Storia delle fanterie italiane Volume XI. Gli alpini Edoardo Scala &lizione speciale Ristampa anastatica dcll'edizione del 1950-1956 In co1Iabo1'82ione con Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito © 2020 Difesa Servizi S.p.A., Roma Supplemento al numero odierno de il Giornale. Direttore Responsabile: Alessandro Sallusti Reg. Trib. Milano n. 215 del 29.05.1982
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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO
EDOARDO SCALA
STORIA DELLE
FANTERIE ITALIANE VOLUME XI
GLI ALPINI •2
*
ESERCITO IL G IORNAL i; • BIBLIOTE;CA STORICA
VIII.
LE OPERAZIONI SUL GRUPPO ORTLER - CEVEDALE Il gruppo Ortler - Cevedale, compreso tra il solco Valtellina - val Venosta cd il raddoppio Tirano - passo dell'Aprica • val Camonica passo del Tonale - val Vermiglio - val di Sole appartiene alle ,, Dinariche settentrionali ». La parte più elevata del gruppo, tra il giogo dello Stelvio, i pas~i del Gavia e del Tonale, procede a cresta serpeggiante, alta in media .~ooo e più metri, tra estesjssimi ghiacciai, sicchè le comunicazioni tra val Furva e val Solda, val Martello e val di Peio sono molto difficili. <( L'Ortlcr scriveva il Ficher nella sua notissima opera ' 'La Penisola italiana" --- è l'alto pilastro terminale d'Italia >•. Poco a monte di Bormio ha origine il grande arco di cerchio della caten;i spartiacque tra Adda , Adige e Oglio. Con la concavit~l verso occidente, quest'arco, quasi senza soluzioni di continuità, corre fino al passo del Gavia, e da qui, per i gruppi secondari di Gavia (quota 3223), Sobretta (quota 2879) e Vallacetta (quota 3147), torna al punto di partenza. All'Adige scendono le valli principali: Trafoi e Solda a nord, Martello a nord - c:st, Peio a sud. AIJ'Oglio corre la val Gavia; al l'Adda la val Furva e l'altra del Zcbrù, riunite a Sant' Antonio, a 5 chilometri da Bormio. L'arco è quasi diviso nel mezzo dalla catena del Confinale (quota 3370), separatrice delle valli Furva e Zebrù, che hanno entrambe la loro radice nella maestosa piramide della J(onigs Spitze (Gran Zebrù: yuota .3859). All'inizio della guerra 1915 - 1918 si riteneva ancora non indispensabile l'occupazione delle cime dei grandi massicci montani, i quali -avrebbero dovuto rappresentare come una zona neutra ed avere soltanto il valore di un ostacolo naturale. Per conseguenza avvenne per il Ceveclale come per lo Stelvio e noi ci lasciammo prevenire dagli Austriaci, ai quali poi fu necessario ritogliere le vette già cadute in loro possesso.
L e o perazioni \ rnltt.:si in qucqo periodo. se han no un ' im portanz;1 militare limit :1t:1, ne ha nno un:1 ;1~~:1i rilevante dal punto di vista alpinistico e rapprc.,c nt:rnu i prim i ocrnl'i di imprese militari svolte
:Htr:nern> i g hiacciai. Pin-oli rcp:trt i :1u ~tri:1L·i, ri ,:ilrndo dalla val Martello, aY(:vano occupato il p:t~'-<> Ccwd:1k (quot:1 F (i9) e la capanna Vioz (<.juOta 3535)
I! f lti.<.-o ,idf'(Jrrf,·r.
e ,·1 ~1 era no s1s1c111 au. ;\ ltrc Unit:i a,-c ,·ano organizzato :1 difesa qualche tratto JclLi c1ten:1 a sud del Ce,·ecialc. I :1 notte ~ul 4 agust, , PJ I 5 un dr:1ppd!o <li Austn.J(Ì t!Ìs..:esc per Li n :dretta tra il P akm di Lam :1re cd il Vioz, sino alle vicin:1nzc dcl l":ilbcrgo del g hiaL'Ciaio dei Forni (quota 21;(i) : ma ,·enne respinto d:d no~tro posto di osser\':tzionc, ClJ\ti tui to da una ,·entina di Alpini. Ri 1.: 11 tat:1 con m:1ggiori forze Li prova la nouc sul 9, gli Austriaci furo 111 i nu ova m e nt e respi nti. Le az ioni c h e a no~tra Yolta te ntammo - alcune delle tiuali , per Il' diflicoli:1 rn peratc, vcrarnente notevoli - furo no compiute dai prim i n: p:1r11 di Arditi :ti pini, cmtituitì in Valtdlina ed in val Camo-
mca, e chiamati pnma (' Plotoni volontari o volanti ,, e po, " ( 'rn turic )1 . La (( Centuria Valtellina ebbe una costituzione carattcrist ir:1: 40 uomini del battaglione t' Tirano ,, , 40 del battaglione •< Valtdli na )>, 20 Artiglieri con un pezzo da 70. Gli ufficiali cd i soldati ~i erano volontariamente offerti per lo speciale servizio. Per conseguenza la Centuria ebhe una salda omogeneità morale e dimostrò un a particolare attitudine agli ardimenti alpinistici. Con essa lJUasi sem pre operarono clementi del " Reparto Volontari ,, in cui s'erano fuse, alla metà di ot<tobre, le 2 compagnie Volontari Alpini del battaglione ,, Morbegno n, coslituitesi nel maggio del 19r5 ed entrate in linea nel luglio (1 ). La ,, Centuria )) ' che a,-eva la sua sede ordinaria ai Bagni di Bormio, svolse la sua maggiore attività nell'agosto e nel settembre dd 19r5, e compì ardite imprese, spostandosi da una posizione all'altra. Tra le azioni più importanti si possono ricordare : quella di punt~, Madatsch (ten~nte Santini), attraverso i ghiacciai dello Zebrt1, dei Camosci e di Capo; la scalata al m onte Cristallo dal passo dcll'Ahlés: la discesa in val di Noce dal passo del Gavia e l'attacco di Malga Pa!u(ki per il passo dc!la Sforzd lin:i ; l'invio di un grosso plotone di esploratori sul monte Pasquale (quota 2559) ed al passo di Sasso Rotondo, per la grande parete del C ristallo. )>
L' impresa che suscitò maggiore risonanza fu quella tentata il 30 ottobre per l'occupazione del passo del Cevedale. Ne parla il generale Schiarini che, nel suo libro ( < L ' Armata del Trentino,, (2), l'ad dita quale esempio d' impresa alpinistica brillante, meritevole d'essere ( t) Questi volontari comhancrono ,·alorosamentc dal primo all ' ultimo g iurno della g uerra e mm pochi d ementi , per b singobre cono,cem.:1 .-ldla m1o:1tagna, resero seg n_ahni scn·iz i. Il Reparto conduse fa sua vita g lo riosa a Y it torio Veneto. Il 27 nt tohre c~~o a,·c,-a passato il Piave a Vido r per proseguire 5u Va ld(lbbiad enc e $ li Vittorio Veneto e quindi, per il Ponte delle 1\l pi, 1"11 :1 Pie\'e di Cado re. dove k: operaz io ni , per il sop rJ.ggiunto armi sti zio , vc n nero sospese. (Consultare. pe r maggiori notiz ie, il volume; « Compag nie Volonta ri hanag lio11e Morbegno , 19r5 · 19 19 _ 5" Alpini "). (2) G en. P 0 Mr11.10 Sct·HARIN I : " L'Arm:na dd T rentino 19 15 - HJ l 8 " (Cnl lezione i1:1lbn:1 di Diari. Memorie ecc diretta d a Angelo Ga tri) - tvln11d.1dori. Milano.
334 ricordata per le pn.: di~po~ià,ni di carattere logistico. per le singolari condizio ni metncologic lic ndk qua li ~i svolse, per gli sforzi compiuti pe r il tra\JXlrlO elci pezzo da montag na al Konigsjoch. La r.icord<'> a11d1c il C:1vac iord1i ne lla sua pregevole monografia: « L'irnpn:~a dclrA(bmcllo ,, : m:1 1111 :1 pit1 completa esposizione si trova nel rnlume •· I Volo nt :1ri Alpini del battaglione Morbegno " · L ·.1~ccmio11<· al Ct'\'cd:,k non presenta cliffìcold1 alpinistiche. F l.1 111odc~1;1 f:1 1ic 1 i: l:irg:1mcnH: compensata dallo splendido panorama l hc ~i godr d:ill :1 cim:,. for~c il più bello dell'intero gruppo: un'jnfi1111:1 tcrchi:1 d1 1110111i. d:,lk cime nevose del Tirolo alle Dolomiti di l\ rrnt.1 r di S:111 M:1rtino imino alb Marmolada. ai gruppi dell 'Ada1nc llo Pro andl:i. del Bernina, del Disgrazi;1. l'ÌÌ1 1mport:inti sono due altre creste ch e sì dipa rtono dalla vetta: 1111., ., , ud ,·cr~o i l Rosùlc.:, a dividere la vedretta delle Rosòl e da quella di L:1111 :1rc l'altra ,Trso ovest, lino al monte Pasquale_. a separare l.1 ,cd 1c11 .1 , li Cl'<léc da quella delle Rosòle. I >al 111111111.: Cevedalc hanno quindi origine le principali va.llatc ,hl gruppo: .1 nord -est l::t val di Martello, a sud-ovest quella di < ·n lt:c l°lll' , (ocia poi nella val Furva , a sud - est la valle Venezia e l ;t:: :1d 1 l j Udb di Pejo. Dalla punta Rims (quota 2956) alla fro ntiera svizzera la nostra f ro nt c sce nde va a lla IV cantoniera dello Stcl\'iO (quota 2489), da cui ri,;ili\-,\ .;l k R(sc di Scorluzzo cd al Filone del Mn1, p<J:--Ì :,,,Ìoni llllc~tc ~,abil m ente occupate. Con posti e patrnglic tra la \'Cdrctta dei Vitelli e: la punta del Crapinallin (quota 2989), raggiungeva il passo del]' Ablés (quota 30 w), altro centro di resistenza, co n posti avanzati ~ull e quote 3059 e .3086. On altro pOHo foso era alla cosiddetta .. Spalla dtl Cristallo ,, (quota 3204). Da L!lli alk cim e di Campo nessuna occ upazione continua, ma saltuaria \'igibnza ed esplorazione d i pattuglie. Sotto le cime di Campo , al Sasso Rotondo, un piccolo posto . Quindi la nostra linea , per il passo dei Volontari (sulla cresta che sepa ra la vnlrella dei Camo~ci dalla Zebrù) ~ce mlcva alle capan ne !vlilano e Cedéc, all'albergo del Forno ed infine al passo di Gavia. La linea austriaca, dalla Sprac h cn Spitze scendern al giogo dello Stch ·io, risaliva al Grande cd al Piccolo Scorluzzo. sbarrava il passo e Li ,-cdreaa delle Platig liolc alla testata della valle dei V itelli. rag~:i u11~ev:i la Nagl er , comprendeva, però sen z'occupazionc permanente. il g ruppo de lla Madatsrh. Non era tenuto alcun tratto della cresta nord fra la Gcistcr ed jJ Vorg ipfel dell'Ortler , p erchè forse giudicata, in rcb zione rnn i m cv .i lng ìsti ci di cui allora ~i di sponeva, soverchia-
mente impervia. Nel tratto Ortler - Cevedalc gli Amt r iaci si :1ppog giavano alle capanne ckgli alpinisti, che servivano come.: ba~c .il k pattuglie per la salita alle cime circostanti. Dal Cevedal e, con occu pazione discontinua e saltuaria, la linea nemica, per il Palo n di I.amare (quota 3704), il Vioz (quota ~644), le cime Tavicla (quota 3615), toccava il San Matteo (quota 3684) e le Mandri ole.
Panorama della ve/la dell'O,·tler.
Da parte noHra, al prinnp10 della guerra, nano impegnati in c.1uesto settore i battaglioni " Tirano r• (4 compagnie) e « Valtellina (3 compagnie) del 5" Alpini, con la <' Centuria Valtellina ,. ed il << Re>)
parto Volontari Alpini )•, oltre a diverse U niù di Fanteria, clic superarono mai , nel loro com plesso, la for za di un reggimento.
11011
L'impresa del Cevedale. L 'impresa del Cevedale ve nne preceduta dalroccupaz ionc ddl:i Capanna Cedéc (quota 27o6) d a parte degli A ustriaci. La Capan na era presidiata da un nostro plotone di circa 25 uomini , com:ind:1111
., ., 6
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da un ufficialt:; plolonc che per la ~icurczz.a spingeva (Ìi notte d ue o trecento metri in na11 1.i 1111 pi ccolo r :1sto, che ri entra va alle prime luci dcll ':1lb;1. Un P"sto IÌs~o era rnll<11::1 to, inol tre , ~opra le baite Ccdéc, pe r vigilare e tr:1~nwt1 crc :tlla Capanna k sue osservazio ni , facendo
Gii .'llpinì a 'f"Ot,1 ; 720 dd fiv1giP/d ddl'O,tlc, I i 11n :rno HJ 16 ) .
s<·.~ nala2io11i ottiche d i giorno t:d acce nde nd o un fuoco dì non e, in c.,,o di al l:inne. C li uomini del plotone non dispont' \'ano che del la do tazione i11d i\'i du:1lc di cartucce e no n avevano nè l>omhc a mano, nè mitrao::.. liat riei. :\c,,u n:1 co1mm ic11.i(11w telefon ica con ii Comando della I l J '
.0 7 compagma del battaglione t< Tirano>•, che s'era portata all'albergo del Forno. La sistemazione difensiva, assai rudimentale, si componeva di un muro a secco con feritoie intorno alla Capanna, preceduto da un debole cerchio. di cavalli di frisia. La mattina del 23 settembre, quando ai primi calori del sole si dileguarono le nebbie, il nemico, con un pezzo di piccolo calibro, aprì improvvisamente il fuoco dal passo del Ccvcdale. Contemporaneamente grossi nuclei di Fanti (pare fossero gli Standschutzen di Schlandcrs), scesi per le morene a cavallo del ghiacciaio, giunti a portata di fucile, cominciarono a sparare sui difensori della Capanna. Sorpresi dall'inatteso attacco, costoro ripiegarono, permettendo così agli Austriaci di raggiungere la Capanna e di incendiarla. Venuto a conoscenza di quanto era accaduto, il Comandante la compagnia mosse subito al contrattacco e raggiunse con le sue forze lo sperone di roccia, che delimita verso occidente la vedretta Ccdéc e va a finire alle Pale Rosse. Gli Austriaci alla loro volta ripiegarono e venne subito costruita una nuova capanna ed occupato il passo Zebrù. Contcmporane1mentc a quest'azione di Capanna Cedéc, gli Austriaci dall'Ortler e dal Suldcnjoch avevano eseguito dimostrazioni cQntro la Capanna Milano. Alla nostra impresa del Cevc<lalc, effettuata nella notte sul 30 ottobre 1915, non partecipò soltanto la « Centuria))' ma anc he la u3"' compagnia Alpini, comandata dal capitano Sisti, caduto poi valorosamente sul monte Nero, che aveva il compito dell'attacco, appaggiata dalla 246". Il concetto generale che doveva presiedere all'operazione era quello di impegnare il nemico con azione dimostrativa alla Kreil Spitze, impedire con il fuoco del l'Artiglieria l'accorrere dei rincalzi, svolgere con la nt compagnia l'azione principale, e cioè per la val Rosòle raggiungere il passo dello stesso nome (quota 3499), da qui risalire al Cevedalc ed ai primi albori scendere di sorpresa sugli Austriaci ai baraccamenti del passo. Nella notte freddissima che precedette l'attacco gli Artiglieri della sezione da montagna (sottotenente Colombo) ch'era alla Capanna Cedéc, ai utati da due plotoni <li Aipini, superarono le più gravi difficoltà per trasportare un loro pezzo al Konigsjoch (q. 3295) (1). ( r) Il Konìgsjoch è attua !mente segnato sulla carta 1 : 25.000 (< Forcella Cedé.: >• (quota 3295), <la non confo ndersi con il. « Passo di Ce<l~c ,, (quo· 24.
Con lungo g iro per la vcdrctla di Ccdéc, passando sotto il passo <lellc Pak: Ro.~sc, dopo dicci ore di marcia faticosissima, ora trainando sulle slirtc il materiale scomposto, o ra trasportando tutto quanto a spalla , alla fin e.: riuscirono a po~tarc il cannone al Konigsjoch senza che gli Austriaci se.: 11c :1crorgcsscro. Int anto un ploto11<." di Alpini, misto di vo lontari e di regolari , ri11~c iva :id où·up:irc la Kn:il Spitze. li rq 1:1rto d \ 1ll:il'rn , costituito dalla 113• compagnia Alpini , nella noll r !>111 {o otto hrc g innsc sotto la cresta del Rosòle. La temperatur a n :i ~(T~:1 ad 1111:i trcntina di gradi sotto zero, le condizioni dcll::i mont.1g n.1 cr:11111 a v,·l·r~r singola'rmc1Ùe perchè la neve caduta di fresco :I\T V;1 tr:i~ci n:ll:i :i valle l'antica in un'unica slavina. Per proseguire 11dl:i pcr igiio~:1 asce~a. fu d\,opo gradinare nel ghiaccio pulito. l 111 .. 111 :1 11:iri pi ì, provetti lavorarono con og ni energia per circa due ori.:. 111 ;1 11011 fu pos~il>ilt.: avanzare che d' un paio di centina ia di meiri. \ 'n~o 1c ·h la situazione apparve chiaramente : non si poteva arriva r<: ~ul Ccvnblc che a giorno fatto; veni va l!uindi a mancare b sorprc~a. ckmcnto essenziale di rimcita. A!lora, giustamente, si desi~tcll c d:ill"irnp resa. Alb prima alba gli Austri::ici si :!ccorn~ro d ei no stri m O\·im enti vcr~o il 1'.onigsjoch e presero a batterlo intensamente con tiri a shrapnel dal Cevedale. Allora anche il nostro pezzo da montagna entrò in :izio1~ e. battendo la Sckrnbach 1-Iuttc (rattualc ,, Città di :-V1ibn o,,) che venne incendiata . L'altro pezzo, rimasto alla Capanna Ccdéc, inta nto agi va contro 1c posizioni nemiche del Cevedalc:. Gli Artiglieri e g li Alpini di scorta rim a~e ro tutta la giornata con il loro pezzo appiattato fra le rocce. Quindi , dopo a\'erc atteso
111vano che si pronunziasse l'attacco principale, nella notte successiva, dopo una diflìcilè marcia d'una dozz ina di o re attraverso il ghiacciaio, sfuggendo alla minaccia degli Austriaci che, scesi dal Cevedale, tentavano di tagliar loro la strada del r.itorno, riuscivano a rimirare nel lc nostre 1it1ee con tutto il materiale ( r ). An che il r eparto della Krcil Spitzc:, dopo aver scambiato qualche colpo di fucile con il nemico, facilmente potè disimpegn arsi e ripieg are. Così pure la compag nia ritornò alle posizio ni di partenza. ta 32; 3). che l:1 stessa (aria pone tra punta G r~gli a e Corno di Suldcn. Dur:inle b g ucrr;1 er:i chi:imato dai soldatj « passo della bouiglia " · ( 1) La va loro.s,1 sez ione da montag na rimase po i nttto l' inverno al passo dello Zchrù . Nell'aprì le dtl 1916 si tr:isfc:-riva nd b regione dcli ' Adamello, pn p:1r1cc ip:irc alle azioni che ivi ebbero inizio.
J3')
In questa impresa i congelati, tra Fanti cd Artiglieri , furono, per la deficienza delle calzature, una settantina. Sopraggiunse l'inverno e fu molto freddo, quale da anni non si ricordava, per abbondanza di neve, per succedersi di giornate di gelo e di tormenta, per il precipitare delle valanghe che fecero parecchi e vittime. La vita delle truppe era assai difficile su quelle posizioni d'altissima montagna, non solo per le condizioni climatiche del rig idissimo inverno; ma per la necessità di trasportare lassù, per vie ritenute inaccessibili, quant'occorreva per vivere alla meno peggio in c1uei ricoveri unprovvisati e per combattere su quelle posizioni rudimentali . Furono sopportate fatiche e compiuti ardimenti che hanno veramente qualche cosa di sovrumano.
Sul San Matteo ed a monte Mantello. Non potremmo concludere la rievocazione delle gesta dei nostri Alpini durante la guerra 1915 - 1918, senza ricordare la conquista di cima San Matteo e ciel monte M:i.ntello, che fanno anch'essi parte del gruppo dell'Ortlt.:r, compiuta soltanto dopo la battaglia dd Piave, nell'agosto del 1918, e che, per l'altitudine alla quale si svolse, venne definita com e il fatto d'armi combattuto, nella storia del mondo, sulle cime più elevate. Secondo il Fettarappa-Sandri ( 1 ), « Il San Matteo, rnsì battezzato dal Fayer, che ne compì la seconda ascensione proprio il giorno di San Matteo (21 settembre 1867), è un im1xmente m assiccio, dai ghiacciai emergenti c he, per l'eleganza delle sue forme, è, dopo il Tresero, la più bella montagna del gruppo meridional e dcli 'Ortlcr ; ma che supera ]o stesso Tresero per l'altitudine della cima e la g randiosità del.le rovine dei seracchi che ammantano i suoi fian chi . La cresta nevosa è assai lunga, ma orlata, ver~o il Forno, da una delle più grandi comici dell'intero gruppo. (< La piramide <ld San M atteo, per diru pi e crepacci, ripidamente degrada verso sud - ovest, per continuare, dopo la sella di quota 3505, con una cresta di neve e di rocce che, nell a parte alta, separa la gran vedretta del Doscgù da quella <li val Piana. Form ata quindi la bianca elevazione del Mantello, ancor;:i divide la stessa ve(1) F n,·ARAJ'l'A - SMmR1: op. cit.
drelta del D0segL1 da quella Jj Villacorna, che uno sperone roccioso, m direzione presso a poco mcridi:ma, a sua volta partisce da quella di vall 'U mbrina. l)i poi tiucsta cresta di sud - ovest, bizzarramente proccJenclo, virnc sul p:1sso Dosegtt e quindi alla Sforzcllina. " li Mantello (quota 3537) è una modesta cima che si deva di poco sulle due ~clic: quell a verso il San Matteo (quota 3505) e quella verso la vedretta di Villacorna (t1uota 34u).
Pa.,.;o e morllr: Cc111·dalc. (< La parte orientale. dell'imponente \'Cdretta del Doscgù, vero mare di ghiacci tormentati che s'insinua si n quasi nel fo ndo di v:il Ga\'ia, ammanta la parete occidentale ild San M::itteo, eh 'è b più difficile via per r:iggi ungcrc la vetta. R ichiede molta abilità in tutti i com ponenti la cordata --·- dice il Ronarnssa - essendo spesso vetrata " · Molto pit1 aspro L'. ìl fianco del San Matteo rivolto a nord. verso il ghiaccì~tio del Forno. Le masse di ghiaccio, paurosamente sospese wtto l'immane corn ice, lo rendono certamente il più selvaggio di tulla h rc~~ionc ddl'Ortler. Come }{ià si è detto. data la sua altitudine (metri 3<1~4), la punta San Matteo non era stata occupata alfini-
z io della guerra, per quanto j nostri Alpini v'inviassero a volte tiu:il che pattuglia dalla zona Dosegù- Sforzdlina ; ma, alla fin e <lei 19d>, g li Austriaci ne avevano preso possesso e l'avevano sistemata a difesa con trincee <li ghiaccio e di neve, con camminamenti scavati nel rhiaccio, con ricoveri e baracche anche su monte Mantello. ~· Il San Matteo distava dalle nostre posizioni più avanzate di punta Pedrazzini circa 2 chilometri; il Mantello, anch' esso ben sistemato a difesa, appena 750 metri.
Baracche ml Tresero . « Circa l'azione delle Fanterje - scrisse ancora il FcttarappaSandri - per la stessa natura così particolare della regione d'altissima montagna, non era possibile l'impiego di g randi forze, occorrevano piccoli nuclei ; ma di gente veramente animosa, ottimamente equipaggiata, rolla ad ogni rischio della montagna t: del combattimento, orientata in modo perfetto sullo scopo da raggiungere, il terreno da percorrere, il nemico da percuotere. << I reparti d'attacco fQrono tolti dal hattaglione sciatori << Monte Ortlcr •>: 308~ compagnia e.Id capitano Gino Polh1cci, che da mesi si trovava nella regione del Gavia, completata con ..elementi particolarmente idonei (guide, portatori), tratti dal battaglione " Val d'Orco » e rafforzata d a tutta una com pagnia mitragliatrici del battaglione " Mondo vì )}.
34 2 Con ~1 ucstc 1Tt1ppc, ve nnero costituite cinque colonne di attacco: - r' colo nna: 8 uomi ni, tutti volontari, comandati dal sergente l'icf"ro Ca irni eh Sondrio. Muovendo dalla quota 3:276, a sud del TrL'sern. per il TrL'scro, l:1 punta Pedrazzini , la cresta Dosegì1 San M :1ttrn, clovl'l':1 a11ar c m ; <picst' ultima posizione nem ica frontalmcu lL', '- C:1b11d., Li p:1retc nord - occidentale del massiccio; 2 ' LOlonn:1: 31 Alpini, con il tenente Giovan Battista Comp ,1g11t1111 d . 1 v:il 1-'tirva. Muovendo anch'essa dalle baracche di quota u7'1, ;11·l· , ·a per (om pito di puntare, attraverso la vedretta Dosegì1, :1 11:1 ~d l:1 (r:i Mantello e Sa n Matteo, e da ljUÌ, per la cresta di su<l"''t·,1. ri, alirc all'attacco di quest'ultima posizione nemica; f colon na: 34 Alpini, con il tenente D c Fil ippi da Milano. Muovrndo d:tllc posizioni a sud del Trescro, doveva dapprima aggir.in: di fian co la posizione del Mantello con uno scopo essenzialmente dimnslrativù, per concorrere all'attacco del San Matteo, qualora :l\·o,c ro i~tilo anc he dopo la caduta del Mantello; 4' colonna : 9 uomini , tutti volontari, com andati dal caporal 11i:1ggiorc Ve nturini da Piateda (Sondrio). Marciando prima con la 1·' colonna doveva poi, attraverso b vedretta Dosegù, attaccare front.ilrncntc g li Austria..:i del Mantello; - 5" colonna: _15 uomini, con il tenente Ceccon da Vicenza. Muovendo dalle posizioni di quota 3452, doveva, in concomitanza ,01 1 L1 .f colonna, costringere il nemico alla resa. Per prima doveva cadere la posizion e del Mantello, chè altrimenti il tiro delle sue arti gli erie avrebbe colpito nella sc hiena gli assalitori del San Matteo e quindi ancbbe impedito, od alm eno gravunc ntc ostacolata l'attuaz io ne dell'attacco. Per questo, contro il Mantello era rivolto un vero attacco a tenagli a: -la pattuglia del Vcnturini doveva impegnare di fronte g li Austriaci ; mentre le colonne 3" e 4' avrebbero operato, per terreno 1neno difficile, da sud e da nord. In ri serva restava Ìa 307" compag nia con un plotone ed una sez ione mitragliatrici a q uota p7(i, a sud del Trcsero, con il Comando e due plotoni al passo di valle Umhrina (quota 3f 39). Le posizioni della linea o rdinaria , normale, erano trnutc da altri reparti, senza :1111 nu1to di forza. A Santa Catcri na, rimasta pres.sochè sgucrn ita, do \'(.:,·a SfX>starsi una compagnia dclb riserva del Comando dì settore. ,, Alle 4,:20 le artiglierie di m edio calibro ini ziavano il fuoco, con ubhietti vo la sede dei Comandi, i centri dì \'Ìla del nemico, nonch(.' k ~u<.: pilt importanti comunicazioni. Alle 5,45, <{Uando la visi-
bilità era divenuta sufficiente, le batterie, con l'aggiustamento dd tiro sui vari obbiettivi, passavano alla seconda fase; alle 8,15 alla terza con il tiro di distruzione sul Mantello e poco dopo anche sul San Matteo. Ed intanto i pezzi di piccolo calibro batteva no le vie di comunicazione del nemico, mentre quelli dell'Ercavallo concentravano il fuoco sul Giumella.
TI S,m ,\,fattco.
e< Sebbene spesso ostacolati dalle folate di nebbia, i tiri di distruzione delle artiglierie alle I o erano in pieno sviluppo. La reazione avversaria si limitava a qualche colpa sulla nostra (JUOta 3452. <, Le pattug lie del sergente Caimi e del caporal maggiore Ve ntur ini nella notte avevano cominciata la pcrig liosa marcia d 'avvicinamento. Più tardi s'erano mosse le colonne del De Filippi e dd Ccccon, dirette all'attacco del Mantello da nord a da sud. Quando queste colonne, attravc:rsata la vedretta del D osegù, furono circa a m età ddlc creste che adducono al Man tello, anche il Compag noni partì dalla sua base di quota 3276. Co n quest' ultima colonna procedeva il comandante della 308'1 compagnia, ca pitano Gino Pollacci, cui spctl:i va la direzione immediata dell'azione. li magg iore Caffaratti , con il
344 comandante del gruppo da montagna, capitano Bresciani, pose il suo Comando a punta Dosegù (1 ). ,e Anche b colonna Compagnoni attraversò senza grande difficoltà la vedretta , cf ficacemente protetta dalle artiglierie che battevano con intensità le posizioni nemiche. In tal guisa potè giungere sotto la sella di quota 3505 , tra San Matteo e Mantello. Qui la situazione si aggravò, - perchè la nostra Artiglieria, allo scopo di permettere alle colonne d 'avanzare per cresta all'attacco, dovette allungare il tiro, sicchè gli Austriaci poterono mettere in azione le loro mitragliatrici. « Le colo n ne furono t1u indi obbligate ad arrestarsi: quella del Ceccon :illc rocce ~opra la (1 uota 341r , l'altra del De Filìppi J50 metri a nord della vetta ; rncnlrc gli uomini del Compagnoni si riparavano addossandosi all:1 crcst:1. " L:i pallug li:i del V enturini era partita \'erso le 2. Per un certo tr:itto aveva m arci:110 co n lluella del Caimi, poi, mentre gucst'ultimo conti11ua,·;1 l'a~pro cammino per la difficile cresta che doveva condurlo alla più clic dif lìci lissi ma scalata della parete nord - occidentale.: del S:rn Matteo, vigi l:1ta e difesa dagli Austriaci, il Vcnturini :i\'e,·:i piegato verso sud~ est per seguire la' via più breve, dritto verso l::i mct:1, anche ~e qucst:i vi:i er:1 il torment:ito e scoperto ghi:ic:ci:1io del Dosc-gù, su l quale gli Austriaci nano affacciati come da un gran terrazzo. " E !a mèta era nientemeno che la posizione r affor zata del ~fantello, da attaccarsi d i fronte, non di sorpresa; ma a viva forza, dopo una vera scalata alpi ni stica. Giunto a portata d ' attacco, il Vcnturini dovette sostare sino a quando l'Artiglieria non ebbe allungato il tiro. Allora procedette risoluto sin sotto le difese accessorie del nemico, che trovò pressochè .in tatte. P er ventura, gli Austriaci, storditi dal bombardamento, restavano rifugiati nella caverna che s'erano scavata nel g hiaccio sul versante orientale del Mantello, verso la vedretta di val Piana. <, Le difese accessorie vengono divelte, sca vando il g hiaccio al loro piede, quindi sorpassa te. E continua la difficilissima scalata della parete dritta , a m età rotta da un crepaccio, che quegli acrobati della montagna saltano d'im bal zo. Per esser più sciolti ncì movimenti e (1) li capitano Gino Polbcci, che t:rnta pane ebbe nella bella impresa Jcs.-ritra nel contesto della narrazione, fu professore di botanica all'Università di Pavia. Ettore Ca flaratti i: srnto u no dei più valenti caval ieri del nostro Esercito.
poter subito combattere., gli uomrm non s'erano legati in cordata. ma ognuno procedeva per conto suo, con il moschetto ad armacollo. una mano nel tascapane delle bombe, pronti a lanciarsi sul nemico prima che si riavesse da.Ila sorpresa, non dell 'attacco, ormai arcinoto, ma di tanto ardimento. <l Svelti come camosci, gli uomini del Venturini raggiunsero la cima del Mantello, si gettarono sulla vedetta che s'arrese inebetita, piombarono sulla posizione nemica e ne catturarono tutti i difensori.
Puntn Pedrazzini ( m. 3596) e pizzo Tre.<cro ( m. 3602).
« Alle 11 precise un drappo rosso, segnale convenuto per avvertire dell'avvenuta conquista, sventolava sul Mantello. Sopraggiunse il capitano Pollacci. I prigionieri furono 1 sottufficiale e 2 1 soldati n . L'azione della 2" colonna aveva contribuito alla cattura degli Austriaci pcrchè il tenente Compagnoni, praticissimo dei luoghi, con pochi uomini era riuscito ad oltrepassare b forcella di quota 3505, fra il Mantello ed il San Matteo, s'era appostato tra le rocce alla testata di val Piano e da qui aveva preso a sparare nel la schiena dcgl i Austriaci. « La pattuglia del Caimi intanto, raggiunte le .rocce fra il D osegù ed il San Matteo, vi aveva sostato. « Il Mantello era ancora nelle mani degli Austriaci che di I:', battevano con violente raffiche di mitragliatrici l'accesso al San Mat· Leo. Quindi, ottimamente appoggiata dai cannoni da montag na dd
Tresero e dalla sczi(lnt di n1i1rag lialrici dd tenente Sfodrini, che dalla pu nta Pnlrazzin i s\: r:1 porlal :1 :1v:111ti, sulla cresta, presso a poco all'altezza di t [Uol :1 $4<JO, e di l:'a falci :1\·;1 co n singolare precisione la cima da rnnqui ~l:1rc, l:i p:111ugli:1 del <:aimi riprese l'avanzare insino :1i cn.:pacc io tn111i11:1k d('I g lii:1cciaio, CJ\'(: su~tò per far ~cgno all'Artig lieria d':11l1111 p,:1rc il tiro ( 1). ,, ...... '<''
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,, Mentre i Volontari di l{Utsta 1' colonn~1 stava no scalando la ripidissima parete nord - occide ntale dd San Matteo, gli Alpini del Vcnturini cornptista\'ano, come t:r ora s'è \·eduto, la posi,..ione nemic i del M:.rntcllo. I Volontari seguivano la valorosa condotta dei loro rn rn p:ig ni: vidtro pcrJino b hdf:i d\111 ta le Cossi da F rontale (Boliadore) che, arrivato in cima al tvbntello, aveva :1pcrto un ombrellino :ow>, trov:n1J ;1 S;inta Caterina, e tjuindì tr:.i scivo bto giù, dritto nella ( 1) Lx , ol":uw cr:111<, ,·oll{'µ:11 1: C:ùll I punti J i parlcn za per lllezzo dd filo 1ddo11ico, c·hc nucki di Alpini telcfoni,tì stl:11,l<.:\·:mo a mano a mano che ,·:l\ :1nz:wa ; c1uindi cr:1 c:o~L,1n1:·mc·n1 c .,t abilito u n collcg:nncnt.o t:cldouirn con l'Ani;..:licria. l'crì, le bucric J i pi,colo l'al ihro fecero , .. m prc 11n accompagna11w1110 , i,inu. dir,,11 ,,, <,,,i:i :l ,i, r:i.
pos1z10ne nemica, a lanciar sugli Austriaci esterrefatti le prttnc bombe. « Sospinti da nobilissima emulazione, i bravi del Caimi s'arrampicarono per la ripidissima parete. Per correr sul nemico, quei valorosi montanari compirono, senza saperlo, un vero record alpinisti co, che non sarà mai -- credo - sorpassato. Ansimanti per l'enorme sforzo compiuto, ma ardenti di battaglia, questi altri umili e grandi
Prigionieri catllm itì n tl S,111 ,\latteo.
valorosi della montagna alla fine raggiun sero la cima, dietro il Caimi. Con lui un altro valtellinese, il sergente Della Bosca da Grosio, si aprì la casacca scolorita dalla sferza cli tante tormente, trasse di sul cuore una bandiera tricolorata , pi ccoletta, ma an imata dal palpito di tutti gli insuperati nostri guerrieri della montagna e, con il pug no fermo del montanaro di razza, la piantò sulla vetta conquistata, la più eccelsa di (1uantc mai sieno state guerregg iate; la p iantò con il pugno fermo perchè lassù, Ji fro nte a Dio cd al nemico vinto, dicesse al mondo, non le frasi sonanti e vuote della rettorica inconcludente ; ma una sola parola: quella che ha suscitato, confortato, esaltato i silenziosi della montagna: Italia! •< Le bombe a mano fecero uscir dalla loro tana gli Austriac i che .alzarono le m ani. H San Matteo era nostro: erano lè 11 ,20. Sopr:,g-
giunse poco dopo un altro valoroso, il tenente Compagnoni con i suoi uomini, che dal conqui stato Mantello, arrancando per la cresta ora a salti di roccia, ora coperta di g hiaccio verde, era corso sul San Matteo e l'aveva raggiunto con rapidità ver~1mente meravigliosa. « Subito, con la piccozza, i co11<.1uistatori si diedero a scavare un solco di trincea nel g hiaccio per proteggersi dai viole,ni tiri di Artiglieria e di mitragli:11rici chi (;iumella. Il maggio re Caffaratti giunse
l-11
fapide .;u/ San M atteo .
su l San Matteo in tempo per raccogliere l'ultimo sospiro di coloro che con il sangue avevano consacrata la gloriosa conquista. « A sera i Volontari scesero a Santa Ca terina. " Nell"azione.: 2 nostri Alpini c.:ranu cad uti, 2 soldati feriti ed I ufliciale: il Compagnoni. ,, Gli Austriaci avevano subìtc gravi perdite: oltre ai morti cd ai feriti , 3 sottufficiali e .39 soldati con 3 mitrag liatrici, una bombarda,. un riflettore, fucili, munizioni, materiali diveni. erano caduti nelle nostre m ani. << Gli Alpini improvvisarono una sistemazione difensiva e fecero affluire sulle posizioni conguistate munizioni, viveri e materia li, collegando il San Matteo ed il M.antello con il passo di Cavia.
H9 « Furono scavate nel ghiaccio anche delle gallerie, che dovevano servire come ricovero e che facilitavano le comunicazioni con k vedette. « Purtroppo non fu possibile estendere la conquista anche al Giu mella che, già sgombrato dagli Austriaci, venne poco dopo rioccupato. <( Fu appunto dal Giumella che il 3 settembre il nemico mosse alla riconquista del San Matteo e del Mantello ,1. Ma, se i nostri dovettero allora abba ndonare quelle contese posizioni, il 25 agosto del 1919 noi potemmo collocare sulla vetta del San Matteo questa lapide, che ricorda le gesta del battaglione sciatori « Monte Ortler )> e che venne dedicata alla memoria del capitano Arnaldo Berni:
5° Reggimento Alpini Battaglione Sciatori Monte Ortler Alla gloria del Capitano ARNALDO BERNI e dei Fratelli Soldati d'Italia che col loro sangue co11;acrarono questa uetta contesa e da essa nel sepolcro di ghiaccio vegliano sulle Alpi riconquistate e sulla Patria libera 13 agosto 1918
3 settembre 1918
IX.
DURANTE L'OFFENSIVA AUSTRIACA NEL TRENTINO Nel V ,·olumc di quest"opera abbiamo esposto il piano del von Conrad per la famosa spedizione punitiva, con la quale il nemico si riprom ett eva di sli<Jccm.: nclb pianura, alle spalle del nostro schieramento sull'bon;,.o, ('d abbiamo rico rdato l'eroi smo dimostrato da tutto I'<.:sn cito i II quella circostanz::. 111 t]llt:~to \'Olu111e, partirnl:inm:nte dedicato agli Alpini, ci limitere m o. per ro n segurn za, a ricord a re il \'alidissimo co ntributo dato alla nostr;1 ,·ittorima resi ste n za dai te nac i battaglioni delle nostre truppe da mont ag na e, nel farlo, ci ispireremo alle opere di quegli ,,._ritt.:.r i, ~L..: gi:-i t.ratt.1rùno lu ,tc~,u .1rg0111 c nto ( 1). Come è noto, lo sfondamento ne mico si e ra vc:rifì eato, a mal g rado d ella prima resistenza delle nostre truppe. tra la ValLm,a e la valle dd Brenta. La prima irruzione a mrriaca cr.1 st.ala cHctrnata contro le Zugne ed ìn valle Terragnolo, dove i battag lioni Alpini •.< Monte Berico ,J e <1 Val Leogra " sostenn ero l'urto deg li avversari con grand e valore e vennero costretti a ripiegare su Coni Zug na solta n to dalla grande superiorità delle for ze n emic he. A Malga Zugna, nel settore coma ndato dal colonnello degli Alpini Modena, il battaglione ,, Val d' Adige ,, respinse cinc1ue attacchi ; m e ntre il generale Oro, proveniente anch'egli dagli Alpini, r esisteva tenacemente, con le sue truppe, allo sbarra1"!1ento Agno - Posina, su peraro il <1uale, gli Austriaci avrebbero potuto raggiungere in poche ore Schio. Ma, costretti a sgombrare il Col Santo, la chiave della nostra resistenza di\'c nn e il r:;subio, contro il quale- si accanì particolarmente, com e vedremo, l'ira n emica. Ma i l Pasubio, la cui caduta avrebbe ( 1) I lettori possono rnnsult:i.re in proposito le seguen ti opere: ScHJA!UNl : " L'offensiva austriaca nel Trentino n; 0Ro: ,, Pagine eroiche n; STICCA: « L'opera degli Alpini )); AMHJEO T mn : « T ermopili italiche)),
rappresentato per no i una perdita irreparabile, venne tenaccmcntl' difeso dal.le truppe che l'occupavano e da un battaglione dell a brigata •< Volterra ,i; mentre più a nord, al Coston ed a Costa Agra, il battaglione Alpini ,, Vicenza », dopo avere eroicamente resistito, si rafforzava sulla linea monte Maggio - Coston d ' Arsiero e quindi su monte Toraro, dove vennero a raccogliersi i superstiti di cinque battaglioni Alpini. Mentre la pressione nemica aumentava e gli Austriaci cercavano di affrettare con ogni mezzQ la loro vittoria, ben sapendo che ogni mdugio si sarebbe volto a nostro favore, la resistenza opposta nei primi giorni de.ll'offensiva nemica dalle nostre truppe fu veramente degna della riconoscente ammirazio ne di tutti gli Italiani. Nel settore di Asiago ___,,. ricorda lo Sticca - il battaglione <• Adamello », tra cima Mandriolo e Vezzcna, arrestò un' intera Divisione nemica, salita da Caldooazzo di val Brenta; m a perdette 2 ufficiali morti e 9 feriti. In val Sugana , affidata ad un improvvisato Corpo d 'Armata , guidato dal generale Etna, si oppose agli Austriaci una tenacissima resistenza e si cedette soltanto l'alturetta di fondo valle, monte Armcntera . Stava ivi, a ~t:ltcntrion c di' Borgo, su m ont<:: Saluhio (metri 1817) il battaglione •< Feltrc ,,, che ritroveremo al. Cauriòl ed al Grappa. Essendogli stato ing iunto di portarsi dietro il rio Maso, su monte C ima (m. 2028), lasciò sul posto un ben visibile cartello con la scritta: << Il battaglione (( F eltre >• si ritira per ordine ricevuto, non perchè sconfitto. Se verrete avanti, troverete pane per i vostri denti 11 . E, quando i nemici si provarono contro il monte Cima, vennero ripetutamente respinti. I soldati, m emori dell'impegno assunto, decisi a vendicare il loro comanda nte, tenente colonnello Bozzano, colpito da bomba, si avventarono sul nemico, massacrandolo, e fu necessario frenarli, m entre gridavano come indemoniati: ,, Ve l'avevamo detto che vi aspettavamo quassù l ». Monte C ima divenne il pilastro di destra della nostra resistenza, formando col Pasubio le inva licabili Termopili italiane. Dopo la prima sorpresa per il tentativo d'invasione degli A ustriaci, i nostri non tardarono a rimettersi, ad attacca rsi tenacemente ad ogni appig lio, a porre un argine di petti alla fiumana dil agante. Gli episodi gloriosi di tJudle giornate furono .i nnumerevoli. Gli Alpini e gli Artig lieri da mo ntagna si prodigarono senza limiti, come del resto fecero anche le altre truppe, e col trascorrere dei giorni g li Austriaci videro svanire a poco a poco ogni speranza di vittoria .
35 2
Per la difesa di passo Buole. La gloria delrimme<liata difesa di passo Buole, tra la Vallarsa e ciuella dell' A<lige, spctia, com e abbiamo ricordato nel V volume di t1uest'opera, ai Fanti della brig:1ta << Sicilia » e della brigata << Taro n; ma, qualora si considerino i monti che concorrono a determinare il passo stesso e si inl1u:1dri il tnrrno ne! quale la lotta si svolse più
li pt1sso liuole .
accanita nella zona che Io comprende, si può constatare che la tenacia nel resistere e l'impeto nel contrattaccare,. dei quali, nel difendere il sacro suolo della Patria, diedero prova anche le altre . truppe, non furono inferiori a quelli dei difensori diretti del Buole e che l'eroism o J cgli Alpini fu pari ;.: t!udlu de: Fanti dei reggimenti 61", fo• e
2<q ".
La memoranda resistenza di passo Buole non avrebbe potuto, infatti, cffet1uarsi, se gli Alpini difenso ri del Pasubio non avessero rc;i![ito con tanto vigore agli ;1tlacchi nemici; sc la 35" Divi sione nostra non avesse re~Ìs!Ìio sul Novcgno e se glì Alp ini del battaglio ne n Val d 'Adige )> e del 6° rcggimcnto non aYcssero resistito sulle Zugne e quelli dei battaglioni ,. C ividale ,, e (, Monte Clapìer ,> non avessero respinto g li attacchi austriaci a monte Cimon d'Arsiero.
Il battaglione << Val d ' Adige ,,, con due compag nie di marcia dc.:I 6" reggimento Alpini (una delle quali comandata da Cesare Batti sti), e ra sempre sulle Zugne, impedendo il congiungimento delle colonne avversarie della Vallarsa e della valle dell'Adige a passo Buolc. Tra essi ed il Pasubio, stavano i battaglioni << Exilles )J , <' Levanna " · ,e Monte Cervino J> e << Monte Suello )) . Il 25 maggio i battaglioni « Cividale » (maggiore M. Lanfranco) e <<Clapier )>(maggiore Piovano), del gruppo del colonnello Sapienza. a monte Cimon d'Arsiero tennero testa ad una intera Divisione, cc<lendo soltanto per rinnovare la resistenza sul vicino monte Cavogio. Il << Suello>> vide cadere a monte Maggio il proprio comandante, capitano Venini (medaglia d' oro). Poi anche il maggiore Lanfranco, dopo aver dovuto ripiegare a monte Giove, quasi a ridosso di Schio, colpito da un proiettile, cadde sul campo. Sullo stesso monte, a Busc cd a Schiri, combatteva il battaglione << Val Natisone » (che fermò il nemico anche con vigorosi contrattacchi e meritò la medaglia d'argento al valore) e s'impegnava il battaglione <( Clapier n che, costretto a ripiegare dal monte Pria Forà, trovò ancora l'energia di contrattaccare il nemico per ricony_uistarlo. Il g ruppo del colonnello Barrn (batta_glioni « Argentera )• , (< Morbegno », r, Val Maira >) e <( Monviso >•), che collegava la difesa della conca di Asiago con quella di val Brenta, dopo numerosi corpo a corpo, si arrestava, decimato, sulla linea Gallio - Melette - monte Fior monte Castelgomberto, dove arrivarono dalla Carnia anche i battaglioni << Saccarello )) e (< Cenischia », costretti ad impegnarsi subito. Più su, il 2 giugno, i battaglioni « Monviso,, e ,< Morbegno ,, tentarono di ricupera re il monte SbarbataI; m a un intenso bombardamento li ricacciò indietro e lo stesso successe al battaglione << Saccarello >> che, col 14° reggimento Bersaglieri, attaccava monte Cimon di Nos. Dopo ben dieci assalti <.lovette, però, rinunziarvi cd inutilmente ritentò l'azione il giorno dopo. Tuttavia, succeduto al Barco, nel comando <lei Gruppo, il colonnello Stringa, gli Alpini inflissero al nemico gravissime perdite. Tra i nostri cadde il maggiore Pasquali, com andante il battaglione << Monviso >>, insieme ai capitani Re e Nasalli-Rocca ed al cappellano don Robhiano . E, sebbene più a sud la situazione apparisse disperata, perchè l'invasore, con la presa di mon·:e Cengio, incombeva ormai sulla valle ddl 'Astico, si aveva gi;1 l'impressione che gli Austriaci non a vessero la possibilità c.li prog redire ancora. Infatti la presa de l Ccngio aveva imposto loro la perdita d i migliaia di uomini e gli Alpini erano sempre pronti a riconl]Uista rln. 25.
154 C he dire.: dei mirabili atti di va lo n: indi viduali ? A monte Cimon dei Lag hi il ~otlotcnrn tc Longa del « Clapier ,,, accerchiato, non si :1rrrn: ; 111:1 si h11ttt\ coi ., upcrstiti fra i dirupi e raggiunse il suo batta~lio11c. Lo stc.:~~<J k ct: ro il capitano Gracco ed il tenente Faldclla a mo nte.: Bistorte /\ Forn i Alti il capitano Casa lasciò avvicinare il nemico ~ino :1 11ocli i metri sc.:nz:1 sparare un colpo ; poi con le. bombe a 111:1110 lo rc,11in ~e. A cima Mandriolo il sottotenente Solni , trentino. pi111 to, 111 d i :1rrcndcr~i, rinunziò alla gio\·ane \·it.t.
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1110110 l'intuizione dell'indebolimento delle forze nemiche b .1 1 continuù rin vigorirsi dclk no~trc ~i multi in fiducio~a
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Ct"rl l 'Zi'.:1.
l.,1 fin e della famosa " spedi z ione punitiva ,, , concepita dal von Conr:id cd alla quale noi rispondemmo con la conquista di Gorizia, :t \' t:\':t b ~ciato ancora agli Amtr iaci t!ualche posizione, a noi strapp:1t a col primo impeto della tentata invasione. Era , quindi , necessario dic una volta superata la pro va più g ra ve noi togliessimo al nemico .111che i pochissimi vant:1ggi acqui stati con 1111 così g r;1v(· sacrifrzio di sang ue. Tale necessità appari va ancora pit1 evidente in certi tratti del fronte tridentino, nei quali gli Au stri aci erano riusciti ad incunc:1rsi e· dai quali, dnpo avere siqematc :i difc~a le posizioni ragg iunte, dimostravano ancora qualche velleit ;1 offensiva. A render vani ! tentativi del nemirn cd a ritogliergl i anche g li ultimi lembi dd territorio già conquistato, pro\'vidern. insieme alk nostre belle brigate di Fanti , i battaglioni Alpini. Infatti l' " Argentera ,> n l il " Morbegno ., respinsero gli attacchi te111ati contro monte Spill , infliggendo al nemico perdite sanguinose, tanto c he il 7 giug no 1916, sul fronte della sola 45'' compagnia del battaglione " Morbegno ,, , si poterono contare 250 cada\'eri di Austriaci. Ancora il ,. Mnrbegr10 ,,, con u n:i co mpagnia del battaglione " Val Mai ra '> cd una del <( Monviw >) . tentò di o pporsi ad un attacco a Fior cd a C 1stelgomberto, sia pure con una fortuna assai inferiore alle virtù militari dimostrate, anche in quella occasione, dai nostri 5o ldati dell a mo nta gna. I battaglioni ,, Clapic::r ,, , " Matajur '"•, (, Cividale ,, e (< Natisone >•, co n la '.~5~ Divisione del generale Petitti, respinsero, il 1 2 giugno, un forte attacco austriaco contro le nostre posiz ioni e specialmente cont rn Pria Forà ; attacco che venn e rinnovato con magg iori forze il
{5 5 giorno dopo; ma sempre inutilmente, data la valida resistenza dei nostri Alpini, che si batterono disperatamente, con ogni mezzo, in ·furiosi corpo a corpo, hnehè il battaglione (( Val Natisone )> passi'> al co ntrattacco al passo di Carnpedello. Anche tutto il gruppo del colonnello Stringa, composto dai battaglioni u Saccarello ))' << Monviso ,,, " Cenischia ", « Morbegno ,,.
/...<1 zon<1 del passo di Buole.
,, Bassano » e ,, Sette Comuni ,>, ancia.va alla rivincita e fece di tutto per rioccupare il territorio perduto nel mese di maggio. Il battaglione ' i Morbegno n rioccupò la Marcesi na; il " Bassano » Malga Fossetta ; il <( Cervino )) si spinse verso Alberghetti ; il battaglione « Sette Comuni '> riuscì a riocrnpare i Castelloni di San Marco ; il ,, Saccarello », con qualche reparto del Mondovì l', monte M agarè; il << Ceni-· schia n la Caldiera; il t< Vicenza 1) monte Parmesan. Tutti i reparti Alpini gareggiarono in valore e si dimostrarono impazienti di togliere al nemico anche g li ultimi va ntaggi conseguiti ed, il 25 giu<(
g no, \·c11ncro da noi rioccupati le ManJrictle, le Melcttc cd il Ccn(rio : me ntre il hatt;1 .gfo J11c " Aost;1 ), !)otcva ritornare vittoriosame nte :, a Zug 11;1 Tort ;1, anche se il suo comandante,_l'eroico maggiore T esta: Fochi, \'enne gr.1,·rn1c111 c ferito durante l'azione. li 2H giugno il hall:1glionc ,< Clapicr ;, rioccupc\ monte Scg~ila; men tre in v:il S11g:111:1, il C ruppo del colonnello Ragni, costituito dai
Pa11or:1ma della crocetta di Gallìu
b:tttaglioni <· Monte Rosa ,,, « lntra ", " Pa\·io n c -.. e ,, Feltrc ,, cd il Cruppo del colonnello R:unb:ildi, coi b:maglio n: ,, Brenta ,, e ,. Val Cisrnon .,, riuscivano ad impadron ir si del passo di Cin(]UC Croci e della cresta di Prima Lunclla. Dun1 n11uc ia vittoria sorrideva alle nostre armi e sì ra ffon:avano le ricont1ui\t;1tc posizioni a f tìdate agli Al pini; m entre si stava per a ttu:m.: la m:lllm'fa ce ntrale, per la qual e, ri solvendo n on facili prohle111 i logistici, quelle stesse truppe, c he aveva no resistito con tanta tc n:1cia all'invasion e aust riaca nel Tre nti no. veni vano autotrasportate \C rso l' Isonzo.
Vi7
Sul Cauriol. Mentre si preparava la sospirata liberazione di Gorizia , gli Alpini preparavano ed effettuavano la conqui sta di monte Caurio l (m. 2495), che fu, senza dubbio, una delle più difficili e delle più gloriose per i nostri bravi soldati del la montagna. Come ancora ri-
Il C,111rìol in fondo
11
vul di
Fa.iitl.
corda un canto di guerra dei nostri Al pini, l'impresa venne preparata dal generale Satta-Scmidei. Il Cauriol, ergendosi tra il Brenta e l'Avisio, tra la Forcella Sedole ed il monte Colrotondo, rappresentava un'importante posizione ed un notevole ostacolo verso Trento, molto più che gli Austriaci lo avevano fortificato e lo presidiavano fortemente. Angelo Manaresi (1) cos.Ì ricorda le caratteristiche del Cauriol : <( La vedemmo, questa cima, erta sopra di noi, coi. suoi denti aguzz i e coi suo terrazz i di roccia, superba e sob , elevantesi sulla cresta roc( 1 )·
M.-\~ ,\REsr:
<<
Alla conqui sta del Cauriol
n.
ciosa, yuasi inaccessibile a piede umano. L'impresa sembrava follia: se difficile.: sembrava :inchc la semplice scalata, pazzesco parev:1 il ront1ui ~t:1rla sotto il fuoco nrmico. A lla difficile impresa venne destinato il li;1t1aglio11c ,, Fcltrr ,, , comandato da] capitano Nasci e coadiu v:110 dal hatt :1glionr .. Val Brenta "· .. I I :q :1gosto la compagnia del capitano Carlo Basile attaccò .111':tlli:1: 111:1 i11111ilmcntr, poichè, pur avendo raggiunti in ripetuti a~~a lti per l>rn trr volte i primi coston i dd monte, fu costretta a ripie/!:irc d:1i rinc:11:,.i :1ustriaci accorsi al contrattacco, data la particolare i111por1.111 za dd Cauriol. " Il tcnlatirn venne rinnovato il giorno 27 ed, all ' uopo, vennen, ral.'\:o lt i i s11p<:rsl iti e sgombrati i feriti. Gli Alpini sapevano che hisog11:1v:1: 11 ri11un1.iarc alla mèta o compiere uno sforzo supremo per 1.·nl1\rg11irc la vittoria. Appoggiato dal fuoco della 5" batteria da mon1.,gn:i, il disperato attacco venne effettuato per la quarta volta e fìnal111c111c riuscì. ,. Tutti i tentativi compiuti, nei giorni successivi, dagli Austriaci per ~tr:ippare ai nostri la cima del Cauriol vennero respinti con eroica trnaci:1 anche dal battaglione « V;il Brenta ·· , che fu cost retto. col .. F,·ltrt· ", a nrntrattaccue ripetut:imente il nemico. Co!\Ì il C:turio! ri mase. per oltre un anno, in nostro possesso e nun venne ahbandon;1to che dopo l'immeritata sconfitta di Caporetto. ,. li capitano Nasci venne promosso maggiore per merito d i guerra
1, .
Sul Rombon. Alla meù del settembre del h)t6. dopo quasi un anno dal primo insuccesso, i nostri Alpi ni tentarono nuovamente la conq uista del Rombon , sull'alto l ~onzo. Situato a nord ddla conca di Plezzo, il inunte aveva una panicol:m: impo rtanza pcrchè il ~uu puss..:ssu, i11\Ìcme a quello dd Javorcek. conscntiv:1 agli Au striaci il dominio della cCtnca stessa. Come abbiamo gi:1 accennato, il Rombo n era stato ripetutamemc attaccato nell 'agosto e nel settembre del r91'i dalle truppe del batta).!l ionc speciale Bes. formato da due compagnie del ,, Ceva ,, e da due ..:ornpagnic citi " Pieve di Tcco "· li battaglione Bes era riuscito ad impadronirsi del Kukla cd a completare Ìa conqui~ta del Rombon era star o tenta to un m1ovo attaccc; con forze su·,;erior; I battaglioni
Vi 'J Alpini <• Vall'Ellcro », (, Pieve di Teco ,;, ,, Bes ,; e,, Sassi ,, (1)1 : m .1. fallita la sorpresa, dopo aver conquistato il Romboncino e la pri111 :1 punta del Rombon, per la tenace resistenza e per i violenti contrat tacchi austri aci, i nostri battaglioni avevano dovuto ripi egare. Anche nel mese di settembre l'attacco al Romlxm era stato ritrn tato senza raggiungere le mète spe rate ed anche monte Kukla era sta to rioccupato d ag li Austriaci nel febbraio del 1916, per ve nire riconqui ~tato dal •< Saluzzo ,, e dal <( Bassano h nel ma<nTio dello stesso anno. bb Al nuovo attacco per la conquista del Rombon, nel settembre del r916, parteciparono i battag lio ni Alpin i <, Saluzzo ;, (maggiore E. Barbieri), ,, Borgo San Dalmazzo ,, (maggior e Morelli), « Bicocca )) (maggiore Giacoma-Bottolat), ,, Ceva >• (maggiore Trinchicri), " Vestone >> (maggiore Campesato), "Vai Camonica;, ( magg iore Bemtssi): tutti al comando d e l tenen te colon nello Alliney. L 'impresa doveva venire effettuata con l'aiuto della sorpresa; ma i nostri preparalivì dovettero sen za dubb io destare l'attenzion e del vig ile nemico, che si dimostrò ben preparato alla difesa. Doveva no operare a sinistra , fra la pu nta R ombon (m . 2208) e la Colletta d e i Pini, i battag Iioni ,, Ceva ,, e << Bicocca )) ed a d estra iI ., Borgo San D.1lm:izzo ", il " Saluzzo " cd il " Val Catnrrnic i ,.. Il battaglione <' Vestone " costituiva la riserva. D opo una preparazione dell'Artiglieria durata due ore, gli Alpini attaccarono; ma g li Austriaci, che non avevano risposto ai tiri dei n ostri c:rnnoni, li accobero co n un in tenso fuoco che ci inflisse perdite gravi. Tuttavia l'attacco venne conti nuato e c1ualche obbiettivo ragg iunto; ma, caduto il Gi:~coma-Rottolai-, comandante la coionna di sinistra, caduto il maggiore Morelli con altri 20 ufficiali , ripetutamente ferito il maggiore Barbieri, posti fuo r i combat timen to altri 50 ufficiali cd un migli aio di Alpini, i nostri dovett ero ripiegare cd i loro progressi si limitarono all'avanzata per circa 50 metri della nostra sini stra. Cosl il grand e valorc d imostrato dai nostri Alpini :inchc in qu esta ci rcostanza non venne compensato d al m eritato successo; molto più che anche l'azio ne con com itante, tentata con tro la sellet ta di ~uota 1317 dai battaglioni ,, Tirano•>, •< Stelvio )• e « Valtellina », no n potè raggiungere la mèta.
(1) Detto così dal nome del comandante Tn dh: 1.ti si tratta del hatt;t glionc " Pieve di ·r eco " hi s. che da ll 'ago\ to n.115 al febb ra io 1'! 1(, l•pcr,, sempre nella zona della q uale 1.-:.m asi.
Sul Pasubio. A cliffcrrn z.a di altre ver te, il Pasubio era st:ito occupaw dai nostri Alpini nei primi giorn i cldla guerr:1. Aveva compiuto l'impresa il battag lione ,, Val Lcogra ,, . il quale, a m algrado dell e difficoltà oppo~lc da l tcrrrno e dallt: condi 1,ioni atmosferiche, aveva raggiunto la vetta e si era spi nto tino a dominare il T erragnolo e Rovereto. L'occupazio-nc ckl Pasubio ci era riuscita preziosa durame r offcnsiva austriaca del maggio 1916 pcrchè il mo nte costitui \·a uno dei cardini della nostra difesa per impedire al nem ico di raggiungere la pianura vicentina. Dopo una tenace n:~istcnza, i baltaglioni Alprni ·· Val Leogr:1 ,, c ,, Berìco " avevano osti11at.1 111 cnlt' difeso
h ,·:-d l e T err:1!-~nol o ed il
Cui Samo ed avevano dovuto ripiegare, dopo an:rc .rnbìto gravi perdite, ml Pa'1i'iio. La Jiksa venne d(enuata dal 18 al 20 marzo ,oi superstit i del battaglione ,, Val Lcogra •,, ch e aveva no già combatL, ,,ma ,Id JJa.,ubio. tuto, insieme a\ ,, J\1o nte Berico )>, a Malga Sarte cd a Malga Bitone, :il di fa del passo della Borcola, sull'ultima 1inca del Pasubio: Porte - Forni Alti- Malga Campigli a. Bisognava ad ogni costo arre~r,1re l'ondata degli inva~--ori su qudla linea, oltre la yuak già si offri\'ano :igli Austriaci tutte le promesse della pianura ed il nemico, bcnchè avc.sse .sottoposto le nostre posizioni a violenl i bombardamenti con le sue artigl ierie cd a ripetuti attacchi , no n riuscì a pa~~are. Erano accorsi intanto .sul Past1bio i battaglioni " Exilles ,, . ,, Monte Cervino ,,, ,, Levanna ,, e « Monte Suello ,, col VI Gruppo A lpini , al comando del colonndlo Cioppi, ed i Fa nti del generale Papa; e gli Austriaci ve nnero respinti cd inseguiti : ma continuava no a mi-
nacciarci dal Cosmagnon, dal quale la loro Artiglic.:ria i111crrrnn1H:\·:1 le nostre comunicazioni e smantellava le nostre opere difen sive. La linea occupata d al nemico andava da quota 2043 della Lora ,tlla sci letta fra i due Denti e qu indi , piegando a nord - est, scendeva fino a quota 1707, sulla costa d i Borcola.
li nostro Comando decise di attaccarla il ro settembre. li settore d'attacco assegnato agli Alpini corrispondeva alle posizioni austriache da quota 2043 al Dente compreso . La Fanteria di linea doveva attaccare il resto del fronte n emico. Per <-1uamo riguarda gli Alpini dovevano partecipare aìrazionc i battaglioni << Exilles )•, << Monte Cervino j ) ' v Suello,,, ,, Vicen za ·., . ,, Berico >', ai quali si era aggiunto anche il g lorioso battagliom: ci Aosta •> , comandato dal maggiore Testa-Fochi, appena guarito da una ferita riportata a Zugna Torta, e che doveva, l'anno dopo, restare vittima di una frana presso il passo della Lora. Il IO settembre i tiri dì preparazione della nostra Artiglìcria er:-ino sta ti ostacolati da!b neb!)i:1 e eo n erano riusciti a dan neggiare k difese accessorie nemi ch e; cosicchè, L!lla11Jo gli Alpini atlacc;mH10 sotto la guida del Testa-Fochi col battaglione <( Aosta •,, sostenuto dall' « Exilles ), a destra e dal " Vicen za ,> a sinistra, i reticolai i nemici vennero trovati intatt i. L' v Aosta )' doveva puntare contro il Panettone ed il " Vicenza ,, contro quota 1985; m a l'im peto dei due battaglioni s'infranse co nt ro i reticolati, sui quali caddero , purtroppo invano, il sottotenente Cioja, i tenenti Angori, Calderoni , Mogino, il capi tano Beltricco; mentre veniva fe rito anche il maggiore T esta-Fochi. · Tuttavia l'azione ven ne proseguita; ma inutilmente e, durante la notte sull'u settembre, i superstiti furono costretti a tornare sull e lince di partenza. Così Luigi R cgazzola, con dtìcacissimc parole, descrisse l'inutilé attacco (1) : 1< Notte tenebrosa. T en<lc a mmassate su ro vesci ripidi, alzate il dì prima su piazzole vecc hie, franose, franate. Notte. Tre ore. Sveg lia ( 1)
Cfr. Lnc;1
RECAZZoLA:
«
li Pasuhio ,,.
nel
volume ,. T Verdi
>)
di
Rt:11:;,;o B occARm.
Per i comhattimcnti .5ul P:isuliio si consultino a nche: ~ul Pasubio ,·,, CAMl'A1';\: ,, Sul P asubio 1• .
MARIAN I: ,. U 11
:1111111
pc~antc di ~o nno, d'acqu:1, di 11chl,1.1 . l'1n l1 l hc non vogliono entrare
nelle scarpe madide cl'aup1:1, 11('1 l,11 10. P:1nc11za di compagnie che sono convogli, carichi di 111110 lit', t l1e ì.· ,t:110 p relevato, oltre che del proprio peso. E' 11C.:hhi:1 fitt.1, i11q,c111 ·1r:1liilc nella notte. Ricerca :1fL111nosa della vi:1, 1g1101.1 ., 11111i ,, q11 .1~i. fr;1 k gibbosit~ uguali elci terreno. Incroci di «>11111111· .11 li.111.1glio ni marcianti , assonnati , verso le zone di :111 1111.1 " ,111 1<·111, ,. ( ·.111 il ,i :illc Fallterie nelle trincee. f ,'igno-
inturno, con la nchbia c:,aspcrantc. Fii1:dmclltc. nella pri111.1 chiarit;1 dcll'.ill>a , nelle tri ncee, nei cam111 inamt 11ti, nelle cavern e, re parti. 11o mn su uom o, in attc,:1 dd desti no. immohili , ncll'atl<init:1 rassegnazinne dd l'offen:1. 10
gc 11 k , furi bondo, folle, ~c- 11 1.:1 voce, disperato. Possente come u11:1 vabng:1, g iun ge ai rc1 icolat i in tatti e YÌ ~i ablianc ncll'impno stcs~o. L\ 2· ~cl ,ia ntaln, )troncato , stritolalo in un a llimo. Preso tr:1 mcroci di mit raglia, (ul,nin:lio in pieno d all'Artiglieria , sperdu to nella ccc it:1 an~osciosa delL1 nebbia, sdsr:1, 11ìcg:1, cl:ì ancor:1 smsulti e, fermo sul pmto, ~i ahli:rtt<.:. Finito. ,. Poi il ncrn ico ride di noi e dei nm trì p<>n -r1 morti. .. (Ju:m ti: T roppi per contarli .
e, Un reparto fortunato e temerario se merpicato ~ul l>c11tr e ,., ticn piede. Vi resiste, in uno slancio divino di immolazio ne e d 'ol ferta, colto tra quattro fuochi, furibondo contro il fata le so\'crchi ~1rc dei contrattacchr, circondato, sublime nella tremula luminosil :1 horeale dei razzi, lino all'alba. (< L 'alba vede pochi uomini inebetiti, tornati nelle 1ri nu :e Ji partenza. Vede su quell'altare teorie senza fine di morti. Vede. Pcrch~con l'alba è venuto il vento ed è tornato il sole. ({ Morti del IO settembre, pace! << Questo altare, più che altri altari, è divenuto per Voi rogo rn-
tivo propiziatore. « La morte, che vi parve inutile e vana, è assurta alle forme e( celse che sono le motri~i ciel mondo. "Beneficare .in disperazione". Questa è la grande legge mistica che governa gl i spiriti. Quanto pit1 disperata l'offerta, tanto pit1 cos picui i frutti " ·
Soltanto un m ese d opo, nelle gloriose giornate dal 9 a.1 19 uttuhre, fu possibile vendicare i mun1 del I o settembre. Al nuovo attacco rnnrnrsero 9 battaglioni Alpin i : (, Val Maira ,• . •<Exilles )) ' "Aosta )•, ,, Cnvino ,, , ,, Val Toce ", ,, Suello,,, " Adamello r,, ù Valle Adige », ,, Mo nte Berico ,, ed anche questa volt.i l'azione venne iniz iata dal oallaglione e, Aosta 1, e dal hattaglio 11t ,, Monte Snello "; m:i, per la \'iolcnta reazione del nemico, non ehhe successo. Venne ripresa il 10 e r ,( Aosta n riuscì ad affermarsi sul Panettone e ad occupare quota 1985 (41 ~ compagnia) cd il Sogi (42'' compagnia); mentre il Gruppo misto del tenente colonnello Pietra, costituito dai battaglioni Alpini " Val Tocc >• cd " Adamello ,, e da un battaglione di Bersaglieri ciclisti, conquistè, la quota 20 1 ~Durante f'azion c cadde Sl;I ca mpo, colpito una gra 11~1ta nemica. il colonnello Cioppi, a ll a cui memoria venne conferita la mcd:1-
da
glia d 'oro. Dopo altri tentativi del battaglione ,, Adamello ", il battaglione « Aosta ,, riuscì a cont1uistarc parte del Dente del P~1suhio il giornu 17 ottobre ; m a il gio rno dopo un violento contrattacco nemi co lo costrinse a retrocedere. Bcnchè decimato e ridotto a 111<:110 di un :1 compagnia, nella notte sul 19 ottobre f ',, Aosta,, riuscì a respinge re tre attacchi aust riaci ; poi, visto l'insuccesso sul resto dd fron te . do-
np1cg:1rc. 1:i ~ci:1ndo ;111cc,ra :il 11 cm1c<J il Dente, gù qu asi con1p11~1:11 0. Prr 11'1 c~1·.11.1om· .il h:1tt:iglicJ11c ,. J\rnta 11 fu conferita la meda" li:1 11'.1111c11tc1 n l il 111 .1gt•ion· T n ta-Fochi ve nne promosso tenente ;~,l11111wll~ 11n 111n itc 1 cli !~~1nra e dcqinato al comando del V Grupp11 1\1111111 . \Tilt:
/ prì;;i'o11iei Ì Cillt11r111i d,1xìi .·// p111i.
L1 lotta iÌnÌ in una 11nprovvis;1 tormcnca di neve; ma essa era servita a liberare la Valla rsa lino :i Fosc i cd a portare la nostra m inaccia sul fianco del Roitc. Anc he per questo secondo attacco lasciamo b parob al Rt.:gazzob: · .. ~ove: b;itt:igl ioni Alpin i ne!!'nione, due brigate di Fanteria, due h:tttaglioni di Bersaglieri. ,. La linea del settembre. li Lcmpo radiow. Fede nei cuori. Bombardamento immane. Ri spmta violenta dell'Artiglieria nemica. Vuoti g ravi nei reparti ammassati. Scatto dei battaglioni ndl'<::11tu siasmo pc! bombardamento, vì~ihilrncntc rnpcrbo. Primi Savoia! Prime urla di vi ttoria. La linea dall a Lora al Dente caduta. Le nostre truppe :1vanzanti su tutt<.i l'altopiano del Cosmagnon . Prigionieri, mitragliatrici. cannoni pre:,i al nemico. Succc~~ivi o rdi ni di trincee espugnati
con slancio magnifico. 1 nostri sotto il Roi tc. Perdite g ravi : in., I., vittoria è nostra. « Sul Dente gli Alpini sono impegnati a fo ndo. Sono gi unli d i sbalzo ad occupare più di m età del pianoro che sovrasta la posizio ne nemica. Ma il Dente è una tana di vipere. E' forato nelle viscere da infinite caverne e cavernctte, che sbocca no in ogni direzione all a superficie. Ovunque e comunque c'è l'agguato alle spalle. I ploton i si seguono senza posa e senza posa sono ingoiati. Pure gli Alpini no n mollano. Metà a noi, metà al n emico. Coi denti. « Visto clic non si molla, il nemico fa piazza pulita sul D ente. Concentramento cli artiglierie di tutti i calibri. Dopo mezz'ora no n son rimasti nemmeno i morti lassù. Gli Austriaci sono intanati. « Comincia il rosario. Tiro dei nostri, infe rnale, furibo ndo. Ri torno tenace dei battaglioni tolti uno a uno dal piano, ormai conquistato, del Cosmagnon. Assalti venti volte ripetuti, venti volte vittoriosi, venti volte vani. Eroici prodigi de11'8" batteria del 2 " r eggimento da montag na. U na compagnia di Alpini scala la parete occidentale a picco. Il nemico lascia salire fi n quasi in cresta e poi , con le mitragliatrici nascoste in caverne della « Casermetta difensiva ", stacca uno per uno gli Alpini e li precipita nd vuoto. lJn lx1ltagliv11c vola sul Dente e si la nci:1 oltre, sulla Sella, fra Dente e Casermetta, per tentare di sommergere il. m ostro. Ma dalle visce re escono alle spalle j nemici, si scatena la mitraglia e gli Alpini pagano il gesto con la vit:1. {< Così ogni g io rno, fino al r9, Alpi ni e Fanti della brigata <( Liguria i> . « Il g iorno 19 l'ultima compag nia alpina capace ancora di com battere riceve l'ordine d i ritentare l'assalto. M a una tormenta improvvisa e violenta pone fine a lla lotta. << Sull'altare la neve copre i feriti, i m orti, le cose. Nelle viscere della m ontagna l'uomo cerca le vie per gi ungere àl n em.ico e fi nirlo,,.
Nel 1918 erano stati ri uniti sul Pasubio 10 liattaglivni Alpini pe r una nuova ripresa offensiva; m:i l'azione venne sospesa dopo l'Ortigara, dove, com e è not<J e com e vedrem o, le nostre g loriose Fiamme Verd i trovaro no il loro Calvario. A ppunto presso il P asubio il ro lugl io l <)l6, dopo che il h:itt:i g lio ne (( Vicenza)) si er a im padronito di monte Corno (m . .200(1).
d1l' do\'\.: ,·:1, purt ro ppo. :1bh:indonan: il g iorno dopo per i violenti e ripet ut i con tr:111:ir d1i ;1 11 ~1riaci, \Tnnern presi prigionieri Cesare Bat1i,1i t· F:1lii11 Fil zi, l'l"CIÌ( i rnlontari irr(:'(k nti, che avremo occasione di ri,ord:1rl' nel I X vol11111c di quest'opera e che, condannati per alto 1r:1dirrn:1110, ro 111rih11irono, coi' loro martirio, a rendere in noi ancora p1ì1 dt'Ch:1 l.1 \'!1 111111:'i di vincere: il ~ccolare nemico. <)11.1, 1 .1 ,Tn1li rarc il Battisti ed il Filzi, il giorno dopo la loro , .11111r.1. , l' ll i, .1 f .11 la hrilbrc: la grande mina preparata sotto il Castcllt- 11 1,, ndk To(;1nc. dai ~oldati del Genio e dai nostri Alpini e la c ima del 111u111 c ,.dt :1\':1 in :1ria, insieme agli Austriaci che la presidiava no.
X.
IL VODICE E L'ORTIGARA
Poichè, nel volume V di quest'opera, abbiamo già esposto le operazioni svoltesi sul fronte italo-austriaco durante la guerra 1915-18 ed abbi::imo ricordato le diverse battaglie dell'Jsonzo, nel present e ,·olume ci siamo limitati a mettere nel dovuto rilievo quegli episodi nei quali, durante le prime nove battaglie, l'intervento dei nostri Alpini apparve più decisivo ed il loro valore superò le prove più ardue. Nel rievocare la partecipazione degli Alpini alla conquista del Vodice, cercheremo ora di inquadrare i loro successi in modo da mettere in evidenza anche le relazioni delle loro gesta con k azioni svolte da tutte le altre truppe del nostro esercito nella decima battaglia del l'Isonzo. Dopo il convegno di Chantilly del novembre 1916, gli Alleati avevano tenuto una nuova riunione a Roma nei giorni 6. 7 ed 8 ge nnaio del 1917 e ad essa avevano partecipato: per l'Italia i generali Cadorna, Marrone e Dallolio ed il Ministro degli Esteri Sonnino; per la Francia i generali Foch, Lyautey e Sarrail col Ministro Briand ; per l'Inghilterra i generali Wilson, Milner e Robertson con Lloyd George ; per la Russia il generale Galizine. Lloyd George aveva esposto il progetto, già più volte proposto dal Cadorna fin dall ' inizio della guerra, di concentrare gli sforzi contro l'Austria, che " minacciata su tre lati , avrebbe indubbiamente finito col cedere ,,. Il Ministro francese Briand espresse però un parere diverso c. come scrisse in proposito lo stesso Lloyd George, « la campagna itaìiana del 1917 fu la migliore illustrazione delle difficoltà che un";tl leanza militare di nazioni indipendenti incontra nel formulan: un piano d'azione comune, per la cui esecuzione la fronte di questa o di quella nazione alleata deve avere, in un dato momento, la priori t:'1 "· Il Cadorna, ancora una volta deluso, scriveva il 17 ge nnaio a l nostro Ministro degli Esteri: " Se si raggiungesse Trieste e, pit1 an-
cora , ~e ci si affacciasse alk Alpi Gi ulie minacciando la linea della Sav;i, tali progressi avrebbero una portata decisiva: sia nel provocare una grave crisi ndla Monarchia austro-ungarica; sia nel richiamare sulh1 fronte G iulia il ccmro di gravità delle operazioni dell'a vversario, ìmponrndogli cmì b nostr:1 volontà . .. L\ :scrci to italiano non aveva tutti i mezzi necessa ri per condurre un:1 cmì potente offensiva ed il concorso degli Alleati era ind ispcn,:ihilc per :it tacc m: a fondo sulle Alpi Giulie e poter raggiunt-crc l'ohhietti,·o crn nune ... , M :1, rn 11 w ~i ì.: gi:1 detto, al convegno di Roma Briand non aveva :1pprn \':t lt1 il progetto Lloyd Gcorgc, il l!uale, nelle sue " Memorie ", rirn rda in proposito che il generale Rohertson riteneva un errore man1br e Di, i~iorri i11gln i in Itali a e che anche le autorità milita ri francesi erano contr:tri c :i: 1 inviare tru ppe sulla nostra fronte. ,\llc ,r:1 il Cadorna decise, come è detto nella sua ,, Nota per le pro,~ime operazioni ,, com pilata il 7 marzo, che <.i :,i noi no n con veni va impcgn:1rci in un'a;,,ionc a fondo sull a fro nte Giulia fino a quando non fossero impegn:!li in gra ndi operazioni offensiYe e difensive tull i gl i c,nciti e fino a che l'avanzarsi della buona stagione e l'assc nz:1 di g randi preparativi di attacco nel Trentino non rli1no.;i·ra~~e ro l:.1 rinunzia del nemico a ripetere Li Straf-expedition •>. Infatti. soltanto clo1x> che i Franco - Inglesi aveva no impegnato b grandc- offen siva dcli' A ime, che gli Inglesi a\'evano iniz i:1to, nel maggio, la bat taglia delle Fiandre, il C:idorna decise la prim a delle tre offensive da noi effettuate nd 191 7 e che p resero rispettivamente il nome di decima battaglia Jdl'lsonzo (t2 maggio - 8 g iugno), di battaglia ddl'Ortigara (ro - 29 giugno) e di battaglia della Bainsizza ( 17 agosto - 12 settembre).
.
La conqu ista del Vodicc. Dopo una lu nga preparazione di Artiglieria su tutta la fronte da Tolmino al mare, per lascia re g li Austriaci nell' incertezza circa i nostri veri obbietti,·ì, il ge nerale Capello, comandante la zona di Goriz ia, coi Corpi d ' Armata II, VI, V lll e col XX IV in ri serva, avrebbe dovu to attaccarè ;1 11onl di Gori zia , sulla fronte monte Cucco - Vociicc - mo nte Santo : ment re l'al:i sinistra della sua Armata di formazinne anebhe dovuto passare l' Isonzo fra L oga e: Bodrcz. per costi · tu irc al di là del fiume una testa di ponte.
Durante l'inverno del 1916 e la primavera del 1917 cr:1110 ~,.111 fatti i preparativi necessari e, per quanto riguarda gli Alpini, i Grup pi avevano avuto 1n parte nuove formazioni e nuove Jisluc;1;,.io11 i. Infatti era stato formato in Carnia un nuovo Gruppo coi battaglioni « Val Varaita », <( Monte Granero ,,, .. Val Pellice )) e << Moncenisio n , al comando del colonnello Boccalandro. [I I Gruppo dal monte Nero
Accamp11n11:n10 di Alpini rn alta montagna.
si er:i [r.::isferito rngli A!tìpi:rni: i! Il (;ruppo dalla Carnia era pass;1to n ella zona dell'Ortigara ed i! Vf Gruppo, al coma ndo del 1c11enk colonnello T csta-Fochi, quando s·ini1.iò L decima battag lia delrlsonzo, si trovava gi:1 nella zona di Gorizia, pronto all'azione. La preparaziont> di Artiglieria s"ini ziò su tutto il fronte il 12 maggio e venne prolung:1ta per due giorni. L'attacco nel settore di Gori zia ebbe in iz io il 14 maggio. li lI Corpo d'Armata, ala ~ini~tra dcli' Armata Capello, fece pa~~are l'Isonzo al battaglio11c Alpi11i <, Monte Cervino •>, comandato dal maggiore Fcnoglictto, e acl u11 20.
h:1 t1 :1gl1onc lkr~:1g licri dcll :1 47' Di\·i~ionc. I due battaglion i riusciro no :1 p:1\~;1rc il li11111c: il primo :1 Bodrcz cd il secondo a Loga e çm1i111ini11u 1111:1 1c,1:1 di ponlc; 111:1, h<.:r~:1gliati dalle ar tig lierie nemic he, 1,ol :11i l' co n l'bn nzo alle ~p:il lc, non poterono rinun crc sulla ~pn nd :1 11n11ic 1. T uui 1 Corpi d"i\rin :11 :1 combatterono con molto valo.re e, dopo ) g111rn1 di .1lt,111i1i,,i 111:1 lo1ta, rimcirono :i d occupare l.!Uota 383 e
L,1
:\frsm (I/ ('ampo al Filnn del ,\ fot.
C!Uota 363 di Pb va, la dorsal e del Kuk (c1uota 61 r) e le pendici del
Vodice. lì nostro Comando Supremo ordinè> allo ra che s'iniziasse l'azione principale verso Trieste da parte della 3" Armata e che le truppe del gen erale Capello insistessero nc!l':itt:1cco dd fronte monte Cucco monte Santo ; fronte che il Capello, temendo di non a\'crc munizioni suffi cicnti, lim it<'i al I ra llo Vod ice - m onte Santo. Per la con(1uista del Vodice la 5.3' D i\·isione, al comando del gcntr:ile Gunzaga, combattè v;doros:imente dal 16 al 22 maggio e gli Alpini che con olrscro :ilL1ttacco si coprirono di glori:i; m a subirono t'. ravi perdite. Nel volume già da noi più volte citato lo Sticca così n e ricorda l'impiego per la conqui sta del Vodice che, al centro dell'erto costone
monte Kuk - Vodice -monte Santo, innalzantesi lungo la ~po 11d :1 orientale dell'Isonzo, dominava le nostre posizioni nell a zona d 1 Gorizia. · << Il generale Gonzaga, decorato di due medaglie d 'oro c com a ndante di quel settore, un giorno (si era alla decima grande offensiva) chiama il tenente colonnello Testa-Fochi e gli dice: Bisogna prendere il Vodice. << Quegli, che è lì col suo VI Gruppo, dà un colpo di tossetta con un suo ti.e particolare e risponde semplicemente: Lo prenderem o. Riunisce a sua volta gli ufficiali in sottordine e comunica loro, tranquillo: Il signor Generale /Ja detto che bisogna prendere il Vodice. lo gli ho risposto che lo prenderemo. C/Je cosa ne pensano loro? E quelli, allevati alla sua scuola, còn Jo stesso tono, fanno eco : l o prenderemo. Era un giuramento inespresso; ma unanime. << Il 18 maggio, a sera, i battaglioni << Val Pellice '> (tenente colonnello Merlo) e << Moncenisio )> (tenente colonnello Pratis), passato l'Isonzo a Plava, si portano, per Zagora e Zagomila, ai piedi del Vodice; l'indomani il <' Val Pellice n si accosta a Case dei Pastori, incominciando a sentire i danni. delle Schwarzlose nemiche. Entrambi quindi sferrano l'attacco. Il terreno è quasi scoperto, impossibile l'avvicinamento cauto, strisciante, di appiglio in appiglio ; e perciò si accelera p er diminuire le perdite, si sale ansanti, con foga, a massa crescente. E' tale la forz a d ' urto di lluegli sprczzatori della morte, che il difensore, dopo accanita difesa, volge le terga. La colletta di quota 651 è nostra. Gravi le nostre perdite: il << Val Pellice )) ha un comandante di compagnia ucciso, un altro e l'aiutante maggiore feriti. Sulla colletta nessun riparo e l'Artiglieria da ogni parte maciulla orrendamente i vincitori. Eppure, non solo si tiene il conquistato, ma si prosegue oltre. << Sono entrati in azione anche J' « Aosta l) ( capitano Gabriolo) ed il ,, Levanna » (capitano Vecchio); il gruppo di Artiglieria da montagna << Vicenza sostiene tutti con i suoi tiri precisi. E l'indomani si avanza verso monte Santo. La lotta diviene quasi feroce, perchè il nemico vuol salvare a qualunque costo quell 'ultimo ridotto e vi ha raccolto mezzi potenti. Anzi esso effettua una diversione sull::i destra dcli'« Aosta ,1, che questo nettamente elude, vedendo però soccombere, fra gli altri, il suo comandante. Guidava la sezione mitragliatrici il tenente Racagni che, spostando .le sue armi o ve più si richiede, bersagliati ssimo, viene ferito; ma ritorna al fuoco e cade da eroe (medaglia d'oro). Il tenente Maquìgnaz, valdostano, co n po)>
37 2 chi uomini, in vade una cavcrn:1 e \'Ì c 11t11ra 5'> Austriaci con due mitragliatrici. T utti sì mostr:ino pa ri :dia ~ra \'Ìtà dell'ora ed alk ore 20 anche: Li ~cllt11a dì monte S:1nto c;1d c in poter nostro. Ma proseguire oltre, con le fori.e co.\Ì as~o11igliatc, col Tc~ta-Fochi nuovamente ferito mmc l:i m:1ggior parte degli uffici:di. no n è umanamente fotti-
L' U,tig.i,a.
bile. Comunl1uc l'obbicllirn L completamente raggiunto ed il Vudicc è nostro. " li capitano Vccchi vien promosso maggiore per merito di guerra. Il kntaglione ,( Aosta ,. merita un 'altra medaglia d'argento ».
La battaglia dell'Ortigara. L'Ortigar;1 cmtituì la piL1 difficile e la più cn1cnta prova imposta :u nostri Aìpini dur:111tc la g unra l ~/15 - 1918 e fu anc he, sen,.a duhbio, il collaudo piL1 ,n·cro per il l<lro \'alore, anche se i.1 uesto non riu ~cì :1 strappare al ncrnico la dcsider;1ta \'itloria , ;1 malgr:Hlo del numero dei batt;1glionì Alpini che Yi furono decimati e che. co n una ~;icra ecatombe, vi fcccru oloc1u~to alla Patria dclLi giovane vita dei Ì11ro componenti. Hattagli;i tipicamente degli Alpini, ( ]LH.:sta dcll'Or-
tigara merita un;1 trattazione meno sintetica, poichè ci ~t:111lir:1 do vt' roso rievocare almeno gli episodi più importanti della titanica l<Jl l.1 , che, se non concesse ai nostri soldati il meritato successo, Ii com:it n\. assai meglio di qualsiasi vittoria, alla nostra riconoscenza. Dopo l'offensiva del maggio 1916, il nemico era rimasto ancora in possesso della linea che, dal margine della val Sugana, per l'Ortigara, monte Campigoletti, monte C hiesa, monte Forno, il Mosciagh e lo Zebt1, spingendosi verso suJ alla valle dcll'Assa, minacciava le.: nostre posizioni dell'altopiano di Asiago e le nostre comunicazioni. Durante la nostra controffensiva noi avevamo giit fatto diversi tentati vi per ricacciare gli Austriaci e contro le loro posizioni più alte e, per diversi giorni , tre Gruppi Alpini, con una forza complessiva di 17 battaglioni, avevano combattuto strenuamente; mentre, contro monte Forno ccl il Mosciagh, con lo stesso valore; ma purtroppo con lo stesso risulta to, si erano lanciate inutilmente all'attacco alcune brigate di Fanteria. Data l'importanza di quelle posizioni, era stata preparata una nostra nuova controffensiva per l'autunno del 1916: ma, per le precoci nevicate, era stato necessario rimandarla alla primave ra del 1917. All'impresa Juro1iu dcsti11ali il XX ecl il XXII Co r po d' Arm.1t.,,
i quali, avendo come ultimo obbiettivo comune il costone cli Portule, dovevano agire: il primo sul fronte montano a nord e l'altro sul fronte di monte Mosciagh e monte Zebio. 11 nodo principale riel)(' posizioni nemiche era il monte Ortig:ira. alla conquista del t1uale il Comandante il XX Corpo d'Armata , generale Montuori, de~tinò la 52' Divisione: mentre l'altra Divisione. la 29", composta da due brigate di Fanteria di linea, doveva agire sul la sinistra, avendo come primo obbiettivo monte Forno. La 52~ Divisione, al comando del generale Como-Dagna, era composta cli Alpini e com prendeva due Raggruppamenti di due Gruppi ciascuno. Un R:iggrupp:imento, comandato dal colonnello brigadie re Cornaro, era formato dal I Gruppo (colonnelio Porta) coi battagiioni " Tirano>•, " Vestone n, <( Valtellina l•, (' Spluga J> e « Stelvio ,, e dal II Gruppo (colon nello Gazagne) coi battaglioni " Mondovì "· ,, Ceva )> , <' Val Tanaro >• , ,, Valle Stura n e " Bicocca ,, . L 'altro Ragg ruppamento, agli ordini del maggior generale Antonino Di Giorgio. era formato dall'VIII Gruppo (colonnello Ragni) coi battaglioni ,, Valk Ellero >•, ,, Valle Arroscia ", ,< Monte Mercantour ,, e •< Monte C l:ipier l,, e dal IX G ruppo (colonnello Stringa) coi battaglion i ,, V<: rc>na ,>, ,, Bassano ", " Monte Baldo '> e " Sette Comun.i » .
La :!-9' Di\·i\i(Jllt' era comandata dal generale Caviglia ed aveva u n:1 rorz:1, per t1ua1no ri guarda la Fanteria, Ji 12 battaglioni. Per l':1 1.iunc cr:1 ~1:il:i pos ta alla dipendenza tattica del XX Corpp t1 ·t\ ri 11:11.1 :,nchc h I f Di visione, che apparteneva al XX II. l )11r:1ntc l':i11tunno d<:I 19 1(; cd i primi mesi del 1917 gli. Austriaci
:1\·c,·:11111 11otc\'Ol lllc1ite rafforzate le loro lince, scavando molte caverne 11 d l.1 11 >u i:1. pn: parando ottime postazioni per l'Artiglieria e per
I.a h,w,1glia ddi'Ortìg,1u . L1
_;/:11<1:i o nc
inid,i!c.
le m itrag liatrici , conferendo alb loro sistemazione di fe nsiva u na soiid i1 à scm prc crescente. Appunto per i lavori di fonifìt:azionc eseg uiti fu loro t'ossibilc. du ram e b prep:1rn if, ne della no5tra Artiglieria, tenen: le truppe e le armi al rnpèrto, così. che i nostri Alpini , fi n dall'ini ziù delL1ttacco , \·errncro sottopost i ad un fuoco intensissimo.
Lo sc hieram ento delle forze co ntrapposte, alrini z ìc;
della batta-
i!lia ddl'Onigara. era, swmdo il Corseli i (1), il seguente: ( 1)
Cfr. Cm,rtu : "Cad<,rn:1 ,.. Ediziu11i Corba.:cìo, Milano, 1937.
37 '> Italiani: XX C. A. fronte ad ovest, su circa 15 chilometri di w i luppo lineare; 52" Divisio ne, da cima della Caldiera a cim a ddk Saette ; 29a a sinistra della 52\ fino a Malga Fiara ; 13' tra Malg a Fiara e Croce San t'Antonio. In seconda schiera le Divi sioni ma e '.!. 1• . Austriaci: la loro linea difensiva, dal passo della Caldiera a mcrntc Zebio, si sviluppava con una serie di capisaldi, quali: monte Ortigara, monte Campigoletti, mon te Chiesa, monte Forno, Corno di
L"attarco italiano del 1'9 giugno.
Campo Bianco, m o n te Colo mbara, raccord ati da cortine trincera te, solidamente co struite. In molti tratti, e particolarmente, nella regione deil'Orti gara, le trin cee erano scavate nella roccia . L e linee erano tenute dalla G' Divisio ne (25 o 26 battaglioni). L 'operazione era diretta dal Comando d ella 6" Armata (gener:1lc M ambrctti), la quale, o ltre al XX, aveva i Corpi d'Armata XX II (Negri di Lamporo), XXVI (Fabbri) e XVIII (Etna). li gencr:d c Montuorì (XX) inten deva: -, attaccare mo nte Ortigara; proced ere verso il passo dc.:lla Caldicra cd occuparlo. Successivam ente rivolge rsi verso sud - ovest, contro il coston e Ji cima Po rtul e;
) 6
~ .1 /
- allacc,rc cu11 ;1z io1tc concorre nte. monte Forno; procedere \'crso l:1 forcrlkt1;1 di C :tlma ra ra per minacciare le comunicazioni del ncrnicn ~cliin: 1lo fr:1 rnontc C hiesa e monte Ortigara cJ impegnare ~ul po~r,, le ri~cf\'C nem iche. co~ì da imped ire ad esse di accorrere :1 nord . Sni,·c. .ti rig11:1rdn. il Cahi:1ti: " Solo c hi conosce i posti può o .11t .111t l'lll l' um1prl'lltkrc che cosa vogli;i significare un attacco fron1.dr . .l i ,i,.1 f.. r,;1. rn ntro l luclle posiz io ni, srnlto in pieno giorno ),. Poicliì· l:t natura dd terreno non co nsentiva la costruzione di tr111t r 1.11t1c1111 improvvisati, lc nostre truppe - che. per tutta la dur.1 1.1 dcll'occ11 p:1zionc, ben scarso vantaggio poterono trarre degli api 1rc, 1.1m c111 i di f<: nsi l'i austriaci , orientati con la frontc verso c~t -- r im:,~no lrua ~i sempre allo scoperto, sotto l 'i ncessante fuoco delle miI r:1gli:1t rici l' dd lc :1rtiglicric nemiche e, poichè k posizioni occupate er:1110 continuamente battute da tutti i calibri pt:r un ~cttorc di 180°, cr.,no ncc<:s~:ui fr<:(1uenti cam bi d i reparti che, in m assima, si face1·:1110 di none. E" anche facil e comprendere com e, indipend e nte me nte d.1i combattimenti. la vita delle truppe sull e posizioni ragg iunte fosse
11 n ve ro martirio.
L"ordi ne di upcrazioJll· n.
I
in data ,lcl 3 giug no del Comando
dcli,, '5~' Di\ci~ione, ci permette di ~eguire. :il m e no all ' i.nizio, l'azione.: dei di,-crsi Gruppi Alpini , per i qual i l'ordi ne suddetto presc ri veva c he le Fanterie dovevano in.iziare l'offensi\·a seco ndo il seguente concetto opnativo: " Portare l'attacco princi pale contro rnontc Ort igar;1. Occupato eletto monte cd il rctrosunt t p;1~so di val Caldiera, volgere ve rso sud o vest. lungo il marg ine dell'altopiano, prosegue ndo l'attacco tino alla occup;1z ionc del co~tonc Portulc. " Agè\ùLirt: la I iu ~cit a dell'attacco principale, mediante un atucco contempora n eo e concorrente da m onte Forno contro la forcellctta di Gal marara , minacciando le linee di comunicazione ddle truppe nemiche che.: occupano h r egion e mon te Ortigara - m o n te C 1m pigolctti - m o n te Chie~a, ed impeg nando ad un tempo le riser\'e che il nemi co volesse i n viare ver$O nord ,.. Si avvertiva che il XX Il Corpo av rebbe attaccato, nel contem po, rn l conco rso delb 1_-;' Divisio ne.:, k posizioni nemiche dello Zebio e
dc-I Mosciagh. Il XVIIJ Corpo avrebbe concorso da val Sugana, col
$7 7 fooco dell'Artiglieria, a vantaggio del nostro attacco e di strarndo forze nemiche mediante opportune azioni dimostrative. L'attacco principale era affidato alla 52' Divisione, la quak, sboccando su più colonne d~lla parte settentrionale del suo atLu:1k fronte, doveva assaltare Je posizioni nemiche contrapposte fra pas~o Agndla - monte Ortigara - valle Agnclla - monte Campigoletti, e procedere quindi senza interruzione all'occupazione del terreno sul ro-
II contratta ffo auslrinco del 25 gtugno.
vcscio delle posizioni nemiche. Occupati subito i passi di val Caldiera ed il portellino di val Porcile, doveva volgere verso sud - ovest e, con direttrice la mulattiera passo del la Caìòicra - monte Pallone, temlcre a congiungersi nella regione della forcclletta di Galmarara con le.: truppe che avrebbero attaccato monte Forno, per proseguire po i insieme verso l'obbiettivo finale. La destra della 52;' Divisione avrebbe occupato a mano a mano la cresta fino alle Portule. L'attacco concorrente doveva veni re eseguito dalla 29" Di visione, la quale, dopo sfondata la linea nemica a monte Forno, dovcv:i tendere alla forcelletta di Galmarara, per assicurarla al nostro pos~l'sso . precedendo, se ciò fosse stato possibile, la 52" Divi sione cd. in ogni
c:1~0. dihg:111do oli re IIHllll (' Forno , pe r da r mano : da una parte alla 52 Di,·i,iom· c d:d1 ·:t11r;i :dh 1.f, che doveva opc:rarc verso lo Zebio. 111 h:1sc .d co111pi10 :,~seg nato :d ia 52• Di visione il Comando dell'/\rn1:n.1 1k1n111 i11 :l\';i che le f1 lrzc disponibili per l'operazione fossero co~Ì rip.1r1i 1c : ,,) C:<11011 11:1 111:1ggior ge ncr:1lc.: Di Giorgio: R:1g,~ rupp:11ncnti A lpini VIII e IX; 1 hattc.:rie da m o nta!-'l l ·' (.15'. cJ ì' e -1X '); 2 compagnie zappatori dc.:! Ge nio (41a e 194"). h) C olo n 11:1 colonnello brigadiere Cornaro : (, hanaglioni Alpini (,, Mondovì >, . '<Vestone ))' (< Ceva n, " l\iuin.1 ", ,. Val Tanaro ,,, " Valle Stura ,,); 3 hatlerie da montagna ( 1)'. +r\ S. (,2-•) ; 4 compagn ie mitr:1g]i;1trici (694", 695", 527\ 693") ; 1 r rn11p:1g 111:1 zappatori del Genio ( 195' ). e) Presidio della linea dì partenza: maggiore Albenga : 2 hatt:1glioni Alpin i (,( Valtellina ", « Monte Stelvio ll); 2 ,1,111p.1g nic mitragliatrici (78", 79"). ,,) H..iser va d ivisionak: colon nello Porta : 2 battagl ioni Alpini (,, T irano .. , ,, Spluga ),); compJgni e d i lll arà, dei 2 R;:iggrupp:ime111i Alpini; .1 compag nie mitragliatrici ( t ·j f/'.. .;5(;·\ (i)r.,): 1 con1pagni.:1 zapp~.,tori dc! C:cnii.J (18it). La colonna Di Giorgio doveva ;1tia ccarè le posizio ni nemiche di rn ontè Ortig;ira, da pa sso dclL\gnd la alla vetta dcll'Ortigara in, lu~a. l'adrnn;1 di quòtc po~i1.io11i, la u,101111 ;1 dovev:1 occupare saldamen te il pawl <klla Caldil'..ra contro le prm·cnicnzc dalla val S ug:ma, lì nn :i che appùsitc truppe del XVIII Corpo fossero venute a ril evarla 1n ljuelb posizione. Poi. il Di Giorgio d o veva spì ngne la d estra delle ,uc truppe ve rso Castdnuo\·o e, possibilmente, verso Cima Undici cd ag:ire cont ro il fianco sinistro t.:d il tergo delle difes.c di monte ( ::,rnÌligoktti , in concorso con la colonna C'orna ro, procede nte pe r il \'crsa nte sud - o,cst del co,tonc dei Po nari e pe r valle dcll'Ag nclla. ;\'db ~ucccss iva ava nzat·a la colonn:1 Di Giorgio doveva operare r I , 1 1, 1 · , . (Oi1 un 1u rlc: ll lll co pt:r 1c cre,Lc ll c.: 11 :1J lo p1:1110, ocn 1panoo success1,·:1mcn1c k cim e cd i passi intermedi fino alb cima di Portulc ed alla Boccl1e1t;1 di Po rtuk, CO.'>t<111e clic doveva essere ass icuralo in nostro pussc~so. Don ·va appoggiare, nd l'ava nzata, la si n iqra alla linea che, da passo di val Caldi cra, per D1m o Curnli 11 . monte Pallo11c, quadri,·io est Casere Tn:nlìn, procede per \"impl uvio di Po rtulc ve rso Malga e Bocchetta di Portulc ---· direttrice, tJUesta, principale di marcia - ·· a"c.~nat:1 alb D ivisione. La colonna (Di Giorg io) quindi doveva assicur:1rc il fì anco destro ed il tergo, guarda ndosi lungo il ma rgin e <lel~
l'altopiano dalle provenienze di fondo val Sugana e dalle comunic , zioni trasversali che il nemico aveva ricavate sotto la cresta. Alla colonna Cornaro era in vece affidato l'attacco delle posizioni n emiche di monte Campigoktti, lungo la direttrice del vallone dell"A.
Una mitragliatrice sull'Ortigara.
g nella, in collegam ento con b colonna Di Giorgio per il versante sud ovest del costone dei Ponari. Impadronitosi di monte Campigoktti. il Cornaro doveva far convergere le sue t ru ppe cd a va nzare su mo nte Colombaretta di Galrnarara con obbiettivo la forcel let 1a di C:1! 111 :1.rara. La colonna doveva collega rsi a destra con q uella D i Ciorg io cd
1nv1arc :1 proto.1011 c: del proprio fi:1nco s1111stro un <btacc11ncnto di 2 k1u:1g lioni , lungo l:1 clirc11rilT: Ma lg a Campigoletti, falda est di Toro di Po1.1.c. ver~o il ro,'t'~( i(J di monte Forno. Tale distaccamcnlo do vn:1 111 i11 :1,ci,1rl· di r<J\T~( io h linea nemica di monte Chiesa e con1rili11irc nc·11111.dinrntc a fa cilitare lo shùcco da monte Forno cldl.1 ~1/ l )i 1i\i1111c-. il cui C\Tll tuale ritardo non doveva arrestare il m,,, inH111c, ,n,u (i 1n:1 Portulc e Hoccl1c.:tta di Portulc, pcrchè non \,11d,l,u., rn:11K.111: 1iscnc per seguire da pres~o la 52' Divisione. I.e d ircrtrici assq~ 11:1t e alk varie colonne correvano :1 no n gr:1ndc i111 n,·.d 111 f r.1 d i loro; ciò che permctlcva d i assicurare i collegamenti, l l1l· clc,,n:11H1 oscre cur;iti: ma senza menomare la facoltà <li pun1.1 rc cll'l i,.11n cn tc sugli obbiettivi. il prn idio della linea di partenza doveva tenere impegn:1to col 11111<·1, d1 f11ci kria e di mitragliatrici il nemico che aveva di fronte, pro1 q.:,t:rndo i (ìanchi delle colonne di attacco da possibili contrattacl" h1 . e l.1 ri~c rva dovev;1 tu1crsì pronta a muovere al primo cenno per cc111corrcr1: :11l'a1,ionc. Alla vigilia dell'operazione (scr;1 dcll 'X - 1): la colonna Di Gior~io don :\·a trov:irsi scaglionata dal parall el<, di (1uota 1945 (a nord di Pnn :1 dr ll'Ortigara) vcr~o nord , fra b line:, di vigilanza inclus:1 cd il rcm:srio delle posizioni Calditra - Campanclb; la colonna Cornaro dalla trincea di vigilanza (inclusa) in corri~pondenza di Pozza del!'Ortig~1r:i :ti rovescio del nodo di m o nte Lm.ze. Il presidio della linea di partenza negli appmt:1111enti che già occupava e la ri serva divisio11:ilc a J-b ita dcli' Aia.
La battaglia si svolse in quattro fa si ( , ). La prima vrnne rappresenta ta dall ' inizio della lotta offensiva e dai nostri successi i11 i1.iali. E~sa durò qu:1ttro giorni, dal 10 al 14 g iugno. La seconda venne costi!uiu tb!b comroffcn;.:\·;1 :1u \ triac1 contrn L: quota 2 1ot di m onte Ortigar:i. La tn7,a fa,c ~cgnc'> b nostr:1 ripresa -offensiva e la riconlllli . ~t:1 del lo stesso Ortigrara ed chbc 1:t durata di tre :,<>iorni ' dal r6 al HJ gi ug no. La quarta (:i se, infine. comprese il \'Ìttorioso contr:itt acco ;1u~triaco <:d il nostro ripieg:1111cnto. /\ meglio oricnt:uc i nostri lettori , abbiamo riassunto l'ordine di operazione numero 1 , in data del 3 giug no 1917, del Comando della ( 1)
Cfr.
CuR5ELLI :
«
CadornJ. ", Edizioni Corb:i, cio. l\fiLrnn. 1937.
52• Divisione, incaricata di svolgere l'azione principale, e che era colllposta, come già si è detto, per quanto riguarda la Fanteria, tutta di Alpini. La 52" Divisione, che fu costretta a svolgere quasi cb sola l'azione ordinata dal Comando della 6' Armata, fu quella cht: affrontò i maggiori sacrifizi e sopportò le perdite più gravi: cioè la perdita della maggior parte dei 22 .000 uomini nostri posti fuori com-
Prigionicri austriaci catturati sull'Ortigara et! al passo dell' Agnclla.
battimento durante la battaglia; mentre le perdite deg li Au striaci furono appena la metà. Il 10 giugno, a malgrado dei successi consegui ti dal le dul· colonne della 5 2a Divisione, la 29' aveva attaccato monte Corno, riuscendo a conquistarlo, per riperderlo poco dopo, date le g ra vissime perdite inflitte alla Divisione dall'Artig lieria nemica. Anche il XX rI Corpo d ' Armata aveva an:1cc110 m o nte Zc.:hio, senza conseguire lo sperato succes~o. Il giorno r r i nostri tentati vi di attacco verso i I passo di val Caldicra ed a su d di monte Campigoletti f;illirono cd il nemico fece affluire le sue riserve.
Il gcm:r:tlc Como-D:ig na rit c11c\·a c he l'avve r~a rio, sopraffatto
alla sua :da ~i11 istr:1 ed imu tito sulla fronte dcll'Orti gara (q uota 2:105), n o n :1vrcl,l,c pot ut o op1>orre una iu ng:i rc,istcnza. se l:Ì posizione fos~c \L:1t:1 in vo t1t :1 a11cl1c da nord e da CJ\T!>l co n nuove forze, portat e :l\·:111ti ~c nza ri1:1rdo, e clic, nc:I m:,ttino del gio rno 11, era attuabik l" :1tt.1cni d el p:1~~0 di C:ddiera. ~la il Coma11tbnte del XX Coqx> d"i\n n:11:1 dn i~c, i11 H·cc di non fare al tre azioni parziali ; ma un'a-
A-fontt: Ortig,1r11, Calv,1rio degl, A lpini.
zionc co n temporanc.:a di tu tte le D iYisio ni del Corpo d'Armata ed ordinò una sosta per la g iornatà del 12, per dare il cam bio ad alcune Uni tJ e per spostare alcune bocche cb fu uw. li 1 2 cd il 13 gi ugno passarono in relativa tranquillit:t; ma n ella no tte sul 14 il nemico a tt accò la posiz io ne di q uo ta 2 101 , c he 11:lssò tre volte d a uno all'altro occupante. li generale Mon tuori, con il nuovo ord in e d 'operazioni del 15 g iug no , confermò gli obbiettivi da raggiungere pe r la futura offensiva: m o nt e F or no per la 29' Di visio ne ; l'Ortigara cd oltre p er la 52", alla quale furono assegnati, oltre a tu tti i battaglioni Alpini , anche il 9° reggi mento Ber sag lieri e la brigata ,, Pi em onte n .
Trascorsi i giorni T6, 17 e 18 nel riordinamento dei reparti, il llJ giugno venne ripreso l'attacco dopo un giorno di tiri di preparazionl'. Questa volta gli effetti del tiro della nostra Artiglieria furono ve ramente terrificanti; cadde lo stesso comandante la Divisione avversaria, generale Mecenseff; nelle trincee austriache e nelle immediate vicinanze numerosi furono i casi di follia. Gli Alpini della 52' Divisione, favoriti in parte dalla sorpresa, riuscirono ad occupare facilmente la posizione dì vetta (quota 2ro5) dell'Ortigara; ma la Divisione rimase in difficili condizioni, essendo falliti gli attacchi delle altre Unità del Corpo d' Armata: sia con tro le posizioni fra monte Campigoletti e monte Chiesa; sia contro il passo di val Caldiera, all'estrema destra della fronte. L 'insufficien te concorso dato dalle azioni dimostrative svolte più a sud non fissò i difensori sulle linee antistanti; la reazione austriaca potè perciò concentrarsi vigorosa a nord, togliendoci la possibilità di restare a lungo sulle posizioni bersagliate dall'Artiglieria avversaria. Il Campigoletti venne investito col fuoco dcJlc artiglierie, per neutralizzarne l'azione, e la 52" Divisione ricevette la b rigata (( Regina )', da impiegare sull'Ortigara, cercando dì occupan: una linea tattica favorevole al con:;uli<lamcnto della posizione conquistata, m entre le altre truppe riprendevano l'atteggiamento difensivo. Ma ciò diede all'a\'Versario la possibilità di concentrare i maggiori mezzi di offesa contro la 52' Divisione, rimasta avanzata cd isolata rispetto alle altre Unità del Corpo d 'Armata. A sostituire il Comandante della 6' Divisione austriaca, morto il giorno 19, era stato chiamato il generale Gorginger, al quale il Maresciallo Conrad aveva dato le seguenti direttive: <( Le posiz ioni ddl'Ortigara debbono assolutamente essere riprese percbè, a ltrimenti, tutta la nostra linea del]' Altopiano non può essere tenuta )). Da parte nostra, invece, alla sera del 19 giugno, il Comandante dell'Ar mata comunicava al Comando Supremo le sue decisioni nei seguenti termini: « Non riconoscendo per ora probabil itl1 di riuscita dell'avanzata su Altopiano causa difficoltà terreno, robuste cd im previste difese, potenti concentramenti di fuoco <l ' Artiglieri:i r per numerosi battaglioni accorsi in rincalzo dell 'occupazion e nemica, comunico aver deciso dì arrestarla, riprendendo su tutta la fronte il precedente atteggiamento difensivo. Solamente in corri spondenza ala destra XX Corpo (52a D ivisione) proseguiranno azioni locali , per assicurarci occupazione reg io ne Ortigara su linea tatticamente favorevole >>.
D urante la re htiva ~t;1\1 del le ope razioni, e rano state fatte avanza re.: le.: nmt re batte ri e da rn o m agna, pmtan<lo le in prima linea; ciò c he le mc.: tt c.:va, sc.:nz:i suf ficiente motivo, in una condizione p e ricolosa. 11 25 giug110 un improvviso uragano di fuoco di Artig lieria e di. g:,s tossici si scatrni'l la notle co ntro le nostre linee ; seg uì poco d opù un potc.: nt c.: allacco, sfe rrato cb tre masse di assalto, aventi ciascuna h forz:1 c.: g li o bbietti vi sotto indicati: - massa d i ~i nistr;1: ro gruppi di assalto, con 2 sezio ni la nciafi :11nmc.:, in tre.: o nd ate dove va puntare co ntro quota 2 101 ; m a~sa centrale: ì g ruppi di assalto, con lanciafiamme e mit r:1gl ia1rici, in due ondate d oveva rico n q ui stare quota 2105; m assa di d est ra: .2 g ruppi di assalto, d o veva attaccare la ,, (;rande JJoltna H situata ad occide nk dì Pozza dc ll'Ortigara . L "eno rme stan c hezza del le n ostre t ruppe e g li effett i del fuoco d i ;\ rt iglìcrìa facil it;1rono l'az ion e ag li Austriaci. E ssi riuscirono a ri (O l1Ltllisla re, senza mol te di fficolt;'i, le due q uo te 2 101 e 2105 e, \-c.: rso le o re 3 .30, la lotta su m onte Ortig ara e ra terminata . Inefficace ri uscì un no stro contrattacco te ntato nella no tte. Maggio ri r esiste nze, in vece, \'cnncro opposte al passo dell'Ag nel la. I ,a .:-ontroffcn si\·;1 an-c.: rs:1r ia d urò Jìno al 29 ; le no~rn:: truppe, do po c..p1alche te n tati vo dì contrallacco, rc~istcttero con te nacia di sp erata, fin ch è perdettero le posiz io ni p recedrntcmrnte conquista te. Così la !,attag lia ddl'Ortig ara, a malg rado dei prodigi di valo re compiuti d ai n ostri Alpini . si chiuse con il no stro i nsuccesso. Le _eravi , irrepa rabili perdite p er i nost ri i nsostituibili soldati della montag na iurono, limi tando l'indagine solta nto alla 52' Divisio n e : uffi c iali uccisi 69, feriti 25ì ; tru p pa: uccisi 981 uomin i, feriti 5048.
Xl.
RICORDI E GIUDIZI SULLA BATTAGLIA DELL'ORTIOARA L'immeritata sconfìtta deil'Ortigara, che arree<'> un così grande dolore all'Italia e tanti lutti nelle nostre famiglie dei distretti alpini , determinò g iudizi e ricerche sulle diverse cause del nostro insuccesso e ci sembra opportuno, in proposito, ricordare quanto scrissero al riguardo gli stessi Comandanti delle Grandi Unità impegnate nella battaglia. Per ragioni analoghe citeremo anche l}Uanto sulla vittoria austriaca scrisse il colonnello brigadiere Sloninka, che sostituì, durante la battaglia, il comandante della 6· Divisione austriaca; nonchè quanto è contenuto nella 1< Relazione ufficiale austriaca >•. Ecco, ad esempio, come lo stesso generale Como-Dagna, Coman dante la 52" Divisione, ricorda la vittoriosa giornata del ro giug no ( 1). L'ordine n. 1 del Comando della 52'' Divisione preci sa va il concetto dell'operazione, i compiti. il riparto delle forze disponibili, i mandati affidati alle colon ne di attacco, la dislocazione delle forze fronteggianti quelle avversarie, le modalitù di esecuzione dei tiri delle artiglierie e delle bombarde nelle varie fasi e le norme per la esern zione dell' attacco. Vediamo in qual modo questo si svolse nella gio rnata del IO g iugno : (< Alle 7,40 giunge per fonogramma l'o rdine dd Comando del Corpo d'Armata che la prima fase del tiro d'Artiglieria - ini ziato alle ore 5,15 - doveva essere protratta cli 45 minuti primi, considerando P ~ 6 e ~1ui nd i H (irruzione delle F:rntcrie) = o~c 15. e, Alle ore 7 ha inizio la seconda fase di pre parazione di Artig lieria col tiro di demolizione, cui partecipano tutte le artiglierie di grosso e medio calilm.i e tutte le: bombarde. Dapprima l'A rtiglier ia nemica non reagisce; più tar di. le bombarde e le art ig lierie austriache battono il nostro saliente di Busa della Segala. Sulle pos1zion1 nemiche si notano incendi sul rovescio dell' Ortigara.
27.
" 1t:lla prima ora il I iro appare intenso e<l aggiustato sul monte Onigara, meno intrn so sui Ponari e n otevolmente disperso sul Campig<;lctti. L1 11cbhi:i incomincia ad o stacolare il tiro e l'osservazione
dei ~uoi ri~ultati. " A Ile ore 8,20 con fonogramma si ordi na ai Com a ndanti delle rn l111111c d':1tlacco di eseguire accertamenti a vista circa i risultati del 11 rc, ., 111 ri ~pc tl ivo fronte di atta cco. Alle ore 8,50 il Coma ndante della
P,1tt11glia di Alpini.
colonna di sinistra segnala che il tiro di bombarde è aggiustato sulle d ife~e nemiche. i\lcuni tratti sembran o S(ùfì Vtilt i. Causa il fumo e la n ebbia, 11011 è possibile acce rt are la distruzione d ei reticola ti. Alla :.lessa ora il Comandante della colonna di d es tra segnala che il tiro delle bombarde è quasi tutto corto e c he g li effetti sui reticolati so no p ressoc hè insignificanti . ,, Si dà ordine al Comandante del Xlll bombardi eri di allungare il tiro e di battere con maggiore efficacia i tratti fra passo dcll'Agnd1:i - <1uo ta 2101 - quota 2 10 5 - quota 2093 e. per rispondere ad an~iloga richiesta del Comando del XX Corpo d'Arm ata, si di spon e che i Co-
mandanti le due colonne d 'attacco comunichino, appena ultim :1ta l:i verifica dei varchi nei reticolati, il proprio esplicito parere se, in n.:lazione ai risultati, abbiano affidamento sicuro che siano aperti. « Alle ore 10,30 si insiste presso il Comando del Xlll bombardieri c. del 175° Gruppo d ' Artiglieria di eseguire un tiro più dfìcacc sul passo dell'Agnella. Alle ore 10 cessa il tiro di distruzione, men t re le artiglierie di piccolo calibro e le mitragliat rici in postazione fissa , alquanto ostacolate dalla nebbia, battono le trincee nemiche. « Escono le pattuglie miste per la verifica dei varchi nei reticolati. La nebbia aumenta ed impedisce l'osservazione. Le pattuglie non possono fare i segnali stabiliti con le band iere a lampo di colore_ Quindi le notizie ritardano ak1uanto. << Alle ore u,30 ii Comandante della colonna di sinistra comunica che un plotone <lel battaglione << Mondovì >> ha occupato il fortino avanzato austriaco sul cocu zzolo di Corno della Segala. Se ne dà avviso ali ' Artiglieria cd alle bombarde e si ordina al Comandante della colonna di sinistra d i assicurare il possesso del fortino, rinforzandolo. << Verso I.e ore 12 si hanno i primi ri sultati della verifica: va rch i non aperti in corrispondenza di p::mo Agnclla, varchi insufficiente mente aperti lung o la cresta, in vet ta delrOrtigara (m. 2105) e sul costoni dei Ponari. « Ulteriwi noti zie delle o re 12,rù confermano che i reticolat i verso quota 2003 sono (!uasi intatti, abbastan za sconvolti <!uelli fra passo Agnella e quota 2rn1. << Notizie delle ore 12,30 con iermano: varchi insufficientemente aperti lungo i Ponari e le trjncee; pressochè in piena efficienza in corrispondenz a di Busa della Segala, valle Ag nella e sbar ra menti raccordanti Carnpigolctti a monte Chiesa. « In base a tali risult~iti si c hied e al Comando del Corpo d 'Armata di protrarre il tiro di d em o liz ione lino alle ore T6. La proroga non viene accordata . « Intanto, alle ore 13,30, le artiglierie e le bo mbarde riprendono il tiro di demoliz ione in b~ise agli obbiettivi che pi t1 necessita di battere_, mentre la fitt a n ebbia im ped isce di regola re il ti ro e l'osservaz1onc. ({ Alle ore 15, co me da o rdi ne emanato, avviene l'irruz ione delle Fanterie, mentre le artiglierie allung ano il tiro. ,e Lo sbalzo dei battag lioni fuori della parallela di partenza è simultaneo e mag nifico. La nebbia impedisce di seguire il m ovimento
<k lk 1ruppL·: rn :1 ~i mk su tutta la fro nte d'attacco il \·Ìvo fuoco di mi1r:1uli;1trici e di f11t·ikria del nemico, la cui Artii.:lieria entra suhi to dopo ·~111l' li L"\\,1 i11 ;111i vit:'1, battendo, con azione in,izi almcntc ak1uan10 \ lc~,11.1, il fn 11d1J v:dk Baita Agndlizza, il declivio o rientale dcll '<>11i.~:1r.1 L" l.1 Poz:,,,;1 orn oni1na. " Alle ore 1(>d<> si ordina alL1 ri~crva di\·isionak di avanzare per prl'11cln 1· u ,l lcga lll cnto con l'VII I Gruppo Alpini che è d i rincalzo .il 1:-; ( ;r11ppo , il 'Luak, sceso ndla va lle dell'Agndlizza, pun ta fra il p.1'"' cld l' i\gnclla e l'Ortigara, segu ito dall 'VllJ Gruppo . .. l'1l1 . 1 ,ud il iiallaglionc .. Vestone ,,, ddb colonna di sinistra ) 11 , .il c il co~tonc dei Panari, seguendo con l'estrema sinistra j} fondo , .il k .\,: nclb e con l'estrema destra la linea di displuvio dei Ponari , i< " i : m e nt re il L,att,1g]io11c ·· Mo11do vì .. ava nza a stento da Pozza cicli '( >nigar:1 per il versante di dcstra del val lone delrA g nclla, fo rtell ll'lllc ostacul:tto dal tiro delle difese nem iche del Campigolctti. ,. .-\ lk ore 17 il Comand:lille della colo nna d i destra com unica l' lic il lia1 t:1glionc " Sette Comuni .. è in ango lo morto sotto quota 2 10') . collegato a destra col battaglione " H:mano ,, , a portata d'assalto. 11 ,, Monte Baldo irnmediatarnentc dietro il ,. Bass;m o ,,. Il bat1:& l! lionc <, Vero na ,, lia oltrepass:,to l'im nl u\'io e ,err;1 çol"fo ;11 " Scttr· Ci; rnuni ,.. Cli altri batt:1glioni seguono 'anch'essi. ,, La colo nna di sinistra im:ontra gravi ssime di[lìrnltà per il tiro 11c111ico e p;micoh rrnente per l'a7Ìo nc di numerose mitragliatrici dal ca posaldo 11emico, in piena cflìcirnza, dei C 11npigolctti . ,, Il battaglione ,., Vesto ne ·.., sebbene sottoposto anch'esso a notc\'oli perdite, alle r5,40 r.1ggiungc i rt.:Licolati nemici dei Ponari cd arditamente ricsc(' ad intìl tra rsi nei varchi aperti nel primo o rdì ne dei ca \·:1lli di Frisia; rna non pw'> :t\"anzare olt re, nè sostenersi per le ulteriori difese e per il Iiro nemico e ripiega al(Ju,11ito, per riordinarsi e lCntare, col concorso del battaglion e ·( Bicocca,,, nuova men te l'as,alto. l i ripiegamento, protetto efficacem ente dalle nostre mitragliatrici, si compii· rnn ord ì1w, ~r:bbcnc il t<:rrcno si:i falcia to (bile mitrag liatrici e bat1uto dall e bombarde nem iche. '• Il Comando della co lonna di sin istra , alle o re 16.20 si trasfcri, l' c ,la 1JUOt.1 1912 nei pressi di Pozza dclrOrtigara. " Alle ore r 7 si (b ordine al Com;111da11te della colonna d i destra che il IX Gruppo 1nuova decisamente aìl'assalto. Il battaglione di prim a linea del detto Gruppo avanza animosame nte a breve dista nza. rincalzatu da tJucll i di seconda linea. A nord il battaulionc r, Bassa. h nu .. oltrepassa, con slancio travolgente, una linea di ca valli di Fr isia 0
li
~otto il tiro ddlc mitragliatrici ed irrompe nelle trincee nemidw d 1 passo ddl'Agnelh . .l difensori, circa 200 uomini, dopo breve rni~( l11.1 ~i arrendono. Sono circa le 17,30. <t Intanto, serrati sotto il battaglione « Mo nte Baldo » e k com pagn ie dei battaglioni <, Valle E llero i> e <, Clapier i>, tempesti vam ente fatte avanzare a rincalzo, viene spinto l'attacco sulla quota 2101, che cade anch 'essa solto l'impeto dei nostri, con la resa del presidio: 100
Ricot•fri italiani sul Col di Bois.
prigionieri circa. Erano caduti in (}Uesta fase il m aggio re D e Vecchi, t< fb ssano ,,, ferito; il tenente colonnello Oliva, Comandante il ,, Monte Baldo ;;, fulminato da aneur isma, i tre Coman danti di com pagnia del « Monte Baldo >> e numerosi Coma nd anti di compagnia e di plotone. I supe rsti ti si lanciano tuttavia contro il h:111co nord della quota :no5, dove riescono ad espugna re qualche tratto di trincea, ed in. direzione del passo di val Caldiera e del Casteln uovo, rincalzati da reparti dei battaglioni « Monte Cla pier " e " Vall'Ellero \) . tt Intanto, di fronte alla tJUOta 2105, i battagl ioni « Sette Comuni J1 e " Verona >), duramente provati, lungo il declivio est dcll'Orti
Comandante dd
g:1r:1 , li.11111111 d.il k 111i1ragli:1Lric i e dalle artiglierie nemiche, urtano co111ro una cor1i11 :1 di fuoco , che non riescono a superare. I due batta.t: lionr non po, \ 0111l av.111zarc oltre l'ultimo gradino roccioso del marg rne 0 1 cd i\'i ~i appostano, a circa 100 m etri dalle trincee del nemico, ( hc 1icnc potrntcmcntc sbarrati con mitragliatrici i varchi esistenti nel rc tiu1l:1lù. La resisten za nemici di <JU<>l a 2ro5 paralizza lo slancio ddl'o tn: 111:1 destra, che si raccoglie fra <-ruota 2003- passo dell'Agncll:1 l jl lOla 2101, riordinandosi e procedendo al rafforz;imento delle po,1 ;,,10 11 1.
,, ,\ lk ore 18,·10 la riserva divisionale è attcst:ita sull a linea di \'igil.1n z~1. pronta :i sboccare. " Le notizie, ufficialmente confermate. sull'avanzata compi uta lLtlh Lulo 11 11;1 di dc~tra, ~ia per k condizioni c.ld comhattimento ancora in corso, sia per l'interruzione delle linee telefoniche causata dall"intenso tiro di interdi?..ionc dell'Artig lieria nemica, giungono alljU~1nto in ritardo e, soltanto al le ore T9,30, si ha la con ferma defini1iva che j battaglioni « Bassano >ì ed •<Arroscia >• sono in possesso di l [UOta 2 101 e di passo dell'Ag nella. con G1tl ura <li prigio nieri, e che il battaglione ,. Sette Com uni ,; è prossimo a quota 2 105. ,, Si dà allora ordine al Comand:rnte dcl b cnlnnn;i di ,inistra di tenere fortemen te impegnate le forze avversarie sui Ponari e Campigoletti. Detta colonna, arrestata verso k urc 17,30 ai reticolati nemici dei Ponari c. ~ul versante dc~tro de ll' Agnc!b, ~otto il Cam pigoletti. dopo a,-cr subito gravi perdite, a malg r~1do dei tentativi fatti, impiegando i battaglioni di rincalzo, non aycva potuto procedere oltre. i\ lk ore 20 la dislocnionc J ci suoi rc p;uti è la seguente: b<1ttaglio11e ,. llestone" con la 694' compagnia m itragliatrici, rincalzato dal battag lione r, Bicocca )' e dalla 201' compag nia del battaglione ·· Val TJ. naro ,., ad immediato contatto con i reticolai i nemici dei Ponar.i, tut tora insufficientemente J.pe rti, jn situazione no n facile , battuto di fro nte e di fianco da b,.>mbe e mi tragliatrici: battarzlione ,( Mondod con h (">95' comp:1g ni:1 mi tragli;itrì;i , frnntcggi~u{tc i! nemico, mal~rado le gravi perdite subìtc, sotto le linee an-crsarie dei Carn pigolcni. tuttora in effìcit:nza ; battc1glione ,. Cco<l .. : in rincalzo al battagliorlt' ,, :-.tondovì ,, al Corno Jclh Sega la con i plotoni del la 195' m m pagnia zappatori de.I (;cnio : battagliouc ., Valle Stura ,, : due compagnie (2 14" e 215") a di~posizionc del Comanda nl<.: il battaglione " C e \·a " al Corno della Segala: la 2 1.), , com rnaffn nÌa sulla lì nea di vini. bnza , come ri serva a disposizione del Comanda nte della colonn a d i ~inistra : battaglione " Val Tanaro " : le due com pagni::: restanti (204' >)
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e 205a) col Comando di battaglione, sulla linea di vigilanza, insic1111: alla 257' compagnia mitraglieri. << Alle ore 20 il Comandante della colonna di sinistra ordina che le due compagnie (204· e 20~>") disponibili si portino a rincalzo <lei battaglioni «Vestone)> e (< Bicocca» sui Ponari. Compkssivamcnt<.: I.a colonna di sinistra ha perduto nell'attacco circa 40 ufficiali e 1 200 uomini di truppa. I battaglioni più provati sono il << Vestone >> ed il << Mondovì l), rimasto privo di gran parte dei suoi ufficiali, fra cui i tre Comandànti di compagnia morti ed il tenente colonnello Gerbino Promis, gravemente ferito fin dal primo sbalzo. « Alle ore 20,30 il Comandante della colonna di sinistra, stante le perdite subite ed a causa delle quali ha dovuto impegnare quasi tutta la riserva, chiede il rinforzo Ji almeno due battaglioni. L1 ri chiesta viene soddisfatta. I battaglioni H Monte Saccarello )> e « Val Dora ,, passano, infatti, a far parte della colonna di sinistra. << Si richiede nel contempo e si ottiene dal Comando del Corpo d'Armata che una brigata della 10' Divisione si porti in riserva divisionale a Baita dell ' Aia. (( Alle ore 23 del giorno 10, la situazione risulta la seguente:
Colonna di sinistra: ---- battaglioni cr Vestone •> e ((Bicocca )> sulle falde dei Ponari , sotto la terza linea dei reticolati più prossimi alle trincee, trovati ancora intatti, dopo aver superato la prima e la seconda; ~ battaglione (( Val Tanaro >• in rincalzo dei due battaglioni precedenti; - battaglione <( Mondovì >1 sulla linea del fortino austriaco occupato, in corrispondenza di Busa della Segala; - battaglione t< Ceva '> a rincalzo immediato del battaglione << Mondovì >' ; ---e battaglione (( Val Stura » in rincalzo al ,1 Ceva ,,, avendo il « Mondovì >> subito forti perdite.
Colo11ua di destra: - sul1a destra i battaglioni: << Bassano ,, , « Monte Baldo,., Valle Ellero )ì e << .Monte Clapiu n agli ordini del Comandante dcl l'VIII · Gruppo, intenti a rafforzarsi sulla linea conquistata di p:isso dcll' Agnella e di cp.iota 2IQI; - sulla sinistra i battaglioni: cr Sette Comuni ", << Verona 1 •, e, Arroscia >> e <i Mercantour >•, agli ordini del Comandante il I\. <<
39 2 Gruppo, arrestati al ma rg ine est del np1ano J ell'Ortigara da fuoco
vinlrnti~~imo di mitr;1g liatrici, che blocca no i va rchi dei reticolati, impt:drndn as~olut;1mrntt: l';i\';111 ;.,,ata deg li Alpini. " No nn~tantc k pcrditt: s11hìtt:, i reparti hann() il morale elcva11~,11110 "·
S11ll'.1111l.1mrn to della ba ttaglia e sull e cause ddl '.immeritata sconlo ~tc"o ge 11n:tle Crn11<>-Dag na Sabina scrisse: .. Se, con .1tt acco dcci~o. il m attino ddl '11 giugno, tre battaglioni d., l lllo t :1 210 1 avessero puntato sul passo di val Ca ldiera, i rinforzi l'll l lll.1l1tu tL.ll ' avvcr~;1rio cckrmentc :.po:.lali nei g iorni 11 e l2 111111 .1\'rdilicro avu to la possibilità di passare a lla minacciosa co ntroflc m1 v:1 del 111 atti110 del 13 e del 15. E l'avanzata a rincalzo di altri h:itt:,~lioni nostri avrebbe realmente consentito di affermarci sull' Altopia.no, prrndcre di rovescio le [X>siz io ni di quota 21 05 e farle cadcrc. per fac ilitare la successiva m arcia all 'attacco, prima che altre ri scn·c a\'versarie po tessero interve11ire. " li ripiegamento sulla linea arretrata. già di hasc, avrebbe do\ ' lltO essere ordinato in tempo utile, una volt-a c he si er:i voluto rinunciare alla decisa, risoluta offensiva, realizzata all'inizio dd le opera7.ion i e chr la ~it11azionc imponeva fos~e prmeguita ad ogni costo "· In proposi to il generale Cahiati ( 1) bene a ragione fece ~inalog he considerazioni : 1, Sc avessimo avuto a djsposizione qualche reparto in g rado di marciare e di combattere e g uidato da C 1pi decisi, la nostra durissima vittoria avrebbe indubbiamente avuto grandi risultati. Ma l'attimo fuggente non fu colto e l'occasio ne non si presentò mai più . Per q uanto il Comandante della 52" Divisione avesse replicatamente richiesto di poter attaccare in forze nella direzione di monte Campigolctti, ho l'impressione che da parte dei nostri Comandi superiori non si fns~e, allora, ben compresa la grandissima importanza di questo caposaldo, che riesce evidentissima a chiunque da <.piota 2105 si affacci verso il terreno già occupato dal nemico e pi ù ancora da chi si porti :;ullo stesso Campigoletti "· Il generale Di G iorgio, in uno studio pubblicato dopo la sua m orte nella Rassegna Storica Italiana (gennaio r935), trovò le ragioni del lo scacco : lÌtl.1
( 1) Crnr.n1 : " Ortigara » .
Lo
_;c11110
di una trincea
11
_::OcJ(I
metri.
nella insufficiente preparazione di Artiglieria fau:1 nd ridotta ancora dalla nebbia; <,-,- nell'insufficienza dei battaglioni logori nella seconda b sc della battaglia. Destino volle che il IO avemmo i battaglioni e non fu efficace l'azione dell'Artiglieria; il 19 ci fu l'azione dell'Artiglieria ; ma non c'erano più i battaglioni _; (< nella forza tropPo esagerata rispetto alla potenzialità logistica della zona; <(-, nella scelta poco opPortuna del giorno d'attacco, perchè lo scioglimento delle nevi e le notti ancora troppo rigide rendevano insopportabile il disagio delle tende; << nell'aver considerato, dopo la giornata del rn, la situaz ione più grave di ciuanto in realtà non fosse; la battaglia si ritenne perduta sin dal.la sera del 10; << nell'aver a llargato i limiti dell'azione risolutiva anche al settore del XXII Corpo contro lo Zebio cd il Mosciagh, posizioni fo rmidabili che non era necessario attaccare di fronte; conquistato come era possibile il tratto monte Orti gara - Campigoletti, doveva necessariamente crollare il fronte m o nte C hiesa - monte Forno e restare aperta la vi:i dell:i fo rccllett:i di G:i!mar:ir:i e deHa Bocchetta di Portule. e< Solo allora il XXII Corpo poteva entrare in azione per trattenere ed incalzare le Jeboli forze c he aveva di frcmte. L'avere albrgato verso sud il fronte d' attacco al settore del XXII Corpo portò ;id una rarefaz ione. delle artiglierie e delle bombarde n . Il generale Cadorna: ,, Eppure si erano destinati a q uesta impresa forze e mezzi mgentissimi, in proporzione della fronte d'attacco, e la preparazione era stata, in complesso, bene organizzata. Quali adunque le cause? Esse sono senza dubbio molteplici. Gii errori di condotta che possono essersi verificati e che mai no n mancano anche nelle operazioni più fortunate non basta110 a spiega re l'insuccesso. Vi influi rono, senza dubbio, le avverse condizioni mett:reologiche, che diminuirono gli effetti dd tiro dì Artiglieria contro i reticolati e le trincee nemiche. · <e Ma la principale causa dell' insuccesso b si deve ricercare nd di minuito spirito combattivo d i una parte delle truppe per effetto della propaganda sovversiva, in quella stessa causa, cioè, che gù aveva prodotto le sue tristi conseguenze sul Ca rso, nei primi g iorni di tiuci lo stesso mese >). << -
giorno
10,
Il gl'ncralc ,\ 1blll '. >rc111 , Comand:111lc l:i 6 ' Armata: ,. l)i fn1J11 c .ill;i di , 11<111iliili1 ;1 di ri~t:r l'l' 1:11tichc e di nu1niz10111, \l ,l\';1110 l'im crl('//,1 , til l'l', Ìl o di ll lJ/1\'i ~r,J r:,,i <.: la proccupazio ne di n 1L1 rc . lOIJ .1:,, 10111 jllÌ1 1ircil1111,l.!,alc. perdit e 11()11 g iustitìca bili. Così pn.: \.il ,e l. 1 ,k1t·1 111 111.1, 1<111(· di 11n1111L i.ire all';1U;1cco e di riprendere 1·.,1tcgg1.1111111111 dil l'11,i, ., , 11 11'11il l' 1.1 f n 1111 c dcll'i\rmat;1, tranne che , 11 ll'(·l~1 1_g.1r.1, d11\L', .dio ,, 0111 1 di d.tl l' piì1 l.,rg :t l,;i~c ;1 futuri sbocchi , d lL· 11,111. , 1 .!,,,n.1 11,, 1<>11111111.i rt' .1 , i1, 11 1 p:1ui:ili per il possesso delle 11u111t· , Il(' , .. , 1,1111 1.111<1 il 11 ;11 1<<1 nric111:1k del !i:1\\0 di v: il Caldiera, ilcll.1 q11.1k , 1 ,.11 1"! 11,c ,o~Ì 10h11 l' u,o al nemico . . ~l rn11t· , i .11 1rn dc\,1 ;il i., preparazione di L}Uelle operazion i, la 111 111 ,· "il ·::; ,gll1~11<1. t111 \'iolcnto co n:r.1tt;1cco austriaco costrinse le 111 1\111 · 111111!''°- dopi, lulta :1,·t.a11it:1. a 1ÌpÌt:!;are ~ulh, lim;a Pon.1ri11.1\\1l dL" ll ',\ g1Kll :1. dall:i quale in seguito vennero ricondotre sulle .1111 1L l1c 111 1~11 101 11 dikmin: dell'Annata ,.. Il 111 .1ggiorL· F:,bru.in Allirnga , Comandante il battaglione ,, Valll'ili 11:i , , ~cri~\c , due o re prim;1 di mo rire, colpito da una scheggia di _!.', r.111:ll:1, il 2.) gi ug no l<)l7 : ,. i\l mio g rido : Hat1a glio11e Valtellina, , 11·111111 ! Li11(i;1lo all'ora fÌss;1ta. 110 vi~ro soldati cd uUìciali baciarsi e ,01y_nl' t111ti di ,r;ittn, Linri:111.lo,i :ill'a ~,;drn f11rihnn di , sot to una val.111!,.:;1 di proicnili nemic i di 0 1:! 11i cilihro (a11clic i 305) ed, in meno di vrnti minuti. superare rocce, terr<.'no aspro. di ~livdlo di circa 200 mclrÌ . una d i,t;tnz;t di f,on m<' lri circa, e g iungere rngli Austriaci inebetiti dal bombardamento precedente e dalla nostra fulminea irruZione. li Comandante dei presidio ;1ustnarn -- un tenente colonnello -- mi è passato vicino tr.i~pon::ito a hracc i.1. pc:rc liè na fer.itu: mi ha salutato con un senso di ::immirazione per i miei uomini ... Giornata magnilì c:i di \ittor ia !. .. Gli uftì.ciali cor;1c la truppa furono sublimi: sia nclL1~~alto. \ Ìa nella fredda ~ere11it:'1 . con la LJt1ale ma11t{·nncro la co1H1ui sta sotto un fuoco infernale, du rato tutto il giorno e tutta la no tte succc.:s~1 \ ' ;i ., • l'n altro ;!tt11r 1.: e u~stimone rxu!arc. i! tenente Giacconi, lasciò ,eritro : " I ci nque giorni e k cim1ue notti che ~eguirono ;1i dì dell'dlimera \'ittoria furono dì (!lKSti ancor più orrendi per i due battaglioni " ìvfonte Clapìn " L'. " Vall 'Ellcro ,, , cui toccò l'onore di resi~ , tere sulla posiàrn e ragg iunta. In quello strettissimo e basso camminamento austriaco intagliato nel sasso. che ci ser\'iva di trincea, st:i,·ano f ram mi,rl ,iati i vivi, troppi per J'a ng ustia dello spazio, tanti che sulle sp:ille dei vi\'i dovevano strisciare ufficiali e portatori di ordini! Ed int anto tutte le ;irtiglicrie concen travano rabbiose i loro tiri su
Al p<1.-so dei Volont(lri.
quel cocuzzolo, dai cannoncini da montagna ai grossi pezzi, da I Corno di Campo Bianco e fin dal lontano Panaf(>tta e ad ogni proiettile erano grappoli interi di vittime ... (( Ma come si fa a riassumere quella nostra settimana di passione? La fame e la sete, peggiore della fame, non ingannata dalla lurida neve rossa di sangue, e la veglia febbricitante, di giorno per l'Artiglieria che toglieva il respiro, l'udito e la voglia di dormire e di notte per sbarrar gli occhi nel buio, in attesa del contrattacc6 nemico; ed il lezzo di cento e cento cadaveri nostri ed austriaci che si disfacevano tutto intorno sulla roccia; ed i rantoli ed i gemiti dei feriti che, fino a notte, non potevano essere allontanati da quell'inferno; e gli acquazzoni improvvisi che, se calmavan l'arsura, ci ammollavano fino alle ossa, dandoci i brivi<li della (ebbre ; e l'angoscia rabbiosa dell'impotenza e l'eroismo silenzioso dei nostri Alpini, risoluti a morire perchè era necessario ». Alcuni Alpini del battaglione « Bassano >> furono visti abbracciarsi alle mitragliatrici austriache, per dar modo ai compagni di procedere più oltre ed il poeta Guido Mazzoni così esaltava la gloria de!!li Alpini sull'Ortigara, ricordando questo episodio: Devoti a morte:, si slunciaro110 essi
sull'Ortigara. Nè fu mai vulcano che sì coperto da tonanti globi d'acri vapori cotanto arde.ue, f ulmi11a11do strage.
Là cento petti, alle avvinghiate canne Mitragliatrici, di sè fèro intoppo Sanguinolento: Avanti, Italia, avanti! Libero è il varco.
Paolo Monelli, che (..·umbattè da ufficiale degli Alpini sull'Ortigara, così ricorda jl glorioso sacrifizio degli Alpini: « Dopo due anni di dura guerra 22 battaglioni scavalcarono senza un'ostia le rocce della Caldiera, ancor rapprese nelle ultime nevi dell'annata, si gettar-0no fuori dell' ultimo reticolato, presero le pasizioni che c'era l'ordine di prendere, vi s'inchiodarono sopra, vi .rimasero in olocausto per 20 giorni , perchè il resto dell'azione non ebbe l'esito sperato e mane?> il coraggio, in alto, dì richiamarli indietro a
~a rebhc stata minor follia buttarli ancora più avanti; do vcucro im·ccc n:s1:1r lì, :1 disf:1r~i, sotto le martellate sempre più nutr ite: di 1u11 c le: hattcric che l'Au ~tria accumulava in fretta su yucl sctton.: : cd :1r~rro, ~nito q11ci l1olll h:1rd:1111c111 i che $tringevano il cuore :1 i ciu adini di Lodi e di Piacenza che ne ~c nti v:111 rintronare il romho le sere:, ~ui loro p:1cdici orr1.zo nt1 ; e combatterono e misero le scarp-:: tempo; rncnl.n·
e:
Trasporlo di
n1<1U·1ù 1fr
sul gliiucciaio.
al sole con lo spi ri to dei vecchi Alpini, dei permanent i del m o n te Nero c: Jdb Carnia. E parecchi battaglioni furono distrutti due volte : chè, (]Ut ili disfatti i primi giorni, rientrarono all::t Caldier a, ~i rimpolpettarono con le recl utine delle ultime cla ssi spedite in fretta da Arsiè e Primolano , e tornaron fuori. Più tardi cercavam o i.nvano il '98 cJ il '96 nei battaglioni. Risposta: se ne sono an<lati tut ti all'Ortigara 1
~0 1
(< Dopo quell'allegra quintana del primo giorno, la con4u1 ~La delle prime linee, sotto quella ncbbja bassa e cupa dentro cui rotolavano valanghe di romhi; dopo la coronazione dell'opera con la presa delle tre cime e le superbe difese notturne (il generale Cornaro, ritto fra i primi Alpini ed Artiglieri da montagna, a menar randellate e sputar mòccoli, perchè guai se si mollava la linea e la linea non la ~i mollò) dopo, fallita l'azione alla nostra sinistra, impedita l'az io ne ulteriore a noi. sentimmo tutti che l'impresa era i nutilc, dannosa :: mortale. Vi perseverammo tuttavia perchè gli ordini erano così ed appunto l'avervi perseverato con inesausto valore fu la vera gloria dei nostri battaglioni. Non l'ubbriacatura delle battaglie sulle strade perdute, quando si gettavan fuori allo sbaraglio perchè il nemico aveva rotto e qualche cosa bisognava fare; non il senso accorato e religioso delle difese sulle ultime rocce rimaste alla patria, fucilate e bombe e sassi e bestemmie sull'alemanno invasore; ma dietro alle spalle, dalle case nostre che sai va vamo pareva venisse un fiato ::iffettuoso a confortarci. Non la bella impresa sfacciata di monte Nero, o le battaglie alpinistiche, degne di noi, da rampicatori e da sciato ri , del Cauriol e dell'Adamello. Ma c'era la pietraia carsica buona per tutte le truppe; c'era il carnai0 in massa in cui la nostra speci~ lit:1 s'annichiliva invano ; c'era soprattutto il senso che tutto ciò era non solo inutile, ma superfluo. E pure si tenne duro finchè ci furono plotoni; finchè, il 29 giugno, a buio, falciati e straziati come tutti gli al tri, rientrarono, con i loro feriti, con le loro armi e con le mitrag liatrici tolte al nemico e con i prigionieri, gli ultimi due battaglioni, g li ultimi gettati nell'avventura, tJuelli a cui era stato sortito il martirio della ritirata e negata l'ebbrezza della conquista: battaglioni ,, C uneo ì> e « :Marmolada >) . << Una sera dell 'Ortigara si presentò all'ospedaletto chirurg ico del prof. Alessandri un Alpino a mi uno scheggionc aveva portato via un braccio ed il pezzo troncato lo portava co n sè, so ttu l"altrn braccio rimasto sano. Entrò con passo fermo nella sah del le OjJC,~1z ioni, lasciò cadere l'art() sul tavolo, con un gesto corretto, scnz'i ra . Disse: Mi pc11dcva da u11 pez zetto di pelle; ho mvato fuori il coltello, me lo sono tagliato. I m edici g li si fecero <l' attorno, commo ssi, entusiasti, sbalorditi. L'Alpino rimaneva diritto, severo, sc nz::i sdegno , senza debole7.ZC. Si se nti va che le parole di co nforto scivolavan via senza lasciare il seg no, su quella calma sublime. E, se no n è morto, se l'han curato bene, ora certo s'i ngegn:i a campare la ~ua vita, con un brac'!::Ìo solo e quel suo c uore fiero.
28.
.. Anche tjucqo nostro Corpo degli Alpini ci aveva rimesso il hracci(I all 'Ortiu;1r:1. Quando ve nnero le giornate tristi dell'ottobre , il 11H111co11 e ~:in~uin:iva ;1ncor;1. Ma c·e r., l'altro buono. E furon cazzuui ~anti e duri , menati con tJUcl cuo rt' ~ano e semplice della nostra ge nt e, sulk soglie c strc ll1 (' della Patria. Da allora sentimmo che i nwrii inutili dcl l'Or1ig:1r:1 erano dei nostri più degni e migliori ,
Rìcovai ndla nat:.
l!uclli da evocare pit1 spesso nelle nostre adunate, c1uclli da celebrare con più amore nelle nost re feste. E, p erd onate adesso ad un vecchio umanista quak io sono, non guarito Ji ttucsto male da tp1attro an ni di cilici<J alpino. se voglio chiudere in un 1notto, nella lingu;1 dei
nostri padri, l'onore cd il valore dei morti dcll'Ortigara. 11 motto mc lo d:1 Tacito e mi p~,r di leggerlo inciso -su quel lastrone liscio, sotto il quale rcqcì freddato il mio comandante di battaglione : Portunam inter duhiis, vìrtutem i11ta ccrtis nu 111ernver1mt. Annoverarono la fortuna fra le cose dubbie, fra le certe i I valo re ;,.
Il colonnello brigadiere Slo ninka: (( Quali possibilità di successo si sono lasciate sfuggire gli Italiani ! Senza esagerazione sciovinistica, bisogna porre come base J'afferm:1 zionc che nessun comandante austriaco, a disposizione del quale fossero state due dozzine di battaglioni di élite, si sarebhe appagato dtl possesso della posizione dell' Ortigara, di fronte ad una Fanteria totalmente battuta e quasi annientata e ad una Artiglieria ridotta qua~i senza munizioni. fn ogni caso, e su ciò non può esservi dubbio, sarebbe invece riuscito il colpo tentato il giorno 19 sino alla Cima U ndici, rendendo così possibile, con la presa di rovescio, la caduta di monte Campigolctti, così eroicamente difeso. " L 'accontentarsi di un successo iniziale, di per se stesso insignificante, che avrebbe -invece potuto, con maggiore energia, essere sensibilmente ampliato, dimostra che agli Italiani mancava la capacità di comprendere la situazione e di approfittarne fino in fondo )> . La Relazione austriaca: ( < I preparativi dell'offensiva ita liana non sfuggirono al Comando del III Corpo d'Annata austriaco; l'imminenza dell'attacco fu confermata anche da intercettaz ione <li radiotele~rammi. Alla fine poi fii intercen:1t:1 :1ddiri ttur:1 b dirama.z:one dell'ordine di ;1ll:1 cco del Com ando della 6" Armata a tutti e quattro j Corpi d'Armata dell'Altopiano. Le posizioni e le truppe austro-ungariche riportarono danni gravissim i dalla preparazione di fuoco delle artiglieri e e delle bom barde. L'~ittacco italiano ottenne u n successo notevole ed abbastanza rapido solo sulla destra, fra l'Ortigara e la cresta di frontiera ( colonna Di Giorgio), con l'espugnazione del passo cieli ' Agnella, della quota 2101 dell'Ortigara e della testata del vallone cldl' Agnellizza: a sud , invece, la colonna di sinistra (Comaro) aveva dovuto arrestarsi dinanzi alle tenaci difese dei Ponari e del Campigoletti e nulli , o quasi , erano stati i risultati ottenuti d,1llc altre truppe dell'Altopiano, nel settore dallo Zebio al monte Rasta. << Tuttavia una crmtinuazium: dell'allacco italiano nel giomu 1 ,
o 12 avrebbe potuto avere effetti fatali per il tlife11sorc, giaccl1è avrebbe spezzata la sua fronte, ricostituita alla beli' e meglio. (( L a decisione della sospensione dell 'attacco italiano - dopo b giornata c ritica del IO - : sopravvenne per buona sorte dei difensori. Ripresa l'azione degl'Italiani, con obbiettivo prin cip;ile la ve tta dell'Ortigara e sem plice azione dimostrativa contro il monte Campigoletti, il mattino del 19 giug no quota 2 I 0 5 fu presa ; fa llì in vece l'attacco al passo di val Calcliera, tentato con due soli battag lioni . «
,, (;!'Imperiali , pur deplorando la perdita completa dcll'Ortigara, ~i rallegravano di aver potuto mantenere il possesso del Campi golctti pcrch~, dat:1 l:t conformazione <ld terreno, quel possesso era condi zione hasil:tn: indispensabile per yualsiasi opcr;1zione tendente :1 riconl1tti~1:in: i 1r,11ti di lcrritorio perduto e d'importanza decisiva per l'e~ilo finale <kll:1 h:111 :1glia . ,. F:111 c .1ccorrcrc i11Ltt1i , 11uovc ri ~c n·c. cd affidata la direzione dcll'opera:1.ionc :1cl liii() elci pi tr :1pprczzali generali, il Goìnginger, il (;ornando ,llt ~I r11 ungariw di spose clic il contrattacco per la riconqui ~1:1 dcll'On1 g:11 ;1 fo~sc \ferra.io :d più presto. All'alba del giorno 25, ire g rm,c f,mn.1 zi1,ni di .1ssahn si lanci:1vano, dopo breve cd intensa prcp:1r;1z1<111<.: cli Artiglicri:i, contro le posizioni italiane ddl'Ortigara, :tll l 'or .1 c lll Ì> rio 11 .IÌ 111c ntl' org;ini:a.ate, c riuscivano a sommergerle ,, .
Xli.
LA BATTAGLIA DELLA BAINSIZZA E LA DODICESIMA BATTAGLIA DELL'ISONZO La decima battaglia dell'Isonzo e (·1uell :1 ddl'Ortigara ci era no costate molti uomini e molti mezzi e ci sarebbe stata necessaria una pausa nelle operazioni offensive per curare le nostre ferite, ripianare le perdite degli uomini e d elle armi e provvedere ad una nostra mig lio re sistemazione difrnsiva; molto più che l ' Amtria, potendosi orm ai considerare vittoriosa della Russia e della Serbia, cominciava a preparare contro dì noi una nuova, gra nde offensiva . Ma, pvichè i nostri alleati insistevano perchè la nostra attività alleggerisse la pres~ione degli I mperi Centrali sui loro fronti, fu decisa la conquista dcl l"altopiano dell a Bainsizza, con un 'az io ne offensiva da effettuare con grandi forze e con tutti i m ezzi necessari. Alla nuova battagl ia parteciparono, infatti, 5.c Divi sio ni nostre con 3Goo cannoni. Una g rave minaccia per il nostro sc hieramento era rappresen tata dalla testa di ponte di Tolmino ed o ccorreva mig liorar<.: le nost re posizioni sulla fro nte Gi uli a, in m odo da rende rle più sicure per le operazioni offen sive a più largo raggio, che si prevedevano per la primavera del 19r8. Per raggiungere tali scopi, occorreva spingere la nostra occupazion e o ltre l'Isonzo, dal Mrzli al mare, con una nuova offensiva, alla quale si o ffri va come favorevole linea di pa rtenza la cresta C ucco - Vodice. In proposito lo stesse.> Cadorna volle precisare che <' l'altopiano della Bainsizza fino al vallone di Chi.ipovano. la lin<:a Tr,tdj - H e rmada, ch e a g u isa di g randi bastioni difendono il medio cd il basso Isonzo, e la cor tin a format a dalle alture dell'anfiteatro goriziano. avrebbero costituito, quando fossero cad ute n el le nostre mani , una forte linea di fe nsiva, a ppoggiata a sinistra al massiccio del montt· N ero, e mollo adatta a protegge re la fronte G iulia d a qualun4uc minaccia. Quanto alla testa di ponte di Tolmino, difficile da attaccare frontalmente , sarebb e G1d uta q uando noi avessimo conqu ista to l'altopiano dei Lom >• .
Per quanto riguarda l'economia generale della guerra, la nostra nuova offensiva doveva servire ad alleviare la pressione austro - ungarici contro i Russi e conrro i Romeni; me ntre per noi doveva aprire una profonda lm:cc ia nelk lince nemiche verso Trieste. L \ 1tt1cco, da Tolmino al mare, si sarehhe svolto in due grandi settori: uno da Tolmino al monte Sa n Cahricle, ;iffìda10 alla 2' Arrnat:1 (zona di (;orizia) e l' allro dal Vippacco al m are, riservato alle opcr:11.io11i dcll:t f Arrn:it:1. Fra i due ~cuo ri avrebbe dovuto agire 1111 g rnpp11 :1ul!>non10 di colk~amcnto. L., -~· t\nn :11.1, ~c hicrata d:ill:i conca di Plczzo al Vi ppacco, era lorrc di 7 Corpi c1· 1\ rrn :11a (Il , IV. V I, VIII , Xl\! , XX IV e XXVII), un., l )11 h 1o nc cli ( ::i v:ilkri a, un R:1ggruppame nto Alpini e y :66 pez;, i, 1r.1 1". 11 11w1 11 e ho111h.tn k. L:1 f 1\nn :11.1 cr., rn~ tituita da 6 Corpi d ' Annata (V lI , Xl, XIII , :\.\ lii. \ \\" e \\.\). una Divisirmc di Ca valleria e 2 11 6 pezzi, comprc~c k ho11il1ard<.::. A di , pn~izinn t· del Comando Supremo, come riserva, c'cranò (l l)i\·i~inni e mcuo cd una Divi sione e mezzo di Cavalleria. Contro d i noi aa schier:1ta l:i 5" Armala am1 riaca ckl l'lsonzo, ,c,n :, Co t;li J ','\rm:1t:1 :1 nor,l ,li C ori zia e .2 Corpi d ' :\rm ata a .,; ud; nonchè con 4 Di visioni in riscrv:1. Le dircuive del Comando Supremo in data del 28 maggio lasciavano ,,I C ,111;1n,Lt111t: ddla 2" i\rm;1L1 , ~u 1crale C;1pdlo, la facoltà di stabilire ì limiti d<:lra;,,ionc dell'c~trerna sinistra cd il Capello assegni> ;i t pH.:st:i l'e5p11gn azionc ddla testa di ponte di T olmiiv, come obb1tttivo pri ncipale, riservandosi di impegnare il nemico su tutta la frontt dell ' Armata, per poi far massa per tentare lo sfondamento della fronte ncmic.1, f rn P()(helo e monte Santo.
/ 11i1.Ìala CU II lJUalcl1c a i..ÌU11l.'. prdÌ111Ìnare i l 17 a gosto C preparata cblla nostra Artig lieria il 18, la grande o ffensiva che ci doveva portare alla conquista dcli 'altopiano della Bainsizza ed alla catmra di 30.671 prigionieri austriaci , di 145 cannoni e di 2.65 mitragliatrici, si · iniziò all'alba del r9 agosto. Passalo l' Isonzo e superate le difese nemiche di fondo valle, le truppe della :2' Armata (zona di Gorizia) attacc:uono decisamente, conyui , tando il ·m.o nte Santo, che collegava k linee austri,ichc dd medio r~on zo con ,1rn:lle ad oriente di Goriz ia e che, col San Ga-
bride, concorreva a sbarrare la sella di Dol H:rso 1":tltopi:11111 dcli., Bainsizza. Intanto la 3• Armata, espugnate le munitissi me 1x:isizioni 11<:111 i che tra Castagnevizza e Scio ed occupata quest'ultima localit',. pr,, seguiva l'azione verso l'Hermada. Mirando al suo obbiettivo principale la 2' Armata conqui st:1,·.1 poi l'altopiano della Bainsizza: mentre gli Austriaci, costretti ad LIII precipitoso ripiegamento, abbandonavano i loro depositi di viveri e di materiali. Venivano conquistati gli abitati di Auzza Verh, Lohka, Bat, Ravne, Leosa, Podlesce, Mado ni, Gargaro, Zagorhic e le nostre lmee poterono avanzare, fra l'Isonzo cd il vallone di Chiapovano. in un vasto settore, da due ad otto chilometri dalle posizioni di p:,rtenza. Il successo sarebbe stato, an zi, assai pit1 lusinghiero, se le difficoltà logistiche, specialmente per il rifornimento delle muni zion i e dell'acqua , non avessero, purtroppo, fermato il 11ostro impeto vittorioso. H terreno sul quale si s·vol se q uesta nostra offensiva non richii.> deva, in complesso, il particolare allenamenro delle truppe da montagna; ma non pochi battaglio ni Alpini parteciparono all'impresa e cornbatterono con molto vaìore. Furono appunto i battaglioni Alpini << Tonale » e ,, Pasubio ,. che conquistarono il nodo del Fratta e di Semmer, per impossessarsi. tre giorni dopo, ddl'Osccdrik, a malgrado delle gravi perdite subìtc . fra k lìuali, particolarmente dolorosa , quella dd capitano Luigi C:alvi che, già ferito e circondato da <>_!!ni parte dag li Austriaci, preferì morire piuttosto che arrendersi. Passato l' Isonzo più a nord, a Doblar, il Raggruppamento del colonnello Tarditi raggiunse la vetta del Vogercck cd il 26 agol-to co nquistò il Mesnjak. Il battaglione Alpini " Belluno )' combattè strenuamente a Siroka Njiva; il battagl.ione ,, Val d ' Adige ,, , al comando del tenente colonnello Perretti, s'impadronì, il giorno .:!9, dopo ben cint1ue assa lti alla baionetta, di quota 778 presso Hojevien ; i battaglioni " Monte fk rico " e ,, Morbegno '>, ben presto rincal zati dal ,, Vicenza ,1 e d :il <, Val d ' Adige ,. , occuparono i din torni di Kal. Nè yuesti battaglioni furono i sol i reparti degli Alpini che offrirono, durante l'undicesima battaglia dell'Isonzo, il loro valido contributo alla vittoria comune. Infatti il battaglione " Val C hiso ne ,. ~i distin se nella conquista delle formidabili posiz ioni del San Gabricle ; mentre l'<• Alhergian ;,, il " Pieve di Cadore ,, cd il (• Monte Pdmn ..
g:1reggiarono in valore rnn i reggimenti Ji Fanteria di linea. durante tutto lo wolgimcnto del la hauaglia. Qucst:1. ini zi:it:1. ru mc ~i è d etto, il I ì a~osto, veniva conclusa ìl 12 :,ctternhrc.
:\ propm ito dcll 'iin pi cgo delle truppe alpine durante .la battc1glia dell.1 H.1in~in.1 ci ~rn1lir:1 opportuno riportare (ptanto scrisse, nel l<H"i , il gn1cr:1k < ;u~t:1vo Pc~e nti circa il p;1s~aggio dell'I sonzo e l'a1 111 11t· " ·1111.1 i n l jlll' il'occ1sionc dal 5" Raggruppamento Alpini (1). Si 1r.1tt.1 di p.1gi nc cffìc:1cissimc. che mettono ancora una vol ta in rilievo ii 1·:iio n: dcik nost.re truppe da montagna. " 11 110,l ro bombardamento comi nei(\ iI 1 7 agosto (essendo ~tato dcl i~< • il g1tta m em o dei ponti, e il co nseguente passaggio Jell'Isonzo, jl('I l.1 nulle del 18), con tiri a grande distanza ,( allo scopo di dìsor.:..: .11111.1.:irt: Comandi e servi 1.i ,; c (, si in temificò al massimo nella _!!i orn:ita del 18 con tiri di controbatteria e con tiri di distruzione dell e trinrcc 11t:micl1c " : ces\Ò solo nell:i. notte del r8, pochi momenti prim :t dd p:issJ;,;!.:;io ... ,, Sot to ( 1' traict tori;1 ddlc bornlx:, ddlc granate e degli shrapnclls e ~otto le raffiche rabb iose e lacera nti delle mitragliatrici, alle :: u del 1 ~ ::igosto, èhhc inizio il git tamtnto dei po nti. Di tratto in tratto. col lancio dei razzi, il nemico riusciva ad illuminare qua e là lo specchio tL1cqua. Allora le 11mtrc bombarde e le nostre mitragliatrici scaricavano piom!)o sull'() pposta ~ponda, per costri ngere il nemico a starsene ripa rato nelle sue munite caverne. •< 11 hombardamt:nto durò, intensissimo, il 17 e tutto il 18, fino :1 nott e inoltrata. Durante il g iorno. poi , i nostri velivol i, dominalori dd cido. tCIIC\'anù in rispt'.lto quelli avversa ri. Ad ondate sw.::ces~i,c i nostri arditi del (iclo rni loro veloci apparecchi sorvolavano le linee nem :c k: chi per guidare c,)n fraterno cameratismo il nostro tiro di Artiglieria. ;1llungarlo, correggerlo, fis~arlu: chi per m~c:rvare, fotog rafare, raccogliere notizie e riferire ai Comandi superiori scaglionati all'indietro. ,, Il 5" R,1ggrupp:unc:n to alpino si era portato, durante i giorn i 17
e 18, ~ulle sue basi di partenza, cioè -
grosso modo -
sullo spalto
( 1) PnE7'TI: ,. Il passa/:(gio dell ' Isonzo e l"a,·,rnzata dd 5" Raggruppamrnlt, \lpini alb Baìn , i~.:,;;1 " · in f?.iz,istll di Fanteria. anno Il , fa se. 9 (settem bre I q35).
o 2 3 4 Km.===*'=:i:=====:t::=t
L'a/1opia110 della Bai11sizza .
di riva destra del l' Isonzo, dal monte Cucii alle case di Doblari. lvi attendeva di passare l'Jso nzo alla confluenza clel Yogercek e ;1 Doblari. << In conformità delle direttive su perio ri, il Com a ndo del Ragg rup pam ento intendeva operare avanza ndo su du e colo nne. per im p ;1
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dronirsi: 111 primo tempo di monte Cucii (quota n6), di lJUOta 509 (che trovasi a 750 metri a sud - ovest della stazione ferrov iaria di Santa Lucia di Tolmi no) e di <1uota 771 (a sud - est dì monte Cucii); in s<::condo tcrnpo ddl:i trincea nemica che da quota 509 si svolge ~ulla falda nord - c~t dcl C ucii (quota 77 1), in direzione di monte Zaj:1111:1. " I p:1~,:1ggi a~~eg nati al Raggruppame nto erano due: il primo :111:1 confluen!'.a del Vogcrcck. da costrui rsi da una compagnia di
Pontieri: l'altro a Dohlari , da costruirsi dagli Alpini, sotto la dircz iw1c tcrnica di un ufJìciak dd Genio .
.. C.1 r:1ttcristiclH; dell'operazione: accurata, meticolosa prcpara!' Ìo11<.: e rapida esecuzione, possibilmente di sorpresa ,, . li 17 :,gosto 1917 il nemico dì fronte al 5'' Raggruppamento era r:1pprcsenlato dal XV Corpo d'Armata austriaco, che comprendeva: b 1 o" K. K. Infanteric Division; la 21 " Sdmtzen Division; la 1' K. K. l nfantcric Division. Esso occupava l e po~iz.ionj a difesa del Hogatin, sopr:i Tolmin,;, a Canale d' .l sonzo. ,, La 1" K. K. Inf:rntcric Divi~i<m , c he più ci interessa (al comando del generale von Metzcge r), _.,i rnmpom:va di due brigate : la 22" l.:111d<1urm - Gebiq:~s Brigacle, al com:mdo dd cokmndlo von Co!crus ; la ;" Gehirgs Brigade, al comando del colonnello Budincr ; 1 comando di Artiglieria agli ordini del co l<m ndl o Gallistel. Schierata da Tolrnino ad Auzza (località compre~t'), la 1 · Divisione era forte di I I battaglioni, r squadrone, (>8 pezzi. I I compagnie mitraglieri, 5 Unità (Zuge) di Infantcric Gcschutzc. r unità (Abtcilun~) di Infan.rcric Geschutze, 1 compagnia zappatori. ,, Nella notte sul 19 si iniziarono le operazioni di gittamcn to dei due passaggi : l' uno a monte, alla confl uenza del Vogcrcek nell'Isonzo: l'altro a valle, [lre.-;so Li confluenza del to rrente Doblar nel l'I sonzo. ,, Per lluanto riguarda il tent;1tirn del Vogcrcck, nelle prime on:: Fnnt:ri<liane, le nostre bombarde, m entre t ir~ì\·ano 0 ltrc Isonzo, provourono un incendio in un bosco di riva d estra. dove erano raccolt i materiali da ponte: e munizioni. Domato l'incendio ad opera degli Alpini, si potè ricuperare pane del materiale e ripararlo alla mcgi'io per utilizzarlo nell'operazione notturna. Mentre gli ultimi barconi c:tlavano in acqua, dato il terreno roccioso e ripidissimo cd il buio intenso , si produssero altre avarie di grave entità, sì c he tutta la notte fu spesa per riparare, pur sotto gli occ hi del n e mico, il prez ioso matcrialt:.
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<<" Si giunge così all'alba del 19 senza aver potuto effettuare l.1 pericolosa ed audace operazione. Pur essendo mancata la sorpre,:1. per la sopravveniente luce, il Comando ordinò che i barconi riparai 1 fossero messi in an1ua lo stesso ed il gitt;1mento del ponte fosse.: tentato ad ogni costo; ma l'avversario, messo ormai sull'avviso, bene in cavernato nella galleria,. attese i nostri al varco. La prima barca lanciata in acqua veniva colpita in pieno da raffiche di mitragliatrici e l'equipaggio fu quasi tutto ucciso o ferito. La seconda imbarcazione seguì la stessa sorte della prima: tutto l'equipaggio ucciso o ferito e la barca affondata. (( Il comandante del Xllf Gruppo deci se allora di desistere d all'operazione ed ordi nò alle sue truppe di retrocedere per tentare il pa~saggio dell'Isonzo altrove. ,, T tre battaglioni, « Antelao )>, ,, Belluno ,, e ,, Cadore i ), che si trovavano sul costone del Cucii (Kukli), dovettero riprendere la marcia, lunga e faticosa, per portarsi a Dohbri e p.1ssare ivi l'Isonzo appena possibik. « Nella sera del 18, nelle adiacenze di Doblari, afrtuiva ininterrottamente il materiale da ponte pd gittamento, sicchè gli Alpini , co.n l'aiuto di alcuni pon•ieri , alle :"!:~ ini7.Ìarnn,) il lorn lavnrn . No11 era possibile che il nemico se ne stesse, a pochi passi, rintanato e iner te nella galleria ferroviaria e nelle trincee. Pre\to, infatti , cominc i,\ un fuoco' d ' inferno, a!rimpazzata, fuoco di paura, pcrdiè cnlto cli sorpresa. ,, Ma ormai er a troppo tar<li ! ,, Morivano gli Alpini, crivellati di pallottole; ma ì'ardua impresa era ormai così avanzata che, verso le 4 del mattino, un ponte, un :1 passerella ed un traghetto riunivano ormai le due sponde del fiume. '( Narrare gli episodi singoli di tale passaggio sarebbe non facile impresa. {< Fu per lJUei valo ro~i che.: il Poeta canti'>:
Con l'una prima, poi con l'altra mano Afferrò il Fante la nemica sponda, E, quando entrambe al suol caddero moz.ze, L'attanagliò coi denti e la mantenne. « A mano a mano clic il lavoro procedeva, gli Alpini p;mavano , ombre barcollanti, nell'oscurità della notte. Molti cadevano in an iu:1, feriti dalle raffiche di mitrag liatrice; altri ~ià cadaveri, tra volli dall:i impetuosa corrente, sparivano nei torbi<li gorghi del fì um c Cmì.
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dalle 3 alle 5 della nouc ~ul 19, ìl battaglione •, Monte Pelmo )) era già tullo sulla spo nda sinistra, lottando corpo a corpo per superare la prospiciente galkrìa, nido di c:1nnoni e di mitragliatrici; nonchè il primo saldi s~imo trìnccro nc, ìrto di ret icolati ancora intatti. i, Il ,, Monr-c Pt:lrno )•, preso l'abbrivio, no n conobbe ostacoli: si slanciò arditamente, all'arma bianca, ~u ptr l'c.:rte pendici del monte Raunc ( ;1 R:1uni c, quo ta 511), coronato da difen sori tenaci e, sotto una piogg ia d i fnrn e di f uocu, continl.l('> ad :1vanzarc lino a fermare ~aldamcntc ìl piede ~u ll'impmt :rnt c po~iz ionc. ,, L 'irn llnpcn1 c Ìlllpeto di l jllCÌ Carihaldi11i della montagna fu
lul c dcll:i prima \' il tori:,! " J\ lk orl· 1J, L, ,(J)rnnit:'i dd monte era nostra e rimanevano :1dk i;;;:,:rc rn,mì c:r.::t .100 prigionieri , di cui r2 ufficiali (con1prc~o il t<> m.md.1111 c) , mulii cannon.ì, molte mitragliatrici e lanciabombe, Ll'll!Ì11.1Ì:1 di fucìlì e m:1tcrìalt: bellico d'ogn.i sorta! ,. Il primo po nte ~ull'lsonzo, cmtrnito con tanta fatica e con 1.1111u s:rng ul', ebbe però ,·ira breve. ,. Poderosi col pi da 305. bene aggiustati dagli osservatori di Santa Lucia, mandaronù in pezzi il nostro capolavoro: ma rimanevano pur )Cmpre la passerella ed il traghetto. Parte dcli' ,, Albergian )• venne -.u bito dietro al (( Pdmo ;,, shlò ~ulla passerella t sul traghetto, pa ssò sulla sinist r:1 e concorse ad allargare la breccia. " La testa di prnlll', d 'impon:1nz;1 vitale pn le no\trc operazioni, col pos~e,so di m o nte Raunc si poteva din.: gi~ costituita, sicchè si dclinc:i,·a, nella prima luce della v.Ì ttoria, quale sarebbe stata la no,tra successiva avanzata. ,, Al\'« Albcrgian " t<.:nne poi dietro il " Belluno o; spinto subito sulla sinistra d elle posizioni occupate dal 1< Pelmo )) e dall'i, AlL<•ro 11;1to d :dl.1
bcroìan ::,
H.
,, Più tardi, inl1ne. come vedremo, passarono )' ,. Antdao >) ed il " Pieve di Cadore ,i . " Il gruppo d't\rtiglieria rima~c. col ,. Val C hi~one ·', sulla destr::i dell ' Isonzo.
,, Ma quanic perdite ci costò yuella prima viltoria ! ,, Pcrcltè, oltre che dai grossi calibri di Santa Lucia, le maggiori perdite ci provenivano da alcune· mitragliatrici, bene appostate dietro un muretto della vicina stazione di Auzza, le quali sparavano sugli Alpini ~olo quando ~p1tsti erano a metà del fiume. " La mattina umida e le speciali condizioni di luce ci fu. rono favornoli, sicchè potemmo· in breve individuare, dalle tenui
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tracce di fumo, donde partivano le micidiali raffic he. Li nmt 1 ., Artiglieria alpina, che aveva posta una sez ione alla conflut: nza del Doblari nell'Isonzo, iniziò il tiro e, fin dai primi colpi , si videro k mitragliatrici, prese in pieno, saltare a pezzi ed i nemici darsela ;1 gambe. ~ << E, giacchè siamo nel campo degli episodi, voglio narrare la fi ne dei difensori della galleria prospiciente il ponte di Doblari. (< Il Comando del V Gruppo, sospettando che, oltre ai difen so ri. vi fossero, in quell'arsenale improvvisato, anche delle mine da fare esplodere al momento buono, ordinò di tener pronto un reparto di Alpini che avrebbe attraversato la galleria, per « farvi pulizia ) i . Ma prima furono lanciati due muli . per prova. Alla coda di essi furono legate, con una catena, delle fascine accese e imbevute di benzina, così che le povere bestie, spaventate, si diedero a corsa pazza attraverso l'oscuro tubo, travolgendo uomini e cose, riuscendo, però, a ri vedere la luce dall 'altra parte della galleria. Gli Alpini poi, fecero davvero pulizia completa. « Alla sera del 19 agosto gli Alpini, dunque, passano l' Isonzo alla testa delle truppe del XXVII Corpo e riescono ad occupare le posizioni seguenti: all'estrema destra, capasaldo in possesso del " Pelmo n, il monte Raune, paco dopo occupato da reparti cieli.i bri gata « Ferrara >i (41 e 48'' Fanteria, generale Padovin); - alla nostra sinistra, I'« Albergian i,, che teneva la posizione di quota 414, appoggiandosi al vallone di Sirocaniva, con la sua sinistra a I fitto bosco ; ---, a rincalzo nostro il Belluno >>. « La dura giornata era costata sacrifici di ufficiali e di truppa ; ma eravamo sulla sinistra dell'Isonzo, avevamo conquistato importanti posizioni, preso prigionieri e m ateriali in quantità ed eravamo vittoriosi su tutta la linea. (< Nella notte sul 20 com'era da prevedersi -- il nemico venne alla riscossa. Ma gli Alpini cd i Fanti della « Ferrara >) lo aspettavano, per dargli il benvenuto. <e Infatti , in un primo, furibondo contrattacco contro il Raunc.:, rimase al n emico un tratto di circa 200 metri della nostra linea. Si impegnò allora una mischia corpo a corpo e un'episodica lotta all'arma bianca e con le bombe a mano, che valse a respingere il nemico, il quale ci lasciò prigionieri, armi e munizioni. Gloria all 'impeto garibaldino della 146" compagnia del <, Pdmo )ì ! ---"7
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,, Mentre 1-iucsto primo contratt;1cco si stava ri solven do in nostro favore, un altro, non meno impetuoso e furibondo, si sferrò dalle ca~c di Sirncaniva, cont ro le nostre.: posizioni : ma ebbe lo stesso risultato del primo, specie per la gagliarda nostra resistenza cd il razio11:ik impiego delle mitragliat rici della 4(1(i" compagnia del (< Pclmo ••. " A giorno chiaro c..:rav;1mo ritornati in possesso di tutto il sistema che. da monte Raune, per Sirnc 1ni va, va verso il Vogercek, onde le trup pe ~,anche polnono fina lmcnlc rifoci llarsi e bere, soprattutto bere, che: 1':1ù 111:1, in l)udLt rc..:gionc, cra divenuta veramente preziosa . ,. Ndlc prim L· ore dd giorno 20. i cinque battaglioni del Raggruppamento (111tti cioè meno il .. Val C hiso nc ,,, ri masto a presidi.tre lo ~palto dc~!ro dcll'l sonzo fra Podsclo e Doblari, col gruppo h:1ttnit') n.rn1, p:1ss:11i orm:ii sulla sinistr:i ddl' Iso nzo, affe rmandosi ndl:t tcq,1 di po nte del R:nme. .. Il Comando dd XUI Gruppo cd i ba11aglio11i <· An telao ,, e .. C 1dorc " (che non poterono gittare i ponti al Vogercck) erano impegnati !Ì n dalle prime ore del mattino nel p;1ssaggio del fi ume, con pcrditt: sensibili . .. Verso lc 13 una colonna for m ata dai ha tt aglioni " Antclao 1, e ,, l'elmo ,. procede risoluta all'attacco del Costone Roccioso per impadronirsi cli Sirocaniva (quota 470). l battaglioni ava nz:ino sotto una pioggia d i fuoco e, dopo ~a ngui i1t>sa mischia, riescono ad affermarsi sul Costone Roccioso mentre sta per caLire la notte . .. f battaglioni « A lbergi:rn ,. e ,. Bel luno ., procedevano anch ·essi alb conqui sta dei loro obbiettivi particola ri: quote 549 e 63";, oper;1zione che dun'> anch'essa l'intera giornata: mentre il « Pieve di Cadore ,, era rimasto in riserva d i Raggruppamento. Al.le ore 24 della dura giornata, la situazione nostra era la seguente: la galleria del Vogt:rcek e lo sbocco del torrente nell 'Isonzo, presidiati dalla 751 com pagnia de] <, Pieve.: di Cadore " : - il battag lion e ,, Alhergian ,, aveva raggiunto quota 549 dopo ~angui nosi sforzi, che gli fruttarono prigionic.:ri e bottino: - il battaglione ,. Belluno )) a,·e\'a faticosamente raggiunto quota 549 ; - i battaglioni " Pclrno " e ,, Antclao .. prc~idiavano i cocuzzoli rocciosi a sud di Sirocan iva, in procinto <li raggiungc.:rc la 9uota 470 verso Mcsnjak . .. Poichè la sofferenza ddlc nostre truppe per la mancanza d'acl !ll:1 era indescrivibile, l'intero « Val Ch isone ,. fu fatto passare dura ntc la giornata sulla sinistra dcll'Jsonzo e fu tutto impiegato a tra-
La bnttnglia della Bainsizza: il terreno.
sportare acqua e munizion i (occorreva no circa 6 ore di percorso per raggiungere dall'Isonzo le tru ppe in linea). ( < La notte sul 2 1 passò in continui allarmi e parz iali conlratt:ir chi. Se la stanchezza e l'arsura non ci avessero costretto ad u11 ' incrz i:1
cerebrale, c'era di che estasiarsi sempre più allo spettacolo immenso delle notti illuminate dai proiettori che solcavano falciando il ciclo per og ni verso o che fruga vano il terreno, per scovare le truppe ir1 sosta od in mo vimento. Ma scoppiavano ogni tanto proietti asfissianti che costringevano i superstiti :1 tro vare la sal vezza un po' più in alto, dove l'atrno~kra no n t:ra impregnata dal terribile tossico mortale . Q 11:1nti ragazzi la~c iarono la vita sotto i nostri occhi , solo perchè addormentati o pn:'> i all :1 ~prov vista! " Si g iunse così all'alba del 21 agosto. Eran già quattro giorni e tre nott i clic gli Alpini combattevano senza mai un mom ento di lreg11:1. .1 liatlaglioni ,, Pdrno i) , ,, Antclao » da una parte, col ,, Pieve di Cadore ,, in riserva ; i battaglioni ,, Belluno •l , « Albergian '), •( Val Clii,0 11t ,, dall 'a ltra , avanzarono, con un ultimo sforzo, risolutamenH: dalle posizioni loro su Meznìak, villaggio munito di bocche da fuoco numerose e ben difeso, chiave dell'altopiano omonimo e verso il monte Ca, oltre il Vogercek, per impadronirsi del monte Cucle, che domina le tre valli, deU'Tsonzo, dell'Idra e della Baccia. L:i giornata del 2 l - }a più dura di tutte - fu un continuo attaccare: e contrattaccare, avanzare ed arretrare, tormentati come ,empr<' (bili:' ;irtiglierie e dagli aerei nemici; ma sul calar del giorno Mcsnjak era in nostro possesso. che rimase definitivo nel pomeriggio del 25. " Era l 'ultim:i YÌtt.ori:11 « Quell 'avanzata ci na costata cara. ,, Il Comandante del ,, Pieve di Cadore )>, capitano Slaviero, fu ucciso da una palla in fronte, mentre avanzava alfa testa del suo impetuoso battaglione; il Comandante dcli '<, Antdao l>, maggiore Bcdini , e <.1uello del ,, Pelmo " e poi ancora il Comandante interinale del!',, Antelao " furono gravemente feriti. " Il nem ico, convinto della suprema importanza dell'altopiano di Mezniak ai fini della sua difesa, concentrò ivi forze e mezzi fatti g iungere in tempo da ogni parte. Rincalzi e riserve fresche, appoggiati da un ininterrotto fuoco d ' Artiglieria , si scagliaro?.10 contro cli noi , sì che pareva di essere entrati nel cratere di un vulcano in eruzione. ,. Le alJuile. ferire, ma non dome, lottarono an cora tre giorni, fìno :il 26, contro un nemico o rmai soverchiante di numero e di mezzi e seppero mantenere tutte le posizioni a così duro prezzo conquistate. Andare ava nti ancora era chiedere l'impossibile, anche per gli Alpin i del s·· Raggruppamento. <(
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I 17 « Il giorno
26 agosto truppr fresche diedero il cambio ag li av:i n
zi di quelli che furono i gagliardi battaglioni, che dalle Tofane nano scesi a combattere oltre Isonzo. « Oh, battaglioni <lai beni nomi gloriosi: «Pelmo •> e ,(Antclao " , « Pieve di Cadore >> e « Belluno >), <' Albergian » e << Val Chi son e 11. sia gloria a voi nel tempo avvenire, finchè Italia suoni, nei secoli, Madre d' eroi ! >> .
Sullo svolgimento e sui risultati conseguiti con la battaglia della Bainsizza .il generale Cadorna ebbe poi a scrivere : ,, Riassumendo, la battaglia fra l'Idria ed il Timavo ebbe risultati scarsi sul Carso, quasi nulli nell'anfiteatro goriziano, notevoli sull'altopiano della Bainsizza. Il risultato strategico sarebbe stato grande, se avessimo potuto giungere alle alture dominanti il vallone di Chiapovano, intercettando l'importantissima linea di arroccamento che vi passa e che congiunge il fascio stradale affluente a Tolmino con quello che converge su Gorizia; in tal caso le due masse nemiche sarebbero rimaste disgiunte e non avrebbero più trovato vie di collegamento che m()lt() più indietro, cioè verso il meridiano di Idria. • (< Ma, se i risultati territoriali della battaglia furono scarsi, notevoli ne furono le conseg uen ze militari. Nel periodo antecedente alla medesima, l'Armata austriaca dell'honzo gravitava, col grosso delle sue for7.e, verso il Carso, ed il tratto della fronte corrispondente al medio Isonzo, giudicato quasi inattaccabile, era considerato dal nemico una fronte morta, da difendersi con poche truppe. Dopo la nostra offensiva e, tenuto conto del pericolo imminente che noi potessimo giungere al vallone di Chiapovano, spezzando la fronte Tolmino Gorizia, il settore della Bainsizz a assunse ad un tratto importanz a uguale a qudla <ld Carrn. E se ne accorse così bene il nemico, che in pochi giorni accrebbe le sue forze, portandole a più del dop pio di quante fossero prima; la qual cosa procurò a tutta l'Intesa il vantaggio di. immobilizzare sulla nostra fronte una magg iore quantità di forze nemiche, accrescendo rimportanza della fronte stess:1. << Ma, indipendentemrntc d;u r isultati strategici , la battaglia ebbe r isultati m o rali g randissimi. In Ital ia e fuo ri di essa fu cd cbr:ita rnm e una delle pit1 g randiose operaz io ni della guerra europea: sia per la quantità delle forze impeg nate . sia per le eno rmi diJfì colt:'1 del terreno che l'esercito seppe superare . 29.
" Crehhc ~ra ndcmrnt e il prcst1 g 10 dell'Esercito. Lo sentì il nem ico c he temendo per Li \'icin:1 T rieste, si affrettò ad organizzare un a gr:in dc offcn~iva per riconquistare il territorio cd il prestigio pe rd uti ,, . L., li:tt1:1i_: li .1 dcll:i Hainsizza 110n ci aveva dato tu tti i risultati , pcr:11 i. prnt lil· q11e~1i erano rimasti scarsi !>ull'altopiann carsico e non cr. 11111 , 1.111 dcci,i\i ~u quello della Bainsizza. La testa di ponte dì T11l111111 .. cd il S:111 ( ;abridc erano rima sti in po~sesso degli Austriaci n l il ,.tl irnt c della Bainsizza era poco sicuro sui fia nchi; mentre gli t\11 , 1 ri. 1t1 p<1tn:11w ancor:, disporre della strada di Chiapovano. Tutt a,·ia l:t nostra vittoria influì cffìcacerncntc sul morale dei 10111h.111u11i nemici e, fìn dal 26 ago sto, l'lmperatorc Carlo scriveva .ill ' l111pn:ttnrl: G uglielmo: <• L'tspcrienza àdh nostra undicesi ma l1.1lt.1~l1 :1 mi persuade che la l1odiccsima potrebbe rapprc~entarc per 11oi 1111 durissirnn sforzo. I miei gen eral i e le mie truppe sono co n,·1111 i clic sia meglio supcr;irc le diftìcolt;1 con un attacco. Procura di ~o ~t it uirl.'.. sulla fro nte orientale. con truppe tede!,che le truppe austro11ng:1richc. Tutto l'esercito ddini scc t]UCsta la nostra guara; ogni 11ftiriak è cre!,ciuto con u11 se nt imento ereditario .. . co n u n ri uscito colpo contro l' ltali;1 , polrcmn ;1ffrnnt;1re I.i lìne della guerra , .. L'Imper;llorc Guglielmo rispose clic l'Austria " poteva contare '-li tullo l"c\crcito tedesco per punire J"in fcddc Italia >> . Su t:i!i al·cordi ,j ba~arono i piani nem ici che, alla dodicesima hau-agl ia dcll'l rn nzù, dovevano purtroppo e, se re, alme no .in parte, coronar, d,tl !>Ucccsso ai no,trì danni e dctcrminan: il nostro ripiegamen to al Piave.
La dodicesima battaglia dell ' Isonzo. N el V volume di l[llest'opcr:i :1bbiamo espo<,10, sia pure sintctii co ncetti d·azionc, Li pn:par;1zione. lo snilgirrn:nto cd i risultati di lJU<:st:1 ban:igl ia e hc. come !Jc11 dis~c l' A Iberti (I), rappre~c,11a una srn nJìtta milit:m::. donn:i specialmente: sia al fatto che la nmtra linea di difc~a fra Tolmino e lo Slnnc no n era così salda da poter resistere ad un attacco in forze: sia al l'impreparazione del la 11nst r;1 2· Armata .illa battag lia d i ie miv;1.
c1111e n k,
( 1) :\ LntRT I : ,, T c~ti111011i;1n1c s tr:rnìerc s11ll;1 gue rra ital iaria 19 15 - 1<)18 ·,1 .
4 I tJ Tale sconfitta , una vdta raggiunta la linea del Pi ave con il for midabile appoggio del Grappa, che il Cadorna aveva fatto appre~t;1rt· a difesa fin dal mese di marzo, fu peraltro immediatamente.: ~c.:gui1.1 dalla battaglia che il maresciallo G iard ino giustamente defi nì " di arresto >,; battaglia, durante la quale, come ammise lo stc.:sso genc:.:r:ilc.: Krafft, i.I Grappa divenne il m o nte sacro degli Italiani ed il Pia ve costituì un invalicabile vallo a di fesa della nostra Patri a.
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Has.rano dd Grappa: mon11me:1uo al mares(·ial!o Giardino.
Ricordiamo, a questo proposito, con legittimo orgoglio, q uanto Cl·)nr·-1,I S.. J(; ~l C~••··1'() d; ,t;1tn ~.1, ..'),)1) c.lell'e<c·rc;~ ,.(. ' lU"!'("• ""··· -· · • ,.v !\ . _ bb 1'0.-e • rico, scriveva alla moglie.:, in data del 3 ge nn aio 19 18 : (<Perla seconda volta le mie !ruppe furono arrestate nel H) 16, ai margini degli A ltipian i ; la seconda volta sono arrest:tte al Piave cd al Grapp:1, cpianclo erano pros~imc a raccogliere i frutti della vittoria. Per dul' volte abbiamo trovato contro d i noi degli uomini di fe rro cd un C:1 po di ferro. Se D io vuole, quest'ultimo è stato elimi nato dal Com an do italiano. Siamo riusciti a- rovescia re Cadorna; q uesto è forse il 111 :1g giorc va ntaggio conseg uito da tutta l'operazione. Se mi fos~c , 1;110 l' ] \'()Il
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dato ascolto nella preparazione, o se subito dopo la rottura del fronte Ji Flitsch e Tolmino mi av<.:sscro mandate le forze che io insistentemente chiedevo, noi sarc1nmo g iunti :11 Po. Milano sarebbe nelle nostre mani ... Ce rto :ibhianw oltrnuto un lungo respiro; ma non pos-
siamo pit1 co ntare sulb vittori :1 deci~i\·;1 in Italia. Cadorna, come un vecch io Icon e, prima <li ccdcn.:, ci ha ~f crr:ito una tremenda zampata sul Pi.1\·c. Fol i h:1 ,:q11110 ria11i111 :1rc gli Italia ni e noi abbiamo assi~•iro :1d 1111 { 111,111uw cl1l· h:1 dd mir:~colo. C. li Italiani si sono riavuti con u11:1 r:ipidi 1;'1 i11~o~pc11:i1a e w mhauono con grande valore. Quan10 .ii Fr.111.-r, - l1 1glc~i , ul f ro111c italia110 essi non ci danno nessun fas1id10. ,\ u111i noi fa imprcs~ione che essi in Italia sieno venuti a rip11~.1rl· c 11 0 11 :1 cumhancn:. E' solo contro gli Italiani che abbiamo fi n,; :;,! ,J ;;; .:wnhattuto ;..
In l!Uesto volume, particolarmente d edicato ai nostri Alpini, no i dc,bbi:11no limitarci a r icordare il valido cd eroico contributo da essi dato alla nostra resistenza che, inevitabilmente incerta e slegata nei primi giorni, temporanea al Tagliamento, fonnidabilc e defìnitiva .m l Grappa cd al Piave, rappresentò l'indispensabile premessa e l'effÌcacc preparazione della nostra rivin cita e delle decisive vittorie del Piave e di Vittorio Veneto. Procureremo quindi di trarre, dalle diverse fasi della battaglia, g li episodi che dimostrano particolarmente la tenace virtù dei nostri. Alpini anche nell 'avversa fortuna cd, a tale scopo, riportiamo quanto efficacemente scrisse lo Sticca, nell'opera già da noi più volte ricordata: ,. Al Rombon, vicino al punto dello sfo ndamento nemico, stava il Gruppo colonnello Cantoni -, battag lioni ,. Dronero » (Varctto), ,( Saluzzo ., (D e C.iorgis). ,, Borgo San Dalmaz zo .. (lntini) -- con 1\rtiglieri a e F:intcria. Alle ore 2 del 24 ottohre lo investì il primo bombar<lamcnto. Le linee telefoniche vennero distrutte, la nebbia vietò l' uso degli el iogr:1fi. Pronunziatesi le prime avvisaglie, il (e Saluzzo " k rintuzzò; ma una pattugl ia r ifrrt che g li Austriaci erano ,,i:ì a Plezzo. F. tosto il Grnpoo ricevette l"ord ine dal generale Rocca, ( :omandantc della 36'' Divi sfonc, dì ritirarsi. Fu un 'odissea. Fra la :onnen ta r d il nevischio, all'al ba del 2-5 ottobre g iunse a Sella Pre\·ala. d(I\C, schierandosi ~in verso monte Canin, resistette ad og ni PIT\WJn e ,!ell"imha!danzito nemico . I\b il Cantoni fu inviato a co-
mandare la seconda linea di val Resia, a rincalzo della prima del colonnello Allincy. Lo sostituì il maggiore Dc Giorgis, che passe'> .,gli ordini del colonnello Cavarzerani, cui era af6data la difesa in va l Raccolana. Il 27 arrestò ancora gli attaccanti, poi, per ordine del predetto colonnello, dovette retrocedere a Sella Buia. Nella notte la 23"" compagnia del (< Saluzzo n si smarrì e non se ne seppe più nulla. Al mattino l'assottigliato Gruppo, stanchissimo, si appostò sul contrafforte tra Raccolana e Resia. Ma il 27 vide gli Austriaci nella prima delle due predette vallate e si diresse allora in val Fella. Avvicina ndosi a Stolvizza, che tutto faceva ritenere sgombra, cadde in un'imboscata nemica e venne preo prigioniero. ,1 Il Gruppo colonnello Allincy ....., battaglioni << Pinerolo 1> (tenente colonnello Bodino), << _Canin '> (Ncrchiali), (< Mc.:H',Jlltour ,1 (Peroglio) e 51a batteria da montagna (capitano Boreani) - dalle testate delle valli Raccolana, Dogna e Fella, aveva ricevuto l 'incarico di tutelare la ritirata della. 36a Divisione. Il 25 respinse il 3° reggimento Kaiserjager e resistette, altre truppe raccogliticce, tra 1c lluali 3 batterie, per ben 5 giorni; poi, mentre la Divisione era già in salvo sul Tagliamento, aggregatosi anche il battaglione (< VaH'EJlcro » , la segui' >1 • Al ponte Braulins, il 2 novembre, il battaglione e< Pinerolo » fermò il nemico; tra il 5 ed il 7 novembre i resti del battaglione svolsero a Pielungo una resistenza fra le più segnalate di quel tempo. Ma, accerchiati, senza viveri e senza cartucce, si buttarono ai monti, vagandovi sino al 17, giorno in cui vennero catturati, sfiniti, ombre più che uomini, nel burrone di Chiarzò. li battaglione « Val Susa>' (maggiore Nereo Zanetti), isolato a forcella Clautana, fermò e battè i reparti austriaci e poi si salvò al piano. •< Alla stretta di Saga, sull'Isonzo, a nord di Caporetto, il secondo Gruppo (colonnello Pugnani), raccolti i suoi battaglioni ( (( Ccva >' , ,, Mondovì ), , <, Argentera ;; e " Monviso ))), resistette per tutto il 24 ottobre contro il Gruppo Krauss; quindi riparò sul monte Stol, a protezione della 50• Divisione, vedendo cadere, con molti altri , l' intrc.:pido Comandante dell '<( Argentera 1,, maggiore Gasca, che ostinatamente lottò finchè una fucilata a bruciapelo lo abbattè . Att:1nagliati da ogni parte, alla intimazione di arrendersi il colonnello rispo nde cambronnescamcnte, forma il quadrato e si apre la via alla baionetta. ,, Il V Gruppo del m onte Nero - dopo che i suoi battaglio ni « Albcrgian )) e cr Chisone 1,, isolati e senza viveri, ebbero resistito du e
con
~iornì. co111ra11accando e face ndo prigionieri -
col
«
Belluno i> e col
Cmna ndo dd 6" Raggrupp;uncnto (gcner:dc Perol che, sublime esem-
pi,, di ~·;11nn:i1 i, mn, da 1cnc11tc del :( reggi mento, aveva guadagnato b 1m:.l.1glia d '.irgrnto, risc hì;111do la vita per salvare un collega al
1.a .\1,1do1111i11a th-1 Gr<1fp,1.
monte Rosa). si diresse a ncli'esso :11 m ontt Swl. Mal' .. Albergian 1, ed il ,,; Bel luno " vennero mand~1ti in rinforzo del la brigata ';, Etna n , il <• Cliisone ,, alla brigata ,, Ge11ov;1 ,). Ed il Pt:rol, rnì pochissi mi rì mas1igli. raccolti gli. ~perduti dd 9·· Bersaglieri e dei Fanti, salì allo S!ol e s'appn:srava a difendn~i, quandù il generale Arrig h1 (5ci' Di-
visione) g li intimò di affre ttarsi verso il Tagliamento. Poi, kri1 u .d viso, venne l'indomani mattina catturato a Bergogna. « Nuclei di Alpini dei battaglioni ,, Albergian ,, e ,, Bdlunn " ~i mantennero indomiti sul monte Nero, henchè circo ndati. sino ali' 1 1 novembre, quando già il nemico toccava il Piave. <( Da Tolmino il battaglione •< Vicenza '> , battutosi sino agli estremi, per la cresta del Kolovrat riparò a monte Korada, resi stendo vi, con le batterie da montagna 82' (capitano La Tona), 96" (tenente Morris) e con quelle del GrupPo Santovito, con le quali discese al Tagliamento. « Il « Morbegno J> da Doble V rh, svincolandosi con parte del 10" Gruppo, si vide uccidere il capitano Feltri nelli, ferire e catturare il capitano Miglio; poi, serrato da ogni parte, (u lr:1lto prigioniero. I pochi che si sal.varono arrivarono, sempre combattendo, al Tagliamento. << 1..'11 Arroscia >> dell'VIIl Gruppo, rifugiatosi ad Udin e, il 25 a sera partiva con autocarri verso il monte Maggiore, alla testata del Torre; ma veniva sfasciato e disperso a Pian dei Musi. Dal. Gran Monte, nella predetta regione, gl i avanzi del Raggruppame11to Sapienza -, VII Gruppo (r0lonnrllo M :rntino), coi soli battaglioni ,, Bicocca )> e (( Leogra J>, ai quali dall'altopiano di Asiago accmse in rinforzo il 11 Cl.apier » (maggiore Gaiani) - con successive, ostinatissime resistenze, per Tarcento, O soppo e le Prealpi Carnic he, si portò a Belluno e poi a Bassano )). Quasi tutti questi reparti, mentre la Fante ria ven iva avviata al Basso Piave, tendevano verso il monte Grappa, al c1uale pure <lisn :n devano gli altri Alpini dalla Carnia e dal Cadore. Così il t< Fencstrdle » e l',, A ssietta >,, dopo avere battuto a Longarone gl i avversari troppo incalzanti ; così il « Val Cenischia )> (maggiore Viglino) da San Martino di Castrozza, lungo il Ci smon, per il passo di Cencda, val l\foi e Sc rcn; così il " Sette Comuni ,,, dopo esse rsi fcrmaw, sal vando altre truppe. ~tno al 5 no \·cmbre in val G:mlc n;t.
La difesa del Grappa. Frattanto, nel l'ampio fossato di Fonzano . Feltrc. antistante :d bastione di monte Grappa, si era raccolta, agli ordi ni dd g enerale Pi\'a, una g rossa colonna, c h e - col distaccamento colonnello Simili (battaglioni " Pavione ;, , " Bre nta •· e 45' b;itteri;i d a mont;1gn.1). (11 ]
distaccamento Della Bona (battaglioni ,. Cividal e >> e parte ddl' <, Arvcnis ,, e dd <' Tagliamento .. ), col d istaccamento Streva (3 battadella brinata ,, Aost:1 ,, cd il battal!lionc 1< Monlc Rosa >,) b"lioni ' clovna sostenere la ,( Armata vcr. o il monte G rappa. Essa, fino al 13 novembre, svolse b sua mi ~sion c; mentre la colonna Nasci (battag lioni ,, Cismo n », " Arvrni s .. e 5" batteria da mo ntagna) e la colonna t')
... ,
.\lrmtt: Grappa: O,sario.
Bcnussi ~i sistemavano :1 difesa sul pc::ndi n del massiccio. Ma non t~istcva alcu na sistemazione difensi va, n eppure embriona le - assicura .il generale Assum (1) e la difesa era affidata ai petti dei soldati. " C:mnmow·nt i~~imu cpiso<lio fu il p:i.ss:1;\,: io del " Fcl: re ,. e del ,, Cismon " nci l1111ghi natii, f r:1 i pianti delle donne e dei fanciulli. d i jltrcnnc ricordo la fr nnczza di quei valorosi che, rcuE' dcg-na ~ b gendo :i.llo stra,.io. salirono sul mo nte alla b.1,taglia imrnincnte ; è deg no di amm irn ionc lo stoi<:ismo di alcuni Alpini del battaglione <, Fcl trc )• d1 c.:. pod1i giorni dopo , in linea sulle pcnd i<:i dello Spi non( 1) Cu:~1E"n :'\ s, n1 : .. La t>tì111;1 difc~a del Grappa ... T ùrino, Ed. Go-
bu ti , 1924.
eia ed in val Calcino, udivano dai piccoli paesi levarsi le grida e: le implorazioni delle donne e <lei bimbi dalla conca d'Alano e rimasero fermi al loro posto .... e 5eppero irremovibilmente respingere i loro cari, supplicanti di essere ricoverati nelle nostre lince, quando venne.: l'ordine che pi(! nessuno vi entrasse!)), Com'era prevedibile, il nemico prescelse l'accesso più agevole del Pertica. Ma il battaglione T agliamento >>, lo respinse. Allora tentò il Tomatico: il battaglione ,< Cismon >• lo ributtò a valle, pur avendo avuto ferito il Comandante, tenente colonnello Pisoni. Ma, essendo rimasto isolato, il battaglione dovette ritirarsi più a monte; come pure il battaglione ,, Tagliamento ,, , che sostò pugnando al Prassolan e poi sul Pertica. La situazione però era grave. Sulla vetta non più un uomo di riserva, scarse le munizioni, la temperatura polare, i soldati co,n la sola, piccola coperta da campo, giorno é_-notte- allo scoperto, sotto le intemperie. Se il nemico avesse saputo ed òsato, tutto sarebbe stato perduto. Finalmente, il giorno 16 novembre . gi ungeva il battaglione •< Monte Rosa ì\ , poca gente, ma ottima, come primo soccorso. Entrò ~11hito in linea e si hattè con tanto valore. che il suo Comandante, maggiore Benedetti, venne promosso tenente colonnello. Sul Pertica, accanitamente conteso, gli Alpini resistettero a lungo. Presa e perdu ta più volte la cima, questa rcHÒ di nessuno; ma gli Austriaci non passarono. Il II Gruppo (battaglioni "· Gra nero ,,, " Varaita ,, e (( Pcllicc ),} e poi il 5° Raggruppamento (generale Roccalandro) resistettero al Monfenera. Il Gruppo del colonnello Faracovi (battaglioni (( Val Camonica >i e Bersaglieri), il IV Gruppn (Nasci), coi battaglioni << Varait;1 >> ed " Arve nis " ed il Gruppo elci colonnello Benussi (battaglioni ,, Fcltre ,, e <e Cismon ))) resistettero saldi allo Spinoncia. Quando, il 26 novembre, il nemico, no n sapendo più dove addentare, gettò I.a sua migliore Divisione , quella deg li Eclelweis, contro Col delb Berretta, il battaglione ,, Val Brrnt:i. ,, (maggiore l'rovcn?.ano), coi bravi Fanti della hrigata ,1 Basilicata ,1 , lo respinse in val Sugana. Il 26 nove mbre, un mese dopo la sconfitta di Caporetto, la difesa del Grappa era bene avviata e due Corpi d 'Armata (XVIII e XX II, pit1 la rf Divisione) - - ai quali apparteneva no il 38'' Raggru pp:1m ento Alpini (battag lioni ,, Cenischia ", ,, Maira ,), 1, Sctic Com uni >•, ,, Arvenis >', << Cismon n , <· Pavione ,. e 1< Civid ale i,) ed il (," (battaglioni " Granero ,,, " Moncen isio ,,, i, Courmayeur ,,, " Cordl'vole ,,) -- n e assicurarono il possesso. 1(
i\b 1u,11 )(ilo ~ul 1n1111tc: Crapp;1 g li Alpin i si impc:gnarono nella ., Jll li ,1rT11 11:1 di fc:~;1. J\11cl1l· ~11..... Ji Al ti11iani il nc:mico incontrò la loro l"l"~i, tl"ll / ,1 ll"l1 .1( i~~i111.1. Il h.1 11.1.~lionl' " B:1 s~a11u ,, , trasferitosi in due g iorni dall'Ortigara .1 ,·.il C.111'1 101111ilo. sharrò quc:sta pericolosa apertu ra ; il " Sette Co111111 11 " •~1 Ì1 111 ,c in V.iblan0 na, do1m aver d ifeso, il 4 cd il .)~ novemhrc, l.1 \';il <:.11 drn :1, , :1k1ndo alt n.: truppe, n l al monte Longara ~'immolò .1ddin1111r.1 (011 1 battaglio ni <'Veron a )• , ,, Rassa no n e '< Monte l3al. do ;,. Ad un subalterno <lei « Verona )• che chicclt:va istru1.io11 i, il capitano Biasì n rispo~e: ,. Resistere o crepare! ì1 . E tutti gli uftìciali del battaglione a\'cvano fìrmata ed inviata al Comando di Divi sione una dichiarazione di voler morire sul posto piuttosto che cedere. Sull::t linea mònte Fior Castelgomberto il f Raggrup:\fo11te J'ertirn. pamento (G ru ppi Milancsio e Faglia) lottò ad oltranza, per nitre un nH:~c, sotto il coma ndo del generalè Rho, un valoroso della Libia e di Psitos. Il suo battaglione '\ Val Dora » aveva veduto soccombere a monte Badcnccchc il proprio Capo, Baratono : il battaglione .; P:1~ubio ,, rnosiravasi degno del nomc e del Comandante (Emilio Battisti); cd il ,, Marmolada ,, , dopo che furono annientati tutti gli altri , resisteva ancora e soggi:1ceva alfìnc alla !>upcriorità numerica del nemico soltanto il 4 dicembre, suscitando ta nta ammirazione negli stessi Austriaci. che il suo eroico Com and;_i nte. m agg iore Boffa, ottrnnc l'ono re d i conser\'arc le proprie :u mi in prigf~·;1ia.
Ma fi nalmente, dopo tanu passione:, la no~tr:1 li ne:1 di difesa. culla yuale p:.Ht va tr:tcnato il ,ccchìo m uuo del primo bpcltorc alpi no, general e Luì.!..;i Pclloux: ,. D,1 qui non si pas,a ,,, fo stabil mente fos:ita. A nchc: durant('. la battaglia di a rresto. che seguì immediatamente h nostra sconfitta , ~li Alpini rontinua rono a dimostrare la loro scrl"ll ;1 te11.1cia.
L'VIII Gruppo, costituito dai battaglioni (< Pinerolo ,,, ,, V:il N,, tisone ,,, " Susa >,, v Courmayeur ,, e •< Tolmezzo >> resistette croic.imentc nelle trincee di col Berretta; il battaglim1e << Val Dora ,, respinse ogni attacco nemico .alle Mdcttc, a malgrado della morte del suo maggiore; il battaglione (' Monte Pavìonc >> contese vittoriosam.cnte al nemico la val Calcino; il " Val Maira ", benchè decimato, arrestò un'intera Divisione nemica. E<l, anche per gli Alpini, monte Grappa rappresentò efficacemente la Patria, che bisognava difendere ad ogni costo, arrestando l'impeto dd nemico e preparando la nostra riscossa.
Xlii.
DAL GRAPPA A VITTORIO VENETO
1\hl,i;11111t gi:'1 ri co rd:1to le gesta dei nostri Alpini durante la dodicni rn :1 h:111:ig lia dell'Isonzo, per resistere all'offensiva nemica e per :1rrc:: urn c l'impeto durante la battagli:.i d 'arresto. Anche nel 1918, l' :111110 della vittoria, gli Alpini continuarono a combattere ed a di~tingurr~i fra le nostre truppe, animati a poco a poco dalla speranza dc.:lb ri\·incita. Nd gennaio 1918 il battaglione " Cividale l • resistette eroicamente, a mo nte Valderoa (Grappa), ai ripe tuti attacchi nemici. Il colonnello Bes, col suo X Gruppo Alpini, che a\'Cva difeso, nel dicembre 1q17 . l'altopiano di Asiago. riuscì, con pochi audaci del battaglione " Val d'Adige ·,,, a scalare monte Cornonc. L'impresa si svolse in condizioni difficili ssime e costituì una prova magnilÌca, non soltanto del valo re degli Alpini: ma an che del loro all enamento ;dlt'. imprese alpinistiche. Ncllo stcsso m ese di gennaio iì battaglione ,, Monte Baldo " · con k compagnie ,16" e 49a del hatt:1glion e <' Tirano ,. e con alcuni dementi dd ,, Ihss:mo ,, , respinse il nemico sulla contrastata linea monte Valbclla- Eche le, costringendolo a ripiegare sino al Salto di val Frcnzcla. Il 7 fdibraio gli Austriaci tentarono di ricacciare i nostri Alpini da monte Corno11e, allora presidiato eh pochi uomini del battaglione ,, Vice nz a ,, : ma vennero sang uinosarnenre respi nti. Venuta 1~1 primavera , l'attivit?i dei nostri Alpini potè intensi(Ìcar ~i t:d i ba ttaglioni « Edolo ,, e ,t Monte G ranero >) , ai quali poi si aggiunst:ro gli :iltri battaglioni del X IX G ruppo, conquist.aruno lo Zigolon, il Prcscna cd il pa sso Paradi m (:n maggio) e t ent:1rono di rnJKJUÌstare .i Monticell i, con1<· giù abbiamo avuto occasione di ricordare nel capitolo circa i combattimenti rnll'Adamello. Ma giun se finalmente il m omento d ' infliggere al nemico la gra nde sconfitta della battaglia del Piave. Sconfitta. che fu veramente
decisiva, poichè costrinse gli Austriaci a rinunziare all e loro \ pcr:111 zc fin dal primo giorno dell'offensiva da essi intrapresa con t:11111: illusioni. Gli Austriaci. perdettero 150.000 uomini e lasciarono ndk nostre mani 25 .000 prigionieri ed un'ingente quantità di armi c materiai i c - circostanza ancora più grave! - sentirono spegnersi nei loro animi la fede nella vittoria. L'Hindernburg dovette annotare amaramente nelle sue Memorie che, dopo la battaglia dd Piave, <, la Monarchia danubiana aveva cessato di essere un pericolo per l'Italia)•.
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l',uso l'.i,m!ùo .
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C,utellaccio. - 5. Cresta
Lflgo .ffuro · 6. l'asso L(lgo ;curo. · ì · Cresta Payer.
Il LudendorH, in una sua lettera del 7 novembre 191 9 indirizzata al conte Lerc hcnfcld, ricordando la battaglia del Piave, faceva ie seguenti, dolorose constatazioni : ,e Il Com an;lo au striaco si dicev:t sicuro della vittoria ; il generale Arz indicava come mèta b valle del Po. I miei presagi divennero più neri quando appresi che l'offensiva austro-ung arica era stata differita al 15 giugno. In que i g io rni e nei seguenti tutta l':ittcnz ionc di Hindcmburg t: la mia erano concentrate sulla front e italiana. Intui vamo che coEi a vveni va qualche cosa di decisivo, forse la decisione, per l'ultniorc corso della guerra. Qu:mdn ci giunse, fin dal secondo g iorno della hattaglia, la notiz i,1 che l'offen siva era falli1 a e che le tru ppe :iustro-ungariche del g rup po di nnciti del Maresciallo Con rad, sulle quali facevamo il ma ssimo :1w·g 11 :· -
43° mento, cr:1110 stat e così duramen te pro vate ed avevano subìto perdite rnsì g ra \'i che cr:1110 incapaci di un nuorn ~rorzo, sentimmo clic la p:1rtit:1 cr.1 pnduta. I ,a dcci~ionc, cht: fino :1llora <.: ra da attt:ndersi sulla rnint e del b Franci:1, imprn\'vis:uncnte si spostava, assumendo propor.1.ioni :1~~:1i , :,~te pn k ~ll l ' ripercmsio11i , sulla fronte italiana, d1e lino :1 (111cl mc1mc11to 1w11 potev:1 es~<.:re considerata che un teatro ~cco nd.1ri .. di opcr. 1,.io11i. Più g ra vi notizie sul le proporzion i della ~l·1111'Ìtt.1 .111 ,1ri:1~·:1 r i gi1 1mcro nei giorn i ~uccessiYi. L'Au stria aveva riport.11 .. 1111.1 ,u,111'1 11.'1 clic pot c1·;1 ~-s~erc decisi1·;1. Non si poteva più f.11 (· ·'"t,:.:11.1111u1tu ,11i Lr. 1~p(lrti di contingenti austro·u11garici sulla ln1111 c tr dnr. 1. t·:r:1 d ul>l,io che l'/\ustri:1 ~,ess:i. potesse resistere ad u11 Inn e .11t.1 rco it:di.1nc ,. F. ~e l'Austria, nm1e avevamo rag ione di teni;.-r;;, ,·:1dn ·:1. l:i gucrr:1 e ra pcrJuta. Pe r Li prima vo lta ;1n.:111mo la ~l'lh :11io11c dell:t nostra sconfitta. C i Sl:ntimmo soli . Vedemmo allo nt:111:1ni fr.1 le brume del Piave qudb vittoria, che era vamo già certi di ..:o~ linc ~ul fronte francese . .'. >Jon mancai di prospettare all'Tmpcratorc G uglielmo che, dati g li a\'\'enirnemi svoltisi sulla fronte italiana. la parti t:i. di ventava molto d iflìcilc e d1e si correva il rischio di IH:rdcre Li g uerra e che perciò l'ra tempo di iniziare trattative per una pace au.:ettabile ... " Virtualmente l'Austria, dal luglio 1918 ih poi, çsiste\'a solo per la pro pri~1 u Ilima, disperata difesa sulla fronte italiana )> .
Come abbiamo già ricordato nel Yolumc V d i quest 'opera, durantt' la liauag lia del Pia\'e vennero impegn a te le nostre Armate 6 ', f . W e f: rncmre restarono a disposizione· dd Coma ndo Supremo 9 Divi sioni presso le rispettive Armate cd, alla dirctt;1 dipendenza, la <)" Armata, con I r Divi~ioni. Sul tratto di fronte che non ven:1c attaccato e ran o sch ierate le nostre Armate 7' c.: 1' con 1 2 Di visioni di F anteria e 6 R;1gg rnppame nti Alpi ni. Come è· stato già detto, il con cetto operati vo d el nemico com prendna un attacco co n te mpora n eo e l'o1wcrgc nte dagli altipiani (Asiago e Grappa) e d al P i;1,c, raccordato da un altacrn i11 di rezione del Montello e preceduto, due g iorni prima, d:i un 'azione offrn ~i va sferrata, a ~copo dimosrrativo, dal Tonale. i'\cl nostro schieramento difensi\'o gli Alpini vennero tenuti in ri•cn·a presso il G r;1ppa e non ebbero <1ccasio11c dì venire impegnati; ma i loro ufficiali vc1u1cro mandati in ricog nizione per scegliere k
posizioni sulle quali resistere eventualmente ed un gru ppo di c~~i \'t"ll ne ucciso da una granata nemica . I provvedimen ti presi 11t.:I giugno dovevano t S~crc poi dficacissim i per !" impiego degli Alpini st1I Cr:,p pa, durante la battaglia di Vittorio Ventw. Gli Alpini, del resto, si erano già battuti, come abbiamo avuto già occasione di ricordare , sul massiccio del Grap pa e su lle sue propaggini duran te la dodi cesim a battaglia dell'Isonzo cd il battaglione ,, Monte Rosa ,i aveva combattuto al Pertica ; il ' < Val Brenta " al col
Il massrccw del mnntc Grappa.
della Berretta ; i battaglion i ,e Val Camonica ", " Val Cen ischia )) ' (( Feltre >>, " Cividale 1, e ,, Monte Arvenis ,> sul Solarolo · cd i battaglioni <t Pavionc ,, e ,, Val Maira ,. in val C:1lcino : ,, Pallanza ,, in val Cesilia cd il (, Val Varaita » cd il " Val Pellirc ,, sull ' Asolonc. Ma se, durante la battagl ia del P iave, gli Alpini non vennero im piegati sul Grappa e sul fium e consacrato dal la nostra resistenza e dal la nostra vittoria, essi si opposero, con i ntrepiclo valore cd incrollahile tenacia, alL ittacrn dimortr:1tivo cbl Tonale che, come ;1hhi:1mi> già detto, doveva precedere di cl11c giorni la grande offr nsiva nem ica. Infatti , tiuan do il 13 giug no gli A ust riac i tentarono di sorprcn dc:n.: cima Cad y a nord dd Tonale, vennero rc:spi nti dai batt:Jblioni ,, Mo nte Clapier n e " Val Camonica ,,_ Immediatam ente dopo la battaglia dd Piave, gli Alpini, :Jssa i dolenti di non essere stati chiamati a respi ngere il nem ico \ li tp1el fiume. com pirono altre im prese e, durante l'in te rvallo fra la ha 1taglia dd Pi ave e q uell a di Vittorio Veneto, tennero sem pre alto il loro
43 2 spirito offrn~ivo e concorsero, con le loro az ioni, a deprimere le energie moral i del nemico. Il 3 luglio una compag nia del battaglione ,, Exilles•) cd una del " V;il Ci~mnn ,, ril'.om111is1arono Dosso ,\lto (monte Altissimo), che gli Ausitiaci ci avc \'ano tolto di sorprc~:1 il 1:; giugno, cd attaccarono i nemic i con tale foga imp:izicntc, d1-: la CO lllllli~ta ven ne effettuata in pochi minuti. Ma l'imprc~a piì1 dcg n:i di l'rnir ricord:1ta, compiuta dagli Alpini in \111ntu periodo. f11 quella della (Olll!lliqa della punta San M:ittn> c di nwnt c Mant ello, comp1i~ta, pn Li quale si co1nbattè alla m :1g giorc :il 1it11 din <' rag~i unta, in ogni tem~X> ed in ogni guerra, da hdligcr,1nti in :trmi e che ci era necessaria a rendere sicure le nostre ro11n111ic.1 :'.Ìoni tr:1 la Valtellina e la \'al Camonica ~, rn e,.zo dd difficile p:1~~11 di Ca\'ia (m. 2652). Tale i1nprcsa è già stata ricordata i11 lptoto volum e, nel capitolo sulle gc ta compiute dai nostri Alpini sugli alti monti del g ruppo ·Ortlcr - Ccnxiale.
Gli Alpini a Vittorio Veneto. Com e abbiamo già arnto occasione Ji ricordare nel V volume di ·C!ucst'opera, nel periodo luglio - ottobre 1918, dalla vittoria del Pia\'e a (1uclla di Vittorio Veneto, il. nostro esercito era stato ben preparato allo sforzo supremo, che doveva decidere, per noi e per i nostri alleati, tutta b ~uerra. Anche gli Alpini destinati a partecipare alla battaglia finale, riuniti in Grandi Unità, avevano costitu ito quattro Divisioni: la 5' nella zona del Tonale, la 75' in quella dello S-tclvio, la 52• e 1'80~ ~i~pcttivarncntc sulle pendici c sulla dorsale del Grappa. L:1 formazione delle Di\'i sioni alpine cr:~ ·1:i seguente; ma, neli'in1m inrnza della battaglia di Vittorio Vcneto e durante il suo svolgi mento, su:-iì rn1ternli modifìca,_ìcini: 5° Diàsio11e:
Cùma 11cb nte : generale l: ~o Porta. Ragg rupp;;men\i Alpini (:,.rncrale Ho nc hi) e
;t
t
(generale
G;1:c 1~nc). F:cccv:1110 pa rte del ,f' Ragg ruppamento I Gruppi \'Jl (colon111: llo RO\'ern} e :\ IX (colon nello A l111a$io).
Costituivano il 7" Raggruppam ento i Gruppi VIII (colonndlo Celoria) e XVI (colonnello Mautino).
52• Divisione: Comandante: generale P. Ronchi. Raggruppamento Alpini 1 '' (generale Pezzana) e 2 '' (ge nerak A. Garelli). Il 1" Raggruppam.ento era composto dai G ruppi I (colonnello Rambaldi) e IX (colonnello Scandolara). Facevano parte del 2'' Raggruppamento i Gruppi V (colonnello A. Ferrari) e X (colonnello Bes). 7 j'
Divisione:
C',omandante: generale Arrighi. Raggruppamenti 3" (generale Piva) e 6'' (generale Pogfsi). il 3° Raggruppamento comprendeva i Gruppi III (colonnello Gerbino -Promi s) ed XI (colonnello Gregari). Costituiv:1110 il 6" Rag~ruppamento i G ruppi XII (colonnel lo Raudino) e XIV (colonnello Sala).
80" Divisione: Com andante : generale Barco. Raggruppamenti 8'' (generale B. Gambi) e 9" (generale Achille Porta). Componevano 1'8'" Raggruppamento i Gruppi XIII (colon nello Rag ni) e XVll (colonnello Merlo), poi passato al 9" Raggruppamento. Facevano parte del 9° i Gruppi XX (colonnello Prati s e XVII (colonnello Appiotti). Dei Gruppi rima~ti au tonomi i l IV (colonnello F aracovi) si trovava allo Zugna. Durante la prima fase della gr a nde battaglia - fase che, come è noto, si svolse sul G rappa e che costituì la gloria Jdla nostra 4" Armata, al comando del com pianto m aresciallo G iardino --· nell 'attacco al monte Solarolo, si distinse 1'80" Di visione Alpini, il G ruppo Ragni (battaglioni (<Exilles >', ,e Levanna )) , '( Tace », ,, Pieve Ji Cadon: ,. , (< Antelao ),) e specialmente il battaglione << Aosta ,i, comandato dal maggiore Vecchi, il q_uale s' impegnò fin dal primo giorno della ha1 30.
'134 taglia (14 ottobre) e che, in sit:m(· ai battaglioni ,, Levanna )) e <1 Val Tocc .. ed ai hr:1vi F:rnti della brigata ,. Lombardia >•, assolse brillan rcmcmc il suo co mpito, :1 malg rado dcli<- g ra vi perdite subìte. Sulla tcn;1cia dimo~trat;1 d:il h:1tt:1glionc.: <· Aosta ,,, specialmente nel rcsistcrT. il 26 ottobre, ai furiosi contrattacchi nemici, il Diario storico dello ~tcs~o h:11t:1glio11c co~Ì si csprimt": ,, Alle ore 13 .il nemico ri:rttacc:r co n forzc imponenti . Un brevissimo bombardamento; 111 ;1 di cccczi11n:1k i111 cmi 1;'1. .. riduce Li linea ad un cumulo di macerie. di :1rrni. d i c:1<h vni. di fcriri e di pod1i superstiti! ... La lotta ~i ·" ·olgc f crcic·i~~ i111 :1 e ~angui 110~;1 per l>cn l!Uat tro o re. Il nemico, conti1111:1mrnt c rinfou.ato. piL1 volte inv:1 110 te nta di sopraffarci. TI v:rlorc ,·:ile ~u l m rrn no. Episodi mera vig limi si ~volgo no. Il c:1pitano M:1:thicu. co :n;indantc della 41' , Ìii testi ;1i suoi, trascinandoli al rnnt r:1tt:1cco, cade gloriosa1nente: poco dopo il ten e nt e Maquinaz fa ,;1u ·ilizio di ~è per incuora re gli altri. Coi resti della 43'' compagnia r:td c pure il tcncnt.c Alliod. Son:omhn no valoros:i ment c i sotto tenenti Nov:ira e Lustri ssy. Il h:1ttaglione, ridotto a .25 uomini , manti ene la posizio ne, centuplica ndo k sue forze. Per na!>rn ndere al nemico l'esig uit:1 del num ero, ufficiali e ~oldati sparano tut ti e lanciano bombe <lispcrat~1mcntt:. I fniti portano k munizioni. Nei rnonwnti pÌLI critici l'rn tusiasmo si accende lino all'esaltazione, manifcsta11dosi in urla cd in grida di: Ch"a WlfJta /011 c·u cowla. {.·i n, l'Ao usta ( 1 ) , che rin tremano tra il fragore delle armi .. . Mollt: e gr;i\~i furono le perdite suhìtc da l battaglione e lo stesso maggio re Vecchi ri ma~c frrito; rna il rrcmirn fu costretto a ripiegare cd al b:itt:rglionc ,, Aosta- ,, in premio del suo ,·,ilon-. ven ne conkrita b medag lia d'o ro .
Anche nella fase decisiva della batt;w::-. lia di Vittorio Veneto, ljUella tendente :1 rompere in du e t-ronconi r c~erc i10 nemiçn. g li i\ lpini della 52' Di visione com pirono gesta m emora nde. che dallo Sticca (2) vengono così rievocite. · ,, La sera del 27 otto bre, C<Hnpiuto tta le ncbliic il g ittarnrnto di un ponticello :1 Moli11ctto di Pcdcrohba, ;illc 23 i battaglioni del IX G ruppo (Il Verona ,. e ,, Ba~sano ,,), col 13f ' reggimento Fanteria ,·lw cnsti. ,ivJ !"r, Amta l ,,. Cfr. Sncu : ,, L "opera de~li .-\! pini " ·
( 1) \.(hli t ÌÌ,
(2)
francese, rapidamente passa no il Piave e si gettano sull'altra ~pnnda, donde j posti avanzati austriaci ripiegano. a Il riordinar.si, orientarsi ed apprestarsi per la zuffa dell'indomani richiede, tra le tenebre, non lieve disagio, tanto più che il nemico spara all'impazzata. La sponda del Piave presenta in qud punto un gradino, a cui segue una dominante terrazza. Onde, quando i nostri , al mattino, ne imprcndono l'assalto, vengono tartassati e fal ciati dagli Austriaci, bene appostati in alto. 11 hattaglione Verona " ha in breve quasi 400 uomini fuori combattimento. Le nostre fil e <(
.\fonte' . /;ninne.
oscillano, titubano un istante. si disgregano,, tanto che, tra .il battagli0ne ,, R:1s.sano •) ed j Fanti francesi, si produce ad un tratto un distacco, un vuoto, nel quale il nemico prontamente sta per buttarsi allo scopo di avvilu ppare i fia nchi dei due reparti. Ma il tenente Predaglio del '( Verona ", prontissimo, con bella iniziati va, vi accorre coi pochi suoi uomini e scongiura il pericolo. Così, con lunga vicenda, la mischia dura tutto il mattino e solo alle 15 i nostri afferrano il ciglio del pianoro, dove il battaglione i• Stelvio n (maggiore Pagnini). superata di corsa, sotto una gragnuola di proiettili, la pedagnuola del Piave ' li ra<rniuno-c. bb b " Frattanto jl tempo ç j era gu:i!>t:ito e la pioggia, di rocciando a furia dalle alte valli, aveva ing rossa to il fiume e trascinata via la debole pedanea. I nostri restano isolati al di 1~1, senza via di eventuak ritirata, col risc hio di veni re ~c hiacciati, se J'avvcrsario si mostrcr:'1 energico ed intraprendente. Ma che importa ? Chi pensa a ritirarsi, chi trepida o dubita un momento ? Avanti, avanti! E' l'o ra <li tutt o osare. " Dalla montag nola di Valdobbi::ulene gli Alpini vengono lìcram entc bersagliati. Bisogna liberarsi del nemico e subi to. La 58" co111
pagni:1 (tcnentt: Calvetti), il reparto d'assalto del {( Verona ;1 e la 137" compagnia dello ,, Stelvio ,, vi si scatenano contro con superbo sbncio. li capitano Tonolini. che pare cerchi e voglia per sè i rischi maggiori, affronta un nido di mitragliatrici, lo conquista, fuga i difensori sbalo rditi da tanta temcrarictì; ma strama7.za esanime sul posto (medaglia d 'oro). Tuttavia b mo ntagnola vien presa: 164 prigionieri cd 11 mitr:igliatrici nt ll c nost re 111a11i . Poco dopo il colle Roer e labor-
M onte Gr:.1rr,a. O s;,11ìn.
gata Villa Nuova sono ocrnpati dalla 56' e dalla 57' compagnia. Adunghiato fra 1:mtc strette, con unta irrw.:nza, l'avversario, costretto all ' immcdi:Ha difesa, non aveva potuto impedire che la passerella ,111 tìume ,·cnisse riattiv;1t;i. F. tutto il 1 · R:1ggruppamento, nella giornata del 28, passa il Piave e raggiunge i battaglioni di testa. ,, Allora ttualcosa di ineffabile si produce nell 'animo <lei nostri . I primi risuìtati , il baluginare della vittoria davanti ai loro occhi estasiati annientano d'un subito la stanchezza, la fame, la prudrnza : ognuno ,·.tic per dicci. 11 Ccscn (m. 1569), percorso d a trincee armatissime, si erge loro di fronte. E' la c hiave di tutte le difese austriache, l'anello di congiunzione delle loro forze del piano e del monte: spca.arlo equivale a n.:cidcn: un lo ro organo vitale e produrne la
IP morte. U1 dunque necessita colpire: obbiettivo degno di Alpini. F.d essi vi si pongono .attorno con tutta la loro kna. cc La marcia, la corsa su Valdobbiadene non incontra quasi pit1 intoppi. li « Verona >i irrompe nel paese, dietro i sold ati bosniaçi fuggenti: il << Bassano )) s'impadronisce della vicina San Pietro. Ma l'osso più duro, il ridotto. il fortilizio - monte Cesen - incombe e domina ~c mprc minaccioso. Su , su, dunque. Tutti gli sforzi con\'Crgono là. '< Il giorno 29 viene soggiogato il monte Perlo (m. 610), a nord ovest di Valdobbiadene; poi il battaglione « Verona •l, con la 75' compagnia in testa, si inerpica, dà la scalata a monte Balcon (m. 1055), raggiungendone le spalle a Case Conci; il battaglione " Tirano >> (maggiore Malavasi) cd il ,1 Morbegno .i, , incuranti della micidiale fucileria nemica, si pongono attorno a monte Barbaria
(m. 1464). ,< Ma quante penne alpine, yuante ;carpe al sole seminano l'erta, in quell'ultima tappa verso la Vittori:1, quando già sorride la vita, la fine della pena, la pace, la dolce casa aspettante ... « Solo il dì appresso monte Balcon cede alla ferrea morsa del ,. Verona J) che, se nza attarcbrvisi , senza riposare . 5trranc1o le as~nttigliatt file, con quella
...... volontù clie sdcg11a l'opra fornita e sempre 11e disegna una più grande (1 ), si sfrena contro monte Orsere (m. 1506), antemurale della vetta estrema, impadronendosene con l'ausilio della hatteria da montagna del tenente Mauri, che .is~a i suoi pezzi, trainati a braccia, fra i fucilieri e loro spia na il cammino; e prende contatto a destra col battaglione '( Tirano " c he, preceduto dal suo plotone d'assalto (aspira nte Italia), ha posto il piede sulla cima di monte Barbaria. ,. , Non rimane più <:he la cima ultima, monte Cescn, isolotto nel mare di fuoco, ultimo rifugio, caduto il quale, ogni resistenza crollerà, come il proverbiale castello di carte. Lo sanno i difensori , lo sanno i nostri, nei quali fervono un"emozione, un ansito, Qn'impazie nza indicibili. (( Sono sopraggiunti il battaglione ,, Spluga (capitano Battaglia), il << Vestone ii , il (, Valtellina », lo ,, Stelvio H, formando 1111a )i
( 1) G . D';\:-;,s;ir~'l.10:
,1
Il Bronzo 'L
faL:mge alla tt uak non \i rt:sistc. Riordinati. i reparti, guardando negli occhi la morte sc11z:1 tremare. si :1pprcstano a menar l'ultimn colpo, il colpo di g r:1z ia. ,. !\"o n ,··i· soldato :il nw1Hln , il ([li:tk 11un i11vid1 coloro che vissero l1ucll'u ra i11c11:1rr.1hik. In ljlll'i m o m cnLi. lasst1, si rcdim c l'onore d'It.di:1. \ Ì c:11H.:cll:i ( :mtn1.:1, :\du:1. C:1porct10. si suona l 'agonia ad
T rincr,· d ì nt'l'l: ,il pas,o dc/f'.-/bli',.
un lmpcw. U n chtloml'lro di disl:111za, scssanla metri di dislivello da ~uper:1 rc e tutto s;1r:1 1-ìnito. ,, A d ifcs:1 d i q11 ell:1 nKctlorn· n ano rimasti i solcL11 i della Hosni;1, noslri irrìducil~ili ncm i(i. D :1vanti alb ,·ivcnte marèa di fiamme \'erdi :l\·:i nzanl c con la in esorabilità dd fat o, essi oppo ngono una d isperala n-si~tcnza, anche coi pud1i G11111oni non po tuti inutilizzare o prc.:ipit.,r per le chine ; poi , presi d:d p;rnico, tentano di tr:iforarc •bila rete che si v:1 rinserrando; ma n :ngo1w accalappiati in gran parte, con -l pc:zzi ... " Erano le ore: 16, qua ndo k tripudianti g rida di Vittoria.1 cruppno dai pit1 gagli :mli petti d' ktl ia. ad an nu11'l.ian: al mondo il L]lla ~1
incredibile evento. Poichè da quell ' istante il successo si presenta im mancabile. " Allora, al di U, del Cesen, s'irradiano e divallano colonne di Alpini ebbri di gioia. Una breve resistenza a monte Zogo, sulle propaggini nord - ovest, viene irresistibilmente stroncata, il 3,, dal battaglione u Monte Baldo )>, che pci piomba su Marziaj (Piave). Lo stesso giorno, con rapida e non breve marcia sullo sperone nord , il (<Tirano >'• , alle calcagna dei fuggiaschi, raggiunge e prende monte Arten alle 13,30 ed alle 17 entra già, acclamato e festeggiatissimo, in Stabie. Altri, lungo il crinale e la val Marano, s'affrettano verso Vittorio Veneto )• .
Nella fase fi.nale della battaglia, la 75' Divisione dalla zona dello Stelvio traversa la Valtel lina e col f Raggruppamento penetra in val Trafoi e si spinge al colle di Resia; mentre il III Gruppo raggiunge rapidamente Merano. Dalla ,r.ona del Tonale, dove, nelrimminenza della battaglia, si trov;wa la 5" Divisione, il I Gruppo del colonnello Mautino (bamglioni 1< Clapier ,,, "Monte Rosa )} e (• Val Camonica ,,) e !'V III Gruppo del colonnello C eloria (hattaglioni " Pinerolo ", "Susa ,, e <' Brenta,,) raggiungono il passo della t\'iendola ed entrano in Bolzano, cat· turando 40.000 prigionieri e 300 cannoni. Il I V Gruppo. costituito dai battaglioni •< Feltre J), ,, Arvenis " , ,. Pavione " e da l 19.. reparto d'assalto e comandato dal colonnello Faracovi, lasciato lo Zugna, per Rovereto, entra in Trento.
In Albania ed a fiume. Quand<J s'inizit1 la prima guc rr:i mondiale, io Stato albanese. il cui Capo era stato dal 191.3 in poi il Prin cipe di Wicd , venne invaso dagli Stati confinanti, che cercavano di dividersene il territori-o . · L'Itali a, _non potendo permettere che tutta l'insidiosa costa orientale dell'Adriatico venisse in possesso di altre nazion i, aveva occupato risola di Saseno cd, alla fine del 1914, col consenso di tutti gli Stati helligeranti, aveva mandato un reggimento di Bcrsagl ieri a Valona. Quando, nel ~ettcmbre del 1915, la Serbia, attaccata dag li lm peri Centrali, venne sconfitta ed i miserandi resti cld suo c., n ciro
cercarono ~campo verso l'Adriatico, gli sLessi alleati vollero che l'Italia rinforzasse il presidio di Valnn:1 con tre reggimenti di F:rnteria di linea. un n :ggimen10 Bersaglieri, due SlJU:tdroni di Cavalleria e ~erte batterie, in modo da poter raccogliere in piena sicurezza i superstiti dell 'esercito ~crho e farli imbarcare a Valona ed a Durazzo, occupata intanto dalla noq ra hrig.ita ,, S;1rnna " · Quando i Scrhi. in ~rg uiti dagli Au\triaci , giunsero a Dur:1zzo, fu neccs~:irio n 11nh:1ttcrr pn proteggerne J'im.harco e per assicurarci il tempo ncl"cs,:,rio anche :il tra ~porto delle no~tn; truppe. Rima ~1i u,~ì. nd fchliraio del 19 16, in possesso della rnla Va11111;1, noi ,·i l n-,ii 111i1111110 1111 r:1111po 1rincer:1to e ne aurncntammo 1101c,·l•l111rnt c il presidio w n la costituz ione del XVI Corpo d'Arlìì .1t.1. T.1k ( :011x1. lLd llu;1k ( u 11l"l'l"~~ario tuglicrc due Divisioni per Irontcggi:,rc 111 lulia l'offensiva austriaca dd 1916, venne nuovamen lc rin for z:,to dopo la presa di Gorizia. tJUando, dop<> avere fatto ,golllhr:1rc dai Greci l'Albania meridionale, noi po temmo occupare l';ilto Fpi ro e tutta la cmta albanese tino al porto di Santi Quaranta e po temmo prrndere contatto con gli All eati. sbarcati intanto a Salonicu,_ D11r:intc il T<) T7 rc~pingcmmo in Alhania alcuni attacchi a11strìacì e nel maggio del H)l 8. potemmo svolgere. in sieme ai Francesi, im portanti o perazioni ~ulb dc>tr:i dell'Osurn , ~ui monti Ostrovica e \'Cf50 la Tomoritz:1. Le operazioni \'cnnero riprese. con un più largo raggio, nel luglio 1918 e le nostre trnppc poterono pass.arc la Vojussa, occupare Fieri. ;.iprire la via auche alle colonne france~i che. sulla nostra destr:1, erano state costrette a ferma rsi dagli Austriaci. occupare quindi Ikrat e raggiungere la pianura del Semeni. Alla .fine.: di luglio gli Austriaci effettuarono, con notevoli forze, la loro cont roffen siva: ma con risultati effimeri, poichè, nel settembre e nell't,ttobn.:: del r9r8, k truppe del nostro VI Corpo d ' Armata poterono ;1va nzan: nuovamente verso Bcr;11 c:d estendere la llOstra occupazione in Albania col possesso di Durazzo, di Tirana, di Scutari, di Dukigno e di Anti v:iri_ A queste nostre operazioni gli Alpini, fortemente impegnati come già abbiamo detto ai co ntini della madrepatria, non parteciparono; ma, finit:1 la prima guerra mondiale. nell'agosto del 1919, fecero parte Jcl no~tro nuovo Corpo di spediz ione con due Gruppi e precisamente col II comandato dal colonndlo Sassi e col XIV agli c,rdini del colonnello Rambaldi. Il II Gruppo \'enne dislocato nella
·1·1 1
regione di Mathi e poscia ~ull'alto Skumbi; il XIV tra 1:i \':tlk drl Drin Nero e Scutari. Nel maggio del 1920, mentre il II Gruppo Alpin i stava pc.: r r1111 patriare, scoppi<> l' insurrezione fomentata dai nostri nc.:mici contro l'Italia, che pure aveva prodigato, durante la nostra occupazione.:, k sue migliori energie e le sue ricchezze per il progresso dell' Alhania c.: per il benessere dei suoi abitanti.
Un traino di
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wl ghiauiaio.
Erano state, infatti, :iperte molte scuole, costruite molte strade ed i nostri sanitari si era no dedicati a migliorare le condizioni igieniche del territorio ed a diffondere fra gli abitanti la conoscenza delle misure prolilattiche più necessarie. Il dil ag:uc dell'insurrezione indusse il nostro Comando a richiamare le nostre truppe verso la co~ta. I battaglioni Alpini ,, lntr;i " e « Dronero :i, fermarono, combattendo, gli insorti fra il Longia cd il Messovum, per ripiegare quindi su Valona. Il ll Gruppo, dato il numero dei congedati, dei rimpatriati e dei caduti, aveva una forza di appena 590 uomini e 35 ufficiali ; m:i era comandato da l colonnello Sassi, che eserci tava un grande ascendente 5lill 'animo dei suoi uomini . A Valona gli Alpini vennero impiegati nei ~c:rvizi d 'ordine e nel la costruzione dei rafforzamenti ; mentre la malaria decirn:t\'a k
nostre lntppc cd i h:111:1glioni ,. Dronero " cd " lntra .. andavano al l":1zionc. Il 19 giug no ,-enne dfl'nu;11a una sortita su Drasciovizza, duranl e b q_u;1k ,t.:li Alpini ~i 1foti1rn.:ro: m a la sorpresa non riuscì e fu nn:o~ano rirn1r:1rc nd b ci1t;1 assedi:H:1. alla quale g li Albanesi, inorµog li1i dal ~u(cn~o, i111 i111:1rono lo sgombero delle nostre truppe, mi11 :1t:ci:1ndn 1111 :illa(l'O in forza . Jnfatti , nella none sul 2_3 luglio, gli 1n ~or1i all:in-:i rono L1 citt;'i, s11hito frontegg iaci dagli Alpini del hatt:1.g lione " Droncro ... L.1 1111~1ra difesa fu eroìc1 e venne dfcttuata con tutte k armi. n J111 prl·M.: le ho tnbe a mano e la li:1ionc11a: ma i nostri dovettero ri!'iq.~:1re nella eìtr:t pc::r tentare, poche ore dopo, una vioknt:1 azione u ,ilt r, ifk n~i1.1 che ci procu rù 1:t villoria. Alle.: prime luci del giorno 24 luglio ì nostri Alpini, gareggiando ln11 gli Ardi ti e coi Fanti , attaccaro no alb baio netta gli insorti , rc, pingcndoli nuo,·;11nen:e sulla linea fra il L11ngia cd il Messovum ed .111cora più oltre. La stretta intorno all a cirtà venne così allentata e, ,·,m l'invio di nuove forze. avremmo pol11 to ancorJ difendere Valona: 111:1 gù i p,rn iti e\tremisti prudarn :l\'an o in [talia la necessi tà di :ib!la ndonare l"Al bani:1 ed il n mtrn (;ovan n do,Ttt c ordin:.ire il ri m pa trio dt'lk nostre truppe, clic si cr;nw in ,·;tno prodigate a favore degli :1bitanti. anche nell e.: opere del progresso e ddl:t paCt': . Il rn :1gosto i nn<tri ~olcbt i ;1hb:1ndnnarono k l in ce dì difesa e !)oc hi g iorni do pu i due Cruppi Alpini ri! oriurono .ille loro Alpi . i\egli anni 19 r9 e H) 20 furono imp1cg,; ti ndb zona di Fit;,n,; 1! Cruppo Alpini dd colon nello l\;lli e, s11Cccs~iva111c:11tc, l(Utlln com:rndato dal colonnello Gerhino-Promi,.
XI V.
LE PERDITE E LE RICOMPENSE DEGLI ALPINI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE Ourante tutta la g uerra 1915 - 1918:
Il I'' reggimento Alpini , intorno al cui labaro passarono ben 50.000 combattenti , ebbe uccisi 175 ufticiali e 41 26 uomini di tru ppa : feriti 390 ufficiali e ben 10.805 Alpini. Al reggim ento vennero con fe rite, oltre all 'Orçline Mi lì tare di S:noia, 3 medaglie d'argento :il \·alor militare. Le ricompense ind ividuali al va lore furono, per il reggi mento, r medaglia d'oro, i)O d'argento e 741 di bronzo. Per il 2" reggimento le perdite furono: 151 uf:fìciali e 344:2 uomini di tru ppa morti ; 308 11flìciali e 5498 Alpini feriti. Per l'eroismo dei suoi battaglioni e dei suoi componenti , il reggimento cbhe, olt re all 'Ordine Militare <li Savoia , 3 medagl ie d 'argento e, quali ri compense in d ividuali. 4 medaglie d'oro, 14, d'argento e :284 di bronzo.
Il { ' reggimento mobilitò complcssivamenl c 34.675 uomini. Di essi rimasero uccisi sul cam po 238 ufficia li e 5967 Alpini. Rimasero feriti 536 ufficiali e 11.0)0 uomini <li truppa. Quali ricompense al valore il labaro del reggimrnto ebbe l'Ordine Militare di Savoia e 3 medaglie <l'argento. Ai suoi com ponenti vennero confe ri te 5 medaglie d 'oro, 5.35 d'argento e 962 di bronzo. Il f reggimento Alpini, c he mobilitò 45.750 combattenti , fu quello che ebbe il maggior numero di perdite e di ricompense al y ;1lor militare. Le perdite ammontarono a 189 ufficiali e a 4700 uomini di truppa uccisi; a 1200 ufficiali ed a 18 .000 Alpini feriti.
L,· ricornpcn ~c al lah;1ro citi reggimento. oltre all'Ordine Militare di S;n·oia, furono di I mcd:1glia d'oro e 5 cJ':ugcnto; mentre agli ufficial i cd agli Alpini che Cùmponcvano il reggimento vennero conferi te '5 medag lie d'oro. 8.20 d ':1rgcnto e 1090 di bronzo. Il 5·· rcggimc nto Alpini ,·idr 1•;1~~an.: nelle sue fi le, durante tutta la guerra, 3u.870 ~-<,ml>a ncn ti , dei tJu,ili 268 ufficiali e 6307 uomini di tru pp:i r:1ddcrn ,111 c 1111po: 11H.: 11tre -;<19 uffJCi:il i e 8 r25 Alpini vennero fni 1i. li l:iliaro ,kl rq.:gi 1nrnl ù, olt re :11l'Ordint: '.vt ilitare di Savoia, t:bbc co 11fcri1:1 1 111c,L1g li a 1L1r_!.!l"lll1>. II ,·:ilorc degli ufficiali e della truppa \'t' nnc pre1n i.1 1,, ,i 11,!.!ll la n ncn1t· l'o11 3 mcd:1glic- d'oro, 540 d 'argento ,. q.2(1
.l i h ron 111 .
li <, rcggi1 11t·1110 Alpini 1110bilì rù, in e<,mplesso, 38.440 comk1t1rn1i. dri quali 20 1 ufficiali e F94 uomini di truppa fecero olocausto .dia l1.11ri:1 della ,·ita. Rim asero feriti 4fo ufficiali e 8670 Alpini. Al re~girnrn to vcnncro conferiti l'Ord ine Militare di Savoia e -l mcd:1glic d'argento :il v;1lor milit:1rc; ment re. (jllali ricompense in th·id u:1li, i ~uni com ponen ti mcrit:tn ino 8 medaglie d'oro, 814 d' argcnrn cd 884 di bronzo.
li j' reggimento Alpini ebbe m C\.:,Ì fuo ri combattimento in tutto 9(.. 10 uo111i11i , dei quali 3600 caduti ~ 11] c:1111 po di battaglia e (iooo feriti. 111 prcmio del \llO ,,;1lore il rcggimt:nto ottenne l'Ordine Militare di Sa\'oia , 2 mcdaglic d'argento e 2 di bronzo al valor militare. Le ricompense individuali agli app;1rtencnti al reggimento furono di hcn 9 medag lie d 'oro, 600 d 'argento cd 800 di bronzo.
L'8" reggi m ento Alpini mobilitò complcssi,·amente 47.097 uomi ni: ebbe uccisi 125 ufficiali e 5987 uomini di tru ppa ; feriti 284 uffìcì::di e 81)99 Alpini. Oltre ,ill 'Ordinc Militare di Savoia. al re!lvi mento vennero con\..Jt:t ccssc 2 medaglie d'argento ed r di bronzo. Il valore dei suoi componenti ve nne prem iato con 5 medaglie d'oro, 541 d 'argento e 156r di bronzo al Yalore militare. Lc ricompense indi viduali ottenut\: dagli Alpini durante la guerra r aggiungo no una media del 4,1.2 '\ ,, superiore a quell a di tutte le altre Armi e Corpi.
Trin cet' ,, , .im min,11,101ti " mon1e Pi,111,1.
Le ricompen~e collettive al va lor militare furono (011n:~~e :11 ,l· guenti battaglioni: 1 medaglia d'oro al battaglione ,, Aosta )•; - 23 medaglie d'argento ai battaglioni: ,, Monte Clapier " • "Ceva ,,, " Mondovì )•, ,, Saluzzo ,,, " Val Varaita ,, ,, Val Maira " (I Monte Argentera >) e 1< Monviso >• , << Val Maira ,,, " Susa » ed « Exilles n, 11 Monte Albergian ,., ,, Pinerolo>•, ,, Intra ,, e " Vall'Orco », ,, Aosta>> e 1, Val Toce ••, « Monte Levanna )) , " Mo ntl' Cervino,,, 1, Monte Levanna !' e « Val Toce l, , <• Morbegno ))' « Val Leogra », « Val Brenta H, ,, V erona " " Monte Baldo l , 1, Sette Comuni n e 1; Bassano », " Monte Berico ,. . r, Monte Pavione » , « Monte:: Marmolada ,., <<Tolmezzo ,, e:: 11 Val Tagliamento l' , 11 Gemona ,. ,. Val Fella ,, e ,, Monte Canin >•; - 3 medaglie di bronzo ai battaglioni: ,, Val Cismon ··· 1< Feltre », << Val Natisone " · Fra le ricompense indi viduali vanno in particolar modo ricordate le nomine nei vari gradi dell'Ordine Militare di Savoia, nomine concesse ai generali Etna. Ghersi, Allievi, Ronchi, Treboldi, Fenoglio e Stringa; ai colonnelli Faracovi, M;ircheni, Piva, Cabiati, Cantoni , C::.iv;irzer;1ni , Gcrhino-Prnmis, Gioppi, Pratis, Ragni, Rovero, Sassi e Zamboni; ai tenente rnlonndli Si rolli, Smaniotto, Vigevano e Nasc i; :ii maggiori Porta Ugo, Bes, Bonizzi, Calma, Carboni, Cermelli, Dc Cia, Pizzarello, Poggi e Salviani; ai capitani Arbarello, Biamo, Elter . Fabrc, Fantoni, Rcverberi. Rossi Carlo e: Tessitore; ai tenenti Mal vezzi e Tissi. Furono, inoltn: , co nferite 254 promozioni per merito di guerr;1 agli ufficiali, oltre alle molte concesse agli uomini di truppa. Ricordiamo le motivazioni delle m edaglie d'oro al valor militare concesse agli ufficiali ed agly uomini dì truppa degli Alpini. Le motivazioni delle ricompense ebllettive verranno pubblicate alla fine del volume , in sieme alle notizie su ciascun reggimento.
Le motivazioni delle medaglie d'oro individuali conferite agli Alpini per la guerra 1915 - 18. Generale Anto nio Cantore: (< Esempio costante e fulgido di indomito ardimento alle Mie truppe, le condusse attraverso regioni difficilissime, ove il nemico si era annidato., riuscendo a sloggiarlo. Cadde colpito da palla ne-
mica ndl'usscrvatorio cb I quale es plorava e prepara va m enti. (Tofanc, 20 luglio 19 15) ,, .
IHJOVI
ardi-
Colonnel lo del VI Crnp pr, Alpi ni Antonio Gioppi dei Conti Gioppi: ,, Comand ante del (>" (;ru ppo Alpino, imprcs~c alle sue truppe tale slancio e, col ~uo a~cc.: ndcntc mo ralt:, trasfuse in esse tale ardime nto. che. 11onm t:1 111 c k g r:iv i difficoltà, trionfava della fiera rcsi~tcnza ncmic , ~ul Pa~11hi u (() - 13 ottobre l<JI6). Sprezzante di ogni pericolo. ~cg11cndo da prc~so 1c colon ne d'attacco, pronto sempre ad intn ,·u1Ìrc d i pcrsona. il 12 ottobre, al suo posto di comando al Dcntl· del P:,~11hin. h:1tt uto da m icidiale fuoco, c:1dev:1 colpito a mort<: d:i gr:uìat1
1ì c n1l ~.1 .. .
Colonnello Carlo Giordana, del f rcggimrnto Alpini: " Cmtantc esempi o delle più alte virtù militari, ri soluto, cncr µ ico e di magnifico stimolo a tutti pcl suo valore personale, condusse, con tenace: rnlontà cli vincere, l'attacco di monte Mrz li e d el Vodil. il 2 1 - 30 ortobre 1915, ottenendo ottimi risultati. A capo di numerosi reparti Aipini. rinforzati da Artiglieria, g uidava in alta mon tagna, a monte Adamello, aprile - maggio 1916, un'arditissi m a operazione. espugnando due lincc: fortiliclle per natura ed arte. Nornin:1to comandan te di brigata, sugli Altipiani di Asiago, nell'oHem iv:1 :1ustriaet 1916, vi lasciò eroicamenk la vita , . Tenen te colonnello del '.i " reggimento Alpini Luigi Petti nati: H Con molta energia, singolare perizia e coraggio ammirabi le, superando difficolt?t riten ute insuperabili, seppe condurre le forze a lui ohhedicnti alla conquista dell'importantissimo, aspro, impervio contrafforte Potocc - V rata - Ursic, rendendo così possibile l'ardua, successiva operazione della conqu ista del monte Nero. Gra\'cm ente ferito da palla ncmic:1, decede\·;; dopo pochi giorni. (Potocc. \!rata , Ursic, 31 maggio, e Kr:1ja 9 giugno 19 15) » . T enente colonnelk> dd 2'' reggimento Alpin i Luigi Pigliom: : ... Il -} maggio 1916, a monte Kukla, dopo aver sostenuto violento fuoco d'artiglieria avversaria, ric:1cciav;1, con brillante contrattacco, il nemico, che in forze si era gettato sulle nostre posizioni, infliggendogli g ravissime perdite e catturando prigio nieri. Il 10 maggio ~lanciavasi con mirabile ardimento alla testa del suo battaglione, al-
l'attacco d'impervia pos1z10ne nemica, fortemente organizzat :1 e d1 fesa, e giuntovi dei primi, coronava con morte g loriosa l'op<.:r:1 att iv.1, intelligente ed entusiastica, dedicata, con tan to valore, alla Patria ,.. Capitano del 1° reggimento Alpini Aldo Bcltrìcco: « Con indomito coraggio, alla testa della propria compagnia, sotto violento fuoco d'Artiglieria e di mitragliatrici, si avvicinava alle trincee nemiche cd , al grido di « Savoia! » , si slanciava per tre voi te all'assalto, raggiungeva il reticolato, vi apriva un varco; quindi si spingeva, con pochi superstiti, sul ciglio della trincea avversaria, ove, colpito a morte, cadeva gloriosamente. (Coston Lora, Monte Pasuhio, 10 settembre 1916) )>. Capitano del 7° reggimento Alpini Guido Corsi : << Nato in terra irredenta, dopo aver dedicato ai di.r itti della Patria tutto il suo ingegno forte di molti studi, si offerse ai sangui nosi cimenti della guerra, fulgido esempio dì eroismo ai dipendenti, che lo amarono e che, chiamato ad altro ufficio, preferì non lasciare. Ferito mentre strenuamente combatteva, non appena guarito volle tornare al fronte e vi--disfidò sempre faccia a faccia il nemico fuori delle trincee, primo fra tutti, più volte respingendolo con prodigi di valore, anche se superiore in forze. Gloriosamente ca<lde, colpito a morte sulla inviolata trincea, mentre i pochi superstiti della sua compagnia, da lui · sino all'estremo animati, rintuzzavano l'avversario. (Val Sugana, 26 maggio 1916; cima Valderoa, 13 dicembre 1917) H . Capitano del 2 ° reggimento Alpini Stefano Curti: « Preposto con la compagnia alla difesa d'una testa dì ponte di vitale importanza per le truppe ripieganti, si votava con indomito ardimento a strenua, accanita lotta, riuscendo ad arrestare temporaneamente l'avversario soverchiante. Con un piccolo nucleo di generosi superstiti .contrattaccava per ben tre volte un n<:'mico gr;inclr-mentc superio re di forze e, nell'impari lotta , trovava gloriosa morte. Fulgido esempio di eroismo e di sentimento del dovere, spinto sino al consapevole sac rifìzio di se stesso. (Vidor, IO novembre 1917) )•. Capitano di compleme nto dd 3° regg imento Alpini M,1nlio Fe-
ruglio: (( Fulgido esempio di eccelse virtù militar.i, durante violenti at tacchi nemici, ritto sui ruderi della trincea sconquassata dal bomh:1r31.
damento. seppe infondere nella com pagnia la ferrea volontà di non cedere. Ferito una prima rnlta alla testa. non desisteva dalla lotta, respi ngendo, co n pochi sup<:rstiti. i reiterati attacchi, tinchè una scheggia di granata al pcuo ne trnnc 1Y.1 la nobile esistenza. (Val Calcino, 11 - 12 dicrrnbrc 19 17) ''·
La Trnfoia F.isu1,;n,l dal/,1 Thurwie.-cr.
Capitano dd 1" reggimento Alpini Gimeppc Garrone: ,, Dopo il ,·aloroso c,mtcgno in Co!o11i:1. nonost:tnte b gr:1ve ferita col2i riponata. donundt'1 ed ottenne un pasto d'onore sul fronte rn [talia, do ve, combattendo con coraggio, riuscì sempre di esem pio ai dipendenti. Rilìut mdosi di raggiungere il Tribunale di g uerra, a cui era stato destinato, per non ahbandon:ire i compagni di trince:1. con questi nel rip ieg:.imento dell'esercito, fact:ndo s11çcessive difese, sì portc'i sul monte or sacro all'Italia virtorio:-a e quivi, combattendo strenuamente. ferito grave, conduceva la compagnia a succcssi \'i con~ lra ttacchi , tratt<.: ncnd~ì l'avvcnario, fin chè, cs~u;to. rifiuta ndo ancora
di allontanarsi, veniva catturato e poco dopo esalava la nobile.: :1n im.1 , invocando la Patria, il Re, la famiglia, come nelle sue numcro~c e commoventi lettere dal fronte ad amici e parenti. (Carnia, 1916 - 17; Col della Berretta, 14 dicembre 1917) >>. Capitano di complemento del 2° reggimento Alpini Enea G uarncn: ,, Giovane uffìcialt di rare virtt1 m ilitari t del più puro patriottismo, animatore dei suoi dipendenti, che seppe predisporre ad ardite imprese, sempre primo ove vi era un pericolo da affrontare cd ultimo a lasciare il campo di battaglia, condusse sempre brillantemente il proprio reparto in cruenti assalti, come in difese disperate. In diverse azioni ferito ed alcune volte gravemente, non abbando nò mai il pasto di combattimento; ma sereno e calmo, attivo e pieno di slancio, persistette sempre nella lotta, sia che vi arridesse la vittoria, sia che la fortuna non corrispondesse al valore suo e del suo reparto. In un combattimento di 1etroguardia, dopo tre assalti, ferito e circondato dal nemico per avere protetto fino all'estremo possibile la ritirata del battaglione, prima di cadere prigioniero fece presentare le armi ai pochi superstiti di numerosi compagni d'arme, che nel suo esempio avevano trovata la forza di morire sul posto del dovere e del sacrificio. Infine in prigionia, conservando alto lo spirito e col pen siero rivolto alla Patria, anelante di affrontare dei nuovi cimenti, organizzò un ardito tentativo di fuga, durante il lluale, sprofondatasi la galleria per la l1uale doveva avvenire l'evasione e rimastovi quasi completamente sepolto, non volle essere soccorso per non dare l'allarme e compromettere così la progettata fuga dei compagni; e fra gravi sofferenze, soppùrtate con vero stoicismo, moriva eroicamente suggellando la vita, tutta spesa per la Patria, con un atto fulgido di valùre, per cui il nemico, ammirandolo, ebbe ad onorarlo degnamente e la forte Brescia lo e.levava a simbolo di sua gente. (Monte Rombo n , 16 ~ettemhre 191(>; Ortigara , I<) g iug no 1917; Monte Cavallo, 27 ottobre 19I j; A schak sul Danubio, 25 g iug no 1918) n . Capitano del 2" reggimen to Alpini M;:irio Musso: u Attaccato da forze m o lto super iori, con serena c;ilma e sicura intelligenza res pingeva ripetutamente, per 10 ore, il nemico. Cr:i vcmeme f<.:rìto, continuava ad esercitare il comand<), trascinando~i lu11 go la linea del fuoco per rincuorare i suoi. Medi catosi r:ipiclamrntc ,
45 2 ripigli:1va il suo posto e, quando il nemi co g1a mmacnava di circondarlo, di spo neva pd ripiegamento, rifiutando di essere t ra ~portato, per non causa r rit:irdi e perdite, e facendo così nobile sacrificio de lla propria vita. (Val di Puarti~, 14 scttnn !)rc 19 r5) •1 •
Capitano di complc m cntu dd 5" reggimento Alpini Francesco T o no lini : / ,, U flìcia lc d i cono~c iuti ~~i,no 1·:ilon.: e di ~ingoiare ard ire, sé'mprc prim o in og ni cime nt o, a nim alo da fede ind om :1bile, nel difficile pa~sagg io cl ' 1111 fi um e, ril'(:ndi c<', a ~è il compito piì:1 p erico loso . T rascinò la co mp;1g nia , ~olio rabbioso fuoco dj mitragliatrici, ;:illa conq ui sta di fo rt e pm izionc, agevolando l'azione di altro battaglione. Cont ro l'mtin;11:i rc~islt'nza dell 'avversario si slanciò intrepido con due pl11t11ni, spezza ndone la coesione e volgendolo in fuga, cadendo prn:o dopo cro ir:11ncntc. (Montagnola di Valdobbiaden e, 28 o t toh rc 19 18) "· Capitano del 3" reggimento Alpini Vittorio Varese: ,, Sebbene febbricitante, posto all' avanguardia di un attacco contro formida bile posizione n e mi ca, g uid:iva la sua compagnia con eroi-. rn ~1:in, 10 e, c;1d11ti tutti gli uffici:ili, precedendo il reparto, penetrava ne i successivi, forti e ben difesi trincerame nti nemici, determinando la corn1ui sta della posizione e facendo numerosi prigionieri e grosso bottino di g u erra. Già disLinlo~i in precedente az ione. (Monte Nero, 16 g iug no I<)15) )) .
Capitano del 5° reggimento Al pini Corrado V cnini: " Comanda11te di re parti Alpini e F a nteria, in aspro cd efficacissimo combattimento, eccezionalmente arduo per speciali .condizioni di te rreno e per l' intenso bombard a m elllo n e mico, dirigeva l'azione con p iena sirn rezza di comando, esponendosi continuamente, per infondere nelle truppe, con la parola e con l'esempio, coraggio ed energi;i. ( :aduto m ortalmente ferito, rìfìmava di farsi t r:i.spor tar e :il posto <li m edicazio ne e continuava per ben 7 o r e a dirigere l'azione e ad incitare i suo i uomini alla piL1 strenua resistenza , offrendo fulgida prova di altissim e virtù militari. (Cima Maggio, 18 maggio 1916) .,. T e nente di complemento del 7" reggimento Alpini Francesco Barbieri: ,( Ogni suo att o di fro nte al nemico fu di ardimento e di valore. Aiutante nuggiore. s'offrì di condurre un nucleo ardito alla conqui-
sta di impervie e dirule posizioni sul monte Costabella, 5 - (i 011olirr 1916, e le conquistò. Ferito, rifiutò medicazioni e, primo, cntn'> nr i camminamenti nemici. Con soli 17 Alpini ~i lanciò sui baracca mcn1i. fece arrendere oltre 100 uomini. Colpito a brnciapelo, mentre ord inava i prigionieri, spirò gridando: Avanti sempre! Evviva gli Alpini! >) . Tenente dell'8'' reggimento Alpini Pier Arrigo Barnaba: (< Sebbene inabile alle fatiche di guerra per ferite riportate in combattimento, con elevato senso di amor patrio, si offrì volontario per essere trasportato in aeroplano e calato wn paracadute in territorio invaso dal nemico. Sprezzando le gravi conseguenze nelle <-1uali sarebbe incorso se scoperto, inviò per vari giorni con mezzi aerei importanti notizie sull'avversario. Ogni suo atto fu un fulgido esempio di valore e di patriottismo. (Piave - Tagliamento, ottobre - novembre 1918) >). Tenente del 6" reggimento Al pini Cesare Battisti: ,, faempio costante di valore, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto ali' assalto, a m onte Corno; la propria compagni a, sopraffatto da forze soverchianti, resistette con pochi Alpini lino all'c~trcu1v e , tra l' incerto tentativo di salvarsi c<Jn la fuga ed il m artirio, scelse il martirio. Affrontc'> il capestro austriaco con fierezza, gridando: ,, Viva l'Italia! 1) , infonde ndo con !'esempio e col sacrifìzio sante e nuove energie nei combattenti d ' Italia P, Tenente del 7" reggimento Alpini Giuseppe C aimi: <( Ufficiale di leggendario valore, dopo tre giorni di violentissimo bombardamento e di disperati attacchi nemici, teneva con pochi superstiti, affascinati dal suo mirabile ardimento, una posizione montana di capitale importanz a, riuscendo a scompigliare, con accanita lotta a corpo a corpo, le soverchianti forze che l'accerchiavano. Nell'aspra lotta, colpito a rm.>rle, cadeva fra i ~uui sold ati col grido di (( Savoia! )) sulle labbra, segnando cd affermando, anche nello spirare, il limite oltre il quale il nemico non doveva avanzare. (Cima Valderoa, 14 dicembre 1917) » . T enente di complemento del 6° reggimento Alpini Giovanni Cecchin: « Di fro nte al n emico dimostrò sempre sereno coraggio, cosciente spirito di abnegazione, fiducia in se stesso e nei propri uomini .
454 Raro e~empio 1l't:roi\mo, g uidi', la compagnia ;:ill'as~alto di forti pos.izioni all'Ortigara, 10 - 1<1 gi ug no 19 17. Sc:mprc primo, rinnovando con tenace volont;'t g li ass:ilti, riorganizzò b truppa, rianimandola instancabilrnrntc N('ll'azione, che pori<'> ;di:, COll(IUista di muniti ssime di fese:, ricon fc rm<\ le \ ue d,,1 i di \':tÌorosi~~imo cd ;1hilt: Capo. FerÌIO g ra \"<:-mente da scl1eggi:1 di gr:111;11:1. tenne fermo contegn~J nello qra zia11t c dol"rl· e si , prn~1· ) g iorni dop(), IÌc ro della su:1 opera vittorio~.1. (Monte Or1i,L!:tr:1, 10- 1, 1 giu~111, 1<11 7) ·' · Trnrn1 e ddl'K·· r('ggi111rnto Alpini Eugenio C:1rr<me: c, flm l:1n 1c 1:, J'l"Ctukn 1e ri fo rma , partì nilontario di guerra e, pirnu di c111u, 1.l\1110 L" di fed e. fu cost:1ntt: csernpio di valore, di sacri!1;·.io e di rn111 !:1;·.io11e fra i sold:1ti che lo amarono ..::omc fratello. In ogni di ,uir,o. in og ni kllcra, rivelò tutta la sua anima di eroico gio,·.111c l lir 11011 m m pì :1zio nc se non prodigiosa. A Coston di Lora , a I ),,- ~o F;1iti. in ,·ioknti e micidiali comli;1ttimcnti. si dimostrò dfic 1ci,~imo trascinatore di uomini . A Col della Berrtlla, agognando la \ ' itto ria, caduto gravemente ferito. con fervide invocazioni animò i ~uoi Alpini alla resistenza e non \·olle abbandonare il fratello ferito cd il terreno ddla lotta, sul quale ve nne fatto prigion.iero. Morì in un ospedale austriaco, :1mm irato dagli stessi nemici. (Coston di Lora, settembre 19 16: Dosso Faiti, maggio 19 17; Col ddb Berretta, 14 dicembre 1017) •> .
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T enente del rcggimcn10 Aìpìni Vittorio Mo ntiglio: , Nato nd lontano Ci le, da famiglia italiana, educato ad alti sentimenti di ;1mor patrio, l'animo conquiso dagli eroismi e dai sacrifici della noqra guerra, la cui eco gi unge\'a a lui attraverso le letlert: dei du e fratelli volontari al fronte, quattordicen ne appena la5ciò la casa paterna e sprezzante pi:ricoli e disagi venni: alla sua Patria. Nascondendo con la prestanza del fisico la giovani ssima et:1, ,i :trrnolav;i nell'cscrcJto, e , dopn ottenuta L1~~cg n;17,inne ad un rcp:1rto i-crr itorialc, per ~ua imist:enza, vcniv:1 trasferito ad un reparto Alpi ni d'assalto, ciò cht era nei suoi ~og ni e ncl ie gio\'an ili speranze. Sottotenente ;1 15 anni , co111;mda11tc gli arditi dd battaglione ,., Fdtrc )), partecipi'> con alto nlorc ad az ioni d i guc: rr:.i, r imanendo ferito. Di , ua iniziati \'a abb:rndonaYa h)., pcd:i k per partecipare alla grande ha1t1gl i;1 d ell'ottobre I1J 18. ndb quale si di stinse e fu proposto per un a ricompwsa al \·alnre . Ten ente a 16 anni, fu invi ato col reparto in Albania , do\'c, in importanti azioni contro i ribelli, rifulsero le sue
(
Una viii uerrn le po;i-:ioni più alte.
·I 57 doti d'iniz iativa, no n fiaccate dalle febbri nulariche dalk quali ve nne colpito. Nella stessa località, sa lvando con grave risch io un ~li<> soldato pericolante nelle insidiose correnti del Dr.ino, dava prova di elevata sensibilità umana e di civili virtù. Magnifica figura di fanciullo soldato; alto esempio ai giovani di che cosa possa l'amore alla propria terra. (Italia - Albania, giugno 1917- giugno 1920) ». Tenente di complemento del 1 '· reggimento Alpini G uido Poli: << Volontario di guerra e destinato ad un servizio di seconda linea, siccome cittadino di province irredente, chiese ed ottenne di ritornare ai reparti di prima linea. Durante l'attacco a fortissima posizione nemica raggiunse tra i primi la trincea avversaria, iniziandov.i tosto i lavori di rafforzamento. Ferito al petto e medicato, sebbene in condizioni da poter essere inviato in luogo di cura, ritornò invece volontariamente presso il proprio reparto in trincea, dove, sotto un violento bombardamento, perdette gloriosamente la vita nella giornata stessa, mentre dava ai suoi dipendenti esempio di amor patrio e di alte virtù militari. (Monte Ortigara, 19- 20 giugno 1917) >) , Tenente del 7° reggimento Alpini Arduino Polla: « Ferito non lievcme11tè ,lllc volte;: nella ~tessa azione, disdegnò ogni cura, animato dal solo pen siero di offrire alla Patri.a le estreme sue forze. Fulgida figura di eroe, rimase im pert errito sulla posizione sotto rinfuriarc dell'ira nemica, esempio di meravigliosa tenacia, fìnchè, colpito una terza volta gravemente, trascinato al posto di medica1,ione, g ridava di voler ancora tornare fra i suoi soldati. Audace fra gli audaci, temprato dal pericolo mortale più volte affrontato, abituato ad assumersi l' impresa più ri schiosa, in tutti i combattimenti fu espressione di vero eroismo, trasfondendo energia e forza ai suoi dipendenti. (Ponte di Vidor, Monfenera, monte A solane, IO novem bre - 20 dicembre 1917) >>. Tenente di w1npk1ncnto de! 7" regg imento Alpini Marco S:isso: "Ufficiale d'indomito coraggio, muoveva a ll'ass:1lto di fo rte posizio ne, dopo aver giurato di conquistarla o morire. Gravemente ferito da raffica di mit ragliatrici , g iungeva ugual me nte, pel primo, sulla posizione e, gettato~i sulle armi nemiche, ne uccideva j serve nti . Nuovamente e m ortaJmentc colpito, rinunziava d'essere trasportato :il posto di medicazione e moriva sul suolo conquistato, incitan do i suo i alla lotta ed esclamando: ( < Avanti, avanti, Al pini, per l'onore del R e e della Patria! )) , (Monte Fontanct -Val Calcino , 11 d icembre 1917) ,, .
T enente dd 3" rcggì m t 11io Al pi ni Paolo Racagni: " fu lg ido esempio d'og ni più detta vÌrllt mil itare, q ua le comandante di .,czionc mitragl iatrici , ope ra ndo di p ropria in iziat iva. se ppe contenere forze nc111 ic he molto ~u pcriori. Feri to Ir e volle in breve tempo. r im ase al ~uo pcl\to, ~t nz:1 L1r~i m t:dic a rc. F eri to una quarta n >lta :dia gol:i e porta to :il p()\IO di ~où.:orso. appena med icato, tornò sulb lint:;1 di co ml u tt imcnt o. ,,w. c<> n mirabile noismo, rnanovran-
/1 .;iago: Sa,:r,.11 io militare·.
du egli stesso un' arma, ìnfl is\c ingenti perd ite :1l l'i ncal ,.an tc nemico; m a. nuovamrnte colpi to, spm') serena m ente poco ,lopo. (Scllctta Vod icc, r9 m:1c:i;i(l Il/ r 7) ,, . T enente ,k: I r,·· reggi m ento Alpini C imeppc T cstolini : ., Addcuo :1d un com a ndo di divi \ionc, venuto a conosce nza elic il proprio battag lione trovavasi impegn ato in combattim ento, chi~·sc ed o ltc nne dì ricntrart' al proprio rcpano. Ricc\'11to !"incarico d i frontt _!;giare, con due plotoni, LI cri_tìca si tuazio ne creatasi con l'occ upazio11c . da pane del 11c111ico, di un:i p o ~Ì;,.Ìo nc dominante, eg li, dopo rapida ricognizione (:seguita sot to \·iolcn to (u oco di :i rrigl ieria e fuci -
leria avversana, resosi esatto conto del terreno e Jcl nemico. cli il ,~· l'autorizzazione di tosto contrattacca re. Alla testa dei suoi re p.1111, con calma, serena, periz ia ed ardimenlo sublime, at traverso una ,·10 .lenta cortina di fuoco si slanci<'> all'assalto, giungendo primo sulla tri 11 cea nemica, facendovi prigion.ieri e rin,.rnq11ista ndo armi e materiali già caduti in mano all 'avversario. Incontrò poi gloriosa morte sulb stessa posizione riconquistata, men tre incitava i suoi Alpini al grido di ,, Viva l'Italia! " · (Col della Berretta, 28 novembre 1917) "· Tenente ciel 7" reggimento Alpini Angelo Tog nali: (( Sebbene ammalato, volle partecipare a perigliosa azione e col suo plotone, in lotta corpo a corpo, travolse la resistenza nemica, e vi rimase, ancorchè aggravato. L"indomani resistè a fieri contrattacchi e, caduti i serventi delle mitragliatrici, m aneggiò egli stesso un 'arma , fìnchè, premuto da vicino, ordinò l'assai.te con le bombe a mano, cadendo leonina mente sul cam po. (Col di Cu k fGrappa l, 25 - 28 ottobre 1918) >' . T enente di complemento del f reggimento Alpini Ferdinando Urli: <e A capo di un esiguo manipolo di volontari, con mirabile ardimento si lanciava per primo nelle trincee nemiche, fugandone il presidio e catturandovi un numero di :ìn-crsa ri ,1uintuplo dei suoi soldati. Per 36 ore dava continua, ful g ida prova dj coraggio, opponendo un'ostinata resistenza ai sempre più vio lenti attacchi. Cirwndato, rifiutava di arrendersi, seguitando coi pochi suoi superstiti a battersi con bombe a mano e con le baionette, finchè, sopraffatto e colpito a morte, cadde eroicamente sul campo ». (Dente del Pasu bio, 17 - 19 ottobre 1916) \). Sottotenente del 6'' reggim ento Alpi ni Fabio Filz i: ,. Nato e vis~uto i11 terra Ìlali;11 1a irredenta, all'i lìi z iu dd Li gi 1L r1.1 fuggì l'oppressore per dare il suo braccio alla Patr ia e, seguendo l'c sem pio del grande mae~tro Cesa re Battisti, combattè da prode ndl.1 vittoriosa controffensiva dì Vall:i rsa (giug no - luglio 1916). Alla ro11 guista d i monte Corno com andò con calma e frn n e:o.a il plot11 ne, resistendo sino all 'estremo. Imprigionato e rico nosciuto, pr i111.1 d'alihando narc i compa~ni , protestò ancora contro b hrut :tl it.'1 austriaca e, col nom<: d ' Italia sul le labbra, affrontò croic 11m·nt l' il patibolo )> .
So1totc11cntc dd 7° reggimento Alpini Franco Michclini Tocci: ,. Educaro ai più nobili ideali, ebbe, ancora giovinetto, sicura co!-CÌCn7,a e ferma fede nei gloriosi destini della Patria. Ogni suo pensiero ed ogni sua azione furono un inno all ' Italia. principio e fine del suo vivo amore. Nominato uffìciak degli Alpini, esultò di poter dare forza col braccio all:i wa fede ed, a lla prima prova col nemico, comandan:e di una o ndata d 'ass:ilto contro formidabile posizione, ,onducc,·a con g r:111dc ~la ncio e ~prezzo del pericolo i suoi soldati, 11011 <)~tante l 'i 111 c mo fuoco :ivvnsario di mitragliatrici e di bombe a m ano, prrnlun.: nti gr:1vi~~i 111c perdi te. Coslrcllo ad una prima sosta, raccolti i ~upcrstiti. ~i sLmci:1\'a nuovamente all'assalto e giungeva pri mo su ll:1 Lri,icca nemica . ove cadeva eroicamente, rifiutando il socC.Jr~o J~·i SiìùÌ ~uld ..tti cd incuor.indoli nil Jire: <, Non ptn~a te a me ... Avanti, Alpini, ci ~orride la Vittoria! ll . Fulgido esempio di alte virtù civili e m ili1:1ri. (Monte Valderoa [Grappa l, 27 ottobre 1918) il . Sott<Hcncnte del 5" reggimento Alpini Antonio Sertoli: ,, Comandante di una sezione mitr;1gl i;1trici di prima linea du ,antc un improvviso e Yioknto :l!tacco avvers::irio, opponeva la più dccÌ!\a ccl eroica resistenz:i. Sovcrdifato da for ze molto superiori c tratto prigioniero con parte dei suoi soldati, riusciva a disarmare la scorta nemica e ritornare sul campo della lotta. Per circa 3 ore guidò a co n tinui contrattacchi un nunipolo di prodi, e bcnchè sanguinante in più parti dd corpo rihtltt) sempre di recarsi ,11 posto di medicaz io ne. Ferito poi gravem ente al petto da una fucilata, si gettò, ciò no nostante, un'ultima volta nella mischia, cadendo trafitto da più colpi di baionetta e di pug nale. (Col Caprile, 16 dicembre 1917) >•. Sottotenrntc dc) 3" reggimento Alpini Ferruccio Stcfenelli: ,._Nati vo di Trento e volontario di guerra, fu sempre primo in ngni comk1ttimen to. Vihr;unc d'cntusia~mo e di fed e, volle partecip:irc all'attacco dell 'ardua posizione di Col Caprile . .il 26 dicembre 1917. Conscio del pericolo, di speciale gravità per la sua pcsizione, con un nucleo d'Arditi si lanci:wa all'assalto, superando due ordini di reticolati e raggi ungendo l'obbiettivo. Fatto segno a violente raffiche di fuoco da posizione vicina, si avventava su di essa, impegnando lotta corpo a corpo. Ferito gravemente ed accerchiato, lottava sino all'ultimo. rimanendo infine prigioniero. (Col Caprik. 16 dicemb re 1917) )>.
Sottotenente di complemento dell'8° reggimento Alpini Anto11 io Talentino: <( Offertosi volontariamente quale comandante del ploto ne che primo doveva muover all'attacco di formidabili trincee nemiche, dopo una difficile ed aspra scalata <li rocce, valorosamente si slanciava alla testa dei suoi all'assalto e, nonostante il furioso fuoco di mitragliatrici e di {ucileria, riusciva per primo a balzarvi d entro, lasci:rndovi gloriosamente la vita. (Monte Busa Alta, 5 - 6 ottobre 1916) n. Sottotenente dì complemento del 4° reggimento Alpini Vincenzo Zerboglio: « Alto esempio di fermezza , in sanguinosi combattimenti si segnalò fra tutti. Affrontò, con pochi uomini, un nemico soverchiante e, ferito ad una spalla, oltre a rimanere fra i suoi, li lanciava all'assalto, ricacciando anche i rinforzi nemici. Ferito di nuovo ad una coscia, rimase ancora in linea, esaltando i suoi soldati con grida di entusiasmo, finchè, in successiva ripresa del combattimento, cadeva colpito in -fronte, gridando: (( Viva l'Italia! )> . (Monte Solarolo, 24 ottobre 1918) )). Aspirante ufficiale del 3° reggimento Alpini Antonio Ciamarra: a Comandante del primo plotone d'attacco, si slanciava con magnifico impeto contro ben munita posizione nemica. Gravemente ferito da pallottola esplosiva, imperterrito, spingeva con l'esempio e con la parola i dipendenti a perseverare nella lotta, portandosi egli stesso fin sotto il reticolato. Ferito ancora per ben sette volte, continuava a resistere e ad animare i suoi, finchè, esausto, dovette essere portato via <-i,Uasi esanime. (Monte Tomba, 28 novembre 1917) H . Aspirante ufficiale ciel 6" reggimento ;\] pini Giuseppe Degol: " Trentino di nascita, di clas!òe anziana, ma ancora vincolato al servizio militare nell'esercito austriaco, lasciava in Australia, dove aveva stabilito i propri interessi, la moglie cd i figli colà residenti , per venire a combattere, volontario, !"ultima guerra d ' indipendenza. Si distinse per audaci imprese di ricog nizione, condotte sempre :i termine con felice risultato, nelle <1uali catturò diver~e pattuglie ;1vvcrsarie. Comandante di una grossa pattuglia scelta, si slanci;1va alla testa dei suoi all 'attacco di un nucleo di nemici in forte posiz ione. Colpito mortalmente al petto, continuò aJ incitare i suoi uomini :i
persncrarc nl· ll'azionc, e col ~uo esempio eroico e con la sua parola, ~eppc infondere in c~~i t;1n to sla ncio ed ardire, che es~i, sebbene di gran l11ng:1 inferiori di numero, in liii nuovo e più furioso a~salto, ii usciruno ;1 ~10(111i:1rc il nemico n l a vol1;erlo in fuga. E sausto, esalava l'ul ti mo re:j~iro al _g rido di ,, Viva f· 1t ali:t! "· (torna Calda , 14 nm·e ml m: HJ 1 7) ••.
Monte !nrc1Totto.
Aspir:111tc ufficiale del 7" reg;.!imento Alpini Italo Lunelli: Esempio del più fulgido e co~ciente ardimento, insta nc:1hilc e ~p rezzante d·ug11i pericolo, audan : Jino :illa rc111craricr:'1, po11cndo in <(
nnn c:dc !e g raY~ssirnc (Oi ì~cg ucn zc :i n (UÌ :"! i ~~pu11c,·a lo.tnc \ ·o lou -~ tario tn:ntinu. prodiga,·;1 l'opera su:1 inddt~~a al ra!,!"giungi mento dt·· µli ideali che ,lo a,-e;·ano spinto ad arruol:mi ndl'E~l:rcit<; italiano, b liberazione ciot dclb terra natìa tbl giogo ~tra nicro. " Nelle cpichc giornate ptr la conqui~t:1 d el Pas~<• della Stntinclla, riusciv;1 ad occupare, scalando pareti d i roccia e <li g hiaccio, u 11 impervio gruppo 11Hmta110 . compiendo 11n 'im presa alpinisticarncntc mnnorahile e milita nuente indispen sabile per la (onquista dell' importante località.
•< Nel giorno dell'attacco, il suo plotone scalava per primo i: ri11 sciva ad occupare di sorpresa una posizione dominante il l\1sso e le linee di rifornimento del nemico. vol~endone in fuga i rincal z i e concorrendo dfìcacemente alla definiti;a conquista. (Passo della Sentinella, 16 aprile 1916) ,l. -
Caporale del 6° reggimento Alpini Roberto Sarfatti: (< Volontario di guerra , appena diciassettenne, rientrato dall a licenza ed avendo saputo che il suo battaglione si trovava impegnato in una importante azione contro formidabile posizione nemica, si affrettava a raggiungere la linea. Lanciatosi all'a ttacco di un camminamento nemico, vi catturava da solo 30 prigionieri ed una mitrag liatrice. Ritornato nuovamcnic all' attacco di una galleria for temente munita, cadeva morta lmente fe rito. (Case Ruggì - Val Sasso, gennaio 1918) >> . Alpino dell'8° reggime nto Alpini Gian Luigi Zucchi: « Volontario di g uerra diciassette nne, si offrì di far parte d'un gruppo d' Arditi che doveva eseguire un 'incursione nelle lince n emiche. Primo si slaneiè> all'assalto e. combattendo con la baionetta e con le bombe a mano, fu di esempio ai compagni, che alla fine, sopraffatti, dovettero ritirarsi. Accortosi che l'ufficiale comandante era rimasto in m ano nem ica, invin\ i compagni a seguirlo e, slanciatosi di nuovo sui nemici, impegnò una lotta corpo a corpo. Riuscito ad avvicinarsi al proprio ufficiale, mentre un soldato austriaco stava per vibrargli un co lpo di baionetta, prontamente si intrometteva e, facendo scudo del proprio corpo al suo superiore, riceveva in pieno il colpo a lui diretto. Ferito a morte, sul punto di esalare l'anima generosa, trovava ancora la forza di g ridare : ,, Vi va l'Italia ! >.•. (Valderoa, 15 gennaio 1<)1 8) >, .
PARTE TERZA
GLI ALPINI
NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
32.
I.
LE OPERAZIONI AL FRONTE OCCIDENTALE Anche durante la seconda guerra mondiale gli Alpini si dimostrarono, in ogni teatro di operazioni dell'Europa e dell'Africa, fedeli alle loro gloriose tradizioni e degni dell'ammirazione e d ell::t riconoscenza della Patria. Lungo il confine con la Francia, in Grecia e nella lontana Russi;i essi combatterono con lo stesso valore g ià dimostrato nelle nostre imprese coloniali e nella guerra 1915- 1918 e, ndla buona come nell'avversa fortuna, diedero prova dello stesso impeto e della medesima tenacia: nonchè della loro tradizionale resistrnza alle fatiche ed ai disagi e della loro particolare attitudine ;1 vivere ed a combattere nelle p~ù difficili condizioni anche nelle zone
più povere di risone ed ::ilk maggiori altitudini. Come già si è accennato nel capitolo II della parte prima, alrinizio del!a guerra i battaglioni Alpini erano 31, compreso il battaglione ,, Duca degli Abruzzi ", formato col per~onale e con gli allievi della Scuola di Alpinismo, istitujta ad Aosta iÌn dal 1934. Era inoltre previ sta la mobilitazione di 30 battaglioni ,<Valle ,, , che furono effettivamente mobilitati nell' agosto del 1939; mentre venivano costituiti alcuni Comandi di Gruppi Alpini Valle. Durante la guerra furono formati anche alcuni battaglioni Al pini <<Monte » e, nel novembre 194 1, ebbero vita, con i Gruppi Valk, i Comandi della fr· Divisione alpina <, Alpi Graie )) e del (>" reggimento Artig lieria alpina. Nell 'inverno 1939-40 si erano completate le formazioni divi sionali esistenti e si era no costituiti i battaglioni Valle ; i battaglio ni permanenti erano rimasti n elle Unità reggimentali indivisionatl'. ~a lvo lievi spostamenti; i battaglioni Valle dell'8'' e del 9 ° Alpini avcvano costituito rispettivamente i Gruppi Alpini Val.le I e II; que lli deg li altri reggimenti si erano inseriti g radatamente, nello schieramento alla frontiera occidentale, nelle Divisioni alpine, nei Ragg rup pamenti da montagna ,, Lc vanna ,> (battaglioni (, Val Brent:1 1,, ,. Va l
Cismon ,, , ,. lntra .. ) , .. \'arai1a >, (ba11aglioni ,, Valtellina ,,, ,, Val Camonica ,. e ,, Val Intelvi ,,), ,, Gessi " ( o Val Ellc:ro n, f• Val Tanaro ,,, ,, Val i\rrnscia ,, e ,, \/:ti Adige .. ) l' nel .3° reggimento Alpini. Al te rmine ddl:i batta~lia :11 f ronl c occidentale i battaglioni Valk \'C lllH:ro ~c iolii, tr:1nnc l)l lelli de l 1" e del 2 '· (;ruppo; in seguito ~i ricnstiLUirono il ,. Val C hiese ,, cd il ,. Val Cismon ,. per rinforzare k l)i\'i~iuni :tlpi11c ,, Tride ntina " e " Julia n. ed i battaglio11i \/ all e del :;" e ckl .f t\lpini nei Gruppi Valle HI e IV, coi 1!11:il i. il ' '> 11owrnhrc 111.11. \ i co~1ituì l:1 (i' Divi sione alpina ,, Alpi
Pn p:1r1irn l:1rì i111picgfo, in Grecia prima cd in Russia dopo. em1i 1u1t<i il liattaglionc ~ci :itori " ~!o nte Cervi no n . Per u;1 lm.:h ' periodo nel 1943 ebbero vita parecchi battaglioni Monte dei \·ari reggimenti per l'occupazione della Costa Azzurra e dcl i., Cor\ ic:1. Di essi jl batta~lionc ,, Monte Grancro " fu poi impiegato nel 1,. Corpo Ital i:1110 di Liberazione e successivame nte dette \'ita al battaglione (· Picmontè ,. che, con il ricostituito battaglione '( L'A<.Juila » , fece parte del Gruppo cli comhattimentn ,, Legnano ;, nella campagna r944 - 45. (11 pt11 l·
Le operazioni contro la Francia. Come abbiamo già ddto nd V volume di quest'opera, durante il pcriùdo della nostra ,. non belligeranza n , lè nostre truppe della 1 ~ e della .f Armata si erano avvicinate gradatamente alla frontiera e. nell'imminenza delle osti lità, aveva~o assunto uno schieramento che, prima difensivo, dovette improvvisamente mutarsi in offensivo all 'inizio delle operazioni. Il Corpo d 'Armata alpino faceva parte della 4' Armata, schierata dal monte Rosa al monte c;ranero ed il 21 giugno 1940, alr inizio delle ostilità, disponeva, tb nord a sud, delle forze sottn. indicate ( 1): - D ivisione alpina (, Tridentina ,, (generale Santovito), nella zona del col dc la Scignc (a sud del monte Bianco): 5" reggi mento Alpini (battaglioni ,, Tirano )>, ,. Morbeg no >), <<Edolo"), battaglione .. Verona " del 6' reggimento ; battag-lione << Duca degli ( 1) Cir. S ·r>.111 M A,:c1 (•1t1, 1>1:1.1.Tsrncr-ro - l) n 1c 10 ST0R1co: h La hattaglìa del!,, :\lpi O cTÌdc11t;1l ì " ·
fl ,1I)
Abruzzi ))' un reparto Alpieri della « Scuola militare d 'alpini~nw ", il Gruppo Artiglieria alpina " Bergamo >• ed una batteria Artiglii.:ria alpina del Gruppo a Aosta •>; - Divisione alpina t<Taurinense )) (generale Michelet ti), nel la zona colle del Piccolo San Bernardo - col du Mont; 4" reggimento Alpini (battaglioni ,, Aosta )) ' " Val Baltea ", <' Valk "Orco ,,) ed il Gruppo Artiglieria alpina « Aosta;, (3 batterie);
Gli Alpini 11/ fro11t/' Ot"t'Ìd entale.
-
IV Gruppo alpino Valle (tenente colonnello Frati), nella zona col du Mont - colle di Vaudet: battaglioni <, Val Piave >•, " Val Curdc vulc », ,, Ivrea,, , il Gruppo Artiglieria alpina .. Valle Adige ·.. (", batterie); - Raggruppamento alpino << Levanna >' (generale Girotti). nella zo na I .evanna - Uia di Ciamard la - colle Autarct: battaglioni ··' Val Brenta }) ed " lntra >•, un reparto guide, il gruppo Artiglieria alpina " Valle Orco;> (2 batterie). Erano, inoltre, a disposiz ione del Comando del Corpo d' Armata alpino le forze della Guardia alla frontiera, la Di visione.: mo-
torizzata
cr
Trieste •>, il 6° reggimento Alpini (battaglioni ,, V o
torn.: "
4 7°
e 1, Val Ci~nwn ·•), il reparto autonomo " Monte 13ianco ,,, ::t gruppi Artiglieria da 149 / 35, r gruppo Artiglieria da 152 cd il Gruppo Artiglieria alpina ,. Vicenza Nel scn o re operativo Gcrrnanasca - Pcllice c'erano, inlìn c, 2 battaglioni Alpini del J' reggimento ( ,, Frncstrellc ), e ... Pinerolo,,), 2 ha1taglio11 i Valle (,, Va l Pellice " e " Val Cliisone •i). il Gruppo Artiglicri:1 :dpin:1 " Susa " ed il gruppo « V.il Chisonl.'. "· Queste trnppe dm·c,·:1110 operare, anc h'esse al la dipendenza della 4' Armata cd :ti rn111:i11do dell'allo ra colonnello Emilio Faldclla, sul fronte G r:111 ()11cyn111 - 111011tc:.: Grancro. )1 .
1\1h"l1c 1•ri111a c he si iniziassero le ostilir~,, la "ita degli Alpini - .1ku11i li:1ltag lioni dei liliali si tro\'avano già ad altitudini mol 1,, ekv.tlL' 1H,n era certo facile e poichè, anc he don.:ndo ricordare opcr.1zioni g11n rcschc, non bisogna dimentÌGirc le fatiche, i disagi l',I i pericoli impmLÌ dallo stesso ambiente montano, rit:cniamo opporrutHi ri u 1rd:1rc quanw venn<.: riferito. ad esempio, sulle c<rndizioni rv· lk •. j!! :t l i d•I•,: :t tf()\'ars1 il btuglione ,, Sus:1 .,_ Il h.111.1g liunc Alpini ,. Sus:1 " , che gi:1 da telllpo montava la guardi ;1 cn111c $Cri,~c il generale Obici (1) - dalla punta del Rocc::1111c! onc .db Cinu del Lamet. era sc hier:ito ìmicn)c ;1 due batterie :tipi ne: la 2 ' sul Lamct , a 5400 metri, la 39' presso la Crocetta del Rocci:,me lonc , a :p oo metri. I forti Artiglie ri alpini avevano is~a t• > i l11rn po;,i a ~p:tlla cd a braccia su quelle posizioni ritenute inaccn~ihili.
\ ' ita 11011 facile lassù, d:)Vt', tr;1 monti e cielo , hanno libero ,fogo le ire pitt sdvagge della natura: bufere di ncn: e di tempesta, gelo. piogge e vento, che strappano le tende e minacciano di f:1r rnl:1rc uom ini e cose. A quelle altitudini. nella tardi va primavera del H)4(). lt: nevicate erano ancor::i molto abbondanti cd il pericolo dclll' \':tlanghc assai grave. L'atmosfcr;1 era resa gelida e: wglienre dalla vici nanza degli estesi g hiacciai. sui quali i posti di vig ilanza dovC\·:1110 scavarsi le tane ndla neve, per potere resistere al freddo. [ casi di cnngdamcnto erano temibili come in pieno inverno. Le torbidl: nebbie facevano perdere ogni senso di orientamento. I collegamenti a filo venivano spezzati dalle valanghe e dalle (1 )
Cfr.
C c 11. ALFHUJC) Ou1c1: ,.
Dalle: ,\lpi Ji Pindo ,..
lavine e le stazioni radio di sovente non funzionavano a c ,u~:, «In forti perturbamenti elettromagnetici. Vita di continui disagi e di difficili rinunce che, però, i no~tr , robusti soldati monta nari sape vano sopportare con l'abituale sen:1111 :1. Gli Al pini del battaglione 1, Susa )) , appartenenti a classi gin vani, nuove della guerra, erano in maggioranza nativi della region e Anzi molti di loro, daìl'alto, potevano addirittura contemplare i casolari , i ciabot abitati dalk persone a loro più care. Quale contrasto della natural In basso i prati fiori ti dtl la pri mavera; in alto, invece, il più crudo rigore invernale. La vi sta così vicina dei cari luoghi familiari , se per gli Alpini costituisce un raro privilegio, può d'altra parte essere per loro causa di un' attrazione tormentosa e q uasi irresistibile. E che gioia quando qualcuno di loro può, per un motivo o per un altro, fare una capatÌna e salutare i congiunti , la fidanzata e poi risalire alla compagni:, con l'animo soddisfatto! Fortunati quelli che per i collegamenti scendono a valle e possono trovare più faci lmente qualche pretesto per rivedere i loro cari 1 Tutto questo, s'intende, :ivvicne in tempo d i non belligcranv, ~h~ altrimen li nc,,un;~ f<if Z d 1,vtrcLb.: ,li~i.ac,C«rc gli Alpìn1 J;;; l.,r., posti di co mbattimento. Gli Alpini che più t ,voravano in quella situazione erano indubbiamente i conducenti, ci1c dovevano coi muli dal fondo valle portare fin sotto le creste tutto ciò che al battaglione occorreva per vivere e combattere. Certe arrampicate per superare q uel dislivello Ja finire stremati! E quan ti rischi di ruzzoloni e capi tomboli ! Ad evitare disgrazie inutili, il Comando del battaglione (' Susa .. decise di limitare il trasporto coi muli sino all' altitudine di circa 2000 metri, facendolo poscia proseguire e raggiu ngere i 3500 a mezzo di Alpini portatori. Il rn giug no 1940 fu un grande giorno. Fin dal mattino iI comandante del battaglio ne (maggiore Boccalatte) aveva ricevuto ordini superiori segreti , <ldla massima im portanza. C i siamo ! E' la guerra ! Come primo prov\'eclimento . bisognava intensificare la vigilanza e tenersi pronti ,i balzare in avanti, oltre il confi ne . .Nel suo a'ngusto rifugio, a 3000 metri , il maggiore convocii ;1 rapporto i comandanti delle compagnie vici ne. Alla baneria c<l alLi cnmpagnia dislocate sul Lamet, distanti molte ore di marcia , fccr pervenire le sue disposizioni con portaordini , clic assolsero il 11,r,, non facile com pito a costo d i gravi fatiche.
11 tempo non promettC\\l niente di buono. Da ponente si avvi u 11;1v:1 lutt() un e~ncito ~ter minato di nubi dense e gonfie. che si rincùrrc,·;rno, si accavalla\'ano in una corsa folle e tumultuosa. Presto il ciclo dd Roccì,11nclonc e del Moncenisio - continua l"Obìci \i fece tuttn mcuro e mìn :,cc ìoso. 11 111.iggiore, carta topogralÌc;1 all:i 111:1no. ~1:1, :1 orirnt:1ndo g li uffici al i presenti sulle: opc1 ;1z ionì d:1 compiere. tp1ando ~· udì il \'(:nto d ì (uurì che.: raddoppiava
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(;!; .·lìpini ;,,/ fro nle oaide11tale.
d ' impeto e d "inten~iL\ e mandava sibili rabbiosi, con1r tra il ~arnamc di cent inaia d i va~n:lli. Qu:ilche minuto ancora e poi giù un() ,,-·1rc- (11rihnn,l, t , •,1111,11-•,r-, ·1·11"" '"1"' •·o '-•rn..:.,· ·-·· ···1· '""· . . . .. -~ --,,, ) ,, 1; , , ........ ... ~, .. o1., , ··· ~., .......... ~,' l.l t'"'1'6'1"t•• J•·tl.\
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fulmini. , IJ'impro\'\'i~o la pon:i di ferro drl rifugio si spaLmc(\ e ~ull"u 1t rat;1, arrossat a d:1 un b;tlcno, comparve: 1111 Alpino. il tiuak \'enn e ~battuto lm1ta ln11.:11tc :1 terra da una scarica elettrica vicinis~1111:1. Ptr fortuna l'Alpino se la caw\ con poco. G li uflìcialì, che C\,nuscn-;1no i tremendi <'ffcni 1.ki fulm ini in (1uclb montagn:1 , aouzc b z:1 di picchi è di guglie. ìn tutta fretta pronidcro ad isolare gli ,,·:1rpo ni ferrati d:d suolo. posandoli sopra assicelle di legno, o sol-
levandoli da terra, mentre stavano seduti su casse o sgal)(:lli i1n provvisati. 1, Fu uno degli uragani più terribili che a memoria J ' uorno si fossero abbattuti su quella regione. Il tenente, che aveva la compagnia sulla cima del Rocciamelone, venne preso da un triste presentimento sulla sorte dei suoi uomini. Il maggiore lo invitò a t ran l)uillizzarsi e riprese a commentare i suoi ordini. Ma per poco, chè .di nuovo venne interrotto da un trambusto sullo spiazzo avanti al rifugio. L'aiutante maggiore, che si affacciò sulla porta, raccolse tra voci concitate queste parole: E' caduto un fulmi11e sul Rocciame/011,·,
vi sono molti feriti. << La
notizia era stata portata da un Alpino, un vero diavolo della montagna che, correndo come un cerbiatto anche lungo l'orlo di burroni e saltando come un capriolo di balza in halza, in pochi minuti aveva fatto in discesa circa 600 metri di dislivello. Il fulmin e aveva precisamente colpito il Rifugio della Cappella, alla sommità del Rocciamelone. Subito il m aggiore fece partire un m edico co n portaferiti. « T erminato il rapporto, i comandan ti d i compagnia si affrettaro no :i. ritornare presso i loro reparti, :i. testa bassa, occhi semi chiusi, sfidando il turbinìo c.ldla tormenta, che perdurava anch e dopo cessato il temporale. ,, Erano· circ;i le ore 16 quando cominciarono ad affluire prc~ so il Comando di battaglione le barelle d ei feriti. Tra questi, purtroppo, vi era un morto. Il trasporto era stato una vera fati ca da disperati in quel tormentato terreno, tutto salti cd aspri pendii! I portaferiti avevano dovuto legare i colpiti be.n stretti alle barelle per evitare loro dei pericolosi sobbalz i. Dopo brevi medicazioni, com e meg lio fu possibile, furono fatti proseguire in basso con portaferiti di ri cambio, i quali d ovettero trasportarli fino al luogo di appuntamento d elle auto,11nbulanze. (i L ' ultima bardb, che giunse a! rifugio, fu quella del mono. Subito il m aggiore fece radunare attorno alla salm ~~ il personale ckl Comando di battag lione e quello c.lt-i reparti viciniori. Pronunci<> un breve disco r so di rimpianto per il giovane gregario colpito durant e l'adempimento del suo dove re. Era il p rimo Alpino morto del bat tag lione in guerra e ciò :i.veva un sig nificato che accresceva la com m ozione . Al termine del suo dire il maggiore fece l'appell o del 111or to. Si chiamava Amateis Francesco, del 2 ° p lotone della 34" w 111 pagrna >) ,
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li mllto raccoglimento non era ancora finito che gli astanti furono come improvvisa mente risvegliati da una voce maschia e to- . nante, proveniente.'. dall'interno dd rifugio, che li fece tutti sussul tare. La piccola radio dd Comando del battaglione trasmetteva J"entrata in guerra ddl'ltalia. Il cbd1, era tratto! Il verbo decisivo tagliava netto ogni dubbio , ogni inn:rt<.:7.za. ~e qualcuno ancora poteva averne, e s' incid<.:,·:1 11 <.: ll'anirno di tutti col segno delle cose ineluttabili, volute da un superiore (k~t inn. Il ~uono di l{uclle parole, portato d:dk ali ddb r:1dio tin la~s,\ metteva brividi di entusiasmo nei cuori dei ~aldi nn ~lri ,\lpini, ur,1 i111p:11.irnti di varcare il confine e di J'll rl :1rc l 'i, 1ks:1 in c1mpo nemi co.
La battaglia delle Alpi Occidentali.li> Ndk prime ore del mattino del 21 giugno. mentre k nostre truppe erano in movimento per raggiung<.:re le basi di partenza per l'attacco. aerei nemici lasciavano cadere alcu ne bombe sulb. fronlt: del settore Lè\·,rnna, senza arreca re danni notevoli. Nel contempo n o~tri :ipparecdii da bombardame nto ~volgevano k prescritte az ioni di distruzion <.: suiie opc:re della conca d1 Bourg St. Maurice e sul forte Tr:w ersetti.:: m e ntre :.iltri da ricognizione perlustravano l'alta valle dell ' [sèrc è h val le dc~ Gbciers . .'\. questa n ostra attivn;i l'J\v1:monc e l'Arti g lieria dcll'avver\;1 rio no·n opposero ;1!cuna rc:1zione. ' Per contrattempi vari, l'inizio dcll' attacco delle Fanterie. fìssato per k ore 9,30, dovette essere rirn:111d:1to alle IO. 11 comandant.:: della 4" Armata si e ra portato a T ete du Chargcur (4 km. a nord · est del Piccolo San Bcrn:1rdo) per prendere contatto con i Comandi avan1.<1ti della colonna centrale, cui era affìdato il compito principale, cioè quello di raggiungere cd oltrepassare Bourg St. Mauricc. agendo a cavallo del Piccolo San Bernardo. Dal suo nuovo posto di roma11do mdinè> al comandante la Divisione motorizzata ,, Trieste ,, di attest:1re tutta la Divi~ione al colk del Piccolo San Bernardo, a nzichè a Valdig na Aost:-1. Alle ore 10 k tre colonne iniziaYa no Ltttacco c. nonostante la vivace reazione dell':ivversario, riusci,·ano a tra\'olgere su (1uasi tutta
cr
la fronte le opposte difese avanzate. (1) C fr .
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,. La batta~lia
17 t; Come era da prevede rsi, Lwvcrsario sulla rotabile dc:I J>1l col, 1 San Bernardo aveva operato una interruzione. li comandantt: dd !'Armata, non appena ebbe no ti zia di ciò, ordinava alla Divisione ,, Trieste » di spmgere avanti i suoi dementi del Genio per riatta1T l'interruzione e di tenersi pronta ad irrompere su Bourg St. Maurict:. donde avrebbe potuto procedere. in relazione alle possibi li tà offcrtt:
.41 ili là del ,·onfi11c (0 11 la Franua .
dallo stato delle comunic.1:1.iuni cd alla situazione, o sulla di rettrice Lcs Chapieux - Cormet dc Rosdand - Reaufort o su Moutiers. Alle ore 12,50 i primi clementi motorizzati oltrepassavano il colle; ma il loro intern:nt(; provocè, d:i parte dei Francesi una \ iulenta ed improvvisa reazione di fuoco. I motomitraglierì, lasciate k motociclette, si spiegarono a cavaliere della rotabile e proseguiron o lino a poca distanza dall'interruzione, dove vennero ,1rrcstati dall.1 reazione delle mitragliatrici dell'organizzazione difensiva nemica. Nel frattempo il Corpo d'Armata alpino, con le truppt: di vise, come vedremo, in tre colonne, proseguiva la sua avan zata ,Trso i propri obbictt ivi, cd alla ~era, su tutta la fronte del Corpu d · A r mata, l'orga nizzazione avversaria cominciava ad essere intaccaLl.
.+76 Colo11 11a di destra (Di visione alpina «. Tridentina ))): - il reparto alpìcri, sboccato dalle posizion i immediatamente a nord di col dc la Scìgnc, ;1veva raggiunto le pcndici o rientali di 11w11tc T ondu : - il h:1tt:1glione " Duca degli Abruzzi ,., sboccato dal col dc Ja Scigne. aveva r;1ggiumo con du<.: rnmpagn ic la Combc Noirc e con Li terza la zo na del col dc l'Oucillon: - il hattaglio11c " Edolo •·. che tLil cui de b Scignt aveva seguito il h:1tt:1g liu11c ,; Duca degli ,\ bruzzi ", .ivna superato, con i ~uoi d ementi .1\'an1.ar1 , Chalet~ 1k Li l.:inch<.:ttc. Colo111111 " ·111mlc (Di\'isionc alpin:1 ., Taurincnse >• ed clementi dclh l)i,·i, ionc mororiz,.:tt:1 ,. Trieste ,,) : il l,:itt:1g lionc '( ltil tca •· , sboccato dal col dcs Rosscs, ave,·.1 r.1ggi1111 to i rnston i meridionali di Pointe Beauprè cd aveva spinto pa rtug lic ,·rr~o Pian Ics Vcìs; gli clementi cldb " T(icstc (reparti del .\.\X li battaglio ne Bersaglieri motociclisti) erano a contatto con l'a\'n :r~a rio nei pressi dell' interruzione stracble, dm'C, a causa del fuoco delle mitragliatrici a\'vtrsa rie, i 1,1\ori per il rÌ;1tt;uncnto della strada erano ~tati rin\'Ìati all a notte - il L~Hl.:1.glio1u.: ,, i \<)::.l~t ,., , \.Oll uu;..t L·u 1upag11ia iu1 pc.:g: nava frontalmente il forte di 'T' ra\'n<ctte <.: con il grosso tentava la manovra aggirante sul fi:inco 1nt:ridionale del forte~-~pingendo~i nella valle dcs ;vfuul i11s lì 110 ;1 \)llUla 230(;; - il battaglione ,, Vaìle Orco ». sceso dal col Le Bianche, an:\'a raggiunto con due compagnie l':1hi !ato d i Au C h:'ìtcau, nella zona dì Poi nt cfJ\ \'CfllC: mcnt re la terza compagnia, sboccata dal col dc Serre, era sta ta fermai:! dall'A rti gl ieria nemica alla testata del torrente des Moul ins: - il battag lione " Vestone" avc,·a raggi un to il col Le I3lanchc per formare, col battagl ione ,, Valle Orco .. , una unica colon na agli ordini del com anda nte il 6'' reggimento Alpini. Colonna di .;inùtra (IV Cruppo Alpini): - il b:11t:1glionc ,, Valle CorJ ernlc ,,, shoccato dal col le della Sachèrc e dal cof' du i\-font. ,ì ,·c,·a r:1ggiunto la Sussa e (Ontin'uava, ilu ranle la notte, ad av;1nz:ire con pattuglie in di rezione d i le C ròt. In dcfÌ niti\'a, al term ine di questa prima giorn ata di lolla, il Corpo d'Armata alpino ave\'a attaccato tutta la fronte nemica cd era !·i u~cito ad oltrepassare Li linea di confine per una profondità vari:111tt: tra i due cd i quattro chilometri, trarnlgendo ovunque gli ele-
menti della opposta difesa avanzata, ad eccezione del forte di 'I' r., versettc, che era stato aggirato. Durante la notte le truppe completarono i movimenti nccc~~:1ri per riprendere l'attacco alle prime luci dell'alba.
Fin dalla notte del giorno 2T, il comandante del Corpo d'Armata alpino (1) aveva ordinato alle dipendenti Grandi Unità di proseguire decisamente e rapidamente nella loro azione per il raggiungimento degli obbiettivi ed aveva inoltre disposto che il battaglione « Vestone il e il gruppo Artiglieria '<Vicenza » rinforzassero la colonna centrale (Divisione « Taurinense »), che operava a cavallo della rotabile del Piccolo San Bernardo. Il comandante l'Armata ordinava a quello della Divisione motorizzata e< Trieste >) di avanzare oltre il colle del Piccolo San Bernardo con le sole truppe di Fanteria, aggirando la zona dell'interruzione, che appariva ancora fortemente difesa. Giungeva intanto notizia che l'avversario aveva operato una seconda interruzione sulla rotabile, a valle dclb precedente. Verso le ore 12,40, dopo breve preparazione di Artiglieria, il battaglione motociclisti della Divisione « Trieste •• riusciva a raggiungere, appiedato, la prima .i nterruzione e si spiegava fuori str:ida. Contemporaneamente il 65° Fanteria della stessa Divisione co n il Il battaglione avanzava lungo il costone del colle di Traversette e con il I muoveva per avvolgere dalla destra le opposte difese. Lo sbarramento avanzato del Piccolo San Bernardo, verso le ore 18, pateva considerarsi superato. Il forte Traverscttc non reagiva clic a rari intervalli, con tiri di bombarde. Le altre truppe del Corpo d'Armata, iniziando il movimento alle ore 5, avevano nel frattempo proseguito l'avanzata. In particolare: la colonna di destra (truppe della Divisione alpina <( Triden tina )1) aveva, con il reparto alpieri, raggiunto il costone m eridionale di monte Tondu e con il battaglione e( Duca degli Abruzzi >> : 1\'C\':t spinto elementi verso il col d'Enclave;
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(1) Il coma ndo del Corpo d'Annata alpino, a partire dalle ore ,l'ro dt'I giugno, fu assunlo d:il g-cnerale Cari.o Rossi
la colonna crn tralc (tru ppe della Di \'i sione alpina ,, Taurincnsc ,'), con il battaglione " Va l Baltea .. , ave\'a g u~1dagnato spazio nella zona Ics Veis, e con il hatt;1gli om: ,, Amta " con tinuava a mantenere impegnato il fort e Tr;l\'crscu c, senza potere ulteriormente avanzare per l'inten ~o fuoco di ;1rmi au tom:1tiche e per il tiro di interdizione di arti,rlinie :1rrctr:1t c . Il h:11t :1!.!liom: ,, V:ille On-o ,, aveva spi nto clc,, ~
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La ba11,1g/1a dd/,. A lpi On-ido1t,1/ì: Le op,·m~ion; della Di11i., lont· · T ridr nri,u
menti ven o le ~vliroir ed avcv:1 occupato il .:ostonc bmcoso del Mous~elanl ; b cùlonn:1 di sini str;1 (lV Gruppo A lpini) avn'a, con il battag lione " V:i llc Corden,k ,, , raggiu1110 le p,>~izio ni ad est degli :1bi1ati di S.tc Foy e d i Le Vilbrs. l ntanto anche nel sct1on; Ccrmanasca - Peli ice gli Alpini elci bat1;1gl ion i : " F encst.rclle ,. , ,, Pinerolo ,,, ,, Val P cllice " e ,, Val C hisonc ,, erano rimciti ad :,vanzarc: ma. per pro~cguire nel l'azione vittorim a. o.:correva eli mina re k re~istcnze che i Francesi opponevano in fo ndo ,·all e G uil e quindi cffett:u:ire un aYvol!!ime nto a lar(ro ra!!gio ~~ b ~·~ u
·171) intorno alla conca di Abriés per impadronirsene, senza essere costrcl l i ad affrontare le posizioni nemiche. La prima operazione ebbe un fa\'Orevolc risultato per merito del b,ittaglione 1, Pinerolo n, il quale riuscì ;1 d eliminare i numerosi centri di resistenza, forniti di mitragliatrici, presso l'abitato di La Mont:1 e sulle pendici a sud di esso. L'avvolgimento della conca di Abriés non potè venire, invece, effettuato per la violenta reazione dei Francesi. Il giorno 23 giugno le truppe: a\'a nzal'ano dovunque, non ostante gli ostacoli e le tenaci resistenze nemiche. Lungo la direttrice del Piccolo San Bernardo il 11 battaglione del 65'' Fanteria, che si t rovava a ridosso del forte Tra\'ersettc, riprendeva l'a vanzata per essere pronto a sfruttare l'a1,ione affidata al battaglione carri leggeri (I battaglione del 33" reggimento) della Divisione ,, Littorio ,, , il quale doveva avanzare sulla rotabile e procedere anch'esso su Bourg _St. Maurice. li. XXXII battaglio ne Bersaglieri cd il I battaglione Jcl 65'; Fanteria, per la riva destr;1 del torrènte le Reclus. avanzavano allo scopo di determinare, con la manovra per l'alto, il cedimento delle tlifcsc che sbarravano b rotabile, Alle ore 7 la i:01up,tg 1ii,1 Ji lc~l.i ,k! Lat1agli.,1it.: ,.ani arm",; .,l trepassò la p rima interruzione e poco dopo affrontò e su però un primo reticolato, situato all'altezz,1 di Pian Gcrbier, e poi un secondo, nonostante la reazione delì'Aniglicria nemica. il cui tiro non era a11ror;1 bene ce ntrato. A questo punto un carro incappò in una mina e \'enne messo fuori combattimento. Contemporaneamente due carri rimasero scingolati da grovigli di filo spinato e due altri dov<:ttero fermarsi per avane. Il comandante <lei reparto di testa, avendo avuto la sensazione che fossero entrate in azione le: :irmi anticarro, ritenne necessario. per la prosecuzione clclrazione. l'intervento dell'Artiglieria cd, in :1t tesa che questa 111izi~1 ssc ii tiro. ripiegò ai coperto con ì'intcro iiatt :1glione. L 'errata v:1lutazione fece pa5~:1rc il momento favore\'olc per l'i111 pìego dei carri. Mentre i due battaglio ni dd 65" Fanteria ed il battag lione lk r~aglieri proseguivano a c:1vallo della rotabile, il comandante l'Ann :11 :1 dispo neva, per battere k opere di Rourg SL Mauri cc, di spostar(· avanti lo schieramento di parte delle artiglierie ed ordin av:1 :il c 11 mandante la Divisione " Trieste .. di provvedere .
Alla sera i risultati r:iggillnt1, in relazione alla ca pacitù di resisten za dimostrata dall'an·er~ario, potevano co nsiderarsi soddisfacenti.
Infatt i: - la colonna di dcstr:1 (Divisione alpina ,, Tridentina .. ), con il battaglione " Duci degli Abruzzi » cd il · re parto alpierì, era nella ;,.ona tr;1 col d'En<.Livc cd il crnto 1H· merid ionale di monte Tondu e con il lnt1 :1glio1 ll' " Edolo .. ;1,T,·;1 raggi unto la Ville des Glacicrs; Li colonn .1 r l'l!tr:1k ( Divi~ìo n c :ilpin ;,1 " Taurinense ,,. dc111en1i dcli<' ()i, i,ioni ,, T ric~tc .. e « Littorio ,,) a,·cva, con il batta,!.! li1>11 c .. \ '.ti B.ilt l·.1 .. r:1ggi1 11110 Pian des Vei s IJcssus. con il I batta_l!i ione ,lei (,1 prc,o co ntatti/ col nemico n ella zo na tra Mont Villaret e Li Rn,it·rc c.: ,pi nt,1 11na pattuglia al ponte di Séez, con il XXXH h.1tt,1gi1(11 tl· ikr,,1g iiL· 1i r;1ggiunto Ics Clievannes, con il Il battaglione dd ()5· le 11n,i1.i011i :i nord dì la Rosière, con il battaglione Alpini ,. t\ o, t.1 " l.1 Rosi<: rc c .,pi1110 pattuglie verso l':1l>ì1ato di Bourg St. \1.iuricc. 0 >11 i batta glio ni ,. Valle Orco -., e ,. Vcstonc ,, occupata la fon:~ ta del Mou~seb1~I e spinto pattuglie oltre le Miroir e verso VicLiirc, ,ul versantè destro ddl'btrc. a perlu strare la zona d1e il nemico :t\T\' :t sgrn11hr:1to per il tirnorc di un aggiramento: - l;, rnlnnn a di , ìn iqr;1 ( IV (;flll'P" Alpini) :1veva. m l lntt:i.glionc .. Val Pi:m.: ., , costituito il fianco difcnsirn nella zona le Vilbrd - Montalbcrt - Le, Foyèrcs: degli a ltri due battaglioni della rnlonn :1 !' ,. fvn:;i ·' --:i e ra :itte~tato a mo nte di S.te Fm·, c lic il nemico era stato costretto <1d ahl,andn11a rc, portandosi ancl;e qui sulla riva sinistra Jdl'Isè ri::, cd il ,. Val Cor<lcvolc ,, sosta\'a n~lla zona di Le Crot. Il comandante del Gruppo alpino non ritenne tuttavia possibile tentare il p:1ss:1ggio dcll'Ishc: sia pe rchè i l ponte a sud di S.tc Foy era ~t:1to Ji ~trutto . sia percliè non si poteva contare su adeguati riforni menti di munizioni, sia infine perchè il nemi co, sistemato in opere ben solide. no n potna più essere rnlto di sorpresa . N e ~ :iCtt or~ Gc nnan~! ~-(a - Pc!!!(e dur:Hlte l'intera g.iornat~1 ven . nero compiuti i prcpa rat!\'Ì per l'aggiram('nto chll 'alro dell a rnnca di t\briés.
L'azio ne del C. d'1\. alpino dove\'a essere così proseguita: --- la colonna di destra (D ivisione alpina ,, Tridentina ,,) doH:, ·;i
~pingere l'aziol1<: a fondo vcr~o gli obbiettivi assegnati (col du
Bonhomme e col Cormet de Roseland) ed effettuare una pcnelr:izione profonda in val des Glacie.rs per favorire il progresso degli ckmenti di destra della colonna centrale; - la colonna centrale (Divisione alpina « Taurinense ))' clementi della Divisione « Trieste ») doveva occupare, con azione di
Li, battaglia delle Alpi Occidentali: Le operazioni della Divisione ,, T11 urin cnse i>.
sorpresa, il forte T ravcrsette e continuare la pressione frontale in direzione di Bourg St. Mauricc e di La Bonncvillc; - la colonna di sinistra (lV Gruppo Alpini) do veva attaccan.: di fianco e di rovescio Bourg St. Maurice per la riva sinistra dcll'lsère. La forte reazione dell'avversario, specialmente da parte di artiglierie sistemate in caverna, che rendeva precarie le stesse operazioni di. rifornimento e di sgombero, e d';1ltra parte la deficienz a, presso i nostri reparti, di artiglierie di m edio calibro impedirono alle nostre truppe, in questa quarta giornat:.i di battaglia, di consegui re risultati 33.
48 2 appre1..1.abili. Fu, più che altro, una g iornata di preparazione, dedicata a sistemare meglio le truppe nelle 1x,sizio ni r aggiunte, in maniera da r endere più facil e un secondo scalto. La colonna di destra , con il reparto alpieri cd il battaglione •< Duca degli Abru zzi », m antenne l'occupazione della zona di col d'Enclave; col hatiag lionc (1 Tirano » spinse una pattuglia fino a 150
La battaglia delle Alpi Occidentali: Le operazioni del Gruppo " Valle i) e dd R.iggruppamento " Leu,mna
n.
m etri dal col dcs F o urs ed accertò la robustissima o rganizz azione difensiva nemica _; con il battagl ione " Edolo )) completò la ricogniz ione delle opere di Sélogc e con il ,, Morbegno " raggiunse il col de l'Oueillon. La colonna centrale, co l battaglio ne << Val Baltea » rinforzò il fianco dife11sivo a sud della zona di Le Villars e con le rimanenti truppe (battaglioni « Val Cordevole )> e <• Ivrea >>) tentò di marciare verso l'obbiettivo di Bourg St. Maurice, non ostante i ponti rotti cd il fiume non guadabile. Per effetto della nostra azio ne l'avversario era stato costretto ad abbandonare tutte le posizioni di r iva destra dell 'Isère ed a ripiegare
dietro la piazza di Hourg St. Maurice. Il forte Traversette era completamente accerchiato ed in condizioni di non più svolgere profic11a azione ai nostri danni. Le truppe del Genio della Divisione << Trieste ,, avevano intanto sgomberato e riattato Ja rotabile del Piccolo San Bernardo si no ;illa seconda interruzione. Sulla fronte del Raggruppamento <' L cvanna >• ricognizioni , ef. fettuate nel vallone Ribon cd alla testata della valle dclrArc, confermavano il ripiegamento dell'avversario sulla destra dell 'Arc stesso e che il rifug io Prariond, alla .testata dell'Jsère, risultava occupato da pochi elementi di vigilanza. Al momento della cessazione delle ostilità la situazione nel settore si può così riassumere :
- colonna del col de la Seigne : era giu nta a contatto con l'organizzazione difensiva permanente col du Bonhommc - col de Fours Séloge; il battaglione « Edolo n aveva iniziato l' investimento delle opere di Séloge; il reparto alpieri, due compagnie del battaglione << Duca degli Abruzzi >' ed una com pagnia del battaglione << Tirano >, erano a stretto contatto con l'avversario sulle pendici sud - est di col d ·Endavc, benchè ostacoìati, oltre che dalla reazione av versaria, Jallt: pessime concliz,ioni atmosferiche (vento, pioggia, neve e tormenta), a proseguire l'azione progettata verso col des Fours; una compagnia del battaglione <t Duca degli Abruzzi ;i era a col de l'Oueillon; il battaglione « Tirano )) si trovava sul costone di T ete d'Enclave, a quota 2424 ad ovest di Bclleval; - colonna del Piccolo San Bernardo: il battaglione t<Val Baltea » aveva raggi unto Léché ed aveva spinto il plotone esploratori nell'abitato di Bonneval ; il hattaglione << Val Cismon " cd elementi del 9° Bersaglieri (Divisione « T riesce 1)) avevano raggiunto e supera to Séez; il battag lione e, Valle Orco )) era schierato nei boschi del Mousselard e controll ava tutto il versante destro dell ' Isère; il battaglione ,, Aosta >) aveva raggiunto monte Valezan cd aveva una compagnia in marcia per tentare un col po di mano sul forte Traversettt:, il quale non reagiva più_; ma non aveva ancora ceduto ; - colonna col du M ont: stava mettendo ìn atto le predisposizioni per agire, al1 'alba del giorno successivo, contro la riva sini stra ddl'Isère. I battaglioni « Val Piave li e « Ivrea» ocrnpavano la zo na le Mi roir - les Masures - S.te Foy e si erano schierati in modo da battere la riva sinistra dell'Isère, darsi reciproco appoggio cd assicurars i
da infìhrazioni sui fianchi; il battaglione (, Val Cordcvolc J• aveva provved uto ad eseguire ricognizioni nella zona boscosa occupata dal!'r, hrca ,, e dal ,, V;il Piave ,,, in modo da poter accorrere, se necessario, in qualsiasi d irezione. Nel settore Gcm1a11aga - / 1c/licc il comandante, premesso che la conca di Aliriés doveva c~scrc ad ogni costo conquistata, aveva emanato i seguenti ordini per l:t ripn.:~;1 delle operazioni, da effett uare .in
Gli ,Jlpi11i in territorio france.,c.
d ue tempi, tra la notte sul '.!4 e la notte sul 25: il battaglione ,, Fenestrelle )• doveva presidiare con una sola compagni:1 Le Roux e spi n,, . (I LLr c..r, 111r.a · n < r · ., c1• Pi·· I ·i... , (e:: - ]·,i mf'tr;. "noi, ,., ·,..l eI;, .... ,, h,; (.) , ,..ere ,.111e •.. L cl c (_'_] a.Js .1 L. ...l c ..... .,1 .c~ 1 per scendere poi, alL:1lba del 1-5, su Le Villard cd attaccare le difese dell a conca di Ahriés da nord - ovest. l! battagli(Jnc ,, Val Chisone )', gi21 cli riserva, dm·cy;1 , nella notte sul 24, pass~rc con una cornpagnì:1 il Guil a Yalle di R is1olas e portarsi nel Bois clc Jassaygue, per attaccare, pure all'alba del 25. la conca di Abriés da sud-ovest. Il batt:1g lione « Pinerolo ", nella notte sul 24, doYeva mandare una compag nia da Ristola s ed occupare la Qucyrb ye ; nelle prime ore del 25 detta compagnia doveva occupare quota 1396, nella foresta di Maras-
san. Il battaglione « Val Pellice infine; all'alba del 25, doveva ~lt'll dere su Abriés, attaccando frontalmente da est. La manovra per completare l'avvolgimento della conca di /\hrié~ seguì il suo sviluppo, sia pure con grande sforzo da parte delle trupp<.: per le difficoltà opposte dal terreno e dal clima e per l'insuffìcicnz:t dei rifornimenti. Alle ore 1,35 del 25 la situazione nel settore Gennanasca - Peli ice era la seguente: - il battaglione v Fen~strelle >' aveva raggiunto Pie de Clausis ed aveva spinto a sud gli elementi più avanzati fino a quota 2427 della Montagne de Malrif (a nord - ovest di Abriés); il battaglione << Val Pellice » aveva raggiunto la zona immediatamente ad est di Abriés; il battaglione \< Val Chisone ,, le Bois de Tassaygue ed il val Ione de la Combettc (a sud di Abriés) ; il battaglione « Pinerolo >' la Queyrlaye (a sud di Abriés). La penetrazione in territorio francese era stata di circa otto chilometri .alle ali e di cinque al centro. Date le posizioni raggiunte dai suddetti battaglioni, è lecito ritenere che, se non fosse intervenuto l'armistizio, la manovra di avvolgtmento delh conca di Abriés avrebbe avuto, nella giornata del 2c;, molte probabilità di riuscita. Le perdite riportate, nelle brevi operazioni, dal Corpo d'Armala alpino furono: - ufficiali: caduli 5, feriti 18, congelati 4; - truppa: caduti 47, feriti 322, congelati 390. reparti alpini operanti nel settore Germanasca - Peli ice ebbero m essi fuori combattimento 3 ufficiali feriti; 25 uomini di truppa caduti e 64 feriti. )>
Oltre al Corpo d'Armat,1 alpino ed al 3° reggimento Alpini , parteciparono con onore alla battaglia delle Alpi: - col III Corpo d'Armata: il 1° Raggruppamento Alpini, costituito dai battaglioni i< Val Tanaro ))' « Valle Ellero )) , << Valle Adi ge n , << V alle Arroscia i; , « Val Venosta i) , il quale conseguì anch'esso notevoli successi, raggiungendo, il 25 giugno 1940, con i battag lio ni << Valle Elkro » e •< Valle Adige '> Le Villars e Collct Cottignol ; col battaglione '< Valle Arroscia » Roquebillière e col battag lione •< V al Venosta )) Croix de Tremenil e Mont de Capeirotto ;·
-.., col Il Corpo d 'Armata : la Divisione alpina •< Cuneen se ., (reggimenti I'' e 2''), della gualc il r" reggi mento Alpin i (battaglioni ,, Mondovì •·, ,. Ceva ,, e •< Pieve di T eco ») raggi unse il Colle dc G ipcira e Mon t C hambeyron cd il ·:!'' reggimcnto (battag lion i e• Dronero ». ,( Borgo San Dalmazzo ,, e ,1 Saluzzo l,), cl1t: ,i spin~c in vallt: Uha yc: il 2" Raggrup1l;t11H:nto Alpin i (hattaglion i , Valtelli na ,. , ., Val C 11no nic 1 .. c ·· Valle In telvi >•). che raggiunse, al di là dcll'Ubayc. la Mont:tg nc ck Cristillan ; b Di vi~io11c ;il pi11:1 ,, Pu ~tcria ", costituita coi reggimenti i (battaglio ni " Fc.:l tn: " • ,, Bcll11110 ,, e ,, Cado.re••), che scese in val R. dt.: L1u z:lllÌcr, olt re passò col battag lione ,. Cadore » il col de I.a Vig nt: ..:d :1rri n'> :i l to rr:.: ntc Pclousc, cd u (battaglioni ,, Rol,,ano ,., ,, Trrnto " e ,, Bassano .. ), il q uale raggi unse col des Fourches. Col I Corpo d' A nnata (settore .Mo nce nisio - Bardonecchia) operarono: in rinforzo al sottoscttorc Moncenisio i battag lioni ,, Susa ,, t· ,, V:il Ccnischia ", i quali raggiunsero Lan~lebourg e T ermignon, spingendosi fino ai Chalcts h Fo ntanelle, ve rso la Vcnoise. In rinforzo al sottosetton.' Bardonecchia il Ili lìruppo Alpini Valle (battaglion i : ,. Exilles" • " Val Fassa .. e .. Val Dora ,;), il quale conseguì notevoli progressi in valle Are. In conclusione si può affermare che, alla battaglia Jellc Alpi , partcci p(\ la maggior parte ddle Grand i Unità e dei reparti Alpini (in complesso 48 battaglioni), i ciuali tutti , a ndgrado delle gravi diflìcolt:'1 del terreno e ddla resistenza opposta dal nemico. contribuirono Y:ilorm:unentc ai notevoli risultati conse~uiti. 0
Il.
NELLA GUERRA CONTRO LA GRECIA
Le operazioni iniziate il 28 ottobre 1940 contro la Grecia - ha scritto recentemente il generale Emilio Fal<lella - subirono, fin dai primi giorni, la conseguenza di due gravi errori strategici: l'impiego di forze eccessivamente esigue in relazione a quelle avversarie e la decisione di agire in una stagione già troppo avanzata verso l'inverno. Per conseguenza, le truppe italiane dovettero sopportare eccezionali sacrifìzi e compensare l'inferiorità del numero e dei mt'Zzi materiali con la loro abnegazione e col loro valore. Nel X volume di quest' opera, dedicato appunto alla seconda guerra mondiale, noi ricorderemo le prove superate dal nostro esercito, e particolarmente dalle nostre Fanterie, anche in Albania ed in Grecia; mentre in questo ci limiteremo a ricordare, sia pure sommariamente, le gesta degli Alpini. Nelle operazioni in Albania cd in Grecia le nostre truppe da montagna furono inizialmente rappresentate dalla Divisione « Juli a ) > formata dai r eggimenti 8° (colonnello Dapino) e 9° (colonnello Tavoni) e dal 3° Artiglieria alpina . La Divisione (< Julia » era al com ando del generale Girotti. Tra il 10 ed il 15 novembre giunse in Albania, al comando del generale Santovito, la Divisione cc Tridentina », composta dai reggimenti Alpini 5° e 6° e dal 2 ° reggimento Artiglieria alpina. Nel gennaio del 1941, per h1 difesa dell 'alta valle dcll'Osum , venne inviata dall'Italia anche la Divisio ne « Pusteria », com andata dal generale De Cia (reggimenti Alpini 7° ed 11 ° e 5° reggimento Artiglieria alpina); poi il I Gruppo (( Valle » al comando dd colonnello Pczzana ed, infine, la Divisione (< Cuneense ;), comandata d,11 generale Fcrrcro e costituita con i reggimenti Alpini 1° e 2° e col 4'' reggimento Art iglieria alpina. Intervennero poi anche il G ruppo Signorini ed alcuni battaglioni di rinforzo, così che possiamo affer mare che alla g uerra con-
tro la Grecia finì col partecipare la maggior parte delle nostre truppe tb montagna (n battaglioni Alpini e 14 Gruppi di Artiglieria alpina).
L'offensiva italiana. Alla prima fa se della guerra , rappresentata dalla nostra offensiva verso la catena dd Pindo ed il fiume Kalamas e durata dal 28 ottobre al 15 no\·cmhrc 1940, prese parte soltanto la Divisione << Julia ,,, la quale, fo rte di 266 ufficiali e di 8677 uo mini di truppa, secondo g li ordini in data del 28 ottobre avuti dal Comando Superiore, ebbe asseg nat i com e obbiettivi i passi di. Metzovo e di Drisko, per interrom pere le comunica zioni tra l'Epiro e la Tessaglia. Alruopo la Divisione si divise in due gruppi tattici: uno a nord, costituito d:111 '8" reggimento e dal Gruppo Artiglieria H Conegliano >) e l' altro a sud , formato da] 9° reggimento Alpini e dal Gruppo Artiglie ri a « Udine )) . Il primo gruppo da Erseke doveva raggiungere il passo di Furka e Metzovo; il secondo doveva raggi ungere anch'esso Mctzovo, seguendo la direttrice Lcscovika - Straca ni - Messaria - F.leuteri - Leu ta. 11 battaglione « Tolmezzo >' doveva proteggere il fianco sinistro della Di\'isio ne e puntare verso i passi settentrionali della catena del Pindo. Il Comando della Divisione seguiva lungo l'itinerario del g ruppo tattico nord. Con lJuesto dispositivo la << Julia » iniziò l'avanzata, travolgendo i primi reparti nemici cd impegnando: il battaglio ne << Tolmezzo)) sulla sua sinistra, il << Gemona >J, che era al centro del gruppo tattico nord ed il « Cividale n; mentre il gruppo sud vinceva le resistenze g reche coi battag lioni « L 'Aquila » e « Vicenza 1> . L'avanza ta si svolgeva sotto una pioggia torrenziale, che c:msò la piena cl<:! Sar anda_pores e dei suoi affluenti, costringendo la Divisione a sostare, per costruire, nella notte sul 30 otto bre, le passerelle indi spensabi li al passaggio delle salmerie e dell' Artiglieria. N dla g io rnata del 30 il battaglione ,r Cividale >> cercò cli raggiungere Furka; mèta verso la guale, per prevenirvi il nemico, doveva affrettarsi tutto il gruppo tattico nord: mentre il gruppo sud procedeva oltre il Sarandapores e ragg iungeva, col battaglione << Vicenza ))' le pendici occidentali dello Smolika. Il g1orno dopo 1'8 reggimento
Alpini
in
m arcia
in
Grecia.
Alpini raggiunse Furka ed il 9° si potè portare, superando gr;1vi o ~l :i coli, nella zona di Messaria. Fino al 1° novembre, non ostante le difficoltà opposte d:il tcr reno e dalle condizioni atmosferiche, la nostra offensiva proccdctlc senza incontrare notevoli resistenze del nemico, i cui reparti erano stati sempre costretti a ripiegare dal valore dei nostri Al pini· ma iI r" novembre, quinto giorno dall'inizio delle operazioni, il funzionamento dei servizi ·-- per assicurare i quali, data la deficienza dei mezzi di. trasporto, si era dovuto ricorrere a diversi espedienti - cominciò ad essere incerto; mentre i Greci aumentavano la loro reazione con forze sempre crescenti. Tuttavia, sopportando ogni fatica cd ogni disagio, ment re il gruppo nord incontrava resistenze sempre più tenaci nella zona di Furka , il 9" reggimento raggiunse la Vojussa in piena, che soltanto alcuni esperti nuotatori riuscirono a passare. La pressione dei Greci aumentò allora sempre più, specialmente contro il gruppo tattico nord, tanto che il 4 novem bre, 1'8° Alpini era minacciato di fronte, sul fianco sinistro e da tergo. Come precisa il generale faldella, in una pregevole rievocazione degli avvenimenti ( r) , :; la situazio ne er:i gravissima. In quello stesso giorno il XXV Corpo <l'Armata, che operava a sud della (1 Julia )) , da questa separato dalla catena del Gamila, era seriamente impegnato a Kalibaki. <( Il 6 novembre, decimo giorno di operazioni, il nemico accentuò la pressione intorno a11 '8° Alpini. esercitando lo sforzo principale da quota 1999 dello Smolika in direzione di Armata. Qui riusciva a respingere, dopo una strenua lotta, una compagnia del « Gemona >> già duramente provata; ma non faceva in tempo a sfruttare la favorevole situazione, perchè HL' Aquila >), occupata .la vetta dello Smolika (quota 2636), agiva già in direzione delle quote 2 126 e 2026 , arrestandolo. Il <1 Tolmezzo >1 respinse attacchi contro il Gomara ed il '<Cividale,, si mantenne a Vovuu~a. bcnd1c?: attaccato da un battaglione sostenuto da altre Unità. « I reparti erano ormai stremati di forze e privi di viveri. Un rifornimento aereo soddisfece soltanto in parte le necessità. Il Comando Superiore o rdint, allora che !' 8° Alpini si disimpeg nasse e ri piegasse in zona Armata - Pades. (1) Generale E~11uo FAWf,LLA: ,,. Gli Alpini dal 1919 .'.Il 1945 " , nd \'l,l ume .(<Alpini >> dell'Istituto di Divulgazione S torica. ll1'ma 1954.
,, La presstone nemica, fortissima, impedì al " Cividale >> di ripicg::irc da Vo\'ousa; il " Toltrn:zzo )• , attaccato sul Gomara, mise in fuga il n<:mico con 1111 contratt:1cco cd il 9" Alpini, ormai tutto schierato sulla dorsale dello Smo lika, da t!uota r847 alle pendici cadenti su Armata. co ntcne\'a a mah pcn:1 il nemi co, che aveva avvolto compktamc11tc la D ivi~io nc da nord. " li 7 nm·cmhrc il Comando Supe riore ordinò: ''F\sendo finita vo ~tr:1 mi,sio nc fÌ :1ncliq~gi:111t c, ri 1111itcvi ~u base Konitza a sbarramento Vuj11 ~,.1 - 1110ntc Crapc~i tsa - co~lo ne Me~saria. Azione DivisiotH.: ,, Jul i:1 " 11:1 :1~giu 1110 flll<Jl'a gioi i:1 ~toria Alpini' ' . " L'H Alpini tcnr..:1·:1 k pend ici di tiuo1:1 1999 ~op ra Armata, ma il " Ci,·id:ilc •· . dopo il ripiegamento da Vo,·o usa, era ancora a Bray1..1. dm c du" -.1 i°L.si~iL"rc 1;nù .i nùitc, ~ebbe ne accerchiato, per pùÌ aprir~i un ,·arco nell"mcur ità . .. li \/ Alpini cr:1 for temente impef!nato. Infatti il nemico, oltre :1 tcnl.lrr..: di incum:ar~i fra ,, L' Aquib ,, e il ,, Vicenza )), puntava da ;vks~aria con una forte colonna stl Sd la Cri~t<Jhasik, alla sinistra dd <• Vicenza "· e scendeva per la valle Sarandapores verso Per~lti. ,, La sitll;!z ion e della Di vi sione si e ra perciò ancora aggravata. Per ben tre volte il nemico attaccò il ,. T olmezzo" a quota 1999 e tre \·olte la quota fu ricon<p1i stata ron contratran-hi. " Nella notte sul1'8 novem bre il " Ci,·idale » riuscì ad aprirsi un varco cd :i r:1gg i1mg crc Armar,L ,ìiLrn1k1 fr;1 le f()r7.,· nemiche. Durante la giornata reparti ckll'S·· sostennero a Padcs la pressione avvcr~aria; mentre ii 9" ripiegava combattendo. Fcr disporsi a difesa di Ko nitza, come gli era stato ordinato. ,< La situazio ne dell'8" Alpini dive nne criticissima il 9 novembre, quando, rip iega ndo su Konitza, dovette sostenere continui combattimenti per aprirsi un va rco w ntro reparti ~ce.si dallo Smolika, ai (Jual i si era unita la popolazione . a no i osti le. Sette ore durò .il combattimc'ntn ; il gruppo " Coneglia no •. sparò fino all'ultimo colpo e ncrdcttc oI uasi tutti i muli . Caddi· d :1 cr()(' il ~ntrntcnente d ' Artivfi erìa r b Turolla, mecb[!li::i d'oro. " L'W Al1; in i ri uscì a ranniunucre Konitza nel .J>OnlCrÌ(rgio del hh ' b 1 o no, cmbrc e ~i recò .1 Pn.:meti per r iordi na rsi; mrnlrc il 9" si tra schierato in difesa, p:1ssando :1[!li ordini della Divi sio ne « Bari ,;, che avev:1 as~unto il comando del ~~ttorc . '' Dal 28 ottobre ali' 11 nm·c mbn: la Divisione « Julia n perdette 49 ufficiali e 1625 sottuftìciali e trnpp.1. Dall 'n al 15 novembre il 9° Alpini rnmhattè duramente per la d ife~a di Konitza> fìnchè il co-
mando dell'VIII Corpo d'Armata, ordinò, il 15 novembre , di r1p1 epare sulla testa di ponte di Perati. A Cristobasile cadde la m cd:igli:, d'oro del battaglione « L'Aquila ))' sergente maggiore Di G i:icom o. « La sera stessa il Comando della (( Julia )> assunse la direzione delle operazioni nel setto re di Perati, avendo a disposizione il 9° Al pini ed il battaglione «Cividale )), il gruppo <<Udine )), il 139° reggimento Fanteria, un battaglione del 1° Bersaglieri ed alcune batterie. La prima fase delle operazioni era o rmai conclusa con l'insuccesso dell'offensiva, causa la soverchiante superiorità numerica dcll 'avn:rsario. La Divisione << Julia >> aveva però dato superbe prove di i ndomito valore, in condizioni eccezionalmente difficili )) .
« I Greci iniziarono il 16 novembre gli attacchi alla testa <li ponte di Perati, attacchi che, estendendosi ed aumentando di intensità, continuarono fino al 21 novembre, quando il Comando dcll' VIII Corpo d'Armata ordinò il ripiegamento su Premeti. D al giorno 18 aveva partecipato alla lotta il battaglione e, Val Tagliamento >> , appena giunto dall'Italia e privo di salmerie " · Circa le difficili e faticose marce compiute e gli accaniti combattimenti sostenuti durante l'o ffensiva dai battaglioni della Divisione <, Julia ;), riteniamo opportuno riassumere q uanto il generale Obici scrisse in proposito, nel pregevole volume << Dalle Alpi al Pindo >• , g ià citato. <( Marciare e combattere è l'imperativo categorico che s'impone alla Divisione <( Julia )) ' la t1uale, dal confine g reco-albanese, il 28 ottobre 1940 balzò in avanti., attraverso brulle e aspre m o ntagne, per puntare sul Pindo. Era un colpo di audacia che dovette tentare da sola in pieno territorio nemico, affrontando una situaz ione eccezionale che poteva riservare grandi vantaggi, ma anche rischi mortali . L'ordine dato dal Comando Superio re alla Divisio ne era di avanz;;rc con decisio ne e spreg iudicatezza, senza preoccuparsi dell'isolamento in cui poteva ve nirsi a trO\·are, ,, portando tutto con sè, anche la propria fortuna )> . L'8° r eggimen to Alpini (colo nnello Dapìno), formato dai hat t:1glioni << Gemona >;, <( T olmezzo >> e ,, Cividale ,> col Gru ppo d' Arti glieria << Conegliano >', costituiva la lancia acuminata che da Ersckr doveva prolungare l'a fondo sino a Metzovo, cima do mina nte dd Pin do. Snodato in tre colonne di un battaglione e una batteria ciascun a.
494 comb:1ttè tutte k ore del giorno, per dieci giorni consecutivi , e marciò di no tte. hnchè gi unse a Hobussa, test1t:1 della Voj us~,1, a circa sci ore da Mctzovo.
Colonna di rifornìmenti.
La mt·ta era vicina; ma il 6 110,·embre il reggimento venne d'un tratto :1ggredito da tre lati. J nemici erano troppi. La battaglia divampò suhito con u n crescendo ed una estensio ne impressionanti. Gli Alpini. di tanto inferiori di numero e di mezzi , resistettero eroicamente rx:r impedire che la tenaglia nemica si chiudesse. P er sottrarli
·I <J';
all'annientamento il Comando della Divi sione ordinò al n,;gg 1111l' 11l11 di ripiegare jn direzione di Ko nitza, a 50 chilometri da BolH1s,;1. " Marciare e combattere, combattere e marciare è sem pn.: Li ~u prl' ma, imperiosa necessità. Combattere di giorno per fronteggiare 1:t incalzante furia avversaria, rompere il cerrhio che il n emico cont i11u;1mentc rinnova e rinserra. Ben u·e volte il reggimento venne circon dato e col fuoco e con furibondi corro a corpo riuscì sempre ad aprirsi il passo. Non importavano le perdite, purchè il grosso dei reparti riuscisse a sfuggire al nemico. Marciare di notte, perchè è col favore dell'oscurità che si può meglio interrompere il combattimento e guadagnare spazio in ritirata. Scnonchè così i nostri Alpini no n riposavano mai. Anzi di notte i movimenti , maledettamente lenti e incerti lungo i pochi, difficili sentieri, riuscivano ancor più penosi cd estenuanti. E la pioggia intanto non finiva mai, appesantiva i carichi , trasformava tutto il terreno in m elma, infracidiva uomini e cose. E c'era il freddo che metteva brividi e raggelava le mani contratte nel lo stringere le armi. Insomma un perco rso da vero calvario, che si protrasse per parecchi giorni e durante il quale non fu possibile, purtroppo, portare al seguito tanti materiali preziosi. Ed intanto le munizioni scarseggiavano e hisog na va non perdere la testa per s;.iperlc consumare con misura. I viveri al seguito si assottigliavano ogni giorno più, anche perchè non si poteva imped ire che qualche mulo col carico completo cadesse in mano al nemico, oppure prccipitasçi· in qualche forra. (< Per alcuni giorni le razioni viveri si ridussero al minimo ; ma poi mancarono del tutto. E allora gli Alpini dovettero cercare di nutrirsi con qualche pezzo di carne di mulo ucciso e, venendo meno anche quest'ultimo mezzo di sostentamento, arrivarono al punto di cibarsi perfino col mangime dei muli, finito il quale, non restò che il digiuno. Alcuni tentativi di rifornire gli Alpini con gli aerei non diedero buo ni risultati perchè i viveri lanciati caddero nella m agg ior parte in burroni, dove riusci va impossibile ricuperarli. Ma, n on ost.:n te tutto, bisognava continuare a combattere di giorno cd a m;irciarc di notte, per sfuggire all'avversario, il quale tentava sempre di fan: dei prigionieri; mentre gli Alpini avrebbero preferito la morte alla cattura)). Gli episodi nei quali rifulge va il valore dei nostri soldati della montagna si moltiplicavano. Vi fu rono compagnie, com e ad esem pio la 70~ del battaglione « Gemooa » , comandata dal te nen te R:1110 (c::1duto poi sul campo), che in 15 giorni sostenne una trentina di com
battimenti, ptr prendere e riprendere posizioni indispensabili alla protezione del ripiegamento. Il Cappellano militare don Muò da Alba, del battaglione (• Tolmezzo ,i, accortosi che un plotone era rimasto senza ufficiali, ne assunse egli stesso d ' iniziatiya il comando e lo guidò al combattimento. Così il tenente medico Cassiani di Trieste, il quale, pur non trascurando il suo pietoso compito, in un momento di estrema gravità prese il comando di un plotone d ella 12" compagnia dello stesso battaglione <' Tolmezzo 11 , rimasta con un solo ufficiale. r nostri Alpini doyevano mo ltiplicare i loro sforzi sovrumani per arg inare b piena avversaria, che voleva tutto sommergere. Le batterie sp;-ira vano alle: piL1 brevi distanze ed, esaurite le munizioni, anche gli Arr-iglini ~i bnciav;1no al c1)ntra~~alto ml mo~chetto e le homhe a mano. Il Com :1ndo ddl'8'' Alpini aveva costituito uno speciale reparto di 150 Arditi, che fu quello che più di sovente venne a trovarsi dove c'era da correre i maggiori rischi, quasi sempre ai ferri corti, a denti stretti, per risolvere col balenio delle baionette e dei pugnali le situazioni più critiche. Comandava gli Arditi il tenente Magnani, valoroso fino alla temerarietà, e con lui era il tenente lsrunelli di Milano, che in un contrassalto venne colpito a morte. L 'u novembre il reggimento raggiunse Konitza, assottigliato e scosso nei suoi ranghi, m::i sempre fiero ed orgoglioso delle gesta compiute. Gli sforzi sostenuti, le privazioni; .le numerose perdite subìte, gli avrebbero dato il dir.itto ad un lungo riposo; ma, dopo un solo giorno di sosta, fu di nuovo alle prese col nemico e nella zona {ii Frasseri respinse, per altri sei giorni, i ripetuti attacchi dei Greci, mentre imperversava il maltempo e la penuria dei viveri e delle munizioni si faceva nuovamente sentire. Quindi il reggimento venne inviato a sbarrare al nemico la valle dell 'O sum e dovette combattere ancora con. tutto il suo valore.
Il ripiegamento. Il ripiegamento della Divisione « Julia ;,, cominciato il 16 novembre, durò fino all'8 dicembre 1940 cd è difficile trovare in tutte le g uerre del passato un esempio che, per spirito di sacrificio e tcna<:ia di resistenza, possa accostarsi a quello offerto dagli Alpini della -<:<
Julia ,,.
Nella terza decade del d icembre 1940 il 9" Alpini (rnlo1111dl11 Tavoni), sempre premuto dai Greci in numero soverchiantc, comli.11 rè con disperata tenacia su monte Chiarista (media Vojussa). Nd c., posaldo principale e ra schierato il battaglione «L'Aquila •• . Gli l\ l p ini , henchè assottigliati di numero, martoriati dalla incessa nt e ir:, nem ica, che non concedeva treg ua, stanchi dei disagi e delle fatiche, co nservavano ancora il loro mordente, risoluti a contendere ai G r eci incalzanti il terreno metro per metro. Nei giorni 23, 24 e 25 di cembre i Greci, ricevuti rinforzi. intensificarono la loro az.ione sul C hiarista ed in una sola giornata attaccarono in massa perfino otto volte. Le batterie del gruppo d'Artiglie ria alpina ,, Val Tanaro))' in appoggio al 9" reggi-
mento, avevano portato i pr>771 guasi in p rima linea, per sparare a zero contro gli assalitori e guindi concorrere a ricacciare gli dement i nemici ch e erano riusciti ad infiltrarsi nelle nostre lince. Il cnlonndlo Gaet'.ITIO T,rvoni. Alla fine di · dicembre, in rinforzo al battaglione ,< L'Aquila ,,, che aveva dovuto subire gravi perdite, ve n ne inviato sul C hi arista il battaglione Alpini '( Vicwza >• . Il 30 dicembre i due hattaglion i, minacciati da forze alme no dieci volte superiori, fu rono costretti a ripiegare dal C h ia ri sta al monte Topojanit e durante questo ripiegamento cadde il maggiore Conlalonieri, Comandante del battaglione « Vicen za", colpito a mort e mentre impartiva g li ordini pe r contenere l'irrompen te fiuma n a nemica. Sul Topojanit, teatro di assalti e contrassa lti e di mi sch ie f uri bonde, g li A lpini r iuscirono ad affermarsi solidamente cd a respingere tutti i replicati attacch i nemici, grazie soprattutto :il provviden ziale arrivo in rinforzo del battaglione ,, Val Tagli amento ", il mi Coman dan te, tenente colo n nello Tinivella, vi sacrificò la vit:1, rnrntn: , 34.
contratt:icc;1to il nemico e riconquistata la posizione, riusciva a mantenerla p er alcuni giorni, non ostante i ripetuti bombardamenti e gli accaniti attacchi nemici. Fnito gravemente, anc he durante il suo trasporto al posto di medic:izione. rivolgeva parole d'incoraggiamento ai suoi Alpini. Raggiunto e circondato dai nemici, continu<', ad incitare gli Alpini, allorchè una raffìca di fu cile mitr:1gliatore spczz1Ì per sempre la sua no-
bile esistcn:1.a.
In 1p1cll'acc:inita lotta lo stcs~o Comandame del 9" Alpini (colonnel lo Tavoni) venne ferito in modo grave alla testa da una scheggia di g ranat :1 ~rnp piat:i sul suo posto di comando. Ricoverato atl'osped :ilc, invano i medi ci, con dnc succc~sive ope razioni e con tutti i mcz1.i ~uggc riri tblla ~cienza, tentarono di ~onrarìo alla morte.
A proposi to delle operazioni ~volte datla t< f ulia » sul fronte greco, reputiamo opportuno riassumere q<1anto scrisse lo stesso generale Obici, nel rnlume già citato. L a 11i vi5ione alpitu " Julia " · rnpcrando le re5Ì~tcnzc nemiche, era penetrata in territorio greco e le sue Unità erano pervenute alla Vojussa e sullo Smolika, un imponente massiccio alto circa 2600 m etri, cbl l' ::: lto del quale si dominava il terreno circostante: un 'accozzaglia di monti acc1tastati alla rinfusa, spagli di vegetazione alla sommità e co perti di fitta boscaglia nelle pendici più basse. Fra un mrnlle e l'altro stretti valloni, gole e forre simili a bolge dantesc he. Ecce ttuata la strada di Janina. le scarse comun icazioni erano limitate a poch~ mulaniere cd a dif lici li sentieri lungo i fianchi ripidi dei
\'trsant1. « Di fronte al lo Smolika sorge la montag na del Metzovo, culmine delta ca tena del Pindo, no do idrografico della maggior<: impurt:rnza j.,>erch2: da esse ~i dipartono i corsi <l'acqua che scendono in Epiro, in Tessaglia ed in Macedonia. Punto più sensihile dd la dorsale detl ' Ellack, il passo di Mctzovo r appresentava l'obbiettivo più im1xman1c della Divisione « Julia i) , che era già pervenuta a poca distanza dal passo. Ma l 'avanzata dei nostri battaglioni Alpini provocò com e un di sperato appello, che mise in ::illarme tutta la Grecia. Il 5 no\'cmhre T940 forze g reche in grande numero accorsero da ogni parte per avvolgere la nostra Divisione. Erano come nembi sospi nti dalla furia d ei venti. che si addensano, carichi di elettricità e di tcm-
pesta. Tutte le pendici, le cime all'intorno formìcola\':mo di truppe nemiche, abbondantemente fornite di armi modernissime, k tp1:ili avanzavano per stringere in un cerchio di fuoco i nostri Al pini. Cominciò per questi una dura battaglia in gravi condizioni d'inferiorità di numero e di mezzi. Però, anzichè sgomentarsi, essi insorsero sdegnosi, decisi a tenere testa, a tutti i costi, alla minaccia incombente». Il Comandante della Divisione, generale Girotti, tosto che ebbe la sensazione che la tenaglia nemica si faceva più forte e più minacciosa, per sottrarre la Divisione al pericolo, organizzò e dir<.:sse personalmente u1u manovra di ripiegélmento a scaglioni cd a successive resistenze. Nei primi due giorni cutti i battaglioni rcsistett<.:ro sulle posizioni raggiunte alle valanghe nemiche. Per quanto, col concorso di reparti internazionali, i Greci attaccassero a massa, imbaldanziti dalla loro superiorità materiale, arrestati dal fuoco delle nostre batterie e contrattaccati vigorosamente dagli Alpini, furono costretti a sost;ire. Questo tempo d'arresto permise ai nostri d'iniziare la manovra di ripiegamento che, sia pure a prezzo di molti sacrifici, si compì m:I modo prestabilito. Per narrare in particolare le vicende eroiche di tutti i battaglioni della << Julia )> occorrerebbero molte pagine. Ma taluni atti del hatt:1glionc << L 'Aquib >) (maggiore F:1tuzzo ciel 9" reggimento Alpini) l,:1stano per darci una luminosa dimostrazione dd valore e della ro istenza dei nostri incomparabili soldati. Il battaglione «L 'At1uila " , formato in maggioranza di giovani del forte e gentile Abruzzo , fil 11110 dei più provati. In due mesi esso sostenne più di trenta combattimrn ti . Nei primi giorni della controffensiva greca, con l'au~ilio ddl:t 18" batteria alpina e di un plotone mortai da 81, combattè sul m:1ssiccio dello Smolika. Il IO nov<.:mbrc la Divisione ,( Julia )) era schi erata nel la zona di Konitza ed il battaglione « L'Aquila'> difendeva b sel la di S. Attanasio, a nord - est di Konitza, contro cui cozza\'a110 i11·,ano i ripetuti, accaniti sforzi dei Greci. I saldi Abruzzesi no n :1rrr 1r:1ro110 di un passo. Solamente qualche giorno dopo un plotone dcll '<, At1uila )> che, al comando del sottotenente Quaglia, occupava la c..1uota T640, all'estremità destra della sella, esaurite le muni z ioni cd in procinto di essere sopraffatto dal nemico soverchiante, fu costretto ad indietreggiare. Subito furono inviati a sostrncrlo rinforzi della ro8" compagnia, i quali, non soltanto riconc..1 uistarono la quota 1640, m:i riuscirono anche ad occupare una cima più elevata.
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L' Alpino
Z :1 rrno lh mliìno,
del plotone del sottotene nte Qu;1glia,
pon'arrn ~c d'un fucile mi trag lia tore, colpito rn o nalmrntc ad un occ hio, all\rftìcialc c lic lo invitava :1d allo ntanarsi, ri\j>O\t:: (( Non è nulla , po\so sp;i ran.: :111rnr:.1 ,,, fìn chè, dopo un'ultima raffica, morì abbracciato :ill:t propria ;1nn:1. Il capnralc Pacuicci Guido, ferito g r:ivcmcmc, riliu11'> anc he lu i di f:1r~i tr:1~pm1:1rc e rimase sulla posizione sino :111'c\trcn10 d e lle , ul· lor1.c. Il o por:d m,1gg iorc Dd R aso Cesare,
.-l!p!lli cd 11,-1ì!,;/i,.,,i d,1
mulltd'.}thl
in Gi-c.-i,1.
esaurite le mun iz ioni e vista~i preclusa ogn i via dì scampo, piuttosto eh<..: arrendersi, preferì slanciarsi perdutamente alla baionetta, Ìmm o la11do con goto sublime la sua oubcrantc giovinezza . Ed ceco emergere il sottotenente Rossi Vincenzo, comandante di uno dei plotoni sopraggiu nti in rin forzo durante il combattime nto. Nell'ardente desiderio cli ri,on,111ist;1r,· la m10t:1 r640. nrocedette ;1rditamenr·e alb testa del suo rcpa;to e lo tra ~cinò all':1;/tlto, d urante il quale ebbe tro ncata da un proiettile la giovane vita. Pc1 più giu; n i il k ittigliont ,. L 'AtJuib ,, rni~tcltt: alla ~d ia Sant "Attanasio, rintU'l.7.ando i rei terati altacchi d ei Greci. Della 93" compagnia Alpin i faceva no p;Hte i due fratelli T osone, entrambi d egni campioni della razza ahruuesc. li 15 n o \-cmbre uno dei fratelli, ferito g ra vem en te, venne tras porta to indietro. Il fratdlo Giuseppe non ebbe allora altro desiderio che di continuare a combattere e vendi-
,;; o I
care il proprio congiunto in un momento in cui i Greci, più c1~ti11.111 che mai, attaccavano ed il fuoco dei difensori non riusciva a fcrm ;1rli e gli attaccanti serravano contro le nostre posizioni e si facevano scm pre più minacciosi. Gli Alpini centuplicavano i loro sforzi per rigu tarli, ma purtroppo invano. Allora l'Alpino Tosone riempì di numerose bombe a mano un telo da tenda e quindi si buttò a testa bassa contro gli assalitori, facendo scoppiare le bombe e costringendo i Greci ad indietreggiare. Dopo un altro, ordinato balzo indietro, il battaglione (1 L ' Aquila » resistette ancora all'avanzata nemica: prima tre giorni a Murazzani, poi altri tre giorni a Ponte Perati. A Murazzani la pressione greca era così immediata che la 18" batteria alpina, assegnata al battaglione. dovette sparare a zero e che gli stessi Artiglieri, quando non potettero più servirsi dei pezzi, dovettero impugnare il moschetto ed andare al contrassalto .i nsieme agli Alpini. A Ponte Perati si distinsero particolarmente, per i loro atti di valore, il tenente Marini, i sottotenenti De Cieco e Albert, tutti e tre feriti, ed il capitano Sallustio. Nei giorni successivi il battaglione ,, L'Aquil a" venne a trovarsi, insieme al reggimento, in una zona della media Vojussa, dove la batt:iglia non ::vev~i sosta. Continuò l'olocausto di giovani vite, tra cui ttuelle dei sottotenenti Manzini ed Antonini. Un pomeriggio il tenente Chiampci Pietro, preso il comando della 143" compagni:1 in assenza del capitano Sali usti o , ferito, la condusse ri pctutamcntc al contrassalto. Ferito una prima volta, non rinunciò a comb;ittere. Colpito una seconda volta, sentendosi morire, si rammaricava soltanto di dover abbandonare la lotta. Il sottotenente Bianchini ebbe un piede congelato; ma rifiutò di farsi sgombrare e dichiar<>: ,, Finchè rimane un Alpino sulla linea, non mi allontanerò H . Anch'egli. colpito due volte, la seconda a morte, sul punto di rendere là sua bell'anima a Dio, trovò ancora la forza di rivolgere a coloro che lo assistevano queste parole : ,( Non compiangete la mia sorte. Sono lieto di raggiungere i miei compagni caduli. Il nmtro sacrificio no n b,H~1 ,·,niu. Avremo la vittoria. Viva l'Italia! "· Il 30 dicembre venne ferito anche il Comandante il battaglione ,, L ' Aquila !>, maggiore Fatuzzo. Cadde ucciso, in un contr:ma lto, il sottotenente Zagnoli, ufficiale particolarme nte amato e stimato per il suo spirito intrepido, la calma e b serenità dimostrate sempre:, anche nei più paurosi frangenti. E fra le perdite più dolorose si dovetti' comprendere altrcsì quella del tenente De Lorcn zi - - dato per fc:rito e disperso - comandante di un plotone mortai, noto per la ~11a ro-
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stante pn:sc:nz:i nclk azioni più rischiose, per la sua attività frbhrilc, che nd (:Ombattimcnto arrivava alla esaltaz ione L'el encazione dei prodigi e dei sacrihci potrchbc continuare a lungo. Tutti gli Alpini della ,, Julia ,, meriterebbero un riconoscimento pcrson;tlc, pnc ht tutti si prodigarono con slancio e dedizione sino :ill'estremo, per sve nt:m.: il proposito del nemico, che voleva distruggere l'intera Di visione, :1pprnfitt:1ndo di una situazione a lui p;1rticobrmc 11 tc L1 \'0rnok. i\fa nt la c rcscenl c preponderanza avversaria di uomin i e di m c7.ZÌ, k disagial<.: condizio ni dell'ambiente, i mo,·imrn1i c~1rn u.1nt 1, k enormi diff'irnltà dei rifornimenti dei viveri e dc:llc mun i;, i,mi , ni: k perdite numtTme scnz:1 speranza di immed i:11 i rinfor;.-.i, k f:1tiche n l i disagi d'ogni gcm:re, la fame e la sete, il maltc.: mpn potero no fi:1cci rc.: l'animo intrepido dei nostri Alpini, ben dcg111 dcll :1 i111pcrirur:1 g ratitudine dell a P:1tri:1.
lii.
LA STRENUA RESISTENZA E LA VITTORIOSA CONTROFFENSIVA Per il ripiegamento, del quale abbiamo parlato nel capitolo precedente, la Divisione << Julia >> era stata ripartita in diverse colonne. composte quasi tutte da un battaglione Alpini e da una batteria di Artiglieria alpina. Noi abbiamo già ricordato le gesta dei reparti c he maggiormente si distinsero nel ripiegamento, durato fino all'8 di cembre. Oltre alla Divisione <( Julia >> parteciparono al ripiegamento ed alla prima resistenza alla controffensiva greca le altre Grandi Unit:'1 Alpine, giunte intanto dall'Italia, come il I Gruppo Alpini <t Val le >• al ciuale abbiamo già accennato: la Divisione alpina <<Tridentina », venuta a far parte del XVI Corpo d'Armata, la quale si schicn'i nel settore del Devoli col 6', reggimento su lla destra cd il 5'' sulla sinistra; la Divisione « Pusteria i, che, posta alla dipendenza <lell'VIII Corpo d'Armata, prese posizione nella valle dell'Osum dalle pendici meridionali del Tomori fino all 'altezza del ponte Lapan. Il 7" reggimento Alpini , al comando del tenente colonnello Lucchitta, era nella valle dell'Osum; mentre l'n'' reggimento, coi battaglioni '< Bassano >• a sinistra e « Trento >• a destra, era schierato sulla sinistra dell'Osum, a contattu con la Divisione (( Julia ", anch'essa alle dipendenze dell'VIU Corpo d'Armata. La Divisione (( Julia n , pur essendo stata duramente provata, occupava le posizioni sul versante sinistro della valle Osum fino all'altezza del Chiarista Frafarit; mentre in val Zagorias operava il I Gruppo Alpini (<Valle>' , coi battaglioni <• Val Natisone >) e << Belluno». Alle dipe ndenze della Divisione <, Modena )), sull'altopiano di Kurvelesch, era schierato il battaglione Alpini (( Bolzano " , fra m o ntl'. That, Chiaf e Vestes. L 'offensiva greca, sviluppandosi su tutto il fronte, concentrav:1 successivamente Ì suoi sforzi ora in un settore ed ora in Ull a ltro: in fondo alla valle Vojussa , nel settore Devoti, in LJUcllo dd-
l'Osum, in val Zagorias, nel s<..:ttorc del Kurn:ksch cd 111 (JUello di val Sushica. Nd settore di Dcvoli Li Div.i~ione " Tridcn1ina n , al com:mdo dd generale: Sanwvito, gi 11n s<..: fra il 10 cd il 15 novembre e fu assegnata alb 9" Armata. XXVI Corpo d'Armata (generale Nasci). Alle operazioni prese parte il ,ç reggime nto Alpini, con i battaglioni " Morbegno ,,, " Edolo .. e " Tir:-ino ,, ; il 6'' reggimento con i battaglir: ni ,, Ve\ronc " e " Vcron:1 "· I comliauimenti furono particolarrnentt: acca11i1i e dillHJ\ lrarono h ~uperiorità numerica del nemico. Tutt:i,·i;1 k p<1\iziuni w nnero \,ildamentc tenute dagli Alpini, c he pcnkllero nella diffìcilc roi\tC11:t.:1 il ~ottotenente Sampietro ed il tene11tc L:111:1ri, :nnlic:duc dccor:1ti di fftedaglia d 'oro al valore alla memoria. Il Coma ndo Superiore, ,·i ~ta la gravità ddla situa:t,ionc, ordinò ;1llor:i alb Di \'isionc di ripiegare e di schierarsi a cavallo del Dcvoli, col 5·' reggi me nto a dcstr;1 c:d il (>" a sinistra; m:i 1mi la u Tridentina " dovette ripiegare ancora s11 una posizione arretrata, impegnando sempre ~ulla destra il battaglione ,, Fdol o ·,, ml Varr i L1mit ed a monte Mictes.
11 .-: pi~g:unento \·c:1:1c
effett u :Hc nr(hn:lt :-H11t"nte ~ tn(·nrrr"'
il
hatt;1-
_!.'!ionc ,, Tirano " occupava di sorprc~;1, il rn ~1uinu del 7 diccmhn.:, il paese di Dush:tr. 1•• I);vi sion·· .. Jt11i·, " A lliflsl ll'"'-1111,1 L\ ~··I -···1 -1 1· 1;· ~e·l·· ·,..; e_;f·"··~······ . , I IL ~ l. I J '-1 <..l \ u. ~c hinata il 2; novembre su una \'cntina di chilometri di ironte, fra la vaìle Longatica e l'Chum, con il (/ reggimento Alpini al centro e t·H" a sinistra. Essa ve nnt attaccat ::i dal 2fl no\-cmbrc al r·· dicembre e vennero impegnati particobrmcnte i battaglioni ,, Gcmona ,, e _,,,l , t L JI
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" Tolrnezzo ,, che, pur a\'endo opposto una strenua resistenza, dovettero cedere in alrnn1 punti. li nem ico riuscì a progredire fino al monte Taborj, costringendo il </ reggimento Alpini a creare un fianco difcmivo, appogsiato al Taborj ~tesso . Il e· Jiccmhrc, il1 ~cguiw :i nuo-..i att:ic.:hi dei Grcci. ,enne de ciso un ulteriore ripiega mento ~ulla ri,·a sini~tra dcll'Amhum - O sum. ripiegamento che ve nne ordinat:11ncnte effettualo nei g iorni 2 e 3 dicembre ; mentre il battaglione ,, Vicenz;\ ,, cercava ancora di conte-
nere la pression<..: nemica. Nei primi g iorni di dicembre la Divisione ,. Puqeria .. venne messa a disposizi one dcll'Vll l Corpo d'Arm ata per la difesa dell'alta Yalk dell"Osum. Anch'essa, costretta ad in viare il battaglione •< Belìuno •· in \·alle Zagoria~ cd il ,, Bokino ., in v:dlc Dri no, dm·ettc
sostenere violenti. attacchi nemici , che rcspin~c sempre, pur pcrdr11d11 il tenente Enrico cd il colonnello Psaro, all a cui memoria ,-cnm· co11 cessa, per entrambi, la medaglia d'oro al valor militare. Nel settore valle Zagorias era entrato in azione il battaglio11l' ,, Val Natisone >> del 1 Gruppo Alpini ,< Valle >•, che ebbe il cum pitu di difendere l'alta vall e Zagorias e di collegare ]'VIII col XXV Corpo d 'Armata. Esso sostenne accaniti combattimenti , a voLte contrattaccando il nemico, fino al 4 dicembre ; ma il g iorno 5, in conseguenza dei progressi compiuti dal nemico in val1e Vojussa, dovette ripicga rc per prendere posizione sulla linea Shes i Mal-Strakavec. Nella valle del Drino fu impiegato il 1 ° dicembre il battaglione 1< Bolzano )> in un riuscito contrattacco su monte Bnrato, dopo il quale il liattaglionc continuò :1 comb:mere, per proteggere la ritirata dell 'ala sinistr:1 del XXV Corpo d'Armata .
L'8 dicembre erano impegnati in Albania 19 battaglioni Alpini // colo11 1dln R odolfo P;ara. e 9 g ruppi di Artiglieria alpin a. L'offensiva greca, in pieno sv il uppo su tu tto il fron te, premeva specialmente in fondo alla valle Vojussa, dove ven ne ancora impeg nato il battag lione " Val Natisone ", e poi contro l'a la destra del la Divisione " Tulia ,,, con tro la Di visione « Triclentina " in v:il D ernli e, dal 24 d icembre in poi, anc he contro l'ala sinistra ddla Divisione ,, Pusteria ", con lo scopo di fa rci abbandonare la difesa Jcl T omor i. Nel settore di Devoli il battaglione ,1 Edolo ,, riconquistò. 11l i giorni 9 - 1 r dicembre, il passo di Varr i Lamit ; ma q ua~1do , il 14 dicembre , i Greci attaccarono tutto il fronte dd 5° Alpini, J',, Fdolo ,, venne ridotto a soli 200 uomini, con i quali continuò a resistere, in ~ic:me al <( Tirano>•. sulla quota 1802 di Kuka e sulla quota Kum bullcs in val T omore zza. L1 lotta fu però acca nitissima , tan to chc il
battaglione " Edolo ,; ve nne c1uasi del tutto distrutto cd il 19 dicembre dovette essere ritirato dalla linea. Lo comandava il maggiore Rivoir, al tp1ak venne con feriti Li medaglia d'oro al valore. A sostituirt: J',, Edolo ,, prc~e ro posizione i battaglioni <• Mondovì " e ,, Pieve d i Tcco ,. del 1" Alpini; il " Mondovì J• sul Brcgu i Mat cd il " Pieve di T c.:rn ,, piÌI a destra, dove esso si collegò con il battaglione ,, Morbegno ,, . G li accaniti ;1ttacchi tentati dai Greci contro i due battaglioni ndlo stcss<l giorno l f) diccmlH-c ed in lJUcllo successivo furono sempre respi nti col f uuco e con i contrattacchi, guidati person:1lmc11t c dal Comand:1ni c il hatt:1glionc ,, Mondovì •) , maggiort: Annl111i. (Juindi g li sfoui m:mi (i si acc1ni rono contro il 6" reggimento Alpini, :1 nord del Dl'\'oli , c.:d i Greci anao.:arono i battaglioni <• Ve~'. to11c .. e ,, Veron:1 )> , ri usce ndo a conqui stare la quota r772 del Pup;1tit: quota dalla quak furono rìcaccfati da un rmpetuoso contrattacco dd ,, Vestone),. li 31 dicembre b linea venne arretrala per ~barrare con magg io re efficacia la valle Tomorczza e ~li Alpini si schierarono con b sinistra :i.I Brcgu i Mat e la destr:1 a monte fks hcnik, con i battaglioni ,, Ceva ", che aveva .~ià dife,o il T()nv,ri cnn la Divi~ione ,. Parma "• " Pieve di Tcco •) , <• Morbegno ,, , ,, Tirano » cd i pochi superstiti del battaglione <, Edolo Il hattaglionc ,, Mondovì " ven ne tenuto in riserva, come, a nord del Dcvoli, p:mò :1 t:ir parte della riserva del sct · ton: anche il baltaglionc ,. Vestone n , so~tituito poi dal ,, Val Lco~ ra ", giunto a Tirana, per via :ierea, il 26 dicemhre. Nel secrore Osum - Ambum, sul fronrc ddb Divisione « Pust:cria ", il nemico attaccò il battaglione <, Cadore ·· , costringendolo a ripiegare insieme al ,, Fdtrc ·,, , fortemente impegnato fra Gradez e Qafa Devris. [ Greci riuscirono a passare il fiume Osum: ma, contrattaccati dai nostri, dovettero a loro volta ripiegare, dopo aver perduto due battaglioni. dicc:mbre vrnnc:ro impc.:gn ati in combattimento, olDal l ù :il rre a yuelli g ià ricordati, i battaglioni v Val Pescara >', (( Bassano )>, ,, Trento,,, •< Val 'I'anaro )', ,, Ud ine,, e << C ividale ,, . I Greci rinnoYarono i loro attacchi IÌno al 9 gen naio ed i successi degli Alpini si alternarono con i ripiegarnenti; m.a dovunL1ue essi combatterono strenuamente e perdettero due valorosi ufficiali: jl colonnello Tavoni e il tenente colonnello Tinivella, entrambi medaglie d 'oro alla memoria. 11 10 tutta la ,, Jul i:1 ", ridntt:1 ormai a pochi uomini, passò agli ordini del IV Corpo d'Armata. )I _
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Nel settore val Zagorias era schierato, come abbiamo gi:1 dr t l11 . il battaglione '( Val Natisone " , che alla sua destra aveva il ,, Bdlu no >•. Attaccato fortemente dal nem ico, il « Val Natiso nc •• do vct ll' sostenere accaniti combattimenti, canto che il 17 dicembre era ridot 111 a soli 120 uomini che, benchè stremati, riuscirono a riconquistare, I:. notte del 25, il Rregianit, per essere costretti .poco dopo ad abbandonarlo nuovamente ai Greci, dopo aver perduto anche g li ul tim i ufti ciali superstiti. Nel settore del Kurvclesch il battaglione ,< Bolzano )), che era schierato sul Mal i Mat, rimase isolato e combattè per quattro giorni. fino a che riuscì a giungere a Gusmarc, con 1 ufficiali e 40 uomini . In questo periodo cadde la medaglia d 'oro, sottotenente Scapolo. Nella seconda m età del dicembre 1940 g iun se in Albania, com e già si. è detto, la Divisione << C uneense )> ed il 1" Alpini fu subito avviato a Gramshi, in val Devo li , ed entrò in linea il. 19. Il 2 ° Alpini (soltanto i battaglioni t< Dronero )• e ,, Sai uzzo,,) fu autotrasportato .in valle Sushica, presso i villaggi di Bolena e Vranista. All'alba del 26 i Greci attaccarono ed occupa rono Bolena, respingei1do un contrattacco del << Saluzzo » . Anche il ,, Dronero 1; dovette arretrare sulla riv::t sinistra del torrente Kurri t ed il 5 gennaio andò a fa r pan ,· delta riserva di visionale ; m entre il battaglione « Borgo San Dalmaz zo ,, fu spostato sulla sinistra, per sbarrare l'a lta valle Smoktina .
Durante il mese di gennaio 1941 si ebbe una relativa tran(1uillit;'1 e soltanto verso la fine si impegnarono in arditi colpi di mano i battaglioni •< Morbegno,, e ,. Tirano n . Nel settore del 5" Alpini l'offensiva greca ebbe inizio il 10 febbraio contro il Guri i T opit e si protrasse per quasi tutto il mese. Ma il principale obbiettivo dei Greci, la quota 2 120 del Cuti i Topit, rimase sempre in saldo possesso del 5·' Alpini. Sul C iuca Fecit, nella notte sul!' II gennaio, si schierarono i rest i della Divisione <1 Julia » ed il battaglione « Cividale >) riuscì, il 12 , ;1 riconquistare la quota 8r7; mentre la destra della Divisione ,, Pusteria 1, , dopo furiosÌ combattimenti durati due gio rni , fo costretta a ripiegare sul Chiuf e Sofìut. Ma la pressione g reca si fece più forte nei giorni 19 e 20 e, data ·la siwazione critica verificatasi per le grav i per dite, l'u~ Alpini ebbe l'ordine di difendere i costoni ciel Mal i Sp:i tarit ed il suo ri piega mento fu protetto dal battaglio nc " Val C hiese ,..
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che lottò strenuam e nte. perdendo il tcnc:11tc C11utti , medaglia d'oro alla m emoria . Dopo ìl movimento la ,, Pusteria " era schierata con a destra i battaglioni " Trento .. , ,. Val Chiese,, e " Bassano ", al cc:n trn un battag lion<.: del 13<)" .F;1ntcri;1 ed a :,in ìstra i battaglioni ,, Fd tn.: .. e ,. Val P<.:scara , .. In riserva ~i trovava il batt:1glio11c ,, Cadort ,, . Il 25 gennaio, in ~tguito ;ti ripiegamento ddla Di\;isionc alb dest ra ddla " Pusl e ri :1 ,., i h:1t1agli(Jl1i ,,. Tre n to ,. e ,, Bassano ,,, stanchi e deòmati, ripiegarono :in ch'c~si ml costone di Vtndrcscia. Il battag li<Hll" ,. C:ul(Jrc ", che operava sulla sin istra, conquistò il ::l'ì gennaio la qunt ,1 r5,J8, che tenn e, non ostante i violenti attacchi nemici t che poi dovcltc abbando nare per ordine superiore. Anche 11 bauaglinnt: ·. f"cltn: :; \'enne attaccato; n1a inutihnentc, sul costone di Vendrocia. Nel cumliatti rncnto cadde un altro valoroso Alpino: ii c:1p<•ral 1n.1ggi(ln: l)'l11c1u. al L[l.lalc venne concessa la medaglia d'oro :ti \·;tl(Jrc :tll :1 1n c1110 ri a. L:1 l)i\'i, io11t· ,. Jul ia 1 , , la cui forza supersti te era appena dì 650 uo1nini , ri1n.1,c 1n li1H.:;1 tìn o al 24 gennaio e JXJ t vcnnt rJtirata per ~·~~ere rÌ C<J \ tÌtuil.i.
'.'-'d ~cuo re \'uju ss~, - Zagorias alcune truppe dclrV lll Corpo d' i\n11at;1 il ') g<" 1111aio :nnano dovuw ~gomlw,~a-re Klisura, aprcn(lo r •)SÌ al ncrni(u una \asti~sìma breccia tra la ~inistra del XXV Corpo rL\rm :1 t.1 e 1'.il t., \:il k Desnizzcs. Fu ordinato a llor:1 al Gruppo Alpini prù 11c1 n(J dr inviare una compagnia di formaz io n e del battaglio ne , Belluno .. :1 presidiare k quote 16:!.o e 1439 del :Mali TreÌ>e~cinc:s. Ta le com pagnia fu p:>i \mt ituita dal battaglione " Val Ci<,rnon ,,. giu nt o d:tll 'ltalia, e che venne dislocato fra le quote 1255 . 1439 e .1()20 del 'frcbcsci n cs. Intanto c.:ra gi un to dall'ltalia a nche il
battag lione ~ciatori .. Monte Ccn·i no ,, . Era ncco,ario ç hc il nemico non ~'accorgesse ddla grave situazione e ru t ju indi org:rni1.z:1ta un'a zio ne offensi\':1 per il 23 - 2,1 gennaio con ohlw: lti vo Li quota 1308. L'attacco fu iniziato dal batt::igl ionc: ,, Cc n ·i no " • che ~:1ggiun.sc quota "1 392 : ma poi dovc:t k arreq arsi per la \'io lcnra co ntroffensiva n<:mica. Intanto il Comando dell'Armata ord i111'i al XXV Corpo di :1tth:Gm.: in direzione d i Kl i~ura; ;1 ttacco al (Juale p:incci parono, insieme ad altre U 11i1;1, le tru ppc alpine opc.:ranrì sul Trcbcscines ed in \·alle Zagorias. L 'att:1cco s'iniziò il 2<; ge nnaio. I hattag linnì ,, Val C ismon ,, e ,. V:1 1 N:1tiwnc " raggiunsero gli obbiettivi fissati: ma non potcrnno ;111darc oltre, data la \'ioknz;1 dei contratu cc hi nemici .
I <I Il
L 'attacco doveva venire ripreso il 29 gen nai o; m a il 1Km1u 1 111, venne l'azione, scatenando un fuoco infernale di Artigl ieria e 111 1111 bardando con gli aerei tutta la dorsale del Trebcsc ines;' · fuoco e 111 1111 bardamenti che vennero sostenuti, con valore e con tenacia , dai h.11 taglioni « Val Cismon" e ,, Val Natisonc n , che rtspinscro g li :llt.1t chi ad ondate successive delle Fanterie grec h e. Anche .il battaglio 11 v
L(l difficile marC1C1 delle s,dmerie
..-111
sentieri allagati.
(<Cervi no >) dovette lottare duramente e perdere l' Alpino Bonini, medaglia d'oro alla m emoria, ch e si sacrificò in difesa de l ~un ufficiale. I Greci rivolsero allora i loro sforzi verso Te peleni. In valle Smoktina il battaglione <( Borgo San Dalm azzo .. re spinse, il giorno lì gennaio, un forte attacco ne mico. Il 25 gc1111 .1io il <( Dronero " conquistò la quota 426 e la quota 452 di valle Sushi c 1: ma poi dovette la;ciarle per il viole nto co ntrattacco del nemico. Il battaglione << Sai uzzo n com1uistò la quota 528 (Buza Pral) ; il .. Borgo San Dalmazzo >J riuscì a portarsi anche sulla q u o ta 15 10, do po avere espugnato le quote 1090 e r275.
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La rcsistrnza degli Alpini, come quella ddk nostre altre truppe, continuò tenacissima e gloriosa, non ostante gli ultimi sforzi compiuti dai Greci per tentare di aprirsi Li via verso Valona, per togliere :tlk nostre Unità ogni possihi liù di salvezza. Poichè il seguire i battaglioni Alpini, come abbiamo pmcurato di fare finora , nei diversi ~ettori e negli innurm:rernli episodi n ei !Jllali essi seppero se mpre resistere, a costo d e i pii.1 gravi ~acrifo.i, per l'onore della n ostra bandiera - non sarchhc possibile, srnza dimenticare le restrizioni impo~t<: allo svi luppo del volume.;, ci sentiam o costretti a riassumere brc\'(:nwnte k opnazioni ~111 front e greco dal 10 febbraio all'8 marzo 19.p ; data , qu est'ultima . nella l}Ualc potemmo fìnalmcntc iniziare la nost r:1 vi ttoriosa cont roffcmiva contrv la Grecia e le nost re operazioni co ntro !"t::,c rcito jugosla\'O; co ntroffensiva ed operazioni svolte dal 9 m:1rzo :il 22 aprile 19.p. Anche nel rc~pingt:re gli ultimi attacchi nemici , come durante la nostra controffensiva, rifulse particolarmente il valore delle nostre 1ruppe d:i montagna, che sì dimostrarono sempre degne della fiducia della Patria e che subirono le più gravi perdite, senza che per questo ,·enissc in alcun modo inlìrmat:1 la loro decisio n e a resistere ad ogni costo. T aie resistenza riuscì particolarmente difficile e gloriosa sul Trebescincs, slll quale si distinsero i battaglioni ,, Val Natisone » , (< Val Ta2Iiamenw ,, e " Val Fclla n ; sull'alto Scinde li, dove i resti dei batt;1gli<ini ,, Rolzano n , << Val Ci~mon )) e << Cervino >) , al comando del colonnello Signorini. impedirono ogni progresso nemico; sul Golico, don: il 7 marzo eroica mente resistettero i battaglioni (< Gemon::i Jl, ,, Su sa " e (t Cìvidak i,; sull o Srindeli e sul Bcshistit, dove si disti nsero pe r reroica tenacia i battaglioni ,< Vicenza " e ,, L'Aquila ,,, il cui Comandante, tenente colonnello Della Bo na, cadde èroicamentc alla testa dei suoi Alpin i. P er potere dare una visione comple~!iiva degli avvenimenti , ri;is~tuniamo, come abbiamo promesso più sopra. le ultime operazioni dell 'offensiva greca e della nostra tenace resistenza.
Quando il nemico volle ancora tentare di staccare le truppe italiane da Valona, le nostre due Armate 9• cd I e• operami jn Grecia \i erano sc hiera te sulla 11uova linea, che da Chimara. passando a sud di Tepekni e di K lisura, per le pendici m eridionali del monte T o-
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mori, giungeva al lago di Okrida. La nostra 9° Armata occ11p:iva k posizioni fra il lago suddetto ed il Tomori; l'n" quelle tra il Tomor, ed il mare. Con tale schieramento, le cui ali si appoggiavano rispettivamente al lago di Okrida ed al mare, le nostre truppe sostennero la lunga ed accanita battaglia, destinata ad arrestare finalm ente l'avanzata delle forze greche. Questa battaglia comprese tre diverse fasi, corrispondenti ai tre.: successivi tentativi compiuti dai Greci per esercitare il loro sforzo principale: prima in direzione di Elbassan, poi verso Valona ed, infine, contro Tepclcni, con l'evidente intenzione: prima di avvolgere la nostra ala sinistra, poi di rompere la nostra difesa al centro e quindi di sopraffare la resistenza della nostra destra. Il tentativo di avvolgere Ja nostra ala sinistra diede luogo alla battaglia per Elbassan, durante la quale lo spirito aggressivo dei reparti ellenici s'infranse contro la resistenza delle nostre truppe, schierate sul massiccio dd Kamia. Il conteso monte Kalase, sul quale gli attacchi greci ed i nostri contrattacchi si alternarono, fu ìl teatro dei più cruenti cpisoai. Il tentativo di rompere il nostro schieramento in direzione di Valona venne effettuato dai Greci con maggiori forze e con più lunga ostinazione, col proposito di conquistare, come obbiettivo immediato, l'importante posizione di Klisura - Tcpckni, che controlla la strada di Valona e (1udla di Berat. Appunto contro la linea Klisura - Tepeleni i Greci si ostinarono a lanciare, per circa quattro mesi, i loro attacchi che, pur procurando loro qualche successo locale, non riuscirono a rompere del tutto il nostro schieramento ed a farci abbandonare quelle .i mportanti posizioni, che assicuravano la difesa della strada d(Valona, stretta, lungo il corso della Vojussa, fra i monti Scindeli e Trebcscines a nord ed il Gol.ico ed il Bregianit a sud. I Greci attaccarono ]e posizioni di Klisura - Tepeleni da ogni parte, con forze sempre maggiori e con l'impiego di mezzi sempre più numerosi e potenti; ma non riuscirono mai a conquistarle, pur essendo penetrati nel nostro dispositivo in corrispondenza delle va 11 i dell'Osum e del Devoli. Le strade di Valona e di Rer:it restarono sempre loro interdette, difese come cr;1no dai reparti italiani , che lirn comprendevano quanto fosse grave la minaccia nemica su Valo na. La nostra difesa, prolungata nelle più difficili condi1.ioni co n disperata tenacia, costituì un insormontabile ostacolo all'imp<.:to ddl c truppe elleniche, non soltanto sulla lin<.:a Klisura - T cpckni c.: ~ulk
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posizioni dalla Suscizza all 'Osu rn ; m:1 anche fra I'(hurn cd il Devoli, fra il Dc voli cd il lago di Okrida ; nonchè in corrispondenza del litorale. Ai primi di marzo un 11uovo attacco greco puntò su Ttpcknì; ma i nostri reparti con tr;1t1;1ccaronn wl f-Ìanco sinistro dd lc colon ne elleniche td anche questo tc11i-:11ivo 11e111i co rimase ~e nza ri sultati.
Pattuglie di :lfpini
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Grecia .
Avve nuto il noto colpo di Stato di JugosLn·ia. i Greci, sirnrì d i po ter raggiungere Valona anche con l'aiuto degli Jugoslavi, rimasero ,Jlc•loro p<";zioni .;1;t·1n•lo " n,·tr...17_ io Sl • • , ,.,. ,., ... , r., -.,L, .. .. , , ',.,"; ' '"' 1., ,., " t"··, .n" , tccle·c" .I ~ .. ·111 Grec·1~ • •••
La vittor iosa controffensiva. Ma le nostre truppe passarono ben p resto alla conrroffcnsiva e la 9" Armata iniziò la sua manovra avvolgente contro la linea ellen ica, costringendola a ripiegare; men tre le colo nne tedesche da Florina penetravano nel territorio greco.
Anche l'II~ Annata italiana costrinse le truppe greche :1 riur:11 " in corrispondenza del centro e dell'ala sinistra del .loro schirrarnc.: 111 0. La ritirata dei Greci si svolse lungo le strade Corcia - Florina, Corri:1 Perati, della Vojussa, del Drino e del litorale. Qualche rcsisLc11:t..1 venne ancora effettuata lungo la strada Corcia - Pera ti e nella zona di Ponte Perati, dove fu necessario combattere, finchè, nello sLc~~o mese di aprile, l'avanzata delle truppe germaniche obbligò la Gn:ci:1 all' armistizio di Salonicco. Così la guerra contro la Grecia era finita; ma essa era cosla la assai cara ali 'Italia. Durante il suo corso erano caduti, alla testa dei loro reggimenti, i colonnelli Trizio, Scognamiglio, Psaro, Tavoni c.: Biasucci ed altri moltissimi ufficiali d 'ogni grado. Molto gravi erano state le perdite. Durante la campagna si eTano distinte, per il loro valore e per la loro disciplina; ma anche gravemente logorate ben 26 Divisioni italiane, tra le tiuali le Divisioni alpine (' Julia )), « Pusteria », (, Tridentina >) e « Cuneense », i cui reparti avevano sempre e dovunque combattuto con molto valore, come cercheremo di dimostrare, ricordando qualche glorioso episodio come, ad esempio, la conquista di monte Murcve, effettuata dal I Gruppo Alpino "Valle •1 Pd i fatti d'arme di Ikinas e di Lcskovitu, sostenuti dal 6° reggimento Alpini.
Monte Mureve. La PaStJWl dell'aprile 1941 si avvicrnava. Faceva ancora molto freddo sui monti, avvolti quasi sempre da un'atmosfera grigia e brumosa. Le notti erano molto disagiate sotto la pioggia persistente, mi~ta a nevischio. Sulle vette più alte fioccava ancora di tanto in tanto la neve ( 1). I ban~1glioni Alpini " Val Fclla ", .. Val :ragliamento ,. e " V:il Natisone )) , che formavano il I Gruppo Alpini (1 Valle 1,, col gru ppo d'Artiglieria •< Val T;rnaro nel la zona di monte Kundrevitza, 1r;1 le.: valli Smoktina e Suscizza, fronteggiavano il monte Murcvc occnp:110 dai Greci. Erano hattaglioni che già avevano m olto combattuto e sol ferto sulla cosiddetta linea dei Mali (Chiari!,ta, Topojanit, Ta roni 11i) e sul Golico. )I
( 1) Cfr. Generale Os1c1: Op. cit. 35.
Il terreno c.:ra in molte parti roccioso e di forme al pe~1ri. Trincee, appostamenti con rnun:ui a secco e qualche ordine cli sacc hetti a terra, buche naturali ed anfrattuosi1à pit1 o meno coperte e mascherate, costitui vano nel loro in sieme tutta la fortificazione campale, di cui si valevano gli Alpini per riparani e fare uso delle armi. Le batterie dd Grupp<..l <' Val Tanaro >•. appostate poco dietr() i battaglioni, avevano i loro osserv:1tor1 spinti nelle trincee più ava nzate. I Greci ~i erano \i\tcm :11i a capisaldi, scaglionati in profondità, sulle pendici ovest di 1110111c Murcve e \ ull e posizioni che dominavano lutti boli :,cccssi :il monte. form :1ti da tanti canaloni e valloncelli intra mezzali d:1 costoni. \c11 za alcuna lr:iccia di sentieri e di piste. Poc hi r-cliculati proteggevano i capisaldi. Su lla cima di monte Murcvc 1 (;reci :1\T \':1110 un o~scrvatorio che cont rolhva tutti i nostri lllO\·i1m:11t i. Da ljtdchc notte giungevano agli Alpini voci mordaci e minacrrose, diffuse eia altoparlanti: " I vostri amici jugoslavi vi hanno tradito. Ora vi prenderanno alle.: spalle. Sentirete che musical Che cosa aspettate ad andarvene? Vi accordiamo solo due giorni per resistere ,, . Così gli Alpini appresero che la Jugoslavia ci aveva dichiarato iyuerra. L:i notizia non era certo allegra: ma non scosse la fiducia dei w e, nostri Alpini sulla possibilità del nostro Comando di parare anche la nuova minaccia. Si pensò che i T edeschi, a loro volta, avrebbero attaccato alle spalle i Serbi. Quindi gli Alpini conservavano la loro calma e la loro decisione di resistere. Ne ebbero una prova i Greci quando, pochi giorni prima di Pasc1ua, vollero tentare di sloggiare gli Alpini, illudendosi di vederli ripiegare. Quell 'attacco dei Greci, benchè fatto col favore dc.Ila nebbia, fu stroncato dal nostro fuo~o di sbarramento, prima che potesse giungere a portata del le bombe a mano. f1 14 aprile ;ivremmo presa noi stessi l'iniziativa delle operazioni. li 1 :; . giorno di Pasqua, fu dedicato, infatti, ai preparativi clell'immincmc 110.>tr ;1 offensiva . Ciò nm 1 impedì di rendere omaggio alla sacr;1 ricorrenza. Le compagnie alpine, a turno, furono avviate presso un Cimi tero, dove, attorno ad un altare improy,·isato, potettero ascoltare la messa officiata dal Ca ppellano militare. Prnsicri , sentimenti della religione di Dio e della rdigione dclb Patria. affetti e ~oavi ricordi familiari si fusero ar m onicamen te insieme, in quell'ora di mistico raccoglimento. Ciascu n Alpino, elevato il propri~ animo a Dio, si senti va meglio preparato a compi ere ancora una \·olta il suo dovere militare e ad affrontare ogni pcrirnlo.
L'ordine dell'attacco venne tenuto ~eg rcto dai co m:ind:111t i li 110 all' ultimo momento. Ai reparti ( u detto soltanto: ,, T c.: 11c.: tevi p10 11 ti, chè domani ricomincierà il ballo ». Alle ore 5 del q eh ht i11i:11" la nostra preparazione coi tiri delle batterie del Gruppo ,, V:il T :1 naro )> e con alcuni plotoni di mortai da 81. Tutti gli appre ~t:1mrn1i difensivi di monte Mureve vennero battuti sistcmaticmncntc.:. Alk ore 6 gli A l pini ~cattarono all ' attacco, m entre le artiglierie cd i 111ort:1i
l'attuglia di A lpini sciatori al fronte greco.
allungavano il tiro. Si trovava no in primo scaglione i battag lio ni << Val Na tisonc >' e <' Val Fella )). I Greci, in un primo momento, rimasero silenziosi, sen za tirare un col po. I reparti più avanzati d el battaglione « Va l Fella )> arri varono fin sotto ai primi .reti colati del nemico, sen za provocare alcuna reazione ed il Comandante del battaglione « Val FcHa >) , insospettito da quel silenzio, per evitare una probabile imboscata, c hiese alc uni volontari Jisp vsli a pvr lar:,i ~ulL1 pt,~iziont avvcr~aria e si off1i101111 subìto un caporale e quattro Alpini. Il piccolo gruppo, strisciando a terra, passò sotto i reticolati , lì no a giun gere a pochi passi dalle trincee n emiche. Nessun co lpo :incor:1 partiva dai Greci; nè si s<:o rg eva an ima viva. Allora il c:ipo r:ik ,i alzò e fece per compiere l ' ultimo balzo; ma, appena in piedi. ven n e fulminato quasi a bruciapelo da un'improvvisa scarica di mitr:1g li:1trici. Fu come un icg nak c he fece crepitare tutt i i fuoc hi delle trin cee dei Greci. Questi batterono con tutte le :1rmi il te rre no :1n1i s1:1111 c
al reticolato, srnza pcrò colpi re il battagl ione, che si era tenuto indict.ro, al riparo. Gl i altri tp 1at1ro Alpini della pattuglia rimasero fer mi ed immobili sul terreno; poi tentarono di ricupera re il corpo del caporale e ci ri usci rono ,olt anto a notte Lnta. Dopo q11:1lchc tt:nt:1tivo di att:1cco, subito stroncato dalla grande supcriorit:'t dei mezzi di fuoco dell'avversario, il battaglione « Val Fdla .. approlìttò dcll'oscurit:1 tkll :1 ,era per riwrnarc alla base di partenza. • Migliori ri \uliati conseguì. inl'ccc, il liattaglione ,, Va l Nati~onc •·, in q11:1nto, 1ron L1 una l'ia pit1 f:1cik lungo 1111 costone..: meno dikso, potè pro.:. : redire al,p1an1 0 ; ma il giorno dopo i Greci, raccolte coniru di e,,o rnagg ior i f<1r,.c, ìo cosirin sero :id :irrclf'a re. !l nm tr1, <:,irnan do Sup~Tiore comprese che. per la buona riuscita dcll'att :1ccn al 1\lurcve, era indisp~'ns:òilc un maggior numero di boccht: th fuoco e q uindi fece concorrere all'az ione anche parte delle ah rt.: anigl icric d isponìbili, che concentrarono il fuoco su cpiota r 216, rnpra un costone del Murcve ehc ~i protendeva \'erso il f rontc dcgl i Alpini. Malgrado ciè>, i Greci non J csistcvano <laJ rispon dere al nostro f11n,·n e , p<"r f:tr,· t;i,crc· le lnro ;trmi :ippn~tatr' rnt ro ra w·rncm: n :,tl!-
r~ili, gli Artiglieri del Gruppo ,, Val Tanaro » dovettero portare aletmi peni aik più brevi distanze e spar;1rc a puntamen to diretto. Vr: rsa k ore 10 i! fuoco nemico si aflìe•:o!ì cd i batta~lioni Alpini turnarono ;til'auacco e conquistarono tuni i c1pi.~;ildì nem ici, compreso l'osservatorio. Dall'alro dd monte potevano scorgere i Crcci che fuggiva no vcrsu Kuc t:, ~e nza un ;1llimo d'indug io, g li Alpini ~i lanciarono all'inseguimento. Fino :1 Kuc il terre no era as~ai diffìcilc per la manca nz a d: rnrnunicazìoni e per la g r:1 n de ([LUntità di neve, che amman tava le crc~te. I movimenti era.no assai faticosi per la ncccssit?1 di trasportare al ,cg 11itr, le 11n111izio11i e le ~rnrtc dei \"ivcri . Ment re ~li 11rnninì pott:, ...,.,n, ,...,
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c trì.:hi a f:1 ,11 d a v:111u nella ntn: alta e vi rimancv;1no hloccati. Bisog n:l'::1 1:1\ or:m.· e prnarc p:irecc hio per aprire k piste indispensabili a fa rl i prose.~uirc Le m:1.:-.;i-(Ìori dif!ìrnl1;1 si nppo nc r:n10 :il trasporlo ;1 ~nma dei pcz;,.ì di Aniglieria. Diffrn dcrc eh certi pendii ripidi e rucl"ÌO~ì ~cm b r::v:1 cp1asi m1possihik . Eppure da lì. in un modo o ndl'a ltrn. cr:1 2, ioco fo r:t,a p:t\::trc . ()ccorrcva fare sforzi sovn11nani per sorreggere e trattenere con funi i quadru pedi . ot~de C\'Ìtare mortali capitom boli. Ci :1 troppi m ul i, a t:iu,a del ircddo e dd tiro nemico. erano
andati perduti ed i rimanenti - pochi invero in rapporto :illc 11c<n sità ! ......., erano divenuti preziosi. A Kuc gli Alpini si incontrarono felicemente con i Fa11Li dcll :1 Divisione (<Cuneo» e, dopo una breve sosta, il giorno 18 ripn.:~no con rinnovata lena l'inseguimento. Per via catturarono anco ra o di spersero qualche nucleo nemico che tentava sporadiche resistenze.
I combattimenti di lkinas e Leskoviku. Il calendario -- narra il generale Obici nell'opera già cit:na aveva già segnato l' inizio della primavera del 1941; ma, sui monti , permanevano tuttora gli strascichi Ji un rigido e lungo inverno: neve, venti gelidi, nebbie folte. Dalle posizioni di monte Komianit il 6" Alpini, sempre vigile <.: pronto, spingeva ogni notte avanti a sè pattuglie di Arditi, per tenere il contatto coi Greci sul tratto di fronte tra Grabova e Shimpremtja <.: per sorvegliarne le mosse. Nella notte sul Venerdì Santo (1 r aprile 1941) il plotone Arditi dd battaglione « V crona " incontrò nn;i fortr re:1'.l.ionc di f 110,0 1wmico. Anche per tutto il giorno successivo i Greci dettero manifesti segni della loro attività bellica, con frequenti colpi di mortai da 81 e di :irtiglierie di piccolo c:ilibro, benchè le condizioni at mosferiche avverse rendessero difficile l'o~5crvazionc del tiro. Con le tenebre notturne il tempo miglion'i. Il plotone Arditi del battaglione <( Verona ''.• rin(orzato da un plotone ddla 57' compagnia, uscito come di sol ito in esplorazione, trovò la Cernia, un'altura avanzata nemica, completamente sgombra. Quella posizione, protesa a guisa di cuneo verso il fronte deg li Al pini, rafforzata eia reticobti, era sempre stata tenuta con speciale tenacia da.i Greci, perchè sede di un loro osservatorio assai importante per spiare ogni nostro m ovimento. Il nostro plotone di Arditi passò o ltre cd, al chiarore della 11111:i che si affacciava fra le nubi, po tè accertarsi che i Grec i erano srn 111pars1. Il Comandante del 6'' Alpini (colonnello Retcuna). appena :1v11ta notizia de] ripiegamento dei Greci, dispose subito per l'inse~uimrnto. Il giorno di Pasqua g li Alpini raggiunsero pattug lie nemiclw di retroguardia e catturarono i primi prigionieri <.: le prime ;mni :it1l <1matiche.
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L'inseguimen to si svolse dapprima lungo la direzione cli Nìkolara, sul fondo della valle Devoli, con marce celeri, diurne e notturne. li tnn:110, tuttora bianco del l'ultima nevicata, era assai arduo da percorrere fino a Nikolara, a causa ddlc pessime condizio ni delle strade e dei pendii ripidi e sdrucciolevoli. Nei pressi di t}UOta 1004 di Nikobra ekmrnti avv<:rs:1r1, appostati dietro rocce, tentarono di
Le gole di T epeleni.
ostacolare l'avanzata degli A lpinì Cùn tiri di fucileria; ma bastò una breve :1zione di f rnnte e di fianco per metterli fuori causa. Dopo, nel fondo dc!!a valle Dcvoli , i! tt:r1-c no sì facrva migliore ed il movimcn ,o avrebbe potuto effettuarsi più celermente; ma tutti i punti sul tmrentc erano stati fatti s:1ltarc dai Grtci. Gli Alpini e gli Autieri di visio nali , pn proseguire, d ovccrcrn improvvi sare passerelle, che non sempre ressero al pc\o dei tiuadrupedi caric:hi, data la violenza della corrente impetuosa e disgraziatamente alcuni muli, caduti in acqua, ne furono travolti. Giunto ;1 Malit1i, il (i'" Alpini apprese c he eia poco una colonna motorizzata del 4° lkrsaglicrì , prc v<: nientc da Prog rackci, avev;1 già
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sfilato lungo la rotabile per Erseke. Allora da Malilli proseguì .11 11.1 verso la montagna, da ovest di Korcia con direzione nord - 'l ui , w gue::ndo il crinale dei monti che dominavano la rotabile Kurri:i I· 1 seke - Leskoviku. Ora il terreno era divenuto ancora più aspro, scarso di scnt ini, quasi tutto brullo, coperto dì sassi e di sterpaglia. Era un succcder~i ininterrotto cli alture, con dislivelli perfino <li 1000 metri. Frc(1uenti nella terra arida le spaccature dalle pareti quasi verticali, che rendevano più faticosa la marcia. Difficoltà enormi si opponevano al procedere dei quadrupedi carichi, che non trovavano nel terreno solidi punti di appoggio. A Dersnik il 6° Alpini, durante una sosta, corse il ri schio di essere decimato da un intenso bombardamento dell'Artiglieria nemica. A Gience iniziò una serie di combattimenti contro le retroguardie greche, che si ritiravano per scaglioni e resistevano sopra posizioni successive, già approntate in precedenza con postazioni per le arm i automatiche e per l'Artiglieria, fornite di un abbondante munizionamento. I reparti del reggimento erano esposti, oltre che alle reazioni delle retroguardie, anche ai tiri sul fianco sinistro delle artiglierie greche, schierate ad oriente della strada di Ersekc: ciò che li obbligava a rallentare la m arcia per cercare ripari. Forti resistenze incontrarono a Qafe1.eze, poi a Qinamit. Ma dove dovettero m aggiormente Ìmpt'gnarsi fu nella zon:1 <li Fr~1·h, che erroneamente era stata data per sgombra dal nemico. Qui i Greci si erano, invece, fortemente sistemati su ll e posizioni di lkinas - monte Radimiste. Il terreno, trarol"lo e pieno di anfratti, era m olto insidioso. L 'attacco degli Alpini, appoggiato dal Gruppo Artiglieria alpina << Vicenza ))' si sviluppò frazionandosi in tanti piccoli, cruenti episodi. I Greci restavano tenacem ente avvinti agli appigli delle loro forti posizioni; gli esitanti erano tenuti inchiodati sul posto dagli ufficiali greci, che li minacciavano con le pistole in pugno. Gli Alpini ne udivano distintamente le voci adirate, incitanti alla lotta; cd i Greci non smisero di sparare, se non quando furono snidati cl:igli Alpini a colpi di bombe a mano. Sforzi sovrumani dovettero compiere i nostri per superare, sollo le granate nemiche, le numerose doline e le difficoltà del tcrn:no. Ma, per quanto lento, il loro mo vimento era irresistibile. Con ardi1 ;1 manovra alcuni reparti di Alpini passarono a guado il torrente Mcz ikes, a monte dì Ikinas, buttandosi ardi ta mente nell'acqua , che in taluni punti 5uperava i 90 centimetri. Indi risalirono l:i ~po11cl:1 op
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post.i e minacciaro no su! fianco forti nuclei nemici, costringendoli a ripiegare. Non per questo il combattirnent·o si risolse; anzi dovette continuare pii1 accanito che mai, perchè i Greci disponeva.no di posizioni successive. Più ostinata e violenta fu la loro r esistenza a nord - ovest di Ikinas, posizio ne dominante, contro la quale andò a cozzare il battaglio ne ,, Verona "· G li Alpi11i, strisciando da pietra a pietra , da cespuglio a cespug lio, approfittaru nu dei mo menti i11 cui le nostre artiglierie e le no~trc armi cL1ccornpag namcnto riuscivano a far tacere il fuoco nemico, per :1vvicin:1rsi sempre pii, al loro o bbiettivo. Il proseguimento d cll':111:icco e la rn11q11i ~ta de lla posizione nemica erano ormai affidati a!l ' iniz ia1iv;1 e all'ardimento dei piccoli gruppi e dei singoli Alpini . N 11111nosi g li atti individuali e collettivi di valore degni di lll è fl Z IU llC.
L"Alpino Biasol da Trento, mentre il suo plotone stava inerpica ndosi sotto cresta, fra ciuffì di erhe selvatiche e spuntoni di roccia, ,i trova\·a davanti a tutti. Non mancavano che poche diecinc di m etri all'obhiettivo, allorchè una precisa salva della nostra Artiglieria si abbattè sulla posizione avversaria. Era il momento di scattare all 'assalto. Il pri mo che si buttò a corpo perduto fu !"Alpino Baisol , che si trasc inò dietro i compagni. Per un m o m ento lo si vide, attraverso il fumo degli scoppi, intento a rincorrere un Greco, che fuggiva con un fucile mitr:iglia torc sulle spalle, fino a quando no n lo raggiun se e lo Ieee prigioniero. Un plotone andò all'assalto cd aveva superato le prime di fese di quota 192ì, quando improvvisamente venne ·a rrestato dal fuoco di nemici assai numerosi, appostati in una seconda posizione, a 200 m.etri dalla prima. Le armi automatiche avversarie erano molte e dimostrava no la risoluta vo lontà dei difensori di non cedere. Il plotone deg li Alpini reagì con vigore: ma il tempo trascorreva senza una deci ~ionc . Le nostre armi. a furia di sparare, si erano arroventate nl il g rosso della compag nia, che avrebbe dovuto seguire il plotone avanzato a brevissima distanza, ritardava pcrchè ostacolato da un ti ro di interdizione di mortai, assai micidiale per le truppe, costrette a muo\-crc allo scoperto. Le muniz io ni del plotone cominciavano a difettare con sGJrsa spera nza di un prossimo rifornimento e già due armi autom at iche erano ridotte al silenzio. All ' improvviso si sentì alla sinistra, a pochi passi, il caratteristico crepitìo martellante di un fucile mitrag liatore g reco, che sparava senza economia. Eppure no n sembrava
che quel tiro fosse diretto contro gli Alpini. li Comandante del pl11 tone si spostò carponi per qualche metro e potè vedere l'Alpino Speri , veronese, che maneggiava un fucile mitragliatore greco con l':ibil it:, di un vecchio conoscitore, attingendo, per il caricamento dcll 'a rm :i, a due casse ricolme di munizioni. Al tenente dichiarò: « 11 mio noi podeva più sparare e sono corso a torme questo. El va benon )). L'Alpino Girardi, anch'egli veronese, mentre il suo plotone era fatto segno ad un violento tiro di mortai da 8r, cadde ferito. Una grossa scheggia gli aveva troncato il braccio sinistro. Eppure egli non pensava menomamente ad allontanarsi; avrebbe voluto continuare a combattere e, calmo e sereno come sempre, si rivolse al suo ufficiale: <, Signor tenente, legatemi il braccio». Un altro, l'Alpino Baron di Toano, sempre di buon umore, non voleva smettere di scherzare neppure nelle circostanze più tragiche. Il suo plotone, allo scoperto sopra un cocuzzolo, venne investito da un vero nembo d.i raffiche di mitragliatrici. L'inferiorità del numero rispetto al nemico e la scarsità delle munizioni avrebbero consigliato il plotone a ritirarsi; ma gli Alpini, sparsi a piccoli gruppi , appiattiti dietro ai sassi cd ai piccoli rilievi, erano determinati a resistere ad ogni costo. L'arrivo di rinforzi era piuttosto problematico. Ebbene, anche in quei momenti, l'Alpino Baron dimostrava una serena letizia e, mentre si udiva il fragore di tutte le armi e di tutti i proietti, egli, appassionato di musica, chiedeva al suo ufficiale: ,, Signor tenente, vorrei scrivere questa sinfonia in si bemolle >>. Il combattimento di Ikinas, il più lungo ed il più cruento fra nmi quelli dell' inseguimento, durò circa IO ore, sino a sera inoltrata. I Greci, che avevano subìto gravi perdite, minacciati di aggiramento, approfittarono dell'oscurità della notte per battere in ritirata. Il giorno dopo, 20 aprile, il 6" Alpini continuò l'inseguimento a cavallo della direttrice Jkinas - Radimiste - Loskoviku. Il battaglione 1 Verona l>, sempre in avanguardia, s'insinuò nel vallone di Gimizc, sbarazzò il terreno cklla presenza di altri dementi greci e '111indi r:ig giunse Radimiste. All'alba del 21 il Comando del 6" Alpini fece scavalcare il battaglione ,, Verona >' dal battaglione •<Vestone ,> cd ordinò di spi11gt.:n.: ancora a fondo il movimento incalzante. Nel pomeriggio dello stc~so giorno, sopra una passerelJa improvvisata, il reggimento oltrepassò il torrente Longatica. Il battaglione e( Vestone )}' superata Lcskovc, puntò su Lcs koviku. Nei pressi di l]Uest'u1tima località venne accolto da nuovi tiri di 1
/\rti«licria. Er~rno le ultime resistenze :-, . di mortai e di m11rar:liatrici. ... del nemico. ìl (JUalc, sulle alture di Lcskoviku, aveva lasciato elementi scelti, con il compito di rita rda re il più possibile il nostro inseguimento. per pcrmcttcn; ;il grosso dei suoi reparti di d.dluire e porsi in salrn ol,t rc la Vojussa. Così L, battaglia si riaccc~e. li battag lione « Vesto ne ,,, appoggiato dal gruppo J\r1iglinia ,, Vic<:nza " · :iuaccò con ardimento, cli-
Forrifirn;;iuni ud Okrìd,; .
minando uno dopo l'altro i centri di resistenza nemici . Scnonchè la stanchezza della truppa non consentiva di :igìrc con celerità cd il Ci1mha11inwnto ,i prolungò per pii', ore. T utta\·ia, circa alìe ore 23, un razzo rn~sn. !:inci:1to dal nlo1rnw Arditi dd hatt:n>linne ,, Ve<.tonc n, .i ndicò che il pa sso di Lr;k<l\'lku. obbicuivo deli/cnlonna, cr:i stato raggiunto.
J\ll'alh,1 del gioi 110 dopo, 22 aprile, lutto il 6'· :\ !pini entrava vittorioso in Le~ko"iku e così aveva finalmente termine l'inseguimento, tÌura lo 10 giorni, l11 11_go un percorso di circa 300 chilometri ed effettuato con marce forzate cd estenuanti, senza nui una giornata dì riposo e sempre ;1 contatto col nemico, superando <liificolt:ì inaud ite e ~o pport:rndo disagi e sacrifici di ogni sorta.
Le operazioni contro la Jugoslavia. Dopo il 27 marzo l'Italia do vette partecipare con Li C crr 11 .1111.1 alla campagna contro la Jugosla via; campag na , durante la t1u:1lc il nostro esercito ebbe il compito di invadere la Slovenia occident :ilc ; distaccare dal mare gli Jugoslavi, incalzati ad oriente dai T edesd1i; di respinge re le formazioni nem iche dal litorale ed occu pare b D almazia ed il Montenegro. Le truppe da impiegare per consegui re questi scopi erano rappresentate da qualche Divisio ne della 9a Armata, dai pochi clem enti disponibili della Guardia alla frontiera e da una Divisione corazzata, accorsa a fronteggiare le minacce serbe verso Scutari; no nc ht· dalla 2 " Armata, nostra principale massa di manovra, r apiJame11 te raccolta alla frontiera Giulia, per agire da no rd - ovest a sud - est, attraverso la Slovenia, la C roazia, la Dalm az ia , l'Erzegovina cd il Montenegro. Le truppe di Zara do vevano rima nere a presidio dell'itali anissim a città. L'esercito jugoslavo era di viso in tre masse ; una pe r la d ifesa della Slo venia e dell a Croazia; una per la Serbia, la Bosnia, l'F r,,.. go vina e la Dalmazia e la terza per la Macedonia. Mentre le colonne m otorizzate tedesche dalla Bulgaria ava nza-v ano ver so Veles ed, occupata Uskub, intercettavano le pri ncipali co municazioni tra Serbi e Greci, occupavano Nish e facevano prog ressi ad occidente di })rilep, non facile riusciva alle nostre trup pe prendere il necessario contatto con <-p1ellc germaniche. Alle operazioni contro la Jugoslavia, con qualche Divisione dell a 9' e con le truppe della 2a Armata, partecipò, nel r941, an che la D ivisione alpina « Cuneense >) . A malg rado delle difficoltà del terreno e della tenace ostinazione nemica, un'aliquota delle nostre truppe da montag na, valicata b soglia d i R apccc , raggiunse K r:ini~ ka C ora e, super ando le resis:en::.c avversarie, si spinse, il 10 apr ik, su Jescnicc. Due distaccam ent i di Alpini riusc irono ad aprir si, combattendo, la via tra i reparti 11cmici e poterono congiunge rsi, l ' 11 april e, coi reparti german ici ad Okrid.1 . Mentre il presidio cli Z ara riusciva ad occupare l' importante ccnt rn ferrovi ario di Kni sc, la Divisio ne (' Cunee nse >• r iu scì a catturare 1H
batterie serbe. La campag na finì , com e è noto, il 17 a pr ile 194 1, in resa dell'esercito jugoslavo .
'C.L! llÌ l o :ill :1
Alle op::razioni contro la Jugoslavia, con quattro Di visioni della 9• e con le truppe della 2" Ann ata , partccip<'> anche il lii Gruppo Alpini (battaglioni " Val Pcllin: ,,, •( Val Ccni schia ,, e ,, Val Toce >• ed il g ruppo d' Artiglieria alpina ,, Val d' Adige )') al comando del colonnello Brnzzoni; g ruppo che si dislocò subito al nostro confine con la Jugoslavia. Del III G ru ppo Al pi ni il battaglione , i Val Toce " > dopo aver occupato R:i tici e Podkorcrn . puntò su Kraniscka Gora, infranse le resistenze avversarie :t Gozd e raggi unse Moistrana; mentre il battaglione ,, Val Ct.:ni~c hi:i 1, . per il passo di Maistrowka, scendeva anch'esso a Kran i~c b (;or,1. li 16 apri le tutto il II I G ruppo si trovava a nord - m·cst di Luhi.in:i , quando sopraggiume l'armistizio. L 1 Di\'i sionc " Cu neense ,, , alle di pendenze del IV Corpo d'Arm at:i. si c r:i r:1cco lt :1 i11 val k Osu1n : ma venne lr.i~fcrita .i nùrd - est d i Tirana, da dove mosse su due colo nne verso Dibra, dopo aver passalo il co nfi ne con la Jugoslavia cd avere su pera lo acca nite resistenze., 11d ,·inccr,,: le Lluali cadde il magg iore Annoni. Comandante del battaglione " Mondovì ,, . Conclusa la breve guerra anche contro la Jugoslavia, la Divisione Alpini " Pustcria ,, cd il I cd il Il G ru ppo Al pini ,, Valle" vennero im pi':'.;:tt! nel la lntt a c1rntrn i ribrll i j 11gmbvi ,, conco r~ero ;i ri stabilire l'ordine nel Mo nte negro. Anche la Divisione " T aurincnse );, al comando del generale Viv::lda, r:iggiunse, alla fi ne di :iprilc, S::r:iìc,:o e q uindi il corso della Drina. sulla g uale doveva colleg:usì con la ,, Pustcria 11 • Nei mesi di g iug no e luglio s'iniz iò il ritorno degli Alpini in Italia: ment re la Divisione <i Alpi Grajc >• col Il Grup po Alpini raggi ungna il Durrn itor, per rim patriare all a fine di novembre. Rimasta sola ntl Montenegro, la Divisione " T aurinense lottò contro le forma?.ioni dei ribell i e nell'insidiosa guerrigl ia si di stinsero i battagl io ni "Ao~ta ,, , ,. Ivrea Exilles ,,, « P inerolo•> e " Fenestrelle ,•. 1
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IV.
NELLA GUERRA CONTRO LA RUSSIA
Nell 'inverno del r94r, mentre il Corpo d'Armata speciale (C.S.I.R.), al comando dell'allora generale Mes~e, si trovava già in Russia, venne ricostituito il battaglione ~ciatori <' Monte Cervino », comandato dal tenente colonnello D'Adda. Il battaglione, formato da due compagnie di sciatori scelti e bene equipaggiato per la stagione invernale, raggiunse il teatro <li guerra russo il 2:i febbraio 1942, distaccò pattuglie sul fronte delle Divisioni « Torino )> e <' Pasubio » , catturando prigionieri ed armi; fece parte del raggruppamento tattico Barbò e partecipò, nel maggio, all'attacco di Klinowki, concorrendo, con acc:miti com batiimenti, anche all'eliminazi.o ne ddla sacca di {sium, per passare nel lugl io alle Jipc11Jt:1w: Jdla 1w~tr., 8" A rmata. Dopo le gcs,a compiute dal C.S.l.R., l'Ital ié1, per partecipare con maggiori forze alla guerra centro la Russia, costituiva 1"8'' Armata (A.R.M.I.R.), al comando del generale Ital~ Gariholdi. Oltre al C.S. l.R. - che assunse la nuov;i denominazione di XXXV Corpo d'Armata - fecero parte dcll'8·' Armata il II Corpo (Divisioni di Fanteria: <(Sforzesca>•, (•Cosseria>> e 1., Ravenna >>) ed il Corpo d'Armata alpino. Questo, comandato dal generale Gabriele Nasci, era così composto: - Divisione alpina " Tridentina " (generale Revcrberi): 5" reggimento Alpini (colonnello Adami): battaglioni " Morbegno )> , ,, Tirano ))' « Edolo » ; 6" reggimento Alpini (colonnello Signorini) : bat taglioni (< Vestone ", ,, Verona ,,. ,, Val C hiese ., ; 2" reggimento Artiglieria alpina (colonnel lo Migliorati): g ruppi ·< Bergamo,), <• Vicenza », ;, Val Camonica >1 ; Il battaglione Genio; -, Divisione alpina ,, Juli:1 (generale Ricagno): H" reggimento Alpini (colonnello Cimolino): battaglioni ,, Tolmezzo ",,. Gc mona », ,, Cividale >); 9'' reggimento Alpini (colonnello Lavizz;1ri) : )>
battag lioni ,. Vircnza ,,, " L'Aquila ,,. (< Val Cismon )) ; :.f' reggimento AnigLieria alpina (colonnello Moro): gruppi ,, Conegliano ))' ;, Udine .. , " Val Piave ,.; lII battag lione Genio; - !>i visione alpin:1 ,, Cunernse ,) (generale Battisti): 1" rcggirnc::nto Alpini (colo11m:llo Manfredi): battaglioni " Pieve di Tcco n, ,, Ccva •,, .. Mondovì " ; .:!" reggimento Alpini (colonnello Scrimi.n): battag lioni " Borgo S:111 D:ilm:in,o " · .. D rone ro ,,, ,< Sai uzzo >•; f rcggimcnt" :\r1ig lini;1 :dpin:1 (rnlonrn.:llo Orlandi) : gruppi " Mondovì , . .. Pi1wrnln ,,, " Val 1'11 .. ; IV h:1ttaglione (;cnio. I )opn .,,·cr p:1rt c(i11:1to al le opcr;1'l,ioni che condussero all'occupaz iom· dl'IL, 'lnn.1 1ll i11n.1ri:i d i Krasnji Luhc h, 1'8" Armata, superando d if1i~·ol1.'1 d i og ni ~o rt:1. raggiungeva il Don, lungo il t}ualc s.i schierava. tr., ì., . '. ' ,\ nn :,ta ungherese e la J\rmat:, romena, su un fronte d i IH:11 .!;o , hilomct ri. \lc111 rt· la fr' Arm:1ra germanica minaccia\'a Stalingrado, i Russi in i:; i:1r(lno h ]()ru o ffcnsi\'a, b quale, sul fron te dcl1'8" Armata italian;i. 5j riwilsc contro i Corpi d'Ànnata II e XXXV cd in particolare co nt ro il setiore della Divisione " Sforzesca ,,, all'estrema destra del no~tro sc hierame nto, ~ ::!!:: :~:;!?('. ~::! :::o ::gmto ltì4'.:'. i Rn~si p.1 s5;1ro no il Don cd in\'e,. stirano rutto il settore della Divisio11c, minacciando il fianco destro delb testa di ponte, giJ da piì1 giorni costiruìt;1 nel settore adiacen te, :ifF.d;;,;o al XVll Corpo gcr manirn. Al L,ìdcr dc! giorno, dopo alterne vicende, le fl uttuai.ioni conseguite al primo urto non destavano so,·nd1ie preoccupazioni: ma il 21 agosto !"intera linea della « Sforzesc:1 " venne ~ottoposta ad un intcn so fuoco cli Artiglieria e di mortai. All"cstrema <k~tra un nostro comr:ittacco non ebbe successo, data la preponderanza delle forze sovietiche, cd un arretramento della i inca si impor,e,·a anc hc all a nostra si nistra: mentre, al centro, la situaziùn<: prcc ipit:1 ,·a. S(Jmmcrsi cd accerchi:iti i nostri nuclei, risalite le dor~ali delle quotè 188,(J e l<)L4, i Rm~i dilagarono sui pianori dclL d1sphì-.·iak. fra k vJ llì del Kr;s;:;, j.ì e ddlù Zuzbn, Gn contrattacco ri m cì :i (o ntennli ,nlo per breve tempo cd i reggimenti 5_f e :;4· f uronn m inacciati di :1ggir:1rncnto, Vennero allora costituiti due p1b ~tri d1fc11sì,·i a fa !.1.,0dnv t Tschcbotircwskij: mentre l'ala destra ~kJla Divisione ,, P :1s~1bio :, r ipicga\'a, per collegarsi col pilastro di Jagodny. 11 controllo ddl 'ampia dors:1lc che sc.:parava i due capisaldi ,·enn e affidato ai reggim enti di Cavalleria " Sa\'oÌa " e « Novara >i . Le pu ntat e n emiche co ntro Jagod ny e T schchotarewskij nella r inrn:1t:! del 2.2 non vhhno rnccesso ed anche un attacco sferrato sul
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fronte della Divisione (< Ravenna )> , neil'ansa di W t: rch M:1111:111 , ,rn ne respinto. Il giorno 23 abrosto il XXXV Corpo d'Armata, che nd fra ll L' lll po aveva ricevuto in rinforzo la Divisione '<Celere '), il h:1t tag lin11<: Alpini 1< Monte Cervino >• cd il 179'' reggimento Fanteria gt:rm:111 iço , contrattaccava i Russi sul fianco destro con due colonne: un a co~ I ituita dalle truppe della (( Celere 11 e l'altra dal III battaglione dell'8o° Fanteria (Divisione « Pasubio 1; ) , dalla legione Croata (gi;1 alle dipendenze della « Pasubio ))) e dal 179° reggimento Fante ria tedesco. Le forze che l'avversario aveva ammassato a sud del D on erano, però, troppo superiori alle nostre perchè il contrattacco potesse riuscire. Esso valse ad imporre soltanto un tempo d' arresto alle opera zioni russe e permise il consolidamento del rn1msaldo cli Jagodny. nel quale, il 24 agosto, si raccolsero i Bersaglieri del _:(, attaccati a quota 218.9 e minacciati a tergo; ma non potè salvare T schebotarewskij, i cui difensori, attaccati il 25 da più direzio ni , fumno costretti a ripiegare. Nella stessa giornata gli attacchi dei Sovietici nel settore del la << Pasubio )) e le loro puntate sul fronte della <, Ravenna > venne ro respinti. Con la caduta di Tsc hebotarewskij la situazione, già molto del icata, si rivelò in tutta la sua g ravità. Tutta la dorsale fra Krintscha e Zuzkan era ormai alla mercè dd nemico cd il Comando del XXX V Corpo d'Armata decise di orga nizzare a di fesa il nodo stradale di Gorbatowo allo scopo di frustrare i tentativi di avvolgimento da sud del caposaldo cli Jagodny. Il mattino del 26, dopo un' intensa preparazione di Artig lie ri a e: di mortai, cinque reggimenti russi si lanciarono all'attacco del caposaldo cd occuparono il villaggio di Bachmutkin ; ma il pilastro cli Jagodny non cedette ed anzi, contrattaccati da occiden te col batt aglione motociclisti e premuti da rnò dai Cavalieri del <e Savoi:i Il, i Russi furono costretti a ritirarsi sulle basi di partenza. Alla se.ra del 26 la situaz io ne cominciò a stabilizzarsi, ment re nel settore affluivano i nuovi rinforzi inviati dall'Armata (LX V 11 battaglione Bersaglieri e 5° reggimento Alp ini , men() il battaglirn K 1.< Edolo ))). 1 battaglioni et Vestone >, e e< Val Chi ese >> fu rono i111pic gati il 1" settembre in un'azione a carattere locale sull'abitalo di K11 ~owskìj (sud di T schebotarew ~kij), nell'intento di consoli dare I:, ~i tuazione nella zona di saldatura con le truppe germaniche 111 a 1·., 1
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Lt situa;::io,u: in Russia 11el dic:embrt! 1941.
'5 .,, zione, iniziata con successo, si esaurì per il m a nca to co ni.:c,r~o d ei c iri 1 armati tedeschi. In questa prima battaglia difensiva del Don la nostra /\r111:11.1 perdette circa 7000 uomini, fra morti, feriti e di spersi . La Di visio ne « Tridentina >, ebbe messi fuori combattimento 27 uffi ciai i e 5 )H Alpini. La resistenza opposta dall 'A.R.M.l.R. ai formidabili attacchi so vietici era stata tenacissima e si può affermare che, anche se si l ratta va di una guerra non voluta dal n ostro popolo, anche se i nostri ~oldati combattevano senza un particolare odio contro i Sovietici c.: ~oltanto per il loro sentimento di disciplina, l'Italia poteva essere fie ra dei. suoi combattenti, che avevano dimostrato in ogni circostanza la loro devozione alb Patria lontana.
Giunto in Russia, il Corpo d 'Armata al pino era stato messo a di sposizione della 18" Armata germanica, pcrchè destinato a ve nire.: impiegato sul Caucaso; ma d o po poc hi giorn i fu nuovamente com preso fra le truppe dell'8a Armata italiana e, con profondo rammarico degli Alpini, destinato ad o perare nella pianura del Don. M e n tre la Divisione « T ri<lentina » ven ne temporanea m ente inviata al XXXV Corpo d 'Armata, a sostituire la Divisione " Sforzesca ,,. k altre due Divisioni alpine furono ten ute in riserva. Non appena, tra il 27 ed il :;o agosto, la " Tridentina >i raggiun se il fronte, il 5° reggimento Al pini venne inviato a Jagodn y ed il 6" r eggimento a Bolskoi , da dove il r '' settembre attaccò il nemico, rag g iungendo, col battag lione (' V estone n, lo schieramento dell e artiglierie russe. O ccupata Kotowskij, il reggime nto dovette ripiegare dopo avere distrutto le batterie catturate al nemico. Questo periodo si concluse con la rinunzia da p arte dei Russi :1 proseguire l 'offcmiva \ li quel t ratto di fronte. Il g iorno 8 settembre tutto il Corpo d 'Armala alpino venne sc hi erato all'estrema sinistra dell a nostra Armata, tra Nowo Kal itwa e Pawlowsk, con la Divisione " C uneense 11 a Jesl ra e la <1 Julia ), a si nistra. Alla fine di ottobre gi un se sulla linea d el Co rpo d' A n11 :1t:1 anche la Divisione "'frid e ntina » , c he si sc hi e rò a sinistra delle altre due. Gli Alpini erano intenti a ra fforzare le loro posiz ion i, pn,li1t :111 do di un periodo di relativa tranq uillità , qua ndo , n el no vc.: 1n lirc. i 36.
Russi in1Z1arono la loro grande offensiva. 11 Comando tedesco del Cruppo di Armate H, dal quale dipendeva anche la nostra Armata , com inci(\ allora a togliere dal settore affidato a t\UCst' ultim a le Divisioni germaniche 22", 294" e (>2", riducendone in modo notevole la c:1pacif1 di resistenza e le possibilit;\ di man<,vra. Ali' A.R.M.1.R. fu rono poi sottratte, per k 11cccssit;'1 tkterrninatesi negli altri ~ettari, anche le Unit:Ì cli seco nda sc hiera . In tale situ :1;,,ion<:, qu;indo, nell a terz;i decade di novembre, cominciò a profìl:1rsi b m/11;1cci:i anche sul fronte dell'A.R.M.I.R. con l'addensamento di forze nemiche ~ullc direttri ci di Pawlowsk e di Bogutscher, il Com ando dcll'Ar m:1t;1 rappre:.e nt,ì al Comando germanico del Cruppo di Arm:1tt: il pericolo imminente (data la forza ,, nihil. . i .. n ,n(,·qn t n ·1l l ·1 f r(in •·· 'l"'"""Jt·1\ ,.. 1... n,•r,••s"1t>1 ,··!1' j )f() \'. t l• i, ' '-' .. f ''' ••••"-t-,• J ... vcdi mcnti :1dcguati . In fatti la for,.a dell ' Arma ta, in relazione all'ampiezz.1 del ~cuore, corrispondeva alla den~ità dì un uomo ogni 1 118 metri di s\·iluppn dd fron1c, con siderando tutt i gli nomini in linea, tfuelli cki se rvizi compresi . .l'vb , in effetti, la densi tà in linc i era soltanto di un uom o ogni 7 metri (-1 battaglioni per Di visione, ogn una d dlc ljllali aveva in media 27 chilometri di fronte) : forz.'.l del tutto insufficiente per una \ ~il 1da difesa anc he contro attacchi eh cll tità non rileva nte. Dopo molte insistenze, il Com ando tedesco del Gruppo di Arm:lte ordinò l'affluenza tlclk U nit:'t delle quali poteva di sporre al momento ; m a soitanto qmndo la m inaccia soYietica , pochi giorni pnrn a delrat:tacco, si del ineò in modo irn:quivocabilc in corri~pondcnza del settore del nostro II Corpo d'Armata. vennero m andate sullo stesso ~etton: le Divisio ni tedesche 385", 38t e 27' corazzata. Queste Unir\ modeste in confronto con quelle perdute, avrebbero fo rse potuto d:1re un valido :iu!:> ilio alla difesa ~ ma e~se giunsero nella zona a ~pizzico, duran te la battaglia , e la 381 Divisione vi pervenne quan_do gi:1 la ro ttura del fron te sì era già, purtroppo, fatalmente determinata come si temeva. Inoltre - com e rico rda la pregevole pubblicazione d ell'Uffìcio Storico sulla seconda battaglia del Don - raffluenza nella zona, in rapporto alla minaccia che si f:accva di giorno in giorno p iù imponente cd inuncdiata, effettuata sotto le impe riose necessità del momen to, avven ne, specialmente per la 385' Divisione di F anteria germanica. in modo irregolare, per il frazion ato arrivo degli elementi che b costituivano e, per conseguenza, per l'incompleta dis1xmibilità del k sue forze. o
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Le due baf!aglic del Don.
In queste condi1,ionì la resjstenza, per qua nto tenace. non polc\':t essere c he tem poranea . L'offensiva russa, che n ei m esi di novembre 1942 era giù riusc it:1 a rompere lo schieram ento della 4a Armata corazz ata gcrrn :in ir:1 <" quello dell 'ala destr a della 3" A r mata romena, si estese, nella ~crn 11
53 2 da decade di dicembre, al settore della nostra 8' Armata; riuscì a logorare le forze del Il Corpo d'Armata e tluindi a rompe rne il fronte, aggirando l'ala destra dcirA.R.M.l.R. Furono quindi inevitabili: il ~ipiegamento dei Corpi d'Armata XXXV e U, il tentativo di ricostituire una linea di dife~a arretrat;1 , l'avvolgimento ed il ripiegamento del nostro Corpo d 'Armata alpino. Per ritirarsi le nostre truppe si di visero in due blocchi: quello nord, fo rmato dai reparti superstiti delle Di visio ni « Ravenna ", " Pasubio " e " T o rino 1, ; quello sud , costituito dalla Divisione e, Sforzesca 1, , da :il iq_uotc della " Pasuhio " e dai superstiti della Divisione " Celere "· 11 Corpo c1 ·J\nnata alpino lasciò la linea del Don soltanto alla fi11 t: dd b ~cu 111da d t:t;1dc di gc1111aio. Ad esso si uni rono i pochi superstiti delle Divi sio ni germaniche 385" e 387' con i loro carriaggi, cmtitu.iti da innumerevoli slitte, intorno al le q uali seguivano il Corpo d' Arm:1ta oltr_e 10.000 soldati tedesc hi non pit1 in grado di combattere; nonchè numerosissimi soldati ungheresi e romeni dis:1rmat i.
Il popo lo italiano, che rico rd a ancora la famosa r itirata delde lle venti nazioni .. dw. dnpo avere passato il Nierrn:n, nel J 8 12, co n una forza di oltre m ezzo milione di uomini, aveva raggiunto Mosca co n soli 9 0 .0 0 0 soldati e potè ritornare in c;errnania, dopo la disastrosa ritirati, cù n appena 3 0. 000 di essi ; tutte le anime che ancora si commuovono ricordando le terribili sofferen ze dei soldati napoleo nici, tra j quali tanto si erano distinti gli Italiani ; tutti i libr i di Storia d,e raccontano l'c.,rron.: della situaz ione, nella quale miseram ente crollò la g rande illusio ne di Na poleone I. non conosco-
r .. e~crcit0
no ancora e non hanno potuto esaltare Le g ravi fatiche, 1t: indicibili so ffert'nze, i c11n1i nu i pericoli delle tru ppe dclrA.R.M.LR_, rn, trette :1 marciare in pieno inverno, per centinaia di c hilometri attraverso la steppa gelata, con una temperatura di 40" sotto zero, alternando le otcnuallli marce con i disperati combattimenti , per sfuggire all'accerchiarncntcJ d ei reparti coraz'.l.ati russi. Per quanto r ig uarda il Co r po d' A rm ata alpino, ceco come il genera le Emilio Faldella, nel prcge\'olc studio già citato, ricorda i complessi avvenimenti, durante i quali k tre Di\'isioni alpine. marciando e combattendo. seppero compiere le pi ù d ifficili gesta . .
Quando il nemico riuscì a penetrare nd tratto di fru111 c :dfid.,10 alla 385" Divisione tedesca ed alla Divisione (< Ra venna ,,, che ~i 1ro vava alla destra della << Cuneense n , determinando una falla tra Nowo Kalitwa e la valle del Bogutschar, la Divisione e, Julia " aveva gi:'1 pronto un << gruppo d'intervento ;, (tenente colonnello Actis), co~lÌ· tuito dal battaglione;< L'Aquila >> (maggiore Boschis) e da un G ruppo Artiglieria di formazione (maggiore D'Amerio), che fu subito avviato a hanowka, dove era già il battaglione << Monte Cervino,. (capitanu Lamberti), che si era schierato su amplissimo fronte , sostem:n<lo vit · toriosamente duri combattimenti, durante i quali cadde eroicamente, il 22 dicembre, il tenente Sacchj_ · " Il "gruppo d'intervento" si schierò il 19 mattina a destra del battaglione e, Cervino l, , verso Deresowatka, su di un fronte di 10 chilometri, sul t1uale sostenne violenti attacchi di forze di gran lunga superiori e di carri armati, sacrificando, dal 19 al 25 dicembre, 29 uf· ficiali, 79 graduati e 815 Alpini del battaglione ,< L'Aquila». Ciò m::il. grado, questo eroico battaglione continue', a resistere senza cedere di un passo fino ~1! 29 dicembre. « Frattanto era giunta in linea l'intera Divisione « Julia l,, sostituit;1, nel settore prima occupato, d:ilb Divisione di Fanteri:i i< Vicenza. » (generale Pascolini). Il 24 dicembre il battaglione « Val Cismon » che aveva sostituito il Cervino )• ed il battaglione 1< Vicenza ,, ricacciarono due reggimenti russi, che lasciarono sul terreno 500 morti. 11 27 il battaglione (• Val Cismon ,1 riconquistò una posizione perduta dai Tedeschi. •( li battaglione ,, Ci vidak mantenne con valore e tenacia le posizioni contro violenti e reiterati attacchi; i battaglioni « Tolmcz. zo )• e <( Gemona >> si prodigarono, mantenendo intatte le posizioni loro affidate; il 30 dicembre il battaglione ( < Vicenza i> respinse l'attacco, più volte rinnovato, di un reggimento, ed i Genieri del Hl bat · taglione andarono al contrattacco in emulazione con gli Alpini, cmì che la Divisione <• Julia » [u denominata dai Tedeschi la ,, Divisione miracolo». " Fra i molti eroi di queste giornate meritano particolare ricordo l'Alpino Toigo del battaglione ,. Val Cismon ", medaglia d'oro vivcnte e cieco di guerra, le medaglie d'oro cadute tenente Raheggi:ini e Alpino Campomizzi, il vivente Alpino Ziliotto ed ancora le medaglil· d'oro: sergente maggiore Zucchi, capitano Chiaradia, sottot<.:nt:111 <.: Gavoglio e tenente Heusch. Sul fronte della " Cuneense ,, il battaglio ne ,, Saluzzo H aveva respinto, il 24 dicembre, un attacco. (t
l)
·· li nemico, arrestato netta mente sul fro nte della " Jul ia '> e contenuro più a sud da Unità tedesche, stava intanto prepa rando un attacco ben più vasto, con forze imponenti, che scatenò il 14 gennaio sul fronte del Corpo d'Armata alpi no e del XXIV Corpo d'Armata germanico, dal quale dipcndn·a la ,, Julia ,,. ,, Sul fronte della " Tridentina ,, , i battaglion i ,<Tirano ,, e .. Morbegno., 11,in (cdcl t<:ro di un p:1sso: il <( Vestone,, respinse il
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15 gcn11:1iu ben sette attacchi consccuti\'i : il 16 t il 17 il battaglione ,. Edolo ,, ric,icc i1') in fuga il nemico e: qui cadde il capitano Fannucchi. L:t Di\·i:.,ivnc ,, Cuneense Ji rin1asc ~~Il da :\uI1 c sue posiz.ioni. " La Di \'isio nc ,, Jul ia ,, respinse il 15 violenti attacchi . in cui rifulse ancora t111a volta il valore del batta~lionc ,. Val Cismon »: t.!uindi LI Div1s1onc ebbe ord111e di ripiegar<· su posizio ni rcirosta nti, percl1è il fronte era stato sfondato il 14 gennaio a circa io chilometri più a i;ud . dove erano Unità tcdcschc. Per questa breccia sul fronte tedesco irruppero carri armati c he, nella stessa giornata del 14, travolsero a Shilino il Comando del XXIV Corpo d'Armata german ico e spinsero inna nzi punte corazzate, che l"indomani mattina raggi un-
sero Rossosch, sede del Comando del Corpo d'Arm ar:, alpi1111. li li.11 taglione « Cervino>> (capitano Lamberti), reparti v:1ri , pt:r~on.dc dc, Comandi e dei servizi affrontarono i carri con bombe a m :1110 e hm tiglie di benzina; annientarono i gruppi di Fanti aggrappati ai c.,m r ricacciarono questi fuori dall'abitato, con una lotta epica. Cadde <.:roi camente il tenente Corte di Montanaro del battaglione 1< Cervino .. . a L'incursione su Rossosch avvertì il ge nerale Nasci che le ~uc Divisioni stavano per essere accerchiate, sebbene ten essero saldamen te il fronte loro affidato. Non rimaneva che cercare di sottrarle all'aL· cerchiamento; ma invano il Comando dcll'8" Armata italiana ne chiese al Comando tedesco l'autorizzazione, che fu negata in base ad u11 assurdo concetto di resistenza in posto. Quando il 17 gennaio la ritirata fu autorizzata, erano state perdute, per coi pa del Comando ted <.: · sco, due giornate preziose ... » .
Le condizioni dcll' A.R.M.f.R., una volta ceduto lo schieramc1110 sul Don anche nel tratto a nord di Ki,rahut, divennero ,emrre piì1 crra"I. 1no1to 1n1·u' ·hc ],. n·· s·-- D1·..;.. ;1, n:
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vittoriose colonne sovietiche, che da sud e da nord stringevan o in torno a loro la terribile morsa; mentre le formazioni corazzate, gi;1 infiltratesi tra le nostre Unità , ne 111 i11at:LÌava11u il totalt· ;i(lcr<.l1i.1mento. Ai nostri non rimaneva che il disperato tentativo di aprirsi col combattimento un varco fra i reparti nemici; ma la prova si annunziava, fin dal primo momento, insuperabile. Tuttavia i nostri Alpini iniziarono il loro ripiegamento dal Do n nel massimo ordine. La Divisione << Tridentina >', i cui battaglioni t:d i cui Gruppi di Artiglieria si trovava no ancora in piena efficienza <.: :iliquote superstiti della " Cuneense,. e della (( Julia )) dovettero in colonnarsi a Podgornoje, sono la prorezione ài un caposaido impro\'visato nel vicino villaggio di Opyt; caposaldo, il cui presidio, 111 inacciato quasi da ogni parte dal soverchiante nemico, seppe sacrifica rs1, resistendo per due giorni alla formidabile pressione avvcrsari:i, per dar tempo alla lung;1 colonna d'iniziare la sua marcia ::m r:,ver so I. , desolata e gelida steppa. Jn testa marciava la Divisione <• Tridentina l, su due direttrici d , m arcia convergenti su P9stojàli, località già occupat:i e ,i~tcrn :11.1 .1 difesa dai Russi .
· Facevano parte ddlt: colonne i superstiti del reggimento di Arti~lieria a cavallo, del Raggnippamrnto misto ,, Vulcano ,, e dd XXIV Corpo corazzato germanico, che ormai non di sp<>ncva che di pochi carri armati, di (Jualchc cannone controcarro e di una batteria di cannoni. Coi primi reparti marciava il comandante del Corpo d 'Armata alpino cd il coma ndante della Divisione (' Tridentina " · La cùlonna era seguita da un 'inlcrminabilc scìa di uomini imbacucc.1ti nei pit1 disparati indumenti, esausti dalle eccezionali avversità. Per aprirsi a viva forza un varco nello sbarramento russo di Postojàli, vennero diiarnati in testa alla colonna il battaglione «Veron;1 ,, del 6" reggiment o Alpini, la :n· batteria del Gruppo <• Bergamo ,, cd una sezione del Raggruppamento misto. Nun appena i reparti di punta raggiunsero k 1x)sizioni rnsse, s'iniziò un'accanitissima lotta, che si prolungò anche durante la notte e che si riaccese il giorno successivo per l'accorrere dei reggimenti 5" e 6" Alpini , il rni imcrYento permise finalmente al la Divisione di continuare la marcia. La Divisione ,, Julia » ·--- gravemente logorata nell'eroica lotta e la ,, Cun<.:ense " dovevano perciò sostenuta per quasi un m.csc risa lirt' prima verso nord - ove~t, tent;rndo di sfuggire alla branca della tenaglia russa protesa da Rosmsch, per cercare di raggiungere la Divisione ,, Tridentina ,, . Oltrepassato sul ghiaccio il Kalitwa, la Divisione ,, Julia .. punt<) .\11 Popowka, dove si era già diretta anche la " Cuneense >' Tra il 19 cd il 20 gennaio il 9" reggimento A lpini si battè con eroico valore fra Popowka e Kopanka, agli ordini del <.:olunnc:llo Lavizzari, e quindi riprese nella notte il movimento su Postojàli. Verso le ore del 21, nei pressi di Lesnitciansky, una forte colonna russa con carri armati accerchiò il reggimento, che combattè con eroico valore fino all'esaurimento delle munizioni. Alla fine fu sommerso dalla marca russa. L'8'' Alpini, dopo di ;1vere r~sistito disperatamente a Nowo Postojalov,:ka t:d avere attaccato wn furia croic:i il :20 ed il 21 a Samojlenkow, con alla testa il generale Ricagno cd il colonnello Cimolino, fu sopraffatto il 22 e 23 a Nowo Sergiewsky cd a Scheliakino. Caddero eroicam<:nte il caporale Bortolussi e il caporal maggiore Maronese del Gruppo v Conegliano )• entrambi m edaglie d 'oro alla m emoria. Un esiguo gruppo di superstiti, con il generale Ricagno, fu poi fatto prigioniero il 27 gennaio, non lontano da Valuiki; mentre si slanciava in un estremo assalto contro i Cosacchi che l'ayev;ino accerchiato.
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537 << Il tenente colonnello Rossotto, comandante .il Gruppo ,, Conegliano », riuscì a raccogliere un certo numero di superstiti ed a r aggiungere la « Tridentina •>, con la quale combattè e marciò verso la salvezza. Il sacrifizio della 21 '' compagnia (capitano Rabo) del battaglione H Saluzzo >> e della 72" batteria (capitano Silvestri) del Gruppo Artiglieria << Val Po )), consentì alla colonna della Divisione ,, Cuneense>> di sganciarsi dal nemico che l'aveva attaccata la sera del 19 :1 Popowka e di procedere verso Nowo Postojalowka. Cadde a Popowka il sergente maggiore Vincenti del 2'' reggimento Alpini (medaglia d'oro alla memoria). ,, Il villaggio di Nowo Postojalowka era occupato dal nemico. Il battaglione « Ceva Y• attaccò e cadde il comandante, tenente colonnello Avenanti, medaglia d'oro, con due comandanti di wmpagnia (capitani Zoppi e Tomaselli) e tutti e tre i comandanti di batteria del Gruppo ,e Mondovì », caduti sui loro pezzi: capitani Sibona, medaglia d'oro, Calanchi e Cassone. Attaccarono allora i battaglioni ,, Borgo San Dal mazzo " e ,, Saluzzo ,, ; ma furono schiacciati dai carri armati e dalle Fanterie:: nemiche. Constatata l'impossibilità di 5fondare, il generale Battisti decise di approfittare dell'oscurità per disimpt>gn,mi t raggi11ngrr<" Pmtoj~li . Rirnrdiamo l'eroico ~acrifìçio dell'Alpino Cazzulini e del caporal maggiore Ferrcro, medaglie d'oro del ,·· reggimento Alpini ,> ; ma sentiremmo il dovere di ri cordare, in~ieme a loro, tutti gli uffici:ili, i ;raduati e gli Alpini che neppure:: in quella tragica situazione si abbandonarono allo scoraggiamento e, sereni e disciplinati accanto ai loro uflì ciali , rimasero sempre feddi ;i] sentimento del dovere, secondo le loro nobili tradizioni. Il nemico attaccò e il battaglione '< Mondovì >) si sacrilìcò per consentire a ciò che rimaneva della Divisione di intraprendere la marcia. Il maggiore Trovato cadde alla testa del suo battag lio ne . Ormai il generale Battisti disponeva soltanto del battaglione ,. Dronero ;, e del Gruppo " Pinerolo ,; : complessivamente circa 2000 uomi ni. Nella giornata tlel 2 1 , ·superata Postojàli ( dove il giorno prim:; aveva combattuto la Divisione ,, Tridentina ,,), i resti della "Cuneense ,1 raggiunsero Akxandrowka . La Divisione << Tridentina ,) , oltre a<l essere più prossima :ili., direttrice <li ripiegamento, fu agevolata nei primi g iorni dalla presenza a sud delle Divisioni " Julia ,, e ,, Cuneense,, che, combatte n do ~trenuamente C(Jntro la branca meridionale della tcna gJi;1 ru ~s;,. 1iç rallentarono il mo vi m ento . Infatti le prime r esistenze -clic.: l:1 " Tri dentina " incontrò a Soko rih il ·19 ge nnaio, resiste nze ~uper:itc 1 1111
un attacco del 5" Alpini sostenuto dal Gruppo Artiglieria " Val Camonica •) , furono opposte da truppe provenit:nti da nord, dal settore della i' Armata ungherese (r).
Ma rittni:11110 ormai opportuno lasciare la parola ad un attore e testimone oculan.: della tragica ritirata, al te nente colo nnello Filippo Acquisrap:in.:, il c..1ualc ha così desc ritto, co11 efficace parola, alcuni episodi dd lungo ripiegamento della Divisione ,( Tridentina » (2): " Sulla ~tratb Opyt- Postojàli , all'altezza del "Molino a vento", :1 circa un 'ora di marcia dal luogo di partenza, artiglierie russe, be ne ::ppo:,tat:.: m:l!e pieg he del terreno nevoso, bersagliavano la colonna ~ul fi anco , con tiro diretto, rabbioso, micidiale. Sparavano contro un olil,icllÌ \'u prorondo chi!<Jrnecri l'. lontano !1011 piì:1 di 300 metri . .. P.111Ìt u e strage , specie tra la moltitudine formicolante di sbanda ti, pri\·a <1rrn:li di ogni vincolo di coesione organica e di qualsiasi capacit;1 d i rc:11.ionc disc iplinala e razionale. " \ 'n ~o k 18. c Jrrt russi provenienti da Basj, grosso centro ad u na 1ren11n:1 d1 ch1lomctri ad occidcm..: di R o ssosch, sbucavano sul tian co \ i11i ,1rn tlc-11:i Divisione, che prosegui va intanto la marcia in di n:1.iunc di C li:.1rkowka. L 'Artiglieri a del la colonna interveniva pro nt.1111enll' c,I e Uìc:Kcm c ntc, costrinl!endo tosto l'avversario ad ;1 rrctrarc cd :1 rifugiarsi in un bosni vic i;;o, ai margini della rotabile. "Su~1;1 di lrl: ore Ìn una boscaglia marginale, ndb neve aha. T u n per:itur:1 pobre. Nessuna possibilità di accendere fuochi, per non essere indi\·iduati. Nessun riforniment<) di 111::!-~lln genere. (( Alle ore 22 la colonna riprendeva il movimento, col chiarore lunare e con no n meno di 40'' sotto zero. ,, Per una migliore comprensione deg li av\'enimenti è qui necessario che ai tcrm in i <' sosta .,. e ,. marcia >, venga conferito valore di circostanza, q ul'll o cioè relativo alle singo lari condi zioni del momenro. Si tratta in effetti di reparti che marcia.no, ~.o stano, combattono in un amhi e nl e clK rase nta l'inverosimile. Si avanza con fatica, alternando gli scÌ\'o loni rovinosi sui pendii gelidi e levigati ai tuffi assideranti nei vortici di neve in accumulo. Seg uire la pista del battaglione di punta è impresa snervante. Sostare per im·incibile bisogno. fermare
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( 1) Così ancorJ il F,u,a u nell o stud io r>ÌÙ ,oltc citato. ( 2) A c Q n STAP,\ CE: ,, La Di,i, io uc '"Tridentina" nclb han,1glia del Don ,,, Rivisra .\{ilirare, an nr, li, n. 8 · 9. ··
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G!, ,,J/f)ini ,il fro nte m ;so, fra le nevi .
un pc/ le gambe per o!marc !'affanno, è C]l!anto dire '( riman ere ,.. lasciarsi vincere dall'immohilit:i per sempre. « Anche per questo si. procede. E tut ti camm inano in silcn 'l.i(), ;id orecchi tesi. A Charkowka, in fondo alla lunga balca ncvm:1, tu, 1 na il cannone. •J E ' passata la rncz'l.anotte. I Russi attendono gli Alpini l on 1111 altro sbarrame nto e molti ca rri. (( Nella notte rigidissima, appena risc hiarata dal p:il lon: (mf,11 t scente della luna a cielo terso, l'uno dopo l'altro i hatt:iglinni " i1111w
gn:mo in una nuova lotta accanita. Si spa ra sulle ombre, si giostra intorno ai mezzi corazzati avversari. Dai carri divampano fiamme. Sparano le artiglierie, suonano stridule k mitragliatrici. Il combattimento è ~errato e violento. Poi il varco è aperto. E la colonna prosegue. Molte, purtroppo, 1c pndite. ,, Contro i fianchi dei reparti in c;1mmino, allo sbocco occidentale dell 'abitato, protetti dall'oscurit~ dd crepuscolo avanti l'alba , altri carri russi giungono fragoro~am(nte alla carica, con ostinata decisione. Ma la Di\'isionc pa!,Sa cd essi si accaniscono sul corteo claudicante dei cli spc:rsi, dei senza reparto, dei congelati, dei doloranti, dei fehhricitanti . ,, L:1 ,, Tridentina " prosegue in direzione di Lymoriwka. Per n ·itarc la rotabile. che ri ~ult:1 in possesso dei mezzi corazzati a\'versari, si clt:vìa lun,go una pist:1 di r:1ccordo, in terreno accidentato, con 11e\'e alta e ~oflìce. La colonn,1 è in marcia da oltre ventiquattro ore. Le poche slitte disponibili, spinte sovente dagli stessi uomini. sono cariche dì fe riti . I congelati parziali si sostengono e procedono con incrcdibilc forza di volontà. ,, Verso le dicci del 20 gennaio sì è in vista di Lymoriwka, modesto borgo, sparso su di un crìnaìe collinoso. I Russi , che vi hanno apprestato una nuova difesa, accolgono k nostre pattuglie csplor;1nti col rabbioso fuoco di armi automatiche e di Artiglieria, seguito dai carri armati che muovono con tro l:t colonna, ormai a qualche centinaio di metri dall'abitato. " La battaglia si riaccende, si e~tende, dilaga con vioienza. Gli Alpini si battono da kuni. L' avversario tentenna, indietreggia, si volge in fuga. Molte le perdite russe; relativamente poche quelle nostre. " Un ·ora dopo la " T ridentìna )> occupa il villaggio e si dispone ad un grande alt. E. la ricerca affannosa di un asilo, cli un pezzetto dì portico, di un cantuccio ove potersi distendere. Si mangia come si può, <.JUd che si trova sul posto. I pochi abitanti del luogo. vecchi. donne e bambini, offrono generosamente tutto ciò che hanno di rnmmestibile, nelle povere isbe tristi, fumose, maleodoranti. ,, Ma gli Alpini godono fìnalmtntc di un primo, breve riposo, mentre Comandi e comandanti lavorano alla lucerna: occorre vigilare, vagliare notizie, studiare l'itinerario, predisporre la marcia e la sicurezza, impartire ordini per l'indom an i. E v'è poi sempre l'incubo dei carri russi, che possono piombare sul paese da un momen~o all'altro! Bisogna proseguire al piì.1 presto. Si sa che un nuovo sbarra-
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mento attende la colonna all'altezza di Sclieliakìno, villaggio ad 8-10 chilometri a sud - ovest. ,< Nebbia fitta. Sparsi. qua e là tra le isbe, ai margini della stra<la, cadaveri di soldati russi e materiali vari abbandonati. A star fermi, il freddo indurisce i panni addosso. Gli scarponi sono divenuti d i ferro: toglierli può significare non poterli calzare più con i piedi gonfi pel cammino e per il gelo. Ma ognuno sa bene che bisogna andare e che è necessario essere uniti e compatti. Questo "bisogno·· di proseguire è anzi divenuto in tutti quasi ossessione. Graduati, sottufficiali, ufficiali, colonnelli, generali, tutti, dal primo all'ultimo, sono sulla breccia, con la stessa decisione disperata, con la quale hanno affrontato la prima battaglia sulla dura via elci ritorno, a Postojàli. (< Alle 3 del 21 gennaio la Divisione riprende il cammino. << Si alternano i reggimenti nel duro servizio di testa. Ruotano a turno i battaglioni nell'estenuante compito d i avangua rdia. Artiglierie e munizionamento, quanto mai preziosi, trainati dai pochi muli disponibili, avanzano di pari passo coi reparli di testa. Avanzano sferragliando i pochi cannoni semoventi e quelli controcarro, eh<.: orm ai non hanno quasi più carburante per i grossi motori. Sulla interminabile sda degli accodati, che supera forse i 40.000 uomù1i, ekmenti avversari, riapparsi all'impmvviso, sparano rabbiosamente cd operano dolorose, sensibili decurtazioni, che purtroppo è impossibile impedire. << Nell'alba smorta, rincrudita da gelidi soffi polari, in cresta al colle che chiude ad oriente la conca di Schcliakìno, punti scuri si profilano (,ua e là sulla distesa di neve. Carri armati russi vengono segnalati ai margini di un bosco sulla sinistra. Tuona lontano .il cannone, verso sud. ,< E s'inizia una nuova battaglia. « I reparti Alpini di testa prendono pos1z1one sulle alture, se~ guiti dalle batterie, spinte con mano vra di forza dagli Artiglirri . Si inizia il fuoco ed i Russi cercano protezione fra le case del paese; mentre le loro artiglierie, appostate ai margini della boscagl ia, iniziano anch'esse il fuoco. Non appena sbucano ai margi ni ddl ':1hi1;1to i carri annati russi, .i nostri pezzi controcarro, i semoventi cd i I H"'l 'l,t da montagna li sottopongono al loro fuoco e li immobilizzano rapi damentc. Allora gli A lpini, benchè stanchi, assiderati. d igiuni , , 1 lanci~1no all'assalto e b lotta s'impegna acca nitissima , fino a l p1:111d11 , Russi sono costretti a cedere ancora una volta il passo. M:1 l:1 1011 ., i'·
542 soltanto sospesa, poichè, appena oltrepassato il villaggio, altri carri armati pesanti s(wietici si trovano schierati all'altezza di Warxarowka. Si rende quindi inevitabile un'altra sosta ed un nuovo combattimento: ma questo è, per fortuna, breve e la via è nuovamente libera. " La marcia viene subito ripresa nella notte lunare e nel gelido silenzio della steppa. Gli Alpini , che non mangiano, non riposano e non dormono da tanto ternpo, riescono a marciare ancora, come trascinati dalla lontana speranza di rivedere la Patria. E l'itinerar.io si allunga sempre pit1 pcrchè, per evitare un altro sbarramento di carri armati russi, è ind is pensabile dirigersi a sud - ovest, lungo la strada di Nikol:,jewka. Dur:intt: la notte il freddo diviene insopportabile e, pn non rimanere assiderati , occorre vincere ogni stanchezza e camminare sulla neve durissima, scivolando sui pendii ghiacciati, e.adendo ndk buche, affondando sino alla cintola nei punti dove la neve è stata ammucchiata dal ,·ento ,,.
Nel !mio della gelida notte serena -- narra l'Acquista pace rono appena dallo scialbo riverbero dell ' immensa distesa di neve, si cammina quasi sognando, gomito a gomito con chi sta di fianco , passo sul passo di chi precede. Vola il pensiero, di Et dai monti, lontano, lontano. Vola sino ad un tetto tanto caro, vigilato dal campanile !... Si sogna ad occhi aperti, ma ~i va, per ore ed ore, per chilom etri e chilometri. Poi, finalmente, sosta. Tre ore. Non ci si può fermare di più. Si teme un attacco. Carri armati russi sono segnalati nella zona. Gli Artiglieri vigilano, a turno, sui pezzi postati qua e là, :1 vasto semicerchio, con le volate all'ingiro protese nel buio. Nello spazio ristretto delle isbe si ammucchiano gli Alpini. I feriti restano sulle slitte e non si lamentano pit1. Gruppi di muli dormono in piedi a testa bassa, addossati l'uno all' altro, col pelo irto e la cocla tra le gambe rinsecchite. Fra tre ore si riparte per Nikolajewka, a circa :20 - 25 chilometri di distanza. ,, Nella sesta giornata di marcia le condizioni di cfficicn;,,;i ddb " Tridentina <( , non ostante le eccezionali cause di logorio, non erano g ran che mutate rispetto a quelle iniziali, al momento cioè della partenza dal Don. I battaglioni erano però ridotti a cinque. " Il « Morbegno )) , attaccato qualche giorno innanz i da forze nemiche superiori presso Skòroryb, aveva validamente resistito fino
Onori ai Cad111i nd fronte m_;m,
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all'estremo ed i 20 o 30 superstiti, sfuggiti alla strage ed alla cattura, erano riusciti, estenuati, a raggiungere la Divisione in movimento. Ciò non ostante, tenendo conto dell'equipaggiamento, costituito, per gran parte delle truppe, da indumenti raccogliticci, dalla foggia pit1 disparata; dell'impossibilità di qualsiasi vettovagliamento e rifornimento; dell'inesistenza di <-1ualsiasi protezione sanitaria e di misure igieniche preventive contro congeJarnenti, affezioni cutanee, tifo petecchiale ecc. ed, infine, della totale mancanza di. possibifaà di ricovero, di trasporto e di cure per feriti, traumatizzati, congelati ed infc:rmi; tenendo conto, insomma, della singolarissima situazione delle truppe in cammino, l'efficienza ddla Divisione non poteva dirsi diminuita in modo rilevante. Si era, anzi, rinsaldata: sia con gli elementi superstÌLÌ, tuttora combattivi, Jdle Unità disgregate aggiuntesi alla <<Tridentina>>; sia, soprattutto, per la ferrea volontà di superare ogni ostacolo, a qualunque costo, pur di raggiungere la lontanissima mèta. ,, L'Artiglieria motorizzata cominciava, però, a lamentare la ~carsità ciel carburante al seguito, tanto da dover prevedere che il numero delle bocche da fuoco sarebbe presto diminuito. L'Artiglieria alpina , a corto di rnuniz1nni e <li nrnli , doveva rnntrolbre attentamente il consumo tlei proietti, riservandone l'uso soltanto ai casi di assoluta necessità. Anche pel munizionamento portatile, si era co~tretti ad un'oculata p:1rsimonia, spar:mdo solo a colpo sicuro ed cvitan<lo, di massima, i tiri individuali contro gli aerei avversari che, con le armi automatiche di bordo e da bassa quota, colpivano la colonna in movimento, sempre visibile sulla bianca distesa di neve. ,, Ma, in questo quadro di biblica tristezza, vi era, pur tuttavia, qualcosa che confortava e dava fiducia, per la manifesta tenacia individuale, che accumunava capi e gregari nella durissima fatica, nelle tante sofferenze, ne\l'impa.ri, eroica lotta quotidiana, per aprirsi sanguinosamente la via attraverso gli sbarramenti avversari russi, contro i ,iuali si cozzava ad ogni tappa. ,, Si andava innanzi con lentezza per la difficoltà del traino dei pezzi sui lunghi tratti di neve alta e molle e, soprattutto, per la ncces~ità di garantirsi sulla fronte e sui fianchi della lunghissima èo lotma. ,, Anche prima di raggiungere Nìkolajewka si avvistano carri armati russi e bisogna ancora una volta combattere e vincere in frett a, perchè occorre conquistare quel villaggio prima di sera, per no n morire 111 piedi, flagellati dalle raflìche assideranti del ve nto. 3ì.
,, Incappucciati in ctnto rnani n<: diverse, con le barbe ispide cd i c:ipelli intrisi di g hiaccioli pencolanti, taluni avvolti in coperte cd in ,tr;1cci tenuti insieme con qualche pezzo di conia , con filo teldonico, col filo di ferro, gli Alpini dei battaglioni di punta muovono all'attacco. Il re!.to della colonna è fermo, in ansiosa ;:ittesa. " I pezzi da m ontagna srnw trasc inati sulle posizioni prescelte dagli Artiglieri imbacuccati: avanzano i semoventi cd i can noni antic~1rro m<~torizzati, dèi quali ne wno rimasti due che vanno avanti a furia di IÌasc lii di benzina, che i serventi rie scono a procurarsi non ~, sa come. ,, Anche i carri rus~i av,1111.ano e spa rano molti colpi; ma il loro attacco è respinto ed i batt:1glion i penetrano nel villaggio, dove potranno in qu::ilclie modo sost are, mentre gli innumerevoli sha11Jati si ammuccl~iano sulla srcpp:1, esposti al la imperversante bufera , in attesa che la « Tridentina » riprenda la marcia, cbc non ha mai fine, altern::ita .::oi comh;1ttimenti d1t' di,·entano sem prt pii'1 lunghi e più accaniti , poichè i Russi vorrclilH:°ro farla finalmente finita con gli eroici superstiti dei nost ri reparti, esausti e decimati ,, . A quell e temperature Ìn\"erosimili - ~crive ancora l'Acquistapace - hncrzia è ~empre in :1ggu :1tr) per cnlpire il rn,ilcrn rn che, ,cdemlo al bisogno di un po· di riposo, ~i attarda sdraiato rnl margine Jel percorso: il gelo Io avvince imrnsibilmente, gli procura (1ud lang-uorc clit: precede l'as~idcramento e lo uccide. ' re Man~ggiare le armi è un problema: le dita delle mani non obbediscono ;dia volont;i. I piedi, co~trctti nelle calzature per lo piì:1 mada tte. spesso ravvolti ail:t meglio in cenci o srrisct: di coperta, semhrano tr::ifitti da punte di spillo. Gli occ hi , incrostati di ghiaccio, sanguinano dalk ciglia rattrappite e dolnranti. Mangiare una patata, un pezzo di pane o di galletta è come addentare un sasso. Il cibo non ha pili sapore. Alcuni baril i di vi no, rinvrnuti tr:1 gli avanzi ~parsi di un deposito \·in '. ri dcv;1staro, contengono un:1 massa vitrea, scura, solida rom e d torrone .. . " Se non (nlpis~e ln strano spettacolo di clieci ne di migliaia di volti emaciati , barbuti. incrmt:i ti di ghiaccio, non si riusciiebbe ad avere la se;i sazionc del dramma che :{vive. ,, L1 resistenza russa \':1 facendosi di giorno in ~iorno piì1 f rc'iucntc. le cortine di di ksa sempre meglio guarnite, gli sbarramenti og ni ,·olta più profondi , l'azione più osti nata e duratura. Non impvrta. Quel che conta è vincere per poscguire. marciare sem pre ad occiden te, per ra ~giungtrc la Patria lonta na.
54 7 " Passano sulle colonne quadrimotori russi che, volando a hassa quota, sparano con le armi d( bordo sui fianchi e ~ul tergo della lung hissima scia di relitti umani in cammino. Colp i d i mano pressochè continui, mitragliamenti dall';ilto, falciamenti a sorpresa di armi automatiche ai margini del pcrco rso completano, con ritmo crescente, l'opera drammatica del freddo, degli stenti e delle sofferenze. ,( Dinanzi a Nikitowka, il mattino del 25 gennaio, gli accodati, calcolati ad oltre 40.000 agli inizi del ripiegame nto, sono ormai ridotti a meno della met;1. La lotta episodica, snervante, cagione di continuo scompiglio nella mass:1 , non concede alcuna tregua ai reparti. La 33' batteria del gruppo « Bergamo », accantonata nel corpo centrale di un Sokol, viene improvvisamente assalita da forze superiori. Gli Artiglieri si difendGno disperatamente e riescono :i respin?ere gli assalitori, a salvare. i pezz i ed i muli; ma a costo del sacrificio, nella eroica difesa, della miglior parte degli ufficiali e dei gregari. (( Alle 4 del 26 gennaio, deci mo giorno di ripiegamento, la " Tridentina l, riprende la Via Crucis, diretta a Nikobjewka, da dove passa l'importante ferrovia a doppio binario Mosca - Voroncj - Rostow. Quel giorno marciava in testa il 6" reggimento Alpini, coi gruppi " Vicenza )) e ,1 Bergamo ,, : segui va il 5" Alpini, col g ruppo « Val Camonica " · Il reggimento di testa era già da oltre un'ora in marcia, allorquando indiet ro, cioè co ntro le prime ali<.1uote del secondo scaglione (battaglione « Tirano ;, del 5" Alpini), si pronunciava un attacco di sorpresa cd il <· Ti rano ,), bersagliato dai tiri dei mortai e dalle raffiche di mitragliatrici provenienti da ogni parte, riportava gravi perdite in uomini ed in quadrupedi. " Ma la reazione non tardava ed il battaglione passava prontamente al contrattacco, coadiuvato dalle pattuglie del 2° Artig lieria alpin::1 e dal tiro del g ruppo ,, Val Camo nica ,, , tmlo accorso in posizione. Ripresa la marcia, all'inizio dell'ultimo tratto in discesa, di [ronte :1lLibitato di Nikohjnv k:1, il reggimento cli testa prendeva rm provvisamentc contatto co n rultimo e più potente sbarra mento ~ovietico. Trincerati ::ii margini orientali del.l'abitato, mun.iti di abhondantc quantìt~, di mortai e di artiglier ie, i Russi, l.'.hc q11est;1 volta disponevano di buone posizion i e di una forza almeno tripla ri spetto alla nostra, riuscivano a tenere ferma la ,, TridenlÌna >' per lun g he ore, sino all'imbrunire. Lo sbarramento sembrava infrangiliik: nu il non passare voleva dire "i mpietrire'' nella steppa , perdere il frutto di tanti sang uinosi sforzi.
" Nel tragico momento, Capi e gregari non vedono altra via di uscila clic 1entarc ancora un ultimo sforzo, con llucl che rimane, in uomini e mezzi. Accorrono i battaglioni •< Edolo » e ,< Tirano ,) col g rupp0 " Val Camonica ,, . Gli uff~ iali validi riuni scono cd inquadrano in formazioni improvvisate i soldati ancora in grado di combattere. C c11 crali e colonnelli si pongono alla testa dei reparti, pronti ad un ultimo, di sperato tcntat1,·o. ,i D all'alto di un trattore germ;m ico il Comanda nte la Di visione J;i. il via. Poi si lancia innanzi. 1 , Una marea di omb re guizzanti , elettrizzate dalla voce dei Capi <: dall'esempio, si precipita all 'attacco. La lotta di vampa. si estende, raggiunge un ' incredibiic violeaza Ja ambo le part i. ,, Gli Alpini co mbattono uno co ntro cmquc; ma ,·oglio no passare'' . Una dopo l'altra le case dell 'abitato ,-engono co rn1ui slatc in furibondi corpo a co rpo, :1dla scmimc11n tà della sera. I Russi finalm enrc indietn:ggiano ed i hauagl ioni stremati, ansanti , sang uin,1nLi, li gener,de Giuiio Murtinat. m a vittoriosi, entrano in Nikola jcwka. ,. Sul terrapieno delb ferrm·ia e tr:t k prime case rkll 'ahirato, forse (]Uasi 1000 i nostri caduti, con oltre 40 uHiciali . T ra questi , ancora col ( ucilc in pugno, il Capo di S. M. del Corpo d"A rmata alpino, l'eroico generale !vb ni n;1t , esempio a rntti, lì nu all\1l tinw , di ~ovrumana tenacia e di dedi zione al dovere. " L ·ordinc è sempre lo stesso: a nda re, andare innanzi . di strada in strada, di pista in pista, di pac,c in paese:. Andare, tir:rndosi dietro la lung:1 fila di slitte occupate dai feriti che gemono, che muoiono senza cure adeguate. senza altTo co n forto alrinfuori della frate rna as-
549 ~istcnza <lei compagni che li portano seco, che non li abbandonano a costo di tanti sforzi. <( Consumati ormai i proietti sino all'ultimo, morti uno dopo l'altro i muli paz ienti e fedeli, anche gli Artiglieri hanno dovuto distruggere, muti di rabbia e di dolore, i propri pezzi, le armi dd loro orgoglio e delle loro gesta. Ma si ,,a innanzi ancora con ogni cautela, pronti ad ogni sorpresa, tra un allarme e l'altro, per giorni e giorni, per centinaia e centinaia di chilometri, su piste nevose senza fine , sostenuti soltanto dalla incrollabile decisione cli "arrivare". 0 << Il r febbraio si è in vista di Schcbekìno, nodo ferroviario a 40 chilometri ad oriente di Charkov e, con gli occhi sbarrati dalla sorpresa, i superstiti, inselvatichiti dalle sofferenze, vedono finalmente venirsi incontro una colonna di automezzi sanitari. <e Ore ed ore dura il pietoso cari co dei feriti. Più di 1200 vengono smistati sugli ospedali di Charckov. Nessuno tra essi si lamenta più: ringraziano i compagni con gl i occhi , che dicono tante cose. Vecchi Russi barbuti, del luogo, spettatori della incredibile scena, si segnano con la croce. Alcune donne piangono e si coprono il viso col cencio che fa loro da copricapo. L 'autocolonna si allontana, a scarrlioni. verso l'ovest. " << I superstiti sostano due giorni per un primo riordinamrnto ed una pri111a distribuzione di viveri dopo tanto soffrire. ,, 11 3 fehhraio si riprenrle la m arcia, e di tappa in tappa, per Bidgorod, Gràivoron, Aktirka, Ròmcn, la colonna raggiunge Prilùka, da dove, parte in ferrovia, parte ancora a piedi , arriva a Gòmd, in<li a Slòbin ~ul Dnieper. e, Il 9 marzo 1943 dalla g rande stazione ferroviaria di Slòbin ha inizio la partenza dei rn ccessivi convogli per l'Italia, via Bòbruisk Minsk - Baronòwicze - Brest Litowsk - Cracòvia - Vienna - Tarvisio. Sono treni che portano in Patria "quel che è rimasto" del fiore della nostra gente. Poche migliaia di esseri smagriti, storditi da una tra le le più drammatiche \'icrnde umJ.ne. Sono gli uomini che hanno percorso 800 chilometri di ste ppa invernale cd infernale, con 35°-40° sotto zero ; quegli uomini che, senza scarpe, senz a vettovag lie, senz a mezz i di sorta, h a nno combattuto e vinto, contro l'agguerrito, tenace avYcrsario, undici chsperate battaglie ,). A Schcbekìno, durante una sosta di tre giorn i, erano stati sgomberati su Charkov 7571 feriti e congelati. Con la colonna erano sfuggiti all'accerchiamento dei Russi, oh re ai feriti ed ai congelati, 6500 uomini della ,, Triden tina >•, ·B oo ddl :1
,<Julia ,,, 16 00 della ,, Cuneense,), 1300 della ,, Vicen za ,), 880 dd Comando del Corpo d'Armata alpino e <lei Servizi, 9000 T edeschi e 6500 U nghcresi. I Comandami ddh: Division i alpine ;, Julia >• e ,, Cuneense )\ cd · il Comandante della ,, Vicenza » erano stati fatti prigionieri. Complessivamente i caduti t:d i dispersi della nostra 8" Armata in Russia furono 84-8.30; i congdati 29.600. La maggior parte delle pe rdi te \e nne suhìta dalla rantcria e dagli Alpini.
V.
IL BA TTAOLIONE ALPINI
«
UORK AMBA
IN AFRICA ORIENTALE Come si può rilevare da quanto abbiamo detto in preceden za, g li Alpini erano troppo impegnati in tutti gli altri teatri di guerra curo pei e troppo necessari sulle Alpi, per inviare, anche durante la seconda guerra mondiale, qualche loro Unità in Africa settentrio nale, dove, dd resto, le particolari condizioni del terreno non avrebbero permesso lo sfruttamento del loro allenamento ai terreni mont~mi. Per conseguenza, per quanto riguarda l'Africa settentrionale, non dobbiamo ricordare, durante il secondo conflitto mondiale, l'impiego di alcun reparto alpino. Anche nella lunga lott:i sostenut:i in difesa del nostro Im pero coloniale nell'Africa orientale non vennero impiegate grandi Unit:1 ::ilpine; ma, fra le truppe che presidiavano l'immcmo territorio etiopico, figurò soltanto uno speciale battaglione Alpini e precisament e il battaglione (• Uork Amba ,,, il quale fin dal 1937 era di stanza ad Addis Abeba, dove rimase fino al marzo del 1938, per partecipare:, per circa un anno e mezzo, fino al dicembre 1939, alk operaz ioni di polizia coloniale. Esso ricordava col suo nome la g loriosa impresa della conquista dcli' Amba Uork; conquista de lla quale abbiamo già parlato: sia nel volume IV della nostra opera; sia in questo stesso volume, a proposito delle gesta compiute dai nostri Alpini in Etiopia. Il battag lion e: na formato - a differenza di tutte le altre Unitì alpi11e, che: Ìllljlla dravano ed inquadrano g ìov~w, della stessa regione - da ge nte proveniente dagli Abru zzi, ti.alla Lig uria, dal Friuli, dall e Venez ie.:, dal Piemonte, dalla Lomba rdia e dall'Emilia. C'erano g li anziani ~upe r~titi della Divisione ,, Pustcria ,,, i vetera ni della guerra 191 5 - 1q 1X ed anche g l i Alpini più g iovani: tutti g ià volontari per la g ua ra ital" etiopica o r.i dùamati per moliilit;izione. Come abbiamo già detto, il battag lione ,, Uork Amli:1 ., (11 1"11 nico a rappresentare, in Africa Orientale le nostre eroi che trttppc d .,
e- ->
1)-
m ont agna d1 tuui i reggimenti Alpini, dal 1° all'1 r'' e di tulle le cla~~i di leva. dal 1~100 al 1917. L' ,, Uo rk Amba ,) aveva organici cJ era dotato di armi simili a lluclli dei bat1;1 /:)<rlionì della Dìvi~ione ,, Granatieri dì Savoia ); , anche essa disloc:11;1 in Africa Orientale, cd era comandato dal tenente coionncllo Lui gi Pclusclli. Questi don:ttc assumersi il compito, prima di tutto, cli ridare al battaglione la sua vera lìsiono;nia alpina, visto che, durante le: operazioni di polizia del 1938-1939, esso avcYa perduto in parte le sue caratteristic he. particolari Iniziate k ostilità anche in Africa Orientale. il battaglione ,, Uork Amba n in un primo tempo fu adibito :11la difesa della Capitale dell 'Im pero: ma poi fu cle~1ii1.1,., a pn:,i,li;1rc b zona che va dalla periferia di . ..., - J\Jdis Ahcba fino al fiume ., :;;.-:.;.: Bvncgo. All ' uopo [uw no .-;:·~ -:~"?;: :1',.iJ~~~~f 1 : : ~:'. assegnati al battaglione un ... r, re p:1rto coloniale , due gruppi di squadroni {, Aquile Nere " e numerose bande armate. In pochi giorni gli Gli .·llr ì11i del l>a11ag!ionc .. L'orl( .1mbt1 " A lpini compirono una lun· ,. il foro ( ,'omanduntl' . · ga e difficile marcia nell'interno del territorio, fino :dì 'Omo Buiteg<). ìu ngo ii quaic disper~e e fece prigionieri gruppi di ribelli e si ded icò ;1 riwstiiuin: l'ordine nell:i regione. li battaglione ,, Uork Arnlu ·· si dimostrò quindi ben degno delle glorio~~ trad izioni delle truppe alpi ne alla ba-ttaglia di Chc;cn , durante la quale, 1' 1 1 febb raio 194 1. poichè le truppe indiane si erano im padronite di quota Forcut:t, \'en ne improvvisamente distolto dalle sue pmizio ni. all'o trcmità sud-0 rient;ik ciel fronte, per essere autotraspo rta to sul monte Amba. col compito <li ricacciare le truppe india ne dall'importantt' pmiz ione di quota Forcutà, nella quale gli In-
{!lesi, .l ieti del successo ottenuto, ammassavano uom rn I e nwn 1. 111 11 speranza di proseguire la loro azio ne offc nsi,·;1 \'c r,o rnn111 c Sanchil. Autotraspo rtato sulle pendici d i monte Amha, il hatt:igl io nt « Uork Amba ,) ne ragg iunse la sommità e quindi si portò sulla linea di partenza fissata per il con trattacco. L 'azio ne degl i Alpini. svo lta contemporaneamente contro la sinistra ed il tergo delle trup pe indiane occupanti q uota Forcutà, sorprese i nem ici che, dopo :ivc rc tentato inuti lmente di resistere, ripiegarono sulla sottostante Ll Uo ta 1616, abbandonando una gra nde q uantità di materi ali. L e truppe indiane, la cui forza comples~iva era di oltre un hatt:iglione, ebbero messi fuo r i combattimento 280 uomini. Gli A lpini, vittoriosi , occuparono l~Uota Forcutà e riuscirono a tenerla, respingendo con grande valore i contrattacchi inglesi. L ' az ione del battagl ione a Uork Amba ,, per la riconq uista di cim:1 Forcut;i fu così i-;n portante per la difesa - di C heren, ~be co nviene ricordarne m eno si ntetic:101entc le diverse fasi.
L,
11 gio rno 3 febbr::iio 1941 il battaglione si trovava di staccato, a presid:o di d iversi cantieri e fortini. sulla strada Addis Abeba - Gimm :1, qt!:mdo, in seguito ad un o rdine urge ntissimo. una autocoionna b c::ricava, trasportando! r) ad Add is Abeba, ove giungeva nel le primissime ore del 4 febbraio, per proseguire nella ~tessa matrina, sempre autotrasportato, verso Amba A !agi, dove si d ispo neva, alle dipendenze del generale Liberati, a difend ere con tutta la sua tenacia i'importante passo, <-1ua ndo fu di nuovo autotrasportato ad A smara . L 'ordine venne certamente imposto dall e nuo ve esigenze della g uerra; ma le varie compagnie dd battag lione <, Uork Amba >) si disper sero, lungo 1100 chilometr i, per la sc;i rsirà d ei m ezzi d i traspo rto. Tuttavia il Comando del battagiionc, g mnto ad A smara. ebbe l'ordine d i schicràrsi ver so C heren, per prendere ;ille spall e le fo rze ing lesi. n tenente colo nnel lo Pduselli, al coma ndo di u na compag ni:1. si era spinto nell a \'allat;1 del Bogù: ma dovette aneli ·cgl i in ter rom pere l'azione per portarsi \·erso C hcrcn. Le truppe indiane, ch e operavano in quel settore. avevano sfcr rato un attacco 24 ore prima contro ci ma Forcutà; cima che rnsti t11i sce un ·altura dolomitica, con t re ripidissimi picc hi , crgcnti~i fra 111011 te Sanchil e mo n te A m h:1. Sol tanto le valorose tru ppe alpin l' jlfll l '
554 v;1no :1Ccingers1 alla difficile impresa di rioccupare il rilievo che, rimanendo in posse~~o del nemico, poteva deterrnin:1re la conseguente caduta di Chcrcn. Il comand:.1ntc dd battaglione assic urò il generale Carnimco, comandante della difesa, che g li Alpini avrebbero fatto rimpossibik pur di riuscire nel compito loro affidato. Ma intan to violenti bornbardamcnti inglesi avevano g ià causato le prime. dolorose perd ite e, ~iccomc il !>:1 ttaglione avrebhc dovu1·0 compiere i primi movimenti in pieno giorno, vale a dire sotto il tiro dd k arri gl ieric n emiche, il tenente colonnello Peluselli fece abhandon.irl· gl i ·au10111czzi ed addossò i suoi Alpini alle pendici del monte i\1nb:1. Erano rimasti in 500 soltanto; ma attesero che il favore della noUè pcrn11.:11cssc di dar inizio alle operazioni. inizi o già deciso per k orè 2 ) dcli" 11 fchhraio . ()u:indo l'attacco potè pronunziarsi, csrn si rivelò subito parlico1:trmcntc cruento per gli Alpini, che si trov;1rono di fronte. per una errata ~cgnal:11.ionc, un reparto nemico, anzichè un reparto italia1\o. Cic'i non ostante, i bravi Alpini non si pcrdcttcro di animo ed, aprrndosi la strada a colpi di bombe a mano. riuscirono a superare la ten.1 rc di fesa degli 800 Indiani Sik, g uerrieri di indi~cusso valore, rn!11.~nd:i! i d:t l J uff-ìciali inglesi. Pr:m:1 dell';:!1);1 , :111:1 Fo rcut:i era stat:1 rc:,tituita ai Bersaglieri ed agli Ascari , che già tc::nev:1110 il resto della po5izionc. Purtroppo .il prezzo della cont-1uist;1 era stato alto: 80 Al11:n ( era no caduti g loriosamrn tc. ~fa il bot;_ino c.,Uur;1to c r.1 ingente e ,·i erano anchc dei prigionicri, rra i tpiali un capitano ingle.,e che rima~c molto meravigliato nel qpcrc: che le forze degli Alpini che :1,c,:1110 opc ratn ,:ontro dì loro non raggiungevano nèppurc gli dfctti,·i di due compagnie! !'\u11H-rosc furono le rìcompr nse :il valorè proposte ,, sul campo "· Ecco, :id rsc mpìo, Li moti \"azione di (jUt lla concessa al capitano Rrn nrn: 1no ti va1,ione chi.: dice tc~nialmc nte: (, Comandante la comp:1gni,i di l o l-1, o rn animo indumito. con sprezzo della vita , affro11l., \·;i c~· min:iÌ:i di ,·ohe la mortc pe r tr.b,Ìll,Hè Li propriJ cùm p<1gni;1 :1il'att:ino di posizione aspra e diruta, Ji forme \'èr:Hnemc dolom itiche, cJ ; 1 ,·olpi di bùmbc a nuno, di sas~o in sasso, di guglia ..in gugl ia, dopo qu:11110 ore di comban im cnt o, ne ~11id;n·a il nemico che si d ifendn a ~irc11u;1 rncntc. togliendogli una posizio ne di importanza capitale ,.. Su!Lv.ionc dkttu a1a dal battaglione riesce opportuno riassumere <Jt1:into lo ~tc~so cnrn:1nd:llltc dcll'<· Uo rk Amha " ehbc a scrivere nella sua relazio ne ufficiale.
55 5 Giunto co l battaglione ad A smara, il tenente colonnello Peluselli
rl1hc un collo quio col Capo di Stato Maggiore dello Scacc hiere Nord. I.a situazione sembra va grave e, pe r allentare la pressione inglese contro le nostre truppe impegnate nella difesa di Cheren, era necess.1rio • hc g li Alpini attaccassero senza indugi alle spalle le truppe inglesi hc minacciavano Cheren. Il battaglione avrebbe dovuto effettuare dk:u:e mentc, con i soli suoi mezzi, tale non facile, ma importa ntissi111(1 compito. Alle ore 21 dello stesso giorno 8 febbraio l' ({ Uork Amba » par1iva autotrasportato da A sm a ra per Abi Me nte!, località a pochi chilome tri da Cheren, dove venivano lasciati gli automezzi. Ad Abi Mc.: ntel l'eroico colonnello Lorenzini che, come è noto, doveva poi la'lia re la . vita sul campo, comunicò al Comandante il battag lione g ii ordini del Comando Scacchiere; ordini che modificavano quelli prern lcnti ed in seguito ai quali g li Alpini , alle ore 4 del giorno 9, ini1Ìa ro110 la faticosa marcia per raggiunge re le posizioni di prima linea, ,dia d estra della valle Bogrè. Per le incertezze dell a g uida. no n del tutto pratica della località, il bttag lione potè ragg iungere le posizioni di m o nte Ag her Bacac , .,lt,,11to alle ore II ; ma, in segu ito all a ricognizione dd terreno e d .11 :i Li situazione, le compag nie dovettero spostarsi ancora sulla si11i,1ra , marciando fino a m ezzog iorno del g iorno rn, data la necessità ,l j occupare tutta la testa ta della valle Bùgrè, ,)Ile, scopo di impedire og ni eventuale infiltrazione del nemico, che dalla testata della vall e 'l 1ddctta avrebbe potuto scendere in b reve tempo ad Abi Mentel. Un.a , o mpag nia compì anzi una ricog ni zio ne nella stessa valle Bogrè, sen 1.:1 incontrare reparti avve rsar1; ma do vette ripieg are pc rchè, per e rrore.:, i re parti di A sca ri sc hierati sulla destra d ella vallata, non a vvn titi in te mpo, avevano a perto il fuoco contro di essa. Durante la notte dal 10 all ' 11 furono raffor zate le posiz io ni ; 111 :1. mentre il la voro fer veva, al le ore 9,30 g iunse l'ordine d i abi,.111do n a re l'impor tantissima regione, sen za attendere la sosLitu zio11e ili altri reparti e n e ppure i quadrupedi necessari al traspo rto (Id 111:itcriale. U n ' autoco lonna a ttend eva ad Ahi Mcntcl l'« U o rk J\ mba >,, c he dn,·e1.1:i essere im provvis:1.mc nte trasportato a monte Amba . Immediatame nte do po il Com a ndante il battaglione venne chiall)a!o al Com a ndo d elb Jliazza di Cher en , d ove egli ebb e col gen cr.ile Carnimeo il drammatico collotp1ìo c he egl i stesso, nella sua re b 1io ne, rico rda .
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--6 )) Gli Inglesi, durante la notte sull'II , erano riusciti ad incunearsi fra il monte Sanchil e il monte Amba, impadronendosi della quota F o rcutà cd affacciandosi sulla piana di Chercn ed il generale do,,eva ricordare al tenente colonnello Pelusclli: <• S. A. R. il Duca d'Aosta ha detto che la salvez,.a dell'Impero dipende dalla difesa di Chercn. Per conseguenza la salvezza dell ' Impero è in mano nostra. Vinceremo o moriremo! ,, .
L'attacco, l'occupazione e la difesa di Q. forcutà ( 11 - 24 febbraio 1941 ). Data la situazione che si era determinata, gli Inglesi ormai dispone,·ano :1 (1uota Forcutà di llna porta larga oltre un chilometro in linea d'aria pt:r nnwvere su Cheren e la minaccia avversari:1 era così torte cd imminente. che bisognava ricacciare ::id. ogni costo il nemico da t1 uota F orcut:1 od abbandonare Cheren. Il Coma ndo della Piazza non di sponeva d1 altre truppe per com pie re b diflicìle azione che, per consctuenza, poteva venire af tìdata soltanto al battardione Alpini. · Versè; le ore ·18,30 quasi llllto il batuglione era ri~;n ito ai piedi di munte Amba.. Esso aveva dovuto subi re i bombardamenti d i mitragl iamenti degli :1erei nemici: percorrere :ilc11 ni chilnrnctri a piedi wno il tiro del le artiglierie nl aveva già subito pcrditc dolorose; ma il morak era sempre elevatissimo e I' i • Uork Amba ,), forte di circa 550 uomini. inizic\ la marcia verso la vetta dello stesse, monte Amba. Dopo un colloquio del Comandante il battaglione con il Comandante il Settore (colonnello Oliveti) e presi i necessari accorc'. i con l'Artiglieria, alle ore 22,30 gli Alpini iniziavano la marcia verso il nemico eJ alle ore 2~p5 suhiv;rno il primo scontro, il quale segnò l'ini zio delr::iccanito combattim ento che si protrasse fino alle ore .~,30 del mattino. Il terreno era rappresentato da un continuo susseguirsi di difficoltà, da un ripresenta rsi per diecine di volte di selle e di guglie dolomit iche e deg li ostacoli deila natura , resi più difficili dalle armi nemiche. Ma tutto ,·enne superato e la resistenza indiana vrn ne travolta a colpi di homhc a mano dagli intrepidi Alpini, che osarono l'impossibile per tenere fede al giuramento di « vincere o morire! n. Dopo oltre 4 ore di accanitissima lotta la quota Forcut;ì era in possesso dei nostri Alpini. La vittoria aveva arriso ali',, Uork Amba >,
557 cd i resti del battaglione indi ano Cipajs ,, , dopo essersi battuti valorosamente fino all'ultimo, erano stati costretti a ripiegare. Alle ore 4 del r 2 febbraio il collegamento con i Bersaglieri, ch e 1-acevano parte dell'u " reggimento '( Granatieri di Savoia », a sini (<
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,rr:i. rn l monte Sancl,il , con gli Ascari della hrigata Oliveti alla de-
,1, ;1, w l monte Amba, era no stabiliti ed il battag]i,Jnc Alpini , dopo ,,vn fatto perdere col suo valore agli Inglesi l'occasione di impadronir~i di C hcrcn, veniva asseg nato al ~ettorc monte S:rnchil. Durante lo svolgimento dell 'azione ~i era no vcrifìcat ì i1111um ere1oli epi sod i di valore. Rasti rico rdare, fra tut ti, l'Alpino Dc G:i speri
che, chiesta la wstìtuzionc da conducente per potere part ecipare alla iotta, dur;111te la fase pii:1 cruenta dd combattimento si offriva vok,nlariamentc per assaltare una mitragliatrice nemica a colpi di bombe a mano. Riuscito nello scopo e rimasto ferito, rifiutava di alk,ntanarsi ,_., fasciatosi sommariamente. partccipava nuovamente all'assalto all'ultima guglia, sulla quale cadeva, mortalmente ferito , con ancora ~ul k labbra il grido di << Viva l' Italia! "· La reaz ione nemica fu, nclk 48 ore ~ucccs~i\'(.:. tiua nto mai violcn1~1. I rnntrat.tacchi dfrttuati dagli Inglesi furono numero1i e con for ze sempre: maggiori ; nia gli Alpini , che ~i erano mostrati irresistibili nclL1ttacco, si mostrarono nella difesa ancora pilt saldi delle rocce natin: cd il nc:rnico dovette rcnckr!>cne conto, limitando ben presto l.1 propri,l .11ti vit?1, 5ul fronte della Porcutà, al tìrn delle Artiglierie e ddle bombarde. Anche l'avinione nemica volle avere la sua parte; ma un :1pp:1rccchio venne subito abb;1Uulo dalle mitrag li atrici degli Alpini.
Dopo la pl'rdira di cima Foffut;Ì. g li lng le~i, i quali avevano gi :ì amm:iss:itn ingenti forz<: intorno a Ch<:rcn, ~icu ri di potere con poche perdite conqui stare il mome Sanchil. moltiplicarono i loro contratt:lcd1i . dli' \ T lHH'. ro '< ' ll1 l)IT rc\l 1i nr i ~·on ; 1111111 irevnk tenacia da ::,a]i Alpi ni. i qu:1l i intan to la\'orav:1110 intensamente per rafforzare le conL1 uistarc po~izroni di rima Fon:ut:1. Ma il 24 febbraio il battaglione ebbe l'ord ine di and:1rc a difendere un altro settore, cioè quello che p:iniva da m onte Sarn ann:1 cd arrivava fìno al Beit Gabrù. Gli furono assegnati i hatt ;1glioni Ascari V e CVI, una batteria ed alcune sezioni di bombarde. Clicrrn , in1;111to, ~i apprcst:wa ;1 subire gli attacchi del nemico, il (Juale be n ~apcva che css,J. rappresenu va h chiave di tutte le op.era7innì e che h , 11;1 c·;1dui:1 gli ;a n ('bk offerto b pmsibilit:1 di pit1 deci~Ì\T azioni. Infatt i, :ill':llba dc:l '15 marzo, g li Inglesi attaccarono con F:rntcrie decise a tutto, dopo J.\'e rc per giorni e: giorni martellato ince~san tun <:nte i nostri reparti con tutte le loro artiglierie. Nel la difficile. trna(c resistenza, il b:1ttaglio ne ,, L:ork Amba r, si prod igò, accorrendo dovt: si aprJ\ :1 una falla, dm·c si doveva rico nquistare una pmizione perduta, dn\'e si dcterminaya più g rave il pericolo di perdere C hercn. Molti ufficiali er:mo morti o fe riti: ma il nemico, sorprc:-o da tanto valore, attenuc'> i suo i attacchi.
559 Anche il colonnello Lorenzini era caduto ed il tenente colonnello Pelusclli ebbe l'ordine di ritirare dalla linea il glorioso battag-lione << Uork Amba >J, d1e sarebbe stato sostituito da un altro reparto. Ma lo spostamento del battaglione non concesse agli Alpini neppure un'ora di riposo. Essi avevano combattuto sempre sotto il tiro efficace delle artiglierie nemiche ed erano veramente esauriti; ma era indispensabile, se si voleva continuare la resistenza, riconquistare il monte Dologorodoc, che era stato occupato dal nemico e che rappresentava un altro importante centro di resistenza per la difesa di Cl1ercn. Gli Alpini accorsero subito, senza alcuna recriminazione, nel settore di Prina, dove essi, compiuta una sommaria ricognizione, alle ore 23,45 del giorno 17 marzo, scattarono con impeto travolgente verso il nemico. Ma anche qui, per errate segnalazioni nostre o per segnalazioni fatte dal nemico per trarci in errore, gli Ascari, pronti a dare aiuto agli Alpini, non si mossero; mentre le mitragliatrici, i fucili mitragliatori e le nostre batterie rovesciavano valanghe di pro-· icttili contro i reparti nemici in piena azione. Il nemico, sicuro sulla sua destra a causa dell'inazione degli Ascari, si gettò allora contro il fianco degli Alpini cd in meno di un 'ora li ridusse in condizioni disperate. 11 60 per cento dcgìi gi:1 esigui effettivi del battaglione giaceva sul terreno e, mancando i collegamenti, il Comando del battaglione e quelli delle compag nie dipendenti non potevano neppure rendere nota al Comando superiore la tremenda realtà. I superstiti dell'(( Uork Amba " si attestarono, ripiegando, su un fronte improvvisato, tra molte Sanchil cd il Falestoc; ma il giorno ~eguentc, spinti dal loro spiccato sentimento del dovere, gli Alpini tentarono un secondo cd un terzo attacco ed il giorno dopo ne effettuarono un <.1uarto, non riuscendo a conseguire alcun. risultato e su-hendo nuove, gravissime perdite, in seguito alle quali, dopo l'ultimo attacco, i superstiti del battaglione rimasti ancora in grado di combattere erano ben pochi. Tuttavia gli Alpini resistettero alle Unità inglesi fino al mattino del 27, cioè fino a quando dovettero disperdersi per i monti e marciare per tre giorni e tre notti, per evitare. la cattu ra. Rinforzati poi da soli 90 uomini, trov:.1ti a Massaua oon 4 ufficiali, i pochi superstiti parteciparono ancora alla difesa di Massaua; difesa nella quale, combattendo sempre con eroica, disperata decisione, anche quel piccolo nucleo di Alpini del battaglione << Uork Amba " si immolò per l'onore della Bandiera. Dei 916 Alpini del battaglione ben 323 furono i morti e 46o i feriti e la gloriosa Unità di <..1ucgli uomini che, lontani dai loro compagni , nell'immensità dell'Etiopia,
a ,·cv:1nq sa puto t·sse r p ro n ti ad u g ni appello fin o al ~acritìz io supre111 11. :1vcva ~ubito perdite uguali al 75 per cento dei suoi effettivi, con u n coll:iudo al quale. in tutte le guer re. no n aveva potuto resistere :1k 11n escrcllo del mnndo.
;\-la ci ~u n bra o ppnrtu no, an ch e sulle u lt im e gesta del battaglione Al pini (' Uùrk A mh;1 ", r i;1ssu mcr c cd in parte riportare integralmente la gi:t citata rel:11.i«rnc 11 fì-ìc i:ile del lenente co lo n nel lo Pelu~elli. No n ostan te la reazione nem ica, il battag lione si dedicò, lavorando l,!iorno e notte, alla si~ten1;1;,Ìo m: difensiva del le posizioni ed al ,cr\'izi(; di patrnglianwnto per sorvegliare il nemico che, col suo jnrcn,o f unc·o . rC\C sem prs: più difficile L 1tt ivi tà degli Alpini: atti vità che cnm inc·iaYa a co n~cg uìr e buo ni ri ~ulta1i, t[llando , il 24 febbraio , giun~c l'ord ine del c:1mbiu. 111 un primo tcrnpll ,em l,r.n-;i c 11c il battaglione dovesse essere n:ind:1 1 n a r ipu,o, alle dirdtc dipcndrn,.t del Coma ndo della Piazza di C:hcrcn: nu, dopo nf<lin i e contrordini, gli Alpini, pur rirna ncndo ;i di :,pn,izi,,nc cki ~ ..o m ando s\1ddctto, furo no costretti a , t<H'C ancora in prini:1 li11l':1 e ,·1·n11cro im·iati, d ur:1 ntc la notte , a sostituire le 1
t ru pp(' del ,0110,ctt" rc P:nwtronc ( 1) . !h- 11-·h c ,c m prc \o:rormtù :1l l 'int c n •.o l uoco degli lnd iani , fuoco
dk· q ,uklic 1 ; ,!t,i 11 ii-,_·i., .! p~Tt'1nn :id im1,edi re i r iforni m enti più nece~,ar i, il ,,;tt ,,,l'tt<J rc \CIH1C , i!>tl'rn aro a d ifesa ; m e ntre l'att ività delle no~t rc pallug liL· tu1n :1 in ri,JKllu il ne111ico. Ma il gio rno 5 marzo, lll ieguit o :id ll l1 :1 1t ;1çcu i11 corrispo ndenza del sottosettore di destra, 1· .. Limk J\1 11h:1 " do,·enc la scia re il P anettone per trasferirsi ancora u na \'Olt:1 nel sono~ctt<1 r~· minacciato, do\'e rimase dal 5 al 17 marzo. La ,i w :11. ionc del iwm·o sottoscttorc, il cui ironte superava i 6 chilo111e1 ri . na \t:r;11ncn 1e critica . Per la crescente deficienza degli uomini u n trattù di circa 4 clulorn etri era tenuto da una sola compagnia di Ascari (' fu una \T ra fortu 11:1 se gli l n ~b ,i no n prnfì t taro no dell 'esig ua d cn~i1:1 de l nostro schieramento in tjUel tratto, così del icato per b di fe~:t dd l:t pia 11 ;1 di Clicrrn. \'i , to il pt:r ico!o, d uu11te !a ,:!:Ìorn:it:1 del 5 marzo e nella notte , ucct\~i,·:1, il sottoscnore \'en ne presid iato, com e m eglio era possibile, con i p(lclii n·p:1r1i ancora in grado di com batte re. ( 1) Co~Ì g li ,\ lpìni chi.1111:n ano un ':.1lLura p er
la su a c,1ratteri~1ic:i for m a,
Il terreno intorno a Chcren.
Dal Samanna al Beit Gabrù erano in linea 2 battaglioni di A~l'.. 1ri, uno dei quali già privo di ogni efficienza, ed il battaglione Alpi11 i, il quale, per sostenere gli Ascari, dovette esser suddiviso in plotoni ed in squadre che, intramez?.ati ai reparti indigeni, dovev;ino difcndcn.: i 6 chilometri della linea. Sembrava che il ncrnjco avesse aspettato soltanto che la linc;1 fosse almeno imbastita per cominciare a preoccuparsene, ed i11fa11 i dal giorno 7 marzo le artiglierie inglesi batterono senza interruzione tutto il settore; mentre l'attività degli aerei veniva aumentata nel modo più minaccioso. Dall'alba al tramonto ed anche nel corso clell:i notte, durante le ore di luna, gli apparecchi sorvolavano ad ondate successive il sottosettore, sottoponendo i difensori a spezzonamenti ed a mitragliamenti quasi continui. Fra tante minacce e tanti pericoli gli Alpini lavoravano intensamente a costruire reticolati e ricoveri: mentre con ardite pattuglie ostacolavano le ricogniz ioni nemiche. 11 mattino del 15 marzo alle ore 8 i tiri delle artiglierie impcdivano ogni comunicazione con la piana di Chercn e rendevano impossibile ogni movimento anche sulle posizioni. Ben presto l'aiuto degli Alpini cominciò a venire invocato da diversi punti del sotto,cttorc. Gli Asca.ri gridavano: ,, Aiuto Alpini! Non teniamo più; 11~ gono rinforzi! >) . L'attacco nemico si era pronunciato, intanto, con maggiori forze sulla sinistra (monte Samanna) e, riuscito a contenerlo sulla dest ra , il battaglione « Uork Amba >) dovette richiamare gli uomini non impegnati sulla sinistra, facendo di tutto per respingere gli Indiani , non ostante la grave e crescente inferiorità delle forze. La lotta durò accanitissima fino all'alba del giorno 16 e si concluse miracolosamente a favore delle nostre truppe, che riuscirono a tenere la linea quasi intatta, con innumerevoli prove di valore da parte degli ufficiali e dei gregari. Un ufficiale e 7 soli Alpini respinsero per oltre un'ora a bomhc a mano il nemico. Vennero messi tutti fuori combattimenro ; ma permisero l'affluenza dei rinforz i nel punto minacciato. Un Alpino, tale Carati, ripetutamente ferito ed impossibilitato ad adoperare il br:ic io sinistro, strappava coi denti la sicurezza delle bombe a mano, c h<' continuava a lanciare imperterrito, volendo far pagare care agli In glesi le ferite riportate, e soltanto con la forza si potè allont;1n;1rlo dalla linea. Nel sottosettore del Panettone il nemico era riuscito a sfond;1r<' e minacciava il fianco sinistro dei difen sori, così che fu rwcc~~. 11'1 11
collegare il monte Samanna col monte Amba, impiegando 4 squadre
di Alpini. {I 16 marzo la lolla riprese ancora più accanita, per intensificarsi nella no tte e nella giornata del 17. Tuttavia gli Alpini e g li Ascari resistettero sul Samanna e contrattaccarono decisamente nel sottose~tore Panettone; ma, quando il n emico cominciava già a cedere, il Comandante il battaglione ricevette l'ordine (ore 13,30 del r7) cl.i riu nire i supe rstiti ai piedi del mome Amba, dove un'autocolonna era pronta per trasportarli in altra localit:1, nella quale il pericolo era di\'enuto ancora più grave.
Monte Dologorodoc, Calvario degli Alpini ( 17 - 27 marzo 1941 ). " Con fesso c he - sc ri sse test ualm e nt e in proposito il Comandante il battagliolle - sul m om e nto ebbi un m oto di ribellione. Da 130 ~ iorni non a\·cvo n e ppure per un 'ora tutto il battaglione riunito a mia disposi zione. Da 45 giorni l' " Uork Amba ;, veniva sbalest rato a dcs, ra e .1 sini,;tr.1, ,;cn;,.1 un'o r.1 di rip<>~o. Da 40 giorni i miçi Alpin i era no stati sottoposti all'incessante fuoco nemi co: avevano tenuto duro in una serie di combattime nti accaniti: ;1ve\"ano turato molte pericolu~c falle e sqffc rlo la fanK, la 3clc, il son110. D a circa 60 ore combattevano acca nitame nte. sen za mang ia re. n è be re e, se io ero ancora virn, lo d o vevo ad un miracolo . .. !l breve moto di dispetto cedette p erò subito al dovere. <1 Date le consegn e nel mo do più opportuno, onde evitare un di sastro al sottoscttore, ed impartiti g li ordi ni per la riunion e del battag lione ai piedi del Samanna, mi recai al Comando della Piazza di C heren, dove ero st:ito co nvocato. (< Il battaglione doveva attaccare monte Dologorodoc, c hiave de ll., d ik:,a di C hcren, che t:ra ~Lalo com1uistato dagli Indiani 24 ore prima. Bisog na va riocc uparlo a qualunq ue costo. ,, Feci presente la situazio ne morale e materiale dei mi ei uo mini e n o n potei t ratte ne re le lacrime: - Il battag lìont: Alpini ha bisogno almeno di qualche ora di riposo; non ne pul> più, dovete credermi! - Domani vi promuoverò colonnello sul campo. - No n so st: gl i uomini potranno sopporta re tale sforzo. - Agli Alpini si può chiede re anche l'impossibile ...
L',-/mba Uork e la quota
1fJ16 ,
ndla guara italo - etiopica ( 1935 · 19,6).
•< Dal più che drammatico incontro, che ebbe vari tt:Sllmon 1. uscii deciso a tutto. L'onore degli Alpini sopra ogni cosa. •< Ritornai ai piedi del m o nte per rilevare il battaglione. 11 <foimpcgnarsi in combattimento, in pieno g iorno e con i reparti frammischiati, fu tutt'altro che facile e soltanto alle ore 19 potevo contare su circa 500 uomini, perchè divt:rsi nuclei di Alpini , già troppo impeg nati, non poterono abbandonare la linea e raggiunsero le loro compagnie soltanto il mattino del 18 marzo. Poche parole d'occasio ne, rapido irrigidirsi di schiene e di teste, e partenza. « Alle ore 21 si raggiungeva il Comando del setto re. Alla pallida luce della luna mi vennero date le comunicazioni del caso. Il Comando prendeva intanto gli opportuni accordi telefo nici con i reparti laterali e con le artiglierie ed alle 22 si iniziava il movimento per l'attacco e si percorreva no circa 2 chilometri in terreno scono~ciuto, marciando verso l'ignoto. Sullo sfondo il Dologorodoc ; che dominava tutta la difesa di Chen:n. << L ' attacco, in concomi tan za con una colonna agente sull a 110~1ra sinistra e con l'appoggio di fuoco dei reparti sulla destra, doveva ~ostare alle 23,30. " Il comh:ittimento di\':1mpè'i viokntcmcntc, sostenuto tmto con k bombe a mano; la prima linea nemica venne ~ubi to travolta e furono catturate non poche armi automatiche. « L'ava nzata cc,ntinuò implacabile: gli Alpini trarnlsero ogni rrsistenza ed erano ~iunti o rmai sotto ai reticolati nemici, ad un palmo dalla vittoria finale, quando av venne l'imprevisto. La nostra Ar11glicria, ingannata dai razzi degli Indiani, ci colpisce in pieno. La nostra colo nna dì sinistra è ferma. Il fuoco dei rep,irti di destra riesce corto e colpisce anch'esso gli Alpini, sottoposti da parte del nemico ad un intenso fuoco anche sulla sinistra ed alle spalle ... E ' un inferno, dal quale ci è giocoforza liberarci, pur col cuore straziato per la viitoria sottrattaci all'ultimo minuto dalla cal li va sorte. <( Prima ddl'alba riusci i ad imbastire un~ 1 linea fra la regione Pozzi e le pendici di monte Zeban, chiudendo così in qualche modo la porta agli Indiani. Era l'unica posizio ne possibile, quantm1t1ue 1utta allo scoperto . Lì m i raggiunse nella g iornata l'ordine di riattaccare ancora alle o re 17,30, in concomitanza con altre colonnt: opc1anti sulla destra e sulla sinistra . L 'ordine di operazione diceva: Pur co noscendo le condi zioni morali e materiali ... l \, Uork A mba ,, , depositario delle g lorie alpine in Africa, saprà essere di esem pio e d i ~uida ai re parti colo niali ...
,, Alk ore 17,30 del 18 marzo gli Alpini compiono ancora un balzo leonino; ma la luce è ancora troppo alta e la reazione avversaria ci ferm a immediatamente. L'azione viene ripresa alJ 'imbrunire e, verso le ore 19,10, si prende il contatto con il nemico. Vengo ferito. " L'avanzata delle colonne laterali procede a stento ed il. fuoco nemico è tutto contro di noi. Il battaglione \'iene duramente provato. Perdite g r;1vi. Bisogna rctron:dere. Un nuo vo attacco viene tentato alle ore 1 ,30 del g iorno 19; m;1 con identico ri sultato. U n ultimo, di\p<.: rato tentativo viene antora ripetuto alle ore 4,30 del g iorno Jq. li g ruppo d'assalto, al comando dell'aiutante maggiore, che cadrà poi anc h'egli ferito, giunge si no agli ultimi reticolati ; ma qui viene definitivamente fermato. ,, Mi si ordina in modo perentorio ii ricovero in luogo di cura. I resti del liau:aglione, con un solo capitano ed u n solo subalterno superstiti, rimangono sulla linea . ,, G iorni d i martirio. I bombardamenti dell'Artiglieria e l'azione degli aerei assottigliano sempre più il glorio~o manipolo. che tuttavia resiste e respinge ogni attacco nemico. fino a che, nella notte sul 27 marzo. i va lorosi Alpini vengono ìnc iricatÌ di rnprire l;i ritirata ;illc !rupi'-:: di C hercn. " Pressati, as~aliti, circondati Ja og ni parte. gli Alpini si apro no il \·arco e soltanto poche diec ine di essi raggiungono, dopo ci rca 100 1.'.hilometri di marcia in zon::i montana, :\:;mara, dove, riunendo i pochi cleme nti lasciati al la base ai conducenti ed ai pochi Alpini dim e~si tb ll 'ospedale, compresi 4 ufficiali no n ancora compktamrnte g u.ir iti. rosli t uisco no un g ruppo di 5 ufficiali, 7 sottufftciaìi e 12.3 uomini, che la sera del 30 partono per Massaua, incontro alla loro sorte. " E così il batt.1glione Alpini " Uork Amba ,,, che per avere combattuto ovunc1ue era sembrato al nemico almeno un reggimento, chiude gloriosam ente l'qx,pea di C heren, quasi completamente di~1rutto: ma non domo. ,. Chiudo c1uestc brevi pagine dedicate ai miei Alpini, ricorda ndo ancora il nome di due umili eroi: due nomi che vogliono rappresrn tare c1uel li di tutti gli Alpini caduti , di tutti quelli c he diedero in olocamto la vita per la Patria. L' Alpino Emilio Corti, gravemente fe rito durante uno degli attacchi al Dologorodoc, ai compagni che voleva no soccorrerlo rispondeva : A ndate a11a11ti; 11011 preoccupatevi rii me: ma prendete la posizione! Poche ore dopo, ad altri compagni ( he. ripiegando, volevano portarlo via. disse: Ormai è inutile, per me è finita , .-alt1atcvi {!OÌ: V iN1 l'Italia!
« L'Alpino Davide Peli, qualche ora prima del ripiegamento, vi~,a una mitragliatrice nemica che da pochi metri batteva gli ultimi ,uperstiti, presa una bomba a mano, si lanciava sull'arma nemica, ~ridando: Adesso la faccio tacere io! Raggiunto lo scopo, cadeva poi rolpito a morte, gridando: Viva gli Alpini! Nel volume << La tigre attacca » (The tiger strikes), pubblicato nc.:I 1942 dal Direttore delle pubbliche relazioni, con l'autorizzazione dd Governo dell' India e con una prefazione del generale Wavcll; volume che narra le gesta compiute, negli anni 1940 - 1941, dalle Divisioni indiane 4" e 5", viene obbiettiYamente riconosciuto l'impeto vi uorioso e la gloriosa resistenza d ei nostri Alpini. Per il valore e la tenacia dimostrati durante la battaglia di Chercn , il battaglione Alpini « Uo.rk Amba " conseguì la medaglia d'arge nto al valore, con la seguente motivazione: « Durante aspra, prolungata battaglia contro preponderanti for'l.c:. terrestri ed aeree, impegnato in successive., critiche situazioni, si 1m poneva per elevato spirito guerr iero, tenendo testa, a costo di sanguinosi sacrifizi, ad agguerrito :ivversario. cui dava luminose prove d'indomabile tenacia e valore(/\ .O., <J fehh r:,io - 27 marzo r941) ,,. Così - scrisse in prupusito ii gu1c1 alt: Olmi 11dlu i,tudiu gi~, più volte citato - si concluse l'epopea del battaglione ,, Uork Amba ,,. Nel declino triste dell'lmpero, già consacrato a Ila Patria da tanto satrificio e da tanto bvoro di ltaiiani. ic sue gesta testimoniano uno , pirito che non mnrrà m::ii nei \nlrbti dclb rnont:wna, canaci d'ancl:tre, oltre ogni umano limite, ai vertici del sacrificio co~1sapevolc. Mancò il peana della vittoria, che s'era librato sui battaglioni della " Pusteria 1, cinque anni prima, in quelle terre stesse; avevano fatto difetto tutti gli elementi basilari, che sono, per la struttura tattica e logistica degli Alpini, altrettanti canoni religiosi. Ma non era ~lato davvero assente dai ranghi dd reparto lo slancio meraviglioso ; nè nella lontana Africa furono inferiori alla tradizione la resistenza morale e fisica, la tenacia indomabiìe. ii ~e nso più puro del dovere!
VI.
DOPO L' 8 SETTEMBRE 1943
Non pochi dei libri e degli artirnli che si sono pubblicati, in Italia e all'estero, sui forwnosi avvenimenti dd 1943, affermano che (esercito italian o, ail'annunzìo dcll"armislizio, si disciol se come nebbia al sole e che, hcnchè nelh penisola si trovassero, al la data dell'8 seltcmhre. 11011 poche Divisioni no~trc, esse non opposero quella rcsi~tenz:1 d1 e anehbcro dovuto e non riusc irono ad impedire che le truppe tedesc li<.:, da !'\;1pl)li alk Alpi. deportassero in Germania .innumncrnli uomini , obbligassero le nostre industrie a produrre per ìoro e (accs~cw inccaa, a prol ittP ddb ( ;nmania, delle ultime ri~n:·::.::- eh:: e~ ri!n~1ncYanoA :'.'\on ~i può cc.:rto negare che. per la situazione creatasi alla caduta del regime fascista e din:n ut:1 st·m prc più grave, a mano a mano c he le fo rze gernunidK afflui-,ano in lt:dia, molti dei Comandi delle nostre Grandi Unitù furono m e~si impro,\'isamente, con la frode o con la forza, 11cll'impossibili1;'t di e~crcitare la loro azione ; clic: akuni reparti \'e nncro sciolti dagli stc:s:-.i comand:rnti per s:tlvarc i loro uomini dalla cttn1ra e dalla deportazione in Germania; che altre Unità, circondate dai Tedeschi, subirono un ignobile ricatto e si arrc~cro per risparmiare i minacciati bombardamenti alle popolazioni civili e per non aumentare le devastazioni e le stragi; che qualche re!Jarto, infine, improv visam en te privato dclL.11.iun<.:, ddl'asec:ndentc e del l'esempio dei comandami , si sciolse perchè, ,lopo le promesse di un 'abile propaganda, l'armistizio, per i snidati, st:mchi e delusi da tre an ni di inutile guerra, significava, finalmente, il sospirato ritorno alla famiglia lontana. Ma. se tutto questo è .innegabile. non è men vero che, anche se non svolta ro n dcci sÌ\'C azioni'-tattiche, 11011 sempre coordinata dai Comandi delle Grandi Un it?1. sporadica e spezzettata in. cento episodi diversi. rimasti ancora ignoti :.ill a g rande maggioranza dei cittadini, la reazione imrncd ì;it;1 aib prepotenza teutonica da parte del-
57 1 l'esercito non mancò e, pur riuscendo, prr quanto abbi.amo già detto, assai difficile, fu sempre accanita ed a volte gloriosa. E, se soltanto nei casi più fortunati potè essere effettuata da vere e proprie Grandi Unità, essa venne dovunque tentata dalla maggior parte dei reggimenti e dei battaglioni, per l'iniziativa dei comandanti in sottordine e per la volontà degli stessi soldati . All'atto dell'armistizio il nostro esercito si trovava con le sue Unità sparse in tutta l'Europa e quindi nell'impossibilit~1 di accorrere tempestivamente:: alla difesa del territorio nazionale, nel quale, non appena caduto il Fascismo, le efficientissime Unità, che l'alleata Germania ci aveva lesinato quando e do ve pitt urgente e necessario appariva il soccorso, erano discese in gran numero, avevano occupato i campi di aviazione cd i punti nevralgici di tutto il Paese, si erano interposte tra i nostri reparti, dominavano i Comandi cd avevano già preso tutte le misure per isolarli dalle truppe che ne dipendevano. Ormai non si trattava più di alleati, desiderosi, come essi affermavano-, di unire i loro sforzi ai nostri per la difesa del suolo italiano; ma di truppe occupanti, di nemici accampati nel nostro territorio con tutte le loro minacce non vane, di C api e cli gregari che, dopo averci i11Jotto aJ affrontare tulti j pcrin.1 li ddla luuga lolla, ora vokvano impedirci di manifestare la nostra amara delusione e la nostra ben g iustificata stanchezza. Se, come aveva proposto ii nostro Comando Supremo, la pubblicazione del concluso armi~tiz io fmse stata ritardata solt:intn d i t1ualche giorno, la situazione avrebbe potuto venire migliorata ed a tale scopo erano stati già predisposti ed in corso di esecuzione i movimenti per raccogliere a difesa della Patria il maggior numero delle nostre Unità; ma l'improvvisa noti z ia dell'armistizio non ne rese possibile la completa effettuazione ed impedì che gli ordini già emanati per la lotta contro la Germania giungessero in tempo a tutti i Comandi cd a tutte le truppe. Per conseguenza, in og ni teatro di lotta, le Unità dell'esercito dovettero iniziare la nuova fase della guerra con i r eparti di visi e lontani, con i Comandi messi improvvisamente nell'impossìhilità di esercitare la loro azi.o ne coordinatrice, con le Divisioni ed i reggimenti circondati e spesso frammischiati con quelli tedeschi. Nè, a malgrado dell'eroica decisione dei Capi e dell'abnegazione dei gregari, l'iniziativa dei comandanti in sottordine poteva riuscire da sola a porre rimedio a tanti mali, visto che l'Italia si trovava nella :1ssoluta impossibilità di alimentare la resistenz a dei suoi r eparti e che
gli ~tes~i nuovi alk:11 i non potevano approntare j promessi trasporti eJ i neccssni rifornimenti per I.e nostre 1mppe. A malgrado di tante circostanze av,·crse, b disperata lotta venne iniziata cd innumerevoli [mono gli episodi di eroismo . Non pochi fC11<:rali caddero alla testa delle loro truppe o dav:111ti al plotone di
t·se..-t1zione; rno lti~~i m i ufficiali , per n mancre fedeli al loro giuramento, res pin sero costan temente ogni più lusinghiera offerta cd accctt:irono SC'.ren:1m cn te il manirio: numerosi reparti combatterono eroicamente fino ,1 ,1uando nqn m a 11c1ro110 loro gli alimenti e le munizioni: innumerevoli soldat i seppero dimostrare, anche col sacrilìzio suprem o, la più assoluta frdeltà al loro dovere. Nei pochi casi nei tiuali alcune no,trc Unit:1 do\'Cltero arrendersi, la rinunz ia alla lotta
5ì ; venne ottenuta dai Tedeschi, più che col combattimento, con la frode e con la sorpresa. A dimostrare quanto sopra, basta citare .i molti ssimi esempi di <-tuelle Unità che combatterono strenuamente insieme alle truppe anglo-americane, formarono, alimentarono e diedero Capi esperti e sicuri alle bande dei patrioti, aiutarono con fraterna prontezza i partig iani francesi, greci, albanesi ed jugoslavi e concorsero efficacemente alla vittoria comune.
Per quanto riguarda gli Alpini, alla data dell 'armistizio si trovav:mo in Italia le Divisioni « Julia " , " Cuneense ,,, « Tridentina )) ed " Alpi Graie ». Si trovavano, invece, al di là dei nostri confini: in Francia b Divisione alpina << Pusteria )) , in zona d'armistizio ed in Mo ntenegro la << Taurinense "· Le Divisioni <( Tridentina>•, « Julia )) e " Cuneense•), dopo le gravissime perdite subìte in Russia, erano in via di lenta e difficile ricostituz ione; ma ancora incomplete, specialmen te per quanto rig uarda le armi. Date le loro precarie condizioni, esse non poterono resistere alla crescente pressione gcrmanicà. La Divisione " Alpi Graie n, al Comando del generale Gorlicr , tumprcndeva i Gruppi Alpini III (battaglioni: <• Val Pdlice '>, <• Val Dora )) e<( Val Fassa l>) e IV (battaglioni: (( Susa•), Val Chisone ))' u Vall'Orco ))). Essa dipendeva dal XVI Corpo d'Armata, al comando del generale Carlo Rossi, ed era schierata sulla linea, appena :1bbozzata, che avrebbe dovuto difendere il fronte a terra di La Spezia, Piazza importantissima specialmente per la nostra Marina milj. tare, intorno alla gualc premevano ben tre Divisioni tedesche. Gli Alpini erano schierati su 30 chilometri di fronte e, nella giornata dcli' n settembre, i loro reparti vennero circondati òai Tedeschi e sopraffatti dopo accaniti combattimenti. Gli Alpini del battaglione 1, Val Fassa i, pol"erono anzi prolungare la loro tenace resistenza fino al 14 settembre. La Di visione « Pusteria >' si trovava, come abbiamo già detto, al di là del confine francese, in zona d'armistizio; ma aveva già avuto l'ordine di cedere la zona Grenoble - Gap - Digne alle truppe germaniche, di rientrare in Italia e di schierarsi a difesa delle Alpi, fronte ad ovest. (t
Subito dopo l'S sdtc:mbre il Comando della Divisione venne orl°o ntl:ito e fatto prig io ni ero a Gn:noble ; lluello dcll ' 11 ° reggimento A lpini resistette per due g iorni a Gap; il 7" reggimento, al comando del colonnello Lorcnzotti, era già in vi;1ggio per to rnare in Patria, dove riu~cì ;1 giungere, per venire, il 12 settembre, sciolto. L'n " rcggimu110 Alpini presidiava in Francia i l Dipartimento ddlc " Alte Alpi " e parte di l! uello delle ,, Bas~c Alpi i,. Il suo Comando. af t·ì dato all'a llora colonnello Domingo Fornara, era a Gap n l il reggime nto do\'t\'a essere ~ost ituito, nella vasta zona affidatagli, da trnppc germaniche c he, infaui , erano g iunte a Gap nei primi giorni d i scltc rn h rc. Il giorno 6 scrtembrc .i preparativi per la partènza erano gi21 ult irn :11i: il g iorno 7 era partito d:1 Grmoblc il primo scaglione del ba ttag lione ,. T rento ,, : altri reparti aveva no raggiunto le diverse st::,zioni di imln rco cd i battaglioni " Bolzano ,, e " Bassan o )\ avevano ~ià caricato sui treni i mater iali e le autocarrettc. · t\pprcs:i b noti zi a dcll'improHisa c~ittura del Comando della " .Pmteria ,. , ()Ucllo dcll'n " dispose p e rc hè tutti i reparti del reggime nt o si co ncentras~ero a Gap: ma, a ve ndo rifiutato di cedere le .i11ui ai T c1.h.,~d1i, l!Ut·~Li ..:irlulldarv nu gli aùa11lo11.i11tcnti d,;,gli Al pi n i e la slcssa sede del Comando del reggimento ed ini z.iarono le o~til it:1, ;ille quali i nostri resistett ero tenace mente tutta b notte sul 9 ~cl tc mbre e ( h c vennero riprese Ì:I manina successi\'a, non appena venne opposto u11 m10,·o rifiuto a (c:dere le :mn i. r Tè<kschi ccrca\':t no dì col pire l 'inte rno d el ca~cggiato sede del Comando del reggi-ment o, co n l' n ·idcnlc scopo di provocare p erdite e di costringere i nostri alla resa . Jl C:om:mdantc 1' 11 ° cercò allora di liberare la sua ~ccle. ri correndo agli sc ritturali cd ai Carabi nieri d ella sez ione reg~imentak. alloggiati altrove, in un convento, contro il quale si presumeva c he i T edeschi n on avessero agito. lnfatt i :1kun T edesco era a ncora a pparso nei pressi dell'accantona m ento del pe rsonale ddìa Maggiorità e ddi"i\mministrazionc; per~o n ale al lJU:tlc ve nnero mandate k istruz ioni necessarie per la ra..:colta degl i uo m ini, il loro armamento con numerose bombe a mano cd il loro av\' icinament o all a sede del Comando, in modo che il loro intervento contro i T ed esc hi coincidesse con un tentativo di sortita da parte degli assediati. L 'azione doveva aYer luogo alle ore 6,30. Intanto a Gap si com batteva anche alla caserma Reg nier. Forze germaniche ne c ircondava no il perimetro e, con le armi automatich e post;i tc di etro i com ig noli ed alle finestre delle case circostanti, bat'-
levano il cortile, gli ingressi, le finestre. Un nucleo nem ico era anzi ri uscito ad irrompere dalla porta carraia e si era asscrragl iato nc.: 1le scuderie, minacciando gli Alpini che occupavano la caserma. I combattimenti proseguirono fin verrn le 6, allorchè il Comandante tedesco chiese un 'altra volta di conferire col Comandante \'n" Alpini, dal quale ottenne un nuovo rifiuto di cedere le armi. Verso tè ore 7 raffiche di fucili mitragliatori intorno alla sede dd Comando del reggimento annunziavano l'attacco degli scritturali e dei Carabinieri. Esso dovette cogliere di sorpresa i T edeschi, che perdettero subito parecchi uomi ni ; ma in breve la reazio ne di numerose armi automatiche si rì volse sul piccolo reparto, che subì gra vi perdite. Cadde per primo, colpito al petto ed al viso, il maresciallo Rossi dell'Ufficio Amministraz ione; gìi succedette nel comando e cadde poco dopo anche lui il sergente maggiore Elio Del Moro dell'Ufficio Matrkola; accorse a sostituirlo immediatamen te e caJde per rcrzo il sergente m aggiore Narciso Brigado dell'Ufficio Maggiorit;1 ; ,I (1uarto ad assumere il comando del gruppo fu .il sergente m aggiore C.amillo Luciani , il q_ualc, benehè feri to gravemente ad una spalla, continuò ad avanzare, mentre attorno a lui cadevano il caporale Gi u~cppe Oss . l' Al pino Marino Hacci, il C:trabinicrc Gi0vanni Pradella e venivano feriti molti altri. « Senonchè appari va ormai chi aro - scriveva lo stesso colonnello Fornara nella sua relazione --· attran ~rso b reazione tedesca, le dure perdite da noi subite e lo squilibrio dell e forze, che l'azione degli scritturali e dei Carabinieri sarebbe riuscita ad irrompere nell'albergo ed a collegarsi con la mia; ma non a neutralizzare il tfopositivo tedesco di accerchiamento e ad ottenere lo sblocco del Comando. Infa tti i rochi superstiti della Maggiorità e dell 'Amministrazione una ventina circa - riusciro no a raggiu ngere faticosamente un muricciolo delimitante il giardino pubblico, a distanza di assalto dall'ingresso principale del Comando. Da El, attraversata di slancio , subendo nuove, gravi perdite, la strada interposta, irruppero nel C',omando e si unirono a me. L 'avvenuto congiu ng imento costituiva un successo; m a il dispositi vo tedesco attorno al Comando permaneva integro e la situazione generale andava peggiorando. <( Infatti le truppe della caserma Regnier apparivano ormai im potenti a rompere il blocco. Nè io sarei stato in gra<lo, anche riuscendo a sbloccarmi, di apportare loro dall 'esterno un aiuto risolutivo , data l'esiguità delle mie forze. Mancata la possibilità di liberarci, era chiaro che la nostra infe rio rità sarebbe andata accentuandosi e che og ni
resisten za sarebbe ormai r imasta fine a se stessa. ln questa contingen za gi udicai c he un ulteriore spargimento di sangue fosse da evitare " · La ha11dier:1 del reggimento venne allora bruciata, di stribuen done i lembi agli ufficiali e conservando la freccia e le decorazioni. li carteggio di particolare interesse, i cifrari, tutto ciò che in mano nemica avrebbe potuto servire a nostro danno, vennero distrutti ed i T edeschi, a riconoscere il loro valore, dovettero lasciare le armi a tutti gli ufficiali. La truppa avrebbe accantonato le proprie in appositi IOl.'.ali, dove sarebbero state ritirate 1n segu ito dai nemici, che dovettero lasciar se ppellire con gli onori militari gli Alpini caduti, visitare i feriti, permettere cl1t il Colonnello parlasse ancora una volta ai suoi Alpini. Cosl le ostilità potero110 cessare e pochi giorni dopo anche gli ufficiali e gli Alpini dell', 1" reggimento furono deportati in Gern1arna.
Il
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Raggruppamento Sciatori, m entre g li altri battag bmi sta-
\':rno tr:1sfrrendo~i, il 9 settembre, dalb zona C lurnbery-F.vian \'trso la valle di Sma , avc\'a ancora al l\fonccnisio il battaglione omoninw
che, come ved rem (), nell a notte sul 10 settembre, riuscì a respingere una colo nna tedesca. per ripi egare poi su S. Didern, don: il 12 settembre \·enne anch 'esso sciolto. La resistenza dd lli1ttaglionc sciatori F Moncenisio venne tent:na per chiudere ai Tedeschi la via dell'Italia e, perchè i lettori ved ano come, anc he senza ordini superiori. le nostre Unità minori abbiano cercato di. compiere il loro no n facile dovere, reputiamo opportuno riassu mere g uanto scrisse in proposito, nella sua relazione ufficiak, lo stesso comandante del battaglione, tenente colo nnello Gim·anni Gram.aglìa. Ndb notte ~ul \J settembre egli aveva fatL) ass umere alle compagnie del battaglione lo schieramento più opportuno, allo scopo di impedire alle truppe germaniche, provenienti dalla valle dell'Arc, di :ipri rsi il passaggio verso Torino éd aveva dato ai reparti l'ordine di r eagire immediatamente ad ogni atto di ostilità. Nel la mattinata un ufficiale tedesco venne a chiedere il disarmo delle truppe ed .il libero transito per Susa. Entrambe le richieste vennero respinte ed un secondo tentativo d 'avvicinamento fu interrotto con qualche raffica di mitragliatrici dalla 101• compagnia. Nel po)>
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579 1111.: riggio si perfezionò lo schieramento del battaglione, si costituirono 11\ervette di munizioni e si distribuì ai soldati un rancio caldo di ripiego. << Verso le ore 22,30 - , narra il Gramaglia un ufficiale tedc~t·o, approfittando della nebbia, si portò a circa 60 metri dallo sbar1,11nento anticarro, controllato dal tenente Bonzo; mentre una voce /tridava: - Non sparate. Sono un ufficiale italiano prigioniero dei l'cdeschi; hanno le baionette puntate alle mie spalle. li comandante tedesco desidera parlare con un ufficiale italiano. <( Il tenente Bonzo rispose: Vengano avanti soltanto l'ufficiale tl:iliano, il tedesco cd un interprete. <( L ' ufficiale tedesco, portatosi a pochi passi dal nostro sbarramento, espresse il desiderio di parlare con il Comandante del batta~lio nc e, riconoscendo il valore degli Alpini, si disse sicuro dì poter ven ire ad un amichevole accordo. << Ma, mentre si svolgeva questo dialogo, un nostro nucleo di , k urezza avanzata mandò a riferire al tenente Ronzo che erano stati .1vvistati circa quaranta Tedeschi che si avanzavano cautamente, con !'evidente inten:;;ione di tentare un colpo di mano. 11 tenente troncò .,llora bruscamente il colloquio col T edesco, intimandogli di ritirarsi r dicendogli che, se non si fosse attenuto all'intimazione, avrebbe iniziato il fuoco. « Mentre l'uHiriale gc rm,1niw in<lictreggiava, un Alpino di vedetta dette l'allarme, avendo no tato qualche movimento · di soldati dietro al parlamentare. Si constatò poi -trattarsi di una colonna autoc:mata, della forza dì circa tre compagnie, preceduta da autoblinde che, profittando della fitta nebbia , si era avvicinata al nostro dispositi vo a moto re spento. ci Il comando fuoco venne subito dato alle due prime squadre della 102a compagnia, che riuscirono ad immobilizzare cd a catturare una autoblinda; m entre i Tedeschi, balzati dagli autocarri, aprivano il fuoco sui nostri reparti. S'iniziò una mischia feroce; ma gli Alpini, abbarbicati al terreno, riuscirono a respingere gli attaccanti. e( La pressione più forte si delineò subito contro la 101" compag nia. La squadra mitraglieri dell'estrema sinistra, sottoposta a raffir he di cannoncino, fu costretta a ripiegare; m a, portatasi su uno sperone retrostante, ricominciò a far fuoco e, durante un contrattacco della compagnia, potè rioccupare la posizione i> . Dopo mezz'ora, visto inutile il loro tentativo, i T edesc hi cercarono di rompere lo schieramento della 102a compagnia, scnz:t dcsi-
580 sterc d al t<.: nnc impeg nata la 10 1·· : m;1 a nche questo piano venne sventato dal J càn comportamento degli Alpini. O stinati ndl 'otlencre il 5ucccsso, i C crmanicì cercarono allo ra di sorpre nd ere anche ìa compagnia Comando: ma, intn vcn uto il plotone esploratori, furono costretti a c unhi:,re obhicuivo. Attaccarono, allo ra , la rnf compagnia; ma ve nnero 11uovame11t<.: respinti. Il <:o mpo rtamcnto delle compagnie Jel battaglione -- ricorda il (;r:1111;1gli:1 - fu veramc11te ~111K:riore ad ogni elogio per la fermezza, il cor,1g!-!"io e la decisio ne (kglì uomini, per la disciplina del fuoco. per l"in tc~ralc, tcmpesti\'a esecuzione degli o rdini durante il co111 h:1t timrn to, nelle \·an c, improvvi se si tuazion i vcnm e a crearsi. Solta nto 5 dei nostri Alpini rima~ero feriti ; m entre, secondo attendi bili in for maz ioni, i T edeschi aH:vano perduto nel combatt imento T'· uomini fra morti e feriti, oltre alle :mni ed al m ateriale, aven( 1n :1bli:111dona to, nel disordinato ripiegamento, el metti , na stri per mitTa -· gliatrici. ca~:,;dt.c 111un i1,ioni e m.1 s,:hen' antiga~. · A m alg rado delle .7.,6 o re ti-;i,,corsc :ill'::iddi:icc io, in pessime co nd izio11i atmo~ferichc. del combattime nto sùstcnuto, dt:l vitto appena sufficien te. il mo r:ile degli Alpin i era .1ltissi mo, quando. ìl 10 settcm !,JL ~ i! C~ l 1in o.1 ih l(.1 d,JL.1. d;fc·~a lc11 ilur;a~<.: urdiut~ eh<: il batlaglio11c ~i trasferis5c a San Didcro , iq v:1lk Su~:1. dove gli Alpini, dolenti di ;11-c r ,l on1to ahhandona rc il !vfo nccni~io. ~iun,cro all'alb:1 dcll'n set,,-mhrc. ·· Ciunti ::i S:111 D1den> - -, riprende il Cramagli::i ---- il colonndlo <:orr:1do mi descrisse la situaziont: e concluse dicendo che i Tedeschi ri ~:di,:ino Li v;tl lc con ingenti forze; che a Sma si trov:wa gi21 qualche loro rtp:1rto n>r;i1.zato e che, ritenendo inutile un combattimento fr:1 k 11ml re esig ue forze cd il nemico, ta nto superiore di uomini e di ar mi, nnn poteva imporre al battaglione inuti li sacrihci . Mi ordint> quindi di mettere in libertà i m iei uomini per sottrarli all a cattu ra.
,, H. 11111111 i prcscntJ, ii fc(i di\idcre in picco li grup pi, che si diedero alla mont;1gn:1, per inizia re Li guerriglia che dùe fine soltanto co11 la lihcr;1zio 1w (!L-1 Piemonte )' .
Al b data dell':mnistizio faceva pane delle truppe italiane, che Li Corsica, oltre alle Di visioni ,, C re mon a l> e " Friuli ,, , ~kl VII Corpo d' Armata al comando del generale Magli, anche il pre:.idia va110
175" rcggjmento Alpini, che, costituito ad Aosta nel mese di fd ihr:iio al comando del colonnello Castagna, si era trasferito fin dall'aprile 1943 in Corsica, dove già si trovavano i battaglioni Alpini <( Mercan1our ,, (maggiore Grassi) e << Monte Granero n (tenente colonn ello Talmone). Il reggimento, formato con Alpini in prevalenza anziani, era composto dei tre battaglioni « Mongiove ,> (maggiore Gilardi), ,<MonlC Bicocca i> (maggiore Albenga) e << Monte Albergian >, (maggiore Castellazzini), ai quali poi si aggiunse anche il battaglione " Monte Baldo,, (maggiore Clerici). Il battaglione n Mercantour >,, che si trovava circondato da reparti germanici, riu~cito a disimpegnarsi, raggiunse, con una marcia durata tre giorni, il reggimento che stava costituendo una linea di difesa nell'interno dell'isola. Il battaglione '< Monte Granero ,> comh:mè vittoriosamente contro un reparto tedesco, al quale potè catturare oltre 200 prigionieri e molti automezzi. Sgombrata l'isola dai Tedeschi, il reggimento si dedicò a lavori di ricostrczione e di bonifica e quindi venne mandato in Sardégna. li battaglione (• Monte Granero ,., completato con gli Alpini degli altri reparti, nel maggio del 1944 venne inviato nella nostra penisola , formando sezioni salmerie e reparti lavoratori. Il battaglione <• Mercantour >) venne anch'esso inviato in Italia come reparto lavoratori. li reggimento Alpini della Corsica, passato, come si è detto, in Sardegna, venne sciolto nell'agosto del 1944.
Data la situazione, tutte le nostre Unità si trova vano, all'annunzio dell'armistizio, in Dalmazia, in Albania, in Jugoslavia, nel Montenegro ed in Grecia nelle stesse, difficili cond.izioni di quelle che 1'8 settembre erano nella nostra penisola. Anch'esse, infatti, erano meno efficienti delle Unità germaniche, data l'inferiorità dell'armamento, la scarsità dei carri armati e delle artiglierie contraerei, l'in suflìcienza dei mezzi di trasporto, la divisione dei reparti schierati lungo le coste dell'Adriatico, l'assenza di una forte massa, capace, per la sua mobilità, dì tempestive cd efficaci manovre. Dopo il 25 luglio molte Unità tedesche erano accorse anche nei Balcani ed in Gn:cia ed avevano occupato gli abitati più importanli ed i principali centri di comunicazione. Per conseguenza, all' atto dell'anni stizio, la sorte delle nostre Divisioni era già segnata, come g li
3\'\'tnimenti dovcv:1no, purtroppo, dimostrare fin dai primi giorni, nei quali i Tedeschi ri uscirono ad ingannare ed a catturare i Comandi di Armata e di Corpo d'Armata, così che quasi tutti i comandanti di Di visione dovettero agire <li loro iniziativa, affrontando le terribili respo nsabilità delle loro decisioni e cercando di sal vare i loro .reparti. Tuttavia quasi tutte le nostre Unità reagirono prontamente alle oqilir:1 ~erma nichc e, quando la vittoria parve loro impossibile, piut-
,-/I pini ;rÌdror i ,., / fro nte grt"Co.
to sto d 1c arrende rsi, si unirono ai partig iani al:)anc~i, jugo slavi e y-n:ci . aff ron t:111do in tn ra straniera. ed a mite tra popolaz ioni ostili, le Litiche. i s:iui!ì zi. i pericoli ddb guerrig lia. Sul,iiu dupu l".mni ~l 11. Ìo i Tnlcsdu - a1 quali erano st:iti lasciati
::ilcuni pn:sidì dcll"inferno, riducendo, com e, ad esempio, nd Montenegro e nel Pdopon11cso, la no~tra occupazione soltanro alla fascia costie ra - iniziaro no il movimento delle loro colonne verso il mare e chiesero ai nosiri reparti di potere occupare le zone che noi avremmo dovuto ali\>a11do n;in;. Poichè, scconJo gl i ordini ricevuti, non si potn:1 con siderare come atto di ostilit;t il s~rnplicc spostamento ddlc truppe, le nostre Unità non si opposero cd i Tedeschi poterono mettersi in grado di so praffarci più sicuramentl'.
Il Montenegro era presidiato dal XIV Corpo d ' Ar mata agli 0 1 dini del generale Roncaglia, il cui Comando aveva sede a Podgom:.1 c dal quale dipendevano le Divisioni <<Emilia ))' << Venezia. ,, , ,, T :1urinense )) e << Ferrara ,>. Il 9 settembre il comandante la II 8" D ivisione tedesca, ge nerale Klubern, chiese al Comando del XIV Corpo d'Armata; non chè a <~uelli della « Venezia » e della << T a urinense )) ' la consegna delle artiglierie. Il generale Roncaglia rifiutò di cedere i cannoni, avvertì c he avrebbe risposto con la forza ad ogni atto di ostilità ed ordinò alle sue Divisioni di raccogliersi fra Cattaro e Podgorica, per potere opporre una più salda resistenza. Appresa, il 10 settembre, la cattura del ge nerale Rosi, coman dante dell'n" Armata, avvenuta a Tirana il gio rno prece<lente, il comandante il XIV ('_,orpo d 'Armata chiamò a rapporto ì generali di Divisione per concretare l'az ione da svolgere contro i Tedesch i, c he o rmai avevano iniziato le ostilità. Durante la ri unione, ncll'im possihilità di raccogliere tempestivamente tutte le forze del Corpo d' Armata, il generale Ron caglia :iutori7,7.Ò i com:md:mti in ~ott'ordine :id agire di loro iniziativa, nell 'ormai inevitabile iotta contro le truppe germaniche. Il generale Buttà, comandante l'« Emilia " , tornò alle Docchc di Cattaro, dove la sua Divisi:o ne, col concorso cli due battaglioni riel {' reggimento Alpini, oppose una tenace resistenza alle forze tedesche, combattendo accanitamente nei g iorni 14 e 15 settembre, infligge ndo al nemico gravi perdi le e catturando 500 militari tedeschi, fin chè, dopo avere avuti messi fuori combattimento oltre 2000 uomini , attaccata dalla Divisione corazzata 1( Prinz Eugen " e da altre forze provenienti dall'Albania, riuscì a rom pere il contatto col nemico e pot è imbarcare i super~titì per rientrare in [1alia . I comandanti ddlc D ivi~ivni (<Vt nu .ia ,, e '<Taurim:me », dala la situazione e la grave inferiorità dei reparti ital.iani per quanto si riferiva alle armi ed ai mezzi m ateriali, decisero invece di portarsi sui monti e di iniziare la guerrig lia, facendo assegnamento sulla colbhorazione dei partigiani jugoslavi. Per quanto riguarda la Divisione alpina " Taurincnsc '), comandata dal generale Lorenzo Vi valda, facevano p,1rtc di essa i reggi menti Alpini 3" (colonnello Anfosso) e 4" (colonn ello Fiori-o). 11 Comando della Divisione aveva sede a Nihic, dove, appena avrna no LÌ7.Ì:1 dell 'armistizio, il 4° reggimen to si prcparc'> all a di fesa: mm tre il f, <
inviato il h:11t:1:_;lio11e H Pinerolo ,, a Trcbinje. pas~ò a disposizione della DiYisionc " Emilia >) , nella zuna di Ca1taro. Pn conscgt'cnza il 9 scttnnbn- la •( Taurinemc ,,, per quanto rì~uarda la Fanteri;1, dispo ne\'a soltant:, dd 4" n:ggimrnto Alpini. 0Ìello ~t'~ sso giorno ;1kuni reparti della 1 tS-' Divisione germanica cntr:l\·,tno a Niksic e due giorni dopo Li ,, T aurinense ,, si trasferiva a Danilm g rad . .In qutst'ultima località il Vivalda ebbe chiesta dal genn;1k Kulber la co11segn;1 delle anni e ri spmc con un rifiuto. Do po l.1 riunione di Podgorica il Vi\·alda pen sò di raggiungere rnn le !>lit: truppe la Divisio ne " Emili a " e di prendere co nl,1t10 con i p:irti~i:ini dell'c~ercito popolare ju goslarn. Infatti la mattina del 15, dopo aYcre as ~ist ito ;db crttura dd generale Roncagiia cd essersi egli , ,e ~~o ~:ilv;ito per miracolo. il comandante: la « Taurinense »., tornato a D;1nilovgrad, ordinò alla Di visione di iniziare la marcia verso le Hocdw di, Cinaro cd al hatt:wlionc del Genio d i di strugge re i due ponti in legn o sulle rotabili di Nibic e di Pudxorica. ' L1 DiYis:one p:1rtì in du e colonne e. raggiunt a all'.ilba del 16 scu cmhrc: Li conc:1 di Cno. procurò di prendere con tatto con i re'"trt .,,,,·r";~ ' l .!" i ""'('S" .-}, ,- 1· T,·c!,·scl11· si tt'()\M\" 111(') t ... ....; clr . ... lL. .• -F 1·11·11;., . ..... " ' in·, .. ..... ... . , , _,\ ... ... l • a Cckcnjc cd a Krc\ta, ~ulla d in::urin: Cc\O - Cattaro. il generale, col k 111a~lione " I\'rea ,,, il Cruppo ,. Ao~la ,, n l un reparto partigiani, si recò ::d :11 : ;1cca;-e Cckt'.nje: .mentre il h:ittag lio n e " h-rc1 .• attaccava Krcsta cd ùccupwa le alture che b circond:{\·ano. ln1:111to g iungeva la notizia che Lt D ivi sione ,, Emilia " · Jopo avnt· rn~lcn ul <.:> accaniti combattimenti, si era imbarcata per l'Italia e che i bat taglioni dd _( Alpin i, d opo aYerne protetto \'imbarco, si c:rano dati :dia montagna. Allora il (omandantc la ,, Taurin ensc " raccolse gli altri reparti della Divisione. ai (}ttali si unì un battaglione di for mazione d i supcrst iii dell'1, Em ilia ;, e, con le forze riunite, respinse gli atL1c,.: hi dei T edesc hi. per ripic.:g;:u-e poi nella zona di Poljc. l,!ià t:ontron ~:l~i d;1i part;gianl. ~- Il 6 ottolm.: k truÌ1pc germaniche attaccarono 11L10\'ame nte gli Alpini cd i p;1nigian i che, dopo avere su bìto notevoli perdite, riusciro no :1 sganciarsi e ad unirsi alla Divisione •< Vrnezia ,,, con b quale il 20 110\'em !>rc costituivano il ,, Cor1x > d'Arrn;,ta del Montenegro), , trasformato, dopo puchi gio rni, nella Divi~ìonc ,. Garibal di ,,, con 6 brigate formate dalla ,. Vcnczia " e con 3 costituite dai superstiti ddla <' Taurincn~c ,,. La nuova Divisione n a comandata dal gen. Oxilia. Dopo :t\'CJ" partecipal o col II Corpo d'Armata p;1r1 ig iani all'occupazio ne del la zona d i Sjenic1 dal 30 ottobre ~il :w no ve mbre, la 0
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Garibaldi ,,, della quale era comandante il generak (hi-
lia e vice comandante il generale Vivalda, si ricostituì su (JUattro ~olc brigate, ciascuna forte di 1500 soldati. Con gli uomini che non poteIono trovare posto nelle brigate \'en nero costituiti II battaglioni lavora tori, ciascuno dei quali aveva una forza variabile dai 11omini.
300
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500
Intanto i Tedeschi prcpara\·ano la loro offensiva in Montenegro e nell'Erzegovina, per attaccare le Unità dell'esercito popolare jug0-
slavo. li 4 dicembre la Divisione " Garibaldi •> ed i partigiani, attaccati dalle Unità germaniche, ripiegarono su Prjcpolje, dove subirono una nuova azione offensiva e, mentre ii II Corpo d'A rmata partigiani si ritirava attraverso una zona povera di risorse, con un elJUipaggiamento eterogeneo e pochi quadruped i, la ,, Garibaldi ,, ne protesse il ripiegamento. Le quattro brigate della Divisione vennero ljllindi divise per com battere in zone diverse. Il 7 febbraio il Il Corpo d'A rmata partigiani ordinò cli sciogliere l:1 III brigata e di ri partirne gli uomini fra le altre della ,, Garihaldi >,, per ripianare le perdite. Le tre brigate superstiti ebbero cia scuna <-1uattro battaglioni e, sem pre inquadrate dai propri uftìciali , vennero divise fra le Uni tà partigiane. Lc brigate II
586 e III passarono ll1 Bosnia, alle dipendenze del III Corpo d'Armata partigiani. Un'epidemia di tifo, durata fino all'aprile, infliggeva intanto ai nostri reparti gravissime perdite. Il 15 marzo il generale Oxilia rientrò in Italia ed il Comando della " Garibaldi )' passò al gu1erale Vivalda, sostituito, dopo tre rnc.:si, dal tcncntè colonnello Ravnich, già comandante il. Gruppo di Artiglieria « Aosta >' e promosso poi colonnello per merito di guerra. Le brigate della (( Garibaldi n parteciparono con onore a tutti i comhau imenti del Il e del III Coq1<) d'Armata jugoslavo fino a tutto il gennaio 1945; m entre i nostri battaglio ni lavoratori ri attivavano strade, iince lCÌcgrafiche e c;ise di abitazione.
Il
21
febbrai~) giunse alla Divisione
«
Garibaldi ,, l'ordine di con~
centrarsi a Ragm:t per l'imbarco e nella seconda decade di marzo essa potè rientrare in Italia, dopo avere J\'Uto 2190 uomini ucc1s1, 7931 feriti e 7201 dispersi, che possono considerarsi anch'essi caduti
sul campo. Ai componenti ddla Divisione ,, G:irih:ildi ,. ,·rnm-ro concesse n:imt'rn<c ricornpcn~r: ,il y'a l11r militm:, fr:1 k qtu!i 6 mecbglic d'oro: una conferita al Gruppo " Aosta ,, e !e altre .:illa mernori:1 di eroici Caduti.
VII.
OLI ALPINI NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE E LE LORO RICOMPENSE AL VALORE Il 18 marzo 1944 andò a far parte del Raggrnppamento motorizzato il battaglione Alpini << Piemonte ,J, formatosi con gli Alpini - alcuni dei quali (240) già appartenenti alla Divisione « Taurinen se i,, 130 in arrivo dal Montenegro e 150 del battaglione 1, Fenestrelle » provenienti da Cattaro - c he si trovavano presso i Comandi Tappa di I3ari e di Brindisi: parte di ritorno dalla licenza in attesa di imbarco per raggiungere i loro reparti: altri in attesa di avere ultimato il periodo di quara ntena per recarsi in licenza. Aggiuntisi a questo primo nucleo gli Alpini che, miracolosamente sfuggiti alla cattura in Balc:inia , erano riusciti, dnpo drammatiche vicende, a raggiungere la madrepatria, venne costituito il battaglione « Taurinense •) che, alla data del 10 febbraio 1944, assunse il nome d.i battaglione Alpini <, Piemonte ,., al comando del maggiore Briatore. L'inquadramento era però deficiente, l'armamento incompleto, il vestiario e I' e9ui paggiamcnto in pessime condizioni , il vitto scarso, gli uomini stanchi e sfiduciati. Tuttavia, dopo un non facile lavoro di preparazione, il battaglione divenne una salda compagine di uomini decisi alla lotta e lieti di essere chiamati a far parte del nostro f Raggruppamento, allor::i. comandato dal compianto generale Utili c poi trasformato in Corpo Italia no di Libera7,ione. Il g iorno 19 marzo 1944 il battaglione si trovava riunito nella zona tra Fornelli e Castelnuovo, ad immediato ridosso delle prime linee. Le nostre posizioni erano completamente dominate da lJlH:llc tedesche e, non appena la sopraggiunta primavera i<> avrebbe pn mcsso, in vista della pros~ima offensiva generale che il Co111a11d11 :il leato aveva deciso di 1entare, era incfopensabile prcvrnirc il 11 l·111ico nell'occupazione di q uelle locali tà da lle quali i T cde~cl1i :1 vrd ,hno
588 poluto piì:1 d ficK<.:rncntc 011porsi :1i nostri movimenti. Tra k posizioni da cccupare la più impurt :rnt c cr:1 r:1pprc~cntata dal rnontc M;1 rrn1K, superbo massicrio roccimo. che per le sue pareti a picco e le sue g ug lie fra stagli:llc, cmtitui v:t un olihicuivo :1cn.:~sihilc solam ente a 1n;p1~c \Tramc;1tc alpine. il nemico non occup:iv:1 si ahiìm c nte monte Marrone, sul quale ia vi t .i dei rcp;irti, nel periodo in vc rn:i !c.:, ~an·bbc q;ita diflìcik : ma,
.H o// tc· ,.\ fil11ot1e ( .,u/111 dotr,1 111(111tc C,1,:douo1 O} .
pur t:s~c ndos 1 s1stcm :1t1 su posizioni più ar retrate, i T edeschi v1 111v1avano giornalmente le loro pattuglie per ~o n ·cgli:1re la nostra atti vit}. L:i co11l1uista di monte Marrone Ycnn e decisa il 2 2 marzo con la spera nza dì po1.nh effettuare alla linc del 111csc. l ,'"pcrazio nc, 11:ituralmcntc afìÌda ta :il b:ìltaglionc cd alla IJa tlcr ia •, Picn10111 c ,. , ven ne studiala e pred i.sposta nei m inimi particolari n L a malgrado ddk intem perie. in pochi giorni ye1m c organizzata ia base di partc nz;1: mentre audaci p..utu,:;lit di Alpini riconoscevano ~·li it int:r.1d dì accesso e prrndcv;rno i pronu lìmenti pe r facilitarne il percorso t g li Artig lieri riusciva110 :id issare un pcz.zo su mo nte t :a~tcl nuovo. fl .50 marzo rutti i rcp:1rti c r;rno pronti sull :1 ba~c di partenza, preparar .., al di là dclk nostre lince, nella cosiddetta zona di nessuno. L'azione do\'na :m : re ini1.io alle ore 5 ,30 del gio rno dopo.
All'ora lìssata i reparti iniziarono l'attacco ed i nuclei esploranti delle compagnit:, che già nella no uc ~i erano portati a poche centinaia di metri sotto la cresta, con un ultimo sforzo e compiendo pro-
digi d i tecnica alpinistica, superavano rapidamente: l'ultimo tratto della parete mcci.osa e raggiu ngeva no di sorpresa gli obbiettivi loro assegnati, seguiti , ad un'ora di distanza, dagli scaglioni successivi. Per tutta b. g iornata le compagnie rimasero aggrappate a quelle g uglie, senza poter provvedere ad alcuna sistemazione a difesa , prive di rincalzi, ndl'impo~sibilità di so stenere un attacco tedesco in forze. Tuttavia la conquista del monte Marrone era sta ta una mirabile prova dd valore, dell ' ardimento e della perizia degli Alpini , i quali avevano effettuata la loro sorpresa in modo cosi effica ce, che per <lue gio rni il nemico non dimostrò di vob reagire e soltanto il 2 aprile una pattuglia tedesca si spinse IÌno a circa 800 metri dalle nostre po-
s1z1on1. Un'altra pattuglia tedesca, spint;1si il giorno dopo fi no alle nostre lince, venne respinta con g ra vi perdite; ma , poichè il r" aprile il Bollettino alleato aveva annunciato l'occupazione di monte Marrone com piuta dai 1111stri Alpini , ~i l'C•tc-,::1 ,i c11r~1n, r:- nr·<· prevrd1·re dw i T edeschi avrebbero fatto d i tutto per tent:m: la rivin cita e rioccupare l'importante posizione. •-· , 5 « 1 A Il,;"; d1' C'•r;, , ,, · ..~. Col,' '-qtt''Sta \,,. l"r''"; -' \..,t.,_,.; ()n . ...... -1 "l ''-' ,·,-nz" ..) .... ~ .. _.... ,!1 \,.. 'st1'1,z1·one· . " . "' ~ ·~•. ......... di specializzazione, sotto b vigile protezione delle pattuglie, lavo rarono incessantemente per trasforrnan: il monte in una salda posizio ne difensiva e gli Artiglieri alpini riuscirono perfino, con molta fatica, a collocare un pezzo sulla ~dlctta a nord dd monte Marrone. Intanto i T edeschi avevano concentrato il Liro delle artiglierie e dei m o rtai sulle nostre 1x>sizioni ed, alle ore 3,25 del giorno rn aprile, attaccarono con forze rilevami la linea ten uta dalla i " com pagnia òd " Pi em o nte ,, ; rna, dopo un ':1cc:iniu lo tta protrattasi per tutta la gior....... o l: ·•'t",·····tn•: •" ""n " ~') ,- ~ l·.. . .; .'< H••n,•·•1 h· r···sn:n, "{I1, '._!'"'r( l" ll dltl' ~'=' 1. 1 a l. ,;h ., l , ~ l .l V \..11. LLI\ l ll tJ \.J: 'l 'l' ' )i::;t 11 .. t.., 1 1do dell'oscurità e dd fìtto bosco, 5i ritirarono sulle posizioni di p artenza, lasciand o nel le no~tre mani alcuni prigionieri. ann i e mu0
,, , tt l 6\..1JJ. Hf .) 1,.llJ. l >,,. t
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n1z10111.
Il comporl:1 mento del kma~lione e della balleria •<Piem onte ,, ven ne vivam en te elogiato dal le nostre più alte autorità militari, fra le quali il Capo di Staio Maggiore dell'escr cilo, che concludn·a il suo mcssa1:roio con queste parole: t,b -· " Sono sicuro che mo nte Marrone, gi;Ì i:rasform ato dagli Alpi ni in ines pugnabile bal uardo. contro il (!llak l'avversario si è inu til
59° mente accanito, costituirà pedana ci i partenza per altre gloriose imprese, che dovranno riportare il Tricolore sui sacri e naturali confini della nostra adorata Patria >) .
Il 31 gennaio 1946, mentre il battag lione ,< Piemonte )) lasciava la Divisione ,. Legnano )), così il Comandante della Divisione stessa rievocava il combattimento di monte Marrone : << Ai margini del Parco Nazionale d'Abruzzo, il gradino dì monte Marrone incombeva con un salto di 700 metri, ripida parete giudicata in:iccessibile, sul fianco delle nostre fr::i;ili lince della Valle di Mezzo. Nel duro inverno i) nemico vi si affacciava ad intervalli; ma sapevamo rntti che a primavera, <.1ua11do le nevi si fossero di~ciolte, da lassù ci avrebbe reso la vita im possibile. Prevenirlo, affacciarsi di sorpresa all'orl o dd gradino e mantenervisi per avere una via d'accesw e di rifornimento di fa ntastica difficoltà, era un'impresa che soltanto da Alpini italiani poteva essere ten tata; e perciò attendevamo trepida nti il rnstro arrivo. « Voi ve nirnt c dalla Puglia piatta, così dissimile dall e n atie valli maestose; dopo l'irritante accidi:1 di lunghi mesi di inerz ia, dì scarso vitto, di sca rpe rotte e di laceri indumen ti , g iungevate diffidenti e scontrosi. Ma, quando gli automezzi si arr:11np icarono per g li ultimi tornanti della strada <kll'al to V<1lturno n i al vostro sguardo si aperse il familiare spettacolo di una chiostra d i g uglie e d i cupole sciiitillanti sotto il bianco mantello, rni , Alpini del ,, Piemonte", comprende~te senza necessità di pa role la vostra missione. Col naso all'insù, verso le vene, aprÌ\'ate i polmo ni al tonico de ll'aria gelida, vi rideva negli occhi la rinata, fiduciosa fierezza in voi ste~~i, sommcss;:imcntc valutaste tr:1 ,·oi, con giudizioso calcolo di mo nta nari, le diffi.colt:'1 e le insidie (klrimpresa. Voi soli calm i, pacati. sicuri in tanta febbrile :111 siet;1 dei Comandi al ka1i , nella qu ale si mescola vano l'acuto interesse per una prova ritenuta paz.zescamente ardua e la preoccupazio ne: per un in stic~Tsso, ch e potr va ;n-crc chis~à quali sgradevoli conseguenze. <, E non avete ~oltanto ~orprcso ed e11tusÌa!.mato loro ; ma avete giocato gli Alpini b:1varesi. T enaci, silenziosi cd intrepidi , avete scalato la parete con regolarit~ cronometrica ; a gran forza di muscoli agili e saldi, aiutandovi col g ioco delle dita esperte, coi chiodi da roccia e con la corda m anila, sotto il peso dei carichi schiaccianti per
5<) I
l'immediato rafforzamento della postztonc. Il nemico se ne è accort o soltanto quando eravate pronti a riceverlo. « Ha reagito con rabbia impotente: il suo fuoco apriva nella neve veri crateri, la rigava di rosso col sangue delle vostre ferite; ma non poteva sloggiarvi . Sciatori scivolarono nella notte a tasteggiarvi
e vo.i li. avete respinti. Si preparava l'attacco, m a voi intanto vi orga-
Il battaglione « Piemonte " a monte Jiarrone.
nìzzavate; con l'improba fatica di portatori m rotazione continua, giungevano, su per accessi di ora in ora migliorati, grovigli di fil o spin:1to e mine e munizioni; il ferro del piccone batteva accanito sul sasso e scavava senza posa piazzole. Passai con voi il giorno di Pasqua; eravate stanchi , ma sorridenti e sereni. Nella notte successiva il frastuono di un aspro combattimento ruppe d'improvviso il silen zio: i Bavaresi, vostri emuli , si misuravano con voi. <( Ad esigui gruppi distanziati , g ucrnivate l'orlo del gradino, così sottilmente, che a pochi passi dietro s'aprira il precipizio e da
59 2 vanti ave vate, invece, il fal so piano e l'insidia di un nero bosco d'abcti, si no :1 lambi re le postazion i incomplete. Eppure avete tenuto. Le mine non hanno f u11zionato, il reticolato era. troppo basso, qualc he arm a si è inn:ppata, salve d'Artiglieria alleata vi sono arriva te :1ddos~o troppo wrtc, la posizione è stata violata a bombe a mano cd a bombe a mano è stata ripresa. Avete tenu to e il nemico 1,a rinunci;Jto a monte M;nronc. Prenderlo e difende rlo è sta to motivo di r rande pn:stigio per le armi ita liane : dopo di allora, gli Alleati guardarono a noi con altro rispetto >) ,
Il 27 maggio gli Alpini del battag lione " Piemonte l, si di stinsero anche nella conquista di monte Mare e, nei giorni 29 e 30 maggio, superando la tenace rcsi~te11za nemica e le gra\'Ì difficoltà opposte dal te rreno, risalirono la valle Canneto ed il 9 g iug no, sempre al comando del maggiore Briatorc, COlh!uistarono Rapino. Il giorno _:;o maggi o ~i aggiu nse al h:ittaglio nc o Piemonte n il !1:it:::; !:r.:~:· , \fo:H,' C:-:rncrn ,; t' f11 pm!.ihik rirnstì t11in'. ìl _':," reggim en to Alpini, al comando del rnlon ncl lo Anfosso. Il reggimento partecipò ai com b;1tti menti di Filour:rno e l!u indi a quel li sul torrente M i.bù il C cd ,dl,t liberazione di Jc,i. Ndl'agnsto si distin se particolarm ente il battaglio ne ,, Monte Grancro i,, c he combattè valoros:11ncntc :i Sant'Onofrio ed alla liberazione di Pergola e di Urbino. Alla hnt': di agos to il Corpo [tal ian<,1 di Liberazione ven ne riordinato per costituire i Gruppi di com bJttimento « Folgo re » e Leg nano" e di quest'ultimo fece parte, al comando del colonnello Galli:tno Scarpa, il reggi memo " Alpini Speciale ", costituito dal battaglione ,. Piemonte» e dal liattagliom: Abruzzi ,;, denominato poi ,. L"A,ji1ib "· Il .. Monte Cranero .. era stato sòolto cd i superstiti di esso avevano ri n for:t.ato il (, Piemonte " · Alla fine d el gennaio 194') il Gruppo Ji combattimento ,, Legnano ·• era a disposizio ne delr8" Armata hritannjca e nd febbraio alle dipenden ze della 1·· Armata americana. Nel m arzo e nell'aprile il reggimento ,. Alpini Speciale ,, si distinse nel lo sbarramento ddla valle dcll' Idicc e nell a liberazione di Bolzano (:.! 1 aprile), nell'occupazione di Berga mo (30 apri le) e di T o rino (:.! maggio), inviando ljltalchc compag ni:1 a Como, ad Edolo cd al passo del Tonale. Cessate le ostilit:1, d:il reggime11to speciale germ oglia rono ben tosto -(<
<(
come efficacemente scrive il generale Emilio Faldclla nella chiar:1 rievocazione già citata - <• rigogliosi batt~iglioni, reggimenti e hngate alpine, che oggi, presidiando in armi i confini della Patria, danno al popolo italiano garanzia di pace nella sicurezza. <, Mancano alla gloriosa sch iera i reggimenti 1°, 2° e 3°, di salda tradizione piemontese, ed il 9°, il reggimento della Venezia Giulia.
superstiti del b,11ta glio11e •· Pie m ente » sfilano
davanti al :Winist, o della Guc:rra.
Auspichiamo che anch'essi risorgano con tutti i loro battaglioni, pcrchè il Corpo degli Alpini continui, nella sua granitica completezza, ad assolvere il suo compito, accompagnato dalla fìduci ,1 che in esso ripone, oramai da 82 annt , il pnr~olo italiano )) .
Le ricompense al valore meritate dagli Alpini dalla
istituzione del Corpo in poi. Mentre stiam o per concl udere questo Vlll volume della noslra opera, mancano dati ufficiali precisi e completi sulle ricompense al valor militare, collettive ·ed individuali, conseguite dai reparti o d:11 singoli ufficiali e gregari del Cor po durante la g uerra l(J40 - 1114'). 40.
594
li .\lcdaglic'rt' ,ltgli Alpini al
Co111 ,eg110
11,1:inn,i/c di R nm,1 _
Per .:om cgucn z a, nel liccnzian: alle stam pe il prcsc.:ntc volume, ci limiti amo ad ind ica re il numero delle ricom pense indi\'iduali al valo re conferi te agli Alpini, av\·crtend o i nostri kttori che non può ;,ncor:i trattarsi di notizie dc!i nìtìve, pcrchè molte proposte di ricompense sono ancora all'esam e ddL1pposita Comm issio ne.
59 5 Il numero complcssin> delle ricompense individuali concc~sc in tutte le guerre, dalla fondazione del Corpo in poi, è di ben 23.695. suddivise nel modo seguente : - per la conquista dell"Eritrea ( 1895 -1896): medaglie d 'oro al valor militare r; d 'argento 2 1: di bronzo 33. In totale 55 ricomoense: · - per la g uerra italo-turc:1 (19r2 - r913): onorificen ze dell'Ordine Militare di Savoia 12; medaglie d'oro 1; d'argento 212: di bronzo 450. Complessi\'amente 675 decorazioni al valore; - per la guerra I~)l5 - 19r8: ricompense nell 'Ordine Militare di Savoia 50; medaglie eforo 43; d'argento 3488; di bronzo 4865; croci di guerra al valore . 1377. In totale 9823 ricompense ; - per la guerra italo - etiopica 1935 - 1936: nomine dell'Ordine Militare di Savoia 4; m edaglie d'oro 5; d'argento 72; di bronzo 93; croci di guerra al valore 32 1. In tutto 495 decor:i z.ioni; - per la seconda guerra mondiale (1940 - 1945) sono state concesse agli Alpini fino al 15 ottobre 1945: ricompense dell'Ordine Militare di Savoia 21: medag lie d 'oro 107= d'argento 1348; di hronzo ~730; croci di guerra ::il \'alore 3778. I n complesso 7984 ricompense ; - per atti di valore compiuti non in guerra: ricompense dell'Ordine Militare di Savoia I: medaglie d 'argento 21; di bronzo 24. Il totale generale delle ricom pense al valore, che hanno finora riconosciu to e~ premiato il valore Zlei nostri Alpini, viene rappresentato da ben 88 deconrzioni dell 'Ordine Militare già di Savoia ed ora d'Italia, 157 medaglie d'o ro, 5162 d 'argento, 8195 di bronzo e 5476 croci di guerra al valor militare. Le ricompense collettive concesse :ille ba ndiere dei reggimenti ed ai reparti furono 97 e di esse potremo leggere le lusing hiere motivazioni nei cenni storici su ciascu n reggimento Alpini , con i quali concluderemo il presente volume.
VIII.
GIUDIZI FORMULATI SUGLI ALPINl DOPO LE DUE GUERRE MONDIALI Sul \·alorc dimostrato dag li Alpini Jurantc la guerra 1915- 18, furono scri tti molti volumi, diariì, ricordi d1 g uerra, ecc. Ricordiamo tra g li altri ,, L 'opera degli Alpini " di Giuseppe Sticca, (( Ricordi di guerra " del Manaresi, •< Le scarp e al sole )) di Paolo Monelli ed i volumi dei ge nerali Di Giorgio, D agn a Sabina e Cabiati, dedicati ;,Ila rievoc1zinnc della b atta g lia d elrOrtigara. Sulle n ostre truppe da mo n tagna reputiamo d overoso il ri portare alcuni giud izi, molti d e i t!uali furono formulati nel 1922, in occasione dd ci n,1u:111tcnario dd!a cn:;::wz :on:· ,!:-i primi rep:1rti Alpint.
Il Maresciallo Cadorna: .. L 'istituzion e deg li Alpini, sort.1 nel 1872, poco dopo la q1n;i (()mplcta unificazione d ' Italia , e suggerita dalla opportunità di adoperare truppe specializzate nella guerra di montagna, a difesa della estrema frontiera che si svo1gev:.i tiuasi interamente nella catena delle Alpi, corrispose pienamente al wo scopo. « G li Alpini ebbero dapprima ca mpo di dimostrare la saldezza l!cll'organizzazione e le loro ,·irtù militari nelle guerre coloniali, in E ritrea e in Libia. Ma fu so prattutto n ella grande, (}uadriennale guerra c ht: c:ssi seppero dimostrare di ché fosst:ro capaci. Innumen:volì furono le nioni dì g uerra n elle quali essi illustr.1rono il loro nom e. Ma rimarranno soprattutto leggendarie le operazioni compiute, insieme all'Artiglieria da montagna, sui g hiacciai dell'Adam ello, ad altezze fra i 3000 ed i 3400 metri, fino a quel momento ignote a truppe comhattenti di tiualsiasi nazione, e la presa di viva forza e con attacco diretto dd monte Nero, scalando rupi g iudicate quasi inaccessibili . (• A questi alti esempi, senza precedenti in tutti g l i eserciti, si inspireranno i futuri Alpini, llualora avvenga che il nembo di g uerra ~i addensi nuovamente sulle nostre frontiere o ci chiami a difendere ci<Ì c lie con la grande guerra abbiamo gloriosamente acq uistato )) .
'5 9 7
Jl Maresciallo Giardino: ,1 .
I cinquant'anni di vostra vita, che oggi celebrate, si incoronano
ddk vostre gesta nella g rande guerra vittoriosa. «. Quelle gesta niuno può comprendere appieno, se non va a leggerle dove voi le avete scritte ; e in più luoghi non le leggeranno o rmai che le aquile. i ( Ma i fanti, gli artiglieri, tutti i com battenti d'Italia, che, nelle gesta o vi furono compagni o vi seguirono con gli occhi e con l'anima, sono oggi tutti con voi n ella vostra celebrazione. << P rim i, sono con voi e fra voi fra terna mente, tutti i soldati del Grappa! " In nutnè loro, iu vi purgo uggi il memore ~aiuto e l'augu rio affettuoso > ,.
Il Maresciallo Peco ri Gi raldi: « Durante la guerra, dal IO maggio 1916 al 3 novembre 1918, ebbi la fortuna ed il vanto di aver compreso nella 1" Armata ragguardevole numero, forse la maggior parte, dei battaglioni Alpini, che opt'raronn chlln Stt>lvio :il p::i,,n di Rnllt'. ,< Le circostanze mi posero in condizio ni si ngolarmente favorevoli per giudicare di questi eccellenti reparti del nostro esercito che, prima, non molto conoscevo . << Dalle; vette impervie e nevose dell' O.rtler e d ell'Adamello alle balze dirupate dell 'Altissimo, dd Coni Zugna, del Pasubio, del Pria Forà, alle cime dell'altopiano dei Sette Comuni e delle Alpi di Fassa, ho potuto seguire ed apprezzare le azioni di tali veramente mag nifiche truppe, per le Lluali, a me, di natura ed abitudine parco di lodi, rincresce oggi, nella ricorren za del cinquantenario della loro ori611ne, non saper dire tanto bene e degnamente quanto meritano. << Ma nello spirito e nel cuore di vecchio coman dante è vivo, sereno e profondo il sentinH::nto di anuniraz.iune e riconoscenza che ho per loro, che, forti al p;iri delle rupi native, schietti com e il g hiaccio e la neve dei monti che abitano, tenaci quanto il meta.Ilo di più salda tempera, paz ienti meglio ch e F ra ncescani, si sono dimostrati in ogni occasio ne soldati imparcggiabjli. Durissimi nella difesa, impetuosi attaccando, prodi sempre, silenz iosi, modesti, hanno prodigato col disprezzo della rno rtc il loro sangue dovunque s'è combattuto, sui ghiacciai, sulle asperri m e cime, sulle colline, in pia nura. (( Quante volte non ho veduto i bravi battaglioni , stremati di numero per le gravissime per d ite. ma no n domi, calare nelle retrovie,
e, dopo esseni coi compkmc11tì rifatti, torn;irc solleciti sui luoghi della lo1ta, con lo stesso ;1rdore pugnace.:, con la inconcussa fede, con la fredda calma montanara! Essi hanno fatta reale la favola mitologica di Anteo che, toccando terra, ritrova va k forze poichè, mezzo distrutti, w 11 ~cirsi gr;1duati, hcc.:ri, ,calzi, bastavano pochi giorni pc.:r averli ricostituiti altrettanto gagliardi di prima ...
Monte C"i m onc .
.. Pur nc.:l lncvc periodo di mo.zo secolo di esistenza, g li Alpini (e vi si intcnc.le nat uralmente compn:~c le batterie eia montagna) hanno :saputo acquistare rcput"aziom: egregia, pari a yuclh delle migliori truppe del mondo e tr;!di1.ioni gloriose: a mo nte lb io, su! Gcbcl, ~u tutta la nostra fronte, dovunq ue fnrono d1i:.m1ati ;1 combattere, lo fecero con strenuo v:tlore ,.. · 11 Marc~ciallo Armando DL11.: .. Rud i figli della mont:igna , tem prati alle: maggiori asprezze della vita, co.scil:nti del compi to che ad essi la Patria affidava, gli Al pini d'Italia hann o portato il loro g rido fatidi co cd il loro nome più alto sulle \·ettc conqui sta te e tenute , raccog licndo kggc ndaria e meritata fama.
'l ' I
Allo Stel vio, al. Rombon, ;il T onale.:, al mon1c Ì\ero, .ili'( >, 1r ga ra, al Grappa, dovun(1uc fu asprezza Ji lotta, furo no m ir:1li il1 11cl l'esempio, nella devozione, nella tenacia, nelle audaci irnpre,e. 0 1'1" pareva che solo l'aquila potesse avere suo regno, essi giumerci Lo ll in domito valore, e vi rimasero, imponendosi all a natura cd :i l 11rn1iw . Aperta la via alla guerra sulle più impervie cime, portandoYi armi e mezzi di vita, incuranti delle fatiche, del rigidissimo inverno, in re gioni di ghiacci perenni, si affe rmarono impavidi, sereni, tetrag11 ni. « Forti nell'anima come eroi , semplici come fanciulli, aud aci e prudenti come soldati di razza, robusti e resistenti come il gra nito dei loro monti, col cuore pieno di passione, di semo del dovere, di tede, !unno creato b loro leggenda. E questa innesterà i rnoi r:im i fecondi nel saldo tronco della Storia, la quale segnerà i nom i dei lo ri , valorosi caduti nella pagina ddl'olocausto e della gloria imrnort:1k. " L'Italia guarda ora serena ai termini sacri, sulla vergine corona delle sue Alpi, e sa che, se ancor suonasse lo squillo della minacc ia straniera, negli Alpini troverà la sua prima difesa e la prima alta ;1ffermazion e della forza delle.: \ lit genti. ,, Tutto l'Esercito e tutta l'Ita lia sono con gli Alpini e nel loro (Ìnqualll Cllario Ji Oll0ntl10 COfl riCOIIO!CCllZa C COll fierezza ), . ,<
Il generale Vaccari, allora Capo di Stato Maggiore dell'Esm:ito: Nella ricorren za del cinquantenario della fondazione del Cur po degli Alpini, in alto, bene 10 alto nel sole, fiammeggino i verd i gagliardetti e con essi tutte le bandiere d ' Itali a. E si affermi, sì, che quello è giorno sacro ai ricordi ; ma ognuno dei vecchi e giovan i Al pini, ripensando al passato glorioso del Corpo, si proponga di contribuire alla formazione di un avn:nirc adeguato ai sacrifici compiuti ... 1,
Colonnello Amelio Dupo nt : ,, Fig li della montag na . Saldi e tarchiati nelle membra ferrig ne: cuore di fanciulli, pronto a tutti gli slanci , aperto a tutte le tene rezze, pur nella natura rude e schietta; semplici, infaticabili, tena ci, l:1ci turni e decisi nell'opera e nd pericolo ; usi a riempire le ~oli tud ini i,1 term inabili od i brevi ozi di quei canti che hanno tutli , nd b k 111 :1 cadcnz.;1, la tristezza di una nc 11ia. " O ve mugghi un torrente, o ve scrosci la cascata, c lic ricord.rrw, nella canzone sen za fine, il torrente, la cascata della valle nati:1 : o ,·l· le vette s'i nseguano ineguali ver so il cielo nella stessa f:1nt :1stÌL:1 g., loppata di g ig anti, per confluire in un tumultuoso panora 111 a di _g 11
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glie; ove s'apra il pascolo solatio e lenta rintocchi la (Jm panella degli armenti, come intorno alla nati\':1 casetta solitaria, i montanari si sentono fratelli. i• Lo sono ancor pit1 quando la Patr ia chiami :dlc armi. " Allora ogni \'afk d '-lulia ha i contorni della \'alle natìa, ogni campana ha la stessa stp1ilb che quella della pia chicsett;1 che ha suonato ai n;tti cd ai morti della propria gente: gli Alpini d ifrndono la montagn:1 :1ltrni come la propria, con lo stesso fortiss imo scntimcnto di um:1na ~olidarict:t che ia natura ha loro infuso nel sangue. facendoli nascnc nel reg no della tr:1gira bclkzza, chiamati ad ~ma impari lotta continua con tro la narura e contro gli clementi . " In (]Ue~t<1 ambiente il valore guerriero gnmogìia naturalmente ~·d t' tremrndo al nemico. ,. Na5co 110 così gli slanci impt:tuo~i del monte 'ì':ero, che strappano :ti m:mirn sbalordito .il commento .. giù il cappello davanti ,1gli .·1lpi11i 1 ·· : n;isco no k audacie folli delle T oL111e, la tenacia senza fine del C:1stc1let to, l'impresa senza ~pera nza dcll'Ortigara " ·
Ri,:ordiamo ora anche quanw ~cnsscro sugli Alpini. nel passato ud in qudlu più rc,·cntc. i il05 ,iÌ scrittori. fr:1 i quali ci ~embra dm·noso cl1rc la precedenza al gloriow martire di Trento.
~:1;1
10111.11111
Cc,;m' Batti~1i ( 1): ,. ... <)uando la demoniaca follìa, non già di un rcdi\'i\O Barbaro ~:t. m:t di tutto un popolo, di tutta un::i raz:c1, n llk scatenare la g uerra europea, lp tc sti montanari nostri. che oggi vestono la divisa dell ' Alpinc1, cr:inc, per gran parte esuli nel mondo. 111 pochi giorni li Ynlcmm o tnrn:tr tutti a valanga. Le fcrro1·ie e i pirosca fì cc li rcstitulvJno .t dLL Ìn(! .t ( Crìt in.1Ì.J <Vi nll ~li:1ia. :.tolti io ne vidi ~cendere, ai primi dclL1gos10 J<) I 1, per b grande porta ~cttcn trio nalc d'Ita lia, per la via del Brennero. T ornavano ~tanchi. affran ti, sgomenti e preorrnp:HÌ del doma ni , ;1,·1iliti per le perdite.: pcrn111;1rÌe, avviliti pt:r i nuli trartamcnti. ~fa ha~t:1ya che uno into nasse una canzone d'Italia, un ri tornello, pcrchè c1u:mti erano ~tìpati in una carrozza e assai spessi> in un carro merci, o lJU:int i staYan bivaccando, nell'attesa. fra b inario e binario, cambiassero l'csprcssionl' dl'l dolore in quella dell a gioia ....
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,< Nessun altro soldato ha, come gli Alpini, la virtù dc1la perseveranza. Chi, non avendo con loro familiarità, 1i vede parti re dall'accampamento, per andare in trincea o in ricognizione, a passo lento e misurato, prova qua~i un senso di irritazio ne ; nè crede conciliabile quella loro spossatezza con la guerra. Ma, dopo sette, otto,
/_g c;111urc1 di é.e.,are n111ì;ti
u
11w111e
Corno .
dieci ore di marcia, quegli Alpini conti nuano con lo stesso passo , senza ombra di stancl;ezza, e q_uando, gi unti in prossim it:1 di una vetta o di una (]Ualsiasi lontana mèta, li credereste sfinit i, allora li cogliete a cantarellare e lìsc hia re con quell'all egria che per solito è caratteristi ca di chi parte e non di chi arri va. Eguale costanza hanno
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nell'affrontare il nemico. Sono capaci Ji star ort e ore aggrappati su un ciglione di roccia, in posizioni inverosimili, sotto la tempesta del fuoco, per esser pronti ad un attacco impro\"viso. E, tiuando da una trincea, d :1 uno sp1,;ronc di monte hanno cacciato il nemico, vi si attaccano come le ostriche allo scoglio ... e, Ma sc davvero incombe il pericolo, ma se sul drappello si abbatte b furia di morte, ma se b tormenta e il gelo min;Kciano una fine orrenda fra gli spasimi. se v'è un ferito da strappare ai nemici, oh! allora la solidarieti, non ha limiti; le cure sono infinite, sono m ,1tcrne. Rimane i11dimcnticabilc nella memoria <li chi lo ha visto il ritorno dei compagni col ferito o col mono ... " Buoni e semplici come eroi e fanciulli; audaci e prudenti come soldati di razza; robusti, resistenti come il granito dei loro monti; calmi. sereni (ome pcn~atori o Jilosolì: col cuore pieno di pas~ione malgrado Li f rcd da scorza esteriore, al pari di vulcani coperti di ghiaccio e d i IIL'VC: tali appar\'l:ro, nclL1lpe nostra, gli Alpini d'Italia, :1lrirrornpcrc della santa gucrr:1 di reden zione e di lihen?i "· P.1;1!0 Liny ( 1): ,. I battaglioni Alpini sono il nostro or_gogl io. Clii non ricorda la ras~egna che. nel suo libro ,, Alle pone d'Italia ", ne ha fatto Ed111rnul.. Dc Amicis? fn quei nmtri alpinisti ;1rmati, la disciplina, la forza. la re,istcnza. il brio, lo sguardo d 'aquila, il piede d'acciaio troYann ri scontro snltanto nello sbncio e nella devozione alla Patria ,,. Cimèppc G iacosa (2): ,, Sulle creste, do\'C parve temerario il camoscio, corrono, ordinate e sicure , le compagnie alpine; ma la loro pre!cnza non è min:i.cciosa, ma i villaggi le: salutano con gri<la di gioia. Studiano nell'Alpt la grande fortC7.za italiana e forse, quando un nuovo esercito stranic;o salisse a tentarla, il valico ~an:l~be ura, per la prima v()lta, dì-feso e conteso ".
Edmondo De Amicis (:;): " ... Non era il popolo di una pro\'incìa: era l'ltalia intie-ra che ~aiutava i suoi nuov1 battaglioni, che battezza\'a il suo 11uovo CoqxJ ,li difensori, che con~acrava il principio ddla ~ua Storia: era la granck « Alpini,mo " . (.2) G 11·,FPl't C1;,cu~A: " Leggenda dc:l P icu,io S. l:krnardo ,, , (~) EnMo:s:1,0 D E i\\1In,: , I diicmnri ,!elle .-\!pi .. (,\ Ile porte d "lt:ilì:i).
( 1) P,, 01.0 L roY:
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Patria, che gli affidava solennemente i varchi della sua ~acr;1 rro11 tiera, e gli diceva: - ConfiJo in te e sii. benedetto! « Tutte le fronti si scoprirono, gli spettatori dei palchi sorn:ro in piedi, la moltitudine innumerevole agit<'> le braccia convulse, sprigio nando un ultimo, formidabile grido. E poi, come per incanto , tulio tacque. Tutti rimasero muti cd intenti a gu;ir<larc quella fiumana di armati che si perdeva lampeggiando nel polverio ddlo stradone d i Torino, tutti immobili e come stupefatti ancora di un sogno prodigioso, come se, dietro a c..1uei venti battaglioni, avesse girato rapidJmcntc attorno a loro, dal Colle di Cadibona al Picco dei tre Signori, suonando le glorie di tutti i suoi popoli, con le campane di tutte k sue valli, la giogaia sublime che ci divide dal mondo >•. Giuseppe Cesare Abba (1): <• ••• Ricordate che c..1udlo Jell'Alpino non è un semplice:: nome. come. c..1uello di Bersagliere, Cacciatore::, Tiratore perchè viene d :1 Alpi e fa pensare che per le vie delle Alpi sempre invasa l'Italia . Tutti, anche Napoleone, calarono di b . .. M.i nelle Alpi cbl,ero culL1 i nostri Rcc:. E, per ~1ue~tu, ~1u,111Ju Garibaldi volle dare un bel nom e ai suoi soldati, li chiamò Caccia tori delle Alpi. Cacciatori d elle Alpi era no i Mille, che egli condm~c a liberare la Sicilia. {< Ciò vuol dire che dalle Alpi non deve poter venire in lt:ili:1 nessu no straniero armato, mai più; che nessuna valle sarà così maledetta da dargli il passo. Ricordate che, tra le compagnie, le quali dal forte di Altare, via via, guardando tutte le valli sino a Conegliano, fin nel Friuli, e di là da Venezia, c'è una catena di cuori che hanno tutti un solo amore. « Io no n ve ne posso raccontare la storia qui; ma d'estate, sull e vette altissime, nei riposi del mezzodì, sugli orli dei precipizi, all'ombra delle selve d'abeti che vidcro i grandi fatti, i vostri ufficiali n : b racconteran no e sentirete che cuore vi verrà! » .
ru
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Matilde Scrao (2): La vita degli Alpini è dura , austera ... Il povero sold:110 delle Alpi ascende per c..1uattro o cinl1ue mesi tutte le vie di difc~:1, ncl k ,i
« Uornini e ,uld:iti " · Quell i che ,·egli:1110 >'.
(r) G t c,El't'E CESARE ;\~HA:
(2) M,n rLDE Srn,, o:
«
Alpi: ma esso compie tJUCsti paurosi tragitti di notte, di giorno, col ~ole. col vento, con la neve, senza curarsi delle intemperie; ma esso ha 27 ch ili addo~so, fra lo zaino, il badile, b pico:o.a, il bastone ferrato, tanti altri oggetti di corredo per la mo ntagna: ma esso va dìeiro
L'o,·,hi., cldl,1 Pri,, For;Ì .
al com pagno, come l';tltro vien dopo di lui, così . per obbedienza, per dm·ere: ma esso, gi unto ad u na fermata, mangia così e così, c dorme so tto un:1 lenduccia di tela, sulrerba, sulla roccia, sulla neve ... , ... dii sì risveglia nella no tte, t}uando ~li Alpini passano sotto le ~uc lìnestre, 1)cnsi :tlk ( ront ierc d 'It::il ia, f r:1· le nevi . ove non n."iun-
gono nè ferrovie, nè carrozze . . . ove appena appena ~i :1rri ~L1 1i:1 il mulo, ove il solo piede umano può arrivare, in uno sforzo di rn1.1g gioe di esperienza insieme ; pensi a queste frontiere aperte ai predoni nemici ; ... pensi a queste altissime vie di montag na, che son() pur dei passaggi, anche in inverno e dica a se stesso che lassù, :inclie m·1 mesi più crudeli, a duemila metri, a tremila metri, tra il freddo, , r:i le nevi eterne, fra le ombre, nel deserto, vegliano i soldati d'ltali :1. vegliano i robusti e taciturni Alpini , nelle loro baracche di legno, rn:i loro fortini di pietra, sotto le loro tende di tela , sopportando ogni stento, subendo ogni privazione. (( Pensi , pensi costui, con gratitudine, con ammirazione, co n tenerezza, che, per far dormire liuieti i sonni a trenta milioni di Italiani, diecimila Alpini debbono distaccarsi da og ni bene sociale. ed, in una vita di asprezza, di solitudine e di silenzio, vig ilare per tutti >) . Ottone Brentari (I): a C he volete ? Quando incontro un Alpino, che così vivamente mi ricorda le AI pi, sotto i portici o per la Galleria, duro, serio, un po' impacciato, distribuendo qua e là q ualche urtone, mi vien vogl i:1 Ji abbracciarlo e di leggergli negli occhi le vive impressioni dei ~ulli monti. <( Ma chi ha visto quella brava gente solo nelle città o nelle ri viste, non può dire di conoscerla. Lassù bisogna vederli quei forti figi i e difensori dei nostri monti ; bisogna vederli lassù camrninarc, carichi ed armati, per sentieri sassosi, per viottoli scoscesi; bisogna vederli lasst1 attraversare, in intere compag nie, con armi e bagaglio. certe forcelle e certe cime che solo qualche anno addietro erano credute intransitabili e la cui traversata e salita era considerata come un :1 g rande impresa, di cui avessero a parlare i g iornali; bisog na \·c·dnli scendere, sugli sky, pci pendii nevosi, rapidi come il pensiero; bi~ogna vederli lassù saltare, come scoiattoli, per valloni e dirupi; b ~~ll bisogna ved erli i nostri Alpini, per amarli, per apprezza rl i, per pro va re l'orgoglio di averl i a fra telli, per gustare la sicurezza di averli a difensori, per sentire invidia per essi, i quali, in caso di g uura, ,:1 ranno i primi a giungere al confine, a difenderlo coi loro petti 11d :i cancellarlo col loro sangue "·
( 1) 01ToNE l3R ENHRT:
<( Le
Alpi ,,.
606 E. A11gusro Berta ( 1) : ,, ... Figli dell a 111ont:1gna, ;il la mo nla~na e~si ritornano con c..1udla gioe<;ndit:'t n.:vcrc:ntc ~on cui si sa luta ~la madn.:, no n più veduta da tun p:•. cd il ritorno all\1mpksso \'Crdc materno è così piuw d i dolcezze per loro. intenso c soa\'e, che ne attingono forza per superare k più dure fatiche alle: qua li la loro vita li esponc. n pensiero occupa k loro menti: laYo r;1re, fati care, sudare, aff rontarc pericoli per essere, nel momento opportuno, in grado di difendere strcnuam<.: ntc le loro famiglie, le loro case, i loro campi. E' '-!111.'.~to ~;ilutarc ed :1ffettuoso pemicro, (.1uesto ideale d'intimità soave <.: commovente. che li sostiene nelle marce gra vose per i ghiacciai ri •cinti llanti dal sole, per i lunghi, interminabi li \'trdeggianti piani rinriti . F.' que. to il prn~iero che li fa agili e sicuri ~otto il peso dello 1.aino, die non riesce a cur va re: i loro Òmtri. p<:rchè fieri e forti come i loro monti , rn me i loro monti sono orgogliosi e s;i ldi ,,. .\faria Sa\·i-Lopez (:>.): ·, Agil i .:<>mc le capre cd i canw~ci. ~cmbrav:1 che non provassero 11n~u n a di tiicoì ti1 .:-amminando sui diru11i. Le: lu ngltt' l'<:llll<.' ~ 11 <.· pu l.1\·an<1 sul cappello erano superbamente al;,ate ed il ~olc mette\·a un vi\'O ~cintillìo sulle canne dei loro Cucil i. P arc \'a 110 lieti t: fort i t' si p1,tn·;1, g uard andoli. essere sicuri c he s:,rcbbc ardua cosa, per gente ~1ranin:1. varor !e nmtrt: Alpi .,. ~ - Campolicti (3) : ,. Le comp;1gnie meglio cclucatc dell'eserci to itali ano sono quclk :ilpinc. U na del le r agioni n<.: è il mino r uso che fa nno dcllt: piazzad 'armi t d il maggiore che fanno dei m ezzi della \'era gue rra e della \·ittoria. C hi volesse nuocere a queste tru ppe, dovrebbe prescrivere ioro gli abmi della piazza d 'armi e la pratica d i (!uei principì che prcndon l'ombra per cosa sald:i, la forma per sosta nza ,• .
G. Sarog::it (4): ,, Oh. SC' fosse pos~ibik turto un esercito regionale. così come le ~cliien: alpine , quanto sarebbe meno dura la vita m ilit ::ire e che mag( 1) E. :\ u;n-ro BERTA: ,. (;Jj ;\lpini n. i2) ~!Ant.\ Sw1 L oi>r:z: " Fr::i nni ,, fio ri ,.. (3) :-:. CA Ml'Ol.lETl : " La r ~icnlugia m ilit:1 rc " ·
(4) ( ;,
SAROC AT:
,,
:\lpini , mo
;1
<1u:rnro man i :.'.
gior vantaggio, in guerra, quando i soldati , battendo ~i nclri111hocr.1 tura d'una valle, sapessero di d ifendere la loro casa, la loro 111 :id 1r, la loro amante, il loro caro paesello arrampicato sulla rn~ta e tn:pi dante dell'esito del.la lotta! i•. Giosuè Carducci (I):
... Domani, Italia, pa.ucran da /'Alpi Prodi seimila, in faccia al Re levando L ' armi e i ride1Jti in 1:-iouine baldanza Volti riarsi . . . . E a te, domani, Umberto re, in cospetto L' Alpi d' Italia schierano gli armati Figli alla guerra : il popolo fidente Te guarda e loro . G iuseppe Bevione: Di una cosa sola io mi onoro nella mia vita : di esser e stato Alpino, di avere combattuto nell' ultima g uerra di redenzione ital i:rn :1 fra gli Alpini, di aver guadagn ato sul Frcikofcl, fra i duri Al pi n i Jd " i '", una 1ned.tgl ia al valore. << Chi non sa che cosa hanno fatto gli Alpini d i m er aviglioso e di eroico, non conosce la misura ddla gra titudine che deve ai salvatori dclh P::ttria cd ai costru ttori deila Vittoria. <, lo mi inginocchio al1a memoria di tutti g li Alpini cadu ti e chiedo cd o ffro fraternità senza limiti a tu tti gli Alpini sopraHis<( • • •
~utI ),.
Ren ato Simoni: (, Benedetti gli Alpini! Quante volte i loro battaglioni sono stari sterminati e si sono ricostruiti ? La vita e la morte erano una cosa sola e dalla m o rte rinasceva la vita sem pre, perchè la Patria :1\·tv:1 dispnatamente bisog no di quegli eroi. Che libro sarebbe qucl ìo ciic narrasse tutto ciò che hanno fatto, la loro gentile fi er ezza, b Imo testarda volontà di vittoria, la semplicità con- la q uale si sono i 111111 0 lai:i ! E ssi furono e sono la poesia senza parole, quasi schi\·a e p11d ir:i d i sè, la lx m tà rude e poderosa. l'eroism o tram1uillo e irre~1iliik, spontaneo ed ostinato, assennato e sublime! Che gloria esse re Alpi ni ! C he glo ria e che tremendo dovere! M a gli Alpini d i dorn:i11i ~;1ran 1111 deg ni di quelli della g uerra. J caduti sono tutti presenti : pn:sc 111 i m:1 (1) G .
C .\IU>li<.:Cl:
«
Ricocca dì S. Giacomo ».
608 le caserme cht: tante volle si cmpirono e l:111 1e volte ~, vuotarono di giovani che non tornarono più; presenti nel sentimento della Vittoria, della LjUale essi furono tra gl i artefici più puri, più pazien ti , più ard iti, pit1 grnt:rosi "·
,,1/f'111i ,ti la1•oro _;u//'altopic1110 di Asi,1go.
Ettore Janni : .. ... Foggiato su lla montagna, la sua ;rnima sembra lenta e sc1bra, da conoscere per rudi ~cnticri del carattere. non per le tJ ual it~, rnmu111 dei cittad ini pigiati nelle citf1 ...
/t I to I r ( E quanto egli valga no n facilmente si sa, pcrr hè I:, ~11., .1111111 .1 ha la cima spesso fasciata d:1 un pigro avvolgimrnto di nu vole .. . << ••• O Italia più grande quando s;1rai più « alpina " ! L'i1111 H·1 vio ha una via per lui ; la tenacia è nella sua natu ra ; la n :si~l rni':i è.· nella sua educazione, la disciplina si svol~c nel suo c i rattcrc. r1111tc una filosofia istintiva. Ness uno è più di lui nu tr ito delle forze:: pro fonde del passato. Perciò fu visto reggere, come i suoi :dbcri ;in1irl 1i. alle tempeste. << Il suo passo calmo è m isura to alk distanze e alle sa li te. RL":il1 :'1 e simbolo. Non ha fretta e giunge sicuro, alto e lontano "·
Ivanoe Bonomi : cc I soldati della montagna ha nno della montagna la forza \'C r gine e schietta. ' « ... Soli, fra le montagne e il ciclo, hanno imparato che la ferrea volontà dell'uomo è sufficiente a trionfare del pericolo. <1 • • • Inquadrati nei loro battaglioni, che portano i nomi 1111ti delle loro borgate, dei loro m unti, delle loro valli, essi stanno a g uardia Jdla frontiera e, quando la gue rra chiama , bal zano avanti , silc11z iosi e forti , su p er le vette dentate, su pci g hiacciai sc intillan ti , c, 111 passo fermo che non conosce es itazione. (< Oh, nomi cari al mio ricordo! Oh, nomi pieni di memorie e d i glorie che, su tutte le giogaie dell' Alpe, avete risuonato nella grande guerra vittoriosa ! Avanti, « Cadore ), !, Avanti, <1 Mon te R os:1 ,, ! A vanti, << Monte Pelmo l>! A vanti, <( Val Cordevole " ! A vanti, tutti i nomi della nostra cintura alpina, dove i dialetti del Piemonte, J cll :1 Lombardia, della Ven ezia, acqu istano una limpidità simile all 'ac(1u:1 dei torrenti che non sono ancora fiumi! ... « La nostra madre Italia ha m esso sui suoi confini questi soldati della montagna, ed ha detto loro: Fate buo na _guardia. <' Essi h anno risposto con semplici tà: Siamo vigili e pronti. 11 E saranno vigili e pro nti dom ani e sempre! » . Filippo Sacchi: << ••• Alpini. Profilo di m:1schi rnl ti son o l'ala del c 1ppL:llo pro teso, sagom e dalle spalle traverse, squadr;11c dal fa rdello cnormt: 1k gli zaini, linea lenta e salda della persona :1 tlc1 ica, in cui il tratt eggio ~"' tile e obliquo della penna scappa fuori come un C~l ro di •old.11e,1., civetteria ...
41.
., ... poichè erano gli ultimi nati , poichè erano i più giovani, l'Italia, come il poeta pensoso di numeri trema d'emozione davanti all ' ultima strofa che gli esce dal cuore, perchè g li sembra più sua, l'Italia, clic era pure giovine, subito ci si riconobbe e lì amò ... ,. ... Gli Alpini non sono solo un Corpo, sono una etnografia. Hanno j loro usi, costumi e gergo, tanto s\'iluppato e ricco che qualcuno s'è pro,·;1to :1ddirittura a farne un ,,oc.ibolario ... Hanno una passione per tutto ciò che appartiene al Corpo da toccare qualche volta b ~ubl imit;1 o, per i profani, la stra vaganza, eh 'è lo stesso. " ... Cli Alpini sono, in verit:1, una milizia che si trasmette dai cadut i ai rimasti, come una investitura . I loro rang hi si prolungano 11dl:t ,ita degli i11dividui c dc.:llc gcncrazioni. Nessuno, che vi sia estr:1ncn, h:1 idea della forza che (fUCsta solidarieri1 alpina m antiene di E1 dai muri dt:lla c1st:rma e oltre la data del foglio di congedo ... , ... c~~i sono e rimarranno una grande esperienza : l'esperienza cht.: tu tto ~i può costruire con gli uomini, purchè parli da coscienza :1 co,cii:111.;1 l:i ragiont: del convinto comcnso e dell 'uguale dovere ,,. Il ,·oln11ndlo V:1m Var:mini così sintetizza le 2;est:1 dei nostri Alpini dur:1ntc 1utt:a la guerra 19 15 - 191 8 : .. Fi(l rc di no-tra gente, ,1ucsti v;:ilornsis~i mi c he: difesero, a prezzo di <,t<: riti..- i " i llZ:1 p:tri, k nostre frnntinc, che mantennero poi, anche negli :inn i dclrol>lio è della rinun zia , nei loro animi e nelle loro v:dbtc l:1 t"1.1mrna \'iv:t ddLi loro fede , incrollabile come la roccia ddk l1iru rnr1111:1gnc. purissima come il bianco delle loro nevi eterne. " Non pt: r nulla la scrittrice austriaca Al ice Schalck, nella sua opera " Am Isonzo " ha detto di loro : ,, Hut abvor dcn Alpini n (G it1 il cappel lo da va nti agli Alpini!). " I 2(; h:1nag lioni Alpini del tempo di pace, dagli ~to rici nomi di nostre ci tt:'1 montane, era no gi} saliti a 52, allo scoppio delle (,qilit:i. ,, Pili t:m li, e f11 il ma~~imo, ascesero a 87 (274 compagnie). mentre k batterie da m ontagna era no portare :id un massimo di 175. Sfr:rzn vcrarncntc rn(·r;1vigi io\o, ,e pcn~i;11n Q anche a lluanto costarono 1.1uc~ti rq);irti di uomini e di mezzi, per poterl i mantenere a num t:rn, tanto grandi nano le pe rdite cui andavano ~oggt:rti: sia per l'impiego notturno cht: ne \·c11i\·a fatto; sia per lo stesso loro valore. ,, I nuovi battaglioni Alpini t:d i nuovi Gruppi di Artiglieria da montag na , clic ~'i ntitobrono ai nomi delle y::i]li. delle città di ori~ine e dei monti da ( lii scendeyano k valli , furono dcli i dapprima di. mi-
(, I I
lizia mobile o di milizia territoriale, ma poi J-urono impieg:1t i tu1ti, senza distinzione alcuna, in primissima linea. <1 Nell'inverno 1916- 17 si costituiruno organicamente i Gruppi c i Raggruppamenti Alpini e, temporaneamente, alcuni reparti sciatori : nel febbraio 1918 si addivenne ad una nuova formazione del G ruppo alpino (3 o 4 battaglioni con un Gruppo di Artiglieria da montagna, inscindibile dal Gruppo).
/Jaracrnmenti degli Alpini
III
Cadore.
Nel giugno 1918 si é1vevano 7 Raggruppamenti Alpini (4 costituenti 2 Divi sioni alpine) su 2 Gruppi cia~cuno, piL1 5 Gruppi isolati (in totale 60 battaglioni). E così rim~rncv:inv fino al tr:rmine ddl.1 guerra, con l'aumento però di un battaglione ricostiìuito. <<Fin dai primi giorni, la pennuta sc hiera si avventò oltre il vi<.:tn confine. E fu fortu na grande che ci permise di raccorciare assai il suo sviluppo ; altrirnenti ben maggiori forze sarehhero occorse a di fe nderlo. "Così il battaglione " Tonale )) si aggrappa alla ghiacciata 11111 r:iglia dello Stelvio, mentre lo ,, Spluga n fa altn:ttantn sull'Adamd lo, il •t Verona » ocrnpa l'Alti ssimo e il Coni Zugn:1 , il •< Bas~:1 11() ,, investe i colli di Vezzana e cl i Busa Verta , il (< Belluno >> occupa pa s~11 «
Fnlaja c il " Pin'C: di Ctdorc ,. la for(dla di Lavarech I battaglioni cklrX" n :g~i rnento s'in,ediano ~.u!l:i li nea r ~it Grande - Freikofel - Pal Piccolo. ,;1~·ntrc c1uelli del :>" e del .f ;l\·anzano sulle pendici di montt' Nero. che il 16 giugno cont1uiqcr;rnno. catturando l'intero presidio e mer:1\'i;~li;mdo il mondo. Di lì :1 Jl! >CO , il ::H luglio, il i, Valle Orco ,, conquister;'t il vicino monte Rosso; mentre il ,, P ieve di Cadore )) opn;i nd l';ill() Cadore; il , \,lorhc11110 ,, ro ntro i Mo lllic;elli in va l C:°am <:ni,a : il " Gnnona .. e iì ,, Mm~lovì " in v;d di Fel la; il ,, Ceva" e il ·· Pic,·e d i Teco ,) sul Cukla: il .. Sus;1 ·•, Exi lles >• e il Val D ora "· agli ordini del v:ilorilSO colonnello Como Dag na Sabina, contro il baluardo cli Sama ìvbria e Santa Lucia; .il (• Sai.uzzo 1, lotta ~u i C.:n::daìc; ii ,, Verona .. e iì .. \':-iì J'AJi,~c ., tcnwno invano di con,111ist:1rc e m;rn tcncre Malga /uree. " Cadono. intanto. l'un dopo l'altro. g li eroi più belli. Il generale Ca ntore - cl veci.o - come lo chiam:1va110 i suoi ~ul dati - è colpito in fronte, mentre dalla pr imissim::i linea esplora le posizioni nemiche della forcella di Foniana Negra, ai piedi delle Tofanc. ,. Poco più tardi sar:1 la rnlta degli eroi del monte Nero: capit :,nr, V ;1rf',t>, ,·he ~i (rwgnc in 1111 '" P"'•l;,J,,, m:,gginre A rharel111 r he vien soffo.::;,ito tb un:1 vabnga cd immurt~,b Lt ~ua fine con eroiche parok. scritte nel lo spasimo dell'agonia: Credevo di morire Jil!ersamcnte: ho cercato di r:iutarc il mio ! cm:llfc /;oh1s50 in tnlli i modi, J//t1 in111ilmc'nle. Muoio aJ{Ì;JÌato 11d 110111e d'Italia. ·· hl altre croid K gesta ~i preparano. " Superato sul le più alte cime, a prezzo dei pi ù gravi sacrifici, il primo i-errihik inverno di guerra, il nemico, rafforzato di mezzi e di uomini. tcnt;i di strapp:uci le po\ÌZÌuni perd ute:. Ma tutto .è vano, cbè -orn11:1ue ycgliano gli Alpin i. " In Carnia, il 16 marzo. un tremendo :.ittacco austriaco , dal passo di Cavallo al Freikofel e ai due P;1I. t: re~pi n! o dai battaglioni del wlonm' 1!u !..tmhrnii. Sull'Adamt:llu, J' ,. Edulu ·,, i! " Val Baltea " , r ., lmcl\·i ,, e !',, Aosta ,, , agli ordini del colonnel lo Giordana, sèrappano al 111.'. 111 ico posizio11i alt:i~sime, m algrado l'ostinata resistenza nemica e la tcrnpnatura rigidi ssima (ÌÌnu ;1 40" ~otto zero). Su!Ldto Tsunzo il ·· Saluzzo ·.. , il ,. Ba~,ano " cd il ,1 Ceva riconquistano m onte K u kh . .. E più ane<>r;i ,i \ardiiic: fal in, ~e la Stra fexpcdii-ion del 1916 non a vesse riclii;1111ato altrm-e me nti e forze. Mirabile la resistenza <lei bauaglioni Alpini ,. Monte lkrico" e ,. Val Leogra ., in valle T err;1gnolo, del ,, Val d'Ad i~.e ,) a Malga Zu!,!na, del ,, Vicenza " al
r ..
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1)
II I
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Coston cd a Costa d'Agra, dcli" " Adamello ,, fr ;1 , i111.1 M.111d11 .. l11 1 Vezzena, dd •< Fdtre a monte Cima , in ,·al Sug:111.1. I·., l'"l" .1p >)
lì Cnm pt1nrlc LJas.-n ( Dole miti di lirrnt,1)
presso, il " Val d'Adige >J a paS!-0 Buok, r ., Exilles" , il " l.c,.11111.1 " • <• Cervino ,, cd il « Suello " sul Pasuhio, il " Cividale " cd il ,. < '1.1 picr ", prima sul Cimonc e sul Ca\'iog io, poi ~11 m o 11tc '11\'cg 1u 1·
il
6q l',, Argentera " , il ,, Morbegno ,, , il ,. Maira .. , il ,, Monviso », il ,, Saccarcllo ·i, il ,, Cc11iscl1ia ,, ~ulLil to piano d'A siago: tutti contend o no passo a pa s\o L1\':111zata alle formidabili masse nemiche. Sul
Pa~uhio il li;1tt;1~lio11c ,, Viccni'.a "· im111ola11do la maggior parte dei suoi - tra i qu ali Cc~;1rc lbtti~ti e Fahiu Filzi - consac ra anche nell'ultima g uerr:1 il tr:1di1.io 11alc m:1rtìrologio italia no delle lotte del Rìsnrg i1rn:11to, 111 rnt1T nel ~ctton.: del m onte Nero ì Gruppi Alpini l e II (~encr:1lc Como D:1g11;1 Sabina), ripetendo il classico Da qui non Ji p11;..-,1 . rintuzza no gl i ostinati ass:tlti di un nemico consapevole dcli"cst rnn:1 impo rtan za del possesso di tJm:I massiccio . .. hl. ;1 ppcna l'avversano ten te nna , cont rattaccano, senza prendere rc~piro: in val Sugana il Gruppo J{a~ni (battagliom " \tonte Rosa ,, , ,. lntra , . . Pa,·ionc ,, , " Fdtrc ") ed il G ruppo Rarnhaldi (•< Brenta 1· ,, \ ' al Cismon n); sull'altopi;rno d 'A~ia_go il Gruppo Stringa((<Sacc .m :llu ,, , ,. Argcnter:1 •· , " Mom·i~o ,. , " Val I\-faira " • ,, Ccnischia ., , " Morbegno", ·" Has\ann ),, <· Sette Comuni n) e più tardi il Gruppo Sapienza (,, Clapicr n, , , Matajur ,,, .. Mcrc111tour 1, , , , Cividale ,, , ,. N:1ti sone ,,) n l il Grup po S:i,orani (, Arrosc i:1 ·•, ,, Ellcro n , ,, Ar,·,: ;1is .. , ,. T:t; !iamr:nto ·-). ,, E Lrnr10 no n vol~e a ncora al suo te rmine. che nuove lotte alJJi ne insanguinano le con test: nostre frontiere. In \"al di Fiemmc il LatL1g liù nc~ ,, Fdtrc .. c.011t1uift.1 san g ui no,,rnwnt c m o nte Caurìol e lo
m;1n1iene inflc~sibil mcnte, in~inn e col " Bre nta ,, , si no a Caporctto. « Nel settemhrc ve11go110 invano tentati num·i attacchi per la rn m1uista cl.cl Ro111hon, s~1ll'alto l son zo: perdite inge nti obhli_gano a d o iste n.: dall'attacco. Lo stesso sul P:m1hio, clo\'e gli sforz i eroici dei Gruppi Gioppi e Pietra (,, Aosta ", « Exilles .. , ,, Vicenza "• " Pinerolo ,,, ,, Val Trxe ", ,, Adamello », .. Suello ,,, " Adige >• , Monte Beri co " , coi Gruppi d'Artiglieria " Torino ,, e " Pine rc;lo " ) estend ono e raffni7.ano la nostra occupazione, per t!uanto i risultati, per l'd ht ien z ~t r.iggiunta dag li ;lpprc,umc n ri ncmi(i, non compensino del Tuu o i , :ieri f-ìci. ·• fl secondo i11Yerno passa ra pi do, me ntre nevi e valanghe causano in num eri altre \·ittimc: in val Tr:in:nanzes una valanga seppdli s..::c un hJraccarn cn to della J' batteria da montag na, soffocandovi 95 uo m m 1.
.. Kcl HJ 17 altre qrandi n ioni : una fo rtunata - il "capolavoro" del tenente rnlo11nel lo 'f L'S tifnclii - che coi battaglioni ,, Val Pellicc ·.. (teneme rnlo1111cllù \fr rlo), ·· Moncenisio ,; (tenente colonnello Pra tis;, ,e Arn.ra •) (c1pit:1110 C :ihriolo), ,, l.e\'anna n (capitano Vecc hi)
/1 I l
ed il Gruppo Artiglieria <, Vicenza,;, cont1u1 sta il V<Jd i1 e r.: 11111111, • Santo. << Il Corno di Cavento (metri 3401) viene strappato :il ncm iuJ il 15 giugno dal colonnello Ronchi, coi battaglioni (< Baltca " e ,, M:111 drone >). << E l'Ortigara che fu detta il Calvario delle prnne 111 0 :t.zl' segna l'olocausto maggiore delle nostre truppe alpine. « Scritti recenti, nostri e stranieri, rivelano tutto l'ardorc di l jllrl le terribili settimane di lotta. Riluce sempre piì1 viva la g lori:, dd k truppe e dei Ca pi che le guidarono ali'attacco. Si rivela, anzi, ~cm pn.; più chiaramente come quell'azione sarebbe stata tutt'altro che sterile di risultati, se fosse stata condotta secondo il concetto proposto ripetutamente dal Comandante, che sul terreno della lotta aveva ai suo i ordini i gloriosissimi battaglioni Alpini, la cui solidità era ben not:1 per le precedenti prove ed il cui spirito aggressivo mise veramente a dura prova La tenacia ed il valore delle opposte forze nemiche. " Ed, invece, il sacrificio fu veramente immane: ufficiali 774 e truppa circa 22.000 uomini tra uccisi, feriti e dispersi ed un in tero Gruppo di 4 batterie da montagna perduto. ( < Fanti, Bersaglieri, Alpini, Artiglieri, fraternamente accumunati nel triste destino, fecero nobilmente a gara per prodiga rsi in og ni maniera ... l,. Così ha scritto il generale Aldo Cabiati. E il generale Como Dagna Sahina così chiude il suo libro " Ortigara i, : <( Queste rocce frantumate, aride, cocenti al so le, son o a nu i sacre perchè testimoni della costanza e del valore alpino e percliè bevvero il sangue e raccolsero l'ultimo respiro di giovinezza e di m aturità stroncate! « I ricordi che si devano dalle storiche posizioni d ell 'Ortiga r:, si affollano alla nostra mente, prendendo fig ura di eroismi insang ui nati e gloriosi. Ma gli spiriti dei nostri Caduti ammoniscono che so lo i forti non possono trovare lenimento al <lolorc nell'o blio! .. . <( Per quell'anno continua il Varanini -- le truppe alpin c d<J vettero rinunz iare ad ogni altra azione offensiva importa nte. Ma. nd l'ora del ripiegamento al Piave, d o lorosissima per gli Alpin i, w~ rr!'l11 ad abbandonare, non per loro colpa, tanti luoghi conqui stat i c 111:11, tenuti a prezzo di generoso sa ngue, essi non cedo no senza lott :1rc. Il Gruppo del colonnello Cantoni: batt:1g lio nì <· Dronero ,i ( 111:1gg1 urr Varetto), ,e Saluzzo >> (maggiore De Giorgio), " Borgo Sa n U:tl111 :r1. zo >) (maggiore Intin i), si batte al Rombo n, a Sella Pn:v:il~,. 111 ,. ti Raccolana, a sella Buia; il Gruppo del colonnello A llincy : batta g l111111
,, Pi nerolo ,. (tenente l'ulonncllo Budino), ,. Canin •) (maggiore Nt:rchiali), ,. Mt'rc,1111our " (maggiore Peroglìo), si batte nclk val li Racco.la na, Dog n:i e: Fclla. al pnntc Brauli ns, a Piclu ngo, nel burrone di Chi:n z1\: il battaglione "V:tl Susa .. (mag}.,>Ìorc Z:rnettì) a forcella Claut:ina: il Gruppo del colon nello Pugnanì: battaglioni ,, Ccva ", " ~:tondo\'Ì ,. , " Argentera ,·, e " \,fonvi~o " :ilb ~trctta di S:1ga ed a mo nti' Sto!: i battaglioni ,, Alberg ian "· " Belluno " e " Chìsonc ,,
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rt:si~tono ~ul mu nte Nno ~i no all ' 1 1 novembre, yu:i ndo già il nemico ,J a Doble Vhr : I',, Arrmci:i ,, :1 Pian dei Musi: Il .. _h ·n est rd k ,, e l' ,. A ss1etta ·• a Longarom:: il ., \ ':tl Ccnischia ·· lungo il Ci~m òn: il ·· Sene Curnu ni >• in val Carden:1. " Ed. inlìnc. gli Alpini ..:onrorrn no cf lìcaci ssirna mente a costituire l'm~:1 1ur;1 ddl:i ntlu \;I fronte dagli Alup1ani al Pi:i vc. Sul Grappa è tutta una gn-1;1 eroica e pagine immortali Ji gloria scri,·o no il " Fdtre ,, sullo Spinoncì :1 ed in Yal Caki n:i. il i, Tagliam ento ,, sul Pntica. il 11 Gruppu (•· Cranero ·, ,. Varaita ,, e " Pellice •,) al Monk ncr;1 c pui il Gruppo Nasci (hatta~]ioni " 'V::i raita ,, cd ,, Arvcnis .. ),
è sul Pia ,;c : il .. \ 'ì(cnza ., ~ul Korada; il , \.krbcgno
il G ruppo Bcnussi ( (' Feltrc ,.,
<< Cismòn
,, e ,, Val Brenta >•), co11tro
rni invano. si scaglia la Di visione Eddwciss. Ed intanto, sug li Altipiani, dove anche Conrad preme con og ni sua for za, il nemico non passa per l'ostinata resistenza cld (ì Bassano )> in val Campo mulo ; dei battaglioni '< Sette Comuni ,,, ,, Verona >•, ,< Monte Baldo ,, su 111o ntc Longara; del '< Val Dora >', del ,, Pasubio ,, e del a Marmolada •> sulla linea monte Fior - Castelgomberto. << Mentre prodigiosi atti d-i valore individuale fanno m eritare la medaglia d'oro ad una schiera di prodi, fra i c1uali l'aspirante Ciamarra, sette volte ferito a monte Tomba: il tenente Tcstolini, che abl>andona il Comando di Divisione a cui è addetto per lasci.ar la vita nella difesa di colle della Berretta; il tenente Palla ferito due volte ~ull 'Asolonc ; il tenente Mìchdin.i Tocci sul Valderoa; il sottotenente Stcfanelli, trentino, a colle C a prile; i tenenti Caimi, Sasso, i fratelli (;arrone; i capitani Corsi, Feruglio, di Cocco, Jkrtolotti. « E s'inizia l'anno della vittoriosa riscossa, tra le ansie e le speran ze; ma anche nello spartano raccoglimento di menti e di cuori .111clanti - gli Alpini più che tutti - a ritornare alle loro case abbandon ate, ai loro cari lontani ed oppressi. ,, La 52'' Divisione alpina, ~chicrata a sbarramento dd canale di Brenta, lungo la linea col Moschin - Grottella - Sasso Rosso - val Fran·,.cla , come già aveva, nel novembre - dicembre 1917, respinto ogni .,uacco del bandanzoso avversario, che per il Natale aveva annunciato l.1 sua entrata in Bassano , resiste nell 'invnno e nella primavera del 1q 18 e compie atti controffensivi c he si impongono all'avversario. •< Difficile sarebbe anche il solo accennare agli innumeri atti di piccola guerra compiuti .su diversi tratti della fronte. Ricorderemo s<>ltanto il battaglione "Val d'Adige )> ndla conquista del monte C'.<1rnone (Sasso Rosso); il <t Monte Baldo ,) , il <( Tirano 1, ed il « Bas~:m o l, nella battaglia dei Tre Monti; i Gruppi V (colonnello Rovere) e XIX (colonnello Almasio): battaglioni ,, Edolo h , ,, Granero >•, ' < Cavento >>, (< Mandrone ,), " Palla nza " , ,, T o nale 1,, r< Cevedale )) ed " Intelvi " , occupano il Presena ed assedi ano i Monticelli, catturando al nemico 14 cannoni , 33 mitragliatrici, 870 uomini; il 7° Ragg ruppamento (generale Gazag ne, coi battaglioni " Susa '>, <1 Pinerolo >•, .. Clapicr ,,, ,, Maira >;, ,, T anaro .. , ,. V,;] Camonica >•, <' Mo nte Ro~a )•, ,, Brenta » e ,, T olmezzo >,) rintu zza l'azione valanga, con la uI ual e l'a vversario s1>cra di minacciare Milano :• l'« Exilles» ed il « Val' ( :ismo n •J conquistano in agosto il Dosw Alto. Nel m ese stesso vrngo no occupati di sorpresa chi battag lioni ,, Ortler )> e <' Mondovì » -
ed è il più alto combattimento ddla g uerra - punta San Matteo (m. 3684) c 1nontc Mantello (111. 35_37), Mo nticelli, passo dei Segni e tutto il Prcscna. ,, L'ora volge fatidica. Anche gli Alpini dovranno concorrere, Uél pari loro, alla g rande battaglia d'Italia; intere Divisioni alpine aggrediranno il nemico: 52" Divisione (generale Ronchi), formata dai Gruppi J (colnn 11cllo Rambaldi), V (colonnel lo Fcrrari), IX (colonnello Scanùalora), X (colonnello Bes) ; 80" Divisione (generale Barco): Gruppi II (colonnello Simili), XIII (colonnello Ragni), XVI[ (uJlonncllo Pratis), XX (colonnello Appiotti); 5·' Divi~ione (generale Ugo Porta): Gruppi VII (colonnello Rovcro), VIII (colonnello Celoria). XVI (colonnello Mautino), XIX (colonnello Alrnasio); 75' Divisione (generale Gazzano): Gruppi III (colonnello Gerbino), XI (colonnello Gregari). XII (colonnello Baudino), XIV (colonnello Sala). Autonomi rima ngono i Gruppi IV (colrn,nello Faracovi), VI (colonnello Grandolfi), XV III (colon nel lo Chicco). Im!uadrati con queste forti ssime Unità st:rnno i valorosi G ruppi di Artigl icria d,1 montagna . .. Ed il 24 01rohrc 1a \·,ilorosJ 52·· -Divisione si lan cia oltre il Piave, alla le~ ta dell'Annata italo - fr:mcc~t: dc! Gr~tziani: avanti sono i battagho111 ,. V cruna ,, . ,, Ba~sano " t: " ::ttch·io ,, col r 3T reggimento francese. E prima la Montagnola di V aldobbiadenc e poi Valdohbiadenc e San Pino e poi, insieme col ,, Tirano " cd il ,. Morhegno :,, ,iene occup :1to anche il Ccsen e s'apre la falla, nella quale s·rncurn:ano le nostri.'. Anna te \·ittoriusc. ,. Ma 1..1u ante .-.carpe ,,! sole --·· scri ve lo Sticca · · seminano l'erta, in quell'ultima corsa veno la Vittoria , quando già sorride la vita, la iìne della ptna, la dolce casa aspettante! ..• ,, Intanto sul Grappa 1'80' Divi sion e. insieme con le eroiche Fanterie, altanag lia le Armate ncmidie, impedendo lo ro di accorrere al pia no. Si distinguono i battaglioni ,, Lcvanna ,,, ,, Val Toce " ed " Aosta •) : llLicst'ul ti mo n:si~te al nemico. anche quando, ridotto ad un pugno di uorn ini, la sua fo rza quasi si ria~sun1e nel solo fatidico v rido: Cli'a cowta / 011 c ',:1 cou.,ta, vit,a l'Ao11sta. t• Più tardi il Gruppo Ragni ( ,, Exilles ,, . t• Le\'anna ,1, ,, Val Toce ,,. ,, Pic\·e di Cadore ", <, Antclao 1,) travolgerà l'avversario e libcn:rà Fdtn:, men tre il Gruppo Faraco\'i: " Fdtre i, (colonnello Nasci), ,, Arvcni s 1, (tenente colonnello Tessitore), ,, Pavion e" (maggiore Morgantini), 20" repa rto d'assalto al pino (maggiore Gamhara) e X Gruppo da montag na (capitano Cristiani), spiccatosi dallo Zugna, corre su Trento, fin almente itali;rna.
<( Ed intanto la 75" Divisione, pure tutta alpina, sbucata dalla Valtellina, stende i suoi artig li fra Landek e Innsbrnck, pronta a marciare innanz.i cd a costituire l'avanguardia delle Armate italiane, già desig nate ad operare contro i Germanici. ,, Ma la grande battaglia è vinta! La g uerra è finita! )).
Per quanto riguarda il secondo conflitto mondiale ecco (JUanto, ,circa le operazioni del 1940 contro la Francia, scrisse Curzio Malaparte, allora Capi tano degli Alpini, sul Corriere della Sera (1): « La guerra in m ontagna ~ si sa - ha qualcosa di fatale, d'ineiuttabile e, insieme, di m agico. Il vero nemico non è l'uomo. Ma la montagna stessa, m a gli avversi elementi. Nessuna macchina bellica vale contro simili nemici; ma sol ta nto la macchina uomo, il suo co1 aggio, il suo istinto, i suoi muscoli, quelle misteriose doti d'orientamento, dì intuizione, che i montanari posseggono al pari di certi uccelli migratori. Da ieri, una spa ventosa bufera Ji neve, di cui non ritrovo m em oria neppure \e mi volgo alla mia esperienza dell'altra guerra sulla Marmolada, su Costabella, su passo Fedaia, su passo Contrin, imperversa furiosa su tutta la giogaia del monte Bianco. La violenza del vento ha qualche cosa di perfido, di crudele, di mostruoso. Non c'è difesa che va lga contro la cieca brutalità della tormenta. 1< Eppure avanziamo. Stamane all'alba i nostri battaglioni, che la tormenta aveva inchiodato sotto l'Enclave e al sommo del canalone della Combe Noire, ripre ndono l'attacco. Come ci diranno più tardi i prigionieri, gli stessi Francesi non credevano ai propri occhi. Si aspettavano l'attacco di qualche grossa pattuglia formata di sciatori, di scalatori, di specialisti del monte Bianco, di guide di Cormaiorc; ed ecco che un intero reggimento alpino, il 5", più il battaglione e< Duca degli Abruzzi ", tJUello della Scuola di alpinismo di Aosta, e il Reparto Alpieri, circa ~ooo uomin i in tutto, scavalcano la cresta del col della Seignc, scalano i costoni g hiacciati del Tondu e dcll'Encb ve, puntano arditame nte, irresistibi lmente, verso il baluardo forti ficato. Al calar della notte, q ua ndo la tormenta cominciò a fumare sulle alte cim e e sugli impc1:vi ghiacciai , i Francesi pensarono che i nm t ri fossero tornati indietro, sgominati e tra volti dalla furia degli cl ementi. Ma, all 'alb;1, eccoli an cora lassù: scendono! scendono ! E' 111111 (1) 9 luglio r9.10.
~pcttacolo mera viglimo. //., _;ont f ou ..! lls sont /ous! - ripc.:tc il tene nte Dc (;astcx, del1'8o'' battaglion e di Fant eria a lpina. che comanda b prima linea kmccs<.: di forti ni. Ja vanti a Bcllcva l. Così ci ha n poi narr:ltu i prigionieri Françoi s Hl::mc, Friw n Rorlw e Jcan Gacbet \'1auroz. tutti e tre savoiardi di 'lk aufort, di Hou rg Saint-Maurice, di Le~ Conl:11ni ne~. \(Jglio dire ·avoi:mli prl!prÌP di q u\·sic: ,·:tlli e di q11c~ti nwn n.
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u,;so .
,. Soltanto chi è 1u1 0 I.' ,·issuto su quo te montagne, chi le cono ~c t: int imamente, chi ne sa per pruva k Zlolcezzc e le vwlen z.r. può c ipire che co :1 ~ig nifìchi. in una g iornata d i tormema comc l (ll t:st a, , cdn usci re dalla nchhi;:i delle :11lc quote colo nne e l·olonn e di Alpin i. ìn pieno as~etto di gL1<.: rra, ca richi come mul i. e calai· lungo i nnai , ::iff rnnt arc i costoni roccio~i c0n !"aiu to d i ch iodi e di rnrclc, sono il fuc.:o \·iok ntù di almenu quattro Gruppi di Artiglieria di medio calihr,1 (secondo il calcolo del m:i~gìore AclJUÌsr::ipal.".c, coman da nte dt:I Gruppo •( Bergam o e d ilag;1re com m e le ..- mouchcs g iù per i IÌ;in .:bi del b valle. (La frase commc /c.- mouchcs è di un al tro prigioniero. 1· ) ,
il sergente Ponceblanc Albert) ; e chiunque abbia pratica di mo ntagna ne coglie il senso; fantastica impresa, infatti, far passare in tempo di guerra 4000 Alpini dove, in tempo di pace, non passa tutt'al più che una cordata di quattro alpinisti! f antastica impresa: la montagna, sconvolta dalla tormenta e Jalle es plosion i, sem bra scuotersi. Fuma come per un gigantesco incendio. SI.avine immani si staccano dalla cresta dei nevai, sfiorano romba ndo gli Alpini del battaglione ,, Duca degli Abruzzi i, , che muovono veno il Col d'Enclave. U na slavina investe il reparto Alpieri: ne travolge 12, fra i tJU~il i lo stesso comanda nte, il capitano Barbieri, e alcuni fanno un salto di 6o m etri, avvolti nella neve come in un m aterasso. Tutti soltanto .feriti, per Jortuna, tranne uno. Rarhieri se la cava con qualche costola rotta, una spalla fracassata, un ginocchio malconcio. Ince rti , non della g uerra; ma della montagna. << Eppure, verso mezzogiorno, le prime pattug lie son già in fondo valle. Troviamo giù un po' di schiarita. Il so le è tiepido, l'aria è limpida e quasi dolce su questo erboso tc:rrcno di fondo valle, nudo, libero, senza un albero, senz a una roccia, senza il più piccolo riparo. Una distesa di pascoli ondulati, che all'impro\l\'iso scendo no a picco nel letto del torrente dei Glaciers. E guai a tentar di attravc r~ar e il torrente: batteri e e mitragliatrici spazzano di infilata lo stretto canale, tempestano l'acqua, le rive, i fianchi dell'arduo vallone. Una cinquantina di uomini del capitano Covi della 51a compagnia, batt;iglione e< Edolo » , riescono tuttavia a passare sulla sinistra del torrente. « Eccoli là che ava n;,.ano sotto il Col de l'Oueillon, a ffrontando la resistenza dei nuclei francesi armati di fucili mitragliatori, che ripiegano combattendo verso la linea fortificata di Sclogc. Altri nuclei dell' (( Edolo )) e del " Tirano >> occupano Les Lanccttes, altri Les Mottcs, a ltri la G endarmeria. Nella Gend;1rmcria tutto è intatto; la tavola apparecc hiala, con la bottiglia dell'aperitivo Duhonnct, akune ,catolc di sardine per antipasto, un vasetto Ji mostarda di Digio ne. Sopra un fornd lo a gas di petrolio, una pentola di minestra quasi cotta, che bolle borbottando. Gli Alpini della 5r' la trova no eccdkntc.:. dopo una giornata ed una notte di fatica e di d igiuno. (Nelle sta nze 1ki grnJarmi i letti già fotti, con le coperte cd i knzuoli rimboccati e ~!ualche uniforme turchina appesa dietro le po rte. Sui tavolini da notte alcu ni li bri). ,, Ma bisogna avan za re, serrar w tto. U n portaordini del colo n nello Lavizzari, comandante dcli' <• Edolo " , ~op rag-giungc ad anc.:r-
Lire che nidi di mitragliatrici, in opere fortilìcatc, si sono rivelati sul fianco destro, fra l' ,( Edolo ,, cd il batt;1gliunc " Duca dcgl i Abruzzi ,; , clic è più a rnomc, sotto l'Enclave, invisibile rn:lla nebbia. Il crcpitìo delle mitragliatrici si fa di minuto in minuto più fino e più rabbioso. [I tenente Pasini, rn n la 52' compagnia dcll' <, Edolo ,>, piomba dall 'alto temp<.::si-ando, attraversa jl vallone di Bclkval, si arrampica sulla cresta opposta, irrrnnpe di slancio nel primo fortino, 11c uccid(' e ferisce gran parte dei difensori, agguanta i superstiti. L'ufficiak francese che rnrnanda jl fortino, il tenente Dc Gastcx, cade ucciso dopo :ivcr sp;irato l'ultimo caricatore del suo fucile mitr:1g li:iton:. Un int repido uffici:1lc. Polcva salvarsi, non h:1 voluto. I nostri ne compongono rispettosamente il cadan:rc, al riparo di una piega del terreno, lo coprono piamente con una mantellina. Cinque ~o no i fortini, lungo il costone che d~1 Ville des Gbcicrs sale verso il Col dcs Fou rs e tutti e cinque cadono nelle 11ostrc mani. L'Artiglieria nemica batte il terreno con un violento tiro di repressione. 'I prigio11icri ,cngono raccolti nel vallone di Dcllc\·al; ~ono tutti ,·esti ti di un pc~.1 ntc pastrano kaki, molti hanno L,rnpio hnretto basco, molti l'clm cti o . :\ku11i sono feriti. Sono in gran p:inc sa;-oiardi. ,. ::ion gii·1 k prime ore del jJOmc riggi(, c..: la nehhia scende dalk ci me. i1l\·ad c la valle. Nevica. Un \'CIHO di:iccio, tagliente soffia gi ù dal Col de h Scigne. I nostri ~i :1equattano per terra, sG1,·andosi alla mc:g lio. ~·0 11 le mani e con lr p1ccoz1x, un;1 linea pronisori:i di di-1c~.;1. (u ntru k insidie dclb notte. DomaHÌna , all'alba, si continuerà L,tta((II . ]'v b, m cntrt: r«Edolo'' , il ,, Tirano ,,, il (( Duca degli Abruzzi .. , gìi A lpicri si sc;l\·ano piccoli rip;iri di fortuna sotto la furia delle ca nnonate. l:isst1, in alto al Col dc la Seigne, comincia la tcrrihilt: prova delle. corv~es di rifornimento. ,, Croll.,u la linta av::inzata di re~istrnza sotto l'urto dei battaglioni " Llolo " · ,. Tir:111(1 •) e <, l )uca degli Abru v,i "· i nostri si p:irt:1110 a,·anti, si :1ggrappano al ciglio del Yallonc che sale al Col dcs F o urs. si prcp:1r:lllo ad :1ssalirc l:i stco nda lmc:i di fort ificazioni, di n1i il Forte di Scloge è il capos:1ldo. C't' ~t:ito un ino mcnto, ieri, in cni il ComandD ir:,nccse h;1 tt:muto che le sue truppe non potessero rcsistcn: all 'intrepida violt:nza del no~tro altacw. Ed è stato allorchè I.i 5::( compagnia lkll',, Edolo·', l!uclb del rcnt:ntc Pasini , ha conl]lliHato a colpi di bomhc a mano i cinque..: fortin i lklb line i avanzata. li fuoco di rqm:ssionc del le bat terie fra ncesi rn alcuni fortin i, ancora di fc~i da reparti del 7" Chas~eurs dcs Alpcs, era un fuoco di p,t11ra. li conccntr;imcnto è: stato terribile: i Frai1ecsi so no stati i soli
a soffrirne. Per comune di chiarazione dei prigionieri, le perd ite del l'avversario sono state alme no il doppio delle nostre. (, Ma sarebbe stato imp rudente, ieri, dar l'assalto al Forte d i Sclogc senza l'aiuto della nostra Artiglieria. Il Forte di Sdoge, che io ho potuto fotografare dagli avamposti della nostra linea ava nzata, 1~ dove essa tocca le grange di Mo ntag non Longe, proprio di fro nte alle case di Vill e dcs Glaciers, non è quella semplice opera di calcestru zzo
Alpini al favoro sugli altipiani.
che credevamo in principio. La nebbia ci aveva ingannati. Dirad at:1si per qualche istante la densa fosc hia, il Forte di Sdog-e ci è appà rso in rutta la sua temibile struttura : un'opera i11 cavern a, scav;1t;·1 rn·ll.1 roccia, con ci nque ca nnoniere nettamente visibi li , e protetta <h un triplice ordine di reticolati. Situato a picco sul torrente dei CLir in ,, n el punto in cui il costone del Col dcs Fonrs e quello dcll:1 Pni ntc d e Mia s'innestano al declivio del la valle. formando una sr lii l'll:1 .li roccia, morbida all'apparen za, m a con la viva o~~:11ur;1 di L",r,111 i1" ben visibil.e sotto il tappeto d'erba , il Forte di Sdogc ~barra l,r11 r;il m ente la stretta del fiume e la str:ida per Les Cliapicu, , capo~:i1 ,r,. :11 retrato della linea Maginot alpina . La gola del t"orrrnt c t d11111 i11 .11.1 dal F orte e d alle sue opere accesso ri e : n idi cli m i l ra g I i:11 ri< 1. jl"'l.1
ZHlllÌ di mortai e di Artiglieria che battono le pendici del Col de l'Oucillon, da una parte, i wsloni del Col dcs Fours e della Pointc dc Mi;i , dall'altr:1, e sp::zzano tutta la fronte prativa che si stende daya nti a Ville dcs Gbciers. ,( Per impadronirsi del Forte di Sdogc, un'azione diretta, frontale, s:irehhc troppo arrischiata. Occorre aggirare dall'alto il baluardo di Col dt:\ Fnurs e premere al tempo ~tesso contro lo sbarramento del iondo l'alk. Nel pomeriggio il col,mnello Fassi ordina al maggiore Loff redn, che romanda il <, Ti rano », di inviare una ricognizione in forze al Col dt:s Fours, per " ta~tare il polso ai Francesi ,> e ricono~ccrc il terren<J per l'imminente azione offensiva; e intanto dispone che il Gruppo " Bergamo,. trasporti in fondo \'alle un pczZ-O da monta~11a. L'impresa è dura, ostacolata wm 'è dal terreno, dal fuoco :n·\·c.;r,;1rio e dalla tormenta che non accenna a calmarsi. Un pezzo della ) 1• batteria <.'. portato a spalla fin oltre il Col dc la Seigne, dove comincia la mulattiera per Les Mottes, che il colonnello Fassi ha rinl racciat:i ~otto la neve. Sebbene intensamente batwta a ogni or;i del g iorn<> e ddb notte, q uest a mulattie ra è- la \ tr;Hb più agevole e più corta per ~u:ndcn:: in fondo valle. " <...~ii Artiglieri ;tlpini dei rcneme Quinterio, rnilam:s<.:, ~; mettono al bvoro . Ora trainando il pez.zo ;1 braccia sulla china ghiacciata. ora tr:1sportandolo a spalla; gli Artiglieri del maggiore Acqui.sta pacc compiono miracoli clì coraggio e di resistenza. La to rmenta, che ~i ~cttcna più furiosa che mai , li nasccndf' alb vista, ma 1i protegge dal tiro nemico: le batterie francesi si accaniscono con cieca rabbi:1 ~li quel gruppo di audaci, che avanzano lentamente in mezzo ag li scop pi. curvi sotto l'affusto, sotto la bocca da fuoco , sotto le cassette dei proiettili. La notte li sorprende a mezza strada. Bisogna far presi(), rag11 z:i -, dice il tenente Quinterio. Qualche ora dopo il. maggiore Chiaradia. che torna dall'aver accompagnato g iù per la mulattiera il tcnenle Alhertini con una corvéc del battaglione i , Verona ), , ci :l\'wrtc che ii pezzo da montagna è giunto già in fondo ai vallone. E aggiunge che un tremendo fuoco di mitragliatrici imperversa su tutta la linea . E' il ,, Tiran o " - dice il colo nnello Fassi --. Bravo Loffredo! ,, Al calar della notte, il " Tirano" !n ~pi nto u n grosso reparto dell;1 4W compag nia del capitano Tessito re, col tenen te Grandi, su per il Col cks Fours. Im presa, non solnnto audacissima dal punto di vista militare, ma arrischiata anche dal punto di \'Ìsta scmplicemenie alpinistico. Un giorno, quando ,i far:ì pacatamente la storia di que-
sta così detta Battaglia del monte Bianco, l'azione dcll:i colon11a F,1" 1 ,< Duca degli Abruzzi ", Reparto Alpirn, Gruppo <<Bergamo>•) sarà studiata come un classico esempio di az i11 ne di grossi reparti Alpini in alta montagna. << Il reparto del tenente Grandi, scalata la parete di ghiacc io e da granito e affacciatosi alla conca ne\.osa, compresa, formidabile acro coro, tra il Col des Fours, la Pointe dc Mia, il Col du Honhomme e il Col de la Croix du Bonhomme, è accolto da un terribile fuoco di /\1 tiglieria e di mitragliatrici. Quei 6o Alpini, circa, quei 6o ragaz1.i bergamaschi e valtellinesi e bresciani hanno seminato, con la loro im provvisa apparizione, il disordine in tutto il sistema di difesa dc:l baluardo di Col des Fours. Chi se I.i sarebbe aspettati? E' impossibile che gli Alpini italiani possano giungere fin quassù! Eppure gli A Ipini del tenente Grandi son là, nel buio bianco della r..Jtte (la to rmenta ha preso un po' di riposo, si è fermata a ripigliar fiato , su (!Udl'acrocoro riparato dal vento), son là, aggrappati alla neve, affacciati all'orlo della conca e fìccan gli occhi · nella candida tenebra ri fles~a dal nevaio, frugano con lo sguardo le pieghe del terreno. •·egnate da labili ombre azzurre, spiano le postaz ioni di mitrag lia trici, le c un;c trasparenti d e i r..:.ticolati ricamati sulle; mccc; e; ~ul g l1iau.. iaiu. i camminamenti, le piazzole delle batterie, le opere di calccstrnno. i fortini in caverna, tutto il complesso e formidabile sistema difensivo dd Cui J es Fours. Nuc!ei di esploratori si inoltrano strisciando ndb conca nevosa, appoggiati dal fuoco delle mitragliatrici leggere, c he gli Alpini del tenente Grandi si son Porlate a spalla fin lassù. Tutta la linea francese è in crgasmo. Le batterie da 75, da 105, da 155 sparano furiosamente, battono il terreno a palmo a palmo. I nidi di mitragliatrici, che non dovrebbero rivelarsi se non all'ultimo momento , s.i scoprono a poco a poco, l 'uno dopo l'altro, nel timore che l'attacco italiano sia giunto fin lassù, che gli Alpini stiano per piombar loro addosso. ,, Ma il tenente Grandi non ha con sè che un pugno di uomini : il wo compito non è di tentar l'assurda impresa di forza re i) Col dc, Fours con poco più di un plotone. La sua è soltanto una ricog ni zim1t' in forze. Ora bisogna che si ritiri, prima che l'alba b wrprenda in quella difficile posizione. Ma, sul punto d'inizia r la manovra di ri piegamento, si accorge che il sistema automatico ddla difes:i f ra11cese si è messo in moto anche sui suoi fianchi e alle sue spall e. Nuclei di mitrag lìcri spazzano i passaggi obbligati, da lui perco rsi por lat' ore prima col favore dell'o!curità e ddla ~orprcs:1. E occorre far prc-
{5" Alpini, battagiione
42.
sto. Sul Col dc la Scignc il cielo imbianca ;1 poco a poco. Non rimane, per tentar di ritirarsi, che un cana lone scosceso. quasi a picco, cofX'rto di uno spesso strato di neve g hiacciata . Il tenente Grandi dice ad alcuni dei suoi: Fate chiaHO, voi, fat e baccano, cercate di attimr c011 gli urli l'attenzione del nemico . men/re gli altri .cce11don o per il canal one . Gli Alpini della 48" cominciano ;1 urlare. a .strepitare, a
Una 110.-tr,1 ,emmcl/(1 ,11iic T ofanc.
batter le mani. ;:i sghignazzare: O fra11ces! el va e! biroc! e quelli, giù raffiche di mitragliatrici . Ciao, pai.r! e quelli, <riù canno nate d' interno. Finchè anche ~l'ultimo uomo si ritira, ~i bu~ta giù per il canalone, che i Fran cesi J}robahilmente ritenevano im11r:uicabile, ra<rniunbo gc un ripiano di roccia al rip:uo dalle offese nemiche. Meravigliosa impresa.
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Il maggiore Loffredo ascolta il rapporto del tenrntc Cr:1nd1 t' dispone per l'attacco in forze al Col des Fours, da iniz iarsi la 11ot ll· seguente. Intanto gli Artig lieri della 31• batteria del G ruppo (, lk r ga mo ,, hanno trascinato il pezzo in fondo alla valle e> nella 1101t r dal 23 al 24> risalgono la riva opposta, su verso Les Lancettcs. I m or rai da 8 I dell' (( Edolo >• e del « Tirano >, sono pronti a battere i n:t icolati che proteggono il Forte di Scloge. Anche il battaglione <, Du a degli Abruzzi )> , aggrappa to, con 1'8t compagnia, al Col de l'Enclave, si prepara ad agire di fianco sul Col des Fours. Il maggio rr Zanclli, della Scuola di Alpinismo di Aosta, che ha trascorso la no tte col capitano Cremese, sul1e posizioni del battaglione « Duca degli Abruzzi )), mi dice che Cremesc è lassù, seduto sopra una stretta cengia, le gambe penzoloni nel vuoto. Se appena sp~rge la testa, le artiglierie gli sparano addosso. Le maggior.i perdite le ha proprio avute il battaglione ,, Duca )>. (L'ho incontrato stamani, il bravo maggiore Zanelli, giù in fondo alla valle dei G laciers, presso la Gendarmeria. Una bella figura di signore e di soldato, Zanelli: col ~uo pizzetto m ezzo nero e mezzo bianco, i suoi gra ndi occhi scuri, profondi e intensi, la su:i \'OCe grave, i suoi modi signorili, accentuati da una ~peci<.: di fic::rezz;1 affahile). 11 Ma intanto che l'azione contro il Forte di Scloge e il Col dc~ Fours si vien preparando e che da parte francese si moltiplicano i segni di nervosismo, cominciano a giungere fino a noi strane parole. incerte voci di armistizio. Pare che, trn poche ore, all'1 e 35, debba cessare il fuoco. Gli Alpini e gli Artiglieri guardano con rammarico verso i reticolati <lei Forte <li Seloge, verso la piramide rocciosa che s'intravede in fondo alla valle, dalla parte di Les C hapieux. Sig11or capitano - mi dice il u 1porale Balduzzi - peccato! Proprio ora . . . Proprio ora che stiamo per dare l'ultima spallata ... Eppure, a g iudicare dal tiro francese, non si direbbe che il " cessate il fuoco' ' ~i:1 vici no. Le batterie di Pointe de Mia, dì Col des Fours, di Col d11 Ronliomme, ddl'Enclave, si scatena no con rabbia crescente. E' 1111 fuoco tambureggia nte, che non accenna a calmarsi ... E soli :111111 due ore ci separano dallo scoccar dell'armistizio! Sono ormai le or<" 22, le ore 23. E' la mezzanotte . L a tormenta raddoppia di viole nz a . All'improvviso le batterie francesi taccio no. Di colpo. <( Un silenzio profondo avvolge l'enorme mont·agna . Anche la tormenta accen na a calmarsi. Il cielo si spacca, un lembo di azz urro appare, sparso di stelle vive e lucenti. Un azz urro duro e li ~çio, 111c tallico. L ' Aiguille N oire du Pétéret emerge fanta stica, ir reale, d ;ill ;1 <(
nebbia, con la sega tagliente ddlc sue pareti a picco. Un chiarore hrnare si diffonclc per i ghiacciai ,, .
Non meno lusinghieri furono sui nostri Alpini i giudizi formulati dagli stranieri.
Fra questi citeremo per primo il generale Foch che scrisse: ,, Il m ·a été souvent don né d'admirer la vah:ur du soldat italic11 d:tns Ics éprcuves de la guerre. Le domainc dcs Alpes a perrnis de la dé,·cloppcr d'une façon particulière. Les Alpini ront montré à maintcs répriscs. A l'occasion du cinquantcnairc de lcor fondation, c'est cn toutc f ranchise, que je rends hommage aux admirables vcrtus m ilitain:s l[u'ils ont de-ploìés dans notrc grande Guerre "· Lo ~torico inglese Giorgio Macaulay Trev~lyan elevi\ ;1gli Alpini itali:,n i un ,·ero imu: ,. L"J\lpino sta. nell'immaginazione dell'Inghilterra , anzi del i'Europa, come una <.-arattcristio1 figura rapprc~cnlanlc: il UJl'd:!,gio, il sxrifìcio. il patriotti smo e l\rmanit:i dell'Italia nella Grande Guerra. Clii. come me. ebbe l'onore <li conoscere moltj di code,ti nohili, 1110dcsti e ;..:rncrosi figìi della montagna e d'Italia, ha visto un poco ed udito molto dei loro titanici atti e giudica non ingiustamente ne ha in tutto il mondo un tale concetto )• . Dc Buttct (1): ,, G li Alpini italiani sono montanari nati sul suolo che dovranno difendere e cono~cono perciò il paese nei _1uoi più minuti particolari: uomini robusli, come sogliono nascere in montagna, avvezzi tìn da fanciulli a c:ilpestarc il suolo ineguale delle valli cd a superare le ripide pendenze dei monti, forniti di una grande agilità, la quale ino1tre svil11pp:1110 ancora co n l'esercizio d 'ogni giorno .. . ,,. Sul / ournal Officiel del 19 luglio 1873, caldeggiandosi .l'idea di imitare da parte dei Francesi gli Alpini itali:rni , il deputato Cézannc dichiara\'a la nostra ,, un'organizzazione precisa, preparata senza chiasso. ma con perseveranza e perfettamente adatta al suo scopo )• . ( 1)
DE lkrn;r: ,, Le~ :\ lpi1,s ,._
Henry Duhamel (1): (( In poche ore 1'1talia può mettere sulla sua frontiera Circa 60.000 uomini (Alpini, Artiglieria da montagna, Doganieri e Bersag lieri), le cui compagnie so no il fior fiore del suo esercito H . Camau (2): ({ Durante i 17 anni che da questa creazione è stata fatta, i nostri vicini non cessarono un istante di perfezionarla. Essi hanno introdotto, nell'organizzazione di Corpi di m on tagna, dal triplice punto di vista degli effettivi, delristruzione pratica e della preparazione completa alla guerra, tutti i perfezionamenti ric hiesti ;, .
( 1) HE:-:RY I k 11AM EI.: •· Aux pays cles Alpins "· (2) CAMAt:: <' La guerre dans li:s Alpcs >> .
IX.
LETTERE E TEST AMENTI DI GUERRA DEGLI ALPINI Pili che dai giudizi espressi da i militari, dagl i scriuorì <.: da i giornali~,ì ì1 ,ilianì e stra nieri, l'eroism o, la pacata serenità degli Alp in i di Iron t<.: a l pericolo, la gra vit;'t delle l<)ro fatic he e dei lo ro dis:1gi ,i rin:l:tno soprattu tto d alle ltt tert: scritte d u ran te la g uerra T<}l5 - 18 dagli ul liciali e dai soldati degli Al pi ni. Di 1.1uc,tc lc ttcrl' cì ~c:rnhra dovcrmo riporra rn e qualcuna pcrchì.: c~sc (n,1i1t1i,c,m n $èl1Za dubhio le testimo nianze più attend ibili del \·;tl urc de;,:li Alpi ni e dd loro 11uµ. nifìrn contrili uto :1lb vittorÌ;1 c< ,m11n t ·.
<,'oionndlo com,111da11tc il (," Grnppo Alpini ,,·JntrJ 1110 Cioppi. 1\;frt1 .1gli,1 ,i'oro. Caduto ml Parnhio ii 1 } ottohrr. l()lfi. 11
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. i.~t J"l(O 1(.J l ").
Se cadessi rnl cam po, tu mi lascerai sepolto dove il caso m i ~,v r:Ì \·ol uto: non mi farai portare nè a 'f orino, nè a Manto\·a. ()ui abbiamo lottato, sofferto, spera to e d isper j to assièm c, uf lici al i e solda ti : q ui assieme dobbiamo rimanere anche in m orte: le famiglie dei soldati no n avranno mezzi per fa rli trasportare e no n è: giusto che essi rimangano soli nei cim iteri che popoleranno le zone della t?Ut:rra. Po i, ued ilo, è così d iverso il concetto della morte q ui. Quello (he è atroce è il pensiero di quelli che rimangono : quanto a noi nessuna 111ork pll<\ scmhr:ir<.: pii'1 hdla " · « ...
Capitano S" , //piill Giuseppe Gi1rro11c . J.1cdiiglù, d'oro. Caduto sul Col ddla Hcrretta il 1..1 dicembre 19 1 Ì · ,, Zona d i g uerra, 31 oltohrc: 1917. 1., Cari~~imi, " da va ri giorn i vivo u na vita agitatissima. Ca pirete il pcrchè. li rnst rn pensiero m i segue incessantem ente nell'aspra via del d overe che mi so no prefissa. Soffro e pure non mi pento di nessun a, .nem-
meno dell 'ultima decisione che ho preso. Son contento che Eugenio non divida con mc questi momenti angosciosi. <• L'avvenire è buio: non so se potrò ancora rivedervi. Vi spedisco questa letterina a mezzo di una mamma che se ne è incaricata al pensiero e al ricordo del suo figlio soldato. Vi dica che fino al.l'ultimo il vostro viso, il vostro sorriso, i vostri baci sono stati con mc, insieme con la fedeltà al dovere più duro, più rigoroso, più faticoso. ,< Spero che il mio rensicro potrà esservi moti vo di fierezza, se non di gioia. << Perdonatemi cd abbiatevi l'abbraccio più forte e pieno di afktto di cui sia capace >, .
Capitano Martino Besozzi. Caduto s11f monte Cukla /'11 maggw 1916. ( < • • • Se chi è chiamato non ha nell'animo la forza erculea di t!uella poesia semplice e vera, che portò i nostri nonni sette volte, con ia baionetta, a San Martino, allora per colui la vi ta non è più una 5o fa delusione, è un tormento, un ·:.s ngoscia, una cosa atroce, te rribile. << Ma, se colui è (:ella razza italica di Marndi e di Manara, oh, ailura la vita lì d<)ve è più brutta, dove è più impervia, dove è più ricca dì sangue altrui e nostro, lì sarà più hdla , se non più gioconda, più pura e pii'1 degna, se non piì, lieta. Capitano Gualtiero Castellini. Caduto i11 Francia, presso Epemay , il 15 giugno 1918. ,, r8 ag0sto 1915. <• Vi scrivo dalla mia tenda semiaperta, a 28oo m.: è una giornata fredda e nitidissima e vedo neve fresca sulla Marmolada. Sono ancora immerso nel sacco a pelo e nelle coperte e cerco di riscaldarmi al sole. Vedo fuori i miei Alpini, tutti in faccende davanti alla n1cina , e inta nto rileggo la vostra numerosa posta con una gioia c he non capirete mai. Tardo ad uscire per la toilette, giacchè l'acqua qui, nel mio bicchiere, è diventata g hiaccio e aspetto che fuori il sole intiepidisca l'aria: ~1-1110 le 7,30 e ho dormito ben poco per essere pronto ad ogni eventualità, dato che ci aspettavamo tiualchc attacco in o nore del r8 agosto. Ieri se ra ho dovuto mandar g iù un soldato a partare ordini e ne ebb i al ritorno nuova pasta che mi fece una compagnia g randissima, pcrchè quassù l'ora c he volge il disio ... è alquanto tri ste; roba da ridere in confron to alle prodezze dei veri Alpini, m :1 insomma ... Per scuotermi ;mdai a cercare i miei soldati nelb tJna-
cucina: sono quasi tutti emigranti rimpatriati e li int<::rrogo su cento co~e. Diedi loro dd vino che non avevo bevuto e si fecero molte chiacchiere: ccrli meridionali sembra no h;1mbini ... .. Mi fa piacere srntirc che la z ia Antonia abhia otlenutv il permesso di rimanere ~ul Garda, ma non capi\co le ~ue illusioni di an dar a Nago in primaYcr;1 1 La g uerra tn <J<lerna <.' tlucstionc di pazicnze e di estcn~ione nel tempo, nello ~paziu, negli sforzi. Dal Risorgi-
,\fo111c Sa ,; o StrÌ(I _
mento in poi, l1uak 1mnH.:nrn mutamen to~ Ci penso spesso : allora grandi ri~ultati - negativi o positivi --- in pochi mesi. E a m ,:, pare che malgrado tutlu rimarranno semp re maggiori i nostri padri " · Capitano dd { rcgi;imcnto Corrado Vc11i11i. ì'vlcdaglìa d'oro . (,'adulo a Cima M,1g1.u o il 18 maJ,?gio J<Jl6. ,. Figlio mio, ti penso mm tre ·poco lont:ino tuona il l'.annone nemico che incendia i nostri paesi, m entre d:1 un g iorno all'altro, d:1 un 'ora all 'altra, può \cni rc l'ordi ne dcli' .. avanti 1 , ,, ordine di gloria e di mone. ,, L'animo mio è sal do ; saldo tanto più in q uanto so l'. he, .mancando io. tu saprai riempir(' il nioto da me lasciato presso la mamma,
che tu saprai circondarla, fincbè giova netto, di amore; poi di cure e di protezione. •< E' saldo ancora l'animo mio, poichè so no certo che, ed ucato dalla mamma ad un g iusto concetto d ell'onestà e del lavoro ed a i se ntimenti nobili che animano lei stessa, a prezzo anche di mute lacrime in questi giorni, sono certo. dico, che la vita per te sarà fonte di intime soddisfazioni. ,, E queste sole contano, G iulietto! Pron:rai ostacoli, p roverai delusioni, - incontrerai forse nemici : non dubitare ma, di te stesso quando senti la tua coscienza sicura. la tua volontà ferma, il tuo i ntelletto chiaro. (< Cerca sempre il bene e cerG1 d i farlo agli altri. Quando tal volta l'egoismo ti tenterà, .ricaccialo ; esso è fonte d i rim o rso. Potrebbe darsi che inconsciamente, irriflessivam ente, tu facessi ciel male: r ipara ~empre subito; non temer e di riconoscer e un torto tuo ; il ricred ersi è dell'uomo degno! « A bbi soprattutto un concetto chiaro dell'one~tà senza transaz ioni, senza eccezio ni, ~enza restrizioni mentali. E r icordati che il nome che porti deve esser e pu rissimo, d eve essere simbolo di onestà, <li integ rità, di laboriosità . Se io cado per la Patria, donai nella mia morte trovare una ragione di pii, per amare questa nostra Italia che, sen tendo in sè la miseria di tanti secoli e pure la forza di $llptrarla , si è cimentata in una lo tta as pr::i, diffici le, lunga che potrebbe anche mettere a rischio wtto il suo avvenire. « Ama la libertà, m a non eccedere; og ni libertà deve avere un limite nella libertà altrui ; diffida d i chi, in no m e di essa, spregia la disciplina sociale, q uella dello spirito ed ;mche (! llella del cor po. •( Difficilmente, se io cado, potrò dormire acca nto ai miei ca ri a Ravenna. Ma là verrà inciso il mio nom e; e c1uando, in <tualchc gio rnata c hiara e fol gorante, n in un m esto e roseo tramonto del lago, ti recherai a poru,re un fiore a <.! uei morti, comprendimi nel tuo pen~iero. sen timi là vicino, cd allontanati da qud luogo sacro più scn.:no e più forte di prima. •< Ma Giulietto, figlio mio. tieni gueste poche righe come 1111 :1 g uida d i chi nella vita ha provato e sa dolore, sfor zo, lotLt . 111 .1 che m o rendo è tranquillo, poichè ha sempre compiuto il prnpri11
dovere. " La mamma ti dirà che cosa per mc ha ~em pre r :1pprnr 111.11 11
questa parola .
6 .H " Addio, ti bacio, crealllra mia, e ti umsco con un sol bacio alla adorata mamma lll:t , .. Capitano Natale Cafri. Morto sul/' Adamello nel 1916 . « Non sappiamo se perverremo: dobbiamo però aspirare e ten-
tare. H L'opera cl':utl.'. deve animare ciò che riproduce di una vita ideale, pur togliendogli quanto ha <li perituro e di passeggero. « Non hn paura di soffrire e sento nei miei pensieri e nei miei ;1tti l'impronta dell'eterniti't. ., 1\:- r 111:1nca11za di un sentimento n,1zionalc noi abbiamo tJuasi !.!Oduto nel diminuirci e nel misurare pazientemente il nostro pen~iero .dia ~treg ua del. pensiero altrt1i . ,, S0ci:ili ~111o, fosca fiaccola d'incendi devastatori . .. Ho dinan zi a me diritta l'imm:1~inc di Eschilo che punta :.1 Mar:11011:1 •·.
,le/ 7° rCf(f! Ìme11to Gi,w :1gosto 1917.
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Rcrrini. Caduto nt! Mc-
19 17 .
.. C:1r is~i111i . .. Di 1111mo proprio nulla. C redo d"aveni già detto che attualmente. oitre alla sezione mitragìiatrici. mi sono suti :1fiidati dei complenwnt i c he former:inno 11na ro111pagnia: d el resto queste sono cose che pou 1 ri.~11:1rdano voi e gli altri c he vivono in Italia. Voi, se mai, pemate . 1 ,. di~iare " il lavoro dannoso dei social isti uflìc iali. A noi (l' pur troppo non a noi in particolare) è ;iffidato il compito di vincere e vi assicuro che. per quanto la disciplina sia forte ora si se nte il hisogno di ripetere: ·-··· :tYa nti, andi:imo ava nti! - poichè sappiamo che vinn :remn e siamo impazienti di agire. Dico tutti , perchè si tratta dclb m:1ggiuran7.:1. Certo anche qui vi sono i soliti vigliacchetti, ma son pochi e 11011 contano. Noi qui siamo wtti uifìci ali di complemento, e ciò pni~a che non è solo l'ncrcito, ma la nazione tlltta che fa la g uerra ·., . T e 11e~11tc dd 4· rcg gìmo1t o Fculina11dr1 Urli. Med,1gli11 d"oro. CaJ11to ,1/ Dt·11tc del Pamhio il 19 ottobre 1916. " 14 ;i~osto l\}dÌ. ,, . .. Prima cosa che falTm n10 fo di occupare il Crozzon del Diavolo che si trovava parecc hi chilometri più innanzi ddlt~ nostre lince,
Il
I1
circondato da ogni parte dagli Austriaci. L'incari co lo d 1h1 i,,. <'1111 10 uomini vestiti di bianco. corde e piccozze. con i11fi n11 l· l :1u1rl r , 1 arrampicammo sulla vetta (oltre 3000 m.); era d eserta. For~r gli Austriaci la ritenevano inaccessibik e non credevano che noi m;Mi1110 avventurarci in una vetta circondata da og ni parte clalk po~izi.,ni r <lai cannoni nemici . Per il primo giorno ~cavammo delle huclie 11c.: ll.1 neve e non c1 mnremmo. La sera venne la tormenta che ci seppell ì
L e Tofane.
nella neve; noi dormimmo egualmente. Quando al mattino chiamai i miei uomini , vidi delle masse informi muoversi sotto la neve, poi qualche mano annaspare, poi un:i testa c.: finalmente degli uomini intirizziti , incapaci di reggersi in piedi. Era una cosa tragica. Intanto noìtetcmpo avevo fatto \'enir<.: una mitragli:1tricc e delle bombe. l.:1 po~izionc era ormai sicura anch<.: con dieci uom ini. · ,, Dalla vetta dove stavo dominavo tutte le posizioni ed i harac camcnti nemici, che io prcndeYo di ro vescio e d 'infìlat:1, e eh<.: hcn presto inondai di p iom lx,. Se avessi visto lo ~lupo r<.: di quei po\'n i diavoli quando si accorsero clic noi stavamo su quella cima! Appena venne notte sgombrarono b linea ed i baracc.11rn·111 1 pit1 avanzati e si ritirarono su un a ~econda linea. Ma anche.: 1p1n 1.1 r r.1 presa d'infilata da noi. Con l'eliog rafo io comunicavo :il C:0111:111do tutte le posizioni cd i mo\·imcnt i nem ici . Il 17 magg io i 11m l1 i ., v:1 11 (<
zarnno in pieno giorno· contro le nuove posizioni austriac he. Un c:rnr,orn.i no e la mitragliatrice del C rozzon Jd Dia volo batteva no i11cessantcmcnlc le posizioni ncmicl1r.:; cmicchè nessuno osò alzar la testa e i nostri arr iva ro no loro aJdosso quasi se nza sparare ... ve nn e l'ordi ne di ccdere il pmto :i d un altro hauag liQne che dove,·a raffo rzare la po~izio nc ... ,, .
Trnmtc: d<-1 i' rcggi111c'11to Francesco Rarbieri. M edùxlia d'oro. Catlnto II quota 2716 del Gruppo dc/1,1 Costabella il 6 ottobre 191 6. " Anch'io ~a prò semp re e donmgue dimostrar mi sold ato italiano. degno dei miei hravi e forti A lpini ... non temere, amatissima m;1drc. io farò tutto il mio don:re per il Re e per !a Patri a e poi tor11nc'l in ~c no alla fa m iglia mia. · . .. e in qucl l'or:1 in cui la no~tra vita di ~oldati è appesa J. un lì lo tenui~~imo, io mi tro vo accanto l' im nugi ne tua e ti vedo so rridere rrn.:stamcn tc e dirmi: Cnra~gio, figliolo, fa il tuo dovere; ,ono lfl!l >•.
rer
T cn('I;/(' Nimwnrin .'1::dre:1, :rr~d!'J!! O. M orto lesir>11i d(! gn; 11sfissia11ti 11//'cspdale di Ovaro (Udine), il 22 marzo 192 r " :vii domandi don: vo_glio andare? 111 Libia? Ma neppure per 'L l1Lr1.o. \'<Jglio .rnd;1rc e anJrò al fro nte: nostro. A propo~ito, oggi è arri,·atJ una circolarc riservali~~ima del Com anL!o Supremo, che contrari amen te ;1 qudl:i. del febbraio passato. permette nuovamente a noi irreden ti di andarc in prima linc:1: ecco il ri~u liato di due mesi e mezzo di proteste e di la vorio. Fra dicci giorni o meno tutti s:i.remo in prima linea (cumpres<1 io). Sarem o nuovamente ai nùstri g loriosi battaglio ni Jdb ritirata e dell'A~<Jlone, ~arcmo nuovamente (' Alpi ni .. fra gli Alpini e ~ulle al te v<.:ttc ddl'A{lamcllo e del Tonale. ·· 5 maggio HJ IO ••.
T rnenlc: Mario Ta11crt'cli Ros,i. C.Jduto 11d giugno 19 17. ,, Vi scri\"O di s<>tto :il rombo J dlc a rtig lierie. Sono le 8,30 del 10 g iug no 1917. All e due di oggi lc colonne J·attacco it;1\iane, formate da .20.000 Alpini, marceranno ~ull 'Orrigara, su C;,mpigoletti e su Cima Dodici . Poi? ,, Oggi, mad re e miei .:::i ri, pu,\ compiersi il mio desti no! ,, Io sono preparato e fo rte più del mio stesso cuore. A 23 anni e mezzo potrei essere al compimento dell:i. mia ,·ita.
(( Non rimpiangetemi! ho sognato fanciull o l:1 g lrn i.1, l.1 111 1·, 1.1, e l'amore. Forse oggi tutto s.i compie1 (' Ho amata l'Italia ~opra tutte le cose, e per cs~:1 1111111iu, ,,.11,, pronto a morire. Che [ddio eterno, in cui credo e co l qua le li11 l.111 .1 la comunio ne di spi rito, per Eucaristia, possa conrnbr\'Ì , ~l · 111.11 11 , mqo1a.
Il p,wo di Falzarcgo.
,, Sappiate che io ~arò morto con negli occhi la v1s1onc d'ltal i:1 e di te, madre, sovra ogni altra pura e santa , e di te, padre, ammira bile e forte, e di voi, sorelle dolci, e di le, fratello, fortificato pur 111 dalla vita. Sappiate che io san\ morto sereno e felice, con negli orc hi la gloria, sotto l' azzurro cielo d ' Italia , su l'alto delle montag ne che amai sopra tutte le cose belle che il mondo mostn'>. Ho vissuto :! ) anni; ho cercato la virtù e la purezza dd cuore; peccato ho ~pe~. l · volte, ma parli per mia difesa il rimorso e il giudi7,,io cui ~ollopo11n11 ogni mia azione, in nome Ji Dio che sa. <' Chiedo, madre, perdono a te, e a tc, padre, e a tutti, miei ur i, se alcuna volta ho recato a voi dolori ! Lascio la vita co l wlo d11ln1 <' del pianto di mia madre, della mia casa e di q_uclb Ltn : iulh, dir 111
l'ultima mia speranza. Possa tu, madre. baciarla in fronte per mc e dirle che così era il destino e tile la volont;1 del Signore; epperò sarò morto con lei, accanto a voi nel cuore. Iddio vi benedica e vi conrnli. Iddio vi terga il pianto col pensiero che posato è il mio sangue in terra cl' ltali:i, per l'Italia e per l'umanità. che tende all a redenzione 5olo per virtù di sJnguc. Ci rivedremo nell 'eterno cielo~ ,, Kon Liscio per mio ricordo che a te, madre, tutte le mie po \'crc cose sc ritte, eredit;1 del pianto solingo e- triste. " Non lascio che le mie memorie e il miù nome oscuro, io, uno degli indefiniti ignoti, che saranno m<;rti e che m oriranno pe r l'cnig-ma del mondo. ' ,. Ho desiderata la gloria dell'arte; mi basterà quella d'essere morto per la Patria c d'aver combattuto con ìndefesw cuore. " Oh. madre, in nome della mia memoria, ti scongiuro, con tutta l'anima mia, reggi al colpo tremendo, e sappi che ci -rivedremo in Dio. e sappi che tu devi restare per gli altri miei cari, o anima ~oa \'e, gemma del mondo! " Vado con la fede nella salvnza c he tu m'hai promessa; ma, se io non tornerò, sappi c he Cristo ha detto: ''Solo salvezza è in Dio'· . Vi h::icio infinitamente. Morirò cun voi sul cuon::. Dit<: .iJd io a lei, ultim:i immagine della primavera e dclla ,·ita. Vi consoli la mia memoria e gridate con mc "Viva l'Italia' ". ,. 10
gwgno 1917 )•.
T enente Carlo Locate/li. Cruluto ..ult.1dam cl/o il 26 mag!!,iO 191 8.
,. Come una Vallv qualunque so no tornato quassù, tra la neve bianca e le nubi d'oro.' · •< D icono i poeti che nevi e nubi siano cose bellissime. ma io che le vedo tutti i giorni, sarei dello stesso parere, f C non avessi la convin ziom: che siano cose un po' monotone ; sempre le stesse tinte, le ste~~.e forme , le m edesime hdkzze, i medesimi spiendori. Un bd tramonto I Quanti bei tramonti ho visto, quanti ne vedrò ancora! e come ~ono stufo di vederne 1 •< Lei, c reatura se ntimentale per eccellenza, lei inorridirà e formulerà un pe n siero press' a poco così, o somigliante, o giì, di lì: che_uomo de testabile, g li manca di imparare a fumar la pipa e poi avrà raggiunto .il massimo della degradazio n e umana! '< Eppure è vero, a casa mia h o ritro,·a to un mc stesso, sotto b scorza ruvida. ho sentito palpi tare il mio animo di una volta. La mia
I, { I )
mamma così buona, così santa, la mia casa, tutto ciò d1c l'I :1 111 111 1111 parlava; quanti ricordi, che soavità, che speranze! < E h(l sentito anche germogliare piante buone, 1wovc l'IH'1g ir , propositi sani, ho sentito che, se uscirò vivo da questa catastrofe 11m .1 na, proscguirè> sulla via antica più sereno. più- forte, sfidand o o.~111 ostacolo. ,, La licenza è stata un lavacro salutare, passai 15 giorni magni fici e, se guell'uomo frettoloso c he fu Diogene avesse aspettato l f llal che secolo a cercare l'uomo felice, avrebbe certo trovato in me l'oggetto delle sue ricerche. Adesso che mi trovo qui non sono affa tto infelice, e (Jt1esta è un'altra belli ssima com, wno forse un rassegnato, pronto a fare ~emprc con lo stesso slancio, proveniente, non tan to dall'entusiasmo, (iuanto dal ferreo sentimento del dovere, quegli :rltri tre o quattro anni di guerra che ancora ci restano a fare "· 1
S0ttotene11te Nordio Fabio , irredento. Caduto sulla Bai11sizza il agosto 1917. « Mi trovo sempre meglio perchè mi vedo sempre più amato (bi miei ottimi soldati. Adesso, anche quando non sono di ser vizio, dat;1 la vicinanza, la nessuna fatica e il n essunissimo pericolo, prima cli a ndare a letto, faccio un salto in trincea e porto le buone notizie. Anche altri soldati mi fanno circolo e questa sera sentii un vecchio caporale di un plotone che faceva il mio elogio. Diceva. in conclmiunc. che è belJo avere un ufficiale così buono, che va alla notte in tri ncea a portare notizie e a salutare le vedette, e che lui, sebbene vecch io e con figli, per queste cose gli farebbe scudo del suo petto! Oggi g rand 'allegria alla mensa per l 'app ariz ione delle prime ciliege. Sembra impossibile di averle fra tanta neve. Sempre belle gio rnate e sempre buon umore. 28 m aggio 1917 ,.. 23
11 .
Sottotenente Paolo Marconi. Caduto a m onte Ccngcllo il , ( 1 giugno 1916. •( Monte Cengdlo, 1 2 g iug no 191 6. « E' il 12 giugno e nevica. Nevica g rosso e soffia un vento c lic sconquassa le tende. Oh, che bella festa! oh che lidla fesi a! ... •< Ho ricevuto stasera un sacco di posta vostra. tutta in un 01 1po. Meno male. ,, Sono poco contento pcrchè non hanno accettato il p ;1cr lir 110 sinfonico del la mamma. Sempre dispiaceri!
/;';N,:ita::iom , u i ghiaffiai .
.. Poi ci son dcgl i altri dispiaceri: non ho più carta da lcuere, non ho p:t1 cartoline, non ho più francobolli e non sono capace di trovarnc. [n m ezzo a questi crozzi ,, , no n c'è più verso di poter aver nulla. « In via Roma tutt i i negozi sono chiusi per cessazione di commercio. E ' la strada chc..: dai ricoveri porta nella trincea principale; (<
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una strada magnifica, tutta scavata nel g ranito a furi a d 1 111i11r r d1 piccone. L'hanno fatta i miei Alpin i in due giorni; ì: un Lap11l.1 v111t, di ingegneria mineraria, onore del mio regno; che tutti i pi i 1111 111 e i signori delle terre circonvicine vengono ad ammirare i11 <.: nrl l'o sacro. <i Poi ci sarebbe una piazza assai vasta: piazza della Libcrt:'i ; in .1 neppur lì si trova nulla. E' la rido tta potentissima, in mezzo alla tiualc ci sono i due pezzi da montagna, terrore delle schiere avversarie. Fu fabbri cata dai miei Alpini, spianando il più alto cucuzzolo della 111011tagna. Una punta aguzza è divenuta una bellissima cd ampia ~pi:1nata. Munita all'intorno, è come il Carroccio consacrato, il f ukro della resistenza, l'angolo che più di og ni altro io amo, dove io vi di porre pietra sopra pietra, ove i miei occhi già conoscono ognuna delle pietre sovrapposte, ove io, con le mie mani , ogni sera sul tramonto aggiungo una piccola scheggia ... Fra poco rito rneremo git1 nd bosco bellissimo, n el bosco profumato e ricco di fiori e frutti; rito rneremo nei prati verdi, ritorneremo ove è festa di acque correnti, morm o rìo di fronde , di uccelli canori: ri1orncrem o nella primavera ~ci vaggìa, nella bellissim a primavera. (( G ià io sento la gioia cli qud giorno, assai prossimo a ven ire. In <-1uel giorno il sole ricomincerà a splendere nel ciclo sereno ,, _
Aspirame del 4° reggimento Mario Notari. Nato a Reggio Emilia il 27 agosto 1898. Caduto su monte Santo il 28 maggio 19 17 . Studente. <( • • • Così è, mamma cara, la paura non la conosco; il pericolo non è poi eccessivo e la mia fede mi dà tanta forza! Mamma cara, babbone, sono stato battezzato. Ho partecipato all'azione che si è svolta in questi giorni sul medio Isonzo. Non siano tristi per voi L\U C· sti giorni, nè quelli che verranno. Pensate che, se è bella la pace nelle famiglie, più bella assai è la pace nel mo ndo! Al raggiungimento del s;into ideale devono concorrere tutte k energie mora li del paese . Non piangete mai i figli lo ntani; ma benedi teli e prega te per loro ... ,,.
Aspirante del 3° reggimento Anadcto Raimondi, 10/ontari o. Nato a Cologno al Serio il 9 giug no 1897. Morto sul Drn!c del l'a .mbio il 10 ottobre 1916. Studente . <, ••• Il luogo ove dorme la g uardia è un posto ccn:zio n:1k .. . 1
fig uratevi, a d un'altezza di 3000 metri, in mezzo al l:i nl' vl". in ,111 luogo ben battuto dal. vento. Pd posto di guardia si eri.~c . . . u11 ;1 43.
tencb da campo. L'aria vi può circolare liberamente; di giorno, quando v·~ uno spiraglio di sole, dei raggi v'entrano: di no tte, quando il ciclo è hcn stellato e rispkndc la luna, l'interno della tenda ne vien rischiarato .. . e, lluando nevica, si ha la grata sorpresa di trovare le coperte bianc hc. ,, Le sentinelle, essendo al posto più avanzato, sono costrette, tanto di giorno quanto di notte , a starsene immobili, sdraiate per terra; nevichi. spiri la tormenta. vi sia qual siasi intemperia, sempre là, immobili .. . Molte volte, essendo il frcdJo proprio eccessivo, capita di sentire tali sofferenze da essere costretti a piangere ... Eppure ci si fa animo sempre, si raccoglie il po' di spirito che rimane, si fa un grande sforzo ... e si vince ... ,, Ah, Patria, Patria, quante ~-offcn.:nze 1 ••• Eppure per Te, tutto ; a molto siamo già stati chiamati; fin che abbiamo forze, fin che possiamo, scm prc siamo pronti e a tutto 1 ••• A va nti, coraggio! Id dio veglia! Italia osserva e nota, coraggio! ,, Per la sua grandezza. per la sua gloria, tutto, tutto, anche la vita ... " Avanti, sempre avanti! ... P ,
Aspirante del 4° reggi111e11to / Jdo Giorgio Bia11d1i11i. Nato in Torino il 15 dicembre r897. Caduto .wll'Ortigara il 25 giugno 19r7. Studente. {• . .. Se mai avvenisse il fatto amaro, pensate che io sarei contento di (1uest:1 morte radiosa, compiuta da giovane gagliardo, che lascia dietro di sè una m emoria fulgida, piuttosto che da vecchio sfinito ed accasciato. ,, Pensate a questo e, se qu:1lche volta vi assalisse la malinconia, ìeggete queste righe e sorridete. ,, Io sorrido dokcmentc perchè anche un poeta disse che è dolce morire a vent'anni ... )>.
Dal diario rii uu Alpino dd
4' reggimemo, battaglioJJe Ivrea <{
,1.
,. ... scesi da Caporctto nel 1915, dopo un'avanzata notturna attraverso valloni e colline boscose, si deve trincerarsi perchè esposti ad un i nsidioso fuoco del nemico, che occupa una magnifi ca posizione dirimpetto a noi. trincerato solidamente l u ngo una dorsale scendente dal monte Nero. " Vi sono, in breve tempo. alcuni feriti nella mia compagnia ed un sokl:ito morto.
" 3 giugno. - La 40'' ha il compito di un·avan:t.ala rrn ,l' :il io ,,11p~1 di riconoscere il terreno e di portarsi fin dove sia poss il>i k Vl l i110 :il Jt, trincee nemiche. Si sorte dalla nostra trincea e, do po :l\'<.:r r;i~r 111.11 11 al coperto un tratto di dorsaJe, si deve fare uno sbalzo allo swpl'rlo :
Alpino chl' con.cuma il ranoo.
dopo questo movimento, fatto in discesa ed a gran corsa, il nemi w.
che dalle sue trincee ci ha veduti, ci accoglie con una nutrita ~c:1ril-.1 di fucileria. Il tenente sig. Ang lisio, comandante il rnio pl u10 11c, ìcolpito da una pallottola alla sc hiena e cade. In quel mentre si r:1g -
giunge. e ci si stende, dietro un a p os1z1o nc al coperto. 11 ca pitano, c he lia visto il te nente a terra , g li g rida c h e si tolga da quella posiz ion e pen:ltè corre .il peri colo di essere nuo vamente colpito: il tenent e fa per leva rsi; ma gli m anca no le forze ; cerca in qualche m odo di ruzzolare giù per il pendìo, m,1 solo per due o Ire metri , perc hè quasi subito rimane immobile; allora i l ca pitano o rd ina ad un ca poral magg iore e ad un soldato di a ndarlo a prendere e trasportarlo via da <-1 uella posiz ione cd infacr i i due b ravi g iov;i notti , sfida n do l'inte nso fuoco n emico, corrono dal tenente fe rito, lo traspo rtano in una vicin a capanna. La nostra avanzata prosegue, salendo cd internandosi lungo un vallo ne; si I roya già (1ualche m o rto, F ;1nti caduti nei precedenti co mbattimenti: sono sparsi l.!Ua e là zaini , fucili , berretti , attrezzi . .. Siamo sa lit i, sempre al coperto, lungo il vallone ancora pe r un centin aio di m e tri: clo po ahhiamo dov uto arrestarci perchè il n emico, avendoci n otati, ha volto su no i un fuoco nutrito di fucileria, di mitraglia: formna volle che nessuno in q uel m om ento rimanesse ferito; verso sera, stanchi ed em ozionati, abbiamo ra~g-i unto le nostre posiz io ni trincerate. Il tenente, purtroppo, aveya cessato di vivere. " 4 g iug no. - G iornate memorabili per il b a ttaglione ,, Ivrea " , m:i~s1mc per la 40• compagnia. Ve rso k 9 dcììa m at tina tutlo il La t · 1ag lionc. co n alla testa i l tene nte colo nnello C:urn aro, lasci.a la p ropri a trincl'a e la compag nia in colonna si avvia pei valloni, facendo un lungo g iro, po~sibilme ntc sempre al cop erto, per tentare di dare 1".1~salto e rompere la c resta tenuta dal ne m ico. o m eglio sloggiarlo dal le tri ncee che difendevano le dorsa li di scendenti dal monte Nero, q uell o c h e il gio rno prima la 40' compag nia aveva incompi uL(>. A l nostro fia nco dest ro trovasi, pronto a ~alire e coadiuvare la nostra az ion e, un h:1ttag lio nc del 92° Fante ria. Durante la nostra ava nzata v i è (p1alchc fe rito e q_u akhe morto. Verso Ìc ore 3 del pom eriggio si Yie ne, si put', dire, q uasi a contatto con la posizion e occu pata d:1) nemico. li ba tt:1~ lionc di Fante ri a che do,·e va prende re le trincee nem ic he J i fianco t: il p rimo ad e ntrare in azio ne: a n oi spcltaYa il compito più arduo. assaltare le trin cee sul fronte: il batta,g lione nostro è in attesa d cl-
l 'ard11:-i
prov:1.
·
,.- 11 fuoco si t f:1t to o ra più nutrito d:i parte dd ne mico e già si è iniziatu anc h e dalla F anteria: ad un trait;> si o<lc g ridare: St1voia1 Sllt'oia! P;i~:-;:i fra noi u n inte nso b rivido di e mozione, si sorride, ci si g uarda !!li uni con g li alt ri, con u n certo senso di st upore: si innast;ino le baio n ette e già ci si prepara per la nciarci ava nti di co rsa . .. A('(Tnti, si ~r ida. Sat•oi<1!. Ad un cen o~ del n ostro capitano , dopo ;m : r
deposto gli za1111, la nostrJ compagnia si slancia av:inti fin ~otto le trincee nemiche: lì è un fuoco indiavolato; si tenta dare l'assalto ad una prima trincea, ma vi è ancora una fitta siepe di fili di ferro ; da ogni parte piovono raffiche di piombo: non solo il nemico dall'alto lancia granate che scoppiano fragorosamente, gettando vampe rossastre di denso fomo e spargendo un'infin it.ì di proiettili; delle mine scoppiano e dall' alto della trincea precipitano delle grosse pietre che vanno a col pire i soldati. Ad un tratto vedo il nostro tenente colonndlo ritirarsi qualche passo dalla linea del fuoco; è ferito in due posti e grida con vo~c commossa: Bravi Alpini, auanti, coraggio, fatevi. onore; evviva il battaglione 1, Ivrea i i . In quel mentre altri proiettili lo feriscono di nuovo; sta ner cadere svenuto. ma non vuole allonranarsi; tre soldati lo circo'ndano, lo solleva~o, lo trasportano via, mentre egli incuora i suoi bravi Alpini, dicendo loro: Fate onore al battaglione << Ivrea ,1 . <• Poco dopo una granata squ:1rcia il petto al capitano Fracassa della 38" compagnia; il capitano ... <ldla 39• è pure ferito cd è portato via. li nostro capitano Ricci è, ill\ece, ferito lievemente al piede dalla punta di una sciabola-baionetta ... ,, -Era LIII vero IÌmmondo; pioveva, il c~rnnone tuonava continuamente, le pallottole sparavano da ogni parte come gragn uola, le granate scoppiavano tutt'i ntorno 3, 4 per volta. Finalmente, dopo una mezz'ora di fuoco continuo, tutto tace; solo di tanto in tanto gualche colpo di fucile àilato: approfitto della tregua e carponi indietreggio un metro. due alb \'olta, fino a raggiungere una posizione fitta di piantagioni cd al riparo dal fuoco: lì mi guardò intorno e vedo diversi Alpini .addùssati ad una specie di spalto: giro lo sguardo e vedo qua e (;1_per terra dei m:,rti ; dei frr iti si trascinano in cerca di soccorso e di riparo. I nostri portaferiti, invero troppo pochi , sono infaticabili cd :im mirahili per i] loro valore; sfidano il pericolo c. dovunque sono chiamati , accormno prontamente .. . Si avvicina la sera; il nostro capitano, che frattanto aveva assunt o il comando di battaglione. cs~cndo stato il tenente colon nello ferito, stima opportuno di L1r ri tirare eh qudb posizione (impossibile, d'altronde, a prcndcrc r lic con sarrilìci inutili di vite) tutti i soldati rim::isti al battag lione. th ~icme a noi era for ~t: r irna ~ta ~olo una rnetà compa~nia di Fanteria. Intanto che ci stanno adu n:int!o, vedo passare due, tre h:m:llc : , i do manda chi ~ono i feriti: uno è il tenente Bcratoni dcll :1 ~<( fn i,,, gra vemente ,ille gamhc: l',iltrn è il tenent e Sil\'a. (nir11 i11 din-"c parti del corpo, mentre valorosa mente diri i:c,·:1 il ft111{11 dcli., , 11 :i
sezione di mitragliatrici contro le trincee nemiche; nell'altra vedo il sottotenente Corti che, mi si dice, dopo aver spinto con calma il suo plotone ad un assalto di trincea, cadeva ferito gravemente pure in varje parti: questi u(lìciali, malgrado le sofferenze, hanno lo spirito ele,·ato e prendono a stringere k man i loro tese dai colleghi che si avvicinano alle barelle, rivolgendo parole dì conforto: poco dopo sì vede scendere da diversi soldati una barella; subito passa dall'uno
L.1 nifr dd Fdi.. .
all'altro la voce che su quella barella c1 sia un capitano di Fanteria mono: si fa un silenzio religioso e, mentre Li barella ci passa vicino, tutti ci al z iamo e re ndiamo il saluto ... per l!lla11te ri.:crdie si siano fatte, non si è p<.>tllto ricup;;rare il cada,·erc dd povero capitano Fracassa ... 10 no n ero ancora riuscito ;1 r Ìtr<>,·;n e il ;nio zaino e già mi ero ras~cgnato, 9u:rndo un soldato della compagnia mi viene incontro e me lo co11se6 na, dicrn!Ì()mi di averlo trovato in fondo al vallone: da notare l.'. he, tJUando l'avevo deposto. l'avevo lasciato alla sommità dd vallone, quindi si vede che ~-r;i ~tato tra volto insieme ad altri. Sono contento di J\'C rlo ricuperato più CÌlC se :1VC$Si vinto un terno al lotto. <, E' ormai ù)tnpletamente buio; il nostro capi tano, dopo aver ordinato ai soldati di trasportare og nuno per quanto possibi le, oltre :!I proprio. ~li z:1ini :ihbandonati e che :i vcvamo radunati, t' dopo
aver raccomandato di incamminarci nel massimo silenzio, per non far notare dal nemico la nostra ritirata, si mette in testa alla nostra colonna, benchè zoppicante per la ferita al piede, contento e soddisfatto del contegno ammirevole dimostrato dagli Al pini del battaglione, e in specie dai suoi Alpini della 40a compagnia. La marcia è effettuata ne1la completa oscurità (perchè si <leve sempre marciare al coperto), a traverso boschi e valloni profondi e ripidi, e in genere su terreno viscido. Durante questo tragitto il nostro capitano, che era sempre in testa alla nostra compagnia, avendo perso traccia del giusto sentiero, tratto in inganno forse da una striscia di roccia piana, inoltrandosi su quella, dopo circa un metro precipita in un burrone a picco; subito si fa passare la voce dell'accaduto, accorrono gli altri ufficiali; io sono richiesto dell'ausilio della mia lampadina elettrica; un mio collega, sergente Moretti, si fa calare con la corda manilla ~iù nel burrone: poco dopo scende anche un caparale zappatore; il burrone è profondo circa 15 metri e nel punto ove è caduto il capitano è tutto roccia: la colonna fratta nto si arresta ed attende notizia da quelli che sono scesi nel burrone. Pit1 tardi, difatti, si apprende che il capitano è ferito gravemente e non dà più segno di vira: quale costernazione fra noi a quell 'a1111unc10! Si procede, mentre 8 soldati si fermano per dare aiuto a quelli giù nel burrone; alle ore 4 del mattino (del 5 g iugno) finalmente, dopo un tìero combattimento cd un lungo e pericoloso g iro di ripiegamento, si fa zaino a terra e ci si sdraia per qualche ora, in attesa dello spuntar del sole tanto desiderato. « 6 giugno. - .. . si apprende che il nostro capitano Ricci è morto in seguito alle ferite riportate nella caduta ... n .
A conclusione di quanto abbiamo eletto fin ora ed allo scopo di colmare qualche lacuna rimasta nella nostra esposizione, riportiamo ora l'effic;1ce conclusione del. Dupont: (, Nella troppo arida rassegna - scri ve il Dupont (1) - non abbiamo potuto dire delle audacie del ,, Pieve di Teco ,, e del << Ceva », del r" Alpini, alla conquista di monlc Cukb ccl :illa scalata <lei fosco Rombon. In un anfratto delle balze insanguinate par che sventoli (•) Col. A. D uro~1·: " Gli ,\ lpini ...
ancora il fazzolettino dell'Alpino Madinelli ed ognuno dei suoi tre colori ha luci di fiamma; ancora echeggia pt:r j canaloni l'urlo dell'Alpino Giribaldi, che si precipita a fracassarsi nel burrone, per non essere fatto prigioniero; fra il groviglio dei reticolati, rossi non sai se più per ~angue o per ruggine, ancora è jmpigliato il corpo di Maurizio Oddenino, il capitano della 3a. •< D:ù Kukla., tozzo e nero di terra arsa per gli scoppi delle mille granate, si leva la figura buona cd croic,a del m aggiore Luigi Piglione - medaglia d 'oro - che sorride al suo " Sai uzzo " · Gli fan corona intorno anche j morti del « Bassano ». " Ed ancora il 2° - il vecchio d6i, n ulli sectmdus ,...... che trae gli uomini dalle valli da secoli adusate alla guerra, guarda alla spaccatura di Volaja al suo Vigo, il caporal maggiore _Vigo, ancora lordo di terra e di sangue, che posa il fucile e ripete il semplice e grande: l'orna fait pulissia. Ddlo stesso" Dronero )> gli sorride Lambertenghi, il giovinetto patrizio romano, che tinge del suo sangue la zolla, nella sfida folle d'audacia. " Su m o nte Lodin s'erge, dalla rude tomba guerriera, Mario Musso - mtdaglia cl'oro - il ferreo c:ipitano della 21 Cavallercscam cntè il ncmi((, prcscnt,t le armi, come allora, doro la lunga, acca-. nita lotta ineg uale. " Ed ccc~> accorrere l'antico subalterno - Enea Guamieri, m edagl ia d 'oro - clic è tornal,i a11 ch \:ssu. ora , a dormire nella terra della Patria, dopo il folk e tragico tentativo di fuga dal campo di Ascach: lo sperduto paesino nem ico si duole che il vecchio, angusto cimitero del campo dei prigionieri abbia perso il miglior morto del suo popolo (Gazzetta di Lienz, 1922). ,, Poco lungi dal ponte di Vidor, dal marmo che lo effigia, divino giovant', il capitano Curti ancora sfida il nemico. Sfilano dava nti a lui il suo ( < Vara.ita ,, ed il massacratissimo <; Val Maira >', che ha popolato di morti la val Calcino e, ,( sbarrando la via al nemico cun g lu riu~u ~acrilicìu, lrn affermalo ancora una volta l'eroico mo tto, divisa e vanto deg li Alpini nostxi: Da qui non si pas.ia >•. (Bollettino del Comando Supremo, 15 di cembre 1917). ., ln alto, a mo nte Fior, a Castelgomberto, ,, Cuneo )) e <• Marmolada " · battezzati nel calvario dell'Ortigara, s'involano in un turbine di gloria. " Su nwnte Fior e su monte Castelgomberto alcuni reparti di Al pini, rimasti isolati, hanno preferito all'eventualità dell 'incerto ripi egam ento il glorioso sacrificio di una difesa ad oltranza''. ('bllettìno del Comando Supremo, 15 dicembre 1917). 3
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« Sono con loro i morti che li han preceduti (rn16): (< Argcntcr,i )1, « Monviso l> , << V:ù Maira 1,, ,<Morbegno '> , 27' batteria da montagna. << Il 3° Alpini ricorda ìl "Passo della Sentinella". Per le gole dell'Isonzo sfilano i resti di tiuel che fu I'« A lbergian » . Ai pochi ufficiali superstiti il nemico ha concesso l'onore di portare la sciabola. La turba ebbra di vittoria si .ipre al passaggio e saluta. « Da monte Fior e monte Castelgomberto, due volte ara di Alpini, accorrono .i fratelli del •< Val Dora )); in testa è il loro Comandante, maggiore Baratono; e monte Fior un'altra volta si popola di "penne mozze" , a centinaia. << Sono gli Alpini del ,. Morbegno 1>. S. M. Vittorio Emanuele III. come allora (1916), li segue dall'osservatorio di monte Lisser e manda loro il messaggio della Sua ammirazi~~ne. « Morbegno>), l'impetuoso della Marcesina e di Cima Caldiera. " Otto medaglie pendono dal labaro del 6" Alpini. « Con il decoratissimo vessiJlo marciano Pietro Cella, l'eroe di Adua, Battisti , Filzi e tutti i più n obi li eroi del reggimento, caduti in tutte le guerre. ,, Ed ecco " Vicen za > fiero di monte Trappola, e « Val d 'Adige l• e ,. Verona )), l'espugnatore di malga Zurcs, il tenacissimo di Ìnalga Zugna, e « Monte Pavione " , il fratello di (( Val Maira •> nell 'olocausto di val Calcino. E (< Monte Berico » e ,< Lcogra •> , i pilastri di (( Passo Buoie ed <• Exilles >•, u Cer\'ino ,, , " Levanna )), · ,, Monte Suello >) , gli irremovibili dello Zug na e del Pasubio. Il tozzo ,, Pasu bio >) vede · ancora il sacrificio del capitano Beltricco (medaglia d 'oro), accoglie gli spiriti puri del colonnello Gioppi (medag li:1 d'oro) e def sottotenente Orli (medaglia d 'oro). " Sono con loro i morti del <• Val Maira H, di ,e Exilles », ,, Aosta 1,, •<Cervino >) , « Toce » . ,, St!ello ", <• Adamello >,, " Val d'Adige)), ,, Monte Bcrico )) . ' " Oh, frenetica corsa in avanri a Forcella Lavaredo, il 26 maggio 1915, del << Pieve di Cadore ,), fantastiche scalate a monte C ristal lo! oh irruento assalto del 1, Feltre " e trnacc resistenz a del •i V :il Brenta ,> e del << Monte Ros:1 n a I Cauriol ! ,, Fcl tre -., e ,, Tolmezzo ". fratelli di g loria, con Cantore. alla battaglia di Assaba; ,, Tolm ezzo"• con il a Val Tagliamento ,1, incrolbbilc presidio di Pal Gra11tle. l':d Piccolo, Frcikofel e ultim:1 difesa di col della Berretta e. fr:i k , 11c compagnie, Giuseppe ed Eugenio Garrone. fratelli na scendo (',I . 11 1 cor frate li i nella m orte bel la. 1
>)
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,. E ,, Mo nte Ar,cnis ,;, il battag lione di. Bu,a Aìta, il b;1ttag lione \.ii Ferruccio Tok mino, rncdag lia d 'oro, clic pa r::cg~ia con il " Val T agliamento ,\ la dispcr:1ta difesa dell'ardita co nq uista. E ,(Gcrn ona JJ, « Val Fclla " e ·• Monte Canin ,. , uni ti nella lotta fra le al te vall i del Cana l del Ferro . che insieme si ritirano, contesta ndo metro a metro là terra natìa, in og ni local it:1 Li sciando brandell i d i sè. F. ,, Val Na-
ti~onc ·· . - c~c inpio di tu1acìa e di abnc.:gazion<: ... e di im pctu:;'.>o ,·alorc: -- ;1 mon :c Gio·: ~:, ;1 m'.n,c C hic.:s:1; e ,; Ci vidale,,, l' inc..'.omab1ic del l'or;1rn. ,lei Limone. dei :\'0\1:gn:1. ii i>; 1tt aglionc di Gi:rn L ui~i i':u :c h i, ;i .~iovi n cn1i \(JÌo nlariu, che rin: \'L' nel ,uu petto ge neroso i colpi des tinati aì ,uo capita no (\'a hkro.!, rncd:1gl ia d'oro), il battagl ione eh:: th solo ebbe uccisi. tiur.:née la t! Ltcrra. 20 ufficial i e mo Al pin1: feriti i ;CI 1!U1-:i:1ì ; e c;l,rn) Alpini. · " >l'è abbi amo detto deJlc nostre 1-Ì~ure rn agt; ton . A bbiamo ta-· ciu to dì CantGJT : ,1tiale Alpipo non k;- fra i suoi ricordi più sacri .quello t:el i ·aw ·> . Q ~::i k it:tli:illo non lo ricorda:
<e Nè abbiamo detto di Ernesto Testafochi, il papà dcll'<, Aosta », il ferreo dell'« Aosta l>, che mette insieme tre ferite in pochi mesi e non vuole lasciare mai il suo battaglione e, quando le ferite ve lo costringono, gira per gli ospedali e per i depositi di convalescenza, a ricercarvi i suoi soldati e distribuisce loro la penna dei bravo Alpino e .li annota nel suo taccuino, perchè non uno vada disperso, non uno manchi alla famiglia. (< Non abbiamo ricordati i molti che, vissuti fra gli Alpini, han trovato, come Carlo Giordana, eroica morte fra i Fanti; colonnello Giovanni Trossarelli, colonnello Alceo Catalochino, tenente colonnello Carlo Ruffa di Perrero, maggiore Luigi Corrado, ecc. (< Nè abbiamo potuto accennare ad alcune tipiche figure, che unirono al valore alpino e militare guakhe speciale caratteristica della nostra razza multiforme e geniale, soldati ed artisti come, per esempio, Albino Candoni di Tolmezzo, volontario, capitano, ardentissimo ed arditissimo, che poco prima di morire di palla nemica, sul Grappa, nelle brevi pause degli accaniti combattimenti, nella creta che uno scoppio aveva messo allo scoperto, modellava la medaglia della Vittoria. Artisti -soldati , poeti-comhattenti che meglio di ogni altro erano in gradv di ,i..,1.:1c la ~ul1l iu1c l,dk;,, ;,..a della 11u~lra vita di guerra fra le Alpi e ne furono attori incomparabili ed illustratori magnifici. << Nè, infine Ji proposito - ahbi:11no parlato delle pagine meravigliose scritte dagli Alpini sul Grappa, il domani della vittoria nemica. (! Moltissi mi dei fratelli, che s' immolarono sul Monte più d'ogni altro sacro alla Patria , trovarono nel disperato amore alla terra natÌa e nel cocente dolore dell' abbandono di ogni cosa più cara, ragione al furore ed alimen to alla decisione incrollabile. e( Ma sul Grappa, come sul Piave, furono grandi tutti: Fanti, Bersaglieri, Al pi ni , Artiglieri, soldati dd Genio, Aviatori, Arditi, tutti di ogni Arma, di ogni Corpo, di og ni regione d ' Italia. " Il Grappa fo altare al più g igantesco, purpureo sacrificio della nostra gente; il Grappa fu, nell 'ora triste della rotta, come nella giornata fulgida della vittoria, il faro nostro più luminoso e sarà sempre della nostra Storia una dc ile pagine più belle. « Al grande incendio, nel quale :mero tanti nohi li ssirni ~piriti, gli Alpini hanno aggi unto le vivide fiamme dei loro Caduti. ,, Ma il Grappa non è, non deve essere appannaggio particolare di ncssun'Arma o Corpo o Specialit;i, ptr rim anere insuperabile glo-
ria semplicemente ed interamente italiana. Ecco perchè ne abbiamo taciuto, pur conoscendo cosa vi abbiano operalo la maggior parte dei nostr1 saldissi mi battaglion.i, prjmo fra tutti, il ferreo (, Aosta ", che vi immorta!t'> il rude suo motto: C' ha cousta l'on e' ha cousta - {/i{la l' ,lousta! e raccolse sul martoriato Solarolo la medaglia d 'oro, che a veva incominciato a germogliare su l contrastatissimo Vodice >'.
T l'.stimonianze non meno nobili cd eloquenti troviamo nelle letkrc degli Alpini, ;mche per quanto si riferisce alla guerra italo-etiopica ed alla seconda gut.:rra mondiale. Per la prima ci basti riprodurff quella in data del 5 novembre 19;5, scritta dal volontario irredento degli Alpini Nicolò Giani da Muggia, destinato poi a cadere nel 194 1 sulla c resta nord dello Scindeli, meritando la m edaglia d 'o ro al valo re, 120n una sple ndida motivaz ione. ' La lettera del 5 novembre 1935, scritta a bordo dd Liguria, dur:1ntc il viagg io per Massaua , contiene queste nobilissime espressioni: ,. ... Sta~era ho visto altre lagri mc, lagrim e ch e non dovevano esse re bgrimc, lagrimc contenute, t,;1ttc nutc neg li occhi lustri: qudk di m i;1 moglie ,, Era l:"1, n ella folla, venti m etri sotto d i m e, all'estremità del m ùlu. lnturnu ~·.igitavano fazzokt ,i è cappe lli. Volcv;1 sorridere, mcntrr il /,Ì_rzuria mollava !"ultima gomena e le eliche cominciavano a frullarl'. . ,, « Con una manina d i~cgnava nell'aria il suo saluto; in ,1uel preciso momento il suo viso. cui i capelli facevano cornice luminosa e sul quale il -orriso voleva vincere il dolore, mi ricordò quello di una Madm11u \'Ì ~t:1 in non so quale pinacoteca della Tosc;u~·a. Sì, voleva sorridere pcrch è io partissi contento; voleva so rridere per dimostrarm i c he a nche lei era lieta cht.: andassi ;1 fare il mio dovere per l'Italia. Ma diclr<J Li ~u., H>lu ntà ur~eva il suu cuùrc di donna e nei suoi oc~ c hi era il pianto, b g rande ~~istezz:1 calm~1 di tutte le madri, di tutte le spose d ' llal ia, clic o;;g i s.ilutano i figli e gli sposi con l'antica fierezza spartana. ,, O madri, o spose d ' Italia, che Idd io ricompl'nsi la vost ra com prensio ne, che ldtfio vi renda merito dei vostri ta.citi sacrifici I >• .
Ecco poi aktrnc l ettere cd alcuni testamenti degli Alpini, provenienti dai divcni teatri deila seconda g uerra m ondi ale. Dal teatro di
guerra greco - albanese così scriveva, ad esempio, il tcn<.: tHr dd <, Alpini Alfredo Fontana, alla sua mamma, in data dc11'8 mar1.(J 11)..f 1: (( Carissima mamma, <( • • • Ti scrivo ancora d all'ospedaletto 621 , ove sto fac1.: nclo l.1 mia brillante convalescenza. Sono ormai sfebbrato da quattro giorn i ... Per fare più presto (ho una grande preoccupazione di tornare in compagnia, ove ci potrebbe essere da fare e da ... camminare!) mi faccio fare anche delle iniezioni ricostituenti. Spero i primi della settima na ventura di tornare in linea, ove colleghi e solclati mi mandano a ~aiutare e mi attendono. Mi vantavo di essere l'unico uffìciale della compagnia che ancora non avesse avuto il minimo malessere ; in vece, dopo cento giorni, la macchina si è inceppata. Ora credo che per l'avvenire funzionerà ancora bene, dato che ho ferme speranze che i Greci non mc la guastino . Fo rse avrei IX>tuto guarire più presto, se.: avessi accettato di venire prima all'ospedale. Quando vedo la vita che fanno i soldati delle retrovie e <1uello che essi rendo no, sento più g- rande l'ammirazione per i nostri bravi sokbti, che d:1 centodieci giorni gua rdano ininterrottamente in faccia il Greco, pattugli ando dì giorno e di notte, ron la pioggia e con la neve, tiri o non tiri Artiglieria, e mon tando i ptsarlLÌ turni Ji guarJia in ug uali condizio ni . Così oggi ho buttato via l'avarizia ed ho mandato agli Alpini della 5W duemila sigarette, che saranno g iunte graditissime a quelle bocche Ja turchi. Qui ho ricevuto visite quotidiane dei miei Alpini che, dimessi dagli ospedali, finiscono il lon; ripmo qui . Uno , sere-fa, mi è ve nuto a trovare e, dopo circa venti minuti, rosso in viso, come se compisse un'azione infamante, ha tirato fuori una scatola di frutta sciroppata e me l' ha messa sul comodino. Lui disse che gliela avevano regalata; ma probabilmente l'avrà trovata da comperare a peso d'oro. H o visto lo sforzo che quell'anima rude ha compiuto nell 'estrinsecare un p::nsiero così ge ntile; c'era un pudore in <1uesto e tanta devozione che, ti assicu ro, mi è venuto un n odo alla gola e no n ho sapmo ri fiutare. Queste sono le nostre gioie e forse è tacile essere coraggiosi quando intorno a sè si sente raffct tuosa dcdi zi<ine, la qu:,lc.: ci as~icura che, nei momenti d i ftìcili, la 110\tra gente ci segue con fiducia assoluta. E io so di certo che tutti i soldati del la 58" con m c.: verrebbero ovunque, anche perch è san no che, se t:al volt:i o.~o. n11 preoccupo sempre pit1 di loro che non di mc stesso " ·
r
Il 10 magg io r94 1 il sottotenente degli Alpini L eone Do11<.:g:iri invia va il seguente saluto ad un suo professo re, a Milano :
,, Da quest i monti, teatro di g uerra, che nuovamente videro vi ttoriose le Aquile d'Italia, vi giunga il mio saJuto ,,. L'Alpino Mari() Arncch, dclr8" reggimento AJ pini , ferito sul fronte greco-albanese il .ro marzo l941, così scri veva dall'ospedal e mi-
litare
<,
Giulio Cesare 1, di Rui:
.. Dalla g loriosa terra cli Battisti partii un gio rno, col vostro nom e sulle labbra, per combattere l'odi;1to Greco. Vi ncere er a il nostro motto e si è vinto! Purtroppo la ria sorte non mi permise di vedere l'agognata vittoria ; tuttavia sono fiero di aver fatto ciò che mi era po~sibilc cd alla gua ri gione sarò pronto a r icomin ciare contro la perfida Albione ,i. L ' Alpino Antonio Berti, anch'egli dcll '8Q reggimento, fe rito sul fron te greco - albanese il 1 ° aprile 1941, dovette, purtroppo, rinunziare alle gambe ed al braccio destro; m a non per questo vacillò la su:1 fede, com e dimostra questa nobilissima lettera, fatt:1 scrivere da un commili tone, dall'ospedale militare, <love era ricoYerato: «
Mutilato delle due gambe e del hr:10.::io destro ; nonchè frat-
del sinistro, snno finn cli ;iver comb:ittnto per la mia Patria e faccio vivo augurio che il bimbo, che attendo fra giorni , sia un valoroso Alpino che vend icherà un giorno il padre. A talle scopo gli ho riservato il m io cappello, con b piuma bagnata dd mio sangue. Vi va r itali:-1 l l ) . 111r;1
X.
CENNI STORICI SU CIASCUN REGGIMENTO ALPINI 1°
REG G I M EN T O
Nec descendere nec mornri B:'ITTAGL/ ONI: ,,CEVA n
{( P/El'E Dl TECO u . uMOND O I// ..
C... Ml>AGNE
DI GUERRA.
1895 -96: Eritrea. 1911 -12: guerra italo-turca. 1915-18 ~ guerra italo - austriaca. 1935 - 36: g uerra italo - etiopica. 19~0 - 15: seconda guerra mondiale. RI COMPENSE AL VAI.OR MILITARE .
Alla Bandiera: croce di cavaliere dell 'Ordine Militare <li Savoi;i, medaglia d'oro, 5 d'argento, 1 d i bronzo. Agli Ufficiali e Truppa, per 1a prima guerra mondiale: I medaglia d'oro, 376 d 'argento, 791 di bronzo, 38 croci di guerra. 1
PERDITE IN COl\lBAn·IMENTO NELLA PRIMA GU!iRrtA MONOJALE.
Ufficiali: morti 106, feriti 294, dispersi q6. Truppa: morti 1528, feriti 6702, dispersi 4234.
Proviene dalle originarie compag nie alpine, istitui te nel 1872 a guardia delle valli di frontiera e riunite in battaglioni pcrmancnli nell'agosto 1878. Il reggimento si formò in Mondovì il I v novcmlirc
1882 su tre battaglioni, che assunsero il nome di •< Alta Val Tanaro )', " Val Camonic:1 >•, quindi nel 1885, cli ,, Alto Tanaro )i, <' Val Tanaro ,> . " Val Pesio ) 1 e nel r886 « Pieve di Teco )•, (, Ceva », (, Mondovì "· Il 1" regg imento Alpini concorse alla formazione di 2 battaglioni Al pini nella guerra d'Africa 1895 - ()6 e partecipò, Cùn l'invio di complementi, col battaglione ,, Mondovì "· che si battè ad Homs, sul Mcrgheb cd a Misurata, alla guerra italo - turca r9n - r2. Formò, durant e la g uerra 1915 - 18, i battaglioni <<' Val d'Ellero ,,, ,< Monte Clapier >•, <, Valle Arroscia ", « Monte Saccardlo », ,, .M onte Mercantour " · ,, Val Tanaro " · Prese parre, coi battaglioni permanenti, alla guerra italo - :mstri:ica, combattendo va loros:1mente sul monte C ukla , sul Rombon , sul monte Rosso, su ll'altopiano di Tonezza, al Cimon d'Arsiero, sul Pria Fod, su ll'altopiano . dei Sette Comuni, sull'Ortigar a, sull'alto lsonzo, sul monte Fior, sul Grappa, a col della Berretta e sul Tonale. Il reggimento partecipò, col battaglione Alpini ;, Pieve di Te:::o » , dclla"5' Divi~ione alpin;1 ,( Pusteria ,;, alla guerra italo·· etiopica, distinguendosi ndla battaglia dcìrEndert~1, nella com!uÌ:;ta lldl'Amba Abgi e nella battaglia del lago Ascianghi. Concorse, ne lla stessa campag na, con la 60~" compagn ia, alla formazione dd VII battaglione complementare. destin:.1Lo in Africa Orientale. I .a sua handicra si fregia di una mc<l1gli::i d 'oro mcrit;1ta al fronte russo e di u na medaglia d 'argento conseguita in Albania durante ia s<.:co nda g uerra mondiale:, di una medaglia di bronzo al valor militare per la bella condotta del battaglione ,, Mondovì 1> nei combattim enti di Mcrgheb e di Misurata, nella guerra italo - turca; di due meda~lic d'a rge nto, m eritate, per indo m.Ìta tenacia e slancio irresistibili , dai battag lioni ,, Monte Cla picr ,, e ,, Mondovì >> nella battag lia dcll'Ortig;1ra: di una quarta medaglia d'argento per la granitica tenacia e l'noico sacrdìcio dei battaglioni u Cev:1 » e ( < Saccarello " ml Cukla, ,ul Ro mboncino e sulrOrrigara: e di una quinta medagl ia, pure d ':1rgn 1to, conferita al battag lione " Pieve di Teco i, , per avere, nella ca mpagna 1935 - 36, a pa5so Mecan , .i n 13 ore di aspra battagli:i, decisiva per le ~()rti della guerra, riaffermato le tr;idizionalì virtù guerriere della nostra gente di monta~na.
Le motivazioni delle ricornpcmc al pa/or m ilitare ottenute: dal rc~gimento e dai suoi battaglioni sono le S<:gucnti:
Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia (moti v:11.iom· uguale per tutta la Fanteria): « Nei duri cimenti ddla guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune , consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d' Italia " ·
(1915 - 18) )). Medaglia d'oro alla bandiera del reggimento: <<Coni suoi fieri battaglioni (< Ceva )), « Pieve di Teco ,, e « Mondovì », eredi delle innate tradizioni, delle magniche virtù cittadine e della solida tempra delle stirpi liguri, piemontesi ed apuane, il 1° reggimento Alpini, nei duri mesi di indomita lotta sulla fronte del Don , si dimostrò saldo, massiccio, ben temprato e pronlo istrumento di guerra, e, fra difficoltà, ostacoli, insidie del nemico, terreno e clima , seppe resistere fermo come le rocce delle sue montagne, onorando cosl la razza e benemeritando la riconoscenza della Patria. Stremato dal doloroso calvario di freddo e <li fatiche e dai sanguinosissimi, incessanti combattimenti, in una atmosfera di sublimi eroismi e di dedizione al dovere, concluse la propria, leggendaria vicenda il Do n e l'Oskol con una disperata resistenza, facendo scudo, fino all'estremo sacrificio, alla sacra ed immacolata bandiera che, simbolo ddLi Patria lontana, distrusse, i)e r sottrarla al nemico (fronte russo, 20 settembre 1942 - 28 gennaio 1943) ».
fra
Medaglia d'argento: (( Con indomita tenacia e slancio irresistibile, il battaglione « Monte Clapier ,, attraversava una zona intensamente battuta, giungendo a rincalzare in. tempo i battaglioni an tistanti, duramente provati dal fuoco nemico. Con intrepido valore, continuando nella travolgente avanzata, scacciava l'avversario dalle sue posizioni e vi si affermava saldamente, respingendo, nei giorni successivi , violenti contrattacchi, logoro, m a non J omo dalle sanguinose perdite subìtc:: (monte Ortigara IO - 16 giugno r9 rj). Già distintosi a monte Ci mo n d 'Arsiero 23 - 26 maggio 1916, per aver tenuto testa a soverchianti forze nemiche >,. Medaglia d'argento: « I battaglioni <, Ceva ,) (monte Cukla, 23 agosto l<J 15 e I o 1 1 maggio 1916 : Romboncino, 27 agosto 1915; mo nte Ortigar:1, w - l<) 44.
giugno 1<Jr 7) e ,, Monte Saccardlo •> (Altipiani , giugno l \)16; monte Ortìgara , 10 - 19 giugno 1917), in epici assalti cd in martoriata difesa, com1uistando e tcncndo importantissime posizioni, profusero tesori cli sangue e di \·alore e diedcro mirahìle esempio di granitica tenacia e dì eroico sacrificio ,,. Medaglia d 'argento :
" 11 h:1naglionc (• Mondovì ,, avanzò calmo e irresistibile, $O tto nn uragano di fuoco, all':1ttacco di formidabili posizioni nemiche e, ~ulk conLJUÌstatc trincee, contro fresche, soverchianti forze nemiche :,opraggiu nte, resìstetle incrollabile .in mezzo al sangue largamente profuso cd alla luce della gloria eroicamente meritata (monte Orti~ara 10 - 19 g iugno ll)I 7) ,, . \kd:1glia d 'argento (al battaglione " Pieve di T eco "): ·· Con fer ma tenacia cd indomito valore. sosteneva l'urto dì so\TrCh1:1nt i cd :1ggucrritc masse abissint:, guida te dallo stesso lm pcrato ri: . inf r:ingendo nc la pervicace baldanza. Durante tredici ore di a~pr:1 h,:11:1.~li:1, decì~iva per le ~orti dclb gucrr:1, riaffermava in terra
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0t... ntl..'. (_l'l llh.,ntagna.
(I): ~h,Sl)
.vkc ui. , r m :1rzo - 3 ;1prile 1936) .. .
\ kd:tg!i:1 d':irgento alb bandiera de! rcg;..0ncnto: •· <:hi :,rn atn impro\'vÌ~;imenlc: dalla frontiera occidentale in Alhani:i. a ,barrare al n emico imbald:rnzito dal successo la destra della \':il Tl,rnorcz;,.a, in dure, sangu inose azioni lo tratteneva prima saldamente c lo co ntrattaccava poi con indomito valore, contribuendo decis:nncntc al pieno successo della battaglia d ·arresto . Quindi , pronti gli animi e i mezzi per la ripresa offensiva, accorso sul fronte jugoslavo nelle più a\'vcrse condizioni, att;iccava un nuovo nemico e lo sconlìggc\'a . Ri afferm:i va così in terra d'Albania, con il fiero \'alore dei st~~i Aipini. k gesta gloriose dei suoi yecchi e saldi. bau:igiionì, per cui le virtù g uc'rricrc \klla gçn!c lig ure- piemontc~c anco;a una volta si ornavano di nuovo lustro. (Val Tomo rczza - Dibra, 15 dicembre 1940- 11 aprile 19.:p ) ,, .
Mcd:1glia di hronzo: ,, Per la hdla condotl a tenuta dal battaglione ,( Mondovì >) nei combattim ent i del Tvkrgheb (27 febbra io 19r2) e di Misurata (8 luglio 1912) 1, .
Ci tazioni nei Bollettini di g uerra del Comando Supn-11111 d111 ,11111
la prima g uerra mondiale: Bollettin o di guerra n.
1120
del 18 giugno
1918.
,, ... Per le g randi giornate del 15 e del 16 giugno e per J'a1t.1c{·n al Tonale del giorno I 3, fallito il tentativo d'inizio dclroffc n~iva 11r
I.a .;cde della Scuola ;\,fifitarc di Afoù1i ; mo (Castdlo « Cc ncrule Cantore ,. in //0.<l'.1).
mica, meritano speciale menzione, ad esponente del va k>rt di tull i gli altri reparti: la 45" Divisione di Fanteria, le brigate di Fantcri;1 " Ravenn a ,, (37" e 38'), " f\.:rra ra ·• (47' e 48''), " Emilia >• (119" e 120"), ,, Sesia ,, (:~.oi<> e 202' ), ,, Bari '·' ( r39'· e 140°), ,< Cosenza ,, (24 f e 244"), ,, V cneto •) (255" e :256"), <' Potenza » ( 27 I" e 272"), b V I brigata Bersaglieri (8'' e 13°), il 78·· reggimento di Fante ria francc~e l' particolarme nte il I battaglione, i reggimenti britann ici North um hcrland Fusiliers, Sherwood Foresters, Royal Warwick , Ox ford :11u l Bucks Light Infantry, il 13" reggimento Fanteria ital iano (hriga1.1 HPinerolo ))), il r 17" (brigata ,, Padova 11), il 266° (brigata ,, L nn .. ). il II battaglione del 108v reggime nto Fanteria fr:1 nccsc, il IX rq1.111 11
660 di assalto. i battaglioni Alpini 11
M onte
ROft1 ,.
<,
Monte Clapier )> , (<Tolmezzo " e
e la 1789 cornpagnii mitragliatrici >• .
Fe.,ta del reggimento: 16 giugno, anniversario del combattimento al monte Ortigara (16 giugno 191 7).
:t REGGIMENTO Vigilantes LJ.-ITT.4GL/ONI : ,, lWRGO SAN DAL\JAZZfJ ,, · " DRON ERO ,. ,, SALUZZO ,,
CAMPAGNE Dl Gt:ERR.\ .
1895 -</5: Eritrea. 19n - 12: guerra italo - turca. 1915 - 18: guerra italo - austriaca. 1919 - :20: Albania. 1935 - 36: guerra italo - etiopica. 1940 · 45: seconda guerra mondiale. R1coMPENSE AL vAL011. :1.HLIT.-1.RE.
Alla Bandiera: croce di c:i.valiere dell'Ordine Militare di Savoia, r medaglia <l'oro, 4 d'argento, I menzione onorevole al valor civile. Agli Ufficiali e Truppa: -1 medaglie d 'oro, 431 d'argento, 853 di bronzo, 34 croci di guerra. PERDITE IN COMBATTlMENTO NELLA PRIMA Gl!.ERR.\ MONDIALE. ·
U f ficù1/i: morti 89, feriti, 139, dispersi 182 . Truppa: morti 1466, feriti 6735, dispersi 5547.
Deriva dalle originarie compagnie alpine, istituite a guardia del -
la frontiera nel 1872 e riunite in battaglioni permanenti nell'agosto 1878. Sì costituì il 1 " novembre 1882 in Rra, col Il e col IX battaglione, i quali formarono i tre battaglioni " Val Pesio », '( Col Tenda,, e ,, Val Schio )> che, nel 1885, presero rispettivamente la denomina-
11/1 I
zione (• Col Tenda",
(<
Val Stura n,
<•
Val Maira ,, ; m·l , 11u
1· " 11·11
1886 << Borgo San Dalmazzo ,, , i< Vinadio )>, « Dronero ,, e 11 rl 1'1 glio 1904 ,, Borgo San Dalmazzo >', << Dronero >• , ,, Salui':1.0 .. . Il reggimento concorse alla formazione di tre battag lioni t\lpi11 i del Corpo di operazione nella guerra d 'Africa 1895- 96; pn:se p.1rt r col battagljone << Saluzzo )) ' che operò a Derna, alla guerra italo - tnr ca 19n - 12, concorrendo nella mobilitazione di altri reparti: costituì, per la guerra italo - austriaca 1915 - 18, i battaglioni Alpini •< V;dk Stura )), « Monte Argentera J> , « Val Maira >', <' Bicocca ,), •<Val Va raita ,,, « Monviso >> , « Cuneo,, . Durante la guerra italo - austrjaca combatte: valorosamente ~u I Pal Piccolo, sul Pal Grande, sul Freikofd, sul monte Fior, a C:astdvt'ombcrto, sul Kukb, sul Rombon,. sul Pasubio, sul monte Nero, , 111 monte Rosso, sul Vodice, sull'Orrigara, sul Grappa, jn val Calcino, sul Tonale, in val Camonica ed in val Giudicarie ; partecipò alle operazioni i11 Albania del 1919 - 20; e , col hattaglione <( Sai uzzo >> e con la rn• colonna salmerie della Divisione alpina <' Pusteria ,,, prese p:1rte alla guerra italo - etiopica 1935 - 36. L a bandiera del reggimento è decorata della medaglia (l'oro rnn ~cgu ita in Russia e ddla m1:,bglia .J' argc:11lo meritata in Grn:ia durante la seconda guerra mondi ale, della medaglia di bronzo :il valor civile per le generose azionj compiute dal battaglione ,, Dronero n nell'estinzione del grave incendio scoppiato a Bcrsczio il 19 agosto 1883: di una medaglia d'argento al valor militare per l':llld acc conquista della vetta del Kukb, dfcttu;1ta dal battaglione ,, Saluzzo ;> , dal 4 al rn maggio 1916; di una seconda medaglia d 'argento per la brillante conquista e per la tenace difesa delle posizioni del Pal Piccolo, del Freikofel, del Pal G rande, dal 24 maggio al 9 giug no 1915, e per la fulgida condotta dei battaglioni '< Val Maira )> , ,, Argentera )) ' (< M~mviso » , sul m o nte Fior, a Castelgomberto, durante l'offensiva austriaca del Trentino ; di una q uarta medaglia d' argento per la ferrea tenacia ed il superbo valore spiegati dal battag lione <• Val Maira », già segnalatosi su l Pasubio, nell 'inchioda re una inter.1 Divisione avversaria in val Calcino, resistendo intrepidanH:ntt:, con incessanti contrattacchi , nelle trincee che gli erano state aflìd;itc.
Motiv(l zioni delle ticompe11se conferite al reggimrnto: Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Sa\'oia, con la motiv:1 zione g ià nota.
Medaglia d'oro alla bandiera del reggimento: « Con i ~uoì fieri battag lioni « Bo rg<J San Dalnuzzo •) , ,, Dronero ,, e " Saluzzo ,,, credi ddle innate. eroiche tradizioni, delle mag nifiche virtt1 citt;idinc e della solida tempra dei mig liori figli del Cun eense e dei mo nti Apu:rni, il 2" reggimento Alpini, nei duri mesi di indomita lolla sul fronte del Don, si dimostrò saldo, massiccio, ben tem prato e pronto istrumento di guerra e, fra diflicoltà, ostacoli, insid ie del 11crni..::o, terreno e clima, seppe resistere krmo come le rocce delle sue montagne, onorando così b raz'l.a e benemeritando la riconoscenza della Patri;1. Strem:uo dal doloro~n cah-:1rio di freddo e di fatiche e dai sanguinosissimi, incessanti combattimenti , in un'atmosfera di sublime eroismo e di dedi zione al don.:re, concluse la propria, leggendaria vicenda fra il Don e l'Oskol con una disperata resistenza, tacendo scudo, fino all'estremo sacrificio. a lb sac ra t d immacolata bandiera che, simbolo della Patria lont;rna. distrusse, per sottrarla al nc,nico (fronte rm~o, 20 settemb re 1942 - 28 ge nnaio 1943) ·•. Medaglia tLtrgcn to: ,. lmtancabilc nei L1rnri di ;tpproccio. costru1t1 per più giorni , sotto imcns,:; fuoco; saldo .:d im pcrtcrriw nel rc,pi ngcn: .. u acc hi av-
versari , il battag lione « Saluzzo » si l::mciavJ, il 10 m aggio, audacemente alla conqu ista d elb vetta del m o n te Ku kl a. che rafforzò e difoc ~olio l' i11u .- ~s;11Hc Liro dell'Artiglieria nem ica (4 - 10 magg io r916) ·· .
Medagli:i d'argento:
,, Sin dal princi pio della guerra, con indonrno valore i battaglioni " \'al Varaira e ,-: V:11 Maira " co,h:orsern, in lotte aspre e sanguinose contro preponderanti forze nemiche, alla conquista cd alla ten ace .d iic~a delle importantissime posizioni di Pal Piccolo, Frcikofd, Pal G rande (.:q. maggio - 4 lug lio 191 5). Fulgido esempio di valore e di ·,irtù 111ilit.1ri, i lMttaglioni ,. Val M,1ì ra ", ,. Argentera ,, t'. " Mon viso "· resì~trndo tcna.cemcnlc con gr:n-i perdite ; superiori forze nem iche. m:intencvano im portanti ssi m e posizioni a monte Fior e Castelgomhn ro ((1, -1. , 8 bni uono H) J(,). " · b 1)
~
Medaglia d'argento;
,, Il batt;iglione ,, Val Maira ))' co n ferrea tenacia e con superbo valore, per tre g iorni con secuti vi resisteva all'impeto <li una intera Divi sione nemica, saldamente tenendo, con !"eroico sacrific io dei suoi
1,111
Alpini, 1e tormentate trincee che gli erano state affid ate C:01111.11 1.11 cando in ogni ora, con manipoli di prodi, riusciva ad i11chiod :11·r 1'111 vasore sulla linea che: la Patria aveva additato per !\:strema re,i~1rn·, .1 (Val Calcino, II~ 13 dicembre 1917). << Aveva già dato fulgide prove di abnegazione e di ardi111<.: 1110 " il monte Pasubio in aspre giornate di battaglia (18 - 10 ottobre 19 1h) ,.. Medaglia d'argento: « Improvvisamente chiamato in Albania dalla frontiera occidrn tale, sbarrava saldamente con i suoi fieri battaglioni al nemico imlial danzito dal successo la via del mare. Attaccato, lo contrattaccav.i vigorosamente e, rintuzzan<lone ogni velleità con la sua mani fcst.1 superiorità aggressiv~,, contribuiva decisamente al pieno succesw del la battaglia di arresto. Quindi, pronto negli animi e nei mezzi per la ripresa offensiva, accorso sul fronte jugoslavo, concorreva allo sca rd inamento della difesa del nuovo avversario, attaccandolo decisamentr. In cinque mesi di dura campagna in terra d'Albania riaffennav;1 così, con il fiero valore dei suoi Alpini, le gesta gloriose del ,. Doi .. J Castelgomberto, monte Fior e monte Grappa , ornando di nuovo lustro la tradiz iom· guerriera della forte razza piemontese (V:il Sh,: shica - Dobra, 15 dicembre 1940 - II aprile 1941) ,,. Menzione onorevole al valor civile al battaglione « Dron<.:m .. : Per le generose azioni dallo stesso compiute nell'estinzion<.: dd grave incendio sviluppatosi in Bersczio la notte dal 18 al TCJ .1gosto r88~ ,,. 11
Citazioni nei Bollettini cli guerra del Comando Supremo pn l.1 prima guerra mondiale. Ho/lettino di guerra 11. 935 dei 15 dicembre 1917 . <1 ••• Il contegno delle nostre truppe della 4&Armata, nella lott "1 che da c1uattro giorni si svolge asprissima e cruenta fra Brenta e Pi :1 ve, è pari alla grandezza dell'ora_ Nella resistenza opposta al n1.: mico, al saliente del monte Solarolo, si distinsero i re parti delle hrig:111' " Ravenna ,, (31' e 38°), •< Umbria >, (53" e 54"), (1 Campani,1,, ( 1 ;5" e 136°) e del J°' Raggruppam ento A lpini (battaglioni ,, Vul l11faim .. , << Monte Pavione ,i, « Monte Arvenù >•, « Val Cismon \)' \' Val Ct1monica 11, « Val Ccnischia » , ,1 Feltre ", .. Cividale ,,). F ra essi lll t'n tano l'onore di speciale menzione il Il battaglione del 38'' Fantcri., . il Ili battaglione del 53° Fanteria, il battaglio11e Alpini ,, Mo11t,· l'.i
664 l'Ìonc ,, cd il hattaglio11e A Ipii// (< J/ al M aira ,,, che, sul fo ndo di val Calcino. ~ha rrando la \'ia al nemico con glorioso sacrificio, hanno riaffcrm;ito ancora una rnlta l'eroico motto << da qui non s1 passa >•, insegna e vanto degli Alpini nostri ;,_ Festa del reggi mrnto: 6 giugno, a11nivcrsar io del com battimento a monte Fior, C:istelgomhcrto (6 giugno 191(,).
.;" RECGJME~TO Alti11s tendo /,. iTT ; c;u o .\·i
" PINEROLO )' . ,, FE.'1.'ESTHFU.I:' "
.. F.X !LLES " , .. Sl.;5.-1 ·,,
C\ M PAGNE l)l G t:ERRA.
1891 - <;(,: F.ritrc:i. 19 11- 12: guerra italo-turca . 191.3 : Libia. 19 15 - 18: gunra iralu - austriaca. 19H) - 20: 1\l b;1nia. 1935-36: gucrr;1 it:1lo - 1·1inpi1·:1 11,i 1n - ' ')·1':: .;;ccnnd;1 g uerra mondi,ile.
R1 cO\ll'F.:SSE .-\L
\ · .\ I.OR \ II LIT.-\RE .
.4/la K111,l1na: croce di cavaliere dell'Ordine Mili.tare di Savoia, ) medaglie ,r:,r_!.;ento, 2 di bronzo, 1 croce al valo r militar e . .·!gli l.'f Jìciali e Truppa: 5 croci di cavaliere dell'Ordine i\.1ilitarc di Savoia, ·! medaglie d'oro, 545 d 'argento, 100 0 di bronzo, 57 croci di guerra. PERDITE I::,,; C0\1BATTI \1 E~'I O ~ ELL.\ PRl ~1.\ GCERR.\ MONI> L\LE.
Ufjìci,d,: morti 124, feriti .354, dispersi 208.
Trupp,1 : morti 1(h{, feriti 8176, dispersi 6528.
Trae k s11e origini dalle compagnie alpine istituite a guardia delle valli di frontiera nel r87:2 e ~iunite in battaglioni permanenti nell'agosto 187l:L Si formò il 1 " no;:embre 1882, in F ossano, col II I Ì>attagliont' Alpini, costituendo i battagl io ni ,e Val Chisonc ,, , '( Val
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.·/ Ila S,·11nl.1 .\ f,///,llr . //pina di . /ou.1.
Dora >>, <• Moncenisio», che nel 1866 assunsero la dcnominazio11<: ,.- Fenestrelle » , « Susa 1 ° " , (' Susa 2° " · Il 1° ottobre 1888 il reggi mento cedette il battaglione <, Susa ::!" e ricevette il battaglione <' Pinerolo »; nel 1889 il battaglione << Susa 1° )> prese il nome di <' Exilles,,. Ne\ luglio 1908 il 3° reggimento Alpini si costituì definitivamenLe coi battaglioni <<Pinerolo ,,, <<Fenestrelle )), Exilles " , <• Susa )). Il f reggimento Alpini concorse nella formazione del II battaglione Alpini del Corpo di operazione nella guerra d'Africa 1895-96; prese parte, col battaglione << Fenestrelle •> e col battaglione ,< Susa », alla guerra italo - turca 1911 - 12; formò, per la guerra italo - austriaca, i battaglioni Alpini << Val Pellice >; , (( Monte Granero >• , « Val Chisone "· <e Alhergian ", « Val Dora », ,<Assietta ,,, << Val Cenischia )), << Moncenisio ,,, « Courmayeur " ; in\'ÌÒ in A. O., col 7° reggimento mobiJitato per la campagna italo - etiopica 1935 - 36, il battaglione « Exilles >,, che però, il 24 aprile 1937, tornò a far parte del 3° reggimento Alpini . Nella guerra italo - turca gli Alpini del 3° reggimento combatterono a Rodi, a Zuara , ad Assab:.i, :1 Mis<la; in quell a italo - austriaca 1915 - 18 si batterono valorosamente sul monlc Vrata, sul monte Nero, alle Tofane, a Ponte San Daniele, a Santa Lucia, a Santa Maria, sull'Alto Bùt, sul monte Vodice, alla Bainsizza, in val Resia, sull'Altissimo, sul Grappa, ad Ercavallo, Cacaoli, Albiolo e, nel r919-20, col battaglione " Fenestrelle ,, , in Albania. La bandiera reggimentale si fregia oltre che <ldla Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, della medaglia d'argento al valor militare per la brillante co nq uista dd monte Nero, dfcttuata con mirabile ardimento dai battaglioni <, Susa >, ed " Exilles)); di una seconda medaglia d'argento al valor militare per le epiche gesta del battaglione i, Pinerolo ;> sul Mrzli Vrh, in val Resia, al Tagliamento, a Pielungo e monte Dagh nel novembre 1917; di una terza metlaglia d'argento per l'eroica resistenza del battaglione ,, Albergian )) , sacrificandosi sul monte Pleka il 24 - 25 ottobre 1917; nonchè di due medaglie di bronzo e di una croce di guerra al valor militare.: dei battaglioni del reggimento durante la seconda guerra mondiale. 1)
(<
Motiv(lzio11i delle ricompcusc al mlor militare const·guile dal
reggimeuto.
Croce di cava liere dell'Ordine Militare di Savoia con la 111otiv;1zionc già nota.
668 Medaglia d'a rgento : ·< 1 b::iu::iglioni " Susa n cd ., Exilles», con mirabilt: ardimento, con abnegazione e lcnacia, ~uperando difficoltà ritenute insormontabili, dopo lotta accanita e cruenta. sloggiarono, di sorpresa, il nemico dal monte Nero. clic a,sirnr:1rono alle nostre armi (15 - 18 giug no 111 1::; ) ·.
~kdag lia 11":1rgcn10:
., Il hat tagl ionc ,. Molll\.' /\ lhcrgi:111 "• r ima~to completamente i~ol:t10 i11 gr:1\'l· , itu:r1io11c. 1•ur intucnJo di <.:~~ere perd uto. p<.:rsisteva pn due giorn i m:11:i piL1 licr:t cd m tinata difr ·a delle impartanti po,1z1on1 :1d c~,o .1ftìd:11c. Rihull :l\·a ,·igorosam<.:nlc piì:1 v1Jll<.: il nemico, prcpondn:1111c di forze l ' di mezzi. fì nchc\ in procinto di essere sopraff:ttto. co n disperala cnergia tc11tava cruica rnente di aprirsi un ,·arco 1.011 le armi per raggi ungere b nuov:1 linea di difesa. (Monte Plt:b. 24 - 25 ottolm.: 1917) " · Mcdaulia J'ar~<.:nto : t, . ,. li banaglio1H: ,, Pinu1,lu .. , i11,..1 ri.::ah, ;;1 ..::ircostan7.c :1 ~s:1i diff-ì . ciii cd :incrst·, cli proteggere il ripiegamento di altri reparti , tratteneva con coscicnlc ardire e sc rt:1111 ~prezzo Jcl pericolo il nemico preponderante di fo rze e Ji mezzi. finchè. ,utalo alla morte, free intero sacrificio di ~è alb Patria. sempre nobilmente e gc:nerosamcntc scr' ita. Si distinse sempre per fulgido Yalorc, indornita costan za, salda disciplina (monlc.: Mrzli \'r h. 2 giugno 1915; \'alle Resia, 26-29 ottolm: 191 7; Tagliame nto. 2 novembre 19 17; Pielongo, 5 novembre 1917: monte Dag-h . (1 novembre 19 17) ,,. '.vk<laglia di bronzo al battaglio ne ., Monte Grancro ,, :
,. Nella gra,-c situazione creata!>i con la conclusione dell 'armistiziu, affrontava senza esitaz ione il nuovo tradiz1011alc nemico e, col concorso di altri reparti, attacca va un presidio nemico, obbligandolo :t!b resa dopo breve, ma violenta lotta . Bcnc hè costituito da clementi di d assi anziane:: che, dopo la liberazione ddl'Italia del sud , avrebbero avuto diritto al congedo, accettava di far parte del Corpo italiano 1 di liberazione, col lJLJale p artecipa va all'inseguimento del nemico dall'Abruzzo alla linea gotica, impone ndosi per serietà e serena fermczza di propositi. Si distinse per audacia ed ardire nel travolgere le successive resistenze del nemico e per ~aldczza nel respingere tutti
(>(i' )
i suoi ritorni controffensivi (Quenza, Corsica, 15 settembre.: tcJ43: Abruzzi- Marche, giugno- settembre 1944) >). Medaglia di bronzo: (< Destinato a presidiare un important1ss1mo settore del momc Golico - perno della difesa della conca di Tepeleni ~ in un lungo periodo di cruente, formidabili lotte, ne assicurava il possesso con incrollabile tenacia e con mirabile eroismo. Nel corso della vittoriosa avanzata, con audacì azioni e abili manovre, contribuiva efficacemente alla vittoria finale, aprendo energicamente e decisamente la via alle susseguenti colonne della Divisione << Julia >>. (Fronte greco, 25 febbraio - 23 aprile 1941) ».
Croce al valor militare al battaglione <<Val Dora )): << Dopo aspra e ardita marcia notturna, compiuta in alta montagna in condizioni atmosferiche eccezionalmente avverse, conquistava di sòrpresa, con mirabile bravura, una importante posizione, mantenendone saldamente il possesso, malgrado violenta tormenta e tenace reazione di fuoco dell'avversario. Dopo essere rimasto per quattro giorni in critica situazione ed aver subìto sensibili perdite, riprendeva, ricevutone l'ordine, risolutamente il movimento in avanti, trascinando anche i feriti in uno sforzo decisivo. (Colle della Pelouse - Mont Rond - Grange Melzet, fronte occidentale, 21 - 24 giugno 1940) )).
Citazioni nei Bollettini di guerra dd Comando Supremo per la prima guerra mondiale.
Bollettino di guerra n. 935 del I_5 dicembre 1917. << ... 11 contegno delle nostre truppe della 4" Armata, nella lotta che eia quattro giorni si svolge asprissima e cruenta fra Brenta e Piave, è pari alla grandezza dell'ora. Nella resisten za opposta al n emico, al saliente del monte Solarolo, si distinsero i reparti delle brigate << Ravenna >• (37° e 38°), <( Umbria >) (53° e 54"), <( Campania,,
(135° e 136'') e del J" Raggruppamento Alpini (battaglioni " Val Maira », << Monte Pavione » , MoJJte .rfr(le11is ", « Val Cismon )), << Val Camonica >>, <( Val Ccnischia >), << Feltre ", a Cividale >•). Fra essi meritano l'onore di speciale menz ione il II battaglione del 38° Fanteria , il III battaglione del 53° Fanteria , il battaglione Alpi11i ,, Monte Pauione >> ed il battaglione Alpini « Val Maira >• che sul fondo di \':il <(
Calcino, sbarrando b via al nemico con glorioso sacrificio, hanno riaffermato ancora una volta l'eroico motto " da qui no n s1 passa ,,, in~cgna e \':t nto degl i Alpi ni nmtrì » . B0lle11i11o di guerra 11 . 1274 dd 9 n ovembre 1918. .. . . . I ,t: relazioni che pe rvengono al Coman<lo Supremo riconfermano il m:ign ifirn slancio c.: d il valore dimostrato da tutte le no~trc.: truppe di ogni Arm :1. (',orpo e ser\'izio. Sono stati segnalati per l'onore di p:irtirnbrc.: cit:1ziu11c i h111111glio11i A l pini 1< Pieve di Cador{' ,, cd ,. /:"xi/In .. . !'X l h:ittaglionc lkr~aglicri ciclisti, il reggimc.: nto L111cini di Mantov:1 c.: b 7' ~quadriglia automitragliatrici blindate " · Fc ·Jt,1 tic-! rcgg1111c1110: 1() giugno, anni\'nsario dd ( ombattimcnto .il 11wn tc Nero ( 16 giul.,! nn 11)1 5)-
.f R E G C I ìv1 E N T O /11 ,ufrrr ,,1 , ultra ad,,u .. a li.-lTT.,JGL/0.VJ . .. /V I,/:, ·I "
111.ST.-l .. - .. J,\ : Tf~. -i ,.
CA:-.1r.1c:s:E 0 1 ct•rnK ,.
1895 - 96: F.ritrca. 1911 -J2: italo-turca. 19 13 - 14: Libia. 1915- 18: italo - austriaca . 191 9-:?o: Alhani:1. 19_\5-.36: italo-etiopica . r940 - 45: seconda guerra mondiale. R1 c o.,1PJ, NSE ;\L V •ILOR ~{ILI T.'\RE .
Alla Ba/l(liera: 1 croce di ca\'aliere Jcll'Ordinc Mil itare di Savoia, ' 111 c<lagiic d "oro, 9 d'argcnlu, 1 di bron:,.o. Agli Ufficiali e T ruppa: 1 croce di c:miliere dell'Ordine Mil itare di Sa\'Oi:i, 3 mcd;iglic d'oro, 835 d'argento, 1125 di bronzo, 43 croci di guerra. PF.RDITE l l',; c<HIBATT IMENTO NELLA PRIM A GU ERRA MONDIALE.
Ufficiali: morti 129, feriti 361, dispersi 83. Truppa: morti 2042 . feriti 8~, d ispersi 3551.
Ebbe vita dalle compagnie alpine originarie istituite nd 1872 a guardia delle valli di frontiera e che nel 1878 si riunirono in battaglioni Alpini. Si costituì in Torino col IV battaglione che formò poi i battaglioni ,, Val Pellice n; <( Val Chisone" e (( Val Brenta ». Il 1 ° aprile 1885 la dcnominazi<me dei battaglioni venne rispettivamente mutata in H Val Peli ice. ,,, (< Vall'Orco ,1 , << Val d'Aosta !,; ncll'86 in ,, Pinerolo r,, ,, Ivrea»; quindi m " Ivrea >• , (' Aosta )), << lntra )I .
li passo del Tonale.
Il f reggimento concor~e alla formazione di 2 battaglioni Alpini nella guerra d'Africa 1895 - 96; partecipò col comando e col battaglione ,, Ivrea )) alla guerra italo - turca 191 I - 12 e fu in Libia nel le operazioni 1913 - 14: formò, per la g uerra 1915 - 18, i battaglioni ,, V,ill'Orco 11, << Val Baltea )> , , , Cervino l', ,, Val Toce >• , ,, Monte Rosa», « Pallanza ,,, ,. Monte Levanna )'. Il battaglione ,, lntra ,, fu in A. O. durante la ~uerra italo - etiopica. Nel 1915 - r8 il reggimento combattè valorosamente sul monte Rosso, a Dolic, sul Mrzli, su ll'Adamello, su monte Cima. su t11(J1ll c Zugna, sul Cauriol , su monte Cardinal, sull'Alpe di Cosmagnon , ~ul Dente del Pasubio, sul Vodice, sul Solarolo. La sua band iera si fregia della medaglia d'oro al valo r milit :11'l·, conseguita per il superbo slancio del battaglione " Aosra " nell a ~; 111 guinosa conquista del Vodice (18 -21 maggio 1917) c per l 'l' 1<1Ìt" valore dallo stesso battaglione spiegato sul mo nte Solarolu dal J') :il '7
ottobre 1<) 18: della medaglia d'oro meritata in Rmsia cbl battaglione sciatori ,, Monte Cervino ,,, dmante la seconda guerra mondiale ; di nove mccbgli.e d'argrn to, rispt:ttivamc ntc m eri tate per la co nquista di quota 21(>3, effett uata dai battaglioni ,, Lntra » e u \!all'Orco ,, ; per l'ardente e supe rbo valore spiegati sull' Al pc di Cosmagnon dal battaglione ,, Aost:1 .., e dal battaglione ,, Val Tocc >• ; per l'eroica condotta tenuta dal hauaglione (< Levanna ., , nel l'azione del Vodict:; per lo slancio col l!U;de operò il battaglione " Cervino )• durante l'offcn si,·a austri ;1c 1 del 1916: per il fulgido ,·;1lore e b tenace resistenza dei battaglio ni .. Lcvanna ,, e ,, Tocc ,, sul Solarolo; pe r l'indomita resistenza del hattaglionc ,, Intra ,, agli attacchi del! 'avversario, dur;111Lc tredici ore. 11ella battaglia di Pas; o Mccan (Etiopia), il 31 marzo 1936. Le ait re tre medagl ie d' argento cd una medaglia di bronzo vennero mcri t:iie dur:1nte la second:1 ~L!<.:rra mondiale e nella lotta per la lihn:izion('. Il -t' rci-:g1111ento Alpin i è- Lra i pii'1 de<.:orati rq.?;gime nti dell' Esercito.
Moli!'l1c.ioni dt'!h ricomprnse a! v,ilor milit,m: conferite 11/ reg-
rJ1,Je1tlu. Croci di c:l\·:ilicrc ddl'Ordint: Militare di Saw>ia con la motivaz;onc gi.1 iH'.ìLi e pl·r Lt p~rtccip~r;-.iu nL del rcggi rn cnto a11a gu(rra (ontro l'F.tiopi:t. Med~ig! i:1 d'oro (i n commut:11.ione di ,1uel!a d'argento, gi;1 concessa nd 11po) : " 11 bai-taglione ,, Aosla ., , \UJX:rando acca nita resi~tc:;111.a nemica eJ aspre diffìco lt,\ di terreno organ izzato a Jìfrsa, asce~c sanguino~,unentc le rupi del Vodice, impadronendosi, con altro reparto , della uuota 652, sulla quale con sovrum;ina tenacia n.:si~telle, senza cedere t;n palmo ~li tcrr~·nù, .1 tcrrificmtc bomb.udamcntll, ;i ripetuti conrrattacchi, a difficnlt:'1 inenarrabili. (Vodice, 18 - 21 maggio 1917). ,1 Nel!J battaglia dell a fi nale riscossa, rinno\'ando ancora una volta l'esempio di eroico va lore, di spirito di sacrilizio, di sercn,1 ferm ezza degli Alpin i d'ltali;1 , consanav:1 alla vitto ria ccl alla gloria della Patria il fiore dei suoi Alpini che. decimati ma no n domi, intrepidamente pugnavano e cadevano al grido rintronante fra il fragore delle anni: Ch'.i cowta /'o n ch'a coustu, viva /'A.ou.;ta! (Monte Solarolo, 25 - 27 ottobre 1918) ,, .
Medaglia d'oro al battaglione sciatori « Monte Cervino
i> :
« Battaglione di sciatori Alpini, fuso in un granitico blocco di energie e di arditismo alpino, in dodici mesi di campagna russa ha dato interrotte prove di ecéezionalc valore e di impareggiabile spirito di sacrjfizio. Incrollabile nella difesa, impetuoso e travolgente nell'offesa, ha sempre raggiunto le mete indicategli. Nella grande offensiva invernale russa scrive fulgide pagine di gloria. Sostiene per primo l'urto di impanenti masse di Fanteria, sostenute da unità corazzate che hanno travolto la resistenza del fronte; le contiene con una difesa attiva cd ardita, le inchioda al terreno, fino a quando arrivano rinforzi che gli consentono una tregua, dopo un combattimento di. due settimane, compiuto senza soste, sen za ripari , in conJizioni di clima eccezionalmente avverse. Accerchiato da forze agguerrite di Fanteria e blindate, benchè ridotto a Pochi superstiti, in buona parte feriti, congelati ed esausti, sostiene una lotta disperata e, col valore di tutti ed il sacrificio di molti, riesce a rompere il cerch io di ferro e di fuoco. In seguito continua a marciare nella sterminata pianura nevosa, supera tutti gli ostacoli che si frappongono al suo andare, tiene in rispetto il nemico che lo inc;ilz;i e: sparnta ~colta, raggiunge le linee alleate in un' aureola di vittoria uguale a quella delle più alte tradizioni alpine e della stirpe. - Olkowactka - 1.p1ota 17<1 - KlinowiyBrody - Jahodnj - Jwanowk a - quota 204 - Kolkos Sclenjar - Rossosch- Olikowatka (Russia), febbraio 1942 - febbraio 1943 )>.
Medaglia d'argento: « Tenacia a tutta prova, eroici ardimenti, impareggiabile slancio spinsero i battagli.o ni « lntra » e (\ Vall'Orco ,> sulla quota 2163, ad est di monte Nero, disperat;1mente difesa, e con indomito valore la contesero al nemico, sino a che altri reparti non sopraggiunsero a consolidarne la conquista. (19- 2 1 luglio 1916) ,1.
Medaglia d'argento: 1< Animato da ardente entusiasmo, il battaglione ;, Aosta ,, f:1ccv:1 serenamente olocausto dd sangue d ei suoi migliori sold:1ti, atlacca11 do con meravigliosa auJacia formidabili trince ram enti nemici. ,,ii quali resisteva a un violentissimo contrattacco per oltre un ·or:i , rtd o t to di numero, ma ringagliardito nella fede (A lpe di Co~m:1g 11C)11 , 11 , settembre 1916). Riconfermava le sue m:ig nilìchc <p1:ili1 :'1 rnilit :11 i in una successiva azione, conquistando e m:rntencndo fnr 111 id.d,di P'" ' 45.
674 zioni ( Alpe di Cosmagnon, 9 - 12 ottobre 1916). Nella stessa azione si distingueva per superbo valore il battaglione ,, Val Tocc lì. Medaglia d'argento: « Il battaglione ,, Monte Lcvann::i " · superando l'accanita resistenza nemica cd aspre diffìcolt:t di terreno organizzato a difesa, ascese sanguinosamen te le rupi del Vodice, impadronendosi, con altro reparto, della l)llOta 651, sulla llualc con soYrumana tenacia resistette, senza cedere un palmo di terreno, a terrificante bombardamento, a ripetuti rnntranacchi, a difficoltà inenarrabili. (Vodice, r8- 21 magg io 1917) )> .
~1cdag lia d'argento:
(' li bau::iglione Monte Cervino ,,, sotto una tempesta dì fuoco, stremato di numero, ma non di forza , resisteva accanitamente in grave situazione a soverchianti forze nemiche, coprendosi di gloria a prezzo di purissimo sangue. pt:r la sovrumana passione eroica dei suoi Alpini che dettero sempre fulgido esem pio del più alto spirito di sacrificio. (Melene, 17 - 26 novembre T9r7, m o nte Bisortc, maggio r916, Rodrez, 15 18 maggio 1917, Vodice. 26 - 30 m aggio 1917, monte Fior, 4 dicembre 1<)17) ,, . <(
Medaglia d'argt"nlo: « I battaglioni <i Monte Levanna r· e ,, Val Toce )) ' nella battag lia della finale riscossa, çon impeto eroico e resistendo alla disperata irruc n~, dì soverchianti forze nemiche, ~i coprirono di gloria a prezzo di purissimo sangue . (Monte Solarolo, 24 - 28 ottobre 1918) l'.
!vledaglia d 'argento al battaglione
<< lntra
":
·< Lncaricato della difesa di un importante passo, infrangeva, con tenacia pari al valore, !'irruente attacco <li soverchianti cd agguerrite forze ahissìnc. guidate dallo stesso Imperatore. Durante 13 ore di violenta battaglia, decisiva per le sorti della campagna, riconfermava in terra africana le gloriose gesta compiute durante b grande guerra. (Passo Mecan, 31 marzo 19.36) ''·
Medaglia d'argento al battaglione
«
Ivrea >' :
<, A.11'8 settembre 1943, lontano dal suolo della Patria, a contatto di preponderanti forze tedesche che chiede,·ano la conseg na delle sue armi. anzichè deporle, si schierava con moto unanime contro il tede-
/li I
sco ed iniziava la lotta partigiana, che compatto cond uccva jll' I' , 11 , ., tre mesi, combattendo strenuamente contro forze ognor ~ovcrchi:1111, , conscio del rischio e ciel sacrificio, fulgido di valore e di g loria. ( ~fo11 tenegro - Sangiaccato - Serbia, settembre - ottobre - novembre '9-1 ~) ,,. Medaglia d'argento al battaglione (<Piemonte»: « Costituito con clementi della Divisione alpina « Taurirn:n~c ", che dai porti adriatici della Balcania riuscirono a raggiungere fonunosamente la Puglia dopo l'armistizio, partecipava a tutta la guerra di liberazione riconfermando ognora la tempra intrepida delle genti della montagna. Alla gloria perenne delle nostre armi offriva due difficilmente pareggiabili esempi di fusione perfetta di perizia, valore e fortuna: prima a monte Marrone, scalato di sorpresa· per la ripida parete, ed eroicamente difeso sull'orlo dell'abisso alle spalle; poi a quota 363 di valle Idice, strappata al nemico con una stoccata saettante e fulminea, spezzando la cerniera delle due Armate tedesche in Italia, donde poi traboccò su Bologna. (Campagna di liberazione. 18 marzo 1944 - 8 maggio 1945) )) .
Medaglia d'argento al battaglione
<t
Monte Cervino l> :
« Durante tre mesi ed in una situazione particolarmente delicata. con mirabile spirito di sacrificio e fede incrollabile, vincendo i rigo ri di un durn inverno, manteneva il possesso <li un ampio fronte di alta montagna, aspramente conteso da forze soverchianti. Presente O\'tmque, ardito nella tormenta della montagna e nella tormenta del fuoco, con indomito valore opponeva tenace resistenza, stroncando l'impeto del nemico in cruenti attacchi e piombando fulmineo sui fianchi e sul tergo dell'avversario, rompendone le formazioni. Dimostrava così che, più che il numero e l'arma, vale il coraggio. (Fronte greco, IO gennaio r94r - 23 aprile 1941) ,i:
Medaglia di bronzo al battaglione (( Intra
1J :
(( Nell' attacco di munite posizioni avanzate, calmo ed ordinato nonostante l'infuriare di forte reazione di fuoco ciel nemico e. con slancio irresistibile cd impareggiabile entusiasmo, raggiungeva compatto gli obbiettivi assegnati. Per due successive g iornate difende va con tenacia e gravi sacrifici di sangue le posizioni conquistate contro violentissimi contrattacchi di preponderanti forze avversarie, scnz;, cedere un palmo di terreno. (Ruderi dì Dobrej, val Tomorazzi ( /\lha nia), 24 - 25- 26 gennaio 1941) >> .
Citaz.ioni n<.:i Bollett:irti di guerra del Comando Supremo per la prima guerra mondiale. B0lfr11ino di g unra
11.
-180 del 16 ottobre [()I 6:
" .. . In valle Ficm111c (Avisio), scalate le ripide rocce a nord - est del C:1miol. i wlorosi Alpini dd b11tt,1glio11e ,, Monte Rosa ,, cspug11:1rono 1111:1 fune posizione in nl'Sta , a :2318 mclri di altitudine. Il pn:sidio ncmiru. co111po~10 di Alpini 1irok~i, rcstb in gran parte di~1rnt10: un n ·111i11:1in di ,11pcrs1i ti furono fatti prigionieri ». /iol/c11i110 di g 11,·1-r11 11. 75; dd
1 (1
giugno
1917:
.. .. . \d nri ,·nt r del 1n:1ssiccio ddl 'Adamdlo (Trcnti110 occiden1.il r) rq 1.1rti dd l)//l/11gliQne .·1/pini ,. 1: a/ Ra/tea .. e tli fcÌatori, super.111do gr:111di diftìcolt:1 di tnreno cd accanita n:si~tcnza avversaria, :it tacc:irono la Corte posizione di Corno Ca\'Cnto (m. 3400) . La posizion e n .:nnc c~pug nat:1. Caddero in nostra mano i resti del presidio ncmi(o. due cannoni da 75, una bombarda, 4 mitragliatrici e grossi dcpu., iti di viveri e munizioni . . . "· Hut'lc:1ti11u .li .~ 11,:r,·,1 n. 916 del 26 nn;•embre 191 i: t• ••• All a nostra sin istra lo sforzo nemico diretto sulla zona di monte Pertica \"enne prontamente infra nto e ad ogni nuovo tcntatìrn corrispo~c preciso l '. micidiale il nostro contrattacco: a Tasson il b11llug_lio11c Alpini " Monte Rosa ,, c.kcimò gli ass:ilitori .. . ,( . . . Alla destra l'attacco nemico si manifestò dalle pendici orientali del monte Monfrnera: le ondate d'assalto, arreslatt dapprima dal fuoco di Artiglieria. vennero poscia più volte contrattaccate e rcs_pi~tc dai nostri lmu,ì Alpini. Furono fatte alcu ne diecine di prig10111en » .
Hollc11i110 di
g11c rrt1 11. 112 0
del 18 giug110 191 8:
,, ... Per le gra ndi giornate del 15 e del 16 giugnù e per l'attacco ;il Tonale dd g iorno 13. fallito ìl tcntatirn d'inizio dcll'offr nsiYa nemica, mcrit:1110 ~peciak mnw ionc ad npone ntt.: del \'alorc di tutti gli altri rep:irli: la 45' Di•;isinnc di F:intcria, k brigate di Fanteria ,< Ravenna ,; (~i e 3/:r") , (, Fnrara ,. (4i e 48"), " Emili:1 ,, (rr9" e r20°), ,. Scsi.i .. (201 '' e 20::t), .. nari .. (139" e 140"), " Cost.:nza » (:243° e 244"), ,, Veneto ;' (2.:;5 e 25<{ ), ,, Potenza " (::!71'· e lì2·'). la V[ brigata Ber,agli·-ri (8'' t· 1 f ). il 78" n:~~imrnto d i Fanteria francese e particobrmrntc il I batt aglione. i renoirnenti britannici N orthumlierland ... J
~.::,.
Fusiliers, Sherwood Foresters, Royal Warwick, Oxford and Bur b Light Infantry, il 13° reggimento Fanteria italiano (brigata ,, PitH.: rolo 1) ) , il ut (brigata « Padova 1)), il 266° (brigata << Lecce ,,), il Il battaglione del 108° reggimento Fanteria francese, il IX reparto di assalto, i battaglioni Alpini<< Monte Clapier 1>, u Tolmezzo » e •< Monte Rosa 1• e là 178~ compagnia mitragliatrici ».
Festa del reggimento: r8 !Ilaggio, anniversario del combattimc.:nto al monte Vodice (18 maggio 1917).
5" R E G G I M E N T O N t:c vidt:ar dum sim BATTAGLIONI: « MORBEGNO " - " TIRANO
1)
-
« EDOLO >)
CAMPAGNE DI GUERRA.
1895 -96: Eritrea. 191 I - 12: guerra italo - turca. 1913: Libia. 1915 - 18: guerra italo - austriaca. 19,10-45: seconcb guerra mondi:ile. RICOMPENSE AL VALOR J.IILITARE.
Alla Bandiera: croce di cavaliere dell'Ordine Militare di S;ivoi:,, medaglie d'oro, 2 d'argento, I di bronzo, 1 medaglia dì bronzo al valor civile. Agli Ufficiali e Truppa, per ]a prima guerra mondiale: 1 croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, 4 medaglìe d'oro, 646 d'argento, 982 di bronzo, 50 croci di guerra. 2
PERDITE IN COMBATTIMENTO "!'<ELLA PRIM:\ GUERRA MONDI.~LF.
Ufficiali: morti 162, feriti 414, dispersi 70. Truppa: morti 1790, feriti 8540, dispersi 3305.
Proviene dalle compagnie alpine istituite a guardia delle v:1ll i di confine nel 1872 e riunite di poi in battaglioni nel r878. Si rormcì Ìtt Milano i] Iv novembre 1882 con i battaglioni V e V Il , ..:lw poi rn ~I i
tuirono a loro volta i nuovi battaglioni « Val Dora J1, (< Moncenisio ))' " Valtellina ,) , t< Alta Va.ltellina ,> . Il 1·' aprile 1885 il reggimento si riorganizzò coi battaglioni (•Valtellina », « Alta Valtellina •) e Val Camonica " : m :1 nel 1886 tornò su 4 battaglioni: « Morbegno », " Tirano ,, , <, Edolo ,,, " Rocca d'Anfo » , quest' ultimo mutato in « Vestone ,1 nel 1889. 1n conseguenza degli o;dinamenti 1921 - 26 - 34 il 5" Alpini fu costituito ddinitivamcntc su tre battaglioni: <( Morbegno ,,. ,, Tir:1110 "· " Edolo "· Il n:ggi mcnru roncorsc con la 4' compagnia alla prima guerra d'Afric:1 188ì- XH: pn:sc parte alla formazione di due battaglioni Al pin i pl'. r Ia guerra 1895 - 96; partecipò col battaglione « Edolo >) alla guerr:1 italo - turca 1911 - l:2 e alle operazioni in Libia del 1913. Nella g ucrr:1 1915 - 18 formò i battaglioni ,. Val d'Intelvi >>, « Spluga )) , .. V:1ltcllina i,, " Stelvio Jl , << Val Camonica )> , (\ Adamello •>, << Val C.hics:1 " · ,, Monte Suello >, Monte ~fandrone ,i. << M.o nte Tonale >), « Ì\{ontc Ortler » , « Cavcnto )). Combatte valorosamente al Castellaccio, e al lago Sicuro sull'Adamdlo, sul monte Fior, a Castelgomberto, sul Pasubio, sull'Ortig;:tr:i, :ilb Bainsizza, ritornando nel r9r8 in ·alta montagna a cima Prcscna, a Mooticdli , a punta San Matteo, sul ~fontcllo e sul Ccscn nella regione dell'Adamello. La bandiera dd 5" reggi mento Alpini è decorata di due medaglie d'oro 01tu1ule dur,tllk Lt ~crunda guerra mondiale, rispdtivamc11te ml frome greco e su quello russo, di una medaglia d'argento, guadagnata dal bau:iglione (• Edo.lo >> per la splendida condotta tenuta nei combattimenti del 19 1:2 alb ridotta Lombardia e a Bu Msafer (Derna); di una seconda medaglia d'argento per il fulgido \·alorc e la granitica tenacia con cui il battaglione ,< Morbegno », dmantc l'offen siva austriaca del Trentino. resistette saldamente sul monte Fior e a Castelgomberto agli attacchi condotti da soverchi,mti forze :1wersarie: di una med agl ia di bronzo al valor civile per la mcrav.iglima pro11tezza, con la tJuale accorse, e per l'opera infaticabile compiuta, per soccorrere le popolazioni funestate dal disastro del Glcno nel dicembre I~)23. (e
1
Motii:a:::ioni tielle ricompense conseguite dal reggimento:
Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia con la motivazione g i:ì nota, che è la stessa di quella usata per tutti i reggimenti di Fanteria.
Esercizi
111
rnrdata.
68 1
Medaglia d'oro: <( Sul fronte greco, in 50 giorni di lotta senza tregua contro un nemico più forte di numero, di artiglierie, di armi automatiche, il 5° reggimento Alpini, coi suoi battaglioni (( Morbegno >J, « Tirano » ed <<Edolo», fusi in un blocco granitico di forze spirituali e materiali, superando asprissime difficoltà di clima e di terreno, teneva testa eroicamente all'avversario, contestandogli il terreno a palmo a palmo e con contegno risoluto ed aggressivo. Malgrado le fortissime perdite che lo avevano ridotto ad un pugno di eroi, continuava ostinatamente a combattere per l'onore della Patria e perchè così vuole la forte tradizione alpina. Successivamente, su altro importante settore montano, fermo ed i.ncrollabile sulle posizioni affidategli, riaffermava con gloriose, tenaci difese e con vittoriosi ardimenti offensivi, senza mai contare i sacrifici, la sua fama di preclaro valore guerriero. Magnifico esempio, nei capi e nei gregari, di altissime virtù militari. (Alture di Morava -Dushar - Varri Lamit - Cuka e Liquerit Cuka e Greves - Guri i Prer - Bregu i Math - Squimari; 14 novembre 30 dicembre 1940. Pupatit - Guri i Topit, gennaio - aprile 1941) ,-,.
Medaglia d'oro: <1 In sette mesi di durissima campagna sul fronte russo, si dimostrava granitica e potente Unità di guerra, saldissimo fascio di inclomite energie, di ferrea volontà e di leggendario ardimento. Durante una difficilissima manovra di ripiegamento dal fronte del Don, sempre vittoriosamente tenuto, i suoi battaglioni (< Morbegno ", H Tirano n, «Edolo >) , malgrado le eccezjonali, avverse condizioni di clima e di elementi, le asperrime, estenuanti marce lungo le sterminate distese di. neve, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue, fulgidissime prove c.lelle loro fiere qualità guerriere. Opespossati dalle rando con rara abilità in territorio insidiosissimo, più aspre fatiche e privazioni, superando o~ni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Scororyb, a Scheljakino, a Wawarowka, a Nikitowka, a Nikolajewka ed in altri numerosi, durissimi combattimenti, stroncavano sempre nuove, soverchianti forze nem iche :tp· poggiate da potenti mezzi corazzati e con furore leonino rompeva110 il cerchio di ferro e di fuoco in cui l'avversario, rahoios,imcnt t· dù i~11 ad annientarli , si illudeva di averli ormai chiusi. Col loro intrt: pido valore e con la loro travolgente irruenza, in nobile gara di ;1hncg;1zione, di arditezza e di irrestibile slancio con i battaglioni dc.: I regg imento gemello, travolgevano il nemico, ne contenevano t: IK :1rg i11 .1-
pur
682 vano l'irrurntc :l\J nzata , creando la indispensabile premessa alla ripresa cd aprivan o la via ddla sal,·cna a numerose Unità. Primi nel!'o fferta. nella ~offcrcnz:1 e nd sacrifià>, i tre ferrei battaglioni, sempn.: fn idi alla loro ant ica tradi zione, hanno ~uperato, con più che leggcmLirio \·alon.:, il lc,ro eroic<> passato di guerra. (Front.e russo : Bassowka - Sccrn ih - Srl1el jakino - Ni kitowka - Nikobjewka; agosto r 942 - fcbhr:ìio HJ-H) ,, . r-.lcd:1glia d "argento: « Per la spknd id:1 condotta tenuta dal battaglione; <, Edolo >i nei corn ba tti111rnti ddl' 1 1 - 12 febbraio r912 all a ridotta Lombardia, del1'8-q - 10 ottobre 191 2 ed a Bu -Msa fer (Dcrna) ,,. ~frd.1g li:1 tl':1rgrn to al labaro del reggi men to: ,, Pcl fulg ido valore e la grani tica tenacia con cui il battaglione ,, \1o rbegno ,, resistette saldami.:ntc, pur con gravissime perdite, a so\·erchia nti forze nemiche, mante nendo. in epica difesa, irn1x,rtantis~imc posizioni. (Monte Fior, Castelgomberto, 5 - 7 giugno T916) )>. R. D ecreto 31 ottobre 1 920. M<'d:wli:1 di bronzo : ·-· ,. Per la prova di valùrc data dal battag lione " Vestone ,, nel comb::i tti mento di A5~aba ,i. ~kdaglia d1 bronzo al \'::Jlor civile : .. Accorrendo con mera vigliosa pruntczz~, d.1 Brcno e da F.dolo 'li i luoghi deva~tati ck lla disastro~a J isce~J del le acque del lago di G lrno nel la Yaile di Angolo e più spcci:ilmenk: a Darfo, spiegando ardimentosa. prolìcua cd inst.a ncabil e o pera di soccorso a favore di tp1ellc wenniratt· popot1zioni durante 15 r igide g iornate, la maggior part e del batt:agl ione Tirano >) del 5" reggimento Alpini rinnovava k prove di altruismo, di tenacia, di spi rito di sacrificio e di coraggio d;1te dalle tru ppe alpim: in ogni occa~ionc di pace e di guer ra. Darfo (Bn.:scia). Jiccrnbre 192-3 ,, . R. decreto :) aprile 1926. 1,
Citazioni nei 11olletti ni di guerra del Comando Supremo per la prima guerra m ondiale. B0llct1i110 di guerrci 11. 78 1 del ' -f luglio 1917: ,, La notte ~111 13, nell'alta val Cia (torrente Vanoi), un reparto del ba11c1glione A lpi11i ,, Val Camonica ,, sorpre!-e e distrusse un reparto :n·anzato nem ico a 2:nH metri, riporta ndo nelle nostre linee prig ionieri e mate rial i . . . ),.
68 3 Bollettino di guerra
11.
825 del 27 agosto 1917-'
« Sull'altopiano di Bainsizza l'intensità della lotta è aumentata. Il nemico, con estremo accanimento e più largo impiego di forze, cerca di contrastarci l'avanzata verso il margine orientale. Le nostre truppe affrontano risolutamente le nuove resistenze nemiche e le hanno in più punti travolte. Si distinsero per eroico contegno i battaglioni Alpini <( Monte Tonale '> e << Monte Pasubio >>.
Bollettino di guerra n. 935 del 15 dicembre 191r (< ••• Il contegno delle nostre truppe della 4" Armata, nella lotta che da quattro giorni si svolge asprissima e cruenta fra Brenta e Piave, è pari alla grandezza dell'ora. Nella resistenza opposta al nemico al saliente del monte Solarolo si distinsero i reparti delle brigate << Ravenna >> (31' e 38"), << Umbria >) (53'' e 54°), <' Campania» (135° e 136°) e del 3° Raggruppamento Alpini (battaglioni (( Vai Maira », << Monte Pavione >>, « Monte Arvc11is >> , << Val Cismon », « Val Camonica J>, « Val Ccnischia >>, cc Feltre ''> " Cividale ))), Fra essi meritano l'onore di speciale menzione il II battaglione del 38" Fanteria, il III battaglione del 53° Fanteria, il hattagiiom: Alpini ,, Monte hwione n, ed il battaglione Alpini <, Val Maira ') che, sul fondo di val Calcino, sbarrando la via al nemico con glorioso sacrificio, hanno riaffermato ancora una volta l'eroico motto <• da <]Ui non si passa >>, insegna e vanto degli Alpini nostri n .
Bollettino di guerra n. ro98 del 27 maggio 1918: « Nella regione del Tonale, i nostri Alpini, combattendo in mez... zo a difficoltà di terreno rese asprissime dai. ghiacci e dall' accanita resistenza nemica, hanno consacrato con la vittoria l'alba del quarto anno della nostra guerra; h>perazione iniziata il g iorno 25 è pro~eguita ininterrottamente nella notte sul 26 e nella giornata di ieri. La cima del Zigolnn (m. 3040), col sottostante costo ne deHe Marocche; la cima Prescna (m. 3069) quattro volte attaccata con estrema hrav ura : la conca dei laghi di Presena ; il passo di Monticelli (m . 2550) cd il costone ad oriente di esso vennero strappati al nemico e sono in nostro possesso. « Le nostre truppe mostrarono tutte grande ardimento e valon: : meritano speciale menzione il Ili reparto d 'assalto cd i ba1t11glio11i Alpini << Cavento n, « Edolo >' e <( Mandrone . .. >>.
Bollettino di guerra 11. 981 del 30 giugno 19 18: ,e ••• Durante le ;izÌoni d ei g iorni 28 e 29 l'eroica brigata « Sassari ·· (151° e 152'') ed in particolare m odo il 151 ~ reggim e nto F a nteria riconfermò il valore ddb ~ua gente e la gloria delle sue bandiere ; i reparti di assalto I. II e XVI, la [V brigata B e rsaglieri, i battaglioni Alpini ,, Val d"Adige "· ,, Sttlt io )•, ,, Monte Ra/do " e ,, 'J'irano >1 , assolsero mag nifìca mrnt c il 1No co mpi to e furono all'altezza del loro 1
no m e e de ll e proprie fu lg idc t r:1di:1.ioni ,,.
/Jollr1ti110 di g11nra •< ••.
IJ .
1272 del 7 11ot1c'11Jbrc 19 18:
Al glorio~o e lenco delle U nir?, che !unno m eritato l'onore
ddb (Ì ta,.io11c per l'ardimento e il \·;don: di111u~t1 ,Ho nella battaglia da tutt e k altre truppe e dai Com andi nel vin cere ten aci resistenze nemic he e gra vi difficoltà di terreno, debbono aggiungersi : il X Corpo d'Armata della I ~ Armata, la 54' Divisione della f Armata, il XXV C orpo d"Armata dell a Armata, il XIV Co rpo d'Armala britannico (7". 23' Di\'isionc), il XVIJI Corpo d ' Arma ta italiano (33' e 56" Divisione). l ' Xl Corpo d'Armata italia no (on la sua Divisio ne e con Li 23' Di visione d ella 1n" Arm:i t;1, b 2~f Di,isione dì Fanteria francese, k hrigat e ,, Re )• ( 1" e 2") e ,. Trapan i " (1.1:;" e 1yl"), Il l Rag-
i
3i
gruppamento Alpini (battaglioni " Bassano ··· ,. Verona, ,, ,, Stelvio ))' " Tiran o:), ,, Morbegno ", ",V/onte Raid,:, ··) e la 742' cnmp;i g ni::i m i tragliatrici
della
12"
Armata " ·
Festa dd reggimento: 8 gi ugno, a nni,crsario del combattime nto di m o nt e Fior (8 g iug no 1916).
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R E G G I M F. N T O Più wlgo . firì Falgo
B/ ITT./ ( ;un,\'/ : " FEI?O:V.,1 ,;
C -\ MPACNE
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1895-9"> : Eritrea. 19n - 12: guerra italo-turca. 1913: Libia.
1915 - 18: .guerra italo - austriaci. 1935 - 36 : g u erra italo - e tiopica. 1940 - 45 : second a guerra m o ndiale.
685 Rrco:-.tPENSE Al. VAI.OR MILITARE.
Alla Bandiera: croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, 1
medaglia d;oro, 7 d'argento,
1
<li bronzo.
Agli Ufficiali e Truppa, per la prima guerra mondiale: 2 croci di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, 4 medaglie d'oro, 723 d'argento, 890 di bronzo, 90 croci di guerra.
PERDlTE IK COMBATTir,.,CENTO NELLA PRIMA GlJERRA MONDIA.LE.
feriti 262, dispersi rn. morti ro68, feriti, 5488, dispersi 4505.
Ufficiali: morti
Truppa:
100,
Si formò il 1° novembre 1882, in Conegliano, con .i battaglioni VI e X, costituiti dalle compagnie alpine create a guardia delle valli di frontiera nel 1882, ordinandosi sui 4 battaglioni (, Vall'Orco )>, «Val J'Aosta >J , <.( Cadore ,,, (; V:".tl Tagliamento». Si ricostituì nel 1885 con i battaglioni « Monti Lessini •>, <' Val Schio 1>, << Val Brenta •> , (< Cadore », << Val Tagliamento 11; quindi, nell'anno successivo, con i battaglioni <,Verona », cc Vicenza », <<·Bassano », << Feltre ))' « Pieve di Cadore J>, 1, Gemona " , ordinandosi in definitiva, attraverso le disposizioni del r919 - 20 - 21 - 26 - 34, nei due battaglioni « Vcrona » e <( Vestone >>. Il 6" Alpini partecipò con la 56" compagnia alla prima guerra d'Africa 1887-88; concorse alla formazione di due battaglioni Alpini per la seconda guerra d'Africa 18<}5 - 96; partecipò col battaglione «Verona >> alla guerra italo - turca 191 T - 1 2 e alle operazioni del 1913 in Libia, meritandosi la medaglia di bronzo al valor militare. Per la guerra italo - austriaca costituì i battaglioni (< Val cl' Adige ))' (1 Monte Baldo ,, , ,, Val L cogra ,,, ,, Monte Berico )1 , •< Val Brenta >,, << Sette Comuni ,,, <i Monte Pasubio ,1 . Nel 1915 - r8 combattè valorosamente sullo Zugna, a cima VG.zcna, sul Busa Verle, a M;1lga Zures, sul Kukla, in val Lagarina, ~ul Pasuhio, sul Cimon d'Arsiero> sul Cauriol, sull 'Ortigara, alla Bai11sizza, alle Melctte, sul Tondarecar, a col Caprilc, sul Cornonc, al ( ol d'Echek; c1uindi sul Piave, sul monte Ccsen e a ponte Busc hc nell a battaglia finale. Col battaglione •< Trrnto ., prese parte a lla c:1111pag11.,
686 del 1935 - 36, durante la quak concorse anche alla formazion e dell'Xl battaglione com plcmentare. La ba ndiera del (i" regg imento Alpini si fregia di una medaglia d'oro, conseg ui ta sul fronte ru sso durante il secondo conflitto mondiale, di ì m edag lie d'argento conferite al reggimento rispettivamente per lo splendido contegno del battag lione <1. Verona )) nella g io rnata di E ttangi, a Braksada ; per la conq uista dell ' impervio Ci-
·1 1
Paesaggio africano.
mon d 'Arsiero, dfe ttuat:1 con audacia e tenacia sovrumane dal battag lio ne " Val Leog ra ,) : per le lott c dd bauaglionc « Val Brenta >, sul CaurioL per le innumerevoli prove di fulgido valo re e di incroliabile tenacia dat e dai battaglioni ,, Bassano ,, , ,, Verona ", « Monte Baldo ,., ,, Sette Comu ni '), sull'Ortigara ; per la conquista del D ente dt:I Pasubio e per l'alto esempio dato dal battaglione " Mo nte Berico >> in tutti i combattimenti ai q uali partecipò; nonchè per le prove di valore date d ai battaglio ni < Vc~tone ,, e « V erona '> sul fro nte greco. La bandiera è decorata, inoltre, di 2 m edag lie d i bronzo al valor militare: una m eritata dal battaglione <<Vestone >' ad Assaba e l'altra ottenu ta dal reggimento sul fronte g r eco, nel settembre 1942. 1
Motivazioni delle ricom pense cow cguite dal reggimento: Croce di cavaliere de ll'Ordine Militare di Savoia , con la moti vazione già nota. Medaglia d'oro: ì< 1n sette mesi di durissima campagna sul fronte russo si dimostrava granitica e potente U nità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferrea volontà e di leggendario ardimento. D urante la difficili ssima manovra di ripiegamento dal fronte del Don, sempre vittoriosamente: tenuto, i suoi battaglioni <<Vestone •>, « Verona >> e « Val Chiese », malgrado le eccezionali , avverse condizioni di clima e di elementi , la manGmza ass<.,lut:1 di ogn i rifornimento, davano continue, fulgidi ssime prove delle.: loro fie re qualità gucrricrc. Operando con rara abilità in territorio imidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e pri vazioni , superando ogni umana possibilitù di resistenza fisica e morale, a Postojalyi, a Schclj ::ikino, a M::ibkeiewa, a Arnautowo, a Nicolajcwb c.: d in ,1ltri 11u111c.:rosi, d ur issimi combattimenti, stroncava no ~c.:mprc nume. ,m-crd1i:1n ti forze nemiche, appoggiate da pole11li lll <.:i'.'l.Ì n1 r;rn .:1t i. c.: con furore ko ni110 ro mpev:1110 il cerchio di ferro e d i fuocu in d li 1'.1, vn:,,:1riu, rahl>im .1mcnt t J c.:ci:,,o ad anni entarli, ~i ill udc.:,·:1 di ;1\-c.: rl i ormai chiusi. Col loro intrepido valore c con la loro tra rnlgrnte irruenza, in nobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibi le sb ncio coi battagl ioni del reggimento gemello, lravulgevano k agguerrite ed impetuose truppe nemiche, ne contenevano e ne argi nava no la irruente :wanzat::i, crc::indo l'indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose Unità italiane ed alleate. Prim i nell'offerta, nell a sofferenza e nel s::icrificio, i t re f errei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato, con pit1 che leggendario valore, il loro eroico, vittorioso passato di guerra. (Fronte russo: Postojalvj Scheljakino - Mala kejcwa - Arnautowo- N ikolajewka: agosto 1942 febbraio 1943) >> .
Medaglia d 'argento : « Perle ~pl endide prove di valore date dal battaglio-;;-e << Verona:> nella giornata di Braksada (Ettangi, 18 g iugno 1913) » . Medaglia d'argento : <( Il battag lione « Bass::ino )) , con eroico ardire, concorse alla cononista di forti trincerame nti nemici sul mo nte Kukla (Romho n), di
688 cui rafforzò ,11hi10 intensamente il possesso, noncurante del violento fuoco di ,\ rtig licria nemica e ddlc perdite suhìte ( 10 maggio 1916) )> , Metl:1~lia d'argento: ,. li batt:1glionc ,, Val Lrngr a ,,, vincendo difficoltà <li terreno ritrnutc insonnontabili e la trn:1ce resistenza del nemico, in unione ad altri n:p.1rri. co11'111i~L:1\":1 con autLu.:ia e tenacia sovnimane l'impervio monte Cimon d'/\r~icro, mantt.: ncndolo saldamente a prezzo di un l:irgu t: generoso t riliuto di ~a ngue. (!\fonte Ci mon d'Arsiero, 23 lug li~ 19 1()) " · R. d crn: to 5 g iug~o 1920.
C:nn 111dom it:1 trnacia c mirabi k va lore il battaglione •< Val Bn·nt :1 " rt",i, 1t·11L' , ul montt Cauriol imperterrito ad un terrificante ho111li:1rd.1111 c111,, c, c.:guito J al nemico con pezzi 'di ogni calibro e a contr.11l.1ù 111 \ 1olc111i"imi , che respi n~e con b baionetta, in epiche ~an· d i ind i\·i,li1:1lc :1rdimenro. (Mo nte Cauriol, 2- 3 settembre 1u1f,) ·•. R. ti,·, rt'IO 'i giugno r920. ;\lul.1g li.1 ,l'.1 q ~cnto : Pn le prm'l' innumcrernli di [ulgiJo val()rc e di incrollabile tcn.tl."Ì,t d.tt , d,11 hattagl1011i ,, Verona " • " Mo111e Ih ltl<) ,, , " Sette C..omuni •. cd in "IK'ci:d modo dal batt.:iglionc " lhssano ,, nella conquil:t di po~izi1111i fo rmidabili pt:r la natura del terreno e per la potente org:1ni v:1zi1> 11c.: d ifrnsi\'a dell'accanito avversario. (Monte Ortigara, w - 20 ~iug11n 19 17) "· R. decreto 5 g iugno 1920. \1 n b ~li:1 d':tr!,'.cnto :
.. Il ha tt.1 glio11c.: ,, Monte Berico », con altissimo valore e tenacia 1m 11 pn:1hi k . i11n1r:tnlc dc:llc pit1 g ravi perdite, co1H1uistava una imJ)llrl,11111· p11,11.1011e difesa dal nemi co con dispcr,ita energia. (Dente ;111~1ri:K•1 dc.:I P.1,uhio, H> sc.:ttcmbre, 8 e ro ottobre 1916) >1 • · l'\L !!> pio di fiero \'alore e di vi rtù militari in tutti i combattirnrn ti : 1 cui prc~e p:1rte durante la g uerra. (Vallarsa, maggio - giugno t i)lf, : ci m:1 C r:1111:i di val Posina, luglio I<)L6: mo 11tc Cukla di Santa Luci:t di T olmino. ottobre 191 7: mom e Badenecchc, dicembre 1917; Sa n .Fr:111cc, : o i11 \'al F rcnzda, 28 - 29 gennaio 19 18; Piave, monte Cc~t:1 1. ponte di Bu~chc. ottobre - nm·c mbre 19 18) "· R. decreto 3 no\-c.:1nlire 1921.
Medaglia d'argento: << Contro nemico preponderante di forze e di mezzi, imbaldanzito da iniziali successi, i battaglioni Alpini « Vestone » e ,e Verona ,,, in magnifica gara di ardimento, di valore e di sacrificio, respingono e rintuzzano in più di un mese di lotta ogni tentativo avversario. N on li disanimano l'infuriare della tempesta, nè il gelo che, nemico an cora più spietato, li mette a dura prova con numerosi congelamenti ed assideramenti. Attaccati il :n dicembre da forze di gran lunga superiori, in tre giornate di epica lotta, resistono, contrattaccando continuamente con irrefrenabile slancio e costrin~endo il nemico alla fine a ripiegare, lasciando sul terreno centinaia· di morti, catturandogli prigionieri e bottino d' armi e materiali. N ella fase finale della campagna si lanciavano con impeto contro le retroguardie avversarie ed, in dieci duri giorni di marce forzate, di lotta cruenta, incuranti di ogni fatica e delle sensibili perdite subìte, travolgevano le ultime resistenze, e per primi pervenivano alla vittoriosa occupazione di importanti posizioni, concorrendo in modo decisivo al crollo del fronte avversario. (Morova - Q. M. L enije. monte Shkallcs - Pupatit - Komjanit -Leskoviku , 18 no,.· embre 1040 - 2r aprile 1941) ,, .
Medaglia di bronzo: ,, Con la r:r,1diziunale veemenza attaccava e travolgeva in dura lotta le prime linee russe, quindi occupava di slancio le posizioni di resistenza del n emico, cadendo sulle sue artiglierie e annientandone i serventi. Contrattaccato da forze preponderanti, resisteva in posto. E quando, per necessità · di situazione, ebbe ordine di arretrare, lo fece in modo mirabile, tenendo in rispetto il nemico, contrattaccandolo più volte, portandosi i propri feriti, un ca nnone cd altro numeroso materiale bellico. E sempio di ardire, tenace volont;1. (Fronte russo : q. 195,8 · q. 236.7 · 9. 209,6 - fiume Dcn , 1" seHcmbre 1942) "· Citazioni nei Bollettini di g uerra del Com;111do Supremo per la prima guerra m ondiale.
Bollettino di guerra n. 825 del 27 agosto 19 17 : <' Sull'altopiano di Bainsizza l'intensità della lotta è a11rnent;il:1. Il nemico, con estremo accanimento e più largo impiego di rorzc, cerca di contrastarci l'avanzata verso il marg ine oric nt :,lc. I.e no~lrç 4'>
Lru_ppc affrontano risolutamente le nuove resistenze nemiche e le hanno in più punt i travolte. Si _distimero per eroico conttgno i bntttlglioni Alpini ,. Monte T onale ,. e •< Monte Pan ,hio ... H .
B0/le11i11o di
g 11{' 1T11 11 .
90 >riel I J novembre 19 17:
,, Sulraho pÌano dì A~ia go, la nott e sul , 2, il nemico con rinnovate t· m:n.:gi;, ri fori.e ritt·;11b l':1tt:1cco ~ulb fronte Gallio - mon te Longara - M~lctta di C :dlio. Dopo asprissima lotta l'avversario, in un dc lìni ti vo contr:it t:u:cu. ve nne respintu con g r.tvi ss ime perdite. Si Ji_q i n~ero per g, .,ndc lir:1 n1r:1, 1·:tlid:ll nentc sostenuti dalle artiglierie di tutt i i c.diliri, il 9 ' reggimrnto Fanteria (brig ata ,. Regina l,) e il ba1taglio11c· :ii pini " ~·Nona "· Nel JUJ 11lt: 1 iggio di ieri intensi movirnu1t1 nclllÌ(Ì , ., prcp:,razione di un num •o a ttacco. vennero effìcaccmcntc battuti dalle nost re artiglierie: ed arrestat i .. . "·
Ho/lettino di guerra
Il .
9 17 del 27 1/0ll('tnbre 191r
, :--.Jcl pome riggio di ieri il nemico. dopo aver hattuto con furioso bo mbardamento la nostra posizione di co l della Berretta, :id est deìì a vai di Rrenta . "i Li11.:it, lv l1l1 11 ,= ,,n a a.iù'O ;;-; m:1s~a le Fa nterie di un ' intera DiYisionc. ,. L1 lotta si svohe acc ,n iti~~irna ed i difcn ~ori, isolat i da ,·iolcn tt ~s,mo fuoco d1. inrerd izionc, avrebbero for~c dovuto finire col socco mbe re al nunwro t"d al la violenza degli attaccanti . se ì loro rincalzi, fieri Sìcìkt ni della vecchia e gloriosa brigata « Aost:i 1, (5" e 6'' reggimento Fanteria), reparti del 94• Fanteria (brigata ,, Messina l') e del hattagliouc Alpini <, Val Brc:nla ))' non fossero accorsi tempestivamen te. Attraversata di slancio la zona m o rt ale, lt nostre brave truppe piombarono con impeto irresistibile sull 'avvtrsario e travoltolo l'obbl igarono a riti rarsi con gravissime perdite e lasciando prigionieri ... >•. > •• • / ' I ,ottcttmo,, guam
11.
, 9d1
I 1 un , o 5 c:11 ;h,10• ; 91 8 :
1, • • • Durante k azioni dei giorn i 18 e 29 l'eroica brigata ,, Sas, ari ,, (15 1" <: 15.i'), nì in particob r modo il 151° rrggim<'nto Fanteri a, riconfermò il valo re della sua gente e la gloria delle sue bandiere ; i reparti d ':,~~alro I, II e XVI, la IV bri,:rata lk rsaulieri (regoimenti l'.) ::, ' I"> 14" e 20") col suo reparto d'asdto (IV), il 5" reggimento Bersaglieri,
i bt11taglio11i Alpini '<Val d'Adige ,., " Stelvio
i>, « Monte Baldo >) e ,, Tirano ·' , assolsero magnifìc:urn.:ntc il loro compito e fu rono all 'al tezza del loro nome e delle proprie fulgide tradiz ioni .
(1 l) I
,, ... Al glorioso elenco delle Unità che hanno meritato l'ono re della citazione per l'ardimento e il valore dimostrato nella battaglia. da tutte le loro truppe e dai comandi nel vincere tenaci resistenze nemiche e gravi difficoltà di terreno, debbono aggiungersi : il X Corpo d'Armata della 1" Armata, ia 54• Divisione della 3' Armata, il XXV Corpo d' Armàta della i Armata, il XIV Corpo d'Armata britanni co (7', 2_f Divisione), il XVIII Corpo <l'Armata italiano (3_3", 56• Divisione), l'XI Corpo d'Armata italiano con la sua 37' Divisione e con la 23• Divisione della 10• Armata, la 23• Divisione di Fanteria fran cese, le brigate <• Re » (1'' e 2") e ,, Trapani ,, (149" e 150"); il I Raggruppamento Alpini (battaglioni ,, Bassano ,) , « Vero11a ,, , (< Stelvio n , <• Tirano 1; , •<Morbegno ))' e< Monte Baldo ,,) e la 742• compagnia mitragliatrici della 12" Armata >) .
Festa del reggimento: 10 giugno, ;mniversario del combattimento al monte Ortigara (10 giugno 1917).
7" REGGIMENTO Atl excdsa tendo
B. ITTA(;lJON/: " FELTRI:: " - " PIEI/E DI C ,lDORE .. - " HELLUN O »
C ,\M P.-\G NE Dl G UERR ..\.
1887 - 88 : Eritrea. 1895 - (j): Eritrea_ 191 I - 12: guerra italo turca. 1913 - 14: Libia. 1915 - 18: guerra italo - austriaca. 1919 - 20: Albania. 1935 - 36: guerra italo - etiopica. 1940 - 45: seconda guerra mondiale.
R1co~tl'ENSE AL
VALOR \HLITARF..
Alla Bandiera: 2 croci di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoi :1, 8 medaglie d'argento, 3 di bronzo. Agli Ufficiali e Truppa, per la prima g uerra mondiale: 5 croci di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, IO medaglie d'oro. :/'7 d'argento, 523 di bronzo, 194 croci di guerra.
PERDITE I N <:OMBATrlM ENTO N EI.LA PRIMA G UERRA MO N Dl!\LE.
Ufficiali: morti 90, feriti r85, dispersi 109. Truppa: morti I 166, feriti 5052, d ispersi 2940.
Fonnatmi il , .. .1gmt<1 1887 in Conegliano con i battag lioni << Fel tn: ", .. Picn: d i Cadore" · ,, Gernona .. , prove nienti dal 6" Alpini , :1gg iu mc il battag lione " T olmC1.zo " nel ((;08. il battaglione " Belluno " nel HJ I O. n:dendo ~uccessiv:11ncntc il hauaglione " Gemona n ed il ,, T olmezzo .. ad ,iltro rct!'gim cnto, e o rdinandosi in definitiva coi ha ttagliuni ,. h·ltre ••, " Pic~Z. d i Cadore ", ,. n elluno >• . Part ~·ci p<> con la 6</ compagnia :illa prim a g uerra d ' Africa 1887 - 88; concorse alla forma zione di d ue battaglioni Alpini per b ~cconda g uerra d'Africa 1895-96; pa rtccipù. col batt<1glione « Feltre , , alla guerra italo - turca 19 11 - 12 e alle operaz ioni in Libia 1913 - q : fo rme\ per la g uerra !() 15 - 18 i battaglio ni " V al Corden ,le " • " Monte Pdmo ,,, ,. Val Cismo n •· . . PaYio ne ,. , ·• Val Piave ", ,, J\11td au .. , " M o ntl' Ma rmolaàa ,, ; si 111ohili1t\ p er la L,1mpagn,1 italo - etio pica 1935 - J<i con i battag lio ni " Feltre .. e ,, Pieve di Tern ,, del 1tj Alpini, « Exilles,. del _:;". costituendo coi hatt;1glioni « Pic\' C di Cadore .. e " Belluno ,. il 1 2 " reggimento Al pi ni in patria. Com battè valorosamente in Lihia, ad As\aba, nel 191 2, e nella ~ucrra 1915 - r8 alla Forcella, a cima Bois. sul mo nte Cadini. su Croda dell'An cona, a Fonta na N egra, sul C auriol, alla Costabcl la , mila Bainsizza , sul Tondercca r, a Castelgomberto, sul monrl' T omatico, in val Calcino, sul Valderoa, ~ul Solarolo, sul G ra ppa. a Feltrc. gi ungendo a Trento nd la battaglia finale. Col battag lione " Fdtre " partecipò alk o perazioni ìn Albani a nel 1919 - 2 0 e all a guerra italo etio pica 1935 - _:;6. Costituì in quest' ultima campag na il VII battaglione com plementa re. La b:111di c:ra del ;" reggimento Alpini è decorata cùn m.cdaglia d"argcnto al va lo r m ili tare per la splendida prova di valore data dal battaglio ne <• Feltrc ,, nel combattimento di Assaba ; di una seconda mt daglia d'argento per l'epica resistenza del battaglione ,, Monte P:1vione 1>, in val Calcino nel dicembre 19 17: di una terza medaglia di arg<.:nio per la dispt:rata di fesa ~ul T ondcrcca r ed a Castelgomberto <lei hattag lionc ,i Marmolada ;, , che s'impose all'ammi ra1,ìonc degli stessi :tHersari nel novem bre - dicun h rc 19 r7; d i altre cint1ue med:1-
glie d'argento meritate durante la seconda guerra mondiale; di due medaglie di bronzo per la saldezza eroica dei battaglioni (< Val Cismon >• e « Feltre » sul Solarolo, sul Valderoa, sul monte Tomatico e in val Calcino nella stessa epoca; di una terza medaglia di bronzo per la scalata dell'Amba Uork, mentre infrangeva ripetuti assalti di wvcrchianti forze etiopiche, effettuata dal battag lione complementare nella campagna italo - etiopica il 27 febbraio .1936. La bahdieré1 del ]" Alpini si fregia altn:sì di 2 croci di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia per le guerre 1915 - r8 e 1935 - 36.
Motivazioni delle ricompen_;e al valo,· militare ottenute dal reggimmto: Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia_. con la motivazione già nota. Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia: ,< Pari alla sua fama millenaria. espressione purissima delle alte virtù guerriere del la stirpe, si prodigava eroico, ge neroso, tenace in flirt<' le battaglie, dando prezi0so contril,utn di valore e di sangm· alla vittoria. (Guerra italo - etiopica , 3 ottobre 1935 - 5 maggio 1936) ), .
Medaglia d'argento: << Per la splendida prova di valore data dal battaglione (\ Feltre ,, nel combattimento del 2.) marzo 191 2 ad Assaba •1.
Medaglia d'argento: •< Il battaglione << Monte Pavione ,, , con ferrea tenacia e con superbo valore, per tre giorni consecutivi resisteva all'jmpeto di un'intera Divisione nemica, saldamente tenendo, con l'eroico sacrificio dei suoi Alpini, le tormentate trincee che gli erano state affidate. Contrattaccando in ogni sera con manipoli di prodi, riusciva ad inchiodare l'invasore sulla linea che la P atria aveva ad<litato per la estrema resistenza. (Val Calcino, II - 13 dicembre 1917) » .
Medaglia d'argento: « Il battaglione ( < Marmolada J; respingeva, di spe rdeva con 1c.: n:1 eia sanguinosa, per ben sette volte, ingenti masse di haldanzosi lll" miei, anelanti a traboccare in pianura . (Monte T ond crtc1r, 15 e .!.! novembre 1917) n .
,, Ndla disperata difesa di una posizione attaccata da ogni parte, ;1\'velenata da e, o·as e sconvolta da im11lacabili bombard amenti, si imponeva all'ammira zio ne dello stesso av ve rsario. (Castelgomberto, 4-5 dicem bre 1917) ''· Medaglia d 'argento: <• In ripetuti, aspri ~si,ni corn h:11t imcnti di più g iorni, contro agg uerrito nem ico ~empre supt:riorc di forze e di m ezzi, nonostante g ra vi perdit(: proprie e piì, forti perdite nemiche, rifulse in modo costante pe r strenua tenaci;1 nella di fesa, pe r audacia cd indomito valore ndL1t1.;icco, per ~pregiudicata tetrn:rari et;1 e celerità ndl'inscµ- uim ento. per ,·irtt1 militari e guerr iere della for te gente cadorina. (Fronte .~ reco - ;ilba ne~e. 24 nove mbre 1<>40 -2~ aprile 19.:p) ·.1 .
Mnl.tgfo d'argrnto;
,. l'..:r cinque mesi .:onsccuti vi combatteva strenuamente una lott:1 impari e dura· per difficoltà dì terreno e d i clim a contro un nemico hen agg uerrito e più numeroso, irnpo n e ndo,;i con il suo valo re e con Li ,11:1 tt nacia. In un aspro comhanim cnto, durato più g iorni, no no~t:tmc le ~r:tvi ~sime perdite subìte, tcrKY:t n!o rosarnente tcst:i all'avn :r~ario, difendendo an:anitamcnle trna posizione assai contestata ed offrendo largo tributo di sang ue. (Shes i Ma! .. val Zagorias - Brcgian:t Colico. :Y. 1 non:m hrc: 1()41> - '.!3 :1prilc l 1J..p) .,.
Medaglia d'argcnro: " Impegnato in zn na di alta m o ntagna, in comb::ittirnem i aspri e continui , dava o vunque prova di mirabile ar dimento, tenacia e superbo sbncio, conc1u istando importanti posizioni. infligge ndo al nemico gr:ivissime perdite cd offrendo con lìcrez.za largo tributo di ~ang ue. Confer ma va, per tutta la durata della campagna, le gloriose tradi zioni degli Alpini d'Italia . (Fronte greco. 17 gcnn;iio - 23 apn1;_'
l<Ji 1)
~~ .
Medaglia d'argento: <• Già decorato d1 due medaglie al ,·a lor militare, in cÌ llLjllC m esi d i g uerra italo - greca, in prolungate pri\'azioni, in numerosi, acca niti combattime nti di ul!ni l!Cnt r c, durati anche più i:) oiorni consecutivi, .. . ...~ con g ravissime perdite proprie e sempre più gravi perdite nemiche, rifulse costantemente per sovrumano spi ri to d i sacrificio, indomito v;ilon: nell 'anau:o, per strenua resistenza nella <lifesa contro ncmiw
sempre soverchiante di forze e di mezzi, confermando ancora un.1 volta le sue elette tradizioni e virtù militari di grande eroismo, d i amore alla gloria, di. dedizione assoluta al culto del dovere e delb Patria. (Fronte greco - albanese, 24 novembre 1940 - :q aprile 1941) •• . Medaglia d'argento: << Durante aspra, prolungata battaglia contro preponderanti forze terrestri ed aeree, impegnato in successive, critiche situazioni, si imponeva per elevato spirito guerriero, tenendo testa, a costo di sanguinosi sacrifici, ad agguerrito avversario, cui dava luminose prove di indomabile tenacia e valore. (Africa Orientale , 9 febbraio - 2ì marzo 1941) n .
Medaglia di bronzo : « Per il valore, la tenacia e la saldezza di cui dette prova il battaglione « Val Cismon >•, opponendosi fieramente, sul massiccio del Grappa, all'avanzata di soverchianti forze nemiche. (Monte Tomati co, monte Solarolo, monte Valderoa, 14 novembre - 18 dicembre 1917) ».
Medaglia di bronzo: u Per l'esemplare ardimento e la salda tenacia con cui il battaglione (< Feltre ),, (acendo olocausto del fiore dei suoi Alpini, si ùp'pose, sul Grappa. all'avanzata di soverchianti forze nemiche. (Val Calcino, monte Valderoa , novembre - dicembre T917) i ) .
Medaglia di bronzo : << Conquistava e con tenacia manteneva importante posizio ne ~ul fianco di un'amba, infrangendo ripetuti assalti di soverchianti forze nemiche, mentre i suoi reparti di scalatori raggiungevano l'impcrvi:1 cima dell'Amba stessa, dopo una giornata di sforzi ammirevoli: in bella emulazione con un nucleo di Camicie Nere e di Asca ri. (A 11111.1 Uork, 27 febbraio 1936) n .
Ci tazio ni nei Bollettini di g uerra t!el Comando S11prc1111> \1ill.1 prima guerra mondiale:
Bollettino di iuerra n. 906 del 16 novembre 1917: ,, ... Alla Meletta Davanti ed a mo nte Fior h:1 n 1111li.11111 to l " " l'usato valore la brigata « Regi na ,. (tl e 1o'') e :1 m,,nt t· Tn11d,·11·, .11 .
dove çn.: successivi at tacchi vennero respinti, il ba1taglio11e Alpini ,, M e nte Marmolada ,, ha mostrato la propria saldezza; agli sbarramenti di San Marino in val Brenta reparti avversari vennero ricacci:1ti con molte perdite; al monte Prassolan il reparto ripiegato da mon te R.o ncone, riccn,ri ri nforz i, contrattaccò e respinse l'avversario che J';m:va prcmuw nel ripiegamento; al monte Cornelia la brigata
Il lerrc'no in Africa On<"ntalc
" Como ,; (23" e 24') con bella tenacia e mirabile slancio resistè vi ttoriosamente al for midabile sforzo nemi co, d11ra1·0 dal pomeriggio alla mezzanotte ... ···
Bollctti110 di g uerra
Il .
9 5 5 del r 5 dicembre 191ì:
,. ... 11 contegno delle nostre truppe della .{" Armata, nella lotta che da quattro g iorni si svolge asprissima e cruenta fra Brenta e !)iave, è pari alla grandezza dell'ora. 'N ella resisten za opposta al nern ico al s:ilicntc dd monte Solarolo si distinsero i reparti delle brigate ,, Ravenna n (37" e 38"), " Umbria >• (5.f e 54"), Campania ,, (135'' e 136') e: del {' Raggruppamento Alpini (battaglioni (( Val Maira ·,), ,; Monte Pal!iont' •>, (, Monte ArN:11ù .. , ,. Val Cismon ,), (• Val <(
Camonica >> , •< Val Cenùchia ,,, « Feltre l', 1, Cividale ,;), Fra essi m eritano l'onore di speciale menzione il JI battaglione del 38" Fanteria , il III battaglione de.I 53° Fanteria, il battaglione Alpini "Monte Pavione '> ed il battaglione Alpini " Val Maira )) che, sul fondo di val Calcino, sbarrando la via al nemico con glorioso sacrifìcio, hanno riaffermato ancora una volta l'eroico motto << da q ui non si passa ", insegna e vanto degli Alpini nostri •> .
Boilettino di guerra
11. 1 274
del 9 not>embre 1918:
,, ... Le relazioni che pervengono al Comando Supremo riconfermano il magnifico slancio ed il valore dimostrato da tutte le no~tre truppe di ogni Arm~, r.orpo e ~ervi7,Ìn. Sonn ~tati ~egn;1l;iti per l'onore di particolare citazio ne i battaglioni Alpini << Pie ve di Cadore " ed << Exilles •> , l 'X [ battaglione Bersaglieri ciclisti, il reggimento Lancieri di Mantova e la i s<.1 uadriglia automitragliatrici blindate. Citazioni nei comunicati del Ministero per la Stampa e la Propaganda. Comunùatu
11.
17.5 ,i d 1 t1jni/c: '')j6:
u Ieri, 3, il I Corpo d'Armata, con le Divisioni: " Alpina ,, e Sabauda in prima schiera , ha ripreso l'avanzata vtr~o sud. Preso contatto con il nemico, la Divisione " Alpina" travolgeva i superstiti reparti della Guardia Imperiale ,,.
«
)>
Festa del reggimento: 13 dicembre. anniversario dd combattimento in val Calcino (r3 dicembre 19 17).
R· R E G G I M E N T O O lù o rompi BATTAGLIONI: « TOLMEZZO ,,
" GEMONA .. . " r:tl'IIJ 1/Y "
C .-\ Ml'.-\CJ-;E DI G UERRA.
191r - r2: italo - turca. 19n - q : Libia. 19 1'j ca. 1940 - 45: seconda g uerra mondi;1lc.
18 : it :tl n
:111 -. 111 .1
RJCO\CPEKSE t\L V,\LOR Mll.lT.\R E.
Alla R1111dìem: croce di caval iere dell'Ordine Militare di Savoia, medaglie d'oro, 7 d'argento, r di bro n zo. Agli UJ/ìciali e 'J'ruppa, per la pri m a guerra mondiale: 7 croci di cavalien; dell'Ordine Militare di Savo i:1, 6 medaglie d'oro, 618 d'argen to, 5.;5 di hro11zo, 'i I croci di g unr:1. 'J
,u
PERlll lF ' " ( '(),\tl\,\ '1Tn1F:-...
:-.I FI.I, \ l'RJ\t \ G l'ERR\ .\IONDULE.
L'//ic"i11/i: 11wr1 i 82, feriti 2())· dispersi Iì5· Tmf!1111: morti 1AiL1. kri ti 751 1. di ~pcrsi 5550.
Costituitosi il r'' ottobre J<)O<) coi battaglioni ,, Tolmezzo " e ,, Cemona ,, dd 7° Alpini, ai qu:i li si :1ggiunse il battaglione (( Cividale " di nuova formazione, cedette , nel 1y21, lluest'ulrimo al 9'· reg ;imcnt0, di nuo,·:i rnstituzione. ricevendo il htt:tglione (, Verona ,. dd G' reggimento. Ripr istiut> la primitiva fu rmaL.ione sui tre battaglioni ,. Tolmezzo ,., " Ge,nona " e " CiY idale >) , con l'ordin:1rncnto rq~6.
Panet:ipt', cui Comando dd reggimento e col battaglione « T ol rnezzo ., alla guerra italo - lurra 1 q1 r - 12 cd alle operazioni in Libia 1912 - 13; fornH\ durante la guerra 1tJ15 - 1S, i battaglio ni " Val Tagliamento )•, ,, Monte Ancnis )· , " Val .Fdla ,, , ,, ·M onte Canin P , " Val Nati sonc .. , " M:11:1jour ., , ,. Monte Nno " ; ço ncorsc alla formai.ione d ella I o' colonna salmerie della Di,·isione alpina ,, Pustcria ·· nella campagna 1935 - 36. Cornbatt<.: valorosamente nella guerr,1 italo - austri;ira sul Pal Picn, lu, ~ul Pal Grande, sul Frdwfd. in \'al Dogn:i, sul m o nte Jcza, su l m o nte Nero, sul Vodil, in v:il d'A~tico, suÌ l'altopiano dei Settt: <...:omuni, alle Alpi di Fas$a, Hl monte Tomatico, a Fontanasccl.'a, sul Solarolo, a cima C:1dy, in val Lagarina e sul Tonale. Alle due medaglie d'oru meritate nel secondo conflìuo mondial e si aggiung:1 1:i m t~bgli:1 d'argento conferita al reggimento per k splendide pro,·c d i valore dat e dal battaglione " Tol mezzo,, nel coinhauimento di Assaba ed in quello notturno di Tebedut; una seconda medaglia d 'argento guadagn~na ad Ettang i (J3raksa.cla); una terza me-
daglia d'argento per il fulgido contegno dei battagiioni ,, Tolmc:z1.ù e ,< Val Tagliamento ,, sul Pal Piccolo, sul Pal Grande, sul Frcikofcl cd alla Busa Alta; una quarta medaglia <Lirge11to per là granitica tenacia spiegata dai battaglioni ,, Fella n, " Gemona >• e ,. Canin '> in Carnia dal 24 maggio 1915 al novembre 1917; le tre medaglie d 'argento meritate durante la seconda guerra mondiale ed una m edagl ia
11 Dos di Trento.
di bronzo al valor militare per l'impetuorn valore, col lJUalc i batla i?lioni ,, Val Natisone » e ,, Cividale 1, si batterono sul m o nte Giove l . ~-ul Cìmon d'Arsiero nel maggio - luglio 19rfi.
1\tlotivazionì delle riwm pcn.,;e al va/or militare con ferite 11/ rcg
gimcnto: Croce di cavaliere dell'Ordine Mil ita re di S:t\'Oia, con l.1 rnnl Ì\.1 zio.i.le gi:'t nota. Mcda(rlia d'oro· b . . . Per la superba con dotta dei h:ttta~lioni ,. Tol111 L·n ,1 " , , ( ·1, 1 dale " , " Gemona " · duran te 1:-t g unra it:t!o - grec i: irrnrn1i 11 ,· ll'.11 ,<
t:icrn, calcarono vittoriosamente le giogaie del Pindo; tcnacissimi nella difesa, scri s!>ero pagine di gloria e di sangue sulla dorsale <lei Mali, sullo Scindcli e sul Colico, sbarrando col sacriiìcio la strada alle soverchianti forze nemi che. Granitici e fieri Alpini, furono sui mont i di Grecia e di Alb:inia hm degni dell'eroico e vi ttorioso !oro passato di guerra. (Fronrc g reco : Pindo - Mali Sc indeli - Colico, 28 ottobre 1940 - 13 aprile 19.:p) " · Medaglia d 'oro: ,, Fedele :1d un:1 ~uperh:i tradizio,i c di .~loria, con i suoi gra111t1c1 l>attaglio11 i " Tolrncz;,,o .. , " C e1 11 011;r .. , ,. Civi dale " e con la 41' compag nia co11troc 1rri. rc~pi11gc,·.1 co n gagli:,rdo impeto reiterati, violenti .1ttace lii. i k~1i11:1to ,11cces~i,·a111em c in al tro sciwrc. per sbarrare al nemico l:1 ,·i:, del ~u(cesso, per oltre 30 g iorni. ,u:ll 'apcrta e ghiacciata ~teppa russa, rcsistc\'a con incrollabile tenacia alla d iuturna, formidabile pressione dd nemico gr::rndcmcnte superiore per numero di uomini e di m ezzi. lo inchiodava sul terreno, lo contrartaccava con ag~res~iva violenza. gli i11fliggev;1 g ravi ~simc perdite. dando prova di , ublime eroismo cd immolandosi FT l"ono re della Patria. Avuto ordine di ripieg:irc, ì 1;11pentiti , ( nn :1,prì cn111 hattimenti. rimciv;rno ad aprir, i il \'arco attraYer~o l'acccrd1iamcnto nemico, conkrmando an<.:ora una volta le leggendari e virtù degli Alpini d' Italia . (Fronte rmso. 15 settembre r<J.p - 1" febbraio l <J'1 3) ··.
Med:iglia d'ar;ento: " Per !a bdla condott a tenuta <Lii lu1taglione " T olmezzo i, nel combattimento notturno del 20 - 21 marzo l<Jl 3 a Tebedut e princ1~1almentc per la ~plendida pnn·a di ,·alore data ad Assa:ia "· Medaglia d ' argento: .. Per le splendide prove di v~ilore tbtr dal battaglion e ,. Tolmezzo " nella giornata di Braksad:1 (Ett;111gì) 18 giugno 1qr3 •· . Medag li a d'argento: " Per l'i ncrollabile tcnaci:1. il , uperho valore. l'abnegazione di cui dettero prova i battaglioni ,. Toln1czzo ,, e « Val TagÌiamcnto '" in aspre, violentissime lotte, saldamente mantenendo il possesso di importanti posizio ni, a prtzzo Ji Llll largo e generoso olocausto di sangue. (Pal Piccolo, Freikofel , · Pal Grande, 24 maggio - 4 luglio 1915). Succc~sivamen te il battag lione ,, Val Tagliamento,, si distimc con altre ful g ide pro1·e di ardimento. (Bma Alt:i, 8-10 ot tobre 1916) ) i .
Medaglia d' argento: « Per il fulgido valore e la granitica tenacia dimostrata in circostanze difficili, su cime impervie ed in mezzo ad inenarrabili sacrilìci dai battaglioni <1 V. Fella H, <1 Gemona » e ( < Monte Canin )) riaffermanti ognora le virtù guerriere della forte gente friulana. (Carnia, 24 maggio 1915 - 6 novembre 1917) n.
Medaglia d'argento per i battaglioni gliamento » :
<(
Val Fella ,, e « Val Ta-
<< Dalla catena dei Mali al monte Bescistit ed al Gotico, dalla \·alle Osum alla Vojussa, i battaglioni « Val Tagliame nto " e <, Val Fella 1) , C(.)11 ardimentoso valore nell'attacco, con eroica tenacia nella di.fesa, scrivevano col sangue nuove, luminose pagine di gloria per gli Alpini d'Italia. (Campagna di Grecia, 14 dicembre 1940 - 23 aprile 1941) )).
Medaglia d'argento al battaglione <i Val Natisone
>) :
« Durante cinque m esi di aspra lotta, dava numerose prove di ammirevole tenacia e di indomito Yalore, arrestando l'avversario, contJattaccandolo cd infliggendogli gravissime perdite. Nell'ultima fw: offensiva svolgeva azione decisiva e travolgente, scacciando il nemico da munitissime posizioni ed inseguendolo con slancio oltre il confine. (Fronte greco, 7 luglio 1941) ),.
Medaglia d'argento al battaglione ,, L'Aquila >> : Rinato per generoso impulso della fierissima gente di Abruzzo, fondendo con veterani intrepidi le giovanissime reclute ardenti, partecipava alla fase finale della guerra di liberazione, rinverdendo fulgidi al.lori. Saldissimo nel presidio di un settore importante, tormentato cd esposto, prendeva il sopravvento morale sul nemico, in una aspra e logor ante lotta di trincea a stretto conrntto, scattava con superbo sla ncio a travolgerlo, lo incalzava inesorabilmente fino ai conlìni della Patria. (Valle Idice, Bolog na, Bolzano, 20 mao.o - 3 maggio 1945) )> . <e
Medaglia di bronzo: e, Il battag lio ne ,, Val Natise ne n dette esempio di tenac'ia e di abnegazione, sbarrando il passo al nemico, con un'in cro llahilc rr~i stenza ed attaccandolo poi, vittoriosamente. co n impetuoso ,·:ilorc
(Le Hu~c Sd1iri , rnon tc Giove, monte C hiesa . 20 maggio - 9 luglio r9 16). Il battaglione ,. Cividale ", pur con forze assottigliate dalla lotta sanguinosa, te m:va !Ìerarncnte tc~ la , con aud::icia e valore, a reiterati , violenti :1tt:-tcchi di ~ov<.:rchianti forze nemiche. (Monte Cimon d'Arsicro. 2_:; - 26 maggio 19 1()) " ·
c;t:1zioni nei Bollettini di guerra del Com a ndo Supremo duran te
la
pri 111:1 g u<:rra 1nondlale. 8 0//,·11i11 0
di J;. " Nm Il. 9J5 dd 15 dicembre 1917:
" ... Il c,11 1tcgno ddlc nostre tru ppe dcli:, -t' Armata nella lotta d.1 t1u ,1ili 11 1-,;i.,r11i ~i ~,,,l~c ;1~1,1 i~~i m.1 e n uelìl;1 fra Bren t.i e Pi'a\'C, è p:iri alla ~r:mdcv.a dcll'or:1. Nella resi ste nza opposta al nemico, ;11 ~:ilic11te ,k l m onte Sol:irolo, ~i d istinsero i reparti delle brigate ,. Ra n:11 11a ,, (37" l' 38·). ,. U mhri:1 " (j.f e 5f), ,, Cam pania >) (135" e q6'') e del ( F:11ggruppamc11to .-1/pilll (battaglioni " Val M airi1 ,,, .. i\1ontc l 'lu·ionc ,. , ,, A1onte d.n•c nis " , " Va! Cismo11 n , i< Val Cam onica ,., " !·' al Cc11ùchi,1 ,, , ,, Fcltrt· ), , « Cicidalc n). Fra essi m eritano l'onore: di spt'ci:ilc menzio ne il II b:tttaglionc dd 38'' Fanteria, il lll battaglione dd F:mtnia, :I battaglione Alpi1Ji ,, M onte Pat
i1c
5r
vione •ì ed il battaglione << Val Maira che, sul fondo di val Ca lci no, sbarrando la via al nemico con glorioso sacrificio, hanno riaffermato ancora una volta l'eroico motto ,, da quì 11011 si passa ", insegna e vanto degli Alpini nostri >). )>
Bollettino di guerra
11. 1120
del
18
giugno
1 918:
<< ••• Per le grandi giornate del 15 e del r6 giugno e per l'attacco al Tonale del giorno 13, fallito il tentativo d'inizio dell'offensiva nemica, meritano speciale menzione, ad esponente del valore di tutti gli altri reparti, la 45" Divisione di Fanteria, le brigate di Fanteria ,, Ravenna J) (37° e 38°), <(Ferrara•> (47° e 48°), << Emilia >i (n9" e 120"), •<Sesia » (201" e 202°), ,, Bari )> (139" e 140°), (< Cosenza >> (243" e 244"), <<Veneto )) (255° e 256"), << Potenza 1, (271" e 272°), la VI brigata Bersaglieri (8" e r 3°), il 78'' reggimento di. Fanteria francese e particolarmente il I b:1ttaglione, i reggimenti brit:innici Nort hum berland Fusiliers, Sherwood Foresters, Royal Warwick, Oxford and Bucks Light 1nfantry, il 266° (brigata '( Lecce )•), il II battaglione del 108° reggimento Fanteria francese, j] IX reparto d'assalto, i battaglioni Alpini « 1'1.oute Clapier ,,, ,, Tolm ezzo , i e (' Monte gosu .. e 1;:i 178' comp:igni:.i mitr:igli:itrici ... ·· .
Festa del reggimento: 24 maggio, annìver~ario del comlwHimento a Pal Piccolo, Pal Grande, Freikofel (24 maggio 1915).
9° R E G G I M E N T O Ad ardua super Alpes patria vocat
B.1.TTAGUO~l: " V/CENZ,1. » . ,, L'AQUJLA
;i
CAMP:\GNE DI GUERRA.
1935 - 36 : italo - etiopica. 1940 - 45: seconda guerra mondi ;tlc ( \J battaglion i che lo composero avevano gù preso parte :dia guerr.1 1915-18). RICOMPENSE AL V ,\LOR MILITARE.
2
Alla Bandiera: croce dì cava liere dclrOrdinc Milit are di S.1v11i.i . medaglie d'oro, 2 d'argento.
Agli Ufficiali e Truppa, per la prima guerra mondiale: glie d'oro, 16 d'argento,
1
2
meda-
di bronzo.
PERDITE IS C0~1B.YJTIMENTO NF.LLA PRIMA GVERRA ~tONl>I.-\L'E.
Uf fìciali: morti 1 1. lc riti 56, dispersi 30. Tr11ppt1: morti 1t;(i, fr.:riti J 376, dispersi 1103.
S i fnrm i', n L·I diccm hrc 11po con i battaglioni ,, Vicenza " e: ,. lb~~.1110 ,, del (>" t' ·• Ft:ltn: " e ·· C ividale .. del i cd 8" reggimento Alpini . Nel 1q 26 i due ultimi battaglioni furo no restituiti ai reggirnrnt i 1forigi11e e più tardi , nd 1935, g li \'enne organ icamen te asse~nato il h:1ttagliu11c di nuo va costituzione " L'Aquila ,,. Il 9" reggime nto Alpini concorse alla guerra italo - etiopic:1 r9351936 con la forma zione di reparti cornplementi destinato in Africa Orientale. Il .25 ~tttcrnlirc 1()37 il battaglione u Bassano ,, fu des1inato all'1 i" rcggi1rn.:nto Alpini nl il 1/ reggimento definitivamente costituito su <Ìt;c battaglioni " Vice nza " e " I,"Auuila ,, . La tr~dizi o n e del 9" reggimento sì allaccia a qudla del battaglione ,, Vicenza " · costituitosi nel 1886, c he co ncorse alla campagna italo - turca H)l 1 - 1 ~ e partccip<> valorosamente alla guerra italo - austr iaca l(}T5 - 18. con i battaglioni ,. Viccn7a .. : ,, L'Aquih ", ,, VJI Ci~111on .. , .. Val T.rngra ,, c .. Val Pescara ,,. La bandiera del 9" rcggim<:nto Alpini si fregia di due m edaglie d'oro rnmcguitc durante b seconda g uerra mo ndiale: di una m edag lia d'argento al va lor militare conferitale per le fulgide prove date dal battag lione ,. Vice nza ,,, audace nell'attacca re, e roico nd resistcff ~ot to tcmprstc di ìuorn, con larg li is~imo tributo di san g ue, durante I 'offrn ~i\·a austriaca del Trentino, sug li Altipiani, sulle posizioni dd Coston d1 Lor;1 nel settembre r9r6; sul Sasso Kosso, nelle violenti azioni del gennaio l<)l 8; \lii monte Cornon nel febbraio r9r8 e nella sanguino~a azio ne dcll'Ortiga ra cd, infine. d i una seconda medaglia cL1rgcnto, mnitata rnl front<: greco nel ll)4I. "Ji.fo1ù:a::.:io11i ,/elle ricompense al valore militare conferite al reggim ent o:
Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia con la motivazione già nota.
Medaglia d'oro: « Per la superba condotta dei battaglioni ,e Vicenza >> e « L'Aquila >J durante la guerra italo -greca: irruenti nell'attacco, calcarono vittoriosamente le giogaie del Pindo; tenacissimi nella difesa, scrissero pagine di gloria e di sangue sulla dorsale del Mali, sullo Scindeli e sul Golico, sbarrando col sacrificio la strada alle soverchianti forze nemiche. Granitici e fieri Alpini, furono sui monti dì Grecia e di Albania ben degni dell'eroico e vittorioso loro passato di guerra. (Fronte greco: Pindo - Mali Scindei i · Golico, 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941) i>.
Medaglia d'oro: <( Fedele ad una superba tradizione di gloria, coi suoi gramt1e1 battaglioni << Vicenza )), e, L'AlJuila », << Val Cismon >> ed 83" compagnia cannoni controcarri, respingeva con gagliardo impeto reiterati, violenti attacchi. Destinato successivamente in altro settore per sbarrare al nemico la via del successo, per oltre 30 giorni, nell'aperta e ghiacciata sleppa russa, resisteva con incrollabile tenacia a diuturna, formidabile pressione del nemico, grandem ente superiore per numero di uomini e mezzi, lo inchioda\'a sul Lcrreno, io coulraltaccava cu11 aggressiva violenza, gli infligge\·J gravissime perdite, dando pro\'a di sublime eroismo ed immola ndosi per l'onore della Patria. Avuto ordine di ripiegare, i superstiti, con aspri combattimenti, riuscivano ad aprirsi il varco attraverso l'accerchiamen to nemico, confermando ancora una volta le leggendarie virtù degli Alpini d' Italia. (Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1° febbraio 1943) )• .
Medaglia d' argento: •( Per le. prove di fulgido valore date dal battaglione <• Vicenza », audace nell' attaccare, eroico nei resistere sotto tempeste di fuoco nemico, a prezzo di larg hi ssimo tributo di san g ue. (Altipiani, maggio luglio 1916; Coston di Lora, 10 settembre H)I6; Sasso Rosso, 28 gennaio 1918; monte C<>rnonc, ro febbraio 1918) ,> . Medaglia d' argento per il battaglione ,, V:il Lcogra » : " Schierato nel settore pit1 alto ed impervio dell'intero fronte. dove i rigori dclrinverno cd i disagi richiedevano eccezio nale (orza di resistenza e di adattamento per vivere e combattere, il battaglio ne " Val Lcogra » manteneva saldamente, per o ltre due m esi, le impor tantissime posizioni affidategli. Attaccato da fo rze prcp1Jntkr:1111 i. 47.
pott:nl cmcnre armale ed opt:r:in1i col favore di. accecante tormenta, combatteva per quattro giorni, con strenuo valore ed inflessibile ten:icia, fino a ~troncare, a prez:,.o di grave sacrificio di vite e di sangue, l'i mpeto offensivo dell'avvers:irio, al ljUale infliggeva du rissime perdite. Successivamente, colmati i \'Uoti prodotti dalle bufere di neve e di fuoco. partecipa ,·a con fiero slancio alle operazioni concl usive delb campagna , percorrendo, in dicci g iorni di marcia ininterrotta, 300 chilometri di territorio liber;ito e contri buendo a travolgc:re le ultime rcsistcnzc ncmid1e ed . a schiudere, con l'ultima offerta d i sang ue generoso, la via alb decisiva vittoria. Confermava così, in terra d'Albania, le magn.ifichc virtù guerriere della gente alpina e le superbe tradizioni di aggressività, di resistenz:i, di dedizione al dovere. di cui avevJ già dato ammirata prova ndla grande guerra. (G uri i Topit, 10 - L4 febbrai o 1941 ; Bregu i Mat h, Erseka i I3orova i Lcscko vi ku , 13-23 aprile 194 1) "· Festa dd reggimento: 10 giugno, :rnni\'ers:u-io del combattimento all'Ortigara (10 giugno 191 7).
n • R E C G l M F. N T O Fulmineo come l'11q11ila , forte come il lc·m1c 8.4TTAGLIO.\ ' l : « TRE.VTO ,; - ,, RASS.·1,\ '0 .. - " HOLZA."f\10
l>
C ,Ull':\GNE D I Gl1 ER R.-\ .
1935- 36 : italo - etiopica. 1940- 45: seconda guerra moncliak (i l battaglione (• Bassano " ave\'a partecipato :inchc :11la guerra 1915- 18) .
.R1c oMPENSE .\L V,\I.OR ~H LI T .\RE.
Alla Bandiera: croce di (a,·alicre dell'Ordine Militare di Savoia, 3 medag lie d 'argento, r di bronzo. Agli Uf fìciali e Truppa, per la prim a guerra mondiale: l croce di cavaliere dell'Ordine Milit:1rc di Savoia. 1 medat>0 li a d'oro.. 9·5 d'argemo, 127 di bronzo. 128 croci di guerra.
PERDITE IN COMBArt'I~{EN'rO !'.'ELLA PRIMA GUERRA MONDJ,11..1·. 22, feriti 69, dispersi 15. morti 316, feriti 1335, dispersi 7u.
Ufficiali: morti
'truppa:
Si costituì e si ~nobilitò per la guerra italo - etiopica nel dicembre
i935, con-i battaglioni (< Saluzzo >> del 2° reggimento, ,e lntra n ckl 4" e << Trento ,> del 6° reggimento Alpini. Alla smobilitaz ione, il 17 aprile 1937, i battaglioni < Saluzzo >' cd << Intra 1) ricntraronO' ai reggimenti di origine e 1'11° venne ricostituito con i battaglioni <( Trento >• , (< Bolzano ,> e <( Bassano ». Quest 'ultimo adibito a Scuola allievi ufficiali di complemento. La tradizione dcll'n° reggimento Alpini si allaccia a <.1udla dei battaglioni « Trento >>, originariamente ,, Val d'Adige », e ( < Bassano )), i quali parteciparono col 6° reggimento Alpini rispettivamente alla guerra 1915- r8 ed alla campagna 1895 - 96, concorrendo nella formazione dei battaglioni del Corpo di operazione per la guerra italo - turca IyII - 12, allt upc1,u..ivni in Lil.iia '':Ju - r 3 cd alla guu-ra italo - etiopica 1935 - 36. La bandiera dell 'n° reg imento Alpini si fregia della m edaglia d"argento al valor militare decretata al battaglione <( Bassano >) per l'ero ico suo contegno nella conquista di forti trinceramenti austriaci sul monte Kukla, nel maggio 1916, e di una m edaglia di bronzo, conferita al reggimento, per la saldezza e per l'elevato spirito g uerriero, lo slancio, l'ardire e la bravura spiegati nella guerra italo - etiopica 1935 - 36, nella giornata del 12 febbraio 1936 e nella battaglia dell'Amba Araclam, al passo Mecan e all' Amba Bohorà il 31 marzo 1936, cd a Sadtì il 3 aprile 1936, ri fulge ndo, _nelle aspre lo tte, di abnegazione e di valore. Due altre medaglie d'argento venne ro conferite ai battag lioni del reggimento per ic azio ni sui fro nte greco nei 194r ed una medaglia di hronzo er ~• stata conseguita du ra nte la g uerra italo - etiopica, od r93f>. 1
Motivazioni dcli,· ricompense al v,1lore militare conferite al reggimento: Croce di cavali ere dell'Ordine Militare cli S:hoia, con Li moti,·azione già nota.
708
l',1rtia ,{,11·,: della /1;n:b,1 d1 C, ,,,,.,. Halli .'11.
~frdagli:1 d ';•rgcnlo:
,. fl h;1ttaglio n c " J);i,s;rnu, cun cro it:o .1rd irc co11cur ,c alla conl! ll Ì\t;t di iorti t rinrcr:1mcnri nem ici ~ul nrnn e K:1 kLi , di cui rafforzò s ubito in c n•;1 11wntc il pos~C\~:o . n:,;:curan tc ,!cl , iuk 1~lo fuoco di A rriglicria n ·_wic1 1· delle pe rdite subite (1n mag~io I:JJ(,) ,,. 1
Medaglia d'argento al battaglione (' Trento )) : ,< Durante cinque mesi di durissima lotta sul front e greco, ove alla tenace resisten;.a del nemico si univano, logoranti e peno~i, !':,sprezza del terreno ed il rigore delle nevi. il fango delle marce e degli addiacci, le difficolta dei rifornimenti, dava prove ammirabili della saldezza di volontà, de11a tenacia eroica, dell'altissimo spirito combattivo degli Alpini trentini. Nei fatti cl'arme di Zabresan, cli Blesensca e Roviza, di Ciaf, i suoi reparti moltiplicavano gli episodi di valore singolo e collettivo. Il suo apporto alla resistenza, che argina il nemico ed all'offensiva che lo sbaraglia, costituiscono titolo di gloria, esempio <! sprone alle generazioni future. (Fronte di Grecia, novemlire 1940 - aprile 1941) )>.
Medaglia cl' argento: « Conquistava con eroico slancio, di wrprcsa, un'importante, munita posizione nemica. meritandosi la citazione sul Bollettino <lei Quartiere Generale delle forze armate. Successivamente, attaccato da forze preponderanti, resisteva sul poHo, malgral1o forti~~ime perdite . Nella ripresa <..iffemiva riconfermava il suo magnifico ~pirito aggressivo e l'eroismo precedentemente dimo~trato, chiudendo 11 ciclo operativo con la conqui~ta di una delle pitt importanti e tormentate posizioni della fronte cd incalzando senza soste il nemico in ritirata. (Fronte grce-0, 2 dicembre 1940 - 16 aprile 1941) "· Medaglia di bronzo: « Regg imento di nuova costituzione, si affermava in terra d'oltremare per saldezza cd elevato spirito guerriero, per lo slancio, l'ard ire e la bravura dimostrati nella battaglia decisiva per le sorti della campagna. Fulgido esempio di valore e di abnegazione. (Adi - Gul Negus, 12 febbraio 1936; Amba Aradam, 15 - rG febbraio 1936: Passo Mccan e Am ba Bohorà. 31 marzo 19J<i; Saefti, 3 aprile 1936) •·. Citazioni nei Bollettini di guerra elci Comando Supremo.
Bollettino di guerra n. 1272 del 7 1Jove111bre 1918: Al glorioso elenco delle Unità, che hann<i mcrit:tlu 1\,norc della citazione per l'ardimento e il valore dimostrato nella bat tagfo, da tutte le loro truppe e dai Comandi nel vincere tenaci rr!-i~trn ;, <· nemiche e g ravi di fficoltà di terreno, debbono agg iun gcr~i: il X Corpo d'Armata della 1' Armata, la 54' Divisione dell a .; ' 1\rn1.11 ;1, (< ••
•
710
· il XXV Corpo d'Armata della 1 Armata, il XIV Corpo d'Armata britannico (1 e 23" Divisione), il XVIII Corpo d'Armata italiano (33.. e 56~ Divisione), l'XI Corpo d'Armata italiano con la sua 31 Divisione e con la 23• Divisione della 10• Armata, la 23.. Divisione di Fanteria francese, le brigate «Re>> (1°, 2°) e « Trapani » (149° - 150°) e «
il I Raggruppamento Alpini (bilttaglio11i <l Bassano))' «Verona )), Steluio » , << Tirano)), <•Morbegno », •< Monte Baldo») e la 742"
compagnia mitragliatrici della
12•
Armata.
Citazioni nei Comunicati del Ministero per la Stampa e la Propaganda.
Conrn,jirntu n. 175 del 4 aprile 1938: ,, Ieri, ~, il I Corpo d'Armata, con le Diuùioni ,<Alpina>> e « Sabauda)• in prima schiera, ha ripreso l'avanzata verso sud. ,, Preso contatto con il nemico, la Divisione Alpina )) travolgeva i superstiti reparti della Guardia Imperiale 1,. (<
Festa del reggime11to: 15 fd,hraio, anniversario del combattimento ddl'Amba Aradam (r2 febbraio 1936).
APPENDICE
L'ACROPOLI DEGLI ALPINI
Giuseppe Sticca pubblicava, il 4 settembre 1908, sulla Gazzetta del Popolo di Torino, un articolo proponendo la costituzione di un Museo Storico degli Alpini ; articolo che venne poi ripubblicato, il 2 1 dicembre 1912, dal giornale politico - militare La preparazione. Diceva lo Sticca in quell'articolo: ,, Perchè no? Possiedono un loro superbo Museo i Granatieri, i Bersaglieri, si dice prossima la creazione di <-1uello dei Car;ibinieri e della Cavalleria. ,, Dungue solo gli Al pini han proprio nulla da m ettere in mostra? - Son nati ieri - si obietterà. -- Cinquant'anni di vita ap-
pena ... ,, Ebbene, forse che il tempo è unico elemento di giudizio e la sula vecchiezza è quella che conferisce valore ad una istituzione ? Un CÌIH.JUantcnnio talora val ~ecu(i; brevi annali spesso ri\iocc:1110 di fatti e racchiudono tesori >i . Nello stesso anno HJf 2 il Deputato Tovini rivolgeva al Ministro della Guerra del tempo un'intcrpclbnza, proponendo la creazione <lei Mmeo già proposto dallo Sticca; ma l'attuazione di una tale proposta no n era facile anche perchè, avendo i reggimenti Alpini sede fissa , bisognava stabilire la sede del Must:o in una località, che permettesse a tutti gli Alpini cli visitarlo. Nel 1922 k1 stesso Giuseppe Sticca volle i.nsistcre nella sua proposta e, nd concludere il suo volume <• Aquilotti », precisò che il Museo degli Alpini avrebbe dovuto raccogliere tutto ci<) che ha attinenza con le origini, con la storia e con lo sviluppo dell'i~tituzinn c: ritratti , divise, oggetti appartenenti a benemeriti del Corpo; le sacre rdiyuie del battaglione d'Africa. immortalatosi ad Adu;"! col :Mcnini, del quale si richiederebbe un bel busto bronzeo; i residui della catastrofe del << Saccarello •l , ora custoditi dal 1" reggimento. e ddk altre vittime glo riose della ribelle montagna; eppoi la raccolta degli ~critti
rdati vi agli Alpini e alla gue;;rra dì m o n1 ~1g na , costituenti ormai una intera bibl ioteca; e l'ìco nogr;ifia pittor ica e fotografica d'uomini, fatti, luoghi ; e la riprodu,.ionc cl'opcrc d 'arte. quadri e statue, come l'(, Alpi110 " del Ccraginli. quello dcll'Allo::iti, il i• Dio T ermine>> del T e j:1, la ,, B:1ttcr ia da 111<)11t;1g 11:i ,> cd altre tele del Balduino, e gli storici quadri: <· La battagli a del Cado re ,, del Tiziano, la < Battaglia dcll'A ssicu:1 " del La Pcg na e del D 'Azeglio, "Un episodio delle guerre \ ':ilde.,i " dell'/\lb~o11, l:i " Battag lia ckll'Authion H del Rcg hi11i. ,. lbrl>arn~~:1 a Susa " del Ciuli arnJ. ,, La resa del forte di Am.no b ,. ciel l k ;\lhcn i,; 11oncht· i hci monumenti alla << Batteria sici- . Ìi.ina .. del Burn1 i, ;11 " C:ipi1a110 Franzini " del Belli, al « Capitano Mo1ri110 "· :il i ' .. Alpino del la ridott:1 Lombardia )' del Bisi, alla •< Fedeli :', (h , ol.111:1 ,, .id Lu~a rdi , :dia ., Gui da fia mma verde n dì Gio, ·.1q n.1t1 i,1a Al loati, n l anche quelli di autori austriaci: " Assalto d 1 Lodro1K " , ., I \·olontari stu~knti tirolesi n dello Schonn, <' La l);1ll:i;!_li.1 11d Ti ro lo ,. d,:l J8r,:an, " L a t1ifes:1 di casa tirolese: )) dd 1
f\.ku,lc ...
O ltn· :i tutto ci<\ q_uanti tesori non sarebbero per venire in luce, ,1uali sorprese per offrirsi alla curiosità. alla compiacenza ed all'orgo;.rlio ck! ~oldati delle A! pi, qu:dora si facesse :ippello alb solidari et~ di rutti. tutti invitando a cooperare alla gloria co mu11e;, a spogliarsi d'un (!,elOS<' e rnali ntc\o culto ristretto, d 'un particobrismo inopportuno, pe r diffondere la conosct:nza di cimeli or:1 troppo :1ppartati 1 I ·,oti espressi per l'istituzione del 1\:l usco degli Alpini non puteru no, puriroppo, o scrc esauditi e, durante la non lm;ve attesa. i reg~irn c:nci Al pini. cornc tutti gli altri del no~tro ese rcito, costituirono, nell'interno delle rispcltivt.: C1f tTn1c. particolari Musei di g uerra e Sac r:1r"Ì dedicati alla men10ria (ki k1ro o duti.
Sc:!t :11 10 m·l JcJ4 J, dop:l :dn:ni proge:ti proposti negli anrn precedenti. il Consiglio dei lvtinìstri ap provò un di ~egno di kg~e « conccr nrn lc la costruzio11c rnl Dos di Trento ddl' /lcropoli A lpìna » . li tc:~10 dei disegno di k ggc rico nfer mava la necessità di riconoscere l:t gloria co:iqui stata dagli Alpini d' Italia sui più s:mguinosi t"am pi cli banaglia della nostra Storia ed affermava testualmente : ·., li C<,ns(~lio dei Min istri, per ceiebrarc l'eroismo dell'Alpino it:1l i:1110 (· tramambrnc nei secol i le gesta glorio~e, ha auto rizzato sul D os di T re nto, a cura cd a spese dello Stato, una costruz ione monu-
La srrad,1 della Varttra in costmzioru·.
71 7 mentale denominata « Acropoli Alpina ,,. Viene altresì istituito l'Ente Fondazione (< Acropoli Alpina n, avente per scopo la manutenzione e la custodia dell'accennata costruzione monumentale ; nonchè la raccolta e la conservazione della documentazione storica, biografica ed iconografica concernente gli Alpini italiani e le loro imprese di guerra>). I lavori per attuare il progetto di legge vennero compiuti da uno speciale distaccamento di lavoratori Alpini, costituito con le rappresentanze di tutti i reggimenti della specialità, com prese le altre truppe da montagna (Artiglieria da montagna e Genieri Alpini) e, nel giugno 1942, l'allora ispettore delle truppe alpine, generale Gabriele Nasci, potè consegnare al Podestà di Trento la strada che porta sul Dos, dove dovrà sorgere l'AcropoJj Alpina, accanto al Mamoleo del Battisti. La strada, detta dell a Verruca, costruita dagli Alpini, venne aperta al pubblico, che vi affluisce in patriottico pellegrinaggio da tutta la Penisola e, sia che raggiu nga il colle per l'imponente autostrada che taglia la strapiombante parete rocciosa coi suoi innumerevoli tornanti, o vi salga per le vie minori , che offrono ai pedoni la rÌPosantc frescura delle piante che om breggiano i viottoli ascendenti, o sosti infine nell'accogliente intimità dei terrazzi-belvedere, non può fare a meno di pensare con riconoscenza e con ammirato stupore agli andìci: a lludlt l,akk peuue uae clie, sia in pace che in guerra, si applicano con ug uale impegno e serietà, con scrupolosa esattezza dei particolari, con tenace entusiasmo e con sicura convinzione ai compiti che vengono loro affidati. Per opera loro è sorta così una superba costruzione, la cui importanza e g randiosità prontamente si avvertono per l'imponenza dell a mole dei lavori compiuti e per la profonda trasformazione suhìta dal Dosso, inciso e squarciato d alle mine, ripulito, squadrato e rifinito com e un gioiello. Per arrivare a questo brillante risulraw condu si.vo le diftìcold da superare non furono poche : sia d'ordine tecnico che d"indole organizzativa; ma tutte furo r.o vinte con alacre, coscienziosa operosit à e con sereno spirito alpino . L'e ntità materiale complessiva dei la\'tlri eseguiti da Al pini, da Artiglieri e G en ieri ~pecializzati (m inatori, m1 1 ralo ri, scalpellini, opnai stradali, ecc.) ~i pub esattamente v: il111 .in· dai seguenti dati che la sintetizzano : 70-420 g iorn ate di Livuro ; ~c1, 11 Ji roccia in galleria mc. 12.20 0 ; sban c 1mcnto di rocci:i :tll'c,tc rnn mc. 17.000; pietra rossa impiegata in o pere in 111ura1ur:1 1nr. Hc;oo ;
pietra ross;1 jll)piegata nei mu ri monum:: ntal i, in paracarri, coperti ne,. cordonate, lapidi ecc. 1nc. 2200. Tutt a la parete roccios;1 s1r:1pimnbantc sopra Pied ica~tello è stata lavorata col bulino delle perforat ri ci, ~L.tvata cd abbellita da r ampè verdi che ,cc ndonu dokèm e111e, fra u n to rnante e l'altro, o da macc hie di ,1lheri e Ji cespugli, e da belvederi ornan1 :·11 t:1li, ded icati ognu110 al la mcrnoria d i fatti g !orio~i, i cui sirnholi sar,inno afiidati ad :mi ~tich<: scu Iture e bassorilicvi. Dappertutlo b m:ino esperta, l'amorosa cura del dettaglio al servizio di concezioni artistiche, ricche di pn,•,ia e perfrttam ente intonate all'ambiente.
Si an:ede alla strada
d.1 un \'as to piazzale d'i ngresso (m. 50 x 32), a sinistra del quale sorge l'edificio del Corpo di guardi:,, car::ittcrizzato da cinl JUe stele alte I o mctn e reca nt i gli embkmi delle 5 Di\'isioni alpine fondam en1ali. In fondo al piazzale, a destra, si accede Il gn1cmle Gii1ff('/J<' Pcnua hdtr. ad un pianerottolo, da cui si biforcano due scale: una a sini~1ra, portante al piazz:1lc dedicato al generale Pcrrucchctti ivi ricordato co n una lapide rccantt la data di fondazione del Corpo ::!egli Al pini ( 1872) ; l'altra per ini ziare il « viottolo sacro,, che, svi-
luppandosi sulla rapida costa, condurrà al vecchio portale medioevale della tagliata sud, rnpra il piazzale Perrucchetti, e lungo il quale saranno posti i simboli delle gloriose tappe del Corpo dalle fiamme verdi. Poco oltre spicca sulla balza strapiombante, intagliato a caratteri. cubitali nella roccia , il motto: « Per gli Alpini non esiste l'impossibile>>. Dal piazzale d'ingresso parte lo stradone · automobilistico, il cui inizio è segnato da una grande lapide marmorea infissa in un muro di sostegno. La lapide dice : « Scavata nei fianchi del Colle Sacro, la via che c~mduce alla vetta · ricorderà nei secoli l'appassionata opera delle truppe alpine - Ge1111aio MCMXL - Giugno MCMXLJI )). Lo stradone, costruito con tutti gli accorgimenti dell'ingegneria, ha i pregi di una tecnica modernissima e di una lavorazione organizzata razionalmente. L'enorme massa di materiale scavato nella galleria, che più oltre si apre con grandi archi parabolici nella parete rocciosa, è stato interamente utilizzato come materiale di riporto per le rampe di raccordo e per allargare le curve, tutte lastricate con una cubettatura in porfido; La grande galleria, illuminata a corrente elettrica, lunga 245 metri su un tracciato curvilineo, ha nel centro, dedica to a Santa Barbara, un altare che funziona da cappella, dòvc vengono celebrati i riti religiosi propiziatori. Al centro dell'altare, in apposita nicchia, è una grandiosa statua della Santa in marmo bianco, tìancheggiata da due bassorilievi rappresentanti gli Alpini, gli Artiglieri ed i Genieri alpini al lavoro. Di fronte alla nicchia una lapide così concepita: « Alpini - Artiglieri e Genieri Alpini elevano questo segno di riconoscenza e di fede a Santa Barbara, che vegliò benigna sul!'a.cpra fatica, allontanandone ogni sciagura, rendono devoto oma.ggio alla Sa11ta ». Luci indirette rendono suggesùvo e solenne l'ambiente. Oltre la galleria, subito dopo .il cuspide della strada, un grande piazzale per gli autoveicoli è stato molto opportunamente sistemato, per consentirne la sosta e lo smistamento durante i grandi rad uni ; guindi la strada lentamente si abbassa fino al limite della zona sacra del Mausoleo di Cesare Battisti per ridiscendere poi sul tr:icc iato della vecchia strada, tutta migliorata con molteplici opere che ne addolciscono le curve e la pendenza. Un belvedere sul lato nord del Do~~o, con ta vole di orientamento, indicherà ai visitatori i nomi dell e c ime e dei paesi dell'attraente panorama circolare, sulla val d ' Adige e ~ull:1 città, che di lassù si gode e nel quale sono comprese alcun e locali1 :ì dove combatterono gli Alpini.
720
Ernesta Battisti, la vedova del Martire, ~n risposta all'invito a presenziare a lla cerimonia, aveva invi:ito al g enerale N:1sci la seguente
lettera:
Gli ,.//pini
f'Q.'tmi,co 110
la strada della Verruca.
Eccelle nz a. lu sing ata e comm ossa per il vostro appello, di vivo cuon.: vi ringrazio. L;n :icc rntu:1rsi della m ia fragilità fisica mi imped isce di accogliere l'onorifico invito. M :1 il mi o animo non sarà assente dalla cerimonia che consac ra ii la\ùro e:: la fede dei soldat i, d ei qua li Ccsa r:: Hattisti \TStÌ la di \·Ì~a e nella città a cu i egli dedicò la (I
vita e in cui splendette il suo sacrilìcio. Col mio ringraz1amentn :tl · cogliete le espressioni del mio più profondo ossequio )) . Compiuta ora la strada, si attende che l'Ente ,, Fondaz ione Acropoli Alpina •>, costituito con un Decreto-legge pubblicato nella Gaz zetta Ufficiale del .JO dicembre 1942, possa provvedere al compimento defl' Acropoli che, accanto alla tomba di Cesare Battisti, dovd custodire i documenti e le testimonianze del valore dimostr;1to dagli Al pini, fin dalla loro prima costituzione, in tutte le g uerre combattute dall 'Italia per il riconoscim ento Jei suoi diritti.
48.
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T>EL
R . Esuetro:
(<
Campagna di
L ihia ., . V r,I. 111. UfF1c10 Sroa,co
DELLO STATO MM;c10Ri; D:ELL'EsEacno:
~lia tld Don VEGCIIUREI.LI: V .\LOR1:
,,
"La seconda batta-
H.
Note sull'impiego <lclla Di,·isione .alpina "·
"Alpi cd Alpini nc-11'!\rte ,.,_
ZwATTINI:
"L'iniziativa degli Alpinì nelle prime operazioni di guerra
n.
INDICI
INDICE DEL TESTO
Pac.
V
Prefazione
VII
Parte Prima
LE VICENDE ORGANICHE E LE GESTA DEGLI ALPINI NELLE GUERRE COLONIALI I.
- La costituzione dei pr11111 rcparri Alpini
11.
- L 'evoluzione org:1111ca degli Alpini .L'ordinamento del 1872 r nUO\ I orJiuamenti L'ordinamento del 1875 Escursioni e ricognizioni L 'ord inamento Jcl 1878 L'ord inamento del 1882 L 'ordinamento del 1885 L 'ordinamento del 1&87 ed i SUCCCSS IVI L 'adozione Jegli ~ci
II I.
IV.
V.
- Le G randi U niti'i Alpine I Raggruppamenti Alpini La Di,•isione alpi11a Il Corpo cl'Armat:.i alpino
..
3
l5 1::; 20 20
2!
23 28
35 3ì 40 511
50 'i; (,2
- G li Alpini tn Eritrea La ba ttaglia <li AJu:1 La co111roffc11siva ÌtJliana
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- G li Alpini nella .:onqui qa <lclla Libia Le operazioni incorno a<l H orn ~
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7-1 8~ I/"
Pag.
Il comhaaimcnto di Lchda Mi, ur:Ha
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Le operazioni r ontro il è011trabbando
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Z11ara li co111hatti111n 1lo di Regdalin(' I.e opnazionì nl'll'Egcn
VI.
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Il <.:ombat1i1m:1110 ,li :\ ,,:1'1,1 Sid 1 ( ;;u-h?u
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E.uangi
122
115
li .:,>mh:1ttirn ,·11tu di S:it' S.11 lbs d Md:111:1r . (ili ultimi comh,111i111u11 1 L<· ri,·ompt"ll\C :il ,·.dure , 1Jllfn11, .11•11 .\lp111, 111 l .ihi:1 Vili.
Puhhlic1 zioui ,; tt·s1i111011i:1m i: , 111
IX.
La g uerra ìt:ilo . etiopica L:i h:1ttagk1 ddl'EnJcrt;1 e l:i ,·(111qu1>1:, dcll'Amb:1 Aradam
1
.d.,1" ,lq:li .-\lniui 1n Lihi.1
128
La rnnquista Jcll'Amha Ahigi Il cnmharrim1·1H1.1 per b co1l(111i, u dt'll 'Amlu
ork
X.
- La Di\'isio11c;'. Alpina
XL
- L' insegu11ncnto del nemirn e b marcia "1 Addis Aheba I.e ultim,· opèrazioni deg li Al11i11i rn Etiop i:1
«
Pusteria " :dl:i h:mag lia Ji i\lai C:c::u
Parte Seconda OLI ALPINI NELLA GUERRA 1915-1918 I.
(;ti Alpini ndl::i guerra 1915 · 1918 t ·~,·olu/.ionc: organici degli :\!pini nella guerr~1 1915 - 1918
r8o 186
IL
La conquista del Monte Nero
HL
Le altre gesta degli Alpini nella regione dell'Alto Isonzo Le operazioni verso Tolmino
211
La conquista del monte Rosso ( nuovi attacchi nella zona di monte Nero
Il Cukla ed il Rornbon . Santa Maria e Santa Lucia Negli altri settori del fronte
lV.
In Cadore Sulle Tofane Gli Alpini ml Lagazuoi
Lo sbarramento austriaco Alto Cordevole. Valparola La Cengia Martini . La conquista del passo della Sentinella
V.
· Mine e contromine sul Lagazuoi . · . La prima mina (notte sul
1"
gennaio r916)
La seconda mina (notte sul 15 gennaio 1917) La l'erza mina (notlt' sul 23 maggio 1917) . La quarta mina (mattino del r6 sctt.cmbrc 1917) Preparazione dclb ljUÌnta mina (st:ttembre • ottobre 1c117) VI.
. Gli Alpini sui rnomi della Carnia L;i rnnciuista ,lei monti Pal Piccolo, Pal Grande e Cuelat La riconquista del Pal Piccolo Al passo cli Valle d 'Inferno .
VII. . Al passo dello Stelvio e sull'Adamello Per il possesso dello Std\'io I c.ornhattimenti sull'Adamello La conqui~ta del Corno di Cavenro La conquista dei Monticelli .
Vlll. · Le operazioni sul gruppo Orckr · Ccvecfalc L'impresa ciel Ccvcdale . Sul San Matteo ed a monte· Mantello . IX.
. Durante l'offensiva ;1ustriaca nel Trentino Per la difc.sa di passo Buole Sul Cau rinl Sul Rnmbon Sul l'asubio
2
39
pa;.
X.
li Vodicc e l'Onigara La <:<m<1ui~ta del Votlicc; L, bauaglia dell 'OrLi~ara
Xl.
XII.
- H.icordi
l'
g iudizi ,ulla han:·1glia ddl'Ortigara
L, battaglia ddl.1 Baimizz:1 e la dr,dicesima bartaglia dcll'bonzo La dodicesima batta)!lia dcll'fsonn, La difesa elci Grapp:1
XJIL - Dal Grappa a Vittori0 \·l'lletu Gli Alpini a Vinorio Vrntlo In Albania ed a Finm(· .
367 368 372 385
405 418
423 428 432 439
XIV . - Le perdite
e le ricompt·nsc degli :\lp111i 11dla prima guerr;l mondiale Le- motivazioni delle mtdaglic: d'ù ·1, indi, 1.!11:ili c,,nferitc agli Alpini per b ~uc:rra 1915 - iii .
443
447
Parte Terza OLI ALPINI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE l.
Le operazioni al frnmc ,,n:idc:111ak
Le opcrazionì contro la Francia
L:i baw1glia <kilt Alpi Occidrntali 11.
Nella guerra contro la Crccia L"offensiva italiana Il ripiegamento
III.
L, strenua r(·sistenza e la vittorio~a c0mrotlcmi,·a l-1 vittoriosa controffensi ,·a Mome Murnc. I combattimenti di lkina s e Lesk1,\'iku Le operazioni contro la Jugosla,·ia
]V.
- Nella guerra Cùntro la Russia
525
V.
- Il banaglionc Alpini << Uork Amba )> in Africa Orientale L'attacco, l 'occupaziont: e la difesa di Q. Forcut.1 (11 - 24 feb braio 1941) ?\.fonte Dologorodoc, Calnrio degli Alpini (17-27 marzo 1~>41)
55 r 556 564
VI.
- Dopo 1'8 settembre 1943
VH. - Gli Alpini nella Guerra i.li Liberazione e le loro ricompense al ,·alo:e Le ricompense al valore meritate dagli Alpini dalla istituzione
del · Corpo
ID
poi
IX.
- Lettere e testamenti di guerra degli Alpini
X.
- Cenni scorici su ciascun Reggimento Alpini
•• 3•
4•
-·
:>
6·
7" 8" 9•
n•
reggimento reggimento reggimento reggimento reggimento reggimento reggimento reggimento reggimento rcggimrnru
APPENDICE L"Acropoli degli Alpini
Bibliografia
587
593
VIII. - Giudizi formulati sugli Alpini Ùopo le due G uerre mondiali
.20
57°
5<}6
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
I l generale (:ius,'pp<.: Pc,-rué, hcui .1
prim i uftìcia li degli Alpi ni
8
Le uniformi degli :\lpini dal 1871 :11 1X</• Ufficiale in gr:1mlc uniform e (1X7.! )
li 111mte di [:hssan11 U 11.1 s,alata difficile lngrt·s,o al ponte di Jhs,;:.ino Il gruppo delle Tofanc: le ,, Ci11,1ut· Torri ,. 1'bnte Ortig,1r:1, C :1h·:1rio degli Alpini l èniiormc dd ,SS1 l primi Alpini ~,i:110:-i i\lpìnì sciatori F. ico\·er1 d 1 ncn; Cnifornw deg li Alpini ud 1() 16 T o fana di Rnzc, . Uflicialc degli Alpini in uniforme Jel rrp6
22
Massiccio Jc! Grappa: la val le Reauri Altopì:1110 Ji Asiago: C hicst·tla degli Alp ini a Saccll.o - Ossario
La tomba Ji C esare B:itti sti presso Trento Il tenente colou11dln \1e nin i L:.i b:ntagli:i di Ad 11:r . Il capitano l'ietro C ella
73 74
G li A lpini ad Adu:1 L a morte dd te nente colonnello Mcnìni ad AJua
77 So
li campo di battag lia di Adu:1
82
D crna Il battaglione Alpini " ìvlonJod " sul Mcrgheb I comhattimenii intorno a Dcrna c;Ii Alpini nell'oasi di Zuara
89
La ridotta (<Lombardia ,,
91
94 ~
Un Alpino a .Uerna Ai Caduti del 5° reggimento Alpini presso Dern;-1 Il generale Ca ntore Ai Caduti dell'8" reggimento Alpini L:tvori stradali Monumento al generale Cantore :1 Cortina Artiglieri da montagna in Libia Confluenza dell ' uadi Dernina nell'uadi Dcrna L'imbarco delle truppe a Napoli Gli Alpini all'attacco dell'Amba Aradam Paesaggio etiopico Gli Alpini sull'Amba Aradam . li passo di Alagi . Monti e ,1ra<le in Africa Orientale Gli Alpini in Africa Orientale Amba Pellegrino e A mba Uork JI battaglione Alpini r< Uork ,\mba .. Sicomoro dell 'Africa Orientale . C ippo in mi.;moria del tencmc Rcatto . Panorama del lago r\scia nghi Mai Ccu G li Alpini nella battaglia di Mai Ceu: :;chieramento ini;,.iale nel ,et· tore Mccan Lo schieramento inì:1.iak nel settore Bohod - Dchri L:t difesa dei passi ìvkcan Gli Alpini nella battaglia di :\fai Ceu : colllraltacchi contro Ras Ghetacciò G li Alpini a Mai Ccu Il lago Ascianghi . Ves~it: vista dall'acre~
i.,6 110 I 17 119 130
133 136 139 145 146 148 150 151 153 156 159 161 16., 165 1(19
17c
172 174 175 177 18c 18.~ 184
La marcia su Addis Abeba
185
La difficile co,truziont: delle ,t.rade
187
Ambe etiopiche
XXIV maggio 1915: gli Alpini ohrepa~s:ino il confine Monte Cengio Escursioni :ilpi n(': monte Solcato (m. ifo ,) Escursioni a lpine sul Gran Zchrù La zona <lei. monte Nero Il generale Donato F.tna 49.
2u7 2)()
J.'ag.
La conquista dd mo nte Nero: di slocazio ne delle fo rze;: cuntrnpposte
2 19
L:i conq uista di m o nte N e o: il terren o <li attacco
221
Monte Nero
222
I! monte Nero ,·isto da Drocnka
225
.L.'auan :o al monte Nero Alpino Ji ,,eden a sul m onte N t·ro 11 gener;1le Ca<lorna in visita :,i re.parti Alpin i
228
Come a rnhc comb:u1e,·;11w g li A lpini
237
230
234
Monte Ro<so
2j!>
li mon te: Nero cd i no stri baracc:uncn ti sul \' rata
240
Il C ukla e. I il Humho n
243
.\l pini sciatori sul T un:1k '.\fo nte (;rap pa: caserm a Milano e r ifugio Bassano La tomba di Cesa re Battisti sul d osso di Tre n to
245 247
li 11iollle Cristallo Monumento al ge nerale Cantore L "A lpe <li Travcnam.cs ed il C:1s1dkno T1 ( ~r:rndc Lagazuo1 I! S;isso <li Stria, il Lag:izuoi e b. cmu F:1lz:1ffgn Il PICcolo L agazuoi con b Cengia l\brtini
254
Il passo della Semin dla L , / , 0 11, , Jd passo dclb Senti nella. (Sch i'li'o ddla m edagl ia d ·oro T en. Colonnc·llo Italo Lundli) ,\ ppo;tamcnti :rnstri,1cì ~ul Lag azuni
267
Forcella m l dei Bois . P osiz io ni italiane sul col dei Bois: il C astelletto
276 279
Montc Corno B:i raccamcnti austr.ìac i sul Gr3 ndc Lagazuoi Il P iccolo Lagaz uo i ..:c, n la Ce ng ia ]\fortini dopo lo ~coppio delle m in e Il Castelletto: imhocco ddb galleria 3));i m tn:i
282 285
G li Alpini su l P:il Piw ,lo .
2fJ2
2 50
256 259 :z61 263 265
270 274
286 289
G li Al pini ai la,·ori sn ad.ili sulla neve U na d ifficile sca lata U n plotone del battaglio ne « D ronero" al o;1s,o di Valle d 'Infe rno
299
11 caporal maggiore A n tonio Vico
30:z
Va lle di Tr:iioi
307
Pa sso G ar ibaldi
310
i\ lp ini sciatori sul ghìacci:ii o t.lcll ' Adamell o Puma e passo d i Larcs. P.isso e Corno tli C avcnto
312
315
l'ag .
La Konig Spitze Il Co:no dei Tre Signori La vedretta della Lobbia
li ghiacciaio dell'Adamello
321
Gli Alpini a quota 3392 dd Cristallo La Marmolada Osservatorio sul Crist:1!10 Rifugio di neve in alta montagna Il gruppo dcll'Ortle•: dal pizzo Garib:ildi Il passo ddl'Ortler Panorama della vetta dell\)rtlcr Gli Alpini a quota 3720 Jel Vorgipfd dcll'Ortlcr (inverno r916) Passo e monte Cevedalc Baracche sul T resero H San Matteo Punta Pe<lrazzini (m. 3596) e pizzo Tn:sero (m. 3(io2) La vedretta del Doscgù Prigionieri catturati sul San Matteo r.~ J;-ipidc sul San M:mco Il passo Buolc La zona ciel passo di Buolc Panorama della crocetta di Gallio Il Cauriol in fondo a val di Fassa La cima del Pasubio . TI Dente del Pasubio T prigionieri catturati dagli Alpini Accampamento di' Alpini in alta montagna La Messa al campo al Filon dc:! Mot . L'Ortigara JA1 battaglia dell'Onigara . .La situazione ini:r.ialc L'attacco italiano del l'./ l;Ìug110 Il contrattacco au striaco del 25 giug no Una mitragliatrice sull'Ortigara Prigionieri austriaci catturati sull'Ortigara cd al p;1sso ddl'Ag nella Monte Onigara, Calvario degli Alpini Pattuglia di Alpini Ricoveri italiani sul Col di Bois Lo scavo dì una trincea a 3000 m etri Al passo dei Volontari
;H1 ~82
,s6
l'ag.
Trasporto di materiale sul ghia((iaio
400
Ri.:o,·cri nclb rw,·c
402
L";1hopiano Jella Bain sizza
409
La bauagli:1 della Bainsizza; il terreno Bassano ciel Grappa; rnonumc nto ;il man:,ò;rllo ( ;i;1rdino L:r Madonnina ciel C;rappa
415
.:\fonte Grappa: O.,sario
424
419
422
Monte Perti<a
426
Crest;i Monticdli
429
Il rnassi.:cio del 111< 111lt' ( ;r ;t ppa
431
Mont e :\s,,lo11r
435
Morrlc c;,"I'!'•" ()"·" io
436
·rrirKCC ,li llC\'t: al fl:l\S(J ,ldJ';\hk,
438
V11 traino dì crn i ,ul ,.;h iaccia iù
44r
Trincee e cammi11a111cnti a ,nome Pia l'.l
445
L1 Tr:1foier Fisw:rnd dalla Thurwicscr
450
Una ,·ia ,·crso k posiz io111 più a ltl' :\siagu: S::ta;rrro miliL1rc
455
,vlontc ln11·rrot.to .
462
458
(;li :\lp i11i al iruntc tKcillcnuk
469
(ìli Alpini sul front è <•ù'idrnrnlc :\ I di I~ c!d cr>!1linc S.:('!1 h Fr:rncra I.a hatta_glia ddlt- Alpi Oetidcnwh: Lt: opt:1·az1011i della Ui,·i, ionc
472 <175 «
Tri -
d cnn:1a "
478
La battagli,, dd k Alpi Orcidcm,1li: Le ùpaaziuni ddb lJi,·i, iom: " Tau rincnsc "
481
La battagl i:, ddlc Alpi Occidcm:ili: Le operazioni del Cruppo " Valle e dd Raggruppamento ,. Lcva,uw" Gli A lpin i in territorio francese A lpini in m;irc i:r
Ì11
Crecia
H
482 484 489
C o lo nna di r ifnrn Ì111<·111i
494
11 colo nnello G aetano Taurni
497
,c\lpini cd Artiglieri da
1110111;1,~na
in Grt:cia
500
Il n ,lonndlo Rndolfo P,aro
505
La diilicilc: marc ia delle salmerie ,u1 ,cntìni allagat i
509
P;muglic di A l!,ini in (;recia .
l'attuglia di Alpini sciatori al fronte: pn-ro
Le gole di Tc;:drni Fortihc:izioni :iJ Okri&i
La situazione in Russia nel dicembre 194r Le due battaglie del Don
l reticolati russi sotto la neve Gli. Alpini al fronte russo, fra le ne vi Onori ai Caduti sul fronte russo li generale G iulio Martinat Gli Alpini ciel battaglione ,, Uork Amba,. e il loro Coman<lantt:
Le o peraz ioni del battaglione « Uork Amba >• Il terreno intorno a C heren L 'Amba Uork e la quoca 1616, nella g uerra italo - et iopica ( 1935 - 1936) Salmerie alpine al fronte. francese Le caraueristiche del terreno in Etiopia Alpini sciatori al fron te g reco
52M 531 534 5.~9 543 548 552 557 561 56'; 572-
577 582
Alpini sciatori Monte Marrone (sulla destra mo nte Castel nuorn) Il battaglione ,, Piemonce » a monte Marrone . I superstiti del battaglione 11 Piemonte,. sfilano d ava nti al \ilin istro della Guerra .
58; 588
Il Medagliert: degli Alpini :il Convegno n:izionalt: Ji Rnm:.1 Monte C imo nc La ca ttu ra di Cesare Battisti a monte Corno L'occhio della P ria F orà Al pini aJ lavoro sull 'altopiano di A siago· . Baraccamenti deg li Alpini in Cadore Il C:1mpanile R:isso (Dolomiti d i Bn:nta) Alpini al lavoro in Cadore Al fronte rus~o Alpini al lavo ro sugli ahipia11 i Una nostra sentinella sulle Tofane Montt: Sa~~o Stri:i
5'H 5Cj8
Le T ofane
li passo di Falzarego
635 637
Esercita zioni sui ghiacci:ii Alpino che consuma il rancio
640 643
I-1 valle del F ella Costruzione d i trincee sull'alcopiano dei Sette C omuni
646 650
591
593
6o1 004 608
6J 1 6 13 616 620
623 6:26 632
La sede della Scuola Milita re di Alpinismo (Castello "Generale CanlOre 11 in A osta) All:t Scuola Mili tare A lpina di Aosta
659 f,t,s
Il pas5o del Tonale Es~rcizi in cordata Paesaggio africano li terreno in Afrio Orienwk Il Dos <li Trento . Il trasporto del materiale per l'Acropoli degli ,\!pini Particolare della tomba di Cesare Hattisti La strada della Verruca in costruzione Il gencr:llt' (;iuseppt Pcrrncc hcni Cli Alpini costrnis.:ono la strada dell.i Vt"r !" uca
67 r 679
686 ()()6 {Xf_) 702
708
ERRATA CORRIGE Nel volume dedicato ai Bcr.;aglieri, poichè, al momento della stampa del volume, 1:on tutte le ricompense al valore conferite al 3° reggimento Bersaglieri erano state decise, si prega <li completare l' ultimo periodo <lcll:i pagina 436 nel modo seguente: " .. . in Africa Orientale; di una seconda medaglia d'oro conferita .11 reggimento pt:r il cido operativo in Russia dell'estate 1941 - inverno 1941-,12 · primavera 1942; di una rerza medaglia d'oro conferita al reggimento per il ciclo operati\'o ddl'estate 1942 in Russia; di un;1 quarta medaglia d 'argento conferita al battagliore Bers:1glieri C.oito (XVIII) per la campagna di libera zionc in Italia 1943 · 1945 "; - a pag, 439, inv1.:cc di LI battaglione Coito, s1 legga Goito (XVlll) » .
<i
battaglione
Per quanto riguarda il volume dedicato agli Alpini: a pag. 487 il 1" c;ruppo Alpini «Valle ,,, durante la guerra contro la Grecia , \"enne 1.:0111,rndalu dal colon11dlo Enrico Pizzi e non già dal colonnello Pczzana;
- a pag. 524, riparando ad una in\"olontaria om1ss1one, ricònliamo che alle oper::tzioni contro i ribell i in Jugoslavia, s,·olre dal 15 luglio 1941 al mag gio del r942, parteciparono la Di"isionc alpina ,, Pustcria ", il 1° e<l il 2" Gruppo alpini " Valle )> , sùstenendo, in <lifficili condizioni di tempo e <li luogo, ::u:ca niti combattimenti, suhcrdo gravi perdi te e dando prova di alto sentimento del dovere e di grande ,·alore. Nel combattimento svoltosi nella n:ltte di Natale del HJ41 a Gauc ici (Ru<lo), il capitano Contro cd il tenente Riz zaca sa dell:i 279" compagni:i <lei batt:iglione •• Val Natisone » caddero mm li:mendo eroicamente cd ;illa memoria tli c11 trainb1 venne conferita la medaglia d 'oro al \':\lor militare.
Errata corrige originariamente pubblicato in calce al volume X "I.e fanterie nella Seconda guerra mondiale".