasse la g uerra con l'Austl"ia. D'altronde la presenza tL VeneziiL cli inviati dal GoYerno cli 'l'orino provarn oon quale unità d' intenti i patrioti Yenct.i la,ornssero per il bene comune. Venezia, allora, e1·fL circomlata da 53 fo r ti i quali anebber-o acconsentito rli F;OStcncte una gloriosa ùife. a. « A maestro della citt:'t JJ.:Ute il lungo ponte della stra~.1. ferrata, di circa 4 chilometri di tungbe7,za, <: be la unis<:c alla terrn-fcrma, rasentando il fo rte di Margbern . ìl quale imi, essere couslderato una Yasta testa di ponte. A sinistra del ponte i due forti di San Giorgio in .1lga e di S. Angelo della Pol-
vere difendono gli appro<;ci di Fusina : ccl alla clcstrn S. Secondo, a rmato di po:;;~cnti baltcrie, guarda li canale cli Marghera. <e A g1\::!co te due città cli Murauo e Durano, costruite a som iglìanza di Vene-1,ia . ~no circondate da un sistema di fortificazioni che terminano con Treporti, do,e, durante l'assedio, fu costruito in muratura l'antico bastione, a rmato cli 12 grossi pezzi d'ni:tiglieria. « Dfr S. Elrasruo comincia l'imboc:caturn clel pol"to di lido, distante un chi· loruetro e mezzo ùa Yenezia. Flsso è cllfeso dalle oossenti batterie di S. Erasmo, di S. Andrea e del Lido ; però per la poca profondità delle acque è i-olo iiccessibile a piccole barche. cc Dalla punta del Lido una·, lungCt s triscia lii terra nello direzione del mcr.zogiomo difende la lag una dall'infu riare dell'Ad riatico. Questa lingua di tena, cbe si e,;tendc fino a Chioggia per· una lunghezza cli veni.otto chilometri, ha due aperture · che danno accesso ai porti cli i\lulamocco e Alberoni e di CiJioggia, clei <)ttali soltanto li primo può per la s ua profondità dar passaggio a fregate di guerra . Questi approdi sono guerniti cli batterie che incrociano i loro fuochi sull'inimico, che volesse forzarne l'accesso. Lungo la spiaggia. alla distanza di mezzo chilometro nel mare, uno scanno di sabbia, correndo p:ualle tamente ad essa, rende pericoloso qualsiasi tentativo cli sbarco. « A mezzogiorno la clttà cli Chioggia, popolata da 25.000 abitanti, qunsi tul ti eccellenti ma rinai, forma l'estremo limite cH laguna. Un s istema di fortilicnzioui, con piccolo caml)o trincerato a Bronclolo a poca distanza dalla fo· ce del Ilrentn. co•11pletn In difesa di Quel lato. « A ')neste fortific:17,ionl nggiunger clebbonsi nnmerose cannoniere e piroglw nptiositn mcnte costrnlte per naYig11re la lngunn, le guaii, nr mate ciascuna
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.~ clliZ?',O (le1l:1 Pi:\ZZ:t fo r lc d i VeUC'6i:l. Wlg. 155 • ..,
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Yl!lN0ZIA
da un grnsso cannone, difendono i molti canali, elle a maggiore sicurezza vengcmo in teruJlO di guena barricati e chiusi da grosse catene. (< Venezia ,11 centro di questo grande sistema di fortificazioni, può essere consiclernta come una va:sta pinzza d'armi in un enorme campo trince1·ato, il quale, per la 11alnra sua 1larticolare riesce cliflìcilc. se non impossibile preda a qualsil1si nemico » (1) .
J11 111p1·iro ;dia l'osiziune ciel Lid o , i-;niyp,·,; il l)e l,num<·l·: ( l Veneziani chiamano LWo l.1 parte più grande del litorale di Malamocsituata a 3/ 4 cli lega di clista nzn a nord-est della città. Il fo1·tc cli S. Nicolò cost1·uito all'est\·cmità della lingua cli terra protegge il ponte e protegge il passaggio del can ale cli S. .Marco. Questo forte h :1 la forma <li un rettangolo con gli angoli anolondati: è c.:omposto cli circa 12 bastioni collegnti lrn essl òa pa_rte <li terra. del mare e ciel c:rnale, ecl armati da circa 50 pezzi di grosso cn libro. Nel me7.zo del forte, c.:he è abbastanza esteso, Si eleYa un'opera c::i samattala che è sul punto cli essere completata e che domina tulti gli altri. ~ una piccola cittadella. 11 passaggio nei pressi clel Liclo, tenuto conto della scarsa profondità delle acque è inaccessibile ai bustimenti di grande dimensione, ecl è difeso dal forte cli S. Andren che si tro,a cli faccin. Questa superba opera in murf1tura c.:he è stata costruita nel 1571 , ma che è tenuta in pe1·fetto stato òi con!<er,nzione. rac-<:hincle a fior cl'acqua una batteria casamattata, che colerebbe a fonclo in tempo mi11imo ogni ,·asccllo che volesse passare, e una enorme catena chiude cli notte il cimale cbe non ha llUa grancle larghezza. <e Ln guarnigione del for te era composta di circa 000 uomini, tra i quali si tro,·a,ano 100 nomini di artiglieria. 100 cli cnn1llerìa e circa 150 padovani scnz·armi •> (1) . <.'O
Hic:onliamo fratta11Lo che le operazioni compiute dagli a11 i-:t1'iari conr.1·0 Yenezia comprt>ndono due pni0tlj · il primo di ~empliee l>loc:co (giugno 1~-aprile JS49); U secondo, di vero a,ssedio, <·he v,~ dall' Apl'ile all' Agosto 1849. In .1ltro c-Hpitolo ~ono stale sintetizza.te talune fasi all'inizio del blocco, e soprattutto si è fatto accenno n Ila organizzazione clelle artip;liel"ie occorrenti a sostenere la lotta contro l'esercito nnstriaco, al largo <:ontributo po1-tato da Lruppc cli altri stati dell a Prnisoln , ed in ruoclo particolare ag.li n,rtigl.i.el'i e alle m·tiglierie che si trovarono a Venezia nel periodo . opra inclic-ato. 1:: s1ai'o anche fatto cenno della dHesn cli Mnrghera e
(1) CARLO ÀJ,BER1'0 RAD.',ELLl,
opera già citata .
(l ) DEBnt•N::.Ell ,TEAN. Venise en. 1848-49. Avent·1wes cle la compa,ynie sièyéc
par les autrichiens.
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Fig. 156 - S<:Jnzzo ·., dell'Assedio cli .ilarghera.
184.9 -
\'EXEZlA
di Ue, tre, Hcl primo pe1·ioùo del b.loC(;.O . (...! 11 ì di seguito ùaremo jn\·ecc svilupp,o nllc opel'H?.ioni. cli assedio svollesi nell'anno l~.J.9 . E <·ominc:ererno col rico1·clai-e <.:ome il Generale l'epe, ,llb tinc tli dicembre 184S, a\·esse preparato un piano <li operazioHi per le trnppe di Yenezia , <la att 1111rsi c;ontemporaneamente alla, 1·ipresa cl ella. guena, eia p::Lrte delle a1·J11i piemontesi; e 0ome clietl'o una sua i-i.chiesta , il Be Carlo Alberto avesse inviato a, Yenezia il generale OliYiel'i accompagnato dal commissario del (iove1·no Lomb.Lrdo, Cesa1·c Con·enti, per gli accordi. del enso . Le forze veneziane frattanto, olt1·e ad armare una divisione rnrnlle c:,o rnposla di. tl·e \:Onettc, di ane btik e di una Yaporier.1. eomp1·endcvano una Di\-isionc di fan tc1·i..t su tre brigate; quc· sL' ultirnt>, uni ta,mente n, d ne s(1uaclroni. di ca.v.1lleggel'i ed a Ui pe;1,;1,i da c:awpagna, anebbe1·0 dovuto eonc<~n t1·atsi fra, Uhioggia e j\Ju1·ghern, prima di ent1·,ue ìn c·ampa,g-1rn; nwntrc la, Onal'<liu Civica e le truppe 11w110 atte al la gnena emupa le n,vrcb· bero p1·esicfo1ti i forti tlel1a la;n1n.1. Fino a cb.e Peserdto auslri,1c:o era stato impegnato dallr. k uppe piemontesi sn.l )Ii11cio e ,s ul Tic:ino, il teld-ruc1,1·cscia,l lo Hadeb1ky aYenL dato ai n1ri cu111,rncla11ti dipend,enti come clil-etti n_1, di massirna quella di esc1·dtare f.ìOltanto molta vigilanza onde edta1·e so1·prese cla parte clella, l'ia7,Za . Ma, dopo J.a. batta.gli<!: cli N'oYai·a, col mornle rialzato dal successo, potendo Llisporte cli nwggi.ori forze, egli fece passar~ le proprie troppe da 1 blocco a,l vero assedio, che fu s11hito iniziato eoHtro Mar~hei-<1. La fortezza di Marghera c:,o mponevasi allora di due cinte : nna inLci-na ècl una e ·terna. Qu ella interna sorgfia su un pe11 · tagouo con un lato lllÌJIOI'<~ rivolto ve1:so Mestl'e, llleJ1Lte .,,11i rimane1rti. lati <·1·n,110 eostn1Hi quattro reonti bastionati. di c11i Le <:orti11c 1-i\,ol te \'Cl'SO la laguwi , essC'rH1o i:;pe;1,1,a te dal eanale mili.tate, isolanrno il frunte opposto della, tcuagli,1. I d nque bu,s tioni cli quest.i, cin ta intc~rna, eia sin istn1 a '11: stra. ~nanlanclo i\lestr~. er:u10 clt' nontimiti I, II, 1II, IY; mentl·I.' quello r:;taceato ,·eni.YH cornnnem<.'nte eliianmto l unetta, X. La cinta estel'ua, formata (In nn ' opnn, a cot·ona, a v0n~ quat tro bastioni con Je eonispontleHl i c-0rU11t• che, sempre <la si nistrn a, dcst 1·a, si c: hii1111an1no Y. \" r. YII <' VIJ I ; i clne bastioni -
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IL FOR'l');; D[ 1URGHEIL\
estremi, poi, erano coperti da <hH.: controguanlic elle si denominavauo XI e IX. La seconda, ,c inta er a andl 'essa drconclata da un fosso pit=:1: 0 d 'acqua; inoltre, al centro di ciascuna delle tre cortine sorgernno altrettante luuette, circon th tl' ugu almen te da fossati ripie ni d'acqua_
Fig. 157 - Rattel'ia fra gli Archi rotti. del Ponte. (riprÒduzlon è di stam pa dell'Ist ituto Stor ico e d i C u ltu n i dell'Arma del G enio).
A clestnt e a .sinistra , ecl a cin.:ìl; cento ci.nqnanta metd di distauzu, sia da una, parte d1c dall'a ltni, H for te di ;)-[a.r ghcnt era fiancheggiato dai riclotti « ì\ianin )) e« Ri_r,zarcli )) ; ed ancoJ'a. n <:avalicre dell a, strada fenHta: chf.! correva tra qncst'ultimo (~ F·opera principale, era stato costruito t 1n fortino che s i chia,mò « batteria dei cinqu<~ archi)). Tntto qn0sto siste ma cli. fortificazioni, poi, era legato eia nn camminamento pl'otelto cl a nna robusta palizzata., e eia u11 p1·ofondo fosso. -
599 -
1849 -
VENEZIA
Al c;omau ùo cli Mar ghei-a, trovava.si il Generale Paolucei coadiuvato da un nucleo di eccellenti uffidali, i quali a,vevano già, date luminose prove di capacitù, profel;sionalc e di v,Llore militare. _\lfinizio delle operazioni contro Ma1·ghent, il pe1·son.,Lle d.cll'a1·tiglietia della, difesa el'a eosl 00111posto:
STATO 11AGGI0Rt.; DELLJ AH'1'1G LIERIA
Maggtore Carlo Mezzacapo, comandante l' artiglieria del ·cir· c,ondario e del forte; maggioi·e E nrico Cosenz, comandante l'ar tiglieria ùclla cint~, estem a della fron te di attacco e deJ le l unette; capita110 Giuseppe Vergili, eoma11 da11tc l'artiglieda delle opere di sinistra dellc.L front e di attacco; capitano Antonio Griffi , inc.,uicato dei parUcolari del materiale ; l° tene11te M.olou, incariento dei pal'licolari del p ersonale; 1° tenente Petroi-in-o, a di ·posizione del comandante l'artiglieria; 2° tene11te Alfano, a clispo,(izionc del co mandant e l'a,1·cig!ieria . PrnsON6LE o' ÀRTIGLIEHJ.\
Testa, dcll'at"tiglierin da campo Augwitz, dell'ar t iglieria terrestre
Capi~ani
Tenenti
EosUìi, ) ckll'n r ~ig lieria Bnnclie rn-)foro rio n I . dell'artiglieria cla campo l dell'artiglieria terrestre l <lell 'nrtiglieria uuu·in n della legione d'artig:Jic1·ia l3ancliera -Moro \ dell'art ig lieri a civica
:I
10 8
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2
Totale Arriglieri Arliglieri A1tiglieri Artiglieri Ar tiglieri Artiglieri
da campo fino al giorno 4 maggio l84!l da cn mpo cli aumento dopo Il 4 maggio di marina tenestri della legione d'nrtiglier ia Bnncliera-l\'fot·o dell'artiglieria e ! vlca
-
GOO -
30 40 4j 125 24(l
21!) ,lf;
CANNONIIDRI 0 CANNONl
S ERVIZIO DEL TRENO :
1 8 Animali 12 A tali forze vanno aggiunti sessan ta individui ù elle legioni di fant eria Ufficiali
Soldati
]<'iµ-. 1:iR . E mic·o Cosc11z. (da I Capi di S. M. deU'Esercito - Comand o del Corpo di S. M-. dell'Eser èito) .
G:tlutco e Cacciatori de l Sile, ed nna compagn iD della legione mipoletana comnncl atn cltll Capita no Cappelli, tlati in sussidio all':u-t iglieria.
L'i:t1·rna,1nento della piuzza di :llargben1. c:omprende,;a le 1segne11 t i lwcche da fnoc:.o FOln'E i\J.~RG IIE:H.1:
Cnnnoui tl a 2-! Cannoni )) 1S
-
18 22
(i01
1849 -
VBN1,;zu
Cannoui )> 12 Cuuuoui )) G Obici cla polli<:i 6 Obici ulla Villanttoys Obici da 5-7-2 Obici da 5-7-2 luuglli Mortai cl a pollici 12 Mortai da vollici 8 :.\fo1tai alla Coheron i\facchine cla rnzzi l!'ucili da tamparo Rloo·rro
4
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1 3 2
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Cannoni da 24 C:1n11<mi da 18 Cannoni da G
3 1 1
BA'l'l'F.l!LI UELl,A SPERAXZA:
Canuoni da JS Canno ni da 8 lunghi
3 5
H.l'rI'F.llIA DEI Cll\QU i>: ARCHI :
Cannoni <111 24 Obici a 1111 Villimtroys Fo,rrn
4
J
MAi\"TN :
Cimnoni cla 24 2 Cannoni da 18 2 Cannoni da 12 2 Cannoni da 6 (i Obici cla a-7-2 - corti 1 Fuci'li cla ramparo , 4 Spingarde 2 Macchine da razzi 2 Alle artiglierie sopr a.descritte vanno sommati due mortai petrieri, 4 cannoni cla 18 di feno, un mortaio da 12 pollici, e du e ca nnon i cla 24, cbe giunsero durante l'assedio. '
Il M:ezzaeapo, nel suo <e Uiornale >> nana che <lnrante la, fase di preparazione, gli esploratori inviati in rieog11izi-one segnalarm10 concentramenti di arLigli.erie e cli matel'iali diversi nelle! vicinanze di l\farghel'a.. Ciò ~limostrarn, dm j • hIYori di investimento da parte degìi austriad proeecleva,no alac1·cmente. Frattanto ·il c-om.a,ndo della fortezza, di. Marghera aveva, de8tinato gli uf:fidali dipen(len t-i nel modo seguente : -
G02 -
CO.\L\:\DA::-1'1'1 D@LLL~ BA'.l'TERIID
a] forte « Jianiu )) era sl:.a.lo destinato il uwggioi-e F1·an cesconi; aJla lunetta K 12, il (:a11it.:uo cl'mt igJieria di marina Antonio Turlan; alJ.a lunetta N·' J 8, il capitano d'artiglieria. di ma,r ina Antonio Griffi; alla lun-e tta N" 14, il luogotenente d'artiglieria Bnce.:i : le lunette N° J 2 e 13 ecl i loro avaruposti. erano 0
F ig. 150 - Forte Cinque Archi. (dalla Ci vica raccolta delle stam pe d i Milano).
;1lla <.lipell(fonza del maggiore Rossaroll; Bozzi, ea,pitano del t.f.n·po Bandie1·a -Moro, rimpiazzato in seguito dal lnogotenente Bosi, comandava, .l' artigli.eria dei. ba,s tioni N" 5 e 6; il capitano J>oltin era preposto ai ha:-:tioni. N° 7 e S ; jl capitano Cosen7. cliriµ;e,,a la dHc-sa ; il capi ta no V(~l'gili, dello Sti~to Maggiore, aveY.t alla dipendenza il ridotto « H,i7.r.,n·di », la eontroguardia, N° !) e la b,ltte1-ia dei r, Cinque Archi)). Il Yergili, amrnalatosi1 PS maggio 1849 Yeniva &osti.tnito llal maggiol'e Giuseppe Sirtori. L '.:wtiglieJ'ia, del l'id otto cc R.i7,7,a1·<li >> era cliI'l~tta- dal lu,ogotc•ne11te Fnu1cc:sco Rubaraui: e qu ella del cc Forte Manin n da Gjovan ni Ancl1'f>asi, entrambi dell'al'ti.glieria cli marina. Gli. t~ltri -
GO;:.: -
184:f) -
\·El~IDZI.\
uffiéiali, per turno di 24 ore, fa,cevauo il serv1z10 delle batterie. Ogni ufficiale, incarica to della, dirc7,i-one di una batteria, cloveva stendere una l'elazione s n tu tto quanto fosse n,vvenuto durante le 24 ore. I e,o mandanti si rinni vano poi alla sera presso il cUrettor;e generale ll'a1-ti.glierh1 e gli rimettevano quei rapporti, c:,011 le loro ,o sservazioni sull'appunto e sugli effetti del tiro dnrante la giornata: fodi ricevevauo gli ordini pel giorno ap presso, cioè per FiutenaHo che doveva,si frapporre fra un tiro o Faltro, come si dovessero ;,1ppnnttL1·e le bocche da fuoco ,e fa, direzione da darsi a c.iascLrna- batteria (1) . Per quanto si rifcri~ce all'attivitù, degli 11rtiglieri lo stesso Ullòa aggiungeva : « Gli artiglieri era no occupati in lavori cli gabbioni e « salsiccioni >l, nei trasporti dei proiettili , ed in altri bisogni. Giì artiglieri Bandiera-Moro, che, come abbiamo detto c1ifendevilno I ~ prima cinta , non è a dirsi con che ardore provvedessero ai loro bastioni, sapendo che contro quelli sarebbe volto l'attacco nemico. Occorrendo prontnmente di traverse i loro bas tioni, per proteggerli dall'infilata, eglino stessi fecero da zappatori e ingegnel'i molti giorni tratta ndo il badile e la carruola ; uffici questi ben lontani dalle loro abitudini, e prolungando il lavoro anche nella notte >L
Il 13 aprile Manin scriveva, loro « Dal Governo Provvisorio - Al Corpo cli artiglieria Bandiera-Moro da molto tempo che io son debi tore cli una parola di gratitudine a questo valoroso corpo : il silenzio me ne accrebbe però il sentimento, e come capo del Governo sono lieto signifìcan'elo in nome mio e del paese. Nell'atto stesso devo avvertirvi, che il giorno clel combattimento non pare lontano, e ve lo annunzio, essendo certo di farvi piacere. I l patriottismo che infiamma i vostri petti promette ~a Venezia una nuova messe di gloria; e l'ent usiasmo vostro accrescendo quello ·cJei militi delle altre a rmi, promoverà una generosa gara dt Talore, e render à vani gli nssalti aperti, e le insidie nascoste clei nostri nemici. Manteniamo inviolate le nostre lagune, cl ifendiamo la bandiera nazionale, e vendichiamo n Venezia, l'onore italiano miseramente perduto a NoÈ
Tara. -
Munin >>.
11 Mezza capo, nel suo << Diario >> narra che il ma ttin o del 2ti Aprile, ayenflo notat o la quant itù, di materiali che gli austriaci andavano rac.:coglieudo per inizia1·e ;11 più prPsto le opera7,ioni (1) G. U LLÒA. Guerrn aeWindivende-riza ltaiiana 1848-1849. Milano, 1860. Presso Legros e Marazzani, Eclit .. Strada S. Sofia n. 13.
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L 'I:'.\ Vll:ST!:11!·;)<'1'0 ,H J S'l'!U.·\CO DI l\:lAHG llld!A
di un aissedio regoiare, alcuni mo1-tai da 12 e canrn:mi da, 18 e da 24 delJa pi.a,7,7,a cli Margbera aprit o110 il fuoco. Ma le truppe austriache continuarono i lavor-i fino alle 1G ; e nella no tte sul
F ig. 160 - Da11iele Manin. (Dipinto degli a.nni int orno al 1830 - Museo Civico Correr, Venezia). (da. Risorgimf.nto e Unità à'It aiia di Q_ Spella n zon, edit. A. R!zzoli, Milano).
30 aprile a,prirono la prima, pa,rallela, : :; ulb quale t osto le batte-
rie della difesa concentrarono nn flwco intenso. Nei giorni successivi furono spostate alcune bocche da fuo co onde essere meglio in grado cli. battere la, linea nemica, ma gli austriaci non desiG0,'5 -
1849 -
Y0NEZIA
stetter·O dall 'ac.:cmunlu.i-e ,1:;ernp1·c nuo\·i m ezzi, riu~C'cntl o <·o~ì. in breve a radunare c:irC'a 2000 artigli el'i pel' i.l seni::'li o <li ti-e batterie {li mo1·tai, quattro battc1·i.e c1i caunoni, e u1ta lmtte1·i.a l1i obi.ci, oltre a talnnc batted.e cli racehette (40 cannoni , 15 mortai e 5 obici).
I11tanto il 2 maggio, su p1·oposta del gen ernle l'epe, il Governo ProYYisorio JH'OV\'eL1cnL a rirnpia?:?:ill'e il g<·1wl'ale l'.1olncci -- per-chè ani.malato - sostìtnencl oJo ('Ol colorn1ello ll ll ò,1.. che veniv.:L perciò uomina to ispt1tto1·e t1el 1° Circo1td,u-io 1nil.i tni·e e comt1mlante i:;upremo di Thfarghern. Il generale austriaco Ha,ynnn <lfrig:en t l',1)-;sedio da tr o,,~er vatorio del su o quartier-e Grnerale poì:ito a Marc.: on. Ueci:su a. fai· aprire il fuoco da,Ue· batterie dell' attac.:co il mattin o tiel 4 muggi'.), nell.:L sicure7,7,a, cli schiacciare la cli fesa a,veva invitato i l R,Hl e· tr,ky eia Milano e gli areiduchi (\1ilo Ferdi.nnndo. Lt.lopok1o e Guglielmo e molti generali, ad assislere ;1 qud homlJm·d1tmP11to. Ed alle 12,30 di detto giorno, infatti, quasi simultaneament e, tutte le boechc da fuoco dell'attacco cominciarono 1111 tiro violento, avviluppnnclo :Marµ;hera in mm 11uvolaglia. (ìe11»,1 c1i :t'1m10 e cli scoppi . Lo spettacolo, all'inizio, impressionò i nostl'i ca,unonicri, nuoYi alla pront del fuoeo : ma, 1.1, ristabilire l.' 01-clin e ccl a. l"Ìsvegliare l' ardore <legli a1·tigliel'i. difensori clell,t piazza, provvidero p1:ontamente gli nrncia li delle batterie, 0. , 'ili UlOllo pm: ti colare, il maggiore Cosenz; iJ c111all', coadinYttto dai ~ei·genti. Majo ed Acerbi, caricò un ca11norn~ e voìle sparare pt•rsoncd men te il primo colpo in rispostà al]'art.iglieria a ustriaca . L'atto del Cosenz parve n segnal e com·cnuto di apertnrn Llel fuo (·o di. tntte le battéie -della pia1,za; ,ed in hreni le artigli erie dl ~Ltrghna presero a eontrobattere energicamente <11wlle dell'attn(·co .. Ogni esitazione del personale <lelle po:stazio11i ern ee1-,s,1 b1 p <.:1· trn·anl'o; ed episodi assai signific:ntiYi corninduvnn o n 1·ile,·,u ·sl lm1g'O le linee dei pezzi. · Il sottotenent e Steffanoni, del Hi le. Sl:UZa tllnrn ,1 p1·Puen1pazione d-ei colpi nemici che anirnno a dieci.ne per nilt,t, t i-,1~vi· na dc1 solo un earro di m1rnizi.uni 1wr assiC'm·m·t> i l ril',orn inH~ut·o a,t pezzi che eseguiscono il t iro . Po('o lontano un 11i!'-tt1 CL'tll1W11to <li artigHeri della marina. ;iintati da ,1lr1111i c·acciatori (1('] Ftile, più ehe d el pericolo del fn oco ncmic·o: si p reoccupano di ~pr.gu Pre -
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EJPISODT DI SEREKO \'.-\ LO HG'.
un vasto incendio appieca tosi ai magazzini ccl al le harecche. Un ~oldato clel t reno, certo Hnotolo. napolctuno, avendo avuto un cavano ucciso sotto di sè nel seni;,Jo rJi trasporto delle munizioni, per nulla imprcssio1rnto deJFavveniwrnto. ta,g lia le tirelle
Fig . 1G1 - Generale Girolamo Ullòa. (dalla raccolt a della Scuola Militare cli Napoli) .
del e.avallo morto , s i lihera él cll' ingombro: salta sull'.1ltro qn~tdrupeéle rima,stogli incolnmE\ e prosegue nel suo servizio. F1·attanto dopo circa u n'ora le nostre batterie di Margher;1 hanno rettificato il tiro di tntte le boC'c-he da fuoco , e chgli osservatori se ne cominciano a ril.evare gli effetti distruttori. Infatti l'artiglieria, a n e1·sa1·ia Ya $PrnprC' più rallentando i I tiro -
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1849 -
VBNl]JZIA
dei suoi pezzi; soltanto verso sera si J1a un tentativo di ripresa nemica che però è di breve durata: e, appena aunottato, l'artiglieria anstriaca tace del tutto . Per tal modo ht progettata s-orpresa, sulla quale faceva tanto affidamento l'Haynau, è mancata c:ompletamente. In questa prim.1 giornata di a8~edio, sugli spalti di iVfargheru, si erano trovati a combattere elemeuti di quasi tutte le regioni d'Italia, e anche stranieri. Sotto la furia del fu<>co, ,tecomunati neJ ·pericolo e nell'adempimento del dovere, i cannonieri. scrissero una pagina gloriosa n ell1L storia della, difesa, di Venezia, gareggiando in eoraggio ecl eroi,smo sotto la minaccitL della distruzione, avvolti dal fumo d<~gli scoppi e dal fragore del bombardamento; in!:;pirandosi agli. esempi dei loro ufficiali, es,-i aggfonsero nuovi allori alla fama c:he l'a,rtiglieria itaUana si era eonquistata nelle altre campagne di guerra, remote(~ recenti. Durante il bombardamento dell'inter/1. giornata, gli austriaci avevano landato 7000 proit~tti; la difesa ne lanciò 9000. Le perdite di l\farghcm, oltre ai danni risc:ontrati nei parapetti, nelle p~tilizz~Lte e Fini. ponti di c<>mnnkazione, si. riassunsero in 4 morti e lR feriti. Molto maggiori, invece, furono le perdite austriach.e; l'attaecante, oltre ad avere due batterie smontate, a,cceJ'tò una perdita. di circa 200 nomini, fra i quali un centinaio di artiglieri fra, morti e feriti. Fra i morti., gli fLUstriaci contarono un maggiore di artiglieria, e un tenente del genio. La, bl'illa 11 te resistenza e la Yiolent:.1 r.eazioue di Ma,rgheì'.J, in quel giorno di fiero bomJmnlamento, costituirono una severa e ben merita,ta, lezione all'orgoglio borioso e vatuo dél cùma,nda,nte aust.J·inco; che int endeva ùi prendm·e i\farghera di sorpresa, per poi recar~{ il giorno 7 sulla piazza di S. Marco a piglia,re il caffè al Fl.ol'ian, a ingimfa e deri~ione dei vener,iani. N el.la. nott(~ clal 4 al G, dalle clne parti si lavorò, intensamente. Gli au~triaei non sparaYa no più, ma l'artiglieria della, difesa non rist-arn. da.l dare rnolesUa ull'attac:cante. Allo seopo di con e-e dere j} necessa.rio riposo ai eombattenti ddle batterie, <la,1 Lido e da Venezia giunsero 4G a rtiglieri da C'ampo, GO a l' l i:.c!ieri cl..'1, 1Uarina e 100 art.igli(~ri terrestri, eoi quali furono c:ost i!l1i!i tre\ ~mdci, che alternativamen te a,ssknravano il servizio sngli spalti, un turno in riserva ed un turno in riposo. -
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MAGGIO
N'eila notte dal 5 al li, malgrado la grande s:irv·(~glianza, esercitata, l 'attacca,nte 1·iusç;ì 11 tracciare ]a, s<~cond a paral1el:1 distante circa 500 metri dai salienti dei bastioui, e él1w <:,1mminamenti verso la terza p:uallela. Il fnoco delle batterie della, difesa , frattanto, ,s i mantcnevit vivo ~da, di giorno che di notte; i danni arrecati alla Ì'.'(-lCOnda parallela non erano trascurabili; tuttavia dalle rkognizioni fatte eseguire nel giorni 7 ed S, essendosi saputo dH~ gli a,ppr·esta1nenti pt>r l'attacco continuavano alacremente, il comando del.la piar.,za V(~nne nella determinazione di effett uar-e una, sortita, pe1· combattere in campo nperto l'as~ecl iante, al duplice scopo di ostaeolarne i la.vol'i, e ricaedarlo indietro : tale sortita. fn nttua..ta, il ma.ttino del 9. A Enrico Cosenz fu affidato il gran~ compito cli attaccare frontalmente la seconda parallela. Fra le truppe messe ai suoi ordini, si. trovava la compagnia napoletana, che il giorno hrn,HL· zi si era aggiunt::i. alla guarnigione di :M.argher,1. I1\tcev:,L parte della forza opera,n te un distaccamento di artiglieria con due spin garde del ca,l ihro da tre, con Fin carico di inchioda re i <;annoni nemici. L'a ttacco fu c<mdotto con grande vigore, tantochè gli a,u· striad dovettero abbandonare la seconda parallela, ma dopo due ore di fuoco il comandante cli. M:arghera ordinò il ripiegamento dei nostl'i, che si effettuò sotto la pr-otezione dei cannoni. dell::1; fortezza. I veneziani ,ebbero 4 morti, fra, cui il luogotenente Gio· vanni Mengotta, della compf1gnia, napoletana; e 2G feriti, fra cui il maggiore Cosenz, il capitano Pigozzi e il luogok1wnte svi½· zero Marco Debrnnner. · questa lotta logorante si protrasse a.nch,e nei giorni successivi, ma, essa, era, imperniata più su un punto d' onore che non i'ml convincimento di dover tenere Margh(~ra, per meglio difendere Venezia. I« bullettini della guerra)) di quei giorni, nella loro laconica brevità, riporta,rono segnalazioni lusinghiere aH'indirizzo dell'artiglieria per l'eroico contegno dei suoi capi e dei suoi gregari. dipendenti. Intanto i lavori dell'attacco avevano ancora progredi.t-o; e nei giorni 22 e 23 il fuoco dei cannoni anstriad aY,evi:I, eessa,to
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l'l<l.'il;)ZJA
H sistematico bombc1rclamento. , 'i ,1YYi<:i11an1 il pt·incipio della
fine. Il gio1·no 24: rnagg;io , ,Llk 3 del mattin o, il ma ggio1·e Sii-1:<wi a nnunzi.ava Nl com a n dante di a ver indiviùu u.to le ba,ttel'ie <lr ll' ._Lttacco che si erano aYYidnale alla piazza. : e dopo alcuni minuti un m·aga no di fuoco si sC'atenava s11 Mar ghe l'a. C.'ir(·a 130 p ozzi. d'arti glieria anstriad , di,sposti su <l nc semi oc1·chi <li fn ot;,O, dalla B oa F oscarina fi n o a (.',unpalto. lancia rnuo proietti di ,ogni specie. Alla tempcf,;la di teno d<>ll' ntraccante la piazza, tispose co11 11 11.1 settan tina d i 1wzzi. Gllòa, ;1f,;Sistern a l d u ello dalla ba tteria della, Cas ..um1.tLa N' . 1. : Oosenz, 8irtor i e Hossaroll, <i n 1·an te qnell 'u1·agan o d i f uoco e q uella lempE'sta di :::coppii, fut·ono insla,ncabili , e cìcstal'ono l'ammir,tzione di tutti per esse1·e r,;empre presen ti là, dove il pericolo era ma,ggiore : puntare qualche pezzo, interessa,l'si a l 1·a,p ido rifornimento d elle munizioni, con c·orrere coi cunnonirri al ~enizio dell e bocche lla fooco. incita1·e con la pm·ola e con r esempio, ru la forni a nonna le della, loro a ttivit à, i11 quella gio1·nata . l'iù Yol te il ti-i.colore sYent o] ante !'ingli spalti ru ubba t t uto, e se111p1·c gli al' liglier i l'utono pront i a r ialzrtl'lo. l n meno di due ore. l' assediante ,s mon tò 17 p ezzi e sp ian ò al ~;u,olo la batteria della casaruatta K. l : p;1recchi deposi.ti di p olver e fat ti Sf.Llta re; gravi danui e roviue si nota va no cl:1ppertutto . La g ua rnigione cli i\fal'ghera ebbe ne lla giom ,tta :30 morti e 100 frrit i. L 'attacc-antc ebbe ~ battt>l'i e e parec·c·hi cnnnoni smontati.. J.l matti.n o s11 c<;e/<-:.;Ì\'0 1, c.lopo 111 pau1-<a <l ella nol'te, il f noc·o l'ip Pese m 10,·;11nentc Yiolento) e lo stesso U llòa 1·i nUlf:;e ferito da nna, scbegg-fa..di bomba ad un piede. I<'m ouo ammirabili i u quei giorni cli pericolo g-li ufficiali c·be t omanda,vnno l e l n n et te e i bastioni : Sirtori. Cosenz. R ossaroll, Ha1·bar a 11 . An d r easi. Pon ti, Doda e )lez1.acapo : fredc1i. i mp.t~· ~i.bili in mezzo a lau to rod nìo cli pr oiettili. :-;i mo:,;tJ·arono cl<>gni tli. coma ncla1·c a quei. p r odi sol dnti , e p e1.·ò - scrii;;se il R a,d ,l(~l!i - « lo st e~s,o ,·al01·e, fa stessa costanza, la st essa abn<·g nzinn e ed operosi tù ftJL·on o C'O:-tanti nella guamigione >> . l!'r a i uumerosi episodi di valore compiuti, il Radaelli ne registra alcuni : « '.Colotti, comandante il corpo « Baudiera-Moro », coperto dai sacchi a terra clw, percossi (la una palla, erano su cli esso rovesciati, rizzatosi in piecli pesto
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l~lNC,: DELLA RIDS l S'l'E l:\ Z.\ Dt MARGHl.1 RA
e contuso, rispose sorrilleute a <.:hi gli s uggeriva cli r ecarsi a lL1111bulam:a ·ver m~d icarsi: « non dubitate che gli :111strim:i mi faranno fra bre,·e nn salasso >l. • Era pr esago della s na sor te ! Poche ore dopo, mentr e stanco _ed assetato r ip:1:::,;:1rn in una tlelle casamatte, una g ra nata cla SO la nciata dai Pnixh,ms cli Cnmva lto, clovo forata la grossa nmraglia, scoppi:wa Yicino a d esso. e lo colpi1·a una gamba. In seguito, a mp utato dell'arto ferito, guariYa fe· licemen te. Poco tltt lui cli$C08to un a rtigliere cli 111:1rin:1 esala,·a l'ult imo sos11iro mormo ra nclo : << chi per la patria muore vissuto è nssa i ll. 'G u colpo di cannone abbatte la b:rncl ier a della lu uetta N. rn comandata d a l maggior e Ross aroll; egli. si precipita ver 1imetter la nl.suo posto; ma pH1 pronto di lui un artiglier e l'afferra dkenllo ; << questo è a t1'.:n mio, maggior e», e ruontando sul parapetto la fa sventolnr e per l'a t ia e :poscia l a pianta nel terreno».
in
-Yel pornm·iggi o de.I 2:.H cannoni d,ella piazr.a che a neorn pokvano tenere test,~ alle a1'tìglic1·ie dell'attaccante ,sono ri <:lotti a efrca 111w, tren tina ; gli. a.J.t1·i sono smontati o r idotti insenibili. Nella, notte i:-cg iwnte, a,nimi.Lti da p1·ofondo seu timcn o d e] dovere, e da <Jnello ::-pìrito cli saerifici.o e di stoi<:h;mo 1 che ha sempl'e affiorato nPi momenti più gràvi di una Jottùi sfortnnata - e che è vant,o, tetaggio e 1·egoh1, deJl'a,rti.glie1·ia itulitllltL - vineenllo ogni. stanchezz,L, i cannonieri di Marghera riescono a rimpiazzare, sui tratti più importanti d el fronte rninaceiato, al cuni dei pez.zi smontati. E così l' iuclorua,n i si con linua, ancora la lotta, che sene soltanto a p1·ot1·ane la soluzione di una sit unzione fa . talmente predestinata, sc~nza speranza c1i potc>1·ne rnncli.1kai·e le l:lO t ti tL proprio vantaggio. Le~ ba,tterie di Oampa lto son o le più moleste a I.la llifesa ; tuttavia i. cannoni cli Marghcra, .sebbene con r i tmo di fuo co rallmitato, rispondono animosamente; senza, c:outare le penlite. 11 mattino d el 2G il fuoco delle artigli-e rie a ustriache a cquista maggiore intensità della notte prete(l ente ; ma la difesa è al suo f>O· sto, come sempre . Ver:a;o mezzogiorno il gov,cn10 di Yener.ia, fa pe1T·enire al
ùolonnello Ullòa
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decreto cosi concepito :
<e ConsWer:.indo che J\fa rghera è una for te:1.za Rr ti.ficia le clell:.i qnn le può impadronirsi u n nemico 11 ccD ni to c: he d ispone d i molti solclati e di u n iu:>men:so nrnteria:e lla guerra; « Cons iderando che le esigeuze fle ll'onor militar e souo a mpiamente svtl· disfa tte dalle pr oYe segna late d'abilità, cli cor :1i:rg-io e cli tierse,·er auza clatc dalla gua rnigione di lVfai-ghern, e dal s uo degno cournnclau te, r es1>ingcn<lo più volte a ttacchi formidabili, e causando gi;:wi perclite nl ncw ico;
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VE1'EZIA
Considertrndo le l'agioni strategiche e più ancora la necessità di economiz<.z are le nostre risorse militari e pecuniarie, <:he esigono, nello scopo che la resistenza duri il maggior tempo possibile, cli restringere la difesa cli Venezia ai suoi limiti naturali nei quali essa è realmente inespugnabile; « Udito il generale in capo e le persone preJ)oste ai clit)artimenti della gueri·a e cleJla marina, DECRBTA <e 1°
Il forte cli Marghera sarà evacuato ; « 2 Il col0nnello Girolamo Ullòa, comanclante <li questo forte, è incaricato dell'esecuzione del presente decreto. Tl Presidente « l\fonin ))
Soltanto nella notte sul 27, con la strnz:;,;a in gola, dopo 28 giomi cli lott~ senza, treg1w, ufficiali e cannonieri uscivano da Margh,e ra, dopo di avere tramandato alle future generazioni una eredità di fode e,semplare e di gloria imperitura, che la storia dell'Arma ha sc:ritto a ldte1·e d'oro nelle sue pagine. Intanto le caserme di 1v[arghera non erano più che un mucehio cli r-ovine, i pai-apetti non forrnaYano ehe un ::unma.sso informe, gli aff'usti e1·ano fraca::.;sati, ,ed i cam10ui. smontati : sn alcuni pezzi permnnevano visibili .I.e chiazze cli sangue dei valorosi che li ~wevano serviti nella. lotta ineguale e furibonda,. Un austriac:-0, testimone all'entrRt,tt delle truppe ciel Thurn nella fortezza, espresse le proprie jm.pressioni eon hL seguè.nte narrazi,one, riportata dalla « Gazzetta cl' A.bsbm·go >): « Io entrai alle ore JJ. e me~zo nel forte Margltera ; per ogni dove si vedevano le tracciP dell'onibile distruzione cagionata dal bombardamento. « Man mano che mi inoltrava la SC(\lla appariva sempre più triste. « È impossibile di farsi un'idèa esatta dello stato in cui il forte venne ri<1otto·. Ad ogni tre o quattro passi s'inciampava in una buca scavata. da. una bomba. Il ·1:,'1.1010 era. seminato di mitraglia; non una <:ostruzione cbe non fosse un mucchio di -roYine; tutti i cannoni resi inservi bili. Bisogna rendere l'onot·e aWonore. La guarnigione cli ìlfargllern si portò valorosamente e tutti qui lo riconoscono. Nessuna truppa avrebbe potuto prolungare la, resistenza più cli quanto essa foce)> .
Durante tutto l'assedio, gli austriaci avevano lanciato 74.000 proietti di ogni sorta,, di cui almeno 60.000 negli nltimi tre giorni; gli assediati ne avev,mo consumati 80.000.
Le perdite della guarnigione furono accer tate in cent,o morti e 100 feriti. L'a.1·tiglieria cli Ma,r ghera. ebbe J55 uomini fuori eom-
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L'ABBANDONO 01 MAilGHERA
battimento, cioè -il terzo delle perdite totali : elci 400 ferit. i, 300 morirono ùopo po00 tempo . Al valore <li tutti i clifensoi-i <.1i Marghcrn 1·ese omaggio il generale Pepe c:ol suo ordine dd giorno del. 27 maggio; ma più am;ora .Nicolò 'l'ornrnasèo n ella sua « Relazione)), che p orta, la
:b' ig . 1()2 • Abbanclono del forte éli Ma.rghera. (Museo Correr - V. G iacomelli, clis. • Li th. Na.ntcun. • Paris, Goupil).
data clel 4 giuµ:no 18.:lc!). Ent1·am1)i i. doc:nnienti vengono riportati per esteso p e1·chè, meglio Ll'ogni altr a nan·azionc ntlg,ono a,cl irnmortnliu·e le g-e,st.a élei. difen8ol'i di :Marghera. Scrisse il p:encrak P epe : « Il presidio tli Margllera elle coman<1a ,·:1 il colonnello 1i llè,a lia meri tato l'ammirazione del Governo Yc11elo, del gener ale in ca1io, ed otterri1 gli applausi de ll' Italia tuttn, allorchè si conoscerà la parte storica dell'assedio che sostenne contro le t ruppe e le artiglierle nemiche, per nu mero esorbitant i. Se Ri a\·esse potuto com:nltate, per la durata della sua difesa, soltanto l'audacia, il patriottismo, rinvincibil rnlor.e di oi;.:,ir h ttto, d i soppor tare ogni fatica, onr1'er ano an imati i llifensori dell::t piazza, essa si sarebbe sostenuta per qual ch'nltro giorno, ed avrebbero i nostri respi n to più d'u n assalto. Ma il governo, il generale in capo, il Consigl io d i <lifesa, dP.cisero la su a evacuar,ione, ri-
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VE:-;-EZ-IA
flettendo che l.:1 perdita ,li >1nrgllern no n· compromette ln sicurezr.n della Lagun a ; elle le <:e11toci11<)u:111ta boccl1e clà f uoco nemiche ne a u ebbeto sceurnto i rrn;r.zi cli difesa; e che in fi ne bisogna,·a conse rvare quegl'intrepidi a lla clifesa i.mlis]Jensabile cle'.la nosl:rn città e clell 'estnai:io. F u sgomberato perci<'> ìlfarghera la notte scorsa, overnn closi in tutt' orclinc la ritirata . i< Se noi deplorar dobbiamo perélite inappr er.zabili, uon ride il n emico per le !>ue numerosissime . Sopra il nost ro pr esidio lii duemila e cinquecen to nomi ni cli t u tte le a r mi, qua l: t rocenf·o rimasero fuor i combattimento. Sappia il popolo della Venezi~ e clell'ltalhl ·che non si conosce piazza in terraferma la qua le 11011 debba cedere nel un assedio regolar e ; e che il nemico impiegò. contro ìl'.Iarghern m~zzi supùriori :1. c1uelli che t·icl1iedonsi per l a pr esa di un a piazza di prima lineu, mentre la nost1·a era, tu tto al più, cli terz'ordine. I>ir1 il nemico stesso in quale sta to cleplornbile f osse r idotta Margbera. Le polverier e, a proYa d i bomba e coperte cli sacchi di tena, furono gr andemente pregiudicnte e r ese inservi bili ; 1€) cl ue casema tte divenute mal sicure; le piatteforme ed i pftrape.tti disfatti; infine molti pezzi posti fuori. d'uso. No ndimeno l'or di ne conser vavai:;i :1 segno tale cl,i, potersi t)en dire, c:ùe ag li italin ni nn lla ma nca, neppur e l:i disciplina».
E ~i(;olò 'l'·Olll!Jl a l:lèO : Margb.era aùb:wclonata, i.: di di r itto JJÌll nosLra r:he mni, perchì! guatl:t· col sangue dei nostri Jratelli. Nou :;arà spar ,:.o invono quel s,1 ngue. I'erclite tali sono più onor<'1·o li elle v i.ttoi:ie . Acciocc:hè tutta l'll:i lia nbbi n noti · zia <> ricorclnnza clel come a Venezia s i s ia combattuto e patito. recherò alcll n i pochi tra i mol t i esempi qui cìa t i .cli virtuoso coraggio e cli magn,rnlma affezione. <( Dur i> tre g iorni l a , pioggia :::u Jliarghera rlellc p:i Il(! , rle lle bombe, cl elle granate, de.i razzi. La notte <lel cH 24 i 111orUti ta cquer o, non i cannoni. FJ ogni qu art o c1'01·n cadevano qu:.trnula bombe . E da l ventitr é a l ven ticinque 1,o;;;sonc, cont:ws i settantnb1il a col11i cli dis tru1.io11e va r ia scaglìati <l ulle trin<:<ic elci nemico. Smant':)Uati i l'ipar.i. esposti e combaLtcnti e cannoni, le c:.tscmnt!e non piì1 sicure; il s uolo arato clalle bombe, ,~ come a oncle. i\foggior e il numero delle rutig lierie degli as;;alen ti, e 1r;i) lon ta no il ti ro, e più po;;sen te l'illl· peto, e non men g iusta la mfr ,t cl 'nr tig licri esperti e do(!:i elle (le· nos lri ~iovaui. fatti vn lehti non cla nitro, che clnlle ispirazioni ciel cuore. Nell'mnpiezza del sii:o e nel trarnhu;;to nwncanclo sovente capi, la gioventù faèeva dn ;:è. Nutri rsi cli biscotto per tr e dì e così st a nch i (C'hé il combattere era lor o nlimento) intanto cl.i<! il nemico con fon;e semm·ci fresctw , e scrb:1ndol e lontnrn'. clal pericolo, r is11rgevn ; ber e l' ncqun che sc,1 turiva clalle b uche nperte per l'imr<.>to delle bombe, and ar sotto il diluvi.o di qnelle a prendersi le mm1i1.ioni e uf.ficiali e militi semplici ; le mnnizioni cJ1e p ut· veninwo 111éno, e gi1msEiro tnrdi qna ndo era or di nato di r itirars i, si che pa r te dovette butta rsene nella Lag um1, e d i parte fare scialo da nltirno conlTo il nemico, e , come clisse il valoroi:::o R ossa1:ol ai suoi pe1: non sgomentarli, tirare a festa : portar e a braccia i fer iti, saltar sui cadaYeri degli a mici che per quarantott'ore giacquero ticcanto rr
1{11:tta
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l'.-\UTICOLARI 1,;1-:0 l Cl
al c:annoue, spettacoìo d i victi1 e tli gene r osa ira. ma nou (li spavento ; t ale fu ln vita dei n ostri dlt' fa dpeu,-;u-c le a lte parole cli Senofonte : « morirono irrepr ensibili uell'arnid:da e nel \'alore }>. « Son portate via a un combartente le gambe, egli cade appla ud endo con le palme, e muore cliceudo : « Vini. l'Italia >1. A un altro del braccio non rimane clJe un brandello della pelle, ed egli se la strappa , e la getta nel buco che glì sco.vù ai piedi la bomba . In meno cl i m ezz'ora qu attro c::idono acl u n cannone, bersnglio ùellù mira nemica, dopo d i aver e t r atto quattro o cinqu e colpi ciascuno : s'antnza impavido i! qu into. un già t)ac:ifico gio-vane, sedut o per
F ig. J.G3 - Interno del Forte dei Veueziani nel grnn P ia7,7,ale del Ponte . (riproduzione di staml)a dell'Istitu to Storico e cli C u l tura dell 'Anna del G enio) .
,nrn i :.i I t:wo lillv cl ·un n tlkio ci\'ile ; ma il tlegno rn nggiore Cosenz. napoletano, g li Yiet:1 <'SSer viW ma de l :::uo osl:in:1to cora ggio. Cno rimase solo n caricare e ad :ippunt:ue pel' una giol'llnta inter a, fii tutto il se~Yizio egli solo. àltri fer ito n el l.irnc:cio ch~slro. e invita t o che Yada n cura rsi. risponde con un pugno cli. troppo scm,ti;,ile clis1ieU-o, e rim.uw. E a t terrata la bandiera itali.al1a: il maggioi:e Ross:11:oll Ya per rime t·1er h. in :iH-o ; nrn un canuonier e gli invicli:1 il pcri<:olo, e corre in cima. e d iscencle non tocco. Un Correr, patrizio, vecchio solc1ato d i 1\nJl<Jleone, er:1. Ye1rnto D far visita in qnel dì festivo al figliuolo, che era dei J3audiera-~for o; un:i bomba. l'abbatte morto; il figliuolo cade sul 11,1cl r e a soccorr erlo; la bomba . scoppia.ocl o. l ascia le due spoglie abbracciate.
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V~t-iIDZIA
Kou dirò la fermezza int repida dei feriti : chi negli spasimi del taglio narra della battaglia ; chi prega lo taglino basso, che l'iman tempo a taglìar più
su; e spera imclle senza una gamba ritornare al cannone, e con esempi di ciò si consola. Si dolgono per la patria, o del cannone danneggiato, non del riroprio dolore. Con la febbre addosso balzavano al combattimento; e uno di guelli cascò sfini to sul ponte. « Quando seppero . del dover abbandonar la fortezza, non poteva no prestar f.ede, e taluni gridavano contro, e immaginavano strani sospetti, anzichè immaginare la necessit1t, la possibìlità dell'andarsene. E baciavano i cannoni ., pinngevano. Ai cacciatori del Sile fu forza fare inganno dicendoli destinati a difendere il ponte, e che altri verrebbero quivi in lor vece. Il prode Andrea.si Yole\·a dar fuoco alla ])Olveriera, e là r·ima nere sepolto. Due dei Bandiera <' Moro, uno dei quali patrizio, si recarono sulle spalle un compagno amato, al quale nella battaglia del Sorio due ferite all'una e all'altra spalla avevano data un'insegna d'onore e ora la bomba spiccava il capo dal busto; e se ne µortnrono a Vcne:r.ia il cadavere. Tutti valenti al debito loro, e, cosl nella disciplina come nell'ardimento, militi fatti. Ma se si potesse distinguere, converrebbe in ispecialilà rammentare i BancHera-l\:foro, schiera sacr a cli giova · ni, che spontanei abbandonarono gli abiti del viver lieto, e d urarono non solo contro i pericoli. e i disagi, mn. . contro gli ostacoli e le f reddezze e le sconoscenze. « Di varie città, <li varie provincie, nobili, studenti, ricchi, figli di magistra ti, scrittori, uguali tutti e ne' modi e nel sentire e nel salario ai più poveri. Tra loro il servo rlei fratelli Bandiera che il 22 Marzo liberò dalla carcere; e che diceva : io era già morto : tutto quel che io fo, oramai, gli è un di più. « 'l'ntti rassegnatamente sereni, ilaremente pensosi della patria, consci della n uova dignità del loro e del comune destino. <e Di q1rnsi dugento, in tanto infuriar della guerra, sei soli morti, ventiqunttro 'f.eriti. Il maggiore Sirtori, milanese, che era per tutto, quasi sfidando le bombe, Jlareva temuto da quelle, e con la sua pace invulnerabile ispirava 11mmirazionc e fidan:r.a. Il colonnello Ullòa, che da Margbera r itornò genernle, si g uadagnò questo titolo. Il nelJ)ico ebbe una fortezza di terzo ordine, perciò 1':1ssa ltò ··C'on f()rze esorbitanti, <1iffidanclo vergognosamente del proprio valore; ebbe la forza, i1on vinse>). -i-:·
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Uadu.t.a Marghera, i nostri erano lontani ancora dall'avere raggiunta la preparazione e la pratica necessarie per tenere la linea. di difesa ad oltran7,a, della. piazza di Venezia. Le batterie - secondo il Garrano - erano le seguenti : 5 cannoni da 24 e due da, 36 disposti snl piazzale del ponte tra S. Lucia e la terra ferma, e 2 mortai da S pollici poco più indietro, Yerso la città di Venezia; una batteria iLrma.ta da; ;'> pezzi, -
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LE DIPESID A'J.Vl'ORNO ALLA CITT.4.
~on magazzino per le polveri7 òi scarsa consistenza, sull'isoletta.di San Secondo; le bat terie di Campalto, 'l'essera e Carbonera cli cui una formata con .iiaviglio leggero: zattere 7 armate di canno ni7 e t rnbacc-oli7 muniti di artiglierie, sorvegliavano diversi canaìi che porta.vano a Venezia. Una linea di artiglieria era stàta preparata vicino alla città, e comprendeva tre batterie nell'isola di Murano ; a,ltre batterie -e rano state erette rLi due lati del ponticello di legno 7 che univa l a città al gran ponte forroviti,rio: due, denominate « S. Marco>> e « Carlo Alberto )) 7 erà,no r...ntra.mbe armate con tre pezzi. di 24 ciascuna, mentre la, batteria, « Pio IX)), ehe mutò poi il nome in« Rom.a>> qnando il Papa passò alla reazione, en1, a1·mata con 5 pezzi da 24. La difesa1 cli t utto questo settore fu affidata al colonnello Ullòa, che ern stato promossç generale a Marghera, ed alla sua dipendenza, furono destinati il prode tenente colonneUo Enrico Gosenz, comandante delle ba,tteri.é principtLli, ed il tenent>' c.o l onnello Sirtori, comandante di San Secondo. lht1ttanto come_misura preventiva atta ad impedire l'avvi<:i11arsi. degli a,ustriaci alla -città7 furono fatte sitltare alcune a,r-cr1te clei ponti della strada di accesso alla terra, ferma . Dopo un tentativo nemico, fatto nella notte del 29 maggi.o, -con due mortai da trenta libbre grès, postati tra le macerie delle due' prime a,r cate del ponte che gi.\ erano rotte, l'attività c1ell'attaccante si esplicò unicamente 11.ello schier amento di potenti ar tiglierie più idonee per un attacco vigoroso e decisivo ; e ~fo.rglH:I'it di.v-e nne il deposito principale di t u tto il materiale di assedio per la, costruzione e per l'arma mento delle nuove batterie . . Dopo uno sc1~mbto cli corri.spondenza fra il Governo della città ed il miuistl'o imperiale De Brnck, tendente a venir-e ad accordi. - che mai si i-aggiunsero - , il mattino del 13 giugno gli austriaci riprono il fuoco .con tutte le l pro bocche da fuoco: obiettivo principale è il foi'te, situato sulla strada che uniscP Venezia ana terra ferma ed al cui servizio si trovrmo àrtiglieri che già- hanno fatto lungo tirc,cini-o a l\farghent. A dare un concetto di ciò che fosse la vita giornaliera di quei prodi artiglieri, basta, la scultorea clcscrizioue che il· Ha-
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claelli fa, di una delle tante giom11tc d'azione Yissuta dai ' difensori al forte di S. Antoni,o . « La batteria del piaziale era. co1mrndata dall'i ntrepido tenente colonnello Cosenz. Armata di 7 pezzi da 18 e da 24, e di due mortai, rispose con incredibile energia al fuoco suveriol'e del nemico ; S. Sec011do, dnl canto suo gagliardamente lo sosteneva. Chi n on si è trovato ad una simile festa .non può farsi un'icl~a cli quanto essa aveva di SJ)a r.entevolc; sopra uno spazio di pochi me-
l!~ig. 16<l • Forte dei Veneziani a San Secondo. (riproduzione di stampa dell'Istituto Storico e di Cultura dell 'Arma del Genio).
tri quadrati,, tutto circonda to dal 11Jar6, solo protetto da un 'tenapieno nel quale sono praticate le aperture pei i::annoni, le palle <~ le bombe di minuto secondo in minuto secondo cadevano, distruggendo ripari, smontando cannoni ed 'uccidendo i . cannonieri. · « Le bombe ·e le granate scoppiavano al cli sopra, al fianco e nell'interno, abbattendo uomini, scavando fosse e togli.endo agli animosi persino il respiro, soffocati dal caldo, dal fumo e dall'odore della polvere; ed a tutto cièi si univa talvolttl un orrendo scoppio che tutto dis truggendo, mieteva numerose vit· time .: era un deposito <li polvere che saltava in aria. « Quei prodi soldati dovevano rimanere al loro posto per 12 continue mor-
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lr, FORTE S . A'.'<'J.'ONIO
tali ore, poichè riusciva troppo pericoloso cambi'are la guarnigione di giorno eò in una v<'lta . « Solamente quando uno cadeva colpito, com puri va tosto il s uo successore, che fino allor·a era ri masto con la r iserva uascosto di'etro le barricate del ponte. Altri d1Je arrivavano in seguit o : costoro, soldati del Sile o di altro Corpo, caricato sulle spalle l'estinto ocl il .ferito, lo trasportavano all'ambulanza ; e talvolta nel tragitto pericoloso una palla colpiva i destinati nl pietoso ufficio. Queste scene luttuose ·e di orrore si succedevano sovente, e quasi
IJ°'ig. 165 - Batteria Austri.a ca all'estremità del Ponte. (r iproduzione di stampa dell'Istituto Storico e di Cultura d ell 'Arm a del Gen io).
ogni gi.orno l'intera riserva dei cannonieri non bastava a coprire i vuoti fatt i dal fuoco nemi<'O. ' In una battaglia il soldato ha ·per sè lo spazio, è contornato cla migliaia di compagni, egli si muove, corre all'assalto, s'inebbria del trionfo, si sente uomo, ha una volontà, ha la sicurezza di raccogliere onore e gloria . Sul piazzale di S. Antonio niente cli tutto questo. Pochi cannonieri ed inser vieuti: tutto all'intorno deserto; sola compagnia le palle e le bombe nemid1e ; rispondere còl fuoco al fuoco ecl esse1·e sicuri .che prima o clopo la morte li eoglierà senza eh-i? niuno forse rammenti il loro nome e (lica come nobilmente hanno combattuto. Quanta costanza, quanto va lore in quei fieri soldati ! )) .
A tal'da sera, ecco coine il generale Ullòa riassum eva, al genel'ale Pepe gli .wvenimen t i. della giorn ata de] 13· Ginguo : << Il fool'o (austriaco) rallentando verso le otto della mattina, conti1rnava, rinforzando a riprese, d urante tutta la giornata . Sei di.ffc, -
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VEKIDZH
r<:'nti batt<~rìe sì ossernmo dalla pa1' te del nernko : ai Botteniglli, a.Ua teis ta del Ponte, in prolungazione del fiui1co clest1·0 degli ulti.mi piloui, fra i primi artbi distrutti, a -:::; . Giuliano etl tL Oampalto )) . cc Le nostre opei-e non hanno soffei-to alcun guasto ecl è aJfatt,o insignificante la nosti-a perdita. B inutile aggiungere nuove lodi alla nostnL a1·tig iieria, composta in gra.n parte dei difensoti di Marghera . cc Più di uu c·an11one nemico vedesi, acl onta della clistarnm, smonta,to dni hene u,g giustuti nostri tiri. Voglionsi t uttavia, pubblicament<:' encomiati il c.:unnoniere cli. artiglieria marina Luigi Tomma sini, che, fc~rito, griclaY,t: YiYa, l'Ita,l ia e rifi.utavasi di abbando1mre il. suo posto; il giovinetto Angelo Chelli, di Bologna, che e,on rara, iutel1ige1rna, ed intrepidezza, clisirnpegnaYtL il servi.ziÒ dei mortai, ed i. seguenti cittadini, i quali, acl onta dell'incessante fuoco prei,;t,nono atti v.issimo se1·vizio nel compiere i lavori di llifesa: ì\'larèello .A.n tonio, Biasini. Btu-tolome,o, :Piazza Giov. Battista,, Destro Antoni.o, Molocchi Angelo, De Pellegrini Lni.gi, Ba,s tùmello Valen tino. cc A questi anelava aggiun to l'imperterrito gi°'·iuetto Antonio Za,netti, di 12 anni, il quale con singolare audaeia presta vasi nl tra,sporto clelle m1mizi.oni' ecl ,1 tntte l e ocoorrenze della batteria, qualldo una palla, uemictL lo fece cadere in età così. verde della rnoi-te c1egli eroi >).
Il bombardamento a,ns t.riaeo c,ominciato i.l 13 Giugno si protrasse -con .intensità. variabili fino al giol'J1o 16; giorno in cui l'Assernblea· dei ùtppresentanti <li Ven ezia istitnì. nna, Commiss ion e ~Iilitt~re in caricata <li eserc:ihtre il sopr<~mo potere sulle eosc della guerm. M:e1nhri cli dettai conunis.sionc fnt'QllO il gcm~rale Ullòa, il tenente colonn ello Sirtori ed il tenente tolonncllo Baldisserotto; i quali sentii-0110 innanzi tutto il bi.sogno di disci· plinare meglio le ,o rganizzazioni ed i corpi formatisi per la difesa della città. E cominciarono, in data 20 dello stesso mese, <:ol reg,ola,rizzare il corpo degli arti g-li e1·i « Bandi.era e l\fo1·0 )) accet· tandone gli statut i di foncfo1,ione . Capo degli a1·tiglieri « Bandiera-Mol'o >> fu nominato il te11cnte colonnell:o Carlo Mer,za-capo, « egregio tLrtigliere, nomo ll i no bi.li spiriti. cono,scitore ckll'<1ni-
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IL. CORPO DI Aln'~GLI ERJA
« BANIHERA
E :MORO >>
mo e dell'ingegno di quei giovani )) ; a sostituire Ullòa nella carica, di capo del primo circonda,rio di difesa fu inviato Enrico Cosenz, che a sua volta fu sostituito, nel comando llellf.L batteria S . Antonio, dal tenente colonnello Ro8'saroll, (C uomo cli rar,o va.loro e cli. animo Cl'oico )), definito dal Pepi; l'« Argante della laguna)).
Fig. 166 · Forte dei VE>neziani sul gran Piazzale del Ponte. ( r iproduzione cli stampa dell 'Istituto Sto-
rico e cli Cultura dell'Arma del Genio) .
.Nell'assnni.cre il comando degli artiglieri cc Bandiera-Moro )), il tenente colonnello Mez?:acapo diresse aù essi il ~egue11te ordine del giorno : Artiglieri ! La destinazione a vostro capo, cbe mi. dava la Commissione militare, mi lusinga oltremodo. « Testimone del vostro n1lore, nessuno più di n;ie può conoscervi ed apprezzarvi. « La bé!lla fama elle vi siete acquistata fra l'esercito e i cittadini cli questa terr::1 carissima, Ila il suo eco in Italia tutta, e sarà tramauclato ad esempio d'amor patrio e di maschio sentire : di che deve amlare superbo chi ha la rortm1a d'essere delegato a comandarvi. Grandi furono i vostri sacrifici, ma altri ne attende la patria, alla quale giur'.1ste cli tutto sacrificare, finchè non fosse libera ecl indipendente. cc
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Vl3NBZIA
Se finora foste esempio di valore e di ero~ea costanza, si chiede oggi che lo siate di disciplina ancora. Ma non nella disciplina servile dei poteri clispotici, cbe spesso umilia cbi ubbidisce, bensì di guelhL dettata dal pieno convincimento della necessità <li fare abnegazione della propria volontà, e dar forza ed energia d'azione indispensabile al potere per salvare la patria in pericolo. Il vàlore è una àd]e virtù militari; ma voi le .lillbite tutte e dimostrate di possederle'. Acquisterete cosi novello titolo ad essere dichia rati dai vostri concittadini benemeriti della patria il (1).
Intensificandosi le ope1·azi.onj d'assedi.o, il fotte di 8 . Antonio era, diventato H be1·saglio più battuto dagli a::;sedianti. ; tuttavia lcL se,hiàa degli :.Ll·tigliel'i ebe preslaY,1, se1·vfaio presso quella batteria, rimaneva sa,lcfa a 1 pI"oprio posto, frnm i.11 un solo masso con la volontà, irnlomabil<c del comanda,nte . E mentre· ~i controba,tteva l'artiglieria nemita , molto venha cmato lo stato di effidenza delle postazioui, agg i ong,endovi locali alltL pr-o va <~ tra,versoni cli defilamento . A S.. Secondo la batteria fu accresciuta, di bocche cla fuoco, che diventarono complei::.siya,mente 13 cannoni (2 da JS; 3 eh~ 36; 4 da, 24 e 4 da G) e 5 mortai da 12 pollici. Riportiamo alcuni rappo1-ti ùel R,ossaroll da,i. <Il1ali. si. rilevano i. sacrifici e gli atti ùi' :wtentico valore compiuti clalh batteria, S. Antonio. Il 23 Gi11 gno Rossm·oll r-iferisce al comando 1-n a1·gornenti di.versi, e i;;criYe : Al Comando ùel I° Circondnr:io cli Difesa-Coruanclo delle batterie <e Pio IX r, e « S. Antonio_ii . All'egregio Cittacl:ino Tenente Colonnello Enrico Co;:en7. Comandante il I° Circondario cli Difesa . « I l ÌJez7.o numero sette è stato talmente fracassato dalle.. palle nemiche, che non si puol più caric:are, perchè uon ci entra più la palla. 1, nnroeri 2 e 4 debbono cau.biars i perchè ~fogonati. Per stanotte ho bisogno cli t re pezzi cl!l 24. cc La barca _che trasporta l'acqua è stata affondata, e tutte le tiue e mastelli per metterci l'acqua potabile e salata pel· rinfrescare i cannoni sono stati fracassa ti clalle palle nemiche : mandatene :iltri. Tl fuoco nemico nel
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(1) Generale ULI.òi'. Guerni llell'·i ncuven d<mza ''itnliana 1.848-)849. Vol. II, Milano 1860. P resso Legros e Ma rnzzani, Editori.
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momento che gui sono giunto era nnssimo. Si senono gli austriaci cli grana· te. ~:Ieglio, così la festa è più bella. <1 Per ora non riceviamo gran danno nè ai parapetti nè alla batteria, perche non abbiamo nessun morto o ferito. La giornllta incomincia J)iù tosto al· legra, e spero c-hc finisca nello stesso modo. << Con stima e rh;petto I Il 'l'cn.l:e Colonn. Coma nd.te le B.rie C. Rossaroll Scorza
Fig. 1()7 · Cesare Rossaroll 0806-1849), c-ospirafore dell'esercito napoletano del 1833, condannato a morte, graziato, prigioniero politico fino al 1S,J8: morì combattendo per la difesa di Venezia nel 1849. (d a Risorgimento e Unità d'Italia cli C. Spellanzon. edit. A. Rizzoli, Milano).
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« Bisogna far fare un ponte dalla ·parte della nuova batteria costruita sulle barche, e metter€' una mancina, con un cassone portatile da poterci tirare sopra le palle di c:rnnone, altrimenti saremo nel caso di perderne molte e di non averne più in batteria. Il ponte, la mancina ed il cassone colle corde rispettive sono urgentissimi. Il T.te Con.o Rossaroll Sco1·za
· In data 24 Giugno, Rossaroll parla degli jncendi provocati dall'artiglieria, ne111iea,,-· ecl esalta l' opera degli artiglieri e degli ufficiaU. In altra, del 25 successivo loda nuovamente i ,suoi artiglieri, e così.scrive: (< Comando delle Batterie S. Antonio sul · piazzale della Strada Ferrata 1.-' Pio IX lì 24 Giugno 1849, ore 8 l /2 a. m. · << .All'Egregi? Cittadino il Signor Tenente Colonnello Enrico Cosenz, Comandante ed Ispettore del 1° Circondario di Difesa. << Essendosi ieri manifesta ti incendi sulla batteria, e l'inimico essendosi avveduto cli questtl sventura più imperversava col suo fuoco; i miei bravi artiglieri, non solo contiuuarouo a servire con molta intelligenza e · valore i .cannoni, ma molti cli essi e fra questi i secondi cannonieri Isidoro Neri, GerarcU Virgìnio, Giovanni Paverà, Giambatllsta Ninozzi, Giorgio Conte, Ferro Giuseppe, .Bonaventura Tivan, e Giuseppe Perrin della Ses:l: a Compagnia Galateo, disprezzando ogni pericolo si fecero . sopra i parapetti e gittarono con manuelle e pali cli feno le palle di cotone in mare, le quali avendo presò fuoco, e non avendo potulo smorzarle colle pompe, non v'era altro riparo che buttarle giù, come fecero quei bra1ri. «L'ultimo incendio, poi, che verso le 8,30 smorzarono quasi sotto i di Lei oerhi, fu spento dai già nominati Neri, Tivan, Gerardi, e Conte, ai quali riuniti al soÌdato del Galateo Pen:in ho promesso qunttro lire a' testa pel trav~1gHo estraordinal'ìo· che fecero: La prego cli. farcele clare. (' « Sommamente poi soclclisfatto dei miei uffizialì, e fra gli altri del prode capitano Collussi, _il quale era cla per tutto, e con la pompa da Lui stesso dirE>tta spense l'incendio dei barconi sui quali si dee fabbricare la nov~lla batteria. Molto zelo ed attività mostrarono ancora il Capitano De' Martini, il Te· nente Ca.poni ed il Chirurgo Trisolini. Stanotte alle due a. m. si ~ manifestato un incendio a S. Giulìano che. alle cinque tuttavia durava. Ora sembra spento. « Sul far del giorno l'inimico ha fatto fuoco vivissimo; ora va rallentando. << Dietro la casa a S. Giuliano lavorano glì Austriaci con un sol peno alla Paixans, e sembra che non ne abbiano altri cli altro calibro .. Però a ppare che han messi altri pezzi e di maggior portata alla batteria cbe batte la mia dritta ed è situata a fianco della colonna clrittn, sempre parlando dalla parte nostra, della Strada ferrata, giacchè le loro palle che tirano dalla detta van-
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li'ig. 1GS - Corpi Yolontari (eia!
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Ve nezia.
Museo N,1zionalc cli c astel San t 'Angelo).
1849 no molto più a1,anti degli altri giorni. Abbiamo però la fortuna che 1è loro granate non scoppiano tutte. << Le accludo il r app?1to del Chirurgo cli guardia. « Con stima e considerazione Il Ten.te Col. Comandante le 13att. Cesare Rossaroll Scorza « Per fortuna 6 bravi artiglìeri, Giuseppe Ferro, Luigi Dedin, Paç>lo Caravieri, Luigi Porpajol, Biagio 'l'osi, e Stufo furono spediti a trasportare il pezzo abbandonato e cacciarlo sotto il Ponte, salvando cosi ogni cosa dalla artiglieria nemic-a : promisi cH dare ai coraggiosi soldati 4 lire per cadauno ».
Il Sotto Comandante Cesare Rossarol Scorza
Facciamo seguire un rapporto indirizz"ito allo ,stesso Cosenz il 27 Giugno 1849 ore 11 J./2 a. m. « Il nostro fuoco ben- uutrito ba ben accomodato S. Giuliano ; teneva tre
cannoni nncora ìn batteria, · ed ora non glie ne restano che appena due, per• chè, per quanto ho potuto osservare col cannocchiale, non più di tre pezzi bo · potuto scopd;·e, ed un terzo coll'aJl'usto da costa rovesciato. . « I miei tre cannoni lavorano bene, ed i capi pezzo puntano a meraviglia, S. Secondo non si conclltce con la s ua solita energia, non pel fuoco, ma per la punteria, perchè quasi tutti i tiri li sbaglia. · « Mandatemi una corvè per· sgombrare dei sacchi che mi hanno al solito abbandonati sulla strada nuova, in modo che non si può passare. <( È nece.s:sario cli gettare i sacchi cb·e si togliono sulla traversa formata dalla specie di trintaggio di dritta, .per renderlo più forte e ridurre la traversa istessa in istato cli proteggere la nuova strada. Mi raccomando onde stasera mi si accomodi il parapetto e mi si montino i quattro cannoni smontati. « i\:_landatemi la muta· ai Napoletani, perchè sono 30 ore che stanno qui, e sono affrànti- dalla fatica. << Gli arsenalotti non. gli ho trovati. Il guarda marina Dolci. si conduce egre1,,amente e se l<~ palle lo risparmieranno, l'Italia avrà in lui un ottimo e valoroso ufficiale. Mi gode l'animo di poter lodare giustametit-e un prode. « Accolga gli attestati della mia stima e considerazione Il T. Sotto Comand. le Batterie Cesare Rossaroll Scorza
Nella. stessa giorna,ta del 27 Giugno 1849 Rossaroll invi:1, altro rapporto al Cosenz, che fu l'ultimo ..scritto da lui : << Le acciudo un rappor to del Chirurgo Trisolini, e le raccomando· i due l)arcaioli Luigi Scarpa e Luigi Bellottì che si sono distinti 'per umanità e coraggio.
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LO SCOl'PlO Dt U1\ .\1A(;AZZINO OL POLVERE
« TJ fuo<:o nemico rallent a, il nost ro larnro continua con alac-ritit. Scriva a Venezia che il coraggio non ci manca e che la mia bandiera lace1:a, distrut· ta ll.ille palle, sorge su uu'asla spezzat:1 e legat(l con cor de, 11iù gloriosa: e se st:motte si rip,1rano i cl:rnni dei [ìUtapettì. e rimettono i per.zi iu batteria, CO· ·me spel'o, gli :msLriaci vedl'anno che i clifcusori cli Vener.ia, non solo non si perdono d'ani mo, ma dopo un disastro :ibrnuo J)iLL altieri che mai la ,testa, e stkl:ino i.\ nemico a pugna sanguinosa.
Cesare Ross::irol
.l!'ig. 1G9 · Batteria cli canuoni a San Giuliauo. (r iproduzione d i stampa dell'Istituto Sto-
rico e di Cultura clell 'Anna del Oenio).
ll dh,tstrn nl quale fa n .'11J1U il tap.porti, sop 1·n descritto ,s i r .ife1·isce allo ~:coppio cH un 11u:tga1.Y.ino deJlc polYe1·i an·enuto nel porn.eriggio.·di quella gior11ata: molti vi trovnrono la mor ti:; ma, i snpe1·sti ti continmu·ono c:011 la c:ons net a brit,·nrn 6, :servire i pez.1,i, inentre allTi ntternlernno a ~pegnere FincPndio.
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« Egli era dovunque; - scrive un cronista, del Rossar,o ll -'-- ; correva, v-0la,v a; pa,reva guizzar come folgore, come luce improvvisa. « Non fuggite)), gridava. « Oora.ggio, figliuoli. Non m'abbandonate, per Dio. L'austriaco ci guarda. Ai cannoni. F'uoco. Fulminiamoli tutti >>.
Fig. 170 - Batteria cli mortai Austriaci a San Giuliano. (dalla Civica raccolta delle sta.mpe di Milano ).
Ed a' suoi napoletàni: (< li'ratelli, paesani mfoi, non mi la· sciate qui solo. Venezia è cli là; di qua il nemico. A ~ vostri posti, paesani. l•'uoco di sezi.onc. ~ oi non siamo m.e n ·forti. 'A.Ha miccia. Fuoco)). ' E così erano vinti .lo sco1npiglio e la copfusi,one p1·ov,o cati dall'incendio . Cinque ore dopo l'incendio, vei~so le otto di sera, mentre dall'-0sservatorio col ca,nnocchialc egli seguiva gli. austria,ci, nnt1 palla nemica, lo colpint a<l una spalla, prostandone la persona, c:he fino allota era parsa inYulnerabile. F erito a, morte, prima, <li farsi t rasportare a Venezia,, volle rivedere il conitm<,lan-
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r,.\ F I!\'l•l D( U:-S IDROlll
t<> etl amico Enrico ( 'ospnz. al quale disse: cc ti rat<·omando la. mia bat tcl'ia; essa è, la :-alntc cli Yenezin ». E :ul un sacerdote,, che l'assisteva uegli ultimi lll(Huenti cle ll'a,go11ìa, l'ia ssunse in una Jrase geHerosa t' i111 mol'ta le t ntta r cpopè,1 tlel no~tr-0 1·iso1·giwento:
« io
non bo da p{'rdornu·e a nC'ssuuo, perchè n on ho E> i lede~c·hi )) .
11 emit:o alc11uo, eccetlo il. R<: di Xapoli
. Fig. ]71 - La morte di C. Hos,;nroll. (da.Ila Civica raccolto delle stampe d i Milano) .
In alt1·a ,·ersion e si affei-rnn c:he il g-1·ido finale clell·el'Oe fo;;. « salvate b batt<'1·i.~ >>. Quand,o il generale P r pc~ 1·t·t:ossi a Yisitndo, l o t1·ovò che bocc heggiava . .\ll c parole• tli ammfraz.ione e tli t:onforto tlPl genetalc. R ossa.roll ebbe a n cora, la forz,t tli dirt: -Son io ...... . ma l"llalia, nos tra essere clebbe l'op:getto delle ,·osti·t> ('lll.'e ?>- l'od1i mom enti d opo l'a nimn del Ynlor,o:-o solei.i ro pl'encleva il volo per .l'irnmo r -·
se :
talilà.
« r~ nn napoletano dte così p ada sotro le palle 11emitlte. di11a,nz.i alPurn.ko more uLe : è un napoleLano c he muore e.on fermez:,m inc1·oll abile cli p e11siero n'1·so l' Italia . Colà.. insieme a ta,nti -li:.!!1 -
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prodi di ogni parte él' ltalia, che le offrivano - senza frasi a,d effetto - F,o locansto della loro vita, ei:;si suggellavano il patto che doveva fa1·e la na7,ioue libe1·a, ed uwi. · « La, 11101:te di Cesai:e Ros/stLroll fu sventura, italia,na, )), scrisse un cr,o nista. cc L'Italia apprenda quel nome a' s uoi fanciulli, e glielo app1·enùa con riYen,111.;1 )).
' Dopo i danni subìti clalla batteria S. r\.ntonio, s ulla pia~~· zettrL dietro il ponte sorse 1111a, nuova batteria armata da 3 cannoni cht 24 ai quali, in seg nifo, se ne a,gginn se un quarto. La ·nno-ra batteria, p er onorare la . memo1:i;;L tlel glorioso morto, prese il nome cli cc batterhl- Rossaroll )) ; ed U generale Pepe, il 4 Luglio d<>ttaYa il seguente ordine del giom,o : <e A verpetuare la memoria clel valoroso tenente colonnello Rossaroll, che periva il giorno 27 Giugno p. p. della morte degli eroi alla difesa del ponte della strada ferrata, il generale in capo, assecondando i voti dell'armata, ordina che la nuova batterì.J sulln prima piàzzetta di quel Ponte porti il nome di batteria Rossaroll ».
Alla ùatteria Rossaroll fo destinato il capitano di a1·tiglicria di marina Kolossek. « D'un coraggio insuperabile scrive il Raclaelli - e cli forza d'anil.llo, a tutta prova; il Kolossek accolse come onore insigne essere prescelto al posto del maggiore pericolo. Comandò la batteria « S. Antonio >> con una risoluzione, con un coraggio che non furono da nessuno supei'atì. Dormiva in mezzo ai suoi cannoni, mangiava il ra.ncio dei suoi cannonieri, era per essi un padre, lln amico, e lo piansero quando la morte lo tolse al loro amore» .
Nella riotte ~ul 7 Luglio, uJ1 distaccamento austriaco dusci a penetrar-e nella batteria S. Antonio . Il tenenfo (·olonnello Co~enz, con un' aucla-cia e con un ~omggio senza pari,' impe.~nò la lotta, fino a che rinscì a scaeciare gli intrusi.
Già da qualche tem.po la rn:rnl;anr,[L lli vivel'i i:n Vcner,ia, an (fava anmentanclo; cd anche le condizioni sa11itarie destavano non poche appren:'!ioni nel Governo e nel Comando della difesa. · - ·630 -
LA S0R1'l'l'A DEL
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AGOS1'0
Bisognant nscire d.1 un,L siffatta situazione . B perciò il generale Pepe ordinò à:l s uo sta,to maggiore di studiare 1111 piauo cli opcrazionì da c.oncrctarsi con una ·sortita ve1·so la linea di C'avanella , Oaxazr,ola. e Oavarzere, risultando èsservi' in quella p laga bnona. quantità. ùi generi cli prima necessittL, quali bestiame, grnnaglie, vino ed altro.
Fig. 172 - Eroica morte del Tenente Colonnello Rossaroll. (Museo Correr - V. Gh\comelll, dls. - Lith. Nanteuil - Pitris, Goupll).
Per una serie di ragioni dw ometti.amo di 1·rnssnrnere. il piano giù, preparato dovette essere abbandori.ato , sostituendolo con altro a liuee più tistrette. All'attmtzione di <~sso furono \lestinati tapi p r,ovati. e iutr<~pidi qna,l i i tenenti colonnelli Giµseppe Sirtori e Camillo Bol<ioni; i quali, dopo r-aecolti cil-ca 220 nomini, dovevano muovere dal forte cli Brond,olo. I componenti della spedizione appai-tcnenu10 ai seguen ti COl'pÌ. :
a) GO Yolontari. dell'artiglieria DarnJiera-:Moro comandab cla,i tem'nii Annibal(~ Boz½oli e Giuseppe Costan t ino Nardi; b) un distaccamento di ingegneri l,ombardi;
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o) 6 cannoni cli 1:utiglieria da campagna comandati da Ca,
mino Boldoni; d) 50 cani llegge1·i. comanda ti. dal maggiore G uglielmo Diaz; e) 1300 uomini delle L egioni I ) II,' e IV della Guardia Nazionale mobile, comanda ta dai m;,1,ggiori Leone Papa, Francesco Gheottoff e .Antonio Sartmi: · f) 100 mili.ti clell'Itnlht Libera, comandati da.l capitano Bomè Carlo; g) 500 nomini delle Cen turie dei Veliti, comanda.ti dal maggiore Fratt ina l\la1·qnardo; h) 100 ·Cacdatori del Bile, col capita110 Nardi Luigi:'i ) 1111a, battel'ia di 1·n1,1,i dell'artiglieria BandienL-Moro di. retta dal serg<~11 te G. D .. Ferra,ri. Da tutti questi elementi fu tratta una, r ist~r1·,1, com.melata <lal tenen te colonnello Ciro li'oglia; coi rimanenti, furono costituite ti-e colonne c<>SÌ formate : I) U.olonna di dest ra : comtu1dante tenente colonne.no Sirt,ori :. 400 uomini : 2 cam1oni dell'artigli eria Oamillo Boldoni , e 20 ca,va.Ueggeri. l>o\·cya nmrciar e ti-a il cana~e « 'raglio Nuovis$1.rno >> ·ed. il cc 1Jrrnta morto n, e {p1irnli puntare su Condw e S . Ma rgherita. II) Oolorwa del centro : c.ornandaute il tenente colonnello cH at't.iglietia Carn i.llo Boldoni; 700 uomini di truppa composti con element i diversi; clne obici clell' artiglierif:L da campagna Bol doni, ·e.20 can1lli•ggei-i.. Do,·eya marciare tr0: il Brenta e la sponda sinistra del Bacchiglione fino a Cakinara, posci.:L spi.egai-si c:on la froJ1te tra Calcinara, e S . Margherita. IÌI) ·Colonna. cli. si.nistra : anchie,ssa al comando del tenente colonnello Bo.ldoni: axeva la composi zion e di HOO uomini di fànteria, di due e-a nnoni del.l'artiglieria Boldoni e, ~o cavallegge-ri. Doveva marciare lungo la sponda. _destra del cana,l e Bacchiglione, e puntare su Civè . La riserva C'omprc•ml ent una. forza di circa 500 uomini, compreso un nucleo degli ingegneri lombardi.
Alla colonn,l centrale apparteneva un repatto cli requisitori di 300 uomini, diretto e sorveglinto clagli artiglieri « Bandier..1,.Moro >> e da i. ris1Jettivi nfficinli ~ ardi e Bor,zoli. -
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(( IL l\IOnno n,1,'UHIA , IL PAN CI MAXCA » IL I" a g·m;to, i-.i svolse l'op c1·ar,io11c. Uli aus l1·iad, attaccati ~ o n decisione, <.:omincia rnn o a p e rdete leneno; poscia, l'i<l otlisi .s ulJa sponda sini ::-trn del Ba<·cliigl ionc, furono a ttaccati decis,t · meu te dall a <·olonna ce ntrale, coll(l otl a iu pei-sona cl.:tl B oldo11i , ,dJ e si era Ul<:!/.5&0 alla testa cli q nelle t r up pe. 1' ota ta u n a for lc palb1zata coH pa1·upetto cilTOlHfato da un l'os:-;o, il Holdoni fece .l'in nire l e a l'tiglier ie de lle dnc colo1111c eh<' a g in rno alla, sua diIJe11 c.lenza ; e , for mataIJ e uua lmH c l'ia i-.ola , onli11ò l'., pcr t nra cl el fno<.:o, ebe i-i usd cli una efficacia risoh1ti,·a . Le t 1·e c.:olonne ital ia-· ne pote.1·0110 hi n d a r,s i a ll'at tnC'eo : e p1•.1· l' int elligc•ut e i mpi ego che .il B oldoni fPte d<· ll c• i,;11t1 truppe in q1wlla O<Tllsione, gli austr iad fn1·0110 sc·on fitli , P un n 101·0 t ol o nna , fu l'Htta p ri g'ioni cra per ·.(l e u do la ba ile.li.era cie l l ~"' l'a 11 teria , che fo c.·a tt II rnta d a i uost 1·i. lll t an t o il t·cpa1to « 1·e1111isiLori >> potè 1J1·oce der<~ alla requis izi,o ue di ~00 l>od 11 i, di 100 maia li, cli 30 1·nn1l lL d i molti p olli, ·<li GO ù a t·<:he d i g 1•;.u1 0 e di lll olt<· botti di dno. 11olto si d i~til 1scro i rnlo nt al'i « Bandient-)Ioro J> e oon e!-si ·p;li a rtig liel'i delle due s ezioui d m a ve vano battuto Oà TreYisan. 11 gi<H·no succ<•ssi \'O, p el' ,·ell dl't t n , gli n11 sll'ia ei i1H:en <.l iaron o ·Conche . D i fronl e alla er oi c,L r e1-,i.stenu1, lli V e n ezia gli a ustriaci ~,li· me11 taro11 0 i mezzi d i offesa. cl cc: isi a conseguite l a resa del la -pi.azza 11 q ualu n q ne coslo. 11 Carrano annota c he l'a1·111a11tcmto <lellc nno \·e batterie Hll f-tria c· he ui 1w i111~ d i a gosLo e1·a i1 s<~g- nente : « G ca nnoni da 24 e 2 obici da 8, 4 mortai da 00 libr e gr ès ; 8 caunoni da -24 e du e Obici d a 8 stil ponte, e nelle vicina nze 6 o più mor t a i cla 60 Hbre grès e d a RO libre grè:;;. I cnnuoni e gli obici t ir arn no cont ro In cittù , mentre 1 mor t ni t it·ava no s ull a cittìt e contro le bn t terie Yencziane. I nolt r e da Cam·.pnlto, ni t r i ca n noni austri aci t irarn no s ulla cit ti1 e su Murano».
Di fr.011 te a i molt<•plid da 1111i c he g-li aust d a <"i a rreca1·ono p c1· la viol e11za <l<•lle loro ,1zioll'i s rnltc lll·l lllcse d i a g osto, gli art ig l iPri italia 11i di se n ·izi o allc> ha t t<•1·ie t·1rn senaroJ10 se m p r e la {:11l11HL dei. valoro::-:i , 11rnn t e11e ndo costlln tern c nte vivo il fn oco 11ei l cwo pezzi e t on t r oba tte11<lo eo 11 c•ffi<-:1 c ia il tiro nemi co. Ma. onn11i. la cittè\ era s t n ·111ata dall e malnttic e dalla m i-ser i.t; 0~11 i n lt~ri o1·e resist<•nza a 1111] la a \'l'C)bbc gion1to, e orruai J.1
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1849 -
VENl!JZIA
il valore dell'intera, gua1'nigione si era mos trato indiscutibil, mente grande, e non anebbc potuto essere .superato. IJ ]2 agosto, Manin, l'ivolgern ui Veneziani le seguenti pa, role: cc A noi basta l'aYer seminato, la semente, sia tene certi,. produrrà, la, sua messe, se non per noi, almeno p er i nostri di . c:endenti ». Le parole del patriota veneto fnrou o un vaticinio, Se dieci giorni dopo tale monito, Venezia era costretta ad apl'ire Je porte agli austriad, a distanza <li 17 anni, per virtù di popoli> <' per valo1·e dell'esel'cito, t uLto il Veneto entr:na a far p a,rte inclis olubile della grande fam iglia italiana, liberandosi per· semp1·e dal servaggio del l' Austria,. ).folti dei contemporanei, <:he Yi aYeYano preso parte . scris-. se1·0 sull'assedio di Venez ia; e molti ra ccoglitori <li «memorie»· e di « cl ial'i »; ricakando le orme di quelli, t1·attarnno lo stesso argomento, per esaltare ed an(;.]ie per critiCHl'e gli avvenimen ti svolti. i in circa 17 rnesi rli lotta, sostenuta da Yenezfa contro l'impc1·0 Absbur-gico. Così facendo, ~i venne in cel'to qual modo. a smi nuire la portata r ea. le dei fatti; e, sia con le rournntiche {':::altazioni, !--Ìa oon ctitichc non sempre !--erene, non si tenne hl· d<~bito conto che gli austriaci disp onevano cli una forza cli gran lunga superiore a, quella <lei Yenezia.ni; ché alie artiglierie terrestl'i l'Austria aggiun gern quelli! della mal'ina, complessivamentedi gran lunga superiori pel' nuruero a quelle della difesa; sopl'll· tntto, non 1,;i tenne in tlebito r.;onto che l'organizzazi,one, la di.sci-. pJina e lo spirito delle forze au trh1che, gnidate da capi r.;apal'i <~ ç1i grande asc<~ndente sui dipendenti, costit,nivano un elemen to, p1·eponderante nella lotta, lotta che Venezia do, Ptte invece 1SO ·· stenere con ele1rnmti eter-0genei , raccogli ticci e poco dif.:eiplin ati. st> pur coma ndati da ufficiali competenti e valorosi ~he ispiravan o la più grand e fiducia, nei gl'<~ga,1·i. Certo, Venezia munita di opere permanenti an tiquate e p1·0-. tetta da d1fese temporanee cos.truite sott o la pressione degli. eventi, - traccia.Le però con vera.. maestria ed eseguite con 1·arc1 C()mpetenza, tecnica , - ,sostenne un assedi-o dei più accaniti. addimostran do resistenza ed energia ammirevoli. Nelle operazioni di ver-0 assedio , che seguirono il bloeco, gli au striaci rofrarono in nanzi tutto a far cadere Marghcra, che, so, 0
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co:,;srnEll:\ZI01'I STJLX,' A;';SEDIO
stene.ndosi a spc8e di s forzi eroic;i compiu ti dai difew,ori 1 dspose eg1·egia mente alla sua, funzione di elemen to l'ita1·dat<H'e c·ontro l'a wtnzata, degli invasori y,erso Venc7,ia . Le critiche pet" l'abban dono di l\farghcra f lll'Ono del t n tto ingi ustiftcate : l'opera, ora ridotta a un cumulo ùi rodne, nvev:t da to tempo di prepar a re
Fig. 173 . Combattimento sul piazzale maggior e del P onte nella notte dal O al 7 Luglio 1849.
migliora1·e le difese rcti-o~tanti, t a n to d ie gli austriaci, clopo la presa di :'.\Ja1·gbel'n , si tl'o,arono in gr:-;ivi. imbarazzi, e clovett(lro s ubfrc p erdite sensibili di nomini e cl i materiali prima di ragginnge1·e Yeue1fa. La dttà, essendo situata a notevole dista,n z,1 di. tir o, non poteva e~st>r e battuta dall e batterie cleH' attaccan tP. se queste non l,:i fo!--8Cro :-:pinte innanzi a distanza di tiro utile; e siffatt-0 spostamen to le avr ebbe - come infatti avven ne - as~ogg-ettate agli effetti micidiali del li1·0 della, difesa. L'impiego (l i p alloni f1·ena ti ten tat-o da gli uu str iaci per landa1·e proietti ~ulla e;ittà. <! l'U':;O cli barconi fumogeni spinti
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VE~EZIA
hrnam~i prium d i sferrate l'atlaéco <li Yi n1 f01·za sul ponte. costi 1:11ironu :-:;cnza, dubbio ptO<.: (idi1Uenti ci el tuLLo nuovi. P ei- il pu u tame11to delle a1tigliel"ie dell' attacco fu ce 1·ta111e1de un notevole p rug1·cs80 l'u t iJizzazi.one di cosltuzio11i che pcr meUevano alle bocehe cla fnoto di gTosso Cc:.LlilJi-o un,L ,iuc:li nnr,ioue ù i almeno qua1·aut11ci nquc gradi, onde octcne1·e una gitt ata rii eil-ca, 4000 metri. C-011 lntto ciò, quando i tolpi caddc1·0 sn Ye1wzia e anccai-0110 · non li.cvi (]a11ni, la spemuza .d egli . ;w stria ci cli 1u1a intmelliat;L 1·esa andò del usa ~1gualrn ente pcn· hè i set'tori maggio1·111e11tc 111i11acciat i fu r ono rapidamente fatti ,sgombrare; inolt1·e molte palle cad u te ·i11 Venezia fnron o rac<.:o lte, tl·aspor tate sulle postazio11i dellc:.t difesa e lanc iate co1ttro le li nee cl'onùe po<-o prima erc1110
partite. La Yigila11za della <.lifel-a fu a ttidssirna. Le Yatie sorti te opera te in tli.v<.!t·se dh-ezioni, ol t t·e a 1·ic·acciat·e ill(lietro gli a tta etanti e a <la 11 neggiai-e i larn1·i cli approedo, c he proccdeva11.,> sc•uza, sosta e senza tener conto delle pe1·di te, servfrono spesso n i no::;tri per effeLtua1·c r equisizio11i di ge11eri alimentari, ch e a,nclllvano iwlllpr·e più difC'ttanclo, e p er ca tlnraJ'C n omini e materiali di versi. .\falg1·ado tanti ·forzi qnanclo la ruan C'anza, cli dveri fu quai-i ,1,-sol11 t,a, la ll iuzza, dovette cede1·e per fame . l>ei 25.00 tliff'11s-ori. l"Ì l'(·a 14.000 erano ,s ta ti decimati da I fuoco n e mico (hmrn te la lolla gi01·11;1 lit>i·a e 11e lle cnwnl i. s01·t i tc; il colcm e i l t ifo a,·(•nrno mietute neni poche Yittirn(•: i :,,nperstiti r--i erano riclolti a Yeri ~pcttri. .Ula città t he a Yeva er oic:ameu Le soppo 1·ta,to 11 i1 assedio c·.lw 1ton Iro,·;;xa, l'isl"oJ1 t 1·0 nùlb storia, fin o ~• quei te>111pi. !,;l Yolle. etl a i-a gioue. ri~pannhn·e lllla ca(lnta impo:-.h; Llalla forza. delle t\i·mi. , La bella tra.dizione a1·tigUc1·esca <le l1 'è1J1tka Hc>puhb litf1, di S. xlan;o,. nei cl iciasette mesi di sanguino -i sfol'r,i opei·ati dal n em ico, rifrils;<~ m agnifica, assm·genclo .ad n,lt<!zza di epopea, ; e t11tto il resto clell'esertit-0 . comand,1to dal YN·tbio g-<,nern](' P e1w. fn aD111 1irevole per ardimento e perizia,. V enezia ca dde tl'a la colllrnossa a,nnnirazione cl i tut ta Ern·opa e lo sbigoltimento clell<' Ca 11cellcrie e delle Co1·ti, l e qnali. f-Ol'Cle ;1. t ntte le p r eg-hiere. ed i1npnssihili di fronte alle profoMl e
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L .-\ GLOHL\ DELLA SERK\ I S S DI.\
scosse che avevano fatto vacillare l'impcr,o austriac·o, l11 sC'iarono che il d.esti.110 i-.i. compisi:.e. :Vta se Venezia a\'·e va dovuto l'illnuziare anc:ora al suo ideale cli libertà, serbava però iuta Lto l ' ol'goglio della, proYa fatta, fi era, Lli aver te1111 to testa. da soh.1. ad un iillJWto potente, c:ontr.o il qnalP, a suo tempo, J'Hali,,1 n>Hdi(: IH~tà. g-li <!1:oi. e<l i ma.i-tiri cli una stessa gra nde causa .
L'A rtiglieda napoletana nel 1849 - Le figure simboliche dell'Artiglieria sicili.ana eternate nei monu111e1iti eretti ad Antonio Lanzetta ed a Rosa Donato - L'Artiglieria napoletana nel combattimento di Velletri salva l'Esercito borbonico da un sicuro disastro - Medaglioni di tal uni capi della brillante pattuglia degli artiglieri napoletani: Ullòa, Cosenz, Boldoni, i· fratelli Mezzacapo - Le Artiglierie estensi - La mezza batteria modenese alla battaglia di Novara - La I o• batteria di battaglia dell'Esercito piemontese . La 1 • batteria estense alla sottomissione di Livorno - Il tenente colonnello Gue.-ra citato all'ord ine del giorno dal maresciallo Radetzky - L'Accademia estense - L'Artiglieria parmense - Le sue vicende nella campagna del « 48 » - Il capitano Leonardi.
In capitoli precedenti ::.i è clato adeguato sviluppo alla parte riforente1-i al g-1·a,l1111le, ma <·osti111h, p1·ou,Tesso ll{~HP a l'l·iglieri<~ napoletane; e si è rileva,to come, dopo la, cc Restaurazione>>, il <·orpo dell' A 1·tigliel'ia horboILi(-,1. fo-sst: il solo c·l1e gm·cggias~;e con quello dell' Artiglierin, piemontese, che certamente va,ntava maggiori e più gloriose tradizioni. E vrtlga il fatto che se la ' Rcnola <lrlla N11nziatella non vide sorger<~ una cornpeten7,a tecnk.;t ecl inventint che potei:.se stare alla, pari cli Giovanni Oaval]j, essa, però diede il crisma, acl un lal'go manipolo di valorosi e dotti ufficiali. Qnci::ti. n:fftriali., nel movi11wntato periodo deµ;l i :1,1· · venimenti politic,i e militari dw caratteriz7,aron o g-Ji anni 184R e 1849, e poi negli anni in cui continuarono a svolgersi le vicende del nostro 1·iscatto, diedero un forte impulso al progresso del1'.Artiglieria per il contributo del loro sapere, dei loro stndi e 637 -
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,-\W1'1G L TERIA KAPOLETA):.\
della loro competenza professionale, mcll tre ai reparti cl i truppa, che avevano iniziata la crociata dell'indipendenza e drlla lihrrtù d'Italia, furono di. costante e splendido esempio di virtù militari, sonette eia largo spirito di i:;ac:rificio e informa.te ,-1, sano dinamismo rinnovatore. Salvo lievi modificazioni apportate negli arnli sucessivi, il co1·po d'Artiglieria, delle truppe napoletant~ era anelato incontro al per-ì-oclo l'ivolu7,io11n1·i.o del 1~-i-:~ con gli ordinamenti del 1839; tuttavia, iniziatisi i moti in tutta la Penisola. il Governo borbonico, oltre ud invfare pa1-te della sua flo tt1'\ 'in appoggio a quella di Venezia, aveva potni:o disporre per la costituzione di nn Corpo d'esercito, che, all,1 dipeHdenza del Pepe, avrebbe dovuto combattere coi piemontesi per la causa dell'Inclipen den za d'.Halia; e subito dopo si era accinto all n riconquista della Sidlia, che si en1 rib(~llat,1; fin clai pl'irni aJGori c1elln rholuzione general e. Nel 1849 ìl Governo borbonico potè (]i.::.;pon·e di larghi mezzi per continuare l 'azione di riconquista dell'Isola, e inviar e inolt1.·e 1111 c;ontingente di truppe nel.le p1·oviHc:ie romane per contribnire alla restaurazione del potere temporale del Papa . In tutte queste spedizioni, il Corpo cli Artiglieria vi fu_rappresentato da r eparti org;1nici omogenei e ben inquadrati; ed . il comportamento tenuto da uffici.ali e cannonieri napoletani durante il periodo cli blocco, e poi clura,nte l'assedio di )farghera e di Venezia, costitul indubbiamente una pagilla assai gloriosa scritta drt quei valorosi nc1la storia dell'Arma; inoltre le operazioni militari, aJle quali quell'artiglieria prese parte in quel t empo, dimostrarono la larg}L competenza posseduta dagli ufficiali nel p.reparare, organizzare e sfrul:tare le artiglierie nelle , più svariate contingenze ta.nto nella guerra d'assedio quanto in quella in campo aperto. I contingenti del Corpo cF Artiglier·ia in vi.a ti alla 11.eonq ui,strL della Sidlia, se nei primi scontri coi J·ibclli 11011 avevano scmpi-e fatto bnona proYa, ciò c1ipese ,s oprattutto dai criteri d'impiego adottati pei- le varie ,:Lrmi in genere . e per l' nrtiglieri.a in ispecie. Ginnto però nell'isola il geùcrale Carlo Filangieri, Je cose mu tarono : ed (~ faci le rilevarlo dalla relazione che in data JO setternh1'8 1848 detto geH-ernle C;Om})ilava per il suo Re:
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LA IU VOLUZIONJ,; SICILIANA
« L' Artigli<:,ria - scriveva il Fil:rngieri - ha fatto ora quanto doveva a far •scompa rire In sua 111:lCl'hia di cui suo malgrarlo e per le seduzioni di taluni erasi lordato guesto clìstinto Corpo, mentre è stata clcssa lavata dal sangue <li Ancln1zzi - Polizzy - Pelll~griui - Melenclez - Linea · Cantore. I soli che potettero rimanere al coma ndo dei rìsf)cltivi pezzi, cioè il capitano Melograni ed il 1° tenente De Michele fur ono anch'essi colriiti da palle che fortemente li contusero, di talchè niuuo di essi non. pagò più o meno il debito di rispettosa riconoscenza che lega noi tutti alla sacra persona cli V. M .. Meno fortunato de' due precedenti, il eapitnno Dupuy, nel momento dello sbarco la pa ll a che lo colpì aila gamba destra gli ha cagionato una contusione così 'forte, ed una schiacciatura di tendine che ()(or pi ì1 !Settimane lo terrà 11 letto 1).
Anche fra le schiere dei ri voltosi isolani le prove fatte nei giorni di. battaglia ~LVevano messo in rilievo l'importanza di pot~r contare sopra, buoni a,rtiglier·i; così che ~,erso la fine del « '48 >> -era stata instituita in Palermo una scuola alla quale il maggiore Tito Derix teneva cattedra sulle bocche da fuoco, sul tiro e sul l'impieg-o dell'artigli.eria. B poi.chè fin dal 9 settembre, e-on voto -espresso dal Parlamento, il<<P.otere e,secutivo » era stato a,ntorizzato ad .assoldare all'estero un discreto numero di n:flìciali dell'arma, tale provvedimento, prima che si ehiudesse l'anno, avevn, :avuto la desiderata attuazione. Va notato che oltre a,g li uffidali, ·e rano stati pure reclutati circa 200 gregari dc~ll'arma, che furono poj ripartiti tra le piazze di 'l'aormina, di Catania. e cli Sira-cusa. l\fa le vc1rie provvidenze. non si emno limi tate al personale soltanto, chè erano state rivolte a nche al materiale eù alle bocche da fuoco occorrenti per l 'armamento delle città poste in assett o di difesa. Dai rapporti di Rosolino Pilo e del generale Autonini rilevasi che, se Trapani poteva dispone di una settantina -di bocche da fuoco di calibro diverso, a.ltl'e città però - tra cui Palermo - disponevano di nn armamento insufficiente per nn· mero ·e per qualità; ed anche il urnnir,iomtnwnto el'a starso. Consta che·nei primi mesi del 1849 la piazza di Termini di-sponesse di uno schieramento di bocche da fuoco, lungo la, cinta dei forti, composto di 36 cannoni; 80 bocche da fuoco era.no sta.te scaglionate da Sofanto a, Sferrocavallo, servite da arti;glieri ben addestrati; a Cata,nia, ed a Sira,c nsa, le piazze disponevano di circa 70 boceh(~ da f \1oco ciascuna. 63H
1849
Il ricordo dei successi dell'anno precedente manteneva "i·vo lo spirito delle popolazion i, e forte era il sentimento che ani mava i volontari accorsi da tutte le parti dell'isola,, e che eranoi;;ta.ti destinnti a,l servfaio delle artigiierie. Ed anchl~ oggi i nomi che più vi.vouo 11el1a uwmoria, di tutti i popolani dell'isola., e che simboleggian o tutta l'epopea dì glol'ia leggenda.ri a, sono sempre quelli di Antonio Lanzetta e, di Rosa Donato, Del primo scri.sse il Guardion.e : "Nato uel 1812 cla Tomnso e tla Ho;;,1 Vitrano, moriva cli anni 42 nel 1SJ4-.. Comba tt<~utc :111clace e intrepido, cla atterrire le solclatesclle del Borbone, ebbe in guiderdone la morte <lei colèrosi. .:-;on rivide la patria sch iava, avendo· g-inrato cli 1·iy~tlerla il cli eh ~ :wesse potu l·o gueneggiare per la sua libertà. Pochi l 'eg·uagliarouo ne' sentimeuti ansteri, iwl. nobile tiensare d'uomo e cli cittadino; molti. lo clon-eubero imitnre nelle virtù, e Messina onorarlo comesplendote della sua clifcs a n elle gioniate <lei settembre. 11 suo riù grande elogio i;Ut scritto nelle paro le che il cousole clel Re di Napoli mandava al Ministro di Polizia, e che qui ripol' tii11JJ0: « Nei giol'ni p,1ssa li cessò di vivere un, Antonio L anzcl:ta, che ebbe p;tri:e attivn nella rivolta del lS48, e a :i\:lessina si segna lò per non roco vnlore . Ln sua roemori:1 è benedetta, asserendo chi lo conobbe, chA sempre <'ompi azioni degne cli encomio . Fu ribelle ma taleuomo morì compianto, e la pietà clegli esuli di più s i açcrebbe per le assi· f:-tenze fa ttc n I moribouclo da una g':!ntile e ones ta domrn. Dai giornali cli qui· fm·ouo dette rnbbiose parole contro il gover no cl i Napoli, ma esso è impossi-. bile frenarle, percbè ln libei:tlt della :;Lamva non concede le r il.Dostranze ; nè il mr rimane elle compiegai:H n V . T!J ., ver meglio usar·ne». (1).
Della Rosa Donato lo stesso G uardione narra : <, • .• . . Dopo la vrigionia, la caralterist icn clonna, o priva di mezzi, o. com11incente cli mirare la gioventù, che tl'aeva co11 sè k s1ieranze del patrio ri::iot:gimento, fcrmavasi, sovente, silenziosa, diritta clelln lunga persona, avanti la porta ·· dell'U:niversitù. Ecl ivi la « cannoniern » era festeggiata e soccorsa, con liberal; .uJOcli, cli monete; ed ella, impresso uu bacio alle stesse, baciava· la nrnno di chi gliele porgeva, e qualche volta udii dire al Presti: L a mano. tua dovrebbe baciarsi, che, compagnn acl Antonio Lanzett:i, la cQnsacrailti a. cli(e$a della patria! l> (2).
A questa .fiera e valorosa artigliera fu concesso vedere nel 1860 le giornate del riscatto d'Italia. Ed il monumento che· (1) Ard1ivio cli Stato cli Napoli (Mi nistero cli Polizia, anno 1854). (2) F1uNCt:sco Gu.~nr.noNE. La lUi;ol-uzione .Siciliana degli amni 1848-49. Casa.
Editrice F. Vallardì - Mìlano . 1927.
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COS'l'HO L A - r.Ert.iJ:IBLIC,\ RO ~lAS.-\
rende imperit11ra la memoria dei due valorosi isolani rappresenta pnre il monumento dell'artiglieria cli "Messina , al quale, un cinqnantennio dopo, la stessa ci.ttà, con anirno riconoscen te econ gi.uBto orgogli.o, voll e accomun::u·e l'alt ro ricordo et etto a
Fig. 174 - Giovanni Lanza .
memoria, di a.Itri m·tigliel'i eroicarne11te caélnti ad Adua, figli cli quelle invitte batterie siciliane delle qnali -a, suo tempo verr ài fatta la, merita ta, rievocazione. Il 1849, per l'Artiglieria Nà.polet:ana, vive nella storia del1' Arma p<~r la parte. che i suoi migliori pionieri compiron o in difesa, della, repubblica Veneta; ma, dalle glorie di Venezia non può disgiungersi l'avvenimento depa, breve campagna che il Bor-
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1849
..\R'l 'lGLIERIA XAPOLETAKA
bone, i.n quell'anno, volle intraprendere contro l'esercito della Repubblica romana. La. presenza del Re di Kapoli a Gaeta mentre vi si trovava Pio IX, e le minacce che francesi, austriaci e spagnuoli si accingevano a tradurre in atto contro la città Leonina, solleticarono l'amor proprio del Borbone ad inviare truppe contro i romani, E un corpo di settemila napoletani con ;=;2 pezzi, so tto il comando del generale Lanza, fu fatto partire alla volta dello Stato pontificio. L'artiglieria napoletana era, cos1 raggruppata : Una batteria dì cannoni da 12 su S pezzi, Due batterie di cannoni da 6 su 8 pezzi ciascuna, Una batteria di obici da 12 su 12 bocche da fuoco, D ue batt erie cla, montagna cli cannoni cla 4 su S pezzi l'una. Le forze di cui disponeva, la Repubblicà. romana erano costituite da, circa 5 .000 regolari e da un corpo di 15.000 volontari, eomposto di guardie civiche, di doganieri, ecc., a cui si unì poi un nucleo di rjvoluzionari di Sicilia,, di Gen.o va e di 'l'oscana. La cavalleria comprendeva 600 cavalli, e l 'artiglieria v'era rappi·esentata soltanto da 12· pezzi da campagna. Fra ì comancli:tnti delle forze romane primeggiava, Garibal<li, il quale, mentre aveva in animo dt accorrere in aiuto di Palermo, sollecitàto dai Romani, aveva aderi to cli fermarsi a Roma per offrire il s uo bracci.o alla città a difesa delle minacce c.he si addensa.vano d'attorno, da più direzioni. · I,e truppe borboniche, entrate n el territorio della, repubblica,, avevano occupato Velletri, Albano e Palei,;tl'Ìna, e midaY,llll) estendènclosi anche verso Roccasecca. Il mattino del 29 maggio Garibaldi, che era pa,rtito cl a Roma fin dal giorno 4, attaccò a Velletri le truppe napoletane: esse formavano però solta11to una retroguardia a protezione del grosso dell'esercito, al quale il Borbon e aveva ordinato di rientrare nel territorio dello Stato dopo il fallimentò di una sperata collaborar,ione coi francesi. A Velletri - scrive il genera.l e Corsi - : • « i napoletani combatterono assai bene da principio: i loro cacciatori n ·cavallo eseguirono una vigoro!':a carica sulla strada elle gittò lo scompiglio tra i rvmani; Garibaldi !':tesso, rovesciato da cavallo, corse pericolo d'essere
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BATTAGf,H DI \'8LLETI:I
preso e ucciso; ma la fanter ia romana , gittata nei vigneti <'l'ambo i lati della 11tracla, cost r inse qu<~i cavalieri a precip itost1 ritira ta. « Allora i napolitaui s i clliusero nel la città» (1).
Risulta, però che la :ci uscita della ca1·ica eseguita, dalla cavalle1fa borbonica sia stata dovuta alla. prepara:7.ione fa tta in precedernm dal fnoco delle poche .artiglierie di cui i napoletani disponevano. Trova.vasi infatti. presente la batteria a trascino N. S, alJa quale si aggiunse nel eorso dell'azione un obice della ba,tteria De Cornè, guidato dal bravo tenente Noti . Tutta q1wst'artiglieria, era sotto il comando del capitano D'AmbroHio. il quale, fatti collocare rapìclamente i pezzi in posizione, con prontezzi1 cli intuito faceva aprire un fnoco ben diretto (·ontro le fantel"ie di. Garibaldi. Fu questo fnoe.o che mise il disordine nelle truppe romane; cliso1·(li11e che fu completato poi dall'intervento della, cavalleria napolM.a11u, e <:ile (.;011se11tl aue t n1ppe horbonkhe cli cons-erYare per l'intera giornata le posizioni occupate. Sopraggiunta la sera, senza essere molestati, i borbonici occuparono l'abitato di Velletri, schientnclo, a dife!:-a sulle alture ehe circuiscono l'abi tato, poche a-r tiglieri€ di piccolo ,caliln·o che battevano gli a,ecessi della città. Quando il mattino del 20, Gariha,ldi tentò di tagliare la ritirata alla eolonna che aveva comba,ttuto,,a, Velletri il giorno innanzi, questa aveva. già ripiegato sotto la protezione delle arti glierie, che opportunamente erano state schierate per contrastare una eventuale avanzata dei romani. Per tal modo fu facile al Lanza, di ricondurre le sue truppe snl territori,o nazionale senza subire perdite. Uiò potè di.mostrare du~ l'abilità, manovriera, alla quale il FilaHgieri rweva in passato ackkstrata l'ai-tiglieria napo letana., continuava ad essere tenuta, in gran pregio. Questo insuccesso cli Garibaldi suscitò poi aspre di.scussioni sul mancato intervento del Rosselli, il cui piano d'aziouc, per 1n rfrcostanza, era informato a, principi di maggio1·e prndenza. Comunque, l;av;-enimento fn -Yari.amente riportato dalhl (1) Maggior generale CARLO E<lit. Cancleletti. T orino 1885.
Co11s1.
Stor·i a Jfilitare. 2° Vol. 1815-1870. Tip.
G43
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Annci,11.:r:rA
r,;Al!OL l•:·r.-\:\A
stampa dei due :-;tati belligenmti: i napoletani YOllero riscontrarvi una ritirata, predisposta, e compinta ordina,tamente; la sta.mpa e j divulgatori romani vollero invece scop1~irvi una fuga precipitoi-a, attribne11clo così piena vHtoria a Ga1°ibaldi, d11• era reRtato padrone del terreno. La. con<·.l nsioue veu consegne dal fatto che, rnercè il giudizioso ed energico impiego dell'artiglieria com,rnàat:1 dal D'Ambrosio e cla nltri nfficiali dell'Arma, le tru ppe 11a poleta11 e poterono salvarsi, seuza perdite, da un sicuro disastro. Tali truppe rientrate nei coutini dello Stato, con tutle le altre forze che a.ve· v::t,no pa,1-Ledpa,to all,L diversione su Roma, costi tnfrono 1111 Uo1·po cli osservazione, conipos to di due Divisioni._ Comall(1arn. l' a rtig-liel'ia d(•lla 1• <lhisione il maggior·<· Di Stefano, c he dispon eva. : di 6 pezzi da 12 da campagna asRegnati alla, prima Brìgal"a, c di uu.1 batteri:.L da campagna di S pezzi, (·lw e 1·a a:-:sPg11,lla a lla ~· lfrigata . .\l c-omHJHlo dPll'adig-liel'ia della, ~ a l>iYisione fH destinato il maggio1·c Fra,w;bi ni, che <lii'iponeva : di mezza batteria, da, camp11gna e di cln e ouid, n,:.;JSeg11aLi alla l " J:r-igatu: e tli altrett.mte botclie cllt fn,oco ,1:-::-:t•g-nate alh1 2" Ul'igata. Con la conclusione delJ.t spedizio11 c F:U RomH. e col l'Ì.tRsoggrt.tamelltO completo dell'isola cli Sicil h1, conseguito dalle Lr upL)(' gui.datt• <1.11 gcn e1·ul<• Pila11g-ie1·i. J' al'liglieri;} m1poJ.eta11a c hincknl Ja :-:11a Ppopea <h•l l -'49. alla quale resteranno ete1·namente leg-ati i nomi di <1nclla numerosa e valo1·osa, p~LtLuglia di ufficiali clell'al'IDH , che lott.nono, che soffl'irouo, e che j11fine videro rea,. lizzato il sogno che li aveva spinti a fare della causa i talia na il pi-oblema e lo scopo della proptia esistem:a.
Per Lllt senso di doverosa ammirazione rievoc heremo in uno schizzo biografico le figure di Girolamo Ullòa, dei fra,telli Carlo <' Luigi i\fcùacapo, di Ern:ieo C'osenz e <li Uami.lJo l3oldoui, pei quali., <'Ome già fn dt•t to, uu dee1·<>to del gm·erno ho1·bouic:o clcl 23 agosto 1::-48 <·anc<>Jlarn dai n1oli dell'ei-;p1·eito 11.1poletano pPt·chè noJL erano J'ientn1ti nel reg11 0 ,1ll' on1i1H· di 1·impntrio col q11ale il Borbon,~ c)ìs('rta n1 la canst1 italiana. -
G+-!.-
GlnOL.-\";\-10 ULLÒA
I<} corninciamo c:011 Girolamo Lllòa, cond11ti di non esagre;1 re affermn,udo ehe tra, le fignre più srnaglianti che l'artiglieria, napoletana, diede alla prima G nerra cli indipendema d'Italia primeggi[i qnesto fiel'() patriota e soldato. Appartenente a fa.miglia d'illustre casato e di not)iltà antidtissima, e1·a nato a Na,poli nel l SJ.0. Allievo nella, scuola. militare di Napoli a nove anni, a cloclid, in premio della sua intelligenr,a e dell'amore dimostrato allo studio, ven iva, ammesso al col-legio 1nilitare nella politecnica a spese delJo Stato. Nel 1831 usciva dal co llegio col gr,1do di alfip1·e d'artig-.liei-.ìa, l:on la clas-: -sifica di « primo riuscito n nell'esame di concorso per tale arma. Coinvolto con altri animosi in un processo di mancato attentat o al R e cli Napoli, passò qualche tempo in prigione, donde ne uscì assolto per innocenza; e cosi potè ri.pl'endere il servizio nell'arma da lui prediletta,. Nel 1844, dopo 14 anni cli permanenza nel grado di subalterno, veniva pt·omosso capitan o. Intanto giungevano le rru~rnorabili giornate del 1848; e Ullòa, de:;icle1·oso di patteripare ,11la gw~na per c:a.ceiare dall'Italia i nemici comuni, chiese mia licerrna e anelò in Lombardia, or_ganhr,r,andovi m1 battaglione di volonta,ri coi quali poi comba,ttè a Curtr~tone ed a Montanara, a, fianco dei volonta,ri Toscani. B<-m p1·esto gli avvenimenti lo misero meglio i.n lnce; ed il generale U-11g;l.i<.'lmo l'e.·p<..· Y-oll<\ fa1·e (l< H' llllòa i l sottncnpo del suo :stato maggiore. Nel maggio del 184S. fn inviato al quartiere generale piemontese per concretm·e le opera,zioni di guerra, del Corpo d' Armata Napoleta,no, ma, qnando il Horbone orclinò alle =sue truppe cli. ritornare in patria, Ullùll fu fra coloro che segui.1·0110 il Pc~pe; e, dopo cli aver combattuto a, Yicen½a, ca.clnta, que-sta cittù,, si portò a Venezia col grado di t<~11e11t<~ colonnello, e si distinse in tutta la campagna del 1848 e 1.849. ~ella sortita del {)ava,llino, l'Ullòa cl1e comandava, le truppe destina.te a, quell'o· -pertrni.one, oltre a sconfiggere gli austria ci; tolse loro due can noni e due barche armate. Nell'attacco cli 'Mestre, guidò person almc11te all'assa.lto i suoi gregari.; e, animatore della vittoria; fece 500 prigionieri prendendo al nemico 6 can noni. Nel 1849, 0
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1849 -
AR'l'l GL!BHIA NArOLE'l'A>A
fu destiuato a comandante del primo eirconclario militare e del forte di :Marghe1·a, e 1n sua opera durante l'assedio fu spesa nel correggere gli errori precedcn temente fatti da altri, e nel riorganizzare la difesa iii maniera da potere, coH forze limita.te, re, sistere a, lungo agli a:ssalti cli un 'armata forte e provvis ta di nu, mero ·u e podero:su artiglieria. La spleuùida co11clotta te11uta e la perhd a addirnostrata nel c1il'igere le operazioni di Ma1·ghera gli fruttarono la promozione a generale . Rientrato a Venezia, nella nuova missione a lui affidata dedicò tntto se ste!',:SO : cù il rnlore professionale da lui dimostrato, olt1·e all'indomito coraggio pe1·sona,l e spiegato in tante occasioni, ben gli meritnrono i replicati ed ambiti elogi del Generale Pepe. )fa, il generale U1lòa, non fn soltanto p1·ocle ed intelligente soldato : il i;;uo 11ome figura altresi fra gli scl'ittori di opere militari ed i la,·ori da lui pubblicati portano i titoli: « Tattica delle i re anni, faut<'1·ia, <:ani IJ eria, r1rtiglieria », Napoli 1838; cc fatruzioni pci i:-otto nfilziali d'artiglieria>>; « ~a.poli militarmeutc e politicamente considerata»: « Sull'organizzazione del· l'esercito napoletano » : « Dell 'al'te della guerra.)), Torino 1850. }fori nel 1.891 a Firen ze. el1e gli aYeva du to il titolo di citta, clino onoral'io.
Altra figura che ha, lascin to una, scia lumillo~a ncJl'.Pserci lo italiano, particolarmente dopo raggiunta l'nnità politica della. penisola, è qne1Ja di Enrico Cosenz. Nato a. Gaeta. nel 182,0, n, 12 anni entrò nel collegio clellll,. Nunzintella .. e nel 1846 ne uscì col grado cli pl'Ìm_o tenente di artiglie1·ia . Qn,111do le trnppe napoh•tnn ~ furono nvviat<~ nPll 'lta,lia f;etten triona,Je per partecipare a.lln guerra. di libera,zione. il CO$CHz ebbe il comando della brigata di artiglieria del corpo di spedizione : ed il 4 luglio 1848 fu promosso ca pitano con l'in carico dell'i111segnamento dell'a,rtiglieria da, fortezza. L'amor1! agli s ludi e specialmente alla, balistica. lo tene\'a lontano d11 qnalsiH. i ritrOY·O; e quando ebbe inizio il Yero assedio di Marghen1 e di Venezia. il Cosenz fu il tecnico competent<• nell'organizznzione dei mezzi di difesa, e l'animatori> dei combattenti nella lnnga 1·csistenza opposb,, agli austriacL )fon fu soltanto. -
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ENRICO COS0NZ
valente artigliere, ma spesse vo)te, guidò all'assalto truppe di fanteria nelle diverse operazioni di sortita, compiute a Marghera ed a, V~nezia. Iniziatosi dagli austria.ci il bombardamento di Marghera, il mattino del 4 'Maggio del « 49 )), il Cosenz, comandante di artiglieria, per incora,ggiare le truppe alla difesa, noncurante del pericolo, in qualità di semplice cannoniere, si avvicinò ad un pezzo, e per dare il segnale della battaglia, cominciò col caricare, puntare e sparare il primo colpo, mostrando forza di carattere, dando esempio di magnifica ca,l ma, elettrizzando e ravvivando B cora,ggio e la fede di coloro che, nuovi al fuoco, aH'inizio dell'infernale bomba,r damento austriaco avrebbero pot uto lasciarsi vincere da sensi di debolezza . .Ab bandonata l\farghcn~, nominato tenente colonnello, assunse il comando delle batterie del Ponte; il 13 Giugno la batteria S. Antonio sotto i suoi ordini si fece molto onore: fermo. sul piazzale, sporgendo la testa, oltre i ripari, il Cosenz sfidava la morte per dirigere bene il tiro : (( e fra i fischi delle palle rincuoraYa i 1snoi con motti e facezie)>. Dopo breve permanenza alla ba,tteria S. Antonio, egli veniva chia,mato a Venezia, ove gli fu affidato, con pieni poteri, il comando del primo circondario cli difesa. · J,a seguente lettera, elle il generale Ullòa inviò al Cosenz in quel periodo, prova nlreviélenzn, fjllnnto zelo egli mettesse nell'a,ssolvere i compiti a,ffidatigli ; come volesse accertarsi cli persona di ogni cosa che potesse jnteressare F,organizza:done difensiva delle posizioni e la preparazione di mezzi di attacco nelle operazioni offensive. « Mio caro Cosenz, 'l'u oh1 sei comandante e non f::ubalterno, tu sei clivennto necessario, anzr necessariìsSililo alla difesa di Venezia ;: quindi è nell'interesse di questa dife-. sa che tanto t i è a cuore che io ti prego, anzi ti scongiuro cli comportarti da comandante e non già da cannoniere. << Se ti accacles;;e una disgrazia sarebbe sventnrn per i tuoi amici e perquesta infelice città. « FederiC'o secondo ripeteva che colui che voleva servirlo più del dovere,. lo serviva malamente. Fammi òunciue l'amicizia, anzi te lo impongo, di restare al tuo posto ...... « Se caro Co;.:enz non darai ascolto a quanto t'inculco c11drai nella diS[)iacenza degll amici tutti. <r
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AHTIGL ll-:RlA !\.-\ l'OLET.-\:\A
« Riscontnuni pen:IJè desidero in iscritto la i ua promessa cbe ubbidimi agli ordini del tuo aIT.mo amico Ullòa (1)
Ndle azioni cli Luglio e di Agosto 184!), l'esito brillante della lotta soste11 u ~a <lall\.1,rtiglieria delltL difesa è merito dei -Coseni'.,. In nn atta ceo nemico al forte di S. Antoniò, dov'egli era ritornato dopo insi ste11 t i richieste, <·ombattè in mezzo agli assalitori, difendendosi e offendendo; e restò ferito alla guancia ,e ad una spalla. Le ferit(~ furono oggetto più di noia. che di sofferenza. Fino ~1l 22 Agosto Egli restò alla. batterfa S . Autoni.o; ·ed il 27 dello stesso mese, caduta VeneziH, r ecav·asi in esilio a Corfù per 1fapparire snllo schermo -drlla storia dell'indipenclenza d'Italia nel 1Si3!), prima . con Ga.ribaldi, e poscia, h1Jmo suc<.:essivo, entrando llell'esercito i-egolare ciel Regno d'Italia. Partecipò alla campag11a cont1'0 il brigantaggio, e ne l 1:::-70 fn tra. i pi-imi n 1w 11etn.u·<· neJLH Citht Etema,. Ehbe l'onore cli c~:sscre ìl pdmo cornall(lante ddla Divisione ·militare di Roma dell' esercito ita.liano; s uccessivamente, promosso comandan te cli Corpo d'armata, si trasferì a . 'l'orino; ~ nel 18S2 assunse la carica, cli Capo di stat o maggiore dell'esercito, lasciando larga orma dell 'opera, s11a, del sno alto ingegno ·e del suo profonclo sapere militare. Il :?7 Settembre del JS9S U p:enera,le Oosenz moriva nella tarda età (li 78 anni. Il suo nome -era già nella storia della, nazione, e con tin nerù, a rappresenta re l.11stro e vanto del nostro e:sereito. Alti-o llOllH! <:he primeggia. fra i eompo11t:nti la valorosa pattugli.a, di 11:f:Ikial i dell' ui-tiglieria uapolet ..wa è qudlo di Carnillo Boldoni. Nato a. Barletta. nel 181il, passò ht sua infanzia a Na poli, e dopo cli :were frequentato il Collegio Convitt.ò Oaravag·gi-o e poi q11e.llo cli M11dilalo11i, n el HtH cn t1·ò n el collegio militare <ldla Nunziatella. 11 1° Gennaio 1835 ,;eni.va nomiuato .alfiere nell'S" reggilrn~nto cli li1wa; nell'Agosto, assegnato a J fi" Ba ttnglione Ca cci a tori, pa 1·tì per l' AbrU½½O . Nel Rettembre 0
(1) T.iurn1 A)LAllAST.
Il
y e11 cra /e l:J11rico
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Co.se ,,~·, pag.
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C,\ Mil,LO J:OL JJ0.\'1
183'7, fn ti-nsfel'ito n el r-eggime1lfo di a1·t.iglieria <<Re>>, e nel ]840 passò a Rcilla qnalc capod1·co11dario; fu poi addetto a.Ha X Dirc~zione à Reggio Ca,ht,lwia e nominato membro del OoHsiglio cli all1ministrn1.io11c dr11a J)frczio11e del Genio. Nel Matzo 1~43, 1·itornò tt Napoli nel 1·eggimcnto «Re» ,Ll't ig·li etia : 11Pl 1844, nella i-ua }JOsizione di comm1clànte il fortP R. Elmo, ebbe i primi co11 tnHi coi detenuti politici. ivi· impi-igionati; e nel 1846 fn n110 clPi iirmntari dcll'Plenco per l'offerta di 1ma ~pada, a Gatibahli. Iniziatasi la pn:pal'azione flel co11ti11gc11te 11apolctano che dovcnl i-e<:ar$i h1 Lomb.ndia. il Hol(lo11i c-hies<' ed ottenne di far purte (le] co 1:po cli 1sveclizio11<', e gli Yc 11 ne asscguato H co1.naudo del la 1• b.:i tteri,i. Qnand o le trnppe bo1·honicbc ei-ano nei ·di n to1·11i cli Fc~nara e fu 101·0 11otifi('alo l 'o1·cli11c ili ritornare in pat ria. il Bolcl o11i 1•splicò ope1-a nttin1 ten:antlo di pt•1·s11acle1·e i più a 1·irna1t<.;l'e .3w 1· coml>atten' in pro <lclla rn,usn dell'indi. pendenza: e « faten<lo tuo11r1re la snn YO<:e tontro i dli che del sovrn 110 en111 0 _1-d1iavi più c:he s 11<idi.ti eoscip11ti ckl l e iclce gra,ncli di libertà, i11dip<•11denza ed nnit.ì, t1·ascinò sf'tO <111ecc nto soldati regi, evangeli½zati. dal la s11 a ]),i ro ln, <~ conq ni::;f·ati alla. ca,m,a ita.lia n a _)) (1) . Al B ol<lon L in cfata 4 C:en11:1.io ll-14,8, snivev,1, cl a Vener.ia i.I generale Armancli : « Da l sil!11or Go11zales ho sapnl o 11 desider io ch'J~ ll a al'l'elibc cli essere am messo al servizio v e neto col di lei grnclo e nella di lei nrma. Aderisco ,·otenticri n questa proposta e la prego di r e<·ar;;;i ,.;ollecit:1me11te n Ve1wr-ia dove sarii m fn cura rl i darle una dc;;tinnr-ione. « Sutll)OIIJ!O eh<· Ella ,.;:irà wunita dc· ><uoi !':tali di f:<•n·i:do che anò 11iaee.re di ,·edere 1,er 111 1·egol:1ritiì. él0lla di le i arnmi~s ione (•(·<:. >>.
· I11 fo11clo al foglio, inoitl'f', vi si lr,g-g-<>: <( 1'avoriscn d i ri111C'tten• le qui t1 Jlll<'"'"'c, ldkr·e ai ><i!!11ori ['rimi tenenti l\falteo 'Negri e<I E1n-ico Cosc,11:,; 11.
c1al c itt' s i u1·g-11isl't', rn111e giù, aLTen11,1111uw. d1e qu esti 11llimì
ll I Da~Ji appunli f orniti iu OC'Casionc della cu11i;(•g;11:1 di uu busto marmoreo de l de(trn to ut' i locali del Circolo ,\'lil itare dì Balerno. ' l'en . Colonn. Q(lmilln Nolrloui - 1ftpolc.
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AR'l'lGLIJ;;HIA )<AJ:>OLETAKA
doveyano parimenti desiderare cli poter combatlcre la guerra contro il comune nemico dell'Italia. A Venezia i~ HoJdoni vi organizzò e comandò con p;eniale- . competenza l'artiglieria da campagna; fu capo e subordinato intelligente e valoroso, e, per le molteplici proYe date dnrantel'assedio, fo in breve promosso colonnello. Ca,duta Vene:da, il Boldoni visse esule a Genova, insegnando matematica. Nel 1859riprese posto nell'esercito di Vitto1·io J!;manuele II al comando del 2~ reggimento Cacciatori delle Alpi; nel 1860, fu destinato. a. organizzare la rivoluzione in Lucania e in Ba~ilicata, e promosso poi generale 'di btigata. e in seguito di ])jvisione, spesegli ultimi anni della. sua vita educando le Duove generazioni al culto della Patria ed ai dovcl'i Yerso la famiglia. Il suo passa,ggio nel Corpo Invalidi e Veterani gli diè modo, di muta.r e il campo dena· ammirevole sua attività,, pur rimanendo immntato lo spidto che animarn ogni i-;uo atto. Il suo pensiero precipno fu pe1·ciò quello cli istitnire scuole per i figli dei Veterani e degli Invalidi: con ciò, oltre a rendet·e un doveroso. omaggio ed offrire un segno <li rico110scenza nazionale tL color0< che avevano date le migliori <·11ergie giovanili per il trionfo della causa della comnue libertà ed indipendenza, - fra, cui num<:>rosi cl'a,no quelli che I)OJ'htvano per il rimanente della loro, vita i segni tangibili dei sacrifici fatti, - il Boldoni intendeva trasfondere nei giovani le ste se virtù dei padri. Ed infatti in tali scuole si raccoglievano oltre 2500 giovani cli ambo i sessi per migliorarne le cognizioni culturali ·e patriotLiche. La vita del Boldoni fu tutta una missione patriottic.-"li ben compresa e ·anche meglio applicata; la sua nobile figura costitnisce orgoglio e vanto dell'Italia e monito esemplr1re per t utti;, gli Artiglieri, che nei suoi atLi riscontrano non soltanto un dotto precursore del n~zionale impiego dell'arma, ma altre i nn vaJoroso soldato. I due fratelli i\1.ezza<.:apo, - nativo di 'l'rapani il Luip;i.. e dt Capua il 0arlo, - ebbero mal'catamente le caratteristiche del tipo meridionale e cioè intelligenza pronta ed acuta, fantasia fervi da e generosa, fuse a,rmonicamente in un connubio meraviglioso di attività. intellettuale e di equilibrio mentale siccbè fu -
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L'C'IGf :\lEZZ.-\C.-\PO
dote di entrambi quelln, intuizione tapidn, e cldara delle situazioni e consegu enteme11te l'adozione ptonta e tempestiva di quelle disposizioni. che, nei momenti più difficili ed imprevedutamente mutevoli delle battn glie, in teg-.r a no e perfezionano l'applicazione <lelh.u·tc <' delL, ~cicrnm 111ilitarr.
Fig. 17(; - General e Luigi Mezzacapo. (chlla raccolta della Scuohi ' Mllltare d i Napoli).
IJ Luigi, allievo dal 1825 al 1S32 del Real Collegio Militare della Nunziat.ella, ini zia ln, sua ca,n iera militare nell'arma di artiglieria, e nel 184L trornvtLsi già a far parte dello Stato.
Maggiore del generale P epe. P a,r tecipò alla difesa di Venezia., .e per il valore ripetutamen te dimostrato, consegu1 il grado di tenente colonnello. Ver· so la fine del J&1S, nominato capo di Stato Maggiore della Divi-
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.\J.l'J' IGl,l l-:IUA NAflOLE'l'ANA
'Bione mmana,, lo trovia,rno poi comancla,nte di una brigata di fanteria 11ella {lifesa conti-o i franc·csi a Roma. Nel 18591 riceve l'ordi11e di organizzare le truppe rornagno le, e rn~l 186:1 dirige le operazioni per la, presa di Oivitella del Tronto; ~1el J876 nominato Ministro delli:i Guerra e senatore, nello steRso anno stud ia e pH~pa1·a, l 'attnazione delli:L circoscrizi·on e rnilitlll'e tt>nitoriale (lel Reµ;no, chindenclo poi la sua, vita a Roma 11el 1S8fl. i\1ezz,Jcapo Cado, nlliPYO del Il ea,l Collegio della Nu nzia,tella dal 182~) a l 18~6, aveva iniziata la, cartiern, delle armi nel.l'esercito borbonico . 1\lostran élo Rpeciale pr(~clilezione e marcata attitudine per l' artig-lierin, fu inviato prima al Q1rn.rtier Gen erale PieIUoutese pe1· tenere il colleg~1me11to fra, quel comando e Fesercito napoktano che cloveva colla,borare contro gli a,n· striaci nel Veneto : poi. entrò n. far parte integrante del Corpo ·del repe. Allorchè i l governo na.pol eh,1110 inghmsc a,lle tr nppe capi.· tauat.e d,;1 I l >l!pE! lli 1·ient rntP in patl'ia primtL d i passare il Po, 'il Mez½a,c apo Oru·lo, a somigliauz:.L di qua,nto già avevano fatto il fratello L uigi e tutti g1i altl'i ufficiali, napoletani che desiderava.no di porre H Joro braccio a favore della causa ita.lia;na, si portò a Venezia, e fu assegnato allo stato maggiore dell'arti_gl~eria <'l.ella pi a?:zH . All'i.n iz-io delle nperazioni in difesa di Ma,c·ghera, egli ebbe il coman<lo dell'a,rtiglieria del forte e del cil'corn l:u·io. Nan a mi ci-oni1-,h1 cl.el tempo che al rnn.ggiore 'Nlnsto, comandante dell'nrUglieri11 « Bandier a ì\101'0 >>, « .... succeduto nel c·o1.0antlo ,lel forf·c Ca rlo lWe,,,-acavo, uo mo fornitissimo ·di quell'mte e dì indole ;;;oa,·e. fece og<getto dell e s ne cur e quel corpo elle voleva istrnire nell'mtiglieria clii cnrnpai:rna. Egli tenne le,-ioni l.)_ella caserma loro, . e l'esposi7.ione ,..;un era ><i chiara . sì belle li? ;;n e osser v:v .ioni, che 11ltri ntlici:1li 1nn·e d':i Hl'i corpi lrnenrno n urlirlo )).
Jn p1·e<:éd cnza., narrnn<ìo clell'ass.cdio di Venez,ia, è sta,to riporta to l'« Ordine del giorn o>> eor qua.le il i\iezzacapo sa,i utò gli ai•tigliel'i delhL legione <<Ba n diera -Moro>> quando ne assu nse i1 comando . nnrnute F;u;seclio di Ma,rghera, il Mezzacapo diede pi-.ov a di Yakn·e nww a rtig-lt<'t·e, c-orne ta,po e C'ome tl i.pend <'n te -d iRcipiinato e cli saga ce ini¼i ativa : e della sua opera gii\. i:::i è -
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C .-\l{L(J )!l•}ZZAl 'Al'O
avnto occasione di ramme11tare l'attività, cd il valore nonchè la capacità di tecnko e di coma.ndante. . Caduta VenezhL, Carlo Mezzacapo, preferì. ritirarsi a vita, privata, dedicandosi unicamente agli stndi. e, e,ol fratello, nel 1856, fondù ]a « Rivi~ta, M.ilitar(~ Italiana, )) pubblica,zione ap-
Fig, 176 - Generale Carlo Me,1;zacapo. (dalla, raccolta della Scuola Militare <li Napoli).
prezzatissima e palestra, di sapere milit.1.re, nella, quale si cimentarono e per molti anni hanno _continuato a cimentarsi i migliori cultMi delle militari discipline per genera,lizzare e diffondere fra la gioventù stud iosa l'arte della guerra. Nel 1860, trovimdosi già a, capo delle truppe volontari e romane, pa,ssò a far parte clclFes~rcito italiano, nel 1861 parte-
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r\l1TIGL! l:lli.-\
~f ùi)J:: :-. E~E
cipò alle ùperazioni cli l\.Iola e di Gaeta : e nel 18GG, comandante delb 13' DiYisi on2, partecipò a (111clb caJupagna.
Ra,ggiunse, uegli anni s11ccessivi, il grado di comandante di Corpo d'Armata, e fn nominato Senatore del Regno. Morì nel 1905, lasciando negli studi militari traccia profonda del proprio ingegno e della propria cnltura.
Poichè in capitoli precedenti abbiaimo · parlato piuttosto diffusamente dell' .Artigliel'ia Estense, giudichiamo risponden te ai fi ni della «nostra storia )), caratteristicamente nazionale, il ricordare che gran par te delle truppe del Ducato di l\foden~, do po la campagna del 184-8, venne sciolta, e soltanto un numero lim itato di reparti entrò in Piemonte. . L'artiglieria modenese, costituita da pochi uomini e da sca.rso numero di cavalli e di materiali, nella seconda decade del mese di Setteruhre 1848 -e ra stata otdirn.tta in una me;r,za batteria di 4 camioni da 8; ed il 25 dello stesso mese da Aless:.mdria crasi t rasferita a Torino, dove rimase, in attesa di completarsi. Nel riordinamento generale clell-'esercito S,wclo, poichè anche nei primi mesi . del 1849 erano venuti a mancare ele~ euti. modenesi per porta,re all'organico prescritto la mezza ba.tteria, in data 3 marzo essa verme incorporata nella Artiglieria piemontese e -t~ostitnì n nucleo basilare della 10.. batteria dRi batta.glia . Il mattino del W Ma,rzo 1849 'fa mezza batteria Modenese, appartenente organica.mente a,llé truppe a disposizione del Co mando Bupremo, si ti-ontva con la 3" da, posizione a, N-ovara, e, più precisamei1te, trasversalmente alia, stra.da che <Ìa Novara conduce a Robbio. Mentre ·divampava il comba,ttimento verso hL Bicocca, la 1/2 bM.teria modenese, comandata da,l maggiore Salvaitol'i, l'u chiamata in 1·ìnforzo dell'8" <fa battaglia, che già era, bersa,g liata dal tiro dell'artiglieria a,ustriaca, partecipando eoRì all'azione fino alla ritirata; sparò oltre 150 colpi, esaurendo le munizioni degli avantreni. Sotto il fnoco fu fatto il ri.for-
LA EATTEHIA i\'.01J J,:Ki,;s 1,; A '.\OVAI:A
,nimento, e caddero feriti il caporale l\fonélici Massimrnano ed il ca11110niere Bozzoli Giuseppe, che ebbe asportata la coscia sinistra.. Il persona.l e addetto al serviz1o dei pezzi durante l'azio ne era co::;titnito da 18 camionim:.i; e sebbene si anda1sse assot.tigliando per le perdite subite, sotto Fesempio dei luogotenenti Ostioni e Corni.a - che si ridussero a fare df:L puntatori, - combatté con valore e tenacia. Nella H.e1azione inviata al Comandante della 1" Diviisi,one il 4 Aprile 184,9 il maggiore D' Auvar:~, che comandava l'artiglieria cli r iserva, nel riferire sulla pa,r te .avuta dalla mezza batteria modenese alla, b~ttaglifL di Novara, terminava con le seguenti parole : e< Ml è grato poter dichiarar~ aila S. -V. Tll.ma che gli individui tutti di ·<letta 10• batteria fecero il loro dover e lodevolmente, ad onta della scarsità d'uomini r della poca assuefri½ie>ne clei cavalli al fuoco, per cui , sì nei movi.menti che nel tiro, er ano cli non poco disturbo. Meritevoli poi di particolari 1·iguardi sarebbero i due feriti Munclìci e Iloz7,0Ji, più sopra menzionati ».
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Per la condotta tenuta durante la, battaglia di Novara, il maggiore Salvatori ebbe . la « Menzione onorevole)) come i luogotenenti Ostioni e Cornia; furono decorati con medaglia, d'a,rgento il capontle 1\fondici Massimiliano ed il cannoniere, Bozzoli, e quest' ultimo mo1·1 dopo alcmii giorni all'ospedale. I sud·detti erano tntti modenesi. Terminata la ca,mptigna, del lS49, l'artiglieria estense conservò fa formazione su tre compagnie, dislocate : la l " a 1\foclena,, hL 2" a, Brescello e la 3~ a Massa,. I:.,a l compagnia era, montata, t~- do,·eva provvedere al ser~rizio ,della batteria da campagna; le a.J.tre due e1·ano appiedate. Il Real ' l'reno di artiglieria fu soppresso, ed il personale si fuse con la P compagnia, la quale,' clovend-o provvedere al servizio camp,1,-le, venne formata col seguente orga,nico : 1 capitano; 1 tenente; l sottotenente cli l" dasse; 1 sottot enente cli 2" classe; 3 sei·- · .;genti; 9 caporali; 2 ti-ombettieri, S sottocaporali; 24 serventi di l" classe; 52 server1,ti cli 2• classe; 1.8 conducenti di l" classe, 28 co:ridncenti di 2" classe e 4 operai. In totale erano 4 ,ufficiali e 143 u omini di truppa. Il materiale della, compagnia risultò costituito da 4 cannoni di bronzo da 6 libbre, e da 2 obici pure di bronzo (da 7 libbre ,di Vienna) . Il munizionamento assegnato comprendeva 6S gra3
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All'l'TG LJElltA ::\WDENESID
nate e GOO pa,lle pel' ogni callnom·, e 150 gtanate pe1· ogni obi ce. (J ). Il 17 Febb,r.aio 1849 veniva, proclama,ta, la repubblica a Li-
vorno, cbe però ebbe dura ta effimera, in dipendenza dell'esito, sfavorevole della ba,ttaglfr11 cli Novara, e pertanto le truppe estenRi ·mossero da Modena. ver:-:o Livorno il 10 Aprile per rista,bilir-. vi l'ordine e l'autorità dncale. Faceva parte del corpo di spedizione u~1a batteri.a di G pezzi, e il Duca, Franeèsco V ma,rciava, con la colonna, che era aglj ordini del gene1:.:Lle Saccozzi. Il giorno J2, le tf uppe este11si giunsero al Cerreto; il 13 ent rarono in Fivizzano; il 14, si im paclro11irono cli. Cesara.no e di. Fosdinovo. In qnest.'ultima località la, batteria prese posizionee sparò un colpo a g1·a,na ta contro iì castello, provocando la rc~s:1 di un batb1glione clel 3° 1·eggimento cli linea toscano (2). Il 16 Api-ile l<! tn1ppc eii;teHsi erano a. Mnssa, e dopo qnakhe giorno furono 1·,.1ggi.nnte <hgli. anf'-tl'iaei del mntef'-ciallo D ' Aspre . Ayvenutu,. la fusione. èleJle d1w forze, esse marciarono su Livorno, che fu occupata, 1'11 maggio. Durante tali operazioni si di~tinsero l'artiglieria este11se e U suo comandante, tenentecolonnello conte Giovanni Ba.ttista Guerra, in lode del quale, nell'ordine del giorno del 29 Giugno 1849, veniva riferito dal Rncletzk,r a S . A. R. il DncR cli. 'òfoclenn q1rnnto segue: « Onol'iamo noi stessi nel ri<'onoscere il merito straniero, tanto più poi· quando rammentinmo con vanto i meriti d'un compagno cl'armi, il cui Sovrano, I!- in stretta :,lleanza con noi , per iscbin cciare l'idra che vuole inghiottire ogni felJC'ità dei PO[)Oli, <e Ut nostra intera convinzione ci obbliga cli attestare pubblicamente la, cori<lotta gl.oriosa tenuta dal sig. tenente colonnello conte Giovanni Battista, Guerra, ci.ella ,Realé Artiglieria Estense, nostro stimato compagno a·'armi nel· giorno della ,>resa di Livo1:no. « II vantaggioso collocamento dei pezzi d'artiglieria fu per la maggior parte opera sua, per cui appoggiò molto efficacemente il nostro incarico, e con, vero disprezzo cli morte eglJ si affrettò di portarsi sopra tutti i punti ove poteva essere utile la sua presenza. In generale dobbiamo alla sua attiva coo-. perazione ed intrepido valore una gran parte degli allori rlella giornata. ~
(1) Comando Corpo cli S. l.VL - Ufficio Storico - Memorie Storiche militari del 1914. 23~ della raccolta - Milizie estensi - Cap. c. Cesari - pag. ~01. (2) (N11q11anta.<l1te mesi (li esilio delle Du,ea.li truppe e.stensi à<i Giug11,Q. 1859 ci Settem,òre J.862. Vc1wzia · Tipografia Emiliana 1863 · pag. 94.
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G:'iG -
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Maggiore « Maye1· - Tenente Colonnello << Wciler - Colonnello
Fig. Ii7 - Gener ale Agostino Sacozzl, comanclaute delle truppe estensi. (Museo d i S toria Patria, Reggio Emllla). (da
Storia R isorgimento e Unità d.'Italta
di C. Spellan zon - Eclit. Rlz.:oli, Milano).
« Co'h vero piacere pos:;o confer man• in tutto Il <·onteuuto cli questo certi, fìcato rilasciato volontariiimente ·c1ai Sigg. Ufficiali del 1° R. Reggimento In, fanteria di Linea N°. 52, e mentovare il vnlore cd i buoni servizi prestati, e di cu! feci già r appor to nella mia llelazione nflincbè a questo distinto ufficiai~ venga il pr emio ben meritato. « Kolowrat « Generale Maggiore cc Visto Arciduca Alberto Tenen te Maresciallo
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ARTIGLIERI,\ l\IODID~ESEJ
In merito all'opera s,·olta dal tenente colonnello Guerra, quale comandante dell'Accademia Militare E::;tense, il Cesari scrive : « L'istruzione di questi quaélrì era senza dubbio eccellente, specie l)er le armi <li aitlglier·ia è genio per le quali il colonnello conte Guerrn imp:uti,a
ai suoi allievi molta parte della sua vasta erudizione, curando che ogul anno v<.>nis:sero inviati p:necclJi suoi allievi di artiglieria nd Olmutz per compiervi assieme agli ufficiali austriaci sludi superiori>> (1).
Nel decennio 1849-1858 l'ordinamento dell'artiglieria degli estensi non subì varianti.. L'arma cli al'tiglieria contin uò ad a.vere le tr-e compagnie come fn detto in precedenza, disloc.."Lte a Modena, a Brescello ed a ,Massa, con qualche lieve mocli:6.ca negli organici. Nel 1857 fu modificato anche l' organico dello stato maggiore, che pertanto restò così costituito (1) : Comandante: Aiutante
Colonnello l\'!nggiore Tenente )>
Guerra conte Giovanni Battista Petzl Francesco Gagarelli Giovanni Zoboii Carlo - Sotto ispettore dell'armeria dei magazzini e della fabbrica delle polveri.
Gli organici delle tre compagnie furono 1 seguenti :
I• compagniu :
2"' comp. ;
3a comp.
4 ufficiali 140 f ru sergenti, ca)Jorali, 1>ottoc:.11)0rali, t rombettieri, cadet· ti, serventi di l" e 20. classe. operai di l • e 2• classe. 80 C:walli
l {
4 ufficiali 108 t ruppa 2 ufficiali 56 t rn1ma
La l" compagnia conservò sempre maggiore personale per attender e alla cura ed addestr amento dei quad rupedi, e per essere in grndo · cU fare servizio campale.
(1) Archivio di Stato di Modena, Archivio 1lilltare Artiglieria I 0 Semestre.
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Cartella Genio ed
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Conélnso il brevissimo cenno snll'artigUerili estense relativamente al periodo 1S49-5S, di.remo qualche cosa su quella par mense, particolarmente per metterne in evidenza le condizioni .allorchè il « Governo ProvYisorio )) del Ducato deliberava la partecipazi.oue alla guerra per l 'indipendcnza italiana., ed inviava, al Qua,rtier Ger1erale di Carìo Alberto, in qualità di suoi rappresentanti, il luogot{~llelltP tlel Geni o Belli Ernesto ed il Sign.or 'l'.o rrigiani P ietro, per offrire al sovra.no « ciò che di forze militari, in ogni. arma,, può disporre lo · Stato». Il genera,l e Ft·a.nz.ini, allora ministro della guerra piemontese, accogliendo la patriottica offerta, stabiliva senz'altro che le truppe Parmen8i partissero per il eampo il 19 di Aprile 184S. Comandante general e delle forze Parmensi è il colonnello P<>ttenati, che ai pl'imi di 1\faggi.o, in seguito a caduta da cavallo, viene. sostituito dal t:a,piJ,,1no Enrico Bozoli. ·A'. precisare la situazione delle truppe parmensi presso il campo piemontese, l'intei:idenza, gern~rale dell'esercito Sardo invia tosto, per volere ·del Re, un cUspaccio aHe truppe piemontesi che erano già entra.te in campagna,, così eoncepito : <e •••• le truppe parlllensi giunte all'anuata, debbono quanto alle competenze di guerra esse;:e considerate come se fossero truppe di S. M. compresa anche la gm}rdia civica ».
Ed il generale l 'ra,nzini in clata 23 a,prile indirizzava al comando d'artigUeria delhmnata. la, seguente 1ioti:ficazione: 1
« S. M.. nel 1n1ssare questa · mattina a rassegna le t ru ppe parmensi che si · :sono riunite alla strn armata, si ù clcgnnta di couclonare al cav. Leonardi già uffiziale d'a rtiglieria , il quale ora fa porte cli quelle truppe, qualunque pena possa egli aver incorso pello sconsigliato mo<lo con cui lasciò il .servizio, e si mostrò assai disposta ;:i riammetterlo nel medesimo, qmilora, cessata l'attua.le guerra, il cav. Leonarcli lo desideri. <e Io ho· l'onore cl'in'formarne V. A. R . facendole preghiera cli ,avvisarne il prefato cav. Leonar di >> .
A chiarimento di qnanto prece~le ?,ggiungiallJ.O ,che il mag.g iore Leonardi nativo di Pa,dova, era nfficiale di artiglieria dell'esercito piemonte~e quando neli _l S4S scoppiò la rivoluzione a <:i59
]8-(8 _:_
.-\H'f J( ;LJ l::RtA l ' .\ J:~ I E.'\~E
Parma. In quella <.:ircostauza egli laRc:.iò il i-uo posto per eonere a Parma, dove ve1rne nominato ca,pitano e incaricato di organi½zai-e Ja (lmn·di..~ Nazhn1.tle. 11 IH Aptih- l1·ontnN,i ,11 CO· mando della l" C:·om11ag-11ia ùi fan te1·ia p,11·rn p 11:-:P . pre:-t' patte :tl combattimento di Pasti·engo, e vi i-eslò ferito. R.impat1fato, ap pena, guarito, c;hi ese <li ritoi-11are in zon,1 cli operazi oni ed aRsunse il comando della sezione cli a1·tiglieha i n sostit uzione del capit:H10 SutLi, che fra ttanto era, stato chia,mato a r.uma per organizzare nuovi reparti. La. sezioHc di ai-tig lieria parmen8<' comp1·e11d eva 47 uomini di t1·uppa, u11 capHa 11 0 e due luogot(~11euti. Qnali fossero le condizioni dell e Ln1ppe pannensi nel «4·8 »· c0 lo dice n cli Palma (1) : « .... il p:ovcrno du<:il le avevu lmwiato, pin che un esercito per la guerr a , trup11e cla pnn1ta e :,;IJirrngli.a poliziesca, annate cli quel tanto ('Ile er a neces sari e per t en er e a bad:1 i delinquenti e le teste calcle della rh·oluzione . Carl o 1I , poi , era ,:lnto 11er breYe tempo sul trono e perciò la r iforma militare inlzinta da ,:11 0 fig'lio F erdina ndo. il 13 gennnio 1848, non aveva avuto completo svlluppo. ·
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pi-imi atti -
l-Cl'Ìve in p1·opoisito anc-hc il Fa lfri s -
pm·-
vero « principio tli un pe ri odo di r iforn1 e mili t ari , e n on fu r ono alt ro che ca mbia mento di per sone per a llontana r e il conte di Bombel!es, che :n·eva fino nl· lora go vernato l'animo e lo stato dcll'arcidu<:bc;;:s a ì\:farin Luigia e tenuta In. pugno l'autoritit snprema (]elio statcrello » (2).
Intanto l"artiglierht parmense, che aveva raggiun to Valeggio, comp·renclevu _. due cannoni e tre cn,ni .per mm~izioni, di cui uno serviva per le m11nizion i di fantcl"ia. Il munizionamc•uto disponibile della sezione er a costituito di. 222 cartocci a, palla e di 172 colpi a mitrag1ia,. Il ~istema deHe artiglierie em quello tipo Gribeauval. ' E r a stato l'ilevato dal maggior e li'ilippa , che comandava la brigata <.l' a,rtig- lieria de lla W I >ivù,ione piern on tei,;e, che ::;e il calibro delle due bocche da fuoco parmensi differiva lievemente (1 ) Dott. Ct:SA111,: Dr P,1DtA . l'arma. d1wa,11te {Ili avve11ime11ti clel 1848-1849. noma - Uffi cio Sl·ori<:o elci Coma ndo del Cor po di Stalo Maggiore 1.!l3l-lX. 2 Gt:cn.ro F .111111 :-. <J li n 1; r c11i111 r 1,ti m 'ililari rTcl l8'J8-49. T. 2. pag. 145.
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STATO DJ.:L i\lATli:RT.\LI-J
·da quello di tal 1111e artiglierie piemontesi, e quindi offriva i1 Yanta.ggio cli impiegare per l'artiglieria parmense le munizioni dell'esercito Sardo, gli affusti parmensi viceversa, erano meno rohnsti di qnelli del materiale piemontese Mod. 1830, e perciò le bocche da fnoco parmensi richiedevano un affusto speciale rinforzato : ci.ò costit.niva h 1 ultima, analisi uno svantaggio, ta.nto più che la ser,ione pa,rmense uo11 a,i eva affilsti di ricambio. A11chc sullo stato di conservazione delle du e bocche da fnoco 11011 c'ern, da fare serio afficlamento se lo stesso Filippa ri:fe- . riva d1e « questi dne pezzi sono però in cattivissimo stato, sin. pc1· l e camere e deteriora,zioni interne, sia per il grandissimo ,.:;va:;;amento del focone)). Bra.si riscontrato invece che gli artiglieri erano ben istrniti', ed inoltre animati da eccellente spirito e molta buona volonth. Co1,;ì che furono date disposizioni, perchè i cannonieri parmensi venissero ·a,ddestra.ti anche nel maneggio delle artiglie.ri<~ piemontesi per poterli adoperare nell'w::o cli qnel materiale in caso di necessità. Il com.anelo della 3" Divisione :-,ttda. pt·e:sso eni trovav;.l~i la Ser,ione di artiglieria parmense, mentre proponeva un'accu· ra,t a viS,ita al nmtel'iale della Sezione, nella relazione inviata al comando genera.ìe chLrtiglieria, in data, 24 a,prile, oltre a mettere in rHievo le osservazionj gi.à riassunte, inoltrava, pnre propoi;;te pe1· sostituire i dne cannoni p:.Lrmensi con <l.ue cannoni piemontesi. Ed. in cìata 5 Luglio il comandante superiore dell'artiglieria, piemontese prospettava tale possibilità al generale Ra.Jn seo, il quale il giotno S SCJ'iveva: · 1
« 111' risposla al fogl:io di V. S. Ill.rua dclii 5 conente relatiYO nllo stato in cui s i t ro\·:1 la sezione <li artiglieria panncnse t:he è presentemente nell'e· sercito, ìo In prego fli fnr optrfl r e siccome~ Ella propone un'esattfl i!'<pe¼ione al matel'inle di qu e lln :,,(·r.ioue. (l~lli1 quale si possa poi gin <lieare cle' provveclimenti più opportuni ,, cl:wsi intorno alla meclesimn. l:e farcio r<~stitnzione della ktter:i e <Lel rapporto del Sig:. Ca pit:mo J.eonardi >l O) .
11 13 Lnglio il maggiore Di J>ier9, al quale era stata affidata. l'isper,io1w nl materiale cli artiglieria, par1nense, così riferiva
- al c:omando genernle <li artiglieria dell 'esercito: (1) Uff.. Stor. Voi. 2 png. :\27 N•> J234.
GG I
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ARTIGLIEHJA PAR::lfENSJ<:
.'
« In esecuzione all'ordine ,emanato clallr, S. V. Ili.ma in data !J corrent':'· ho passato ieri una minuta Yisita al materiale della Se7.ione c1:artiglieria parmense addetta alla 3" Divisione, e ne ho ricevuto le seguenti osservazioni : «1° Le bocche da :Cuoco sono cla quanto mi fu detto clel calibro da lib. 6. austriache, e si potrebbero con esse illlI)iegn re le nostre cariche da 8. L'anima è ancor a i n stato tale da permettere cl 'impiegare l '1u·rna senza tema cl'incon~ venienti, ma i foconi sono molto clilntati, f: converrebbe cambiar i grani. ,, 2° Gli affusti non sono esatt,amente del sistema Gribeauv~tl, ma a quello s1 avvicinano : e!)si sono in cattivo stato. llnnno la sala cli legno, ed è probabile che dorJo un certo numero di colpi richiederebbero molte riparazioni. Essi non hanno vite di mira, rna bensì un nmeo che avanza o retrocede mediante un 01·degno; il cuneo appog-gia. so11ra una chiav:irda mobile di ferro che . attraversa le due coscie, e che clcve essere cambiata di sito secondo l'elevazione che si <là a l pezzo; di tutto questo congegno ne risulta un puntamento. lungo e poco sicuro. Gli scovoli ,:ono fuori uso, e non ve ne sono cli ricambio. « 3° I cassoni delle. munizioni sono Yoluminosi e peiòianti ; oltre che presentano maggior bers:iglio dei nostri :.ti colpi nemici, 11er poco . elle il terreno sia disuguale facilmente si rovesciano, e siccome gli affusti possono solo portare sul cofanetto un piccolissimo numero di cariche, i) indispensabile cli farle sempre seguire i pezzi, e rlescono molto imbarazzanti. I cassoni destinati per il trasporto delle nnrnizioni cli fanteria , ·elle al momento sono cHstaccati al II Corpo c1'armata, presentano i medesimi inconvenienti : non sò se siano del medesimo modello, ma se non sono cli poco ne differiscono. « 4° Le cariche sono in pessimo stato, i sacchetti sono per la maggior parte tarlati o altrimenti. guasti e la polvere essendosi perduta, ef'se sono cli molto r idotte ; oltre :1 quest·ò gnwe tnconveniente, i sacchetti perdono cosl continuarucnce polvere e polveruzzo, tanto che il trasporto nei c11ssoni e l'impiega' ne-1 car icare i pezzi sono pericolosi. ,, 5° I finimenti clei cavalli sono cli catt.iYo modello ed essi pure in cattivo stato >) (1).
(.}t.H~St¼ dettagliata relazione d dà un quadro realistico dell<t condizi.oni in cui era, l'artiglieria, parnumse e che effett.ivam<~nte erano assai precarie. Date le condizioni impellenti del momento, e Rer non contin uare in nna lunga e forse inconcludente corrispondenza col << Governo provvisorio )) di P ar:ma per chiedere ed ottenere la sostituzione del materiale, il generale di SalasM tron cò allora , la. te~ta al toro colln seguen te disposizione inviata al nuovo. CO· mn ndan te dell'artiglieria piemontese generale Ro~si :
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(1) llfl'.
Stor. - vol. 17 pag. 995. -
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PROGllYlvl'O DI llIOrtDINAMI1N'l'O
« S. M. a cui bo rassegnato i] rapporto clel maggiore cli questo Real Corpo cav. Di Piero per l'ispezione data alla sezione di artiglieria al seguito del corpo parmense ha disposto: e< 1° Che gli ufildali cli artiglieria che vi sono addetti, e non aggiunti di poi per circostanze straordinarie, 11rendano col loro grado e anzi~nità posto nel Corpo di artiglieriD, e così per i b:i ss'Uflìzia li e cannonieri. « 2° Che li detti ca11noni e cassoni eh~ ne clipenclouo sieno collClotti a Peschiera ed ivi consegnati al Governatore dì quella piazza. << 3° Che ciò operato prendano ugualmente posto nella batteria li conducenti e detti cannoni e le munizioni annessi, e così anche i cavalli. « Colle norme stesse si procederà coll'artiglieria modenese, prendendo, per l'esecuzione dì queste Sovrane disposizioni, l'ufficiale superiN'e cli artiglieria, che V. S. dele~herà per siffatta incorporazione, i convenienti concerti col sig. Generale Broglia, comandante la 3a divisione, di cui sono ora parte tali truppe. « Io attendo da sua cortesia un rapporto intorno all'esecuzione di queste Sovrane disposizioni, iJJ cui consti ·d el uumero dei c·annoni e cassoni stati ritirati a Peschiera, ~cl altro degli uf!iziali, bass'uffiziali, cannonieri, e dei cavalli scompartiti tra le varie batterie clell' Armata. « Il Comanclante generale tlell' Artiglieria a Torino farà Il riparto dei signori Ufficiali e loro assegnerà un'incombenza)).
Fatto sta che, col precipitar degli eventi, tali ordini non ebbero poi esecuzione. E 1'8 cli Agosto il generale Broglia tra,· smetteva al Comando Supremo piemontese una «memoria>> del capitano Leonardi tendente ad ottenere il rimpatrio della S('· zione, così concepita : e< Appena varcato il 'l'icino i Signor i Ufliziali e Sottuffiziali e soldati della Sezione d'artiglieria che ho l'onore di comandare, mi hanno unanimamente interrogato sulle cose cli Parma, e siccome io ne sono al buio quanto essi, mi hanno clichia'rato che nella incertezza clel loro avvenire sono clesiéferosi di ritornare m patria. Sincllè fu caso di battersi contro l'inimico, ognuno cli essi fece alacremenro il euo dovere, massime in q1Je!:'ta ritirata in cui ebbe a· combattere a Colombarola, a Monzambano, · a Volta e a Caminella sotto Milano, dove ebbe un cofanetto d'avantreno incendiato cla una granata, ma ora che sial!}o giunti in Piemonte non è più temibile l'Invasione straniera, e ·la popolazione in massa si riunirebbe all'Armata per re!;tringerla. Cessa pertanto anche il minimo clubbio che la sezione voglia ritirarsi per evitare ulteriori combattimenti. Solo ei;sa desidera cli ricondursi al proprio paese col poco materiale che le venne affidato e perciò chiede la debita autori,,;zazione. « È ·cosa questi> cli · troppo gr:incle importanza per non essere presa _in consldérazione. Invece cli seguire l'esempio cli tutti gli altri volontari e soldati cli Parma, Piacenza e Modena dileguatisi a poco ::; poco dall'Armata, la sezione d'artìglieria invoca un regolare permesso per ricondursi in Patria, ove sper a
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ARTIGLIERIA PAUM E:N SE
ben presto d i rivedere l' Arruata del Re alla quale sarebbe felice di riunirsi, contenta di clividete am:ora i pericolì e le fatiche. « Al voto della Sc,zione unisco pure il mio che certo non può essere Su· spetto cli mala vogl ia dopo che volontario vetrni dall'Armata ed ivi f erito al· l'affare di Pastrengo, aj)J)ena appena ristabilìto in salute tornai di bel nuovo al campo ;:>et solo sentilllento d'onore e di dovere».
In risposta, a. tale richiesta il generale cli Sa.~asco nella stessn, giornata llOti11cava al genN·ale Broglfa, a.vere S. M. determinato quanto ~wpresF;o: ,t E fatta facoltit ai compouenti l'a rt:iglieria_ parmense, clal. comandanrn all'ultimo cnnnoniere. cì1 ritirarsi per rimpatriare, ma come privati, cioè in· divìdual mente coù fop-lio cl! via, F<enza armi cli sorta, senza conserYare grado alcuno nell'Arm:itn cli S. j ·J .. Tl m,1terin .le cli guerra, cannoni, armi, ecc, che così rimarranno apvo. ln S. V . sa ranno, per opera del signor maggiore coman· dante la bri.!:!:at:1 <l'Artiglieria rle.lla fl ivii::ione. rit ir.Hi, a1111essi _ per orn :.illa brigntn ste~~,, e poi ,·c'r»at i nl P;wco ocl iu Qnel!"allro luogo verril. determinnto. (1)
Della, cornpartt,(:ip,l½io11e di ,Li-tiµ;l iel'ie pai-m011:-;i alla carnpagm1, del JSMl 11011 11e ;:ippa,rc traccia, in 11essun documento storico dell'epoca. n ·a ltrornfo è noto che 1'8 di Ag-osto del 1848 la Rezione comall(Jata cln,J ca.pita.no Leollarcli fu sciolta, e i singoli suoi componenti, sa.ìvo qnakhe eecezione, rientrarono in patria; dopo di che per ]a, .F;1tcce:-;siva campagna nnovi repa1ti dell'arma, non fnrollo org:rnie<1,rnente c·(mtitniti. Gli artiglieri pa,rmensi avevano pai·te<:ipnf'o al combattirnc~nto di :Nronzambano e ad altre fazioni di poc-o c:oui-o, comportandosi però sempre bene e arldimost1·anclo JJto(ondo RCllRO _cli cUsciplina e cli devozione alla èansa pe-i- ],1 qnn le era llO ~ta.ti inviati nel Yeneto . Nel ripiegnrneuto del.le truppe picmo1Jte1-;i dal Mincio al Ticino, con ]e tT11)lJJt> dd ge11e1·n,k Hto,d i,1 eumo rimasti chiusi i11 P,eschi era, anelw <'l emc11ri. parmenF;i , che poterono ,raggiungere il PiPmonte dopo il c·onyc•gi10 cli Vìg1w lc. Il!) Novembre cli quell' anno il1H i u~rÌ nti da J>ps<;him·a si tro rnrono elementi appartPnent.i a lln.iliRciolfa, Sezione di Artiglieria, par1nense; e, come ,b l i , ave11do rifintnto (li i-irnpntri:n·<', fn rono n.i-.scgnati alle batterie déll'a.rtip;liPI'ia piernonte:-se.
(l) Uff. SU>!'. • Yol. :;:; nng. -17~>.
·-
CG I
CANNONIEH I i' .\IL\H:l\ :-q .'I [·: T. L E ~A:J''l' l•:IW.s l'IE)!IIO'N'!'l•:SJ
Ricorde1·emo fra essi il cc sHgen te di. tint o » Rossi P ietro, il « caporale distinto» Lambert i ViJ1cenzo, il caporale P :;Lnella O uido ed i cannonieri Mezzardi Pietro, Qna,glia Luigi, Marza·r i Gaetano, Bernardi Gaetano e Ouarcschi Deodato . Resta1·0J10 invece assegnati al « tren o provianda » i soldati Comble Francesco, Cattabiani An tonio, ifazzola . Lu ig-i <! S a.vi Lnigi.. Nella breve campagna, del 1849, coi battaglioni parmensi ·presenti in Piemonte era sta to fo rmato il 23° fanteria, che, come si è visto, combaltè alla Sfo1·zpsca e poi a ~ovara e diede alla causa na,z ionale un notevol e coutrib11 to di morti e di feriti fra ufficiali e grega1·i. R col 23° fan tel'ia :-i tr oYò a tombattc1·e il predetto sergente Rossi, già appartenente alla sezione cli ai·tiglicria parmense. Il vfLloroso cannoniere, legato ai snoi con cittadini da vincoli cli ·fra ternità, l'inunzianclo con spirito di sa crificio all'arma di proYen ienza, YOlle serYir<' la cau:-:ct italiana milib:l ndo nelle file dei fanti dimoi::;tra.ndo immutato il senso della discipìina e del ca.mel'atismo cl'a.rmi n eJl 'adempimento çlel <lovere.
4.
La Repubblica roma na minacciata d 'invas ione - E nergica deci.s ione dell'asseinblea co.;titue nte - P rima o rganizzazione de lle Ari:ig lie rie romane per la d ifesa - L'atta cco fra ncese del. 3 0 aprite è respinto dalla batteria del Basti one San Pietro - L'eroica morte ·del tenent~ Narducci e del sottotene nte PaUini a P orta S an Pancrazio - B reve tregua seguita dall'assedio regolare - Il comportamen to de lle a rti g lierie della piazza nelle varie fas i' de ll 'asse·dio - Gli attacchi de l 3 g iug no di Villa Pamphily, Villa Corsi ni e del Vascello - La resa d i Roma - Le vicende di Bolog na e di Ferrara - L'attacco di Ancona - Le artiglierie della Repubblica roma na resistono energicamente ad Ancona con tro g li attacch i degli austriaci da terra e da mare - Dis pe rata e g loriosa resis tenza degli ,artig lieri anco nitani - La r esa de lla piazza.
Dopo l'assunzione a 1 t rono pontificio del cardinale Mastai F enetti, e dopo il prolungato periodo di ma,nifestazioni di gin· bilo che ernno seguite ttlle provvidenze liberali concesse dal n no43
-
665 -
1849 -
A JlQ~IA
vo Papa,, l'Endclica del 29 Aprile 1848 aveva raffreddatO' molti patrioti, ehc disapprovavano il nuovo 11tteggiamento assunto. dal governo della Chi.esa di fronte alla causa ita,fo1na. Con l'uccisione di Pellegrino Rossi il malcontento andò inasprendosi,. fino a, che Pio IX lasciò Roma,, rifugiandosi a Gaeta. Al sorgere del 1849, mentre a Gaeta ,si concretava un intervento armato per ricondurre a Roma il Papa e per restaurarvi la sua autorità, Mazzini si illudeva confidando sull'appoggio cli P arigi, ·Ma, quando le decisioni del Governo francese chiarirono che un intervento militare francese avrebb'e servito unicamente a controbilanciai-e l'influenza austriaca in Italia, ed a prevenirvi altre iniziative interne ed estere, che intanto veniva.no affiora,ndo, i Triunvit'i di Roma non fecero mistero delleloro intenzioni, dichhLrandòsi pronti ad opporsi con la forza a qna,l siasi invasione. L'addensarsi di tante minacce a,vrehbe richiesto la. disponibilità di forze adeguate pe1~ fronteggiarn gli ev<~nti, mentre invece il governo della repubblica roma,na non ne era troppo benprovvisto. Tuttavia, il 25 Aprile del 1849, sapu to dello sbarro dei Fmncesi. a Oivi.tav'l-'Ccliia, il ministro della guerra di Roma l generale Avezzana., ordirnLVa l'invio in quella città di nna batteri.a da campagna in pieno assetto· di guerra ; ed il generale S~ewart, oltre a disporre in conseguenza, nella sua qualità di comandante dei. « Corpi facoltativi >> dispose anche che tutte le altre artiglieriP mobili della città fossero tenute pronte a muovere alla prima, chiamata. Il colonnello Lopez, artigliere di. fama conosciuta,. ebbe l'incrtri.co di rendere esecutivi. gli ordini dello Stewa.et; · e il giorno successivo: 26 aprile, l'Assemblea Costituente, con voto unanime, dava mandato al Triumvirato di agire energicamente per salvare la Repubblica. Allora il generale Avezzana assunse il comando 'dell'armata di operazione, ed il tenente colonnello Alessandro Oalandrelli, ché già aveva da.te prove non dubbi.e di valore e di capacità artiglieresca, fu incaricato della me!'lsa in efficienza delle opere di forti:6.ca,zione di Roma, e della direzione ed impiego delle artiglierie disponibili da, adibirsi a tale scopo: La notificazione al Calandrelli fu fatta dal genera.le Avezzana con la seguènte lettera: -
6GG -
LI~ FOR'l'IFIC'AZIONI
« In guesti suptemi e c}Hllcili momenti in che versa la Pattia è di non poco conforto all'animo mio poterne oJlidare la difesa ad onesti ed intelligenti ·cittadini. Le vostre cognizioni mi!H:iri, la fermezza del vostro carattere, i s!.>rvlgi da voì r esi al Governo della Repubblica mi deliberarono, cittnclino Ten.le Colonnello, ad invitarvi alla direzione gener ale delle Fortificazioni, e sono oltremodo soddisfntto clJc voi ue accettaste l'officio, e però ve ne ringrazio da tutta l'anima.
Fig. 178 -. Gin!<eppe A\·czznnn. Generale Ministro di Gnerrn e Marina della Romana Repubblica .. (da Storta clclLa Rivol1tzione Romana di Biagio Mlraglia. Edit. B.e rtocci, G enova).
cc Voi dnrete quegli ordini clic stiJuer cte opportu_nl all' uo po e tutti vi clo\Tanno pronta cd c:::ulta ubbidienza s in per ln requisizione degli oggetti chel){'SSOno abbisognan·i sia per le spe,:c necessarie. Curerete che al più presto po~~ibile le artiglier ie siano pronte e 1>orta tc nl luogo assegnato. e< Colla vostra ()ncrgin e colla YOst:·n intelligente cooperazione darete alla P :itrla nuove ragioni cli benemerenza. e<i al sottoscrit lo cli potervi, quantoprima salutare uno clei più validi sostenitori tlclla nostra libertà ». -
(j(i'j -
184:9 -
A ROlllA
Ecco come l'Ullòa precisa le condizioni di Roma in quel tempo: (< La città cli Roma ha una cinta di veccllie mura di un'estensione di cir-ca ventiquattro chilometri, dei quali quindici o sedici sulla sponda sinistra del Tevere, comprendono la città propriamente detta, e sette ad otto chilometri sulla sponda destra racchiudono il castello Sant' Angelo; il · vaticano, il 'T rastevere. Jl tracciamento cli questa cinta è molto irregolare, senza fosse, senza spalti e senza opere esterne. Il 'l'evere disgiunge dalla città una porzione che rimane sulla sponda destra e che si chiama il Trastevere. Questa parte spor~ente è chiusa e separ ata completamente dalla città da una porzione detta di Santo Spirito, quasi pervencliçolare alla cinta, ed è aperta dalla parte della -campagna da un fiume. Rasentando la cinta, suna sponda destra, all'ingiù, li terreno s'innalza fino al bastione numero sette che foi:nw il punto più elevato e corona il monte Gianicolo. T1 bastione numero otto, qnantunque più basso del settimo, è il sito d9nde meglio si può dominare la città. La fortificazione sulla s110nda destra offre un aspetto regolare,, la cinta è di un disegno moderno ; essa ha da ot to a dieci metri cl 'altezza di scarpa con controscarpa in terra; i bastio11i e le cor tine sono d' interrnment.i. « Dappertutto i roml.lni avevano corona.ti questi lavori con merlate fatte <:on sacchi e gabbioni pieni di terra. Ma sulla sponda sinistra la cinta è in rovina, imperfettamente fiaùcheggiata da torri separ at e da intervalli inegnali. Una strada di drconvallazione, ·che segue la linea delle fortificazioni all'esterno ed in tutta la loro estensione, è da un lato fiancheggiata dallo stesso piede della scarpa e dall'altra dalle proprietà private i cui muri formano una specie di controscarpa continua. « Affine cli poter dirìgere il. fuoco ·dell'infanterìa dall'alto delle mura, l romani avevano 1)vsLo contro la scarpa, nell'interno, dei ponti portanti un assito che serviva di strada di ronda; la sommità delle mma era sormontata da un parapetto merlato costrutto con saccbi pieni di terra. Di tratto in tratto, principalmente vlcino alle porte, dei .vani fatti nel muro davano passaggio al fuoco de1le artiglierie. Da questo lato la città è dominata dai monti Aventino, ..Palatino, Pìncio, Celio>>. (1).
Le trnppe dif;ponibilL per l H, difesa erano state raggruppate in \,iuattro brtga,te comancl a,te rispettivamente da Garibaldi, Masi, Savini, e Galletti; e eon una ordinanza del 27 Aprile il Mini!i"<tero, dopo ripa,rtito n servizio dello sta,to maggiore in tre se· zioni, aveva assegnato alla terza sezione il gruppo dei servizi relativi :1Ile artiglierie,· alle munizioni, a,i la,v ori di foTti.:ficazionc campa,le ed all~ compilazione dei piani topografi.ci. Gtierrn àell'indi1>en(lenZ<i ita,Uana 1848-1849. Milano Editori Legt·os e l\farazzlni, Struda S. Sofia 13 - Vol. Secondo pag.
(1) Gener ale Ur,LòA.
1goo 38-89.
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668 -
E'ig. 179 . Schizzo della difesa cli Roma.
6G9
1849 -
A ROMA
La cinta della.città. era stata, pertanto ripartita nei seguenti comandi ed ispezioni : Settol'c
Comandante
I
UH. cli Al'tiglieriu
I.
Uff:. del Genio
Porta del Popolo Colonn. di linea A- Maggiore Cal'lo De Maggio r·e Publio · Pincio e Macao lessandro De Sère Pl'oviuciali ì\'filbitz Aventino S. Salia Colona. Luigi Cec- òfaggi ore Gaspa1·c Cap. Camillo RaTestaccio S. Acarini Lipari -violi lessio Porht Pol'tese re- Colo nu. Giuseppe Colonn. Tmclovico 'l'. Colonn. EduarManooohe l.ti. C 11, la n cl r e lli e do .Romit.i cinto Aurelia.no magg. Giuseppe Lopez, capitano Vincenzo Gigli Porta S. Pancra- Colonn. G·hilardi zio e posizione Savorelli
Colonn. A.lossan- Colo1w . Luigi A dro Caland1·elli madei e magg. Giuseppe S artori
Porkt Cavallogge- 'l'on. Colonn. lg1rn- L u ogotenente Au- Maggiore Mariano ri Gi in·dini Vati11io Pala00i gnsto Annell:ini Volpato cani Porta .A.n gelioa Forte Castel S . .A.1~: Castella.uo e com.te A.iu tante maggiore gelo il G·enerale SteGioY. Gennati watt
~-0n è possibile definire il numero delle bocch-c da fuoco di cui Roma disponeva, per la. sua difesa nell'Aprile del 1849. Secondo cronisti del tempo viene precisato che le artiglierie schierate lungo la prima linea di Castel S. Angelo fosser Q_ 67, e di calibri , _diversi; e -che sette pezzi fo ssero schierati sulla seconda linea. chr cvmprendeva le batterie della, « lVIontagn9la )), del cc Pino )> e di « ,S . Pietro in -1\:I ontorio ». Altri raccoglitori di cc memorie>> -
670 -
U: BOCCHE DA ~'UOCO
fanno ascendere a ben 10S tutte le bocche d!,1 fuoco della piazza! :sta, di fatto che, terminato l'assedi.o, i. francesi elencarono nell'inventado del bottino 116 bocche da fuoco. 'l'a,le ùisparità mimerica può essere giustificata da,ll'osc~illa,zione subita dalle arti-
Fig. 180 · A. Calauclrelli. (<la un Busto· al Gianicolo).
;glirrie della piazza ùurante l'assedio; perchè va tenuto conto chr durante il periodo di tregua seguìto al combattimento del ·30 Aprile, fùron:o ·introdotte nell.l, piH,zza alcune bocche da fuoco, ·ed a.Ure ne condussero a Roma con le loro t ruppe il colonnello Arci-oni ed il colonnello Mezzacapo. -
671. -
184!) -
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HO.\IA
<i':·
I;ntanto il generale francese Oudinot, dopo avet lasciato un presidio con un distaccamento di artiglieria a Uivitavecchia, l:d avervi nominato un governatore, mosse allµ volta di R,onia., dove le trupp(~ della, difesa, :fin dal 29, avevano occupati. i posti al'l essé assegnati.
~ @~tl1t:UtU
• Flg. 181 - Pianta topografica di Roma nel 1849. (da Ancona nel 1848-49 di Gualtiero Santini).
Si legge in una, rela,zione dei triumviri : « Vn licl2 e numerose bnrriçate a tutte le porte e in tutte le ,vie, segnatamente sulla riva diritta tlel Tevere, impeùivano ogni accesso alla città: i bastioni soprastanti, coronati d ì cannoni, erano disposti n fulm inare il nemico».
Il mattino del 30 .Aprile, quando le campane del Campi.do-. glio e di Montecitorio diedero il segnale d'allarmi, l'artigli.erfa. · della difesa api·i tosto il fuoco . -
672
IL PRBfO ATTACCO FR.,\ ~CESE
Una colonna francese, compol:lta delle brigate Mollière e La Vaillant, si era mossa contro Porta Pcr tusa e Porta Cavalleggeri. P1·csa sotto il fuoco clei bastio11i « Santa Marta >> e « S. Pietro)) (111ella truppa avan,,,ò fatico::;amente, riu,:;<;endo a, piazzare due cannoni a circa 400 melri dai bastioni stessi, coi quali aprì un :fuoco violen to, infliggeudo K<.msibili. perdite ai. C'annoniel'i della difesa. Durante il breve duello artigliere. co un pezzo della clifes::t veniva smontato, per cui folti gl'Llppi di a,t taccanti profittando di un certo mllentamento del fuoco avver&'lrio si spinsero fin ·s otto le mura, da dove però f m·-0110 rkacciati. con perd ite . In questa fase, gli ufUciali dell'artiglieria tomanu, furono ·esempio di intrepidezza e cli mlore ai loro dipendenti, sostituendosi talYolta a i ca,dnti, puntando i pezzi, e riv,olgendo parole di fed e e di inC'oraggiamento ovunque ve ne fosse bisogno. Ricacciati da P or ta P ci-Lusa, i franc<·si puntarono allora ...-ei·. Porta S. Pancrazio; ina anche qni, la presenza di Garibaldi e il rapido interven t o dei rinforzi fecero fallire ogni t entativo. Di. modo che gli assalitori ripiegaron o in <lif-ol'di.ne ver8o l a campagna,, inseguiti dal tiro dell'artiglieria. L'efficacia del1 'artig1ieria della difesa nella gior11ata del 30 Aprile fu così messa in rilievo in un rapporto pubblicato dai. Triumviri :
so
· « llferita in tale incontro speciale commemorazione l'artiglieria nazionale sotto gli ordini clel tenente colonnello Calaud1·elli, che vi perclè due distinti ufficiali oltre i feriti, non che l'artiglierin. civica elle gareggiò con la prinrn in zelo e ardore. I due distinti Utlicialì, che fecero clono della vita alla causa clel1a repubblica romana, furono il tenente Narducci Paolo, romano, e il sottotenente Pallini Enrico, anconitano, che sanguina rono nelle secolari mura cli Roma , esaltando con il loro generoso sacrificio il purissimo icleule perseguito. Il P allini, aiutante maggiore, si abbattè wortahnente ferito mcntl'e recava un orcltne superlol'e, e cla valoroso esalò l'anima a Dio confor ta ndo i soldati ed incoragglancloli ad usare ferocemente le mani contro i violatori della sognata libertà r epubblicana. Altri nrtigiieri caddero nccanto n loro, nella stessa guisa spenti o feriti mentr e la lotta sanguinante si inacerbiva».
· Il sacrificio dei due valorosi ufficia,l i cad'uti nelia giornata del 30 Aprile fu portato a conoscenza dell'armata con l'ordine del giorno del 2 Maggio . In esso il generale Avezzana scriveva: « ~ dover e cli ogni cittadino, ma varticolarmente di chi appa rtiene alla famiglia militare, il r endere ono1·e a quei prodi che s11ggellarono col proprio
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673 -
1849 -
A ROMA
·sangue la difesn della Patria e della Repubblica. Domani, 8 Maggio, alle ore 10 antim. un cllstac<"amento armato di militi accompagnerà le salme dei valorosi ufficiali Pallini e Narducci i.li Artlglieria, mentre dall'ospedale di S. Spirito, si trnsporterà al Cemeterlo. L'ufficialità di tutte le armi è invitata a render e loro gli estremi uffic:i. Dal sangue dei martiri generosi germoglia più bella la liberth della Patria! ... ii .
Fig. l82 - Oreste Tlbur?:i. (da
un
Busto al
Gianicolo).
Quella del 30 Aprile fu una giornata gloriosa per la difesa -di Roma, e particolarmente, per l'artiglieria della R epubblica; e fu anchç una dura lezione alla tracotanza francese. Al tenente colonnello Alessttndro Oalandrelli fu -concessa la -
67-1 -
LA :MlmACLIA D'OH() A C.-'. LA~Dll0LLI
medaglia d'oro di benemerenza, accompagnata dalla seguente lettera del generale Avezzana: « Avendo voi distintamente meritato clella Rebubblica nel fatto d'arml <tiel dì 30 Aprile, c<l essendovi segnalato nell'impresa di respingere il nemico
Fig. 183 - Paolo Narducci. (da un Busto al Gianicolo).
·<nelllt così detta . « Valle dell'Inferno », il Governo non avendo altro migliore
modo di attestan·i per ora la sua riconoscenza ha creduto di decorarvi con quella stessa medaglia d'oro cli benemerenza, che_istituita dall'ex ministro Campello e fatta da voi coniare durante il ,•ostro Ministero, vuol essere appesa al .;petto col nastro tricolore>>. -
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..
18.J!) -
J\ HO)JA
L'insuccesso delle tn1ppe francP~i del 30 Aprile aveva prodotto a Parigi enorme impressione. Per controbilanciare l'influ en za. an~triaca, - ma, più per prendere tempo -, il Governo
• Fi~. 184 - .L. Calandrclli. (da un Busto al Gianicolo· .
franccE<e invia:v,L· pertanto a Roma l'Ambasciatore Lesseps a meglio c.hfal'ire lo scopo clelFinteneuto delle sue truppe; e frattant,o fra i belligera,n ti veniva stipulata. nna tregua. Se non che, giunti ai Francesi gli a.ttesi rinforzi , gli accordi intercori::i fra il Gove1·Ho della Repn bblica e<l il Lesseps furono -
GT6 -
OUDHiOT '[OH);A .\.LL) Nl'T.\CCO
arbitral'iamente dichiarati uulli., e, scomparso daUa scena l'ambai:;ciatorc, riappl.ltve a,lla 1·iba,lt1L il g-cnel'u.le Oucliuot, che riprese l' avanzata su Roma, guidandovi un corpo di 30 mila uomini Cùn 40 pezzi da campagna e 44 pezzi d' assedio di grosso calibro. Il 31 Maggio Oudinot notificava a i Trinm.viri che col 4 Giugno
Fig. 185 - Filippo Cnf<inl. (da un Busto al Gianicolo).
f.m·ebbero state riprese le oi,tilitù,; fratta.nto si affrettò a far occupare M. Mario e fece gt>ttare 1111 ponte i;;ul 'fcvere. Vedremo poi come, anche in rig11 ardo de lla pl'eannunciata data per laripresa delle opera,r.ioni, l'Onclinot 1Hm tt1n t>i-se fede per ragione di calcolo militare l -
G77 -
1849 -
A ROMA
I ntanto ·Rom a, nei limiti del possibile, aveva provveduto a completare le sue fortificazioni: le mura, da Porta S. Seba,stiano al bastione, e da questo al Tevere, erano state provviste di fe. rHoie, di impalcate e di sacchi da terra; il bastione di Sangallo, già ridotto in pessime condfaioni, era stato riattato per ricever· vi a,rtiglierie; erano sta.te inoltre aperte feritoie e cannoniere nelle mura per incrociare i fuochi con quelli dei bastioni. Ad evitare un eccesso di sviluppo della linea di difesa, era 8tata preparata, una linea che, pa,rtendo da M. Celio e passa,ndo per l'Aventino, si collegava al 'restaccio; una batteria di due éa.nnoni da 18 fu eretta davanti alla chiesa del Priorato di Malta; una seconda ba.tterif:L sorse al 'l.'estacc.io, e una terza fu . in· nalzata sul Celio, clava.11ti a S . Saba,. Oltre a ciò, diverse bocche d.a fuoco erano state scaglionate tra Villa l\fattei e Montedoro. Completavano la messa, a, difesa, nell'interno della eittà, molte barricate munite di.parapetti di terra, larghi :fino a 4 metri, con fossi e palizzate a difesa. Complessivamente il Governo della Repubbli.ca, per la dife· sa della città,, disponeva di U bocche da fnoco ra,g gruppate in 2 batterie da montagna, 2 batterie a cavall?, 8 batterie montate e 4 smontate, alle quaU s i sommarono poi sei cannoni catturati dalla « Legione Emigrati>) e che furono introdotti in Roma il 7 Giugno. '.Relativamente al calibro i vari pezzi erano così di: stinti: No. ))
pezzi
3 3
da
))
))
))
28
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))
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36 24
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26
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)
9
che vennero così ripartiti .~
...
Piùx!A LINEA l)l DU'E$:\ :
)[ura e Posizioni 1° :Baluardo (a deska di l'orta S. Pancrazio) 1 cannone cla. 18, 2 Obici Porta S. Pancraào 1 • » 9 Villa Gabrielli 1 » 18
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678 -
''
L' ARi\IAMEN'l'O DELLE BA'l'J:ERIE !)ELLA DIFESA
Porta Ca.v alleggeri Giard:ino Teloni Baluardo S. Pietro Baluardo S. Maria Porta, Angelica Muro di Porta Angelica Arnma.zzatoio ·. Porta del Popolo }\:[onte Pincio Pol'ta Salaria. Porta Pia. Porta Maggioi·e Porta S . Giov ann i Villa 1\:Iattei (Porta S. SebasLiano) Baluardo di Sangallo Monte .A.ventino e S. Alessio Monte 'l'est.acci.o Porta Po1:tese Saliente Barl:>erini 30 Baluardo a sinist.ra ~
•
»
Cavalier e . Posizione S. Sa'b a . Castel S. Angelo
• •
1
1 2
»
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1
»
1 2 1
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2
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• "
9 9
1.8 24, 1 ca11none da 18, un obi· ce da 24 18
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H, 2 obici
•
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• 18, 2 can. da 9 18, 1 can . da 9
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18 86, 2 can. da 9, e 1 da 16'
2
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1 4
»
1 :2 2 1
18 » 18 un ob ice da 18 • 13 • 86. 2 cannoni da. 9, e uno da Hl • 18
•
2
1 1
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9
18
• 30, 1 da 24, 6 da 18
m n:sA: R ecint,o Am·cliano
S ,ECONDA LINEA DI
Batt. della. Montagnola Bat.teria del Pino . »
1 cannone da, 9, 1 obice cla 36 (1) i ·obice, e 2 ·cannoni da 18 » 24, 2 c,1.nnoni da 18, 2 can• 1 11oni .da 9, e 1 obice
cli S. Pietro in Montorio . 2
•
1ù
I francesi, provenienti da Civitavecchia, avevano scelto come settore generale d'attacco tutta la parte della città, compresa tra Porta Portese e Ponte Milvio (ex Ponte Molle); e~ (1)
Tolti dalla ia- linea.
679
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A ROMA
numerati i bastioni a partire da Porta Portese, si pr:oponevano di occupare Villa P amphili, Villa Oorsini, e Villa Valenti ni, onde attaccare poi le mùra dei bastioni 6 e 7 mediante aperture di para,l lele. L'occupazione di Ponte l\filvio era stata ritenuta necessaria per esercitare buona vigilanza sulla sinistra del Tevere, e per taglia.re le comunicazioni alla pia,zza da questo lato, come d'altronde er asi già fatto dalla, parte di Porta s..Paolo . · · Come è stato gh\ detto, l'inizio delle ostilità fu dall'Oudinot, anr,i che il 4, a,nticipato d'un giorno e cioè al 3 Giugno, allo scopo di èvital'e a,l le proprie truppe dolorose sorprese. Le forze francesi ammontavano a 30 Battaglioni su tre Divisioni, CORì. composte : Comandante ili capo; generale Oudinot di. Reggio l' Divisione : 1 ·Brigata di fa.nterht (gener. :Mollière), 1 battaglion e di caeeiatori e una brigata di cavalleria (p;ener. Morris) . 2" Divisione : 1 Brigata cli fanteria (gener. Le Vaillant) ; 2 brigate di fanteria (gener. Chadeyson), e 8 battedc . . 3' Di.visione: 1 Brigata di fanteria (gener. Ohavayllant); 2 brigate di fa nteria (gener. Sauvan) ; ,fi _h_atterie.. Genio (ge.ner. VtLill ant), 6 compa,gnie di zappatori, 4 ha,tte1·ie da campa,gna e 2 batterie da as!_egfo. --· ... Il mattino del 3 Giugno due colonne francesi, seguite a distanza da alt re unità, si pr~sentano davanti a Villa P amphili e forzano la, difesa,, obbligandola, a ripiegare sul convento di S. Pancrazio, . e, ,successivamente, sn Villa Corsini, cd in-fine sul VascellÒ. Garibaldi, che fin daUe 5 del mattino si riservava, agendo òa Porta Cava,Ueggm·i, di cade:re sul fì.anro sinistro ·degli attaccanti, deve invece correrP in aiuto del Va.scellò. Villf.t, Cor. si:ni div(mta, quindi obbietto di sa-n guinosa ed ostinata contesa : . fl presn, e pe1·òuta più volte. . Fra,ttanto dai bastioni di S. Pancrazio entrano in azione le ba,tterie dd colonnello Oalandrelli e del maggiore Lopez, cbe battono efficacemente le t ruppe nemiche in m ovimento, e prendono Botto il fno co il convento di S. Pancrazio ed il Casi-
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IJI. h1.ex / llvmero dOr'tlJi,e delle '---J batterr'e Francesi. l 2.3.,,,, { ltlem tfolle breccie · aperle <la quesh.
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li'ig. 186 - Schizzo della difesa cli Roma.
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no dei Quattro Venti di Villa Oorsini, nel quale ultimo scoppia un incendio. L'azione viene tosto ravvivata da un poderoso contrattacco sferrato cla Garibaldi, e le località, inizialmente perdute dai difensori, sono riprese. Ma ·giungono sul campo dell'azione· truppe di rincalzo francesi, ed i romani sono costretti a ritirarsi nuovamente sul Vascello. Il combattimento del 3 Giugno rappresentò il prologo del· l'assedio regolare, perchè. nella notte sul 5 furono iniziati i lavori delJ.a 1a parallela; e1 dietro alla trincea, furono costruite due batterie designate con la numerazione N. 1 e N. 2: la pri· ma, a,rmata di due (:annoni da 16 e cli 11n -obioe da 22, di fronte al bastione N. 6 e a distanza cli 560 m., doveva controbattere i ' pezzi in cannoniera del baluardo; la seconda batteria armata di due pezzi da 24 e di un obice da 22, ed eretta ana, estrema destra della parallela, aveva per compito di controba,ttere la batteria delF.A.vehtino. Appena giorno, constata,to che erano già . costruiti 1500 metri di trincea, che dalla chie.s a di S . Pa,ncrazio scendevano :fino a,1 T-evere, le batterie romane del ba,stione, del T<~sta:ccio, e di S. Alessio aprirono il fuoco. I francesi risposero prontamente; ma dopo · qualche ora le due batterie dell'attaccante vennero ridotte al silenzio. Nelle notti successive la ti;i!!ga fu approfondita; furono rimesse in efficienza le due batterie N . 1 e N. 2 e venne costruì. ta una terza batteria. N. 3 a circa, 250 metri dal bastione, ar mandola con mortai cla 22. Anche le artiglierie romane, mentre vivevano in vigile attesa,' lavo~avano ininterrottamente: infatti Ìn breve· fuJ;'ono .raccorda.te con un trinceramento le posizioni del Vascello e di Gasa Giacometta; ,fu costruito ·un . ·secondo trinceramento d'a S. Pancra,zio, per le riserve; furono portati due èannoni, uno dn. 12 e uno da 18, sul ba,stione N. 6; sul bastione N: 8 fu porta.to un cannone da 36, e due cannoni e un obice furono sistemati sul bastione N. 5. Nella giorna.ta del 6 Giugno le artiglierie della dtfesa, ese- 1 gnirono appropriati tiri di disturbo ai lavori dell'assediante, · ma tuttavia, duran te la nòtte, i francesi riuscirono a costruire la prima trincèa di appoggio al bastione n. 7, e tre cammina682 -
LE Ll~EE ROMANE
menti. L'indomani però le artiglierie romane riducevaino nuovamente al silenzio Ja, ba.tterfa francese N . 1, prendendo sotto violento fuoco Villa Corsini, Villa Valentini, ed altri caseggia ti, e obbligando il generale Vaillant a costrufre a,ltre cluc batterie, la N . 4 è la N. 5, per fronteggiare i bastioni N . 6 e '7.
Fig. 1S7 - Batteria francese a Villa Pampbili:
Nella pl'evi.si.one di attacchi in forze, la difesa, approntò al· t re clne linee di resistenr,a : una lungo il recinto Aureliano; l'altra· nel tratto S. SpfrJ.to - via cli. S. Pancra.zio; ed inoltre, iniziò lo scav,o di trincee nella gola dei bastioni N. 8 e 9, de:molen, do Casa Savorelli, e mettendo le strade a difesa, con opportune barricate. Nella giornata- clell'S la batteria fra,ncese N . 4 fn demolita dni proiettili la.ne.iati dalla difesa. , Il mattino del 9 un obice francese della batteria N . 1 fu imboccato clal fuoco clei romani, P. mi a,ltro fu scavaleato. Nella, giornata clel 9 gli assedianti dan neggiarono l'acquedotto Paolo, e il giorno snccessivo il .generale Oudinot invi:wa un propri.o rappresentante al governo della, -
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Repubblica per ottenere la resa della città : roa, la proposta fn respinta. Contrariato cl.a tale ripulsa, nel pomeriggio il comandante francese fece bombarda,re la citt à col tiro di 21 bocche, de. fuoco, che però non impedì alle artiglierie della piazza di rispondere vigorosamente. Nella giornata del 14 la difesa effettua, una sortita dalla lin~a dei Pa,rioli, e nella violenta, azione prolungatasi per l'in- · tera giornata, si distinguono la legione polacca e quella bolognese. Nella giornata del 16 i bastioni 6 e 7 sono battuti da fuoco violento, ri:inanendo in più punti danneggiati ed in altri demoliti addfrittura, tànto da dover essere abba ndonati . Frattanto procede aiacremente la, costrnzione di batterie di breccia. Con tre pezzi da 16 e un obice da 22 i francesi erigono le batterie N. 6 e 7 i con due pezzi da 2.4 e clue da 16, yiene for mata la batteria N . 8; ed in fine con due pezzi da 24, due da 16 e un obice da 22, viene a,rmata la batteria N . 10. Queste quattro ba,tterie alle ore 9,30 dèl 19 Giugno aprono il fuoco sulla piazza, . ma, sono vivacemente controbattute dai pezzi della cinta e dalle ba,tterie del Testaccio e dell'Aventino. L'assediante allora fa avanzare 6 pezzi della riserva. Durante la notte i lavori vengono proseguiti dalle d11e· pa,rti; ed il mattino del 20 il bombardamen to riprende. Alle ore- 8, , le pareti del bf1stione N. 7, battute violentemente dal tiro, rovin.a no, mentre gravi danni riportano il ridotto del Vascello, e i bastioni di Porta S. Pancrazio. ,S ul bastione N. 8 viene smontato un pezzo da 3(3, e sul bastioùe N . 9 rimane pure colpit o un pezzo dà, 18, .mentre il colonnello Oalandrelli, anima della difesa, cade gravemente ferito. I romani allora si sforzano a, ritardare i progr~ssi dell'atta,ccante erigendo una nuova batteria sul terrapieno/ . che al di sopra della cortina collega S. Pancrazio al bastione N ., 8. L'armamento della nuova posizione comprende due· pezzi da 18 e uno· da 12; il comando della batteria è affidato al tenente La,. bruzzi. Nella notte sul 21, preceduti da un forte bombardament o, i francesi riescono a occupare la breccia aperta nei bastioni 6 e 7. Dopo questa occupazione, il comando della difesa pur fa. -
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LA DIFESA SULLA SE:CO::-i'DA L.I NEA
cenclo progetti per operare un contrattacco, decide di continuare la resistenza sulla seconda linea, Ja qua,le, passando sulle an tiche mura Aureliane, chiudeva vma Spada, e terminava sulla via. che dal bastione N. 8 conducèva a S. Pietro in Montorio. Lungo lo svilnppo di tale seconda linea màncava però ogni fiancheggiamento, fatta eccezione di nna lunetta a Villa Spada, <~ dei rafforzamenti esistenti presso Casa Mei:luzzo, e ai 0011venti di S. Cosimato e di S . Calisto. ,
Fig. 1S8 - Batteria presso H Casino Savor elli. (rip roduzion e di fotografia dell'Istituto Storico · e di Cultura dell'Arma del Genio) .
Sulla detta 2" linea furono prontamente postate due batterie di 3 cannoni e 1 obice ciascuna. Una terza, batteria di tre pezzi sorge all'inizio delle mura; una qua,r ta batteria viene er.et -· ta davanti a Villa Spada,, e 2 cannoni sono colloca.ti sulla piazza di S. Pietro in Montorio. Inoltre, le batterie del 'l'estaccio e di s_ Saba sono spostate sull'Aventino, nella. zona del Priorato e nel giardino di S. Alessio, mentre altri cannoni sono messi h1 posizione per battere l'interno dei bastioni e per distu,rbare i la,v ori di aJ)proccio dell'attaccante. Nel pomeriggio del 23 le batterie francesi 10" e 11"" aprono il -
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fu oe;o .sulla se(;onda linea; ma, clopo clodici colpi, 1'11• batteria è imboccata e ridotta, al silenzio dal t iro della difesa . Tre nuo · ve batterie sono costruite su.Ila cortina e sui ba,stioni. Nella notte del 24 viene effettuato un bombardamento sulla città, che ptovoca le proteste del Governo della repubblica e dei l'appresentanti di tutte le Potenze in Roma;. e nelle notti sue· cessi.ve, viene continuato il bombardamento mentr.e si lavora a ultimare la 4"' parallclq,. P rotraendosi la lotta nei giorni. successivi, le perdite dei romani vanno sempre più crescendo, mentre s~eggiano le mu· njzioni..:. . . ' Frattanto la difesa si prepara all'epilogo che si avvicina n. grandi passi.. J pezzi della, Monta,gnol~ sono cn.rieati à rnetraglia e puntati sulla .breccia per essere scaricati all'ultimo momento; vengono · preparati :fiaschi e recipienti cli liquido infiammabile per versa,rlo a momento giusto s:ugli a.ttaccanti. Anda,to fallito un nuovo at tacco a Villa :Medi.ci, i francesi. armano allora Jma nuova batteria di 6 cannoni, e allorchè migliaia di granate hanno ridotto l'edificio a,lle sole mura, una colonna di attacco si precipita innanzi, e intima la resa. Ma, inutilmente! : sono gli ultimi sforzi eroici della difesa che non vno· le arre!1dersi ! Nella. not~e sul 30, alla luce cbe a festa era 's tata accesa sulla cupola di S. Pietro in segno di grande avvenimen· to, le colonne francesi a.prono numerose breecie : per due volte ancora esse sono rica,cciate, ma al terzo assalto, Villa Spada è ci~'COndata e vi trova morte gloriosa il maggiore Luciano l\1an::1rra. Verso· sera la ci.~ tà deve capitolare. Garibaldi, con 4000 uomini, esce da Roma e si avvia verso la Toscana,, per dpa,r are sul territorio della Repnbblica di San Marino dove scioglie le truppe. ', Spigolando fra i documenti del tempo è facile raccogliere prove e documenti sul valore ad.dimostrato dall' artiglieria, ro· mana durante l'assedio. Il cc Bollettino O:ffi.cia)e », pubblicato nel «Monitore Rom ano >> rifen,ndo sugli avvenimenti del giorno 24 Giugno, recava: « Il nemìco, fidando nella sua posi7.ione e imb::ildanzito della nostra apparente tranquillità, ha scoperto questa mattina una batteria cli quattro pezzi;
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·\ V,\LORE I;; P ERIZIA DELL ' ARTIGLIEJRIA ROMANA
appena era apparsa, cl..te già i nostri cannoni clei Pini l'ebbero fulminata e ridotta al silenzio, e sconquassata>>.
E nello stesso gi.ornale, il giorno successivo il ministro della guerra, generale Avezzana., pubblicava il rapporto d.el p.eode Manara portante le .seguenti notizie: « Questa ma ttina (24 Giugno) il m1mico ·scopriva sulla breccia una batteria dl 4 pezzi.
Fig. 189 - Fortificazioni italiane al Bastione di Vilia Spada.
« In pochi momenti era rqviuata, distrutta dal ! uoco delle nostre batterie, di P.Ui ogni colpo era fatai.e agli artiglieri ecl al mater'iale del nemico. « Ha dovuto cessare subito il fuo.co, e nol potrà riprendere se non costruendo una nuova batteria. « Iratto padrone di alcuni palmi cli terreno per sorpresa, non per valore, si trova ora serrato in quel piccolissimo spazio esposto al fuoco continuo delle nostre artiglierie concentrate verso quel punto racchiuso dalla nostra seconda linea di fortificazione, più della prima propizia, ed insuperabile pel gran
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numero di soldati cbe la guardano e pel fuoco incrocicchiato dalle nostre batterie».
E dopo gli avvenimenti della stessa giornata del 24 contro le poi::izioni di « P apa Giulio », di « Villa Poniatowsky », e di << Villa Borghese >>, il « Bollettino dell' ~rmata >> scrive : «L'Artiglieria comandata dal maggiore De Sère si meritò ogni elogio».
Fig. 190 - Batteria Aureliana. (riproduzione di fotografia d ell'Istituto S torico ,e di Cult ura dell'Arma del Genio) .
Se nella battaglia del 30 Giugno 1849, colle ultfme salve di artiglieria di quella giornata, cessaYa Ui\'ivere-ht- R~{Hlb-blica R-0mana, il ricordo della · lotta e dei sacrifici compiuti rinsaldò la fe de in un avvenire non lontano. Nel popolo, vinto ma non domo, rimase forte il Renso di :fierezza e di coscienza della forza addimostrata; cosi che nella giornata del 3 Luglio, al cospetto dell'invasore, a una batteria di artiglieria, che percorre· va il Corso per riprendere gli alloggiamenti, il popolo di Ro -
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LA 'l'J•:S'.rCv10::-1IANZA FUA~CIDSE
ma, vinto dalla passione e dal ricordo delle recenti glorie, gridò ad alta voce m~ « Viva la nostra Artiglieria! Morte allo straniero!>), esprimendo con quel ·grido la riconoscenza verso chi, - nel Veneto, a Bologna, ad Ancona, a Velletri, e, particolarmente a Roma, - combattendo per la santa causa d'Italia aveva, scritto pagine immortali nella storia dell'Arma.
Fig. 191 - L'assalto al Palazzo del Quirinale. (da Storia Riso1·gim.ent o e Unità d'Italia
di C. Spellanzon, Ed!t. A. Rizzoli, Mila.no).
Ma anche il generale francese, che non av~va mancato di doppiezza nell'esecuzione degli ·Ordini del suo Governo, a operazioni finite, nella Relazione sull'assedio di Roma non mancò di cavalleresco riconoscimento verso i cannonieri che avevano difesa quella città, e proclamò che « Fonore della difesa apparteneva senza ditbbio all'a1·tiglieria rorna,na »; segnalana·o ancora che: -
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<< anche dopo il collocamento delle batterie francesi nelle pos1z1oni ravvicinate, i pezzi collocati sul bastione N. 6 e sulle quote di S. Alessio e del Testaccio, risposero con energia, pront&;;za e giustezza, e che la lotta si prolungò nelle stessè. coJ1diz1011CJino=a1=termine..-cJ.etl~16·r . ,-- « I -cannonieri che servivano i pezzi del bastione restarono coraggiosamente al loro posto fino all'ultimo. Le bocche d~ fuoco d~l bastione N. 7, dopo il 21 Giugno, furono portate nel bastione N. 8 in ottima posizione; e nell'assalto del 30 gli artiglieri si batterono ancora ottimamente. Dopo la lotta del 30 l'artiglieria...r.o mana era però in g1·an parte smontata. (( Noi non I!Q§Si,f,lillO - $.çxive ancora il relatore ufficiale - che tributare elogi all'artiglieria roma_~;, e se dovessimo aggiungere una critica, le rimprovereremmo di aver tirato abbastanza durante la notte)).
non
Entrati i francesi a R.oma e ristabilito il governo temporale del Papa, il reggimento di artiglieria si ridusse a ben p~a cosa. Molti ufficiali si dimisero, alcuni furono processati, a,l tri si allonta,n arono d.ai ranghi e furono considerati disertori. In conclusione, tutti coloro che al 3 Luglio non avevano fatto adesione all' a,rma.ta fra,ncese, con ordine del Ministero delle Armi _in .data 5 Settembre 1849, furono definitivamente licenziati; i gradi conseguiti nel periodo dal novembre 1848 fino alla caduta della Repubblica non furo.no riconosciuti; e ciascun ufficiale, sotto la da.ta del 1° Settembre, riprese il grado che rivestiva anteriormente al 16 Settembre 184:8. I reparti costituiti nel periodo della· R.epubblièa furono soppressi. Degli uomini di truppa, parecchi, disèrta1'Qno, altri furono inviati in congedo; per reazione, invece, furono richiamati coloro che si erano dimessi durante il regime repubblicano . 1\fa i maggiormente colpiti furono i capi, prima' retrocessi, e poi espulsi. Il 27 Dicembre il maggiore Galassi, comandante interinale del reggimeiito d'artiglieria, notificava ad Alessandro Calandrelli, retrocesso e ritornato capitano, quanto appresso : « Con vivo senfJo di dispiacenza e di pena, debbo, io dare esecuzione alla partecipair.ione C'he ebbi in questo stes.so gi,arno dal Generale Comandante la
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ltll:'lU S'rI1'0 OF:L GOYIDRXO l:'OX'l'IFICIO
l'· Divisione ::lfilitare, della disposizione la quale colpisce, fra nltri ufficiali del Regg.to cl'Artig.a anche la di Lei persona, oegli appresso termini: « Con dispaccio clel 21 corr.te la Commissione Governativa di Stato ordina che in coerenza cli ciò che venne pubblicato con la notìlìcazlone della Commissione stessa clei lS Settembre p. p. devono considerarsI° come esclusi dal benefici o clell'ultima amnistia concessa clnlla Santità di N. S. gli Ufficiali che comandarono Corpi :Milltari dopo la luttuosa epoca del 16 9bre 1848. « Inoltre diclùaranclosi che fra essi va n compresi gli ufilzinli del Corpo di Artiglieria qui notati a margine, è così ordinato a Questo Comando Interino del sudd. Regg.to di dover far loro conoscere, che non possono essi godere gli effetti della sucld. Amnistia, e molto meno rimanere nl servizio militare Pontifìe'io >l.
Gli ufficiali << notati a margine)), erano il colonnello Carlo 8 te wart, i maggiod Filippo Lopez, Giulio Espero, Ludovico Cala ndrelli ed il capitano Carlo BeTsanti. Così., dopo n largo contributo di capacità, di valore e di sangue profuso negli avvenimenti del 1848 e 1849, l'artiglieria romana pagava anche un debito alla reazione politica, vedendo Hllontanati dai suoi 1:angbi i migliori esponenti dell'arma, coloro che, - generali, ministri, combattenti, - profondi in perir.ìa ed in esperienza , avevano 01·ganizzato il Corpo, l'avevano potenziato e impiegato contro i nemici ·c 1ell'Italia; i quali ultimi, nel trionfo della Sa.nta Sede, ra,vvisavano anche un succe~so proprio. mcnl.1·e essen½inl.mentc e,sso era un successo straniero.
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All'assedio cli Roma clcl 1849 rel'.-tan o connessi gli avvenimenti svoltisi in quell'anno nelle città di Ferrara, Bologna ed Ancona che facevano parte integrante del territorio della «Repubblica Roman a)). E per ciò ai :fìni di questa « Storia)) bisogne1..·à rifare qualche passo indietro per tratteggiare la parte loro più saliente. Comincieremo col ricordare come le manifestazioni ostili svoltesi in Ferrara ai primi. cli Febbl'aio del 1S,t9 contro la gua1·nigione croatà avessero suscitate le ire e le vendette del mare-
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A b'ERRAfL\
sciallo Haynau contro la popolazione inerme cli qncUa, città., che avl:'va avuto il malaugnrato gusLo di fischiare in pubblica piazza j rapptesentanti dello stato maggiore militare della nuova guarnigione. La reazione della truppa e degli ufficfali aveva portato nei giol'ni successivi acl episodi sanguinosi, e alcuni colpi di cannone sparati daDa, cittadella coJtcorsero ad aumentare la tensio· ne e la preoccupMdone dei ferr11resi, che si affrettarono a chjeder"' rinforzi a Bologna ed al governo di Roma per avere forze sufficienti pe1' a11'1·011 ta,re la lotta, che si intravedeva inevitabile : sopra.tutto si chiede,ano artiglierie per tenere a bada eventuali rinfoJ'r.i aus(,l"ia,ci che si ternevu dovessero gi nngere a traverso il Po. Ferrarn , an che per parere del colonnello }Iarescotti, non aveva forze sufficienti per oppone unft resistenza nella cit tà sul. la quale erano puntati !50 rezzi piazzati nella fortezza : tuttavia il Mareia;cotti avent pl'Ogetla,to cli esplicar e sul conn ne un'azione di difesa allo scopo di tener l ontane le truppe austriache, mentre la Giunta della p11bhlica sictuez1.a incoraggiava, la popolazione ::icl assnmere un ntteggjamento ener gico, e tutto ciò per potel' ottenere condizioui .meno dnre nel condurre eventuali trattative con gli austriaci. Il mattino del 18 un corpo austrinico di 6000 uomini, con uno squadrone cli cav~ùleria, 22 cannoni e una ba t.teria di razzi alla ~< congl'ève )) avanzò su F errara : ed in breve la città fu circonda ta. di bocche cfa fuoco pronte ad entrare in azione. Un simile . appar ato di forze rendeva evidentemente impossibile di esplicare una difesa qualsiasi. Dopo 11110 scambio di vedute, di fronte alla ostinatezza c.lell'Raynau. le autorità locali trovar.ano più com·eniente di cedere alle i-ichieste da lui formulate. Solo l'intervento ·dell'arcivescovo e del co11sole britannico va,l sero a ritardare il minacciato bombardamento se la città non avesse, entro i limiti di tempo :fissa.ti, versato la somma cli 206.000 scudi e consegnato i sei ostaggi richièsti. Sottomessa Ferrara, gli austriaci si preparavano a nuove reazioni, qaando la vittoria di Kovara diede a, Radetzky la dii;,ponibilità cli quasi -tutto il suo esercito, forte quindi per vendicare le offese che anche nella Romagna. cra,no state fatte all'autorità del tirannico governo di Vienna . · -
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A BOLOGNA
Dopo inùtili trattative e sOtH1aggi, un corpo austriaco di (iOOO uomi ni con 17 pe1,zi di artiglieria giungeva contro la città di Bologna il mattin·o del 6 maggio; e nella mattinata dell'S vi giungeva da Ferrara altra forza armata che attaecava Porta Ga1liera, mentre altre t1·uppe austl'iache a,ttaccavano P orta Saragozza e Porta S. Felice. Alla resistenza opposta dalle improvvisate lruppe della difesa, g1i a ustriaci fecero seguire un forte bombardamento d~lla città, durato fino a sera. · Il mt1Uino del 9, un ardito al' tigliere, che· ?,Veva partecipato a ll'assedio cli .Vicenza,, rintracciati nell' interno del cortile del Palazzo cli Città. due cannoni ritenuti fuori uso, l'iusciva a metterne uno in stato di efficienza. Questa inattesa scoperta suscitava nelle masse elci presenti nu ovi propositi cli fierezza; il ~annone veniva rapidamente traspol'tato sulla cc Montagnola)), e, messo in azione, r i usciva coi suoi tiri bene aggiustati a ricacciare gli invasori dalle alture di San :Michele in Bosco. Il passeggero successo era stato incentivo a nuove resistenze sPmpre più accanite; ecl anche nei giorni successivi brevi tregue furo no intercalate a yiolente riprese da parte degli ·assediati, mentre gli austriaci anelavano scn a nclo il cerchio cli ferro con nno schie1·ame11to di potenti artiglierie. Frattanto il fulcro della rel'li.Sten1,a cli Bologna si concentravo. in P iazza Maggiore, sede dallH, Commissione Govem ati\7 a, del Comando della difesa e del comandante delle anni. Talune .coraggiose so1·tite diedero la momentanea illusione di poter prolungare la resistenza, sempre :fidando poi negli a,iuti di truppe inviate da Roma; ma nella giornata del 15 Maggio Bologna era, costretta ad alzare bandiera bi.anca non potendo resiRtPre oltre. Anc.be sn Bologna gravava il contraccolpo cl c cc la fatal Nova:ra )) ! E veniamo alle vi<:ende di Ancona, la cui clifei,:;n, era stata affidata alla solerte opera del colonnello Zambeccari, che già in prececlem;a, in qualità cli coma ndante della città. e della for tezza, aveva avviato alcuni lavori di forti:ficazione, che però ebbero scarsa efficacia nel corso dell'assedio. -
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ANCONA /
F ig. 192 - Schizzo dell'assedio di Ancona.
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ASSEDIO or A~CO~A
Caduta Bologna., lo Zambcccari comprese subito che gli austriaci avrebbero marciato su Ancona, e, dopo averne riferito al governo del Triumvirato di Roma, - che si limitò ad inviare un rappresentante del popolo per eccita.re gli anconitani ad una in-
l!~ig. ll)i.l - Colonnello conte Livio Zarobeccari.
surrezione contro l 'Austria, - si dispose ad a'ffrontare la prova. Nella giornata. del 22 maggfo, mentre una forte massa, di truppe di terra andava avvicinan dosi ad Ancona, dal mare si presentava.110 davanti a.Jla cit tà una fregata, due corvette, tre brik, tre vapori e una penizza a ustriaci, e la bloccavano. Nella giornata del 25 :wvenivano i primi contatti fra le truppe assedianti e quell e della, difesa, così che gli austriaci eb- . bero subito un saggio dello spirito che animava gli anconitani, disposti a difendere ·Ja propria i ndipendenza a qualunque costo. Circa l'armamento ùella pia,1,za cli AnconrL alla da,ta, del 23 Maggio J849 riportiamo i segnenti dati e note aggiun tive tratti -
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ANCONA
qnasi integralmente da,l << Diario dell'assedio di Ancona nel 1B49 >> cli Gualtiero Santini :
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3 27 (cl) • 36 piccoli • 24
1 ,I,
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p iccoli
1 6 1
• 18 ·• picc. (da 8) Caronafa
1 2 4
Cimnoni da camp. •
diversi
1.
± 3 11
119
da !) diver si 1)ÌCC01i
I Totale gen erale
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Forte dei Cappucciui
R idotta lli l\i. Ca rde to (e} .Fnori Porta Capo di :àioute . . . . Lucalih't • Cauno110 • sotto il Duomo . l3aluanlo S . Pietro Porta Farina • Cnlamo . 'Porrioni (ptesso attuale ospodalo militare) . Batteria de i Zoccolanti (presso ospedale ntilita.re) . Tra i Zoccolanti e la Città . 1 · 2 Batterie d a cnmp. S montat.i S ni legni mercantili ({ J.
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Balnartlo S . .A.gost ino . • • 94aca.,,. I ,. tli'\"ersi . 1\fortai 2 ùa 12 }Joll.) Cittadelltt (o fortezza) ,8 • 8 » ( Campo tr i nccrato Cannoni da 36 Fol'tin'> Darsena Batteria nlolo di Sa1ti• • 36
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Fig. 194
Veduta
di Ancona dal mare. (dal Diario dell'assedio e difesa di Ancona nei 1849 di Gualtiero Santini).
1849
ANCO.NA
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· · Fig. 195 - Dislocazione delle forze della difesa. (dal Diario dell'assedio e difesa cli Ancona nel 1849 d i Gualtiero Santini). '
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Sul fronte terrestre erano state piazzate circa 75 bocche da , fuoco, e 44 sul fronte a mare. Complessivamente però .difettavano i p~zzi a lunga gittata ed i mortai : il tiro utile déi cannoni da 9. e da 18 si aggirava tra i mille e i milleduecento metri; i mortai da 12 tirar.ano fino a . 1400 metri, e anche a 2000 metri trattandosi di bersagli estesi; i mortai ed i cannoni di maggior calibro tiravano fra i 1500 <:ld i 2000 metri. a)
I dati riassunti nello specchi o
<<
armamento >> sono stati desunti dal
698 -
. BAT'l'0RI1D DE;LLA DH' ES,\
« Ma1l0scritto della G. Naz. » del Diario Zambeccari, dal Torre (con lievi va-
rianti) e dal Da Mosto. b) La batteria l\:lolo fu progettata nel Maggio del 1848. e) Il mortaio da 54 fu costruito ai tempi di Napoleone · 1° e portava dett o : « Dio me lo diede, guai a chi lo tocca>>. d) u ·n o dei cannoni più potenti dei Cappuccini era dono cli Venezia. Erano stati pure inviati da Venezia nel ·1848 : l cannone da 36, 4 cannoni da 1.8 B, 6 cannoni da 8, e 2 mortai da 18. Glì affusti furono forniti dalla difesa cli Anrona. Il tenente colonnello Garibolcli il 12 maggio 1849 i1wiò i:ò. Ancona 3 cannoni da 18, al completo anche di munizioni. Da Comacchio ne furono inviati 6 con affusti; ed il 20 Maggio 1849 pervennero in Ancona G ca nnoni da costa, inviati da Volano e da Mi,e:liovacca ; pezzi cli ferro e bronzo da 36-18-6-4. Nel Maggio 1849 da Bologna si portarono in Ancona 6 cannoni da 18 B da campagna, donati da Piacenza a Pio IX sul principio del 184.8. Una epigrafe incisa sui pezzi, ricordava l'offerta al Pontefice. e) Durante l'assedio l'armamento clel Cardeto venne aumentato di altri 8 pezzi: 2 da 36, 4 da '2:7, 2 da campagna.; ecl alla Lanterna furono impostati èlei pezzi da 18. t) Vi erano batterie piazzate su materiale natante e cioè : sul piroscafo ex pontificio « Roma >> - ant ico « Pio IX>> - adattato da guerra ed armato di 2 cannoncini (1 da 80 Paixhans ed l da. 24 russo); su alcune barche e puntoni, sul brik << S. Pietro », sul trabiccolo << Augusto ,,, ecc.. g) Secondo gli austriaci all'atto della resa della città, vi furono trovate: 130 bocche da fuoco in batteria, 8 smontate da 1:iombarclamento e 7 senza affusto. A comandante della Cittadella era stato assegnato il tenente colonnello Espero Giulio, e della q.ir&1,ione del materiale di artiglieria era stato incaricato il capita.no Filippo Costa, che comandava anche una compagnia d'artiglieria civica da costa. Tutto il personale addetto al servi7iio delle bocche da fuoco, in numero complessivo di 270 uomini, appa r teneva ai seguenti r eparti di artiglieria regolare e. civica : Unitù
½ batteria
I
l
Repm·to cli ttJ)J)artenemm Comanclnnfe'I
Forza
A rtiglieria cli linea cleIJa. cap. Mar- no.m ini .1.n Batteda indigena, eelli
Epoca
60 M.aggio Giugno 18'.IJJ
1 Compagnia. Artiglieria clella Gw:n·clia cap. Giova,n, - N~ziona.le mis ta, da fo1·- Ba,ttis t,a tezza e cla campo
147 al 24 l\faggi o 1849
1 Compagnia Ar!,iglierìa da Costa
12:3 ifaggio 1849
Costa Filippo
cap.
Gfl9 -
1849 -
ANCONA
A questa forza vanno aggiunti alcuni distaccam enti di artiglie.r'i cfvici di altre città dello Stato che ebbero anch'essi una parte importante nella difesa di Ancona. «·
*
*
Nella mattinata del 25 Maggio un ordine del giorno del colonnello Zamheccari limita,va il suono delle campane alle sole
-Fig. 1()6 - Dislocai.ione delle truppe austriache. (dal Diar io dell'assedio e difesa di A1~ cona nel 1849 di Gualtiero Santini).
ore del mezzogiorno e dell'avenJaria per togliere al n emico ogni mez7,o di avere segna.li di « ciò che si va opèrando ci -accade nella pfazza ll; e nella stessa giorna,ta, poco prima di an nottare, un vivo cannoneggianH;.n to precedeva. un . violento attacco a,nstriaco di retto coritro le barricrLte degli Archi. La difesa., che vigilava , .attivamente, fece aprire il fuoco alle artiglierie del Lazzaretto riuscendo. ::L rf,spinger e. il tentativo : soltanto alla « Lunetta S . Stefano l), l'attaccante Yini,:;cì. a infilti-arsi nella linea, conservan do il terreno conquù;:tato. 70-0 -,
L ' ATTACCO PllJH M ARE:
tiua,si contemporaneamente all'attacco cla tena, un vapore aust1..'iaco, il << Onrtatone )), si spingeva in osservazione versò la linea degli Arehi. lmmantinente l~L batteria della « Lanterna>) apriva il fuoco, e per oltre mezz'ora si svolgeva fra le due artig1ierie un duello, al qua.le parteciparono le bocche da fuoco della Darsena,, di Porta Pia e della bat teria Dorica. ·
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Fig. 197 - Il Lazzaret to di Ancona. (dal Diario ,deli'assedio e•difesa di Ancona nel i849 di Gualtiero Santin'i).
"e Da un ra,ppòrto del capita.no Arolcli si rileva che i danni subiti dalla difesa furono i seguenti: « N. 1 pezzo da cinquantaquattro, rotto il gran telaio.
N. 1 pezzo da cinquantaquattro, è uscita la caviglia del perno, e affusto e gran telaio saltato. N. 1 pezzo da diciotto, rotte le coscie dell'affusto da pos1z1one. N. 1 pezzo da diciotto, che pel forte rinculo è saltato fuori dal gran telaio e caduto abbasso della piatta forma>>.
Dal rnoélo dì procedere del << Curtatone )) dopo l'azione, fu facile dedurne che il vapore era sta.to colpito, subendo esso pure non .lievi avarie. 701 -
184!) -
,\~CONA '
Nella giornata del 2G si riaccendeva il duello fra ·1e dne artiglierie. Il capitano Cost~ eseguiva personalmente il puntamen to dei pezzi di una batteria, e riusciva, a colpil'e più volte una casa nella quale si e1·ano ricoverati molti austriaci. Un al'tigliere da campa,g na, tal Pomponi Arcangelo di Frosinone, cadeva quel giorno gravemente ferito: cc Il primo che il sa,ngue versò per Ancona -- scrive il Santini - e che lo strazio della carne chiamò pochi giorni dopo al sepolcro. Nome luminoso di combattente <la pone accanto a ta nti altri sommersi nelle acque buie dell'oblio >>. Nella notte sul 27 il « Ourtatonc » ed altre )ancie al'mate. lasciati gli ormeggj, sfilarono in silenzio fin solto il porto. ed aprirono il fuoco snlla città. Le batterie della Lanterna, della Darsena e del bal uardo ·Dorico risposel'o subito, ma con qcari:;,1 efficacia, data l'incerta luce dell 'alba. A giorno fatto appariva davan ti alla città la, fregata cc ,·enere » scortata dal « Cmtato ne »; la città subiva un nuovo bombardamento, e la. batteria della, La nterna, che era n uovamente intervenuta a controbattere l'a,s sedian te, ve11iva ridotta al silenzio. Intanto l'intervento di aUre batterie obbligava la fregata a tenersj_al largo in modo che i tiri non gi.nngessero sulla piazza. « La fTcgata - annota il colonnello Zambcccari nel suo « Giornale» colpita da 13 palle, ha due morti e quaranta feriti, tra i qunll il comanclnnte, che perdette una coscia e che morì pochi giorni dopo a Poln. Il uemi<·o, sfuggendo il fortino della Darsena, batte furiosamente il posto cli Monte Marano ; l'artiglieriÙ. clt questa risponde con tn nta aggiustntezza, che diverse pnlle sono messe a bor'Clo del medesimo, recandogli gnwe danno. In questo fatto glorioso In nostra artigliel'ia nessuna perdita a.rebbe a compiangere, se per !na,vertenza non avl'issero preso fuoco due granate nella batteria dell:1 Lanterna, dove rimasero malamente feriti quattro nomi.o!, uno dei quali morl la sera ii. (1)
Da altra fonte si apprende che. durante il fuoco della piazza, la cc Venere» fu più volte colpita, cosi che venivan o a, rnan<'nr1e·1e « sa,rchie cli bombasiso » obbligandola a prendere la voltata della punta del monte vicino alla Volpe>>. (1) Documenti clella G?.ler-ra Sa 11ta . Giornale del Coro anelante 7ittlllbeccari dal 24 Aprile al 25 Giugno 1s,J!l - Capolago, T ipografia Elvetica, Geun:.iio 1850.
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702
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LA FREGATA AUSTRIACA (( VEN rmm ))
Allora il éannoniere Bassi, che a Monte Mar ano guarda va con quattro marinai un pezzo da 18, prima che il legno giungesse alla voltata, caricò il suo cannone chiamando a sè quattro guardaciurme perchè lo aiutassero in una ai' suddetti marinai. Al volttue della corvetta il Bassi ordinò il fuoco, e la palla andò a cacciarsi nel corpo di quel legno, percotendolo ancora con un secondo colpo. Manifestossi allora-grande confusione nella corvetta per modo che. fu vista andare a randa a randa sotto la spiaggia, ed i carabinieri d'Ancona
Fig. 198 - Ii forte della Lanterna. (dal Diario deU'.assedio e difesa <li Ancona nel 18 49 di Gualtiero Santini).
corsero dietro S. Ciriaco per darle l'ultimo crollo con un mortaro. Ma il vapore (« Il Curtatone n) visto ìl pericolo della corvetta, a.ccelerando la corsa, giunse a rimorchiarla e a portarla fuori del tiro dei baluardi ed in ispecie di quel· lo dei Cappuccini che già con là sua colubrina da 80 stava per battèrla. « Ces-· sò allor a il fuoco da tutte le parti e vedet ansi i marinari austriaci intenti 11 pompare ed a rappezzare i buchi della corvetta che stava peranco sbandata» (1) . (1) Storie delle (}1ie1Te d' Italia . Fascicolo II 0 •
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1849 -
A.KCONA
Frattanto, quasi giornalmente, sia i cannoni delle batterie da terra che quelli dei va pori da parte di mare non da.vano treg·ua alla piazza,, la cui guarnigione si mostrava di una attività t> prontezza prodigiose nel controba,tterli. Per il che il comando austriaco si affJJettò a chiedere artiglierie più potenti in Lombardia, in Toscana, a, Bologm1 ed a Trieste; ed avendole ottenu· te, ne accelerò il piazzamento per completare lo ·schiera.mento e rinforzare così il blocco della città. Quindi battel'ie nuove e potenti vennero erette a M. Pulito, a l\L ·Marino e davanti ai Limiticci, stringendo sempre più dap· presso la piazza, ma l'artiglieria-della dìfe.sa non ristette da.I di· sturbare i lavori con appropriati tiri. Nella notte sul 30 Ma,ggio, a.vendo ultimato lo schieramento . dei grossi calibri di recente arrivati, gli austriaci bombardarono il Lazzaretto_, ìa Cittadella e il Cardeto. Questo episodio è cosi riportato dal Comanda,nte Zambeccari : <<
Giorno 30 -
ore 2 e mezza antimeridiane -:- Sesto giorno d'assedio.
« Appeno. calata la luna, e quando l'oscurità era massima, gli Austriaci
banno attaccata per la seconda volta di notte la città, scagliando infini to numero di bombe, raizi e granate da Monte Polìto, Monte · Pelico e Posatore, contro la fortezza, il Cardeto, i Cappuccini, e il baluardo del Lazzaretto, dove era un pezzo da trentasei. Il fuoco ba durato circa due ore, con niun altro effetto che lo spavento di pochi fanciulli e di alcune donne, mentre il rimanente della popolazione stava giulivo in tutti i punti a mirare questo paterno regalo del vicario di Dio. (1)
. La g~ornata del' 31 fu aspra per la difesa. Gli a ustriaci , anni.datisi nei caseggiati dei sobborghi, tendevano alla conquista del Cardeto.· E perciò 1 fatto preced·ere l.' attacco della fanteria da un bombardamento più violento dell'ordinario, le truppe furono la,nciat~ contro le linee della difesa. Un diarista papalino, fa; cendo menzione di quell'azione, annotava che, « la Cittadella ed i forti della linea terres.tre controbatterono con vera bravura>>. · Sebbene sugli spalti della piazza la vita andasse giornalmente arricchenclosi di episodi di grande eroismo, la fatica, gli sten· (1) Do&um1.enti <Lena Glte1'ra Sa,nta. Giornale del Comandante Zambe'ccàri già citato. -
704 -
LA SOR'l'ITA DEL
12
GIUG~O
ti, la tensione di sphi to e di nervi anda.vano gradatamente logo· rando le energie dei difensori; e coi cannonie1·i, anche le bocche da fuoco subivano un logorio sensibile, e fra esse, anche la celebre colubrina dei Cappuccini , ell e aveva il va nto di « lanciare proiettili fino a, 4 miglia » !
Fig. 100 · La Cittadella veduta dal mare. (dal Diario dell'assedi-O e difesa di Ancona net 1849 di Gualtiero S antlnl) .
Il giorno 12 'Gingno nn distaccamento della difesa e.fiettuò una sortita, battendosi valorosamente per l'intera giornata. Nella circostanza molto si distinsero i capitani Gervasoni e Fabbri. il tenente Pullini ed il ~ottotenente Tennoni. Il solito diario del colonnello Zam beccari così riferisce sui fatti di quella giornata. : « E qui ancora è da ripartirsi la meritata lode ai nostri braYi artiglieri, che vivamente f ul minar ono l'inimico per lungo tempo, e ne menarono strage ». « Meritano poi particola.re menzione gli a.rt.igUeri nazionali, e specialmente 1 cannonieri di marina, tutti marina ri di professione, i quali dal prinC?ipiar dell'assedio durano indefessi, imperterriti ed instancabili al loro posti, anelando solo 11 trionfo de1ln giusta causa del popolo ii .
Alle qre 21,30, un proiettile nemi co caduto sul baluardo S. Agostino, col suo scoppio provocava n brillamento della polveriera ivi esistente. Il fragore fu impressionante, ed anche ·le perdite nel persona.le furono sensibili. -
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.1849 -
ANCONA
Sulla gio1·nata del 15 scrive lo Zambecca1·i: « Tra gli ar tiglieri poi meritano speciale menzione il capitano Giovanni Aroldi, della Lanterna, già da qualche tempo passato alla Cittadella, che fu instancabile, e vigorosamente sostenne il fuoco, e scagliò molte bombe; il ca· pifano alfieri, il tenente Gradari, che riportò una ferita alla gamba sinistr a, e unitamente ad essi molti altri graduati e comuni, sì di linea che nazionali e marinai >>.
E il giorno successivo annota ancora: e<Ormai non v'è più carne nemmeno pei malati. Fo molte promozioni nel· l'artiglieria, per la condotta tenuta dalla medesima nella giornata clel 15 ».
Nella gi ornata del 16, a cominciare dalle ore piccole, gli austriaci avevano infaiato da M. P ulito un tiro lento, ma fastidioso, prendendo come obiettivo il forte dei Cappuccini. Nella Cittadella tre cannoni furono smontati e rovinati dalle palle nemiche; molti danni erano stati prodotti ai manufatti. « I cannonieri fanno quel che possono, in mezzo · alle continue scariche del nemico, ma sono stanchi » an nota lo Zambeccari.
L'attaecante aveva effettuato gradualmente uno schierament0 di artiglieria pod ér,oso: si contavano 52 bocche da fuoco, oltre quelle della marina, così dislocate : a.)
ò) e)
Monte Pulito: J2 cannoni, 8 obici e 2 mortal Monte Marino : 4 cannoni, 4 obici, 4 mortai e 6 racchette
) tformavano il gmppo ) di destr a
Scrima e acl lacenze ; 2 cannoni, 4 obici, 3 mortai e il r acchette
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fol'ma vano il grupr,o di sinistra
e nel pome1·iggio dello stesso giorno 16 tutte questè bocche da fuoco intonarono un concerto g·enerale impressionante, al quale, dopo alcuni minuti, si aggiunse anche il tiro del (( Custoza ». U11 colpo della, batteria della Lanterna prendeva in pieno la nave, che perta,nto doveva allon tanarsi. Dopo un bombardamento di circa due ore, a conclusione dei loro sforzi, gli austriaci lanciarono le fanterie all'attacco; e sebbene la difesa si trovasse in condizioni di grande inferiorità per controbattere il fuoco dell'artiglieria austriaea , t uttavia, con nno sforzo supremo i 1·eparti della fanteria anconitana, col e.O· -
706 -
LA H)l;SA
raggfo della (li.'spcrazion<', riusc:irono u.neora una, volta a 1·c1Spin,
gel'Je.
Pe)'() el'a la fiue. Quelle instancabili macchine umane, che, i:;ernm, posa, senzfL requie, senza r espiro, dal primo giorno dell'as· sedio erano sottoposte a disagi, a fatiche, a pericoli divenuti ormai imollerabili per la loro incessante e deprimente continuit:.'t, si erano esaurite.
Fig. 200 · Il Forte Cappuccini. (dal Diario delVasseclio e difesa di Ancona n el 1849 di Gual tiero Santini).
La, gnarnigione, compreso n tenente colonnello Espe1·0, che aveva con animo indomito comandato le artiglierie della difesa, era ridotta a, 45 uomini! Tutti avevano compiuto il loro dovere. e l ' onore era salvo : bisognava salvare la città e le popolazioni da, innt.ile distruzione. E perciò il 18 ful'ono accettate )e propo ste del comandante austriaco che dirigeva l'assedio. P er tal modo, a Bologna, ad Ancona, a Roma come già n Messin a, ed a F a i.ermo, l'uso della, forza aveva avuto ragione snl diritto dei popoli alla libertà ed alla indipendenza . Ma se la rea zione delle baionette e dei cannoni stranieri valse a sommergere gli 8forzi di tanti a nimosi, i sacrifici compiuti segnarono l'inizi.o cli una nuova éra, que)]a delle rivendicazioni, materiata dal ricordo degli sforzi che, se pure slegati, erano cli auspicio per con· -
707 -
1849
seguire l'unità di azione indispensabile ad assicurare la riuscita in un prossimo avvenire. I tempi non emno ancora, maturi al raggiungimento delle méte sospirate; ma le condizioni drammatiche che avevano controsegnate le prove sopporta:te rafforzarono- ili un crescendo con· tinuo la fede nella bontà della causa per la quale eralio state impugnate le armi;. e ·noi veMemo come gli artiglieri di t:utte le regioni d'Italia facendo di quella, fede il loro credo spirituale, si tempreranno sempre meglio ai nuovi cimenti per ricondurr~ la yittoria delle a.rmi d'Italia clai campi insanguinati ·di Novara alla breccia, di Porta Pia.
5.
Il Corpo di Artig lieria del Granducato Toscano nel 1849 - « Le istruzioni pratiche per le artiglierie » del generale D' Ayala - Un , progetto per un cannone speciale presentato da Ambrogio Vigo di Milano - Le riforme del Corpo attuate dal ministro Tommi - Il mi- . nistro De Laugier istituisce il « Liceo Militare Arciduca Ferdinando » e ristaura la Scuola Reggimentale di. Artiglieria - Il maggiore Contri comandante interinale- de]l' Artiglieria toscana ed i suoi studi sul riordinamento del Corpo. - Il generale « Ferrari da Gra'do » sostituisce il De Laugier - Le riforme attuate dal Ferrari n~l Co_r po di Artiglieria nel 1853.
Il 1849 segnò per la 'l'oscana un periodo assai torbido, caratterizzato da lotte interne, da azioni demag,ogiche, e da grayi incertezze, che misero l'una contro l'a,l tra le principali città del Ducato, e diedero a:limento alle più disparate tendenze, ingene· rand o nelle popolazioni confusione e sba,ndamen ti. P a,r tito {la l;i'irenze il Granduca Leopoldo II, i Triumviri. nella ricomposizione del Ministero, aveva,no lasciato al dicastero della guerra il D' Ayala; ma il giorno 9 F ebbraio questi, venuto a conoscenza dei torbidi e dei moti sediziosi scoppiati ad Empoli, a .Pontremoli, ed a P ortoferraio - in quest'ultima località le solda.tesche si erano ammutinate - di(!de le dimissioni. -
708 -
L'ARTIGLIERIA TOSCANA
Il decreto che scioglieva l'esercito e la, guardia c1v1ca dal giuramento prestato al grandu<;.a, più che un atto di ric,ostruzio-ne e di affermazione di ordine, aveva servito unicamente a generalizzare il sentimento d'indisciplina, che già serpeggiava in talune guarnigioni della 'roscana. E la prima reazione si ma,n ifestò quando le truppe del De Luugier, raccolte in numero di cfrca, 3000 a Massa, rifiutarono di ristabilire il Pl'incipa.to con · la forza.. Le disposizioni emanate dai Trimnviri nei primi giorni in cni assunsero la responsa,bilità diretta dei loro atti, non furono in tonate alle necessità, dei tempi, e fra l'altro la serie di perf-ecuzioni personali contro u:fficiali elc:va.-Li, e contro taluni esp0 11cnti che nell'anno precedente a vevano combattuto a Curtatone ed a,} fontana1'a, furono atti impolitici e del t ntto contrari al ilisogno di sommare le volontà e gli sforzi per il bene commte. In quel periodo, CO$Ì agitato da complesse passioni, l'esercito non p,o~eva essern favorevole ai 'l'riumviri : le disposizioni tendenti talo1·a a favorire la ma. sa rappresentata dai gregari, talora l'L stringere i freni per rafforzare i vincoli disciplin~1ri , enino anni a doppio taglio, che avrebbero scalza to il pl'incipio di autorità senza soùclisfal'c neppure aUe aspirazioni di chi, :i sc.:a,pito ddla <;oesione dell e forz.e dello .Stato, voleva as.surgel·e €'rl acqui tarsi popolarità e favol'i. E fu dannoso appigliarsi al pm· tito per cui, men tre per un verso, con la propa,gancla, si teu dern acl invogliare i cittadini all'annolamento rnlontario, si nominavano commissioni C·On funzioni moralizzatrici e si aumen ta-va.no le paghe; d'altro lato venivano istituiti consigli cli guena., si inasprivano i mez,r,i punitivi, (che il D' Ayala aveva a·ss,ti mitigati) , e, .nella legge pe1uile venivano in1;;criti talnni « Articoli ùi guena per le tr uppe to.. cane », che per poco non feoero rfrivel'e in pieno le disposizioni in vigore nel 18J4 ! P er puro spirit-0 fazioso per basse vendette personali si videro allontanare dall'esercito personalità quali il generale Scr ri stori, i-spettore delle armi speciali, il colonnello Campia, il capitano Cam ina ti, ed altri ~m:ora, pet concecle1·e Yiceve1' a promozioni a chi approfi ttando dello staito crescente di agitazioni t> tli contrasti, era: disposto a fare da puntello a chiu nque ambi~se, più o meno merita tamente, a::cl a,ssumete il potel'e.
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70() -
1849 - 58 -
IN T OSCANA
E pe1·tanto, secondanclo l'uhhriacatnra clelfa pia?.za, e tollerando le concitate con ci.uni di imp1·onisati tribuni, si giunse all'eccesso demagogico di ,edcr dichia1·ato il generale De Laugìer tJ:aditore della pat1·ia ! · Fortunatamente l'av,ento al mini stero della guerra dell'a,,oc:ato e patriota lucchese An tonio Morclini, valse a non cancelia.1·c le orme dcll'a,z1one benèffo,t svolta come Ministro della guerra dal generale D' Ayala. Tra i pron·eclimenti d'indole milital'e del D' Ayala, e che pottano l,L cinta clcl 6 F ebbraio 1S..i9, vanno ricordate alcune istnizioni p1·atic:he pel' l'art iglieria che si riassuiuevano in t re volumetti, completati da un atlante, dal titolo rispettivo di cc Servizio delle bocche cl.a fuoco da campo)); << Manopere di una batteria attaccata » e cc htruzi.one speciale per ~li al'tiglieri conduttori»- Quest 'nltima istntzione era in relazione a,1 decreto governativo in virtù del quale l'Artiglieria e il Tre110 si fondevano in un Corp,o solo, con le opport une varianti agii organici esistenti per le due specialità . Ann essi ad una delle !-lndclettc pubblicazioni e:i:ano i prograrumi per gli esami degli ufficiali, sott'ufficiali e soldati ùel Corpo cli artiglieria, t~·ascritti nell'ordine seguente : · da capitano a maggiore ; ùa tenente a capitano; da sottotenente a tenente; da sergente a sergente maggiore; da can110nie1·e a caporal e; da cannoniere di 2" classe a cannoniere di J". Carat,terizzano questi programmi un l argo senso pratico ispirato a,l le funzioni ell alle responsabilità da adeguarsi ~L eia.se un grado, ed il graduale passaggio cli difficoltà n elle materie d'obbligo, pa8saggio armonizzato senza attriti e senza lacuue, inteso a facilitare le vie di ascesa nella gerarchia. L'istn1zfone sul cc Se1·vizio delle bocche da fuo co da campo )) non specifica per quali art igliel'ie essa fosse stata cowpilata; si rileva, comunque, che i pez:zi in ~ervizio erano ad a ,rancal'ic:a, e comprendevano : obici da 6 e eia 24 pollici; cannoni da 4, da G, da S e da 12 polli.ci; che la cal'ica cli. lancio, unica per ciascun cannone, era del peso di cfrc.1 un Lerzo del peso della palla, mentre per gli obici si usavano cluc cariche, cli cui la maggiore e1·a il doppio della ·mino1·e. l nolt1·e, eta reso noto che le gittate oon la lin ea di rufra orizzon tale, per il cannone da 12, (po1·tuta (lj punto in bianco) erano di 270 tese. -710-
IL MATERIALE D' ARTIGLIIiJRIA NEL
1849
Una nozione sufficientemente vicina al vero cirça le condizioni del Corpo di artiglieria della Toscana in quell'epoca, la si può desumere da una lettera scritta dal dotto1' Oa.rlo Mariscotti cli Montalbano, uflkiale di seconda classe al Mini.stero della guerra, indirizzata al « Oi.ttaclino Ministro delfa Guerra. ». Essa porta la data del 28 Febbraio 1S49, ed è conservata nel l'archivio di Stato di Firen~ . Scrive fra l'altro il Marisootti: (< •• • la mobilltazione della Guardir1 Nazionale ci fornisce un grosso contingente di truppe, .le quali, unite alle regolari, costituiscono un ragguardevole esercito. Ma l'artiglieria che abbiamo è in numero proporzionato alla fanteria'? « Ecco lo stato del materiale d'ar tiglieria esistente in Toscana al 1° Gennaio 1849.
Can noni <la 8 N. ,> »
f; 4 3
Totalo
. »
2 21 lo
»
17
»
56
Obici da campagna
{ del calibro . 5,7 lunghi corti »
»
Da, montagna da 3 » 8 •
.
Totale
N. 8
.. »
3 3 2
»
11
Tota.Je N . 67 « 1 pezzi cla 3 e eia 4 :a;ono cli poca utilità per la piccolezza dei calibri. Abbiamo molti pezzi di calibro irregolare che converrebbe fondere per stabilire un'artiglieria la quale non generasse confusione per la grande molteplicità dei calibri. Oltre a ciò le munizioni che abbiamo non sono sufficienti . . . . <<.. • • Propongo pertanto : 1° Che immediatamente si ordini la-riduzione del materia le di artiglieria ai calibri regolari sul sistema francese. . « 2° Che si provveda alla confezione di proiettili e cli altre cariche. Ma dato che si volesse eseguire la riduzione dei calibri a norma delle regolarit'à, 'prendendo i pe7.zi quali sono adesso, sostengo che cli fronte ai medesimi non abbinmo un adeguato numero di cavalli e di uomini. << Lasciando da parte i ca~allì, che con facilità si provvedono, parlerò de· gli uomini, i quali .::onviene npn. sol.o averli, ma averli ancora ammaestrati. « E questi vi .sono. << Io perciò vi propongo, o Cittadino Ministro della Guerra, cosa che altre volte ho proposto, cli creare un'artiglier ia della Guardia Nazionale Mobile, e cl::iamare a comporla quelli, che, fra le guardie mobilizzate, presentassero · maggior e intelligenza, istruzione ecl inclinazione, i quali soggetti sicuramente si troverebbero ed animosi e volonterosi ; si togliesse dalle artiglierie regolari valenti sotto-ufficiali; che dovessero esserne gli istruttori, tanto più che il Corpo di Artiglieria è ricco cli buoni. e utili giovani i quali verrebbero frattanto ad avere una risorsa ecl un pre1nio, tanto più necessari, quanto minore è sta-
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IN TOSCAN A
ta la ricompensa elle loro !<i è data per la bella azione della passata campagna. « Io vi garantisco che ben presto (cioè in pochi giorni con assidua attenzione) votrcmmo avere una buona artiglieria nazionale che potrebbe coopera1·e efficacemente al buon esito della Jnclipendenza Nazionale».
l'er quanto riguarda la quantitù, del matel'iale d'artiglieria,, esistono nel mcde8irno Ar<..:.hivio di StaLo documenti che 0ontengono dati non del tutto conisponclcn t i a, quelli ciLati nella lette 1·a su I"ipol"tata : c-osì, da, un « Prospetto delle artiglierie di battn glia, <:he fanno parte del I e II Col'po d'Arma.ta e Riserva al 30 Mat½O 1849 >> risulta il seguente quantita liv,o di bocche da, fuo co : I° Corpo d'Armata Cannoni Obusieri II° Corp" d'Armata Cannoni Obusieri
Lucca: 17
3 (Col vi per ciascuna bocca da fnoco 168) Pistola: (i
2 (Colpi per ciascuna bocca da fuoco 145)
Artiglierie da battag!ia e montagna esistenti oltre alle quanto sopra : 27 Cannoni da battaglia Obusieri dli battaglia 3 Cannoni da montagna 2 2 Obusieri da montagna Oltre 10 cannoni cbe fa nno sen·lzlo d"assedio e che volendo utilizzare occorrerebbe fare gli affusti».
Difwonli risultano pure i dati contenuti i.n un altro docu mento, c,onsen ato anche nell' Archivio di Stato, quale è il « Promemoria del Ministro della Guerra>> portante la data del 7 Apri.le 1849, n, firma illeggibile, il quale dice : « Le bocclle dn fuoc:o da camcingna esistenti presso i due Corpi d'Armata fra cannoni e obusieri sono 33: 20 presso il J° Corpo corredati cli 140 colpi ciascuno 13 presso .il II° Corpo correclati di 142 colpl ciascuno»
(111esb1 cliffcl'enza, che si riscontra rispetto a quanto precedentemeHte riportato in documenti che banno data poco diversa l 'uno da.ll' altro, può essere giustificata da un duplice ordine cli fa tti : dall,a costituzione cli nuove ba tterie in allestimento, e da
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NUOVE FOHMAUONI NlDL
1849
,eventuali spostamenti di mater iali che con frequenza venivano effettuati. Dà valore a queste ipotesi una lettera, in data, 9 Apri-, lf· del 1849, cklFispettorato delle armi sp eciali, dalla q1iale ri!mlta che mrn batteria nuon1. andavasi costituendo a Firenze con formazione provYisoria di cirn1ue cannoni eta 6 e due obici ·da 24, tlotat,1 di 8li <.:aralli. Scriveva il Ponticelli : (( I can-noni clonebber.o essere ;s ei e pl'·<>pongo .~e ne p1;enda llllO fra quelli esi~tenti. nella pi.az7,a cli Livomo >>. :Ndla stessa lettera l 'autore la1nenta l'insufficienza delle bardatnré, e caldeggi.a la eostituzione deila: batteria su sei bo(:,cbe da fuoco. di cui 4, ca1111oni e 2 obici. Nell'archivio di Stato è pure conservato. un progetto presen tato dal milan~sE Amb1·ogio ,·ig,o, in data 3 Aprile 1849, relativo :acl << un cannone Renza manopole, senza orecchioni, senza, culatta, e qnindi di facile fusione, a, retr·oeatiui, da cariearsi in cinque movimenti compr eRo quello eh fooeo , e elle si può li.velbre in tutti i. Rensi e in tutte le clil-ezioni c:olh1 massima p1·ecisione sern~a ·muovere l'atf:nsto l) . . Questo cannone pare che p-otesse lanciare in 'Un minuto da 10 a 12 colpi, cioè <la 600 a SOO ccilpi all'ora. Altro studio consei-vato nello stesso Archivio, e che viene -citato più a titolo di curiosità che per importanza tecnica, è una, ·<<relazione>) scritta in francese cla. un tal .Tu les Schineltr,, portnnte la, dr1ta del 21 Febbraio 1849, senz-a indica7,ione dell'ufficio -0 dell'antorità ricevente. L'autore sostiene l'applicazion_ e delle mae;chine cla guerra, degli antichi alla difesa delle popolazioni moderne, ritenendo possano aél.operm·si con vantaggio le crLtapulte e le balestre, purcM se ne riducano le proporzioni, commisurando ad es.se il volume e il peso del proif.!tto, così eh render le mobili come l'artiglieria dn, campagna! ! /
Le vicende politiche, intanto, l.tnchwano sempre maggiormente complicandosi. Una vera manìa della (( em·.·a alle novità>> rendeva precaria ,e insufficiente l'opera di., r1oloro eh<~ per il bene del paese non volevano che gli eve~1ti pi-ecipitass(·n·o, e che non si presta.vano a segnire talnnc~ tendenze oltnu17,iste, bllone più per an~entare la. -
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IN TOSCANA ,
confusione che per avviare ad una soluzione concreta, il pròblema. delle libertà costituzionali.. E perciò, dopo una permanenza di soli qutndici giorni al ministe1·0 della guerra, il Mordini fu sostituito dal tenente colonnello d'ar tiglieria Prancesco 'l'ommi, che, a sua volta, dopo appena trenta giorni, cedeva il posto a,l generale JY Apice_ Era iùevitabile che tale caotico andamento dovesse ripercnot<>rsi profondamente s~lle condizionì dell'esercito, al qnale tut-· ta,via, il Tommi aveva, subito rivolte tutte l e sue cure per arrestare il male, che, se poteva dirsi un prodotto dei tempi, molto, er,ct da attribufrsi alla, 'imprecisione dei programmi degli esponenti cli. tante tendenze prive di_una mèttL chiar a. e precisa . Tra le riforme del 'l'ommi, nel suo breve mini.stero (che fu però meno breve dei due precedenti), ·si rileva l'aumento c:,fa qua,ttro a, sei delle. compa,gnie che costituivano il battaglionecFartiglieria da fortezza. In questo periodo, caratterizzato dalla d.ittatwa del Guerrazzi, tutto il presidio di artiglieria di Firenze era costitùito da, una batterht da campagna, e cfa un drappello. d' artfglieria, da piazza che presidiavano il forte Belvedere. Se si fa eccezi.one dei moti di piazza insc_enati in più luoghi con una certa facili.tà, la storia Tosca,na. del 1849 non registr:1 eventi bellici. Comunque, va ricord ata la resistenza opposta da Livorn0c contro gli austriaci l 'll Giugno cli. quell'anno. Allorchè le truppe austriache d'invasione assttlirono una batteria che i cittadini aveva.no provvisoria,mente eretta fuori lemura, clal]a torre del iVfar1-occo, dal forte S . Pietro, da porta, S. Marci) e dàJla Burriera Fiorenti.na, diverse artiglierie livot'· nesi aprirono il f1;10co. Le più_efficaci si mostrarono queUe della torre del Marzocco, che però dal comandante di una nf:Lve iligle~e . ' ancorata, nel porto ebbero l'ingiunzione di cessare il fuoc-o_ Era la, solita commedia che i rappresentanti dei governi iùglese e frnncesi recitavano nei cliversi Stati della penisofa, Italiana, i.n-. gerendosi nelle cose interne onde complicare a nzi che agevola,reil coronamento delJe aspirazioni delle pppolazioni ché tenclevan0verso un regime costituzionale di maggiori libertà. . E pertanto Livorno dovette aprire le porte al presnntuos(} ~~nerale D; Aspre, che entrò nella città, accompagnato clal Duca.. -
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, ,L'OHDINAl\iEJ\'.l'O GRAND UCALE
di Modena : venne subito ordinato lo sçfoglimento della Guardia Nar.ionale, e proclamato lo stato d'assedio . Il 25 Maggio gli austriaci aveva.no fatto il loro ingres10 anche in ·Firenze . Il generale Seri-istori, che dal J2 A.prile copdv~L la carica di Commissario gen-erale, fu esonerato cfa tale uffido, ecl a ministro della guerra fn chiamato il generale De Laugier. . B notevole il fatto che mentre l'elemento militare si preoccupava cli met tere~ in e:ffi ciema- l'esercito, il De Laugier dovesse trovare diflkoltà da parte clei colleghi. cli gabinetto, che· ancora non ·,s i rendevano ragione della necessità di prepararsi ai nuovi eventi con ben agguerrite forze arma.te anzi ehe perdersi in tornei oratorii ed in vane quanto dannose assemblee : il De Laugier dovette vincere non poche 1·esistenze di taluni membri del Governo, e sovratutto quelle del Presidente clel Consiglio, signor Baldasseroni., che parteggiava autorevolmente per gli oppositori. Comunque, tra le riforme m·genti del De Laugier va ricordata- la parte attinente all'artiglieria, che era, retta ciall'ordina.mento del 1848, ormai non più rispondente alle condizioni poli, tiche dei nuovi tempi. Con sovrano decreto in data 25 Giugno 1849 (Archivio dì Stato) il. r eggimento cli artiglieria, della Toscana-ebbe il segnenteorganico: Uno 8tato Maggiore e uno Stato Minore Battaglhme da campo
\ Stato Maggiore ) Stato Minore · \ 4 compagnie
( Stato Maggiore ) Stato Minore .,( ti compagnie con un toi;ale di 1281 uomini, oltre tt 100 cannonieri della « Compagnia cannoni(>ri guardacoste 1>, insulari dell'Isòla cli Giglio. Battaglione da piazza
Completano queste notiz:ie le seguenti annotazioni clel Gio['getti: « Le quattro compagnie del primo battaglione servivano due batterie. La prima e la seconda _c]i tali compagnie av!;!vano la forza di cento uomini, compresi gli uffiziali, e compito di far mano'lirare la _prima batteria, formata an-
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l N' •rOSCANA
· che in pace d'0tto cannoni con otto cassoiil e ottantasei cavalli, e comandatll dal Ci.t[litano più anziano. Queste due compagnie, considerate come scelte, sfavano dl guarnigio11e in l!"'ircnze, non ricevevano coscritti, ed erano tenute a numero con graduati e gregari tolti dalle altre compagnie del battaglione stesso. « La terza e la quarta compagnia, ciascuna cl'ottantun'uomo, servivano la seconda batteria, sprovvista di cavalli e comandata dal capitano secondo per anzianità. Queste due compagnie presidiavano le piazze cli Livorno e cli Portoferraio, alternandovisi. « Gli ufliziali dello stato maggiore del reggimento e della prima e secondn com pagnia avevano cavalli. « Le sei compagnie del battaglione da piazza, incaricate essenzialmente cli sorveglianza delle coste, conservavano ordinamento, forza e resiclenza fino allora avute. Continuava inoltre ad esistere nell'isola d'Elba il battaglione di cannonieri sedentarli, e · una compagnia autonoma era distaccata al « Giglio ». (1)
In ma ter-ia di ordinamento, presso il gia citato Archivio .di Stato di Firenze, trovasi conservato un documento prodotto da Carlo ì\iariscotti, nel quale l'autore propone l'Oi'ganizzazione dell'Artiglieria in mod.o che ad ogni compagnia corrisponda una batteria. Il De Laugier ebbe principa,le cura dell'istruzione degli ufficiali; e pertanto trasformò la vecchia, scnola dei cadetti in « Liceo Militare Arciduca Ferdinando)\ che divenne un.vero politecnico, militarmente ordinato, e ottima, scuola di 1'eclutamenfo degli ufficiali cleJle armi di Artiglieria, e del Genio. La direzione dell'Istituto fu affidata al generale Serristori. Il nuov,o istituto aveva una, capacità di 80 inscritti, di. cui 16 erano riservati all' Artiglieria- Ogni corso aveva la durata di cinque anni~ e gli allieYi vi erano ·amm<~ssi all'età; minima di 14 anni compiutL Il progetto di questa 1~uova scnola militare (progetto esist€nte presso l'Archivio cli Stato), f u opera, del tenente aiutante Giovanni Mori e con tiene una premessi intesa a dimòstrare hl, grande importanza dell'arma di Arti.glieria e la, necessità c:he i suoi ufficiali siano veramente colti per poter adempiere alle difficili e complesse mansioni ad <~ssi affidate. (1) GroR0E1·rr.
Le cirmi toscane e le occupcizioni stramiere in Toscanc1,. Vo-
lume S0 •
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Llil SCUOLE
o' AHTIGLIER I:\
Della « Pl'eruessa » si riporta il seguente brano, rnel"it.evole di essere l'eso noto : « Ovunque infatti l'artlglieria è ceutrn di tutti i corpi dell'attività militare - è fon~e copiol'a di tutti i loro bisogni armamcntarii - è par te distinta della militare gernrchia - è quella che ne costituisce la maggiot· for,;a e ne asllicura il buon effetto - è elPrnento integrante ecl indispensabile clelle tatticb.c evoluzioni - è corpo cbe coo1>ern allo scioglimento degli approntamenti mllltari e clelle battaglie - t1 Arma cbe più d'ogni altr a hn gravissimi ostacoli da vincere per poter sccondare I concepiment1 d'un generale ed obbedirne i ,oleri. !.'artiglieria iusoi:nma è l'espressione suprema di tutte le istituzioni, cli tutLe le funzioni e cli tulti i fatti essenziali delle armi intere».
E, più innanzi, l'autore si f.:offei-ma ~ulla neccs~ità, che, per rende1·e efficace l'Artiglieria, occoJTa: <e l'opera giudiziosa <li chi debba cogit:1rne le strategiche mosse con quel prlncipii e con quelle regole che esclusivamente riposano sulle scienze matematiche, fisiche e meccaniche». E conclu de : « Immenso studio è indispensabile per chi milita nel Real Corpo dell' A1·tiglieria, inlf)erocchè lo studio clell' Artiglieria non si limita. Anche protratto finchè si viva, mai concluce nel una i~truzione com11!11 tn ; e tutto il corso del più lungo vivere non è per esso eh~ un perpetuo studio». ~ el progetto il ) lori affacc~n la proposta di l'iaprirc 11na Sc uola Reggim entale cli Artigli.e1·ia., rit<>.n11 ta utile per << soceoerere a nche a,l le ta.nte (lifficoltà che a, molU giovani artiglieti si frappongono d'entral'c al liceo o per mnnC'a11za cli mezzi o ver altl'e ragioni >>. Ta.le proposta d<~l Mori e bbe piena nttna zione con Decreto :Ministeriale del 12, Di cembre 1840, nel rpiafo fu i nsnito j] 1·elatiYO regolamento . La nuova scuola ven iva messa alla immedia tn, clipenclen~a del Ministero, che delegava a, 1·Hpprescnta.rlo n colonnello comandante del Corpo d'Artiglieria. Ogni corso aveva la, durata cli 4 anni, cli cui due erano spe:3i • unit;nmente per lo stud io ccl in segnamento delle scienze mn temn ti che; negli altri due, ulle seienzc matemat.ic:hc -si ag-giu ngevano la balistica. il matel'ialè di ai-tig-lic1-ia, Jn, fortific,1zione, ecc . Kel 1850 ussunse Ja. c1frezi011e degli !-Ìllcli n tenente :\fo1·i. Da. nn rapporto da lni compila,to risulta che il m1mero degli allieYi di r1nell'anno 1·11.ggiunse i 59 inscl'itti.
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IlS' 'rQSCAN.\
Un alt1·0 i-apporto. compilato ranno suc:e:e!'-si,·o dal colonnello comandante del Co1·po cl'Artig'lieria e diretto al ì\Iinii:;tero del.la gncrrn,, rende noto ehc gli alnrn1i erano saliLi a 93, co111p1·encle11do e:;;r nnouil•l'i, eaporaJi e sottulTie:iali.. Al 31 nic:crubi-e 1849 potevano dir:;i 1·ealizzali i pron-edimenti ideati dal De L augier. E pertanto nel compler--so organico cli 8450 uo111ii1i, di. cni -renne " comporsi l'esercito 'roscano , :140.1 1:1,ppartenevano al R egg-imento cli A1·tiglicl'ia e 70 L al battaglione guardacoste dell' isola di Giglio ed al battaglione cannonieri sedentari dell'Elba. nfalg1·uélo taluni provvedimenti di <:,nattere r etÙionàrio p1·esi dal Grandu ca nel JS30 . il De LaugiPr. pur senrcndosi ferito nell'intim o del sno ,rni.mo pt·ofondumcntc · liberal<•, conser,·ò la carica di :.\linistro clclla, Gnena, occupandosi con appas::;ionata allività, clell'acldestnuuento del l'esercito per fo1·1lla1·nc un'orga,nismo solido e di sicuro 1·enclimento. pronto ad ogni henienza. Xc>l lll<'~e di Gennaio di quc•]Lrnno, dopo nn a rhi.sta pasr,;ata, a,i vari COJ·pi dcll'c::;c1·cito, il Dc Laugie1·, a, nic:t,zo di una circolare, 1·ifc1·i v11 le sue imprcs1'-imli su q uttnto aYent potuto pcrso nulment<' c·onstatai-e. La nota ril'ereutesi all'artig-lieria era così concepita : « L' Arligli<'ria non Rmentì la splendida fama acquistatasi iu campag1rn )) (Hepe1·torio Militare pe1· le )filizie Tosca1S50). · Col ne Laugier ae:quista1·ono .·ornmu importanza le esercitazioni all'aperto : In un s uo «Onlin e del Giorno clcl 31 Agosto>) leggNìÌ:
ne
« Dalla metà di Aprile alla metà di Ottobre glì esercizi per le tn1ppe :wranno luogo due .olte al giorno; pe~· l'artiglieria da campo la urnttina colla batteria montati,, e il giorno a piedì, in quanto è relativo all'arma, anco in rnanoncre. «Nelle due compagnie pure da campo, clcslinate per ora cli' presid io alla fortezza, nonchè per le due scelte ciel battaglione insulare, l'esercizio Yerterà due vol te al giorno alteruutiYauH~nte intorno al maneggio dei pezzi cfa piazzn, elci fu cile, .e manopcre. « In Settembre e in Ottobre le trnp_pe ve1-rnnno addestrate nel tiro n bersaglio per cinque giorni. La batte1·iu montata cln campo si recherà al poligono. Gli artiglieri di Livorno, che non vi potranno !ntet·venire. e quelli cli Portoferraio, sar:rnno esercitati nei forti, nel tiro a mare. « Dal ]5 di Ottobre ol 15 Aprile le truppE' cli fanteria f.n ranno l'esercizio una volta al giorno: l'artiglieria e ln c:wallerin quattro YOlte per setliwana.
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PROG0'f'1'0 DI RlORDI.N ..u·mN'l'O ~EL
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lf pili intelligentì soìclati cli fanteria, nei presidi nei c1u ali vi sia l'artiglieria, ,dovranno intervenire alla scuola del cannone,).
Il campo per le esercitazioni di tiro cli artiglieria fu ,s tabilito a Gombo, snlla marina c1i Pisa, e venne ispezionato di per~orn.:1, dal generale De La,ugier nel periodo che le truppe vi attendevano . .alle esercitazioni. Un giorno, a dette esercitazioni, assistè anche il. Principe ereditari,o, che tributò molti elogi tLi « c:,omponeuti l'a,r ma scientifica, )). Frattanto continuava,no gli studi per appo1·tare altre sosta.ll :ziali modificazioni all'a1·ma di ArtigUel'ia. Nell'a,r.chivio cli Stato di Firenze si conf;,erva, l'incartam<~nto ·sn un «Progetto)) pec -sentato 1'11 Maggio 1850 dal comandante interina,le dell' Artiglieria, Gontri, indirizzato al 1Vlini.ster-0 della Guen,1. Il documento ·è costituito cla 25 fogli protocollo, 00n due quachi in appendice. Nella parte riferentesi all'Artiglieria destinata alla difesa, delle coste, il Contri propone di costituirla su tre battaglioni -di 4 compagnie ciascuno, 0011 sede rispettiva.mente a Livorno, ·Orbetello e P.ortoferraio. Ogni compagnia: dovrebbe a,vere un organico di 2 ufficiali e 101 uomini dt truppa. Nella pr,oposta <'li riduzioni di talune cariche, quali quelle dei cappellani, di castel.lani, di torrieri, ecc., il Oontri ravvisa una fonte di economia che potrà essere sfruttata per sopperire alle maggiori spese dovute ,a,ll'amm:mto cU orgimico dipendente dalle innova,zioni cla ini ,caldeggi11te. Secondo il Gontri il reggimento ùoveva risultare costituito ·come· appresso : 1 1 1 1
Stato fiiaggiore Stato Minore Battaglione da campo - l battaglione da piazza Compagnia cli lavora nti Jl battaglione da campo doveva essere formalo da due compagnie monta·te e cli due smontate; ciascuna cornpllgnia cloYeva servire una batteria. L'organico ,n pace di ciascuna <li dette compagnie doveva essere di 13G uomini e 64 cavalli, con 6 cannoni e .Il cassoni: in guena tale oi·ganico sareb'be stato portato a 166 uomini ecl a 24 vetture, compresa una fucina . La batteria doveva quind_i rimanere su 6 pezzi e non più su 8, com'era prescritto uel 'vecchio ordinamento.
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11\ TO SCA:'.11,\
Le compagnie uppicclnte, della forza cli 103 uomini l'una, dovevano esser~ incaricate dei servizi di presidio nelle città cli Firenze e LiYorno. Con siffatto ,ordinamento, iu caso di mobilitazione, l'artiglieria 'l'osrana sarebbe stata composta tl i 4 batterie s u u bocche cla fuoco l'una: ·3 batterie cU cannoni, e 1 batteria di obici. Relativamente al Bt1ttaglioue cla piazza, la sua formazione avrebbe dovuto essere pure su 4 compagnie di 103 uomini l'una. La compagnia la\·ornnti (fnle,,,"'Dami, fabbri, armaiuoli, :n'tificieri, ecc.), costituita da clementi da assegnarsi nll'a rsenule cli Livorno per attenclerP,, alle nuove costruzioni, avrebbe avuta uguale forza cli 103 uowini. Suo compito era quello cli 1,rovvedere a tutte le riparazioni occorr enti al materiale nelle guarnigioni di Firenze, cli Portoferra1o e di Orbe.tello.
~ el pl'Ogetto fanno Sfgnito una :-;ePie di pr ovvidenze circa l't1:-segnnzion 0, la c·a PPiel'n , gli emolumenti e compensi specfa,li spettanti agli ufficiali ed a tutto il personale in gener e. Pc1· la pn tte r c htt ivu, al materiale. si. legge nel « Progetto >> : « Le bocche cla fuoco esistenti in Toscana, siano da battaglia come da assedio e cla Piazza e Costa, formano un lnsierue di differenti sistemi che quasi direi c1<sere in sostanza uu \·ero bastardume. Le più ,·ecchie artiglierie che cl vennero, tranne poche che si hanno u venerare a memoria del generale De Vallère, sono d el grandioso sistema Gribcauval e quelle a noi più vicine sono un misto di ,;;lstema alla Paixhans riformato in ~apoli e in Piemonte, donde ci furono recate )).
Con l'occc1sione il Oon tri enumer a la grande confusione che, si rileva nella, denominazione delle artiglierie, r iscontrando come talune bocche da fuoco pi-endessero nome da.l peso del proietto, mentre per a l t1·c s<!tvisse qnal e elemento di,;tintivo il ca,libr<>. Allegati al « P1·ogetto >> sono tlue fogli cli carta p1·otocollo,_ datàti il 14 :Maggio 1S50, conten ent i 32 ossenazioni o annotazioni, le q11ali, i:;-otto form a di d1iamate, fann o riscontro a detetminatì pnn ti del progetto stei:;so. L o i:;cl'itto non porta firma , ma si l'iti.ene che le p ostille Riano ,stn te scl'ittc di pugno deÌ Ministro, .perchè la l oro conclnsione cl1i ucle così : « In ultimo il Ministro, senza però in nulla impegnar si, crederebbe chAavuto riguardo all'arma suddetta e in par i tempo alle fin anze meschinissime del ~ovcrno noncbè ai veri bisogni clellu Toscn na nel periodo attuale, potreb:bc- per on1 ,:tabilire il re~gimento come segue : >) • • • • •
i20
lL GIU~F.RAD8 DE LAUGIER
E dopo rapporti e specchi , come in ricapitolazione, · è riassunto il ,seguent~ elenco : · uomini
:Stato Maggiore >) Minore I 0 Battaglione cla C:uilpo 2° )) Guardacoste 30
))
))
22 14 400
))
))
))
52S i'i2S
))
))
))
060
))
101
))
Compagnia · Mestieranti T otale
N.
2153
Le s uaccenn ate proposte del Contri eviclenteme11tl~ eostitnivano un programma massi.mo, giustifi.cabilissimo uel1a mente e nel desiderio di un uffi.ci.ale, e perta,nto ciò non deve comunque inclune a giudicare il Contri « m1 clipendente di esuberanti 'iniziative)). La classifica di « Ottimo e istruito U:ffi.cia,le >> da lui riporta ta cfal giudizio dei suoi superiori suona elogi.o per i Sth)i meriti, anche se il compilatore delle note, conoscendo qua.Utà e difetti del Contri aggiunge il codi cillo ... : cc B pe1·ò necessm·io tenerlo a freno nei. suoi slanci di far troppo per migliorare in fretta. il corpo ad esso a,fficlato >J; con questQ il superiore non avrà certamente inte::,o di menomare le q ualità ed i titoli èli,~ tinti dl~Jl"ntììcfaJe !
Prima, della fine del 1831, il 'De Laugier, amareggiato dalle continue ostilità che gli rendevano difficile l'esercizio delle sue fum1ioni, ostilità provenienti non solo dal Governo austriaco, ma anche da parte cli talune autorità. Toscane, chiese, ed ottenrn~ di essere esonerato dal servizio. Quest'uomo, che frH, le passioni di opposte tendenze politiche, aveva semprr sapnt o conservare un graHcle eqnilibl'io mentale per collocare a.l cli sopra dei part it i l'amore e l 'attaeca,mento cbe portava a,l le istituzioni militari , ebbe· una concezione ben precisa dell'importanza sempre maggiore che andava, assumern:J(> l'Arma dj Artiglieria nell'evoluzione degli organismi militari del suo 1 tempo . All'Artiglieria egli consacrò ma,g giori cure in -
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1:-- TO:,,CAN..\
·con iderar.ionc delle maggioti difficoltà di studi e di adclestnlmento cli c eran o richieste da nn bene àppt·opl'.iato suo impiego; e le pal'ole d i elogio, rivolte a quel Corpo tutte le Yolte che se n~ p1·esentò l'occasione, n on vollero esser e l 'a,uto es,tltazione cli ciò elle era frutto dell' opera propria soltanto. ma il riconoscimento di meriti inhinseci. cli. tutti coloro - ufficia,l i e gregari -che davano ogni attività di mente, cli cnote e di braC"cio per acctescern ln polenzn e l'rflicaci.a cld.l'r\rma destinata acl HYere importa nza, sempre più g1·a ncl e sulla decisione . delle battaglie fntnee. Jn una lettera del 3 Aprile lS~fl il De Laugier scrh-enl : « Gli Arsenali ùell' àrtiglicrin, aumenlati con U.ll!l num·a batteria cln campagna, e coneda t! da un copioso arma ruento, deslano l'ammirazione cli chi li visita per la milit1tre ed elegante disposizione con cui sono sistemati ».
Qual e animo cglj mettesse nel cm·ar e la pr t>paraziouc pl'ofessionale degli ufficiali si è già aY nt..o occasione di tilevar-e ~ la fondazione tlel « Liceo :Jfilit.m·e I'ri ndpe F cnliuando )) Ì'èlpprcsenLò un 'opera di. rieostruzione 111ilihne c he 110n f,,:u·à, mai dimen Licata. lì 9 Giugno Util, f.o l'se <Jllllnclo maggiori el'ano le an·ersità che egli incontrarn nella sua carica per la dfrittma inflessibile del suo carat tere, nell'o t·clinc del gior no . cli cui tl'ascrh'iamo nna parte, il Dc L:wgier Yolle tl'Oì'Ul'(" un conto1to al1"intin111 penu, che lo tortu1·ava : « I più bei giorni della Yita clel sottoscritto, in tanti :umi, furono g-li otto tkcot·si in cui vide sotto i suoi sguardi schierati i ra pporti clei Capi cli Corpo, dei maesti·i e monitori, e ~i intrattenne sulle confereme agli ufficiali, sulle Scuole reggimentali, sul Plotoµl cli Scuola, il Liceo e n Collegio 11'.lilitnre ».
P ur trova ndosi di fronte a tante ben emerenze del De Laugie1·, il 01·fwcl11 ca, n oli potè - come già .weYa fatto altre voìt.e - respingere la rinnovata sua domanda di esonero dal senizio, e pel'tan to nell'accoglierla,, dichiar ò che riteneva necessario sos tituirlo con un comandante che doYeva essergli offerto da qualche altro esercito, riconoscendo così implicitamente che, tra gli ufficia.li superiori dell'esercito tosca 110 egli non r.wvisava la preSt!nza di alcuno che potesse degnamente sosti tu ire il De Laugie1· . La richirsta per awre un succ·cssote fu dal G1·a11duca rivoltn, ::iill'l mpera tore d' An sfria, a condizione però che il designato -
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fosse un italiano, e disposto a cor1sidcrarsi toscano per tutta la durata della sua ·Carica. L'Imperatore designò allora il tenente colonnello Federico F,e rr.a ri da Grado,. che assunse le nuoi e fn~1Zioni aiffidategli il 10 Ottobre 1851. J!,e r la circostanza il li'errari fu prom<)SSO maggior generale1 assumendo inoltre la carica di Ooma,ndante Genenerale Militare del Granducato; mentre la direzione del Ministero della, Guerra fu affidata al presidente del Consiglio Baldasseroni. Gli avvenimenti della Penisol a non consentivano di disinteressarsi delle istituzioni militari, e perciò il Fcrrari, premuroso <li migliorare sempre l'organismo ereditato da,l . De Laugier e prendendo in e,same la ~ittu1zione dell'esercito del Granduca, si sf.or7,ò di conciliare .Le crescenti esigenze militari con le condizioni lli bilancio dello Stato. Bisogna,va 15i.stemare la difesa, delle~ coste, e ciò richiedeva una revisione clell'organieo dell'Arma cli artiglieria : il problema fu studiato e riassunto in un progetto, apocrifo, di un genera]e riordinamento per il Corpo cli Artiglic~ria e per le difese delle coste continentali e insulal'i del Granclucato, che porta la data <lel Gennaio 1852, e contrassegnato « Il generale comandante)). Tale progetto ,si presenta particolareggiato ,e completo, e l'ordim.:1,ment,o proposto per l'Artiglieria è il seguente: 1
Stato Maggiore e 8tato Minore 2 Cornpaguie Artiglieria da campo 1 Battaglione Artiglìeria da Piazza, su 3 compagnie, per il ser vizio della :guarnigione 1 Compagnia mestiera nti. All'infuori di queste G compagnie, che costituirebbero il Corpo d' Artiglier ia, dovrebbero esserci 3 Battaglioni su 12 com11agnie, per il servizio delle ·coste di tutto il Gr anducato. . Complessivamente, quindi, 18 compagnie col seguente organico :, Corpo cl' Artiglieria : Ufficiali 36 - Truppa G04 - Cavalli 144 Battaglioni Guardacoste : Ufficiali 69 - 'l'ruppa 1404-
be
L'a.utore dimostra che l'a,ttuazi.one del nuovo progetto avrebfatto realfaza re q na1che ceonomia. In una lettera annessa ì:Ll progetto si legge : ' cc Visitando le a rtiglierie clel Granducato, ho avuto luogo di persuadermi
-essere la nostra artiglieria un ammai;so çonfu so di sistemi Paixhans, corret-
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IN TOSC ..\:\'A
to e modificato, nnno XI, Gribeauval, De Valière, ccl altri ancor più vecchi enon conosciuti l quali, forse f urono messi f uori a capr iceiÒ e nou lc.;almentE> approvati, meriterebbero più di essere conservati In un arsenale come pezzi di antichità che tenu ti armati sulle fortlfìcazioni ». « Considerando le stravaganti combinazioni dei sistemi sua,ccennati, ll numero infinitamente grande di calibri e l'infinita varietà delle sempre cllfferenti bocc·he da fuoco parrebbe davvero che fossero corsi per noi quasi Inutilmente I 300 anni che ci separano da Carlo JX ».
Il Ferral'i osi::erva poi che : la promiscui til delle bocche da fuoco ric!J ieclerebbe al)[>ropriato affusto cU r i<'ambio e una grande val'letà òl proiettili e cariche, coi couseguenti danni per il servizio o per le fi nanze. Secondo il progetto, il numero deHe bocclle da fuoco, particolarmente perqnelle di bronzo, supera sensibilmente il fabbisogno; e perciò, il r icavato delle bocche da f1.1oco eliminate potrebbe coprire le spese di fusione, restando a carico soltanto le spese per i trasporti.
La ti-asl'ol'mazione si s,uebbe cl-0v11ta fare nella seguente misun1 : « Bocclt<> cla fuoco esistenti 3:iO cli bron7,0 e 2"20 di fe1:ro. Rid urre le prime a 280, e u 200 le seconde, le qunli dovevano clivent·rt re tutti cannoni. F ra le230 bocclJ(' cla fnoco in bronzo, im•ece, si do,·eva stabilire una proporzione ·per· avere cannoni, obici e mor tai, senza supe1·are coruplessivnmente il nu mero cllotto calibri. 'raie r iduzione porterebbe ad una riduzione del munizionamento, degli a.trust! e di carri di ver&i; e la sommn cosi economizzata potrebbe essere Impiegata nell'aumento delle polveri.
Nel g-ingn-o t lello stesso anno apparve un n uovo progetto del Oontri sulla rio1·p:anizzazione dcll'artigliPria, così concepito : Stato Maggiore 1 Divisione cli Artiglieria (Stato :Maggiore-Stato Minore), una compagnia
d:i campo e unn cla !)lazza di 180 uomin i l'un:1, 2 battaglioni Gu11rdacqste, Stato. Maggiore, Stato ·Minore e 4 compagnie ciascuno, e una squadra di nrtificieri. Con siffatto progetto la compagnia da cnmpo nvrebbe avu to 8 bocche cla fuoco e 120 cavalli ; e l'org~rnico complessi, o del Corpo sarebbe ttato cli 1421. uomini.
Nel Gennaio del 1852 il generale Ferrari da Gl'ado, dopo. un a i spezione pa~sa ta alle Piazze, a,i fo1:ti ed all e torri del Granducato, 1-iassnnsc le sue impre sioni in nn rapporto, dal quale 'sti'alciamo : « Il Reggimento d'Artiglieria non è lontano clal r aggiungere la perfezionedel proprio ofilclo >) ;
LA DffllJSA DGLI:E COSTE
e più avanti. prosegue : « Nei rispetti del buo11 ordine, dell'esatto andamento del servizio e di altre particolarità merita ezia11dio lode la compagnia guardacoste dell'isola di Giglio».
E pal'lanélo delle eoste della Toscana, ed enumerando le dif, fi.coltà della difesa <~ il grave disagio al quale sono sottoposti specialn1e11te gli artiglieri, il Fer-rari seri.ve : , « Se elessi peraltro sanno tenersi nei limiti dell'ordine, non è che il puro ~tl'etto del rigore esercitato sull'interno corpo dell'artiglieria, il quale con costanza ed inflessibilità ba saputo ovunque esting~1ere o moderare i difetti dei suoi componenti; ed adempiere verso cli essi agli impegni della legge, senza lasciarla mordere giammai il freno della disciplina. Di tal che il buon contegno dei suoi individui forma oggi il carattere dl questo distinto Corpo J>. Ma subito dopo il generale si affretta però a dichiarare che il personale è assolutamente insufficiente. 'l'rattando dell'armamento delle varie piazze e delle costè, il Ferrari mette in rili0vo che l'armamento di Portoferraio comprende 170 bocche da fuoco, ·che ritiene superiori al necessario : ]'irenze dispone di ·39 bocche da f11oco ed anche tale numero gli sembra eccessivo; Livorno comprende 80 bocche da ·fuo~ co, che però -andrebbero meglio scaglionate e organizzate: Piombino clispone di 16 boccbe da fuoco ehe potrebbero essere ridotte a 14, sostituendone qualcuna : Orbetello ne ha lfJ, che andrebbero invece portate a 25.
Anche sullo -scagliona,mento delle artiglierie lungo le coste, il Ferrari ne giudica inopportuno il disseminam{·mto. A tutti questi rilievi vanno aggiunte le considerazioni relath~e alle cattive c.onclizioni degli affusti., alla maneanza cli loca.li per officine, per depositi. e magazzini, ecc .. Le conclusioni che chiudono il poderoso documento sono tn vecc~ intonate a,cl un ottimismo che contra.sta alquanto con le note trascritte nel corpo d~lla relazio11e. « Mi fa forna ammirare per l'ultimo l'ordine con cui è tenuto il materiale d'artiglieria in tutte le Piazze forti e porti, e venni anche ad osservare ovunque la intelligente divisione e classificazione data a diversi suoi articoli in genere, per la opel'Osità degli ufficiali che vi sono aùdetti, il che fa importante concorrenza di utilità allo st:1.to ,,.
Quando si pon mente che da uno specchio esiJO;tentc nell' Ar-ehi vio di Stato delltL Toscana del 1854, le borc:hc da fuoc;o del grall(.luca,to risultano ancora 571 ~ cioè 8 in m<mo di quelle enumerate nella <<Relazione)), . - .appare chiaro che le osserva,. -
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IN TOSCA~A
zioni del n~rrari, anche se logiche e gi ustifica te, non er ano riuscite ancora a 1Uutare la sitmtzione clcll' Attiglìel'ia e la consisteHza delle artigliel'ie .
Soltanto nel 1SG3, per effetto del Dec1·et o 19 Giugno di quell'anno. nel Granducato di Toscana fu iniziata la rifo1·nta del preesistente reggimento <li artigliel'ia, che fu sciolto, e fu cm;ti t uito H Real Co1·po cli , \ 1'Li.glieria co~ì. composto : 'C'na Ispezione Generale Cna Dh·lslone cli artiglieria Cno squacl rone di operai con amruinistrai.ioue clel materiale Due battaglioui dl Cn11nonìeri Guardacoste Cont·inentali. ' L'Ispezio11e generale comprendevn un colonnello o tencnle colonnello lspet• tore e direttore del materiale, e un aiutanti.:. La Di\·islone d'Artiglleri:1 comprendeYa uno Stato ::1Ia~giore, uno Stato l\llnore, clue com1mguie. (tlelle qtÌali nna da cnnit)O e una <la piazza) clella forza di 180 uomini ciascuna. La com11ugnia cla campo serviYa una batteria cli sei cannoni cla _6 e due obici da 24. ron 120 cavallì. ll 1° battaglìone guarclncoste continentali comprendeYa 1rno Stato Maggiore, nno Stato i\finore, quattro compagnie cli 120 uomini ciascuna; il secoJ1clo battaglione era uguale al pt·imo, seuoncbè la qual'ta compagnia aveva 100 uominl invece cli 120. Tn totale Il R. Corpo cl· t1rtiglieria era co:;titulto da ufficiali 93, truppa 1327, cn,alli d'ufficiali 19, ca,·nlJi cli truppn 120.
Al ·mornento cl ell ' a ttnazione clc]la rifonna, c0111,111ùava l'a1·tigli<!ria il tenente C:(IJonnello ('onti-i. Ag-g-hrn~a_. i che. indipendentemente <lai repnl'ti !';Op1'a <lc-
Rc·ri.tti, esiRteva. il battaglione g uà,r dacoste i.usulal'i, il quale non appa,rteneva organicamente al Corpo tli Artigliel'ÌiL; esso perciò fu sciolto e trasformato in battagli·one <li Cannoni.er'i Guardaco. te I nsulari con mio Stato ).Iaggiore e quattro compagnie di 100 uomiui ciascuna . Tl comando di questi cannonieti era ;.~ Portoferraio; e pee serv i;.,,io, ii;;h·uzioni e di:•wipl.ina {.':::;si cli.pencl eva 110 dall' Ispettore d'iu·tigleria, pm restfmclo 111 GoYernatorc dell 'Isola d ' Blba ilùfritto cli eman,u·e ordini e istruiioni per quanto potesse c:onccmer e i S<C' l'Y izi <li piazza e costa.
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RIFOHM8 DEL
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• Intanto ucl 1S53 iu T o~cana ,eniva pubblicata una nuorn, lt>gge di arrnohlmento. che segnava, un notevole progref:so sulla precedente ùel J826; iu quanto che, pur lasciandosi il cc ca,mbio ))1 veniva, clefi11itivruncnte abol iLo il' cc cliscolato )), che Cl'<l, stato 1·imt>sso in voga da Leopoldo II; e si rendeva più equa e più regolare la coscrizione. A titolo di curiosità diremo che il << di scolato )) consisteva nel red u ta,lllento fon~ato cl ei giovani c,;he, per contegno scapestrato e rissoso, l'inscendo cli peso alle proprie famiglie e cli pericolo a ll a puùbli ca. quiete. yenirnuo chiamati alle armi. Con la legge 1853 l' obbligo di servizio a,veva, una, durata di otto anni, ed in tale epoc·a furono moclificati i regolawenti e le ii;:trnzioni delle ,arie armi. Le nuo,-e norme fnrono in g:nrn patte copiate e.la istruzioni esistenti presso altri eserciti, e nel complesso il loro contenuto rispoJ1CleYa beue alle ef:iigenze dei tempi, e fn molto apprezzaco anclle fuori della Toscana. Nel 1854 appa,rve un11 iRtrnzioue nuova tendeh te 11<1 armonizzare l'azione delle tre a.rmi ; e nel 1855 fu pure pnbblicato un cc Regolamento di manovra per le Reali truppe del Granducato di. Toscana », che chiudeva con le regole per l'impiego dell' Artiglieria . Seguendo i. progressi gracluaìi che furono frutto dello sf01:7.0 di capi e di distinti ufficiali. si rileva come le forze militari della Toscana anela se1·0 sempre migliorando, e anc-he aumentando, sebbene in proporzioni af.isai limitale. Con decreto del 1!) Gingno 1 53 il R. C01·po cli Artiglied,t fo accresciuto di una ~eeonda batteria da campo, UHL l'organico dei c,walli pe1· le due batterie 11011 poteva ~nperare complessivamente il nume ro di 150. Ottenuto 11el 185!» l 'n llontan..irncnto dalla 'l'oscanu delle trnp- · pn austl'iache, esse doYettero essere sostituite con truppe nazionali, e pertanto, nel cc R epertorio delle }l ilizie del 1855 )) si legge che il Minist1;0 della guena p t escrivcva :
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1849 · 58 « di aggiungere prov\·isoriamente nl I 0 battaglione Caimonieri guardacoste conti nentali un effettivo cli 180 uomini aJ:lìnchè il battaglione stesso abbia modo di ·somminil:ltrare un distaccamento cli 100 cannonieri in Livorno ecl un altro di 84' in Portoferraio, e ciò allo scopo di poter raccogliere la compagnin d'Artiglieria da piazza in Firenze per esigenze di servizio)).
Nei pochi anni e.be la 'roscana r imase ancora.sotto il governo Gra,nduc~Lle, tl ata, l'esiguità di Bilanci, il generale Penati ùa Gra do non potè fare gran che : egli pertanto curò assai la di.seiplina: fec:e pubblicare un « Godice :Penale Militare)), un « Rr. golamento per le c·ompagnie cli oorrezione >> e uno per i 'l'l'ibunali militari ; e migliorò e attuò quanto già era stato iniziato e tracciato dal predece::,son~ De Langier. In ..11tro capitolo si avrà o<;C1.tsi,one di l'ileYa,r e la parte avuta dalle truppe Toscane nei successivi avvenimenti che portarono poi a.ll'unità d'Italia .
6. L'Artiglieria piem<;>ntese dopo la campagna del r 849 - Le riforme ,d el 1850 e del r853 - La guerra di Crimea e l'intervento del Corpo sardo - L'artig liere Alfonso La .Marmora assume il comando del Corpo di spediz ione - La formazione delle batterie inviate in Crimea - La battag lia della Cet:naia - L'Artiglieria p iemontese con la sua · condotta riafferma il proprio valore - Eroismo della 13" e d~lla r6a batteria da battaglia - Le · innovazioni tecniche e tattiche dell'Artigli~ria dopo la guerra d'Oriente.
L'epilogo sfortunnto che aveva chiuso sui campi cli ba,ttaglin di Nova.ra la ca,mpagna del 1849, dopo la tregua seinata a Vigna.le e dopo un serrat9 e difficile lavorìo delle ca,ncellerie dei governi di Torino e di Vienna,, si con chiuse con la pace del 6 Ag-oRto, 1n1~r-cè la quale 1'Itafo1 ritornò qnal'era ai primi a,l bol'i <l<•l 1848.
Ma se il fallimento cle1le aspirazioni dei popoli oppresi:;i ave·va cl ato all 'Aui:;tria, l'illusione di aver stroncato con la rea,zione ogni velleità di ritentiLr la prova, dalle rovine fumanti dell 'immane travolgimento che aveva ridato Napoli ai Borboni, Roma 728
n@GNO o r SAHDl•]GN.\
e le Legazioni a l P apa ed il Lomb:ndo-Yencto alFAn. tria,, usciYa i11domita la ffamma tlella, volontà e dell:l, passione pc1 éonseguin~ la libertà, n azionale, fi amm,1 ch e trovava inesanl'ibile a li1Uentn di forza nel piccolo P iemonte, rocca granitiC'a attorllo alla quale dovevano temptarsi le l'isorg·enli forze per opPr,.n-c il l"iscatto tlel patrio suolo. ID poichè è semp1·c e solta,nto snlle prup1·ic armi c· hc un pOIJO· lo può e deYe fondare la propria libertà <' i,:;ic:nrezzu. c:osì dopo ~ovara, il p1·imo p ensiel'o del Uornrno di 'L'orino fu rivolto ul riordinamento delle forze armate per la, r icostitur.ione di un for te orga nismo militare al quale spettava di cancel lare i ricordi di un recente passato e 1-iacquisture la fìcluC'ia e la fede· del Pa~:::c in nn esercito, ehe on11.1i se pÌ<"montese di nowe, c1·.1 italiano di fatto . Certo, le difficoltà finanziarie in cui Ye1·sava lo Stato Sardo, ed alle quali si som1n,wano Yec~cbi pregiucli1.i e non sopite quc ~tioni personali, noH poteYano ,wviare rnpida1Um1te H Piemon te acl una completa r inascita delJ e sne istit11 zioni mi lital'i; tutt.1 via, se i pl'imi mutamenti infaiati dal gene1·ale Bava procedett<•1·0 con passo lento e misurato, e-on l'av,cnto al )Iinistero della Gncna de~ geuerale La i\Iarmora le r ifor me con cr<c!tate e del i ber ate acquistarouo forte impulso. e procedettero sen?:a sost e e senza incertez;ze. :N,o i non ta 1·emo a l'iassmul:'re il ,asto progl'awma elaborato per la rinnovazione cli tntte le forze mil itari piemon tesi ; ma, l'imunendo 11el c:ampo tlella sola in·ma. t1i A1-tiglicria , di cui ·..111cliamo inte1·essc111doc:i in questo s tnd io. diremo subito che. il giorno dopo ~on1n1 . tutte le battel'ic che a,·evano pa1·tec:ipato alla brnve c:am.pag;lHt l'u r·.ono n_vdate :sn Mòmo, 11 d Oleggi<J ed a Bol'gomanero pèl' sottr.u·lc al pel'kolo di tlivPntare prèda nemica: il giorno 2G fn1·ono clir<'tte su R olllagna110, e quindi i,:;uccessha· mente si fec·eJ'o rientnu·c a Vernu·ia R eale. n Torino, tL S . Maurìzio ed a L ombardore per procedere r apicla.mente al r iordinamento di tutt-o il peri-;onale .e del materiale. e per jni1.iare uw1 nnoYa. ope1·a di addestra mento clegli nfiìciali e della Tl'Uppa 01ulc rimettere in piena effidc-nza le singole nni.t:1. In q nef'-ta nuoY:t elalJon1;,;i o11e di principt e <li id t><' tloveva11 0 a,·ei·e H On poco pc:so 1
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I.N Pl F;ì\~ON'.l'E
le esperienr,e fatte durante lo svolgimen to delle due campagne del 1848 e del 1849. Dopo un period·O di raccoglimento e cli studi clel << Comitato Centrale)), il 1° Ottobre 1850, nel Decreto che riassumeva il
F.ig. 201 - Genera le Giuseppe Pastore. (da fotogral'ìa dell'epoca).
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nuovo riordinamento dell'Esercit o I 'iemoi1tese, era compreso il seguente org.anieo per Farrna cli Artiglieria : Uno Stato Maggiore, comprendente : un luogotenente generale comandante, che fu il generale Giuseppe Da_bormicla; un maggior generale comandante il personale, che fu il maggior generale Ac~ille De Bottini; e un maggior gc~nerale direttore del ~ateriale. d'Art iglieria, che fu il maggior generale Giuseppe -
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ORDlXA:\IB~TO DELL ' .\HTJGLI l•:IH..\ è\~)I,
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Pastore, studioso e competente' in ln le speciale branca tecnica del .servizio. Un « Comitato Cen tl'ale )) composto di cinque membri , di cui due generali e tre colonnelli; J.(j Oou1undi Locali ùi A.1·tiglieria; 10 Dil'ezioni cli A1·ti glieria : 1 Reggimento di A.l'tiglieria da pia7,,;;,t'; 1 R,e ggimento di Artiglieria da campagna ; 1 R eggimento di ope1·ai cli Artiglieria . I comandi J.,ocali di Artigli eria fnrono ù iHinti in ti-e clas::;i : le sedi stabilite pe1· i Comandi cli l" classe furono Genova, Alessandria e Uugli.al'i ; pel' quelli di 2a classe f'ul'ono F enestrelle e Le.·seillon ; quelle dei oomandi di 3" c.las. e [uron o la Uittadella -'l'ol'ino, Rxil i,es) Batll, Villaclio, Sc1vu1w , VentimigliH , Casal\\ Gaivi, N iz,1a, Alghc1·0 e S. R emo . Le 10 Direzioni cli A1·tigl ieria e bl,('1·0 le seguenti clcnomin,tzioni spccificative : a) Labor atorio d1imito e fonclcrfa b) R.. Fablll'i.ca d' A1·rni. e) R l'abh1·icu di poh'c1·c . tntti con cl) Labora1,ol'io bombarcl ied e c:a:,$ ul eria sede jn e) R. Officina. di Costi-uzioni 'l'orino f) H. :-::;a,Ja d'Armi ~/) Allesti rne11to Convogli /1) Officina di co:-trnzi,011i di Gcnorn i) R F a bb1·ica di Polvc1·e cli Genova Z) R. F a bbl'i ca cli Polvere di Cagli,lri Il reggim.ento Lli a1·tiglieria da, piazzai rimase costit uito s u 12 compagni.e, raggr uppale in due bl'lgate di sei compagnie ciascuna. Ad esso appa rtenevano tutte le compagnie del Continent e, eccetto mm che era. di staccata in Sardegna. All'attuazione del 11 uovo ordinamen to il predetto l'eggimen to cedette al reggimen to tlll ca111pa.gnu l;~ 10" ç l a 14'· \.'.Olllpagnh1,, che diventarono 16" e J7" battel'ia da campagna. Il 1·eggimento <la cl'uupag1rn fu c:ostituito a.tiorno a,l reggi.mento a l'tigl ieda <.la battaglia che già comprendeva 10 batt el'ie . Entral'ono a far va1' te cli esso : la 3&battetin. a cava1lo, e.be ass unse i I nurnc1·0 cli 11" battel'ia ; ·le q nnttr-o batt e1·ie da posi.zio ne,
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IN PIEMONTE
le quali a.ssunse1·0 il numero prog1~essivo di 12\ 13\ 1.4" e 15a batteria; e le due ba.ttei'ie t1a piazza, come già è stato detto . Inoltre il reggimento comprese anche le due batterie a caYallo lasciate in -0rganico neff esercito, ,e col personale e qnadrnpecli esuberanti venne formata una nu,ova. batteria, la 18"'. . 'l'utte le batterie ebbero la formazio:ne su sei pezzi. Il reggimento oper-ai fu costituito da i:utti gli artieri, compresa la,· cornpa.gnia resfdente nell'Isola di Sardegna, che pertan to divenne un clistacci:Lmento del nuovo reggimento. Bsso comprese : una brigata su due compa,gnie di maestranza; una compagnia di artificieri; una compagnia di polveri.sti e una cli a rrnaiuoli; una brigata, di pontieri su due oo rnpagnie, e nn reparto deposito. I l'{~ggi.menti de»ignati in ordine 1111merieo, :furono così di· stinti: l"' Reggimento operai.; 2'' Reg·gimento da piazza; 3" Reggitue11to da campagna. Per effett0 del Decreto 2 Giugno 1851. furono tolti. dalla di · · pendenza della R. Marina i veterani addetti al ,servizio dell'artiglieria da costa, trasferendoli. nel Corpo Reale dell'arma, . e per tal modo veniva abolito il Corpo .d eli'a.rtiglieria da costa. Dal l° Genw:tio 1853, poi, i veterani di Ma;rina furono sostituiti da quel.li dell'artiglieria.; ed a coprir-e detto servizio prOY· vide la C·Ompagnia deposito del Corpo. Gon R. Dec1~f'to 2(; ì\farzo 1So3 furo110 soppresse la 2" comp:,t· gnia maestra11za: la 2" cornpagnia pontieri e la compagnia pol · veristi. Ìl pers~male di quest'ultima, però, fu tenuto in seryizio in f:Lttesa ç.he fosse altrhnenti orga-nizza.to il servizio delle polveri; e soltanto nel Oingno 1855 J'u incorpon1to nella ,compagnia àegli art.ifìcieri. ~ . Fin dal 6 Giugno 1851, per ragioni di economia, si erà venuto a modificare in via proYvi.soria il servizio òell' A,dc.nda Generale d'Al'tig1ieria, delle. fortificazioni e ilelle fabbriche militari, ridu cendo le sette divisioni a, sei, col fondere in un unico organismo la divisione segreteria, e-011 quella dell'archivio . ' Così che J.a rjpartizione deU' Azienda rinHtse così .formata :
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RIPAR'l'UIIONE DELL' AZHJl\l)A D' AR'l'IGLlh:HIA
l>i,:isioni interne. Segreteria cd archiYi ; Artiglieria ; PorLificazi.011i;
Contabilità generale; Contabilità materiale; Contratti.
Ctlici esterni. Ebben) sede in 'J'orino : ci) Afunir,ion<~ generale di guerra . per la contabilità; b) Fal.Jbrk.a, d'arrui - presso la fliret.ione pel' contabilità; e) 1,faestranza (oflicine di costruzione) - presso la dfrezione per contabilità; d) Fonderia. e laborato1·io chimico , presso la direzione per co:Utabilità; e) Litografia e l;,1,boratorio di p1·ecisione - presso la direzione pe1· co11ta.biJi.tà,; /) Labora.tol"io bombai-die1·i - presso b dfrezi01,1e per c,on ta,bilità; g) Fabbrica delle polveri e raffineria dei nitri presso la cli.1-ezioue per coutablità ; h) SaJ.e cFarmi - per la contabilit~L.
a) ù)
e;) d)
Ebbero sede in Genova : Commissariato; Muni?lione generale di guerra per b ·eoutabilit.1; Officina di costruzione · pn~sso la cJire.zione; Pabbrka delle polveri · p resso la direzione per la con-
tabilità ; e) Dotaiione della piazza - per la contabilità,; t) Sale d'armi · pei- la, con tabUità ; 9) Laboratorio di riparazion e d'armi - pres~o hL direzione
per la, contabilità. J:;bber<> sede in Sarclegna : ci) Commissariato ; ù) :'l[unizione generale ed altri uffid con tabìli.. Il 26 Dicembre 1853 l'azienda cl'a,rtiglieri.a, deliè forti"ficazioni, e èlelle fabbriche Yenne soppressa e riunita al Ministero della, Gn0rr-,1, tmsforrnanclosi nelle varie direzioni di artiglin·ia -
733 -
1849 - 58 -
1N P!E~O);'l 'I~ ·
e del genio, ~he amlllinistrarnno le rispettive .c..Ltegorie cli bilancio; ed .in tale circostanza furono emanate disposizioni relative al governo contabile dei servizi d'artiglieria è del genio, e q uinc1i concernenti il personale con tabile per il materiale cli artigHeria. Il 13 Gennaio 1854 il personale contabilé pel ma,teriale d'artiglieria passava [Llla dipendenza del!à direzione del materiale d'artigliel'ia, e per essa dc~i comandi loe:ali dell'anua nelle sin-
F·ig. 202 - Furiere Paolo .sacchi.
gole piazze, e formò una, categoria speci.alc d'impiegati, che nel succl~ssivo anno ebbe una gerarchia heu definita. Nel riordinamento genera.le clcll' Arma tracciato dalle disposizioni e.manate il 1° ottobr-e 1850 si ptovviclc a meglio distinguere il· servfaio tecnico e d~l materiak, ·da qudlo del personale e delle bocche da fuoco ; e perciò il maggior generale direttore del personale ebbe a sua diretfa clipe11cle11z;.t i Y;.11·1 comandi di arti-
734 _:
MAES.T RANZE El STAP.ILDHli\'J' l. O'ARTIGUERIA
glieria J.oc,~li nelle piazze, con responsabilità del materiale e del . per,s-onale ad essi addetti: · L'organico delle mae:strnnze fu così. stabi.lito : Comandi locali. Ufficiali snp.e riori Capita.ni Subalterni Truppa Muli
4
3
::z 22.
Direzioni. Uffieiali supci:ioti Capit,:u1i Subalterni 'J~ruppa
8 5 8 9
:!O
Il laboratorio· di precisione fu postq alla <lipende))7,a del comitato centrale; b fucina· di Val(locc:o, ingrandita dal colonnello Solar.o, divenne 1m' impol'tante fab hric:a d'armi capaee di fornire armi a tutti gli Stati ih1liani. Altri miglioram~nti ebbe negli anni successivj lo stabilimento di Vahlocco, così che divenne anche fabbrica, per le canne da fucile, e poi. anche fabbrica d'armi portatHi da fuoeo e bianche. Nel 1852 avveniva, lo scoppio della polveriera éli Borgo Dora, in cui, come st vc~drà nel Volume IV, si distinse l'eroico fu. riere Saechi. Allora il generale Chi.odo fu incaricato di fare ricerca di località più [t,èlatte allo ~eopo, e, frtL te varie proposte la scelta venne circoscritta fra. le località, di Abbadia di. Pinerolo e Fossano. Un decreto del 13 Man;o 1857 autor-i1.zò la costruzione del polveI'ificio cli F-0ssano, che, progettato dal tenente ~colonnello conte Paolo Ballacla di Saint Robert, divenne poi. uno dei migliori d'Europa. Nel lS57 fu a:µc:he stan½iata una somma pel' migliorare l'arsenale di Torino, per rendere la fonderia delle artiglierie di bronzo capace anche della fabbri<:i.1,zione (li art iglierie di ferraccio, e di eseguire i saggi dei vari metalli.. Con la riforma, del 1S30 gli 01·ganici del Corpo di attiglier:ia erano stati fissitti in 250 ntriciali; 4064 uomini di truppa, (dei quali 2200 da, campagna, 1100 da piaz½a e 906 ope..rai.); 1090 cavalli, dei quali 74 Uf;Segnati al reggimento operai. Con l'applicazione del R. Decreto del lSC>3 l'organico dei r,ep arti dell' arma rest0 COf,1 detetminato :
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1, 49 - 5 -
I N P IE)I0:-TE
Uffiuiali truppa
HBP .-\ RTT
0
P er ogn i batlol'ia a cavallo.
. •
•
.
• • •
•
90 38
cla. cmnp11g-na
lOii 9(5
,u·tificicri .
1:28
eh ma cstranzn .
ma
.
58
" a.rmn,i uoli
•
Quadrupedi
126
compagnia da piazza .
.
.
I
192
1>011ticri
Por il depos ito ge11 em le Totali
!)0
12
4.150
940
L'a,rtiglieria da piazza aveva cannoni ed obi ci di va,ri calibri, la maggio1· pa l"te in fonaccio. L'artiglieria da eampagna veniva dotata cli quattro bocche da fuoco : CèUIHoni cla 8 e diL 1G libb1·e ( da cm. !:l e da cm. 12) obici da cm. 12 e da cm. 15. Ogni batteria era armata da otto bocche da, f uoco di cui 6 cannoni e i olJki. E sisteva110 anche batterie a1·mat c unicamente cfa 8 cannoni ùa Hi.
Gli affusti erano tutti del tipo « Cavalli». I proietti in uso eranù la gt,rnata e la .·catola a metr aglia. Gli alzi per il puntarnc1Jto delle bocd 1.e da, fuo <.; o a veva no nn a, gr-acl nazio11e fino a, 1400 rnctl'i.
I ntan to la l':t ccolta di tante osservn,zioui e di esperienze scaturite dal periodo delle due campagne di guerra del 1848 e del 1849, 1·clativmnente all'impiego de11e varie a1·mi t> sul ser vizio del material e cl 'arLiglicri:.1i e suo impiego nei campo tattico, cominciava a concretarsi i n una serie cli istruzioni e di regola· menti per tutte le armi. La parl{' ine1·e11tc all'a1·liglic1·ia fu co$picna per q na ntità e qnali tù,. -
736
HEGOLAMEN'.CAZIONE
Oltre al « Regolamento di. esercizi per F.artiglieria da cam pagna, >>, - Edizione lS52 - giuc1i~ato la migliore e la più completa istru7,ione tattica del tempo in confronto di quelle in vigore nelle artiglierie delle altre potenze europee; ed oltre a,l « .Regolamento sul servizio d'Artiglieria, fortifi ca7,ioni e fah briche militai-i della Sardegna>>, la pubblicazione che assurse :ì grande importanza fu quella riguardante l'analisi del bronzo e per la verifica, delle artiglierie nuove e usate, pubbli.cazione che fn giudicat::L un vero « ruodello >> del genere. Le modalità per l'a,na,l isi chimica della lega in uso; le disposizioni particolari per la, verifica dei g·uasti. riella fabbricazione e di quelH dipendenti da,l l'uso; i limi.ti di tolleranza nelle costruziont; la successione delle prove; la descrizione degli at. trezzi e degli strumenti in uso ; i modeJlì ; i verbali delle visite delle Oommi.ssioni, ecc., fecero del « Regofarnento )) un geniale trattato pratico, una guidtL utilissima, eh<::, ancora og~i - salvo i mutamenti derivanti da.l p1'ogresso della tec.n ica e della metallurgia attuali - costituisce sempre un eccellente ma,nuale per gli stabilimenti delle costruzioni (otlicine ed a,r·senali). , Nel « Regolamento per il servizio delle tt1-tiglierie negli assedi )), che integrò il già ·es'i,stente cc Regolamento di campagna ,,, fu sancito il principio .che il servizio dell'Arma dura.n te gli assedi dovesse essere di spettanza del Comandante d'Artiglieria, il qua.le poteva proporre all'Autorità superiore il ri.tiro -:- dalle fortezze e dalle piazze jn prossimità dell'Esercito di campagna,, - delle artiglierie, delle munizioni e di ogni a,l tro materjale oc corr~nte per l'assedio; lo stesso Oomandaut<'~ poteva poi predi· sporre per i relativi traini qualora non fosse stato provveduto in precedenza. Erì,L, inoltre, previ.sto che fosse di competenza di detto comandante cl' Artiglieria l'invio cli ufficiali di collegaJUento col Corpo 'd'investimento della Piazza. per la composir,ione dei traini in relazione alla importanza, dell'assedio ed -alla presnnta sua. durata; di esaminare e discuter~ col comandante cl egli Ingegner-i il progetto generale di attacc,o, da firmarsi dai due comandanti ed essere sottoposto per l'approvazione al Comandante dell'assedio. Determinato il fronte cli attaçco, spettava al eoma.ndante -
737 -
·
.1 849 · 58 -
·IN PIJj)l\:fONTE
d'a,r tiglieria di proporre il posto per il Parco e per i depositi intermedi tra la trincea ed il Parco stesso; inoltre a lui oom- · peteva la ricognizione della trincea, la scelta delle posizioni delle batterie lungo la stes::,a, la specie ed il numero delle batterie e gli scopi a ciascuna assegnato; per ultimo al Ooma,nclante d'Artiglieria, era demandato qnanto riguardava l 'armamento, il munizionamento e la direzione generale del fuoco. Completavano il servizio i vari comandanti dell'attacéo, i quali govcrnava,no l'impianto cli tnttc le batterie, assegnando ad esse i coma11danti, a, ciascuno dei quali incombeva l'obbligo di provvedere al servizio, al buon andamento del proprio rep~al't-0, ed allo studio per l'impianto delle batterie successive. Seguivano norm e ed orari. sui cambi delle squadre di lavorò, sulla cadenza del fuoco e su quant'altro ancora concorresse a dare un carattere di coordinamento pratico alle operazioni. Il contenuto del nuovo « Regolamento » era frutto d,ell'esperienza fatta nelle due campagne ·del 1848 e 1849; e pertanto con tali ammaestramenti e con il crescente progresso culturale e professionale l'arma. <li artiglieria, andava preparandosi alle future· lotte che dovevano portare a compimento l'unità d'Italia.
L'accademico francese CamiUo Rousset, a chiusura della sua « Histoir,e de la guerre de Crimée )) è venut-O ad una ,cons~atazione assai importante per noi italiani. L'autore delll:!i magistrale @ era, facer1<Jo (;enno delle conclnsionj alle qnali portò · il congresso· di Parigi del 185G, non riesce a tradire una certa amare1,za nel eonstatare che « se F:Ìmperatore tenne . nelle ~ne mani i fili della politica europea, vi furono altri eh~ più spesso li fecero muovere>>. « In qnel tempo, quando :finì la guerra di Crimea, - aggiunge il Roussèt - fu abile· un nomo, che più preoccupa.to del suo Paese d1,e cleJla li'l'ancia; ha fatto lare l'Italia. da Napoleone III : costui fu Cavour». Noi non v,o glùtmo contestare al c:onte Oamillo di Cavour la, grande abilità attribuitagli dal 'Rousset, e i1 grall:de merito di -
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l\ORME PER Gf,I ASSED1
aver saputo .:Lppro.fihare della situazione interna11iona,le di allorapet portare alla tihalta tìel congresso cli Parigi la questione italiana e farla cliventan~ una questione europea; ma sta di fatto che alht· riuscita della pol'itic:t: cavouriana concoN;e e
•
l!'ig. 203 - Conte Camil.l o Benso cli Cavour. (da un medaglione esistente presso il Sig. Roberto Pittltluga di Genova).
oooperò e:ffi.cacemente il nostro intervento alla guerra di Crimea. Al corpo di spedizione inviato a combatte1·c 1n Oriente, al suo eomportamento nei rapporti con le truppe alleate, · al valore adclimostrato sui campi di battaglia, e, sopratutto, al tatto clel suo comandantf.' Alfonso. Perrcro della Marrnol'a, e!l alla stima e deferenza che seppe acquistarsi clagli altri comandanti, -co~ì da poter trattare con essi da p~-iri a pari mentre invece a.ve-
1SJ9 - 58 -
•
r:- PIE~JOXTE
• vano innuagina to cli ,were col La Ma1·mora soltanto rapporti di superiorità gerarchica per Ì.rna riconosciuta cljpendenza, - a tutti questi fattori inpon~erabili devesi riconoscere ed a,ttribuire la più grand e importanzit pe1· il felice snecesso dei preordinati disegni del Grande ::\linistro. E n on lii.sogna, d' altronde, tlimenticare 1a pai-te diplomatica svolta fin tlal 18:54 dal gene1·ale Dabo1·mida, rigido difensore del prestigio ùcl UoYerno di 'rori110 di fronte al tentativo ingle~e di non rnler rico11osccre nell'intervento ùelle truppe italiane un alleato, rna 1111 <:orpo militare ;,11 soldo dcll'lughilterra. Il Dabormida comp1·ese benis~imo che il suo personale sacrificio di 1·inn11zia ul portafoglio rn.inisteriale da lui tenuto av1:ebbe sal vata 'la situazione e dato la posl';ibilità. a Cavour di ottenere ,fai franco-inglesi il l'ieonosci1qento di UH diritto : senza esitare Jo comp·l e quindi il contesta to cliritto fu riconoseiuto .... sebbene n, traverso una serie di obbiezioni e (l'infingimenti. ~011 è nosh-o compito il ri ev-ocal'e l e Yicencle pol itich e che precedettei-o l'intenento del Piemonte alla, gu crri,L cli Crimea . Di.rerno soltan to che ton i tonsueti 'a rtifici diplo111atici, nel 1Si"i3 l"Inghiltnra e J,L Francia, prendendo a pretesto pl'irna il pa.si-:aggio e.li 'fo1·zc rns;:;e attravm•,so il. Dannbio, e poi la distruzione della flotta turc·a nelle acqne cli Sinope, i1w iaroJ10 le loro flotte nel Mar Nc1·0, gettando poscia le basi. del trattato cld 10 Aprile 18:54 per costituire un 'alleanza offensiva e difensiva fra le due potenze, <;Oli pl'oto001lo apel'to a qualsiasi. pott~nzn che ,n-csse Yoluto combntte1·e contro la R nssia. Cavo nr, (,osì corn c prirna; di Jni il Dabol'mi.da , el'à convinto che u ulfa sar.ebbe-tornato più c.lannoi:;o alle fortnrw cl' ] lalia che lo shn·se11e in disparte i11 nn momento cli eosì Ct)mplessi avvenimenti; e pei'ciò, passando al di sopra di talune formalità, lo Statista torinese seppe ·s uperare non lievi ostacoli interni ecl esterni pct· 1·ichu·e al Pic>monte il clfritto a parlare ùell' Italia nei fnt1u·i congressi c·l1e nn-cblwl'O ricsaminnto la sitnazione gener ale europea. Nella :,;ednt:L del paitlmuento sub;1lpi.no clel 'i F ebbraio 180::i il deputato Fariui ebbe lui pure la. visione netta di ciò che ·sarebbe avvenuto a guena d'Oriente finita : << La guerra di C1·ime,l sarà certamente la preparnzione di 1m n uovo assetto europeo e -
'HO-
L~ SPIDOIZIONID 1:-i CRIMEJA
quindi d'Italia>> - disse ii Farini, _:_ e l'epilogo degli avvenimenti gli diede perf ettarn.ente ragione. Sui ca,nipi della Cernaja, l'esercito piemontese - cbe poi ~ra l'esercitò italiano - aveva cancellato Custoza. e Novara e ricon q uista,ta la stima e la fiducia delle principf1li nazioùi europee. A Parigi l 'a,bilità, il fatto e la finezza del ininistro Cavour tras-
Fig. 204 - L. C: Farini.
sero cla,l valore della vittoria m.:ilitare la for1m di alzare la voce contro l'oppressione austriaca in Italia, conquistando alla causa della libertà e dell'indipendenza della penisola gran parte del sentimento inglese, ma più di tutto l'animo dell'impera.tore Napoleone Il!. E ritornando alla, preparazione della spedizione di '.Jrimea _diremo che appena, approvata la convenzione militare stipula,ta. fra i governi di Torino> di Parigi. e di Londra,, fu pubblicata un « .AppP,ndice al Regolamento per le truppe in · eampagna >> elle conteneva. norn1e sul sei-vizi.o di sentinelle e di avamposti per le .truppe d' Oriente; e q1Jasi conte1pporancamente fnrono ema n;L-
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l&H) - 5 -
SPEOIZIO:'\l~ lN CI:DfEA
te le clisposizioùi per la costituzione del Corpo cli spedizione destinato a prcndel'c parte alht g1wrra contro la ~ui:;sia, che, pertanto, restò così formato:
Fig. 20:i - Gencrn le .\ 1Con so lJell:i Jlfarruora.
,
Coma nd ante in tapo : Luogoten<rnte g<•ncrnl<' _\lfonso Feel'ero dt:'lla )formon,. Q11;1rtiere Gen eraJc Principale:
Ca po di. Stato Mnggio1·c: tcn.te <:;Olon11 . (;onte Agostino Petitti 8lato )laggio1·c : )Jnggiol'i Delhi Ho,·erc e Govoue -
i -I:? -
IL CORPO DI SPIDOIZIONE
Inteutlcnza d'Armata: }faggior genen1le De CaYero Servizio Sanitario : Capita n o Coruisetti Udito!'a,to di gnena : Oav. Saletta Gomanclo Superiore d' Al'tiglieria: Colonnello Leopoldo ·v alfrè Comaudo Supel'iol'e del Genio: Colonnell o Dowenico Staglieno Comando Supedore dei bcn,aglieri : Alcssnndl'O di Saint Piene UonrnJtc.lo dei CO. [{,R. : Capitano '1'1·otti Oomnndo delle Guide : Uno degli ufficiali ciel Quartie1·c g·enerale Com'-u1tlo del 'r1·cno cl' Annata: Onpitano Giacomo Ma·
L-'riàw, Dit:isione :
Comandante : t en.te gen. UioYanni U11rando Oapo di. Stato Maggiore: conte A.lesf:;a,nèlro Cuf-,mova Comandante 1'J\ 1-t.iglie1·ia: )IaggiOl'(' Cisu di Gre:-,v
2" Brigata di fanteria composta del
3" Brigata di fanteria composta del
2° R<'gg .to provvisorio 1 btg. della, Hrg. P ie· mo11te 1 btA', della Rrg. Ao· sta, 2° ù tg. bersagli eri
l
Forza totale
3° Reg-g·imento pronisodo 1 btg . cleJla B):g. Cu11<'0
l btg-. della Brg. Pi · ne1·olo 3° bel'sà,g lièri 7• batteria da battaglfa ( capitano )fell a 10• >> >> >> l . >> Bertone avevano 4 cannoni da 8 libbre e 2 obici da 15 cent. -
T,1:3 -
Uomini 5528 Cavalli 650
1849 · 58 -
SPEDIZIONE Il\ CHU.tEA
Seuo.•ulu, D ioisione :
Comandante : tcn. gcner. Alc sancll'o Lamarmora, sostituito poi alla, sna, moi-te dal ten. gener. Ardingo 'l'rotti Capo cli Sato }faggiore: Maggiore A. Porrino Comandante l'artiglieria: ì\'fa.ggiol'e 4° Reg·gimento provvisorio 1 battaglione della Brg. Regina 1 battaglione della Brg. avona 4° battaglion e be1·saglieri
4:• Brigata di fanteria composta del
5° Recmimento o::> .
5a Brigata di fanteria com posta del
j
provvi-
sorio 1 battaglione della
Forza totale Uomini 5524
Cavalli 640
Brg. Casale 1 battaglione della
Brg. Acqui 5° battaglione Bersa-
glieri 13a batteria cla ba ttagfot l(j&
capitano G. Ricotti M;c1gnani » Emilio Bandi di Vesme avevano 4 ca,nnoni da S libt ''e e 2 obici da 15 cent. J)
))
))
Hl"ifJcita, ~li R·iserva :
Comandante : :Maggiore generale An~aldi Giorgio, sostituito per- mor-te llal generale De Oavero Capitano di Sta to 1faggiore addetto : Giuseppe De Sonnaz . Totale della Coman da,nte l'artiglieria di riserva: Maggiore forza Adolfo Òà,mpana . 1 Reggimento cli fanteria, provvisorio Uomini 2938 1 battaglione gi-anatieri Cavalli 495 1 >> della brigata Savoia » bersaglieri 1 -
744 -
R~PAH1'1 O' ,\ll'l'IGLIERIA
ia Batteria da batLaglia
4a
))
))
))
{ capitano E manuele Oelesia >> Alfredo A vog·adro
l
awvan o 4 canuoni da 16 libbte e 2 obici da 15.
Onvalleria : Comandante : colom1cllo Cado Sa voiron x F orza complessiva 5 Sq uadroni . uomini 714 . cavalli 600.
lìig. 20G • Colonnello Ago~t!no l'ctltti cli Roreto. \dall'l tl1lstra zione Militare del Cenni dell'anno 1887 r iprodi1ccnte un quadro dcll'Inctuno del 1855).
Della brigata di Ri sc1:n1 face vauo p,.n-t.e, in oltre J battagl ione proni~ol'io cli artigJiel'ia da piazza c:on un.i eomp;1 gnia p1·0H1sol'i a cli operai. (P, '.!", 7", 8" del r egg. Lo da, piazza); 1 battaglione p1·onisol'io cli r.appatori ; 1 Parco mobil e di Ht·ti.glierin; -
, 43 -
1849 - 58 -
SPEDIZIO:'.\ID IK CRIMEA
1 Deposito generale di artiglieria ;
«
succursale di artiglieria ed a.ltl'i elementi cli servizi del genio, di sanità., di OC. RR. e d' Int.endenza. Le batt.erie assegnate al Corpo di spedizione avevano la seguente composizione: 1
Uattm·ie da. l6: Affusti Mod. 1844 con cannoni.
N. 6
di ricambio Carri da munizione Mod. 1850 da 16 )) >> )) )) 184-1 e 1850 per fant eria Fucimt di batteria, ~Iod . 1S44 C:uri da foraggio niod. 1853 )) a ridoH )) 1844 da pano >> >> >> >> del persona.le ))
>)
))
Total e
Batterie
(la,
)) )) ))
)) )) )) ))
~-
l 9 6 1 1 1 1
26
8: N. 4 )) 2 )) 6 )) 4 )) G )) 2 )) 1 )) J
Affusti Mod. 1844 con cannoni n )) )) con obici
Onni da munizionj 1844 da S >> )) >> >) >> obici >) >> >> 1S44 e 1850 per fanteria )) da, fora,ggio Mod. 1853 )) a ridoli Mod. 1844 da parco >> >> )) )) del personale Totale
X. 26
Le battt~rie portavano al srguito c·-n mplessin1111r>ntc\: 200 col pi per ogni bocca da .fuoco ; 662.000 cartucce a pallottola da fucile e moschetto (a stelo e Nesler); 18.000 cartucce a pa,l lottola da pistola e pistoloni; e 14.800 pacchi da bersaglieri cli 10 col-
_pi l'uno . . T,e colonne per munizioni cli fanteria, come appare c'JnJla dimostrazione riportata, sopra, facevano parte integrante delle batterie. -
7'16 -
IL I'.-\ IH.'•J )fOlilLE
Fig. 20i · Colonnello Leopoldo Va lfrè cli Bonzo. (da una m lnl11tura è.c:la Contessa Perrarls di Celle).
Il Pon: o Jfobife fu cus1 cos i ttnito: Cari-i cla munizioni 'lloù. 1850 da. 1 fi N. )) >> » » >> 1S44 >> S )) >> >> >> >> 1S44 e 1850 per fa 11 te ria )) » » >> » 1S44 da. obici )) Affusti di ricambi.o Mod. 1844 con mnnizioni da Obici )) .Affusti di i-icambi.o ~foci. 1844 >> >> )) ('ani a ridoli d:t Parco da c-ampagna )) Fuc·jne cfa, batte1-ia )) >> )) pontieri )) ('ani da pontieri >> >> parco scoperti. per is1 rum enti cla gnastaLore per le compagnie da p iazza »
'rota le -
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12 12 12 12 4
,.,9 3
" 1
i)
3
2
N. 66
1849 · 58 -
Sl:'EDIZIO.NE IN ClHMEA
Il Parco Mobile trasportava: 100 -colpi per ogni bocca da fuo00; 224.000 cartucce a pallottola da fucilB e moschetto; 6.000 cartucce per pistola e pistolone; 5.000 pacchi da bersagliere di 10 colpi, e 6.000 cartuccie a pallottola da pistola, per caeabiniere.
ll Deposito S1wo1irsale comprendeva. : Affusti di rici:unbio Mod. 1844 con avantreno Oar ri da parco coperti per la, maestranza, >) >) )) » >> gli a,rtigiani )) )) )) >> >) )) armaiuoli Fucine da parco )) )) batteria Carri per munizi.oni Mod. 1844 da 8 >> >> >) >) >> per o bici )) >) )) )) 1850 da 16 >> >> )) >) )) >> fanteria, » da, Pa,rco coperti )) )) >) scoperti )) a ridoli i\fod . 1844
»
» »
»
N. 4 )) 1 )) 1 )) 1 )) 2 )) 2
))
2 2 2
))
2
))
2 2
))
))
)) ))
1853
))
1 1
N . 25
Totale
J~sso trasportant: 100 colpi per ogni. bocca da fuo oo; 900.000 cartucce da fucile e moschetto; 10.000 cartucce per pistola e pi· stoloni; l7.000 pacchi da bersaglkre. Veniva per ultimo un Depos,i to Generale che comprendeva: Cannoni da 16 )) 4 ))
'
)) 8
Ohid da 15 cent. Affusti mod. 1S44 con avantreno da 16 · ))
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))
))
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Onrri da, Parco coperti )) )) )) scoperti F11cine d.a batteria
s
obici
' )) )) )) ))
))
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- - ·,-1:8 -
4 4 2 2 2 3 6 3
nr:J.l'OSITO GENERALI;;
Fuci1te da Parco per armaiuolo )) )) Parco Carri pe1· munizioni 1Hod. 1850 <la lG )) )) )) )) 1844 )) 8, )) )) )) )) )) )) obici >> >) )) >) 1844 e 1850 da fanteria )) da, batteria Moél. 1853 >) a ri<loli a.a Parco Mod. 1844 >) >> )) del personale
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'l 'otale 12 pezzi e 38 Carri ..:-\.1 Dc~posito ge11e1·ali> ~i trovavano raccolti: 400 colpi p<~t ogni hoCCì1 da fuoco; 2 milioni tlì <;,artucce per fucile e moschetto; 10.000 colpi per pistola: !5.000 ca,rtucce da, pistola per carabiniere, è 3.000 paechi da bersagliere. Fa,tfa esclusione clel personale addetto al Parco, al D-eposito generrLle, ed al Deposito Sucenrsale, (ehe era borghese ma posto sotto la, direzione di ufficiali delle bl'iga.te di al'tiglieriu da piazztt), la forza di artiglieria. del Corpo di spedizione comprendeva: 65 ntficia]i (di c ui 2 medici e un n!tel'inario); 17J9 artiglieri (di eni BGS cannonieri di pl'ima categoria e 974 di secon da); 99S cavalli da tiro; 1.06 da sella, e 36 cannoni. A Genova, loealitù. :fissata per iJ carico, la Commissione pee gli imbarcl1 i, con a capo il <;,Olonnello Lnpi di Moil-ano, comandante hu-tigliel'ia clPlla Piazza, emanò le disposizioni del caso; mentre a Costantinopoli prima, ed a Bnlaklava poi, il generale D e Cavero provvide nel rnigli<n' modo per gli alloggiamenti, per hal'acche ed ospedali. La pa,r tcnza fu precedutiL da nna rivista passata dal Re Vittorio Emanuele ad Alessandria per la consegna della bandiera ai eorpi provvisorii. Alla cel'imonia parteci.parono le batteri(~ 1"', 13" e 113a da battaglia. Convenuti a Genova , i primi scaglioni cominciarono a partire alla metà di Aprile. A metà Maggio, causa le diffieoltà nel porto di sbarco, e1·a11 0 ginuti in Oriente soltanto 4266 sol da ti, 256 cavalli, 8 cannoni da S, e 4: obici da 13. Comunque, gli sbar·c:hi non f nron o più . -
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S P EDIZIONE IN' CRiìlfrnA
interrotti fino il che l'intero l'orpo di spedizione non f u a ten:1. I primi attendamenti. fu1:ono posti a Karani; il Quartiei-e Generale P iemontese si stabilì pres$o il villaggio cli Kadikoi. La prima azione alla quale presero parte le. artigHerie piemon tesi fu in nna ricognizione offensiva compiuta il 25 Maggit.) del 1855. Un Corpo di ricognizione, formato su tre colonne, el>he l' ordine di scendere nel piano di Bttlaklarn per oecupare le, alture cli rirn sinistra cl ella .Cernaja, scacciamlone gli ..tvampo<::ti rnssi che, dalle loro posizioni, potevano ossenare i m<n-imenti degli alleati. La colonna di sinisti·a, - forma.ta. da due Divisioni francesi: comprendente cinque batterie a cn.vallo, una batteria da monta gna e 20 squadroni di cavalleria, - comandata dal genera.le Canr-0bert, si diresse C{mtro il ponte di 'l'rakti.r, ed oc:cupò seuziL èlifiic-0ltà le alture soprastanti a detta località, essendosi limitati i russi a sviluppare un innocuo cannoneggiamento . La colonna del centro, costituita da tre Brigate piemontesi , comprendeva la 7" e la 10" batteria da battaglia, nna compagni.a di a,rtiglieria da piazza e gli sq uudroni dei Reggimenti <e Alessandria>>, «Novara >) ed « A-0sta >> Ctrn1lleria. Oltrepassat-0 il torrente Suaja, affluente di sinistm della Cernaja, e seguendo quale direttrice di marcirL la, <e Stntda, cli ·w orornmf n, il gen~rale La Marmora,, fece occupar-e dalle sue truppe le altur,e a nord ovest di Kamara, collocando un piccolo post.o sulla sponda destra del torn'lnt.e. Alla località, occupata fu dato li nome !'li « Rocca di Cavour >> o « Rocca dei .Piemontesi )). · La colonna di destra, ugli ordi.ni del generale Campbel, ~ costit uità cla .nn corpo di fant eria ingle$e, si diresse verso le colline ad oriente di .Balaklava. Verso mez?Jogiorno la ricognizione tn·ent raggiunto lo scopo : i francesi avevano schierate le proprie fo rze sulle « :Fcèliukine )) ; al centro i Piemontesi, avevano occupato le alt.me di K arnar fL; a destra gli inglesi ,si cran-0 schierati sulle alture orientali di Balaklava. Una seconda ricognizione offemdva. fu compiuta nella gioi- ~ata del 3 Giugno successivo. Vi fu destinata un}1 colonna piemontese al comando del generale Ansaldi, compostu da un r<:•ggimento cli fanteria~ un ba,t-
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LA RICQG)l!ZlOKE D0L
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GIUGNO
taglione di bersaglied, una sezione della, 7• batteria da battaglia, dne battaglioni del 3° Reggimento fanteria e lo squadrone di
«Novara)) Cavalleria. Le truppe, procedendo per la strada di \Voronzof, percor.set ·O la displuviale delle alture in collaborazione con una colonna francese. L'operazione non diede luogo ad azioni tattiche causa l'inerzia russa . Frattanto gli a.lleu,ti pro·seguiva,no nell'assedio di Sebastopoli, principalmente contro la torre di Malakoff. · L'S Giugno fu t{·mtato un attacco a quella loca,l ità, e gli alleati riuscirono ad impadronirsi delle opere interne della piazza.. All'a.zione non parteciparono truppe piemontesi; da parte di mare, però, la R . Nav.e << Carlo Alberto>> aveva sv,o lto un'azione di bombardamento. 'rutto il mese di Giugno fu impiegato dai piemon tesi a tl°<l· sformare in campo trincerato il Monte Ha~f.or t e tutta la regio ne che dalle colline ad est di Karna1·a si distendeva fino alìa Oernaja. Sul Hasfort fu costruito un « Ridotto principale>> che fungeva d:1 ottimo ossenatorio, e che estendeva il suo raggio di osservazione sulle linee russe antistanti. Pe1· ma,g gior garanzia era stato a,rmato con 2 cannoni. da S. Sulle pendiei dello stesso monte furono pure erette quattro batterie, avente ciascuna determinati. obiettivi. Ogni batteria aissunse una denominazione speeia1e, dipendente dalla località e dal materiale con cni era stata. armata. Cosi furono chiamate : « .13AT1'i!ÌRIA DELLA l'l::-;,r,1. )) quella messa al Yerl;ice della linea piemontese: essa era ai-mata : con due ca.imoni da 40 ; 2 cannoni da 8. e 2 obici da 1:3 cent; battent il ponte sulla Cernaja e quello d<~lFa,cquedotto. (( BA'f'l'EIUA DI GROSSO CALIBRO)) era quella armata con 4 cannoni da 1S e c,on 2 cannot1i da 32 ; eretta a,lle spalle della, prima, aveva assegnati gli stessi obiettivi di tiro. (( BAT'fillRIA DEGLI 01.HCI INGLI]JSI )) che batteva la confluenz:1 del torrente Sciuliu nella Oerna.ja, ed era a,rma.ta con 4 Obiei da 8 pollici inglesi. « BA'l"l'ERIA DELLA SUAJA >> eretta a sud est della prec,eden-
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srED) ½l OAE IN ('J!IMEA
te, era armata con 4 dnmoni ùa -. e con 2 obici da 15 cent, e batt.ev,1, la, confl11e1l½a d~ll a Suaja nelfa Ccmaja. Queste ope1·e era110 allacdate fra 1ol'O da <:am1 11i11Jimenti, e tutta la 1•egione enL solcata da, linee di trinceramenti per fante ria , cli cui alcuni spin ti sulla sponda destra della Cemaja, quali il cc Ridotto dei piemontesi », t~ lo « Zig-Za,g >>, <:osi eletto J?er l'andameuto tlcl tracciato. ,\ Hri trincel'amcnti più arretrati avevano a$sunto il nom e di « l ;'o1·ti110 Canrobert », ed un'ult1·a trincea chiama Yasi « Casa Bi-uciata ». Tutto q nesto sistema cli opere campali era beH sor vegliato e diff'SO da una linea di avamposti spinta :,; ulla destra della Ccmaja.
Lo ~d1ie1·ame11to as:muto dagli alleati, alla fin e di Giug nl) 1855. rh,ultarn, pertanto, così composto : la sinistJ-a della l inea. era. t,enuta tla t ruppe francesi, C' ht~ occupavano le alture dei l\fonti li'ediukhine fino alle alturp <lel NJ. Sapnne; al centro si tl'OVitvano i piemou t.c~i. <:he occup,1Yano il M. Hasfo1· L con la Divisione '!'rotti. di front e ad una, la 1·ga aw•a della Cc1·naja; segni va la Divisionr Dm·ando. Sulla, destra, dei sardi si trovava nn corpo di otto.rnani contauda,t i da Osma,n Pascià: "' !-lubito clopo Beguh-a 1111 C'O rpo fran ce~e 11el la n1llc cli Baidar. Altre truppe allea te, h1 gl'a n patte ingl c>si, e1·a110 in seconda linea. Verso li~ metà <.li Agosto i I (·Oman do alleato Pbbc cognizione llt:>i prepm·ativi. che i 1·11ssi t'a ct>rnno pel' una immiuente batta glia . La 1-ae;colta di equ ipaggi <hl ponte e di altro materiale del genere sulla, sponda destra dell,1 (.'ernaja ~tava a dimostrare che i russi si prc>paraYa110 a supe1·,11·e i l fiull<' per compi.ere un'azione decisiYa . .8 , sebbcJ1e i fl-anc·esi in~h,teRsero nel ritenere ~he l"a,tth'i tà, nemica tendesse unic:amentt· a distr.n·te gli alleati ditll' assedi o di Sebastopoli. tntt.1,·ia il gen<:rale La, Marmo1·a si prep a.t·ò al · cimento, nlcco111,m<laudo alle sue tl'nppe di r addoppiare la vigilanza , spingendo, en~ntualm.ente in caso cli bisogno, delle pa ttu glie jn ricognizione !'<t1l fronte ùel suo schie-
ra,mento. Nella 11otte sul 1G di _.\.go~to, i 1·usf.ì, approfi t tando di den~a. -
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LO SCHJER,DfEN'.l.' O S U LLA CIDRNAIA
nebbia, scesero dalle alture di Ma,kenzic, si avvk:inarono al fiu me, ed attaccar,ono vigorosamente l'opera <e Zig -Zag)), che era in quel giorno tenuta da un battaglione del nostro 16° :fanterlai (maggiore Oorporancli). Era tutta la 1'7" Divisione RusstL che anda,va a tozzare contro poco meno di 400 piemontesi.
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Fig. 208 - .Schizzo della Battaglia della Cernaia.
Dopo lunga resistenza, per ordine an1to dal La- :ì\fa,rmo1.·a, il battaglione, sostenuto validamente da un ùattn,glione di bersaglieri inviato a rincalzo, ,s i ritira sulla cc Rocca dei piemontesi >>, ~ tiene la posizione per la intera giornata. Verso le sei del mattino, i russi decidono cli proseguire l' attaeco oontro le linee dei Sardi. Quattro bocche ùa fuo<:o ingle,si di grosso calibro sono trasportate sul. « Ridotto principale >> e vi a<:· -
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SPEDIZIONE: 1N CRiif8A
eone anche la 7" batteria da battag·lia piemontese_ Ha quindi inizio un duello di artiglieria tra le batterie russe, che hanno occupato i trinc:ei-arnenti dello « ~ig-Zag >> e l'artiglieria piemontese_ Ecco <:ome il J:>erclomo narra la battaglia : « Cou questo cannoneggiamento, vuoi ver la rnaestria degli artiglieri piemontesi, vuoi per l'P-levazione della posizione, si aveva vantaggio grandissimo sui russi; conoscendo i sardi le precise distanze e u,·ellazioni, punt:wano ugualmente le ar tiglierie anche fra la nebbia con precisione ammir abile. Frn quell'incessante battagliare d'artiglierie, i russi sembravano iUC!:)rti nel procedere, quando la batteria da posizione sarda clenoruinata « degli Obici inglesi,, sul versante nord del monte Husfort prendeva con fnochi d'infilata il ciglio del monte « Zìg-zag )> . I quattro grossi obici di tUarina inglesi avernno lunga gitlain e proietti ,-uoti di grandi dime11sioni; dirigenrno il fuoco il capita110 Mella coi luogotenenti d'artiglieria da piazza Bergalli e Negri; ogni colpo era un disastrv pel nemiro. I primi proietti smontarono al nelllico le artiglierie e ne rnllenrarono il fuoco. Una granata, piombata sul poggio fra i cassoni del!~ mnnizioni diede fuoco alle pol,eri ed uccise uomini e cavalli; t ra la nebbia si udi un tremendo scoppio, n cui segui un sìnistro silenzio, ed uno scoucerLo s i scorse nelle batterie russe sn quel monte. « Un grido generale <.lli'i sardi , di <e Viva. Savoia J> , giunse fino al nemico, il quale, scambiando l'echeggiante fatidico sali.1to di guerra e di vittoria dei bravi nrtiglieri, con uno slancio di repentino assalto, si metteva tosto alla difesa, e non potendo distinguere il vero fra . ì lampi delle micidiali artiglierie, e quella nebbia ed il fumo per poter scongiurare il clanlio, invece di venfre al divisato sssalto del Monte Hasfort, si arrestò, si raccolse sulla difesa, quasi pei· respingere esso un contro assalto, creato nella sua immaginazione dallo sgomento subito ,i (l).
f'rattanto la. 7,. Divisione Russa riceve l'ordine di muoveri: Yet·sp la CerntLja pe1· conc-orrere all'attacco della 17" Divisione: segue la 12a T>h·isione, e poi la 5a. In breve la battaglia si accende su tutto . il fronte. I russi tentano di inserirsi nelle linee alleate per separare i sardi dalle truppe fran<:esi. Ma il generale I.a Marmora, intr~n·ecknclo tale eventnalità ordina al generale Trotti di appoggiarsi il più po&si.bi.le ai. francesi, e cli prendere po~izione s ul cc Canale >> e sn lla Gernaja, sbarrando le ,vie ed i probabili varchi con le artiglierie da campagna. Mentre i mo vim(~11 ti delln nostra fanteria vanno c-0mpiendosi con sorprer:i -
(1) PERDOMO Cav. PIER Luror. La battaglia !lella Tcheniaja. Brescia, Stabilimento Tipogr. fatituto Pavoni, 1885.
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dente 1·apiditù, e r egolarità, cc;co apparire con lllcra,vigliosu, ,~lere a.ncla tura la 13" batteria da battaglia (capitano Ric-0tti) : egli colloca in posizione due pezzi trn, il 9° ed il 10" battaglione di fanteria: e<l a.Itri quattro tra i battaglioni dell111° e 18° fanteria. Giunge pnrc~ di. gnm t1·otto la lG' batteria da battaglia
F ig. ~OD - Tl crmnoniere Antonfo C'uaz.
(capitano Bandi di ·vcsme) ehe prende po:m,1one ~n m1 piccolo pogg:io dal qnalc le è consenti h> di bHtteye· ili fianco le truppe rnsse . Fratta nto la 17a Divisione ru:::~1.t anu1r,n or dinata in colomw di attacco; mn un violento fuoco ùì lllO"chetterill a('(:oglic le schiere assalitrici. costrette nel n n-Pstarsi tr,t L1 Cernaja etl il <'Canale)). Ment re, u1n~a la ristre tt'l:zza tlel l°t'1·r,e no . i ru ssi si pigi,1no <' si m-tano nella 1pinsi irnpossibilit ù ili snttrar~~;i ulle off<'s~ r!1•i d ifensol'i. entr.rno in :uione i pezzi lklle due batte1·ie ll.1 b,ltt:t -
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SPIWJ½l()Ng IN CUillHJ..\
glia sa,rcle. Dalla sponda, destra della, Cernaja hn·tiglieria ruissa, si accani~ce contro gli ,ntiglieri piemontesi, che però ha,nno buon giuoco <:ontro l'attaccante; il tiro dei russi ha -scarsa efficacia. Scrive=; c.lincora, il Perclomo : « Mai si trovò l'esel'cito rusrn i11 più terribile condizioue; nessuno più badava agli ordini, nè alla difesa delle bandiere; i feriti erano calpestati e abbandonati; ognuno cet·cavit scampo senza vrccisa. direzione; armi, fanti, cavalli, e artiglierie ro,·es<:iate e tutto sossopra , al di là della Cernaja; più nessun comando era obbecÌito, ed ogrìi cosa in balìa clell::t cieca sorte. Allora du_e cannoni della 16• batterra Si1nln, comandati dnl tenente Cugia, si portano oltre il « Cnnale ll a mitt-agliare quella stessa massa cli fuggenti ll (1).
f.J in qnesta fase che si Yeri:fiea. l'episodio assai significativo del cannoni ere Antonio Cua,-,, Egli. nel momento in cui la sezio-
' Fig. 210 - Il 'l'enente Celesti_no Hossi alla Battaglia della Cernaia. ne Ungia si i;;p9sta i-,1pid11mente e senza cassoni, riuscendo in ~opranuumero a,i posti a sedere stabiliti sul cofano dell'avantreno, malgrado aYe%e avuto l'ordine cli. seguire ;11 passo, impn(l)
PEttDo:-.ro Cav. P1rn L urnr. Opera già citata.
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f,,\ V.l'l'l'ORIA OJJ:LLA CJJHJS'AIA
gna una rna1tiglia tlel pezzo, ,s alta sulla. bocca da fuooo e segue i compagni cd il suo cassone subendo i s,obbalzi inevitabili del.la vettura, lieto di essete presente nel momento in cui il pezzo è rimesso in b,1tteria, e r iapre il fuoco: a chi gli fa osserva,r e che Fordine era di procedere a piedi, il Ouaz risponde che (( un cannoniere 1wn deve mai abba,ndonal'e il suo pezzo)). Duran te la battagli.a una bomba russa arriva i.n mezzo ai pezzi della 1(5• battel'ia. Il luogotenente Celestino Rossi c<m on poderoso calci,o spi1tge fuori da.Jlo ,spalleggiamento l'arnese che fnmica, sa.J.vando (?OSÌ i suoi cannonieri da peri.colo si.curo ecl imminente.
Fìg. 211 - Il eannoniere Pflsquak Frasca roli.
· Il eannonim'<~ .P.-ts<nwlc .Fr ,tscaroli, della: 13" batteria, benchè ferito non a,bbarnlona il suo posto se non perchè costretto clal eo:mandante clclLl sezione, e non semm arn1· 1·iYolto pa,role lli incoraggiamento e cli .fi.crez;1,a ai compagni che continuan o il fnoco. 757
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f;PEDliltoNB IN CHIMEA
La i-otta deJla 7" l>.ivisione ,:ieg11a l'inizio del cetlimento russo; e ben pi-t'sto le truppe di ca rnllei-ia e le numerose batterie a. cavallo rimaste sulla desl1·a della Uernaja riescono a, ~ten to a conlenel'e il l'ipiegamen to d ei resiclui. cli q11ella unità nemica, così <lur~Lmente provata. Apel'tasi la falla di fronte "1 settore sar<lo, nella tema di peggiol'i disastri, il comando iH capo ru:o:so ordina la ritirata, e h e segna la: Yittoria degli Allcn ti.
« Il telegrafo annunziò alrEuropa la dttoria con que. te Lusinghiel'e pa.rnle prr gli ita.lia,ni : « l SAHDI HANNO VALO HOSA)!ESTE l'O°J'[B,\ T'lT TO ALLA T CH ;ERNAJ A». Limitando talune conf;idernz.ioni cli ordine morale e milit,Hc alla co11dotta delfa sol.I A.rti.glie1·ia piemontese, e sen za toglic1·e alle altre a.l'mi. e co1·pi che partecip,-n·ono a lla, g uerrn cli U1·irn t2a la pal'te di i1oria ad es~1 ~pettante, è. lecito affcnua,rc, sen;1,a terna di cadere in esagerazioni, che se il con tingente artiglieeesco im·iato in Oriente non fu tu tto presente nella giornata .c klb Cemaj11. nella sua totalità, pel'ò, c]jede luminose p1·ove di disciplina e cli i-pil'ito milital'e in ogni circostanza . Inclipenclcntem e.nte clal 11111u-t•1'0 ùei caduti sni e-ampi di l>atl<.1gliu dnl'a11te le i1zioni nuente, la morte pe1· malattie, che fa lciò largamente nelle :file dE>i co11!i11genti Alleati 1lm,rnte tutto il pc1foc1o ùi fJuella g uel'ra , rnll e c·op;lin,e le sue ,·ittime •.111che nei 1·i111 gl1i dell'artiglie1·i:1. pi t-moH tese. Senz,L l'iportn1·e i :-ingoli numinntiYi. C'he la tif:01101,;cenz,'L i taliana h,1 p;ià f;rgnntu a lcttetP 11'01·0 11<>1L'ele11co· dei beneme1·iti della <.:n usa 1]ell'11.11it.ì, nazioual e. ric-01:<lcremo ,t titolo cli. impcl'itn1·0 1-icordo tl'on orc del Corpo di ai·tigli<'ti a sardo ('be la, r hnt tel'ia, da, battaglia laf'-C'iò in Crimea 17 <.l e.i su oi cannonieti: la, 4_• :!1: la,• :!:"i: la .IO" un capo1·alP e :!::i c·,urn o11ie1·i ; la 13" un sr1·gen te (il sf'1·gpnle Pautini, quello stef;i-:o che si ("nt merih1 ta -
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LE CONSEGUENZE 11:COlViLI E ::V1ILI'l'ARI
la. Menzione onorevole nella c,'1mpag11a del 1848 e· c lw en,1, sta,to decorato di meda.glia c1:argento a.l valor mili~are nella breve campagna clel 1849), e 23 cannoniel'i; la HY' un sergente, un c,l · porale e 19 cannonieri; Ii bri.llante comporta.men to della 13" batteria, clura.nte t utta la battaglia della Cernaja, oltre alla concessione della, promozi.o11e a maggiore per merito cli guerra fatta. al capitano R.iootti. a 1-konoscimento del valore, della perizia ed ardire a,cldìmostrati dal brilla,n te ufficiale, valse la m.enzione onorernlc a,l luogotenenti Lostia di Santa Sofia e Ma,l agoli Carlo, ai sergenti Agnel li Stefano e Galli Bernardo ed al cannoniere Porzio Pietro. . Al cannonier,e Frasc:aroli Pasquale, di cui è st.ata fatta men, 7,fone in precedenza, fu concessa la medaglia tl' arg:<~nto al ,·a lor militai-e. ApparteneYano t utti alla 2" DiYisione. F1·a gli artiglie1·i d~lh~ r Didsione ebbero Menzione OIH)· revolc il capita.no Mella. i luogotenenti Chiabrano Federico , Bossi F1·anc-.e1:1co : Morra cli Lavriano Cado; ed il se1·gente Vi gna CarlQ. Fra quelli della Brigata, Provvisoria ebbel'-0 la Men· zione onorevole i] luogotenente Ougia Franc:esco ed il canno11iet·e Cua?. Antonio. Intanto i _!,;acritici sopportati ed il rnlore dimostrato cfaJ . l'Armata sarda nella Guerra cli C1·imea conJeril'ono al Piemonte il pN!~tigio e buon diritto per entrar<'\ nel novero cleìle :Potenze d'Europa. L'esercito aveva fntta nna magnifica pi-oYa e(l il collauclo lusinghi~ro di que1la campagna preparò g.li animi agli ~wYenimenti che maturarono quath-'tmni dopo. L'apertnt·a di una strada a, 'l'orino, intestandola al nome che ricorderà ai po,s teri la giornata ciel J.G Agosto 1855 YissnLa gloriosament<~ dalle truppe sarde in Crimea, non fn senza .~ignifica.to eélueativo e di grande monito; perchè se l'Esercito piemontese, dopo la. recente p.wva, chi~ gli HYern, l'idato lo spirito battagliero delle prime albe Llel « 48 )), andnva preparandosi eon crescente fiduda a, riYendieare Novara, le Civiehe Anuninif-trazioni piemontesi ed il Pal'lamento Suba,l pino non poteYano essere da, meno delle popolazioni che rappresentavano ; e quindi non cle,·e far meraviglia se le Camere si affretta va no a, vota re la spe::,;a (l i un milione per la costruzione cli opel'e di fortifica1,io -
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IN PIFJl\!ONTE
ne attorno ad Alessandria e a dare rapida attuazione al vaRto progl'awma Lli 1·iforme militari che vennero dal Governo presen· tate. « Quando nel 185ù il Governo ebbe la faooltà di provvecfo1·,~ alla difesa cli Alcssam1l'ia, Norberto Norsa per dimostrare come dove se riuscire a<;ectto il patl'iottico pensiero di. tutelare quel balua1·do nazionale, iniziò un..L sottose;rizione per concorrere all'armu,mento mediante un' offerta di 100 cannoni. qncl genero:,o divisamento, stato uccolto universalmente con faxore sì nel _Paese che all'estero, fruttò, per mezzo di oblazioni che potevano limitarsi a 20 ccntesillli, la somma totale di L. 153.914,:.'.t Mn la quale furono fusi 126 cannoni. « L ,L città di Boi-ton inviò inoltl'e nn cannone e così pui·e foce il Rigno1· Carlo Perla di Aarau. « I 126· caHnoni da muro. da 16 di fena ccio, fusi nella fon deria di Torino, furouo mandati ad Alessandria, ed ognuno, olt re i.l nomc 7 ebhe inciRa, la scritta : offel'ta 11ar.J.onale 1.856. Uno di questi cannoni è conservato nel ~museo cl'at·tiglicl'iu éli 'l'O · rino )). 1
l\fa la oompartrdpazio1tc tlel contingente sal'élo alla gucn:1 d'Oriente, olt1·c ad avere conseguenze cli carattère politico di lurga porta tn , aveva Catto acq uistare a 11a :mn,ssa degli ufficiai i di tutte le al'llli. e cotpi che erano slati. in Crimea larghe co, gnir.ioni cli c;u,1ttel'e ot·ganico. logi!:ìtico e tattico. Dalla ,-ita vissnta al campo a <'Ontatto cogli ese]'(:iti alleati. molto si c•ra avva11.tagghtfo. la cultrn·a e lo spirito di iniziativa degli ufilriali di al'tigliel'ia, pattic-olarmentc sulla preparzione e co. ti-nzionc cl e.Ile bn ttel'ie, delle opere di fot'tifkazione campa le, dei maga:1., z.u1i, su I cari('.1 meu to tl<'i proietti , ecc. Cosiccltè in breve un ,·e1·0 ris,·e~lio gene1·ale cai·atterìzzò il periodo immediatamente s"guento a.Ifa, g-uc1·ril cli U1·imèa: Il Oava,l li con le sue ilm-'n1,io.11i. t' con lui uno :-;tnolo cli st udiosi. e cli tecnici si appassionm·oJLO ai pet·fe;donamenti clé l'inrn ti e riguardanti la l'igatura. l'uso cll:'i proi<'tti oblnng-hi, i . ii-temi di cllimmra a, retrocarica, i paiuoli <'lastfr·L l'uso <l<'lle spolt\tte ecc. <; io.-,111i <' rlisti11ti ùffieial i dell'Arma p 1·<>ise1·0 a cimenta l':--i uell.1 suluzimw di problemi complei-si interessanti l'artiglieda: -
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Fig. 212 - Cannone inglese d ti muro clonatoclagll inglesi al-
l'Esercito Piemontese.
e le proposte di miglioramenti e <li innovazioni trovarono posto nella cc Parte 2a del Gion1ale d'Al'tig1foria »: <:he pel'ciò anùò acqui~tanclo semp te magg iul'c diffusione e impor tanza. G i.\ fin c1al 1850 erano sta,ti ini · zia l i gli stnd i per l a prep.u·azione dei disegni di costruzione ùel cannone da 4:0 libre. Sono pure cli quel tempo gli. stndi per la co mpilazione del ptogetto l'PlatiYO alla mc sa ili Genorn in istato di di.fesa. L .L gntnat.1 a pallottole, che ki era mo~tntta cli sc;uso r endimento nel c:ampo pratico, e che era, lancia· ta Lht cliven;r, bocche da fnoeo, fu abolih~ per i tannoni cla 1(j e per gli obici da 15; nella. c:ategoria degli esplosi.vi l a, polvere da mina ebbe una nuoya, composizione, entrandovi a far parte i soliti ingredienti nella proporzione però di 62 % di ~nJnitro, 19 % di zolfo e J 9 % <li ca1·b0He. Nel febbtaio del 1 57 il Ministero dc•1la G 1wna bandiva un conc o1·· so a p1·cmi.o <l i L . .1 5. 000 per l'invellzione <li un f ucile pc1· fautel'ia che avesse per ca,nttteristicbe essenziali: radcm:a clclln l.raiettof'ia nlk ordinarie dfatanze. 1·iùuzionc cli cn li b1'0 rispetto a q nello già in senizio, cartuccia. a fonua obI 11.u g1.L. l'er i--l'rutt;-i · re i vantaggi della l'igatma . era inol tre r i chiesto il caricamento ùalla cubtta . Frattanto e1'a :-:tata pn1·c riYe · dnta e scn sibilment<> ritoc<·ata l'« I-
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1849 - 58 -
IN PIEJ\LONTE
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struzione sul Materiale d'Artiglieria>> e quello « Sul Servizio delle Artigliere negli assedi )). E con le istruzioni pratiche, trovarono incremento e nuovo impulso anche q11t>n c relatin! alla p1·eparazio11e morale dell' E ser-
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F ig._213 - Cannone d a campagna russo pi·eso a Sebastopoli e regala to da i Genera li Pelissier e Codringto n al Generale La Ma rrnora.
cito. B per opera, di Massimo D'.A:;r,eglìo vennr. alla' h1ce il << RlllGOL Ai\IENTO DT OISCil'LI~A :\fILI'L\Im )), documento di grande va,lo1·e addestru.tivo nel campo morale per tutti i gr adi <Jella: gerar <.:hìa. I n esso era no stati raccolti con intelletto d'amore i principii fo ndamentali su cni poggia il complesso f1rnzi-onamt=mto delle forze militari di un popolo: la disciplina, la subordina,1io-
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REGOLA_\JE:);'.rl E SCUOLE
ne e gli obblighi di ciascun grado della gerarchia per il coonli11a,mento delle forze spirituali e matel"iali degli 01·ganismi mili.tari creati per la difesa della pati-ia. B questo « H,egolamento )) che ancora oggi, se pur aggiornato nella, parte che poteva e dOY·cva s ubire revisioni per adattarne il contenuto etico a.i tempi nuovi, resta il codice morale delle forze armate d'Italia, perchè le massime in esso trascritte hanno un'importanza, così notevole ed un valore intrinseco ta.le si cchè neppure il tempo potrà mutarne l'essenza. f; passa ndo a,l le innovazioni apportate nel campo dt~gli fati.tuti d' istruzione e di educazione, per quanto riguarda, la H,. A.cc:aclemia militare, ricorderemo che l 'ordinamento aclottl:11:0 durante il regno tli Carlo .Alber to non eube a subire modifieazioni fino al 25 1'ehbrnio 18~8; clopo di che, per ragioni disciplinal'i, detto I stituto fu sciolto e ric.:ostituito :secondo un nuovo regolameno. G-H allievi, che da allora fur-ono ammessi dopo aver com -piuto il 17° anno di età,, fnrono ar-r-uolati se(:onc1o le norme delln legge sul i-eclntam.ento. P el' c1uanto si riferisce alla <e ScuohL d'applicazione d'ArLiglieria e Geni o)) sappi.amo che essa era stata sospesa fin dal 22 Marzo 1S4S, pron ,eclendo, con disposizioni del J)icembre 1S49, all'istituzione di una s<;uola c:omplerueutar e pet· l'istruzione teo1·i<.:o -pi-atiea per gli ufficiali nominat i e promossi durante JH, g:ucn·a . I éor isi. si ~volsero a Torino ed i.li V,enaria, Reale per l' Ac·tigli.eria; a, Torino, ad .Alessandria ed a Casale per il Genio . _\fa di (1uesti due gtoriosi. Istituti. Mi.ii tari., - stupendi vivai di prepara~;ione e di pel'fezionamento neJlc severe discipline scienti1khc, teeni<·he e pl'ofessionali di decine di migliaia di colti e valo1·osi. uffi.ciali, degnamente apprez7,ati ed ammirati. in tutto il mondo per la BcrictiL dei loro studi. e pe1· la nobile tradizione alla quale si iufonnano apportauclo all'Arma sempre nuoYi s11 pePbi itlloPi , - noi c:i riscr,·i.amo trnttare in e;api.tolo a parte eosi come in apposito capitolo l'i,1:ssnmeremo le g1·aéluali modifica;r,ioui che nel trasc:one1·e ckl t1~rnpo fnì'ono apportate n elle nnifo1·mi cl€l Curpu deW .Artiglierh1.
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CAPITOLO l'REDICESIMO
1859 - 1861 J.
I preliminari del trattato d 'alleanza con la Francia concordati nel convegno di Plombières - L'Italia al principio del 1859 - La stipulazione definitiva del trattato d'alleanza con la Francia - li lav orio diplomatico inteso a dilazionare la rottura con l 'Austria non impedisce la dichiarazione d i g-uena (26 aprile) - Il risultato di dieci anni di p1·e parazione - L'esercito sardo - Formaz ione dell'esercito su piede di guerra - I Cacciatori delle Alpi - La costituzione dell'Armata francese delle Alpi - La costituzione della seconda Armata austriaca rinforzata - Raffronto tra le artiglierie dei tre e serciti.
Il periodo storico intercor:--o fra l'assun zione al trono cli V.i.ttorio Emanuele II e la campa,gna del 1839 può ritenersi addirittura meraviglioi:-o per il lavorio di preparazion e diplomatica E' militare in e.sso compiuto. L 'intervento del Piemonte nella guerra d'Oriente e, conseguentemente, la sua pa,1·tccipa,zi.one al Congresso di Parigi, come già, s'è visto nel ca,pitolo precedente, costituirono ca,poluvori. d'abilità diplomatica e militare, desti nati a creare quella situa;..;ione che dovev~ condurre all'unità d'Italia. P er non eccedere dai limiti imposti.ci, non sta.remo a ripe· tere le eomplesse ragioni che a~ alcuni anni aveYano gradualmente t urbati i rapporti fra i Governi di Parigi e di Vienna. Certo, era interesst> francese l 'allonta.nare dalle Alpi l' influen -
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1 59 11,a, e gli eserciti ùell'Aust1fa; del pa,l'i, cloveva f:iO rridere non poco a Napoleone III l'idea cli unire alla Francia la SaYoin. e Nizza, per portare sulle Alpi il confine orientale <lel suo impero; mentre poi, il miraggio clclla glorin, militare, i::empr e ambita dai franc-esi, avl'-ehbe incontrato lintHate oppo:si,doni Hell'o pinione pubblica cl.te, ad eccezione della corrente cattolica. non imponeva quindi nna remora agli slanci liberali <lel suo impern toro. Tutte queste ragioni erano slate abilm.ente valutate dal Ca vour per potere, al momento opportuno, influire . nlle dcci ·ioni di Napoleone III ; perfino la. legge sulla stampa contro il regicidio, fatta, votare dal Oavom- snbito dopo l 'attentato Orsini., fn uno dei tanti n1.e11,zi che concorsero ad abbattere gli ultimi clnbbi dell'imperatore e lo piegarono all'alleanza col Piemonte. Per tal modo, verso la metà di Giugno dr) l t.:58, Sapoleone III invia a Tol'ino un certo dottor Connean che i.nvit:-1 Ca vour a recarsi a Plombièrei-. Tutto è circondato cli mistero : il signor Conneau è in I talia in « viaggio cli piacer e» : e Ca,·om· FU Luglio dello stei::so anno lascia Torino per fare un « viaggfo cli piac(•1·c in Svi?:1:era e in Germania,)). T utto ciò avviene dopo conc:reti accordi che Cavour hu preso col Re Vittorio Emairnele e col miHistro Lamarmora. Kei colloquii ~,·oltisi a Plombi.èrr. t ra il ~O e il 21 Lnglio fra, Xnpo lcone ,e Ctwo1n·, sono poste le basi él ' un'allefmr.a ofl'cn~i\·a e Llifrn siva : « 200.000 france. i in aiuto del Piemonte; formnzione cli 1111 1·egno dell'Alta Itn.li a sotto Casa, Savoia, con l'agginnta al regno di Sardegna. del Lombal'cl o-Veneto, elci Ducati e delle Legazioni e delle Mai·che. Cessione al1a Francia della Savoia. Per Nizza, si sareòbero studiate condir.ioni n guerra fìnita : rnat1·i.monio di Girolamo Bonaparte con la pl'i ndpesf:i:.1 Clotilde figlia di Vittorio Emanuele» (1). Soltanto nel J 8~ «La rerse,eranza >> cli Milano pubblicò la relazione scritla clal Cavonr stesso subito dopo il coJwegno.
(1) Letter:1 in data 2..1 luglio 1s;;~ ln\·i,na cl:il C:wou r :11 I.:1mar morn 11:t Had<> n-Baden. -
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LA SlTU.\ZIO.KE POLITICA
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Il 1859 sorgeva in un'atmosfera tempestosa. In Italia, il desiderio di libe rtà, al quale ormai si 0onnetteva indissolubile quello clell'uni.tù, andava diffondendosi dappertutto ed erompendo in dimosti-azioni molto significative. In Francia le animosità contro l'Austria andavano acuendosi sempre
Fig. 214 - Vittor io Em::mnele TJ. (dalla civica raccol ta delle stamp e - Archivio fo tografico etc! Com une cli Milano).
maggiormente. La Russia, fiancheggi.ani. la Francia e perciò non poteva essere di ostacoìo alle a~pirnzioui del Piemonte, che impf'rsonava le aspirazioni di tutta Italia. L'Inghilterra, pavida che l 'amicizia franco-russa potesse tradursi in una minaccin contro la propria potenr.a, piegava verso l'Austria. -
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1859 <.< Sono dolente che le nostre relazioni col vostro governo non siano più buone come per l'ì-tddietro ... ecc. )) aveva detto Napoleone III al barone Hi'Lbner, in occasione del ricevimento di capo d'anno del 1859. Ed il 10 Genna.io, all'inaugurazione della nuova sessione legislativa, Vittorio Emanuele II pronunciava nel discorso le seguenti frasi, assai significative esse pure: « ... nel mentre rispettiamo i trattati, non sjamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d' Italia si leva verso di noi .... )). Questi discorsi erano stati una vera diana di guerra, sebbene a. calmare l'eccitazione prodotta dalle parole dei due sovrani nei governi e nei popoli, la « Patrie.)) prima, e, successivamente il « Moniteur )) si fossero sforzati di assicurare che « nello stato presente delle condizioni diplorua.tiche nulla eravi da dar foncla,m.ento ai timori che si diffondeva.no)).
Tntto faceva presentire che il momento dello scoppio della, guerra si avvicinava rapidamente; anzi, gli avvenimenti andavano talmente precipitando, che akmne correnti diplomatiche favorevoli allo statu quo cercarono di agire con tutte le loro forze per a,l lontanare il temut o momento. Fra i sintomi più evidenti dell' approssimarsi della guerra possiamo rioordar,e : i <liscorsi di Na,poleone e di Cavour; il fatto che l'Austria andava aumentando i suoi armamenti e avvicinando le sue truppe al Ticino; il largo djffondersi, in Piemonte e in Francia, di opuscoli e cli. articoli incitanti alla guerra, il più e:fficac:e d·ei qua li fn quèllo de,l De La Guerronière <( Na,poleo11e III e l'Italia>>, che concludeva, dimostrando come la politica, francese non potesse, in quel momento, disinteressarsi del Piemonte, a,bbandonandolo all'Austria, e come, anzi, fosse dovere cl.ell'Europa t ntta di unirsi in un'operit di pace e di giustizia. Lo stato d'animo dei Piemontesi e dei Lornbarùi appariva chiaramente nelle numerose · dimostrazioni che si svolgevano nelle varie città; e ci basti qui ricordare quelle di Padova, in orcasion·e dei funerali del professor Zambra; quelle di ,Milano, ai funerali di Emilio Dandolo ; e le manifestazioni in piazza della Scala, a1lorchè la gioventù milanese insorse non permet-
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èl1A~lF E STAZIONI PAT.RIOT.l'J CBK
tendo balli. cal'llcvalesd1i in giorni così gi-avi per la Patria. Un fatto ancora, più im portante fu l'accorre1·e di gran parte della gioventù italiana, a.tta alle armi, rerso il Piemonte, dando luo go a belJissirne manifestazioni di pat1·iottismo 1 non soltanto per parte della gioventù, ma confortate anche da, significativi incitamenti di donne e di madri. Qj piace ripetere, in proposito, un
F ig . 215 • Camillo Benc;o conte cli CaYou r. (dalla civica raccolta delle stam pe - Arch ivio fotografico del Comm1e cli l'v!ilanol.
episodio che prendiamo dalla « Storia del Risorgimento Italiano)) di Pietro Ma,ttigana e Cesare 'l'anzi, pubblicata nel 1861. Una vedova livornese a,c compagna,n do all'imba,r co i due soli suoi figli, dopo averli saluta.ti e benedetti, si inginocchiò e, volgendosi agli astanti, disse loro, piangendo : « Non cred ete che que-
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ste mie lacrime provengano dal dolore della loro partenza, no; nascono dall'esultanza nel pensiero che essi ,·endichetanno il padre, mio marito, fucila,to dagli austriaci, allorquando dieci anni fa penetrarono iu Livorno. Educati da me nell'aborrimento di quei barbari, io sono certa che ..inanno forte il cuol'e ed il braccio alla vendetta» . La guerra era duu qne inevitabile, e si capiva che uemme no i maueggi della diplomazia arebbero tiesciti ad allontanarla. Invano tentò nn'azione in quel senso l'Inghilterra, che vedeva ùi rnaloc0hio pteisentan;i alla Frauc:ia una nuova occasione per rafforzarsi: il «Memorandum» presentato da Cavour i l 1° Marzo 1859, in l'ispo.-ta alle domande inglesi. metten do in vista e preeisando la ::;i.Lna½ione, produsse un immenso effetto. Cavour capirn la necessità della guerra, ma vole,·a essere sicuro d'avei-e alleata la Francia; e, affinchè i partiti francesi avversi 11011 1·i u~cissel'o ,L tenerne fuori il 101··0 paese, occorreva che la gnena foisse provocata dall'Austria; a. q nesto egli mira va e a questo egli si sE'ntiva sicuro di giungere. Gi.1 fin dal dicembre 1858, lo statist.'1 inglese Rnssel, parlnndo con Cavour, aveva osse1·vato che la sola soluzione favo l'evole s,u-ebbe ::;tata una dichiara7,ione di guerra da parte del· l'Austria, ma che essa Jton aVl'ebbe mai commesso un tale er1·ore. AJ che il grande ministro piemontese aveva rispo to che egli l'av1'ebbe obbliga ta a farlo. L'incredulo inglese domandò allor a a che epoca egli nispettava, questa clichiara.zione; e Cavour, con tutta tranqnillità, aveva l'isposto: « verso la prima settimana di maggio ». R u ·i:iel segnò la data nel suo taccuino e con· statò, con sua grande meraviglia , che la profezia erasi avverata, ~olo con qualche settimana d' anticipo. B noto come si s,olsero gli a,venimenti: la Russia propose che fosse eonvocato un cong1·esso per sistema,re le rela,zioni Italo-A ustriaclte; l'Au stria sottopose la sua accettazione a due condizio11i: di a1·mo del Piemonte e congedamento dei volontari . .Xaturalmente, nè il re di Sardegna nè il suo ministro potevano ttccettarc simili ingiunzioni; ma, avendo l'Inghilterra p1·oposto un temperamento pel' il quale Piemonte ed Austria a n-ebbe1·0 doYuto disarmare insieme. Cavour accettò. Una gran carta veniva così giocata: se l'Austria avesse ac-
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. LA DfCBIAU,\ZJO.c\E DI GU ERUA
cettato, la causa italia na sa1·ebbe stata perduta! I1wete, l' Austria rispose inviando al re cli SarclegmL un ultimatum per i.l quale se il Piemonte non avesse, ent ro t 1·e giorni, preso l'impegno di portare l'esercito su piede di pace, e di congedare tutti i volontari, eSSEL sarebbe ricorsn, alle anni. Questo avveniva i l 23 a,prile. Il 2G Cavour faceva pervenire la s na, sdegnosa nobile ris:posta; e la guerra, veni va dichbrata. Kello stesso giorno, U governo francese i11form.a va l'Austria che -esso avr ebbe considerato atto di guerra i.l passaggio di truppe sul ~ricino; il 29, le trnppe austriache passava110 quel Jìnme e re Vittorio EmanuPle emanava un .fiammante prodama, nel quale , incitando i sol da ti alla vittoria, ricorcfava loro le giornate di Goito, Pastrengo, Santa Lucia, Somma Ca,mpagna e Ousto:cm ste:--sa, agginng<:ndo che essi. avrebbc~ro avuto a compagni « qnegli intrepidi soldati di. Francia vincitori di tante e segnala.te battaglie, di. cui foste (:ommilitoni alla Cernaia, e che Napoleone III, sempre accorrente là dove vi è una camm giusta cfa cUfrndere, e h1 civiltà, da far prevalei·e, c' invia, genel'OS,Lrnente in ninto in numerose ::schiere~). Questo breve accenno agli avvenimeJ1ti che precedettero la gnerra e ad essa portarono, ern, n ecessario per inquadrare la sitnaz1one, per darci un'idea clello stato cl'.rnbno <lei con tendenti , al momento della mobilih1zione è, soptatutt~), pc1· far Yeclc1·e r.llia,r amcnte come .:1lla guerra del \39 Ri sia giunti attraYerso un peri.od o èli preparazion e militare, politica, cliplonrntic.1, e spiritual e.
:Pri.ma di fnre accenno all e operazioni di gnena. onde porin vista specialmente la parte che YÌ ebbe la nostra Arma. sa · rù, necessa1·io che passiamo ntpiclamentc i11 e~ame le forze con tcmlent i. fermandoci sp ecfa]mente s u qnelle cl el r egno di. Sar degna. Abbiamo già detto che i dieci mrni trascorsi dalla precedente campag11a, cleJ1'inclipcnclenza costitniscono un pel'i oclo di int en s:1 pu~para:oione politica ,e rn ilitare: i fa tti ora, e~po,,:ti ci confrrmnno i progre8si compiuti nel campo politiro l ' diplomatico. l'P
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1859
Vedremo, 01·,1, quelli militari; ma occorre che ci soffermia,mo a considna.re anche quelli aYvenuti nell'animo e nella mentalità degli italia,ni. Cambiati i tempi, sono cambi.ate le aspirazio~i e gli ideali degli italiani : da, quando, come nel 1844, si potevano seguire varie correnti c.he, pnr avendo di comune la tendenza alla libertà, e aH'inclipendenza., potevano sfociare alle più diverse soluzioni. patrocinate r ispettivamente da,l Gioberti, cla,l :0' A ½eglio, chll Balbo, e da Giacomo Dunrndo, sia.mo oramai al momento nel quale le speran,1,e di tutti gli italiani sono riposte nel Piemonte, nel suo Re, rivela tosi grande fino clal giorno della sua assunzione al trono; nel l\Iinistro, che ha innalzato l'Italia a,t traverso il Piemonte, sino a farne giungere autorevole la voce nel consesso delle grandi potenze. ~una ci può cl:we più chiaramente l 'idea dello stato d'animo degli Italiani ehe l a risposta cli Cavour n, Napoleone III, il 26 marzo 1859, allorchè questi faceva un ultimo tentativo per evita.re la guena : « Oggi, abbiamo una forza morale che vale un esercito ; se noi fa perdiamo, nulla varrà, a ridarcela)) . E il grande statista èra realmente in grado di apprezzare quella forza, in gran pinte creata. da lui. L'esistenza di questo spirito nazionale, ce1·to, valse a facilitare le riforme dell'eBercito; ma, non bisogna credere che i riformatori non abbiano dovuto lottare contro gra,vi difficoltà di ogni genere, da quelle cli carattere finanziario a quelle dovute a. pregiudizi e jnteressi personaU urtati, eome sempre avviene, tfalle jnnovazioni. · In un capitolo p1·eced<~1ite, si è già c1etto che J.c l'iforme militari attuate in I'iemonte tra il 1849 e il 1859 sono state opera del generale Alfonso La Marmora, che resse il dicastero dal no Yembl'e 1849 al maggio 1859, fatta eceezione per il periodo d,11 1° Aprile 1S:i1 al lG Giugno 1856, durante il quale ègJi ebbe il (:ornando del coriJo di sp~clh.ione in Oriente. Il piano. concepito e realizzato dal La :Marmora è così sintetizzato dall'Ufficfo Storico del Comando del Corpo cli Stato Maµ:giore, nella pubbliei:izicne (( Lu gnrna ckl t859 )) : «Egli intese provvedere ad una migliore costituzi.one del comando , riorganizzò i corpi di truppa ed i servizi in ra,gione del nnmero e della forza delle grandi unità che intendeva costituj-
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LA PR l,l'.·\ llAZIO:\E: i\IILIT.-ll:E 11' PIEMOSTE
re in caso di guerra. regolò con nuove norme l'amministrazione e la disciplina, modificò le leggi ed i regolamenti riflettenti gli ohblighi milita.ri dei cittadini, migliorò lo stato dei quadri ed infine, prevedendo che n Piemonte avrebbe nn giorno ripresa, la lotta contro l' Anstria, provvide fL fortificare la frontiera orien tale dello Stato e specialmente Ja linett cl el Po >> -
L'ig. 216 - •Jener ale Alforn:=:o l!'errero della Marmora. (dalla civica ra ccolta d elle stampe - Archivio fotografico del Comune di Milano).
g saminando la, formazione dell'esercito sarclo, rileviamo il primo radicale cambiamento nella legge riflettente gli obblighi m.ilitari dei cittadini. Dopo la cattiva prova fatta nel 1848-49 dnlla legge del 1837, la nuova legge del lS54, pm conservando le denominazioni di due diverse ferme, d'ordinanza e provinciale, modificò radicalmente le ripartizioni degli obblighi. Furono soggetti nlln ferma cVorclinanza c1ella, durata di otto anni - che si. -
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1859 . 1· I. . passavano sotto le. armi - i caraùiuieri, gli annarno .1, 1 musicanti e i volontari; mentre gli altri iscritti erano obbligati al servizio provinciale, suddivisi in due categorie: gli iscritti di pl'ima, categoria sta.vano sotto ]e armi cinque a1111i : e sei in congedo; quelli di seconda eategoria 11011 avevano obblighi che per cinque unni che passavano in co11geclo, salvo un periodo cli quara.11 tu. giorni d'istruzione . L'assegna,;,;ione alle due categorie veuiva fatta, secondo un 'estntzi.one a sorte, tenellclo conto di eccezioni e temperamenti, dopo aver fissato i contingenti occorrent i. Per passare su piede di gneua, l'esercito disponeva. delle sei classi della prima, categoria, in eougedo, e clelle cinque della secouda. In base a, q ue.ste disposizi.oni, Pesercito sa,rclo, il 29 Aprile 18:59, contava GG.906 110111Jni, compresi i volontari . A norma dello Statuto, comandante supremo de!Fesercito era il Re; tesponsaLile dell'orga.nizzttzione, a,mministrazione ed istrnzi.one, era il miuistro s-egretario di Stato per gli affari di gnerr::L e marina, che aveva alle sue immediate clipenclenze un cc Cong1·esso Oo11snltivo Permanente della, Gnena n, costituito da generali e ufficiali supe1°ior·i, presi.ednto, in quell'epoca, clal generale h 1 J'itfro Conte A.nton io ~i'1·a.nz.i.ni. Pm· la, pa,rte topogra,fica, storica, e pet il disimpeg110 del servizio cli stato ma,ggiore, esisteva il Corpo Reale di Sta,to 'Maggiore, che dipendeva dal comandante generale del C01·po. La ci.rcoscrizione territoriale comprendeva cinque Divisioni, dne Sottodivisioni, e cinquanta Comandi di Provincia e cli Piazzn, oltre quello cl e) Principato cli Monaco, affidato al principe Carlo III. Le truppe compl'enclevano : LA JiANTmRIA (fantnia di li.nea. co·rpo c1ei bersagìieri, coi-po dei caccia.tori fra,nchi, ba,ttaglione d'amministrazione\ moseliettieri della reclusione militare) con un totale di 31.836 uomini. La fanterin di. linea era, annata (li fucile a percussione, n c:anm1 liscia., modello 1844, c0libro mm. 17,5. I bci:sa.g]icri erano armati <li una cara.bina, rigata sistema Minh'!, rnocle11o 185G, calìbro 17,5; LA CAV.~LLMRL\ : qua,t tro reggimenti di linea e cinque cU eavnlleggeri. I reggimenti cli linea, e due di eavalleggeri armati cli lancia e pistolone; gli altri tre, di pistola, e mosehetto a canna i.-igala . 'l'otale norni.ni 5.715;
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L'ESERCITO SARDO
oltre il Consiglio Superiore e le direzioni e sottodirezioni, un reggimento zappatori; IL 'l'RENO : su quattro compagnie; '!'RUPPE DI PUBBLICA SICUREZZA : il Corpo dei Carabinier.i Reali di Sardegna; 'l'ftUPPE FUORI RAKGO: una compagnia Guardie del Corpo di S. M. , una compagni{L guardie reali del palazzo, la O.:t:m Reali Invalidi e compagnie vetera,ni, e Depositi cavtLlli stalloni. Gli istituti di ifltruzione e cli educazione comprendevano le seuole preparatorie, la scuola di rec1ut.:tmento nnica per le varie armi, la cui durata pc1· l'artiglieria e il genio era di quattro anni, le scuole complementaii·i fra le quali quella per ufficiali d'artiglieria, e genio, biennale, cla freq11ent,nsi dopo l' .Ac,eaclemia . Vi erano dieci biblioteche militari fra le quali due, a Genova e a Venaria Rea.le, speciali del rea,l cor po d'artiglieria. Dall'amministrazione cenb'ale dipendevano il corpo d'intendenza militare, il personale contabile del regio magazzino delle merci, il corpo della sussistenza milita.re, e il quartier mastro per l'armata. I servizi comprendevano il servizio sanitario, servizio veterinario,, servizio della giustizia militare, senizio spirituale e C{>mwissario cli lcn1. Le f ortiflcazioni oc-correnti alla difesa dello Stato erano state studiate da successive Commissioni , presiedute dal maresci.allo Della 'l'orre e clal generale Rossi. Gli stndi erano sempre stati basa,ti Stil supposto di una guerra, contro l'Austria, avendo per ;11lea.ta la Francia o l'In · ghilterra,. Il progett o definitivo comprendeva una cinta di cara ttere permanente a '.l'orino e tutto un sistema cli piazze forti ficate, sussidiate da teste cli ponte e da opere campali. Nel 1856, poi, furono iniziati i lavori per fortifica.re Casale :Monferrato ed Alessandria, e qualche lavoro a Valenza,. Alla piazza di Alessandria fn provvisto con successivi stan ziamenti per sei milioni, ed inoltre le furono dati 126 cann oni, frntto cli nna sottoscrizione popolare. Abbiamo omesso cli parlare dell'a,rtiglieria perchè, dopo le innovazioni apportate al Co1·po nel 1856, non se ne ebbero a not.m·e altre, di ca rattere sostanziale; e poi, perchè ci rise1'viamo IL GE1'IO :
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PI0MONTE
di trattarne nel cenno elle interessa le formazioni di guerra dell' eserci.to piemontese. Comandan te genernJe ne era allora il luogotenente generale Giuseppe Dr1bormida; direttore del materiale il maggior generale Giuseppe Pa,store; comandante del persona.le il maggior generale Achi.lle De Bottini. In totale il corpo a.vevtL la seguente forza: Ufficiali 225: truppa 882.\ cavalli 104G. Ricorderemo come essa fosi:;e composta da tre reggimenti, rispettivamente operai, da piazza1 ,e da ca,mpagna, come l'artiglieria da piazza avesse e-annoni e obici di vari calibri, e quella da campagna due tipi di cannoni e due di obici. Le batterie in tempo di pace era110 su quattro pezzi, da port a,rsi a 6 o ad S in tempo di guerra. Niente di nuovo era, stato introdotto per quanto si riferisce a,ll'arma,me11to, vestiario, ed equipaggiamento; la rigatura dei cannoni secondo il sistema Cavalli era stata adottata ma non ancora effettuata, il regolamento d'esercizi in vigore era, semp1·r quello del 1852.
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Le 1·elazioni dell'Austria ool Piemonte e con la Francia fa.. c:endosi Rempre più tese, fin dai primi di Gennaio del 1859, il Governo di Vjenna aveva invfato nel Lombardo -Veneto il III Corpo d'Armata, aveva rinforzate le guarnigioni cli frontiera e fatti. eseguire moviment~ di. truppa, cose tutte che costituivano pi-ovvedimenti. non certa.mente rassicun1nti. }Jra nn,turale, quindi, che anchè il I'iemonte si premunisse contro possibili sorprese; e perciò, in una riunione del Consiglio dei. ministri, in data. fi Marzo cli quell'f1,nno, venne deliberata la. mobilitazione, che ebbe inizio col richiamo dal -congedo delle classi da,11828 al 1832, e del personale della cla,sse 1883 già inviato in congedo. Così che le forze militari piemontesi, che al 1° Gennaio J859 comprendevano 233G ufficiali e 33.647 uomini <li tt-uppa, ;:1 metà. Apri.Il~ r,,g giun sero il numero di 2.465 ufficiali e cli 74.SHO g1·egari . lJltanto, fiu clal 1° Marzo, il ministro della guena, aveva inviato il seguenfo promemoria.: -
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RtPAll'l'IZlONUJ OillLL1,; BATT@RII~
«Partecipo che con dispac;cio del 29 Gennaio del co1'rente anno, divisione artiglieria n. 511, diretto al comando generale d'armata, si è stabilito qnanLo 1-1eg11e: 1° - Le 20 batterie del r eggimento da campagna saranno ripartite nel modo seguente: • Presso ciascm1a div. fanteria: batterie da 8 no 2 10 )) )) )) >> )) cla, 1G u 0 1 5 >> h1 Divis. di Cava,lleria : » a, cavallo da S 2 >> fa RiserYa l) da 16 no 2 2 >> >> >> )) obici da, 15 no 1 1 20 Nelle battPi-ie thL contiuuerà ad esservi, come per l'addietro, una,' scr,ione di due obici da, cm. 15. 3° - Le batterie da 16 saranno composte esclusivamente di cannoni, ma una parte del loro mU11ir,io1,amento sarà di granate da 12 cm . (1) . 4° - Le batterie saranno tutte indi.stintamente composte di otto bocche da fuoco cadauna. Quando dovessero però entrare in campagna a\Ta11no solo 6 pezzi, ma saranno po1-L.:Lte ad 8 a.i più presto possibih~. 5° - Le colonne munizioni delle singole batterie saranno sepuate dalla parte attiva <lelle medesime, e colla riunione di quelle spettanti alle batterie cli ciascuna divisione formeran · no i plLrchi di divisione da porsi sotto il comando di un capitano. G0 - Il parco generale cl1e deve .·on1minisLrare all 'ese1·cito un secondo munizionamento sarà mobilizzato solo per metà ogni qualvolta la prossimità del teatro di guerra e la facilità delle comunicazioni lo permettano. Con lo stesso disp,Lcci.o si è prescr~Lto al comitato d'artiglieria di compilar·e gli specchi di formazione delle varie batterie, sia su sei che su otto pezzi, come pure queJli relativi a.lle colonne di. munfaioni ed ai parchi divisionari. e ge.nernli. )). F. to Di Monale. :J.
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(1) Ossia di diametr o uguale a quello delle palle di ferro da 16 libbre.
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PrnMOKTE
Pertanto, con ordine del 27 -Marzo, la direzione del materiale d'artiglieria, veniva autorizzata a distribuire a tutte le batterie le terze sezioni. Il servizio d'artiglieria fu regolato con circolare ministeriale del 21 Aprile. Esso doveva comprendere : 1 Ooma,ndo superiore 6 Uomandi d'artiglieria di divisione. 1 Comando della riserva di artiglieria . . 7 Parchi divisionali: 5 per divis. fanteria; l per divis. ca valleria ; 1 per brig. artigl. riserva. 2 Parchi di riserva. 3 Equipaggi da ponte. La dotazione di mumz1oni d'a,rtiglieria d'ogni parco divi siona,Je corrispondeva a 2 batterie da 8 e ,una da 16, per quelle di fanteria,; 2 battei-ie a, cavallo pe1: quella cli. cavalleria; e pe1· Ja brigata di riserva due batterie da, 16 e una da 15 cm. Tntte le ba,tterie erano calcobte su 8 pezzi. Dei parchi di riserva, il primo doveva servire per tre divisioni di.fanteri.a,; il secondo per due divisioni cli fanteria, una di cavalleria e per la riserva d'artiglieria,. Le m1mizioni d'artiglieria, ripartite fra le batterie, ed i diversi parchi, assounnavano 11 un totale èli G4.5SO colpi; i parchi porti1Vano, inoltre, 4.128.000 ca,r tucce per fanteria e bersaglieri . In èomplesso, il materiale d'artiglieria, presso l'esercito, era il seguente : Cannoni •da camp. da· 16 (chil. 6) B con affusto , 58 )) » )) da 8 ·(chil. 3) B >) n 76 Obici da carnp. da cm. 15 (da 22) B con affusto 34 Carri per munizioni mod. 1850 da cannone da 1U lSH >> >> >> >) 1854 >) >> da, S 21.ù. >> )) )) )) 1854 )). obiee clf.L cm. lu 163 142 )) >> >> >) 1854 )) cartucce da fanteria GO >> n >> >> 1854 >> >> da beri,aglieri Affusti da campagna con avantreno da 1G 14 -
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1'ìA'l'Ellt :\Ll D' Al:TlGT.,IERIA
Affusti moù. 1844 di rie,:illl. c·on a Yantl'eno da obice Fucine diL b,1.tteria, mod. 1844 >> <la parco da camp. mod . lt>44 Carri a ri.doli per ma,t.eriale mod. 1844 >) >> >> pe1· pe1·sonale )) n Carri da, batteria mod. JS57 e 1853 )) diversi con 8trum<lnti ricambi e rnat. prime )) da travlcelle con hai-ca >) du- tavola con b,.1rca » cla cavalletti ..)) da parco coper ti per cord. e oggetti 1·iserva Fucine da pontieri Carri da ponte con cofano eia lcgnaiuolo
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26 58 12
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Le tabelle cli formaz.i-t11w dell'ai·tigl icl'i,1 furono pnbblica,te soltanto il 21 Aprile 18:i9, cioè soltanto dopo cli avere definito i servizi che l'Arma do\·eva <fare all' esercito; e con decreto del giorno successivo, 22 Aprile. t ntte le forze mobìli dell'esercito piemontese furono ordinate in ;) Divisioni di fa,nteria e una Divisione di cavalleria., con. l 'aliquota cli artiglieria già préceden temente indicata. Così la formaz.j_one clcJle trupp~ sarde, pér hL campa,gna clel 1859 fu la, seguente : l" Div. di fanteria: Generale di Castelborgo · Brig~1:te Granatieri. e Savoia . 3° e 4Q battaglione bersa· glieri - 5" brigata di artiglieria (10", 11• e 12• batteria), ma,ggiorc Carlo Ougi.a,. 2" )) )) >> Gen('1·ale Fan ti - Brigate Piemonte e Aosta - l" e 9° batta,gHone bersaglieri . (;a Bri· gata- d'artiglierja, (13", 14• e 15" batteria) maggiore Pietro Sa,Jino. · 3~ )) >) >) : Gene1·a.le Durando - Brigate Cuneo e Pinerolo · 2° e 10° battaglione bersaglieri . 4a e 9• batteria - una Brigata provvisoria di ca,· va.lleria (Regg. ti Novara ed Aosta).
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PiliJMO"NTlll
4a Div. di fanteria: Genernle Cialdini . Brigate Regina e Savona . 6° e 7° battaglione bersaglieri - 7.. ecl S" batteri[L: maggiore Avogadro di Valdengo . 5' >> >> )) : Genera.le Oucchiari - Brigate Casal e ed Acqui . 5° ed S battaglione bersa,glierr - . 7" Brigata d'artiglieria (batterie 16\ 17a e 1s•: mag-giore P i.ccono Delhi_·valle) - caval, leggeri Saluzzo. Div. di cava.lleria·: Generale di Samhuy - Regg.ti Nizza . Piemonte Reale . Sa,voia e Genova cavalleria · 1' e 2• batteria a cavallo : maggiore Luigi Seyssel. Riserva d'Artiglieria. : i\faggiore 'l'haon cli Revel ·. comprendeva le batterie da battD,glia 3a - 5• e 6" . . Comandante clell' Armata sarda era S . M. Vittorio Ema,nuele II, con a fianco il :Ministro della Guerra presso l' Armata, il Genera.le Alfonso Ferrcro della Marmora; Capo di Stato Ma ggiore il luogotenente generale Enrico Morozzo della Rocca; comandante de1Partiglie1~ia, il ma,ggior generale Giuseppe P astore; intendente, il colonnello d'artiglieria Federico della Rovere . · Come già è stato detto in precedenza, ht previsione della mobilitazione delle batterie su 6 pezzi fu una r ealtà.. Esse ebbe -· ro ordine di lasciare presso la sede del reggimento il personale eccedente, che servì poi cla nueleo per la formazione delle quarte sezioni, le quali. comineiarono acl affluire verso il teatro clelle operazioni soltanto verso la fine di maggio. Relàtivàinente alla ripartizione clelle ba,ttcrie fra le Divi~don i di fanteria, va tenuto presente che l 'assegnazione ini~iale subì successive variazioni; e di ciò è bene tener conto, per non ingenerare equivoci allorquan do si farà ceimo delle ' ,operazi.oni cli guerra alìe quali le singole unità parteciparono. Esamilia.ta. rapidamente la formazione dell'esercito regolare sardo non posRinmo passare all'esa,me delle forze dell'.a.lleato e di quelle del nemico senza soffermarci a pa,r lare brevemente di un elemento che cooperò con le truppe sarde e che, più elle per il suo contributo niatèri.ale) ebbe grande importanza morale 0
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I C,\CCI ATORI DEJLLm ALPI
perch~ costituì una potente fiamma vivificatrice, urm gra.nde forza. spirituale : la. voce delFitalia. che, al disopra di q11alunque questione regi.onale o politic;,1,, giungeva, ai frat,e lli piemontesj, esclamando : L'Italia è con voi, non solo col desiderio e
Fig. 217
Genera le Emico J\Jorozzo della Rocca. (dalla civica r accolta delle stampe - Archivio fo tografico del Comune cli Milano).
con l'augurio, ma offrendo nl ~i1crifizio per la vostra causa, che i> la nostra,, la sua più balda gio ventù. Questo prezioso elemen to di poesia, cli. patriottismo, cH fede~, era ra,ppresentato dai Cac· datori delle Alpi.. Il 17 marzo 1859 il He firmava, il decreto che istituiva il Corpo dei cc Caccia.tori delle Alpi JJ ; il 22 dello stesso mese, Ca-
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P IK\lùè\'l' r<:
vour dava comunicazione de·l 1)Tovvedimento al Ministro della Guerra,, informandolo elle per tale bisogna era stato costituito un deposito a Cuneo, agli ol'dini dell' autorità militare. Ispettore snper·iore del nuovo Corpo, veuiva, nominato il generale Cialdini; il quale, h1 data 24 l\farzo, ne decretò la for -
Fig. 218 - Generah, Giuseppe Pastore.
,
(da un quadro_. di Corinna Pastore a l Munici pio
cl!
Cuneo).
mazione su 6 battaglioni di 4: compagnie cin sc1mo, con uno stato maggiore o qu.,utier geuenilç. coll un deposito amministrati vo a cui andava aggiunta mm compagnia cU guide a cavallo, propov eudo che eomand antc clei C'acefo 1'01·i foRse Garibaldi, in veBtito delle funzioni e (1eg li n~~l'~:·Hi di maggior generale.
L' ARMA'.l'A F RANCJ!)SEJ
Data la grande affluen za, di volontari, il deposito di prima isti tuzione dovette essere sdoppiato e i due elementi che ne risultarono si trasformarono, prima della :fine d·' Aprile, in reggimenti, il cui comando fu assegna,to rispettivamente ai tenenti colonnelli Cosenz e Medici. La costi tuzione dei Cacciatori. clellc Alpi. fu salutata da Garibaldi con un proclama, (semm data,) diretto ai volontari : « Ohi disse per celia di voler vincere o morire non venga, meco. Io non ho nè ,s palline, nè onori da offrire : io offro batta glie e 100 cartucce per ciascun mi.lite. Per tenda il cielo, per letto la terra,, per testimonio Iddio )). Garibaldi. Parole altamente si.gnifica,tive, il cui contenuto non dava luogo a equivoci!
Esaminiamo ora brevemente la compo!:,1z10ne dell'Armata francese che prese parte alla campagna d'Italia. E co~ inciamo col dire che gli elementi che la costituirono appartenevano alle Armate di Lione e di Parigi, rinforzate da corpi inviati. clall' A rmata dell'Algeria. Oomandap.te in capo, l'imperatore Napoleone III; capo di· stato maggiore, il ma.resciallo Vaillant; comanda nte dèll'arti.glieria, il generale di divisione Le Boeuf. La formazione iniziale dell 'Armata fu su 4 Corpi d'Armata più la Guardia Imperia]e ; successivamente, fu ordinata la. formazione d'un V Corpo d'Armata, al cui comando venne preposto il principe Gerola.mo Bona,parte . Questo Corpo doveva ave· re una destinazione speciale. Il Corpo della Guardia era formato su due Divisioni di fanteria, una Divisione cli cavaJleria e una Riserva. A ciascuno di questi elementi costitutivi erano assegnate 2 batteri.e d'a,rtiglieria su sei pezzi : quindi, in totale, 48 pezzi_. Il I e il III Corpo (Baragtrny <l'Hilliers e Oanrobert) avevano identica forma zione -e cj,oè, : 3 'Divisioni di fanteria, una. Divisione di cavalleria e una Riser va ciascuno. Ad ogni Divi-
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sione di fanteria erano state assegnate 2 ba,tterie; una batteria era stata assegnata a ciascuna Divisione di cavalleria, e 21 pezzi appartenevano alla Riserva. Totale per ogni Corpo d?Ar ma ta : 63 pezzi. . Il II Corpo (Mac-Mahon), formato su due · Divisioni, una B1;igata di cavalleria e una Riserva, comprendeva in totale 39
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_J Fig. 219 - Napoleone III.
(dalla .civica raccolta delle stampe - Archiv10 fotografico del Com une di_, Milano).
pezzi'. Il IV Corpo (~iel), su tre Divisioni, una Brigata di cavalleria e una Riserva, aveva, jn totale 57 pezzi. Infine, il V Corpo, su due Divisioni, unà Brigata di cavalleria e :una Riserva, · disponeva di 54 pezzi. Complessivamente, l'Armata francese doveva disporre di 324 pezzi, dei quali, pcl'ò, al 20 maggio, non ne erano giunti in 784 -
Lffi FOflZE AUSTR I.\CH E
Italia che 2Gl. Oltre a questi Yi era una Riserva d'A1·mata di 90 pezzj, che sa1·ebbero giun ti in seguito. Va subito rilevato che l'Armata erasi coi-tituit,1 affl·ctt;t· tamente, incompleta cli equ:ipaggiamento e con le gra.ncli unità n on Tegola1·men te costi triitc. Ben a ragione, n e « La guena del 1 59 per l'indipendenza cl'I ta,l ia », 1·eclatta dal nostro Corpo di Stato )faggio1·e, si legge: « Si cominciarono allora a paJesare quei difetti di preparazione dell'esercito francese che dovevano poi apportare conseguem,e così g1'avi nel 1870 ». · A maggior chiarimento di qu anto interessa l'ar tiglieria fran cese, diremo che a1l'ini¼io delle ostilità, il cannone rigato « La Ritte» era ancora in costr uzione : così che l'Armata destinata in Italia potè dispor.re soltanto di 37 batterie di detto materiaJe. Le r ima nenti batte1·ie erano a 1·mate di canuoni lisci cla 12 (leggeri per le. batterie a carnllo).
Riferencloci alle forr.e im periali austriache, ricor.cleremo co m~ lo stato maggiore imperiale avesse s't udiato varì t ipi cli mobilitazione, in r elazione a eventuali. differenti ipotesi di situazioni politiche. Il maresciallo Schl.itter, che aveva presentat o nn progetto nel 18:58, n el febbraio del 1859 ne preparò un altro più completo. Se non che, sotto Ìa pressione degli eventi, il Gover no di Vienna dovette 'a ttua.re u n piano a,l quant o più vasto di quello proposto dallo Schlitter, piano che prevedeva la guerra col solo P iemonte, seHza il concorso :francese. Il piano attuato dall'Austria comprendeva la mobilitazione della 2a Arma,ta, rinforzata, e clel II Corpo d' Armata ; e la racco) ta, nelle fortezze jtaliane, di una scorta di viveri per almeno tre mesi per 180.000 uomini e 35.000 cavalli.· La mobilitazione della za Arm,ita fu compiuta nel mese di marzo e, il 13 di aprile, partì. da Vfonna il II Corpo d'Armata, dire Lto in Italia. L'Armata. austriaca restò formata dai Corpi II, III, V, VII, VIII e una Riserva . Il comando di tale Armata fu affidato -
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al marei:;ciallo Gyulai, che ebbe come capo di stato ma,ggiore il eolonn ello ba1·onè Kuhn. Ogni Divisione austriaca ave,a due batterie d'art iglieria su 8 pezzi ciascuna. 'l'utta l' Al'mata restò costituita su 16 Divisioni : quindi , essa disponeva di 256 pezzi , ai quali andavano aggiun t i altri 108 pezzi, assegnati alla Riserva. A queste forze andavano poi sommati 20 pezzi assegnati a un a Divisione di fanteria di Riserva, e altri 16 cannoni i n distribuzione alle truppe delle guarnigioni. È uoto che l 'artiglieria, austriaca oornprend eva 12 reggimenti cli a1-tiglieria d}t carnpngna . 1 reggim ento d' artiglieria dR costa e 1 t eggiment.o razzicri. Ogni reggim ento da campagna, in tempo. di pace, era formato su 12 batterie, di cuj le prime sette a piedi, - 4 armate con pezzi da 6 libbre e 3 con pezzi da 12 libbre - e le alt.re cinque a cavallo, annate con pezzi d.:1 6 libbre ; più tre compagnie. In tempo di guel'l'a, ·ogni reggimento doveva costituire una sesta batlel'ia a can1llo, una batteria d'obici l unghi, e una quarta compagnia. Il reggimento da costa, era formato su tre battaglioni; quello di razzieri, o racchettieri, comprendeva 18 batterie su 8 pezzi o cavalletti, che in guerra erano portate a 20. Per la guerra, inoltre, era prevista la formazione di batterie da posizione, ar· mate con cannoni da 18 libbre, e di batterie di ml•r tai . Ti'attoJ così, un cenno sommario delle forze militari dei tre belligeranti, non sarà superflua una comparazione delle rispettive artiglierie : comparazione quantitativa e qualitativa , che darà, elementj di gìudfaio sull'esito della lotta. Dalla eomparazionc numerica si rileva subito che sommando i 120 pezzi dell'esercito piemontese a,i 324 dell'Armata franrese, i::.i hanno 454: pezzi alleati, ai qnali l' .Armata austriaca può con trapporre . olfanto 4.00 bocche da fuoco: esiste quindi un piccolo Rqnìlibrio 1H1me1'ko u sfavore dell'Austria,. Per quanto rigoaròa, im·ecc, l'elemento qualitaUvo, per la p~r te che in teressa il materi.:ile piemontese il lettore troverà notizie particolareggia !·e in altra parte di questa Rtoria.. P er quanto 1·jguatda il materiale _fra ncese, si è già ùett.o elle, sebbe-
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C0KS1DER .-\ ZI0:--I ~UJ,LE .\llTIG LI ER I E l 1 E:I BF.LLIGER.\l\"TI
« La Hitte 1), non tn tLe le batterie che presero parte alla campagna d 'Italia ne <>rano annate. Secondo la cc Réla,ti.on ldstoriqne et critique t1e la, c·a rn ptt,· gne d'ltalie e11 J~:,9 >>. clel Lec-o rnte, semura dH· 1wl JS5S fo,._. scl'o state inttodot tc ncll'artjglieria fran cese due nuove bocche da fuo1:o: il c·,11111onc l'i gato <li ± Ji bl>re e il ca1rno1w i-ig,1 to ù'assecli o, <li caliln·o 12. «Si dice che le ba,tte1·ie <la campagna di nuovo modello sia110 in 1111mero di 25 e che tutte le Divisioni di ca,· va,llerj ;.1 e le d:servc ne s ia no ~tate fornite ». Dell'artiglieria austifaca s'è già delfo quanto può ba,sta1·e a.l nostl'o scopo; C'omunque, sembrava che le batterie di r acchette dovessero operare miracoli ; invece, le aspettative degli ammira tori cli q11esta specie d' a rtiglieria andarono delnse. Stnndo a- qnnnLo scl'ive il capitano Lecomte, scrittore dell'epoca, pare però che la rigatura, elemento cli superiorità del l',1 ~·tiglieria f 1·a nt€se, n oi , a,hhia, cl uto, 11<>1 p1·i1110 impiego . i b1·Ula 11 ti risnl t,1 li che se n e ,n te11clern110 . Egli co~·'i si c-sprimc : « Lontana da noi l'idea di voler depre7,7,f-l,re questa beJla inYenzioue in :-:e ste sa; 1ua, che cosa possono fare, i11 Yei-ità, delle bocche da fuoco a, gi ttata ]nnga e precisa nelle azioni offensi ve, sn di u n terreno così rotto e in compagnia di truppe cbe n on desid erano che combattimenti alla baionetta ? I nfatti in tutte le occasioni nelle quali l'artiglieria rigata, si segnalò, particolarmente da van ti alla, sta7,ione di Magenta e sulle altur e di ' Solferino, il cannone da 12 leggero ordina.rio avrebbe t·esn p rc:sso a poco lo stesso Rervi7,io )). Un a nonimo , in un a rticolo comparso nel « Journal ,ì, 5 <:<'U· times >> del 2 Settembre 1859, si esprimeva in mani.era diversa: << L a campagna, cl' Italil'I, - scriveva. l'an tore i°IPlh11tic·o lo - lta di.mostl'ato chtmorosamcnte l'cno1·me superiorità rlelln nostra a1tigli<l'ia, già così notevole anche pri11m d,clla magnifìc~L in· venzion e dei cannoni rigati. L 'artiglieria ausLriaca è in r itardo di oltre me:1.%0 secolo e in nesimn a çi1;costanzn, ha potuto lottar r in co ndizioni nrn tagg-iose con l a nost.ra )). J'j più ·rtvanti, ag:ginngeva, : << La qnestjone dell'artiglieria p1·eocc11pa molto in questo momento .tutte le potenze, che sono ne fosse ~tato adottato il c:annone rigato, sistema
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costrette a riconoscere la loro inferiorità in presenza del tiro coRì potente dei nosti-i cannoni rigati ». Tra le due tendenze trovasi H gene1·ale Silvestre; il quale, nel suo « Btude s m la carupagne <le L '39 en Halie )) osserva, che il nuovo materiale fu clistribu.ito alle batterie al momento della' loro partenza per la guerra)) ; e pertanto, conclude : « La superiorità, del materiale francese, mol to più efficace, non diede i risultati che si attend evano a causa dell'inesperienza degli artiglieri; la maggior gittata produsse solo, in qualche circostanza, un effetto di sorpresa sulle truppe austriache )). La Gonsfatazionc del SHYestre l'1Sponde pienamente ad un pl'incipio elle i10n bisogna mai dimenticare e che può rias sumersi nel seguente aforisma : «Non è la superiorità più o meno marcat~~ del materiale quella che darà vantaggio sul campo di battaglia; tale vantaggio sarà invece sempre .qato dall'impiego che se ne farà, dalla 1·azionale applicazione dei procedimenti tattici, e sopratutto dal grado di istruzione degli ufficiali e gregari dell 'arma)). In conclusione, tenendo il dovuto conto di questi apprezzamenti, non ci 1·esta eh<' riconoscere che fra le tre artiglierie dei belligeranti, clal punto cli vista del materia.le la Francia aveva un indiscutibile ,antaggio, e possiamo aggiungere che essa doveva questo vantaggio alla genialità di un artigliere italiano, a l nostro grand e Giova,m1i Ca.valli !
2.
Piani d'ope razione e concetti della difesa - Le due linee difens ive - Dislocazione delle truppe piemontes i e austriache il 26 aprile - Incertezze di Gyulai .: Napoleone assume il c omando de ll'esercito - Prime azioni di g uerra - Intervento dell'artiglieria piemontese - I Cacciatori delle Alpi - Varese - Como - San Fernt(? - Laveno - L'arti g lieria piemontese dal 2 1 al 23 maggio - Nuova ripartizione · dell'artiglieria - La marcia di fianco deg li alleati - I combatti-
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I Pl.\l\I DI G UERP.A
menti del 30 e 31 - Palestro - Vinzaglio - Confie nza - Efficace concorso delle batterie piemontesi - li passaggio del Ti c ino - Mage nta e Melegnano - Ma rcia di avvicinamento al Mincio.
In pteYisione della gnena con u11 inlt'nellto francese a fianco d.el Piemo11 tc, non erano mancaLi progetti e piani di ope· razion.e, oltrechè studi di difese e di armamenti . Il generale Fanti aveva, preparato un minuzioso piano <lì gnerra C'he, il 5 marzo, inviò al mi11istl'o, clcfinendolo : « alcuni pensieri sul mo· do di combattere una guerra in Italia contro l'Austria, essendo H PieULon te alleato con la li'l'anciil >>. Altre <;m Lsitl erazioni ~11 Ila difesa dello ~tato erano state tin~i-tmte dal colonnello Giustiniani e dal maggiore Fede1·ici. Lo st(•i:,so Napoleone III aveva trattato ripetutamente delFindiri.zzo generale delle operazioni, prima, con Oavom a PJombières, poi , coi generali Niel e :E'rossard', e con lo storico 1'hiers, ed infine, col generale J omini, al quale ]'impel'Htor-c ancbbe e lliesto cousig-li. Qt1·Pst' 11l t irn o hlttro, pe1·ò. è ritenuto pet lo meno i1werosimil<·, sembrando poco probabile che . Nu,poleone siasi 1·i\'0Ho p rop,.l'io :1110 .Tumilli , che avevn. abbandonato e tradito ~1 apoleone I. Comunque, stando ai << Si dice», pare ch e il piano dello Jo- . mini ponesse come primo obbiettivo degli alleati la riunione delle due armate francese e sarda, fra Alessandria e Casale Monferrato o Vercelli, per avanzare poi. a seconda della situazione nemica, o pe1· la. destr1L su Piacenza; o, col cen tro, su P a via; o, per la sinistra, per far massa contro :Vfagenta. Sembra· va preferibile quest' ultima soluzione, a. condizione però di avere sicura la linea Pavia,-VercellL Il progetto compilato dal gen erale Fanti fissava, quali scopi dell.1 guena imminente, un'azione diretta a costringere l' Ar mata austriaca n ritirnesi ol.tre il Mincio; e l 'occupazione da parte dell'esercito · piemqntei:;e, a ella zona èompresa fra l ' Adige, il Do, il Mincio e l'altopiano di RiYoli. Lo studio era stato fatto con accurata, minuziosihì, e ri~nltava completo in ogni particolare. I pl'ogetti fran cesi 1 invece, erano informaiti soltanto aJ du plice concetto della ri unione tlelle forze alleate, e alle modalità di afflu enza, sia per mHre che pe1· terra, delle fol'Ze frn,ncesi in -
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1859 Ità.Jia. Studi, come si vecle, che interessa,yano hL fase preliminare della campag11a di guerra, senza alti-i presupposti iniziali, nè strategici, nè tattici.
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Prevedendosi che sarebbero occorsi molti giorni. prima che avvenisse l'unio11c de1le due al'.mate, dnrante i quali il Piemon te avrebbe dovuto sostenere da, solo il peso dell'esercito austriaco, l'attenzione del g°'·erno di To1·ino si portò sulle posizioni la cui occupazione uvrehbe potuto ritai·dare l 'eventun.le avanr.ata de11 'in vaso re . Dopo il Ticino, per protegg('re Tol'ino da 1111 colpo di roano, non vi e 1.·a, che la bora Ba,l tea; e sli q nesta si situarono due li nee difensive, delle quali esiste una pa1·ticolareggiata descrizion e nella, « Relazione sui hwoi-i di foi-tificazione campale cseg'uiti da l genio piemontese sulla sponda destra .della Dora Baltea ndl"aprile 1859 ». '(La gueàa del 1859 . documenti). Kon possiamo soffermnrci ,1 dire dei la.voi-i compiut i che, pm costituendo un ar gomento interessantissimo, ci farebbero uscire troppo dal nosl,ro campo; ma non possiamo tacer e la grandiosa impresa compiuta per ottener e h1ondazioni a r tificit~li nel Vc1·cellese, fra la Sesia e la Dora Baltea , pet mer.zo clei canali demaniali. La. clil·ezione di questo lavoro fu affidata all'ingegnere Carlo Noe r-he, co11 l'ing. Pietro Bosso, aveva alcnni anni p1·ima ideato e c.oRtruito il canale Cavonr. L'ing . .Noè ,'tudiò ed attuò un tale progetto cli inond::izione artificiale con tanta solcrzi.a cla ottcllere che, il 28 aprile, la maggior parte del territorio designato fosse già sommcrs:-i, e che l{L supedide ocenpa.ta. (la Ile acqnc cli a llagame.11to, in poc;hi g-iorni, mismasse -cfrca 450 chilom etri qundrati. 11 concetto complessivo, per la difesa, fu il seguente : cc Si stabilì in massima di chiud ere con forti -opere i ti-e punti cli R.ondissone, Bo1·goreggio e Oalciavac<'a, ove fan c:apo le straa,e maestre che ·dù,mw ac·<'{':,;1so da,' ima riva all'nltra Llella Do1·a, ; ~ cli elevare negli interva11i una linea <li trincel'amenti, la quale presentas. e una ha,rrieJ'a continlla, lungo il corso clclJa Dora. Quindi, pel' trattenere l 'impeto del ne111ico, il quale fosse riu. cito a . uperal'e la pi-ima linea in qnakhc punto, venne i-ce] -
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LINEE DIFENSIVE SULLA DORA B.
A DIFESA
01
TORINO
1: /,/ombello F ig. 220
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l>f('n/'
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ta una, pos1z1one coilveniente per una seconda linea, ohe elesse tempo a forze di rincalzo di concentrarsi; questa seconda linea, sarebbe stata, secondo ogni probabili.tà, il ca,mpo di battaglia per nn'azione decisiYa, )).
Esaminiamo ora le predette due linee per quanto, in ·special modo, riguarda l'artiglieria. La prima linea si stacca.va da,lFaltura cli ·1'Iaz"zè, con un arco avente al cent1·0 il vicino villaggio cli Casale, dove furono piazzate : una, batterhL radente, a cavallo della strada del pon te di Rondissone, ed una batteria alta pe1· due pezzi., il cui fianco sinistro fu defìl:;Lto con un parapetto.. La strada venne riattata· per faoilitare il passaggio dei pezzi a,l la ba,tteria bassa, di cui si dovette spianare il rovescio . Sulla ba,t teria alta, venne disposto nn :,,ltro .pezzo che col fuoco _poteva protegge1'e n fianco destro della posizione. A Rondissonc, la strada pos tale di Milano, che tra.versR quel paese, fu nel SllO primo tratto taglia,t a con una traversa ad 8, in cui si aprirono cannoni-ere · per due pezzi. L'altro tratto di strada era preso d'infilata dal tiro di due batterie, di cui, una 1·ad.ente, per quattro pezzi, venne collocata in una conca ai piedi della colli.na. Sul margin'e superiore di un giardino si ·c ostruì I 'a,ltra batteria per sei ·pezzi. Sul ciglio dell'altura, verso la metà del paese, fu p1·eparata un'altra batteria per due pezzi. 'ralì opere venivano colleg[~te con quelle ~li Casal~ mediante spalleggiamenti su cui si traccia.rono due batterie che ìnfilavn,no alcuni tratti della ri.va sinistra della Dora,. Sulla destra clel cimitero, fu organizza,ta una gmnde batteria per J2 pezzi, cl1e batteva in pieno la strada cli Qigliano e la pianura sottostante. A.ltra. batteri.a per 6 pezzi fu ùisposta a 1netà della dishmza fra, il cimitero e il villaggio presso Casa Vilmen . ·A ll' altezza di. Borgoreggio, di fronte a Saluggia, la strada, ferr:1ta ToTino-Jiilano, le sue scarpe e le sue adiacenze> potevano essere battute da una batterif~ 1 circolare, il cui terrapfo110 era ri.alza-t.o e portato all' altezza della f.errovia. A destra, d.i questa batteria, se ne costrnì un'altra, per 4 ,pezzi, di cui uuo ;-- 792 -
J,E L I.\iGIJl DIFJ,;\!SlVJ!; PI©MON'l'EST
finnch t'/.:"/.~·ia rn h
e t utto il ciglione a. sinistra : gli altri t 1·t' IJattevano .la, i-;t.1·acla frn·ata e le sca1·pu Le. Di etro a ,pieste due opei-e . si <>resse un cavaliere avenLe il comando di m . G,:-iO sul pia110 della ferrovia, in modo da d ominarne lo sviluppo, le scarp1tte e gli. aecessi; e due pezzi vennero posti in barbetta !:ml suo saliente. Il ciglione segue Ja riva destra della Dora fino al suo confl uente nel Po. Venn ero coronati eon batterie, il saliente che corrisponde a,I confluente1 e la corti na prospi ciente Ja. ::.trada. Queste battet·ic, di m. 4 di svessore, Yennero <:ostrutte dapprima in barbetta. e, successi.vu,rnente, l'idot:e : 1 cann on ier e, cfostinate a i ncrociare i lo·ro fuoehi s 11 pnn1i ca1·atterisLici maggiormente pericolosi. La, seconda liuea veniva cosL1·11ita dieLro ln, parte più importan t<' clel la linea <'ìn <lHcnclerRi, da-llH i:;i ni stl'a rli Borgoreggio a l P o. La sinis tra di ques!a linea, era formn.la cla un' nltm·a che: clalla, sbiisLra <lel vilh1ggio di 'l'onazzn,, si protende fin verso ln strada reale, da Casabianca a Hondissonc. Sul dglio cli questa posi'l.ione fnrono al lestite sette batteri<~, capac:i. di 4 .~ G pezzi caiclarma, le <1uali ., fin,nc.heggi and osi fra di 101·0, battevano <·0111pleta rne11te la pian111·a sotlo~tant,e. L'PstrPmn smisì1·:1 (I. Ila posizione er,t p1·otetti1 da una battc1·i,1 per S pezzi che incro r· i;i.va, i s ooi fuoc hi con altrn) che si doveva stabilil'e sull'altura di Ronclissone allo scopo di nppoggiare e· protc>ggcre eve n tua.li cal'iche della noi:.tl'a r.,ivn.lleria, :11 cui s\'ilnppo :-:i prestava il t.cl'reno sot;tostan Le. Il Jianco :-:t:opc1·to <li lale baLteria vc11iva p1·otetto meùiante inondazioBe a.rtHieiale, oLtennl a cla nna. piccol a 1·oggia che eone ai piedi cli un '.iHura. Le varie batterie WHiva uo <:ollegalc da spa llPggiamcuti in t l'inece scmplic·i. J/importank posizione della 'J'or·razza veniva protetta, co · me i L tP1·1·eno suggel'in1 , cla un doppio ordine di fuoch i : cioè. <la clnc batterie, ambedue cl i 12 pezzi, di cui l'mm' supet'io1·c di 4. metri a ll'n.ltra,, che aveva comando di J O n1.. snlla pi:11111ra sottostante. Quattro pezzi cli dascnna bnUeria fianclwgg-iava no h1 1·oggia di. Vcrol~np;o; a destra clcl la po~izione inl'e1·i o1·fl. nn pezzo in bal'betta batteva il bnssofonùo all 'cntn1ta clt-1 vii lnll·gio. Le due bit Uerie el'ano collegate da una stl'ada prot<•tla cln 51
111<1 zza I11J1 a
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uno spalleggiamento, il quaJc, con la c:.tscina Ohiggia - posta in stato cli difesa - formava:, delle batterie, un'opera, chiusa.. A destra di Torra,:,;za, la roggia di Vcrol.engo si ripiega a mezzogi01~no e corre normalmente al Po, fino al paese di Verolengo. Si tenne tale roggia, per linea di difesa, fiancheggiata dalla batteria de1la Torra,zza e rinfona,ta con un'opera a corona semplice, a eavallo della strada! ferrata, con batterie sulle facce, per jnfila,r e b ferrovia e ba.ttere il terreno a,ntistau.te. La destra del paese di Verolengo fu difesa da quattro lunette i cui salienti, coronati da batterie in barbetta, vennero disposti sulle elevazioni natnra,l i del terreno in guisa da dominarne e prenderne d'infilata tutte le-\ stl·ade ccl i sentieri . Fra i documeuti pubblicati. dall 'Uflìcio Storic:o vi è anche una relazione sulle posizioni di Valernm - Monte, che contiene i progetti di opere clJ difes,1, da costn1ire, fra, le quaU. sono comprese ,rurie batterie, ed un rappo1-to sni. );:1,Vor.i. eseg11iti per mettere la piazza di Gasale Yfonferra:to in stato di difesa; e su alt re opere <:ostruite fra Gasale E> Val<~nza.
Provveduto alle ,opere di forti-1-icazione e all'app1·t\stu11wuto a difesa delle posi½ioni più jmportanti, si attuò ht conseguente dislocazione de1l e truppe; e, .la sera del 26 aprile, l'esercito sardo, diviso in tr<~ masse, fn sistemato J1el seguente modo : La massa di destra,, costituJta, cla,l la 3" Divisione (Durando) , oecupava lo sbocco nord dc-\lla stretta di Scrrava.lle. Ne faceva no parte la 4" e la 9• batteria, sit1w,te rispettiva,rncnte a Serra.vaJle e a Rigoroso . La massa, del centro, costi.t.uita dalla, 2" Divisione (.I:'anti), era ,sulh1i destra del Tanaro e s11] t n1tto dd Po compì:eso l:1·;;1 Bassignana, e ·n con:fiue. Aveva Ja 6"· 11rigata artiglieria (13", 14• e 15" ba.tterii:t) ad Alessandria; a Solero, slavano lit. !"? e )a li" batteria a, disposizione del comanélo in capo. Sempre con In. massa del centro, tra H 1'anar-o c~cl il Po, stava la ;) Divisio111! (Cucehiari) che aveva la 16" e la JS• ba tt<~ria f.L Valema, la, 17'a Frassineto. 3
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p· Schieramento , emontese e Aust r1aco . al 26 Aprile
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Infine, In mm;sa di sinisti·a, ~ulla, sinistra del Po, era for. mata dalla 4," Divisione (Cialdini) e dai quattro reggimenti di cavalleria; che si st:wano riunendo aJln, Divisione. Aveva la 7~ e 1'8~ batteria. sulla sinistra del fiume, fL Ciglia.no; sulla, destra del fiume, la 2• Brigata (1\ 2", 3" batteria) a Brandizzo, la 5• brig-ata (10", na, 12" batteria) a Montanaro, e la ia brigata d'artiglieria. a cavallo alla Mand.ria. La località d'Alessandria ven· ne organizzata a difesa in quattro compa,r timenti, facenti capo alle opere di Acqui, della Ferl'ovia, cl ella, Bormida e cl.ella Cittadella, con l'opera, di Valenza (~ con posti estremi armati cli artiglieria a Monte Castello, I>1wone e Pietra J\farazzi. Il quartier generale pri11dpalc era, a Torino. Alla stessa data, l' a.rurnta austriaca, secondo gli ordini del feld-nrn1·cscia,llo Oy ulai, si er a conc-entrnta fra il 'ri.cino e l' Adda, col VII Col'po (Zobel1 lungo il Ticino, fra, Abbiategrasso e Bereguardo, e la s na artigHcria a Trovo; col III Corpo (Schwarzen berg) a J>avi,1, e l':H-tiglieria tra, Copiano e Villanterio; l'VIII Corpo '(.Be1H•<leck) a Piacenza, con Je artiglierie fra Codogno e Piacellza : il II C01·po · (Liechtenstein) fra S. Angelo e Lodi, <!. b 1·iscrnt a Orema, ; m.entre la 2" Divisione (Urban) ern desti.· nata. ad :u;i:.icm·are le spa.lle dello schiera.mento cla, possibili tentativi iusurre1/..iona1i. Il primo piiJno esposto dal Gyul.ii, pl'ima die I.a, guena, fosse stata dichiarata, era a,rclitissimo : marciare risoluta.mente ~1! 'l'orino. d'onde avanzare fino a.i va.lichi delle Alpi o degli Ap· prnini, dai qu.a.li dovevano sbocca.re le truppe fra,ncesi, impedirn<~ quindi lo ~bocco e, se questo non fosse stato possibile, batterle separatamente. Questo piano, naturalmente, corrispondeva al caso in cui le ostilità si aprissero prima dell'arrivo dei Francesi. ' Nel caso, invece, che, a ll'aprfrsi delle · ostilità, le truppe francesi fossct"o già in Piemonte, sarebbe stato opportuno occupare il ITin,ngolo Al(•ssandrfo -Novi-'r ortona,, per impedire il conginng:imento dei Pierno11tcsi coi F1·ancesi. Ma <1nesti arditi progetti non si effettuarono; 0 le lettere, dirette dal Gyulai al Governo, clim.ostra,1H) che il coma,nclante dnbitava dell'efficienza delle sue truppe; anco1·a il 2::; nprile, -
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,e gli scriYc,·a all'Impc1·alo1·e: « Evitll'11lcmente le forze di c:ui clispolliumo so110 iu:::nfficienti: p oi è UH po' ta.nli ve1' penE-,ue 11 schi.acciu J"e l 'cscl'dlo picmo1Jl.esc prin1n, dell' an·ivo dc~i Pra11·C(·si .... )) . All'online di pnssa1·e Ja frontiern , ghmlog!i il 'J.7 H[)l'ilc, ,egli si mosfrò esila Hl·e. In vet:e di tentare al'ditamen te un t:,Clcre scon:fìlwrnento, il Uyu lai i111p:cgò dn e g inl'lli pe1· a niein a1'e le .tn1ppe al Tidno; il che l)<'rrnii-:e alle tn1ppr fraucesi d'a ,·anr.:n·e .fin quasi aJ l(•atro d'operazion e .
:Pig . 222 · l':issag,l!io rlesrli :rnstria ci ,.:n l ponte Ili Hotl'alorn $<Ul 'ricìno il 29
aprile 1850. (dn 11·m.1istriertc Zeitmig d el maggio 1859: collez. Comandinl, Milano). (da l 'Italia n ei cento ann1. elci secolo X I X di Alfredo Comand!ni e An tonio Monti. Edl t . Anton io Vallard i, Milano).
La 1wi nw pai·tp <ll·lla ca III pag-11a . d1e noi ,·ogli,lm o con ide-
nlla ha.ttnp;lia di 1\lontcbc ll o. ]Jli<i :·i:t:si:-nmer,;i in un ti mido <:> i11c1eciso H\':l11Zi1I'(' <l<·gli A 11:-:t l'iild. d1<· , fino al 2 mag·p;io. non si i-pinsero clw :-{'J. (']li lo 111 et1·i oltr·e le ptimitive posizio ·ni. 11 giorno S<>g:1w111t, a ttaeenrono l'eRereito piemontese a, S. Sal·vntore c·on l 'inte11:done di halt. rlo . JH' I' <Jil'igersi, poi, co11tro le truppe [r;11H·<~~i: 11111 l 'n zione, <'sc•g-nilil sc'n7-a <lc<" iRi.one e senza c1wrgia . 11 1m ('Ollrlnssr al 1·i:-:ul t ato s1w 1·at o. Intanto g-inngono a (~y11lai n otir.ir c·h e ]e t n1ppe fran cesi. r>rim e anivatt>, f-t11n110 nv1111 zn11clo, m<·nt're conti11 uamente n.f1folsco110 J1t1<n-1• tn1ppc• e rlnl 111a1·<· <· (lnlle ,Upi. (:yulaL allOl'H·, n 11·e Ri 11 0
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decide di attaccare di,rettamente 'l'or: n,i. L'oi-ùine ha,, nei giorni 7 e(l 8, un principio di esecuzione, arrestata da nn improvviso contrordine del giorn o 9, il <1ualc segna l'inizio di un per:iodo di inattività che si protrae fìno al 18. Il giorno 12, Napoleone aveva assunto il comando dell'esercito; e se pur la non completa sistemazione dei servizi consigliasse di non prendere immediatamente l'offensiva, non di meno egli volle dislocare le sue truppe in modo minaccioso, costituendo dne masse separate dal Tanaro : quella di destra, formata dal I, II e III Corpo; quella cli sinistra, dal IV, dalla Guardia e dell'esm·cito piemontese. Gyulai, impressionato da questi movimen ti, preoccnpato dalla manovra aggirante dei cacdatori di Garibaldi e ingannato da noti7.ie che fal:.evHno prevedere un attacco fra~1<:ese snlJa desta del Po , ordina una grande 1·i. cogni7.ione offensiva cc per appurare se il nemico ha intenzione di attaccare per la destra del Po mediante un a,g giramento strat ep;ic-0, o se tenta <li pu8sate a S . Cipriano n.
. La ricognizione sn Vogherr1 fu diret ta dal generale Stadion, il· qual.e disponeva di 24.000 uomini con (i8 pezzi. Stadion fece f-l.vanzare le sue truppe su tre colonne ed una riserva; ma la Divisione france•se Forey, eon la cavalleria, sarda, resistette sulla sinhd;ra, ed a.ttaccò vigorosamente sulla destra, sicchè alle 18,30 i francesì si era.no impadroniti di 'Montebello e gli austriaci dovevano ritirarsi su Vaccarizza. In quei:;to primo fatto d'armi furono impiegate le seguenti forze: Francesi, 6933 fucili - 6 pezzi; Sardi, 750 GJ!:Y~l!_i; Austriaci, 17.SJ.1 fu cili . 939 cavalli - 40 pezzi, dei qua.Ii pare che solta,n to 16 si:;tno entra,ti in a,zione. Questo primo periodo della campagna, caratterizzato dall'avanza,ta, francese e dalle mosse irrisolute degli austriaci, sì concluse con l 'insuccesso toccato a questi ultimi a Montebello mentre devesi rilevare che nello sviluppo dell'azione ben poca parte vi ebbe l'artiglièi:ia piemontese. -
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Il Siracusa., nella sua citata pubblie..Lzione « L'artiglieria rampale italiana», narran<lo di questa fase della guerra, scri ve: « In questi piccoli fatti d'a rme, l'artiglieria sarda dette pu re l'opera sua, .u1.-1 il i;;uo impic:go 11011 <]à. c,1mpo a di.scnssione di sorta. Le batterie che presero pn1-te a detti parziali combat-
l!°'ig. 228 - Capitnno Agr i<;ola Hobért.
t,imenti sulla Sesia ed a Valern~a furono quelle della riserva (16', 17" · e 18a). Della 18", morì, il 14 maggio, il capita no Agricola Rohert, colpito da palla di fucile nel petto)). Nella seconda parte dEèll lavoro del Siracusa, quella dedica ta alla storia delle singole batterie, ecco qua,nto troviamo, a proposito di queste tre ba,t.terie, per qua,nto riguarda il periodo iniziale della, guerra, del 1859, << P er la campagna. del 1859, la 1.G" Battp1·ia di battaglia fu n~segn.ata alla l'isel'Va cl'artiglieritì -
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1859 (maggi or<' GaY. l>cJla YallP) . E1·a 1·,urn,rntl:1b1 IÌnl cnpiln110 UePornai·i, al qmd<-' :-;ncc·l'clPH<-; il (·n pit,c110 Bi;,uHln\ di RcnµJ ie il 28 Maggio. Qu esta hatle1·ia non pi:c::;c grnn p,11·te ,ti fatli tl'arrnc della (·umpag-n a. Jl g-ioi·no ,f. 111aggio lu :-:ezion(• cum.11Hlaln (:i.Il l nogott1nente (':1Y . Della l\Llnlic-a, iu po,-izi011e alla testi\ di ponte di Yc1Ie11'l..t, <·outl:oba!tè, n11ihnne11tp a<l nna sezione clella 18• di bu ttagJ in , l' c1rti g lieria 1111:-;triac,1, <lell.a <) 11ale 1·icRcl a smontare d11e pezzi. Que:,d..i s<~ziou<• :--i ti·<n-<Ì e,,:posla ai tiri dei ca,c ciatori neruici, specialmente il pezzo ,1<,J xr1·genle Plent: pezzo, che il luogotenente DelJn, ~n.n Liea f<·e<~ 111-dre clal triuccra,mento per tondurlo egli ste:s,-o in ainto ,l q11Pl lo clel ln 1sa. r giova11i cannoni.eri che e1°ano io i:-enizio cln pochi mesi si comportarono come sohlati aggnei-riti, <!HèglHrn<lo tiri di m.oscheLto contl'o caccintmi 11e111id, quando 110'11 ern i-id1iei;;toU loro servizio ai per,r,i. Fu in <}lwsta circoslanr,,1 c·hP il <:,rnnonier e Dnrnond OlaudiotiH1de g 1·aycme11te fei-ito. I l c:upitano Ih~ Forna1·i elogia molto11 eJ ,;no rnpporto il Cav. l ><JJ In Mant.ica e<1 i .I f.;('l'g<·mte P lent, << i q11111i col 101·0 esempio conlribnirono acl infondere nei gion111i cose;l'itti (]11<" 1 eo1·a g-g'io t1·1111ffnillo c- hP l~ ilono rlPl provetto ~:oJ,lato )) . Della 17', lo sLesso F-fracn;.;a <lice : « 11 giorno ~ maggio lro damo 4 per,zi <li qnei;;ta hath~1-i,1 ,1 Frassineto dietro spalleggiaineuti, iJ1 ta l<' J)OHizio11<· (fa fofila,t<~ la stmda, che mette R Terranon1. Di questi 4 pe,,zi. i primi <hle co111a11clati tlal luogotenente Cav. Lomburd) ~tp1·ir-ono il fuoco vei-so le 5 1/ 2 pom. contro le ti-uppc anstriache, ell e tentavano il pas::m.ggio del Po di fronte al molino deUa ~pagnola )). << I•~ ,u 11 mi1·e,·ole l'azione c!Pl luog·otl'll<·11te Lou11Jnnl; il qnale - accol'tos~ che nna colo11n:1, pinttosto forte di cacck~1·i an~tl·ia.ci , in protcr,ione cli Hfouni 11ificiuli di stato 1n::i,ggiotc"'i_11 ricognizion e, inol ll'ava co1·aggios,1 lllente - uscì dal dp~n·o coi ~noi due pezzi .e s'jnol t r() a tiro <li mitrnglht dal nemico. Qu e,-to, nrresta Lo repenti11amente cla.l fu oco efficadssimo , si ritirò con molte pel'dite. Fugata. co. ì lu ricognizione, il l uogotenente Lombard aprì il tiro a palla contro quattro pezzi di racchette aush-iache, i cni colpi riu scivan o lu nghi e<l innocui, e non si rit.i1·ù 11ei trinceranw11ti <:be ad azione compiuta.
- ~on -
:\HTJGLili:l:l .\l!IL L r-; \".-\l'.OHOST
~i distinscl'o i due capipe7,zo : sergente Negl'o <" c:ipor,lle Viqne, ti ~pecialmcnte per hl miracolosa. pl'ccisione del punt::inw11to. l'tcs<~ parte all'a,r.io ue cli qnesta giornata a,nche la. terza sezione comandata dal luogote uentc f)pst ente. Himase1·0 fr . riti i c..1,1111011 ie1·i UfL v,tgliù, An ton i.o, Fornaca Pietro e Pn gelln. Piètro, tutti e L1·e della, prima se,-,i.one. Il capitauo l.mroue Sol>tero, per l'intelligente direzione data nlFa:;r,ione (l< l la. s11a baLl el"ia fu messo all'ordine del giorno · deU"esc1·cito . Qucst'o1·dine, fìrrn.1 t o dal capo di stato maggiore cl':1r111ata. (Della Hoecn,) èF01·<1ine rii S. M. porta la, data 5 maggio». l'} delhL 18", sempl'e nel Sirncusa, tJ·oviamo : « Il 4 mnggioln. !'ìua s<>zione d'obid (luogotene11Le binonc Rodini) ed una sezione <lella 16" hattctia, in posizione al po11l<• dell,1 l'cno,·in ,li Ynlenza, contl·obf.ltterono l'artiglieria anstriaca co1t rara. effi c.u·hl. I clne obici del lnogo tcnente Rodini, posti dietro ]'argine, ~o~rPmwi:o cHsi Roli pe1· più cl ' un'o1·:1 , 1111 vivi.Rsimo fuoco da pari<~ 1wmica , fnoro cbe 1·ipsciva efficnce perchè le granfLte scoppif-\, · ,·nno n ln·ew! clistanz.i, clall,t batl<>tia . J\YeYa la dil'e:1.ione clelJe clnt> i:;czioni in bntterin i l rnpitano Hohp1·t, il qnale ca<l<l e v.i1oro:--:11ncnt e, colpito nel petto. Dell 'C'roico ufficii:ilc è rimasta certanwnte <·nrn la, memoria 11 Pi suoi commilitoni d'allora - no'i. gionrni H ppenn ne co11oscia 1110 il nome ». Negli atti uffidnli, fnL le p olve1·ose e ~biaclit.e carte <li qnel tempo, una brilla come gemma ,~ non si p nò leggere sen½n com · mnoversi, tanta ue è ln semplicit:ì espressiva e scultoria . « In il rapporto <lel maggiore De)l,L Vali<!, di cni varie volte in qnestij, brrd monografie s'è parlato . Cfrc·a la morte del capitano Robert così presso a poco si esprime : Il compianto capitano R O· be1-t, òirigt•va il tiro animando con le parole e con l'esempio t gionllli cannonieri, coscritti. di pochi mesi, nuovi ail fuoco ecl ai pericoli. Egli stesso aiutava, i suoi sol<lati, e pel' tenere altoil loro morale spi.ngeva il coraggio fino alla temerità, portandoRi innanzi s nll'a.t'gin e a, fronte alta fra le scheggie ecl i ptoietti. A nn t.ratto cadde colpito nel petto; l'ultimo suo grido fn a n co1·n, : << Coraggio figliuoli! )J . Il J'appol"to elogia molt o a11 c he il luogotenente Roclini e Jo <lice « mirabile di sangne freddo e di: operosità fra il grandinare dei proietti)). T11t10:
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Mentre si svolgevano le azioni alle quali abbiamo ora ac·c ennato, altri avvenimenti, non meno importanti, erano in sviluppo all'estrema, sinistra degli alleati , per· opera di Gariba,ldi -con i suoi cacciatori delle Alpi. Di queste prime operazioni dì Garibaldi in Lombardia daremo qui brevissimo cenno, solo pel' inquadrare nel magnifico ambiente creat o da queste epiche giorna.te i pochi episodi relativi all'artiglieria, che il lettore trove1·à ampiamente svolti nel capitolo della nostra Storia dedicato .alle artiglierie Garibaldine. Il 16 maggio Gariba,ldi ricevette l'ordine di riprendere le -operazioni che dovevn,no condurlo ad agire sulla destra austriaca al la,go Maggiore. Alcuni giorni furono riclliesti per il tr a · sporto dei volontari in ferrovia i1 Biella, per Je successive m arce, e per il passaggio della Resia; finalm<~nte, il 23, tut to il Corpo clei Caccia,t od delle Alpi, a Castelletto e a Sesto Calende) pai;;sò sulla riva sinistra del 'ricino, entrando così in Lombar dia. La sera stessa, Garibaldi. entrava, in Varese, uve hi p upo!-, · v.ione esultante accoglieva, con vero delirio, la proclamazione -del governo italia,no di re Vittorio Emanuele, che veniva a seg-nare la :fine deJl'odiata dominazione straniera . Intanto, gli austrfari, riavntisi dalla momentan ea, sorpresa, cerca,r ono di reagire contro l'audace mossa garibaldina, e il generale Urban con la briga.ta Rupprecht, e cioè con una forza di -circa 4.000 fuciU, con una mezza batteria da 12 e una mezza, batteria cli ra.cchette, la mattina del 26 attacc-iwtt j'éaccia,t ori (!elle Alpi. ·. · La battaglia segnò una completa scon:f:ì.tta per gli austriaci, i quali furono posti in rotta dai volontari che pure era.no in nnmero assai mino1·e e non sostenuti da ai·tiglieria. ' L'Urban riceveva intanto rinforzi, tanto che le truppe da lui òipendenti salfrono a circa 12.000 uomini e 32 pezzi, coi quali ,egli si proponeva, di impedire l'avanzata di Garibaldi a Como. Dfaposc, perciò, le sue truppe a cavallo della strada Varese-Como e occupò le alture di San Fermo, che dominano la città. Ga ribaldi atta-ccò queslie colline con tale veemenza da costringere n nemico a precipitosa ritirata verso Como. -
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LE OPERAZIONI DI GARIPJALDI DAL 18 MAGGIO AL 15 GIUGNO 1859
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1 '59 Ben pl'csto. i ùattaglio11i garibaldini s'impndronirono di t ntte le colline sovnustanti la ci ttà di Como; e il nemico domi nato dalle' a.lture, dovette abbandonarla,. In due giorni consecutivi , il condottier o ripo1ta,va cln e Yittol'ie, cosiccliè ginstamen te il re Vittorio Emanuele, 11el confe l'Ìl'·C a i. g:1 1·i b,ddiui le dcolllpensc, clic:<.:Yil d1,e « i giov-ani ,·ol, 11 tari, orclinn(·i da,] )01·0 capo. aveva.no in q1rni. gion1i combattuto da vecchi solda ti <' ben rnerit.lto cla,lht pa,tria ». A queste vittoriose azioni, seguì quella meno fortunata di Lo.veno, il rni a.Hn cco, basRto principalmente snlla sorpresa., non sortì l'e~ito sperato. In qn esta ·a1.ione intervennero - come avremo orc-Hsion:• cli redc•rp nel capit olo p;ariba ltli1w - and1~ d ne obid da roonh1g-na . clic pt'rò per l"oi:;curiti'l non poterono contimw1·e la mardn.: e più tnrcli giuni:,c•1·0 a,ltri quattro obici, c li<:1 conco1·~p1·0 :., i:;oi:;tcncre la J·it.iratn , effettnata.si t ra nq nilla e o1·<.lina ta . Urba11, imbalclanzi.to dal momentn 11 eo snccei-;so, cercò inut ilmente di J·istahilit'e la do:mina1.io11e nnstriaca n elle terre liberate dH, Garibaldi, perchè questi, con abile ma.n on a sviluppa· ta dal 23 maggio al 4 giugno, seppe contrastare la marcia del ll emico in modo <ln l'i tar<lnr<.. quah,ia si operazionf' fin n nl 3 giugno; in tille giorno l' (frb.111, saputo <l<,Jle rnos;-;t• t1<~gli n,l leati, dovette aHdare con gran pm·tc clelle sne truppr a ,!"OSt<'g-n o ili -quelle cli Gyullù. <' Garihnldi potè co:::ì 1·ientrare ~omo. In mel'i.to al pin110 svolto cla Garibald i, il g-enf!rale tedesco princi pe Uobenloe Ingel:fin geu scrisse che << GA,ribaJcl i a,veva fatto su0 il motto napoleonico : act.tvitts. activité. vitesse ! E .seppe con tremila Yolontari fc>nere in Rc·aceo le tre brigate del· l"Urban ed il I Corpo d' armata a us triaco (costitnito dai preRÌ· di di Lom ha rdia l co11s<>guenclo con ciò nn notevole 1~if;nlta.to ~t.rategico ».
Fraf tnnto , operazion i i111porta nti venivano eseg-nite an c he '<-ln.ll'ar mn tn sa.rda R11l.la Sesia. Il gfo1·110 ~1 mngg-io. clnc clii:;taceamt•nti della. 4° D ivisione -
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L' ,\B'l'lGLllWTA PIB~IO.K'l'ESJ:: SUL LA S l•JSfA
(Cialèliui), -Fuuo a monte e l' altro a valle del ponte, gnacfarono la Resia rc~.spingendo il nemico i:::ino a Borgo Vercelli. Verso sera,, Cialdini, ricevutj ordini dal re Vittorio Emanuele, injziò la cost ruzione di un ponte a cavalletti sulla. Sesia, a monte di quello in rnnratu ra. che era stato interrotto, nonchè di un porto volante pel' stabi lire-: le comunicazioni immediate fra, le due rive. A tarda sera, i11falti, per venne l'online di occupare )a spondfl, opposta della Sesia con la 4" Divisione, mentre la 33, da Stroppiv.:na, doveva effettuare nna dimostrazione di passaggio del :finme i1 Palestro; la 2 doveva compiere una fin ta a Motta dei Conti e va,rca1·e il fiume a Oanclia, seguita dalla l", che avrebbe t1·ovato a Terra.nova l'equipaggio èla ponte ; in ultimo, la 5a Dj vii;;ione doveva, eseguire un'jclentica dimostrazione sul .Po, a va~le della confluenza dell a Sesia.. j'utte queste opera.1/..ioni vennero compiute. La ,~" Divisione fn ~ostennta daJla 3" ser,ione della 3"' batteria, ment1·e le altre due sczionii rest avano al 'J'onioue; e Ll 1.• batteria fu posta con 1e truppe a guardia clel ponte. La 3a Divisione iniziò la dimostrazione al mattino 1 verso Pa,l estro; ne faceva, parLfi la G" batteria,, cli cui un a seziOJ1 e, aprì il fuoco contro le posizjoni presumibilme11te occupate dalle gran guardie nemiche. Essendosi ndito il rumore cli. artiglierie cbe si avvicinavano, g1i ::Lltri quattl·o pe,,,zi. p1·esero posizione, ma <~ssendo l'artiglieria. nemica ben riparata. dietro gli argini, fu ritenuto . opportuno sostituire la G' battel'ia con la 7", armat~1, con canno ni da Hì. La narrazione di qnest'episoclio riportata dall'Ufficio Stori.co, rileva che << fl c~nmbio venne fatto a bracda sotto il fnoco vivissimo del nemico. La 6" conti.nnò il fuoco fino a,lle ore 19,30 sempre brill:rntemente controbn.ttem1o il nutl'ito fuoco avversario>>· Coutemporane.amcn te, si dovette p1·oeedere alb coshuzione di l'ipari per protegger·si clal vivissimo :fuoco di fucileria e d'artiglieria. dell'avvers:u·io, il quale, oltre alle batterie di razzi, collocate nelltL zona boschiva, postava una batteria di obici presso il Molino dell'Isola, e due sezioni presso Palestro. Alle 01·e 7,30, raggiunto lo scopo del1a climostrazi.one di. passaggio, e veun to l'ordine di. interrompere il combattimento, le batterie si ritra::;. 2
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1859 sero, effettuando, con mi.rabile prontt~zza e regola.rità, il ripiegamento per pezzo, particolarmente laborioso ed arduo in quel trrreno pantanoso. Del contegno tennto da queste clue ba,tterie, nella, giornata cl el 22, il capitano Siracusa, tra le alt.re cose, dice: « La G" hatt.cria, ' (capitano Casanova), .scortata cla,l 2° squadrone del Saluz zo, si trova per l<1 prima volta al fuoco in questa campagna, il :22 maggio sulla Sesia, e precisamente di fronte a Palestro, donde batte con grande ·efficacia, i cacciatori tirolési spiegati sulla rivf~ sinistra del fiunie: e mm batteJ'ia anstriaea in posb,ione poco a monte di Pa,lestro )) . In questo piccolo fatto d'arme, che pure prelncliò aJl'a,zio· ne mira.bile della baUeria nena gioma;ta del 24 giugno, « si distinse assai il lnogotcnente Crema per il sangue freddo e l'int0.l]jgfmte direzione data al fuoco de lla sua sezione, ehe fu quel· la r:he ebbe ::;pedale incarico cU controbattere con tiri a pana r:utiglie1·ia del nemico)) . E della 7" (Capitano Balegno di Carpeneto): « Oontrobattè l'artiglieria nemica che era dietro ripari., e stette al fuoco dei TiroleRi affatto allo scoperto con grandissima calma. Si distinsero i luogotenen ti Accusani e A.òami, i. capipe7.,7.,o sergenti Parocli e Vigna, e il sergente Manca, che comandava la 2• sezione)). La 2" Divisione lasciò a M9tta dei Conti poche truppe, so'stenute da.l fuoc o della sezione obici della. J 3" batteria, mentre i1 resto Ri portò a Terranova, on~ hi. lG" batteria aven1. giù, mw sezione iu aYamposti (~ le altre due in paese. A Terranon:t le ti-uppe ~nt<le forono r1;cco lLe cl.1 fu oco di fu cilcl'ia ,e d'al'tigliel'i,1 cni rispose1·0 · prontn.mente la 1:5", la 1:3"' e la t;e:done obid delfa 1 O\ riducendo al silen zio le 1,attel'ic~ a.nstria e· h·e _ Circa Fopt~ra sYolta, il 22 nrnggio , <'lnll,1. 1:3" b1lttnia, d richfa.miamo ad un rapporto del comandante capitano 0ugia, assai lusi.nghiero in riguardo al contegno dei cannonieri al fuoco; nè meno el.oq~1ente è, per la J O", la menzione onorevole concessn n] suo com:rnd.ante,· capitano Quaglia . La !5" Divisione fece un attacco dimostrativo all'Isola Pkcinina, al quale prese parte la 17" batteda. Il giorno seglH.!nte, le oper:u:ioni. fnrono eontinuate sempre
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f':econdo il medesimo concetto. Alle azioni dimostrative della 5• Divisione intervennero le batterie 16", 17" e 18". Dove l'artiglieria ebbe azione vera,mcnte efficace fu con l::L 2• Divisione, schierata sull'Isola di Pontone e .sul terreno fra Af>sia, e Roggia Bona; fatta, segno a un vi vissi mo fuoco di fuci · leria e d'artiglieria, la 12• e ]a 15" batteria risposero effica,cemente, riducendo al silenzio le artiglierie nemiche. In qu~sta giornata « il fuoco della l" sezione (15" batteria · Luogotenente Cav. Della Chiesa) obbligò al silenzio una batteria, nemica di racchette che la controba,tteva a meno di 300 m0tri. Anche i tiri precisi della 2a sezione (furiere 'l'rombetta) contribuirono al successo .. Il sottotenente Perra, comundante la 3" sezione, la più esposta, tenue alto con l'esempio e cou le parole il morale dei ca,nnonieri sotto il fuoco nemico». :8 specialmente da notarsi il contegno del cannoniere Berrnto Pietro, il quale <e sebbene fe. rito, non solamente ricusò cli ritil-arsi, ma quando il suo pezzo cessò il fuoco, seguitò con la fanteria a tirare col suo moschetto contro i cacciatol"i nemi.ci, n nlla cnrando le sofferenze clelh~ riporta,te ferite)). Alle 18 della stessa giornata, una, sezione della medesi.ma batteria controbattè due pezzi nemici in posizione presso molino Gamera. L'episodio viene così narra:to clal Siracusa: cc Verso sern. del 23 maggio questa sezione controbattè una batteria di due pe:;,:-1i da 16 clel nemi.co e l 'effetto dei suoi tiri fo tale che, dopo soli 14 colpi a palla, ht posi½ione fu abbandonata dai pez zi auFJtri.aci, che si ritirarono malconci verso Orfengo. La sezione, scortata da uno squadrone, avanza all'inseguimento, 0, giunta a. 100 metri da.Ila posizione, dove poco pri.ma erano i pez:;,i a,ustriac:i, prende nuovamente posizione sullo stradale ed apre il fuoco a metraglia)). Si disti.nse in modo particolare il luogot(-mente Dogliotti, che non mostrò Ja minima emoz,ione qua,ndo ebbe la sciarpa f':tr.:icciata da 111u.1, scheggia. cc Il suo capitano riferisce il fatto nel rapporto, notando come lo a bbi,t omesso il luogoten t{, I >o· p;Ji.otti, 11011 soltanto nella sua deseri:;,ione scritta, ma n.nche nei discorsi tenuti sull'accaduto : lo che prova essere la modestin 1111:t qualità precipua dei valoi:osi. )).
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Il 24 maggio , hoJ1 fu compiuta. a.lc1rna imporlante operar-ione; la, 4" .Dtvisione, in S·eguiLo a jnclizì <l'aumento Lii for½e del nemico, ritirò pm·t<~ delle sne truppe snlla d.estm della Sesia . . Il 25 maggio, Li. 2" Divisione fn violentemente battnta, dai ti!•j cl' artigliel'in, ai quali risposero snbito le batterie 12", 14" e 15". Per le prove di valore date. in quella giornata furono deco rati di. mc'daglia d'argento il capitano Marro e il sottotenente Gott:u·di della 12". Della 15" batteria. che l'ispo~e pl'Ontamente al tiro nemico e con tanta efficacia, da obbliga.re l 'artigliel'ia nemica, a tacere alle 5 1/2, si distinse, s11 tutti, il luogotenente Oav. D<J,11a Chiesa che'., mirabilmente coadiuvato dal sergente l\faina, riuscì a cambfa.re, sotto nna fitta gru.udine cli proietti, la primiti'va sua posizioae per un'altra più adatta e men o esposta. A proposito delle operazioni compiute in queste giornate rieordererno, qui., l 'orch11e del giorno del comando generale delFarmata. emanato il 27 11u1.ggio da Ca,sale Monf.enato, nel q11a J0 :::i leggl'l : « Li 22 e 23, mentre a.lcune ricognizioni dirette da S. .M: . in persona sulla Sesia e sul Po, protette mirabilmente dall'art,iglierici: tenevano a bada il nemico, l'isolotto che trova si in facda a ~'erranova veniva fortemente occupato da.i nostri)). Segue l'elenco delle ricompense~ conferite per questi fatti d'arme, rnd quale leggi~1,mo i nomi di due artiglieri decorati cli medaglia d'arge11to e ben undici di 1n.cnzio11c onorevole. "Dopo que·ste opel'n,zioni preliminati. 1tn ordine emanato da 0asale iIÌ dafa 24 maggio dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Piemontese clei:;ignava il nuovo ripal.'to delle batterie e dei par·chi d'Artiglieria fra ]e I>ivisionL che r isultò il seguente: ' il 10•-11a-1zo. b· a t teria : bri'g,~ta CO lll.ll,11 rl:L11 te di. l" Div.: alla la rna,ggiore cav. Cngia )) )) 2• )) )) J3"-J4a·l=>" eomanèl.a.n te cli brigata ii maggiore sig. Salin o ,1•. 5"· Ga )) )) c:o ma,n da,n te di brigata, il )) 3" )) m<1ggiore ca.v. Di Rcvel
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NUOVA RIPARTIZIONlil DELLID BATTERIE
alla 4"' Div. : la
l"'- 2·- 3" batteria: coma,nclante éli brigata il
maggiore bal'. Oelesia comandante di brigata. il maggiore cav. Avogadro >> Riserva d'Artiglieria le batterie 16a-17a_18a : comandante il maggiore cav. Della Valle Comandanti dei Parchi d' Artigliel'ia furono rispettivamente i capitani Picco, Bianchi, Cugia, Morra e Grassi. )) 5"'
))
»
)) 7a_ ga._ 9a
Il mattino del 25 maggio, per effetto di forti piogge cadut<> nella notte precedente, le acque della Sesia si erano fortemente ingrossate. Gli austriaci, a mezzo di una batteria di , pezzi co struita nella notte, appena spuntata l'alba, cominciarono a cannoneggiare le truppe della 2" Divisione. Risposero prontamente le batterie piemontesi 13", 14" e 15" con tiri cosi bene aggiustati ed effica-ci da costringere J'artiglieria avversaria a ritirarsi. Verso sera, le acque del fiume si abbassarono, e allora il generale Cialdini fece ripassare le truppe sulla sinistra della Sesia; il generale Fanti, invece, decise di. rinforzare le truppe che aveva a l\f.otta dei Conti con la 13• batteria,. Questi movimenti. 11011 cliedel'o luogo però ad alcun avvenimento particola1·e, e le truppe in avamposti dei due belligera,nti si limitarono ad esercitare una reciproca vigilanza,.
Prattanto, il feld -maresciallo Gyulai, convinto che le dimostra;;doni di passaggio deJla Sesia da parte degli alleati tendessero unicamente a distogliere la sua attenzione dalla stretta di Stradella, e che iJ concentramento delle forze francesi tra Ales&:'tndria e Voghera mirasse a far sviluppare un attacco nella direzione di Piacenza, dislocò le sue truppe per parare a tale eventualità. Fin dal suo anivo in Italia, l'Imperatore dei francesi aveva progettato di effettuare un'ardita marcia di fianco per Valenza. - Casale - Vercelli, con l'intendimento di piombare sulFestrema destra austriaca per prevenire le truppe del Gyulai 52
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1859 al ponte di Buffalora. Ma il mattino del 25 maggio, l'esecuzione · di tale piano gli parve pericolosa; e giudicò, invece, più rispon dente a,l la situazione il passare il Po a Candia ecl a Valenza per attaccare, poi, frontalmente, lf! trn ppe nemiche d1 e ~.i trova Y,1 no sull'altra sponda . Però, nella, notte del 26, riprese il piano primitivo, affidando alle truppe piemontesi il compito della protezione oltre la Sesia, fra Canclia e Vercelli. Da questi mutamenti di direttive conseguirono ordini con tradittorì che stancarono ed irritarono re Vittorio. Comunque, nella mattinata del 26, Napoleone III, seguito dal suo capo di stato maggiore, erasi recato a Vercelli e, di là, coi generali La Marmora, e Cialdini, a. riconoscere la Sesia. Gli ordini emanati dal Quartier Génerale degli alleati prescrivevano per il giorno 30 l'occupazione di Palestro da parte di una, Divisione piemontese, la, qua.le avrebbe dovuto costruirvj un ponte di barche; le altre forze piemontesi, sostenute dal Corpo del Canrobert, avrebbero attaccato, nella mattinata del 31, gli austriaci che occupa.vano Robbio, spingendosi., poscia, oltre Novara, nella giorna,ta, del 1° giugno. Nella stessa giornata. cle.l 1° giugno, dovevano cffettuand. inoltre, i seguenti movimenti: dimostrazione contro Candia da, parte di una Divisione pi.emontese ;, assicUl'are la comunicazione con Geno'i7a da parte di una Divisione francese, che a, tale scopo doveva lasciare una brigata acl Alessa,ndria, e una, brigata a Tortona; a quest'ultima andavano assegnate 4 batterie a cavallo. ~ Ma proprio nella rnaltiuata del 20 maggio, .l'a,rtiglierhi ii 11 striaca prese sotto il suo fuoco la 12" batteJ'ia piemontese, che però reagi energicamente r iducendo al silenzio i cannoni nemici. Quei:;t'episodio fu oggetto di una, comunica21ione, invia.ta dal comanda nte d'e lla brigata granatieri al comandante della, 1a Divisione, così concepita : « Partecipo alla S. V. che la 12"' batte; r'ia. ebbe a rimanere nella posizione che occupa.va sulla sponda della Sesia, ·perchè il generale Fanti non ravvisava opportuno che fosse per ora traslocata. Stamane alle ore 4 il nemico cominciò il fuoco contro la medesima con una batteria di 6 pezzi, cui fu vivamente rispo sto, in modo che a11e 5~ taceva la batteria nemica e si comin-
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S!'L L.\ s1:--1STI!A DRLLA SESI.\
dava dalla parte opposta il fnoco di moschetteria. l.i n caporale della bati.e1fa, ebbe n11:1 contn.·io11c i n 1m fianco e clne cavalli furouo uccisi. Alle 7 cessò il fuoco. ~cozia cli Ca1liaJ10 >>. Nella mattinata del 27, gli alleali ini¼iarono i movimenti di.visati . Il III Corpo francese, partito in fcnovia da Pontecurone, in due g-iol'ni si portò a Casa.le Monfenato assieme al IV Corpo ed alla Guardia; il [ Corpo raggiunse Sale e Bassiguana; il TI Col'po, Valenza, e J\Iirabello; il maresciaJlo Bai-aguey D'Hil· lirr::; passò il Tanaro sui pouti cli Rivarone e di Porto della Radice; la Divisione d' Autem,11·1·e, eon due ~<p111d1·011i di << }lo11 l"P1·1·ato )), si portò fra Tortona e :Pontec111·011e, rnentr-e i cavalleggeri di Ao.·ta e di Novara raggiungevano ~n.le col I Corpo . La P Divisione piemontese si portò d:t Casn le a Vercelli, ~eguita dalla za Dtdsione che aveva preso posto nella colonna cli m.a1·cia a. VUJu.11ova Monferrato; la ~a Divisione, seguendo la strnda di Prarolo, raggiunse Vercelli accampandosi fra la cit tù e lc1 Scsia. La 4" Divisione passò sul Ja sinist1·a clell~L SesiiL, e la Divisio11e di r,avalleria accautonò a Vercelli, dove si stabilì il QurH-tiel' Generale . In seguito a tali. movimenti, e dopo un lungo colloquio av ,·enu to tra i-e Viltodo e l'Tmperatore, la 5"' Divisione si stese da f:;11.1.0. !-tilla sinistra. al ponte del.la f<-no,·i,t di Yale11z:1. sullu, <lestn1, prendendo posizione con la 7" hn lteria. a Ga,zzo, con 1'8" e ht 9" a lt'rassiueto e Tone cl cll' Iso la, e destin:rndo una scr-iolle in ognuna delle loca lità i:;uddette, mentre il parco rima· se a Caisalr i\'Ioutcrrato insieme con 1'8a e la 9a. compagnia d'art.iglieria da piazza. L,t JJiYisione clw !ii sistemò ,Hl .\ les~all(lt-i:1 presidiò Je opere clelln, fo1· tpzza con le compagnie l"', 2", 7", 1.0", ll3 e L:!" di artigliei-ia da: piazza. JI rel<J-rnaresciallo Gynlai, coJ1ccnLl'ate le forze in Lon1.eJliua. pHtern aUenderc l'urto nemic·o, ma la sna, atte1izione era par1ic-ol.,n·rnenlt: ri volta a fronl'eggfare nn attacco proveniente da swl. e peri"anto, si preparò a difendere la l_inea, del Po col III <' col V Co1·po, per u,ttaccare VogherH, col IX Co1·po. Jl 29 sera, -
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~ --::::;:;~
~Prarolo
J~ii . 225
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secondo quanto era stato precli:-:posto, l'esercito piemontese erasi stabilito davanti a Palestl'o, ed i n1ovimenti. compiuti nella giomata del 30 portarono ai combattimenti di Palestro e di Vinzaglio e, nel giorno sucC'essivo, a quelli di Pa,lestro e di Con fìenza _ A tutte (~ quatho queste battaglie, che furono Yere <! proprie vittorie dell'Esercito piemontese, l'Artiglieria partecipò efficacemente.
Fig. 22G - Vittorio Emnnuelc IT nlla battn.:.di:1 cli P:1 les tro. (da schizzi ctell'epoca dell'ufficiale l)iemontese M. FiurliJ. (<la.lhì civica raccol ta delle sta mpe - Arch iv io fotografico ciel Com une cli Mila.no).
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La 5"' battel'ia clelJa 3" brign.ta si distinse a Vinzaglio, arrestando con vivissimo fnoco a mitn1glia un contrattacco nemico proveniente da, Coniìen:m. Ln :2" brigata d'artiglieria prest~ parte al combattimento di P:i.lcstr-o in n.ppoggio alla, 4• Di vjsione, seg1rnlanclosi per l'a1.i.orn~ della 3' batteria , che con soli 4 pezzi da lG, subl n tiro nemico per 4 ore, lanciando grana te contro i cannoni avve1'sari, e pnlle cli. striscio sullo stradone. -
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A Confienza, il 81 maggio, si s<.~gnalò la sezione obici della 14'' batteria.. La sezione, comandata dal mal'chese Oorsini, aprì il fnoco contro uua batteria di 4 pez7,i e con tiro efficacissimo fece anche saltare in aria un ca,ssone nemico; essa, fu poi sostenuta dalla sezione del luogotenente cav. Bava e le due sezioni riunite ridussero al silem;io l'artiglieria nemica. L'azione diede luogo a vari episo<li di. va·lore nei quali sovra gli altri si di· stinsero i due predeW Ufficia.l i che furono poi decorati di meda,g'lia d'argento; eguf.Lle 1·icon1.pensa fu data al sergente Borsellini, capopezzo tlel pezzo che fece saltare il cassone nemico, e a.I canno11iere Vi.scoli Nicola,o, il quale, benchè ferito gravemente ad una, mano, sicchè qnesta gli dovette essere amputata, seguitò a far servizio a,l pezzo, solo cambiando mansioni percb'è 1n. ferita 11011 gli permetteva di maneggi,1re lo scovolo'. La 15\ intanto, attaccata ripetutamente da pattuglie di <.:.:Lcdatwi 1H1stdaci, duscì 11 re1o;piuger-li, con til·i a mitragl ia sparati a 300 metri di dii;;t•.mza. Nella, gior11ata di Palestro, l'avversario alle ore 10 attaccò in forze gli avamposti della 4a Divisione, e, in breve, il combattimento si accese furi.òsissimo, con gravi perdite da ambo le parti. Si distinse in modo speciale la 3" batteria., comandatr.,; dal capHano Ricci Oa,priata, alla, qu,tle, secondo il Siracusa, << è dovuto in gran parte il successo della giorm~ta >>. A sostegno della 3a se7,ione_, a,ccorse b l" sezione delht 1" batteria, che ag1 con mirabile slancio, incitat.1, dal valore del coma,nda,nte della batteria, capitano Dho, e del comandante della, sezione, luogotenente Qun,glia. La 1" e la, 2" se1,ione della 3" controbatterono efficacemente l'art igliet·ia a circ;;~ 900 metri, e la 3' sezione, portatasi inna,n zi per molestare il nemico in ritirata, si trovò in posizione difficile, assai battuta, mf:L rimase irnp,1vida anche nei momenti di maggior pericolo. Si segnalaro1io in modo specia,l e il capitano Ricci, i luog'otenenti Olivero Eugenio e ·Mussi, e il sergente . Scarpa, i quali ultimi due riuscirono, sotto un intenso fuoco nemico, a salva.re un pezzo caduto in nn fosso, mentre la batteri11 prendeva posizione : la sezione del 'l'enente Olive1·0 che fo la più esposta. e che awwa an1to la. fortun.:L di spa,rare, in questi due giorni di battaglia,, il p1·imo e l' ultimo colpo di cannone, -
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LA
9"
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llATTEUT.\
ebbe dal (; e11era.le Della Marmora questo ,s ignificatiYo encoillio :
« Chiel, tenent Ulfré, a l'a a,vii l'onor d'la gi1':>rnà.)). La 5" batteria della 3" Divisione, ebbe p ure modo cli di.stinguersi. molto, e speci.almente si segnalò la. 1" sezion e, comanda ta dal valoroso
Fig. 227 · Eugen io Olivcr o. (d a fot ografia dell'epoca)
luogotenente Enrico Goncl la , che a,rreslò con v1v1ssimo f uoco a metraglia un contrattacco nemico proveniente da Confienza. Il 31, sulla Sesia, la 9"' e la 7" batteria, incaricate di proteggere il gittamento dei ponti, sostenne1·0 bravamente, "per oltre un'ora, il fuo{:o di co11 trobatt(~l'ia n<-:llllica che rovinò gli spalleggiamenti ed imboccò ripetu tamente le cannoniere intagliate negli argini. La, 9\ da pprima sola, controbattè vigoròsamente il fuoco di otto pezzi nemi.ci, :6.nchè, sopraggiunta la 73, e intensificatosi per tal modo il tiro, le artiglierie avversarie dovettero tacere e ripiegare . Per quanto concerne il combattimento di Palestro, è da notare quanto è detto nella Relazione a,ustria.ca la quale afferma che c< nonostante la felice piega presa inizialmente dal combat-
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1859
timento >> il feld -maresciallo Zobel non volle spingere più oltre l'azione perchè il nemico appariva chiaramente troppo forte e << la F:Ua artiglieri.a., ben postata,, non poteva essere ridotta, al silenzio )).
* * * Gyulai, ritenendo che i combattimenti del 30 e 31 maggio mai:;cherassero un:offensiva, generale dalla parte cli Oanclia e cli Frassineto, aveva dapprima pensato di rinnovare l'attacco a Palestro; ma nella notte sul l" giugno ebbe notizia della marcia delle armate francesi da Vercelli a Novara. Le disposizioni date dal Comando austriaco lascia,rono però quaia;i inalterat::t la dislocazione delle sue forze nel poligono Robbio - Candia - S . Nazzaro - Vigevano, col centro a, Mortara, mentre le forze alleate presentavano tre Corpi d'armata fran C<'Ri. in marcia, su NovBra, quattro Divisioni piemontesi e tre Divisioni france1d del III Corpo tra Palestro e Confienza,, oltre tt,Jla riserva a, Vercelli e la 5" Divisione piemontese, sull'estremo destro del dispositivo. Alle 10,20 del 2 giugno, Napoleone III chiedeva alle Divisioni piemontesi di attacca,r e Robbio, che gli austriaci sgombravano dopo due ore; nello stesso momento, sotto la protezione di 24 cannoni, l'imperatore Napoleone faceva, gettare un ponte di barche di 180 metri a 1'urbigo, e passava i1 Ticino iniziando l'oper,!J,zione .alle ore 19,30. Il 3 giugno, mentre Napoleone chiamava l'armata, alleata a 1'urbigo, il · feld-rnaresciallo GyuhLi ordina.va i movimenti per attaccare sul fianco le forze franco-piemontesi; movimenti che rondussero alla, battaglia, di 1\'fagenta. La lotta fu vigorosissima da enirambc le parti : gli austriaci riu~cirono a catturare un pezzo della 3" batteria, francese, che venne mandato a Vienna e sega to per esaminarne la rigat ura : la famosa rigatura, elle inventata dal genio del piemontese Oavnlli, costituiva ancora, per Vienna, un'incognita,! Intanto l'esito del combattimento era incerto, e venne deciso dal provvidenziale inte1·vento della 2a Divisione piemontese (Fanti), che, giunta alle 18,30: costi:inse ben presto il nemico a ce-
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LA BATTAGLIA DI M L'azione della 2a· 0·1v. AGENTA Sarda
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1 59 dere . .Alla ]o tra prcseto par-te 17(i cmrnon i degli austl'i.aci, contro 91 degli allf'ati , di cui solo 4: I)C½7.i pieruontesi, appartenenti alla rn; b:1ltel'ia. vom,uHlarn tlal. <·apita110 Ungia di 8. 01·:,;01;1.
11 conrn,ndo anstriaC'o riteneva. òi riprendere il grande attacco all'h1rlomani, ma le 11ettlite i:;nbite e le condizioni delle trup·
F'ig. 22!l - U vaJ1orc :rnstl'i:ic·o 'l'o rc'i.ç colato n picco nel golfo di Sn.lò dai cannoni Bard i • 1!l G iltl!'UO 1859. (Incisione del temoo: colle7ione Comandinl, Milano ). (da 1·1talia nei cento anni d el secolo XlX d i Alfredo Coma ndinl o An tonio Mo n ti. Edlt. Antonio Valla rdi, Milano).
pe consigliaro110 la ritinita, che fu effettuata nei gior1ii 6 e 7 giugno, perdenrlo così il contat to con le armate franco -piemon tesi; e l'ipiega11do dietro l'Adda. Nella giornnta dcli ' '" , gli alleati entra,7 ano in Mila.no, mentre, a Melegnano, 35 battaglioni francesi e 36 cannoni del I e IT Oorpo mandavano tt vuoto la ripresa offensiva degli anstriac.i, iniziata con 10 battaglioni e 16 pezzi del VII e VIII Corpo. Le vittori e ottenute litsciavimo, però, la, partita, ancora in deci~a. perehè, nonostanle le perdi te. il grosso della 2" Armata austriaca ripiegando sul quadrilatero rimaneva intatto, e poteva quindi attendere rinforzi. Dopo un combattimento anche a 'l'reponti, contro i volontari gariba ldini, i quali C'OlllC al !=.Olilo opposero gr.inde resii-l<'nr.a , -
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GYU L,AI HIPI ECA OL'nrn I L CHIESE
l'Esel'cito anstriuco, perdnto co ,npletamcn t.c il c:onLatlo col ne n~ieo, con tinuò H ripi cg<1me11to oltre l'Adda, l'Oglio, il Mella e<:l il Chiese . .I ] lG giugno, si ma,ntenne sulle posizioni di riva sinistra, del fiume; il 16, le a,bba.nclonò per rioccupa.rle l'indomani con forze rna,ggiod; ma nella notle sul 20 , si ritirò de:finitivamen Le snlk altnre <li JHon tichiari, di. Ghedi, di Castiglione ~ cli Castel Ven :wgo, permettend o così agli alleati di stendersi da .Lonato, pet Esenta, a Oa,stiglione delle Stiviere. Tl maUi no del 24 gi ngno, le forza~ fra.ncesi si a,vvicinarono a.I M:incjo, spi11gendo~;i cla Esenta su Solferino ; sulla sinistra, quelle pi~montesi a vanzarono nella direzione di Peschiera e di }fadonna de lla Scoperta. Contemporaneameinte gli austriaci, avendo rinforr,a.to J'esercito con la raccolta di tutti gli elementi clisponibi.H, dec,jdeva,no cli muovere offensivamente in.contro all'avversario, spenwdo di sorprender e separatamente le forr,e alleate, che !'.i er a n o divise al passaggio del Chiese.
La sHuazione dei belligeranti la sera del 23 giugno - Inizio de lla battaglia di S. ì\fartino - Gli attacchi eseguiti dalla Brigata Cuneo - La s" Divi5ione - Atti di valore compiuti da artiglieri in questa prima fase de lla battaglia - Le Brigate Acqui e P inerolo L'azione dell'artiglieria in questa fase - Altri atti di valore di artiglieri nella seconda fase della battaglia - L'az ione alla Madonna della Scoperta - L'artiglieria nella prima fase di questa azione Seconda fase - Considerazioni sulle due battaglie del 24 giugno Battaglia di Solferino - Considerazioni sulle artiglierie dei tre belligeranti - L'artiglieria coi Cacciatori delle Alpi - L'investimento della piazza di Peschiera - Il parco d'assedio - La pace di Villafranca - Consegue nze cli questa pace - Dimissioni di Cavour - Nuovo Mini.stero Cavour - Riordinamento dell'artiglieria - Cessione di Nizza e Savoia - Annessione di Toscana e Romagna - N uovo riordinamento dell'artiglieria.
Due formidabili disposit ivi erano in moto : quello alleato, schiera to sulla linea Desenzano -· Lonato · Castiglione delle Sti-
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1859 vicre - Carpe11 ccl olo 1 doveva verso l'aJbn, dirigersi ad est; quello ausrl'iaco. schierato i: ml front e Pozzolengo - Solferino - Guidizzolo , doveva fra le S <' le 9 clirigeri,;i a Deseu:rnno - Lonato Castiglione <lcll e Stivicre - Oa,rpenedolo. I due movimenti diedero così l uogo ad una delle più grandi battaglie d'incon tro dei tempi moderni. La forza combattente dell' .Bsercito piemontese, coinpresi i OacciaL01·i del.le Alpi e una Divisione toscana, ammon tava a !J(ì battaglioni , 37 squadroni e 21 baliterie, pari a 59.000 fucili, 4.000 cavalli , mo pezzi; quella de11' Armata francese a 198 bn ttaglio ni, 80 squacfroni, 52 bat terie: ossia 118.019 uomini, 1020G cavalli e 432 pPzzi: complessivamente. dun que, ]77.000 nomini, 14.000 r,avalJi e 592, pezii. L e forze ttnstriachc in Italia salivano a 192.000 nomini, 18.000 cavalli e 844 pezzi; di taJi forze, però, si t rovarono i n gl·ado di partecipare alla battaglia soltanto 141.705 nomini: 9.715 eavalli e 688 pezzi. La ù·onte sulla (}nale si schierarono gli austriaci tagliava tl'asvenmlm('nte le co11ine dell'anfiteatro morenico del lago di. Garda, e per questa. ragione la battaglia, si frazionò in combatti men li. cfo,tin li, che si svolsero a seconda delle direttrici di mar· eia delle dh-e1·sc colonne, polarizzandosi, nel pomeriggio, attorno alle loc·alitài di S. Martino e di :Madonna della Scoperta da nn lato, e di Solferino , Medole e Gui dizzolo, dall'altro, salen do ad nltezzc epiche d i valore e di eroismo per l'accanimento che conti-adcljf':t inse i RH nguin oRi momenti della giornata .
* * * L:1 baltaglin di S. ì\Jartino può dirsi. siasi iniziata con gli srontl'i. i.:;oi.:;tennti dai cli. tacca.menti della 3" e della 5a Divisione, pa.rtiti. in .ricognizione. Ln l'icognizio11e della 5" Divii:;ione, condotta dal capo di stato maggiore, tenente colonnello Cadorna, con l'ordine di mar· cinre verso Pozzolengo , respin se gli. a,vnmposti nemici. ì\fa, ben J)l'esto. le I'i 8erve austi·iache c11 tra ron o in azione; 1'8~ batteria cli rae(' h<>tte, alla quale si aggiu111-,pro J c·annonL f11l111i11ò In <.:oi~)ll · -
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BATTAGLIA
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S.MARTINO
ore 7.30 • 10 • le ricognizioni Cadorna (a )-De Vecchi!bJ La brigata Cuneo a1tacca S. Ma rtino e la Controcania
Fe111le V6'CGY110
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l1'ig . 230
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SAN 1\:fARTINO
na. piemomer-.e, costJ·i11ge11dola, :1 1·ipiegare, sotto la p1·olezione della l" sezione clclla ·rt' b[Lttel'ia, che continuò a fm· fuol'O n, scag-lioni cli pezzo. Una forle colonna avvel'saria cli 2 battaglioni, con S przzi., minacciò ~eriamente il Cadorna; il qnale, pur non poremlo eonlare snll'appoggio dello squadron e clci. ca.vu,l lcggeri cli Salur.r.o a causa del tCPPeno solc[Lto <lu fossi e irnpeclilo dagli alberi, i-inscì però a fa1· ripiegare ordinatamente le sue truppe soltanto mercè l'efficace protezione dell'artiglieria. Il comancfante della, sezione, 1uogotcnente Accusani, con ammi.reYolc intelligenza e <·on la calma elle .·cppe infondere a, tutti i suoi c:aimoniei-i , c.splicù mag11i fkH m<.'11 tC' t ale protez.ioue, pren . clenclo ~nccessivc posizioni su t·eneno battuto dal nemico . Alle 8,15 le truppe piemontesi si raccoglievano a nord dell'argine della forrovia, mentre gli a ustriaci, con 8 battaglioni e 12 pezzi, occupnNa,no .Le n,ltnre cli S . Martino. Dal.le 8 alle 10, il prode generale Filibetto Molla1'cl, elle gi.à abbiamo ammirato nelle g-nen e p1·(•ceclcnli , non i-upponendo di a.vere a c·he fal'e con fol'ze considerevoli., decise l 'ass11lto a.lle alture con la, brigata Cuneo, facendo sostenere l'attacco dalle sezioni. clell'Sa bat· trria, comandata dal ('apilano Casanova. L'e(lìcacia, del tiro clell'artigHeria piemontese e l'impeto ir refrenal,ile dell'attacco dei fanti ebbero, in un primo tempo, ragio1w deU:avYersario, elle abbandonò tre cannoni, i quali stavano già, per essere in chiodati d::i.i Piemontesi, l}Uanclo, con un ritorno conti-offensivo, g li austriaci rironquista.i·ono le posizioni poco primn perdute. Una ~econch Yolta, i PielllonLeisi Ri scaglial'ono aJl'nitacciJ, ricacciando ancora l'avvei·sario ; ma poco dopo, 13.000 n,ustria ci, sostenuti dal fuoco di 2!) per.r.i, ::..i rovesciarono sui 9 battaglioni della «Cuneo )> e s ui quattro pezzi del cn.pitano Casanova, obbligm1doli a retrocedere. I l l'i.piega m.ento f'-i effettna sotto la protezione della 7• e dell'8" bntteria clella sa Divisione, intervenute tempestiYnmente rsnl campo della lotta.. Il ca.po di stato maggiore clcllH fi"' Divisione, tenente eolon nello Ric·otti, 01·tlina a una sezione del.fa 7a batlel'ia di po1·taJ'SÌ a,anti pt>r anestare l'avanzata cl<>] nemico; il comandante della, batt<>.ria, capitano Baleg·no, avanza in1pe1'territo con la 3a sezione (furiere l'agliara), ,e scltictatab i11 posir.ione a l'.iO metri -
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L' ATTùCCO DIJ)LLA BHI G A'l' A CUìSE O
dal nemico, riesc(~ a.d arrestarlo con Hn efficacissimo tiro a metraglia. L'avversario insegue allora col fu oco i reparti piemontesi in ritirata, spingenllO 1'8" buttcl'ia cli 1·acehette sullo sperorH~ cl i S. Martino presso la, chiesa, mandando la 10a batteria a ca-
B'ig . 231 · Luogotenente generale 1,'iliberto Mollanl, comandante la 3a Divisione Sarda, ctistintasi a. San Martino, 2-1 Giugno 1859. (incisione clel t e m po; Museo del R isorgimento, Milano) . (d a. l 'Itcili a nei cent o anni d el secolo X I X d i Alfredo Com a ndin i e Ant onio Mon t i. Eclit . An t onio Valla.rcli, Milano).
vallo sul.la quota cli Casette OitcnL a sud di Ort.1glia, ed inviando altri 4 pe½zi sulla stradtL Lugana. Sono circa le ore 10. Men tl'e la << Cuneo )) si riordina, arriva la 5" Divisione piemontese; e l' avversario, prevedendo un nuovo urto sulle collin(~, rafforna il proprio schieramento ,chiamando -
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S.-\K l\!ART l:-10
a sostegno dei 13 battaglioni altri 4 battaglioni, e nuove batterie. Così che sulle posi7,ioni della Oontrocania, 11artiglieria au · striacn, schiera la 2" batteria a cavallo e la 5" batteri a della riserva ad ovest, e FS' batteria [L cavallo ad est; sulla quota di casette Oitera, a,lla lùa batteria a cavallo si aggh111go110 l'S" batt~ria 1·acchette e la l" ba.tteria da battaglia; davanti a Corbù di Sopra si post.a la 12• batteria della ri ·erva. Con Fanivo della 5" Divisione, le artiglierie piemontesi si dispongon o ad appoggiare !!azione della brigata Casale. Sono in tutto 10 battaglioni, sostenuti da J 6 pezzi della 7" e dell'S" batteria, e cla.lle 2 sezioni della 6", che, scagliatisi avanti con impeto irresistibile, rioccupano le posizioni; ma gli austriaci, ricevuti nuovi rinforzi, conti·attaccano con pari ardimento e costringono la bri~a.ta. Casale a ripiegare sulla posizione n.i par, tenzn.
1~ doveroso e util e per la, nostra Storia,, mettere in rilievo t:1bni dei tanti a tti di valore individ uale compiuti dai nostri m~tigli cri: il capitano Balegno (medaglia d'oro) con un braccio tmpassat'o da una palla di fu cile, volle rimon tare a cavallo e tenue pel' mezz' ora il comando della batteria, finché spossato dalla perdita di sa.ugne , fu costretto a lasciare il comando al luogotenen te Accusaui di Retorto, egli pme ferito; il furiere Pagliara e il luogotenente Aclarni, che, sotto il fuo co del nemico, Ri spinsero irp1anzi per ricuperare un cassone ed un avantreno rovesciati ed abb~nçlonati da altre batterie; il s~:rgente Vigna C'he, mentre gli amputavano un braccio sfracellato da una palla di cannone, incoraggiava i compagni che lo volevano soccorrP1·e, perché tornassero al pezzo e si facessero onore. Il rapporto del comandante dice fra l'altro : cc E difficile tessere tutti gli elogi che merita questo valoroso sottufficiale per il grandissimo coraggio dimostrato durante l'azione e per il con tegno eroico, quando fu g1·avemente ferito ». Si segnalarono pui'e : i sergenti Manca e Ma1.l'ei che, feriti, J'imai,;cro ai loro pezzi sino al termine dell'azione; i conducenti Petroleo e Poletti che, durante il tiro intenso clel nemico, stac-
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L'8"'
BATTERIA
ea.ti i cavalli feriti, con una sola pariglia salvMono un pezzo che stava pel' cadere nelle mani d el nemico. E potremmo ancora ricordare i gloriosi nomi dei ca1)orali Moriondo, Cassini, An·. cennay e Ru:ffinengo, dei can nonieri Za,ra, Pallavicino, Burlando e Piacentini, tutti proposti per medaglia d 7argento.
l:"ig . .:t)2 - Cnpirnno H:1 leg11 0 cti Carpeneto Placido.
Lunga sarebbe la serie dei cannonieri dell'8" che meriterebbero d'essere ricordati ; ci limiteremo a riportare le parole contenute nel rapporto compilato dal comanda,n te della brigata, parole ehe dànno una chia,ra, idea del contegno tenuto dagli a,r tiglieri dell'8.. batteria. : « Posso assicurare che non v'hanno pa· role sufficienti a deserivere l'intelligenza, l'energia e il valore 53
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del comanda11tc hL b,1 ttel'i,L gue freddo dei sottnflieiali
:,;.1:-- :\t.-11:-rr :-s u
edegli uiliciali, il cornggio ecl il sanl'
ùei c:anno11ieriJ).
Sostenuta dal fooeo della 0'' battei-ia, che si pOJ>tava nvanti occupando le posizioni della '7" e clell'8" batteria, verso ]e ore 12 gi ungeva ]a brigata Acq11L ehe .1,pingern Je sne truppe sul margine dell'altopia,no a,<1 occnparc Je Colomhare, la Controcania, i l Roccolo, San ~fartino, Ortaglia, sino alla cascina cli Corbù di. Sotto, costringendo l'avv0r~ario nel ;1nf'tn 11·<> . La l" sezione, corrrnnclat~L clal tenente Rossi, si pol'tava al lora a, 100 1netri dall'altopiano; ma costretta, a retror:cclere cli poco per una nuova flutt11 a:.do11e del combattimento, pi-endent posizione e a.priva il fnoco s nlle eo)onne a n~tria<:lw, che el'ano a loro volta soste11nte da u1rn bnttel"ia da hattagliR, sd1ic!rnta sulle alture acl orieute della strada, all'altezza di Cotbù di Sopra. Le altre se½ioni della 9" battc1·ja piemontese, 1uentre tentavano di ra.gginngcre la l" sezione giù in posi::donc avanzata, ebbero FoPdine di prntcµ;g;<:i·c• ]a t i l i:rida, <~ pe1·ci<ì <lnn:~tPt"o p,;rtarsi all'allezza di Desenzano. All'azione intervenne la ln-igah1 I)incrolo, d1e potè schiera.rsi alle ore 12, sostenuta dal fnoco di 10 pez1/,i <lelb 4" e 5" batteri.a, con µn tiro che risultò efficacissimo, sebbene fosse particol.a,rmente <.l.iflkile acl eseguil.'si. in quel terreno coperto da :filar i di gelsi. Appoggiata cla ta.le fuoco , la brigat~L Pinerolo riusd ad ava,1rnare fin o ull:.1 c~1sa Selvctta, dove il fnoco micicliale delle ba.tterie della Oontrocania la arrestò. Il comando della brigata, allora, richiamò i.ndieti-o quelle truppe, riordinandole lungo la, linea ferroviaria. Informato degli avvenimenti, · S . M. il Re ordinava alla, 2' Divisione di inviare nna brigata a 1·i.nforzo della 1 Divisione a Madonna della Scoperta e a Po;;,,7,olengo, e cli. far accorrere J'altra, a rinforzo d ella, 3" Divisione a S . Martino . Contemporanea mente ma11dava alla 3"' Divisione I'orclinc di tener fermo per riprendere l'attacco all'arrivo della ln·igata .A.osto,, ecl alla 5' 3
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BATTAGLIA
DI
S. MARTINO
fra le 10 e le 16
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Pozzolengo_
Fen,le Yer.di,o I
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S.-\'.': :\I.-\R'l'H\0
Divisione quello di ritornare sul campo di battaglia,, potchè Sa11 Martino doveva essere preso a tutti i costi. Alle ore 15, i.1 feld-maresciallo Henedeck, che aveva, riunito l'VIII Co1·po s.u lla forte posizione, richiesLo di rinforzi da inviare a Solferino, rispondeva negativamente pcrchè prevedeva nna ripresa del combat timento, che difatti si verificò coll' arrivo della brigata Aosta della, 2a Divisione. Da parte piemontese la situazione a vrebbe potnto miglio· rare soltanto con un impiego a massa di artiglierie; e tale necessità fu intra,yista dal comandant(~ della, brigata., Aosta quando richiese d'urgenza un concentramento cli fuoco delle batterie piemontesi per frenare le bat terie austriache della Oontrocania che costituivano ,l'unico forte ostacolo ch e impediva agli attaccanti di procedere. Frattanto, nell'attesa dell'arrivo di un ri11for1,o d'artiglie· ria, tutti i pezzi che sono sul posto vengono schierati in modo da poter concorrere va,liclamente all'azione. La, 4a batteria prende posfaione a destra della bl'igata Pinerolo; Ja, 5a batteria si schiera a sinistra di questa; la 6" batteria si apposta più indietro , lungo la ferrovia ; una sezione della 5a: i;;provvista di cai;;soni, a,l comando del furiere 1\falavasi - che per il valore addimostrato si guadagna la. nomina a, sottotenente - si dispone ad appoggiare un movimento aggirante che va svolgendo un ba,ttaglione della « Pinerolo >>. La 15a batteria, schierata presso Casa, Armia, appoggia col fuoco dei suoi otto peni l'azioue della brigata Aosta, mentre i pezzi da 16 · della 6" batteria, postati. di.etro la ferrovia,, appoggia.no l'attacco generale. cc In nna parola - commenta il comandante della 3a brigata d'artiglieria nella, sua relazione sullo scontro - si cercò di ~tordire l'avversario per agevolare l'a,zione dei nosfri >>· Alle ore J 6,30 le brigate piemontesi muovono in colonna verso le a.ltu~·e della Oontrocania e di San Martino. Gli austriaci le lasciano avvicinare e poi aprono un micidiale fuoco a breve distanza . Un turbine che da quald1c 01·a andava addensandosi sulla testa dei combattenti, si scioglie in un uragano di pioggia, che rende il terreno molle e pesante ed inceppa i movimenti dei piemontesi; i quali, dando esempio di sprezzo della -
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BATTAGLIA
01
S MARTINO
Il coolr allacco generai e
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Fig. 234
J $5!) -
~ ,\:S .\L\BTI~O
vita e seguendo lo slancio dei loro bravi ufficia,Ji, fronteggiano con stoico valore 1:1 sitnazione, che si. va aggni;vawlo pct effetto delle for ti perdite che infligge il fuoco nc1nic:o. Nelht tra.gidtà del moment·o, con uno di quegli a.Lti ch e l'Artiglieria, italiana, ha ripetuto nella storia, delle sue batta gHe, le ba tterie piemont<~si operano un r a,pièlo bal½o in avanti
] 'ig . 28:i - TJn episodio <1i 8. M al'ti no. no un pe:r,zo.
r cornln C'enti Pc'i'ro l<'o e l.'nlùl \ i sa l\·,1· (qu:ictro di S . Dc Al ber tis) .
(dalla civica raccolt :1 delle stanrne · Ar-
chivio fo t ografico del Comune d i Mila no).
esrgue11do l'ordine cd il comn..nclo , mn. son atotto segncnclo l'irn · pulso e l'eljòmpio del prode ma,ggiore Genova di Revel. Egli accorre~ da RivolteJl a con élnP sc½ioni di cannoni e le fa collocm·e in batteria fra la Monata e la Perentonelb; ad essi. si a,ggiu,1gouo i pezzi cle]la (P e (~ella lG" batteria, mentre là 3~ sezione della 6" batteria rimane dielro la ferrov ia; sÌ.11la destra avanzano h~ 5a batterif.t per Cascina Oa.nòva ed Armia, e la 4a che prende posizione soHo le Colomba,re . Sono 20 pe7.7.i che, tra Perentonella e la Monata, a pro110 i'I fuoco snll a, Contrncn,nia ('\ con tro Sa,n 1\fartino, mitraglia ndo il nemico a meno di 400 mf>tri. La viole11za e la rapidità dell' azione disorientano i piani del feld -maresciallo Benedeck, che, impossibilitato a 1~esistere a tan-
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1"ig. 23G • J I )fagg-iore d i $éato ~!ag.~iore Ge1101·" T h"on d i !{crei. arrh·a eo11 cluc scxioni di artiglieria, andato a 1irenderle a Rivoltella, e mette in batteria fra la l fonata e la Perentonella diciotto tJeizi a quattrocento metri dalle posizioni di S. :Uor tlno, ' <1eci<len<lo il risultato ds l terzo attaeco :Hle 11oslzioni di San ) fartino, elle pareva fallito : ore 16 del 24 Giugno 1859.
'i,
(lltoJ rafia del wml)O; archtvlo A. Vallardl, Mllano).
(cta r ltalia nel cento anni ciel secolo XIX di Alfredo Comandini e Antonio Mont.i. Edlt. Antonio vauardl, Mllano).
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SAN ìlIAHTIJ'W
ta audacia, ordina alle sue t ruppe di l'ipiegare, nel momento in cui entra in azione a,nche la 3"' Divisione piemontese. Il tiro della li'? batteria costringe gli austriaci della Con h'ocani&. a. sloggiare precipitosamente la posizione, che viene ra· pidamente occupata da alcune batterie piemontesi spiHtesi in· nanzi. Un ritorno controffensivo austl"i:wo, guidato da Benedeck in persona, è ributtato; nono!'.tante il rnloi·c dimostrato, i ba t taglioni austriaci, laceri e sanguinanti, sono ricacciati su tutta, la linea di battaglia ; il comantlo an~ltiaco cle,·e rilllmziare a proseguire la lotta. Così, l'eF:1ercito piemontese, sempre stupendo per slancio ed intelligente b1·a,vtua, conquistava un a nuova grande vittoria, alla quale l 'artiglieria aveva dalo un apporto prezioso, tanto più notevole se si pensa cbe contro 80 cannoni austriaci si trovarono a lottare soltanto 48 cannoni piemontesi. Nella notte sul 25, l'VIII Corpo austriaco, sfilando per Pozzolengo, si dirigeva sul Mincio, ed alle ore 15 di qnel giorno aveva giù ripassato il fium e. * * * K elfa nanuzione della battaglia, pur avendo accennato n. taluni episodi di valore individuale, non potevamo nè possiamo ora riferire tutti. gli atti di abnegazion e e di eroismo compiuti dagli artiglieri piemontesi, dai comandanti di brigata, di batteri.a e di i-ezionc, ai pi ù umili. g-1·egar1, cannonieri e eondncent i: ma non ci è .possibile resistere al1a tentazione cli. ricordarne an cora. alcuni, prenrlendoli dall'aureo libro del Siracusa. Citeremo fra tanti il capitano Galli della Loggia, comandan te della 4a batteria che, essendo stato ucciso il primo servente di destra cli un pcz:1,0, aiutò il prim.o di si11istra a portarne via il cadavere e si sostituì al morto, perchè sparisse negli altl"i serventi la pe· nosa impres~ione e percl.J.è la cadenza del fuoco non subisse rallentaimenti. Ricorderemo t utti gli ufficiali della 15"' batteria· che meritarono la medaglia d'argento e, fra essi, il sottotenente Berra che, giunto primo sull'altura, obbligò il nemico ad abbando nare un p-3zzo; il sottotenente Besosti·i che, sebbene ferito, non volle abbandonare la propria ser,ione se non quando una secon -
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LA
10" BATTl<mLA
ALLA MADOXXA OELLA SCOPER'l'A
da grave ferita gli l'ese assolutamente impossibile il rirna,n ere al suo posto. L'esempio di questo nffidale fn seguito dal furiere TromhcH(l; e (hd ca,nnonieri. Serm, Montagna, La,thnil e lVIuia. F; non tra.lasceremo di far menzione del cannoniere R.ossi, della 9"' batteria, che allo scop1)io di una, granata sotto l' avantrrno clel 1' pezzo, corse a strappare la, coperta, e l'affardella mento incend iatisi, onde evitar€ lo ~e-oppio ddl'avantreno; ana logamente, si. comportò il cannoniel'(\ Pt1Y,1, elle riuscì pure nel evitare lo scoppio di numerose: cariche. Ben dice il Sil'acusa : « La giornata, del 24 giugno costitui sce una, delle più splendid<'l glorie dell'ar·ma. Fortunate le bat. terie che contribu irono acl acquistargliela)).
* .:.:-
·:+
Contemporaneamente alla battaglia, cli San Martino, si. svolgen1. que.lla cli. Madonna de.lla Scoperta. IHiziahH-i alle -ore 9 c:o.l fuoeo di due pezzi della 10" batteria da battaglia contro ehm compagnie a,ustri.ache, la lotta andò grandemente intensificandoi:,i per l 'accorrere di rinforzi dalle a,l ture di Oà, Sa.rasino, e rioè di due cannoni clella P Divisione sarda e, poco dopo, di altri quattro pezzi. Anche le rimanenti sezioni della 10" batteria si affiancavano alla sezione Dupont, di fronte a Madonna della Scoperta, su di un 'altura a sud di Ca.sellino Nuovo, svolgendo una vigorosa ar,ione di. fuoc9 e costringendo gli austriaci a retrocedere . Ma verso le ore 11, da parte austriaca, entrava in azione la brigata Gaal, con la 3a batteria del V Corpo, che si portò ad ef':t di Casa, Piopa. Fra questa e Casa Redone furono eosì po stati. dieci pezzi, ai quali se ne aggiunsero ben p1·P1'to altri sei (dne della, 2a, e quattro della 5" batteria, del V Corpo) ad appoggiare l'attacco de]]a, brigattt. I piemontesi dovettero ripiega.re sotto fa, protezione della brigata Savoia (seguita da,l la 11a. e dalla 12a batteria) che in quel momento accorreva sul campo. Quattro pezr,i da 16 della 12a batteria si portarono presso la 10• batteria a 0asellino Nuovo, e gli altri qua.ttro presero posizione sul colle, presso Fenile Vecçhio. -
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SA.\ l\L\ RTINO
Alle 01·e 12, sedici. cannoui austl'iaci apri.vano 1m fuoco viol(•ntissimo cont ro le posi7,i.oni di Ca.sellino Nuovo, causano.o sen sibi.li. perdite alla Hl" lmtte1·ia, mcntl-e 4.500 nomini si :rovesd,1va,110 contro i 2.500 piemontesi le cui pl'im.e linee cedettero, pro vocarnlo il ripiegamento clella 12'' batteria e, successivamente,
Fig. 237 ·- Battaglia di Solferino - Attacco di
s.
Martino dai Piemontesi.
(eia u na li t ogra fia d i F . Perrin . Ectit. G. Perriù, Torino) .
delln 10'. Sulfo contese posizi.oni giunsero gli a,ustl'iaci, metten do ili diflieoltà il ritiro dell'ultimo pezzo della ba,tteria,, che fil sn.lvo per mira,colo. Ma già, accorreva.no rinforzi e 1'11.. batte rh1 piemontese JWendeva a fulminare le posizioni momentanea :· men te conquista te <fa,gU avversari, costringendoli a retrocedere.. Un loro nuovo tc~ntativo, effettuato alle ore 13, venne respinto -
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L'll"
IH'.r'J:ERIA
<la i rnist1-.i e gli ,rn~,triaci finirono p<:l' <:sserc 1·icacciati ed inseguiti dal fll o· t·o, m e11t1·e il 3° squ ndrorn'l dei (;aYal1eggeri cli ;\ l.essand ti a carica.va anlita mcute liL ca vaUei-ia, austriaca, UiP· p,u·sa p c~1· sostene1·e hl, propria. fante l'i11 in i-it irata . . ,\ He mc J •b, ghmgeva su l ca,rnpo ln 2''. IHYiRioHe pi.(·rnontese, la quale coopc\r-ù a,lJ.' tt½i01ie, meLten<.lo su bit o in h atte1fa, <l ue obici : quesli april-ono il fuoco th Monte della G nea, ÌH· el·oc- ·i11nclo i. ti1-i con quell.i delle l>nt(<-'i°i<: tl <;I I Cotpo franccsr, die, da ì\·l ouh! C'.wnoL bi:Lttev,mo J.'11H ei-sario cost1·i11gernl olo <.; l1 s ì ad accelerare il mnri uH 1tlo in l'ititata. La 2" Divisio lH' procBdeì·,1 pe1· }Iac'lonna cl<~lla Scope1-ta1 ·Ormai i:.g,omlm1., qwmclo 1·iteYl'tte l.'ol'(.line di 1·ec-arsi a P ,ozzoleng-o, menu·e la 1" l>i Yis io11 c fn (li.retta n, San )foi:tino; rnn, l' m·ngano delle 0 1·c 17, rencknllo malageYoli le strade, 1·itnnl ò f oi-t.en 1.e:nte i movimenti cli (] uelle tr uppe. G l i obici lleW 11.• bnttci-i11, rla }I. i1'ami, tiu.sciJ-ono a hrn cin i·e akune g1·nnate sui (li sti1ccarncnti Ll i p1·ote?.ione clc~ll'ala sinistra ckll 'VIII C01·po '-nrstr·Ltco, 111ent 1·e Ja 2" DiYisionc pie1non te::;.c !'iostennc s<·out l'i hr-:illanti. 1,;o!l 'le.: rdl'·og1wnlie n<·m1iehe p nr noD impiegando che 1111a sezione della 14" l>,1tte l'ia pel' su perare la l'·esi sicn;,;a 11erniu 1 ,Il passaggio del IleclOJ1e. Le altre sezioni d ella 14" 1°L~l'ono manllate olti-c }fonte S . (:l i ornnni per hn tt<~n~ alle :::palle gli austriaci ch e 0
Fig. 238 - Ca nnone austr iaco conquist ato il 24 Giugn o a S : n Ma r \.in o èa lle T 1t:He Fitmontesi. (esistente al M1.1seo di Artiglieria in Torino ) .
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SAN M ..\RTINO
J·ipiPg-nrn110 da ::::an :.\Lntino. Lt ~" Dhisione ~i ,:u:rcslò t1·a Monte l'rcclp, ~all (3io,·auni e le nltime c:ase a, sucl -oYest di l ' oz zolei1go, rh!' 1'11 sµ;omhi-ni o tlall'n.vver,:-m:io alla, mez.znnotk. R11ll 'a,d o11e sYoltasi n Madonna della Scoperta, fu pubblica,ta - dal g·enerale Alfonso Pctitti di Roreto - un o « stnclio stol'ico-tattico del generaJe Agostino Petitti (li H.oreto, che gi trovò a Madonna clelìa Scoper ta, a fianco del genernle La Marmont >> - Le note annesse a questo studio d dànno alcuni interessanti p:1rticolal'i ~n,ll'opem e sull'impiego dell'artiglieria. Fra gli altri docnmenti, vi è nna lettera del generale Giovanni Quaglia (C:he ne] J 859, da capi.ta110, co1rnrncln.va la, ·10" batteria), clalln, quale risulta che questa, baUel' ia si 1·itirò sol tanto dopo ave 1·e <'· aurite tutte le munir.i.oni, compi-ese auchc quel le dell'avan treno ùi rica mbio, p m sapendo che per va.rie oi·c il rifornimento sarebbe stato impossibil e, dat .1 la gmnde distanza alla quale tro,avasi il parco nei prci;;si di Lonato. Un'altm nota della stessa p nbblicnr,ione cerca di p1·ecisare il numero d!'i pezzi intenennti a qnesto combattimento . A quan to pa1·e, gli a nstrfocj vi irnpcgnal'ono 16 pezzi da 6, 8 da 15 e 4 da 12. Da parte cl ei piem ontesi, vi presel'o parte le batterie del la Divisione Duranclo, cioè due batterie cla 8 e una da 16 libbre ; cii-ca i I n um ero dei pezzi. ri coi-diamo che le batterie erano entrate in campa,g na su sei pezzi, e che nelle batterie da 8, due pezzi erano obici da 15.
Rnll'opern.to dell'a,1·tig liel'ia piemontese alla battaglia del 24 ginguo J~0ri. tanl'o a San ~fartiuo che a Madonna della Scoperta , ha sci-itto ~nl Jn., Rhif;ta cl' Ar tiglieria e Genio (vol. 2° . 1910) il capita.no dei hct·saglieri Rocca, anne ttendo a,l' sno nr· ticolo n umt>rosi docnme11ti e, fra questi , una lettera scritta clal ge11crale Giu seppe Pa,sto1·e, connindan tc superiore dell' ,1r tiglierh pi emo11i c:,;;e ·aurante la guena, al generale Giuseppe Dabormicl:t. comm1dante generale ùel co1·po d'artiglieria , il 26 giugno L :i9, <folla qna.le ci piaee riportare qni un brano: « 'l'utti i generali di nivisione mi ha nno fatto i più grandi elogi delle nostre batterie e degli ufficiali che ]e comandavano. -
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L.\ 1\fl~D.\ GUA D'AUGE:STO ALL·'AHTIGI.JERL\
Niuno ha fallito aJ proprio dovere : molti hanno fatto assai di più>>- Eél a1H:ora più i-ig11ifica,tivo è i l modo col qnah~ il generale Mollanl espresse al maggiore Ui Revel la sna a,mmirazione per l'twtiglieria : « Vo11s aver, fait une chal'ge ù. la bayonette avcc vos pièces >). Nella giomata del 24, fr,L S . ~.laJ'ti n o e )fadonna dell~L Scoperta, l'artiglieria pie1Uontese ebbe 72 fra, morti. e feriti. A tan gibile conferma. del con legno ien uto dall'artiglieria i11 quel g~.orno ricorderemo che alla b~ndiem del corpo reale d'artiglieria, fu confe1;ita la me:daglia d'argento al valor milita re con una. motivazione commovente nella sna tacitiana semplicità: « Per si~rvizi segnalati r esi nella, campagna del 1859 >>· Niente esibizionismo, niente rctorka, la semplice verità : un premio all' A.rma che ha voluto e sapnto rendersi utile . In quel medesimo giorno, fu ron o conferite ad a.1·tiglieri le seguenti l'i· compense: un a croee cli ufficiale dell'O . M. di S:woia; due cro ei di cavaliere del medesimo ordine ; una rnechLglia d'oro al va · lor mili.tare; centodieci medaglie d' argento : cinque promozioni al grado di sottotenente ; due al grado di. sergen te : due al grado di caporale; centotredici me11zio11i onorevoli. I vari ra,pporti compilati dai. corw:rndanti di batteria, (! quelli inviati dai coman danti di. brigata ai coma ndi superiori : tel":timoniano la capacità, e il valore degli ufficiali e dei canno· nieri : e la loro irnportanr,a sta nel. fatto eh<~ essi 11011 sono stral · ci più o meno significi:Ltivi di retorica, a,mpollosa. ed enfatica, ma, giuclbd. freddi <' succinti su cpii::;odì pien amen te narrati e c:hiaramente esposti. Un simpatico esempio di cooperazione fra le varie armi si trova wdla relazione manclat.a, dal comandante della 15a batteria a1 coma,nclante della Ga brigata d'artiglieria : « Debbo infine far lodevole men:done della 15' compagnia del 6Q Reggimento fanteria (capitano Moro) che, durante l'azione aiutò i. cannonieri a. portare le cariche attorno ai pezzi e seguitò alla corsa la batteria quando questa, partì. al trotto per collocarsi in posizione sull'itltura )). Infine, ricordiamo il comandante dell'artiglieria, Giuseppe Pastore, magnifica tempra di soldat.o, al quale molto deve la nostra Arma per l'opera sua, prima di organizzatore e quindi -
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S .l:S llIAl:TINO
poi di capo . Vogliamo qui 1·ipo1·Lare 1111 brano del discot·so te 1mto ill RUO elogio al Consiglio Comunal e di Onneo, sna patria. nc1la seduta ded icata appunto alle onora nze al Generale Pastol'P, (10 nwggio J87S) . Di lui <foise il consigliere Giuseppe Quaglia : <, Giustamente stimato cla tutti e prediletto dal Principe Fcrdi11:rnc1o cli R,woia e dal genentle Ln, l\Iarmora, nella guerra del 1848 era stato destinato a.I Comarnlo dell'Artiglieria; ma lo dovette cedere ul detto Duca <li Ge11ov,L e rim,wersi. a Torino, dove attese a provvedere a q11a11to potesse occorrere all'armata. che combatteva». « Nel J8i58 coniandù Lntta, l'a1·tigliel'in pim110ntese e nella glo l'iosa gio rnata cli SaJL :Martin o fu pi-omosso tenente generale; nel 1, (i2 nominato Pre. idente clcl 1'ribnnale Supremo di Guer· ru spiegò in tale sua qu alità un' acutezza di mente ·ed una pro · fonciità, cli do ttrina tali che il Ministro volle confidargli lo studio e la compilazione di un nuovo codice penale miUtare, opera che condusse a termine in breve tempo e che l'iportò il plau so della Commissione in caricata <'li rifel'il'e sop1·n di esso >> .. « Hi til'ato~i quindi dopo cinquantadue anni cli splendida carriera milHm·e a lla vita privata , venne nominato Presi dente del Con~iglio dell'ordine 1\f:nn·izian o >).
KelJo stei-so gion10 si svolgevn. la bi1,ttaglj ,-i. cli Solferino, che ebb<> irnJ)ortanza 11otevole per l'esito della campagn a , ma, sulla quale HOH ci soifo1·mer emo perchè fu sostenuta e. elusivamente dn truppe francf. i contl'O l'esertito austriaco . P <:>1' qnauto ri.gnarcla l'artiglieria,, qnesta l,attaglia assun · se mm speciale hn pol'tanza, pcrchè in essn, per ln prima volta i:-i p1'ese111arono contrapposte su vasta scala, le nrtigliede lisce e q ucl le i-igate,. Abbi a mo gi tt detto, nel coufront:uc le ar tig Uerie ùci belli· gcranti . come non ,i fosse a,1lol'a unanimità di vedute !'mll'efficacia del caw1one rigato e come, cl'aHeoncle, qnesta eflìcacb non pol<•:c;se mhmrarsi completamente, per la poca pl'atica che il pe1·sonale a ,·e,'a di q nesto nuovo materiale, giacchè i canno · -
S:3,' - -
I FR.~NCJ•:s.r A SOLFERI::,o
ni rigati eJ'ano sta.ti adottati in Franda, nel marzo 1858 e, an cora al prjncipio del 1859, non ne era stata fornita alcuna batteria . .SoJamcnte 37 lmtterie da 4 furono pronte a,1 principio della guerra e, secon(lo il Silvc~stre (ht noi già citato, la super-iorit:\ élell'artiglieria francese su 11uella austriaca a Solferino fu conseguita più che dal materi.a,le, dall'ottimo impiego fattone . Volern1o da.re un giuèlir,io equo dobbiamo riconoscere che la superiorità fu data da due elementi : materiale e impiego; e una prova ci è fon1ita dalle clisposi.zioni impartite clal generale Forgeot, comandante dell'artiglierfa del corpo Bara,guay cl'Hilliers, elle per disturbare l'attacco esegu ito eia UlW, briµ;ata del V Cmpo austriaco, e anche << p1~1· sperimentare la lunga e precisa gittata clei nuovi canuoui rigati - come dice il Petitti. - quel generale diresse un vivo fuoco a lGOO m.etri di distanza sulla co lonna Koller. Questi tiri furono efficaci, accelerarono la ritirata di queste truppe e ne accrebbero il disordine)) . Notevole fu il duello fra 40 ca,nnoni austriaci. lisci, posti snllo stradale verso Cà iVJorino, e 24 pezzi rigati clel II Corpo francese : questi ultimi, esplic;;mdo un'azione di fuoco a massa snlle batterie austriaclw, e con maggi.or efficacia cli c~sse, le co stdnsero :-1 retrocedere . Alle 13,30, i. franCl'\Si si enwo impadronì.ti. clclk co1liue l' della, localitA, di S01ferh1o; alle 14 gli austriaci erano costretti a, ritirarsi ila San Cassiano e da, Monte l i'ontana; e da.Ue 16 alle 17, un forte attaeco del II Corpo francese su Cavriana obbligava il VIT Corpo a.nstriaco a ripiegare: I francesi. si disposero all'addiaccio s u]] e poisi7,ioni couquistate, senza inseguire; gli an~tria ci passarono il ì\lineio, r ioccupando le posizioni già scelte il 21{ giugno.
L'nrtiglieria piemontese si segna,lò anche c:oi 0Hcciatori del· le Alpi. Il 22 giugn o, nel tentativo cli sorpresa del forte di Rocca, cl'Anfo, sei pezzi cla 16 della 3" batteria, cla battaglia, colloca.ti. sulla ri.va, del lago, tennero per due ore la Rocca sotto il loro fnoco, costringendo gli austriaci acl abbandon are la cinta. 839 -
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A !'@SCHIERA
S u ccessi rnme11te; 11n u sezio11e da 8 della 1" batteria da bath:1gUa, comamlata clal capitano Quaglia, si por tava arditamente s 111l:1 sLrada e sfondaYa a, colpi di cannone la porta di sbar ra · mento per la qnafr pot<~rono passare :~lcuni reparti di bersaglie· ri. Il tentativo, però, 11011 potè avere ulteriore svolgimento a, causn dej rinforzi sopraggiunt i a i difensori . Seguirono poi le fortunate operazioni offensi\·e del l\Iedici nella zon a <.li Bornti o e dello Stel vio, clic si conclusero 1'8 In· glio, con l'azione di )[onte~. Cristallo. In questa . l' unico obice <·he e1'a stato posto a disposizione dei volontari, dopo aver esegnito dei til-i c.fficacis::;imi, fu smon tato clal fuoco nemico.
L'ultimo atto della c;unpag-na del 1859 fu l'investimento della piazza ,li Peschiera. ritenuto necessario per coprire la linea d ' opera,zi.on e dell'eser cit o al1eato oltre il Mincio, e per ser · virc cla punto <1 ·a.ppoggi0 nelle successive operazioni con tro Verona e l~t lin ea del!' Adig<~. La piazza di Peschiera era costituita daWantica fortezza veneziana completata dalle opere napoleoniche esterne Mandcl · la e Salvi. 0,1cl u ta in possesso a ustriaco nel 1815, ed in conseguern,;a degli c,·euli del 1S4 '. era stata raffornatn da una cinta, di forti stacca.Li, numerati 1/ 2, I, IL TTI, V, VIII . X, XIII . XV : sei di tali forti. ~nlla destra del Mincio, battevano i l lago. laferr ovia cli B1·escia e la. rotabile; gli altl'i tre battevauo la zon::t collinosa . J laYoti febb rilmen te condotti. erano a lmon p unto, qnanclo i pieiuontesi injziarono le oper azioni per l'investimen to, al quale :N'a pokon P I lI teneva ·iu modo pn1·tic·ohl rc•. Si progdt ù di attat carc la piazza dalla rh·a ù<>slra ùel .\Ii11 ci.o, inizinndo le operwd oni con tro le opere 1/2, I e III e, una ,·olta cadnti questi fo1·ti. continuar e l'attacco della fortezza ver so il la.go ed il bast ione dell'opera Sal vi. Grandi spcnrn1,e fi;Ì fondava.no ,UH.:he !Sull\1zione di 5 burche ca1111oniere fran c·csi, ar ma.te ron cannoni r igati, agenti dal lago ; ma solamente nel l ng-lio tali barche giunser o a Desenzano, e il giorno 3 si co · minciò a mon ta i-le, cosi cchè non ebbero parte alcuna nella lotta. -
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. RIE
LE ARTIGLIEESCHIERA ALL'ASSEDI O DI P
Fig. 230
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A PillSCHill:J:tA
Il 15 giugno, il re Vittorio Emanuele invitò il genera,le Pastore, comandante superiore dell'artiglieria, a disporre per la spedizione del parco d'assedio per l'investimento di Peschiera. All'armata piemontese era stato, da principio, assegnato il compito cli investire solo le opere suUa clestn del Mincio; e in hase a queste disposizioni1 d'intesa col generale Leboeuf, comandan· te dell'artiglieria. francese, era stata fissata la formazione di un parco di 80 pezzi. M:a il giorno 23 giugno, l'I mperatore stabili che tutto l'investimento di Peschiera. fosse affidato ai piemontesi. I n conseguenza di che fu necessario modificare la composizione del parco che rimase, perciò, cosl costituito : 10 Cannoni Cavalli da 40, rigati >> >> » » >> a retrocarica 2 Obici da cm 22 F. 20 Cannoni da 32 B 20 Obici da cm. 15 F 8 Mortai da cm. 27 F 8 » )) cm. 22 F 12 16 » ~> cm. 15 F , Totale
96 pezzi.
Il movimento di tutti i materiali doveva essere eseguito pa,rte per ferrovia, parte per via ordinaria. P er via ordinaria, a,ndavan o ·effettuati i trasporti pesanti trainati da cavalli di requisizione; i materiali leggieri, invece, dovevano essere tra sportati per via acquea, su barconi; infine, per l'ultimo tratto Cremona-Brescia, tutti ·i trasporti di materiali dovevano farsi per via ordina.r ia col concorso dei cavalJi dei parchi da ca mpagna e degli equipaggi da ponte. Direttore del parco fu nominato il colonnello Giovanni Oava,111, il quale con la sua nota e geniale attività iniziò subito le operazioni dei trasporti. Ma numerose difficoltà gli si presentarono, particolarmente per l'insufficienza dei quadrupedi; questq inconveniente conseguiva dalle larghe requisizioni preceden· temente effettuate dai due eserciti alleati nei complessi movi, menti delle loro avanzate. Tale deficienza aveva lasciato sprov-
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L 1 INVESTIME!\TO
-yji:;ti cli quadrupedi i parC'bi da campagna; pertanto, queste inel ut tabili contingen ze fecero sl c.ùe ~l parco d'assedio non potè .giungere i.n Lempo per partecipare alle operazioni della prega -di Peschiera. ·
Flg. 240 - Gio\'anni C,1rn lli, ideatore delle bntlerie corazzate. (litografia a colori del Pcrrìn; collezione Comandlni, Mllano) . (da l'l'talia nei cento anni dei secolo XIX di Alfre do Co-
m andlni e Antonio Monti. Edlt. Antonio Va llardl, Milano).
Couwnque, menlte l'Armata. franeN:;c si preparava a pas sa1·e il ) [incio per operare dal1a riva i:;inist.ra del fiume contro la piazza,, l ' Al'ma tn. piemontese nellu, gi.ornata del 28 cominciò le operazioni per l'inve~·tirnPnto, e tre gi orni dopo P eschiera era cillta cla, ogni la,to.
srn
1859 Tale impresa fu condotta con mirabile sollecitudine, quantunque j nostri dovessero ope1·are sotto il fuoco delle artiglie· rie fn stallate nelle opere a ust1fache, e che coi loro tiri causa·rono forti perdite. ComplesF;ivamente, si erano raduna,te intorno a P eschiera 12 batterie piemontesi da battaglia, e cioè : 4n, 5\ G", 73, ::ì", 9", J O", 11\ J 2", 133, 14", 15a. Durante l 'investi· mento, qnattro pezzi della 4" batteria, comandata dal capitano, Oaroelli, fecero un giorno un fuoco così efficace contro un bat.. tello nemico - che, a1·mato tli sei pezzi, sparava sugli accampa· menti delle nostre trnppe - sicchè danneggiato gravemente fu costretto a, innah are segnale tli socco1·so e ripararsi dietro al forte più avanzato ili Pescbiel'a. · I n questa cfrco1,tamm, si. segnalò in modo speciale il ser· gente Vogli.no, che per rimecl iare agli in convenient i di uno scatto a vuoto, non esitò a scoprirsi davanti al parapetto, esposto. aJla :fitta metraglia del nemico. Il suo capitano chiude con queste parole il rapporto che egli fece del fatto : « Credo di dove1 i:itt.ribufre all'intelligenza e all'intrepidezza di qu esto ottim o sott ufficiale buona pal'te del 1101,;tro successo ». }Ie11tre si costr uivan o i trinceramenti, gli austriaci tenta1·0110 due sortite, fa.cilm<•n te respinte. Il giorno G luglio, temendo~i un a ttacco in forze sul fro nte e sul fianco, i.l comando alleato emanò le dispoi-;izioni per un grande spiegamento suila linea Valcggio-Castcluuovo, per la giornata del 7; ma alle J8,3(} di quello i'!tesso giomo, l'Imperatore ~apoleone, preoccupato. dell'atteggiamento ùella , I'n1si;;ia, e fo1·se anche <.folle~ r.ontrastai-iti corr~n ti del1 a politicn interna della Francia, scriveva all 'imperatore. PranCe!'ìCO Gi11seppe proponendo l'armistizio, chevenne pronta mente ac·<:ettato, e p t·elucli<) a lla paee di Yillafranca . 4
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* * * Quali cause ahbiano spinto Napol eone III, il sovrano vit· torioso, a chiedere la pace, non fu allora ben chiarito, nè, forse. lo sarà mai con p1·ecisione. gfaccbè troppi elementi concorsero. a far prendere qu elJ a decisione, così improvvisa ed accolta con tanta aIDf11'E'zza dagli itaJianL ai quali mancava ogni elemento -
SJ:l: -
L' AHJ\IISTIZIO Dl VILLAFHAKCA
per una, complct:1 SPrenitù di vnln tai',ione. Fu il timore della Prussia? Fu l'influenza del Pontefice ·! O piuttosto l' opposiziouP. alla guena, manifestata cl:1 akuni partiti ed espressa da importa11t'i pe1·sonalita in FI"an cia? O vi infln'ì veramente l'orrore suscitato 11elri mperatore dalla vista elci campi di battaglia insanguinati? Molti allora c1"eclette1·0 che la visione della morte e delle sofferenze a vesse influito non poco sulle decisioni di Na poleone; e la frase c:ontennta nella l ettera a Frauée~co Gi usep pc « Ja. pa ttia pi,rngc con me quelli che sono morti sul campo dell'on01·c n, val~e a nlffo!'zare questa creclcnza. La sera del 6. il genel'ale Fleury consegnaYa a F rancesco Giu seppe la lettera di Napoleolle con la quale questi faceva delle proposte di pace ; l'inclornani mattina Fimperatore d' Au.i:::tria. uccettava. la, proposta d'armistizio, ·e comunicava al F leury la sna decisio110: il giorno u , i clelega ti dell e tre p otenze si riuniron o a, YHlafranca, ove con.clnsero l 'armistizio col quale i tre e~erdti si impegnaYano a so~pende1·e ogni azione d 'armi fi. no al 16 agosto. · Il giorno 11. si l'eca1·ono a ·vmafranea i dne imperatori, e la ma tlina stes!-<a firurnrouo i p1·.eliminari di pace, così stabHiti : I due sovrnni faYorhanno la c1·('azio11e di una Confederazione Italia.nn . . Questa Confederazione sarà sotto la presidenza de1 Poni·efi ce. L'I 11i perato1'e d'Austria cccl e all'Imperatore dei francesi i suoi diritti snlla Lombal'dia, ad eccezione delle fortezze di Mantova e di P eschiera, di modo che i confini dei possedimenti austri aci partinrnno dal raggi.o estremo della fortezza di P eschiera e si svolgt-ranno a Ll estra. lungo il Mincio fino alle 0-razic : cli là a Scorzn rolo, Luzzara e al Po, di dove le frontier e attuali con tinueranno a costituil'e i limiti dell'Austria. L'im pe1·atore dei francesi r imetterà al re di Sardegna il territ orio. eedul·.o. La Venczil..lJ fat,:,, parte cleJla Coufecl<'1·azio11e Italiana , pm' 1·estando sotto la corona dell' I mpel'o cl' Austria . Il granduca cli Toscana e il duca cli Modena r ientl·an o nei loro Stati concedendo un 'amnistia gener ale. I due I mperatori domanderann,oal P ontefi ce d'introdurre nei suoi Stati le riforme indispensabi li. Amnistia piena e intera è aC'corcla ta da una parte e dall'altra a Ile persone compromesse in occasione dei recenti avvenimenti nei territori delle parti belligeranti. -
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E nota l'impl'essione penosa prodotta in tutto il paese alla notizia i11aspettata della pace, che veniva a. troncare le speranzr in tutti suscita.te da, un seguito ininterrotto di vittorie . Il R e, con nobile spirito di sac1'ificio e con non minore sincerità di galantnomo, firmò il trattato, aggiungendo queste parole: <e Accetto per quanto mi 1·iguarcla )). Cavour, lo stesso giorno 11, invian1 al Principe di Oarignano un telegramma cifrato così cornpila,to : cc La pace è conclusa; essa sarà firmata domani. Legazioni indipendenti sotto la, sovranità del Papa. Duchi di Toscana e di Modena rimessi sul trono. Io ho dato le dimissioni che il Re si è degnato accettare. Vogliate pl'evenire i miei col1ep:hi sotto il vincolo del segreto )) . Queste dimissioni, però, non segnarono che un breve interregno; giacchè il ministero Ln, i\ifarm.ora, succeduto a quello di Cavour, visse solo fino al 21 gennaio 1860, giorno nel quale il conte di Oavom fn nnovamente designato a riprendere il timone dello Stato. V
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Intanto, l'esperienza di guerra e, sopratutto, l'ingr andirsi del regno Aarclo per l'annessione delle provincie lombarde, suggerivano modificn½i.oni a,gli ordinamenti militari in genere, fra le quali le seguenti, per quanto si riferisce all'artiglieria : con regio decreto 7 ottobre 1859 venivano formati due reggimenti d'artiglieri~ da campagna : il 1° e il 2° reggimento da campagrn1 , costit uiti ciascuno di 15 batterie da battaglia e 2 di deposito. Il primo ebl)c inoltt-e la brigata, a, cavallo (l", e 2" ba,tteria ar cavallo). Nel 1° Reggimento le batterie 1•, 2\ 3\ 7\ 8"', 9\ 13", J4", 15"', furono quelle delJ'antico reggimento; le altre si fo1·marono cx-novo e.on nomini e cavalli presi alle batteri.e gi~ €Sistenti, e col contributo dei lombardi provenienti dall'artigHel'ia. a ustriaca. Delle 15 batterie de] 2° R eggimento, la, Ja, 2• . 3\ 7", S", 9\ furono forma.te ex:-11ovo analogamente a quelle nuo· ve del 1° l'eggimento; le altre rimasero quelle clell'antico reggimento. Nei primi mesi del 1860 a,nche l 'organico delle batterie fu a ccresciuto, e la forza dei cavaUi cli ognuna fu portata a 118-
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C.l')SSIO.N B Dl SAVOIA I<: Dl NIZZA
I success1v1 avvenimenti politici portarono, come conseguenza, mutamenti' negli ordilrnmenti militari ; ci riserviamo di parlare fra, breve di quelli relativi all'artiglieria,.
A Plombières, era stato stabilito clrn alla formazione d'un regno italico dalle Alpi occidentali all' A.driatico, con una po· pola.zione superiore ai 10 milioni,' la, Francia avrebbe avutp co me compenso la Savoia. Il sognato regno' fino all'Adria,tico non fn costituito, ma l'annessione della Toscana e dell'Emilia portò la popolazione ad una cifra superiore a qnella stabilita per la cessione della Savoia. Napoleone non si contentò di quel premio, ma volle anche Nizz.a, di cui pure era stato parlato a Plombières: fù così che il 24 rnar7.o 1860 la culla della gloriosa dinastia sabauda, sulla, quale non invano. si posavano tutte le spera.1rne d'Italia, e la patrfa dell'eroe a.dorato dagli Italian'i tutti, Giuseppe Garibaldi, furono recise dal regno italico che stava allora sorgendo. Pia,nsero molti Italia,ni, protestò violentemente Garibaldi. duramente colpito nella ·pa,tria e nei più intimi sentimenti; certo, ne pianse anche Cavour; ma. la sua lungimi.rante intelligenza seppe far velo alle Jacrime, ed egli stesso volle ecl ottenne que])a cessione. Intanto un'Italia, se non di nome, veniva a costituirsi di fatto ed ::tttorno al P iemonte faceva,no corona la Lombardia, TEmilitl e la Toscana. Due dittatori : Bettino Ricasoli in Toscana, Luigi Ca,r lo Farini, prima i:t P arma e a. 1\foclenà, poi a Bologna e in Romagna., fecero vota,re l'annessione al Piemonte; e se il titubante ministero Ra.ttazzi-La Ma.rmora non acc~ttò il fatto compiuto, non così si r egolò Cavour, il quale affrettò le annessioni, promovendo i plebisciti. Così che, il 2 aprile 1860, Vittorio Emanuele II, inaugurando il nuovo P arlamento, potè affermare : -<<In tempo brevissimo, un'invasione respinta, libera la Lombardht per gloriose gesta di eserciti, libera l'Italia centra.:Le per meravigliose virt ù di popoli, ed oggi qui raccolti intorno a me i rappresentanti del diritto e delle spera,nze della Na,zione >>. -
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Ma l'opera e1'a soJo inir,iata; l'unità, d'Italia era la meta propostasi da Vittorio Emamiele e dagli Italiani tutti, e tutti, ilnche ,:Lllora, guardavano cc tisi a,lht méta >>, si~m·i che nessuna forza, umana avrebhc potuto fermarU. prima d'averla raggiunta. ~fa per date ' f:L queste sante aspirazioni una forma pratica .occorreva prepara1:si a combattere, occorreva che le ,Prime cure fossero r ivolte all'esercito. Vediamo difa,tti inizia rsi riforme tendenti a, raffor7,are l'esercito e ad ingrandirlo, valendosi dei contributi portati dalle nuove provincie ricongiunte a,l la grande madre patria italiana.
Con R. Decreti 17 e 21 giugno, anelati in vigore il 1° agosto, si stabilì che l'artigli.eritL avesse la, seguente forrnazio11e : 1 comitato.
5 Comandi territ9riali retti da. maggiori genera,li; 8 Comandi locali cli l"' classe retti da ufficiali superiori: 4 )) )) )) 2a. )) )) · da capitani ; 10 )) )) >> 3a. >> >> da, · ufficia.li subalterni 14 Stabilimenti;
8 reggimenti:· cioè 1° operai ; 2", 3°, 4°_ . da pi.a7,za,; 5". 6°, 7°, 8°, da campagna.
Dei dnc reggimenti da campagna, già esistenti, il 1° prese il nome_eh 5° reggimento artiglic1·ia, da campagna, il 2° ·prese il · nome di 6°; i.l 7° e 1'8° furono i nuovi. Il 5'> reggimento conservò le clne batterie a cavallo, le prime 6 di battaglia. e la 1• di deposito. Incorporò la l" e la 2• ba,t teria toscane, che di.ve1mero 7'' e S"; la 1" P la 2• clell'Emi.lia, e.be divencnro 9a e. 10' . , Il 6° reggimento conservò le ptimc 8 cli ba,ttaglia e la su_a l" cli. deposito; inco1·porò la, 4a, e la 5" batteria; toscane, che furono fa 9" e la, 10\ nonchè la 3" e la 4": dell'Emilia, divenute 11" e 12". · Il 7° reggimento fu formato con 9 batterie dell'antico 1°; dalla , ~ e dalla 3"' batteria toscane. e dall;,i 3" e dalla 6" dell'E-
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IL NUOVO OHDINA~HJNl'O DELL'ARTIGLI EHI A
m ilia, che dive1111ero rispettivamente J 03, ll3, 12a; e dalla 2• di ·deposito dell'antico 1° reggimento . L '8° . reggimento fu formato da 7 batterie del 2°, dalla 9~ e ,dalla (i" batteria toscane; dalla. 7\ S", 9;, deìl' .Emilia <> dall,L 2• batteria, deposito dell'antico 2°. Dei primi quattro reggimc,uti il 1° formò il reggimento ope rui che avev',i uno stato maggiore, una brigata, operai (maestran.ze, artificieri, armahloli), una brigata pontiel'i, un deposito. I tre. reggimenti da piazza comprendevano ciascuno · uno stato ,maggiore, 12 compagnie su tre brigate (le dodicesime compagnie ·furono costituite in novembre) e un deposito.
La rivoluzione toscana del 27 aprile 1859 - Riforme militari introdotte dal Governo provvisorio e dal Commissario di Re Vit·torio Emanuele - La Toscana durante la guerra del J 859 - Successive riforme nell'esercito e riordinamento deJI'artiglieria - Annessione della Toscana al Regno subalpino - La fusione delle artiglierie - L'artiglieria estense nel 1859 - Lo scioglimento delJa Brigata nel 1863. ·
S~ la guena del 1859 ebbe, dal punto. di vista militare, im· portanza tale cla fa.r passare in seconda linea tutti gli altri avvenimenti, que::;ti tuttavia non debbono essere trascura.ti; è per·c iò d.Òveroso r icordare la pacifica ecl incrnenta rivoluzione toscana del 27 aprile 1859, alla quale non ebbero occasione di intPrvenii'e le truppe in genere, e tanto meno l'artiglieria, ma che . ·diede modo di mettere in rilievo lo spirito pa,triottico che animava, quel piccolo ·esercito. L'episodio più intei-esRautc i,;i svolse al forte di Belvedere ·P cli esso abbiamo 1,r na sirncinta narrazione nfficiale compilata dal tenente Angiolini, comandante del distacca,mento cli artiglie ; ria da piazza, dire.tta ai componenti il governo provvisorio, dalla qnak appate i] Rens.o cli dignità, e di rettitudi11e di questo ar·tigHere . Dice la rebzione. : « ... A ore 9 e mez7,o antimeridiane -~irca, Sua Altezza l'Arciduca Carlo mi faceva chiamare insie1
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1859 -
IN
·roSCANA ,
me all'ufficiale dei vditi dal signor ma,ggioi-e Mori comandante il forte, nell'uffizio del medesimo, e ordina.va al maggiore di
· aprire il plico contenente le disposizioni emanate dal generalecomando, il qna,le esisteva alla consegna del comando del forte, per leggersi nel caso di un aillarme. Allora il signor Mori lo les-. se ad alta voce. Ciò fatto, Sua Altezza l'Arciduca Carlo mi interrogò sulla quantità delle munizioni, che Piteneva nella . polveriera e nei magazzini, e mi ingiunse di dipende1:e dal comando del forte per recarmi in batteria, e quindi attendere successivi ordini, per divenire a · quanto sarebb-e a,pparso superiormentenecessario >>· « Io gli risposi : « Altezza mi pennetta di parlare francamente e lealmente. Le disposizioni che in questo momento sono, state lette non possono portarsi ad effetto, perchè la- truppa non fa fuoco sul popolo. Lei, e tutta la famiglia reale sono stati in~ gannati faèendole credere il contrario». cc Allora, il signor maggiore Mori approvò la mia dichiarazione, € l'aiutante maggiore Borgliini, e qualche altro ufficiale,. C:he non ricordo chi, dissero altre parole alle mie simili. Sua Altezza l'Arciduca _Carlo riprese : e< E noi?>> _: e( Altezza, tutta la famiglia reale è sicura in questa fortezza, e noi tutti, come già le abbiamo protestato, la difenderemo >>. Un rapporto del maggiore Mori ecl una lettera scritta da Petronio Oostctti al ministro della guerra, dal Belvedere, con fermano le parole del tenente Angiolini. I documenti dei quali fu data lettura e che provocarono queste parole erano datati 14 agosto 1858 e diretti alla R. Ispezionedelle Artiglie.rie. Il secondo di essi dava, fra le altre, le seguenti disposizioni: cc L'artiglieria da campo manderà subito duegnhbie (scortate da un ploto~e del 6° battaglione) a prendere i due cannoni da Citmpagna, che s1 trovano l'uno al còllegio l'altro a.l liceo, che passanclo ·per le mura, saranno trasportati in .fortezza da Basso. Contemporaneamente si spediranno sulla piazza de' P1tti due sezioni, cioè 4 bocche a, fuoco, le quali scortate da mi uffiziale e 12 uomini di cavalleria, prendendo la strada di circonvallazione, entreranno da porta Romana, nei' giardini. di Boboli pel più prossimo ingresso. La sezione rimanente attenderà ulteriori ordini. -
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LA Rl\'OLUZIOl':E DEL
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APRILI,;
« Il distaccamento d'artiglieria da piazza che trovasi in Bel vedere finirà d'a,pprovvigionare l.e batterie del forte e si terrà pronto ad agire, appenachè se 11,e presenti il bi.sogno)). Q.uali fossero realmente le intenzioni dell'arciduca circù l'a,pplicazion-e di queste misure è cosa ancora incerta ; certo è
Fig. 241 - L'Arciduca Carlo di ·T osca~na, Ispettore Generale {lell'Artiglieria, nel forte di Belvedere - Fir enze il 27 Aprile 1859 - ·ordina al Maggiore d'Artiglieria Mori d i bombarda r e l a Città, mentre gli artiglieri alzano la bandiera tricolore . (dal Museo Na.zionale di Castel Sant'Angelo).
invece che la rivoluzione si svolse nel modo più tranquillo , e il governo provvisorio potè insediarsi senza difficoltà, ecl emanare. disposizioni nei riguardi clell'esercit0, per prepararlo alla sua entrata in ca,mpa.gna.
In data 28 aprile 1859, troviamo difatti un decreto « Al· l'oggetto di provvedere istantap.eamente all'organizzazione del-
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IN TOSCANA
l'Armata di mobili.tazione )), e in questo decreto, fra Je altre <:ose1 è stabilito : «L'Artiglieria, è portata su quattro batterie >>Nella, stessa data viene ·nominato comandante dell'esercito toscano, in sostituzione del Ferrari da Grado, il generale Girola,mo Ullòa al qua.le, il 1° maggio, venne conferito il grado di tenente generale. Con la stessa data., 1° maggio, viene modifì.càto l'ordinamento clell'a,r ma d;artiglieria. Un decreto ordina che i due Battaglioni Cannonieri Guardacoste continentali dipenda no provvisoriamente, e s1ù piede eccezionale di guerra, diretta mente clall'Autorità Superiore Militare. La squadra degli ope-. rai e l'amministrazione del materiale siano provvisoriamente ~ggregati al 1° Battaglione Guardacoste Continentale. L'attuale compagni.a da piazza sia disciolta, e le quattro batterie c·o . . stituiscano un reggimento secondo il seguente « Quadro organico del Reggimento d'Arçiglieria cla Campo su piede di guerra>>. ·stato Maggiore Ufficiali e truppa Stato Minore >) >) )) 4 Compagnie )) )) )) rl'o tale: Ufilzia,li 43 - Truppa 907 - Cavalli 693 vati degli Uiliziali 54.
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35 223 ciascunà
Cavalli pri-
Un successivo decreto, in data 4 maggio, modifica il Regolamento del vestiario per il .corpo d'artiglieria. La prima variante, naturalmente, è la sostituzione, sul casco, della coccar<la, a.ttuale con quella nazionale. Altri cambiamenti sono ·portati ai col:ori dei brweri, pista,gne, fìletta;tura ecc., nei qua,li per l'artiglieria predomina il' nero . Il governo provvi.sorio, - costituito dai triumviri Ubaldino Peruzzi, Vincenzo 1\1:alenchini ·e ii' maggiore d'artiglieria Danzini, - appena, assunto il potere si affrettò a modifiqare per quanto possibile l'esercito ·cercando di togliergli quelle caratteristiche austr.iache fattegli prendere dai precedenti governi. Il triumvirato, come risulta anche dai già citati · decreti, di.spose chp l'esercito entrasse Rubito in campagna, e delle- sue clu.e brigate una fu inviata presso le Filigare, l'altra sopra Pistoia verso il pa,SRO clèll' Abetone. Tutte le disposizioni venivano da-
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OlSPOSIZIO::-II
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L'ARTJGL!EHIA
ie clal comancfante cl.elle truppe generale Ullòa e da,l maggiore Danzini che, fra i tl'i.urnviri, era qnello incal'ieato delle questio-
ni militari. Il giorno ll maggio i tri1tmviri lasciarono il potere e furono sostituiti d.a Carlo Boncompa.g ni di M:ombello, commissario fltraordinari.o del re Vittorio Emanuele per la guerra dell'indi· pendenza. Sotto la, direzione del Boncompagni, la Toscana con tinuò a prepararsi pc~r la guer1·a; come ministro della guerra, a sostituire il Malencbini, che lasciavfL la carica per assumere il comando del battaglione degli Appennini da ·lui fondato, fu chiamato il tenente colonnello d'a.rUgUeria Giuseppe Niccolini, che Yedcnuno eroico combattente a Curtatone. Il lG rna.ggio, il Governo della 'l'oscana deliberava cli acqnistare al più presto possibile una, batteria di quattro pez7,i da 16 ,e due obici cfa 16. Q\1esta batteria era destinata a formare la qnarta, già decretata ma non a.ncora esistente. Il commissa.rio Boncompagni, per ottenere più facilmente l'amalgama cl.elle truppe ·toscane con quelle piemontesi, e -renderle quindi più atte a combattere insieme, nominò ispettore · dell' esercito toscano il piemontese Antonio Nava, dandogli il grado di maggior generale; e, infine, il 25 maggio, fece noto chE> « La Toscana s'associava alla Sardegna e alla Francia nella guerrc;.1, combattuta contro l'Austria per l'indipendenza d'Italia )).
Sorvolando su gli episodi storici e politici di quell'epoca, ricorderemo solo come, mentre il piccolo esercito toscano si stava preparando stentatamente a entrare in ca,mpagna, giunse l'arimmzio di un prossimo sbarco a Livorno di una parte del V Corpo d'Armata francese, comandato dal principe Girolamo Napoleone. La prima brig-ata di fanteria, nna br1gata di 'Cfova,l leria, e parte dell'artiglieria di quel Corpo d'Armata, venner() poi a Firenze, ove furono accolte con esultanza; e più tar<li faceva solenne ingresso nella cit~à anche n prindpe Napoleo-
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IN TOSCANA
ne, che vi trovava accoglienza grandiosa come manifestazione esteriore, ma soprattutto entusiasticamente meravigliosa per passione patriottica. Il 24 maggio, il generale Ullòa lesse a,l le truppe un messaggio di r e Vittorio Emanuele, col quale esse venivano poste sotto gli ordini del principe Napoleone. Questi, a metà giugno, ordinò che la Divisione toscana si adunasse fra Prato e Pistoia sotto il comando del genera.le Ullòa il qua,le, con decreto del 15 giugno, era (( discaricato dall'ufficio di capo del comando generale, ritenendo l'ufficiò di Comandante in capo della Milizia To..scana combattente)). La Divisione er1:t costituita su due brigate di tre reggimenti ciascuna_, più un battaglione bersaglieri e una compagnia clel genio; non cl1e da truppe sussidiarie, che comprendevano due squadroni di dragoni, una compagnia di gendarmi e tre batterie co·n un totale di 18 bocche da fuoco. Il 18 giugno 1 la Divisione fu passata J n rivista, ·tt Pistoia da,l generale Ullòa ; e dopo va.rie giorna,te di marce, rese difficili dalle vicissitudini atmosferi~he, e inceppate dal succedersi 'di ordini e contrordini, giunse il 25 a Reggio. Di là, il 27, ripartì per Parma, ove già trovavasi il Principe Napoleone, e si unì alle altre unità del V Corpo fra,ncese. · Detta, Divjsione ·Si portò poi fino al Mincio con marce rese assai più penose dal caldo, ma senza avere occasione di prendere parte ad operazioni militari di qualche importanza. La mattina del 9 luglio, l'Ullòa ebbe avviso che da quel giorno la Diyisione toscana, tornava agli ordini immediati di re Vittorio Ema,n uele e che, intanto, essa doveva trasferirsi a Calcina.ia: l'improvvisi1 pace di Villafranca veniva ad impedire che essa, entra.sse in azione, e, al cessare delle ostilità, in 'conseguenz3, a,nche del cattivo stato sanitario della truppa,, fu rinviata in 'l'oscana. L'artiglieria fu indirizzata verso Cremona e Piacenza per passare il Po su di un ponte stabile di barconi. Il Giorgetti, nel suo libro sulle armi toscane, già più volte citato, ricorda, a questo proposito, .il seguente aneddoto, preso . dai « Ricordi di un veterano testimone del fatto>> : « Mentre l'a,rtiglieria toscana -
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LA DIVISlÒKID 'f0SCAKA IN MARCIA
traversa.va il piaz:1;ale della chiesa di Montichiari, convertita in oi-pedà,le, fu incontrata dal genera.l e Alfonso Ferrero della Mar: mora,, allora. ministro della guerra in P iemonte : questi, dopo aver assistito al passaggio delle batterie, le fece fermare, ed esaminando tutto, ed avuti molti schiarimenti, riV·Ol$e al tenen te colonnello Danzini, ehe le comandava, vivissimi elogi, presso a poco con qurste parole : « P er un vecchio artigliere come me, è sempre un ben gradi to spettacolo vedere delle batterie tanto belle, ed in assetto così completo, come le sue. Colonnello, gliene faccio le mie più vive congratulazioni >>Richiesta dal commissario di Modena, la Divisione toscana si fermò poi in queUa città per opporsi a un eventuale tentativo cli ri torno del duca. La, lettura cli un manifesto dell'Ullòa alle truppe infiammò anche i modenesi, tanto che in queste condizioni, il duca dovette r inunziar,(~ a qualsiasi tentativo contro i liberali, lasciandosi così sfuggire l' unica occaRione .che anco · . ra poteva, fargli sperare di riafferrare il trono.
* * * Cessata la guerra, con la pace di Villafranca, Vittorio Emanuele ritirò il protettorato sulla Toscana e il commissario Boncompagni, prima di lasciare il suo ufficio, nominò presidente del Consiglio il bàrone Bettino Ricasoli. Ritiratisi, analogamente, i commissari degli altri stati dell'Italia centrale, si costitnì una lega fra 'roscana e Mocléna, alla, quale poi aderirono Romagna e Parma, « per conservare la propria libertà e indipend.enza >> - A questa lega, la Toscana, si impegnava di coptrihuire con un esercito di diecimila uomilii. Comandante supremo delle truppe clella lega fu il generale Ma,n fredo F anti. Intanto, le condizioni dell'esercito toscano a,ndavano fa. cendosi sempre più precarie; e di qnesto stato di cose veniva generalmente incolpato il genera.l e Ullòa,, tanto che, il 15 agosto, furono accettate le dimissioni da lui già presentate in pre- , ceclenza,, ed a sostituirlo fu cbiama.to Giuseppe Garibaldi. Al 1'Ullòa fu, con decreto del 20 a~osto, conferito il gra,do onori:fi-
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IN TO.SCANA
co di tenente generale, e con decreto del giorno successivo, gli fn accordata. una pei1sione vitalizia . A giu~tificazi.one dell ' lillòu, è ùoveroso ricorcla.t·e la diffid- · lissima, situazione nella quale egli. si. trovò per organizzare e comanda.re un esercito che era stato, si può dire, originariamente costituito da, un austriaco; e quindi con qua.d ri p.on tutti di animo lealmente italiano e viceversa. con truppe .appartenenti a una popolazione entusiasticamente patriota, ma crudelmente co]pita. dalla pace cli Villafranca e delusa nelle sue aspirazioni e speranze cli libertà,. A onor ciel Ycro, bisogn:.1. dire che la Yoce spar$asi sulla demorali:1,zazione e disorganizza,zione di _queste truppe, fu recisamente sinen tita dalle seguenti pa,role che Ga,r ibaldi scrisse in una lettera da lui diretta al Malenchini : << Devo aggiungere di phì. che, per lo spirito, disciplina, e ma1·ziale aspetto di questa. Divisione, oh! Sf~nza dubbio essa, avrebbe degnamente combattnto accanto ai vincitori di S. Martino, Solferino e Magenta>> . . Il l!) !:'ettembre, il governo di Firenze, promuomeva Garibaldi tenente generale, ma decr etava che egli res!asse sotto gli 01:dini del generale Fanti. Insofferente (li quella, dipendenza, e anche per motivi politici, Garibaldi , il 19 n'ovembre, si dimettrva, da ca.po delìe milizie tosca.ne, e a suo successore Yeniva nomi.nato Luigi Stefa.nelll , già, comandante della prima brigata, eche erasi particolarmente distinto nelle campagne del 1848-49. ~Ienfre questo si svolgeva fra le truppe mobilitate, altre vi: cende a,vveni:vano in Tosèana : il miniRtro della, g-nerra Oravero Bi dimetteva, e a. coprii:e quella carica veniva chiamato il colonnello dello stato maggiore piemontese Raffa,ele Cadorna, il quale mfr,e ogni cura per rendere, per quanto possibile, gli ordinameÌlti militari tosca.ni simili a quelli piemontesi, nella fa . e-ile previBione rhe un giorn·o i due eserciti sarebherò stati fusi per combattere insieme pér l' unitù, e l' indipendenza Ì taliana. Fra, le inn ornzioni int rodot te vi fu quella di costituire il ,reggimento ci'i llrtig)ieria, da campa,gna, su due brigate cli tre baitteriè ciascuna; h1 5" e la 6" batteria rima~er<). però rmcorn, cla fornrnre. Con lo srPsso decreto veniva,no portate mocHficazioni alle divise . Nrl lSG-0, l 'a ttività clel Cadormt si rivolse ancora a, modifi-
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IL. CORPO REALE D' ARTIGLIFJRIA
ca.re l' ordinamen to dell'esercito, e, in data 21 gennaio, egli decretava là seguente costituzione del cc Corpo Reale d' Artiglieria)) : Stato maggior~ del Corpo ; 2 Brigate da campo di tre batterie ciascuna; 2 Brigate da piazza di tre compagnie ciascuna; 1 Direzione del materiale, dalla, quale dipendeva, una compagni.a maestra,nze e una compagnia deposito. In pa,ri data veniva stabilito ·10 scioglimento dei battaglioni cannonieri guardiacoste continentali, trasferendone il personale a,l progettato eorpo d'artig1i.eria, e là successiva soppres$Ìone ,del ba,ttaglione guardiacoste insulare, dei castellani, .dei torrieri e dei cavalleggeri di costa, nonchè la separazione dei pompieri eh Livorno e di Lucca dal corpo d'artiglieria. Il corpo del treno d'armata, veniva tolto dalla dipendenza del comando d'a.rtiglieria. 11 comando del eorpo d'a,r tiglieria venne affidato al colon nello Giuseppe Niccolint, del quale a,bbiamo già, ripetutamente parlato. In complesso, durant e il 1859 ed i primi mesi del 1860, in Toscana si era fatto abbastanza per l'artiglieria, e specialmente per n suo ma,teria.le. Dalla pubblicazione cc Relazione sullo stato milita.re della 'l'oscana, dal 1° gennaio 1859 al 31 marzò 1860 )), stampata a F'ireme nel 1861, risulta che nel 1859, per la _voce « materiale d'artiglieria>>, furono spese Lit . 1.390.825.699; e nel primo trimestre lSGO, Lìt. 248.722.774. In questa voce? però; sono comprese anche spese che non si riferiscono veramenteall'artiglieria, ma ad altre armi, quali quelle per la rigatura. dei fucili. ·
Il 25 marzo, veniva, decreta.ta l'annessione della Tosca.na al regno Subalpino e, sotto la medesima data., le truppe dell'Emilia e della, Toscana veniva,no incorporate nell'esercito piemonteRe, adottandosi per esse le leggi ed i regola.menti vigenti nel regno. di Sardegna.
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---.IN 'l'OSCAKA B A i\[ODEN.,\
Abbiamo già visto quale sorte toccò alle batterie d.a campagna, in questf.L fusione: vedremo ora la, destina~ione avuta dagli altri reparti : la 'l' e la 2" compa.g nia da piazza passarono al 2° artiglieria da piazza in Torino ; , · la 3" e la, 4". compflgnia da piazza,, a,l 3° reggimento artiglieria, da piaz:i;a j n Genova ; la 5" e la G' compagnia da piazza, al 4° r,e gglmento artiglieria, da piazza in Pin.cenza. I comnonenti del disciolto battaglione ca,nnonieri gu[Lrdiac-0ste insulari, il 31 maggio 1.S(il, passarono nei veterani o l'irnasero all'Elba, impiegati .nei servizi d'artiglieria,. Un mese d opo, fu disciolta, la compagnia cannonieri gnarcliacoste del Giglio, e, nlla, fiue di luglio del 1rn~clesimm an no, fnrono soppressi anche i cavalleggeri da CO$.ta. Cosi term inò la vita anl'ononuL di quell'artiglieria, toscana la cui storia, pnò vantare, eome abbiamo visto, il più antfoo docu1rnmto esistente in Italia che parli cli caniJoni, e che, ricca di studtosi, di a,rtisti e di prodi combattenti, portò all' a,rtiglieria italiana nn non piccolo contributo di conoscenze tecniche, cli valore, cli spirHo cU sacrificio e di amor patrio.
L'Artiglieria di un altro piccolo esercito merita di essere qui ricoìdah:t, se p nh) la sua fine non Ria :.;tata accompagnata dalla gloria, quale le sne più remote tradizioni avrebbero· potuto fa.r sperare. ' Intendiamo alluder,) a quell'artiglieria estense 'Che aveva scritto, eon la battagli.a cli ·Ravenna, nna delle · più belle pagi · ne della nostra storia. F in chè truppe a,m::triache timasero nel territorio delle l ,<,gnzioni , Prancesco V prediRpoRe nna difesa del suo stato, in·viò truppe ili L11nigiami, in appoggio di quelle che guarn ivan o la provillcia di ifo::;sn e Carrara e rafforzò Drescello; però, dopo la battaglin cli Magenta, cs~cnclosi le truppe anstriache ritirnte
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~ISURE DIFENSIVE PER BRIDSCIDLLO
Mantova, il duca Francesco le seguì col suo piccolo esercito _ Brescello fu posta in asRetto di guerra fino clal marzo, vennero costituite quattro batterie, clelle quali due sulla sponda austriaca, e le torri vennero completamente a,:r:inate. Le boe· chç da fuoco per armare le nuove opere furono fornite in parte dal governo austriaco, che prestò cannoni da 18 libbre e di alt ro calibro; al rl'sto provvide l'artiglieria estense. Agli ufficiali destinati al comando delle torri di Brescello vennero da S . A. R. date l.e seguenti precise istruzioni : 811
« Servi:.1io nelle torri e nelle batterie stabili. « La guarnigione cli ognuna delle quatçro torri dev'essere fornita di un uf<< ficiale comandante e 50 uomini fra sergenti, caporali e comu.ni ; di questi, << 20 devono essere cannonieri e gli altri pionieri. Se tra quèsti ultim.i non ve « ne sono di abbastanza robusti si completerà il numero con soldati di linea. « Quando il nemico è poco lontano, una guardia composta di uu sottuffi<< ciale e 6 uomini, fra i quali almeno due cannonieri, , dev'essere sempre gior« no e notte sopra corierta e tenerè due sentinelle, di cui l'una deve portarsi « spe:sso sul rialzo sopra la porta e cambiarsi coH'altra, la quale può girare; « esse devono stare sempre attente a tutto quanto accade nel dintorno. << Tutta questa guardia deve avere · i fucìlì carichi.. Un'altra guardia com« posta dì quattro uomini, fra cui 2 cannonieri; deve stare sotto coperta, ed « un uomo sempre vicino ad ogni obusiere. . << Altrettanti uomini quanti sono dì guardia devono dormire vestiti in mo« do di poter essere subito pronti al servizio ad ognì allarme. << In ognuna delle clue batterie stabili vi devono essere sempre fissi 4 can« non.ieri e 4 pionieri, i quali tengono una sentinella; un sottufficiale n'è il « comandante. « Il servizio 'Clegli altri pezzi d'artiglieria posti lungo l'argine si fa dal ri« mane.il.te dei ·cannonieri, ai quali si aggiungono stabilmente i pionieri neces« sari al compimento del servizio. Questa truppa è albergata parte ìn una ba« racca e parte nelle case vicine, come già disposto, e tiene sempre una sen<< tinella alla rispettiva batteria: <, In ognì torre devono esservi almeno 10 fucili ognuno con 60 cartucce. <<Quando. il nemico è in vicinanza, tutte· le toni clevono tenere sempre ri« t irati i 1oro ponti, e la comunicazione con Brescello deve farsi soltanto per « mc:r.:r.o delle già esistenti scale a. mano, le quali devono collocarsi solo dl << giorno e per ogni singola occorrenza, ecl il rimanente nelle torri. << Quando il nemico è vicino non devono tenersi posti fuori delle palizzate, << e i rastelli tenersi sempre ben chiusi. In tempo di notte o di nebbia l'infante« ria di guarnigione in Brescello cleve tenere una pattuglia dietro ogni corti« na, la quale deve J)::tsi,egglare su e gH1 dietro le palizzate, e qtr:mdo· si acllllff\l.e"flYn-·"", 1· , :'! ~. r.t 1.,- ri , . J~ .!~t J'{~ r . . i! , \ i;
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1859 - · A ·MODENA «. corga che n· nemico si accinge ad abbattere qualche ·palizzata, deve scostarsi « .da essa verso l'i,nterno, e tirare in aria un colpo di fucile per avvertire le f1. due guardie delle torri vicine di stare attente; e se il nemico continua il '« lavoro, la sentinella deve tirare un secondo colpo cli fuciie, dò1.io il quale le ·« guardie 'di anibedue le toÌ'ri devono tirare un colpo da ognuno dei due obusieri i quali devono ·essere sempr.e carichi con scatole di mitraglia da 6 lot'« ti, e collocati in modo cla battere l'esterno della pali?:zata. '. « Se dopo di ciò il neJX!ico .continuas~e il lavoro, la sentinella dietro alle .« palizzate dev.e tirare un altro colpo e si ripete il tiro degli obusieri. Su ne~ miei singoli non si devono tirare che fucilate. « Il coma11d.o generale a cui rimettiamo la presente istruzione dovrà dira« marla ai singoli comandanti delle torri appena essi sar anno nominati. Modena 17 aprile 1859 Francesco. ,,
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Il 14 maggio, il Duca, sempre a proposito di Brescello, dava altri . ordini che dimostrano come la 'diligenza' e la buona volontà del personale addetto alle batterie non fossero .... ec.c essive:
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« L'istru?:ione del cannone è stata trascurata finora. (< Il corpo pioni.eri deve applìcm·visi ora clippiù. I paioli sono poco unti, i pezzi girano con difficoltà anche forse pel legname gonfiato : tutto ciò deve ridursi in istato migliore dal capitano Preissl. « Un certo numero cli. soldati della linea debbono essere esercitati essi pure, nella manovra col cannone sia da posizione, sia da campagna, onde poter essere a<loper4ti al servi:ti.o dei pez7,i che sono o saranno ancora collocati sulla .gola della testa di ponte. Francesco.»
Ma . tutte queste disposizio11i erano perfettamente inutili:. l'ora era s'i.ionata per la Casa d'Este! Un avviso ufficiale del Quartier Generale austriaco, che 'S. A. R. ebbe il giorno 10 'g iugno a,lle ore 5 po:m..eridiane, annunciava che l'esercito imperìa1e a,ustriaèo si ritiraya dietro il Mincio. Quasi contemporaneamente si ebbe notizia ,dello sgombro delle Legazioni, ciò che era sinonimo della vittoria della rivoluzione in quelle provincie. Tali avvenimenti costrinsero il .D uca a ·dar l'ordine di evacuare Modena e R~ggio, ed a ritirar.~i al Po. L'lt giugno; le truppe estensi la,sciarono Reggio e Modena; il 12; erano a Gliasta11a; il 13, parte del materiale che era a
Rl'l'!RA'l'A DELLA 8RIGA'L'A ES1'ENSEJ SU )IA::-1'.l'OVA
Brescello veniva caricato sul piroscafo «Vicenza» per essere trasportato a Mantova, il rimaHe.nte veniva distl'utto, i pezzi inchiodati. Il 14, l'esercito estense passava il Po a Borgoforte e, alle 7 pomeridiane, arrivava i.n Mantova, riunendosi all'esercito austriaco. Così., come il Governo Estense aveva dal 1815 rappresentato in Italia il peggiore nerniC'o delle idee liberali, l'e. sercito estense, nella campagna ciel 18:-59, fu l'unico alleato del 1' Austria. · Questo. minuscolo esercito che Fra.ncesco V volle denomina· re cc Brigata li:stense >), la sera del 14 giugno comprendeva: << Qua,ttro battaglioni d'infanteria di linea, i due primi di << fucilieri, il terzo di cacciato1·i, il quarto di riserva ; di que<~. t'ultimo gli nomhù valicli vennero ripartili nei 3 pl'iwi, poi·· « tati a 3 forti battaglioni di guerra, men tre i soldati di tutto « il Reggimen t~, meno idonei al servizio di campagna, passa<( rono a costituire un deposito ». « Una batteria montata di artiglieria con otto pezzi, più << tardi, per metà rigati; una compagnia di artiglieri a piedi « che nel gennaio l '61 assunse i.l no11rn di compagnia di spiu« gardieri, destinata al servizio di tre batterie di spingarde ; « una compagnia di pionieri )>. · cc Mezzo squadrone di dragoni a cavallo». cc Il corpo dei Dragoni. a piedi, ch'era la gendarmeria dello « stato, e fu organizzato in due compagnie». In totale erano 3.262 uomini, compresi gli ufficiali (ciH:a 150) e 229 cavalli con .8 per.zi da 6. Oomandànte era il generale Agostino Saccozzi. Le truppe ducali este·nsi, nella giornata di Solferino, sotto il comando del colonnello I gnazio Forghieri, erano fra le riserve nel campo di battaglia presso Mantova, sullo spalto fuori del Fol'te Be1:6ore, in prossimità della Madonna degli Angeli; dopo Solferino, furono dislocate, successivamente, nei pressi di Battagli.a, indi presso Sanguinetto, poi di nuovo a, Mantova,. e infine nei pressi di Bassano, dove rimasero fino allo scioglimento della Brigata, che avvenne il 30 settembre 1863. I n questi cinquantadue mesi, unico fatto degno di menzione per la Brigata è quello ili avere partecipato, al comando di S. A. R. il Duca, alla rivista cl11.e l'Imperatore d'Austria Franr,5
...,... 861 -
1859 - 63 -
A M ODliJNA
e.esco Giuseppe passò a Vicenza, il 17 marzo 1862, all'I. R. 8° Corpo d'Armata del quale la Brigata faceva parte. L'Artiglieria de.Ila Brigata aveva in quel giorno la seguente forza: 5 Ufficiali 127 Truppa 111 cavalli 8 Cannoni da 6 8 carrette da munizioni
Artiglieria Montata Comandante Cap. Oa,n drini Cav. Antonio
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Spingardieri
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Ufficiali
93 Truppa 12 Spingarde
Il 30 settembre 1863 la Brigata Estense veniva sciolta definitivamente perchè il P arlamento austria~o aveva negato i fon di per il suo mantenimento; ma la sua forza si era grandemente ridotta per le diserzioni avvenute negli ultimi mesi; e gli ufficiali passarono tutti nell'Armata austriaca o come ufficiali in servizio, o come pensionati; della truppa rimasero al ·servizio dell'Austria 955 uomini, mentre 1608 chiesero congedo e rientrarono in patria. Il materiale d'artiglieria venne consegnato il 3 Ottobre all'autorità militare austriaca, che ne curò l'invio negli arsenali di Mantova. Un anno prima, e precisa,ruente nei giorni 3 e 4 settembre del 1862, l'artiglieria montata estense (con soli 4 pez· zi, per ragioni d'economia, date le ristrettezze in cui versava la Brigat~) aveva eseguito gli ultiiui esercizi di tiro al bersaglio, a Spresiano .. Il giornale della R. Ducale Brigata Estense riporta il programma degli esercizi stessi.
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Prim,o gi_orno (3 setteni1Jre) a 300 Tiro d'istruzione con due cannolii da, 6 lisci a 600 n° .4 tiri con scatole a mitraglia 1i 4 tiri e-on schrapnels (così è seritto nel test,o) a 800 n° ] O tiri con cariche a palla da 6 n° 4 tiri con schrapnels a 10.00 n° 16 tiri con cariche a, }Jalla da, 6 n° 4 tiri con schrapnels
passi. passi.
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pa,fiì~i. passi.
l~St::RCI'r AZlO)IJ DI TIRO
n° 14 tiri con cariche a palla da 6 n° 4 tiri con schrapnels
a 1200 passi.
n° 10 tiri con cariche a palla da 6 n° 70 tiri in totale, di cui n ° 4 a mitraglia, n" LG <·on :-;ch1·apnels,
e 50 a palla . Secondo giorno (4 settembre) Fuoco di batteria con q na,t tro cannoni Usci da, 6 11° J 6 tiri con schrapnels n° 16 tiri con cariche a palla da 6 n° 16 t iri con schrapnels n° 16 tiri con cariche a palla da, 6 n' 16 tiri con cariche come sopra ·11° 8 tiri con scatole a mitraglia
a 1100 passi. a
900 passi.
a a,
700 passi. 300 passi.
n° 88 tiri in totale, di cui 32 con schrapnels, 48 con palla ed 8 a mitraglia.
Erano questi gli ultimi C'olpi dell'artiglieria estense e segnavano la fine irrimediabile di un Govel'llo che aveva, decretato la propria condanna fin da:l 1831. Quei quattro cannoni da G erano gli. ult imi e ... .. degenel'i cUscendenti della, famosa artiglieria esten"'e che, a R avenna, nel 1.512, aveva scritto un' inobliubil e pagin a di gloria italiana; ma gli artiglieri che la servivano erano ben diversi dai bombardie1·i ai quali Alfonso I rivolgeva le famose parole: « Traete pur dovunque YOi volete e senza sospetto alcuno , bombardieri miei, che voi non. potete errare, perchè son tutti nemici)). L'a.rtigliel'ia estense moriva al sol do dell'Austria e al servizio di un P rincipe che e1·a austriaco di sangue e cli spil'ito; triste fine, quando i pdmordi della sua. esistenza, erano sta.ti. così italianamente belli. ì\fa il <1:oloroso epilogo non deve farci dimenticare le gesta compiute dai cannonie1·i esten ·i attraverso i secoli, gesta che si nllncciano storicamente a quelle degli Rrcliti artiglieri forniti cfa lla beJla e fiera, regione al glorioso esercito italiflino.
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1860 -
1N SIC TLT A
5. I moti di Sicilia de ll'aprile 1860 - La s pediz ione dei Mille - I primi fatti d'arme - Battaglia di Milazzo - L'artiglie ria napoletana n e lla prima fas e della campag n a - E ntrata di Gariba ldi in Napoli - Re Vittorio E manue le partecipa all'azione - Occupazione di parte degli Stati Pontifici - Costituz ione del Corpo d'ope r azione - Truppe pontificie - Le m arce d e i Corpi d 'Arm a ta di Cia ldini e Della Rocca - Battaglia di Castelfidardo - Assedio di An con a - Le forze de ll'attaccan te e del difensore - Le operazioni dell'assedio - L'azione dell'artig lieria.
E veniamo ora all'artiglieria napoletana la quale, certo, occupa un posto notevole nella nostra storia, tanto per le sue tradizioni - specialmen te dal po nto cli ,·i~ta tee-nico - come per H notevole contribnt,o che essa, era dei,; tina,ta a portare all'ar tiglieria ùella nuova Italia; Hè certo ci deve tmtt<•ncre dal paelarne il fatto che, per rnlere cli governanti stranieri, essa fosse in quest'epoca i-mpiegata a combattere i confratelli italiani. Di quest'a,rtiglicria, il Battaglini, nel suo libro « La firn! di un esercito )), scrive : << L'artiglierht napoletana era b_uona, specialmente per la cultura ptofessionale degli ufficiali - ve n 1erano a.leo ni veram.cnte scienziati - : ,tve-va bn on materiale e tl'uppa bene istruita e brava nel punta,re >). Le artiglierie da campagna. però, in proporzione alla forza complessiva, erano scarse, ed a,·cvano, specialmente a,l principio dell'anno 1S39, pochi pezzi rigati in via di espei-imento e non ancora definìtivamenro adot ta ti. Le artiglierie d:L C'ampagna costituivano batterie ùa posizione ar·mate dascurnL cli 6 cannoni da 6 e di. due obici ùa 5. 7. 2. ; batterie a schiena, armate con otto obici cla, J2 cm.; bath~rie a straBcico pure con obici da l~ cm.; ecl infine batterie leggci·e con otto cannoni da 4. In com plesso però, l' ossatura dell'a r tiglìeria napoletana era ben saldn e tale da poter fronteggiai-e qualunque evento , così come lo er:-1, la comp..~gine di. tutto l'ese1·cito al quale Fartiglieria appar1eneva. (i4 -
L' Alt'J'lG LJEJl]A NArOLJ,--;'l'ANA
Ma, - de1nento essenziale - mancava il consenso del popolo, specialmente di quello sieiliarn> : la rh·oluzione del 1848-4!.l, spen ta, nel sangue da Carl<) Filangieri , aveva, tenuto vivo nell'animo degli Ìsoln ni r ,oclio eontro il Bo1-bone; odio che divampò nel
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Fig. 242 - Cnnnone di legno adope1:ato da Francesco Riso nella rivolta del 4 Aprile 1860 in Palermo. ( clalla raccolta cl ella Società Siciliana per la Storia Patria. Palermo).
I S60 e chim:e il cielo di una clinnstia che non aYeva mai sapnto divenire italiana. L'unione della borghesin. e della nobiltà riYoluzionaria palesò, a.i primi d'aprile del ISGO, i primi sintomi di una vicina r ivolta . La polizia ne avvertì il comando militare il giorno 3; e l'alba della nuova 1;iscossa. fu salntnta dalle pi-iine fncila.te, mentre ,s uonan1ùo a storno le ca.mpanè del convento della Ganda, chiamando il popolo alla lotta . Presto, le truppe, già pronte, raggiunsel'O i posti assegna.ti, per stroncal'e, $11} nascel'e, Fiusm·rezione. -
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1860 -
I N SICILIA
La, forza, dell' artiglieria mobile in Palermo -era costituita daìla 4• Divisione clelle ·,b atterie montate, comandata dal tenent.e colonnello D. Fileno Briganti e comprendeva 4 batterie di circa 140 uomini. ciascnnf1.
. Fig. 243 - Maresciallo D. Rodrigo Afan De Rivern, Comandante di tutte le batterie montate clell'Esercito Napoletano ecl il figlìuolo' Achille Afan De Rivera, che comanq_ò una mezza batteria cli obici nella sommossa di Catania - 31 Maggio 1860.
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(da fotografia della Casa Afan De Rivera Costàguti).
Tutti lpiesti r,e p,lrti, il 4 aprile, concorsero a sedare il tentativo cl.i_ rivolt1:L, come si legge. nella seguente relazione che il colonnello Briganti inviava l' indomani al generale D. Rodrigo Afan de Riv,era, comandante le <prnttro Di.visioni che inqu a -
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' LE BA'l'TERIE BORBON!Cl:lffi A PALERMO
dravano le 1G batterie montate ll'a,rtiglieria e la batteria a cavallo: cc Credo mio dovere rapportarle che ieri mattina all'alba, e precisamente · alle ore 4¾ si manifestò una sospettata manifestazione rivoluzionaria. Noi eravamo ii1 prevenzione, e perciò con tutti gli Ufficiali., dallo imbrnnire della sera precedente, ci trattenevamo in quartiere. Quindi al tocco dell'allarme tutto si trovò nel più perfetto ordine. All'istante l'Artiglieria Montata ricevè le seguenti destinazioni : Della Batteria a strascino 11° 10, u na Sezione al largo della Marina, una Sezione al largo del Palazzo .Municipale, una. Sezione cli riserva alla Gran Guardia, e la 4a Sezione al largo S. Teresa., pronte a difendere gli sbocchi della strada dei Porrazzi, e l'avvicinamento dì Porta di Castro. Della batteria a schiena n° 14 la prima mezza batteria al largo. di S. Oliva, con una Sezione avanzata a Porta ·Macqueda, e la 20. mezzn Batteria 111 piano della Consolazione. La Batteria n° 6 al largo del Real Palazzo, distaccando la Sezione dì Obici di rinforzo al piano di S.ta Oliva. Di questa Batteria nel corso delle ore (pm), quattro pezzi col 1° Tenente Purrnan furono spediti al piano dei Porrazzi, per snidare una quantità di rivoltosi, che avevano occupato i circostanti casini. Della Batteria n° 7 la sezione òi Obici fo postata al principio dell'ingresso nel Largo del Real Palazzo, un'altra Sezione fu portata in avanti verso i Borgognoni, un'altra 'fn piazzata allo s bocco cli Porta Nova, e la 4" fu ritenuta in riserva al iargo del Real Palazzo. La prima Sezione della J.Oa batteria, coml!-ndata dal giovane 1° Tenente Rianchì fu la prima ad attaccare ·il Convento della Zisa, sito in istrade strette e tortuose, ecl energicamente clifese dai rivoltosi, che vi erano in sufficiente J?.UIDero, e fece eminentemente U suo dovere in una posizione veramente difficile, consumando 17 grana.te e 3 tiri a metraglia, coi qua.li aprì il varco a tutte le offese ~hè si dirigevano contro H Monastero indicato, nel quale i rivoltost avevano raccolta tutta la loro insana energia. Dopo abbattute le porte, ed assaltato dalle 'l'ruppe iì pianterreno, siccome i malvagi difensori erano ritirati nei piani superiori, e n~sèosti dietro ripari naturali ed artificiali, il sig. 1° Tenente Bianchi fece salire a. braccio un obice negli indicati siti, e colà distrusse tutte le difese · elle gli si presentavano>>. Nella relazione, qui,· seguono elogi per il 1° tenente Bianchi e per tutto il personale della sezione; poi, riprende: e< La mezza Batteria della 6" da Campo ha servito del pari benissimo, ma questa nell'aperta campagna, sebbene in. comodata da case e pa.Ja7,zi. Gli altri non sono entrati in azione, ·ma in generale, tutti hanno adempiuto il loro do-vere con senno, zelo ed alacrità da meritene di appartenere al .clistin:t,issimo Esercito di S. M. il Re (N. S.) e di essere degni di stare sotto i cli Lei onorevolissimi comandi». Seguono ancora elogi per tutti e nuovamente per il tenente Bianchi.
I Siciliani, asserrag,liati nel convento, si difesero con ùisperato ma vano valore : tre cannoni caddero nelle mani dei regi 867
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IN SICILIA
e il tentativo fallì, per riaecender.si nei dintorni della città la, mattina del 5, mentre le notizie di Palermo suscitavano fremiti di rivolta in altri centri dell'isola. Da Napo~i, si fecero allora partire nuove truppe con artigli-erie poichè il crescere delle file
Fig. 241 · Le truppe bol'boniche all' assalto del convento della Gancia - Palermo, 4 Aprile 1860. (incisione .nell'lllustration fr ancese; Collezione Comandini, Milano). (da l ' Italia nei cento anni del secolo XlX d i Alfredo Comandini e Antonio Monti. Edit. Antonio Vallardi, Milano).
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ALTRE AZI0.NI VELUJ BATTERIE CON'l'RO GLI I~SOR'l'I
del movimento incominc:iam a, preoccupare seria.mente il ·govet'· no borbonico. Durante il mese d'aprile, le artiglierie mobili stanziate jn Pale1·mo furono irnpi.e gate in ·Yarie fùzioni : il gi,omo 6, metà, della batteria a str1:tsscino n° 10 fece p,1rte di una, colonna in . viata, a liberare due compagnie del 4° di lineEL attaccate dagli insorti in Bagheria; nella notte dell'S al 9, a.. due colonne ile· stinate all'attacco di S. Lol'enzo furono aggiunte rispettivamente una sezione di cannoni della batteria n° 7 ed un'a,ltn;1, della, batteria, n,0 6. Ancol'a il 10 f:Lprile, ad nna colonna inviata contro gli insorti che avevano òccupato il villaggio di Villaba,te, fu unita una sezione cli cannoni della batteria n° 7. Il giorno ll, all'at tacoo··del convento di Gibilrossa, pa,r tecipò metà della, batteria da montagna 11° 14; ed il giorno 17, pei- atta,c care Carini, fn i mpiegata una sezione di obici da montagna. Infine, il 23, per mantenere !'-o rdine nel distretto di 'rermini, fu invit~ta una, co lonna di tr~1ppe con una, ,sezi.one della batteria cla montagna n° 14; e l' inùomani, per stroncare ,un movimento sedizioso in Paler-mo ed alla Piana dei (heci, fo fonua,t a una colonna di truppa ron una, sezione di obici a strascino . Ma a nulla potevano servire i provvedimenti adottati lhll governo borbonico, pc~rchè questa volta, il novello grido di guerra dei Sicfliani eta sentito ed accolto dall'animo possente <li Giu seppe Garibaldi. Questo Condottiero 1e·g gendario, creato da Dio ·per far compiere i supremi destini dell' nnità italiana, coi suoi Mille Illl\ O· veva, dallo scoglio di Quarto nella « SE~ra di maggio con ri<ler cli · ::;telle >> . J
. Non parle1·emo qui delle ITJJtravigliose g·e sta. compiute dai Millè, delle quali, spec.ialm,ente' per quanto riguarda il modesto ma efficace contributo portatovi dall'artiglieria, i nostri lettori trov-e ranno la narrazione in a.ltro c::Lpitolo; ma non possia,Jni) tacere dell'opera svolta dall'artiglieria .'n apoletana, la quale sep pe ora, come nelle altre contingenie, dimostrare la sua perizia. -
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Il\ SICI LIA
In tutta la prima fase della, campagna, l'artiglieria napoletana non ebbe che poca parte; è doveroso, però, riconoscere che ,essa, si comportò bene, con CtLpacità e valore. Nella giornat~ di Calatafimi, un obice da montagna fu c-ouquistato dai volontari; ma Ya tributatfL incondiziona.ta lode ai. suoi serventi, che restarono fermi al loro posto e spararono :fino a quando non si ebbero addosso le baionette garibaldine. Parimenti si comportarono le batterie regie, prima contro Garibaldi, mentre questi ,s i and~Lva destreggiando a Rm1da ed n, P àrno; poi cont ro l'Orsini a Corleone. Vi fu però un'eccezione, quando Ga,ribalcli si.. presentò alle porte di Pa,lermo , la rnattin;:i, dél 27; tra i rinforzi inviati dal La,nza a sostegno delle truppe regie, :figu1·ano quattro cannoni comandati clal capitano Lqdovico de Sauget (< il quale, a sua voltf:L - scrive il Buttà - sparò dove il nemico non c'era, e che poco tempo dopo disertò>>. Conseguentemente, fu dato incarico a,lla, batteria di Castellammare di sparare sulla città; e ·q uindi Palermo conobbe anco, r a una volta gli òrr-o ri del bomba,rclamento, che durò :fino a quando non fu conchiusa la tregua. A seguito della convenzione stipulata il 6 giugno 1 i borbo · nici sgombra,rono la capitale, asportando tutte le bocche da fuoco, vuotand o l'arsenale ed i maga,z zini di deposito, e si concentrarono a Messina con la maggior parte delle artiglierie mobili provenienti da Palermo, mantenendo, però, presidi éli truppe. rinforzati con artiglie1'ie, ad Augusta, a Milazzo e a .Siracusa, come punti d'appoggio importanti per poter poi agevolare la ri~coissa. Nèlla notte dal 30 al 31 maggio, qua,ndo il profugo Giuseppe · P oulet attaccò Ca.ta.nia, coi suoi 500 . uomini, il ·generale Olary, con 2.000 uomini -e le 'batterie d1 at'tiglieria n° 8 ,e n° 13, essendosi preparato a fronteggiare l'azione, fece ostruire ' 1~ vie con barricate difese da fanti" -e da artiglieri con due mezze batterie, appoggia,t e, inoltre, da una fregMa a vapore ancorata nel porto, che con le sue più potenti artiglierie teneva la città in soggezione. La mezza batteria di obici della 11° 81 comandata dal 1° tenente D . Achille Afan de. Rivera, in previsi-one di una sommo!";sa popolare, sino dal giorno 15 maggio, dal Castello si era tl·a. -
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Fig. 245 - Giusev1ia Bologuaro. · (Dono del< Municipio di Catania - Rlprccluzione fotografica e~egnita nell? Studio d'arte L. Pirrone, Catania).
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IN SICILIA
sfedta nel palazzo comunale e, nella 110Lte sul 30, a,veva avuto l'ordine di pol'itan;i con una sezione in piazza, degli Studi a guardal'e .Porta Aci, e con l'altra sezione, comandata dall' alfie1·e Teclei-:co, all'imboccatunt della stra.eia; mai quando, la mattina del ~1, i regi, al suono cl elle campane, fui-ono attaccati dalle bande armate e clui popolani che sparavano da.Ue aperture delle case, la, mezza batteria 1lel De Rivem fu fa tta, segno ad in· ten~e. raffiche cli fncile1fa e <.li. artiglieria. E propl'io in piazza clegli Studi, durante l'assalto, una donna clel popolo, Giuseppa Bolognara, emulando il ntlore di Roi:-a Donato, Feroica artiglie:ra, della rivol uzione clel 184.S, l'iuscì a trascinare una bocca da. fuoco e, postatala nell'atrio del palazzo 'l'ornabene, ne scaricò all' iruprovviso 1111 colpo a miti-aglia alle spalle dE>lle truppe napoletane, elle fnrono costi-ette a, ritinu·si- dopo d'nww abbando11aLo un can none . Ciò p erwise agli fosorti di salire sul campanile del Duòmo, eia dove tit.:n·ono i;;ul generale Clary, nella piazza. sottostante, m:ciden<lo .nn ufficial e e fereuclo il de Rivera. l Sidlian i furono però ben presto a corto 1.li munizioni <! avendo avuto il lol'o colonn. Poulet ferito, dopo ripetuti attacchi alla, ùafonetta opei-ati clal 3° battaglione caceh,tori, furono eostretti a, de,sistc1·e <blla lotta, la sciando nell,e mani dei regi ti·e boecht' da fuoco. La mezza batteria cornandaht dal dc Rivera ebbe a lamenta1·e, iH quel <·omb,1tti.mellto, 11 al'liglieri ed nn i-olda,to del treno fel'iti. .Per il lodevole comportamento tenuto tan to da tpiesta mezza, ba.ttPi-ia. come dall' altra, comandata ùal ca pitano Dc. Hlasi, iJ gene1·a lc Olaty e i.l generale Afan cle Ri"\"Cra ebbe1·0 parole di incondizionata lode per tutti gli uomini t\ specialmente, pel' i cl ne ufficfa.li. che .:wevano anito, più degli o.I.ti-i, occa sione di ùi.s tinguèrsi. A metà, giugno, il vecchio maresciallo Russo, coman<lante della piazza ùi i\fesi:;ina, fn soi:;tituito da11' Afau de Ri.Yera,, <~cl a,l gene1·ale Clary fu affidato il coman do delle truppe ivi raccolte, mentre il· colonn ello Briganti, già comand.ante della 4a Divisione clelle_batterie montate, veniva destinato come capo di stato maggiore del corpo d'eser cito in 'Messina , per l'artiglieria. Fra le tante clispo,sizioni emanate in quei giorni, è degna, di nota qu ell a che prescri veva agli uflkiali cli ui:;are t uth~ la -
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Fig. 246 Città, Cittadella cli Messina.
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loro influ<:>uza, rnorak sulle ti·uppe onde irnpedi.J:e le diserzioni. Jn realtà., in quei giorni, coloro che disertavano la causa, del Borbone er;mo molti, specialmeùte in seguito ad una<< pal'lata » di Garibaldi, stampata e distl'ibuita di nascost,o fra le truppe borboniche. « E il numero dei disertori - dice il Battaglini aumentò di giorno in giorno. Fra, i ()_uali 1wn pochi ufficiali giova,n i, specialmente i più colti ed intelligenti. L'artiglieria. ed il genio, le così dette n1·mi dotte, diedero il maggiore contributo >1 .
Il Clary, allontanato l'Afan de Rivera e rimasto comandante 1:mpremo in Messina, quando il 24 giugno ebbe l'ordine di jniziare le operazioni, essendo ormai completata l'organizza,1,ione delle sue truppe con 5 batterie d'artiglieria, sollevò una serie di difficoltà, fra le cprnli quc.lla, dipendente dallo stato di deteriora.mento delle artiglierie venute da Palermo. A quell'epoca, e1·ano ai suoi ordini 29.lSS uomiui, con !)06 ufficiali, 40 cannon~ da campagna e da montagna u 5 batterie. Contro la colo11J1a Medici, che marciava, su Milazzo e Mcs- . sina .il 14 luglio ve11ne inviat[~, agli ordini del colonnello D. Fer din~ndo Bosco, una bdgata di operazione con la batteria a scb iena. n° 13, armata con obici da 12 cm .. Elementi cli detta brigata ebbero un primo scontro oon i volontari il giorno 17 agli Archi, cd una sezione di obi.ci della predetta batteria, durante il combattimento, ·assolse assai bene il suo compito: tSi distinse l'aiutante Stefano d' Aul'ia, non . olamentc ai pezzi, ma anèhe lavorando febbrilmente di sciabola e facendo 14 prigionieri; arnd, il colonnello Bosoo, nel telegramma inviato al Maresciallo Clary, alle 4 del pomeriggio da Milazzo, a proposito del d' A uria., diceva addirittura: « ha fatto prodigi ». Ma una prova briJlantissima della. loi-o ·petizia e dell'elevato spirito ai sacrificio, gli artiglieri napoletani la diedero tre giorni dopo, nella battaglia di Milazzo, oontro le truppe volontarie del Medici e del Cosenz riunite; la citata batteria, divisa per sezioni, intervenne e:ffic.-1cementc nel combattimento e ne tenne indecise le sorti fino a.
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A MILAZZO
mezzogiorno; ma, infine, la sapiente manovra di Garibaldi obbligò i regi [i, rifugiarsi nella fortezza. In quella battaglia, il contegno delle truppe regie in genere e dell'artiglieria in specie, rnìr avendo perduto un obice, fu . ammirevole : nel giornaJe delle -operazioni, si legge : « I cacciatori e l'a,r tiglierià mostrarono in simile incontro il più pronunziato valoi-e )). Ed a riguardo dell'esattezza dei tiri dell'artiglieria in quel combattimento, conchiudeva :rncorà, il colonnello Bosco : « I nostri artiglieri per istinto e per arte puntano ifa tempo immemore con conosciuta e celebra,ta maestria e celerità)). Le truppe regie rinchiuse nel castello di. Milazr,o non si poterono sostenere . a lungo, specia1roente per la mancanza di un · efficiente armamento artiglieresco. Il Consiglio di Difesa, constatava a qt1esto riguardo : << Il ca-libr-Ò delle bocche a fuoco che compongono l'~Lrmamento di questo forte non è più in relazione con l e esigenze attuali della guerra, la quale ha bisogno rii proiettili vuoti, e per contrario qui non trovansi che cannoni cii piccolo calibro, potendosi diSfJOI'I'e di un obice da 5. 6. 2, di dne obici da 12 centimetri e sette cannoni da 24, coi qua.li .-;i potrebbero tirare 2851 granate esistenti nel Forte, locchè corrisponderebbe a 24 colpi per ogni p~zzo )). « Gli affusti abbastanza deteriorati dal tempo, la mancanza di Artefici, caprie, cordami, legami ed altri attrezzi indisp1;11sabili per la difesa,, -ci fanno contare poco sulla clurafa cle1la ,.'esistenza che il Consigli-o ,s i è prOJ)osto )).
Circa il comportamento dell'artigliel'ia in questa prima fase · della campagna, che si aiidava cl1iudenclo per i regi in un modo così disastroso, a,bbiamo accennato qua, e là che esso fu quanto mai onorevole, e ciò è tanto vero che nei yari elenchi delle' ri compense concesse dal Re, il personale d'artiglieria è largamente rappresentato. Per -esmnpio, nell'ordine del Comando Generale d€1 25 giugno, relativamente al oombattime11to di Catania del 31 maggio, -
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oltre a vari 11fficiali e qualche sottufficiale, diversi artiglieri delle btitt<~ric n° 8 e 11° 13 figurano meritevoli di speciale consi. deraziorn~. Per tutti gli altri fatti cl.'arroe, la Reale Segrete1ia di Stato della Guerra; sotto la data del 26 giugno, nel trasmettere al direttore ·g enerale dell'Artiglieria un elenco di decorati, fra i quali :figurano il colonnello Briga,nti e a,l tri 19 ufficitLli delle batterie fr', 7.., 10", 14a e 16", agginnge: « Vuole inol tre Sua 1faestà (D.G.) che a' sottufilciali e soldati feriti nel Corpo reale d'artiglieria si dia, la medagli.a d'oro cli S . Giorgio e che oltre a ciò si diano del pa,ri. all'Artiglieria 120 meda-gli.e, per distribuirsi ai più. distinti sottuftlciali e soldati dell'Arma, cioè 20 d'oro di S. Gior• gio, 50 d'argento cli S. Giorgio, 50 d'argento cli France,sco 1 )). Il 26 luglio, la Segreteria comunicava un nuovo ,o rdinamento dell'esercito: dell'artiglieria, 10 batterie venivano assegnate alle 5 Divisioni - dne per Divisi.on e - ; due batterie erano destinate alle due brigate in Calabria; ·altre due batterie alle truppe in Abruzzi e, infine, due batterie alle Divisioni. di ca,vallerià. In· complesso, le truppe regie in Calabria avevano 32 cannoni con i relativi serventi e il personale del treno, oltre gli uomini di un distaccamento del reggimento artiglierhL «Regina>>, sparsi nelle opere di fortificazione permanente. L'artiglieria però era in pessime condizioni, per materiale e per quadrupedi; e l'armamento delle coste calabre, in pieno abbandono. . Sìno cla:l 13 giugno, il maresciallo Ritucci, allora ministro della, guerra, aveva ordinato al genera.le Fergola, i,s pettore d'ar· tig'lie1fa in Sicilia, cli porre in stato cli difesa sia le fortificazioni del litorale dell'isola che quelle della costa calabra, e di segnalare alla direzione generale d'artiglieria· tutte le deficien;e d1>He bocche da fuoco e del materiale in genere; ma gli eventi precipitarono; e, come è noto, il 24 agosto, i 32 cannoni regi era110 già ~utti caduti nelle mani dei garibaldini. Quella che può considerarsi la prima fase dell'epica spedizione dei Mille terminò con l'entra,ta trionfale del Condottiero in Napoli, enfrata della quale _Ga,ribaldi stesso scrisse << ha più .del portentosò che della, realtà>>-
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L'OCCUPAZIONO: DElGLI STATI J?ON'l'lfi'ICI
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Mentre nell'Italia me1-idionale si svolgeva l'epopea garibaldina, motivi d'ordine interno e di politica internazionale indussero Vittorio Emanuele ad occupare gli Stati Pontifici, in viando t ruppe nelle Marche e nell' umbria. Su questa decisione del governo piemontese molto fu discusso e, al fatto compiuto si diedero le più 1svariate interpretazioni. Non è nostro compito investigare se Vittol"io Emanuele sia staLo spinto ad agire in tal modo per impedire tentativi di inconsulte iniziative intese ad esautorarlo, o dallo slancio generoso di soccorrere popoli italiani oppressi; o, in1ine, se il movente vero della su~ decisione sia stato il bisogno di mettere un freno all' azione di Garibaldi. Occasione alla decisione dell' impresa fu data dai movimenti insurrezionali scoppiati in varie località fino dalla mattina dell'8 settembre. Ed al1ora il re di Sardegna ordinò alle sue truppe di entrare ll('llC prodncie pontifkie, con un proclama, in data 11 settembre, nel quale, fra le altre cose, si diceva: cc In pace con tutte le gru,ncli Poten7,e ed alieno da ogni provocazione, io i.utenclo togliere dal centro dell'Halia ·u na cagione perenne di turbamento e di cli<scordia. Io voglio rispettare la ede del Capo della, Chiesa, al quale sono sempre pronto a clal'e, in accordo colle Potenze alleate ccl amiche, tutte quelle guarentigie él'indipen<lenza e <li sicurezza che i suoi ciechi consiglieri si sono indarno ripi-omessi da,l fatali mo della setta malvagia, cospiranle contro la, mja autorità e la Jibertà della nazione>>. In da,tt~ 12 settembre, il governo piemontese indirizzò alle J:>otenze uu Memoi-andum che poneva, jn evidenza le prepotenze del governo pontificio, e dichiaraYa che le truppe piemontesi non . avevano altra missione se non quella éli cc ristabilire l'ordine e di lasciare libero campo alle popolazioni di rn.anifestate i loro sentimenti >>. Così, Ga,·our si a sicurò, se non l'approvazione, al meno il tacito consenso della Francia e delF i nghilterra.
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N~:LLE llfARCilID El NEJLL'UMBRIA
Il corpo d'operazione italiano, che venne radunato alla frontiera, aveva per comandante in capo il luog,otenente generale Fanti; capo ·di stato maggiore, il generale Bertolé Viale; coma,ndante l'artiglieria,· il colonnello Thaon di Revel.
Fig. 247 - Luogotenente Generale Ifranzini 'l'ibaldo
COJlte '
:eaolo.
Esso era costituit o: dal IV Corpo - generale Cialdini (comandante d'artiglieria : Te:n:. Colonnello Fra,n zini) - del quale faeevario parte la 4"', la 7\ e la 13" Divisione, con due batterie per Divisione, oltre una riserva di. tre batterie; e del V Corpo ~ generale Della Roeca (comandante d'a,r tiglieda Ten. Colon-
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li'!g. 218 - Cannone facente parte <li un'Intera batteria donata dalla Francia al Papa Pio IX nel 1860.
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!:\ELLE) llfARCREJ E NELLJUllfBRIA
nello Bottacco) -, del quale facevano parte la l" Divisione, con due batterie, e la Divisione di riserva,,. pure con due batterie, una delle quali di obici. In tutto, 38.000 uomini; 5.000 cavalli, 78 pezzi. Le batterie erano su sei pezzi dei quali due rigati. Le truppe pontificie .erano comandate dal generale Lamoricière, il quale, ai primi di settembre, disponeva di cir.c a 25.000 uomini, su tre brigate, oltre la riserva e a,lcurn~ guarnigioni di sicurezza, con un totale di c.inq ue batterie su sei pezzi. Il giorno 11, le truppe del IV Corpo passa,rono il confine, · col compito di agire, per Pesaro, Fano e Sinigaglia, su Ancona : quelle del V ebbero ordine di p,untare ·su Perugia. La 13" Divi~ione, di collegamento, entrò in Urbino la sera stessa, del 12 settembre, senza incontra.re resistenza. La 7" Divisione fu osta,colata nella marcia verso Fano dal terreno fangoso, ma giunse poi ad occupare la città e potè anche attaccare le retroguardie della ·brigata pontificia diretta a Possombrone. La 4"' Divi~ione occnpò la città di Pesaro, dif.esa da 1.200 soldati coman dati dal generale Zappi. La riserva d'artiglieria di questa Divisi,one aprì l e brecce a Porta Rimini e a Porta Cappuccina, le truppe l)onti:6.cie ad nella rocca·' costrin°·endo o . . asserrao1iarsi ,:, mà ,s ubito dopo, le batterie piemontesi si misero in posizione sul colle di Loreto, determinando la pronta resa degli avversari. Il V Corpo d' armata occupava A.rezzo e, di ià, il generale De Sonnaz, comandante di Divisione, ricevette l'ordine di marciare su Perugia con la brigata granatieri, un battaglione bersaglieri, , uno squadrone di Niz.za ed una batteria. Fu notevòle, in questa campagl'1a, la fazione di I'erugia, città difesa da.Ilo svizzero Schmid con 1.500 uomini e 4 cannoni. La nostra 5" batte'ria da campagna, al comando del capitano Ricci.olio, pur subendo gra,vi perdite ad opera di bocche da fuoco nemiche, appoggiò vigorosamente il comba.tti.mento, ,s,o stenuto nelle strac1e della città, e conclusosi dopo alcune ore di lotta con la resa, clel fronte. Ai ponti:6.cì fu concesso cli evacuare h1, fortezza e fu anche garantito il rimpatrio, a patto che essi i::.i impegnassero, per tutta. la guerra, a non riprendere più le armi contro l'esercito italiano. '
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B,'Vlv.rAGLlA Dl CASTELFIDARDO
I movimenti delle forz.e pontificie per concentr.u·,s i in Ancona condussero alla battaglia impropriamente detta di Castelficlardo, ma, più precisa.mente, combattuta sul terreno fra Faltura, delle Crocette ,e il torrente Musone. Un primo violento attacco ei;;eguito dalle truppe pontificie del generale Pimoclan sembrav:l i-endere incerte le sorti della, giornata, ma le successive disposh,;ìoni date dal Cialdini risollevarono di colpo le sorti delle nostre armi. L'artiglieria ebbe in questa battaglia una pa,rtc notevole . .Si distinse la batteria del capitano Sterpone che, giunta al galoppo e noncurante del fuoco nemieo, meritò l'alto onore d'uno speciale elogio del generale Cialdini « per qu,egli artiglieri che, seguendo l'esempio del loro giovane capitano, non ebbero a.Jtra preoccupazione che quella di essere e farsi vedere helli >). Bssi, con ottimi tiri aggiustati, ridussero al silc~nzio le batterie avversarie; mentre la batteria del capitano Rizzetti, messasi in posizione sulla sinistra,, prendeva i ponti:fici d'infila: ta, appoggia,ndo l'attacco del 10° fanteria, che, in' 35 minuti, ebbe ragione della resistenza avver,stLria,. Prima che il combatt.i mento :finisse, le truppe piemontesi lanciavano una colonna su Recanati e, jl mattino deJ 19 scttemb1·e, costripgevano i ponti.fic'ì alla resa,, cattmando così 11 cannoni, 4 .000 uomini di truppa e 150 ufficiali. AJtri 2000 solélati pontifici, pratici del pa,ese, cambia,ndo le loro uniformi con vestiti di oontadini del luogo, ricscirono a, disperdersi, ma venivano, in seguit-0, catturat i dalle truppe che s'erano aggiunte ::L quelle del IV Corpo, sotto le nrnra di Ancona, dov<~ il La,moricièrc si crn rifugiato_
· Cominciava,, così, i.l famoso investimento di Ancona la cui gua,rnigion e pontificia, dopo la battaglia di Castelfìdardo, erasi elevata a oltre 7.000 uomini. La città sol'ge 1-n cli un promontorio, approssimativameul'e a forma di triangolo equilatero, col vertice a nord, proteso verso il mare per oltre un chilometro e con la base rafforzata da una antica cinta coronata, cla bastioni, da cavalieri e cla batterie di -
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NELLE M.·\R CHI~ E KELT/UMBRIA
recente costruzione. La difesa di Ancona si imperniava: sul forte della, « Cittaélella >> che, sistemata a ctnnpo trincerato, sorgeva sul lato ocdde11ta,le, e sul forte clel «Cardeto>> che si ele· vava all'altra estremità della cinta. Le due opere, per la loro elevata posizione, potevan o efficaeemente agire verso terra e, con tiri curvi, anche verso il porto e il mare aperto. La difesa era poi completata da altri quattro forti staccati, rispettiva.mente costruiti su lVL Pelago, su M. Pulito, a S. Stefano ed a Scrima. Dei due lati a, mare, quello nord-ovest, roccioso ed aspro, era privo di fortificazi:oùi; l'altro provvedeva alla, difesa dal mare. Il porto era protetto da una scogliern che, partendo dal Lazzarf'tto, si stendeva, in mare per circa un chilometro, e da,l molo in muratur'.a, <:he si estendeva per circa .500 metri. La scogliera, ed il molo lasciavano un passaggio di ci.rea 400 metri per le navi, merrtre le batterie della Lanterna, della Sanità, c1~~1 Lazzaretto e cli Capo S. Ciriaco, con nn armamento di 20 cannoni, vigilavano la città dagli. a1:ta,ccl1i dal mare. Le condi.zioni della, difestL H1rso terr.1, erano migliori così per lo stato delle fortificazioni che per il loro numero : su di una, lunghezza cU 1500 metri , pressocchè eguale a queHa del fronte a ma.re, si a,vevano 120 cannoni. Vero è che questi erano di diversi calibri e spede, e nettamente inferiori alle bocche cla fuoco ri.gate che l'attaccante pote,,a impi.egare contro la piazza, in appoggio al bomlnLrdamento effettua bile con le artiglierie della squadra; tuttavi,1, considerando le difficoltà cl.a supera.rsi per sbarcare le bocche da fuoco d' assedio nel porto di Umana e pÒrtarle sui monti, tenuto conto del carattere partico~are delle roste, che i:weva indotto il comando piemontese a dare ordini severissimi perchè non venisse aperto il fuoco sulla, città onde · 11011 danneggiare l.a popohLzione, poteva presumersi che la piazza.forte di Ancona avesse m9lte possWilità per resistere, ad un assedio anche prolungato. Le forze marittime piemontesi rivolte contro Ancona erano agli ordini 'd ell'ammira,gli9 Persano, e comprendevano in tutto 11 navi - comprese quelle a ,vela e i legni da trasporto - con un insieme di 400 bocche da fuoco che la,ncia vano proietti da 40 e da 65 chilogrammi. :E'u soltanto il 23 settembre che, in segnìto ad
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Fig.
assedianti .
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NELLEl MARCHE E -NELL' U MBRIA
accordi fra il generale :Fanti e l'a.mmiraglio Persano, questa squadra agì in collaborazione con. le forze di terra. Le truppe del lV Corpo, rinforzate dalla Divisione Oadorna: · proveniente da Tolentino, iniziarono le operazioni di investi mento della città il 20 settembre, contemporaneamente a,l l'esecuzione dei lavori nel porto di Uma,na per facilitare lo scarico e il traino, delle grosse a,rtiglierie. La forma,zione del parco d'assedio per le operazioni d:1 intraprendersi contro Ancona, fu cosi sta bilita:
Fig. 250 - Assedio d'Ancona. (da una stauiJJa dell'epoca dìsegnata da G. Castagnola).
' 4 cannoni da 40 F. rigati ; 4 ·cannoni da campagna da 16 B. rigati; 2 cannoni da muro da 16 B. rigati; 8 obici da centimetri 22 F.; 2 mortai da centimetri 22 B. ; 4 mortai da centimetri 15 da ca,mpagna. Il munizionamento di queste bocche da fuoco doveva essere di 4-50 colpi per pezzo. -
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L'ASSEDIO DI Al\CONA
Il personale d'artiglieria destinato all'assedio si componeva <li due compagnie da pia7,7,a: la 7" del 20 reggimento (Capitano Alfredo Ravio) e la 4" del 4° (Capitano D'Orfengo); direttore del parco era il maggiore .Emilio ~fottei. Il ma teriale fu riunito ,t. Genova su due trasporti, che giunsero nelle acque di Umana la mattina del 23 settembre e lo sbarco fu cominciato il giorno stesso.
* ·* * La nanazione fa~ta in :tppendtce al vohJme « Operazioni élell' artiglieria negli assedi cli. Gu(~ta e }'Ies~intt )) (pubblicato ,t cura del Ministero della Guerra) dice: « Superate tutte le difficoltà che presentarono e l 'operazione stessa dello sbarco e quella del trasporto per terra (in c:ui s'impiega.rono meglio di 200 carri tratti da buoi) il parco d'assedio era nel giorno 27 stabilito ai piedi del monte Acuto nel versante verso il mare. Le bocche da fuoco rigate avevano preceduto ed erano gi.à, quando giunse i1 maggior convoglio, impegnate dallo stesso monte Acuto in un vivo cannoneggiamento contro la lunetta di monte Pelago, a 1500 .m etri circa>>. · Il libro ora citato è 'ricco di notizie relative alle operazioni di. questo a,ssedi.o, cd esse sono certo le più attendibili, giacchè, come dicono i compilatori ,s tessi, « esse sono state quasi · tutte fornite direttamente dal maggiore Mattei >>; ce ne varremo, perdò, nella nostra breve narra,7,1:one. Il generale comanda,nte il IV Corpo d'armata occupò con molto vigore le posizioni di Posatore, Montagnola e la lunetta di Scrima. Il V Corpo, alla destra, occupò monte Acuto, e intraprese il cannoneggiamento della lun.et ta di monte Pelago. Fu deciso di attaccare il fronte dei Cappuccini e le truppe si spinsero con tanto impeto che occuparono subito le l unette di monte Pelago e di monte Pulito. Per procedere nelle operazioni, fu stabilito l' impianto di sei batterie, che furono costruite nella notte fra il 26 e il 27 settembre e poterono tutte (meno quella dei mortai da 22) aprire il fuoco la sera del 28. Le truppe. del IV Corpo procedevano in-
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KIDLLID MARCHE ID NELLJ U MBRIA
tanto con eguale attività. Un attacco notturno brillantemente riusdto condusse all'occupazione del forte a lunetta di monte Scrima, che costituì il punto d'appoggio per l'attacco. Su di esso, infatti, entrarono in azione 12 pezzi d'a campagna da 16, lisci, due cannoni da 40 della R. Marina, i cui tiri erano diretti in parte contro il Lazza,r etto, in parte contro il campo trin-
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Fii( 251 - Ass·alto degl'Italiani e presa di Monte Pelago a sud di Ancona. (litografia del tempo; Collezione Comandini, Milano). (dà l'ItaUa nei. cento anni dei secoio XIX di Alfredo Comandinì e Antonio Monti. Edit. Antonio Vallardi, M!lano}.
cerato. Ad agire cont:ro il Lazzaretto furono chiamati. anche sei cannoni da campagna da 8, rigati. Le batterie della piazza concentrarono il fuoco su monte Pulito; ed, allora, le truppe furono lanciate all'a,ttacco di Borgo Pio, che fu solid'a mente occupato. Nel giorno 27 poi il generale Cialdini ordinava si sta,hilis8e una batteria nel Borgo Pio, diretta ad atterrare la porta della città; e fu tale l'alacrità impressa dal colonnello Franzini '(comandante l ' artiglieria del Corpo) che .la costruzione di tale -
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LA CAPITOLAZIOKE DI A~CON'A
batteria,, a 540 metri dalla porta, fo condotta a termine nella notte; ed al 28 potè la batteria stessa, entrare in azione con quattro ca,n noni da, 16 da ca,mpa,g na, sostenuta dal tiro di due obici da, centimetri 15 sul monte Scrima, ed appoggiata dai Bersaglieri che nella notte avevano occupato il _lazzaretto.
Fig. 252 - Attacco clegl'Italiani a Pesaro dal lato norcl-est (Fano) - 11 Settembre 1860. (litografia del t empo; Collezione Comanclini, Mìlano). (da l ' I talia nei cento anni dei secolo XIX di Alfredo Com a nctini e Antonio Monti. Edit. Antonio Valla.rdi , Milano).
'Mentr<-.\ questo veniva occupato, le ·operazioni della flotta a,ndavano cli molto intensificando. Il 26 settembre, ·sette pirovascelli della potenza da 300 a 500 cavalli tentarono di rompere le catene che sbarravmw il porto. Fallito il tentativo, nel pomeriggio del 28 i pirovascelli cominciarono il bombardamento dei forti e., dopo tre ore e mezzo di vigoroso cannoneggia.mento, smantel· late le opere del Molo, fecero saltare in a.ria la polveriera. Subito dopo, la città ea,pitolava. -
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NET.LE :'l!AIH.' HE ID N8LL'UMBR1A
Ecco come nana quest'ultimo e decisivo episodio un anonimo cronista clell'epoca : « Una gr anata dei piemontesi, entr.rndo per una delle imboccature allargate, penetrò in uuo dei magazzini di polvere e fece saltare le batterle. Il parapetto fu clanneggiato gravemente, e 1 muri, ai quali era affissa la catena del porto, essendo stati atterrati, tutte le sue difese erano distrutte, ed una breccia lal'ga 500 metri era aperta al corpo tiella piaiia, Poicbè, dietro questa, noD offrendo la cinta clella ci ttìt nessun ostacolo cli momento, il nemico poteva sbarcar e sopra il parapetto e 1jrendcrc i pontific!i d'assalto, senza e;he questi potessero impedirlo. Larnoricière allora innal:r.ò la bandiera bianca sopra la cittadella, e tu tti ! forti ri peterono questo seguo le 1> •
• P er mostra1·e quale sia stata l'azione degli artiglieri piemontesi in questa breYe campagna ·ai Ancona ci varremo delle parole contenute nel volnmie già. dtato (Operazioni dell'111·tiglinria negli assedi di Gaeta e Messina) : L,1 celerità con cui in questo breve assedio si costrussero e si arma rono le batterie, e l'efficacia con cui se ne direi:;se il fuoco, fanno per sè testimonianza dello zelo operoso e sagace degli uffiziali d'Artiglieria che vi presero parte. ~ cl render poi giui:;to tributo di lode al valore da t utti dimostrato, il pensiero ricorre mestamente al capitano Ravio Alfredo che, ferito in un:1 gamba, non resistette alla dolorosa operazione dell'a111putazione al di sopra del ginocchio. Egli morì ei-oicam entè. Ri fiutò l'aiuto dei cannonieri onde non distorli dal lavoro, e volle essere trasportato dalla fanteria che era di guardia. l\lentre i cltirurghi eseguivano la dolorosa operazione, non profe1·ì un lamento, ma sempre occupossi del Pandamento clellrL batteria. Conservò insomma cuore e mente intenti al servi1.io :fino agli ultimi momenti di sua vita. I chirurghi ed il cappellano che lo assistevano furono compresi d'ammirazione per il coraggio e la forza d'animo da lui dimostrati, e generale e profondo f n il rammarico per la pr-ematura morte di un compagno <l ·armi che era ad _u n tempo giovane di rare doti ed uffiziale di belle spe1·a11ze. Snl contegno tennto cla Alfredo S:wfo hl (]nell a circostam~a, si hanno alt re notizie riferi8SS
ON lflH0ICO AH'I'IG LIERID
teci da Raffaello Ricci nel suo libro « Memorie della Baronessa Olimpia Savio)) e riteniamo interessai1te riportarne qualcuna : « Quanùo fu strama?:?:ato giù dal parapetto dalla palla, che lo colpiva al disopra del ginocchio, stando tutto scoperto al fuoco, fiero e sdegnoso di fron· te al nemico, non mandò un gemito, ma imperterrito disse: Viva l'Italìa. s,,ffrì da eroe lo stra?:io clell'amputnzione. 'l'orturato e rotto una. prima voltii·
Fig. 2.'\3 - Capitano Al1'reclo Savio.
dai ferri del chirurgo, questi, scorgendo uou riescita !!operazione che aveva divelta la gamba, disse doversi rifare più in al~o ... Alfredo già così trafitto e mutilato, seduto in terra sul rial?:o d'u11 fosso dando le spalle ad un albero, con una febbre ardente, senza unff goccia d' acqua a sazi~rla, esausto per il sangue
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NELL!i: ::'l.(AltCI:IEl ID NO::LJ/U::'lfBHlA
perduto... Alfreòo, senza ambire, diSl:le imperterrito: « la ù1ccia pur subito» .... e ,;eguendo eroicnmente coll'occhio quell'orricla segatma ... portò uno all'ultimo l'atroce tortura sen:i;a mandar nè uno· Yoce, nè un gemito, nè un compianto sulla sua così miseranda sorlc ... e quel elle è più, senza cessar d'occupru:si per l'andamento della sua batteria, conservando fino all'ultimo, cuore e mente al dover suo)). E Colombo, l'orclinanza del defunto capitano, nello scrivere alla famiglia Savio, così si esprimeYa: « clo110 due ore mancava ai \·h·enti, soccorso da tutti i sacramenti di nostra Santa Religione, la più bell'anlma che su questa terra esistesse, restandogli sulle labbra, dopo ·morto, un sorriso cl'angelÒ ».
Un altro episodio brillante di qùcsta breve campagna, nel quale l'ifulse il merito dell'Artiglieria fn la presa del forte di S. Leo, presso Rimini. La rocca, di forma circolare, con un diametro di circa 400 metri , presentava una strada d'accesso strettissima, facente capo ad un ponte levatoio, sorvegliato da una caserma blindata, munita di feritoie per fucili, spingarde, cannoni. L'assedi.o regolare venne intrapreso : da un distaccamento misto di artiglieri e di soldati del genio, con due obici, due morta.i. e venti carri da munizioni, che si issarono con fatiche 11011 indifferenti in 1S ore di lavoro; e da due compagnie cli volontari romagnoli, i quali lavorarono attivamente nella notte sul 23, spianando il terreno, prnpa,l'anclo i gabbionj, alzando i parapetti, ecl a,prnndo improvvisamente, cli sorpresa, il fuoco sul castello. Il maggiore Morando, . ottodirettore del genio, nel suo rappol'to così si esprime : « 'l'ntte le operazioni per il collorame.nto delle artiglierie furono condotte con tanta segrete-aa, cbe quando cominciò il nostro fuoco, il comandante della piazza, secondo ci venne in seguito riferito, grida~·a (]al suo alloggio che si guardasse donclc provenivano i til'l; e la gual'lligione lld forte clava in quella stessa notte nna festa cla ballo per festeggiat·e pre\•eutirnmente la Yittoria, che credent facile a riportarsi con una sortita sui ,·olont::irì che l'nssediavano, i quali In quei giorni erano stati t·iclotti a meno <li duecento. Prima che i cannonieri del forte si fossero portati ai loro posti, i nostri aveYano talmente aggiustato il loro tll'o, che il cannone del forte che ci slava cli fronte potè appena mandarci cinque palle, quando il furiere d'artiglierin Mattianclo gli gettava tre granate di sc·guito nella cannoniera, le quali scol)pianclo fra mezio i cannonieri si videro questi fuggire abbandonando il loro pezzo. Vidimo allora la guarnigione riunirsi pres1;0 la porta della città nello scopo di fare unn sortita ma avendo noi diretti alcuni colpi contro il ponte levatoio <>d il tamburo che lo precede, la guarnigione fn obbligata a riLirarsi ».
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AL FORTE DI SAN LEO
· ,Resa impossibile la sortita, la città cli Ancona dovette ar:fondersi, ed al presidio non fu concesso neppure l'onore dellf~ armi. Il 3 ottobre, Vittorio Emanuele, in Ancona, assumeva il comando del corpo d'operazione, nominando suo capo di stato maggiore il generale Fanti. Il corpo d'operazione subiva in seguito qualche cambiamento e si preparava inta,nto ad inizia.re la sua seconda fase d 'azione, quella cioè con la quale doveva . completare l'annessione delle provincie meridionali.
6. Garibaldi dopo l'entrata in Napoli - Combattimento di Caiazzo - Spostamenti delle truppe garibaldine e borboniche - Battaglia del Volturno - Ripiegamento dei 'borbonici - L'azione dell'artiglieria - L'assedio di Capua - Il soldato ·Poggio - Battaglia del Garigliano - Battaglia di J\fola di Gaeta - Condizioni dei belligeranti di fronte a Gaeta - Le artiglierie napoletane nel primo periodo della difesa di Gaeta - Le artiglierie piemontesi nel primo · periodo dell'assedio di Gaeta - Capitolazione di Gaeta - Le artiglierie piemontesi - Assedio e capitolazione di Messina - Capitolazione di Civitella del Tronto - Fine della resistenza borbonica.
~elle pagine precedenti, abbiamo lasciato· Garibaldi dopo il . suo ingresso trionfale in Napoli, il 7 settembre, ma l'entrata del condottiero nella, capitale del regno conquistato, avvenuta in mezzo ad un popolo delirante d'entusiasmo; certo non segnava la fine delle imprese che Egli era chiamato a compiere coi. suoi volontari. Egli aveva rileva,to che il nemico pur essendosi ritirato, non ritenevasi però ancora sconfitto, mentre d'altra parte gli era noto che 40.000 borbonici si andavano radunando fra Capua e Gaeta. . . Anche delle imprese garibaldine di questa seconda fase della spedizione ci riserviamo di parlare nel capitolo consacrato a Ga· -
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IN CA~IPANIA
ribaldi, ma, non possùuuo so1·volare su tuluni uYrenimenti che interessano la nostra storia, per la parte che vi ebbero le artiglierie napol~tane. Già prima dell'ingresso di Garibaldi in Napoli, i borbonici avevano ravvisata la convenienza di fortificare la linea del Volturno, e il 1° settembre, il maresciallo Ritucci, accompagnato dai direttori d'ar tiglieria e del genio, aveva esaminato le fortificazioni e le artigli erie di Capua. In un consiglio generale fu der.iso un notevole increment o all'armamento della piazza, cui rispose con fattiva alacrità H colom1ello Giuseppe Campanelli mettendo in efficienza gli affusti di riseÌ:'va, 1:iparando quelli in batteria ed accrescendo da, 50 a 150 i cannoni che stavano sui b?,lu ardi di . Capua. Garibaldi con<;entrava sul Volturno la maggior parte delle Rne forze Ol'cli11an<lole sn 4 Divisioni, in eomplesso J 700 u1:ficiali, 22.500 uomini di truppa, 24 pezzi. A quesli, i borbonici contrap poneva.no le truppe agli ordini del generale Ritueci, costituite da tre Div1sioni , oltre una 1·iserva di cavalleri a, nna brigala di battaglioni estel'i e due colonne speciali. In totn,l e 41.000 uomini e 6J pezzi (4-2 secondo il Cesari). ll 12 settembre, le batterie mobili delle tre Divisioni del1·esel'ci.to napoletano erano rjpartite sulla linea fra, Caiazzo e Capua. Il giorno 19, :::i venne a quella ba ttaglia di Caiar,½o che, pur non costituendo mt successo per le truppe garibnldine, raggiun se però lo scopo di arrestare l 'offensiva che i Bo1·bonici intendev:rno sferrarn. Nelle operazioni del J 9 e 20 settembre il lodevole comportamento deo-li arti o0 'lieri re«i t> t> 1·isulta anche da 11110 scritto <'liret to clal ·gener~tle R it,ucci al ~ini.stro della, guerra, nel quale egli si esprime in quef-ti termini : « Non debbo tacet'le, che in tutt i gli attacchi dei giorni 19 ·e 21 ho avuto sommMnente n lodarmi dell'Artiglieria in generale, la quale con aggiustati tiri ha sempr<' deciso delle azioni, nè taccio il cornggio indi,idu:1le mostrato dagli Uflìziali . tutti, sotto UflìziaH e soldati. Epperò l'E. V. negli ordini dei giorni 20 e 24 del corrente, no n a,eudo fa tta onorata menzione cli detta arma, così sono nel clovere di pregarla voler rendere a questa distinta cor porazione le lotli delle quali si è resa meritevole, rìmasta oggi mortlficata clall'obllo al confronto delle altre nrmi. Nell'attacco di Cniazzo i giovani Alfieri, Pescara e
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NUOVE> DJSPOSTZIONI NIDLLE TRU PPE> BORBONICHID
Dusmet di Artiglieria !:'i segnalarono oltremodo, ed io li ra.ccomapdo all'E. V. per la Son-ana considerazione. Commendevoli del par i, per bravura si resero i capitani d'Agostino, D. Gio. vanni Afauclerivera dell'arma !stessa, i quali, sebbene non chiamati, pure volontariamente si.· esposero al combattimento»
Per queste giornate di settembre, ben 18 onorificenze furono concesse ad artiglieri.
Alla fine di settembre, nuovi spostamenti fmono operati nelle truppe garibaldine e in quelle borboniche. I borbonici avevano un numero di artiglierie assai superiore a quello dell'avversario. Alla l"' e 2"' Divisione di fanteria ed a quel1a di cavalleria Tiunite in Capua, ai reparti della Divisione Colonna dislocati sulla riva destra del ·volturno da rrriflisco a Caiazzo, ed alla brigata von Mechel partita da Capua per ope·rare contro Bixio sulle alture di Maddaloni, erano assegnate le i,eguenti artiglierie : l " Divisione di fanteria: 3 batterie cannoni rigati da 4 (12 pezzi) e una batteria obici da 12; 2" Divisione di fanteria: 1 batteria (4 cannoni lisci da campagùa) e una batteria da posizione (8 cannoni da 12) ; Cavalleria (una brigata) : 1 batteria di 4 cannoni rigati da 4, l batteria di 4 cannoni lisci da 6 ; Brigata von Mechel: 3 batterie (una di esse con 2 soli pezzi) con 10 cannoni rigati da 4. Vi era, inoltre, una batteria di 8 cannoni rigati da 4, collocata metà alla casina Farina e metà a Triflisco. Il piano dell'esercito napoletano, eminentemente offensivo, tendeva a, sfondare il centro del settore S. Angelo - S. Maria, per aprire la via di Napoli; mentre la Divisione. Colorina aveva l'in-. carico di trattenere i garibaldini sul Volturno, la brigata von Mechel, scenderufo da, Duoenta su Maddaloni, avrebbe potuto aggirare Càserta e tagliare la ritirata ai volontari. Nella batta.g lia del Volturno, iniziata la mattina del 1<> ottobre e durata ininterrottamente 12 ore, le artiglierie borboniche, è doveroso riconoscerlo, gareggiarono in br.avura con quelle
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Fig. 254 - Piazza di Capua e suoi dintorni - Posizione delle batterie degli assedianti.
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L'ARTlGLJERIA GARIBALDINA
garibaldine. Di queste ultime pa.rleremo più ampia.mente nel càpitolo dedicato appunto alle artiglierie di Garibaldi; qui rileveremo invece soltanto come quepe regie awoggiassero con atti. Yità e coraggio tutte le puntate offonsive della fanteria e della cavalleria e, soprattutto, come desserq prova di elevato spirito di sacrificio, proteggendo poi i ripiegamenti dei vari reparti, ed evitando cosi che essi degenerassero in fughe disordinate. Naturahnente non vi può essere paragone con gli artiglieri garibaldini i quali, alle qualità tecniche e di mestiere aggiungendo il calore d.e lla fiamma ide.a,le di patrfa e di libertà, che tramuta, sul campo di battaglia, ogni soldato in un eroe, poterono c-0n i loro tiri spezzare tutti i raiibbio:Si attacchi borbonici, smorzandone gli impeti e cooperando efficacemente con le baionette dei fanti a ricaeeiare gli attaccanti. · Segnalando, per doveroso spirito d'imparzialità, il valore degli ar~iglieri borbonici, italiani anch'essi se pure al servizio di una dfoastia straniera e servi d'una cattiva causa, intendiamo implicitamente rendere il più alto omaggio agli artigFerj garibaldini che. contribuirono efficacemente alla vittoria, tanto più notevole in quanto conquistata n,on già contro truppe in sfacelo, ma. bensì contro un esercito jn piena efficienza e che si batteva con ardimento e con valore.
L'a.zione contro la linea di S. Angelo, difesa dai volontari del :Med'ici - che, per buona parte della, giornata, fu il centro drJliL lotta - venne inizia.tao da,l la brigata Polizzy. La batteria -ga,r iba,l dina di obici,, che guarniva la ~arricata, antistante al quaclr1vio, mise notevole scompiglio nelle file dei na,poletani., che a,;anza~'ano a cordone: fermati al centro, essi ottennero qualche parziale vantaggio a destra ed a sinistra della 1:/arrica,t a, tenta.n'do di aggirare la batteria. Ributtati una prima volta sangui.nosamen te, si riordinarono torna.nel.o all'attacco con maggior~ violenza; dopo di che il comba,ttimento si fece accanitissimo. Le artiglierie cl.ella barricata e gli altri pezzi schierati ~ni ~uoi lati fu~minavano senza tregua il. nemico, che però rispondeva -
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IN CAMPA~IA
vivamente con la sua a,rtiglieria postata ai suoi fianchi e ad un lato della strada da Oap11a a S. Angelo. Frattanto, il generale Colonna, che era sul!'opposta riva del Volturno, con le sue bat·terie obbli.gi.~va i gal'iba,l dinì, che erano aJFestrerna destra di S. Angdo sul prineipio ~ella strada cli Ca,ia,zzo, a ritirarsi con i due pezzi ivi collocati. Nel contempo, col fuoco cli fronte e di fianco, veniva ancor bersa,gliata l'altra sezione garibaldina che era nel casino del Geni9. Il capitano Sampieri, col l uogotenente Bra.cale, piazzandQ due pezzi alla. Cava di pietra di S. Angelo, presso la svolta della strada che a.cl.duce al Volturn·o, faceva indietreggiare la colonna borbonica clre compariva dietro la casa del Genio e riusciva, così, ad appoggiare il contrattacco garibaldino tendente a ristabilire la situazione. Dal canto loro, i borbonici, messi a difesa i cascinali di cui · si erano impossessati a sinistra cl.ella barricata, chiesero ausilio all'artiglieria; tosto, nna sezione cl.i cannoni, di.r etta volonta- · riamente cl.al capitano del genio Catanzarjti, e successivamente la batteria nQ 2, presero a battere il fianco dei garibaldini. Respinti così per due volte consecutive, specialmente al centro, i borbonici effettuarono un altro attacco circa all'.u na del pomeriggio. Ricollocata una parte della loro artiglieria sulla strada, essi cercavano di ridurre al silenzio quella garibaldina della barricata, mentre gli a,l tri pezzi posti sui :fianchi sostenevano l'av:anzata delle colonne. L'artiglieria garibaldina della barricata rispondeva vivamente, ed altri pezzi garibaldini, postati a destra ed a sinistra, fulminavano le colonne regie, che però, àcl. 011ta delle perdite, non si arrestavano e, spingendosi ai . lati, giungevano nuovamente a ri.conquistare · 1e vosizio1ù. La batteria della barricata, caduta in mano ai borbonici, veniva, poi, con impeto travolge11te, riconquistata dai ' gariba,ldini. Si susseguirono nume1:osC attacchi e contrattacchi., còn alterna vicenda. Contrattaccati nuovamente, i borbonici furono costretti a cedere terreno, ma ritornarono alla riscossa, sorretti dalle artiglierie, che aprirono il fuoco .contro porta Capua, onde far tacere quelle garibaldine c.he aveva.no, frattanto, iniziato un f~oco micidiale producente gra,yj perdite ai napoletani. Con pari peri>
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LA Dll•'ESA DI
·s.
AKG1,;1,o
zia, fo, sezione postata sulla ferrovia, appena i volontari del reggiruento :Malenchini si furono ritiniti, aprì i.l fnoco c.:011trn il nemico che avanzava .lungo la strada ferrata e lo arrestò. Intanto, l'a,rtiglierht regia che operava contro porta. Capua,, pròvata dal fuoco avversario, era costretta a cambiare posizione, mentre veniva rinforzata da una sezione comandata dal 1° tenente Giovanni Giordano, .« il q ua,le, scrive il Delli Pranci, preso da nobile audaci.a collocò le sue artiglierie sullo stradale esposte ai colpi d'infilata di q ue])e del nemico». I nfatti, le a,rtiglierie garibaldine, con tiri. etlìcacissimi, smontà,rono tre pezzi nemici. mettendo fuori combattiinerito uon pochi serven ti. e uccidendo lo stesBo Giordano. I volontari erano, a loro volta, durament~ p1·ovati dalle artigli.crie regie: una grànata cadeva nei cartocci della polvere e, incendiandoli, e;a,nsava ferite a vari artiglieri, .fra i quali il tenente R.usso. · Sotto le baionette p;aribalclioe i regi ripiegarono disordinata.mente verso Oa_pua,, dando la possibilità ai. volontari di conqni~tare tre bocclw da fuoco : e, in fretta, dovette accorrere il colonnello Negri con otto pez:à postandoli a sini~tra della consolare, mentre due cannoni della batteria n° 5, guidati dal 1° tenente Ludov.ico Quandel, e quattro della batteria nv 3, diretti dal capitano Giovanni .A.fan dc Rivera,, dal lato ,:-.inistro della consolare si spostavano a destra, 11011 soìamente per arginare la ritirata che si stava tramutando in fuga,, ma a,nche per éontrobattere la, sezione dei volontari, postata alla ferrovia. Alle ore n, i napo]eta,ni, riordinf,Ltisi, tentarono un nuovo e più potente atta.eco contro Porta O:wna ed a destra ed a sini.·stra, della medesima, mentre in aiuto ai volontari giungeva da Caserta il maggiore Anghcrà, con una batteria di 4. pezzi, due dei quali andavano a rinforzare la sezjone f:Llla ferrovia e gli altri due si collocava,no a Porta, S. Angelo, per a,ppoggiare -i volontarì di La :Wiasa· e A~santi. Sul luogo del comhattimento si era portato anche l'Orsini con gli ufficiali del sno Stato Maggiore, Scalia, Barattieri, ecc., i qua.li si unir.ono ai fanti per cari.care il nemico alla baionetta. Dopo mc;1,zogiorno, i regi ritornavitno al~'attacco, sostenuti. questa volta cla numerosa cavalleria, la quale avanzando sulla sinistra sperava di potersi impossessare delle tLrtiglierie; ma la -:-- 897 -
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cava.nel'ia fu dispel'sa dai colpi. cli cannone t.ira ti. dalla, batte1·lc1, postata sulla ferrovia e da quella postata all'arco Oapuano, che fecero fuoco per oltre due ore, tantochè il rinnovato attacco non riuscì. ':çuttavia, le linee ga,ribaldine si era,no assottigliat e di molto e specialmente gli artiglieri erano non soltanto rimasti in pochi, ma sovra.tutto sfiniti. Si cercò allora di rimediare a tale situazione scegliendo come serventi aléuni soldati del genio ; ma queste improvvisate sostituzioni, oltre ad inceppare il · norma.le svolgimento del servizio in batteria, nuocevano alla regolartià dei tiri. Verso il tocco, invece di un reparto di artiglieri piemontesi, che erano attesi da Na,poli, giunsero una ventina di marinai-can nonieri della flotta inglese che era nel porto di quella, città, e con questi rinforzi di. personale si ricominciarono più gagliardamente i tiri con i cannoni posti a loro disposizione dal generale Milbitz. Verso le 16, giunsero anche i piemontesi che, comandati da un tenente, sostituirono gli inglesi nel servizio dei pezzi ed effettuarono un tiro efficacissimo. La situaz,ione che a S. Angelo e a. S. Maria si presentava assai delica,ta per i volontari, fu riso luta coll'impiego delle ultime riserve le quali, abiln1ente incu nea.te fra S. Angelo e S . Maria ed appoggiate dal fuoco, dell'artiglieria, ricacciarono in Capua le truppe regie, che ripiegarono sotto la protezione del fuoco dei. propri cannonì. I borbonicLperdetter·o sette bocche d,a fuoco ed ebbero 2 uf . fièia,lL~ 24 11omini di truppa fra morti e feriti. Il generale von )1echel, le cui truppe costituivano un corpo i::tacca,to dall'esercito borbonico, in àrmonia con le operazioni che dovevano svolgersi negli altri settori, diede ordine alla briga,ta Ruiz di passare il Vo~turno sul ponte fatto costrutre pres:-:io Amorosi, di portarsi pér la via di Morrone sulle alture di Caserta vecchia e di rimanervi in attesa di ulteriori disposizioni ; la brigata estera, cla lui direttamente guidata, doveva attaccare i garibaldini, cacciarli da Valle e da Monte S. 1\fi.chele e, quindi.. occupare Maddaloni.
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L'AZIONE DI VON MECHF.L
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Per eseguire questo piano, il von ~1echel, la sera del 30, riunì le truppe della sua brigata, in Amorosi; poi, a mezzanotte si mise in movimento, passò il Calore al ponte provvisorio e, per la via di Dugenta, si portò alle Oantinelle. Con l'avanguardia stavano i due pez.zi della batterfa. n° li> alle dipendenze del capitano Sury, e quattro p~zzi clella batteria n° 10, comandati dal capita.no Févot; col grosso della CO· lonna marciava.no altri quattro pezzi della batteria n° 15. La brigata Ruiz, invece, muoveva da Oaiazzo alle 3 della st:essa notte; alle 8, era in Amorosi donde proseguiva, alle in esecuzio11e all'ordine ricevuto. Alle Oantinelle von Mechel lascio auattro cannoni della batteria 11° 15, le munizioni, le salmerie e uno squadrone di ussari, e, con tutta la brigata, si portò al bivio delle strade cond.ucenti l'una a S. A.gata e l'altra a MaddaJoni. Qui distaccò il 2° battaglione di manovra del 3° leggieri, coma,ndato dal capitano Widanél, con l'inca,rko di guaélagnare l'acquedotto a sinistra, mentre ordinava al battaglione carabinieri leggieri, appoggiato da una sezione di cannoni della batteria n° 10, condotfa, dal tenente Dusmet, di occupare Valle ele alture di destra, sia per gua,rda,r si da 1quel lato ed evitare eventua,li sorprese, sia per stabilire a,lmen.o un collegamento a vista con la brigata Ruiz. . Il grosso dell'esercito,_ che formava il centro ed era condotto dal von ~foche! in persona, andò a,d attaccare i volontari che difendevano il ponte della Valle. Queste tr11ppe e quelle del de Wieland vennero a conta tto coi. volontarì alle 6 del mattino, e ben presto il comba,ttimento si fece violentissimo. Due pezzi della batteria n° 15, postati sulJa strada. contro il ponte, secondavano il movimento delle fanterie, ma il de Wieland, per l'eroica resistenza opposta dai gariba.ldini, stentava ad andare innanzi; nella lotta cadeva il 1° tenente von Mechel, figlio del comandante, accorso arditamente con la sua compagniu in aiuto del 1° tenente ,S auter, il quale, spintosi troppo avanti, stava per essere tagliato fuori e fatto prigioniero con i suoi uomini. Si sentì. quindi la necessità.d'inviare in questo punto altre
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tre compagnie agli ordini del maggiore Gaether, e non appena esse riuscirono ad impossessarsi del ponte, vennero rinforzate da una sezione di cannoni della batteria n° 10 diretta ,dal capitano 1'abacchi, che si portò alla base del monte per secondare col fuoco i movimenti della manovra. Alle ore 9, dalla parte dei napoletani, furono chiamati in linea altri due pezzi della batteria n° 15 ché dapprima si erano postati sulla strada a sinistra del ponte; poi, insieme agli altri due che operavarn;> fin dalle prime ore del mattino, furono spinti sulla strada da Maddaloni, per battere i garibaldini che occupavano S. Michele. Il fuoco fu diretto personalmente dal capi tano Févot, assistito dal capitano ,S ury e dal primo tenente Brunner. Intanto il Migy, che guidava il 2° battaglione, non era riuscito ad a,ssolvere il compito affidatogli; venute a mancare le C9:riche a mitraglia alla sezione d'artiglieria del Dusmet, ed essendo le truppe assai stanche, egli fu obbligato a ripiegare so . pra Valle, senza aver potuto stabilire alcun collegamento con la brigata Ruiz. Perciò, àlle ore 3 del pomeriggio la situazìone di ,von Mechel div~nne insostenibile, '?d egli fu costretto ad inizi are la ritirata sotto la pressione vivacissima dei volontari. •X•
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L'opera degli artiglieri in quest'ultima fase viene così rilevata dallo stesso von J\,lechel : << Con la ritirata lenta della brigata i quattro pezzi della. batteria NQ 15 mantenne1:9 un fuoco vivo per guadagnare tempo e procurare i mezzi di trasporto per carièàre i feriti, che vennero cosi incamminati alla volta di Amorosi. :M:ercè quel fuoco ed il sangue freddo degli artiglieri si è potuto completamente ricomporre la brigata. Particolare menzione deggio far qui del capitano Errico Févot comandante la batteria N° 15 da campo. Co~ ammirevolè sangue freddo ha diretto i pezzi e _con tale effetto che ba fatto tac~e più vol· te l'artiglieria nemica; al suo ben diretto fuoco si deve l'esportazione dei feriti senza molestia del nemico. Al capitano Févot è dovuto il merito maggiore fra tutti quelli èhe assistettero a quel combattimento ».
Il Cesa,r i scrive che nella battaglia del Volturno la lotta « fu sostenuta da ambo le parti con ammirevole valore» e .questo giudizio, perfetta.mente vero, si adatta egualmente a.Ile opposte artiglierie. -
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LA BA'.r'l'AGLIA DEL VOLTURNO
L '.artiglieria garibaldina, inferiore di numero e non bene equipaggiata, superò l'avversaria per il meraviglioso ardimento e la tenacia dei -sùoi 1~omini eh-e !Seppero, nei momenti più cri tici, mantenere saJda la fede nella vittoria. Nè l'artiglieria regia venne meno alle sue tmclizioni e gli ufficiali ed i ca,nnonieri seg11alati dal Comando furono moltissimi, anzi, possiamo dire, troppi, tanto da far ritenere che per non scontentare .nessuno sia stato adottato -il criterio .salomonico di .elogia-r e tutti, dimi nuendo così il valore e l'importanza delle segnalazioni e delle onorificenze. Tante croci e commende distribuite fra i regi fanno pensare a un disperato tentativo, in artici-1tlo niortis) per cercare cli tener alto il morale di un esercito giunto ormai aJla fine della sua storia. Ben diversa e più rincorante impressione produce invece la parsimonia con la quale vennero distribuite le ricompense agli artiglieri dell'esercito gariba.J.dino, che pure si erano battuti con ardimento non inferiore. Dice il Cesari : << Garibaldi :weva proposto per una ricom · pensa parecchi dei suoi dipendenti, conie a,d esempio per la me- · daglia d'oro al valor militare il colonnello Scalia ed il maggiore P etrosino; per Fordine militare, di 'Savoia i ma,ggiori Angherà e Gaeta; p.e r la medaglia d'argento i capitani. Por,za,ti, Piana, Férrari, i luogotenenti Premi, Geremka, i sergenti Stampini e ì\1agliula, il furier maggiore De Gobbis, l'artigliere Ouccbiara ed altri; ma anche queste ricompense, alq1~~,nto ridotte, non vennero, se non in piccolissima parte, ·accordate >>. Ma per tutti, dal più elevato in grado a,l più umile dei gregari, ben più ambita e cara ricompensa furono la V·oce della coscienza ed il vanto di aver contribuito a ricomporre Funità italiana. Dobbiamo però rilevare come le motivazioni she a:coompa, gnano le onorificenze concesse ai regi, oltre a mettere in evidenza il grande valore di ufficiali e di ca,n nonieri, stiano anche a dimostrare l'opera intelligente e fattiva spiegata dagli ufficiali superiori nell'esercizio delle loro funzioni, sia . nella fase di preparazione che in quella di esecuzione sul campo tattico. 0
I napoletani nb.bandonarono la linea del Volturno per sfug. -
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gire ai piemontesi che scendevano da.gli Abruzzi. A difendere Capua era,no rimasti circa 11.000 combattenti con a capo il bri gadiere Raffaele De Corné; 150 bocche da, fuoco incavalcate su vecchi affusti er a.no collocate nella cinta princ.ipale e nei rivellini. Contro la piazza, erano postate S batterie, di cui 7 servite dalle artiglierie dell'esercjto sardo, ea ·u na - la 3'.' - postata a casa Avalle, composta .cli mortai, e servita da volontari . Il parco comprendeva 27 bocche da fuoco, ed era così costituito: no ;J,.., Cannoni da 40 F . riga.ti )) Cannoni da campagna da 16 B. riga.ti 4 )) 2 Cannoni da muro da 16 B. rigati )) 8 Obici da centimetri 22 F. )) 2 Mortai da centimetri 32 B. )) 2 Mortai da centimetri 22 B . )) 4 Mortai da campagna da centimetri 15 n" 27 ~on tutte queste bocche da f uoco presero però parte alFazione contro Capua; anzi, 1'8a batteria, con tre cannoni da 40, non fu nemmeno ultimata. La sera del 29 fu ini7,,iato il li1Voro d'allestimento delle .ba,t. terie,. che continuò attivamente nei giorni 30 e 31 ; esse furono pronte per la, mattina !1el 1° novembre, eccettuata la, 7a. cui ma.ncavano due cannoni, e 1'8· che· non era stata compresa nel primitivo progetto .. · Alle ore· 4 pomeridiane, ad uno speciale segnale, non permettendo le condizioni meteorologiche l'uso delle consuete segnalazioni ottiche, le batterie aprirono il .fuoco a un- brevissimo intervallo di tempo l'una' dall'altra. L'artiglieria della piazza rispose co:i;i un fuoco intenso e molto preciso, tanto da recare notevoli danni alla cannoniera della batteria n° 7. Il fooco cominciò a rallentare alle 7 l/2, specialmente per causa d,el vento e della pioggia, come dice la relazione :firmata dal maggiore Biandrà, capo di Stato Maggiore dell'Artiglieria dell'esercito piemontese, e dal maggiore Mattei, comandante. del parco d 'assedio, e· controfirmata dal luogotenente generale Valfrè, comandante superiore dell'Artiglieria. 902 -
L' .-\SSED10
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CAPUA .
Il Delli Frnnci invece, parlando delle artiglierie napoletane, dice che dopo poche ore di bombardamento « parte delle artiglierie della piazza non più. sparavano, dappoichè i loro affusti, a cagione del rincuh~r dei cannoni e dell'angolo di elevazione col quale dovevasi tirare per far lunga gittata., mal reggendo a tali sforzi eransi rencluti sconci e disadatti )). Fatto si è eh<? il fuoco non cessò completamente mai in tutta la, notte e la mattina seguente stava per riattivarsi, allorchè fu diramato l'ordine di sospendere l'azione. Il giorno 2, n_n parlamentare si presentò in Santa ·M aria per tra,ttare la resa, e il giorno segue11te la capitolazione fn firmata; le trl?ppe piemontesi entrarono in Capua ove la guarnigione di oltre 9.000 uomini si costituiva prigioniera. La relazione Biandrà-Mattei che gi.à abbiamo citata con dude con queste pareole: « Anche in queste poche operazioni d'assedio eseguite contro Capua la nostra Artiglieria trovò campo a merit r1ta lode. Il comandante superiore dell'arma all'esercito (allora occupato in Napoli) che si recò, senza assumerne propriamente la direzione, a visitare i varì lavori di ·batteria, e che assistè all'azione fino a notte inoltrata, non potè a meno di manifestar.e la sua soddisfazione, tributando speciali elogi al tenente còlonnello Bottacco per la buona direzione impressa alle operazioni. tutte dell'attacco ecl agli ufficiali applicati al parco per la solerzia e l'intelligenza con cui, malgrado la brevità del tempo loro concesso, seppero provvedere di tutto l'occorrente le varie batterie che presero parte all'a,zione )).
All'assedio di Capua è legato il ricordo imperituro del soldato Poggio dell'Artiglieria pie1rnmtese. Egli aveva c6mbattuto in Crimea e nella guerra clel 1859 contro gli Austriaci; aveva pre-so pa,r te alla campagna deJle M:arehe contro i pontifici, si era-(I.istinto nella battaglia del 1° ottobre, servendo i pezzi di una bat teria garibaildina, e fn ferito meritandosi oltre agli. elogi dei suoi superiori anche la medaglia al valor militare. :\ifa dove rifulse
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maggiormente il suo valore fu al blocco ed al bombardamento di Capua « segnalandosi - come scrive il Manfroni - ancora come segnalatore del ~iro, per l'intrepidità con cui, in mez20 al grandinare della mitraglia, si arran;ipicavu sui tetti delle case per compiere l'inca·rico ricevuto. Si racconta
Fig. 25{; - Il Cannoniere Giovanni Poggio. che egli solesse ·ripetere: « Dove gli altri non vmmo, Poggio va volentieri >). Par eva che scherzasse con la morte e la sfidasse. In una di queste esplorazioni ardite, compiuta quasi a dispetto del suo comandante di batteria, che non voleva esporre un così valoroso soldato alla morte quasi inevitabile, egli ebbe prima · un braccio frantumato, poi _l'altro troncato di netto dai proiettili borbonici.
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JL SI':MPLIC.:lJl l•JKOISMO DI GIOVANNI
POGGiO
Ebbe tuttav.ia il coraggio e 1a ferme?:?:a cli rialzarsi, di scendere le scale della cnsa, su cui era salito, e cli veul1·e a cadere, estennnto dal molto sangue perduto, presso il suo cannone. Rapidamente soccorso .dai compagni, fu trasportato all'ambulanza, dove sostenne impavido l'amputozioue dei due atti, senza d:1re un lamento, anzi mostrandosi lieto di aver versato il suo sangue l)er la putria. Il suo caso fu ben l)rcsto noto a tutto l'esercito, e Vittorio Emanuele II si recò a visitarlo, mentre si trovava rico,·erato all'ospedale di Napoli, si trattenne a lungo con lui parlandogli in cl ialetto pie montese, volle udire dalla sua voce il rncconto dei fatti c:'lu lui compi'utl, e fu con ll}i largo cli elogi e dì promesse».
Ebbe la medaglia d'oro nl valor militare e, più tardi, la croce di cavaliere. Ma il soldato Poggio era già, ben noto per i suoi atti di arditezza e di valore. Ricordiamo fra gli altri questo, com.pinto il 25 ottobre 1860 da capo pezzo, come lo narra Lorenzo Mina nella biogl'afia che di lni sc1:issc per la << Rivista di Storia, Arte, Archeologia per la ProYinc:ia cl' Alessa11dl'ia )L « NÒn riuscentlo il tiro rllìcace, qn ando trova vasi sotto S. Angelo, ebbe la forza cl'in5istere percbè i cannoni suoi rnnissero portati su una altura vicina. Le sue belle parole di persuasione e di incornggiaute fiducia vinsero, e con esse le sue artìglierie che, felicemente appostate, costrinsero con til'o aggiustato alla disastrosa ritirata dei Borbonici. TI Poggio frattanto non s i concedeva tregua mai, ed anebe a costo cli parere Indisciplinato, contro il clivleto del capitano Emilio Savio che teme,·a cli si1c1·ificare una vita pre:r.iosa, attraversò a nuoto 11 Volturno e, visitate le batterie nemiche, dopo qualche tempo fu cli 1·itorno con infor mazioni pre1r.losc e tnli cla imlune i nostri ad abbandonare 11 posto. Ed il capitano dovette elogiarlo, ma punirlo per la sua nobi· le disobbedienza, e non ,·olle in dono Ltn carnllo rapito, subito dopo, al nemico in una seconcl.1 baldanzosa perlustrazione».
Ma se grande fn l'artigliere Giovanni Poggio, non meno grande e nobile fu l'animo del Poggio come cittadino. Le parole che egli scrisse con lit penna stretta fra i denti e che raccomandò si scrivessero sulla sua tomba furo no : « Onest Popol, sosten l'unità d'Italia, sempre guidà da chi l 'a savula fè : Casa Savoia I». La semplicità. e la bontà del Poggio, degne compa,gne del suo valore, ci appaiono eviden Li, leggendo il bozzetto-intervista srritto cl.a Edmondo De Amicis. Il paese natìo, Masio, nel drcorn1 ario d' Alessandria , ha eretto un monumento al suo eroico figlio, e l'epigrafe dettata da -
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P aolo Boselli ne rico1·da le gesta e le addita quale esempio alle fn ture gen era zioni.
* * * Riprendendo la narrazione degli a.vvenimenti, ricorderemo come l'esercito napoletano, accalcatosi a Teano, ripiegasse, il ·24, su Cascano e Sessa, men(,re il eomanclo sup1·emo passaya Jal Rit ucci al Salzano. l pien1ontesi, il 25, si a,vvkinavano a 'reano, che occupavano la se1·a; e nelle ore del vespro del giorno 26, muovevano ad attaccare i napoletani sulle alture di S. Giuliano, fra Teano e Cascano, impegnando un fuoco vivissimo con la bl'igata Poliz:r,y, sostenuta dalla batteria estera e da una sezione della 4a batteria da campo, che ne proteggevano anche la ritirata sul Ga· rigliano. Sulle nuove posi:d.oni, il generale Salzano commise a l generale Negri ed al tenente colon11ello Delli Fran ci, dello Stato Maggiore, cli postare le batterie nei siti più acconci a difendere il ponte sul fiume. Non meno di 40 pezzi ful'ono posti a difesa d<•.lla, linea : cli <'Ssi, 32 facevano parte cli 4 blLltcrie cl a campo ed altri 8 costituivano una batterfa da montagna. Nella battaglia del 29 ottobre quest,e batteri<> i:;i compol'tarono on01·ev·olrncnte. Il generale Negri che, n, cavallo, vigilava perchè le artiglierie fossero collocate secondo le prescrizioni clel generale in capo. a,p pena fatto certo dell'attacco, si cacciò oltre la lin ea. degli avamposti per assicu1·a,rsi direttamente delle mosse avversa1·ie. Egli era accompagnato dal tcnel'\te colonnello Salazar e dal capita no Giovanni Afan de Rivera. ' Quando i piemo nlesi furono a porta.ta di tiro dell'artiglieria napoletana, questa a,prì il fuoco ed' il combattimento divenne subito sanguinoso. Vi furono tentativi di diversione da ambo le parti, mentre il grosso operava per impadronirsi del ponte; molti art,i. glieri borbonici caddero sotto i colpi dei fucili delle truppe piemontesi. La batte1fa 11° 3, comandata dal capitano Corsi e la -
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Fig. 256 - Lapide ""llla tomba del G~nerale Matteo Negri nel Duomo di Gaeta. (fotografia Cav. A. Di Maria, Gaeta).
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baLteria n" 13, chi amata in fretta a difendere il ponte, concorsero efficacem ente a contenere l'attacco avversario. « Ma il ben diretto e formidabile fuoco dei nostri, e principalmente delle artiglierie - è detto nel giornale delle operazioni militari dell'Eserci to napoletano - bastò infine a frenarne l'im · peto>>. La perdita più dolorosa. della giornata, per i napoletani, fu quella del generale Negri che, ferito una prima, volta al piede, all 'i nizio del combattimento, venne ni1-0vamente ferito da una palla all 'addome, e morì a Sca.uri sul far della sera. Il re ne volle onorare l'eroica fine scrivendo al generale Salzano : « F.ccellenza, Con dolore inesprimibile ho inteso il funesto annunzio della perdita che tutti abbi.imo fatta del prode gener11le :\'latteo Ncgrì, av,·enuta dopo la glor iosa ferita da lui riportata nel combattimento cli questo giorno. Le sue rare virtù lo reuclono degno d'essere ricordato alln. posteri tà, però dopo che avrh. ricevuto in questa piazz~, gli onori funebrì, che troppo gli sono dovuti, saranno le sue spoglie mortali rinchiuse in un sepolcrale monumento che sarà eretto in questo Duomo. Gaeta 2!) ottobre 1860 l!'lrmato Francesco. »
E, dopo il commosso elogio del re, il direttore della, guerra, colonnello d'artiglieri.a Antonio Ullòa, in un vibrante ordine ùel giorno, mentre rendeva meritata lode agli artiglieri che si erano battuti il 29 ottob1·e sul Garigliano, fissava. in modo indelebile nE>lla storia dell'ai·tiglieria il nome di Matteo Negri, con queste parole: «Soldati'. Alla desLrezza e più uncorn alla bravura degli artiglieri va clovuta la gloria clel felice combattiJJ1cnto cli ieri !'nitro sulle sponde del Garigliauo. i\Ia la gioia del trionfo Yeniva amareggiata dnl1a morte del giovine valoroi::o ed intelligente Brigadiere Matteo Negri. Il quale, toccato da ' una prima ferita in ufficio di comando, volle tutta,ia, per nuovo ardor bellicoso, discendere al più sel11plice grado d,i artigliere, e PlJntato un cannone, ùuovumente percosso cadeva. L'Augusto Re, Fr ancesco II, ba ordinato elle s'innalzi al prode defunto tal Monumento, che ne renda durevole il nome ad esemtlio cli quanti sono o ,erranno nella dUlìcile, ma pur gloriosa carriera delle armi. Que~to Presidio r endea oggi con piena pompa mìlitnre gli ultimi funebri
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MOLA 01 GAETA
onori allo estinto. E l'Esercito alla nuova di tanta perdita comprenderà., che Ae di si alta speranza e pruova di Generale vien privo, gli è debito, nel farne lutto, di onorarne il nome e l:.i memoria . 11 Direttore della Guerra Firmato - Antonio Ullòa
* * * Le truppe napoletane che er ano sulla linea del Ga1'igliano, la sera del 31 ottobre, pressate di fronte e bersagliate all'al~ destra dalla ,s quadra navale piemontese, furono costrette ad iniziare, il giorno seguente, il ripiegamento su Mola, ove subirono ancora (3 novembre) il bombarda mento dei vascelli nemici, -contro i quali fecero fuoco con soli 4 pezzi, di cui un cannone da 12 rigato e due obici ùa 80, diretti él al colonnello Ussani e dal tenente colonnello Giobbe che ebbero, in breve, quasi tutti gli artiglieri fuori combattimento, tanto_chè rim:1se in efficienza un solo pezzo. Nel « Sunto delle operazioni militari, dall' l a11'8 novembre 1860 >> fu pubblica to : « Meri tano lode IL Colonnello Ussooi, il Tenente Colonnello Giobbe, il · :\'faggiore Presti ùel Genio, il Capitano Anfora, ed i due Alfieri Sergardi, e mordano, per la par te che presero in tale fatto d'armi. Onorevole menzione sl f :t altresl de' marinari artiglieri volontari, i quali, servendo i pezzi postati 11 Mola, ~ostennero la rinomanza dell' lu t iglieria Napolitàna ».
Ali' ingresso di ì\fola, la 2• brigata straniera, comandata dal von M.echel, di retroguardia all'esercito napoletano, ammassata alla via d'Itri e cli Gaeta, aveva, costruito parapetti armandoli con ar tiglieria, aveva occupato le case verso la spiaggia e collocato le t ruppe in modo da, ostacolare l'avanzata dal lato orientale del borgo. Un alt ro reparto di fa.nti era stato distaccato a Marandola, per opporsi alle provenienze dall'alto, mentre il tentativo di portare bocche cl.a f uoco a monte S. Antonio e alla Rava Rossa. non si era potuto realizzare per il terreno impervio, che non consentiva di superare le difficoltà del traino .. La mattina del 4, <lopo 1111 · vivace tluello t 1·11. In flo tta piemontese '"' le batterie borboniche, durato dall'alba alle ore J), la l " Divisione dell'esercito 58
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regohLre comandata dal generale De Sonnaz, d1e uelhL sua forza . conta,va 4 batterie (5\ 6", 73, 11") del1'8° reggimento, attaccava lo schieramento dif.ensivo preparato dal von ~Iechel all'ingress,o di Mola, sulla via d'Itri e Gaeta, e ne aveva presto ragione. A forzare l'ingresso orientale di Mola concorse moltissimo ·l'azione svolta da una sezione della 6" batteria, comandata dal tenente Gottardi, vivacemente controbattuta da cannoni po stati sulla torre di Mola e da due pezzi della 15a batteria (svizzera) che il capitano .Févot, ardito e intelligente ufficiale, volle comandare di persona., "Il duello fra le artiglierie durò quasi un' ora e si ,ebbero a, deplorare rilevanti perdite dall'u11a e dall'altra, parte. Il tenente Gottardi e molti suoi uom~ni riportarono ·ferite gravi, tanto da dover chiamare d'urgenza in linea le altre due sezionì della 6a bi:Ltteri.a, ·che ùol loro tiro ~montarono subito un pezz-0 della ba,t terfa borbonica e misero fuori combattimento divèrsi artiglieri, fra i quali lo stesso capitano Févot ed il tenente Brunner.
Battuti a, Mola i napoletani si ritirarono sull'istmo cli Montesec·co, innanzi a Gaeta, ove il tenente generale Salzano, co mandante in capo, riunì la l" e la, 2• Divisione comandate rispettìvaroente dal maresciallo di campo Colonna e dal maresciallo di campo von Mec.hel, nonchè la rhierva alle dipendenze d.el brigadiere Sanchez de Luna. Erano, complessivamente 356 uffici.ali, 10.056.sold~ti, 1.366 quadrup.edi e 46 cannoni delle batterie mo· bili. Goma,n da,n te l'artiglieria era il colonnello Ussani. : alla, 1•, Divisione appartenevano le batterie 11• e 13"; alla 2•, le batterie 10"' e 15"' (estera) ; alla riserva, le batt~rie 1• e Ga~,Le batterie erano tutte su 8 pezzi, eccettuato l:;i, n" 15 - estera - t:he era su 6 pezzi. · . La colonna Ruggeri, di circa 12.000 uomini, con 44 bocche da fuoco, già in marcia verso Fondi, sconfinava nello Stato ro· mano a Terracina, dove inseguita dal De Sonnaz, capitolò consegnando le armi nelle mani delle autorità francesi a Velletri. Di fronte alle fo1;ze napoleta,ne a, Montesecco, fra il l° ed -
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il 10 11ovembre, si schierarono le trnppe del IV Corpo d'armata piemontese dodate di 42 rannoni. I borbonici furono costretti a chiudersi in Gaèta, e contro Gaeta, il 1:2 novembre, fu iniziato l'assedio. Il Corpo d'armata piemontese era comandato dal generale Cialdini - comandante l'artiglieria erà il colonnello Tibaldeo Pra,nzini - , e comprend·eva : la 4a Division~, della quale facevano parte la, ia e la za batteria del 5° (maggiore Dho); la 7a. Divisione con le batterie 4.. e 5• del 5° (maggiore Lo~tia di Santa Sofia) ; una riserva, d'a,r tiglieria costituita, dalle batterie 3" e 6· <lel 5°, e 4~ deil'8° reggimento, (maggiore Cugia); oltre ai parchi divisi.,onali, vi erano poi il ,par<.:o delPa,rtiglieria della riserva e un parco di riserva. In vista poi delle numerose operazioni che sarebbero state fatte eseguire dall'arUgli<~ria da piazza e dal genio, il 1·e Vittorio Emanuele dispose che, sotto gli orclini del generale Cialdini, la, direr,i.one di queste operazioni fosse assunta dat comandanti superiori delle due armi, presso l'esercito; comandante superiore dell'artiglieria d'assedio fu, perciò, il generale Vai- · fré di Bonzo. Gaeta era, in quell'epoca, dopo Malta e Gibilterra, un a, delle più , importanti piazzéf.orti d'Europa per la sua posizione naturale, ma le sue opere fortificatorie non erano più. in grado di resistere ai nuovi mezzi offe nsivi. Parte delle sue mura risaliva al secolo XVI, cioè all'epoca di Carlo V, ecl i miglioramenti apportati da Ferdinando nor1 furono co1upletati, tantochè, in so stànza __) a I)iazza si trovava, press'a poco nelle identiche condizioni del 1806. . . Mancavano forti ripai'i per postare le artiglierie onde battere d'infilata i la:vori d'assedio; non erano state proseguite o_pere verso l'esterno, per rendere più difficili gli àttaccb.i; e niuna copertura, era sta,ta preordinata per le opere esposte al nemico. La resistenza che poteva offrire la piazza, e che una volta Ri reputava sufficiente per contenere le offese avversa.rie,, di fronte ai nuovi cannoni rigati e di grosso calibro non aveva più alcuna seria consistenza. L'armamento artiglieresco, poi, nella sua quasi totalità ave-
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va, ormai fat to il suo- tempo; i canr1oni di ferro, di bronzo, ed i mortai ad anima liscia, aveva,no una gittata assa,i cor ta. Vi erano pezzi fabbricati nel 1756, altri nel 1732 ed, infine, alcuni in epoca anche più remota. Nell'armamento del fronte a terra si contava appena una ventina cli mortai. Da ciò è lecito concludere col maresciallo
Fig. 258 . Assealo di Gaeta
Tnterno della cittaClclla. (da fotografia 'ctell'Istituto Storico e di Cul tu ra dell'Arma del Genio) .
D. Rodrigo Afan de Rivera: che le bocche da fuoco contrappo ste al nemico, fornito ùi cannoni Cavalli e cli per,r,i rig_a ti da 40, erano in parte degni di aYe1·e il primo posto nelle armerie e nei musei. Bisogna aggiungere che alle opere di difesa fron te a mare e a terra mancavano polveriere, e quelle esistenti non solo si trovavano esposte ai tiri nemici, ma non erano 11 è abbastanza ca.paci, nè tali da resistere agli effetti delle bombe. I depositi, limita ti anch'essi, serbavano le munizioni per diverse ba tterie, -
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h qual cosa, mentre nuoceva alla celerità clel tiro, creava pericoli per il trasporto durante le nzioni di fuoco. Mancava, inoltre, all'artiglieria un deposito per macchine di ricambio; si era privi cli legname per sostituire gli affusti, e scarsi eran o gli ~cessori. Gli edifici in genere 11011 (\1·ano a ptOY:1 di bombe, il che costituiva nn grande inconveniente, special-
li'ig. 259 · Maresciallo D. Rodrigo Afan De Rivera - Direttore Generale delle artiglierie de lla Piazza di Gaeta durnnte l'assedio. .
(da !otografla della Casa Afan De Rivera Costagutl)
mente pel' quelli a tergo della batteria '11rinità, nella quale si conservavano le cariche per tutte le batterie fronte a terra: Il govrmatore di Gaeta, appena ebbe la certevia di dover sostenere un assedio, emanò (5 novembre) dettagliate prescrizioni in aggiunta a, quelle stabilite dn:gli articoli 126 e seguenti della « Reale Ordinanza di Piazza >> per cui il Diretto.r e generale dell'art iglieri:1, maresciallo Don Rodrigo Afan dc Rivera, serven-
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AHMAl.\fl~N'l'O Dl!}LLA PIAZZA
do~i del personale artiglieresco presente alla fortezza, e cioè della briga,ta artefici di 131 uomini; del reggimento « Re n Artiglieria, di 28 ufficiali e 946 artiglieri; dei cannonieri di marina e del persom1le dell'S" direzione d'artiglieria,, da,va: . più celen• impulso ai vari servizi, specialmente a quelli per l'armamento delle batterie e per la fabbricazione delle munizioni e degli affusti di riserva. · L'armamento della piazza, il 5 novembre, era cosi costituito : Cannoni l~sci di ferro e di brorn~o (cli tutti i calibri) 539 Cannoni l'iga,ti di bronio da 12 5 Carronate di ferro n Obici di bronw 65 M,o rtai di ferro e di b1·onzo 67 Delle predette bocche da fuoco, circa 150 erano in · cantiere. Per le munizioni ecco quanto riporta H Quandel nel « Giornale della difesa di Gaeta )) : « Approvvigionamenti dell'A1·tiglieria: Le bocche da fuoco assegnate alle batterie sono provvedute di corrispondent i affusti e giuochi d'anne, e v'ha inoltre un picciol numero di affusti di riserva, insufficiente aU'armam.ento della Piazza. Vi ha pure un considerevole numero di carri da trasporto. Nelle grandi Polveriste e nei magazzini delle batterie sono 5.000 cantaia (450.000 kg.) di polvere, oltre un approvvigionamento di cartucce da fucili e da c11rabina ; ma in generale, per lo stato clei locali, le munizioni non sono in ista· to soddisfacente. Le spolette di legno per proiettili vuoti sono per le atmosferiche condizioni della Piazza in gran parte rose dal tarlo, e perciò improprie al loro uso. Le artiglìerie sono foruite dei proiettili seguenti: Palle piene 121.076 Proiettili vuoti lJ.3.037 5 .953 Tubi da mitraglia (Nota. Questi approvvigionamenti sono inferiori di molto alle prescrizioni regolamentari per una Piazza come Gaeta). Tutt;i gli altri approvvigionamenti del!' Artiglieria sono in massima parte nella regolare proporzione, meno qualcuno il ctù acquisto è stato commesso a Marsiglia >>.
* * * Nei pochi giorni che precedett ero l 'investimento della Piazza, dal 6 à,l 12· novembre, mentre la maggior parte delle bocche d'a -
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fuoco veniva resa effie.iente ed aumentata di numero in qualche punto, segnatamente sul ·fronte a, tena, il Direttore generale otteneva che gli ufilcia.Ji comandati nello stato maggiore ritornassero al servizio delle artiglierie ; visitava le riservette delle munizioni, disponendo l'aumento fino a 40 colpi per pezzo; ispe
Fig. 260 - Assedio di Gaeta - Interno clella Batteria Regina. (da fotografia dell'Istituto S torico e di Cul t ura dell 'Arma del Genio).
zionava i balifardi della piazza e delle batterie; teneva rapporti agli u:fficfali rievocando le glorie dell'arma, e additando a ognu no il proprio dovere; passava in rivista il personale ripartendolo fra le batterie, ed, infine, visitava la fonderia e l'arsenale, avendo per capi e gregari parole d'incoraggiamento e di fedè. Il giorno 12 novembre, in cui c~minciò l'effettivo investi . mento de11a piazza, il personale era _così ripartito: Comandante superiore : Colonnello Carmine Luverà; Comandante il fronte a mare: Ooloimello Ga,r ofalo; Comandante il fronte a terra: Colonnello Ussa,n i. Il fronte a mare fu diviso in 5 sezioni comprendenti 18 bàtterie; il fronte a teri·a in 6 sezioni con 22 batterie. Il personale -
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era fornito nella maggior parte dall'artiglieria napoletana,; solo in tre sezioni del fronte a mare concorrevano i marinai e in altre dne sezioni del fronte a mare e in una del fronte a terra concorrevano gli svizzeri.
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Fig. 261 - S. A. R. il Conte di Caserta, Comandante lE! artiglierie di un settore durante la difesa · di Gaeta. {clalla Raccolta clelle s tampe in deoosito a.Ila Biblioteca del Risorgimento in Roma) .
In seguito, vi fu qualche mutazione nei comandi : il generale D. Vincenzo Polizzy assumeva il comando di tutte le arti, glierie della piazza. Lo schieramento difensiyo fù diviso in tre settori : il 1° settore, fronte a mare, fu post o agli ordini del colonnello Ga,rofalo; il 2°, misto, a.gli ordini di S. A. R.· il Conte di Caserta; il 3°, fronte a terra,, al Colonnello Ussani. . . -
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Degni di rilievo fm·ono la sortita del 29 novembre, protetta energicamente dalle artiglierie della Piazza, per riconoscere . i lavori delFesercHo assediante ; e quella operata nella notte dal 3 a,1 4 dicembre da un nucleo .di 12 artiglieri guidati da,l tenente Corrado che, con otto barili di polvere, fece saltare le prime case del borgo, che nasc-ondeva.no alla piazza quanto lo attaccante costruiva, nel villa,ggio. L ' opera,zione clnrata 20 minuti fu protetta, cb 120 cacciatori· comanèlati dall'ariutante maggiore Simonetti. In quest'epoca,, poichè tutte le bocche da fuoco erano state orma.i monta.te con ordinanza del 9 dicembre, 270 cacciatori passarono aì servizio delle artiglierle e successivamente, il 27 dicembre, in seguito aill'arri.vo da Roma di vari ufficiali. già a,ppartenenti alle artiglierie del corpo cli truppe comandato dal Ruggeri, fu dato un nuovo ordinamento ai comandi della piazza. La direzione generale fu affidata a,l ma,resciallo D. Rodrigo Afa.n cle Rivera; furono nominati due brigadieri, ispettori rispettivamente del personale e del. materiale; il colonnello Pa,· lumbo fu posto a capo delle batterie montate; il colonnello Ferdinando Ussani a1le officine pirotecniche; il colonnello De Rivera alla direzi.one cli artigiieria. Il fronte fu diviso in 4 divisioni: la, l3' divisione, dalla, batteria Duca di Calabria a, Vico, fu affidata al colonnello Palum bo, e comprendeva 9 batteri,e e tre sezioni; la 2" divisione, da Poterna all'Annunziata, era sotto il comando del colonnello Garofolo, comprendeva 9 ba,ttcri:e e 2 ~ezioni.; la 3"' divisione, cl.alFAcl.tlolorata _all'Avanzata, agli ordini di S. A. R. il Conte di Caserta, compr encleva 7 ba,tterie e 2 sezioni; la 4" divisione, comprendeva tutto il fronte a terra, era affidata al colonnello Ussani ed era formata da 22 ba,t terie e 3 sezioni. , Tutta la, forza del personale addetto alle artiglierie, oltre gli ufficiali generali e quelli coma,n dati in servizio di stato maggiore, al 24 dicembre risulta, da una situa,zione ufficiale, essere di 198 ufficiali e 3.388 uoniini di truppa. . Circa le op·e1·azioni belliche, la giornata del 29 dicembre fu contrassegnata da mra viva.ce azione artiglieresca che fece dettare, due ·giorni dopq, al ma,r esciallo Afan de Rhera, direttore
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generale delle artigliel'ie, un lun go ordine del gio1·1Lo. del quale l'ipot·thuno qui la prima parte : . << Il fuoco tlclla pla7.7.a ecl il modo come essa sostenne quello del nemico nel giorno 29 p. p. mese, è stato no,·elfa prorn di br:ivura alle ta nte che precedt•ntemente avete clate sui campi aperti. Malgrado l'iulensitil. e l'efficacia c]e' tiri nemici, le nostre bocche da fuoco postate al fronte cli tena sotto gli ordini cli S. A. R. il Conte di Caserta, e del Colonnello D. Gabriele t'~sani, uou ce.<:saron mai di trarre sulle loro opere, "' segnatamente le batterie l'lùlipsthal e S. ànclrea comandate clal i\Iaggiore D. Gaetano Nagle, e le nitre Conca e Cap[)ellettl sotto gli ordini del ,-ign.or Mnggiore Jovcnc, f nron prese costantemente di mira sopportando e so!ltt:' · nendo quel vivisr;imo cannoneggiaweuto. Lodi rendo, aclunque, agli enuuclatì uffi7.iali Sut>eriori, che con la lon, presenza, sprezzando ogni t)ericolo, com'è loro costume, sanno infondere co:si bene nei loi:o cllpcuclenti qncl c:oraggio ecl abnegazione che sgomenta l'auclacla del nemico. Lodi sian rese a· singoli Comanda uli delle batterie, che Pl'e:sero parte al1':izione ed a tutli gli Uffi7.lali. che ,i i:;1 trovano a prestar sen·izio, fra i quali fo particolarmente menzione de' cl11e giovanetti Alfieri, Lan?.n, sol percbe u~citi cli r ecente dal Real Collegio e<L i!ll età ancor tenera, sono stati al fuoco per la prima volta con ammirevole indillerenzn e coraggio, da farlì sostenere d<"guamente il paragone con ,·ecchi e procli soldati. Lodi all'Ufli?.iale ed a' marinai cannonieri per la operosità e buon volere con cui servirono in eletto giorno le Artiglierie, e cli cui il Mnggiore Nagle se ne dichiara contentissimo. · Lodi infine a tutt'i Sotto-Dfilziali e soldati di Artiglieria J)er essersi benissimo comportati». E l'ordiuc del giorno Pl'osegue inneggiando al He e alla Chiesa.
Nella, stessa circostanza,, Afan cle Rivera scriveva al Ministro della :Ma rina : « Eccellenza - Il Maggiore cli Artiglieria D. Gnctano Nagle, Comandante la. Sezione centrale delle Batterie del Fronte di terra, ha ril))t)ortato, che l marinari cannonieri addetti al servi?.io delle batterie Philipstbal e S. Andrea nel vivo cannoneggiamento sostenu to contro il nemico, durante il giorno 29 p . p. mese, si comportarono tutti quanti benissimo, e si dichiara contentissimo del lodevole modo con cui servirono e servono tutt'ora >l . Seguono i noml di alcuni che si sono in nurticolar moclo distinti.
E antorn per il duello artiglieresco clell'S gennaio . il Di1·et-
tore generale emanò due lunghi ordini del giorno. sempre in quello stile enfatico certo più borbonico che ttaliano, che caratt erizza le manifestazioni di qnei-t'e,sercito, e che tanto confrn sta con quello che Yenh·à ni:.a.to nell'e..,ercito piemont ese. -
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Nel primo cli essi, dfretto agli al'tiglieri, l ' A fan de Rivera , fra le altre cose scrive: << Animiamoci sempre più miei braYi nella (lifesa della c,1u:w per cui abbiamo fatto esilo aclla vita, poichè dopo quesli falti possiamo inferire essere Iddio decisamente con noi! Ognun9 ha ben meritato nell'azione d'icri, e dovrei encomiare uno per uno gli Uffiziali che brillantemente vi presero parte, i cui nomi essendo ben conoscillti per valore e bravura, per amor di brevità me ne astengo limitandomi rendere a tutti Il dovuto plauso nelle locli che renclo al generale Polyzzi, ecc.... ».
L' altro online del g-iol'llo, 11011 meno lungo, _è rivolto agli artefici <) 'artiglieria per Je confezioni delle munizioni e, anche in questo, gli elogi sono profusi a, piene mani sul capo cli tutti co loro che hanno cooperato. Per gli stessi fatti dell'S gennaio, il Direttore e il ·~ Iinistro della Guerra, pubblicavano successivamen te altri encomi, collettivi e singoli, e procedevano a promozioni speciali di sottufficiali e graduati di truppa. Dal giot·no S, per a clerirc ai clcside1·i dell' lmpePatore e.lei Francesi, fu concesso un ai·mistizio fino al giorno 19.
, ;. *· * Vediamo intant o che costL aveva fatto l'artiglieria piemontei::e duran te questo pr~mo periodo dell'assedio. Il primo parco d'assedio del quale si potè dispone fu quello che aveva operato a Capua, e comprendeva 25 bocche da fuoco , cannoni rigati da 4-0 F ., da lG B. da, campagna, da 16 B . da muro, obìci. dà cm. 22, mortai da cm. 32, 22 e 15. Il generale Fanti, capo di sta,to maggi.ore dell'esercito, informò il maggiore Mat.tei, comandante il pa1·co, clell:L sua i.ntenzion c cli fal' cadere Gaeta intimi.dendoJa oon un intenso bombardamento, e tbe perciò occorreva, riunire llll sufficiente nnrn ei-o di mortai con abbondante munizionamento. F urono perciò date disposizioni tali da portare un a,umento di 2G mortai e 16 obid al parco (l'as~edio, il qnn le sarebbe co:.-:ì stato costi tuito da 67 bocche da fuoco . Ma il generale com~ndan te l'assedio cominciò a dubitare dell'opportunità di valersi del solo bombardamen to per far cadere la città, e pensò esser -
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meglio, valendosi delle artiglierie di grosso calibro rigate, minacciare anche di aprire una breccia dalla distanza di 1200 o 1500 metri. · Accordatosi col generale Fanti e col comandante· dell'artiglifria, chiese 20 mortai. cl.a 27 e 12 cannoni da, 16 rigati. In tanto, comincinrono le operazioni d'inv,e stimento e furono prese le necessarie precauzioni contr,o le sortite. Il maggiore
Fig. 202 - Intfimo della Batteria blindata di Casa Albano. (Da d isegno del Sottotenente G. B. Villa - Atlante: n Genio nella Gamvagnct d' Anconci e delia bassa Italia 1860-61. Isti-~ tuto Stor ico e di Cultura dell'Arma del Genio) .
Lostia fece armare le cime dei monti Tòrtono ed .Erto con a,r. tigli.erie da campo disposte in modo da non essere viste dalla pi~7,7,a, ma da, potere, all'occorrenza.', essete poste in batteria :i forza d'uomini.. Con personale clel parco della 7" Divisione, vi fur-011-0 fatti salire ]a 5a batteria d~l 5" e due obici da montagna., al.Jbandona ti'cl:1.i borbonici. Sul monte dei Cappuccini furono fatti salire due obici da montagna , ma non potendosi portare queste artiglierie dal ridosso del monte, aissolu tamente intra!lsitabile, i due obici, con le tuote fasciate per a,ttutire il ru.more, fu ro'.no fatti passare attra,verso il borgo. I borbonici se ne a.ccorsero e vi dires-
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e1·0 conti-o il tiro, 1.:be pei-ò non prod11~se danni. Sullo stesso wonte dei Cappnc;cini fnrono posti due obici da J2 dellèL marina. I n quel telllpo, t~ltti gli. artiglieri fmouo occupati in lavori a,l parco (l'assedio, alle C'Omunieazioni i-;tradalt, a facilitare gli scali e all'adattamento degli a<:c:am.pamenti. Come già aùbiamo detto, il 29 fu tentata un'uscita dagli assediati, la quale valse a far conoscere la ricchezza dei mezzi dei quali disponevano i borbonici e, quindi, la necessità, per i piemontesi, cli fornirsi di mezzi egualmente potenti. Fn difatti stabilito cli aggiungere al parco d'assedio 60 ca11noni obici, pol'tare a 1000 la dotazione ·clei colpi per pezzo, a 1200 l'effettivo dei cannonieri da piazr,a. Inoltre, il generale Cialdini ordinò cli postare un'alti·a sezione cli obici da campagna sul monte Atratina, rac<.:omandanc.lo la massi.ma attenzione agli avamposti. Nel mese di novembre, fu costruita la batteria 11° 1 sul :h'lontecristo, armata con 3 cannoni l'igati da 40 e 3 da 16 B. rigati da campagna..Ai primi. cli dicembre, fu al'mata la batteria di mon te 'ròrtono con cannoni rigatj da 16; il 7 dicembre, l'una e l'altra batteria eseguirono il tiro di collaudo. Nel mese di. dicembre e nei primi giorni di gennaio, furono pro$eguiti i lavori al parco, all'armamento ed alla costruzione di poi:;h1zioni per batterie, prima. fra le quali quella di monte Lombone. In complesso, 1'8 gennaio, la situazione del parco era la seguente : Monte 'l.' òrtono: 3 cannoni 1·igati da 40 F.; 7 da, 16 B. rigati da campagrn1; 2 da 16 H. rigati da nrnro; 2 da 12 B. rigai i napoleta11i. l\fonte Lombone: e1·a, in corso d'armamento. La se1·a, del 7, erano pronte solo le batterie n" 6, 7, 8. Monte dei Cappuccini : batterie 11, 12, lG. Sulla, spiaggia del golfo di· Gaeta: Batteria 11° 9 a 2900 me tri dalla piazr,tL; 3 cannoni da 16 1·igati; 1 obice cla 22 F. assedio; 1 cannone da 80 rigato marina. Battel'ia 11° 10 : :l ru01·tai. e.la =~i a suola. Monte S. Agata: batteria n" 14 con 3 mortai si.mili ai precedenti. -
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Fig. 2(;3 - A$~edio di Gaeta - S. à. H. il Principe di Carignn no alla Batte r la dei Cappuccini - U Gcunaio l861.
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La mattim~ dell'S gen naio, il comandante l'artiglieria ricevette Fordine di far aprire il fuoco da tutte le batterie che ne avessel'o la possibilità; e, vincendo grandi difficoltà dovute alla, ri~treLtezza del tempo, fu aperto un violento fuoco che sorprese il nemico tanto che, soltanto dopo due ore, esso fu in grado di controbatterlo. Allora, però, la risposta fu altrettanto violenta quanto l'attitcco, cù effettuata con uu numero di bocche da fuoco anche maggiore di quelle dell'assalitore. L'azi one durò fino alle 5 pomeridiane, ed a tale ora comin ciò a circolare la voce di un armistizio, voce che fu presto confermata. Kel cannoneggiamento dell 'S gennaio, intervennero 87 bocche da fuoco che spararono i n compl e!'-;so 8.204 c-olpi. A dim•) · i:::trare l'efficacia e la prontezza dell'azione dell'artiglieria vale ·1a, segu ente 1eUera e;lu~ il g<'nerale in capo rivolse al comandante superiore dell'arma : • << Questo assedio promette nuove glorie allu nostra Artiglieria. A lei, che si degnamente la comanda, mi è grato fin d'ora di attestare la mia soddisfa· :r.ione. Per costan:r.a nei bisogni, per a.lacrità nei lavori, per coraggio nei pericoli, gareggiano i va.rii corpi. Ma la bella prova di ieri è essen:r.ialrnente dovu ta al contegno dell' Artiglieria nelle dieci ore di fuoco, ed allo sforzo supremo per gH apparecchi nelle poche ore cbe passa1·0110 fra l'ordine e l'esecu:r.ione. Per di lei mezzo io la ringra:>.io ».
Durante l'armisti:r,io, per cura · del comandante piemontese, fu provveduto al r estauro e a.l miglioramento delle batterie esi-
stenti, ed aj .preparativi per nuove batterie, alle quali però non fu _posto mano, contrariamente a quanto fu asserito dal nemico. In quel tempo fu provvisto anclte ad a.umenLa,re notevolmente le artiglierie destinate sia a rinforzare alcune delle batterie esistf'nti, come quella di monte 'l'òr t.ono, sia _ad armare le nuove o le progettate, come quella di monte Atratina.
* * ~L'a:rmisti½io spirava il 19, ma il cannoneggiamento non f u l'ipreso che il gior no 22, e pr ovocato da un colpo sparato dalla 924 -
IL DUDLL() o'AR'l'TG LlmU D1DLL'8 GB)/\N AI O
batteria <e Regina >> dell'artiglieria borbonica, alle ore 8 1/2. Fu 1·iRposto prima con tiri lenti; ma poco dopo il bombardamento divenne violentissimo da ambe le parti. I borbonici spararono nella, giorm1ta 5983 granate, 8_634 pal le piene e 493 bombe. L'opera degli artiglieri napoletani fu grandemente elogiata, in un lungo ordine del giorno emanato dal ma resciallo A.fan de Ri v,e ra, che cosi comincia : (< Ieri il nemico spicgaudo tutti i su-0i mezzi di offesa attaccò questa Piazza da terrn e (fa mare, e con ciò s i ebbe occasione di dare novella pruova della tenacità con che si deve e si vuol tlifendere la medesima. Tutti quanti indisti.ùta,mente si sono ottimamente comportati, quindi tutti quanti s i a bbiano le mie lodi, e i wiei ringra,,;iamenti. Son lieto però manifestare la mia. partiC'olare soddisfazione agli Uflìziali ed inservienti delle batterie al fronte di mare, che per la prima volta dacchè tln· ra l'assedio sono ent rati in azione, avenclo bellamente corrisposto all'aspettazione colle pruove cli bravura, coraggio ed intrepidezza al pari di quelli al fronte di terra 11; ecl il tono elogiativo seguita estendendosi poi al direttore dell'arsenale e a tutti i suoi collaboratori. Alle note laudative dell'Afan de Rivera, U Re aggiunse ben 141 decora· zio.uì assegnate a sottufficiali e soldati d'artiglieria.
L'a,rtiglieria, piemontese fece un fuoco intenso ed efficace, con tiri assai meglio aggiustati <.,li quelli del giorno 8, in modo aa paralizzare alcune delle batterie nemiche. Nel cannoneggia mento agirono, <la pa1'te piemontese, 102 bocche da fuoco clw spar:irono in complesso ]3.262 colpi. Le perdite non furono gravi; destò, però, genemle compian to la. morte di un valoroso giovane capitano, fra,tello cli un altro eroico a,rtigliere, Emilio Savio. Egli C'-0mn 1Hh1., a una delle più esposte fra le battel'ic, la n° J 6 sul mo11 te dei Cappuccini, C',Ìle già aveva, avuto important(~ parte nel bombardamento dell'S genna.io, e che fu poi bersaglio di innume revoli colpi in quel.lo del 22 . Ecco come descrive la morte di Emi li.o Savio, in una lettera cli.retta alla madre di questi., il maggiore d'arti.gU.eria Biand1i: « Sv,mturnl:issima tra le madri,
Nel mattino del fatale 22 gennaio, il nemi<:o improvvisamente apriva il fuoco. Sulla batteria dei Cappuccini, comandata da Emilio, erano dirette forse cento bocctlC da fuoco; era una volta cli proiettili volgentisi rapicla111ente s ulla batt~i·i.a. l!lmi!.io, rnggiante di gioia per t rovarsi ad un cimento da gigante, in poco d'orn :i.PP!'(;:;:t;1 tutto, anima i s uoi colla voce e coll'esempio, ~ 5~)
J.8(il -
GAlITA
i suoi cannoni cominci.mo a vomitare la mot'te sul nemico, che s'era lusinga-
to d'averci sorpresi. Le altre batterie seguono l'esempio dato loro da Emilio; tutte aprono un f uoco vivissimo, e la lotta diventa generale. Emilio non vuole <'he uno dei suoi colpi vada perduto, e per correggerne all'uopo la direzione, Ya osservando l'eil'ett o, impavido scoprendosi (tale e
l<'ig. 264 - Capitano cav. Emilio Sa,·io.
q1rnle c-ome il frntello) al fuoco nemico... ed ahi !. ... una palla lo colpisce nella
tempia ... ed egli cade e spira senza aver tempo di chiamare sua madre! L'armata tutta, insieme ai suoi :imi<'i, io pianse, e lo piange ancora. Essa lo vendirberà ! ».
In questa stessa batteria si verificò un tragico incidente il giorno seguente: una bomba da 12 pollici, cadendo innanzi a.i ·-
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U N '.rH:\GlC:O INCIDEN'J.'I~
magazzino della polvere, vi appiccò il fuoco proYocu,ndo un terribile scoppio. Si ebbero, oltre il crollo di metà della batteri.a, 16 morti e 6 feriti, alcuni dei q uali g1:avissimi.
Fig. 265 - Iscr izione posta sull'ingre.sso del Forte « JJ::milio Suvio )) in
Gaeta. ( fotogn,fia Cav, A. Di Ma.1:ia, GaetaJ,
In tutti i . rimanenti giol'ni de) mese di gennaio, le batterie assedianti seguitarono un tiro lento, ma continuo, tale da molest·,u·e l'assediato, rna rla l:Onsentire u11 turno fra, le va,rie bai:.terie. Intanto, !::>Opraggitrn8ero rrnovi tinforzi, e i.I comando s npe . -
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riore modifìca,ya, fa, formazione delle unità d'artìgli.e:ria stabilendo che vi fossero tre bl'igate eh iruattro comp,Lgnie ciascuna. La 1• brigiLta fn costit uita co n compagnie clcl :2° reggimento; la 2•, eon compagnie del 3°; e la 3" con quelle del 4°. Ma ormai. gli avvenimenti preeipitavano per j napoletani, e il loro destino era già s-cgnato. Il 4 febbraio, un proietto, non si sa bene da dove pa,rtHo, ma probabilmente da Casa Oecagno, caclclc sotto Fand~·one che metteva in eomnnicazione la cortina Cittadella col fianco Basso Cappf~lletti, appiccando il fuoco a due canta.ia di polvere e11 a va l'ie granate ivi depositate, la cui esplosione produsse una breccia. Il giorno seguente, il fuoco continuò molt0 violento da amb0 l e parti. Uno scoppio terribile prodotto da un proietto piemontese fece saltare il d<~posito di Cortina .D ente di Sega S. Antonio, ove vi emno non $Olo le muni½ioni di questa batteria e della Cittadella, ma anche 40.000 cartucce da fucile. Nelle rovine furono travolti artiglierj_e cannoni, e vi lasciarono la vita il tenente generale "rruversa-, direttore genera.le del genio, i1 tenente c:0Jon11ello cle Bangro, e i due secondi tenenti Troiano e Guarniello. All'inclom,rni, avvenne un secondo scoppio, causato dai proietti piemonteRi: una bomba faceva esplodere una quarantina di. granate ammonticchiate presso la batt<~ria, S. Giacomo, producendo gl'avi danni . La sera stessa, i napoletani chiesero un armistizio per dare sepoltura a.lle vitt ime; l'arrni.stizio di 48 ore fu concesso, e il genera.le Cialdini offri s,nche di far curare a Napoli 400 infermi (~he il gover'.no borbonico aveva, giù, divisato di mandare a Terracina. Spirata la tregua, il giorno 9 febbraio venne ripreso Il bomba.rdaillento, che fn fatto contin ua re anche di notte. Il comando superiore dell'artiglieria piemontese impartì orclini 'precisi nei qna.li era esattn1nente stabilita la clmata, del -fuoco peÌ' ciascuna batteria e i.l tnrno da seguirsi. PPr il giorno 11, fu ordinato il fuoco a tntte le batterie dalle ore 9, regolato in modo che~ ciascuna batteria facess~ un colpo ogni mezz'ora. Lo stesso giorno J 1, un parlamentare venne dalla piazza a chiedere una tregua per trattare hL ca,pitolazione; ma Cialdini, avendo osservato la cura posta dagli assediati a riparare la -
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breccia dalla. pa,rte del mare, non aderì a tale l"ichiesta. L'intenso fuo co subito da] la pia1.za, e, forse, a,nchc la, pressione esercitata in questo senso dall'impen1trice di Francia, decise finalmente il Borbone ad i1wiar<\ il 12 febbraio, una commissione per tratfarc ln resa . Viuclomani. quando ancora i par la.mentarì
Fig. 266 - Interno della B a tteri.a Cflppelletti.. (da fotografia clell'Istit uto Storico e di Culcura. dell 'Arma ciel Genio).
a l\fola non aveYano esaurito la loro missione. l 'ultima più frernenda, c-at.astrofe i:.'a,bbatteva irnlla piazza. Il deposito di polveri della, ba,tteria Tra,11silvania e Malpasso , e l'attiguo laboratorio con 300 cantai~1, di polvere sa,l tavano in a,ria. La prima, di ta,l i battet-ie rimaneva in teramen I.e distrutta., e gli artiglieri quasi tutti morti o feriti. Perirono dne giova,ni alfieri : Giordano P. Pa,nnuto, con 40 nomini. Alle 18,15, a tanto fragore d'artiglieria, successe un silen· zio cupo e p1·ofondo; i11 qnel momento partiva, da Mola il colonnello Delli Franci, portando seco il documento della conelusa capitolazione. Poco dopo venivano pnbbli<-ati i pa,tti di resa. I/indomani , n]]e ore 7, gmil1do le t rnppe di Ciald ini , a -
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sensi. della capitoln,zione, prendevano possesso delle batterie del fron tè di tel'l'a e di monte Orlando, il Borbone con la sua fami· glia f.:i era già imbarcato suJla « Mouette )), mentre sul front e a mare sventofava ancora la sua insegna. Quando la nave passò i n11anzi alla ba,tteria. Santa Maria,, gli artiglieri borbonici salutarono per l'ultima volta con 21 colpi di cannone colui che era Rtato il re strani(~ro della loro terra, ed il vessillo reale si in<:·.hinò tre volte, e poi fu ammainato ... ... ... mentre s'a.Iza,va lumi11oso il tricolore, con la croce di Sa,voia che, palpitante di Yittotia, ganiva nl vento uella snblime maestà, cli una duplice grande conciuista. •::,
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.t interessa11 te, dal punto di Yista nostro: esa,mina.re alcuni dRti relativi alle b;~tteric d'assedio costruite ed impiegate dai piemontesi contro Gaeta in quest'assedi o; e perciò, rkoniamo ancora all'int eressante volume pubblicato con autorizza,z ione de1 ministP.ro delhL gnena1 uel 1864,. « Operazioni dell'Artiglieria negli assedi cli Gaeta e Messina negli. anni 1860 e 1861 )), dal quale risultano anche i p1·ogressi compiuti dopo il ùombarclamento dell'8 genmiio. I n° 3 cannoni da muro da 40 F. ri.gati, su affusto d'assedio modello , 1849; n° J Ì\fontecristo 11° 3 Cù,llHOJJi da campagna da 16 B. rigati, sn affusti d,1 campagna, mo · dello 1S44. .l·
I
1
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11°
8 cannoni cla muro da 4,0 F . riga
ti, su affusti d'assedio
mo(lello JSM); .n° 2 can11011i da mu1·0 da lG B . riga-
ti, su affusto Ll'assetlio modello 1SJ9; 11°
~
~!\fonte 1'6rtono
\ n° 2 ea11no11i da 12 B. rigati, modello napo)itano, (16 piemontei-e) inca · valcati :-::n p1·opl"i atl'nsti. .:
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n° 8 ca1111oni dn campagna da 16 B. l"igati, su affnsti da campa.gna mo · dello 1K44. -
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LE B.\l'l'Enrn PI0ì\101'Tl•:ii l
n• 7 cannoni da mnro da ,10 F. riga,ti; 11° 5 c:11111oni da 16 B . da muro rigati, gli uni e gli a-l tri isui relativi a.tfo. sti. d'assedio modello 1849.
n° 3 Monte Lom bone
' n° 5 mortai da cent . 27 F .. sui pron°
4 Monte Lombone
pri ceppi: ) n°. 3 mo~·tn,i da cm. 2T D . .sui propn ceppi.
Fi~. ~G, - D:1tterie sul Monte Lomhone. (Da d isegno clel Sottotenente G . B. Villa - Atla nte:{IZ Genio nella Ca1n11agna d.' Ancona e della bassa Italia, 1860-61. Istit uto S torico e dl Cultura <lell'Anna ciel Genio ). ·i
11° 5 Monte Lombone
( n° S cannoni cla 40 ]'. rigati cl ella l ma1:ina sni propri affusti.
n° 6 Monte Lom bone
; n° S mortai da, cm . 37 F . :::ui propri j C<~ppi.
11°
7 Monte Lombone
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n° 8 obici. cla muro cla. cm . 32 fran ccsi F .. chi costa, sn affusti d'asse -. dio mo(le1lo 1849. da obici cli pari calibro. !);H -
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n" 8 Monte Lombone
n°
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GAEl'A
n° 10 mortai da cm. 27 P. sui propri
! ceppi.
n ° 3 cannoni da muro da 16 B. ri gati. l'ln affusto d' assedio monello 1849 ; n° 2 cannoni chi, 80 F . rigati della marina, uno su affusto della marina., l'altro su affusto speciale apposi tamente costruito.
9 Sa n Martino
n° 10 Fon tana
n° 3 mortai <.fa. ern. :32 B. a suoht.
n° 11 M. dei Cappuccini
n° 11 mortai da cm. 32 B . alla Go met ; sui relativi. ceppi; n° 2 mortai da cm. 22 B . pure allà Gomer, sui propl'i ceppi.
n° 12 ì\1. dei Cappuccini
n° 1G obici-mortai (obici da cm. 22 \ corti) su affust.i ridotti a, ceppi : n° fJ mortai da cm. 22 B. alla Gomer, sui propri ceppi. 1
0
1t
n° 13 M . di Sant' Agata
2 mortai da, cm. 32 B. alla. Gosui propri eeppi .
ID(~l·
n• 14 M. dei Ca,ppuccini
10 cannoni-obici da GO F . (da cm. 20 ci.rea,) modello napolitano, parte s11 affusti alla marinaresca,, parte su affusti da piazza e costa., senza sotta:ffusti e telaio del perno.
n° 15 M. dei Cappuccini
n° 3 ennno11ì da ca,mpagna, da 1G B . rigati, s n affusti da campagna modello 1844.
'
n° lG M. clei Cappuccini
11°
11° 10 cannoui da 24 B . lisci na,po(32 piemontese) su prop ri af-
1 titani ( t'nsti.
n° lì Cas:t Arzano
\ n° 5 can noll i da campa,gna, da 16 H. · 1·igati su a,f fns ti da. campagna mo( <leUo 1844. 93~ -
n° 18 Casa Albano
da 40 F . lisci da ma· l. rjna,5 cannoni su propri affusti. 11°
n" 19 Castellone n° 20 Schia,ppa
11°
1 obice da cm . 21 F. rigato.
~ n°
G ca,mioni <la, campagna da 8 B . riga.ti .
Fig. 26S - Asseclìo di Gaeta 1860-61. Batteri a a vanzat.n di mortai i nnan1,i
Gaeta. (dalla colle1e;ione Perrin i n Torino. r iprodu zione fot,ogr afica cav. li.. D i Ma ria , Gaeta).
n° 21 M-onte At1·atina
/ n° 4 obici da cm. 17 F . rigati , ca 1·kar1t isi dalla, culatta, s ngli appo~iti c1:·ppi modello Oavarn : 11° ~ ca,nnoni da muro da 40 l' . 1·i · gati , $ 11 a,f fusti d'assedio rnoclello \ 1849.
Ii r
1\. queste
bisogna aggiunge1·e la batteria deff·Aranceto e quel.' le dell'Istmo, che non era,no ancor a ult imaite quando la piazza ea -
98:-3 -
piwlò. La p1·iru.a di qnest(~ aV!'ebhe dov11Lo <::';~e1:e ,u·1u.Ha di <'anuoni lii-\'i da -IO ·F.: l'a ltra di 10 c:a11Honi dgllti da 4:0 F.
L'1tnlia~ con .ia
JJJ'l:~,,;r
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di (ì,1ct.1, cnuq 1i va un alcro pH,;:,:;o ver;;;o
Punitù. <·ioù sul :'>no carnrnino mil i<'IHlrio di cifi ltù.
Fi ~ . :!Cm - n:i i-ter i,1 S e h i:111p,.1. 1 <la
plastico dell'Is,it.uw Storico e
tli CulLurn clell' Arma del G enio , .
.l~e trnppe che ,1\'(•\·,11t1) difr:,:;o < ;,1 etn, ~li ,u·riglic:l'i napoletani che a.veva110 cornphuo il loro eklo pn· (lin~11tarP italiuni. l'icevevano Pindom11,ni l'o11ore dell<~ u1'rn.i. (! q11irnli :-;euza cli;,;ti uzionc fra vincitori(~ Yi11t.i. perc:lit· tntt.i figli dc~ il a :-;te;,;sa trrrn ent:ni.va 1tc, a f,11· pa.1·te cl(•ll:1 g1·;1url<' famiglia italim1a . L' Aruu1) ,rncora nna Yolla, lmt.le:r,:r,ai'a dal :-:,111g1H: <l<·i ;-:noi eroi , riprende\ a la mareia: t:arica di gloria. pet i più alti de~t.ini della Patria. Anche idi art;i~ l:iel'i w1.polPt1111i. a. Gaer.1. qwrntuuque eonvi11ti di lrnJ.ter si JH:1· un,1 cnns,1 perdnhi,, sc1·isse1'0 col. srrnguc~ mia pnginn di ~a c,r-i fie io deg11a ,.h:lli: più ,iltP fl'11di1,io11i dell' A1·11rn .
l'.:!IU •r i:! :11l ' .\ (1·:1( i110. , d 1 <li S('~JlO d d SOHOWH<-'ll!.c Ci. 8 , VHb • .i\lhl!Ht:: li Cit'lliu
11rl!<1 C<i/n/1!191!« 11',411Cullu e ddla bus,u tialia . 186!1-6!. fsll; uto s1-0!'ico ,, cii ('nltnrn d~Jl ' A!'ma del Gr:nlo'i.
1860 - Gl
L'a1·tiglieria 11.tpolet,rna si faeeva cogliere materialmente im preparata dagli ::tvvenirnenti. pe1· ciò che riguarda i nuovi mezzi di offesa e di dife:-;a crea ti dalla tecnie::L. Nell 'ultima dozzina d'anni, che pl'ecedette la catastrofe del 1860, l'artiglieria napoletana. costruttivamente padando, non aveva seguito il ritmo innovatore del -Piemonte, e le grç1,vi conseguenze di questo f.a,tto dovevano rnanifesfau·s i d nr-ante la guerra, quando la su perioritù, dell'avversiu-io non perdona rn' a govern i nè a capi inetti o tardivi. Il generale Cialdini. tlomi11ando Gaeta con le sue più potenti a.rtiglie1·ie, non solo r i.spm·miò altro sangue dei suoi soldati, già generosamente ed eroicaml'rttc versato al Oarigliano ed a Mola. di Gaeta, ma , pc1· via diplomatica, presso le ca,ncellerie de gli sta.ti esteri. str-onrò ogni velleit.ì di. riscossa ai maneggioni della, politica borbo11ica . In una pa,rol.1, all'artigliei-ia dell'Esercito regolare spettò l'onorifico compito di saldar e i due tronconi della patria nostra, suggellando l 'unità. della Nazio11e, nelle sue grandi linee. Così, fra le innnmerevoli benefiche influenze, nel multiforme processo della d ta nazionale, quella di aver integrato l'opel'a gloriosa delle baionette gari baldine dr-cond,) l'Arma nostra, quwsi a guisa d'aureola , della, sacra devozione di tutti gli Italiani.. La, cessione della piazza di Gaeta e, di conseguenza, il forza,to a,bbandono ·da rwrte di Francesco Il cli quest'ultimo lembo di territorio. avevano vil-1·nalmente esanrito le operazioni militari: ma resistevano a,ncorn la cittadella di Messina, « 11011 tanto pei: saldezza di mura - <lice il Ba tta.glini - e per poten za. di cannoni", quanto pei- sa,lclezz<L cli fede e di carattere dt>J coma ndante rnnrescfoJlo Fergola. adarnnntina tempra di soldato)); ed anco1·a , a-1 confi ne. Ci vitella del Tronto che fu poi l'ultjmo baluardo a c<:>dere. La, .c ittadella di Mesi;.i11a era ancora in possesso delle trnppe borboniche per la, convenzione del 28 luglio 1860, ma il general<! Clary, sù1 <la quell' epoca, era. stato sostituito dal maresciallo Fergola, ispettore d'artiglieria. che si sapeva essere valoroso, intelligente e, soprn,tn tto, ai illimitata devozione al suo dovere ed a,l sno sovrano. Il Fergola, auche quall(lo con la res::i di Gaeta, gli avveni-
!>HG -
L' ASS8DH) Dl :\J:ESSIKA
menti precipitarono irrimedia,bilmente, non volle cedere la fortezza al generale Chiabrera delle truppi piemontesi; per cui si rese necE:ssario l'invio del generale Cialdini a quella volta, con un corpo di truppa ed un parco d'artiglieria, per conquistare con le armi la cittadella di Messina.
I
Fig. 271 - Luogotenente Generale Leopoldo Valfrè tii Bonzo.
Cialclìni, il 22 febbrnio, emanava le prime disposizioni pe1· l'assedio, ecl affida,vii, il comando dell'artiglieria al luogotenen te generale Valfré. Al corpo dli spedhdone venivano assegnate sette compa,g nie d'artiglieria. Comandante il parco d'assedio fu il maggiore Mattei; com,1ndanti di brigata, i maggiori Bhm· ehi e Va,ssalli. Fu disposto che il parco d':uisedi.o si. componesse di : 159 bocche da fuoco e di 23 cannoni rigati da 40 F . 10 cannoni. da 16 B. rigati cla campagna. G cannoni rigati da lG B, da muro . -
!)81 -
1860 · Gl
4 can11011i lisci du 40 F.
12 mortai da, cm. 27 F. 4 morta.i da cm. 1G B. l;'i11 da mia prima l'ic-ogui:done fn sta,bilito il piano da svolgen,i per l'a.ttacco, e Je località, ove costruire le sei batterie: Gemelli, del 0imHero. del Bin-tion S<*reto, del Noviziato, di San· ta Ct>cilia , cli Sant'l~ìia. Il fnoco dell'assediante si iniziò il 9 marzo e continnò 11 ei èlne giol'l1i succe:::;sivL controbattuto dalle artiglierie clelJe forl·ezzc; ma il giorno 12, dopo che un tentativo cli i;;ortita da parte dei difenr;oti fu rintuzzato da.i bersaglieri, il bornba1·darnPnto, combinato con quello della squadra navale, a,ssnnse il carattere di g1·ande violenza. Dice il già d· tato lihro « Operazio11i deJl'ArtigUeri::L negli. assedi, ecc .... >>; « I tiri dei nos tri c·n1111011i riga.ti furono in breve, per l'acquii-:ìta pratica , a.ggiustnti così, che non un colpo andava perduto. Il til'o dei mortai fu fino da,i primi colpi aggiustatissimo . In brevissimi istnnti il fooc:o generale delle batterie di terra si fece imponente e tPn·ibil e i) . Verso le :) pomeridiane, il tiro ini.zia.to alle 12, venne cesi,ato. !:-i. illt,,tYola1·0110 trattathe cli resa, e la rna!tina del i ::i ma1·zo. la Cithtdella ve11iva occupata dalle t1·uppe italiane. Il giorno i;;eguente ::,;i. potè constatare che i tiri d'artiglieria, erano stati Yeramente efficaci, proélncendo esplosioni ed incendi e mettendo fnori. seryizio inm·a e hocclw da fnoco .
* ** Negli Abrnzzi, corneo ,1bhinmo già acee1111ato, resisteva anco ra CiviteHa del Tronto, difesa da mia guarnigione di circa 400 uomini di truppa fra, gendarmi. e termzzani, mnni-ta di una ventina di ca,n noni di ferro, di calibro diverso. Il comando del la piazza era retto dal maggiore .Ascione. li'urono iniziate delle trattative cli resa, ma1 queste fallirono e, allorfL, il generale Mezzac,1po, comancla,nte le truppe d'assedio, sollecitò l'invio di nn pa,rco d'r~ssedio, mentre faceva costruire postnizioni pe1· cinque batterie, armandole coi pe7,zi clw sì potè procurare. -
93S -
--.. -•- •-Il>'->. . . /
I
l<'ig. 272 .., · Civitel\a del Tronto e dintot ,ri ·
Posi11ionc delle batterie th,gli asscc)i(lnti.
18G1 -
CIVITl!)LLA Dl~L TRONTO
La mattina del 23 feùbraio, fu fatto aprire il fuoco da tutte le batterie e, contemporaneamente, fu ordinala l'avanzata di tre colonne; ma la 1·esistenza dei difensori obbligò gli attaccanti a riprendere i lavol'i d'assedio. Il 14 marzo, il fuoco fu ripreso; durante fa mattilla del 15, alcuni pezzi della difesa· fu . rouo smontati e, nel pomeriggio, fu innalzata bandiera bianca; ma essendo stato notificato che hb resa doveva essere a discrezione, n fuoco continuo fino al 20 marzo da ambo le parti. In quel giorno, la cittadina, innalzò bandiera bianca e, nel pome1·iggio dello stesso giorno, il 27° fanteria vi issava il tricolore segnando, in tal modo, la fme dell'u ltima rocca della 1·ek:listenza borbonica.
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OAPI'l'OLO QUATTOR DI OESH {O
1861 - 1870
(.
Dal 1861 al r865 - La questione veneta e la questione romana - Il discorso della Corona del 18 febbraio 1861 - L'ex-ufficialetto del Genio Conte Camillo Di Cavour, gig anteggia nel campo politice e u r opeo - L 'ordinament o dell 'artiglieria del 186 r - La creazione d i un reggimento pontieri - Proclamazione del Regno d'Italia - Le riforme dei ministri Fanti, De lla Rovere e Petitti di Roreto - Istituzione della Scuola d' Ap1>licazione d'Artiglieria e Genio nel 1862 - Il I o0 Reggimento di artiglieria da campagna, formato nel 1863 I lavori della « Commissione Permanente di Difesa » presieduta da S. A. R. Euge nio di Savoia - Vigor os o impulso dat o alla costruzion e delle artiglierie rigate - Pezzi da montagna e pezzi da costa La spetta colosa adunata artiglie resèa nella Brughiera di Somma del 21 settembre , 863 - Echi della g uerra di secessione d 'America e de lla g uerra di Danimarca - La « Convenzione di Settembre» L 'artigliere La Marmora assume la Presidenza del Consiglio dei Min istri - Ritocchi all 'ordinamento dell'Arma ( 18 dicembre 1864) - Le laboriose trattative per l'alleanz a con la Prussia - L 'offer ta dell'Austria e il gen e roso rifiuto di La Marmora - È la guerra.
Quando, nel febbraio 1S61, viene ina ugurato a Torino il primo P arlamento italia,no, la. Penisola è tutta un fremito di rinasdta. Per quanto l'unità completa della Nazione non sia ancora raggiunta, nessuno dubita. che la questione veneta e la questione romanci vel'ranno presto risolte, ~ec-011do il desideri.o degli Italiani. Ma iutanto bisogna dar cara ttere di normalità alla struttura politica .e mili.tnre _crea ta, dall'impulso rivoluzio 60
- 9.U -
1:,;:.(n
nario cli qud pet10clo portentoso. « Il mio compito è più di1ficile e laborioso ora che nel passa.to - ,rfferma il conte di Oa:vom - costituir{! Fltalia , fondere insieme i di.versi elementi. che la. compoiigono. mette1·e i.n armonia il Nord col Mezzogiorno; ·ciò presenta c1iffirolt1\ non mi11oi-i che una guerrrt cont ro l'Austria e la. lotta c:onfro Boma)). La sol117,ion~. dei due problemi basilari costHuisce il programma 1ion soltanto cli Oavom·, ma a nche degli 11omi11i di. governo cbe vellgono dopo di l ni : programma. chiaro e preciso, che si propone di approfittare di tutte le occasioni per risolverle nel senso rnlnto dalla :~fazione, ma riservando iì diritto esclu sivo d'infaiatiYa al R t~ e al suo Governo . La. questione 1·on1<rn,t ~i presenta assa-i complessa, poi.chè le diffi coltà sono specialmente dipendenti dnlla, volontù, cli parte del mondo c,attolico cli voler difeso acl. ogni costo il dominio tempora,l e dei P api. « La- questionP di Roma, disse Cavonr, non è di quelle che possono sdoglirrsi con la sola spada)). Vero è che i più accesi, gli uomini c1e·1 coi:;ì eletto partito garibaldino, sono per la man iera forte, ma Ca-vour, che spera- cli ottenere la rim rnzia spontanea del Pontefice al potere temporale, avvia pra t.icbc~ segretissime col Governo pontificio, Htlendosi dell'opera di uomini. bene accetti alla Corte p11palc . All'ultimo momento. però, mosso cla, un sentimen to mistico, o da considerazioni di ordine polit ico, Pio IX honc:1 gli accordi; e allora Cavour spo sta. il centro de)]a sua attività <la, Boma H Pnri.gi. e si rivolge a Na,poleone III , perchè con il suo intervento personale la questione sia risoluta . Mn. questi non osa prende1·e sn cli sè t:1nta responsabilità, per Umore dei cattolici francesi, aJlora <lecisa, mente avversi aJle aspirazioni italiane. Però la questione romana 110n tarda ad Pntrare nel Parlamento italiano dove, da) 20 nl 37 miu-7,0, diviene oggetto di ele· vate discussioni, alla fine delle qua-li la Camera, approvand'o l'ordine del giorno del Boncornp:lg11i, tra. scroscianti. i1pplausi, r.hiede de « Roma. ca,pifal e acclamata dnll'opini.one nazionale, si:1 resa all'Ita lia )l . La qnesl:ione Yeneta è diversa e appare cli più facile soluzione. La posizi01rn dell'Italia di fronte all'Austria è netta e senza eqnivoci. Qnest"ultima aveva $per ato, dopo Villafra,nca, -
!}l~ -
LA QUESTIQ::-;E RO) L-\!\A E L A QUESTIONE \" ENIDTA
di ric:0Hqui1-:,ta,re nella- Penisola quella preponcler,rnza, che ern <lm·;i ta pcì· lnngo period o di anni: solamente LI polit ica del non h1ten euto, p l'Odamata dall'Imperatol'e dei F1·ance1$i, e più di
Fig. 2., 3 Colite Camillo B enso di CaYOUt', Presidente dei minisl ri, ministr o per gli interni, per gli afCari esteri e 11er l:i mnrinn del Re Vittor io
E mnnuele TI. (Elisec S ala d i!J.; Giu d o Gonin litog . presso Doyen.. Tori no; col! ez. Com andini , Mila no). (da l'Italia nei cento anni clel secolo XIX d i Alfredo Comandini e Antonio Mon t i. Ecl it . Ant-0nio Valla r di . Milano).
t utto le difficoltà interue, le a vevano impedito di nggredire, co me sar ebbe sta to suo vivo desiderio, il giovane Regno, per ten ta.r e di distruggerlo. Bra per ciò nat urale che lo spirito pubblic:o degli Jtaliani sentisse, come n ec<··~sità p1imn ed imrne<liata, -
943 -
·1861
quella di ricacciare oltre le Alpi la forza sempre minacciosa dell'Impero austriaco, accampato in armi Hul Mincio e sul l'o. Ma già la mente lungimirante del grande Statista piemontese aveva affenat,o le ragioni del contrasto, che un gionw a vrlé!bbcr-0 posto la Prusisia di fronte i:tll' A.ustriu : la. conclusiolle del gioco doveva essere l'acquisto della Venezia.
Le vicende di quel periodo storico avevano conferito al Conte di CaYour un prestigio ·senza precedenti e consolidata,, nel nostro Paese e oltre le frontiere, la sua fama di prodigioso «tessitore)>. Gli stessi stranieri stupivano del su-0 vibrante fer vore r.reativ{) e di quella intraprendente attività, che solleva vano l'ex ufficialetto del Genio molto al di sopi-a èli tutti gli altri uonri11i di. Stato. «Il Oont(~ di Cavour - scrive ·oarlo 'l'ivaroni - portava nella vita uno spirito netto, una volontà, risoluta, una delle nature meglio temprate per l'azione)); Re Vittorio, a r,;;na ,·olta « rivela nella dhicussione e negli affar.i - dice il Cibrario - una finezza ed una pcnetr-azione che sorprendono stranamente coloro i qnali lo conoscono soltanto per la sua ri· putazione ùi btfwura, di bonomia e di popolarità >>· Dne uomiui percorrenti talvolta strade diverse1 ma con eglrnli rnète; due uomini di primissimo ordine, còme pochi ne conta la storia, i quali uniscono i loro ,sforid per imprimere allo ::;pirito degli Italiani un solo impeto efficiente, per i ndirizzare la politica nazionalç, coii logic:a continuità e con fermezza, ttlla c1esjclerata soluzione.
· Il 18 febbraio lSGl ha luogo a 'l'orino Finaugurazione del primo Parlamento italiano. Vittorio Emanuele, salutato eon schietto entusiasmo dai ra,ppresentanti di tutte le l'egioni. d'Italia, pronuncia un discorso i cui punti salienti sono quelli che fanno allusione alla comunanza di aspirazioni con la Prussia f' quelli concernenti l'Esercito, il quale, minacciato snl Po dall 'Austria e cla Roma, dai mercena,r i pontificii, dovrà, essere pron-
9!4 -
IL PRIMO PARLAMIDNTO l'.l'ALIANO
tamente rinvigorito, per esser-e in grado di far fronte a qualsiasi evento. Accennando all'ambasceria affidata al generate La Marmora, il Re così si esprime : « Salito \Sul trono di Pru~sia un leale e illustre Principe, gli mandai un ambasciatore a segno cli onoranza verso cli lui e di simpatia verso lai nobile nazione germanica,, la quale: io spero, verrà sempre più nella persuasione che l'Italia, costituita nella sua naturale unità, non può offonclere i diritti : nè gli interessi delle altre nazioni ». Parlando dell'Bsercito, d{~lla J\farina e delle formazio ni garibaldine, e del concotso di queste forze nel periodo fortunato degli ultimi due anni, n Be è assai esplicito e concreto ed ha accenti di. vigorosa energia, : « Io sono certo che voi sa.rete solleciti di fornire al mio Governo i modi di compiere gli arm::i.menti di terra e di ma,r e. Così il Regno d'Italia, posto in condizione di non temere offesa; troverà più facilmente nella coscienza della pt··opria forr.a la ragione della, opport1rna prnclenza. Altea volta la mia parola snonò ardimentosa, essendo savio cosi l'osa.te a tempo, come l'attender<~ a crrnpp. Devoto all'ltulia, non ho mai esitato a porre a cimento ·1a 'vita e la corona... L'armata. navale ha. dimostrato; nelle acqrn~ di Ant.ona e di Gaeta., Chè rivivono in Italia i mntillai. cli. Pi~a, cli Genova e cli Venezia. Una valente gioventù , comlotta eia un ca.pita.no che riempi del suo nome le più J.ontané c-ontrade, fece manifesto chci nè hL ser· vitù, nè le lunghe sventure rnlsero a snervare la fibra dei popoli italiani. (.ìn e~ti faf.tj hanno ispirato alla nazione nna grande cou:fideuza Mi p1·opri ckstini. Mi c:ompiacio di manifestaee _ al .Primo Pa,rlame11to itali(1,11 0 la gioia cl1e ne sente il mio ani· mo di Re e di soldato)) . Gli accenni all'Esei-dt-0, accolti cla fragorosi appJ .wsi, con· tenenmo e ,sauzionaYnno il progra:rmna di organizzazione delle forze milita,ri, già, i11 a.tto . e eoiumi surato alla, potenzialità eeo· nornica dello Stato. Ii poderoso e arduo proùlema era, stato affrontato dal ministro della guerra, Manfredo Fanti, che ne aveva :fissato gli aspetti salienti: bisognavu, preparare l'Esereito e li.I, Mai-ina pci- la lotta c-out-ro l 'Austria, che ,r,i riteneva, certa, e Yic:ina.
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945 -
1861
Il Fanti
perde tempo . Con decreto del 24 gennaio 1SGl dà a,ll'Esen:Ho ll nuovo ordiuarnento. eh(! ,inù, piena esecuzione entro lo stesso anuo. Il Ministro ha il non fa.c ile compito di fondere l'Ese1·cito dell'Italia centrale con quello piemontese, e inoltre deve tener conto de1l'aurnento dei ilUadri, dei corpi e dei reparti di tutte le A.1·mi e del rifornimento dei materiali occorrenti.. Veng<mo ammessi. nell'J.!},ercito ntlkiali delle pro vincie meridionali, <:on il g1·allo che ;;trevano al momento del plebiscito. Fanti trattiene alle anni le classi più giovani del vecchio esen:ito borbonico e congecla q nelle più anziane. Il territorio delln, Penisola <~ diviso in 6 grandi Ooma.ndi cli Dipartimento; e cia.scuno di questi vieue, a sua volta, snddi,iso in divisioni e sottodivisioni e in comandi cli circondario, di fortezze, di distretto . Ogni Arma, compresi i carabinieri e la specialità herisagJieri, ha 1111 Comitato, organo direttivo per tnt.to ciò che 1·iguartla la tecnica e ht dia dclii·! &i11golc armi. A nche l' .-\1-tiglie1:ia ha s uuìto rn~g-li ullirni tempi un note · vole u,urnen to, :-;ia pet q11anto i·ignanlu il personale. :da per ciò che l'iflette i corpi e i 1·epa1·ti. Sono a1H:ora fre1s('h i gli allori c-olt:ì ~ui carnpi ùi Lombardia. e 1te1l' Halia ten tr a1e e meridionale: <' viva anc:om l'eco ùelk gesta ltrnti110sc di Ancona e di Gaeta. A-1 pari d<:>ll i: altre ,-'u-mL l'A1·tigliel'in Iia ,h;snto. e Yive nellu stesso (ha unna c)p]la composir.io11e 11a?.ioual<~. E.a superato fadl · mente b r: rii>i _d i cresce1rna ed ora. 111ercè lo spii-Ho ll ell\~-ccellnlte p(,t\<:;01wle, a ttc1tdc a p1·ep,nare le anni e gli animi pei· 11011
i prns~iiui ciwent.i.
Con il 1,uovo ordinamento l' Ar1-iglieria è composta ùel modo seguente : un Comitato clell'Ai·ma; n 1·eggimenti (dei qnali il l" operai; il 2", 3°, 4° da piazza; i I :i''. (;·'. 7°. S" da c·arnpa,gna; il 0° pontiel'i); comandi locali e territoriali cl'1:1rtiglie1fa . I reggimenti da piazza sono così costi.tuHi : 18 compagnie attive e 2 compa,g nie deposito ; le compagnie sono riunite in 3 brigate. li 9, i-eggimcnto pollti(~J·i c·on~ta ili S compagnie. riu_ni.tc>. in 2 brigate, e nna cornpagni.t depo~dto . I reggimenti cht cnmpa,g11.1 banno qtW$bt formazione:· lG -
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F ig. 2i4 - Vi ttorio Eill~Unèle 11 He d' ltalia. (da una sta m pa d ell'epoca presso 1·ecti tore P. Moretti, Mila no).
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1861
batterie di battaglia aUive e 2 cli deposito. Fa eccezione il 5° che è costitnit-0 da 14 batterie di battaglia e 2 batterie a cavallo. Ogni batteria è armata con sei cannoni di bronzo, da cm. 9, ad anima fo,cia, incavalcati sn affu~ti modello 1844, 8istema Cavalli.
JJ'ig. 275 · Luogot. gen. Manfredo lf'anti. (Daniele lit. da una fotogra.fia presso Doyen, Torino; collez. Coma.ndini, , Milano). {cla l'Italia nei cento anni del secolo XIX di Alfr"'do Comand in i e Antol'iio Monti. Edit. Antonio Vallardi, Milano).
Cosicchè, verso la fine del 1861, l'Artiglieria, italiana è in grado di mobilitare 384 bocche da. fuoco, cioè pezzi 1 1/2 per ogni mille uomini di fanteria . La proporzione, come si vede, nòn .è ~degua.ta nè alle esigenze del combattimento nè alle forze dell'Artiglieria austriaca, più numerosfL èl.eÙ.a nosti;a. A prop·o· sito della quale Artiglieri a nu;:.:triac.a conviene dire che non era -
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GLI ORG,\NICI DELL'ARTIGRIERIA l'.l'ALIANA
tenuta in grande considerazione da alcuni esponenti del nostri) Esercito, specialmente dai non piemon tesi, i 'luali, non avendo avnto occasione di esperimenta.r e gli artiglieri a,bsburgici suì campi cli battaglia, attribuivano loro un valore mol to inferioi:e alla reale loro perizia ed alla efficie11½a dei loro maleria,l i. L'aumento degli organie:i dell'Art iglieria e bbe 0ome conseguenza lo sminuzzamento delF Arma, in numerosi dista-ccamenti_, sparsi su tutta la P enisola: per s istemare i distaccamenti si uti lizzarono i fabbricati abbandonat i, chiese, conventi, vecchie scuole. Ma tale sparpagliamento fn, almeno in parte, un errore. « Quest'Arma - iscrisse Armando Guarnieri - non può acquistare una completa istruzione se non nei grandi cc:n tri (a reggi, menti riuniti, aggiungeremo noi); i distaeca,menti devono ... li mitarsi a l puro e stretto necessarj o. Sul momento, wancando i gra,ndiosi locali adatti all'uopo , eonvl~niva us ufruire prima di tutto quelli di. Caserta e di N apoli: provvedendo -con pron tezza , onde crearne di nuoYi i n Lombardi.a e nell'Italia centra.l e )). L' Eser cito italiano, come si pre~enta rn rwl 1SGJ, era pieno cli. a,rdore e fiducioso nella ~ua, forza, arn:orch1~ taltrne sue 1rnit à, conservassero sempre la part icolare fisonomia delle formazioni volontarie. N-on cli m.eno molto era stato fatto per migliorarne la compagine, armarlo, a ddestra.rlo, equipaggiarlo, sempre tenendo pr<~senti le ne{:essiti1 della guerra . Gli a 11111en ti del.I' Art iglieria erano in 1·elazione agli ttrripliamen ti organici delle altre A1·mi. Il Paese riguardava, l'EsePcito come il simbolo più si.curo e a 11g11r1.ile dell'unità e dclrindipenden½a della Pa trfa,. .... .
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Bra compito del Parli1mento di p roelam ni-c i I Regno d'Ita n 14 mn.r7.o til1a Camera • dei deputati, Cavonr presen ta H relativo schema di legge . fJ 17 ma,rzo, la legge, firma,ta dal B e e controfirmata da otto mi nist ri, stabilisce che Vittorio Eman1w.le II assnma per sè e pi~t' i suoi successori il t itolo cli Re (l' !ia,lio1. Si ehi ude così il primo tempo dell'epica vicenda, iniziata tredici anni prima dall'arditissimo gesto di un n:iagnnnim-o Ue 1 Carlo Alberto, e di un no lia,. Ed ecco il 21 febbraio al Senato, e
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18Gl bilissimo Rtato. il Pi emonte, piccolo per estensione e popoh1zione, rua gnmdis~inH) per fenea, vol011t.1, indomabile coraiggio, i-( upendi:l <·apacità di. 1·es1stel'e, pcn;everure, cretu·c . 80110 1pw~-te le doti ei,;senzial i c: lte cal'attcri,1,1auo i popoli destinati a :cri.vere nella storia del mondo una loro parola incancellabile: e non iw.pol'ta se hl lot·o fo1·t1111a posf:-a. tafrolta, <'~~ere impari al valore. Questi tredici anui, densi di storia e di fati, hanno avuto 01·c dolorose e, anche, ore tn1gicI1e. rna i,;on basta li per compiere il miracolo: intorno .11 minuscolo, intrepido Piemonte, si son Yenu te ra,ggrnppanclo e 1·i11 saldando qmtsi tutte le altre regioni l1ella l'eniisola: il Re di Bardegna è ùhe11nto R e d' I talia. E con nota del -1 ma,g gio 1861 Manfredo Fanti comunica. n. tutte le autorità, che, da quel momento, l'antica Armata Sar.. da, ·ouusla di gloria per ,rnticlte e · nol>ili tradizioni guerriere, la meravigliosa Annata Subalpina, an-er.za da secoli a comhatle1·e contro ne!llici tl · ogni ptL1·te, senza unt.i con t..1 l'l i. aisstnne il no.me cli Esercito Hal i,rno. Il 2 giugno hu luogo la disteibuzio11e delle bandiere ai reg-gi menti cli n noYa for111azione. l n tale occasione il R e rivolge al le truppe 1m ,ordine del giorno, l'ie,·ocuudo Jo s(,orico avvenimento èlcllu, c:onsegna <fol tricolore . da, pa,rte cli Carlo Alberto, ai reggimenti piemontesi cl.te si apprestavano a varcare il Ticino . Indi passa agli anrenimenti più recenti d('L 1859. ri<'11t-dn ndo come cc nel ricalcare i ca,mpi lombnrdi: memori ancor.:i di l{oito e cli. .l:'astre11g-o » l'Esercito si:trùo abbia mietuto << !Spleudicl i allQ1·i insieme con le illn. tri Aquile francesi ». E qui la pa · 1·ola ùel G1·an R-e i;:ale a toni di stupenda eloqu<:'nM, in cui vibrano l'a,nsit1 e il vaticinio del prossimo avvenire : cc Nuovct luce di glo l'ia, dice l"ol'Cline del giol'llo <lel SoYrano, 1·tful1,e a,1loi-a sulla intiern pt>nisola. ed i popoli a ·rtalia .... compierono opere e fatti che i più tard i nepoti ritorderann-0 con riconof.i C(mza etl t1 more . Oggi i cl estini d'Itali a sono matmi. Soldati! A Yoi. consegno le nuoYc bantliere in nome dell'Italia reùent:=t. ""ulle loro freecie sono scolpiti i nomi delle combattute batta glie. Alle vostre virtù a,ffido questi segni di lealtà e cli. onore, in cni lo scudo della Mia Famiglia, gloriosa per otto secoli di v;1lore, è inn estato al simbolo del nazionale riscatto)>.
- orio -
L.\ ifOt:TJ•; Dl CAVOt:R
..... ·~=·
Pochi. giorni clopo 1 Cavour moriva imp1·ovvisarn.ente, tra, b. eostPrnazione degli Italiani il rimpi~rnto clel mondo civile. F n cerlamente 1111 danno incalcolabile per l'Itnlia, poich <'i da-
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Fig. 276 - S. E. il Conte Cnmillo Benso di CaYOnr, Presidente del Consig lio clei Ministri. (ri t ra tco popolare del 1859; collezione Com a ndiui. ì'viila noi . (da l'Italia nei cent o anni del secolo XIX di Aliredo Comand in i e Anton io Monti. E clit . Anrnnlo Valla r d i . Mila no) .
allora la. politica mancò delle grandi linee canitteristiche del geniale statista piemontese. E le consegncn::,,e cl-ella s ua ,scomparsa, per ciò che concerne la causa, italiana, potevano essere ancora più gravi,. se 11011 fosse so1n·avvennta la volontà energica -
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1862 e sagace del R,e, la sua vibrante fede nelhw venire, e l' irremovibile propoi-:i lo di attuare ad ogni costo i grandi corwetti ca-
vouriani. Al con te di C:wonl' succeùeLte nella, Presidenza del Consiglio e agli E steri il ba1·one BeLtino Ricasoli, toscano, uomo molto in vista p er hl sua poli tica nell'I talia, centrale. Al Ditastcl'O della Unerra fu chiamafo il gcneraJc .Alessandro Della HoYere, proveniente dall'Artiglieria, il quale, con decreto in data 23 genna io 1862, istituì. una C'ommissfone permanente per lei difesa dello Stato 1 composta clHi generali di grndo più ele.-ato, e presieduta du S. A. R. il Principe Eugenio di Savoia-Garignano. R icasoli si urtò ben pr<.>sl,o con l:':u·igi. Occorre aggiungeL"e che fa situazione finanziaria de. tava molte preoccupazioni e che le 1,wovi.ncic m eridionali el'.a,no tenute in uno stato di pernrn,nen te agita,done, a cnusa delle ardenti passioni politiche e sopratutto del brigantaggio 1 elle, alimentato da Jh ·ancesco II e da,i suoi c01·tigiani, annidati li Roma, costituiva la piaga,, pi tì dol01·osa e più clif:fic:ik da rim,u·gina1·e. l!.,u, è vero, combattuto con g1·ancle enE'rgia (come non rico1·dare qui, i::ia pur fuggeYolmentr, la glori.a <lC'l t,nabinic1·e piemontese Uhiaffredo Bergi;,1, medaglia d'·oro, e cli tut1i gli altri sold ati dell"Arma B enemerita, che, t:Olllpienclo p1·ocligi di eroh-mo, J"iu. cirono a debellare, dopo decenni rli lo! te, l'idm llel brignntaggio meridionale?); ma c,·so C·ontrlbnì a Lt>11ere jrnpegnate illlponenti. forze militari, sparpagliate ·n Yasto tcnitol"Ìo. (li\"isc e i;;ncldidsc in molti disht<:· camenti . Dimessosi il Ricasoli i] 2 ruarzo ·1862, la successione venne assunta, dal piemontese "G1·bnno Rattazzi, che « per duttilità.
cFhigegno, capacità e competenza, viene subito dopo Cavour», scrive Cal"lo 'l'ivaroni . (E a nche AlcsRanclro L n7.io, i11 1m :-mo intetessante Yol nme 1·ecentJ;;si 1110, metle rn•IJa giusta luce Je non c·o1uuni doti dl'l Hatta½7.i, p('l" tanti anni aspranH"nte c:0111hattu to e b,Ls~:1rn< 11te c·11lunnia1o) . Il « brarn <· mi11uzioso n g-1•nerale Petilti lfaglialli <li lforeto conte .Agostino. ei,;so pmc p1·oye11ienle clalL\.rtigUeria, cbÙ(! il Mi n i i,;Le1·0 (lella gt1<,•r1·,1, r.wm1ir,Lgl io I'ctsnno qu ello d ella Ma1·ina. Il P etitti b:tituì UH ('omitato 811periore d.elle ,i;arie .,-i;'. mi) OJ"~ano teeni<-o di eoo1·1li 11a rn<'nlo de:?li. studi ri11cttenti le 0
LA SCU OLA D'APPLICAZIONE D'AR'l'IGUERIA I~ G!<:NIO
diverse bnmche dell'Esercito. Inoltre uno d{~i suoi pr1m1 atti fu quello di sciogliere l'eserdto rueridionale, trasferendo ufficiali e ,sottu:ffi.dali, in base all'esa.me di determinati titoli, nell'e;:,ercito regolare: il decreto è del 27 marzo 1862 e sanziona l a liquidazione di un dissidio aspro e doloroso. Il Peti.tti, poi, legato da affettuosa amicizia (;on La Mar · mora, non tardò a modificare in JJarte l'-ordinamento del Fanti. Con decreto del 23 marzo i regg:im,e nti di fanteria riebbero la vecchia formazione : quattro ba.ttaglioni attivi, ciascuno di quattro compagnie, un deposito su due compagnie e uno stato maggiore. Invece l'ordinamento delle altre Armi fn rir,pettato dal Ministro, il quale1 anr,i, e1nanò disposizioni per c:onfcrire agli istituti militari un assetto stabile. Per cprnnto concerne l' Artigli.eria, l'avvenimento ptincipa'le di questo periodo è l'istituzione (in data, 6 aprile 1862) della Sc1wla d.' Applic:ar,ione d'A.rtiglieria e Genio, a co1·so biennal0 e alle dìrette dipendenze del Ministero della Guerra. Di tale glorioso Istitnto, che funzionò in modo autonomo fino al settern lwe 1897 e che tanto contribuì alla maggi<>rc (~ffici-c,11zu del nostr0 Esercito e aUe fortune militari d el n0stro Paese, parleremo con !"ampiezza cl.ovuta in apposito capitolo. Qui ci limitiamo a, rilevare, per ciò che riflette l'Arma di Artiglieria, che la Scuola di applicaz-ione ha seguito la diretti rn oo~tante di forma1·e nfliciali i quali siano degni custodi delle nobili tradizioni a1·tiglieresch~ e, sotto il punto di vista, della scienza moderna, governati da 1m a.ito senso cli responsabilità. JJa quell'lstitu to uscirono uomini dal cai-attere vigoroso e ardito, spiriti nutriti di mi.stica fede, che, dalla vastità clel continenttl africano al formidabile baluardo alpino, dalla pianura veneta, variegata d'acque lncenti, ai foschi profili del paesaggio balcanico, sempre e dovunque, tennero fede ai più nobili ideali. e) al momento oppo1·tnno: li tradusser,o in azione impetnosa e iu gc:'sta memorabili.
.Accenneremo appena al doloroso episodio rli Aspromonte pe1· rico1·dare come il Cialdini e il La Ma1·rnora, ai quali il Governo aveni, affidato l'incarico cU fermnre la marcia di Gari-
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1863
bnldì. i1ffia:-:-e1·0, al comando dt>l coJ011nello Palhwicini, sette batt a gli,o ni .dJlfon:ati da nna bnttcti,1 ,h1 rn011tngrn~ s u q11att:n) pézzi. i:: n ota In èOlle l usione dl'i generoso teuta t iYo . 11 H,e ne fu assai raltrii:it:ito, ma 11011 potc,a esitm·c a ma ntenere intcgrn iJ prin<:ipio c·h t~ i gr11mli atti anco1·a n<~<·es~ari per l'm1ifì<:azi<)1H~ 1lell11 l'atria clo \·essei-o onua i exscre Jasd.1ti u11kamen1'c al1'111iziatiYn del (ì0\·e1·no italiano. A r.llc pl'Ì1wipi.o :-i nn ifonnù .il Ha Lta zzi il quale, d,t h11 011 p iem o 11tese, s<·ppe compi ere fino nll ·nJ timo il p1·oprio dovere. peJ· qnnnto cloloroso . pi-unto poi a ~an·ificai·:-:i, per ott<•nere la par:ificazionP degli animi. _-\.l Rn1htz,d , dopo una brcq.: pareùbisi Pa.i-i11 i, ::;neteclette eo111 e l'r-e:--iclente de l Comiiglio l\Lneo Min ghctti. già seg1·etario ge11n.1](' al .MiJJistci-o cle~li E~tc1·i e-on CaYour. Il gf'1wi-ale Alesi-:11rnlto llt"lJ;1 Hon~l'C clJLc il portafoglio della (; 11('1TH.
•:} * -::Il 23 magg-io 1 "fi3. inan~ntatHlosi ln nuo\·n ~es:-io1w parla· men tn,re, Yittot:io Emnnuelc iesseva l'elogio clcll'Escnito, che ,neva bene meritato dt'lla P at1·in , ed p.·prinw\·a << i l fcl'viclo Yoto che la nazione possa affidarsi 8i<·nra. sulla 1'01·;1,a clell<' proptic armi, t' tale hl 1·avyisi l'Europa intera)) . Le for7,e militari dove · Yano N,sere i 11 grado, per numPro e per armamento, non soltanto di difendere le frontiere rnH, gi unto il morncuto -0ppol'f uno. cli
·rnrcm·le pe1: ric·accim·e ]o stn111ic>i-o al di fà, c1P1la catena. .1lpina. P N quauto conct>1·n e l' A1·tigliei-ia , iJ gcue1·nle Della RoYerc , 111 qncslo periollO in c:11 i tem1c per 1n seconda Yoltn i I :\Iinist<•L·o della Guerra, ne modifi.cò l'ordinamenLo in m.oc1o cla, migliorare il rup11orto tn Uico trn. <1nest.t e le alti·c .'i rmi. Con H. n eerdo mar·zo 1863 fu costituito u11 nuovo regginwnto da campagna. elle a~s1msc il nome di 10° reggimento. 11 5° reggimento da cau1 · pa,g1m l'isultò l'Olllposto cla 1111 (1 ,s.tato 1ua g-giorc, 2 bai.tel'i~ a cavallo. 13 batte1·ie di battaglia: 1 battei-ia clepo:-:ito. Gli .il t 1·i n•g µ;imen(i <la <:mupag-na ebben, t nui, meno it !)• che r t>s(ò inrn · riu,to, t1no stato maggiore, 1:i battel'ie cli batta.glia e l batteria de.poi-ilo .
LA xr:o,·A S1S'l'0MAZI0l\E DJFENSI\"A
Oon il trasporto della capitale d,i 'l'ol'ino a Firenze le con dì zioni strategi<:he e for tificatoric della nuorn Italia mutarono notevolmente, tamo pi ù che~ l'a dozione delle bocche cla. fuoco rigate segna,va la definitiva, condanna delle cinte continue a tracciato ba,stionato, per dar luogo alle tortezzc~ a campo tJ'in, eerato. Sceman1,no, doè, le preoe:cnpazioni pe1· hl difesa della Lombardia, ed a umentavano (1uelle per la difo!sa, della nuova c.:ipital<~. Tutte qneste modificazioni cloYeva,nc a loro volta in· fluire naturalmente s ui laYori della (\ Commissione permanente . per la difesa dello S ta.to )) C'he, come a,bbiarno notato dianzi, e ra, stata formata f:i.11 dal pl'indpj.o del 1862 e aYeYa l ungarnen te JStmliato i problemi d ife11::;iYi ed ofJ'ensh i. Sella 11uova JSistemazione politica - e, pe1· 1·i.J:lesso, anche militare - del Paese, il centr.o di gravità della difesa ,si spost.ava da ovest a sucl, osi:;ia l'impodanza di :Piacen7,a come piazza da guerra diminuiva, quella cli Bologna amnentaY,L La Gom., · 111issio11e, Yeramente, non fu concorde intorno al n 1lo r,c stra· tegico <1i Bolog11a; ma iufin e, contempern uclo d ue tendenz-e a cont1:a sto, propose cli aumentare la potenzn difensiva di Pia· cenza., tra.sfo1·mandola in un Yasto e;ampo t,1·iue:era,t o con testa di ponte sul P<). e di Bpingere più tdacremcnte attorno a Bolo· gna la eostruzione di un altro ca mpo trincerato, che comprendes!'-e la, pianura, e la collina. La fnuziDne di P iacenza era di appoggial'e le opei-azioni dell'Esercito a. difesa dell,L Lo:mòa1'· dia ; quella. cli Bolog·rnt di c.oprire le p1·inci.pa1i c.omuniea,zioni ti:a il bas8o I'o e la To:--cana. Come nei preeedenti progetti, Cre · mona conservava la 1\ rnzionc di doppia, testa di ponte, per assi· cu1·n.re un secondo p assaggio sul l:'o e per {~stendere la sua fnn, zione di dom inio tattico sino all' .Aclda, in collegamento con Piz· zighettone. La Commissione prop,o se ancora di difendere con opere di sbannmento le strade dell'Appennino tosco-emi liano : e ;a;olJe. citò, ritenendola urgen Le, la costruzione delle linee ferroviarie Sa,rzana -Pa,rma , e Spezia -Gc•nova. Vedremo in seguito oome il progetto, presentato sui primi cli aprile del 1866, qmmdo la -
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1863 guerra con ti-o l'Austria appariva imminente, avesse un princi.pio di esecuzione soltanto a Pizzighettone e a Cremona, mentre pet <1uanto riguar<la l 1 iacenza e Bol ogna fu giudicata sufficiente la sistemazione difensiva esistente.
* ,;:- * Dal punto di visl'a del materiale e <ldle costruzioni, è da l'ilevare, in questo periodo, il vigoroso impulso dato alle artiglierie rigate di medio e gr,osso calibro, ul cannone da 5 1/ 2 H.lL da montagna e a1 cannone da lG B. R de.i tinato principalmente all',ttwamento delle batterie di ri<&•rva . (inesto argomento venù, ampiamente trattato nel rispettivo capitolo, ma è pur necessario farne un cenno unche qui, chè la storia generale dell' Artiglie1·ia, sarebbe davvero monca se n on si mettesse in rili.evo, sommaL'inmente, (salvo a ritornarci su, dettagliatamente, più avanti) l' enorme inflnenr,a esercitata dall'adozione della rigatnra dei ca1111oni, inventata dal genio del piemontese Cavalli. Dopo la campagna, del '59 e del ' GO-Gl, la l'ig-atura delle anni cla fuoco era ormai « entrata n<'i tempi », e tutti ne rioono. CP.· Ynno l 'utilità. Segne11 do la via giusta, i. tecnici erano riusciti ad ottenere una notevole esattezza del tii-o e l'allungamento dPlla gittata . 1 grandi prog·r1~ssi ne·1 c-arnpo tiella metallurgia, contribuendo alla risoluzione cli taluni p1·oblemi vitali, consentivallo di migliorare facilmente l e q11,ilità l>alii-Lidi e delle· F:tE>si,;c armi da fuo·co, di alleggerirle riducendone il calibro, e di pa,s sare, dopo bpeve tempo, al sistema cli caricamento a retrocarica. L'adozione della l'igatura nelle a rtiglierie rendeva normale !"impiego dei proiettili oblnng!Ji, e.on cayità. interna. (-.!nesta e;ircoi::;tanza mutava radicalmente le modalità d'impiego dell'Arma (e anche questa importantissimè.L questiouc sa .1·;1, t1·attata in altro apposito capitolo), poichè i proiettili cavi, spiega il co.Lo11 nello Carlo Volpini, « assicurandone lo scoppio in un punto prefisso , procnraYallo all'al'tiglicria 1111 111ezzo si<:.uro per detl'r.minare la distanza del ber!-.aglit1 e pt!r regolare continua11H~nte il ti,·o s ui suoi stessi i-isultati: condizioni che ptima wanca.vuno )). -
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LA
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DEL
~·uo<.:o »
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Una, vera l'ivolnzi.on e, dunq ue, perchè da allora i pl'ogr€ssi tecnici Ya,nno di pari passo con l'evolve1·si dei principi d'impiego . Il til-o della battcl'i a, poi, muta radicalmente le sue ca,ra,tteristich e e dà origine a lla oonclot'tf.l! clel ftw oo} detta anche .tattica ciel fuoco. E ssa con~i,;;te n ell' insieme delle oper azioni ric:hieste per l'esecnzi-0ne p ratica del fuoco e deve ottenere i ma~.gfori effetti , e nel più ùi-evc tempo, sugli obiettivi di guena. Occorre l'icordare ehe il cannone aù a nima liscia aveva una ,personalità proprilt, ed ogni capo pezzo era il regolatore <lei fuoco delln propria bocca cb fuoco. La compm·i:;a <]ella, « cn11 ·dotta, ùel l'noco >> sig11ifkò ncL·c11Lra rn cnLo di coU1ando e conc:cn t ramelllo cli effetti . J>a quel 1u-0mt>11to il coman dante della batteria fu l ' u nico 1·espon!-aliil<· dei 1·is 11 ltat-.i del hwco dei s uoi pezzi : sa, lui solo è d evolu ta, a Jl{:he og·g i, ampia liberlà cl ' azio11e n ella scelta dei mer.zi per la soluzione del problema di tiro . In sostanza , la. << condotta de l fnoco )) rimpicciolì la personalità del •c,1,po pczw per esal ta l'e q u<'lla del cmn,m dante cl ella batteria., figur,L cme1·ge11 te e dominante per la potenza tli distruzione che sprigiona dalle bocche Lla fnoco e pcl' le ,s it uazioni che d eve :·i ,solverc; ..trbit ro cli quel fO!'mid a hil e stl' uwen to <·he è sempre in potenza, quando n on è in atto. Il proiettile dell' al'Liglieria , obl ungo e scoppiante n el punto ·Ùi. caduta, toglie al tiro a mit.n1glia, l' importanza goduta si110 ..L qnel momeno e afferm a la sua potenza as!-ai superiore, u parit:1 ·di calibro, a g nella dl· lle artiglierie nel anima. liscia . La riga.tnra, raddoppiando e triplicando le gi ttate, capov,olge le possi;hilità tattiche e teenid1e,. pel'luettenclo d i a ,·di uppa re con facilità e <li infi lare le fron Li d elle opc1·e e di prellllerle di rovescio, .ponend ole i11 condizioni <li 1nfniorit.à i11 paragon e alla maggiore ·eapae itù, lli penetrazion e dei proi ettili cd a ll ' aumen t o ll cl1a loro fo1·za ùirompPn te .
* * * A<·<·e1me1·e1110 anche brevissi mam cn te a,Ue modifica.zi<mi delle ·armi da, fuoco portatili. in q1rn.nto q ue,~te riPn t rano in qualche mo<lo n el earn po delF A rtigliPt·ia . qua n el o tale ,·-0cabolo vengà. inte!3o n el s uo vero s ig"nifica I o.. per c ui Yengono nella grande 6t
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1863 delle artigliel'ie coinv,olte - com' è giusto, almeno pe1· quanto riguarda, l'aspetto tecnico e scientifico - tutte le bocche da, fuo co in genere, dalle massime alle minime . Anche quelle portatili, dunque, risentono dei progres:;;i della tPcnica,; anzi precedono le artiglierie, poichè già nel 1841 la Prussia è munita di un fucile rigato, a retrocarica : il Dreyse. Gli altri eserciti si mantengono fedeli all'f1vancarica, ma, cercano di diminuir-e il calibro, migliorando le qualità balistiche del· l'armamento delle fanterie. La, fanteria italiana, venne armata con il fucile a percus·sione, modello 1860, i-igat o, ad avancaric;:1., del ealibro di millimetri. J7,5, calibro tollerato sino a mm . 18,02. Il proiettile era eilindro-oghalc, del dia1rn~tro di mm. 17,02. La massima distanza, cli tiro giungeva ai 400 metri. 11 fucile era munito di baionetta a. tre spigoli. La carabina per truppe leggei-e - quali erano i bersaglieri - modello 1856, di grnwJ.e ca libro cowe il fucile, era più corta. .d i q ne::;to . .-'u1zichè la, baiouett,1. a, sezione triangolare, sull:1, cara bi11tl si innestava là, sciu.bola-baioncttu. Poicl1è gli aJ.tl"i Stati si ei-ano posti ,s ulla Yltl della trasfqr-. mazione clel lJl'Oprio armamcn to, anche il (}ovemo italiano ~;ol.lecita va. l'apprestamento dei fucili modello JSGO, perchè uno erH!. il pensiero costante degli Italiani : togliere di mezzo la minac:<:ia a nstl"iaca,, c:hc dal Vcru~to fa(:t!Va, sentire la :ma, pressione, co11w. una, 1arna penetrante nella ta1·ne YiYa dell'Italia nuova. galllllla,
* * * Vediamo ora sommariamente i ca ratteri eBsen:.d.11i della, nuova artiglieria, sempre~ r iservandoci. cli e1mminarla più clettn· gliata111{!11te nei paragrafi tc~cnici. · Il rapido ampliarsi dell'Esercito, clopo le vicende del 18GO, richiese la, pronta formazione di nuove batterie con il materin le d<~l tipo regolamrmtare, Da prima venne .utilizzato 1111 bnon nu, mero òi cannoni lisci, da liQbre 8, applicando Ja rigatnra, mH, in conseguenza dei risult}\ti poco S·Ocldisfacenti nei tiri di prova, .fu abbandonata l'idea della trasformazione di queUe artiglieri.e -
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LE l\'COYI~ ~OCCHE
I).\
Funt:o
RIC.-\TI~
e ve11ne dedsa invece la costr uzi.one e:J; noro ùi una bocca d,t f11-0co c:ampale, pul'e da · libbre, rigata, e ad a,·a n eari<-a. Uccon e tc-mer pre::;e11te che « le esp1·<·:,;sioni da lib br e 40, lf.i, 8, G 1/ 2, jll(licano il peso in lil.Jùre piernon tf:'si della palJa sferica, di eg11ul diametro deJranilna dell.~ bocca da fuoeo e conispo11 cl o110 i11 milliwet.ri ai calil>d 165, 12.L 9(j, ::ìG >> - Così dice la << Helaziou c 1rfficial e sulla camp agna del 18(5<.i. in J talia >). La 11110va bo<·c,~ da fnoeo c:umpalc [u dnnque il cannone cl:.1, 8 H. R, modello I::3G3: (tla em . 9, di b1·011zo , l'igato) , desti11ato a eostirnire l'ar mamento delle baLte1'ie tliYi~ionali . Fu per ò co nsel'va to i n senizio il rnateriale esisten t(~, utoLldlo 18:l:4, sh;lcma, Cavn lli, di ,·ecchia e d i r ec:ente t ostruzionl' . 1 eofani degli anrn tl'e11i ,·e1111c t·o sostit uiti con altri di mnggio1· <:apucità, il che p<>1·rnisc nn a ument o nella q nant it~ ùelle r11u11izion i. (il rn nni7.ionarncnlo di nna batle1·ia a ca vallo, per e!':t>mpio, ('Omp1·cnùern li'3 g ru11ate e :n colpi a mit ra.glia) . .1.1 tfro u g ran ata del cu 11no1w ila S ern eJlil:a<·c 8ino a 2:500 metri : però, thrndo al peu,o la ma!-silua cl e,·azione pe1·111essa, dal~ f uf'fm,to , la, g'ittata, p oteYa raggi nngere i 4000 metri. Il t il'o a rni tn1g !ia, veui ,·a ei;;eguito fi n o ai :iOO m etr i . Nel 1 (j(; l'Ar t ip;lk l'ia. italiarn1 non era a11c:01·a mnnita dello shrapnel,. mentre gli A 11st1·iac:i lo impieg:11·0110 nella ba ttH.g lia cli Cu :--to:m e con l'i su l tati ul.Jbai,;ta 11 za l'-Oddisfoe<>nti. Pal'(, c: lw i t ecnici :-i p r cocc: npassel'o de lla, pocu mo bilità. <! th' I la pe:-un te7,za de) 111arel'iak mo< h·ll o 1t,-:14. <:J1 l' pure aveva. <lato otti 111e proYe clelle pl'Opric qnaliiù n elle precedenti campag1w <lell ' ilHlipemlenza . tifa tali preoe<:npazioui dilegna,rono pl'esto i li <111 aJt to che. fatta astrazione al suo pasf.5,llo e alla ,-;ua con ~ac raziow~ l', lli campi di battaglia, sembrò che dura n te le ese1·citazi oni di tii-o e in alt re circos ta nze qn cst,o ina ter·iale corrispon desse piernnnente alle e~igenzc tattiche dell'imp iego e fos. e dotato ll i sufnci.en te mobil ità. L,L pl'i111a bocca lla fuoco riga,ta, th m ontagn a, a pparsa jn, ltaJi,1. fu iJ t:annonc da :; ¾ (c-m. S B . R.), costrnilo a 'l'orino· rn•J J8GO. Uopo la campag:n a, del 1SG6 il colonnello i'lfatt ei, di!<ti nto ufficia le cl'a1·t iglieria 1 esegn ì. d egli studi intorno ad 1m mate1·ial<> da campag11a alleggel'ito e ad una boeca da fuoc·o da mon -
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1863
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tagna, che meglio risvoudessero alle necessità,. del tiro e dcff impiego, come sarà detto più avanti. La gittata utile del c.:annone da libbre 5 ¾ non superaYa ì 1200 :metri nel tir-o a, gnrnata e i 400 metri nel tir-o a mitraglia. Per quanto riguarda le artiglieri<~ di calibro maggiore, 1)v V<.'ro da, difosa, oltre ai cannoni di ,wtico modello, 11011 rigati, e ai mOl'tai di calibro diverso, ad anima liscia, dopo il 18GO erano .in seni,,i.o poche bocche da Iuo00 rigate, le quali ben presto vennero aumentate di. numero, in previsione della inevitabile guerra contro l'Austria. In un primo tempo fu sottoposto a rigatura bnon numero di bncclrn <la fuoco ad anima ltscia, e ad avancarica; ma non tard0 a farsi sentire la necessità di artiglierie più potenti dei grossi mortai lisei, le qua1i dovevano altresì essere dotate di su:ffid .e nte mobiliti\, dovendo costitnire il nucleo principale dei parchi d'assedio. Nel 1SGG venne così adottato l'obice da c,entirnctri 22 B. R ., però ancora ad avancarica, la cui gittata utile mm superava i 3500 metri. ed era muni.to di una granata del peso di 70 Kg. I proiettili impiegati nel tiro con tutte le artiglierie aUora in servizio non avevano fatto alcun progresso, per quanto fo-ssero stati :modificati nella forma e nella densità trasversale. N<~l 1866 essi consel'vavano ancora la lunghezza di un paio di calibri soltanto.
Un altro problema si era affacciato alla rc~altà storica del tempo e cioè la oorazzat1.ira delle navi, che doveva poi tanto affaticare la mente ansiosa dei- tecnici. alla, ricerca degli elementi equilibratori tra la corazza e il cannone. L'a,vvenimento - di <'norme importanza per quanto c<>ncerne le artiglierie navali ne ha pure una, non trascm·abile, se pure natu ralmente mino1·e, da,l nostro punto di vtsta clrn abbraccia · soltanto le artiglierie tenestri, in quanto infinisce snll'evolnzione de1le artiglierie da costa.
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L'AltM:AMEN'.l.'O DELLE BA'lvl'l~(UE COSTIERE
l.r.,i cora zza tma de1le navi ha. or igine quando e ntrano in servizio le prime artiglierie rigate. Urgenclo provvedere a ll' a rma,mento delle batterie costiere nel 1864 veniva acl:ottato il cannone da eosta da, libbre 40 F .R. C., c onosciuto sotto il noIUe di can none da cm. Hi G . R. C., forn ito cli ca,riche di polvere in dadL La, i;;na, a:d..one doveva limitarsi al tiro contro naYi poco cora1,;,;,1te, i.i clistànze interiori ai 500 me t ri, mentre quella dell'obice da, cm . 22, del quale si è parlato e di cui era armata. un'aliquota delle batterie da costa, potern, e1=:egnire il tiro curvo a, disttm;,;a non superiore a, 1000 metri e eon tro navi eon corazzat ura più pesante . .Bisogna. tener presente pen~ltl'O clrn q ueste non erano le sole bocche (la fuo co che difondevan,o le coste; a.ltre ne <~sistevano, fra cui. il c,,1nnone tht c;rn . 24, ad a nima, li,scia . A que::;to p<'rò veniva, Bostitnito tlll ,.tli:rn cannone, dello stesso ca.libl'o, 111;,1 rigato.
Intanto an"Ya snsci.tat.o rnoHo scalpore, ncll'ani turno del 1SH3, b spettacoloBa adunata nella, br·ug hicra cli Somma, di ben cinqnantmrn, batterie <:arnpali, dH~ i l 21 sct.Lcmbre furono pa:-,sate in rivista tfa Re Vittorio. L 'imponen te concentr amento era, comandato cla.l lnogote1wnt<~ g<~ncnll <-l V alfrè di. Hon;,;o , c:oad i11i:at,o dai generali rFiu·tigliel'ia P a,1·vopu.ss 11 e Ih11rnini. I r eggi menti G", 6° e 10° da camp11gna erario nl co1.npleto; Lkl 7" erano presenti aknne battcl'ie. Lo schie1·ameu to er a c:ostitnito da clue lin ee, e le due batterie a cavallo si disposer o davu11ti alla pri.rnn. li nea . Dopo la, rivista passata, dal Sovrnno, ebbe inizio· l' e.sc~l'ei.t.n:r,ione : la, prima linea, si. lanciò i.L pren cl.el'e posizi..011e, a s<:a glioni di gl·osse formazfo11i, e apl'Ì il fuoco, insieme con le bat1:t•r.ie a cavallo. Eiseguito n11 cambiam(~nto cli fro ute, p2rno il <:entro, entrù i.11 a1,ione lu i-econ r.l a li.nea , che a sua, ,•olta eseguì il ti.ro a proiettil e. Questo simulacro cU azione di guerra, non ern, basato su preciso concetto logico cl i inione combinata e pe1·c:iò le c:ritic: lt e non furono r isparmia.te a chi ebbe l' idea cli concentrare tante -
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1863 ba tterie in una sola, loca ìità. a11zid1è drC'eu trnl'le nel le sedi del.le ord inarie airnnali esel'<,;i ta;.:;i.oni <.li Li1·0; tnttàvia, l'adurn.1ta ebbe.· una :-;na l>enefica i11fhl e11;.:;il 1·khian1,mdo sempre pi ù .httten ;.:;i:one clell,1 N;tzione sul cre:-;cent(~ s,·il uppo ddL\nna cli Artiglieria.
Pig. 277 · Mnnovra e fnoco n Somma Lomba r da. (dalla civica raccol ta d e lle sta m pe - Ar-
chivio fotogr afico ciel Comune d i Milano1.
Men tr e l'Italia mnoveva i primi passi snlla ...-ia dell'uni tà: rn:1.;.:;ionale, riunor d'arn1i gi11n geYa da oHrc 1\ t.lantico e si sp,.1n deva pei- t,utta. Europa : vog.lia.mo clire della qu,erra, ' cli seoes s·i onc) e hc divise in d\l(~ ea-mpi ane1·:-:i gli Stati Uniti 'c1•.-\t.-11H'-
r ica. e e.;h-e durò <.la,l 18(;0 a l 18G3 : g11(!1-ra lunga e sa 11g11 inos.1, causata da formidabili contrasti cli in teressi e dalla volontà de gli. Stati del Nord di vecle1·e abolita la sch iavitù, spetialmem e J'igogliosa, negli Stati cl el S nd. Nel corso di questa g-ueua, si. manifestai·ono i. primi germi cl P.i grandi riYolgim-enti tattiei odierni, d ipendenti (h11l'i mpi<'g-o -
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Rlll'Lt::S S1 DELLA GDEI:H A DI SJiJC J~SSIOJ'\f•:
di armi da fuo co la cui potenza e cdcri1ù. di til'o erano qmlsi ·sconosciute in E uropa. Nordisti e sudisti misero snJ1a bilancia tutte le risorse e i ritrovati della, isdenza ·e del.la tecni.c:a per con, :seguire la vittoria . E la. tecnica e la scienza diedero ai belligei-anti cam'ioni di calibro insolito, rigali e tL gmncli gittate ; tn cili e carabine a retrocarica, pure rigate e cli calibro non superiore ai H- - 10 .mm . ; nttvi c·o rnzate irte di artigli.el'ie; linee ferro viarie che accompagnavano e ali111 e11taYano gli eserciti sin snl campo di ba,ttaglia., ecc .. L'ampiez7,a, e la e.:omplessitil. delle opera.7,i:oni posero in movimento grosse masse di armati, le quali, p1·ima cli affrontarsi, orga,nizzavano a difesa, le posizioni, irn .p rovvisando vere fort ezze e campi fortifieati. Però - quantunque dal q nad1·0 agitato e colorito fosseeo emerse belle figure cli cond·ottieri, qnali i nordisti Grant e Scherman, e , tra i sudisti, l'abile e tenace Lc~c, scarsa influenza, -ebbero i J·isultati delFintermin a bile gucrTa sulla tattica cl egli eserciti europei, e ciò per le grandi cli1Ieren7,e otganiche e tecniehe esi,stenti tra i loro pesanti t1·a<1i½ionali ordinamenti e ·quelH più agili e tecnieame1Jtc• 1neglio <1ttrez'l.ati cleJ.le impr,ovYisate armate · americane. I più 110u co mpreser.o che l'aumentata, -efficienza. tattica della difensiva, derivafo clall' impiego sn Ytl· sta scala della fortificazione campale e. dalla potenza delle nu on~ :armi da, fuoco, a ,Tebbe radicalmente mutate le form(~ del combattimento. Neppure l' Italia trasse drtllEL guena tli se0e~sione quegli ammaest1tunenti che l e a.vrebbc~ro (;,onsentito di rendere più ela·s tiche c manovriere le formazioni militati. L'Austria invece, dopo le sconfitte del 1859, s'era messa sulla via delle r iforme. Riordinato l'esercito, miglioratone l'organarnent o tattico - di.ce la Relazione ufl:iciale itafoma sulla campagna del 1866 - dategli nuove armi da ba,t taglia più semplici, più offensive .... for nita di buoni pe7,7,i ri.gati t utta- l' artiglieria campale 00n prodi.giosa preste7,za, il Gomanclo militare austriaco pr-ovvide in pal'i tempo a compiere il suo sistema di fo rtez7,e nel Tirolo e nel Veneto.
1864
Gli e:ffeW. della rinnovata tattica austriaca si videro nel 1Su4 nella gnerra di Da11ima1·ca, dove il piceolo corpo él i spl'cl izione Oablenz si distinse anche per il buon impiego deUe n uoYeartigliel'ie rigate. A Oewc1·sce nel febbraio 18M, a Veile l'S marzo, a Duppel gli Anstriaci sperimentarono contro i battaglioni danesi la, miova t0;ttic0, <i)iwt;o: assalti impetuosi e incalzanti, brillanti successi, eh-e eleva,rono le truppe austriache nella estimazione· dei Prussiani e degli stessi Danesi, i quali si sentivano inferiori a quel nemito agile e audaee manovrante a massa, e che nulla poteva arrestare, nonostante le perdite sanguinose. A Veile il sagace impiego di una batteria di otto pezzi pre , pttra ecl appoggia l'attacco cli una hl'igata,; poi ::~ltre due batter ie (sedici cannoni), rinforzano il f uoco cldla pl'ima. « La nuov:'b artiglieria austriaca - afferma il Corsi - vi foce buonissima prova)), anche per il fatto ch'essa -e vitò l'impiego a spizzico, dh~ doveva inveee essere adottato c]agli Italiani a Custoza, con esito. sfavorevole. A li'reclericia, Glabern1 aveva messo in azi.onc cpiit· ran tadue pezzi di artiglieria campa.le; e già si prepararava all'assalto, quando gli avversari, inti111otiti da. tali apprestamenti}. sgombrarono la fo1·tezza, ritirandosi nella piatta e boscosa isoìa cli Fionia. Nel luglio dello stesso anno, la Danimarca non potendo più tener testa ad Austriaci e Prussiani collegati, chiese la pa('.e < cedette ai suoi antagonisti il possesso dei ducati cli Sehles,vJg, Bolstein -e Lauenburg. Ma pl'csto b d1scord ia scoppiò tra Ao stl'ia e Prnssia; la, pl'ima volendo rendere indipendenti i terr·itori oceupati., l'altra cl,esideranclo annetterseli . La convenzione di Ga,st.ein, 14 agosto J.865, r<-lgolò provvisoriamente le 1·elazioni fra le due Potenze e segnò un momento di arresto nel oonflitto. 0
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Con la famosa Convenzione d'i settembre) :firmata a Parigi allora governata dal Minister,.} l\finghetti - s'impcgna.Ya a non invadere e a ùon la~:ciar inì"ai] 17 sctternb1?<~ JSG4, l'Italia -
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LA CONVENZIO~E DI SE'l'Tilll\fBH!•;
de1·c il territori.o pontificio. Le truppe francesi an-ebbei-o sgorn.brato Roma nel terminl~ di due a,nni. La Oonvenr,ione doveva. avere l'apparenza, della, rin uncia a lla Uittà Eterna, così pee l'Imperatore dei F r aneesi, come per il (foverno Italiano. Napo leone III chiedeva « una guaren tigfa materiale a tranquilli.t,t delle potenze cattoli che »; e la guarentigia doveva es~:ere il tra,sfe1'i.mento clel:la capitate Lla To1·ino in altra tit.tù.. Nel C011si).!:l io dei Min istl'i. venne discussa la sede della fntunt cupitale, e « fn preferita Ffren7R-, scrive il Paladino, principalmente per ra-. gioni :;;trategiche e poi perclH~ voluta, da, Vittorin Emanuele j). La Convenr,ione fu detta nna tappa sulla. via <ldl' nnità cl ella Patria, ma,. da molti venne invece inter1wetata come una ri · nunchL a Roma,. Certo essa poteva ,s embrare uni:~ sficla al sentimento nazionale . Torino si sentì colpita in pieno petto; la sna popolazi,one, sempre pronta agli impeti gener,osi, e fecleJe alle più nobili. traéli?.ioni sabaude, apprese la, notizia, con profonda a marcr,7.a . Bssa non poteva ammetter-e 1.;he gli enormi sacrifid, sopportati in gran p::trte clai Piemontesi, per il conseguimento, drll'un itù, na7,ionale, anclasser·o frustrati da.Ila rinuncia a Homa ; e incominciò ad agitarsi minacciosa.mente : vennero i fatti i.:anguinosi del 21 e 22 settembre. Il R.e ritenn(~ allora, suo diritto e sno dovere di intervenire, e senz'a1tro congedò il Ministero. Miugltetti. Rra un momento estremamen te difficile, sia pe1· la politica interna che per quella estera, ; occMreva affidare il Governo ad un uomo che riunisse in sè ùoti cliver::;issin1<• : r iflessiYità, pon derar,i.one, · ferrea ern'\rgia, spil'ito. cli generosa, ass oluta clc\'07.ione alla caustL italiana, alla Monarchia , al Paese : insomma ci v·oleva un nomo politico che fof::ise anche e sopraUntto nn sol · dù.t,O.
Re Vittorio, profondo conor.;citore cl i uomini , non esitò a fare, la, sua, scelta, : ,e incaricò il gen ernle Altonso La ì\La rmora di comporre il nuovo Ministero. L'ardito artigliere piemontese, che si era e,operto di gloria. in Urirnea e nella. campagna del '0~1, l'autorevole parlamentare e l' antico ministro, cli cui tutti ammirava no Je grandi benemerenze patriottiche, si rese ben con to elle veniva chiamato ad assumere una gravissima, responsabili.tù, in un'ora profondamente cloìorosa; · ma da buon subalpino -~ _:_ 9115 -
18tH
forgiato da seooli per a rn dco r etaggio di glorio.-a tradh,ione mi· li.tare - egli ,sapeva, che, più ;1spro e clu1·0 è il compito, tanto più imperio!'io è il cl0Yc1·e di aft'l·onta 1·!0 a nlitamente. E l'ispose : presente!, a ssumendo l.t pre~iclenza del ('on.jglio e il i\Iinistet·o ,ò egli Esteri.
F ig . 278 . Ocneràle Alfonso llcll:1 )Iannora. (disegn o d i V. Guarnlcr p r esso Glordann e Salussoglia, 'l'orino; collezione A. Comandinl, Milano) . (da l'Italia n ei cento anni ciel secolo XIX di Alfredo Comandlni e Antonio Monti. Edlt. Antonio Vallard1 , J.\>1Uano) .
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RIDUZI01'E DI ORG.-\l\ICI
SeblJeue pct::;onalmeute a,yve1·iio alla lJourcuzione cli settembre, son etto <]al con:::-ncto spirito cli abnega:,,,i one e <1al .s en ~imento di devozione al Re e al Paese, si vals<~ del suo prestigio per far a cc;ettan! al Parlameuto il <Jisegno di Legge riguarclante il trasfcdment o della Capitale da 'l'oriuo t~ Firenze. Ma nltre <! non meno gr·avi difficoltà dovette affrontare il Ministero L..1 Marmora t: doè q uelle fina,nziade dello Stato, che eta.no vern.meute critic:he. Dal governo furono chiesti sacrifici e attuate radicali ecorwmi.e. Ooi;:tretto dt~ tali poco liete circostanze, il Ministro tlella Guerra., generale Petitti, p1·csentò al Parlflme11lo nn pia110 di ridnzione di spese, c:he fu a,pprovato eon <.le<:i-ew dd J i:> oicemb1·e ueJ.l.o stesso anno 1 RG4. S0pp1·ei:;::;i taluni 1·<parLi nel.1' A1:ma di Pantcria, vennero ricl,otti. a cinqnn i reggimell ti lwr·sagliel"i, e riduzioui furono altresì apportate all' oi·dinuIDc-nto della Cav,.llleti1;1;. L'.-\1-tigli.eria l'imase costituita da un Cornitato 1 nno Stato maggio1·1~, H i-egghnenti (1 pontieri, 3 da, pi.azza, 5 cla (;ampag1rn) e G eompagnfo ope.i-ai. l' unzio11a nmo inoltre : 12 <.lirezioni territoriali di artiglieria,, 3 arsenali cU costnnione, 3 fabbriche di armi, 4 fonderie, un ]aborntmio ph(!tceuico, 2 polverifici, 1 direzione delle officill e pontieri. Il 5° reggimento ebbe l':imnento di uua batteria, di battaglia. Ulteriori economie !'atte Fanno appresso clal generale Petti.nengo - snceecluto al Petilti. nel :Min isteto <lella Guerra non arretar-ono pei-ò mutamenti scn!::i bili ,1IF A-\i-mn tli Arti.g!ieri.a. 0
Quando il generale Alfonso La Mai-mora assunse la p1·esiclenza del Consiglio d ei. Ministri e il portafoglio cl,~g'li Esteti, pa,rv(~ che per la questione veneta si iniziasse il processo logico della, ::;ospirata soln'l.ione . :Mentre La Marmoi-1:1, seguiva. con molta itttenr.ione gli avvei1imenti cli Gernrnnia e di nanimarca - di eni si è fatto cenno poco più sopra - il ministro plenipotenziario di Prussia, con te T.Tsedom, a Firenze, dove lit capitale si era trasferita , gli pro-
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1864 pose, a nome del sno <Joyerno, nn at(·o1·clo p e1· um1. cweut1w le azion e contl·o 1' 1\ usfriu. Rispose La, :VIarmo1·a essere l'Ttalia. l'alleata 1wtunile di qualsiasi J>otenz;,1 elle muove '8C gnena alla :i\(onarcliia degli .\ bsbnrgo; ma <.:Ile tuttada occonen1 1111 accoi-do con K.tpoleonc J II; l rnpt~rato1·e <lei Fl'a11c<!si. Ma 1111 impl'ovviso mutameuto di scena ,.:eom·olg~ i <.:akoH del Go,·erno italiano e i11teerompe le L1'attatiYC tra "Firenze è Berlino : 1..t Co11vcnzionc Lli Ga steiu, che mette Ll' n,ccotclo, t1,lnw110 mo111t•n taneamente, Austria e Prussi;1 11ella sp,nthiune ,lei 1·itc-o bottino tappreseJ1l<1to dai Ducati. L a, Convenzione di Oastein p1·oduce in Italia una profonda, tlelusiorn". La ì\Lu·rnura ne è sfavo1·c,·olrnente imprcs.·ionato, poi.chè wcle -0rmai allonla11,11·si la possibilità cli a ccordi co11 la Prnssia. Nel suo animo si fa s!-ntida il sospetto che Berlino si rnlga tl,~ll'ltaJin 1.:ome d' 11110 sl)H ui-acc ltio, pL•1· impor1-;i. è.tll' A u. ti-ia . Tutto il mondo politico diffida di Bismarck la cui politica, grniale e· compli<·,tta, è ta le da sconcerta1·e, 11 011 solo gli :wn• i·· snri, ma a nche gl i amie'i. ~ on è quindi da .·tupire se al p ri11cipio del 18GG 1111 11110Yo l"-tind;iµ·g-io prnssi.uw sia <1c·tolto c1 F i renzP con molto risel'bo . Dill11:1.nzi alla proba bilità cl i un confl itto tn1 le dne Poteine cen trali, fattogli p1·o~petta1·e da ]3(>r]ino, l,a Marmom clichiarn saggianH•nt(> di rnlP1·e, no11 parole, ma patti chiari , concreti e pre1.:isi.
Sonoliamo le labol'iosissimc t.1-attatiYe seguite a quei primi appr occi per Ja (·onclus ione cli. 11J1 Yer-o tn1ttato d 'alleaJ1zèL eon .la Pn1ssia: <Jucll ' allc,rnza che il µ:c•nio politico di Ca.vom· fin dal 1861 aveva intuit~1, non ~olo po. sibile, ma utilis~ima pe1· i due Paesi. Nc>ss1 mo pÌ1ì clel Lu :.Vfarmo1·,1 potevc1 essei·c nl co 1TP11tc del pensiero cavom-iano, in quanto egli e1·a appunto stato prescelto da l grnn de St.1 t istu, nel genn ai.o 1861, per 1·cca,rsi a Berl in e) quale a mba.sciatore strao1·clinario. Scopo ufficiale dell'ambasciata era stato quello di p1·esrntare le congn1tulazio11i del <:0Ycn10 -
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L: AVVICINAME N'.l.'0 ALLA PRU SSIA
Italiano al Re di PrusshL per il ,suo avvento al trono; scopo -;e. greto e più importante quello di esamina.re la realizzabilità di un' alleanza contro l' Austria, tllleanza, ·1:1 cui legittimLtà ccl op portunità, appane1·0 evidenti al Cavour << ove si co111-ideri che ambetlne i Gover.ni fonùano la loro forza e traggono autorità da,l principio nazionale e dalla leale {)S8ervaina delle istituzioni liberali, e che all'nno e a,l l'altro incombono le stesse difficoltà nel serbare incolume l'indipendenza comune, da qualunque lato doV(òsS1~1·0 sorgere i peric:oli e le conflagrazioni. )) . Il La Munnorn,, brillantissimo ufficiale, aveva, sostenuto con pieno successo la parte, diciamo così, coreografica della missione; ma nello stesso tempo - da buon piemon tese, altrettanto acuto osservatore quanto aristocraticamente parco di gesti e di parole - avev}.L studiato bene la, Rltua½i.onc . .rn 1si era persnaHo che Fa l.Lcarn~a con la Prussia, costit uiva la migliore soluzio1ie, anzi la sola possibilità pe1· :fiaccare la strnpotenza clell' A ustria, consolidata dal trat tat-0 di Zurigo; il quale, come bene osserva. la Relazione ufficiale, « lasciando l'Austria padrona del Mincio e dell'olfrc P.o mà,ntovano, le aveva mantenuto tanta potenza offensiva di qua dalle Alpi, da rendere q ua~i illus-oria. la proclu rnata indipende1rna italiana)) . Ora - eome fi:linistro degli Esteri e Capo del Governo - il La Marmora è posto in graclo di realizzare ciò che, sotto la guida di Cavour, ha intra,Yednt<) come possibile quattro anni nntnti; ma la condusione del patto presenta difficoltà enormi . Anzitutto il La M:armora, giustissimamente, non vuole divenire strumento passivo nelle mani del gnrnde Bismarck: cioè l'al leanza,, se mai, deve servire in pari grado all'Italia e alla, Prussia, e non ,s olamente a qnei-:t 'nltiurn. In secondo lu-ogo la politica francese, allora sempre capricciosa e malfida, lo è divenuta tanto pi tì dopo Vi..l l.afranca; e le oscillazioni cli Napoleone III sono tali da destare gravi e legittime prc-occupazioni nello spirito di nn Capo di Governo cosciente e responsabile, cui ~ono affidate 1e Borti di uno Stato pur ora emerso, dopo lotte decennali, aUrn tel'so ai marosi di. dne gnerre. ln eompenso il La M:armora., si fa f.orte del e.ostante, inconclizionato., prezioso appoggio di S. M. il Re ; e inoltre può gi.o\·ursi del consiglio illuminato di due nomini di prim'ordine 1
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en t1·aU1ùi picmout-t!si - il coute ~igm e il ge11ctale Go\'One. H primo e1·a nei;;ciuto alla scuola cli Cu\'0111· ed 01·u, c·ome am husdn tore a J:>t~rigi, era, uno dei pochi:::;simi che l'im,;cii-sel'o a pe · n etrare nell'aniwu tortnol5a ùi ~apoleone Ill, acquistando un sempre maggiore nscelJ(l ente, grazie ,ill'altissirn.o in gegn o, alla . cultura c•ccczionale, alla stessa p1·estanza fisica e al ge11eroso. spil'ifo un-alleresc:o ch e doYev.~ a vere s npi-erna eonfo1·rna. alcnn i anni più tatcli, allorchè , dopo la d (, ùcu·f. e <li Sé<lan -- mentre la bi·illantc Col'te delle 'l'uileries si era tutta squagliata a l vento delJa, di~fatta - fu uno dei pocllissirni che non abbandonaro;10 l'imperatrice Eugenia , cli eni p 111·e gli e1·aJ1 0 ben note le mene. antita,l ialle, <> Yolk ac:tompa,g narla H capo ::-c:opel'to fino alla, carr o;i;zu, se11za r-:tcmmi su e ni la bellissima 1\fontijo si rifugiò per· landai·i-d, fnggia:-cu, sulle Yie dell'esilio. H (ìo\'one. sebbene appena quarantenne, era giustamente conside1·ùto u110 ùci più col t i g<>nen1li d cll ' E sePcito Ita liano : ,e cli intelligenza dYissimu », dice il Yh,conti Yenosta ; e fra poco lo veùre1uo dar-e liella J)l'OY, L di sè . come solda to e com e condottie1·0, a Cnstoza. Allorchè l3isninrck, ai primi del l866. fece pi-egare .il Ooverno ltfllfano di 111mul.tre n H el'lino 1m uffi ciale dell' Esercito per t1·:1thne la qnestione milirn rc . fu appnnto p1'escelto il CioYulle: e q m,i-ti, <·ouw il .Nigra a Pa l'igi, d iede prova di acuto spirito di intuizione. e cli gnmde a bilHà., svolgend-0 insomma opera ill111nina ta. e prezi osa . Coic;ì, l' " a prile 18UG, si. giunse a l trattato ùi al leanza off<·H· siva e clifen si nt tl'~L Jtalia e Pruskia.
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Vel'so ln metù cli nprile l 'An:-:n·ia gioeò « 1.1 i-ola, bnona car tai che essa a ù bia irnpi<'g-a t o i n quella ~na c1i.sgr,l½iata c,1111pag1u diploma.tica >> rscl'ive Urn be1-t.o <~oYOlH\ figlio d el general e ; cioè propose abilmente alla P russia ,li effettn:ue i l di~armo. Oommrttevn però ]'enore cli. adotta1·c in pari. tempo « misure di si curezzit » ver so 1'Ita lia. Il noi;;tro Oo,erno 1·ispondeva ordinando la mobilitazim1c I:' la Prussin n e approfittnva 1m: sospender e il disarmo. già iniziato. Il La hlar,uora aveni gioca to la sua par~
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LA GmlrnA
tita con estremo (;Ontrollo su se stesso , ma con altrettanta fer mezza. Dell'andamento delle tra,ttative con la Prussia La Marmoea. tr.n ne sempl'c infonna,to Napoleone JII, che appr,ovò e incoraggiò l'allcawm; ma, quando il dissidio si 'fece più aeuto, la politica franc0se ebbe l 'ennesima oseillazi,one e pa,rve inclinare verso, il Governo anstl'iaco . Il 5 maggio, 1111 colpo <.li scena: ·vienna, propone all'Italia di cederle il Veneto, a condi.ziom-' che essa abbandoni l'alleanza. prussiana. In qU(!Sto precipita,re degli avvenimenti, l'atteggiamento della F1·a ncia fu naturalmente conforme ai suoi interessi. La, p ubblica opinione pa rigina rcch11m1,va dall'Italia la rjnuncia alla guerra e l'accettazione della, Venezia, perchè la Francia. aveva, interesse a che ]a Prnssi11 fosse lasciata sola, di fronte al forte esercito austriaco : essa, sperava che <JUesto avrebbe facil · mente schiacciato, col formidabile pci<o della sua massa, l'avversario che incominciava a, <lare fastidio anche a Na poleone. Ma immaginare che H La, l\f::irmora potùsse - non dida.mo. accettare - bensì solamente p rendere in consi<lera½ione n11a pro· postl:L, per la qnale egli iwrebhc dovuto tradire il proprio a.Jleato, era davvero nn conoscere assut male« son piérnontail'< >> . L i,1, Marmoi-a risponéi.e 0011 un secco rifiuto : « Re Vittorio, Emanuele II non mùnca al hi, prOjH'ÌtL parola>). r~ la gnerra.
2.
Dalla mobilitaz ione dell'esercito alla battaglia di Custoza L'org anizzaz ione militare austriaca - Le artiglierie nemiche - Lospinoso proble ma del Comando .Supremo - La Marmora accetta l'alto incarico per spirito d i disci plina - Formazione dell'E sercito Italiano - li generale Valfr:è di Bonzo comandante s upr.e mo della artiglieria - I comandanti di artiglieria dei vari Corpi d'Armata Il materiale - I pa rchi d'assedio - Formazione dell'Esercito Austria-. co - Dissensi fra La Marmora e Cialdini - Dichiarazione di guerra: 20 giugno 1866 - Uno ,.guardo al terreno in cui si svolse la batta- .
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1866 glia di Cus toza - Come i nostri a rtiglie ri contribuirono a respingere le furiose cariche deg li ulani - La 10 • e 1' 1 1• batteria del 5• reg_gim e nto - La 1 • batteria del 9° r eggime n to - L a 10• e I' 1 , .. de l 6° Eroica morte del luogote nente R.ionero a lla Mongahia - L'art ig lieria di riserva a Montevento - Il capitan o Burdese, m edaglia d 'oro - I pezzi de lla 5• Divisione a S. Lucia a l Tione e della 2 • a Case Pasquali e a Monzamban o - A rriva n o in linea l'8a e la 9• Divisione Splendido impie go dell'artiglieria a m assa, da parte del gen e rale ·Govone - I n ostri prendon o il p oggio di Cus toza, m a non p os son o g u e rnirl o di p r ti g lierie - Il capitano P e rrone di S. Mart ino si g uadag na la m e dag lia d'oro - Le bocche da fuoco s ul Monte Croce è s ul Monte Torre - ./\'\orte del caporale d ' art ig lieria Pilato: « V iva Re Vittorio! Viva l'Italia » ! - L'attacco a ustriaco contro il Be lvede re - Il generale Govone c hiede invano rinforzi d'artig lieria - L'arti g lieria della 7• Di v is ione e le due batte rie a cavallo proteggono la ritirata s u Villafranca - Me dag lie e onorificenze - Considerazioni sull'impiego dell'artig lieria a Cus toza - Ancora una volta 1 pur nella sorte avversa, l' Arma s i è mostrata stupenda di periz ia t ·di ardimento.
Menti-e intenso si svolge l'occulto lavorìo di plomatico . Ita -
lia , Austriil e l'1·11ssia proc.:eclono <·on febbrile attività a gi-adnttli ,apprestamenti di gnerra. Dal 7 marzo il Governo austr iaco. per non urtare troppo la ·diplomazia, pru ~siana, rii-;olvc di compiere per period i successivi ln, mobilitazion e. Gli stei-;si rig ua r di non ha inw~ce v e 1·!;0 l'Italia. -coi-:itthè le sue fon,e co11tro qu<>Rt'ultima sono p1·onte pritw1 di quell e ra<·(·olte eont-ro la Pr·ussia. D a l 13 al 25 a prUe, i nfatti: vengono portati da l pied e cli pace a qut'llo di !!·ner·rn i Corpi rl ' Ar'Dlala di sla1i7,a rwlla V enezia e 1·irhiamati alle a rmi i con gedati cli t ntta 1a M9nard1ia. Dal 2G aprile a l 27 magp:io le for·t<•7,7,c, YE'll\.!'Ono forn ite dei 1oro presidi, si creano 11 novi battaglioni e si decretano leve, di guif:it~ c hP la fo1·zn alle armi è portata, a 53G mila nomini , rag-g-ruppate in due g randi maRse: Armala cl<'l N orcl e .1 nnatu ·del Surl .
ln co11~eguernm d<'i rninn cci.osi apparecchiamen ti a u~triar.L verRO la fine di aprile. i l Gon.>1·110 italiè1no incorpora la seconcl.l, c·ategod a, delJe ch1,f'l ~i 184,0-42 e 43 e l'Ì<· hiamii <lal <·ong-<>do le clas~i dal J~34 al 1840. In pari tempo \'iene e!':egnita hl radunata. ·fra PiaceJ1za e Bolop:Ha . delle unità ancora sml piede di pace. -
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L'ESERCITO AUSTRIACO
Alla data del 5 maggio 4- ,Corpi d'Armata - 16 Divisioni - ma c-0n gli ,organici ancora. ridotti, si trovano raccolti nell'Emilia.
L'o1·ganizzazi.one militare austriaea non aveva subìto mutamenti dal 1859. L'esercito era numeroso e solidamente inquadrato. Oltre alle unità reg,o lari erano organizzate, in caso di guerra, ottime milizie per la difesa locale: tra, queste la milizia del Tirolo e V-0ralberg, ·ricca di vecchie tradizioni guerriere. I regolamenti tattid dell'Bsercito imperiale erano chiari, i'ìemplici, con carattere spiccatamente offensivo. Dal 1861 gl.i Austriaci a;vevano « adottato un -o rdine di eombattere leggero, pronto,. spigliato - scrive Carlo Corsi - molto adatto ai nostri· terreni, tanto frastagliati e copert i n; e ciò in conseguenza della rigatura delle nuove armi da fuoco, che ne a,y.eva aumentato la gittata e la precisione. E il generale Polli.o, nella, sua magistrale opera C,ustoza osserva : « La fanteria. e l'artiglieria austriache, meglio abitua,t e della nostra. fanteria e della nostra artiglieria alla manovra su t<;JTeno, erano meglio ada,t te a combattere in quei terreni, che gli austria,ci conoscevano beni,ssimo, perchè erail loro campo abituale di manovra >>. Male impiegata era stata l'artigU.eria a,ustriaca durante la campagna di Lombardia, nel 1859. Le supreme a,utorità del· l' A.rma corsero perciò tLi ripari, affrontando e r isolvendo adeguatamente i problemi tecnici e tattici, migliorando cioè il material,e e dettando nuove norme sull'impiego delle batterie campali. Il materiale da campagna adottato fu eletto del moclcllo 1863 ·e ri, spondev.a alle esigenze della leggerezza e della mobilità; per quanto riguarda la tattica clell' Arma, abbiamo eletto che, durante la guerra, di Danimarca, le artiglierie austriache del Corpo comandi:Lto dal gènerale Gablenz erano già state impiegate 0011 giu· sto raziocinio e con concdti di modernitù,. Nel pàragraf.o precedente abbiamo descritto ,somma,r iamente l<> r~rtiglierie italia,ne; diciarn<> ora, con pa,ri brevità, di quelle a nstriachè. I cannoni era.no di bronzo, rigati, ad avancarica e di 3 calibri di.versi : cla 3, da 4 e da S libbre. La gittata massima. (lel 62
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p1·irno (ùa montagna), 1·aggi1111geYa i 2250 metri; del secondo 3000 metri e del terzo 3750 metri. La gitta,ta del cannone da S era sensibilmente maggiore cli quella del nostro ca1rnone da campagna, di pari calibro. Le artiglierie suddette lanciavano tre specie di proiettili : la granata, lo sh·1·apnel (che <.la noi 11011 en~ u::;a.to) e la 1Sl:ù.lob a ruitragfot. Tutte le batterie austriache era,no munite di stru menti per mi,s mare le distanze, mentre le italiane ne erano spro vviste. L' Artiglie1·ia campale austriaca era costituita su 12 reggimenti. Ognuno dei reggimenti 6°, 11° e 12° forniva 9 batterie (5 leggere e 4 pesanti, da 8). Gli altri 9 reggimenti fornivano ognuno 10 batterie ai Corpi d'armata, di cui 7 leggere, 2 pesanti ed uua di racchette « che l' A ustri,L o::;tinavasi ud impiega.re èlll · che dopo l'esperienza delle pn,ssate campitgne ». Le batterie, elette di riserva, assegnate ai Gorpi cl' .A.rmata erano in parte pesanti e in pa1·te con i ,s erventi montati sugli affusti e sugli avantreni, « cioè destinate .. . ad accrescere il v,t, lore della difesa, - afferma Carmine .Siracusa - o a, deeiclt~te della vittorhL in un combattimento offensivo .... o cl(~Stinatc ;.t coa.diuvare tutte le armi ove e <prnndo occonesse, valen dosi della. 101·0 mobilità,, che loro permetteva, d'accorrere prontamente da un pmlto all'altr,o del campo di battaglia>>. Il 12 giugno Je due Armate del Nord e del .Sud stanno con<.:entrandosi, quest'ultimf:L mobilitata in ogni sna parte, quelh del No1·cl ancora incompleta. Nc~gli anni precedenti. l'Austria aveva c_omni.esso l'errore cli profondere denari. nel fortificare Ja, g.ià sua forte-posizione in Italia, lasciando quasi 1:,c:operte le fron · t.iere settentrionali dell'Imper-o . Infatti gli Austria,ei si preparavano alla guerra , sia offensiva che difensiva, contro cli noi e con~identvano il pr.oblema del Veneto come nna, qnestione cl'onoré militare, da liquidare nt più presto. Ed eccòli a rinnovare e a rimodernare le fortificazioni della Venezia e clel 'l'rentino ed accrescere le for'l.e navalL anmentando in moclo coni: :iclert vole l'armamento delle vari1'. piazze: ·anzitutto Verona, chiaYe del sistemn, difensivo ·aust1·iaco in Italia, e poi le' tre alt1··e pia7,7,c_, (1(.'] Q11a(]rilatero , c-ioè Pcsd1i(!t,1.
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LID DIFESI~ J:J IL PIA?\0 DI GUERRA AUSTRI ACO
Mantova e Legnago, e ìnolti·e Yenezi.,1, l'al'-t1·engo, Ccraino, Rovigo, ecc .. A.nche 11el 'l'rentino furono rinnovate, o costruite, o~re a sbarramento òelle. valli del Noee, del Chi<~se, del Sarca e delF Adige. Rispondevano allo sc,opo i foi-ti di .Lardaro, armato con 20 pc7,7,i, Ampola con 2, N ago, .13 nto cli. Vela, St1·ino, Rocchetta, Gornagoi. Anche. il Gnrda t~bbe le rive rnuni.te. di batterie, e 'l'rento, considera.t..1, torne riclotta della regione, punto d'irra<liamc~nto dell<~ comuniea7,ioni. dirette. aJJ.a piaunrn veneto-lombarda e quadrivio strategico, fn .nmata con 47 pezzi d'artiglieria. Ìn vista, della doppia gnena, l' A usti-ia aveva, concentrato in Moravia, e nel Veneto tutte Je sue forz<~. I/ Annata, d·i operazi.one del N oi·d) la più forte per ftu- guerra deei,s iva contro l'esercit<) prussiano, si componeva di. sette Corpi cl' Armata, einquc divisioni di cavalleria ,~ una, grossn. riserva di. artiglieria; l' Arm,ata di operazione del Hucl) al eoma11do dell' Arciduca Alberto, era, formata su tre Coi-pi. cl'Armat..i, una bl'igat..t cli cavalle.rh e una Divisione chiamata di risena, composta cli. truppe tolte dai presi.dii delle fortezze del. -veueto. I J. 'l'rent ino costitueudo in un certo qual modo uno s.ca<-chim·e a, sè, il Corpo di truppe, che aveva il cob1pito della sua, difesa, <~bbe carattere qua,si autonomo e fu posto sotto il comarnl.o di un generale cli. buona fama· : jl Kuhn. Secondo quanto era stato stabUit o a, Vienna nei ri.gua,rdi della c.ondotta della campagna, .la massa princip:Lle dell'Esercito, la, più forte, doYeva oppotsi ai Pn1ssiani, mentre l'Armata del Sud sarebbe 1·imastll, snlla clifensin1, appoggiandosi al Qua, chi.lat<~r,o, in attesa di ,·enire rinforzata, p<~r l'az.fone o:ffensivtL, da una, parte de.11' Amiata ciel Xor<l, dopo la vi.ttmfa sulla Prussia, consi.clera ttL a Vi.e.una, colli~ ~ic:nrn,. Solo sni primi cli giugno F Arei.duca Alberto, dopo aver~ appreso che gli Italiani si l'accoglievauo in due masse separate, intorno a Bologna e~ tL I'iacenza , orclinò che In rad1mata, delle s ue t ruppe fosse compinta per il giorno J4, tra, Verona e J,onig-0, (:-operta clall' Aclig<\ facendo B01·yeg-liare tla: qual eh<'\ repf1rto il Mincio e il ba.sso Po. Egli temeva il contemporaneo passaggio dei due fiumi cla, parte degli Italiani e il simultaneo attacco ddla lin ea, cl<~ll' .Adige. P e1·ciò. a l momento opport uno , a,pprof-it-
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terà della divisione delle forze avversarie per ,passare dall'attesa strategica all'offensiva, gettandosi contr,o l'Armata Italiana più minacciosa, perchè la più forte: quella del Mincio.
La mobilitu.zione dell'Esercito italiano si svolse con rego larità e oon ,ordine, unehe perchè il Governo aveva avu to il tempo di prepararsi alla guerra,. Anche i movimenti per la ra· dunata e la, formazione di guerra, che nell'insieme -c ostituirono una grande operazione logistica ben riuscita,, procedettero regolarmente e nei limiti di tempo previsti, di guisa che verso la metà di maggio un buon nerbo di truppe riunite inizialmente in due masse, l'una fra Lodi, Cremona e Piacenza, la seconda intorno a Bologna, era in grado di fronteggiare un improvviso attacco austriaco. Un mes-e dopo, verso il 15 giugno, le unità dell'Esereito - completate dai richiamati e fornite dei materiali, delle armi e dei quadrupedi stabiliti dai progetti di mobilitazione, ordinate su quattro Corpi cl' Armata, nna divisione di cavalleria ed una riserva generale di artiglieria - erano pronte a. scendere in ca:mpo cont1·0 l'Esercito imperiale. In complesso il nostro Esercito si componeva di 360 battaglioni, 91 squadroni, 84 batterie d'artiglieri.a : tanto che, escluclcnclo i volontari cli Garibaldi, le truppe dei presidì ·e quelle di complemento, l'Esercito italiano di operazione era forte di 300.000 uomini, 37.000 cavalli e 456 pezzi di a,r tiglieria .' Alla stessa data le due masse italiane hanno già assunto le loro formazioni organi.che e sono articolate in Grandi Unità di guerrtL, (:on i servizi fu11zionanti reg-olarmente e al completo. I Corpi d'Armata 1°, 2° e 3°, ognuno su quattr,o Divisioni di fanteria e ,scaglionate tra Pia{:enza e Lodi, costituiscono l'ala sinistra (l.ell'Esercito italiano. Le oU,o Divisioni disposte tra Bologna, Modena e Ferrara formano il 4° Corpo, ala cl,e stra del forte strumento di guerra, che attende, vibrante d.'impazienza, di misurarsi oon l'antico avversario cli 0 -oito, Palestro e S. Mar. tino. -
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LA JlfOBILI'1'AZIOND l'l'ALIANA
Sin dal primo momento il pl'ohlerna del Comando Supremo dell'Eserci.to si presentò cli difficile soluzione. Il rigido rispetto delle forme costi.tnzionali non p el'Iuettend o a Vittorio Emanuele di ass umere personalmente il comando, s'imponeva di affidare ad altri la condotta: effettiva della guerra, pure salvaguardando la personalità del Re. La pubblica opi.niouc clesignaYa concorde tre generali e-0me i più degni di as~umel'e l'alta funzion e di Capo di Stato Maggioi-e dell' Esercito : doè La }farmorn, Ci.aldini, Della R-0cer:L, cd in realtà ognuno di essi aveva un brillante passato militare. _Esduso il l>ella Rocea, pen:hè g.li a.Itri due non lo anebbero obbedito n)lentiel'i, la, scelta doveva cadere s ul LtL Mannora 'l> sul Cialdini., ognuno dei. qnali axen1 nna, sua. particolare eoneezione della, condotta delle operazionL Bisogrntra affr,ontare la, qnestione ciel Comando e risolverla, al più presto, pren?dendosi pros~ima l'apertura ciel.le ostiliU. La )Jarmor,i., cb<~ aYern. sempre la responsabilità del Governo, esitaYa ad assurnel'e la clil'ezione cli un J:sercJto tanto pocler·oSo : Cia.ldini, ehe temeva cli non arere la: desiderata libertà d'azione, rifiutò l'isolutamente la fu n::done ùi Capo di Stato Maggiore . Sol.iilleute aUon,t La }larrn.ora ,s.i l'isolse infine ad ac:c:etta,r e l'a,l to inc:aric·o, llltl· per pura. abnegazion<~ : e fn mirabile gesto cli nobiliss inu1: disciplina, che avrebbe pot nto diire ottimi frutti se il La Marmora ne avesse tratto tutte le conseguenze, cioè non si f.oss.e astennt,o - per nu cri.terio di delicatezza, eccessiva, e in genere assai cl anno,;a - dal fal' pesure t ntt.a 1a sna autorità anche sn Cialdini. Ma di questo 1·ipal'leremo più a rnn Li. Vediamo ora la, formazione del nostro Esercito alla, vigilia delle ostilità.. Ooman<fonte in Capo: S. M . il Re. Capo di Stato Maggiore : Generale cPArmata Alfonso La, Marmora.. Aiutante Ge11erale : Luogotenente Generale Petitti di Roreto . -D'77 -
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Sotto Capo cli Stato )Iaggiol'e: Colonnello Bal'iol a. Comandante dell' A1'tiglieria: Luogotenente Genera.le. Valfrè di Bonzo. Comandante del Genio : Lnogotenente Genen.tle ùlenahrea . Intendente Gcnei-ale : Maggior Ue1ternle Berto lè Yi,1le.
F ig. 279 - Generale Giovanni Dura ndo. (Ìitogra f!a, G iordana e Salussoglia, Tcrino; collez. Coma ndini, Milano). (da 1·1ta.l1a nei cen to anni del secolo XIX cli Alfreclo Comanctlni e Ant onio Monti. Eclit. Anton io Valla rdi, Mila n o).
Le fone <lei rn,1·i Corpi eni no così distribuite : 1° Còrpo . (Generale cl' A1·matù : G. Dnrand:o). Com.trndante l' Artigliel'ia : Colo1rnello Bonelli.
P
Divisione - Luog. \ Brigntn l>i1-n (Di Villa-Rcy) 29°-30° Regg. Gen. Cernle Ì )) Porlì (Dho) 43°-44° ))
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l?OHMAZIONIJ: DELL't>Sl!}RCITO I T ALIAKO
18' Battaglione Bersaglieri - 2 Squadroni Guide. 10" Batteri;~ de.l G Art. (Oap . Piob tti) Ma~·1-,_)_·. L ocascio "' 11'1 _>) JJ G JJ ( )J Borghiui)
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0
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2" Divi~i?ne - Luog . l Brigata ~ostn (~>a lF ~g!io) 5°- Regg. Gen. P1an ell ? >J S1e11a (Uadollm) 31°-3~ JJ 17° Bersaglieri - 2 Squadroni Gnidc. 13" Batteri:~ del G Regg . (Ca,p . Un:-:;berti) .Magg. Bergal1i 14" )) >> ù n Rimec1iotti) 0
0
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))
(
I Brigata Granatieri Sardegna (Gozzani) l°-2° Regg )) Gen . Brignone ( Lombardia, (S. A . R,. il Prù1cipe Amedeo) 3°-4° Hegg. \ 37° Be1·.saglieri - 2 Sqnach oni Lncca CaYalleria.
3" Divisione - Luog.\
Ma,gg. Abate
, l " Batteria clel Ei° Hegg. (CaJp . P ellom:) J) )) G F in eschi) ~ 2" 0
))
(
))
5"' Div.isi.one - Luog. \ BrigataB1·escia (Villahermo.sa) 19°-200Regg. Geu . Sirtori ? J> Valtellin a (Lopez) G5°-où Regg. 0° Bersaglieri - 2 Squadroni Lucca Cavalleria . l " Batte1·ia del 9° Rep:g. (Cap. Pan,wi c.ini) Ma,g g. O li vero { 2" >> >> 9° >> ( n · Charn1et) 0
v
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Riservt1, (nfaggio re (3cn. Al"ibaldi.) . ~°; 3", 8°, 13° Bersaglieri - Aosta Cava.LI. - 1 Squadr. Guide Artiglieria (Maggiore Gl'isi). 3" Batteri.a del 6° Regg. (Cap . Ta,vaJlini) 12" )) )J 6° )) ( JJ Bmcl ese) 15" )) )) 6° >> ( >) De Leona,rdis) 3a )) )) 9° )) ( )) Boselli)
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9, 9 -
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2° Corpo (Luog. Ten Gen. Cucchia1·i) Oomandantt~ l'Artiglieria : Colon. lVlaLtei 11 4 Divisione - Luog. ~ Brigata R egina (Carini) 9°·10° R cgg. Gen. Mignano Ì >> R twenna (Tarditi) 37°-38° » 1° e 21° B c•1'saglie1·i ' 4n Baitteria del 6° Reggimento \ 5" Magg. i.raselli )) )) 13° )) ( o" )) )> 6° )>
Fig. 280 - Tenente Gencrnle Domenico Cucchinrl. ( Litografia Pcrrini, collezione Comandini, Milano). di Alfredo Comandini e Anton io MonU. Edit. Antonio Valla rdi, Milano). (da
l'Italia nei cento anni ctcl secoio XIX
6" Di visione . Luog. I Brigata Acqni (Schiaffino) 17°-18° Regg. Gen. Cosenz · ì >> Livm·no (Radicltti) 33°-34° >> 1;:,o e 20" B er saglieri 5" Batteria del 9° R egg. (Ca,p . De li'ol'llari) · lVfaigg. Giardi1m 6" )) )) 90 )) \ " )) )) 90 ))
l
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FORMAZIONE DEJ,L,ESERCI'.1.'0 ITALIANO
10a Divisione · Luog- ( Briga,ta Umbri,1 (}fasi) 53°-54° Hegg. Gen. Angioletti ? )) Abruwà (Peyron) 57°-58° )) 24° e 31" Bersaglieri ( 4'' Batteria del 9°90 Regg. (Oa,p. Mussato) Ma.gg. Paoletti i 7"' )) )) ( )) Gonella) )) 90 )) 12"' )) )) ( )) l\f.athieu)
(
19"' Divisione. Magg. \ Brigata Oafabria (Adorni) 59°-60° Regg. ? )) Palermo (Oaffar·elli) 67°-68° )> Gen . Longoni 33° e 40° Bet·saglieri 10a Batteria del 7° Rcgg. (Oap. ~falacl'ia) Magg. ~\Tovellini } 11"' )) >> 7° >) ( )) :Kievo) 1 , I\ 12 >) )) 7° )) ( )) Gottar<1i) 3° Corpo (Gen. d'Armata Della Rocca) Comandante l' Artiglicrht : Colon. Coi-te
7"· Divisione · Luog. \ Brigata Re (De For.1rnri) J. 2° Regg. Gen . Bixio ? >) Ferrara (.~ovaro) 47°-4.S 9° e 12° Bersaglieri - 2 Squadr. C::m11l. A.lessandtia. 0
Magg. Lar,r,u,ri
8" Divisione - .Gen.
'~:· ! 2·• 3n
-
0
))
Batteria del ~° Hegg. (Oap. }~ich~lazzi) l) )) o >) ( )) Crn,tt1) 0
))
))
5°
))
( ))
FfLÙT'Cl iO)
I Brigata Piemonte (Noaro)
3°- 4° Regg. (Gabet) 63°-(>4° >) G e 30° Bersaglieri - 2 Squaclr. CavalL Alcssamlria. { 7a Batteria del 6° Hegg. (Ca,p. BHli~~ Magg. Bava ) 8"' >> )) G Lanfrnnco) ( 9" )) >) 6° )) ( >) Fonta.rnL)
Cngia,
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9,t Divisione · Gen. Govone
lVfagg. }fossi
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Brigafa Pistoia, (Bottacco) 35°-36° Regg. >) Alpi (Danzini) 51°-52° )) 27° e 34° Bcrsaglicl'i 4" Batteria del 5° Regg. (Oap. Lapa,l'elli) 5" )) )) 5° >> ( )) Seghizzi) 6'\ >> >> 5° )) ( )) S. }fartino)
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981 -
1 GG 16" llh·isiOllP . S.A.R. ~ l:t-ig.1ta fl;11·1na (F(•1·1·c1·0) J!J0 -:i0° Hegg. il Prin c. 'Gmbcrto ? >> ~li:-ta (i-:a11get) ' -71° >> 4° e 11° Ber1sagli.eri. - 1 Squach: . Oavall. Alessauchia, 1 1011 Hntteria del :i" R egg. (Cap. Corar.r.i) Ma:rg. l'epi 11" » » :i0 >> ( » De Da w, lmnei:.:) ( U" >> >> :i Y L"cchi ) 0
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Fig. 281 . Tenente Generale c:oute Lui~i c:erbaix di Sonnaz. (eia in cis ione dell'epoca) . (da 1·1talia n ei cento anni d el secolo XIX dl Alfredo Com a ncl lnl e Amonio Mon,i. E~lt. Anconio Vallardi. Milano).
Divi:-ione di CaYallel"ia (Lnogotn. (; en. De Sonnaz). l" Brignh1, Savoia f! Genova Oa,valleria (Somm.w) 2i >> Nizr.a e Piemonte cc (Cusani) l" Dati<,1·i:1 a c:l\·a llo (Oap. Lanza)
l'onzio · Vaglia \ ~"
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» 9:32 -
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l'enone di H. Mai·tino)
FOH.MAZ IOK I, DELL'ESERCITO ITALIANO
H.isena Generale cl' Artiglic1·ia, (Colon. Balegno) 7" J3a,tteria <lel G Regg. (Pariu etti) ~" )) >> 3° >> (A.faH De H.i vera.) !t" )) )) 3° )) (OliYie1·i) 0
·,a B,ttte1·fa clel 7° Reggimento )) )) 7° )) )) .,o
1-:1-" Batte1·h.t del 3° Reggimento lfr' >) >) G0 >)
14"
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4° Coq )O (Gen . cl' Ar1u,tta- Cialdini)
Cornanclan te l ' 1\ rti.glieria : Colon. Velasco 1.1" DidHione (Casanova) :Magg. Mo1·euo
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!}' Hatte1·ia del 0° Rcggiment'o )) )) !.l'' )) 10"
11"
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1.2" Divisionr (Ricotti)
4? Ba.tterfa <lell'S Reo·Ob·i111cnto 0
Magg. Rizzetti
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13" Divisione (Mcr,zacapo) 'Magg. J1.icciolio
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14" Divisi.one (Chia.brera) 0
Magg. Ostioi1i
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13" Di visione (l\fodici) :Mag-g. ltos::;i
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1866 17a DiYis ione (Cadorna)
~Iagg. Sterpone
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7"' J~atterin del I'8° Reggim ento
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Fig-. :.!82 - Eurico Ci:1ldiui (1811 - 18!)2) .
(Museo del R!sorglmeu\.o, Moden a ). ( d a Storia clel
Risorgimento e Unità cl' JtaLia
dl C. S pc llanzon.
Edit .
A.
Rizzoli .
1 '• Dhi~ionc (D ella Chi esa)
Magg. Lombard
Batte1·i,t <lei 70 HPggimcnto ~" . 70 )) )) )) 70 l fr' )) )) )) f)a
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DS,1 -
Mil ano) .
I VOLON'l'AIU -
r/AR'r!GLil])RIA
20a Divi.sione (Franzini) u,i Batteria dell'S Reggimento 0
12" . 13,i
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Artiglieri::L di riserva, (Magg. Adami) l" Battel'i::L del 7° Reggimento 3" )) )) 7° ))
2a Batteria del 7° Reggimento 13a
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7°
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Per completa.re il quadro, bisogna considerare il Uorpo dei volontari, al comando di Garibaldi, ·che colllprese 10 reggimenti sn 4 battaglioni (ogni battagli,one di G compagnie) . A questo Corpo che contava complessivamente 33 mila combattenti, l' Artiglieria venne fornita dall' E sercito 1·egolare e si compose di 3 batterie del 5° reggim.ento e cli una batteria da, montagna: totale 24 pezzi, al comando del maggiore nogliotti, che fu, co-. me vedremo, uno degli eroi della br<~vfi c:unpagna. Per guanto riguarda, l'artiglieria, sarà facile rilevare dallo specchietto di cui sopra come i reggimenti fossero spezzettati, p e1· 11011 dfr,e frantumati, in n umerosissimi distaccamenti di .b1·i.g ata e batteria . Comandante superiore cl' Artiglieria dell'Rsercito era il Luogotenente generale Leopoldo Valfrè cli Bonzo, artigliere cli elevat e qualità cli mente e cli earattere , che gli ufficiali dell'Arma chiama.vano il « papù, él ell' Artigli(~ria )). Bra decorato di medaglia d'oro al valor militare per gli eminenti servi:d resi durante la campagm~ del lSGO-Gl. Comandava l'artiglieria del l° Corpo d.' Armata il colonnello Cesare Bonclli, che nella giornata di Custoza doveva dare luminose prove di superiori aoti cli artigliere e di soldato, di intelligente spirito d'inizia tiv~L e di valore personale. A <>omanàa:nte dell' artiglier.i a del 2° Corpo era stato destinato il colonnello :iYiattei. questo ufficiale godeva nell'Esercito fa.ma di tecnico distinto e di stnclioso di. problemi artigliereschi, specialmente per quanto riguarda il material e. Il Cialdini aveva di. lui una grande stima, come lo attesta una sua lettera del 30 maggio, indirizzata. al generale Peti tti : « Io ho assoluto bi-
985 -
lSGG sogno d'user rncco il colouuello .JJattei, che ebui a Gaet:1 e a Messina. So pe1· proYa quel che Yale e poi frn lui e we c'è acconlo cli \"ista e d'idea e ci inf:cndiumo snbito )) . Nel seguito della. campagna il co1onne1lo ~fntlei venne tra~fe1·ito appnnto al 4° Corpo, in Junzio11c di comandante di quell'u1'tigliel'iu, tli riserva, annnontanlc a J7J bocche du, fuoco di calibro diYerso . Comandanti dcli' Artiglieria del 3° e 4° Corpo ful'Ono rispettirnmente i colonnelli Corle e Velasco, entr,11nbi ufficiali co lti 0 valorosi. L'Al'tiglicria italiana en1 sempre all'aUezi,a tiella sua famn,. Le splendide tn1lli¼ioni delP Arma, le graudi figure uscite dai ~noi 1·ang-hi., e di cui è cern10 in queste pagine, aYernuo scolpito c·0n vigo1·oso riJieyo fa. i:;na 1:;toria e rias.-un to a. bagliori le sue glorie. Con decreto dBl 7 giugno l' Atma Yt'nne aumentala, di 111111 compagnia pontici-i, di J2 compagnit~ da piazza (G per reggimento) e di 20 batterie di battaglitt (4 pel' regginwnl-o). Allai data del 1° gennaio 186G er a, pronto i l materiale occori·ente alla fonnuzione di. 30 battel'ic da l(; n. H. e di 102 battc1·ie rla cm. 9 B. R, con il rclfLtivo 11111nir,ionnmPnto. Qnnndo la guena appane inevitabile, le batterie passarono gl'adahl· m.ent<· d,dla, formazione di 4 a q11ella di Ci pez,zi. In base al progetto di mobHilnzionc <lcg·li anni. pi-ececlenti, ciascuno <l<~i cinque reggillle11ti da, campagna doYern eostil ufre pei· ogni J>i,·isione di fanteria una b1·igata, mist.1 di tre ba tterie , <li cni due cla 9 H. Il. e 11m1, c1n, 16 B. R .. Ai c:omanrli di Col'po cl' Atrn.:i tn, <'l'H· consentit.o di formal'e una, propria fr,ern1 ai ai·tigli<' J'iu, togliendo a l le J>iyisioni. le buttctie da l(i D. R. I nwc·c la r isci-va generalf' cl':ntig:Heria dell'Bscrcito don•rn eostitnfrsi con battel'ic da 9 13. H. e da 1(j B. R.. AUn, vigi lia delle ostilità fu tite11nto più connmicnlc assegmnc a lle Divii-ioni di. fantcri,t soltanto batterie dtt cm . !l B. R., i.n nnmct-o di tr<' per brigata t1i adiglirria, e ciò in considera¼ione delJa maggior <JHHntWì, di mnnir.ioni cli clii er.1 flotato qnesto cannone, e dell n maggior mobili tù in rela¼i.onc' al presnmihiie carattere offcnsi v.o cklle opcrnz,ioui mili tari <'d alla na t m·a del te1·reno s n l q1 1a lc l'Esrl'c·i to av1·Pbbc agito .
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f'i:;.:. 283 · Quarti('1· ;.;t:ncnil'! tlcll:1 l:'.il\ Divh;louc :Hlivfl , <.'Om:u1dfltfl dfl1 Generale Medici (Comandante d'.\ttlgtter i ~ !faggiorc Rossi). (dl'llla oollettonc del Mu~o del Rtoorg1.mento <U Tren&o).
1866
Le battel'i.e <la 1G B. R. passarono definitivamente a far parte della riserya generale d'artiglieria . Nel mese di l uglio alcune delle compagnie da piazza di nuo,·a formazione, di cui già si è detto, parteciperanno, come vedremo, all'attacco di Borg·ofot'te: il 12 agosto tutte saranno pronte ad entrare in campagna ... ma questa sarà già, finita! Notevoli clifficoltù, presentò la mancanza di uomini addestrati a servire e a. condurre le ar tiglierie. Pu provveduto con il passaggio nelle batterie di mille uomini di cavalleria e di altrettan ti cli fanteria. Al momento cli entrare in campagna, ad ogni. modo, le 20 Divh;ioni cli fan teda e la Divisione di cavalleria eran o dotate clel materiale p1·eseritto. Così clicasi dei parchi d'assedio e degli eqniptLggi da ponte. In conseguenza delle riduzioni sul bilancio della guerra, l'Artiglieria, soffriva della mancanza di 22.0!)0 cavalli e muli; ma nel marzo erano già state emanate disposizioni per colmare in parte la gl':n·e lacuna. Con a cquisti dal commercio e con reqnisizion i a, pa,g amento il numero dei cavalli fu portato a '70 per batteria. Kel cori::o della campagna i trai11i dell'art.iglieria non poterono essere completati e la debolezza degli a ttacchi si fece sentire ripetutamente sugli erti pendii della zona collinosa del Garda come uclle lunghe maJ"Cie sulle strade del Veneto. I parchi d'as~edio, allestiti per l'imminente ca mpagna furono due, ognuno cli 200 bocche da fuoco, · ed ebbero sede ad Ale. sandl'ia ed a Piacenza. Il 7 giugno, allo scopo di proteggere il pl'og,e ttato passaggio del Po e dell'Adige con l'impiego di Hn discreto nmnèro di artigli erie di grosso calibro, i. parchi furono suddivisi. in batterie di 12 cannoni da 40 F . R. , e cli 1 ' pezzi da JG B. R. , completali. dalle ri spettive colonne mu nizioni. Verso la metà. di giugno due batterie da 40 furono messe a disposizione del 4° Corpo d.' Armata, che si preparava a,d attra versan~ il Po, e altre batterie si spoE-ta rono nel 1fo<lcnesc, per prendere parte alle operazioni di espugnazione di Borgofor te . I due parchi vennero mobilitati al completo in luglio ed ebbero altre artiglierie, tanto che per la dispera ta conquista del Quadrilatero potevano disporre di altre _700 bocche da fuoco. Le caratteristiche topogra,fiche del territorio sul quale si
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r/ AU:ì\IA'l' A
.'1U S'l'HlACA IN XT.-\LJ.-\
san,boero sv·oJte le operazioni di guerra, solcato da numerosi. corsi d'acqua, esigevano che l'Esercito itallano fosse largamente _p rovveduto di materiale da ponte. Il materiale esistente prima della guerfi1 comprendeva: 2000 metri di ponte, e-on il carreggio oc:Mn<>.nte; 1000 metri di ponte p esante di grosse barche, 250 metri di ponte leggero, senza CfLITeggio. Ini:1,iando la camp:1gna, ad og1iuno dei Uorpi d'Armata I, II e 111, fu assegnato un eqnipaggio cli ]50 metri (modello Birago), mentre i 6 cqnirmggi del 1nodeUo 1860 furono tntti assegnati al IV Uorpo él' Arma tu. ehe in eomplesso fu dotato di metri 2500 di ponte. Vediamo om breYemente Ja compagine dell'Esercito aui:;tl'iaco: parliamo t1ui, beninteso, esclusiva,me nte dell' Arniata dPl S11d, eontro la quale il nostro Ese1·cito doveva co1.z,n:e. Essa c1·,1- costituita dai Corpi cl' Armata 5°, 7° e 9", da una Divisione ·di fa.nteria detta di riserva,, e dalle truppe poste a difesa del ''I'rentino> dell'Istria e del Veneto . Complessivamente 194 mila llOlllilli. Ma i Uorpi desti.nati alle operà;(,ioni in Italia, contando so-
lamente i 0ombattenti, avevano le forze seguenti : 75 battaglioni, ·24. squadroni, 21 ba,tterie, con un .totale cli. 71.SOO nomini, 3500 cavalli e 168 pezzi. Eccone la :fonm1zione :
Gornandante in Capo : S. A . R. I. l'Arciduca Alberto . · Comandante l'Artiglieria : Gen . Hutschenreiter. 5° Corpo (Lieehtenstein) Comandante l'Artiglieria: Col. Win tersl:{~in Jiriga.ta Bn.11e1· )) Mi.\ring ))
Pire(·
3" Batteria 4-a ))
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1866 7° Corpo (Maroicic) Comandante l'Artiglieria, : Colon. Hi.ibl 111 Battel'i::ii a pied i da 4 del 70 Regg, Brigata Toply 2n Scudier 4 )) 70 )) )) )) )) )) )) 3a W elsheimb )) 4 )) 70 \) )) )) )) )) )) )) )) 4 )) )) 4" 7~ )) 411 )) )) )) 7~ ca,-allo )) Risena 4 )) 9n )) )) piedi )) 8 )) 70 ))
9° Corpo (Ha,rtung) Comandante l'Ar tiglieria : rr e11- Col. ) [iiller
:,a BMtcl'ia a piedi cla 4 del 70 Regg, 2" 4 )) so )) )) )) )) )) lil ± )) so )) )) )) )) )) (;a )) )) )) )) )) 4 )) 70 \ 'n 70 )) )) cava,llo )) )) )) 4 I\ 1.0" )) )) piedi )) 8 )) 70 ))
Brigata Kichsberg Wekùecker )) Bock )) RiscrnL
Divisione fanteria di r isen-a (Rupprecht) Brigafa Weimar )) Benko
G" Ba,tt<wht, a piccli (la 4 del .5° Rcgg. f)a
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Ris·errn, di c~valle1fa (Colon. Pùlz) 2 Brig11te -
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batt<>rfa a cavallo tla 4 del 5° reggimento.
Delle caratteristiche delle artiglierie ,rnstriache a.bbiamo già. detto brevemente.
* * * Non indugeremo soverchia.mente sul piano di operp,zioni nès11lle canse cli varia natura che portarono all'esito non felice : il nostro compito è cli illustra.r e l' opera dell'Artiglieria e deglì artiglieri, e non di rifare per l'ennesima, volta il processo a,l la, storia. ·_-
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IL PIAKO Dl GUERRA I'l'ALIAXO
Tutta d a . pet sgombrare il tcneuo una n>lb, per tntte eh rì-c,orderewo come il generale L a J\far mon, il 17 giugno -- cioè a.lla vigilia del gio1·no in cui 3!:l!';unse Ja c·al'ica cli Uapo di Stato Maggiore dell'E sercito mobilitato - !-:i inco11trasse a Bologna e,ol Cialdini: e nel fam o o convegno si t1·ovaro11u a cozzare anCOl'a 1rna v-01111 le antic:h e clivergenzc? fo nclurnen tali Lra ·i cl nc illustri e h 1·,1Vi i,;,o ldnti e condottieri cin·a il modo migliore di condune la prevista e 01'n1t1i imminente guerra : il La Ma,tmora proclive all' offensiva sul Mincio, il Cialdini partigiano deciso di un'offensiva sul bastn le argonwnto ... . scottante,
. ~o ].'o.
Alla fine della cli cus~ione, eom'e1·a <lel 1·cRlo prevedibi le, <lue noruini si tN)\'ùl'Ono ad essere ciasc11110 della propria opin1one; e così, t1'a i cl ne piani, si finì pe1· adottarne m1 terzo che ~i può definii-e interm edio : cioè 1'unico punto aJlota :fissato fu che, delle due masse distinte i11 cui era diviso l'Eserci to ita liano, quel la, tli sinist1·u (I , II e 111 Uo1·po cl' Armata) sotto gli -ordini direLti del R(~ e del La Marmora, a,yrebbe cercato cli a t tl'a1Te a sè il nemico fra il Miucio e l'Adige, e l'altl'a (IV Corpo d ' .\1·ruata, composto di ben otto Dfrisioni, al comando del Cialdini) avrebbe atta<:c·ato sul P o; mentre il Corpo dei volontari rli Ga,l'ibaldi doveva operare nel r.l'rcntino, per minacciare le comn nicaidoni clell' Armata a,ustriaca col Tiro.lo. Questo piano complesso e, per così dire, di transa zione, aven.t pregi e difett i. In ogni modo, condizioni fondamentali per lai buona r iuscita erano il vigor e, lai decisione e la quasi si nrnltaneìtà delle due offensive. Solamente così si poteva togliere all' EserdLo uustriaeo la possibilità di operare successirnmente pet li nee intemc coutro le due masse disg-itrnte: possibilità -oU.i, ma,men te preparata dall' Ar c:id 11<·a Alberlo , H qu ale - avendo compreso dallo schieraillento ita liano le pl'obabili 11 0:a:t.re inten zioni - era venuto rnccoglien do t utte le sue fo t·zc <lisponi.bili i;;ul medio Atlige, in niod,o da, t1·ovarsi i n grado di nttacca r e, a seconda delle circos t.Lr1ze, o verso il Mincio o v e J'RO il basso Po . Come si coruprcnùe1·à facilmente, il uecesso da par te nosti-a era dunque subordinato all'unità di comando : unità che si ebbe cli cliritto :,;llorchè, il .1.S, il La Mat·mora - ce<luta al barone Ricasoli la presidenz,t del Consiglio, e al Visconti-Venosta j
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1866
il Minìstm'o degli Esteri - si. recò aél. assumere la carictL él.i Capo. di Stato Maggiore presso l'Esercito mobilitato. Disgraziatamente il generale La Ma,rmora, per un eccessivo spirito di cameratismo, e per un senso di delicatezza, in se stesso, nobile e generoso, ma nel caso specifico assai dam10so, volle ebe fosse concessa piena autonomia al Cialdini, il cui Cmpo. venne così 1;ottratto all'azione direttiva del c;omando suptemo dell'Esercito. Il Cialdini, a sua, volta, pur proelamandosi a parole disciplinato e ossequi.ente all'autol"itù, del La Mn nnora, in pratica era portato a d a,g ire di propl"ia, inizia,tiva, discutendo e talvolta co ntl'astando le diretti.ve generali discusse ,e con cordate. A questi ineonvenienti, assai gravi, altri sono cTa. aggiun-. ger-e, fri~ cui uno i.rnporta,ntis,s imo: quantunque il Fanti ecl il La, Marmora si fossero tenacemente adoperati. ad arnalgamare cd omogeneizzare tntte le forze militari ::;nc:cesRivamente annes:-;e al Piemonte, sussisteva nna differen;1,a non colmata e non facilmente colmabile fra le truppe piemontesi, forgiate da secoli ili inintenotta disci.pliua e di gloriose tradi;1,ioni milita,ri., e q nelle di altre l'(~gioni , dotate di non mi noT'e entnsiasmo pa,triottico,. mu, élisn,ve7,zate a sa ni criteri di tlìscipl ilm cl.all'opera nefasta cli. do111i11 azio ni sttaniere. Vedremo più avtrnti come, per quanto concerne speci:fìca,mentc Custoza, un'altra causa sia da ricercarsi anche in nn erl'Ol'fl rig un rdant'e proprio l'impieg<i delle artiglierie. Per ora, poste ·cp1este basi di. <:arat f.c!re generale, prneecliarno. i11 una n1 pida narrazione dei fotti.
1116 giugno l'E.sercito prus8iano invade la Sai:,sorÌia. Il 20 l'Italia, a sua volta, dichiara guena all'Austria; tempo tre giorni per incominciare le offese Alla vigilia della dichiarazione cli guerra, il La Marmora ha, ricevuto da parte clell'Useclom, inviato straordinario e Ministro. Plenipotenziario del Re di Prussia a Firen;1,e, una, nota circa il sistema di gnerra che la Prussia propone all'Italia per l'imrni, nente campagna. Tale nota contiene buoni concetti di guerra. -
992-
I CONSIGLI PRUSSIANI
(trascun1,re il Quadrilatero e tentare di spingersi avanti, fino n minacchtre direttamente la Capitale nemica); ma è concepito in termini ... . protettivi che non possono non ferire la suscetti· bilità del La Marmora, sempre sensibilissimo quando si tratta non di se stesso, ma del decoro del proprio Paese. Così egli si r-ifiuta di tener conto della nota Useùom . Il proclama lanciato da Re Vittorio ai suoi popoli è, come sempre, di una stupenda eloquenza soldatesca, semplice ed esalta nte : « Io voglio essere ancora il pri.mo soldato dell'indipendenza i~aliana >>. Il piano iniziale cli. La l'vfarmora era tutt'altro che biasimcv,ole. Esso si ba~ava anzitutto : sulla necessità di non allontanare il grosso dell'Esercito dal Piemonte, doè dal prezioso serba,toio delle for:r,e militari meglio preparate e più agguerrite; sull'opportunità di appoggiarsi alla linea Piacenza-Oremona-Piz. zigbettone, che nel lor-o insieme facilitavano sia le .operazioni offeusiv(~ che quelle difensive, mentre Bolognn - su cui doveva necessnrhrn1ente appoggiarsi l'azione del basso P o - si pre· !'>tava soltanto alla difesa. Infine il Consiglio di Berlino era,. .. un po' troppo spie.dativo, pe1· la, leggerez7,a con cui. veniva considerata facilissima -t' sic:nra la matcia su Vienna. In s-c,stanza,) la migliore solu½i.one sarebbe forse stata, che il La Marmora si attenesse strettamente al suo piano iniziale; rna: noi non perderemo tempo a dire ciò cb(: si sarebbe p{)tuto fare : raecontiamo invece ciò che fu fatto. Il primo Corpo ('I'cn. Generale Durando) avanza sulle stn1 <le che c-o nducono al Mincio, fra Monza,mbano e Volta; il 3° ('l'en . Generale Della Rocca.) punta su Goito; il 2° (Ten. Genc1 ,111.e UtH;chiari) verso i\lantova. Da quest'ultimo viene distu.~eata metà delb 4" Divisione (Brigata Regina), coll'ordine <li passare .il Po p1·esso Vi,.lòu,na, ci.ngere Borgoforte sulla sponda destra e prenderla, col fuoco ùi una grande batteria di g1·ossl' 11.1.-tig-liel'ie che avrebbe dovuto giungere entro poc:he ore, per f Pi-rovia, da Piacenza,, e che vicevers~1 non giunse che assai pii'1 L:i rdi. La, riserva d'artiglieria, doveva rimanere ,t Piadena. Jn oh b<~dienza. a tal<~ piano, la mattina del 23 giugno una part:f' d(~l la -
993 -
1866
F ig. 284 - Teatr o delle operazioni della CtuJJpagna del 18G(ì in Hali n - Si-
tuazione la sera ciel 23 Giugno.
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99:1: -
LE PRiìl1E MOSSE l'.rALlANm
1"' divisione pa,ssò il Mincio a Monzambano, e 4 pezzi della 10•
batteria del 6° reggimento furono posti in batteria a M. Sabbione, di .fronte a Peschiera; il generale .J) nrando si pose a V,olt::L, 0011 nna, riserva composta di quattro battaglioni di bersagli.eri, 6 i;;quadroni di cavalleria, e 4 batterie al com::mdo del maggiore (}risi, I'iser v{L che il Durf:Lndo tweva composto togliendo una batteria tL ciascuna delle 4 Divisioni poste ai suoi ordini. Le Divisioni 7\ 16" e 9" e fa, Divisione di cavaUeria pa,SStL· rono il Mincio a Goito, 1'8" presso Monte di Goito. Il nemico lasciò intatti i ponti e si ritirò sotto Verona, senza opporre alcuna difesa; anche sotto Mantova i fortini di Ourtatone e Montanara furono abband,onati dàgli Austriaci, senza il minimo tenta tivo di r,esistenza. Intanto l'Esercito austriaco, il 2~~, pussava sulla destrn, dell'Adige - Ja Divisione di l'iserva a, .P.a,s trengo, n 1~imanente a Verona - in esecuzione del piano dell' Arciduc:a, il quale in tendeva, la mattina, sueeessiva,, di eseguire uua gran conversione a sinistra e gettarsi risolutamente sulle forze italiane, marcianti fi·c:L Mincio ecl Adige. P er .U1aggior ptecauzione, nella sera stessa del 23, una parte delle sue truppe occupò alcuni. punti dell'a,rgine collinoso fra Verona e reschiera 1 mentre la DiYisione di r·iserva scendeva da Pastrengo fi.n presso Castelnuovo e il 5" Corpo ,occupava S. Giustina, S. Oiorgi.o, Sona e Castelnu ovo .
Siamo all'alba del 24 giugrn) : e siamo a,ncora nella tragica zona gloriosa - Peschiefa, Verona, Villafranca, S0mmaean1 pagna, Sona, Santa Giustina. Pastreng,o - che ùopo a vet'-C in passn,to già veduto tanto sangue e tanto eroismo italiano e straniero, è nuovamente teatro di nna lotta che sembra, cloYersi continuamente rinnovare. Non è compit-0 nostro seguire minutamente lo svolgim(~:nto della battaglia èli Oustoza: no11 faremo che accennal'e per som· mi capi alle mosse ed a.g li eventi principali, soffermandoci su quella che fu l'azione specifica .clell' ArUglieria. -
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CUS'l'OZA
Ciste/nuovo
PJg. 285 • J,n bnHnglln di Cus!ozn del IB66 • Fase fra le oro 7,HO e le Ol'e
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del 24 Giugno.
IL TERHTIJNO DELLA BA'.1.TAGLIA
Oanuine Siracusa, nella sua aurea, openL l/ A.rtigtfo,r fo cam,puJe ,i taliana - che è ba,silare per tutto qua,nto riguarda l'Arma nel periodo del Risorgimento, ed a cui abbiamo largamente . attinto - osserva giusta,mente che le varie azioni uei diversi punti del c.:ampo di battaglia costituisc-ono altrettanti combattimenti a parte: sarà quindi opportuno, da,l nostro punto cli vi1;,ta, esaminarle ,s eparatamente, Ma. prima osserviamo un poco il tcneno dal punto cli vista dell'azione che su di esso poteva svoJgerc l'Artiglieria, sia 1i.spetto al campo visnale, sia, rispetto all'ineroc~iamento e fiancheggiamento dei tiri: condizioni e:ssenziali di un beninteso ed efficace impiego dell'Arma. La :c,ona di terreno compresa fra la strada 8ommacampagna,-. Villa.franca ad oriente, il Mincio ad occidente, la strada Peschiera-Sornrna(;.ampa,gna a settentrione e l'altra, Valeggio -Vil~a franca a, mezzogiorno, è quella, in cui. si. svolse in tutte le s ue fasi la ba,ttagli.a di Custoza. Questa zona è in gran parte costitnita dall'altipiano morenico del Garda: eh-e scende a sucl snll..-t pianura di Villafranca, e ad est sulla pianura veronese, Se consicleria.m.o il cor,so del tonente Tion e da Ca,stelnuov,) a. Villa.franca, la zona cli cni si parla rimane divi.s a, in due parti. : orienta,le e occidentale. La parte orientale può clivider1si a sua volta jn altre due parti: la settentriorn1le è costituita da, dne principa,lissime posir,ioni rnilita,r i di grande importanza che soilo : 1°) SommaC[Lmpagna con le altre ~conda.rie più avanzate di Bcrettara, Casa del Sole, Cascina Rosa, e Pelizzara ; 2°) S. Rocco di. Palazzolo, nucleo cli forti posizioni, circoncla,t e cla.l 'rione ; la meridionale è oostituita dal gruppo di alture (M. Croce, M. 'l'orre e Custoza) formante una specie di bastione avanzato snlltL pianura cli Villa.franca,, e gninél.i. importantissimo per chi voglia tentare l' occupazione, proponendosi lo scopo di minacciare la linea, di ritirata sopra, Valeggio da parte cli truppe che f:LVessero passato il .Mincio ed invaso il Veneto tendendo a Ver,ona. Per dò Cnstoza fu la chiave delhL battaglia del 24 giugno . La, parte oceidental{~ al cli là, del 'l' ione è costituita, dalle alture che si protendono fino alla sponda sinistra, del Mincio. Qui fo posi7,ioni più importanti sono: M. Mamaor, M. Vento, S. Lu-
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CUS'!'OZA
eia al rl'ione cd Oliosi nd oriente della st1·ada Valeggio-Castelnuovo; e lVl. Sabione, M . Magrino, M. T·orcolo ,e M. ùricol ad occidente cli detta ~trada. Tutte queste posizioni sono collegnte tra di loro da strade a,ce-0ssibili a tutte le armi; e le al.ture permettono, a chi sappia con criterio occuparle, un vasto campo visuale, quasi dappertutto oltre ai 1500 - -2000 metri. N·on si può dire lo stesso per la pianura che - essendo colti,,ata a, grano ed a vigne, ed intersecata da lunghi e .spessi filari di gelsi - limita il campo visuale a meno di 2/ 300 metri, tranne elle sulle strade. Nella parte occidenta,le della zona, la stra,da che da Vale~gio va a Castelnuovo, si biparte a S. Zeno: un ramo va a S. Rocco e l'altro, che è il principale, e·ntra nella stretta formata da M. Vento e M. Magrino e, sempre fra le c·olline, sbocca a Bussetta, in una specie di pianura che si estende a destra del Tione, fra Madri.cardo ed Oliosi. La strada lambisce le e-streme pendici delle alture su cui sta Oliosi e interseca l'altra strada SalionzeR. Rocco. A. 600 metri innanzi di l1uesto punto sorge il M. Oricol, die, a g·uisa di bastione, sbarra il cammino, da una parte appoggiando le basi al Tione 0 dall'altra protendendole fino al Mincio in collinette e poggi di minore altezza. In quasi tutta la zona sono numerosi i cascinali sulle colline, i quali certamente possono servire di base agli attrezzamenti per la stima delle distanze, e costituiscono capisaldi regolatori del tiro per la dif,e sa contro truppe che fatalmente dev-ono scoprif-si nel loro cammino. Riassurrlcnélo, la pa,r te collinosii della zona presenta. tutti i requisiti per un ottimo impiego dell'artiglieria, sia per la difesa delle posizioni che per l'offensivn, e permette essenzialmente il concorso cli tutte le batterie, mentre, speciàlmente per noi, ,con la pianura a,11.e spa,lle, non ne c;ompromettc la sicurezza, sia put·e nella ritirata, per la facile viabilità a qualunque andatura.
Vediamo ora le varie: azioni svoltesi fra i 75 mila austriaci fo1·niti di 178 cann<mi e i 100 mila itali~rni -con 192 cannoni. All'alba del 24. giugno la 16~ Divisione del 3° Corpo al comando di S. A:. R il Principe Umberto, dopo che l'esplorazione -
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ClJSTOZA
Castelnvovo
Borg(thelto .... ~.i I
11eggio I<'ig. 286 - Ln bnttaglia di Custozn del 1866 - Fase fra le ore 9,30 e le ore 15 del 24 Giugno.
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CUSTOZA
di ca,va,lleria, a,veva, a,<;certato essere Villafranctt sgombra dal nemico, attra.versa,va Ja città e andava a spiegar,s i presso Casa S. Giovanni. Contr o la sinisLr·a. di que$ta Divisione - che già aveva. spfogf1ta la brigah~ . Parm:1 s ulla de~tra e sulla sinistra della strada di Verona --'-. fu eseguita: la fiuuosa car:ic;.a del 13° Ulani, su cui non indugier emo perehè è a tutti nota. Rileviamo so.l a.mente, per quanto con cc1·ne l'Artiglieria, che la. 16' Divi·
Fig. 287 . Monte Torre visto da Villafranca .
sione aveva ton l 'avanguardia la P '<~,1,i-0ne clell'lJ" biLtteria del 5' 1·eggimE'nt,o e fu q nc~ta che, es!-lendo già. in posi,1,fone sullèl strnda cli Verona all'alto ddlo spiega mento d,cl]a, ùl'igat.a l \trma, ~cgnalò l'ayan:.mrsi dell a c<.1 vallcl'ia nemica; e fn ancora q1wsta che apel p e1· la prima il fuo co nella fatale gio1·nata cont 1·0 rne z7,0 isquadrone di us:;;u i:i, fermandoli e distt·uggenclonc l,11on n parte. Le altre due sezioni di () nesta balleria ful'ono situate fra le dne li11 t>~~ clellu ùriga Ltl Parurn ; e totla la battel'ia poi sostenne, col quadrato Drnuiai fa,mof-o ciel 49°, in cui rifulse l'ardimento del Pnn cipe Umberto . - l'n1to del r eggimento Ulani, tirando a. -
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lL QUADHNl'O DEL
,J.!)0
mitraglia contro la massa, di cavalieri nemiei che irrompeva agaloppo. C~uando gli Ulani, respinti , rifecero a b1'i.glia sciolta la strada del ritorno, il .maggiore Pepi, comandante l'artiglieria della lG" divisione, chic:w1ò in a7,ione lu 10a batteria al coma,ndo del capitano Co1·az1.i e, sit11a bda, a siILiRtm dell11 brigata Parma, h1; feee eonco1'1·{'l'<~ col sno fuoco 11ll'azione de ll'll" batteria <! clell,i fa11tcl'ia. Per questtt azione furono decorati con medaglia d':.Lrgento al YalOl'c il com,mcla111'e 1'11" bn ttt•ria, C'ap. 'FJdoarclo De Bartolomeis; il luogotenente Carlo Ferrarts, comandante clellà seziorn~ in · a Yangmu·clia, che, coi snoi tiri e:flìeacis.silni, fugò ìa, prinl.L eariea di Usi-;e1'i ; il sel'gente Ui11~cppe Ct1ppe1·ucci, pet· aver c;omanda ta lè1 propri11 sczi<.me e a.vernc dil'etto il fnoco con intelligenza e grarnlissirnu 1:alrna; i l ca.po pc~r,r,o sérgé11te Paride Piva. e iJ cannonit'I'e Oinst>ppe Dragoni elle ah1ta1·on1> dli<..:,H:,:mente H .h1.ogotene11t<~ Fp1·tal'i~; il cannoniere ~.\.ndrea 'l'on-e che, p11r essendo coma ndato allo Stato Maggiore, volle tnl(Jn l'e ugllal meute al fn-oco e, vii:;to il suo capHano in grave pericol,) per .l'irnpeto <lei cavalieri i1emici, si slanciò con ammirevole ardire in sua di.fesa; il soldato F'erdinand-o :Ne1·i perch(\ essendo aJla r i · serva quale attendente, appena incominciato il fuoco, si armò cli un moschetto, corse alla ba,t teria, prese il posto del sergente l'e1·ito e dimostrò in tutta l'a1.ione gr-a11dissirno c:-01·aggio. Nmnerosissime furono le menr,io1d onorevoli, frr1 cni rilen ~ren w solamente cpwlle del sencnte Uiaeo1no Ong-lkl111ini <! ,ld c:annonieri Giuseppe Verdobbio e Vito Mangano i qnali, pur esi:;enclo fer iti, 1·ifinta1·ono tli l'i tirarsi; e quella. dell'ttrditi,s.sirno trombettiere Domenico i'ILHc·lictti, ehe, dn. solo, assa,ltò cÌlHJllf~ a n!'ìtriaci e l i fece prigionieri. J),ella 10a lwtt,eria (•l,lrnro la mecl.lglia cl 'm·g,e nto tll valore il cap. Oora.r,zi, il luogotenente Coriolano Ponza, cli S . Martino, comandante la l" sezione, il luogotenente Giovanni Piovano e il sc~rgeHte Pietro Nigra . ~otevole .lllCh e J'a:don e del sergente .i\ ,1 . tonio Vasino che puntò il .suo nezzo eon mirabile pr<'(:isio1H! c·oll tro la cavalleria nemica, gi1111ta a pochi passi. dai per,zi, <' n e fere macello.
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lSGG -
CUSTOZA
lntauto, a sinistnl ddl,t l(? UhiHiùne, ~i sthierant anche] la 7", al {;Olllanclo dell'etoko Sino Bixio. Questi disponent di tre batLerle - hL 1", ]a. 2" e la 3a tlel 3" reggimento - al comando clel Ii1a,g gfore Lazzari; e aveva llhiposto dne sezioni cl'avanguar· dia, appartenenti alla 1", sotto gli ordini del cap. }lic:helazzi, sulla str,ula di Somuiac:ampagna. ln quel momento ::;i SC'uteuò nna
Fig. 288 - li Quadrato di Villafra11ca . (daila civica raccolt,a delle stampe - Museo clel Risorgimento, Milano).
nuov,L violenti,ssima, ~aricn cli Usse1·i austriaci.; e fu i.n gran p,.1.l'tl~ il fuoco di queste due sezioni - cli.retto <lallo stesso c'omandante la brigata di artiglieria divisionale, maggiore Lazzari - che oontrilrnì in gTan pinte ad nn1:~f-tùr e lo slaneio dei cavalieri nemi.ei. Dopo questo vano tentativo di carica, seguil'o da un altro di t utta, la brigata, Bujanovic, si portò in linea anche la terza sezione delhL l" batteria e tutta la, 2' lJatterfa del 5° reggimento, mentr,e la 3" bat.U~ria rimaneva in rii;;erva. -
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' LA
P
E LA
2'
J!, •.\TTEB I A
DElL
9°
ARTIG LIERIA
l'ontt>mpo1·aneanwnt e. alla nostra a.la ~ini.~tra, la 3• Dh·j. sionc ru;;neia ,·el'so C us(·oza. la i:? vel'so S. Ro<·co cli I>..llazzolo e la 1• ~ul.la da Yaleggio-C.1stC'l11uoYo. L'ayangnar<lia çlel1a, 5' - l a qual e h a con sè lu l" !:iezio11e della l' batte1·ia dl'l n~1·eggi· mento, al coma ndo del teneJJ le Tonetti - si selii.era. ad oriente d el Yillaggio di Oliosi e ~i ::-contra col 5° Corpo austl'iaco. g qui !-:i ~Yolge 1m clnello cli m·tiglinia in condizioni stranamente di· spel'llte, poi cllè di fronte alla 1-;czio1te del ten. 'l 'o11etti stanno ben 4 ba tterie austriache, iu ottime comlir.i oni , a di stanze com prese tra i 1500 e 2000 metri. Il grosso <lella i:>' l >i\·isi one è anivato intunto sul ciglione di S. Lucia. 11 gen erale Sirtori lrn fatto passm·e il Tion e alla bl'igata Brescia, e l' ha diJ~po~ta a destra e a sinistra della P er· nisa con le dù e <,cr.ioni della 1a battetia del 9° 1·E'ggiuicnto (capi· tano Panavidni); menfre }H. b1·igata Valtellina ha occupato il eiglione a l di qua del rl'ione, preso la chiesa di S . Lucia, disserninunclo i-Ili l'ronte la 2" baite rh, del !1° reggi mt>nt.o. Le dne ser,ioni del c:ap. 1-'arraYicini r,;osteugo110 efficae<'men te il tenente 'l'Oll etti nella sua lotta impari c<mh·o ]e 4 batterie nemiche; e sYolgono u 11 tfro effi cacissimo, infilando nettamen re una delle chw batterie an·er~ari e. Tu ttavia la nostra situa zione è !--t' mpl'e di ._1ssolnta infe1'i orità, pokhè con 6 pezzi dobl>iamù ~o~t<,nel'e il fuoco di 24 pezzi nemici. Intanto parte della ])hi~ioll<' di l'isel'\'a austriaca ha occu · pato M. Cricol e la Mongabhia. La bat teria di questa brigata, in posizione sulle alture ad· ovest della strad a di Castelnuovo, in<·muincia essa pure a batte1'e la 1-,ezio11e della 1n ba tteria del !)0 reggi.men to, cioè la sezione 1.'onetti. Il generale Villah er mosa Rraglia le sue pocl!e fanteri e in un eroko assalto contro i difensori di M . Cricol, ma, questi sono assai superiori di numero e soprattntto oc<:npano un 'eC'cellente posizi-0ne: l'attacco Yiene respinto e le nostre truppe, comp1·esa la sezione 'ronetti, stanno, già ripi egando quando gim1ge ra,·ang-nardia, della 1• Divisi-0ne. Al combattirnent,o fra la l' Divisione e Ja, Divisione austrht· ca di ri~ena. coa<liurnta poi daUa brigata Pii-et, partecipa da. -
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cu:;'!OZA
parte nostra tutta l'ai·tiglieria, della, Divisione, c1oe la 10" e la 11• batteria del 6° reggi.mento (maggiore Locascio), c:he devono preparare col fuoco l'assa,lto. Ma queste batterie - trovatesi ad incontrare improvvisam ente il nemico già, spiegato e in buona
Fig. 28'.l . lV[onunìento nl Qnnclrnto fi i Villnfrnnca.
pos1.11aone di Censiva - <leY01w til'a 1·e con fo1-t.isi,;.i111a eleva zione e quindi coii · poco profitto. Fortunatamente la scarsa preparazione dell'aUaeC'o è (·ompensatu <lall' irrucnza clelJe fanterie, !e quali scacehmo i nemid <la Hc posizfoni di Monga hhia e .:ti M. Oricol, e le iJ1segno110. ]'artedpa a tale iu~egn irnento l.t l" s<.'zion e clell' ll" ba (·te1·in (sempl'('. <1< 1 G'' J'('p:gi11w11t-o). 0
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L'll a BA'J.Tl!lRIA OIDL
6°
Le nost1·e truppe so110 a.tta<.:c.ate sn l fianco sinistr o dalle brigate Benko e Piret (del 5° Oorp,o), sorrette dall'efficacissimo tiro dei 32 pezzi austriaci d 1e battono il terreno i11lorno ad Oliosi; cosicchè gli Italia,ni debbono arretrai-e. E anche qui le nostre: dnc batterie subiscono gravissime perdite, moralmente ben ri-
Fig. 200 - Luogotenente Francesco Rioncro .
scattate dalle fulgide prove di er oismo , fra cui stupenda, la morte eF<emplare d,e l luogotenente Rionero. Francesco Rionero - che si era già, distinto come serge11te della l" di battaglia nella ricognizi orn~ di R occa d' Anfo - era uomo aitante e fortissimo della persona,, parco di. par,ole, ma prontissimo d'azione, ,!';oprattu tto snp1:emamente clev,oto a.l ht
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CUSTOZA
propria Arma,, nella quale col solo coraggio aveva saputo gua,dagna,r e le spalline d'oro di ufficiale. In quest'ultima azi,one, in cui doveva perdere eroicamente la vita, essendo sopraffatto dai cavali.e ri nemici e vista perduta la sua sezi,one, non volle a ne3sun costo ritirarsi e, raccolto intorno a sè un drappello del 44° fanteria e qualche ,s uperstite dei snoi cannonieri, tentò un'estrema resistenza, cercando di ricuperare almeno uno dei suoi pezzi. Armato di :fucile, sparò fino all' ultima cartuccia; poi, qua,ndo queste vennero a mancare, adoperò l'arma a guisa, di clava, fa.ccndo str age di nemici fino a che, crivellato di ferite, cadd,~ morto. Ebbe la medaglia d'argento; e il 6° reggimento conserva di lui un grande ritratto ad olio rica,vato da una fotografia e le sue medaglie al valore, perchè l'eroe era privo di par enti e di famiglia, assolutamente so1o al mondo : particolare pi<~toso e nello stesso tempo quasi s imbolico, in quanto che, appunto per questo, egli fu <~cl è con~iderato un vero figlio del reggimento. Per la stessa azione ebbc~ro pure la medaglia d'argento il cap. ·Piolatti, oomanda,n te la 10" del 6°, che si spinse all' attacco , della Mongabbia,,; dimostrando grandissimo slancio e raro valore; il luogotenente Giovanni Maggia, che doveva poi distinguersi gra.nde1rnmte e,on le ba tterie di riserva, a M. Vento; il furiere Alessandro Ziccardi, i sergen ti Sabatino Luzzi, Ces11re 01· ledro ed IDrcole AlbeÙ{:o, i cannonieri condu centi Federico Ortelli e Giovanni Franzero, Il comandante della })rigata, maggiore Engenio Locascio, ottenne la croce di cavaliere dell' Ordine Militare cli Sav,oia.
Procediamo ora nell.:i sintetica narrazione degli avyenimenti.. Alle 9 1/ 2 entra in azione, da parte nostra, la, riserva del 1° Corpo. Il colon. Bonelli, comandante l'Artiglieria di tale Corpo, ,:Espone per l'occupazione della stretta, di M. Vento : e qui si svolge un formidabile duello di artiglieria che costit11isce una delle più belle pagine della storia dell' A.rma. Vi partecipa l'artiglieria, di riserva. ii l comando del maggioN~ Grisi, d oè la 3a batteritt del 9° reggimento; comandata dal cap. Fabio Boselli; la 3" clel 6°, comandata dal ca,p . Tavallini, la 12' -
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L.\ R TSEH\",\ OEL I
,;ouro
A )IOKTEVl!:::-STO
del 6°, al <:OllUUHl o del eap. Blu·d ese e b ]5' del 6°, al com ando del cap. De Leonanlis ; <"Omple:s~ivamente 22 lH'zzi, c ui se ne deYono agginngcrc uno dell a ia lJn tteria del G0 , tratten uta dallo stesso col. Bonelli, e due della 10a ba tt eria ùPI G La colonna delle battel'ie si avanza a t rotto serrato, aven ùo in testa il suo coma,uclant(~, -G1·isi, e si <lispo11 e su u11 fron te di circa 800 metri. L'avversario dispone di fo1·ze assai supe1:iori, cioè di 6 batterie (4S pezzi) . l nostri, alle 10 e 1/ 2, apl'ono un Lii-o violenti!'isimo, a r:11i risponde d:1 parte a ustri,tca un fuoco non meno for te e non meno esatto. Ma ben p1·csto gli Italiani preudono il sop1·avven to : :-i p uò dire che la conquista della J)Osizion e di M. Vento f u eseguita dalle nostl'e battci·ie in J)OM nte110 di 30 1nin11 Li, e iu condizi.oui tutt'altro che favo1·evoli. Disgn1ziatamente le nostr e fanterie, scarse in tale pun to, n on possono trai-ne i.l nrntaggio desiderato. Per di più il generale Durando, coruandautc il 1° ('01·po cl' .A r ma ta, cade ferito : Yiene così a. mancare un p 1·cciso indirizzo, <· le colonne ùi fant i nellliche ma.1·ciano impetuose a l contrattacco. In questo tragico f'ra ngcnte la conélo ttn, dei nostri artiglieri diviene anco1·a più nrnmircvol e: impai-: ibili, intrepidi, stupendi , essi mitra.gliano le schiere anstti:.Lche inompenti s nlle a,l i del nostro fronte e n e ritarcl,rno l',wa n7,ala fino agli estremi limiti del possibiJc. Q11:1nclo il ripiegam ento diviene inevitabile, le batterie lo eseguiscono in perfetto online. In questa a7,i o11e si distinse1·0 pa rticolarmente u11zit.11Uo il comandan te l' Al'liglieria del 1° Corpo, colo11nello Cesar e B onelli, il quale ottenne la. croce cl' nfficiale dell' Ordine Militare di Savoia , a,ppunto per la dh·ezion e delle battcl'ie d'al'tiglieria di M. Vento (oltre che per le disposizioni date, come vedremo, per cUfenclere Va leggio) e il maggi o re Luigi Grisi, com and autc le batterie di risen a, al quale fu assegnata la croce di cavaliere clell' 01.·di11 c :.VIilitarc di S,w oia c on una mo tivazion e assai lnsin g-hiera, conclusa e r iassu nta da, questo periodo finale: « S::tlv,) ln gfoi-nata, per ciò c he l'iflette la, R iscn a >>. 1 Mmancla11ti <lell e va,ri.e bntterie impeg1wte nell'azione ottennero importanti decorazioni: pi-imo fra tntti H eapifa110 Gioacchin o Burdesc da Bi·a (Pi emonte) comandan te la 12" ci el G 0
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Flg. 291 - Il Colon.oello Cesare Bonelli, Comandante l'artl:;-llerin del 1° Corpo alln clifesa di Montevento - Battaglia di Custoza, 24 Giugno 1SG6. (lnclslone <lel slg. Ballarlnl). (dalla Rivista Militare Italiana di Quinto Cenni).
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L' .-\ZTO,:,.E DET,J.' ,\ln'TGLIERI.-\ .-\ J\I01'TEVENTO
r ~ggimcnto. Egli. fu fregiato con la meda.glia d'oro per lo straordinario sangue freddo con cui si comportò durante il tempo che rimase pr<:'senle alla battel'ia,. Gravem<~nte ferito, prima di essere tr:l!sportato al posto di medicazione, volle ancor..t ricordare ai cannonieri il 101~0 do vere : « 1 in rac1.i1na11do) feve i>nor ! » ; poi li salutò affettuosamente ad 11110 aèl uno, dicendo che sperava cli 1
F ig. 292 - Capitano Gioacchino Burdese.
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l'ivetlel'li presto i':U un altl'o campo cli bt~ttagli.a. Il Burclcse, clte <:'r a entrato nell'esercito sa1·clo come semplice soldato, fu poi pro, mosso maggiore nel _J SGS e venne addetto al Li bora torio pirotecnico cli rr,orino, doYe si distinse nncorn l'anno seguente nella estinzione di. nn incendio . La medaglia cl'arge1)to ebbe n capitano Giovanni Battista rravallini (3" batteria del · G" r eggime~1to) (( per la somma intelligenza spi.egata clurnnte l'azione e per il coraggio col quale S(~ppe -
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CUSTOZA
respingere un attacco di caeciatori tirolesi, che tentavano di impossessarsi di due pezzi della batteria )). P ure la meda.glia d'argento ebbero il capitano Dc Leonardis (15" del G anch'esso gravemente ferito sul campo, e il ca,pitano Fabio Boselli (3" del 9°) il q uale 7 per tntta l'azione, dimostrò straordinario sangue freddo. Quando ricevette l'ordine di riti0
),
F ig. 293 - Luogoteuenle GioY:umi Plent.
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rarsi 7 volle fate un ultimo sforzo ,e, animando i suoi artiglied con una fra.s e piemontese : « Oourage fioei~i., cloi1,rnie ancoiwa 'nei racZée! (Cora,ggio, figliuoli 7 diamogli ancora una buona botta!) >) fe.ce caricare i pezzi a mitraglia e scagliò per l'ultima volta con · tTo gli Austriaci una grandine di. proiettili. Così7 grazie all'ar· dore e all'ardire dei comandanti; magnificamente a,s secondati da.i ~
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DIDCORAT.l AL VALORE
loro uomini , l'impeto del nemico potè essere in pa,rte trattenuto. Bbbe inoltre la medaglia d'argento il luogotenente Domenico 'l'rucoo ehe assunse il com.a,ndo della batteria (15" del li allorchè il suo capitano, De Leonardis, venne ferito; il furieee Achille Sart-0re; il !Sergente Agostino Gallo, il quale, sebbene ferito, continuò nel disimpegno delle pr,oprie funzioni di capopezzo, tiuscendo con tiri bene aggiustati a, far scoppiare un can none aJ. nemico ; i sergenti Fr-a.ncesco Manzini., Giovanni .A.usta e Giova,nni Reverso; i cannoni.eri Stefano Frassà e Pietro Ho, vini che, qu.a.ntu.nque feriti, continuar-011-0 a servire il proprio pezzo; Riccardo Badoni e I'ietro Ballerini. Notevole il caso di quest' ultimo, il quale era condu cente di un pezzo. Accortosi che un C}LSsone era stato abbandonato in po,sizi()ne esposta e perieolosa, egli staccò hL sua pariglia e; tranq u:illamente, sotto il fischia1·e delle pall(~ nemiche, tornò indietro e an dò a prenderlo. Mentre eseguiva il cambio del timone rotto, la. pariglia - che evtdentcm.ent,e .. .. non aveva l'obbligo di essere altrett:wto c<>raggiosa quanto il suo -conducente - si spaventò e si <liede a,ll[L fuga,; ma il bravo Ballerini la, insegu ì, la .. .. battè in velocità, l:1 raggiunse e, ritornato sul posto, ilni per liberare il cassone. Le quattro batterie ebb(~ro molti morti e molti feriti gravi. Olt re a,lle ricompense suindica te, parecchie menzioni ·o norevoli. furono concesse agli artiglieri, frn cu i notevoli quelle ai tenenti Francesco Gerioli e Benedetto Ajmonino, a.i quali, co me del resto a t utti gli ufficiali dell'Artiglieria di riserva, si devon-0 i risultati tecnicamente ottimi (purtroppo frustrati in campo tattico); e quelle ai trombettieri Giuseppe F avilli e Paolo Ca.nepa che, aUorq ua.ntlo pi.ù ferveva la mischia, non poterono sopportare di rimanersene inattivi e; consegnati i cavalli. ad un conducente, si portarono presso i pezzi, sostituendosi ai cannonieri cadu ti. 0
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Vediamo Ol'fL ciò che snccecle nella zona <li S . Lncia al Tione dove, nella m:t.rra.zione pr,ecedcnte, abbiamo ]asciato le truppe . della nostra 5"' Divisiorn~ in fortissime posi7,ioni cli difesa , con l' artiglieria a,l comando del maggiore Olivero. -
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CUSTOZA
Allo scaglione sinistro sta la brigata Brescia con la 1" bltt· teria del 9° reggimento (cap. Parravicini); allo scaglione destr·o la, b1·igata Valtellina sul ciglione fra la chiesa di S. Lncia, (dove sono due sezioni della 2a batteria del 9° reggimento (cap. Charmet), e La Cava (3'' sezione della stessa batteria). Fin dal principio del combattimento la batteria Pa,r ravicini, come abbiamo vist,o, batteva d'in:fìlata la batteria della brigata Bauer posta a Forni, mentre questa rispondeva e poi cn,mbiava bersagUo, per cooperare con le altre all'atta,cco contro OliosL A S. Lucia si svolge dunqu<~ il combattimento fra la, 5• Divisione da. parte nostra e la, brigata Ba,uer, raffor1.ata dalla brigata Moering, da pa,r te austriaca. Per quanto concerne la nostra artiglieria, è da rilevare che questa è troppo disseminata e che, durante il corso dell'azi,one, spesso deve mutare obbiettivi e indirizzo; tuttavia, anche in tali C{mclfaioni di inferiorità, i nostri ca,nnonieri danno prova cl·e lla loro tempra eccezionale. Allorchè la brigata Bauer appoggia il movimento offensivo della bl'igata P iret sopra Oliosi, la batteria PmTavicini tira a, granata sulle colonne nemiche, atti1·anclosi subito il fuoco delle batterie della brigata austriaca,, venute prontamente a prendere posizione a. Jese, con ùieci pezzi. Quando la brigata Bauer inizia l'assailto contro la nostra brigata HrescfrL ed è ricacdata, dall'irruente contratta.eco di qnest' u ltima, l'artiglieria cli M. J ese si mette a spara,r e sulJe nostre colonne; e allora la nostra prima, batteria del 9° reggimento ·deve cambiare di obbiettivo, cioè, mentre con un pezzo continua ' a battere i dicci cannoni cli M. J ese (·ercando _di attirare ,s u di sè il fuoco nemi.co, con gli altri tee pezzi appoggia il con trattacco dd nostri. Ma la brigata Brescia è costretta ad abbandonare la, eone.a rir,alendo il ciglione fra Maclrigardo e Muraglie, segnita ·dalla cava,l leria e dalla batteria Parra,vicini, di eui due pe~zi vanno perduti. La batteria Charmet ent1'a allora in azione con vivissimo fnoco, controba,ttut.a dall'assai più nnmer,osa artiglieria nemica: 24 pezzi schiera ti da, Forni a Rosoletti. Gosì finisce per queste ti-uppe il primo momento della nostm azi.one, in cui l' Artiglieria nostra - cli fronte all'avYersaria, più nùmerosa e ottima-
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L'.~RTIGLIElllA DELLA
5a
DIVISIONE A S . LUCIA
mente .dirett:L - compensa, in pa,rte, col proprio sacrificio la Ji. mitata, efficacia del tiro. Per le va,rie azioni qui descritte si ebbero le seguenti 01wri:ficenze. Al maggiore Eugenio Olfrero, comandante la, brigat,i d' artiglieria della 5" Divisione, cr·oce cli. cavaliere dell'01'.dine Militare di Sa,voia per il valore dimostrato durante la battaglia, e per le saggie disposizioni date a.ne sue due batterie. Poi, per la in batteria del 9° reggimento, medaglia. d'argento al valore i1l cap. Parravicini, coruanda,nte (lella batteria., che diresse il fuoco di quattro pezzi in momenti assai critici e fece ogni sforzo per accrescere il va.lore della, posizione; al luogotenente Giulio 1'0netti, che dimostrò grandissimo coraggio e anche notevole perizia nel sostenere, in condizioni di tragica inferiorità, il duello , di cui si è già pa,rlato, fra, la P se1,ione della batteria posta all'avanguardia della l>ivisione e la numerosa artiglieria ansttiaca; e al furiere Loren1,o Prasso che, ferito nna prima volta,, non volle abba,nd01rnl'e i suoi pezzi, e continnò a dirigere il ftwco ,., ferito una seconda volta e costretto :flnalmente a ritirarsi, incoraggiò i suoi ca..11nonieri con nobili pa1·ole. Per la 2a batteria del 9° reggimento, medaglia d'n,rgento al comandante Yi.ncenw Charmet, che diresse il .fn.oco dell'artiglieria eontro la preponderante artJgli.eria, nemica; al furiere Francesco Carnevale che, ferito, non volle lasciare il comando della, sezione fino alla fine del combattiment-0; e al sergente Luigi Mozzi che fu d'esempio a,i suoi cannonieri e, sotto il fuoco violentissimo del nemieo , diede provr.L di eccezionale sangne freddo, salvando il materiale ehe avevit rinn°11nto rovesciato sul campo.
Vedinmo ora h1zione dell,1, 2" Divisione, al coma,ndo del luogotenente generale Pianell e della relativa brigata d'artiglieria, comandata dal maggiore Bergalli, e composta, dalla, 13' e aa batteri~L del G reggimento, rispettivamente al comando dei capitani Gusberti e Rimediotti. Verso le 10 rrntimeridiane il generale Pianell prenden1 a,rditamente e f<~licemente l'iniziativa,·passando il Mincio e:ol 1° e 2° 0
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ba.ttaglionc del 5° reggimento, al quale erano aggregate le pri me due sezioni. della 13" batteria, comandate persona,l mente dal maggiore Bergalli. La 3" sezione di tale batteria rimase in posfaione presso il -cimitero di Monzambano, mentre l'altra batt<~ria della J)ivisione, cioè la 14" del 6°, rimaneva pure al di là del :Mincio. Le due sezioni di cui sopra si piazza1·ono dapprima. 1sulle falde orientali del M . Sabbione; ma, 11011 potendo in tale posiziorn~ distinguer<~ i nostri dai nemici, si spinsero innanzi fino a Case Pasquali. Qui n maggiore HcrgalH, essendogli stato detto che l'artiglieria di riserva del 1° Corpo si disponeva acl abbandonare le sue posizioni di Canova e M . Vento, foce avanzare le due sezioni della btLtteria Gusberti e le piazzò sulle alture pres so le Case I 'asqnali, atliclando loro l'inca,rico di battere le truppi~ nemiche che apparivano a nord e a nord-ovest. Una compagnia di fanteria fn destinattL di scorta a questi quattro pezzi. Di fronte a.i nostri stavano le truppe del colonnello Ballai;.s con · quattro pezzi in posizione a Campuzzi. Gli Austriaci, che avanzavano da Case Pasquali, furono trattenuti dal fuoco nutritissimo elci quattro pezzi della nostra 13"' batteria : il che permise a.i nostri fanti, a.l coinando del colonnello Pasi, di sferrare un contrattacco contro le truppe cli Ballacs, costringendole a retrocedere molto frettolosamente con la pr·o pria fwtiglieria . Intanto era giunt1.~ a Monzambano la 14a batt~ria, prendendo posizi:one sul ciglione che sovrasta il fiume; e fnrono i sei pezzi cli questa batteria e i due' della 13" rimasti appostati al cimitero che, aprendo il fuoco a circa un chilometro di distanza cont éo il 36° cacciatori austriaei, già a,vviato lungo il Mincio al ponte di Monzambano, lo tennero .sotto il loro tiro preciso ed effica dssimo, :fino a, ehe esso non venne letter·a lmente circ:9nda,to llal 32° nostro reggimento fanteria e dal 17° bersaglieri. Caricati poi dalle Guide, gli Austriaci ripiegarono disordinatamente sOpl'a .Sali.onzc, dopo aver subìto perdite gravissime. Fu in que,s ta ·occasione che il capitano Gusberti si guadagnò la medaglia, d'argento, dimostranclo un'intelligenza di prim'or· di.ne, congiunta a formidabile vigorìa fisica. Essendosi trovato a Case P asq uali fuori dell'appoggio dei nostri, e avend-0 le sue truppe di scorta impegna.te a,l trove, si rese conto della estrema -
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difficoltà della posizione, d1e fin dal principio del resto egli av1~va giudicata pericolosa,. Il mom€nto era tmgico : gli Austriaci lo a,veva,no completamente aggirato e fra pochi minuti, fatalmente, la batteria tSarcbbe ci.iduta nelle mani del nemico. Ma n Gusberti - dotato, come dicemmo, di forza, erculea - non si perdette d'animo; [1 forza di spalle, e-0alliuvato dai suoi serventi, riuscì a mettere in salvo Lntti i ;pezzi e poi, guidato da un cannoniere pratico dei luoghi - non potendo ritorna.re stilla strada gjà fatta, che e1:a già, occupata cl ag ii A nstriaci - 1·ipi.egò ordina,tamente sopra Valeggio. . Dopo che le nostre tr uppe <~hbero abban<louato M.. Vento, gli Austriaci oecuparono la posizione, e le tre ba.tterie austriache di M. Vento, Case Pa,squali. e Marza.go continuarono a, ti· rare incessantemm1tc eontro la 14" batteria de.L 6° reggimento, posta nella chiesa di Monzambano 1 la <1uale ,1 sua, volta, rispose al fuoco fìno alla fìne, sotto Fa.rdita etl abile dfrc7,ione del capitano Rimediotti. Così il nostr,o cannone continuò a t uonare anche dopo che tutte le truppe della nostra aila, sinistra avevano ripiegato. Le arÙgU.erie del1a 2" Divisi·one avevano du1u1ue compiuto magni:6.camente il proprio doveré fino a.lla fìne. Ebbero la medaglia, d'argento al valol'e il maggiore Augnsto Dergalli., eornanclanLe l1artig1ieria divisional e; e poi, per la 13' batteria, il capitano Gusbe1-ti di cui abbiamo già illustrato l'opera; il luog,otenente Francesco '.l'amagno; il foriere Raimon· do Benotti; il sergente G. B. Bellino e i cannoni.cri Giuseppe Natn,le e Gtt-etano Tosi; e, per hL 14" batteria, il brarn com.andante capita,110 B.imedi.otti, il foriere Carlo Bia,n cheri, il ,sergent,e Giovanni Rossini, il caporale Bartolo Calandri, il cannoniere Bartolo l'uttelli.
E giungiamo al centro cl.ella battaglia : Cnstoza. Qui ci -atterremo al criterio clel Siracusa, cioè divideremo l'azione nelle sue tre fasi principali ehe sono : 1°) il 0ombattirnento clelh1. B" Dhisionc, (brign te Grana.t.ie -
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ri di Sardegna e Lombardia) al comando del generale :B1·ignonc, contro tre brigate austriache Weckbecher, Boch e Scudie1·; 2°) il combattimento successivo d<>lle Divisioni comandate dal Cugia (Sa) e dal bravissimo Govone (9") contro le stes::;e brigate; . 3") combattimento delle due stesse Divisioni.contro la mas ,s a dell'Esercito austriaco, sceso in lizza c-011 gran parte delle truppe disponibili. La briga.tao Granatiel'i. di. Sardegna, che fa parte della 3"' Divisione, deve difendere la posfaione di l\1. Croce dagli attacchi delle brigate ,Veckbecher e Boch. L'a,rtiglieria della Divisione, al comando del maggiore Aba,te, si compone della P e della :!" del 6° reggimento, r ispettivamente comandate dai capitani P ellonx e Fineschi, mentre l'avversa.rio possiede cinque batteri.e, cioè due delle br-igate clestina,te all'attacco e tre della Riserva del 3" Corpo : totale LlQ pezzi contr,o 12. E si consideri che, a tali G batterie austriache, se ne a,g giungevano ben presto altre dU!~Di ta,l i concli½ioni di grave inferiorità i nost ri non si i lll · pressionano : cercheranno di controbilancia,r la con la bravur:1. Il generale Brignone aveva, dato le seguenti disposizioni per l'impiego de1Je batterie : la P dovev:.L occupare la dma del M. Cr,oce, al centro del fr.onte della brigata Sa,rclegna,; la, 2" il poggio cli Custo½a, {:hc potev,1 <;onsid.crarsi la chiave delltL difesa; ma purtroppo due sezioni di quest'ultim a dovettero, a,èl un certo momento, es.se1·e mandate in aiuto della batteria, Pelloux la qua·1e, in un primo tempo, nonostante le. gravi perdite cli uomini ù di cavalli, aveva con bella efficacia controbattuto il fuoco dei cannoni nemici, ma poi, allorchè l'a,ttacoo austriaco si era, spiegato su tutta l' estensiOJ1e del fronte, non era più stata in grado di lottare contro le sette batterie a,?versa,rie, s,opratutto a, causa di una seriè cli. grnvi incidenti. : era scoppiato un avantreno, un altro era stato trasdnato giù per le falci.e clel monte dai cavalli imbizzaniti, e i11:6ne erano venute a mancare le munizioni. Perciò il geMralc Bdgnone d,ecise di ritirare la, batteria P.elloux e di sostituii-la, appunto, con le due sezioni della batteria Fineschi. Queste due ,sezioni contribuirono ntilmente a respingere un attacco ncmko, ma poi, so"verchia te dalla, for7,a, avversaria, dovet-
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Fig. 2'.J-l - Il Capitano Luigi Pelloux, Comuntl:tnle la grnode batteria ilollnna di ) !onte Croce (Cusloza, 24 Giugno ISl'.O). (da lllustTazlone MIiitare ltalfana di Quinto Cenni).
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Cl:STOZA
tero ritirnrsi sopra \'aleggio, mentre anche i difensori di )1. Croce era11 0 cost1·etti ad è.UT<"iTarc , laRciuncl o ;1lcuni p ezzi in ma no all'arrersario . Forse, :::e l'artiglieria iFesse oc:cupato il poggio di Oustoza, come dapprima il gener ale Brign one axen1 ordinato, cioè e le batterie destina te a portarsi e pORtar~i a Custozu, non avessero inYece don,to intnn ~11it-e a ~o~tegno <l<'i nosti-i pezzi di M . ro-
F ig.
2!}:; -
11 Genera le Lulgi Pellon,:.
ce, l'intera battaglia anebbe potuto asere e,sit.o cliverso, i nq11antochè il poggio costitlliYa nn form i.<1.abile b11 luarclo e, bcu m unito di cannoni, a,vrebbe potuto permettere all e nostre truppe òi attendere r inforzi. I 1wel·c le intigliel'ie italiane furono l)OSte nell'impossibilih\ di trarte van taggio dal terreno, ment re le batterie austria che, poste. i11 ottima posizione e, del resto, mil'n.· bilmente impi.egate in tutta questa giornata di Oustoza, non cessavan o di fulminare le nost1·e truppe. Nonostante t utte queste cir(;ostanze sfavorevoli, tan to i ro mundnnti cli batteria quanto i <·annonicti diedero fino all'ultimo momento prove stupt>ncl(' cli valote, ell e nu11 forono s u:ffici enLe-
lOJ S -
L'8"
DIVISIONE A MONTE CROC!il
mente rilevate neanche nella nostra Relazione ufficiale e che ricordiamo qui rh;ervandoci di accennare, poco più avanti, agli episodi artigliereschi più sali.enti.
Giungono ora in linea 1'8" e la 9" Thrisione, coma,ndate dai generali. Cugia e Govone. L'artiglieria divisionale dell'8" è al comando del maggiore Hava-Beecaris e compl'ende la 7", s• e 9• batteria del H reggimento, rispettivamente comandate dai capitani Billia, Lanfran co e Fontana. L'artiglieria divisionale dell a 9" è · comauda,ta cl al maggiore Ìl'f ussi e comprende la 4", 5• e 6" batteria del 5° reggimento, rispettivamente al comando dei capitani Laparclli, Seghi7,zi e S. Martino. E qui si sv-olge l'episodio artiglieresc-o più bello di tutta ]a giornata, cioè l'azione rapida e vigorosa con cu i il generale GoV(1ne riùonquista le alture cli Custoza e tenacemente le contende ai contrattacchi nemici: ta,nto per l'attacco quanto per la difesa abbiamo qui. uno splendido esempio cli. impiego dell'artiglieria f~ massa. Si è ripetuto fino alla sazietà ehe nella giornata di Cust;o7,n la. nostra artiglieriH, fn male impiega ta : e dò in parte è vero, e noi ste~si. abbi.amo rilevato e rileveremo gli err-ori i ma basta l'episodio Govone - cioè la, riconquista e l'ostinata tena.èe, irntgni:fica, difesa di Custoza, - per documentare che, almeno in tale ci 1:c.osta,nzt~, l' artiglieda fu invece impiegata ottimam cnt~ . In ogni modo sta di fatto che, quando furono chiamati in azione e posti in grado di combattere, anche a Custo'.i'..a i nostri artiglieri si coprirono cli glori.a. 'l'ntta. 1'8" Divisi.one, schierata in due linee, con l'S"' batteria all'estrema destra e le altre due al centr(> della, prima linea, era giunta alle falde estreme di M. Torre, fra Ca Nuova e Poz7,-0 Moretta. Snbito le nostre batterie aprirono il fuoco su quelle nemi.che più in vista., cioè sull'S" del 7° reggimento, in posizione a ·P ezzara.ni, e sulla batteria, della, brigata Weckbecker, in posizione 0
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CU S'1'02A
~ Casa Rosa: ma, mentre 1'8.. batteva effi cacemente l'avversario, risultati meno buoni otten evano le altre due, p ercbè coperte dal culmine di 1VI. Croce. I11 ogni lllodo, q uesLo sollcciLo in terve11 i:o dimostr.1va al nemico che forze con siòercvoli sta.vano g-i nngend o in socc orso clella nostra 3" Divi:s.ione .
Fig. W6 - ll Genernle Giuseppe Govone
Intanto due battagli oni del 64" r eggimento erano l'iuscitì a cacciare il nemico dal M . Oroee, riCt:iì>erando tre cannoni precedentemente perduti. Il centro e la sinistm au striaca si ritiravano nella, valle di Staffalo e, bàttu te eifi.cacemente ùall:1 batteria La,ntr~nco, arret 1·a vano fin o a Sommacarnpagua e ai pieùi dell"a ltura di S0m1. A qnesto pun to la situazione è la seg uente: Cusrnza e le alture innanzi sono in potere llella hrigaLa Sc11 clin e di parte di quella Boch; le alture ù'i M. ('roee sono in potere clcll'S" Dlvi-
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LA
9~
DIVISIOX.EJ A J\:CONTD 'l'ORRE
sione. L'ar tiglietia, ncmi.ca è sempre nelle primitive posizioni , me:µtre dietro la loro Ùnea éu fuoco le truppe austriad1e si riti•
l'tLllO.
· 11 generale Cugia schien1, la sua Divisione da M . Croce giù n el piano, fino a Cappella. Le batterie vengono così disposte : 1'8", per meglio battere Valle Staffalo, va a prendere posizione a Ce1·chie; la 9", con soli 4: pezzi , affrontando con grandissimi isforzi l'erta difficilissima del monte, va a postarsi nello stesso
B'ig. 297 - Vallone lii Staffo lo.
punto ill c·ui erano prima le ba tterie l'elloux e Fineschi, di cui abbiamo nafTato le vicende, e inizia, subito il fuoco; la 7"' e il se· sto peno della 9" rimangono fra Casa ~nov,1. e Pozzo· Morett~l, dietro al eentro cli tntto il front e della ])i.visione. Il gen erale G«:ffone, giu n t o alle falde s ud di M. 'l'orre con la briga.tu, Alpi e le batterie 4' e 6"' del fi° 1·eggi.mento, nonostante la stanchezza delle trnppe - Je quali da venti ore sono cliginne fa lasciare gli zaini ai piedi clcl monte, e occupa l' altura, facendo mettere in batteria, i cannon i, i quali - cl'a.ccorclo N Hl quelli del la 9' batteria, già i.n posizione a, M. CI'oce - aprono jJ. fuo co sull'artigliel'ia aYver-sari.a , heu presto coadi uva.ti nnche dalla 5.. del 5° reggimento . · 65
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Le nostre bocche cla fuoco hanno sempre due svantaggi : an, zi.tutto. son.o ancora, meno numerose delle austl'irwhe·; in secondo · luogo - e ciò è ::,Lssai più grave - sono costJ.·ette a prendere po, sizione salendo per aspre erte montan e, come abbia,mo dett.0 _or ora della batteria, Fontana, sotto il fuoco tambureggiante del . nemico. i\fa l'ardimento e l'abilità dei nostri cannonieri compensano tali svantaggi.; e, specialmente in questo episoèlio, il Sf1piente impiego cla parte del gen. Govone riesce [L trarne il ma,ssimo rendimento. S,orpreso ilI nemico mentre non .si è ancon1 • riordinato e non ha preso adatte posizioni, egli impiega la massa del fuoco per sloggiarlo e poi, con opportuni assalti cli fanteria, ricacciarlo al di là dello Sta:ffa,lo; e in tnl modo, per merito cipuo dell'artiglieria, consegue lo scopo che si è proposto perch.è, sotto il fuoco delle batterie del maggiore Mussi, gli Austriaci annida.ti a Cust.oza incominciano a sbandarsi. AUorf1 il gen. Govone fanci,a il 34" bersaglieri in un travolgente attacco, sempre sostenuto dai nostri cannoni, e cosi gli Austriaci sono ricf:LCciati. verso il Belvedere. A quest10 punto entra in azione la za .batteria a cavallo e si. inserisce il magnifico episodio del suo comanclantie, capitano Ferrone di S . Martino . Questa, batteria1 che si è presenta.ta sul poggio di Custoza e ha mes!So in fuga la, cavalleria ne mica, è chiamata dal maggiore Ponzio -Vaglia, comandante la brigata di batterie a cavallo, a prendere posizione ~1: Casetta, a] di là. del Tione, i::;ulle ,ultime pendici clel Monte l\fama,or : il che .i:;ig_nificà che, dopo aver s'uperato ):'ardua salita, deve ora compiere una pericolo.sa discesa,, e ciò sempre <Sotto il t iro dei caii noni nemici. Due pezzi si rovesciano, men tre drappelli anstriaci €:i avanzano all'attacco: allora i l capitano Perron e di S. Martino - degno discendente di una: illHstre farnigli.a pJ.ernon.tese, ricca di nobili tra.dizioni guerriere - li a:ffrorita qu11si da solo. Ma qui ·cediamo la pnrola alla motivazione ufficiale cbe ,w- . compagna l 'assegnazione della medaglia d'or,o all'eroico ufficiale piemontese e che, nella sua austera laconicità, ci sembra più bella e più eloquente che lin imw : cc Perrone di S. Martino Roberto, capitano 5° artiglieria - Si distinse fra tutti per l'avvedutezza e il coraggio dimostrati, superiori ad ogni elogio. Rovesciatosi un pezzo giù per la china del Belvedere, · per dar tempo ai ser -
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50 R e_c:0·1 ~ · ul
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venti di raddrizzarlo, egli caricò 1:~ piedi con pochi granatieri, spara.udo tutti. i colpi de°l suo r e,,olver e di un fucile raccolto a terra, e, rimasto pressochè solo, i:-i ritirò ultimo allora, soltanto quando rioonobbe ·perduta ogui speranza di mettere in salv-o il pezzo >>. Il bravo ufficiale - che già si era guacla.gnato due medaglie d·'argento, una a S. Martino nel '59 e nna nella campa,g na del 1860 nel Meridionale - ebbe ancora, come vedremo, altra occasione di di~tinguersi nella stessa giornata di Cnstoza.
* * * ,M a ritorniamo sul campo di battaglia . La batteria Perrone -di S. Martino è richiamttta su Uustoz,;1i : nuova salita! JJ il bravo ufficiale 1·iesce a portarvi i dnq ue pezzi ( uno, come vedemmo, è andato perduto) e a, pia zzarli nel modo seguente : due sulla strada che da Oustoza conduce ::.L Belvedere, e tre a destra e a sinistra del Castello., con obbiettivi ·vane-Busa, la chiesa, il d.mitero, palazzo Ba,ffi. e pa,l azzo Maffei. Il generale Govone sempr,e valendosi del fuoco a massa della sna arti.glieria, cui si. ·aggiunse {p1ello della bat teria a cavallo, ba,tte vigorosam ente il nemico e- lo snida da tutte le posizioni a nord di Custoz.a. Gli Austriaci sono pure Ticùc:ciati d,t Belvedere e ripassano sulle opposte alture di S~mmacampagna ; per riordina,rsi dietro la linea di fuoco delle batterie. · Nqi abbiamo in nostro potele tutto il terreno fra il 'rione ,e Va.l di Staffalo, cioè tutta la, zona conosciuta sotto il J'.(ome rli { 'ustoza, che è di importanza capitale. Aggiungeremo ancora che le nostre batterie 0oncorrono con grandissima utilità all\>,ccupazion e della, posizione 'del Belvedere : è essenzialmente grazie al fuoco dei nostri cannoni che viene respinto un attacco austriaco in forze sopra il Belvedere·, -e eh-e viene consentito a.lle no,s tre fa nterie di occupar.e saldamente tale posizione verso le tre porneticlia~1e. E infine sono ancora le nostre artiglierie che a rrestano ed in · fra-ngono un nuovo tentativo austriaco di soccorrere i superstiti del reggimento 'rlrnn in riUrata verso la 13erettara. -
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Se la bitttaglia, fosse finita a qnesto punto, pot1·emmo a buon diritto vantare una faticata e pei-eiò tanto più mi.rn bile vittoria., a cui le ar-tiglietie avrebbero recato, come abbia.mo visto, un contributo di importanza ·essem,iale: Ma purtroppo la giornata continua : ginngiamo cosi al terzo tempo della battaglia.
Fig. 29tJ - Capit,1110 H;Juer1" P<~none di ::::,m Martino.
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C U STO:c:;A
Per p1·otcggc1·e le Dostre fanterie sulle conquistate posizioni di M:. 01·oc.:e e l\I. Torre, attirando su di sè il fuoco cl.elle artiglierie austriache, le nostre bat.te1·ie enwo state costrette a, fare ui1 ~nonne cousmno di mrnii:doni; e di queste, purtroppo, manca,rono i riforni menti. Non isolo l'n.r ti~licria cte.lln !)" 1)frisione non aveva potuto t rascinare su per Ferht rapiclissima cli M. Croce i carri delle 1111.rni½ioni., ma questi non si· trorni-0110 nc~mmeno ai piedi del monte, perchè - per mi, doloroso errore, non certamente imputalJile all'Arma - an~Yano avuto l ' ordine di clirige1·si verso Villafranca, proprio nel momento in cui le batterie ne avevano più bisogno. La, W batteria, del G reggimento (cap. Pontana), posta,tl:L sul M. Croce, si era battuta rnagni.6.camente. Basterà citare il luogotenente Luigi Socca cbe, mortalmente fer:Ho mentre metteva in batteria la sua sezione, cadde escla,rnando: << Sono contento di morire per la Pat1·ia : scrivetelo a mia madre)) . l\fa alle 14 il Generale dovette farhL dìseenclcre al phlmo per cli è, avendo consumato tutte le mnnizioni e non avendo la possibilità di rifor_nirsi, non costituiva orrna,i se non un facile bersaglio per i pezzi nemici, it cui non era pi.ù in grado cli rispondere. La stessa. sorte ebbe, <lne ore più tardi, una sezione della 7•, che avev:1 sostituita. là. 9a sul M. Croce; mPntrc un'altra sezione della T ' portata sul Ì\'I . 'l'orre. continnò il fuoeo fino alla f:ine clelll'!: giornata,, ma,gnifica,mente diretto dal capHano Billia. La terza bai;ter·ia della S" Divisione, eioè l'S"' cld G (Lanfrf1neo), che abbiamo visto cnnnoneggia.re eflìcacernentc il nemico battendo d'infilata Va,lle Staffalo. dovet te. poi. rctr,ocedere fino alle Cappelle, sotto il fuoeo ìnee$_;a,ntc delle artiglierie delÌa brigata 1Veckbecker, accorse a controbatterla . In tf1le occasione un ufficiale, il luogotenente· Incoronato, il furiere Francesco Maggiani e _due cannonieri, Baverio H.i½zo e Serafino Foga,n te, si guadagnarono la medagiia d'argento salvando miracolosamente un pezzo, che si (~ra dov-uto momentaneamente abband.o nare sotto il fuo co violentissimo clel nemico. In un prim!> tempo Rizzo e Fogante rimnsero a gnanl ia df l e-arnion e, con P\-illentc perieolo dì 0
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MANCANO L E 11:(UNIZION!
vita, essendo a: pochi,ssi1na <1ist.a1rna dagli Austr-jaci che intensificavano il loro tiro. Poi. il luogotenente Incor ona,to, retrocedendo insieme col Maggiani, potè trarre il cannone a sa.Ivamento. Magnifico anche il contegno del caporale Pietro Platino il quale, gravemente ferito, subì. sul posto due a.mputazioni, in seguito alle quali mori. Pur fra, gli atroci spasimi, continuò ad incoraggia,re i c,umonieri . deJ :,;uo pezio, gl'idando 1·ipetutamentc : « Viva R.e Vittorio! Viva l'Italia!)). Ma purtroppo tali atti di valore individuale, numerosissimi, non mutano la triste situazione clell'artigli.eria deI1'8" Divisione : alla. fine della giornata, su 18 pezzi, solamente quattro sono in grado di conconere col fuoco alla, difesa contro l'ultimo, veemente attacco austriaco . · In non migliori condizioni, appunt,o per la. scarsità di munizioni, era l' n,rtigli.eria della 9" Divisione, a,l com.anelo del maggiore Mussi, postata a i\:f.. 'l'orre; mentre l'artiglieria a cavallo era sempre in posizione a Om;toza. Contro le nostre batterie, non demoralizzate dall'inferiorità di numero, ma poste nell'impossiblità di agire efficacemente, per ~l motivo suindicato, si scatenò H fuoco furioso di ben 9 batterie nemiche, le quali preparavano l'attacco decisivo delle brigate Ti)ply e Welsersheim. Si noti che alcune di tali batterie austriache erano fre~chissime, non avendo fino a quel momento preso parte alla battaglia, mentre tutte avevano il doppio vantaggio di una gittata maggiore della nòstra e di un obbiettivo estremamente facile, perchè si trattava d.i eseguire un fuoco a massa sopi·a posizioni a loro ben note e guernite di soldati nostri, quasi completamente scoperti. Dopo 1111 violento tiro di. preparazione, le due brigate austriache marciano all'àttacco del Belvedere, (poichè il piano austriaco è quello di conquista.re prima il Belvedere e i monti Arabita e Molimenti1 11011 pfoponendosi Om;toza, se non come obbiettivo :finale). Tutta l'artiglieria divisionale della 9a. Divisione cioè la 4"', la 5", la 6" batteria del 5° reggimento (comandate dai capitani Lapa1·eili, Segbfazi e S. ò-'tartino) che è postata sul niI. To1·re, e la, già, citata sezione della 79, batteria, a,ppartenente all'8a Divisione, la quale come abbiamo visto, già da,l primo pomeriggio era andata a .porsi a Casa di M. Torre, concentrano i loro tiri -
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Rul nemico e con trib11iscono con le valorose fanterie alla ma· gnifìca resistenza, di queste ultime .ore. Il coma,ndante dellà Brigftta Alpi manda in soccorso ai difensori di Belvedere una sezione della, 2• batteria a, cavallo, cbe si trova a Custqza; e questa, condotta ·dall' eroico Perrone di S. Martino, affronta l'ascesa, sotto il fuoco concentrato delle batterie nemiche. l\fa il primo pezzo, nella furia di agire, è costretto a mettersi in batteria in posizione malagevole, tanto che, alla prima. scarica, per effetto del rinculo, ribalta per l'erta; mentre un secondo pezzo, appena riuscito a raggiungere la-cresta dell'altura, ribalta a sua volta nell'eseguire il dietro-front. Il capitano Perrone, con coraggio leonino, balza avanti con la rivoltella in pugno e prende parte al contrattacco tentato dal colonnello Boni, per rin&d1·e a sa,l vare i pezzi. Ma oùuai, nonosta,nte gli sforzi disperati dei nostri, il Belvedere è p~rduto: e il nemico, aecingenclosi ad attaccare Cu:stoza, fa avanza1·e le cinque batterie i:t piedi del 7° Corpo sulle conquistate alture di Belvedere e di M. Molimenti, con l'incarico di unire i loro tiri a quelli di tre batterie del 9° Corpo, che già stam10 battendo accanitamente le nostre posizioni di Oustoza, M. Croce e M. Tone, mentre contro Oustoza spara . anche la batteria della brigata Moring, piazzata a Santa Lucia al Tione. Invano il gen. Govone cl1iede rinforzi., svecicilniente d'i, artiglùyr-ia.) al comandante del 3° Corpo : questi non pn6 o non vuole scemare le forze di cui dispone. Sotto la protezione vaUdissimi,L delle artiglierie, si sferra l'attacco ausfriaco contro Oustoza,, che riesce .. ... , nonostante la bella difèsa delle nostre truppe. Custo;r,a è per noi perduta; il bravo Generale Govone, privo di ogni ulteriore risorsa per profra,rre a ncora la resistenza (le sue truppe sono ora digiune da 24 ore e a·e cimate dalle perdi.te subite durante !'accanitissima lotta) de·ve ripiegare su Villa.franca; contemporaneamente il Gen. Cugia deve eva_cuare a,nche M. Croce. Le batterie della 9a Divisione e i pezzi superstiti della z• a cavallo si ritirano, sotto la protezione della cava.lleria; mentre la, 7a batteria del 6° reggimento (l'unica batteria dell'Sa Divisione che fosse rimasta in lin ea., come abbia.mo veduto) continua, a, spa,·
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L' :\l{'l'IGL1ERIA PROl'EGGTC LA RITIRAT,\
rare fino all'ultimo mom ento, scaricando l'ultima. sua mitraglia sui Cacciatori austriaci giunti a 300 metri di distanza. Cosi pure va ricordata l 'artiiglieri?, della 7" DiYisione,. per l'efficacissima azione esplica.ta, nel proteggere la ritirata. Alla
Fig. 300 - I l monumento al Generale Giu.sep1,e Govone in Alba. /cla f o tografia del Sig. P . Ag n elli d i Alba) .
nostra ala destra erano rimaste, presso Villafrnnca, le clue Divisioni 16" e 7", comandate rispettivamente dal principe Umberto e dal luogotenente generale B'ixio , le quali disponevano complessivamente di 6 batterie. Queste avrebbero forse potuto intervenire più utilmente nella battaglia se il Generale Della Rocca, -
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comandante del 3° Corpo - da cui dipcndernno le due Divisioni suindicate - non si fosse sempre attenuto al criterio di non muove1·si e cli non distaccare neanche un uomo da . . Villafranca. . T:~le con cetto, che fu molto discusso e criticàto e fece versare fiumi d'inchiostro, venne spiegato dal Della Rocca con la necessità di coprir-e l 'eventua,le ritirata,. Comunque, non è compito nostr o eut.rnre in tale ginepnt,i.o. Ci limitiamo a, rilevare come l'artiglieria divisionale della 7", al comando del maggiore Lazzari, che era stata tenuta in operosa, pei- gran parte della giornMa, eutl'nsse efficacemente in azione nel1e utime ore insieme con le d ue batteri.e a ca,va,l lo (maggiore Ponzio-Vaglia). facenti parte della Divisione di cavalleria. Come abbiamo visto, la seconda di queste batterie aveva dovuto lasciare due pezzi sul costone del Belvedere, ma i quattro pezzi superstiti si unirono a tutti gli altri nel validissimo fuoco che conteune, in parte, le cariche della cavalleria austriaca all'ala destra.
Ahhia,mo segnaJato, -via via, gli episodi salienti dell'attività della nostra artiglieria anche in questo ultimo tempo, il più tragico, dell'infausla giornata. Ora ci limiteremo ad enumerare le principn li onori1ìcen1,e concesse. saDivisione. (Comandante dell'artiglieria divisionale l\faggiorc Bava-Beccaris). • 7" batte,ria clel 6° reggim,ento: Medaglia d'argento al comanùautc cap. Achille Hillia : « P ei-cllè tutto il giorno tenne ìa batteria nel medesimo ordin e sotto il violentissimo fuoco dell'a,l'tiglieria avvetsaria di tanto superiore, e manovrò con molta perizia e sangue freddo, dando prova di molto valore>>; al luogo- ~ ten. Erne. to Con tro : cc P er coraggio e 'angue freddo dimo trati in tutta la giornata e per il suo slancio nel portarsi sull'altura con la sua sezione)); al furiere Enrico· Manganelli; ai sergenti Giuseppe Nardo e Luigi Calcaterra; al cannoniere Zaccaria Mari.noni perchè, funziqnando da primo di destra in batteria, di mostrò notevole co1·aggio e perchè, cli sua spontanea volontà, passò poi a servire un pezzo di altra sezione che difettava di -
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li'ig. 301 - Ullimfl era !
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Cu:co7,~ 2~ Giugno 1 '(i(i).
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sel'venti; e al cnunoniere Marco Rosa che, rueutre J:1 sua sezione si 1·iti.rHa sotto il fuoco nemico, essendo il suo pezw in procinto di ribaltal'e per la ripida discesa, si cacciò sotto la punta del timone e, , 1 1·ischio di esser schiacciato, sostenne il cannone fino a che potè essere salvato. sa l1a,tte1·ia: Abbi.nmo giù, veduto l'eroica morte del caporale Platino <" U bc~ll'eph;oùio del tenente I ncoronato, del furiere ~Iaggiani e dei ca nnonieri Rizzo e l<'ogante. Tutti ebbero la medaglia d'a1·g~nto ; e la 1-<tessa ouorificenza fu assegnata al ca pitano Pietro Lanfranco, comandante della batteria, « per l'intelJigenza eon cui cliresse il fuoco e per il mii-abile sangue freddo dbn,ost1·aLo nel pm·icolo >> ; Hl I uogote11 (.> nte Angelo Mercone, perch è, quando la scorta alla sua sezione si allontanò, non si perdrtte d'animo, conservò la posizione incora.ggianclo i soldati e i::ostenne poi la ti Lirata con vivo fuoco a mitraglia; ai sergenti Alessandro Ma cagno e Giuseppe Canova che seppero, ·col loro contegno, info11clere cora,g gio nei cannonieri, « e a loro in parte si deve se l.i ritirata potè compier.si nel massimo ordine>>; e al cannoniere Ulisse Lurua chi. 9" bat'le1·fo,) al comando del capitano Bernardo Fontana 1 che ebbe la menzione ono1·evole. Ottennero la, medaglia d'argento il sottotenente Lùigi Socca, cli cui abbiamo già n::nTato l'eroico episodio ; il lnogotenente Luigi ·oayiglione; il se1·gente Otta,io Seyrnan che, pur es endo gravemente ferito, non volle scosta.\·si dal suo pezzo; j] .sergen i e Giova.nni Dflla Maggiora; i cannonieri Giacomo Gravino e Savino Nicoli. 9• Divisione: (Comandante l'ar!iglierin, divisionale: Mag. gio1·e )lusso). 4a batteria, clel 5° reggimeuto : medaglia, d'argento al capitaJIO Pino Lapal'elli e n.l furiel'e Filippo Boglino. ' 5• batte-r ia : Mem;ionc onorevole al comand:rnte capitano Seghizzi e medaglia d'argento a,.L furiere Bon a.vi. G" lia.tt'èrici: Il comanclm1 te la batteria capitano S. Martino (da. Hon confondersi col Ferrone di S. Um·tino, cli cni già. a,bbiarno pnrlato) ebbe la menzione onorevole; il luogotenente Filippo 1\ brile e il furie1·e niornnni \'inlldi la medaglia d'argento. -
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LE UATTERm ..\ CAVALLO
7a D i1>-is-ione : (Comandante l'artiglieria d i visiona.le : maggiol'e Luigi Laz1.ari, che ottenne la uoce di ca,alier e dell' Ordine iVIilita,l"e di Savoia). 1"' batteria del 5° 1·eggi1ne11to : medaglia cl ·argento al capitano Michelazzi, comandante della balte1·ia ; al furiere Tranquilli Nigri; u,i scrg<~nti. Alclobrarnlo Bia11 chi e Andrea Boni e al caporale Cal'lo Vasallo. 2• batteria : Meclagli.a cl ' atgento al comandante capitano Ciatti e ai cannonieri G . B. Dragon el'O , Domenico Colombo e Cal"lo P alla ,·ici110. 3a batte1·ia: Ebbero la med.aglia d'argento il comandante, c..1,pitauo Faùre11o <> il ci'l poraJ e Sarnpicri.
Dvvis'ione cli ccwciller-ia: (Comandan te dell'artiglieria divisionale: nrnggio1·e P onzio -Vaglia, il qnale ebbe la croce di cavaliere cl elFOrdine Militare cli SaYoia « per il grandissimo coraggio dimostrato carica,nclo i1 nemi co all a testa dei serventi i pez,r,i della batteria: cui erasi volontariamen te unito , quando questa fu mandata in ::i.into alle truppe del Gen . Govone))). Non vi fnrono onorificenze per la 1" batteria a cavallo , quantunque, come abbiamo veduto, cooper as ·e utilmente, al comando dP-1 cap. Lanza,, a proteggere la l'itirata delle nostre truppe. P <!r lf.Czn. ba,Ueri,a a corallo ::ibbiamo g-ià l"it 01·clato. ripol"tundone la motiYazione, la medaglia d' oro assegnata al comandante capitano P errone di S . ì\il'artin o. Molte medagli e d'argento fnrono poi concesse ad altri combattenti di guesttL batteria; e pr ecisamente al i:;ottotenen te L nigi Broglio ; al sergente Filippo Broglia che, comandato d'ordinanza al maggiore~ J>onzi o-Vaglia. caclcl<> da can1Jlo, feren(lo;,i ad una gamba, ma non volle ritirarsi e, duran te una, carica, si slanciò per primo sui cavaUeggeri a ust1·iaci, facendo un prigioniero; al sergente Francesco Podestà che, pure ferito, non volle ritira,t·si e continuò ad in coraggiare i sn.oi cannonieri fìnchè gli vennero meno le forze; ni sergenti Cai·lo Bozzelli e Giuseppe Leone; al caporale Giacomo Bi onda; al c<.111nonier c Cipl' im10 Pelosi che ebbe le due gambe s.fracella te , al r annon i.ere Savio Teba no il q11ale « spasimand o p er la gravissima feri ta, trovava -
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CUS'.WZA
nel grandissimo suo rnlo1·c parole d'incoraggiamento ai suoi compagni )); ai cannonieri Ambrogio Ainrn,r e Ginseppe Brossa.
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}foltissimo si è scritto Bn1le cause che determinarono la sconfìr,ta di Custozn; prime fr.1 LuLte le rna11canza, di effettiva unità di comando e la r,;c;arsa coesion e iuiziale delle masse comba,t. tenti; ma noi abbiamo ripetutamente dichia ra to che ci saremmo astenuti clal far comnwnti in p1·oposito, a11zichè percbè ciò esorbita. <lalla nosti-a matel'in cli tr:ittazione, e in secondo luogo perchè sarebbe, da parte nostra . inescusabile presunzione il voler intervenire come giudici in 11na questione che fu già così ampiamente tr·attata eia. scrittori. tanto colllpetenti ecl illustd. Naturalmente pe-eò maucberemmo a parte cl<'l nostro com pito se non rileYassimo le canr,;e per cui l<' nostre ar tiglierie non furono, in qnakhe pnnto, efficacemente impiegate; e tali rilievi abb~amo doverosamente fatto , ma1t mano, nel corflO della nn,na;1,ione, segnalando i ,·ari enori e cioè: 1° cli. non aver fatto occupare da un sufficiente numero cli ar tigliel'ie il pogp;io cli. Ou ·toz~'I:, e le altre posizioni del centro, in modo che i noi-h·i cannon i, e non qùelli avversa,l'i, avessero la precedeH?;a del fnoco; 2° di non avei- sempi-e saputo trarre il miglior vantaggio dal terreno; 3° cli aver lasciato maucare le munizioni, in un momento deci~ivo, ai ca,nnoni postati sulla, importa11tissima posizione clel Belvedere: 4° di non n,v(~r mandato, a1 sostegno clelle truppe combattenti, parte. delle artiglierie del te1·zo ùorpo, che a,rebbero fori:;c po· t nto eser<:itar e influenza decisi,a; fJ' (e avremmo forse dovuto indicarlo pe1· primo) la. tendenza ad i.rnpiegare le nuove artiglierie rigate, come giù, le vecchi e .11·tiglieti0 liscie , t·ioò ad immediato sostegno delle fn11teric, per lo più snlla stessa posizione da queste occupate, senza, sfruttare sufficientemente le possibilità. che già quei primi ca.rn1011i rigati offrivano, di ~viluppare da lontano im'iritensa .tzi.one preparatoria,. Quest'nltimo errore che più genericamente si può definire come impreparazione tattica ad agire col fuoco a massa - si palesò anche, ma in minor misura,, nell'artiglieria austl'iacn, che aveva, snlla J1ostra, il vantaggio dell' esperieJ1,r,a de11a gnerl·a cli T>unirn.:n·rn , giù, l'ieonlata. -
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LE CAUSE DELL'INS UCCESSO
Del resto, anche da parte italiana, è da ricordare la bella eccezfone, già illustrata,, del sapiente impiego d'artiglieria a massa, sulle alture fra Cui,:;toza e M. Croce, da pa,r te della 5" Divisione. Comunque, appare evidente che tutti gli errori su citati non sono assolutamente imputabili all'Arma, bensì, se mai, al Comando Supremo : e qui è da mettere in evidenza un'acutissimaosservazione del generale Sachero, che ha stretto riferimento appunto con l'Artiglieria. · Una delle. cause fondamentali dell'insufficiente disposizion·e preRa nel corso della battagli.a, è da ricercarsf nell'anacronistico concetto, rimasto nel Comando Italiano quale eredità delle precedenti campagne, di poter dirigere la battaglia da posizioni avanzatissime, o spostandosi da luogo a luogo ove più ferveva la mischia, senza tener conto del fatto che l'accresciuta potenza delle armi chL fuoco, dovuta aJJ'introcluzione della rigat.ma, tendendo ad accrescere le fronti e là profondità 4elle masse . combattenti, doveva fatalmente portare a procedimenti del tutto nuovi nel funzionamento, se non di tutti gli alti Comandi, per lo meno del Comando in capo, cui ei:a, fin d'allora imposta durante la, lotta l'immobilità in una ben scelta posizione centrale, relativamente sicura. In sostanza,· sorgeva, forse per la prima volta in quella guerra l'impossibilità per i capi di conciliare la tendenza, ben· naturale nell'uomo di guerra, alle · brillanti manifestazioni della bravura pe1·sonale durante la lotta, col buon esercizio tecnico de1l'azione di Comando, e la, conseguente necessità di frenare nei. comandanti delle grandi unità gli impulsi a.gli atteggiamenti eroici. « Ji~ bene .insistere su questo punto - scriveva il Sachero - perchè residui di un cotal modo errato di concepire l 'azione di comando nella battaglia, si ma11ifeRtarono pure or qua .or là anche nelle grandi guerre successive, con qualche danno per il buon esi to di talune operazioni>>Nel caso _specìfi.co, il non aver potuto il Comando Italiano, per la disorganizzazione e ilrntabilità sua, formarsi un concetto esatto dell'andamento della battagli.a, e segnatamente della gagliarda, azione esercitata, da molti dei reparti impegnati, nònchè della entitù, degli ::;for7,i che il .nernieo dovette pm fare per giun -
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gere ad affermarsi a Cnstoza,, e delle ingenti perdite infhttegli, fece poi st che prernlesse nei Capi, e si diffondesse in sulle prime nell'Esercito, un 'idea esagerata dello scacco subito; e un cota1 senso pessimistico, non giustificato dalla realtà dei fatti, si ripercuotesse sfavorevolmente poi sulla lùteriore condotta · de]]a. guerra. A prescindere dalla impressione che poteva produrre e che produsse, la sera del 24, il disordine cagionato nelle retrovie dal carreggio ii1 fuga, dai niolti sbandati e dalle truppe sfinite e logore del I Corpo d'Armata ripiegantesi sulla, destra clel Nlineio, sta di fatto che Custo7.a non fu per. noi una vera disfatta che potesse mutare sensibilmente la, ,n ostra buona situa7.ione iniziale; ma piuttosto un non previsto e mal condotto scontro, che, se scosse fortemente le nostre forze, tolse però a quelle nemiche l'impulso necessario per eseguire il ben concepito piano del loro coma,ndante. Se, infatti, il IV Corpo italiano avesse ini0i.ato l'indomani il pa,ssaggio del I 1 0, còsì r.om ·era stato previsto negli. accordi corsi. tra, il Cialdini e il La 'l\ifarmora, gli Austriaci, il cui grosso era raccolto ad ovest èli Verona,, non avrebbero potuto opporvisi: e se, due giorni dopo, avessero essi tentato di avanzare in massa. per attaccare di fianco le forze del Cialdini in marcia verso nord, l' ArmahL del Mindo che, fin dal giorno 26 a,Yeva ri pl'.esa efficienza, avrebbe potuto far pagare ben cara la. loro audacia .
Oonrnnque, questo gioco dei se e dei mi:L fa parte dell'inutilissimo senno del poi. e noi non vi insister·emo certamente, paghi cli aver fatto le osserva7,ioni che ci sembravano opportune circa lo svolgimento della battaglia,. per quanto - direttam<~nte o in· diretta,mente - si riferisce all'Artiglieria. ' , quella Ma, dopo ta,l i doverose a,mmissioni suggeriteci norma di imparzialità, ·che., gi.à nella Premessa a,l 1° volume, noi abbiamo dichiarato costituire uno dei capisaldi di questa nostra RTORIA, ecl a cui ci siamo sempre fedelmente attenuti - con la stessi:t schiettezza possiamo e dobbiamo orgogliosamente ripetere che l 'Arma d' Artigliel'ia fu. anche a .Oustoza, stupenda di ardimento,. di bravura e di peri7.ia.
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LA FJNID DELLA CA)lÌ' AG'NA
J\ncbe a Custoza, come in tutti i combattimenti principali d'eJle . campagne dell'Indipendenza, non esclusi i più dolorosi, quale quello di Novara, il rombo del (·.annone italiano non cessò · fino all' ultimo; e lo strenuo Yù,lore lli tutti i nostri artiglieri è proclamato con impa'reggiabile eloquenza - oltre che dagli episodi citati e dalle moltissime medaglie al valore - dal numero considerevole di morti e feriti.. Ancora una volta l'Arma, aveva compiuto, fino alla :fine, tut, to il suo dovere.
3. D.opo Custoza, alla fine della campagna - La situazione all'indomani della battaglia - Oli errori di La Marmora e di Cialdini - .U Consiglio di guerra di Bondeno - Si decide la dimost razione offen. siya contro Borgoforte è il passaggio del Po - Intanto le grandi vittorie prussiane modificano la situazione politica - L'attacco e la presa di. Borgoforte - L'armata austriaca in ritirata - Il consiglio di guerra di Fer.-ara - Le artiglierie alla battaglia di Versa Le batterie della Divisione Medici a Primolano e a Borgo - Le artiglierie dell'esercito regolare assegnate al corpo dei volontari garibaldini - Monte Suello - L'al(iss'i mo elogio dell'Eroe agli artiglieri - Le batterie del maggiore Dogliotti a Condino, Cimego e · Bezzecca - La medaglia d 'oro al maggiore Oogliotti e al maggiore Olivieri - Riconoscimenti, segnalazioni e onorificenze - La saldatura tra il corpo dei volontari · e l'esercito regolare.
Il 25 giugno, cioè a.l l'in <fomani della battagli.a di Oustoza. l'Armata ita,lia11a,. del :Mincio - 90.000 uomini con 166 cannoni - stava, ìn buona posizione difensiva, sulla destra del fin · me co.n la fron te rivolta a nord, Fa.fa destra, fortemente appog-, gfa.ta sul Mincio, l'a,la sinistra nella pianura, e il centro sulle alture di Volta; e di Oavriana. Del resto. l'Arciduca Alberto .aveva il senso esatto del valore reale della vittoria di <Justoza, tutt'altro che decisiva, ·come risulta dal telegramma - come sempre modesto, sobrio, quasi austero - da, lui mandat-0 la sera del 24 all'Imperatore ·Francesco Giuseppe. 66
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LA FINID DELLA CAll:CPAGl:\A
. In sostanza, egli sapeva che l'Esercito italiano del Mincio, che ,gli stava a fronte, (vogliamo dire i tre Corpi d'armata a:l diretto comando di La Marmora, cioè senza contare quello del Cialdini) era più numeroso del suo; ,sapeva pure che aveva do· vuto faticare non poco per batterne la metà, poichè l'altl'a, metà, non av~va J'>l'lirtBcipato all'azione. Per di più, fino a notte inoltrata del 24, · alle due estremHà d.el suo fronte, cioè a ' Mon· zamba,no e a Villafranca, aveva avuto dim1anzi a sè un nemico che si considerava tutt'altro che ,sconfitto, ed appariva assai minaccioso. Infine, l'Arciduca pensava di dover fare i conti con l'altra Armata italiana schierata sul basso Po, e non po · teva neanche ignorare la minaccia garibaldina alle spalle. Per tutti codesti motivi, capovolti, sarebbe forse stata possibile, anzi consigliabile, da parte nostra, di prendere immedia tamente l'offensiva. . Il La Marmora fu lungamente criticato e attaccato per non ' averla tentata; e noi, per i motivi già ripetutamente esposti, non entriamo in tale dibattito; tuttavia ci sembra che qualche giustificazione si possa trovare per il La 'lVfarmora, il quale aveva un esercito, non dici.amo demoralizzato, ma ind'nbbiamente scosso dal non felice esito della ba.ttaglia di Oustoza; mentre non meno gravi appunti, e senza attenuante, meriterebbe il Cialdini; il quale a;vrebbe dov11to <) attaèca,re da sud, o, a,Jmeno rima.nere sul Po: il che non fece. Negli accordi. int ervenuti fra La 1\farmora e il Ciadini al famoso Convegno di Bologna, l'attacco dei primi t re Corpi avrebbe dovuto essere una semplice dimostrazi.one, allo , scopo a,ppunto di a,ttrarre la atte11zio:ne d€ll' Arciduca e facilitare così il passaggio del Po da. parte del IV. Ora, se la dimostrnzione si era, mutata, in una vera e propria battaglia, e se eonseguentemente tut~e le forze dell'Arciduca Alberto avevano dovuto riyolgersi vers'o· il Min cio, tale mutamento, dal punto di vista del Cialdini, ' era da consi.dera,rsi. un vantaggio, in qua,nto poteva permettergli di varcare indisturbato il Po, quasi senza colpo ferire : operazione cbe gli sarebbe r~.uscita assai facìle se si considera, che egli aveva già gettato una testa di colonna, col nome d'avanguarll.ia, nell'isola di Ariano e aveva tutto predisposto per i1 p~ssaiggio· a mass.a su tre ponti presso la, foce del Pa,naro, che -
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l..\ TUTHL\TA DF.L 1'1 C'ORPO D 'A l:'.\1AT.\
doveva ::tYer e efl't,tto nelln, notte clnl 2:i al 26, pcl' portarsi poi ~mbito all'Adige, appoggiando· il fianco sinistro alle valli. vero nesi, e forzare Rovigo con la destra . Si pensi quale clisast1·oso ct'l'etto avrebbe potuto avere sul nemico - stanoo per una giornata tenibilmenLe faticos:i come quella cli Custoza - l'intcnento hnproniso delle otto Divisioni ciel Cialclini, con il re latiYo imm{'nso t.rnino tli nttiglictie ; in pochi giorni le ~01-ti clcJ.la guerm si sa1·ebbcro capovolte. E d è qui che il Cialdin i mancò completamente. Di fron te alle pl'ime notizie esageratamente gravi pervenntegli dal Coma.nclo i.11 capo ita liano s nll'·e sito cJclla giornata di Custoza, egli - anzi<:bè tr a1·ne mo tivo per iniziare F-enz'altro l 'avanzata esitò, te11tennò, e finì per rinunciare a.Ila progettata marcia sn Rovigo . Tale determinazione era tanto più ùeplore,·o1e, in quanto p1'oveniva da nn nomo che - per le sue tendenze eccessiva men te aeeentrati-ici e pet i:iOIH:l·li st i.c:hc - aveva c1:eato g1·a,d 0 0111plicazio11i per la scelta del Comando snp1·cmo; e avrebbe quindi avuto l 'obbligo cli compensar e h1li caratteristiche negative con llc' corrisponden ti doti positive, cioè un ginsto a1·dimento e una tempestiva risolute7,za . I mec·c Cialdini, nel pomeriggio del 2:5, riuni a Bon deno u11 ('Onsiglio di guena,, e :ii genel'Ali di Divisione i11tervenuti - · i quali credevan o di dover ricevere le ultime istruzioni per il passaggio del P o - comunicò ch e le mutate cfrcostanze lo consigl iavano cli rinunciani. Pregò bensl i genernli cli esprimere l.iberamcnte in proposito il proprio pen siero; ma quando Raffaele Cadoma - il futnro comandante della Marcia su Roma, che era il più au ziano dei genera li di Divisione - ·si a.Jzò per clichiara,re nettamente non semb1·argli n è utile n è opportuno il cambiamento radicale clel piano cli campagna proposto dal Cial· clini, quest'ultimo gli ti·oncò sc117,' altro ]a parol a in bocca ; e n.llora si. comp1·ese - scrisse poi il Oadorna - che il Cia,ldini. aveva YOlnto qu ella convoncazione di generali, n on per sentirne il par c1·e, ma per tr;tsmettere Ol'clini. I ci nali onli ni, fm·ono : 1·;,11.:oog'liere ]e for:r,,0, del IV Corpo in torn o •a, Modena p er c(wrire Firenze, e accost arsi all' Ar m.1ta dlc'l Mincio. -
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lSGG -
l',A U'INE D6LLA CA~[P/\G;'< .\
Ci. a ffrettialllo a i-oggin ngere che non meno biasimevole fu il L.a Marmora, il quale, essendo comandante supremo, uvrPblH~ don1to 01·di11r11·e 1:1il Ci.aldini. di non muoversi da,I ro, mentre, per eccessiva delicatezza verso un pari grado, nonchè suo rivale in fama militare. si. limitò a pregarlo . Vero è che il La Ma,rmora, - Rcmpre pronto a, paga,re col sacrificio della. propria 1)el'sona - offrì suqito generosa,mente al Re le dimissioni cli Capo dello Stato Maggio1·e. dimissioni che ebbero un'accoglienza. non ben definita in quanto egli, dietro invito del Sovra.no, continnò a rimanere al Qnartier generale, con la. conseguen te, anche maggiore, indeterminate1,za nelle funzioni del comando. Vittorio Emanuele sarebbe stato uomo da imporre netta· mente la propria vo lontà, p1u·e ad u n generale disciplinatame11te non esempla re come il Cialdini: ma, an che in quell'ora così graYe, le già citate <;l.iificoltà di oi-cline coslituzionale vietavano al Son-ano di assnmci·c il Comando Supl'emo . .Invano il Re e La, Marmora, con successivi telegrammi, insistettero per dare a,l Cialdini un ·S<>nf.ìo più esatto della situa,· r.ione, la quale, come abbiamo detto. non sconsigliaYa in modo assoluto il passaggio del Po. ln'V'ano lo pregarono: almeno , di non abbandonare il fiume e di. continual'e nell:1 dimostrazi.one; per impegnare l' atten zione del nemico. Cialdini rimase irremovibile dalla propria decisione, la quale fu dannosissima tanto dal punto di Yista militare, perchè faceva svanire anche l ' ul· t:ima speranza di una nostra immediata rivincita, · quanto da quéllo 11101·a1e, pe1·du'> produsse in tnt1'o il Paese una, penosa oncfa,ta. cli sconforto .
*** Quanto fosse errata la det.erminazion e del Cialdini è climo· Eltrato anche dal fatto che pochi giorni dopo, il 29, un altro Consiglio di g uerra riunito a Ferrara. ccl a cui i1 Cialdi ni partecipò, concretò un nuovo piano offe nsh·o che 1·ipristinava in parte quello precedente, cioè decise che il IV Corpo facesse una dimostrazione offensivrL con t1·0 Borgoforte e poi ritPntasse i.I pas-
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NUOVI PIWGE'l'Tl D'AZIONE
saggio del Po - se pure in, punti diversi da qnelli prescelti prima - mentre il La Marmora, appoggiato all'Oglio, avrebbe tenuto impegnato il nemico, per avanzare poi. a sua volta, quando il Po fosse stato superato, e congiungersi con l'Armata. <lel Cialdini per ma,rciare attraverso al Polesine ed al Ve11eto. Ma mentre gli Italiani si accingevano a .mettere in esecuzione questo nuovo piano, sull'altro tea.tro delle operazioni gli avvenimenti precipitavano: i Prussiani inferivano a,l vecchio e · potente . Impero a,ustriaco, gra:Vissimi insanabili colpi. Non indugieremo su tale ca.mpa,gna; che non ci riguarda : ricordiamo soltanto che, tranne l'episodio seconda.rio di Tra· tena,u, le armi prussiane furono dovunque vittoriose: le for. tnna,te a,zion e cli :\hinchengra.etz, Nachod, Skalitz, Neu-Rognitz, Koeniginhof, Iiciu, svoltesi fra il 26 e il 29 giugno, preludevano alla batta.glia dsolutiva di Sadowa (3 luglio), dove l'Esercito . ,-\._m,tria(;O del J3enelleck .fu letteralmente schiaccia,to dall'azione convergente delle tre Armate prussiane. Era la grande strategia di Moltke che trionfava; ma, più ancora, era la nuova agile « tatti.ca di fuoco )) prussia11a, derivata dall'adozione del fucile a retrocarica, che a.f'fermava la, sua1 decisa superiorità sulla tattica d 'urto ad oltranza, già seguita con fortuna dagli Austriaci in Danimarca,, dopo la cattiva prova fatta, dalla « tattica d'a.ttesa )) nella campagmt 1859. · Di fron te a, questa serie di. splendide vitt orie del nostro al· leato, preludenti ad una rapida fine, graYi nece~sità di ordine · politico si univano a quelle di carattere militare per consigliare al nos'tro Esercito di avanza.re il più ra,pidamente possibHe attraverso il Polesine; bisognava cercare cli battere l'Armata <ìel s ud che avevamo a,vuto di fronte a Oustoza, o, per lo meno, tener]a · avvintc:L al teati·-0 d'operazioni italiano, impedendole di accorrere a sostegno dell'Armata del nord ; e ciò tanto per ovvi.i motivi di prestigio militare qnanto pel' evita.re .che la Pru·S8i.a ci rimproverasse la nostrtL inattività; solamente così avremmo potuto pretendere che il nostro alleato si associasse a noi per difendere a,nche i nostri interessi nelle trattative di pace che, dopo il collasso a,ustriaco, si annunciavano ormai imminenti.
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LA FlNil: DELLA CkMPAGN.\
Com'è noto, subito dopo Saclowa, cioè il 4 luglio, Napoleone III - che, geloso della erescente potenza prussiana., aveva già ripetutamente tentato di insinuare al nostro Ambasciatore, Conte Nigra,, la, convenienza per l'Italia di « non fare la, guerra con troppo vigote >> - ritorna questa volta più risoluta-· mente alla carica, facendosi intermediario fra Austria e Ita,,lia, cioè ottenendo che Viem1a c~da la Venezi.a a lui, Na,poleone, il quale a sua volta la offrirà all'ItaHa, a patto che questa stipuli una immediata pace separata, e lasci così sola l'alleata Prussia contro l'I mpero Absburgico. _ Ma tale offerta, clu~ se accett[Lta, a tali condizioni e dopo Oustoza, avrebbe djsonotato l'Italia, fu sdegnosamente respinta per concorde volontà del Re Galantuomo - in tale occasione degnissimo come sempre del glotioso appellativo - del Governo, dèll'Eserci.to e del Paese, i qu,:..li dichiararono· unanimamente che non si. sarebbe iniziata, alcuna trattativa, cli pace se non in pieno accordo col Governo Prussià,no . . Fu in tale occasione che il La l\1armora, inviò a,l Nigra il famoso telegramma, in cui si manifestava ancora una volta il suo nobile . spirito, sdegnoso cli t utte le insopporta,bili amplificazioni retoriche, ma leale, schietto, generoso; e subito dopo insistè col Cia~dini aJfinchè si decidesse ad agire. Si ·trattava, come abbiamo detto, di eseguire un attacco dirriostra_tivo · contro Borgoforte, per far credere all'Arciduca che il IV 001·po volesse passare il Po ·in tale punto e quindi unirsi col gros~o dell'Esercito tra l'Oglio è il Mincio; .e vice: versa eseguire tale passaggio a. Carbonarola, Fellohica e Ser- \ miele, ment te gli altti tre Corpi avrebbero, a, loro voltà, passato il fiume a Casalmaggiore, e raggiungere il IV snl basso Adi.ge, servendosi cl.ella. ferrovia Parma-Ferrara. Rileviamo, di passaggio, che i pontieri - i quali, com.e s~~ppia,mo, a,pparteneva,no ;;1llora a,11' Arma dell'Artiglieria - si d~mostrarono abilissimi nel gettare i ponti nelle tre località, suindicate (notte dal 7 all'S luglio), tai1to che non fu nemmeno necessari.o l 'appoggio cle]]e batterie poste snllH destra clel fi nmr. -
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h'\ig. 302 .. La P iazza d1 Borgoforte.
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L .\ ~'J NID Oi,;LLA CAìlfl!AGè\ A
Borgoforte - armata di 76 cannoni con un pr esidio di 1400 . uomini - era, prote.tti1 da 4 forti molto · solidi, a batterie coperte, con fossi di buona difesa, e ridotte interne. Uno dei tor' ti, quello di :Mo11tegiana., formava una testa <li ponte sulla d~str a del Po ; quelli di Rocchetta e di Bocca, di. Ganda, gli stavano dì fronte, sull'altnt sponrla: e infine qnello di :Magna,gutt i, posto più a. nord, costituiva testa cli difesa snlla. sponda stni-. stra,, ed estremo so::;tegno contro gli attacchi della sponda de~tra,.
Fig. 304 - L'artiglieria italiana costringe gli :Justriuci ad a bbandonnre Bor gofor te: 18 Luglio 1866.
Il Cialdini affidò la direzione dell'attacco al generale Ri,cotti, comandante la l 2• Di visione, il qua.le portò con sè la propria artì.glie1·ia divisionale - ,cioè le b,itterie 4\ &' e G" del -
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l.i. O"''-'At,_.a At'T()J; •; ,> A
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l!' ig. 303 - L'usscd
io di Borgoforte.
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LA FIN© 0 0 LLA CAMPAGN A
6° reggimento -
oltre alle artiglierie pesanti d'assedio. Complessivamente dovevano essere 105 pezzi da 16 e 24 dtL 40, fia11cheggiati da ambi i lati da 36 pezzi da, S; ma non tutti i pezzi da 40 poterono essere ·portati sugli argini. Il 5 luglio incomin· ciò un violento cannoneggiamento, ma,, in quella prima giorna.ta, gli effetti non potevnino essere ehe scarsi, a causa delle piante :fittissime e· frondose che intercettavano la vista ai nostri. art'lglieri. Dopo sole 4 ore di fooco - a cui i forti rispose·ro con pari foga - 0 ialclini lo fece in terrompere, affidando al genera.le Di Mignano l'incnrico cli espugnare Borgoforte coi mezzi più potenti e sicuri. Infatti il 9 luglio si incomin cia.rono, sugli argini del cola tore Zara,, i Ja,vori di costruzione cli otto batterie che furono form ate dalla 12a e l(? compag11ia del 4° reggimento cla piazza e venne1·0 armate con 7i cannoni {50 da 16 e 24 da 40) . La mattina del 17 venne iniziato i.l fuoco che durò tutto il giorno · e anche la notte seguente, e fo intenso ed efficacissimo. I quattro forti ne riportarono tali danni che gli Austria~i dovettero sgombrarli nella nottata e fecero saJtare i due minori, Rocchetta e Bocca di G,u1<Ja . Si di.:,,tinsero in modo speciak in queste ope>rfLzioni d' attacco ed ottennero onorific-enze al valore: i maggio1'i :i\-fasselli ed Angherà.; i capi.tani Ce1-r1,1ti, Raffa~llo, Sagramoso, Becletti, Dnrelli , ·l<'asi::ina e Grifi ; nonchè vari suba,l terni.
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Inta,nto l' Arcidnca Alberto - in seguito alle non liete novell e provenienti dal teatro della guerra del nord - accorreva, dietro ordini dell'Imperatore, sul Danubio, lasciando in buon assetto .cli difesa i presidii di Peschiera, Mantova, Borgoforte, Verona, Pastrengo e Legnago; e dopo av,é r incamminato verso Insbruck il 5° Corpo, e ver:-,o Vienn a il 9° e parte del 7°. L'a,l tra parte di qnc~st'ultimo doveva rimanere sull'):s,onzo, e, rafforiato con quante truppe si potessero far giungerè dall' I· talia e cl alht Dalmazia,, costituire una nuova piccola Armata del sud, al comando de( genera.le Maroicic, con l'incarico . di ritardare qu anto più possi.bile !'avanzata degli Italiani verso il cirnre dell'Impero: queste truppe passavano il Piave allorchè quelle di Cialdini varca.vano l'Adige ed entra vàno .in Padova. Tntanto il generale Kùhn , rinforzato cla iiuové ti-uppe di arti, -
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NEL L•'IH IJLI
glieria, rimaneva, a.Jla, difesa del Trentino, che presto sarebbe stato minacciato anche dalìa, Val Sugana. In un nuovo Consi.glio di Guerra, che riunì intotno nl Re i generali La Ma,rmora e Cialdini, il Presidente del ç onsiglio Ricasoli, il ministro degli. l'Jsteri Visconti.-Venosta, e i mini -
Fig. ù05 - Capiuino G .i on1nui Sagr,1111oso.
stri della Guerra, e a.ella lVfarina, Pettinengo ·e Depretis, si stabill di dividel'e l'Esercito in ·c1ue Arm?,' te; una, più grossa: al comando di Cia.Idini, doveva inseguire rapidamente gli Austria ci sull' Isonzo e più oltre; l'altra,, agli ordini direttivi del Re, rimanere nel Veneto e assediare le fortezze, o almeno assicu· rare la linea di comunicazione con la seconda. I ntanto la flot- - 104/i -
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L .-\ PIN8 Dl<ìLLA CA;1:lPAG.NA
,ta doveva attaccare quelfa nemica , ba,tterla, ed occupare 'rrieste. Si chiese anche a .Ga,ribaldi un Corpo cli volontari per irnb:1,rcarlo in Ancona, e adopera,rlo come milizia di sbarco ; ma egli rispose clw aveva bisogno di tutte le sue forze per l'impresa.' già iniziata nel 'l're11Uno: vedremo più qltre come le batte rie assegna.I-è a Garibaldi per questa ca,mpagna appartenessero all'Esercito regolare e qvindi vada.no trattate, forse a più giu~to titolo, in questo capitolo che non in quello specialmente dedicato all' Artigfiel'ia garibaldina. L 'Armata Cia ldini, che fu chiamata Armata di spedizione, e aveva per Capo di Stato l\faggio1·e il generale Piola-Oa- . i;;elli si compon eva dj duqn-c Col'pi: 1° (generale Pianell); 4° (generale Petitti); G0 (generale Oadorna); 6° (Brignone) ; 7° (De Sonnaz) . Esso aveva poi una riserva d'artiglieria di 1.6 ba,tterie da S, al comando del colonnello i\fattei. L'Armata del R~, òetta Armata, di osservazione, ebbe come Cn,po di Stato Magg1ore il La ìVIa rmorn, e si componeYa cli due Corpi: il 2° (Oucchiari) e il 3° (Della Rocca), ecl ebbe una riserva di ar!'.iglierhL di: 6 b,itterie da S. Il 23 luglio il 5° Corpo aveva passa.to n 'l'agliamento, _preC<'duto da un'avanguardia, composta, di 3 reggimenti, 6 batfa,gli.oni di bersa.gliel'i ccl una brigata di Artiglieria, 4\ 5\ 6· dell'8° reggimento) al comando del generale Laforest. Questa colonna vinse gli Arn~triaci a Versa (26 luglio): a.l combattimento però partecipò soltanto la 5" batteria, cli cui si distinsero, guada,gm1ndosi la, medaglia d'argento, il ·capita.no Galli coman dante, e il l:eneIJte Bagnas<:o. L
' ~faggiore import,111Za ebbero le artiglierie assegnate alla 15" Di.Yisione (.i\Iediçj) che tin dal 19 era. stata distaccata dal C'orpo di spedizione e inviata in Valsugana, col compito di aiutare il Corpo glLribaldino pe1· una più pronta e sicura oonq uifit.a. delFa,Ha Valle dell'Adige. Questa Divisione ___: che si componeva delle brigate P~via. e Sicilia, e dei due battaglioni Bersa,glieri 23° e .25°, e<.l a cui appa1·-
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I N VAL SUGANA
tene,·,1no la, 1-1•, 13• e 16• batteda del 7" reggimento. al comanrlo del maggiore Rossi - aveva di contro l'ala s inistra della piccola armata del g-enerale K ti hn. Quest'u lt imo, ch e dispon eva complesivamente di soli 14.000 uomini e 36 cannoni, do,-eva anche, contemporan eamente fronteggiare , con l'ala destra. i volontari garibalcli11 i : cioè er.L in g ravi (;ou clizion i di. infctio l'itn numerica, compem;ata per ò dal dop pio ;-antaggio del terreno, magnificamente adattabile a difesa (come fn dimostrato poi, e ron tan ta maggiore eYidenza. nella graudc guerra) e dei fo r ti che sbar ravan o i p unti più im portan ti cfolla valle. I n t ale terre110, cliffic ilis~imo, evìcl eHtt>men te !!mrebbero rin i:.cit.i assai più adatti ed efficaci elci pezzi da montagna; ciò nonostante le ll'e batterie da campagna al comaudo del maggiore Rossi si eomportatono mirabilmente, superando ostucoli e clifficoltà di ogni sortn. A P rimolauo (~2 luglio) il genen1le )Ledici ~ferrò l'attacco sul fron tr, mentrr <lne altre colonne tentavano l'aggiramento a destra e u sinistra del Brenta . La, colonna cen trale, che dove Ya compiere il mas8imo sforzo, nveva con sè la 14• batter ia.; le alt1·e due batterie rimasero coi carriaggi e con la colonna munizioni a Carpanè. Il maggiore Ro:-;si fete subito entl'~tl'e ù1 a;r,ione 1n sezione coman data dal so ttotenente Oldofrecli, ponendola i n posiz~one co ì adatta, che i tfri poter ono infil..ne PL'J·fettamcJt te la stretta di Cogolo, irta di ostacoli artitkiali e di difensori, che òo01.inava la strada di Primolano . In t;,11 modo la stretta fu let· teralmente spazza.fa, tanto che le fanterie poter ono poi avanza re agevolmente e, in .·egui to, sferrare con pieno snccesso. l'attacco contro Primolano . e couquista1·lo. Il giorno appresso ebbe lu ogo il fatto d'arme di Borgo. lhia sola sezione , della batteria Severg11ini, al eomaJ1do del te1wnte Amici, avanzatasi al trotto, ,tnL1ò a porsi in ba ttt•i·ia snl1n stra- · da e a prì subito il fu oco a mitraglia sul nemico. il quale da prin cipio, disorien tato, n on rispose·neppure con le a r tiglier ie che aveva postate in favorevole posizione a Castel S . Pietro. Qua11do finalmente i cannoni austr iaci ~i decisero a controbattere i l fuo co della, sezione Amici, - del resto con esito assai mediocre -, i nostr i artiglieri, cambiando bersaglio e proiettile, li investirono con raffic he a granata, che ben presto li ridussero al silenzio, - .1049 -
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LA lèL\E DELLA CA?>Il:' .-\(;l\A
costringendoli a. ritirar::;i. Tanto che non fu nemmeno nece-ssario far ava,n½,u·e le altre clue sezioni della batteria, così completo era stato il successo ottenuto, con indiscutibile va,l ore tecnico, dalla prima . La, qua]e ---· allorchè l'attacco delle fanterie ·a1 centro e alle a.li ebbe ragginnto pie110 successo con l'occupazione di Borgo - contribuì all'insc~guimento insieme con lai ca,,talleria e. po sta.si nuovamente in- batteria, frustrò con pochi tiri efficacissimi un tentativo nemico cli contr.offensiva..
fig. 30(i L'armistizio <lell'agosto 1866 agli Avamposti (lavanti a Udine. (dalla civlca· racco lta delle stampe - Archivio fotografico del Comune d i Milan o).
L'artiglieria non partecipò al combatti.mento di Levieo; ma bastano le due b::1itta,g1ic su dtate per documentare l' uso. eccel. lente fatto dell'artiglier.ia della 15" Divisione, eon sicuro cliscer nimento e chi?,ri concetti tattid, dimostrati poi a1nche con l'asseirnata po~tazione dell(~ ba.tteric costruì.te, durante la tregua d)armi.' tt S. ·va.lentino, e situate in modo da, poter in:6.lare perfettamente l'unica strada per cui il nemico potesse avanzare al contrattacco ; tali due battaglie dimostrarono poi a,nche l'ottima sceltH, fatta per posi:doni di a rtigli.erie sulle a,l turc cli Fratta, 1050 -
GARIBALDI :NEL TRDKTINO
e quelle su Primolano allorchè, in seguito all'armisfriio, · la Divisione dovette a malincuo:r e ripercorrere a ritroso le vie su cui era ava,nzata con audacia e con onore.
Nella campagna del Tirolo del 1866 Garibaldi non ebbe delle vere e proprie artiglierie sue, a .meno che non si vogliano considerare tali quelle della flottiglia del lago cli Garda, esistente a Salò, e posta al su.o comando. Le cinque cannoniere che costitu ivano la flottiglia non furono pi:onte e in ordine che verso la fine deila campagna, ed avevano allora un cannone cla 24 ciascuna.. Furono invece addette a,i suoi volontari 4 batterie, una da montagna tre da campagna, che fac-evano parte dell'eisercito regolare . Delle operazioni compiute da queste 4 batterie esi ste una rela~ione scritta dal suo valoroso comandante, maggiore Orazio Dogliotti; a noi quindi non resta altro che ricavare da questa relazione le notizie più importanti ed aggiungervi, a testimonianza del valore della nostra Artiglieria, i giudizi espres· · si da Gar·iba.ldi stesso; giudizi che mentre proietta.no vivida fo. ce su Dogli.otti e sulle sue batterie, illuminano di riflesso tutta l 'artiglieria italiana. Di queste batterie, la prima ad· entrare in a zione fu quella da montagna, su sei pezzi, munita cli 150 colpi per pezzo, CO· mandati} dal capitano Eymann, . che prese parte il 3 luglio al combattimento di M. Suello; una sezione con l' avanguardia e le altre col grosso della colonna. L'azione dell'artiglieria, fu efficacissima e contribuì notevolmente a riconquistare le posizioni di M. Suello. Il colonnello brigadiere Corte nel suo rapporto, scrisse : cc Il luogotenente Neri, della batteria da montagna, si condusse con molto sangue freddo, tenendo i suoi pezzi sotto un .fuoco vivissimo di moschetteria, e puntandoli ~on ammirabile precisione)). I n un altro punto del rapporto è scritto : << Sulle alture verso S. Antoni0, si prendeva posizione, e con qm~ttro cannoni da 5 e 1/2 si tirava con effetto micidiale sulla colonna , che gH austriaci tentavano di formare sulla strada)). Intanto giungevano le artiglierie ca,mpali e ·precisamente le tre bftttf>l"ie che costituivano la, 3" brigata,· del 5° artiglieria
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NEL TT-:E:'\Tl!\0-
tnttte Llal.la Hisnva ge11en11<~; es~e erano su G per.zi, con 2LO colpi pt'J· pezzo. cornp1·<~si 'l 1w'lli della. <:olonnu. munizioni. Du e batterie giunsero il :? luglio a Salò, ed una di esse, 1'8"; la notte seguerite fu mauùata a Ga,rgnano, per respingere nuovi attacchi clella flot tighà austl'iac;:L Il vapore austriaco Kess fu obbligato dai tiri élPlFartigli eria ad nna pronta ritirata,; la mattina del 4 furono ùattnte e obbligate n. l'innnziare ac1 ogni Wea
F ig. 307 - 1VI:1rei;1 dell' A~;tiglicria della •" Divisìoue nel Veneto. (clalla Civica rnccolta delle stampe - Archivio i otografico ciel Comune di Mila no).
di attacco quattr.·o navi che a dll(' per volta. avevano tentato ' ' ad avvi.cinarsi a Garguano:. Dice Garibaldi nelle sne Memorie : cc In quei giorni ci giun~e la famosa .3" brigata. co1ua11<lllta. dal. maggiore Dogliotti, con ~:'l ma,gnifici pezzi da 12 ..·Con tale brillante a,rtiglieria io ho po- . tnto formarrni un' idea esatta cli ciò che vale la nostra artiglieria italiana, che fo stùno con orgoglio non seconcln a ness'una nel rno'ndo)).
Nei giorni tra il 7 e il 17 luglio si svolsero va1:ie azioni, pri-
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D.-\ L ODRO :,(f•: .\ FO Wl' b: C:LIG !,KTI
ma a Lodrone, poi a Uimcgo, a Oondino e a Rocca Pagan a, nelle quali l 'inLervento dell'artiglieria fu e.flicaeissimo. Per l' attàc C-O al fot te di Gligenti o d'Ampula « i pezzi passarono per un pericoloso e poco pratico sentiero non già, mulattiero, ma solo per cond urre il gr egge a l pascolo, ossia così detto da, capra ».
Fig . 30S . Mnggiorc Ornzio Dogliot t i.
<< Il pezzo em trainato sopra slitte c.;ostruitc con grosso fusto <l'albero. In c,~rti pun ti si dovettero far scendere a t errn. pitì di. cent o uomini, e con l unghe cor·dc far salire l a bocca da fuoco, non potendo soslener~i in piedi sopra la 1·occia, per la t1·oppn pendenza; il rimanente <lel ma te d a le smon tato venne portato ,t braccia ».
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NitL 'l'RE:N'rI::\O
A Cimego i nostri dovettero ritirarsi, e, come dice Garibaldi, « senza alcuni pezzi dell'eccellente nostra artiglieria,, giunta. in quei giorni, la giornata, poteva costarci molto )) ; . ma ben presto costringemmo a nostra volta il nemico ad abbandonare le alture di S. Lorenzo ed a, questo proposito il Generale nel suo bollettino di Storo, parlando dell'Artiglieria dice: «la nostra artiglieria contribuì efficacemente da vari punti ad ottenere quest0 risultato . Con colpi mirabilmente aggiustati li sloggia da S. Lorenzo (gli austriaci) li raggiunge ·nelle gole dove si erano rifuggiti, tirando sui nostri a tiro sicuro, e li fuga dalle alture sopra Coloni.o ; il fuoco durò vivissimo tutta la giornata )). Essendo ora Condino in nostro potere e i nostri avamposti spingendosi al di là di Cimego, nulla più ci impediva di attaccare il forte di Ampola, perciò le batterie furono opportunament~ disposte e fu costituito un piccolo parco cl'a,ssedio. L'attacco al forte Gligenti durò dal 17 al 19 luglio; merita cli essere ricordato l'eroico tenente 'l'ancredi Allasia che aveva ordine cli avanzarsi con un pezzo ed aprire il fuoco ; e del quale così parla il Dogliotti : « detto ufficiale con energia pari al suo coraggio destando l'a,mmirazione cli tutti i volontari che trova vansi agli iwa,mposti nella vallata, diede esecuzione al mio ordi· ne, e oltrepassando per troppo ardimento le mie prescrizioni eseguì 30 colpi di lancio cli seguito senza mettersi mai al riparo .. . : al 30° colpo il nemico gli rispondeva con due colpi a grossa mitraglia,, e questi colpivano a morte il bravo ufficiale e n caporale Cardone e ferivano diversi volontari, rimanendo per pochi istanti il pezzo coìne abbandonato. I cannonieri ripresero tosto animo e secondati da generosi volontari poterono trascinare via il cannone e condurlo in salvo )). Verso le due del terzo giorno gli assediati, non R_otendo re sistere ai tiri delle nostre- artiglierie e sapendosi accerchiati, chiesero di arrendersi. Il me1·ito principa.le dell'efficacia,· dei ti ri viene dal Dogliotti attribuito a.I capitano Farinetti << che seppe utilizzare così bene il tiro delle bocche da, fuoco da arreca.re gravissimi danni alla Casamatta del Jlorto )) . Il_ giorno stesso della resa del forte il maggi.ore Dogliotti ricevè una lettera. di Garibaldi che conteneva, frti le altre, que-
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sta frase : « Io sono contento del rnstro operato e vi fò i m1e1 complimenti per la voSll'a inL<'llig;enza e la vostn1, bra,vura )). Il 21 luglio le tn1ppe gal"il:ialdine ebbero iL sosLenere due combattimenti: Bez~cca e Condino. Al primo di questi parteciparono le batterie 7• e 9.., clan<lo prova <li a,mmirevole valo1·e e capacitù.. La 9" batteda, impegnata fi.11 dal principio dell'a,zio-
Fig. 309 · BattaJ?lia ùi Bezzecca . (do stampa della Società d'abbellimento di Bezzecca.).
n e, fu soprnffaLl,1 dal 1wmico e <·oi..:tt·Ptta .t 1"itirarsi: il Do~liotti
dice : « Il comandante ln batt<>ri,1, con :a:n ngn e fred<lo ammirabile, prima <li ritirarsi c011s11rn6 ~r:rn p:ntc della sna mitra,glia , ed incominciò la sua. l"itirata solo qnanclo si vide irnpossibi.litafo assolutamente a Rostene1·<> più oll.re tale posizione; ed in qnesla lenta e clisnst1·osa. ritir11ta rn1111e sccondato egregiamente dai suoi b1·nvi uffi.cin.H, e dai i:;crventi e comJucenLi <1el p<~zzo, eh<~ jn tale g'iol"llllta deli"el"o prova <li coraggio, non solo, ma, di quella sublime tranquillità di (tonte al pe1·irolo c lw carattcJ"i7,za il buon artigliere e lo rende ca pace delle più gra11cli azioni)). Lo stesso DoglioU-i sogginngc che ln f.lostra batteria : · «stu · pì il nemico c·on ]a s ua andacia )) e conclnc1P. : « Cannonieri. con -
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NEL 'J'Rl~N'fINO
tali soldati. la vittoria non pnò mai essere dubbia. Chi può resi· stere al cannoniere che è deciso cli non mai staccarsi ddl proprio pezzo'! n. In tale giornata caddero accanto al proprio pezzo, dando così nobile esempio di patriottismo e cli abnegazione, il sergen tA Paizza, il caporale Poggio e il eannoniere Nannneci; e molti furono i feriti tra i sottufficiali e i solda,ti, che tutti gareggiarono d'audacia e cl 'intelligenza . M:a le sorti della giornata muta rono, e la 7'' battetia, inter venuta fresca al coml.>attimento e ben fornita di munizioni, in seg-uì il nemico. Scrive ancora il Dogliotti nel suo ordine del giorno in data 15 agosto 1866, cioè il giorno stesso in cui l'armistizio troncava la gloriosa campagna del Tirolo : « Senza la 7a batteria e l'eroif'lmo di pochi volontal'i, la battaglia era irrevoc,abilmente perduta>>· Del resto, nessuna narrazione storica o brano l etterario possono descrivere la giornn.ta con maggiore effi.c acia di qua nto lo facesRero i seguenti periodi cl.cli.e memorie di Garibaldi : « Nel centro e sulla destra, nostra i volonta,ri veninLno indietro, e lo stesso la, batteria suddetta (9") facendo fuoco in rHirata e compor tandosi valorosamente. Up cannone di codesta batteria ebbe tutti i cava,lli morti e i serventi mol'ti o feriti, meno uno solo. (,ìuesto prode, dopo cFaver mandato l'ultimo proietto al nemico montò a cavallo del suo pezzo con tanto sangne freddo com0 se si fosse trovato in nn campo lli manovre . In que] mentre, il maggiol'(' I )ogliotti mi ilvdsò tenere indietro una batteria fre sca,. (<Avanti ! l) io gridn i, e quella brava gente in pochi minuti giungeva, ,t,l galoppo, obli.quava a, destra, collocava i suoi pezzi sopra un terreno dole<~mente elevato. e fulmi nato il nemico con tiri taù che più s<>mbravano fnoco di moschetteria 'anzichò di c::mnone, tale N·a la loro c<~lerità )). Non si può parlare clella, battagl ia di Bezzecca,, senza r-icordnre il rapporto compilato cl.al ge1wrale Hang, comanda,nte la l' brigata di volontari, il qnale così. si esprime nei riguardi della 9• batteria : cc La batteria comandata dal CH])itano Olivieri fece vedel'e fino n qnal g1·a.do ::,ii possa spingere il valo1·e ecl istruzio ne di quest' A rrna dell'Rsercito Ita,liano. Onore a questi bravi -
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CO:-IDI KO
u:ffieiali e cam1011iel'i che uorno per nomo si sono tutti r esi degni delht medaglia <.li valorosi )). n giorno stesso i.! Hemko aYeva tentato un a ttacco s u Oondino, spec:ialmente pel' masclte1·a re quello di ]3ezz.ecca; e contro questo a,t tacco agì etfica cernentc~ la 8" batteria, il cui coma,ndan· te A.fan de River a diehiarù che pci- cc ben sei ore la, batteria con
l'ig. :::10 - llezzeçca. (da Edi z. Livio Pa rina, Riva ).
fuoco nutrito e bene ag-gi.ustato pt·od11s1:;c molti cla.nni al nemico non lasci.anc!olo ,wan:1,;1 1·c <l'mi so l pasi--O, ta n to s11l cen tro come s nlla 11ostr-11 siu istrn >> . Dopo le gloriose battaglie di 1:e1.zecea e di Condino; l'Art.igli r ria che era stata a11 mcntata di un a seconda batteria da monta gna, si. prepani.vn insicruc ai volontari. a nuovi. cimenti. Gi.à era stato eseg11ito 1111 primo movimento, e il Dogliotti aveYa preso tutte le mism'<~ per ben e 11tilizzare il parco d'assedio e le dne · colll pagni e che erano state poste ,1, sua, disposizione, allorebè venn e la sospensione d'armi e ·i.l 9 agosto un telegramma orcli.nava LI- cessazioue deJle openl7,ioni, provocand.o il celebre cc Obbedisco >> di. Garibaldi. Tl Ti rolo doveva. essere immediata -
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1SGG -
è\ l~L 'l'UE:-l'l'I NO
meu te ~gombrato, il tlte, pei- il traspo1·lo delle atliglierie, rapprese11tava 1111 lavot·o molto co mplesso e difficile che fu eseguito a mmirabilmente dal comnJL<.lante clcl parco d 'assedio, capitano Malaspina. Il maggioi-e Dog liotti fn dccontto c:011 medaglin d ' oro al valor militare con la i,;eguente motiv,.Lzione : « Per il suo contegno
1''ig. 3ll · Loèca con prati ~aut:1 Luc:i:1 ~nllc <"tti altu r e il ?IC:ìggiore Dog11otti piazzò rartiglierin. (da fot,ogrnfia della Società d'abbclliment-0 di Pieve d i Ledro).
pieno cl'in telligenza. di slancio e di hrarnra arl Arnpola, a Dezzerca, cd in lutti i l'ombattinlC'n Li o,c si è trovato alla testa dei Rnoi valoi-osi artiglieri >).
Il Dog lfotti, elle si era distinto a J>esaro. Oastelficlardo e .1 ~11 c:on a, paf";sò poi, come tenente colonnello, al 14° reggim ento ,nliglietia eia campt'tgna; cl,1 <·o lonne llo c·onw mlù il 7° e infìne1 11 011ti1w1o mau:u:io1· g-~HC'nt Je 11t•I 18SJ. ('()11Lt1nclò In hrigal'H fi1t11 al 1SS8, clntn in c11i lnsc·iò il scnizio m ilih11·c•. -~ ~
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ARTIOLrnlUA
Alle proposte fatte dal Dogliotti per le ricompense agli artigli.eri, Garibaldi rispose: cc Qualunque siano le proposte che avete . fatto io sono certo che non saranno .esagerate, poicbè io i-tesso ho potuto contemplare la f redda bravura dei valorosi che le accompagnavano, ufficiali e soldati )). << Io non dispero ancora, ma se dovessimo qui troncare le no stre operazioni, per ripigliarle in · seguito, io certo, suppliche rei sempre il Governo di concedèrmi questa, superba 3" brigata del 5° reggimento artiglieria (che tanto ha contribuito all'esito dei successi nostri) e l'instancabile prode suo comandante. Sono per la vita vostro Giuseppe Garibaldi)). P er la ca1:npagna del Tirolo - oltre ç1.lla medaglia d'oro al Dogliotti - furono asseg11ate le seguenti onorificenze : Alla 7~ batteria: Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia al capitano Ernesto Farinetti; medaglia d'argento ai luogotenenti Giuliano l\farastoni; ~rancredi Cornero e Antonio Biginelli; al furiere Ricca1·do Elli; ai sergenti Carlo Marianet; ti, Pietro Gerosa., e CHovanni .Cristiani; a,i ca por-ali Fedele Viglino, Gincomo 'rrivelli e ùarl0 Galea,zzo; e ai ca.nnonieri Angelo Pecora, Sebastiano Orseili, Clerp.ente Ansernini, Giuseppe 7.anesi, Giuseppe C~walla,r o, Giovanni Pontigia,, Giuseppe Sereni, Battista Doniw;etti e Giovanni Lovern. All'8' batteria : .Croce di cn,valiere clelFOrdine Militare di Savoia, al capitano A.fan de Rivera; meda.glia d'argento a,l luotenente Bernardo Dini e al sottotenente ::\faiorana Ferdinando; ai Bergenti Giovanni Del Monaco, Giovanni Ricupera.ti, Secon, do lVIassobrio, Francesco Vigneri, Emilio Battagli ; ai caporali Giovanni Antonini, 1.fariuno Rapisarda, e Luigi Cirri, il quale ultimo alternò continuamente Je funzio1ii di conducente con quel le cli servente dimostrando sempre lo stesso ardore; e al capora· lf' Gaetano Rambaldi <:be, gravemente colpito a, Oondino, dove disimpegnava la funzione di ca,po-pezzo, cadde, e, dopo aver tentato invano, ripetutamente, di ria,l zarsi, gridò all'altro caporale addetto al Buo cannone : e< F a fuoco presto, ti ra,ccoman do il :mio pezzo ! )) ; al trombettiere Luigi Selvaggio; ai cannonieri Saverio Marullo, Filippo Gnidobaldi, Luigi Cavagnaro, Pie, tro Spi.netto, Defenclente Gillis, Carlo Ferrarone e Esposito Stabile. Ma, tutta, la batteria avrehhe meritato di essere posta al-
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Fordine del giorno; e moWssime infatti furono , oltre fLlle medaglie citate, le menzioni onorevoli. Si noti che questa ba.tteria, non cr..t stata., formata che due anni prima, nel 1864: essa non poteva avere un migliot' batter-imo del fuoco.
F ig . 312 - Giovann i Af ,w de Ri\'er a, Coman<l :rnte l'8" Batteria a Conclino.
"
La. stessa c:osrL può dfrsi dell a. !)" batteria del 5° reggimento che, formata, nel 1862, tra alla sua, prima campagna e che, come abbiamo vedu to, vi si disti.mm g1.'andernente per merito di tutti suoi uomini, i q na li si batterono come veterani. -
lOGO -
LA
9"
13ATTEHIA DEL
5°
·Abbiamo padato del luogotenente 'l'ancredi Allasia e della sua splendida bravura: alla mcmori.t del valoroso n:f:lìciale ca duto combattendo venne assegna.ta la Croce di cavaliere dell'Ordine Mauriziano di Savoia. Il capitano Venanzio Olivieri (detto anche Olhiri) da Rossiglione (Genova), comandante (lella batteria; ebbe la medagl ia d'oro eon la seguente rnoti:n1:do11e : « Pcl' l'ammirevole slancio,
E'ig. :'.; L;J - C,1virano \' enam,io Ol iYieri.
sangue freddo ed intelligenza, eo11 cui a, Bezzecet~ seppe arresta,r e la, m;,11'CÌ.:L clel nemico t~cl eseguire con d vis,simo fuoco la ritirata, 0onsumanclo tutta la rnit n1gli a, dopo aver perduto un terzo dei serventi, e dei cavalli clei pezzi - Bezzecca,, 21 luglio 1866 ». L'Oli.vieri, che già, si era, guacla,,gnata, .l a Croce di cavaliere de)· l'Ordine Militare cli Savoia per ~a bella condotta a1 fuoco sotto -
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NEL TnEN'l' I::'{0
Ga;eta, lasciò il servizio nel 1SS7 dòpo aver comandato da colonnello il 14° arti.gli.eria da eampagna. Moltissime furono le meda,glie d'argento assegna.te ad artiglierì della 9a batteria. Ricorderemo : il luogotenente Giuseppe Bonfanti, il sottotenente Giovanni Russo che da pochi giorni aveva raggiunto la batteria proveniente dalla scuola e che diede ottima prova di sè; i sergenti Stefano Panizza,, caduto sul campo dell'onore, e Delfino Novara; i caporali Andrea Oarlone, capo-pezzo, che cadde pure ucciso presso il suo cannone, Giu~eppe Vannini, l\fichele Braida, Lucia.no 'ronelli, Domenico Metelli, Giuseppe Orlandi, Paolo Cardiolo, Carlo Poggio; i cannonieri Giuseppe De Matteis, Vincenzo Gaudano, Guerriero Bricchi, )lfassi:r!Tiliano :Mongatti, Nicola Mauri, Lorenzo Pasquali, Giuseppe Pioli, Giuseppe Cai e Domenico Pari.si, il quale ultimo - insieme con i commilitoni Basano Passera, Antonio Locc:hi, Pietro Baechetta, Giovanni Castello e Antonio Gandini ri:6.ntaro110 assolutamente di lasciarsi trasportare lontano dai loro pezzi quantunque fossero gravemente feriti e, ad un gruppo di volonta,ri accorsi in loro aiuto gridarono: « andate invece avanti e combattete!)). La medaglia d'argento fu pure assegnata ai conducenti Carlo Zanoli, Celso Pozzetti, Pietro Palena, Sabato Visone, Raim.ondo Regoli e Giova,nni 'l'roiano che spiegarono molto corag-gio ecl anunir<~vole energia nel rimettere gli :wantreni sotto il fnoco. Abbiamo lasciato per ultimo il cannoniere Gioacchino Nan 1111cci perchè h1. sua figura chiude degnamente l'elenco di questa f.iChiera di eroL l<'erito mortalmente, continuò fino all'ultimo rei-piro a gridare : « Vfra l'Italia)) : a,nche a lui fu assegnata la medaglia a'argento. · t. I molti mor·ti, i moltissimi feriti, le numerosissime menzioni onorenlli concesse, oltl'e ·aue medaglie d'argento succitate, eostitniseono Ja migliore testimonianza ch~lhl, hra.vura e dell'ardimento dimostràiti al fuoco da tutta, la ba,tteria. Questi episodi assumono anche un particolare significato politico, in quanto mi uguale eroismo dimostrato al fuoco tanto da parte dei volontari, quanto da parte dei soldati dell'Esercito regolare -- e tali erano, appunto, gli artiglieri - contribuì -
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IL SALUTO DEL j\ l AGG lOHE D0GLl0'l 'TI
potenlemcntP a cementare l'intima nni.one profonda tra gli uni <' gli alni , cioè fu un magnifico fattore cli. quell'unità spirituale d e lla naziolle che si veniva man ma no forgiando, col sangue, sui c:1rnpi di battaglia . .A$sai opportunamente quindi il maggiore Orazio D ogliolti, 11 cll'orcline del giorno già ripctu (.amente ci tato, dopo a.n~r 1·ico1·cluto che « una sola voce si ode da t utti i vo lo11ta.ri: Viva l'Ar tiglicda ! )), c onciudc, indirizza ndosi a t u t ti .i suoi ntriciali, sottufficinli e cannonieri : « Non h an •i onore che pos~a eguagliare il mio, di aYClTi a miei dipendenti. La mia, soddixl'a,1,ionc è oomple la .l>. cc Il ge11erale Oni-ibahli ci p1·ornise cli chiamar-ci a.I suo :fianco n<'lle pntric batt<\glic; siate contenti; a nome suo io vi ringrazio cli quanlo a.vetc fatto)) . cc Io vi debbo in fill(~ una parola di riugrazinrneut o, pcrchè sapeste fm·vi amai·e <lai volontui-i e mai nnlla veime ad interi-omper<' quella in tim a fra tellanza. <·he 1·cgnò tutlo il tempo delJn campagna. e che 11011 può cei;;sare pcrchè cemc11 (.ata sul campo di battaglia)). cc Io vi ho semp1·e Yisto dividere con Joi-o i pericoli e le fatiche e coacli nnu·vi rPciprocamente in moHc eircoi:::tanze con una Yo lontà ed abnegazione tali elle merita no le più sentite lodi». e< A mate f:;em.p1·e questa generosa gioventù ! N oi i.nsornma troyamrno cùe i volon tari e i ~olclati rego}a,ri hanno un solo sco po, l' indipend enza della I 1 ati-in, l'onore . )). e< QuaiHlo a B ezzecca pochi. volonta,1·i e clne c:nnnonieri Aal· v.1ro110 nn pezzo, tutti esclama1·ono : e< Con tali figli e così uniti: l'Ita,l ia è Yeramente grande I )). In queste sc>ttim:rne d 'armi stizio complettlle Je vostr e istruzioni, la vostJ·a, condotta i,;ia degna d i voi ; rispe tt,Lte i ciL!nclini e J<~ leggi . Voi nvctc h1tcra :fiducia, 11d vostl'i snperiol'i, lo so e lo vidi; <~ noi tnlti non abbiamo a l t1·0 scopo d1e H voi::tro benesse1·c. f;crh-c1Hlo ai YO, tri cari, dite 101·0 pn role cli spernm:a, e di conforto e gddafe e-on me : Yiva l'lt.tlia, viva il R e, viva G:nibaJdi )) .
Non ei 1·ipeterewo, ritornanclo !-!nllc <·ow;;id er.11/.ioui gi à fa.t· i<' 1·anto nel corso d ell a narra1,ione, quan to nel breve contenuto. -
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U1rn ~ola co~a c·.i pl'eme an cora, di rilevare prima di chiudere questo parngrnfo . :Xel pnr bl'eve corso <lella campagna si stav:mo già r:.1piclamcnte eliminando le deficienze lamentate in prineipi,:) _: e st> hl, strepito8a vittoi-iu, ptusshuia p er tth lato e le ~ubdole nwno,-re francesi per l'altto 11011 fo,s scro intervenute a, t1·01H:ai·e 1-e operaz.ioni co n l'armistfaio e la c-onseguente pa,ce, g-li It:1liani nnehbeto saputo, fin cla, a,l lora, cancellare il grigio ricordo della giorlluta, cli Oustoza, conseguencl.o in campo una luminosa, vittori.a e conquistu ndo con -1a forza delle armi, anzicbè con l' aus:ilio <.lPi Trn1tati. 11011 ~ohtmPnte il Veneto, ma an che, forse, li-i Venez.ia Gi ttlia e la Veueziu Tridentina, e si sar0.bhero così soppressi fin d:1 allora, angosciosi problemi mili.· tari, politici e spirituali che gl'avarono invece sulla vita nazion:tle pc1· Jll(~;r,;r,o secolo e c:he dovevano poi essere glori.osamente affrontati e rì:-:olti nella µTancle ultima guerra.. )fa , ancb e c:011siclcnrnclo la, campagna, clel 1SG6 nei limiti del la, sua 11011 lict,t realtà, possin.mo riaffel'rnare con sicurfL coscienz,1 che. Lhma cli 1.\rlig lierin n e uscì_ con tutti gli onori, non a ,·p1l<l o mai clerneritnto dell e sll<" glori ose tradizioni.
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Rimane di: risolvere I.a questione romana - Le due tendenze e la prezioEa influenza regolatrice cli Re Vittorio - La guerra FrancoPrussiana ., La spedizione di Roma - Le a rtiglierie che fanno par. te del corpo cli spedizione - Il piano di attacco del generale Cadorna - Le azioni di artiglieria contrn Porta S. Oiovanni,. Porta S. Pancrazio e Porta Pia - Ore 5, is: primo colpo di ca nnone ,ltaliano L'artig-liei-ia della<;'' 11ivisione contro Porta S. Giovanni - Olì ord.ini. di Bixio - Alle 6,40 il combattimento s i svolge in tutti i settori - La s ituazione a Porta Salaria - La breccia di Porta Pia - Alle 9,45 la bandiera .tricolore sventola sulla Villa Patrizi - Sospensione delle ostilità - Le trattative e la resa - Onorificenze e segnalazioni.
Riman eva orn da dsolvere la questione roman a : e questa assorbì , dal 1866 al 1870, tutia l'attività. politica del nuovo
Reg110. -
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LA QUES'L' l0~1" ROlll.\~A
Con cordi nello scopo1 gli lt,llinni ,e rano JH:' l 'Ù pi-ofonda meute divisi circa la natura dei mezzi da a,dottàre per raggiungerlo, mirando i modera.ti a pervenirvi con una pa.ziente politica, di transazioni e di accordi, preferendo invece gli estremisti un'ar,io11c r apida e risoluta. Sommo merito di Vittorio Emanuele vogliam dire uno frn gli indirncut ica,bili meriti del Grande Re -- fn l'av<~r i:;aputo, fra ta1i due t(•nden?:c opposte, scegliere sem-
F ig . 314 - Ar tiglieria pontilicla a cava llo a Horua . (incisione dell'epoca, collezione Comandiui, Milano) . (d a l'I'talia nei cento anni elci. secolo XIX d i Alfredo Comandini e . Antonic Monti. Edi t . Antonio Vallardi , Milano).
pre la via, giusta, volta n Yolt.a proce<lendo con p1·11denza e con ardimento, per infrenare le pericolose mHlaeie clcl partito cli a½ione e mantenere in pari tempo integri, di fronte a,ll'eR!ero, p;li inalterabi.li e inconfn tabili diritti dell'Italia, sn Roma. finchè non fosse giunto il mornen to propizio per reafo:zar]i .... Mn, non sea.n tonia,mo rn~ll.-1 politica generale <' l'i Iorninrno 11c'l campo <lell'.1 \rtiglierin, dove è da rilevtLre nn,1 nota mi.ni f':{eriulc del 26 noYernbrt> 1F:GG. per cui le' batterie dei C'inqne reµ:-
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gim<!n ti da campag na veninrno ridotte alla formazio ne del piede di pace, e contempol'a neamcn le vcniva,110 disciolte le quattro uuo,·e battel'ie per reggimento, c he si era,no forma.te nell'anno stcRso , ma non a..cvan o preso pnrtc alla ca mpagna. Kel 1867 - delincntasi sempre più netta la pl'oba bilità che n11 esercito ga1·ibaJdino tentasse un colpo su R oma - il Govern o Ilattazzi che, pur n, malincuore d oveva tener fede alla già ci fa I:.t Convenzione clel settembre l8G4 (il cui articolo diceva : « L' ltalia si impegna cli non assalire e a impedil'e, a nche con la forza, ogni assalto che Ycngai dal <li fuori al territodo presente del Papa))) incaricò il Ministro della, Gncna, generale Revel: di impedire ogni azione gnerrei-;ca da parte di Ga1·ibalcli, anche pp;·cltè una squadra francese e1·a già pronta a salpare da To I011e, con 20 mila solùa.ti, per Civitavecchia e il nostro bravo ambasciatore :Nigra avevil, compiuto sforzi inaU<liti per ritarcla1'ne, a lmeno di qualche giorno, la pm·tenza. Il piccoio « Corpo <li osservazione », creato in tale circ·oshrnza1 cla,l Governo italiano e posto agli. Ol'clini del general e Rirotli, doYevit dunqu e fe1·mare i ga1·iba lcl ini e, contemporanranwnte, occupare alcuni centr-i ciel territol'io pontificio . in cnfio di avm1 r.:1 ta del Corpo francese De .Faill y, che, nel frattempo , el'n sba.reato in Italia: e in.fa tti Ricotti occnpò 01·te,· Civitnca!':tellnnn, i\ cq unpen clenle, Frosinone e Cepl'Uno . Vennero le giornate cli Monterotondo e Mentmrn, di cni si parl crù nel capitolo cl<'clicalo nlle artiglierie garib.1 I cline. l\lf:t intanto matm·arono i fii !·i ; e h~ spinta cfoc:iRi.va venne con la gnerrn ·fran co-prnssiana, i n cui i (pri-ei battaglioni tedeschi ebbero ben presto ragione deg:li eserciti di ~apoleone III. B ginngiamo al settembre ]~70 : ulti mo canto <le ll'epopcn del R isorgime nto . Q11i ì• necessari a un ·osservaz io11 e p1·pliminare. L a spedir.ione cli Roma - d i nn !'lignificato politico grandioso - non <'bbe e non potev:J avere gl'an<le impor-tam::u militare; t nLta via c:i fn all ol'a lì~ tende11zn, a so r.tovalnh:n-la nl cli lù, della r ealtà : e il curioso si è che in tulc intento si nnirono g-li scar1-i partigiani del Governo pontifìcio, i qnali pc1· on·ii moth·i <li pre tigio dcsiclel'n,va 110 fai· et<clel'e clic, se i no~t1·i conqni st:n ·ono Roma in q1mttro ore, fn pel'(·h è l'Esercito pon1"ificio non volle opporre r esi 0
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lOG<i -
l PRODROl\11 DELLA SPE01Z10NE DI ROM ..\
stenza,; quanto al Governo Italiano il qua,l e) per motivi politici altrettanto ovvii) a nche se opposti, ci teneva, come scrisse il ministro Ricotti, a far credere che l'occupazione ccfosse seguita senza grave contrasto e come portato naturale ·dei tempi e delle circostanw )).
l!'ig. 315 - Gruppi di Artiglieria rontiticin . (dalla raccolta del Museo Nazional e di Castel Sant'An gelo) .
ù nota anche la breve polemica epistolare svolta,si jn tale cii-costanza fra il RicoW e il Cadorna, il quale ultimo però, con atto di severa e nobile disciplina., si arrese subito al1e superio ri necessit;?L di ordin e politic.o. Ora il noi preme stabilire e documentare che - se le popo-
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]azioni dell o staro ponti11cio, nella loro stragrande maggioran 7.a, o quasi unanimità, accolsero con vivissimo giubilo l'Eserci to ita liano liberatore - vicever1-a l'Esercito ponUtìcio, cornpo sto 'i'n gra,11 varte di stra 11ieri ; oppose viva resistenza, battendosi con tutte le sue fol'Ze, le quali forze, furono - nè poteva essere div~rsaw cnte - prevulcnternente d'artiglieria.
JT ig. 31(l - ll l'npa l'io I X co u un gru1it10 cli ullic iali al Campo <li Anzio. (dalla racco! n
del Mu;;eo ::-iailO.l'.\le di Castel S'.\nt'Angelol .
Per documenl.1re tale affen1tazionc e per scrupolo d'imparzialità, nella nostra nanu7,ione segui.remo in pa,rte una fonte non RORpetta, cioè l'opera di .A.Uilio Vigeva.no «L,L fine dell'esercito pontificio », rilevando con parti cola re cura i movimenti e le azioni delle tutt'altro che t1·ascui-abili artiglierie pontificie. L'effi cienza di qu este ultime dimostra implici.tamente, n el modo più eloquen te, il valore e la perizin. elci nostri ar tiglieri. elle, in poche ore, riuscivano acl averne 1·agio1w . -
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IL CORPO DI SPEJDIZIO.NEJ
E l'nziolle delle nostre artiglierie va considerata ed ammirn,ta, anche dal punto di vista politico, in quanto che fu appunto il suo efficacissimo liro che permise un fulmineo successo, cioè evitò un inutile e doloroso spargimento di sangue fraterno.
* * * Ai primi di settembre il Ministel'O italiano, ptcsieduto ,]a Giovanni Lanza, uomo di alto senno c virile energia,, decise la Rpeclizione di Roma. Prim a di effettuarla si volle tentare un accordo col Pontefite, inviando alla O.orte P api:ùe il conte P-0nza di. S. Martino con una lettera autografa <.li Re Vittorio E1Ua,nuele II; ma .la missione ebbe esito nettamente negativo, e di conseguenza il generale Cadorna ricevette l'ordì.ne di passm'e il confine a Porta Felice con le due Divisioni lP (generale Oosenz) e 12• (gen. Mazè clc la Roche) e di inviare ad Orte una terza Divisione, la 13" (gen. Ferrero), per ava.11zare poi con tutte le forze e congjnngersi sotto la cinta di Roma fra Porta Pia e Porta Salana. Comandante l'artiglieria di questo Corpo di esercito era il maggfotc generale Corte. All'll" Divisione furono assegnate la 10", 11" e 12' batteria del 7° reggimento aJ.·tiglierhL al comando del nu1ggiore Boiclo; alla 12' Divisione la 1 a, 2" ed 8" batteria del 7°, al comando del maggiore Tarnllini; alla 13• Divisione la t? e 6A hatteda, pure dd 7°, al comando del maggiore Novellini. La 1·iserva, comandata appun to dal maggior generale Corte, ebbe la 5\ 6· ed 8" batteria da, posizione del 9° artiglieria (maggiore Pelloux). Insieme con tali truppe doveva operare anche la 2• Divisio· rn~ (gen. Bixio) che si raccolse ad Orvieto con l'ordine di mar· ciarc su Oivitavecchin, impadronirsene col concorso della, flotta, e poi cli. i-imanc1·c a disposizione del generale Cadorna. La '.3° Di· visione aveva la 1\ za e 11• batteria dell'8° artiglieria e la 3a battel'ia del T' artiglieria (maggior~ Rossi). P er ultimo al confine napoletano fn concentrata, la 9" Divi sione (gcn . Angioletti) con l'incarico di avanzare fino ad nna giornata di marcia dalla capibLle e quindi attender-e ordini. 68
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Fig. 317 - La pr esa di Roma - Schieramento delle Artiglierie italiane all'al ba del 20 Settembre 1870.
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LA MARCIA DELLID OIVISIONI
A questa DivisLone furono assegnate tre batterie : la 4" 1 la 7a e ~a 12' del 9° reggimento (ten. colon. lVlo!'eno) . Complessivamente circa 60.000 uomini con 20 batterie. Nel pomeriggio dell'll settembre la marcia in ava,n.ti di queste truppe iniziò il grande avvenimento storico.
La sera del 14 settembre, dinnanzi all'invasione delle truppe italiane, la fase di ripiegamento dei vari nuclei papalini di copertura era terminata, e le truppe pontificie erano raccolte in Roma. Una sezione della prima bntteria pontifid a da montagna, comandata, dal tenente Luigi M:aldura - appartenente alla colonna del colonn.ello d,e Charette, che ripiegava da Viterbo - il giorno 14 rimase a Civitavecchia, mentre quella piaz~a stava per essere investita dalla, 2• Divisione al e-ornando del prode generale Bixio. Il giorno 16 le tre Divisioni 11", 12.. e 13" avanzavano per le vie Cassia e Fla,minia e nei due giorni .successivi passavano i1 Tevere, arrivando ali' Aniene. Contemporaneamente la 2" Di·d sione intimava la resa al presidio di Civitavecchia, che capitolò il mattino del lo; e la 9", occupato senza contrasti Ceprano, Frosinone, Anagni, Va,lmontone, Velletri e Genzano, si accampava al Casal(' di" Roma Vecchia, sulla viat Tuscolana. Il 18 il geuerale Bixio, di sua, iniziativa, proseguiva per Palo, ed arrivava a Ponte Galera. Ìl 19 settembre, a sera - quando tutte le truppe italiane, ormai, stringeva.no Roma - vi erano a difesa della città 150 bocche da fuoco, cannoni, obici e caronate di diverso calibro di RpORte sulle mura, ed esistevano ancora tre batterie mobili, ~ da eampagna, ed u~1a da montagna, ?3-eno la, sezione che era stata lasciata a Civitavecchia. Le tre batterie mobili era.no piazzate rispettivamenté in piazza S. Pietro, in piazza 'rermini e nelle piazze Colonna e l\fontecitorio .. Il generale Cadorna aveva. stabilito di portare l'atta,cco so (l8*
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ROMA
Roma. all'alba del 20 settembte, attenendosi alle linee della seguente concezione tattica·: attacco dimostrativo sui settori nemici di barriera Tre Archi, Porta S. Maria Maggiore e Porta S. Giovanni in Laterano a mezzo della 13a e della 9" Divisione; altro attacco clirnostrativo sulla destra del Tevere assegnato alla 2a Divisione ; fa, vera e propria azione, da svilupparsi contro le Porte Pia, e Salaria, impiegando 1'11" e la 12" Div:i~ione, dopo la preparazione di artiglieria col tiro in breccia, · che dove,~ano compiere le batteri<~ 5", 6" e S" da posizione, del 9° reggimento, appartenenti alla brigata del maggiore Luigi Pelloux ed asseg11ate alla Riserva. L'inhio dell'azione artigliereS('a fu :fissato per le ore 5,15 del giorno 20. In esecuzione :1 tali direttive la 11" Divisione, su due colon.ne, alle ore 4, lasciava gli accampam enti di Porta Salaria con la sua. artiglieria; l'lla e la 12" batteria del 7° reggimento artiglieria da campi1igna si anda,vano a postare ad occidente della villa :Macciolini; 4 pezzi della, 10" batteria dello · stesso reggimen.to prendevano posizione nell'orto di v~lla Oelbes (collegio dei Gesniti) per agire c;ontw l'01ta Salaria, ed altri due pezzi, sempre della, stessa batteria, a ndiwa.110 a postarsi a Villa Borghese, per battere il Pincio. La 12" Divisione si era mossa cl.opo le ore 3 dagli accampamenti di ponte Nomentano, anch'e::,sa, divisa in clue schiere, con la brigata d'artiglieria divisionale composta dn,Jle batterie 13, 2• e sa del 7° reggimento, le quali si andav·ano a situare sul declivio della valle di S. Agnese, ad occidente cli villa Bonesi. La brigata d'artiglieria da posizione, armata con bocche da fuoco dà 12 em. B R - appartenente alla Riserva generale, cui era stato conferito il compito essenziale di aprire la breccia nel muro di cinfa, a nord di porta, Pia - situa,v a la' batteria 6" (capitano Castagnola) ed 8" (capitano Rogier) in un pi'a,noro die tro la villa ,l\facciolini, i 1000 metri cli .d istanza dalle mura .della città, mentre la 5" (capitano Segre) si pos.tav'a. a Villa Albani a 500 metri dalla stessa cinta. La 13"' Divisione, che doveva operare a scopo dimostrativo, dinanzi alla barriera Tre Archi, si era, mossa dai campi di Ponte Mammolo, d'opo le .3,30, e si era schierata tra le v:ie Tiburtina e Prenestina, post.anelo le batterie 4" e 6" della i.ma artiglieria -
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LE l'OS 17.IO~I DELLE IlAT'!'ERIF.
sulla via Malaba,rba, e la 5" batteria davanti alla villa del console ingleseLa 9" Divisione, che aveva il compito dcll'azioue dimostrati va con tro port::i, S- Giovanni, si mosse, dopo_Je 4, frazionandosi
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E'ig. 318 - 11 Genera lt~ Ratl:aele Caclorna. (da una fotog r a fia del 1874 della R accol ta Giraud).
in due colonne ed in un nucleo di riserva; la prima colonna, destina,ta a,ll'attacco di Porta S. Giovanni, aveva una sezione della. 4.a. batteria del 9° artiglieria, che si postò di fronte alla Por-
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18.0 -- r.o:u .,
ta, appoggiata dalle batterie 7" e l 2a dello stesso reggimento che ·erano andate in posfaion e a villa Matteis. La, 2a.. colonna, éon gli altri 4 pezzi della, 4a batteria, puntava contro Porta Latina. La 2• Divisione, avendo l'incarico dell'azione dimostrativa snl.la fronte di Porta S. Pancrazio, si muoveva all'alba dai ca.m-
Fig. 319 - "\'edu ta di Porta Pia . (dal Museo Nazionale di Castel S a nt'Angelo).
pi posti._al bivio delle strade aureliane e avanzava su tre colonne: Jn, colonna di destra con una batteria (capitano Venini)) si. portava al Conyento di S. Pancrazio, la, colon\ia centrale con due batterie si portava al Casino dei Qna.ttro Venti, ed infine la colon~1a di sinistra coi~ una batteria si recava ad oèCl;tpare la par te settentrionale cli villa Pamphili ed il Belvedere. . Sulla fronte prin cipale cli difesa, i pontifici. individua vano . le t.re batterie da posizione della riserva (9° reggimento) della Brigata Pelloux, che a,vevano l'incarico di aprire la breccia; appena queste batterie fnrono a portata di fucile, la 3a compagnia del 1° battagUone zuavi apri il fuoco. Gli artiglieri ebbe · ro a lamentare varie perdite e cioè il tenente Paoletti della 5• -
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IL l'RI?JO COLPO DI C.·\:S:SO);E
batterif:L che morì alle ore 14 del 21 settembre, e i capo1·ali Corsi E> Plazzoli: ques'Vultirno colpito da, una palla in ·fronte proprio mentre stava puntando il pezzo che doveva spara.r e il primo colpo. Feriti furono poi i cannonieri Caviola e Cosenza, tutti della 5• batteria ed in~ne anche il cannoniere Oartogno, quando il fuo co degli -zuavi fu allungato contro la 6"' èd sa batteria.
Fig. 320 • Porta ria vistn cl:i ll'eRl'eruo (prima cl@l 1870).
_Alle ore 5,10 (i,;econdo l'ora, di Roma) la 5"' batteria sparava il primo fatidico ·colpo di cannor1e, e fu questa 5" batteria comaridata da.I capitano Giacomo Segre che più di tutte contribuì àll:1 rovin a depa muraglia : seguirono le altre due batterie era. posizione, battendo le mura per un tratto di una ventina di metri. Ad accrescer l'efficacia del tiro c1€ille. artiglierie i taliane concorsero anche le ba,tterie 11• e 12" appartenenti alla 1ia Divisio . ne, che si misero in posizione vici1io alla villa Macciolini; e poco dopo intrrvepnero anehe i 4 pezzi appm·tene111"i a lJa 10' batteria -:- 10'75 -
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della stessa Divisione, cbe, come ùC:cennammo, si erano postati a villa, Celbes . Complessivamente dunque, alle 5,43 ben 34 pezzi. erano in piena azione SYiluppanclo una tempesta fli fuoco éontro il breve tratto Porta Sa]aria, - breccia, e cioè 1S tiravano sulla breccia e 1G snlla Porta ed adiacenze. Successivamente a,l t rc tre batterie italiane e cioè la 1\ la 2"' e 1'8"' del 7° reggim en to (J 2n. Divisione) aprivano anc;h' esse il fuoco contro Porta Pia ; e, così, un tratto di circa 300 metri, venne ad essere battuto da~ tiro di 52 pezzi. I ponti.6.ci incominciarono a 1·ispornler,c {:on due pezzi da campagnp. da 9, lisùi, disposti 11ella lnnett.:L di Porta. Pia, in unione all'obice di ln'Oll½O da montagna, cla 12 cm. situato al rientra,nte nord di Castro Pretorio. Da, principio parve clie il ·loro fuoco ottenesse qua,lcbe snccesi-O; nn colJio aveYa spezzato Forecchione ad un pezzo della Host1·a 5• battel'ia; ma, poi, il tiro degli artiglier-i pontifici si cHmostrò ai:-soluhunente in adeguato: i cannonieri e gli zuavi ch e Ji aiutavano agiva no , q1ii, con ben· sca,rsa efficacia a.nche perclH~ nn fitto 'polYctone, sollevato dai colpi dcll'::trtiglieria italia,na, che battevanò e sgretolavano la muraglia. , }imitava ·l a visibilit ,\ al loro cam.po di Uro. · Nel settore cli. Porta. Pinciana, qnanclQ .le truppe italiane si scoprirono, :furono accolte da 1111 fitto fuoeo di fnc:ilerifL; e, alle ore 6, i tre cannoni del I'hwio, cioè un cannone liscio da 4 da mon tagna postato al saliente<~ due obi.ci di bronzo da 15 cm. d'i:t campagna postati ai :g_anehi. spararono 1fì colpL con trobat tuti immediatamente cla nna, se:r,fone della 10" ba,tteria della, na Di visione. Alle .,ore 6,30 i t 1·p pez.zi pont ifi ci av-eYano sparato 80 colpi. · Contro la barriera 'fre Archi le prime carmonate parU.rono alle ore 5,15 dalla G' ha,tteria italianà, eournndata (lqJ capitano Gqnella, e subito dopo entra1·ono in lizza anche ]e ba tterie 4• e 5", tutte del 7° reggimen to, che concentraron o H f!rnco sull'opera sbarrante il passaggi<> t1'ei '.l're Archi . L'arti.glieria pontificia, cbe gnerniva, quest'oper a, era composta di tre pezzi, cioè un cannone liscio cli bronzo da 9 ll a campagna e due obici. cli bronzo da 15 da earnpagna : essi 1·isposero controbà.ttendo; ma, per quan to si fosse unito ù codesti JW½zi nn che nn cannone postat(I
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A PORTA :\!AGGIORE
.sulla sinistra della Porta :Maggiore, ed il tiro fosse assai intenso (spararono 60 colpi in breve tempo), i risultati furono molto scarsi, soprattutto per imperizia. Il fuoco, però, continuò, coH raggiunta di quello della fuéHeria a, cui gli I taliani risposero
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Fig. 321 - Porta Pia vista cl all'i nterno (pr ima del 1870) .
accelerando il tiro delle proprie bocche da fuoco e ricorrendo anch'essi alla fucileria. Specialmente il fuoco dei cannoni riusciva assa.i molesto ai pontifici, i qwlli, an:c::he qui come a ]?orta Pia, avevano c.olllmesso l'ènore di costruire l'opem addossata alle mura, per cui polvere e rottami prodotti dai colpi avversari av-
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volgevan~ gli artiglieri, ostacolando il servizio ai pezzi e rendendo il loro tiro impreciso. Nel settore di Porta S. Giovanni in Laterano, l'artiglieria della 9· Divisione, alle ore 5,20, aprì il fuoco, mettendo qualche colpo sulla barricata costruita tra la Scala· Santa e il palazzo Lateranense e 12 colpi sulla. facciata di. codesto palaz1,o; poi il tiro ~i concen trò proprio conti-o la porta i cui battenti, proteUi da un t riplice strato di materassi, si mantenevano socchiusi, per facilitare il passaggio ai carabi.nieri svizzeri che si trovavano fuori le mura e che si prevedeva dovessero ben presto ritirarsi, Qua ndo i cara,binieri furono entrati, la porta si chiuse, e subito dopo l'artiglieria piazza.ta nel tamburo difensivo, antistante alla porta - composta di due cannoni lisci, di bronzo .da 9 da campagna, al co1nando del sottotenente Macchi Vincenzo cominciò a controbattere i pezzi italiani, con l'ausilio a,nche dell'obice cli bronzo -da 12 cm. da montagna situato aWanfiteatro Castrense, sparando complessivamente, dalle ore 6,10 alle 6,40. drca: quaranta colpi._ Contro la fronte di Porta S. Sebastiano i 4 pezzi della 4a bat teria del 9' reggimento, dai pressi della tomba di Cecilia M.etel la, cominciarono il fu oco con ritardo, alle ore 6; ad essi risposero due pezzi lisèi di ferro alla Gribeauva1, piazzati al bastione S. Gallo, ment re i 21 pezzi pontifici postati sull'Aventino si trovavano nell'impossibilità cli partecipa,r e al duello artiglieresco ed erano costretti a tacere per mancanza di visibilità. Alle ore 6,40 i dne pezzi del bastione S. Gallo avevano sparato in t utto una ventina di colpi. · Alla Porta-S . P ancrazio, alle ore 6, t re delle quattro batterie della Divisione Bixio già erano in posizione: cio~ la batteria comandata dal capitano Venini èon la colonna di sinistra a nord della viÌla Pamphily, e le due batterie della colonnà çentrale nella villa ,s tessa; la quarta batteria,, invece, che doveva operare con la colonna di destra, stava vincendo gli ultimi ostacoli del terreno, per andare a mettersi in posizione dinnanzi al convento di S. Pancrazio. Il generale Bixio aveva dato ordine alle artiglierie di non iuiziare il fuoco fino a che egli non l'avesse personalmente comandato ; perciò furono gli artiglieri pontific:ì, per primi, ad -- 1078 -
AL GJAl\ICOLO E: .-\L VATICA:--0
iniziare verso le ore 6,30 un rapido fuoco di in:filata .da,l bastione N. 10 del Va,tica,no, vicino a, Por ta Pertusa , con un obice da 16 ' . d'assedio, un cannone liscio da 6 da marina, due cannoni rigati di bronzo da 6 da campagna, di quattro cannoni rigati di bron zo <-h.L 18 da campagna e un cannone li scio cli fer ro da 36 da ma-
Fig. 322 . La B reccia di Porta Pia. (da.I Museo Nazionale di castel sa.n t'Angelo).
rina, contro i :fiancheggiatori di sinistra cbe si mostrarono sul monte della Creta. 11 capitano Venini non indugiò a rivolgere due suoi pezzi il). dirr.zione dei Giardini Vaticani, ma il generale Bixio, sopraggiunto a galoppo, non solo confermava l'ordine già dato di non rispondere al tiro avversario, ma, per assicurarsi . che tale di~posizione ve11isse. scrnpolosa,mente osservata, si fermò sul posto fino a quando non vide rivolti i due pezzi nuovamente contro Porta S. Pancrazio, incurante che alcune scar~che pontificie pro1079
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cluce~~ero perdite al suo seguito. Così , solamente alle 6,35 una batteria italiana. dcllu, 2• Divisione ini;,,iò il fuoco, e fu quella, comandata dal capitano Ponte, che diresse i suoi co~pi contro la l >orta, S. Pancrazio1 ed u-lla quale 1·i,spose un obiee da 10 da, campagna, collocato sul bastione N . 18, sulla destra di Porta S. Pancrazio.
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Alle ore G,40 il combattimento si era acceso su tutti i settori ed andava man mano crescendo d'intensità, entrando in pieno nella fase dello s-viluppo, specialmente a Porta S. Pancrazio, dove, dopo quell'·o1·a, il fuoco d' a1-tiglieria aveva, acquistato tale vigorìa, che fu notata pe1·sino dal lontano ossel'vatorio di S. Mada Maggiore. Alle. ore 6,35, cioè quando il combattimento stava per entra,. re nella: fase nrnssima , il tene11te Rabé des Ordons - che seguiva j movimenti delle truppe ita.lia,ne dall'osservatorio· della t orre n: nord di :P.orta, Pia - aven1, oontato 219 colpi caduti nel settore principale di difesa, sulle mura; in corrispondenza della breccia; e nel computo J1on è compresa una quindicina di colpi sparati quando aneora non si era individuato l'obbietti~o preso di mira t'htll'a,rtiglieria italiana. Quel tratto di mma, però, pur essendo stato ripetutamente colpito, continuava a reggersi; perciò, alle 6,40, il capitano Castagnola: co1t1andante della G• batteria da posizione, postata a Villa Maccioliui - visto che il tiro per pez7,o e per sezione non risultava abbast ,rnz,t efficace _:_ variava la condotta, di fuoco , ordinando quello a salve cli batteria. 'l'ale esempio fu subito se . ' guito dai comandanti della, 5° e dell'S"; ne derivò una tempesta di fuoco efficaci~simo : all'ottava scarica, un turbine denso di polvere ed uno scrosci.o di rottami annunciarono che le mura si · erano abba.ttute e la, breccia era a,perta. Seguirono dieci minuti cii silenzio, densi di profonda: commozione; poi, quando Ja polvere si fn dissipata, gli artiglieri ita,liani constatarono che bisognava abbassare il livello della breccia, per 1·e1Hlerla praticabile alle truppe d:assalto, e riprese~
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A POHTA rIA
il til'O a salve di batteria, mfrando a frantumare i massi dei rottami ed a scul~are il piede delle mura. . Il tiro continuò, a sahe cli batteria, fino alJe 7,2-0, ora in cui. fu sospeso nuovamente, Cl'-sendosi ormai l'aggiunto lo scopo, mercè le gmnatc ~parate in quest'nlti.QHJ pcrioclo cli fnoeo. U.ell:1 1·0
E'lir. 323 - L:1 111·ecc·ia1.
so~pensione npp1·ofitta1·ono i pontifici per cercal' cli otturare la breecia , raccogliendo il materiale necessatio ed iniziando i lavori, ma le batterie cl ella brigata l 'clloux, al le or-e , , con l' intento di rendc•re più nccessi bile il pa!-i~aggio, 1·iprendeYano il fuoco con maggio1·e yi\·acità,, mettendo in fnga i lavoratori papalini. Alle ore 7,~0 il maggiore de '.rroussm·es invia.va al Comando P ontificio la seguente cournnic-azione: « Il tiro delle batterie italiane è preciso: r,;e noi ;1,·essimo snl posto altrettanta artiglieria pagherebbero la, loro ,1½io11e, ma non ne disponiamo . nrnlg1·ado le ricliiestc. Così è da pl'Pveder,.i che la bl'ecci:1 sal'à fi:t tta prima delle 10 e che pe1· qne~ta ora gli italiani tentemnno l 'entrata)). -
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In un'ultra, informazione, inviata al~e ore 8, il maggioré de 'frou ssures usa, questa frase eloquente : « Gli italia,ni con tbnrnno il tritiwci1nc11to contr'o la cinta fra le due Porte Pia ~ Salaria)). Successivamerite, alle ore 8,20, ecl alle ore 8,30 il de Trous· sures, constatando come il fuoco preciso ed intenso delle batterie italiane re])(lesse loro · man mano più a,gevole l'accesso della breccia, informa,va: « la breccia è quasi fatta)); e poi: « il tritura.mento alla breccia di J:'orta Pia è completo ed il varco praticabile all'assalto )1. La resistenza-· si delinea ormai difficile : i n ostri artiglieri stavano conseguendo l o scopo, pur evitando quasi completamente perdite di sangue da parte dell'avversario. Anche ~Hlla destra! cli Porta, Pia l~ situazione per i pontifid andava rapidamente peggiorando : i due cannoni si tuati nella lunetta antistante a.Ua Porta,, verso le ore 6,30 er~mo stati costretti a tacere, soverchiati dalla tempesta di fuoco delle tre battei-ie ·della 12" Divisione. Alle ore 6,40 i pontifici ripr·endevano a, sparare, ma dopo poco tempo smetteva.no nuova.menti~, dovendo ritirare uno dei pezzi per la pericolor:;:a sp'accatura .di un affusto. Più tardi, alle 7,30, arrivava al galoppo un pezzo della batterhr Fiorelli ed il f uoco pontificio riprendeva ancora una volta: ma. le batterie della 12 Divisione concentravano nuovamente il loro tiro sulla lunetta, cli .Porta I )ia sin che, alle· ore 8,13, due nostre granate smontavano tota lmente ·u pezzo da 9 e rimaneva in lizza solamente quello della batteria Fiorelli. Questo. si sostenne anco. ra bt·evemente, ma poi fu costretto a tacere e èon sommo travaglio \,en11~ ritirato, per riportarsi in batteri~ alla fontana di 'l'errnini., me11tre veniva abbandonato il pezzo da ~'l'ale episodio gener6 per un momento anche e:i;ronee notizie·; infatti il generale Zappi comunicava al comando pontificio : · « S. :&(aria l\fa,ggi.ore 20 settembre ,1870, ore 8,15. P~rta Pia perduta, nostra sezione artiglieria ritirata, cioè un pezzo smontato, l'altro ruandatq a Monte Cavallo pe1·chè difenda la strada di Porta Pia ove nemico ha impiantato artiglieria. Nulla di nuovo mia ala, diritta )). Di tutto ciò risultava rispondente a verità solamente il ritiro dei pezzi; ma Porta Pia ancora non era caduta, nè .vi si erano pia.zzati i cannoni ita,l iani. 3
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A l'OH'I'.\ f-ALAUl.\ 1•; Al '.l'UID AUCHt
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A Porta Salaria la situazion e, verso le 8,30, si presentava meno ctitica pe1· i ponfrfici: solo le clne ton·i di quella l'orta, battute dall'inten:,;o fuoc·o di i:;edici bocclle da campagna dell'IP Divisione, aveYano riportato ch\,nni di qualche entità, ma le mtira si nrn.ntencva,no &alde. Nel. ettore pinciano, mentre continnava il cl nello tra i pezzi da campagna della 10• batterht della 11"· Divisione ed i tre can· .noni pontifici, vel'sO le ore 6,45, uno di qnesti ultimi improvvisa.mente ;;coppiava. rovesciando gli nrtiglieri e gli ausiliari, che però non riportavano ferite; più tardi, alle ore 8, ritenendosi che snl setto.re prin cipale fosse prossimo l' attacco risoluti · vo, i due pezzi i.taliani il Ccderarono il tiro. Alla barriera Tre ~\1·chi il fuoco non era meno intenso che negli altl'i settoti. I soli t re pez:t,i pontifici impegnati a controbattere le artiglierie avversarie non potevano tirare contro le fanterie; e, dovendosi supplire con la celerità del tiro al numero irr1sorio cli bocche da fuoco, ne i:;offriva anche la giustczr.a del tiro stesso. Si comunicava da quel settore agli inizi della lotta delle op poste artiglierie : « Barri.era T1•e A~·chi, ore 6,55 anthu: - Il nemico ci copre di fuoco. ·Han distrutto il mio osservatorio. I cannonieri si comportano molto bene. Benissimo gli altri. Possiamo contrattaccare? Si pot rebbe tentare perch è nemico va lenttLmente appros· i:;imandosi. Viva Pio I X! - Oa,stella >). Ma il fuoco delle artiglierie italiane si andava facendo così intenso che più tardi anivava al comando pontificio quest'altro dispaccio ·: « Barriera 'fre Archi, ore 7 ,20 - ~on v'ha dubbio che nemico vuole aprire breccia alla barriera. Lo dimostra il suo tiro addensato. Sarà nece~sario farm i appoggia.re da Castro Pretorio. 8e protetto dal fuoco di fianco potrei compiere la sortita delln, quale 1·innovo domanda d'approvazione. Colonnello Jeannerat, da. pa,rte sua, non oppone altro divieto che quello di codesto
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ROllfA
Superiore Oo.maudo e mi ha lascittto facoltà rivolgermi S. V. 0astella )). Infatti alle ore 7,30, sotto le celeri sca,riche delle batterie 4', 5~ e G" del 7°.reggiment@ artiglieria: da, ca1npagna·, i. pontifici non potevano più reggere nella lu11etta sconvolta dalle granate, ed erano sul punto di ·ritirare le bocche cla fuoco, quando quattro nuovi pezzi - tre dei quali collocati la notte precedente sulle mura del Castro Pretorio - intervenivano acl attirare su di essi Ì'attenzi.one avversaria ed ·a, concedere un po' di tregua alla lunetta. Fu però un sollh~Y·O cli bi-eve momento, perchè parte dell'artiglieria, .della 13" l)i\risione :,:;i rivolgev.,1, ben presto nuova,mente contro la, lunetta, che dovette perciò essere sgombrata dai cannoni e dai <:annoni.eri ponti:fid: alle 9,5 dne pezzi erano stati g,ià, riUrati e si stava: smuovendo un obice cli bronzo cla 15 CJIL
:Nel settore della Porta S . Giovanni in Laterano , dopo le ore 6,40 le clue bocche da fuoco postate nel tamburo dtfensivo d'.ella I'orta, coma,ncla,t e dal sottotenente Macchi e quella, in posizione ~lll'anfiteatro castrense: svilupparono il loro tiro specialmente sulle ba,tterie 7a e 12" del 9° reggiinento in posfaione a villa ìVJatteis, causando la perdita dei sergenti Vallerigo Simone e Mazzoni Antonio, e dei cannon i.eri Ubaldo Gennaro ecl. In. geniti Giuseppe. Il tenente colonnello pontifici.o De Oharette, in seguito a, disperati ricMatni, otteneYa in rinforzo due ser,ioni della batteria da montagna, comandata cl.al ·capitano Daudier, ché furono collo . rate sulla cinta acl. oceidente della Porta ed arrecarono qualche altra perdita alle truppe italiane; ma la: nostra artigHeria, élal suo canto, intensi.6.cò il tiro, riuscendo acl inc,endiare Hmateriale posto a sostegno ed a protezione él·ell;,L Porta,, arrecanclo' guast,i all~, Porta ste.s sa ed al ti1mburo difeì1sivo ·e gettando lo scompi- · glio fra, i difensori. Sulla fronte di Porta S. Sebastiano, dalle 6,40 si era mantenuto acceso il fuoco fra i due per,r,i pontifici del bastioJ1e Sangallo ·ecl. i quattro pez~d italiani della 4" batte.ria del 9° reggimento postati nelle Yic.inanze cl.eJJa, t omb3: di Cecilia Metella. -
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1''ig. 32'1 · P()l·tn Pia nel momcuto dcll'assnlto.
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Questi ultimi, manovrati con maggiore perizia, preoccupavano grandemente il maggiore de Saisy, comandante di questo settore, il quale, alle 7, per fronteggiare la prevalenza dell'artiglieria italiana, chiedeva altri pezzi, ottenendo una sezione da montagna, e più tardi, alle ore 8,15 antim., ancora 6 pezzi da 9 lisci, tolti dal forte Aventino. Così il fuoco complessivo di 10 pezzi acquistò la superiorità su quella dei 4 pezzi italiani, e, appoggiato da 4 compagnie di zuavi, mise gli italiani nell'impossibilità di tentare un assalto da quella parte. Sulla fronte della Porta di S. Pancrazio, alle ore 6,40, ai 9 cannoni del bastione N . 10 del Vaticano, che batteva.no il fian co. sinistro delle colonne del generale Bixio, si aggiungeva il fuo co frontale dell'obice cli bronzo da 15, postato a destra, di Porta S. Pancrazio, e quello del èannone liscio di ferro da 12 alla Gribeauval del bastiolle N. 18, a nord cli Porta S . Pancr azio. Alle ore 7 alle undici bocche da, fuoco in piena azione si. univano le cinque già postate immedia t;;Lmente a sud di Porta, S. Pancrazio e cioè:. il cannone liscio di ferro da 36 da marina, postato sul bastione N . 19, il cannone rigato di bronzo da 18 da campagna, il cannone rigato di bro11zo da 6 da campagna, il cannone liscio di bronzo da 18 da campagna, l'obice.dl bronzo da 15 da campagna, situati fra la Porta e detto bastione. Alle ore. 7,20 si aggiungevano ancora altri cinque pezzi; e cioè il cannone rigato di bronzo da 6 da campagna messo sul saliente del bastione N . 20, l'obice da 15 da, campagna ed uu ::i,ltro cannone rigato di bronzo da 6 da campagna, disposti sui fianchi dello stesso bastione, poi il cannone liscio di bronzo da 16 .da campagna piazza,t i sul bastione N. 21. Ma le artiglierie italiane attaccavano con energia codesto imponente ,schieramento, tanto che sin dall'inizio .il colonnello ' Azzanesi, verso le 6,50, inviava al comando generale po'11.tifì.cio il seguente dispaccio: << Due o tre batterie hanno aperto da villa P amphily un fuoco vivacissimo contro P,orta S. Pancra,zio : una batteria, fa movimenti attorno al convento di S. Pancrazio: i nostri cannon·i incrociano tiri spessissimi tranne a PorkL Cavalleggeri e Porta Pertusa ---: Azzanesi )). · Intanto, oltre-alle artiglierie già indicate, alle ore 7,43, entravano i!l azione da parte pontificia due altri pezzi del bastione -
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A PORT A S. l?ANC IUZ IO
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'K. l5 e del bastione N . 14, per cui complessivamente, i11 quelFol'a, 23 pezzi. tiravano sulla, Divisione Bixio, dei qual i 13 agi vano frontalmente e 10 di fian co. Verso le tali bocche da fuoco pooLifi.cie svilupparon o un fuoco ancora più nutrito, per opporsi al movimento in avanti delle t ruppe italiane, ordinato dal generale' Bixio, il quale, stimando prossima la decisione sulla fronte di Porta Pi a, voleva coopera r e con una più serrata a,zione dimo ~trativa. I n esecuzione di tal<> divi~am<>nto, una clelle clne battel'ie del centro si riuniva a quella cli destra .ne l convento di S . Pan · c:1·azio e h1ltra, comaudata dal capitano Ponte, a,v anzava e si ,1-ffiancava a quella cli sinistra clel capitano Venini all'altezza dei <-iuattroventi, cioè a meno di 500 metri dalle fol'tificazioni. Dura nte questo movimento 1e arliglierie italiane ebbero a soppc)]·tm·e pel'clite nel personale e nd quadrupedi: « la 1"' batteria dell'S" reggimento - scriveva il Vigevano - ebbe due morti, i cannonieri Bianchetti Martino e R enzo Antonio , <' :=; feriti, n $ergente R o1)1agnoli rnuseppe, i soldati. Berno, Benivegna Jgmt · zio, Milani Carlo, 'l'ranchese Giovanni : la 2" ebbe un morto , il c:rnnonierf :\:forra Luigi, ed un fer ito, il soldato Ùl'ea Domenico ; la S" ebbe un ferito, il cannoniere Maffei Michele; la 11" ebhe due feriti, il sergente De S tefano Francesco ed il cannoniere Viguino )Iichele; fnrouo feriti i cavalli Trasimeno, Snello, Viola e rimasero uccisi i ca.valli Siringa, Papalino e Campidoglio ai quali due ultimi non portò fortuna il nome>> · cc Anche i pontifici subivano nel frattempo qualche danno al materiale : più di tutto fu colpito, verso le ore 8,15, l'obice di bronzo da 15 da campagna piazzato sul bastion<' d i destra (N . 18) della :i;>orta S . Pancra1,io che venne smontato e subito sostit uito da un pez1,o della batteria montata che si trovava in . piazza S . P ietro sopraggiunto al galoppo su per l'erto penclìo del Gianicolo, dietro richiesta del colonnello Azzane. i >> . ,\ lle ore 8,ln la difesa pontificia si rafforzava con alt ri '7 pezzi collocati sulla cinta vaticana : salivano così a 30 i pezzi che a quel1 'ora tiravano sulla D ivisione Bixio, spa1·ando complessivamente fino alle 8,40 ben 750 colpi. Un .tale consumo clt muni1,ioni obbligò il colonnello A zzanesi a solleci tare l' invio cli. alt r e, ma, tardando esse ad arrivare, fu giuocofona diminuire -
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l'iH t.ensità, del fuoco, tanto che in complesso l'artiglieria pontificia riusct soltanto a, sparare SO colpi fino. alle 9,1!5. A quell'ora le batterie da posizione della b1·igata Pcl.1 011:.;:, sulla fronte principale, continuavano a frantumare i blocchi della breccia e le batterie cla ca1Upagna tm·mcntarnno instancabilmente la cinta,.
Verso Jc 9,4,5 mia, bandie1·a tl'icolore, s'alr,ò su.Il a t orretta, di villa P atrir.i : era q ueJla clel 39'' 1·<>ggjrnento fante ria , che cloveY,1 dare il segnale conven ulo di d<'sistel'e dal fuoco dell'artiglieria e t1i proceclc1·e all'asi,;nHo, mentre sngli a ltl'i. setto1·i contin uava n fnoco cleJ le ba,tte1·ie, appoggi:rndo i movimenti. élelle fanterie. Fino a quell' ora, dal conteggio del teuente R abé des Orclons, contro la br·eccia, dalla hatte1·hl postata, a yil]a, Albani el'ano ::;tati i,.;pm·ati 320 c,olpi, e dall.e altre <lu,e po::;te ulla villa, Ma{;c;,ioli.11i G20 : in tutto q1ii nel i 840 colpi. Secondo Ugo .Pesci (<( Come siamo entrati in Roma))) i colpj diretti co nLro la breecia fnrono 35, mentre secondo la m<>moria di alcnnj componenti le tl'e bat terie italian e, i colpi sa1·ebbero stu,ti SS8, così sudclhdsi. : · c·olpi 3305" batteria =:i:5 colpi pe1· pez¼o 6" » 49 )) » )) )> 29± : 8" )) 44 )) )) )) )) 264 . Totale 8 Probabiluiente, nessuna clelle t1·e i ndicazioni è esa tta; comunque risulta chin,ramente che l'artiglieria, ita,l ia,na contro la breccia sparò al di là degli ottocento colpi. Appena si tacquero le artiglierie, su(:cedette una breve so ta, poi riprese più intensa la fucil cl'ia pontificia, mentre gli Italia,11i avanr,a,vano risoln t.unènte sn t1·e colonne, scintilla,nti cli baionette. Erano le 10, quando, a galoppo, arrivitva a Porta P ia il capitano dello Sta.to Maggiore divisionale De France, gridando di cessare il fuoco ed agitaudo una ba ndiera bianca; nel ru more d ella lotta se 1Ìe accorgeva solamente il tenente Manduit della -- 1088 -
L' ASSAf,TO ALLA BR:WCCIA DI PORTA PIA
compagnia De clée, che buttava ad un zuavo il proprio far,zo. letto, pe1· farlo innalzare sulla punta della baionetta, ma in que sto istan Le la 1a compagnia del 39° reggimento fan teria, con un grido fremente d'assalto, giungeva al tamburo difensivo con alla testa il sottotenente Anigo, che, passando per l'apertura: balzava nell' opera e con la spada in pugno si gettava avanti. Nello stesso tempo veniva presa d'assalto la breccia.
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Fig. 32:i - Un ] 2 cunne del Battaglione Pontificio caduto in posscsr,,o degli ita li:rni
Rulla fronte della, Baniera Tre Archi, dalle 8,35 alle 9,35, si C'l'a compinto d:1 pal'lc dei ponti li ci clappl'ima un ripiegamento, e poi un movimento affrettato di l'ioccupar,ion c della linea primi tfr~, cioè del Castro Pretorio e della cin ta fino alla Porta S. Lorem~o . Alle 9,45 ginngevn, al colonn ello J eannerat l'ordine di so ~pendere le ostilitù, e di inn n,lzare bandiera, bianca, e siccome in qncll'isl"u,nte era cess1.1,to anche il fuoco italiano, si reputò chiusa definitivamente la lotta ; ma, quando si sentì di nuovo il picchiettar e della fuciJel"ia verso Portà Pia e Porta Salaria, e fu notato che si accentuava il movimento degli italiani, le bandiere bianche che erano ~tate innalzate sul sa,lien te nord-est e lungo la fronte del Castro Pretorio, si !'iabbassarono e fu ripreso di nuovo il fuoco, per estingnm·si definitivamente poi , alle 10,10, in seguito ad un alt1·0 ordine cli c-essare le ostilità. Non così per 69
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l{O)f.\
le truppe dello stesso :-;ettorc ~parse lungo fo cinta aureliana <lH.l Castro a. l'orta )fag-giore, il cui comand1rnte, ten. col. Ca· i:.tella, pur avendo rkcn1to a11c 9.45 ed alle 10,25 ordini verba· li di sospendere le ostilità, si l'ifiutava di accettare, sotto tale forma, dedsioni di cost gl'Uive impo1·tanza e continuava la lot· ta. mentre le ,ll'tigliel'ic della 1 :~n J)iYi:-ioue arc·mnu]avano mace· rie su macerie, battendo le rnn ra della baniera. Alle 10,55 fìnalrnentc un teno dra,goue recapitava al Castel· la un 01·dine sc1·itto del generale Zappi C'he co11fer01ava i prece· denti, ed all ora questi di sua m,u10 alz11.rn un drappo bianco in prossimità dellf.L barriera Tre Al'cbi, men tre le scheggie di una pietra, prodotta dallo scoppio dell'ultima granata i taliana, lo feriva leggermente ad ima guancia : erano le 11. Alle 9,40 il fuoco delle a1· tiglieric italiane postate al bivio ed alla villa Matteis riprendeYa, debole, ma, preciso, Lanto che i battenti della porta S . Gionrnni ripre ero a bruciare sfascian· dosi., ed a,rrecanclo anche qnalche perdita fra, i difensori. Controbatteva, invece con più intenso tiro l 'a1·tiglieria pouti fì<'ia, sparando, dalle 9,40 alle 9,:-iG, 70 colpi; e la lotta si esaurì così, fino a qunndo non giunse nnche qni l'ordine di sospendere le. ostilità. Alle 11,25, quando giunse 1'01·dirn· alle t r uppe pontificie dì a bbandonar e le posizioni e di l'itfrars i nella citt~L Leonina, anche le cln C' ~p7,ioni cl 'nrti g:li cl'i a dn montagn,1 rl el rnp itnno Daudi er furono riunite nella pfazza di 8 . Giovanni , donde si mossero verso pi.azza S. Pietro, men tre tre cannoni cla po!-:izion c (:sotto tenenti Rospigliosi e lVJuc<;hi) vennero inchiocla,ti sul posto . Di fronte alla P orta S. , e basti:rno le opposte ar tiglierie avevano manten ut o un tiro pa calo ma senza so. te. Alle ore 9,15 J~. sezione da montagn a delle artiglieri e pontificie veniva, tra . sferitn a Mon te Testaccio , col mandato di hat tel'c cli in filata le truppe della. Divjsionc Bixio, rhc i:.i mostravano i:;ulle nltme cli riva clestra del Tevere; così contro i 4 pPzzi italbni, che si sfor· zayano di aumenta re la efficacia del loro t iro contro hl, Porta . ne rimasero otto dei papalini: poi. Yerso le 9,30 essendo statn avvistata dai difensori una colonna di truppe italiane che ve· niYa:no a eongiungersi con le tn1ppe opnanti su quella fronte, ·i pontifici', a contr obilanciare lnle rinforzo . ag-ginugev,ino al lo-
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LA Rr::AZIONE DELLE: ABTl<JLTERIE DELLA Dll<'ESA
ro schieramento artiglieresco clue cann oni lisci cla 9 da ca.mpa· gna, 2 <1i bron½o da montagna di 1.5 cm ., f~ due ca1111oni rigati di brom.o di. ca.libro 18 da campagna, tolti dal forte Aventino e trascina.ti eh squadre di uomini appartenenti a,lh~ compa,g nie cli r iiserva . .Mai queste artiglierie e le truppe t:himnate di rinforzo non ebbero occasione cli operare, non essendoi:d. frattanto impegnata alcuna seria, azio1rn; ed anche q11i la lotta, :,;i estinse gradatamente fino a qua11do arrivò l'ordine di sospendere ]e ostilità, e perciò senza che l'azi.orn~ avesse cambi,.lto ·1a. sua fi,sonom ia, pret · ta,mente dimostrativa.. Col ripiegamento alln, città Leonina delle trnppe operanti in quella z,ona, fu a;11che ritirata buona. parte delle a,rtiglierie cleJ forte A.ventino ed 1111a sezione cla monta.gnu . Finalmente, conti-o le tl'nppe cli Bixio operanti sulla, fronte òi Porta, S. Pancrazio, fra le 9,15 e le 9,30, i trenta pezzi dell'artigliel'ia pontificia., avendo ricevuto il rifornimento delle unmizioni , intensifica,r·ono· il tiro; alle 9,40 poi si a,ggiunse a,nehe il fuoco della, sezione da montagna i1wiata dal maggior·e Raisy in posizione a ::\fonte TesJ-accio, in modo che la Divisione italirtna, oltrt~ a l fuoco di_ infilata, sul suo fianeo sinistro, ebbe a so1frfre da q11ell 'ora. anche il fnoco di infila,ta sul fianco destro.\lle ore 10, tali artig]jeri<1 pontifici<~ e cioè 32 pezzi di diverso ealibro, di cui alcuni rnoclcl'ni, avevano tirato un totale di 1240 colpi e a:vevauo ancora a disposizione, computate le riserve, una media di J55 colpi per pezzo, mentre le artiglierie italia.ne avevano esanrito le .loro cl-otazioni ed ancb e q 11elle di sei e-assoni. di granatt> da, <:m. ~) del pai·co. Le truppe i talia,nc l'bbero a la,mentare va.rie perdite causate dal fuoco del.le artiglierie avversal'ie , mentre i pontifici, protetti. dalle mura, e dai para.petti, ebbero soltan to dne feriti tra i. caccia.tori, e fu ucciso n soldato 'l'aliani ·M ariano clell'artip:lieria. Verso le ore 10 apparve sull'aHo della cupola di S . Pietro ln, bandiera bianea, e dalle 10,5 alle 10,30, man mano che giungevano gli ordini, andava.no cessando le ostilità, su tutto questo sfUOl'e del fronte; l'uJtiJna granata fu tirata clagli Ttnliani all e
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10,30, ed una !Scheggia di pietr·,t contuse ad una garnba il capita-
no Roversi., mentre inna.lzaya, la bandiera binncn, s ul bastione cli destra della Porta. Il Comandante supremo delle truppe pontificie, generale Kanzler, trattò nella stci:.s.1 giornata del 20 settembre le condi zioni della, resa, l'ra, Clli l.:L cessione di tutto. l'arnw mento artiglieresco. J,'Artiglietfa pont ificia chil1(leva per sempre il suo ciclo storico.
Come nhbiamo visto . nnm Prose batLel'i e partecipa rono alla presa, di Roma. :F'm Lutte, qnella che espli.cò l' azione più jm. po1·tan te fu la 5" batteria del 9° reggimen to, comandata dal capitano Giacomo Segrc e assegnata alla G· Divisione. A tale batt<>ria, che fn situata a Villa 'l'ol'lonia a circa 550 meLri da Porta Pia, si deve qua,d esclnsivamcnte l 'apel.'t ura de1la famosa breccia : essa infatti, pei· la favorevole posizione occupata e per il calibro da J2 delle sue bocche <la fuoco. e. eguì i tiri della massima efficacfa. Il mag-giore Pellonx, com a,nda,nte la, brigata d'artiglieria, da cui clipeudern tale batteria, ottenne la croce di caval iere dell'Ordine :Militare cli Savoia . La medaglin, d 'argen to fu a SC· gna,ta al comandanl,e della batteria ca,pitano Segre: « per la s ple11dida dh·czione data al fuoco n e al luogot. Giulio Paoletti, cadu to sul campo dell'onore. Il furiere Achille Solofra, fu promO!-.SO sottotenente. Si distinsero pure gra,rnfornente il maggiore Tavallini, CO· mandante Ja brigata d'artiglieria della 12a Division e, che ebbe la Croce d' ufficiale dell' Ordine Militare di Savoia; il maggiore Rosf;:i, comandante la brigata d' artiglieria, della 2" Divisione; il maggiore Giovann.i Iloido, cornnndante la briga,ta, d'artiglieria dell'll' Divisione che ebbe la medaglia d'argento, e il maggiore Egidio Novellini, a cui fu pure assegnata la medaglia d'argento. Della ~· batteria del 7° reggimento si distinsero il capitano Dutta fnochi, il luog·ot. Gariba ldi , il furiere Pia, i sergenti Ricchetti e :~foto ; dell'8" batteria clel 7°, il capitano }falpassuti, :i.I -
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LE BATTEUIJ] DEL ,., ,
8°
E
9°
AR'l'IGLIIDRIA
sottotenente Ohiri, il fui-i-ere Yalisone e il sergente Tedesco; d'el la l3 batteria dell'S" il furJere Pittaluga.; della 2• clcll'S il ca,nnoniere Domenico Crea, che morì sul campo ed alla cui memoria, fu assegnata. la medaglia d' argento;· della P del 7° il capitano Grifoni e i cannorderi Cnrino e Zanardi, che caddero valoro0
Fig . 326 - Capitano Giacomo Segre.
sa.mente snl campo; della G" del 9" il capitano Serra; della 5" del 7° il cap. Riva: della ù" del 7° il valoroso capitano .Andrea Gonella, e il caporale Pelliccia.; della 7" del 9°, che contribui col suo fuoco ad aprire la, bl'eccia, il bravo capitano Castagnoh1; e il cannoniere Carmelo Oastngnn che ott enne la, medaglia d'argento; e infine per 1'8" del 9° il capita.no Luigi Rogier, che ebbe pure la medaglia d'argento. -
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[(0)1A
Il 21 ::::ettem brc, il. Govel'no ~ a7,ionale potc·,·a dil'àmare il fo . moso commii.cato : (< Hom a è oceupa.ta du,i soldati. Jtali.ani ! Qnest:) notizia, tn 1,1;messa dnl telegrnfo, t~ a qnest' orn spi:u·$a per h1tte le ci.ttài <l' ltalia. 1~: questo 11110 degli avvenimen ti più memorabili dei nostri tempi e del u ostro Risor gimento n.
Fig. 237 • Luogotenen te Giulio P a oletti.
Il grande ideal e dell' unitù e ùell'indipcn den7,a della Patria era divenuta. radiosa rc altù,. Come lntta la ~nr.ione, come tutto 1:Es<~rcit o, così l 'Arma nostra celebrava con irrefrenabile entusiasmo il gra nde even to stotico. per cni tanti artiglieri aveva.no fatto ge1Jero80 olocausto (}ella vita, t' t.n.n ti altri ave,.,.ano eroicamente combattuto, sofferto, sangninato sni ca mpi di battaglia sempre e dov·wnque ! 1
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PROHGOJ.:'.0-:'sTl D.\L
1, '(.;;!
,\L
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5.
Provvedimenti organici costitutivi dell 'Artiglieria Italiana dal 1862 al 1870.
Termina ta. h~ narrazione cl egli ultimi avvenirn en ti militari, culminanti con la radiosa eonql1i sta cli Roma, ehiuderemo questo Capitolo con un cenno snlla serie di provv<~dimenti organici . <:scogitati dal 1862 al 1870 per dare alle forze anna te del nuovo Regno un orclin::nuento rispondente ai bisogni ed alle esigenze dei tempi rrnovi. ll presente e l 'avvenire si presentavano anco ra nel 1862 saturi cli. mol te incognite, sia per la, situazione del l'Italia nei rapporti coll'Estero in clipcndernm, delle proteste prf'scntate dai vad prindpi spodestati, tendenti a non far riconoscere uificialmente la, n nova,, Italia ; sia per le condizioni :fi. nanziarie del Paese, che erano tutt' altro che floride. La situazione consegnente dalla fosionc cli ben sette bilanci era tale per cuj il bilanci.o unitario risultava obei·ato da 500 milioni di passivo, e .... . per quei tempi una passività del genere faceva tremar le vene e i polsi dei più i~bi.li ammini.stratori, richiedendo per il pareggio un'operazione superiore a,l.le for?:e ed alla capacità, dei più esperti finanzieri. Oltre a tntto ciò, dopo il 1860 permanevano in laten_za le varie tendenze politic,he personalistiche e contrastanti; da una parte v'ern chi. premeva per spingere il Go· verno a completare sollecitamente l'nnità d'Italia con Roma ~ Vener.ia, dall'altrt~ altre correnti più prudenti e meno battagliere; tantochè bisognava stare molto a.ll'erta, e tenere « un occhio dentro e un occhio fuol'i Jl, per consolidare senr.a scossoni pericolosi quanto si era faticosamen t(~ conquistato con tenace vole re, con immensi sacrifici e con eroico valore. La prematura improvvisa scomparsa del sagace <( Tessitore Jl Oamillo Cavour, la cui autorità faceva da forza cementatrice per rinsaldare i rap porti fra il Governo Centrale e le Regioni. entrate a far parte del Regno d'Italia, nuove difficoltà d'ogni genere comparvero all'orizz.onte e le difficoltà, antich e e preesisten ti parvero aumentare. -
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PROVVJ;;Oil\iEK'.rI ORGANICI
Non deve pertàuto meravig1iare se, in meno di dieci anni, vediamo succedersi a,l Dicastero della, Guerra, ben 11 Ministri (dal generale Fanti al Govone). Sono questi Genera!~ che, spesso, rappresentano la cosi detta « testa di turco)), contro cui sj ostinano e si scaglia,no le due opposte tendenze: gli uni per la più rigida economia fino a,l l'osso, gli altri per il maggior in· cremento delle forne militari onde essel' in grado di risolvere con la gu()rra ciò che non riusciva alla diplomazia. Donde quella specie di alti e bassi di aumenti e di riduzioni che si rilevano nei decreti inerenti agli ordinamenti militari in questo periodo. Volendo predsare sinteticamente le varie fasi. per cui passarono gli ordinamenti militari dell'Italia in genera.le, e dell' Artiglieria in particola,re, prenderemo per punto di partenza la drcolare 12 i'ebbra,io 1861, con la quale il generale Fanti notificava alle autorità militari e ai diversi comandi, corpi, stabilimenti ed uffici lo specchio di formazione dell'Esercito attivo. Tale data coincideva con un avvenimento fausto e caro al cuore .a.i tutti i pat rioti italiani: la presa cli Gaeta, cui segui· rono H, breve distanza,, là proclamazione del Regno d'Italia, av· venuta nella storica seduta parlamentare del 17 marzo dello stesso anno; e il decreto 4 maggio successivo, col qua,le le forze armate del nuovo Stato assumevano la denominazione· ufficiale di ESERCITO l'l'ALIANO. Verso la :fine del 1861, sciolti i sei com aneli cli. Corpo d' Armata attivj, .la ma..Rsa dell'Eserci.to era ripartita in 6 Grandi Comandi di Dipa,rtimento, ciascuno suddiviso in Divisioni e '8ottodivisiont. sedi di eletti Comandi erano 'rorino, Milano, Parma., Bologna: Firenze e Napoli. La Sardegna aveva un coma,ndo cli Divisione a Cagliari; la Sicilia ebbe un comando di Divisione a Palermo con le Sottodivisioni di Messina e di Sira' cusa. Unità tattiche esistenti erano 17 Divisioni cli fanteria e una di cavalleria. Per qnanto si riferisce all' Artiglierfa, l'ordinamento esistent<>· a quell'epoca comprendeva un Comitato dell'Arma e 9 reggimenti, dei quali : il 1°, operai; il 2°, 3° e 4° cla piazza; il 5°, 6°, 7°, e 8° da campagna; e il 9° pontieri.
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I NOVE UEGGI:MENTI AHT IGLIEUI ,\
Nel rimaneggiamento geneni,l e di t utte le forze, il Ministro dellà, Guerra ebbe di mira di aumentare e riordinare l'a.t'ma di Fanteria, per modo che, sorgendo irnpro, visamcnte 1111 pericolo di guerra, essa si trovasse in condizioni di fa.cile passaggio da,l piede di pace a.l piede di gnerra, e cioè facilmente mobilitabile e quindi pronta, acl entrare in campagna. Per l' Artiglierin, trattava.si di armonizzare l'orga,nico delFArma alla forz~L ed alle esigenze d'impiego delle altre Armi, non perclenclo mai di vista quel fe"rreo principio di economia,, che al l\1i.ni.stro clel1a guerra, veniva continuamente ripetuto e raccomandato! Tali raccoma,ndazioni provavuno la più completa incomprensione della funzione delle for?Je armate deUo Sta,to e venivano sopratutto confortate e giustificate dalla faciloneria verbale e verbosa con cui tenta,ndo di esagerare, senza bisogno, le qualità cli coraggio personale e l'entusiasmo dei singoli, si tra,scurava cli tenere in giusto conto nn elemento e:.:;senziale in quel momento in eui i vari elementi componenti del nuovo e giovane Esercito Nazionale aveva.no sovratutto bi.sogno di essere fusi, assimilati ed ama,l gamati. Le tar1to raccomandate economie a,vrebbero qnindi dovuto eonsentire le spese per l'istruzione, quell'istruzioue, con la quale se si disciplinano e· si a,malgamano i gregari, d'altra parte si consegue il duplice maggiore vant aggio, cli dare agli ufficiali la possibilità, di acquistare la necei:;saria, capacìtà a disimpegnare le fm1½ioni ad essi affidate, e di conoscere perfettamente i proprii dipenden ti guadagnandone la, stima e l'affetto . L'ordinamento del 2 marzo 1862 comprese un Comitato è nove reggimenti d'Artiglieria. Presidente del Comita,to cl' Artiglieria, fin dal ]860, era il Luogotenente generale Giuseppe Dabormida, eh<~ aveva percorRO tutta fa, sua carriera nell' A.rma: uno dei più eminenti collaboratori di Carlo Alberto, prinrn; di Vittorio IDmanuele II e di Cavour, poi. La composizion e dei nove reggimenti cl' Artiglieria era la, seguente : ( 11 fficiali :51; trnppa 1.792; cavalli 128; 1° r eggimento )( uno Stato Maggiore, 9 compa,gnic più urnt compagnia deposito. 0
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2", 3° e 4° 1·eggi.men to
5• reggirncn to
l' ROV n:unn::v.rr OJ.WANICI
ufficiali SS; tl·uppa 3.382; uno Stato :Maggiore; 18 compagnie in tre brigate; e 2 compagnie deposito ciascuno., ' 11fliciali S9; trnppa 2.686; cavalli 2.006; \ -i:rno Stato Maggiore; 2 batterie a ca: / vallo; 14 batterie in 7 brigate; 2 batterie deposito .
6", 7· e 8° reggimento
nfficiali 89, truppa 2.641; cavalli 1.902: uno Stato Maggiore; 16 batterie in ::, ln·ig.:i,te e 2 batterie deposito cadauno.
9° l'eggimento
l1fficiali 58; truppa 1.882; cavalli 40 ; uno Stato iVfaggiore; S compagnie in 2 briga,te; nna compagnia deposito.
Ogni l>atteria era formata sn sei bocche da fuoco . Qnesto ordinamento ebbe una prima mocli.ficazioJie col R. Decreto S mar7,o 1863 che proporzionava ancor meglio le forze d'Artiglieria a, quelle éleJle altn~ armi.. Per effetto di tale modifica, il 5° reggimento rimase~ costitnito da uno Sta,to Maggiore, da 2 batterie a cavallo, da 13 batterie cla, battaglia e da una ba,tteria deposito; tutti gli altri reggimenti - fatta: eccezione per il 9°, che non subì varianti nella propria formazione - furono ridotti a uno Stato :Maggiore, a 15 batterie cla, battaglia e ad una batteria deposito. Con le batterie sottratte ai quattro reggimenti cla campagna si formò un nuovo reggi.mento> il 10°, con sede a Vigevimo, i cni elementi eosti.tutivi furono i seguenti: la
s~btr. del
la,
2'
))
In 3~ )) la 9" )) la 5a )) la, 10" )) la 7'' )) la 8' )) la 9~ )) la 10" ))
5° 1·eggimento assunse il numero di l"' btr. del 10" )) )) )) )) )) )) )) deH '8° 2" )) .I) so ' )) )) )) )) )) )) )) 3• )) )) )) )) )) 4• )) )) )) )) del 50 )) )) )) )) )) 5• )) )) )) dell'8° )) )) )) )) )) )) )) del 70 6" )) 70 )) )) )) )) )) 7" )) )) conservò>> )) )) )) )) )) )) )) 8· )) dell '8° )) )} )) )) )) 9• )) )) )) del 6~ 60 )) )) )) )) )) )) 10~ )) )) )) -
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lL l Ù'' t:IW W)H:2''1'0
la Ila bt1·. <IPI (i0 1·eg.!i111p11 tocon . c1·n) il n11111èro cli (jO )) )) )) )) )) )) l:1 ]:Z-' )) 70 )) )) 1,l 11 " )) )) ,I) as~u Hse >> 70 )) )I )) )) )) n h 1~· )) )) )) )) )) ); 1.t l(j' )) :5' ~:
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C'on I·L llecreto :2:3 novemb1·<· , l'orlli11n111e11to cl cll ' Artiglieria ~nhì un 11110,·o l'itoC<'O . consis l<•11t e nell o :scioglimento della 2• ('Ompagnia tle poi:;ito in ciase; uno dei ti-e reggimen ti cli piazza, del le tre compagnie ,·<·ten,ni tlel l " 1·eg-g-i 11w11to, (al q11ale fu n;-;spg-na,ta, nrn.1 compagn ia deposito) : n cias<; 11no d <~i J'eg/,!'imen ti da c:nnpagna f11 a~segnarn una nnova batte1·ia, cl.te fu la H?. Il R D ecreto in tb la 15 agosto 1S63 segnò il l'iOrclinamcn to <folla Scuoln, cornplernen ta1·e cl' Al'tigliedu, e Genio, g iù, c i-ea,ta cou Decreto dicem b1·e 1851 : pe1· c ni rssn assunse ]a clcnomin a zionc di Rtnola d'applicazione clcll<' armi cl' Artigliel'ia e Genio . Il l° n oYembre 18G4, fnrono sc:iolte la 1• cornpnguia e due eompag'i1ie <li nrti:tì cicri nel 1° l'eggimento, e~ le ultime due compa gn ie (17" ~ 1 a) di ciascuno c~ei tre r eggimenti cln pia1,1,a . L e condizioni fiJian?.iai-ic clc•llo S tato. 11el 18G4, !=;i presen ta· Yn no piuttos to gra,vi . TN1.Ltnmlo1- i di sottopone i l l\ie.:e a nuovi s11c:rificì, si. cercò di. rid urli al 111in imo , l'ielti edencl o i l massimo possi bile <li economie n tntti i n1mi cl el l'a mminislrazion e sta-
tale . Studiato 1111 nnovo ordilia.niento gen e1·a,le <lell' Esercito, e p 1·ei-entato da H'allom M:inisti·o clella C uena, Pt~tH ti cli Roreto 1 esso venne. approvato e 1·eso esec11t iYo con R,. Decreto 18 dicembre . A parte i mntamc•n ti subiti. dalle altre Armi. per l ' .\rtiglie1·in furono sc·iolti i deposi.ti. di t n LU i n~ggi.rnc11ti e il 1° r eggimento operai, di c:11i restaro110 sol ttt nto sei compagnie. delle nove <:!te lo costiluirnno : ftu·ono inolt rn sciolte dne compagnie per ogni reggimento da piazza . P<•r effe( to dl'l l ><'Cl'·C'to i:.01wn, rilnto l'.\rmn r estù e:osì formata : l Comitato : 1 Stato Maggior e : 0 regg imenti , cli c.11i 1 pon tieri: 3 cla pin1,za e 3 da campa[.!;na ; -
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P.HOVVEDL\lEKl'I OilGAXICl
G comp._1gnie operai (3 di maestranza, 2. di artificieri e l cli armaiuoli); 1 compagnia, di veterani. Il Comi tato comprendeva un presidente, elle fu allora il luo. gotenente generale Da bonnida; 8 membri ufficiali generali; 8 ufficia.li superiori, 12 ca pitani e 3 subalterni, e un direttore dei conti. Lo Stato Maggiore dell'Arma comprendeva G ufficiali gene· ra.li, 47 ufficiali superiori, 115 capitani, e SO suba,lterni. Con siffatto pen,onale, esso doveva. provvedere a G coma,ncli d' Artiglieria cli Dipartimento, a 12 Direzioni territoriali cl' Artiglieria, a 13 Direzioni di stabilimenti per la fabbricazione di materiale da guerra (3 arsenaH di costruzione, 3 fabbriche d'armi, 3 fon· derie, una fonderia e ratlineria di nitri, un laboratorio pirotecnico e 2 polverifici). I reggimenti resta,rono cosi formati (per la sola formazione di guerra) : . 1° reggimento (pontieri), comprendente uno Stato Maggiore, 9 compagnie attive e 1 compa.g nia deposito; 2°, 3" e 4° reggimento (da piazza) : uno Stato Maggiore, lG compagnie attive e 2 compagnie deposito; 5° reggimento (da, campagna) : uno Stato Maggiore, 2 bat terie a cavallo, 14 batterie da battaglia e 2 batterie deposito; 6°, 7°, S e 9° reggimento (fla, campagna): uno Stato Maggiore, 16 batterie da battaglia e 2 batterie deposito. Le sei compagnie operai furono assegnate, in ordine di successione nume1·ica, rispettiva.mente aU'arsenale di 'l'orino, •1i Firenze e di Napoli, al laboratorio pirotecnico .di 'l'orin-01 c1c1la direzione territoriale cli Capua ed alla, fabbrica d'armi di 'l'o, rino; la corupagnia, vetel'ani restò assegnata, alla ùirezione terri toriale di Torino. Complessivamente, il nuov-o ol'ganico dell' Al·tigliei-ia, in pace, comprendeva 15 ufficiali generali, 23 colonnelli, 23 tenenti colonnelli, 74 rnaggiol'i, 285 capitani, 566 snbalterni, lu.772 nomini lli tn1.ppa, compresi 500 veterani; e 4.500 qnadrnpedi. In guerra veniva modificato l'organico dei capitani, che saJiva a 634; Forgnnieo llella truppa ven i.va, portato a 27.826, e qne llo (1ei 0
quadl'llpccli a 11.514. -
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HIOUZIONI DE L
186J
E .\(.':MENTI DF.L
1865
Le t onclizioni. fi11an;1,iarie <.l cl 1863 c1·a110 p eggiori tli cp1e]! c dell'ann o precedente; p el'ciò ,f urono ril.:hicsti all ' E:sercil'o rnwvi sacrifici . Diminuita sensibilmen te la necessità di un' azioue diretta ed immediata, sugli enti cfo;locati in tutte le J'egioni, che tla poeo Cl'ano en trate a far p,tl'tc d ell a g rande fa miglia italian a, il sel'vizio p1·oprio d ell' Arma cFArti g lì eria, in rea ltà , conscn tha ridnzioni cli orga11ieo snscel-t.il>ili cli cli~erete economie. Comunque, Ja nn-0,·a p r eYi :--ta i-i<l11 ;1,i onc fn pnùbl it'a ta nel R Decreto 30 dicembre JSG5, e s i concl'l'tò nella di millm\i on c l1i 41 nfilciuli, J Oi:i twmini. t1i tn1pp,1 .e 250 v,e tcl'ani, rifedLu però solt an to all'o1·g,mico di pace. Rotto Ja stessa data, :1 ~ s1111HW H, la caricai di Mini tro della Gne1:ra il Generale Di Pettinengo. « Obbeclieute al la yol-0Hl iL del ne - cli s~e i1 m10Yo min i::;Ll'o n el l'ass ume1·e il p or t afoglio della g uerra - e ncll'assogg:ellarmi n ell'attuali difficili circof,; tam:e al gl',He incal'ico fo asscgnam.ento stlll'cfficace sussi<ljo acp:li illusfri Gen en1li che s lanno a c~Lpo deJJ 'Eser ci to >>L' anno l SGG 801·gen ì. snll' Eui-opa <·,wieo dcJJ c prn miuacciose iHcognitc. Lo stru.scico lascia to dalla guerra del 1864 metteva di fronte l'Austria P la. P1·u r,;sia 1 nwn tr e la F rancia aveva giustificati motivi. per irupensicrirsi d<' ll' attegginmcnto prussiano . L'Italia a ttendeva intant o semp1·e con l'arma al piede un'occasiolle p er ri-solver e la question e del Veneto, ed era naturale che l'attrito fra i clue ex -stati deJla Confederazione germanica potesse e dovesse offrire appigli o per addivenire ad una decisione a favore clelFunità n azionale italimrn. Perciò, facendosi serupre piiì probabile .F evcn tnalità cFllna ripresa d'armi, il Governo Italiano si affrettò a ricostituire ciò chè per ragioni d' ec-0nornia er a. taLo soppresso nel J864, ed anzi l'Arma d'Artiglieria fu nel LG6 aumentata tan to da d i- ultal'c più numerosa e più 'fol'te che non fosse prima dell<~ riduzioni del dicembre di due anni pl'ima. A presci.nd ere <lap:li apprei:darnenti guer reschi inizia ti fin dall'apl'ile, quali : il richiamo alJ e bandier e delle classi in congedo illimitato ; chiamata della classe 1845; acquisto· cli quadr upe(li da sella e cla t fro; fonna r.ione clcl 5° battaglione nei 1·eggime11 ti di fan teria, e del !) 0
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PHOVV8D[?IIEXTI OTWA XICI
ùn f·rn!,!lione nei <:inq ne i-eggimenti cli bei-:-:ttglicri: fu disposto cltc,
per il 15 maggio, tutti i Cmpi a,vPssero la formazio11e di guerra. Con R decreto 7 gingno ,s uccessivo, il reggi.mento po ntieri 1'11 ac:c:i-esciu to cli una compagnia; ciascun reggimento da piazz,t .fu 1tumcntato di quatt,1·0 compagnie, cli(' prese1·0 il numer,o 01 17", 1S"', 19" e 20a; a dascnno dei reggimenti da c:arnpag11 a I11 po1·tato un ,l nmento (li <prnttro batterie. Così che i quacll'i clell'Arnrn s.1 liro11 0 a 1-142 nfficinli ccl n. 33..l:31 uomini cli tn1pµ,L. };el mese di lugli o, i qnachi clegli uftìda,li ebbe1·0 un succer- :;;iYo au111e11to di ~::: f1·a !-;Uperio1·i ed i11/'c1·i.ori; ,ernie istitrrit.o nn nuovo Comando loca1e di artiglieria a, Ferra1·a, con clipendcnza da1la Dfrezione territoriale di Piacenza.; e nel successivo agosto, ne fn formato un secondo a Rovigo, dipendente dalla Direzione teuitorial e cli Bologna. Con questo onlinamento, l' Artigli l'1·ia del giovane R egno entrò in campagna, nel 1866. Nalura.lmente, data la diversifa di provenienze degli elementi costitntivi , non si c1·a r a ggi n11 t 1) nn amalgama perfcLto; tuttada, uffici ali e truppa, senza di !';tinzione, si mostratono degni delle tradizioni .Mll' Arma. Se nel periodo 1, 'Gl-68, U solo 5° a1·t,igliel'ia a vrva 11wo1·p:)m to cirea :iOO elementi provenie nti. da.li ' Al'tigli<•1:ia nnpol et;rwt, è> facile intuire come anche m•gli altti 1·Pggimcnli l' elem r 11 to delle 11uo,-e proYinci(' annesse Yi fosse rappresentato in distn·t ;t mi. nra. ì\'l.a 1,e nel girHlizio su l vnlore cl.cl soldf:Lto i1nUano in genel'e Ya. .fatt.,1, astrazi,oue da ogni 11uistionc di r egfonalisrn o, n ruaggior ragione tale c1·itcrio Ya .·eguilo pn- I' Atma cL.!i..rtiglfr1·in . ~011 (: nostro in ten(limento cli fare opera cli r~altnzione par tfgia.n a od olt1·imenti. cli confrouti. reghw alistici; ma. per(u1110 si deve constatare che l' ArtigliNia ,sel'vila eia ufficiali e tn,ppa di qualsiasi regione della penisola. anC'hc in tempi ant<>cetk11 ti all'nnificazione politi ca del .Regno d' Italia, in ,o gni circosta11z;;1 -- (;Ome arupian.1:entc stanuo a te~timo1iia1·e gli avvenimen ti H,1r·, rati finora - si compo1·tò valorosamente « sempre e dovunque». :ù convinzione generale eh<' iIL ogni nrnnift>stazione coll ettirn è Fambiente che forma e fa ap:ire i :'.ingoli; i l c he è ,-en) fin.o a<l un ce1·to punto , potewlosi obbid.l":ne ei-:-:c•1·<· i ~lug-o li n costituire<' a fo1·w;:il'<' 1111 clde1·1ninato nrnhiente . P er l',\ rtiglie-
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LA ~'OHZA DI COESIONE DELL' AR'rIGLIERL\
r ia,, a parte queste conside,razioni, l'elemento che accomuna e che concorre a sommare gli sforzi ed il valore dei singoli è insito nel mo<..1o lli comb::Lttere clell' A1·rnn: essa combatte da fenrn-1 , e l'impiego di ciascuna bocca da fuoco richiede il concorso cli nn certo numero di p ersone, a comindai·e dai eonclucenti, che la trascinano sul posto, ai cannonieri , che la mettono in grallo di offendere il nemico. Quindi ogni bocca da fnoco stringe attorno a, sè una piccola 'famiglia di esseri, legati da un unico scopo : fare fuoco . T; n <.:erto nnlll(~ro cli pe7,r.i., inqnadrato da graduati e da pochi ufli.ciali sotto il comando di nn capo, forwa una famiglia pjù larga mu. omogeuea: la batteria, vera mac china ignivoma, che t nona e t:1ce ad un cenno del suo capitano. Da ciò scaturisce un affia,tamento maggiore fra tutti gli elementi costitutivi, e q nello spirito di emulazione e di sacrificio che, particolarmf'nte nei momenti più drammatici del combattimento, è la parola d 'ordine per tutti. Il rombo del cannone, per se stesso, diventa una voce misteriosa che lega tutti quanti nell'azione comune, e tut ti e ciascuno restano piantati e fermi al loro posto di battaglia, strettamente legati ai loro pezzi, con quella calma, con quel coraggio e con quel senso di altrnisrno che formano il nostro ambiente · eroico e d.ùnno all'Arma <111elFaur<~ola di gloria e cli forza di cui è piena la storia delF Artiglie1·ia i taliana di tutti i tempi e di t utte le 1·egioni.
1110 ottobre 1866, in una R elazion e del generale Efisio Cn · g-ia, ch'era diventato Ministrn della Guerra,, era detto : « Do Yf'c1on,;;i l'1111ioul' cleJ.h1 V(~11ezia, l'itenere un fatto compiuto, conviene provvedere all'ordina.mento militare delle nuove Provincie. Si propone perciò cli costit'uire un nuovo Dipartimento militare con le pnwincie Venet e e col territorio l\fantùvano, (! di stabilire la sede del Gran Ooma.ndo a Verona, città che ha la maggior impor tnnr.a. militare clel territori.o)) . Ma, nel contempo, lo stesso Ministro, ispira1rdosi alla situa,,i.one fornnr.iaria italiana clel momento, così si esprimeva con -
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PROVVIDDIMIDl:'-TI ORGANICI
S. òL il Re: « La ~uprema. necessità in cui trornsi il Governo d'introdurre nell'Amministrazione generale dello Stato le più strette economie, richiede che ogni ramo della stessa vi concorra. coi 11u1,ggiori po,s sibili risparmi >> . Intanto, col R . Decreto 10 ottobre di quell'.anno fu istituito un nuovo Coma,ndo èFArtiglieria di Dipartimento e create tre Direzioni territoriali con sede a Verona, Venezia e Mantova. Molte formazioni di guerra, non più strettamente necessarie fu 1·ono eliminate : fu cos:ì: soppresso il comando locale cl' ArtiglieJ'ia cli li'ermra, furono seiolte alcune compagnie da fortezz,t. unn, clelle compagnie operai e alcun e batteri<~. Con Decreto del 14, dicembre 1866, venin1 pubblicato il nuovo ordinamento, pm· .effetto clel quale il l " reggimento d' Arti.glieria (pontiel'i) rimaneva formato su dieci compagnie; i tre reggimenti da, piazza, (2", 3<> e 4°) su 18 compagnie; H 5'.' su due batterie a, cavallo e 14 ba(;teric da battaglia; gli altri reggimenti da r.ampag1ia (6°, 7"', 8° e 9°) tutti sn sedici batteri.e; rimanevano. inoli;re, cinque compagnie di operai e u11a di veter;-1,ni. Va ricorda.to che, sd.olto il l" reggimento operai, il reggimento pon ti.c~ri, da \P avev:,t JJreso il n um~ro cli J<>; erl allora il 10° reggimento di n uov~~ formazi,orn: era dfrentato !:l Qnesto nuovo ordinamento corr1prcndevu in totale 978 uflì.daU, 19.002 uomini di truppa e 4.600 quadrupedi. Intanto il generaì.e Giuseppe l>ahormida, nella carica di Presidente del Comitato ù'Artig'lieria, veniva sostituito dal luo· g·o tenente generale cav. Leopoldo Yalfré di Bpnzo, decorato cli medaglia d'oi:'o . Nel 1867,. _in considera;;done delle par ticolari eondizioni <li bil ancio, si richiede vano .nuove economi.e ; e da ]87 milioni inscritti al bilando della Gu<~rra, si ~cese gradualmente a 183, a J 63, 11 l;jt:, c, da ultimo, a HO milioni. ' Le nuove riduzioni alle spese militari, per quanto riguarda l'Artiglieria , portarono aHa soppressione di due compagnie nel JO reggiment:o, e di quattro compagnie in ciascuno dei tre reg~imenti dit piazza. Furono soppressi il Comand o d'Artiglieria di Palermo, i Comandi locali di Cremona e di Bologna, le Direzioni t,(>rritorialì di UdinE', l<'oi-lì, i\Jessina, Pavia e Cagliari; e furono jm,tituiti due nuovi Comandi locali in queste due ultime città. 0
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l•'0Rì\IAZI01'iE DELLE BA'l"l'l•JRIE
D0Yenùo1:;ì provvedere a.<l una sensibile 1·iùmdone di qnaclri, }JoicM non bastava più all'uopo il sistema delle « licenze semestJ'ali )), fo applica,ta la legge delle « aspettative per riduzione di quadri)). Con R. Decreto dell'agosto J8G7, si abolirono i grandi Comandi di Dipartimento istituit i nel 1860; ed allora i Comandi d'Artiglieria, dipendenti divennero Comandi territoriali d'Artig-li el'ia, c·,on dipend-cnztL diretta dal Ministero della Guerra; p er la parte disciplinare, però, essi dipende,·ano dai coruun di ùi DiYisione. Dal JR67 al 1870, le cor-.c re1:;taron o quasi invatiate, salvo ruoclifkazioni di. poco <:onto, che però 11011 vogliamo omettere 1H pol'l'e in l'i1ievo, quali, per esempio, l'i·stituzione di ~m Comando loeale a Chioggia; il passaggio, nel 186 ', della Direzione territoria.l.e <.li Messina alla dipendenza, del Comando di Napoli. Kel 186S, l' armamen to del n umero delle bocche da fuoco ·della batteria fu assai ridotLo (4 pezzi incompleti); e altre diminuzioni .·i cbbcl'O n el JSG9, tanto che i;;ul principio del 1870 le batterie 1.1.,·ernno la, forma:done e.li 4 pezzi, con 2 cani da batte. ria,, una fucina. e due casson i, ma a questi ultimi, però, man cavano le pariglie per trainarli. Dura nt e il 1870, e spec;ialrncnte nel periodo che precedette -ed accompagnò la bl'eve campag11a per la presa cli Roma, l' Artigli.eria. consegni 1111<),·am<'nte qualche ritocoo in aumento . I nfatti, il 1° reggimento riebbe le due compagnie seiolte nel '67, "(' 11na seconda compagnia deposi to; i r <'ggimenti da piazza riebbero le q11attro corupagniè soppresse in precedenza , a cui fu aggiunta anche una compagnia deposito; ni reggimenti da campagna, fu aumentMa mrn ba tteria d i deposito. Per tal modo, dopo tan to fa1·e e disfare, si ritornava all'ordini,rnu~1tto del 1~64. 11 13 novcrn bre del 1870, allo scopo cli tmificare l'istrnzion e t ecniea del corpo degli uific:iali c.1e11' Anna, <~ per meglio genera lizza re anche nel personale di trnppa 111 conoscenr.a del servizio delle va1·i(• specialità. furoHo sciolti i tre reggimenti da piau;a ·e fHron o coi,:;ti tuiti otto r eggimenti rnisti cla campagna e cl::I: fo1· ·. tcz7.a; fu i;;ci,olto il trc•no cl' Arrn,tta tra. ferendone le compagnie npi reggimenti d' Artjglieria. '70
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l'i:0\IVIWD10N'l'f URGAN!Cl
Questa riforma, ano scopo di non appesantire so,-erchiamf'nte i Corpi, suggerl il provvedimento cli p ortare eia otto a dil·Ci i cosidetti re00 ·00 ·imcnti misti ' I due nuovi rerrn·imeuti (JO<> 00 <:- 11°) ebbero sede rispctlhamente a Ca~erta ed a Folii11-1. P er tal modo, il l° rcggintento re$Lò formato da pontieri., e composto da uno 8tnto )laggiore, da 9 compagnie attive, da due compagnie treno e da un deposito; gli altri dieci reggimenti 1·estarono formati eia uno Stato Maggiore, da 5 compagnie da piaz;i;a, da 8 batteri-e, eia 3 compagnie treno e da un deposito. Il 5° r eggimento con~enò le due battel'ie a cavallo L 'aumento tlei reggimenti misti da, otto a died rirspondeva (ra.itra pa,rte anclle acl un critel'io di mobilitazione: si volle ci.oè arnre un 1-eggimcnto pe1· ogni clnc Divisioni, gin ta, le previsioni. elle allora si facevano s u un'<~ventuale disponibilità delle forze militari in caso di guena. 'J'cnnto calcolo che ogni reggimento a ,·eva otto bal.terie: e che aJl'a.tlo della mobililnzione ciascuna, batteria yeniva ad essere costituita da olto pez;i;i, all'ente Di, vis i.one l'estav;mo assegnate ~b batterie con un complesso <li. 32 pezzi. A l'iforma attuata, l'organico clell'A.rtigli cl'ia (parte combattente) cont11va. 10G5 u:Oìcia1i , 19.038 uomini cli tr.upp0, e 5 .46l~ qnaclrupe<li. Con R Decreto 4 <.lkembre J 70 Ycnnero ll'a!-formati il Comitato e lo Stn,to Magg'iore clell.' Arma. Il Comitato fu e:osLituito da un Uflìcio <li presìélenza eon a capo un generale d'Esercito o tenente genel'ale, presidente : 3 uffici. per gli studi relatisi al matc~l'iale: l Cousigl_jo d'amministra1,ione. Gli uffici pc1· gli studì clel materiale ed il Com;iglio <l'amministrazione comprendevo.no: qualtro m embri l<'nPnti generf1li o maggio1·i genc1·ali; 5 ufficia-li superiori - di coi uno segreta· 1·io - ; 12 capitani, dei quali uno clfretlorc dei conti; e 3 subalterni. Alla, tlipe11<1enza, dfrctta del .Presidente del Com itato fu mcs-. sa poi la Direzione del labol'atorio di precisione. Il !-Crvfaio territoriale e qnelJo tecnico dell'Anna fm·ouo re golati cla altro Decreto che~ porta la Rtcs!-a, data, 4 cliceru b1·e 1870. La cfrcoscl'izione tcnitorial e clell'.\rma. p<'l· effett o di tale -
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CIRC0:'5CHIZIO~E TERRlTORIALE E QUADRI NEI,
1870
decreto comprese : 5 Comandi territoriali con 15ede rispettivamente a, Pirenze, Pavia, Napoli, T,o rino e Verona; 12 Direzioni territoi-iali a Yen ti rispettivamente per sede : Ancona, Bologna, Alessaml.ria, Capua, F ire11zc, Genova, Messina, l'iacenza, Roma, 'I orino, Yenc;,,ia e Yel'ona; e 12 Direzioni tli stabilimemi compl'endenti : 2 arsenali di costruzione, uno a Napoli e l' altro a 'l 'orino; 3 fabbriche ò'a1·mi (Brescia, Tone Annunziata e Torino); l 1·afl111cria nitri e fonderia (Genova); 2 fonderie (Na.poli e 'l'orin o) ; 1 labo1·atol'io di precisione con sctle a Torino ; 1 laborntol'io pi1·otecnico con sede pure a Tol"iuo; 2 polver-ifici, dì cui un o a Fossan o e l'altro a Scafati. Per inlanto, le cinque compagnie operai e la <:ompagnia ,·etr,rani fm·ono conservate. I11 complesso, nel q uacll-o generale della fo1·za che componeva l ' .\ i-ma tl'A1·tiglici-ia, alla fine del 1S70, :figm·avan,o : i4 colonnel l.i; :24 ~encnti colonnelli; 7'2 rnaggiol"i; lGG ,apitani di prima classe; Hm capitani cli seconda classe; 2ao luogotenenti di prirn3; classe; 4GS luogoten en ti cli seconda classe e sottotenenti, a cni andaYano aggiunti gli ufficiali aventi curiche di capocli \'i~;ione o L",apo -sezion c al Ministero e quelli addetti agli Istituli :;,\liiitari nu-1, esci usa Ja Scuola ò' Applicazione d ' ArtigHerin. e Genio. Accennato, somlllariam cnte ed in maniera mpida, alle ,icencle dell'.A1·tiglicria dal JSG2 al 1870, ci l"iserviamo di. seguire in capitoli ucccssivi, più d,t vicino, i gracl uali mutamenti sublti dag'li 01·ganid dell'Arma, dopo il compimento dell'unità nazionale. Il grndnale eYolve1·si <l<·l l' A1·ma, sebbene contennto èn tro limiti ristretti, dipendenti dalle scarse disponibilità assegnate al bil ancio della Guena, rappre15entc1·ù, il frntto cli ininterrotti ~tudi e cH snccesshi esperimcuti. intesi a seguir-e i prog1·essi tet.:-
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Fig. 32S • I Liberatori d 'ltalin 1 geu. Dclln J.< o<:o.:a; 2 au1111 . l'cr ~nuo; 3 Vitt. Em. II; 4 gcu. Garìbalcli; :, ì1Ienotli Garibnldi; G gen. Milbitz; 7 geu. l!'<UJti; 8 u. Rattazzi; 9 c. Nigra; 10 B. Ric"soli ; 11 gen. Bixio; 12 àgostiuo Bel'taul; L'l gen. Coseuz ; 14 geu. De Sonuaz; 15 ge11. 1ieuab1·ea ; l.G gt•n. 01·sin i; l:7 geo . Sacchi; 18 gen. Med ici; 19 ge n. 'l'iirr; 20 gen. Sirtori. (litografia · del tempo; lit. Bigonl per F. BiHelli, Milano; Collezione Comandini , Milano). (da l 'Italia 11ei cento anni del secolo XlX d i Alfredo Comandlni e Antor:lo Monti. Edlt. Antonio Vallal'd i, Milano).
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11.0~ -
LE IN~OVAZIONl TECl\lCEffi
nici della metallurgia e della mecca,n ica in confronto agli arm&· menti degli eserciti. delle princi1)ali potenze europee. Così che, mentre in taluni capitoli a carattere tecnico potranno rilevarsi le innovazioni sempre più numerose e sostanziali apportate nella costruzione delle bocche da fqoco, nella fabbricazione degli esplosivi, nella confezione delle munizioni, nel perf.ezionam.ento degli apparecchi e congegni di puntamento, nonchè le eonseguenti modifì.car,ioni riguardanti le dottrine d'impiego: attraverso il snccedersi di tante innovazioni, si intuiranno e giustificheranno quelle provvidenze organiche che, nella successione del tempo, furono man mano adottate per l'Artiglieria nelle sue varie spe· cialità,.
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Notizia bibliografica PER LA PARTE SECONDA: 'VOLUi\[E
III
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ZmNONE:
1900)
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FO:-Tl
REGIO AHCHIVIO DI STA'l'O DI ROl\IA Congl'ega zio11e militare. Reggimento di Artiglieria. Registro de :servigi degli Officiali appartenenti al suddetto Reggimento ùi Arti.glieria. Ministel'o delle Atmi : Affari speciali. 0 1·dini de] giOJ'llO 1847.1848. Bui,ta ll(H . Ministero delle Anni: Affari speciali. Ordini del giOl'llO 18481849. Busta 1165. Minis tero del1e Armi : Affari speciali. Ordini del giorno 1848· 184.9. Busta ll(lH. Ministero deHe Anni : Affari speciali. A l'tiglie1fa . Pc1·sonale. Ruoli. Busta 1292. Ministero delle A 1·rni : Affari speciali. Artiglieria. lVfateriale 1818-1842. Busta 1303. Ministero delle Anni : i\fati-icole. A1·tiglierfa,. Ufficia.li 1848-1849 . .Busta, 1349. Ministero delle Armi : Affo.ri speciali. Decorazioni e mecla,glie. Busta 1496. Ministero delle Armi : Affari specia li. Rivoluzi one del 1831. Di ·sposizioni. del personale e sei-vizio . 1831. Busta, 1509 . Ministero delle Armi : Rassegne periodiche. Artiglieria 1848. Busta 1633. Ministero delle Armi : Corpi vari. Arruolamenti e Carte person ali. Artiglieria . Ufficiali 1815-1849. Busta, 2099. Periodo còstituziona,le 1846,184!) : VoL 17 , 19 , 22 , 23 , 24 , 25 , '26 , 29 , 30 , 32 , 33 , 36. Repubblica Romana 1849 : Vol. 41 , 44 , 74 , 75 , 76 , 78 , 82, 89 v 90 ' 92, Volontari delle ca,mpagnc cli guena 1848,J.9 : Bnste 9'6,97 .
.REGIO ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI Ca,s a, Reale. Storia,. Manoscritti. Numero d'or dine 156. Casa Hea,le. Storia. i\fanosc.:l'itti. Numero d ' ordine l lJ.2. -
l];J(i - ·
FOtsTI
<Jabinetto di Polizia. Espediente 4183. Vol. 1°. P andetta 487. )!inistcro di P olizia : 185-1-.
S1~z1o~m GumrtuA
i,;
.MARINA
Segreteria di Guen·a : F'asci 23 8 , 2391. Ministe1·0 Guerra: Fasci 320 , 254-3 , 3121 , 3611 , 3616. 'M inistero Guerra : Relazione della Commissione di scrutinio del ~ 1 genna,io 1822. Vol. legato in pelJe. Senizio generale 1848. Fascio 218. . Affa:ri dfrersi 1860. Fasc·io 381 . Corrispondenza f:orpi Gaeta. F ascio fi . Otùini ùel Comando generale. )Iinistero :Marina. Parco cl' Artiglieria. 2° Ri partimento . 1° Ca,
:d co.
RE GIO AR0H1VI0 DI STATO IN T ORINO S1,,z10.:-1m G u~~nrtA m MARINA Fonti archivistiche pei· la, Storin, dell'Artiglieria , P eriodo 1815, l.860.
Ser·ie : Regolflmenti militari (1815,183()) . Stabilimenti militari (1816,1832) . R. Patenti e Commissioni. di nomine (1815,1860) . Bilanci militari (1815,1849). Azienda Generale cl' Artigliel'ia (l 814,1853). ( Viglietti, Dispacci, :Relazioni, Corrispondenza, Dotazioni, Libr·i mastri, ecc.) . Divisione Gabinetto (1823,1860). (Relazioni e corrispondenze). Di visione P ersonale (1822,1860) . Divisione Artiglieria . Huoli matricolnri corpo artiglieriu, (1816-1870) . Intendenza d'armata nelle campagne di guerra (1848,1859, 1866) .
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11:r; -
FON'l 'I
Esercito Italia Meridionale (Garibaldino) 1860. (Corpo d' Artiglieria) . Ministero della, Guen-a, in Sicilia (1860,1861) . Govemo pM,·visorio lombardo (1848). Armata in Lombardia (1848) . Raccolta circolari , l" e 2• sed e (1816,1853). Serie : Raccolta, di R. Dete1·minazioni, Regolamenti e decisioni rela,. tive all'amministrazione ed al servizio militar e (1831, 48). Giornale Militare (184.8 e seguenti). lVI.iscellanea (1815,1853).
REGI O Al-WIIIVIO DI S1'A'r0 IN FIRENZE Documenti ma.noscritti R . Archivio ùi. S tato : F ilze II , XXIII , XXIV. Giornale della R. Duca le Brigata Estense. Reperto,,jo mi li tare dell e Milizie 'l'osca ne. Repertol'io reRcritti Ministero della Guerra .
REGIO ARCHIVIO DI S1'A'1'0 IN "M.ODENA Almanacco di Corte per l'anno 1816. Al mana cco di Cor te per i'a11 no 1831 . Almanacco di Corte per Ì'anno 1858. Documenti vari dell'Arch ivio (A1·chi.vio Militare) , Cartella Ge. nio e Artiglieria. · Oiom~le clel~a H. Ducale Brigata Estense.
A.IlCHIVT SEGRETI VATICANI
Segreteria, cli Slato . Al'liglieria. Rubrica 200.
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1rns -
FO::STI
ARCHIVIO CAPI'l'OLI~O Carnlleria Civica . A1·tiglieria cd Attil'.1gli. Busta 84. 0l"dini del giotno della Gua1·dia CiYica da Gcnnar·o a tutto il 1848. Busta 150.
l\fANOSGRI'l"l'I IK DEPOSI'l'O ALLA BIBLIOTECA DEL lHSORGIME~'l'O DI RO:llA Buste 22 - 24 , 68 , 118.
DIBLlO'l'ECA Hl!JALE DI 'J'ORINO 1) Aggiunte e Y,nianti al 1·egola,mento per gli. jrwcntari del ma, teriale cl' Artiglieria - 4"' Ediz. - Torino, 1861, 8° - i\:Iisc. 34.8. 2) Aide-::\1émoirc à l'usage des officiers d'Artillerie , Paris, 1836, 8° -
pp , 4 (7) ,
Seconde éditiou - Pn.6s, 1844, 8° - pp, 4 (8). 3) Aide-Mémoire po1·latif à. l'usage des officiers d'artillerie ~ S trasbonrg, 1831, 12° - pp - 4 (D). 4) Annuario d'artiglieria (18-1-7- 61): Sunto delle cose nuove proposte e<l iutrodolte nel materiale d'artiglieria - Torino, 1855-63, 8<>8 fase. - z - 2 (79). 5) Appendice al Regolame11to pegli inventari del materiale d'artiglieria. III edizione . Torino, 1858, 8° - z , 2 (623). G) Artillcrie Piémonta.'ise (in Hevue de tcchnologie milit.; Liége,. 1854; I, CiG7, 5S2) - Mag. · 129 (1). 7) _\.tlantc della collcziolle dei disegni del malei-iale d'a.rtiglie, ria., Anno 1862 . Torino, 1862-GG; 2 vol. f. 0 - I - 53 (4) .
8) Atlante dei clisegili delle t::wole di costruzione del materia, le d'al'tiglieda pubblicate nel biennio 1871-72 (18 5-86) . Torino-Roma, 1872•86, f. 0 7 vol. :Mag. , 59 (16).
r
9) Breve clescrizione delle ai-tigliel'ie 1·igate dell'esercito italiano - T orino, 1 ' ù:5. 8° - I - 6 (21). -
1Hl9 -
FO~'.l'I
J O) S ulh a rt.igli.erin.,caccia,tol'i del cav . Genetale Giov. Cavalli ('l'orino, 1860) 4° - Mise. 81. 11) Colléction des lois, a u etés et r églements actuellement en vi, gucur s ur Ics cli[érents services cl.e l'ar tillerie . 5 Paris, 1808, 16° A · 6 (23) . 12) Composizione <li una batteria cla montagna . Torino, (s. a .) 8° -
I , 4 (67) .
13) Composizione di una batteria, leggera all'inglese · 'l'orino, I · 4 (8) J4) Composizione di. una battel'ia, di battaglia mod. 1830 · Tori-
(s . a.), 8° -
no, (s. a.), S0 - I , 4 (57) . 15) Composizione di una battetia da 16 di posizione . 'l'orino, {s. a .), 8° - I · '1 (56) . 16) Composizione <li uua batteria da 8 di linea . 'l'orino, (s . a.), 8° - I · 4 (55). 17) Oose pl'atiche l'elative all' .A1·tiglie1fa , Bologna, 1873, 12° - I· 6 (28) . 18) Cours sui· le sel'vice des officiers d'artillerie dans les fon, <leries . raris, 1841, 8° - I, 30 (4.0) . 19) Cours special à, l'usage des sousofficiers de l'artillerie . Pa, ris, 1840, 16° cou tavole - A . 6 (26) . 20) Cours elementairc d'artillel'ie à, l'usage des jeunes officiers aspirans et sous-officiers du corps d'a,r tillerie Belge, par un officier de l'arme , Bruxelles, 1833, 16° - A , 6 (29). 21) Des ca11011s l'ayés en belgique. Notes critiqnes sur la trasformation <le l'artillerie · Paris, 1861, 8° - I , 4 (6J) . 22) Ernstfcuerwrke1·ei fm: <lie Koniglich Peeussische Artillerie . Bel'lin, 1835, 8° cou tavok - A . 1!) (59).
23) Esperien½e s ul tiro e sul ll'aino clell'artiglieria . 2 opuscoli litogr<lf.tti - ì\U::;c. 81.
24) Essa,i sm· l'orga,nisa,tion ùu pet·sonnel de l'artillerie par un ancien élève <le l'école polytechnique , P a1•is, 1865, 8° - z. I (21) . 25) Experi.en ccs faHe:, à Metz en 1834, par orci.re du Ministre de la guerl'e sur les batteries de Brèche . Pa,ris, 1836, 8° - I . 4 (5) .
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26) 1~tat militaire du col'ps de l'artilJerie de Franc·e · Ptuis, 1835, 16° - ~1?- , 9 tl4ì. 27) Giomnle d'a,rtigliel'ia, 1861 (1873) - Toril'10, JSGJ.-73, 12 vol. - Mag. 135. 28) Inventar-io geuernle d'artigUei-ia,, istrur.ione, modello ed avve.l"ten,:e nel fare gli inventai-i clel mate1·iaJe d'a1·tiglie1·ia , Torino, 1844, 4" - I - 34 (7) . 29) Istruzioni clivei-se sul servfaio d'artiglieria - ~l'Ol'ino, 1846,47, 4° - 5 vol. (manca il 3° volume cli testo) - H - 2 (12) . 30) L'artillerie de campagne française , Pa,ris, 1868, 8° I , 6 (29) .
31) l\ifanoenvres ùes batteries de campagne, pour l'a1-tillerie d.e la garde royale . Strasbourg, 1816, 8° - I - 4 (53). 32) Manoeuvre de l'artillel'ie à cheval , Milano, (s . a .), 8° I - L} (71).
33) N.[anopere cli forza ad uso del Corpo Reale d'Artiglieria di S . lV(. il Re dt Sa,rclegna , Torino, 1823, 8° - z - I (39) . 34) Manuale per il servizio d'a1·tiglieria in campagna - ~l'orino, 1861, 8° - I . 6 (32). 35) hfateriale da mmo; a.ffnsti e ca,rreggio ('forino, 1861, f.,0 Parte 1a - I - 53 (6).
36) Materiale d'assedio : affusti, 16 tavole . Torino, 1857, f.°, la sola P dispensa - I , 53 (62) .
-
37) Mémoire sur les nou,,eaux systèmes d'artilleries (s. 1. a.) 8° I · 4 (58).
38) ì\1inistère de fa guerre. Instructions supplémentaires conc-ernants les contabilités matières et finances des pM·cs et des ba,tteries d'artillerie - Pai-i:,, 185-!, J 0 - :\lise. 81. 39) Modifica,tions ài faire au profi.I des rernparts pour les rendre propres à, recevoir l'a,rtillerie (s. 1.), 1837 f. 0 g. - I , 53 (473). 4:0) )forme pe1 ca.r·icamento degli affusti e carri del traino dn, campagna , Todno, 1855, 8° - I - G (43). 41) Obsei.-vations et e:s:periences sur l'artillei-ie pnt le chev. d' Arcy - Alethoriolis, (s. a.), 8° - A - 16 (32).
-
1141 -
FONTI
42) Ordinamento de1l 'a1·tiglieria ptei,so l 'esercito in campagna · 'l'orino, lSGG, 8<> - - I · G (G'i) . 43) Progetto cli ordinarn~a di S . Ìl:L per l'esercizio è le manovre di artiglierfa . Napoli, 1834, 8° - I . 6 . (26) . 4-<.1:) Pro:jet de r&glerneut sur les manoeuvres de J.'.n·tillerie · Paris, 1824, 8° - I . 4 (29). 45) Provve<Ji.Inenti pe1· l'artiglie1·ht, fortificazioni e fabbriche militari. (1814,1847-1853) . Torino, 1816-1853, 4°, 20 vol. - e · 6 (25-47) . Stampati e mauoscritti; m~ncano le annate dal 1847 al 1853 . 46) H.èglement sur le service iu terieur, la police et la discipline cles troupes d'artillerie . Paris, 1830, J 2" - A · 15 (30) . 47) Regolamento per l'analisi della lega, del lnonzo e per l a verificazione delle a1·tiglicrie nuove ecl usate in cln,ta 8 febbrai.o 1850 · Torino, 1861, 8° - Mise. 348. 48) Regolamento p1·ovvisorio sul modo cli procedere alla verificazione e collaudazione delle artiglierie di ferraccio , Torino, 1860, 8° - i\.fis.c. 34S. 49) Rcgoh1mento pet gli inventari del rnateifale d'artiglieria a,pprovato dal Ministro della Guerra . 2" Ecliz . . Torino, 1848, 4° z . 2 (62); 3' e 4" Ediz .. Torino, 1857,61, 8°, 2 vol. - z . 2 (622). 50) Ricotcli per l'ufflziale cl' artigliel'ia in ca,nrpagn:-:1 · 'l'orino 1849, 8° - I . 30 (46). 51) R.uolo graduale degli uffizia]j e degli impi_e gati d'a,rtiglieria (1° marzo 1869) (s. 1.), 1869, 8° - A · 10 (36). 52) ~l'abJes .ùes princip,iles clirnensio11s et poids des bouclies à feu de c:,unpagne, cle siège, avec lems n,ffuts et avant, trnins, ainsi que des charges, des portées, etc. des bouches à, feu des artillel'ies prindpales de l'Europe . . Leipzig, 1827, 4° - H . 2 (10). 53) 'l'avole di tiro delle bocche da fuoco . 'l'orino, Ì858, 8° Mise. 348. - (Edfaione litografata). 54) 'ravole di tiro . (s. 1.), 185it, 8° - :Mise. 347 . 55) 'l'irs d' experience éxécutés à 1'..ìsse11 (1868) avec un cauon en ::ider fondu se chargeant par la culasse · Paris, (s. 1.), fascicolo litografato, 4° - Mise. 81. 56) 'l'ir eomparatif twec canons de gros calibres se clrnrgeant par -
1142 -
b'ON'J.'~
la bouche et cauons se chargeant, par la c;ulasse - fascicolo litografato, 4° - Mise. 81. 57) Organiz,zazione del gen. lJ uchand (J 833) v. Héponse a,ux observations - z . 1 (64) . 58) Regolamento pi-ovvisorio in Fraucia (1847) \.. Règlement provisoire - z , 2 (8) . 59 Sostituzione degli invalidi (1834) \'. Cannonieti veterani Mise. 348.
BIBLIO'l'ECA DUCALE DI GE~OVA IN TORINO CART!ll VARIE 01 FomOI)!ANDO or SAVOIA
DucA m
GEKOVA
(Cassetta N . 90) 1) Discorso sulle armi da fuoco portatili (parte dell'autografo minuta; nna copia incera) 1845. 2) Zibaldone Artiglierie : personale e materiale (un fascicolo au, tografo minuta). 3) Des bouches à feu (2 quaderni autografi) , C'est une éspece de 1'r aité d' Al'tillerie d'o11t une bo,nue partie manque. 4) Relazione a S. l(. del Principe Ferdinando, dopo che fu no, minato Direttore del materiale di Artiglieria (v . fascicoli) autogra, fi e minute.
5) Résumé des leçons de phisique (5 cartine di cui quattro auto, grafe del Duca). G) Cenni sulla tor11ata del CouHiglio Superiore d'Artiglieria del Dicembre 1841. 7) Relaz,ione n. S. i\I. cli lilla toi-nata del Consiglio Superiore d'Artiglieria. U11a nota a ma1·giuc dice: « Relazione ccc., in cui, cloµo un bt·c,·c esame clel piano sul corso del Po -del Cap.° Cavalli, si trattò clelle segue11t i questioni: 1) Delle modificazioni da apportare nl materiale da campo esperimentato al campo d'istruzione e delle necessarie variazioni nei cannoni da 8 e da 16, uonchè negli obici da 32, in seguito al nuo,-o apporto adottato. 2) degli shrnvnells e delle grannte e delle cariche convenienti per quel proicttilì, e dei tiri in arcatu dell'ol)ice nuovo.
-
1143 -
FONTI
3) delle cause dello sparo spontaneo di un obice al campo, con danno. dell'artigliere che serviva quel pezzo e dei mezzi di evitar e simili inconvenienti.
8) Stucli di geometria analitica. (3 fascicoli autografi) . 9) Stucli di meccanica (3 fascicoli) . 10) Essai sur les rnachjnes :?L vapeur. 11) Jttucles historiques et remai·ques snr les fnsées de guerre et sur les canons à, bornbes. 12) Minuta di una hreve parlnh agli artiglieri raccolti a l cam~ po (d'istruzione) . 13) Discorso sui cambiament i più jmportauti seguiti dal 1814 al 1844 nell'Artiglieria Piemontese. 14) Cenni sui mezzi impiegati dagli an ti chi pei: attaccare e di, fendere le piilzze (fascicolo dne, con l'aggiunfa di un foglio segna,to A.A., non di mano di S . A .) . 15) Cenni sull'impiego dell' A. nell'a.ttacco e nella difesa, delle piazze e delle coste (4 fa,scicoli , autografi e minute). 16)' Cenni sulla pesca. 17) Alcuni cenni. sul tiro delle bocche da fnoco e delle armi por~ tatili, in 19 foglL 18) Minuta di lettere (colla. r elazione di u11.L gita fatta da S. A, in Sardegna, in compagnia del magnanimo genitore). 19) Lettere varie al Duca,. . 20) Lettere Del la Rovere. 21) Nota a,nimali uccisi alla caccia. 22) Nota animali e document i diversi. Relazione sulla Campagna del 1848 stampata.. Relazione e rapporti finali della campagna cl.el 1848. Roma Coma.nel.o del Corpo di Stato Maggiore 1908. ,
0ARTID DEL D UCA FmnDINANDO
Discorso sulle armi da, fuoco portatili (N. 3 fascicoli). La prima i:-;critta (manoscritto) è cli ma.no di A. che, fatto ricopiare l'intero. discorso, vi pose appiedi il nome suo:
s:
-114-1 -
FONTI
Al Re Suo Padre - Il Figlio Ferdinando - Il 1;"' cli genna,io 1845. Nello << Zi baldone>> segnato con la lettera A (Arti.glieria, per, sonale, e i\:fa,tel'i.ale) ci sono appunti su u:fficiali, per esempio il Ge~ nerale Giuseppe Pastore elogiato . OPERID MILITARI. jJ[anosa,ritU appa.rtenenU a PrinoiJ)i e Sovrani della Casa d·i Savoja ohe si trovano cigli Archivi :
Categoria 3" - i1Ia7,zo 10, n . 7 Categoria, 3" - Mazzo 15, n. 1 Categoria 4a , i.\1HZ%0 '7, n. 4 Categoria 3" - ì\fazzo 18, n . 1 Categol'ia 3"' - ì\fazzo Hl, n . 1 Oa,tegorfa 3a - Mazzo 25, n . 2 4 Agosto 184.8 .. Lettera in cui rifiuta il trono cli Sicilia. :Medaglia d'Oro al va.lor milita1·e 6 Settembre 1848 : « Al Duca cli Genova Comandi.tute la IV Divisione dell'Armata e il 16 Giugno 1849 ge,. nerale d'Armata>>.
BIBLIOTECA MILI TARE DEL PRESIDIO DI 'l'ORINO 1) Formazione del Corpo Reale di Artiglieria ('l'orino 1815 ~ Stamperia D~wico e Picco). 2) F ormazione P rovvisionale del treno d'Artiglieria del 31 Lu, glio 1815 (Stamperia Davico e Picco). 3) Nuova organizzazione del Corpo cl' Artiglieria 1816 (Torino~ Stamperia Reale) . 4) Regie Patenti con cui S. M. approva il Regolamento per l'Amministrazione dell'Ar tiglieria del 24 gennaio 1821 (Stamperia. Reale). 5) . Composizione di una batteria da 8 di linea (Stamperia Rea, le, 18 febbraio 1829). 6) Composizione di una batteria da 16 cli posizione (28 feb .. braio 1829). -
1145 -
FON'l'I
7) Composizione di una batteria lcggern, all'inglese , 9 apri, le 1829. 8) Composizione di una batteria da battaglia modello 1830 , 18 aprile 1831. 9) Composizione di una ba.tteda da montagna, 31 gennaio 1831. 10) Determinazione di S . l\l. per l'ordinamento definitivo deì Corpo Reale d'Artiglieria (Tip. Pane, 23 agosto 1831) . 11) Forza del Corpo Reale d'Artiglieria nelle tre situazioni : piede di pace; batterie armate; piede di terra, , 5 gennaio 1833. 12) Regolamento per le manifatture d'armi , 1° ottobre 1834. 13) Sovrani provvedimenti dell'8 giugno 1841 relativi. al Corpo Reale di Artiglieria (Tip. Fodn1tti) . 14) Inventario generale dell'Artiglieria: 1844. 15) Regolamento del Corpo Reale d'Artiglieria con paghe ecc. 26 maggio 18 .. (Tip. Fodratti). 16) Sovrani provvedimenti 25 agosto 1846 con cui venne istituì, ta una Commissione Ordinaria di Artiglieria. 17) Estratto delle disposizioni per le fabbriche d'armi (1.'ip . Fo, dra tti 1847) . 18) Modificazioni del Corpo Reale di Artiglieria 1855. 19) Modificazioni del Corpo Re,1le di Artiglieria 1856. 20)
VERKAZZA:
Brin<l,is'i JJM· Z-:A1·tiglieria. 'l'ori no 25 gennaio 1816.
21) Descrizione pa.rticolareggfatt1
delle a,rtiglierie
piemontesi
(Stab. Lit. R. Arsenale 1841) . 22) Annuario d' Artigli.eria: sunto delle cose nuove proposte e introdotte nel ma,tc1fale d' ArtiglieL"ia durante l'anno 1847 (Tip. Oastellazzo e Vercellino. Di tali Annum·i ce n'è uno ogni biennio fino al 1861) . 23) Regolamento per la guardia d'onore, saluti con le' ~rtiglierie, ecc. 1° dicembre 1817 (Stamperia Reale, Torino) . 26) Istruzio,1i sul servizio di Piazza desunto dal regolamento dell' Esercito Sardo del 21 giugno 1823 (Biella 1859). 27) Regolam ento di discipl ina militare per le truppe cli ca,valleria e Ar-tig·lieria 10 a,gosto 1840 (Torino, Editore Giuseppe Fo, d ratti) . -
1146 -
F ONTI
28) Isti·uzione diversa sul servizio di Artiglieria (Torino, Tip. F .llì Castellazzo) . 29) Istruzione sull'evoluzione di una batteria campale. 30) Regolamento per le istruzioni pratiche dell'Artiglieria (T o, rino 1860 , Castellazzo e Vercellino) .
ARCHIVI PRIVA'l'I Al'chi vio della famiglia Boldoui - Firenze, 2 Via Malcontenti. Arcbido della famiglia Cascino - Bologna, 1 Viale Panzacchi. A1·chivio della, famiglia Prat - 'rorino, 28 Corso Vinzaglio . Archivio deJla Nob. famiglia Pilo Boyl di Putifigari - Torino, 20 Corso Peschiera. Archivio della, famiglia Quaglia . Pino Torinese. Archivio della famiglia Segre ~ Milano, 11 Via A. Sangiorgio . (Diario ùel capitano Giacomo Segre da Firenze a, Roma · Agosto-Settembre 1870 , Ri tagli di giornali e corrispondenze relative) . Archivio della, famiglia Voli-Ca.valli - Todno, 45 Corso Duca di Genova. Collezione del Sig. Simeom Cav. Silvio . Torino, 31 Via Mazzini. RaccoJhi Fotogralicn del Cap. Avv. Gil'a.ucl Costante , 'rorino, 8 Via GiO\'. Pmti. Archivio della Casa ./\fan De Rivera-Costaguti , Roma, 10 Piaz-. za i\'.lattei. (Giornale della difesa cli Gaeta nell'assedio del 1860. ì\fa. n0i,critti) - (Difesa di Gaeta. Miscellanea n. 178. Manoscritto del generale D . Rod rigo Afan de Rive1·a). Doou-menti cle l 'Tenente Generale GastalrU Oomm,. At'tilio:
Ca r te del Generale Camillo Boltloni. D eh1Jerazioni rlel Consiglio Oom1nnale di o ,uneo in data 10 mag-.
gio lS78 per onorn re il Generale Giuseppe P astore .
-
1147 -
FON'.rl
:MANOSCRITTI ESISTENTI ALLA BI BLIOTECA REALE IN TORINO 1) Accenditori fulminanti 2) Aide-mémoire 3)
4) 5) 6)
7) 8) 9)
10) 11) 12)
13) lJ) 15) J G) J 7) J 8)
19) 20) 21)
22)
23) 21)
25)
26) 27) 28) 20) 30) 31) 32) 33) 34)
Artillerje en France Bifa,ncio, 1721 Hirago, Artiglieria Bussolo geometrico Ci.m noni piemontesi Cavalli, cannoni a,lla culatta Cavalletto da puntamento Classificazione degli ufficiali Disegni d'artiglieria Diziomtrio instintivo Dfaionario istruttivo Equipages d'artillerie Forceville, Artillerie de campagne Fucili a, emina mobile Fuséc à, la Congl'ève Gra.natiel'i del corpo Fiuguénin, fonderia dei cannoni Lo scolaro bombardiere :Thfacchiue da guerra degli antichi :iWa1·tini (Fr. di Giorgio) ..i\facchinmfom liber Matériel 1844-45. Mélanges militn.ires Miscellanea, Napolitana discussa Notes snr l'artillerie Omaggio al Re, 1847 Pezze coniate nelb storia Promotions Quorenghi, armi da fuoco Ronvroi, Dictionnaire téchnique Ronvroi, planches Shra,pnel con spoletta -
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Mil . » )) )) )) » » )) )!
» »
314 250
372 154 289 402
199 257 391
51
25 67 231 357 336 347 218 19 391 23
)) )) )) )) » 199 » :14G ))
150
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335 230 298 383 138 378 149 195 ,225
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155 ·21s 386 352 248 199
)) )) )) )) )) )) ))
40
52 95
168 72
36
FONTI
35) Stratico, reggimento veneto d'artiglieria 36) 'J'ignola, a,rtiglieria pratica 37) 'l'rattr~to d'artiglieria 38) Vocabolario dell'artiglieria 39) ì\'lena,brea, Stato maggiore d'artiglieria
))
)) )) ))
))
315 362 384 321 391
30
GIORNALI L' Aniico del Popolo (Napoli, 1860) . U Araldo (Napoli, 1848-1849). Il Gonteinporaneo (Roma, 1848-1849). Gazzetta di Bologna (Bologna, 1848). Go,zzetta di Gaeta (Gaeta, 1860). Gazzetta d·i Rorna (Roma, 1848). Gazzetta di V enez·ia (Venezia, 1848,1849). Giornale costituzionale del regno delle Due Sfoilie (Napoli, 1821). Giornale Officiale del Ooniitato prov1Yisorio in Palermo (Palermo, 1848). Giornale Offi.c·iale del Governo di Sicilia (Palermo, 1848-1849). Il Microsco1iio (Messina, 1848). JJ1 onitore Romano (Roma, 1849). L-'Oninibus (Napoli. 1848). La Pallade (Roma, 1848-1849). Il Prùno Sette1nbre (Messina, 1848) .
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114-9 -
'
Effemeride Cronologica artiglieresca
1815 - 1870
1815
5 genna'iO - Viene crea.lo il Ool'pO Reale d'Ar tiglieria, in Piemonte, composto dell'Artiglieria, :1 piedi, d'ordinanza e provinciale, dell' A1·tiglieria volante, dell' A1·tiglieria, volante della Sa1·degna. e clell' Artiglieria. scdentn,ria. Sj istituisce a, :Napoli un Supremo Oousiglio di guerra per fondere in un cse1·cito solo gli elementi del disciolto esercì, to murattiano con l'e::;ercito Sicilian o creato con Decreto del 15 giugno di quell'anno.
1.'f 111,glio -
29 lugl'io - Istituzione del Regio Treno d' Artiglim·ia nell'Esercito Piemonte.se. ~ ago8to -
Costituzione del Corpo delJ' Artiglieria napoletana in 2 1·cggimenti: « Re » e « Regi11a >>, con l'aggiunta cli 2 cornpa,g nie cam,ouieri a,rtefici, 1 compagnia artefici pontonieri, 1S <·ompagnie artiglieri litorali e l l>l'igala, d 'A l'liglieria a cavallo.
2 8ettem,bre - Viene decl'etata, la forrna½ione nell'esercito napoletano di uno squadrone di a1·tiglieria n cavallo della Guardia Reale. 2 novern1wo -
Vittorio l~rnanuele I ricostituisce in Torino la R . Accademia Militare. -
1151 -
Viene organizzato il Corpo del 'rreno nell' A.rtiglie ria, napoletana.
"i dicembre -
1816
Il Governo Toscano delibera lo cc Stat o d'armamento e di approvvigionamento JJ della propria Artiglieria da costa,.
1 gennafo -
1 aprile - Il Corpo R. di Ar tiglieria, del Piemonte viene diviso in cc A1·tiglieri.a. atti.va ,> e « Artiglie1fa sedentaria J> .
Il generale Nugent è nominato comandante dell'esercito napoletano.
16 gi1.tgno -
30 agosto -
Viene sciolto cit0 napoletano.
n. Consiglio
Supremo <li guena dell'eser-
7 ottobre - Il teu. colonn. Ignazio Velasco assume il comando dello squadrone dell'Artiglieria a cavallo della Guardia Reale dell'esercito na,poletano. 1 dicenibre - Luigi Lopez è nominato sottotenente effettivo nel, l'Artiglieria pontificia. 1817 L 'organico dell' Artigliel'ia, pontificia è fissato in 36 ufficiali e 960 uomini di truppa.
10 settenibre -
15 .settem bre - J.i"ilippo Lopez, ammesso nell'Artiglieria pontifici.a dal 18 ottobre 1815, è promosso sottotenente effettivo .
. . . - Viene deliberata l'abolizione nell'ese1·cito piemontese del n. Treno d'Artiglieria meno una compa,gnia . 1818
1 gennaio - Riordinamento <lell' Artiglieria piemontese cdn l'as . segn a,zione in orga,nico di nna forza cli 2089 uomini. 1819 J gennaio -
Il Governo del Granducato di Toscana pubblica lo « Stato generale JJ dei principali effetti d'artiglieria esistenti nelle piazze forti, forti, torri e batterie dello Stato . -
1152
1820
Kasce in 'l'orino 'Vittorio Emanuele II, che prende il nome di Duca di ·Savoia,.
·1.~ ,narzo -
settembre - Ca,rlo .Alberto, P1·incipe di Carignano, è nominato Gran Maestro d'Artiglieria.
l.Je Reggenza <lello 8ta,to napoletano delibera, la formazione di 12 batterie cl' A1·tiglieria ripal'teudole fra l'esercito 1•io1·gn.n izzato.
l6 agosto -
1822 1 marzo - L'attigliel'ia pontifi<.:ia. aumenta l'organico degli ufficiali da 36 a 44 e diminuisce quello della truppa da 960 a 720.
15 novembre Genova.
Nasce in 'l'orino Ferclirnmdo di Savoja, Duca di 1824
20 febbraio - Vincenzo Lopez è promo:si-;o 1° tenente onoral'io del1' Attiglie1·ia pontificia.
Alessand1·0 Caland1·elli, ammesso uell' Attiglie1-ia, pontificia fin cln l 4 febbra io 1818, < ' pr-omosso sottotenente onorario.
1 ottobre -
1825
10 aprile - Il Corpo dell' Ai-tigliei-ia pontificia è costituito su un battaglione di 6 compagnie, al comando di un tenente colon, nello. 1827 gennaio - Il Go,·emo di ~aJ)Oli delibe.-a la costituzione di 4 reggimenti Svizzeri e cli u11a batteria d'Artiglieria ad essi assegnata; la batte1-ia è accasc.-mata in Castelnuovo. 1828
... - Giovanni Quaglia,, già comantla ute del Corpo R. d'Artiglieria, è nomina,to Gran Maestro clell' Arma.
-
1153 -
EFFlllMEilIDID
..... - Nell'Artiglieria piemontese viene adottato il ma.teriale da montagna. 1830
..... - L'Artiglieria piemontese riforma il proprio materiale da ca,mpagna e adotta. l'afl'usto a, freccia per le batterie da battagli:1 . 11 colonnello Giannetti. dell'Artiglieria Toscana riordina l'Istituto dei Cadetti.
. . . . . -
1831
'26 gewnaio - Il Governo Pontificio approva il « Regola.mento sul Corpo degli artiglieri liltorali ».
Il Corpo dell'Artiglieria piemontese ,1 ieue raggruppa,. to in 24 compagnie, di cui due di pontonieri, due leggere, una da posizione, cfoque da battaglia e 15 per le piazze.
8 aprile -
27 aprile - Carlo Alùerto, Principe di Oa,rignano, diventa Re di Piemo11te in seguito alla morte di Carlo Felice. 2-~ agosto - Il Corpo R. d'Artiglieria in Piemonte è distinto in « Personale ll e «Materiale)), Il « Personale >l comprende 2 reg-. gimenti su l il compagnie ciascuno, raggruppate in tre battaglioni. - · L' Attiglieria pontificia viene riordinata su 8 compagnie. di cannonieri e una. compagnia Treno.
P-7 dicembre - Giovanni Cavalli presenta una « Memoria quipnggio da ponte da lui ideato .
>>
sull'E~
1832
L'Ei:;ercito piemontese adotta l'Equip~ggio da pon te ideato da Giovanni Cavalli.
10 febbrafo -
Giova.uni Cavalli pvesenta, una. « Memoria, ii su un. cannone con caricamento dalla culatta-.
febbra'io -
11:54 -
F.ll'FEMJ,;IU DEl
.... . - Il maggiore Carlo Stewart a ssume il comando del Corpo d'Artiglieria pontificia,. . . . . . - Nell' Al'tigliel'ia piemontese viene adottato l'obice alla Paixhans da 22 cm .. 2 settenibre - Nell'Esercito napoletano tutti i Corpi facoltativi sono l"iuniti sotto una sola Direzione. 1833
II Corpo le d'Artiglieria del Piemonte, portato a 28 compagnie, è riordinato in 8 brigate, di cui due da piazza, 4. campali, una d'artisti e una della Sardegna.
5 gennaio -
12 rnarzo - Nell'Artiglieria napoletana viene soppressa la mezza brigata d'artiglieri,L a c:-wallo e si forma una compagnia d'a,rtigli.el'ia a cavallo effetti'va, nel l'eggimento « Re )> .
Trasformazione della Vauda, cli San Maurizio in campo d'esercitazio11e per l'Artiglieria piemonte. e.
a,prile -
a,7>rile - Nell'Artiglieria napoletana viene adottata la formazione di « Brigaub ». 24 ottobre - Il Governo pontificio delibera, la formazione di una batteria da campagna e ne affida l'organiz½a½ione al capitano Adolfo Lentnlus, che ne assume il comando . 1834
25 gemia,io - Il generale Carlo l?ilangieri al'lsume la carica di Di~ 1·ettorc dei Corpi facoltativi. 18 ottobre -
Nell'Artiglieria piemontese si pubblica il cc Regolamento per la F abbrica d' A1·mi » per l'esecuzione dei lavori di precisi011e, per lit fabbrica delle armi portatili e per le riparazioni alle stesse.
~9 cMcem,bre - L' A1·liglieri.a pon Lificia si costituisce in reggimento \ili 8 compagnie, di. cui due montate per le batterie da campagna . -
1155 -
I:;FFlllMEH10El
- L' Artigliel'iu. piemontese adotta un cannone da 6 libbre e un oùice a Clwna corta. 1836
Nel materiale dell'Artiglieria, napoletana si adotta un sistema d'unione dei due treni, detto « gancio a frottante », inventato dal colonnello Landi, studioso artigliere. 1837
3 <igosto - Su vroposta del generale Filangieri, viene aumentato l'organico del personale dell'artiglieria napoletana per dare mag, giol'e sviluppo all'artiglieria da campo. 2 settem,bre - Nell'Artiglieria piemontese la brigata operai è ~ccresciuta d'una compagnia di polveristi, d'una compagnia, d'armaiuoli di nuova formazione e d'una c01npe,gnia deposito. 1839 Il genera,le Vincenzo Morelli di Popolo è nominato comandante del 001·po R.. cl' Artiglieria clel Piemonte .
. .. .. -
. . . . . - L'Artiglieria Estense è portata da una a due compagnie, ehe vengono dislocate la prima a Modena, la seconda a Massa. 1842
.. ... - La compagnia dei Pionieri estensi è trasformata in 3a compagnia cannoni.eri con residenza a Brescello. 1843
gen·nafo glieria.
Viene istituito a 'rorino il òluseo Kaziona,le d' Arti,
14 ottobre - Re Carlo Albet·to ordina. l'adozione dell'affu sto Cavalli Mod. 1844, già presentato fin dal 1837 . . . . . . - Giovanni Cavalli p1·esenta un tipo cl' Artiglieria rigata ed eseguisce molte esr>erienze in Italia e in Svezia. -
11.56 -
El.<'.l!'IDMERTDE
1844
11; dice,nbre - L'Artiglieria. pontificia si riordina, in reggimento forma.to su 8 compagnie, di cui una montata. Al comando del, l'Artiglieria è destinato per la prima volta un ufficiale superiore col grado di colonnello . . . . . . - L'Artiglieria viemontese adotta up. nuovo cannone da montagna nonchè un obice da 27 cm. per la, difesa delle coste. 1845
11 Conte Carlo i\'faffei cli Boglio succede a Cesare Saluzzo di Monesiglio nella carica di Gran Maestro d'Artiglieria .
1 giugno -
..... -
L'Artiglieria estense crea un Corpo del Treno. 1846
'ì-5 agosto - Nell'Esercito piemontese viene sOpJ?resso il « Consiglio Superio1·e )) del 1833 e vengono creati una Commissione Ordinaria e un Congresso Perma,n ente d'Artiglieria.
1847
30 gi11,91io - Il Governo di 'l'oscana concl'eta il nuovo 01·ganico del « ba,tta,glione d'Artiglieria >>. 1848
15 gen11,aio - Il Governo di Toscana ordina la· fornmziorie di 4 batterie su 6 pezf,i cadauna (4 cannoni e 2 obici) disponendo delle artiglierie ca,mpnli esistenti negli arsenali di Firenze e .d i Livorno . 20 marzo - Re Carlo Alberto fa formale promessa di soccorso agli inviati milane8i a 'l'orino. 'R.1-22 marzo - Il Governo di Piemonte chiama, alle armi le classi provinciali ancora, dispo11ibili. -
1157 -
ElJ'FEMERIDm
ce Il Consiglio clei. ministri del Piemonte, presieduto dal Re, deliber·a all'unanimità la dichiarazione di guerra all' Au, stria.
'23 m,arzo -
2fl 11wrzo - Il Re lasci.a Torino e si r-eca, ad Alessandria ad assumere il coma,ndo delle tl.'uppe.
27 mcwzo - Le prime truppe piemontesi mettono piede sul terrj tol'io mila,nese.
4
Il Consiglio cli gue.n a tenutosi a Cremona del~bera di far proseguire l'Esercito piemontese sn Goito e Valeggio, di far girare le posizioni di. Castiglione e di Solferino onde obbligare gli Austriaci a pa,s sare sulla sinistra del Mincio'.
aprile -
Partono da Napoli i contingenti delle truppe borboniche per partecipitre alle guerra d'indipendenza; con esse sono avviate clue ba,tterie su 8 pezzi ciascuna-
5 ajyrile -
Le batterie piemontesi 6"' e 8"' da battaglia iniziano brillantemente la l" guerra d'indipendenza nel combattimento di Goito.
8 aprile -
La 7a batteria da battaglia e la, za batteria, cla posizione piemontesi partecipa.no vittoriosamente al combattimento di Monzamba,no e di Borghetto.
9 aprile -
9-.lO aprile ~ Deciso l'attacco di Peschiera le batterie della 4° Di-
visio1~e (rriaggiore Ternengo) inizia,no i lavori clelle postazioni. 13 ap1'Ue piazz~t.
.tÙl'alba le batterie piemontesi aprono il fuoco sulla
' 30 a7irile -- Combattimento di Pastrengo e carica leggendaria dei
cru·abinieri guidati cl.al PFOde maggiore conte di Saint-Front. Operò attivamente in tutta l'a,zione parte della 2• batteria a cavallo. 6 m,aggio -
Combattimento cli S. Lucia,. Vi pa.rtec,ipano assai a,ttivainente le ba.ttel'ie 6" e 8" da battaglia, la 2"' batteria da, posizione e la 1• batteria a cavallo. -
1158
EFli'f,;11:IEIUDE
rJ maggi,o ,- Le t ruppe roma,ne g11ida,te dal D urando partecipano
al combattimento di Oornuda, dove l' Arti.glierifL di J,ndovico Oalandrelli si comporta lodevolmente. 18 ,ma,c;gio - È ultimato l'annamento di nuove batterie fatte affluì, re contro Peschiera ed ,lolle H viene ripreso il bombardamento, che si protra.e nei giorni seguen~i.
Gli austriaci attaccano la prima volta Vicenza e ne ribu ttati. Radetzky invia numerose ' bocche da fuoco e la città è assediata..
''20 maggio SODO
-~5 mciggio - L'opera :i\fandella delJa pia,zza di P eschiera è ridotta al silenzio. Alle batterie piemontesi già in azione vengono ag giunte altre bocche da fuoco dell'83, 9", 10" e 11" batteria.
29 rnaggio - Oornbattim<:' nto di Calmasino durante il qua,le il pezzo del sergente Botta - l" ba,tteria , da batt}Lglia - fa, prodigi di valore mandando fallito il tentativo di soccorrere Peschiera. 9.9 11iaggfo - Le truppe toscane sono attaccate a, Ourta tonc ed a, Montanara.
-30 maggio - Battaglia di Goito, du1·a nte la quale, oltre al signifi.cativo episodio del ma,ggi.ore l\'lollard e del luogotenente Bertone cli Samhuy, combattono valorosn,mente h 2'' e la 3" batteria, da posizione, 1'8"' da battaglia e la l" a cavallo . -30 rnr1,ggio - Il generale Rath comam'la,nte la piazza di Peschiem fa alzare la ba,ndiera, bianca sul basttone Contarini. . La fortezza
si arrende. ,3z maggio -
Il Duca di Genova entra in Peschiera alla testa di una, larga, rappresentanza del Co1·po d'assedio, fra cui 2 compagnie cl' Arti.gli.eria, e mezza ba ttel'ia, della, 4" cla, battaglia.
JO giugno -
Vicenza, dopo una difesa eroica, di circa venti giorni,
è costretta a venire :t patti con il comando austriaco.
16 ,qiugno - Guglielmo Pepe alla testa delle truppe napoletane, rimaste fedeli aUa causa ita.lia,na., entra, in Venezia ed è investito del comando deli~L piazza dal Governo provvisorio clel b città . -
1159 -
1,"3 l·uglio - - Viene investita la fortezza di Mantova con la parteci-
pazione delle batterie 23, 5" e 9" da, battaglia,. della 3a da posi. zione e della 2a batteria, R, cavallo . · .18 lnglio - Comba,ttimento di Governolo al quale prendono parte la 6" ha,tteria da battagJìa e la 2" a cavallo . 2:2 luglio - Combattime:µ.ti di Rivoli e della, .Corona. A Rivoli com. · batte metà, della 4a ·uatteria da battaglia e 6 pezzi da montagna (episodio dei cannonieri Barrot e Saunier). 23, 24 e 25 liiglio - Battaglia stra tegica di Custoza alla quale partecipano sette batterie: 3a, 6• e 8" da battaglia, la 3" batteria da posizione e le tre batterie a cava,llo.
26 luglio - Viene tolto l'assedio a Mantova; le truppe piemontesi passano sulla destra del Mincio. Si svolge il combattimento cli Volta al quale prendono parte la 7a batteria, da, battaglia e la 2"' batteria da posizione.
4
Battaglia di Mila.no alla quale preudono parte le bat. terie l", 23, 4", 5", 7" e 9"' da battaglia, la P, 2" e 3"' da po•sizione e le tre batterie a cavallo.
agosto -
6 agosto -
I piemontesi. ripassano il Ticino; Radetzky rientra a
1\filano. Gli austriaci, imbalda,nziti dalla vittoria, rientrano neì vecchi domini con a,.ria cli conquistatori. La giornata è gloriosa pei bolognesi per l'episodio della « Montagnola ii.
8 agosto -
9 agosto ::- Viene firmato l'armistizio tra, il Piemonte e l'Austria.
Il Governo di Toscana ~nvia a Torino il maggiore Ponticelli .p er prendere conoscenza delle artiglierie dello Stat o pie. montese e impratichirsene del maneggio e delle istruzl.oni.
8 ottobre -
1849
Il Consiglio di Mmistr i del Governo di 'l'orino clenunzia l'armistizio con l'Austria.
1'2 marzo -
20 marzo - Spirato l'armistizio, i due eserciti belligerant i inizia, no i movimenti per venire a battaglia. -
1160 -
EFF-El\fERIDE
'21 rna-r·zo - Combattimenti di S. Siro e della Sforzesca ai qualt .prendono pa,rte la 4" batteria da batta.glia e la 2" da posizione. '21 marzo - Combattimento di Mortara con h1 comp11rtecipazionedella 6" e dell'8"' batteria da battaglia.
Battaglia di Nova,ra ·sviluppatasi in tre fasi : offensiv,t. austriaca - controffensiva piemontese - controffensiva austria ca . Vi partecipano cirC}1 13 batterie piemontesi che, nelle sin, gole fasi, combattono con valore e sprezzo del pericolo.
28 rna·r zo -
'25 marzo - 'l'utte le batterie piemontesi che avevano partecipato. alla battaglia di Novara, sono concentra.te in Romagnano per essere gradualmente fatte rientrare a Torino, Vena.ria,, S . Maurizio e Lombardore.
Sbarca a, Civitavecchia un c01·po di truppe francesi. Il 'l'rimnvhato ordimt al colonnello S tewart di invia,i·e una bat. teria dft campa,g na in pieno assettò di guerra .
~5 a1.irile -
II tenente colonnello Alessandro Oalandrelli e mcari · cato di a,ppre1,tl'l re a difesa le opere della, piazza di Roma.
/W ap1'ile
1
30 ap·rile - I francesi tenta.no di entra,re in Roma, ma sono efficacemente battuti dalle a,r tiglierie della difesa. Nel combattimento. vivissimo della giornata, coi molti artiglieri della piazza,, ca,dono al loro posto di combattimento il tenente Narducci Paolo ed il sottotenente Pallini Enrico. 30 aprilè - Le truppe a.11stl'iache aprono la prima parallela contro. Marghera.
1 1naggio
- Le a rtiglierie austriache iniziano il bombardamento della, piazza di Marghera, che viene con tinuato anche nei giorni successivi.
Comba ttimento di Velletri nel quale l'Artiglieria na poletana, comandata dal capitano D' Ambrosiç,, mette in disordine le truppe guidate da Garibaldi e protegge il ripiegamentodell'esercito del Lanza.
19 ma,qgfo -
-
1161 -
EB'FEMERIDI!J
25 1na,qg-io - Le artiglierie della piazza di Ancona, respingono il primo attacco che gli austriaci tentano per .rnnre e pe1· terra, contro la città. ~
Il generale Oudinot, provvisto di molta, artiglieria inizia l'assedio di Roma.
g·iiigno -
1'3 giugno striaco.
La piazza di Ancona tratta la resa col comando au-
Il colonnellc Ullòa riceve l'ordine di sgombra,re Marghera. Muore O. Rossa.roll.
P."/ giugno -
30 gi'ug1w -
Dopo onorevole difesa sviluppa,ta dalle artiglierie della piazza., Rom::t si arrende alle truppe fra,ncesi.
6 agosto -
Viene firma,ta la pace tra il Piemonte e l'Austria.
641 dicembre - Il colonnello Stewart, i maggiori Filippo Lopez, Giulio Espero, Ludovico Oalandrelli ed il capita-no Bersanti sono esonerati da l servizio effettivo, dopo essere stati già retrocessi dal grado da essi rivestito al 16 settembre 1848. 1850
Il Governo di Torino emana il decreto relativo aJ riordinamento dell'esercito e del nuovo orga,nico dell' Artiglieria piemontese.
1 ottobre -
1852
Scoppio della pohreriera di Borgo Dora : nel luttuoso avvenimento si distingue il furiere d'artiglieria Sacchi, il cui nome è eternato dalla città, di Torino che a,l Suo nome intitola '· una via.
26 aprile -
1855
I primi scaglioni di truppe sarde salpano per· la, guerra di Crimea; con essi partono 8 cannoni e 4 obici da 15. Successiva,meute, l'artiglieria vi fu rappresentata da 6 batte!'ie organiche da battaglia e da reparti d'i1rtiglieria, da fot'tezza.
ap?·i le -
1162
J:>rima ricognizioue offensiva ei:;eguita da truppe piemontesi nella piau:1 di Balakl1wa, alla quale pal'tecipano la 7"' e la Hl-' batteria da battaglia..
2:i ,nagg·io -
Secouda ricognizione delle truppe sanle con la compartecipazione di una sezione della 7• batteria da battaglia.
8 giugno -
16 agosto - Battaglia della Cel'llaia durante 1n, qm~le le battei'ie piemon tesi 13a e 16• da battaglia si coprono di gloria, agevolando tangibilmente la vittoria alleata . 1857 .1 marzo -
Yiene decretata 1:1 costruzione del polverificio di Fos-
sano. 1859
Sono pu bblfoate le tabelle di formazione dell' Artiglieria per la campagna franco-sarda, elle comprendono 7 comandi di bl'igata1 d'Artiglieria:, cli cui 5 Divisionali, uno di Riservi:i, e uno di Artiglieria, a ca vallo (20 batterie).
21 aprile -
~O maggio -
Combattimento di. Montebello.
Comb:1Uimenti di Vinzagli o, di Confienza e di Palesfro ai quali pl'endono parte rissai attfra le batic1·ie piemontesi 3", 4.", 73, D", 14" e 15•.
30-31 nwggio -
4
giiigno - - Batta.glia di Magenta alla qnale prende parte metà
della 134 battel'ia a ppai'tenen te alla 4' Dhrisione. che giunge snl campo cli battaglia soltanto a.Ile 18,30.
~4 9i11,gno
- Battaglia, <.li San Mart ino e di ,\faclonna, della Scoperta . Kelle va 1·ie fasi della lotta - deJle quali alcune assai drammatiche - si clistingnono le batterie piemontesi. 4\ 5"', 6·, 7a, 8"', 9•, 10• e 15' da battaglia,.
Napoleone III propone un armistizio all'impera,tore Fl'ancesco Giuseppe.
G lu.glio -
Formazione del l " e del 2° reggimento Artiglieria, cla ca,mpagna .
':i ottobre -
-
llG3 -
EFFJDM!llRIDID
10 novembi·e -
Stipulazione e firma del trattato di pace a Zurigo .. 1860
4 aprile - Rivolta di Palermo domata dall'.Artiglieria napoletana, comandnta dal colonnello Bdganti. 1 agosto - Vanno in vigore i Decreti del 17 e 21 giugno del 1860 relativi al riordinamento dato all' .Artiglieria del nuovo Regno Subalpino amplfatosi in seguito alla campagna del 1859. 11 se.ttern1we . - Le truppe del IV Corpo Italiano entrano nel ter. ritorio Pontificio.
Battaglia cli Castelfidardo e delle Crocette. Vi si. distingue in modo p:uticolai-e la 2• batteria del 5"' Rcggime1~to. d'Artiglieria, comandata da l capitano Sterpone.
18 settenbbre -
H anno inizio le operazioni di assedio di Ancona con la costruzione di un Parco di assedio sotto la direzione del· maggfore l\fattei.
20 settem,bre -
'R7 settemhre - Tutte le batterie del parco, meno quelle dei mortai aprono il fuoco sulla piazza di Ancona,.
28 sette1iibre - Tutta l'Artiglieria del P arco tipre il fuoco. È col pito gr:1,·emente il C.."'tpitano .Alfredo Savio, che muore in seguito all'amputazi_one di una gamba. 29 sette-m bre -
Resa di .Ancona.
1 ottobre - Battaglia del Voltumo. Le .Artiglierie Garibaldinecombattono contro le batterie napoletane che si comporfano ma. gnificarn ente nel ùare appoggi.o agli atta,cchi delle truppe Regie.
Combattimento _del Macerone, dove 4 pezzi' della l3 batteria del 5° Reggimento d'.Artiglieria operauo assai efficacemente a sgombrare la via al Volturno ed al Gariglia no all'eser cito di Vittorio Emanuele.
20 ottobre -
~6 ottobre - Combattimento di S. Giuliano nel quale le batterie43 e 6" del 5° Reggimento sostengono efficacemente l'azione della"
propria fa nteria. -
1164 -
EFFElMERIDE
-4 novmnbre - Combattimento di Mola, di Gaeta . Le truppe italiane vi impegnano soltanto le artiglierie dell'avanguardia, costituite, da,lla 6" batteria clel 5<> Reggimento, che si comporta mol, to bene.
· .J.O no1Je1nbre - Le truppe italiane si avvicinano a Gaeta. La 6a bat. teria del 5° Reggimento, con una batteria da 16 B., disturba i bivacchi borbonici. .12 novembre Combattimento tra gli ·avamposti borbonici e le avanguardie del IV Corpo italiano. Vengono emanati gli ordini per l'assedio della, pia~za di Gaeta.
'P..6 novembre - Viene a,rmata una batteria di 2 obici sul Monte Cappuccini, tra8portandovi il rru1teriale con le ruote· coperte di. corde e superando molti pericoli e fatiche.
-30 novembre - Il capitano Mariani arma con due obici anche la posizione di M.onte Atratina. f 1861
.24 gennaio -
Aumento dell'orga,nico d~i reggimenti cl'artiglieri:1' da
campagntt. 13 feòbra:io -
Ca,pitolazione della piazza di Gaeta,. 1865
- Alla fine di quest'anno l'Artiglieria itafo1,11a è orclim1ta in 9 1·eggimenti, di ctii uno di pontieri, 3 da piazr,a, e 5 da, campagna,. Le batterie da campt1gna hanno il materiale da 8 (calibro 9(5 mm.) rigato ad & van carica ; le batterie da posizione hanno ma,teria,le da, 1G rigato a d twancarica. 1866 28 gvugno - L'armata del :Mincio (I, II, e III Corpo), nel pome1·iggio, passa sulla sinistra del fiume, la,s ciando la, riserva, d'artiglieria a Canneto sull'Oglio.
~4
Battaglia, di Custoza.. I primi colpi di cannone sono sparati dalla 1"' sezione della, na. batteria del 5° Reggimento, da.
gingno -
-
1165 -
IllFFIDMERIDID
vanti a Villafranca, contro cavalleria austriaca che avanza sulla s~rada di Verona. Due sezioni della l" del 5° Reggimento aprono il fuoco contro cavalleria verso Sommacampagna. Complessiva,mente, partecipa.no alla marcia di · avvicinamento circa 36 batterie italiane; ma non tutte i ntervengono tempestivamente nell'a,zione. Investimento della piazza di Borgoforte, iniziato dalle batterie 4\ 5° e 6" del 6° Reggimento, a cui si aggiungono alcune ba,tterie di grosso calibro .
5 luglfo -
16 luglio - Combattimento di Condino . Vi prende parte 1'8"' batteria della brigata Dùgliotti. 1"t luglio -
.Resa di Borgoforte.
21 luglio - Combr1ttimento di Bezecca. ·Vi prendono parte la 7a e la 9"' batteria del ma,ggiore Dogliotti.
Combattimento cli Primolano nel quale si distingue per pel'izia, e valOl'e il sottotenente Oklofredi, al comando di una sezione della 14a batteria.
22 lugl'io -
Combattimento di Borgo. Vi si distingue il tenente Amici, coma,nda,nte di una sezione della batteria Severgnini.
23 liigl-io -
'26 Z1tglio - Combattimento di Versa,. Vi prende parte la 5" batteria a.l comando del capitano Galli. 1870 20 set:tembre - Verso le 5 del ma:ttino le batterie delle Cinque Divisioni ita,liane a,p1·0:µo il fuoèo, e verso le 9 l/2, la preparazione dell' Artigliel'ia può dirsi completata. Alle 9,45 su Villa Pa, tri¼i a.ppare bandiera bia,nca. noma è italiana.
-
llfi6 -
Indice dei N01ni contenuti nel ·v olume III A
59 . G. - 327. ALBERICO , sergt. 1006. A'L1mw1·0N0 , cannon. 394 , 406. ALB0SANO ' sergt. 414. AL13INI , luogt. - 414 , 416 , 41T , 419 , 586. ALCTATI B. 214. ALDOBHANDINI 445 , 457 , 459 .. ALESA)IO , sergt. 357. ALI!'.-',NO , tent. 600. Ar,fl'IETU , ca,pit . 706. ALF'HìRl 892 , 919. ALFONSO l° D'ESTE 59 , 863 .. ALICE G . B. , capl. 566. ALLASl.\ TA~CREDI , tent. 105,t , J 061. ALLA.SON U . 28 , 30 , 71 , 76 .. AL1'm1n , card. - 456 , 457. ALVITI S. 328. Ai\JADASI L. 649. AMADmr , musicista - 146. AMAD0I L. , colonn. 670. AJHA-T , card. 468. A:-rnnosr G. - 214.
ALBlllRGBE'.ITI ALBERGHI
rnagg. - 979 , 1016. luogt. - 1032. Acc,USANI , luogt. 806 , 822 , 824. Ac1mBr , serg. 606 . Ac:rrn , colonn. - 422. A,DAÌIU , luogt. - 806 , 824 , 985. Aoon::-n , gen. - 981. Al?;\N DE RIVERA ACRTI,LE 866 , 870 , 872.
AllA'.l'E ,
ABRILID ,
AFAN
Dm
ca,
RrvERA GrnvAN:'.'<I ,
pit. - 893 , 897 , 906 , 983 , 1057, 1059, 1060. AFAN DE RIVERA PIETRO 237. AFAN Dm R1 VERA RomuGo 505 , 866 , 874 , 913 , 914 , 918 , 920 , 925. AGNELLI S:e1•:F'A.NO , serg:. 77>9. AGOSTINI , tent. 334 , 336. AIMAR , cann . 1034. ADUNO 125. A.JMONINO , tent. 10;1.1. ALATlU A. 450. ALBANI , card. - .234-. -
1167 -
INDICE DEI JS'OM! CONTENUTI NEL VOLUME IiI
gen. - 99. (Princ. µi Savoja) 323 , 979. AMr.;1no E. - sergt. - 586. AMICI , 'tent. 1049. ..A.MLE'l'O 185 , 271 . AKCEJNNAY , cann . 825. ANOERVOLTI L. 154 . ANDRf.;ASI , colonn. 603 , 610 - 616. A NOREINI , capit. 20. ..A.NDREOLI MARIAJS'O 327. ANDRIE'l·l't 125. AKDRUZZI , ten t. 497 , 511 , 639. AJS'FOHA , capit. 909 . ANGJDLUCCI - luogt. 381. ..A.JS'GH1.mA - magg. 502 , 897 , 901 , 1046. ANGI0L0'l'TI , tent. 336 , 337 - 338. AJS'GJOU<Yl'TI , gen . 981 , 1069. .ANGIOLtNI , tent. 849 , 850. ..A.NSALDI , colonn. 117, 11.8 ' , 125 , 744 , 750. A.JS'SERNINI , cann . 1.059. ANTOJS'BLLI , èa,rd. 454. AN'J:ONI!\'I G. , . capl. 1059. ANTON I NI , gen. 373 , 374, 519 - 639 . ANZIA NI A . - capl. 586. APPEL , gen. 556 , 558. APP0C'IIWO - capl. 357. APPIANI 5 , 229. ~ APPJA;"I;() FILIBI•:RTO 1.58. ARALD { ANTONIO 192 AtULDI , sottot. 333 , 334 336 . Àì\IBROSIO AMI:IDEO
•
412. 416. ARCIDUCA ALBERTO 565 , 570 · · 572, 573, 657, 975, 989, 991, 1037 , 1038, 1046. AHCIOUCA CARLO 849 - 850 , 851. ARCIDUCA l<'RANCl~SCO 193. ARCIONI , gen. 470 , 671. ARCOVITO - gen. 99. ARENA T OMMAS O 495. ARIBALOr , gen. 979 . ARMANDr , gen. 526 , 527 , 528 , 649. Anì\mf,LINI , luogt. ~70. . A.RNÒ 5 , 6 , 13 ; 164. ARoLDr , capit. 101· , 706. ARRIGO , sottot. 1089 . AnrnGOKI , tromb. 417. ASCIONID , magg. 938 . AsrnAru Dr SAN MARZANO F . ANTONIO 61 , 70 , 79 , 80 , 84 , 86 , 94 , 105 , 107 , 131. AsIJS'ABI Dr SAN MARZANO CARLO - 104 , 121 , 122. ASINARI Dr t:l'AN ìV[AR7,ANO FILIPPO - 105 , 157. A.SSANTI 897. ATI'! 0AMJLLO - 285 , 381 , 460 . , 468. AUDIZZINI , tromb. - ' 586. ADGWITZ , capit. 600. A.USTA , sergt. 1011. AU'.l'EMARRE , gen. 811. A.v1,ZZA;.IA - gen. - 666 , 667 , 673, 675, 687. AVIGLIONiiJ , capl. 411. ARATA -
ARBOCÒ ,
AVOGADRO
1168 -
cann. ca,nn. -
Dt
VAL081'GO ALFRM)O
INDICE DEI NOMI CON'l'ENUTI NITT, VOLU M:El IIÌ
- 366 , 370 , 371 , 421 ,, 745 , 780 , 809. AVOGADRO Dr y ;\I,DENGO ANNIBALE
-
5 , 26 , 80.
B ARAGUAY
D'HILLIERS
-
783 ,,
811 , 839. 897. 610. luogt. 603. principe ~ 289. VILLANOVA 243 ,,
J3..H!A'l~l'ImRI B ARBARAN -
AVOGADRO DI VALDENGO F ELICE -
B.\RBARA~I ,
302 , 304, 414, 416, 417, 586 . .AZZANESI , colo1Ìn. 1086 , 1087.
BARBERINI , BARDE'!' DI
478.
sergt. - 406 , 584. tent. - 247. R ,-uIOr.A , teu. colonn. 978. BAuJO'l' , cann. / 397 ,409 . B BARLTJZZI G IUS EPPE 216. BARONB E.trnrco 550 . .BACCHETTA P. , can n. 1062. B.\nONrs GrnsIDPPEl , sergt. 318 .BADOJ\'I H. , ca.nn. 1011. , 394. BAGNASCO , tent. 1048. BARTOLINJ G. MARIA 328. BAIANI , sergt. 584. B ASSJ,COURT ,, luogt. 404. BALBO Ùl:JSAIU.: 3 , 95 , 104 , BASSI , cann . 703. 106 , 404 ; 772 . . BASS I UGO 460 ,, 461. .BALBO FmnDINA.l'lDO ,, lnogt. - 404 BAS TIANFJLLO V. , ca,nn. 620 . , 405 ,, 406 , 428 , 586 , 587. B.\'.rACCHI - 208. BALBO PnosPruno ,, ca pt. 404 ,, BA'.1:'l'AOU E. , sergt. - 1059. 406 , 407 , 428 , 561 , 586. BA'l'J~AGLINJ , ten. colonn. 294 , 864 , 874 , 93·6 . .BALBONI CmSARE 328. ~BALDANTONI ~'<'.CONIO 216. B.wor DI VmsMm ,, capit. 744 .B ALDAKTONI GIOVANNI - . 216. , 755 . 13ALDASSBUONI , minist. 715 B..rnEn , gen . 989 , 1012. 723. BAVA , lnogt. 814 , 981. :B ALDISSEROT'.CO ,, tent. colonn BAVA, BECCAlUS , ma,gg. 1019 531 , 620. , 1030. BALEGNO Dr 0ARPIDNETO ; ca.pit. BAvA EuSEBIO ., gen . - 162 ,, 274 - 120 , 412 , 413 , 806 , 822 . , 276, 298 , 299, 306, 312 , 8~4 , 825 , 983. , 332 , 341,342 , 348, 350 ·BALLAC'S , colonn. - 1014. , 352 ,355,357,393,402 , 412 ,, 729. BALLJWO , luogt. 583. RU,LERINI P . , ca-nn . 1011. BAVIERA RODOLFO 327. H..\l\I L UIGI 327. BAZZANIKO , ca.por. 357. BAHGD ,,
BARILLA ,
1169 -
IND1Clt DEI JSOMI CON'l'lilNUTI NEL VOLUMEl II1
BEcc,unA Srno , cann. 587. Bmcm ALES SAr-ono -
337. Bmcm Ar, ESSIO
-
586 ,
22 , 209 ,
203.
198. 046. 234 , 238 , 2-1-2 , 245 ,
B I!lC KEJRBTN FnAJSCESCO B EOI•71'l'I -
B ECANI -
]
luogt. - 754 , 979 1013, 1014, 1015. BERG,ùll NI 0ESAJU9 198. Bl~RGIA ÙBIAFB'REDO 952. BERNARDI GAETA..'IO , cann. - 665, l3EnM , cann . - 1087. B mROALLI ,
BIDRRA ,
348. 125. B ELLE , cann . 586. BELUiJ VILLF, J . 8G. BELLI1;ZZA G. 295 , 302 , 321 , 322, 323. B ELT,I E R:-IESTO 431 , 659 . B r.LLI cap . corvett. - 517 BI•lLLl , sergt. 360. Il EU,1~1 A. , magg. BI1Lr;rno
cann . G.
fi21.
53
BATT.
,
se1·gt.
1015. B i;;u,0Tr1
L. , arsenalotto - 626. 328.
B ELLOCCI GIOACHINO B ELLFOMIJSI -
332.
Ilf.:Lv~:w.am , colonn. B ESEDEK ,
551.
gen. - 341 , 343 , 344
, 5G5, 566,796, 828, 830 , 832 , 1041. BENEZUR , gen. 218. B i::Kirn , gen . 990. Bl,1\'ILLI GIACII\TO 327. BENO'I'Tl , fm· . 1015. BENIVBGNA IGNAZIO - 1087. B I·)KZIO GIOVA~NI 192. B OOLCBI 125. Il1m,umo , cnnu . - 588. B EnIDTTr , se1·gt. 410.
PIETRO ,
BERSA:-.Tr ,
cann. -
capit. -
807.
325 , 4.4.3
~
69].
B BLLAOirnR -
B1,:LL IXI ,
sottot. - 832. luogt. - 414 , 588.
BERRONTD ,
BERnuTo
247. B EL , cann. -
A
ten. colonn. - 518. , 519 , 522. Br:R'l'A:'.':I. 1108. BmnTOLA A. - 80 , J48. B ERTO:-m Dr S.nIB'G Y , luogt . 318,322 , 34.5, 347, 348, 350 , 357 , 410 , 412 , 743. BEnTor.111 Vr,n,0 , gen . - 878 ,. 97S. BEnToiv1·1 , fnr . - 416. Bms , gen . - 367 , 368 , 552 , 559, 573 , 580. B~JSOSTR I , sottot. 832. Bruss , geu. - 275. BIDSSONE , luogt. - 366 , 408. Bt•,STEì'>TE , luogt. 801. lfoSTl·)XTE , sergt. 352 , 357 ;. 404. BmvrLACQU A GmOLAl\IO 327. BERTACCHI ,
B1AGI 'l'OllfASO -
217.
HBS CHI,:IH ÙARLO , HL-\l\"C: II e-r1•1
fur . - 1015. cann.
MAR'.l'INO ,
1087. Duxcnmvr1 , conte - 4.39. B u x ,HI O. , colonn. - 57. BIANCHI , capt. - 809 . DIAXCHI , 1° ten . - 867 .
1170 -
INDICE DElI NOMI CONT!llNU'l'I NEL VOLUME III
B IANCHI ,
magg. -
, , , ,
925 , 937.
BTANCIII ALDOBRANDO ,
sergt.
1033. B IANCHUiI GAE't.'AKO B IAXCO -
520.
125.
D1
luogt. 366 , 394, 395, 406, 565 , 566 , 584 , 902 , 903 . B IAsr::-TJ B ARTOLOMEO , cann. 620. B IG1~ELLI A. , luogt. 1059. B ILLIA , capit. 981 , 1019 , 1026 , 1030. BINl C ARLO 214. B10NDA GIACOMO , ca.poi·. 1033. B10NoELLI A. , colonn. 238 , 245. BIONDI,PRELLI F . 22 , 208. BrnAGO 38 , 989 . B ISMARCK 968 , 969 , 970. BIVON A 484 . Brxro N. - 893 , 981 , 1002 , 1028, l OGJ , 1069, 1071, 1078, 1079 , 10 6, 1087, 1090, 1091 , 1108. BYRON 108 , 125. B LANCO P ASQUALID 237. B OBBIO , ftll' . 408 . B OCCA , cupit. - 302 , 350 , 404. B OCCA , ca por. 357. BoccAcc10 Grus0PPE , sergt. 572. B OCCIARDO 'r. , cann. 586. BooLrKO F. , fur. - 1032. BocK , geu. - 990 , 1016 , 1020. Boroo , rnagg. - 1069 , 1092. Bor.no:.'n O. , capit. - 472 , 474
B rANonÀ
Rl!lAGL IID, ,
-
475,476 7 524 , 525 , 537, 538, 633, 637,
477,479, 520 527 , 529 , 536 5D2, 631, 632 644, 648, 650. J30LDONI i\IICHELI<: 238. BoLDm NI LUIGI 216. BOLOGNA , teut. 317. BOLOGNARO GIUSEPPA 871 872. BOL½A 267 . Bo:.\1È CARLO , capit. 632. BO:.UB0LLF:S , conte 429 , 660. BoxAI?AR'l'11 GEROLA:.\10 766 , 783. BoNAPARTl:l GrnsEPP0 96. BOXAP,\RTE LUIGI 281. J301'AVENTURA T IVAN B oNCOl\rPAGi\'I
624.
1032.
Bo.N'AVI , fur. DI
M OMBELLO
· 853 , 855 , 942.
capit. - 351 , 353 , 978 , 985 , 1006 , 1007 , 1008. B01'FAN'l'I G. , luogt. 1062. Bo:,;,1 , colonn. - 1028. BONI A.NDR!M , sergt. - 1033. BONEU,I ,
Horwrn1 -
5.
Bo,wm;.r -
e,1pl. - 585. , sottot. 352 , 356
B onomrrro
, 585 . prineipe - 456 , 457. lnogt. - 850 , 979. B ORSA 125. BORSELLINI , capl. - 417 , 814. B osco F . , colonn·. - 874 , 875 . BosBLLI , capit. 979 , 1006 ~ 1010. BosIDLLI PAOLO 906 . Boncrrnsw , BORGHL.',[ ,
1171 -
INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL VOLUME Iìl
Bosr , capit. -
523 , 600 , 603.
Bossou D. RAFFAELEJ , tent. 481. Bosso PrnTno , ing. - 790. Bmvl'A , sergt. 368. BOTTA , cann. 318. BOTTACCO , tent. 309 , 310 , 396 , 572 , 584 , 880 , 903 .,.
L UIGI , sottot. BRONDOLO , ca,nn. 322.
BnossA ,
BRUNO DOMIDNICO .,. fur. BRUN{),GIULIANI
900.
cann. - 582. gen. - 122. BUCCHIA G. , capit. - 529 , 530. BuccI , luogt. - 603. 1033.
BUGJJJAUD ,
BUJANOVIC
tent. -
ca,nn. -
luogt. 217.
631 655.
gen. - - 553. , colonn . , "'1002.
BuoNCOMPAGNI
BALDAS <\ARE
Mxcamrn , capol. BnA~CHINI P. 464. BHASCHI , cluca 456. BnAIDA
capt. -
Bmccm
G u 1mnmno
234. 1062.
4:04. ,
canu'.·
1062. 541. 310. .BRIGAN'.l'I , colonn. 866 , 872 , 87(5. . BRIGNOXE , gen . 979 , 1016 , 1018 , 1048 . B1nc1:IER AS10 Grnsrnrrm B1uG ADA ,
sergt. -
427. 277 , 301 , 663
sergt. -
491
canu. - 825. cann. - 585. B USÀCCA , gen. 508. Bus.r OAnLo - 217. Busr GAIDTANO - 214. Eusr Lurm , ca,pit. 466. BuSONI ACBILLID 456. BUSSI 125. BU'.JYl'AFUOCO , capit. 1092. Bu:r'.l'ù - 870 . BURLANDO ,
C · gen. -
979.
300 , 820 , 822 S84, 984, 1039,
ÙADORNA RAFF . -
, 664. FILIPPO ,
972 , 979 ,
, 501.
0AD0Ll'NI '
41. BROCCHI A . , colonn. -
.BJUOSCIII -
BROGLIA , gen. --,--
capit. -
BURNI.D':r ,
328.
BRECCIA DOMENI<'O -
BnEsY ,
BURDIDSJD ,
1.007 , 1009. B u noro Dr VILLAFIORITA
896. .
BRAGAGLIA BENEDE11'TO -
BROGLIA
1° tent. -
456 , 457.
GIUSEPPE ,
BRACCI -
481.
FRANCIDSCO
214. BRUNNER '
, 632. BnAGALE ,
1034.
capit. - 521 , 522.
B UBNA ,
BozzELLI CARLO , sergt. BOZZI , ca,p. 603.
Bozzou
caun. -
BRUNETTI F. ,
1033.
BRUSA GrnsEPPE ,
981. BOTTO G . , cann. 572. BouC,\IW , gen. - 236 . BOZOLI E . , cap. 659.
BOZZOLI ANNIBALID ,
BROGLIO
1033. __:_ 1172 -
, 856 ,
1048, 1064, 1066 , 1069, 1071 , 1073.
INDICE DIDI NOMI CONTIDNUTI NEL VOL UMFJ I ii
gen. - 981. CAI G. - cann. 1.0G2. CALABRJNI , marchese 457 .. CAin\:MAJ 336 , 337 ' 339. CALAMEC , scult01·e 500. CALANDUNLLJ A . 217 , 325 , 377 , 443 , 4-14 , 656 , 670 , 67i, 673 , G74 , 690. 0ALANDR l9LLI L . 292 ; 325 , 327 , 328 , 329 , 374, 376 , 377 , 378, 381, 384 , 385, 388 , 389, 390 , 438 , 440, 443, 670 , 676 , 680, 684, 69]. CALANDRI BORTOLO - ca,nn . 1015. 0ALCATERRA L UIGI , sergt. 1030. 0ALDAIUN] , cann . 583. 0ALLERI , sergt . 404. 0ALI CEII0PU L0 - gen. 4.0. ÙALlGARIS , fur . 583. 0ALONA IGNAZIO 485 , 488 , 490 , 491. ÙALZONT 468. CA::o.mnA'l' A - comrniss. 593. C ,\.l\UNATI , capit . 335 , 709. CAMPANA , ca,pit. 407 , 417 , 418, 420, 744 . CA'MPANELLA , capit. 52. CAMPANELLI , colonn. 892. C .u1rBBL , gen . 750. 0AMPELLO , ministro 437 , 438, 459 , 675. 0AìlfPIA 334 , 335 , 709. 0AMURRI GIOVANN'J 192 , 193. CANCBJLLIERI FILIPPO 243. ÙANCOGNÌ 337. 0Ab'FARELLI ,
243 . A . , capit. - 862. CA:-1mPA CARLO , trom . 1011. ÙANEPA , ca.un. 412. 0ANIDRA DI SALASCO 276 . CANOVA Grus1wP1,; , sergt. - 1032. ÙANROBIDR·r , gen. 750 , 783 , 810. 0AN1'AR.INI AN'1.'0N!O - . 327. ÙANTOR0 , tent. 639. C APIDCLD MnrnToLo , ca por. 480. ÙAPIDL , gen . 121. CAPONI , tent. 624. ÙAPPELLARO M. , sergt. 586. 0APPERUCCI , sergt. 1001. 0,HlACCIOLO , ammfr. 506 . ÙARAGLIO 105 , 114 , 117 , 118. CARANDlNI 192. CAHAVrn:tu P . , ca,nn . 626. ÙARBONID 5 , 6. , 12 , 13 , 164. CARC \NO 377. 0ARDAi\f.ONA - gen. 496. 0ARDJOLO P. , capor. 1062. CAnOONA , sergt. 32,7 , 370 , 10M. CARENA , sergt. 414. ÙAIUNATI , cann. 416. CARINI , gen. 4.84 , 980. ÙARIXO , cann . 1093 . CAHLO ALBERTO 1 , 3 - 5 - 14 - 29 - 44 - 69 - 89 91 - 92 95 , 107 , 108 , 111, 112 113 , 114 , 116 , 117 , 118 , 12Ò , 121 , 123 , 124 , 126 , 128 , 129 , 130 , 155,163 , 165 , 166 , 169 , 170 , 171 , 172 , 180,182 - 185 , 261 , CA..~DRIANO MICHELE ÙA);DRJNI
1173 -
1
-
IND~CE Dl.:ll KO?I.H CONTENUTI NEL VOLUME HI
268 , 269, 270, 273 , 276 ,
283 , 284 , 285 , 296 , 298 , 303 , 304 , 306, 307· , 308, 309 , 312 , 338 , 342 , 369 , 371, 391 , 392,399 , 402, 403 , 412 , 420, 421, 422 , 423, 429 , 431 , 465
550
576 , 591 , 592 , 593 , 598 , 659, 763 , 949 , 950, 1097. 95 , no , 113 119 , 120 , J 21 , 126 , 128 , 274.
CARLO 'Frnuce -
C ARLO F ERDINANDO ,
ry -
duca cli
Ber,
ÙARLO
IIIo BORilOKID V 0 - 912 lX 0 - 724. X0 - 7;:\. XI V 0 or SVEZIA
108 , 474 , 544. OAsA'rr , luogt . - 368 , 406 , 407, 416 , 584. C ASAZZA , magg:. 113 , 158. CASINI FILIPPO 677. CASOTTI 243. ÙASSAM 125. CASSINI , capor. 825 . OAS'J.'AGNOLA
0AROJ.:U,I , CARPAl\l·n·o
211
499.
CASTELLI , 0 AS'mr,u , 0AS'.l'l•:LLO , -
169.
CASTIGLIA
capor. - 1062: P . , fur. - 1013. capit. - 844. G rns IDPPE , canu .
1072 ,
capit. -
216.
417. commiss. - 593.
sergt. -
1062.
cann. SALVATOHIJJ
484 ,
-
489. 334 , 335. capit. - 896.
ÙAS'l'lNULT,I , i ng . ÙA'l'ANZAI:ITI , OA'1v.rABHNI
583. ÙARRANO -
,
346. OAs·r er,rA , ten . . colono . - 1083 , 1084 , 1090. OM:;'I'1,;LI,ANO , tent. 4;78.
ÙARLON0 A.NOREA , CARKIWALIJJ
238 , 239 . .
0ASTEJ;BORG O _:_
, 428 .' 660.
ÙARLO
P. -
C ASATI , govem . -
CASTAGNOLA A !\'l'O IS'IO -
606.
CARLO
238 , 239 ,
1080 , 1093.
0Anr.o Lvoovrco BORBONE -
ÙAHLO
gen . -
983. 0ASA::-IOVA
75.
CARLO FERDINAKDO D 'AUSTRIA -
CARLO
CASANOVA ,
ANTONIO ,
solcl.
665. 616 , 633 .
CARRASCOSA °M.JCHEUJ -
ÙA'.NANEO ÙAHLO -
99 , 100 238 , 239
CAVAGNARO LUIGI , C}Lllll. -
, 24(i. ÙAHRAS COS1\ RAFD'AELlJJ -
, 24-3 , 498, ÙAHTOGNO : cann. 0ASA1'A , senatore -
267. 318 , 322.
CATTANEO , c a,nn. ÙAVAGLIÀ ,
can n. -
CAVALIERI N I COLA -
1075.
ÙAVALLAIW GJUSIJJPPID
36. luogt. - 309 , 419 , 743 , 806 , 822.
C ASANOVA ,
-
SÒl:
1059.
455 .
cann .
1059. CAVALLIJ)TTf GIORGIO -
Ù AVALLl GIOVANNI -
1174- -
327. 2 , 4 , 9 ,
\ INDICE DIDI NOMI CONTENUTI J:\EI, VOLUME IÌI
13, 15, 25 , 26, 28, 29, .30 , 34 , 35 , 36 , 38 , 40 , 41, 42 , 43, 44, 45 , 46, 47 , 48 , 49, 50 , 52, 54, 55 , 59, 124, 152, 153, 154 , 156, 281, 282, 360, 362,366,421,637, 736, 760 , 776, 788 , 842 , 843 , 913 , 933 , 948 - 956. 'CA VEDALIS , gen. 524 , 593. 0 AV1GLlON11J , sergt . .....:... 586 , 1032. CAVIOLA , cann. 1075. CAVOUR 152 , 738 , 739 , 740 , 741 , 766 , 768 , 7G9 , 770 , 771 , 772 , 781 , 789 , 819 , 846, 847, 877, 941, 942, 943, 944 , 949, 951, 952 , 954, 968, 969, 970 , 1095 , 1097. CmccARINI , colonn. - 670. CErnAl\O , carm . 583. CEL ESIA , luogt. - :318. Cmr.msIA Dr VeGLIAsco , capit. 583 , 745 , 809. CIDNNI 59. ÙIDPPI J.25. CERALE: , gen . 978. CERIOLI F. , tent. 1011. OmRKUSCHr ENRICO 267 , 268. CEnRtrTr , ca p. 1046. CmrrnDTI CESAn m , gen. - 4.G ,n7 . 'CESARI , cap .no 656 , 658 , 892 , 900 , 901. Cms..rno , e.a.un. - 538. CHADIDYSON , gen. 680. CFIARMET , capit. 979 , 1012 1013. CErAnvrr,; ,
ca.im. -
353 , 356. -
CHAVAH,L..\xl' , gen. - 680 . 620. CHIABI{AKO , luogt. 416 , 759. C HIABHERA , gen. 937 , 983. CmA1nou o:-,m , capòr. - 41.6. 0HIA'l'TOX0 - sottot. 404. CBIAVACCI A . , capit. 381 , 522. Cmcr - 335. CHr ò - teni: . 421. CEIODO , gen. 80 , 276 , 360 , 366 , 735. Cmru , sottot. - 1093. 0EtS0LI ANDREA , ca,por. 586. CH@LLI A XG ELO -
capr. - 357. CHRZANows1t Y , gen. 550 , 551 , 553, 556 ,557,558 , 564 , 566 , 57 4 , 577 , 578 , 582, ÙlACCHI , card. 325 , 459 , 460, 474. 0IALDIKI , gen. 780 , 782 , 796 , 805, 809, 810, 864 , 881 , 912, 922 - ·928, 929, 936 , 937 , 953 , 971 , 977 , 983 , 984 , 985 , 991 , 992 , 1036 , 1037, 1038, 1039, 1040 , 1041 - 1042 , 1045 - 1047. Ù IAPP1\RONJ L UCA 214 , 944. CtNr J,r , .cap .no - 981 , 1033. 0IBRARIO LUIGI 162. C I MA , capr. 583 . 0IM.A VELLA , ca,nn. - - 420. 0 I PIUANI GIUSIDPPru 335. Ornru Lurn1 , ca,pr. - 1059. OrsA Dr G nmsY , capit. _:_ 572 , 583 , 743. 01sI , ea,1111. 420. 0BIVARDl ,
1175 -
I
INDIC!ll DEI NOMI C01'TENU'.l'l NEL VOLUME lÌÌ CLAM , gen. -
247. Con.,1zzr , ca pita no - 9~2 , lOOL Conor.,1,u; , cann. - 410. CORNAGLIA - 125. COPPOLA , tent. -
342 , 344 , 383 ,
403 , 560. 318 , 322. 408.
CLAPrnR , ca,nn. -
CLAPIER , sottot. -=-0LAPPIJ;;R , fur. ÙLAHY , gen. -
310. 870 , 872 , 874
267 .
I
766. 416 , 583. CODHTNG'.rON , gen. 762. CoL , cann . 589. 00LMLTO 0IWDARDO _: 519. COLWGNO GIACINTO 95 , 122 , 125 , 131 , 170. COL.LETTA F . 98 ; 100 , 101 , 102. CocHE'l' , ca.im . -
CoLLI Dr FELIZZANO , luogt. -
295, 301, 310, 311, 313, 318 , 319. Cor.OMBO , attendente 890. COLOMBO DoMIDNICO ,
cann.
1033. 8!36. Cor.uss1 , cap.no 624. COLONNA , gen. -
Co:vrnLID FRANCESCO , solcl. CO'MISIDTTI , capit. COMO -
665.
743.
5.
416. OONNEAU , dott. 766. CoNSALVI , card. 217 . OONTID FILIPPO , cann. 566. CONTE GIORGIO ., ca,nn. 624. Cowrru , capit. 332 , 337 , 338 , 431,467 , 708 · , 719, 721 , 726 . . CONTRO ERNESTO , luogt. - 1030. OoPPA BIAGIO , · cann. 586. CoNDURIER , capor. _,.
-
tenente
655. 918. CORRADO , ca,pit. - 100. · CormAO - 501 , 503 , 512. CormENTI o. - 474 , 475 , 598. CORRER , pa.trizio 6i5 . Oousr 0,rnr.o - 208 , 210 , 286 , 332 , 337 , 393 , 642 , 964: ~ 973. CORSI , can n. - 1075. CORSI , capi t . 906. Consr , ma,gg. 52. COHSINI , luogt. 814. Co1n.rnzE , capit. 399 , 428. CoR'.l'E , luogt. 298 , 318 , 404,572 , 585, 981, 986 ~ 1051 , 1069. 00R'.l'ES1 l<;~:ULIA 451. Corn,~sr FLI,I 456. CORVI NICOLA 214. ÙOSENZ BNRI CO - 473 , 475 , 476 , 479, 520 , 529, 530, 534 , 536,537 ,592, 600, 601 , 603 , 606, 609, 610, 615 , 617 , 618 , 621: ~22 , 624 , 626 '. 629 , 630 , 637 , 644 , 646 ~ 647, 648 , 649, 783 , 874,980 , 1069, 1108. COSIDNZ LUIGI - 254 , 471. ÙOSIDNZA , cann. 1075. CossATO , colonn. - 422. Cos·rA F . , capit. - 699 , 702 CORRADO , tent. -
CLOTILDE DI S ,WOJA -
,
1059. Co1rnIA , luogt. -
, 936. Cr,ERICI -
Commno T ANCREDI
1176 -
\ \ ll);"DlCE DEI NOMI CON'l'IilNUTI NEL VOLUME IÌÌ
D' AGOS'l'INO , ca pit. _: 18 , 20 , 893. D' AYALA MARIANO - 1 , 15 , 16. , 17 , 18 , 53 , 248 , 24:9 , 433' , 434 , 501 , 708 , 709 710. DALL' AGLIO , gen. 979 . D ' AMA'l'O - 125. D' AìVrnnosro ANGIDLO , capit. 234 , 643 , 644. DAìlHAKI , colonn . 410. D AllW1''J$T , ca,nn. 538. DA .iVfoSTO 468 , 470 , 699. DANDOLO EMIT,10 768. D' A.NGROGNA - 282 , 357 , 358 393. DANZiè'<I , magg . 852 - 853 855 ", 961, 981. D ' APrc1~ , gen . - 714. D' .~nc o,F@RRARI , gen. - 213 ,. 287 , 324. D' ARVILLArtS , gen. - 27G. D' A.sPRF. , gen. - 254 , 341 , 398 , 556 , 558 , 5'70 , 572 ,. 573, 577, 656 , 714. DAUDJEJR , ca,pit. 1084 , 1090, D., UNA , capor. 572. D' AunrA STEFANO , ai.ut . magg .. - 874. D'AuvA1rn , magg. - 655. DAVP.IlI 468. D,wrco - 64. D.wrso , sott ot. - 586 . D D'Avrno , sergt. - 408 . D' AZI!lGLIO M. - 156 , 371 D ABORMIDA GIUSEJPPE , gen. 373 , 385 , 435 , 762 , 772. 5 , 54 , 182 , 542 , 543 , 730 DE AMICIS 3!53 , 584: , 585 , 740, 776, 836, 1097 905. 1099 , 1104 .
583. 451. CosTANZO , aiut. magg. 496. COSTBY.L'TI PETR ONIO 850. Ù O'I"l'A R AMUS TNO , cann. 583. CovELr, I , maresciallo 388. CRACOVIA , luogt. 360. ÙRAVEIA , .sergt. 584. ÙRAVERO , ministro - 856. CREA DOMENICO , ca,nn. 1087 , 1093. ÙRIS'.1.'lANI G IOVANNI , sergt. 1059. ÙR.IVELLI 125. ÙROSE'l' , cann. 419. ÙUAZ ANTONIO , cann. 755 , 756, 757, 759 . OucCHIARA , ca,nn. 901. CUCCHI AHI , gen. 780 , 794 , 980, 993, 1048. Cuou E1ns10 349 , 352 , 356 , 414 , 586 , 587, 588 , 981 , 1016 , 1019 , 10:21 , 1028 , 1103. CuLOz , gen. --: 382 , 383. ÙUSANI , gen. _:_ 982. CumA CARLO , magg. 779 , 808 , 912. ÙUGI A FRANCESCO 756 , 759 , 806 , -809 , 816 ..
COSTA ,
sottot. -
COS'l'A VINCENZA -
A
A
1177' -
/ INDICE Dli:I NOJ\1I CO.N'l'ENUTI NEL VOLUMm III
Dm
BARTOLOMEIS ,
cap. -
982 ,
·1)0 L E~'l'l) LOS IlODOLr-'O
1.001. D E B1LI,ER -
348 , 349 , 350 ,
561. Dm BLASI , capit. -
. D w BOTTINI
,
872 . 730 ·, 776.
gen. 617.
D E BR DC K -
Dèl
596. 609.
BRUNNER tTDAN -
DE BnuN1-.;·wR MARCO DE (),\MPS -
Dm
0 AvEn o
,
336. gen . -
743 744 ,
749. DE 0HARFYrrn ,
colonnello -
1071
, 1084. 22. D m Cor.r-;fu , magg. DE OosrnoN 238. Dmcrmn -
DrnoIN.
229,
230 , 290.
643 , 902.
Lu wr , cann. -
626.
Dm F ..uLLY , gen. - 1066. D m FAZZI GAEY.l'ANO - 328. ])IJ) l<'BRRARI , ministro 544. D m FILIPP I , furiere 561 , 586. Dru FocATIIS , colonn . - 18. Dm FoRNAm , luogt. - 3G6 , 421 , 800 , 980. Dn Fo11.NA1u , gen. ' - 981. D E FRAKC8 ~ capit. 1088. DE GASPERI 335 , 339. D'RG1010 , avv. - 502.
DE GoB1.us , furiere magg. 901.
DE
LAGUIDHnONIÈRE -
Dr.i
LWGIER -
287 , 334 , 335 , 336, 708 , 709 , 710 , 719 , 721 , 722 , Dm Ln; Nms , cann . -
768. 288 , 431, 715 , 723 , 412.
332 · 434 , 718 , 728.
-
DE L1WNAnors , capit. 979 , 1007 , 1010" , 1011. DmL CARH J,:1'TO , luogt. 295 , 309 , 318 , 319 , 320, 321, 408. DBJL CORE FORTUNATO 238. DEL GALLO , ma,rchese - 456. DEL GrnrncF: , gen. 486. DmLt,A CHIESA , luogt. 807 , 808. DIJJLLA CIIIllJSA G. B . 327 , 983. DEr.r,A CHIESA JYisASCA 158. DELL\ MAGGIORA , sergt. - 1032. DELLA j)IJA~'l'ICA , luogt. 800. Deu,A HoccA , gen. 801 , 864 , 977, 981 , 993, 1028 1029, 1030, 1048, 1108. DELLA Rovmm , colonn. - 742 , 780 , 941, 952, 954. DELLA TORRE , gen. - 775. D ,,:u,A V ALLE D m.,1w1'RI0 , capit. - 350 , 396 , 780 , 800 , 801 , 809. D n;Lu V ALLE EMILIO , capit. 298, 313 , 318 , 589 ~ 590. DmLLA VALLJi, , tent. 304 , 350. DELLI FnA~CI , colonn. - 501 , 502 , 897 , 902 • '90,6 , 929. DEL MONACO , tent. 247. DEL i\IoNACO , sergente - 1059. Di::L PRATO , sergt. 412. l)p, lVIAJO , gen. 482 , 483 , 487. Dr-: MAHIA ', cann. - 394. DE MAnTlNr , ca pit. 624.
1178 -
INDICE DU:t KO"MI CON'l'IDNU'.rl NgL VOLUMID lit
Dr::
DD MARTINO , sergt. -
Di-i
Dm~mROWSKI
480 , 481. 10(;2. sergt. - 537· ,
cà.nn. -
MATT1~1s , ,
D E 8'. rJWAKO FRANCESCO
WfIDDICI, :::ÌPADA -
,
sergt.
1087.
538. Dg
880 , 910 , 981 , 982 , 1048 , 1108.
S OìQUZ LUI G I -
canu . - 620. 720 , 724. 588 , 814 , 912 ,
D ESTIW ANTONIO ,
289.
D@ V ALil'.JRE D 1w , luogt . 978.
GAVINO - 238. Dm MrcHn:Lm , 1° tent. - 639.
Di;; ~1El:\ A
D m MrLBITZ , colonn. - 670. Di;i i\foLtssm , cànn. 420.
l>IAZ E 'MA1'UtLE -
238. , ma,gg. 632. 290 , 442 , 443. , conte e gen.
DtAz GUGLIDLMO Dr ÙAJl.lPELLO Dr 0ASTEJ,BORGO - 779. Dr 0LAIU1:NZA DINA - 495. D.r CorrrANZE - 301 , 404. Dr FERRERE , gen. ..:...... 276. D r GronGlO M,mTINI - 162. D TGUIKO MICHELE , ca,nn. - 1087. DI }fIGNA:-10 , geu. - 1046. Dr fyIONAW , gen. - 777. Dmr Br:HNARDO , luogt. - 1059. Dr PALMA OmsARE - 660. Dr Pnn vrrn mNGO , gen . - 1101. Dr PTERO , magg. - 277 , 348 , Dm SANGRO , t ent. colonu. 350, 408 , 661 , 663. 928. Dr R IDVEL , capit. - 585 , 808 DIDSB!OLLES , ca,nn. - 416. 830, 831 , 837 . Dl•lSCHAMPS , canu. 357. Dr ROl3ILANT , conte 75 , 94. D mscL~ID - 1089 . D11SGl•lNEYS 120 , 121 , 122 , Dr HoBILANT O. FmLICE , luogt. - 357 , 411 , 412 , 590. 132. DI SATN''l' FnoNT , magg. 308. D m SrnRE , tent. - 377 , 381 , Dr SAIN'l' PmRRE 743. 389· , 670 , 688. Dr S,u,ASCO , gen . - 534 , 539 , DTIJ SILVA R AFl?AELE - 238 . 541, 553 , 661 ,662 , 664. Dm SoN.NAZ E ·rTOR1•: , gen . - 162 ,274 , 275 , 276, 396, 397, Dr S ,urnuY , gen. - 780. D1 S AN GIORGIO - 301. '103,406 , 880, 910. Dr S,rn :M.AR'l'1NO , capi t . - 302 Dm SoNKAZ G IUSF.PPID , capit. , 34,6 , 410 . 744.
DENARO
G!OVAN.NI 495. Dm N .1 coLINIS , caun. - 419 . DFJ P@LLEGRJNI , cann . - 620. DEPLAN , sottot. -- 360. DmPR!D'.r1 s , ministro - 1047. Dwns ET SERAFINO 214. Dm R1x TITO , ma,gg. - 639 . DE Rossr , sergt. 370. Dm ROUSSY , luogt . ..:...... 310 , 396 , 408 , 409 , 410 , 573 , 588. Dm SAUGE'.r , tent. - 478 , 486 , 487 , 488 , 490 ,· 870 , 982. Dm SArSY , ma,gg. - 1086 , 1091.
-
1179 -
lNl)lCID DF.I KO.MI CONTENUTI NEL VOLUJ\lE Iii
Dr S'l'll:O'ANO , magg. DIVERSI , gen. -
644.
cann. 585. luogt. · - 833. DuruY ANDREA , capit. 237. D U RANDO GIACOl\fO 45 , 772. DURANDO GIOVANNI 291 , 324 , 325, 326 , 328, 329, 371 , 372 , 373 , 374 , 375 , 376: , 378 , 380 , 387, 388, 428 , 458,459,477,552, 564 , 565,574, 743,752, 770. , 794, , 836 , 978 , 993 , 995. , 1007. DURELLI - 1046. DunlilT VITTORIO , cimn. - 583. Dus:M1ìr1: , luogt. 478 , 893 , 899 , 900.
Du
508.
Pmnn1L ,
DUPON'.l' ,
978. 610. Docuo P1wmo , ca,nn. - 566. DOGLJO'.l:TI , luogt. 807 , 985 , 1037 , - 1051 , 1052, 1053 , 1054, 1055 , 1056, 1057, 1058, 1059, 1063. DOLCI , guardiamarina 626. DOLFIN , capit. ---:- 600 , 603. DONATO IlOSA 493 , 494 , 495 , 497, 511,512, 637, 640, 872. DONIZET'.l.' I , cann. 1059. D'OnFIDNGO , capit . 885. · DoRIA , capit. - 370. DORIA D. FILIPPO 437 , 457. DORl"1I , governatore 474. Dos10 125. Dn AGONn:no G. B . , cann. 1033. DnAGONI GIUSEPPID , cann . 1001. DREYSE , cap. 958. DRD IDTrI , fur. ---:- 588. D UC'A D' ANGOULfrllfF. - - 12(3. _D ucA DI GEJ.'\'ÒVA 26 , 88 , 89 , 124 , 180 ·' 183 , 277 , 304 , 313 , 324 , 357 , 359 , 360 ·, 366 , 367 , 370 , 399 ,. 402 , 421 , 504 , 552, 574, 577 578,582, 838. DucA Dr SAVQJA 277 , 313 , 342 , 344,356,359,402 , 403, 552, 564, 565. DmFOURNÈ , cann . 404. D uMOl\'l) CLAUDIO , cannon. 800. DI VILLARIDY , gen . DODA -
-
E c:1,pit. -
1051. 1059. ENRICO , ca.pit. 118 , 124. ERENTHALLim - 519. ESPIJ:CO GIULIO , magg. 216 , 691 , 699 , 707. EsPosr.r:o· STABILID, ca.un. :_ 1059, EuamNIA , imperatrice 970. E U GENIO DI SAVOJA 941 , 952. EUTIZI Fn, JPPO ~16. BnrANN ,
ELI,r R.1ccA1mo , fur. -
F FAA,SILVIDS'.l'R.l
NICOLA -
214
~
220. FABRELLO , FABRIS
1180 -
0. -
capit. - 981 , 1033. 545 , 660.
INDICE DEI KOMI CONTENUTI NEJL VOLU MBl III
'FABBRI GIOVANNI ,
capit. -
327
, 705. 501. 394 , 572. .FALLID'l"'l'I , sergt. 414. FANTI , gen. - 779 , 789 , 794 , 809,810,816,855,856 878, 884, 891, 920, 921 ·941, 945, 946, 948, 950, 953 , 992 - 1096 - 1108: FAN'l'INI , sergt. 420 , 561 586, 758. F AN'l'OZZI - 337. FAROELLA G. B. 234. FARINIDTTI , capit. 983 , 1054: , 1059. FAR!NI CARLO 740 , 741 , 847 , 954. FATALI PAOLO 214. ·EAURAX CLAU DIO , can.ti. 586. FAVA , cann. 833. F AVILLI , tromb. 1011. ·FAvnm GAE'rANO , cann. 586. F rwIDmcr , gen . - 277 , 303 , 312 , 393 , 421, 422, 541. ·Fmo.0R1C1 , magg. - 789. FrmDINANDO D'ESTE III 0 96 , 190 , 203 , 206 ., 426 , 660. F0RD1N,\NDO I 0 BORBONE 15 , 96 , 248. FmmINANDO Il° BORBONE 96 , 97, 190, 231, 252, 254, 292, 392, 513, 912. "Fl!)RDINANDO IV0 96 , 97 , 98 , fl9 , 191 , 429. FrmDIKANDO DucA DI GENOVA 61 , 88, 89, 90, 91, 144 , 152 , 160 , 169 , 170 , 173 , FACCIOLA ,
tent -
F ALCOTZ , cann. -
-
180 , 181, 182 , 184, 276, 277, 281,359,360, 393, 423 , 838. F0RGOLA , gen. 876 , 936. FmnRAJ."IDO GAETANO , cann. - 586 . FmnRAN'riil G . B. , cann. 586. FERRAN'.rID NUNZIO 20 , 53. FERRARA , cann. 538 . F ERRA.RA , capit. -: 901.. FERRARIDLLI 252 , 471. FmRRARI ANDREA , gen. 533. FEJRRARI ÙARLO , luogt. 198. l?ERRAHI DA GRADO , gen. 708 , 723,724,725,726,728 , 852. FE:RRARI G. E. , sergt . 531 , 632. FERRAR! G IUSillPPID 291. FmrrnAHr PAOLO - 325 , 326 , 327 , 328, 380, 461,462, 472 , 524 . FnmRARIS , luogt. 1001. F ERRARON EJ ÙARLO , caun. - 1059. Frmnr:no DELLA
ìVIARMOR A ,
gen.
- 147 , 278 , 4-21 , 738 , 742 , 780 , 815 , 855. Jt rmn1,;no , cann. - 412. FrmR EHO , sergt. 4J 6. F1,mn0no , capit. 56 , 125. FrmRIDRO , gen. 982 , 1069. F ERRl•mo VITTORIO , capit. - 118. ] ~'I-:1umTTr , ca,r d. 289. Fmrnr , tent. colonn. - 200. F mmmn , sergt. - 410. Frnnuo G IUSIDPPro , cann. 624 , 626. FBSSINA 1.046. :F'ESTETIS , gen. 560.
1181 -
INDICE DEI KOì\:II CONTENUTI NEL VOLUME IÌÌ
capit. -
899 • 900 - 910 . Frcm:LE'.r GAFYl' ANO 238. FILANGIERI ÙAHLO 19 , 20 , 99 , 170. 190,234 ,252, 253 • 254. 255. 256. 257 - 258 - 4'71, 496 . 506 - 508 - 509 , 510 - 513 - 638 -. 639 - 643 • 644 • - 865 . FILANGJERI T ERESA _:, 254. F EVOT -
FILIPPA ALI•:SSANDR O -
ca,pit.
, 656 - 858 - 859 • 860 , 861. 573 . FIU..'1i!CESCO GIUSDPPE 844 • 845. - 861 - 1037. F RANCESCONI • magg. 603 . FRANCESCO Ù AHLO -
FRAN.Zvmo
125.
GIOVANNI
cann.
•
1006.
capit. - 366. capit. - 979 • 1012 •
ministro
FRANZINI ANTOJS'IO -
162 - 261 - 271 - 273 - 312 •
FINESCHI -
659 • 774.
1021. FI:-i!OCCHIAIIO VINCENZO -
515.
FI.V,.NZINl '1'r~OJ3ALD0
Frnm:Lr.1 - ca,pit. ~ 1082. Fr.munY - gen. - 845. Fr.oruor FnANCESCO 327. F oGAN'l'D SERAFINO -
757 - 759 .
cann. - 1026
478.
536 - 981 • • 1019 - 1026 - 1032. Fom-:::Y • gen . - 798. FOHGHIETU IGNAZIO - colonu . 862. F oa:r.m~TIN.I 519. Fol!NACA Prwnw • c!)nn. 801. Foscm Frr,rrro - 215. FnANCEscm • gèn. 252. FHAN'Cl9SCO 1° 95 , 190 , 193 , 248 - 499 • 876 - 908 . FRAN CE:SCO II0 876 , 908 , 917 - 918 - 919 - 936 - 952. ca,pit. -
nrn.g g.
S78 • 886 - 912 • 985 .
- 1032. Crno - tenente colonnello - 632. FOLINI 335. tent. -
,
FnAS CAROLI PASQUALID • ca,nn .
F 1ussJ STEFANO -
ca.u n. -
1011.
FnATTINA }L.\HCUARDQ - ma.gg. -
632.
FOGLIA
FONTANA -
644.
FRANCHI~I • ma.gg . -
660 - 661 .
FoNSECA -
0
FRANCISCOLI -
27'7. 294. 301 - 302, 303 FILIPPI •
nr
JYEST0 96 ~ 194 - 232 • 284 - 425 • 426. FRANCESCO \T0 200 , 284 , 425. FRANC8SCO
FrmrnNT .•
gen. -
100 • 231 •
232. F 1ws~Am) • gen . - 789. FUH GANTEL - tent. 657 .
G GAAJ.. ...
GAHE'.l' -
gen. -
tent. -
83H.
'
386 - 38S • 455 •
463 • 464.
gen . -
981. GABLFl:NZ - gen . 964 - 973. GAnuzzr G . B .• capit . - 699. GAETA - ma.gg. 901. GAETHIDR • magg. 900. GABP.'l' .
1182 -
INDI CE DEI KOl\!I CO.NT ENUTI NEL VOLU MID III
GAGARELLI GrnvAKNI
,
tent.
658. 451. 451 , 453. GAGLIARDI G IUSEPPB 327 . GAIA , cn,por . 586 . GAJANI RAFFAELE 522. G.1LASS1 CARLO , ma-gg. 216 , 690. GALEAZZO CARL O , capor. - 1059. G ALILIDI G. 50 , 59 . GALLATO - ca,nn. 538. GALLK\N1 - luogt. 408. GALLETTI AXNA 451. GALLETTI , _ministro 465 , 668. GALLI 125. GALLI AGOS'.L'lNO , sergt. 1011. G ,\LLI ANGBLO 223. GALr.r , capo~·. 404. GALLI BIDRNARDO , sergt. 759 . GALLI DGLLA LoaarA , eapit. 832 , 1048. G .-1LLIA"O , colonn . 371. GALLINI 125. GALLO A)<GELO 480 , 481 , 484 , 486 . GAT,Lo Lurar 480 , 481 , 484 , 486. GALLuzzo , alfiere 487. GAMBINI , ca.pit. - 118 , 120. GANDJNI A:'.'<TONIQ , cann. J.062. GANDINO , sergt. :__ 356. GANDOLFO GIOVANNI - ca,nn . GAGIATI MARIETTA GAGGIOT'rI EMMA -
.
572. GARIAsso - capor . - 406. GARIBALDI G. J.52 , 470 , 642 , 643,644 , 648, 649, 668, 673 , 680 , 682 , 686 , 782 ,
785 , 798 , 802 , 803 ,' 847 855, 856 - 864,869 , 870 874 , 876 , 877 , 891 , 892 895, 901, 953, 976 - 985 991 , 1048 , 1051 , 1052 1054, 1056, 1057 - 1059, 1063 , 1066 , 1108. GARIBALDI , luogt. 1092. GARIBALDI M:EJK0'.1'1.' T , 1108. GARIBOLDI ALBSSA-''<DRO 216 , 699. GARIGLIO , serg. 318 , 404. GAROb'AI,O - colonn. 916 , 917 ; 918. GARONI•: GIOVANNI , cann. 586. G ,\HZI..\ ÙITJSEPPID 238. GASPERI 337. GAS'.l'ALDI , cann . 404. GAUDANO
VINCENZO
cann .
,
1062. GAUTHIER -
P.
GAVAZZI
58. AL I•JSSANDRO
446,
4GO. GAzzm:u ,
capit. -
301 , 318 ,.
408. GA½½ERA ,
fur . 419 , 420. aiut. magg ..
GmNNATI GIOVANNI ,
-
670.
Gr.a'PER'l' (von) -
232.
cann. - 624. luogt - 901. GEHOSA PrnTHO - sergt .. 1059. 0-EHVASONI , capit. 705. GHEOT'l'CWL? FRANCESCO , magg. 632. GHEnsr G. BATTISTA , cann. :..--. 586. GHIGLIOSI 125. G~mAHDI Vnw-rnro ,
GER IDMKA -
·- 1183 -
INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL . VOLUME ItI
·GHILARDI
'
854.
cann.
583. ·GHnwN
S ,urnELE -
349, 356, 357. 22 , 208 .
396 , 590. 980.
GIARDINA , magg. -
41G. ·Grnmn'.l'I l\1N1·1:ror,1 223. G1FFL1•JNGA , ge1:1. 86. GrnELLI , sergt. -
cann.
153.
455. 670.
· 584. ,
6. Gom:u, A , luogt. 1076 , 1093. GOi\'[ER, -
GIGLI VIN'C8NZO , capit. -
·G1LLIS DEFENDENTID
GoNZALB:S
ca,nn.
ten. colonn. -
216 ,
909. 152 , '772. 585.
245 , 929 .
-
474 ,
352 , 356. 566. GoTLAND , cann . 357. GO'Fl'AUDI , luogt. - 808 , 910 , -
GOVONE: , ma,gg. - '742 , . 970 972, 1016 , 1019 , 1020 ,
1021, 1022, 1024, 1028,
tent. -
1029 , 1033 , 1096.
897, 909. ·-GIORDAN0,0RSU,I VINCl•JNZO -
commiss.
981.
237 , 239 , 1°
815 , 981
-
Gonru,:A , sottot. -
GIORDANO , capl. -
·GIOHDANO (}IOVANNI ,
,
(34,9. Gon1A , cann.
-
1059.
·GIORDANO GAETANO -
583. 464 , 465 .
cann. -
GLORI VINCl:]NZO -
OT.rAvIO , capit. -
·GrnLrnI , cann . -
573
-
786, 788 , 796, 797, 798, 804, 809, 811, 81G. Gruso , cnpt. 416. GrnsTINIA..c'U , colonn. 789. GLANDI ANGELO ,
322. 328.
·GIFFURI SAVl.ilRIO -
"GIOBERTI -
GIUSJDPPE
GYULAr , maresciallo
·GIANNO'I"rI , capor . -
·G IOBBE ,
GIUHGJ
583. Grunu. _, gen. -
·GIANNE'.l·I'I GIUSEPPE , colonn. -
GIGLI , tent. -
237 , 238 ,
239.
277 , 317 ,
·GI ACOSA EDOAROO -
GIGLI
215.
G IULlANI L UIGI -
GruLmT'.rI' , gen. -
387. 89.
G mnoLLI , cann . -
853
GmoL:-\MO N APOLEONiil
670.
coloun . -
·GHIRARDI AGOSTINO
480
Govmm
, 504, 514, 536 , 870, 897 , 1108.
UMBERTO
970.
, 481, 488 , 489, 491, 500
,
(figlio)
,
234. gen. - 979 , 981. Gozzr , ser-gt. 318 , 356. G11;1.nARI , tent. - 706. GRANDUCA MrcHELE - 1'70. GRAN'!' 963. GOZZADINI -
GoZZANI ,
21 , 203 , 207 , 211 , 212 , 213 , 332 , 716 , 854. ' GIORGINI N[AlUA::-10 217. G IOVANNETTI ·334 , 336. -0IRARDI , capr. 322. ' GIOIWET'l'I -
-
G1u.ssr , capit. -
1184 -
809.
INDICE DEI KOl\:11 CON'l 'ENU'l'I NEL VOLUME III
cann . -
'GRAVI.NO , ·GRAZIOLI
G.
1032.
457.
Gm:nnrnru , governatore 474. GUGL!ELMr GIUSEPPE , ca nn. -
Gnrnu·10·rz , can u. -
416. XVI° - 232 , 234. GR TB8AU VAL 6 , 12 , 13 , 16 , 21 , 28 , 30 , 38, 212, 468, 469, 548 , 660,662,720 , 724 , 1078, 1086. ·GmF Fr AN·l'ON.10 , capit. 600 , 603. ·GRIFFINI 348 . GRIFI 1046. ·GR IFONE , capit. 1093. ·Gnn-IALDI D0L Po0011n·To - 344. ·G1m u , ma,gg. 979 , 995 , 1006 , 1007. ·GIWMO , cann. - 396 , 408 . -0REGORI0
ma.gg.
·GuosIO Dr 'l'cnè\ENGO ,
561. G UGLIELMINI
G1ACO:.VI0 ' cann. -
1001. GuGLrnr,ìl:ro ,
princ. d'Austria -
606. , tent. 325 . 388 , 389 , 390, 441,442. G U .( CCI ARD1 CAitLO 146.
GuGLIELMOT'l'I
GurccIO.NE
502.
cann. -
G UICHARD ,
GumoHALDI Fu.,rrro
cann.
1059. GUlI,LAMAT
GIUSEPPE
-
237 ,
478.
cann . - 572. a,rt. svizz. - 376 , 377 , 381 , 390. G U SBEH'l'I , capit. 979 , 1013 ,
216.
·GROPPBLLI .A.NGEJLO -
1014 , 1015.
291.
GUALTIEJRI FILI PPO ·G U Al!OIONID FRANCESCO
494 ,
-
H
506, 511, 640. ·G u AnNH:LLO ,
928.
tent. -
-GUARNimRI ARMANDO ,
949.
H ,\l'MU ,
125.
"GUA'.r·rgno , cann. -
gen. -
421 , 536 , 606
, 608 , 692.
583.
·G ummESCHI DEODATO ,
gen . - 1056. gen. - 990. HESS , gen. 557. HOEIEKLOID , gen. 383 , 804:. RANG ,
sergt. -
417. Gu Bruu , ten. colonn. - 637 , 656 , 658. ·GrmànAzz1 , G. D . - 432 , 544 , 714.
cann . -
665 . ·75
590. ,
GurnOLAND ,
·Gnoss , comanda,nte - 491. ·GnossI , ca.por . 416. GUALT1~1uo , gen. 376 , 460.
·G trAzzoxE ,
mare,
FRANCESCO
scia,llo -
G urnw.r .A.KSDLMO ,
584.
·{l U ASCHI -
237 .
G u rnRRlERI CARLO -
456 ,
B ATT ISTA -
RAR'l'UNG ,
HunL H uBNER ,
RoooEN -
990.
barone -
HUTSCfIENUl.iJl'r ER ,
-
1185 -
768 .
357.
gen. -
989.
INDICI<: DEI NO:i\11 CONTENU'l'l NEL VOLUM0 III
713 . 419.
J U L IDS SCHINIDLTZ -
K KANZLER , K I CHSBERG
gen . - 1092. , gen. 990.
L
574.
K rnLMANSIDOGID -
KINSKY -
JULITA , cann . -
573.
K unN ,
LA
PonIDs'.r , gen . -
LA GRAè\'ALAIS GUGLIELMO LA GnANALAIS RonOLFO -
LA l:lALL.lll -
481..
1048. 238. 238.
2'13 , 258 , 472 ,.
473.
57.
LA
786 , 975 ,
colonn. -
684.
LA COSTA L EOl'OLDO , fur . -
511.
KnnIY GrOVA1'NI KRUP.I:' -
tent. -
LABRUZZI ,
geu . - 839. K OLOSSOK , capit .. 630. K OLOWRAT , gen . 565 , 570 , 572 , 657. K o1·1· , capit. 657. K OLLER ,
1046 , 1049.
H l'l'l"lil
LAl\IAN'J.'A -
-
785 , 787. 162.
LAMAJ:)CORA ALESS.\:-IDHO -
165 ,
300 , 551, 744. 5 , 69 , ]07 , 124 , 146 , 152 , 282 . 30i , 309 , 360 ,366, 435, 550 , 5G2, 580,728 , 729, 739,750,752,753,754, 7(i2 , 766 , 772 , 773 , 81 O , 836 , 838,846,847, 941, 945 , 95:l , "'965 , 966 , 967 . 968, 969, 970, 971, 977, 991 , 992, 993, 1036, 1037 , 1038 , J OtO , lOH , 1042 •
LA:>f AIL\IORA ALFONSO -
I L\ CO~A -
484.
1BitAHr:.U: p ,\ SC IÀ -
fNGhlNITI GIUS0PPID
108 .
cann.
,
1084. lnogt. 1027 , 1032.
INCOHONATO ,
-
1026 ,
1046, 1047 , 1048.
J U:11rnmnTO , magg. - 277 -298 , 300 , 3U , 356 , 357 ,
JA11,L1<1.1.'
394. 1083 , 1089. coloun. - 189. Jo1wrn , capor. , 406. J 'OS'.l'I 125. JovEN.0 , magg. - 919. jEA.,'<NERAT , COlOllD.
J oMrt--r ,
48--..b , 897. 408. LA:UBERTI VINCENZO , ca por. 357, 665 . L AMO~ICIÈRE - gen . - 881 - 888. LA~CI A , capit. 501. LANDI NICOLA , gen. 18 , 237"" , 242, 246 , 378. L A l\:1A $ A -
LUIBERT ,
sergt. -
LANDI~'l ANTONIO -
_. 1186 -
217.
INDICE DIDI NOMI CON'!'C!JNUTI NIDL VOLUMID I!!
L ANDIXI- CAS'l'ELNCOYO LANF'RANCO -
capit . -
237. 981 - 1019
- 1020 - 1032. LANZA - alfi ere 919. LAXZA - capit . 982 - 1032. L ,, NZA - gen. 508 - 509 , 641 642 - 870 - 10G9. L ANZffi"l'A ANTONIO 493 - 494 495 - 497 - 511 - 512 ,637, 640 , 64-3. LAPAR!l)LLI , capit. 981 , 1019 , 1027 - l 032. L A PLACE PIETRO , cann. 566. LAHICELLr , capor . - 318 , 404. LA'CRUIL , cnnn. - 863. LA 'J'OUR , gen. 1 20 , 122 , 124. LAv rnzZA1n 125. LAZIO , cann. 39G. LAzZ.\IU , magg. 9 1 , 1002 , J 030 - 1033.
LJoJALI
GIOAC HINO -
456.
BocuF , gen. - 78~ - 842. LECO)l'.rE - cnpt. .787 .
),1,:
Lrm -
963.
L n:NCHANTI:-1 , sottot. -
406 - 407
- 416.
RoooLPO - 229 , 230 , 37G - 377, 378 - 387 - 389. L r.:o;s.-AnDr E ucr-:Nro , ca,pit. - 431 , 637, 659 661, 663, 664. LJo:OKID G rns1~l:'P0 , sergt. - 103.R. Lmoxm L moNI - 198. J.,1,:0NE XII0 223 . LEOPOLDO Jl0 22 , 190 , 206 , 207, 209, 60G, 708, 727. L1,:w1.•onA , cann . - 583 .
L r.::-.n.-r.vs CARLO
-
L1~ss0rs -
676.
673 , 680. 519 , 523. f..,RZIIAN1 GIOVANNIK"A 451. Lm1;;nA'l'I G 1usEPPE 238. LICHNO W SKI , colonn. 396. LimCRTl!.:NS'.rIDIN a4l , 436 , 466 , 556 - 796 , 989. LIESER G IOVA KNI , maresciallo 381, 390. LIPAHt GAsrAnm , teut. 329 ~ 376, 382, 389 , 390, 670_ LTPPI 15. Ln;io - 107 , 117 , 118. LIUZZl 30 - 40. Lr vnmA , tent. 639. Lo CASCIO , magg. - 979 - 1004: , 100G. Loccm ANTONIO , cann. - 1062 .. Lonr CAnLO - 216. LO:\IBAHO , luogt. 800 , 984:.. LONGO GIACOMO - gen . 170· ~ 180 - 488 , 48D , 491,491. ~ 500, 501,502,514. LONGON! , gen . 981. LOPEZ C ARLO 213 , 225. LOPEz F1L1PPO - ten. colonn. 216,325, 443 , 666, 691. LorEz GrnsmPPID , ma,gg. - 32;';. , 437 , 4:43 , 670 , 680 , 979. L OPEZ Luwr 216. LOPE7, VI"1CE~ZO 217 , 441 ~ 142 , 4.62. LOHE'l'O BAH'l'OLOi'IU:O 506. LOSTIA Dr SAt<.T.\ so~·u - luogt. - 417 , 4:18 , 759 , 912 921. LOVA'.l'E:tLI - pro]egato 438. LE \TAJ U , AN1' , g cn . -
LEVI A.LmSSANORO -
1187 -
#
INDICE DIDI NOMI CONTENUTI NEL VOLUME IiI LovBHA GrovANNI , LUBRANO -
LUIGI AN'l'ONIO ,
lème -
cann. -
1059.
1059. duca <li Angou,
75.
153. cann . - 1032. L Ul\IBROSO ALBERTO 268. L UPI Dr M ornANO , colonn. 749. L URAGO , capit. 368 , 406 , 416 . L US!t.11:','A D 'A.NGROGNA 277. L UVERJ\ CARì\IHIE 329 , 330 , 472 , 9JG. L uzrn AL0ssANono 952. Luzzr SABATINO , sergt. 1006. LUIGI NAPOLE:ONE L UMACHI ULISSE ,
M
215 . MAYrnR , ten. colonn. 657. i\IALACRIA , capi t . 981. MAL AGOLI Ù ARLO , luogot. - 759. MALAVASI , fur. 828. MALDURA , luogt. 1071. M AWNCHIN r , colonn. 897. MALENCD:INI VINCENZO 852 , 853 , 856. MALP.1SSU'.r0 , capit. 1092. MALUSAUOI ~ ICOLA 216. M:AMIDLI G. 545 . M:ANARA L . 268 , G86 , 687. :\l MCA,Ternsr STEFANO - 132. 1\1:AKCA , sergt. 806 , 824 . ) 1.ANOUIT , tent . 1088. M AKTi'RONI 904. ì\faJOLI NI GIOVANNI -
MANGANIDLLI
sergt. -
322 , 357. ìVLA.CCAGNo ALESS . , sergt. -1032. MACCHI VINCJlJNZO , sottot . 1078 , 1084 , 1090. MAc MAHON , gen. 784. MACRY, gen. 237, 239, 243. MADELIDINE , capit. 16. l\lL\F1rrnr , cann . - 584. M AFFEr Dr B OGLI O 172 , 174. i\fAFF!ilI , serg. 824 , 1087. MAGGIA G. , luogt. 1006. i\IAGGJANI , fu l'. - . 1026 , 1027 , 1032. MAGGIO 247. MAGLIULA , sei·gt. 901. MAINA , sergt. 808. M 1uo , sergt. - 606. MACCAOEO ,
sottot.
M AIORANA F ERDINANDO ,
125.
-
ENmco
,
f ur.
1030. magg . 501. Vrro , cann. - 1001. MAXIN D . 392 , 593 , 599 , 60i , 605 , 612 , 634. MA::"<KO , senatore 56. M ANZI AKGELO 218. MANZINI , sergt. 1011. MANZINI VINCENZO 519. 1\fANZONI A . 124 , 439 . MARALOI , capit. 743. , MARAST0:-.1 G IULIANO , luogt. 1059 . M AHCIDLLI , ca,pit. 6!)9. MANGANO , MANGANO
M ARcIDLLO ANTONIO
,
cann.
620. M AHCH IDSI , m agg . -
1188 -
517 , 518.
INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL VOLUMEl IÌÌ
MAncm•n'TI Doi\mNico , tromb . 1001. M ARESCOTTI , colonn. 692. MARI!\ ADIDLAIDU: SAVO.JA 184. MARIA BrMTHICE D'Es·rm 96 , 193. MAR I A LUISA Dr PARMA 95 , 96 , 203, 428 , 429, 430 G60. MARlA 'r mRESA LORENA 91 , 111 , 180. M,mTANEr.rr CARLO , sergt. 1059. MARIANI , cann. 387. MARINI, SERR1\ Gnr snPP m - a vv .
502. 1030. MAR1SCOTTI CARLO 710 , 715. 1\iArnsFtr.rr , capor. - 586. l\ilARMON'l' , gen. 20 , 258 . ì\1:AROICIC , gen. 990 , 1046. MARRA Lurnr , cann. - 1087. M,mno , capit. - 808 . ì\fArrn OCCHETTI GIUSEPPJi) , colonn . - 670 . MAnsrcH , capit. cli vascello 517 , 521. iVf.1RINONI ZACCARIA -
MARSIGLIA F RANCESCO -
237.
593. conte - 270.
MARTINENGO l\,JAHTINI ,
M ,\RUCCBI- T@ll:CIS'J.'OCLE -
464 ,
465. 1\'1ARULLO , c~nn. -
1059. cann . - 665. MASELLI , magg. 980. MASI, gen. 668, 981. MASSA , luogt. di marina - 56. M ARZARI GAETANO ,
-
M AS~A ,
sergt. -
407 , 416. 542.
MAS SA!U GIUSIDPPID -
104:6. D. )fAnro -
MASSELLI MASSI:'VlO
MASSOBRIO SECONDO
,
455. sergt.
1059. iVIASTAI,FERRET'.l'! - 185 , 665. MATHA'.CSCHEK , ca;pit . 657. MA'l'RIIDU , capit. 981. MATINA L U DOVICO 238. MA'J.Vl'EI GIOVANNI 21'7. MA'.rrmr E. l uogt. - 304 , 366 , 370, 408 , 409,410, 582 , 586 , 588 , 589 , 885 , 902 , 903 , 920, 937, 959 , 980 , 985 , 986 , 1048. MATTIA:NDO , fur . 890. MATTIGANA PIETRO 769. MAT'l'IOU DOMENICO 192. MATTIOLI GILJ30 I~1'I - 223. M AUGNER , cann. 348. MAURER , gen. - 265. MAunr , govern. - 474. MAU Hr NICOLA - ca,nn. 1062. MAURI DELL'ESTERA , tent. 377, 381, 385, 390. lV(AZB D m LA RocaE , gen. 1069. i\'fAZZlNI G . 152 , 666. MAZZOCCHI PAOLO 216. MAZZOLA Luwr , cann . 665. MAZZONI - 544. MAzZONI ANTONIO , sergt. - 1084. 1\1.ECHDL tent. 899. :M°ECHEL , gen. 893 , 898 , 899 , 900 , 909 , 910. l\!IEcamLr I NN. -
118"9 -
216.
INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL VOLUME IÌI
783 , 840 , 874 , 895 , 983 , 987 , 1037 , 1048 , 1049 , 1109.
MEDICI , gcu. -
magg. -
MEDINA ,
501 , 504 ,
515 .
330 , 479 ,
l\:[JtZZACAPO L UIGI -
637, 644, 650, 651. ì\1Ez1.1Ar.01 Prnmo , cann. 327. 29G , 511.
MEZZ©TTI PAOLO -
i'IIEI CIDSAHE -
ìV[rccA
328.
P. -
eann. - 583 . 336 , 337. M.ElLAS , geu. 76. lVfaLTIJNDJ-:% , tent. 639. Mmus ALAG'.'H , tent. - 61 , 87 , 88.
l\iICH.ELANGEl,I FIL!PPO -
Mrnu,A ,
743 , 754 ..
566. MIGY , nmgg. -
420.
MIGLIORINI ANDRrnA -
416.
MIGNAKO ,
gen. -
MILANlìJSI ,
sergt. -
MEINARDI GIAco11:co ,
capit. -
759. trom b . -
MmLLIKO , MELLINO
sergt. -
LvwI , maniscalco
Mrcrrrl:LAZZI ,
981 , 1002
capit . -
, 1033. M 111JG0 , cann. -
420.
ÌIÙGHE'.r'l'I GIUSEPPE
cann. -
,
900. 214. 980.
394 , 406 ,
584.
587. 639. M&°'\'ABREA , gen. 978 , 1108. ME~EGAZZI MICHIDLANGELO 523. :M:IDNGEN 233. M ENGO'l"J:A , luogt. 609. MIDNIGHINI 234. MDNJGATTI 336. MD!S"O'.l'l'I o. 194: , 252. MERATI 237. M1,;HCONB AKGELO , luogt. - 1032.
MELOGRAK[ , capit. -
l\:[ETIDLL [ DOMENICO
'
ca.por.
10tl2. i\'[L~'.('.l'IDRNICK -
214 ,
225 .
iY!"F;JNI -
MBLLI ,
665.
216.
ÌliE%%fC:T'L'J ANGELO -
MILANI CARLO , MILBITZ ,
cann. -
gen . -
MILORO VINCENZO MINA LORENZO MINGHID'fTI
1\1.. -
i \. M:INUCCI 336.
MINICB1NI
1087. 898 - J.lù8. 485 , 489.
905. 954 , 964 , 965. 234.
MIOTTI ANTONIO MISC.Krn\VITZ
,
192 , 336. 537 ,
sergt. -
538 . IVIooo::.,r FABIO , tent. - 467, 468. Mo1,' 1r., GuGLIEL.l\:lo Dr L1s10 - lOl:ì
238 , 265.
'
, 107.
170 , 473 , 479 , 520 , ·523, 545, 600,
Mor.,rnr , luogt. - 382 , 384. MOLlNARI G . B. , cam1. 583 .
602,604, 610, 620, 621,
MOLISSE ,
637, 644, 650, 651, 652,
MoLLARD , magg. -
MEZZACAPO CARLO -
653 , 671, 938 , 983. MEZZACAPO GAETANO 238 , 255.
ca,nn. -
586. 345 , 347 , B48 , 350 , 822 , 823 , 837. MOLlli;LU) , gen. 673 , 680.
- imo -
INDICE
DEI
NOMI CO!\TFJNUTI
·MoLoccHr A1'Gl~Lo , ca,nn. 620. lVloLON , tent. - 600. Mov.rn:E -
VOT,UllfE I.Il
Mor:1 Grusr:prr,; , magg . - 238 ,. 255, 850, 851. Mè.\RING , gen . 989 , 1028.
-
M o1:rNo ANDREA , cann. -
1041.
luogt. - 347 , 348 , 356 , 410 , 585 . )foNDONl!1 , luogt. 417. MoNGATTI MAssn:ru, ui-;o , ca.un. - 1062. MON'.rAGN,1 , cann. 833. MONTALLEGRI SEBASTIANO 23!±. .JvloNTANELLI , ministro - 432 , 544. MoNTEGAU Dmn GIUSEPP.EJ 238 . MON'l'IJJMAJOI<E DOMENICO 238. J\:foNTEVECCHIO , colonn. 559 ~ 561. MON'.rI ANTONIO 182 , 268. )\ifoNTI.JO 970. 1\fonANDI , colonn . 378. MORANDO , rnngg. - 890. MORAT GrusEPPE , cann. 586. MORATI LUIGI - 561. MoRDINI AÌ\'.roNJO - 710 , 714. MonmL , capor. - 583. MonELLI , sottot. ·_ 98. MORELLI Dr PoPoLo GIULIO 277. MONDO ,
}.iioRmu,r Dr POPOLO GIUSEPPE -
6 , 124-. Mon1~LLI Dr PoPoLo
NEL
VINCENZO -
135 , 146 , 166,168 , 169,
58G. capor. - 825. 1'.lo,ns F E LICE , luogt. - 4.07. Mono , eapit. - 837. l\'1onos1:-.;r N1c0Lò G . B. - 519. Mo1wzzo DELLA Rocc,, , gen. 780 , 781. MORR,\ , capit. 809 . :\lounA Dr LAVRIANO , gen. - 759 . Monnrs , gen. - 680. MOSCA , C,1llll. 419. NIOSIDLL, sottot. 333, 334, 336. M.OT'.l'l'.'\O FILIPPO 327 . Mozzr L UIGI - sergt. - 1013. MuIA , cann. - 833 . M U Lf;;AB[ , capit. 501. MuLr,1~n , ten. colonn. !)90. l\lIU NDICI 1'1ASSJMILIA1'{Q , ca,por. - 654 , 655 . ì\{unAT G. - 96 , 203 , 234 , 238 , 252. Musca1,:,n'1 PIETRO - 120. :i\1:USSATO , capit. 981. Mu ss1 , luogt. - 814. Mussr , magg . - 332 , 981 , 1019 , 1022 , 1027 , 1032. Mu sso , cann. - 588 . M.u sTo G- . , magg. - 330 , 652. Momo.NDO ,
170 , 172 , 184 , 358. D. GIUSI.ilPPID - 294.
MORENA
l\lfoRENA PL;\CTOO -
238.
N
magg. - 983 , 1071. Monr GIOVANNI , tent. - 715 , 717. MORENO ,
-
:NAGLID
11.91 -
H19.
D.
G,'i ©'l'ANO ,
mngg. -
INDICE DIDI NOl\:II CONTENU'.l'I NBL VOLUME III
caun . - 105G , 1062. l'° - 2 , 15 , 40 , 58 , 100 , 106 , 211 , 21:3 , 252 , 274, 428, 615, 699 , 789. NAPOLEONB IJl° 47 , 738 , 741 , 766,768,771,772, 78~ , 784, 788 - 789 - 798 , 810 , 816, 840, 844 - 845 - 942 - 965 , 968 - 969 , 970 , 971. , 1042 , 1066. NAPOLI G. B. - cann. - 566. NAPOLI FILIPPO 485.
gen. -
486 .
NAKN UCCI ,
NICOLb,'I'TI ,
N APOLEONID
,Krcotrs Dr ROBILA ?\'l' -
NARDI
GIUSIDPPID
94. NmL , ge11. - 784 - 789. Nrnvo - capit. - :384 - 981. NIGHA - conte - 970 , 1042 - 1066: , 1108. N IGI{A Prmno , sel'gt. - 1001. Nrnnr 'l'uANQUII,LO - fur. - 1033. NrnozzI G. B. , cnnn. 624. N 10LA R.1.FF'AELID - 1 - 18 - 19. NOARO , gen. 981. NOÈ CARLO , ing. 790. Nou -
OOS'l'1\NTINO
luogt. -
58D .
631. NARDI LUIGI , ca,pit. 632. NAnno GrnsIDPPEJ - sergt. - 1030. NARDUCCI - tent. 665 - 673 , 674, 675. NASO GrovANNI 492. NN.r.u,m GrusIDPP@ - cann . - 1015. NATERO STDFANO , canu . 586. NwA ANTONIO , cornmiss. - 853. NEGRI MATTFJO - tent. 472 475, 476,477,479,480 , 649,754, 897 , 906, 907, 908. NEGRI , sott. _:__ 419 , 420 , 487. NEGRO , capor. ·- 412 , 801. NEY - maresciallo 78. NERI PmnDINANOO - cann . - 1001. NmnI Ismono , cann . -- 624. NERI , tent. - 1051. Nrcotr SAvrno -~ cann. - 1032.
NonsA KonnmnTO -
NrccoLINI GIUSIDPPEJ
OooOND -
teo.t. -
,
teo.t.
-
334 - 335 , 337 , 338 , 339 , 853 , 857. NICODEME VINCIDNZO 220. NICOLA! NICOLA MARIA - 223.
760.
tent. - 643. NOTO , sergt. - 1092.
NOTI ,
])Jl)LFINO , sergt. - 1062 .. NOVAllO , gen. - 981. NOVELLH\I - magg. 981 , 1069 , 1092. Novr - colonn. - 20. NUGE~'l' - gen. - 97 , 190 , 236 238, 270, 307, 326, 371, 372 , 373 - 380. NUNZIANTID , generale 508 , 509.
NOVARA
o 0BERBAKIDR ODDO -
sottot.
65'7.
484.
principe -
323. 1049 , 1166 ..
sottot. 125. ÙLIVERO , luogt. 814 , 815 979 , 1011 , 1013 , 1037. ÙLDOF UEDI ,
OLINI -
1192 -
INDICI•! DBI :KOMI COKTENUTI NllJL VOLU ME lìt
OLI VERo ,
capor . - 407 - 4:16. gen. - 162 , 402 , 598 . , ca,pit . 983 , 10:56 ,
PALLAVICINI
0LIVI0RI
o. - capit. -
PALLAVICINI , PALLAVIC!NO ,
lOGl.
sergt . - 1006. OJ\:eonrnr FRANCESCO , colonn. 6, 7, 134 - 164. 0RANZI , cann. 538 . Oru,ANDI GrusePPE , capor. 1062.
cann. -
0RS I1JLLI
SEBAS'.rIANO ,
419.
cann .
1059. 766. 237.
ORSINI FELICllJ -
0RS1NI PASQUALEJ -
0 RTllJLLI FEDERICO ,
cann . -
1006.
O SMAJ."'I PASCTÀ 752. Ossonro LUIGI - 214,. Osn LUIGI - ma,resciallo - 468. 0 S'l'IONI - luogt. 655 - 983. 0UDINOT - g en. 21 , 252 , 256 , 258 , 672 - 677, 680 - 683.
luogt . cann.
370. 825
1033.
0Lmmto CES ARE -
0 RRERO -
360 ,
366 , 954.
OLIVIERI -
sottot. 673 - 674.
441 - 665 •
PALLINI ,
216.
PALLO'.l'TA GAB'l'ANO -
colonn. - 918. PANELLA Gumo • capor. 665. P ANICO , tent. 478. PA"1JZZA STEWA:KO , set gt. - 1062. PANNINI GIUSIDPPE 217. P ANNOCCHIA , sergt. 585 PANN U'l'O - alfiere 929. PAOLIDTTI - luogt . 1074 , 1092 - 1094. PALUJ1rno -
p,.\OLET'.l'l ,
981.
magg . -
336. F1LIPPO - 1:!8 , 130 , 132 , 274 . PAOLUCCI , gen . 593 , 600 ,
PAOLI -
PA OLTJ CCI
60H. l1APA L EOKw , magg . PAPACINO
p P ACCA -
-
632. 72 , 80 •
148.
PAmsr DollfIDNrco , ca,nn . - 1062. PA1ns r L. , gen. 237 , 238 .. 239 - 244.
21'7 , 218.
PACCHIAROTTI -
D' ANTONI
125.
cann . 801. 8 , 18 , 720 , 723. P ,uzzA , sergt. 1056. P AGLIARA , fur. 822 , 824. P ALADINO 965. PALAZZI I GNAZIO , ten. colonn. 670. PALENA P IETRO , conduc. - 1062. PALIZZOLO MARIO 490. P AGELLA Prw.rno ,
PAHLANTI
PAIXHANS -
PARODI ,
-
GIOVANNI -
sergent e PARODI , cann . 320 P AROLDO , capor . P ,umAVICINI , ca pit. , 1012, 1013. PARTENOPEO 125. PARVOPASSU
1193 -
o.
A.
316 - 317, 961.
-
328. 806.
, 322 , 408. 357. 979 , 1003.
capit. -
INDICI.') DEI NOMI CONTENU'l'I !\EL VOLUMID III
PASI ,
colonn. -
PASQUALI
1014.
LORENZO
,
cann.
1062.
gen. - 275 , 416 , 575 , 576 . PASS I~tu BASS ANO , cann. - 1062. PASSERINI LUlGI 338. P ASSERO COSTANZO , cann. - 586. PASTOR© GrnsmPPE , gen. 730 , 776, 780, 782 , 836 , 837 , 838, 842, 1145, 1147. PATERNÒ GIUSIDPPE , gen. 512. PATICCHI .ROMUALDO 216. PATRIZI , marchese , 456. PAVERÀ GIOVANNI 624. PAVFJSIO , cann. 588. PECORA ANGRLO - cann. 1059. PECORARA 125. PIDDRINELLI 0AMILLO 234 330, 477, 478. PmoruNIDLLI G.msfilPPID 238 , 239, 242, 244. PEGNALVmR EMANUELJ]) 238 , 247. P!llKLINER 335. PmmoN , gen. 981. PELISSIER , gen .. 762. PELLEGRINI , tent. 639. P ELLEGRINO , capit. 510. PELLICCIA , capor. 1093. PIDLLOUX , ca,pit. 979 , 1016 , 101'7, 1018 , 1021 , 1069, 1072 , 1081 , ,1092. PELOSI OIPRI..\NO , ca,nn. 1033. P IDPID FLORESTANO 100 , 101 , 489. PmPID G . - 95 , ~16 , 97 , 98 , 99 , 100 , 102 , 2'.13 , 245 , 293 , PASSA LACQUA ,
-
294 , 330 , 392 , 462 , 472 , 473 , 474 , 475 , 476 ,477, 478,479, 489, 527, 529, 531 , 532,534,537,598, 606 - 613, 619,621, 629 630, 631, 636, 638, G45 646, 651, 652. P1wr , magg . 981 , 1001. PFJPOU GIOACHINO 466 . PDRACCBINI , tromb. 322. P 1,;u.ANNI FRANCESCO 238. PEHDOMO Prn1i Lurnr , magg. 754 , 756 . Pr~RLA CARLO Dr ARAU 760. Pmnou Lurnr - maresciall. 327. PIDRRA , sottot. - 807. PERRIN GIUSEPPE , cann. 624. PmRRONID , gen. 403 , 552 , 572 , 574 , 575. PmrmO':s'E , teut. 304. PEnRONE Dr SAN MAR'l'INO , cap. - 972, 982, 1022, 1024, 1025, 1028, 1033. Pr.msAKO , ammiraglio - 882 , 952 , 1108. Pnmuzzr UBALDINO , triumviro · 852. PBSARESI Fu,rncmsco 328. PIDSCAHA , ~Llfiere 892 . PESCID GAl~TAKO 238. ' Pmscr Uoo 1088. Pl!;SSEY , canu. 412.
Dr RoHw.ro AaosTINO , capit. - 410 , 412 , 742 , 74.5, 836,839, 941,952 , 953 - 967 , 977, 985 , 1048 , 1099.
PE'l'lTTr
1194
INDICE DEt NOMI CONTIDNU'.J.'I NEL VOLU MID IÌI
.P E'l'I'.l~t·r
Dr
Ronwro
83G. conducente -
gen. P mTROL EO ,
2,90 , 3U , 385 , 451 , 459 4GO, 488 , 544 ,642 , €65 699 , 879 , 942 , 1068 , 1083. r 101nm'.l' - 531.
ALFONSO ,
824 ..
830. PE'l'IWSINO
,
luogt . -
P IDTRUCCI :KA'l'ALE -
600 , 901. 455 , 465.
l'IOLA, OASELLI ,
P mTZL
rn agg . -
979 , 1006. Pm-:mo , ca,por. - 586. P:rou GrnsEPPE , cunn. - 1062. P10v,1:,.;r GIOVANNI , luogt. JOOJ.. P rnA:JìS'.O AX'l'OXIO , ca,pit. 553. PrnET , gen. - 989 , 1003. P ISA 125.
ProLA'.l'I'O
5 , 967 , 10il7.
F1tANc1,isco ,
198
, G58.
1092. cann. - 825 . PIANA , capit . 901. PIANELL , gen. 979 , 1013, 1048. PIAZZA G. B. , c ann. 620. P1c - 5. P.1ccr , cann . - 585. P ICCO 64. Prcco Do:MmNrco , cann. 589. PrnmLLO , sergt. 586. PmRLEONE 125. PmRNICOLI 217. P TFID'.l' , gen. 1012. P IFFIDIU A .LNSSANDRO 327 , 389 , 390. PIA , fnr. -
PrA CEK'l'. tNr ,
230. P rn,LLO , capor. - 370. P I TTALUGA , fnr. 1093. P rvA PARIDE , _s ergt. - 1001.
PrsbNr GIOVANNI -
capit. -
capor. -
609. 972. PILO ROSOLINO .:__ 639. PIMODAN , gen. 881. PlNELLI FERDIKANDO 114 , 158 , 160 , 161 , 171. PINNA l\iilCFIIDLE , ca11n. 58a . P IO VII 96 , 211 , 213. Pro IX - 185 , 265 , 267 , 288 , -
maresciallo
PrnAMIGLro
384. PLATINO PIIY-.rRO ,
capor. -
1027
, 1032.
capor. - 1075. sergt. - 800 , 1010.
PLA½ZOLI , PLlèNT ,
PLEBANO -
125.
P ODESTÀ FRANCIDSCO
,
sergt.
1033.
P o~;ino
99. PILATO ,
455.
PIZZAMIGLIO J>IO -
POIDRIO ALIDSSANDRO -
P IGNA'l'ELLI STROMI30LI , gen. -
PIGOZZI ,
104-8.
PIOLArl'I , capit. -
GrusEPPm , colonn. 4-29 , 4-30 , 431 , 659 .
PET'!'WNATI
PFJITlNENGO -
gen. -
C ARLO -
100 , 538.
502. , prof. -
64. S91 , 903 , 904 , 905 , 1056 , 1062. POLAS'l'RO ANGELO , cann. 586. l ?ouJ-rl'I , conducente 824 , 828. ]?OLIZZY , magg. 237 , 639 , 895 , 906 , 91.7 , 920. PoLLIO A.. 973. PoGG!O GIOVANNI
P OGGIO -
1195 -
INDICID D©I NOMI CON'l'ENU'. rI NIDL VOLU:ME I1r
luogt. - 357 ; 414. DI ÙAMPELLO - 289 ;
P OLLONE) ; P OMPEO
291. 327 ; 702. cann. - 590. PONTE , capit. 1080 ; 1087. PONTI ; luogt. 610. P ON'l'lCELLI ; magg. 432 , 434 ; 713. P ONTIG IA G rovANKI , cann. 1059. P OMPONI ARCANGELO P ONCET F RANCESCO ;
P ONZA
P ONZA
-
Dr
SAK
11.-Ut'l'I:-O
CESARE
278 , 1069. Dr SI\N
MARTIKO ;
luogt.
1001.
P oxzrn V AGLTA ; magg. -
Pnoxro ; gen. -
4.96 ; 498 , 499 ; 505 ; 508 , 509; 510, 511. P1t0VANA Dx BussoLINO 86. P novANA Dr COLLEGNO 81 , 95 , 104 ; 106 , 107 ; 108 , J14 , 116, 117, 118.
PnovrncrAt.r PU1:rnL10 , magg. 670. Pnuzzo ; ca.por. - H 7. PUGNI 125. PULLlNI ; tent . 705. PuLz , colonn. 990. Pu1n.1AN , 1° tent . 867. Pu'.l'TELLT BARTOLO ; cann. 1015.
982 ;
1022 ; 1030; 1033. P OHCET,LI SALVA'.l:ORE -
4-8-4: , 48f5
Q
; 487 , 401. P onPAJOL LUIGI , cann. P onnwo ; magg. - 744.
626.
Qt;AGLIA ANTONIO Q U AGLIA l<'FJDERI CO
214 ; 225. P onzw P11DTno , cann. - 759 . P oULET G rusmPPfil 870. PouLE'l' T o;-.r MASO - 238. P OZZATI , capit. 901. Pozzm'.l."n CELSO , conducente 1062. P RASSO L ORENZO , fur. 1.013. P RAT FERDINANDO ; gen. 80 ; 172,173; 282. P RIDISSL ; capit. 860. PnmMr ; l uogt. -:- 901. Pmnsn ; tent. - 478 , 640 ; 909. P RICIIARD GIOVANNI 254. P nINA ; ca.por . - -!10. P RIORA , ca.por. 410. P nOMIS CARLO 162. P ORTI ALDERANO -
-
QUAGLIA
ÙAf!J'l'AKO -
71 ; 72 , 73 73. 61 . 72 ,
74. 12 , 76. Q't:.TAGLJ A GIOVANNI 61 , 71 , 72; 73; 74; 75, 76, 77; 113. Q U .-\ GLJA Grov."'-.'{1'I luogt. poi capit. nel 1866 - 366 , 806 , 814, 836, 840. Q U AGLIA GIUSEPPE ; cons. di Ou, neo - 838. QU,\GLIA LUIGI 12. QuAGLTA L U IGI ; cann. 665. QUAGLIA Nrcou. - 72. Q U AGL1A S•n:FANO 71 . Q U AGLIA GIACINTO -
QUAGLIA ZENON0 -
1196 -
1 , 5 , 9 ..
10 ; 12 ; 71 , 73 ; 77.
INDICE DEI l\OMI CONTENUTI NEL VOLUMBJ IiI
QUAKDE[, L U DOVICO 897 , 915.
'
1f>
tent. -
R FErmrnA!rno - 21G . tent. - 1080. RACCHIA 80. RADAELLI ÙAHLO ALBERTO 593 , 596 , 610 , 618 , 630. RADE'.CZKY 261 , 263 , 264 , 265 , 266 , 267 , 268, 276, 290 , 298 , 303 ,307 , 312 ,318 , 324 , 326 , 330 , 332 , 342 , 344 , 371,380,392, 396 , 397,398,399 , 403 , 412 , 413 , 421 , 429 , 549 , 556 , 557,558, 560, 562 , 569 , 570,573,598,606, 637 , 656 , 692. RADICATI , gen. 980. RAPF'ABJLLO 1046. R AGNO'.l.".rl L U IGI 327 , 381 , 388. RAYMOND FEDERICO 381 , 390. .RAMBALDI GAE'l'ANO - capor. 1059. R AMORINO , generale - 552 , 558 . I{ANIVALE , capit. 9. R ANIERI , tent. 245. .RANuccr , maresciallo 387 , 463. R APISARDI MARIANO , capor. 1059. RASPI , tent. - 328 , 376 , 377 , 381 , 388 , 389 , 390. R ATH , gen. 154 , 155 , 367 , 370. RABBÙ
RABÈ DEs OnDONS ,
-
U . - 847 , 952 , 954 , 1066 , 1108. R ,\VI CCHIO , gen. 124 , 161. RAVIOLI OAì\:fILLO , tent. 381 , 382 , 384 , 388 , 670. RAVJZZA , sergt. 420 , 585. foòALI 593. Rlill>INGHH-OIU 336. REGGI NAPOLEX)NE 327. R ,EGIS , cann. - 121 , , 122 , 125 , 412. RIDGOLA'l'O URBAJS'O 191. RAT'l'AZZI
RmGOLI RAIMONDO
conduc.
,
1062. RENZO A..,,'<TONIO , cann. - 1087. RJiJQU INEl' , cann. 353 , 356. RmsTA , gen. 223. R0uss , gen. 556. R mvmns o
GIOVANNI
,
sergt.
1011. 238. 238. RIBOTTI D. IGNAZIO - 500 , 501 , 502 , 503 , 505. RICALDONJll 5 , 360. RICASOLI B. 847 , 855 , 952 , 991 , 1047 , 1108. RICCARDI , gen. 517. R1CCARDI ELBINO 467. R ICCARDI , capit. 310 , 408. RrCCHETl'I , sergt. - 1092 . R1cc1 RAFFAELLO 889. Ricc r , cann. - 416 , 572. RICCI-CAPRIATA , luogot. 583 , 814. RICCIARDELLI GIOVANNI 328. R ICCIOLIO , capit. 880 , 983 . RICOTTI MAGNANI C ESARE 26 , RIARIO VINCENZO -
RIBAS EMANUELE) -
1197 -
INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL VOLUMJ3J 11!
27 , 30 , 32 , 34 , 365 , 366 , 744 , 755 , 759, 983 , 1045 , 1066 , 1067. Rrco1~rr ERCOLE - 154 , 162 , 822. RICUPERATI GIOVANNI , sergt. 1059. RIGHETTI FRANCESCO - 238. RIGHINI , ca,nn. 125. R IGO , cann. 538. R nrno10'1·1·I , capit. 979 , 1013 , 1015. R INALDI 243 . RISI 1!' HA NCESCO 865. RJOKIDRo , luogt. - 972 , 1005. Rrso , barone - 1Wl. R r1•1wron@ , ser gt. 120 , 125. RITUCCI F . , gen. 238 , 23_9 , 876, 892 , 906. RnuccI GxosuÈ 478. RIVA , capit . 1093. R IZZE'l''l'I , capit. 881 , 983. Rrz·zo SAvEmo , cann. - 1026 , 1032. Ro1mA , capor. - 4.12. ROBBTANI , sergt. 318 , 394. -· 584. RoBERI GIOVANNI , cann. 352 357 , 590. RoBimT AGRICOLA , ca pit. - 799 , 801. RoBERTI , capit. - 243. R OCCA , capit. 318 , 836. ROCCA , cann . ...:_ 420. ROCCAROMANA , _gen. - 99. RoccN.t'I , colonn. - 71. R occAVILLA 125. Roc BA'.I' , capor. 3!'\7.
Romm , luogt. ROD1IANN 58.
801.
334. RoFFIN'A , carm. - 590 . ROGIER , ca pit . - 1072 , 1093. R.OGNIJJTTA 58. RoLLINr , cann. 588. R onmm , sergt. - 420. Ro:vrAGNOLI GrnsEPPID , sergt. 1087. RONCHE'l".l'l , ca,nn. 356 . RONCO BDA'l'R!Cill - - 451. RoQUllY.l' , cann. - 561. Ros OAnLo - 254. RO SA ì\Lmco , caun . 1032. RoSPIGLIOSI ' sottot. princ. 445,447, 448 ,454,455 ~ 456, 457 , 463 , 1090. ROSSAROLL , gen. 100. Ros S,\llOLL c. - 125 , 520 , 521 , 592 , 603 , 610 , 611 , 614 , 615 ,621, 622, 623, 624 ~ 626 , 627 , 628 , 629 , 630 ,. 631. RoS SflLLI , gen. 643 . Rosswr' , luogt. - 588. R ossr Cmu:s'.rINo , luogt. 757. Rossr FRANCESCO , lnogt . 759, , 826 . Rossr Grns 1wPE , gen. - 276 , 277 ,282,304 , 305, 310, 311,321 , 360, 366 ,371, 393, 422, 662, 775. Rossr GruSEPPE , cittadino 391 . ROSSI , caun. - 833. Rossr ,, mà,gg. - 983 , 987 , 1049-· , J 069 , 1092. IlODIUGUEZ -
-!1'98-
INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL VOLU ME III
.ROSSI PELLEGRIKO -
544 , 666. Rossi PIETRO , sergt. - 311 , 665. Il.OSSI , sergt. 318 , 356 , 396 - 404. RossINI GIOVAN.NI - sergt. - 1015. Rosso , sergt. - 420. RO'l'A , tent. 457. Roussru'.I' CAMILLO , accaclem. 738. ROVIDLLl - luogt. 356. Rovmnsr - capit. - 1092. Rovn,r PmTno , ca,nn. - 1011. RumANA , sergt. - 564 , 565 . RUF!<'IN8KGO , ca,nn. 825 . R U GGEIU , gen. 910 - 918. R UGGERO 125. R u rz , gen. - 243 - 898 - 899 900. Ruo:row - solcl. - 607. R U PPRECHT - gen . 802 - 990 . RussEL , statista - 770. R u sso GIOVANNI , sottot. - 1062. Russo - gen. - 872. Russo - tent. - 897. R TJS1' MARIO - 216.
s
234 . 25 , 49 , 50 , 51 , J24 , 152 , 735. SALA - sergt. 584. SALASCO, gen. 357 - 421. SAL,\:ZAR , tent. colonn . 906. SALER~O - colonn . 486. SALWl"l'A 743. SALIMm , tent. 436 . SALINO , magg. - 317 , 779 , 808. SALLIER DE LA TORRE 274. SALU:ZZO ALESSANDRO 109 - 110 , 118 , 161 , 162 - 274. SAI-UZZO ANNIBALE 160 , 162. SALUZZO CIJ:SAUE 132 - 162 , 1G6 , 167 , 170 , 172 - 180 , 274. SALVNl'I - sottot. 98. SALVA'l'OHt G1::llHKIANO 198 , 654 - 655 . SALVI GIUSEPPE 237. S.-1.LVIA'.rr - duca - 456. SALVO D1S::MF/l'RI0 246. SALVO DOMENI CO 238 . S ,U,ZANO - gen. 906 - 910. SAINT-CLAIR -
SAIN'.r,ROBEJRT -
SAMBUY - 5. S..u:rPrc1n , capit. SAMPIERI , c:apor. 8ANCHrnz D 1·J LUNA -
SANFEP.Mo , gen. -
gen . - 1035. barone - 456. SACCHI PAOT.,O - fur. 734 - 735. SAccm - gen. -- 1108. SACIIERO ,
SACCOZZI -
gen. -
71.
200 - 6fi6 -
luogt . - 394 - 401> , 584 . SAN WLmnxo - c:apit. 321 , 357 , 981 , 1019 - 1027 , 1032.
SAN GIORGIO ,
capt. - 1046 , 1047. -
910.
529.
SAN
657 - 861. SAGRAMOSO -
1033.
gen . 522.
Kua,'rnMO GrnsEPP8 - magg. -
SACCHETTI ,
SACCO FEDBRI CO -
, 896.
1199
MAH'l'INO ,
476 - 477.
magg.
nap.
-
INDIC0 DEI NOMI CO.NTElNU'.l'I NEL VOLU ME IIÌ
SAN MARTINO
D' AGLIÈ
132, 133, 157. SANQUINTINO, luogt. -
SCAVARDA -
CARLO -
125.
SCBAFFGO'.L'SCHEJ ,
404 , 585. SANSEJVERH-0 S·rANISLAO 217. SAN'.l'A BMtBARA (ì2 , 64. SANTINI G UAL1'IERO 696 ' 70~: SANTORRID SAN'l' AROSA 95 , 105 , 106 , 107 , 108 , 109 , 117 , 118 , 121 , 124, , 125 , 131. SAN VI'l'ALB , magg. 396 . SARDI 336 . S ARGI , ca,nn. 416. SAU'.l'Otm A CHILLE , fur . 1011. SAn·r•onr GrnsEPPi,; , magg. 443 G32 , G70. S.\SSEJ.'l'I , tent. 304. S,rnNrnu , cann. 397 , 409 , 410. SAU'l 'Ett , tent. 899. SAUVAN , gen. 680. SAVI LUIGI , solcl. 665. SAVINI VENANZIO 214 , 668. SAVIO Au~MDO , capit. 885 , 888 , 889 , 927. SAVIO EMILIO , ca,pit. 905 , 925 , 926 , 927. SAVIO OLIMPIA ~ 889 . S,wornoux OAnLo , colonn. 745. SBREZZA , sergt. 311. SBROCCA AGOSTINO 327. SCALA , gen. 330 , 472 , 473. SCALIA A .LFONSO , magg. 491 , 501 , 897, 901. SC,\R.Al\:IUCCJ ANNA 451. SCARPA , cann. - 404 , 814. SCARPA L UIGI , arsenalotto 626.
gen . -
570 ,
573 . ten. colonn·. - 562. Scam.ll\IAN~ 961. Scm AI-'1,'il'\O , gen. 980. SCHIATTI Lu rn1 , .magg. 216 , 44,3. Scamm , cann. 58(;. ScBLl'.I:'.l'Er: , maresciallo 785. ScHMID , gen. 496 , 508 , 880. Scaw ARZEM BtmG 796. SCORDA'.rO O . B . 484. Sco1mATO GrnsEPPl!J 483 , 484 J.86. ScHANZ ,
ScozIA Dr SCU Dll<)R ,
811. 990 , 1016 ,
C ,n,LIANO , gen . g en . -
1.020.
capit. 102·7 , 1032.
SEGHIZZI ,
SEGn m ,
capit. -
981 , 1019 ,
1072 , 1075 -
1092, 1093. 1032 360 , 431 , 780. SrnLVAGGI LUIGI , tromb . 1056. SENNI , flli 456. SEMFONTID 615. SmRCOGNANI , gen. 215. S mnmNI G rusEPPM , cunn . -"7 1059. SmnGARDI L ATTANZIO 243. SEUGAnDI , alfiere 909. S ERRA LUIGI , ca.pit. 5 : 6 , 9 , 1093. SERRA , ca,nn. 833. S1mHIS'l'ORr LUIGI , gen . 211 , 212 , 434 , 435 , 709 , 715. S1J,HV0N'.l'I , ca,pit. 298 , 301 , · 318 , 393 , 394 , 406. SIDYMANN OTTAVIO, sergt. -
SmYssmL
1200 -
D' Arx -
INDICE DEI NOMI CONT ENU'l'I NEL VOLU)lE Ut
Ssr1'1:vo
RTAM1·1Kr - i,,e1·gt. 901. 8T.1xnol'rn (lord) - 40.
549. 484 - 485 -
.Sl~RV81''rI , bi1l'Olle R cGGERO -
,1ss - 4DH. S1Ac<.:1 - colonu. -
S ILVESTHELLI -
294-.
Lu wr , 5lfl .
606 .
0
•SOLARO D 1~r,LA M ARGH ERITA ,
~TET:POXE , C:il pi t . -
1 , 984:. ~)TEITAWr , colonn . - 214 , 225 200 , 437, 441,443 , 455 , 4~7 , G6U - 670, 691. STri,w,, , l nogt. - 583. STtU8SOLOO 265 , 301 , 302 , 342 , 560, 561. 8TVFO , C:allll . 62e STl!f'E~r,xGo , sergt . - 588. STGU l)l:--:E'Ivl'I F IL-1.':CESC() ,
re -
senato,
391. 403.
SUPLIC.\TZ -
586. Srnn: , capit. - 899 , 900. Sr;rn , ca,pit. - 659. SurLICJiJ , can n. -
T
co -
185.
!JOO. 216. T AGLIACOZZO SALVATOHffi 450. 'l'ALIA:--:r MAIIJANO , cann . 1091. 'l'..HI,\ CN'I , Iu ogt . . - 1015. 'J'AXCJJ T FHANCBSC.0 , MARIA 254. TAXZI CESAHI'} 7G9. 'l'AH AX'I'INI L t•JOPOLOO , avv. - 502. T .rncELLI , capor. 356. 'l'.·I HOI'J'I , gen. 980.
T Aruc<'HI , capi t .
fur .
856.
gcn. -
81•1<JL.·v.,xox1 - so ttot. R1'E!(l'lN - Hl~~ , 19J.
225. SrnuscII1-:l\ 4-01 - 4.02. Sll\rnùNE G ,lfo~rAt--o 238. Snroxo, - J 25. ,Srrucus.1 C:1n,IINE 2(;~ - 29:'i ~LJ - 3~0 , 3G , 399 - 565, 5GG - ;,(;9, 799, 800,801, 806, 807, 814 - 832, 833 974 - 977 , 1015. :S1wro1u - mngg. - 603 , 610 , 616, Gl7 , 620, 631, 632, 979 , 1003, 1108. ·S OHIUJRO A S<.:At--10 170. ,S0m111no 0AllLO , capit. - 5 , 6 , 45 , 80 , 166 , 169 , 170 , 801. ,S occ:1 , sottot. - 1026 , 1032. SOLAHO LI , colono . brg. 554 557 , 558.
1092.
Soi\1AK , geu . - 982. ,S oun , cann. - 412. ·SPALLA , Juogt . 394 , 406 , 572. SPrLJGA'l'I 332. 'S PI NIDTO P 1wrno , cmm. 1059. 'STAO!OX , gen . 570 , 573 - 79S STACr.rnxo - colonn . - 74.3. "76
2,13.
:,;TATJ·:U,A - gen. -
8'1'1.C:F.\:,;JO -
457.
:SOLOl?RA A CHILLE ,
8T..\IL\('I,; , capit . -
8TEl•'ANJ•:i,u
SILY ES'l'RI -
lonn . -
194:.
8 'l'AX7.AN1 -
37 - 41 - 4-4. -SicAnDr E:u.,:xt:ELE - 237. S 1CAHDI FH,\J\ CESCO 238 , 347 . S1cm.;1u Ar,ui-:HTO - 501. •Sn, 1'ESTHE , gen. 788.
-
'J'ADl).\Ll:K! GIU SEPPI,) -
1201 -
nmrcm DICI NOMI (;OKTEKU'..l.'1 Kè:L VOLUMfil IIÌ
N . - 50. 380 , 382 , 384 , 387 388 capit. - 979 , 1006 455 - 4.56 , 4.62 , 464. , 1009 - 1069 , 1092. TORR8 , sergt. 4-04;. '!'EBANO SAv1 0 , cann . 1033. To1rn1 , magg. - 657. TEDESCO - sergt . 1093. 'J'ormIGIAKr. , ministro - 431 659 . T !lli,NOsr - sottot. 705 . T1tPPAT1 - se1·gt. 584. TOR'l'OLINI D. B AltNAB.\ 455 . 'l'mtKIDNGO 303 , 408. TOSI B IAGIO - caun. - 626 , 1.015. Tosr Jì'uA..,CO - 325. T ERZAGBI 267. Tms'rA , capit . - 600. Tosso - 125. T RAON Dr R 1,:n:L , capiL. 410 - 'l'nANCEJESI GIOVJ\1\XI - canu . 1087 . 411. - 4]9 , 420 - 780, 878 1066. Tn..\SATTI F 0n oI:\'A..'lDO - tent. •rrrnms - 789. :189 - 300. Tn.\v1msA - gen. 9:!8 . 'l'HOROUX 28 , 45. Ta:u N , colonn . 102,b. TRIS01,IN[ - cllirm-go 624 - 626. THUR);! - gcu. 396 - !5:5G - 558 - 'l'urvF.Lu GIAC:O~IO , ca por. 1059. 580 - 581 , 580 - 612. 'J.'HOJA:\'O Dr 'l'EHJ\'ENGO - magg. TIBUR¼IO 0 RES'till 674. 277. TT'FtONI AKOl~LINA 451. T ROT.\l\'O G10v.rnNr , conduc. Tff..\RONI 0AHLO - 944 , 952. 1062. 'l'oLOT'rr Lurca - 519 - 523 , 610 . Toirn.i~LLO PIETRO, capit. - 521. 'l'HOIAl\'T - tcnt. - 928. 'J'Ollii\[ASEO N. 613 - 614. TROMBA - bi-igadiere 463. 'l'mIARS TKI L T::'IG I , cann. 620. 'l'HOJ\rnWl'TA , furiel'e - 807 , 833. TnO'.\fBETTA , ca.nu . 417. To>tMI - tent . . colonn . e ministro - 708,714. TuONt\ 81. T oiXELI.I L ucrAxo, capor. -1062. Tno1"rr - ca.pit. RR. CC. - 743 . 'l'O:'i'Hl'l'TI , t ent. - 1003 , 10] 3. T nOTTT , gcn. 276 , 5.80 , 744 TonY - gen. - 990 , 1027. , 752 - 754. 'l'ORLONIA A. - p r incipe -, 41:J - T1t0T1'I -BENTIVOGL10 M ARGBUlnITA. 448 , 449 - 450 , 451 - 463: - 108. TORLO:-IIA CARLO 447. TnOUSSTJRJil S , magg. 1081 1082. T ORLONIA :llARTNO 456. TORLONJA D. MA SSillfO 457. Tnocco D OMENICO ; lnogt. Tonm;; Alliì>R0A - cnnn. - 1001. 1011. Tomm f rmEnrco , luogt. - 378 , TrmANO Ar.nmnTO , capit. - 48. 'l'ARTA OLIA
T AVALLIXI -
_:_ 1202. -
INDIC0 OEJt NOMI CONTIDNUTI NIDL VOLUMill IIÌ
Tunco ,
sergt. -
35G .
cann. -
VACHAT •
495. T u1u:,A~ A..'>TOXIO , capit. Turm , gen. - 1108.
VAlLL,\NT •
'l'URI1'GA -
603.
VAt0rs ,
u
capit. -
443.
513.
capor. 404.
124 , 152 , 743 , 747,902,912, 937 , 961, 971, 978 , 985, 1104. V ALJl•):-l'l'E - 100. VALI::;o:,.;rn , f ur. - 1093. VALLA'l'I AGOS'l'INO 216. VALJ:•nfo DI BONZO -
UBALoo GEN~ARO - cann . GIACo:-.rn
404. 680 , 683 ,
783. VALA'l'I A.GO.S TINO • VALIDN'l'( -
UBEJRTlNO
gen. -
,
1084.
cann .
583. UGB1,n•n , se1·gt. - 588. Uao , luogt. - 304 , 318 , 366 , J.16 , 417 , 4-18 , 586. ULLOA A.NTO'.'<IO 506 , 507 , 908 - 909 . . ULLOA GrnOLA11ro 52, 294 , 478 , 4-79 , 511 , 520 , 533 , 53-i , 535 , .536, 537, 592 , 601 , 60G, G07, 610, 611 , 612 , 613 '· 616 , 617 , 619 , 620 , 621 , 622, 637, 64-<i, 645 , 646 , .647 , 648 ' ·· 668 , 852 , 858 , 654- , 855 , 856 . U 1\IBEH'l'O S,wo.r A - 323 - 982 , 998 , J.000 , 1028. UHBAN • geo: - 796 , 802 • 804. Usi:;om1 , ministro 967 • 992 • 993. Uss,,m , colonn. 909 • 910 - 91G , 9l7 , 919.
VALr,EtHGO Su10NE
VALLll!Jlll~ -
V ALl'n.,1·0 -
V ACCA,MAQGIOLl ~I ' · -.ARTURO 5115. VACCHl..:'1'1'1 ' 125 . . .
sergt.
38. 132.
192 , 193 - l!H. VA:-...,1KI Gi c::;r,;rpm , ca,por. 1062. VANDl•JLU EUGl~NIO -
VANNU<:C.I?\'I ,
ing. -
3:35:
538. VAn1sco GIUSEPPE , cap. 522. VAsALLO CARLO • ca.por. 1033. VASELL1 GIUSEPPE 214 , 218 , 220. VASIKO AKTONIO - sergt. - 1001. VASSALLI - magg. 937 . . VECC.EII , capit. 982. VELASCO , tent. 304 , 305 • 983 ,
VAKOr1·r
.Auaus'.J:O , tent. -
!)86. VbJLA SCO IGNAZIO -
237 , 254 ,
410 , 419, 420. ci1pit. - 1074 , 1078 • 1079 , 1087. ~f l~NlTF: 100, VENTJ'l'T ;519. VEHAN GrusmPPID • capor. 572~ VERCESE , cann. 404.
V81'INI ,
V
-
J 084.
INDICE Dli:! NOMI CONTilJNU'l'l NEL VOLU ME Ilt
cann.
V1mOOBBIO GIUSEP.PID ,
-
1001.
ca.pit. -
VERGILI G IUSEPPI~ ,
330
, 520, GOO, 603. V omNAUX , tent. 478. VEs~rn , ten t . 304. VrAL , gen. - 480 , il82 , 487 .
51V.
VIANIDLLO ANG l,LO -
Vusr , capit . -
520. 71 ., 1J 2. VIDAL , can11 . 357 , 411 . VmANl 125. VrnLET , capor. 394. VIG1WA1'0 A'X'ClLIO 1068. Vrnò Dr
VI'.lvro1no
AlllEDEO
II1° -
P RALY -
capo1·. - 1059. 125 , 408 , 586 ,
VIGLl)-0 FE01·:LJD ,
VIGNA 0AHLO -
739 , 806 , 824. VIGNmrn FRA Ncmsco
,
sergt.
1059. VIGO AMBROGIO -
708 , 713.
VrVIANI ALl•: SSANDRO
VILLAHIDRMOSA STEFANO , gen.
I
158.
61 , 62 , 63 , 74 , 75 , 80 , 92 , 95 , 110, 111 ,1 13 ,116, 120, 121 , 169. VI'l'TOlllO E:-1:AN OElLE II0 91 , 152 , 159 , 160, 169, 180 , 182,184,306, 542 , 339, 402 , 403 , 591, 650, 749 , 765 ,767,768,771, 780, 802 , 804 , 805, 810, 811, 813 , 842 , 847, 819, 853, 854 , 855 , 862 , 877 , 891 , 905 , 912 , 9iM , 94-7 , 949 , 954, 961, 965, 971, 972, 977 , 993 , 1040 , 1065 , 1069 , 1097, 1108. VIVALDI G IOVANNI , fur . 1032. VIVANO , ca,por. 801. vivi;; , sottot. 410 , 411 . VI'1.'T0llI0 ElIANUIDLID
0
;
-
tent.
465 .
131. VrLLAR FJRMOSA , gen.
-
979 ,
1003.
VOGLINO ,
sergt. -
VOLPATO M:ARIMW,
VILLAllfARINA ,
colonn . -
VU,LAM ARINA (PEs
86.
D1) , ministro
-
29 , 155 , 157 , 169. VILLA);JS , colonn. 113. Vrncr L. 43. Vnmr S:rEFA:-10 , cann . - 583. VionA , sergt. - 588. VrscoLI KrcoLAo , cann. - 814. VISCON'.L'I V1 :NOSTA 970 , 991 , 1047. V1soN1•i SABATO , cond. 1062. V ITAL ID , luogt. 411 , 588 , 589. Vr:rnANO RosA 640. VITTORIO AMEDEO Il0 71. 1
-
844. magg. -
VOLPICELLI PAOLO -
455.
colonn. -
956.
VOLPINI ,
VuGO CARLO , GrovANNI -
670.
204
w cann. - 538. 45. W1m,mn - 657. WEIMAR , gen. 990. WELOrnl\' 391 , 438 , 463 , 466 , 593. WELSE RSHEIN , 990, 1027. W AGNB
,
WABHF.:NDORll' ,
1204: --
INDI CE DEI NOMI CONTENUTI NEL VOLUME II Ì
WECKl3F:CKJ1JR , gen. - 990 , 1016 , 1019, 102G. v VERClNISCI , magg. 513. WmLAND , capit. 899. WOCHWR , gen . - 341 , 556. WOLGEMUTR , geÌl . - 298 , 342 , 384. vV1u·1'rsLAw EuarnNro , gen. 264 , 341 , 556 , 558 .
z colonn. - 373 , 391 693, 695 , 699 , 700 , 702, 704 , 705 , 706. ZAMBRA , prof. 768. Z ANARDI , cann. 1093. ZANJ~LT,A'.l'O , colonn . - 382. ZAN ETTI ANTONIO 620. Z AllfBBCCI\RI. ,
-
Z,\Nmsr
ca,nn. - 1059. cond. - 1062. ZANOLINI , capit. 56 . ZAPPI , gen. - 8SO , 1.082 , 1090. ZARA , cann. 825 . ZECCA 125. ZrnNDITn GIOVAK;:.1I 217. ZENNARI , 593 . ZtcCARDI ALESSANDRO , fur . 1006. Znrn , fur . - 414. ZrzzI · D . NICOLA , gen . - 471. ZoBmL , colonn. - 324 , 332 , 367 , 796 , 816. ZOBOLI CARLO 658. ZOLLA CARLO , capor. 318. ZUCCA , fur. 394 , 406. ZUCCAHI , colonn. 439. ZUCCHI ÙAHLO - 232 , 233 , 468 , 522. Z UCCON I·; PIE'.l'RO , ca,por· . 586 . GIUSEPPD ,
ZANOLI CARLO ,
1205 -
'
Indice del terzo volume
Fag.
Dedica,
VII
Prefazione di S . E . Benito .Mussolini
IX
Premessa al III volume
XIII
Comitato di Redazione
XXIII
Tabella abbreviazioni e segni convezionali
xxv
Capitolo IX. P anorama. dello svi~uppo df!ll'artiglieria ita,liana dal 1815 al 1870. l.
2.
Il periodo 1815-1848 - Età di preparazione ed età di sviluppo - Considerazioni sulla stretta interferenza fra )a Storia dell'Artiglieria e la Storia generale del Paese - Importanza attribuita agli studi artiglìereschi in Piemonte - Il significato della nomina di Carlo Alberto a Gran Mastro dell'Artiglieria - La « monografia delle bocche da fuoco piemontesi )) di Zenone Quaglia - Mortai, obici e cannoni - Gli affusti - 8viluppi clell'nrtiglieria da montagna in Piemonte - Fabbricazione - I proiettili - :Modificazioni nell'ordinamento dell'Ai·ma - L'istituzione dell'Artiglieria a cavallo. Fervore di studi a Napoli - I « Regolnmenti >> clel 1831 e del 1834 - Le « Lezioni>) del D' Ayaln e le «Memorie)) del Niola - Elogio del generale in capo dell'artiglieria prussiana. Stazionarietà dell'artiglieria toscana. L'artiglieria estense . Il secondo periodo : 1848-1870 - Il materiale d'artiglieria piemontese sul finire della prima metà del secolo - L'affusto M0 1844 del Cavalli - Norme per il tiro coritro fanteria, cavalleria e artiglieria - Norme d'impiego - Magnifiche condizioni dell'artiglieria tiie-
-1207 -
1
IKDICE DDL TERZO VOLUME
montese nel J848 - Giovanni Cavalli, il grande artiglie~·e piemonLese che domina, sovrano, questo periodo - Spirito universale, i ngegno multiforme, ani rnntore infaticabile, maguifico soldnto Le opere del Cavalli - L 'equipaggio da ponte - L'artiglieria cacciatori - Il caunone a retrocarica - La rigatura. dei cnm1011i - I mt>ortanza e v.mtnggi delle ,1L11~ massime inven1,ioni del Cavalli - Un altro grande artigliere piemontese : Paolo di Saint Robert. L'artiglieria na1,oletana in questo periodo - Coi:;tnnioui e studi. L'arUglicria (lell'JtaUa unificata - Esperien1,e e ricerche Criteri cl' impiergo
2-5-
Ca,pitolo X. 1815-1S4,8. 1.
11 riordinamento dell'Eserci!·o Piemontese sotto la direzione clel minist ro di S. M:ru·1,ano - I•'ormazione del Corpo cl' Artiglieria nel 1815 - Appare, per la prima volta, la <e ·volante» - .Paglie cli ufficiali. e sottufficiali - Giovanni e Gaetano Quaglia, riorgani?:?:atori dell'Arma c1i Artiglieria e clell' Arma del Genio - Una gloriosa famiglia di artiglieri - La creazione dell'Accademia :VIilitare - Le regiè Scuole di Artiglieria e Ingegneria - Riorganizz:rnione del Corpo d'Artiglieri a .n el 1816 - Forze armate e bilancio del ,viinistero rle1la Guerra nei primi. armi dopo la restaur azione - L'Artiglieria attiva e l' Artiglìeria « sedentaria» - La strenua difesa sostenuta dal tenente « Sedentario ll Melis in Sardegna - Uno studio ma noscri tto del Durn Ferdinando cli Genova : notizie e consiclen17,ioni intorno all'evoluzione dell'artiglieria piemontese - Nuovi ordinamenti del cor po nel 1820 .
2. 11 fu oco della passione nazionale cova sotto le ceneri - Artiglierie e artiglieri nei moti del ' 21 - L'esercito napoletano sotto la direzione cli· Guglielmo Pepe, nel 1820-21 - I11sufficie11za delle artiglierie napoletane nella campagna contro l'invasione austriaca - Errori ta ttki e st1·ategici. I moti òel '21 in Piemontt~ - Stato di servizio di illnstri uflicia'li : Ccs/Jre Ilalho, Santorre cli Santarosa, Giacinto Collegno, (~cc . Eroiche imprese del Conte di Collegno, grande a rtigliere - C!lrlo Alberto, Grnn · Mastro clell' Artiglieria - Suo attep:gimnento nellE\ drammatiche giornate di marzo - Cnrlo Alberto proclamn la sua fedeltà. al Re - Abdicazione cli Vittorio Emanuele I - Ministero lìberale e Giunta provvisoria di g uerra - Carlo Felice alla riscossa - Lealismo del corpo d'Artiglieria, - La rivolu1,ione fallisce, ma il buon seme è gettato
1208 -
6t
INDlCb: DIDL TERZO VOL UMJJ;
3.
4.
5.
Alt ri uf:llciali italiani combattono in Europa e in America per la difesa delle n:u1ionali.tà · Piccole riforme del Corpo cl' Artiglieria nel 1823 e nel 1827 - Compos izione delle batterie · L'avvento al trono cli Carlo Alberto e le grandi riforme del 1831 - Organici · La « Voloira >> inizia la sun storia gloriosa · li'ervore di studi · Primati italiani - Regolamento per l.'istrmdone teorica e pratica di tutti gli artiglieri - Stupenda fioritura di per sonalità eccezionali : il Duca di Genovtt, Cavalli, Saint Robert, La Marmorn , Valfrè cli Bonzo - Un aneddoto di Giova.imi Cavalli - Il riordinamento del Corpo nel 1833 - La decorazione (e al valor militare>> • Il campo d'istruzione della Vauda dì San Maurizio - Un giudizio del generale Ravicchio - Valorizzazione delle migliori energie dell'esercito - Assume il comando del Corpo il Generale Morelli di Popolo, che fonderà il Museo d 'Artiglieria .
124
Dal 1840 al 1847 - Minaccia di guerra tra li~rancia ed Austria e f ebbrile prepnrazione dell'esercito piemontese - Nuovo ordinamento dell'Arma d'Artiglieria n" l giugno 1841 - Fiero atteggiamento di Carlo Alberto di fronte all'Austria - Riforma del Cor po nel 1846 - Soppressionr òel Consiglio Superiore ed istituzione della Commi<;sione ordinaria e del Congresso perma nente - S. A. R. ìl Duca Ferdinando cli (:enova - Alla vigilia della grande ora Forze cli terra e di mare del Regno Sardo .
170
ArtigliP.ria estense - Le idee di Francesco IV Duca cli Modena Ordinamenti successivi: 1816, 1831, 1833, 1839, J842, 1845, J846 Organici del personale e inventari delle bocche cla fuoco - Ma110vra a partiti contrapposti delle tre armi nel 1847. L'Artiglierin toscana dopo il ritor no cli Ferdinando UT - Istruzioni del J8l'7 e del 1832 - lnventnri delle bocche da :fuoco - La maggior parte dei pezzi è concentrata a Livorno - Uniformi Decadenza dell'esercito toscano sotto Leopoldo II - La scuola di Livorno . Le compagnie di cannonie ri lucchesi incorporate nell'esercito toscano nel 1847. Artigli.eria pontificia - Ufficiali riassunti e uflìciali nuovi · Organici del Corpo cl' Artiglieria nel 1817 e nel 1822 - La. relazione ò ella commissione per la riforma deH'esercito nel 1825 - Cannoni da campagna e altro materiale acquistato a 'l'orino - Le provvidenze militari contro i moti del 1831 · - Regolamento organico del 1844.
Artiglieria bolognese - Gara coi cannonieri austriaci - Batterle bolognesi nei moti insurrezionali del 1831-32. Artiglieria napolet:ma - Fusione dell'esercito murattiano col siciliano - Il Corpo d'Artiglieria nel riordinamento del 1815 Le economie del generale Nuge11t - L'Artiglieria nei tristi avvenimenti òel 1821 - Decaclenzn sotto Francesco I di Borbone e ripre-
-
1209 -
INDICE DEL TrnHZO VOLUME
sa sotto Ferdinando II Nuovo regolamento dell'artiglieria uel 1831 - L'urtiglieria a cavallo - Artiglieria e Genio sotto un comando unico - L'opera del g<men.1le Filangieri .
190
Capitolo XI. (JS48) Lo scoppio della, guerra. Composizione dell'Esercit0 :rnstriaco in Italia · Le artiglierie di Radetzky · Le richieste ed i propositi del vecchio maresciallo . Stato d'animo di ufficiali e soldati italiani arruolati nell'rnsercito austriaco · L'Artiglieria delle cinque giornate di Milapo · I c::mnoni cli legno dei ribelli · Il bombardamento della Città da par te degli austriaei · Carlo Alberto dichiara guerra all'Austria - La febbrile mobilitazione sotto la direzione del ministro li'ranzini Quadro di formazione dell'esercito piemontese - I comandi · Le forze d'artiglieria - Caratteristiche e qualità degli ufficiali e soldati dell'Arma · Gli apporti artigllereschi degli altri stati della penisola
261
Pr·ime battaglie, prime 'Vittorie - Il brillante esordio dell'artiglieria piemontese nella ))rima azione di Goito · La 7,. batteria da battaglht e la 2~ da posizione a Monv.ambano · Il maggiore 'l!'ilippa si guadagna la medaglia d'oro - Borghetto - L'Esercito piemontese è padrone di tutta la linea clel Mincio fra Mantova e Peschiera - L'attacco a Peschiera del 13 aprile · La « ricogni7,ione >) su Mantova del 1D · L'arrivo dei contingenti alleati · Trnppe e bocche da fuoco a Ila t:ne cl 'aprile · L'Artiglieria alla bn.ttaglia cli Pastrengo · La bella azione della za batteria cavallo e della g,, da battaglia · Santa Lucia · L'eroica morte dei tenenti Colli e Del Carretto a Santa Lucia · Stupendo episodio del tenente Bellezza, della 1"· batteria « Voloira » .
294
'S. Da, Goito a .Peschiera · Situazione degli altri eserciti italiani - J1 piano controffensivo di Radetzky · La marcia su Mantova . Curtatone e Montanara · L'azione delle varie batterie a Goito nelle relazioni clei rispettivi comandanti - Caratteristiche clel èQmbattimento d'Artiglieria - Giudizio complessivo sulla stupenda azione clell'Artiglieria a Goito - Le onorificenze concesse ad ufficiali e so](]~ti (lopo la battaglia - Risuona per la prima volta. il griclo: « Viva il Re d'Italla >). L'assedio pi Peschiera · Costruzione di nuove batterle - 18 maggio: apertura del fuoco - Il tentativo di soccorso da parte della colonna Zobe'J e il combatti~ento cli Calmasino - Peschiera si arrende - Cospicuo bottino di cannoni - La medaglia d'argento al Duca di Genova · Altre onorificenze
324
1.
:2.
-
1210 -
INDICE> DEL '.l:13:l1ZO VOLUllfOJ
4.
La controffensiva a,nstricwci e le ulti:rne battc1,giie. Sguardi retrospettivi sull'azione del Corpo riontificio - Sulla difesa e caduta cli Vicenzu - 11 generale Rossi assume il comando generale dell'Artiglieria piemontese - Investimento cli Mn utova Le artiglierie piemontesi a Governolo, Rivoli, Sona, Somrnaenmpagna, Salionze, Staffalo, Custoza, Volta e Milano - L'nzione specifica delle varie battel'ie - Episodi di eroismo - La bella morte sul cawpo (lel capitano Avogadro - Insufficientemente adoperata dai supremi comandi, l'Artiglieria piemontese si è però coperta di glorin. ecl lm dimostr ato di essere una delle forze più vigorose per la formazione della nuova Italia .
371
o. Le Artiglierie: Estensi, di Parma e Piacenza, ·roscane e Pontificie nella campagna del 1848 - La mezza batteria estense a Sona - r,e Artiglierie civiclle di Roma, Ancona, Bologna, Ferrara, Viterbo, Pesaro, Urbino e Perugia - La batteria civica : « Bologna - Ferrara>> - Il cannone bolognese de11'8 agosto - L'artiglieria del Regno delle Du<~ Sicilie - Arti.g lieri e artiglierie nei moti siciliani - Artiglierie della difesa di Venezia .
424
Ca.pitolo XII . 1.549-1S58. Situazione in Piemonte dopo l'armistizio Salasco - Riordinamento dell'Esercito Sardo e r iassetto cle1la s ua Artiglieria - L'Esercito Austriaco per la nuova campagna - Disegno cle.i due belligeranti - Denunzia dell'armistizio - Ripresa della guerra - Le oper azioni del 21 marzo. (San Siro - Sforzesca e Mortara) - l due Eserciti nella giornata nel 22 marzo - La battaglia di Novarn La pal'te preponderante avuta dall'Artiglieria nelle cli verse fasi della lotta - Br illante azione delle Artiglierie piemontesi alla Bicocca - La ritirata - Le batterie da battaglia, da posizione ed a eavallo che presero parte alla battaglia - La medaglia d'oro concessa alla Bandiera dell'Arma cli Artiglieria .
(i39
2. Venezia nel 1849 - 11 colo1111ello Ullòa al comando clel Forte :Marghera - Lo Stato Maggiore d'Ar tiglieria della difesa - Le nrtiglierìe cli iVIarghera, del ridotto Rizzardi e della <e batteria (lclla Speranza.>) - Inizio dell'assedio regolare degli Austriaci - La sortita del capitano Cosenz ·contro la seconda parallela austrìacn Brillante azione clell' Ar tiglieria della difesa • L 'attacco decisivo d! Marghera - L 'Artiglieria della piazza controbatte vigorosmm•nte qu.ella dell'attacco - Abbandono 'Cli Margbera · Riconoscimento unanime del valore dell'Artiglieria cli Marghera - Assedio di Venezia - C. Rossaroll alla batteria S . Antonio - I bombardamenti di giugno - Morte cli Rossa roll - La sortita di nronclolo e l' Artiglieria cl::1; campo Camillo Boldoni - Capitolazione cli Venezia .
592
L
-
12:!.1 -
INDlCE DIDL 'l'ERZO YOL UMD
3.
4.
5.
6.
L'Artiglieria napoletana nel 1849 - Le figure simboliche delf ,H·· tiglieria siclfoma eternate nei monumenti eretti ad Antonio Lauzetta ecl tt Rosa Donato - L'Artiglieria napoletana nel combn ttimento fli Velletri salva l'Flsercito borbonico da un sicuro disastro - Medaglioni cli aleuui cuµi della brill:mte 1rn.ttuglia llegli artiglieri napoletani: Ullòa, Coseuz, Boldoni, i fratelli Mezzacapo - Le Artiglierie estensi - r...u mena batteria modenese alla battnglìa di Novara · La 10~ batteria <li battaglin clell'Esel'cito piemontese - La l" oattel'ia estense .alla sottomissione di Livorno . Il tenente colonnello Guena citato all'ordine del giorno dal m;nesciallo Radetzky -. L'Accademia estense - l'.Artiglieria parroensfi - Le s ue vicende nella c~mpagna del <( 48 >> - Il capitano Leonardi .
13Si
La Repubblica roma na minacciata d'invasione - Energica decisione dell'assemblea costituente - Prima organizzazione delle Artiglierie roma ne per la difesa - L'attacco francese clel 30 aprile è re1;;pinto dalla batteria del Bastione San Pietro - L'eroica morte del tenente Narclncci. e del sottotenente Pallini a Porta San Pancrazio - Breve tregua seguita dall'ass<~clio regolare - Il compottamento delle artiglierie clella piazza nelle varie fasi dell'assedio - Gli attacchi clel 3 giugno cli Villa Pamphily, Villìl Corsini e del Vascello - La resa cli Roma - Le vicende cli Bolognn, e cli Ferrara - L'attacco cli._ Anconn - Le artiglierie della Repubblica romana resistono energicamente aa Ancona contro gli attacchi clegli austriaci da terra e da mare - Disperata e gloriosa resistenza degli artiglieri anconitani - La resa clella piazirn .
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Il Corpo cli Artiglieria. clel Granducato 'l'oscano nel .1840 - « Le istruzioni pratiche per le artiglierie>> del generale D'Ayala - Un progetto per un cannone speciale presentato da Ambrogio Vigo di Milano · Le riforme clel Corpo attuate dal ministro Tommi Il ministro De Laugiel.'. istituisce il <, Liceo Militare Arciduca Ferdinnndo » e restaura la Scuola Reggimentale cli. Artiglieria - Il maggiore Contri comandante interinale del.l' Art!.glieria toscana ed i suoi s tudi :;;ul riordinamento del Corpo - U generale « Ferrari cla Grado» sostituisce il De Langier - Le riforme attuate dal Ferrari nel Corpo -cli Artiglieria nel 1853 . , .
708
L'Artiglieria piemonte;;e dopo ltt campagna del 1849 - Le riforme del 1850 e del 1853 - La guerra di Crimea e l'intervento clel Corpo sardo : L'artigliere Alfonso La Marmora assume il comando del Corpo di sp0dizion~ - La formazione delle batterie inviate in Crimea - La battaglia clella Oern ttia - L'Artiglieria piemontese con la sua condotta riafferma il proprio valore - Eroismo della 13,, e della 16"' batteria dti battaglia - Le innovazioni tecniche e tattiche clell' Artiglieria dopo la guerra d'Oriente .
723
1212 -
INDI CE DEL 'l'EHZO VOLUM E
Capitolo XITJ. 1850-1861. I preliminari del trat tato d'alleamm con la Francia co11cordati nel convegno di I'lombières - L' Italia al principio del 18:39 - La stìpulazione definitiva clel trattato d'alleanza con la Francia Il lavorio diplourntic:o inteso a dilazionare la rottura con l' Austria non impeclh,c:e la dichiarazione cli guerra (26 aprile) - Il r isultato di dieci :1m1i di preparazione - L'esercito sarclo - E'ormazione dell'esercito su piede cli guerra - I Cacciatori delle Alpi - La costituzione dell'Armata francese delle Alpi - La costituzione della seconda Armata austriaea rinforzata - Raffronto trn le ar tiglierie clei tre eserciti .
765
2. Piani d'operazione e concetti della difesa - Le due linee clifensive - Dislocazione delle truppe piemontesi e aus triache il 26 a1)l'ile - Incert<izze di Gyulai - Napoleone assume il comando dell'esercito - Prime azioni cli guerra - I ntervento dell'artiglieria piemontese - I Cacciatori delle Alpi - Var ese - Como - San F·ermo - La.veno - L'artiglieria piemontese dal 21 al 23 maggio - Nuova ripartizione dell'artiglieria - La ma r cia cli fianco degli alleati - I combattimenti del 30 e 31 - P alestro - Vinzaglio - Confienza - Efficace concorso delle batterie piemontesi - Il passaggio del Ticino - Magenta e Melegnano - Marcia di avvicinamento al Mincio .
788
<I. La situnzione dei belliger anti la ser a del 23 giugno - Inizio della battaglia cli s .. Martino - Gli attacchi eseguiti dalla Brigata Cuneo - La 5a Divisione - Atti di valor e compiuti da ar tiglieri in questa prima fa se della battaglia - Le Brigate Acqui e P inerolo - L 'azione dell'artiglieria i n questa fase - Altri atti di valore di artiglieri nella seconda. fase della battagli.a - L'azione alla Madonna della Scoperta - L'artiglieria nella prima fase cli questa azioue - Secondl't fi1 se - Con~ider"1Zioni sull0. due battaglie del 24 giugno - nattaglia di Solferino - Considerazioni sulle artiglier ie dei tre belligernnti - L 'artiglieria coi Cacciatori delle Alpi - L'invrstimento della. piazza <li Peschiera - Il par1·0 d'assedio - La pac'e di Villafrnnca - Conseguenze di questa pace - Dimissioni cli Cavour · Nuovo Ministero Cavour - Rioi'clinamento dell'artiglieria - Oef;sioue òi Nizza e Savoia - Annessione cli 'l'oscmm e Romagna - Nuovo riordinamento dell'artiglieria .
81!)
1.
-4.
La rivolnzioue toscana del 27 aprile 1359 - Riforme militnri intro<lotte dal Governo proYvisorio e clal Commissa.r io cli Re Vittorio Emanuele - La Toscana durante la guerra clel 1859 - Sncces-
-
1213 -
INDICE DEL 'J.'EHZO VOLUME
5.
6.
sive rifor me nell'esercito e rior dinamento dell'artig'. i<.iria - Annessione dell a To::;canu al R egno subalpino - Ln f usione delle artiglierie - L'artiglieria estense nel 1850 - Lo scioglimento (iella Brigata 11()] 1863 .
84.~
I mot~ di Sicilia c1ell'a1lrile 1860 - La spedizione dei Mille - I primi fatti d'arrne. - Battaglia di Milazzo - L'ar tiglieria napoletana nella prima fase della camvagna - Entrata di Garibaldi in Napoli - Re Vitto1:io EmanuelP. partecipa all'ai.:ione - Occupazione di parte degli. Stati Pontifici - Costituzioue tlel Corpo d'opera?:ione - 'l'ru11pe pont.Ukie - Le rnarct~ nei Corpi d' Ar mata di Cialdini e Della Hocca - Battaglia cli Castelfìdar do - Assedio di Ancona - Le forze dell'attaccante e del clifeusore - Le operazioni clell'assecl'io - L'M1ione clell'a1'tiglier ia
86'1
Garibaldi dopo l 'entrata in Na1ioli - Combnttimeuto di Ca:iazzo Spo,:tamen ti delle truppe garibaldine e borboniche - Battaglia del Voltui·no - Ri piegmnento dei borbonici - L 'azione dell'ar tiglier ia - L 'assedio di Capua - Il soldato Poggio - Battaglia del Garigliauo - Battaglia di Mola d i Gaeta, - Condizion i dei belligeranti cl i fronte a Gaeta. - Le artiglic\rie napoletane nel primo periodo della d ifesa (]i Gaeta - Le a rtiglierie piemontesi nel ririmo periodo de11'hssecllo d i Gaeta - Ca1iitolazione "di Gaeta - Le n1:tiglieriè r;i~~;10,~tesl ·_ Assedio ·e .. capitolazionE: cli Messina - Capitola½.ione di Civitella del 'l'ronto - P ine della 1•esistenza Borbonica
891
Capitolò XIV. 1:8Gl:1870. 1.
Dal IS(iJ: a"i
:1soii - La
questione veneta e la qucstioì1é romana
- 11 c1iscor:,;Ò della.· ·c~ron·1 del 18 febbraio 1861 - L'ex-uflieialetto elci Genio Conte è:Ì~ìllo Di c"avolir, gigantèggia. nel campo ·1)01i-
tko emov.e~ - J;'onìii1:1mento dell'artiglieria del 1861 - La crea- . zione di uu reggimento poutieri - Proclamazione del Reguo d'Italia - Le·~·ifòri.t1è ',aéi J1Jir;istrl Fanti; Delia Rovere e :f•etitti (1( R oreto - I s titnzione della Scuola ·c1•applicazione cl' Artiglieria e 'Genio n~l 1802. - Il :10° Reggimento cll° à r t iglieria dà campagna, rnato ·nei JSG:i - ·1 lavori <klla « Commissione PeÌ'manente di Difesa)> JJt·esiednta da ,8. A._· R . Eugenio · di Savoia _: Vigor o!'o 1111: · pulso (lato alla costruzione delle artiglierie 1'igate - Pezzi da montugna e 11e,1zi da costa ·- La spettncolosa adu11ata artiglieresea ·néIla I31'nglltera di ·Somma del 21 settembre 1863 - Eclii della guerr'à <li St\cessione ·c1· America e dcUa guerra di· Dnnirnm:cn L a « Conveiizione <li ·Sett<:JUbre » - L'artigliere La }I:irmora assume ln P residenza del Com,iglio dei Ministri - R itocchi all'ord ina0
:Cor: .
-- 1214 -
')
1NDICEJ DEJL TERZO VOLUME
2.
3.
mento dell'Arma (18 dicembre 1864) - Le laboriose trattative per l'alleanza con la Prussia - L'offerta dell'Austria e il generoso rifiuto di La Marmora - B la guerra .
941
Dalla mobilitazione dell'esereito alla battaglia d1 Custoza - L'organizzazione militare aus triaca - L e artiglierie nemiche - Lo spinoso p roblema clel Comando Supremo - La Marroora accetttl l'alto incarico per spirito cli discipliria - 'Formazione dell'Esercito Italiano - Il generale Valfrè di Bonzo comandante su premo della artiglieria - I comandanti di artiglieria dei vari Corpi cl' Arurnta - Il materiale - l parchi d'assedio - l!~o1·mnzione dell'Esercito· Austriaco - Dissensi fra La Marmora e Cialdini - D ichiarazione cli guerra : 20 giugno lSO<l - Uno sguardo al terreno in cui si svolse la battaglia cli Custoza - Come i noslri artiglieri, contribufrono a r espingere le furiose cariche deglì ulani - Lrt 10• e l'll" batteria del ti0 reggimento - Lrt l • bat teria del 9° re 6gimento - La 10• e 1'11'1· del 0° - Eroica morte clcl luogotenen te Rionero a lla Mòngabia - L'artiglieria di riserva a Montevcnto - Il capit:rno Uùr~ dese, meda.glia d'oro - I j}('ZZi della ;j,, D ivisione a S. Lucia al Tione e ç1elln 2• a Case Pasq11:1li e Momiambano - Anivano in linea 1'8• e la 9" D ivisione - Splend ido impiego dell.'m:tiglieria a massa, d a parte cfol genern le <¾ovone - I nostri prendono il poggio <li Oustoza, ma J1on possono guernirlo cli artiglierie - Il capitano Perrone cli S . Mm:tino si g-uadagnn 1n medaglia d'oro - Le bocche na fuoco sul j\fonte Croci? e snl. Monte 'l'orre - Morte del caporale d' artiglieria Pilato: « Viva Re Vittorio! Viva l'Italia» ! - L'attacco austriaco contro il Tielvec1ere - Il generale Govo,ne chiede invano rinforzi d'::trtiglieria - L'nrtìglieria della 7a Divis ione e le due batterie a cavnllo proteggono la r itirata su Vìllafrnnca - Medaglie e onorificenze - Considerazioni sull'impiego dell'nrt iglieria a Custoza - Aneora nnn volta, phr nelfa soete avversa, l'Arma si è mostrata stupencln cli perizia e di nrcHmcnto .
971
Dopo Custoza, alla fi ne del.la camp11gna - La situazione all'indomani della battaglia - Gli errori cli. La i\Iarmora e di Cialdi ni - Il Consiglio cìi guerra cl i Bondeno - Si decide 111 dimosrrnzione offensLva contro Borgoforte e il passaggio del Po - Intanto le grandi vittorie prusi:;i:rne modificano la situnzione 1;olitica - L'attneeo e la presa di norgof.orte - L'armata austriaca in ritirata n eonsiglio di guerra di l<'errara - Le artiglii?rie alla batl:q?;lin di Versa - Le Jn1tterie della Divisione Met'lici a Primolauo e a Borgo - Le 1irtiglierie c1ell'<~~er cito regolare assegnnte 111 corpo dei volontari garib;ildini - llfonte Snello - L'altissimo elogio dell'Flt·oe agli artiglieri - Le bntterie clel rnaggio1:e Dogllotti a Conclino, Cimeio e Bezzecca - La medaglia d'oro al rnaggiorù Dogliotti e al mng-
1215 ·-
INDICE DIDL '.l'ERZO VOLUME
'4.
5.
giore Olivieri - Riconoscimenti, segnnla?:ioni e onorificen?:e - La saldatura tr a il corpo dei volontari e l'esercit'o regolare .
1037
R imane da risolvere la questione romana - Le. due tendenz~ e la preziosa i nfluenza regolatrice cli Re Vi ttotio - La guerra ]'rancoPrussiana · La spedizione di Roma - Le artiglierie che fanno purte del corpo di spedizione - Il pinno òi attacco del generale Cadorna - Le azioni cli artiglieria contro Porta S. Giovanni, Porta S. Pancrazio e Porta Pia . Ore 5,15 : primo colpo di cnnnone italiano - L'ar tiglieria della 9" Divisione contro Porta S. Giovnuni - Gli ordini cli Bixio - Alle 6,40 il combattimento si svolge in tutti i settori - Ln situazione a Porta Salaria · La breccia cli Porta Pia · Alle 9,45 la bandiera tricolore sventola sulla Villa Patrizi - Sospensione delle ostilità. - Le trattative e la resa - Onorificenze e segnalr1zioui .
1064
Pro,•vedimenti organici costitutivi dell'Artiglieria Itnliana clal 1862 al 1870 .
Notizia, bibliogra,fica
1095
PtLl'te Seconda. Vol. III
1111
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1185
Effemeride cronologia artiglieresca 1815-1870
1151
Indice dei nomi contenuti. nel III volume
1167
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Indice delle illustrazioni
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1. Il principe Carlo Alberto òl Carlgnano, l'anno 1823 2. Colonnello Fraucesco Omoùci 3. Cannone coslrulto nella R.a Fonclet·ia cli Torino per l' ArtigHeria Pontificia (, 820) . 4. Cannone Napoletano <b libbre 24 B (19<> secolo). Calibro 155 5. Il Generale Carlo Filangieri . 6. Cu rro cl..l munizioni llell'},rliglierla Toscana . 7. Obice Piemontese d;i ('m . 15 n da campagna :.Uod. 1844 8. Atrusto ,la Ca mpagnn mod. 1844 . 9. Giovanni Cavalll, Cnpitano d' .Ar tiglieria . 10. Gittamento cli un ponte d i bar('be nel 1835 11. Artiglierlu-cacciator i - Carretto-cannone .
12. Conte Paolo Ilallacla di Saint Robert, Capitano d'Ar tiglieria l3. 1832. CannoJJe a retrocarica - 1845. Granata cilindro-conica 14. Vittorio Emanuele I cli Savoia (1759-1824), re cli Sardegna dal 1802 al 1821 ; e Il suo solenne ingresso a Torino l1 di 20 maggio 1814 15. Una famiglia di artiglieri : I Quaglia . 16. J\(ugg. Generale Giovanni Quaglia. Comaudante del Cor po cl' Artiglit!ria nel 181 :i )7. l\larcbesll Filippo Asinnri <li San :\Iarza no . 18. ll'op;lio tli conge<1o assoluto clel Corpo nen le cl' Artiglieria 19. L'Artiglieria scclentarln uclln fazione ali 'isola cli Sant' Antioco. ::Uorte gloriosa clel '.l'enente Melis-Alngna . 20. J\farin 'l'ere8a Franccsca di Toscu na (lSOl-185/i) moglie di Carlo Alberto, dal 2T aprile 1831 Regina cli Sardegna, con i due figli Vittorio Emanuele cluca 111 Sarnia, in uniforme del I Reggimento nrigntn SnYoin, e Ferclìu:mclo clucn di Geno,,a, in nniformc clel I Reggimento Brigata Casale . 2J.. IUtratto <lel Principe Carlo Alberto, verso il J815 . 22. Generale Gionrnni Hnltista N'icolis di Robilant, i\linistro della Guerrn . 23. Generale Guglielmo Pepe
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Generale Michele Carrascosa Generale Pietro Colletta (1777-1831) comandante delle armi in Sicilia e luogotenente del Re nella città di Palermo, dopo il richiamo di Floristano Pepe. Più tarai esiliato; autore della classica Storia del Reame di Napoli . Conte Ces:u·e Balbo . Ritratto Giovanile di Santorre di Santarosa Giacinto Provana di Collegno : Capitano di Artiglieria, col Santarosa, il San Marzano e il Lisio, tra i principali promotori del moto piemontese. Esule dopo il 1821 ; rivide Carlo Alberto al campo, nel 1848 . Morte di Santorre di Santarosa, nell'isola greca· di Sfacteria, il dì 8 maggio 1825 . Generale Alessandro di Saluzzo, conte di Monesiglio (17751851), ministro della guen a a Torino nei primi mesi del '21, poi ambasciatore di Carlo Felice a Pietroburgo . Carlo Alberto cli Savoia-Carignano e Maria Teresa di '.roscana, sr,os-i il 30 settembre 181,; miniatura, forse dei primi ruesi del loro matrimonio Carlo AltJr~rto di Savoia-Ca rignano, dal 1821 crede preSUD,tivo del trono Sabi!ndo Carlo Alberto di Savoia-Carignano ; nel l.821, clorio l'abdica½ione di Vittorio Emanuele I. Promulgò la Costitn½ione di Snagna e fu perciò sconfessato cla Carlo Felice Re Carlo Felice (1705-1831), l'ultimo del r amo primogenito clei Savoia . Ammiraglio conte Giorgio dcs Geneys, comandante in eapo della Maxina cl :1 guerra sarcla, govern:ttore cli Genova nel 1821 Carlo Alber to di Carignano, alla presa clel '.rrocaclero, il dì 80-31 agosto 1823 . Re Carlo Alberto Marchese Filippo Paolucci. modenese, già generale dell'esercito r usso, Ispettore generale clell'esereito del Re 'Cli Sardedegu::i nel 1880 Generale Marchese Stefano j\Janca cli Villahermosa, Gran Mastro d'Ar tiglieria Alfonso Ferrero clella Marmora, Luogotenente d'Artiglieria . Marchese Emanuele P es cli Villamarina, Ministro di re Car' lo Alberto per il dicastero della guerra . Vittorio Emanuele duca di Savoia, principti ereditario di Sardegna, nato a Torino, in Pahrnzo Carign:mo, l'anno 1820; il fuhtro Vittorio Emanuele II . Rivista passata clal Re Carlo Alberto nel 1837 in Piazza Vittorio Emanuele in Torino . Cesare Saluzzo di l\forn~siglio
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45. Luogotenente Generale Vincenzo Morelli di Popolo, Comandante generale del Corpo d'Artiglieria nel 184.l 46. 'l'enente Generale t1'Artiglier5a Conte Senatore F·erclinando
Prat, collaboratore e sne:cesso1·e del Duca Ferdinando di Genova 47. Carlo iVIaffei di Boglio 48. S. A. R. il Principe Fel'din:rndo di Savoia Duca di Genova 49 Messale donato dal Duc;a di Genova al Corpo Reale d' Artiglieria e sul quale gli Ufficiali prestavano giuramento 50'. Carta topografica delle iVIanovre delle Truppe Estens i 51. Leopoldo II, Granduca di Toscana, Principe costituzionale 52. Generale Conte Luigi Serristori 53. L'avanguardia clel generale Sercognani, assalita Rieti 1'8 marzo 183J, dinanzi alla resistenza dei cittaclìni, e per il sopraggiungere di un violento temporale, è indotta alla ritirata 54. Un episodio del fatto d'armi cli Rimini (25 marzo 1831) 55. Barone Carlo Zuccbi (177i-1863), valoroso generale clel Regno italico, nc;corso fra gl'insorti del 1831 dopo essere fuggito da Milano, trnvestito cla p:1:ete 56. Mariano 'Cl'Aynla, di Messina (1808-1877), ufficiale dell'esercito borbonico destituito nel 1844, scrittore di ope1·e storiche e militari, cHcerato, esule dopo il '48 57. Generale Carlo Filangieri 58. Il generale Carlo Filangieri, con la sua famiglia 59. Felc1 M:iresciallo Conte Radetzky, dal 23 noYembre J831 Co· m:inclante generale dell'esercito austriaco nel Regno Lorobardo-V<?neto 60. Re Carlo Alberto il 20 marzo '48 passa con l'esercito sar do il ponte sul Gravcllone presso Pavia, e distr ibuisce alle tru1ipe le bancliere tricolori 61. Generale Antonio li'ranzini 62. Ettore De Gcrbaix De Sonnaz 63. Colonnello Cesare De Laugier <H. Conte Pompeo cli Campello 6:i. Gran Dio, benedite l'Italia 66. Guglielmo Pepe 67. Tentro delle opernzioni svol te 11ei mesi di Aprile-Maggio 1848 68. Generale Eusebio Rava 69. Primo combattimento di Goito . 8 aprile 1848 70. Maggiore Alessandro Filippa 7:t. Giuseppe Velasco 72. La prima batteria cli battaglia alla Battaglia di Pastrengo · 30 A.prile l.848 73. Carlo Bottacco 74. Battaglia rli Snnta Lucia · 6 Maggio 1848 · Marcia di avvlcimento
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INDICID DIDLLID ILLU STRAZIOKI
» 154. Carlo Alberto . » 155. Schizzo della P iazzaforte di Venezia >) 156. Srhh;zo <lell' Assedio (li Marghera . )> 157. Batteria fra gli Ardii rotti del Ponte )> 158. Enrico Cosenz >> 150. Forte Cinque Archi )) 160. Daniele :\fanin . )) 101 Generale Girolam o Ullòa )) 162. Abb;mclono del for te cli l\fargllera >> l63. Interno del Forte dei Veneziani nel gran Piazzale del Ponte )> 164. Forte dei Veneziani a San Secondo . » 165. Batteria Austriaca all'estremità del Ponte >) 166. ]'orte dei Veneziani sul gran Piazzale del Ponte >> 167. Cesare Rossaroll (1806-1849) >> 168. Corpi volontari a Venezia . » 169. Battel'ia di cannoni a. San Giuliano )) 170. Batteria cli mortai Austriaci a San Giuliano )> 171. La mor te di C. Rossal'oll » 172. Eroica morte del '.l'enente Colonnello Rossaroll » 173 Combattimento sul piazzale maggiore del Ponte nella notte dal 6 al 7 Luglio 1849 . » 174. Giovanni L?3-1za >> 175. Generale Luigi · Mew:acapo )> 176. Gener ale Carlo Mezza.capo )> 177. Gener ale Agostino Sacozzi, comandante delle truppe estensi » 178. Giuseppe Avezzana . » 179. Schizzo della difesa di Rorpa . » 180. A. Calandrelli . )) 181. Pianta topografica di Roma nel 1849 » 182. Oreste Tiburzi » 183. P aolo Narducci >> J.84. L. Calandrelli . >> 185. Filippo Cas ini . )) 186. Schizzo· della difesa cli Roma » 187. Ba tteria f r ancese a Villa Pamphili )> 188. Batteria presso il Casino Savorelli >> 189. Fortificazioni italiane al Bastione cli Villa Spada J> 190. Batteria Aureliana . >) 191, L'assalto al Palaizo clel Quirinale . · )) 192. Schiz-zo dell'assedio di Ancona . )l J.93. Colonnello conte Livio 7iambeccarl. » 194. Veduta cli Ancona dal mare . )> 195. Dis locazione delle forze della difesa l> 196. Dislocazione delle truppe austriache » 1!17. Il Lazzaretto cli Ancona
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INDICE DEJLLE ILLUS'.rRAZIO.Nl
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)) 234. » 235.
Il forte della LantE'rna .
Ln Cittadella veduta dal mani . Il Forte Cappuccini . Generale Giuseppe Pastore . Furiere Paolo Sacchi Conte Caruillo Benso di Cavour L. C. I!'arlni Generale Alfonso Della Marmora . Colonnello Agostino Petitti cl.i Roreto . Colonnello Leopoldo Valfrè di Bonzo Schizzo della Battaglia della Cernaia . Il cannoniere Antonio Cuaz . Il Tenente Celestino Ro.s si alla Battaglia della Cernaia Il cauuoniere P asquale Frascaroli . Caunone i11glese cla muro clonato dagli inglesi all'Esercito Piemontese Cannone da campagna russo preso a Sebastopoli e regalato dai Generali Pelissier e Codrington al Generale La Marmora Vittorio Emanuele II Camillo Benso Conte di CaYour . Generale Alfonso Ferrero della Marmora Gew'!rale Enrico Morozzo della Rocca Generale Giuseppe Pastore . Napoleone III . Li.nee difensive sulla Dora B. a difesa di Torino Schieramento Piemontese e Austriaco al 26 aprile Passaggio degli austriaci sul ponte di Boffalora sul Ticino il 29 aprile 1859 . Oapitano Agricola Robert Le oper nzioni cli G11ribalcli dal 18 maggio al 15 giugno 1859 I combattimenti cli Palestro Confienza Vinzaglio 30-31 Maggio 1859 Vittorio Emanuele Il alla battaglia di Palestro . Eugenio Ollvero La battaglia cli Magenta. L'azione della 2a Div. Sarda Il vapore austriaco '1.' axis colato a picco nel Golfo di Salò dai cannoni sarcli · 19 giugno 18:59 . Battaglìa di S. Martino · ore 7,30-10 . Luogotenente Generale Filiberto l\follarcl, comandante la 3a Divisione Sarda, distintasi a S. Martino, 24 giugno 1859 Capitano Balegno di Carpeneto Placido . Batt.aglia cli S. Martino . fra le 10 e le 16 Battaglia di S. Martino. Il contrattacco generale clalle ore 16 alle 16.30 Un episodio di S. Martino. I conducenti Petroleo e Poletti salvrrno un pezzo
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236. Il Maggiore di Stato Maggiore Genova '.rhaon di Revel, arriva con duè sezioni di artiglieria, andato a pr enderle a Rivoltella, e mette in batteria fra la Monata e la Perentonella diciotto pezzi ,1 quattrocento metri dalle ppsizioni cli S. Martino, decidendo il risultato del terzo attacco alle posizioni di San Martino, cbe pareva fallito: ore 16 ½ del 24 Giugno 1859 . 237. Battaglia di Solferil10 . Attacco cli S. Martino dai Piemontesi 238. . Ca~one austriaco conquistato il 24 Giugno a San Mar tino dalle Truppe Piemontesi 239. Le artiglierie all'assedio di Peschiera . 240. Giovanni Cuvalli, ideatore (lelle batterie corazzate 241. L' An:icluca Carlo di Toscana, Ispettore Generale dell' Artiglieria, nel forte cli Belvedere - Firenze il 27 aprile 1859 ordina. al Maggiore cl' Artiglieria Mori di bombardare la città, meutre gli artiglieri alzano la bandiera tricolore . 242. Cannone di legno adoperato da D'r:mcesco Riso nella riVolta del 4 Aprile 1860 in Palermo 243. Maresciallo D. Rodrigo A.fan De Rivera, Comandante di tutte le batterie montate dell'Esercito Napoletano ed il fi. gliuolo D. Achille Afan De Rivera, che comandò una mezza batteria di obici nella sommossa cli Catania - 31 Maggio 1860 244. Le truppe borboniche all'assalto del convento della Gancia · Palermo, 4 Aprile 1860 245. Giuseripa Bolognaro 246. Città, Cittadella cli .Messina 247. Luogotenente Genenùe l!..._ranzini Tibaldo conte Paolo 248. f1annone facente parte di un'intera batteria donata clalla Francia al Papa Pio IX nel 1860 249. Città d'Ancona e dintorni · Posizione delle batterie degli assedianti 2-00. Assedio d'Ancona 251. · Assalto degl'Italiani e presa cli Monte. Pelago a sud di Ancona 252. Attacco · degl'Italiani a Pesaro clnl lato nord-est (l!~:mo) · 1l settembre 1860 . 253. Capitano Alfredo Savio 254. Piazza cli Capua e suoi dintorni · Posizione delle batterie, degli assedianti 255. · Il Cannoniere Giovanni Poggio . 256. Lapide sulla tomba del Generale Matteo Negri nel Duomo dl Gaeta . 257. Gaeta e dintorni. Posizione delle batterie degli nssediantl 258. Assedio cli Gaeta. Interno della cittadella . 259. Maresciallo D. Rodrigo .A.fan De Rivera · Direttore Generale delle artiglierie della Piazza di Gaeta durante l'assedio 260.. Assedio di Gaeta. I.n terno della Batteria Regina .
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INDICE DIDLLI~ ILLUSTRA Zio.NI
» 261. S. A. R. il Conte di Caserta, Comandante le artiglierie di un settore dura nte la difesa di Gaeta . >) 262. Interno della Batteria blinda ta di Casa Albano . » 263. Asseclio di Gauta. S. A. R. il P rincipe cli Carignano alla Batteria dei Cappuccini - 11 Gennaio 1861 . » 264. Capitano ca,. Emilio Savio . » 265. Iscri zione posta s ull'ingr esso del Forte « lDIDilio Savio,, in Gaeta » 266. Interno della Ilatteria Cappelletti » 267. Batteria sul :\!!onte Lombone » 268. Assedio di Gactu 1860-61. na tteria avanzata di Mortai innanzi Gaeta >> 269. Batteria Schiapna . >> 270. Assedio di Gaeta . Batteria all'Atralìno » 271. Luogotenente Generale Leopoldo Valfrè di Bonzo » 272. Civitella clel '.l'ronto e dintorni - Posizione delle batterie degli assedianti . » 273. Conte C:.tmillo n enso di Cavour , Presidente dei ministri, ministro per gli interni, per gli affari esteri e per la marina del Re Vittorio Emanuele II >) 274. Vittorio Ema nuele II Re d'Italia . >> 275. Luogotenente generale Manfredo Fanti ,i 276. S. ID. il Coiite Ca mìllo Benso di Cavour, Presidente del Consiglio dei Ministri ,, 277. Manona a fuoco a Somma Lomba rda i, 278. Generale Alfonso ò.elln M:n·morn . 270. Generale Giovanni Durando . ,, 280. Tenente Gener ale Domenico Cucchiari » 281. Tenenle Generale conte Luigi Gerbaix di Sonnaz » 282. Enrico Cialdini (1811-1892) >l 283. Qunrtler generale clella J5" D ivisione attiva, comandata dal Generale Medi ci (Comandante d'Artiglieria Maggiore Rossi) » 284. Teatro delle operazioni della. Campagna del 1866 in I talia - Situazione la sem del 23 Giugno . ll 285.. La battaglia di Custoza clel 1866 - Fase fra le 7,30 e le ore 9 del 24 Giugno . i> 286. La battaglia di Custoza del 1866 - Fase f ra le ore 9,30 e le ore 15 del 24 Giugno . ,, 287. Monte Torre vislo cla Villafrancn . ll 288. Il Quadrato cli Villafr a nca . » 289.. Monumento al Quadrato cli 'Villafranca » 290. Luogotenente Francesco Rionero . » 291. Il Colonnello Cesar e Bonelli, Comandante l'artiglieria clel 1° Corpo alla clifesa cli Mont evento - Battaglia cli Custoza, 24 Gl.ugno 1866 . >) 292. Capitano Gioacchino Burdese
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INDICE DELLE ILL USTHAZlONI
» 293. Luogotenente Giovanni Plent >> 294. Il Capitano Luigi Pellou:x, Comandante la gramle batte1·1a italiana di Monte Croce (Custoza 24 Giugno 1866) » 295. Il Generale Luigi Pelloux . » 2U6. Il Generale Giuseppe Govone » 207. Vallone di Staffalo . i> 298. La 9,, Batteria del 5° Reggimento a Custoza >> 299. Capitauo Roberto Ferrone di San Ma1tino . >> 300. Il monumento al Generale Giuseppe Govone in Alba >> 301. Ultima ora! (Custoza 24 Giugno 1866) » 302. La Piazza di Borgoforte » 303. L'assedio cli Borgoforte . >> f!04. L'axtigliei;ia italiana costringe gli austriaci ad abbandonare Borgoforte : 18 Luglio 1866 . » 305. Capitano Giovanni Sagramoso » 306. L'armistizio dell'agosto 1866 aglì Avamposti davanti a Udine 1> 307. Marcia dell'Artiglieria della 7a Divisione nel Veneto u 308. Maggiore Orazio Dogliotti » 309. Battaglia di Bezzecca » 310. Bezzecca » 3l.l. Locca con prati Santa Lucia sulle cui alture il Maggiore Dogliotti piazzò l'artiglieria . >> 312. Giovanni A.fan de Rivera, Comandante 1'8"' Batteria a Condino » 313. Capitano Venanzio Olivieri . >> 314. Artiglieria pontificia a cavallo a Roma >> 315. Gruppi di Artiglieria Pouti.ficia . » 3HJ. Il Papa Pio IX con un gruppo di ufficiali al Campo di Anzio ,, 317. La presa di Roma - Schieramento delle Artiglierie italiane all'alba del 20 Settembre 1870 » 318. Il Generale Raffaele Cadorna » 319. Veduta di Porta P ia. . >> 320. Porta Pia vista dall'esterno (prima del 1870) » 321. :eorta Pia vista dall'interno (prima del 1870) ">> 322. La Breccia di Porta Pia . » 323. La Breccia >> 324. Porta Pia nel momento dell'assalto » 325. Un 12 canne del Battaglione Pontificio caduto in passesso degli italiani » 326. Capitano Giacomo Segre >> 327. Luogotenente Giulio Paoletti ,> 328. I Liberatori d'Italia
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Propri4?.tà letteraria riservata Arti Gruficlle SANTA BARBARA - Roma , Via Pompeo Magno, 29