STORIA DELLE FANTERIE ITALIANE VOL VII

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::itoriu delle fanterie italiane Volume Vll. I Granatieri di Sankgna Edoordo Scala F.diJ.ione speciale

Ri8tùm1,a anastatica dell'edizione del 1950-1956

In collubomzio necon Ufl11·io Storìn> dello Stato Maggiore dell'Esercito @) :m:lO OifC!IS Servizi S.p.A., Roma S111lplcmento al numero odierno de il Giornale. Diruttore llesponsabile: Alessandro Sallusti Rt.11, Trib. Milano n. 215 del 29.05.1982 Tutti i diritti ri,ervati lvù o8801tu dall't.-ditore

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STATO MAGGI ORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

EDOARDO SCALA

STORIA DELLE

FANTERIE ITALIANE VOLUME VII

I GRANATIERI DI SARDEGNA

*

ESERCITO IL GIORNAL[ • BIBLIOHCA STORICA



PREFAZIONE

/1 generale Scala, proseguendo nella sua nobile fatica, intrapresa con ardore giovanile, inizia con questo volume la collana storica che si riferisce alle «specialità » della Fanteria italiana. La precedenza, in questa esposizione storica, spetta di diritto ai Granatifri di Sardef{na, non soltanto perchè essi costituiscono la più antica nostra Fanteria; · ma più ancora per l'alto contributo di sangue da essi dato in tutte le guerre alle quali hanno partecipato. Le gloriose vicende dei Granatieri sono intimamente cont1esse con la storia della nostra Patria, attraverso i lunghi anni della sua formazione unitaria, e_ segnano le lappe, non sempre fortunate, del suo fatale divenire di grande nazione. Sono lieto di poter presentare al pubblico italiano questa nuova, generosa fatica del generale Scala e sono certo che questo interessante volume riuscirà gradito a quanti hanno avuto l'onore di militare nei ranf!hi dei re.![gimenti Granatieri ed a tutti i Fanti di ogni grado e di ogni specialità, perchè dalla rievocazione dei fulf!idi eroismi dei Granatieri di Sardegna possano trarre motivo di esempio e di emulazione per mantenere sempre alte le f!loriose Bandine dei nostri regf!ùnenti.


VI

E sono sicuro, a1tc!ze, che questa vibrante rievocazione.

storica interesserà indistùztanumte tutti gli Italiani per la simpatia clzc nutrono per i l'f'![f[Ìlllenti dagli alamari d'argento e perchè, dalla conoscmza delle gloriose gesta dei Granatieri, potranno meglio valutare quante ansie, quanto duro /ai,oro e quanto sacnfizio di smzf!ue siano stati necessarr· per realizzart /'1111ità <' l'indipendenza della Patria. Roma, 19 gn111aio 195-/. IL GENERALE 1)1 l)IVISIONE ISPETTORE DELL' ARMA DI FANTERIA

Oio11a1111i Cassino


PREMESSA

Nei primi cirn1ue volumi di quest'opera abbiamo riassunto le ,·icende organiche e le gloriose gesta della nostra Fanteria, dai tempi di Roma alla fine della prima guerra mondiale, con particolare .rig uardo a guelfa, più numerosa. detta di linea. Reputiamo ora opportuno iniziare la storia delle Fanterie scelte o speciali e dedicare questo VI volume a quelle che furono le prime a venire costituite e cioè ai Granatieri di Sardegna , che tanta gloria conseguirono in tutte le .t g uerre e su tutti i campi di battaglia, dalla loro costituzione alb seconda guerra mondiale. ,, Istituiti da Carlo Emanuele II di Savoia nel 16:59 col nome di Guardie e chiamati poi con ~1uello attuale, i Granatieri formaron(>, nel 1816, la brigata Granatieri Guardie e pit1 tardi quella di Granatieri di Sardegna. Essi costituiscono la più antica delle nostre Fanterie scelte. Con 3 croci di Cavaliere dell'OrStrmma amidico dine Militare cli Savoia, conferite ridei Granatieri. spettivamente alle bandiere dei tre rcvoimenli e ben· -~)1 a"li d'oro al valor mibo · o ufficiali·• con 4 medaulie t> litare collettive, delle quali due al 1" reggimento, una al 2" ed una al 3°; con 26 medag lie d'oro dedicate, fino al 1918, alla memoria dei Granatieri caduti e con altre 26 concesse a viventi, le vecchie Guardie e gli. attuali Granatieri di Sardeg na, che in ogni guerra offriremo alla Patria il maggior sacrifìz io di sangue, potero no e possono considerarsi come l'aristocrazia dei nostri Fanti. Il compianto generale Domenico Guerrini, scrivendo la Storia della gloriosa brigata (poi Divisione) fino alla conquista dell'Eritrea.


vm dimostrò come queste truppe :lves~ero partccipato, insieme ai più ;intichi reggimenti dì Fanteria dì linea, a tutte le guerre, attraverso le quali j Duchi cd i Re s;1baudi ini ziarono la loro missione storica e contribuirono quindi, fra le vive passioni ed i diversi partiti dd Risorgimento. ad dfeuuan: il non fa cile compito di liberare e dj unificare l'Italia. Nei fasti gloriosi dei Granatieri di Sardegna figurano, infatti, 2 0 cam pag ne di guerra: d:il combattimento Jcll'Angrogna del 1663, che fu il primo al quale partn:ìpò il reggimento delle Guardie, alle operazioni svolte nella regione di Og ulin (C roazia), durante il secondo conflitto mondiale TI reggimento delle Guard it.: combattè in tutte le g uerre dei secoli X VI I e X V 111 : contro i Valdesi, contro Genova e specialmente rontro l:i Fr;11ll·ia. I .; 1 hrigat;1 G uardie, poi_ Granatieri di Sardegna, partccip<\ con lo ~l t'.~so valo re, alk guerrt.: del nostro Risorgimt:nto, alle con, 1u i.\ te w lo niali ; nonchè alle più memorabili battaglie della prima guerra mondialt: e ad alcune ddb ~t:conda. Se. in t:in tc e çosì di\'erse guerre, non sempre l;i vi tto ria arri se :1i Cr:111:11ieri, essi seppero serbarsi fedeli alle più nobili tradizioni :rncht· qu:1ndo b. fo rtuna non \'Olle prerni:.uc il loro Yalorc sul campo di battaglia. Così, dopo la sconfitta della Marsaglia ( r693), essi vennero ammirati dallo stesso generale francese Catinat, che dm·ette riconOsl.'. ere ,, rn mt: il reggimento Guardie di S. A.. avesse combattuto con ammirevole tt:nacia i• , 11 30 maggio r848, a Goito, Vittorio Emanuele, allora Duca di Savoia , in un momento in cui le sort i della battaglia stavano per volgere in favore deg li Austriaci, chiese l'intervento dei Gra natieri col g rido: ,, A me le Guardie, per l'onore di Casa Savoia! ,.. Tale appello, lanciat(l dal Principe nd niomento più decisivo ddla battaglia, costituì il motto araldico assegnato ai Granatieri di Sardegna. Nello ~tesso anno 1848, a Custoza, il gennalc .M oroz:w della Rocca poteva dclìnire i Granatieri " insuperabili nel contend ere palmo a palmo il terreno al nemico P , come essi si dimostrarono anche durante le altre guerre per il nostro Risorgimento, nelle co 111..1 uiste coloniali, nella prima e nella seconda guerra mondiale . . M;1 , come vedremo, le Cuardie cd i Granatieri di Sardegna non furono amm irati perfino dallo stesso n emico soltanto nelle tenaci re~1s1enzc; ma anche, e pit1 ancora, nell'impeto dei .loro attacchi viuoriosi.


IX Tali prove di valore, dovute ad uomini diversi ed in rempi diffe renti, dimostrano ancora una volta quanto sia efficace e benefico l' influsso delle energie spirituali che deri~ano dalla tradizione: tradizione c h e i Granatieri di Sardegna osservarono sempre e dovunlJUC: all'Angrogna ed a Torino, all'Assictta ed a Goito, a Custoza e ad Ain - Zara, a Monfalcone ed al Cengio, sul Carso e sul Piave, ad Amba Uorc e sul Trebescines. Ma. dove i Granatieri più si distinsero, gareggiando in eroico valore coi Fanti dei più gloriosi reggimenti, fu nella conquista dei sacri confini della Patria, durante il primo conflitto mondiale, combattendo sull'Isonzo e sul Piave, sulle Alpi e sul Carso, ndle luminose giorna te della vittoria, come in quelle, tristi e dolorose, della sco nfitta. Ed infatti, nel distribuire, il 5 agosto 1917, le medaglie al valore ad al.cuni militari della brigata riuniti in armi, bene a ragione il Duca cl' Aosta, comandante la . .f Armata, diceva ai Granatieri: (( Da tre secoli, dove piì1 acceso fu il bagliore delle armi, dove più ardua fu la lotta e maggiore il pericolo, ivi fiammeggiarono i vostri belli alamari che nd rosso vivo dello sfondo sono segnacolo di vittoria. nel bianco dell'arQento affermazione di fedeltà: alamari così g-iustamcnte cari a tutti . voi, pcrchè simbolo della tradizione glorio'.~a che racchiude tutt:.t la vostra forza e conosce il vostro valore!. .. Sulle vostre bandiere stanno i ricordi di 20 guerre eroic:nnente combattute e splende una storia ininterrotta di abnegazione e di onore! » . Appunto durante la guerra 19 15- 1918, dopo aver passato con le prime truppe, l'antico confine, i Granatieri, nel giugno 1915, si distinsero nell'attacco delle posizioni nemiche di Selz, e nel luglio agosto in lJUCllo delle quote 121 ed 85 dinanzi a Monfalcone. Nell'autunno occuparono Oslavia, respingendo, con tenacia incrollabile, gli attacchi austriaci e perseverando nella resistenza tutto l'inverno. Dal 29 maggio al 3 giugno 1916 i Granatieri combatterono ;i Cesuna, a Magnabmchi. sul monte Cen gio, sul (!u:ilc è rimasto un monumento imperituro del loro valore nella roccia detta ora ·· il salto dei Granatieri » , dalla quale i superstiti del battaglione Morozzo della Rocca, consumate le ultime cartucce cd impiegate le baionette in terribili corpo a corpo, si lanciarono nell'abisso, ancora avvinghiati ai. nemici; mentre i rnperstiti del battaglione Bign:uni spa ra vano gli ultimi colpì :1 Cesuna, fasciando il nemico perplesso ed am mirato della loro tenacia.


NdL:1gosto 19 16 i Cr:matieri erano ~ul S. Michele, da dove riuscirono a respingere il nemico fino al Veliki Hribach e al Pecìnka, per conquistare, nel settembre, l'a ltura di S. Grado, catturandovi 8 00 prigionieri. Nel 191 7 parteciparo no alk nostre offensive sul Carso, conquist:indo nel maggio le quote 215 e 2 19 Ji Selo e spingendosi nell 'agosto oltre Sdo, sino alLi linc:1 delle mitragliatrici avversarie, a malyT,ldo del le gra,·issime pe rdite, ammontanti a 1.518 uomini, fra cui 50 uftìciali. · D csti11:1t a a pr<,1t:ggcrc il ripiegamento dell'Armata invitta al Tag lia mento ccl :il Pi:1\'c, la brigat;1 G ranatieri, lottando conrro l' imhaldan7il o Ì11\':1so n: e ~ubrndo, sul Torre, al Tagliamento, alla Li ,·c11 1.•t • •ti Pi:m:, gr:I\ i~~imc perdite - tra le quali quella del comandante il 1 regg i1m:11to, colonnello Spinucci, decorato di medaglia d 'oro :dl:i 111e111oria -- rimaneva decimata; ma :1ncora unita , compati a. o r.l in:11:1, in modo da destare, coi suoi superstiti, l'ammirazi,mc di tu11 i gli :iltri reparti. ì\ c.: I , 110 ordine dtl giorno d el 4 novembre 191 7, il rn mandantc: il \ Ili ( ·1 ,r1H1 d'A rmala così pntevai iniatti. esprimersi: . Ieri ho n :duto passare !;i brigata Granatie ri ed in tale ordine e cP n ta le t·inezza mil itare, che il m io cuore Ji lt:1liano ha esultato c.: rn i ~u11 1k110 : /inchi: l'Italia ha di la/i soldati, il nemirn non potrcì :,ridare t'tlloria 1 ,, . u Cr:n issimc pu d ite il 1' ' reggimento riportc> ancor:i n~novembre : m :1 la i,rigata , appena riordinata , combattè nuovamente a Zenson di Pi ave nello stesso nMcmbre ed a C apo Silc: nel gennaio 1918. R imasti in riserva durante la grande battaglia del giugno. i Gra11.1tieri combatterono strenuame n te dal 1" al -6 luglio · pc:r la riconlJUist..f del Piave Nuovo, ~ubendo altre perdite ingenti e dimostrando tanto valore, che il compianto generale Al fieri, comandante il XXVI Corpo d' Armata, dedica va all'eroismo dei Granalieri il \'ihrante mdi ne dd giorno 7 luglio : ,, Le vostre b:1ndiere si lacerano : ma non piegano. Il ferro ed il fuoco infuriano sulle insegne dei vostri reg~ imcnti, i ,·en1 i e le procelle scolorano il dra ppo glorioso e pur lo n:ndo no p it1 bello e più luminoso 1 Into rno alla freccia che lo sornw nta e che non conobbe mai altra via che quella che guarda al 11rn1ico, !"azzurro dei nastri , i lucidi metalli dcli.e ricompense intrecci:1110 e ca nl;ino l' inno delle cento vittorie. ·• ()ualc storia di onorate ed eroiche milizie ha più pagine d 'oro dell a vo ~I r:i ) Dall e albe del '48 fino al meriggio radioso di ieri sui


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Piave; da Monfalcone agli altipiani, ovunque si eresse la vostra maschia figura, le barbare orde nemiche furono fugate. Degni dell'Isola dei Forti, che vi dà il nome ; degni d'Italia! ». Il 30 ottobre, infine, i Granatieri varcarono il Piave e parteciparono all'ultima battaglia cd alla decisiva vittoria, cosl che, nel momento del!' armistizio, essi avevano già raggiunto S. Giorgio di Nogaro. Il nemico considerò la brigata Granatieri come brigata di assalto: ma, a dimostrarne il valore, più di qualsiasi. testimonianza, basta la eloquenza delle cifre seguenti, sulle perdite subìte e sulle ricompense meritate dai due primi reggimenti. Le perdite furono fra le più g ravi di quelle subìte dalle brigate di Fanteria ed ammontarono, complessivamente, per i due reggimenti, a 272 ufficiali e a 6.929 caduti sul campo dell'onore; nonchè a 227 ufficiali ed a r3.258 uomini di truppa feriti. Per quanto riguarda le ricompense, oltre a 2 medaglie, una d'oro ed una di argento, conferite alle bandiere dei due reggimenti, ai Granatieri toccarono 7 croci dell'Ordine Militare di Savoia, 12 medaglie d'oro, 634 <li argento, 687 di bronzo, 239 croci di g uerra al valore. A così fulgidi :1llori, dopo il 19r8, i Gran:itieri di S:irdegna ~eppcro aggiungerne altri durante la g uerra italo -etiopica, la guerra di Spagna ed il secondo conflitto mondiale. La brigata, trasformata in Divisione, comhattè, infatti, onorevolmente in Slovenia ed in Croazia; me ntre il ·.( reggimento, distaccato solo temporaneamente dal .rrande ceppo, lottç) oltre il Kalamas, sul Mazures, sul Kurvdesch, al di là del Trebescines; si dimostrò, nel teatro di guerra albanese, ben degno dei due grandi fratelli; e mentre altri mi.nori reparti, nelle gelide steppe della Russia, sulle ardenti sabbie del deserto libico e sugli aridi m onti della Tunisia, concorsero ad affermare che i Granatieri , pochi o m olti che sieno, sanno sempre tenere ben alto il nome e l'onore d'Italia .

Consa pevoli del contributo, sempre efficacissimo e prezioso, offerto dai Granatieri di Sardegna alle gloriose tradizioni del nostro Esercito, noi dedichiamo appunto ai Granatieri questo volume della " Storia delle Fanterie italiane " · Esso è i.I primo dei quattro da noi dedicati alle Fanteri.e scelte e speciali (Granatieri, Bersaglieri, Alpini, Volontari di guerra) ed è stato compilato, facendo tesoro delle pre-


cedenti pubblicazioni sullo stesso :1rgomcnto dd generale Gucrrini, del ge ne ral e Bignami e del compianto generale Nicolò Giacchi, il (1uale. nell'offrirci la su;1 preziosa collaborazione, unì la sua sicura com petenza di storico ai sempre fresc hi entw.iasmi di vecchio Granatie re di Sardegna. Egli amava, infatti, tìrmarsi - come ricordava il generale Marras, Capo di Stato Maggiore del l'Ese rc ito. in occasione della di Lui morte. ane nuta in Roma il 7 novembre 1948 - ,. Gr:rnatiere Nicolò Giacchi " · .. Era una for m a di l'ie n:z:1.a sotto un 'a ppare nte veste di modestia, chè Egli, nclb lJU:ilifìc1 di se mplice ( ; ra n a tiere, compendiava i suoi tito li nobiliari cd i ~uo i gradi militari, le sue tante ferite e le sue molte

dccor:1zio11 i .il \"alorl". " <)11:tlw no di sse di Lui ch e er;1 stato l'ultimo generale ddl 'cpopc:1 napoleo ni ca cd , in n.:alt1, la nobiltà dell 'aspetto fisico , il comrno\'C llt c an:1rcamcnt o alle isti tu zioni, sotto le quali c.ra nato cd era vissuto. Li f rcschezza dell'entusiasmo lo foce\:ano apparire come un a tig11r:1 c1 ·altri tempi. , rh n:1 valorosamente combattuto in Lihia -· continua il Marr:" - .-, ~in d :1ll"ini:1io dd mnflitto, :wev:1 partecip;Ho al l:i g u rrra cunrru L \u st ria - U ngheria, combattendo a Selz e a Monfalcone, a Zago ra cd :1 Scio , sul Piave cd :1 Vittorio Veneto; due volte ferito, mn prc ritornò in linea appena ri st:1hilito. Con l:-1 trascinante virtù delrcsempio c con la parola calda e facile, spesso alata, se mpre intona ta ;ilrudi tor io, lu un educatore nel più a mpio senso dell a parola dei ~uoi Granatieri e Jei goliardi dell'Ateneo romano. Con uno stik incu nfon di hilmentc pcnonalc fu un fecondo scrittore di cose milita ri ; per sette anni diresse l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dcll'Escrci10, lasciandovi vasta orma della sua compete nza e della sua pas~ionc; po i era ritornato al Comando di truppe, dando prova d i come m ir:i hilmente si fondessero in Lui le qu:.ilità dello studioso e delr unrn,J di azio ne •. . E noi, che lo ri.:ordi amo ancora e ch e lo ricorderemo sempre co n , rn1i to affetto e con profonda ammirazio ne, reputiamo dove.roso ri(urdarlo in (1ucsta prem essa al. volume sui suoi Gran atieri; vo lume, :ili:. compilaz ione del quale Egli volle efficacemente contribuire con la iucc del mo ingeg no e col fervido e ntusiasmo del suo cuore dì , crdiio so ldato . Er>0A1rno Sc.-,1.A


PARTE PRIMA

L'EVOLUZIONE ORGANICA DEI GRANATIERI E LE LORO GESTA NEI SECOLI XVII, XVIII E XIX



I.

IL REGGIMENTO GUARDIE

I Principi sabaudi, oltre alla capacità politica, che ad essi permise di superare le molte e gravi crisi della loro storia, ebbero, quasi tutti, anche quella guerriera; e furono, non soltanto valorosi nel guidare k proprie truppe sul campo di battaglia; ma anche abilissimi nell'organizzarle. Se Emanuele Filiberto, restauratore delle fortune sabaude, fu per eccellenza il rinnovatore della sua Casa e promosse quelle riforme militari, che dovevano rendere il Piemonte capace di difendersi, non è men vero che, a cento anni di distanza, Carlo Emanuele II seppe magnificamente adattarsi alle esigenze elci tempi. I principi organici essenziali riel vincitore cli S. Qnintino furono : il divieto ai propri sudditi di servire stranieri e l'obbligo di servire con le anni il proprio Paese. Come abbiamo già detto nel Il volume di quest'opera, dalla sua riforma deri\'<) la F anteria organizzata nell'ambito della rispettiva provincia; come con Carlo Emanuele I sorse la Fanteria atta a guerreggiare, dove le circostanze lo avessero richiesto. Da ciò l'origine delle Fanterie nazionali e la successiva distinzione in Fanteria di ordinanza, avente carattere permanente, ed in quella provinciale, da chiamarsi solamente in tempo di guerra; concetto chiaramente enunciato dal Duca Carlo Emanuele II e riportato nella Storia del suo Regno, scritta dal Claretta, Ht dove il Principe così si esprimeva: <1 ••• per metterci in stato di far bene la guerra, in caso che ritornasse, fare la riforma delle truppe, conservando in pace solo il necessario per farmi obbedire dalli sudditi e per la conservazione delle piaze ,, ( J ). Alla pace che, nel r659, poneva fine alla lunga guerra tra Francia e Spagna, nella quale era stato travolto il Piemonte, Jo stesso Carlo Emanuele 11 , nel congedare le milizie, traeva da esse i m igliori elementi per passarli nei reggimenti di ordinanza. ( 1) Piazze forti.


Così, in <..JUcl tempo, e precisamente il 18 aprile 1659, sorse il rcggimenro <kllc Guardie, dal <1ualc poi provcnirono i Granatieri di Sardegna.

Le Guardie. Un documen10 dell'arc hivio ducale del 15 febbraio 1657 si presta ad uno sr-t1dio or~a nico. relativo alla costituzio ne del reggimento delle Cu:1rdic, eh<: :1vn.:hbc dovuto avere prima Li forza di 600 uomini, raggr upp:iti in ro com pag nil\ <.: poi tiuella di r.200 uomini, di\'isi in 12 crnnp:1g111c. Un altro documento del 22 ottobre 1658 stabili \'a l:t cmti tuz ion c delh prima comp;ignia del futuro reggimento ddlc C uardie, che fu com:rndata da F rancesco Giuseppe di Villecardct, ~ignor<: di Flrnry e marchese di Trivero Mortigliengo. L "ordi ne di costituzione del reggimento del le Guardie ve nne pcn'i prulllulgaro soltanto il 18 aprile 1659 al Veedore ed al Conta ,lorc Generale (ri~pett.i vamcnte Ispettore ed Amministratore gener:1k delle truppe). Esso, che rappresenta l'atto di nasc ita del reggirnrnto Cuardie, presni veva: •< Vogliamo che sia fatta la levata alli .:.1pi tani del nostro reggimento di Guardia per li soldati, che devono fare e ciò a proponione ddla paga stabilitali. Onde ui diciamo dì spedirli le nostre liuranzc per detta levata a ragione di ]iure B per cadun soldato e per fanti mill e uemi noue sotunente, li llual i, con li fanti centosettanta uno che si trouano in e5sere nelle cint!lle compag nie di Marroles l ' Bl anc Rocher che entrano nel sudetto regg imento di G uardia, fanno li mille dugcnto da noi stabiliti in dodeci compagnie. Tanto essequitc e Dio nostro Sig nore ui conservi •) . Con Patenti eman ate il 23 aprile 1659, cim1ue giorni dopo il Decreto di costituzione, vennero nominati i capitani del reggimento dd le G ua rdie e precisamente: il sig nor Enrico di Blanc R ochcr, il sig nor di (~r;1mmaimn, il conte Lorenzo Giacinto de Vibò, il signor G iovanni di Thomassin, il conte Vittorio Amedeo Mandredo di Lu\erna , marchese di Angrogna, il signor k romi no della Haye, barone della Guil101iére, il co nle Giovanni Raffaello di Sanfront, il signor Ruggero Rovere dei conti di Luserna e di Campìglionc, il signor :\nto nio Nemo della Fortuna, il signor Umberto Giuseppe di Pou~ ny di Monthoux di Romany. Quattro m esi dopo venne nominato primo aiutante il signor Giovanni Dauriò; si procedette alla nomin ~, di ~ei luogotenenti e del-


5 l'alfiere e venne quindi chiamato a comandare il reggime nto il signor di Marroles (1 ). · In quanto al rango ed all' anzia nità elci vari reggim cntì di ordinanza, che in (]Uell'epoca vennero costituiti, quello delle Guardie fu il primo e quindi ad esso competeva. negl i sd1icramenti e negli ammassamenti di guerra, la destra ddla linea o la testa della colonna (2).

L'ordì!le per la lt:vt1la del reggimento Guardie.

In quanto ai Quadri del reggimento G uardie, successivi decreti ducali stabilivano che . . . << li capitani del reggimento di Guardie commanderanno li luogotenenti colonnel li che no n baurranno ren (rane (1) La nomina del Signor di Marroles a maestro di campn del reggimento delle Guardie porta la data del settemhre 1659. .'\ lui venne assegnato l'annuo Hipendio d i 5250 lire di argento. (2) Per semplice coincidenza, all 'iniz io della nostra guerra contro l'Austria, dur:inle il primo conflitto mondi::ile, ncll '::inno 1915, la brigata Granatieri di Sardegna si trovava all'estrema d estra di lutto il nostro sd1ieramc11to, che dal mare Adriatico, lungo l'antka frontiera. andava ad appoggiarsi al confine 5VIZ7.ero.

2.


6

go) e paga di colonndli. C he li luogotenenti J el reggimento di Guardi:1 obbediranno a tutti li capitani di ordinanza della nostra lnfan tcria. Che li alfieri nel eletto reggimento comma11dar:111110 a rutti li luogotenenti (kll'J nfontcria sudetta "· Tale disposizione era do\'11la al fat10 d1c allora non si tollerava che un ufficiale potesse :ivcrc autorit:1 sopra 11n inferiore investito di un comando per din:tta co111mi~siom: dd Principe, il che avveniva appunto solo nei ~r:1di di colo1111dlo e di capitano. Giova inoltre tena presente che i n:ggimcnti d·ordin:rnza del tempo, e così anche <.1uello delle (;11:irdit, ~i di vidcvano in compag nie, che non si raggruppa,·ano ancora ndl '1111i1à battaglione. L·organico della compag ni,1 er:i di I capitano, di I luogotenente e di I alfiere: ll(;ll a truppa erano 2 sergenti, t tamburino, 3 caporali nl un n11meru di mld:11i oscillante, a se<.'.onda delle circostan7.e, tra i cin<.1uanta n l i ce nto. La fisonomia del luogotenente colonnello era ,iudb de ll a pnso na dr5tinata a rnccedcrc al colonnello c1uando assente cd a coadiuv:1rlo quando presente. Le norme del tempo presc riVt\'ano che il colonnello doves~c essere presente almeno tre mesi all'anno. In <.pianto alb carriera degli uf!Ìci:i!i , qut~t :i ~; svolgeva ncll'amhicntc del reggimento, a discrezione del Principe, tenendo conto dell'anzianità degli interessati, con tiuakhe eccezione per speciali benemerenze( .. zelo in scruitio ·•). La truppa veniva reclutata tra \'Olonrari e l'arruolamento era com pito dei capitani; ma, quando non ~i ragg iungevano g li organici od in tempo di guerra non si colmavano i vuoti, il Principe permetteva di reclutare i soldati d'ordinanza nei reggi menti della milizia. L'età dei recl utandi era \':iriabilc e non uniforme. Molto spesso si arruolavano giovanetti per riconoscere le benemerenze patcni"e e per ai uta re appun to il padre a mantenere b f:uniglia. Ci<) spiega come, nd 1660, fos~e :1rruol:ito nelle Guardie un fanciullo di 14 anni, figlio di un alfiere de! reggimento, ... ,. benchè sia di btur:1 (!>t:ltl:ra) ed apparentia non ancora molto abile al sen ·itio "· Gli uomini di truppa d'ordin:inza rimanevano :ilk armi per un te mpo illimitato, fmchè, pi:r acciacchi fisici o ferite di guerra, non di\'ell Ì\':1110 inabili. Altr:1 caratteristica dei soldati delle Guardie er:1 (JUclla del nome d i g urrr;i. Ognuno aveva il proprio regobrmeme iscritto a matricola e ~ui ruoli n.:ggimentali. Taluni nomi erano tratti dal paese del soggetto (e,.: Turi11 , r\ stcsan , Costiole, ccc.): altri erano tratti dal ca-


7 sato (Bruno che diventava Brun, Vasino che diventava Vasin); altri infine erano inventati di sana pianta come, per esempio, Passepartout, La Fonune, Printemps, Rdlc Fleur, Bclhumeur, Sans Souci, Bienvenu. Tale uso andèJ scomparendo col tempo; ma era ancora in vigore nel 1747. Ancora oggi si ricordano i nomi dei due Granatieri Guardie, che alla battaglia dell' Assietta, col loro tiro mirato, uccisero il comandante francese Belle - lsle e cioè i soldati Ellcna ed Adami. Essi, peraltro, nei ruoli reggimentali, erano segnalati col nominativo di guerra e cioè La Chiusa il prnno, perchè nativo della Chiusa di Cuneo. ed Adam il secondo. Il reggimento di Guardia o delle Guardie, come indifferentemente fu allora chiamato, composto con Quadri scelti per nascita, per valore, per esperienza, per benemerenze hdliche, che alla loro volta arruolavano soggetti ben selezionati, beneficiava , oltre che di amhiti posti ndl:i battaglia, di altre prerogative, come quella di fornire la Guardia al Palazzo ducale e poi reale, od a quello nel guale il Prin- ~ cipe abitasse temporaneamente, e come quella di seguire, tutto od in parte, il Un soldato del reggimento Duca durante le uperazioni di guerra. Guardie nel 1659. Queste prerogative, con l'evolversi dei tempi, andarono sparendo, compresa quella della superioridl di taluni gradi delle Guardie ai corrisrondenti della Fanteria di linea. Un semplice indice del particolare culto delle tradizioni, al quale vengono educati i Granatieri , è l'abitudine di ciascun gregario di aggiungere, nel] 'indicare la propria classe di leva, il numero corrispondente in rapporto al lontanissimo anno di nascita del reggimento (1659). Per esempio un appartenente alla brigata Granatieri, nato nel 1877, dirà che è di detta classe cd aggiungerà: 218 cl.asse di leva. ()uesta consuetudine basti a dimostrare come i Granatieri, prima semplicemente tali, poi chiamati <• di Sardegna>,, abbiano scrnprc sapu to valorizzare una tradizione, per la quale, oltre che per b statura, essi si devano su Ila massa; tradizione costituita dalJe glorie conseguite in tutti i cimenti: dalle prime guerre contro Turchi e Francesi, :1


(1ucik del sec XVIIT, dd nostro Risorgim ento nazionale, dalle nostre ull_llJUÌSlC coloniali sino alle due guerre mondiali del secolo in corso.

Granatieri. ;\dia prima m ct:'1 del ~n.-olo \.VI I. in f'ranci~ prima, m Piemonte poi cd in \cg uito un poco dovunqu..:. si vennero inquadrando nei reggi1m:nti di Fantcri.1 ,old;1ti ,li ;1lt;1 q,irura, destinati a lanciare grana(~. clic furono ..:li i,1 11uti c;r,,nat ini. Le gran~ttc erano palle di ferro o di hrtJnzo o di leg no o di Lnta, pieru: di polvere, munite di spoletta. cui , i d :1,·:1 f uurn a nH.:7.'l.o di un;1 miccia e che, lanciate .'.I mano. \Coppi:n·:1no e rcc:1\·;11:n d:111ni. E:.\c n: nivano portate in una hmsa di n1uio dl·lt:1 gi/,a_,.,-icra. Oltre che ddl':1rn1:11nc:nt(J di lutti gli altri rami . i Granatieri n.1110 pro\"\'i sti di ~rn ri per ro111pcrc: gli <;Slacoli . Le granate venivano L111ci:1tc lll·lk offensive. nell'andare all'assalto, dai Granatie ri mar~· i:•nti in t,·sta :illc colo1111e di allacco c ndla d ifesa dai trinceramenti , d.ille pu~i;,iuni COlllUlh!Ue frlrlifìc.1te. ini zialmt:ntc i Granarini Jurono in Francia quattro ptr compag11i ;1 (if,{> 1); in sc)!uito lurono riuniri 1n nna compagnia per batt;.1-

~lionc. fn Piemo nte , dove r ~1dm.io11c dei Granalicri rimonta al 1685, c,si furono prima sei per compagnia: poi , riuniti in un reparto proprio, formarono una ro 111p:1g11ia per rcg!:,>Ìmcnto. In un primo tempo le Guardie non cbbtro Granatieri: ma. l11undo t1u1:sti vennero riuniu nelle proprie compagnie, anche le Guardie chhero le loro e, nd 1696, se ne tbbe anzi una compagnia per battaglione. D:ito che il reggimento GuarJic ave\"a due battaglioni, non fo. rono create due nuove compagnie: ma bensì trasformate in compa~nie Granatieri le due del capitano Saint Rcmv <: del ma2.o-iore De t,Blagnac (a quei tempi qualche co mpagnia era comandata da ufficiali ;1vcmi grado superiore a capitanò). L'ordine: ducale: per la costituzione delle due compagnie Gr,111aticri per il reggimento Guardie agg iungev:i che ,, li sergenti di dette compagnie sieno armati cli par1e~:1ne ;db Granadiera ,; e che tutti i gregari fossero armati di pistola. Gli uflici:di delle compagnie Granatieri beneficia.vano di un au 111<:nto di ~ci pcndio e la paga dei Granatieri superava quella degli ;1ltri :,old:iti di un soldo al giorno. t_

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9 I Granatieri si esercitavano come la Fanteria di hnc:a: ma venivano addestrati anche al lancio delle granate, a mettere in tre tempi il fucile a bandoliera, a prendere le granate, a preparare la spoletta, a ravvivare la miccia, ad accenderla ed a lanciare la granata, per impugnare poi le sciabole e continuare l'azione corpo a corpo col nemico. Nella manovra di battaglione, quando questo si formava in quadrato (l'uso di tale formazione sopravvisse sino al princi pio del corrente secolo), i Granatieri si portavano agli angoli <ld ([Uadrato (punti, per ovvie ragio ni, di particolare sensibilità) e ciò al comando: << Granatieri a dritta e a sinistra prendete i vostri pasti agli angoli dd batta!!lione >•. Al ritorno nella formazione in colonna i Granatieri ritor;avano al loro pasto, al comando: << Granatieri riprendete i vostri pasti alla testa del battaglione - man:h "·

Il regolamento per le Guardie. Quanto sopra emerge da un Manuale sulle evoluzioni del reggimento Guardie, dettato dal maggiore Dc Blagnac dello stesso reggimento nel 17or . TI predetto M ;1 n11 ;il" non ~i rifrri~ce ~olo alk rvolnzioni che non vengono descritte, perchè analoghe a quelle della Fanteria; ma comprende lJUanto riguarda la disciplina cd il servizio territori aie. Nel Manuale del De Blagnac viene sancito che il soldato reo di aver dato false generalità poteva venir punito con tre tratti di corda; il militare che avesse arhitrariamente abhandonato il reparto o non vi avesse fatto ritorno, dopo avere usufruito di una licenz a o di un permes!>'<J, poteva essere condannato a morte. Con l'ed itto del 27 maggio 1671 Carlo Emanuele II comminava pai la pena di morte per i soldati del reggimento Guardie, allora con sede a Torino, che si fossero allontanati dalla citt;1 di oltre mezzo miglio. Siccome tale trattamento non era previsto per ì militari degli altri Corpi di stanza in Torino, ne deri va che il Duca voleva aver le sue Guardie sempre pronte all'impiego. I soldati delle Guardie dovevano conoscere tutti gli ufficiali del reggimento e della guarnigione, per tributare loro le onoranze prescritte. Rispetto ed obbedienza era dovuta naturalmente anche agli appuntati, ai caporali ed ai sergenti. Le Guardie dovevano essere puntuali nel servizio, coraggiose, fedeli al sentimento dell'onore, abituate a ri spettare le norme religiose, ad astenersi in ogni circostanza


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dalla bestemmia, dall'ubriachezza e dal libertinaggio ; a curare la pulizia della persona e dell'uniforme. Nel reggimento Guardie veniva particolarmente curato l'addestr;1mcnto, l'ordine, il culto per le bandiere (in quell'epoca, oltre a c.1uclla del reggimento, vi erano anche quelle di battaglione), il pro· fondo sentimento del d<H'Cre c la prontezza a sfida re la morte per la difesa dei sacri simboli del reggimento. I pri ncipali segnali , allora eseguiti di norma col ta mbu ro, erano i seguenti: /,1 generale, ordine di prep:ir;1r\i ;1 partire, :il l]Ualc. dopo un'ora, seguiva 11or11d111e111e 1c1uello di aucmhlea (adunata). Il sc:g 11 a!t- di bandiera richiamava l'attenzione dei sol dati agli onori dovuti alle h;indic.:rc: il segnale al campo i11dì c:1v:1 clic si doveva marciare o comunque riunirsi per rc:ndere onori a Principi, a generali o·~l a truppe in m;1rcia : al segn:de di carica il soldato doveva prcpuarsi ad attaccare il nemico. E così vi erano anche i segnali per l'appello, per la ritirata, ddla diana, per la guardia, per l'inizio delle operazioni della giorn:1ta, ccc. li scgnaìc di bando serviva per riunire i soldati per ascoltare gli ordini di S. A. R. o dei generali; tJuello detto della fascinaia veniva dato per chiam:lre g li uomini di fatica ai brnro; quello di preghiera per riunire le compagnie per la preghiera o per reCH111jorm<' delle Guardie nel carsi alla Messa. 1775. Per il servizio territoriale k norme riportate nel Manuale del Ue Blagnac sono rimaste presso che le stesse, in c1uanto il soldato non può abbandonare il suo posto dì guardia, den: conoscere a quale muta appartiene, non deve assumere il ser,·izio di sent inella se non accompagnato dal caporale, deve conoscere b consegna e farla osservare, rendere gli onori agli uffi ciali, ecc.

doveri dei graduati e degli ufficiali. Esaminiamo ora quali doveri il Regolamento attribuiva ai graduati.

Il caporale doveva conoscere tutti i d ipendenti della propria sc1uadr;1. a,n nc elencati i nomi in un ruolino e sapere ben e tutti


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i doveri del soldato, per poterlo istruire e correggere. Doveva comandare con chiarezza cd energia, punire chi commetteva mancanze ed informarne l'ufficiale, impedire questioni e disordini, far sì che i propri dipendenti vivessero in buon accordo, si mantenessero puliti ndla persona e tenessero puliti i locai.i della caserma. Quando la truppa prendeva le armi, il caporale doveva riunire la propria squadra, passarla in rivista e condurla al luogo di riunione della compagnia. Era fatto divieto al caporale d i usare il bastone per castigo e di far commercio di bevande coi propri dipendenti. Speciali doveri erano attribuiti al caporale di guardia, a seconda dei luoghi dove si trovava, circa la disciplina degli uomini, il modo di ricevere le: ronde, ecc. In quanto al sergente, egli, come scrive il Dc Blagnac, era <• l'anima della compagnia )) . Sentimento di onore, di disciplina, di dovere, capacità tecnica, conoscenza perfetta del personale, autorevolezza ed energia: ecco le qualità che si richiedevano al sergente. Egli doveva conoscere perfettamente i movimenti e .le evoluzioni del battaglione, saper tracciare l'acrnmpamento della compagnia e costruire un trinceramento. Il sergente doveva aver cura che all'adunata del battaglione la compae:nia si nre~entasse in perfetto ordine. In tluanto· agli ufficiali, e~~i dove~ano conoscere alla perfezione i doveri ed i compiti dei loro dipendenti ed essere capaci di esercitare la propria compagn ia nel maneggio delle armi e nelle diverse evoluzioni. Dovevano visitare il proprio reparto tutti i giorni ed assicur::irsi che fosse in ordine. ln occasio ne del pagamento del soldo dovevano verificare che l'uniforme fosse in buono stato e le armi ben pulite. Durante le esercitazioni dovevano prestare attenzione ai comandi, per farli eseguire nel più profondo silenzio. Durante le marce gli ufficiali stavano tra le righe ed impedivano che i soldati si allontanassero. Essi vigilavano costantemente sulla condotta dei propri uomini e punivano coloro che coruunque mancissero. Non potevano, senza permesso, pernottare fuori Jel presidio e dovevano posscden: la necessaria preparazione culturale, con la conoscenza della matematica, della fortificazione e delle operazioni di piccola guerra, in modo da potere, col proprio reparto, prendere posizione in terreno scoperto oppure in terreno rotto o boscoso o . negli abitati. In complesso, nel manoscritto del De Blagnac, noi troviamo compendiata la regolamentazione ancora in gran parte vigente. Molti argomenti, specie quelli di indole morale, sono trattati oggi come


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"i:'1 ~u,,.•cri ,·;1 il Dc Hhg •na(: n2- 1,otcva c~scr e di versamente, t r attan~h . dosi d i 1..1uci fattor i spiri tu:il i, da i quali de ri va la vera dfìcicnza di ogni l'St:rci to e specialment e del Li .Fanteria. • JI Ma11tl:ll e del Dc Hlag n;1c d.ì anche un ' idea del modo col <-1uak ~i 11rcpar,1ra :tllora u11 ;1t:t·:11np:11n c11tu: m:i ~icco m c, per questo, nes, un:i difkrcnza csim:v.1 tr.i k <_; ua rdic e gli altri reggimenti dì Fa11~

1cria, noi ci a~tc: niamo d:il riportare le pro, riz ioni in proposito.

rapporti gerarchici. Può sus(Ìt;irc un certo inte resse il pn: ndc re in c~am c i r:1ppon1 !!t'fa rchi(i presso il reggimento C11:irdic. Nella (ompagrn:i la gerarchia sali\'a dall'appuntato al caporale o scrg<.:ntc del la camcr;1ta, da lJ llt:'lÌ ai sergenti di squadr;i e di com.pag n ia, per gi ungen:. attraverso gli uf/ìci;ili subalterni, :11 capita no luogote n ente e da c1ucs10 al ca pitano. Gli ordini venivano dati sc~ucndo la stnsa trafila in sc n~o in verso. Fcnn.1 rl'st:111 clo h ger,1r(·hia ~u d dctta, gii appuntati do ve v;rno fare rapport o ;111c hc. al caporale ,lì ~c1u,ldr;1; q uesti al sottufficiale d i squadra: t· c1ù p e r pc.rn1ettcrc agl i ufficiali subalterni di accertare se g li ordini d:1 es~i dati :ti se rgenti fossero ~lati trasm e~si ed C'C!-!UÌIÌ.

lnuhrc i L:1puraii dclk squadre d i ala dovevano, non solo far cap~i al proprio uflìcialc ma anche al scrgcnlt' d i co mpag nia , iì u u:dc riferiva al capi tano luogotenente, cosicchè questi , per mt?.zo del sergente di co mpagnia, contro llava l'opera dd subalterni. I noltn: il sergente di com pagnia riferiva le novità della stessa al magg iore di briga ta nel battaglione centrale cd al! 'aiutante di b:ltta-~ lio nc in quel li laterali. Sempre nell a compagnia 1 subalterni fan:,·:1110 rapporto e ricevevano (Jr<lini dal capitano luogotenente; ed an · c he dal capit.i.no com:mdan tc la compag ni a, più precisamente: chia111.11n ca pita110 propri<:t:uio. :\"cll'a mbi10 reggirrn.: nt:ik, gli aiuta nti di battaglione o di bri.i•:ita , ricevu te le novità \bi ~crgrn ti di compagnia, riferivano ;il ca pit:1 110 maggiore: cd all'aiutante di brigata, c he fac.eva capo al maggiore dcl i.i , rc:, ~:1. Fra dtlfl( Jlle un:t duplice cor rente di notizie che giungn.1 :il co111anda nte del battag lione, al com andante del regg imen to cd all':1iu1;1!! lc dd di partime n to, il quale doveva avere funzioni :rnaloglH: .1 l(ucll;, degli attuali Capi di Stato Maggiore presso il Coman-


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do del dipartimento. Questa specie di doppia gerarchia - che ora considereremmo inutile ed, anzi, dannosa - sembrava allora necessaria forse per .il fatto che gli ufficiali non avevano: nè un'accurata preparazione culturale, nè ven.ivano soccorsi dall'esperienza del servizio, dal quale per molti mesi dell'anno stavano lontani. Occorreva, quindi, che tra maggiore di brigata, capitano maggiore, aiutante maggiore e sottufficiale, si costituisse una serie di rapporti, atti a sostituire quelli normali, che non sempre potevano funzionare nel modo desiderato per le frequenti e prolungate assenze degli ufficiali.

Il regolamento del 1755. Nel 1755 Carlo Emanuele JII emarn'> un nuovo Regolamento. In quanto all'uniforme si prescriveva che i Granatieri non Portassero, come i Fanti, il cappello a tricorno; ma il berrettone pellicciato ; diversit;t imposta dalla necessità di mettere, per lanciare le granate, il fucile a bandoliera: movimento che sarebbe riuscito difficoltoso, se le Guardie avessero a\ uto il cappello a tricorno. Ufficiali e ~ergenti dei Granatieri erano, a differenza dei colleghi di Fanteria, armati di fucile. Negli schieramc:nti la compagnia Granatieri di ciascun battaglione, se isolatq, prendeva posto a destra delle compagnie fucilieri; tra questa e quelle si metteva l'Artiglieria del battaglione, scortata dai Granatieri.

La riforma del 1774. Con la riforma del 1774, voluta da Vittorio Amedeo 111, tutti i reggimenti furono ripartiti in tre dipartimenti ed, in (]UCsta circostanza, i reggimenti presero il nome di brigata, da non confondersi con l'Unità così chiamata assai più tardi. Il 1° dipartimento, nel quale era il reggimento delle Guardie, con quelli di Piemonte, Reale Alemanno e Svizzero Bcrnese, fu chiamato dipartimento delle Guardie. Riforma dunque tendente a creare organicamente Unità superiori al reggimento, a migliorare in pace il governo disciplinare e tecnico delle truppe ed a facilitare in guerra la mobilitazione ed il funzionamento del Comando.


Inoltre.: Vi ttorio A1m:dco llJ , in cia~cun dipartimento, concentrò non solo la Fanteria d 'ordinanza, ma anche quella provinciale; senonchè la prima aveva la brigata di tre battaglioni, ciascuno su quat1ro compagnie più due compagnie di Granatieri : mentre la seconda ;i \'e va un solo battaglione a sette compag nie.

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S piegamento di una compagnia G uardie' uri ' 7ì4 ·

Sempre per cffcu o della riforma di Vittorio Amedeo IIl , ogni brigata a\·cva un comandante (maggior generale o colonnello), dal q uak di pendevano il colonnello comanda nte e due luogotcncnti colonncl li . rispettivamente capi dei tre battag lioni, che essi non comandavano diretramcnte, m :1 per mezzo dei maggiori pcr i battaglioni d 'aia e dcl maggiore di brigata per quello centrale. Ogni battaglione ~i divideva in due ali, di due compagnic ciascuna, cd avcva un ca pit:1110 maggiore preposto allo Stato Maggiore, coadiu vato da un aiu-


tante maggiore di battaglione che, per quello centrale, si chiamava aiutante maggiore di brigata. In quanto alla compagnia, essa si spiegava in tre squadre: la centrale comandata dal capitano luogotenente, quella di destra dal luogotenente, quella di sinistra dal sottoluogotenente, coadiuvati dai sergenti e dai caporali di squadra. Il tutto agli ordini del capitano comandante. Altra novità della riforma fu l'Artiglieria di battaglione, già costituita da Carlo Emanuele III e perfezionata da Vittorio Amedeo III; Artiglieria che doveva essere servita, non più da artiglieri, ma da uomini delle brigate stesse, opportunamente addestrati. Essi dovevano essere robusti, svelti e, come diceva il dispaccio reale, non nullatenenti. Il plotone d'Artiglieria addetto al servizio dei due piccoli pezzi vestiva l'uniforme della rispettiva brigata, ma con la sottoveste ed i calzoni del colore di quelli del Corpo d'Artiglieria. Infine, avendo voluto Vittorio Amedeo IH nominarsi Capo del reggimento delle Guardie, faceva normalmente le sue veci il comandante in seconda, il primo dei quali fu il conte dì Vallesa, già comandante del reggimento prima della Uniforme degli uf fìciali delle riforma (1774) della quale si parla. Guardie nel 1775.

Uniformi. In quanto alle uniformi, si volle con esse ottenere la necessaria distin:t.ione dei reggimenti, delle compagnie, dei gradi e delle cariche. Le Guardie si distinsero dagli altri Fanti per gli alamari (bra,;. deboutgs) bianchi con fiocco, posti ad ogni bottone, di lana per i c,1porali cd i soldati, di seta intessuta d'argento per i sottufficiali, ricamati con filo d'argento per gli ufficiali. Inoltre esse ebbero tutte la sciarpa con fiocchi, mista di seta azzurra cd oro. Era ad esse proibìto di partarc maniche di pizzo sporgenti da quelle del vestito e di or-


narc, com1111t 111c le tìbbic del le scarpe e quelle ddlc giarrettiere con pietre preziose. Per distinguere poi le diverse compagnie i componenti di esse portavano ~111 cappello un tìocco (/Joupe) di colore divcr<o.

Il riordinamento del 1786 e le vittorie napoleoniche. Proprio mentre una nuova guerra stava per ~coppiare. molti consiglia\':1110 ;1J Re riduzioni e semplificazioni negli organici, così che, per cfft:tto dei Decreti emanati nel r786, l'esercito venne diviso in due lince, ognuna in due dipartimenti, ciascuno dei (JUali comprendeva due Di,·i~ioni (una di ordinanza cd una provinciale). cost ituite di due brigat<.", ciasrnna a due reggimen ti a due battaglioni. Ogni

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battaglio ne comprendeva due ce n tur ie a due comp:1gnic ciascuna, su due p loto ni a due squadre. In L!uesto o rdinamen to binario apparve un elem ento nuovo nel reggim ento : cioè l:i compagnia Cacc iatori , detta anche Car abinieri, destinata pa rticolarm ente al mantenime nto ddl'ordine pubblico. In 1.:ondusione l'ordina me nto del 1786, ispirato da n ecessità essenzialmente economiche, rispondeva più alle esigen ze di pace cht: a quelle di g u e rra e I.a brig ata Guardie, ridi ven uta reggimento, conservava 1 2 delle sue 14 compagnie e cioè: 2 Granatieri, I cacciatori, 8 fucilieri cd I di riserva, com pagnie tutte che conti nuaron o ad avere una forza assai superiore a quella delle compagnie degli altr.i reggimenti di Fanteria.

L<' uniformi dei/e Guardie nelle diverse crnchc.


Ndl 'in\'l:rno del 1798, do1x1 le vittorie del Buonaparte, la Repubblica francese 1x>se fine :il regno di Carlo Eman uele IV. rl cavaline Amedeo Vialardi di Verrnnc, in quel tempo capitano dei Granatieri Cuardic. nc:lle sue Memorie, scrisse al rigu:1rdo: (, Non vi ha dulihio che, sl: il Picmonrc: an:ssc: :ivuto per sovr.ino od un Eman uele Filiberto od un Carlo Emanuel e I od u n Vittorio Amedeo II, avreblicro essi opposta (fopcrata resi~ten7.a ... Fremevano di rabbia i soldati piemontesi, dovendo srnza c.: ombatten: veder partire l':idorato Sovra no e gra\'issima cosa riusciva il dovere obbed ire all'ordi ne di sta re 1r:1m1uilli e sott<mH:ssi ;1i comandi dei Francesi... Jl Re fece ordinare verbalmente al colonndlo del reggimento delle Guardie che il C:Orpo do,·e~se stare tram1ui llo e che sperava tutti avrebbero valorosamente sc:rvito ndk Armate francesi e, per conseguenza si fremette, si taC(1ue e si obhedì. Peraltro parecchi ufficiali e gregari o seguirono il Re in Sardegna o · tornarono alle proprie case. Tuttavia, coi nQve reggimenti di ordinanza della Fanteria piemontese, si formarono soltanto tre mezze hrigate. che passarono a far parte delle truppe francesi. Le Guardie dovettero costituire una mezza brigata assieme al rc,rn imcntn trnppc leggere , al. batta~!io nc pionieri cd :ti Co rpc f r;\'17co. Così, dopo 140 anni di onorevole vita in guerra ed in pace, col piccolo ma valoroso esercito piemontese, scomparivano anche k gloriose Guardie; ma, alla fine di maggio del 1799. cacciati i F rancesi dal Piemonte e rientrati in Torino gli Austro - Russi del generale Suvamff, si ;uld i\'tnnc ad una pronta riorganizzazione delle milizie piemontesi e tra esse furono ricostituite due compagnie delle Guardie, rn mandate dai capitani Dal Verme e Marazzani. Esse furono mandate.: in Val Susa ed inc:1uadrate nel Corpo austriaco del generale barone Mebkc. Quel piccolo nucleo di Guardie, fedele ;11la tradizione, ,i hattè contro i Francesi con molto valore. Fra i suoi compone nti, 1Tnrw n1rn niiato i! sergente m:iggiorc Orsi per la ma condotta; mcnt rc. :il colle della Rossa, il sergente Vacca (Saint AnH)ur) si segnalava IH: r ripc:tute prove di intrepido coraggio, così da meritare l'encomio dall'.1u~1ri:1rn grncralc Ne)'pperg e, guindici anni dopo, la medagli:1 oli ,l';,r!!c . , llln concess::i~li ~, dal re Vittorio Emanuele I. La mcdao·lia n 1rn11 c conferita, nd 1815, innanzi al reg~imento ri unito in armi ... ,, onde eccitare b emulazione tra gli altri bassi ufficiali ,,, come dicn :1 L1 lc:1tera ministeriale del 15 maggio 1815 al colonnello Vi:darcL :i llor:i ç11 111:11 1d:1nt c delle Gu:1rdie . ~


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Nell' inverno del 1800 il generale austriaco Mclas continuò la riorganizzazione delle forze militari piemontesi ed un battaglione delle Guardie doveva costituirsi a Vercelli, dove si erano recate anche le due compagnie che erano in valle Susa, e così, nel volgere di poco tempo, il battaglione divenne forte di 7 compagnie, con 4 ufficiali e 115 gregari ciascuna. Ne prese il comando il marchese De Clusc::, sotto l'alta direzione del conte Mussano, già colonnello delle Guardie. Il 22 aprile 18oo il battaglione venne avviato alla brigata Palfi (Divisione austriaca Haddik), che il 26 maggio combattè alla Chiusella, contro gli elementi avanzati dell'esercito consolare, che scendeva dal Gran San Bernardo. Le Guardie ed i Fanti di Savoia rimasero alla retroguardia sino al fiume Orco. Il 1 ° giugno la Divisione Haddik, chiamata ad Alessandria, inviò i battaglioni piemontesi a rinforzo dd presidio di Torino. li battaglione delle Guardie:: vi giunse il 3 giugno e venne sciolto pochi giorni dopo, in seguito alla sconfitta austriaca di Marengo. Per effetto di quella sconfitta, il Piemonte ritornava sotto l' egida francese per rimanervi sino alla caduta dell'Impero napoleonico. Nel luglio 18oo, per disposizione dell'autorità francese, tutte le truppe piemontesi alle armi alh data ddb battag lia di Marengo venivano richiamate in servizio. Furono organizzati quattro battaglioni, nei quali vennero comprese anche le Guardie e nell'anno successivo quelle truppe furono incorporale ndl'cscrcito francese e costituirono le mezze brigate di linea 111 " e 112'; nonchè la 31a leggera Nel 18o~ le mezze brigate francesi ripresero il nome di reggimento; il 112'' fu disciolto e gli uomini e le Guardie andarono ripartiti tra il II 1" di linea ed il 3 r" leggero, reggimenti che parteciparono con onore a tutta l'epopea napoleonica.


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LE GUARDIE ED I GRANATIERI DAL 1814 Al GIORN I NOSTRI Per ~1u:1trordici ann i le milizie picmo ntc i. e con esse le (;uanlie, erano rinùste di\'i ~e : pan e combatlcndo per ·apolconc, parte a pre sidio dcll:i S:mkg n;1 d1c ospi1ava b Corte alia uda. pa n e inviat e in congedo ed in esi lio: ma sempre spcr~indo di potersi un giorno ricostituire:. tra le Alpi e l:i pianura lombarda. agli ord ini del proprio Sovr;ino. E, do1xi L1nta attesa, finalmente il 20 maggio 1814 Vittorio F.manuek f. festosamente accolto dai suoi sudditi, rientrò nella propria Capit:1k. Gi:'t sin dal precedente febbraio si era \'Cnuta wstitucndo una legione reale piemontese, fo rmata con soldati piemo ntt:si ~ià al servizio della Francia. fa tti prig ionieri degli Tngksi: legione che ancbbc dovuto combattere per il Re di Sardeg na nel gigantesco conflitto che si andava estinguendo. Nn11 appena rientrato Vittorio Em:m udc I in Tori no, si provvide alla riorg.1nizz:izione ddl'csercito : riorganizzazione che riuscì compkssa, difficile e lenta, pcrchè. nella smania di distruggere c1uanto era stato fatto dai Fr;11H.:csi, era ~tata abolita in Piemonte perfino la coscrizione. Comunque, per guanto riguarda le Guardie, l'avvocato Mussa, allora no n troppo fortunato reggitore del Ministero della Guerra. scriveva al Vialardi, già ufficiaìc del le Guardie, per avere notizie degli ufficiali in servizio nel 1798 : " Siccome alcun i fra gli ufficiali dci di versi reggimenti al scrviz io di S. M. possono dall'epoca infaust:i del 17;8 c~~er~i resi defunti cd :1ltri, con la loro condott~1, meno deg ni di continuare all 'onore del rc~io serviz io. la. Maestà Sua dc~idcra pcrciò che: V. S. mi trasmetta u no stato nominativo di quelli dcl reggimento delle G uardic, che si trovavano effetti vi del medc~imo :all'epoca suddetta. con le variazio ni succedu tni in poi e che si prornri cziandio. per quanto le ~arà possibik, esatte informazioni dd la condotta tenuta da ciascuno d i quell i che non le fossero suffìò entcmcntc conosciut i. da persone dell a massima probità e saviezza.. F il a comprende :issai bene quanto sia delicata questa .incombenza , 0


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Ja cui potrebbe risultarle una contabilità verso la Maestà Sua ; e, nel prevenirla che tali necessarie notizie saranno tenute sono il più severo sigi llo, ho il bene di protestarmi con distinta devozione)>. Di 53 ufficiali in servizio nel 1798 nd reggimento delle Guardie, 17 risultarono morti in Ispagna, in Russia ed altrove, 4 dimissionari, 2 passati al servizio francese, r passato al.la Chiesa cd I scomparso. Dei 28 superstiti II soli furono riammessi nelle Guardie ed, ai primi di luglio, furono nominati gli ufficiali superiori e cioè il marchese Solaro del Borgo, colonnello in seconda (il Comando del reggimento venne assunto dallo stesso Re Vittorio Emanuele I), il cavaliere Vialardi di Verronc tenente colonnello ed il conte Radicati di Brozolo maggiore. Alla fine di luglio fu costituito un battaglione di 500 uomini su 6 compagnie (1 Granatieri, 1 Cacciatori, 4 Fucilieri), al quale, alla fine di novembre, furono solennemente consegnati, in piazza S. Carlo, gli stendardi del reggimento, previa benedizione nella Chiesa omonima. Il 1" gennaio 1815 fu costituito il secondo battaglione e così rinaCl1m: il reggimento delle G uardie. In ciuanto ai Quadri, le disposizioni del Sovrano che, come si è detto, era anche comandante del Corpo, prescrivevano che, per divenire ufficiali, occorreva ave: superato felicemente nelle Università il biennio di matematica e che tvlon, di(: erano già ufficiali dovevano migliorare l;i prnpri:1 cultura , per essere all'altezza della propria posizione. Concetti saggi e provvidi, in rapporto ai passati, che chiaramente dimostravano l'inevitabile influsso delle idee portate dalla rivoluzione.

L'ordinamento del 1815. Nella ricostituzione dell'esercito sardo il Re tenne per base la fusione delle truppe di ordinanza con quelle provinciali. Ogni reggimento, avendo in pace due piccoli battaglioni, si doveva trasformare per la guerra in una brigata di quattro battaglioni. Nove erano le categorie dei gregari: nella prima erano volontari, nel k a Itre otto cittadini obbligati a servire nell'esercito. Otto anni durava l'obbligo al servizio, completi per i volontari e da ripartirsi in periodi di servizio (quattro mesi) e di congedo (dodici mesi) per gli altri. Da tale sistema derivava che la forza del reggimento , di 1.500 uomini in pace, aumentava in guerra fino a 4.500 uomini. In pace i due battaglioni comprendevano sette compagnie (una Granatieri, sci Fucilieri) ed ogni compagnia era forte di un centinaio di

3.


111111111 11 , 11p,11t111 ,n due plotoni ; uomini <lei yuali un tt:rzo volo ntari 11 l ti 11111,1m·11tl' provi nciali . < )~ 111 lo111pagnia era comandata da un capitano e da due subal11, 111 tl 'ordi11anz:i. li reggimento disponeva poi anche deg li uffic ial i 111m 1111 ,.tli. che seguivano le stesse sorti della propria truppa. In ca~ il, 111111,i litaziom· ogni compagnia si sdoppia va e le cose era no sistc111,11c i11 modo che i subalterni d'ordinanza andavano col capitano provi ncialc cd i subalterni provinciali col ca pitano d 'ordin anza. Dalle 28 compagnie cosl formate nascevano i quattro battaglioni , l·oma ndati da due maggiori d'ordinanza e da due maggiori prn,·inciali. L'ordinamento del_ 1815 stabiliva inoltre che. !X>Sto che il ne:ggimcnto di pace ne doveva formare due per la guerra, esso si dovesse i: hiam.irc brigata cJ 1:ssere comandato da un maggiore generale. Così le G uardie: della restaurazione, pur essendo organizzate in un scio reggimento, assunsero, il 20 gennaio 181 6, il nome di brigata GranaI ieri Guardie.

Granatieri Guardie. Le G uardie, avendo ricevuto le compagnie: Granatieri dei reggi menti provinciali disciolti, vennero ad acquistare numerosi clementi ~celti . Per contro l'incorporn ion c nelle Guardi<.: non riuscì gradita ai Granatieri provenienti dagli altri reggimenti , perchè venivano a perdere k specifiche qualità della loro specialità per d ivenire ~unplici fucilieri. gian:hè le Guardie, come le altre brigate, dovevano comprendere soltanto due compagnie di Granatieri. li disagio morale di lluesti bravi soldati fu dal Re considerato come una prova di lo<lcvolc orgoglio militare e pertanto il Sovrano decise che, non pote ndosi togliere la qualità di Granatieri ai provinciali , si dovesse cstcnderla ai fuci lieri che già si trovavano nelle Guardie. Per conseguenza il reggimento venne chiamato di Gra natieri ( ,uardic col regio big lietto del 20 gennaio 1816, indirizzato al colonnello Vialardi di Verronc: <• Il reggimento G uarJic da Voi comandato è stato in ogni tempo dagli augusti nostri predecessori .riguardato rn n occhio di particolare predilezione, siccome q udlo che è il primo fra i reggimenti della nostra Armata. Esso ha costantemente g iustincata la grazia sovrana, mostrandosi, tanto in tempo ùi guerra come.: nelle epoche dì pace> fedele all'onore delle armi e osservatore


della militare disciplina. Noi vogliamo in oggi dare al prelodato reggimento un nuovo contrassegno della soddisfazione che proviamo per i servigi a n oi resi, tanto dagli ufficiali quanto dai soldati che lo compangono, e ci siamo perciò d egnati di conferire loro, come per il presente loro conferiamo, la qualità, g rado e distinzione di Granatieri ,>. Tale regio biglietto è uno dei tanti documenti di cui vanno giustamente orgogliosi i Granatieri. sempre sorretti, nell'adempimento dei loro doveri, da ll 'efficacia della tradizione.

Intanto si verifìc;1rono gli avvenimenti del 182r (1), troppa noti per essere q ui rievocati. Ci limiteremo a ricordare che, durante quei moti, una compagnia G ranatieri Gua rdie venne a trovarsi in contatto con gli studenti dell'Università di Torino la sera del 12 gennaio 1821. I Granatieri sopportarono sereni e tranquilli le sassate e gli insulti ; ma, all 'ordi ne di agire, prontamente obbedirono, sapendo conciliare la disciplina con la grncrosità. Analogamente si condusse un altro repar to Granatieri, che l' 11 marzo, in San Salvario, venne a trovarsi di fronte a mili tari ed a c ivili in tumulto per la Costlluzionc. Nello stesso giorno JO marzo tre compagnie Granatieri erano state jnviatc nella cittadella di Torino, il presidio della qua le dava al Governo scarso affid amrnto; per altro c~~c non furono all'altezza ddla ~irnazio ne perchè, l(Uando. il giorno 12, il presidio insorse, i Granatieri non paterono reagire, avendo i fucili scomposti per una rivista; ma la massa, rimasta fede le alla disci pl ina, fatta prigioniera e disarmata dagli insorti , riuscì ad evadere in gran parte ed a rientrare al Corro. ll giorno rr marzo i comandanti di Corpo di stanza in Torino erano chiamati al Palazzo reale perchè il Re voleva avere noti zie dello spirito delle rispettive truppe. Alla domanda di che pensasse della propria gen te, il colonnello Vialardi, comandante i Granatieri G uard ie, rispose: e( L'onore e l'attaccamento al loro Sovrano furono in ogn i tempo le due massime che, costantemente insi nuate, si sono mantenute nel Corpo. Vostra M aestà può disparne a Suo piacere; troverà sempre il medesimo p ronto ad ogni ordine, in qualsiasi tempo e circostanza ,l.

( 1) Si co nsulti m proposito il rnlumc 111 tli quc.~t·open1.


Tale risposta troV<Ì subito piena e perfetta risponden za nel rcgche era schierato in armi poco lungi dal Palazzo reale e c he. il giorno dopo , quando fu c hiamato ad ag ire, si battè valùrosa111 c111 c in difesa d ell'ordine. Quando, la notte sul r 3, si diffuse la n otiz ia dell'abdicazione di Vittorio Emanuele I , molti tentativi di suborna1.io ne furono fani tr:1 i Granatieri, con la scusa che non si era ancora giurala fcdelt:ì al nuovo Re. Ma i Granatieri Guardie. riunitisi nel corti le della caserma, si avviavano verso Racconigi per raggiungere il Sovrano, quando l'alfìcrc Varaldi li fcnrnì e li ricond usse in caserma. Per tale suo lode vole intervento, fu promosso sottotenente di ordinanza e con lui ebbero la promozione due suoi coll.aboratori: i sergenti Tortili e gi 111cn10,

Porporato. Il 18 marzo, per un improvviso ordine dd Ministro della Guerra, la brigata fu inviaL1 a Novara, m entre alcuni ufficiali si recavano al dcposiro di Chieri per i11<.Juadrare i provinciali rid1iama1.i. Questi ultimi si presrntarono regolarmente cd, al comando del maggiore Lanzavecchi:-1 di Buri, raggiunsero la brigata, che dal 2 apr-ik si trovava a Vespolate. A Novara, 1'8 aprile, i Granatieri U nifnrme delle Guardie Guardie rimasero fedeli al loro dovere nel 1780. e, dopo la rotta dei costituzionali, ric nt rarono a Torino, da dove il 14 aprile vennero inviati a Genova

per ristabilirvi l'ordine. Il riconoscimento della condotta disciplinata e leale d ei Granat ic.: ri G uardie nel 1821 si rilrva dalla lettera in data ro agosto, diretta al generale Vialardi dal nuovo Sovrano, Carki Felice, che così si espri111n•;1: ,, Lo zelo e b devozione di cui avete fatto nuova, segnalata pruv;1 nei g iorni in cui scoppiarono le trame dei ribelli, la pronta rnopc-razio ne che, animato dai m edesimi sentimenti di onore , vi prc\ !Ò il Corpo degli ufficiali, la fedeltà dimostrata dalla massima parte dei ~ot tufficiali e soldati col respingere gli insidiosi maneggi, danno


a voi, generale, e ad essi merito di distintissima lode. Reputiamo la vostra brigata degna di conservare l'onorato luogo che ha nella nostra Fanteria e non dubitiamo che, in ogni tempo avvenire, non sia per essere gelosissima nel mantenerlo. col porre in evidenza che tutte ha in eminente grado quelle virtt1 che distinguono una leale milizia )>.

Tredici anni dopo, la notte sul 7 gennaio 1834, ndl:1 caserma delle Guardie in Torino suonava l'allarme per terna di imminenti disordini. Diciotto Granatieri provinciali della classe 1812, già disarmati dovendo venire congedati il giorno dopo, chiesero di nuovo le loro armi e vollero rimanere al reggimento finchè l'ordine fosse ripristinato. Nello stesso anno, nel mese di febbraio, la Savoia fu minacciata da una invasione di repubblicani di oltre confine. All 'invasione si opposero le poche truppe del presidio; ed i provinciali, sebbene non chiamati, si presentarono ai Co mandi militari, offrendo spont:1nc;1mcntc il proprio braccio nel momento del pericolo. Il primo a presentarsi ìu il Granatiere Chahol, il cui nume venne 1x1i sempre ricordato tra i Granatieri. Anche questi episodi dimostrano, attraverso il tem IXJ, la disciplinata feddtà di quei soldati.

L'ordinamento del

J830.

Il 28 luglio 1830 il modenese marchese Filippo Paolucci, già ufficiale delle Guardie e poi generale dello Czar, ritornato in servizio in Piemonte, assumeva la carica di Ispettore generale della Fanteria e Cavalleria, con ampi poteri per la riorganizzazione del l'esercito. A lui si deve l'ordinamento approvato dal Re il 18 dicembre 1830, che andò in vigore il successivo 1 ° gennaio. Per effetto di esso, la brigata Granatieri Guardie, non avendo reparti Cacciatori come <-!tielle di linea, risultò formata di tre hatlaglioni a sci compagnie ciascuno ed un battaglione, detto di ,, scelti ·•• a quattro compagnie. Era, con tale ordinamento, previsto un aumento di forza organica nelle compagnie ed in seguito la ix)ssibilità di costituire un quinto battaglione, come nei regg imenti di linea.


. cll':1prik 1831, alla morte di C.irlo Felice, ascese al trono Ca rlo A lhcrio cd uno dei primi provvedimenti del nuovo Sovrano nei riguardi delle G uardie fu di togliere loro g li alamari dalle bottoniere, trasportandoli sul colletto e sulle manopole dell'uniforme, come anl°ma oggi si pratica.

Il reggimento -- Sardegna Occorre ora tornare un poco indietro nel tempo, per rievocare le vicende di un reggimento, che entrerà più tardi a far parte <!ella grande famiglia dei Granatieri. Nel 1j 44, il. 10 luglio, Carlo Emanuele Ili accoglieva la dom,intla di un gentiluomo sardo, don Bernardino Antonio Genovese, Duca di S. Pietro, di lcv:ire un reggimento di gente della sua isola per il servizio ciel Sovrano, durante la guerra per la successione d'Austria. Il reggimento ebbe nome •.< Sardegna Fanteria ,1, fu costituito con 10 compagnie e con una for7.a complessiva di 700 uomini cd in esso furono incorporat i gli ufficiali di un piccolo battaglione sardo, costituito nd I ìI4, c1uando la Sardegna era \lata ceduta a Vittorio Amedeo Il in luogo della Sicilia. Il reggimento, d1 cui fu colonnel lo il Duca di S. Pietro, costituito nella massima parte di Sardi, reclutava anc he Còrsi e Spagnoli. Trasferitosi in continente, si era distinto alr:macco di Acqui nel 1745 e l'anno dopo a Ventimiglia. Dopo la p;ice di Aquisgrana (1748) cr:1 stat0 ridotto ad un battaglione, per poi tornare ad essere rcgg-imento nel 1775. Combatlè onorevolmente sulle Alpi ed, inviato poi, nel 17<)6. in Sardegna, vi rimase durante tutto il periodo napoleon ico e fo così l'unico dei Corpi regolari c he !>fuggì agi i influssi stra nieri. In premio dei lung hi e fedeli servigi, ottenne, alla restaurazione, il nome di reggimento Cacciatori G uard ie cd , essendo nel 182r di µ uarnigione a Nizza, si distinse ta nto per la sua condotta, che si ebbe dalia municipalit:t in dono una medaglia d'oro con la iscrizione : <· Aprile 182r: Ai braYi Cacciatori Guardie di Sardegna, comandati dal Ca\'. Don Stefa no De Candia - la città di Nizza Marittima i,. Come in precedenza si è esposto, alla restaurazione fu chiamata brigata l'11nit;Ì reggimento. Invece l'ordinamento della fin e del 1831 chi:11nc', brigata il raggruppamento organico di due reggimenti, ciascuno :i d11c hattaglioni in pace ed a tre jn guerra ; ogni battaglione a ~ci compagnie (1 Granatieri, I Cacciatori, 4 Fucilieri). Invece la


L' ordme per la levata del reggimento ,e S(lrdcgnu ,,.



brigata Granatieri Guardie riunì in un solo reggimento la sua gente e quello fu chiamato reggimento Granatieri, al quale fu affiancato quello dei Cacciatori, i quali ultimi volevano essere considerati come componenti di un secondo reggimento Granatieri e chiedevano avere anche essi il privilegio di fare la .guardia al Sovrano. La questione fu risolta dal Ministero della Guerra che stabilì che la guardia al Sovrano dovesse esclusivamente essere fornita dai Granatieri e, quando questi non fossero disponibili, dai Cacciatori. Il reggimento Granatieri si costituì su due battaglioni per passare a quattro in guerra. I Cacciatori invece, rimanevano in pace cd in guerra su due battaglioni, giacchè, essendo volontari, non potevano completarsi con gli clementi provinciali. Successivamente, come per la Fanteria dì linea, nei Granatieri Guardie fu costituito il terzo b.1ttaglionc anche in tempo di pace. Un battaglione di Cacciatori doveva a turno avere la sede in Sardegna e, per evitare che la brigata avesse un battaglione di meno, fu stabilito che, all'atto della mobilitazione, il reggimento Granatieri formasse un quarto battaglione. Per le uniformi, nef 1834. allo scopo di procacciare maggior lustro al reggimento, la Maestà <lei Re concedeva ai Granatieri il berrettone pellicciato, fregiato di corcloni , da us;ire nelle parate e nelle guardie d'onore.

Nel 18w nella brigaw Guardie si ebbero altri mutamenti. organici. Il reggimento Granatieri ebbe l!uattro battaglioni attivi ed uno di deposito, tutti a quattro compagnie; il reggimento Cacciatori fu partato a quattro battaglioni, compreso quello di deposito. Di essi, tiuest'ultimo ed uno degli attivi stavano in Sardegna col colonnello; gli altri due avevano la loro sede in continente col tenente colonnello. Anche in (luel torno di tempo la brigata Guardie cominciò a frequentare i campi di S. Maurizio e di Ciriè, meritandosi sem pre ... <• sommi elogi per la stretta disciplina osservata, per la puntualità cd esattezza del servizio e sia ancora per la precisione delle manovre cd altre fazioni campali cui prese parte,,, come scrisse il Vialardi nelle sue Memorie. Nell'ottobre del 1840 ai Granatieri fu data, in sostituzione del 1xmamiccia fregio della bandoliera, quella placca wn l'aquila reale che i Granatieri di Sardegna hanno portato poi sulle giberne, sino · a


i" 11011 mol1i :inni addi etro. Così pure nel 1843 furono date ai G ranatie ri le daghe, dette da granatiere, rimaste in uso sino a Poco prima del nostro intervento nella prima guerra mondiale. Negli anni che prececkttcro immediatamente la prima g ue rra dì inclipcnJcnza, il Re Carlo Alberto, accompagnato da l Duca di Savoia, rccavasi spesso nella caserma delle Guardie in T o rino, per assistere alle esercitazioni e, nel settembre r843, quando la brigata Guardie, in marcia da Genova a Torino per cambio di guarnigione, giu n se alla tappa di Racconigi, il Re, che si trovava ivi in vilkggiatura, volle passarla in rivista cd alla ~era invitò a pranzo g li ufficiali superiori cd i capitani più anziani.

La brigata Guardie nella prima guerra d'indipendenza. AIla prima guerra d'indipendenza la brigata Guardie si presentava forte di un gloriorn passato, legata al Sovrano d a un profondo sentimento di devozione, tecnicamen te addestrala nei campi d '.istn1zione alla guerra del tempo. Tali q ualità si rive larono in pieno durante la camp:1gna del 1848. Organ icamente la hrig;ata entrò in campagna su due reggime nti: Gra na tieri e Cacciator i. 1 battag lio ni l c I LI del reggimento Granatieri e I del reggi mento Cacciatori costitu irono il 1 " reggimento; il 2 " fu costituit o dai battaglioni Jr Cacciatori e li t· l V Granatieri . Tale mescolanza orga nica no n fu certo la più opportun:i: ma. a malgrado di Lulto, Gua rdie e Cacciatori fecero magnificamente il loro dovere. Ne ll'aprile del 1848, per effetto di n;;o,·i richiami. vennero costitui ti in ciascun reggimento Granatieri battaglioni di riserva; nella b rigata Guardìe se ne formò uno solo. 1x >ichè i Cacciatori , com e è noto. no n avevano richiamati . Durante l'armisti zio un Decreto del 14 ottobre stabilì che la brigata Guardie si costitui sse su tre reggimenti: due Granatieri ed uno Cacciatori: ·ogni reggimento di due hattagl ioni. Poco prima ddb ripresa d elle o stilit:t, coi battaglioni di risnva delle Guardie venne rnstitui to un reggimento provvisorio, chiamato f Granatieri Guardie. Al termine della campagna i r eggim ent i rima~cro come erano, ìn attesa di ordini , e nel m aggio il .3'" Granatieri G 11ardic \tnnc rnppresso e la brigata tornò aJ avere i due reggimenti su due battaglio n i. Un D ecreto del 20 aprile 1850 ordinò la trasformazione d ella hrigata Guardie in brigata Granatieri; m entre il reggim ento C accia-


tori) tornato autonomo. riebbe la denominazione di Cacciatori di Sardegna. La ragione di tale modifica fu dovuta, in rapporto ai tempi nuovi, alla necessità di abolire ogni privilegio ed ogni prerogativa ed, in proposito, la relazione del Ministro, illustrante il Decreto di cui trattasi, così si esprimeva: « Conseguente al sistema di sopprimere ogni sorta di antichi privilegi e prerogative, siccome quelli che nemmeno nell'ordine militare non sono più consentanei con le attuali istituzioni politiche dello Stato, il riferente Ministro di guerra e marina ha dovuto por mente alla diversa condizione \n cui sono tuttora li reggimenti di Fanteria di linea, rispetto a quelli della brigata Guardie, pei quali sussistono antiche prerogative conservate dalla consuetudine: nonchè dal regolamento pel servizio militare nelle divisioni e nelle piazze del 21 giugno r823. Posto pertanto il principio che scomparire debbono simil i (listinzioni tra corpi di una mcdesim;:i arma, ne segue quindi la convenienza di rcc::irc all'attuale brigata Gu~mlie tali modificnioni che, mentre privano, solo per uniformità di m,,;sima, li reggimenti che la compongono di siffatta specialità, non tolgono però Moretta battipi11tti nella musica delle Guardie. ad essi la gi usta considerazione c he è dovuta ai corpi benemer iti per antiche prove di devozione al regio Trono, per distinti e fedeli servigi, come anche pd modo lodevole con cui diportaronsi nella passata guerra per l'indipendenza italiana l\ . Così le Guardie vennero sostituite dai Granatieri, coi quali, due anni dopo, e precisamente nd marzo 1852, sciolto il 2 " re-ggimcnto Granatieri, venne nuovamente incorporato nella brigata il reggimento Cacciatori. La brigata prese alìora il nome di Granatieri di Sardegna e venne ricostituita su due reggimenti di quattro b::ittaglioni ciascuno, con quattro compagnie per battaglione.


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Con l'inlruadramento dei Cacciatori 11cll:1 brigata dei Granatieri pas~ò a , pu:sta il godimento ddl c rendite del munifico lascito fatto al proprio reggimento dal suo primo n,lnn ncllo, Don Alberto Genovese, Due:, cli S. Pietro. Questi, con atto 1101.rri k del 1° agosto 1776, aveva, infatti, assegnato :il reggi 111rn10 un c:,pitale di rno.ooo lire vecchie di Piemonte, con gli int eressi annui di L. 4-000, da impiegarsi dal comand:mte. per quattro <ruinti :l mantenere in buona eflìcien7,a la musica dd reggimento e per una modesta funzione funebre nell'annuale ricorrenza dcli:, mort e del donatore, e per un quinto in opere di bene a favore dei militari dd reggimento e delle loro famiglie. L'anno successivo, con atto del 25 ottobre 1777, il Duca di S. Pietro assegnava poi :1 1 rc.~gimento ;1ltre 20.000 lire vecchie di Piemonte perchè, con lt: lire 800 di rendita annua, si prowedesse al vestiario del tamburino maggiore. fl Ministero della Guerra sardo, con disposizione del 25 agosto l838 - · dato che le rendite, per la differenz:i di valore tra la lira vecchia e la nuova e per le et:onomie effettuate, erano aumentate -- stabili\'a che 4800 lire fossero devolute alla musica, 960 lire alla bcncfìn:nza e 2:25 lire restassero a disposizione del colon nello comandante, per aiuti ai dipendenti bisognosi. Tale rendita fu ripartita tra i due rc·ggim cn1i ddh hrigata rwl 1852; qumdi si abolì l'annuo a ssegn:1rnento, stanziato sul bilancio della Guerra sin dal 1814, per. .. " li suonatori delle C uardie n .

Le nuove brigate Granatieri e la Divisione Granatieri di Sardegna. Con Limpliarsi dell'esercito italiano, a mano a mano che il Ri~org i1nento, procedendo vittorioso, aggiungeva nuove regioni al vecchio ceppo saba udo, si venivano costituendo nuovi reggimenti e così, tr:, il 1859 nl il 18(12, \'ennero formate le brigate G ranatieri di Lomh;1r1. li:! (-;" e .f ), di Nap<ili (5'' e (t), di Toscana (7" cd 8"). Alla forrnai'.Ìonc del le predette brigate concorsero i Granatieri di Sardegna, ccdcnd11 interi battaglioni e rico~tirucndoli poi nel proprio ambiente. Le l re 11110 , ·c brig:1te Gr:maticri ebbero, però, come:: tali, vita breve e. 11<'1 111:irzu del 1871, si trasform.irono in reggi menti di Fanteria di li11ca : ~icc hc: l:t hrig:1ta " Lombardia ,, risultò composta dei reggin1rnti 7:;" e 7-i", l:i brigata <'Napoli ,, dei reggimenti 75° e 76'' e la " To~c,n., .. dei reggim enti 77" e 78".


Durante la campagna del r866 ebbero vita breve anche il ()" cd il 10" reggimento Granatieri. Per effetto dell'ordinamento 5 marzo 1871, i nostri reggi menti vennero ridotti, come gli altri, a tre battaglioni di quattro compagnie ciascuno: in totale 14 compagnie, comprese la compagnia deposito e la compagnia stato maggiore di reggimento. Sempre nell'anno 1871 ai Granatieri vennero tolti, per un.i formità, gli alamari ,_ che gli ufficiali si fecero cucire sotto il b a vero delle g iubbe sino al 1879, anno nel quale g li - al amar i vennero restituiti al b brigata, insieme ai baveri rossi. Nessun altro mutamento organico venne poi a turbare, per lunghi anni, la vita dei Gran:1tieri di Sardegna: ma le esigenze dei nuo \'Ì tempi imposero m olte innovazioni nelle uniformi, ncll'armamcnt0, 1Kgli organici. nelle formazioni t;i ttic he. Durante la guerra italu - tmca. e precisam en te nel settembre 1912, coi due te rzi battaglioni della brigata, che si trovava in Libia dall'ottobre r911 , si costituì un raggruppamento, detto reggimento Granatieri della Libia, reggime nto che ebbe vita breve e che venne sciolto alla fine del 1912. Durante la guerra 1915- 18 li t11 m buro nwggwrc reggimenti Granat ieri , come tutti dei Gra11,11ierì nel 18 ;4. gli altri di Fanteria, ebbero assegnate successivamente sezioni e JXJÌ compagnie mitragliatrici, sci.ioni pistole, reparti lancia-bombe e lancia-fiamme, per ridursi , nd 19 1tJ, alla forza di due battaglioni. Questi vennero poi organizza ndosi col tempo su tre compagnie fucili e ri, una mitraglicri cd una comando di battaglione. Più tardi ogni reggime nto ebbe anche la sezione cannoni.


3·1 Pc.:r c.:ffrtro della legge II marzo 1926, che trasformava le brigate da bin;irie in ternarie, nasceva, nel novembre dello stesso anno. in Viterbo. il _:( reggimento Granatieri, col I battaglione e col personale del deposito fornito dal 1 " reggimento e col 11 battaglione e col personale del Comando formato con dementi del 2" Granatieri. La brigata . .:ostituita così su tre reggimenti, assumeva il numero di XXI cd il nominativo di Brigata di Fanterja Granatieri di Sardegna. Insieme al 13" Artiglieria essa costituiva la Divisione Granatieri di Sardegna. Nel 1939, per la tr;1sformazione delle Divisioni in binarie. il 3·• Granatieri, avulso dalla grande famiglia de.Ila quale aveva fatto pane onorn·ulmrntc per tredici anni, fo trasferito in Alhania, dove, come vedremo a suo tempo, nella campagna degli anni HJ40 - 1941. ~crissc luminose pagine di gloria. Finalmente. nel giugno 1942, venne rnstituito, per speciali esigenze belliche, uno speciale raggruppamento Granatieri di Sardegna, form:ito con due battaglioni, costituiti presso j depositi del r" e del 2" reggimento. Concluso il secondo conflitto mondi.ile, in relazione alla diminuzione della forza militare impostaci dal trattato di pace, i gloriosi Granatini di Sardegna formarono un solo reggimento.

Dopo aver ricordato le principali vicende organiche dei Gran;iticri. riassumiamo quanto abbiamo già avmo occasione di dire nel seguente rùusunto cronologico del/'evolwàonc organica delle Guardie e dei Gr,matieri:

18 aprile 1(i59. Viene diramato l'ordine del Duca Carlo Emanuele II per la costituzione di un reggimento di Guardia o delle Guardie. di r2 compagnie.

31 luglio 1659. Vengono incorporate nel reggimento delle Guardie le 4 compagni,· del reggimento di Marolcs. H J ottobre 16(,4. Il reg;!imento delle Guardie diventa il primo della Fanteria d'ordinanza dell'e~crcito piemontese.

8 gennaio 1<>71. L'uniforme del reggimento delle Guardit'. ha le rnoq re rosse. 2

aprik 1685. Sono 1stituìri 6 Granatieri m ciascuna compagnia

del rt~gimento.


35 2 aprile 1(xp. Il reggimento

è su due battaglioni.

28 aprile 1696. I Granatieri vengono riuniti in due compagnie: una per battaglione.

31 maggio 1701. Il reggimento ha 3 battaglioni, a sei compagnie Fucilieri ed una Granatieri per ciascuno.

29 settembre 1703. Il II battaglione del reggimento è: fatto prigioniero, per sorpresa, dai Francesi a San Benedetto Po e quindi viene considerato sciolto. 24 luglio 1704. Il II battaglione ricostituito ed il III, fatti prigionieri alla resa di Vercelli, vengono sciolti.

4 agosto 1704. Il reggimento delle Guardie si riorg:mizza su due battaglioni a se.tte compagnie ciascuno. 21

glioni.

ottobre 1774- Il reggimento viene riorganizzato su tre batta·

15 giugno 1786. Il reggimento viene ordinato su due battaglioni . 9 dicembre I798. Il reggimento, sciolto dal giuramento di fedeltà al Re di Sardegna, passa al servizio della Repubblica Piemontese.

8 febbraio 1799. Il reggimento è incorporato nella prima mezza Brigata Leggera Piemontese. w maggio 1799. La predetta si scioglie.

10 giugno 1799. Con parte del personale del reggimento, richiamato in servi7,io, si formano due compagnie. 4 settembre 1799. Il generale austriaco Mcla_s dispone per 1a ricostituzione di un battaglione del reggimento delle Guardie. 20 febbraio 18oo. Con le due compagnie già esistenti e con altro personale del Corpo si forma il predetto battaglione.

8 marzo 1800. Per completarlo gli si assegnano uomini del reggimento Saluzzo.

10 giugno 1800. Il battaglione viene posto in congedo. 24 maggio 1814. 11 Re Vittorio Emanuele I determina la ricostituzione del reggimento delle Guardie.


1 · non:mbre 1815. JI Corpo prenJc il nome Ji Brigata del le Guardie, con due hattaglioni in pace e lluatlro in guc:rra.

~o no v('mbre 1815. Viene incorporato nel reggimc1110 ddk Guardie il pcr~onale proveniente dalle compagnie Granatieri dci reggimenti provinciali Casale:, MondovÌ, Vercelli, Susa e quello proveniente dalle compagnie Granatieri dei reggimenti Torino, Pinerolo, I vrca, Asti, Nizza, Acqui, Tortona, Nova ra. 20 gennaio 1816_ Il Corpo prende nome di Brigata dei Granatieri Guardie.

il

18 diu:mbrc 18 ~0. La brigat:1 si cmlituiscc su tre battaglioni di c;ranatieri. di cui uno di deposito. e un

h:1ttaglione di scelti. 25 ottobre 183 1. La brigata Guardal reggime nto Gran:irini Cu:i.rdic, ,E ,luc hai,,1,gl ioni i11 pace, di quattro c d un ckpo~ito in g uerra (ogni battaglione su cinque compagnie Gran;1tieri cd una ~celta) e dal rcggimrnto Cm:iatori Guardi<.:, di due battaglioni ed un d eposito, ciasrnno su ci nque compagnie Cacciatori cd una Carabinieri. die

C n g rnnntic, e musicanle 11e/ I 8 ) -/,

VÌCllC rorm;it:1

9 giugno 1832. 11 reggimento Grnnaticri viene costit uito su due battaglioni effettivi ed uno di deposito.

8 o ttobre 183.3. La sede del batt:iglionc deposito del reggimento Granatieri è st:1hilita in Torino. 2 1 gennaio 1834- Il batt:1glione deposito del reggimento Granatieri diventa III h;11taglione effettivo e se ne forma un IV, con funzioni di deposito. Sciolte le compagnie scelte. ogni battaglione rimane su sci compagnie Granatieri.


37 23 marzo I 848. La brigata parte per la guerra su due reggimenti. ognuno a due battaglioni, dei quali il I comprende le compagnie 1 ' e 3• Granatieri e Ia Cacciatori, ed il II le compagnie 2 " e 4" Granatieri e 2• Cacciatori. 14 ottobre 1848. La brigata viene organizzata su tre reggimenti: Granatieri (I e III battaglioni Granatieri), 2° Granatieri (II e IV battaglioni Granatieri), 3° Cacciatori (I e II battaglioni Cacciatori). 1°

6 febbraio 1849. Ogni reggimento Granatieri forma un terzo battaglione attivo. IO febbraio 1849. Si forma un reggimento provvisorio di Granatieri Guardie col I e col II battaglione provvisorio Granatieri Guardie.

II marzo 1849. Il reggimento provvisorio prende il nome di reggimento Granatieri Guardie.

3"

12 ottobre 1849. I reggimenti Granatieri della brigata sono ordinati ciascuno con uno stato maggio re e due battaglioni (una compag nia scelta, quattro ordinarie). 20 aprile 1850. La brigata prende il nome di brigata Granatieri, composta del r" ·e del 2° reggimento Granatieri.

16 marzo .1 ts52. La brigata prende il nome di brigata Granatieri di Sardegna cd è composta di due reggimenti , ognuno costituito di uno stato magg iore e di quattro battaglioni su quattro compagnie ciascuno. Incorpora il reggimento Cacciatori di Sardegna. 3T marzo 1855. Per la spedizione in Crimea le compagnie 1", 2-', 9•. T3" del I" Granatieri formano il I battaglione del 1 '· reggimento provvisorio. Le compagnie 1•, 2", 9", q • del 2° Granatieri formano il II battaglione del 1" .reggimento provvisorio.

18 giugno 1856. I battaglioni reduci dalla guerra di Crimea vengono disciolti ed i Corpi riprendono la loro formazione normale. 9 marzo 1859. Si costituiscono in Alessandria i depositi con uno stato maggiore e tre compagnie.

30 agosto 1859. Nella formazione di nuo vi reggimenti di Fanteria, se ne costituiscono due di Granatieri di Lombardia. 30 o ttobre 1859. Il 3'' reggimento Granatieri di Lombardia si fo rma coi battag lioni II e IV del 1° Granatieri di Sardegna; il 4° d i Lombardia coi hattaglio ni II e IV del 2 ° Granatieri di Sardegna. 4.


5 ll«/\'l'tnbrc , 859. Si ricostttutscono, nei reggimenti Granatieri di Sardegna, i due battaglioni ceduti a quelli di Lombardia. 1" frbbraio 1861. In seguito alla nuova organizzazione dell'esercito italiano viene costituita la brigata Granatieri di Napoli. I battaglioni di ciascun reggimento sono ridotti a tre; in essi però le compagnie sono portate a sci. I quarti battaglioni dei Granatieri di Sardegna passano alla brigata Granatieri di Napoli.

1'' agosto 1862. In seguito al nuovo aumento dell'esercito, viene costituita la brigata Granatieri di Toscana con elementi tratti dai Granatieri di Sardegna e con uomini di alta statura, scelti nei reggimenti di Fanteria di linea.

17 giugno 1866. Viene ricostituito un nuovo reggimento Granat ieri, che prende l'ordinativo <li 9°. 23 lug lio 1866. Viene formato il 10° reggimento Granatieri, destinato ad c~sen: sciolto nel dicembre dello stesso anno.

5 marzo 1871. L'ordinamento definitivo della Fanteria stabilisce c he ci:1~cun reggimento sia a tre battaglioni di quattro compagnie. 1 reggimenti Granatieri dal .3° al e/ so no trasformati in reggimenti di Fameria di linea. 2 aprile 18ì1. Ai Granatieri dì Sardegna, per uniformit~, sono tolti g li alamari. Come distintivo, essi conservano soltanto la g ranata sul berretto.

29 giug no 1879. Con le insegne scarlatte, vengono restituiti ai Granati eri gli alamari di argt'nto. 15 aprile 1909. In o ccasione del 250° anniversario della fondazio ne del reggimento delle Guardie, dal quale trae origine la brigata G ranatieri , agli ufficiali e militari della brigata è concesso di apporre sulla mano pola scarlatta della giubba un alamaro simjle a quello del colletto e su tutti i bottoni e bottoncini metallici la granata caratteristica del Co rpo. 26 marzo 1 9 20. I battaglioni di ogni reggimento sono r idotti · a due. ciascuno su tre compagnie fucilieri ed una mitraglieri. 1" novembre 1926. Si costituisce, in Viterbo, il 3° reggimento G ranatieri di Sardegna: il I battaglione ed il deposito con elementi dd 1" G ranatieri ; il I.I battaglione ed il Comando con elementi del


39 2" Granatieri. La brigata Granatieri, costituita su tre reggimenti, assume il numero di XXI.

6 aprile 1939. E' costituito un reggimento Granatieri di. formazione, con elementi tratti dai tre reggimenti organici . Viene assegnato al Corpo di spedizione destinato in Albania.

28 luglio 1939. Il reggimento di formazione, rimpatriato, viene sciolto. Per effetto cli nuove disposizioni, le Divisioni di Fanteria si riducono a due reggimenti; di conseguenza il 3° Granatieri cessa di far parte della Divisione Granatieri e viene trasferito in Albania. 21 giugno 1942. Viene costituito un raggruppamento speciale di Granatieri, detto da sbarco, con elementi provenienti dai depositi dei reggimenti 1° e 2".

Alla fine della seconda guerra mondiale i reggimenti Granatieri \·engono ridotti ad uno.


lii.

LE PRIME GESTA DEI GRANATI ERI

Quando si costituì il reggimento delle G uardie, singolarmente difficile era la situaz ione del vecchio Piemonte, stretto tra la Francia, potente e prepotente. e la pianura lombarda, ora in possesso della Spa gna cd ora s0ttopu~ta all ' Austria . e ljllÌndi nella nen:ssità d i destreggia rsi fra k co ntrappostc Potenze per non n :nire sc hiacciato e per preser vare, linchè era possibile, il proprio territorio dagl i orrori della g unra. l tempi erano, infatti , assai difficili e l'Europa, per quanto stanca dei precede nti conflitti, tra cui quello lung hi ssimo dei tn:n1·anni , era ben lo ntana dal trovare una treg ua, che le permettesse di dedicani veramente al lavoro cd al progres~t>. D:ilh pace ,ki Pireni:i (i(,59), la Francia era uscita vi ttoriosa contro la Spagna ; ma il Duca cli Savoia :weva perduto Pinerolo, passata ai Francesi, e Vcrcd.li , ceduta agli Spag nol i.

La guerra contro i Valdesi . Ques10 l'ambiente del tempo, nd quale il nuo vo regg imento dell e G uardie si accingeva alla sua prima campagna w ntro i Valdesi ( 166~)- Fu <1uello un conflitto di carattere relig ioso, causato. no n da lla volontà dei Valdesi di sottrarsi all'auto r i1à del proprio Pri ncipe. ma dalla necessità di ottenere un 'ili imitata tolleranza per la loro frdc: conflitto, dun,1uc, a sfondo ~entimcntale e reli~imo. m a che acquistcr21 k caratteristiche delle g uerre pit1 accanii<.:. Già in preceden za i Valdc~i a\'evano preso le .irmi contro il P ri ncipe e le eme: si erano 1x1i com1x1ste. q uando ad c~si era stata concessa la libert:'1 religiosa : m a ben presto sco ppiarono nuo vi di i,<)rdini, in seguito agl i errori ai quali da va no luogo g li accordi precedenti ci rca l'estcnsio11c del lnrito rio nel (jllalc do veva essere considerato libero il culto Yalde~e. Chi :1izzava i ~rntimcnti dei Valdesi contro i Duchi di Sa\'oia era un lo ro


correligionario, tale Leger, il quale però non prese parte ad alcun fatw d'arme. Alla sua opera aggiungevasi poi quella subdola della Francia, ben lieta di creare ostacoli al Duca di Savoia. Nel febbraio 1662, essendo stato il Legcr condannato a morte, con l'ordine di demolire la sua casa in S. Giovanni (val Pcllice) e di

.l'ill~!'P/()

( )

Lz guerrn contro i Tl /lldcsi.

innalzare una colonna infame, stigmatizzante l'opera del condannato, venne inviato in S. Giovanni il senatore Gianfrancesco Pcrrachino, incaricato della esewzione della sentenza, scortato da un distaccamento di un centinaio di uomini del reggimento delle Guardie e da un picchetto di quaranta cavalieri. La sentenza, per quanto riguarda le cose, fu eseguita: la casa del Lcgcr distrutta, b colonna


.p innalzata; ma il Lcger, datosi intanto alla latitanza. venne risarcito d ei danni subiti dai suoi correligionari. A Torre Pellice, là dove !'Angrogna sfocia nel Pellice, era stato costruito dal Governo sabaudo un forte, affidato a tale Giambartolomeo Malingri dei conti di Bagnolo, inviso ;illa popolaz ione per la sua prepotenza. Di ciò si lagnavano i Valdesi che, alla fìne ddl':1 prik dd 1663, attaccavano invano il forte. Pochi giorni dopo venivano di strutti i passaggi sul Pellice a Luserna ed i villaggi di Luserbctta e di Bibbiana sottoposti a saccheggio. li 9 maggio tale Ianavd, ardito e capace popolano, in grande prestigio presso la sua gente e già ve nuto in fama nelle precedenti insurrezioni contro il Governo sabaudo, riuniti 500 Valdesi, marciava da Luserna verso la pianura allo scopo di isolare il forte da ogni possibile aiuto. Ma quella impresa falliva perchè gli abitanti di Bibbiana, appoggi;1ti dai pochi militari del presidio e guidati da un fratello del lhgnolo, respingevano i Valdesi, obbligandoli a ritirarsi . La ribellion e era ormai in pieno sviluppo cd il governatore Bagnolo. per chiarire la sir-uazione, ordinava alk genti di S. Giovanni di prendere le armi contro i rihdli ; ma non ,-cniva obbedito. L'11 rnaggi o cd il o;uccessivo giorno 12 il forte veniva di nuovo inutilmente att:tcc.:itc, '-Lii Valdesi che, fallita l'impresa , ~, C!>(:J\J \crso lc1 pianur.1, per minacciare Brichcras.io. Poichè l'autorità locale, pur resistendo, non era in grado di so ffocare Li ri volta, il Governo dutale, alla metà di giug-no, mandò :;ul posto tiuasi tutto il reggimento delle Guardie, comandato dal marc hese Villecardet di Flcury, cd nn distaccamento di Cavalleria agli ordi n i del sig nor di Cremasco. Quest' ultimo, giunto a Bricherasio, vi si fermò; mentre le G uardie procedevano sino a S. Giovanni, minacciando le spalle dei Valdesi, che assediavano da oriente il forte di Torre Pellice. Lo Ianavel intanto aveva occupato coi suo i il breve contrafforte montano che separa !'Angrogna dal Chisonc. Il marchese di Fkury, ..:rnn;1nda111c delle Guardie, dec ise di attaccare i Valdesi, av:1 11;,.ando su tre colon ne, che dovevano muovere rispetti\'amente da San Giovanni, Ja llricherasio e da San Serondo. Queste due ultime colonne do veva no ricongiungersi ai Plans e, per l'abitato di Angrogna, prendere a lle !>pal1e il nemico, ch e intanto sarebbe stato attaccato dalla co lo nna proveniente da S. Giovanni. All'alba del 6 luglio 1663 si iniziarono i movimenti prestabiliti. L:1 colonna di S. Giovanni fo la prima ad incontrarsi coi Valdesi.


43 che vennero respinti fìno ad una posizione chiam;1ta Rocciamancot. La battaglia si fece sempre più aspra; ma il distaccamento di S. Giovanni volle: attendere le altre due colonne. Lo lanavel inviò allora un nucleo di 100 uomini ad una località di obbligato passaggio, detta . « porte di Angrogna », con l'ordine di resistere sino alla morte. Poi, con il resto delle sue forze, si lanciò contro il nemico che aveva di fronte. I Ducali della colonna di San Giovanni, che già avevano conseguito qualche successo e che aspettavano gli altri per concludere l'azione, violentemente attaccati, finirono col cedere e col ripiegare nella pianura. Ottenuto tale successo, lo lanavcl raggiunse il suo distaccamento alle porte di Angrogna ed obbligò il Fleury a ritirarsi sulle basi di partenza di San Secondo e di Bricherasio. Questo comhattimento, detto delr Angrogna, fu il primo al quale parteciparono le Guardie e segnò !"inizio di una lunga, gloriosa, trisecolare storia, anche se in esso il successo non coronè> gli sforzi onoreuimcnto. volissi mi del b<riovane reo òb Dopo questo fatto d 'arme, le Guardie si raccolsero nei dintorni di San Giovanni: ma, nel Natale del 166.3, ebbero occasione di combattere una seconda volta contro i V:ilclesi , nei dintorni di Angrogna, al comando del marchese di San D am iano, che :tveva sostitu ito il Flcury. Il combattimento fu aspro per le Guardie, improvvisamente attaccate dal n e mico, ed il loro sacrificio venne dimostrato dalla morte dei con ti di Saint Front, della Trinità e del capitano Biallt. Nell'azione fu anche ferito per la seconda volta il capitano Bessac, signore di Granmaison, che fu poi nominato, tre anni dopo, tenente colonnello ndle Guardie per ... (( i lunghi serviz i prestati e per avere avuta una mosc hettata attraverso il corpo dagli Huquenottes rehellcs dc Luserne )) . li 3 febbraio r664 le Guardie posarono definitivamente le armi, poichè venne decisa la questione dei territori entro i ciuali ai Valdesi era concessa la libertà relig iosa.

L'impresa di Candia. Nel conflitto tra Venezia, che cominciava fatalmente a declinare, ed i Turchi, che minacciava no ancora l'Europa centrale, Cipro era stata perduta dai Veneziani e la guerra, spostandosi, ebbe per teatro, dal r645 al 1669, cioè per quasi 25 anni , l'isola di Candìa.


A 1:i von: della Scn:nissim:1 gli Stati Cristian.i potevano concorr-crt· so ltanto limitatamente. La Spagna e la Francia erano, infatti, intrntl' a di spmarsi la supremaz ia sull'Europa centrale; il Pontefice si intt:rcssa,·a più di c1uesto conflitto che della bufera turca, minacciante la Croce di Cristo, e Venezia dovette quindi combattere, per un lJUarto di secolo, quasi. da sola.

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...

L'impresa di Candia.

Sin dal 1664, però, un contingente di truppe savoiarde, comandate da.I marchese Alessandro Arborio, stava di presidio ndla laguna \ T llt:la . attendendo gli eventi. Inoltre nel 16(½ Carlo Emanuele l1 sp<.: di,·a a Cand ia due suoi reggimenti di Fanter ia. al comando del m :1rd 1oc F rancesco Villa Ghiron. In essi militavano molti giovani dd la no biltà p iemontese, pochissimi dei (] Uali rividero la terra nati,·a. La guerr:i, lenta nei primi anni, si venne facendo sempre più a., pra verso la fine del 1666, quando 36.000 Turchi, guidati dallo stcs~o Vizir. impadronitisi di La Canea, si accinsero ad assedi are ( :and i:i, difesa da 4-000 veneti e da 2.000 savoiardi.


45 Il 22 maggio 1666 i Turchi iniziarono le operazioni, espugnando le opere occidentali della piazza e combattendo strenuamente anche nel sottosuolo, con lavori di galleria e di mina, dei quali il Nani. nella sua « Storia della Re11ubblica veneta " · seri veva: <•-Nelle tra li eri e . ad ogni hora si incontrauano ì soldati, combattendo al buio e ndl'horrore di (Jucgli oscuri recessi, et in particolare con le granate et anco si batteuano con le mani, lJUando l'angustia dei lochi non permetteua altro uso delle armi l,. Alla fine dell'anno, e precisamente il 18 no vembre, un disperato attacco degli infedeli, pur facendoli pervenire al fossato della fortezza, falliva, benchè fosse costato molto sangue (20.000 Turchi e 4.000 Cristiani vi trovarono la morte). In queste .lunghe operazioni belliche cli Candia si di stinsero le truppe savoiarde che, come narra il Nani: « riportauano grnndissimc: laudi », tanto che il Senato veneziano, con 95 voti favorevoli ed uno contrario, .i nviò al Villa Ghiron un vivo encomio per il comportamento delle sue valorose truppe.

"

Nd gennaio rùù8 il Villa Ghirun, richiamato dal Duca, rimpatriava; ma i due reggimenti savoiardi, decimati dalle gravi perdite subite e ridotti a poche centinaia di uomini, rimasero nell'isola. Alla fìne dell'anno giungeva a Candia un piccolo contingente di 600 Francesi, comandato dal Duca di Rohan, il quale, impaziente di agire, eseguì una sortita con 350 dei suoi e con una compagnia di 100 Savoiardi. La sortita venne effettuata il 16 dicembre e fu tale lo slancio dei Cristiani, che i Turchi non seppero resistere. Anche in quella azione fu altamente apprezzata la condotta dei soldati del Duca di Savoia. Volendo alfinc concludere l'assedio. il 23 agosto 166<) 10.000 Turchi attaccarono il presidio di Candia, ormai ridotto ad appena 3.000 difensori; ma, giunti alle palizzate, venivano respinti e, rinnovato l'attacco, dovevano per una H'.contb volta ripiegare, inseguiti dai pochi Savoiardi superstiti. Non ostante questo successo. Candia , con le mura crollate, coi pa rapetti rovinati, çol presidio ridotto a pochi uomini, non t·ra più in grado di resistere cd il 6 settembre capitolava, dopa 28 mesi di assedio e 25 anni di guerra. Durante le operazioni la condotta del contingente savoiardo t ra stata tanto


11·~.,.

~1111111ircvolc che, subil o d,,1 111 I 1 d gc 11t r:il i~~i mo turco ne volle conoscere gli uflìr iali , 111111p11111•11d11~1 co11 loro per il modo nel quale e~si ed i loro diprnd1·1111 •,1 11.1110 h:1ttuti.

L.1 J1/t.'.,<1 di Cu11dia.

Dopo yualtro anni di così aspra guerra , torna\'ano, infatti, in p;1tria ~oltanto 200 uomini che, a tìtolo di premio, per ordine del Duca Carlo Emanuele II emanato nel novembre 1669, vcniv:1no riuniti, al com~rndo del signor Di Comingc, in una compagnia che vcn i \ ';1 assegnata al reggimento delle Guardie. Ecco pcrchè, come scrisse il Gucrrini: ,, appartiene al reggimento delle Guardie il diritto di


47 scrivere nella propria Storia il ricordo dell'impresa di Candia ... come appartiene all'attuale Divisione Granatieri di Sardegna, che dall'antico reggimento delle Guardie ha ereditata ogni tradizione, il dovere di. custodirne il glorioso ricordo ». A concludere la gloriosa impresa di Candia è opportuno riportare le parole con le quali Carlo Emanuele Il, nel suo memoriale del novembre 1 ~ , disponeva di ,< fare mettere sopra il bilancio militare l'accrescimento di una compagnia nel reggimento delle Guardie, darla al Signor di Cominge, che è stato sino adesso in Candia e la detta compagnia tirarla dalle truppe che ritornano da detto assedio. Il resto metterlo nella compagnia coronnella del reggimento di Guardia, con ordine alli officiali del soldo che guesto accrescimento si dà in ricompensa e per mantenere detti bravi soldati ,, .

La guerra contro Genova. I Duchi di Savoia avevano sempre aspirato al mare e, per conseguenza, al territorio della Repubblica ligure, con la ciuale il Ducato sabaudo confinava. Genova, allora agitata da discordie civili, si veniva appoggiando ora a questa, ora a quell a Potenza straniera. Nell'anno 1672 una congi ura tendeva in Genova ad impadronirsi del governo della Repubblica, provocando un moto capeggiato dal Della Torre, il quale erasi rivolto per aiuto a Carlo Emanuele Il , con la promessa che, quando il D ella Torre si fosse impadronito della cosa pubblica, le truppe ducali potevano occupare Savona, pronte ad accorrere su Genova. Savona sarebbe rimasta in ogni caso al Duca di Savoia, col quale Genova si sarebbe unita in alleanza. In base a tali accordi, il Duca di Savoia cominciò a riunire le sue truppe a Ceva cd anche in Savoia pcrchè ... ,, daranno a credere più facilmente che abbia pensieri in quella direzione >>. Facevano parte di tali truppe due compagnie delle Guardie, mentre il resto del reggimento era ad Asti, da dove, per Alba e Cherasco, raggiunse Saliceto, dove si raccoglieva il piccolo esercito ducale destinato ad operare su Savo na. All'alba del 26 giugno, giungendo innanzi al colle di Cadibona, il reggimento, trovato il valico occupato dai Genovesi, venne :1 sapere che il colpo del Della Torre era fallito e ripiegò quindi su Saliceto. Cambiato allora improvvisamente obbiettivo, con rapida marcia, i Ducali si portarono a Pieve di Teco, via Calissano - Garessio, ed il 28


~c r.1

le: (;u,irdie della co mpag nia La Roc he iniziarono l'attacco del-

J':1lii1ato, appoggiate da :iltn.: truppe. Il presidio di Pieve di Teco si :1r rc~e ~e nz:1 sp:1ra re un colpo. Le operazioni , apprn;i cominciate, subi rono però un arresto. I Cenovesi, colti alla spro vvista, si affrettarono a raccogliere truppe; m c nln.: i Savoiardi con i loro Capi: m;:irchese di Livorno e rnnrc Ca t:ilano, gelosi l'uno dell';:iltro, non profittarono ddl'occasione per sorprendere;: Genova. Soltanto il 16 luglio, wn un colpo di mano fortunato. Rezzo in ,,alle Arrosia vc111k facilmente conquistata; ma intanto 1111 grosso nucleo di Genovesi, comandati dal corso Restori, risalendo l' A rrosia , occupavano Vessalico e proseguivano sino al ponte di Mozzo. Il Restori fece poi imboscare sul monte Sant' Antonio un grosso distac<:a mento, che do minava la va lle per la quale dovevano passare le truppe duc ili . li g iorno 18 luglio le tmppe sabaude passavano, infatti, sotto il m o nte Sant'Antonio ; ma i Genovesi, preoccupati del loro numero, non li attaccarono. Il conte Catalano era consapevole della necessi t:ì di liberare la via del mare, sbarrata dai Genovesi al ponte di Mozzo e. mentre fece g irare al l:trgo la Cavalleria ed attaccare i Genovesi per k al lu1 c, egli, c.:ol r<.:ggirnc:nto .Jdk Guardit:, mo~~t: c.:011lro 1t: dik,c di ponte di Mozzo. Le Guardie si lanciarono all'attacco del ponte : ma vennero in vestite dalla fucileria dei Genovesi, sistemati a difesa in una cartiera poco lontana. Occupato il ponte, occorreva occupare la cartiera e tale scopo venne raggiunto soltanto dopo i ripetuti attacchi delle Guardie. attacchi ricordati con ammir azione dallo ~tesso genovese Varese, in un a sua Storia della Repubblica di Ge nova. r G enovesi, scacciati dalla ca rtiera, ripiegarono al mare; ma le Guardie avevano pagato a caro prezzo la loro vittoria, giacchè numerose erano le perdite, tra le quali quelle degli ufficiali: conte di O sasco, marchese di Cavour. cavaliere di Pluvicr e cavaliere di Por1x>rato.

La sera stessa del 18 luglio arrivava al ca mpo sarni:mlo lo zio del Duca, Don Gabriele di Savoia. Avendo il Duca ordinato eh<.: le proprie truppe invadessero subito il territorio della Repubblica, Don Gabriele costituì due colonne : un a al suo comando, composta delle Guardie, del reggimento Sa\'Oia, deg li Svizzeri e di parte dell a Cavalleria, doveva puntare su Oneglia:


49 le altre truppe, sotto il Catalano, da Ormca, per Garessio e Zuccardlo, dovevano ricongiungersi alla prima colonna a Testico. Il Restori, comandante dei Genovesi, conosciuto il dispositivo avversario, sì avviò per i monti, tra i torrenti Merula e Lerone, dove fu seguito, il 23 luglio, dalla colonna di Don Gabriele. Il 24 mattina

Òmfini tra il Pirmonte e Genova ( 16J 2).

il Restori lo attaccè> con grande violenza a monte Chiapp:1; i reggimenti Guardie e Savoia fecero a gara nel respingere i Corso- Genovesi, che irisistcttcro nella lotta finchè Don Gabriele decise di ritirarsi su Stellanello. Il Catalano, che aveva perduto un teìnpo prezioso, si trovava. il 27 luglio coi suoi elementi avanzati a Paravenna, mentre Don Gabriele era a Stellanello. La distanza era breve; ma tra le due località sorgevano i non facili monti di Carrozzana, dei quali erano padroni i Genovesi. Il Restori mandò poca gente contro il Catalano e, col grosso delle sue truppe, si precipitò contro i Savoiardi.


Prime a resi~1 c rc.: all ' atracco furono le Guardie , c he peraltro subirono gravi paditc, e la giornata di Stellanello costituì un inutile combattimento, malgrado il quale le due colonne ducali non riuscirono a riunirsi. Alla sera Don Gabriele ripiegè, su Oneglia; il Catalano retrocedette verso Zuccarcllo. Attaccato di nuovo dai Genovesi a Castclvccchio, il Catalano si difese strenuamente, dando occasione di

La guerril contro Geiiot·a.

dis1inguersi al colonnello Parella, comandante delle Guardie che con alcuni ufficiali e pochi uomini di truppa, prese parte al ùJ1nbattimcmo con la colonna del Catalano. N e lla nullt: ~ul G agmto tiuesti, rnn 1x1che truppe, rimcì a ripiegare verso G ~1rcssio, passando per sc:'. ntieri prcssuchè sconosciuti e con l'ausilio di due guide del luogo; il Parella, invece, dopo aver a lungo combattuto contro i Genovesi. si chiuse in Castelvecchio. Nella relazione sul combattimento fatta dal Catalano così egli si esprime sull'opera del Parella e dei pochi soldati delle Guardie che era no con lui: " ... di averlo visto coi suoi volontari sino alla


) I

seconda barricata, facendo atti di grande valore, e di avere udito sino a q ud tempo la sua voce, allorchè animava i suoi alla pugna n. Successivamente il Parella veniva fatto prigioniero dai Genovesi cd , avendo fieramente protestato, fu rinchiuso in Genova. in angusta torre. Due ufficiali Jellc Guardie, con lui distintisi alle barricate di Castelvecchio, i signori Varaxe e Martigny, anch'essi prigionieri, \'Ollero essere trattati come il loro colonnello, rivelando così profondo spirito di cameratismo. Mentre la colonna del Catalano si riduceva, come si è detto, a salva mento, anche quella dì D on Gabriele, abbandonata Oncglia, che veniva occupata dai Genovesi, riusciva a mettersi ;1l sicuro, raggiungendo Briga. ~ À. rimcdia~e a tali insuccessi il Duca di Savoia inviava una nuova colonna dal Nizzardo in Liguria, mentre un'altra, al comando di Don Gabriele. del.la quale facevano parte le Guardie, riunitasi ad Asti, marciava contro Novi e con tro Ovada. A quest'ultima veni,·a posto l'assedio ai primi di ottobre; il IO i Ducali, entrati nei sobborghi, intimavano la resa ; ma i Genovesi la rifiutavano. Allora le Guardie attaccavano impetuosamente porta Genova ed entravano in città: ma g ià erano in corso le tra ttative per la pace che, snll ecit~1mentc rnnclus:1, pmc F.nr. ad un conflitto rivelatosi inutile, visto che ciascuno dei due belligeranti rientrò nel proprio territorio, i prigionieri vennero scambiati , nessuno fu costretto a pagare indennizzi. Della g uerra altro non rimase, infatti, che il ricordo dei Caduti e gucllo dell'eroismo dimostrato dal reggimento Guardie, che si era distinto in ogni occasione e specialmente alla presa di Ovada.

La nuova guerra contro i Valdesi. Avendo Luigi XIV, nell'ottobre 1685, revocato l'editto di Nantes, agli Ugonotti rimase la scelta tra l'abiura, l'esilio o la morte. La stessa sorte fn imposta ai V;ddesi dal prepotente Re Sole, tramite il Duca di Savoia, Vittorio Amedeo II. Questi cercò, a dire il vero, di sottrarsi alla imposizione; ma inva no, e così, nell'aprile del 1686, si ve nne alla guerra, per la quale già sin dal marzo i Fram;esi occupavano lo sbocco del Chisonc in pianura. Nell'aprile le truppe duca li si vennero concentrando allo sbocco del Pcllice, e con esse erano k Guardie, partite da T orino col Duca il 16 aprile ed accampatesi, il giorno successivo, in guel di Bricherasio.


Per accordi col francese Catinat, le operazioni dovevano cominciare il giorno 23. J Francesi dovevano agire per la valle di San Mar1ino; i Ducali per i monti fra Chisonc cd Angrogna. Successivamente .i due alleati dovevano operare nella valle di Luserna. 11 giorno 23 aprile tre colonne savoiarde iniziarono la m ;1rci:1, rispetti,·;unente da Bricherasio, da Caffaro e <la San Giovanni. Alla

La guerra contro i F,,lde.,ì.

testa di quella di destra, comandata da Don Gabriele di Savoia, si tro vava no le Guardie, seguite da altri reggimenti e da quattro pezzi di Artiglieri:i someggiata. Le tre colonne raggiunsero il nemico, trincerato poco lungi dall':1bitato di Angrogna ed il valoroso colonnello Parella, comandante le Guardie, che guidava l'avang uardia, lanciò i Granatieri all' attacco contro la resistenza nemica, che venne stroncata anche dal tiro dell'Artiglieria ducale. I Valdesi ripiegarono nella località detta Roncaiks, inseguiti dai Ducali, e le Guardie, che già ad Angrogna avevano subito perdite considerevoli, si prccipìtarono sul nemico col consueto slancio. Sul mezzogiorno l'attacco venne


53 sospeso e rimesso all'indomani , ma il 24 mattina, quando esso stava per rinnovarsì, i Valdesi si arresero. Il giorno 25 le Guardie risalirono !'Angrogna cd occuparono Pra du Torno; poi, il 2 maggio, tornarono :1 San Secondo poichè era necessario, secondo il programma, sbarazzare dai Valdesi b valle di Luserna. Mentre altre truppe puntavano su Bobbio, ìl reggimento delle Guardie venne dal suo colonnello condotto, il giorno 8, per le aspre alture ddla sinistra del Pellice, lungo uno stretto ed aspro sentiero, sul quale venne investito da una tempesta di pietre lanciate Jal nemico. Numerose le perdite, tra le quali tJuella dd conte di Drusè, frateUo del colonnello Parella; ma, a malgrado di ciò, la colonna continuò ad avanzare sotto la pericolosa sassaiola. Con la fazione di Bobbio ebbe termine la breve campagna, onorevolissima per le Guardie. I Valdesi si recarono esuli in Svizzera e, siccome era stato stabilito che ogni carovana di partenti dovesse sino alla frontiera essere accompagnata, per la propria sicurezza, da un ostaggio, tale incarico fu affidato ad ufficiali del reggimento Guardie. Nello stesso anno, il 10 dicembre, il colonnello Parella fu inviato a Mondovì con un battaglione del suo reggimento per domarvi un moto insurrezionale . Comandante energico, valoroso, ma anche generoso, svolse l'incarico affidatogli, cercando di attuare la pacificazione più che la repressione. Dal suo carteggio emerge come le Guardie fossero temute dagli insorti piì.1 che le altre truppe ducali: il che prova il loro valore e la loro discip!ina.

La lega di Augusta e la guerra contro la Francia. Nel 1687 si era costituita, come è noto, ad Augusta una lega tra Austria, Spagna, Baviera, Svezia, contro la Francia; ed alla lega aveva aderito anche il Duca di Savoia che, attendendo il momento opportuno, ai principi del 1689,. conservava ancora buoni rapporti con Luigi XIV. I Valdesi in esilio, attrave rsando la Savoia, tornarono alle loro valli ed, evitando ogni atto di ostilità contro le truppe du cali, attaccarono e batterono i Francesi, come avvenne nell'aprile nella valle di Pragelato (alto Chisone). Siccome però non era ancora giunto il momento opportuno per l'intervento delle truppe sabaude in favore della lega, i Ducali occuparono lo shocco del Pcllice cd i Francesi si trovarono sul basso Cliisonc.

5.


54 Il 4 settembre il valoroso colonndlo Parella riferì da Torre Pellice al Duca di avere avuto c1ualchc scontro con i Valdesi e di averli obbligati a sgomberare Bobbio e Villar. In effetti lo sgombro era avvenuto senza colpo ferire perchè dall'una e dall'altra parte si tendeva ad evitare l'urto.

l'iuorio Amedeo li.

Il 5 settembre un battaglione delle Guardie venne mandato al colle del Piz e l'altro a Massello. I Valdesi, attaccando il colle del Piz, costrinsero le Guardie a ripiegare, dopo una strenua resistenza. Il Parella scrisse di nuovo al Duca, esprimendo fierissimi propositi contro i Valdes.i ; ma soltanto ai primi cli ottobre, dopo circa un mese di quella strana campagna, egli potè recarsi a Pinerolo a conferire coi Francesi circa un nuovo piano di guerra cd a stabilire che le truppe francesi dovevano operare nella valle di P crrero, mentre i Ducali avrebbero agito in quella di Lnscrna .


55 A malgrado di questi accordi, la guerra continuò a languire ed il Parella s'indugiò ad inviare rapporti al Duca sull'equipaggiamento, che non era in ordine, e sulle armi, che dovevano essere riparate. Alla fine di dicembre, dovendo prendere j quartieri d'inverno, le Guardie tornarono a Torino e le altre truppe ducali sostarono alfo sbocco del Pellice col pretesto di osservare i Valdesi; m;i col vero scopo di sorvegliare i Francesi che si trovavano a Pinerolo. La ragione vera della strana condotta di quella campagna era la necessità di indurre i Francesi a perdere tempo, in modo che le truppe della lega potessero arrivare in aiuto di quelle del Duca che, come si è detto, alla lega aveva già da tempo segretamente aderito. La decisione di combattere apertamente contro la Francia potè venir presa dal Duca di Savoia nel maggio del 169o, quando il Catinat, che si trovava a Pinerolo con 15.000 uomini, impose al Duca di consegnare ai Francesi, quale pegno della sua fedeltà, la cittadella di Torino . ed il Duca rispose <lichiarando la guerra alla Francia e facendo scrivere sul suo gagliardetto il motto: « Patientia laesa fit furor )) . E ciò benchè la sua situazione militare fosse assai delicata, avendo egli le truppe divise. Il che non gl'impedì di muovere da Torino contro il nemico, che <i ritirava verso None.

La battaglia di Staffarda. Mentre i Francesi sì aggiravano per l'alta pianura piemontese, compiendo piccole operazioni di guerra ed infliggendo molti danni al paese, il Duca ricevette finalmente i rinforzi degli alleati, coi quali, alfa metà di agosto, prese posizione nei pressi di Staffarda e si schierò tra Giandonc e Po. La sua ala destra si appoggiava ad un gruppo di cascinali, dove il valoroso Parella comandava otto battaglioni, tra i quali, naturalmente, i due delle Guardie. Il 18 agosto mattina il Duca decise di muovere alla ricerca dei Francesi col reggimento delle Guardie e con altre truppe, per tornare, non appena avvistate le forze nemiche, al primitivo schieramento. Il Catinat, dopo avere eseguita una ricognizione, fece avanzare il grosso delle truppe francesi ed ordinò che la Cavalleria attaccasse la destra dei Ducali. I dragoni di Languedoc si lanciarono appiedati contro le Guardie che strenuamente resistettero, finchè, travolte dall'impeto nemico, sgombrarono il cascinale. già occupato; ma il successo francese venne pagato a caro prezzo e fu di breve durata, per-


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, 111 il l1,111.1~l11111l· dclk C11:irdi e, riordinatosi, con un violentissimo ,1 11111 .11t;1cn ,' rioccupc'> il cascinale perduto. ( :11111~t·,·a intanto sul campo il reggimento di Fanteria franct:se di C.1lllhrc~is c h e, unitamenlc alla Cavalleria appiedata, sì lanciò

Il 1catro delle apera:::ioni ndla guerra

(01/f ro

la Fr,111cìt1 ( 1690 - 1696 ) .

nuuv;.imcnte all'attacco, che questa volta venne ne ttame nte stroncato dal fuoco delle Guardie, le c1~ali costrinsero i Francesi a riparare alla meglio tra gli argini e la boscaglia. Il risultato conseguito dalle Guardie, in L1uesto primo periodo della battaglia di Staffar<la, ebbe una grande importanza anche pcrchè era la prima volta che le Guardie, primo reggimento d'ordinanza dell' esercito piemontese, combattev.ino contro un nem ico che, come il francese, godeva di grande fama.


57 Ma, se vittoriose erano le Guardie all'ala destra e se gravi le perdite dei dragoni di Languedoc e dei Fanti di Cambresis, tuttavia il successo per i Ducali era ,incora incerto. Mentre al Catinat giungevano sempre nuove truppe, la situazione andava peggiorando per i Savoiardi, i guaii, pur riuscendo a respingere tutti i successivi attacchi dd Francesi, dovettero assumere un atteggiamento difensivo . Fu allora che il Parella propose cd ottenne dal Duca di contrattaccare il nemico e si lanciò contro di esso alla testa di uno dei battaglioni delle Guardie. Ma il Catinat fece allora avanzare la sua riserva, alla quale il Duca non potè opporre che truppe stanche e decimate; cosf che k sorti della battaglia volsero a favore dei Francesi ed i Ducali cominciarono a retrocedere, pur facendo s<:mprc fronte al nemico, sotto la protezione della Cavalleria imperiale, al comando del Principe Eugenio di Savoia. La condotta delle Guardie a Staf farda venne poi ricordata nel compendio storico del Loschi, vicentino, il quale concluse affermando che, nella giornata, le Guardie del Duca di Savoia fecero prodigi. In quanto alle perdite. esse furono assai sensibili per le Guardie. Dai rapporti - situazione ckl tempo ri)-nltamn0 morti i ca pit:111i Delle Lanze, Bayro; i luogotenenti Cumiana, D' A rvillars, Blonay e l'alfiere Simeone. Furono feriti i capitani Soville, Carozio, Solaro Ji Monasterolo, Saint Remy, Villafaletto; i luogotenenti San Damiano. Vische, Frinco, 131agnac, Lcscherainc, Guitmauiere; ,gli alfieri Viancino, D'Albugnano, Ri vara, Sant'Albano, Duvillard, Drailland, lYOncieu: in totale quasi il 50 per cento degli ufficiali! Dopo la battaglia, le truppe ripiegarono su Moncalieri e le Guardie in novembre rientrarono in Torino, mentre il Parella andava levando truppe tra Bra, Cherasco, Mondovì e Cuneo, per fare più tardi una rapida scorreria in territorio francese sino ad Embrun.

Nel febbraio r(i91 i bellignanti er;1no ancora nei quartieri d'inverno cd i Francesi -si limitav'ano a fare colpi di mano,- wme quello tentato nd precedente dicembre su Orbassano, dove era lfotaccata una wmpagnia delle Guardie. Ne!la notte oscura il Fem1uiercs aveva fatto circondare l'abitato ed attaccato il castello. Al rurnore fatto dai Francesi presso la porta del castello per farla saltare, aveva rispos to la sentinelia a fucilate cci era stato dato l'allarme . Le (;uardie erano


58 accorse ai loro posti di combattimento; ma i difensori, assai pochi in paragone degli attaccanti (appena 60 contro 500), dopo una onorevole resistenza, erano stati costretti ad arrendersi. Alla metà di maggio il Catinat aveva r accolte le sue truppe a Susa e, sceso poi odia pianura, cominciò a fare scorrerie in molte Jirezioni e si impadronì di Carmagnola. TI Duca di Savoia volle riprenderla e l"assediò il 27 settembre. Le Guardie parteciparono al l'assedio. che si concluse con la caduta dell'abitato ; ma, ripresa Carmagnola, il Duca decise di soccorrere Mo nmeliano, da quattro mesi anch'essa assediata dai Francesi. Tale compito venne affidato al valoroso Parella. con le sue Guardie e con altri reggimenti. Ma , a malgrado della rapida marcia da Ivrea oltre le Alpi, in pieno inverno, l'impresa risultò inutile, pcrchè il 31 dicembre r&)c il Parella, giunto al San Bernardo, seppe che M.onmcliano er a già caduta. Nel successivo gennaio le Guardie era no a C hatillo n ed il IO ad Asti, dove passarono l'inverno. Nel giugno 1692 il Duca preparò una spedizione nel Delfinato : il Parelb doveva comandare l'avanguardia alla q uale apparteneva il 11 battaglione delle Guardie, mentre l'altro battaglione faceva parte del grosso. Il 27 lug lio il Parella investì il castello di Guillestre e subito cominciò a batterlo con l'Artiglieria ed a preparare i lavori di mina. Le Guardie. come al solito, sì prodigarono e perdettero una diecina di uomin i ; ma il 30 il castello si arrese ed il Parella ven ne inviato all'assedio di Embrun, che anch'essa, dopo pochi giorni, capitolò. Poco dopo venne presa Gap e danni ed incendi vennero fatti un po· dovunque, per vendicare le devastazio ni che i Francesi aveva no compiuto in Piemonte. Alla lìne dì settembre la colonna, rientrata in territorio picmonttse, andò a prendere i quartieri d'in verno. Nella primavera del 1693 il Duca Vittorio Amedeo, dopo avere dimostrato di volere operare verso Susa, all'improvviso investì Pinerolo. Verso la fine di lugl io k Guardie ve nnero inviate all'assedio del fort<: Santa Rrigid:i, sHlle alture di sinistra del torrente Lemina; ma, a m:ilgr:ido del bombardamento, il forte resistette. La notte sull'8 agosto tutti i Granatieri dell'esercito, con in testa quelli delle Guardi e, attaccarono il forte; ma vennero respinti con ;rnmcrose perdite e soltanto il 14 i Ducali riuscirono ad entrarvi per una delle brecce, no n trovandovi più nessun nemico, giacchè i Francesi avevano sgombrato, per rifugiarsi in Pinerolo. li Duca pensò allora di assediare quest'ultimo abitato ed all'uopo dispose pcrchè gi ungessero le più grosse artiglierie: ma, siccome an-


59 che il Catinat si era intanto mosso, ebbe inizio, come era costume del tempo, una serie di schermaglie, che impegnarono inutilmente le forze contrapposte per tutto il mese di settembre.

La battaglia della Marsaglia. Il 1° ottobre Vittorio Amedeo seppe che il Catinat era ad Avigliana e che avanzava verso il piano. Il Duca ritenne opportuno accettare il combattimento e, nel giorno 3 ottobre, entrambi gli eserciti si prepararono alla battaglia, che fu detta della Marsaglia. Il Catinat, passato il Sangone, schierò le sue truppe tra questo e Piossasco; mentre il Duca prese posizione tra i boschi della Volvera e la Chisola, a paco più di 4 chilometri dallo schieramento francese. Le Guardie erano all'ala destra, in seconda linea. Il Catinat, salito sulla Montagnazza, per osservare i luoghi cd il nemico, decise subito di fare occupare la località da un reggi-

La battaglia dello Mar;-aglù, ( 169J).


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111 t·11111 I )1.1g1111 i. rl,c rc ~p111 sc lt: truppe duc;il i avanzanti allo stesso , copc J. 11 \11cccs~ivo 4 ottobre, alle 9 del mattino, i Francesi mossero al1·a11:Krn cd il combattimento si accese su tutta la fronte, mantenen-

dosi inu:rto·. Verso il mezzogiorno il Caprara, che comandava la destra dei Ducali, con truppe tolte dalla seconda linea e tra esse un battaglione delle Cuardie, formò una colonna di attacco, che si lanciò contro il nemico. Marciava in testa il battaglione delle Guardie, che il Parella guidava con la parola e con l'eroico esempio, finchè la sinistra francese venne rotta e costretta a passare in disordine il Sangone. Se si fosse sfruttato immediatamente il successo, la vittoria san :bhc stata sicura per i Ducali ; ma gli intrighi e le controversie tra i comandant i di nazionalit~1 diversa fecero perdere 1111 tempo prez ioso; mentre nel (ampo avverso il Catinat pro~egui va energicamente il combatti mento co n la sua destra ancora intan a, t<.:nta ndo di avw>lgere la si nistra degli alleati . .ln quel momento di grave pericolo il bravo Parella , con un battaglione delle Guardie e con altre truppe, ~i lanciò contro .i Francesi, se non per vincere. per concedere un poco di re~piro :ii Ducali , che rominci,l\::ino :i ritir;1r<i . N ella relazione pi<.:montese sulla battag lia della Marsaglia venne molto lodata la condotta delle Guardie: ed anche lo stesso Catinat. nell a rel azione :il suo Re, ricordò le gravi perdite del reggimento delle Guardie, tra le quali caddero il marchese Della Chiesa, il co nte di Challant, i cavalieri Caraccio, Ponte, Favarolo : vennero feriti il marchese d'Aix cd i conti Monasterolo d'Alles e Brianzonc. Gli alleati ri piegarono su Torino: i Francesi saccl1eg<riarono il paese, per ritirarsi J~>i nei quartieri d 'inverno. Tre anni :rn:ora durò guerra, as~ai lenta cd indeci sa, e soltanto alla fine dell'agosto del 1696 la pace venne conclusa tra Luig i XIV e Vittorio Amedeo li, che ebbe restituita. dopo 64 anni. la citt~, di Pin erolo.

la


IV.

1 GRANATIERI NELLE GUERRE DI SUCCESSIONE Le guerre di successione furono combattute nella prima metà del secolo XVIII, allorquando, resosi vacante qualche trono per la morte del sovrano, altri regnanti, per ragioni di parentela o di interesse, se ne contesero l'eredità. La prima fu (Juella per la successione di Spagna che, iniziatasi al principio del secolo XVI Il, ebbe termine nel 1713, con la pace di Utrecht, alla <1uale seguì , l'anno dopo, quella di Rastadt.

La guerra per la success1ont> di Spagn:-i. L 'essere stato destinato a succedere a Carlo 11 di Spag na, morto nel 1700, il principe Filippo di Borbone, nipote di Luigi XIV e suo crede anche per b Corona francese, aveva fatto ben a ragione temere a molti Stati europei le conseguenze dclb riunione dei due Regni sotto la stessa persona. Per non permettere una più manifesta :1ffermaziune dell'egemonia francese in Europa, l'Austri a propose che, a succedere sul trono di Spagna, venisse invece chi.unato il Principe Carlo d'Absburgo, secondogenito dell'Imperatore, e promosse la costituzione di una nuova lega, che, col nome di « Grande Alleanza )• , fu conclusa all' Ai;i nel 1701. Ad e,\;i , oltrechè· l'Austria, aderirono l'Inghilterra, l'Olanda, i Circoli germanici, l'Hannovcr, la Prussia, Mantova cd il Portogallo. Con la Francia e con la Spagna si allearono, invece, il Duca di Savoia Vittorio Amedeo Il, c he dall'alterigia di Luigi XIV e dalla poca lealtà francese fu costretto poi , nel 1703, a passare alla •<Cr~:nde Alleanza >) , il Duca di Lorena e gli Elcttori di Baviera e di Colonia. Il Duca di Savoia, che alla fine del la guerra dovev;1 conseguire la corona di Re di Sici li a prima e di Re di Sardegn:1 poi, intervenne


alla g uerra con 8.000 Fanti, tra i <Juali i due battag lioni dd reggim ento delle Guardie (64 ufficiali, J200 uomini di truppa) e con 1500 cavalieri. La g uerra fu lunga e dispendiosa per tutt i i belligeranti e vcnnc combattuta in Italia, nelle Fiandre, nella Spag na, sul Reno e sul Danubio. Mentre il Principe Eugenio di Savoia raccoglieva le forze austriache in quel di Rovereto, i Gallo - Ispani campeggiavano tra Mincio cd Adige sotto il Catinat. Secondo il sistema d el tcmpo marce e contro-marce si succedevano inutilmeme, lJUando Vitto rio Amedeo I[ raggiunse l'esercito francese che dal Mincio marciava verso i! Milanese; mentre, poco più a settentrione, gli Imperiali, con marcia parallela , tendevano a Lonato. Luigi XIV, poco soddisfa tto del Catinat, mandò a sostituirlo il Villeroy che, giunto a destinazione, nello scrivere a Parigi. si espresse in termini lusinghieri circa la prestanz:1, la disòplina e lo spirito dell e truppe sabaude. Si decise in seguito di attaccare, il 1" settembre 1701, lungo la direttrice sud - nord lo schit:ramen to nemi co dina nzi a Chiari, che fo rmava un angolo retto, parte fronte ad est e parte a mezzogiorno. Al primo urto d ei Franco - Savo iardi , alcuni posti ava nzati austriaci cedettero ; ma suhìto d,,po gli Imperiali sferrarono due vio lemi contrattacchi contro i fianchi dei Francesi. A ristabilire la situazione, il Duca di Savoia lanciò i due battagl io ni Guardie, che avanz,arono in una for maz ione compatla e che si ft:cero ammirare per il loro contegno. Essi marciarono. infatti, ali 'attacco in perfetto ordine, come ad una parata. La battaglia, durata poche ore., venne in seg uito sospesa ed i F ranco - Savoiardi ripiegarono; mentre g li Imperiali rimasero inat1ivi Mill e loro posizioni. A metJ novembre i Francesi erano sulla destra dell'Og lio ; i Savoia rdi col Duca e le Guardie si trovavano, invece, gi:i in Piemonte, per pre,ulen·i i quartieri d 'i n verno.

La battaglia di Luzzara. La ca mp.1g na del 1702 s'iniziò con la beffa <li Cremona, dove fehhraio il Principe Eugenio, con un colpo di mano, catturò il general e Villcroy. piL1 tardi sostituito dal Vcndome.

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1"


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Le oper,1zioni

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lt'1lia durante /11 guerra per la s11ccess1011e di Spagna ( 1711 - 171 3) .


Alla lìne di quel mese il Principe Eugenio ave va le truppe di slocalc sulla destra del Po e teneva bloccata Mantova, nella quale erano i Gallo - Ispani, la cui massa maggiore c:unpcggiava in Lombardia. A primavera inoltrata le truppe francesi avanzarono oltre l'Ogl io insieme al contingente sabaudo, del quale faceva parte un soio battag lione delle Guardie, che per la prima voha ìnnastava sui fucili le h:1ionctte, di recente distribuite. Dopo le solite marce e contro-marce, ai primi d'agosto il Principe Eugenio, abbando nato il hlocco di Mantova, era sulla destra del Po. tra Mott eggiana e Saiktto. I I Vendòmc gli mosse incontro e lo attaccò il 15 agosto nei pressi di Luzzara. Nello schieramento fran cese, all'estrema si nistr;:i, si trovava il battaglione dell e Guardie, che 1narciava imp;n·ido contro il nemico. Accerchiato il castello di Luzzara. il Vcn dòmc proseguì \·erso settentrione; ma il Principe E ugenio <la Sailetto gl i mosse incontro e gli attacchi si alternarono coi contrattacc hi fino :1 notte fatr:1. L'indomani la lot1a non venne ripresa e, dopo essersi fronteggiati per circa tre mesi, i belligeranti presero i quartie ri d'inverno. L'anno .1 70_) si presrntava pieno di incognite. Il Duca di Savoi:1, itKoraggiato dal Principe E ugenio, continuava ad :l\cre segreti raprort i con la Corte..: austriaca e, per guadagnare tempo, inviò il suo contingente a Sa n Benedetto, a raggiungert: 1 Gallo - Jspani, solta nto ,crso la IÌne di maggio. Er:rno t. battaglioni e t/ S<.{Uadroni (un solo hatlaglio nc era delle Guardie), al com:mdo del maresciallo di campo Ca~ tcibmo ntc. li P rinc ipe Eugenio, avendo assunto il Comando Suprem o, si trovava in Austria cd era stato sostituito in .Italia dallo Stahrcmbcrg. che attcnde\·a, con limitate forze, tra la Secchia cd il Po. Mentre 'Jt Vcndt,mc si sposta \'a verso il Tirolo, gl i Austriaci si avvicinav:mo a San Benedetto, dove i Savoiardi ~lavano riunendosi; m :1 Luigi X IV, messo in sospetto rnlb fedclt:ì del Duca di Savoia, ordinò :iVend<)· m c di ritornare sui ~uoi passi. Con la scusa di una r ivist:1 militare, il :?<J ~encmbre le truppe ~:1voiarde. schi er;1 tc in mezzo alle francesi, 1-c n11 no d isarmate e mandate prigioniere a Pavia. Per riiorsinnc il Duc;1 di Sarnia fece ;irrcstare ruui i Francesi che n ano nei suoi Stati , ambasciatore compreso. e decretò l'embargo ~u llc na vi francc.:si ancorat e.: nel porto di Genova, .sfuggendo così all"opprcssione di Luigi XIV e passando alla <; Grande Alleanza " · V crso l:i !Ìnc del l'anno il Corpo austriaco dello Stahrcmbcrg, sfuggendo ai Franccsi, si riunì ai Ducali in Piemo nte; men tre la


maggior parte dei prigionieri di San Benedetto, e tra essi le Guardie. riuscivano a raggiungere i propri compatrioti. La guerra, intanto, continuava più accanita in Ge rmania e nelle Fiandre. In Italia, all'inizio del 1704, la situazione non era mo lto favore vole a Vittorio Amedeo II, che campeggiava tra C hivasso e Vercelli ed era minacciato ad occidente dal Corpo francese del T essè e ad oriente dalle truppe provenienti dalla Lombardia. Nel marzo il Tessè, per il Mongjnevra, tendeva a C hiomonte, in valle Dora. Dentro Susa erano due battaglioni delle Guardie cd al Blagnac, vecchio ufficiale del Corpo, era affidato l'incarico di f ron teggiare il nemico e di respingerlo. Quattro colonne, composte di Corpi diversi, tra i quali le Guardie, mossero il 28 marzo su Chiomonte e ne scacciarono i Francesi. Il Blagnac, con un impetuoso attacco, entrò in Chiomonte: mentre le Guardie inse~uivano il nemico. I Ducali, rientrati a Susa, superarono poi il Cenisio, attaccarono Lanslebourg e raggiunsero San Giovanni di Mariana; mentre altri distaccamenti sconfinavano nella Savoia. Quindi le truppe sabaude mossero contro Chambery. che ven ne presa d'assalto dai Granati<;ri. che riportarono sensibili perdite per la resistenza dei difensori. Alla fine di aprile i Ducali rientravano in Piemonte per la valle d' Aosta.

L'assedio di Vercelli. I Francesi cercavano intanto di impadronirsi delle diverse fortezze del Ducato Sabaudo e, non essendo riusciti a prendere Crescentino, ai primi di maggio raggiunsero Vercelli, che il 5 giugno venne investita. Essa era difesa da 13 battaglioni savoiardi, di cui 2 delle Guardie, e da poca Cavalleria , tutti al comando del generale Deshaycs. Il 15 maggio il Vend&me iniziò le operazioni. Il 17 due compagnie Granatieri , una delle Guardie ed una del reggìmento Harrache, proteggevano i lavori per allagare con le a<.:l]Ue della Scsia le trincee nemiche e si batterono valorosamente. Il 19 i Francesi iniziarono un violento homhardamento contro i bastioni di Santa Chiara e di San Sebastiano, bombardamento seguito da un attacco, clic venne contenuto dai Granatieri col lancio delle g ranate e dai moschettieri con gli efficaci tiri delle loro armi.


66 Nelle varie azioni dell'assedio si distinsero e vennero feriti I' al-

fiere de Montgres ed i tenenti Marelli e De Chatmon, al c1uale uhi.mo una granata, precocemente esplosa, asportò ambedue le mani. Il Duca, che si trovava a Crescentino, minacciato dai Francesi del La Feuillade, non potè accorrere in aiuto di Vercelli ed il 24 lug lio la città venne costretta ad arrendersi. li presidio, che aveva resistito con eroica tenacia, venne fatto prigioniero e condotto in Francia. Presa Vercelli, il Vcndòmc andò a porre 1' assedio ad Ivrea; mentre .il La Feuillade dalla Sa\'oia passava in valle d'Aosta. Invano il Duca sperò nell' inverno, poichè il Vendòme assediò b V errua, forte posizione sulla destra del Po, ,ù· ._r . Ch1;r.:1 d,· J' S <:6;0 /,~no composta di più opere, che dominava il tìume e le col'r,n·lli nel 1 70 3 . municazioni con la pia,.zaforte di Crescentino. Ai primi di ottobre i Gallo - Ispani .raccolsero davanti alla fortezza 47 squadroni, mentre il Duca poteva opporre soltanto 15 bat1aglio ni, di cui uno delle Guardie, che si comportò brillantemente nella sortita del 30 ottobre. Per accelerare la caduta della fortezza, il 6 novembre il Vend&me decise di attaccare Crescentino ed il Duca, informatone, abbandonò le difese di Carmignano, distruggendole. A turno i reparti si alternarono tra Crescentino e b Verrua ed il 9 dicemhre il colonnello nlagnac, con diversi reparti, tra i (JUali uno delle Guardie, in una arJita sortita, distrusse le trincee nemiche. Dopo questa azione la lotta fra i belligeranti divenne più accanita e si intensificò la guerra di mina. A malgrado, però, dell'aumento del corpo assediante, la resistenza continuò e la capitolazione delh Verrua non avvenne che il 9 aprile 1705, dopo che tutte le opere erano state fatte saltare. Gravi le perdite per ambo le parti. Le Guardie perdettero la metà dei pro-


li castello della Verrua.

pri effettivi. Di esse il comandante austriaco Stahrcmberg scrisse che, alla difesa delle Vcrrua, avevano fatto, con singolare costanza, tutto il loro dovere ed avevano suscitato grande ammirazione.


68

L'assedio di Chivasso. Perduta la Vcrrua, mentre i Francesi riposavano, Vittorio Amedeo si fortificava in Chivasso. Questa era collegata con la linea del Po da poderosi trinceramenti che si prolungavano oltre il fiume , sino a Castagnato, con un complesso di opere difensive simile ;1 quello ddla Vcrrua. 11 16 giugno i Francesi avanzarono su Chivasso, dove Vittorio Amedeo aveva organizzato il presidio, rinforzando con reparti della milizia i suoi battagliu11i d'ordinanza cd anche tiucllo dcllt: Guardie. Il Vendòme tentò invano un attacco di sorpresa e lo effettuò con ma<rniori forze il 2<,) nuiugno. Ma esso rat?:giunse solt:rnto le difese bb ...,. accessorie dcll:1 piazza e \'tnne stroncato da un vigoroso contrattacco delle Guardie.:, clic.: subirono gravi perdite, fra le 1..1uali quella del valoroso maggiore Fausso nc di Montaldo, colpito a morte mt:ntrc anima,·a i suoi contro il nemico. Do\'endo il Vendtlme portarsi in Lombardia, contro il Principe Eu~cnio. il comando dell 'assedio di Chivasso venne assunto dal. La Fct'iìll adc. Questi , il 30 luglio, dispose per un attacco generale ; ma. effettuatolo, trovò che l'abitato era già stato sgombrato e che il presidio aveva raggiunto Torino, dove erano rientrate anche le Guardie superstiti. ~~

L'assedio di Torino. Nel 1706 il Principe Eugenio, che nell'anno precedente: aveva

già attivamente operato nella pianura padana contro i Gallo - Ispani , si propase di soccorrere il Duca suo cugino, che, sgombrata Chivasso, raccog lieva nuove truppe e nuovi mezzi e si preparava a resistere all'assedio di Torino, quando il La Feuillade, che aveva già cominciato gli approcci, fu costretto a desisterne per mandare truppe in Lombardia. L"inverno arrecò al Duca di Savoia nuove amarezze. Il 17 dicembre 1705 si era, infatti, arres~1 Monmcliano, dopo circa due anni di strenua resistenza. cd il 5 gennai() 1706 cadde in possesso dei Francesi anche la fnkli ssim:r Nizza. Al ritorno della primavera il La Feuillade si presen tò di nuovo dinanzi a T orino con 56 battaglioni e 60 squadroni per cingerla d ' assedio. T orino era ben preparata, disponeva di un buon presidio di


u1

c11ta,lt.fla di Tori110 nel 1706 .


I Il

11111 1· H , 1111tJ F.11111. 1111 1111 gl i:iio di Art i~licri l ' numerosa Cavalleria <.: d e 1.1 f1111111.1 d1 011 1111<.: arti'glinic. La cii'tà era poi protetta da una for te.: l 111 1.1 h. 1~t11>11:1ta, d:dla cit t;1dclla e dalle nuove opere costrui te nel Tj05 l' l hc ~i n lcn ck v:11H1 ~11lk colline :ti.la <lcstr,1 del Po . Ml:nl r<' 1';1vv(' rsario atten deva a costruire le linee cli circon val b ' 111nc e controva ll:izione, il Duca uscì da Torino con la maggio r parte cll'lla C:1v:illcri a, per di sturbare l'assediante e per rifornire Li citti1, l.1 ~c1ando la 11ualc il 17 g iugno 1706 il D uca ne cedette il com a n do :il rna re~ciallo aust riaw Oaun, lasciandogli a fianco due valorosi ufficial i d elle G uardi \': il m :mhcsc di Ando rno. fì !!;lio dell'eroico Pare ll a, cd il maggiore Bolgcr. Cinque giorni dopo, e cioè il :u g iug no, uscirono dalla piazza due reparti . uno :n1striaro e l'altro delk G ua rdie, a far dan ni nelle t ri ncee nemiche ed a c 111urarc prigionieri. Il 3 luglio i Fr,rnce~i attaccarono gli ~pahi esterni della cittaclcll;1 cd acco rse alla di fc~a un reparto di Guardie, guidato dal tenente Gatt it:res. che \'i perdette g lorios:nne ntc b vita: mentn: i gregari, per vcndicJ rlo, proseguivano l'azione. Il 5 nuova \Or tiw: il tenente Solaro. che cumand:iva il posto del le (;uardie a porta Soccorso, J opo avere: i1 11p icgato i fucili e !l' granate, si lanciò all ';1s~alto, inse_guenclo il JlC III IC().

Il giorn<1

J.j

il D aun com ,1111h'i che vç ni ssc fatt a esplodere 1111.1

P,iga nl e~,a mm:1 . l'rnfonda tred ici metri, ~ul froutc ciel bastione dd

Beato !\ mn b, c .. men tre i nemici era no ancora sor presi dalla for m icl:1bilc esplosione. -.·cnnero att acca ti ,lalk G ua rd ie e dagli Am rr iac i l.'. hc. impadroniti ~i ;1nclw dì una hattnia. ritnl ramno ,·ittorìosi ndh t it1;1 cun alcuni prigion ieri . La notte sul n lug lio un triplice attacco fra ncese ven ne di re tto contro i bastioni di Sa n Mauriz io, del Beato A me,leo e contro la m ez1.aluna cld Soccorso, impadronendosi d i tre piccole opere in terra. 11 !)a un \'Olle riprenderle a tutti i cost i e ne affidò l'incarico al conte I k lb Rocca, a disposizione dd quale vennero posti reparti delle <;u;m lie, dei n:gginw nti <1 Pié:montc ,, e " Saluzzo ,, e fucilieri imperi:ili. La colo n na u~cì da porta Susa e da altra vicina e sferrò un viok nto a tt acco, in~cg ucndo il nemico sino al k sue trincee. Ma i Fra n<c,i. passati all a controffensiva. rcspin~e ro i Ducali nella città. L:1 notte del 6 agosto i Francesi a vanzarono contro la strada co prrt:t che uni\·a le co ntroguardie di Sa n Ma urizio e del Beato A m edeo. :1 rinforzo dei c ui presidi il Daun aveva riunito tutti i G ra natieri d('i \·.,ri Cor pi. cnm prcst: le G uardie. al com ando del co nte di Lignc-


71 ville. Essi attaccarono in due colonne, con le Guardie in testa, e costrinsero i nemici a cedere. Il giorno 8 agosto i Francesi , acco!>latisi alla controg uard ia del Beato Amedeo, riuscivano a dar fuoco ai fasci noni del rivestimento. Accorsero le Guardie del capitano Pallavicini e, mentre una pane. con intensa azione di fuoco, faceva fronte al nemico, l'altra spegneva il pericoloso incendio. Il comandante, ritto sul bastiom·. serenamente diresse l'azione clei suoi uomini , fìnchè rimase frrito. Il 24 agosto il Daun fece esplodere tre formidabili mine inn:mzi alla mezza] una del Soccorso ; tre batterie francesi vennero distrutte mentre g li scampati alla morte fuggivano terrorizzati, inseguir.i d :1 una colonna di Granatieri, nella quale erano anche quelli dclk Guardie. Per tentare la rivincita il La Fouillade sferrò il 27 sera un forte ;1ttacco alle due solite controguardie: :ntacco che in un primo tempo ~tava per riuscire, quando accorsero i rinforz i ed al Beato .Amedeo g iunsero k Guardie che, guidate dai loro Capi, r espinsero il nemico. Da un lato il La Fouillade, dall 'altro il Daun dirigevano l'azione, che durò cinque ore e che venne ripresa alle prime luci ddl 'allia, pnichè'. il Dann non volle· lasciare al nemico neppure un p::ilmo dd terreno conquistato ; terreno che venne ripreso dalle Guardie, le qual i rientrarono proprio accantonamento, in piazza San Carlo, solt; nto nel pomeriggio, applaudite dalla popolazione, che sopportava l'assedio con ser ena fìerczza. 11 31 agosto i Francesi sferrarono un nuovo auacco con 30 compag nie Granatieri che, appoggiate da un rincalzo di 5.000 uomini. riusciv~mo ad impadronirsi della controg uardia di San Maurizio: ma il Daun non si rassegnò a tale perdita e, con gli ultimi due reggimenti disponibili. uno austriaco e l'altro delle Guardie, intervenne nell' az ione. Fu questa la prima volta che il reggimento del.le Guardie agì tutto riunito. Conscio della sua forza e del suo passato, esso si pn::,entò al nem ico a massa, con le armi in spalla, ta mburi battenti, inseg ne spiegate al. vento. Dai bastio ni di Torino il popolo osscrv:iva ammirato. Giunto il reggimento a giusta distanza, gli ufficiali comandarono t, Viva Sa vo ia! >, ed il reggimento ~i lanciò sul nemico. Il maggiore Baratta cadde ucciso; il maggiore Bolger ebbe la mano destra tron cata da un colpo di spada ed, alzando il moncherino al cielo. continuò a guidare i suoi dipendenti. Dopo due ore di disperata lotta, la controguardia di San Maurizio venne ripresa; il nemico si ritirò, inseg uito dalle Guardie che, i m -

al


padronitesi di un cannone, lo trascinarono, tra le acdamazioni del popolo, sino alla casa dove abitava il Daun. Così finì la giornata del 3, agosto, a proposito del la quale lo storico Costa de Beaurcgard scri veva: " ... k rcgimcnt des Gardcs ht dcs prodigcs dc valcur •·. Durante i lunghi mesi dell'assedio, il Principe Eugenio aveva in tanto abilmente manovrato e, per la riva destra del Po, ~i era ricongiunto, !'ultimo giorno di agmto, c<>n le truppe del Duca, presso Villa Stellone.

La battaglia di Torino. Mrnt re il 7 ~etternhrc il Princi pe Eugenio e Vittorio Amedeo li ini ziavano la. battaglia per la liberazione della citt;i. il Daun si preparava ad intervenirvi alla testa di 12 battaglion i, tr:1 i llllali due delle () uardie. Quando il Daun Yidc Yacillare l'ala destra dei Gal lo - Ispani, uscì, infatti, da Torino e contribuì alla vittoria sabauda. Do po poche ore la battaglia era vinta e, mentre i Francesi fugg i\'ano, il Principe Eugenio cd il Duc i di Savoi;1 entravano nella ci t1i1. Scort.1 va il Duca il reggimento delle G uardie ed, in proposito, il Gucrrini lic11 a ragione nota\·a: ,, Non mai, forse, la dimora di un Princi pe ebbe così poco bisogno di guardi;1 , 111;1 neanche ma i certo d1hc una così vali da guardia ,, _ l:i 11doma11i, 8 settembre, dopo la parata del glorimo presidio, gli ;1;·an zi del reggimento ddlc Guardie ~filavano per le vie della eia:, d:1\:1nti al Sovr:rno. L'or:1 er:1 solenne, Torino sah-a, gran pane del territorio ducale fatto libero della presenza dei nemici: risultati ottc1rnli dalla tenacia del Duca e dall;eroismo ddlc sue truppe, in testa :t!lc q u:tl i, come sempre, le fedeli Guardie.

L' assedio di Pizzighettone. l>op,, l:t rotta di Torino, i Francesi ripiegarono rn Pinerolo, per poi ridire le \·aliate alpine e per prendere i quartieri d'inverno; ma gli Sp:1g 11oli cr:.lllo rimasti vigili sulla sponda ~inistra J el Ticino. Il 1 ) ~ell c mhre 17o(ì k Guardie, con altre truppe, seguirono il Duca nel l:1 ~tu corsa nel Milanese e le fortezze tenute dai Gallo ispani furono costrcu c ad arrendersi . Il 4 ottobre il Princi pe Eugenio L:cci~c di a~~cd iar e Pizzighettone e la notte stessa fece attaccare di


73

Le

. - JOni f orli./1cll v

i11tor110 a Tonno neI 1706.


7-1 '.'>,>rprcsa una dclk opere sulla destra dell'Adda. L'azione ve nn e svol la da 600 Granatieri . tr:1 i quali una compagnia delle Guardie, e con l'a iuto della sorprcs;1 riuscì pirnarnrntc. Sorse allora l'idea d i attac· GUe anche la Gera d'Adda, sulla si nistra dd fiume. e l'azion e. alla t1u ak prnero parte 900 fucilieri e 200 G ranatieri :mstriaci e delle Guardie. nonostant e il fuoco della difesa, ebbe anch'essa e!>ito Livo-

L'1 Gera

,tAdda

e t'izzìglzettone.

rc volc. Dopo lluesti successi, mentre il Principe Euge nio marci:n-a \'erso Alessandria, per so rvegliare i Francesi , il Duca continuò l'assedio di Pizzighettone, che c;1dde il 2 r ottobre. Le lttrnrdic a n ch ronn

a wc rnan: a Torino. Nell'inverno 1707, in seguito alle pressioni degli An g lo - Olande~i, c he volevano vincere la Francia anche per mare, verine prepara ta u11:1 spedizione in Prove n za, contro T olo ne. Alla m età di giugno, ni:i dinto rni di Busca, vennero all'uopo raccolti circa 40.000 uomini , dei tJuali 7.,x>o Ducali , con due battagl ioni delle G uardie ; mentre la flot ta a ng lo - o landese, conce ntrata n ell e acque di Finalmarina. era pro nta a concorrc"re all ' impresa.


75

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Tolone nel

1 707.

Il Corpo di spedizione scese aJ mare per il colle di Tenda, diviso in quattro scaglioni, iniziando il movimento il 1 " luglio 1707. Dopo lunghe marce, rese penose dal caldo, il giorno II venne passato il Varo cli viva forza a Saint !. au rent, ccn l'aiuto ·della flotta; il :26 gli


Austro - Piemontesi erano in vista di Tolone e subito un Corpo di 300 Granatieri, con numerose Guardie, attaccò e prese l'altura di Croix Pharon e, successivamente, il 29, il forte di Santa Caterina. L ' assedio della fortezza era cominciato, quando il IO agosto g iunsero numerosi (}>rpi francesi, fra i (Jllali yucllo guidato d al Tessè, che il 15 riocrnparo110 k posizioni di Santa Caterina e di Croix - Pharon. Dopo una viva discussione tra i comandanti alleati, venne d eciso il ritorno in Piemonte del Corpo di spedizio ne ed il 16 settembre, rivalicato il coll e di Tenda, gli Austro - Sardi erano già nei dintorni di Pinerolo. Poichè Susa era occupata dai Francesi, il Principe Eugenio attacc<J la p iazza ; m en tre il Duca, rimasto a Pinerolo, si tenne pronto a respingere le possibili minacce d'oltre Alpi. li 3 ottobre Susa capitolò e le Guardie vennero mandate a prendere i quartieri d 'i nverno al Giaglione, poco lontano dal la città.

Nd 1708, mentre il Principe Eugenio era tornato sul teatro dì ~ucrra p rincipale, il Duca Vittorio Amedeo II svolse sull e Alpi c1uclla campagna, che viene considerata anche o ra com e un mirabile esem pio di guerra in montagna. A metà luglio 30.000 uomini. t ra i quali il reggimento dclk Guardie ( 1.200 uomini). erano concentrati a Susa; un d istaccamento di oltre ~.ooo uo mini si trovava in valle d'Aosta e, mentre la massa principale doveva passar e i n Savoia per il Cenisio, 11 distaccamento doveva penetra rvi per il Piccolo San Bernardo. JI 24 lug lio gli Austro - Piemontesi erano a Modane cd a Moutier s; i Francesi del dc Vilhrs tendevano a concentrarsi a F o rte Barraux , in valle Isère, e ad Oulx, alle spalle degli Austro - Savoiardi. Quando il Duca avanzò su San Giovanni di M oriana, il dc Villars lo seg uì per la valle dcll'Isèrc, allontanandosi da Oulx e dando così al Duca l'occasio ne di tentare l'occupazione dell e piazzeforti di Exilles, di Fenestrelle e di Pcrosa. A tale uopo il Duca mandò su Oulx il distaccamen to Rhebindcr, che giunse alla mèta il 31 lug lio. Quindi egli pose l'assedio ad Exilles ed inviò il Rhebinder a Cesana td al colle di Sestrière. A Cesana rima~ero 6 battaglioni del grosso, fra i tJuali uno delle Guardie e he, attaccati d ai F rancesi, resistettero stren uamente, a malgrado della g r ande superiorità numerica del

ncrmco.


77 Intanto il 12 agosto Exilles cadeva e così pure Pcrosa ed il Duca voleva ora espugnare Fenestrelle, contro la quale marci<ì l'e~ercito sabaudo col reggimento delle Guardie. Il 17 agosto un battaglione di queste sostituì le truppe austriache ~ell'attacco dì un ridotto esterno della piazza. 11 31 fcncstrcllc si arrese e nell'ottobre le Guardie andarono a svernare a Pinerolo.

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Le operdzioni del 1708.

Anche nell'anno 1709 si effettuò una spedizione in Savoia. Le Guardie raggiunsero il 7 luglio Susa ed alla fine dd m ese gli AustroSa\'Oiardi avanzarono su Conflans, preceduti da lutti i Granatini dei vari Corpi e da due compagnie delle Guardie, che a Conflans in(ontrarono e volsero in fuga il nemico. [I 28 luglio Conflans venne presa e tenuta fino alla fine di settembre. Per il 1710 era stata decisa un'azio ne nel Delfinato, operando per valle Stura. Oltrepassato il colle dcll'Argentcra, l'esercito alleato sostò a Meironnes; ma alla fine di ottobre, se nza nulla aver cnncluso, vennero ripn:si i quartieri d'inverno e le Guardie furono inviate a Casale.


J\:d I ìl I si effettuò un nuovo tentativo per entrare in Francia. li 29 giugno gli Austro - Savoiardi puntarono su Moutieny e con essi erano le G uardie, che concorsero, coi Granatieri di tutto l'cscrciw, ad occupare l' , I luglio Conflans. lvi rimasero sino a tutto scttcmhrc per poi raggiungere Pinerolo. A nche m;I 17 1:? k opernioni continuarono indecise e le Guardie, dopo una lunga permanenza a Fenestrelle. tornarono a Pinerolo.

Ndla primawra dd 1713 si firmava la pace di Utrecht, per effetto dell a q uale, Vittorio Amedeo, divenuto Re di Sicilia, sbarcava a Pakrmo 1'11 o ttobre, \cg uìto da un Corpo di spedi zione di 6.000 uomin i, del t1u:1k fa ccra no parte ìl I battaglione del k: Guardie (6.30 uomini ) e con esso il comand ante del reggimento Ghirone Silla San Maninu, marchese di Andorno. Parteciparono le Guardi e alle due gr;111dì fun,-_ioni del giuramento e dcll'incoronazionc dd Re il 2r e ::!4 dicnnh rc 17 1_1 ed, al ritorno del Sonano nei suoi Stati di terraferma, esse rnnasero in Sici lia fino :-il 1ìr9, sotto il Vicerè Maffci dcli , Mir:in,lnh . Allo rl1uando, m.:1 luglio del 1718, subdolamrnt<: gli Spagnoli sharcarnno in Sicilia, incnrni11ciò nell'isola una n uO\';i guerra, nella

I.e opemz1om

111

Sicilia ( 1713) .


ì9 quale le Guardie si di stinsero nella difesa delle fortezze ad esse af fidale, come ad esempio avvenne per il castello di Termini. dove il distaccamento delle Guardie, comandato dal capitano Roberto Hiscaretto, si difese strenuamente dal :u luglio al 4 agosto, e per Siracusa, dove l'intero battaglione delle Guardie, che nella marcia di occupazione si era battuto a Caltanissetta contro le popolazioni inso rte, uscì dalla città soltanto per far ritorno in Piemonte. Ammire\'ok fu anche L.1 difesa di Messina, al comando ddl'Andorno, il quale, per il valore dimostrato dalle truppe, all'atto dell'inevitabile resa. ottenne di passare con le armi cd il bagag.lio a Reggio, per tornare libero in Piemonte. Debo.le fu invece la difesa di Palermo, commessa al tenente colonnello delle Guardie Marelli, il quale, per essersi arreso a discreziorn::, ( u in seguito processato e fucilato. Il 23 agosto 1719 le Guardie sbarcavano a Villafranca, wncludenc.lo le gesta da loro compiì.Ite nella lunga guerra per la successione Ji Spagna, durante la quale avevano dimostrato il loro valore e la loro f edeltà al Principe, distinguendosi specialmente a Vercelli. alla Verrua, a Chivasso ed a Torino.


V.

LE GUERRE PER LE SUCCESSIONI DI POLONIA E D'AUSTRIA Con la guerra per la successione di Polonia ( 1733 - 1738) e con t.iuella per la successione d'Austria (1741 - 1748) il Piemonte. facente Mmai parte del nuovo Regno di Sardegna, si dimostrò lo Stato italiano più fortc, per le salde istituzioni e per il valore dei suoi soldati (r). Durante k due guerre che ricorderemo in c!uesto capitolo, il Piemonte raggiunse, infatti, la sua maggiore potenza politica e militare ed, abilmente guidato dal Re Carlo Emanuele III , politico sagace cd ottimo ordinatore e co mandante di eserciti, potè notc\'olmcnte :il brgare i ~uoi confim e tendere, secondo la politica già seg uita per due secoli ,bi suoi Sovrani . ;ilb C<lll<jllÌ<;t";i drll:i T,nmh:1rdi:1. Durante la gm'.r ra per la successione di Polonia. Carlo Emanude 111, alleatosi con la Francia allo srnpo di diminuire la potenza delr:\mtri:1 in lt:dia , e comand:mte dell'e~ercito franco-piemo ntese. potè. infaui, occupart· nd 1733 il Milane!>c, che però non potè cnn snv:1re, poichè la Francia. impegnandosi a sua insaputa con la Spagna. rese fallaci le speranze del Re, il lluak, chiesta la mediazione dell ' Inghilterra, non esitò ad ini ziare trattative con l'Austria. Per il trattato di Vienna, che pose fine alla guerra, il Re di S:1rdegna ottenne soltanto Novara t Tortona. Nella guerra per la successione d'Austria Carlo Emanuek III fu :tl katn dell ' Austria e nd 1747 conseguì contro i Francesi quella vit1mi:1 d('II' A,,inta > il cui ricordo è rim a, to indckbilc nelle tradizioni milit:1ri del Piemonte. Alla fi ne della gucrra il Piemonte otte nne il Vi_t:cv:111oc<,. il contado di Anghiera ed il Pavese. <:,,~ì il Regno di Sardegn~1 aveva raggiunto la sua maggiore potenza. ljt1;111do , come vedremo, dopo il periodo di pace duralo dal 174H :ti 17K<), le Di\'isioni france~i della Rivoluzione e del Bnon:1p:1rte s1 :ircanirono \'ittorima ment e contro i suoi ordinamenti . ( 1) Si ,·umul1 1 in pH,pn,iw il ,olume Il ,l i <J ne,t'op<'ra .


8r

La guerra per la successione di Polonia. Nel febbraio 1733, in seguito alla morte di Federico Augusto II , Re di Polonia, aspiravano alla successione Stanislao Leczinski , suocero di Luigi XV, e l'Elettore di Sassonia, Federico Augusto III, figlio del Sovrano defunto. Ne derivò una nuova guerra di successione, per la quale si schierarono da una parte la Francia e la Spagna e dall'altra !;Austria e la Russia. Carlo Emanuele III, Re di Sardegna. al quale era stata promessa la Lombardia, parteggiava per i Francesi. 11 2 novembre egli passò il Ticino, con le sue truppe, le Guardie ed un contingente francese, ed assediò la Gera d'Adda, dove già le Guardie avevano combattuto durante la guerra per la successione di Spagna. Anche questa volta le Guardie dovevano proteggere i lavoratori delle trincee, per poi impadronirsi, insieme ai Granatieri di tutti i Corpi ( notte sul 24 novembre), della strada coperta del ridotto attaccato. Il 28 novembre Gera d'Adda e Pizzighettone si arrendevano. Il Re di Sardegna andò poi a Milano e le Guardie concorsero a ll'assedio del Castello, che si arrese il 30 dicembre. Le Guardie presero i quartieri d'inverno nella stessa città di Milano .

La battaglia di Parma. Nella primavera del 1734 gli Austriaci si raccolsero nel Mantovano per rioccupare la Lombardi:1, mentre gli alleati marciavano contro di loro. li 28 giugno l' Armata austriaca del Mercy si era trasferita a sud della via E milia, fra i torrenti I3aganza e Parma, e precisamente fra Antognano ed Alberi. Gli Alleati, marciando da nord verso sud, la raggiunsero ed i due eserciti contrapposti vennero a contatto. In testa agli alleati, col reggimento francese di Piccardia, marciava no numerose compagnie Granatieri, delle l1uali sette degli altri Corpi ed una delle Guardie. L 'av~rnguardia degli alleati si schierò ad oriente di un robusto fabbricato, detto <' Le Crocette l), lungo la via Emilia, poco ad occidente di Parma, località che diventò subito la zo na più contesa del campo di battaglia. Ai ripetuti attacchi degli I mpcriali i soldati francesi e le Guaròie piemontesi resistettero strenuamente; ma la battaglia stava per svolgersi in modo sfavorevole agli alleati, quando, nel tardo pomeriggio, gli Imperiali, ormai sicuri del successo, rompendo le ordinanz e, si diedero a far bottino. Di ta le circostanza approfittò subito il comandante francese, il quale rin-


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La battaglia di Guastalla. D opo la battaglia di Parma i Franco - Picmontc.::~i ragg1umc.:ro la zona di Bondand lo, poco lungi dallo sbocco della Secchia nel Po. fvi , il 14 sctt cmhrc. improvvisamente att;1cca ti dagli Austriaci, ripie-


s~ .)

garono su San Benedetto. Il Re Carlo E manuele, che aveva raggiunto l'esercito dopo la vjttoria di Parma, preoccupato per i suoi magaz, zini, si portò allora a Guastalla e si schiere\ con b sinistra al Po. fronte agli Austriaci, che si trovavano a Luzzara. li 19 settembre gli Imperiali attaccarono i Franco, Piemontesi e per otto ore la lotta si svolse frontalmente, ricca di episodi, tra i quali (piello del reggimento delle Guardie. Questo si trovava, con altre truppe piemontesi, al centro dcli.a linea di battaglia e gli Austriaci si accanivano per conseguire la vittoria appunto contro il centro, in c<>rrisponJenza del quale le Guardie, in nobile gara di eroismo col reggimento Fanteria di Piemonte, resi stettero eroicamente e respinsero il nemico. Caddero due alfieri delle Guardie: Pietro Mdl ara ed il conte di Roccabigliera e con essi parecchi altri del reggimento che, con la sua resistenza, concorse a ricacciare l'avversario. L'indomani jnseguiva i vinti e quindi, alla fine di novembre, le Guardie prendevano i quartieri d'inverno a Cremona. Nella primavera del 1735 i Franco - Piemontesi passarono il Po a Viadana per incontrarsi con gli Spagnoli che, provenendo dal mezzogiorno, marciavano su Modena; ma ormai la guerra languiva poichè g li Sprlgnoli avcv;111n ocrnp;ito gra n parte ridia penisola e Carlo Emanuele la Lombardia. Alla fine di ottobre si presero, come al solito, i quartieri d'inverno (le Guardie a Cremona e poi a Vaprio) ed, alla fine della guerra, i fedeli sokbti del Re di Sardegna ritornarono in patria, dopo avere compiuto lodevolmente il loro dovere. Il loro Sovrano aveva ae<1uistato il Tortonese e parte del Nov,ucsc; ma non già tutta la Lombardia, come egli aveva prima sperato.

La guerra per la successione d'Austria. Nell'ottobre del 1740 moriva Carlo VI, Imperatore d'Austria, che, non avendo figli maschi, lasciava b corona alla figlia Maria T eres:1, come era stato stabilito dalla Pramm;1tica Sanzione. L'Elettore Carlo Alberto di Baviera, vantando diritti alla successione, si oppose a Maria Teresa e::, secondo i loro particolari interessi , gli Stati europei si divisero in due leghe contrapposte. Per l'Elettore di Baviera si ~chit:rarono i Principi ckll'Impcro, la Prussia, la Francia, la Spagna, la Polonia ed il Regno di Napoli. Per Maria Teresa l'Olanda, J'Inghilterra, la Russia e 1a Sardegna: t!llt:st'ultima sperando di ottenere quella Lombardia, che non ave\':l interamente ottenuto al tt:rmim:


del precedente conflitto. Così la gllerra Jìvampò in tutta l'Ellropa ; nonc hè sui mari e nelle colonie degli Stati belligeranti. Nell'inverno del 1742 gli Spagnoli, sbarcati ad Orbetello ed a La Spezia e valicato l'Appennino, minacciavano Parma e Piacenz a, ancora in possesso dell' Austri::i. Avendo questa in rtalia poche truppe, Carlo Emanuele Il I accorse con k sue forze nel Parmense e vi as$lll1.Se il comando 1klle Unit;t alleate. Col Re era il reggimento delle Cuardic c he, partito da Asti il 6 marzo, in sci tappe aveva raggiunto Piacenza per rimanervi sino al 22 aprile, costituendo brigata con due ba.ttagl!oni del rcg~imcnto Fanteria di Saluzzo e con due battaglioni svizzeri. Gli Austro - Sardi avanzarono allora contro gli Spagnoli, minacciandone k comunicazioni cd, occupata Modena 1'8 giugno, posero l 'assedio alla cittade lla, che si arrese il 29 gillgno. Carlo Emanuele si portò allora a Mirandob, al cui assedio parteciparono anche le Guardie c c he si arrese il 22 luglio. Tali successi indussero gli Spagnoli a ripiegare. fino a raggiun~erc, il 18 agosto, la zona di Foligno. f nt an10 un altro contingente spagnolo occupava la Savoia, minacciando la frontiera ;ilpina del vecchio Piemonte. C arlo Emanuele III tornò ;illora rapidamente Yerso le proprie terre e le Guardie. c he ayeYano lasciato Rimini il 18 agosto, il 3 ottobre avevano già raggiunto la zona del Pìccol.o San Bernardo, alla Tlmile. La minaccia degli Auslro -Sardi bastò a fare arretrare gli Spagnoli, che tornarono ad avanzare soltanto alla metà di dicembre, dopo a\'erc ricevuto considerernli rinforzi. Gli Austro - Sardi non potevano però rimanere al di là delle Alpi , lontani dalle proprie basi e nel cuore dell'inverno ed, alla fine di dicembre, ripiegarono in Piemonte, inseguiti dal nemico che le Guardie, ultimo scaglione delle truppe alleate, procuravano di respingere, n o n ostante il freddo e le condizioni atmosferiche avverse. Dopo avere così compiuto i difficili doveri della retroguardia, esse presero j quartieri c1·invcrno nei dintorni di Chieri. Poichè il Re Carlo Emanuele III aveva confermata, col trattato di W orm s, la propria adesione all'alleanza austro- sarda , i Francesi ripn:scro la guerra. Nel luglio ìl Re aveva radunato numerose forze ai p iedi delle Alpi e, col nucleo raccolto intorno a Saluzzo si trova~ vano le Guardie che, risalendo la valle Varaita, spinsero un distaccarnc.:nto a Ponte Chi:rnalc, con un posto avanzato, comandato dal luogote nente Dc Luccs, al colle dell'Agnello. 11 4 ottobre il D e Luces segnalò alcune pattuglie spagnole, contro le quali, prima di ritirarsi,


aprì il fuoco. Il grosso delle Guardie era in valle Vallante, lungo la quale gli Spagnoli, impadronitisi di Ponte Chianale, continuarono ad avanzare. In quella circostanza si segnalarono in modo speciale, per slancio ed arditezza, le due compagnie delle Guardie com andate dai c:!pitani Marcellas e Di Costiolc, che riuscirono a costringere gl i Spagnoli a rivalicare le Alpi, abbandonando dodici pezzi di Artiglicr.i a. Nella primavera del 1744 i Gallo - Ispani avevano raccolto in Provenza un esercito per invadere il Piemùnte. li 2 aprile passarono il Varo e verso il 20 raggiunsero con clementi avanzati Oneglia; ma, dopo aver rinunziato a proseguire per il Gcnovesato, l'Armata allc.:ata si ritirò nel Delfinato, per operare, invece, per l'alta Tinca e per il Brianzonesc. Ad essa si opposero i Piemontesi per le valli dell'alto Po e della Stura, con elementi avanzati ai valichi alpini. Ai primi di luglio del 1744 le Guardie erano di nuovo in valle Varaita, ad Ampeyre, cd alla meLà del m ese i Gallo - Ispani, che avevano gi~1 raggiunto ìl passo del Buondormir., si avvicinarono alle fortificazioni di Pictralunga, costituite da una ridotta con trinceramenti laterali e presidiat e cla quattro battaglioni. Il r9 luglio le posizioni vennero abbandonate; ma i difensori resistettero eroic:11nentc. Tra essi le Guardie che, :ippcn:i giunte, vennero lanciate dal colonnello Du Vergn, comandante di Pietralunga, contro i Franco - Ispani. Questi, rapp resentati da un reparto svizzero al servizio della Francia, prima ripiegarono e poi, contrattaccando, riuscirono a penetrare nei trinceram enti sulla sinistra della ridotta. Per conseguenza i Piemontesi dovettero abbandonare quelle importanti pos1z1oni per marciare su Demo nte, che venne assccfo1t;1 e che resistette fino al 17 agosto.

La battaglia d~lla Madonna dell'Olmo. Carlo Emanuele IH, che campeggiava in valle Maira e che aveva scco le Guardie, affidata al barone Leutrun la difesa di Cuneo, ripiegò su Saluzzo col proposito di molestare i nemici. Dopo alcune inutili schermaglie, i Gallo - Ispani decisero di intensificare l'assedio intorno a Cuneo; mentre una parte dell'esercito, per coprire .il ('.,orpo assediante, prendeva posizione alla Madonna dell'Olmo. Il 26 settembre gli Austro · Sardi, guidati dal Re, avanzarono in più colonne. Le Guardie facevano parte di quella di destra; mentre quella di sini stra era formata dai Granatieri di tutti gli altri Corpi.

7.


86 La battaglia si iniziò il 30 settembre. Sulla destra le Guardie tennero ripetutamente testa alla Cavalleria nemica; mentre, sulla sinistra, la sorte fu contraria agli Austro - Sardi, tanto che verso sera il Re ordinò i] ripiegamento. Nella battaglia trovarono morte gloriosa i capitani delle Guardie: Giuseppe Dc Chalbnt e. Giuseppe D'Esery; vennero feriti il colonnello Ottavio · Cachcrano d 'O sacco della Rocca ed .il capitano conte Domenico Cassotti di Casalgrosso.

Le posizioni ddf'A s..ictt.i.

Da Murazzo, dove i Piemontesi si erano fermati, il Re spedì, agli ordini del colonnello Rasini, una colonna in rinforzo al presidio di Cuneo, colonna <lella quale faceva parte un nucleo delle Guardie e che 1'8 ottobre riuscì ad entrare nella città assediata. Verso la fine del mese i Gallo - Ispani, preoccupati della resistenza opposta da Cuneo, tolsero l'assedio e rip:iss:irono le Alpi cd il 24 ottobre Carlo Emanuele entrò, festosamente accolto, nella città liberata. Nell'anno 1745 Genova si unì ai Gallo - lspani che, superato il Varo, si spinsero sino ad Oneglia; mentre, sulla riviera di levante, scendeva per le Rocchette il contingente spagnolo che era nel Modenese. Il 18 maggio le Guardie, che aveva no raggiunto a Savigliano le truppe comandate dal generale Cinzano, operavano a difesa dell'alto


Tanaro. Ai primi di giugno erano a Mondovì, poi tra Tanaro e Bormida occidentale cd infine a Garessio, impiegate in continue marce e manovre, che, secondo gli usi del tempo, non approdavano ad alcuna decisione. Il grosso dei Piemontesi, raccolto nell'alto Monferrato e minacciato dal nemico, venne rinforzato ai primi di luglio con 10 battaglioni tolti al Cinzano; battaglioni fra i quali erano quelli delle Guardie che, verso la metà di luglio, raggiunsero Alessandria. Intanto si andava manifestando qualche dissidio tra Carlo Emanuele III, che voleva coprire il proprio territorio, e gli Austriaci che, invece, volevano proteggere la Lombardia. Negli indugi i Gallo Ispani assediarono e presero Tortona ed attaccarono i Piemontesi rimasti nei dintorni di Bassignana; quindi assediarono Valenza cd Alessandria ed, ai primi di novembre, occuparono Casale, sgombrata dai regi, che ripiegarono su Crescentino. Alla difesa del castello di Casale parteciparono in modo onorevole anche piccoli nuclei delle Guardie. Alla fine dell'anno si presero i quartieri d'inverno: gli Spagnoli in Milano, i Francesi nell'Astigiano, in attesa di potere occupare Torino, ed i regi dove fu possibile, essendo il territorio piemontese in gran parte invaso. Ai primi de] 1746, per .la conclusa pace di Drcsda tra Austria e Prussia, la prima venne a disporre di maggiori forze per la guerra in Italia; mentre il Re Carlo Emanuele III affidava al barone Leutrun l'incarico di assediare Asti con 31 battaglioni, tra i quali le Guardie, e 30 squadroni. Il 5 marzo mattina Asti venne improvvisamente accerchiata dai Piemontesi e le Guardie, provenienti da Saluggia, vennero subito schierate innanzi alla porta di San Secondo, dove s'impegnarono vigorosamente, fino a quando il generale francese Montai si arrese, proprio mentre stava per ricevere i soccorsi condotti dal Millebois. Il Leutrun si portò quindi sotto Valenza per riprenderla ed il 20 aprile aprì contro di essa il fuoco delle batterie. Un tentativo di sortita del presidio venne stroncato col concorso delle Guardie ed il Leutrun, avendo saputo dell'avvicinarsi a Valenza del Millebois, de, cise di attaccare le ridotte esterne la notte sul 2 maggio. In testa alle colonne d'assalto erano due battaglioni delle Guardie che, dopo un accanito corpo a corpo, occuparono le ridotte attaccate. Il 3 maggio Valenza capitolò cd il Millebois raggiunse a Piacenza gli Spagnoli, gravemente minacciati dagli Austriaci.


88

La hattaglia di Piacenza. Ne deriv(\ la battagl ia di Pi:icc n1.a, comh;ittuta il

1(> giugno,

ndl.i

lJtialc i Callo - Ispan i fmono h:111u1i dagli Austri:ici col concorso indiretto dei Piemontesi, i <1uali, di slocati a Casteggio, bloccavano la stretta di Stradella. l Gallo - Ispani ripiegarono poi per la Bocc hetta su Genova e \i diressero lunl.!o l:1 riviera di ponenLe, seguiti dagli AustroSardi: i primi per b v.ilk dcll:i Scrivia; i secondi per lluell a della Bormida. li '.!5 ago\lo i Pienwntesi, e con essi k G uardie, erano ad A cciui; il .31 raggiunsero Ca iro; il 7 settembre Savona, da dove il Re avanzò per la rivicr:1. fn questa edere avanzata k Guardie si distinsero durante il brnc ;t~~cdio di Ventimiglia ed il 1" ottobre entr;1rono in N izza, a l seg uito del Sol'rano. Qui il C:orpo piemontese si di\'ise in due parti : una rol I hai r:1gl ionc delle Guardie, al comando del marchc~e di B:1hbia110, don·va in vadere Li Provenza; l'altra, e con essa il Il h;11t;1glionl'. dd k Cuardi e, sotto il Della Rocca, doveva a,sed ia re il castello di S;1rn n ;1. Il ~o novemhre la colonna diretta in Provenza pass<'i il Varo e ra;,.:hiu :~sc co~ I:: sue :iv:in~,;uardie C:m::llanc e Draguign:1; ma, incon trale numl'.rnsc for1e nemiche, lentame nt e ripiegò nel Niz1,arclo. L'8 marzo il I battaglione delle Guardie era a Rra; mentre il Jl combatte\'a al castello tÌi Savona. Quando. il 5 dicembre, per effetto della cacciar:1 degli Austriaci da Cenm·;i, g li alleati te ntarono di liberare Savona, essi vennero battuti da un distaccamento, di cui faceva parte il II battaglione delle G uardie, il quale, dopo la resa di Savona, vi rimase di presidio. All 'inizio ciel 1747 i Gallo - Ispani si andavano raffo rzando den tro Geno\'a, che gli Austriaci investivano da terra e gli Inglesi bloccavano dal mare, t:d anche il Re Carlo Emanuele llf, obbligato, per c! uanto a malinrnorc, a rinforzare il Corpo assediante, a metà m aggio inviò le sue truppe, tra le quali il II h;m ;1glionc delle Guardie . .il quale, appena gi umo presso Genova, vennt: mandato in valle Poke-vcra, a presidiare il comTnto della Madonna della Misericordia. li 2 1 maggio il fra nCC\C Duca di Bo u ffl ers, che coman da va g li a5sediati. sferrò un attacco su più colonne, delle quali quella (:hc agiva cont ro il convento della Mi.scricordia vrn ne re~1~i nta d;tlle Guar.l ic col fuoco e con llfl impdttoso contra ttaC'C(J, che - co me narra il francc ~c l\ :j:il - ... " fo pi.in 110s troupcs qui n:cu lèrcnt en désonlre ,, .


La battaglia dell' Assietta. <1> Mentre continuava l'assedio di Genova, ì Gallo - Ispani preparavano, attraverso le Alpi e lungo la riviera ligurc-0ccidentalc, l'invasione del Piemonte. L'esercito era comandato d,11 maresciallo di Belle-Islc ed era composto da una parte dei Gallo - Ispani, assom-

l.a battaglia del/' Assietta.

mante ad una quindicina di battaglioni francesi cd a pochi Spagnoli. in movimento attraverso il Ddfìnato. Esso dovev:i operare at:tr:iverso il Mongincvra verso la pianura piemontese. A l]Ucsta grave minaccia Carlo Emanuck Hl poteva oppGrrc forze :issai inferiori. anche se :mimate da uno spirito superiore a quello dei Francesi, perchè chiamate a di fendere ìl proprio paese. rl Bricherasio, clic com ;1ndava i Piemo ntesi, disponeva di 13 battaglioni, di cui ,~ austriaci , cd uno delle Guar<lie: in totale 7.500 uomini circa. (1) Della battaglia d ell"Assic.tta ahhi:1rno g ià puhhlic:110 la dntagliata destri zionc nd vulum c lf di quest 'opera.


90 Mentre i Gallo - 1spani avan zavano, i Piemontesi lavoravano a sistemarsi a difesa sulle alture dcll'Assictta, tra val Dora e val Ch isone; alture, sulle quali occorreva resistere ad oltranza. Il 18 lug lio i ~'rancesi attaccarono, con una colonna principale diretta contro i trinceramenti ddl'Assietta e con due seco ndarie contro le ali cd il rovescio delle 1x>sizioni piemontesi.

Ln b<1t1aglia dcli' A s;Ìt·lfa.

Il I battaglione Jdle Guardie cd uno del reggimento (( Casale 1, o ccupavano la T c~ta d cll'Assictta e gli altri trinceramenti sul contrafforte nmonimn: noncht' le imp1)rtanti posizinni arr,t ra tc del Grand Serin. All'attacco dd la Testa dcll'Assictt.1 i Fr:1ncesi subirono gravi perdite per il tiro miralu ddlc Guardie e, quando si avvicinarono alle trincet:, venn ero ricacciati co n le baionette. Me ntre da am bo le parli la lotta si faceva sempre più accanita, i Fr:1nce,i cercando di forzare le posizinnì a\"Versarie; i Piemontesi resistendo te nacem e nte, il caval iere di Bdle-lslc - che aveva attaccato se mpre in prima linu, ;tni111ando con l'ese mpio k sue truppe -·


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Le perdite del I battaglione Guardie nella battaglia del/'Assietta.



93 ritenendo giunto il momento decisivo per irrompe re entro le difese nemiche, scese da cavallo ed afferrò una bandiera che riuscì. a piantare sul parapetto delle trincee, quando venne ucciso da cluc G uardie, delle quali la Storia ricorda ancora i nomi: Ellena ed Adami. La

Il tem'nU cofo111u:!fn di S. Sd111stia11{) alla hattagliu ddl'A..-siclla.

battaglia continuò accan ita e violenta, gli at taccanti vole ndo vendica re la m orte del loro comandante, i clifensori no n volendo ced ere le posizioni affidate al lo ro valore. Si spar~c, int;mto, la voce che l::t colonna di destra francese fosse arri\·ata al (;rand Scrin , cioè :1l k spalle de lla T esta ckl1'A ssictt:1 cd


94 allora il Bricherasio ordinò al tenente colonnello comandante le Guardie, don Paolo Navarrino conte di San Sebastiano, di ripiegare; ma il conte di San Sebastiano, consapevole di yuan to sarebbe avvenuto riùrandosi sotto la pressione nemica, rimase al suo posto e respinse l'ultimo, disperato attacco francese, affermando: '< in faccia al nemico non possiamo volgere le spalle ». La battaglia durava ormai da parecchie ore; la notte sopraggiungeva, k Guardie cd i soldati del reggimento « Casale ))' rinforzati da nuclei austriaci, avevano respinto l'attacco francese anche in corrispondenza del G rand Scrin e la battaglia era vinta. Indubbiamente la vittoria si dovette anche all'iniziativa del conte di San Sebastiano d i rimanere nei trinceramen ti della Testa ddl'Assietta, nonostan te l'ordine di ripiegare. Egli venne decorato con la croce d i San Mauriz io, con relativa pensione, come era nel costume dd tempo. cd, in tiuanto alla carriera, raggiunse il grado di generale di brigata. Molte furono le perdite dei Francesi; il distaccamento del Briche.rasio ebbe 2 19 tra morti e feriti, dei quali 11 morti e 36 feriti delle G uardie. · Il loro I battag lione si era distinto per la sua condotta nella battag lia e per i risultati conseguiti, così che le Guardie ottennero la doppia paga per un mese. Occorre ricordare, oltre al loro eroico comandante, conte di San Sebastiano, anche i capitani Cal<lora, Di Clavesana, Fassati, Guerra, Balbis cd il tenente Gattinara; nonchè le due Guardie Aclami cd Ellena che, uccidendo il comandante nemico, avevano anch'esse contribuito efficacemente alla vittoria. L'azione del I battaglione delle Guardie all' Assietta venne poi in ogni tcmpn ricordata dai Granatieri di Sardegna. Poche e limitate furono 1c operazioni che si svolsero, dopo la battaglia del 19 luglio 1747, sino alla conclusione della pace di Aquisgrana, che pose fine nel 1748 alla guerra. Alla fine di ottobre il reggimento delle Guardie, riunito a Cuneo, vi rimase sino al. 20 novembre, data alla (!ualc andò a prendere i l1uartieri d'inverno a T orino. Un modesto obelisco fu eretto dal Cl ub Alpino Italiano nella solitudine montana ddl'Assictta, a ricordare la battaglia del r747. r\ dimostrare poi il profondo culto che i G ranatieri di Sardegna serbano per il loro passato, 153 anni dopo la battaglia, una rappresentanza di ufficiali dei due reggimenti, allora di stanza rispetti vamente a Pa rma cd a Piacenza, partiva da (1udle sedi per andare a


95 deporre ai piedi dell'obelisco dell'Assietta una targa di bronzo, perchè l'esempio delle Guardie del 1747 ispirasse sempre animosi propositi e disciplinata fierezza ai Granatieri di Sardegna. Anche durante la guerra ultima, nell'estate del 1940, poco dopo taminate le operazioni sul fronte francese, i Granatieri di Sardegna, che a quelle operazioni non avevano potuto partecipare, pur essendo al confine, salivano sull'altopiano dell' Assietta per rendere omaggio ai loro gloriosi predecessori.

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Il monumento

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Gmnalieri sedi' A ssictt11.


VI.

LE GUERRE CONTRO LA FRANCIA DAL 17()2 AL 1815 Conclusa la g uerra per b successione d'Austria, l'ese rcito piemontese non ebbe altra occasione di combattere per circa mezzo secolo. Nelle g u:1rnigioni d i pianura di inverno, nei piccoli centri alpini d'c\tate, le G uardie s.i dedicarono al servizio ed all'addestram ento, ri c,·oc1 nd o le g lorie del passato e preparandosi ai cimen ti dcll'anrn irc. fin quando b rivoluzio n e fr;1ncesc, turbando l'ord in e eu ropeo, no n imiti i suo i eserciti ;incbc attraverso la chiostra alpina, mi 11;1Cci,mdo il R eg no di Sardcgn:1. li RL \'i1tmio :\medco 111 , come tutti i ~o \Ta11i dcli'epm:a, era ri m :1~to p ro fo nda rrn:ntt'. so rpreso cd addoloralo pn le vicenck svolrcsi in Fr:rncia cd, a nimato da tal i sentimenti, se n za troppo rHlcttcre ~ulb propria ~i tuaz ione, si alleò all'Austria. pro m ettendo il concorso incondi?io n:110 ddlc proprie forze in caso di g uerra contro l:i Fr:m,ia, r cercò di org anizzare tra g li St.1ti italiani una lega difensiva contro i pericoli della ri vol u zio n e. Per con seguc nz :1 egii rc.~pi n sc le offerte fatteg li d all a Francia, rifiuti'> di accog liere l'a mbasciatore francese Scmonvillc e fece iniziare in Savoia alcu ni lavori di fortificazione. li piccolo eserci to p ie montese, da molti a nn i no n più abituato alla g uerra, era composto di truppe e ntu, iastc; ma g uidate da Capi di non p rovata esperienza. Tuttavia l a guerra. come fu detto ampia m ente nel III

rnl u111c di tjlltst'op('ra. si rese incvitabik , d urò l lUa ttro an n i e si co ncluse con b ~rnn fì tta. anch e 5e i v, ldati pit:monte, i. e special men te k Guardie, dim o~trarono in e~, a lo ~b ncio

I Cr,111atìeri

~


97

e la disciplina dei loro predecessori e difesero il loro Principe cd il

Piemonte con la più lodevole tenacia, resistendo, a volte vittoriosamente, all'impaziente impeto delle truppe della Francia rivoluzionaria e dell'Armata d' Italia comandata dal Buonapartt· . Poichè la minaccia più grave si addensava sulla frontiera savoiarda, il Re fece riunire in Savoia, al comando del vecchio ge nerale Lazzari, una piccola Armata dì 12.000 uomini , della quale faceva parte il I battaglione delle Guardie, comandato tfal maggiore Des Haycs di Mussano. Il battaglione lasciò Torino il 6 luglio 1792, per giungere alla fine di agosto a Monmcliano e poi prendere posizione a L cs Marches, con un distaccamento ad Entremont, estrema sinistra dello schieramento dell'esercito sabaudo. Il 21 sc:ttemlm: i Francesi minacciavano la posizione di Les Marches, dove erano le Guardie, le quali non ottennero l'autor.i zzazione a<l aprire il fuoco pcrchè il Lazz;ri voleva che fossero i Francesi ad iniziare le ostil ità. Per conseguenza i Francesi poterono penetrare nei trinceramenti senza colpo ferire ed il Lazzari prese la via dd ritorno, s1::guito dalic truppe in disorJi nc, tranne alcuni battaglioni, fra i quali quelli delle Guardie che, come in altre circostanze, marciavano all:Ì retroguardia. A metà ottobre le Guardie presero i (1uartieri d'inverno a Susa e, nel marzo del 1793, rientrarono a T o rino, dove il reggimento si riunì. Poichè era stat,> disposto che agli ufficiali del battaglione che aveva operato in Savoia fosse corrisposta un'indennità per il bagaglio perduto, gli ufficiali, a mezzo del loro colonnello c;1v. Vibò, espressero il desideri o di destinare la somma relativa a favore dei gregari del battaglione. All 'aprirsi della campagna del 1793 i Piemontesi, che avevano perduto la Savoia, tornarono ad operare su <juella frontiera, dove, per ,,, .-lmt'deo lii.


l'asprezza dei luoghi, era facile difendere il paese con poca gente, ma ritennero più opportuno e necessario scacciare i Francesi dal Nizzardo, che era stato anch'esso invaso (1).

Nella primaver:i del 1793 i Piemontesi, con poche truppe austriache, occuparono la buona JX)sizione di Saorgio, con un reparto avanzato al colle del Brouis cd un altro sul fianco destro, all'Authion. Il 17 aprile i France~i attaccarono il colle del Brouis, nonchè quello del Perus, dove era dj presidio un battaglione del reggimento Cacciatori di Sardegna, forte di 500 uomini, con tre pezzi di Artiglieria, al comando del maggiore Villamarina. 1 Francesi attaccarono su <foc colonne. Una di esse urtò in una delle compagnie del reggimento Cacciatori di Sardegna, che resistette strenuamente, fìnchè, minacc iato di aggiramento, il Villamarina ripiegò sul colle di Brouis in ordine perfetto, traendo scco cannoni e feriti ed imponendo rispetto al nemico. Quasi 200 uomini di quel battaglione erano rimasti sul terre no ed il Villarnarina meritò la promozione a tenente colonndlo per m erito di guerra. Dopo q uell'episodio, le operazioni sostarono sino ali '8 giugno, mentre i Francesi preparavano un attacco con maggiori forze e,1 i difensori rafforzavano le ]·oro posizioni del Brouis e dell'Authion. L'8 gi ugno i Francesi attaccarono su tre colonne: quella di destra contro i colli del Perus e del Brouis, la centrale contro le Milleforche e l' Authion, quella di sinistra col compito di avvolgere la dest ra piemontese. L'iniziale avanzata dei Francesi venne arrestata dalle truppe piemontesi, che sul Mangiabò, già conquistato dal Masse.na, contrattaccarono assai efficacemente con tre compagnie Cacciatori, compresa quella delle Guardie, il cui capitano La Motte venne due volte ferito. Davanti al Mangiab0 l'avanzata francese venne nettamente stroncata ( 1) Oltre al reggimento delle Guardie, nel ricordare le operazioni, sarà opportuno occuparci anche delle due sue compagnie Granaùeri, entrate a far parte, come altre di alt ri reggimenti, di un battaglione Granatieri ; nonchè della compagnia Cacciatori delle Guardie, destinata al I battaglione Cacciatori, formatosi con compagnie di diversi reggimenti. Gio\'a. infatti, ricordare che le vicende gloriose dei vari hattaglionj Granatieri di formazione; nonchè del reggimento Cacciatori di Sardegna, interessano anch'esse i Granatieri di Sardegna, che ne furono gli eredi.


99 dai battaglioni Granatieri I e IV (del I facevano parte le due compagnie Granatieri delle Guardie), che impedirono al nemico ogni ulteriore successo. Ma, a malgrado dei risultati conseguiti , i Piemontesi

~,,!::_guerra dal 1792 al 1796. compresero che la loro fronte era troppo estesa e la restrinsero, ripiegando su Saorgio e rafforzando la difesa dell'Authion. Il 12 giugno mattina, dopo una notte tempestosa, i Francesi attaccarono in diverse colonne e si combattè per tutta la giornata una


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accanita hattaglia, durante la qu ak le truppe rivo luzionarie ritentarono piì:1 volte i loro attacchi, che vennero sempre respinti dall.a resi\lcnza <lei battaglioni Granatieri piemontesi, fino a quando, sulla sera, i nemici si ri1irarono. li successo all'Authion fu dovuto, non al. numero, chç era anzi superiore da parte deg li attaccanti ; ma alla tenacia, alla saldezJ.a, a lla disciplina dei difen so ri., esaltate ancor oggi nei confusi ricordi dei valligiani. Delle due compagnie G ranatieri delle Guardie venne ferito il capitano, marchese Del Carretto di Moncrivello ; fu ucciso il cavaIiere Faussonc di Germagnano, sottotenente della 2 '' compag n ia ; fu contuso da palla nemica il sottotenente conte Marazz:rni e le due com pag nie ebbero in complesso 40 Granatieri Posti fuori com batti m ento. Veramente eroica fu la morte dd Faussone che, ferito al braccio destro, fattosi m edicare, tornh al suo posto col braccio al collo, per partecipare aJ un contrattacco, dmantc il llualc venne colpito da una palla in fronte. Il 29 luglio i Francesi tentarono un nuovo attacco contro I.e d ifese piemontesi, m ;1 senza troppo insistervi e, per le divergenze sorte tra Austriaci e:: Pic::montcsi , non fu possibile profittare dell'occasione per infliggere loro u na nuova sconfitta. [I reggimento delle Guardie::, partito il 23 g iugno da Torino, raggiunse S1roppo, nell'alta valle Maira, d<we \·01iva rafforza to da sette pezzi di Artiglieria .

Dei molti distaccame nti forniti dal reggimento uno, di plotone, era al colle del Sautron, comandato dal luogotenen te marchese Spinola. L a notte sul 17 lug lio esso fu sorpreso dal nemico. L \ 1fiiciak cd alcuni g regari furo no uccisi e g li altri fatti prigionieri. Del fatto le Guardie soffrirono com e per un 'o nta immn itata e la notte sul 24 agosto il luogotenente Dal Verme. con una grossa patt ug lia, piomhcì improvvisamente sul villaggio francese di Maurines, facendo una vc:nti na di prigionieri. Breve episodio, questo; ma che dim ostra Io spirito di Corpo eJ il profondo cameratismo che animava quei bravi soldati. Il giorno 8 settembre (anniversario della battaglia di Torino del i 706) g li Austro -Piemontesi iniziarono una g rande offen siva. Con la colonna dd Duca di Aosta era il reggimento delle G uardie, arrivato fin dal 5 settemhre, proveniente dalla val Maira, al colle del Siruol. Esso concorse efficacemente all'attacco delic posizioni del Villars e <li


IDI

Sommalunga; ma non riuscì a conquistare quel la ddla Ccrisiera, ~icchè alla sera ritornò al Siruol. Dopo quasi un mese di inattività. il 28 settembre, il piccolo C'orpo del Duca di Aosta si spostò a Clans cd in seguito, il 16 ottobre, al colle del Viale. Mentre il 18 gli Austriaci attaccivano la Gilctta, le Guardie stavano in riserva alla Torretta di Rcvcst. Concorsero pai anch'esse all'attacco dd villaggio della Giletta: ma inutil mente e, mentre la notte sul 19 gli Austriaci si lasciavano sorpren dere e ripiegavano disordinatamente, i Piemontesi si tennero saldi sulle loro posizioni, davanti alle quali le Guardie, alla Torretta di Revest, erano in avamposti. Nel successivo novembre Massena si impadronì di Castel Gincstt cd att:iccò il giorno successivo monte Brech, il cui presidio dovette cedere: ma per fortuna intcrn:nnero k Guardie, che riuscirono ad arrestare il nemico. Il 26 novembre i Francesi attaccarono le ridotte di Sommalunga e del Villars, dove sì trovavano le compagnie delle Guardie dei capìtani Jonnc e Vialardi, che opposero la più tenace resistenza. L'inverno, già inoltrato sulle Alpi, indusse ljllÌndi i belligeranti a sospendere la lotta ed a scendere al piano. Nello stesso anno 1793 Tolone, insorta contro il governo di Parigi, chiese l'intervento degli str:mieri, tra i (JUali accorse anche il contingente piemontese, comandato dal brigadiere Dc Bucler e com1:ost~ di _trupp~ di vari\Corpi; nonchè di bat_taglioni Granatieri e Cacc1aton. Il 1 ' ottobre t~a colonna an.glo - piemontese dovette attaccare:: frontalmente Marof\ col concorso di Spagnoli e di Napoletani. In quell'azione si distinsero i Piemontesi cd in modo speciale il capitano Grondone dei Granatieri, rimasto gravemente ferito, cd il Cacciatore Scano, del reggimento di Sardegna, che meritò la medaglia d'oro al valore, per essere entrato primo nel trinceramento nemico. Le medaglie al valore erano state istituite di recente da Vittorio Amedeo lii, con Decreto del 2 r maggio. Quando la colonna, alla sera, rientrò a Tolone. la popolazione f ecc ai Piemontesi una dimostrazione di p lauso e lord Mulgravc, comandante dell'attacco, scrisse, nella sua relazione del 2 ottobre, di non avere parole sufficienti per mettere in luce ... ,, son admiration paur le couragc intrepide avec lequel ont affronté le danger Ics olficiers et Ics soldats des troupes sardes » . Tale fortunata impresa valse al piccolo Corpo piemontese di essere in seguito designato per i più difficili colpi di mano. Il 14 o ttobre

8.


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Le operilzionì del

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10 3

i Francesi assedianti si erano impadroniti della ridotta di capo Brun. presidiata dagli Inglesi, quando, poche on: dopo, accorsero i rinforzi piemontesi, dei tJuali facevano parte i Cacciatori di Sardegna, che col foro slancio abituale ripresero la ridotta. Nell'assalto cadde il sottotenente Galeazzo Tornielli ed il Cacciatore Carreda del reggimento di Sardegna meritò la medaglia d'argento per essere entr.ito tra i primi nella ridotta. I Piemontesi si distinsero anche al combattimento ckl 17 dicembre a monte Maron ed anche il giorno .29, durante lo sgombro di quel presidio interalleato. Anche <.1uando gli altri Corpi stranieri si rimbarcarono i Piemontesi tennero testa al nemico, facendosi ammirare per la loro disciplina, per la loro condotta e per il loro valore. In merito, uno dei generali inglesi che erano a Tolone, così ebbe ad esprimersi in un rapporto ufficiale: <1 Quant aux troupes sanles, nous les avons toujoprs considerées comme une partic dcs nous rni?mes. Nous avons eprouvé leur attachement, leur fermeté et kur bonnc conduite " ·

Nella primavera del 1794, i Francesi, in considerazione delle

gravi (lifficoltà incontrate nell'assalto frontale delle posizioni nemi-

che, decisero di effettuare (1ualche manovra per aggirarle. In pochi giorni, nel mese di aprik, violata la neutralità genovese, occupata Oneglia, risalirono le valli dell'Appennino e, superato il colle di Nava, dilagarono per la valle del Tanaro, giungendo · a Garessio e minacciando Ccva. Ma , siccome gli Austro - Sardi si stavano rafforzando sul versante meridionale del colle di Tenda, i Francesi non osarono proseguire, lasciandosi alle spalle una così grave minaccia, e retrocedettero. Le Guardie, partite da Torino il 9 aprile, il 14 avevano raggiunto il colle di Tenda. A quell'epoca gli Austro - Sardi occupavano, col centro predetto, una linea che andava dall'Authion al Saccarello, con forti capisaldi di difesa, tra i quali particolarmente importanti quelli della Colla Bassa e di Saorgio. Con le posizioni del Saccarello facevano sistema quelle del Tanarcllo, della Colla Ardente, dove si trovavano I.e Guardie, e della Cima di Marta. Il 22 aprile i Francesi del Massena salirono da Triora a monte T anarda, spingendosi poi tra Cima Valletta e Cima di Marta. I Piemontesi, preoccupati da tali movimenti, ripieg.1rono la loro destra


alb testa di Na va. Allora i nemici attaccarono <.k cisamemc C im a di \-brt:i p<.T :H'anz.arc oh re: ma, mentre il nucleo magg iore dei Sardi ripiegò. i Cacciatori dclk Guardie stn.:nuamente rcsistctt no. a ma!g rado delle perdite. La notte sul 26 :ipri k il 11 hattaglionr delle Gnardic dalla Colla Ardente ,rnnc ill\'Ìato :di a testa di Nava. Il ·1-7 il \fassena ordine\ un

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attacco gc ncralc. Su l $;1cc;1rdlo strenuamem e si battn ·a un:i compal! llia del I battaglione del le (;uardic, com;.in cbta dal ~iov:in<.' te nente Massimil ia no c:: .rdno di Montczcmolo. clic oppme' lunga ed osti nata resistenza e ,·c1rn<.' poi rinforzata da un battaglio ne G ranatieri, comandato <lai tcncnh: colonndlo conte di Santarosa, il yuak riuscì a respingere due rnltc i Francesi e , spe rando d i pas5a rc al contrattacco, chiese al Monto.emolo di partccipar\'i con la ~ua compag nia. Fu allo ra d1c la valo rosa Gua rd.ia G aron ctti esclamò : ,, li regg im e nto G uardi i: non deve essuc solt:rnto preferito per montare la G uardia :11 Re in tempo di pace ; ma pur:1nco dc,-e precedere tutti .in g uerra. 11cll'::itt;h:C:1re il ncmicu n , li SantarosJ , amm irato, rispos<:: ,, Poichè


le Guardie hanno cominciato, le Guardie finiscano

>) cd il Montezcmolo si lanciò, seguito dai suoi. al con trattacco e, ferito nn:i prima volta ad un braccio, continuò nel combattimt:nto. rinchè venne fe rito una seconda volt:1 ad un piede. Una Guardia, tale Opcrti da Bra, p;-eso il tenente sulle spalle, lo portò nella trincea; m entre g li altri. guidati dal scr~ente Virctti, incalzando il nemico, conclmero ;lor iosamentc l'azione. Il Garonetri per le sue nobili parole venne promosso caporale. Scrissero in merito gli storici francesi Krchs et Moris: " Les repubblicains sont obi igés d e reculer dcvant une co ntrc-attat1uc dc la petitc rcservc des \'Olontaires H . Intanto dalla Colla Ardente avanz:1vano due compagnic ddk Guardie, che respinsero i Francesi, costringendoli a ritirarsi in disordine. Alla Testa di Nava, nella ridotta Fdz, stavano, con altre truppe, le Guardie. All 'attacco francese del 27 mattina, bcnchè gli Austriaci e le altre truppe fossero costrette a cedere, le Guardie resistettero nella ridotta, difendendola a colpi di baionetta, con le pietre e coi calci d ei fucili. Epica lotta, questa, dei pochi contro i molti, durante: la quale cadde il capitano Gaspare Faussone di Germagnano e con lui 26 gregari; mentre circa 200 Gu;mlie c<m 4 ufficiali (tenente colonnello Ì\for:111d de Saint Sulpicc, c:1pit·ano marchese Del Carretto di Moncri\·ello, tenente conte Clarctti di Gassino, sottotenente Cusani) restav:1110 feriti. Data la situazione., i superstiti, al comando del primo tene nte Cavalchini Garof:tli, si ritirarono verso Briga. Davanti alla Colla Ardente stavano in avamposti due compagnie del I battaglione del k Guardie e due del reggimento Fanteria <• Pit:monte " · Comandava le Guardie: il capitano Vialardi, il quale. ben v:1lutando la situazione, mancfo indietro a Cima di Bosco k sue compagnie cd, opponendo una lunga rcsi~tenza con le altre due , ripiegò. Oltre le due compagnie delle Guardie su Cima di Bosco ne affluivano intanto altre di altri reggimenti e quindi il Vialardi , per acquistare tempo, co ntrattaccò con parte d ei suoi uomini, finchè il nemico finì col ritirarsi. In co mplesso, n cll:i g iornata del 27 aprile, gli Austro - Sardi ave\';1no fronteggiata la situazione: ma non potevano rimanere nelle loro posizioni e dovettero ripi egare ~u Tenda. Per dare alle truppe la possibilità di ritirarsi il 1 battaglione delle Guardie t:d ,iltrc truppe presero posizione sulle :1lturc :1 sud di Briga. Alle 17 i Francesi tcnt:1ro no di infrangere c1ndl'ultima resistenza e vi riuscirono :i malgrado della tenace resistenza opposta dalle Guardie. che ebbero numcrme perdite. r te nent i C:n·:1khini G:irofali e Martini di Cigab furono


I IJ ( )

lcrit i. In 15 giorni di lotta k Guardie avevano paduto la 1netà della loro forza. L:1 sera del 7 di maggio, gli AusLrO - SarJi erano al colle di Tenda, con di staccamenti ai colli di Perla e di Ro:1rra: ma la rinnouta pressio11c dd nemico li rnstrimc a sgombrare il coli(' di Tenda cd a

.1f/N ma

li Granatiere Garr;ncrt, il dirillo dei Gn1nut1t:n ad cs..-ere

i<'mpu: , pnm1.

ripil·garc sulle alture a 1urd di Limone. a c 1valierc della VL:rmL:1 1ag na. sull a ~po nila destra della quale si schierarono le Guardie. TI ~·io rno 10 la ritirala proseguì su Borgo San Dalmazzo. con nuclei di 1T t n:g11:1rdi:1 a Rnrc,vio nc La via della l'ianur:i cr:1 o nn:1i ;1pcrt:1 ai Francesi; ma yucsti perdettero tempo cd intanto cadde a Parigi il g, ,,,cr 11<> .Id T errore e w nne sospeso ogni progetto di immedia te azio11 i in 11 :dia. I.e tru p pe fra ncesi, dopo (jU;1lche altra azione, r itornarono, inf: ,tt i. ,ul ,·cr~a n tc ester no delle Alpi. Le Gu ;:i rdie, che a,·cvano ti.: n uto :i ncor.1 un,t \'l\lta testa al 11(:mico a ponte di Sasso, dove i tenenti ( :acci:,, C.1\'akhini e di Munte;:emol o (il g lorioso ferito. rhe ten ne la , p,1d:1 con Li ~i n istr:1, perchè con la destra ~i appoggia\·a ancora alla


stampella) con pochi gregari tennero testa al nemico, per andare JX>i a prendere, il 21 dicembre, i quartieri d'inverno in Alba. Scarse e di poco interesse per le Guardie furono le operazioni Jel 1795, durante le quali si rese sempre più profondo il di ssenso tra gli Austriaci ed i Sardi.

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Me.!!tWle

Le opernzio11i delle campag11t· l ìCJ5 · lì9(i,

Nel maggio le Guardie da Alba raggiunsero la regione di Roccavione Limone, <love si trovavano al termine ddla precedente cai:npagna: ma venne l'estate senza che gli alleati si decidessero ad agire. Nel novembre i Francesi attaccarnn0 gli Austriaci e li batterono presso Loano, impegnando nello stesso tempo i Piemontesi al colle del San Bernardo, per impedire che accorressero in aiulo degli Austriaci. li presidio del San Bernardo era stato rinforzato da cinque comy agnie Granatieri, compresa la l a delle Guardie, al comando del ca/ pìtano marchese De Cluse, e respinse con grande valore ben cinque / attacchi <lei ncn:iico cl!~, all:i fine, ~u cost~ctto ~ r~picga:e,_ la,scian~lo i sul campo morti e fent1 e venendo mscgu1to dai C,ranaltcn Guanlte.


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Tr;1 tjuestc venne gravemente ferito il luogotenente cavaliere Pietro France~co Borea d 'Olmo. Il successivo 24 novcmhn: i Granatieri and arono a proteggere Ce\'a, minacciata dai Francesi. Il reggimento Guardie ricevette rordin e di spostarsi da Limone a Mondovì; ma poi venne richiamato in prima linea, pur non avendo occasione di impegnarsi. perchè i Francesi, che alla fine di novembre erano vicini a Ceva, deci~cro di tornarsene sulla ri viera .

Nel 1796, alla IÌne di marzo, il generale 13uonaparte prendeva il comando ddl'Armata d'Italia e, con una guerra rapida e manovrata, inizia\'a b maavigliosa campagna che, nel volgere di un anno. doveva condurlo dallc Alpi occidentali a <.Judk orientali e metterlo in possesso d cli' It:dia ~ettcntrionale e centrale. Alla metà di marzo i Piemontesi erano nelle val.li a sud del Mon viso e gli Austriaci si raccoglievano verso Dego, mentre collcga,·a le due masse alleate il distaccamento del generale Provera. At taccato il g iorno I J aprìk, questi si asserragliò in Cosseria ed in suo aiuto n :nncro inviati due battaglioni Granatieri ed il reggim e nto Granatieri Reali. Il J 3 mattina da Momezcmolo, dove le predette trupp::: sostavano. yennc inviato \'Cr~o Millesimo il [!T battaglione Granatieri , comandato dal tcnrntc colonnello marchese FilipJXl Del Carretto di Camerano. lncontratc le truppe francesi, egli le ::maccò e riuscì :i raggiungere il Provcra nel vecchio castello di Cosscri:1. li Del C;1rretto assunse il comando della difesa, che appariva as\ai difficile per la penuria dell'an1ua, dei viveri e delle munizi oni; mentre il ca~tcllo era circondato da oltre 6.000 Francesi. Ad una prima intimazione di rna il Del Carretto rispose sdegnos:im<:ntc << che i Granatieri piemontesi non si arremkvano mai >• . li cast~llo venne allora assediato e numerose furono le pé'rdite degli attaccanti per l'energica difesa dei Granatieri, animati dal loro valoroso comand:111tc, il tJualc cadde ucciso da un colpo di f ucilc nel petto. Ma la sua morte eccitò il valore dei suoi dipendenti, che vollero vendicarlo, e la difesa continuò anche il giorno dopo. fino a tJUando, esauriti tutti i mezzi, il presidio si arrese con gli onori militari. L'eroica difesa. di Cosseria fu apprezzata dallo stesso Buonaparte, che, 4 anni dopo, già divenuto Imperatore, nel passare da Torino,


i l <'0111 /,,111i,m·1•1u di Cos.,(·1i,1 .



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volle conoscere la vedova del valoroso comandante dei Granatieri di Cosseria e renderle omaggio. Nello stesso giorno 14 aprile 17<]6, battuti gli Austriaci a Dego e separatili dai Piemontesi, il Buonapartc rivolse i suoi sforzi contro questi ultimi, che intanto si erano disposti a difesa sulla linea Corsaglia - Tanaro. Il 19 aprile mattina i Francesi attaccarono la destra piemontese nei dintorni di San Michele, contro i battaglioni Granatieri I, VII e VIII del valoroso colonnello Dichat. Obbligati a retrocedere, i Granatieri si trincerarono nelle case dd villaggio; ma intanto le truppe francesi avevano passato la Corsaglia più a monte e si avventavano anch'esse contro l'abitato di San Michele, riuscendo a catturare parte dei Granatieri. Una compagnia Granatieri. sfuggita all'accerchiamento, irruppe di nuovo contro il nemico alla baionetta e due compagnie Granatieri ripresero ai Francesi, sul pianoro della Bicocca, una batteria piemontese che era caduta in possesso <lel nemico. L'azione venne così descritta dal Krebs e dal Moris: <( Une partic du regiment des Gardes reprcnd posscssion de la batterie et rcjcttc les Franç:ais dans la Corsaglia ». \f:i ddb batteria salv::it:: s'incendiarono. ::id un tratto, le pro\' viste di polvere, il cui scoppio procurò alle Guardie una quarantina di morti e feriti. La giornata del 19 aprile era stata indubbiamente favorevole alk armi regie; ma il 20 la pressione nemica si fece sempre più grave. così che il 21 venne ordinata la ritirata su Mondovì, nel cui abitato rimasero di presidio le Guardie, finchè non vennero sgombrati i magazzini. Il 2r mattina, all'alba, i Francesi attaccarono la posizione di Vico. dove erano schierate le Guardie ed i battaglioni Granatieri del colonnello Dichat, i quali, dopo aver imposta una sosta ali 'attacco francese, dovettero retrocedere verso il Briachetto. Anche contro quelle posizioni, presente il Buo~aparte, vennero sfcrratì nuovi attacchi, fìncl1è. caduto il colonnellc, Dichat, la ritirata dei Piemontesi venne ripresa. Il 28 aprile l'armistizio di Cherasco pose termine alla guerra contro la Francia rivoluzionaria. durata quattro anni, e nella quale le GuanJie ed i Granatieri avevano sempre dimostrato il loro coraggio e Ja loro disciplina; così che, molti anni dopo, le epiche gesta degli antenati degli odierni Granatieri di Sardegna vennero esaltate dagli ispirati versi di Giosuè Carducci nell'ode intitolata: " La Bicocca di San Giacomo Il.


l I ..'.

All:t fine del 1798 k truppe picmo ntc~i erano ~late costr e tte :i passare al ~crvi;,io dclh Fr:1nci:1, come abbiamo già avuto n cca~ionc dì ricord:1n: a prnpnsito ,kll'C'\'oluzionc org:mica dei Granatieri.

Nella prim:1\·cr;1 dd 1;\/<) l'1\ustria e Li Ru ~~ia co mb.1llcva110 ,·ontro la F r:1 nc i:1 ,: k trup1x· fr:inù:si ~parse in tull:! Li penisola ~i raccol~cro nc:11:i pi:1nura padana c< ,n. la l) jyj5ionc Serru rit-r, dell a quale fa .. L·cv:1 part e la rn czz,1 hr igata leggera p icmonte~e. Ques ta , nella qu;1k na no sta te illcor pnratc le Guardie. ~i trovav:1. all'inizio dclk operazioni dell.t llll<J\:t c:1mpagn a . :1 Pt5..: h icra. in auc,;1 di ,-cnirc impiq..::it a.


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Era tale il prestigio cldk Guardie sabaude che, alla prima pres;1 di contatto, nella piazza d'armi dì Casalmaggiore, tra il Scrrurier e la mezza brigata leggera piemontese, il generale così volle salutare le Guardie: << Bravi Piemontesi, io sono fìero di avervi alla mia Di\!SÌon c; ho imparato a stimarvi battendomi contro di mi e certo il Direttorio non poteva farmi dono più gradito , se non d estinandovi alla Divisione che ho l'onore di comandare " ·

Cn episodio del crimh1111ime11tn di ( 'n.,_;cri,r_

11 26 marzo la Divisione Serruricr, costeggiando il lago di Garda (riva orientale), muoveva da Peschiera su Ri\'oli. ciuando trovò il nemico trincerato sulle alture d i Affi. La 18'' mezza brigata francese e quella piemontese gareggiarono allora nell 'attaccare e nel ricacciare l'avversario verso Rivoli e tra i Piemontesi si distinse in particolar modo jl capitano Sanmartino della Torre, già ufficiale delle Guardie. Proseguendo nell 'azione, il giorno 27 il Serrurier dovette passare i·i\dige cd anche in questa operazione si distinsero i Piemontesi che, ,,bblìgati poi a ritirarsi sotto la pressione di prcpo nderan t i forze ncnrche, lo fecero con calma e disciplina: mentre i Francesi fuggivano ~ disordine. Anche durante la ritirata la mezza brigata piemontese continl!Ò a battersi con molto va lon:, così che spesso le ve nn e affidato l'incarico di formare la retroguardia. Il 24 aprile la mezz:i brigata, assai indebolita dalle perdite, si trovava a Lecco e passava a far parte della Divisione Fresia, per comk1ttere strenuamente il gio rno successi vo contro i Russi. che vennero

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~c1cciati da

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gros~o c!scinak dalla compagni;1 Granatieri dc! c;1p1-

t:rno Monti!.'!io. ,,

Battuti a Cassano, i Francesi perdettero la Jinea dell'Adda cd il 28 stesso jl Scrrurier era ormai separato dal grosso dei Francesi. Egli si asserragliò allora nel villaggio di Verderio, do\'e la mezza brigata piemontese respinse, col suo fuoco, i Cosacchi. Finite k munizioni, invece di prnsar<· ad arrcndcrs.i, le antiche Guardie di Savoia uscirono dal Cimitero di Verderio per racrnglien.: le cartucce ed i fucili dei nemici morti e continuare a combattere fino a tarda sera. Quando (JUCi valorosi furono costretti ad arrendersi, o ttennero dal nemico, ammirato del loro valore, ono revoli condi z ioni. Dopo (Judle operazioni il generale Grouchy scriveva che i Piemontesi si erano mostrati leali e coraggiosi e degni di combattere al fianco dei soldati della Francia. Ma le Guardie, dimostrando il loro valore, non avevano fatto altro che obbedire al comandamento del loro Re, come ricorda nelle sue me111orie il cavalier Vialardi <li Verronc, anche se i capitani Sanmartino ddla Torre, Cigala ed il tenente Ferrari s di Celle, per avere valorosamente combattuto in questa campagna a favore della Francia, furono poi esclusi dalle formazioni piemontesi, costituitesi dop() l'inv:isione austri:1ca.

La campagna del 1815. 11 mattino del 7 marzo 1815 giungeva improvvisamente a Vienna la notizia che Napoleone, lasciata l'isola d'Elba, era sbarcato in Francia e, davanti a questa improvvisa realtà, le Potenze europee, d1c non riuscivano ancora a mettersi d'accordo per la pace, si trovarono pronte ed unanimi nel riprendere la guerra contro l' Imperatore. Alla nuo\'a alleanza aderiva prontamente il Re di Sardegna, impegnandosi a fornire un contingente di 15.000 uomini . che dovevano, insieme ad ~5 .mio Austriaci, opc:rarc: in Italia wntro il Murat, che si era prontamente dichiarato nemico del!' Austria, e contro le provincie meridionali della Francia. Poichè il Re di Napoli. con la sua celere avanzata, a veva obbligato g li Austriaci a sgombrare Li ri\·a destra dd Po, alcune truppe sarde dovettero raccogliersi in un primo tt:mpo sulla f rontic ra o rientale dello Stato piemonte~t:. L'8 di marzo il tenente colonnello Vialardi, comandante il I battaglione delle Guardie rinforzato cnn elementi del II, riceveva l'ordine di trasferirsi a Pinerolo, per far part e di una piccola Armata ,


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destinata ad operare oltre le Alpi. Il 10 marzo, mentre il battaglinnt: marciava verso Pinerolo, veniva richiamato sollecitamente a Torino e vi _giungeva a sera, poichè si era compreso che, prima di offendcrc oltre le Alpi, occorreva proteggere il Piemonte dalle provenienze dalla pianur</. padana. Il 1° aprile il battaglione veniva inviato ad Alessandria, dove rimaneva sino al 27, quando ormai il Murat era in pie-

Le operazioni del 1815 nel Dclfìne1to,

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ritirata, e veniva poi avviato :1 Rivoli , pe.·r tornare il 19 maggio a orino. Ricevuti i rinforzi, esso ripartiva il 24 maggio e, per Sma , anslebourg, Bramans, San Giovanni di Moriana, raggiungeva il 30 ~iguebelle. Cominciava così la breve campagna contro la Francia hapoleonica, campagna che era in corso di svolgimento, quando .il problema venne risolto dagli alleati, con la decisiva vittoria di Waterloo, conseguita il 18 giugno. Comunque sia, l'Austria ed _il Piemonte erano interessati a compiere anch'esse qualche operazione, poichè, nella guerra contro Na-


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polconc, avevano fino allora operato soltanto gli Anglo - Prnssì:i ni cd il Piemonte doveva occupare quella parte cldla Savoia che, per i trattat.ì del 1814, era passata alla Francia. li C.;orpo francese, che gli Austro - Sardi si sarebbero trovato di fronte, er:i composto di pochi battaglioni di truppe regolari e dì guardie nazionali tumultuariamente raccolte, al comando del maresciallo Suchct, inca ricato di difendere la frontiera da Ginevra al mare. Gii1 si n dal marzo egli aveva _tentato di scacciare .i Piemontesi dalla Savoia: ma non vi era riuscito cd i due avvlT:.;ari erano rimasti a fronteggiarsi, impegnandosi soltanto in qualche piccola azione. Nel gi ugno giunsero sul teatro di operazione le truppe austriache: del Frimunt, una parte delle lluali, dal Ticino, per il piccolo San Bernardo, doveva rinforzare i Piemontesi sull' Isère; il grosso, superalo il Sempione. dovcv:1 procedere nella valle del Rodano. Un altro Corpo austriaco, co111:1ndato dal Bubna, valicato il Cenisio, dove va infine r:1ggiungerc la valle ddl'Arc, per riunirsi al grosso dei Piemontesi. Quc\ti era no al 01111amk, del Ddla Torre L'arrivo degli Austriaci impose un arretramento ai Francesi, troppo pochi per resistere, e ne seguì un bren: armistizio, scaduto il 2

di luglio.

Sulrlsèrc comandava il Bubna, da nri dipendeva il Della Torre. comandante dei Piemontesi incorporati nella Divisione Gifflenga , della quale facevano parte le Guardie. 11 giorno 3 luglio il Bubna entrò in Charnbcry c. mentre gli Austriaci agivano contro Pont Beauvois.in. i Piemontesi dovevano attan:arc G rcnoble. Questa era, a q'lld tempo, cinta cli mura, armata con 70 grosse bocche da fuoco ed aveva un debole presidio di 1.500 g u:ird ie nazionali. Il 6 i Piemontesi attaccarono i sobborghi di San Giuse ppe e dei Trois C loitres e dietro ed al centro delle due colonne tÌi attacco avanzavano k Guardie, con alcune compagnie Granatieri di altri Corpi, un battaglione austriaco e m ezza batteria. La lotta fu aspra perchè a ri1K:ilzo delle guardie nazionali francesi accorse ro numerosi cittadini, che avevano preso le armi in difesa della città. A rinvigorire l'azione vennero fatte avanzare due compagnie delle G uardie cd un'altra comandata dal capìt~o Lanzavecchia di Buri, a scorta ddl'Artiglit'l"Ìa; e nel comhattimentò.,_ &venuto sempre più accanito, si distinse il plotone delle Guardie comandato dal sottotenente Gavetta di Ferre re. 11 6 sera il sobborgo dei Trois Cloitrcs venne preso e, dopo tre giorni di armistizio, Grenoble si arrese cd il battaglione ddlc Guardie vi entrò, prendendo possesso delle porte.


I I]

Nello stesso giorno 9 luglio una gran folla di cittadini e di guardie nazionali si avviò alla porta dei Trois Cloitres, con intenzioni evidentemente ostili. I due sergenti delle Guardie Borigione e<l Aìmino, che si trovavano a passare, prontamente accorsero, disarmarono alcuni dei più eccitati e, saliti sul bastione, caricarono un cannone e lo pUntarono contro la folla, inducendola a sciogliersi. Il pronto intervento dei due sottufficiali valse così ad evitare guai maggiori. Intanto i.I Frimont ordinava l'avanzata su Lione, che venne occupata il 15 dagli Austriaci e da due reggimenti dì Cavalleria piemontesi. Il grosso del Corpo Della Torre fu destinato all'investimento delle fortezze lasciate inespugnate e cioè Barraux sull'Isère, Montdauphin e Briançon sulla Durance. Intanto le Guardie da Cote Saint André, dove sostavano, rientravano a Grenoble per presidiarla. Quando le piazzeforti investite si arresero successivamente ed i Piemontesi cominciarono a far ritorno nel loro territorio, le Guardie furono le ultime e lasciarono Grcnoble soltanto il 6 novembre, per rientrare in Torino il giorno 17. Allo scioglimento del Corpo di operazione il generale austriaco Frimont rivolgeva al Della Torre i suoi elogi per le truppe piemontesi ed, a sua volta, il Della Torre scriveva al Vi alardi, comandante delle Guardie, esser egli stato assai soddisfatto di avere avuto alle dipendenze « un Corps aussi distingué sous tous les rapports et dont la conduite a été si digne d'éloges >i .

9.


VII.

LA PRIMA GUERRA PER L'INDIPENDENZA

Saputa Milano libera dagli Austriaci, che ne er:ino stati scacciati dal popolo, ed invitato :1d intervenire dal Oimitato provvisorio milanese, Carlo Alberto, riunito il 23 marzo il Consiglio dei Ministri, la sera stessa dichi:m'i guerra all'Austri a. L'ese rcito sardo si prese ntava iniz ialm1.:ntc al nemico forte di 10.000 uo mtnt, raggruppati in du e Cor pi d ' Armata (l Bava , II D e Sonnaz), ci::srnno a due D i;-isioni, più un:1 Divisione di riserva al comando del Duca di Savoia e nella quale. a fi a nco ddLi hrigata C uneo, era (1uella ddlc Guardie, comand:1t:1 dal ma(r. "' gior generale Bi scaretti. Come :-.bbiamo gi21 avuto occasione di ricordare ~el Hl volume di quest"opera, l'esercito 'Vtlflt,wa- - nobili tradizioni militari, alt issimo sentim ento del

dovere e dell'onore, profondo attaccamento alla Monarchia Sab:rnda ; m;i le truppe non disponeva no di un addestramento I c:.-.~natiai 11d 1848. tattico efficace e la prepa razione degli uffici:ili era incompleta. Con le truppe sardo - piemontesi do vevano partecipare alla g uerra i con tingenti d egli altri Stati italiani e c ioè: i Lo mbardi, i Toscani, i Ro mani , i Napoletani, i V eneti: contingenti assai dive rsi fra lo ro e


I

19

poco affiatati; ma, a malgrado degli inevitabili errori , rimarrà sempre grandissimo titolo di onore per i Piemontesi e soprattutto per Re Carlo Alberto l'avere osato dichiarare la guerra all'Austria, il cui esercito aveva una solida organizzazione, dovuta essenzialmente al IT'aresciallo Radetzky, il quale conosceva perfettamente il teatro delle operazioni e la pianura padana.

La campagna del 1848. Il 22 marzo 1848 il 1° reggimento Granatieri sfilava in piazza Castello, in Torino, davanti al Sovrano, ed il 24 raggiungeva Casale, dove si univa al 2° reggimento. Sarebbe stato necessario che la brigata Guardie aspettasse la (<Cuneo )) (con la quale faceva Divisione), pro-

( Pastrengo • Bussolengo

Sandra.• S. Giust>.r.a • • MIW

• Sommaca,npagna

• Sol/trino • Cavriana • Vi/lafranca Vo{la •

• ,t.fo:~cran.e

GDiW •

Cazzo/do

Le prime operazioni del 18,18.


r 20

veniente dalla lontana Nizza; ma, siccome urge va entrare in I .ombardia, la marcia venne ripresa cd il 1<), in San Martino Siccomario, le antiche bandiere sabaude vennero sostituite col trico lore, che consacrava la Mo narchia e l'esercito sardo - piemontese alla Causa n::izionale. ()uel giorno stesso, alla testa delle Guardie, Carlo A lbcrto passava il Ticino ed entrava in Pavia. accolto come un liberatore. Dopo una bn:vissima sosta a Pavia, la brigata riprendeva la marcia cd il 7 aprile era tra Piadena e Canneto; il 9 nei dintorni di (:astig lionc ddk Sti\'Ìcrc: l',, a Volta cd il i'' maggio a Cav rian:1, col Duca di Savoia. Raggi unta così la linea del Mincio e fatta sicura la Lombardia dal nemico che ne era stato scacciato, era necessario che l'esercito sardo si compktasst: i11 uomini cd in materiali. prima di riprendcri: le operazioni.

li combattimento di Pastrengo. Per conseguenza le Guardie rimasero per vari giorni nella zo na

di Cavri:rna, c,eg,wndo <p1akhe q•rvi;,in di ,corta ;i) Sovrano cd e,e rcitandosi più e meg lio che (osst possibile nel servizio di sicurezz;i e nella scuola dei Cacciatori. Il 26 maggio il 1" reggimento raggiunse V alc~gio ed il 2° Monzamba no e, nella necessità di isolare Pesc hiera da Verona, venne decisa, per il ., o, l'azione su Pastrengo. Tre .:donne dovevano muovere risptttivament<.: da Santa Giustina, da Sandrà e da CoLì ; ma k Guardìe dovevano rimanere a Santa Giustina: sia per rinforzare eventualmente b colonna di destra, sia J,>er proteggere l'ala esposta da possibili minacce da Verona. __ _ Le truppe sarde inizfuron~ la marcia alle 11 del 30 aprile ed ai Fanti del reggimento Savoia, che do vevano attaccare le piccole alture di San M artino e delle Bionde, si aggiunsero due compagnie dell e Guardie che, impazienti di combattere, entrarono, insieme ai Fanti, in Pastrengo. La brigata Guardie, comandata dal generale Biscarettì, seguiva le colonne avanz_anti con tale impazienza che dovette essere richiamata all'ordine dallo stesso Duca di Savoia. Nell'azione si distinsero i battaglion i del 1" G ranatieri che, nell'avanzata, non curan do il tiro delle batterie nemiche, presero d'assalto diversi cascinali presidiati dagli Austriaci. Le Guardie concorsero inoltre alla non facile conquista della posizione Osteria Nuova; mentre le compagnie del


1:21 1'' reggimento salivano, con i Fanti del Savoia, il pendio di San Martino, fugandone gli Austriaci. Da Verona, intanto, il Radctzki inviava truppe verso Sona e Sommacampagna per attaccare il fianco destro ed il tergo delle truppe operanti su Pastrengo. Verso Sommacampagna c'era una brigata di Caval1eria piemontese, che non poteva da sola opporsi alle Fanterie nemiche; ma una sessantina di gregari delle Guardie, che venivano

li comb,1ttimc11to di Pa.,1re11go.

condotti indietro dal capitano Villafalletto per preparare il rancio, intervennero nella lotta e, con efficace azione di fuoco, ristabilirono 1a situazion e, !ìncbè altri reparti del reggimento .A osta, sopraggiunti, la fecero volgere a favore dei Piemontesi. Frattanto g li Austriaci che presidiavano Pastrengo ripiegavano, sempre premuti (fai Fanti del Savo ia e da numerosi reparti delle Cuardie. La vittoria d i Pastrengo non venne efficacemente sfruttata e soltanto il tenente Riccardi si spinse, col suo plotone, fino a Russolcngo, mcritanc.losi l;1 medaglia d'argento al valore. La sera le Guardie provvedevano alla sicurezza del Quartier Generale del Re in Santa Giustina.


J22

La ricognizione di Santa Lucia. Il successo di Pastrengo che, dopo 33 anni di pace, aveva ancora una volta dimostrato l.'alto spirito delle Guardie, non era tale da permettere all 'esercito piemontese di indugiarsi a perfezionare la propria organiz7.azione. Ragioni politiche, militari, morali consigliavano di non dar tregua al nemico, così che il Comando sardo stabilì che il giorno 6 maggio fosse eseguita una ricognizione in forza contro le posi zioni nemic he ad occidente di Verona (ciglione fortificato Croce Bianca, San Martino, Santa Lucia). nella ~pera nza che la popolaz io ne rnsorgcssc. All'op~·azio nc, diretta dal ge nerale Bava, doveva no prendere parte tutte le forze dell'esercito , tra nne la .f Divisione Federici, destinata al bloccn di Pesch iera. L e altre Divisioni avrebbero marciato verso g li obbictti\·i, ~cguit c dalh Divi sione di riser\'a , della (1ual e, com e si è gi:1 d ctto, L,ccva parte la brigata Guardie. L' az ione, che avrebbe dovuto cominci;1n: per tutti alle ore 7, venne iniziata dalla brigata Ao$ta della 1~ Divisione che si trovò ben presto sottopo~ta al fuoco nemico. Mentre i suoi ranti avanzavano intrepidi. \'tnne:o in•: iate in rinc:ilzo le Guardie che, 6uid ate d:illo stesso Duca di Savoia. e ntrarono in azione a sini~tra della brigata Aosta. Il battag lione Cacciatori delle (;uardie, comandato dal maggiore Cappai. attaccò \t:rlZa indugio il cascinale della Pellegrina, da dove i nemici molcsta\'ano la brigata Aosta. impedendone il collegamento con la colonna che puntava intanto ~-u-S:rn Massimo. I C acciatori Guardie; / bn-ciatisi impetuosi contro il fabbricato, lo con(1uistar()no, facendo prigionieri j difensori. Numeròse le perdite riportate nell'azione. Tra esse quella del colonnello Caccia, comandante il 5" reggimento Fanteria, che aYeva compiuto la sua carriera prcceclt: nre nella brigata Guardie. Venne ferito l'aiutante maggiore dei Cacciatori I3allcro e, poco dop0, il furiere Gasca, il Granatiere Perricr. ì! qu:ilc rìmasc sul campo tra le due linee di combattenti ed, :1ccortosi che gl i Austriaci ripiegavano, si trascinò sino al reparto delle Guardie piL1 vicino, per segnalare la ritirata nemica. Dopo cinque ore di combattim ento i Fanti dell'Aosta e k Guardie del Re entrarono vittoriosi in Santa Lucia ; ma tra le case dell'abitato la lotta venne ripresa, mentre gli attacchi contro Croce Bianca e contro San Martino venivano respinti. Poichè Verona non insorgeva, il Re ordinò che l'esercito riprendesse le pnsi7.ioni del mattino.


La ricognizione di Santa Lucia.

...N

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La condotta delle Guardie a Santa Lucia fu particolarmente ap· prezzata per lo slancio c.: l'eroismo e nella Relazion e ufficiale venne ricordato che il Re stesso, che segu iva a hreve distanza le brigate Aosta e Guardie, fu . . . •< testimonio del loro valore al di sopra di

ogni elogio >• . li Fr:rnzini, allora Ministro della Guerra ,il campo, ebbe a scrÌ-· vere che le Guardie a Santa Lucia e rano state ammirabili pe r la fermezza con la quale avevano avanzato contro il nernico; ed il Della Rocca, già Cap<; di Stato Maggiore della Divisione d i riserva, in te m pi m o lto posteriori al 1848, ricordava che i Granatieri a Santa Lucia si erano dimostr:iti veramente eroici. Circa 170 furono g li uo mini dclb brigata Cuardie messi fuori combattimento. Tra g li ufficiali cadde il capita no Pinna e venne ferito anc he il te ne nte Boncompagni, \' aintan tl· maggion- Po n1uedclu , i sottote ne nti RcgJ.,rio. Marc hetti, D ella Co ta, Ro dri~ ucz. Per la ricogni;.i<mc di Santa L11cia furono conn:~sc complessiva-m ente 62 rncda!:l,lie d ' argento al valore e 152 me nzioni onorevoli. D elle predette ricompense, 20 medaglie e 74 men z ioni furono concesse all e Guard ie.

La battaglia di Ooito. Dopo l'azione di Santa Lucia le Guardie e rano presso Sommacampagna e l'eser cito sull a linea del Min cio, tr:m ne i repa rt i c he assediavano Peschi era. Dall' altra parte il Rade tzky attendeva rinforz i c. ricevuti li, decise di passare il Mincio per tentare d i avvolgere la d estra d ei Sardi cd andare ad attaccare le truppe c he assediavano Peschiera. Tale disegno venne frustrato dalla tenace difesa effettuata dai volontari T oscani il 29 maggio a Curtatone cd a Montanara; difesa che pcr mi~e a! Comando sardo di concentrare le :ni ppe del I Corpo d'J\rmata a Goito, dove il giorno dopo si svo lse la hattag lia per noi vittoriosa. N el pomeriggio di quel giorno, davanti e dentro Goito, i Napoletani cd i T osca ni erano s:ildamentc appoggiati al Mincio ; m e ntre la d estra era costitui ta dalle b rigate ,, Casa le ,,, ,, Cuneo " , ,, Acqui ,, . <' A osta " e d a tre r eggimenti di Cavalle ria. Siccome la destra dello sc hic r;1mento pirn1n n tcsc non trovava sul terreno a ppigli ai guaii appoggiarsi, i l Bava vi sc h ierò la brigata Guardie, sopragg iunta da V:1-


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leggio, in seconda linea, con i reggimenti a scaglioni verso il fianco minacciato, per potere fronteggiare gli eventuali attacchi del ncmICo. Gli Austriaci intervennero nella battaglia nel pomeriggio avan2.Jto su due colonne: una tendente a Goito, l'altra a Ceresara. Verso le ore r6 cominciò il combattimento ed, essendo stato un battaglione

« /1

ll Dm·,1 di Savoia a Coito: mc le Guardie per ì'onorc di CaJa Savoi,ll ,,.

della ,. Cuneo ,, costretto a ripiegare, il Duca di Savoia, lanciato lo storico grido: ,, A mc le Guardie per l'o nore di Casa Savoia! " , trasci nò seco le (;uardic, che impetuosamente si .lanciarono sul nemico e lo rc~pinscro. Poi la lotta divenne sempre più aspra; assalti e contrassalti si succedevano per acquistare terreno o r iprendere <-Jucllo perduto . Tre volte le Guardie assaltarono gli Austriaci alla baionetta e tre volte ve nnero rc:spin i-e, fìnd1è, al quarto assalto, i nemici furono volti in fuga. Ecco come la gloriosis~irna azione delle Guardie v<.:nne descritta cb un testimonio oculare.


126

La brigata, d'ordine di S. A. R. il Duca di Savoia, subentra ad altra, costretta a riti rarsi, e si avanza coi soli battaglioni Granatieri, perchè i Cacciatori eran o di scort~t ali' Artig lieria e di colkgamcnto a sinistra con altre truppe. S. A. R. si pone alla testa dei battaglioni Granatieri Il e IV cd ordina l'attacco a lla baionetta. I Gran;'ticri , animati dalla di lui voce e dall'esempio, gridando: "E(lviva il ,i

J:,nracco dei Grmrntiai a Coito.

Duca di Sat 1oia l ... si spingono avanti cd, impediti sovenri da fossi e ~iepi che ne incagliano Lt marcia impetuosa, vincono o~lacoli e, gua<lagnando pal mo a palmo il terreno, gi un gono ad un campo scoperto, dove trovano di fronte una batteria cd un'altra sul fianco destro, le (111,ili, cn11cr11trando il loro fuoco, seminano la m orte in quelle file. (' Malgrado t:iò, animate le Guardie dai loro superiori, corro no \tilla destra, alla casci na valle di Burrato, da cui bersagliava fortemente il ne mico, lo attacca no, lo respingono. Ma la c~scina è ben presto riprc~a da forze superiori, che sempre più ingrossano sulla destra ddl' Armata. E' questo un momento di ansia: a mal partito si trovano i due battaglioni Gr;111aticri, gagliardamente condotti da S. A. R., dal generale di brigata, dal comandante del reggimento marc hese Da Pa ssano. Gi11 le lìle ondeggiano, il pericolo di scompiglio è


I

27

imminente, la ritirata impossibile senza confusione, quando ìl bravo colonnello Lovera, comandante il 1° reggimento delie Guardie, approfittando di due pezzi di Artiglie ria che giungono sulla sua destra, porta tosto in avanti tutto il suo reggimento, compreso il battaglione Cacciatori, a sostegno della prima linea. Questo movimento, non solo ristabilisce l'o rdine nei primi due battaglioni; ma contribuisce a decidere l'esi to della giornata, poichè il nemiw, preso a sua volta di fianco, è r.icacciato vittoriosamente ,> . 11 maresciallo Radetzky, non avendo notiz ie della colonna di sinistra, marciante su Ceresara, ordinò la ritirata che venne molestata dalle Guardie. N ella foga dell'inseguimento i tenenti Riccardi di Netro e Balbiano, con alquanti Granatieri, si trovarono ad un tratto avviluppati dai Cacciatori tirolesi e dai Fanti del reggimento Geppert: ma, all'intimazione di arrendersi, il Riccardi rispose sdegnosam ente: « Siamo noi forse gente da arrenderci? » e, col calcio di un fucile, uccise un troppo ardim entoso croato. Poi il piccolo nucleo, battendosi valorosamente e senza abbandonare i propri feriti, riusd a raggiungere la brigata. 11 Riccardi, che crasi già distinto · a Pastrengo, doveva di nuovo distinguersi a Novara l'anno successivo. N ell'inseguimento degli A ustriaci trovavano morte gloriosa tre giovani sottotenenti: il marchese Rovereto di Rivanazzano, il cavaliere Laiolo dì Rivera ed il marchese Augusto Benso di Cavour. Quest'ultimo, nipote di colui che doveva poi diventare il grande tessitore dei destini nazionali , benchè g ravemente ferito, diceva ad un compag no che lo assisteva: (( Fate saper e al Re che il mio male è poca cosa e che fra tre giorni sarò di nuovo coi miei Granatieri ». Invece poche ore dopo moriva. La vittoria d i Goito, se fu memo randa per le Guardie, lo fu anche per tutto l'esercito piemontese, che nella stessa giornata ebbe anche la gioia di sapere che Peschiera si era arresa alle nostre

truppe. Un ufficial e, clic fu presente alla battaglia e che salì poi agli altissimi g radi (il Della Rocca), scrisse di aver visto i Granatieri precipitarsi sul n emico con uno slanc io ed un ardore insuperabili; ed il gen erale Bava, a sua volta, dichiarò che le Guardie avevano efficacemente concorso alla vittoria. Oltre ai tre ufficiali, le Guardie perdettero 17 uomini di truppa ed, oltre a quelli g ià ricordati, furono feriti , durante la battaglia, anche il maggiore Cappai ed il tenente Ballero dei Cacciatori, il mag-


g1nrc Radicati di Marmorito ed il sottotenente Cardancz Jci Granatieri, insieme a 76 uomini di truppa. Le parole con le quali il Duca di Savoia aveva fatto appello al le Guardie, in un momento di crisi, nella liauaglia di Goito, erano destinate a cosi ituire il motto, del quale giustamt:nte i Granaiicri di

l,,t moi t e dcf

..-011otrr1011<· . l ug11.<to 1-icn so

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Sardeg na erano particolarmente fieri. Tak motto venne assegnato, co n k rdatin: regie lettere patenti, alla brigata in arm i nella caserma Principe di Piemonte in Roma il 10 novembre 1933. a riconoscimento del passato e pcrchè il ricordo delle glorie g ià conseguite fosse sempre di guida ai Granatieri di Sardegna. Dopo la vittoria di Goìto la brigata Guardie rimase a lungo nei dintorn i di Vakggio, presso il Quartier Gcncr:il c del Re. Il 1; giu-


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gno, con molte altre truppe, essa fece una nuova avanzata su Verona, sperando che la città insorgesse ; ma inutilmente. Intanto Vi cenz a veniva costretta ad arrendersi ed il R:1detz k y ri entra va .in Verona. Dopo tali notizie vennero ripresi gli alloggiamenti ed, essendo st;:to deciso in seguito di bloccare Mantova e di tenere le alture di Rivol i, le forze piemontesi dovettero allungare il loro schieram ento in modo pericoloso. La brigata Guardie, destinata anch'essa al blocco cli Mantova, si trovava tra Roverbella e Castelbelforte e venne impiegata a costruire difese ed a preparare materiale per l'espugnaz ione della fortezza.

La battaglia di Custoza. Il 23 luglio le Guardie marciavano, m s1em e ad altre truppe, su Villafranca, giungendovi a tarda sera , dopo aver molto sofferto per il caldo e per la sete. Il Radetzky aveva concepito. come è noto, il disegno di rompere la linea piemontese, puntando per Sommacampagna e Sona su Valeggio e su Salionze, previa un;, dimo ~tr;iz ionc s11 Rivoli , e ta le di~·gno era stato effettuato nello stesso g iorno 2~; se nonchè alla sera i due avversari erano entrambi in errore: gli Austriaci ritenevano che i Piem ontesi fossero tutti sull a destra del Mincio; mentre il Comando sardo, che aveva concentrato in Villafranca 4 brig ate di Fanteria e 2 di Cavalleria, pensava di attaccare !'.indomani la sinistra nemica a Custoza cd a S0mmacampag m1, per distaccarla Lia Verona. r1 24 mattina gli Austriaci passarono il Mincio a Salionze e vennero attaccati dai Piemontesi a Staffalo. Allora il Radetz ky, rovesciata la fronte, richiamò le truppe austriache già passate sulla destra del Mincio, sperando di addossare i Piemontesi al fiume. Nello stesso giorno 24 le Guardie, a malgrado della faticosa marcia del 23, si lanciavano nella battaglia, tende ndo :1 monte To rre ed a Custoza; mentre più a destra I.a brigata Cuneo puntava su Staffalo e la brigata Piemonte su Berrettara. La brigata Aosta rimaneva in riserva. A malgrado delle difficoltà opposte dal terreno, le Guardie riuscirono a scacciare il nemico cd a conquistare monte Torre. Il I.I battaglione Cacciatori d elle · Guardie -venne mandato in rinforzo della brigata Piemonte e concorse a fare numerosi prigionieri, che nella sera accompagnò a Villafranca, per ritornare il mattino dopo al suo posto. La 8, compagnia Cacciatori (capitano Garucciù) era giunta


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davanti ad un cascinale ed il capitano, salito sulle spalle di due suoi uomm1, incominciò a sparare contro il nemico che si trovava nel cor tile. F.ntus1asmati, i Cacciatori riumrono ad aprire una breccia nel fabbricato e vi entrarono, facendo numerosi prigionieri. Il capitano Garucciù, prima ferito al capo t: po.i ferito una seconda volta ad una coscia. dovette cedere il comando.


131

Il giorno 25 le truppe che avevano vinto il giorno precedente dovevano continuare nell'azione e le Guardie avevano per obbiettivo Salionze. Incidenti diversi, tra i quali il ritardo ne.I distribuire il rancio, fecero sì che l'azione s'iniziasse troppo tardi, tanto che il nemico riuscì ad attaccare per il primo. Dalla destra della linea di battaglia la brigata Aosta chiedeva rinforzi e, per diminuire la pressione sul suo fronte, il Duca di Savoia inviò il 1" reggimento delle Guardie a monte Mamaor che, dopo accanito combattimento, venne preso. La resistenza nemica continuò, invece, alla cascina della Ripa, a nord-ovest del Marnaor, da dove gli insistenti nostri attacchi vennero respinti e venne, anzi, effettuato un contrattacco che costrinse i Piemontesi a ripiegare, fino a quando giunse l'ordine che tutte le truppe si dovevano concentrare a Villafranca. Le Guardie lasciarono quindi monte Torre e monte Mamaor e lo fecero con tale ordine e con tanta disciplina, che, in proposito, il Della Rocca, nelle sue Memorie, scrisse di aver visto ... (( i Granatieri insuperabili nelle ultime ore di Custoza, contendendo palmo a palmo il terreno alle schiaccianti colonne austriache che per ben due volte, in numero ass:1i supt'.riorc, si precipitavano su Ji essi. Onore a quei prodi soldati! )) . Così finiva, con grande onore per le Guardie, la battaglia di Custoza, dove il destino doveva ricondurre i Granatieri. di. Sardegna di-

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La battaglia di Custoza.


132

ciotto anni dopo, a compiere nuovi eroici sacrifici, an ch'essi, purtroppo, riusciri vani. Rìorganiz,-.atosi alla meglio, l'esercito sardo, ehe avrebbe dovuto ritirarsi sulla destra del Po, venne, per ragioni politiche, avviato a Milano. La mattina del 4 agosto i Piemontesi erano clislocati ad arco di cerchio intorno alla metropoli lombarda, da m ezzogiorno ad o riente. Il 1° reggimento Granatieri era a porta Vicentina, il 2 "' a P o rta Ro mana. Con tale dislocaz ione i Granatieri contesero al nemico l 'acccsso nella città per tutto il g iorno, finchè il g iorno 5 sì co nclu~c tra i belligeranti l'armistizio detto di Salasco. La no tiz ia di tale armistiz io sorprese cd addolorò i Milanesi che non volevano to rnare sotto i T edeschi e nclb serata del 6 scoppiò un tumulto sotto palazzo (;reppi, sede del Quartier G enerale, contro Carlo Alberto. 1n quel momento non si tro vavano sul posto ~he pochi Carabinieri e venn~ chiamato un battag lio ne delle Guardie per richiamare all'ordine i tumultuanti e per proteggere il So vrano. li g io rno 7 le Guardie lasciarono per ultime Milano e, passato il Ticino, si accamparono a Vigevano, per trasferirsi dopo in quel di Valenza.

La campagna del 1849. Durante i sene mesi dell'armistizio, k Guardie, co 111e gli altri Corpi dell'esercito, si riorganizzarono cd il 20 marzo 1849 ripresero le ostilità. La brigata, facendo sempre parte Jella Divisione di riserva insieme con la e, Cuneo >•, si trovava a Casale, formata ~ come già si è detto ( 1) -- su tre reggimenti: due Granatieri ed uno Cacciatori, ed il giorno dopo marciava oltre Mortara, quando, sentito il cannone alle spalle, dovette tornare a Novara, per Robbio e Granozzo, arrivandovi il 2 2 sera.

La battaglia di Novara. La brigata aveva marciato per tre giorni , aveva dormito all'ad-

diaccio ed era stanca; ma, a malgrado di ciò, quando il 23 il cannone ( 1) C fr. k notizie sull 'ernluzione organica.


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La rnmpagna del 187 9.


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comincio a rombare a sud di Novara. essa interve nne nella battaglia con il tradizionale valore. JI Bcsorzio, che visse le vicende della hrigat:i Guardie in quella triste giornata, così scri~sc in proposito: ,( Aveva già cambiato di luogo e di ordine parecchie volte: schierata in battaglia, rimessa in colonna, ora serrata, ora a mezza distanza: si manovrava come in piazza d'armi. Attenti, silenziosi, preoccupati , si sarebbe fatto il proprio dovere; m :1 l'entusiasmo dell'anno precedr.nte non si sa rdibe trovato più. se non dopo una vittoria. ,, Dopo le u la battaglia cominci<',, prima alla nostra ala destra, dietro la l1ualc b brig ata Guardie stava di riserva, poi al centro, do rc presto si fece più accanita. Manovrando sempre per battaglioni in rna~~a ~t:rr:1ta, traver~:1ndo campi e strade e siepi e canali, ci venimmo accostando anche noi a (]Ucl centro, c he era poi la fatal e Bicocca. Co~ì $Chicrati in battag lia, l'arma al piede, sentimmo a vicenda scema re e poi riprcn<lcrc di violenza .il rombo del cannone cd il cuore ci palpitava e le mani irrcL1uicte tormentavano le ca nne dei fucili. Ma erro passare ad un ce ntinaio di metri un drappdlo di Bersagliai ... - ebbene. ebbene? - gridammo ai Bersaglieri e qu;1kuno di essi venne ;1ccost.rndosi per darci le notì1.ìe, che nano buonissime. " Cli Au~triacì avevano effettuato tre assalti con la massima vlO· lenza ed era no stati respinti con molte perdite. Mezz'ora dopo il fuoco, ripreso con maggior forza di prima, ci avvertiva che un nuù\'O assalto an:va luogo; ma, iiwccc di essere spinta innanzi, la brigata venne tratta più addietro e traslocata più a sinistra ", così da 11011 potere prendere parte alla battagl ia. Più fortunati dei (;ranatìerì, i Cacciatori poterono combattere, chiamati alla Bicocca a sostenere le brigate (( Piemonte " e " Pinerolo ,,. E combatterono tutti riuniti, come da lungo tempo desiclera\'ano, subendo considerevoli perdite: circa 70 uomini fuori combattimento, 5 ufficiali feriti e precisamente il capitano Manca, il tenente f\1gia ed i ~ottotrncnti S:iint Giust di T eulada, Sant'Flen:1 e F;tlcomen. A battaglia finìla, i due reggimenti Granatieri furono chiarn;iti sotto le mura di Novara, dove videro per l'ultima volta il Re Cario Alberto, che si accingeva ad abdicare, e l'indomani abbandonarono an ch'essi la città. · li Duca di Savoia, divenuto il 23 marzo Re di Sardegna, da quel profondo conoscitore di uomini che tra, si rese conto dell'infinita tristezza d elle \ ue Guardie per avere marciato una intera giornata


per il campo di battaglia, senza potersi impegnare a fondo e, con un suo ordine del giorno all'esercito, nel luglio 1849, dimostrò di ben comprendere i sentimenti dei suoi soldati: •< I Granatieri Guardie ebbero il dolore di non prendere parte attiva alle fazioni combattute, o nde coprire necessarie, importanti posizioni. Si compiacciano, pere\ essi di loro condotta nella prima campagna, dell'esemplare loro contegno, del singolare entusiasmo di che vanno distinti, arra sicura <li a ltri gtoriosi fatti d 'arme >> . Il Duca di Savoia, comandante la Divisione di riserva, aveva letto chiaro nel futuro e, come vedremo in appresso, da11a campagna di Crimea ai giorni nostri, in tutte le guerre successive, la condotta dei Granatieri di Sardegna fu sempre ammirevole per il loro valore e la loro disciplina.


Vili.

LA SPEDIZIONE IN CRIMEA E LE GUERRE DAL 1855 AL 1866 Allon1uando, nella primavera del r855, si diffuse in Piemonte la notizia della conclusa alleanza con la F rancia , l'Inghilterra e la Turchia, ndla guerra contro la Russia g i~1 in atto, alleanza per la l] Uale il Piemonte doveva m:111d:1re 11n Corpo di spedizione di 18.000 uomin i in Crimea. pochi (Otnprcscro g li scopi del Cavour: risollevare il prestig io dell\:scrcito vinto a Novara e far sì che il Piemonte potesse partecipa re alb conclusione ddb pace ed affermare i voti dell'Italia. Il I.J aprile 1855 i reggimenti partent i fu rono riuniti nella piazza d·armi di Alt:ss:111dri;1 per ricevere dal Sovrano le bandiere tricolori. che dovc·::1no :1Ccomp:ign:1rlì ndb lont:1n:1 T:Hiride. Le antiche G uardie, ch e già a\'é'\'ano ricevuto la denominazione di Granatieri di Sardegna, non potevano no n partecipa re a quell'impresa. Ognuno dei vrnti reggimenti di Fanteria concorse alla spedizione con un battaglione, formato con le prime compagnie cli ciascuno dei LJUattro battaglioni organici. Quattro hattaglioni costitt1irono un reggimento provvisorio ed il primo di tali reggimenti provvisor'ì fu costituito con due battaglioni Granatieri e due dei reggimenti Fanteria. Fu questo un provvedimento semplice. geniale cd organico perchè permise :1 tutti i reggimenti di avere una rapprcscn1:rnza nell'impresa di oltremare e, po ichè le compag nie partenti vennero suhito ricostituite, non mod ificò Li forza delrescrcito rimasto in patria. Il 14 maggio le prime truppe sarcle !-harcav;ino a Balaclava e venivano poi raccogliendosi ndla zona di Car~tni. Effettuato lo sbarco di tutto il Corpo di spedizione, il 25 mag~io s·inizìò il suo trasferimento nella zona di Camara, avvicinando così le truppe sarde al fiume Cernaia, a cavallo del quale erano già dislocate le truppe a lleate per proteggere i re-parti che assedia vano Sebastopoli. Il 3 giug no fo ordinat:1 una ricognizione oltre la Ccrnaia e vi parteciparono I brigat~t francese e 6 battag lioni piemontesi, tra i quali


i due di Granatieri. Mentre i Francesi dovevano addentrarsi nella valle di Baidar, i Piemontesi si schieravano, a scopo di p~otezione, lungo la Cernaia. Alle 4 del mattino i Granatieri occupavano il monte Cirka Kajassi, da dove puntavano su Alsu, sparando c1ualchc fucilata contro i Cosacchi russi che si ritirarono. In occasione poi dell'attacco a Sebastopoli, fissato per il 18 giugno, tutto il Coqx> sardo e 21 battaglioni turchi, il giorno 17, passarono la Cernaia e si dislocarono a mezza strada tra Giorgun e Sciuliu, a protezione del Corpo assediante. La posizione venne raggiunta dai

Le opernzio11i in Crimea.

Granatieri dopo uno scambio di poche fucilate e di qualche cannonata mi Russi e venne abbandonata il 22, quando tutto il Corpo Sardo rientrò a Camara, perchè l'attacco contro Sebastopoli era fallito. Il 16 agosto i Russi attaccarono la linea della Cernaia per recare molestia aHe truppe che assediavano Sebastopoli. LJ. battaglia offrì al contingente sardo l'occasione di distinguersi; ma la brigata di riserva, della quale facevano parte i battaglioni Granatieri, non ebbe modo di impegnarsi. Nell'ottobre i Granatieri furono ancora, coi Bersaglieri, sul monte Zig Zag, oltre la Cernaia. Quattordici mesi dopo la partenza, il Corpo di spedizione, reduce dalla Crimea, era raccolto a Torino per essere passato in rivista dal Re e per lasciare le bandiere dei reggimenti che dovevano essere disciolt:. Se modesta fu la parte assegnata dal destino ai battaglioni


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Gra11<1//cri p re.<.<rJ Ca 111,11..i .

Granatieri in Crime;1, non ;, meno V(·rn c he e,,i; r nn h km--. di,ci plina e col loro contegno, avevano validamente contribuito, insie m e alle altre truppe, ;i risollevare il prestigio dell'esercito pic:montcse prcs~o gli :illeatì. Quella breve campagna di oltremare, 111 terra lontana. fu inoltre un 'efficace scuola per l'avvenire.

La guerra del 1859. L ' abile politica del conte di Cavour, con la spedizione in Crimea,

con la partecipazione al Congresso di Parigi e coi colloqui di Plombièrcs, era ri11ocita ;i cr eare la situazione, pn !a quale, ;i)!a F.ne di aprile del 1859, il Piemonte, alleato con la Francia , poteva intraprendere la seconda guerra per la nostra indipendenza. La brigata Granatieri . comandata dal maggior generale Scozia di Galliano, costituì, co n la brigata <( Savoia ,> , la 1 ' Division e, m entre ricorreva il secon do cente nar.io della fondazione del Corpo ed 1 G ran a tie ri attendevano frementi di poter combattere co ntro il secolare nemico. Raccolta il 29 aprile nella zona di Alessandria, la brigata si trovava, il I'' maggio, a San Sal\'atore ed il 10 a Casale, dove


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ntornava il giorno 20, dopo avere sostato ad Occimiano cd a Sang1org10. Il 29 maggio i Granatieri erano in riserva a Casali no, mentre si combatteva a Palestro, a Vinzaglio ed a Confienza. Ripresa I'ava nzata, il 2 giugno essi erano a Rohbio, il 4 a Galliate, il 6 passavano il Ticino e 1'8 entravano in Milano. Da Milano la marcia continuò, a traverso la pianura lombarda, sotto il solleone, l11ngo la g rande strada pedemontana, nell'impazienza di misurarsi con l'avve rsario. Il 23 giugno la brigata Granatieri, con la « Savoia,), era dislocata a Lonato. Il 24 gli Austriaci, riorganizzatisi dopo la sconfitta di Magenta, intendevano assalire le truppe sarde sulla fronte Lonato C astiglione, per rigettarle sul Chiese ; mentre i Franco - Sardi dalla predetta fronte speravano di occupare le alture da Pozzolengo a Cavriana. Dag li opposti di segni derivi\ la battaglia cli incontro di Solferino e San Martino. I Piemontesi , che erano alla sinistra dello sdùeramento alleato, do vevano, il 24 giugno, puntare su Pozzolengo; mentre i Francesi dovevano ragg iungere Cavriana. Il Re Vittorio Emanuale ordinò cht: le Divisioni 3a e 5~ raggiungessero Pozzolengo per Rivoltella e San Martino; che la ra (di cui faceva parte la brigata Granatieri) per Castelvenzago puntas~c su Madonna dell a Scoperta e che la 2 ~ rimanesse in riserva. Gli Austriaci avevano schieralo sulla fronte San Martino Madonna della Scoperta l'Vlll Corpo d'Armata, comandato dal Benedech. Le due colonne mossero all ' alba , precedute dall e avanguardie, le quali si impegnarono a San Martino ed a Madonna della Scoperta, senza l'appoggio dei rispettivi grossi, rimasti indietro. La brigata Granatieri mosse alle 4 del mattino da Lonato ed il I battaglione del 1~ Granatieri, insieme ad un battaglione Bersaglieri, ad uno squadrone del reggimento Alessandria ed a due pezzi di Artiglieria, al comando del Capo cli Stato Mag~iore della Divisione, colonnello Casanova, costituiva lo scaglione di sicurezza. Q uesto, giunto a Madonna del.la Scoperta verso le 7 e mezzo <lei mattino, venne preso sotto il fuoco degl i Austriaci ed assunse subito formazione di combattimento. Granatieri e Bersaglieri si spinsero energicamente avanti ; ma ad essi si opponeva un ·intera brigata austriaca e, dopo due ore di combattim ento, dovettero ripiegare ordinatamente. Giunti col grosso gli altri battaglioni del. 1" reggimento, la battaglia si riaccese e gli Austriaci vennero a loro volta obbligati a ripiegare, per contrattaccare subito dopo. non appena ricevuti rinforzi.


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Ormai tutta la I ~ Divisione era impegnata e già numerose erano le perdite, tra le quali quelle dei colonnelli dei due reggimenti Granatieri , entrambi feriti, Massa di San Biagio del 1° cd Isasca del 2°. Tra i tanti venne elogiato l'episodio della 16" compagnia del 2" Granatieri, di scorta ad una batteria piemontese. Il capitano Martini

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• Cuùl/zzolo Le opcra;.ioni del 1859.

<.:he la comandava trascinò i suoi uomini contro il nemico e, dopo un breve duello con un ufficiale austriaq>, continuò, henchè ferito, ad incalzare l'avversario, addentrandosi nelle lince austriache in modo che venne fatto prigioniero; ma riuscì a liberarsi cd a rientrare al proprio reggimento. Per quell'episodio il Martini venne decorato con la medaglia d' argento ed un' altra ne guadagnò, rochi giorni dopo, sotto Peschiera. I Granatit:ri, obbligati a retrocedere per la seconda volta. si trasc inarono dietro i prigionieri già catturati al nemico e, dopo cin<JUC


ore di lotta contro forze sempre prevalenti, la brigata, che aveva già perduto circa 400 uomini tra morti e feriti , sostò ai piedi d ell'altura di Madonna della Scoperta. Poco dopo il mezzogiorno sopraggiungeva la brigata Savoia, che attaccb anch'essa le posizioni nemiche; ma senza risultato. Nel tardo pomeriggio, cessato il violento temporale che per un momento aveva fatto sospendere la battaglia, giunse sul campo la Divisione Fanti (2"), che impegnò le sue due brigate: una contro San Martino e l'altra contro Madonna della Scoperta. Ripresa così la lotta, i Granatieri contribuironQ validamente a ricacciare da Madon na della Scoperta le truppe ddl'V[ll Corpo d'Armata austriaco, che aveva già ricevuto l'ordine di ritirarsi, anche perchè i Francesi avevano vinto intanto a Solferino. Finita la battaglia, la brigata Granatieri venne inviata a Ponti, per coo perare all ' in vestimento della piazza di Peschiera dalla destra del Mincio. Durante l'investimento, la brigata subì ancora la perdita di una ventina di uomini; ma il sangue ve rsato dai Granatieri venne ricompensato con ben 70 medaglie d'argento e rn6 menzioni o norevoli.

La guerra del 1860 - 1861 . Nel settembre del 1860 la situ:i.zionc interna della penjsola consigliava al Re di Sardegna di invadere le Marche e l'Umbria, territori a <.jllel tempo facenti parte degli Stati della Chiesa, per disperdere le truppe mercenarie che, al rnm~rndo del ge nerale Lamoricière, si opponevano anch'esse all'unità della Patria, e per avvicinarsi alle provincie napoletane, dove i vittoriosi volontari di Garibaldi erano già giunti a Na1xili. S'iniziava, così, la campagna del 1860, nella quale le truppe piemontesi operarono prima contro i mercenari papalini e poi contro i Borbonici.

La presa di Perugia. Nei primi giorni di settembre, al coma ndo del ge nerale Fanti, venne approntato un Corpo di spediz ione, formato dal IV Corpo d 'Armata (Cialdini), raccolto sul confine delle Marche, tra Rimini e Cattolica, e dal V Corpo (Della Rocca), dislocato tra Arezzo e Borgo S:rnsepolcro.


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11 IV Corpo era su tre Divisioni: il V su due. Della r' Divisione faceva parte la brigata Granatieri di Sardegna, comandata dal 1nagl!inr generale Camcra na. " l due Corpi d'Armata passarono la frontiera degli Stati Pontifici il giorno n settembre : l'uno diretto ad Ancona, l'altro a Perugia. La ·· Divisione (Dc Sonnaz), dopo avere occupato Città di Castello e ~ "-,flimùu·

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\ L------------------------Le opera,ioni del 1860 · 1861.

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fratta. il 14 mattina era davanti a Perugia. il cui presidio era stato rinforzato dalla colonna del generale Sc hmidt. La Di\'Ìsionc Dc Sonnaz avanzò M l due colonne ed u na riserva. La colonna di destra, con un battaglione Bersaglieri in avanguaI<lia. com prendeva tre battaglioni del J ~ reggimento Granatieri, uno squadrone Jd n :ggimrnto Nizza e mezza batteria d'Artiglieria e do veva entrare in città da porta Sant' Antonio ed attaccare la cittadella. La colonna Ji si11istra, composta del solo JI battaglione del 1'' Granatieri, dovna penetrare nell 'abitato da Porta Santa Margherita, seguire k mura e raggiu nger<: la porla San Pietro, per tagliare al presidio papa li no og-ni via di ritirata.


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L'impresa di .-lnco11a.

La colonna di destra penetrò in Perugia, raggiunse il Duomo cd iniziò il combattimento contro la cittadella. La colonna di sinistra, trovata la porta Santa Margherita chiusa, dovette attendere che il Genio la distruggesse. Conseguito tale scopo, il Il battaglione del 1"


· Cranatieri irruppe ndb cit t:1 , dove parecchi Granatieri vennero colpiti dalla fucileria prove nientt: dalle case. Fra i Caduti vi fu il valor<>so capitano Ripa di Meana. lntanto l'azione della colonna di destra continuava vivacissima davanti alla cittaddLi ed il 2'' reggimento Granatieri e r;1 pronto ad interven ire, c1uando, :illc on: 13, incominc iarono le trattative per la resa, trattati ve che sboccarono prima in una tregua, alla quale seguì una breve ripresa delle c.isrilirà, e finalmente nella capitolazione. Le perdite dei due reggimenti Granatieri furono di una trentina di uomini. di cui sette morii ; le ricompense, tra croci di Savoia , medaglie d'argento e menzioni onorevoli, furono circa duecento. L'azio ne, svolta di slancio contro le robuste mura di l\:rugia , fu dal ge11er;1lc Fanti defi nita " u11 comliatt.inKnto vivo e brillante ,, . Occup:1ta Perugi:1. il V Corpo ava nzt> su Foligno, che ven ne presa dai Cra nalÌt-ri dì Lombardia: mentn: la Di visione di riserva si dìrigc\'a ,u Fermo cd il resto delle tru ppe n :rso la piana di Loreto, per muo,uc 1x>i :il l"in votimcnto di Ancona. 11 24 settembre la brigata (;r:111;1tien, di riserva a Vara no, appoggiava le altre tru ppe e, pur 11011 ;i\'c 11 do 0 L"c1:-.io11c di irnpcgnarsi a fondo, uHriva il suo contrih11tn l llll un :1 quindicina di mort i C feriti . tra i 'lll;lli 11 ltim i il ~ntto1e11cntc Battaglieri del 2' reggimento. 0

Il combattimento di Mola di G aeta. Prcs:i Ancona, ()(Cùrrcva raggi ungere cdermcntc il mc.:zzugiorno, per eliminare l'esercito borbonico e, mentre una parte delle tru ppe vcniv:1 avviata per mare, il Corpo di spedizione, e con esso i Granatieri, a ndava a concentrarsi :.Hl Isernia: una partt" per Guardiagrele cd un "altra per Sulmona. Il 29 ottobre i Granatieri di Sardeg na raggiungevano Carano, tra il Volturno cd il Garigliano, ed il 3 novembre crann pronti :id attaccare Mola di Gaeta, posto aya nz:lto rispetto :ill a piazza dì Gaeta , fortemente occupata dai Borbonici. Questi avevano nuclei avanzati sul fosso dell'Acquatra\'ersa. truppe schierate lungo il f ossatdlo , con spccialì presidi a Maranol:i cd alla Mado nna di Ponza . Indietro avevano poderosamente fortificato Sant' Antonio (.'d il borgo di Mola di Gaeta. l:lcnchè il Cialdini non avesse potuto passare ancora il Garigliano, il F:1nti decise di effettuare ugualmente l'attacco (4 novembre), confidando nclraiuto delle artiglierie della s(1uadra navale. Questo, pcnì.


venne a mancare, per l'opposizione delle navi francesi di Napoleone Ill, e l'azione venne svolta dalla sola Divisione De Sonnaz, che avanzò lungo la via litoranea, fiancheggiata sulla destra dal XIV battaglione Bersaglieri. Nelle prime ore del pomeriggio, sul fosso dell' Acquatraversa, la Divisione assunse ordine di combattimento: il XIV battaglione Ber-

Mola di Gaeta.

saglieri si spiegò tra la strada ed il mare; il 1° Granatieri prolungò la linea di combattimento sulle colline, con la sinistra avanti ; il 2° si ammas~Ò dietro il 1"; il 3'' reggimento Fanteria Granatieri di Lombardia, con le batterie che non avevano ancora preso posizione e due squadroni di Cavalleria, sul saliente di sinistra della strada. Eseguito lo schieramento, i Granatieri avanzarono e, respingendo i Borbonici. g iunsero al Fossatello, dove Ja resistenza nemica si recc più accanita e da dove l' ulteriore avanzata divenne più difficile, data la presenza dei Borbonici a Maranola. Un battaglione del 1° Granatie ri venne allora inviato in rincalzo al XIV battaglione Bersaglieri contro Maranola, che venne subito


~gomhrat:1 dal ncmi( ", ( osì che i Bersaglieri cd i Granatieri potcronn avanzare verso Mola per attaccare sul fìanco le posizioni di Madonna di Ponza. N ello stesso tempo anche un battaglione del 2 ° reggimento veniva inviato alr:Jltacco di tJ ucst\iltima posizio m:. L'attacco co ncomitan te su Mad o nna di Ponz.a riwd picn;inH.:ntc, permettendo l:1 cat-

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tura di n u mno., c artiglierie nemiche e rendendo possibile sferrare L1ttacrn gcner:1lc contro Mola di Gaeta. Le r~~istrnzc incontrate alle ca~e di Castellonc cd al camposanto vennero t ravo lte: dal lo slancio (ki G ranatieri , notevolmente inferiori di numero rispetto :ii Borbonici. Il successo costò al ,•· rcggimcnto 7 mo rti e 18 feriti , tr:i i qu.1li il sottotenente (~alleano, ed al 2 '' rcgq im ento 2 morti e 5 feriti. Le ricompense furo no: 7 croci d el! 'Ordine Militare di Savoia agli ufficiali della brigata, 121 m edaglie d'argento e 144 men zioni onorevoli al 1'' .r eggimento; 44 medaglie d' argento ed 89 men zio n i o norevoli al 2'' reggimento Gra tuticri. Per l'amorosa assistenz a ai ferit i sul campo di bat taglia , sotto il fuoco nemico, venne decorata an cbe la vivandiera dd 2 " r eggimen to, Luci.t Marchisio. 11 giorno 6 novembre la Division~~De Sonnaz, per Itri e Fondi. in~cg llÌ il nemico, che cercò rifugio nel territorio pontificio, cedendo


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le armi ai Francesi che vi stava no cli presidio. Al ritorno, dinanzi a Gaeta, la Divisione si sciolse cd i Granatieri vennero inviati a presidiare le terre dell'antico Regno delle Due Sicilie, venute finalmente a far parte della Patria comune, attraverso le meravigliose imprese dei Garibaldini e delle truppe regolari. Dopo la presa di Mola cli Gaeta, la data del brillante combattimento, per il quale le bandiere dei reggimenti Granatieri vennero fregiate entrambe della medaglia d'oro al valore, divenne quella della festa del Corpo.

La guerra del 1866. La guerra del 1866, durante la t1uale la Prussia e l'Italia furono alleate contro l'Austria, doveva servire, per quanto ci riguarda, a liberare il Veneto. Gli Austriaci, fedeli al proprio Imperatore, animati dal sentimento del dovere e dell'onore, tecnicamente bene addestrati, conoscevano bene la pianura padana. Gli rtaliani erano entusiasti di partecipare alb guerra; ma mancava al giovane e~ercito l'affìatam~ntri e l'efficacia di tradizioni comuni, essendo stato costituito da appena cinque anni. Separati da gelosie erano poi i Capi e deficiente l'addestramento tattico, specialmente dei richiamati alle :mni. All'inizio della campagna gli Austriaci erano riuniti intorno a Verona; gli Italiani avevano una massa (IV Corpo d'Armata con ben 8 Di visioni) sul basso Po (Cialdini) ed un 'altra (3 Corpi d'Armata con 12 Divisioni) sulla destra del Mincio. Della 3• Divisione del I Corpo d'Armata faceva parte, come nel 186o, la brigata Granatieri di Sardegna, comandata dal maggiore generale Gozzani di Treville. Al mattino del 24 giugno il I Corpo doveva avanzare sulla fronte Santa Giustina - Sona; il Hl verso le posizioni Sommacampagna Villafranca; il II con due Divis.ioni rimaneva a guardia di Mantova e con le altre doveva costituire la riserva della massa maggiore. Iniziata la marcia, la .f Divisione da Valeggio andava verso Villafranca, lJUando improvvisamente, verso le sette, si udì rombare il cannone. La battaglia cominciava a destra, verso Villafranca, ed a sinistra, sulle alture a cavallo del Tionc. Il generale Brig nonc, comandante la .3" Divisione, trovandosi ai piedi delle alture di Custoza, ne comprese tutta l'importanza e decise di occuparle. Pertanto mandò avanti la Cavalleria in ricognizione per rendersi conto della situazione e,


circa alk ore otto, la brigata Granatieri cli Sardegna salì su monte Torre; mentre sei brigate austriache si acc ingevano ad attaccarlo dopo un a preparazione dcll 'Artiglicria, durante la quale i Granatieri subirono considerevoli perdite.

I .a h11tt,1g/i(I ,li Cus1ou1 ( 1866) .

Il generale La Marmora, nel suo giro per il campo di battaglia, aveva affidato al Brigno nc l'incarico di tenere le alture di Custoza a l1ualunque costo . li primo a sostenere l'attacco della brigata \Veckbccker fu il 2° Granatieri, che .r espinse l'avversario oltre Casa Vegruzzi. A sua volta, a lla si nistra, vennero attaccati <lue battaglioni Jel r" regg imento c he, rinforzati dagli altri due, respinsero anch'essi l'attacco nemico. Fu allora che il 1° reggi mento, sottoposto all'intenso tiro del l'Artiglieria austriaca, ebbe un momento di crisi. Il tenente


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colonnello Boni, comandante il reggimento, ordinò allora clic fosse suonato il silenzio e, nella calma che ne derivò, pronunciò parole di monito e di incoraggiamento. Concluse dicendo cd additando la bandiera a lui vicina: (< Se non vi fermate, io porto la bandiera in mezzo al nemico H . I battaglioni, ritemprati dalla parola del loro colonnello, ripresero gagliardamente a combattere e poco dopo un altro violento attacco austriaco venne respinto. La tenace e vittoriosa res istenza procurava, però, molte perdite nei Granatieri e specialmente nel 2 ° reggimento, del quale erano già caduti parecchi ufficiali, tra i quali l'eroico tenente colonnello Vin cenzo Statella, già combattente a Venezia ed a Roma e già capitano nello Stato Maggiore garibaldino nel T86o. Il caldo, la sete, la mancanza del cibo, il logorio fisico e spirituale cominciavano a farsi sentire su tutta la 3" Divisione, tanto che. mentre stavano accorrendo le prime truppe della Divisione Cugia, il Brignone cominciè> a pensare alla ritirata. Questa si iniziò sotto la protezione di nuclei dd 1° e del 2" Granatieri che, rimasti separati dai rispettivi reggimenti e frammisti a reparti dei Granatieri di Lombardia, resistettero ancora all'attacco della brigata Scudier e sgombrarono poi lentamente l'abitato di Custoza. In guel momento il sottotenente Tornaghi, aiutante maggiore del Il battaglione cld 1 ° Granatieri, uscendo da un casolare dove aveva trasportato il capitano Bracci, gravemente ferito, vide il proprio maggiore Compiani prigioniero degli Austriaci e si sentì intimare la resa. Sdegnato, il Tornaghi si lanciò allora contro un capitano austriaco, iniziò con lui un accanito duello a sciabolate ed, aiutato poi da alcuni Granatieri, riuscì a liberare il proprio comandante. Intanto le truppe della Divisione Govone, salite sulle alture, cominciarono a fronteggiare l'avversario, contro il quale accorsero ancora una volta i Granatieri che, guidati dal tenente colonnello Boni e dal capitan·o Croce del 2° reggimento, resistettero fino alk ultime cart11 cce. Nell 'avanzato pomeriggio venne ordinata la ritirata generale sulla destra del Mincio. La resistenza opposta alle truppe austriache, per parecchie ore della giornata del 24 giugno 1866, dai Granatieri di Sardegna, nelle circostanze più sopra descritte. può definirsi epica. La Relazione ufficiale dice in proposito: « Le truppe austriache, che avevano partecipato ali 'attacco di .m onte Croce, si erano totalmente esaurite., dopo di aver impiegato le loro forze sino al massimo limite possibile: i vin-

11.


coli tattici nelle stesse si erano allentai i ed attenuati ed anche, 111 parte, perduti a cagione delle gravi perdite >1 • Le perdite subite dai Granatieri superarono q uelle di tutte k altre brigate impegnate nell'azio ne. Degli ufficiali 3 furono i morti del 1" reggimento: il capitano Locatclli cd i tenenti Barucchi e Gabba; e 1 2 quelli dd 2'' : il tene nte colonnello Statclla, il maggiore Cappa, il capita no Caselli , i tenenti Vattcvillc, Giulini, Miroglio di Mon-

I Granatieri a Custoza ( 1 866).

cestino ed ì sottote nenti Santi, Gaudiez, Thomiz, Branchini, Pasettì e Mancini. Gli uffi ciali feriti furono compkssivamente 2 1 e precisam ente : 15 del 1" e 6 del :l'' reggimento. La brigata ebhe poi 80 morti e 304 feriti fra i gregari. fl valore dei G ranatieri a Custoza nel 1866 venne premiato con 3 medaglie eforo, assegnate ai due comandan ti di reggimento Boni c Manasscro cd al tenente colonnello Statdla. Nel secondo periodo della campag n a i Granatieri, destinati al Corpo di spedizione nel Veneto, raggiunsero il Friuli e v 1 rimasero di guarrng1onc. Sulla vetta più alta di monte Croce un obdi~co di gra nito ricorda a1 posteri la ma!!nifìca condotta dd :2'' re,, oimento G ranatieri. ,._, ~b


Ma non solamente sulle colline moreniche a sud del Garda dovevano distinguersi, nell'anno 1866, i Granatieri di Sardegna, poichè il capitano del 1° reggimento Angelo Bottino, che comandava una compagnia di volontari garibaldini, si distinse nella fazione del 3 lugìio 1866, a monte Suello, dove trovò morte gloriosa sul campo; così che alla sua memoria venne conferita la medaglia d'oro al valor militare. Nel settembre 1866 scoppiava improvvisamente in Sicilia, nei dintorni e dentro la città di Palermo, un moto rivoluzionario, che le poche truppc del presidio non riuscivano a domare. Con altri provenienti dal continente vennero inviati nell'isola due battaglioni dei reggimenti Granatieri: uno del 1° ed uno del 2", comandato dal maggiore Fiastri. Il 16 settembre la 20~ compagnia del 2·' Granatieri aveva attaccato, in via della Posta, un gruppo di rivoltosi, di sperdendoli; ma riportando dolorose perdite. Il r8 un forte nucleo di ribelli si era riunito a porta Sant'Antonino, per impedire lo sbarco di un battaglione Bersaglieri, ed un picchetto del 2 ° Granatieri, accorso sul posto, ebbe feriti il capitano Fallarcli cd il sottotenente Fazio. Nello stesso giorno, all'attacco di una barricata eretta a porta D'Ossuna, era valorosam<:ntc caduto il capora l maggiore Varcngo, volontariamente intervenuto nell'azione, e molti erano stati i feriti , tra i quali il tenente Fornac:1, decorato con la Croce di cavaliere deli'Ordine Militare di Savoia. Ma, al disopra di tutto e di tutti, in quelle tristi giornate dì settembre, si doveva affermare la bella figura del maggiore Giulio Fiastri. Egli, che era già stato ferito il giorno 16 settembre, volle guidare le sue <lue compagn ie all'attacco di due barricate che successivamente conquistò, venendo però nuovamente e gravemente ferito e meritandosi, con la morte g loriosa, la medaglia d'oro. Trasportato all'ospedale militare di PakrrnQ, egli vÌS$C ancora alcuni giorni ed, anche nella lenta agonia, rivelò, come nel combattimento, la sua eroica forza d'animo. Il 17 scriveva, infatti, al fratello, affermando di aver fatto il proprio dovere e dolendosi di essere stato ferito da un Italiano. Il 1" ottobre, infine, poche ore prima della morte, diceva al suo aiutante maggiore che " il reggimento aveva <lato prova del suo vaiore », cd augurava che il battaglione, anche dopo la di lui morte, si serbasse fedele alle gloriose tradizioni dei Granatieri di S:mlegn:1.


Così si concludeva l'anno 1866, nel lluale i Granatieri ave vano aggiunto num'Ì allori a yuclli del loro glorioso passato, special mente a Custoza, come riconobbe lo stesso Arciduca Alberto, comandante l'esercito .rnstriaco in ftalia, affermando cbc « i Granatieri di Sardegna a\'evano eroicame nte combattuto >> ,

Mo1111mc11to al 2" C:11111ati,·,-, sul monte Crnr l'


PARTE SECONDA

GRANATIERI DI SARDEGNA NELLE IMPRESE COLONIALI E NELLA GUERRA 1915 - 1918



I.

ANNIVERSARI E PRESAGI

La solenne celebrazione del 250° anniversario della costituzione del Corpo in Roma rappresenta, nella Storia dei Granatieri di Sardegna, come una pietra miliare fra le gesta compiute nei secoli precedenti e quelle, ancora più gloriose, del secolo XX. Nel 1899 i due reggimenti Granatieri, dalle loro sedi di Piacenza e di Parma, per volontà del Re Umberto, distaccarono un battaglione ciascuno alla Capitale e, nell'autunno del 1902, per volontà di Re Vittorio Emanuele IH, l'intera brigata si trasferì a Roma, lasciando a Parma i depositi succursali dei due reggimenti. Per conseguenza da oltre dicci lustri i Granatieri fanno parte della guarnigione della Capitale, da tutti ammirati per la loro disciplina, per il loro spirito di Corpo, per le nobili tradizioni e per le gloriose gesta, le quali ultime hanno dimostrato sempre e dovunque che essi non servono soltanto come truppe da parata. Nei primi tempi i reggimenti Granatieri vennero alloggiati: il r'' nella caserma Ferdinando di Savoia; il 2° nella caserma Umberto I, in piazza Santa Croce in Gerusalemme. Poi. il 1° reggimento ebbe sede nella caserma Principe di Napoli, ai Prati; mentre il 2" rimase nella caserma Umberto I, nel cui grande cortile, il 18 aprile 1909, in occasione del 250" anniversario della loro costituzione, i due reggimenti Granatieri, ciascuno coi battaglioni in colonna doppia, al comando del generale di brigata Camerana, vennero passati in rivista Jal Sovrano. Degne commemorazioni e molti festeggiamenti erano stati progettati per l'occasione: ma le somme all'uopo raccolte tra gli ufficiali vennero, invece, devolute ai danneggiati del terremoto calabro -siculo del I908. La festa si ridusse così ad un'austera cerimonia , nella (1uale, dopo l;1 rivista e lo sfilamento, veniva formato il quadrato delle truppe intorno ad una colonna, che il colonnello Molajoni, comandante il 2'' reggimento, aveva fatto innalzare pcrchè stesse a simboleggian:: il passato glorioso dei Granatieri.


intorno al monumento da inaugurare erano col Sovrano i generali cd i piL1 alti dig nitari dello Stato. Al momento st~1hili~, Gl(lde la tela tricolore an:olgente il monumento cd apparve una colo nna .dta .3 metri e mc'l.zo, poggiata ~u un dado di bronzo, sulle rni facce erano incise le d:11 e simiche dei Granatieri. li colonnel lo Molajoni rnn :1cconce parole illustrò il monumento che \-cni va inauguralo, per

li 1ene110 pro..-srmo alla chu:.;a dì San/a Cru,r: rn Geru,alt111mt· .-ul quale .<or..c la ca_;erma del 2" rt:ggim,-:•to Dranatien.

cedere poi la parola :i Domen ico Gucrrini, vecchio Granatiere e storico militare illustre, il <1ualc disse : ,, La M:1cs1à lllli pre~t nte del Re d ire :1 Voi, G r:in:llieri, b g r:111dezz:1 solc nrll'. clic tp1esta giornar:1 ha per voi. Duecentocinquanta anni fa. in questo medesimo 18 aprile, per Decreto di Carlo Emanuele II , Duca di Sa\"oia, na~ccva, nel piccolo Stato ai piedi dell a montagna alpina. il r~ggimcnto delle Guardie. Qucst:1 divina Roma, entro le mura della q uale voi siete sta ti condotti da ogni p:inc d'ftal ia, buon simbolo Jclla libera <.: forte sig noria dì sè:, che hannu ura genti italiane unite in un:1 sola ge nte. questa divi na Rom a, nata quasi da ventotto secoli, festeggia il proprio Natale :1 pochissimi giorni di distanz a <lai mstro. Tale coinci -


clenza è fortuita; ma non è fortuita una somiglianza che la ~toria e la fortuna della vecchia Roma hanno con la storia e con la fortuna della vostra brigata. ,, La piccob Roma dei primi anni, fatta~ì gagliarda in lotte secolari per esistere, si accinse poi alla grande impresa di riunire sotto l' impero civile del proprio diritto tutte le genti, varie e diverse, del l'Italia e poi quelle del mondo. Alla magnanima impresa arrise la vittoria e Roma fo madre e maestra a tutte le civiltà che ora sono. « Cos1, quando fu creato il reggimento dcli.e Guardie, il piccolo Stato dei Duchi di Savoia doveva incessa ntemente ed animosamente lottare per esistere. In quelle lotte, durate ancora quasi due secoli dal giorno di n,1scimen to delle Guardie, si ringagliardirono i Principi e l'esercito dello Stato piemontese, così da avere l'animo di assumere la magnanima impresa del restituire la gente italiana alla libera signoria di sè, dentro i confini· della Patria. Alla nobile impresa arrise la fortuna come all'antica di Roma. Il volo di vittoria, che J',1quila latina avea steso dal Campidoglio alle Alpi, ritornò dalle A.lpt al Campidoglio. Sorge ora lluesto rnonum<.:nto, che ricorda le glorie cLlh vostra brigata. Bene è stato scritto sopra <li esso che quelle glorie sonc f:atte prima di fedeltà, poi di costanza, poi di ardimento. Infatti, i! valore è virtù magnifìca; ma però vana, se non abbia radice nelb costanza dei propositi, se non tragga alimenlo dalla fedeltà all'idea, per la quale si fatica, si combatte, si fa sacrificio del sangue e della vita. " L'antica Roma diventò signora del mondo per il valore dei tigli che essa generò. Ma è ben sicuro che non le avrebbe giovato q uel valore, e forse non lo avrebbe avuto, se l'anima latina, che è l'anima nostra, non avesse avuto la virtù dell'inflessibile costanza; ed è ben sicuro che non avrebbe potuto essere così rigorosamente costante, se non avesse avuta fede gagliarda in se stessa e nella propria fortu na e nella propria missione di civiltà. Di questo Roma diede magnifico esempio sempre. Nella lotta col Sannio lagrimò la vngogn;i delle Forche Caudine, sotto le Lluali erano stati costretti a passare i suoi Consoli e l'esercito sconfitti. Ma non piegò, s'infervorò vicppiù a combattere e, dopo settanta anni di sforzi, spesso sfortunati , ma ~empre mirabilmente costanti , il Sannio era ndla signoria di Roma. " Nel la gran lotta conr ro Cartagine non bastarono le molte battaglie perdute, non bastò che Annibale rimanesse sedici anni in Italia, perfino ~1rriv,111do a vedere le mura di Roma, perchè l'anima ro(<


m;ina fosse fiaccata nella grande lotta, durata più che ccnto anni~ le battaglie che Ro ma perdè furono più numerose che le vinte; ma, quando la lotta eb[,c termine, Cartagine era dist rnlta e Roma era assurta a nuova, grande potenza. « Non vi è parte del mondo allora co nosciuto. dove un esercito romano non sia stato sconfitto: ma non vi è parte del mondo allora conosci uto, dove Roma non abbia poi estesa la propria signoria. Quale la storia d i Roma , tale, in più modesti co nfini , la storia vostra, o Granatieri. Col Duca Vittorio Amedeo I I le Guardie combatterono a Staffarda la loro prima grande battagli:1; bene la comli:1tterono, ma non bene la vi nsero; tre ann i dopo, nell 'aspra giornata della Marsag lia, rinnov:1rono co n invitto ani mo la prov:1: ma ebbero ugualmente e peggio avversa la fortuna; ancora tre anni continuaro no a guerreggiare senza vittoria e poi ebbero cinque anni di pace e poi furono n.uov:1mente m ~uerra. <i Quest:1 d~r:1v:1 gi;ì da sci ann i, ljllando. nel maggio 1706, un esercito nemico poneva l'assedio a T orino ; in yuei sci an ni il piccolo, huon esercito del Duca di S:1voia non era stato vittorioso mai. Il Duca aveva vedute le proprie terre e le fonezzc cadere l'una dopo l'altra in mano del nemico quasi tutte; !!li resta va, ocrò. l'anima costante nel proprio destino. Àttorno alla ·città asscdi;;ta la lotta fu lunga , aspra e terribile; ma la vittoria ultima arrise alla costa nza dd Duca e ,[dle sue truppe. ,. Passati vcntitrè anni d:i quello della battaglia di Staffarda, anni durante i q uali egli corse pii1 di una volta il ·rischio di perdere la Corona du(alc. Vittorio F:n:1nude 11 an1uistava la Corona di Re. " Con Ca rlo Emanuele II I le Guardie Yidcro un'al tra simile vicenda di av\'er~a fortun a, domata dalla costa nza e dalla fede Gli Stati del Re invasi di qua e di là dalle Al pi: il nemico gagliardo di forze e d i animo; l'invasione non potuta fermare, prossima a gi ungere a Torino. Quasi sette anni durò questa guerra male fortunata; ma non bastarono perchè la fede e b costanza ~i pic~assno, e fìnalmcntr la magnifi(a \'ittoria dell' Assietta fu premio ai fedeli ed ai costa nti. ,, Con Carlo Alberto e con Vittorio .Emanuele II la vostra brigata, o Granatieri, vide un'altra volta la fortuna ostinarsi a contrastarle la vittoria : ma essa e l'esercito a nche pi ù si Mtinarono a perdurare, fìnchè fosse vittoria . La guerra dell'anno 1848, principiata in gran lièt.eZi'.a di spera nze.:, finì nel dolore del catti\'o successo ed, anzi, della sconfitta. Ma Carlo Alberto, l'esercito cd il popolo, benchè p ercossi cosl g:igkmbmcntc, seppero dan: 1ni rabile prova di quello c he


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possa la fede per ispirare costanza. La guerra, rinnovata nel 1849, fu senza speranza di vittoria: ma coloro che la vollero e la fecero certo sentirono che il sacrificio sicuro al quale andavano incontro avrebbe da to frutto di futuro trionfo. Sino a yuell 'anno 1849 le corone delle

Il m onunu:nin ai Gnnatit·ri cadtili.

ulorie militari italiane erano intrecciate con rami di alloro e con rami quercia, cioè opera di valore e di costanza; da tJucll'anno 1849, per virtù del grande animo di Carlo Alberto e della fede sua e del suo popolo nella bontà santa della Causa tolta a difendere, da quel-

di


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l'anno 1849, in quelle corone si intrecc iÌ> con l'alloro e con la quercia anche la palma dei martiri. ,< E fu con fel ice fortuna; giacchè la fede e la costanza, eroiche tìno al sacrificio, furono la buona sementa dalla quale germogliarono le bdle imprese del 1859 e del 1860, fulgide delle vittorie d'armi e di senno per le quali l'Italia rinacque a libera vita. " Voi sapete, Granatieri, che cosa abbiano fatto coloro che vi hanno preceduti nei due sccùli e mezzo, che oggi si conc hiudono di vostra storia: Voi non sapete, e nessuno può dirvelo, che cosa dovrete fare Voi. Ma ben sapete Voi (e ve lo dicono le opere di coloro che vi hanno fatto eredi ddb tradizione onde siete orgogliosi) ben sapete Voi che non vi b:istcr:t essere v;1lornsi perchè ;1nche dovete essere costanti e che non po trete essere costanti, se la fede in Voi e nella Vittoria non vi martelli nelle vene col sa ngue e non vi sostenga e non vi scaldi. L'esempio della vostra Storia e LJuella della tanto più lunga 1· gloriosa Storia di Roma bene vi insegnano che il trionfo è per ch i vince la b:Ht:iglia ulti.m a, anche se prima ne abbia perduta una o nJ(Jlt c.

.. Voi. Granalieri 1..1ui prcst:nti, appena siete in numero di ducmiia. ~vLt ~ono insieme con voi - - e voi non li vedete con gl i occ hi. m;1 cerio li se ntite con l'anima e nell'anima - sono gli spiriti di. moltis~imi più, che prima dì Voi \TStirono le insegne delle vecchie Guardie e dei nuovi Gra natieri. " Quanti? .. Io non ve lo so dire: certo almeno Jue:centomila. Sono gli spiriti di coloro che caddero morti nelle battaglie; sono gli spiriti di coloro che diedero il buon sangue delle vermiglie ferite perchè la vittoria arridesse al nome ed alla fortuna delle armi e della stirpe; sono gli ~piriti di coloro che ebbero la gioia e l'orgoglio di una medaglia, segno di valore; sono gli spiriti di coloro, che già sono morti nella letizia delle vittorie vedute o nella fcL!c delle future; sono gli spiriti degli ancora viventi, che verranno con voi, se la fanfara di guerra Sljuilli, Q vi acco mpagneranno alla g uerra e alle battaglie coi voti del cuore. « La nostra vita è bre\'e, o Gra nat ieri; ma la vita dell'anima non conosce tempo. Sono con voi oggi tiuegli spiri1i nella giocondità della vostra festa; saranno con voi quando la voce del Re vi chiami al cimcnro della guerra, per l:r iortun;1 e per l'onore della Patri::t. ,, Ognuno di voi allora avd ndl'a11ima cento anime: l"esperic:.:nza e k virtù di quelle cento anime si trasfonderanno nell'anima vo-


stra. Così voi siete ora col proposito e sa rete, quando occorra, dovunque, comunque, con l'opera, buon saggio di quello che valga la virtù dei passati a ring agliardire l'anirna di. chi ne ha ereditati il nome e la g lo ria! l' .

Sono passati molti lustri da quel giorno lo ntano, ma coloro che ebbero la ventura di udìre l'efficace rievocazione d i Domenico Guerrini ri vivo no ancora la festa, nella l1ualc l'oratore fece no n invano il suo vaticinio . N elle successive guerre del secoio XX i Granatieri , infatti, luminosamente affermarono di essere all'altezza del loro superbo passato. Nei reggimenti i Quadri e le classi si succedono ; soltanto la bandiera rimane con l'efficacia delle nobili tradizioni. Tutti devono portare il proprio contributo al buon nome del Corpo e dalla somma dei singoli contributi derivano le due fresche fonti di energie m orali : tradizione e spirito di Corpo, che sono così importanti ed efficaci nella compag ine dd nostro eserc ito. Dal 1909 in poi la colonna cummeillorativa, concepita e voluta dal colonnello Molajoni, è divenuta un simbolo per eccellenza, giacchè è intorno ad essa che ogni a nno le reclute giurano fedeltà :1lla f'.atria _e che i_ re_ggimenti si riuniscono per g li austeri riti dell e gloriose nevocaz10111. Ultimata l'inauguraz.ionc Jclla colonna, il Sovrano veniva accompagnato nell'atrio della casermetta Comando, dove era stata murata una lapide di marmo recante i nomi degli uf fìciali morti in combattimento, dal conte di Sanfront, caduto nel 1663 aLl'Angrogna, al tenente Mario Bassi, eroicamente caduto ad Adua. Il Sovrano, soffermatosi poi nel magnifico giardino che sta tra l'ingresso e la casermetta Coma ndo, manifestava la Sua soddisfazione nel trovarsi, in un momento così solenne, in mezzo agli ufficiali dei Granatieri, pronunciando le seguenti p arole: (< Si compiono oggi due secoli e mezzo dall 'origi ne della bella brigata G ran atieri. Due secoli e mezzo di costante devozione, di inco ncussa fedeltà alla mia Casa; due secoli e mezzo illustrati dalle antiche Guardie e poi dai Gra natieri di Sardeg na, con m o lte no bili imprese, con innumerevo li atti òi valore. Questi ricordi fanno oggi più stretti e più saldi i legami cli affetto che mi uni sco no alla gloriosa brigata. Questi ricordi, per i reggimen ti Granatieri, sono sacro impegno a mostrarsi, n elravvcn irc,


degni in tutto del loro splendido passato. Viva i Granatieri di Sardegna! >•. Anche le parole pronunciate dal Sovrano, in quel luminoso giorno del lontano aprile 1909, dovevano suonare sicuro vaticinio c he i fatti avrcbhero confermato. ln data del 15 aprile 1909 veniva promulgato il Decre to che stabiliva c he g li u fficiali ed i militari di truppa della briga ta Granatieri avrebbero po rtato alamari simili a quelli del colletto sulle manopole scarlatte d ella g iubba e la granata caratteristica del Corpo su tutti i bottoni e lmtto n cini metallici dell'uniforme. Nella stessa g iornata del 18 aprile veniva disposto poi che il breve, ma altamente signifìcativo discor so del R e \'enisse inciso sul marm o all'ingresso della caserma e che, nelle r icorrenze anniversarie del 18 a prile, venissero apposte speciali targhe comme morative nelle locali t;1 dove i Gra natieri del passato :ivevano combattuto . Fu stabilito c he tali targh e, di 11n un ico tipo, rcca~scro il motto: •< JJulce et dccorum e.il pro patria mori >) ; nonc hè b seguente dedica: « / Granatieri

di Sanh·g1111 ai loro co111pag11i d'armc morti per la Patria,,. La prim :1 dì dcuc targh e ru port;1ta da una rappresentanza della hrig;11:i ìl :24 gi ug no 190<) a Madonna della Scoperta, dove ··-· come abbiamo gi:i avuto occ15ione di ricord:1rc i G ran;1tieri avevano eroicamente combattuto. Alla IÌne dell 'agosto 1911, dopo due m esi di esercitazioni estive, la hrigat:1 G ranati eri di Sardeg na si accingeva dai dintorni di Rocca di P.ipa a rirntrarc in gu:m1igione. Il ma ggio r generale Giulio Cesa re Tassoni, che ne era allora comanda nte, radunati intorno a sè gli ufficia li, aveva lunga m e nte, con la sua parola precisa, incisi va cd a volte taglie nte, analizzato l'ope ra d ei suoi dipe nd enti in quella faticosa estate ed aveva così co ncluso : 1( Quando una brig ata ha per due mesi manovrato, com e ha fatto la brigata Granatieri di Sardegna, questa è una brigata alla quale tutto si può chiedere e dalla quale tutto si può atte ndere » . · Anche questa e ra una profezia, la cui effettuazione era ormai prossima: ma nessu no poteva preveden: che i reggimenti, in marcta ve rso R o ma, si preparassero a scrivere un;i nuova e luminosa pagrna dell a loro Storia.


Il.

LA GUERRA ITALO-TURCA LA CAMPAGNA DEL 1911 Dopo Custoza, i Granatieri non avevano avuto più occasione di combattere, e soltano pochi di essi avevano partecipato alla campagna del 1896 in Eritrea. Tra la fine del 1895 ed i principi' dell'anno successivo, erano partiti, infatti, per l'Eritrea una trentina di ufficiali e 500 uomini di truppa dei due reggimenti Granatieri, formando quattro piccole compagnie, inqtwdrate in quattro diversi battaglioni « Cacciatori d'Africa ». Pochi furono di essi che combatterono ad Adua, perchè molti erano ancora in viaggio quando la battaglia si svolse. Gli ufficiali dei Granatieri che più vi si distinsero erano comandanti di reparti indigeni Q di reparti Cacciatori. Tra essi va ricordato il prode capitano Cancellieri del r" reggimento Granatieri, caduto sul monte Raio col V battaglione indigeni; il valoroso maggiore Solaro, proveniente dal 2° Granatieri che, al comando del XIV battaglione Cacciatori, condusse per tre volte con grande slancio il reparto all'assalto, finchè nell' ultimo trovò morte gloriosa; il tenente Bassi tlel 2° Granatieri ed, infìne, il capitano Rossini, il quale, non volendo, nè fX)tendo adattarsi alla sconfitta anche se gloriosa, impugnata la rivoltella e voltosi al nemico irrompente esclamava: <t Facciamo vedere a costoro come un ufficiale italiano sa morire >, e cadeva colpito a morte; lo zappatore Boschiero del 1° Granatieri, sei volte ferito ad Adua, il quale, al proprio capitano che si era recato a visitarlo all'ospedale di Ahdelcader diceva: << Vede, signor Capitano, come sono ridotto? Ma di questo non mi dispiace; mi dispiace invece di non poter guarire in tempo per ritornare a fare le fucilate Questi i ricordi e gli esempi che i Granatieri dovevano tener sempre presenti durante la conquista della Libia. Nell'autunno dell'anno 191 r l'Italia, oppressa da tre lustri dal doloroso ricordo di Adua, tornava a cercare la soluzione dei suoi problemi coloniali. Al campo di Rocca di Papa prima, sulle balze ferrigne dell'Elba poi, dove due dei loro battaglioni erano, nel settembre, I).


in servizio di ordinc puhliliw, i Granatieri Jì Sardegna, come l'cscrcitn tutto, sì preparavano all'impresa che sembrava ormai prossima. La situazione politica dell ' Europa era, in tJuel tempo, assai in certa e complessa: i disordini nel Marocco, al quale la Francia, pn il tr:lltato di Algesiras, doveva provvedere, e gli accordi intervrnuti tra essa e la Germania, stabilendo un nuovo equilibrio di influenze nel Nord-Africa, imticavano chiaramente esser giunta l'ora favorevole al raggiungimento dell'antica aspirazione italiana di stabilirsi in Libia. Vecchi ricordi n .:nivano esumati di quando, per tema di avventure lontane, ci eravamo lasciati sfuggire l'o~casione di operare con gli Inglesi in Egitto prima e, soli. in Tunisia poi. Pareva, in quei .~iorni memorandi , che un nuovo alito di vita fremesse nell'ani"mo della nazione e fallivano perfino i tentativi di sciopero e le proteste che i p;irtiti estremi, per ostacolare l'impresa, avrebbero \'Oluto effettuare nei centri più popolosi della penisola. Il 19 settembre i battaglioni Granatieri distaccati all'Elba. telegraficamente richiamati, rientravano in Roma. li T) scttemhre vc~i va richiamata alle armi la classe c.:lel 1888 e, poch i giorni dopo, dai rispettivi depositi gi ungevano i ric hiamati provenie nti da tutti i distretti d 'lt.1Iia, integrando con il loro numcro la rnrnpagine dei Granatieri. I reparti, g ià assottigliati per 1! congcdamcmo della classe 1889 ed ora rin vigoriti materialmente e moralmente con b classe richiamata alle armi, tlisponevano di un di screto contingente, ansioso di entrare in guerra. Pochi giorni dopo, decisa l'impresa, veniva pubblicato l'ordine di mobilitazione per il Corpo di spedizione, nel lluale i Granatieri, con loro g rande rammarico, non erano compresi. Ci,'> non di meno gli effetti della mobilitazio ne si fecero subito sentire sulla brigata, dovendosi sostituire , in alcune loca.lità, i reparti dc:i reggimenti desti nati a partire. Il 29 settembre, a tarda sera, si di vulga va la notizia che il Governo aveva dichiarato guerra alla Turchia, la 4ualc, non ostante l'energica nota della dipl~mazia italiana, non aveva ·desistito dal tenere un conteg no subdolo e dall 'inviare .in Libia armi e mate riali bellici .

Bisognava essere vissuti per anni cd anni nell'amarezza della sco nfitta per comprendere tutto l'entusiasmo che invase i cuori degli Italiani , l~uando si ebbe notizia della dichiarazione di guerra. Pareva


di rivivere i tempi gloriosi delle guerre per l'indipendenza e, pochi giorni doPo, cominciavano le partenze dei Corpi destinati ad imbarcarsi a Napoli e, salutato dal plauso di tutta Roma, sfilava per la città eterna 1'82" reggimento Fanteria, mentre i Granatieri prestavano se.-vizio d'ordine pubblico nei dintorni della stazione, tentando invano di trattenere la grande massa del popùlo che voleva recare ai soldati partenti il suo augurale saluto. Trascorso un breve periodo di impaziente attesa, l'Italia fu scossa dal rombo vittorioso dei cannoni delle sue navi nell'Adriatico e nel basso Mediterraneo e poi gli eventi precipitarono. La settimana della Marina in Tripoli, l'epico sbarco della Giuliana, la presa delle piazze costiere, i primi attacchi alle trincee di Tripoli concorsero a rendere esultante il cuore delt1 nazione: ma lasciarono delusi i Granatieri, che sentivano profondo il rammarico di non potere partecipare alle nuove imprese. Poterono partire soltanto p<)chi Granatieri dei due reggimenti, destinati a prestar servizio negii zappatori del Genio, e più tardi pochi altri, quali ordinanze agli ufficialì stranieri che si recavano a visitare i nostri nuovi possessi ed a seguire le operazioni. Soltanto il 20 ottobre cominciarono a circolare nella brigata voci confuse di nuove spedizioni, alle quali i Gra natieri avrebbero partecipato; ma non si sapeva quando ed in quale numero. Fu allora che due capitani del 1" reggimento, che avevano l'onore di essere personalmente conosciuti da Alberto Pollio, in quel tempo Capo di Stato Maggiore dell'esercito, si fecero a lui annunciare e gli espressero il loro stato d'a nimo, che era quello di tu tti i componenti della brigata. Il generale li ascoltò benevolmente e fece ai due ufficiali riflettere che, allo inizio della guerra, non si potevano prevederne gli sviluppi e che era quindi . necessario che i Granatieri sapessero serenamente aspettare. Le compagnie Granatieri avevano, a quella data, una forza oscillante intorno ad un centinaio di effettivi delle classi 1888 e 1890. Evidentemente, però, la forza era troppo scarsa per entrare in campagna e quindi si pensava che si sarebbero destinati in Libia uno o due battaglioni di ciascun reggim<::nto, opportunamente rinforzati dal personale rimanente. Finalmente il 23 ottobre giunse l'ordine di mobilitazione per il III battaglione del 1" Granatieri. Le operazioni vennero ultimate alle ore 17 del 25 ed il battaglione si mobilitò con tutti i disponibili. Ogni compagnia ricevette dalle altre restanti in Patria i necessari rinforzi, per raggiungere la forza di 191 individui prescritta dallo speciale bol-


166 lettino di mobilitazione. La 9• ebbe uomini dalla 1• e dalla 5" compagnia; Ja IO" dalla 2° C dalla 6" e COSÌ di seguito. Tra i 191 uomin i di ogni compagnia erano naturalmente compresi i sottufficiali, i caporali e gli specialisti di allora, limitati ai trombettieri, zappatori, portaferiti cd attendenti. Gli ufficiali erano <1uattro: il capitano comandante e tre comandanti di plotone; il quarto plotone di ogni compagni;) era comandato da un sottufficialc. Il battaglio ne fu inquadrato da 21 ufficiali: 16 per le quattro compagnie e 5 costituenti lo stato maggiore di battaglione c cioè: il comandante, l'aiutante maggiore, i due medici e l' ufficiale addetto al vettovagliamento. Gli uomini di truppa furono complessivamente 804, dei quali 40 conducenti e scritturali addetti al Comando . [n quanto ai quadrupedi ogni battaglione ne ebbe 35, dei quah 10 muli da salma, 16 da tiro e 9 cavalli per gli ufficiali montati. Il carreggio comprendeva 8 veicoli no n regolamentari, di tipo !>iciliano: carreggio. tiuestu, moho più leggero cd adatto ai terreni sabbiosi della Libia. Nelle compagnie rimast<: alla sede i soldati facevano a gara per partire cd i subalterni, che avevano chiesto tutti il trasferimento al fi l hattaµ;lione, avrebbero dovuto venire sorteggiati. li battaglione venne comandato dal maggiore Eugenio G·regori, col tenente Aldo Osti come aiutante, i sottotenenti medici Antonino Lopresti e Mauro Marca.n toni<i. Le quatt ro compagnie erano comandate dai capitani Gi useppe G h ieric:iti . Oreste Moreschi, Nicola Arim u11di e Lorenzo Calab ria, coi ~uba!terni Nosati, Ardissone, Rainaldi, Rossi, Magrì, Andreini, Pesci, Ferrari, Casabassa, Bianchi, Le Metre e Duse. Ufficiali tutti da molti o da pochi anni nei Granatieri, a seconda delle vicende della loro carriera; ma tutti impaz ienti di combattere. Il mattino del 25 il generale Pollio, accompagnato dal generale di brigata Tassoni , si recava alla caserma Ferdinando di Savoia per salutare i partenti, suscitandone l'entusiasmo. Alla iera il battaglione, riunito in armi nel cortile della caserma, veniva presentato al comandante del regg imento, colonnello Serra che, fatta portare a ~è la bandiera, simbolo delle passate glorie, vatici nava le future che a l regg imento avrebbero procurato i partenti nella g uerra di oltre ma re. Indi, accompagnato da tutti i Granatieri e dal popolo entusiasta, j] battaglione si recava alla stazione, partendo alle 22 per Napoli. Pochi minuti prima che il treno si muovesse, il generale Pollio personalmente consegnava al maggiore Gregori un


plico chiuso, da aprirsi in alto mare e contenente la destinazione del reparto. Molte ipotesi furono fatte al riguardo: alcuni parlavano di spedizione alle isole dell'Egeo; altri, invece, di un semplice rinforzo alla gùarnigione di Tripoli, dove, proprio in quei giorni, i nostri, assaliti da numerose orde nemiche, combattevano le sanguinose giornate di Sciara-Sciat, che facevano prevedere quanto l'impresa sarebbe stata difficile e lunga. Il 26 mattina, giunto a Napoli, il battaglione riceveva dal Deposito delle truppe d'Africa mantelline, elmetti, carrette, muli ed alle ore 16 cominciava l'imbarco sul piroscafo San Giorgio. Ricevuto il saluto del Duca di Aosta, la nave salpava alle ore 21 e, due ore dopo, il maggiore Gregori apprendeva che il battaglione era destinato a Tripoli, la città che, il 28 mattina, appariva agli occhi ansiosi dei Granatieri, coi suoi bianchi minareti, tra il verdeggiare delle palme.

In quello stesso giorno giungeva a Napoli il III battaglione <lei Granatieri che, mobilitatosi anch'esso il 26. era partito il giorno dopo, salutato con lo stesso entusiasmo. 11 battaglione era formato nello stesso modo del III del 1" reggimento. Ne era comandante il maggiore Grazioli, aiutante maggiore il tenente Pericoli, addetto al vettovagliamento il tenente Liberati, medici i tenenti Pazzi e Modestini . Le quattro compagnie erano comandate dai capitani Villoresi, Gaveglio, Rossi Arturo, Dina. Erano comandanti di plotone i signori Boccacci, Rusconi, Bozzoni, Melotti, Moioli, Bindi, Rocchi, De Albertis, Croce, Calza, Maciati e Luraschi. Il 30 ottobre la nave Liguria entrava alle ore 16 nella rada di Tripali e subito avveniva lo sbarco. · Tra le numerose manifestazioni di affetto date ai partenti, degna di menzione fu la lettera diretta dal maggior generale Bertinatti, presidente del Museo dei Bersaglieri, al maggiore Gregori in data 25 ottobre; lettera rivelante i profondi vincoli di cameratismo esistenti tra Granatieri e Bersaglieri. Ecco il documento: << Il battaglione ai suoi ordini parte oggi per raggiungere j valorosi compagni della Marina e dell'Esercito su quelle terre che il diritto d'Italia ed il sangue dei prodi hanno consacrato aJla Patria. Parte in rappresentanza di ouei forti Granatieri, che a noi dettero Alessandro La Marmora e che; da oltre due secoli e mezzo, in servizio della Patria, hanno scritto 2"


sulle loro bandiere miracoli di valore e di v1rtu. Le:: giunga <..1uindi, signor Comandante, per lei, per i signori ufficiali. per i Granatieri tutti, il più caldo e affcLt11oso saluto dei Bersaglieri, dei quali questo Con siglio Direttivo interpreta il ~entimento. In questo saluto, che parte dal cuore, si compendia il più sincero augurio di gloria per i fratelli (;ranatieri e per tutte le iorzc italiane, che così strenuamente richiamano l'attenzione del mondo intero ~ul valore di nostra gente. Evviva j Gr;i naticri ! ,,. Con b partenza dei dut battaglioni per la guerra, un gran vuoto si faceva nella brigata. In attesa dell'arri,·o ddla dassc r89r, le casenne rimanevano malinconicamente deserte cd i rimasti non 11lllrivano altr:1 spcran1.:i che (Juclb di poter raggiungere i compagm più fortun ,1ti , ~111 t<';1trn delle opera 7.Ìf1ni.

Nell'oasi tripolina. Il periodo di permanenza nell'oasi fu tra i pii1 aspri e difrìrili dd ia c1111pag n.1. Se nella peni sola di \facahcz i Grana tieri ~offrirono poi molw per il clima <1'-lile e per i foni calori c~tivi, appena sbarcati in L ibia, turono soggetti all'iniezione colerica, che:: in pochi giorni condusse a mo rte il maggiore Grcgori, l'aiutante maggion.· Osti e parecchi uomini di truppa. Nei primi lcmpi i Granatieri furono impiegali m:lla ~ncrvanle g-ucrra cli trincea, continuamente esposti agli attacch i di un nemico ii1sidio~o. · A malgrado cli ciò, fermi e sereni, sopportarono ogni disa~io ed ogni pericolo e, qua ndo giunse l'ora di muovere rn Henni prima, su Ain - Z:ira poi, cs~i balzarono felici fuori d:i quelle trin cee, dow, con le sofferenze morali e materiali fortemente sopportate, avevano già luminosamente dimostrato la loro devozione al don.'re. Il 28 oi!ohrc, mentre il III battaglione del i'' reggimento g iungeva a Tripoli, erano ancora assai sensibili gli effetti delle giornate dì Sciara-Sciat e di Hcnni, sicchè molto graditi giunsero j rinforzi. Appena sbarrato il battaglione. le compagnie 9" e w · venivano inviate in trincea, alla dipendenza dd colonnello Fara, comandante 1'11 " Bersaglieri; la rn" al nodo stradale di Fcschlum, la 9a in riserva ad Hamura : mentre le altre due compagnie rimasero in Tripoli, a disposizione del comandante la r" Divisione speciale, ge nerale Pecori Giraldi.


I Granatieri delle due compagnie destinate alle trincee ricevevano brillantemente il battesimo del fuoco, combattendo contro i nuclei avversari che venivano a molestarli. Il 30 la 9a veniva rilevata dalla 11'; mentre la 12" continuava a rimanere a Tripoli. Il morbo colerico serpeggiante tra le truppe cominciava a diffondersi nel battaglione del 1°, colpendo il comandante, l'aiutante maggiore ed alcuni Granatieri. Primo a morire fu il tenente Osti, vittima di un male che troncava brutalmente una giovinezza piena di idealità. Nella gioia della partenza ben altra fine egli aveva sognata! Era il primo che pagava il tributo della vita alla Patria e, sebbene non morto combattendo, la sua memoria sarà sempre sacra per i Granatieri. Al calar della sera del 30 ottobre, sbarcava, accampandosi al molo dello Sparto, il battaglione del 2° Granatieri, che il successivo V, in occasione di un allarme, prendeva posizione al villaggio di Dahra, sobborgo ad oriente di Tripoli. Dopo vari spostamenti, il 2 novembre i due battaglioni, assieme ad uno del 63° cd all'intero 2° Bersaglieri, venivano a costituire la brigata mista del generale Del Mastro (1" Divisione speciale), che doveva tenere la linea trincerata, dalle tombe dei Cararnanli, per Feschlum, sino a Sidi Mesri.

Per il successivo 3 novembre il generale Del Mastro ordinava gli spostamenti necessari per raggiungere le posizioni prescritte e conrem poraneamentc riuniva i due battaglioni Granatieri sotto il comando del maggiore Grazioli. Intanto il 2 novembre era giunta la notizia della morte, avvenuta per morbo colerico il 1° novembre, del maggiore Gregori, bella figura di soldato, che avrebbe ben guidato il suo battaglione. Al riguardo, è doveroso ricordare l'opera pietosa ed umana del sottotenente medico dottor Lopresti, del maresciallo Amendola, del capor:il maggiore Crovetto, dei Gr:in::1tieri Visc::1rdi e Zanchettin, che con tanta abnegazione avevano assistito fino alla fine il maggiore Gregori, il tenente Osti e gli altri compagni colpiti dal morbo colerico. Eseguiti gli ordinati movimenti, i battaglioni Granatieri risultavano collegati: a sinistra col 63" Fanteria, a destra con 1'u Bersaglieri; le compagnie 9" e 10', costituenti riserva del generale Del Mastro, a cavallo della strada Dahra - Feschlum, immediatamente ad ovest del cimitero mussulmano. Il 4 novembre i nostri attendevano a rinforzare la linea occupata ed a sgombrare il campo di tiro. 0


La celebrazione dell'anniversario della presa di Gaeta acquistava in Lihia singobre importanza cd induceva .i Granatieri a confermare la solenne promessa fatta, prima di partire, di acquistare ai loro reggimenti nuove glorie. Tali sentimenti, profondi e fervidi nelle anime dei Granati.eri tutti, il mag6riorc Graziali esprimeva al generale Tassoni col seguente telegramma: « Dagli avamposti nelle trincee di Sciara Zavict Fcsch-

Gn111,uieri de{

rosrmi:;cono le trincrc a :\.facabe::..

lum. due bauaglioni miei ordini Ìnviann ki ~ regg imenti cntusiast1c1 salmì per festa nostre gloriose bandiere "· Appunto il 4 novembre si distingueva il Granatiere Luppi Emilio del 2''. da Novcnta Vicentina. ll sottotenente Lurasc bi era con 4 uomini in ossen ·azionc sul minareto di Sciara Zaviet, quando una cannon~ita, colpendolo in pieno, lo distruggev:1. Il maggiore Graziali ordinava allora all'ufficiale di ritirarsi coi suoi uomini, ma, accortosi il Luppi che i compagni avevano lasc iato i fucili tra le rovine del minareto, tornava a prenderli, indifferente al fuoco avversario. Intanto, . :: per la r..::sistcnza opposta dal nemico e per la necessità di c::~tendere le operazioni. si andavano formando nuovi Comandi e, con truppe di recente giunte:: dall'Italia, si costituiva in Tri1xili il I Corpo J'i\rrnata spc:à1Ie, comandato dal gcneralc: Frugoni, e la difesa delle: linee trincerate Sidi Me~ri - mare veniva affidata alla _( Divisione speciale. comandata dal generale Dc Chaurand, nella (jUalc venivano incorporati i battaglioni Granatini.


Mentre sulle nuove posizioni essi attendevano a rafforzarsi, a sostituire il compianto maggiore Gregori giungeva dall'Italia i} tenente colonnello Nicola Raviello, vecchio combattente dell'Eritrea, che seppe farsi amare dal suo hattaglione e lo guidò brillantemente nei diversi combattimenti. Intanto le condizioni sanitarie andavano migliorando e la speranza di uscir presto dalle trincee elevava il morale dei Granatieri. Proprio in quei giorni si venivano ìnìziando piccole ricognizioni di plotone oltre le trincee, allo scopo di studiare e di riconoscere l'intricato terreno dell'oasi, in vista di una prossima avanzata. ln una di tali azioni il r7 novembre rimaneva non gravemente ferito alla spalla il tenente Boccacci del 2° reggimento, mentre dirigeva il fuoco del proprio reparto. Sebbene di lieve entità, queste piccole operazioni, abituando gli uomini al terreno coperto dell'oasi, aumentavano la serie degli episodi gloriosi. L'11 novembre il tenente Le Metre usciva con due plotoni della 12.. del 1° reggimento a proteggere i lavoratori del Genio e si disimpegnava poi brillantemente e con non poca difficoltà da un vivace attacco nemico. Il 20 novembre, il tenente Pesci della rr' del 1 ° reggimento, uscito anch'egli dalle trincee a protezione di lavori del Genio, sorprendeva un gruppo di Arabi, infliggendo loro gravi perdite. Nel pomeriggio dello stesso giorno, spintosi audacemente con _(X)Chi uomini (caporale maggiore Attioli, caporale Pratello, Granatiere Colombo) nell'oasi, uccideva parecchi nemici, catturando numerose armi. Il 23 novembre mentre un plotone della 9• del 1°, comandato dal tenente Ardissone, si trovava fuori delle trincee a protezione dei. soliti lavori, il Granatiere Enrico Cozzi veniva ucciso da una fucilata. All'atto del ripiegamento, i caporali maggiori Repetto e Lanata, coi Granatieri Bregaglio e Spinetti, sotto l'intenso fuoco avversario, trasportavano la salma del compagno. Giunti alle trincee, il Repetto si accorgeva che era r.imasto sul posto il fucile del morto e di sua in iziativa tornava a prenderlo perchè non servisse di trofeo al nemico. Così i Granatieri si preparava no alle prossime imprese.

La sera del 25 novembre giungeva finalm ente l'ordine cli occupare la linea: batteria Hamidiè - Henni- forte Mesri. Il movimento doveva essere preceduto dall' azione delle artiglierie navali, per sgom-


hrarc l'oasi e collegarsi con un attacco avvolgente a cura della 6Abri'.!ata di F ante ria sul fronte Ricovero di mendicità - forte Mesri. I Gra;1aticri do vevano operare tra l'u " Bersaglieri a destra ed il 93" Fanteria a sinistra e precisamente: dal quadrivio di Hcnni escluso alla strad a a sud del cimitero di Rabab esdusa. La Fanteria avrebbe avanzato preceduta Ja reparti esploratori a vista, con le compagnie a plotoni aftiancati: ogni battaglione con una compagnia di rincalzo. 11 m o v; ment; cominci~va il 26 alle 9,30, dovunque ostacolato dal terreno insi d ioso dell 'oasi, e sul fronte del 1 ° Granatieri dalla ostinata difesa fa t ta dal n emico, asserragliatosi in un vasto fabbricato. Questo \'e11iva preso <L1 ~salto dall'11 " compagnia ed il tenente Pesci, con akuni uo mini (caporal maggiore Croci, Granatieri Colombo, De Marco, Cappo ni , Basti a no ni , C hia\•erano), saliva audacemente sulla terrazza del la casa, per Lire C5plodcre nell'interno di essa alcune cartucce di gebtina. Sopraggiungevano intanto zappatori e minatori per distrugg ere il rido tt o n emico e, mentre, per non perdere il contatto con le :ti tn.: tru p pe, il ba ttaglione avanzava con tre compagnie, la 12' rimanev:1 di ~corta ai lavoratori del Genio. Brillavano alfine le mine ed il f:,bl,riL:tlo, saltando per aria, travolgeva nelle sue rovine una quarantina d i Arabi, alcuni d ei quali, scampati alla morte, minacciavano ;,]!e ~palle i nostri. Fu allora che un gruppo di Arabi si gettò contro il te ne nte colo nnello Rividlo; ma il suo stato maggiore (sottotenente M agrì, c he a veva sostituito il tenente Osti, e maresciallo Amendola) lo di fese. m ettendo gli Arabi in fuga. Alle ore 17 i Granatieri raggiungevano le posizioni loru aS!>cg nate, sulle <1uali sos tavano, lieti di avere abbandonato finalmente le trincee di Feschlum. In quella giornata il 2" Granatieri ebbe un morto , il Granatiere Pighin, cd il I'' reggimento un ferito. Degni di essere ricordati tra g li altri il tenente Boccacci del 2 " ed .il Granatiere Casalis del 1" . Il ten ente, come già vedemmo, ferito in uno scontro il 17 novembre, era ali ' o spedale di T ri1xili; ma, saputo il 25 sera dell'operaz io ne c h e si preparava, a notte tarda, abbandonato l'ospedale e ragg iunta la propria compagnia, bcnchè la ferita non fosse ancora chius;-i , prende\'a parte al combattimento. 11 Granatiere Casalis della 10" d el I'' reggimento, durante la marcia nell'oasi , vedendo un Arabo lanciarsi con t ro il proprio caposquadra, sergente Zarich, senza indugio :a:cor reva a d ifesa del proprio superiore. G li ult imi g iorni di novembre trascorsero per i Granatieri nel rafforza me nto delle posizioni raggiunte e nell'attesa febbrile delle nuo\'e opcraztom.


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La sera del 1" dicembre il battaglione del 1° arretrava a Said Gabra, dove il successivo mattino era raggiunto da quello del 2° e tutti e due, la sera del 3, si dislocavano nei pressi della caserma dì Cavalleria. Così finiva per i Granatieri il periodo della guerriglia ncll 'oasi; periodo durato poco più di un mese. Rotti ormai alle insidie del nemico, essi anelavano alla battaglia in campo aperto e vi si preparavano con a rdore. L'eroismo in combattimento è bello cd ammirevole; ma si sviluppa in un ambiente di entusiasmo; le cure pietose ai colerosi costituivano, invece, una forma di eroismo che si affermava tra insidie, pericoli e gr:wi sofferenze. Onore quindi a coloro che, con tanta generosità ed amorevol ezza , resero moralmente meno angosciosa la fine dei commilitoni , caduti anch'essi per la Patria, anche se non nel tumulto ddb banaglia e nell'ebbrezza della vittoria.

Il combattimento di Ain-Zara. Sgombrata ormai l'oasi da ogni insidia, resa sicura la regione del la Menscia, il Comandante in capo del nostro Corpo di spedizione, generale Canèva, aveva in animo di procedere verso l'interno, avendo per obbiettivo il campo di Ain - Zara, da dove il nemico continuava a molestarci. L'operazione fu affidata al generale Frugoni , il quale, mentre una parte delle truppe doveva rimanere nelle trincee, avrebhe dovuto marciare sulla meta con più colonne. La sera del 3 dicembre, mentre i Granatieri si trovavano presso la caserma di Cavalleria, il r~ reggimento ricevette dall ' Italia i complementi , destinati a ripianare le perdite subite . .Il 4 mattina, alle ore 5,30, i Granatieri muovevano dal proprio campo, sotto pioggia battente, facendo parte della brigata mista Lequio, che doveva puntare su Ain - Zara , risalendo la valle del Megenin. Il nemico, dopo avere resistito alle avanguardie delle nostre colonne, non o ppose ulteriore resistenza e fìnl per dileguarsi verso sud. I battaglioni Granatieri, benchè sottoposti al tiro delle batterie turche, non ebbero occasione di impegnarsi a fondo, n è subirono perdite. Sostarono la sera. con le altre truppe della brigata mista , a non molta di stanza Ja Ai11 - Zara, passando h notte al bivacco, in pieno deserto. Il 5 dic1:mbre il movimento fu ripreso ed alle 7 Ain - Zara veniva oltrepassata dai Granatieri, che continuarono la marcia verso sud, distruggendo campi nemici e catturando armi e munizioni.


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Alle ore 14 fu iniziato il ripiegamento ed alle r7,30 i Granatieri accampavano in Ain - Zara, disponendosi in quadrato sul fronte meridionale, presso alcuni stagni, e coi fianchi appoggiati alle alture. sulle quali erano in posizione 2 batterie da montagna.

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La conquista di Ain - Zara conseguiva un tangibile risultato nella condotta delle operazioni e la notizia del successo veniva entusiasticamente accolta in Italia. Il generalissimo Canèva, il 6 di.c embre, ri volgeva a tutti j suoi dipendenti, e quindi anche ai Granatieri, il segradita ricompensa ai disagi ed alle fatiche guente ordine del <1Ìorno, ' ~

sopportate durante l'operazione.


,, Ufficiali. sottufficiali, caporali e soldati del Corpo d i spedizione. << Il giorno 4 le nostre truppe riuscirono a misurarsi con quelle regolari turche, andandole a cercare e ad attaccare nelle posizioni trincerate di Ain - Zara. Jn no ve o re di ava nzata irresistibil e, cominciata sotto pioggia battente e proseguita con slancio c pertinacia a mmirevoli , attra,,erso k sabbie acquitrinose del deserto, le nostre truppe cacciarono i regolari turchi dalle loro successi ve posizioni preparate a difesa e li travolsero in fuga precipitosa e disordinata , insieme con le grosse orde arabe con essi combattenti. a Sette ca nno ni, molti fuci li e materia li di ogni specie dovettero dai Turchi essere abbandonati sul campo e giungeranno oggi al castello di Tripoli , trofei tangibil.i della nuova vitto ria italiana. (< L e truppe di Tripoli, dopo averne, d uran te 50 giorni, fra le difficoltà degli sbarchi cd i d isagi delle i ntem perie, respinto ripetutam ente e sang uinosam ente gli ass~ilti, hanno ora travo lto viole ntemente la rcsisten7.a nemica nelle trincee turche di Ain - Zara. " Esst" hanno ben m eritato della g ran Patria lontana ».

11 combattimento di Bir Tobras Presa Ain - Zara, i battaglioni Granatieri \·ennero impiegati nei lavori necessa ri per proteggere t: di fe ndere la nuova posizione da eventuali ritorni offt:nsivi del nemico e nella costruzione di un fo rte permanente, terminato il quale, dopo avervi lasciato un conveniente presidio, il g rosso delle truppe sarehhe stato riti rato ed impiegato altrove. E ra, inoltre, necessario riconoscere il paese all'interno per avere no tizie sul nemico cd i G ranatieri eseguirono anche alcune ricognizioni , riportando al campo numerosi materiali abbandonati nel deserto ; tra g li altri ve nne ricuperata una carretta dell' 11 ° Bersaglieri, presa dag li Arabi nelle giorna te di Sciara-Sciat. Inoltre i battaglioni furono impiegati in servizio di scorta alle colonne, che si recavano a Tripoli a prelevare viveri, muni zioni , materi:-1li va ri occorrenti alle truppe. li I 2 dicembre i Granatieri furono destina ti :igli avamposti, di slocati su una linea di alture a circa 1500 m etri a sud di Ain - Zara in una serie di ridotte per compagnia, vigilando sulle carovaniere per il Garian e per T arhuna. Il 1° Granatieri era sch ierato a destra, il 2 ° a sinistra. con sci compag nie in prima linea e due in riserva.


La sera del 18 dicembre il Comando di Ain - Zara decideva dì fare eseguire l'indomani una. ricognizione verso Bir Tobras, allo scopo di liberare alcune famiglie di indigeni che avrebbero voluto sottomettersi a noi, se i Turchi non l'avessero impedito. La colonna, composta di due battag lioni dcll'u " Bersaglieri, di una sezione di Artiglieria da montagna, del battaglione del 2 ° Granatieri , agli ordini del colonnello Fara, lasciava il campo alle ore 2,30

La colo1m11 dei feriti di Bir Tobra.;.

dd 19 mattina. Do1x> una marcia assai faticosa, verso le r r del mattino, avvistato il nemico presso l'oasi di Bir Tobras, i nostri lo attaccavano vigorosa mente. Dopo alcune ore di combattimento, poco dopo le 16, la colonna sostava in quadrato su una altura, dove subiva, respingendoli, i ripetuti contrattacchi del nemico . . Nella giornata, ricca di brillanti episodi, i Granatieri del 2Q scrissero una nuova pagina di gloria. Tutti furono all'altezza della situazione, ma un particolare ricordo meritano il caporal m aggiore trombettiere Capponi cd ìl sottotenente Bozzoni. li primo, inviato dal maggiore Graziali a recare un ordine, ritornando al proprio posto, veni va gravemente colpito al capo e ad un suo compagno che voleva soccorrerlo, serenamente diceva: <1 Lasciami, corri piuttosto dal mag-


178 giore ed assicuragli che ho portato l'online i1 . Il sottoténente Bozzoni, alla partenza del battaglione, era a Tripoli per serviz io; tornato ad Ain - Zara e saputo che il suo reparto era partito, senza indugio, in forcato un cavallo, galoppava attraverso il deserto insidioso, finchè raggiungeva i propri compagni. E ssendo poi le truppe fortemente 11npegnate ed urgendo al colonnello Fara far conoscere al Comando della 1 • Divisione la situazione e la necessità di inviare soccorsi, si rivolgeva al Bozzoni, chiedendogli se si sentisse capace di tornare ad Ain - Zara, recando un biglietto per il Comando, e lo avvertiva che dal felice esito della missione dipendeva la salvezza dell'intera colon na. Il giovane ufficiale annuì con entusiasmo cd eccolo di nuovo a galoppare, attraverso le lince degli Arabo - Turchi, fino ad Ain - Zara, da dove tornò verso Bir T obras, guidando la colonna dei rinforzi. Ricevuta la comunicaz ione del colonnello Fara, il comandante della 1 : D ivisione faceva, infatti, partire, agli ordini del generale L equ io, una rnlo nna composta del battaglione ddl '1 , <• Bersag lieri ancora disponibile, del battaglione Alpini Fenestrelle, dì quello del l'' Gra natieri, di 2 balterie da montagna e di mezzo S(JUadro ne CavaHeggcri di Lodi. Queste truppe mossero la sera del 19 dicembre alle ore 20,w e, dopo una marcia resa difficile.: dall 'oscurità il ge nerale L equio, temendo di non potere raggiungere l'obbiettivo, sostava fino alle prim e luci delralba. Ripresa l'avanzata dopo circa due o re, incontrava il distaccamento dd colo nnello Fara. Questi , la sera del 19, aveva raccolto le sue truppe in quadrato, seguitando a respingere g li attacchi nemici c. nel cuo r della notte, eludendo la vigilanza degli Arabi, aveva iniziata la ritirata, felicemente compiutasi con l'incontro con la colo nna di soccorso. Nella giornata del 19 il 2 ° Granatieri aveva avuto 4 morti, sepolti sul campo, e 26 feriti , tutti trasportati indie tro ; tra essi il capitano Gaveglio, comandante la 10;> compagnia. li 22 dicembre i due battaglioni Granatieri , d a dieci giorni agli avamposti, rientrava no nel campo trincerato di Ain - Zara. lvì si chiudeva per essi l'anno 19II, dopo che, in d ue mesi <ii ca mp:1g na , :wevano dimostrato cl.i esser e degni delle loro trad izio ni e fieri di partecipare ::ilrimpresa, destinata a rendere più g rande e più forte la Patria.


lii.

LA CAMPAGNA DEL 1912

Mentre i lavori del forte di Ain - Zara progredivano, le truppe della I .. Divisione venivano richiamate a Tripoli cd il 5 gennaio 1912 il III battaglione del I'' Granatieri tornava nei pressi della caserma di Cavalleria e veniva impiegato nella costruzione della linea ferroviaria Tripoli-Aio-Zara. Il IIJ battaglione del 2° reggimento, rimasto ad Ain -Zara, continuava, invtce, a lavorare alle fortifiG1zioni , vigilando sul fronte sud. Il battaglione del 1~ Granatieri, nella sua nuova dislocazione, faceva parte della brigata mista affidata al generale Fara, promosso per merfro di guerra il 25 dicembre 19II. Il 18 gennaio, essendo intenzione del Comando del Corpo d' Armata di occupare stabilmentt l'oasi di Gargaresc, ad occidente di Tripoli, una colonna, composta del 52" Fanteria, del battaglione del 1" Granatieri quale avanguardia, di una batteria da montagna e di due squadroni Guide, muoveva alk ore 7 dal fortino C, avendo per obbiettivo le cave di pietra, nei pressi delle quali si do vevano costruire opere di fortificazione, per dare maggior respiro alla piazza di Tripoli. .

Il combattimento di Oargaresc. La marcia si svolgeva indisturbata, quando il nemico aprì jl fuoco contro gli squadroni delle Guide. Respinta questa prima resistenza, il battaglione Granatieri d'avanguardia proseguì la marcia, facendo esplorare l'oasi da una compagnia e prendendo poi posizione su alcune dune, a circa 2.500 metri dall'estremità occidentale dell'oasi stessa, a protezione dei lavoratori del Genio. In tale situazione alle ore 12 vennero avvistati nuclei nemici, avanzanti contro il lìanco sinistro del battaglione di avanguardia ed


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alt ri reparti provenienti dall'oasi di Zanzur, della forza complessiv:1 di un migliaio di uomini. Subito il tenente colonnello Riviello informava il comandante della colonna, c he: trovavasi presso la torre di Gargarcsc e che ordina va il ripiegamento del battaglione, non avendo la colonna il compito di combatte re. Tale ordine giunse, penì, quando gi21 i Granatieri si era no impegnati per trattenere l'avversario. Quindi il ripiegamento fu eseg uito a scaglioni di compagnia, facendo contemporaneamente fromc verso ovest e verso sud, per evita re g li avvolgimenti. Alle ·14,30 il battaglione, gi unto al margine dell'oasi di Gargaresc, sos tò per un brc\'c riposo. A fronteggiare una minaccia nemica, tra l'oasi cd il m an;, furono destinate le compagnie 10" e 12" . Verso !e ore 16, dopo una carica degli squadroni Guide, i Gra nati eri cd alrnnc compagnie del 52~ Fanteria mossero al contrattacco, re~pingc nd(J l':1v\'c rs:1rio, che finì per dileguarsi. L·azio nc na durata 5 ore ed i Granatieri avevano avuto 2 morti e 2 1 frriri. Come il combattimento di Bir Tobras per il battaglione del 2 " rc~gi mrnto, così quel lo di Gargarcsc fu ricco, per quello del 1" . di ~loriu~i cpi~odi . D egni di essere ricordati il tenente Nosati cd ii tro111bctt icre Esposito della (/' compagnia, che nel ripiegamento riw,civano a trarre in salvo un ferito sotto l'efficacissimo tiro dd nemico: il tenente t\rdissonc, comandante della sezione mitragliatrici, ed il Gr;rnaticrc Ruhatto della stessa, che si ritiravano lentamente. tra sportando ::i spall a una delle armi, che. non si era potuta someggiare. A tarda stra il battaglione rientrava ai propri alloggiamenti. li 20 g~nn:,io il battaglione del 1 '' Granatieri si trasferì alle trincee della Bu Meliana, precisamente l;1 dove il comandante Cagni aveva respi nto, coi suoi marinai, i primi attacchi degli Arabo - Turchi, e vi trascorse il mese di febbraio in grande attività, alternando lavori di fon ifìcazionc con esercitazioni tendenti ad addestrare le truppe al combattimento nelle regioni desertiche. Così il battaglione veniva special ment e ese rcitato a marciare in colonna doppi:i. co n le com pa_?nic più o meno intervallate e distanziate, avendo al centro le mirragliatrici e le salmerie ; formazione, questa, che re ndeva possibile un rapido spiega mento ed un 'azione di fuoco in tutte le direzioni e che brn .\Ì opponeva alla tattica dell'avversario, tendente sempre all' a\'\'Olgimemo. Si trattava, in sostanza, delle stesse formazioni tattiche g iJ adoperate, in situa;,,ioni e terreni analoghi, dal Buonaparte in Egitto cd in Siria negli anni 1798 e 1799 e, più tardi, anche dai Francesi nella lunga guerra in Algeria.


Terminato il forte cli Ain - Zara e lasciatovi un conveniente presidio di due battaglioni del 50° Fanteria con Artiglieria, il 6 marzo la 1" Divisione rientrava a Tripoli. 11 battaglione del 2'' Granatieri si dislocava nel sobborgo di Dahra, con l'incarico di presidiare con una cqmpagnia il castello del Governatore e di fornire le guardie ai Comandi ed agli stabilimenti militari. Lo stesso giorno il hattaglione del 1'' Granatieri, rientrando alla brigata mista Leguio, veniva destinato in riserva presso Hod cl Migrab. Pochi giorni dopo il maggiore Grazioli, richiamato nel Corpo di Stato Maggiore, veniva sostituito, nel comando del battaglione del 2°, dal capitano Moreschi, promosso maggiore. Si cominciava, intanto, a parlare cli nuove spedizioni con obbiettivo : secondo taluni le plaghe costiere della Libia non ancora occupate; secondo altri le coste del l'Asia minore o le isole dell'Egeo. Il 27 marzo g iungeva il preavviso che i due battaglioni Granatieri, agli ordini del tenente colonnello Riviello, si tenessero pronti a partire al primo cenno per ignota destinazione, senza mitragliatrici, nè quadrupedi, nè carreggio e con la dotazione individuale di cartucce notevolmente aumentata. In conseguenza di tale preavviso, il battaglione del 2°, rilevato da uno del G° Fantcri.1 nd 1,crvi/,io ddla pi;,zza di Tripoli, veniva ad accamparsi anch'esso ad Hod el Migrah, presso quello del 1" reggimento.

La dimostrazione di Zuara e lo sbarco a Macabez. Alle 16 del 4 aprile un ordine telegrafico prescriveva che i battaglioni Granatieri si recassero immediatamente a Tripoli per imbarcarsi sul trasporto ndeggiato Sannio. Nella sera oscura e tempestosa, col mare avverso, superando difficoltà di ogni genere, tre compagnie col Comando dì battaglione riuscivano ad imbarcarsi. L 'i ndomani venivano raggiunti a bordo dalla 12', dal battaglione del 2ij e dalla batteria del capitano Rono. Compiutosi l'imbarco, si attendeva di salpare; ma il piroscafo rimaneva sempre all'àncora. Finalmente, la sera dell'8 aprile, il Sannio salpava, unitamente alle navi da guerra Carlo Alberto e Marco Polo, agli incrociatori ausiliarì Città di Siracusa e Città di Catania, ai trasporti Toscana cd Herculc., e ad una squadriglia di. torpediniere. La destinazione era ignota; ma, uscendo dal porto di Tripoli, la squadra naviga va verso occidente, poichè l'obbiettivo della spedizione

13 .


era la misteriosa Zuara, già minacciata inva no, nel mese <li gennaio, dalla brigata Buonini. Mentre la 5~ Divisione (generale Garioni), di nuova formazione, doveva sbarcare n ella penisola di Macabe1., per sbarrare le carovaniere ed impedire l'affluenza ai campi arabo- turchi, di vettovaglie e di munii.ioni dalla Tunisia, alla squadra era comm esso l'incarico di bombardare Zuara, ri chiamando l'attenzione del nemico con dimostrazioni di sbarco fatte dai Granatieri. Esq:,ruite le dimostraz ioni , questi dovevano tornare a Tripoli ; m a il caso decise diversamente. Comunque i Granatieri lasciavano, partendo da Tripoli , un ottimo ricordo pe r i servizi prestati e per il modo com e si erano comportati nelle molteplici azioni, come venne rico nosciuto dal generale Dc C haurand, nella lettera indirizzata al colonndlo Rividlo, in data 4 aprile 1912: ,< Non vengo all'imbarco a salutare Lei e i due battaglioni G ra natieri , p<:r evitare una soverchia pubblicità ad un fatto che dovrebbe, per quanto possibile. passare inosservato. Faccio i voti più fe r vidi che lJUella (1ualsiasi 9perazione che sarà loro affidata abbia un brillante ed efficace risultato e mc ne danno sicuro affidamento le sal J 1.: tf ual ità militari che ho potuto apprezzare nei due battaglioni e che mi f;1nno desiderare di ri averl i ai miei ordini diretti, appc n;i :idempiuto il compito loro affidato. Le stringo la m ano e la prego salutarmi cordialmente tutti gli uffi ciali dei. due battaglioni " · All'alba del giorno 9, giunta la squadra innanz i a Zuara, la Carlo A lberto e la Marco Polo aprivano il fuoco contro l'abitato e l'oasi che lo circonda. Verso le IO del mattino gli apparati r adioteleg rafi ci seg nala vano la squadra Bore~1 · Ricci in navigaziùne a 70 mig lia dalla penisola di Macabez, dove doveva sbarcare la Divisione Garioni. Il IO mattina cominciava la dimostrazione di sbarco, per convincere il nemico della noslra intenz ione di attaccare Zuara e, mentre il bombardamento si andava intensific:mdo, le truppe scendevano nelle lance e navigavano verso la costa, per tornare quindi ai rìspi::ttivi trasporti. Nell a g.i ornata i primi elementi della Divisione Garioni, preceduti da compag nie da sbar co della Marina, prendevano intanto felicemente terra a Macabez; la dimostrazio ne davanti a Z uara era dunque perfettamen te riuscita ad ingannare l'avversario sul vero punto dello ~harco. Il r 4 aprile il Sannio veniva chiamato a Macabez, dove i Granatieri avrebbero dovuto sbarcare l'indomani ; ma la violenza del mare rendeva .i mpossibile qualsiasi tentativo e soltanto pochi uo mini riu~cirono a sce ndere a terra. Vista la impossibilità di sbarca re, il Sannio


riceveva l'ordine di ritornare a Tripoli, dove i Granatieri avrebbero sbarcato gli uomini della classe 1888, da inviare in congedo, ed :1vrebbero imbarcato i cavalli, i muli, le mitragliatrici ed i materiali lasciati nell'oasi la sera del 4 aprile. Ma anche a Tripoli, a causa del viòlento fortunale che imperversava in quei giorni sulle coste libiche, non fu possibile compiere alcuna operazione; sicchè, data l'urgenza

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La penisola d i Mac;1bez.

di aumentare le forze della Divisione Garioni, la sera del 18, il Sn11uio ripartiva per Macabez, arrivandovi il successivo 19. Questa volta il mare, ridivenuto tranquillo, permetteva lo sbarco dei Granatieri, che lasciavano a bordo i compagni della classe 1888 destinati a rimpatriare. Dopo quasi 6 mesi di campagna questi si accingevano a ritornare in Italia e, per quanto soddisfatti, si distaccavano dai propri ufficiali e dai camerati destinati a continuare la campagna con un profondo senso di rammarico. Una bottiglia, buttata dal Sannio alla costa e per caso raccolta dal tenente Tonini) conteneva un saluto dei congedandi ai propri ufficiali: modesto, ma sicuro


documento di devozione e di fedeltà, indice aneli ·esso dell'alto spirito di Corpo dei Granatieri di Sardegna. Così il 19 aprile la lunga crociera sul Sannio, resa movimentata dagli imbarchi e dagli sbarchi disagiati, dai bombardamenti e dalk dimostrnioni nav:ili, si chiudev:1 con lo sbarco dei. G ranatieri su un nuovo tratto cii costa nemica appena occupato, dove tutto era da . . . .1ncom I nc1arc.

La penisola di Macaba è· una lunga lingua di terra che presso Sidi Saìd si distacca d:11la terra ferma, protende ndosi per alcuni chilometri sino al capo omonimo, limitata a settentrione, ad oriente e ad ou:idcntc dal nw re aperto ccl a sud della ba i:1 di Ferua, vasto specc hio d':ic<1ua assai hass:1, na viga bile. per le piccole imba rcazioni, soltanto nella p:1 rtc più occidcntak. L1 penisola , pri va di aClJUa potabile, inadatta alla vita vegetale cd animale, non offriva alle truppe alcun conforto: ma doveva costituire la zo na di partenza per le future operazio ni. li '' ) :1prik , h:1tta1ilioni del (;o'', il V I h:1tr:1g lionc :iso ri nilrc:i , con alcune hanerie, ()Ccup:1vano il campo trincerato, allora in embrione, di 13uchemcz, al con1J ndo del (Olonnello Cavaciocchi ; il II battaglione dd 60° cd il XXVUI battaglio ne Bersaglieri con due batterie, sotto il generale Lcquio, ocrnpa\·ano le 1rincec della penisola, fronte a Sìdi Said , a protezione della base di sbarco. Verso il limite occick ntale ddla penisola una com pag nia in a\'arnposti vigilava contro le minacce a\'versaric, ancora possibili anche dal mare. Il battaglione del 1" Granatieri ~i ;1cc:1mpava ad un chilometro dalle trincee, quak riserva: mentre quello del 2° prendeva posto presso la b:ise di sbarco, alla diretta dipendenza del Comando della <;" Divisione. Le frequenti .piogge di q uello scorcio di aprile, i molti l:n ori di trince:1, lo sbarco dei rn:iteriali, b forza J ei li:tt1aglioni rela tivamente scarsa, per effetto del congcdamento della classe 1888, misero a dura prov:.i il morale dei soldati .: ma esso rimase sempre :ilto, anche per gli incitamenti e per l'esempio degli ufficiali . Il 23 aprile gli Arabo - ' l\1rchi, in forze rileva nti, attaccaro no energic1mcntc Buchcmez ed alle 9,30 il battaglione dd 1·· Gra natieri venne destinato alle rrincce della penisola, per rilevare il XXVIII battaglione Bersaglieri. spintosi ava nti sino ali'i stmo, presso Sidi Said , allo scopo di minacciare il fianco destro e le spalle dell'avversario. li


r85 battaglione non ebbe però occasione di intervenire direttamente nel combattimento, che si svolse attorno a Buchemez fino alla sera, terminando con la rotta completa delravversario e con la distruzione dd marabutto di Sidi Said, bombardato dai pezzi da 305 cldla Divisione navale Borea - Ricci. Il 28 aprile il II battaglione del 6o" Fanteria raggiungeva il reggimento a Buchemez; quello del 1'' Granatieri occupava i trinceramenti della penisola; mentre quello del 2° continuava a rimanere alla base di sbarco. Il 2 maggio giungevano finalmente dall'Italia i complementi della classe 1889 che, saldamente inquadrati con gli uomini del 1890, g ià rotti ai disagi della guerra, si ambientavano rapidamente. Due giorni dopo i battaglioni erano raggiunti dalle sezioni mitragliatrici, dai lJUadrupcdi e dal carreggio che. come si è già detto, erano rimasti nell'oasi di Tripoli. Tutto il mese di maggio trascorse per i Granatieri in faticosi lavori, dedicati al rafforzamento del terreno, alle strade, alla base di sbarco, ed in frequenti ricognizioni. Assai spesso, allo scopo di conoscere le intenzioni del nemico o di catturarne le carovane provenienti d::ilb Tunisia, il presidio di Buchemez faceva frequenti sortite, impeg nandosi con l'avversario, ed intanto venivano inviate, in app<>ggio indin.:tto e lontano, truppe dalla penisola all'istmo sotto Sidi Said. A tutte queste operazioni parteciparono sempre i Granatieri che, se non ebbero mai occasione di impegnarsi a fondo, sopportarono però sempre con abnegazione ogni fatica, resa più grave dai forti calori estivi e dalla limitata razione indi viduale dell' acgua, tr:1sportata dall'Italia con le navi cisterna.

Il combattimento di Sidi Said. Pocù oltre la mclà dì giugno incominciarono i preparat1v1 per occupare Sidi Said. Era intendimento del Comando della DiYisione di condurre l'attacco dalla penisola di Macabez e da Buchemez, con nionc avvolgente, preparata cd appoggiata dal tiro deJle artiglierie di terra e di mare. Per detta impresa venivano da Tripoli l'i ru Bersaglieri, il VIl hattaglione Ascari-eritrei , nonchè una compagnia ciclisti. Il 26 giugno mattina usciva dai trinceramenti della penisola la colonna L<x1uio, preceduta dal battaglione del l'' Granatieri in avanguardia, e compos1·a di due battaglioni ddl'n " Bersaglieri , di una


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batteria da 75, di una sezione obici da 149, di una compagnia Genio di una sezione sanità, allo scopo di procedere ali 'occupazione ddk dune domin;1nti l'istmo di Sidi Said e di proteggere da attacchi nemici la costruzione di una rido tta, che doveva sorgere tre chilometri ad oriente dai trinceramenti della penisola. Alle ore 5 il 1° Granatieri occupava le posizioni prestabilite e subito i Bersaglieri iniziavano la costruzione del forte. che richiedeva l'intera giornata. Scarsi e

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su Sidi S.ii,I.

nuclei nemici si presentarono sulla fronte; ma furono presto ricac<. iati dal fuoco delle compagnie di prima linea (10" e 12'); nonchè della sezio ne mitragliatrici. Sul far della sera, ultimata la costruzione ddl'opna, le artiglierie aprivano un intenso fuoco contro numerosi nuclei avn:rsari, che corona\'ano le alture di Sidi S:1id. Alla sera la colonna Lcquio ripiegava senza perdite nei trinceramenti della penisola, lasciando un battaglione dcll'ci"' Bersaglieri a presidio del fortino avanzato. Lo stesso giorno 26 .il battaglione del 2 " Granatieri, lasciato alla base un piccolo distaccamento, traghettava la baia di Fcrua per operare con le truppe di Buchemez. li 27 g iugno i Granatieri del r" av;rnzayano di nuovo verso il fortino, a rincalzo del presidio; m entre l'azione principale doveva S\'olger!>Ì da Buchcmcz. lnfaui alk ore 5 due colonne lasciavano il


campo trincerato: quella di sinistra, lungo la spiaggia della baia di Ferua, composta di 2 battaglioni del 6o di quello del 2 " Granatieri, di 2 batterie da montagna, di I da campagna e dei relativi servizi; ~uella di destra, più all'interno, composta dei battaglioni eritrei VI e VII, di un plotone meharisti e di una compagnia ciclisti. Le colonne dovevano occupare l'altura chiamata del Guado, perchè prossima ad un passaggio attraverso la baia, e costruirvi un'opera di fortificazione, che sarebbe risultata alla stessa altezza di quella costruita il giorno prima sulle dul)e dominanti l'istmo. Alle 7, prima gli Ascari, poi il 6o", si impegnavano col nemico e, respintolo, rimanevano a protezione della costruzione del forte sull'altura del Guado, costruzione affidata al battaglione del 2" Granatieri. Durante i lavori , il battaglione ebbe 3 feriti leggeri ed I ufficiale, il tenente Rusconi, contuso alla gamba sinistra. U ltimata la costruzione del forte, il battaglione vi restava di presi<lio; mentre le altre truppe rientravano a Ferua ed il battaglione del 1° Granatieri rioccupava i trinceramenti della penisola. Così, nelle due giornate, le nostre truppe avevano guadagnato terreno verso Sidi Said e, col fuoco vivacissimo dell'Artiglieria, avevano cominciato a demolire le difese nemiche. 0

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Si trattava ora di avanzare alla conquista di Sidi Said, azione fissata per il 28 giugno. L'attacco doveva -farsi contemporaneamente dalla colonna Lcquio direttamente su Sidi Said, attraverso l'istmo; dalla colonna Cavaciocchi verso le alture di Ras el Ma. L'azione doveva essere preceduta dal fuoco delle artiglierie di terra e da quel!c delle navi Carlo Alberto, Iride ed Ardea. Sorgeva appena l'alba del 28 che già i cannoni cominciavano a far sentire la loro voce potente e poco dopo, dal fortino dell'istmo, il generale Lcquio avanzava col battaglione del 1 ° Granatieri, coi Bersaglieri e con gli Ascari. Alla stessa ora il colonnello Cavaciocchi, lasciato il battaglione del 2'' Granatieri nel fortino dcli' altura del Guado ed uno cfel 60" a Buchemez, avanzava con gli Ascari ., coi Bcr~aglieri e col 60ft Fanteria. Sotto un sole ardente la colonna Lequio attraversava la sebca di Sidi Said e subito ingaggiava vivace combattimento col nemico, trincerato sulle alture. Impegnati frontalmente dalle truppe del generale Lequio, attaccati sul la loro sinistra da quelle del colonnello Cavacioc-


188 c hi, gli Arabi finivano col volgere in .disordinata fuga ed , alle ore 8,30, il Tricolore svento lava stil marabutto di Sidi Said, tra g li evviva d ei presenti. Data la rapidìd dell'azione e la prontezza del successo, i Granatieri del 1° no n erano sta ti impegnati cd erano rimasti di rirc rva , :illc dipe ndenze del generale Lequio . Cmì, dopo tre g iorni di marcia, di combattimen to, di fatiche mervanti per il calore intenso e la sete ardente, le nostre truppe avevano procnluto alla cc nqui sta di Sidi Said, tìacca ndo la resistenza del nemico c he ci fronteggiava fin dall'aprile. Numerose armi, vettovaglie e materiali, ahhanclonati dall'avve rsario nell a fuga , costi tui ro no un considerevole bottino di g uerra. Grande fu in Italia l'entusiasmo per la nuova vittoria . che venn e annunciata da l genera lissimo Ca n èva col su o ordine dd g io rno n. 171, in data 29 giug no, che così ri assum eva la brillante operazione : ,, P e r preparare l'operaz ione diretta alla conq ui sta delle posizioni di Sidi Said , il 26 giugno furono spostati di 3 c hilom etri verso est i nostri trincer;1 m cnti d ella penisola di Macab ez. L'avanzata fu compiu ta sotto la protezione de lle artiglierie, c he dispersero i g ruppi n emici, infliggendn loro numerose perdite . D ei nn,tri rim a-<· frrir-n 1111 I3ersaglicn:. ,. All 'alba del 27 6 battaglioni e 4 b atterie procedettero ra pi damente all'attacco delle prime lince nemiche r affor zate, che si estend evano su larga fronte, a 5 chilo metri dall e nostre nuove trincee. Col valido concorso dtl le artiglieri e di terra, già portate sulle ~XJsi1.ioni conquistate, e dì quelle della na ve Iride, i nostri soldati, con sla n cio irresi~tihik, piombarono sul nemico e lo scacciarono. « Erano circa 6 .000 armati, muniti di canno n i. Nel frattempo una nostra colonna volante, procedendo p er la destra, con un attacco avvolgente, condot to brillantemente a fo n d o, cadeva sugli accampamenti avversari e li devastava. 500 cadaveri furono abba n don ati dai nemici sul terreno, numerosi prigio nieri rimasero nelle nostre mani. Da parte nostra: 1 ufficiale e W milita ri morti, 1 ufficiale e 11 2 feriti. Le truppe pernottarono sulle trincee tolte al ne mico. Da queste nuove posizioni, il mattino del .28, tutte le t ruppe della s" Divisione avanzanmo all'attacco di Sidi Said, dove g li Ar;iho - Turchi. sfu!!<Titi allo c..,b sbaraglio del 27 e rinforzati da numerose m e halle, erano dec isi all ' ultima resistenza, in poderosi trinceramenti da tempo costruiti . « Un vio lento bombar damento di tutte le artiglierie di terra di-"ponibili, r;1pida mente trasportate sulle nuove linee, e di quelle delle


navi segnò il princ1p10 della bella operazione. Procedeva lungo la penisola cli Macabez, al comando del generale Lcquio, una colonna composta da un battaglione Granatieri (1° reggimento), Jcl XV e XXXVIII battaglioni Bersaglieri, del Vll eritreo: un'altra, costituita (fai 60" Fanteria, dal XXVII e dal XXVIlI battaglioni Bersaglieri, al comando del colonnello Cavaciocchi, s'avanzava, a destra della prima, dal campo trincerato di Buchemez, fiancheggiata verso sud dal

Hcndcr Cassi11.

VI eritreo. Artiglierie eia montagna a tiro rapido e d 'assedio seguivano le colonne. ,, Un fuoco violentissimo di forti masse avversarie, apJX>state a sud delraltura di Sidi Said, accolse l'apparire della colonna di destra; ma quelle brave truppe, proseguendo .i mperterrite, giunsero su l nemico e lo sbaragliarono con assalti alla baionetta. Intanto la colonna di sinistra sboccava dalle ultime dune della penisola in una zona completamente scoperta per oltre 2 chilo metri, l'attraversava tra l'infuri are dd fuoco avversario e quindi, guadagnata rapidamente, con l'appoggio delle navi, la sommit?1 dell'altura di Sidi Said, alle 8,30 vi pi:int:1v:i, al grido di ,, S:1voi:1 ! ,, delle esultanti truppe, l;i h:m rl ier;1 d'Italia. Fu il segnale della disfatta. Già erano fuggiti i regolari turchi, lasciando gli Arabi soli a sostenere il nostro urto; ora volgevano le spalle anche questi, inseguiti dal VI,[ battaglione Ascari e dal fuoco dei noslri cannoni, subito portati sulle conquistate posizioni. « Il nemico ha lasciato sul campo molti cadaveri, parecchi feriti, g rande quantità di armi , munizioni, bardature e molto bestia me. D ei nostri sono morti 10 militari di truppa ; wno rimasti feriti I ufficiale e 78 uomini di truppa.


<· Ieri ho espresso al generale Garioni il mio grande compiacimento per il successo ottenuto il 27, sicur? che le savie disposizioni

sm: e lo slancio delle nostre csnnplari truppe a vrebbero condotto ra pidamente alla nuova e d efinitiva vi noria su quelle orde nemi c he: oggi mando alla 5' Dìvi~.ionc _il saluto fraterno dei compagni d'armc del Corpo di ocrnpazione, plaudenti cd orgogliosi , e sono lieto di trasmettere in comunicazione i telegrammi di pla u so del Mini stro della Guerra e del Capo di Stato Maggiore d ell'esercito ,,. Occupata Sidi Said, la colonna Cavaciocchi ripiegava su Buchcmez; mentre la brigata mista L cc1uio, dopo breve riposo, iniziava il giorno stesso la costruzione di una serie di ope re cam pali che, svi luppandosi sulle alture, dal mare al mare, dovevano protegge re la posiziom: di Sidi Said da cventual.i offese n e mic h e e permettere la sicura affluenza da Macabez di numerosi mate ria.li e rifornimenti , atti a porre la 5• Divisione in g rado di compiere più lontane imprese;

Il combattimento di Zelten. Il mattino ciel .30 g iug no, verw l'alba. una colonna ag li ordini dd generale L cquio, composta dai battaglioni eritrei VI e VII, dal 111 del 1 ° Granatieri e da una batteria da montagna, usciva da Sidi Said per riconoscere se b posizione di Zelten f;sse o m e no fortemente occupata dal nemico. Gli Ascar i eritrei, celermente avanzatisi, avvistarono verso Zelten l'avversario, forte di ci rca 2.000 uomini, ed altri nuclei che, provenendo da Sicli Alì. te ntavano il solito avvolgimento. Fu q uindi subito iniziato il combattimento . .Il battaglione del 1" Granatieri e la batteria da mo ntagna prende,·ano posizione su una linea di alture, a <:i rea 5 chilometri da Sidi S;iid, pn appoggia re gli Eritrei; ma il n e mico non osò avvicinani cd al le ore .12. l'intera colo nna rientra va alla base. Nei seg ue nti g iorni il h:ittaglion:: assume va b ~11 a ddì ni riva d islocazione sul fronte sud - sud -ovest della piazza, con tre co mpagnie in trincea e la 10" in ri ~erva, e veniva impiegato in lavori di fo rti ficazione, ndla costruzio ne di ~tradc e n ello sbarco di m a teriali. Ndt, prima decade d1 lug lio la truppa soff rì per l'alta temperatu ra e per la scarsilà dell 'acqua. In non meno disagiata situaz ion e si trovava il b attaglione del 2'' Gra natieri, sempre di presidio al fortino d ell 'altura del Guado. Mo:ti ~i ammalarono d i febbre e di d issenteria; ma, ad onla di ciò. essi co ntinuarono se n::nam ente q uell'aspra ,·ita di lavoro.


Sidi Alì. Sistemato convenientemente il campo trincerato di Sidi Said, il Comando della 5' Divisione cominciò a prepa rare l'occupaz ione di Sidi Alì, posizione della costa .i ntermedia sulla direttrice di Zuara, che doveva poi servire di base per l'a ttacco di quest'ultima. La spediz ione, affidata al generale Lequio, comprendeva !'.i ntero 11 '' Bersaglieri, il battaglione del 1" Granatieri, il XXVIII battaglione Bersaglieri, il VI indigeni, I batteria da campagna, 1 da montagna ed i relativi servizi. Presa Sidi Alì e lasciatovi a presidio un battaglione cd una batteria, il resto delle truppe doveva tornare a Sidi Said. Per fronteggiare poi qualsiasi imprevisto, da Buchcmez si spostavano a Sidi Said due battaglioni del 60" Fanteria, il VII·eritreo ed I batteria da montagna che, aglì ordini del colonnello Cavaciocchi, avrebbero costituito una riserva mobile. Infine il battaglione del ::!" Granatieri, rilevato all'altura del Guado da una compagnia del fo", si doveva trasferire a Sidi Said per rimanervi di presidio, con qualche batteria di Artig lieria. Nella giornat~1 del I 3 ì preordinati movimenti venivano compiuti. La mattina dopo, alle ore 3,15, le truppe lasciavano Sidi Said su due colonne: quella di sinistra, pe rsonalmente guidata dal generale LtlJUÌo, comprendeva due battaglioni del!', J n Be rsaglieri, quello del 1'' Granatieri, il VI indigeni, d ue batterie cd una compagnia del Genio; quella di destra, a non m olto intervallo dall'altra, comandata dal tenente colonnello Servici, era composta di due battag lioni Bersaglieri ed aveva il preciso incarico di proteggere la colonna Lequio dalle minacce provenienti da Zelten. Una compagnia del VI eritreo faceva da av;mguardia generale alle due colonne. La marcia fu in principio assai lenta a causa dell'oscurità, del terreno molto sabbioso e della difficoltà di mantenere i collegamenti. A Ile 5 l'avanguardia iniziò il comhattimento, che si andò facendo generale, con carattere prettamente offensivo da parte nostra e di tenace resistenza da parte del nemico. L'azione si veniva svolgendo felicemente sul fronte ed i due liattaglioni dell'u'· Bersaglieri, guidati dal colo nnello Agliardi, erano g ià padroni dell e <lune prossime a Sidi Alì, q uando la colonna Servici si dovette fermare per fronteggiar<:: numerose orde arabo - turche che dalla direzione Regdaline · Zeltcn tendevano ad avvolgerci ed a tag liarci fuori da Sidi Said. Da quella parte la nostra Fanteria, bcnchè


numericamente inferiore, opponeva viva azione di fuoco all'incalzare del nemico. Per arrestarlo occorreva l'Artiglieria e a tale uopo veniva Jcslinata la batteria da montagna Gennan:lli che, presa rapidamente posizione, apriva un efficacissimo fuoco a soli 7ùo 1netri. La batteria era scortata da una compagnia del IJ I battaglione del 1 ° Granatieri, comandata dal tenente Tonini. Malgrado il fuoco dei pezzi da montagna, i nemici avanzavano sempre ed, in quel critico momento, om felice intuito tattico, il tenente Tonini spiegava la compagnia sulla si nistra dei Bersaglieri del tenente colonnello Servici e, con efficace azione di fuoco, proteggeva la batteria. 1nt anto, per dare maggiore appoggio ai nostri, aprivano il fl!oco le grosse \i;itteric cli Sidi Said e coi loro tiri contribui vano a demoralizzare ravversario. Fu allor;i che i Bersaglieri del Sen·ici, i Gr:matieri dd Ton ini e gli A~ca ri del Mattioli si precipitarono come una valanga contro il già vacill:rnle nemico, che npicga\'a in disordine e poi si dava a fuga precipitosa .

.!vfrntrc Li vittoria ci arrideva sulla nostra destra, su l fronte il generale Lequio, superata la resi~ten1.a nemica, occupava con tre compagnie del 1" Granatieri la posizione di Sìdi Alì e ne faceva iniziare rnbito il rafforzamento. Alle ore C>,45 il battaglione Granatieri, coi plotoni affiancati a largo intervallo, saliva sull'altur.1 del marabutto, dove, tra gli evviva deg li astanti, ven iva innalzato il Tricolore. Ma improvvisamente alcune raftìd1e dell'Artiglieria nemica, appostata nei dintorni di Zuara, si abbattevano sul battaglione, colpendo il tenente colonnello Riviello al petto , il tenente Nosati ad una gamba e 16 Granatieri. Benchè sorp reso, il battaglione rimase imperterrito sotto il fuoco nemico, nel desiderio di vendicare b ferita del suo comandante. li capitano più anziano Gastone Rossi prendeva immediatamente il comando dei Granatieri e, con rapida, ordinata mano\'ra per plotoni e mo.ze compagnie, spostava il battaglione dietro una duna, a circa 150 metri ad ovest della prima posizio ne ( 1 ). Intanto , sotto la protezione del X V battaglione Bersaglieri e dclb 10• compagnia del 1 '' Granatieri, ~pinti oltre Sidi Alì, si iniziavano i lavo ri di rafforzam ento; menlre gli ul timi gruppi nemici , fuggenti Yerso Zuara, veni( T) li .:apitano Rossi I en ne poi promosso maggiore per merito di guerra per il modo hrillante nel quale tenne il rnm:rndo del battaglionr.


1 93

vano battuti dalle artiglierie terrestri e da (Juclle delle Unità navali in navigazione lungo la costa libica. Alle 8 il combattimento cessava cd alle ore IO la rn" compagnia Granatieri raggiungeva il battaglione a Sidi Alì. Il Comando della Divisione ordinava che tutte le truppe dd generale Lequio rimanessero sulle posizi<ini occupate. La sera del 15, nella ridotta rapidamente costruita, rimanevano di presidio due battaglioni dell'n° Bersaglieri con due batterie, agli ordini del colonnelJo Agliardi; mentre le altre truppe rientravano a Sidi Said, dove intanto erano sbarcati dalla nave Re V mberto i Granatieri del la classe 1891. Nell'azione di Si<li Alì si distime il tenente colonnello Rividlo che, dopo avere dimostrato nei vari combattimenti un eroico coraggio, venne rimpatriato, alla fine di luglio, per la grave ferita riportata al polmone e, recatosi a Potenza sua patria, il 28 settembre veniva sottratto dalla morte all'affetto dei suoi cari ed alla memore ammirazione dei suoi Granatieri. Ammirevole era stato il contegno dd suo aiutante maggiore, tenente Nosati, attivo, intelligente, devoto coadiuvatore del proprio superiore . Egli venne sostituito dal 5ottotcncnte Magrì. Allonp1ando, come si è già detto, sulla destra dello schieramento, Granatieri, Ascari e Bersaglieri si accingevano ad attaccare il nemico alla baionetta, mentre più fitto e rabbioso era il fuoco nemico, il tenente Bassino, proveniente dai Granatieri e comandante gli Ascari eritrei, gridava : (< Evviva i Granatieri! )> ed il tenente Pesci, comandante il plotone di sinistra della compagnia, gli rispondeva: ,, Evviva gli Ascari! )) . Proprio il giorno del combattimento di Sidi Alì 1'Associazione dei Granatieri in congedo di Milano, presieduta dal signor Torrani, riuniva parecchi suoi soci a banchetto per festeggiare i reduci della classe 1888 della vecchia brigata. Intervennero il maggiore Chiodini, i capitani Sacchi , Pagani, Visconti di Saliceto, tutti i Granatieri in congedo ed, al termine del banchetto, il loro pensiero si rivolse ai compagni combattenti oltremare, col seguente telegramma: r< Riviello - Moreschi - comandanti Granatieri Sidi Said. I Granatieri, riuniti banchetto festeggiare reduci, inviano voti, auguri, saluti valorosi fratelli , vessilliferi antico valore brigata Sardegna, pugnanti impavidi per grande Patria italiana, rinnovando antico valore vecchia razza ». Tale teleg ramma dimostra i profondi vincoli che hanno sempre affratellato i Granatieri alle armi con quelli in congedo, in una


unione spirituale che, ~pecialmente dopo la guerra 1915 - 18, si afkrm<'-> sempre più intima, costante ed efficace_

Il giorno 16 luglio i battaglioni Granatieri inquadravano il contingente della classe i891 e, formati due distaccamenti coi congedandi delb classe 1889. il 18 luglio li imbarcavano per l'Italia.

La conquista di Zuara. Ricostituiti i reparti, al battaglione del

i"

Granatieri veniva asse-

2"nata la difesa del fronte orientale di Sidi Said, dal mare sino alia ; idotta n. 1; mentre i Granatieri del 2 " vigi lavano sul fronte occidentale. 11 27 di luglio giungeva a Sidi Said il maggiore Coppi per

sostituire, nel comando del IIT battaglione del 1° Granatieri, il v;1loroso tenente colonne llo Rivicllo. Tra ·il finire di luglio cd i primi di agosto s"iniziavano intanto i preparativi per l'impresa di Zuara. AIJ'uop<> giungevano dall'Italia i"IJ" Fanteria, di recente mobilitato; da Tripoli 1'84° Fanteria e gli squadroni Guide, quegli stessi che, comandati dal mag,giorc Bollati, avevano caricato a Gargaresc. Le febbri e k enterocoliti, che torme11tavano specialmente gli uommt della classe 1891, non ancora acclimatati, inducevano .il Comando della S' Divisione a lasciare i Granatieri di presidio a Sidì Sa.itl. Il che co~tirnì un',unara Jelusiune per gli anziani, sempre doidcrosi di combattere, e per i nuovi Granatieri, impazienti di ricevere il battesimo del fuoco. Ma, se non fu concesso ai Granatieri di partecipare all'impresa di Zuara, la loro presenza a Sidi Said si dimostrò non meno utile all'andamento delle operazioni ed i loro servizi in quella piazza, come vedremo in seguito, furono riconosciuti e lodati dallo stesso Capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale Pollio. Il 4 agosto la 5" Divisione. comandata dal generale Let1uio, partiva da Sidi Said per attaccare Zuara, mentre dal mare sarebbe sbarcata una brigata mista, guidata dal generale Tassoni, giunto in (]UCÌ giorni da Roma, dove aveva lasciato il Comando della brigata Granatieri. li generale Garioni, imbarcato su una torpediniera, doveva dirigere e coordinare il duplice attacco. A Sidi Said rimasero, coi due battaglioni dei Granatieri, r battaglione del 6o° Fanteria, 1 batteria


1 95

da campagna, I di obici da J 49, al comando del tenente colonnello Cantù; mentre il generale Tettoni, di recente venuto dall'Italia, assumeva il comando di tutta la regione occidentale (Sidi Said, Macabez, Buchemez). , Partita la spedizione per Zuara, veniva alquanto modificato e ristretto il tracciato della piazza di Sidi Said, aumentate le difese accessorie, intensificata la vigilanza specialmente di notte. Il presidio veniva diviso in tre settori: quello orientale, assegnato ai Granatieri del 1° reggimento, con la batteria obici da 149; quello meridionale affidato al battaglione del 60°; quello occidentale al battaglione del i' Granatieri, con la batteria da campagna. Occupata Zuara il 5 agosto e sistematavi la nuova base il 15, il Comando disponeva per una ricognizione verso Regdaline, che terminava con un vivace combattimento sulle alture di Sidi Abdesamad e con la conquista della posizione. Trascorreva così l'agosto in frequenti ricognizioni ed in numerosi servizi cli scorta per parte dei battaglioni Granatieri che, purtroppo, continuavano a lamentare un numero impressionan.te di ammalati.

L'occupazione di Zuara rendeva ormai inutile tenere Sidi Said cd il Comando della Divisione stabilì di sgombrare per mare su Zuara i numerosi materiali e di ritirarne le truppe, previa la distruzione .delle opere. Ancora una volta, malgrado i forti calori e le malattie, i Granatieri, con elevato spirito e non comune energia, attendevano ai lavori dell'imbarco di tutto il materiale, distruggevano le difese accessorie, spianavano le trincee, prodigandosi in ogni modo; così che il generale Pollio, profondo conoscitore di uomini, che da lontano seguiva le operazioni, inviava al Comando della 5'' Divisione il seguente telegramma: ,, Granatieri e 2• compagnia Genio hanno eseguito, in condizioni disagiate, lavori urgentissimi per radere al suolo fortificazioni Sidi Said e tog.liere pontile. Prego esprimere loro mio vivo compiacimento, tributando sentitissimo encomio ». Nel dare comunicazione ai Comandi dei battaglioni Granatieri del predetto encomio, il generale Tassoni, comandante interinale della 5~ Divisione, aggiungeva: « L'ambito elogio del Capo di Stato Maggiore dell'esercito è meritato premio al lavoro compiuto e varrà a tenere desto, nei reparti ai quali è stato concesso, l'elevato spirito militare, l'instancabilità nell'operare, che sempre hanno dimostrato di


possedere e che costantemente lì ha guidati nell'adempimento del proprio dovere ,,. · Forse, nd dettare quelle righe, il fiero comandante dei Granatieri in k1lia, oggi purtroppo scomparso, ricordava le parole pronunciate al rapporto alla fine delle manovre dell'anno precedente. Imbarcati tutti i m;iteriali, spianate le:: trincee, il 27 agosto, al cader della notte, il presidio abbandonava Sidi Said, ripiegando ~u Macabez; rt • compagnia del r " Granatieri era in retroguardìa. A Macabez i Granatieri rimasero in attesa della nave che dove\'a condurli a Zuara e solo il 9 settembre, dopo lungo indugio, partirono per il loro nuovo d estino, su quello stesso Sa1111io, dal qual e, nella precedente primavera, erano sbarcati in quel lembo della T ripolitania.

r

Sidi Abdesamad. L · 1 1 ~etlcmbre i baHaglioni ricevevano l'ordine di trasferì rsi su-J Sidi Ahdcsamad , per rilevarvi l'n '' Bersag lieri, richiamato a Tripo li. La locai it~l di Sidi Abdesamad -- sulla carovan iera Zuara - Regdal ine - assai salubre per l'aria, è costituita d a una ri dente oasi, circondata da piccole ondulazioni di terreno e ricca di ottima acgua. Di ~iuestc felici condizioni assai si giovarono i Granatieri. che dal l'aprile avevano vissuto ed operato nella deserta e sabbiosa Macabez e nella mals;rna Sidi Said, sicchè rnbito migliorarono nei reggimenti le condizioni sanitarie, la cui precarietà aveva ridotto la forza compl.essiva dei due battaglioni ad appena 800 uomini. La posizione di Sidi Abdesamad era costituita da 4uattro robuste ridotte, progressivamente numerate da occidente ad o-ricnte, ubicate sulle alture ed unite tra loro <la un trinceramento continuo. Nelle ridotte si sistemavano le compagnie del r" Granatieri: mentre nella conca accampav;1 il battag.l ione del 2°, costituente la riserva, e sul fronte di gola del campo trincerato, non ancora completato a quel l'epoca, si dislocava una compagnia del V[ battaglione indigeni. Nelk ridotte I e 2 avevano, inoltre, preso postazione una batteria da 149 ed una da campagna. In complesso occupavano Sidi Abdesamad 9 compagnie e 2 batterie, al comando del colonnello Lisi Natoli. Del nemico si avevano notizie assai vaghe: si sapeva soltanto che forti nuclei di Arabo -Turchi erano raccolti nella regione dcll'Agarbia, ad una quindicina di chilometri a sud.

hito


I97 Il 18 settembre giungeva a Sidi Abdesarnad il colonnello Filiberto Sardagna, comandante in Italia del 2 ° reggimento Granatieri. E.gli rilevava nel comando del presidio il collega Lisi Natoli e, per ordine superiore, i due battaglioni Granatieri venivano riuniti in un reggimento misto, che fu detto << reggimento Granatieri della Libia l> . Di esso fu aiutante maggiore in J a il capitano Ugo Bignami, già aiuCAMPO TRINC ERATO DI

5101-ABOESAMAD

tante maggiore del 2 v reggimento in Italia, che aveva seguito il proprio colonnello e che doveva poi, nella guerra 1915- 18 contro l' Austria, dar prova di leggendario valore. Durante i.I mese di 5ettembre i Granatieri completavano le difese del campo trincerato, specie r!uellc del fronte cli gola ed, ai primi di ottobre, cominòavano a giungere dalla metropoli gli ufficiali che dovevano sostituirè quelli da più lungo tempo in colonia. Il maggiore Moreschi veniva sostituito nel comando del battaglione del 2" dal pari grado Manfredi. Il 5 ottobre il colonnello Sardagna, fatte prendere le armi al reggimento misto, commemorava il tenente colonnello Riviello, ricordandone le llualità di uomo e di soldato, cd ordinava che l'opera principale del campo trincerato, la ridotta n. 2 , fosse da quel ?Ìorno chiamata ridotta Riviello.

14.


Semhra qui opportuno ricordare che, due anni dopo~ il 28 settembre, i Granatieri inviavano a Potenza una loro rappresentanza , per rendere omaggio ;:tila memoria dello scomparso e per inaugurare sulla facciata della Sua casa natale una targa di bronzo. Intanto cominciavano a diffondersi vaghe voci di pace cd il 19 ottobre il Comando della 5" Divisione comunicava che il giorno precedente, in Losanna, si erano firmati i preliminari di pace tra l'Italia e la Turchia, soggiungendo peraltro che le nostre truppe, pur astenendosi da atti ostili se non attaccate, dovevano mantenere integro il sistema di difesa e di vigilanza già stabilito.


IV.

LE OPERAZIONI DOPO LA PACE

Dopo le vittoriose operazioni svolte in Tripolitania, in Cirenaica e nell'Egeo -- operazioni da noi ricordate nel IV volume di quest'opera - l'Italia aveva cçincluso, con la Turchia la pace di Ouchy (Losanna) il r8 ottobre i912; ma i Granatieri non si preoccuparono dell'atto diplomatico concluso perchè compresero che la guerra sarebbe continuata lo stesso, anche nell'assenza dei Turchi. La guerra, infatti, continuò con gli Arabi. Soltanto, invece di chiamarsi ancora 1< italo- turca>,, si chiamò da allora ib poi << guerra libica ». Il 4 novembre 1912, per la seconda volta, i Granatieri celebravano sulla q uarta sponda la loro festa. Innanzi al reggimento Gr;m~tieri della Libia, disposto in quadrato nella conca di Sidi Ab<lesamad, il generale Tassoni, proveniente da Zuara, con vibrate parole ricordava il cammino percorso dai Granatieri nella nuova colonia. La cerimonia, particolarmente suggestiva, in quel lontano presidio dell'interno tripolino, assumeva un carattere di particolare solennità e contribuiva a ravvivare tra i Granatieri il culto delle loro tradizioni. Pochi giorni dopo i Granatieri si recavano a Zuara, dove, uniti a tutte le truppe di quel presidio, venivano passati in rasseg na, in occasione del genetliaco del Re, dal generale Tassoni, che non perdeva alcuna occasione per dare agli indigeni la dimostrazione della nostra forza. Durante il mese cominciavano intanto ad affluire a Zuara le popolazioni arabe che, non ostante l'opera dei ribelli, volevano tornare alle 1oro terre e fare atto di sottomissione all'Italia. Allo scopo di catturare i ribelli, di incoraggiare i timidi e di conoscere la zona, il generale Tassoni iniziava una serie di ricognizioni, quasi sempre da lui personalmente dirette. Così. i Granatieri furono a Ras el Tobal, ~ll'Agarbia e stabilirono nostri presidi a Zelten ed a Regdaline. Queste ricognizioni, intercalate con lavori di ogni sorta e con efficaci esercitazioni, costituirono l'attività principale dei Granatieri.


200

Bu Agilah. Sul lìnin: di non:: mlm: il c:om:indo stabili\'a di estendere l'occupazione di Z uara verso oriente e di spedire una colonna mobile a Bu Agilah. import:imc nodo carovaniero ad cst di Zuara: e ciò col triplice scopo di affermarc la no~tra conquista, di prendere contatto col prcsiclio di Z:wia e di osservare 1c truppe turche rhe, secondo la clausola del trattato di Lo~anna, si stavano trasferendo alla costa per irnbarc1rsi e far ritorno in Turchia. La colo nna, guidata personalmente dal generale T assoni. si componcva del UI battaglione del , .. Granatieri e del III del sì" reggimento Fanteria al comando del colonnello S:trd agna, del XXVlll battaglione Bersaglieri e del bai-taglione Alpini "Verona " · di l comp:1gnia dd VI hau ~1glione indigeni, di 2 batterie di Artiglieria, di 2 squadroni Guide, coi relativi sen·izi. 11 2 dicemlm:, al le 1o del matti no. sotto una piog1;:ia torren1.i:1le, il battaglione del 1" Cranaiieri la~ciava Sidi Abdesam ad e, raggiunte k altre truppe, proseguiya la marcia, arrivando alla sera a Kars Mel lita. ,\ Sidi Abdcs.i mad era rima5to soltanto il I[! k1lla::lionc del 2" Gr:macicri lOn due batterie. Il .5 dicembre Li colonna Tassoni, fcsto · samcnre accolra da,~li indigeni, giungeva :1 Bu Ag-ilah, dis!ocandosi. con k mi ~urc di sicurezza, al limite dell'oasi ; il battaglione (jranacieri si accampava allo sbocco meridionale d i Agilah. ~ulb c1rov:111icr:1 che per Gcrira con duce al Gcbel. Nei ~ucces~ivi giorni il gencr:1k Tassoni (aceva cse,,uire nuove :::, ricogni zio ui. pn:ndcndo nmlallo col presidio di Z:I\ i;1 e spi ngendn reparti veno ~ud. Queste operazio ni veniva no perù interrotte da un ordine superiore. che richiamava la colonna a Znara, dove faceva ritorno il 12 dicembre, dopo aver la!;C'Ìato ad Agilah il X.XVIII battaglione Bersaglieri e la com pagnia indigeni. L'ordine era dovuto alla neccssit:i di avvici nare alla costa i contingenti della cla sse 1890 che, per disposizione rnin i~tcriak, dovevano rimpatriare. T1 li.) giungeva il pn·avviso che il reggimento " Granatieri di Libia >• si sarebbe sciolto e che il hattaglinhe dd :!" reggimento sarehhe rimpatriato, dopo anT ceduto a (1ucllo del i'' reggime nto gli uomini della classe t8(J l ed aver ricevuto in aggregazione i congedandi del (' della classe 1890. Così, dopo 14 mesi di campa~na, i (;ranat ic:rì del 1890 ritornavano in patria, col dolore di lasc iare molti dei loro compagni sepolti nell'oasi di Tripoli, nella penisola di Macahu., nella deserta Sidi Said. caduti 1)er la ,,ranb dczza d' Italia e [JCr l'onore della vecchia bri bnata. "


2 01

li 22 dicembre il colonnello Sarclagna salutava i battaglioni col seguente ordine del giorno: ( 1 Lascio il comando del reggimento misto "Granatieri di Libia" , che oggi si scioglie. Nei suoi tre mesi di vita questo bel reggimento non ha avuto occasione di dar prova del suo valore cli fronte al nemico; ma ha potuto sempre dimostrare la solida coscienza del suo valore. Esso ha dimostrato ancora quanta fratellanza , quanto sincero cameratismo regni tra i due reggimenti della

Verso T nrhuna.

nostra brigata. Fiero di averlo comandato, lascio a tutti il mio cordiale saluto. Resti in tutti il ricordo del dovere compiuto ed il proposito fermo di compierlo sempre, al grido di viva l'Italia 1>. Pochi - giorni dop;:> anche il generale Tassoni, che aveva svolto un 'opera così efficace nell'occidente tripolino, si accomiatava dai suoi dipendenti col seguente ordine del giorno: ,, Chiamato al comando della Divisione di Derna, lascio da oggi quello del presidio di Zuara e dei \'ari di~taccamenti al colonn ello di Artiglieria ca.v. Sodani. Nell'atto di separarmi, dopo 5 mesi di vita comune, dagli ufficiali e dalle truppe, porgo a tutti il mio cordialissimo saluto. Sono stato coadiuvato con tanto slancio da tutti, nelle prove difficili della guerra e nei lavori assidui della pace, che l'animo mio di comandante non può non esserne fiero. Altissimo è ìl senso di riconoscenza che io provo per chi mi ba dato tanto <li sè. Giunga pertanto a tutti gradito anche il mio ringraziamento e l'assirnrazione che tante prove di affetto e di devozione non saranno state date invano >> .


:20 2

1 Granatieri iniziarono l'anno 1913 in Libia col battaglione del I'' reggimento a Zuara, intento ad irK1uadrare i nuovi contingenti e 0

col battag lione del 1. reggimento a Sid i Alidesamad. in attesa del rimpatrio. Notizie pervenute al Comando avvertivano, intanto, che gruppi di rihdli si riunivano nel Gcbel, sotto la guida di El Baruni, con rintcnzionc di attaccare:: i nostri presidi e principalmente Bu Agilah; sicchè veniva disposto che il III battaglione de l. r " ritornasse coE1 per rinforzarne il presidio. Partito il 7 gennaio, il giorno dopo il battaglione giungeva a destinazione, accampandosi nei pressi del castello, e cominciava a costruire una grande ridotta, capace <li quattro compagnie. La guarnigione di Bu Agilah risultava. composta di r battaglione Granatieri e di 1 Bersaglieri , di r compagnia indigeni e di 1 squadrone dei Cavalleggeri di Lucca: il tutto al comando del tenente colonnello Raffa degli Alpini. Tutte le truppe erano in open.: chiuse, meno gli indigeni, e ciò pcrchè la situazione era notevolmente peggiorata da quando, nel passato dicemhrc, la colo nna Tassoni era presente ad Agilah. Il 12 gennaio il battaglione del 2° Gran:i.tieri, sostituito a Sidi Abdcsamad da altri reparti, si trasferiva a Zuara, dove si imbarcava per l'Italia e giungeva a Roma in tempo per partecipare alla g rande rivista pas~ata dal Sovrano ai contingenti rimpatriati ed alle rappresentanze dei Corpi tuttora in Libia. Così l'onore di r;1pprescntarc la vecchia bri~ala nelb nuova colonia rimase a ftìdata al solo .li[ battaglione del , .. reggimento Grananen. li 17 gen naio il battaglione riceveva dall'Italia. 250 uomini della dasse 1891, provenienti dai due reggimenti. e faceva rimpatriare i pochi richiamati della classe 1890 che, giunti in colonia nel precedente ottobre, dovevano essere inviati in congedo. Data la sempre più scarsa sicurezza della regione, il battaglione veniva impiegato ndlc consuete ricogniz ioni , negli appostamenti notturni, nel fornire reparti di 5corta alk carovane cd alle autopostali sulla linea Tripoli- Zuara. L '8 febbraio Li 12·' compagnia veniva dist:i.ccata a Daham11, a protezione cli quella zona. e si stabiliva nella ridotta ,, Principe di Piemonte>', costruita su una piccola altura dominante il terreno circostante. Il distaccamento, collegato telefonicamente con Agilab, si teneva in contatto con quel presidio. Intanto, negli ultimi giorni di febbraio, si andava intensificando la voce di un prossimo attacco dei ribelli ai nostri presidi ed, infatti,


0

la notte sul I marzo, poco dopo le ore 3, Agilah veniva assalita dagli Arabi, che procuravano di attirare l'attenzione del presidio, prontamente accorso ai parapetti delle opere; mentre il Corpo principale dei ribelli si lanciava nell'abitato per saccheggiarlo. Ma l'azione era appena cominciata, quando venne interrotta da una rapida incursione di Ascari e di Bersaglieri, i quali, data l'oscurità della notte, non poterono inseguire gli Arabi fra le insidie dell'oasi. Alla prima luce

Trinceramenti a Misurata.

dell'alba, avendo gli insorti tentato un nuovo attacco, uscivano dalle ridotte gli Ascari, i Bersaglieri e le due compagnie Granatieri 9~ ed II\ al comando del maggiore Coppi. Alle ore 9 il nemico, ricacci.a to al margine dell'oasi, era in ritirata ed alle 11 le nostre truppe potevano rientrare in Agilah, mentre la Cavalleria continuava l'inseguimento dell'avversario, ormai in piena rotta. Il HT hattaglione Gr:inatieri non suhì alcuna perdita, hcnchè le sue compagnie si fossero ispirate, come sempre, all'esempio del comandante e degli ufficiali e si fossero distinte per slancio ed ardimento, anche se fra i loro soldati ve ne erano non pochi della classe 18~)2, da poco alle armi. In quella giornata i Granatieri dettero una nuova prova, non soltanto delle loro virtù mil.itari nel combattimento; ma anche di resistenza alle fatiche ed ai disagi. Nello stesso giorno 1, dopo aver combattuto tutta la notte, la 9• compagnia partì, inf.1tti, per Dahamn per rilevarvi la 12' .


A111hi10 pre1nio per tutti i cornhattcnti ddb notte del i'' marzo 1913 fu il telegramma inviato, pochi giorni dopo, al Governatore dal CaJ)O di Stato Ma<ro-iorc dell'esercito, generale Pollio: << Prego V. E. no di esprimere agli ufficiali ed alle truppe presidio Agilah le mie congratulazioni per il modo come seppero far fronte :ill'improvviso cd audace attacco del 1" marzo ') . L

~

Per cffrtto dei rapidi e brillanti successi della ..:olonna Lequio nelle monragnc e per l'estendersi ovunque della nostra occupazione, Li tranquillità torne\ nella i'.ona e, tra la fine cli magg io ed i primi di giu~no, il J[J battaglione potè rientrare a Zuara, dislocandosi nelle ;-idc~ttc della piazza\.: nel le vecch ie caserme turche. Il 2 2 luglio. dopo un :inno di permanenza in Libia, il maggiore Coppi ri111pat ri:l\·:1 e ve niva sostituito dal maggiore Moreschi. li 12 aprile 1<) 14 il h:1ttagl ionc veniva improvvisamente imbarc llu per Li Cirenaica, dove si dislocava tra Zuetina e Bengasi, per riun irsi più tardi a Bengasi; ma alla partenza dei Granatieri da Zuara il ( ;uvnnatorc della Tripolitania indirizzava al (',0mando del battaglione il seguente tekgr:imma: ,, Ai Gran atieri che lasciano la Tri~)olitania, LÌo ve hann<; ~aputo brillantemente ispirarsi alla gloriosa t radizionc del benemerito Corpo. gi unga gr~1dito il saluto augurale m io e dei compagni tLume della colonia l, . Per il resto dell'anno H ) I4 e nei primi mesi di quello successivo, i Granatieri vennero impegnati nelle consuete colonne mobili e nei servizi di presidio, sinchè, nell'aprile del 1915, ritornarono in Tripolitania, raggiungendo per mare la nuova sede di Misurata. La prima guerra mondiale era già cominciata e l'Italia stava per parteciparvi; ma intanto i due gruppi delle nazioni belligeranti operavano contro i nost ri inten:ssi anche in Libia, dove la situa7.ione cominciava ad essere incerta. Il lo ntano Fczzan, conquistato dal colonnello Miani, ve niva perduto: la rivolta dilagava ovunque e si veniva sempre più avvicinando ai nostrj presidi costieri . Nel Misuratino le comunicazioni tra la cjttà cd il mare (12 chilometri) non erano più sicure, tanto che il Comando del presidio era obbligato a fare scortare le carovane. 11 12 maggio la n ' compagnia del 1° reggimento Granatieri usciva eia Misurata, facendo parte di un battaglione di formazione, al co111:111do dd maggiore Moreschi, quando nei pressi di Ru Hornar


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la colonna veniva attaccata dai ribelli e doveva affron tare un accanito combattimento, per potere condurre in salvo a Misurata la carovana che scortava. N ell 'azio ne la u ' compagnia perdette 9 uomini, tra morti e feriti. Il 24 maggio l'intero battaglione Granatieri dalle proprie trincee respingeva un attacco di ribelli sul fronte sud e, richiesto di un sottufficiale cap~u:e ed ardito per portare un ordine alle truppe sulla

Giarabub.

costa, designava il sergente maggiore Cesarino Bruffd. Questi, montato a cavallo, attraversava le lince nemiche, sfuggendo ad ogni offesa, e riusciva ad assolvere il mandato affidatogli, per cadere poi ~loriosamentc durante il ritorno. Il 29 maggio una nostra colonna di circa 2 .000 uomini, quasi tutti venuti di recente dall'Italia, fu m anda ta verso Taorgiu per sbloccare il presidio. Di un battaglione di formazione, comandato dal maggiore Po nzio, faceva parte la 9• compagnia Granatieri del capitano Vecchi. Assalite da grosse m;1sse di ribelli nei pressi di Fo ndugh Gemei , dopo violento comhattimento, le nostre truppe dovevano ripiegare sulla base di parten za e nell'azione rimaneva gravemente fe rito e prigioniero il capitano Vecchi e cadeva ucciso il sottote ne nte Regè, la cui compagnia, rimasta al comando del sottotenente Sugliano, ri-


pieg:1va lentamente, quale retroguardia del battaglione, meritandosi il vivo elogio dd maggiore Ponzio. Ma, poichè la situazione si faceva sempre più grave, il Governo di Tripoli ordinò lo sgombro di Misurata ed il 19 luglio il battaglione Granatieri, forte di 15 ufficiali e 784 uomini di truppa, raggiunse la costa cd, imbarcatosi, giunse a Tripoli il 6 agosto, per trasferirsi, nel]' ottobre, nell'oasi di Gurgi, a sud - ovest di Tripoli, e successivamente a quei pozzi di Bu Mcliana, presso i quali cr:1 già stato nell'inverno del 1912. Ai primi di marzo del 1916 il maggiore Moreschi, rimpatriato per promozione, veniva sostituito nel comando dal maggiore Giacchi, proveniente dal fronte austriaco. Anche se impegnato nei vari servizi e nelle solite ricognizioni, il battaglione si addestrava e si allenava anche alle esigenze della guerra sul Carso, alla quale tutti anelavano a partecipare, sempre in istretto contatto spirituale col Comando del !'' reggimento G r;rnaticri, operante sul fronte austriaco. Nella vita g iornaliera, a tanta distanza dai camerati combattenti in Italia, anche in quell'ambiente spiritualmente depresso per gli cvrnli sfortunati che ~i avevano sospinto alla costa, i Granatieri continuavano ;1 distinguersi per il cnntegno e la disciplina , come <limo~ stra anche la seguente lettera del generale Latini, comandante le truppe della Tripolitania, al comandante dd battaglione, maggiore Giacc'1i, in data 5 novembre 1916: '• Nella ricorrenza della festa del reggimento, celebrata di recente da cotesto battaglione, ho potuto nuovamente rnmtat~1re, con mio sommo compiacimento, la valida compattezza <.: b hdla prestanza militare del battaglione Granatieri, di cui mi sono note le belle pagine scritte a carattere di sangue, nella storia deila conquista libica, in cinque anni di permanenza in colo nia. Scmo lieto. perciò, di tributare un vivo encomio per l'opera tenacemente spiegata dalla S. V. a vantaggio del reparto, coadiuvato in ci<> egregiamente da i suoi ufficiali, e sono sicuro che nelle future prove il batta;;lione, co~ì co m e è formato, saprà far rivivere e brillare lo spirito e k tr;1Jizioni gloriose dei vecchi Granatieri di Sardegna >) . Il i'' gennaio del 1917 il battaglione si trasferiva agli avamposti di Ta~iura, nel settore orientale della difesa di Tripoli, a stretto cont:1tto coi ribelli , che spesso venivano a molestare le nostre più avanzatt dife~e . Per aderire alle richieste della brigata mobilitata al fronte austriaco, ufficiali e sottufficiali venivano intanto rimpatriando ed il IO agosto il tenente colonnello Giacchi ritornava in Italia per assumere il


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comando de.I 2° Granatieri mobilitato e vemva sostituito m colonia dal maggiore Melotti. Il IO novembre 1917 il IU battaglione prendeva il numero di IV ed anche le compagnie cambiavano la numerazione. - li 30 novembre, poichè il maggiore Melotti era stato nominato Capo di Stato Maggiore del Comando truppe, il battaglione Granatieri passava al comando del capitano lralegghi, raggiungeva Gurgi ed il giorno 6 era a Gargaresc, per partecipare, insieme ad altre truppe, ad una operazione verso le cave di Gherar, allo scopo di frenare l'audacia dei ribelli. In t1uella circostanza il battaglione, per quanto ridotto di forza, si batteva col consueto slancio ed aveva 15 uomini feriti. Rientrato il 7 a Tagiura, lasciava il 23 definitivamente quella località per trasferirsi via mare a presidio del forte di Sidi Bila!, ivi rimanendo sino al successivo aprile 1919. Ridotto ormai di forza a poco più di 400 uomini, non avendo ricevuto i complementi, il 15 aprile il battaglione, al comando del capitano Scippa, s'imbarcava per Roma, dove il 19 veniva sciolto, dopo essere · rimasto onorevolmente in Libia 90 mesi. Da quel tempo ormai lontano _i Granatieri non hanno più_ calpestato le sabbie del desertç, , per quanto, come, già durante la guerra italo - turca e libica, ufficiali dei ·Granatieri abbiano combattuto in reparti coloniali. Alfa., lunga çampagna in Libia, avevano partecipato, tenendo conto delle sostituzioni, oltre 150 ufficiali e circa 5.000 uomini di truppa dei due reggimenti e si erano avvicendati nei due battaglioni Granatieri mobilitati, ottenendo circa 300 ricompense, tra promozioni per merito di guerra e medaglie al valore, bagnando con generoso sangue le terre della quarta sponda e preparandosi alla più grande ed ancora più gloriosa guerra contro l'Austria.

Il dovere di intervenire nel primo conflitto mondiale - al yualè, una volta concluso il patto di Londra, dovevamo partecipare anche noi, per completare l'unità della Patria e per conquistarle i confini assegnatile dalla Geografia e dalla Storia - non ci permise di rafforzare adeguatamente cd in tempo i presidi delle nostre Colonie e, specialtnente nella Libia, non ostante i ripetuti tentativi da noi fatti per ristabilire o comunque migliorare la nostra situazione, fummo costretti ad abbandonare la maggiQr parte del territorio già conquistato con tanti sacrifizi di sangue.


Al primo gennaio ltJI6 la nostra occupaziune era ridotta, in Tripolit;111ia, alle sole basi costiere; di Tripoli, di Zuara e di H oms, con una linea di difc~a che, nella zo na di Tripoli, si este ndeva da T agiura a Gargarcsc. Non migliore era la nostr a situazio ne in C irenaica, dove, nel 19 17, anche la colonna al comando del ge nerale Cassinis, pur combattendo eroi camente cd a volte vìttor.iosamcnte, non r iuscì a mig li orare la situaz ione.

S,dmenc di

1111a l

ulomw libic<1

Nel 1918. doJXl la vittoria dd Piave, si tentò di riprendere nelle Colonie la nostra attività militare; m a senza conseguire i successi sperati. Soltanto qua ndo la guerra in Europa venne conclusa, noi potemm o i11vi:1re in Libia notevoli forze, le quali, costituite da tre Divi sioni, avrebbero potuto tentare di ridurre i ribelli alla ragione: ma la politica di pace ebbe il sopravvento e si preferì roncluclere con gli Arabi u n acrn rdo, che concedeva loro .notevoli van taggi e perfino l'istituz io ne di un Parlamen to. Ma la nostra ge nerosità venne considerata dagli indigeni com e un;~

prova di dcb:Jlczza e le condizion i della Colon ia rimasero prc-

ca n e.

Alla fine del lo nie italiane ,, -

come snìsse il Gaibi nella ,, Storia delle Cola situazione della Tripolitania era la seguente :

1~p1 -


Il nostro potere era effettivo soltanto sulle popolazioni delle oasi costiere di Tripoli, di Homs, di Zuara e delle immedialc vicinanze di Azizia. Nell'interno avevano aderito alla coalizione contro di noi le popolazioni della Sirtica, di Misurata, Zè1tcn, Sahel, Msellàta, Zintàn, El Garina, Nuàhi el Arbaa, Usccffàna, El Asàbaa, Rogebàn e la Gcfara di Zauia. Si era così venuto costituendo, sotto b. denominazione di ,, Comitato delle riforme,,, una specie di Governo, presieduto da Ahmed bey cl Mràicd, capo elci Tarhuna. Per non essere respinti al mare, fummo costretti allora ad intraprendere, con poche migliaia <li uomini, (1uella restaurazione del nos,ro dominio, che non si era voluto tentare prima, quando si disponeva di un Corpo d'Armata di truppe agguerrite. Il conte Volpi , nuovo Governatore della Colonia, decise, infatti, di uscire dall'umiliante situazione, nella quale ci trovavamo ormai da anni, e si procedette alla rioccupazione cli Misur;1ta Marina ed alla riconquista della Tripolitania occidentale. Le operazioni per la con<1uista della Libia, imposteci anche da ragioni di prestigio, durarono dal 1922 al r926 e la non facile impresa, effettuata ~ come abbiamo g ià avuto occasione di ricordare ne! IV volume d.i quest'open ---- super:mdo accanite resistenze e graYi difficoltà, fu poi completata: - dalle nostre operazioni lungo il 2cf parallelo e dalle altre ancora in Tripolitania; - dal nostro ritorno nel Fczzàn, avvenuto negl i anni 1919 dall'occupazione di Cufra, effettuata nd r93J. A tutte queste imprese non parteciparono, come si è già detto, reparti organici di Granatieri; ma a comandare e ad inquadrare le truppe che vi presero parte concorsero non pochi ufficiali provenienti dal glorioso Corpo e. fra essi, il generale Rodolfo Graziani, che ebbe tanta parte nella condotta di lluel!e operazioni e, degno di essere ricordato in m odo p;;rticolarc, il capitano Giuseppe Rosai, t'adulo eroicamente I' r I giugno 1923 a Marsa Brega, cd alb cui memoria venne conferita la medaglia d'oro al valor militare. Nel concludere la pane del volume dedicata alle gesta dei Granatieri nelle prime guerre coloniali, ci sembra opportuno sintetizzare il recente articolo di •Gabriele Sguarino, superstite delle campagne 1895 · 1896 in Eritrea. I Granatieri parteciparono numerosi alle campagne coloniali 1885. 1896 e, nella rnaggior:rnza, la loro partecipazione fu volontaria:


2ro il che ne accrebbe il valore. li 6 novembre 1887 partirono da Napoli gli 80 volontari del 1° e dd 2 " reggimento che costituirono mezza co mpag nia del 1,; reggimento Cacciatori d 'Africa. Pochi gio rni <lopo, I' 11 novembre, seguì una compagnia, formata da 150 volontari dei due n:ggi1ncnti, che divenne la ra del V battag lione Fanteria d' Africa del Corpo d 'operazione comandato dal generale di. San Marz:1no, il quale rioccupò la linea di Saati ed il 2 aprile 1888 vide ritirarsi l'e~ercito abissino, forte di ben 120.000 uomini. Dal maggio 1888 all'ottobre 1895, 7 furono gli ufficiali che, a loro domanda, andarono a prestare ser vizio nei battaglioni indigeni. Fra tiuesti lo Sguarino ricorda: il capitano Michele Pisanò del 2 '' reggimento, il quale partecipò ai comb:1ttimenti di Agordat, Cassala, Coatit e Senafè, dimostrando non comune valore, tanto da meritare 2 meda g lie <l'argento, 11n:i di bronzo e la c roce di Cavaliere; il capitano Cancel lieri <lei r'' reggimento, caduto ad Adua, ed alla cui mem oria fu concc.: ssa la m c.:daglia d'argento; il capitano Rossini del 2°, che ad Adua prefe rì la morte alla prigionia ed alla cui memoria fu conferita la medaglia d 'oro; il tenente Bassi dd 2", anch'egli caduto ad Adua, cd infine il tenente Togni del 1°, che riuscì. a raggiungere l'amha cli Dehra Damo per ricuperare una rilevante qu;mtità <11 fa_ rina, sottratta d ai ribelli alle nostre carovane dirette al Corpo <l'ope-

razione. « :Nel J 895 -

continua lo Sguarino -··· chi scrive questo modesto art icolo non aveva compiuto i vent'anni; apparteneva, con il grado di sergrnte, al 2 ° Granatieri. Malgrado siano passati più di 57 anni, egli conserva il ricordo dei fatti di lludl'epoca, vivi e precbi come se fossero avvenuti rece ntem e nte.:. ,, Il 9 dicembre giunse la notizia dell'ecatombe d'Amba Alagi, suscitando in tutti il più grave dolore cd il più vivo d esiderio di rivincita immediata e, senza attendere disposizioni in proposito, la grande maggioranza degli ufficiali , dei sott ufficiali e dei Granati.e ri fece dcm:incb di partire immediatamente per l'Eritrea. Non tardò l'ordine di approntare mezza compagnia, formata dal r" e dal 2° reggimento con 75 uomini e, poichè tutti volevano essere fra i partc.:nti, si dovette ricorrere al sortegg io fra i volontari. I prescelti dalla sorte partirono da Napoli il r8 dicembre; concorsero alla formazione. del V battaglione Fanteria d'Africa, il quale, a sua volta, fu uno dei tre che formarono il 3° reggimento Fanteria d'Africa (Ragni) che, con il 6~ (Airag hi), costituì la brigata Dabormida, la quale s'impegnò e combattè eroicamente ad Adua, nel vallone di Mariam Sciavitù.


2 I I

Nel Fezzàn.

Per le vicende dell'aspro combattimento, il V battaglione si trovò accanto al XIV, entrambi immobilizzati fra gli sterpi cd il fango e bersagliati dagli Abissini, annidati nella boscaglia dei colli circostanti. Comandava il XIV battaglione il maggiore Secondo Solaro del 2° reggimento. Nato a Cuneo nel 1847, egli aveva partecipato alla guerra del 1866; ma, malgrado i suoi 48 anni, godeva ancora di una prestanza fisica da fare invidia ad un giovane. Egli aveva t:into insi(<


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stito per ottenere .il comando di un battaglione destinato al Corpo d'operazione in Africa, che alla lìne vi era riuscito. Era partito da Na poli il 30 dicembre 1895, seguito dal fedele furicr maggio re Camilio Crcspolani da Modena. Entrambi caddero mentre incitavano i soldati alla resistenza cd alla I.oro memoria venne concessa la rm:daglia d'argento al va lor militare. ,, Il 10 febbraio 1896 il Solaro aveva scritto alla famiglia: ... siamo davvero, questa volta, ai ferri corti. Sicurerza di vittoria, grande entusiasmo, non ostante le numerose privazioni, le fatiche e le m~1rce ~Lr:1ordinarie. Non darci questa campagna per tutto l'oro dd mondo , sebbene sia ridotto ad un immondo animale, senza lavarmi, senza togliermi le scarpe, ~enza altro pane che la burgutta indigena ... )) . Il 15 genna io 1896 partì da Napoli per Massaua una compagnia Granatieri co mpost':1 da 150 volontari del 1° e del 2" reggimento e comandata dal ca pitano Nicola Riviello. Essa fu la 1'' del XVII battaglione bnrcria d'Africa e ad essa appartenne anche lo Sguarino. Purtroppo . sa lvo qualche colpo di fucile sparai.o il :22 febbraio 1896 nel combattimento di Mai-Marct, il XVII battaglione non prese pane aJ alcu n fatto d'armi. Destinato alle retrovie, a protezione del traffico che ~i ~mlgcva tra b hase logi~1·ic1 ed il Corrn d'operazione, esso assolse lodevolmente il suo compito e, dopo Adua, ripiegò a Sabarguma, per ritornare <1uindi sull'altopiano e partecipare, con il Corpo d'operazion i comandato da l Baldisscra, alla liberazione del fonc dì Adigrat, saldamente tenuto, prima e dopo Adua, dal mag· giorc Marcello Prestinari, al cui comando era anc.hc una dozzina di Gran~1tieri che. con il sergente Iraci Osvaldo d'Orvieto, parteciparono ;,Ila difesa del forte, meritando uno speciale encomio per il loro com· portamcn~o. Altre 3 compagnie di Granatieri, formate in gran parte di volontari , seguirono poi la compagnia Riviello : una fu assegnata al XXIV battaglione F:mtcria d'Africa, le altre due al XXX II. In crnnpln,n. ~c-,n nd() lo Sguarirw, i (;r;:i n:nieri parteciparono alle prime campa~m: coloniali con r. maggiore, 7 capitani, 26 Sì.lhalterni , 30 sottufficiali e 920, fra caporali e Granatieri, e tutti dimostrarono di possedere lo spirito combattivo delle antiche e fedeli Guardie ,•. Ne fa fede la percentual e altissima dei volo ntari (80 •q, la loro disciplina esemplare cd il valore da essi dimostrato tutte le volte che s' incontrarono col nem ir(I. <(


V.

I GRANATIERI NELLA GUERRA 1915-1918

Nel magg io del 1915 i reggimenti della brigata Granatieri di Sardegna, che avevano fornito, nel gen naio, numerosi distaccamenti per la Marsica, funestata dal terremoto, dopo avere svolto un intenso ciclo addestrativo nei dintorni di Roma, rientravano alla Capitale per completare le operazioni di mobilitazione. L'ora solenne segnata dal Destino era scoccata e l'Italia, dopo il periodo di neutralità, stava per intervenire nel grande dramma, già in pieno sviluppo da IO mesi, per la tutela dei suoi interessi e per la rivendicazione di quei confini che la natura le aveva assegnato. La brigata Granatieri di Sardegna era allora comandata dal maggior generale Luigi Pirzio Biroli, il cui aiutante dì campo era il J ~ capitano N icolò Giacchi. I due re~gimenti erano comandati rispettivamente dai colonnelli U mbcrto Gandi ni e Carlo Podestà, che avevano come aiutanti maggiori Lorenzo Villoresi e Carlo Pericoli. I battaglioni del 1° reggimento erano comandati dagli ufficiali superiori Umberto Coppi, Paolo Anfossi e Pietro Manfredi ; q uell i del 2 ° da Ugo Bignami, Gastone Rossi e Oddone Guardabassi, coadiuvati da comandanti di compagnia e da ufficiali subalterni effettivi e di complemento, che erano, come i soldati, animati da un altissimo spirito di Corpo, fieri del glorioso passato dei Granatieri, fedeli alle loro nobili tradizioni di valore e di disciplina. In complesso la bella bri. gata costitui va una forza morale e materiale poderosa che. come vedremo, ~i sarebbe affermata si n dai primi giorni. della guerra contro il secolare nemico. In tJuanto agli organici, i battaglioni erano costituiti ciascu no da quattro compagnie fucilieri e disponevano di una sezione mitragliatrici di recente costituzione. Il giorno 21 maggio, con sei lunghi treni di un battaglione ciascuno, tutta la bri gata aveva lasciato la sede per raggiungere la zona di radunata, trasportata per ferrovia fìno a Codroipo, per poi prose15.


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guire. per via ordinaria verso Flumignano, dove i reggimenti ricevevano i complementi di richiamati, afflu iti dal Dt:Posito di Parma, col carreggio di mobilitazione. La brigata, ormai al completo, costitui va con la ,< Messina >> (reggimenti 93" e 94") la 13" Divisione, appartenente al VII Corpo d'Armata ed a quella f Armata che, al comando del Duca d'Aosta, si trovava . all'éstrema destra dello schieramento dell 'esercito cd ave va per obbiettivo Trieste. Al momento della partenza, il generale Pirzio I3iroli inviava al comandante del III battaglione del 1° reggimento G ranatieri , allora operante, come abbiamo già detto, in Libia ed impegnato nella difes;:i di Misurata, la seguente lettera: << Nell'atto in cui la brigata parte da Roma per la frontiera, il pensiero di tutti si rivolge affettuosamente ai componenti di cotesto bd battaglio ne, da cui noi, partendo per il scttcnt rion e, ci all ontaniamo sem p re di pi t1. Ma, se le distanze materiali aumenlano, diminuiscono, in vece, le spirituali, J a-· Poichè i nostri cuori pulsano all'unisono coi \'Ostri e sentono tutto il rimpianto che i co rnPon enti del Ul battag lio ne provano di non essere co n noi. Se costà non si decidono le ~J>rti del P aese, però ben g ra\'c e solenne è il vostro compito e non meno o norifico. Sia tale pensiero di conforto a tutti , ufficiali e Granatieri. N o i, nel rimpi anto di avtr\'i lontani, al co n IÌ ne ed oltre, uniti in ciucsta g rande bell a impresa, siamo con vinti che ovunque YOÌ continuerete. l'occasione p resentandosi, a tenere alto il prestigio dì (p1esta nostra bella, cara brigata ed a tenerne sempre immacolato il nome. A lei, caro m aggiore, a tutti g li uffic ial i e Granatieri il salmo mio e d ei com pag ni parrenti per la fronti era ,, .

La campagna del 1915. La notte sul 24 maggio si diffo ndeva la no ti z ia, accolta da tutti con impaziente giubilo, che il Re aveva dichiarato la guerra all' Austria ed, in co nseg uenza del già avvenuto sconfinamento delle nostre truppe più avanz ate, i reggimenti Granatieri si spostavano a Gon:m cd il successivo giorno 25, alle ore q ,40, al grido di 1< Viva ritalia! ii varcavano l'antico confine, poco a sud di Palmano\'a, dislocandosi :1 San Vito al Torre. Fu durante questa marcia attraverso il bassopiano friulano che per la prima volta apparve agli occ hi dei Granatieri il Carso, pieno


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I Granatieri nella prima guerra mondiale.

di mistero e di insidie, e che la brigata, per la grande Causa naz10nak, doveva irrorare di tanto sangue generoso. Sul ponte dì Picris, appena passato l' Isonzo, fu trovato un cartello, lasciato dal nemico come sfida , con la seguente scritta: « Agli


1ngksi il nostro odio, agli Italiani il nostro disprezzo. Italiani , il Carso sarà la vostra tomba >> . Tale cartello trovasi oggi custodito in Roma, nel Musco dei Granatieri , insieme a molti altri cimeli e ad armi di preda hellica. A San Vito al Torre furono, per la prima volta, collocati gli avamposti lungo il fiume cd a cavallo di esso. Il fiume era guadahilc: ma un 'improvvisa pioggia torrenziale vi produsse una piena, che co-

Il 1" ( ;r,111atirri r,ccupa />ieri.,.

strinse i reparti sulla s1xmda sini~tra ad attraversare il corso d·:icqua su barconi, per 11011 rimanere tagliati fuori dal resto ddk truppe. Durante la permane11za a S:111 Vito, furono eseguite numerose ricognizioni senza incontrar<.: l'avvers:irio, che si era ritirato oltre ri sonzo; quindi tutta h tJ' Divisione venne spostata verso il mare cd il .51 maggio la brigata Granatieri si trovava nella zona Bcllinconcla - Cardolina, protetta da un sistema di :ivamposti sulla sponda destra Jcll'Isonzo. I! 4 f,'lt1gno. dopo molte esercitazioni di rnricn e scarico svolte sul canale Mondina, il 1° reggimento Granatieri ebhe l'ordine di passan: l' Isonzo e, dopo violenta :1zionc di Artiglieria, nel pomeriggio l'ayanguar<lia del reggimento cominciò il passaggio pa costituir<: sulla sinistra del fiume una tcst;1 di ponte, atta a permettere il gittame nto delle passerelle e dei ponti per parte del Genio. I pontieri vennero, pere>, fatti seg no a violente raffìche di fucileria che, per guanto COl\ 1rohatt\lte <lai nostri. riuscirono :-id inutilizzare alcune barche ed a far sospendere l":1zionc. Questa venne ripres:i \·erso la mezzanotte,


sotto la protezione del fuoco delle sezioni mitragliatrici del r" reggimento. Alle ore 3 il plotone della 13" compagnia, comandato dal sottotenente Bourbon <lei Monte, era già sulla sinistra dell' Isonzo ed in breve veniva raggiunto dalle compagnie del IV battaglione che, alle ore 4, aveva già. costituito una larga testa di ponte, che gli altri battaglioni Granatieri ampliarono, sino alla rotabile di Papariano Pieris. Alle 9 ciel giorno 5 quest'ultima località veniva occupata dal 1 ~ reggimento, seguito dal 2° e, dopo accurate ricognizioni, la brigata si dislocava a cavallo della rotabile Picris - Belliano. Giunsero proprio allora al 1" Granatieri cinque volontari della Venezia Giulia e precisamente: Sci pio Slataper, i due fratelli Giovanni e Carlo Stuparich, Giuseppe La Monica e Donato Barattino, che - come diceva l'ordine dd giorno del reggimento -- : <' ••• pur non essendo soggetti ad obbligo di leva, con slancio ed entusiasmo, sono venuti volontariamente ad aumentare le file del reggimento, dando così prova di grande patriotti smo e di elevate idealit.'1, supreme vinti dei popoli prosperosi e sicuri •>.

Monfalcone. Per tutta la mattinata del 6 la brigata fu sottoposta ai tiri di molestia dell'Artiglieria nemica e soltanto nel pomeriggio del giorno 8 gi ugno fu fatta avanzare su Dobliia e poi su San Nicolò e San Polo. Durante tale avanzata, alcune granate austriache da 152 caddero in corrispondenza degli intervalli tra i plotoni della 4" compagnia del 2 " reggimento, comandata dal G1pitano Alcssi, senza causare perdite. L'avanzata dei Granatieri aveva per scopo iJ passaggio del canak dei Dottori e l'ascesa alla coJlina carsica del Cosich. A destra operava no le truppe della brigata e( Messina n; a si nistra reparti della 14~ Divisione. C:irca al le ore 18, durante un violentissimo ternpor:ùc e sotto un intenso fuoco di Artiglieria, il 1 ° reggimento Granatieri àvanzava, raggiungeva San Polo ed, approntate le necessarie passerelle, il mattino del 9 i battaglioni II e IV passavano oltre il canale e, superata la ferrovia di Trieste, occupavano <]UOta 61 ed i dintorni. Il nemico apriva però un violento fuoco di fucileria dal Cosich; mentre l'Arti glieria austriaca batteva tutta la zona occupata dai Granatieri; ma tfUesti. secondo la loro tradizione, pur non avendo alcuna possibilità di riparo, rimasero impavidi.


I cnmh(lttime111i 11dla zo11a di ,\tlo11fa!rn ,u·.


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Verso le 9 tiri di infilata, provenienti da Vcrmcgliano, abbatterono in pochissimo tempo un centinaio di Granatieri ed j} sottotenente Marsigli. Rimanevano feriti i capitani Rusconi, Melotti, Moro7r zo della Rocca, Petitti di Roreto ; nonchè i sottotenenti Meacci e Volpe: ma la truppa, rincuorata dall'esempio degli ufficia.li, rimase al suo posto. Il maggiore Manfredi, comandante il IV battaglione, era al suo Comando, a quota 61 e, col suo sereno contegno, trasmetteva la sua fermezza ai suoi Granatieri, quando una schegg ia di granata gli spezzava il femore sinistro cd un successivo colpo lo uccideva, mentre si trovava già sulla barella per venire trasportato. Fu allora che il colonnello Gandini, fatta venire la bandiera del regg imento, portata dall'alfiere Fe.rrari Marcellino, la faceva sguainare e sventolare sotto il tiro nemico. In quel primo fatto d'armi di un certo rilievo la vista della vecchia bandiwt suscitò un entusiasmo indicibile. Nel pomeriggio il I b reggimento ricevette l'ordine di scendere ih Monfalcone per riunirsi al 2° ed, occupate le colline da reparti della brigata « M essina )), i Granatieri trascorsero la notte nell'abitato, per passare il giorno w in seconda linea, tra Staranzano e Dobbia. 11 valore della brigata alla presa di Monfalcone venne riconosciuto dal comandante del VII Corpo d'Armata, generale Garioni, che aveva già apprezzato i Granatieri nell'occidente tripolino, e che così scrisse di loro: <( In ispecial modo è stata ammirevole la vecchia brigata Granatieri di Sard egna, secondo le sue gloriose tradizioni, impavida, serena e ferma sotto il fuoco di potenti artiglierie, contro le ,1uali non vi era alcun riparo l, . Mentre nei giorni II e 12 i Granatieri sostavano nei dintorni di Staranzano, ancora esposti al tiro nemico, il giorno I 3 veniva affidato alla brigata (< Messina >> l'incarico di occupare quota 121 ad est di Monfalcone ; mentre il 2° Granatieri avrebbe 'dovuto occupare ( JUOta 77. Di conseguenza, nella notte sul 14, che fu assai tempestosa, il 2° reggimento si trasferiva a Monfalco ne cd alle ore 12 era già dislocato nei pressi della stazione ferroviaria, con le compag nie avanzate già in fo rmaz ione di combattimento, nella pineta della Rocca. Fin dal mattino le batterie natanti della Marina avevano battuto le posizioni nemiche e molto intensa era stata la preparazione dell' Artiglieria, quando i Granatieri iniz iarono l'attacco, a stroncare .il quale le batterie austriache, con un fuoco molto intenso, incendia.rono la pineta della Rocca, rendendo più difficile l'avanzata del reggimento. Tuttavia alle ore 16 il f battaglione del 2° puntava su q uota 77; ma,


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giunti j primi reparti sotto le trincee nemiche, venivano arrestati da profondi reticolati e b:1ttuti a brevissima distanza dal tiro dei fucili e delle mitragliatrici. [I nemico, col suo fuoco, impediva l'accorrere dei rincalzi e faceva numero~e vittime. Ma anche in tale penosa situazione i Granatieri rimasero sereni ed impavidi al loro ,;osto, sinchè, verso sera, non ricevettero l'ordine di ripiegare. L'avversario non ci aveva conteso !"avanzata nel piano per inchiodarci poi sulle ultime propaggini del Carso, con le sue posizioni approntate valid,11nente a difesa sin dall'autunno del r914 ; e fu appunto per questo che:: tutte le nostre truppe, nell'estate del 1915, attaccarono con mollo valore, ma con scarsi risultati le posiz ioni nemiche, riportando perdite ingenti, in seguito alle quali venne decimata una magnifica F:111teri;1 di 1·cterani, chc molto don:mmo poi rimpiangere duran te le ca mpag ne successive.

li 15 giug no la brigata era dislocata dalle alture ddb Rocca 98) vn~o il p.iano, a sud della ferrovia per Trieste e, mentre i rcp:1rti di prini,1 linea attendevano ai difficili lavori per rafforzare: le loro posizioni, tluclli di seconda linea raccoglievano e preparavano materiali da trincea: paletti, graticci e gabbioni. Nei giorni seguenti k <111otc 121, 85 e 71 vennero ripetutamente attaccate; ma senza risultato, perchè la nostra Artiglieria, malgrado la precisione del suo tiro, date le scarse muniz ioni disponibili, non riusciv;1 ad aprir<.: i varchi necessari nelle profundc strisce di reticolato. Si pensò allora di distribuire per ciascuna compag nia una ventina di pinze taglia-lìli, da affidare a gruppi di animo~i , che nclla notte avn:bbero dovuto raggiungere i reticolati avversari. Ma tale sistema, se rilevò la prontezza dei numerosi Yolontari e se costò molte perdite, non det<.:rminò risultati positivi, pcrchè le pinze erano assolutamente impotenti a tagli are il grm~o 1110 cht- cmtirni va i reticolati. Il sottotenente Remigio Tricheri del 2 Q reggimento fu colpito a morte dal piombo nemico co n la pinza ancora in mano. Nell'affannosa ricerca della soluzione: del grave problema, fuf(lno esperimentati, nelle immediate retrovie, tubi di ferro comune, aventi un diametro di 5 centimetri, lung hi circa 8 metri , carichi di gelatina o di altro esplosivo nitra potente cd alla cui estremità era innescata la miccia per l'accensione. Ma, se t:ùi mezzi si rivelarono superiori alle pinze, furono sempre insufficienti allo scopo, ~ervendo

(t j.


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ad aprire passaggi troppo stretti nelle profonde fasce delle difese accessorie austriache e soltanto dopo un anno di guerra si giunse ·all'impiego delle bombarde, che si dimostrarono mezzo efficace contro i reticolati. Il 23 giugno il l battaglione del 2 ~ Granatieri riusciva ad impadronirsi delle vaste officine di Adria - Werke, dislocate nella pianura,

Le posizioni conquistate dai Granatieri a sud di Monfalcone . .

verso il mare e le occ upava saldamente, do}X> aver scacciato alcuni nuclei nemici dai fabbricati di Mandria. Così il settore nel quale doveva operare la brigata Granatieri si allargava , dal golfo di Panzan<), per le officine di Adria, per i fabbricati di Mandria, la ferrovia di Trieste, fino a quota 98 e, per la Rocca, g iungeva a quota 6r, dove si iniziava la parte del fronte affidata alle truppe della 14' Divisione. Negli ultimi g iorn i. di. giugno le truppe di prima linea rafforzavano i nostri trincer;1menti e, dato il carattere statico assunto dalla g uerra, venivano impiegate tutte le previdenze necessarie a rendere


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meno disagiata la vita ddlc truppe in trincea. Così si provvide ad un passaggio coperto fra il più importante dei fabbricati del cantiere Adria cd il vicino porto Rosega: med iante i numerosi barconi trovati sul posto fu organizzato, lungo il ca nale Valenti ni , un servizio regolare per i rifornimenti alle truppe di Adria, per lo sgombero dcì feriti cd anche dei Caduti che, nei momenti di tregua, sistemati in ~asse, venivano trasportati a Monfalcone, per essere poi sepolti nel cimitero Jdla Marcclliana. Tale organizznio ne permise il trasporto di uomini e materiali al sicuro dalle offese nemiche, perchè il canale Valentini aveva, lungo le due sponde, alti a rgini coperti da fitta vegetazione.

L 'azione del 30 giugno. Il .29 giugno g iungeva alLi brigata Granatieri l'ordi ne per l'azione da compiersi il giorno successivo, contro il fronte orientale di Monfalco ne. pc:r l'occupazione.: ddk llUotc 121. 85, 77 e 21. Il primo di (Juesti ohhicttivi era assegnato al 1" Granatieri; gli ahi al :!'·; mentre sul fronte scttrntriona lc la brigata (( Messina ,, doveva occupare le posizioni nemiche del Cosich e del Dcbdi. Nella notte sul 30 gruppi di volontari coi tubi di gelatina doveva no aprire i varchi nei reticolati nemici; ma l'impresa, per se stessa difficile, fu resa c1uasi impossibik dalle aspcrit;1 del terreno, dalla p ioggia dirotta e dal vento che impediv.1 LKansionc delle micce: nonchè dai riflettori e dai razzi illuminanti deg li Austriaci. Tutta\'i,1 i volontari, giu nti ai reticola ti, riuscirono ;1d aprire qualc he varco: ma indussero gl i Austriaci ad iniziare un vivace fuoco di fucileria e ad effettuare con l'Artiglieria un intenso fuoco di sh:i rramen to di nnanzi ai reticolati. L '8' compagnia del 1" Granatieri (capitano Bassi no), g iunta innanz i ai reticolati di c1uota 1 2 1., si lanciò senz'altro all'assalto cd alcuni. Granatieri caddero, al g rido di <·Savoia ! ", nel varco non completamente aperto. Non essendo umanamente possibile proseg uire nell'azione per l'intenso fuoco nemico. la compagnia ripiegò sulla base di partenza, prùtetta dal fuoco della 6' e· di una hattt:ria someggiata. Contro la quota 85 l'impiego dei tubi, malg rado la tena cia del sottotenente Lupini, era fallito per la mancata accensio ne delle micce a causa del la pioggia. Due plotoni della 9" compagnia del 2 ·; reggi-


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mento, attraversato iJ bosco della Rocca, avanzarono tuttavia contro la posizione nemica, appoggiati dalla ro\ e tentarono invano l'assalto. Fu allora, come si è già detto, che, nel tagliare i fili con le pinze, trovò eroica morte il sottotenente Trincheri. Il resto della 9' compagnia, udito il grido « Savoia! >• lanciato <lai compagni, si portava avanti; ma, non essendoci i varchi per l'intera compagnia, i Granatieri dovettero ripiegare con molte difficoit:ì,

La bandiera del 1 ° Granatieri rnggìunge il reggimento impegndto contro il nemico,

mentre alcuni uomini rimanevano sotto il reticolato nemico, nella speranza di poter vendicare il loro ufficiale. Anche i nuovi tentativi andarono falliti, come falliti andarono quelli contro quota 2r, dove l'impiego dei tubi fu reso impossihile · dall'attiva so;vcglianza del nemico. Gli attacchi vennero rinnovati anche nel pomeriggio, successivamente dalle compagnie ciel r" e del 2° reggimento: ma il loro eroico slancio venne sempre fermato cbvanti ai reticolati. A notte fatta il sottotenente Lupini, con pochi volonlari, impieg1\ nuovamente i tubi; ma, scoperto dalle vedette nemiche, dovette ripetere il pericoloso tentativo e soltanto alle 23,45 riuscì a far brillare due tubi sotto quota 85.


La 11'' compagnia del 2" m osse allora all'attacco; ma la pronta e violenta reazione nemica la costrinse ad arrestarsi ed a ripiegare. La stessa sorte toccò alla 5'' compagnia del J " Granatieri, comandata dal tenente Le Metre e, dopo t;inti inutili tentativi, l'azione venne sospesa ;;: nella notte i reggimenti tornarono su lle basi di partenza, riassurnenclo la precedente dislocazione.

Co~ì chiudevasi il mese di giugno, che era stato ricco di avveniJl,enti, quali il passaggio dell'Isonzo e lé1 presa di Monfalcone; ma durante il 4uak numerose erano state le perdite. Le truppe erano stanche e bisognose di un riposo dd quale no n potevano certo godere in quella ~ituazione; 1rn,, a malgrado delle difficoltà di ogni. sorta, il loro spirito no n cra st:ito dornato dalle fatiche, dai disagi e dai pericoli, comt notav:, lo stesso comandante il VII Corpo d'Armata, gem:rale (;arioni, scrivendo al comandante della 13' Divisione: (< La brigata Granatieri Ji Sardegna è stal.i, in questo primo periodo della campagna, Jurarnc'. nrè provata. La lunga sua permanenza sulle posizioni di Mo nfalcone, i reiterati attacchi contro le alture limitrofe, gli ~(orzi per allargare l::i propria fronte nd piano, hanno faticosamente impegnata la sua attività, le hanno prodotto perdite dolorose e, per forza di circostanze, le truppe non sono state allietate da quel pieno successo che esalta e fa dimenticare disagi e perdite. Mi reqt perciò viva .soJ<lisbziom: la rnmlatazi.one, falla dalla S. V., Jdl'cncrgia e dell'ardore ~piegati dai Gr~rnatieri di Sardegna in (!neste dure prove e della disciplina e dell'alto spirito militare che tuttora animano la n :ccliia e glorio~a brigata. Sono pienamente convi nto che essa ha bisogno di un periodo di riposo e di raccoglimento per riprendersi, per riparare al!e perdite subite e per riorganizzare i repa rti che pit1 hanno sofferto, e mi propongo di accordarglielo ben presto. Prima, pcn\ occorre che la brigata Granatieri porti a compimento l'organizzazione difen siva della regione di Monfalcone e confido, come anche di recente ebbi a significare, che l'importante larnro sarà condotto con la alacre, intell igen te solerzia che merita e della quale la brigat:1 Granatieri è certamente capace. Se, in questo periodo di attesa , come in quahia),i altra ci rco5tanza, i Granatieri venissero chiamati allo sforzo s~1premo della battaglia, ritengo per .fermo che essi, dimentichi delle fatiche patite, sapranno mostrarsi pari alle loro belle tradizioni, vicine e lontane ,, .


Proprio il 1' ' luglio si ebbe intanto sul nostro fronte la prima di quelle manifestazioni di odio da parte deg li Austriaci, che si ripetettero poi spesso durante la gue rra e che fecero dimenticare perfino k con venzioni internazionali . Essendo rimasti, dopo il combattimento del 30 giugno, parecc hi nc:stri feriti e morti sotto i reticolati di quota 85, il bravo capitano medico Perilli del 2" Granatieri, uscito dalle nostre lince co n alcuni

La lotta sul é.arsn.

porta-feriti e con la ba ndiera della Convenzione di Ginevra, si recò sotto l'opera n emica, per parlamentare col comandante di essa allo sc:opo di dare ai Caduti onorata sepoltura. Si vide il Perilli attendere all'imbocco del reticolato nemico l'ufficiale austriaco, col quale conferì a lungo e, mentre alcuni porta-feriti nostri trasportavano le salme dei nostri caduti, porta-feriti austriaci trasportavano i loro sul rovescio ddla posizione di quota 85. Quando l'opera pietosa era qu:isi ultimata, il capitano Perilli venne chiamato nella posizione austriaca nella quale fu costretto a rimanere, insieme ai pochi porta-feriti che lo avevano seguito, venendo considerati, in opposizione al dirilto internazionale, come prigionieri. Tale episodio suscitò il vivo sdegno dei Granatieri, che ne erano stati testimoni. Giova, intanto, ricordare i volontari portatori di tubi, arditi esponenti ddl'alto spirito combattivo della brigata Cranatieri e di tutte


k nostre fanterie, i quali furono elogiati nell'ordine del giorno del :!'· reggimento. Eccone i nomi gloriosi: 5• compagnia: caporale Carrngi; 6'" compagnia: 50ttotcncntc Osti; Granatieri Gobbo, Moro, Abbondan:1..a, Zilli, Tnpin, Bucioli: i' compagnia: sottotenente Mozzeui; sergenti Di Palma, Giacchetti; c:1pnralc Bof lì; Granatieri Ceci, Polonio, Fiore, Righetto, Vanni. Gerbon, Olivieri, Bortolotti, Barbare~co, Rossi, Pozzi, Fanti: 8' compagnia: sottotenenti Lombardo, Antonini ; caporal mag· gio.re Bertolini; Granatieri Merolla, Marrone, Colli, Perlitti, D e Cesario; 1 " compagnia: sottotenente D"Amico: c;1porali Pavan e Graziani: Granatieri Pcrrina, Lucca, Ceccotti: 2·· compag nia: si.:r gc ntc Dal Negro ; 3" compagnia: Granatieri Sgabello e Cappdletto. Ecco poi i 1wmi dei volontari della prima ondata di attacco: l'' compagnia: sergenti Pierro e Montemagno ; Granatieri Aramini, Argenti, Zanantonello, Comini-Zambonini, Mattiuzzi U., Mattiuzzi G., Debbia, Ca~suoli , Palma; 2' compagnia : caporali Del Zotto e Da Ru: Granatieri Rocco, Longo, Pozza, Polese, Corso ; .:f compagnia: sergente maggiore Barbano; 4' compagnia: sotlotencnle Latini: sergente maggiore Morelli: sergente Pristi Filippo; caporal maggiore Servani; caporali Cincherk, Giudici , Dc Rodhcn: Granatieri Pollini, Zig iotto, Lcgnaghi, Lahorinì, Maggiolo, Rondini, Gardinazzi, Bottaccio, Righetti, Tecchio, Busatta, Lamoretto , Boreau. Tutto il mese di luglio trascorse per la brigata facendo alternare i battaglioni nel presidiare le trincee, nei lavori di rafforzamento e nella preparazione nella seconda linea di materiali vari, nell"impiego delle pattuglie cd, infine, in una serie di ricognizioni fatte da uffi. cìali ol tre k linee, integrate da schi zzi e da panorami, che furono altam<.:nte apprezzati perfino dal generale Ca<lorna. Furono tentati anc he alcuni colpi di mano sulle posizioni più prossime al mare di (]UOta 12 e di tiuota 21, e venne svolta qualche azione dimostrativa. Il settore tenuto dalla brigata fu di viso in due sottosettori: quell() da lJUOta 61 a quota 98 fu chiamato sottosettore est 1.'.ollina e quello da quota 98 al mare sottosetton: est pianura. ' La notte sul 19 luglio il IV battaglione del 1° reggimento Granatieri venne mandato di rincalz<) al 93° Fanteria, che attaccava il Co-


sich; ma l'operazione fallì, sempre per la mancata apertura dei varchi, mentre il generale Garioni, che giustamente apprezzava l'attaccamento dei Granatieri alle proprie tradizioni, telegrafava al Comandante la brigata: ,, Nell'anniversario del glorioso combattimento dcli' Assietta mando alla brigata Granatieri di Sardegna il mio cordiale saluto, con l'augurio che la fausta ricorrenza le sia di lieto auspicio per nuove glorie militari n .


VI.

OLI ATTACCHI A QUOTA 121, AL SABOTINO ED A QUOTA 188 11 G :i.gosto lo stesso generale Garioni venn e al Comando della brigata a preannunziare ch e il giorno JO la brigata avrebbe dovulo im paclronirsi di quota 1 2 1 : il 1· reggimento attacc:rndo la tJ llOta suddella ed il 2n quota 85. L'azio ne doveva esse re preceduta dalla po.sa di tubi di g elatina, affid ata al te ne nte Magrì del I n Gra n:itieri, coadiuvato da volontari dei Gra natieri , della Guard ia di Finanza e del Genio. L ' ufficiale, riumti tutti i volo ntari a quota 93, formava s1.:i patt ug lie e, prima di mettersi in mo vimento, ri cordava ai componenti il dove re morale assunto rispetto ai compagni con l'esser.si offe rti volontari ed i pericoli a cui le truppe sarebbero andate inutilmente incontro se le brecce non fossero state aperte. Faceva t)uindi distribuire i mate riali cd, alle o r e 2 dd 10 agosto, c iascuna pattuglia si dirigeva cautamente, nella notte sere na e stellata, verso il proprio obbiettivo. Durante la marcia le pattuglìr furouo soggette a tiri di ( ucìleria ed i primi fer iti, sotto il reticolato nemico, seppero soffocare qualsiasi lamento, per non rivelare la propria presenza. Comunyue, il te nen te Magrì, visto il nemico g ià in allarme, anticipava l'accensione d ei tubi , che procura\'ano tre profonde brecce nei reticolati di quota 12 r, ma nessu na sotto la quota 85.

L'azione de1 10 agosto su quota 121. Il mattino dc..:! 10, dopo i tiri di preparazione d elle batte rie del >r'' reggimento Arti g lieria da campagna, appartenente alla Divis ione, il I battaglio ne del I'' Granatieri, guidato dall ' eroico tenente colonnello Coppi, si lanciò contro la tiuota 121, parte ndo dalla 98; m e ntre il lii battaglione <lei 2 " (maggiore Guardab:1ssi) operava contro quota 85. fiancheggiato sulla destra dal I ba ttaglione.


Alle ore 11,45 il primo plotone della 4' compagnia del 1 ° Granatieri (capitano Alberto Rossi) riusciva ad entrare nella ridotta di quota 12r, scacciandone l'avversario a colpi di baionetta., facendo 50 prigionieri e catturando due mitragliatrici. Seguivano, entusiasmati, gli altri tre plotoni della 4" compagnia, animati dal loro valoroso comandante, già gravemente ferito al braccio destro. Mentre raggiungevano la compagnia avanzata, in rinforzo alla quale accorreva la 1", appena usciti dall'opera di quota 98, rimanevano feriti il tenente colonnello Coppi e l'aiutante maggiore Magrì. Intanto, sulla quota 121, i Granatieri che l'avevano conquistata erano già chiamati a difenderla dal contrattacco austriaco. Urgeva che le nostre artiglierie battessero l'immediato rovescio della posizione; ma le batterie da campagna non avevano più colpi e le lontane batterie dell'Isonzo, il cui intervento venne chiesto dai Comandi superiori, poterono eseguire qualche tiro _poco redditizio; mentre I' Arti1?:lieria austriaca, con un efficacissimo tiro di interdizione, riusciva ad impedire che i rincalzi del battaglione Coppi raggiungessero la 4~ e la 1~ compagnia su quota 121. Dalla quota 81 il tenente col.onnello Coppi, il capitano Rossi ed il tenente Magrì continuavano a svolgere la propria azione, bcnchè feriti; mentre il IV battaglione e le altre compagnie del 1'' rimanevano impavide tra le rovine delle proprie trincee, sotto l'intenso fuoco dell'Artiglieria nemica. li capitano Boccacci, comandante il IV battaglione, pregava allora il tenente colonnello Coppi di cedergli la direzione del combattimento; ma rim:lneva anch'egli gravemente ferito, mentre il suo aiutante maggiore, tenente Spechel, colpito al petto, moriva appoggiato ad un tronco d'albero, agitando ancora un piccolo tricolore per incitare i .Granatieri a cercare di raggiungere quota 121. Sulla quota contesa i giovani sottotenenti Orlandi, Fabbri, Fava, Della Porta delle compagnie 1" e 4" facevano tutto il possibile per resistere; ma le soverchianti truppe nemiche, affluite da ogni parte, finirono per avere ragione della tenace abnegazione dei Granatieri e, sorprese ed ammirate da tanto eroismo, presentarono loro le armi. · Intanto sulla destra, davanti a quota 85, il llI battaglione del 2° aveva attaccato con la 10~ compagnia; ma, feriti il comandante di essa, capitano Ruspoli, il sottotenente Troise ed una sessantina di Granatieri, non era stato possibile proseguire. Così la giornata del IO agosto 1915, iniziata sotto favorevoli auspici, giornata di purissima gloria per i Granatieri e specialmente per il 1° reggimento e nella quale si erano svolti tanti episodi di valore e 1(-ò.


di g e nnoso came ra t ismo (come, ad esempio, quello del capitano Rossi, ch e cede va la propria barella al tenente Spechd ché appanva moribondo). si chiudeva senza c he fosse possibile conservare in nostro possesso l'obbic.ttivo g i:1 ragg iunto.

Un im parziale g iudi zio sulla nostra azione del rn agosto venne p ro nunz iato dagli stessi nemici, che impiegarono contro dì noi prima due ba ttaglio n i di F a nte ria austriaci ed uno germanico e in secondo tt: mpo tutta la 1~)" brig ata da montagna Landsturm e che, a preparare la riconquista della quota 12 1, impegnarono 7 b atterie : 2 da campa!..! n a, I da m on tag na, r d i o bici pesanti . 1 d a 240 a ustriaca e 2 g ermanic h e d :1 100. Ma, a malg rado d i I.Lltto ciò, ,, g li Italia ni pro~redi vano se m pre ,, . com e ebbe a sc rì,·t:re. il 1 2 agosto, il coma ndante dell ' Arti g lieri a a ustrÌ:JCa dell:1 zona . tene n te colonnello vo n Schliter. n ell a sua relaz ione ufficiale sull a ba uaglia, rdaziont: che diceva : ,. Alle sei dd mat t ino ta nto l'Anìglieria pesa nte, quanto tjudla leggera dt'lLivversari o bom bardò le nost re t rincee, sistem ate a q uota 121, 85 e 77; il fuoco fu d i tale violenza da lasciare in tra vedere a b rc\'e ~cadenza un a ttacco d ella Fa nt eria italia na. Nelle 11ostr1:· lince .!.'. li 110mini furon o ohhli.~ati :1 riman ere al coperto ne i ricove ri scavati a te rgo de!l e tr incee. " Per potere aver r;1gi0nc del l'a ttacco nem ico, c he no n si s;1rehbe fatto attende re mol ro, tanto la batteria germ;rnica da 10 cm. C<llll e la e( ba tte ria da campag na del 1' aggiustarono il tiro su dì un dosso a sud - ovest di l f llOta I 2.1 e d al y_ualc avevamo ragione di c red e re c he av rebbe avuto inizio l'attacco nemico . Questo ag g iustamento potè avvenire do po c he la nostra batteria da campagna e ra riuscita ad imporr e il sile nzio ad una batteria a vversaria. sita a sud de lle Case Marcellini;i n a. L 'azione di atta cco si svolse nel segue nte modo: i tre comandan ti di battaglio ne (V del 7", li del 38° e g erma nico) avvi starono ad un lato il ne m ico e quasi conte mpo raneamente, per l'app unto all e o re u ,30, una linea di tirato ri italia ni che. dopo avere sc:iYakato le proprie t rincee, muovevano ri solutamente verso di noi. Il V battaglione del 7° potè a prir e subito il fuoco e tutte le altre Unità di Fanteri a, dopo pochi istanti, lo iniziarono anch'esse. In questo modo tutto il te rre no antista nte alla nostra posizione fu da noi vio lentem e n te ba ttuto. Anc he una batteria da campag na, in posizion e molto


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più a nord, probabilmente sul Crin Hrib, potè concorrere all'azione con un tiro di una certa efficacia. Dobbiamo però riconoscere che ~uasi tutte le nostre batterie, come da osservazione fatta, eseguirono forse un tiro troppo corto, per cui sembrò che anche nel successivo svolgimento dell'az ione il loro tiro riuscisse pericoloso alle nostre Fanterie. ,, Ogni tanto il nostro tiro cessava, per riprendere quasi subito, non appena le Fanterie italiane accennavano di nuovo ad avanzare. Alle ore 13,)0; vi fu una pausa di fuoco ; la batteria germanica continuò tuttàvia ad eseguire il tiro lentQ; mentre la nostra 5" batteria del 7" spostava il tiro ad ovest di Monfalcone, dove un certo movimento nemico era stato individuato. « Intanto un nostro plotone di Fanti, in un punto favorevole a sud - ovest di quota 121, poteva battere di infilata col suo tiro tutta la zona antistante alle nostre difese accessorie. Anche la 30• batteria pesante dell'8" riuscì a battere con efficacia la zona a sud - ovest di quota 121 e concorsero in questo tiro, battendo le zone laterali, anche una batteria germanica ed una nostra batteria di mortai da 240. Nello stesso tempo il bosco della Rocca venne battuto dalla batteria germanica e dalla nostra 5~ batteria del 7°. La 2 • h:itteria del 38 fu, invece , obbligata a sospendere il suo fuoco per esaurimento delle munizioni. La 5• batteria del 7", di iniziativa, fece pervenire ad essa un suo cassone. Allorchè, verso le 15,30 , si pronunciò un nuovo attacco avversario, tutte le nostre Unità di Fanteria inizi;irono un tiro nutrito l' violento. <1 Dopo un quarto d'ora, in seguito a ordine ricevuto tutte le batterie spostarono il loro fuoco al di là delle linee nemiche avanza nti, allo scopo di arrestare il progredire delle riserve italiane accorrenti e clic si trovavano ancora in gran parte al coperto nel bosco. Gli Italiani · progredivano tuttavia sempre e, quando sembrò, in un dato momento, che essi fossero per impadronirsi di quota 121, quel plotQnc che era postato in modo da potere eseguire un tiro fiancheg!!iante, iniziò delle violenti raffiche di fuoco che scompigliarono non poco l'attaccante. Nello stesso tempo, dalle nostre trincee situate di fronte all'avversario, il fuoco aumentò di intensità e non cessò se non · (Juando g iunse dal Coma ndo della brigata l'ordine di sospenderlo. ci Alle ore 17, per ordine del Comando della 51 Divisione, quota <)8 nei pressi di Monfalcone venne bombardata con violenza da due nostre batterie. Senza la sorveglianza accurata e costante degli osservatori di Artiglieria, quota 121 e le zone adiacenti sarebbero state


conquistate, e certa m ente, dagli Italiani. Allorcliè dal mio p osto di osscrv;izionc, c he era sistemato a quota 208, mi accorsi che non pocht pattuglie avn:rsarie stavano avan;,ando cd allorchè questa stessa mia osservazio ne mi venne conferma ta dall'osservatore postato a quota 235. senza che io av<.:ssi avuto hi sog no di ordinarlo, tutte le batterie nostre avevano già aperto il loro fuoco violento cont ro il nem ico. ,, Ciò fu la evidente prova c he io ebbi dcli 'oculatezza dei comand a nti delle batterie stesse. E' certo che gli effetti del nostro tiro devono essere stati veramente grandi, la quale cosa è anche confermata dall'interrogatorio di alcuni prigion ieri, com e pure da una ricog nizione eseg u ita dal coma ndan te della 5'' batte ria del 7". ,< Al presente rapporto si allega 4uello redatto dall 'ufficiale esplorat ore c he si spin se :i quota 1 2 r >• .

Se lluest~1 relazio ne cmtituisce. per la sua io nte, il più bel rico11o~c i111elllo dcll'opcra dei Granatieri ndb giornata del IO agosto, ;111..:lie il Bo lkuino n. ì7 del nostro Comando Supremo esalt<'> il v;1 -

lorç ,kl k nostre truppe e elci Granatieri: (· Sul Carso le nostre truppe, dopo di avere, n ella notte sul ro, rcsp1nro un attacco nella zon a Sci Busi. al mattino passarono alla controffesa, conseguendo in alcuni tratti del fronte sensibili vantaggi. Lo ~lancio delle Fanterie fu tale. che due com pag-nic (r' e .j" del 1° Granatieri) riu~cirnno a cunyuist:.:n.: alla haion:.:tta 1111':iltura fortemente trincaat:i. situata molto addentro nel la fronte nemica. A motivo dd potente e con ce ntra to fuoco dì Artiglieria e dì un vigoroso contrattacco dcll' avversario, la posizione non po tè essere mantenuta; tuttavia la resistenza delle truppe retrost:inti. fort i delle posizioni conquistate. valse ad infrangere il contrattacco nemico ,.. Al termine della giornata, <1uando nè il Bollettino del Comando Su p;cmo, nè Li relazione dd tenente colon nello rnn Schlìter nano stati compilati, il generale Pirzio Biroli, che in tutt;1 la giornata aveva osservato· ,·azione da u n posto avanzato, rientrato al Comando ì n Mo11f:ilconc, di ra ma va il ~egucntc, nobilissimo ordine del giorno: ,, Gli animi si conoscono . più c he nella propizia. ndb sorte avversa e da qualche ~empo pare che la sorte avversa voglia m etterci alla pro va. Non im porta, mie i Granatieri, st rin getevi con m c attorno ai Cad u ti e ai feriti di oggi , ai valorosi superstiti, che n el cattivo d estino , cri~~e ro una delle pit1 brillan ti azioni di guerra. Si sapeva da tutti

suo


che il nostro compito era arduo, lo sapevate anche voi, Granatieri del vecchio stampo, ma non avete indietreggiato di fronte alla difficile imprèsa. A vetc superato tutte le difficoltà prevedibili, sfidando impavidi la morte. Sia gloria a voi! Il nemico ha fatto alcuni prigionieri dei nostri, ma, nel farli sfilare innanzi a sè, ha Llovuto inchinarsi al loro valore )) .

O,l11viu.

Intanto, in una piccola cameretta dell'ospedale n. 46 presso Bdliconda, il tenente colonneJlo Umberto Coppi, il fiero soldato di Sidi Said e di Agilah, il protagonista primo dd dramma appena concluso, agonizzava. In procinto del grande passo nell'infinito, egli vedeva , tra le brume della morte cd il delirio della vita, i suoi Granatieri marcia nti g loriosi verso Trieste; e Gino Spechel, anche egli tra !;i vita e la morte, r~tecoglieva le ultime parole <lell'eroe, che poche ore prima, Llllando poteva ancora farlo, aveva scarabocchiato alla meglio a matita un biglietto di saluto diretto al generale Pirzio Biroli: << Sono ferito; ma ho avuto la consolazione di vedere due mie <.:ompagnie a quota 121. Nella tema di non vederti. ti rivolgo un .iffcttuoso, deferente saluto e l'augurio che b brigata sia la prima ad entrare in Trieste. Ti prego di un ricordo al capitano Giacchi H. Questo estremo ~aiuto, col quale si concluse una vita tutta dedita al dovere, è conser-


vato, co n tanti altri cimeli, nell'archivio del Museo sto rico dell a brigata: Musco, che i Granatieri tutti riconoscon o come il tempio cldb loro fede.

Nei giorni seguenti, mentre il I battaglione del 1 " Granatieri si rìcostillliva alla meglio, (gli altri procedevano a ripara re i danni procurati dai bombardamenti), il nemico bombardava tutte le notti le posizioni tenute dai Granatieri e la notte sul 15 le attaccò con un treno blindato, giunto sino alle noslrt'. trincee. I nostri , il giorno 16, fecero saltare la linea ferroviaria. Intanto, ad aggrava re la situazione della brigata, sopraggiungeva il colera; così ch e il 20 di agosto i Granatieri vennero sostituiti ,d ai reggimenti di F a nteria 2 1" e :22·' della brigata " Cremona " · Le rela tive operazioni, da compiersi necessariamente di notte, venivano rese più complicate e difficili d a impe tuose raffic he temporalesche e soltanto il 24 la brigata, ripassa to l' Isonzo, raggi un ~eva C lau d an o , a 2 chilometri da Palmanova. Cosi aveva termine, dopo tre mesi ininterrotti di azione, 4ud primo periodo della cam pagna, durante il quale la bri gata Granatieri di Sardegna, senza adeguati mezzi, si lanciò. in generosa e fraterna ,eara con tutti gli altri reggimenti di Fanteria, contro posizioni formidabilmente e da lungo tempo prepara tè a di fesa, ancor;1 una volt;1 d imostrando di essere degna delle sue tradi zioni cd irrorando k dùline carsiche col sa ngue dei suoi Cad llti , Ira i l)llali 11 11flìciali, e dei suoi numerosi feriti. Ultimato il breve periodo contumaciale, i reggimenti G ranati e ri. accampa ti sot to boschi di castagni in una plaga saluberrima, lungi dal frastuono delle artiglierie, si riorg anizzarono , ricevettero i com plementi dai D epositi ed iniziarono un ciclo addcstrati vo secondo l'esperienza LOnseguita . Contem poranea m en te reparti dei due reggim enti si altern ava no ad Isola Morosini cd a Cormons per lavori di fortificazione. Ai primi di settem bre i reggime nt i \·ennero \·isitati dal Duca di Aosta, comandante la :.f Armata, che ebbe parole di vi,·o t:logio per j Granatieri di Sardegna. Al 1" di ottobre la brigata si trasferi va nei dintorni di C ialla, nei p ressi di C ividale, continuando il periodo adckstrativo e preparandosi in tutti i modi alla ripresa in vernale. Intanto il colo nn ello Podesù, comandante del i' reggimento, destinato altrove, veniva sosti-


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tuito dal collega Malatesta, anch'egli vecchio Granatiere, e si completavano i Quadri con ufficiali già feriti e reduci dai luoghi di cura e con elementi nuovi, provenienti dai Depositi. In quel periodo di tempo si cominciarono ad esperimentare le bombarde t: vennero di~tribuiti gli elmetti metallici.

Sul Sabotino. Il 24 ottobre giungeva l'ordine già previsto e la brigata, passando alle dipendenze della 4~ Divisione, andava a schierarsi, con successive marce, nelle trirn:ee sotto il Sabotino, col 1° reggimento a destra, a contatto con gli antichi Granatieri di Lombardia (73° Fanteria), il 2 ° reggimento a sinistra, in collegamento con la brigata « Livorno >,. Si iniziava così un nuovo periodo di sacrifici, ,resi ancor più gravi dalla stagione piovòsa e fredda, e di fulgidi eroismi. Le colline che dominano la destra dell'Isonzo e la conca di Gorizia erano state formidabilmente fortificate dal nemico ed il Sabotino a nord ed il Podgora a sud costituivano i due pilastri principali delle posizioni austriache in difesa di Gorizia. Per giungere alla città contesa, occorreva scardinare quei due pilastri ed albi 4" Divisione era affidato l'incarico di operare contro il Sabotino. . Non appena occupate le nuove trincee, la brigata ebbe l'ordine di espugnare il fortino del Sabotino, puntando direttamente su San Mauro, pu!iiz.ione dominante, formidabilmente rafforzata, provvista di caverne e camminamenti e di due grandi trincee avanzate, con salienti e rientranti, che permettevano l'efficace fiancheggiamento delle ampie e profonde fasce di reticolati. All'alba del 28 i nostri pezzi cominciavano a battere le difese nemiche, mentre i battaglioni Granatieri erano pron,ti' a scattare. Malgrado il tempo burrascoso, verso le ore 12 furono 'impiegati i tubi di gelatina col solito 5carso rendimento. Uno dei portatori, il Granatiere Ararnini del 2" reggimento, assolto il proprio compito, era già tornato nella trincea, quando, accortosi che mancava un suo compafOO, ritornava presso i reticolati nemici e, sfuggendo alle numerose fucilate, riusciva a ritrovare l' assente ed a portarlo in salvo, ricevendo gli dogi del proprio comandante di battaglione. Poco dopo i due primi battaglioni della brigata attaccarono, raggiungendo rapidamente i reticolati, per sf uggirc agli effetti del tiro di interdizione cldl' Artiglieria nemica. I reticolati erano, però, in-


tatti o quasi e fu necessario l'impiego di nuove pattuglie di portatori di tubi, mentre le truppe attaccanti erano costrette ad attendere in una situazio ne non facile, nella quale i due battaglioni Granatieri rimasero per o re cd ore a stretto contatto col nemico e subirono notevoli perdite. finn a LJUando il Comando superiore non emanò l'ordine di ripiegare sull a b sc di parte nza.

Il Sahotìnu.

Ncll:i notte si ric uperarono i feriti e si diede onorata sepoltura :lì C aduti ; mentre il comandante della brigata così conclutleva, nella sua relaz io ne. l't:spo sizionc degli avvenimenti della giornata: ,, Encomiabile è stato il contegno di tutti. In mezzo ad enormi difficoltà di terreno, sotto po~ti a fuoco inten~i.~simo, i reparti hanno continuato ad avanzare, specialmente il I battagliom· del 2 " Granatieri, nonostante le gravi pe rd ite, sino sotto ai reticolati avversari ; ufficiali e truppa hanno gareggiato ovurnp1e in ardimento e sprezzo del pericolo. A sera , J opo parecchie: ore: di lotta accanita , le truppe c:rano sempre ndk man i deg li uflìc iali e non chiedevano che di continuare l'attacrn. Ciò, oltre alle brillanti LJualit;t ddla truppa, dimostra il grande a \cendc ntc: mo ral e dei co mandanti mi loro uflìciali e di questi sui dipe nde nti mi litari di truppa ». · Il colo nnello Malatesta, che - come si è già detto - , avendo d :1 poco ass unto il comando. conduceva per la prima volta il reggi -


mento al fuoco, si dichiarava orgoglioso di comandarlo e scriveva di non poter immaginare ,, truppa migliore per il modo splendidamente ardito col quale sono andati al fuoco i Granatieri, per la fermezza con la quale hanno resistito agli effetti demoralizzanti del fuoco intenso di Artiglieria, per la serenità e la fiducia nel successo, conservati sino all'ultimo momento ». Le perdite complessive della giornata, tr;i morti e feriti, erano state di 320 uomini, fra i quali I ufficiale morto e 7 feriti.

Il 29 mattina l'azione veniva ripetuta dal II battaglione del 1'' e dal III del 2" reggimento. l reparti raggiungevano le difese avanzate del nemico cd in taluni punti ne st:ivano oltrepassando i reticolati, quando l'attacco venne nuovamente sospeso e, nella notte, i due battaglioni rientrarono nelle trincee di partenza, lasciando presso i reticolati soltanto piccoli nuclei, per sorvegliare e disturbare il nemico. Anche nella giornata del 29 magnifico era stato il contegno dcl1e truppe; ma notevoli le perdite subìtc. Seguì una breve sosta, durante la quale. dopo l'arrivo di nuovi complementi, si preparava il nuovo attacco del Sabotino, con la bril!ata <( Marche » a sinistra, la " Lombardia ,,,, a destra, i 'Granatieri ~1 centro, contrQ il fortino di San Mauro. Il 1" reggim ento dovcv:1 operare col I battaglione .i n prima linea e gli altri in riserva. Il 2 " reggimento agiva col III battaglione in prima linea., in quattro ondate successive, distanziate di cento metri; in rincalzo gli altri due battaglioni, dei quali il II era di riserva divisionale. Mentre l'estrema ~inistra del II doveva puntare sul lato nord del fortino, la destra doveva tendere ad avvilupparlo da sud. Il 1 ° novembre, alle 6,30, secondo g li ordini, i Granatieri erano pronti; ma si dovette rinunziare a svolgere l'azione di sorpresa. Il terrrno da percorrere saliva con ripido pendìo verso il nemico e, reso sdrucciolevole dalla pioggia, rallentava il ritmo dell'attacco; mentre il nemico da Oslavia e dal Sabotino incrociava i suoi tiri contro gli :1 vanzanti. Sino dal principio la situazione si rivelò grave per la perdita di diversi ufficiali, la cui azione di comando era più che mai necessaria, poichè i molti complementi erano nuovi alla battaglia e, benchè entusiasti, avevano bisogno di guida. A malgrado dell'intervento dei rincal z i, l'azione andò fallita, pur avendo dato luogo a numerosi atti di eroismo. Tra gli altri l'episodio


dd Gran:itit:rc Socal, che si preop1tava innanzi al proprio comandante di plotom:, già ferito, facendogli scudo <lei proprio corpo e lo salvav:i, rimanendo a sua volta gravemente ferito. L'attacco ve niva rinnovato il successivo 2 novembre. alle ore 11. In prima linea erano i reparti meno decimati , non solo dal nemico; ma anche dalle piogge, dal freddo, dal colera, riapparso fra gli appartenenti alla brigata.

Il forrìno di S. Mam·o s11l Sabotino.

Il :!'"' Granatieri aveva in primo scaglione un battaglione di formazionc, co mandato dal maggiore Bignami e composto delle sue cnmp:ig nir: <' di due del IV hatt;iglionc del r" reggi mento. Sulla fronte di gucstn operava il capitano Morozzo della Rocca con le compagnie 15" e 16"'. cht: dovt\·ano agire in collegamento con la brigata t, Lombardia », e le :il tre due, 1_:;' e 14", col battaglione Bignami. L ' avanzata p rocedette col solito slancio; ma numerose furono le perdite, i11 seguito allt' quali. un plotone del 2'· Granatieri veniva comancbto dal caporale Antonio Breda, volontariamente partecipante all'azione e che, giunto primo al rt:ticolato, fu l'ultimo ad abbandonarlo. Un .iltro caporale del :!.. reggimento. Ettore Mad<lincllì. aiutava un sottufficiale a


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riordinare un plotone ed a ricondurlo avanti. Il sergente Antonio Cap_poni, anch'egli del 2°, fu sempre visto in piedi sotto il fuoco più intenso e prese anch'egli il comando di un plotone rimasto senza ufficiale. Verso le ore 14 fu rinnovato l'attacco del fortino per impedire cne il nemico accorresse sulla fronte di Oslavia. Nel pomeriggio la 15~ del 1 ° Granatieri riusciva con un plotone ad entrare nelle posizioni nemiche. La comandava il volontario triestino sottotenente Pessi (nome di guerra Pelliccioni); ma, attaccata da forze soverchianti, uscite dalle caverne, era obbligata, dopo breve combattimento, a ripiegare, perdendo anche qualche prigioniero. A causa del ripiegamento avvenuto sulla sinistra dei Granatieri e _poichè i reticolati erano ancora intatti, le truppe erano stanche ed avevano subìto gravi perdite, alle 21 ,30 veniva iniziato il ripiegamento, compiutosi a tarda notte. In quella stessa sera il generale Pirzio Biroli, riconoscendo le nuove benemerenze acquistate dai suoi reggimenti, rivolgeva loro il seguente ordine del giorno: <( Granatieri, ancora una ,volta la sorte ci è stata avversa ed il vostro sacrifizio, il vostro eroismo non hanno conseguito il premio che meritavano. Non importa, miei bravi Granatieri. la perseveranza è la virtù dei forti e voi forti siete di corpo e di animo. Oramai i reparti della brigata hanno _potuto mostrare in v.iri combattimenti quanto valgano, e difficile sarebbe dare all'uno piuttosto che all'altro il primato. Tutti, di fronte all'esercito ed alla Patria, hanno saputo meritarsi ammirazione e riconoscenza. Verrà il giorno del trionfo, siatene certi, poichè tanta virtù civile e militare, tanto spirito di abnegazione non possono essere sconosciuti dall'Onnipotente che regge le sorti del mondo. Con l'animo pieno di fiera commozione, mi inchino dinnanzi ai Caduti di questi giorni, che ci guardano ora dall'alto e coi loro voti ci assistono, propiziandoci il destino. Piegate anche il vostro capo dinnanzi a quei valorosi)>.

Nei giorni seguenti le operazioni continuarono contro la fronte nemica a scopo dimostrativo; ma sempre con gravi sacrifici. Il 4 novembre aveva assunto il comando della 4• Divisione il generale Montuori che, buon conoscitore di uomini, aveva subito valutato i Granatieri ed aveva loro rivolto il suo ordine del giorno: « Alla brigata Granatieri di Sardegna, che oggi festeggia il consueto anniversario delle medaglie conquistate alle bandiere reggimentali il


4 novembn: 1860, fo l'augurio che k gloriose gesta del nostro Risorgimentò si rinnovino presto e che con~1uistino nuov;i gloria ;ilk loro h:tndicn: "· La pioggia, il freddo cd il colera concorrevano notcvol mente a diminuire le forze delle compagnie e, .nella prima decade di novembre. veniva destinato ad operare coi Granatieri il 34'' reggimento. li ,.•· Granatieri assumeva tutta la fronte della brigata; mentre il z<· arretrava nel \'allonc di Do!. Il 10 si riprendevano le operazioni ed il 1" Granatit:ri operava a sin istra, a contatto col 34" Fanteria; il. 2Q a destra, collegato col VI Co rpo d'Armata, c he agiva contro la testa di ponte di Gorizia. Dal dispositivo della g iornat:i risultava cht: il :.;,( doveva fronteggiare le tri ncee del S:ibotino. che il 1 " Granatieri col lI battaglione doveva operare dimmtr~uiv:urn:nt.c contro il fortinu, rincalzato dal IV battaglione, e che alla dL"~l r:1 il 111 batt~1glio nL" del 2 ·· doveva te ndere al rovescio di q uota 188. L'nionc dimos1r:1tiva rnntro il Sahotino fu effic;1cc; ma LJudla co n1ro tp10t:1 188 non ebbe esi to farnrevolc. li III battagli un~· del .i ' Cranatic:r i, r incalza to dal I, inizia\'a al k ore r.o l'attacco c:d alle 12, a\c ndo tutte le compagnie in prima li nea, aveva già ese.guita la conversione necessaria per r:-1g!!iungcre il ro\'cscio del.la posizione nemici; ma era difficile il rcsistne nelle localu:\ ragg iunte, ~ulle quali i Gra nali<::ri venivano colpiti alle spalle dai tiri prove nienti dal Sabotino. Pt:rc, in quella tragica situazione, si rivelarono fra i Granatieri eroiche figure, come, :1d esempio, 1..1uelk del Granatiere Angelo Carboniero del i' d,c, duran te una )O~la ddl'azione, accorreva, sotto una grandine di proietti lì, a $Occorrere ì compagni caduti; dei sergenti Sant e Marcomini che, piL1 m ite feriti , resta vano al proprio pmto di combattimento, continuando ad incitare i propri dipendenti; del caporal maggiore Pasi del , ., e dd Granatiere Righetti del 2", c he generosamente esposero la vita per soccorrere i loro uf fìciali feriti. Nel pomeriggio avanzato, in seg uito all' arrivo di nuove compagnie \Ulla linea , crann sotto quota 188 ben sci compag-ni e, che non ~imciv:in o ad attraversare i re t1rnbt i_, ri ma!>ti inta tti. 1\/conscguen za, durante la notte. fu necessario tornare indietro con le compagnie ormai ridotte ad un centinaio di uomini: ma . bcnchè stanchi e decimati, pochi giorni do po i Granatieri riusc ivano a conquistare la quota 188. Poichè !"azione doYeva venire ripresa il giorno Jopo. furono formate nei due reggimenti due compagnie di rnlontari della mo rte, risp<:ttiv;1mt ntc com a ndate dai capitani G uala del i'' e Luraschi del


Esse compirono ardite imprese ed utili ricognizioni ; ma, decimate, vennero disciolte. Il giorno 18 si doveva ripetere l'azione contro quota 188 dalla hrigara Granatieri, rinforzata da due battaglioni del 127" Fanteria e dalla 14" compagnia del Genio, avanzando a caval.lo della strada di San Floriano. Appena usciti dalle trincee, i battaglioni di prima linea 2''.

T;·inet:t· sul Sabotino.

furono fermati dall'intenso fuoco delle mitragliatri(i austriache; mentre piccoli nuclei di tagliafìli non riuscivano a penetrare nei reticolati, così che alla sera il comandante della brigata doveva comunicare al Comando della Divi sione che non era stato possihile progredire. Ancor::t una volt::i l'::izione venne sospesa e le truppe rimasero sul posto per ritentarla nuovamente, al comando dello stesso comandante della brigati!. Il dispositivo di attacco rimase lo stesso, i due reggimenti vennero schierati per ala; nella notte furono fatti brillare altri tubi di gelatina e si cere<'> di impedire al nemico di ricostruire i reticolati, che al mattino, constatati gli insufficienti risultati ottenuti dai tubi, vennero battuti da tutti i mcdi calibri disponibili. li tiro durò tutto il giorno; ma il nemico, rifugiato nelle sue caverne, non ebbe quasi perdite.


La conquista di quota 188. Il mattino del 20 novembre il generale Montuori, comanda nte portatosi sulla linea delle vedette, studiava a lungo il terreno antistante e, chiamato a sè il maggiore Big nami (comandante il l battaglione d el 2° Granatieri), gli ordinava di attaccare tp101a 188.

la

4' Divisione,

T rincee a quota 188.

L 'a,ione doveva essere condotta di so rpresa e con grande d ecisio ne, senza preparazione da parte del!' Artiglieria e sfruttando due circostanze favorevoli: la perfetta conoscenza dd terreno sul c.1uak da circa un mese i Granatieri operavano e la possibilità di avvalersi di q uei varch i nel reticolato, che il nemico no n aveva poturo np~1rare. Dati b revi ordì ni, d isposta la sezione mitragliatrici a protezione del fianco destro. il maggiore Bignami si avviò con le compagnie 3·· e f in g ra nde siknzio e con g rande fede nel successo. Le prime vedette austriache furo no eliminate a baionettate è pùt:hi minuti dopo !e due compagnie, appoggiate d,1lle compagnie 1· e 2'', raggiungevano la t(UUt:t 188 cd il rovescio di essa, in collegamento sulla Jestra coi 71 " n::gg-i m en to Fanieri;1. Lo 1bigottimcnto d ell'a vversa rio fu tale che il


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capitano l'..uraschi, giunto con due soli portaordini sul rovescio dì <-1uota 188, catturava, dopo breve lotta, numerosi nemici, come facevano anche i Granatieri guidati dai sottotenenti Bollardi, Capocci, Revel e Berettini. Sulla conquistata posizione si scatenò allora un violento tiro di repressione e venne sferrato un contrattacco. Era assolutamente necessario che il I battaglione del 2° venisse rinforzato ed il maggiore Bignami, per quanto due volte ferito, si trascinava fino al Comando del reggimento a sollecitare i rinforzi, ricevuti i quali, i Granatieri respingevano ben sette attacchi nemici nella giornata. Alla sera il I battaglione del 2 " era quasi distrutto ; ma la posizione veniva ancora tenuta. Nella notte furono sgombrati i feriti e rafforzate le posizioni per fronteggiare i contrattacchi nemici, che l'indomani seguitarono a ripetersi, sicchè le trincee erano piene di morti e di feriti e già si temeva Ji perdere la posizione, quando il sopraggiungere del I battaglione del 1" Granatieri (maggiore Dina) ricacciava definitivamente 1'avversario. Questo il risultato dello slancio e della tenacia dei Granatieri di Sardegna . Dopo un mese circa di lotta continua, in difficili condizioni dì tempo e di luogo, i due reggimenti, per quanto sorretti dalla gioi a del successo e dalla fierezza del dovere compiuto, avevano i reparti decimati cd erano bisognosi di un periodo di riposo, che trascorsero: il 1 ° nel vallone di San Floriano ed il 2 " in quello del Peumica. 1 numerosi Ca<luti vennero sepolti in uno dei tanti cimiteri della zona, con quel rispetto per gli eroi scomparsi, che è stato sempre nelle tradizioni del nostro esercito. Il generale Montuori, in data 20 novembre, scriveva al valoroso maggiore Bignami: (<Lo so che il suo battaglione si è condotto bene ; l'ho visto coi miei occhi. Stia di buon animo e guarisca presto. Farò sapere io ai suoi ufficiali come ella sia superbo di loro. Sempre affettuosamente >. Il comandante della 2 " Armata esprimeva il suo vivo compiacimento ai Granatieri ed il Bollettino di guerra n. 181 del 23 novembre diceva: (/ Con le truppe Jella 4" Divisione gareggiò la brigata Granatieri di Sardegna in slancio e valore nell'assalire, in tenace resistenza nel contrastare i violenti, incessanti ritorni offensivi dell 'avversano)>. Così, in sei mesi di guerra , i Granatieri venivano citati all'ordine del g iorno dell'esercito per la seconda volta. 1


I ùue regg1ment1, per Quisca - Senosccchia - Valrecca - Po nte di

lud rio, raggiungevano, int;1nto, San Giovanni di Manzano, in v:11le Natisonc. per un nuovo periodo di quarantena.

In quel torno di tempo il generale Pirzio Biroli. nel lasciare, per motivi di salute, il comando della brigata , ind irizzava ai due reggimenti il seguente affettuoso saluto: Dopo 15 anni di vita passata in gran parte con voi, dopo sei mesi di guerra, durante i quali ogni (t

T ri11cc,1 dì quota 188

iCOt11t0lt,1

d,1i tiri del/"artigliaia .

palpi to vostro cr;:i il mio, ogni vostro Jolore, ogni vostra gioia , :igni ,·ostro trionfo cr;1110 miei dolori. mie gioie:, miei triontì, io vi lascio. '( In L[Uc~to istante mi si affacciano alla mente tanti ricordi <: tutti mi dico no le V<)Strc virtù militari, il rnstro spirito di sacri6zio. la vostra forza morale. Non sempre i vostri sforzi furono coronati dal successo; ma anche nella sventura foste gra ndi come foste epici di fronte alla vittoria, di rrnnte alla morte. Non udrete più la mia voce im:itan·i alla lotta, confortarvi nei dolori, non mi vedrete pitt tra gli ammalati ed i feriti; ma sanì con voi con lo spirito, col pensiero sempre benevolo è sernpre augurale.


,< Obbedite ed amate i vostri superiori, che vi educano l'animo e vi condurranno a nuove glorie; ma non dimenticate il vostro antico generale, che è orgoglioso di avervi comandato ed al quale non vi è passione umana che possa togliere la parte di gloria, che con voi ha diviso in sci mesi di g uerra >• . A sostituirlo giungeva a metà dicembre dal Comando Supremo il colonnello Giuseppe Pennella, che nel 1 ° Granatieri era stato comandante di battaglione e che la brigata doveva guidare per tutto l'anno 1916. Egli ne assunse il comando con questo ordine del giorno: « Vecchio Granatiere, sento invadermi l'anima da irresistibili fremiti di gioia e di orgoglio al pensiero di rientra re nella comune famiglia , per diventarne il Capo nell'ora suprema in cui si compiono i destini d'Italia, m entre non lontano tuona il cannone e pur ieri gareggiavate di ardore coi vostri fratelli d'arme in primissima linea, prodiga ndo la vostra forza, il vostro sangue. Granatieri di Sardegna, conosco la gloriosa vostra storia più volte centenaria e c1uella recentissima che, giorno per giorno, andate scrivendo con la porpora del vostro sangue generoso. So perciò quanto arduo sia il compito di mantenere la fama immacolata della nostra famiglia all'altezza cui i miei predecessori b portarono e di sospingerla ancor:i e sempre più in alto. Non mi turba tuttavia, nè mi sgomenta la gravezza dell' impresa; pari alla gr~1ncle responsabilità, sono l'ardore e la fede che mi assistono. « Ferrea disciplina interiore e formale, indomita volontà di vincere, salda compagine morale, consacrazione di ogni istante del nostro tempo al perfezionamento tecnico, renderanno la nostra brigata invincibile e la condurranno a nuove vittorie e a nuove glorie. Viva l'Italia, viva il Re, vivano sempre - nei secoli - i Granatieri <li Sardegna!>). Nella prima q_uin<licina di dicembre i reparti dichiarati immuni da colera venivano trasportati per ferrovia a Pasian Schiavonesco, nei cui dintorni, il 21 dicembre, la brigata Granatieri. t ra riunita, coi battaglioni sistemati in accantonamenti ampi cd asciutti ed in contatto affettuoso con la popola7.ione rurale. I reggimenti cominciavano (!Uindi, a riordinarsi, ad inquadrare i nuovi complementi, a curare l'addestramento tattico e formale cd a prepararsi alla nuova campagna.

17.


VII.

LA CAMPAGNA DEL 1916

Il 20 gennaio 1916 i Granatieri rice vevano l'orJ ine di tornare rnlle vecchie posizioni, presso la q uota 188, così brillantemente conquistata dal battaglione Bignami. Il 2 1 la brigata era passata in rasseg na, perchè trasferita al VI Corpo, dal generale Marrone, comandante il XIV, che in data 22, dopo avere espresso il suo compiacimento per il modo come la marcia di trasferimento era stata predisposta cd eseguita ; nonchè per l'ordine e per il contegno dei Granatieri, soggiungeva : u Con ramm arico ho visto all.ontanars.i la brigata; su di essa facevo sicuro affidamento per il giorno in cui le mie truppe torneranno a combattere per la g loria e la fortuna delle armi d' Italia. Ma sono certo ch e ancora una volta, in nuove contrade, sotto la guida del loro brigadiere, i Granatieri sapranno aggiungere nuove fulgide glorie a quelle, antiche e recenti, che formano tutto il loro vanto ». Con l'improvviso ritorno della brigata in linea cominciò ad attuarsi il sistema di farla intervenire nei momenti di maggior bisogno. Ormai essa si era già fatt<) un nome, non solo nel nostro esercito, ma anche presso i reparti nemici, che la consideravano come una brigata di assalto. Il 24 gennaio il I battaglione del 1'' Granatieri, giunto ad Hum (a nord -ovest di San Floriano), veniva mandato in linea ed il succesi;ivo 25, ro n le altre trnppc, rctrocedev:i ai Tre Buchi, mentre gli altri battaglioni G ranaùeri si cimentavano sul Sabotino. 11 25 gennaio veni va affidata alla brigata la sistemazione de.Ila zona di San Floriano eù entravano in linea, coi battaglioni I e IV del 1" G ranatieri, anche uno del 37" e due del 128° reggimento Fanteria. Si venne così sistemando una nuova linea trincerata, in rapporto alla situazione creatasi dopo la conquista di quota 188. Si impiegava tutta la n<)tte nelle opere di fortificazione, ndl'jn. viarc pattuglie nel terreno antistante : mentre la p1ogg1,1, allagando


camminamenti e trincee e trasformando il terreno in una viscida palude, rendeva più difficili i lavori. Verso la fine di febbraio giungevano a San Giovanni di Manzano 8oo Granatieri delle classi anziane 1886 e 1887. Il comandante la brigata costituiva con essi uno speciale distaccamento, affidato al maggiore Camera, con l'incarico di preparare metodicamente gli uomini all'ambiente creato dalla guerra.

Il

«

Lenzuolo bianco ».

Per ordine del Comando della 4" Divisione, il 4 febbraio il settore di San Floriano assunse ufficialmente l'appellativo di <( Lenzuolo bianco ». Questo nome era stato flato da tempo da un nostro osservatorio ad un gruppo di case a mezza strada tra San Floriano e Peuma, poco a nord - ovest di quota 188; case di cui un muro, bianco di calce, visto fra due alberi, appariva come un gigantesco lenzuolo. Intorno a quel tempo furono aboliti i ('.,0mandi di sottosettore ed istituiti yudli di linea, allo scopo di conferire ai reparti una mag!c'iore unità di direzione e di azione. ~· Allo scopo poi di diminuire le forze nelle trincee e di ridurre quindi le perdite, furono stabiliti in ogni reggimento quattro nuclei di tre compagnie organiche, ai quali corrispondevano quattro periodi di nove giorni ciascuno. Tale disposizione servì, per la brigata Granatieri, durante i turni di trincea dal gennaio all'aprile 19r6, che fu uno dei più sanguinosi. I Granatieri ebbero, il 18 febbraio, una visita del Sovrano, il quale volle rendersi conto di tutto; nel percorrere un camminamento, Egli raccoglieva un pacchetto di cartucce, smarrito da qualcuno e, rimettendolo al generale Pennella, aggiungeva che (}ttel pacchetto avrebbe potuto significare la salvezza della vita per qualche Granatiere. Da quel giorno tutti i Granatieri raccolsero i piccoli materiali dimenticati o sperduti nelle trincee, incoraggiati a farlo dal ricordo delle parole del Re e dalla concessione di speciali premi. Poc.hi giorni dopo la brigata veniva visitata dal generale Cadorna, che già altra volta era stato in mezzo alle truppe di essa sulla rocca Monfalcone, poco dopo l'occupazione di quella posizione. Avendo il generale Cadorna chiesto esaurienti notizie sullo spirito delle .truppe al comandante dclla brigat,1, questi rispose dando le più formali


assicurazioni al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e narrando clit: i giovani ufficiali gareggiavano a chi fosse andato più lontano con la propria pattuglia verso ed al di là delle posizioni nemiche. Intanto i Granatieri partecipavano, sia pure indirettamente, all'azione offensiva cominciata l'u marzo contro Gorizia, con l'impiego di numerose pattuglie. Negli ultimi giorni di marzo l'aumentare di violenza <lei fuoco di Artiglieria faceva ritenere che il nemico medi tasse qualche attacco, sicchè i rincalzi vennero avvicinati alle trincee, il n1i presidio ve nne rinforzato.

li combattimento del 29- 30 marzo. Alle ore ro del 29 marzo veni va iniz iato dagli Austriaci un bombardamento coi medi e grossi calibri, ancora più violento dei precedenti. faso durò tutta la giorn ata ed aumentò d'intensità al calar del Ia notte. Questa terribile valanga di proiettili riu ~cì a spianare interi tratti ddle nostre trincee, distruggendone i reticolati e decimandone i pre~idi: ma i nostri Granatieri rimasero fer mi al proprio posto. In quella terribile bufera il sottotenente Gatti del 2 ° Granatieri, malgrado il tassativo divieto del suo capitano, usciva dalla trincea a ricercare la salma dd carissimo suo amico Pivano e, nella generosa disobbedienza, tro vava morte gloriosa. Rimaneva ferito il capitano Le Metre ed ucciso il valoroso Boccacci. Intanto il cappellano del 1 " reggimento, D on Fusconi, anch' esso grayemcnte fe rito, non rnlle essere trasportato al posto di medicazione, se non dopo avere assistito il capit:mo Boccacci morente cd averne benedetta la salma. Erano appena calate le prime ombre della sera, quando il ne mico, avanzando sotto l'arco delle traiettorie della propria Artiglieria, ~i lanciava all'attacco e, cbta la rarefazione della truppa nelle nostre trincee, grossi pattuglioni nemici, stilando sotto quota 188, riusciv:1no ad infil trarsi nelle trincee stesse, in corrispondenza della zona di contatto tra i due reggimenti . La prima compagnia del 2 '", che aveva già perduto un buon terzo dei suoi uomini, si difese disperatamente nel buio; il suo capitano C:rntarelli, il quale, imbracciato un moschetto, aveva roll<> con esso la testa ad un avversario c he gli intimava la resa, afferrato alle spalle, venÌ\'a fatto prigioniero. Attraverso la breccia, il nemico dilagava e la situaz ione si faceva grav1ss1ma. I reparti Granatieri, attaccati frontalmente, ripiegavano


con metodo, ritirandosi sulla seconda linea e costituendo, anche sul proprio fianco esterno, nuove difese contro l'attacco avvolgente. Sulla fronte del 1" Granatieri il tenente colonnello Anfossi, comandante della linea, riusciva a mantenere le proprie posizioni, faceva rinforzare la seconda linea e, venuto a conoscenza della situazione del 2" reggimento, ordinava al maggiore Alessi del 2°, in quel momento ai suoi ordini, di rioccupare a tutti i costi le posizioni temporaneamente abbandonate. Sull'azione svolta dall' Akssi, già distintosi a Monfalcone, così ebbe ad esprimersi il generale Pennella: « Sino dalle ore 13, dall'aumentare della violenza del tiro, deduce che il nemico intende di attaccare la notte e chiede rinforzi; ma i messaggeri non giungono a destinazione, i telefoni non funzionano; manda portaordini, poi ufficiali fidati e non si dà pace sinchè non arriva a corrispondere coi Comandi superiori. Così all'iniz io, così durante l'azione. Sa d1c il collegamento è fondamentale in combattimento, lo cerca instancabile, ostinato, e l'ottiene. Approva incondizionatamente il ripiegamento dì Maioli e di Gher:l sulla seconda linea. Ricuperati così un centinaio di uomini, che altrimenti sarebbero rimasti nelle mani del nemico, decide fulmineo il da farsi. Sereno, m;i come tr:isfìgmato d;il furore bellico, ordina il contrattacco coi superstiti del 2-0 nucleo (seconda linea) agli ordini del capitano Giunio Ruggero, bella tempra di soldato e di comandante, calmo, energico, risoluto. I resti del 1" nucleo terranno la seconda linea, meno i superstiti di Ghera, che seguono il loro comandante, destinato al comando della 6' compagnia, priva di capitano. Ruggero riassume temporaneamente il comando della 4", poichè Alcssi intende condurre personalmente il contrattac.co. Ne determina con sanissimo criterio la direzione. Poichè è impossibile avanzare direttamente sul terreno .tra le due lince sconvolte dagli scoppi e dominate, le tre compagnie, una dietro l'altra, nell'ordine di trincea, lo seguiranno sulla grande strada di San Floriano. Il concetto semplice e logico dell'az ione era questo; presso lo sbarramenlo della Madonnina prendere contatto col 1 ° Granatieri, poi attaccare risolutamente gli Austriaci sul fianco sinistro, fronte al Sabotino. Due compagnie dovevano procedere sul terreno immediatamente a ridosso della nostra prima linea, dove gli Austriaci si andavano già sistemando, dopo avere rovesciato in più tratti le nostre trincee. 11 movimento doveva mirare a sopravanzare l'ala sinistra dell'avversario, minacciandola di aggiramento. La rimanente compagnia doveva, con mo vi mento graduale, scendere effettivamente nelle .trincee, inchio-


darvi l'avversa rio, se vi resisteva, o catturarlo, t man mano allare-arsi verso il Sahotino, g radualmente sostituendo i G ra natieri agli Austriaci. « Alessi precede tutti e incessantemente chiama a sè i suoi prodi. Nella notte alta echeggia, ripetu to, il suo grido animatore: A m(' i Granatieri; viva l'Jt(tlia e viva il Re! Si lavora esclusivamente di baio netta. Gli Austriaci, sbalorditi da tanta audacia impetuosa, immaginano chi sa tiua li forze da parte nostra. Cedono i g rossi nuclei alla intimaz io ne di arrendersi, gridata dal maggiore A lessi; altri rirn;ingono indecisi, pochi · fia ccam ente resistono. Gli animi dei nostri si esaltano nella g io ia del successo. Con un primo sbalzo formidabile si ricont1uistano circa 250 metri di trincea e si continua a fare prigionieri. Si avanza così si n presso il piccolo saliente di casa del Pozzo. P er q uella breccia aperta dal bombardamento austriaco sta per i rrom pere al contrattacco un grosso reparto nemico. Alessi lo affronta audace, risoluto. Ruggiscono di rabbia furilxmda i Granatieri, a nimati dal suo g ri do: Ava11ti! Granatieri, 11011 abba11do11atr il vostro maggiore! Gli Aust riaci ondeggiano, poi retrocedono in disordine. M a Alessi si è troppo d istaccato dai suoi prodi per incitarli ad avanzare. G li Aust rì.i..:i lo afferrano e lo dichi:i r.rno prigionicrù. Egli finge d i segui rli docilmente. Dopo u n centinaio di metri i suoi custodi si r iducono a d ue, è il momento buono per sbarazzarsene ; si divinco la dalla stretta e li ;1hhatte 11110 dopo l';iltro. Il primo rimane tra mortito o m orto sul posto; l'altro, con la testa sangu inante per un colpo vibratogli col suo stesso moschetto, è condotto prig ioniero. Alessi è libero e torna ai suoi Granatieri. Ma egli no n ha tempo da perdere ; una compagnia austriaca è a pochi passi, egli la contrattacca , intimando le la resa. Ma, mentre la maggior parte degli uo mini depone le armi, un grosso nucleo fa fuoco a bruciapelo. Una pallottola colpisce il m aggiore Alcssi e g li spezza la spalla destra. Il sang ue cola a flotti dall'ampia ferita. Akssi fa ancora qualche passo, poi cade svenuto. li bravo (apit.rno Ruggern lo sostituisce nel cumanJo ; Ak~~i sieck affranto., ma no n lascia la trincea, fìnchè non la vede tutta riconquistata. Ruggero, coi rinforzi dei Gra natieri e poi il bravo m aggio re Canugna. col suo battaglione del 7" Fanteria, completano la rioccu paz ione d i tutt..1 intera la lin ea >•. Questa l'azione svolta dal maggiore Ales~i, con tre compag nie ? ià decimate, ma com andate da eroici ufficiali. Questa la pronta esecuz ione che stroncava l'attacco nemico , tendente a stabilirsi in San Floriano, con chi ~a quali conseguenze per noi.


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Fu in quella azione che per la prima volta gli Austriaci adoperarono i lanciafiamme e le mazze ferrate. Al maggiore Alessi fu concessa la croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, per la quale lo aveva proposto il generale Pennella; ma in quella azione un altro ufficiale si era in modo speciale distinto, il sottotenente Mario Pcrrini del 2 ° Grana6eri. Egli, che aveva già sopportato coi suoi Granatieri della 2A il terribile bombardamento, aveva voluto rimanere al suo posto, pur essendo ferito. Più tardi, travolto da una valanga di travi e di rottami, aveva molto contribuito a salvare parecchi dei suoi uomini. Ferito una seconda volta, in modo da riportare Ja frattura completa de1le gambe, continuava ad essere l'anima della resistenza della sua gente, finchè, colpito alla faccia da una bomba a mano, perdeva per sempre la vista. Fu ritn;wato e salvato la notte sul 1 ° aprile, giacente sopra un mucchio di cadaveri. Fu il primo della brigata cui fu concessa la medaglia d'oro.

La giornata del 30 marzo venne impiegata a rafforzare le trincee, a ricuperare i materiali, a dare sepoltura onorata ai morti cd a raccogliere gli altri feriti. Il generale Montuori, comandante la 4&Divisione, diramava nella giornata il seguente ordine del giorno: u Le truppe della Divisione hanno sostenuto, nel pomeriggio di ieri e durante tutta questa notte, lo sforzo violento che il nemico ha fatto per rompere le nostre lince. Questo sforzo nemico, manifestandosi in entrambi i settori e più spe~ cialmente contro quello del Lenzuolo bianco, è stato efficacemente rintuzzato dalle nostre valorose truppe. Ne esprimo perciò la mia viva soddisfazione ed un caldo elogio a tutte le truppe, comprese quelle di Artiglieria. · « Onò speciale encomio tributo alla brigata Granatieri di Sarde gna, che ha sostenuto l'urto maggiore ed ha avuto le più gravi perdite, prodotte dal bombardamento nemico cd ha tuttavia ripreso, con brillante contrattacco, le sue posizioni, facendovi anche circa r50 pri gionieri austriaci. La giornata di ieri segna, perciò, una huona pag ina all'attivo della f Divisiorn: cd io prego di encomiare le truppe tutte per l'ottimo risultato conseguito>•. Il 12 aprile, rilevati dalla brigata « Piacenza )j, dopo quasi tre mesi di trincea, i reggi menti Granatieri scendevano alla pianura friulana per riorg anizzarsi. 0


Le leggendarie gesta dei Granatieri sugli Altipiani. Nella seconda qui nd icin~1 di aprile la brigata si trova va col 1 ° reggimento nei dintorni di Santo Stefano, il 2 ° a Percotto, lungo la rotabile Udine - Palmanova, accantonati in grossi fabbricati di campagna cd intenti a rimettersi in piena efficienza. Il 30 aprile, dopo avere ceduto gli alloggiamenti alla hrigata « Alessandria ,,, che dove-

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Le po.,ìzionì Tre., chè - Cesuna.

va dislocarsi presso il Torre, i reggimenti si spostavano verso Udine, prendendo gli accantonamenti:· il 1" fra Sammardenchia, Cortdio, Lanzacco e Lumignacco: il 2" lra Cussignacco, Cortello, Zugliano e Cavagnacco. Il 14 maggio fu svolta una solenne celebrazione delle più recenti gesta e vennero distribuite le ricompense al valo re ; il giorno dopo il nemico iniziava 1.1uell'offonsiv;.i nel Trentino, che richiese da parte nostra affrettati concentramenti di truppe sugli Altipiani e nella zona di racco rdo tra le Alpi e la pianura. cd anche i G ranatieri furono chiamati a proteggere la violata frontiera. Il 20 maggio essi si posero in m arcia per Udine, da dove, per ferrovia, raggiunsero Bassano, per


proseguire per via ordinaria fino a Marostica e raggiungere pot 111 :mtocarro gli Altipiani. A quella data la situazione andava sempre peggiorando per noi. Gli Austriaci continuavano ad avanzare tra Adige e Brenta, esercitando lo sforzo principale sull'altopiano di Asiago. Il 1° Granatieri, già avviato verso Camporovere e monte Interrotto, all'alba del 22 veniva invece inviato sul bordo meridionale dell'altopiano, riunendosi al 2°, che intanto si era schierato sul fronte Treschè - Cesuna. Dal lato sud - ovest l'altopiano, alto in media 1000 metri sul mare, appariva come una grande fortezza circondata da scoscese muraglie e da profondi fossati. Il fronte monte Cengio - punta Corvin precipitava sull'Astico; la parte settentrionale era limitata dalla valle del!' Assa ed era incisa profondamente dalla valle Canaglia, pericolosissima linea di in.filtrazione nemica, sboccante nella pianura vicentina. La regione più sensibile dell'altopiano era quella di monte Bclmonte, pressochè al centro della fronte monte Cengia - Cesuna, ed .il Comando della brigata Granatieri prendeva sede presso Campiello. In attesa degli avvenimenti e dei risultati delle rìcognizioni, il 1" reggimento si raccoglie va alle falde di monte Barco; il 2° in valle Cievano, !iQttO il Bclmontc, mentre il IV battaglione del l '' si dislocava nella regione di punta Corbin ed il I del 2" sulla fronte Treschè Conca Treschè. Due. grosse pattuglie, coma ndate da ufficiali, venivano inviate avanti e riportavano notizie e prigionieri. La pattuglia del 1° Granatieri, comandata dall'aspirante Tomasicchio, che doveva puntare su Roana, raggiunta la località dopo penosa marcia, attaccava con decisione. Il Granatiere Toniani, sfondata la porta di una casa, catturava due prigionieri ; il Granatiere Spinelli, ferito ad un braccio, continuava a combattere. L 'azione, condotta con grande vivacità, faceva credere al nemico di aver di fronte forze superiori alle sue e lo induceva a ripiegare. Chiarita alquanto la situazione, occorreva scavar trincee e camminamenti, impiantare reticolati, costruire abbattute, fortificare la zona cd a questa fatica attesero i Granatieri con la consueta tenacia. Il 26 maggio il I battaglione del 1° si trasferiva a monte Cengio per guardare quelle provenienze; mentre reparti del 2° sbarravano lo sbocco della valle Canaglia. Il 28 si dislocavano plotoni .i n osservazione in località avanzate, mentre i grossi si fortificavano dove jl terreno offriva qualche appiglio. Nella imperiosa necessità di resistere a malgrado delle scarse forze disponibili, il 2" Granatieri st schierava da Cesuna alle pendici occidentali del Lcmcrlc.


L'Artiglieria nem1Ca, aggiustato il uro, vcmva battendo tutto l'altopiano e teneva sotto il suo fuoco la rotabile Cesuna -Campiello. Nella mattina del 23 Giuseppe Damioli, motociclista del 1" Granatieri, si. recava a grande velocità al Comando della brigata, al c1uale doveva rimettere un plico urgente e già si credeva fuori tiro, quando la macchina, colpita da una granata, si fracassava ed il Granatiere rimaneva gravemente ferito e con una gamba spezzata. Ai compagni accorsi per soccorrerlo egli affidava il plico urgente perchè fosse SU·· bito consegnato e, quando in barella passava innanzi al Comando, volle essere assicurato che il plico era stato ricevuto. All 'alba del 29 il fronte della brigata, esteso oltre 14 chilometri, era così presidiato: 1' ' Granatieri sulla fronte monte Barco - monte Bel monte; 2 ° Granatieri sulla lin ::a Treschè -Conca - Fondi -Cavrari Cesuna - pendici del Lemerle. Nella giornata stessa, dopo un intenso fuoco <li Artiglieria, l'avver~ario avanzava verso Treschè Conca, impegnando vivace combattimento con gli elementi avanzati del 2 " Granatieri. Fu allòà che il Granatiere Ettore Del Giudice del 2°, venute a mancare le munizioni alla sua compagnia, partiva volontario per andarle a cercare, pur s:.ipcndo che altri due suoi compagni avevano trovato in quel servizio la morte. Riuscito una prima volta, ripeteva l'impresa, fino a quando, colpito a morte, pronunciava serenamente c!ueste ultime, semplici parole: u Che importa di mc? le cartucce sono arri vate! ') .

Con la giornata del 30 maggio si m1z1ava il periodo veramente eroico della resistenza dei Granatieri. Era assolutamente necessario occupare in forze punta Corbin e tale compito veniva affidato al ten . colonnello Camera, con tre compagnie del III battaglione del i ' Granatieri. Questo, raggiunta alle 6,30 del mattino la quota r.332, a nord di monte Cengio, e preso contatto con la 1• compagnia del 1'" Granatieri ivi di slocata, puntava su malga del Costo, occupata dal nemico. La marcia fu faticosa per le asperità del terreno, per la fitta boscaglia e per la difficoltà di orientamento. Verso le 7 si cominciarono ad udire le fucilate provenienti da malga del Costo, dove il nemico era trincerato. Non potendo fare assegnamento sulla cooperazione dell'Artiglieria e sottopo~to al tiro di quella avversaria, il tenente colonnello Camera decideva di accelerare in nmi i modi l'azione, sicchè la n " compagma, di testa, comandata


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dal bravo capitano Tonini, già valoroso comandante a Sidi Alì in Libia, impegnava col nemico vivace combattimento, nel quale il Tonini trovava eroica morte. . La lotta continuava furibonda, volendo i Granatieri vendicare il proprio capitano; ma, per le forti perdite, essi dovettero ripiegare. Il tenente colonnello Camera, con altre due compagnie e circa 80 uomini della 1\ accelerava il movimento, quando cadeva colpito il caoitano Visdomini della 10· . Allora il Camera, che ne era stato il co~andante negli anni lontani, ne prendeva il comando, gridando: « Avanti con me, Granatieri della mia vecchi.1 10\ per l'onore della brigata! ». E si lanciava all'assalto, durante il quale veniva per la seconda volta ferito ed impassi_b ilitato a proseguire. Lo salvarono il sergente Menegon ed il caporale Manservizi che, sotto il violento tiro nemico, trasportarono il loro superiore sino al più vicino posto di medicazione. Allo sboccare dal bosco, le due compagnie furono così gravemente battute dalle raffiche delle mitragliatrici nemiche, che non fu più possibile insistere nell'azione e che si dovette iniziare il ripiegamento. In appoggio alle compagnie già impegnate venne inviata la ! 4" del 1° che, malgrado :wesse subito perduto il comandante, gravemente contuso, protesse validamente sulla sinistra del Cengio il ripiegamento delle altre due compagnie e quindi ripiegò anch'essa. Il suo plotone, non avendo ricevuto l'ordine cli ripiegare, continw'i a combattere strenuamente, animato Jal suo comandante, sottotenente Carlo Stuparich, il quale, quando t1uell'eroico manipolo fu circondato ed i suoi componenti caddero ad uno ad uno, piuttosto che cader nelle mani del nemico, si uccise con un colpo di rivoltella. Fu decorato con la medaglia d'oro alla memoria. 0

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Mentre si svolgcva l'azione di malga del Cosro, si combatteva anche sulla fronte Trcschè - Ccsuna. Nei dintorni di quest'ultima località un plotone dc11'8" del 1 ° Granatieri, comandato dall 'aspirantc Mazzini , ~trenu:1mentc resisteva a forze molto superiori. Sopraggiunto il resto della compagnia, questa si lanciava per hen tptattrn volte all'assalto alla baionetta, così che soltanto 6 uomini rimasero superstiti. Sulla fronte verso Cesuna combattevano strenuamente la 1" e la 3• compagnia del 2" Granatieri che, dopo aver subìto perdite gravissime (su 300 uomini quasi 200 tra morti e feriti), era110 obhli-


gate a retrocedere, incalzate dal nemico che, a masse serrate, si acongcva a scendere per la valle Canaglia. In <..Jud momento trag ico, il generale Pennella, prontamente chiamate in linea le tre compagnie di riserva, che e rano nella valletta di Cievano (6', 7", 8' del .:?" Gra natieri), si metteva alla loro testa, ,.,ssurncnclonc il comando cd affermando essere giunta l'ora di morire, più che per difendere il suolo della Patria, per difenderne l'onore. Seguiva l'onorevo le Bissolati, serge nte degli alpini, volontario, che in quel mome nto trovavasi al Comando della brigata. No nostante le perdite:, superata l'interdizione avversaria, ir radiatisi g li uomini sui pendii della vallata, le tre compagnie tentarono di contenere l'avversario con un fuoco di fucileria così violento _, che il nernico. dopo aver subite g ra vissime perdite, cominciò prima a retrocedere e poi a fuggire. incalz ato dai nostri c h e. in quel m om ento tragico, aveva no sal\'ato la si tu az ione. Quindi gl i Austriaci inte n sificaron o la loro azione contro monte Bel monte, dove le compag nie 1 _ f e t 5 ' del 1" Granatieri (capitani Barberis e Damiani) ri uscirono a ristabilire la situazione ed a riprendere contatto col battaglione Anfossi ver~o mal ga della Cava e col battaglione l~ig11ami ,~ern> Cesun a. Il nemico i ntanto si era st:1bilito in Tresch è Conca, disp o nendo di gra ndi m ezzi di fuoco, mentre le nostre artig lierie erano ~tate ritir:lte, tranne un gruppo che era sul Bu-

sibollo. Sul Ce ngio fronteggiavano L ,vversa rìo, su un fronte cli 1.500 m et ri agli o rdini dd capitano Murozzo della Rocc1, un ploton e della 14\ la 16" compagnia, due plotoni della 4 ' del i"' Granatie ri e gli avanzi del h;1ttaglio nc Camera (lJI del .:?''), che avevano operato contro punta Corbin. A tutto il 30, malgrado le perdite e qualche arretrame nto , la linea era stata mantenuta. li 31 cominciavano a g iungere rinforzi di Fa nteria e già si meditava di ripetere l':1rtacrn contro punta Corbin, quando un terribile fuoco di Artig lieria p reannunciS un nuovo att;cco delle: Fankric austriache. Verso le q,30 una colo nna di soldati vestiti come i nostri sali\'a da mo nte Barco verso il Ccngio. Quando stavano per entra re nd trinceramento del Cengio, una nostra vedetta diede l 'allarme al grido: ,, Sono Austr.iaci, sparate ,, . Quel grido costò la vita alla brava vedetta; ma i Grana tier i si lanciarono contro g li agg ressori e la mischia fu ,·iolentissima. Intanto, da tutte.: le parti, lungo le pendici del Cengio, acco rrevano reparti ne mi ci. Si combattè disperatamente


sino al tardo pomcngg10 cd il possesso del Cengio fu ancora conservato. Contro le compagnie Damiani e Barberis del 1", preposte alla difesa del Belmonte, furono nella giornata sferrati reiterati attacchi, più volte respinti; ma il presidio, già decimato dalle perdite, finì poi per dover cedere, dopo che il capitano Damiani, già due volte ferito, tentò di aprirsi un varco alla baionetta.

Qucta

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presso Cesu1111.

Anche il battaglione Anfossi a malga di Conca era stat:::i vivamente battuto dall'Artiglieria nemica; ma la resistenza dei Gr:rnatieri aveva indotto gli attaccanti a desistere, spostandosi verso il Belmontc. Durante la disperata difesa delle compagnie 6' e 7' era emersa la figura d1 Nicola Nisco, che aveva seguitato a battersi, finchè, colpito a morte, aveva raggiùnto ndl'al di là il valoroso fratello Carlo. Verso b sera del 31 m:iggio un nuovo attacco venne sferrato dagli Austriaci sul Cengio; ma, per la tenacia dei Granatieri del capitano Mor(JZZO della Rocca e dei Fanti dei reggimenti 212" e 242°, esso venne nettamente respinto. Nella giornata del 1° giugno quasi tutte le posizioni furono tenute e fu migliorata la situazione sul Bclmonte. La gravità dell'ora era per altro aumentata dalle difficoltà dei rifornimenti di acqua, di viveri e di munizioni. Rimasti isolati i presidi <lei Cengio e di monte Barco, il generale Pennella ordinava che le salmerie pcrèorressero un


sentiero partente dal fondo della val Canaglia per giungere alle posizioni ; ma anche questa vi;i ci venne preclusa. Per tutta la giornata del 2 . gli Austriaci, sorpresi ed irritali per la nostra tenace resistenza, continuarono ad attaccare; mentre i nostri, non più protetti dai tiri della nostra Artiglieria e privi ormai di munizioni, li respingevano a colpi di baionetta. Propro in quel giorno il generale Pennella veniva sostituito, nel comando dd settore, dal generale Rostagno. comandante la :p" Div1s10ne.

combattimenti di Cesuna, del Cengia e di Magnaboschi. IL3 giug no il battaglione Bignami (I del 2°), con la 7o"' compagnia ciel 1° Genio, era in linea dalle pendici occidentali del Lem erle a Treschè Conca, quando, alle prime luci del giorno, il fronte del battaglione venne sottoposto all'intenso fuoco dell'Artiglieria austriaca, che preannunziava un nuovo attacco nemico. Data la g-rande estensione del fronte del battag-lione, che su pera va i 3 chilometri, erano soltanto in linea piccoli nuclei costituenti un leggerissimo velo di vigilanza e, ncll'.irnminenza dell'attacco, il tenente colonnel lo Bignami dovette ordinare ai rincalzi di entrare in linea e riuscì per qualche tempo a contenere l'avversario, il quale peraltro, con un largo giro, era riuscito ad inerpicarsi sul Busibollo. da dove apriva il fuoco anche alle spalle dei difensori. La lotta si andava facendo sempre più aspra, quando si presentava al comandante di battaglione il Granatiere Alfonso Sarnoggia a c hiedere rinforzi per la propria compagnia. Avuta una risposta negativa, egli ritornava celermente al reparto e, mentre si presentava al proprio comandante~ un proiettile nemico gli fracassava la bocca <:on una ferita mortale: ma anche tra gli spasimi dell'agonia egli compì ancora lo sforzo di pronunciare la frase, definita poi dalla brigata •< la divina bugia " : ,, Tenente, arrivano i rinforzi, resista sino alla morte ».

Anch'egli venne decorato di medaglia d'oro alla memoria. Intanto il battaglione veniva sottoposto ad un concentrico fuoco di fucileria ed un reparto nemico si dirigeva verso la sede del ComanJo di battaglione, posta a quota 1152., in una caverna già jngombra di feriti, tra i quali alcuni ufficiali. Fu allora che il tenente


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colonnello Bignami, imbracciato un moschetto e riuniti intorno a sè i pochi superstiti, tra i quali il sottotenente Capocci, continuò il fuoco, consumando le ultime cartucce, finchè Jovctte cedere alla grande superiorità numerica del nemico. Dei 677 Granatieri del battaglione Bignami ne furono messi fuori combattimento ben 462, fra i quali

Il bastione di monte Cengio.

18 ufficiali. Dei 205 uomini della 70" compagnia del G enio ne furono messi. fuori combattimento r30, dei llual i 4 ufficiali feriti su 5 presenti. Alle ore 9 dello stesso 3 giugno, dopo un violentissimo bombardamento, il nemico sferrava l'attacco anche contro le posizioni del Cengìo. L'azione, condotta con una g rande superiorità di uomini e di mezzi, incontrò la strenua resistenza dei Granatieri, i quali, dopo avere combattuto fino all'ultima cartuccia, andarono pili volte al con-


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trassalto alla baionetta, adoperarono i fucili come mazze e, pur di non essere fatti prigionieri, ingaggiarono con gli Austriaci una disperala lotta corpo a corpo, durante la quale, dall'alto del Cengio, precipitarono avvinghiati insieme Granatieri italiani e soldati austri:Ki, giii per quell'orrido dirupo, che i Vicentini chiamarono poi « il salto dei Granatieri >, . A tarda sera, insieme a pochi superstiti , il capitano Morozzo veniva fatto prigioniero, per venire poi decorato di medaglia d'oro per la mir:1bik resistenza oppr1.~ta. All'estremità opfX>sta del tormentato fronte, e cioè nella regione 1fagnahoschi, si trovava al suo posto di comando, con pochi uomini, il comandante del 2 ' 1 Granatieri, colonnello Malatesta, impaziente di partecipare perso nalmente alla battaglia e di som:ggere anche col suo c~cmpio la tenacia dei propri battaglioni. Ed, infatti, fatta spiegare la bandiera Jel reggimento, dopo alcune raffiche di mitragliatrice, lo stesso colonnello attaccava con i suoi pochi uomini alla baionetta. Il nemico, convinto di avere di fronte forze superiori, cedeva ed intanto giun_!!cvano gli altri rincalzi, rappresentati dal battag lione Granatieri di nurcia, comandato dal maggiore Alberto Rossi, che, giunto appena il giorno prima da Tivoli a Thiene, aveva poi proseguito in autocarro. fntc rvcnuto nel combattimento, il battaglione respingeva l'avversario e guadagnava terreno. cp1ando, nel pomeriggio, g iungeva rordinc di ripiegamento. Ultimo a lasciare quelle tormentate posizioni fu il battaglione Scappucci che, giunto sulla mulattiera di monte Pau in seguito ad un precedente intempestivo ordine, retrocedeva subito dopo e con due compagnie rioccupava la posizione. Dei 6()00 Granatieri che il 23 maggio erano giunti sull'altopiano di Asiago. rimaneva un unico battaglione di formazione d i 1.300 uomini, che per dodici giorni avevano sofferto la fame, la sete, i disagi di og ni ge nere e che avevano resistito al nemico oltre ogni possibilità umana, con disperata tenacia. Le perdite complessive assom mavano, tra morti e feriti, ad 82 ufficiali ed a 1.923 uomini di truppa.

Le alte benemerenze della brigata Granatieri, nella epica lotta sugli Altipiani, sostenuta guasi sempre in condizioni di grande inferi o rità rispetto al nemico, fu riconosciuta anche da un eminente


26 l uomo politico avversario, il deputato conte Appany, Capo dell'opposiz ione ungherese. Egli, essendosi, nelragosto del 1916, recato a visitare il campo prigionieri di Dunaszerdahcly, conferì a lungo col tenente colonnello Bignami ed in corretto italiano ebbe parole di viva ammirazione per i Granatieri, concludendo essere doveroso anche per il nemico riconoscere l'eroismo di quelle truppe. Il Bollettino del Comando Supremo n. 3ì4 del 3 giugno 1916, così si esprimeva: u Sull'altopiano di Asiago la brigata Granatieri mantiene strenuamente il. passesso del pianoro di monte Cengio contro insistenti attacchi dell'avversario >•. Il 9 giugno il generale Pennella comunicava ai suoi reggimenti il pensiero del generale Cadorna sulla loro condotta sugli Altipiani: ,e Granatieri, di ritorno dal Comando Supremo, vi reco rinnovato il plauso di S. E. il generale Cadorna, Capo di Stato Maggiore del1'Esercito. Alle lapidarie parole che consacrarono le vostre gesta nel Bollettino del 3 giugno corrente, Egli volle aggiungere, col vivo della voce, vibranti espressioni di esaltazione della vostra virtù. « Premio più ambito non poteva toccare alla nostra famiglia di Granatieri! Siamone fieri cd orgogliosi. Ma giuriamo anche di mantenerci sempre degni di tanto plauso e di saperlo ancora meritare con la devota opera nostra, tutta intenta al supremo bene della Patria, fino all'estremo respiro, fino all'ultima goccia del nostro sangue! t< In alto i cuori! ,<Dai resti gloriosi della brigata, che compì gli eroismi di monte Ccngio, di Treschè, di Belmontc e di Cesuna, risorgeranno presto \;1 forza e l'impeto tradizionale dei Granatieri. Torneremo a percuotere indomiti il tracotante nemico. Odio e vendetta alimentino i nostri rnori. Dobbiamo vendicare i nostri morti, dobbiamo ferocemente odiare il barbaro aggressore. Da queste passioni dovrà sprigionarsi irresistibile la rabbia sterminatrice cui nulla potrà resistere. E ricordatevi che bisogna attaccare sempre, senza posa. Non si vince ~enz a attaccare ; dobbiamo difenderci marciando all'assalto i>. Le gesta eroiche dei Granatieri non vennero però concluse con la iotta del 3 giugno. Esse continuarono ancora per alcuni giorni, per merito del battaglione di marcia, comandato, come si è detto, dal maggiore Rossi. Questo battaglione era in gran parte composto di Granatieri della classe 1886, bene istruito, bene affiatato; ma difettava di mezzi. Entrato ut·ilmente in azione il mattino del 3, verso sera il battaglione era sistemato sulle alture di Magnaboschi, con lo speciale incarico di guardarsi da un possibile avviluppamento per la sini-

18.


stra. Poco dopo lc 23 fu segn:1lato , infa tti, il nemico, contro il quale venne aperto il fuoco da tutto il li::maglione . G li Austriaci. che speravano di sorprenderlo, vennero costretti a ritirarsi. Uguale sorte. ebbe ;1nc hc un altro tentativo, effettuato nella n Ottt'.. Il mattino del 4 l'a,·versario sguinzagliava su tutta la fronte pattuglie con mitragliatrici, mentre l'Artiglieria batteva le nostre prime

Il

<<

Salto de, Gr,111atien "·

linee. Nella notte sul 5 il battaglione venne rinforzato da sezioni mitragliatrici cd impiegò la giornata a rafforza re le trinn.:e, m entre un battag lione di Fanteria veniva a prolung are la linea sulla sinistra d ei Granatieri. iniziando così la chiusura della peri colosa falla che costituiva i l maggio r pericolo per k truppe di Magnaboschi. Intanto gl i Austriaci veniva no preparando una vigorosa azione offensiva, che s'iniziaYa il giorno 6, dopo un 'efficace preparazione di Artig lieria. L'attacco ùelle Fanterie, sferrato dalla zona di Cemna, si svolse contro la no.çtra destra, per tentare di impadronirsi della strada di arroccamenio al le spalle dei difensori di Magnabosc hi. Ma il piano avversario fallì per la strenua difesa dei Granatieri, la cui tenrice


resistenza permise il tempestivo intervento di due battaglioni di Fanteria di linea. Nei successivi giorni 7, 8 e 9 il nemico molestt\ ancora le nostre difese; ma non osò attaccarci in forze. La sera del 9 il battaglione di marcia del maggiore Rossi veniva rilevato dal 43" Fanteria e, raccoltosi a Casera Magnaboschi, si metteva in marcia per raggiungere a Bassano gli avanzi della brigata. Prima di partire, il generale Sanna, comandante del settore, pronunciava parole di alto elogio per J'opera prestata dal battaglione complementare che, essendo stato decimato il IV del 1" Granatieri, lo sostituì nel reggimento.

11 24 giugno del 1920, in un discorso pronunciato in Firenze, in occasione della distribuzione di croci di guerra ad alcune famiglie di Caduti fiorentini, .il generale Pennella , che, oltre ad essere una mag nifica figura di soldato, era anche un poeta, così si esprimeva, rievocando gli avvenimenti degli Altipiani: (1 • • • La notte del 4 giugno 1916. dopo dodici giorni di asperrima lotta, i poveri resti della rossa brigata dei Granatieri di s~mlegna, che aveva assolto intero il nobile compito di impedire al barbaro invasore la discesa dall'altopiano di Asiago alla pianura veneta, raggiungevano, per ordine superiore, il monte Paù, laceri, affamati, assetati, affranti per le veglie, le fatiche, le sofferenze inenarrabili patite. Io avevo l'onore di guidare quei gloriosi. Nella difficile ascesa su terreno tormentato e battuto tacevano tutti; si sentivano i passi , gli inciampi ed i sospiri dei petti eroici nella notte fredda ed oscura. Sutralbeggiare, in una fermata nel bosco nero, mentre i nidi cominciavano a destarsi pigolando ed un nevischio gelato ci penetrava le ossa, la stanchezza mi vinse, chiusi gli occhi e sognai ! " I duemila Granatieri lasciati allora morti sulle balze dirupate di monte Cengio e di Cesuna mi apparvero vivi, ciascuno sul posto del loro olocausto e, poichè io li guardavo con occhi ed animo accorati, essi sorridendo mi ringraziarono di aver loro ordinato di vincere o <ii morire: Abbiamo vinto e .riamo morti per il Re e per la Patria. Viva l'Italia, viva il Re. « Ma, sempre nel sogno, altri morti in sembianza di vivi mi apparvero. Scendevano dall'Assietta, dai colli di Cosseria, dalle alture di Palestro : erano le ombre antiche degli avi. dei padri della nostra


famiglia di Granatieri; erano folte falangi in assise vermiglie o azzurreggianti; li gui.davano i Capi magnanimi: il Duca di San Sebastiano. l'eroe dcll' Assietta; Del Carretto, l'eroe di Cosseria; Vittorio F.manuele. Principe di Savoia, l'eroe di Palestro, c he pronunciò il motto fatidico: A ml' le Guardie per l' 011ore di Casa Savoia. ,, Sì arrestarono ammirati, riguardarono, udirono e Vittorio Ema nuele disse a Del Carretto: Noi non immagi11ammo forme più pure di eroi. (• Soggiunse il Duca di San Sebastiano: Co.ctoro 110n son degni di storia, ma di epopea. Le nostre gesta furono giuochi da fanciulli

paragonati a questn gente magnanima. Co.staro ci hanno superato.

E tutti i Capi ordinarono ai gregari di presentare le armi ai morti dd Cengio e di Ccrnna ,..

L"8 g iugno, g li avanzi della brigata raggiungevano Fara Vicentina, dove il colonnello Malatesta, nominato brigadiere comandante b brigata (( Salerno i;, veniva sustituito dal colonnello Graziosi., an. eh 'egli vecchio Granatiere, e poco dopo Anfossi sostituiva Albertazzi. 11 IO giugno. per ferrovia sino a Poiana e di là per via ordinaria, la brigata raggiungeva Barbano, dove rimaneva per circa due mesi, per riordinarsi e ricostituirsi. Ma ai primi di agosto i Granatieri erano di nuovo pronti e si ,1u:ingcvano a ritornare su (1uel Carso, ~ul quale dovevano ancora combattere e rim anere fino all'autunno del 1917.


Vili.

LE AZIONI OFFENSIVE DELL'AGOSTO 1916

Nei giorni 2 e 3 agosto .i reggimenti Granatieri dalla regione di Barbano (Vicenza) si trasferivano per ferrovia nella zona CervignanoPalmanova e si accampavano nei dintorni di Crauglio, a disposizione dell'XI Corpo d'Armata, rimanendo inquadrati nella 2_3" Div.i stone. Giova qui premettere che il ciclo operativo, al quale i Granatieri dovevano partecipare, comprendeva tre distinti periodi: - primo (dal 6 al 10 agosto alla temporanea dipendenza della 22'' Divisione): difesa delle posizioni dd San Michele, occupazione delle antistanti trincee nemiche. avanzata su Cotici; - secondo (dall'u al 14 agosto, operando con la 23" Divisione): avanzata da Cotici alla linea Vdiki Hribach-Pecinka; passaggio del vallone di Doberdò; attacco delle alture antistanti sino a quella del Nad Logem e successivo sbalzo fino alla carrareccia Lokvica - San Grado di Merna; - terzo (dal 15 al 22 agosto, con la 49• Divisione): periodo nel quale la brigata Granatieri, ridotta, per le forti perdite subìte, a due soli battaglioni, ebbe funzione di riserva nel vallone di Doberdc',, dietro il fronte delle brigate <<Pinerolo >> e 1, Napoli>>. 11 5 agosto il 2" reggimento Granatieri col Comando della brigata, si trasferiva a Versa ed il 1" reggimento a Mariano. Nell'attesa il generale Pennella, comandante la brigata, faceva eseguire ricognizioni tendenti ad orientare ufficiali e gregari sul terreno e si trovava all'osservatorio dell'XI Corpo d'Armata, quando ricevette l'ordine di trasferirsi a Gradisca, a disposizione della 22· Divisione e di avvicinarsi coi reggimenti all'Jsonzo. Successivamente veniva disposto che il 1° Granatieri passasse il fiume sul. ponte e sulla passerella di Sagrado, mettendosi a disposizione del generale Sanna, comandante la brigata « Catanzaro n, e che il 2·• Granatieri si raccogliesse a Cascina Trevisan .


Oli attacchi al San Michele. L a sera del 6, alle ore 2 2, il 1° Granatieri, passato l'J sonzo, inviava, secondo l'ordine ricevuto, due compagnie del IV battag lione a ci ma I di .Monte San Michele e le altrè due, a rincalzo, nelle trincee di partenza della brigata « Catanzaro )> . Fu allo ra che Li 1fr' compagnia, comandata dal capitano Zuccaro (di recente trasferito nei Granatieri), trovatasi. all'uscire dai cam miname nti. improvvis:11ne11te di fronte al n emico, lo attaccava prontame nLc :illa baionetta. occupando la trincea austriaca e facendo alcuni prig ionieri; m e ntre il capita no, h e nc hè due volte ferito, rimancrn al proprio posto. incitando i suoi a proseguire l'azione. lJn altro battagl io ne del t'' si dislocava tra cima I e cima 2 del San Miclicle, a rin calzo del 142" reggimento Fanteria ; mentre l'ultim o ha naglio nt· tld 1" Cranat icri rimaneva in riserva. La notte sul 7 anche un battaglione del 2 ° reggimento passava l'I so nzo. disloca ndosi a quota 170, come riserva divisionale; mentre il Comandu della brigata passava anch 'esso il humc. per seguire i n·,,01mc nti crù in a zione. :-,:-,, ~

Trinct·c dei Gr,1natierì w! S,111 M id1elt·.


Trincee dei Gr1111arìerì .ml San Midefr.

Nella m attinata del 7 anche tutto il ::!" Granatieri aveva passato l'I sonzo e la brigata aveva la seguente dislocazione : i battaglioni del 1° Granatieri erano a disposizione del 141" Fanteria: parte in linea e parte in rinca lzo; quelli del 2° erano anch 'essi parte in linea, parte in rincalzo ed uno (il IH) costituiva la riserva divisionale. L 'azione, cominciata il giorno 6 con molta fortuna, proseguiva il 7, ma con forti perdite per i Gra natieri, dei quali 34 ufficiali c 800 g regari erano già fuori combattimento. Si erano segnalati il capitano Andreini ed il tenente Nardulii del 1° G ranatieri e tutti gli ufficiali feriti, in grado di fa rlo, nel rit irarsi dal campo di battaglia, passavano per il rico vero Amalfi, per informare dell'andamento dell'azione .i propri comandanti di r eggimento, che atte ndevano di entrare anch'essi iq azione. Fu allora che .i l Comando della 22' Divisione, accettando le giuste lagnanze del generale Pennelia, incuneava la briga ta G ranatieri tra la (< Catanzaro >> e la (( Bre5cia ,> sulla fronte del San Michele, da cima 1 esclusa per cima 2 e cima 3 sino all'altezza di quota 275. 11 movimento era g ià in iziato, quando fu temporaneamente sospeso dal Comando dcl l'XI Corpo d 'Armata, nella previsione che i Granatieri potessero essere impiegati sulla si nistra della brigata <, Catan zàro n .


Intanto la battaglia si faceva sempre più aspra cd il fuoco nemico aumentava di intensità. Nel primo pomeriggio del giorno 8 il capitano Laccetti, comandante la 2• compagnia del 2 ° Granatieri, informava di aver strappato al nemico una nuova trincea, facendo numerosi prigionieri; ma di essere nell'impossibilità di proseguire, per assoluto bisogno di acqua e di rinfor;,.i. A quel momento la brigata aveva già ' perduto altri 20 ufficiali e 550 uomini di truppa e si rendeva assolutamente necessario l'intervento dei complementi per colmare le gravi perdite subìte in due giorni. Nella notte sul 9 agosto b brigata veniva definitivamente assegnata al settore centrale, di cui precedentemente si è eletto, e si schierava per ala: il 1" Granatieri a sinistra, in collegamento con ìa ,,, Catanzaro )•; il 2° a destra, in collegameP.to con la brigata " Brescia ,,. All'alba del 9 veniva affidato alla brig.;ta Granatieri il compito di concorrere validameme all'avanzata del VI Corpo d 'Armata, che stava per conquistare Gorizia. In conseguenza i reggimenti marciavano subito coi reparti forniti di pistole da ~eg na lazione Very c dì dischi per indicare all'Artiglieria le posizioni rnccc~sivamentc .raggiunte. Il llìovi111ei1lo era lento e faticoso pc:rchè i camminamenti crai:io ingombri di uomini di altri reggimenti e di muli che trasportavano acqua e munizioni. Dopo un intenso fuoco della rn)stra Artiglieria, che sconvolgeva le trincee nemiche, alle 10,30 i battaglioni Granatieri iniziavano l'attacco e, non essendo ancora giunto il IV battaglione dd 1'' ~ulla oase di partenza, veniva sostituito da un altro dello stesso reggimento. In pari tempo veniva ordinato al II battaglione di ~chierani sulla sua sinistra, oltre cima 3. per colmare il vuoto rimasto sul fronte del I. Alle 11,30 il 2" reggimento aveva raggiunto il proprio obbiettivo, in saldo collegamento con b « Bn:scia >>, ed al coperto aveva spostato due compagnie nel sottosettorc del 1'' Granatieri, occupando la terza linea delle trincee nemiche. Venivano intanto diminate alcune sistemazioni di mitraglialrici austriache, in una dolina prossima a cima 3, e ciò a cura del 1 ° Granatieri. Il resto <le!la giornata trascorreva nella riorganizzazione dei reparti e nell'iniziare, nella notte successiva, una linea di trincee, quale base per le future operazioni. Anche la giornata del 9 agosto era costata alla brigata circa 400 uomini (dei quali T4 ufficiali), messi fuo ri combattimento.


La presa di Cotici. La mattina del 10 agosto venne constatato che tutto .il pendìo orientale del San Michele era sgombro di nemici e così pure .il trin( crone sino al fiume Vippacco. Per conseguenza venne subito ordinata l'avanzata su Cotici. Essa ebbe inizio alle ore 14,30, scarsamente tnolestata dall'Artiglieria nemica e, due ore dopo, le prime pattuglie dei Granatieri raggiungevano la loc;ilità e tutta la linea avanzava in perfetto collegamento con le truppe laterali. Numerosi cadaveri nemici ed abbondante materiale bellico abbandonato dimostravano la ~confitta subìta dagli Austriaci. Alle ore 18, occupato saldamente Cotici, la brigata, come da precedente disposizione, passava alla dipendenza della 23' Divisione. Quest'ultima, costituita dalle brigate (< Lombardia') e <<Catanzaro)> e rafforzata dalla « Granatieri ,,, doveva attaccare e l'obbiettivo dei Granatieri doveva essere l'altura del Nad Logem ed i rilievi sino a lluota 187, obbiettivo da raggiungersi al più presto, inseguendo il nemico, previa l'occupazione delle alture di Brestovec, costituenti il ciglione occidentale del vallone di D oberdò. I reggimenti continuarono ad operare schierati per ala e cioè: 1" a sinistra (nord), 2 ° a destra (sud). Il movimento doveva farsi con 4 battaglioni, rimanendo il Il del 1° ed il III del 2 ° in riserva divisionale a Cotici.

L'attacco al Nad Logcm. Nella serata del

10,

malgrado l'oscurità e l'insufficiente conoscen-

za del terreno per parte dei pochi ufficiali superstiti, l'avanzata al Brestovec si effettuò rapidamente 'cd jl successivo mattino, dal fondo del vallone di Doberdò, al comando del generale Pennella: << Battaglioni avanti )), i Granatieri iniziarono l'ascesa alle alture a sud del Nad Logem. Raggiunti i robusti reticolati nemici ùi guota 187, i reparti più settentrionali tendevano ad avviluppare la quota stessa; ma, poichè le truppe operanti a destra ed a sinistra della brigata non riuscivano ad avanzare, il generale Pennella decideva di non perdere tempo e di cercare di imporsi al nemico con l'attacco fulmineo dei ~uoi 4 battaglioni, impiegati ad ondate successive. Così, senza alcuna preparazione di Artiglieria e senza alcuna azione di fuoco, i due battaglioni di prima linea si lanciavano al grido di <1 Savoia! n sui reticolati ne-


miei, cerc;1ndo dì aprire (1uakhe varco con le pi nze, con le vanghette, coi m;111narcsi . coi fucili. Gli Austriaci, impressionati da tanto ardore e colti dal panico, si ritirarono, perme ttendo :1i Granatieri dì occupare saldamente la q uota 187 e di avanzare, insegue ndo il nemi co, sotto il Nad Logern , che appariva peraltro solidamente fortificato e ben di feso. Con tem pora neamente altri reparti Granatie ri , scesi nel

J..'1111,u:co 11/ Na d Loge,11 .

vallont: di Do bcrdò, scr ra\'ano sotto il Nad Logcm. V enne allora ric hiesto i! fuoco dclL\niglicria ed una ~mp eminrn: dclrazione p er ri o rdinare i reparti ch e, pur no n avendo subì to g ravi pe rdite, avevano b isogno di essere ripresi alla mano dai propri comandanti. Si veni va così provvede ndo al ro V<:sciamcnto delle conq uistatt· trin cee, al rifornime nto del!c mun.i zioni ed alL1 vviamcnto al fronte della brigata Ji due batterie di bombarde, che do\'ettero superare n on poc he d ifficol tà pc:r prc:ndcrc posizione. Ndlc due giornate del 10 e dcll ' u agosto le perdite complessive e rano state di 18 ufficiali e di qua~i 3c:o nomini fuori combattimcnro. P e r l'azione del g iorno 1 2 il


Comando del.la brigata si era stabilito a circa 600 metri a nord dell'abitato di Dcvctaki, in una caverna scavata nelle falde sud -orientali del Brestovec. Sino dalle ore 6,30 del giorno 12 la nostra Artiglieria a veva ini ziato un tiro efficace e preciso sulla quota 212 del Nad Logcm. Il IV battaglione del 1" Granatieri organizzava intanto l'attacco della quota

I ,·cticolati austriaci sul N ad Logcm .

198 per le pendici meridionali del Nad Logem, attacco al c1uale dovevano concorrere altri reparti da ovest e da nord. Alle ore rn,30 le nostre artiglierie allungavano il tiro ed i Granatieri irrompevano nel fortino del Nad Logem, catturando centinaia di prigionieri e numerose mitragliatrici. Immediatamente reparti della riserva venivano a rendere più salda la conquista dd Nacl Logcm e numerosi fonogrammi cominciavano a pervenire alla brigata Granatieri, esprimendo felicitazioni vivissime per l'azione svolta. Alla sera del n il generale Pennella così si esprimeva, rivolgendosi ai reggimenti: ( < In ultimo mi è grato esprimere l'alto compiacimento del comandante la 3'1 Armata, del comandante l'XI Corpo d'Armata e del i10Stro comandante di Divisione, per la brillante condotta della famiglia dei Granatieri nelle giornate memorabili del ro, 1 r e 12 corrente. Esse rimarranno nella Storia. Io sono fiero ed orgoglioso di


comandare a Capi e ;1 truppe che stampano orme così incancellabili nella Storia •i . Nella necessità di sfruttare il conseguito successo e di valorizzare il morale delle truppe, sempre elevatissimo malgrado i sac rifici compiuti, il Comando Supremo stabiliva di insiste re nell'azione il giorno successivo. Nella mattinata del 13 m1merose pattug lie constatavano come la nuova linea austriaca fosse ~aldamc nte protetta da reticolati e, per poterli abbattere con le a rtiglierie, veniva stabilito che l'attacco sarebbe stato sferrato alle ore 13. La Fanteria nemica contrastè> con l!rande tenacia la nostra a va nzata; ma i Granatieri riuscirono alla ~era a pervenire a meno di un chilometro dal fronte Veliki HribachPecinka. Numerosissimi, durante quella avanzata, gli atti di valore, tra i (1uali quello del caporak capo-a.ma Lorenzo Mortare tti dd I ~ Granatieri che, accortosi di una mitragliatrice avversaria a breve distanza, ne uccideva tutti i serventi, catturando due ufficiali e la mi1rag liatricc stes$a. Nella giornat:1 del 13 i Granatieri avevano perduto 50 uomm1, di cui 20 u flìciali.

L'attacco al Veliki. Nella giornata del 14 agosto la brigata doveva dfettu;rre l'attacco dd fronte Veliki Hribach- Pecinka. L'o bbiettivo del 1" Granatieri era il Vcliki Hribach, mentre il Pecinb avrebbe dovuto essere conquistato dal 2° reggimento. Infatti, dopo parecc hie ore di fuoco di Artiglieria, alle ore 12 i Granatieri iniziarono l 'azio ne, che non riuscì p::r la resistenza opposta dal nemico e per le molte perdite da noi subite. Rinnovato l'attacco alle ore 18,30, ì Granatieri trovarono .il ne.m ico anco r più d eciso a resistere e notevolme nte rinforzato da altri reparti sopraggiunti. Per conscguenz:1 i Granatieri. ormai decim ati, vennero r ilevati durante la notte dalla bri_gata " Pinerolo " e ripiegarono su Pctcano, dove accamparono verso le 5 del mattino. Il giorno r5 il generale Cigliana, comandante l'XI Corpo d'Armata; sc rive va al Comando della brigala Granatieri, esprimendo il suo piL1 vivo com piacimento per il loro valore, degno delle gloriose tradizioni del Corp:). Il generale Sani , comandante la hrigata (, Pinerolo ,., così s<ìlutava dal canto suo i Granatieri: ,, Alla b~igata Granatieri di Sardegna tutto il mio vivo compiacimento per la valida cooperazione data alla " Pinerolo •) . Qua ntunque affaticati per le


2

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esigenze della lotta svoltasi nei giorni scorsi, essi hanno portato val idissimo contributo nel prestare la loro opera, sempre volenterosa ed attiva, dimostrando in pari tempo di possedere elevatiss.imo sentimento del dovere e spirito di Corpo )l .

Nella notte sul 16 agosto, ricostituiti due battaglioni al comando del colonnello Graziosi del 2° reggimento, i Granatieri ritornavano n~. vallone di Doberdò, a disposizione, quale riserva, della 49" Div1s1one. La sera del 17 i Comandi di brigata e del 1 ° Granatieri si trasferivano da Peteano a Versa, per ricevere ed inquadrare i complementi giunti dai depositi, e la sera sul 18 anche il Comando del 2° Granatieri raggiungeva Versa per il medesimo motivo; mentre i due battaglioni di formazione del colonnello Graziosi rimanevano fino alla sera del 21 quale riserva alla 49" Divisione, per raggiungere anch'essi Versa il 22 mattina. La brigata, ricostituitasi, dopo i gravi sacrifici compiuti, quasi ex novo, anche con ufficiali provenienti dalla milizia territoriale e con truppe di scarsa istruzione, si era rivelata degna delle sue tradizioni cd, anche nell'ultimo intenso ciclo operativo, aveva sempre guadagnato terreno, perdendo il 56 per cento dei propri effettivi. Dei Ij6 ufficiali inquadrati nei reparti, ben 133 erano stati messi fuori combattimento, in un numero pari al 71 per cento. Queste cifre sono senza dubbio più eloquenti di qualsiasi parola. Il generale Diaz, comandante la 49• Divisione, in data del 21 agosto, così salutava i due battaglioni Graziosi: ( < Nel momento in cui i due battaglioni del 1° e del 2° Granatieri lasciano il terreno valorosamente conquistato, aggiungendo nuovi allori alla fama che circonda la gloriosa brigata, mi è grato esprimere loro, con senso di affettuoso cameratismo, un vivo ringraziamento per l'opcr~1 prestata quale riserva divisionale, nella quale circostanza diedero prova di salda resistenza ai disagi e di elevate qualità di animo, di compattezza e di forte spirito militare, che ho tanto più apprezzato, in quanto la loro permanenza si è verificata dopo gloriose lotte e non lievi fatiche )). . Ben 180 Granatieri furono decorati al valore per il periodo dell'agosto 1916, periodo per il quale il generale Cadorna indirizzò al ~enerale Pennella la seguente lettera: Mi rallegro vivamente con lei <(


2 7., e con la storica briga ta delle veramente mag nific he gesta. Non crcdcv() a tante perdite. Sono enormi! Esse testimoniano dell 'eroico valore add imostrato. Onore ai Granatieri di Sardegna ! Onore a lei, generale, che ha sapmo riorganizzare la brigata, dopo la scossa - pur sempre tanto onorevole - del monte Ccngio >, . A Versa la brigata si ricostituì rapidamente coi complemen ti giunti dai depositi e col trasferimento di parecchi ufficiali da altri reggiment i ed il 25 agosto ricevette l'o rdine Ji rilevare la brigata " Napoli ", dopo essere stata rinforzata col 53" reparto mitragliatrici

Il bomb,1rdamrnro del l!elik1 .

Saint Etienne, con un reparto sc udato ed una sezione di Artiglieria da m ontagna. La notte sul 26 ebbe luogo il cambio e la brigata si schierò per ala, con la sinistra al Vippacco e la destra lungo la linea quota 212 Veliki. Ciascun rcggimrnto aveva un battaglione in prima linea, uno in seconda, uno in terza nel canalone del San Michele~ reparti mi trag lìerì, pistole mitragliatrici e zappatori erano tutti in prima linea. Nei suaessivi giorni furono eseguiti lavori di raffo rzamento e costituiti depositi viveri, acqua e munizio ni . La no tte sul 4 settembre il 1° reggimento passò in riserva nel canalone <lei San Michele; il 2° presiJit', la linea con due battaglioni, ciascuno dei (.1uali ebbe tre com pagnie in linea cd una di rincalzo. l reparti speciali: sezioni lanciatorped ini Bettica, sezioni Thevenot, r eparti scudati, mitragli::itrici fran cesi cd il 49·· reparto mitraglia trici, avuto in rinforzo dalla 23" Divi sione, vennero dislocati in modo da poter concorrere efficacemente alla difesa.


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Gli ,1//acchi dei Granatieri al Vdiki.

'-I VI


li nuovo attacco al Veliki. Il 9 settembre i due reggimenti si diedero il cambio cd il giorno la fronte della brigata veniva rinforzata da un battaglione del ]6'' reggimento Fanteria. Il 14 mattina . anche il 2° reggimento veniva chiamato in linea e si schicr~1va per ala, a sud del r" Granatieri. Oltre ai 6 battaglioni Granatieri ed ai reparti speciali, dovevano partecipare all'azione 15 bombarde da 240, 23 bombarde da 58, 2 batterie (la montagna , 2 reparti mitraglieri. L'obbiettivo principale assegnato alla brigata era c1ucllo del Veliki; quello secondario le alture {.li San Grado di Merna. Ba~c di partenza l'altura del Nad Logem . Nella pa rte più alta del settore di azione, cioè sulla destra dd fronte, dovevano agire 5 battaglioni ccl I nella parte più bassa, cioè verso il Vippacco. L ' :1vanzata delle Fanterie doveva cominciare alle ore 15, dopo una lunga preparazio ne, effettuata col fuoco delle artirrlieric e delle bombarde. '=' 11 Comando della brigata, confermando lo schieramento per ala col 1" reggimento a sinistra cd il 2'' a destra , stabiliva, inoltre, che il 1" la~cias~c un battaglione per eseguire un attacco dimostrativo dinnanzi a San Grado di M.erna, in cooperazione con gli altri due del n'ggimento. li battaglione di terzo scaglio ne del 2 ° costituiva riserva di brigata. Jl breve tra tto di fronte da attaccare, circa 400 metri, veni v:1 ripartito tra i due reggimenti. All e 7,30 del g iorno 14 fu iniziato il fuoco di Artiglieria: tl)a le pattuglie <lc~tinate a cuntrnllarne i risultati riferirono che le trincee nemiche non avevano subìto danni notevoli e che nei reticolati erano stati aperti due soli varchi . Veniva, quindi, ripreso il fuoco; ma, malg rado gli scarsi risultati ottenuti, alle ore 15 il Comando di brigata ordinava senz'altro l'inizio dell 'attacco. Le successive ondate dei Granatieri, al grido di v Savoia! >), irr ompevano nelle trincee nemiche e le oltrepassavano, facendo numerosi prig io nieri: 111;1 erano poi costrette ad arrestarsi davanti ad una terza linea ben munita. Rimanere nelle linee conquistate signilìcava subire perdite enormi e diminuire i vantaggi conseguiti e quindi il Comando della brigata ordinava che si continuasse a tutti i costi l'attacco, tentando di aggirare le ali del nemico ed ordinando alle batterie da montagna ed alle bombarde di port;irsi avanti, per appogg iare col loro fuoco l'azione. Alle r 7, , 5 la terza linea austriaca era presa e venivano catturati m o lti altri png1onicn; alle r8 era anche raggiunta la strada San 11


Grado di Menu -Lokvica, lungo la ~ualc i reparti più avanzati so~tavano per riordinarsi. Si era così giunti sotto il V eliki cd alcune grosse pattuglie, rinforzate da mitragliatrici, erano riuscite ad addentrarsi nel bosco che copriva la cima dell'agognata collina. Peraltro non era più possibile avanzare, perchè, sulla destra dei Granatieri. gli altri nostri reparti non erano riusciti a raggiungere i loro obbiettivi. e perchè occorreva durante la notte sistemarsi sulle posizioni raggiunte per respingere i probabili contrattacchi nemici. Il III battaglione del 2" veniva inviato, a tale scopo, a rinforzare il 1° Granatieri e la riserva veniva costituita eia un battaglione del 76". La giornata del 14 era stata feconda di risultati; si erano conquistate formidabili posizioni, catturati 700 prigionieri, wn perdite non eccessive, assommanti complessivamente a 273 uomini. Per il giorno 15 veniva disposto che i reparti Granatieri fronteggianti il V eliki si riordinassero e rafforzassero le conquistate posizioni; il 2° reggimento Granatieri, in cooperazione con la brigata (< Lombardia 1) sulla destra, doveva riprendere l'azione, non appena la predetta brigata fosse pronta ad agire. Contemporaneamente il 1" Granatieri avrebbe dovuto condurre l'attacco contro la collina di San GraJo <li Merna, cui battaglioni Ro~~i dd 1 " e De Francesco del 2 ~ reggimento, coi lanciatorpedini Bettica, con le sezioni Thevcnot, con le bombarde e con tre sezioni di Artiglieria da montagna; nonchè col II battaglione del 76'' .Fanteria. Nella notte un altro battaglione di quest'ultimo reggimento veniva inviato a qu~ta 40 per sbarrare materialmente la strada Gabrie Gorenic - Pri Stant. Verso l'alba, sulla fronte del 2 " reggimento, un contrattacco nemico veniva nettamente respinto.

La conquista di San Grado di Merna. Dopo una intensa preparazione d 'Artiglieria, durata tutta la settimana, si iniziava l'attacco della posizione dì San Grado di Merna. Il maggiore Alberto Rossi, dopo avere constatato che le difese di quella 1x,sizione erano quasi intatte, con liella iniziativa, mutando il piano dì attacc<>, agiva clÌmostrativamente sul fronte, dirigendo l'azione principale in modo da avvolgere da ovest e da est la posizione nemica. L '::izione, condotta con grande rapidità, veniva coronata dal successo; gli Austriaci, sorpresi, si arrendevano (circa 800) e, mentre il battaglione Rossi si riordinava sulla conquistata posizione, alcuni 'J.


reparti venivano inviati a (}UOta 1.23 (est di San Gréldo) e nell'abitato di Pri Stant. Al maggiore Ros~i, già valoroso combattente Ji Monfalcone e di Magnaboschi, veniva concessa per la bella operazione la promozione a tenente colonndlo pn merito di g uerra. Sulla destra, il 2" Granatieri. in cooperazione coi Fanti della u Lombardia>•, aveva avanzato verso il Veliki ; ma si era dovuto arrestare per l:i viole nta reazione nemica e per i reticolati, rimasti intatti. Circa alle ore 20 il II battaglione del I u era riuscito ad addentrarsi nel bosco del Vcliki; ma, battuto da tiri frontali e di .infilata provenienti Ja Raccogli ano, aveva dov uto anch ·esso arrestarsi, pur respingendo un violento contrattacco aust riaco. Il Comando Suprc:1110 stabilì allora che l'azione fosse ripresa il successivo TG, col disegno di ran.: :ivanz~m .: la 23• Divisione per l'alto, facilitando anche l':1vanzata ddb 2 1·· . I II conseg uenza veniva stabilito che la dc ~lra della briga ta Cr:1naticri doves.e a tutti i costi oltrepa ssar<. l:t e=· 1:1 dd Vcl iki. che :1 1 cen1m il lii battaglione del 1° reg!!,i rncnw ro .tcorrc~si:: :111ch'csso :il l':1zio11e: mcnrrc a sini stra il hatÌ:igliom: Rm~i . da San Grado. ckwt'v:1 tendere alla conquista di l !Uota

123.

I ripetut i tentativi . effettuati d:1i Granatieri ml solito valore, non riusciro no (' la no tte sul 17 essi ven nero sosti tuiti , nell e posizioni più avanzate, dai battaglioni della brigata ,: Napali " • clic doveva riprenJerc l'azione alle ore 14 del giorno successivo. Alla destra il 2 ° reggimento G ran atieri era riuscito a penetrare in una trincea nemica: ma alla sinistra non era ~tato possibile avan za re, ed anche quei pochi animosi che erano riusciti ad avvicinarsi alla vetta del Vc:liki. non seguiti dalle successive ondate, erano stati costretti a retrocedere. I ( Comando della hrigata ordinò allora un nuovo attacco generale per le ore 17,30. Esso sarebbe stato appoggiato dal 75'' reggimento F antc:ria. La ~ic ura speranza ed anzi la necessità Jet successo \-C ntva ricordata ai Gra natieri dai breve ordine del gc:ncrale Pennd l.i: '( Poichè voglio che ad og ni costo si arrivi al Veliki, sono deciso a rinnovare, con o ndate successive, l'attacco anche dieci volte, se occorre. In conseguenza metto a disposizione le truppe fresche del 75'' F anteria . Nella persistenza sta la vittoria )) . E !"attacco rinnovato e le o ndale tki Granatieri si susseguirono: ma vennero falciate d~d m icidiale fuoco nemico, tanto che il Comando del Corpo d'Armata dovette ordinare la cessazione degli attacchi eJ il r afforzamemo delle conquistate posizioni. Nelle due

ru


giornate del 16 e del 17 settembre 1a brigata Granatieri aveva perduto, tra morti e feriti, r.134 uomini, dei quali 25 ufficiali. Nei successivi due giorni non si ebbero avvenimenti importanti e si provvide allo sgombro dei feriti, alla raccolta del materiale catturato al nemico ed al seppellimento dei Caduti, alcuni dei ttuali, rinunziando alla vita, avevano veramente consacrato il loro nome alla Storia, come, ad esempio, i due sottotenenti Lanza di Trabia e Schneidcr, che il generale Pennella doveva poi così ri.c ordare: <, II giorno 17, irrompendo con slancio irresistibile alb testa dei loro Granatieri. li trascinarono, attraverso la boscaglia del Nad Logem, all'attacco della contesa vetta del Veliki, al grido fatidico di (( Savoia! )', sotto l'imperversare di un fuoco intensissimo, terrificante di .Artiglieria, di mitragliatrici, di fucileria. Con un balzo leonino, ebbri di passione, l'anima rapita nella visione della grandezza della Patria e con negli occhi, forse, il l'.iflcsso del fulgore bianco di Trieste nostra, sfa1mante nell'azzurro del mare, quale di lassù aveva.no potuto contemplarla spiando dalle trincee, essi irruppero, incuranti della morte, oltre i muniti trinçerarnenti avversarì, seguiti dai pochi , non caduti prima o · morti o feriti, cosi come eroi antichi, e più grandi e piì:1 belli, in cimento di ogni altro più aspro e terribile, caddero, fredd:iti dalla furi:i distruttrice, imperversante dei colpi dell'avversario>,. Ancora una volta il sangue generoso delle rosse Guardie dì Casa Savoia (così chiamava i Granatieri il comandante della J' Armata) aveva irrorato le aride rocce e le umide doline del Carso.

Ritirati dalle prime linee nella notte sul 19, i Granatieri cercarono riposo prima a Medea, poi a Rubbia e quindi a Chiopris ed a Viscone e, successivamente, il 1° reggimento a Clauviano ed il 2° ad Ialmicco. In quella dislocazione i reparti vennero riorganizzati con l'inquadramento dei nuovi complementi. Il 18 ottobre il colonnello Graziosi, trasferito al Comando Supremo, cedeva il comando del 2 ° reggimento al colonneJlo Albcrtazzi, già comandante il 1°, rimasto gravemente ferito al Cengia, cd il generale Pennella rivolgeva ai due colonnelli il suo saluto: « . .. esprimo al colonnello Albertazzi tutta la mia soddisfazione per il suo ritorno nella nostra famiglia, dopo la ferita gloriosa, da lui riportata al Cengia, certo che egli ritornerà a portare l'efficace contributo dell :1


sua azione di comando, tutta impregnata della tradizione nobili ss ima dclb nostra vetusta brigata. Con profondo rammarico, vedo allontanarsi d'altra parte da noi, che lo abbiamo amato come fratello, il colon nel lo Graziosi, al <.Juale manifesto b gratitudine riconoscente dell'animo rnio pe r la valida e sa piente cooperazione da lui prestata nelle difficili situazioni ndk quali ha trnuto, con onore e con bravur:i ~uperiori ad ogni elogio, iÌ comando del 2 ° Granatieri "·

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(()l/in,, di San Grado di ;\frm ,,.

11 colonnello Albertazzi cman:1,·a, da parte ~ua, il ~eguentc ordine dd giorno: " Dopo aver rnman<lato per circa un anno il reggim e nto f r:1tello c:d averne dovuto b sciarc il com::indo in seguito a fcrita n port:ita il 3 giu;.:110 sco rso a monte Ccng10, ~110 licti~~ imo di ri tornare in seno all;i famiglia dei Granatieri. nella quak mi trovo cb <.1u:isi venti anni. ,, Il 2"' Granatini mi è particolarmente caro perchè ad esso mi lega,io indimcnticahili rirnrdi, per esservi ~tato tredici anni t:ol grado di capitano e per averlo avuto al mio tì:rnco. durante la presente campag na di g uerra, nella quale ne ho ammirato la fermezza, la tenacia nella difesa, l'energia e lo slancio negli attacchi . Mi lu\ ingo che il reggimt:nto, che: ho l'onore di com:indare da oggi, sc~uen<lo le ~uc


antiche tradizioni cd ispirandosi a lle gloriose gesta fin t1ui compiute, saprà scrivere altre magnifiche pagine dd la sua Storia militare. « Invio un riverente saluto ai gloriosi Caduti, al colonnello Graziosi che mi ha preceduto nel comando, e, con rinnovata, incrollabile fede in una Italia più grande e potrntc, invito tutti a mantenere, anche a prezzo della vita, il proprio posto sino alla vittoria fin ale )) . La brigata, dopo avere ricevuti i complementi in così g rande num ero da poter formare anche un battaglione di m arcia , il 3 novembre ebbe l'ordine di trasferirsi nel vallone di Doberdò, tra Vizentini e Palikisce, a disposizione del XIII Corpo d'Armata, il quale ordinò che il 1 ° reggimento Granatieri venisse avviato ad Oppacchiasella, con un battaglione a quota 202 sulla strada di Kostanjcvìca e che il 2° si dislocasse a Palikisce.

Durante i rimanenti mesi dell ' anno, la brigata, gia così duramente provata, non partecipò ad altre importanti azioni; ma fu impiegata in servizi ed in lavo ri non scevri di pericolo, tanto che in un m ese ebbe 3 ufficiai.i e 70 uomini uc..:isi, 4 uf/iciali e .24 gregari feriti. Allorquando, .il 3 novembre, la brigata venne trasferita al XIII Corpo d'Ar mata, il generale Gazzola, comandante la 23a Divisione, espresse al generale Pennella il suo ramma rico per l'allo ntanament::, dei Granatieri ed il suo compiacimento per le loro gesta gloriose: « Durante l'o ffensiva sul Carso, iniziatasi lo scorso agosto, San Michele, Brestovec, Nad Logem, San Grado, Vdiki H ribach wno r icordi gloriosi di gloriose gesta dei G r anatieri di Sardegna e stanno ad attestarne il sempre rinnovato valo re. ,e A questi no mi, a queste gesta altri stanno per aggiungersene. Ne danno certezza la p rovata valentia di V . S., il senno ed il valore dei com a ndanti di reggimento e d i battaglione, lo slancio e l'entusiasmo della truppa. Io accompagno la bella brigata coi piò fervidi voti di successi brillanti e con b speranza che il distacco sia di breve durata e che presto essa ritorni a far parte della 23a Divisione )> . Il 13 dicembre, per ordine superiore, jl 2 ° Granatieri andava ad accamparsi tra Fogliano e Campolongo, dove era poi raggiunto da l 1°. In quei giorni, e precisamente il 13, in Fogliano il generale Pennella, nominato Capo di Stato Maggiore della 4" Armata, cedeva il comando al colonnello Albertazzi , promosso brigadiere. In un anno,


soltll il comando del Pennella, i Granatieri a\'cvano mag111hc:1mcnt~ combattuto al Lenzuolo bi;inco, al Ccngio, a Ccsuna, al. San Mìdit:k, al Nad Logcm, a San Grado cd al Vclìki , nelle vicende gloriose, che lo stesso Pennella rievocò in un volum e pubhlicaro molti anni dopo ed intitolato: << Dùdicì mesi al comando della brigata Granatini di Sankgna .. .

Sun Grado di

.\lt' r>lil .

Anima di poeta e di soldato, esperto cono~citorc degli uomini, il generale Pennella così prendeva commiato dai suoi Granatieri: <, Destinato ad assumere la carica di Capo di Stato Maggiore della 4" Armata, la~ciu da oggi il comando della brigata al colonnello Albcrtaz· zi. Te., che già an:, ;i appreso ad am;1rvi, Granatieri, sin da l{Uando, dieci anni or sono, ebbi l'onore dì cmna ndart: un battaglione del t'' reggi mento, concependo sin da allora la ~egreta aspiraziom: di comandarvi in cumliattimento, ho imparato poi ;1d adoran·i. vivendo in mezzo a voi e partecipando alle ansie. ai dolori. alle ;1spreLze cd alk gioie ardenti di ljUCsta santa guerra di redenzione. " l cento gio rni ferrei ndlc algide, fangose, ,·iscìde trincee del L en,.uolo bianco e di monte Ccngio, la titanica res1stcnza ~ulk cime del San ~fìchcle, seguita dall'irruc:ntc. impetuoso balzo lcnnino, pieno


di poesia e dì garibaldina baldanza, che ci condusse al Nad Logcm , la successiva avanzata, dura come un calvario, sino ai piedi dd Velik i e l'eroica scalata al colle di San Grado, la recente immane fatica, !"intimo nostro raccoglimento nei brevi periodi di riposo che, nella fcrvida e feconda gara di riorganizzazione e di preparaz.ione ai nuovi cimenti, affratellavano le nostre anime in legami di amore sempre più tenaci e saldi, tutto questo insieme di cose belle e sante costituiscono ricordi imperituri per la memoria dei nostri cuori e, siamone g iustamente fieri ed orgogliosi, non morranno neppure nella Storia. <1 Il libro d'oro della nostra brigata li registrerà nelle pagine di valore più fulgide e più radiose. Questi nostri tredici mesi di vita comune, così intensi di opera feconda, nella quale assai spesso abne~azione individuale e collettiva attinse le vette del sacrificio, questi nostri tredici mesi. di vita comune ci hanno come consacrati , cong iunti in una stessa famiglia, nella quale si viva uno per l'altro e tutti, come per segreto giuramento . si sono votati a vivere ed a morire per la Patria e per il Re. « Io vi ho ;imato tutti, Gra natieri, e vi amo come figliuoli. Ho, volta :Ì volta, trepidato e giojto per voi dell 'opera vostra e di ciò che mi a,'ete dato di abneg az:onc e di am o re. D ella vostra ,·irtù io Yado o rgoglioso. Mi allontano <la vo i perchè il d overe me lo impone; ma lascio tra voi tutto il mio cuore, lascio palpitante l'anima mia. Cedo il comando della brigata glorio sa, com e lo ho assunto, con l'anima pura, inebriata dalla sola nobilissima passione del dovere, sicuro nella mia coscienza di avervi dato costante ed indefettibile l'esempio della virtù. Voi avete saputo intendermi , avete saputo leggermi nel cuore. Ed, anche quando ho preteso da voi sforzi che potevano sembrare superiori alle forze umane, voi vi siete prodigati docilmente, perchè persuasi che, imponendovi i. più duri sacrifici e comandandovi di lavorare:: sino all'esaurimento e chiedendovi l'olocausto della stessa vostra vita, io ero sempre soltanto mosso dalla grandezza dc.Ila Patria, io tendevo al fine supremo d ella vittorì.:1 . ,, Vi accompagnerò sempre e dappertutto con memore, riconoscente, paterno pensiero, consumandomi di passione per non potere essere più alla vostra testa, a g uidarvi nei cimenti e correre insieme a voi incontro alla vittoria; per non patervi più confortare con l'austerità dell'esempio a soppo rtare le dure veglie delle trincee. Ovunque sentirò vibrare, attraverso i bollettini d el Comando Supremo, più alta la nota del valore, ivi sarò certo che sono ad operare i miei Granatieri e benedirò la vostra costante virtù.


<< Commetto il Coman<lo della brigata in mani salde e pure. Vi affido, Granatieri, a chi fu compagno dilettissimo della mia prima giovinezza e dell'età matura, a chi respin\ per quasi tutta la sua vita militare, l'ambiente eroico della nostra famiglia e vi conosce e vi ama, al pari di me, con animo paterno. Nel dolore del distacco ciè, mi è di grande consolazione; egli saprà conclur\'i ancora, siatene certi, alla vittoria cd alla gloria. ,( La presente campagna di guerra vi consacra nella Storia, non solta1uo delle pure tradizioni di valore della nostra quasi tre volte centenaria esistenza, non soltanto emuli dei g randi nomi a noi familiari dei valorosi cht: ci precedettero; ma vi consacrerebbe, se la cosa fosse possibile, vincitori nella santa gara, alla quale vi siete consacrati per superarli. Sempre avanti e sempre più in alto, o rossi Granatieri, fedeli guardie di Casa Savoia: sempre avanti, comunque e dovunque, avanti avanti avanti. Sia cplesta la vostra divisa. Sempre avanti e sempre più in alto! " · Durante il comando della brigata, per la sua condotta capace e valorosa, il maggior generale Pennella aveva avuto conferite tre medaglie d'argento al valor militare e la croce dell'Ordine Militare di Savoia pn avere guidato la br ìgata a rÌpduti ~u,:.:cssi, con grande Yalore e singo lare perizia , dimostrando spiccatissime attitudini di comandante. La notte sul capodanno Jd 1917, il generalissimo Cadurna faceva pnvenire al Comando della brigata Granatieri la comunicazione che alle due bandiere dei rergimenri era stata concessa la medaglia d'argento al valore militar~:' perchè, in più dì un anno di gL~rra, dal giugno 1915 all 'agosto 1916, si erano segnalati a Monfalcone, sul Sabotino, ad Oslavia, sull'altopiano carsico, dimostrandosi ognora degni delle loro secolari tradizioni. Il molto sangue sparso, i sacrifici compiuti, le sofferenze virilmente sopportate, trovavano, nell'ambita rico mpensa, altissimo riconoscimento. Mancava peraltro ancora il premio per i combattimenti del Ccngio, di Cesuna, di Magnaboschi, premio che sarebbe stato concesso pit1 tardi, dopo le nuove lotte affrontate ed i nuovi successi conseguiti con ferrea tenaci a e con eroico impeto.


IX.

LA CAMPAGNA- DEL 1917

L'inizio del 1917 trovava la brigata Granatieri esultante per le ricompense al valore concesse alle bandiere dei due reggimenti. Il 3 gennaio i reggimenti si trovavano: il 1" tra Pradamano e Cargnacco; il 2" tra Cussignacco e Terenziano. Essi avevano notevolmente aumentato la loro efficienza con nuovi complementi e nuove armi. Invece di 6 mitragliatrici ne avevano 18 ciascuno, inquadrate in tre compagnie mitraglieri, una per ciascun battaglione, ed alle mitragliatrici si aggiungevano le sezioni pistole mitragliatrici, gli stokes, i lanciabombe, i lanciafiamme; mezzi, questi, già in parte distribuiti cd impiegati nella campagna del 1916. 11 giorno 5 gennaio il I battaglione del 2° venne inviato a Gorizia per essere adibito ai lavori della piazza e successivamente vi si trasferiva l'intera brigata, per occupare la fronte già tenuta daJla 4 f Divisione, fronte sulla quale i reggimenti ~i alternarono, subendo soltanto le poche perdite inflitte dall'Artiglieria nemica. · In seguito la brigata passò a disposizione <lei Comando Genio dell'Armata per costruzione di baraccamenti e per altri lavori. Il 26 marzo, ridotta la forza delle compagnie da 225 a 200 uomini, col personale esuberante fu costituito un VII battaglione, che venne dislocato ad Orgnano. La primavera trascorse relativamente tranquilla e, durante i mesi di essa, le esercitazioni addcstrative si alternarono con i lavori imposti dalle circostanze. Nel pomeriggio del 21 maggio i due reggimenti si trasferivano, per Cervignano, Scodovacca, Turriaco, a Vcrmegliano ed il VII battaglione a Ruda. Il 22 il 1" Granatieri occupava le trincee di monte Sci Busi e, mentre il I battaglione raggiungeva Boneti a disposizione della 33• Divisione, .cd il II si dislocava poco lungi dal I, il Comando della brigata tr<)vava sede nei baraccamenti tra monte Sei Busi e la strada Redipuglia - Doberdò. Ma, dopo appena 24 ore, l'in tera brigata passava alla 3f Divisione e si riuni va a Boncti.


Oli attacchi contro Selo. fl .23 maggio mattina il I battaglione dd

Granatier.i, comand ato d al valo roso tenente colo nnello Spinucci, vetera no della Libia, veniva impiegato dall a 33" Divisione e con rapida azione raggiLJngeva: con la 2 ' compagnia quota 241; con la l .. l{UOta 235 e con la 3" il terreno interposto tra le pre<lctte due a lture. Durante l'az ione, esse ndo stato ferito il tenen te colo nnello Spinucci, egli veniva sostituito nel comando del battaglione d al capitano Lotta. A l calare della no tte le truppe si rafforzavano sulle posizioni co nyuistatc, collega ndosi a destra col ri 3°' reggimento Fanteria ed a ~in istra col 11 f . A p roteggere da o,1~ni minaccia la fronte, il II reparto zappato ri cd 1 . ezione mitragliatrici da quota 235 si spinsero verso la quota 2 r9, che occuparono insirn1e a· re parti del i ' Ber saglieri, catturando: 5 ufJìciali, 150 uumini di truppa, 8 mitragliatrici e numerose altre arm i. muni z io ni e materiali varì. l n quc~l·az ionc si distinse il sergente Lorenzo Mo rtarotti del 1" Gr~rnat ini , dw molto contribuì alla cattura delle mi tra~li at rici e dei 111 1g hji1 j ( "i'i . Co~Ì la brigata G r anatieri aveva iniziato q uell o che, nella ~ua Sto ri a, doveva chi amarsi il periodo aureo, durante il l!ua le d o veva ven ir eonccssa alle bandiere dei due reggimenti la medaglia d'oro al valor militare. All'alba ciel 24 maggio g li Austriaci sferravano un violento co ntrattacco cont ro le quote 2 4 1 e 235, perdute nei giorni precedenti. La salda resistenza dei Granatie ri, tutti compresi della g ravi tà del momento, valse a far falli re un tt:n tativo di avvolgi m ento ; m a non potè impedire che \'avn:rsario riprendesse la quota 24r. Ndle ultime on: della notte il J[ cd il IV battaglione, già avan zati sull a fronte di Scio, 'sapu to dd co ntrattacco nemico, si d irigeva no verso quota 2~5: ~ia p1:r rinforzare il presidio, sia per lentaH" di :1naccarc sul fianco J'a\"vcr sario, che da quota 24 1 te ndeva alla 235. Il loro intervento valse a salvar e la quot-a 235. Nel pomeriggio il 1" Granatieri. passato a disposizione: della b r igata ,, Mantova n , Jovc\"a procedere all'occupaz ione di Selo, te ntan do di impedire ai r eparti nemici pit1 avanz ati il ripiegamento. C irca alle o re 20 , per m ancan za d i collegamento coi reparti late rali , l'azion e veniva però temporaneamente sospesa. All e ore 23 il 1° Granatieri, prçsidiata la quota 119, d o veva raggiungere: la strada per Selo: m a, date 1''


L'attacco


288 le forti perdite subìte dalla pnma ondata, le tru1,pe rimasero nelle trincee di quota 219. Al mattino del 25 il 1° Granatieri occupava il ciglione dominante la valle cli Jamiano e, per la quota 219, la linea si dirigeva alla 24r, in collegamento: :1 destra col XXVII battaglione Bersaglieri ed a sinistra col 31° reggimento Fanteria. Due nostri vigorosi tentativi furono nettamente stroncati dal fuoco nemico ed ::ille ore 17,30 venne cffcuuato un nuovo ::ittacco in direzione di Selo; ma i pochi vantaggi conseguiti furon() pa!!ati a così ca ro prezzo, che alla sera veniva emanato l'ordì ne di "sostare. Il 2° reggimento Granatieri, che all'alba del 24 aveva attaccato ed oltrepassato L!uota 238, col suo Il battaglione svolse una a1.ione decisiva per la ricont1uista di lluota 241 e lo fece in modo così brillante, da riuscire nell'intento, facendo oltre 300 prigionieri. J n questa giornata trovava morte gloriosa il tenente Vincenz~> Rocco, comandante la 5• compagnia del 2°, il quale, già distintosi in precedenti azioni, sprezzante di ogni pericolo, bcnchè ferito, continuava ad incuorare i suoi soldati all 'attacco, finchè cadeva colpito a murtc..:. Alla sua memoria fu conccss:i l:i medaglia d'oro. ·· Perduta una seconda volta la c1uota 241, gli Austriaci, con irruente contrattacco, minacciandone le ali, obbligavano il II battaglione a ripiegare. Il I battaglione ciel 2". cli riserva a Ferleti, veniva allora chiamato in linea cd alle ore 15 si riprendeva il movimento in avanti, dura nte il quale i reggimenti Granatieri passavano alla dipendenza di altre brigate. A notte tarda il I battaglione del 1 ° reggimento Granatieri, ricevuto l'ordine di rioccupare a tutti i costi quota 241, riusciva nell'intento con eroico travo]gente impeto, catturando 4 mitragliatrici ed oltre mo uomini. Le perdite subìtc dai due reggimenti in tre giorni di combattimento erano assai gravi; tanto che il 2", coi suoi superstiti, aveva potuto costi tuire un solo battaglione di formazione, al comando del maggiore Giunta. Nella g iornata del 26 gli Austriaci, dopo un violento fuoco di Ar.tiglieria, attaccarono a fondo; ma vennero respinti. I Granatieri, privi di cibo e di acqua, non erano, del resto, in ·grado di effettuare altri tentativi sulla via di Selo e pertanto il Comando Superiore stabiliva di sospendere l'azione. Il giorno 3 giugno alle ore 19 il nemico


attaccò a massa, occupando alcuni elementi di trincea sulla fronte del I battaglione del 1 ° Granatieri; ma le compagnie 1 " e 2", di immediato rincalzo, intervenute prontamente, ristabilirono la situazione, con l'afoto di alcune compagnie del 139" reggimento Fanteria di linea.

La notte sul 5 giugno il 1" Granatieri, sostituito da uh battaglione del I 39° e da uno del 70", ripieg ava su Boneti, dove veniva ragg iunto dai battag.lioni del 2°; ma al 1° Granatieri non fu concesso alcun riposo, perchè aveva appena raggiunto Boneti, che all'alba del 6 giugno veniva richiamato in linea. Il nemico, occupata tiuota 219 e fattone prigioniero quasi tutto il presidio, marciava sulla quota 235. Verso le ore 7 del mattino del 6 giugno il I ed il II battaglione del 1° reggimento, guidati dal colonnello Anfossi, avendo rapidamente marciato, erano a quota 208 sud, da dove, rincalzati dal IV battaglione, procedevano all'attacco delle quote perdute. Queste 11ella giornata ritornavano in loro saldo possesso e la loro rapida riconquista ve nne Poi ricorJàta nella motivazione ddla medaglia J'oro cunccs~a al 1" Granatieri, che aveva compiuto l'eroico gesto « hcnchè ritirat::i dalla prima linea da meno di un giorno (19 ore) ), . Compiuta la brillante azione, il 1'· Granatieri fu subito rimandato indietro ed i due reggimenti si alternarono nei servizi di prima e seconda linea sino alla metà di luglio, subendo ogni giorno LJt1alche perdita dal fuoco dell'Artiglieria nemica. Il 15. luglio fu svolta dalla 61a Divisione un'azione offensiva tendente a scacciare il nemico dalle trincee ad est di quota 241. Il 2" Granatieri partecipò all'azione, collegandosi con la b~igata (<Siena ». Alle 20 la nostra Artiglieria allungò il tiro cd i Granatieri cominciarono l'avanzata con un reparto a rditi di recente costituzione, che si dovette arrestare dinanzi al fitto reticolato nemico. l rincalzi inviati al 2" Granatieri (due compagnie del I'') provocarono una nuova violenta reazione nemica cd il II battaglione del 2" Granatieri, guidato dal valoroso maggiore Giunta, portatosi sotto le posizioni nemiche, dovette per forza arrestarsi, per venire, il giorno 17, sostituito dal IV battaglione del 1 °. In questa azione si distinsero in modo particolare il caporale Broggini cd i Granatieri Porta e Saradelli del i'' ; nonchè il serge nte Sahhadini ed i Granatieri Dc Chiara e Sala del i '.


Il r9 lug lio :tlla brigata ven iva concesso un periodo di riposo; il

5 agosto, il Comandante della 3• Armata la passava in rivi sta, decorava parecchi valorosi e rivolgeva ai Granatieri il seguente disco rso: •< A voi, vetuste, fedeli Guardie di Casa Savoia, io, Principe sabaudo e soldato d'lt,1lia, sono orgogl.ioso di recare oggi, a hreve distanza di tempo, nuove insegne di va lore: ora è un m ese le promo7.ioni ~ul campo, oggi i nastri azzurri del .Re. Questa di oggi è festa, nella quale vibra l'intima dolcezza di una riunio ne fami liare. In m ezzo voi, o Granatieri, io mi sento come tra persone della mia Casa e p ~rciò tra voi il cuore si espande co n commozione al ricordo dei fasti della vostra storia tre volte centenaria. ,, Da tre secoli, ove più acceso fu il bagliore delle armi, dove più ardua fu la lotta, magg iore il pericolo, tiammeggiarono i vostri belli alamari, che nd rosso vivo dello sfondo sono segnacolo di vittori,1, nel bianco :ifferrnazione di fedeltà; alamari così giustame nte cari a voi tutti. perchè simbolo della tradizione ~loriosa, che racchiude tutta la , ·ostra forza e consacra il vostro valo re. Fd alla incrollabile fedeltà alla mia Casa non inv:1no free ap pello il mio grande avo che, in un tragico momento , bastò lanciasse il fatidico grido: " A mc le Guardie per l'onore di Casa Savoia! ,,, per tra111 ula1 k i11 lw ni ; quella fcddt:1 eh, esperimentò l'amato m io G enitore nel 1866. guidando. accanto a voi , cli Sardegna, i suoi Granatieri di Lombardia, (]Uando a lla Cavalchjna ebbe l'onore di versare il proprio ~ang ue per la Patria. " Granatieri di S:mlegna, sulle vostre bandiere stanno i ricordi di venti guerre eroicamente combattute, splende una storia ininterrotta di abnegazio ne. Ji o no re e di valore. Ed in quest'ultima guerra, di cui scrivete la storia C()l vostro sa ng ue, i ricordi ~i chiamano: Monfalcone, Sabotino, Osla via, Cengia, Cesuna, Altopiano Carsico. Intorno ai gloriosi vessilli si stringano i vostri cuori e i vostri propositi. Gli spiriti dei vostri fratelli Caduti, che intorno ad essi trovarono la via della g loria e della vittoria. pare che vi chiami no a nuove prove, che saranno - ne siamo tutti certi - non meno splrndidc di (]Uelle che diedero fama imperitura ai vecchi Gra natieri di Sardegna i,.

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Le nuove azioni su Selo. intanto il colon nello brigadiere Alberrazzi, destinato altrove, veniva sostituito dal parigrado Gasto ne Rossi, valoroso combattente di Sidi AB e di Monfalcone, cd il colo nnello Dogliotti, grave m ente


ammalato, cedeva il comando del reggimento, in attesa che dalla Libia giungesse il nuovo titolare, tenente colonnello Giacchi. Premiati gli eroismi , preparati gli animi, ricostituiti i reparti, la vecchia brigata era ormai pronta a<l impegnarsi sulla via di Trieste. Per il nuovo attacco di Selo, nella notte tra il 14 ed il 15 agosto, i reggimenti Granatieri, giunti sulle prime linee, sostituivano qudli della brigata 1< Siena ,, ed il mattino del r8 le artiglierie e le bomSarde, che già avevano cominciato il loro terribile concerto nel pomeriggio del 17, intensificarono il tiro per aprire la via alle Fanterie. che dovevano scattare, come scattarono, alle 5,30 del 19 ·mattina. Nell'azione i reggimenti Granatieri erano schierati per ala, ciascuno con un battaglione .in prima linea. A sinistra il battaglione Maioli del 2 () Granatieri doveva, con azione avvolgente, facilitare la avanzata di quello di destra del 1° Granatieri, comandaw dal maggiore Campolieti, e dare sicurezza al fianco sinistro della Divisione. Il battaglione Campolieti doveva superare le difese nemiche, impadronirsi cli Selo da sud e dalla linea K tendere allo Stari Lokwa (Roseo Vecchio). I rincalzi erano in potenza nelle trincee di quota 241 e di quota 192; la compagnia z appatori era pronta a seguire le truppe operanti; le anni smsidiarie e rano in prima linea e soltanto una pi ccola riserva era a disposizione del comandante la brigata, con le compagnie mitragliatrici 104 e 124, il plotone arditi del i ' reggimento e b 13" compagnia del 1° Granatieri. Iniziato 1'~1ttacco, i Gr;1n::itieri ocn1pavano la prima linea nemica e proseguivano oltre, sin quando non furono arrestati dal fuoco delle mitragliatrici austriache. Alcuni tentativi effettuati in seguito non riuscirono e fu necessario impiegare anche i rincalzi. Circa alle ore 7, il II battaglione del 1 ° aveva serrato sotto il battaglione Campolicti. Il battaglione Maioli del 2° insisteva nel chiedere rinforzi, perchè, per il mancato contatto diretto con le truppe operanti sulla sua sinistra, qualche infiltrazione nemica minacciava con le mitragliatrici le spalle dei nostri. Il Comando della brigata inviò allora la 1f compagnia del 1° a prolungare la linea del battaglione Ma.ioli, meglio collegandolo col 236v reggiment<,> Fanteria. Quindi, dopo una nuova violenta fase di fuoco di Artiglieria, l' attacco veniva ripreso; ma purtroppo inutilmente, data la violenta reazione avversaria. Per il giorno 20 veniva affidato alla brigata Granatieri l'incarico di occupare Selo e di puntare poi sullo Stari Lokwa. Alle 8, come era stato prescritto, i reggimenti iniziavano il movimento ed, avanzando, catturavano bombarde, cannoncini e mitragliatrici (compagnie 2" e


3" dd

2" G ranatieri). Una di quelle armi, tolta al nemico dopo aspra lotta, veniva inviata in o maggio al Com andante l' Armata. Pern·nuti i reparti più avanza ti presso Selo, dopo una breve sosta per riordinarsi, ne raggiungevano l'acquedotto. L e perdite num erose ed i frammischiamcnti inevitabili nell 'azione fecero sì che, al calar della sera, lo schieram ento iniziale ve ni sse sostituito da due grossi nuclei: q uello di si nistra, agli {}rtlini dd comandante dd 2" G ranatieri, comprendeva il [ battaglione e parte del III dd 2 " ed il IV dd ru; il 11 udco Ji destra, ag li ordini del com andante dd 1" G ranatieri , comprendeva il I cd il Il battaglione del r'' e parte del l1l dd ::!''. Il battaglione del maggiore G iu11t.1 u,stitui v.1 la riserva della brigata. Durante la giornata erano r1111a~t1 feriti il colonnello Anfossi ed il maggiore Fcrrari del 1 " cd il comando del reggimento era stato assunto dal maggiore Ardissone: m entre in ,Honume1110 ai Gmnatieri del 191 7. Lluella stessa glo riosa giornata il tenente colonnello L "t:pi~r.:tfc d!n·: •- ()LH""'tn nu n :1nt: · t~:,r rctn o . dd Carsk, 1 fron~...: Giacchi, proveniente dalla ru~::c:n~?r., m~;,r!l•) l'Xl b.Htadi~, hontln;1 - r.H!g,;;~s.t: pri1n,\ ~ ,PLI . fun:111t·, :.: ~~u tgutn:ln,c l.1 Libia, assum eva il cumand0 Hn;.:,~11;1 -dc.:i <,r~tn..ìtkri d1 S;1r.h:gn:1 il 21 a~o:-:o del 2 ° Granatier.i. 1qt7 ~ l 01111m ilitoni rn·\'i;!ian i - pt:r 11rgnglio e Daic le perdite subìtc, p,·r an1orc - n, orcb ndn - l\ (, H)f1gj!Ì1) HJ_'.B ,., non era possibile tentare di prendere b linea K , tanto piLt che il comandante la brigata no n poteva rinu nciare all'unico battaglione rimasto ancora in grado di comhatten: e che costitui\·a la sua riserva. · La notte sul 2 1 la linc::i K ve nne quindi attaccata dalla brigata ,, Valtellina n ; m a le ondate dei Fanti del 65° vennero falciate dal


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tiro nemico ed ebbero così gravi perdite, che si dovette nnunc1are all'i mpresa. Nella notte sul 22 il 11 battaglione del 2° Gra natieri potè compiere una lieve rettifica della linea per fac ilitare l'ulteriore svolgimento delle operazioni contro la linea K. L' azione, organizzata e condotta dal capitano Magrì, venne elogiata dal comandante la f Armata ed il comandante del XXIII Corpo, generale Diaz, nel trasmettere l'elogio del Duca d'Aosta, aggiunse l'espressione del suo compiacimento. Tra le figure più luminose di quell'intenso periodo operativo va ricordata quella del Granatiere Agostino Setti del 1° reggimento, il quale, benchè gravemente fe rito nel disimpegno del suo compito di porta-ordini, riusciva a trascinarsi sino ad un Comando per rimettere l'ordine a lui affidato.

A ncora una volta la bri gata era stata molto provata: 53 ufficiali morti, 104 feriti e ~737 uomini posti fuori combattimento, per raggi nngcrc quelle pendici occidcnl,1li t.ldlu St,tri Lukwa, rn slitucnti la zona più avanzata sulla via di Trieste. A ricordare il non inutile sacrificio cd a dimostrare il profondo spirito di cameratismo che unisce i Granatieri in servizio ed in congedo, i Granatieri in congedo di Treviso vollero eriecre nel 1933 11n::r stele commemorativa. Il Bollettino del Comando Supremo aveva ancora una volta, il 21 agosto, ricordato la brigata Granatieri sulla fronte Ji Scio e, nella notte sul 2.3, i reggimenti scendevano sotto il Sei Busi e nei dintorni di Vermegliano, dove in pochi giorni, ricevuti i complementi, le armi e le munizioni , erano di nuovo pronti ad agire. TI 3 settembre, infatti, essi tornavano sulle posizioni di Scio e la nutlc Jal 5 al 6, durante l'ultimo sbalzo per raggiungere la primissima linea , venne ferito anche il maggiore Giunta. Sino al 24 settembre i reggimenti si alternarono nel presidiare la linea. li 9 settembre il comancbnte del 2 ° Granatieri, tenente colonnello Giacchi, gravemente ferito, cedeva il comando al capitano Magrì, poichè nel reggimento non vi erano altri ufficiali superiori. Verso la fine di seucmbre·veniva destinato al comando del 2 ° reggimento il colonnello Spinucci cbe, come vedremo, doveva poi cadere eroicamente alla testa dei suoi Granatieri. 20.


Mentre si avvicinava l'ottobre i Granatieri discendevano per l'ultima rnlta dall'altopiano Carsico, che per tre anni di seguito aveva assistito alle loro magnifit::he imprese e veniva loro concesso un periodo di riposo, che doveva poi venire improvvisamente t roncato dagli infausti avvenimenti dell'autunno.

Granatieri nella dodicesima battaglia dell'Isonzo ed in quella d'arresto. All'iniz io della terza decade di ottobre, la brigata G ranatieri, destinata a tornare sulla fronte di Selo, era ancora alfa dipendenza della 4• Divisione, in zona di riposo, tra Romans e Chiopri s. La mattina del 25 ottobre si iniziava un violentissimo bombardamento nemico e cominciava a circolare la voce di notevoli infiltrazioni austriache sul fronte della 2 • Armata e del conseguente ripiegamento delle nostre truppe. Tali notizie erano, purtroppo, vere; cominciava per il nostro P;iese il doloroso insuccesso di Caporetto, per dfctto del quale, nd volgere di pochi giorni, tante gloriose conquiste, conseguite a prezzo di molto sangue, andarouo ptrJu tc: e noi fummo costretti :id dfettuare la nostra resistenza sulla destra del Piave, aggrappati alle ultime pendici degl i Altipiani. Ma, anche durante la ritirata, a rnalgraòo Jcl clima ostil e, delle piogge torrenziali, del limitato rjposo, dell 'insufficien te vettovagliamento e soprattutto della continua pressione nemica, la brigata Granatieri dimostrò tutte le sue virtù, contras.tando palmo a palmo i I terreno alrinvasore: ultima nel ripiegare, prima nel contrattaccare, disciplinata e serena anche nella sventura .

Il combattimento di flambro. 11 27 ottobre, la brigata doveva proteggere il ripieg amento dei reparti dell'XJ Corpo d'Armata e, se attaccata, resistere tenacem ente, per facilitarne l'esodo sino al Tagliamento. A tale uopo occupava la fronte Chjopris - Romans col I battaglione del 2° reggimento ava nzato tra Corona e monte Fortin, a difesa dei ponti sull' Isonzo. li giorno 28, fatti saltare i ponti di Gradisca e di Petcano, la brigata doveva raggiungere i dintorni di Lestizza per occupare, lungo il torrente Cormor, le vecchie trincee costruite sin da prima della guerra. Con


N

!I ripieg,,,m cmo dall'l.,011zo al Piave .

'° V I


(p1esta marcia, lunga e penosa per la pioggia continua , la brigata si trasferi va col Comando a Talmasson, col 1" reggimento Granatieri lungo jl Cormor, col 2 ° Ira Lestizza e Mortegliano. Nella giornata dd 30, avendo le pattuglie segnalato Passariano gi:Ì occupato dal nemico, i Granatieri riuscirono a passare il Tagliamento, al <li là del c1ualc il 111 battaglione del 1° Granatieri si schierò ad ovest di Bertiolo per proteggere la sini stra ed il tergo dello schieramento ; il II battaglione del 1." (maggiore Pinto) costituì la retroguardia degli avanzi della 30• Di visione che, infatti, riuscivano a raggiungere Madrisio. Il battaglione Pinto, che ne aveva protetto il ripiegamento <la Poz.zecco, giunto a Fbmbro, riceveva l'ordine di schierarsi ( rontc ad est per proteggere la ritirata da Lestizza <le.i r imanenti reparti ( ;ranatieri . Mentre il maggiore Pinto ~i recava al Com ando del reggimento, il battaglione veni va attaccato nella notte, <la tutte le direzioni, da nucl ei nemici e resisteva eroicamente, pur ,t1be11do forti perd ite. 11 Comando della brigata ordinava intant o di raggiungere il ba~~o T agliamento: il 1° reggimento lungo la di rettrice Poz zecco Bertiolo - San Martino - Gradi scntta; il 2'' per Lestizza-Fb1nbro St<..1 p,, - Romans . .I l comandante del 1·· Granati<'ri ~tav;1 a rna volta tra smettendo l'ordine ai propri reparti, quando veniva catturato da reparti tedeschi , che avevano circondato il suo Comando. Per conse~utn za. i battaglioni agirono per pro prio conto : il 1° di essi parttci pò col 2"' G ranatieri all'az ione cli Flambro; gli altri raggiunsero M.idrisio. Il Comandante del 2 ° Granatieri , mentre il reggimento era incolonnato sull a strada di Flambro, marciava col III battaglione in av;mguar<l ia, yuando, a 200 metri dall 'abitato, \'eniva sotto posto ad un violen to fuoco di mitragliatrici. Si ri tenne in pr incipio <.: he si tra ttasse di un t lJllivoco e che Flambro fosse ancora presidi ata da truppe nostre; ma ben presto la ben di\'ersa Yeri tà liÌ\·cnne evid t" lllc. e bisog nò aprirsi il pas~aggio a tr:1verso k tru ppe ncmidw. 11 colonnello Spinucci stabilì di attaccare frontalmente col I battaglione, di cercare <li aVYiluppare il nemico per la sinistra col II e per la destra col l baw1glione del 1Q Granatieri e di tenere in riserva il III battaglione del 2 ° (maggiore Casabassa), con le compagnie mitraglicri della brigata. Il nemico non era molto forte; ma disponeva di numerose mitragliat rici ed era asserragliato dentro l'abitato. lruziatosi il combattimento, il colonnello Spinucci, che si era perfettamente reso conto


della necessità di operare rapidamente, si lanciava gridando: (( Granatieri avan ti col vostro vecchio colonnello! •> quando una pallottola nemica Io uccideva. Pur essendo in breve licenza, egli, appena appresi g li infausti avvenimenti che si andavano verificando, era subito accorso a riprendere il comando del reggimento e, g iunto a Codroipo, l'aveva lungamente cercato per la pianura udinese, col rischio di venire catturato dal nemico. Finalmente il 20 ottobre lo aveva ritrovato e ne aveva riassunto il comando a Lestizza. Caduto il colonnello Spinucci cd interrotto il combattimento, gli avan zi del reggimento, al comando del maggiore Viale, ripiegavano su San Giovanni e per Talmasson riuscivano a passare il Tagliamento. Nella fazione di Flambro il 2° reggimento perdette 12 ufficiali: il colonnello Spinucci cd il tenente Baistrocchi uccisi; il capitano Andreini, i tenenti Latini, Bartoli, Donnini, Lami e l'aspirante Sartirana .feriti; i sottotenenti lntinacelli, Mancini e gli aspiranti Carovino, Panata, Rovescala dispersi; nonchè 250 uomini di truppa. Il contegno dei reparti della brigata aveva protetto la ritirata di a ltri Corpi oltre il Tagii.imento ed era stato irreprensibile anche nel!'inevitabile confusione del ripiegamento. I Cr;inatieri avevano cn ntinuato, infatti , a marci:1re in perfetto ordine, le armi al braccio, i sottogola abbassati, gli ufficiali in testa ed in coda ai rispettivi reparti, i G1rreggi incolonnati sulla destra della strada, tanto che il 4 novembre il generale San i, com anda nte il XIII Corpo d'Armata, nel formulare i voti per l'avvenire della nazione, ricordava nel suo ordine del giorno: <• Ieri ho veduto passare la brigata Granatieri di Sardegna in tale ordine e con tale fierezza militare, che il mio cuore di Italia no ha esultato e mi son detto: finchè l'Italia h:1 di tali soldati, il nemico non potrà cantare vittoria ,,.

Dopo una breve sosta oltre il Tagliamento, venne con un preavviso annunziato l'ordine per l'arretramento al Piave, durante il tJualc la brigata Granatieri doveva proteggere il tergo e la sinistra della 3" Armata . Il 4 novembre la hrigata era schierata sulla destra del Tagliamento, a sud di San Vito e, dopo avere protetto lo sfilamento dell'XI Corpo cl' Armata, ripiegò sulla Livenza, schierandosi sulla destra di essa, tra i ponti cli Meduna e di Lorenzaga, col 1 ° reggimento a sini-


stra ed il 2° a desb·a, ciascuno con due battaglioni in linea ed uno 111 riserva. Il giorno 6 gli clementi più avanzati nemici tentavano di passare il fiume: ma venivano respinti. li giorno 7 il battaglione Campolieti dovette ricacciare il nemico che stava passando il fiume al ponte di Meduna cd ali 'azione partecipò la 124" compagnia mitraglieri della brigata, i cui uomini combatteva no col solo moschetto. il giorno 8, alle 10,30, dopo di avere fronteggiato il nemirn sul Monticano, la brigata ripiegava sino al Piovan, sulle cui rive i Gra natieri. in un certo momento minacciati da ogni parte dal nemico, seppero liberarsene co l consueto valore. Il mattino del 9 i primi reparti della brigata passavano finalmente il Piave e si accantonavano al Vallio. In tredici giorni , dal 29 ottobre al 9 novembre, la brigata si era trasferita dai piedi del Carso alla destra del Piave, conten dendo al nemico il suolo della Patr ia. Il 13 novembre il i'' reggimento veniva inviato a Meolo ed il gio rno dopo. alk dipendenze della 6r' Divisione, entrava in linea a C hiesa N uova. Ave ndo il nemico pas~;1to il fiume nei pressi di Zcns0n, in r;nforw ;1llc: truppe ivi comb:menti veniva inviata Li (i" r.ompagnia del 2" Granatieri (tenente Lissoni) che per due giorni strenuamente vi combatteva, perdenJo 2 uflicia li e 39 G ranatieri ; veniva per l Jlll"Sto ·l'.itata nel bolkuino del 19 novt:mbre del Comando Supremo : , 1 N ella pianura b vigila nza delle nostre truppe, tra le q uali. per il valore dimostrato nei giorni scorsi, meritano ancora specia le m en· zione il XXI battaglione d'assalto e reparti delle brigate Granatieri di Sardegna e e, C.1tania " , nell'ansa di Zenson, hanno impedito al nemico di rinnovare qualsiasi tentativo di passaggio del Pia ve ) >. Dd valido ausilio dato alle sue truppe dalla 6· compagnia del 2 ° Granatieri così il generale Sani ringraziava il Comando del reggimento: " .. . Piacemi rilevare il bell'esempio nel quale rifulse lo slancio della G· (ompagnia del 2 1• Granatieri, a .fì:.1 11co delle truppe della brigata ' 'Pinerolo'' n . Dopo un turno di linea, durante il quale la brigata. ricevette i complt:menti, essa ebbe, sino al 9 dicembr<', un periodo di riposo, che impiegò dedicandosi ai necessari lavori di fortificazione campale. Il 9 dicembre sera, avendo il nemico occupato la testa di ponte di Caposile, vi fu inviato il II battaglione del 2 ° Granatieri e successivamente , il 23 dicembre, tutto il :!".


X.

LA CAMPAGNA DEL 1918

All'inizio del 1918 il 1'' reggimento Granatieri si trovava in riserva a Meolo, il 2° alla testa di ponte di Caposile e, nei bivacchi e nelle trincee, durante le lunghe sere invernali, i Granatieri rievocavano i loro compagni scomparsi e le gesta compiute. Il 1 ° gennaio i reggimenti, riceveva!1o l'augurale saluto del Comandante la 3' Armata, il quale così (1arlò alle rappresentanze dei Corpi: « Miei soldati! il nuovo arino ci ritrova sulla breccia, fieri e djg:nitosi anche nell'avversa fortuna, con in cuore un solo profondo desiderio: infrangere e ricacciare la marea nemica e muovere alla riscossa. Non dunque il lieto inno della vittoria io vengo stamane a portare a voi tutti, o miei prodi soldati ; ma vengo a formulare con voi un solenne voto: quello che tacitamente tutti facemmo nel distaccarci dai luoghi sacri delle nostre vittorie e dei nostri Caduti: liberare le patrie terre invase ed i fratelli oppressi, restituire ai propri fucolari un po1xJlo di profughi, che al servaggio ha preferito abbandonare ogni bene ed è partito, affidandosi solo al cuore della gran Patria italiana. (( Questo è il compito che l'ora - ora di austeri sacrifizi - ci impone. Il pro_ponimento che noi qui facciamo . sarà il più fausto auspicio, sotto il quale possa albeggiare il nuovo anno. A noi guardano i nostri esuli come a quelli che dovranno aprir loro la via del ritorno; a noi si rivolgono, con speranza e con fede, milioni di Italiani perchè qui sono oggi con noi i cuori e gli affetti ed i dolori delle madri, delle spose, dei figli d'Italia, dalle Alpi al Lilibeo. E noi promettiamo, che saremo degni delle loro speranze, che appagheremo i loro voti. e< Dopo il triste ripiegamento, dopo il fermo resistere, verranno, anzi torneranno i giorni della fortuna; e ridaremo all'Italia le sue dolci terre invase, riaddurremo i raminghi alle c;1sc natie e libereremo dall'oltraggio straniero le sacre tombe degli eroi del Carso.


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,. A tiuesti nostri fratelli, che Ja tutte le regioni d'Italia, da tutte dimentichi di ogn i interesse e di ug ni disse nso - mossero a morir<.:, come disse un antico poeta, per obbedire alle leggi della Patria, dobbiamo tJUesto 1ributo di riconoscenza e di culto ; perchè l'amore di Patria congi unge i più opposti cuori cd a chi viene in suo nome - qualunque sia la fede o l'ideale onde è mosso - io Jò l'afftuo di fratello. ,, E voi, o nobili spiriti , che l'Italia amaste più che la vita, as~i stetda ancora; , igilatt: t1uali numi tutti ari sui suoi destini: datele la forza di sopponarc t(ualsiasi priv;1ziont:, soccorretela di energia nel resistere ai dolori, consnvatcle l'entusiasmo e la fede. F., <1uando la sorte finale arridt:r:1 alk no~tre armi, voi, o Caduti dal Sabotino al mare, voi o tn<>rti del S:111 Michde, di Doberdò, del Vcliki ; voi che sul Faiti piantaste trionfanti la nostra bandiera e con la visione di essa cadeste, irrorando di sa ngue generoso l::t petraia carsica, voi che sulla co ntrast :11a ~tr:ida di Trieste correste come alle braccia Ji arri dcnle sposa. mi, di co, o spiriti eletti, nd successo delle nostre armi, che sarà trionfo ddla gitmizia. dei diritti dei popoli oppressi, della civiltà latina, trn\'ercte degno compenso al ~acrifìcio compiuto e vedrete tutta 1:i bdkz :!:t della ~uprcma 1bfoione fatta alla causa della libertà. " Compagni d ' ideali e: fratdli d 'armi, ritornando ai vost ri reparti. recate ai rnmpag11i di risc hi e di lotte l'eco della mia parola, fer vida di augurio . Che il nuovo anno ~ia pitt giusto e più pio ve rso b 3' Armat;1, che ha sublto la sventura e l"immeritato dolore, Jicra solo di vedersi onorata dalla tìduc1a della Patria. l prodi, che premierò oggi col seg no Jd \'alore, so nù la prova che questa .fiducia non po tr~ mai venir meno ; i Caduti del Carso, che noi abbiamo lasciato rnn ro vente rammarico so no il pegno della riscossa l "·

le classi sociali, da tutti i partiti -

L'azione di Caposile. Jl 3 gennaio il I battaglione del 2 " reggimento rim aneva a Caposilc: mentn: gli altri due erano sostituiti da Bersaglieri ciclisii , e si continua va alacremente ;1 preparare l'azione per ampliare la testa di oonte nd tratto seltentrionale. sino a raggiungere !"ansa di Cast:t ldia. • L'azio ne venne effettuata senza p;~para;_ione di Artiglieria, in due tempi. Nel primo il I baitaglionc del 2'' Granatieri trovè> resi ste11Za in corrispondenza della sua sinistra; ma raggi unse g li obbieui"i con la dcstra. Nel secondo l'avanzata fu resa piì1 difficile dal terreno


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rotto ed intricato e, mentre inizi~ùmente si doveva eseguire una conversione da sinistr;i a destra, il conlandante del battag lio ne, dati i risultati ottenuti, invertì la manovra e, tenuta ferma la sinistra, free avanzare .la destra. Il nemico, preso alle spalle, si diede a precipi tosa fuga. Alle ore 10 il battaglione, rinforzato da reparti del 1 '' Granatieri , iniziò la costruzione delle trincee. Due tentati vi di contrattacco da parte del nemico fallirono e procurarono nuovi prigionieri e così il 2 ° Granatieri, che era stato l'ultimo a passare nel precedente autunno il. Tagliamento ed il Piave, era ora il pritno ad iniziare la riscossa. Il bollettino della 3a Armata così ricordava l'azione di Caposile il 14 gennaio: ( t Ampliamento testa ponte Caposile. Iniz iata ore 7, alle ore 8,15 raggiungeva canale Consorzio ed alle ore ro cascina Bressanin (ovest di cascina Cibin), obbiettivo prestabilito. Tenace resistenza avversaria, specie contro nostra sinistra. Violenta reazione Artiglieria su tutta la zona, inten sificata dalle ore 9 alle I I. Catturati 30 Austriaci con r ufficiale, 2 mitragliatrici, 2 lanciabombe, materiale vario. Primo contrattacco in forze alle ore 12,15, rinnovato con maggiori mezzi alle 12,45 cd alle 13,r5 e sempre ìnfranto, mercè perfetto funzion amento fuoc hi sbarramento e valore truppe, che hanno con tr:\ttaccato alla loro volta. N ostre perdite sinora .icu::rlak : 3t, murli, 90 feriti; quelle nemiche gr;1vissime. li brillante esito dell 'aziònc è dovuto alla bravura dei reparti del 2 " Granatieri e dcli' Artiglieria, ché l'hanno wolta col valido concorso delle batterie della Marina e dei reparti Bersaglieri dei settori contigui ,,. Il giorno successivo il generale Petitti così scriveva al Comando della 61a Divisione, in merito all'azione elci giorno precedente: (< L'intelligente e sagace preparazio ne, lo slancio cd il valore delle truppe, l'intimo e sicuro collegamento tra la Fanteria e l'Artiglieria hanno condotto rapidamente e brillantemente a termine la progettata operaziqne di Caposile, respingendo poi nettamente i contrattacchi nemici. Nell'esprimere a cotesto Comando il mio compiacimento, prego di rivolgere u :1 encomio al Comando dcìla brigata Granatieri, :-il 2° reggimento ed a tutte le altre truppe dell'Eser<.:i to e della Marina, che, con perfetto accordo, hanno inflitto gravi perdite al n em ico ,,.

Ma, rendendosi conto dcll 'importanza del le posizioni perdute, g li Austriaci preparavano un n uovo e più forte contrallacco, ch e venne sferrato il mattino del 16, verso le o re 6, dopo avere sottoposto a vio-


lento tiro di Artiglieria le trincee della testa di Ponte e la strada di Caposile. li contrattacco veniva contenuto sulla sinistra; ma riusciva sulla destra, dove stava effettuandosi il cambio delle truppe in linea. Visto che non si Poteva resistere sulle sconvolte trincee di prima linea, il comandante il battaglione fece allora arretrare le sue truppe, h: riordinò e, ricevuti rinforzi, contrattaccò alla sua volta ed in meno di

I comb1111imenti ml Piiwt·.

due o re ri5tabilì la situaz ione, doPo a\'er catturato un centinaio di prigionieri e fatto un no tevole bottino di armi e di materiali. Durante il contrattacco del 2" Granatieri si distinse il tenente Pellecchia, che cadde alla testa del suo reparto, meritandosi la medaglia d'argento alla memoria. Nei g iorni successivi il nemico continuò a molestare le nostre posizioni, con pattuglie che facevano un largo uso di bombe e dì mitragfo1trici e con intensi tiri di Artiglieria. Dopo Lluesta azione il 2" Granatieri venne inviato a Carbonera, alle porte di Treviso, dove già da alcuni giorni si trovava an-


che il 1'' reggimento; la brigata passò quindi alle dipendenze della 54" Divisione. La bella condotta del 2° Granatieri a Caposile meritò al reggimento una nuova citazione nel Bollettino del Comando Supremo del 17 gennaio: « Ad est di Caposile il nemico, alle 7 di ieri, dopo prolungato tiro di interdizione, ha tentato uno sforzo poderoso per rica<.:- . ciarci dalle posizioni com1uistatc il giorno 14. La lotta, estremamente violenta ed accanita, venne sostenuta con grande fermezza e valore dal 2 ° Granatieri e da reparti del I e del VII battaglione Bersaglieri ciclisti, magnificamente appoggiati da tutte le artiglierie ciel settore. Alle r:r l'avversario, stremato dalle perdite sub.ìte e. respinto dal contrattacco dei nostri, dovette rinunciare all'azione e ripiegare sulle posizioni dì partenza. Restarono nelle nostre mani u9 prigionieri. Sul luogo della lotta, coperto di cadaveri nemici, vennero raccolti oltre 500 fucili, parecchie mitragliatrici ed altro materiale bellico ... )) . Akuni giorni dopo l'azione il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale Diaz, scriveva al comandante della 3" Armata: " Mi è pervenuto il rapporto particolareggiato dell'ufficiale di collegamento distaccato dal Comando Supremo presso il XXIII Corpo, circa la recentr- opcrnzionc di Capnsile, e dall'esame di esso ho trovato conferma della mia precedente impressione, che l'operazione di cui si tratta. sia stata molto bene preparata in ogni sua parte, egregiamente diretta e brillantemente csegui.ta. Prego V. A. R. di far pervenire ai Comandi cd alle truppe che vi hanno concorso e preso parte l'espressione del mio sentito compiacimento e della certezza che io nutro che il risultato ottenuto sarà a ciascuno premio per lo sforzo fatto e sprone per l'avvenire n.

Ii 24 gennaio il 1" Granatieri si dislocava, col Comando . e coi battaglioni II e III, a Cavriè e col I poco a sud Ji Candelù, per poi sd1ierarsi, il 30 gennaio, lungo l'argine destro del Piave, tra Candelù e Caletto. Il 2" reggimento continuava invece a rimanere a Carbonera ed il 27 gennaio, in Treviso, alla presenza delle rappresentanze <lì altri Corpi e del popolo, veniva passato in rivista dal Comandante la Armata, che ne decorava gli ufficiali cd i gregari e che aveva ancora parole di elogio per l'azione di Caposilc. Per il resto dell'inverno i due reggimenti si alternarono nei servizi di linea ed il 27 marzo i Granatieri, che tranne che per le ope-

t


razioni dd Ccngio erano sem pre stati alla 3' Armata, ven ivano improvvisamente mandati a far parte della 1·, dislocandosi all a fine del mese ndlc seguenti !ocalità: Comando della brigata e 2 " Cranatieri a Bussolengo; 1" G ranatieri rra Pasln:ngo, 13ussokngo e Piovcz:1.ano; frruppo mitragli.;itrici di brigata a Palazzolo; battaglioni complemenrari e di marcia a Sandrt Così dislocati, i Granatieri trascorsero la primavera impeg nati in esercitazioni cd in ricogniz ioni sulla fronte della 1" Armata ed avendo occasione d i partecipare ad alcu ne cerimonie. Il 9 ap rile_. in occasio11c della Pas<.1ua, il comandante della 3" Arm:na, in un discorso fatto alle ra ppresentanze delle sue truppe, si dichiarava dolente di non ave r più ai suoi ordini la brigata G ran atieri c. dopa la cerimon ia, scriveva al Coma ndo del la brigata: « Ai valorosi Granatieri di Sankgna, che in vano il mio occh io cercava stama ne, fra i piì1 temprati soldati cklla .f Armata, l'antico comandante , che li s('g ue con forte fede e nostalgico desiJcrio, fiero J elle gesta compiute e di <-Judlc che compiranno, li accompagna coi vo ti più fervidi ),, Il ~ maggio la brigata si riuni va a Custoza_. intorno a l mon umt'ntO dd 2 ° <.1ra natieri :i monte Croce e, ricordate le glorie co nseguite in cp1cll:i kttat;lia, veni va compit11<1 un ufh, io funebre in memoria dei Caduti del 1866. A quella funzione, altamentt.: spi rituale, ;Jssi steva il generale Pennella, che non poteva dimenLicare, come 11011 li dimcnticc\ m;1i, i suoi com pagni di Osb,·ia, del Cengio e elci Carso. [I 30 maggio il 2'' G ranatieri veniva passato in rivista e sti lava pai innanzi a Vittorio Emanuele Orlando. allora Presidente del Con~iglio dei Ministri, cd al generale Pccori Giraldi, comanda nte la 1' Armata. L'i mpressione riportata dal Presidente Orlando fu tale che eg li sentì il bi sogno di riconferma re il suo plauso per iscritto al gcner;1k Gasto ne Rossi : ,. Srn to il bisogno di nuovamt·nte esprimere a V. S. i sentimenti del mio animo grato per l'emozione indimenticabile che oggi mi ha procurato la vi sita .i!la gloriosa brigata. Ess;1 veramente mi apparve come il simbolo perfetto del coraggio e dell 'onore mili1are d'ltalia. Qua ndo chiedevo ad uflìciali e soldati feriti (e sono una legione) i luoghi del cimento affrontato, slìlavano tJUesti no mi: San Michele, Mo nfalcone, Sabotino, Ccngio, T agliamento, Piave .... Sempre, ovunqm·, nelle ore: del trionfo ed in quelle dell'a ngosci.i, ora come br;rnclo che minaccia, ora come scudo che protegge, ~empre, dovurn.iuc la Patria ha invocato la sua brigata G ranatieri di Sardegna. E la brigata ha sempre.: risposto ''presente" )' .


Ai primi di giugno, per b necessità di avvicinarsi alla prima linea, i Granatieri venivano trasferiti nella zona di Ferrara di monte Baldo; ma il 20 giugno erano di nuovo destinati alla J' Armata e ripartiva110 verso il Piave. In quel periodo di tempo i reparti zappatori dei Granatieri erano stati mandati a lavorare alla linea di difesa del Gamonda, nella zona dd X Corpo cl' Armata, dove avevano dato prova di alto spirito di disciplina e di profondo sentimento del dovere, contribuendo efficacementè al rapido svi luppo dei lavori. Il generale Pecori Giraldi, comandante la 1" Armala, ebbe anche per quei reparti vive parole di elogio, scrivendo al Comando del XXIX Corpo, dal quale la brigata allora dipendeva. Il 29 giugno i due reggimenti, riuniti nei dintorni del castello di Roncade, venivano passati in rivista dal comandante della 3a Armata, lietissimo di riaverli alla sua dipendenza.

La battaglia tra i due Piave. In se:;uito :i.l successo conseguito ndh h:1tt:1gl ia del Mon tello, i! Comando Supremo aveva stabilito di venire in possesso ciel delta tra Piave vecchio e Piave nuovo, al lo scopo di allontanare la linea nemica dall:i. laguna <li Vcnczia. L'azione doveva condursi simultaneamente dalla 54" Divisione, marciante dal Piave vecc hio verso sud - est e dalla 4" Divi sione che, partendo dalle teste di ponte cli Cava Zuccherina e di Cortdlazzo, doveva attaccare in direzione est, nord - est. Di gucsta azione furono attori principali i reggimenti Granatieri, insieme ai battaglioni Bersaglieri ciclisti, al 153° Fanteria ed a due batter~e da montagna. [I r" Granatieri, la sera del 1'' luglio, si trovava riunito nei dintorni di f<ossalta di Piave; mentre il 2°, imbarcalo~i su grosse maone a Tre Palade ed a Ponte Grandi, aveva raggiunto Caposile. Alle ore 1 del 2 luglio le truppe erano pronte alle basi di partenza ed alle 6 del maltino iniziavano l'attacco con un tale slancio, che il nemico non potè resistere. Alle ore G,45 la destra del 1° Granatieri (colonna di sinistra) era già a Chiesa Nuova e chiedeva l'allungamento del tiro dell'Artiglieria. Alle 7,30 Chiesa Nuova era saldamente occupata. Intanto il I battaglione del 1° Granatieri, per la forte resistenza incontrata, aveva appoggiato alquanto a sud della sponda destra dt"l


La battaglia dd Piave.

Piave nuovo e si verilìcò un framm.isc hiamen lO fra i reparti , con tiualcbc infiltrazione di pattuglie nemiche. Alle 6 del manino del 2 luglio, anche il 2 " reggimento Granatieri aveva iniziato il proprio movimento, incontrando difficoltà per la fitta vegetazione e per il fuoco dell'Artiglieria e delle mitragliatrici nem iche. Tali circostanze avevano contribuito a ren dere l'azione alquanto slegata cd alle 7,30 il Il battaglio ne del 2 ° (maggiore Callcga ri) non aveva ancora preso contatto : nè col 1° Granatieri, nè, sulla


destra, coi Bersaglieri ciclisti. A tale inconveniente fu ovviato col fare avanzare i rincalzi ed il comandante del 2° Granatieri, portatosi al centro della linea, coordinò personalmente l'azione dei suoi battaglioni, sotto l'intenso fuoco delle mitragliatrici nemiche. Nel p0meriggio, raggiunti con gravi sacrifici gli obbiettivi e respinti i contrattacchi nemici, il 2° reggimento, sostituito dal 153°, ripiegava sulle vecchie trincee di Caposile e nei giorni successivi i Granatieri, con le altre truppe operanti, procedevano al rastrellamento del terreno conquistato tra i due Piavi, alternandosi nelle nuove linee con reparti delle brigate « Bisagno » e « Sesia J>. Complessivamente, nellç giornate dal 2 al 6 di luglio, la brigata perdette 676 uomini tra ufficiali e Granatieri ed ebbe 764 feriti; ma a perdite così gravi corrisposero ben 282 ricompense al valore. Il Bollettino del Comando della 3"' Armata del giorno 6 accennava all'azione della brigata Granatieri e delle altre truppe ed il generale Rossi, comandante la brigata, diramò il 7 lugli<> il seguente ordine del giorno : « Il vostro slancio leonino, la vostra tenacia hanno avuto ragione della .fiera resistenza nemica. Il Piave nuovo è dominato dalle vostre baionette e dalle vostre mitragliatrki. Il vostro eroismo, il vostro amore per la Patria sapranno renderlo inviolabile. Sulla riva del Piave nuovo mettete in atto il decalogo del prode Granatiere, nell'attesa di osservare le leggi, allorchè, nel nome d'Italia, lo attraverseremo per i primi, onde redimere i nostri fratelli che dall'altra sponda invocano la loro liberazione. ,, Granatieri, siete stati tutti eroi. L'ammirazione mia è pari all'affetto che vi porto. Siate benedetti per il grande amore che, alla prova dei fatti, avete dimostrato alla Patria, che vi guarda e vi ammira. Ai prodi che caddero nel nome santo d'Italia vada il nostro reverente saluto e, nel ricordo di quegli eroi, giuriamo di imitare il loro valore e di vendicarli i1 . Lo stesso 6 luglio il comandante la 3• Armata elogiava tutte le truppe, che avevano cooperato alla riconquista del territorio interposto tra i due Piavi e concludeva con la visione di Venezia, fatta ormai pi.ù sicura dall'allontanamento della linea nemica, affermando che il Piave nuovo sarebbe stato la base di partenza per la futura vittoria. Il generale Alfieri, comandante il XXVI Corpo d'Armata così encomiò, il 7 luglio, la brigata: (< Granatieri, le vostre bandiere si lacerano, ma non piegano. Il ferro ed il fuoco infuriano sulle insegne dei vostri reggimenti, i venti


e le procelle scolorano il drappo glorioso, eppur lo rendono sempre più bello, sem pre più luminoso. Intorno alla freccia che lo sormonta e che non conobbe altra via che lJuella che porta al nemico, l'azzurro dei nastri, i lucidi metal li delle ricompense intrecciano e cantano l'inno delle cento \'Ì ttoric. Quale storia di o norate. cd eroiche milizie ha pii1 pagine d'oro della vostra ? Dall'alba del '48 sino al mcngg10

l Gnmoticri sul basso Piove.

radioso di ieri sul Piave, da Monfalcone agli Altipiani, ovunque si eresse la \'Ostra maschia figura, le barbare orde nemiche furono fiaccale . Deg ni dell ' isola dci forti che ,·i dà il nom e, degni dell'Italia ,, .

Alla metà di luglio . i reggimenti c.:rano intenti a riorganizzarsi nei dintorni di Treviso e r appresentanze della briga ta, nella seconda quindicina Jel mese, intervenivano a commemorazioni ed a riunioni , 1;dlc q uali ven ivano conferite le rico mpense al \'alore ai Granatieri che le avc\'ano m eritate. 111 una cli qu elle riunio ni . il Comune di Venezia, i n seg no di ammirazio ne e di gratitudine per l'opera dei Gra-


li Comandante /.r.

.t

.frmat(I dùtribui;ce ai Gr,111atiuì le ,-ico111pe11.<e per la dijes<1 del Piave.



.v r natieri nelle operazioni del luglio, donava alla brigata una grande medaglia d'oro con l'effige del leone di San Marco ... << a ricordo della leggendaria, eroica difesa di Venezia sul Piave nel luglio 1918, che lasciò il solco profondo di una gloria immortale ». Il magnifico cjmelio, di altissimo valore morale e materiale, è oggi custodito nel salone di onore del Musco Storico dei Granatieri. Il 15 agosto 1a brigata si metteva in marcia per andare ad occupare, sul basso Piave, le posizioni di Cavazzuccherina, dalle l}Uali i Granatieri compirono, a volte in cooperazione coi marinai del << San Marco», arditi colpi di mano; ma dove ebbero l'efficienza dei reparti notevolmente ridotta dalle febbri palustri. In ottobre la malaria e la pioggia continua rendevano precarie le condizioni dei reggimenti e, per questo motivo, non fu concesso ai Granatieri di partecipare, sin dall'inizio, alla battaglia finale. Comunque, iniziatasi la battaglia di Vittorio Veneto, anche i Granatieri concorsero all'inseguimento del nemico. Il 30 ottobre si metteva, infatti, in marcia il 1° Granatieri, che il 2 novembre, travolgendo la resistenza dei mitraglieri nemici, passava la Livenza, per vincere, il giorno 4, sul fiume Stella, la resistenza dei nuclei avversari e per arrivare alle ore 15, alla cessazione delle ostilità, a Ccrvignano cd a San Giorgio di Nogaro. 11 2 " reggimento, raggiunto il 31 ottobre San Donà di Piave, vi rimaneva in attesa di ordini, provvedendo alla riorganizzazione delle retrovie. Alla cessazione delle ostilità si trovava a Latisana. Il 2 novembre, a sostituire il generale Gastone Rossi, nominato comandante della 50• Divisione, assumeva il comando dei Granatieri i! generale Anfossi, già valoroso combattente da Monfalcone a Scio. Concluso .il lungo conflitto e conquistati i confini che la natura aH~va creato per la nostra Patria, i Granatieri di Sardegna, che alla guerra avevano partecipato coi più gravi sacrifici di sangue e che vi avevano conseguito quasi 2000 ricompense al valore militare (delle quali 26 medaglie d'oro a<l eroi caduti e 4 a viventi), potevano essere fieri della fedeltà tenuta in ogni circostanza alle loro nobili tradizioni. In quarantadue mesi di lotta, essi avevano meritato le sette seg uenti citazioni nel Bollettino del Comando Supremo: Bollettino n. 77 (11 agosto 1915): « Sul Carso le nostre truppe, dopo avere, nella notte sul 10, respinto un attacco nella zona del Sei Busi, al mattino passarono alla controffesa, conseguendo in alcuni tratti della fronte sensibflj vantaggi. Lo slancio delle Fanterie fu tale che due compagnie (2& e 4• del 1° Granatieri) riuscirono a conquistare


alla baionetta un'altura fortemente trincerata, situata molto adden tro nella fronte.: nemica,,. Bolle1ti110 11. 181 (2? 11011embre 1915): <· Con le truppe della 4' Divisione gan::ggiò la brigata Granatieri di Sardegna in slancio e valore nclra~~:ilire, in tenace resistenza nel contrastare i violenti, incessanu ritorni offensivi dcll':1vvcrsario n .

li Pi<IV<' alle Gr,u:c di l'apadnpoli .

lfo/lmi110 n. ]74 (J giugno 1916): ,. Sull'altopiano cli Asiago, la brigata Gr,maticri di Sardegna mantiene strenuamente il possesso tkl pi :111oro di M. Cen~io, contro gli insistenti attacchi dell'avversario >•. ' Ho/lettino 11. ,~19 (21 ago~to 1917): " le brigate Granatieri di S,IJ',ic5 11:1 • ... B:1ri .. , ,, Lario ,, , " Piceno ., e " Cosenza ,i hanno garegµ iaro in bravura, riuscendo ad oltrepassare le poderose difese nemiche fra Coritc e Sdo, \'(.:rso la forte posizione di Stari Lokwa n . Rolll'ltin o 11. 89() (6 novembre r917): <, ••• dementi di aYangua rc.ìia av\'crsari, venuti a contallo con reparti delb brigata Gmnatieri a sud di San Vito al Tagliamento, furono respinti ,.. Bollettù10 n. 909 (19 1/0l'emhre 191 7): ,, Nella pianura la vigilanza dcllt: nostre truppe, tra le quali, per il valore dimostrato nei ~iorn1 scorsi, merit;mo ancora speciale menzione il XXI battaglione


d'assalto e reparti delle brigate Granatieri di Sardegna e << Catania >1 , nell'ansa di Zenson, ha impedito al nemico di r innovare qualsiasi tentativo di passaggio del Piave n. Bollettino n. 968 ( 17 gennaio 1918): (i La lotta, cst re mamtnte violenta cd accanita, venne sostenuta con grande fermezza e valo re dal 2 ° reggimento Granatieri di Sardegna .. . h .

[ Granatieri di Sardegna a fiume e durante l'armistizio. Cessate, con l'armistizio, k o stilità, occorreva occupare al pii'.1 presto passibile le località pii'.1 impartanti, in attesa della pace, cd i Granatieri, il 13 novembre, avevano raggiunto Jelsane, nel cuore dclb penisola istriana, dove sembrava dovessero svernare, quando invece, improvvisamente, tre giorni dopo, vennero inviati a Fiume. Vaghe voci correvano allora sulle sorti della città, definita la perla del Quarnaro; si parJava di eccessi commessi dalle truppe iugo~lave come rappresaglia pe r avere Fiume ~ il 30 ottobre, tiuando non si parlava ancora dell.'armistizio - proclamato la sua annessione ::i!l'It::ili::i ed, a definire un:1 sin::izio nc che potcv;i farsi sempre più g rave, era stata ordinata l'occupazione della città Ja parte dei contingenti alleati. La brigata venne rinforzata da due squadriglie autoblindo mitrag liatrici , da due gruppi mitragliatrici divisionali, dal 6Q Artiglieria da campagna e da uno squadrone del « Piemonte Reale Cavalleria)>. Ql1este truppe dovevano, al comando del ge nerale Anfossi, marciare su Fiume in cinc.1ue colonne convergenti, con obbiettivi: la caserma, l'ufnciQ postelegrafico ed i ponti sul torrente Recina. Nel pomeriggio del r7 novembre i Granatieri di Sardegna entravano in Fiume, festosamrnte accolti dalla popolazione esultante; mentre gli Jugoslavi aveva no sgombrato in precedenza la città e ripassato il Recina. Il giorno 20 fu dtcisa l'uccupazione delle alture: sulla sinistra dei Rcci na, affidata al 2 " reggimento Granatieri, il quale operò su du e colonne: la prima, composta del I battaglione, con obbiettivo Susak; la seconda, formata dal Jr battaglione, con obbiettivo Tcrsatto. Il III battaglione costituiva riserva. Delle <luc colonne facevano parte anche alcune compagnie americane; ma gli obbiettivi furono raggiunti srnza colpo ferire, ptrchè gli Jugoslavi si ritirarono oltre Buccari. In Fiume si era costituito un Comando di truppe interall eat e, tenuto dal generale Gra zioli, e comprendente le brigate Gran:1tic ri e


Sesia >>, il 6'' Artiglieria, il reggimento Piemo nte Reale, reparti di Marina, Bersaglieri ciclisti cd i servizi . .Inglesi, Francesi c<l Americani avevano nella città contingenti di truppe assai minori dei nostri ; i Francesi vi avevano costituito la base della loro Armata operante in Oriente. ll terreno intorno a Fiume era stato d iviso .in due settori: quello nord-occidentale venne affida to ;11l a brigata ,1 Sesia ,, ; q uello sud-orientalt:: ai Granatieri. Nei due settori i reggimenti ddk Jue brigate !>i vennero alte rna11do, come già in g uerra sulle lince del settore a ciascuno as\egnato, lince c he vennero opportunamente fortificate. I primi mesi del 1() 19 trascorsero in rdativa cal.ma cd i Granatieri diedero prova della loro disciplina e della loro fierezza nelle non sempre facili relazion i con le truppe alleate cd in contatto con una popolazione ansiosa cd incerta sull 'avvenire della città. Alla tì nc di :1prik il c()lonnello Villorcsi, rientrato al Deposito, veniva sostituito dal co lonnello Giacchi, che aveva già comandato il ::!" Granatieri durank l'offensiva di Scio nel 1917 e che ne aveva lasciato il comando pcrchè gravemente ferito. ln tale occasione il generale Grazioli , .in data del 29 aprile, scris~e : ,, C:hi:1mato ad altro incarico, il colonnello Villorcsi lascia il com .llì,111 ,k l 2" G ran.1ticri, che \·iene :1s~unt o cbl colonnello Gi:icchi . Po rgo il mio pit1 cordiale saluto al colonnello Villoresi, che per 18 m esi ha comandato egregiamente il glorioso reggimento, nel quale io d,hi l'o nore di fare lt mie prime anni ad Ain - Zara cd a Bir Tobras, q uale comandante di battaglione. Al colonnello Giacchi, che pure rnnosco e del quale apprezzo l'alta intd ligenza e la forte volo nù, dò affettuosamente il benvenuto. C:olgo questa occasione poi per ri volgere anche al 1° Gra natieri, che si è tanto distinto nella presente guerra e al suo bravo colonnello una parola di meritato plauso, ed all'intera brigata Granatieri, che io sono orgoglioso di avere ai miei ordini e che si trova anche qui, com e sempre, al posto di onore, tsprimo la mia fiducia illimitata, certo che in og ni. circostanza farà onore alle ~uc magnifiche, antichi ssime tradizioni i ·. Ai primi cli maggio la situazione improvvisamente si complicava per le pretese av:1nzate dagli Jugoslavi su Fiume ed il generale Graziali ordinava di sistemare a difesa il terreno circostante la città, dalla baia di Martinscika ~i no al monte Luban. dove la linea di difesa si saldava con quella di armi stizio. Per conseguenza nel settore nord orientale, dal Luban a Caule, vigilava la brigata <' Sesia )', contro le provenienze da Zagabria e su quello sud - orientale, da Caule al mare. la brigata Granatieri sorvegliava le provenienze da Buccari.

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In ciascun settore i reggimenti si alternavano nel serv1z 10 di linea, avendo però sempre un battaglione dislocato ù1 città, per evitare. disordini tra Italiani e Croati e tra le truppe interalleate. A difesa di ciascun settore avevano preso posizione alcune batterie da montagna e da campagna. Alla fine di agosto i Granatieri vennero sostituiti dalla brigata ,, Regina )> e lasciarono Fiume, recandosi: il r reggimento nei din0

La Vetta d 'Italia.

torni di Duino ed il 2" in quelli di Monfalcone, dove le classi 1893 e 1894 vennero congedate.

A Ila fine di settembre i due reggimenti si dislocavano tra il Torre cd il Goriziano per essere poi improvvisamente inviati, per ferrovia, o ltre le Alpi, ad lnnsbruck, alle dipendenze della 6" Divisione. Nell'inverno del 1920 veniva congedata la classe 1897; ma tornava alle armi la classe 1900. Il 4 novembre 1919, anniversario dell'armistizio e festa delle ban<liere Jei reggimenti Granatieri, il comandante la 6.. Divisione, general e Roffi, riuniti intorno a sè i battaglioni Granatieri , così rievocava il loro passato bellico ... <, Oggi ricorre pure la festa commemorativa dei Granatieri. Nè potrebbe la sua ricorrenza cadere in giorno più


propizio! Questa antica, fulgid;1 brigata, che arrossò del suo sangue ~cneroso Monfalcone, il Sabotino, il Ce.ngio. il San Michele, San Grado di Mcrn:l, il Vcliki, Scio e Caposik, ha tutta una storia di valore. Spigolare nella ·s1rn azione bellica episodi che illustrino l'uno e l'altro reggimento sarebbe sminuirne il valore intero, giacchè sono glorie singole e nel tempo stesso è tutto un compendio di glorie. Come già dissi prima, la Storia ripeterà che anche l'azione dei Granatieri di Sardegna fu, nella guerra mondiale, improntata solo al sentimento del dovere, al sacrificio ed alla fede. La Storia dir;1 che i Granatieri nel 1915 - 1H emularono le gesta dei difensori di Torino, dcll'Assietta e dcl c;1stcllo di Cosseria. Siate fieri di tale giudizio, o miei validi soldati! "·

Sempre nell'aprile ciel 1920 i primi battag lioni vennero ~cfolti, il pnsn11;1lc riparti to negli altri e così i due reggimenti rimast.:ro su du r.: soli hatt;1glioni. Vennero, inoltre, abolite le speci:ili numerazioni delle compagnie rnitraglieri e t11ni i material i bellici: pistole rnitraglia1riLi, ~10kc~, laucial>lHHhc:, l.11kiafì.unn1..:: furono venati alb Di rez irnw di Artiglieria di Verona: mentre anche il carreggio di guerra cd i Lluadrupedi venivano ridotti all:1 forza di pace. In lnnsbruck i Granatieri attendevano alle normali esercitazio ni e col lo ro contegno affermavano il prestigio delle nostre truppe presso un;i popolazione naturalmente a noi ostile. Chi dimostrò, in diverse ul·c:1sioni. di ammirare i nostri Gr:inatieri di Sardegna lu il mare~c i;11lo Conrad von Hoet?.endorf, Cqx> di Stato Maggiore dell'Esercito au~triaco, da noi vinto. Nell'inverno il 1" Granatieri si era trasferito a Bolzano, il Com:i ndo della brigata a Bressanone eJ era rimasto in Austria soltanto il 2" Gr:rnatìeri , che nel luglio venne anch'esso trasferito a Bressanone. Nel g iug no il Bollettino Ufficiale pubblicò il Decreto che concedeva alle bandiere dei due rcmrimcnti la medao-lia d 'oro. bl::'1 :-, Grande fu h gioia dei componenti la w:cchia hrigata e l'ambita ricompensa rese ancora piL1 vivo l'orgoglio delle secolari tradizioni dei Granatieri , o rgoglio che venne subito condiviso, con l'intJU:tdramento della classe 1921, anche dai nuovi soldati , ciascuno dei tiuali doveva poter ripetcrr a memoria la motivazione della medaglia d'oro concessa al proprio reggimento.


Le due motivazioni rico rdano la disperata difesa sul Ccngio che vietò al nemico di sboccare nella pianura vicentin a, la conqui sta sa ng uinosa cli tante posizioni nemiche e la tenacia nel difenderle, l'avere aggiunto nuove pagine di gloria alla storia del passato. L a motivazione per il 1° reggimento dice: <, Con gravi sacrifìci

di sangue e con i11sig11i atti di 11alore, scrisse nel Trentino fulgide pagi11e di storia, contrastando, per pùì giorni, sulla fronte monte Cen gia - Cestma, il passo al nemico che tentava di sboccare nella pianura vicentina ( 22 maggio - J giugno 1916 ). Sanguinommente conqui.-tò formidabili posizioni nemiche, dife11de11do11e con tenacia sovrumana il po.uesso, pur con forz e assottigliate dalla lotta. Ritirato dalla prima linea da meno di un giorno ( 19 ore), 11uo/lame11tt· vi accorreva per re.rpi11gere WJ riuscito, minaccioso co11tratt,1cco nemico e, gi1ta11 dosi ancora nella lotta, con abnerr.azio11e sublime, riconquistava defì11itivame11te, in misc/1ie co1111ttl.re,~ le tormentate posizio11i. Nell'intera campagna rinverdì di novella gloria le fiere tradizioni dei Granatieri di Sardegna. - Carso, Regione Fornazza (q. 235-219) 23 mag. . gw · 7 gmgno 1917 » . La motivazione per il 2" regg ime nto è quasi uguale. Ai primi di nm·emhrc del r920 tu tte le bandiere, gli stcndardi. i labari dell'esercito vennero accolti in Roma. portati dai rispettivi alfieri, scortati dal Comandante del Corpo, da un aiutante maggiore e da due sott ufficiali. per partecipare alla celebrazione della vittoria. Per effetto di tale disposizione la h,1ndiera del 2 '' partiva con la sua scorta da Bressanone; mentre r1uella del 1" era già in Roma, essendovi il reggime nto rientrato sino dalla fine di ottobre. 11 4 novembre il corteo delle bandiere, preceduto dal Sovrano, si recava a piazza Venezia, a rendere omaggio all'altare della Patria. Alla metà di novembre rientravano in Roma il Comando della brigata ed il 2° Granatieri cd, in quella circosta nza, il generale Gualtieri, comandante il settore cli Bolzano, pubblicava il seguente ordine Jd giorno: « Al Comandante, agli uflìciali cd ai militari tutti della va lorosa brigat;1 Granatieri di Sardegna, c he qui cd oltre confine alto seppero tenere il nome d ' Italia e dell'esercito, giunga affettuoso il mio saluto. vivo il mio ringraz iamento per quanto seppero operare con fervido patriottismo e con salda disciplina. Essi ora ritornano alla g rande madre Roma, seguiti dalla simpatia e dall 'a mm irazione di llllanti ebbero la ventura di apprezzarne le virtù militari e civili , accompagnati dai voti pii:1 fervidi , che nuove hcnemcrcnze e 1111ovi al -


lori sappiano raccogliere nelle conc1uiste dc::lla pace feconda, nell 'ordine e nel lavoro, per le fortune d ' Italia. La brigata Granatieri sia soddisfatta e fiera del rimpianto che lascia tra noi l'. La sera del 17 novem b re anche:: il 2·> Granatieri gi ungt:va alla Capitale, accolto, come g ià il 1", dalle più altt: autorità militari e. dopo oltre cim.1uc:: an ni e mezzo di assenza, tutta la brigata si trovò nuovamente riunita nella stessa caserma « Principe Umberto" , in piazza Santa Croce in Gcrusal.cmme. Intanto già da tempo si erano venuti, nei due reggim enti , racco~ g lit ndo cimeli, ricordi e documenti che nel 1903 erano stati sistemati in un salone della caserma Ferdinando di Savoia, allo ra sede del r" Gra natieri. Rientrata I.i brigata in Ro m a, al materi ai<:: preesistente !>Ì aggiunst tutto quello dell a guerra ultima e fu deciso che si costruisse un 'apposita pabzzi11:1, lJUalc sede del Musco, nella caserma di piazz;, Santa Croce. I lavo ri , iniziati alla fine del 1920, su un'area do nata d al Municipio di Ro111a. vennero eseguiti co11 maestra nze formate J a Gra natieri in co ngedo od in servi zio, _guidati dal Prcsick ntc del \.1u ~l'n ~,c~so. b m edag lia d'oro ge nerale Ugo Bignami. Il Mu~cn ve nne solcnnemenk inaug urato tre a nni d opo. nel ''J.iJ - ...vnlL \·..:rr:t meglio ricordato nella memori a sul Mu~co Stori co 1lt:i Granatieri. compilata dallo stc~so, compianto generale Bignami e c he. col con~cnso dell'autore, p ubblicheremo in append ice al 11rornlc volume - cd è ora d eg n,1mcntc presieduto dal gcner::ile di Corpo d "Armata pluridecorato Ca rl o Melotti. che nei Granatieri trascorse t utta la non breve carriera e con essi divise, in tutte le guerre, con le fa tiche ed i pericoli, anche le soddisfazioni derivanti dai non !acili d overi, sempre interamente compi uti.


PARTE TERZA

I GRANATIERI DI SARDEGNA DAL 1921 AL 1946


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I.

l GRANATIERI DI SARDEGNA DAL 1921 AL 1938 Nell'Alta Slesia. Verso la tìnc dcll'ago~Lu <ld 19:n il coma ndante del 2 ° reggim ento Granatieri ricevette dal Ministero della Guerra il preavviso che un suo battaglione sarebbe stato .i nviato in Alta Slesia, dove erano truppe nostre ed alleate per il mantenimento dell'ordine in quella r egione. Il comandante del Corpo destinava a partire, per turno, il Il battaglione, coman dato dal tenente colonnello Callegari ed il 26 agosto, ricevuto l'o rdine di far partire il battaglione ai primi di settem bre, faceva rientrare alb sede la 5~ c0mpagni:1, dist::icc::ita a Nettuno, sostituendola con la 9', e richiamava dalla licenza g li uflìciali del battaglione partente. Poichè questo doveva essere composto di uomini della classe 1901, si procedette ai necessari scambi di personale tra le compagnie partenti e quelle che dovevano rimanere alla sede cd il 11 battaglione ebbe la forza di 15 ufficiali e di 400 uomini. Esso partì la sera del 6 settembre, alla presenza del Ministro della Guerra, e d uran te la sua breve sosta a Firenze. venne salutato dal generale Pennella, che aveva sempre conservato, da q uando, alla fine del 1916, aveva lasciato il comando della brigata, il più affettuoso ricordo dei suoi G ranatieri. Giunto a Vienna i! giorno 10, il treno vi faceva una frrm.ila straordinaria di 4 ore pcrchè i Gr.inatieri potessero, sia pur sommariamente, visitare la città e, ripreso il viaggio, il battaglione raggi ungeva la scJe di Ratibor, sulle rive dell 'Oder, ricevuto alla stazione dal colonnello Salvioni, coman<lante le truppe italiane in Alta Slesia. Così i Granatieri iniziavano il compimento del loro dover<.: in terra stran iera, attendendo a numerosi servizi di g uardia e di pattug lia, provvedendo all'addestramento ed acqu istando la necessaria conoscenza del paese. Ben presto il battaglione si fece ammirare, per i l


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contegno <lei suoi componenti, dagli alleati e dagli stcs~i abitanti. li 21 settembre il gen erale francese Naulin, com andante il contingente interalleato in Slesia , dopo ave r visitato il battaglio ne, diceva al comandante : ,<Conosco molto bene le tra diz ioni e le glorie dei Gra natieri di Sardegna . Dite ai vòstri G ranatieri che sono fiero e fdicc di averli con me i> . Più vo lte i Granatieri furono chiamati a reprimere q ua lc he di~o rdine ed assolsero sempre il loro compito con perfetta di sciplina e con quel senso di equilibrio p roprio degli ltaliani. Dura nte la sua pennanenza in Slesia, per quan to lontano, il battaglione si sentiva sempre legato alla fami glia reggimentale e con essa, a ttraverso gli ordini del {!iorno e le relazioni di servizio, si manteneva in continuo cont::itto ; pirituale. li 18 marzo H):?2 i G ranatieri da Ra tibor si trasferivano a Leobschi.itz ed il 3 g iug no a Rybnik , grande centro industriale operaio, <love erano av\'enuti d isordini tali da ritenersi necessaria la proclamaz .io nc dello stato di assedio. Anche in quel centro il co nteg no dei G ranatieri \'alse a procurare loro la stima delle popo lazio ni, benchè la loro pn manenza fosse assai breve. Infa tti il :~o gi ug no il battaglione ricntr:1v:i :1 Ratibnr , ~;il11tai-o òa 1m gior nale locale, no n certo amico dd noslro Paese, c he scri veva: ,, ... Ci sono reparti italiani , verso i lJUali noi proviamo della simpatia ed u no di questi no i im para mmo a conoscere dura nte l'ultimo stato di assedio in Rvbn ik. Si tratta del Jl bauag lione del 2 ° Granatieri di Sardeg na, al c~mando del colo nnello Callegari. Di l}Uesto battag lione l' ltalia può an dare su perba !...,, . ,\)le ore 13 del 3 luglio il battaglio ne Jasci:.l\"a Rati bor ed il g iorno 8 rientra va in Roma , alla sede dd reggimento , fiero del difficile <lo\·erc compiuto in dieci mesi di missio ne in terra straniera.

Nella Saar. Come g ià in Alta Sb ia, così in occ;1sionc del plebiscito nella regione dell a Saar, fu deciso, nelL1utunno del 1935, d all e principali Potenze.: di Europa di add.ivenire, per il m antenimento dell'ordine, ad una occupazione internazionale. Il contingente italiano, al coma ndo del generale di b rigata Visconti Prasca, fu costituito, a metà dicembre, da un reggimento Granatieri di fo rmaz ione, da un battaglione Carabinieri, d a un n ucleo del Genio, da uno auto mobilisti e da un reparto dd reggimento G uide. Il reggimento G ranatieri, al comando


Jcl colonnello Melotti dd 1", fu formato su due battaglioni con un totale di 6 compagnie, di 5 ufficiali e 114 uomini di truppa ciascuna t:d ordinata su tre plotoni fucilieri ed uno mitraglieri. Il I battaglione fu costituito da dementi del 1 ° reggimento; il Il da elementi del 2° e le compagnie 3" e 6' dal personale del 3" e così tutti e tre i reggimenti vi furono rappresentati. I comandanti dì battaglione furono: per il I il maggiore Silvestri, per il II il maggiore Ruggero. Il reggimento, partito a scaglioni fra il 19 e il 21 dicembre, giunse a destinazione due giorni dopo e si dislocò col comando cd .il battaglione del 2° a Saarbruchcn e con quello del 1° a Dilinghen e la 3" compagnia a W al khingen. I reparti vennero alternando le esercitazioni coi servizi di ordine pubblico ed .i Granatieri, consci dell'onore di rappresentare all'estero l'esercito italiano, si comportawno sempre e dovunque in modo ammirevol.e, meritandosi la stima delle popalazioni della Saar e dei reparti stranieri. Cessate le esigenze politiche nella regione della Saar, le nostre truppe rimpatriarono ai primi ciel marzo 1936, dopo che una rappresentanza di esse ebbe visitato gli storici campi di battaglia di Verdun, R"ims, Bligny. Al loro ritorno il Ministro delb Guerr:i rivol se loro il suo elogio per j[ modo col c1uale ... " avevano assolto il delicato compito ad essi affidato, con piena soddisfazione di tutti e con particolare ammirazione da parte degli altri contingenti "· Prima cli sciogliersi, il 5 marzo, nella caserma Castro Pretorio, il contingente reduce dalla Saar veniva passato in rivista dal Sovrano.

In Africa Orientale. Come abbiamo già avuto occasione di ricordare nel IV volume di quest'opera, la subdola politica abissina, i continui incidenti di frontiera (sconfinamenti, scorrerie, rapine <li Lestiame), segretamente incoraggiate dal Negus, dovevano fatalmente condurre ad un conflitto, a no.i imposto anche dalle necessità cli procurarci in Afoca quei compensi che per Ja guerra 1915 - 18 non avevamo ancora avuto, non potendosi considerare tali il limitato Oltre Giuba, cedutoci dall'In~hiltcrra e le lievi rettifiche della frontiera libico-tunisina ottenute ~talla Francia. L'Italia si veniva quindi preparando ad una più energica tutela <lei propri interessi , quando l'episod io di Ual-Ual (Somalia) fece pre-


c1p1t:ire gli eventi, escl udendo la po~sihilità di una compos1Z1one diplomatica. Fu dunque necessario mobilitare alcune Divisioni organiche, ricostituendo altrettante Divisioni nel territorio metropolitano; si provvide all'invio in Eritrea ed in Somalia di armi e cli matcri,ili, migliorando a tale sropo le condizioni dt:i porti di Massc1u;i e di Mogadiscio, in modo <la farli rispondere alle nuove esigcnz(', e si mobilitarono in Eritrea tutti i reparti indigeni , così da poter costituire: un intero Corpo d'Armala di colore ( 1 ) . Anche il Negus avt:v:1 iniziato la mobilitaz ione dell e sue forze ed il confliuo era ormai inevitabile. Con esso gli Ttaliani volevano anche cancellare il ricordo della sconfitta cli Adua e procurarsi qucllt: risorse, che gli antichi alleati della prima guerra mondiale avevano loro negato. Le' nostre truppe erano solidamente im1uadrate, provvi~te di abho ndant i rncz'.l.i. forti dell'esperienza del passato. mentre gli Etiopi, tìdando nella supcriorit~1 del loro numero. erano g ui dati da capi boriosi . ignoranti e prepotenti, consigliati da ufficiali bianchi, suddit i di nazioni : 1 noi ostili. :\! !:. n:1m·:i im près~1 cl 'oltrem:ue. non potev:mo ceri,, manc1n· i Gra natieri di Sardegna e, fin dal 13 agosto 1935, il Ministero aveva ordinato, infatti, la mobilitazione cli un battaglione, il cui approntamento. come era naturale, fu affidato :il 3° reggimento Granatieri che, costituitosi d:1 poco, in seguito. all'adozione della Di visione ternaria. non aveva ancora avuto occasione di distinguersi. Del reggimento ven ne scelto il I battaglione. che si mobilitò su 1.1uattro compagnie.:, ciascuna costituita da 4 plotoni: 1 Comando , 2 fucilieri cd r mitraglieri. In totale, a mo bilitazione compiuta, il battaglione ebbe la forz;1 di 27 ufficiali , di 30 sottufficiali e di 807 uomini di truppa (tra tiuesti alcuni rnlontari del 1" t: del 2 " reggimento), 1 00 tiuadrupedi da salma cd 1 da sella. Il battaglione era comandato dal maggion.: Pczziga; le quatlr() compag nie rispetti va mente: d:ii capitani Ruliadi, Pevcrati , Lissoni e dal tenente Angclillo. li 25 settembre il battaglione lasciava Viterbo col fermo proposito di emulare k imprese ddk vecchie Guardie c:d il 28, do po essere stato passato in rivista dal Principe di Piemonte, imbarcatosi sul piroscafo Belvedere, salpava per il mar Ros~o. giungendo a Massaua il 5 ottobre e trasfcrt:ndosi subito a Dccamcrè. lvi, insieme agli Alpini del batta( 1) C fr. il IV volume di q uest'opera .


glione « Saluzzo >))), passava alla dipendenza del Comando Superiore Africa Orientale. Giunti anche j quadrupedi, venne ripreso il movi111cnto in avanti cd, oltrepassata Senafè, dopo lunga e penosa marcia, il battaglione raggiunse Mai Uecc, dove 2 compagnie rimasero di presidio e le altre 2 vennero inviate ad Enda Tede Haimanot per lavori stradali. Il 22 novembre il maggiore Pczziga, ammalatosi, cedeva il comando al 1° capitano Rubadi cd il 4 dicembre il battaglione passava alle dipendenze del tenente colonnello Gotti, comandante il Gruppo hattaglioni nazionali (Granatieri, Alpini, Guardie di Finanza). Dopo essere stati impiegati ancora jn lavori di fortificazione, il giorno di Natale i Granatieri si trovavano al passo di Doghea, che domina la conca di Enda Iesus e la valle del Gahat e che fronteggia l'Amba Aradam.

Il combattimento dell'Amba Uorc. Il 9 gennaio 1936 i Granatieri, insieme alle altre truppe del Gruppo, eseguirono una ricogniz.iunc ad c)ccidcn te delrabitato di Debry. Incontrato l'avversario, venne impegnato il combattimento, che durò sino alla sera e che fo in gran parte sostenuto dalla 3" compagnia Granatieri. Durante la prima battaglia del T emhièn, impegnata dal maresciallo Badoglio per eliminare ogni minaccia da occidente contro Macallè e verso le sue lince di comunicazione, i Granatieri furono inviati a presidiare la piazza di Hausièn. Il 18 febbraio il battaglione - tranne la 2a compagnia, impiegata in lavori stradali -, si trasferiva in autocarro nella regione di passo Uarieu, ivi rimanendo sino al giorno 27, nel quale riceveva l'ordine di spostarsi verso l'Amba Uorc, a sostegno di truppe del 1 '' Gruppo eritreo, costrette a resistere su tale oosizione a soverchianti forze avversarie. ' Finalmente era giunta l'ora della prova cd il battaglione, entrando in azione poco dopo il mezzogiorno, determinava la stabilizzazione della linea, che era prima assai oscillante, e la 1" compagnia fronteggiava e respingeva attacchi nemici, col fuoco e con le bombe a mano. Circa alle ore 15 l'aumento della pressione nemica veniva validamente contenuta dai Granatieri, i quali nella notte rAforzarono le posizioni ed il giorno successivo, dopo avere formato .il secondo scaglione della Divisione 1< 28 Ottobre ,,, passati in primo sca22.


,,! ione, attaccarono e conquistarono il fortino di Debra Amba. Il 29 :enne ripreso il moviment.o in avanti e la sera venne raggiunta la posizione di Abbi Acidi. JI tenenlc: colonnello Gotti, comandante il Gruppo battaglioni nazionali, scriveva il 1° marzo, in merito all'a2.ione svolta, al Comando del Corpo d'Armata eritreo:

Parc heggio dì autornni presso 1111·oasi.

" li baltaglione Granatieri muoveva alle ore 12,10 e la compagnia di tc\ta JelLt colonna giu ngeva sulla posizione alle ore 13 circa, proprio in tempo per arginare un nuovo attacco alla sclletta, dove le ,:ompagnic in posto non riuscivano più da sole a contenere il nemico. ,. La 1 • compagnia Granatieri , subito diretta a rinforzo della destra, rist:1liil iva la situazione. Le altre due io dislocavo sulla sinistra, ordinando di allargare la cin ta del mur etto embrionale, di cui tutti i reparti in linea av~vano ormai circondato la posizione. Alle ore 14 il nemico Ìn\'iava numerose forze ad attaccare il centro della posizione ; ma era ancora una volta arrestato dal Liro calmo ed efficace dei Granatieri e delle altre truppe. Tale situazione, con continue alternative di attacchi e contrattacchi, durava sino all 'imbrunire ...


327 ,, ... Alle ore 23 ricevevo il preavviso che il giorno dopo, alle ore 9, col battaglione Granatieri, dovevo proseguire l'azione verso ~ud ... Segnalo per le proposte che cotesto Comando riterrà opportuno la brillante condotta del battaglione complementare e di t1ucllu Grnnatieri che, nuovi al fuoco, resistettero su posizioni non troppo favorevoli per una difesa per molte ore a violenti attacchi di rilevanti forze nemiche. Il numero dei morti avversari, che il nemico durante la notte non fece a tempo a ritirare, trovati a dicci metri da lk nmtre li nce, assomma no a 400; il che prova il brillante comportamento, la tenacia e l.o spirito di questi reparti>,. Oltre a ll a relazione del tenente colonnello Gotti, merita menzione anche la lettera che il Comandante del Corpo d' Armata indigeno, generale Pirzio Iliroli, diresse, il 6 marzo, da Daram al comandante la brigata Granatieri: « Desidero far pervenire a V. S. la relazione del tenente colonnello Gotti relativa al combattimento di Amba Uorc. Il felice esito di quel primo combauimento, che ci mise in pos,csso dell 'aspri ssima amba a nord di passo Uaricu. fu decisivo per il prmieguo dell e operazioni, che si conclusero il 3 marzo con la di:,,fatta completa e la fuga dell 'Arma1 ;1 di Ras Cassa. Il batt;-ig lione Cranatieri, mia riserva, entrò in linea :1 suJ ,lcll'.,111lJa ali, ore 11 per rinforzare il Vll Alpini cd il 1" eritreo. molto provati . .11 giorno successivo 28 il battaglione fece parte, con ]' XI Alpini , della colonna di :1tt::icco dei roccioni della Debra Amha. L<: perd ite Jd battaglione Granatieri furono di r morto e 9 feriti. Dinnanzi alle posizioni sono ~tati cremati coi lanciafiamme 384 cadaveri nemici am mucchiati a guisa di trincea. Il Comando del Cor po <l' Armata eritreo è fiero di aver contato tra le proprie file, nella prima e nella vittoriosa seconda battaglia ciel Tcmbièn, una così valorosa rappresentanza della brigata G ranatieri di Sa rdeg na >, .

La marcia su Addis Abeba. Nel la prima settimana di marzo il battaglione rimase nella zona di Abbi Addi, impiegato in operazioni di rastrel lamento. 1l giorno r 2 esso era di nuovo a Macallè, destinato, con gli altri naz ionali, a presidio di guclla piazza. Circa un mese dopo si veniva preparando una colonna autoportata, della quale fece parte la 3a compagnia Granatieri Jel capitano Troyse. Tale colonna, partita il 12 apri le da Macallè, il 17 era a passo Dubar, il 1 2 al lago Ascianghi , il 23 nella


piana Ji Raiagalla, il 25 a Dcssiè, dove assunse il scrv1z10 d i scorta del marcscialo d'Italia Badoglio. La colonna, infine, entrava in Addis Ahtfo1 il 5 maggio. Il n:sto Jcl batt;1glione raggiungeva la città in aereo, con una media di 70 uomini al giorno. Della permanenza dei Gra natieri in Addis Abeh;i il maresciallo d'Italia Graziani, din:nulo Viccrè d'Etiopia, così telegrafava al generale Bignami, presidente Jcl Museo storico dei Granatieri: <( Rattag lione Granatieri tJU i di slocato ha festeggiato anni versario battaglia Cengia con ricognizione cstcrna città et rancio all'apcrlo. A te, che fosti in quelle memorande giornate massimo esponente eroismo vt:cchie Guardie, e a tuui altri caduti e reduci \·a m io pen siero et r icordo>>. AL generale Bignami, che gli aveva fatto le felicitazioni p<.:r l'alti ssima caric:i. in data 12 giugno il maresciallo Graziani rispondC\"a: (' Le f clicitazioni tue:: e dei G rana tieri, tra i Lluali ho av uto il piacere 1· l'unorL" di i11izi:m .: la mia carriera, sono g iunte particolarmente gr adite :il 111io cuore. Sono lieto di dirti che i Granatieri che hanno comba ttut o in A. O. non hanno sm entito le tradizioni ; si sono battuti in modo vn:imcntc degno di amm irazione. Ti manderò con piacere:, apprn:: ::1 i s:ir~ possibile, un ricordo di que{ta gtwrrn per il nostro ìvlu~1.:1,. cht: già custodisce cimeli di tante g loriose battaglie e di sublim i eroismi. Rinnovo intanto a te ed a tlllti i G ranatieri i più \'i\'i ring r.1zi:11m:n ti e: ti saluto con affetto >'. I Granatieri rimasero in Addis Abeba per oltre sci me!>i, attendrndo a la vor i stradali_, di fortifi cazione, ,illa costruzione di baracche, :illa coltivazione dei campi, pur continuando ad adJestrani al combattimento. Alla fine di ottobre il battaglione ve niva trasferito a Scndafo, a circa 4'> chilometri sull a strada di Dessiè, col compito di presidiare qu ella importante locali tà, di dar protezione agli opera i addetti ai !arnri strad;ili, di difendere i sottomessi, di amministrare la giustizia, Ji alttrnarc comunque le opere ddla pace con h vigilanza nccc::ssaria, in una terra non ancora del tutto pacìfì.::1ta. Così la missione del distaccamento del -~0 Granatieri in Africa Orientale na ormai compiuta. Esso aveva ben lavorato, ben marciato, valoros:1mcn te combattulo e la sua forza era o rmai ridotta a 10 ufficiali ed a 435 uomini di truppa; ma, in venti mesi di campagna, aveva meritato alla band.ìer:.t del giovane n:ggimento la croce dell'Ordine Militare di Sa\'oia, concessa, con la seguente motivazione, a tutta la Fanteria che aveva partecipato alla conqu ista dell'Etiopia: •( Pari alla


sua fama millenaria, espressione purissima delle alte virtù guerriere della stirpe, si prodigava eroico, gt:ncroso, trnace in tutte le battaglie, dando prezioso contributo di valore e di sangue alla vittoria )> . Il 3 r rn.iggio 1937 il battaglione, com.inJato dal maggiore Lissoni, sbarcava a Napoli t:d il 1° giugno giungeva a Viterbo. Dopo 40 anni, i Granatieri del 3° avevano vendicato i fratelli del 1° e del 2 ° eroicamente caduti ad Adua. Ma, se ammirevole sotto tutti 1 rapporti era stata la condotta dell'in tero battaglione, occorre ricordare anche quclL1 dei singoli, che servi rono in altri reparti coloniali con tanto e tale eroismo, da meritarsi la medaglia d'oro al va lore e cioè: il tenente Luigi Michelazzi cd il capitano Germano Pellizzari <lei 1°, il tenente Aldo Zucc hi ed il sottotenente Filippo Marini del 26; nonchè il tenente colonnello Cmso Corsi del 1°, eroico comandante di truppe eritree, ben due volte insignito dell'Ordine Militare di Savoia.

In Albania. D opo la hrc,c dist..:n~Ìum: ven nca1as1 in Europa 11dl'aulllnno 1938 (Congresso di Monaco), nel la primavera successiva la situazione politica del vt:cch io continente si veniva nuovamente complicando. Tutto faceva prevedere lo scoppio di un nuo\"O confl itto, a causa Jd dissidio per Danzica tra il Reich e la Polonia, e si veniva deline,mdo fra le nazioni il seguente schieramento: da una parte l' Italia e la Germ ania; dall'altra gli Inglesi cd i Francesi. Intanto il Governo italiano, nella necessità di por fine a pericolose avventure, decideva senz'altro di occupare l'Albania d il destino ci riconduceva in reg ion,i, nelle qua li avevamo già onorevolmente combattuto durante la guerra 19T5- 18. Prontamente cmtituito un Corpo di spedizione, concentratosi nei porti della P ug lia, ve niva trasportato sulla opposta sponda da navi onerarie, scortate eia quell e da g uerra e dalle nostre forze aeree. A questa impresa , che doveva darci sicurezza e respiro nell'Ad riatico, permettendoci di intervcn.ire nel vicino Oriente europeo, non potevano mancare i G ran.itieri di Sardegna c he, com e abbiamo g ià ricordato, dalla g uerra in C rimea in poi, avevano sempre partecipato a tutte le nostre imprese di oltrema re. Venne, infatti , stabilito l'invio in Albania di un reggimento Granatieri di formazione, composto da un battaglione del 1°, da uno del


33° dalia batteria di accompagnamento dd f, da elementi del Comando del 2 ", unità tutte, che il 5 aprile 1939 erano convenute a Brindisi. Appena costituito, il reggimento vcnne inviato in Albani::i per via aerea. In totale la sua forza era di 1077 uomini e cioè: 56 ufficiali, 41 sottufficiali, 980 uomini di truppa. Il reggimento, che doveva esserc pronto all'aviotrasporto dalk 4,30 del 7 aprile, aveva come obbiettivo l'aeroporto di Tirana. Poichè

:2",

Lo sbarco dei Gm11aticri a Durazzo.

era prevista l'eventualità di dovere effettuare il trasporto in annc1po rispetto alla occupazione dell'aeroporto di Tirana, il reggimento avrchhc dovuto mirare allo sbloccamento della stretta di Vorra, con obbiettÌ\'O k alture di Berzoli. In tal caso l'a:t.ione sarebbe stata appoggiata da fo rma,,ioni aeree, sulla base di accordi diretti tra il comandante la Divisione aerea T cd il comandante del reggimento di formazione, colonnello Mannerini. Infine, nelripotesi che fosse assolutamente impossihlc attuare il suddetto disegno, il reggimento avrebbe dovuto sbarcare a Scutari per passare immediatame nte all ' azione. Il giorno 8, alle ore 8,45 il reggimento riceveva l'ordine di imharco e decollava 20 minuti dopo. T1 trasporto si effettuava in più


33 1 scaglio ni, per S(}uadriglic di sei aerei e sezioni di tre, seguendo la rotta Gronaglie - T orre San Germano -.isola di Saseno - campo di Gagji - campo di Tira11a. Il volo durò un 'ora ed un quarto e la 1' squad riglia atterrò a Tirana alle ore 10,, 5. Il trasporto venne effettuato con 9<> apparecchi, di cui 4G tipo ,, S. 81 >> e 44 ti po (( CA 1 33 " e riuscì perfettamente, per il com pleto accordo tra i due comandanti di Divisione aerea e di reggimento, per la perfetta disciplina, per lo slancio e l'entusiasmo d i tutti , per il profondo cameratismo tra gli A vicri ed i G ranatieri. La rapidità con la q uale si concluse l'impresa impedì al reggimento G ranatieri di formazione di distinguersi in ve re operazioni di guerra ; ma gli offrì ancora una volta l'occasione di segnalarsi per h sua condotta e per la sua disciplina.


Il.

I GRANATIERI NEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE Qua ndo , il 10 giugn0 1940, il Gove rno d ec ise <li fare interve nire l'Italia nel seco ndo conflitto mondiale e fece iniziare le o p c razi:-mi cont ro l;i Francia, la Di visione (;ranaticri di Sardegna, costituita dai reggi mrnti Gr.tnaticri 1" e 2" e dal 13° reggimento d ' Artig l ic ria divisionale, e ra schi erata anch ' essa al fronte occide ntale ; ma , data la b r eve dura ta ddk o peraz ioni, che si conclusero, come è no to , a lle o re 1,35 del 25 ~-,o iuono, no n ebbe la J.)ossibilit:':t di intcrvt:nire. Per cn n çct:uen za, d ura nte il secondo conflitto m o ndiale, le nobili tradi zion i dc( Granatieri di S;1rd eg 11a ,·e nnero rnntinuate sp ecial 111~1\k ,LI j" reggim ento, durante le o p eraz ioni rnntro la Grt>c-ia : m e ntre i due reggimenti dell 'antica brigata doveva n o combattere, com e ,-cdrc mo, in Slovenia , in Croazi:i, con qualche re parto in Rus~ia e 11clrA fric 1 Sc:1tc ntrion;il c nonc hè, nel settembre del 1943, contro i T ed esc hi , dimostrando tutto Lintico v,ilore e ,·c rsando gen crosarntnt e il sangue dei suoi ufficiali <.: dei suoi gregari durante la tlil:fìcilc difesa della Capitale. ~

La guerra contro la Grecia. U ltimata l'occupazion e dell'Albania, il r eggi m ento G ra natieri d i for mazione <.: hc, w me abbiamo già eletto, avna partcci pato a li 'impresa, nell'autunno del 1939 era stato so stituito d al 3° reggimento Gr,lllatie ri , fo rm ato da appe na tredici a nni: ma che aveYa g ià ddlllttato brillantemente , col suo I ba ttaglione, ne lla g uerra italo - etiopica . La breve, ma g loriosa Storia del 3" viene così si nteti zzata nel p regevole volume (1) - eh.e noi avremo n o n poc he oc.casioni di citare - ( 1) M usrn STORI CO nu ( .;KA~.ul.EIH : " l (; ranatieri del 3v rcggirncnto nella g uerra contro la (;rcria "· Roma, 1<)4.~-


333 pubblicato nel 194~ dal Coma ndo dd reggimento per esalta re la memoria dei propri Caduti; volume offerto, con patriottico gesto, in proprietà completa ed assoluta al Museo Storico dei Granatieri . « Il f reggimen to, ultimo genito della matrice eroica delle GuarJic, è un virgulto possente. Vede la luce e combatte. Il coraggio è nel clima della sua secolare famiglia, l'eroismo è il suo credo, il sacrificio la posta suprema cui anela per far più grande la Patria. Nasce in un'epoca guerriera, in cui tutti i valori della razza so no temprati, acutizzati , tesi verso un avvenire di rinnovazione e di liberazione. 1• Le sabbie dell'Africa, gli acrocori dell'Abissinia, le tormentate provincie della Spagna vedono gli alamari del 3" in gara con i più fulgidi esemplari <lei soldati e dei legionari. L'Albania lo accoglie fra i primi liberatori, che hanno portato nell a terra di Scanderberg la spada di Roma . 1, In Albania il 3'' G ranatieri difende le frontiere malfide, crea i baluardi della sicurezza, si prepara alle nuove lotte. F. il giorno fissato per il balzo verso sud lo trova con le armi pronte, coi cuori infiammati, con le a nime salde ed imbattibili . H a inizi.o così quel glorioso e tormentoso periodo, che da Kuni:.puli al K..ilamas, da Grcgohori a Sella Radati ed a Murzine, dal Kur\'elesh al Golico, allo Scindeli cd a Klisura, per tutte le tappe luminose e sanguinose della dura g uerra con tro la Grecia, ha portato alti ed invincibili il nome e l'orgoglio, 1a tenacia e l'eroismo, la passione e la dedizione dei Granatieri dd 3°, in infiniti episodi di ogni umana e non umana grandezza. 1i Non era, quasi, possibile uguagliare le proJcu,e secolari dei reggimenti fratelli e le ha uguagliate; pareva, o q uasi, inco ncepibile raggiungere le g lorie dell'Assictta, il martirio del Lenzuolo bianco, l'olocausto del Cengio e li ha raggiunti; sembrava inarrivabile il limite toccato dalle sublimi pagine di g lo ria, che i Granatieri scrissero nei tre secoli. della loro vita leggendaria ed i G rana tieri del :f , in sci mesi di epopea, toccarono c1uel limite, rinverdendo di nuo vi allori la ricchissima Storia dei bianchi alamari >,. Guidato da un vecchio granatiere, il valoroso colonnello And reini, solidamente inquadrato da ufficiali ;rnziani, reduci dall e precedenti g uerre e da giovanissimi, ansiosi di emularli, composto di uomini appartenenti a classi bene istruite, trattenute o richiamate, animato da LJt1cl profondo spirito di Corpo che è peculiare caratteristica dei Granatieri, il f reggimen to era già ben preparato :1 llc gesta che doveva compiere, come vedremo, durante il confl itto italo-greco.


3 34 Infatti , alla fine di ottobre - (1uando il nostro Governo, non potendo più tollerare che la Grecia, pur affermandosi neutrale, m ettesse i porti e gli aeroporti a disposizione dell'Inghilterra, dopo avere tentato invano di indurre il Governo ellenico ad osservare scr upolosamente b dichiarata neutralità, fece inii'.i:ire le operazioni militari - il reggimento Granatieri venne chiamato a parteciparvi. 0

~

11 passaggio del Kalamas. Nella notte sul 28 ottobre 1941, data dell'inizio delle ostilità, il ::( reggimento Granatieri, che faceva parte del Raggruppamento, detto" del Litorale ,, , assieme ai due reggimenti Cavalleria ,, Milano ,. cd ,, Ao~ta " e :id altre truppe, provenendo da Delvino a marce forzate, !>i era attestato sulla linea Konispoli - Dogana. Dipendevano dal comandante dd reggimento un hattaglione volontario albanese ed 1111 gruppo cli Artiglicri:1 da 75 / q della Di\'isione ,, Parma "· Il rcg~imcntn aveva per obbiettirn il fiume Kalamas ed oltre, sino a PrnT~:t n l i\rt:1. Sulla sinistra del 3·' opera\'a b Divi sione «Siena " e l'."a11za la ddk .11u~trc: 1rupp1: era appuggi.1la dal mare ,I.a Unit?, dt·lla l'vbrina. incrociami nel canale di Corfù. U na salmeria cli 500 et val] i ni alhanesi era st:n::i messa a disposizione del reggimento per trasportare 5 giornate di viveri per ogni uomo e quadrupede; ogni ;1rmatn portava seco rn8 cartucce e 4 hombe a mano. L'ayanzata del reggimento si S\'olse secondo il seguente disposìtirn: 111 battaglione (maggiore Napoli) in primo scaglione, gli altri due in secondo, [ battaglione (maggiore Damiani) a deqra; II (tenente colonnello Meneghini) a sinistra. Col [ battaglione il gruppo di Artiglieria; col III la batteria di accompagnamento reggime ntale: il Comando del reggimento col 1 b::ittaglionc. J.,':w :mzata dei Granatieri fu rapida e trarnlgente cd, infrante le resistenze nemiche, alle 14,30 del 28 ottobre, essi rag~iun sero il Kal:1mas, br~o circa 60 metri, profondo 2 e per di pili in piena . Il rq~gi1rn:nto. costretto ad arrestarsi, assunse uno schieramento difcnsi,;o sulla linea Smerla· q. 11 3. l risultati così brillantemente conseguiti venivano elogiati, in data 1 " novembre, dal Comandante del Raggruppamento Jcl L itorale. generale Ri\'olta, che così si rivolgeva ai dipendenti reparti: " Granatieri di Sardegna - Lanc ieri di Aosta e di 1Vlilano. Il ,·ostro im peto ha trarnlto le prime resistenze che il nemico ha opposto


335 alla nostra avanzata. Presto riprenderemo la marcia verso altri obbiettivi con irrefrenabile slancio. L'eccellenza il Comandante: superiore ha fatto pervenire il suo compiaci.mento per il vostro co ntegno. Sono fiero di comunicarvelo in una al mio elogio. G ranatieri di Sardegna, Lancieri di Aosta e di. Milano, sempre avanti per la gloria della Patria immortale! ,,.

Il fiume Kalum~·-

Nei giorni success1v1, mentre si vigilava attivamenttc sul contegno del nemico, che eseguiva frequenti tiri di mitragliatrici e di Arti!!lieria, si procedeva alle ricognizioni per il passagg io del fiume , che veniva, sotto pioggia battente e sotto il violento fuoco nemi co, superato il 5 novembre, su un po nte di barche lanciato d:il Gènio e su passerei le. · Il 6 novembre il rq~gimento, preceduto da un reparto albanese. avanzava su tre scaglioni di battaglione lungo la direttrice Gomc nicaG rcgohori - Arp iza, appoggiato dal l'Artiglieria reggimentale e da tiuella divisionale. A Ile ore c5, dopo hn:vc, ma aspro comhattimento, Gomcnica veni va occupata ed il nemico ripiegava in disordine, abbandonando armi e munizioni. Nel tardo pomerig~io anche Grcgohori cadeva in nostro possesso. .


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Il giorno dopo, malgrado l'asperit} del terreno e la resistenza dcll'an-crsario, veniva occupata Arpiza cd al reggimento YCHÌ\·a ;1ffìdato l'incarico di costituire, sulla sinistra del Kalamas, un'ampia testa di ponte:, Ja quota 645 al man:. con la sini5tra in cont;1tto con b DiYisionè .. Sic:na ;, , alle cui dipendenze pa~savà l'intero Raggruppamento dd Litorale. <lei ~1uak assumeva il comanJo il colonnello Andreini, cedenJo quello del reggimento :11 trn. colonnd)o ìvkneghini. Ne i giorni successivi, nonostante k condizioni atmosferiche avvcnc, il reggi mento :1uc::ndcva a Livori di fortificazione e riceve\'a dal Comando truppe Albania un virn elogio per lo slancio dimostrato in quei primi quindici giorni dì campagna. Dal 14 n o,·e m h n .: in poi, il nemiL<), dopo un \'iolento bomhardam t nto, sfcrr~l\:t r1pt:tull attacchi, che diedero luogo più voite a mi~c hìc ,·ioknti~~ime. nelle tJ11ali ì Gr:rn:ltieri riconfermarono il tradizion:ik ,·:tlore e n:~pin<cro sempre l'avversario. In una delle tante azioni di lluei giorni il Granatiere Goffredo (;i:1n~eri. c,nrt:1to dal suo capoplotone ;1d assume re con la propria mitr:igliatrin: una posizione più riparat:1, ri spondcY:t : u Da qui sparo be ne " · e cnnrinuava a far fuoco sottn il tiro nemico, finchè un proi( Li;! '2 !v :i~,b~atC\ ';J . fJ (~r:1n:1tit~e Giu~cppc G:-ossi. del rep~1rto rnort;1i. a \'c ndo avuto asportate tre dita della mano ~inistra da un grosso scheggione. alzando il moncherino e rivolgendosi al proprio uffìciak, t·, cL11n,1u: .. Gu.,rdatc: perù b (kstr:i è_, anror~1 buona 1 ,> e continu;1\·a ~c rcna mente a combattere per tutta la giornata .

L'ordine di ripiegamento. Co~ì, in pochi giorni, i Granatieri ave\·ano battuto. ncacc1ato cd in~e ~uito una delle migliori Divisioni dell'esercito ellenico , la ,., Corin1 ~ .. . costringrndoh ·ad abbandonare armi e munizioni. ~la, mentre ufftlÌali e truppa put1.:1·:111v g iustarncnié ..:ompia..:crsi dei risultati comeguiti, nella notte sul 1 7 giungeva impro n ·iso l'ordine di ritir:ir si, in ~e).!Uito ad a\·vrnimcnti a noi sfa1·orernli. Yerificatisì su un altro tr;.itto\lel fronte. Quale fosse l'an imo dei G~anaticri di Sardegna nel d01'Cr abbandonare, dopo i successi otttnuti. le posizioni conguistate, è facile intuire. Così si chiudeva, per il reggimento Granatieri. questo brC\'t'. periodo della camp:1gna oltre !"Adriatico, contro un nemico che si

r

e r;t rivelato co mbatti\'o. hrn e ;1rmato e !>empre superiore in numero.


33ì Nel successivo periodo, rimasto in territorio albanese, il 3" reggimento Granatieri ven ne impiegato con le sue Unità spesrn \t:parate. La notte stessa del 17 novembre il reggimento ini ziav;1 la marcia su Konispoli, il Raggruppamento del Litorale \'e ni\·;1 sciolto cd il co!onnello Andreini riprendeva il proprio po~to. Supnato il liumt:. il ponte veniva ripiegato ed il reggimento proseguiva la marcia in ritirata. sostando ::il trivio Konispoli, Delvino. Porto Edda. alla qu:ik

.La baia di Egomenitza.

ultima località veniva mandata la 9° compagnia (tenente Van ini), per opporsi ad eventuali sbarchi nemici. Il 24 no\·emhre il I battaglione veniva inviato di urgenza , per la \·alle del torren te Paula, a capo Stilo, per respingere il nemico già sbarcato e che fu costretto a lasciare ndk nostre mani 200 uomini . con armi e materiali. Intanto i battaglioni Il e III venivano autotrasportati al Km. 5 sulla rotabile Pera ti - Klisura: mentre la batteria di accompag namcnto e la compagnia m ortai da 81 , g iunte il 28 a Dclvino ed ivi rimaste. erano ferme all'alteu.a di Giogurgcat (valle Drino). Appcn:i cffr1 tuati tali movimenti, nella notte sul :16, il reggimento (tranne: il I battaglione, in valle Paula) veniva tutto concentrato :1 G iogurgcat.


mentre la 11· co1npagnia (tenente Calderoni), con una sezione della batteria di .accompagnamento, veniva inviata a Libohovo per fronteggiare infiltrazioni nemiche. NelLi stessa giornata il II battaglione, pa ssando alle dipendenze ddla Divisione <• Ferrara l), occupava il passo di Sella Radati cd il III le alture dominanti monte Marzines, con un.i compagnia a vanzata nella n.:g ione <li Dhrovani. li 28 novembre il Il battaglione veniva diviso con le compag nie tra Pondikates. Gaidohorì cd Episkopi. Occorreva tenc;r (ermo ::i tutti i costi sulle alture a sud di Argirocastro. mentre la superiorit~ numerica delle forze nemiche aumentava ogni rriorno. trovando un 'incrol labilc resistenza nella serenità e ndl.a deci~-ionc cÌci comandanti di ogni grado, come nella tenacia e nello spi rito combatti rn dei g regari. Intorno ad una mitragliatrice, che, già più volte colpita, sparava anco ra, rima~tro impassihili sotto il tiro nemico il capoanna, caporale Adriano .fako nicri, cd i serventi. Granatieri Petri, Sardelli e Poltrcsi, i l1u:ili continuarono a far fuoco, finchè caddero successivamrntt· ~ulb loro arma. Sul Murz ines il Granatiere Mignani, es::mritc k hom ,1e a mano, continu<\ henchè ferito, a lanciare pietre ._.,n,r,; il 1,.:mi.::o . finchè \T nn c ncciso. L:i 5'' comp:igni:i, nei pressi di Pond ikatcs, rioccupò posizioni perdute da reparti di altri reggimenti . li 28 no\'!:·mbre tutto il II battaglione accorse in soccorso ad 1111 g rnppo di Cavalleggeri Guide, rnina ~ciato dal nemico, e resistette all a neve, al fango , alla fame, lavorando per fortificare le proprie posizio ni ; mentre il tenente Malvadi, non pago di avere arrestato il nemico, lo contrassaltava e lo inseguiva, hnchè offri\'a alla Patria il ~acrifìcio della vita. A Sella Radati si immortalava il Granatiere Spallctti che, già rivelatosi mitragliere capace e soldato valorosissimo, ùu r~intc un violento attacco avversario, colpito alla gola, sopportava t r:rnt1uillamente la sofferenza atroce e, rifiutando ogni cura, continu :l\'a a far fuoco, finchè si abbatteva sulla propria arma.

Nel volume (, I Granatieri del j" n:ggimento nella guerra contro Ja Grecia >,, già da noi ricordato, vengono così rievocati gli altri epi~,,di di eroismo compiuti dai Granatieri dd .1° durante tiuesto doloroso periodo. r< A Sella Radati la lotta è furibonda, a Monte Murzines l'urto è formidabile, a Castel di Bosch ci si contende il terreno palmo a


339 paimo. Fra l'uno e l'altro pilastro di una di(esa, che ha molti punti di strenua resistenza, ed attraverso le rade maglie dalle tiuali il n emico passa . e per la forza del numero e per la moltipl icata energia dovuta al successo, gli episodi della vasta battaglia si avvicendano in un \:popea <li gloria che non ha uguali.

La 11all11tCl del Dhrino.

"Cade il fiore dei nostri più bei Granatieri ; sbocciano g li eroismi p iù nobili; sono tutti eroi, i nostri Granatieri, perchè tutti sanno, tutti sentono che bisogna resistere, che bisogna opporre il petto, bisog na dare il sangue, bisogna offrire la vita qui, su t1uestc rocce steril i, fra questi sterpi e dentro queste gole, per preparare la riscossa di domani, la vittoria di domani, che sarà tanto più luminosa e piL1 bel la, tJuanto più perfetto sarà stato il sacrificio. « Parlano, per tutti, gli atti di eroismo del te nente Achille Faverzani, del Gran:niere Vittorio Galletti, del sergente maggiore Luig i


Maisto e del capor:il maggiore Luigi CeH1uctdh1. Il primo, dopo aver condotto i suoi uomini alla riconquista di una posiz ione, mentre cerca affannosamente d i az ionar<.: una mitrag liatrice, i cui serventi so no stati uccisi, viene colpito alla testa da una pallottola nemica. La ferita è dolorosa e grave; ma egli no n si allontana dall ' arma cd al suo com an dante, che si reca a wccorrcrlo, di ce: ,. Signor capitano, non vi preoccupate di m c : pen sate piuttosto agli uo mini cd all'az ione ,, . ., li Granatiere Galletti , a sua volta, in piena battaglia, c he dura da molte ore, è colpito da una scheggia di mortaio, che g li spezza un braccio. Anch 'q~li non abbandona il suo posto di combattimento e, non potendo più sp:ir:m:, \'ince il do~o rc ed il rammarico, incitando i compagni alla lotta ed alla vittoria. , 1 Il !lt:rgentc m aggiore Maisto, dopo aver trascinato col virile ese mpio la su:1 ~1..1 uadra contro il nemico che, in seguito a lunga lotta, costringe\'a a volgere in fuga, falciato da una raffica di mitragliatrice. non manda un lamento e, prima di mori re, trova la forza di incitare i supcr st iri al combattimento, al grido di ,, Viva l'Italia! n . ,, . ·u n è eh m enu il ca poral maggiore Cerqu etclla. Anch 'egli ferito in piena azione al viso dallo scoppio di una bomba. vuol rimanere ;1 1 ~110 p•>~w. C on u111J ;,fo11..o wvrum:mo continua a combattere, fin . eh~. g i:1 q ua~i es:msto, una seconda ferita mortale lo abbatte al suolo . ,. Gli ep isod i eroici son o senza nume ro ; gli atti di \'alore di uomini e di reparti sono infiniti. lfoogna ricordare, ad esempio, la 6'' com pagnia, b quale ferma il nemico, lo co ntrassalta, lo ricaccia da alcune posizioni e libera in tal modo un g ruppo di Artiglieria già caduto in mano dei Greci. I cannoni nostri, serviti o ra da Artiglieri e da Granatini. riaprono immediatamente il fuoco contro g li assalitori ,,.

Sul Kurvelesch. li 111cse di dicem bre s1 m1z 10 e si svolse. per i G ra natieri, nelle succc!'>si,·e rcsistn1ze di una metodica ri tirata, sempre facendo (ron tc al nemico, fìnchè ai battaglioni Il e Hl venne affidata la difrsa del Kurvclesch. cioè delle mo ntagne che dominano la rotabile Argirocastro - T epckn i - Valo na, e c.iò m entre il I battaglione, lungo il m are, òalla valle del Paula ~i è spostato molto più a nord, in quella del Rorshit. Le posiz ioni del Kur vclescl1 sono state così ripartite: Il battag lio ne dal mo nte Shpi t al Pizarit ; lll battaglione dal Pizarit a monte Bus D evrit. I Granatieri vivono, combattono. agiscono al disopra


34 1 Jei 1500 metri e dovunque il freddo e la neve determinano numerosi casi di congel,11nento. A monte Shpit, il 14 dicembre, il sottotenente dalmata Luigi Missoni, già distintosi in precedenti azioni, veniva colpito gravemente al viso, mentre aiutava due suoi uomini anch'essi feriti. Invitato dal suo superiore immediato a recarsi al posto di medicazione, rifiutava e continuava a battersi, finchè una fucilata nemica g li faceva esplodere la bomba che teneva nella destra, asportan~ dogi.i l'arto. Malgrado tutto ciò, il sottotenente Missoni insisteva per rimanere al suo posto, finchè, esaurito dalla grave perdita di sangue, era obbligato ad accasciarsi sulla neve: fulgida figura di Granatiere, giustamente premiato con la medaglia d'oro al valor militare concessa alla sua memoria. Nè la schiera degli eroi ebbe fine. Il caporal maggiore Leopoldo Galli, benchè ammalato, rimase al suo posto in linea; il caporale Pagnini, ferito ad una gamba, appoggiato ad una roccia sotto il tiro av·versario, incoraggiava la propria squadra; il ca poral maggiore Pecci, dopo due giorni di battaglia, con la sua squadra ridotta a 4 uomini, continuò a combattere finchè dal suo capitano non gli venne imposto l'ordine di ripiegare. Intanto, verso il mare, combatteva con eguale valore il I battaglione, del quale il Granatiere Orlando Carnevale, gravemente ferito alla gola, si trascinò presso il proprio comandante di compagnia, ed, impossibilitato a parlare, scrisse su un pezzo d i carta: •< Sono contento di aver fatto il mio dovere, viva l'Italia, viva i Granatieri! » e poco dopo cadde morto. Tanti eroismi, tanti sacrifici vennero conosciuti, attraverso le relazioni ufficiali, dal comandante l'n.. Armata, il quale, in data 17 dicembre, così scriveva al colonnello Andreini: (( Voi che sapete <.Juanto io ami i Granatieri di Sardegna, intuite anche con <.Juanto affetto io abbia sempre seguito e segua le vicende dei vostri magnifici battaglioni. Hanno compiuto miracoli di valore e resistenza; ne ero sicuro, come sono sicuro che anche in avvenire essi compiranno con la stessa bravura quanto io chiederò. Vi abbraccio e con voi tlltti i vostri Granatieri >).Il 18 dicembre il 'reggimento era sempre più saldamente aggrappato all'altopiano del Kurvelesch; ma la sua forza si andava riducendo in ragione inversa alla crescente estensione del fronte. La difesa veniva fatta con piccoli reparti fucilieri, rinforzati da elementi delle compagnie comando, del reparto mortai, della batteri a di accompagnamento, reparti che, privi di armi, erano stati disciolti. 23.


All'estrema destra dello schieramento il I battaglione, dopo avere contenuto un attacco nemico, minacciato sulla sinistra di aggiramento, ripiegava oltre il promontorio di Arghiledhc e veniva poi avviato, per riorganizz~1rsi, al passo di Logora, al comando del più anziano dei subalterni, non essendovi più altri ufficiali presenti. Il 23 dicembre il colonnello Andreini - che, già da qualche tempo sofferente per le vecchie ferite riportate durante la prima gucr-

..• li Kun•dt•.;ch ammantato di neve.

ra monJialc, a,·e\'a dovuto affidare il comando interinale Jcl reggimento prima al tenente colonnello Meneghini e poi, in mancanza dì altri ufficiali superiori, al maggiore Mangelini - venne sostituito ckfinitivamrnte Jal colon nello Guido Spinelli, destin ato a continuare degnamente l'opera del suo pre<leccssore. Egli assunse il coma ndo_, mentre il reggimento era impegnato in combattimento, come doveva ricordare pochi giorni dopo, ncir0rdi11e ciel giorno del 9 gen naio 1941, col quale volle encomiare i suoi Granatieri per le gesta compiute, ed incitarli a quelle ancora da compiere. L'ordine del giorno, emanato da Lekduscai, accennava efficacemente alle condizioni del reggimento in quel doloroso periodo. Esso era del seguente tenore:


343 ,, Granatieri del 3° reggimento, All'alba del 23 dicembre ho assunto il comando del n:gg1mento, impegnato in combattimento. << Eravate non più di 20 ufficiali e 300 Granatieri; un manipolo ùi eroi, già consacrati alla gloria da due mesi di lotta asprissima e sempre per voi vittoriosa; laceri, feriti, stanchi, ma sempre fieri, sempre indomiti. « Mi è bastato guardarvi negli occhi per riconoscere in voi i continuatori delle nostre glorie trisecolari. (< Orgoglioso di essere tra voi, alla vostra testa, vi ho ancora, con sicura fede, guidato al combattimento. Altri valorosi ufficiali sono caduti, altri valorosi Granatieri hanno, con la loro vita, tenuto fede al giuramento cd alle tradizioni delle vecchie Guardie. ,, In alto i cuori, miei superstiti Granatieri! « Intorno a voi, purissimi eroi, ricostituiremo il reggimento e, con l'immancabile, prossima, travolgente avanzata, vendicheremo tutti i nostri gloriosi Caduti >>. <<

li 26 dicembre il reggimento, sostituito da altre truppe, si trasfcrid a Lekduschai , in riserva di settore, per riorganizzarsi, essendo in deplorevoli condizioni per le gravi perdite che aveva subìto e che non ne avevano intaccato le energie morali. Per non ridurre ulteriormente I~ forze; gli ammalati ed i feriti non venivano inviati negli ospedali, se non in caso di assoluta necessità. 11 reggimento aveva lasciato la linea da appena 58 ore, (}Uando i pochi superstiti dei battaglioni II e III erano costretti a tornarvi dalle nuove minacce dei Greci, i q uali profittavano delle tormente di neve, imperversanti sul Kurvelesch, per rinnova re continuamente i loro attacchi; offrendo ai Granatieri sempre nuo ve occasioni di dimostrare il loro valore. « L'ultimo giorno dell'anno è J'n• compagnia che, attaccata in forze, sostiene in pieno l'urto. Il combattimento si svolge a colpi di bombe a mano. Cade da prode il comandante della compagni~1, tenente Ugo Tosco. « Il terreno è coperto di cadaveri. La tenacia, l'ardimento, la follia nemica urtano sistematicamente e si infrangono contro le esigue, ma indomite forze dei Granatieri, le guaii formano un baluardo insormontabile.


344 •< li m:mico n o n si dà ancora per vi nto . In(a11i , l 'i11doma11 ì, 1" gen naio, sfr rra un nuovo attacco c he, secondo i suoi calcoli , d eve essere d ecisivo. «

Alk ore 16, dopo breve cd intensa preparazione col fuoco dei

mortai, le colon.ne n emich e muovo no nuo va m ent e contro le n ost re posizioni. Si calcola che almeno due battaglioni nemici so no lanciati

I (;r,11111ticri a quota 3 1ì.

su tutlo il fronte ten uto dal .f' Gran.1tieri e da una curnpag n 1a Bersaglieri. giunta in rinforzo il giorno precedente. ,, Il nemico, falciato e respinto dal fuoco dd lc nostre armi, ritorna pili volte all 'attacco. D ovunque riesce a mettere piede nelle no st re lince, viene aff rontat:o con bombe a mano e rica n: iato. Granatieri e Bersaglie ri si battono con ug u ale valore, in perfetto

cameratismo. <•. La lotta dura asprissima fino alrimbrunire ed il nemico ,·unquc rcspm to co n i reparti decimati.

è do -


345 <, Notevoli perdite si verificano anc he fra i Granatieri , tra le quali quelle dei tenenti Carlo Acanfora e G iulio Venini, animatore. qu est'ultimo, della resistenza del g iorno 30 dicembre. <• Del tenente Gi ulio Venini , fig lio del capitano Corrado Vcnin i, medaglia d'oro, caduto nella prim a grande guerra - il cui testam ento spirituale al figlio si concludeva con queste fiere parole.:: " Se io cado per la Patria, dovrai nella mia m orte trovare u na rag ion e di pit1 per amare questa nostra Italia l> - la famiglia dei Granati eri , custodisce religiosamente alcune lettere alla madre, in una delle qu ali ~ scrfrto : « Se Ja Patria mi chiederà .il sacrificio più grande, Lludlo della vita, credimi, lo faccio con la dedizione più completa, con b cos, icnza con cui lo fece papà, e sono certo che da questa nostra fin e saprai trovare una ragione di orgoglio e di forza per sopportare il sac rificio, ben più grande, che la Patria ha chiesto a te. " Io sono tranquillo e fiducioso _: la gloria degli alamari che porto, il sublime sacrificio di mio padre mi saranno d i esempio e di sprone ,. ( 1). Nel combattimento del 29, sulla destra J ci G ranatieri, un tratto d i trincea a;1 \.aJutv i n m a no ai nemico, lluando il tenente C hclotti, accortoscne, si lan ciò con pochi uo mini alla riconquista della posizione, trovandovi m o rte glo riosa. Per il gelo e per la bassa temperatura molti Granatieri furono colpiti da congelamento agli arti inferiori e, non potendo cam minare, si trascinavano sulla neve, oppure, com e il capitano Angelillo, comandante interinale del JI battaglio ne, si facevano trasportare a braccia. Il 30, a tamponare la fronte, che si viene sfasciando tra il 18'' regg imento Fanteria ed i Gra natieri, la 9~ compagnia , ridotta a soli 3 uomini, si batte valo rosamente insiem e all' 1 I a e, sotto il fuoco nemico, i G ran atieri cantano gli i nni della Patria. Nel 1940 il 3v Granatieri, in due m esi di campagna, aveva conosciuto l'ebbrezza ddla vitto ria oltre il Kalamas; nonchè l'amarezza del lungo ripiegamento, la tenacia delle successive r esistenze cd era o rmai ridotto ad un nucl eo di eroici super stiti , che seguitavano a lo ttare contro l'avverso destino. Prendendo visio ne della relazione sulle vicende belliche del rc~g imento nell 'anno r 940, il generale G loria riconfermava la sua pro-

(1) Cfr.: " l Granatieri del .3~ reggimento nella guerra ..:omro b Grec i~ ,..


34 6 fonda ammirazione per i soldati dall'alta statura e dal magnifico passato, che sul Kalamas e sul Kurvelesch si erano serbati fedeli alle foro nobili tradizioni, respingendo, benchè inferiori di numero, gli · . attacchi di un nemico, reso sempre più baldanzoso dalla sua superio. .·rità in uomini ed io mezzi.


lii.

LA CAMPAGNA DEL 1941

All'inizio dell'anno 1941 il 3" reggimento G ranatieri combatteva sulle posizioni dell'alta valle Bencia, sulle quali il generale Magli aveva ordinato di resistere a tutti i costi, ed il I battaglione continuava ad operare verso il mare, anch'esso altamente apprezzato ed elogiato. Il 4 gennaio il reggimento veniva nuovamente .i nviato a LekJuschai, in posizioni sistemate a difesa: ma, perchè potesse tornare ad essere un poderoso strumento <li guerra, era necessario allontanarlo dalla zona di azione ed avviarlo in fondo alla valle Bencia. Nell'atto nel quale il reggimento lasciava il settore, il generale Magli !o salutav:1, il 7,5 g ennaio, .:un la :.cguente lc:ttera al coman<lante: ,. li 3" Granatieri lascia og gi le posizioni del settore, sulle quali ha valorosamente combattuto. Mi piace ricordare il combattimento del 1'' gennaio, nd qual e i Granatieri, nonostante la scarsezza del numero e delle armi, hanno infranto, sulle posizioni loro affidate, i vigorosi attacchi del nemico. 1 Granatieri del 3° reggimento, sull'altopiano del Kurvelesch, hanno fatto onore con bravura ed abnegazione alle tradizioni g lo riose delle Guardie. Gli ufficiali cd i soldati delle altre Unità del settore salutano fieramente i commilitoni del 3° Granatieri, nella certezza che la g loria e la fortuna arrideranno loro nella battaglia per la riscossa vittoriosa. A voi, ai vostri ufficiali, ai vostri G ranatieri , il mio cordiale, augurale saluto "· Alla iìne dd gennaio del 1941, a conferire al 3" reggimento la necessaria cffic.icnz :i , sbarcava no in Albania due battaglioni G ranatieri: uno organico del 1°, l'altro complementare del 2° : in complesso o ltre 2oco uomini saldamente inquadrati e che, raccolti intorno alla bandiera del 3", dovevano parte~ipare valorosamente all'ultimo periodo del la campagna contro la Grecia. 11 .I battag lione del _ f fu rinvigorito coi complementi ; il battaglione o rga nico del 1 ° divenne il Il del 3'' reggimento; gl i avanzi del Il e del lll , uniti in sieme, costituirono il nuovo III battaglione.


Il :->••cnt-r;ile Taddeo Orlando, comandante la Divisione Granaticri di Sardegna, ricorda va l'avvcnimé'nto, per il quak: le e nergie dei 11iù vecchi n.:ngimcnti dei Gran;1tieri si fo ndevano con quelle del ., .. col scoucntc ordine del -,~ ~iorno : .) ' t,

~.

/.,a ualle ddla Voiuss,1.

11 P:1r1o no, in questi giorni, dalla Divisione, due battaglioni di Granatieri, per r;1ggiungt;e e rinsanguare il valoroso _," reggime nto, E' quasi un terzo della Divisione che parte; m a è tutto il cuore della Di visione (;ra nalierì di Sardegna che segue i suoi battaglioni, o ltre il m are, i11 terra di Albania. ,, Il 1" e :2'' reggi mento Grana tieri saranno così uniti al 3" reggim ento in granitico blocco. Vecdiie e nuove glorie: 1111 nome solo, una sola tradizione ed una fede sola.


349 « L'esempio dei padri ]ontani e l'esempio recente dei fratelli, eroicamente caduti nelle tormentose e gloriose giornate sul fronte g reco, sarà di nobile incitamento per nuove imprese. <t La gloria guerriera ha sempre arriso e sempre ;irriderà a.Ile nostre bandiere. <e Una ed incrollabile è Ja volontà che ci spinge verso una mèta sicura: la vittoria! Intanto le epiche gesta con le quali il 3° reggimento si era portato, con impeto vittorioso, da Konispoli al Kalamas e dal Kalamas a G regohori e quindi, durante il ripiegamento, da Gregohori al Kurvelesch, si potevano considerare finalmente concluse. Contro il Kurvclesch l'impeto nemico si era infranto per la tenace resistenza dei Granatieri ed ora s'iniziavano altre imprese, con le c1uaJi il 3° reggimento doveva continuare a mostrarsi anch'esso degnissimo dell'ammirata riconoscenza della P atria. )I .

Sul Golico. N el febbraio la situazione creatasi sulla sinistra dell a Vojmsa era tale, che la notte sul 17 febbraio il II battaglione del _3° Granatieri veniva inviato d'urgenza sul Golico, il monte che sbarra le valli della Vojussa e del Dhrino. Ivi il battaglione combattè per oltre un mese, distinguendosi per slancio e per abnegazione. Sui combattimenti del Golico ecco quanto viene affermato molto efficacemente nel libro sul 3° reggimento Granatieri, già più volte citato: (< Sul Colico si combatte un 'altra accanita battaglia, un'altra battaglia di esaurimento per il nemico. Esso è quasi affacciato sulla valle di Tepeleni e fa sforzi disperati per sboccare in piano. 1< La lotta è asprissima ed i Granatieri sono messi a durissima prova : il nemico tormenta k nostre linee, batte i rincal zi, tiene sotto iI tiro delle sue artiglierie le nostre retrovie. ,., La battaglia si sviluppa così, per giorni e giorni, sempre più accanita, culminando in episodi della più estrema durezza , che infl iggono dolorose perdite ai Granatieri, che bravamente sostengono tutti gli urti nemici , sull e inviolabili posizioni del Colico. 1 In questo periodo, in condizioni atmosferiche avverse per freddo e tormenta, rifulge specialmente il valore dei nostri mitraglicri che. al caposaldo di quota 1615, per quanto soggetti continuamente 1


al tiro Jelk artiglieri e e <lei mortai avversari, sc:guitano inesorabilmente a falciare il nemico, che ljUOtidianamcntc attacca per la conquista dell'importante posizione. « C;1de così, valorosamente combattendo, il sottotenente M:1rcscakhi. ,, Il 7 marzo sono investiti i capi saldi di quota 1050 e di q. 762.

L!i rnllc deìla Foi1wa.

" 1.·attacco, effettuat o col favore dd!e tenebre, viene respinto in una lotta che si s\'olge corpo a corpo ed a colpi di bombe a mano. ,. i l 111attino seguente il nemico torna alL1ttacco co n forze considerevoli, che: calano da posi?.ioni dominanti. E' un for micolio di truppe nemiche. che s::>uc:.1110 da ogni J on:, che sp~ir:i no da og ni ec~puglio, da ogni roccia, da ogni anfratto, tempestando di colpi di miI ragliatrice e di mortai tutto il terreno della lotta: ma la resistenza dei Granatieri è dura, tenace, accanita. Gli attaccanti, r isoluti a compiere il massimo sforzo, tentano in tutte le direzioni , così che. all a hne, ri escono ad avvolgere i difensori del cap::isaldo superiore ai tìanchi ed :i. tergo. Il presidio eroico è an nientato. Sulla posiziom: trovano morte gloriosa," senza aver retrocesso di un pa~so, i sottotenen ti Eula e Villa.


,3 5 I « E' sacra tradizione dei G ranatieri non permettere mai al nemico di rimanere sulle nostre posizioni; viene quindi immt:diatamenle sferrato il contrattacco. « Lo slancio dei G ranatieri, condotti da Capi decisi cd eroici. ha ragione dell'avversario, che viene chiuso fra due fuoc hi, wpraffatto.

Il Colico.

snidato dai suoi ripari e ricacciato infine dalla pos1z1one sulia quale aveva 1x,sto il piede soltanto per poche o re. (< Un g ra n numero di morti greci ricopre il terreno ed il bottino di guerra frutta 19 fucili mi tragliatori _ed un forte q uanti tati vo di munizioni. Ancora una volta l'aggressività del nemico è stata debellata dalla nostra valorosa ferm ezza. In questo ~contro, che ha portato alla di fesa in un primo tempo ed alla riconqu ista succcssiv:1 di


35 2 una irnp:mantc.: posrzu,nc, i Gra natieri hanno nuovame ntc scritto un;i superba pagin;i di gloria g uerriera. ,, In ,1ucsto c:pisodio è rifubo il valore e l'cccczionalc ardinH::nto del sottotenente Mario Vece, aiutante maggiore Jel battaglione. ,, Giuv;nu.: ardito, cntu~iasta, egli più volte si era prodigato in imprese volontari(, piene di ri ~c hio e di ;1rdimcnto, come.: ljuclb, com-

Il

p1JJ.'o

di Tcpefe11i.

piuta a Lluota 1615 il g iorno pren:dentc, del recupero, fuori del le no~trc lince. della sa'1ma del sottotenente Ma rescalchi . « >-ictrinfuriare del la battaglia. recatosi a rec1pitare un online, a mi ~\io nc: compiuta, ;1nzichè rientrare, mcsso~i alla testa di un reparto di (;r;111aticri, li tr.1scint'i alb riconquista di una po~izio11c. trasfondrndo in loro il proprio cntu~ia~mo e la rropria fede. Durante la misc hia ;1ccanita a corpo a corpo cht: ne seguì , cadde colpito in f ronic da un proiett ile di mitragliatrice. Poco prima di morire, il Vece ;t\'C\"J in,·i;ito al suo coma11d:1nte di battaglione una comu11icazionc, dalla quale traspare il suo grande.: e puris~imo amor di Patria ,,. 11 19 mar7.o il li battaglione rientrava al reggimento, lasciando la Divisione •< .Ferrara .. , il rni comandan te, gc:nt:rale Licurgo Zanini, così ~:dutav:i i Granatini:


353 u Il II battaglion e del 3° Granatieri ha lasciato i I settore della Divisione <' Ferrara l> per riunirsi al proprio reggimento. Mi è grato ricordare il mag nifico com portamento del battaglione, che si è battuto valorosarnente, accanto ai miei Fanti del 48°, rinnova ndo le fulgide tradizioni dei G r~matieri e le gloriose gesta compiute con b. Divisione « Ferrara ))' nelle dure giornate di Sella Radati nel novembre scorso. Al tenente colonnel lo Meneghini, tenace e valoroso comandante, a tutti i suoi G ranatieri, il saluto cordiale e l'augurio mio e quello della "Ferrara" )) .

La battaglia di Klisura. Nella primavera del 1941 la guerra contro la Grecia, dopo momenti assai difficili per noi, volgeva a fa vore dell'Ass~. I Greci , pur opponendo ancora valida resistenza alle truppe italiane, cominciavano a sentirsi in grave di sagio per la sconfitta della Jugoslavia e soprattutto per la minaccia esercitata dalle Unità tedesche alle loro spalle. Nelb notte sul 10 aprile il 3° C.r:rn:::ticri lasciò la D ivi~ione « Mudena >) ed il generale Gloria , che la comandava, lo salutò col seguente ordì ne del giorno : <• A tutti i Reparti del Settore. '< Il 3° reggimento Granatieri lascia il settore della Di visione " Modena ». <E' il reggimento dei combattenti del Kurvclcsch nelle g iornate delle più dure battaglie, non soltanto contro il nemico; ma anche contro le più avverse condizioni di clima, delle più severe rinunzie ad esigenze di vita. ,, l Granatieri, giunti di recente dall ' Italia, hanno portato, con la cruenta partecipazione ai combattimenti del Golico, l'affermazione della continuità delle gluriu~e ed eroiche traJizion i dell e G uardie. < Il 3° reggimento Granatieri lascia alle truppe del settore della Di visione << Modena )) il sacro deposito dei suoi Caduti e l'ohbligo di vendicarli con la vittoria. ,. L'obbligo sarà a~solto. << Questa volon tà comprende il ricordo, pieno d i ammirazione, e l'augurio cordiale di ogni lit:ta fortuna che, a nome di tutte le truppe del settore, porgo al 3" reggimento G ranatieri ed al suo comandante, colonnello Spinell i, che ne impersona lo spirito >>. 1

1


354 R.iggiunto finalmente dal suo I battaglione, Ja parecchi mesi distaccato, il reggimento si avviava a Tkdsti inferiore, in valle V o jus~a (nord - est di Tepekni), pa~sando alle dipendenze della Divisione ,, Toscana"· Sull'aspro costone dello Scinddi il reggimento si dislocava con due battaglioni in primo scaglione e cioè I ;1 destra (tra q. r69.3 e

.L.t .arella di Klisura. l~. 1437), lii a sini '. tra (tra le quote 1748 • 1717) ed il Il battaglione in secondo scaglione, a lkcisti superiore ; i mortai ripartiti tra i battaglioni, la batteria di accompagnamento a q. 1693, il Comando del reggimento a Becisti superiore. li compito affida to al reggimento nell' imminente hattaglia, che fu poi la conclusiva, consisteva nell 'attaccare lo Scindeli, scendere nel vallone di Mezgora nit, risalire ed espugnare il Trebcscines per dilagare poi ve rso Klisura. Lo schieramento nelle posizioni prestabilite


355 era stato singolarmente penoso per la r.igida temperatura e per la neve che cadeva a larghe falde; ma, malgrado j disagi fisici, lo spirito del reggimento era altissimo. Il 14 aprile mattina l'azione cominciava su tutta la fronte; ma l'attacco su Mezgoranit doveva sferrarsi quando la Divisione e( Sforzesca 11 , operante sulla sinistra, avesse raggiunto le alture del Ciaf e

Il 'J'rebescines.

del Mczgoranit. Alle otto e mezzo, appena le posJZtoni vennero occupate, jl I l.,attaglione Granatieri avanzò con impeto travolgente, malgrado l'intenso fuoco dell 'Artiglieria greca, dalle posizioni del Colico e di Klisura. Alle 10 l'abi.t ato di Mezgoranit era occupato e l'azione era dunque durata poco più di un'ora e mezzo. I reparti del I bauaglione si affacciavano sui rilievi dominanti il paese e gli altri due serravano ~-otto, per sfuggire ai tiri del!' Artiglieria nemica. rn quella p rima giornata operativa, tra tanti eroi, si distingueva il sergente Bigon dei mortai che, dopo aver brillantemente diretto il tiro delle proprie armi, sopportava stoicamente, al


posto di medicazione.:, l'amputazione di una gamba e moriva 111 seguito, dichiarandosi lieto di aver compiuto il proprio dovere. li ~ucccssivo 15 aprile il l bauaglionc, battuto da foni raffiche di mitragliatrici. faticosamente avanzava per l'aspro pendio del Trebcscinc:s e, verso le ore 15, raggiungeva la l!uota 1620, a protez io ne del fianco destro ddb Divisione " Sforzesca >• . Alle ore r9, 15, sotto fitto nc,·i~c hio, per ordine del Com:indo ddb Divisione.: ,. Toscana ", il battaglione riprcndcva l':1vanzala verso Muci n, incontrando forti n:sistcnzc. difficili a superare nell'insidiosa oscurità dd bosco. Nell a g iornata. intanto . gli alt ri battaglion i avn·ano serrato sotto cd i Granatieri avevano du\'ULO traspon:ire, co n gravi fatiche, i vivni e le muni,-.ioni anche per il I battaglione. Al c 1dn della sera del 16 Mucin era in nostro possesso. li successi\'O 17 il I battaglione, con azione rapida e violenta , si impadro niva ddlc alture immediatamente dominanti Klisura, facilitando così l'azio ne dei reparti operanti in valle Desnica, sempre appoggiato e ~cg uito (bi resto del reggimento.

S111l:i battagl ia di Klisura ecco quanto abbiamo letto, con profonda commozione, nd libro sul 3'' reggimento G ranatieri, già da 111,i più volte citato: .. lnf uria la battaglia, tutto il fronte è un vulcano in eruzione. DJlla sottostante vallata di Tepcleni, dalla stretta di Dragoti, dalla lo ntana valle del Dhrino, tuo nano le artiglierie. Sui ca pisaldi del Kurvclcsch e sul Golìco infuria la lotta. Il crepitìo delle r~1itragliatrici <\ inct:ssantc. " La battaglia decisiva è nel suo pieno sviluppo; le: nostre truppe h:111no o, UIH-luc tra volto le prime lince nemiche e avanzano in profondit ?1. ,. r\iL dba dei 15 aprile il bauaglione di testa riprende L1vanzala. ,, Ora occorre superare il Trebescines, sbaragliare k difese nemiche di que~to ultimo bastione, che sovrasta Klisura. ,. La salit:1 è difficile pd terreno impervio, senza sentieri, viscido di pioggia e di nevischio: i Granatieri, ..:on le armi e le muniz ioni in spalla, sono stanchi: è uno ~forzo immane ; ma la ferrea volontb di tutti, Capi e g regari. ha ragione di ogni difficoltà. <, 1 ri fornimenti di muni7.ioni e di viveri, per i repa rti pitt avanzai i, \'tnguno portati a spalla da interi altri reparti: compito gravoso


357 cd estenua nte, perchè si svolge sotto l'incessante tiro dell e artiglierie nemiche e per pendii scoscesi, oltremodo difficili. ,, La neve, c he ricopre di un alto strato i canalon i cd i sentieri, la p ioggia gelata che h a ripreso a ca<lerc in vortici Ji vento torm entosi, le parecchie centinaia di metri di dislivello che si debbono su perare

Grnnatieri sullo Scindeli.

per gi unger e alla sommità del Trebescines sono vinte, dopo una tenace scalata, sotto il fuoco del nemico, la cui insidia è dovunque. « Questo nemico, c he non vuole cedere, che si abbarbica ad ogni roccia , che spara d a ogni sporgenza, ci contrasta ora il passo, sul crinale del monte, con una resistenza acca nitissima. <• La notte, oscura, gelida, piovosa, pone una tregua alla lotta. Q uando g iunge l'alba del 16 aprile la battaglia riprende sull a vetta, 24.


sopra un terreno che reca, vivi e t:rcmendi, i segni dei combatt imenti d el dicembre e del gennaio. E l'a vanzata continua inesorabile, travolgendo ogni resistenza. " Fioriscono gli atti d i ero ismo , primo fra tutti quello del sergente m aggiore Soldi che, pur essendo addetto al comando del battag lio ne, volontariam ente si slanci:1 :1ll'attacco alla testa di 11n g ruppo d ì animosi e cade da valoroso.

Il cimitero tlt:i Grn11atieri a Lekdusl'IIÌ.

Ogni resistenza è vin ta. Quota per quota, difesa per difesa, il mo nte è espugnato. I G ranatie ri irrompo no ormai su l rovescio di esso; spazzano i ca naloni cd i boschi, dove il n emico è. rintanato, ed occupano, a sera, il paese di .Muccin , mentre il nemico sbarra con violento fuoco di mitragliatrici la via che, per Mcrcurai, adduce a Klisura » . La battaglia finale era vinta, caratterizzata soprattutto, per il 3" Granatieri , dallo sforzo compiuto nel superare, in tre giorni di combattim t:nto , le aspre catene montane d ello Scindeli e del Trebescincs. I Gran:1t ieri avevano fatto, anche durante la g uerra contro la G recia, tutto il loro dovere; ma quante g iovani vite di ufficiali e di g regari essi aveva no lasciato nei cimiteri di guerra, composti per l'e<, H


359 1erno riposo e sempre ricordati con fraterno rimpianto dai loro compagni d'arme, come nel cimitero dei Granatieri di Lekduschai e nel cimitero di guerra di Bencc (1).

Nella giornata del 18 aprile, per ordine del Comando del XXV Corpo d'Armata, il 3° Granatieri veniva riunito ed arretrato, c1ualc riserva di Armata, nei dintorni di Tepeleni, sulla destra della Vojussa. In <Juella dislocazione riceveva l'ordine di costituire un reparto di formazione, affidato al tenente colonnello Meneghini, che i.I 3 maggio, insieme ad altre truppe italiane, entrava trionfalmente in Atene. Il 25 maggio il reggimento, autocarrato, iniz iava il lungo viaggio alla volta di Atene, così salutato dal generale Carlo Rossi, comandante il Corpo d'Armata : « Granatieri del 3° reggimento, è con vero rammarico che, dopo aver combattuto insieme per tutta la campagna italo-greca, vi vedo lasciare il XXV Corpo d'Armata. In llllesta g uerra, tanto difficile per durezza di clima, asprezza di terre no, sfavorevoli rapporti di forze, inferiorità di armi e di mezzi, avete compiuto gesta degne di essere ricordate ed esal t:itc. Sc·ll a Radati, Kur. vdc~ch, Golico, Klisura sono nomi che non saranno dimenticati. Ovunque siete stati impiegati, avete arginato l'impeto nemico, ne avete rintuzzato gli attacchi, gli avete inflitto perdite sanguinose. Avete combattuto su aspri dirupi, nel freddo e nella tormenta; avete, col sangue dei vostri innumerevoli caduti e col sacrificio dei vostri feriti, scritto pagine memorande di valore militare. Avete, con le vostre gesta, Granatieri, gettato le basi di una magnifica tradizione per il vostro giovane reggimento, degno delle superbe glorie delle Guardie. Ai vostri comandanti, colonnelli Andreini e Spinelli, ai vostri ufficiali ed a voi tutti, sottufficiali e Granatieri, il vostro comandante di CorPo cl' Armata, fiero di avervi avuto ai suoi ordini, invia il suo saluto memore e hene:mguraote >'. D a parte sua, il comandante ]'11• Armata, generale Geloso, che .1vcva g ià comandato la Divisione Granatieri di Sardegna, doveva poi ~crivere: '( Ritrovai il 3° Granatieri sulla strada di Filiates. Pur nelle tragiche vicende di quella seconda metà del novembre 1940, durame (1) La guerra coni ro la Grecia verrà esposta meno sinteticamente, per quanto riguarda gli scopi , le ca use e lo svolgimento, nel X volume di llU C· , t'opera, imeramcntc dcdi.:ato alla seconda guerra mondiale.


un ripiegamento di cui concorreva ad accrescere il torme nto l'at.m osfera avversa, era no sempre i Granatieri della mia bella, antica Divisione. Laceri e scalzi, tra acqua e fango, di fronte a un nemico cnorTl)emente superiore, che premeva con violenza, puntando a Vallona.

Il T,·icolorc: .-ulf'.1cropoli di Atene.

Erano fieri e sicuri. Dicevano con gli occhi che la vittoria non s:arebhe mancata ; che Vallona, come T cpelcni e Rerat, sarehhe rimasta, per il nemico, un sogno. La vittoria venne e ad essa largo fu il contributo di sangue, di valore, di tenacia, di ard imento dei Granatieri del ~", che hanno dimostrato di sapere superbamente sostenere l'onore e


l'onere delle Guardie. Kalamas, Murzines, Valle Rencia, Gotico, ScindeJi, Trebescincs sono le p:-1g ine gloriose di una resistenza epica. di un'avanzata travolgente. Aggiungono nuovi serti agli allori che i Granatieri di Sardegna hanno già colto su tanti campi di battaglia. Ben meritano di essere ricordati con i no mi dei purissimi eroi, cui mai vacillò la fedc e che seppero serenamente immolarsi per la Patria ,, .

li cimitero di gm:rru a /Jena:.


IV.

GRANATIERI NEGLI ALTRI TEATRI DI GUERRA E NELLA DIFESA DI ROMA

Sul fronte occidentale. Come abbiamo avuto già occasione di ricordare, il 10 gi ugno l'Italia, dichiarata la guerra alla Francia ed all' Inghilterra. aveva ini ziato le operazioni lungo tutta la chiostra alpina , dal mare al munte Bianco, contro lo schieramento francese. La Divisione Gra. natini di Sardegna , subito partita da Roma, si stava concentrando nell'alta \'alk della Stura, pronta ét combattere, quando veniva concluso l"armistizio chiesto dalla Francia. Dopu diverse dislocazioni, nell'autunno dello stesso anno la Divi~iu111: cr.1 di nuovo a Roma, dove rimase sino alla primavera del r941. 1940.

In Slovenia. Nella seconda metà dell'apri.le 1941 il 1° Granatieri venne in,·iato ndla Slovenia, da noi occupata, e dopo proclamatane l'annesl'io ne all'Italia, la Divisione Granatieri veniva inviata nei nuovi territori, dove elementi infidi, armati con mezzi provenienti dal disciolto esercito jugoslavo, avevano cominciato una serie di attentati contro le comunicnioni , gli impianti industriali e le persone. Un primo urto contro le bande terroristiche avvenne il I 3 maggio 1941, nei dintorni di Rihnica. Nel maggio 1942, in uno scontro nei dintorni cli Dobrova. <.:adeva da prode il colonnello Latini, comandante il 2 ° reggimento, che ave· va voluto seguire l'azione di uno dei suoi battaglio ni. Successiva~ mente la Divisione iniziava un lungo ciclo operativo, attraverso il territorio sloveno, verso i confini con la Slovenia tedesca e verso quell i


con la Croazia, per distruggere le bande dei partigiani, combattenJo contro le quali, la Divisione Granatieri ri vclì> ancora una volta il suo profondo sentimento del dovere.

In Croazia. Alla metà di settembre '!a Divisione Granatieri veniva inviata ad assolvere analogo compito in territorio croato eJ, a tale scopo, si concentrava nella regione di Ogulin e, dalla m età di settembre alla fine di ottobre, operava prima verso occidente, per far libero da ogni infiltrazione avversaria tutto il territorio sino ali' Adriatico, poi ad nriente di Ogulin. Lubia11a

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Le r. perazio11i dei Gra11a1ieri in Slovenia ed in Crna:::iu.


Singolare rilievo ebbero le azioni contro Krakar, Iasenak, centri importami per i partigiani, e che vennero occupati dai Granatier.i. Alla fine di ottohre la Divisione abbandonava la C roazia per raggiungere una nuova destinazione, salutata dai comandanti ddlc altre grandi Unit;i, con k quali i Granatieri avevano collaborato, irrorando di sangue generoso anche c1uclle terre, con la perdita di 700 uomini, tra morti e feriti.

In Tripolitania. Durante il secondo conflitto mondiale, altri minori reparti, costituiti presso i Depositi Granatieri, operavano rnlk fronti di guerra più lontane. Un battaglione speciale anticarro autocarrato, partito da Tivoli il 22 dicunbre 1941 e sbarcato in Tripolitania il 13 gennaio successivo. veniva :isscgnato alla Divisione corazzat;i Ariete e con essa partec ipava alla ri occupazio ne della Cirenaica. Alla fine di aprile il battaglione. dopo essersi addentrato nelle solitudini del deserto. ragl!iunge\'a Gialo per rifornirsi di materiale. :? 1·" compagnia cannoni da 47 / 32, partita dall'Italia verso la fine del febb ra io 1941, il 1° marzo entrava in Ho n , nell'oasi di Giofra, e per parecchio tempo faceva parte dì quel presidio, il cui comandant e. :ill\:poca dcli.a partenza, ebbe ad esprimersi con parole molto lusing hiere per il conteg no e l'alto spirito di disciplina di quei Granatier i L,rnnonieri. Mandata nel F czzan , la compag nia sostenne diverse azioni contro reparti motorizzati nemici, provenienti dal lontanissimo lago Ciad. Il IO giugno 1942 la compagnia si trovava a Socna. L,

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In Russia. Si.11 fro nte russo, assegnata alla Divisione « Sforzesca )) , giungeva, alla fine del giugno 1942, la I 2 .1" compagnia canno ni da 47 / 32, costituita con uomini del 1'· e del 2 " Granatieri. Il reparto, dopo essersi brillantemente condotto come specialità, deterioratosi il materiale, combattè strenuamente col fucile. E finalmente, sempre sul fronte russo, si distinse, nell'estate del 1942, il XXII battaglione anticar~o _autoc:1rrato, composto anch'esso di uomini del r" e del 2° Granatieri.


I Granatieri alla difesa di Roma. Per la difesa di Roma nel 1943 la Divisione Granatieri di Sardegna aveva ri.c evuto, il giorno 8 settembre, un ordine telefo nico del Capo dello Stato Maggiore dell'Esercito - ordine impartito anche ai tre Comandi di Corpo d'Armata incaricati della difesa - il quale disponeva di effettuare gli sbarramenti stradali già predisposti, di permettere il transito ai militari tedeschi isolati e disarmati, di non

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© Lo schieramcllto dei Gm11atieri alla dife.ra di l<nma.

lasciare passare colonne germaniche muoventi verso Roma e di 1< reag ire energica mente ad eventuali tentativi Ji penetrarvi con la forza od a qualsiasi atto di ostilità,,. Un altro o rdine era pervenuto anche dal Comando del Corpo d'Armata m<itocorazzato che disponeva come " dall'imbrunire del giorno 8 settembre fino a nuovo ordine, i O>mandi cd .i reparti dovessero considerarsi in stato di allarme, pronti ad assolvere .i loro compiti ». In base a tali disposizioni, la Divisione Granatieri, g ià schierata a ~ud della città, occupando la linea dei capisaldi predisposti in corri-


spondenza d i tutte le Yie di accesso alla Capitale nel settore m e ridionale, aveva preso le m isure di allarme. I capisald i n<.:I settore sud erano designati con un numero progressivo da , a r3 e costituiti da làvori campali in terra e da postaz io ni per armi di accompagnamento e cli Artiglieria, nelle immediate ad iacenze delle diverse rotabili. Ogni caposaldo poteva venire presidiato da una compagnia e da un plotone mitraglieri. La Jinc::i da difendere era lunga ben 28 chilometri e su di essa era stato possihilc schierare soltanto quattro battaglioni G r an;-iticr i. Il settore ;-if fìdato ;-ilb Divisione era stato diviso in d ue sottoscttori: quello di destra comprendeva i primi sette capisaldi cd era al com ando del g-cnerale Dc Rienzi, vice comandante della Divisione: tiuello di sini; tr:t, aflìdalu al Com andante il 2 ° reggimento Granatieri, colon nello Ca rignani, com prendeva i capisaldi dall '8° al 1_ 3". Fra un capos:tl do e l'altro c'era l'jntervallo di qualche ch ilo m etro. Il sotto~etlorc di destra era presidiato da 2 battaglioni G ranatieri del i'' reg-!,!imcnro (colonnel lo di Pierro). 2 gruppi del q Artiglieria. 1 cnmpagni:1 del XX I battaglio ne mortai da 81, 2 plotoni del la 22r' compagnia cannon i da 47/_p. Quello di sinistra dispo ne\'a di 2 batta;;linni <H ~ rf'ggimc nto Cranatieri: di I g ru ppo e di I batter.ia d ' Artiglitria. di 3 s<:zio ni della batteria da 20 del 13" regg imento Artig linia d ivisio nale, di 2 plotoni di canno ni da 47 / 32. La riser\'a cklla Divisio ne era costituita dal II battaglione del 1" Granatieri. d islocato all e Tre Fontane. li Com;-indo della Divisione, tenu to dal generale di brigata Solinas, era alla Garbatella. 0

0

Le misure suggerite dallo stato di allarme erano .~ià state prese fin dalk ore 20 dell'8 settembre. quando. alle ore 22. al caposal do n . 5. in corrispo ndenza della via Ostien se, si prcsenta\'ano alcuni ufficiali telbchi, seguiti da un 'autocolonna, per chiedere di poter conti1111:m: b m:1rcia verso Roma e la consegna delle arm i. Il te nente colonnello Ammassari, coma ndante dei capisaldi nn. 5 e 6. r ihlll<Ì di aderire e. visto il contegno minaccioso dclrautocolonna germanica, free iniziare senz'altro il fuoco, inducendo i Tedeschi a ritira rsi . Così ebbe inizio la lo tt a, che doveva protrarsi accanitissima per due giorni e nella quale si distinsero, oltre al tenente colonnello già ricordato, anche il ~apitano Mcoli, com:mdante il caposaldo n. r ~d il cap itano Villorc:.i del 13" reggim ento Artiglieria, che rimase ferito.


Ma lungo la via O stiense accorreva ormai tutta la 2 " Di visione paracadutisti tedesca ed il combattimento si estendeva ben presto a tutti gli altri capisaldi del settore. Dopo alcune ore di lotta accanita, il presidio del caposaldo 11. 5 resisteva con difficoltà alle prevalenti forze germaniche: ma l'accorrere della riserva divisionale ristabilì. ben presto la situazione cd i Tedeschi furono costretti a ritirarsi, avendo suhho g ravissime perdite. Intanto, alle ore 22,30, veniva effettuato un attacco anche contro il caposaldo n. 6 da un altro reparto di paracadutisti tedeschi che, per sorprendere i nostri Granatieri, si fece precedere da parlame ntari. Il caposaldo però resistette eroicamente per tutta la notte. Poi ve nnero a ttaccati inutilmente anche i capisaldi n. 7 e n. 8. Nessuna nuova disposizione perYenne dai Comandi superiori; ma la decisione dei G ranatieri di sbarrare ai nemici la via di Roma rimase ben ferma e l'ordine dei Comandanti di reggimento e di battaglione di resistere fino al sacrifizio supremo venne accolto da tutti i re parti con disciplina. Il nemico non desisteva, però, dai suoi attacchi e, riuscito a pene1rarc nel caposaldo n. 5, continuava a min:icciare quello n. 6. In rinforzo al sottosettore di destra vennero allor:i mandati : il rt'parto esplorante corazzato dell' u Ariete ,>, costituito dai Lancie ri di Montebello , 1 battaglione di Carabinieri , 1 battag lione del 15r• regg imento Fanteria della Divisione " Sass:iri ", 1 b:itta~lio ne di Bersaglieri , il V battaglione Guastatori e qualche rc pano della Poli zia dell'Afrila italiana (P.A.l.). Alle ore 5,30 i paracadutisti germanici aumenta va no la loro pressione contro il caposaldo n. 6, facendosi precedere da u na colonna di circa 500 soldati italiani, da loro catturati, ed imponendo la resa con la minaccia di passare per le armi tutti i prigionieri, nel caso che la resistenza si fosse prolungata ; ma all' intimazione venne risposto « che i Granatieri non conoscono il significato della parola resa" cd i Tedeschi ri piegarono. Alle ore rn,30 il caposaldo n. 5, già in parte occ upato dal nemico, ven ne ripreso dai Granatieri e dai Lancieri di Montebcllo. I Germanici volevano però aprirsi la via Ostiem e ad ogni costo e, - secondo la relazione del gcnc:rale D e Ricn zi, vice comandante della Divisione G ranatieri - due parlamentari tedeschi . accompap-nati da un sotto tenente ital iano prigioniero, domandarono di conferire col Comandante il battaglio ne per '< chiarire .il doloroso equivoco che aveva c;rnsato un inutile sparg imento cli sangue ed cspri-


mere l'ammirazione pc! contegno dei Granatieri)> e chiesero una tregua di armi, allo scopo di concludere un amichevole accordo per il transito delle loro autocolonne sulla via Laurentina, affermando che « non era loro intenzione di occupare Roma; ma di raggiungere b via Aurelia e di ritirarsi verso .il nord >•. li comandante il 1" reggimento Granatieri sottopose la richiesta al Comando della Divisione cd aggiun se che, pur ritenendola un tranello, si poteva concedere il passaggio alle: autocolonne, alla condizione che venissero suddivise in piccoli scaglioni che, preceduti e seguiti dal la nostra Artiglieria semovente e dalle autohlindc, percorrendo la via esterna di arrocq.mento, avrebbero potuto raggiungere la via O stiense, transitare dal caposaldo n. 5, per il ponte della Magliana e b. vi:i Portucnse fino a Ponte Galera, dove sarebbero stati immessi sulla via Aurelia per proseguire verso il nord. Questa pro posta venne fatta ai parlamentari tedeschi, che non ritornarono pn !"ora stabilita, dimostrando come la loro richiesta dovesse servire soltanto a guadagnare tempo. Ma , nell'attesa, i nostri reparti, ne\reve ntualiù del nuovo attacco, si erano riordinati cd erano pro111 i a n.:spingcrlo. Alk ore 17, infatti, J;, lotta venne r.i prcsa con speciale accanimento contro il caposaldo n. 6, che resistette eroicamente anche dopo la mo rte del comandante, capitano di complemento Vincenzo Pandolfo. Vrnnc gra,·cmcnte ferito anche il magg iore Giuliano, comandant e un g ruppo di semoventi, e caddero numerosi Granatieri. L 'anacco tedesco ~i estese poi rapidamente anche agli altri capisald i e specialmente co ntro quelli nn. 7, 8, 9 e 11. Nella difesa dd caposaldo n. 7, venne mortalmente ferito il capitano di complemento Lucenti del 13" Artiglieria. Si combattè per tutta la giornata del 9 settembre ed i reparti germanici si. accanirono specialmente contro i capisaldi nn. 5 e 6, finchè, verso sera, i presidi dei capisaldi nn. 5 e 4 vennero fatti retroceckrc per permettere ai Tedeschi di attraversare il ponte della Magliana. Alle ore 5,30 del .1 0 pervenne ai reggimenti Granatieri dal Comando della Divi sione un fonogramma che ordinava di cessare le ostilità a partire dalle ore 6,30, essendo in corso .le trattative per un armistiz io; ma la lo tta continuò ugualmente ed i Tedeschi, -rinforzati da altre truppe, attaccarono ancora una volta i capisaldi nn. 5, 6 ed 8. Nella difesa di quest'ultimo caddero il tenente Pelosi, il sottolenente Nicoli e molti Granatieri e si rese così inevitabile arretrare


anche le truppe dei capisaldi nn. 6, 7 ed 8.per assumere un nuovo schieramento lungo la linea che, dalla Cecchignola, per l'Esposizione 42, si congiungeva al caposaldo n. 5. Nella difesa della Montagnola cadde il sottotenente Perna del 1° reggimento Granatieri e la lotta assunse un carattere di particolare violenza; ma sopraggiunsero da Roma altri reparti , tra i quali un Gruppo squadroni dei Dragoni di Genova, un battaglione carri armati del 4" reggimento Carristi, alcune Unità della Divisione << Sassari » ed elementi appartenenti ai depositi dei reggimenti della C1pitale, raccolti nella fretta imposta dal momento ed inviati ad alimentare la resistenza. Questa venne tentata ancora disperatamente sulla linea: obelisco di .~'Cum - piramide di Caio Cestio- Testaccio; mentre i Tedeschi premevano con forze sempre maggiori ed erano riusciti ad infiltrarsi nella città, da dove minacciavano i difensori alle spalle. Tuttavia i reparti continuavano a resistere, <-tuando, alle ore 16,30 circa, ricevettero l'ordine di sospendere le ostilità. Schierati su · ben 28 chilometri di fronte. suddivisi in piccole Unità per lo sbarramento delle numerose vie di accesso alla Capitale od in punti di particol::irr importanz::i per b difesa, senza consi<len::voli riserve per alimentare la lotta, con un numero di munizioni assai limitato, i Granatieri di Sardegna si erano mostrati ancora una volta degni delle loro g loriose tradizioni.

Più ampi particolari troviamo, sull'impiego dei Granatieri alla difesa di Roma, nella relazione compilata in proposito dal Comando del 1° reggimento. Ad esempio, circa la resistenza opposta ai Tedeschi dal caposaldo n. 5 sulla via Ostiense, la relazione suddetta dice quanto segue: Alle ore 22 circ.::i, i Germanici, avvicinatisi con il favore dell 'oscurità con una forte autocolonna cd usando l'inganno, chiedono il libero passaggio per Roma e l'immediata deposizione delle armi.. Alla proposta i pochi Granatieri del posto di controllo tentano di reagire; ma vengono sopraffatti e ripiegano sul cap<>saldo. Analoga azione di intimazione e richiesta di resa, decisamente negata dall' ufficiale addetto al posto di blocco avanzato; intervento del capitano Meoli ; momentanea rinunzia dei Tedeschi , che intanto assumono uno schieramento offensivo.


37° Un capitano tedesco (parac;idutista) chiede di parla re con il comandante il posto e viene accompag nato dal tcn. colonnello Ammassari: dice che altri reparti antistanti hanno già ceduto le anni e chiede che analogo ordine venga dato ai militari del caposaldo. Sdegnoso rifiuto del ten. eolon ndlo Ammassari, il q uale chiede decisamente l'arretramento degli automezzi fe rmatisi in prossi mità ciel posto di blocco e la restituz ione dei Granatieri sopraffatti. L'ufficiale tedesco vuole andare a prendere o rdini dal suo colonnello e domanda di essere accompagnato da un ufficiale italiano. Il sottotenente Seneca, del comando del 1 • G ranatieri, presente per aver recapitato degli or.dini , si offre volontariamente cd i due si allontan:1no. Dopo circa rn czz\1ra ritorna il solo ca pitano tedesco (il sott otenente Seneca è ~lato trauenuto) e confe rma qua nto precedente mente richiesto. Afferma , ino ltre, che nulla potrà essere tentalo dai militari del capo!>aldo, poich è la Divisione paracadutisti li ha già accerchiati li tcn. rnlo nndlo Ammassari dichiara che, seppure circondato, reagir;1 immediatamente. Alluntanato~i il capitano, r ordine di aprire il fuoco viene dato im1rn.:d1ata1rn:nte e l'Artig lieria spara a zero sugli automezzi tedeschi. Il fuoco di tutte le armi del caposaldo divampa i11 un baleno e da ambo k parti si combatte accanitamente; ma la lotta è impa r i ed :ilt1uanto caotica a caus:1 della forte oscurità. T ak ~itunione si protrae fì nu alle ore 5 del giorno 9. A tale or:1 il tcn. colonnello Amma~sari, il c;i pit;rno Meoli e 1 !>11haltcrni, a~sic mc ;icl alcuni Gra natieri, vengono catturati e condotti sul ponte della Magliana, sottoposto al tiro delle artiglierie che causa qualche perdita fra i G ranatieri. 11 tcn. colonnello Ammassari viene fatto chiamare da un ufh ciale tedesco perchè dia l'ordine di resa ai militari che ancora combat tono asserragliati nella chiesa. Netto rifiuto e ritorno sul ponte della Ma,e;liana. I \'i un altro ufficiale tedesco ordina ad alcuni G ranatieri di togliersi la giubba e di gettarla per spregio a terra ; poi ch iede che altre tta nto facc ia un ufficiale. Si ribella il ten . colon nello Ammassari, il quale a<l alta voce invita gli ufficiali italiani a portarsi accanto a lui , per farsi fucilare sul posto anzichè subire tale ùnta. L 'uffici:ile tedesco non insiste. Pit1 tardi i prigionieri vengono sottoposti al lancio di bom be a mano da parte d i altri paracadutisti tedeschi , che ne fanno scempio,


37 1 e poi, presi dieci Granatieri ed il ten. colonnello Ammassari, li mettono al muro per fucilarli sul posto. Solo le provvidenziali raffiche delle mitragliatrici di un reparto di Carabinieri, che aveva portate le armi all'estremità del ponte della Magliana, interrompono la già iniziata esecuzione; alcuni Granatieri sono caduti ed i mitra, già puntati sugli altri, cambiano direzione per controbattere le armi dei Carabinieri.

Sui combattimenti svoltisi il IO settembre la relazione più sopra citata dice ancora quanto segue: Alle ore 5, ad evitare che l'infiltrazione avversaria, che nella notte si è verificata tra i capisaldi nn. 6 e 7, possa separarli, dato l'esaurimento quasi totale delle munizioni, in base ad un ordine del Co:n::indo della Divisione, al quale era stata prospettata la situazione, il colonnello di Pierro dispone che le forze residue dei due capisaldi assumano uno schieramento continuo a sbarramento della via Laurcntina, lungo la linea Villaggio Operaio - immediato tergo della Cecchignola - zona d ell 'Esposizione 42, prendendo cont;itto ,on k torze ivi dislocate (estrema ala sinistra del caposaldo n. 5). Si è così ottenuta una linea continua, costituita dai due hatta~lioni del 1 ° reggimento e dai reparti assegnati al comandante, che materialmente sbarra tutto il terreno compreso tra l'Ostiense e I'Ardeatina (esclusa). Alle ore 6,30 il vice-comandante della Divisione LOmunica che è stata raggiu11ta una tregua d'armi con inizio alle ore 7,30. Il colonnello di Pierro chiama subito a rapporto presso il Comando, alla Montagnola, che ormai è da considerarsi quasi a contatto con la linea di fuoco, i suoi comandanti di battaglione. Alle ore 8 Unità. blindate tedesche (carri armati e autoblinde), provenienti dal tergo delle case della Montagnob e ciot in direzione normale alla via Laurentina, da brevissima distanza, attaccano decisamente il Comando di reggimento. Sono subito colpite in pieno due autoblinde del C'A>mando e viene materialmente distrutto l'ufficio del colonnello di Pierro, pochi secondi dopo che se ne era allontanato con i suoi ufficiali, portandosi in un prato a tergo della palazzina. In tale azione, sleale come tutte quelle che ha compiuto l'avversario contro il 1° reggimento Granatieri, cade colpito in pieno il sottotenente Perna, con diversi Granatieri dello stesso Comando.


37 2

11 comandante il reggimento si trattiene ancora sul posto con il sergente Scaffìdi ed il caporale Vannutclli che. nell'imperversare del combattimento, con calma serena e sprezzo della vita, riesce a condurre a S. Paolo un gruppo di prigionieri tedeschi, dei quali due, durante il tragitto, riman gono gravemente feriti. Numerose sono le vittime anche ndla popolazione civile della Montagnola. Intanto i Tedeschi minacciosamente avan zano ed i Granatieri ordinatamente arretrano, combattendo, sulla linea Basilica S. Paolo Garbatella, dove si rio rdinano. Intanto il Comando della Divisione affida al colo nnello di Pierro il comando di tutte le forze disponibili e di quelle che affluiscono per la difesa del la zona Test:iccio - San Paolo. Passano così alle dipendenze del comandante il e" Granatieri molti altri reparti di tutte le Armi. cht: il di Pierro procura di riordinare e che impiega con serena periz ia. in m odo da prolungare quanto più è possibile la difesa di Roma. · A questo scopo. e per ritardare l'inesorabile avanzata dei Tedeschi, i reparti celeri ve ngono lanciati ripetutamente sulla via Ostiense, verso i Mercati G enerali, e sulla sinistra dell'improvvisato schieram<:nto. per svolgere contro i Tedeschi ardite puntate offensive, che ne rallentino la marcia. Tali reparti si sacrilìcano eroicamente; ma, purtroppo, non ncsco no nell'intento e di essi ritorna soltanto qualche automezzo carico di morti e di feriti. La resistenza alla crescente pressione nemica, per quanto ormai disperata, continua anche quando l'Artig lieria non ha più munizioni cd i colpi dei mortai e delle mitragliatrici si moltiplicano da parte del nemico e rendono la situazione dei superstiti sempre più difficile. Il colonnello di Picrro anima, con la parola e con l'esempio, i ~uoi dipendenti e continua a dirige re la difesa, anche quando questa si scinde in episodi isolati, che dimostrano anch ·essi la tenace, eroica volonù dei Granatieri è degli altri reparti di difendere Roma fino all' ultimo. Ma ogni generoso tentativo riesce, purtroppo, inutile: la zona Porta S:in Paolo - Piramide di Caio Cestio dev'essere sgombrata dai difensori ; l'armistizio è stato già firmato e, verso le ore 17, le truppe germaniche oltrepassano Porta San Paolo cd entrano in Rorna. La Divisione Granatieri di Sardegna aveva compiuto, anche questa volta, tutto il suo dovere e, nella difesa dell'Urbe, aveva perduto


molti ufticiali ed aveva subìto perdite ammontanti, fra morti e feriti, ad oltre 800 uomini. Fu, poi, particolare merito del colonnello di Pierro l'avere salvata la bandiera del 1° reggimento Granatieri. Pur essendo stato costretto, perchè ricercato dai Tedeschi, ad affrontare tutti i pericoli e tutti i disagi ddla vita clandestina, egli riuscì, infatti, ad occultare con ogni cura e con grave pericolo le diversi parti della bandiera stessa, ricostituita dopo la liberazione.

Durante la disperata lotta per la difesa della Capitale: fecero eroicamente olocausto della loro vita i seguenti ufficiali, sottufficiali e G ranatieri di Sardeg na (I): Capitano Pandolfo Vincenzo di Andrea, del 1" Reggimento Granatieri. Venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione: << Comandante di compagnia organizzata in caposaldo, posta a !-.barramento di importante arteria di accesso alla Capitale, avuto st>ntorc d1e preponderanti forze tedesche si stavano schierando per agg redire di sorpresa, accorreva sul reparto più avanzato, noncurante dcll 'enonne inferiorità numerica e di mezzi. Con deciso slancio attaccava coraggiosamente, stroncando, dopo furiosa lotta all'arma bianc:1, ogni tentativo di occupazione del caposaldo stesso. In due giorni di cruenti, continui combattimenti, si imponeva per perizia e sprezzo della vita. Durante una grave minaccia alla si nistra dello schieramento, mentre in piedi nella mischia incitava i suo.i uomini a non cedere un palmo di terreno, cadeva mortalmente colpito al petto da una raffica di fucile mitragliatore sparatogli da pochi metri di <listan za. ,e Conscio de11a fine imminente rifiutava ogni soccorso e incitava i suoi Granatieri a continuare la lotta gridando loro: << Decim a al'anti! \) . " Già distintosi per valore e capacità in precedenti azioni su altro f rontc. - Roma, Acquacetosa - San Paolo, 8 - 9 settembre 1943 ,,. (11 Bollettino Ufficiale » , 1945, dispensa 28', pagina 272r). ( 1) L'elenco, che riportiamo dall'opu scolo ,, Ai C:1cluci per 1:i difc,:1 di Roma ,,, <lcll'A ssod:izione fr:1 i Romani , è evide ntemente incompleto.

25.


374 Sottotenente di complemento Perna Luigi di Umberto, del 1• reggimento Granatieri, anch'egli decoralo della medaglia cl 'oro con la seguente motivazione: « Ufficiale di elette virtù militari, chiese più volte di essere impiegato in combattimento. Ottenuto il comando di un plotone esploratori e inviato in ricognizione di posizioni tedesche, veniva catturato. Con fredda audacia e pericolo gravissimo, riacquistava la libertà fornendo al comando notizie preziose per la pronta reazione della difesa. Saputo il suo battaglione già impegnato nella notte in aspri combattimenti, lo raggiungeva e assunto il comando di un plotone, dava nuove , audaci prove di coraggio. Rimasto isolato col suo reparto di retroguardi~. nel tentativo di ristabilire un indispensabile collegamento, percorreva con cosciente sprezzo della vita un tratto di terreno scoperto e battuto a brevissima distanza dal nemico avanzante. Ripetutamente colpito, cadeva invocando nella sua ultima parola, la Patria adorata. - Ponte della Magliana - Esposizione Universale - La Montagnola, 8- 10 settembre 1943 >i. ( (' Bollettino Ufficiale n . 2 febbraio 1946, di~pcma .:. ', pagina 220). Sottotenente di complemento Persichetti Raffaele, del , rcggirnrn t0 <;r:m:1t ieri . Anche alla memoria di questo eroico uffici ale venne conferita la medaglia d'oro, così motivata: " Ufficiale dei Granatieri invalido di guerra, all'atto ddl'arrnistizio con ~li alleati, si schierò volontariamente e generosamente contro l'opprcss'orc tedesco, favorendo ed organizza~do la partecipazione dei suoi amici e della popolazione alla lotta armata della Capitale. In abito civile e sommariamente armato, accorse poi sulla linea di fuot:o dei suoi Granatieri , schierati in battaglia contro superiori forze tedesche. Prode tra i prodi, incitè> con la parola e con l'esempio i commilitoni all'estrema resistenza, fìno a che, colpito a morte, immolava la sua giovane vita nella visione della Patria rinata alla lihertà. - Roma, Porta San Paolo, 8 - 10 settembre r943 >> . (t< Rollettino Uffici;ile )) ' }()45, dispensa II ', pagina 1045). Sottotrncntc di complemento Nicoli G ino di Dante, del gimento Granatieri (medaglia d'argento a.Ila memoria). Serg. magg. Fromini Pietro di Enrico, del tieri.

2"

reg-

reggimento Grana-

Caporal maggiore Fantinato Bruno di Luigi, del Granatieri (medaglia di bronzo alla memoria).

2 ''

reggimento


375 Caporale Sella Giuseppe di Domenico, del l'' reggimento Grana1ier.i. Granatiere Biondi Aldo di Ausilio, del J'' reggimento. Granatiere Brocchini Giorgio di Ludovico, Jel

Granatiere Calicchia Edoardo di Pellegrino, dd Granatiere Canepa Elio di Luigi, del di bronzo alla memoria).

1"

regg imen to. 1"

rcggi rm:nto.

reggimento (medaglia

Granatiere D'Aloisio Piedimonte di France~co, del

reggimen10.

Granatiere Fiori Giovanni . Granatiere Galeotti Luigi. Granatiere Grampazzi Francesco. Granatiere M anetta Giulio, del zo alla m emoria).

reggimento (medaglia di bron -

Granatiere Mannucci Mario di Augusto, Jel

1"

reggimento.

Granatiere Mirabdli Mario di Carlo, del

t"

reggimento.

Granatiere Pavesi Severino di Angelo, del

1"

reggimento.

Granatien.: Piperi Antonio. Granatiere Sartori Giovanni di Giulio, del G ranatiere Scali Agostino fu Sante, del di bronzo a11a memoria).

1''

reggimento.

reggimento (medaglia

Granatiere Simonini Giova1111i fu Enrico, del

reggimento.

Granatiere Spcndori Giuseppe. Granatiere Tasso Nello di Enrico, del di bronzo alla memoria).

reggimento (medaglia

Granatiere Tom.issoni Giuseppe. Granatiere Ventura Luigi di Carmine, Jd

1"

reggimento.

Granatiere Viganò Carlo. Granatiere Zanoletti Serafino fu Antonio, dd 1° reg~imcnlo (medaglia d'argento alla memoria).


V.

GLI ALTRI GRANATIERI

Nel volume !Il di quest'opera e nel capitolo II del la prima parte di questo volume, abbiamo gil1 detto come, durante il Risorgimento n azionale, :i m:1110 ~1 mano che venivano annesse al Piemonte le altre regioni dell'Italia settentrionale e centrale, fossero stati costituiti altri reggimenti di Granatieri, che formarono brigate di diversa denominazione, fra le quali quella dei Granatieri di Lombardia (reggimenti e .( Granatieri) che, al comando del Principe Amedeo di Savoia, partecip<'> alla battaglia di Custoza nel 1866. Le altre brigate, costituite tra il 1859 ed il 186:?., si chiamarono Cr:111atieri di Napoli (reggimenti 5" e fr'); Granatieri <li Toscana (reggimenti t e 8"). Durame la campagna del 1866 venne inoltre formala la brigata Granatieri di Savoia (reggimenti 9" e 10"). Tali bri~:ite chhero una vita breve ed i reggimenti Granatieri, salvo quelli di Sardegna, nel marzo del 187r, si trasformarono in reggimenti di Fantc ri :1 di l inca. La brigata Lombardia risultò com rosta dai reggimenti 73" e 74"; la brigata Napoli dai reggimenti 75° e 76° e la brigata Toscana dai reggimenti 77" e 78"; la brigata Gra natieri di Savoia, già sciolta, come le altre, venne ricostituita, molti anni dopo, in Africa Orientale. Per conseguenza, mentre reputiamo superfluo indugiarci sulk vicende delle altre brigate, ci sembra particolarmente doveroso intrattenerci sulla più recente formazione di G ranatieri, costituita subito dopo la conquista dell'Etiopia, e precisamente sulla Divisione Granatieri di Savoia. Ques~a Unità, durante il secondo conflitto mondiale, rapprcsenlÒ la parte più importante delle nostre forze in Africa Orientale e partecipò alla difesa dell'Etiopia con molto valore. Per dare ai nostri lettori una idea abbastanza completa della sua coscituzione e delle sue vicende, riassumiamo il prege~ole studio dell'allora colonnello Arturo Ferrara; studio intitolato appunto

t


377 " La Divisione G ranatieri di Savoia dalle origini alle glorie di Amba Alagi >, (1). Dopo la conquista dell'Etiopia apparve subito evidente la ncccs~ità di conferire a tJuell'immenso territorio un'opportuna sistemazione civile e militare. Si trattava - scrisse il Ferrara - di un compi to assai arduo: sia per la vastità e la complessità dei problemi da aff rontarc in ogni campo; sia pcrchè era necessario organizzare , 1 un paese ancora estraneo ad ogni progresso e dal quale la ci\'ihà cr;1 rimasta si no allora lontana >• . L 'Etiopia era stata, è vero, ammessa nella Società delle Nazio11i; ma soltanto nell'interesse franco - britannico. La base della prima organizzazione, che fu data all' Impero è rappresentata dall'ordinamento ,1 organico » e da quello <( politico, amministrati vo e militare per l'Africa Orientale», sanzionati rispettivamente con Decreto 1° giugno 1936, n. 1019 e con Decreto 15 novembre 1937, n. 2708. . In questi o rdinam enti erano fissate anche le forze militari << organìch e ;i di pace dell'Impero. Quali criteri avevano presieduto alla definizione di tali forze? Dopo la conquista di Adcli~ Aheha e delle :iltrc citt~ più importanti, si pensò che la guerra avrebbe orm ai assunto il carattere di operazioni dj polizia coloniale. Queste, col tempo, sarebbero andate presumibilmente diminuendo di importanza col progredire dell'organizzazione politica del territorio e della sua valorizzazione eco11omtca. L'ordinamento « di pace >• doveva basarsi, invece, su una immensa colonia già completamente pacificata e nelle stesse condizioni di tranquillità cd operosità, nelle quali già si trovavano da tempo l'Eritrea c la Somalia, e doveva imporre all'erario un peso sopportabile, non superiore, in proporzione, a quello che richiedevano i f.:orpi di truppe coloniali dell'Eritrea e della Somalia, prima della campag na ita lo· etiopica. Secondo questi criteri, prevalentemente finanz iari, le forze militari terrestri di pace dell' Impero furono perciò stabilite in una fo rza di circa 69.000 uomini, fra nazionali e coloniali, ripartiti in: 1 Di visione nazionale «Granatieri di Savoia >i ; ~ r6 brigate coloniali; (1) Lo studio venne pubhlicalo nella Ra;scgll(I di Culturn A,fifitarc e preci ~:unente nel fa s~·icolo d ei mesi lug lio - agosto del 194 1.


- truppe delle Armi di Fanteria, Artiglieria e Genio non quadrate nella Divisio11e 11azio1ule e nelle brigate colonia li;

in-

A

van. Per il m;111tenimcnto e l'islruzione <li tali forze era fissato un bilancio ordinario di circa 580 milioni di li re. E' però da tener presente che le nostre forze in Etiopia furono sempre alquanto superiori a ([UCllc stabilite dal predetto ordinamento -

SCfVI Z l

flìc di crnìtunù:a zùuu~ nel tcrrùono t·1iopù u .

di pace, perc liè fu sempre nece~sarìo frontcg~iare all·ìnterno, con opcrazioni di p olizia di notevole portata~ il brigantaggio degli indigeni che conti nuò a manifestarsi in alcune regioni, che assunse, in qualche c::1so, l'aspetto di una vera e propria ribell ione e c h e trasse vigore: sia dalle consuetudini abissine dell'epoca negussita; sia dalla ~ete di dominio e di potere illimitato, che i Capì avevano sulle p opo lazioni oppresse e taglieggiate.: ~e nza riguardi. Ad incoraggiare il brigantaggio e la rivolta a veva influito anche la propaganda franco - britannica, svolta con una subdo la e sleale campagna di menzogne e: di fallaci prome~st:.


379 Per conseguenza , fra il maggio 19j6 (fin e della campagna etiopica) e l'inizio della seconda guerra mondiale, fummo costretti a tenere sotto le armi forze superiori a quelle previste. Fra le tru ppe nazionali previste d:1ll'ordinamento g iI1 considerato - continua il Ferrara - venne compresa la Divisione Granatieri di Savoia. Essa doveva rappresentare la \'era (( guardia dcli' lm pero n. la ~ola grande Unità nazionale, « speciale,, del l'Africa Orientale, destinata a cost ituire il nerbo più consistente, per qualità di uomini e di mezzi, per disciplina , per spirito militare, per prestigio, ecc., di tutte le Unità terrestri di quel lontano territorio. Il nome di e, Gianatieri di Savoia >• le fu dato per far r.ivivere anche nel nostro Impero coloniale le fulgide tradizioni militari delle più gloriose truppe del nostro esercito. Si volle anche che i militari di questa Unità possedessero eccezionali qualità fisiche, unite ad una particolare « prestanza militare ,,, allo scopo di far loro conseguire !)iÙ facilmente il dovuto prestigio, specialmente nei confronti dei reparti coloniali. Ai Granatieri di Savoia vennero assegnati, quale distintivo, gli .tlamari azzurri su fondo rosso. La Divisione fu costituita a Roma, Littoria, Sabaudia, Caserta e Santa Maria Capua Vetere ìl 1 2 ottobre r936 e venne inviata ìn Africa Ori entale, in diverse riprese, dal 16 novembre 1936 in poi. Essa partì col seguente organico : Comando d i Di visione (stato maggiore e (JUarticr generale) ; 10 ° e 11 " reggimento Granatieri di Savoia : ciascun reggimento su 3 battaglioni Granatieri, T batteria di accompagnamento, 1 deposito; r battaglione mitraglicri su quattro compag nie; 1 reggimento Artiglieria (60°), su due gruppi da 65/ 17 (fu prescelto tale materiale anche perchè esso esisteva già in Africa Orien-

rale) ; compag ma artten ; , com pag nia trasmissioni ; , sez ione sanità \' ridotta )•; 1 sezione sussistenza ,, ridotta " · La D.i vi~ionc, giunta nell 'Impero, fu dc~tinata· a far parte del presidio di Addis Abeba. Qui essa si com pletò con personale volontario - ufficiali e truppa - tratto dai re parti già di slocati in Etiopia, cd iniziò un in tenso periodo di addestramento. 1


In base all't:sperienza fotta durante la permanenza in Africa Orientale. furono successivamen te apportati alla Divisione alcuni ri tocchi organici. Tra essi posso no ricordarsi: - la sostituzione di muletti abissini con muli naz.ionali, rivelatisi più adatti per il someggio dei pezzi ; l'aumento di ufficiali di Artiglieria p er il 60'' reggimento; - l'aggiunta :1lla Divisione di un reggimento misto di formazione, composto di: t battaglione di Fanteria, 1 di Alpini, 1 di Her~agl ieri. In tal modo la Divisione risultò su tre reggimenti con le rappresentanze di tutte le spcci:il irà della F:rnteria metropolitana.

Nel m ese di agosto 1938 l}uesta bella Unità subì una nuova tra~formazio ne, c he la riportò su due reggimenti. Questi assorbirono il. battaglio ne Alpini e quello Bersaglieri in luogo di altrettanti battaglioni di Gra natie ri di Savoia, il personale dei quali fu ripartito fra i rimanenti battaglioni Granatieri che, nel frattempo, avevano suhìro, p<'r ,;ime varie, una notevole diminuz io ne di forza. Fu assegnala alla Divisione anche una rappresentanza di Camicie nere d'Afri ca . La Di visio ne venne pe rciò ad a,s11rnere il seguente organico : Comando ; 10.. reggimento Granatieri di Savoia (su due battaglioni Grana1ie ri e un battaglione Alpini) con deposito; 1 r• reggimento Granatieri di Savoia (su due battaglioni Granatie ri e un battaglione Bersaglieri) con deposito; battaglione mitraglieri divisionale; · XV battaglione Camicie nere d'Afri ca (ottenuto dalla contrai', Ìo n c di due ba\taglio ni Camicie nere della 1° legione autocarrnta, sopprc,,:1); 1 ~ru p po squadroni Cavalieri di ~eghelli su due squadro ni C avalieri cd 11110 squadrone carri veloci; 60" re~!.! Ìmtillo Artil!lie ria su due :-, oruppi cd un deposito ·, ~- <..> ,-, 1 g ruppo contrae rei Camicie nere d ' Africa; 1 gruppo di Artiglieria da posizione; 1 deposito coloniale con funzioni di di stretto. In ~ostanza - - continua il Ferrara - questa Divis;onc veniva a comprende re reparti mobili cd elementi te~ritoriali. Tale soluzione


era stata e\•identeme nte provocata da esigenze di carattere fi nanzia rio. La parte <• mobile •> della Divisione comprendeva Fanteria (dell'esercito e Camicie nere), Artiglieria e Cavalleria. I reparti del Genio non vi figuravano più, in quanto alle n ecessità della Divi sione doveva provvedere, di volta in volta, il « reggimento Genio d' Africa n, dietro ordine dello Stato Maggiore del Governo Generale.

I Granatieri ,wa11z a110 sollo il tiro dà mortai.

Non ostante i suddetti cambiamenti, su~~ge riti da)rcsperienza od imposti dalle esigenze economic he, la Divisio ne G ranatieri di S;ivoia continua va a rappresentare l'unica grande Unità nazionale organica di manovra dcll'Im pero. Essa, nel pensie ro del Vicerè. era d estinata a nc he ad essere di esempio a tutte le truppe nazio nali e coloniali del1' Africa O rienta le. In un progetto for mulato dallo stesso Viccrè Amedeo di Sa voia Aosta, il personale della Divisione Gra natieri di Savoia avrebbe do,·uto essere esclusivamente volontario, a lunghe ferme, sceltissimo e particolarmente adatto all ' impiego in colo nia. Esso avrebbe dovuto


possedere una sufficiente conoscenza del particolare ambiente dell'Impero e poter disporre delle anni e dei mezzi necessari. Il Vicerè tendeva a fare della Divisione Granatieri di Savoia una grande Unità nazionale scelta, curala in ogni particolare e capace, in pace ed in guerra, di imporsi agli indigeni, per le elevate qualità combattive. Di(fìcoltà finanziarie e di altra natura non consentirono di portare a compimento i perfezionamenti previ sti dal Viccrè prima dell'i11izio della seconda guerra mondiale ; ma, ciò non ostante, la Divisione Granatieri di Savoia seppe distinguersi in ogni circostanza.

Mentre andava perfezionando la propria struttura, adeguandola, come abbiamo visto, anc he alle necessità finanziarie, la Divisione inviò un suo reparto all 'estero per assolvervi compiti particolarmente delicati ed altri suoi reparti parteciparono alle operazioni di polizia, risrnoten<lo ovunc..ruc il plauso dei Comandi che li impiegarono e distinguendosi per disciplina, spirito di corpo, resistenza alle fatiche, cap:icit} operative e valore militare. ;, li I battaglione del 10° reggimento Granatieri di Savoia partì il 28 agosco 1937 da Massaua, sul piroscafo Biancama110, per Sciangai, con la forza di 24 ufficiali , 45 sottufficiali e 6]2 Granatieri. ,, L'allora Ministro dell'Africa Italiana telegrafava al suo comanda nte, tenente colonnello Andrcini: "Nel momento in cui il battaglinnc lascia terre Impero per assolvere Estremo Oriente alta e delic 1ta missione, esprimo mia soddisfazione per cncotniahile servizio pre~tato alle mie dipendenze ed invio augurale saluto a voi, ufficiali , sottufficiali e Granatieri, sicuro che tutti sapranno rappresentare dcgn:1mcntc la Patria lontana". ,, Il bel battaglione mantenne la consegna. ,, 11 II hatt:1glionc dd JO" reggimento partecipò ai fatico~i e lungh i cicli operativi. nella vasta regione a cavallo del Nilo Azz urro (23 g-cnnaio - 10 g iugno 1938) e ncilo Scioa (1939). " Il I ba1taglione dell'11'" fu impiegato in operazioni di polizia, nella predetta regione del Nilo Azzurro, dal marzo al dicembre 1938. cd il li battag lion'e dello stesso reggimento partecipò :ille medesime opernioni, nella stessa zona, dal gennaio al maggio 1939. ,, Il battaglione Alpini ,, Uorc Amba ,J - reparto organico della Divisione - si distinse in moltissime operazioni, effettuate nelle più aspre regioni dello Scioa.


Stwde it,iiìan,·

111

Etiopia.



<< Il valoroso comportamento del la Divisione nelle operazioni di polizia può dedursi dalle ricompense che i suoi ufficiali e soldati seppero meritare nei vari combattimenti: ricom pense che sono rappresentate da; 1 medaglia d'oro al valor militare << all,1 memo ria,, ; 8 medaglie d'argento (delle quali 6 alla memoria) : 7 medaglie di bronzo; 32 croci di guerra al valor militare. « Riportiamo la motivazione della medaglia d 'oro, che fu concessa all'Alpino Sidoli Giuseppe del battaglione Alpini della Divisione : <• Durante un combattimento, benchè ferito ad una gamba, si difendeva animosamente a colpi di bombe a mano, sfuggendo alla cattura da parte di nuclei nemici. Sorpreso di nuovo dall'avversario e circondato, mentre accorreva a prestare aiuto ad un conducente rimasto ferito, opponeva eroica resistenza, sparando sino all'ultima cartuccia. Ferito ancora al petto, si preoccupava di porre in salvo un'arma, instradando verso le nostre linee il quadrupede che la portava. Colpito infine mortalmente alla testa, lasciava gloriosamente la vita ~ul campo. Esempio fulg idissimo <li v~1lore, spinto sino al ~upremo sacrificio. - T arà Mosovk, 14 dicembre 1938 ),.

La seconda guerra mondiale - conLinua il Ferrara nello studio già citato - vide in linea la Divisione Granatieri di Savoia sui fronti di guerra più difficili e movimentati. Reparti della Divisione parteciparono, infatti, ad operazioni nello scacchiere sud - zona dei lag hi - affrontando particolari disagi e gravi fatiche. Ma, dove i Granatieri di Savoia si distinsero maggiormente per spiccate virttt militari e si resero degni delle superbe tradiz ioni dei Granatieri di Sardeg na, fu nell'accanita battaglia d i Cheren. e, Quando il nostro Comando ehbc la certezza che il nemico era riuscito a concentrare davanti al nostro fronte settentrionale fortissime masse corazzate e motorizzate - superiori per numero e qualità di mezzi alle nostre - decise di fare un salto indietro, allo scopo di difendersi su posizioni più favorevoli alla lotta contro i carri armati britannici. (• Questa manovra, com e è noto, riusd , nonostante la vig ilanza e l::t forte pressione avversarie.


386 " Il 19 gennaio 1941 abbandonammo Cassala. Da tale g iorno al febbraio riuscimmo a trattenere, con tenaci combattiml'. nti di rctrol!llardia, il nemico nelle zone di Cassala, Tcri1, Barentlt e A gordat. Il ; febbraio dementi avversari prcndeva110 contatto con (1u\:lli del la nostra difesa, che avevamo o rgan izzata pn:sso Cbcrcn, do ve le mig liori truppe ddl' Impero, no no~ta ntc Li I.oro grande infcriorit.\ di mezzi corazzati, anticarro e di avìa1.ione, si apprestarono a contrastare ad ogni costo il passo alk forze nemiche che avanzavano da noni e da ovest ". Fu appm11·0 su quc.:slo fro111c dì Che rcn che vennero inviati in ljllCÌ giorni. per ordine del Duca d' Aosta, prima l' 11 " reggimento Gra natieri di Savoia e poi il ro" ed altri clementi della Divisione. Questi reparti. pur e~srndo giunti su l { ron te dopo una lunghissima ed ininlcrro ll a marcia autocarrata d i oltre mille chilometri, ~i ~ettarono ndla battaglia con un ardore ed uno slancio che destarono Ì'ammiraziunc delle ·-altre nost re truppe naz ionali e coloniali e che causarono gra vi~sirnc perdite all'avversario. Per nu merose settirnanl'. i Granatieri di S:1vuia rimasero disciplinati cd impavidi, sotto i violenti ssim i bombarda menti terrestri ed aerei b rit:innici, talchè, quando il llCllliCI,. d i •jl;> gli enurrni ~COll\"Olgimenti prodùttÌ J alJe espJosÌoni, av;111 1.:i, li;ddan,.u~u, nlt neudu d1 avcre unna1 ;m111enl.ilo I.a no stra volo nt ;1 d i cnrnh:wcrc, si truv2, invece rnntrattacc1to e ricacc ialo impnw,·isa m r nte dai nostri eroici reparti . c he halz,l\·ano con rinno valo slancio d:11 loro improvvisati apprestamenti, senza curarsi delle g ravi perditl' prodotte nelle loro lìle dal fuoco dc.:ll':i,·vcrs:irio. Co i Granatieri gareggiò a Cheren in valore il battaglione Alpini dcl la Divisione, il quale, il 12 febbraio, mediante un brilla nte contrattacrn, effet1uato insiemt: ad un battaglione di Ascari, riconq uiste\ !"importante sella Forcutà, della quale il nemico era riuscito ad impadronirsi dopo un violentissimo bombardamento. L"epica resisten za di Cheren durò, come è noto, sino al 27 mar7.o, giorno in cui i valorosi superstiti dcll 'n " reggimen10 tent,1r<rno ancora, dopo 53 giorni di aspra lotta, un disperato contrattacco per rallentare !"avanzata dd nemico. A Chm:n cadde il f-iorc degli uffic iali, dei sottufficiali e d ella lruppa (ki due m ag nifici reggimenti della Divisione. Fra questi eroici caduti furon<:1 il colonnello Alherto Borghesi. comandante del 10" reggimento Cranaticri di Savoia, ed il generale Orlando Lorenzi n.i, comandante il presidio di C hcren, eroica, leggendaria figura di com battente colonia 1e. 1"


Co11d:1r.



La più alta ricompensa di questi valorosi reparti fu quella di ricevere sulle posizioni di Cheren, battute dal sole africano e dalla mitraglia nemica, l'aug usta visita del Duca d'Aosta, valoroso com:mdante supremo delle forze armate dell'Africa Orientale.

Dopo Chcren, i superstiti della Divisione sostennero altri corn hattimenti di retroguardia, durante il loro ripiegamento verso la zona Ji Amba Alagi, do ve il Duca aveva deciso di effettuare l'ultim:i resistenza e dove la lotta riprese con estremo accanimento, sotto il suo personale comando. M a l'enorme superiorità numerica e di mezzi del nemico, che ormai poteva far con vergere sull'Amba Alag i le sue colonne d a nord , da sud e da est, non consentiva, nonostante gli sforzi sovrumani dell'eroico presidio, una lunga resistenza. Dall'8 aprile gli attacchi britannici si susseguirono fino al 15 maggio, sempre preceduti da violentissimi tiri di Artiglieria di m edio e <li piccolo calibro, eseguiti di notte e di giorno, onde non dare ri poso ai rfifcnsori, e sempre intensificati prim;, Jdl'azione delle Fanterie. Le nostre truppe, per lluanto soggette alle g ravi perd ite loro inflitte dagli intensi bombardamenti terrestri ed aerei e sottoposte alle gravi privazioni derivanti dalla scarsità delle risorse e dalla ma ncanza dei rifornimenti, contrattaccarono moltissime volte il nemico, ricae ci andolo sulle posizioni di partenza. Con l'andare del tempo, però, mentre le nostre forze, non potendo ricevere aiuti esterni, fatalmente si indeboliva.no, quelle dell'avversario aumentavano giornalmente di numero, anche - per il sopraggiungere di masse ribelli, aizzate dai Britannici contro d i noi mediante una intensa propaga nda. Non ostante le energiche reazioni dei no.stri soldati, tra i quali erano a nche i resti dell a Divisione Granatie ri d i Savoia, il cerchi o avversario si anelò progressivamente stringendo, t:alchè, verso il 10 maggio, le nostre posizioni erano ridotte praticamente alla sola vetta della storica Amba, che risul tava ormai gremita di feriti, i q uali continuavano a rimanere esposti alle offese ncmic-he e non poteva no ricevere, per mancanza di mezzi, nè ricovero, nè cure. Il progressivo au mentare di q uesta massa di feriti e l'ultcrion.: :iccanirsi del fuoco terrestre cd aereo dell'avversario misero l'eroico presidio in condizioni talmente critiche, da non consentirg li p iù ~11-

26.


cuna efficace difesa. Ciò nonostante, questa fu ulteriormente prolungata, grazie alla personale azione dell'augusto Comandante, che volle in ogni momento condividere i disagi ed j pericoli dei suoi soldati. Fino al 17 maggio la battaglia continuò ad infuriare sull'Amba, che gi;Ì aveva visto l'eroico sacrificio di Tnselli. Quello fu l'ultimo giorno ddl'epica resistenza dei nostri, ai quali il nemico 11011 p<)tè rifiutare l'onore delle armi. Fra i valorosi reparti dell'Amba si distinsero anche (!udii della Divisione Grana tieri di Savoia e particolarmente i seguenti: - - compag nia mortai da 81; battagliont· mitraglicri del 10" reggimento; 2'' L f gruppo dd 60" reggimento Artiglieria. Lsi \·enmTo citati sul bollettino del Comando Supremo. Con (Juesta ac c1 11i1a battaglia - conclude il Ferrara -- si chiuse il " primo periodo di vi ta >) della Divisione Granatieri di Savoia, che dimosrn\. in 11:1( c e in guerra, e particolarmente a Cheren e sull 'Amba !\bgi, di essere hen degna dd nome affidatole.


VI.

LA GLORIA DEI GRANATIERI DI SARDEGNA

Nel corso della nostra espos1z1one abbiamo quasi sempre ricordato gli encomi riportati, in ogni occasione, dai Granatieri di Sardegna, ai quali - come è avvenuto speòalmente durante i due conflitti mondiali - tutti i comandanti di grandi Unità, che li ebbero alla dipendenza, hanno riconosciuto la loro disciplina cd il loro va lore di Fanteria scelta. Vorremmo ora citare anche gli altri giudizi, formulati sui Granatieri di Sardegna dagli scrittori militari e civili e dagli stessi Granatieri cd, appunto per questo, ;1bbiamo già ricordato le commosse µarole del generale Giu~t'rrw Pennc!b e del generale Giulio Cc.:1,;.irc Tassoni; nonc hè le precedenti " Storie dei Granati.e ri •>, scritte da Domenico Guerrini, dall'allora capitano Nicolò Giacchi e dall 'allora tenente colonnello Tldcbrnndo Fiocca. Avevano scritto, inoltre, sulle Guardie, sui Cacciatori e ~ui Granai ieri di Sardegna, sempre esaltane.Ione le belle lJualità militari , il Montczcmolo, il Rossi, il Pinelli, il Riconi e molti altri e, durante o subito dopo la prima guerra mondiale, anche Gabriele D'Annunzio e Carlo Delcroix. Il D'Annunz io sintetizzò tutta la gloriosa vita dei GranaI ieri nel <li stico :

Di noi tremò la nostra vecc/1ia gloria : tre secoli di fede e una vittoria ,, (<

Carlo Delcroix dedicò loro queste efficaci parole: « I Granatieri, due reggimenti, una brigata sola, la vecchia Guardia, tutti alti e possenti, sembravano una legione di giganti; truppe <la (JUadrato, da sc bicrarsi come una muraglia nella difesa ad o ltranza ; truppe da leggenda napoleonica che, aggrappate alle trincee o distese sui campi, sembrava no scolpite nel travertino per un bassorilievo immenso. L e spighe più alte sono le prime a cadere; e quanti n e falciò la battagli a! e:


39 2 " Figure di titani cd anime di Fanti , riserva eroica, pronta a rovesciarsi nella mischia come un torrente di giovinezza, od a serrarsi. petto contro petto, in una barriera irta di baionette; dalrlsonzo al Piave. dalle spiagge alle montagne, difese run e le fosse, com1uistò tutte le trincee, popolò tutti i camposanti ,,.

La necessità dell'i stituzione dei Granatieri venne così ricordata

dal co mpianto ge nerale lltlehrando Fiocca (1). Dal nome d'un frutto notissimo trasse il proprio, nel pieno del secolo XV, un ordig no di guerra nuovo, cons{stentc in una sfera di ferro o di g hisa ripiena di granelli di polvere, che gli uo min i in guerra lanciava no co ntro il nemico, dopo aver dato fuoco ad una mi ccia c he. alcuni i~tanti dopo. provocava lo ~cappio di quella primissi ma ,. homha a mano 1,. G li sc rittori militari del secolo XV e del principio del secolo :XVI p:irlano freL1uentemente di " bombe volanti " , specialmente impic~atc negli assedi e rese nen.:ss~1ric dal modo di combattere.: del l C l11 1)1l.

· II cos tan te e continuo perfeziona rsi delle armi da fuoco avev,1 t·inito, infatti, col far comprendere come il fuoco, e non l'urto, do\ D~c ra pprcscntare la parte esse nz iale del co mbattime nto, fin-0 ad a rri\·;1re alla c risi risolutiva. da estrinsecarsi solo negli ultimi ist:rnti con I" urto . L ':idozione della baionetta a ghiera ( r702) - permettendo d "unili care le Fanterie in modo c he ogni soldato potesse compiere tanto l'az ione a fuoco, quanto qucll:i d ' urto - fissò, in modo inequivocabile, il combattimento della Fanteria in una successione di atti di fuoco e di atti dì movimento, {ìno all' urto materiale d elle op11ostc sc hiere. ,, Pere',, siccome sempre è accaduto e accadrà nelle cose di guerra , a I conti 11110 accrescersi dcll' efficacia del fuoco. corrispose necessariam ente un anal ogo incremento nelle misure protettiYe degli uomini e quindi. di fronte al raffittirsi efficacissimo del tiro dell'avversario, ~i prnscì di ripararsi dietro a trincee, più o m e no rudimentali o solida-. m ente orga nizzate: onde si verificò che la guerra assunse forme caratte r istic he di g uerra knta, di logoramento, basate su una condotta lineare d ella battaglia (muro di fuoco) '). ( 1) Cfr. I. F10cu: " Le nobili Fanterie ·· .


393 Per conseguenza, i Fanti dell'assalitore, marciando contro il nemico, avevano l'efficacia del loro fuoco fortemente diminuita dalle trincee e lJUindi fu necessario ricorrere alle <( granate >1, alle ,e bombe volanti >1, cioè ad un mezzo che doveva permettere alla Fanteria attaccante, di battere il nemico al di là del parapetto delle trincee. Per ottenere che il lancio delle granate raggi ungesse la trincea e fosse fatto anche alla maggiore distanza possibile, furono scelti nei reggimenti di Fanteria, per lanciare le g ranate, gli uomini più forti e di più alta statura. l prescelti furono detti Granatieri. Con Federico II, con g li eserciti della Rivoluzione e, soprattutto, con Napoleone I, l'arte della guerra si differenziò profondamente da quella della prima metà del secolo XVIII. La guerra divenne di moviment9: cioè ardita e rapida, ricca di mosse e di manovre nel senso ddla fronte ed in quello della profon. dità; di modo che mancò il tempo per rafforzare il terreno dei campi di battaglia, mentre l'impeto dei nuovi soldati andava rapido e violento, dopo l'azione a fuoco, all'urto risolutivo. Sparita così la trincea, sparì, per conseguenza naturale, la granata a mano. Ma non disp:irvero i Granatieri nei divcr~i e~erciti d'Europa perchè a tutti sembrò dannoso il dovere rinunziare, per le lotte d'allora <: per le future, alle superbe tradizioni militari dei « Gra natieri "· Nella guerra mondiale I9 t'4 - r918, riaffermatasi la trincea, riapparve la bomba a ma no. Ma la mole ormai stragrande degli eserciti scesi in cam_po ed il wnseguente estendersi della linea delle opposte trincee fecero sì che la bomba a m a no non potesse più essere riservata ad una ,, élite >> di soldati di più alta statura; ma dovesse essere distribuita a tutti i Fanti. r Gra natieri continuano perciò a costituire una specialità della Fanteria, per le loro nobili tradiz ioni militari e per le gloriose gesta compiute nella prima come nella seconda guerra mondiale.

Ecco come Varo Varanini sintetizzava efficacemente la Storia dei Granatieri (, ). " Tre secoli di storia, di fedeltà, di g loria: ecco il primo, grande vanto di questa bellissima brigata della c1 bella fanteria italiana >,. ( 1) V.~Ko V .'\RANJ N!: « I Capi,

le armi , i combatlenti "·


394 " Quasi 7000 morti e 15.000 feriti! Per due reggimenti rappresentano un ben generoso olocausto! Li volle - nd 1659 - il Principe Carlo Emanuele II di Savoia, che creò in quell'anno il reggimento Guardie, denom inato successivamente, nel 1685, Granatieri dal Duca Vittorio Emanuele Il, appunto per la caratteristica di questi soldati, che, essendo alti di statura, meglio potevano lanciare sull'avversario bombe a mano o granate. •< Solo nel 1815, dopo la restaurazione cd il ritorno di Vittorio Emanuele I, ebbero la denominazione di brigata Granatieri di Sardegna, a ricompensa della fedeltà dimostrata durante l'esilio del Re di Sardegna. •< Tre secoli di vita e di storia indissolubilmente legata a quella di Casa Savoia, tre secoli di battaglie su tutti i campi e sotto tutti i cicli. Dalla guerra contro i Valdesi del 1663 - la prinu da essi combattuta - alla difesa di Candia negli anni 1665 -69; dalla guerra contro Genova nel 1672 alla nuova gucr.ra contro i Valdesi nel 1686; dalla battaglia di Staffarda nel 1690 contro i France.~i del Catinat a quella della Marsaglia nd 1693 contro le truppe di Luigi XIV; dalla battag lia di Chiari nd 17\H, di Luzzara nel 1702, di San fkntdetto nel 170\, a ll'assedio di Vercelli nel 1704, alla Vcrrua nel 1704 - 05, :1 Torino. assediata dai Francesi e liberata dal Principe Eugenio di Savoia nd 17o6; dalla spedizione di Tolone nel 1707 cd all"occupazionc della Si..:ilia nel 1713 - ,q con Vittorio Amedeo II e dalle battaglie di Parma e di Guastalla nel ITH, con Carlo Emanuele III, alla battaglia di Casrcldclfino nel 1743, di Piclralunga, di Cuneo e di Madonna dell 'Olmo nel 1744; daHa spedizione in Provenza nel 1746 alla gloriosissima A ssieua nel I 747, dove il colonnello di San Sebastiano, uno dei maggiori eroi, malgrado avesse rice\'uto per tre volte l'ordine di ritirarsi, gridò le memora nde parole: « In faccia al nemico non possiamo \'olgere le spalle l, , meritando. con questa ardita ini ziativa, il maggior merito della vittoria. ,. Ed ancora altre battaglie e altre glorie : sul Perns, :111 ' Authion, sul Varo, a Tolone nel 1793, sulle Alpi Marittime nd 1794, nella sfortunata ca111pagna contro il Buonaparte nel 1795 - <J), nella c1ualc il valore dei G ranatieri tuttavia rifulge, specie alla strenua d ifesa di Cosseria, agli ordini ciel conte Filippo Del Carretto, che anche il Carducci csalr<'>: contro il va/or repubblicano ... supremo fior de l'alber d'Alaumo stiè· Del Carretto ... (1


395 " Scoccano le fortunose ore della riscossa italica ed i Granatieri combattono e vincono nel 1848 a Pastrengo, a Santa Lucia, a Goito, dove, all'ordine del giovane Principe Vittorio Emanuele: •< A me le Guardie, per l'onore di Casa Savoia!>•, assaltano e fugano il nemico. E il tenente Riccardi di Netro, <.1uantunque circondato dai nemici. g rida: 1< Siamo noi forse gente da arrendersi? » . Nel 1849 a Novara : nel 1855- 56 in Crimea; nel 1859 alla Madonna della Scoperta: nel 186o da Castelfidardo a Mola di Gaeta; nel 1866 a Custoza, dove la brigata irriga di sangue monte Torre e monte Croce, meritandosi l'altissimo elogio del comandante nemico, l'Arciduca Alberto: « La brigata Granatieri di Sardegna ha eroicamente combattuto H . Prendono parte gloriosa anche alle campagne coloniali. Oltre trenta ufficiali e cinquecento gregari sono inviati in Eritrea: parte combattono ad Adua, dove il capitano Rossini cade da prode e viene decorato con medaglia d 'oro. Due battaglioni combattono in Libia, distinguendosi per slancio. energia e valore ad Henni, Ain - Zara, Bir Tobras, a Gargaresch, Sidi Said, Misurata. (( Ma olocausto ben più lungo e ben più cruento ttuello dei G ranatieri di Sardcgn::i nella granJc guerra. Continuità mirabile di valore e di sacrificio! •< Non appena giunta l'ora dell'assalto o guella della resistenza. non mancano i Granatieri, In fa11teria prolungata , come, scherza ndo, li chiamano i camerati delle altre Armi . " Varcano, tra 1 primi, l'antico confine e attaccano, fra i primi. nd giugno 1915, le ben munite lince nemiche nei pressi di Selz e nel luglio - agosto la q. 121 e la q. 85 dinanzi a Monfalcone. Occupano per primi Oslavia nel novembre e il 29 marzo 1916 vi respingono un violento attacco nemico. « Dal 29 maggio al 3 giugno lottano epicamente a monte Cengio, in val Canaglia, a Cesuna, a Magnaboschi. E sul Cengio è rimasto un monumento imperituro nella roccia - il salto dei Granatieri donde i superstiti del battaglione Morozzo della Rocca, consumate le ultime cartucce e spezzati sugli elmi nemici fucili e baionette, si hmciano nell 'abisso avvi nghiati all'avversario. Sono nell'agosto sul San Michele, che contendono vittoriosamente al nemico e questo respingono sino al Veliki Hribach ed al Pecinka; nel settembre COl1LJUÌ stano l'altura di San Grado, catturandovi 800 prigionieri. << Partecipano alle due grandi o ffensive del 19r7 sul Ca rso: nel maggio conquistano q. 1-35 e q. 219 di Selo e si oppongono ai rci te-


rati e violenti attacchi nemici per riprenderci quelle posmoni; nell'agosto si spi ngono oltre Selo, sino alla linea delle mitragliatrici avversarie. Nella lotta cruenta perdono ben r5r8 uomini. fra cui 50 ufficiali. ,, Nell'ottobre sono retroguardia estrema della 3" Armata, che ripiega al Tagliamento e al Piave, lottando contro l'imbaldanzito invasore, subendo gravi perdite sul Torre. al Tagliamento, alla Livenza, al Piave. Cade combattendo da prode, nei pressi di Lestizza, il colonnello Spinucci, comandante il :!" reggimento, decorato di medaglia d'oro alla memoria. L 8 nove mbre il 1° reggimento, attaccato da forti nuclei avversari, è in g ran parte distrutto o catturato. Riordinati, i Granatieri combattono ancora a Zen.m n di Piave nel novembre 1917 e a Capo Sik nel grnnaio 1918. « Non p:1rkciperanno alla grande battaglia del giugno, essendo tenuti sempre in r .ise rva. Ma combatteranno nel luglio per la riconqui sta del Piave Nuo\'O, subendo numerose perdite. Ed il w ottobre lo varcher:111no per attaccare e .i nseguire il nemico. L'ora dell'armisti zio li troverà ~i~ a San Giorgio di Nogaro. ,, I11ge11ti le perdite complessive -- fra le maggiori subìte d,illc nnsrn· ~: loriose brigate: 6457 caduti (fra cui 231 ufficiali), r .3.485 fe. riri (tra nri 117 ufficiali), alcune migliaia di mutilati. ,, E numerosissime le ricompense: medaglia d'oro e medaglia lrargento :illc bandiere di entrambi i reggimenti. Ed :ii singoli: 5 croci dell'Ordine Militare di Savoia, 11 medaglie d'oro, delle quali ben selle sul Cengio, 630 d'argento, 687 di bronzo, .'F5 croci al valore. ,, I I nemico, ammirato, chiamò i Granatieri: brigata d'assalto, ed agli uomini lunghi, superstiti di q. 111, il TO agosto 1915, furono presentate le armi. E dei valorosi difensori del Cengio scrissero con ammiraz ione tutti i giornali viennesi nel HJ16 " · Oltre al colonnello Spinucci e al capitano Rossini, c h e ~ià citammo. ricordiamo anche le altre medaglie d'oro: . tenente colonnello Ugo Bignami, eia Mibno, c he a Cesuna , solo superstite di tutti i suoi, impugna egli stesso un fucile ed abbatte successivamente un ufficiale e quattro soldati austriaci che lo premevano J 'appressù ; - capiiano Morozzo della Rocca, da Palermo, c he, circondato da forze nemiche soverchianti, battuto cb poderose e numerose artiglierie avversarie, senza viveri e senza rm;nizioni, contese rabbiosamente cd ostinatamente all'avversario, per più e più giorni, una po· sizionc di capitale importan;,,a; ed a coloro che gli chiedevano viveri 0


[,' 11,1 compag111c1 di Gn matiai pront,1

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399 e munizioni, rispondeva: Se i viveri e le munizioni sono {{/ dì lù del

nemico, baionetta in pugno, si va a cercarli; - tenente Vjncenzo Rocco, da Torre Annunziata, che, più volte ferito sul Carso, non desisteva dall'incitare i suoi pochi superstiti, tenendo salda la posizione aHì<latagli, finchè, colpito a morte, cadde sul terreno che non aveva voluto cedcn: di un palmo; - sottotenente G iovanni Stuparich, da Trieste, che combatte da prode a Monfalcone, ad Oslavia, sul monte Cengio; -, sottotenente Carlo Stuparich, da Trieste, fratello di Giovanni, che dopo strenua resistenza sul Ccngio, rimasti uccisi o feriti quasi tutti i suoi uomini e finite le munizioni, si dà la morte per non cadere vivo nelle m ani dell'odiato avversario; - sottotenente Nicola Nisco, da Napoli, e sottotenente Teodoro Capocci, da Lioni (Avellino), che combattono da prodi e cadono eroicamente: l'uno a Malga della Cava e l'altro a Cesuna. E, dopo g li ufficiali, gli splendidi gregari, altrettanto degni di passare alla storia : - Granatiere Agostino Setti da Robecco Pavese che, incaricato <li recapitare un orrune, viene colpito a morte durante il tragitto, ma, conscio della gravità <lei momento, raccoglie- le sue ultim.; energie, si trascina fino al Comando designato e spira mentre recapita l'ordine, assicurando, con l'eroico sacrificio della propria vita, il buon esito del combattimen t.o; - Granatiere Alfonso Samoggia da Bologna che, invit;ito a chiedere rinforzi e saputo che non ve ne sono disponibili, ritorna dal proprio ufficiale e, quantunque ferito a morte, ha tuttavia la forza di dirgli, con epica menzogna: « Tenente, i rinforzi arriveranno; re.risto fino alla morte! l> .

M:i. la necessità di non dilungarci troppo in facili citazioni ci fa reputare prcferibile lasciare la parola ad uno dei più glo riosi G ran;1tit:ri, ali 'eroe di Trcscbè e di Cesuna, alla medaglia <l'oro generale Ugo Bignami, che continuò a dedicarsi , con immutabile fede, fino all 'ultimo respiro della sua vita, al culto delle tradizioni dei Granatieri ed al ricordo immortale delle loro gesta (1). (1) Uco Brc:--iAMI: « I Gr;111aticri Ji S::irJegna in:ite, 1928.

>•, Annu:irio ddlc Forze Ar-


'-I() ()

Vogliamo qui ri:1ssumcre quanto egli scriveva, nel 1928, sull a partecipazione dei Granatieri alle guerre coloniali cd a quella italo austriaca 1915 - 1918. •< Breve il tempo trascorso in colonia 18 mesi circa - da due battaglioni Granatieri; ma ricchissimo di magnifici episodi di valore. « La snerv;:rnre vita di trincea nei primi mesi dell'occupazione, il fierissimo morbo colerico , che fin dai primi giorni tolse ai bravi Granatieri il loro Comandante, maggiore Gregori , l'aiutante maggion: tenente Osti e parecchi compagni, non valsero a diminuire l'entusiasmo col Lluale erano partiti; anzi queste contrariet~1 servirono a vicppiù cemcnt:m: l':,Hetto e la co mpattezza fra i com1xmenti c1uci hdli~simi reparti. prcp:1randone l' animo ed il corpo :ii futuri ~imcntì. ,, Dallo sharco a Tripoli alla rnarcia nell'oasi insidiosa, dalle trincee di Feschlum e di H enni all'avanzata di Ain - Zara e di Bir ·rohras. da (; :irgarc~c a Bu Meliana . dallo sbarco di Macabcz alla prp a di Sidi Said e di Sidi Alì, dallo sbarco di Zuara all'occupazione di Sid i Abdcsamad e di Bu Ag-ilah, è tutta una magnifica storia di ero ismi. di glorio si c:pisodi, di nobili sacrifici, dei lluali t]uei t1uadr:1ti ba1taglio11i dettero diuturna pro\'a. mostrandosi veramente deg ni dd g loriosissimo passato ed ;11I'altezz :i delle loro tradizioni ...... . ,. Anche in Africa settentrionale i Granatieri offrirono, con molto .;;i 11g11c generoso, il loro tributo :1lla Pat ria. ,, I co ngedandi della classe 1888. all'atto del loro rimpa trio, lanciarono dal loro trasporto Il Sannio una bottigl ia che, raccolta per caso sulla costa <Li un tenente dei Granatieri, conteneva un affettuoso saluto diretto dai congedandi ai loro ufficiali: umile, ma sicuro documento di devozione è di fedeltà. ,, Col patrimonio di così superbe tradizioni, i Granatieri si trov:rno, nella primavera del 19r5, ad affrontare la terribile guerra. si tro\"a no di fro nte ad un sacro impegno d'onore ... Ma gli esempi fu). gidis, imi di (p1asi tre secoli di storì~1, lo spirito di C:orpo, che cementa i battaglioni, le ragioni sante della guerra ~ervìranno a renderli ben deg ni Jci lo ro glo;iosi predecessori.,, C(1mc ha ris1xlslo b brigata Granatieri a tan te giustificate speranze ~ ,. Semplicemente così: G.5·F caduti; I 3.485 feriti ; 1 croce dell'Ordine Militare di Savoi:1 ;


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2 medaglie d'oro e 2 medaglie d'argento alle bandiere; 6 citazioni d'onore nei Bollettini del Comando Supremo: 52 elogi agli ordini del giorno dei Comandan ti delle gra ndi

Unità. « Tutto questo per riconoscere il valore dei reparti. A pn:cisare quello dei singoli, vennero concesse, durante la prima g uerra mondiale: 5 croci dell'Ordine Militare di Savoia, IJ medaglie d'oro, 630 d'argento, 687 di bronzo, 315 croci di guerra al valor militare, 188 promozioni per merito di guerra. <' Partita da Roma piena d'entusiasmo il 21 maggio del 1915, inquadrata con esperti ufficiali. e costituita di scelta truppa, la brigata Granatieri si avvia alla frontiera, desiderosa di misurarsi con l'eterno nemico, appostato ad attenderla. Il 24 maggio varca l'iniquo confine. Nella notte sul 5 giugno forza l'Isonzo tra il g ran ponte della ferrovia di Cervignano ed i molini di Colussa. Il giorno 8 nrnove all'attacco di Monfalcone, che occupa il g iorno successivo, cominciando a seminare la via di gloriosi caduti. Muoiono il valoroso magg iore Manfredi, rion pachi altri ufficial i e molti Granatieri. •< La brigata si aggrappa subito ai primi gradini di quel Carso insidioso, che clm:rà poi irrorare di tanto sangue. Pass;1no circa due mesi in continui combattimenti e piccole azioni di guerra, che mietono altre eroiche vite. Muore da valoroso il sottotenente del 2'' Granatieri Remigio Trincheri, con una piccol a pinza tagli,ifili alla mano, mentre sta tagliando i reticol:iti di filo spi nato, per aprirl' un varco all'attacco di una posizione. << Il ro agosto il 1° Granatieri sferra un paderoso assalto contro la posizione fortificata di q. 121 di Monfalcone, e, <lopo sanguinosissima lotta, la occupa. Ma l'Artiglieria austriaca reagisce violentemente ed impedisce l'arrivo di adeguati rincalzi per mantenerla . Muore da eroe il tenente colonnello Coppi del r" Granatieri che, ferito gravemente all'addome, nulla dice della ferita e continua ad incitare i Granatieri al combattim ento, finchè, esausto, si abbandona alla morte. I superstiti del battaglione attaccante sono fatti prigionieri; ma ad essi il nemico, ammirato da tanto valore, presenta le armi. Maggiore onore non poteva toccare a quei valorosi 1 « Dopa un breve periodo di riposo, la brigata, ricostituita dopo le gravi perdite subìte per i combattimenti e per il colera, raggiunge. nell'ottobre, il settore più sanguinoso della g uerra : quello del Sabotino - Oslavia, ben noto a tutto l'esercito. Meriterebbero ampia narrazione g li infiniti episodi di valore compiuti dalla brigata in tJt1elle


tormentate posiz ioni; ma lo spazio, troppo limitato, mette un inesorabile veto. ,, Dal 24 ottobre al 23 novembre, con un tempo permanentem ente avverso, la brigata sostù a macerare nelle viscide, fangose trincee di O slavia, wrmentata, oltrechè dal nemico, dall'intenso frc<ldo e dalla gelida pioggia. 11 colera riprendeva la sua opera di disorganizzazione dei reparti ed .i congelamenti, per la ri gidit:t della temperatura, completavano l'opera demolitrice. Ma lo spirito di Corpo ed il \'alore degli ufficiali e dei Granatieri ebbero ragione di tante avversità. (< Il g iorno 11 novembre era commesso ad un reparto com posto di Granatieri offertisi volontariamente e che prese poi il nome di Compaguia ddla lvforlt:, l'arduo compito di impadronirsi dal rovescio della im portanti ssima .. più volte invar.o attaccata - posizione di CJ. 188. Ne ebbe il co1n:rndo il valoroso capitano Guala. Egli si recò sereno :1 tentare la difhcik impre~a, per quanto, dato il carattere dell'azione:. egli a\'esse le maggiori probabilit~1 di lasciarvi la vita. E ve la lasciti. infatti, con ragguardevole parte dei suoi Granatieri, senza tultav i:t riu sc ire ncll'intcnlo ,l . Il g io rn o 2 0 .il J battaglione del 2 ·· Gra natieri. affranto dalle fati che di molti giorni di trincea, tormentato dalla pioggia e dalla neve, decimato dal colera; ma col d esid erio viYissimo di potere· .llfine :,vere ragione dell 'avversario, si lancia d i sorpresa all'attacco della ritenuta impren dibile q. 188. Il balzo d ei Granatie ri sorprende il nemico, lo travolge e lo fug;1. Il capitano Luraschi, una del.le più belle figure della brigata, si avventa contro gli uomini del Comando austriaco che, sparando dall e feritoie d ei loro comodi ricoveri, tentavano re~pingcre l'assalto ; ma il bravo ufficiale, seguito cb due soli po rta ordini, comincia a sparare col moschetto cd uccide il comandante del battaglione, un comandante di compagnia, l'aiutante mag/!iore ed il medico che più di tutti si accaniva nella difesa. Eliminati g li ufficiali , b truppa è fatta prigioniera senza molta difficoltà. G li altri battaglioni d ella brigata rincalzano il battaglione attaccante e la posizione è definitivamente presa e mantenuta, malgrado la reazio ne viol entissima del nemico. L ' azione costò moltissimi morti e fe riti, fra i ~p1ali ultimi il comandante del battaglione, maggiore Bignami. Fra gli innumerevoli episodi dì eroismo e di dedizione al dovere ci basti ricordare quello di una pattuglia di 15 Granatieri, al comando di un ufficiale e di un graduato che, spint:1si in ricognizione fino


alle linee nemiche e preso contatto con l'avversario, perdette quasi subito l'ufficiale per ferite ed il g raduato perchè ucciso. li Granatiere Fabio Tognctti, del 2" reggimento, facente parte della pattuglia rimasta senza comandante e senza graduati, alla quale si cr:rno aggregati alcuni soldati del 71° reggimento Fanteria: 25 uomini in tutto, avuta la chiara visione del difficile momento, si pose sul ca po il ber-

Un reggimento Granatù:-,·i in parata .

retto dell'ufficiale ferito ed esclamò: ~< Ragazzi , qui comando io! ,J e, con quel pugno di uomini, tenne a bada 11 nemico per oltre sette ore, finchè un reparto di rincalzo non venne a liberarlo. Questo valoroso fu poi premiato con medagli;1 d 'argento al valor militare. La brigata, ridotta a pochi effettivi, sfigurati dalle veglie e dai disagi, laceri, ma sempre fieri, venne ritirata dalla linea per ricostituirsi; ma poco dopo fu richiamata a riconquistare alcune posizioni su quello stesso infernale settore del Saboti no - Osbvia. Vi accorse e col consueto slancio scrisse una novella pagina di gloria; ma pcnkttc


molti altri ufficiali e molti Granatieri nella mischia furibonda del 29 e del 30 marzo 19r6. L'attacco austriaco dd 29 marzo, preceduto da una f<,rmidabilc preparazione di Arti glieria, che port<'> dovunque la distruz ione e la strage, trovò l'anima dei Granaticri ancor salda ed , allorchè le truppe nemiche marciarono all'assalto, credendo di trova re soltanto cumuli di macerie, di cadaveri e di feriti, da finire con k: mazze ferrate, trovarono, invece, la brigata> che come un sol uomo scattò dalle sconvolte trincee e, con energico contrattacco, le respinse al di là delle posizioni di partenza, incal za ndole ed annientandole con brillantissimi attacchi alla baionetta. Bellissimo, fra gli innumerevoli episodi di valore svoltisi in questa occasione, fu ljudlu Jd sottotenente Mario Perrini del 2° Granatieri, decorato di una medaglia d'oro, la i:uì motivazione verrà riportata integralmente nel capitolo dedicato agli ufficiali ed ai Granatieri insigniti di così alta ricompensa.

D nrn poche ~ettimane passate in seconda linea, la brigata. nuovam cnte ricostituita, nella seconda metà del maggio 1916 venne d'urgenza chiamata sugli altipiani per concorrere ad arrestare la poderosa offen siva austriaca che, sferrata il giorno 15. aveva raggiunto il suo massimo sviluppo. In lluesta occasione i Granatieri scrissero nella loro Storia la più

bella pag ina. In soli sei giorni di crnentissima lotta essi meritarono, infatti> 7 m edag lie d'oro> r croce dell 'Ordine Militare di Savoia, 70 medaglie d 'argrnto. 74 di bronzo ai si ngoli. La brigata, per la sua eroica condotta, fu c itata al! 'Ordine del giorno del Comando Supremo. Essa, che aveva combattuto sopra un fronte di ben 14 chilometri, dalla cim:i di monte Ccngio al k estreme pendici del monte Lemerle, b sciò su quelle aspre e dirupate balze il fiore delle sue truppe. Nelle sole <rio rnate del 29 e :,·'o mauoio è del 3 e (i griuono, la brigata perdette t,t, L"> 82 ufficiali e 1.922 Granatieri, tra morti e feriti, vale a dire il 41 per cento degli uf fìciali ed il 33 per cento dei gregari. Queste cifre, nella loro tragica eloquenza, dimostrano l'accanimento della lotta e la tenacia d~Ua resist~nza opposta al nemico dai Granatieri . Dopo un periodo di riposo dì 50 g iorni, durante i quali i reggim enti decimati si ricostituirono, la brigata ritornò ancora una volta ~

I

(.


suJ Carso, nel tormentato settore del San Michele, dove com pì nuovi , gravi ssimi sacrifici di sangue. 1n soli dicci g iorni, d al 6 aJ 16 agosto 1916, le perdite della brigata furono, infatti, di n4 ufficiali e 2.893 G ranatieri , tra mo rti e fe r iti . L a brigata sostò nella zona del Sa n Michele, del Pccinka , del Vcliki Hribach, di Hudi Log fino alla metà di dicembre. Q uind i lh

Le truppe italiane sbart"ano nel

porlo

di T rieste.

vette nuovamente ricostituirsi, per t ro varsi, il 24 m aggio del 19 17. sc hierata in p rima linea sul Carso, con obbiettivi le q uote 219, 24 r e 235, in direzione di Selo. Fu q uesto il perio do più g lorioso per la br igata, perchè fu ta!c e scrisse il Big nami tanto il valore dimostrato dai suoi componenti che, non potendo premiare tutti i singoli, furono f rcJ..,11ate della più ~tl ta ricompensa al valur m ilitare le bandiere dei reggimenti. Anche in g uesto periodo i morti ed i feriti si contarono a migliaia e si compirono innumerevoli atti di valore, come dimostrano le rico m pensc conferite ai singoli : J croce dell'Ordine Militare di Savoia, 2 m edag lie d'oro, 177 d 'a rge nt o, r55 di bronzo. Ri acquistata nei g iorni di riposo la necessar ia ef fìcienza, la brigata ritornò in linea il 20 ottobre 19r7, raggiunge ndo Rom ans e Vers;1, sulla g rande strad a cli Palmanova - G radisca, per partecipare, pochi gio rni dopo, a quella tragica ritirata, dura nte la quale i G ra natieri

27.


contrastarono palmo a palmo il terreno all'invasore, combattendo strenuamente a Flambro e sul Tagliamento, per poi, nell'ora so spirata della riscossa, avventarsi contro il nemico fra i due Piavi e partecipare q uindi all'ultima, decisiva \'itto ria. Durante la prima g uerra mondiale la brigata Granatieri era stata sette volte decimata e sette volte avev~1 tratto dalla fedeltà alle sue tradizioni e dal valore dei suoi soldati il privilegio di essere dovunque al posto d'onore, a quello del maggior pericolo e delle più gravi responsabilità.

Commossi e riven:nti, a~cohiamo ora la voce stessa dei gloriosi Granatieri caduti, gli ammonimenti supremi. che essi seppero tramandarci con le loro lettere o coi loro testamenti moral i; documenti, t}uesti, che ben dimostrano come, anche nel pericolò e nell'imminenza della morte, l'ultimo loro pensiero fosse rivolto alla Patria. C.,1>1TAKO 1" GR,\NATIE.RJ CAMILLO

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R.wnu. (Caduto il 19 ago-

•( Ge nitori amat1ss1m1. " Ecco giunto finalmente (come le amiche lenere d'infan zia) il ~iorno del gran cime nto. Il nostro colonnello ci ha annunciato che domani ~i va all 'assalto. E ra ora per bacco! Ero stufo di far la parte di attore che non parla. ,, Domani debutto! ,, La parte l'ho studiata, l'impresario (il mio colonnello) mi dice che è comemo e quindi, se ... n on mi prende il panico del pubblico, spero ottenere il successo. Ma bando alla burla, per quanto no n mi senta per nulla impressionato. Io spero che tutto vada bene, m a, mia cara m;1 mma e mio caro papà, fra le probabilità vi è anche quella che più non mi sia dato venirvi ad abbracciare. ,, Vi prego di essere forti e di non piangere. Ricordate\'Ì la Causa per h1 tJualc ho <lato la vita ed, a tale pensiero, le vostre lacrime d ebbono asciugarsi. Pen sate alle migliaia di altri figli italiani, che con mc hanno dato la vita oggi stesso per la stessa Causa ed il vostro dolore, amatissimi genitori , dev ·essere alJeviato. (• I genitori di chi muore p er la Patria non devono piangere; hai capito, mammetta? ...


« Del resto, credetemi, non è tanto doloroso nè fisicamente, nè moralmente il morire. Se ne togliete, ben inteso, il dolore di dover lasciare chi vi ama e tanto vi ha amato e tanto - troppo forse ha fatto per voi. << Il mio maggior ringraziamento, la mia maggior riconoscenza, oltre che per l'immenso affetto che sempre mi avete dimostrato, è per avermi data un'educazione tale che mi permette - senza vana millanteria - di affrontare il pericolo quasi senza p reoccupazione. •< E' qui, di fronte al pericolo, vi assicuro che subito si conoscono i nati e cresciuti in ambienti gretti, egoistici e privi di qualsiasi ideale. « La vostra fu una cura omeopatica, piccola, ma costante, a continue dosi di patriottismo, di idealità patriottica e soprattutto d 'italianità, che oggi dà i suoi buoni effetti. Sia dunque per voi la gloria e soprattutto la riconoscenza dell'Italia e degli Italiani! ,, Addio dunque, tutti i miei baci, tutti i miei abbracci. ,, Addio, mammetta, addio paparino. « Il vostro affettuosissimo figlio Milotto. « Viva l'Italia! Viva l'Esercito! ,>.

C APITANO 1° GRANATIERI

tino, il <t

AnoNE RAI NALDI. ( Caduto sul Sabo-

novembre 1915 ).

18 giugno 1915.

Io non penso alla mia fine con rammarico profondo ; tremo per papà e mamma, tu lo sai ... <• •• • Di morire la necessità incombe su noi tutti fin dalla nascita: quel che dunque io posso aver fatto è già molto - se deve ba. ... pazienza . I. vivran . ., I.... stare, e sia g !"I al tn. d"1 pm 1, •••

(< Se morrò, desidero che non si finga ciò che non è: che non si parli di eroismi che non esistono o di virtù che mancano ... morrò, nel caso, perchè anche degli altri morran no, e perchè molti in questa g uerra devono morire. " Un ufficiale che compie il suo dovere deve distinguersi dai suoi sottoposti. Se non lo fa, non è più un ufficiale e quindi, se anche, m orendo, la mi a famig lia ricevesse qualche medaglia al valore, rimanga essa a pr~va soltanto che io fui al mio posto: il resto sà rebbe una finzione ingrata per me nell'al di là. (< A te l'incarico, se vorrai, di continuare la stirpe nostra ; e, se avrai un bambino, mettigli nome Attone >>.


Tr:Nl'NTE NEL 2'' GRANATIERI Ezio NERI. ( Morto in ro11scgm·11za di ,wveic11nmc1110 da gtu asfissianti, il 16 febbraio 1920 ).

" Zona di g uerra , 5 maggio 191 8. " Carissimi.. " perdonate se, in questi ultimi giorni, vi ho scritto poco, ma ho dovuto spos1:1rmi col h;1ttaglionc. Inoltre ci siamo recati ad una solenne commemorazione, ddl:i llualc avrete fo rse avuto notizia dai giornali . ,, La cerimonia della lp1:1k vi parlo t: stata veramente mag nifica e degna. ~. Siamo ~iati a C mluza, ad onorar vi i nostri predecessori, i Granatieri Ì\'i caduti nel 25 luglio 1848 e nel 24 g iugno 1866, combattendo con l"odi:ito nemico, che andic noi fìgli siamo oggi chiamati a com battere e comhatt crcmo ad oltranza, fÌno all :t sua w mpleta d ebel h z ione:. ,. La lcrinw 11 i:i è ~tata davvero suggestiva: prima la messa all'a perto, cui i no~tri hra\·i e baldi Granatieri h:tnno assistito silenziosi e (IJ lllllH> ,, i. Si sarebbe potuto udi re il ro nzio di una mosc:1; anche nell';111d.1rl' 11ùrn n rumore, nessun fruscio di chiacchiere: solo quello d el 110~1ro p;1sm c:idc nzato, prod<Jtto <lai c hiodi dei no~Lri ferrali 1..,alz:iri: poi un r ln·ato discorso del nostro comandante la Divisione, .!.'c m-r:,k Pennella ; in fine, a tutta voce. il ca nto del nO$tro inno, pure t.111t1) suggcstirn, che ~i è ~prigionato da migliaia di giovani e robusti p:..'ltl:

" E ht gr,11111tn noi portiam - Soprn all'elmelto - E gli alamari belli .wl rollctt.o - E mll'elmctto ,,bbiamo I,, grimat.1 - E il 11ome .,111110 ddl'ltnlia amat,1 Abbiamo in cor ,, . " Sono parole del ritornello : l'inno è un complesso di esalt:tzione per la Patria, la f amig li:1. il Re. Non dimenticherò mai la solennità di questa severa cerimonia, che ha valso a sollevare anche maggiorm e nte il mio morale ... ,.. TE ~E:-;TE NEL 2 '· GRANATIERI TEODORO C.wocc1. (Caduto a q. del Crngio. il 3 giugno ,916. M edaglia d'oro) .

,. :?-t dict:n~l>re

11 52

1915.

" ... A11che noi ·qÙi abbiamo, alla mcgho, organizzato una festa per domani: un immenso albero cli Natale pel battaglione intero, dal quale penderanno domani tanti doni guanti sono i Granatieri: doni per tutti.


'( Vi sono anche dei do ni di valo re, co mperati coi soldi m essi da pa rte alle allegre m en se e si sono racco lte d ai tredici uffi ciali ora presentì diverse centinaia di lire - circa tre e m ezzo - e oggi il huo n Sinigaglia, m. 1,98, campio ne mondiale di ca nottagg io, è andato ad Udine con una carretta da battag lione, a comprare orologi, fazzoletti, portafogli e ogn i ben di Dio . « Io, poi - tanto di denaro ne ho fin t roppo per mc - visto c he la pelliccia m e l'ha passata il buo n G overno - ho voluto rcg:il are anch'io qualche cosa al mio bel plo toncino e dom a ni pre~c n terò ai miei soldati <.Juattro colossali z amponi -- sono trent:itrè uo min i ! che ho m andato a comper are a U dine. Sono i più belli ! Poi ho tlltto predisposto perch è do m ani facci an o pranzo tutti assiem e. Ho fatto costruire una colossale tavola nell'attua le c;imerata - un hcl g ranaio - ho requisito a dritta e a m anca sto ,·ig lie, mensali , ccc. e dom a ni una volta tanto - m angeremo seduti e con un pia t to ! Felicità per loro inaudita ! Mi ,·oglio no ta nto bene ora i miei valorosi G ranatieri e mi esprimono in tutti i mo di tutto i l lo ro affetto. T a nto che mi dispiacerebbe proprio di lasc iarl i. com e mi pot rchbe ca pitare ... ,, . S o TTOTENENTE DE I GRANATI ERI A uRELIO F RANc: t-lf . (

Caduto .ml

m om c Cengia, il 3 r maggio 1916 ). •< • • • Con fede sic ura in me stesso , con certezza della nostra finale vitto r ia, con ani m o lietamente en t11siasta , vado a misu ra rmi ancora col nemico. Chissà che il destin o non appag hi la m i;.i ambizio ne ! D o menica sco rsa sfilammo in parata con tlltta la briga ta: vidi appo rre una bdla med aglia sul pet to a ce rti miei co lleghi, assistei alla cerim o nia con un se ntimento d 'in vidia perchè essi sono più di m e, hanno m eritato più di m e ed un nodo mi serrava la gola. Ecco l'a mbiz io ne mia e di tutti. ,, Babbo, m amma, sordlc , no n state in pensiero, se no n scrivo: la posta non fu nzio na, io so no tranquillo e state sicuri c he no n mi accadrà n ien te , 11 Pregate per me, per g li uo min i che comando, pe r tu tti i soldati d 'Italia. « Immag ino che in Italia saranno allarmati pe r (]UCsti q uattro passi in avanti ch e ha fa tto il nemico e ch i sa com e esagereranno le cose ; m a no i, che siam o yuassù e che vediamo da vici no, non ne facciamo caso ... L e posiz io ni che occupiam o, no i G ranatieri , sono sicure cd è impossibile che ci facciano indietreggiare d i un solo centimetro, anche se vengono in numero mille volte maggiore. Per passare attra-


410

verso le nostre file, bisogna che prima ricopra no di cadaveri la vallata. lo, per difendermi , ho la rivolteHa ; i miei uomini la baionetta e vedrete che terremo testa ... << ••• No i vogliamo vincere e vinceremo. Non allarmatevi perchè uno stuolo di baionette vi difende. Viva l'Italia! Guerra e sangue finchè l' Austria non ~arà distrutta. Il dovere di ogni Italiano, oggi, è quello di prendere un fucile e di venire quassù. Vi è gloria per tutti ... (' Non allarmatevi, Dio mi proteggerà. Pregate per tutti noi c he vogliamo vi ncere e che, ~e dobbiamo m orire, moriremo da eroi. "Chi ha forza di so llevare un fucile, venga fra le nostn: fil e! " ... Io sono tranquillissimo del fatto mio e vi confesso che desidero più di essere al fuoco che qui dove sono. Non so dove a ndrem o; certo noi, che siamo truppa d '.malto, saremo mandati dove la lotta ferve m aggiormente. Non mi dispiace; anzi ne sono o rgoglioso. Noi che apparteniamo ai reggimenti del Re e ci sentiamo a tutti superio ri in tempo di pace. \'Oglia mo esserlo maggiormente in tempo d i g uerra. Le truppe scelte so no quelle che possono e debbono fare <li più. Il proprio dovere lo fanno tutti: noi dobbiamo fare più del dovere .. .... ,, So no gi{1 in marcia verso l'odiato nemico. Andrò nel punto ove ora fr nT m aggiorrnrntr 1a lotta: ì: il posto delle tru ppe più Yalorose e disciplinate. E' un o rgoglio du nque per noi . è un \'anto_ Se fossimo andati nel Trentino e no n aves~imo dov uto combattere, sarebbe stata per m e un a vergogna, un a urnilia:,,ionc. L 1 briga ta Granatieri vuolr sempre stare a contatto col nemico, decisa a vincerlo e<l a sbar agliarlo, oppure a morire ... Vogliamo e dobbiamo ricacciare il nemico, altrimenu v1,·rcmo senza onore ... •< Dove saremo noi, non passer:rnno se non sui nostri cadaver i... ,, Sulle nostre fronti sta scritto: Di qui non si p:iss:i: siamo proprio dove il nemico mjnaccia di più; m a gli fare mo pagar cara la velleità. Riprenderemo con duplicata energia la lotta che abbi,1mo .interrotta sull' Isonzo .... <• S i:1mu d oYe il nemico maggiorm ente attacca ; m a la promcss:1 che vi feci la manterrò: di t1ui no n si passa; la murag lia dei Granatieri no n si ahbatte ... •>. SonoTENENTE N EL 1'' GRANATIERI A1t,"ALt>0 Co~ N ELIO. (

Caduto

nei pr~ssi di Gorizia, il 18 novembre 1915) . « Genitori adorati « . •. Ho passato tutta la notte a guardare i nuvo loni vagare g ravemente pel ciclo piovoso, stando dietro una trincea di sacchetti a


terra, irta di baionette pronte a slanciarsi avanti, ove il nemico avesse avuto la menoma velleità ... E' bello, di una bellezza tutta particolare, esser solo, innanzi a tutti, coi propri soldati pronti , aguzzando lo sguardo nella notte buia, tendendo l'orecchio al minimo fruscìo ; sentirsi il primo baluardo, sottile, ma vigile, dietro cui riposano migliaia di uomini! Ogni tanto nel cielo vagavano fasci di luce con cui essi frugano inquieti la notte; ogni tanto si alzavano i palloncini luminosi con la loro argentea scintilla e poi buio e silenzio. « Nottata calma, anche la pioggia, che da giorni ci perseguita, ci ha lasciato, questa notte, in pace! ». SorroTENENTE

DEI

GRANATI ERI

AMEDEO

MARSIGLI.

(

Caduto a

Monfalcone, il 9 giugno 1915). < ••• i vostri lineamenti mi passano davanti agli occhi ad uno ad uno, mentre Jassù, dalle alte e rocciose creste del Tudaio, si dipar te il rombo dei grossi cannoni. ,e Vigilia di guerra. <• Il forte studia il terreno e: si prepara, i proiettili passano fischiando, urlando. Qua, alla frontiera, si tempra l'animo g iovanile e s1 diventa soldati. U n giorno non lontano caleremo dagli scogli del forte, o rmai inutile dopo tanta battaglia, e nel suolo nostro innalzeremo esultanti inni di gloria ... « N ei p: r:immo da voi, amici carissimi, con una fede nd cuore, con una speranza: ~apevamo ciò che ci aspettava e non temevamo. Siamo pronti ; il nostro cuore era agguerrito, ora abbiamo preparato il corpo. (< Vi lasciammo agli studi cari, al paese, alla bella Faenza e andammo lontano per un ideale alto e bello. ,e Quante volte, sulle rocce degli alti monti coperti di neve, dopo aver guardato con occhi di falco dall'aho la bianca frnca del con.fine, ci siamo rivolti indietro : vedevamo :illor:1 i nostri cari, i nostri amici, i concittadini tutti, vedevamo la Romagna forte e generosa. E ci pareva vedere su p er le mulattiere ncvate e ciottolose un esercito di prodi ; eravate voi tutti, o amici , e un grido ci sfuggiva dal petto: Viva l'Italia I Vi va la Romagna! n. 1

Potremmo riportare molti altri documenti , lasciatici dai Granatieri caduti sul campo; ma riteniamo sufficienti quelli g ià riportati, a comprovare i nobilissimi sentimenti, ai quali, anche negli ultimi mo-


4I2

menti della loro vita e nella piena consapevolc:21.:1 del loro sacrificio, seppero jspirarsi, in ogni tempo, i Granatieri di Sardegna. Anche nella seconda guerra mondiak, come abbiamo cercato di mettere jn rilievo nella parte terza dì questo volume, i Granatieri di Sardegna seppero scrharsi rcdcli alle loro tradizioni di valore e di fedeltà alla Patria e dimostrarono lo stesso impeto m:gli attacchi e la stessa tenacia nelle resistenze dei loro predecessori. Nei capitoli precedenti abbiamo potuto, infatti, ricordare le epiche gesta dd 3° reggimento Granatieri in Albania cd in Grecia e gli accaniti combatti menti da e~so sostenuti sul Kurvelesch. sul Golìco cd a Klisura, come :1hhia mo potuto ricordare anche l'impiego, sempre lodevole e redditizio. dei dUt: primi reggimenti Granatieri di Sardegna in i..JUakhc tc:1:ro di guerra ed in <1u:1lchc fatto d'arme della seconda guerra 111o ndialt c. soprattutto, nella tenacissima difesa di Roma del ~cuernhn: 1943, contro i Tedesc hi. Pos~i:11110. per conseguenza, ripetere che, anche se la gucrr;1 1940 - l(H5 non fu fortunata per noi, essa non ha interrotto le glorime tr.1di;., io11i dei Granatieri, ì tJuali possono affermare di aver compiuto ;111 c h c 111 (;rccia e nella difesa dell'Urbe tutto il loro dovere e di :l\uc. yu1ndi. diritto, anche nell'incerto presente, come nel lungo. f.! lorioso passato, all'ammirazione riconoscente cd alla sicura lìduci:1 dclh Pat ria. La rn ntinuità delle gloriose tradizioni ~i afferma. infatti. anche per i Granatieri di Sardegna. Gli t.:roici soldati dell'antico reggimento deila Gu:1rdia combatterono ,1 Staffarda cd a Marsag-lia con sfortunato ,·alore: ma \'Ìnscro all' Assictta nel 1747 e tramandarono ai Granatieri di Sardegna l't:~empio ddlà loro tenacia: esempio che, nella guerra del 1915 - 19r8, rappresentò un efficace incitamento ai difcnsciri di Osla,·ia, di monte Cengio e di Ccsuna, e che non fu dimenticato . neppure nella guerra 1940 - 1945, dagli eroici difensori delle posizioni da noi già conquistate in Grecia e dai Granatieri che si opposero. in difesa di Roma, all'ultimo oltraggio dei barbari.


VII.

NOTIZIE STORICHE SU CIASCUN REGGIMENTO DEI GRANATIERI E SULLE GUERRE DA LORO COMBATTUTE 1°

REGGIMENTO GRANATlERI DI SARDEGNA .4 me le guardie.

CAMl'J\GNE DI GUERR/\.

1672: Liguria. 1690 - 95: difesa della Savoia. 16<J<i : Va!enza. 1701: ~ucccssione di Spagna. 1718 - 19 : Sicilia. 1733 - 35: successio ne di Polonia . r74 2- 48: successione d'Austri a. 179.2- 96 e 1800: Piemonte. 1815: Grenobk. 1848 -49: prima guerra d 'Indipcndcnz::i. 1855 - 56: Crimea. 1859: liberazione della Lombardia. J 860 - 61 : Marche, Umbria, bassa Italia. 1866: liberaz ione del Veneto. 1911-1 2 : italo-turca. 1913-14: Libia. 1q 15 - 18 : italo - amtri;1ca. 1940 - 43: seconda guerra mondiale. RICOMPENSE r\L V/\LOR MILITARii

(non comprese quelle per il secondo conflitto mondial e).

ALia Ba11diertt: croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, 2 medaglie d 'oro, 2 d'argento, , di bronzo. Agli ufficiali e trnppa: 13 croci di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, 10 medaglie d'oro, 518 d'argento, 531 di bronzo, 131 croci di guerra. PERDITE JN COMIIA1TIMENTO

(non comprese t[Uclle per il secondo conflitto mondiale)

Ufficiali: morti 145, feriti 252, dispersi 69. Truppa: morti 3Jfa5, feriti 6.623, dispersi 2.370.


Festa del reggimento: 30 maggio. Proviene dall'antico reggimcnto delle Guar<lie, formato il 18 aprile 1659 dal Duca Carlo Emanuele II , con 4 compagnie del reggimento fomcesc di S.A.R., J compagnia bavarese Blanc Rocher, la compagnia Flcury e 6 compagnie Ji nuova levata. Formò la prima mezza brigata leggera dell'csercito piemontese, sciolta nel r799, quindi ~ nel febbraio 1800 - un battaglione delle Guardie, sciolto dopo la battaglia di Marengo. Il reggimento Guardie si ricostitul. nel luglio 18'14, col ritorno di Vittorio Emanuelc J nei suoi Stati di terraferma, ordinandosi dapprima nella brigata G ranatieri Guardie ( 18 16). q uindi nell a brigata Guardie, della quale formò il 1" reggimento (Granatieri) il 25 ottobre 1831. li 25 aprile 1850 la brigata Guardie assunse la denominazionc " Brigata Granatieri " : quind i, nel 1852, <-1uclla di ,, G ranatieri di Sa rdcgna ,._ Soppressa questa dal r87r al 188 1 ed in tale anno ricostituita. presc con l'ordinamento 1926 - l'ordinativo di XXI brigata. 11 ,., reggi mento Granatieri di Sardegna vanta una splendidJ. tradiziu11c f,,n , Ll.t sui fatti d':irm e. ai qu:ili partccip<\ valorosamente: dalle lo ntane ~uerre tra Piemonte, F rancia e Spagna nel XVII secolo, all'eroica difesa di Vercell i, della Verrua, cli Chiyasso, alla battagl ia di Parma e Gua~tall a, ai combattimenti di Casteldelfino t' di Madonna dell'Olmo, all a memoranda difesa dell'Assietta. Prese parte :illa guerra 1848- 49; alla campagna di Crimea 1~55 · 185(,; a quella del 1859, battendosi a Madonna della Scoperta cd ;t Peschiera, alla campagna del 1860- 61, meritando due medaglie di bronzo alla presa di Pcrugia e la medaglia d'oro a Mola di Gaeta: alla guerra del 1866. a Custoì'.a ; concorse alla formazione di 4 battaglioni di Fanteria d'Africa per la guerra 1895- ~ ; meritò la medag lia d'argento di benemerenza per l'opera s\"Olta nel terremoto

del 1908. Prnc partc, col I!I battaglione, alla guerra italo- turca cd_ alle operazioni in Libia degli anni 1913- 14 e combattè valorosamente nella guerra 1915 - 18, segnalandosi nc! le trincee di Monfalcone, sul Sabotino, ad Oslavia, sul monte Cengia, e meritando la medagli a d'oro al valor militare per le fulgidissime pagine scrille in Trentino, con grande sacri ncio di sangue e con insigni atti di valore. Nella guerra italo- etiopica T935 - 36 invii'-, complementi ai reparti mobilitati in Africa O rientale.


Nella seconda guerra mondiale, dopo essere stato schierato sulle Alpi, combattè in Slovenia ed in Croazia; jnviò reparti in Tri politania cd in Russia; nonchè un battaglione in Albania, contro la Grecia. Partecipò eroicamente alla difesa di Roma nel 1943.

REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA A me fr gua,-die.

CAMPAGNE .DI GUERRA.

1672: Liguria. 1690 - 95: difesa della Savoia. 1696: Valenza. 1701 - 12: successione di Spagna. 1718 - 19: Sicilia. 1733 - 35: succes-

sione di Polonia. 1742 - 48: successione d'Austria. 1792 - 96 e 18oo: Piemonte. 1815: Grenoble. l 848-49: guerra d'Indipendenza. 1855-56: Crimea. 1859: liberazione della Lombardia. 1860-61: Marche, Umbria, bassa Italia. 1866: liberazione del Veneto. 19u - I2: italo-turca. 1915 - 18: italo - austriaca. 1940- 43: seconda guerra mondiale. RICOMPENSE AL VALOR MILITARE

(non comprese quelle per il secondo conflitto mondiale).

Alla Bandiera: croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, medaglia d'oro, 3 d'argento. Agii ufficiali e truppa: 12 croci di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, u medaglie d'oro, 531 d'argento, 528 di bronzo, 107 croci di guerra. 1

PERDITE IN CO.MBATilMENTO

(non comprese quelle per il secondo conflitto mondiale).

Ufficiali: morti 151, feriti 457, dispersi 35. Truppa: morti 3.567, feriti 7.840, dispersi 2.290. Festa del reggimento: 30 maggio. Inizia la sua tradizione militare con quella dell'antico reggimento delle Guardie, associandola a quella del 1" reggimento Granatieri.


Si costituì col nome di " Reggimento di SarJegna ,, il 13 lug lio 1744, rimanendo col Re di Sardegna durante l'occupazione francese del Piemo nte. Alb restaurazione si trasformò, nell'aprile del 1816, in ,( Reggimento Cacciatori - Guardie ", composto esclusivamente di Sardi ; ttuindi - col nome di " Cacciatori ,, - formò il :!'' reggimento della brigata Guardie, ~egucndone le sorti. Il , 4 ottobre 1848 prese il nome di " 2 " Reggimento Granatieri " : nel 1852 aggiunse la t1ualific 1 " Ji Sardegna ", soppressa con la brigata nd 1871 e ripristinat:1 poi con l'ordinamento 188r ; formò (lt1indi, in virtù dell'ordin amt nto 1926, la XXI brigata. li :t reggimento Granatieri partecipa, per la comune origine, alle glorie acquisite in numcro~c campagne dall'esercito dell'antico Piemonte. Prese partl' alla .~uerra d' indipendenza r848 - 49, aUa guerra in Cri1rn::1 185") - ')(1. a Ila cam pagna 18:io - 6 1, meritanclo una meda~lia d"argento al \':tlor milit:m: a Pnugia cd una medaglia d'oro a Mola di C ae t:i. :ilb guerra dd 1866 ed a Custoza ; concorse alla form:izio11c dn h:1 u:iglioni di Fanteria d'Africa per la guerra 1895- 96; p:irt cci pt', rnl I h:1tt:iglionc alLi campag na italo - turca. 1)11r.111 tc la gucrr:1 italo - austriaca 19 15 - 18 gareggiò in bravura '-·oi 1 11..·.~ ~Ì , 11t 11l,.1 , (.. ul . .1u:dc . .ii\·isc le ,nr:i~ romh:1ttendo v:-tloro~:1111t:nt <· ~ul Carso. sulrI ~onzo, in T rentino, sul Piave e a Vittorio V et1l'l 11. mn it:111do la suprema .ricompensa al valor militare, la medaglia d "oro, per l'eroica dife~a elci Ccn~io d ura me J'offcnsin austriaca del Tren tino. Concorse, con l'in vio di complementi uflìciali e truppa, alla ~ucrra italo-etiopica HJ'.ì5 - 36. Durantt· la second a guerra mondiale, dopo essere stato schierato nelle Alpi , combattè in Slovenia cd in C roazia; inviò reparti in Tripolirania cd in Rmsia e concorse con un battaglione in Albania alle gloriost.: gesta del reggimrntn.

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f

REGG IMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA .4 mt' lt' gua,-die. C ,\ MP., G NE DI G CERR.~.

1935 - 36: guerra italo - etio pica. 1940 - 41: guerra contro la c;rccia.


RICOMPENSE AL VALOR MILITAR E

(non comprese quelle per il secon do conflitto mondiale). Alla Bandiera : croce di. cavaliere dcll 'Orùinc Militare di Savoia. /lgli uf ficìali e truppa: 2 medaglie d'argento, 3 di bro nm.

PERDITE IN COMBATTl~tE N TO.

Ufficiali : morti 25; feriti o congelati 64. Truppa : morti 353; feriti o congelati 1542. Festa del reggimento.: 3ù maggio.

Il 3° reggimento Granatieri di Sardegna fu costituito nel 1926 su due battaglioni, rispettivamente del 1 ° e del 2° reggimento. Per la sua formazione partecipa quindi alle a ntiche glorie della brigata , alle oual i aggiunge la campagna italo -etiopica del 1935 - 36, per aver preso parte alle operazioni ddla Divisione Sabauda sul fro nte Nord col I battaglione del reggimento e per avere fornito n u merosi complementi uthciali e truppa ai rcp;irti mobili tati in Africa Orientale. Fece parte, nel 1939, del Corpo d'occupazione in Albania. Durante il secondo conflitto mondiale partccip<'> con molto onore alla guerra contro la Crec ia, distinguendosi sul Kalamas, nella lunga e tenace resistenza sul Kurvelcsc, sul Golico, sul Trcbcscine~, sullo Scindeli e nella decisiva battaglia di Klisura. Nel 1941 fece parte del presidio di A.tene.

ELENCO CRONOLOGICO DELLE GUERRE COMBATTUTE DAI GRANATlERI

GuERR/\

coNrno

I

VAL1>Es1 ( 1663).

1663 (6 luglio): combattimento di Angrogna. 1(i63 ( ... dicembre-): combattimento di Angrogna.


GUERRA CONTRO GENOVA

1672 1672 167.2 1672 1672 1672

(1672).

(28 giugno): presa della Pieve di Teco. (18 luglio) : combattimento Jcl ponte di Mozzo. (24 luglio): combattimento di monte Chiappa. (27 lug lio): battaglia di Stellanello. (6 agosto): sortita Ja Castel Vecchio. (17 o ttobre): presa di Ovad:i.

Gt!E RR A CONTRO I VALOESI

(1686).

1686 (23 aprile): combattimento Jci Plans, presso Angrogna Combattimento delle Roncailles. 1686 (8 maggio): a~salto e presa <li Bobbio Pellicc.

G UEllRA CON TRO L:\ FRANCIA

(1690- 1693).

1690 ( 18 :1gost('): battaglia di Stafforda. 1&.,1 ( 27 settembre - 8 ottobre): assedio di Carmagnola. 1(½p (29 luglio): presa di Guillestrc . 1092 (8 - 10 agosto): assedio di Embrum. 1~3 (1 - 14 agosto): assedio del forte di Santa Brigida (Pinero lo). 16<)3 (4 ottobre): battaglia della Marsaglia.

G u ERR..\ PER LA

succEss1or-.E

ni SPAGNA ( 170 r -

1713).

170 1 ( 1" settembre): battaglia di C hiari. 1701 (24 settembre): combauimcnto di Castrezzato. 170 2 (15 agosto): battagli:.1 di Luzzara. 1704 (28 marzo): sorpresa di Chiomonte. 1704 (15 apri le): assalto di C hambéry. 1704 (s giug no - 20 luglio) : assalto di Vercel li. 1704 (14 o ttobre): assedio della Vcrrua. r705 (9 aprile): assedio della Verrua . 1705 (19 g iugno-29 luglio): assedio di Chivasso. 1705 (30 g iug no) : combattimento del Trucchetto. 1706 (12 m aggio - 7 setlcmbrc): assedio di Torino.


1700 17o6 17o6 17o6 17o6 17o6 17o6 17o6 17o6 17o6

1706 1706 1707 1707 1708 1708 1708 1709 , 710

(22 giugno): sortita dalla piazza di Torino. (3 luglio): sortita dalla piazza di Torino. (5 luglio): sortita dalla piazza di Torinò. (14 luglio): sortita dalla piazza di Torino. (22 luglio): sortita dalla piazza di Torino. (6 agosto): sortita dalla piazza di Torino. (24 agosto): sortita dalla piazza di Torino. (26 agosto): sortita dalla piazza di Torino. (27 agosto): sortita dalla piazza di Torino. (~1 agosto): sortita dalla piazza di Torino. (7 settembre): battag1ia di Torino. (4- 21 ottobre): assedio di Pizz.ighettone. (u luglio): passaggio del Varo. (27 luglio): attacco <lclla Croix Pharon (Tolone). (11 agosto): combattimento di Cesana Torinese. ( 15 agosto): assedio di Fenestrelle. (17 agosto): combattimento dell'Aiguille (Fenestrelle). (28 luglio): combattimento di Cevins. ( 22 IugLio) : attacco del castello di Larche.

31

GUERRA

CONTRO LA SPAGNA JN SICILIA

(1718).

1718 (9 luglio): combattimento di Caltanissetta. 1718 (26 luglio - 4 agosto): assedio del castello di Termini Imerese. GUERRA 1733 1733 1734 1734

PER LA

SUCCESSIONE

DI POLONIA

(1733- 1735).

(18 novcmbre -8 dicembre): assedio della Gera d'Adda. (16 - 30 dicembre): assedio del Castello di Milano. (29 giugno): battaglia di Parma. (19 settembre): battaglia di Guastalla.

GUERRA l'ER

L A St;CCESSlONE

o' AUSTRIA (1740- 1748).

1742 (12-29 giugno): assedio della cittadella di Modena. 1742 (16- 22 lug lio): assedio della Mirandola.


4.20

1743 (3 o ttobre): combattimento al colle dell'Agnello. 1743 (8 ottobre): combattimento di Castelddfìno. 1744 (19 luglio): combattimento di Pictralunga. 1744 (7 agosto - 22 ottobre): ;1ssedio di Cuneo. 1744 (30 scttcmbn:): battaglia della Madonna dell'Olmo. r745 (27 settembre): ritirata di B;1ssìgnana. 1745 (:20-29 ottobre): difesa dì V;1lenza. 1745 (10 - 17 novembre): difesa di Asti. 1745 (23 - 29 novembre): difesa di Casale. 1746 (5-7 marzo): :1sscdio di Asti. 174<> (19 aprile- -~ maggio): assedio di Valenza. 1746 (~o ottobre - 1° novembre): assedio dd castello di Montalbano. 1746 (2 - 18 dicembre): assedio del Castello di S,1vona. 1747 (2 1 mag~io): combattimento della Madonna della Mi sericordia (CcnO\ a). 1747 ( I <) luglio): battaglia dcll'A ssietta .

1 792 (22 scttcrnlire): co mbattimento di Lcs }.farchcs. 179 1 (17 aprile): combattimento al colle di Brouis. 1793 (8 giugno): crnnhanimcnto del Pcrn~ e del!' Amhion. 1793 (12 giugno): comb::mimcnto dell'Authion. 1793 (8 settembre): combattimento di Sommai unga e della Cen siera. 1793 (1'· ottobre): combattimento del forte Pharon (Tolone). 1793 ( 18 ottobre): assalto della Giletta. 1793 (25 nm·embrc): combattimento del colle della Valletta. 1793 (26 novembre): combattimento di Somma lunga. 1794 (25 ;1prilc): combattimento della T esta dj Nava. 1794 (27 aprile): battaglia dd Saccarello. l 794 (28 aprile): combattimento di Briga. 1795 (23 novembre): combattimento del colle di San Bernardo. L795 (26 novembre): combattimento del colle della Spinanla. r796 (14 aprile): difesa di Cosseria. 1796 (19 aprile): battaglia di San Michele. 1796 (21 aprile): battaglia del Bricchetto.


421 GUERRA CONTRO GLI AUSTRO-

RuSSI (1799).

179') (26 marzo) : combattimento di Incaffi. 1799 (30 marzo): combattimento di Pescantina. 179') (5 aprile): battaglia di Magnano.

GUERRA CONTRO LA FRANCIA NAPOLEONICA

(1800

E

1815).

1800 (26 maggio): combattimento della Chiusclla. 1815 (6 luglio): attacco di Grenobk.

1848 1848 1848 1848 1848 1848 1848

(30 aprile): combattimento cli Pastrengo. (6 maggio): combattimento di Santa Lucia.

( ~o maggio): battaglia di Goito. (13 · 23 luglio): blocco di Mantova. (24- 25 luglio): battagli~ di Custoza. (4 agosto): battaglia di Milano. ( 23 marzo): battaglia cli Novara.

GUERRA JJJ CRIMEA

(1855).

1855 (3 giugno): combattimento di Alsù. 1855 (17 giug no): combattimento <li Ciorgun. 1855 (1.6 agosto): battag lia della Cernaia.

GUERRA CONTRO

t.' AUSTRIA (1859).

1859 (24 giugno): battaglia di San Martino. 1859 (25 giugno - 7 luglio): assedio di Peschiera. 1

PRIMA GUERRA PER L UNIT.~ NAZI ONALE

(1860 - 6T).

186o ( rr settembre): presa di Città di Castello. 186o (14 settembre): presa di Perugia. 28


422

186o (29 settetnbre): attacco di Ancona. 186o (4 novembre): combattimento di Mola di Gaeta. 1860 - 61 : operazioni contro il brigantaggio.

GUERR:\ CONTRO L'Aus'J'RIA ( 1866).

r866 (24 giugno): battaglia di Custoza.

Gunrn.,

CONTRO L' A111sS1NIA

(1895 · 96).

1~9(, ( 1" m :1rzo) : hatt,1glia di Adua.

G tr ERR \

IT.\1.0 - T IJ RC:\ E PER LA CONQUISTA DELLA LIBIA (191 r - 1915).

:9 1 I e~() 110\'e mbre): comb:ittimento di H eoni . 1<111 ( ;;- 4 dicembre): battaglia di Ain-Zar;1. l<JJ 1 ( 19 dicemhrc): combattimento di Bir Tobras. 1<11 2 ( 18 gennaio): combattimento di Gargarcsc. 19 12 (.26 - 2ì - 28 giugno): combattimento di Sidi Said. 191 2 ( 15 luglio): combattimento di Sidi Alì. 19 13 (1 ·· marzo): combattimento di Bu Agibh. 19 15 ( 12 -26 maggio): difesa e sgombro di Misurata. 1915 (:29 maggio): combattimento di Fondugh Gemei.

(~VERRA CONTRO L'AUSTRIA - UNGHERL\

(.1915 - 18).

1915 (9 giugno): presa di Monfalcone. H~15 (10 agosto): attacco di quota 1:21 (est di Monfalcone). 1915 (28 ottob.re): attacco di Monte Sabotino. 1<)15 (20 - 23 novembre): combattimento Ji. Oslavia. 1916 (29 marzo): combattimento di San Floriano. 1916 (29 maggio): combattimento di Trcschè Conca -Cesuna. 1916 (3 g iugno): combattimento di Monte Cengìo.


1916 (7- 15 agosto): combattimenti di San Michele, ciel Pccinka, del Nad Logem. 1916 (27-28 settembre): combattimenti del Veliki Hribach, di San Grado di Mcrna. 1916 (novembre-dicembre): operazioni nel settore Oppacchiasella - Hudi Log. 1917 (24 maggio) : attacco di Scio. 1917 (20-24 agosto): attacco e presa di Selo. 19r7 (ottobre - novembre): r.i piegamcnto dal Carso al Piave 1917 (29 ottobre): combattimento di Lestizza. 1917 (30 ottobre): combattimento di Flambro. 1918 (14-16 gennaio): combattimento Ji Caposile. 1918 (24 ottobre - 4 novembre): offensiva della Vittoria.

GuERR.\ CONTRO

1.'EnoP1A (1935- 36).

1935 (15 febbraio): Amba Aradam. 1935 (27 fd,braio): Amba Uorc.

SECONDA GUERRA MONDIALE.

Operazioni contro la Grecia:

1940 (28 ottobre): avanzata al fiume Kalamas. 1940 (5 novembre): forzamento del Kalamas. 1940 (6 novembre): combattimento di Egomenizza. 1940 (14 novembre): combattimento di Gugohori. 1940 (24 novembre): combatti1nt:nto di Ca postilo - Occupazione della Sella Radati e monte Murzine. 1940 (27 novembre): combattimento del Murzine. 1940 (dicembre): difesa della posizione di Sella Radati e <lei Kurvclesc. 1941 (gennaio) j j ·I 1 G 1. { difc:sa <lei Kurvelesc e . ) r d.f (f I b 1941 e) ra10 :·~ 1 esa cc o 1co \ d· eIl'a Ita va Il e ,3· cnc1a. · 1941 (marzo) J 1941 (10- 17 aprile): battaglia dello Scindeli.


•P4 Operbioni· in. r$J.ove11ia e Crot1SÌ41 . co11tro form11zi<mi ribelli ( 194·1 -42); ·1940 - 41 : operazioni contro la Grecia .

. .,1941 (?prjlt;): <>petazì~~f in SI.o.venia. , i942 (settembre): operazioni in Slovenia. 1942 (settembre): operazion\ in çroazia. 1943 (ottobre): operazioni in troazia. 1943 (9-11 sctterµbre) : difesa df Roma.


APPENDICI



APPENDICE N .

1.

UFFICIALI DEI REGGIMENTI GUARDIE, CACCIATORI DI SARDEGNA E GRANATIERI CADUTI IN COMBATTIMENTO (1663-1945) Combattimento di Angrogna del dicembre 1663: Capitano di Sanfront. Combattimento di Ponte di Mezzo (Arrosia) ddl'8 luglio 1672 : Conte di Osasco. Marchese di Cavour. Cav. Pluvier. Cav. Porporato. Combattimento di Plaos (Angrogna) del 23 aprile 1686 : Capitano Cav. di San Giorgio. Combattimento di Bobbio Peli ice dell'8 maggio 1686: Capitano Conte di Drnzè. Capitano Boursier.

Battaglia di Staffarda (18 agosto 169o) : Capitano Delle La11ze. · Capitano Bayro. Tenente Cumiana. Tenente D'Aruillars. Tenente Glonay. Alfiere Simeone. Battaglia della Marsaglia (4 ottobre 16<J3): Marchese Della Chiesa. N, B. . L'elenco non può considerarsi completo, specialmente per quanto riguarda gli ufficiali cadut.i nei faui d'armi più lontani nel tcmp<> <' per quelli caduti dopo il 1941.


Conte de Chaflant. Cav. Caraccio . Cav. Ponte. Cav. l'avaro/e.

Assedio di. Verccl Ii ( 1704) : Capitano Cacis. Tenente Franco. Tenente Mom barou. Cappell ano Lan -:.i. A s!,ediu del la Vc.:rrua ( 1704 · l 705):

Alfiere Crimaldi. Assedio di Chi vasso ( 1705):

Maggiore Fau..sonc di Monta/do. J\ ~~cd10 di Tori no (170(1): \1:1;;.:iorc B:tratta. Capitano Pal!avicini. Capitano de M om baron. Ca l'i1 ano Ji Mombercelli . Tenente Dt· Cattiere.r. Tenente Del Pozzo. Alfiere Toctto. Alfie re Dalma.iLro. Alfiere Bia11c011. A Ifiere Corbctt,t. Assedio dd C istello di Milano ( r733): C 1ppcilano Matti.i.

Battaglia òi Guastalla (1734): Alfiere Me/ara. Alfiere Roccabi//iem. Combattimento di Pictralunga (19 luglio 1744): Alfiere Scatti . Alfiere r:/wmporcieur.


Battaglia della Madonna dell'Olmo (1744): Capitano de Challant. Capitano D'Esery. Battaglia dell' Assietta (1747) : Capitano Fassati. Combattimento <lel Colle di Sautron (17 luglio 1793): Tenente Spinola. Combattimenti del Perus e dell'Authion (8 dicembre 1793): Sottotenente Fau.rsone di Germagnano. Combattimento di Capo Brun (1793) : Sottotenente Tornici/i. Battaglia del Saccarello (1794): Capitano Fau.r.rone di Germagnano. Combattimento di Briga (1794): Capitano Viterbo di Genola. Combattimento del C.,olle di San Bernardo ( 1 795): Tenente Ro1·ea d'Olmo.

NELLE GUERRE PER I.'JNDIPENDENZA E PER L'UNITÀ

Combattimento di Santa Lucia (1848) : Capitano Pinna. Battaglia di Goito (1848): Sottotenente Benso di Cavour. Sottotenente LAiolo. Sottotenente Rovereto di Rivanazzano. Battaglia di Custoza ( 1848): Capitano Gtlracciu.

o'hALIA.


Combattimento di Milano (1848): Sottotenente Gazzelli di l?os.wna .

lhttaglia di San Marti no ( 1859): T e nente Machetta . A~scdio <li Peschiera ( 1859): Ca pitano D e Pctro. Pn:s.1 di Perugia (t86o) : Capitano N.ipt1 di Meam1. Combattimento di Mola di Gaeta (1860): Sottotenente Galleano.

Battaglia di Custoza (1.866) : Tenente colo nnello State/le,_ Maggiore Cappa. Capi ta no C1SC·lli. Capi t:.ino Loc,ttelli. Tenente Giuli11i. T t nente Miroglio di Mo11ccJ/Ì110. T cm:ntc Gabba. Tenente Watteville. T u1 cnre Barucchi. Sottotenente Gaudie::::. Sottotenente Franchini. Sottotenente Mancini. Sottotenente Santi. Sottotenente T /Jomit:z. So ttotenente Pasetti. \loti di Palermo (1866): Maggior<: Fiastri. S11tto1cncntc Fazio. lb lla~ lia di t'\dua (1896): Maggiore Secondo Solaro. Capitano Antonio R()jsini. C apitano Iacopo Cancellieri. Tenente Um berto BaJSÌ.


43 1 Guerra italo - turca (19u - 1912): Tenente colonnello Nicola Riviello. Maggiore Eugenio Gregari. Tenente Aldo Osti. Guerra di Libia (1915): Sottotenente Ennio Reyt·.

NEU.A PRIMA

GUERRA MONDlALE

Colonnello Emidio Spinucci. Tenente colonnello Stefano D'Onofrio. Tenente colonnello Umberto Coppi. Maggiore Lore1tzo Calabria. Maggiore Vincenzo Bellacosa. Maggiore Vincenzo Giunta. Maggiore Pietro Manfredi. Maggiore Ottorino Maioli. Maggiore Giuseppe Gal!inrlfi. Capitano Giovanni Dusc. Capitano Giulio Pictracini. Capitano Fulgenzio De Petris. Capitano Francesco Benintcndc. Capitano Ezio Boccacci. Capitano Ugo Guala. Capitano Azzone Rainaldi. Capitano Decio Po11tecorvo. Capitano Eugenio Rossellini. Capitano Emilio Gagliardi. Capitano Giulio Visdomini. Capitano Paolo Stivane/lo. Capitano Fausto Pesci. Capitano Attilio Carecchio. Capitano Camilla Ravizza. Capitano Sisto Boglione. Capitano Francesco Lotta. Capitano Enrico Fraschetti. Capitano Umberto Lombardo. Capitano Aldo Piastra,

(r915- 1918).


43 2 Capitano Vittorio Toniui. Capitano Filippo Pizzicmmella. Capitano Dario Gaspardis. Capitano Luigi Ottavi. Capitano Remo La V alle. Capitano Salvatore A/essi. Capitano Vladimiro Hono. Capitano Giacomo Modena. Capitano Cado Sozzoni. Capitano Vito Coc11. Tenente Carlo Ricci Spadoni. Tenente Marcc/li110 Ferrnri. Tenente l'ictro Marini. Tcnrnte A11gdo Antonini. Tcncnt<.: Emilio Has.,·eggio. 'I'cn<.:ntc Umberto D c Martino. Tenente Augusto Della Seta . Trncn t<.: Cio{'[/1JJ1Ì Cortesi. Tenente Adalberto Garroni. T .:11~ 111L .\/, JJutti C,,;oria. Tcnrnt<.: Giuseppe Muriscoui. Trnrn1e Demetrio Pcllas. T<.:n<.:nt<.: Vincen zo Rocco . T enrnte Alberto Viti. Tenente Mario Baistrocchi. Tenente Antonio Giacchetti. Tenente Armando Davo/i. Tenente Silvio Remati. Tenrnte Adriano Giomhetti. Tenente Giovanni Croce. Trnrntc Massimiliano Ha11smam1. Tenente .4.nto11io Parma. Tem:11lc Luigi Masciello. Tenente Giovanni Cioni. Tenente Giuseppe Gentili. Tenente Carlo Bourbon del Monte . Tenente Pio De Paulis. Tenente Giuseppe Hau.,mann. Tenente Vittorio Gambaccùmi. Tenente Gio,,a,mi Paloschi.


433 Tenente Re11zo Rea. Tenente Enrico Vi11ce11zi11i. Tenente GioMtmi Wispeare. Tenente Ennio Ferrari. Tenente A11gelo Cava/lotti. Tenente Mario Pellacc/Jia. Tenente Alberico Torra11i. Tenente Domenico Arrigo. Tenente Salvatore Federici. Tenente "Vittorio La Monictt. Tenente Domenico Palazotto. Tenente Carlo Allia11i. Tenente Mario Cattozzo. Tenente Alarico Podagrosi. Tenente Gaeta110 Cirelli. Tenente Marcello Magenta. Tenente Giuseppe Picchi. Tenente Virgilio Berto/otto. Tenente Gino Corra.di. Tenente Ruggero Larcau. Tenente Michele Politi. Tenente Mario Briosi. Tenente Adalberto Peilegri. Tenent<' Reghino Vergerio. Tenente Bartolomeo Della Casa. Tenente Aldo Montagna. Sottotenente Fazio Fazi. Sottotenente Ugo Meacci. Sottotenente Remigio Trincheri. Sottotenente Mario Hertucci. Sottotenente Livio Gaetani dei Duchi di Scrmo11eta. Sottotenente Vincenzo Del Tauano. Sottotenente Emilio lvaldi. Sottotenente Angelo Pastore. Sottotenente Lorenzo Quartieri. Sottotenente Emilio Simconi. Sottotenente Bmno Bettamini. Sottotenente Roberto Bocchi. Sottotenente Stefano D'Aprile. Sottotenente Alessio Graziani.


Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente

Luigi Nistri. Bru110 Vidal.

Guido Bonate/li Morena. Gino D'Erasmo. A mi/care Ma::;::i11i. Leone Berumi. Amedeo Marsigli. Gino Me/ani. Tommaso Tufa11i. Virginio Rotta. Arnaldo Cornelio. A lessandro Pranza. Cesare Ma zzucheli. ,"viario Pruuas. Ugo Sante/li. Marco Bemarc·ggi.

Giovanni Biffi. Vincenzo Com part·tti. Pietro Gatti.

Sottoten<.:ntc Eclvurdo ,\10:::::utti.

Sottotentnte Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente S<Jttotcncnte Sottotenente Sottotenente Sottotenente Souotencnte Sottotenente Sottoten<:ntc

Armando Scocchi. Guido lini. A11to11io Comella. Francesco De Rossi. Amedeo Moresco. Nicola Nisco. Carlo I'ietromarchi. Carlo Stuparich. M ic/1ele Agostini. Attilio Bemctti. Mario Boria.

Fernando .Ferm11ti. Vladimiro G(up{lrello. Renato Rusca. L uigi Trizzi110. Lamberto Boffr. Luigi Curti. Giulio Gelormini. Enrico Marini. Pietro Petrillo.


435 Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottoten ente Sottotenente Sottotenente Sottotenente

Salvatore Simondli. Alessandro Villa1Jis. Antonio Agazzani. Cristiano Costa11ti11i. Armando Missero. Ottorino Oriundi Paleologo. Giuseppe Quaglieni. losafat Riccioni. Oddone Santarelli. Carlo Ticchioni. Luigi Chiti. Ratti Pinzi. Filiberto Mazza11ti11i. Giorgio Schneider Graziosi. Romolo Casto/di. Ettore Parboni. Clito Simeoni. Attilio Vogli110 . Emesto Aletti. · Diego Bonf,uini. Teodoro Capocci. Aurelio Franchi. Giovanni Lagom arsi110. Giuseppe Salvatori. Camillo Antonelli. Bruno Catalani. Vincenzo Francavilla. Enrico Maddok Stewenson. Carlo Peri/li. Pietro Rameili. Tito Turchi. Guido Zanetti. Giuseppe Campedelli. Domenico Ferretti. Ernesto M orelli. Arturo Pizzera. Raffaele Ricci. Arnaldo Rocchi. Giuseppe Sinigaglia. Cesare Cavaùmi.


Ernesto Cirillo. Corrado J.,tmza di Trabia. A lcssa11dro R.eta. Luigi C.dabrìto. Ricciolli Greggio. Igino Lippi. A 11to11io lvi oz:::ani. Gio11a1111i Nosi11i. / lttilio Torelli. F.rma11110 Baccaglio11i. Alberto Man zi. Vi11cc11 z() Tartaglia . Ubaldo Battaglia. C/emcnle Amati. ,·lllierto Calvdli. Sall'<itnre Gcrardi. C<'sarc· Lore11 zi11i. S1H IOlt"IK lllC Tr)m 111,1so Miccolis. Sot totcnc ntc Carlo Motta. Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottot('ncnte Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotrnen tc Sottotrncntc Sottotenente S01tok11t·ntc Sottotenente

Suilui\..n'--n:...:. " \J,,rio I)ag.:;ni.

Sottotcncntc So11 01encntc S111tot1:11e111e Sottotenen te Sottotenente Sottotenente Sottoteneme Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotencutc: Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente

N atalt' Cd/a. 1\,fario Gatti.

Lc1tcrio La Rocca. Alessio Nava. Augusto Viola. Giuseppe Carmi1111ti. Ciov111111i T edeschi. Giovanni Chierici. Adolfo Muratori:. Fabri-::io Fahbrini. Pidro Tassi. lvficlu:li: Bu:u,o. Domenico Mig11a11i. Ales..-andro Sacchi. Enrico Merlo. G cu'lano Possc11ti. lkr11<1rdo Ru.,so. Giuseppe Anfoui. Giovanni Malerba. Saverio kuHo .


437 Sottotenente Alberto Z<mobini. Sottotenente Ottorino Traballi. Sottotenente Saverio Bore/li. Sottotenente Antonio Gargotta. Sottotenente Enrico Laviosa. Sottotenente Gennaro Malatesta. Sottotenente Francesco Monti De Luca. Sottotenente Mario Orefice. Sottotenente Manlio Pistolesi. Sottotenente Domenico Colautti. Sottotenente Luigi Ge11ga. Sottotenente Mario Mascia11gelo. Sottotenente Mario Sa/on. Sottotenente Enrico Appe11di110. Sottotenente Giuseppe Sinigallia. Sottotenente Mario Bruno. Sottotenente At~gttsto Maestri. Sottotenente Vincen zo Stradani. Sottotenente Guido Obl:. Sottotenente Domenic·o Ba.<si. Sottotenente Carlo Coletti. Sottotenente Giuseppe Pro11i110. Sottotenente Pietro Alaimo. Sottotenente Gaetano De A11gelis. Souotenente Tito Narducci. Sottotenente Armando Fabbri. Sottotenente Eugenio Cipollaro. Sottotenente Gino Marzetti. Sottotenente Ovidio Gentilo11i. Sottotenente Silvio Bene/li. Sottotenente Guido Gorgo. Soltolenentc Enrico Daccò. Sottotenente Roberto Zezzi. Aspirante Filippo Placidi.

Ùl'ERAZIONI l'ER LA RICONQUISTA DELLA

LTBJA (1923 - 1926).

Combattimento cli Marsa Brega (II giugno 1923): Capitano Giuseppe Rorai. 29.


Combattimento <li Uadi el Kuf (7 luglio 1926): Maggiore Oscar Ferrari.

GUERRA CONTRO

1.'Enol'IA

E SUCC ESSIVE OPERAZION I nt POLIZIA.

Combattimento di Scgarè (:n luglio 1936): Tenente Luigi Mic/1clazzi. Combattimenlo di H eggi (2 febbraio 1937): Capitano Gam,1110 />ellizzari. Comliattimc.: nto di Auscià Marian (24 marzo 1939): Tenente.: Aldo Z11cchi. Comhatrimcnto di Zallolo (4 ottobre 1939): S01to1rnrntc Filippo Marini.

GUERRA

m

SPAGNr\

1939.

Co mbattimento di Monte Foscas (6 gennaio 1939): Trncntc.: Melcltiorre fan11elli.

NEI.LA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Gucrra italo - greca 1940 - 41: Trncnte Carlo Acanfora. Tenente Cesare Chelotti. T c.:ncnte Giulio Ve11ini. Tenente Antonino Caldarone. Tenente Girolamo De Sene. Sottotenente Rinaldo Castelli. Sottotenente Francesco Fermra. Sottotenente Carlo Rutili. Sottotenente Ugo T attini. Sottotenente Mario Vece. Sottotenente A rmnudo Candi.


439 Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente Sottotenente

Luigi Euln. Umberto Maresca/chi. Franco Sauagnone. V go Tosco. Aldo Villa.

Ciclo operativo contro gli insorti in Slovenia ed in Croazia : Colonnello Tommaso Latini. Capitano Giovanni Barbo. Tenente Pie1·0 Romei. Sottotenente Attilio Friggeri. Sottotenente Guido Manenti. Sottotenente Luzio Luzi. Sottotenente Luigi Mazzoni. Sottotenente Emiliano Braida. Sottotenente Giuseppe Cava/chini. Sottotenente Sergio Dalmazzo. Sottotenente Pa.rquale Proto. Difesa cli Roma (1.943): Capitano Vi11cenzo Pandolfo. Sottotenente Luigi Perna. Sottotenente Raffaele Persù:/1etti.


APPENDICE N .

.1. .

REPARTI, UFFICIALI E GRANATIERI INSIGNITI DELL'ORDINE MILITARE DI SAVOIA O DI M EDAG LIA D'ORO AL VALOR MILITARE OR() l NF MILITARE

or

(;l'l.'.ltn\ IT:\LO-.U JS'l'IU.-\C,\

,\1.1. ,

11,:-:111~.K.\

SAVOIA

(1915 - 1918).

DEL 1'· R EGG IM ENTO GRA:S:ATIERI

(Camlicr,·):

~ n ,lui i li mcnti della ounra. ndb tormentata trincea o nelI .1,111 .1 i,.111 .1:,:i ia, n, noi,l.ie ogr~i ìi111ik .Ii ~.1..:1ilìòo e ,l i ardimento : .,ud.,n· 1· 1rn~1cc, dom<'> in L1tic1hilmcntc i luog hi e le fortun e. consar r.111d11 co n ~:111_:. : uc fecondo la romana virtll dei fig li d"Italia ,, .

,. ì\:ei duri cimenti J clla guerra, nella tormentata trincea o ncll ';1~pra b:1ttaglia, conobbe ogni limite d i sacrificio e di ardimento; :111 d:1ce e tenace, domò infaticabi lmente i luog hi è le fortune, co nsacr.1 ndo con ~angue fecondo la ro mana virtù dei figli d'Italia ,,.

G L'ERR.-\

ITALO· ETIOPI CA ( 1935-

,\u .., 1:A:s:DI ERA DEL 3° R EcGt'.\IE:S::To g liorn.: mnhilitato -- (Cavaliere):

r93c'i).

GR..\-.;.\TtF.RI -

per il batta-

,, Pari alla ~ua fama millenaria, espressione purissima delle \'trtu g uerriere <.k lla stirpe, si prodigava eroico, generoso, tenace in tutte le li:ll_t:iglic, dando prezioso contributo di Yalore e di sa ngue alla vittona

1) .


44 1 GUERRA

DEL

1859.

MASSA DI SAN Buc10 conte Augusto, colonnello, comandante Granatieri (Madonna della Scoperta). Goz.rn1 DI TREVlLLE cav. Alessandro, maggiore 1° Gran:itic.:ri (Madonna della Scoperta). REBAGLIATI Ernesto, Lenente 2° Granatieri in servizio di S1a10 Maggiore (San Martino). 1"

GuimtA

TV

DEL 186o- 1861.

PERNOT Alessandro, maggiore 1 ° Granatieri. GrnoLA Carlo Felice, maggiore 1° Granatieri. GoZANI DI TREVILLE cav. Alessandro, colonnello, comandante Granatieri ( Uffìciale ). DELLA CHIOSTRA Ottavio, tenente l" Granatieri. RtALE Giuseppe, capitano 1 ° Granatieri. DE FoRESTA Francesco, capitano 1° Granatieri. M\NFREDT Giovanni, capitano 1° Granatieri. NASCIMBENE Luigi, capitano J v Granatieri. BLANCHETII nobile Felice, maggiore 2 ° Granati.eri. GARIN 01 CoccoNATO cav. Alberto, maggiore 2° Granatieri. FoRNERIS Giulio, capitano 2° Granatieri. lsASCA Carlo, colonnello, comandante 2" Granatieri (Cavaliere). lsASCA Carlo, colonnello., comandante 2° Granatieri (Ufficiale).

GUERRA

D.EL

1866.

BtANCHINt cav. Augusto, maggiore 1" Granatieri. CABINì Antonio, maggiore 2 ° Granatieri. FALLARDI Cesare, tenente 1° Granatieri. FoRNACA Baldassare, tenente 2° Granatieri.

GUERRA ITALO - TURCA (190 - 1912). TASSONI Giulio, maggiore generale, comandante del d istacGtmento di Zuara ( Cavaliere u/ficiale ):


442 " Comandante dd Corpo di sbarco a Zuara, lo diresse co n molta abilit;i. Comandante della riserva divisionale n ell 'azione di Regdaline ed incaricato di parare alla minaccia di aggiramento del nemico, assolveva ta le incarico in modo brillante, climostran<lo molto valore e molta perizia. - Z uara. '5 agosto - Regdaline. 15 ago:;to 19 1 2 ,i.

Au:ss1 Teodoro, m:1ggior<: 2" Granatieri ( Cavaliac ) : ,, Sostenuto te nacemente un contrattacco nemico in fo rze prepo nderanti , c.:011 m msa rulminea cd esemplare coraggio, mc~sosi alla testa di tre co mpag nit: di seconda linea, arditamente attaccava l'an'Cr~ario. rimre11 do do po eroico corpo a corpo a ricolllJUistarc la tri ncea pcrdut:1. Fatto prigioniero, si liberava dai due Austriaci che lo :l\'C\"ano ra1tur.1tn; 111a rimanev:1 g ra\'emt: nte ferito e non si allunt:1na, a dal l:1 l11rt:1 . 'l' non q uando vedeva assicurata la vittoria. - O sLt,.,a l .c1111u ilo hi :11Ko. 29 marzo 1916 ,..

,\,.,.,,,., T w~lv ro, tenente mlon ndlo '.! Gr:rnati cri ( L'f{ìcia!e ): ,, ( :i:'1 lc rito quattro volte durante la campagna, con un braccio anchilo~:i to, ri prendeva servi zio nelle truppe combattent i, :mimato da l·et-c,:io11,1k ,rntimcnlo dc:I dovere e da alto spirito mi li tare. Duran te l'offrnsiva austriaca del gi ug no 1918, sul M o ntello, al comando di un reggì m<.:nto. con l'esempio e con la parola incitava i suoi alla resistenza più estrema contro il soverchiante nemico. Con lodevole, intelligente iniz iati va, impiegava in un deciso contrattacco reparti di slocati su una linea retrostante e si deve a ciò se fu potuta mantenere la parte alta del Mo ntello. Circondato dal nemico, rifiutava di arrender~i. fin chè. ferito da scheggia cli gra nata , catb ·a prig ioniero. ---Mo ntello. 15 gi ug no 19 18 ,, . 0

A NFoss1 Paolo, colonnello, coma ndan te il 1'' reggimento G r ~inaticri ( C.m,liere ): « Comandante di un reggimento Granatieri, con azio ne diuturna di raro cd ah.ituale esempio di calma e v:1lorc personale. guidav,1 .il proprio reggimento alla conguista cli posiz io ni importantissime nem ic he, che manteneva saldam ente per parecc hi giorn i, sotto costante vioìcnto bombardamento e contro reiterati attacchi nemi ci. In seguito ad un riuscito attacco nemico, rich iamato in linea coi resti del suo


443 reggimento, dopo una giornata di lotta riusciva a rico n9ui stare le nostre posiz ioni . - Carso, q. 235 - 219, maggio -giugno 1917 >•. ANJ'OSSI Paolo , brigadiere generale (Ufficiale): di un raggruppamento di assalto, cfficaccrncntc cooperava per cementare i dipendenti gruppi di nuova form azione e formarne in breve tempo valido strumento di guerra. Raccoglieva i meritati frutti della sua opera nel brillante contegno dei g ruppi stessi : sia nel tempo che prestarono servizio in linea sul Grappa , sia nrlk operazio ni per il passaggio del Piave e per l'avanzata su Vittorio Veneto. Costante esempio ai dipendenti di condotta serena c ~lancio di fronte al pericolo. - Susegana - Vittorio Veneto, 26 - ~' ottobre 1918 H . << Comanda nte

GIACCHI dei conti GIAccH1 nobile Nicolò, colonnello dei G ranatie ri , comandante la riserva dcll'8" Armata (Cavaliere): « Ufficiale di elette tiualità di intelletto e di carattere, comandante esperto, autorevole, v;1lo roso, si prodigò sempre e dovunyuc con abnegaz ione, elevatissimo sentimento del dovere, entusiasta fede. Qu:ilc com and:rnh.: ddla ri ~erva di Armata, da lui preparata con perizia e quindi personalmente animata durante la battaglia, dava valido contributo al brillante esito delle operazioni. - Montello, marzo - gi ug no HJt 8 " · PENNELLA G iuse ppe, maggior gene rale, comandante brig ata Granatieri (Cavaliere) : « In vari combattimenti sulle Alpi e sul Carso condusse la sua brigata a ripetuti successi, con grande valore e singolare peri zia, dimostrando spiccatissime attitudini di comandante. - Altopiano di Asiago, altopiano Carsico, maggio - settembre 1916 11.

Fede rico , maggiore r• Granatieri ( Cavalie1·e) : AJla testa del suo battaglione, educato dall'esempio del suo valore ai più ardui cimenti, passava ~u!l'altra sponda del vecchio Piave, prima che cessasse .il nostro violento tiro di distruzione sulle lince nem iche, sorprendendone col suo balzo felino i difensori. lii 4 giorni di batlagl ia cruenta tra i due Piave, violento nell'assalto, vigile nella tregua, saldo nella difesa, fece rifulgere tutto il suo valore. Primo tra i primi, di propria iniziativa cominciava il movimento, all'alba del 5" g iorno ed , inseguendo il nemico, ragg iungeva col suo battaglione l'arZ ucCARO <(


14 4

ginc del Piave nuovo. Fulgid~1 figura di soldato e di condottiero. Piave 2-6 luglio 1918 ».

MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE ALLA IIA NnIER:\ DF.L 1° REGGI.\IE NTO GRAKA'l'IERI:

<< Per la bella condotta tenuta alla presa di Mola di Gaeta (4 novembre 1800) •l . ALLA BANDIERA DEL 1 " REGClMENTO GR..\NATIERI: « Co n grandi sacrifici dì sangue e con insigni atti di valore, scrisse nel Trentino fulgide pagine di storia, contrastando per pi1ì giorni. sulla fronte monte Ccngio -Cesuna, i l passo al nemico che tentava di sboccare nella pianura vicentina (22 magg io - 3 giugno 19 16). Sane uinosamcnte conquistò formidabili posizioni nemiche, difendendone con tenacia so\'fumana il possesso, pur con forze assottigliate dalla lotta. Ritirato dalla prima line;1 da meno di un giorno (19 ore), nuovamente vi accorreYa per respingere un rimcito. minaccioso cotll ratt;1LCO nemico e. gittandosi ancora nella lo tta con abnegazione sublime rico nlJUÌstav:i definiti vamente, in mischie convul se, le tormentate pmi1ioni. Nell'intna ca mpagna rim-erclì di novelb gloria le fiere t r;1d izioni dei Granatieri di Sardegna. -· Car:.o - re~ione Fornazza (quot.1 235 - 219), 23 rnaggio -ì giugno l<JI ; ,, .

A, 1., ll\ND IF.RA DEL 2 ° R EcGn tEr-;To GRA~ATI E RI: " C{)n grandi sacrifici di sangue e con insigni atti di valore scrisse nel Tremino fulgide pagine di storia, contrastando per più giorni, ,u ll :i fronte monte Cengio - Cesuna, il pasrn al nemico che tentava di ,hocr:1rt· nella pianura vicentina (:!2 maggio - 3 giugno 1916). Sangui110, :1111cnt c conquistò formidabili posiz ioni nemiche, difendendone co n trn.1u:1 ~ovrum:ina ti posscsso1 pur con forze assonigì iate cfalla lott;1. d:1nclo mir;ibik esempio Ji abnegazione c di sublime spirito di ~acrifìr io. Nell'intera cam .pao::,na rinverdì di novella h<rloria le fiere tradiz ioni dei Granatieri di Sardegna. - Carso- regione Fo rnazza (tJUOt:l :!.p ). '.!.~ maggio -7 giugno /917 11. ' ~

ALI .A IIANlHERA DEL

3"

REGGIMENTO GRANATIER I :

Per il fiero contc.:gno cd il valore dimostrato in sei mesi di durissima g uerra. Con insuperabi le energia , con la fc:de rafforzata dalle 11


445 gloriose tradizioni dei Granaùeri, incalzava dapprima veemente il nemico, gli sbarrava poi tenacemente il passo in violenti combattimenti e lo travolgeva alfinc, con mirabile impeto, nell a battaglia decisiva. - Front e g rec:>, 20 ottobre 1940 - 23 aprile 194 r •>. GUERRA ITALO - AUSTRIACA DEL

1866.

RoN1 Anni bale, tenente colonnello, comandan te il I u Cranat ini : « Per l'impeto e lo slancio con cui seppe animare le sue rruppt:. riconquistando, alla testa delle medesime, le posizioni di Custoz;1 c di Belvedere, sebbene avesse già sin da prima consumate le cartucce.:. Col suo eroismo e la sua insistenza seppe conservarsi sin verso la notte sulle alture di Custoza. - 24 giugno 18{'J6 1) . M,,NASSERO nr CosTIGLIOLE conte Federico, colonnello, comandante il 2 " Granatieri : · " Per la sua intrcpide:t,za e per l'energica resistenza nel difende.re le posizio ni a lui affidate sul versante d i monte Croce e per l'eroismo con cui, alla testa delle sue truppe, respinse quattro attacchi del nemico, trovandosi sempre dei primi fra i combattenti , ispirando co~ì , con l'eroico suo esem pio, l'ardire e la fiducia dei suoi dipendenti. Monte Croce, 24 giug no 1866 •>. STATELLA Vincenzo. tenente colonnello 2" Gra natini (t1l!a mem oria): " Pcl coraggioso sangue rn:ddo dimostrato durante tutto il combattimento: uccisogli il cavallo, continuò a piedi nel comando del battaglione, finchè, colpito da palla nell ' ultimo attacco, rimase estinto sul campo. - Monte Croce, 24 giug no r866 "·

Angelo, capitano 1° Granatieri { ai/a memoria) : ,. Guidando valorosamente la colonna d'assalto, rimase mortalmente ferito e morì pochi minuti dopo. - Monte Sud lo - Rocca d 'A nfo, ·{ luglio 1866 » . B0TT1 NO

IN AFRICA

NEL

18()6.

Ross1N1 Anto nio, capitano 1° G ranatieri ( alla memoria) : Combattè con fermezza e valore alla tesla della sua compagma . Allorchè gli ascari volsero in ritirata, tentt> di arresta rli e, poi«


chè l}UCst i a forza volevano sottrarlo all'immint:ntc pericolo, egli , wincolandosi da essi, con la pistola in pugno, fece fronte al nemico irrompente, !{ridando: Facciamo vedere come un uf ficiafc italiano Jtl rc.iistcre e• morire, e mori va, inL1tti. sul rampo. A<lua (Eritrea), r" tnarzo 1&fi )•.

NEI

L.\ PR I.\IA GUERRA :.tONDl,\LE.

Mario, ~oltotc11cn1c 2'' Granatieri: « Bcnchè w lpito in pit1 parti del corpo da una granata nemica, non abbandorn'i il posto di combattimento e con attività ammire\'olc provvide a si,1crn;1rc :1 difc~a il tratto di trincea a lui affidato. T1 giorno succc.,~inJ, fcrico gravemente, rifiutò ogni soccorso, continuando ;1 dare cs,:mpiu di gr;1ndc fermezza d' animo e del più alto sentimento del don:rc. Ferito 11uo,·;1111t·ntc in modo eia riportare la frattura cornplcr:i dclil' gam be -.·c.il k rimanere col suo reparto, ingi ungenJo ai porta kri .i di brandire un fucile e far fuoco. Continuò così ad essere l'an ima tL!la 1o i~tl't1z:.i, ~ino a che una bomba :.i mano lo colpì alla l:1cl·i:1. hlcnd11gli prrlkn: la vista ad en trambi gli occhi. J\ ccerchiata la p,)sizio11c, ton tro Il suo corpo infierì anco ra ii nemico, fì111..l1~·, .ri lcm:11dol1J 1rn,rl1J, lo abhando na\'a tra un mucchiu di cadaveri e soltanrro dopo pii'., di un giorno un nostro fortunato contra ltacco perm ctt c1·;1 di r:1ccoglinlo. Fulgido ese mpio di ~ubl ime ~acrificio e Ji indo111i 1" u ,r.1ggio, che le più atroci sofferenze non \·al sero ad affiernlirr d11r;1nt c tre giorni di aspra lotta. - Oslavia (Gorizia), 29 marzo H) ,6 "· PERRINI

B1c:-1,\~II Ugo, tenente rnlonnello: " Coma ndante di un battaglione su di una p:>~izionc molto estesa t· di \·icak import~111za, con singolare perizia e pur con scarsissimi mea.i. ~cppc improvvisarne la difesa c. moltiplicando il val ore delle proprie I ruppe col fascino del suo illuminato cd t'nergicu w111,111do, per hrn scu :: giorni consecutivi, superando straordinarie difficolt:1 di ogni specie, costituì il baluardo cont ro cui si infransero i ripetuti e sempre più violenti a ttacchi delle ognora crescenti forze nemiche. Gravemente minacciato su di un fianco dai progressi dell 'a\'versario in un contiguo tratto de!la fronte, con le proprie già scarse forze. logoratt ormai da sanguinose perdite, manten ne incrollabile la fede e la rinsaldò nei dipendenti, i <1uali, animati dal suo fulgido esempio, continuarono con indomito coraggio nella im pari ed accanita lotta.


447 Vista infine la propria Linea spezzata in tanti piccoli nuclei, accerchiati dai sopraggiunti rincalzi dell'attaccante, dopo un'ora di ansiosa e terribile quanto vana attesa di rinforzi, trovatosi circondalo assieme ; d un nucfeo di superstiti, impugnò egli stesso un fucile e, confcrmando ancora una volta l'insigne val.o re personale, già in alirc circostanze dimostrato, abbattè successivamente un ufficiale e quattro soldati nemici che lo premevano più dappresso, tenacement e persistendo nell'epica lotta, fin quando, per evitare che l'ira dell'assalitore continuasse a sfogarsi anche sui nostri feriti e moribondi, fu co~trctto a cedere all'incsorabi le evidenza dell'inutilità di ogni ultcrion.: sacri fìcin. - Trcschè -Cesuna, q. n52 (Asiago), 28 maggio - ~ giugno HJ1 (1 "· MoRozzo DELLA Rocc:,\ Federico, capitano 1° Granatieri: Con truppe miste della brigata Granatieri e di altri Corpi, ci rcondato da forze nemiche soverchianti, battuto da poderose c numerose artiglierie avversarie, senza viveri e senza munizioni, contese rabbiosamente all'avversario per più e più giorni una posizione di capitale importanza, trascinando pÌLl volte g li avanzi dei suoi reparti ;1d epici contrattacchi alla baionetta. Con gra nde perizia, con fulgido coraggio, con sovrumana energia, rcsistè si no agl i c,l.rcmi, in w 1H.li zioni disperate, destando l'ammirazione dello stesso avversario. Monte Cengio - Altopiano di A siago, 28 maggio - 3 giugno 1916 "· <•

Teodoro, sottotenente 2 .. Granatieri ( alla memoria J: Educato al culto della Patria, informò ad esso ogni suo atto e per esso divenne esempio insigne di cosciente audacia e di ogni altra più bella virtù militare, di cui dette prova costante negli aspri e sanguinosi combattimenti ai quali prese parte. In una situazione di estrema gravità, mentre l' uragano di fuoco n em ico si abbatteva con formidabili effetti sulla p:)si1,ionc occupata dai suoi uomini, con straordinario coraggio accorse dall'uno all'altro punto della fronte ad incitare, col fa~cino dd proprio esempio e con la sua calda parola, i Gr;1natieri che lo adoravano ed a confortare feriti e morenti. Premuto da ogni parte dagli attacchi delle incontenibili , soverchianti forze avversarie, perduti quasi tutti i suoi dipendenti cd essendo egli stesso in procinto di essere catturato, impugnato un fucile, con sublime fierezza, si difese dai nemici che lo serravano più dappresso, fìnchè, ripetutamente colpito, gloriosamente cadde, spirando col nome d'Iwlia sulle labbra. --- Quota u52 - Cesuna (Asiago), V maggio - 3 giugno 1916 )> . C'\POccr «


Carlo, sottotenente 1'' Granatieri ( alla memoria): ,, Nobilissima tcmpr:1 di soldato, vo lontario all'inizio della guerra, si votò con emu siasmo alla libera zio ne della terra natìa. Comandante di una 1x,~izionc completamente isolata, di front<.' a forze nemiche soverchianti. accerchiato da tutte le parti , senza r ecedere Ji un passo, sempre sull:t linea del fuoco, animò cd incitò i dipendenti, fu lgido esempio di va lore. fìnchè. rimasti uccisi e feriti quasi tutti i suoi G ranatieri c tì nit c k muni zioni, si diede la morte p t:r non c.1dere vivo nelle mani dell'o diato avversario . - Mo nte Cengio. 30 m ~1gSTU PA1uc1-1

g10

r915 ,,.

S·n.:1•.,1ue1 1 ( ;io\':i nni , ~ottotcncntc 1 ° Gra natieri: ., lrrnlcnto r tìcr:i tempra di soldato. col fratello si dedicò vo lo ntari :1111<.:ntc. ~in d:ill'ini zio della nostra guerra, alla libera zione della ter ra 11:itì:1. Ft:rito no n gravemente in t~10 dei primi combattimenti, non rnllc .1hh:i nd o nare il campo della lotta e si curò amb ulatoriamrn tc, rn11 :1nrndo in linea. Con elevatissimo amor patrio, abnegaz io11c n l nuic.1 ft:r m czz:1, bcm·hè r.~nn.erato dai servizi di prima linea, \'Olk 111 n -rc .:o~t:i ntnn ente per sì: i più r i~..: hiosi, est:gucndo parecc hie arditc ricng ni zioni l!uale capo pattuglia, sfidando così anche la morte u, l L q•n llo. In cruenta cd impari lotta, anzichè porsi in ~alvo, come ript·t11 t;1111 cnk da i superiori cr::i ~tato invitato a fare, a capo di un 111 :1n1pol11 prcssocchè annicnt:ito. si slanci :> audacemente su una m itragli.11 ricc eia: facC\'a strage fra i nostri e, graverm·nte ferito. cadde nel le man i dcll'anersario. Il suo forte :i.nimo e fiero carattere n on si ~m entirono neppurt: ndla terribile ~itua zione in cui per lunghi. mesi lo po~c.: la cattura . ~ Monfalcone - O siavi a - mo nte Ccngio, giugno 1111 5 - ~1 maggio 1916 ,,. :'\1~rn Nicola, sottotenente 1" Granatieri (alla memoria): ·· :-.liralii!e c:.cmpiu di fermezz:1 di valore, dopo aver rc~istitn per trr g iorni ad una cruenta cd impari lotta, incitando il suo reparto a m:rntcncrsi f<.:<ldc alla comcgna ric::, uta: ' 'non si retrocede di un pa~~o. :,.i muore sul posto" . circondato dal nemico , anzichè arrende rsi, conti nuò in piedi a sparare sull'avversario, incitando i suoi Granaticri. cui diede esempio e.lì fulgido eroismo portato si no al consapevole sacrificio di se stesso, cd immolando gloriosamente la sua giovane vita sul campo. - Malga ddla Cava (Altopiano di Asiago), 31 maggio 1915 " · 1


449 Alfonso, Granatier e 2'' reggimento ( alla 111 em o ria ) : una cruenta azion(' . disimpegnava instancabilrnrntc il proprio servi z io: sia recando ordini tra le lince pit1 av:rn zatc. sia rifornendo le munizioni sulla linea di fuoco, cd attraversava all 'uo1x> piL1 volte e da solo una zona di cresta scoperta e furiosa mente h:ittut a dal tiro avversario. In una successiva circostanza, in cui un :1ttacco estremamente vio lento di soverchia nti forze nemiche seminava la mort e tra le nostre truppe ed inevitabilmente le serrava sempre piì_1 dappresso, intuendo l' imminente pericolo, di propria ini1,iati va, sotto il grandinare dei proiettili, correva con impareggiabile sercnit;', :, t: hicd cre rinforz i. Deluso n ella propria speranza per la totale m an canza di truppe disponibili, nel tornare sopra i suoi passi , cadcv;i cnlpito a morte nd moment o in cui giungeva presso il propr io ufficiale. Dando allora fulg ida prova dei suoi eletti sentimenti, per infondere a questi nuova fiducia, contrariamente al vero, gli g rid ava tra gli spasimi: Te11c11te, i rinforzi arriveranno; resista sino alla morte. Quota n52 - C esuna (A siago), 31 maggio - 3 giug no 1916 >' . SAMOGGIA

•< In

Rocco Vi ncenzo, tenente 2 " Granat ieri ( alla m emoria) : (e Costante, fulg ido esempio di slancio, di coraggio e di calma, al comando di una compag nia circo ndata da ingenti forze nemiche, più volte ferito, no n desisteva dall ' incuorare i suoi pochi super stiti alla resisten za ad ogni costo, tenendo salda la posizione affidatagli , sinchè, wlpito a morte, cadde su] terreno, che non aveva voluto cedere di un palmo. -- Altopiano Carsico, 24 maggio 1917 ,,. SETTI

Agostino, Granatiere

reggi mento ( alla memoria):

zelo e fermezza, c1uale ciclista presso il Com ando di un battaglione, disimpegn<'i sempre con infaticabile lena il proprio compito, sotto furiosi bombarda menti avversari , spr ezzante del p ericolu e J ei Ji~ag i, cd essendo di mirabile esempio anclu: ai più arditi. Affidatogli, in un m o m ento critico dell'a z ione, un ordine di tale importanza da dover essere recapitato in modo assoluto, partì m entre più intenso era il fuoco nemico. Colpito a morte durante il cammino e conscio della g ravit?1 del momento, raccolte le sue ultime energie, volle trascinarsi sino a l com ando designato e spirò mentre recapitava l'ordine, assicurando, co n l'eroico sacrifizio della propria vita, il lmon esito del combattiment o. Scio, 19- 22 agosto 1917 i> . i< Costante, fulg ido esempio ai compagni di atti vità,


SP1Nucc1 Emilio, colonnello, comandante il 2° Granatieri ( a!La memoria): « Veterano glorioso del Carso, capo sapiente cd insigne, gregario eroico, primo sempre a procedere, a ripiegare ultimo, in un fiero attacco notturno, eccc7.Ìonalmentc arduo per gravi e speciali condizioni di manovra, balzando alla testa <lei suoi Granatieri, li trascinò seco come folgori all'assalto del soverchiante nemico, e cadde col nome d'Italia sulle labbra frementi, donando b vita alla Patria, il nome e rescmpio ai ricordi gloriosi della nostra Storia. - Carso - Pia ve, 28-30 ottobre 1917 ''·

l N Lilli,\ .

RoRA1 Gi useppe, G1pitano 2° Granatieri ( ttl!a memoria j: <, Per~unificazionc vera delle più dette virtù militari, eroica figura di uftì r i:1k, seppe, anc he combattendo contro i ribelli della Cirenaica. f:ir rifulgere il suo indomito valore e mostrar~i degno delle ambitc ric11m prn~c di cui era già insig nito. In testa alla sua compag11i.,, ., l.:.kli ~btan, si·ppc con somma pe!·izia, rnn ~bnrio ;1mmircvolc. con prontezza ed energia, condurre vittoriosamente il primo attacco clclk nostre truppe contro un forte campo di ribelli che sconfìm ·, 11wtrcnd11lo in precipitosa fuga. A ~farsa Brcg::i il suo contegno calmo e sereno dì fronte al soverchiante nemico suscitò l'ammirazione dei suoi ascari. Colpito a morte, mentre col grido fatidico di Savoia! trascinava i suoi all'assalto. rivolse il suo ultimo pensiero alJa Patria !omana, inneggianJo alla vittoria ddle nostre armi. - Uadi Matan. 29 marzo 1923 - Marsa Brega, TI giugno 1923 » .

NELLA GUERRA ITALO - ETIOPICA

(19i5 - 1936).

Germano, capitano i'' Granatieri: Ufficiale pienamente degno del nome. e della fama della stirpe italica. Anima di asceta, carattere di acciaio, cesellato Ja sana educazione e rude esperienza, ha sempre, nel lavoro, nel dovere, nelrardire, attinto forza e scintilla allo slancio verso il bello ed il grande. Forgiatore di anime, tra scinatore di uomini, ha scelto, istmito, condotto b sua banda indigena in modo superbo, lanciandola alla vittoria, sempn: primo. sempre avanti, imponendosi alrammirazionc convinta ed PELLIZZARl

«


45 1 entusiasta di tutti. In tre successivi combattimenti, tre proposte di medaglia d 'argento e tre ferite gloriose. Nei tre gesti eroici lo si vide sempre in piedi, saldo, sicuro, impavido, come se dal sangue vermiglio, dalle carni t;nartoriate traesse vigore, nuovo slancio, nuova fede, ed il dolore g li riuscisse invito a rimanere saldo e sicuro al suo posto di Capo: esempio, guida, sprone. Costretto dalla malig nit;1 della ferita all'amputazione di un piede, sopportava lo strazio con lo stesso animo col q uale aveva affrontato il nemico in campo, lieto di off ri rc il sacrificio alla Patria. Ogni suo atto di guerra è stato espressione di fede, di forza, di volontà; ogni suo p~nsiero un alimento alla sacra fiamma del dovere; ogni sacrificio degno degli eroi leggendari. Gegertù, IO novembre 1936- Hulè, 31 gennaio 1937-Heggi (lcban1\). 2 febbraio 19~7 » . Luigi , tenente l'' Granatieri ( ([l/a memoria): In aspro combattimc.:nto eseguiva animosamente, col suo plotone mitraglieri, audaci sbalzi per portarsi a breve distanza dal nemico e batterlo p iù efficacemente. Durante violenti contrattacchi, sferrati di notte dall'avversario, accorreva presso una mitragliatrice resasi inscr\"ibilc e con i superstiti la Ji(enJcva strenuamente, con lancio di bombe a mano, dagli assalti nemici, riuscendo in breve tempo a sostituirla con altra efficiente ed a ricacciare l'avversario. In altra cruenta battaglia dava nuova, fulgi<la prova di generoso ardimento. Benchè comandante interinale di una compagni.1 non impegnata nell'azione, assumeva volontariamente il comando di un plotone mitraglieri, ckstinato a far parte di una colonna operante. Attaccato da forze soverchianti, dirigeva il fuoco delle sue armi con calma ed abilità esemplari, contribuendo validamente a stroncare i violenti assalti dell'avversario. Nella fase più viva e micidiale del combattimento, accortosi che un grosso nucleo di Abissini era giunto minaccioso a pochi passi dalle nostre linee, si precipitava coraggiosamente su di un'arma ed, azionando questa personalmente, lo mitragliava con estremo vigore. Colpito a morte, in pieno petto, da una fucilata sparatél a bruciapelo, si abbatteva sull'arma, continuando sino all'ultimo respiro ad incuorare i suoi ascari. Esempio magnifico di eroismo. - Birgot, 24 - 25 aprile 1936 - Segarè, 2 T luglio 1936 "· MrcHELAZZI «

Filippo, sottotenente 2 ~ Granatieri ( alla memoria): di plotone mitraglieri, avuta una mano devastata da proiettile esplosivo fin dall'iniz io di aspro combattimento contro M ARI N I

<< Comandante


~o\·erchianti fo rze r ibelli, rimanc-v:1 :d sun pmlo di rnm ando, disdeg nando og ni mccor:co. Co n singolare fermezza d'animo e bravura co ncorreva a respinge re, col be n J ircuo fuoco delle sue armi, tre successivi att:u.::c hi in forze. V is1i cadere il capo-arma cd i ser ve nti di una m itrag li:1trice, :1ccorrcva per sostituirli ; colpito mortalmen te: a l petto. radeva da eroe. i11citando i suoi ascari al cwnbattimc.:1110, al griJo di Viva l' fttt!ia, viva il Ne! Lumino~o esempio di elevate ,·inìi m ilitari e d i indom ito \·:ilorc. Zall alo. 4 o ttobre 19j(>" ·

Granatieri w

/Jar,110

(

1940).

Zt·cc1-11 A ldo. tenente 2·· Gran:1tieri ( al/,1 111cmnri,1): t• Fu.:rJ tc:n1pra di cornbattcntè, rl JìutJva una dc~tinazionc di privilegio per to rna re fra i ~uoi ascari e vive rne così i rischi c,I i disagi nel le operazioni di ~rande polizia. ln un :1spru com batti1nt:1110, inl uita la critica situazione Ji un reparto ,l\·a n za to, si pol'c\'a, con generoso ~lancio. alla testa d ì poc hi an imosi c he, tra5cÌ nati in un terreno cruanto mai diffi cile, si lancia vano sull 'a ncrsa rio, tr:wolgc ndo lo. Cadu to m o rtalmente feri to alla testa dei suoi ascari . a coloro che si p rodigavano a soccorrerl o. rispondc.: va: L asciale mi; ormai per m e i· finita. D crte ndJos.,o ni ribelli e prendeteli. Spirava poco dopo, grida ndo


453 m un supremo sforzo : Viua il XX battaglione. Esempio sublime di alte virtù militari e di generoso, cosciente, sereno sacrificio. - Ausci~t Marian (Mens Scioa), 24 marzo r939 n.

NELLA ·cuERRA nr SPAGNA.

Melchiorre, tenente 3" Granatieri ( alla memoria ): per belle prove date, ad assumere il comando di t1na compagnia di a rditi, irrompeva al canto di Giovinezza sulla posizione nemica, impegnando aspra lotta con l'avversario, superiore di numero. Mentre, alla testa dei suoi, poneva piede sul raggiunto obbiet tivo, t1na palla nemica lo colpiva mortalmente. Dolorante per la ferita, si preoccupava solo di informare il proprio comandante del bril lante esito dell'azione. Moriva all'ospedale, dopo pochi g iorni di stoica agonia, col pensiero e col cuore rivolti al suo reggimento. - T erra di Spagna - Monte Foscas, 6 gennaio 1939 "· l Al'i'NELLI

e< Designato,

DURANTE L.\ SE COND.\ r.t :ERRA MONDlALh (1).

M1ssoN1 Luigi, sottotenente 3° Granatieri ( alla memoria ): << Comandante di un plotone fucilieri, si distingueva in numerosi combattimenti per l'ardire e l'entusiasmo che trasfondeva nei propri Granatieri, g uidandoli alla lotta. Durante un violentissimo attacco, condotto da preponderanti forze nemiche, si prodigava incessantemente per incitare i suoi uomini al combattimento, portandosi con eroico ardire ove più ferveva la mischia. Mentre aiutava due Granatieri feriti a recarsi in luogo più coperto, veniva gravemente colpito al viso da una raffica di mitragliatrice. Invitato dal comandante la com pagnia a portarsi al posto di medicazi.one, fieramente rispondeva che, poichè l'avversario i..ncalz.ava, suo dovere era rimanere fra i propri uomini. Partecipava quindi di nuovo valorosamente alla lotta, lanciando bombe a mano contro il nemico. Una fucilata g li faceva esplodere una bomba nella mano destra, asportandogli l'arto. Mutilato nel corpo, ma saldo nell'animo, lanciava a più riprese ai st1oi ( 1) L'elenco delle medaglie d"oro conferite ai Gra11a1ie ri per la secomla gm:rra mondiale non è completo. La Commissione competente non ha an~ora deciso su tutte le proposte ricevute.

30.


45 l Cranatieri il g ri<lo di frdc c di lotta: Viva l'Italia!, sino a quando, per la grande perdi ta di sangue, si accasciava al suolo. Espressione dcllc più salde virtù militari. - Monte Spaat (fronte albanese-g reco), 1 4 dict mbrt· 1940 "· Stdlato, Gra natiere .f reggimento ( alla mem oria): "Ponarrna tiratore di mitragliatrice, i n ogni circo~tanza ed in ogni combattimento ~i dimostrava soldato valoroso, animato da alto sen so dcl dovere. Dur:111tc un viole nto attacco avversario condotto .i n forze, non oHantc il fuoco intenso che battera la sua posizione, con assoluta calma effet tlla\·a contro il nemico un tiro estremamente micidiale. Colpito alla gola , sopportava stoicam ente il dolore e, pur esse ndo conscio dcll;i grav1t ~ Jclia ferita , ri m aneva volo ntaria m ente al proprin posto di rn mb:111irncnto, rifiutando ogni cura, per contin ua rc il fuot:o. All't:~trcmo delle lorze per la perdita di sangue, si piegava inlÌlll: , ull.i prupri:1 ar ma e su Ljlldla, dopo aver sparato, in 1111 rnprun" ~fnrzo , l\dtima raffi ca, eroicamente si abbatteva. Ful?idn e,em pi,1 d i :1ltis~ime virtù militari. - Sella R:1dati (fronte albancst· gr,·r11). ; di.-c 111hH" 1940 )•. SPALLErn

\ ' i:-.: 1-.: 1 (;iulio. tc ntnte :3'' Granatieri (alla memoria): " Com.111dante d i compagnia f ucilicri , già distintosi per valore in prc.n:drn1 i a1 i1111i , durante un Yiolentissimo :ntacco nemico, ridottosi il ~110 reparto a soli 20 uomini, teneva testa valorosamente al prepondn:inte avversario, hattendosi coi suoi G r an atieri al canto degli i nn i naz ionali, animato dal più puro ed elevato sencimento dd dovere, spinto sc ien tem ente sino al sacrificio. Con gagliarda ed eccezionale audacia ~i espo neva ove m aggiore ('ra j\ pericolo e dimostrava, con la virtt1 d d l \ :scrnpio, ai snoi uomini la fe rrea decisione di resistere e vincer<.: a qual siasi costo. In un aspro con tra~. alto finale , che stronC t\·a l'ultimo tentativo nemico, ferito, rifiutava ogni soccorso e continu~t\·a a c.u11ilJ<1tlèrc. :Nuovamente co l pito da raffica di mitrao lia.::, tricc, 1,i abbatteva al suolo, m a trova\·a a ncora l'energi a, in un supremo sfor zo, per risollevarsi ed i ncitare i dipendenti a lanciare bombe a mano, fìno a llllando, coJpjto per la terza rnlta mortalm ent t:. ~eg na va col suo sangue l'estremo limite, oltre il quale l'avvers:1rio no n doveva avanzare. - Costone est d i L ekJuschai (fronte albanese -greco), 30 dicembre 1940 - , .. gennaio 194 1 » .


Al'PENDICI: N. 3 .

GENERALI E COLONNELLI COMANDANTI LE GUARDIE, I GRANATIERI E I CACCIATORI GUARDIE, I GRANATIERI DI SARDEGNA Negri di Saintfront conte Bonifacio Michele. Nato nel 1776. Sottotenente nel reggimento provinciale di Acqui (28 settembre 1786). Luogotenente (15 giugno 1793). Capitano (5 dicembre 1814). In servizio permanente nel reggimento AJessandria (24 dicembre 1815). Maggiore (5 maggio 18J7). Trasferito brigata Saluzzo (29 gennaio 1821). Tem:ntc colonnello brigata Regina (31 dicembre 1821). Trasferito brigata Ac(1ui (n maggio 1822). Trasferito brigata Regina ( :2:2 gennaio 1823). Colonnello brigata Regina (16 gennaio , 825). Trasferito brigat:i Aosta (r6 gennaio 1828). Tr.1sfcrilo brigata Guardie (9 dicembre 1830). Maggior generale aiutante di campo di S. M. (16 agosto 1831). Comandante la brigata Guardie dal 1° gennaio r832 al 17 novembre 1837. Millet D' Aruillars marchest: Federico. Nato nel 1788. Luogotenente nei Carabinieri Reali (23 maggio 1815). Luogotenente provinciale brigata Savoia (7 gennaio 1816). Capitano (17 febbraio 1816). Maresciallo d'alloggio nelle Guardie del Corpo di S. M. (15 maggio 1816). Cornetta sopranumerario nelle Guardie del CorJX) col grado di tenente colonnello di Cavalleria (22 marzo 1831). Colonnello nel 2° reggimento brigata Savoia (15 dicembre 1831). Maggior generale brigata Savoia (29 dicembre 1836). Comanda nte la brigata Guardie dal 6 dicemhrc 1837 al 29 febbraio 1848. Biscaretti di Ruffia coute c;uscppe. Nato nel 17~. Sottotenente dei Granatieri delle Guardie (8 settembre 181 5). Luogotenente (23 dicembre 1815). Capitano (22 dicembre 1821). Maggiore (25 giugno 1831). Tenente colonnello (16 agosto 1836). Colonnello in 2" (18 giugno 1839). Colonnello comandante dei Granatieri delle G uardie (2(i


no\·emhrc 1839). Maggio r ge nerale co mandante la brig ata G ua r die 1° g iu~ no 1848 al ::p dicembre 1852.

dal

Giano/li conte Marcello . Na to nc:l 17<N - Cadetto nel C o rpo di Art i<rlicria (29. ma ~h u.-rio 18 15). S0tto tcnc11l L' nd Corpo del Gen io (18 d ib cembrc r81 7). Luogotene nte (27 kbbraio 1819). Capitano (25 genn aio 1826} Maggiori:" (<) febbraio 1835). Colo nnel lo dd reggime nto C accia to ri Guardie (27 uo vc-mlm : 1847). Maggior gen erale cu rnan-· dante della 2" briga ta di F antcri:, lo mbarda (1 7 febbra io 1849). Com a nda nte delb briga t:1 ( ; r:1na1ini d i Sa rd egna d al 3r d icem bre 1852 al 12 mar zo 185<J.

Sco:i11 di Callumo r,w. L uigi. Nato nd 1 80.1. G r ana ti ere vo lo n ta ri o nclk G u:1rdic (28 ;1prile 1820). C apo rale (1" gennaio 182 1). Sergc.:utc (i'' m :1g g io 1821). Sottotene nte ( 14 novembre 1821). Luogotc n ente ( r'' febbraio 1826). C a pita no (18 aprile 1830). Magg iore (,o aprile 18+1)- Colo nnello in 2 ~ ( q agosto 1848). C olo nnello coman d ante de i Gran a tin i del le G ua rdie (5 m aggio 1&49). Trasfe rito al coma nd,1 dl'l la brig ata Regina (25 scllcm b re 1853). Maggior generale ( 1" .,~,r.t, i I S3:;). Co nun cb n te !a hrig :11 ; 1 (; r;111:uier i Ji Sard e~n a d al 12 m ar;,.c, 185<J al 1'' luglio 1859. r:. 1111 , 111nt1 con te

Curio. r-,;alo nel 18o(,. G ua rd ia del Corpo J i

S. M. ( ~o lug lio 1822). Sotto te ne nte nell e G uardie del Co rpo (31 luµ lio 1X26). Trasfcri1 0 nell a b rigata Piemo n te ( i-· m arzo 1828). L uo~o te nc ntc (8 icbbraio 1831). C api tano f F ante ria (I'' luglio 1836) . Maggiore 20" Fa nte ria (9 dicem b re 1848). Trasfe rito f F a n ter ia (24 a prile 18-11J). T e nente co lo nnell o com a ndante del 10° F a nter ia (31 dice mb re 1852). C olo nricll o (12 g iug no 1856). Tras fe rito al 2~ G r a natic:ri d i Sardegn a (3 maggio r857). Maggior gene rale d e lla b rigata Pie m o nte ( co g iug n o 1859). Comandò la brigat a G ran a tieri di Sarlkg n.1 d,al 4 lug lio 1859 al 15 ott o!-n e 186o.

Go:::ani di T reville ,llejm 11dro . Nato nel 18 15. C adetto nei G ran atieri J dk Gu ard ie (30 luglio 1831). Sottotenente n d 2 " reggime n to b riga ta Pie mo nte (8 aprile 18_,3). Trasferito nel r eggime nto d i G ra nati e ri d e ll a b rig ata G ua rdi e (2 aprile 18·:i4). Luogote n ente (6 g iug no 1840). C apita n() (23 m aggio r848). Maggiore nel 1° Granatieri ( 1" agosto 1853). T e nente colo nnello (26 g iugno 1859). Comandante 1i F a n te ria (24 lug lio 18'59). Trasferito al comando 1 " G ra na-


457 rieri (29 marzo 1860). Colonnello (30 gi ugno 18fo). Comandante la brigata Granatieri dal 15 ottobre 186o al 24 giugno 1866.

Nicolis di Robilant conte Carlo Felice. Nato nel 1826. Sottotenente di Artiglieria (20 settembre 1845). Luogotenente ( , 8 agosto 1846). Capitano (4 maggio 1853). Maggiore (n marzo 1860). Trasferito nello Stato Maggiore (13 marzo 186o). Luogotenente colonnello (2r novembre 186o). Colonnello (2 marzo 1862). Comandante del 5" Granatieri (s giugno 1865). Maggior generale (20 agosLO 1866). Comandante la brigata Granatieri dal 13 ottobre 1866 al 2 1 luglio 1867-

Federici Vittorio. Nato nel 1822. Sottotenente (10 settembre 1842). Luogotenente di S. M. (12 settembre 1843). Capitano di S. M. (14 ottobre 1848). Maggiore di S. M. (8 agosto 1857). Tenente colonnello di S. M. (14 giugno 186o). Colonnello di S. M. (14 aprile 1861). Maggior generale (14 agosto 1866). Comandante la brigata Granatieri di Sardegna da l 21 luglio 1867 al rn settembre 1871. Mana.<stro di Costigliolc cnntc Fc.fcrico. N.1tt> nd 1818. Sottotenente 2v reggimento brigata Pinerolo (1 ° aprile 1837). Trasferito nel 5" Fanteria (14 aprile 1841). Tenente (22 luglio 1846). Capitano (30 settembre 1848). Maggiore 9~ Fanteria (5 marzo 1859). Comandante del Collegio militare di Firenze (4 marzo 1861). Tenente colonnello (17 marzo 1861). Colonnello (13 marzo 1862). Comandante 67" Fanteria (6 luglio 1862). Trasferito alla Scuola normale di Fanteria (14 ottobre 1865). Comandante del 2~ Granatieri (6 marzo 1866). Comandante della brigata Granatieri di Sardegna (1° luglio 1866). Trasferito alla Scuola militare di Fanteria e Cavalleria (13 ottobre 1866). Comandante la brigata Granatieri di Sardegna dal rn settembre r871 al 19 marzo 1874.

IJoni Annibale. Nato nel 1824. Sottotenente <li fanteria al servizio dell 'Austria il 29 settembre 1843, dimissionario il 19 marzo 1848. Luogotenente di Fanteria al serviz io del Governo provvisorio di Lombardia (1° giugno 1848). Capitano (25 g iugno r848). Trasferito al 21" Fanteria (19 settembre 1848). Trasferito al Deposito ufficiali lombardi (1° giugno 1849). Trasferito al 1° Granatieri de.Ila brigata Guardie (16 marzo 1851) e confermato luogotenente con anzianità 1° g iug no 1848. Trasferito al 7° Fanteria (17 dicembre 1851). Capita no


8" Fanteria (30 marzo 1852). Maggiore 10·· Fanteria (21 dicembre 1859). Tenente colonnel lo (31 dicembre 1871 ). Comandante del 1° Granatieri ( ro giugno 1866). Colonnello (20 agosto 1866). Colonnello comandante brigata Granatieri di Sardegna dal 26 aprile 18j4 al :? lug lio r877. Cliiro11 France.reo. Nato nel 1828. Soldato 2° Fanteria (21 maggio 1844). Sottotenente (31 marzo 1848). Tenente (6 marzo 1849). Capitano 1." Fanteria (8 agosto 1857). Trasferito nello S . M. (q g iug no 18Go). Maggiore (17 marzo r861). T enente colonnello (20 agosto 18r>6). Colo11ncl lo ,o·' Fanteria (1° giugno 1871). Maggior generale cnmandanle XX I brigata di Fanteria (27 m aggio 1877). Comandante bri~;lta Granatieri di Sardegn:, dal 2 luglio 1877 a l r5 maggio 1884 . .-l ff1u,111i di Rctorto barone Giuseppe. Nato nel 183-2. Sottotenente (8 agosto 1852). T enente di Artiglieria (5 agosto 1853). Capitano (o 110,·cmhn: , 859). Maggiore (14 gennaio 1864). Tenente colonnello ( 1 , dir rn1hrl' 1873). Direttore di Artiglieria (9 giugno 18i7). Cnlon11cllo ( ,:; lugho 1877). Com andante 3° Artiglieria (24 giugno 1878). C:0111:inda mc Li hrigat;1 Granatieri di Sardegna <lai 30 maggio 1884 :il 10 :igo~to 1888, a nche col grado di m aggior ge ncr:,lc (.~2 sett emhn· 1~8..1). C.m:w:.i Francesco. Nato nel 183ì. Sottotenente 7" Fanteria (27 lug lio 1859). T enente (15 settembre r86o). Trasferito nello S. M. (5 maggio 18(>1). Capitano (12 marzo 1863). Maggiore 67" Fanteria (9 no\'Cmhrc.: 1872). Trasferito nello S. M. (n dicembre 1873). Tenente colnnndlo ( 15 luglio 1877). Colonnello comandante 49" Fanteri;1 (2 gennaio 1881). Trasferito nello S. M. (10 aprile r884). Comandante brigata Forlì (2 ottobre 188j). Comandante brigata Gra natieri dal 10 :i.~o~to 1888 al 2 novembre 189r), :inche col g rado di ma~gior g-<.:nc:rale (24 settembre 1888).

Morelli dei marchesi di Ticineto c dei conti di Popolo nobile Pietro. Nato nel 18i8. Sottotenente 1" Granatieri (8 agosto 1857). Tenente (19 ottobre 1859). Capitano (2r marzo 1861). Maggiore (9 novc.:mbrc 1872). Tenente colonnello (24 luglio 1879). Trasferito al 2'' Granatieri (10 febbraio 1881). Colonnello 48° Fanteria (:!7 ottobre 1883). Trasferito al 2 ° G ranatieri (7 ottobre 1887). Comandante


459 la brigata Granatieri dal. 2 novembre:: 189<> al 24 giugno 1894, anche col grado di maggior generale (19 aprile 1891). Giardini Enrico. Nato nel 1838. Sergc::nte 8° f antcria ( 1" M:t1e111 bre;: 1855). Furiere (16 aprile 1859). Sottotenente 19" Fanteria ( 11 dicembre 1859). Tenente (24 marzo 1861). Capitano (7 giugno 1866). Maggiore 1f F anteria (26 agosto 1877). Tenente colonnd lo (26 onobre 1882). Colonnello 32° Fanteria (20 marzo 1887). Maggior generale, comandante la brigata Granatieri dal 1" luglio r894 al 12 marzo 1899.

Tlacq11e1· Padcri nobile Luigi. Nato od 1845. Sottotenente 25'' Fanteria (28 agosto 1864). Trasferito 1° Granatieri (2 luglio 1865). Tenente (30 dicembre 1871). Trasferito nello S. M. (22 maggio 1872). Capitano (21 maggio 1876). Maggiore 29° Fanteria (9 dicembre 1883). Maggiore di S. M. (24 marzo 1887). Tenente colonnello (8 aprile 1888). Colonnello comandante 55° Fanteria (,r luglio 1892). Maggior generale comandante brigata Marche (29 dicembre 1898). Trasferito al comando brigata Granatieri di Sardegna dal 12 marzo 1899 al 19 gennaio r905. Camera11a nobile dei conti Vittorio. Nato nel 1855. Sottotenente (29 luglio r874). Tenente 8" Artiglieria (1° agosto 18j6). Capitano S. M . (10 dicembre 1882). Maggiore:: S. M. (4 novembre 1889). Tenente colonnello S. M. (4 luglio 1895). Co.lonncllo S. M. (25 ottobre 1898). Maggior generale, comandante la brigata Granatieri da] 19 gennaio 1905 al 15 luglio r9ro. 12° Artiglieria

Tassoni Giulio Cesare. Nato nel r859. Sottotenente 6" Bersaglieri (28 agosto 1878). Tenente 6° Bersaglieri (12 giugno 1881). Capitano

S. M. (n ottobre 1888). Maggiore S. M. (17 luglio 1893). Tenente colcnnello S. M. (9 dicembre 18g7). Colonnello S. M. (19 giugno 1902). Maggior generale comandante brigata Umbria (4 febbraio 1910). Trasferito al comando brigata G ranatieri dal r5 luglio 19 10 al 22 giugno 1913·. Amari dei co11ti di San Adriano Giu..ceppc. Nato nel 1857. Sottotenente 9° Bersaglieri (26 agosto 1877). T enente 9" Bersaglieri (29 agosto r88o). Capitano 9° Bersaglieri (24 marzo 1887). Maggiore t ruppe Africa (3 marzo 1898). Tenente colonnel lo 83° Fanteria (21 dicem-


brc

Colonnello comandante 52~ Fanteria (1• marzo 1908). Maggior generale (17 novembre 1912). C',omandante la brigata Granatieri dal 22 giugno 1913 al 1" ottobre 1914. 1<)02).

Negri dei co11ti di Lamporo nobile Ettore. Nato nel 1858. Sottotenente Artiglieria (24 aprile 1881). Tenente 5° Artig lieria (12 aprile 1884). C1pitano S. M. (4 novembre 1889). Maggiore 92° Fanteria (29 dicembre 1898). Tenente colonnello S. M. (26 giugno 1904). Colonnello comandante 11" Fanteria (30 dicembre 1909). Maggior gencrak, comandanic.: la brigata C ranatieri dal r " ottobre 1914 al 15 marzo r915. Pirzio Biro/i Luigi. Nato nel 1859. Sottotenente •./ Fanteria (28 agosto 1878). Tenente<}" Fanteria (1 Qgiugno 1882). Capitano 16" Fanteria (8 aprii<.' 1888). Maggiore 1'' Granatieri (29 settembre 1900). Tenente colonnello 1·· Granatieri (15 maggio 19o6). Colonnello comandante 35" Fanteria (18 giug no r911). Trasfcril<> al comando 2° Granatieri (15 novembre 1914). Maggior generale. comandante la brigata Gr.111:iticri dal 15 m:uzo 1915 al I5 dicembre 1915.

l'e1111cl/11 Giuseppt. Nato nd 1864. Sottotenente 22° Fanteria- (28 luglio 1883). Tenente 82'' Fanteria (26 settembre 1886). Capitano S. M. ( 18 ott ulin: 18,f,). Maggiore r Granatieri (17 giugno 1900). Tenente colonne llo S. M. (30 giugno 1q11 ). Colonnello S. M. (31 luglio 1915). Colonnello comandan te la brigata Granatieri dal 15 dicembre 1915 al 16 dicembre 1916. anche col grado di maggior generale (30 marzo 1916) . 0

.4/hcrta -:.zi Giovanni. Nato nel 1864. Sottotenente 3° Fanteria (28 luglio 1883). Tenente 3° F,mteria (26 settembre 1886). Capitano 2 ° Granatieri (8 giugno 1897). Maggiore 1 ° Granatieri (30 settembre r910). T cnenle LUlu11nello I'' Gra natieri (5 aprile 1914). Comand:1nte Quartiere Generale Esercito (::!4 maggio 1915). Colonnello comandante 1" Granatieri (18 agosto 1915). Cessa per ferita (3 giugno r91G). Colonnello comandante 2° Granatieri (:w ottobre 1916). Colonnello brigad!ere. comandante la brigata Granatieri dal r6 dicembre 1916 al 28 ~:pugno 1917. Rossi Gastone. Nato nel 1867. Sottotenente 3" Alpini (2 agosto 1886). Tenente 3° Alpini (4 novembre 1889). T enente truppe coloniali


(27 febbraio 1894). Capitano truppe coloniali (28 luglio 1902). Capitano 1° Granatieri (12 dicembre 1909). Maggiore per merito di guerra 2° Granatieri (23 agosto 1912). Tenente colonnello 2 ° Granatieri (18 agosto 1915). Tenente colonnello comandante 204° Fanteria (r'' gennaio 1916). Colonnello comandante 204° (29 aprile 1916). Comandante la brigata Granatieri dal 28 giugno 1917 al 23 ottobre 1918, anche col grado di maggior generale, ottenuto per merito <li guerra. Anfossi Paolo. Nato r.el 1867. Sottotenente 1° Granatieri (2 agosto 1886). Tenente 1° Granatieri (30 marw 1890). Capitano 2" Granatieri (28 luglio 1902). Maggiore 1° Granatieri (31 dicembre 1913). Tenente colonnello 1 ° Granatieri (9 ottobre 1915). Colonnello comandante 1° Granatieri (3 agosto 1916). Cessa per ferite (19 agosto 1917). Brigadiere generale (20 giugno 1918). Comandante la brigata Granatieri dal 27 ottobre 1918 al 20 settembre 1919. Lodomez Eurico. Nato nel 1865. Sottotenente 10" Fanteria (25 agosto 1885). Tenente 10" Fanteria (1 e ottobre 1888). Capitano 6<./ Fanteria (19 maggio 1898). Maggiore 8o° Fanteria (30 giugno 191I). Tenente colonnello 80° Fanteria (1" febbraio 1915). Colonnello comandante i' Fanteria (10 ottobre 1915). Brigadiere generale comandante brigata Cuneo (20 giugno 1918). Comandante la brigata Granatieri dal 20 settembre 1919 al 5 gennaio 1920. Piola Caselli nobile Renato. Nato nel 1866. Sottotenente 2° Bersaglieri (2 agosto r886). Tenente 2° Bersaglieri (4 novembre 1889). Capitano 3° Ber saglieri (28 luglio 1902). Maggiore 40° Fanteria (~o settembre 1913). T enente colonnello n" Bersaglieri (15 settembre 1915). Colonnello comandante 11 ° Bersaglieri (rn ottobre 1915). Bri.gadicre generale comandante 2·' brigata Bersaglieri (20 giugno 1918). Brigadiere ge nerale comandante brigata Granatieri dal 5 gennaio 1920 al 15 luglio 1925, anche col grado di maggior generale (1 ° febbraio 1923). A/berti Adria110. Nato n el 1870. Sottotenente Scuola Applicazione (20 marzo 1890). Tenente 4° Genio (7 agosto 1892). Capitano Ferrovieri (18 gennaio 1903). Maggiore (.31 marzo 1912). Tenente colonnello S. M. (1° febbraio 1916). Colonnello S. M. (5 novembre 1916). Maggior generale (1" giugno 1924). Comandante brigata Granatieri dal 15 luglio 1925 al 24 novembre 1928.


Tonelli M,trio. Nato nel 1874. Sottotenente 94" Fanteria (5 settembre 1894). Tenente 94" Fanteria (19 maggio 1898). Capitano S. M. (31 marzo 1<)09). Maggiore S. M. (19 settembre 1915). Tcncnt<:: èolonndlo S. M. (5 novembre 1916). Colo nnello S. M. (q giugno 1917). Generale di brigata (3 giugno 1926). Comandante la brigata Granati eri dal l'' dicembre r928 ::il 31 dicembre 1929.

Bi1ffigi E11rico. Nato m:I 1872. Sottotenente 16" Fanteria (5 settembre 1894). Tenente 1(>" Fanteria (19 maggio 1898). Capitano 27" Fanteria (5 settemb re 1909). Maggiore S. M. ( 19 settembre 1915). Tenente colonnello S. M. (5 novembre 1916). Colonnello S. M. (14 giugno 191 7). Gene rale di brigata (3 giug no 1926). Comandante brigata Granatieri dal 1" grntlato 193ù al 31 dicembre r932. Giacchi tià co11ti Gìt1ccli1 11ohilc Nicolò. Nato nel 1877. Sottotenente 2·· Cr:111aticri ( 20 ottobre 1895). Tenente 2'' Gra nati eri (29 dicembn: 1848). Capitano 1'' Granatieri (1 ° luglio 1909). 1° capitano (29 m:i r zo " ) ' 'i)- A iurante di campo brigata Granatieri (8 aprile 1915). Magg io re ) ti · F:1nteria (10 ottobre H)l5). Tra~ferito I ~ Granatieri ( 1'' n1;1r·m ,, 1,r.), T1·11en11' ,nlnnnclln r" (;r:inatieri (25 febbraio I~ H7).

Tene nte colonnello cmnandantc i' Cranaticri (20 agosto 19r7). Cessa pt:r ferite (ro settembre r917). Colonnello a disposizione M. G. (6 [! cnrui o 1918). C rnn:111dante Rag grnppamcntn Assalto 8' Armata (, 1 ;naggio 1918). Cessa (4 luglio ll)18). 1n aspettativa per postumi ferite guerra (4 luglio H)18). Colonnello comandante 2 " Granatieri (29 aprile 1919). Cessa (t'i giugno rq25). Generale di brigata (II dicembre 1931). Coma ndan te brigat,1 Granatieri dal 1° ge nnaio 1933 al 15 settembre r934-

Co11a Ferdinando. Nato nel 1882. Sottotenente 48" Fanteria (25 agosto 1902). Tenente 48° Fanteria (20 settembre 1905). Capitano 59" F::rntcri a ( ~1 dicembre !tJI2). Maggiore S. M. (15 frbbraio H)T6). Tenente colonnello S. M. (29 luglio 1917). Colonnello S. M. (6 ottobre 1918). G enerale di brigala ( 18 novembre 1932). Comandante brigata Granatieri dal 15 ~ettembre 1934 al ro febbraio 1935.

Vcechi Giov a1111Ì. Nato nel 1881. Suttu lenen,e 2" tìranatìeri (:1-5 agosto 1902). T e nente 2·· G ran atieri (20 settembre 1905). Capitano 1'' Granatieri (31 dicembre 1912). Maggiore 1" Granatieri (15 febbraio H)T<i). Tenente coln nncllo 2° Granatieri (7 ottobre 1917). Colo nnello


comandante 4° Fanteria (13 giugno 1926). Generale:: comandante bri gata Granatieri dal 24 febbraio 1935 al 30 giugno 1937.

Melotti Carlo. Nato nel 1882. Sottotenente 2 ° Gra natieri (7 settembre 1905). T enente 2 ° G ranatieri (7 settembre 1908). Capitano 1· G ranatieri (31 dicembre 1914). Aiutante campo brigata Gra natieri (10 ottobre 1915 - i'' giug no 1917). Maggiore 1° Granatieri (24 maggio 1917). T enente colonnello M. G. (c8 dicembre 1918). Colo n nel lo M. G. (.1° giugno r928). Comandante r• Granatieri dal 1 ° g iug no 1930 al 31 dicembre 1935. Generale comandante brigata Gra natieri dal 15 luglio 1937 al 31 agosto 1938. Ruggiero Giu11io. Nato nel 1886. Sottotenente 1" Granatieri ( 14 settembre 1906). Tenente truppe coloniali Eritrea (14 settembre 1909). Capitano t 0 Granatieri (15 gennaio 1914). Capitano 2" Granatieri (1° gennaio 1915). Maggiore 1° Gra natieri (1° g iugno 1917). Aiutante d i campo brigata Granatieri (1" giugno 1921 · 9 maggio r926). Tenente colonnel.lo 1° Granatieri (q giugno 1926). Colonnello (25 novembre 1932). Colonnello comandante 2° Granatieri dal 4 ottobre 1933 al 1° ottobre 1936. Gennale com:indante hrigata Granatieri dal 10 settembre 1938 al 1° ottobre 1940. Maunerini Alberto. Nato nel 1891. Sottotenente r" alpini (23 febbraio 1913). T ene nte 1° alpinj (15 1ug lio 1915). Capita no <)° alpini (9 n ovembre 1915). Magg iore S. M. (28 luglio 1918). Tenente colonncUo S. M. (1" dicembre 1926). Colonnello (31 dicembre 1936). Colo nnello comandante 2'' Granatieri (31 dicembre 1937). Cessa per altro incarico (15 febbraio 1940). Generale comandante Fanteria divi sionale Divisione Granatieri dal 1° agosto 1941 al 10 agosto 1941. de Ric11:.:::i Adolfo . N ato nel 1889. Sottotenente I I " Fanteria (ro novembre r9 r2). Tenente (15 luglio 1915). Capitano (9 novembre 1915). Maggiore (4 luglio 1918). Maggiore S. M. (1" gennaio 1925). Tenente colonnel lo S. M. ( 16 maggio 1927). Trasferito .f Granatieri (31 maggio 1931). Aiutante di campo brigata G ranatieri (3 febbraio 19~5 - 1 " ge nnaio 19_~7). Colo nnello (1° gennaio 1937). Colonnello comandante 1" G ranatieri (16 settembre 1937). Cessa (31 ottobre 1940). Colonnello con fun zioni superiori , Vice comanda nte della Divisione G ranatieri (20 agosto r94 r). Ge nerale di brigata vice comandante della Divisione Gra natieri ( r gennaio 1942). 0


GENERALI COMANDANTI LA DIVISIONE GRANATIERI DI SARDEGNA (1) ( 1940 - 1 94 2 ).

Generale di Di visione Orla11do Taddeo: dal 29 febbraio 1940 al 15 novembre 1942. Generale di Divi~ionc Nuggiero Giunio: dal 15 novembre 1942 al 3 agosto 1943. Ge nerak di brigala con fu nzioni del g rado superiore S0li11as Gioacchi110 dal 3 :1gm111 ;1 ] io settembre 1943 (2). Gcncrak di Di\'isionc C11ra11i Lorenzo: dal

10

aprile 1948 al 30

g1ugno 1949. Ccneralc di Dì,·ìsione R orla Alberto: dal 30 giugno .1949 al 31 .1gos10 1950.

COMA . 'DANTI DEL RE.GC IM ENTO DELLE GUARDIE

DELLA BRIGATA GUARDIE O DEL REGGIMENTO GRANATIERI GUARDI.E (1659 - 1853). Mcsmc di Marol/es conte Franasco . Francese al. servizio dei Sa\ Oia , non assunse il comando del reggim ento alla formazione (18 aprile 1659), ma, da documenti del tempo , si rileva che era tale già dal 1 " settembre del l'anno di formazione e che ne tenne il com ando

si no al 1665. (1) Per effetto ddl'orùinamento 1926, b Di,isio ne di Fanteria d iventa ternaria, formata con t re reggimenti di FamcriJ ed un rcggimeuto <li Artig lieria. ;-..:asce così il 3" ( , ranatieri. P er cffeno dd l'ordinarnt·nlo 1y39. la Di\·isionc di Fanteria <li"ent:1 binariJ , composta di una Fanteria di visionale:. di due reggimenti. di uno di A rtig lieria, di reparti del Genio e dei serviz i. Il 3" Granatieri viene trasferito in A lbania. (2} L1 Di\'isione G ranatieri di Sardegna \·enne considerata sciolca il 10 sctlcm bn: 1943 e fu ricost irnita ~nlt:1111 0 il 10 aprile 1<;48.


San Martino di Parella conte Emilio (nato nel 1639) fu assunto al comando del reggimento delle Guardie il 1° ottobre 1665, in giovane età, più per benemerenze di famiglia, che per meriti personali militari. Pur salendo nei gradi, conservò il comando delle Guardie sino alla morte, avvenuta il 16 novembre 1710. Ghiron San Martino D'Andorno marchese Silla. Figlio del pn:cedente, g li successe alla morte nel comando del reggimento, con patente 20 marzo 17II, nel convincimento del. Duca che il San Martino, seguendo il cammino paterno, avrebbe servito con fedeltà e valon:. Tana D'Entraque marchese Filippo, essendo già colonnello Jd reggimento di Piemonte, fu trasferito a quello delle Guardie alla morte del precedente e ne tenne il comando sino al 9 settembre 173, , (jUando fu nominato governatore di Torino. Asinari di Mobercelli Carlo Giuseppe Ignazio, già colonnello in 2\ quando era titolare il predecessore, divenne titolare il 20 settembre 173r. Nel marzo 1715 promosso maggior generale, conservò il comando del reggimento - come era costume del tempo - si no al 1744, quando venne nominato governatore di Piacenza. Cachenmo Osasco Delta Roccu conte Giwcppe Ottavio, essendo già colonnello del reggimento Mondovì, il 1• marzo 1744 fu trasferito alle Guardie, rimanendovi 24 anni e cioè sino al 13 settembre 1768. Valesa di Monta/do conte Carlo Emanuele. Fu parecchio tempo colonnello in 2a; diventò ti.tolare il 28 aprile 1769 e tenne il comando del reggimento sino al 1789. Della Torre di Cordon marchese ·Vittorio, comandante del reggimento della Regina, fu trasferito nelle Guardie, quale colonnello in 2•, nell'ottobre 1789 e vi rimase sino al 1794. Dcs Htlyes di Mussano conte Gaspare Gaetano. Nel r759 sottotenente nel Corpo ingegneri militari, fu nel 1763 trasferito nelle Guardie, nelle liliali diventò colonnello nel 1794. All'atto dell '<xcupazione francese, nel 1798, venne dimesso.


Solaro del Borgo marchese Giuseppe Vincenzo. Nato nel 1760, nel 1774 fu alfiere nelle Guardie; tre anni dopo, promosso tenente, si dimise. Capitano nei provinciali di Ivrea nel 1782, maggiore nel 1793, tenente colonnello nel , 796, ebbe, nel 1798, il comando Jcllc G uard ie, comando che tenne fino alla morte, avvenuta nel 1815, pur non avendo voluto egli servire sotto il regime francese.

Via/ardi di Verronc Amedeo. Nato nel 1759. Cadetto nelle Guardie (9 luglio 1776). Sottotenente nc llc Guardie (14 aprile 1777). Tenente nelle Guardie (13 maggio 1781). Capitano nelle Guardie (21 marzo 1789). Tcnent l'. colonnello nelle Guardie (8 luglio 1814). Colo nnelk, e poi Maggior generale coma ndante il reggimento delle Gu;mlic dal 20 magg io 1815 all'ottobre 1827. Francia di Genola co11te Luigi. Nato nel 1769. Sotto tenente nel reggim cnto Piemonte ( 1r luglio 1784). Trasferito nel rcggirncnto Marin;1 (:~8 giugno 1786). T enente reggimento Marina (10 febbraio 1789). Capitano reggimento Marina (4 marzo 1794). Trasferito nel 1-c 0 0 imc1110 J)ro\·incialc di Torino (1° n1rcnnaio 1815). Ma"giore nd rl'l'!•im cnto provinciale cli Vercelli (q giugno 181c;). Trasferito nel regii mrnto l lclle G uardie (7 gennaio 181 6)~ Tenc:nte colo nnello nelle ( ;uardit· (4 g iugno r81 7). Colo nnello coma nda nte il reggime nto Guardit· ,hl 18 ottohrc 1827 ;il 1830. ~~

~

0

Ne;; n di Saintfront come /3onifaào Michele, dal 9 dicen1bre 1830 :il 16 agosto 18,1 (1).

l'all,wici11i dì Priola Vale111ino. Nato nel 1788. Capitano nei Cacci atori Italiani con brevetto austriaco (.20 aprile 1814). ConfermaLO tale nell'esercito piemontese (5 novembre 1814). Maggiore (-:q grn naio 182r). T <: nente colonnello (18 febbraio 1826). Colonnello (4 :1~0\to 1831). Trasferito nell e G uardie (18 agosto 1831). Maggior generale rnm:rndante la brigata Cuneo dal 28 ottobre 1839. Nicod de M,rngny Carlo Giuseppe. Nato nel 1798. Sottotenente reggimento Savoia (1° luglio 1814). Tenente (.25 giugno 1815). Capitano ( 16 dicembre 1818). Capitano dei Granatieri (25 gennaio 1825). Maggiore brigata Guardie (29 gennaio 1827). T enente colo nnello (21 ( 1) Per altre notizì,· si veda a p:1g. 455.


novembre 1831). Colonnello (24 ottobre 1833). Maggior generale comandante brigata Acqui (1° ottobre 1839).

Bùcaretti. di Ruffia conte Giuseppe, dal 26 novembre 1839 al giugno 1848 ( r ).

1"

Lovera di Maria Alessandro. Nato nel Ij98. Sottotenente delle Guardie (20 giugno 1815). Tenente (4 dicembre 18r8). Capitano (21 febbraio 1823). Maggiore (14 gennaio 1837). Tenente colonnello (18 giugno 18~9). Colon nello comandante 7'" Fanteria (9 aprile 18.t4). Trasferito al reggimento Guardie (29 febbraio 1848). Maggjor generale comandante brigata Aosta ( 13 agosto J 848). Dapassano Giulio Cesare. Nato nel 1798. Granatiere brigata Guardie (6 agosto 1817). Caporale (18 aprile 1818). Sergente (1° ottobre 1818). Sottotenente (21 dicembre 1818). T enente (26 febbraio 1823). Capitano (3 novembre 1835). Maggiore (8 gennaio 1842). Tenente colonnello (21 marzo 1848). Colonnello (r3 marzo 1848). Nel l'aprile 1849 collocato a riposo col grado di maggior generale. Scozia di Calliano Luigi, dal 5 maggio 1849 al 25 settembre 1853-

COMANDANTI DEL REGGIMENTO DI SARDEGNA E DEL REGGIMENTO CACCIATORI GUARDIF. ( dalle origini allo scioglimemo ).

Genovese duca di San Pietro e Cervellon marchese della Guardia Don Bernardino. Nel 1744, durante la guerra di successione di Austria, levò, organizzò ed offrì al proprio Sovrano il reggimento Cacciatori di Sardegna e ne divenne il comandante. Promosso maggior generale, continuò, secondo il costume del tempo, a tenerne il comando, cessando dalla carica il 10 aprile 1759, quando, promosso tenente generale, divenne comandante del l'Artiglieria dcll'esi.;rcito sardo. ( 1) Per le altre notizie si veda a pag. 455.


Pios.casco !)'Airasca Urbano Antonio. Giù tenente colonnello nel reggimento Ji Sardegna, ne divenne colonnello il 10 aprile 1759. Riportò una grave Cerita alla battaglia di Parma nel 1734. Cessò dal comando, pcrchè J cstinato altrove, nel J 771. Pagliacio della flmwrgia marchese Don Gavino. Tenente colonnello nel reggimento di Sardt'gna, nel marzo 1771, con avanzamento accelerato (oggi si direbbe a scdt:i), fu promosso colonnello e tenn e il comando del reggimento fino al r783. Vi{'(lldi di Foresto conte Giulio Cesare·. Appartenne al reggimento dall a sua CÒndaziont.:. Capitano nel 1772, fu promosso colonnello comandante dd 1cggi1rn.: nto il 27 dicembre 1783 e tale rimase lino al 111;1r;,o del , 7H1J. M11glit111rJ Giwcf' pc. Alfiere nel re~gimcnto, fu tenente ai utante maggiorc nel 1763, capitano il 13 aprile 1768, maggiore il 16 maggio 1780. trncntc colo11nello l'u marzo 1784, colonnello l'u giug1111 1781). Fu dimesso Jal g rado nd 1793. 1 193. giil maggior generale, cbhe dd reggi mento, nel lluale ave\'a servito per 36 a11ni, e lo fino :il 17c}{,.

Lug u111 0 011 l'ietro. li 30 apnle

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fr_.- di J/illam_<1ri1,a Don Antonio. Maggiore nel reg~imento, fu prumo~so tenente colonnello il ì maggio 1793. divenne colonnello il 1 ott<Jbre 1796 e comandò il reggimento fino agli ultimi m esi del 1807.

A mat d i Sono Gio,wwi. Percorse tutta la sua carriera nel reggimento Ji Sardegna. Sottotenente alla fine del 1774. Tenente (26 marzo 1778). C:1pitano-tenentc ( 1" lug lio 178o). Capitano (7 giug no 1786). Maggiore (30 aprilc t793). Tcncni c colonnello (i'' ottobre 1796). O:>lon 11ello comandante (17 dicembre 1807). Esonerato nd 1816. De Candia Don Stefano. Nato nel 1770. Sottotenente nel n:gg imrnto di Sardegna (3 d.icembrc 1787). Tenente (6 giugno 1793). Capitano (15 maggio 1799). T enente colonnello, comandante titolare del reggimento ( 1.5 marzo 1816). Colonnello (18 maggio 1817). Magp-ìor generale, sempre continu:1ndo a comandare il reggimento ( 1° maggio 182 1). come fece IÌ no al 20 ottobre 1830.


Pagliacio della Planargia marchese Don Giovanni Antonio. Nato nel 1793. Cadetto nei Cavalleggeri di Sardegna (17 ottobre 1801). Sottotenente (7 dicembre 18o8). Capitano (4 febbraio 1815). Maggiore di Cavalleria in servizio di S. M. (16 agosto 18r7). T enente colonnello (.30 gennaio 1821). Colonnello di S. M. (5 gennaio 1825), destinato a comandare il reggimento Cacciatori Guardie dal 20 ottobre 1830 al 13 agosto 183 r.

Carta Don Pasquafr. Nato nd 1?69. Soldato nel reggim t:nto di Sardegna (13 settembre 1797). Sottotenente (30 luglio 1.799). Tenente (3 agosto 1806). Capitano (21 marzo 1816). Maggiore (16 marzo 1821). Tenente colonnello (25 settembre 1827). Colonnello coma ndante il reggimento dal 17 agosto 1831 al 16 luglio 1835. Sardo Don Sebastiano. Nato nel 17&J. Cadetto di Artiglieria (24 luglio 18o6). Sottotenente nel reggimento di Sardegna (1° febbraio 18o7). Tenente (17 marzo 1816). Capitano (17 settembre 1817). Maggiore (14 gennaio 1829). Tenente colonnello (21 novembre 1831), tale nd 16° Fanteria (27 marzo 18-p ). Colonnello 8" Fanteria (31 gen naio 1835), comandante i Cacciatori Guardie dal 16 luglio 1835 al 2 gennaio 1841. Grixoni Don Luigi. Nato nel 1795. Soldato nel battaglione reale Marina (15 luglio 1810). Sottotenente (_31 agosto 18u). Passato con rcgi:1 autorizza7.ionc al servizio inglese (1° febbraio 1813). T enente (18 maggio r8r 4). Rientrato al servizio sardo ed assegnato al reggimento Cacciatori di Sardegna (28 marzo 1816). Capitano (15 febbraio 1823). Maggiore (r" ottobre 1831). Tenente colonnello al 9° Fanteria (5 settembre 1837). Colonnello comandante dei Cacciatori Guardie dal 2 ge nnaio r841 al 1° agosto 1845. Caccia Ottavio. Nato nel 1794. Sottotenente nel reggimento Granatieri Guardie (22 gi ugno 1815). Tenente ( ro dicembre 1818). Capitano (24 gennaio 1824). Maggiore (13 maggio 1837). T enente colonncll() (5 ottobre 1841 ). Colonnello comandante del reggimento Cacciatori Guardie dal 1° agosto 1845 al 24 novembre 1847. Gianotti conte Marcello. Colonnello comandante i Cacciatori Guardie Jal 27 novembre 1847 al 17 febbraio 1849 ( 1). (1) Per le nitre notizie si veda a pag. 456.

31.


Cappai Antonio. Nato nel 1800. Cadetto nelle Guardie del Corpo (8 giugno 1816). Sottotenente (10 luglio 1820). Trasferito nel reggimento Cacciatori di Sardegna (7 febbraio 1822). Tenente (28 febbraio 1823). Capitano (31 gennaio 1831). Maggiore (20 ottobre 1846). Colonnello comandante il reggimento Cacciatori Guardie dal 17 febbraio 1849 al I'' marzo 1851. Cerale Enrico. Nato nel 1804. Soldato nella brigata Saluzzo (30 settembre 1821). Sottotenente brigata Pinerolo (1° gennaio 1822). Tenente (14 rnaggio 18.31). Capitano (10 febbraio 1839). Maggiore 3" Fanteria (17 ottobre 1848). Tenente colonnello comandante Cacciatori Guardie dal 2 marzo 1851 al 1° agosto 1852.

COMANDANTI DEL 1° REGGIMENTO GRANATIERI F. DEL 1" GRANATIERI DI SARDEGNA (1853 - 1950). M,wa di San Biagio conte Augusto. Nato nel 1807. Sottotenente lmgata Guardie (:2 febbraio 1825). Tenente (17 aprile 1830). Capitano (17 maggio 1836). Maggiore (19 settembre 1848). Tenente colonnello comandante 16° Fanteria (18 m::iggio 185::2). Al comando del I ~ Granatieri dal 25 settembre 1853 al 29 giugno 1859. lncisa Beccaria di Santo Stefano Luigi. Nato nel

1813.

Ca-

detto m:lla brigata Guardie (31 marzo .1831). Sottotenente nel 3'' Fanteria (10 aprile 1833). Trasferito al reggimento G ranatieri Guardie (2 aprile 1834). Tenente (4 aprile 1841). Capitano (25 maggio 1848). 0 Trasferito al 2° Granatieri (1" gennaio 1850). Maggiore (r agosto J 853). Comandante Scuola di Fanteria (29 novembre 1857). Tenente colonnello comandante r" Granatieri (26 g iugno 1859). Colonnello comandante , ,. G ranatieri Jal 13 marzo 186o al 25 marzo 1860.

Goza11i di Trevillt· Alessandro. Comandò il reggimento dal 29 marzo al 30 giugno 1860 (1). Dall'Aglio Giovan Battista. N::ito nel 1821. Cadetto parmense (1" novembre 1839). Sottotenente (1 ° novembre 1841). Tenente (2 (,) Per altre notizie si veda a pag. 456.


47 1 marzo 1845). Capitano I battaglione di linea parmense ( 15 giugno 1848). Trasferito al servizio sardo cd assegnato 23° Fanteria (, 1 novembre 1848). Trasferito 18° Fanteria (1° gennaio 1850). Maggiore 5° ·Fanteria (15 agosto 1858). Tenente colonnello e poi colonnello comandante 1° Granatieri dal 17 novembre 186o al IO giugno 1866. Bonì Annibale. Comandò il giugno 1866 al 26 aprile 1874 (1).

reggimento Granatieri dal

10

Bar/i Fra11cesco. Nato nel 1828. Guardia del corpo nell'esercito toscano (31 maggio 1847). Sottotenente 1° Fanteria toscano ( 12 dicembre 1849). Tenente (26 settembre 1854). Capitano 1° Granatieri Toscani (7 maggio 1859). Trasferito nell'esercito italiano ed assegnato

35° Fanteria (25 marzo 186o). Maggiore n° Fanteria (23 marzo 1862). Tenente colonnello 65° Fanteria (19 giugno 1869). Comandante 1" Granatieri dal 30 aprile 1874 al 6 gennaio 1877. Branchini ÀHgttsto. Nato nel 1826. Dal 1848 al 1849 in servizio nell'esercito toscano. Sottotenente nella Cavalleria !(iseana (9 maggio 1859). Tenente (6 rlicembre 1859). Ammesso nell'esercito italiano al reggimento Cavalleggeri di Lucca (25 marzo 1860). Dimesso dal servizio (12 giugno 186o). Maggiore nell'esercito garibaldino (13 ottobre 186o). Trasferito col suo grado nell'esercito italiano (16 aprile 1862). Trasferito al 1° Granatieri (30 gennaio 1863). Trasferito al 3° Bersaglieri. Tenente colonnello e poi colonnello comandante 1° Granatieri dal ro gennaio 1877 al 24 luglio 1879. Rebagliati Enrico. Nato nel 1832. Sottotenente 2" G ranatieri 18.53). Tenente (5 giugno 1859). Capitano di S. M. (13 marzo 186o). M:1ggiore di S. M. (28 luglio 1866). Tenente colonnello 1° Granatieri (6 maggio 1865). Colonnello comandante 23" Fanteria (2) marzo 1879). Comandante il 1° Granatieri <lai 24 luglio 1879 al l' r 1 ottobre 1 885.

(5 agosto

Rotondo Carlo Eugenio. Nato nel 1840. Sottotenente nel 16" Fanteria (30 giugno 1859). Tenente 48° Fanteria (10 giugno 186o). Tenente di S. M. (5 maggio 1861). Capitano (24 agosto 1862). Maggiore 62° Fanteria ( TI dicembre 187.3). Trasferito 2 ° Granatieri (25 ( t) Per altre notizie si veda

;1

pag. 457.


47 2 ottobre 1874). T enente colo nnello 4" Fanteria (8 novembre 1880). T rasferito ( ' Gra natieri (..r.; maggio 1882). Colonnello comandante 49'' Fanteria ( 1'' lug lio 1884). Om1andc'1 il r.'' G ranatieri dall ' n o ttobre 1885 al 3J luglio 1892.

Camparini Antonio. Nato nel . 1839. Sottotenente 11" Fanteria (27 luglio 1859). Tenente (20 ottobre 1860). Capita no (17 maggio 1866). M.ig~iorc 5· Fan1 cria ( r" giugno 1882). T enente colo nnello 64" Fanteria (8 apr ile 1888). Colo nnello comandante 1" G ranatieri dal iJ luglio r892 all '8 giug no 1897. Tia11dero SC'co11do. Nato nel 1854. Sottotenente nell'Arm a del Ge nio (26 luglio 1873). Tenente (23 agosto 1875). C.1pitano (24 novem bre 188 1). C:1pitano nello S. M. (19 lu~lio 1883). Maggiore 71·· Fantt:ria (8 apri le 1888). Tenente colo nnello S. M. (7 agosto 1894). Colonndlo comand:i n1 c 1. Granatieri dal1 '8 g iug no 1897 :11 18 ge nnaio 11100. 0

N 11ti . lrrilio. Nato nel 1844- Sottotenente 5'' Granatieri (27 no1h i'1..:). T, ,1~k rit11 2 n Gra na tieri ( q marzo 1~71). T enente ( 19 di cl'mhrc rX72). Capitano 48'' F.:interia ( 1'' dicembre 1881). Tra sferito i"' Granatieri (25 settembre 1882). Maggio re distretto militar<:: Modena ( 19 aprile 189 1). Tra~ferito 52" F ant<::ria (13 settembre r891). \T 111Ìi n :

Tcnrnt<· rn lnnnello (18 ottobre 1896). Colo nnello comandante n:1ti cri dal 14 aprile r 900 al IO giug no 1902.

Gra-

So-ih,111i Ro,si conte Stc/t1110. Nato nel 1850. Sottotenente 1 ° Granatieri (22 agosto 1870). T enente (15 ottobre 1876). Capitano II" Fanteria ( 1" giug no 1882). Maggiore 2° G ranatieri (13 aprile 1892). T enente colonnello 1° Gra natieri (24 dicembre 1.897). Colonnello comandante 1· Gra na tieri dal IO giug no 1902 al 30 maggio 1907. l<o_;tagno Giacinto. Nato nel 1858. Sottotenente 49" Fanteria (3 1 agosto 187G). Tenente (30 magg io 1881). Capitano (24 marzo 1887). Maggiore 91'' Fanteria (4 lugl io 1895). Tenente colonnello 41° Fanteria (5 ma rzo 1899). Colonnello (21 luglio 1904). Corna11òante 1"

Gra natieri dal

1"

giugno

1907

al

25

settembre

1910.

Serra Teodorico. N ato nel 1859. Sotto tenente 22'' Fanteria (31 3" Fanteria (25 dicem bre 188 1). Capitano 1" Gra-

lug lio 1879). Tenente


473 natieri (8 aprile 1888). Maggiore 49° F anteria (t 1 marzo 1900). Tenente colonnello 2° Granatieri (28 settembre 1905). Co lo n nello comandante 1° Granatieri daJ 30 settembre 1910 al r" settembre 11)1 4-

Ferrari Giuseppe·. Nato nel I 861. Sottotenente 1° Gra nai ini (31 luglio 18j9). T enente (1 ° g iugno 1882). Capitano 26" Fanteria (2 1 novembre 1888). Maggiore 13° Fanteria (2 g iugno 190:2). Tenente colonnello M. G. (22 dicembre 1907). Colonnello (16 febbraio 11)1 3). Comandante 1 ° Granatieri dal 1° novembre 1914 al 5 aprile 1915. Gandini Umberto. N ato nel 1861. Sottotenente ,., Gra natieri

188o). Tenente (9 novemhre 1882). Capitano 2" Gra natieri (14 aprile 1889). Maggiore (21 dicembre 1902). Tenente colonnello (18 giugno 1908). Colonnello comandante 1" F an teria (6 setkmbre 1913). Comandante 1° Granatieri dal 1° maggio 1915 al 18 luglio 1915_ (11 luglio

A/benazzi Giovanni. Comandò il 1° reggimento Granatieri dal 18 agosto 1915 fino al 3 giugno 1916, g iorno nel q uale dovette lasciare ;\ comando per ferite (1). Anfo;si Paolo. Comandò il 1 ° Granatieri dal 3 agosto 1916 al 19 agosto r917. Ne lasciò il comando in seguito a ferita (2).

Musarra Rosario. N:ito nel 1868. Sottotenente settembre ( 1° luglio colonnello natieri (30

1° Granatier i (12 1893). Tenente (8 giugno 1897). Capitano 2" Granatieri 1909). M aggiore 1° Granatieri (9 ottobre 1915). T enente (25 febbraio 1917). Tenente colonnello comandante 1'' Graagosto 1917). C,1duto in prigionia (30 ottobre 1917).

Dina Riccard o. N ato nel · 1874. Sottotenente 1° Granatieri (12 ~ettembre 1893). Tenente (27 ottobre 1897). Capita no 2" G ranatieri (1" lug lio 1909). Maggiore 1· G ra n;1tieri (10 ottobre 1915). T enente colonnello (31 m aggio 1917). T enente colonnello e poi colonnello comandante 1'' Granatieri da l 9 novembre 1917 al 31 dicembre 1924.

A/berti Riccardo. Na to nel 1878. Sottotenente 2 1" Fan teria (30 ottobre 1896). T e nente (TI m arzo 1900). Capitano 60° Fanter ia (:~ 1 ( 1) Per altre noti zie si veda a pag. 46o. (2) Per altre noti zie si ,·eda :1 pag. 461.


474 agosto 1910). Maggiore S. M. (9 ottobre 1915). Tenente rolonodlo (9 novembre 1916). Colonnello (16 agosto 1917). Comandante 1 ° Granatieri dal 1° gennaio r925 al 30 marzo 1927.

Morozzo Della Rocca conte Federico. Nato nel 18it Sottotenente 45~ Fanteria (19 ottobre r898). T enente (1° ottobre 1902). Trasferito 2'" Granatieri (28 maggio 1903). Capitano 1. " Granatieri (30 settembre 1912). Maggiore (.31 agosto 1916). Tenente colonnello (7 ottobre 1917). Aiutante di campo di S. M. il Re (5 aprile 1919). Colonnello (7 luglio 1926). (',omandante 1'· Granatieri dal 1. '' aprile 1927 al 1" maggio 1930. Melotti Carlo. Comandò il

Granatieri dal 1" giugno 1930 al

31 dicembre 1935 (1). Fongoli Ugo. Nato nel 1890. Sottotenente i'' Granatieri ( 17 settembre 19 10). Tenente (1" gennaic, 191 3). Capitano (1 " settembre 1915). Maggiore S. M. (13 settem bre 1917). Tenente colonnello S. M. ('>1 maggio 1926). Colonnello S. M. (1. frbbraio 1935). Comandante i'' Granatieri dal 31 diccmhrc 1935 al 1" sctlcml,re 19 i7· 0

dc Nù·n:::i Adolfo. Comandò il

G ranatieri dal 16 s<.:ttembre

1937 al {I ottobre 1<J40 (2). Dal Negro Pier Luigi. Nato nel 1894. Sottotenente 79° Fanteria (4 gennaio 1914). Tenente (15 luglio 1915). Capitano 63° Fanteria (15 febbraio 1916). Maggiore Divisione Genova (4 luglio 1928). Maggiore 2 ° Granatieri (23 novembre I9H)- Tenente colonnello (3r dicembre 1936). Colonnello (1° gennaio 1940). Comandante 1° Granatieri dal 5 novembre 1940 al IO ottobre 1942. Di Pierro Mario. Nato nel 1895. Sottotenente 1" Granatieri (7 maggio 1915). Tenente (r5 g iugno 1916). Capitano (31 ottobre 1917). Maggiore 1" Granatieri (17 agosto 1935). Tenente colonnello (30 giugno 1939). Colonnello comandante 1" Granatieri dal IO ottobre 1942 alla fine di settembre 1943. ( r) Per altre notizie si ved:i a pag. 463. (2) Per ahre notìzie si vedo. a pag. 463.


475 Il reggimento, sciolto nel settembre 1943, venne ricostituito dal luglio al 25 ottobre 1946 dal colonnello Va-rcasia Pietro e vrn nc quindi successivamente comandato dai colonnelli: 1°

Ca.stagnoli Renato, dal 25 ottobre 1946 al 26 dicembre 1947.

Ammassari Giuseppe, dall'11 gennaio 1948 al 27 febbraio 1949. Perfetti Renato, dal 25 febbraio 1949 al

marzo 1950.

COMANDANTI DEL 2 ° REGGIMENTO GRANATIERI E DEL 2° G RANATIERI DI SARDEGNA

( 1850 - 1943). M01·ozzo De/la Rocca Giovanni Roberto. Nato nel 18o5. Sottotenente (12 marzo 1823). Trasferito nella brigata Guardie (3 febbraio 1824). Te nente (17 gennaio 1829). Capitano (10 gennaio 1835). Maggiore (17 maggio 1848). Tenente colonnello (5 aprile 1849). Colonnello comandante 2" Granatieri dal 1° gennaio 1850 al 3 maggio 1857. Camerana conte Carlo. Comand<', il 3 maggio 1857 al IO giugno 1859 (1).

reggimento Granatieri dal

lsasca Carlo. Nato nel 1810. Guardia del corpo dj S. M. (1° aprile 1828). Sottotenente brigata Regina (20 febbraio 1831). Tenente (25 marzo 1836). Capitano (25 luglio 1836). Maggiore (8 dicembre 1851). Tenente colonnello comandante 14° Fanteria ( 17 maggio 1859). Al comando del 2° Granatieri dal 10 giugno 1859 al 17 novembre 1860.

Adorni Ignazio. Nato nel 1820. Cadetto parmense (16 dicembre 1839). Sottotenente ( r6 ottobre I 841 ). Tenente ( 1° marzo 1845). Capitano I battaglione di linea parmense (15 g iugno 1848). Assunto al servizio sardo ed assegnato al 23° Fanteria (11 novembre 1848). Trasferito 18° Fanteria (14 dicembre 1848). Maggiore 2 '' Granatieri (r5 agosto 1858). Trasferito 4° Granatieri (1 ° febbraio 1859). Tenente colon( r} Per altre noti zie si veda a pag. 456.


nello e p oi colonnello cùmandante il 1860 al 3 marzo 1866.

Ma1111ssno di Costigliole

conte

mento Granatieri dal (; marzo al

1"

2~

G ran:nieri dal

17

Federico. Comandtì il luglio 1866 (1).

novembre

rc,1111::>n

J.:odriguc::.; Enrico. Nato nel 18 18. SolJato nei Cacciatori GuarJ ie (29 gennaio 18_;.1). Sottocapor;de (1" febbraio 1835). Caporale (1 " gi ug-no 1836). Sergente (1 " 111.~lio 1839). Sottotenente (9 scttt: mbrc 1840). Tenente (23 m agg io 18.,18). Ca pit ano S. M . (rn giugno 1851). Maggior " (31 o ttobre 1859). T ene nte colonnello S. M. (3 1 dicembre 186 1). Trasferito i G r:rn ,1tiui ( 1" agosto 1862). Com a ndante del 2'' G ran atieri :i nc hc da colon m:llo (25 novcmlire 186(>) dal '5 luglio 1866 al 22 ottobre 1H 1-1.

,\ fo sd/1 (;ior!!,iu. · alo nel 1828. Guardia grand ucale toscana (19 :1prilc 1i-l-1I•). So1tntene11te ( 10 febbraio 1849). Tenente ( 1 luglio 1854). C:1pir;111u S. \ 11. to~c ,no (7 rn;1ggio 1859). Tr.t~ferito nell'esercito italiano (:!5 nurw 1860). Maggiore 19° F:intcria (23 ma rzo 1862). T e11 c 11 k ~.,l.,n1h.llu (, 2" F :mtt:ri:1 (19 giugno ,~69) (',nmandantc 62° Fanl eri:i ( .;o aprile 1874). Comandante 2° Gr;1naticri. anc he da colon n ello (2(, .1prik 1875) J::il 22 ottobre 187<1 ;il 14 luglio 188 1. Croce· F n111cr..-co. Nato nel 1810. Al scn-i zio au st r iaco d a l 1848 ;1 sua domanda. T en e nte d i Fanter ia nell'ese rcito it aliano (9 :i prile 1860). Trasferito :2" G ra na tieri (4 agosto 1860). Capit:1110 ( 18 aprile 1861). Maggiore 6" Gra natieri (23 maggio 1869). Tenente colo nnell o (15 lugbo 1877). Colonnello comandante 2 " Granatieri dal 14 luglio 1881 al 2 ottobre 1887.

:il 18(10. L>imc so

Morelli dei marclu:.ci di Tici11clo e dei conti di Popolo 11ohilc Cu1 11~1ndò il 2" Gr;1naticri dal 7 ottuhre r887 al 2 novem-

Fit' /lfJ.

bre 18qo (2).

'fcsscm Hn11i11io. Natn nel 1836. Cacciaton: delle Alpi (12 m;irzo 1859). Sottotenente (20 luglio 1859). D imissionario (17 luglio 1859). Ca pitano del Geo.io n ell'eserci to garibald ino ( 1" febbraio 1860). Arn( 1) Per altre: notiz ie ~i veda :i pag. 457. (2) Per altre notizie si ,·cda a p;1g. 458.


477 messo nell'esercito italiano ed assegnato 32° Fanteria (16 aprile 1862). Maggiore 54° Fanteria (29 maggio 1879). Tenente colonnello 1'' Granatieri (29 luglio 1884). Colonnello comandante 91 ° Fantcri:1 (4 novembre 1880). Comandante 2° Granatieri dal 2 novembre 1890 al 29 ottobre J893.

Platone Giovanni. Nato nel 1839. Sergente 18° Fanteria ( 18 agosto 1837). Furiere (r6 aprile 1859). Sottotenente 18" Fanteria (r I dicembre 1859). Tenente (24 marzo 1861). Capitano 5:3" Fanteria (7 giugno 1866). Maggiore 13° Fanteria (26 ottobre 1882). T e nente colonnello 5° Fanteria (4 novembre 1889). Comandante il 2 '· Granatieri , anche col grado di colonnello (4 marzo 1894), dal 23 novembre 1893 al 27 novembre J 897.

Co11falo11ieri Cesare. Nato nel 1845. Sottotenente (21 ottobre 1863). Trasferito 1 " Granatieri (8 agosto 1864). Tenente (1° giugno 1871). Capitano 12" Fanteria ( r6 gennaio 18~). Maggiore distretto Orvieto (II ottobre 1888). Trasferito 1° Granatieri (28 giugno 1894). Tenente colonnello (3 marzo 1895). Colonnello comandante 59" Fanteria (26 giugno 18cJ7). Al comando 2" Granatieri dal 9 dicembre 1~7 al 20 ottohre 1901. Araldi Gaetano. Nato nel 1849. Sottotenente 7" Granatieri (17 settembre 1868). Tenente aiutante di cam~,o 1" brigata (20 maggio 1875). Capitano 48° Fanteria (5 gennaio 1882). Maggiore 60° Fanteria (12 giugno 1892). Tenente colonnello 85° F~mteria (8 giugno 1897). Colonnello comandante 85° Fanteria (20 settembre 1900). Comandante 2 ° Granatieri dal 25 ottohrc 1903 al 25 maggio 1906.

Mo/ajoni Agostino. Nato nel 1854. Sottotenente 2'' Granàtieri (25 agosto 1876f Tenente (21 dicembre 1879). Capitano 3'' Fanteria ( 26 settembre 1886). Maggiore 2 ° Granatieri (9 dicembre 1897). Tenente colonnello (19 dicembre 1901 ). Colonnello comandante 2" Granatieri dal 30 maggio 19o6 al c5 giugno 1912.

Sardagna Filiberto. Nato nel 1861. Sottotenente 1'' Granatieri (24 aprile 188.r). Tenente (19 luglio 1883). Capitano 2° Gra11~1tieri ()o marzo 1890). Maggiore 29" Fanteria (11 marzo 1900). Tenente colonnello (28 settembre 1905). Colonnello comandante 66" Fanteri:1 (_:;o


settembre 19ro). Comandante il 15 novembre 1914.

Granatieri dal

Pirzio Biro/i Luigi. Comand<'> il

g iugno 1912 al

20

reggimento Granatieri dal 15

novembre 1914 al 15 marzo 1915 ( 1).

Podesta Carlo. N ato nel 1862. Sottotenente (24 aprile 1881) nel Fanteria. Tenente (9 dicembre 1883). Capita110 23° Fanteria (19 aprile 1891). Magg io re 70° Fanteria (5 aprile 1905). Tenente colonnello 1° Granatieri (.30 settembre 19m). Colonnello comandante 2° Granatieri dal 15 marzo 1915 al r5 settembre 1915. 2''

Malatesta Guido. Nato nel 1863. Sottotenente 1" Granatieri (5 gennaio 188.2). Tenente (5 aprile 1885). Capitano (8 marzo 1894). Maggio re 2° G ranatieri (31 marzo 1908). Tenente colonnello (31 dicembre 1912). Colo 11nello (30 giugno 1915). Comandante 2° Granatieri dal 15 settembre 1915 al 20 giugno 1916. Cr,r:.iosi Eugenio. Nato nel 18io. So ttotenente 1° G ranatieri (ro magg iu 1889). T enente ( 17 settembre 1893). Capitano 2 ° Granatieri (1 1:\ giugno 1903). Maggiore 2 " Granatieri (W :.cltcmhrc: 19 13). T cncnt t· colo nnello S. M. (18 agosto 1915). Colonnello S. M. (14 magg io 1916). Colonnello comandante 2" Granatieri da l 20 giugno 1916 al 20 o ttobre 1916. .,J//Jcrtazzi Giovanni. Comandò il 2" Granatieri dal :?o ottobre 1916 al 16 dicembre 19r6 (2). Dogliotti Frnnce;co. Nato nel 1870. Sottotenente

Granatieri

r8go). Tenente (10 luglio 1893). Capitano 1'· Granatieri (29 sett embre 1903). Maggiore 91'' Fanteria (30 settembre 19r4). Tenente colo nnello (12 ottobre 1915). Colonnello (5 novembre 1916). ('.,olo nncllo com.u1dantc 2° Granatieri dal 16 dicembre 1916 al 25 grng no r91 7. ( 1° agosto

Spi11ucci Emilio. Nato nel 1870. Sottotenente

Granatieri (, agosto 1891). Tenente (21 aprile 1895). Capitano :? G ranatieri (17 marzo 1907). Maggiore (1° settembre 1915). Tenente colonnello (29 1"

0

( 1) Per allrc notizie si veda a pag. 46cl. (2) Per alLrc notizie si vtxla a p:1g. 46o.


479 aprile 1916). Colonnello comandante 2 ° Fanteria ( 16 agosto 1917). Trasferito al comando 2° Granatieri il 2 ottobre 1917. Morto sul cam_po del_l'onore (medaglia d'oro) il 31 ottobre 1917-

Villoresi Lorenzo. Nato nel 1874. Sottotenente I v Granatieri ( 12 settembre 1893). Tenente (26 settembre 1897). Capitano 2° Granatieri (1° luglio 1909). Maggiore 38° Fanteria (10 ottobre 1915). Tenente colonnello (25 febbraio 1917). Tenente colonnello e poi colonnello comandante 2° Granatieri dal 1° novembre 1917 al 29 aprile 1919. Giacchi dei conti Giacchi nobile Nicolò. 0Jmandò il

2"

G rana-

tieri dal 29 aprile 1919 al 15 giugno 1925 (1).

Rossi Alberto. Nato nel 1873. Sottotenente 2° Granatieri (12 settembre 1893). Tenente (8 giugno 1897). Capitano 1° Granatieri (1 '' luglio 1909). Maggiore (9 ottobre 1915). Tenente colonnello (12 agosto 1916). Tenente colonnello comandante 206'' Fanteria (5 maggio 1917). Colonnelk> (14 luglio 1917). Comandante 18° Fanteria (1.0 settembre 1918). Comandante Scuola A.U.C.I. Roma (5 g iugno 1923). Comandante 2 " Granatieri dal 15 giugno r925 al 30 maggio 1926. Pericoli Carlo. Nato nel 1875. Sottotenente 51" Fanteria (6 gennaio 1898). Tenente (31 marzo 1901). Tale nel 2 ° Granatieri (28 maggio 1903). Capitano 1" Granatieri (30 giugno 1yr2). Maggiore (, 1 febbraio 1916). Tenente colonnello (7 ottobre 1917). Colonnello comandante 2° Granatieri dal V maggio 1926 al 4 ottobre 1933. Ruggiero Giu11io. Comandò il

2"

reggimento <lai 4 ottobre 1933

al 1° ottobre 1936 (2).

Mmmerini Alberto. Colonnello comandante il 31 Jicembrc 1937 al 15 febbraio 1940 (3).

Granatieri dal

Damiani Mario. Nato nel 1890. Sottotenente 1 ° Granatieri (r9 maggio 1912). Tenente (19 maggio 1915). Capitano (21 settembre 1915). Magp;iore 3" Granatieri (4 giugno r926). Tenente colo nnello ( 1) Pt'r altre notizie .si veda a pag. 46:z. (:z) Per altre noti zie si veda a pag. 46.1. (J) Per altre noti zie si veda a pag. 46].


-180

:f'

Granaticrj ( 16 maggio 193.3). Aiutante di campo brigata Granatieri ( r93r - 1936). Colonnello comandante 2 ° Granatieri dal 16 fehbraio r940 a! 16 febbraio HJ4I.

Silvestri Emilio. Nato nel 1893. Soi-totenente 1° Granatieri (I<) febbraio 1914). Tenente (1 " marzo 1915). Capitano 1 ° Granatieri (1 '' giugno 19r6). Maggion: (12 aprile 1928). Tenente colonndlo S. M. (-9 dicembre 1936). Colonnello (1 ° gennaio 1940). Comandante 2" Granatieri d;il 16 febbraio 1941 al r6 febbraio 1942. Latini T omm aso. Nato nd 1893. Sottotenente 2 " Granatieri (IO novemlm: 19 15). Trncnte ( 1" aprile 1916). Capitano (28 giugno 1917). Maggio re 1" Grana11cri (i'' giugno 1930). Tenente colonnello (1 " luglio 1937). Colo nnello comandante 2° Granatieri (16 febbraio 1942). Morto in co111h:1tti1m:nto (24 maggio 1942). U mbtrto. Nato nel 1895. Sottotenente 1" Granatieri (20 aprile: 1tJ15). T cnum:: (7 aprile 1916). Capitano (28 giugno 1917). M agg io r~· :!'' Gran atieri (28 giugno 1934). Tenente colonndlo (30 giuw ,_-, 1y_;8). Co lon nello co m;1n rl:intc 2 ° Gr:rn:iti er: d:il 30 maggio l't'r1111

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:111' 1 1 ~encmbrt:

1943.

COMANDANTI DEL f REGGIMENTO GRANATIERI DJ SARDEGNA (1cp.6 - 1942). Saladino Amleto. Nato nel 1881. Sottotenentè: 2 ' Granatieri (7 settembre 1903). Tenente (21 settembre 1906). Capitano r'' Granatieri (2 lug lio HJL!)- Trasferito nel Corpo di Stato M:iggiore (22 dicembre H) I6). Maggiore (r aprile 1917). Tenente colonnello (17 novembre 1918). T ra~fcri to al 1 ' Granatieri (18 febbraio 1923). Trasferito nello Stato Maggio re (15 marzo 1925). Colonnello (1 ° giugno 1926). Colonnello comandante il f Granatieri dal IO novembre 1926 a] 1'' febbraio 1932. 0

Liberati A medco. Nato nd 1883. So ttotenente scltemhrc 1907). Tenente

2 " Granatieri ( 15 Granatieri (15 settembre 1910). Capitano


r" Gra natieri (18 aprile 1915). Maggiore 2" Gra natieri ( 1(> agosto r917). T enente colonnello S. M . (30 settembre l \;124)· Colonnello comandante _ f G ranatieri dal 1° febbraio 1932 al :20 scttcmhrc 1<)34 .

Viale Carlo. Nato nel 1887. Sottotenente nel i'' G ran ai ieri ( ''J settembre 1909). Tenente (19 settembre 1912). Capitano 1'' Gra11:11icri (18 agosto r915). Maggiore 2" Granatieri (23 agosto 1917). Tcncntl" colonnello S. M. (3 1 marzo 1926). Colonnello (16 giugno 1934). C<,mandante 3" Granatieri dal 1 ° ottobre 1934 al 1" settembre 1<n7. Trionfi Alberto. Nato nel 1892. Sottotenente 2'' Gran a tieri (25 febbraio 1913). T enente 2 ° Granatieri (15 luglio 1915). Capitano , .. Granatieri (9 novembre 1915). M aggiore 2" Gra natieri (t'' genna io 1927). T enente colonnello S. M. (27 maggio 1932). Colonnel lo C<Jmandante 3° Granatieri dal 1'' settem b re 1937 al 25 settembre 19~i9.

Andrei11i Enrico. Nato nel 188<). Sottotenente 1° Gran atieri (17 settembr e r91 r). Tenente 1 " Granatieri ( 17 settembre 1914). Capitano 1° Granatieri (12 settembre 1915). Maggiore 2" Granatieri (16 marzo 1918). T e nente colonnello T" Gr:i n:itieri (r6 novc.mbrc 1927). Colo11ndlo ( 1'; luglio 1937). Comandante: 3" Granatieri dal 1 ° o ttobre 1939 al 23 dicembre 1940. Spinelli Guido. Nato nel 1892. Sottotenente 232° Fanteria (2 1 novembre 1914). Tenente 232• Fanteria (15 luglio 1915). Capitano 232° Fanteria (15 febbraio 1916). Maggiore 3" Granatieri (1° gennaio 1929). T enente colonnello 1" Granatieri (1 gen naio 1937). Colonnello (i'' gennaio 1940). Comandante 3° Gra natieri dal 23 dicembre 1940 al 15 maggio 1942. Fava Guido. Nato nel 1893. Sottotenente 1 ° Gra natieri (21 novembre 1914). T enente 1 " Granatieri (5 ago~lo 1915). Capitano , .. Granatieri ( r gennaio 1917). Trasferito nelle truppe coloniali dd la Somalia (15 maggio 1927). Maggiore (26 aprile 1932). Tenente colonn ello (6 febb raio 1938). Tenente colonnello comandante ~,, Granatieri (15 maggio 1942). Colonnello comandante 3" Granatieri (1" giugno r942 hno a qua ndo il r eggi mento venne sciolto). 0


A PPENDICE N. 4.

IL CALENDARIO STORICO DEI GRANATIERI DI SARDEGNA

GENNAIO

J gennaio 191/J. La brigala è schierata sull a linea del Pia ve a Caposile. 6 ge1111aio I9I9·

Al combattimento di M . Fos<.:as (Spagna), il tenente del 3·' Granatieri Jannd li cade eroicamente, meritandm,i la mcd. d'oro al valore.

9 gennaio 19 j6. Comh;111imcnt() di Debry (Abissinia). 17 gennaio 1918. Nel h<1llettino del Comando Supremo n. ~ viene ricordato il "" rcggimrnto G ranatieri per la (011tlotta tenuta nei combattimenti ~111 Piave nei giorni 14 e 16 gennaio. 18

gennaio

1912 .

Com battimento di Gargaresch (Tripolita nia).

gennaio 1816. Vittorio Emanuele I concede la qualifica di Granatieri a tutto il reggimento <ldle G uardie. 2u

5 gennaio 194 1. li 3° reggimento Granatieri lascia le posizioni del Kur veksch (Albania) e passa in zona arretrata per riorganizzarsi. 2

FEBBRAIO 2 febbraio 1937. E' conct:ssa al capita no Pelizzari ud 1° rt:ggimento Granatieri la medaglia d'oro al valor militare per l'eroismo dimostrato nel combattimento di Haggi (Abissinia).


17 febbraio 1941. rt II battaglione del 3° Granatieri è avviato alla difesa del Gotico. 18 febbraio 1781. Anniversario della morte del Duca di San Pietro. 21

febbraio 1916.

La brigata Granatieri è. a San Floriano. 22

febbraio 1916.

La brigata

è visitata <lai generale Cadorna a San Floriano.

27 febbraio 1936. Combattimento dell'Amba Uorc (Abissinia), al quale partecipò il 3° reggimento Granatieri.

28 febbraio 1936. Combattimento dei Roccioni (Abissinia). 29 febbraio 1936. Combattimento di Abbi Addi (Abissinia).

MARZO 1 ° marzo 1896. Cade, alla battaglia di A<lua, meritandosi la medaglia d'oro al valore militare, il capitano Rossini del 1" Granatieri.

marzo 1913· Combattimento di Bu Agilah (Tri1xJlitania). lv

5 marzo 1746. Inizio dell'assedio di Asti.

5 marzo 1935. li reggimento Granatieri di formazione , reduce dalla Saar, è passato in rivista dal Capo dello Stato.

7 marzo 1752. Resa di Asti. 19 marzo 1852 . Viene adottato il nominativo di degna ».

<<

Brigata Granatieri di Sar-


1 9 mar:::o 1 941. Il [I battaglione del f reggimento G ranatieri cessa d i essere impiegato alla difesa del Golico e rientra al reggimento .

J 111(/r::;O I 8-19, Battaglia di NoYara.

2

24 marzo 1932. Ai tre reggimrnti. della brigata è concesso il motto araldico ,, A m e le G uardie per l'onore Ji Casa Sarnia ,, .

24 m ar zo J 919· Nc.:1 combattimento di Auscia (Scioa) cade eroicamente, merita ndosi la medaglia cJ'o ro, il tenente Zucchi del :!" G ranatieri. 26 marzo 1 799. Combattimrnto di lncafJi.

28 1/J{l/'Z O 1704. Suqmx 1 di C hio monte.

i" marzo 1 799. Cn111 h:111irncnto Ji Pescant ina. JO /11 11/'7,(} I <) 1 {).

Nd romh;1ttimento di San Floriano (Gorizia), è concessa la tnedagiia d 'uro al Yalor mil itare al soltot<::ncnte Pa r in i del 2° Granatieri.

APRILE 2

,,prile 1685.

Costituzione <lei Granatieri nel reggimento delle Guardie.

5 aprile 1799. Batta~lia di Magnano.

5 aprile 19 59.

Un reggimento Granatieri di formaz ione è destinato .ill'occu pazione dcli ' Alb;rnia, dove giunge aviotrasportato. 9 t1prile 1705. Resa ddla Vcrrua.

, o - 1 7 aprile 1941. Il 3° Granatieri par tecipa alla battaglia di Klisura, conclu siva contro la Grecia .


11 aprile 1816. Il reggimento Cacciatori di Sardegna viene denominato Cacciatori Guardie.

, 4 aprile 1796. Combattimento di Cosseria. 15 aprile 1704Attacco di Chambéry.

17 aprile 1793. Combattimento del colle di Brouis. 18 aprile 1659. Costituzione del reggimento delle Guardie.

19 ap,·ile 1746. Inizio dell'a ssedio di Valenza.

19 aprile 1796. Battag lia di San Michele. r9 aprilr r91 2. I battaglioni Granatieri operanti 1n Tripolitania sbarcano nella penisola di Macabez.. 20

aprile 185u.

Viene soppressa la denominazione di Guardie.

aprile 1796. Battaglia del Bricchetto.

21

aprile 1746 . Combattimento notturno sotto Valenza.

22

23 aprile 1686. Combattimento dei Plans e delle Roncaillc.s (Angrogna).

23 aprile 1912 . Combattimento <li Derna.

25 aprile 1794. Combattimento della testa di Nava.

27 aprile 1794. Battaglia del Saccardlo.

32.


28 aprile I 794. Combattimento <,li Briga.

29 aprile 1799. Combattimento di Verderio.

30 aprile 1848. Combattimento di Pastrengo. MAGGIO 2

maggio 1746.

Attacco delle

O JXIT

esterne di Valenza.

; maggio 1746. Ca pitolazione di Valenza. ] m11gg10 1() 41.

L:1 J)ivi ~ione Granatieri si stabi.lisce ndl;1 Slovenia, per mantet1n\'Ì l'ordi ne turh:110 dagli insorti jugoslavi. (, 1/J{lf!_(!iO

1848.

lhtt:igli:i di Santa Lucia. 8 111<1ggio 1686. Anan·o e pn:~a d i Bohbiù Pcllicc.

maggio , 706. Inizio dell ' assedio di Torino.

12

12

maggio 1915.

Combattimento di Bu Homar (Tripolitania).

13 magg10 1941. Combattimento di Riborica (Slovenia). 1 3 mag1;10 1 942.

Combattimento di Dobroj (Slovenia). 21 magg10

1747.

Combattimento di Madonna della Miseriwrdia (Genova).

24 magg10 1917. Il tenente Rocco del

Granatieri cade all'attacco di quoui

241

sull'altopiano carsico, meritandosi la medaglia d 'oro al valor"° militan.:. Attacco e conqu ista delle quote

241

e 235 sulraltopiano carsico.


25 maggio 1915. La brigata p assa il confine italo - austriaco a Fauglis, tra Palmanova e Visco.

26 maggio 1800. C-0mbattimento della Chiusella.

26 maggio 1915. Sgombro di Misurata (Trip<>litania).

28 maggio 1916. La hrigata è visitata dal Capo dello Stato sugli Altipiani.

29 maggio 1915. Combattimento di Fondugh el Gemèl (Tripolitania).

?O maggio 1848. Battaglia di Goito.

30 maggio 1916. Il sottotenente irredento Carlo Stuparich muore a monte Ccn-

gio (altopiano di Asiago), meritandosi la medaglia d'oro.

30 magg1,0 1925. Con Circolare del 1~ Giornale Militare ,;, n. 277, la festa dei regg imenti è. stabilita per i Granatieri nel giorno 30 maggio.

3 1 maggio r<p6. Al sottotenente irredento Giovanni Stuparicb (fratello di Carlo), per l'eroica condotta alla difesa di monte Cengio, è concessa la medag lia d'oro al valor militare. La stessa ricompensa viene conferita, per la sua condott;1 a Malga di Cava, al sottotenente Nisco. GIUGNO

3 giugno 1855 . Combattimento di Alsù (Crimea).

3 giugno 191 6. Conclusione della battaglia monte Cengia- Cesuna (alto piano di Asiago). Vengono decorati di medaglia d'oro al valor milit..1rc il sottotenente del 2° Granatieri Capocci, il Granatiere Samoggia del 2" , eroicamente caduti, il tenente colonnello Bignami del 2° ed il capitano Morozzo della Rocca del r".


5 g,ug 110 I 704. Inizio dclras~edio di Vercelli.

jgtugno l9lj. Passaggio dcll' Isonzo. 5 giug no l<)l 6. Per la tenace difesa degli Altipiani , la brigata Granatini è c it:1ta nel Dolleitino 371 del Comando Supremo.

5 gmg110

1920 .

Le bandiere del y" e del glia d'oro al \'alor militare.

Granatieri vengono decorate di meda-

6 giugno 1917. Bauaglia 1x.:r k t1uo1e 235 -2 19 -:!41 (Carso).

8 gi11g110 I 7<) )' Coml>auirncnti dtl Perus e dclrAutl1ion. 'J g111g 110

1 9 1 5.

L:t hrig:ita Cr:maticri ocrnpa Mnnfo lrnn c. : !

:::::: -;1: 0 l ()2J.

lI t:api'ta1111 Rorai del 2" G ranatieri cade eroicamente a ?\farsa Brcg:i (Cln:naica), meritandos( la medaglia d'oro al valor militétre. 12

g111g110

1 742 .

Ini zio dell'assedio cldb cittadella di Modena. 12 g lllg ll O I

793·

Combattimento dell'Authion. 12 gmgno 1917. Il Duca d'Aosta, comandante la :i' Armata, distribuisce k ricom pense al valore al campo dì aviazione di Aidlo.

I 7 gi11g110 I 8 ).)·

Combattimento di Giorgun (Crimea). 19 g111g110 1705. Inizio dell 'assedio di Chivasso. 2 2 giugno 1 706. Sortita da T orino.

24 giug110 1859. Battaglia di San Martino.


24 giugno 1866. Battaglia di Custoza, nella quale vennero decorati di medagli:1 d'oro il colonnello Manassero di Costigliole, comandante del 2" n:ggimento Granatieri; il tenente colonnelJo Boni, comandante il 1" . e la stessa ricompensa venne conferita al tenente colonnello Statclla

del

2 ".

5 giugno 1859. Inizio dell'assedio di Peschiera.

2

26 - 27-28 giugno 1912. Combattimento di Sidi Said (Tripolitania).

28 giugno 1672. Presa di Pieve dì T eco. 29 giugno 1734. Rattaglia di Parma. 29 giugno 1742. Resa della cittadella di Modena. :2.9 giugno 19, 8. La brigata è passata in rivista dal Comandante della 3• Armata presso Roncade (basso Pia\'e). io g1ugno , 705. Combattimento del Trucchetto (Chivasso).

30 giugno 1915. Attacco delle alture ad est di Monfalcone.

LUGLIO 3 luglio 17u6. Sortita da Torino. 3 luglio 1866. Per il combattimento di Rocca d 'Anfo viene conferita la medaglia d'oro al capitano Bottino del 1° Granatieri, operante coi volontari garibaldini.

5 fttg/io I 706. Sortita da Torino.


6 luglio ,663 . Combattimento di Angrogna. 6 luglio 1815. Attacco di Grcnoble.

6 faglio 1918. Battaglia dei due Piave. 9 luglio 1718. Combattimento di Caltanissetta.

9 luglio

1922.

Ritorno dall'Alta Slesia del Il battaglione del

Granatieri.

TO fug/io I 744· Carlo Emanuele fil i~tituiscc il reggimento Cacciatori di Sardegna.

11 luglio 1707. Passaggio del Varo.

, J luglio 1 848. Inizio dd blocco di Mantova. I 4 fug/io I 706. Sortita da Torino.

1 '> luglio 1912. Combattimento di Sidi Alì (Tripolitania).

16 luglio 1742 . Principio dell'assedio della Mirandola. 17 luglio 1793 . Combatti mento del colle di Sautron. 18 lttglio 1672. Combattimento del ponte di Mozzo (Arrosia). 1 9 luglio 1744. Combattimento di Pictralunga.

19 luglio 1747. Battaglia del I'A ssictt:l. 20 luglio 1734. Resa di Vercelli.


49 1 foglio 1936. Muore, al combattimento di Sagarè (Abissinia), il tene nte Michelazzi del 1 ° Granatieri, meritandosi la medaglia d'oro alla memoria. 21

22 luglio 1706. Sortita da Torino. 22 luglio 1742. Resa della Mirandola. 2 3 luglio 1794 . Combattimento di Roccavione.

24 luglio 1672. Combattimento <li monte Chiappa (Diano Marina).

24 luglio 1814 . Ricostituzio ne ciel reggimento delle Guardie. 24 fttglio I 848. Combattimento di monte Torre e Sommacampagna (Custoza).

25 luglio r848. Combattimento di Custoza. 26 luglio 1718. Inizio dell'assedio del castello di Termini Imeresc.

27 luglio 167 2. Battaglia di Stellanello. 27 luglio 1707. Attacco della Croix - Pharon (Tolone). 28 luglio 1709. Combattimento di Cevi ns. 28 luglio 1939. Il reggimento Granatieri di formaz ione in Albania si scioglie e rimpatria, sostituito dal .3" Granatieri di Sardegna.

29 luglio 1692. Espugnazione di Guillestre.

J1 luglio 1693. Inizio dell 'assedi<> del forte di Santa Rrigid:1 (Pinerolo).


49 2 AGOSTO 4 agosto 17 18.

Resa del Castello di Termini Imen~~c. 6 agosto 170G. Combattimento notturno alla Cittadella di Torino.

6 - 7 agosto 1916. Combattimento di monte: San Michele, cime

1

e

:? .

8 agojfo , 692. Inizio dell 'as~edio di Embrun. 8 (I go.to

I

O<))'

Assalto :i l fort e di S:rn t:1 Brigida (Pinerolo). 1o

ngo.<to 182 1. Re C.,rlo Felice elogia il reggimento G ranatieri Guardie per la condotta tcnuta duran te i m<iti militari dd marzo e dell'aprile. agn.<to 19 15. di lJllo ta 1 2 1 ad est di Monfalcone. Vi si diqin guono due compa~nie del 1 battagiiune del 1" G ranatieri, che ve11gu 11u c it:1l L 1ll·l Bolkttino del Comando Supn.:mn li. 7 7. / ti

: \ tt.lù<>

; , .;goslo , ;o!:J. Comb:ntimento d i Cesana Torine~e. 12 agosto 1916. Attacco e conquista del Nad-Logc:m (altopiano Carsico): la brigat:1 subisce perdite g ravissime.

, -1 · 17 (tgosto 191 6. Attacco e conyuista del Pecinka (altopiano Carsico). 1 5 agosto 1702. Uattagl ia di Luzzara. 1 5 agosto 1708. Inizio dcli 'assedio Ji F enestrelle.

17 agosto 1706. Combattimento dcll'Aìguille (f encstrelle). 18 agosto 1690. Battaglia di Staffarda.


493 19 agosto 1692. Resa di Embrun. 20 agosto 1692. Presa di Gap. 21 ugosto 191 7. Occupazione di Selo e della linea dell"acquedotto, la piL1 ava11zata di tutto lo schieramento della J' Armata. Per tale azione la brigata è citata dal Bollettino del Comando Supremo n. 8r9. 22

ago.rio 1917 .

Il Granatiere Setti del

1° reggimento ca<le eroicamente duran te la battaglia di Selo, meritandosi la medaglia <l'oro.

24 agosto 1706. Sortita da Torino.

26 agosto 17u6. Combattimento della controguardia del bastione detto del Beato Amedeo (Assedio di T orino). · 27 agosto 1706. Riconquista della controguar<lia di San Maurizio (assedio Ji Torino). SETTEMBRE 1° settembre 1701. Battaglia di Chiari.

6 settemb1·e 192,. Il II battaglione del

Granatieri parte per l'Alta Slesia.

7 settembre 1706. Battaglia di Torino. 8 settembre 1793. Combattimento di Som malunga e della Cerisiera. 11 settembre 1860. Presa di Perugia. I reggimenti Granatieri meritano la medaglia d 'argento al valor militare. 14- 17 settembre 1917. Attacco e conquista del Veliki Hribach (altopiano Carsico).


494 I 5 1ettcmbre H)l7· Conquista di San Grado di Mcrna (altopiano Carsico).

16 settembre 1866. Il maggiore Fiastri del 2" Granatieri , nei moti di Palermo, cade mortalmente ferito, meritando la medaglia d'oro al valore.

16 settembre I 942. Dopo un lungo ciclo operativo in Slovenia, contro gli insorti, la Divisione Granatieri si trasferisce in Croazia. per operare nella regione di Ogulin. 18 ffttembre 1 8 38. Solenne consegna al reggimento Granatieri Guardie delle nuove bandiere.

19 .,èltem h rc: 1734. Battaglia di Guastalla. 22

settembre 1792.

Combattimento di Les Marchcs. 24 ..elle mbre , 70 t. Combanimento di Casln:zzato.

25 .,ctlcmbre 1935. li l b:ittaglione del 2

J

Granatieri partt· per l' Ahissini;1.

7 ,cllembre 1691.

Principio dell'assedio di Carmagnola.

27 setlemhre 1745. Ritirata di 13assig11;111a.

29 settembre 1703. Il Il battaglione delle (;uardie

è disarmato a San Benedetto.

29 setlembre 1860 . Attacco di Ancona. 30 .retlembre 1744. Battaglia di Madonna dell'Olmo.

OTTOBRE. 1"

oltobrc 1793.

Combattimento di Pharon (Tolone).


495 3 ottobre 1743. Fazione di colle dell'Agnello.

4 ottobre 1693. Battaglia della Marsaglia. 4 ottobre 1936. Muore al combattimento di Zollaio (Abissinia) il sottolern:nte Marini del 2 ° Granatieri, meritandosi la medaglia d'oro.

5 ottobre 1706. Attacco dell'opera della Gera d'Adda (Pizzighettone). 5 ottobre 1935. Il I battaglione del 3° Granatieri sbarca a Massaua.

8 ottobre 1691. Espugnazione di Carmagnola. 8 ottobre 1743. Combattimento di Casteldelfino.

14 ottobre 1704. Inizio dell' assedio delb Vcrru:i. T 5 ottobre 1793. Combattimento di Capo Brun (Tolone).

17 ottobre 1672. Presa di Ovada. 18 ottobre 1793. Assalto della Giletta. 19 ottobre 1664. Carlo Emanude II determina che il reggimento delle G uardie sia il primo dell'esercito.

ottobre 1745. Inizio ddl'assedio di Valenza.

2u

27 ottobre 1917 . La brigata ha il compito di proteggere il ripiegamento della 3• Annata. 27 ottobre 1942. Ultimato il ciclo operativo m1Z1ato il 16 settembre in C roazi:1. contro gl i insorti, la Divisione G ranatieri lascia la Croazia.


2/l ollobre 191 I. n Ili battaglione del

I ''

Gra natic:rì sbarca a Tripoli.

28 ottobre 1940. JI 3" Granatieri inizia la campag na contro la Grecia.

29 otlobrc 1704. Sortita dalla Verrua.

30 ottobre 1746. [nizio dell'assedio di Montalb:ino.

3u o!tohre 191 , . Sbarca a Tripoli ìl lll baltaglione del

-JO otto/Jr(' , 9, 7. li rnlonnc:llo Spìnucci, comandante il

Granatieri.

Granatieri , cade eroicamente a fbmhro. all a testa del reggimento, meritandosi la m eda"lìa d'oro. i:, 2·'

J/J 011ohrc 1918. L1 brigata partecipa alla grande offcnsiv;~ ddla vittoria .

NOVEMBRF , .. 11orr111hre 1746. Rna del castello di Montalhano. r - 2 novembre 191 5. AttKco del monte Sabotino.

4 no,,cmbrc 1860 . Combattimento di Mola di Gada, per il quale la bandiera del 1'' G ranatieri venne decorata di medaglia d'oro e la bandiera del 2" di medaglia d'argento. Festa delle bandiere dei reggimenti Granatieri. 4 novembre 191 t. Comb:ittìmenti di Feschlum ( fripolitania).

-I novembre 1918. Armistizio fra rI1alia e l'Austria.

5 llOt 't'mhrc t 940. Il _3" Granatieri passa il Kalamas sotto il tiro nemico. 6 novembre 1940. Combattimento di Egomenilz.a (Grecia).


497 ru novembre 1745. Inizio dell'assedio di Asti. 14 novembre 1940. Combattimento cli Gregohori (Grecia).

17 11ovembre 1918. L a brigata Gra natieri entra in Fiume.

18 novembre 17 33. Apertura del la trincea contro la Gera d'Adda. 19 novembre 1917. La brigata Granatieri viene citat;:1 nel Bollettino del Comando Su premo n. 9 I 9. 110vemb1·e 1915. Attacco e conquista della q_uota 188 di Oslavia (Gorizia).

20

23 1Jovembre 1745. Inizio dell'assedio di Casale. :!J novembre 1795. Combattim e nto del coll e di San Rernanlo.

novembre 1915. La h rigata è citata nel Bollettino del Comando Supremo p::r le opcr.izion i nel settore di Oslavia. 2~

24 novembre 1 940. Combattimento di Capo Stilo (Albania).

25 11ovembre 1793. Combattimento del colle della Valletta. 26 novembre 1793. Combattime nto di Sommalunga e del Villars. 26 novembre 1795. Combattimento del colle della Spinarda. 26 novembre 1911. Combattimento Ji Henni (Tripolitania).

27 novembre 1940. Combattim ento cli Murzines (A lba nia).


DJCEMBRE dicembre 1746. Inizio dell'assedio del castello di Savona.

2

1 dicembre I<JI r . Prima giornata della battaglia di Ain - Zara. J dicembre 1940.

Al combattimento di Sella Radati (Albania) cade gloriosamente il Granatiere Spallctti Stellato del 3" reggimento e viene decorato di medaglia d'oro.

4 dicembre 1911. Seconda giornata del.la battaglia di Ainz - Zara. 8 dicembre 171 ?Resa della Gera d'Adda

t

di Pizzighettone.

') dicemhrc 1 704. Sortit:1 dall:i Verrna.

'·l dico11hre 1940. 1\I comhattimcnto di monte Spaat (Albania) merita d"oro il sottotenente Mtssoni Luigi del f Granaticri.

la medaglia

1 (i dicembre 17 ,,. Apertura della trincea colllrn il castello di "t-,,filano.

18 dicembre 1746.

Rcs:1 del castello di Sarnna. 19 diccmbrt' 19u. Combattimento di Bir Tobras. 21 dicembre 1934. U n reggimento Granatieri di formaziom: parte per il territorio della Saar.

26 dicembre 1704. Sortita dalla Verrua. 28 diccmbrt 1916. E' concessa la medaglia d'argento al valor militare alle bandiere del 1'' e del 2 ° Granatieri per l'eroica condotta dei due reggimenti dal maggio r915 al settembre 1916.

30 dicembre 1 7 33. Resa del castello di Milano.


APPl:.'NDICE N . 5.

IL MUSEO STORICO DEI GRANATIERI DI SARDEGNA

I documenti ed i ricordi dei fasti gloriosi dei Granatieri di Sardegna . vengono custoditi, « orgoglio dei presenti, sprone ai venturi " - come dice una delle due belle epigrafi dettate da Domenico Guerrini - nel Museo Storico della Divisione. Questo sorge in Roma, accanto alla Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, in un edificio appositamente costruito ed invero degno di accogliere « le superstiti memorie di quello che furono, di quello che fecero, con varia fortuna, ma con immutata fede, i gagliardi » che trasmisero la devozione al dovere dalle Guardie di Carlo Emanuele II ai Gr:matieri clc.:lb R epubblica Italiana. Il Museo, visitando i! quale non si può non provare un profondo senso di ammirazione e di rispetto, fu già presieduto dall'eroico Gr:1natierc, il compianto generale Ugo Bignami, medaglia d'oro, al quale è succeduto il generale di C. d' A. Carlo Melotti. Esso è reso particolarmente importante anch<: da un grande numero di preziosi cimclì, che ricordano tutti gli episodi più gloriosi della Storia, tre volte secolare, delle antiche Guardie e degli attuali Granatieri. La prima idea di raccogliere questi ricordi deve attribuirsi al capitano Lingua, del 1° reggimento, ed jl prjmo Museo Storico venne istituito nel 1899 in Parma. Quando, nel settembre 1902, i Granatieri ehhcrn come sede definitiva la Capitale, il Musco venne trasferito a Roma, dove il 3 giugno 1922 fu posta la prima pietra per l'edificio ideato dall'architetto Francesco Leoni, già tenente dei Granatieri, e wstruito da Demetrio Meacci, padre di un ufficiale cad uto nella guerra 1915 - 1918, mediante il patriottico concorso di vari Enti, fra i quali il Comune di Roma, che volle concedere gratuitamente l'area per la costruzione. Il Museo potè così essere inaugurato da Re Vittorio Emanuele lii il 2 giugno 1924.


500

Nel bn:n g1arciinn :111tist;1nk un severo monumento ricorda i Granatieri taduti nella guerra 1<)•5 -18. L'ingresso è costituito dalla grande sala, d<.:tta delle armi per la ricci rnllC?,ionc di :u-mi bianche e da fuoco e di marcriali bellici tolti

l'aga111t'na che ricordo l,1 pom della prima r11:trn per 1', costrn tio1u' del ,'111_;ro.

al ncm1co durante la guerra r915 - 18, che vi ~i trova raccolta e ordinata. Segue, quindi, Li sal:i ded icata ai ricordi storici delle Guardie, dalla fondazione dd Corpo :ti r848 . .In essa, fra gli altri preziosi cin1cl1, ~i rnns::rva n o il bu~to 111armorco e la spada dd Conte di San


501

Sebastiano, che comandò eroicamente le Guardie alla battaglia dcll' Assietta (1747) e che contribuì in modo decisivo alla memoranda vittoria piemontese. Della battaglia del I' Assietta un (Ju ad ro ricorda l'episodio della morte del Cavaliere di Belle Isk, comandante in capo dei Francesi. Un 'altra sala custodisce i ricordi dei Granatieri durante le guerre per la nostra indipendenza e la nostra unità, con quadri suggestivi, ritratti di eroi e moltissimi documenti. Un 'altra accoglie i ricordi delle campagne coloniali e, dopo l:t grande sala del Consiglio, un'altra ancora contiene i cimeli della n:cente guerra contro la Grecia, nella quale il 3° reggimento, ,, nato dal vecchio tronco, seppe serba re immacolata la gloriosa tradizione dei Granatieri di Sa rdegna )) . Particolare interesse offre, al primo piano, la sala dei Granatieri irredenti , appro ntata con patriottici intendimenti dal Comune di Tricte. Ad essa seguono I.e altre sale, che ricordano la conquista dell'Etiopia e quella delle bandiere e delle medaglie d'oro, anch'esse ricche di nobili cimeli e di preziosi ricordi. Infine si apre il salone d 'onore e l'austero e suggestivo Sacrario dei Granatieri , le c ui pa reti sono rivestite dalle lapidi che port:ino incisi nel marmo i nomi dei Gra natieri caduti nella g uerra 1915 - 18 ed ora costantemente ricordati « oltre il limite della vita >•. Al centro del Sacrario sorge u n altare da campo. Così, in og ni sala ciel Museo Storico dei Granatieri, ogni riconfo, ogni qua<lro, ogni documento induce il visitatore a rievocare con reverenza ed a rivi vere con profonda commozione un episodio di gloria, poichè l'austera raccolta di sacre m emorie rappresenta, per i ricordi dei Granatierj del passato, per il legittimo orgoglio dei presenti, per le promesse ed i propositi dei futuri, più che un Museo, un degnissimo e veneratissimo Tempio, innalzato dall'ammirata e riconoscente memoria di tutti gli Italiani alla relig ione della Patria ed alla gloria immortale dei suoi eroi.

Ma è bene che noi ci indugiamo più lungamente in tale tempio, :;tudiando le glorie antiche e recenti dei Granatieri di Sardegna e c.: hc, per farlo, ci serviamo della cortese ospitalità dello stesso compianto generale Ugo Big nami , il quale volle contribuire alla com pilazione di questo capitolo con la seguente memoria. 33.


li Musco Storico dei Granatieri, più che Musco di una specialità,

è un Sacrario della Patria, è un armonioso e lindo edificio, semplice, '-:!uasi austero, nella purezza delle sue linee. Sorge nella luce di Santa Croce in Gerusalemme, in Roma, nello stesso luogo ove sorgevano i giardini dei Vari, vigilato dalle vestigia delle << Terme Heknianc )) . Esso contiene una importante raccolta di ricordi e di cimelì, ciascuno dci quali si riferisce ad uno dei tanti episodi che illustrarono la vita trccentcnaria del valorosissimo Corpo. Sulla facciata dell 'edificio del Museo Storico dei Granatieri di Sardegna si leggono yuestc due epigrafi, dettate dal generale Domenico Gucrrini, primo storico della brigata:

" Qui sono custodi/e con pia reuereuza , orgoglio dei presenti , .. prone ai venturi, le super.-titi memorie di quello che furono, di quello c/Je fecero, con varia forluna ma con immutata fede , i gagliardi che tra.smisero dalle GUARDIE di Curio Emanuele li ai GRANAn ERI di Fittorio Emanuele Ili la devozione al dou{'re col Pritu:i pc pc,· /,; ['.,tria a . " Più sacre sono le memorie Jel copiojo sangue 1•u-s11to, delle molte migliaia di vite saenamente date per la gloria e per l'onore ddla stirpe, più fulgida te.<timn11ia11zo e più viva del costante ardimento. E' LA MAESTA' DELL'ITALIA, 11ovellamente a.-.wrta alla libera t' forte signoria di s?.:, dentro i co11fì11i della

Patria >,. :-,Jd giardino antistante all'edificio il monumcntino ai Caduti rammenta ai visitatori, con le eloquentissime cifre di 7·.~35 morti e J3.485 feriti, il contributo di sangue offerto alla vittoria dai reggimenti 1" e ::?°', durante la grande guerra 1915 - 18. Appena avvenuta l'inaugurazione (3 giugno 1~p4), per dar modo a tutti i visitatori di osservare i ricordi già raccolti nel Musco, yuesti furono, senza alcuna regola, riuniti nelle prime due delle sci sale dispnnibili. Ma, con l'andare dd tempo e col continuo :1ffluirc dei vari cimdì, offerti con nobilissima gara da Ufficiali e da Granatieri, s'impose una sistemazione ordinata cronologicamente cd a seconda dei diversi teatri di guerra, dei quali i cimeli stessi erano destinati a ravvivare cd a perpetuare il ricordo fra i posteri.


Si rese allora necessaria l'utilizzazione di alcuni amhirnti g i21 ad ibiti ad archivio di guerra, cd in seguito vc n.nc effettuata la co~truzione di altre due grandi sale, così che tutte le memorie, clic prima erano confusamente raccolte in due soltanto, sono state ora di\t rih11i rc in ben dodici sale, ognuna delle quali ricorda una di versa g ucrr:1.

li M u.1eo Storico dei Granutieri (l,1a iata pri11cip11lc cd in grcs.<o).

Non è certo possibile descrivere minutamente, in poco spazio, tutti i ricordi custoditi in ciascuna sala e bisogna accontentarsi soltanto di una rapida rassegna . La sala d'armi che, come abbiamo detto, costituisce l'ingresso al T empio è ampia metri 14,75 x 5,27 e contiene una ricchi ssima raccol ta di armi bianche e da fuoco - ri cordi della guerra 1<)15· 18 di materiali bellici di ogni genere catturati <la reparti e da singoli Granatieri al nemico. Molte armi hanno una vera e propria stori:1, percliè <"om1uistatc in sanguinosi corpo a corpo .


L.1 sala delle armi ( particuforc) .

Apprn:i entrati nella sala si osserva, inquadrato nel pavimcmo e recinto da granate.: di d iversi calibri. un gra nde mosaico rapprescnl:.111tc lo ~h mm;i gcnri! izio dt'i Gr:in:.nicri <li Sanle~na , eseguito, con mirabik pt'rizia. da un caporale Jel 2 ° regg imento . .M:1 lo g uardo l: subito attratto da una gra ndissima ca rta gcografìca di m etri 5,24 x 5,20, rc1pprcsentantc tutti i settori <ldla fronte della guerra HJI5-18, poichè i Granatieri combatterono dovuoc.iuc. Ciascun settore è circosc ritto Ja lince colo rate ec! un a stella dorata, con un num ero, indica le perdite riportate dai G ra natie ri in ogni singola zona. Le pardi della sala sono <.Juasi com pletamente coperte d i ricordi d i ogn i gcnn e : dai famosi fucili a periscopio, adoperati tbgli Austria-


ci, alle targhe di confine; dalle m azze ferrate nemiche, alk m aschere contro i gas; dai primitivi tubi esplosivi per te ntare di di strn ggcrc i reticolati, alle inutili pinze tagliafili che costarono tante vite. In una grande tavola di marmo fissata al muro, so no incisi. a loro o nore, i nomi dei Granatieri che costruirono material1rn.: 11tc il M11, rn. Ricordiamo ora i cimeli più imPortanti custoditi nclk di \'c r~t· sale. SALA DEI RICORDI STOR IC I D ELLA PRL\H (DALLA FONDAZfONE DEI. CORPO AL

EPOC.~

1848).

In questa sala i cimeli che ricordano i tempi , ormai remoti. nvi Lluali il Corpo fu costituito ed ini?.ic'> le sue gesta gloriose sono pochi; ma tra essi ve n'è tjttalcuno veramente prezioso, come, ad cscm pio. la spada che apparte nne al tenente colonnello, conte Paolo Navarin:1 di San Sebastiano, eroico comandante delle G uardie alla battag lia dell'Assietta (1747); non chè la ca rta dell'Assietta disegnata d:1 11 0 stesso conte di San Sebastiano. pochi giorni prima de lla gloriosa hat ta~lia ; il busto che ricorda l'eroe; un quadro rappresentante Li ,, Pa-

L,1 ;ala delle w mi ( partit·ol,m :).


-06

)

LJ N1t,od1 ,· , imrli riguardanti la Stnri// dl'i G 10 11M1rri dal 1659 al rS-18.

pen:ra di '.vluzio ", dono del Comune di Pic\'C di Teca, O\'C combattè valoro:.amcnte e vittorios;:m1ente il rrggimcnro Cu:irdic il 18 lug lio 1672: un altro quadro che ricorda !J battaglia dcll'Assietta e precisamente la morte dd Cavaliere di Belle Isk, comandante dei Francesi, ucciso dai G ranatieri Ellena ed Ada mi; uno deg li episodi della liberaziorn: di T ori no del 17oC>, dono del Comune di Pianczza. Jn LJUCsto ti uad ro è rappresentata la popolana Maria Bricca che. nella notte dal 5 al 6 settembre r706, accompagnò, per via sotterranea, i Granatieri piemontesi nel salone del castello di Pianezza, a sorprendere i generali e gli ufficia li francesi, che ,·en ncro fa tti prigionieri cui Ioni sold:iti . Un altro L(uadro rappresenta il tenente colonnello marc hese Francesco della Rov<:rc che, col suo battaglione di G ranatieri, scorta il Re Carlo Albnto, minacciato dai rivoltosi mil anesi dopo la tragica fine <klla cam pagna del 184~'Nelle \'Ctrine della ala sono raccolti i fregi dei berrettoni a pelo <lei Granatieri, donati dal Re Limbcrto I e dalla Regina Marg herit:i, che attribuirono entrambi al Mu,co d(·i Granatieri una p:irticolarc importanza etic:i e morale Nelk stesse sale sono inoltre custoditi


diversi esemplari dell e prime bombe a mano usate dai Granatieri ed u na serie di documenti storici interessantissimi, molti dei quali relativi al periodo 1706- 182r.

S ALA DEI RICORDI STORICI DELLE CAMPAGNE 1>' 1NDJP EN l>ENZJ\

(DAL

1848

AL

1870).

Raccoglie molti interessanti cimelì e documenti, fra i quali un grande quadro ad olio, che ricorda l'episodio della battaglia di Goito (:~o maggio 1848), durante il l{Uale il Duca di Savoia fece intervenire le Guardie per ottenere la vittoria ; mentre un altro q uadro rappre!>tnta la morte dd marchese Augusto di Cavour, sottotenente dei G ranatieri e ni pote prediletto del grande Ministro, avvenuta a Goito. La sala accoglie, inoltre, il ritratto del decoratissimo capitano Fornaca; quello del trombettiere del 2" reggimento Luigi Paolo Perasso, pronipote del Balilla di Genova, che suonò l'assalto a Mola di Gaeta, e della vivandiera del 1° reggimento Granatieri Serafina Donadevi, decorata di medaglia d'argento al valor militare a Madonna della Scoperta , nel 1859. Nelle vetrine sono conservati preziosissimi <locumenti e ricordi relativi agli ufficiali che parteciparono alle guerre d'indipendenza.

Cimeli delle guerre

re,· l'indipenden za e per l'unitù

del/11 Patria.


508

Fra essi i ritratti dd sottotenenti.: Fccia <li Coss,1to e del sottotcncnte Rocca, rispcttivamentc porta-handicra a Mola di Gaeta: il Fecia del 1'', il Rocca del 2 ° reggimento.

S .\LA T)FI.LF. Gl ' ERRE COL01'1A LI .

Anchc yucst;1 sala è ricca di ricordi di ogni gcncrc, relati vi alle nostrc prime imprcsc coloniali, per la g randezza della. Patria.

U n an golo ddl,1 .r,da dei ricordi tl'Afrio: Ci md i tldla guerra libico.

Vi i ammira un quadro ad olio di notevole g randezza, rappresentante il capitano dei G ranatieri Rossini che, alla testa dei suoi ascari, muove all'assalto durante la hattaglia Ji Aclua, nella quale cadde eroicamente (decora to di medaglia d'oro al valor militare); molte fotografie di altri uffìciali caduti in quella memoranda g iornata: lluali il maggiore Solaro, il capitan o Cancellieri, il tenente Bassi.


Nelle vetrine sono raccolti diversi cimclt della guerra di Libia : una bandiera del gran Scnusso, bossoli di granate, armi varie, cartucce di ogni genere, documenti per la Storia della conquista del la Libia ed una ricchissima raccolta di fotografie cli quelle località. Alle pareti armi offensive e difcnsf:;,e di ogn-i genere : pugnali , scimitarre, lance abissine e scudi di j)el!e d'ippopotamo. Vi è ;111chc conservato un fregio ornamentale di una torpediniera turca, affondata dal nostro caccia " Granatiere ,, ed offerta dal Comandante di tJuest'ultimo al Musco. SALA DEL CONSIGLIO.

Per l'ampio corridoio, adorno di figurini delle varie uniformi dei Granatieri, si giunge poi alla sala del Consiglio, nella quak un grande, interessantissimo affresco di cinque metri di lunghcz;,;a - dono

/_a .w la del Consiglio.


510

di Re Vittorio Emanudc III rappresenta lo sfilamento in parata di un reggimento di Gran:1tieri Guard ie, all'epoca di Vitto rio AnH.:dco m. Una ricca raccolta di fotog rafie di tutte le zo ne della g uerra 19 15 - 18, - teatro delle gesta dei G ranatieri - donate dall'Aeronau· tica, adornano signorilmente le pareti della sala ; nella quale sono anche esposte, scolpite in legno, le figure dei Granatieri, con le uniformi di tutte le e poc he, da lla fondazione ai gio rni nostri ; vi si ammira molto un quad ro rappresentante il Granatiere della Vitto ria. ln due g randi armadi in legno scolpito viene poi conservata la raccolta delle pubblicazioni della Biblioteca del Musco.

S .\L.\

l)E J RI CORDI J)EI LA CUERR:\ CO~ T RO I..<\ GRECIA.

Q11c~t:1 sala che ricorda la guerra ultima, combattuta dal f reggimento Gr.111:iticri contro la Grecia. è di recentissima costituz ione cd <.: sta t:1 rica\"ata dai due ambienti dell' Ufficio di Presidenza, sistemato in altra località. A l I'mgrcsso, sopra una vetrata artistica a vetri opalescenti , si legge la seguente dedica al 3° reggimento G ranatieri.

Nato dal vecchio lronco il giova11e virgulto in asprissima guerra contro la Grecia

seppe mantenere immacolate le gloriose tradizioni dei Granatieri di Sardegna. Su tulla la parete di fondo è riprodo tta b carta geografica della zuna di operazioni ove combattè il 3° G ranatieri ; e mo lte fotogr::ifìe indicano i luoghi, che furo no teatro delle più accanite lotte. L'episodio nel quale il Granatiere Spalletti Stellato meritò, col sacrificio della sua fiorente giovinezza, la medag lia d'oro al valor militare, ~ ricordato con una bel lissima tricomia. U n bassorilievo di fìnissima fattura, tolto ad un Co mando greco di Corpo d'Armata, rappresenta la madre spartana, che benedice il fig lio partente per la g uerra ; ed un quadro ad olio del monte Colico rammenta il s:1crificio di sangue ivi compiuto dal :f reggimento.


In attesa di poterli raccogliere in un'apposita sala , i rico rd i del periodo bellico trascorso dai Granatieri in Slove ni a cd in Croaz ia contro i ribelli, sono stati esposti provvisoriamente in ~tan7.c che co ntengono oggetti e cimeli di altre epoche. Pertanto nella sala delle armi, so tto la carta geografica del le o perazioni della grande guerra 1915 - 18, sono state collocate due g randi vetrine, contenenti i cimeli' di lJUesto recentissimo periodo ; alt re

Jfm!lc•

Colico.

due grandi vetrine sono state collocate nella sala dedicata al 3° reggimento Granatieri. Fra gli altri cimeli vengono co nservati: il bem::tto, gli alamari ed i distintivi di grado del compianto colonnello Latini, comandante del 2° Granatieri, eroicamente caduto in comhattimento; un gagliardetto rosso, con falce e martello ricamati in oro, dono delle donn e di Luhiana al battaglione d'assalto ~· Tone T omsic » (dal nome del ~cgretario del Partito comunista sloveno, condannato a morte e fucilato a Lubiana nel maggio 1942), poi catturato da un reparto citi 2" reggimento Granatieri. Detto gagliardetto porta sul verso, ricamate ;111ch 'cssc in oro, le fra si: « Morte al Fasc ismo - Libertà al Popo lo " ·


512

SAUi ZANE'lTl () DEGLI l RRED EN'l l.

E' situata :ti primo piano. Vrnne all estita per onorare la schiera deg li irrede nti d elle Venezie Giulia e Tridentina, che combatterono durante b gunra 1915 - 18 nelle fìle della gloriosa brigata Granatieri e fu inaugurata nel 1935 dal Principe di Piemonte. L, sa la fu appositamente adattata all'altissimo scopo con la donazione d ì L. 40. 000 fan;, dal Comune di Trieste, amminì~tratore

f,,1 ,,rl11 degli lned<'1t!i .

del patrnn u n ìo Jclb L1miglia Zanetti, rn proposta di due valorosi 1rrnk111 i decora iÌ . L11 hti-;tu in broiv,o, di fini ssima fattura. pure offerto dal Comun e di Triotè. rinroducc la fì \rura ddl'irrcdrnto tenente Guido Za' n nctr i, noic1mcntc: caduto sul San Michele. nclragosto 191<>. Su due gr;rnJi lastre di 111arrno rosso, che occupano yuasi per intero due pareti d clb sala , so no incisi i nomi di tutti gli irredenti, che cornhatt.ercmo la guerra 1915 - 18 nelle fìk dei Granatieri. Fra i moltissimi decorati si leggo no anc he ì ntHni dei dm: f r:itclli Stuparich, che. per il loro valon:, ebbero conferita tntrambi la medaglia d'oro al valor militare.


SALE DEI RICORDI DELL\ GUERRA ITALO - ETI OPICA

1935 - 36.

Sono due, situate al primo piano e, per il dovizioso matcriak in esse raccolto, vengono visitate con viva attenzione. In una di esse si conservano le armi tolte agli Abi ssini e 11dl'a lrr;1 alcuni ricchissimi costumi, appartenenti a Ras ed a guerrieri africa ni.

Armi rntturute al nemll'o nella guerra ira/o - etiopirn ( I 935 - 1936).

e fra i quali l'abito di gala del Negus Ailè Sdlassiè, trovato nd Ghebì imperiale. Vi sono esposti anche molti idoli in legno, di rcnwtÌs!iima epoca, provenienti da tribù deli 'Etiopia sud - occidentale e che, raccolti da missionari francesi , erano prima conservati in una scuola di Addi s Abeba, e che ci danno un'idea della religione primi tiva degl i indigeni. Queste sale, che ricordano la fortunata, ma effimera conqui s1;1 dell'Impero, riferendosi alla nostra ultima, grandiosa impresa coloniale, suscitano anche ora il particolare interesse dei vi sitatori e ricordano episodi di valore anch ·essi memoran di.


Ci111dl df·/111 g ucrm italu - ctiopzc,1 ( 19 ì 5 · 19J(J).


SALA DELLE BANOIERE E DELLE MEDAGLIE D'ORO.

E' assai vasta e contiene, fra l'altro: - la bandiera delle Guardie o dei cento giorni (1814), consegnata al reggimento Guardie dal Re Vittorio Emanuele 1 alla ricostituzione del reggimento, dopo la caduta di Napoleone I, in una so-

I.a sal,1 delle bandiere e delle med,tgfù, d'oro.

Jenne cerimonia in piazza San Carlo, a Torino. Questa bandiera accompagnò le Guardie nella campagna del 18r5; - la bandiera lricolore, ricamata nascostamente:: ed offerta dalle dame perugine al 1" Granatieri, dopo la presa di Perugia nel 1860: --- quattro bandiere ddle Guardie, date al reggimento Guardie il r8 settembre 1838 dal Re Carlo Alberto, in sostituzione delle bandiere avute da Vittorio Emanuele I nel 1814. Al drappo di tiuestc bandiere furono cuciti pochi brandelli delle preesistenti cd i nastri furono ricamati dalla Regina Maria T eresa. In <.1ucsta sala sono raccolte, inoltre, 26 fotografìc di grande rarmato, rappresentanti i Granatieri decorati di medaglia d'oro.


S ALONE D'ONORE.

Occupa tutto il fronte del fabbricato per la lunghezza di 23 m etri . Un fregio decora tivo contiene .i ritratti :1d o lio, in grandezza quasi naturale, dei Conti, Duchi , Principi e Sovrani di Casa Savoia.

li ,alone d"onore ( parricolan · ) .

Nel m ezzo Jel ~alone troneggia un gra nde busto in bronzo <lei fondatore dei Gra natieri, Re Carlo Emanuele I1 ; alle pareti ci sono i ritratti dei comandanti il reggimento Guardie, !e brigate G uardie, Granatieri , G ranatieri di Sardegna e la Divisio ne Gra natieri di Sardegn a cd i comandanti del 1°, del 2° e del 3QGranatieri. Un artistico cofano in noce intagliato contiene la dragona d'oro di Re U mberto I, assassinato a Monza il 29 luglio 1900; dragona che venne donata al Mu~eo dalla Regina Marg heri ta . Tra i più importanti ricordi vi è l'atto di arruo lamento del Principe di Piemonte. allorchè, per ordine di Re Vittorio Emanuele IIL fu incor porato nei G ranatieri nell 'anno 1921; nonchè il completo ar-


517 ma mento del Principe, nei suoi primi anni Ji pcnnancn;,,a :il 1" reggimento. In una vetrina è esposto, infine, un gagliardetto, cat1ur:110 d:1 un ufficiale dei Granatieri ad un battaglione comunista, Jur:intc L, guerra di Spagna del 1936, ed una raccolta di armi modcrni,~irnc. r1 cordo della guerra stessa; nonchè molti cimclt della spcdi;,,io11 l· i11

TI salone ti' onore (particolare ),

Albania, alla c-1ualc partecipò, nel 1939, il reggimento Granatieri di formazione. Nelle al tre vetrine vengono custoJit: molti documenti e puhh!i cazioni, antichi e recenti, relativi alb Storia dei Granatieri, fra i tpt:tli la pergamena che ricorda la posa della pri ma pietra del Musco Storico. Completa degnamente il Mmeo il Sacrario dei Granatieri, :unbiente circolare, a cupola, austero e suggestivo, sulle cui pareti , rin:stite di marmo rosso, sono elencati i nomi elci 7335 Granatiai c 1 duti nella guerra 19r5 - 18, divisi per ~ettorc di operazioni r prr reggimento.


Il Saoario dei Granatieri caduti.


Sull'alto della cupola è scritto: << Oltre il limite della vita •,. Le lapidi coi nomi dei Caduti portano incisa l'epigra (e: « I/ sacrificio della nostra vita per la grandezza della Patria e per l'onore della nostra Storia è tutto il nostro orgoglio >l . Al centro sta un altare da campo: lo stesso che servì ai Cappellani della brigata, soldati di Cristo e della Patria, per chiedere a Dio l'onore della vittoria.



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ndl'imprcsa libi,a ... Gran:iticri dall'inizio della campagna d·;\11stria ad oggi ...

(~uccr-11; " I Granatieri di Sardegna (<

Vicende dd

1."

" Il lihro d'oro <lei

2"

Gr:rnatieri .,

" Il mem<cnto <ld Cranaticrc ... ,, Quarant'anni coi Granatit:ri di Sardegna » • .. Le tradizioni delle Armi c dei Corpi. I Granatieri ...

uomini <L1rnll' italiani nellt: camp:1gnc napoleoniche "· ,, O n u anni ,li Storia militare in Italia ,,. UurnR1x1: .. Stori:, ,ldla brigata Granatieri •·. « (;]ì

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L\ Ltt~IIA : " La SiciliJ sotto Vittorio Amedeo cli Savoia " · L\ .\h!·w··n :\• !!~ ".T'·, · " 'ìoti?ie <11'1,1 ,· it:i di San \.far1i11n ,li P;1rella ,·,.

:>.:!oNH'l.F MOLo:

" li reggimento GrJnatie:i cd Jltri pieuwntesi ncll':inno 1799 ... " I Cranaticri ndla guerra contro l'Aust ria

M nE0 S11>R1co m .1 CRA!>'ATlF.ltl:

1915 . : 918 '·

" I Granatieri di Sardegna. Don11ncnri ufficiali Jd lurn \·;1lorc nella guerra italo - au,tria,a ". " 1 Cranatìcrì del 3'' regginwnto nella guerr:i con,ro ìa G recia ,..

N,1.r-. 1: .. lsLO~i;i della Rcpuhhlica ,·encta ...

PExr-ELLA: .,

Uodki mesi al comando della brigata Granatieri di Sardcgn:1

».

Prnu.u: " Storia militare: del Piemonte"· PROMIS: " Memorie ,,d osservazioni s~lla guerra ddl'inòipendenza it:iliana nd 1~48 » .

R1cc1: " In Crìmt·a " ·

Rrcorn: ,, Storia della Monarchi.\ piemontese ,.. RocHAs n':\,cu:N: " Dcs Vallfrs Vau<loiscs ,..


Rossi, Guccttr, ALTINI: Vittorio Veneto».

«

Storia dei Granatieri di Sardegna da lle origin i a

SALuzzo: « Histoirc militairc du Piemont )). SANTORRE 01 SANTAROSA: ,, Storia della ri"oluzione piemontese del 1821 " · S ARTI : << Storia dell'esercito italiano > >. Sol.ARO DELLA MARGHERITA: ({ Journal historiquc du siège de la ville l' I , k la cittadelle dc Turjn cn 1706 h . SoLERJ: << Memoriale dell'assedio di Torino 17o6 n. STELLA1mr: « Il Regno di Vittorio Amedeo Il di SaYoia nell 'isola <li Sicilia )> .

V ARF, <F. :

«

Storia della Repubblica <li (;enova "·



\NDICI



INDICE DEL TESTO

V

Prqazio11e

VII

Premessa

Parte Prima

L'EVOLUZIONE ORGANICA DEI GRANATIERI E LE LORO GESTA NEI SECOLI XVII, XVlll E XIX I.

II.

- Il reggimento Guardie Le Guardie 1 Granatieri Il regolamento per le Guardie I doveri dei graduati e degli ufficiali I rapporti gerarchici . ll regolamento del 1755 La riforma dd 1774 Uniformi . Il riordinamento del 1]86 e le vittorie napoleoniche Le Guardie cd i Granatieri dal 1814 ai giorni nostri

L'orcliruimento dd 1815 I Granatieri Guardie L'ordinamento del 1830 Il reggimento " Sardegna " La brigata Guardie nella prima guerra d 'indipenden7~1 Le nuove brigate Granatieri e la Divisione Granatieri di Sardegna III.

- Le prime gesta dei Granatieri La guerra contro i Valdesi .

3 4 I!

9 10 12

13 13 15 16 20

21 22

25 26 30 p


L"imp,csa <li Camlia

43

T.a guerra contro Genova

47

La nuova gucrr;1 contro i V:ildcsì La lega di Augusta e la guura (Ontro b Franria

5r 53 55

L.a battaglia di Stalfarcfa La ·battaglia della Marsaglia TV.

59

I Granatieri ndk guc:rrc: di sun:css1011e La g uerra per la su,ccssionc di Spagn.t [.,., batrnglia di Luzz:ira

6.1

L'assedio di Vercelli

L':.tssedio di Chivasso

65 68

L 'as,uliu ..li Torino

68

(, I 6:2

La hanagha di T orino L'assedio ,li Pin .ighcttone \"

Lc g uc:rrc per le stH:d:ssìoni di Polonia e .l'Austria L1 !'.t1nr:1 per b successione di Polonia l..1 hauagli:1 di Parm:1 l..1 h.111a1:lia di <;uastalla I .:: .:.:::;·~~:: pc:· b ~ucces,:ionc d':\u.stri:1 L.1 hattaglia ,ldb 1\ladonna dclrOlmo L:1 h.Jttaglia di Pi:Kenza L:, l·, aaa~lia ddl'.-\ssictta

Le: !!LICrre comro la Frnncia <lai 1792 al 181:; La .-:1 mp:1gna dd 181 1 V 11. - La prima guerra J>t:r l'indipcndcnz:1 L:1 ,:unp:igna cld 1848 li .::ombattimento di Pastrengo VI.

VIII.

J_,;1

ri, ognizionc di Sanl:J Lucia

Li L:1 L.:1 L:1

b;nt;1glia di Coito bauagli:1 di Cusrnza

<':tmpag-na del 1849 b:ui aglia di Novara

L1 spuJiziom: i11 Crimea

t

lt: guerre1hl 18'55 :il 186/i

L:1 guerra del 1859 La _1;ucrr:i del 18fo- 1861 I.a presa di Perugia Il combattimt:lllo di Mob di Gae.ta La g-ucrra del 1866 .

I :22


53 1 Parte Seconda

I GRANATIERI DI SARDEGNA NELLE IMPRESE COLONIALI E NELLA GUERRA 1915-1918

"·~. I.

Anni\'(_·rsari e presagi

IL

La guerra italo - turca. La campagna dd Nell'oasi tripolina li combattimento di Ain - Zara Il combattimento <li Bìr Tohras

rrr.

La campagna del Il cornhattirncnto La dimostrazione Il combattimento li combattimento Sidi Alì

1911

1912

di Gargares.. di Zuara e lo sbarco a Macabc1" di Sidi Sajd

di Zeltcn

La conquista di Zuara Sidi Abdcsamad I\'.

V

Le operaLÌoni dopo la J"•~e Bu Agilah

I Granatieri nella guerra La campagna del 19 r5 Monfalcone

HJl5 - 1918

L 'az ione del 30 giugno VI.

199

20 0

21 3 214 21 7

22 2

- Gli attacchi a quota 121, al Sabotino ed a quota 188 L'azione del ro agosto su quota 121 Sul Sabotino La conquista dì quota 188

VIL - La campagna del

242

19 1G

246

11 ,<Lenzuolo bianco ), li combattimcuw del 29 - 30 marzo

47 .2 48

Le leggendarie gesta dei Granatieri sugli Altipiani

2 52

I combattimenti <li Cc~uua, dd Ce ngio e di Magnaboschi

25 8

VIII. - Le azioni offensive dell'agosto HJ16 Gli attacchi al San Michele

2

265 261,

La presa di Cotici .

2.6 9

L'attacco al Nad Logem

2(19


532 Pag.

L'au:icrn al Vdiki . li nuorn attacco al Vclìki La conquisu di San Gradn di Mcrn,1 IX .

:\.

- La c:impagna dd 1917 Gli attacchi contro Sdo Le nuove azioni su Scio l Grnnatieri nella dodicesima battaglia ddrlsonw l'.J in queib d~r~~o Il combattimento di Fbmbro La campagna del [()Il\ L'a:òone di Caposik La ha11agli;1 I ra i ,luc Pi:l\-c I Cr;1na1ieri di Sankgn:1 :1 Fiume e dur:llltl· L1nnis1i1io

272 z 76

2ì7

285 285 2

90

294 294 2

99

'()()

.)

.) <)5

3 l _)

Parte Terza GRANATIERI DI SARDtONA DAL 192l AL 1946 I.

Il.

Hl.

Cr.111:11icri d i Sanlq.:n:i dal 1,;21 al H;_fi ì\dl':\h:1 Slesi:1 Ndl:t , :1:1r I 11 . \ iri,:a Orirntalc Il wmb:1nimcmo ddl ',\mba Uur..: La 111ar..:1a su Addis Abcha In Albania

I Granatieri nel scrnndo wnfliuo mondiale La guerra contro la Grecia Il pass::1ggio del Kalamas

~21

'22

.)

., > _,:..-.)

.>25

33 2

.,

, )"'2

334 33 6

I :ordine di ripiegamento Sul Kurvclesch

34°

La cunpagna del !C)4 l

347

Sul Goliw

349 353

La hauaglia di Klism:1 IV.

32 1

I Granatieri negli altri teatri di guerra e nella difesa di R(lma Sul fronte occìckntalc In Slovenia Tn Croazia

362

362 362 36.3


5.33 ·In Tripolitania . In Russia . I Granatieri alla difesa di Roma

V.

- Gli altri Granatieri .

.~7 6

VI.

- La gloria dei Granatieri di Sardegna

39 1

VIL

Notizie storiche su ciascun reggimento dei Granatieri c sulle guerre da loro combattute

4 13

APPENDICI ,. 2.

3.

- Ufficiali dei reggimenti Guardie, Cacciatori di Sardegna e Granatieri caduti in combattimento (166.! - r945)

427

Reparti, ufficiali e Granatieri insigniti dell'Ordine Militare di Savoia o <li Medaglia d 'Oro al valor militare

440

-

- Generali e colonnelli coman<l:lnti le Guardie, i Granatieri e Cacciatori Guardie, i Granatieri di Sardegna

4.

5.

Il c:ilencbrio storico dei Gran:iticri di Sardcgn:i

- Il Museo Storico dei Granatieri di Sardegna

Bibliografia

35.

1

45 5 48:: 499

523


INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI

Pag.

Stc1nru;1 ;1r;1ldico dei Gr:1naticri (stenuna di Carlo Emamu::lc 11) L 'ord ine per la levata dd reggimrnto Guardie Un soldato del reggimrnto Guard ie nel 165c) L 'uni fo rme delle Guardie nel 1775 Spieg:une nw di uua n.unpagni:1 Guardie U niformt' clcg li ufli.:iali delk Guardie nel 1775 . Lt· uni for mi ddlc Guardie nelle diverse epoche Uniforme:: Jelle G ua rdit' nd 17&> L 'ord ine per la levata del reggimento « Sa rdci:;11:1 " Moretto hattipiatti nella musica delle (;u:1rdie

li tamburo maggiore dei Granatieri nd 11134 Un granatine musica n te nd 18.~ La gucrr:1 rnntro i Va ldesi L"impresa d i Cl!ldia Li difesa di Ca nd ia Confini t ra il Piemonte:: e Genova (16J 2) La guerra contro Genova La guerra contro i Valdesi . Vittorio Amedeo II

li teatro delle operazioni nella guerra rnntro la Fr;111cia (16<JO · 1696) La battaglia della Marsaglia ( 1&;3) Le operaz ioni in Italia durante la guerra ptr la successione di Spagna

( 1711 . 1713)

VII

5 7 IO

14 15 t 6· 1 7

24 27 31 33 36 4l 44 46 49 50

52 54

56 59

63

Ver,·clli nel 1703

66

Il castello della Verrua . La ci t.taddla di Torino nel 1706 . Le fortificazioni intorno a Torino nd 1706 L1 Gera d'Adda e Pizzighettone

67 69 73 74

T olone nd 1707 Le o perazio ni del r 708

75 77


535 Le La Le La La

operazioni in Sicilia (r713) battaglia di Panna . posizioni dell'Assietta battaglia deU'Assietta battaglia dell' Assietta

Le perdite del J battaglione Guardie nella battaglia dell'A ssiwa n tenente colonnello di S. Sebastiano alla battaglia dell'A ssiett;i Il monumento ai Granatieri sull'Assiella I Granatieri sotto Vittorio Amedeo ITI La guerra dal 1792 al 17rfi Le operazioni dd 1793 Le operazioni del 1794

78 82 8(,

89

90 91 9)

95 <J6-9 7

99 10 2

10 4

Il Granatiere Garonetti afferma il diritto <lei Granatieri ad essere sempre i primi Le operazioni delle campagne 1795 - r7cj5 Il combattimento di Cosseria

106

107 10 9

Il tenente colonnello Del Carretto a Cosseria

I I 2

Un episodio dd combattimento di Cosseria Le operazioni Jc::I 1815 nd Delfinato . I Granatieri nel 1848 Le prime operazioni del 1848 Il combattimento di Pastrengo La ricognizione di Santa Lucia Il Duca di Savoia a Goito: " A mc le G uardie pe~ l'onore di Casa Savoia! » . L'attacco dei Granatieri a Goito

11 3 I 15 I 18 I I

9

I 2 1

12 3

La morte del sottotenente Augusto Benso di Cavour

li terreno della battaglia di Custoza La battaglia di Custoza La campagna del 1849 Le opera:,.ioni in Crimea Accampamento dei Granatieri presso C11nar:1 Le operazioni <lel 1859 Le operazioni del 18(io - 18(i1 L'impresa di Ancona . Mola di Gaeta T Granatieri a Mola di Gaeta La battaglia di Cust07,a (18(>6) [ Granatieri a Custoza ( 1866)

131


Pag-.

Monumento al

i

52

Il terreno prossimo alla chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, ~ul quale sorse la caserma <ld 2° reggimento Gr;matieri

I

56

11 monumento ai Granatieri ,:adnti

I

59

G ra natieri

del

2•·

1"

Granatieri sul monte Croce

coslTuiscono le trinn.:c a Macabcz

I 70

L'oasi di Tripoli .

173

r\in - Zara

175

La colonna dei feriti di Hir Tobr;1s

177

La penisola di Macahcz

I

83

1

86

Bendcr Cassin

I

89

11 campo lrincc::r:nu di S idi - Abdcsarnad

197

ll

1"

Granatieri avan ,.:i su Sidi Said

Verso Tarhuna Trincc:r:11m:11ti Giar:1buh Salmcric.: cli

:1

20 l

20 3

Mi,urara

.205 1111:1

colonna lihic:l

208

Nd l-\:z;.:,11

211

I Granallcn ndl:t prnna

li

):;Ucrr;1

mo11Jialc

G1:1 11:uicri .,.:cupa Pieris I (omha1ti 111,·1ni 11db zona di Montalrnne Le l'u,i1.io11 1 c<>ll<.p1i,t:1tc dai ( ;ranatiui a ,ud di Ì'>ioufakonc 1"

L.1 li:111,lin.1 dd

1"

2 I

5

216 2 18 22

r

C ra n:iticri ra)!i-!llllli-!" il r eggimcntu impcgnaw .:on-

trc, il nemico .

223

225

n ~Lni:1 Il S:1boti110

2

Il fortino di S. Mau ro sul Sabutin0 'l'riucec sul S:ihotino Trirn:cc: a ,1uo1a 188 Tri1Kt~1 di <1m1t:1 188 scu11volta JJi tiri dell'Artiglieria

238

33

2_36

241

242 2

44

Le pc,sil ionì Trcschè · Ccsuna

Quot:1 11 52 presso Cesuna Il bastioac di monte Ccn_gio li "Salto d ei Gr:matieri »

;?Sì

Trincee t lci Granatieri sul San Jv!ichcle

26(i

Trincee <.ÌeÌ Gran::itit:ri sul San Michele

167

2

59

262

L·anacco al Nad Logem

270

I rc, iwlari :iustri:i_-i sul Nad Logcrn I.I bombardamento dd Veliki

'27 I 2

74


537 l'•g.

Gli attacchi dei Granatieri al Vdiki La collina <li San Grado di Merna San Grado di Merna L'attacco dei Granatieri a Sdo

.

Monumento ai Granatieri del 1917 Il ripiegamento dall'Isonzo al Piave I combattimenti sul Piave· . La battaglia del Piave .

I Granatieri sul basso Piave Il Comandante la 3'' Armata distribuisce ai Granatieri le ricompen se per la difesa dd Piave . Il Piave alle Grave di Papadopoli La Veua <l 'halia . Parcheggio di autocuri presso un'o:1si Lo sbarco dei Granatieri a Dura zzo

30!! 309

p2 .P 5 326 3 ~0

[I fiume Kalamas .

33 5

La baia di Egomcnitza

337

La \'allata del Dhrìno .

339

li Kur vdesch ammantatù di neve

3 42 ., 44

I Granatieri a quota 317 La valle della Vojussa La valle della Vojussa

348 ,50

Il Golico li pas,u Jj Tepdrnì

35 1

L'I st retta di Klisur,1 Il Trehescines

3 54

Granatini sullo Scindeli TI cimi tero dei Granatieri a Lekdu scai Il Tricolore sull'Acropoli <li Atene

358

Il cimitero di guerra a Bcnce Le operazioni dei Granatieri in SloH:ni;i ed in Croazia Lo ~chieramento dei Granaìieri alla difesa di Roma Vie di comunicazione nel territorio etiopico I Craa:uìeri :i vanz:lllo sotto il tiro dei mortai Strade italiane in Etiopia Gondar . U n;i compagnia di Granatieri pronta per Jo sfìl:tmcmo Un reggimento Granatieri in parata Le truppe Ìtalian t: sbarcano nd porto di Trieste

35 2 355 3 57

_; c. o

36 1

~<, ~


Pag.

Granatieri in parata ( r940) Pergamena che ricorùa l:i posa ddb prim;1 pietra pe r la costru zione del Musco Il Museo Storico dei Cran:Hini (fo.:.:i:n:1 principale c.:d ingres;o) La sala delle armi (particolare) La sal:i delle a rmi (particobrc) Ricordi e cimclì riguardanti la Storia dei Granatieri <la i 1654 al 1840 Cimclì <lelle g uerre per 1'.indipcndcnz:1 e per l'Unicà ddl:r Parria Un angolo della sala dei ricordi d'J\frka: Ci111dì della g uerr:1 libica La sala del Consiglio Monte Gotico La sala degli Irredenti Armi catturate al nc.:mi.:o nella guerra italo etiopica ( ' !H5 · 1936) Cimeli della guerra italo etiopica (19.'ì5 · I930) La s:1h delle banclicrc.: e Jdlc medaglie J'oro li salone t1·onorc (panicol:ire) li !>alurn: d 'onore (p:mieol:irc) li s:ic r;1rio dei Cr:111:it in i caduti

452 500

50.3 504 505 506 507 508 509 51 L 'i 12 5 13 5 14 5 15 5 r6 5 17 5 18



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