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6. Lo scontro di Gaudo e la tragica notte di Matapan

L'Am1niraglio Hiccardi con l'Ammiraglio Doenitz gli inglesi avevano precedentemente distaccato incaricandoli di emettere segnali radiotelegrafici a scopo diversivo, sia ad un errore di identificazione che fece scambiare un pacifico convoglio di mercami1 i francesi per la "Forza W ' .

La fatale conclusione fu il rientro indisturbato a Gibilterra di tutte le navi britanniche 1'11 febbraio e il loro conseguimento dell'obiettivo principale, che era quello di intimorire e di indurre a pili miti consigli il generalissimo Franco. Non a caso infatti il dittatore spagnolo, incontratosi con Mussolini il giorno successivo nella vicina Bordighera, come probabilmente sapevano gli inglesi, declinò ancora una volta l'invito cli intervenire nel conflitto al fianco dell'Asse. 63

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6 Lo scontro di Gaudo e la tragica notte di Matapan

Dopo l'intervento tedesco nel Mediterraneo e gli ultimi avvenimenti navali si tenne a Merano tra il 13 e il 14 febbraio 1941 una conferenza militare italo-germanica, nella quale i rappresentanti del Terzo Reich reclamarono un maggiore impegno della nostra flotta nel bacino orientale, per contrastare co]à i crescenti traffici inglesi a sostegno della Grecia. Siffatta richiesta tedesca venne per il momento respinta dal nuovo Capo cli Stato Maggiore della Regia Marina, ammiraglio Riccardi, che però nel mese successivo si arrese alle insistenze dell'alleato, anche in seguito ad un parallelo intervento ciel Comandante della flotta da battaglia, ammiraglio Iachino. Quest'ultimo infatti, pur all'oscuro delle pretese germaniche, perorò a fine febbraio un simile intervento navale contro i convogli britannici sull'asse Bengasi-Piréo. 64

63. De Felice lt: 1'vfussolini l'alleato, voi. I: L'Italia in guerra .l.940-19 64. Archivio dell'Ufficio Storico della Marina Militare (A.lJ.S.M.M.), titolo F, collezione I3: Convegni e colloqui italo-tedeschi. Merano, l 3-.14 febbraio 1941 e Iachino

A.: Gaudo e 1\!Ja1apan, Milano, Moncladori, 1946, p. 48-49.

A convincere Supermarina della necessità di impegnare parte della nostra flotta nel Mediterraneo orientale intervenne il 4 marzo anche l'inizio in quel bacino dell'operazione inglese "Lustre", consistente nel regolare invio di rifornimenti in Grecia, che entro il 21 aprile avrebbe portato al trasferimento in terra ellenica di 58.368 uomini e di 8.588 tonnellate di equipaggiamento. 65

Premuto in tal senso, l'ammiraglio Riccardi si dichiarò disposto ad inviare in crociera corsara, a nord e a sud di Creta, un complesso navale formato da una corazzata, otto incrociatori e diciassette cacciatorpediniere, purchè a questa squadra fosse garantito dalla Regia Aeronautica e dalla Luftwaffe un appoggio esplorativo, protettivo ed offensivo. Poco o nulla invece sembra abbia influito su questo assenso cli Supermarina l'errata informazione - poi comunque emendata la sera del 26 marzo secondo cui due delle tre corazzate britanniche di Alessandria sarebbero state danneggiate il giorno 16 da velivoli tedeschi. 66

Il definitivo ordine operativo cifrato n. 51106 fu diramato da Supermarina alle 21.10 del 23 marzo 1941 via filo, il che escludeva un suo eventuale intercettamento. Per mezzo cli speciali corrieri furono poi recapitate a mano ai Comandi di divisione e di squadriglia le norme esecutive dettate dall'ammiraglio Iachino. Necessariamente per radio e con macchina cifrante ENIGMA vennero invece trasmesse da Roma fra il 24 e il 26 marzo le indispensabili disposizioni al Comando dell'Egeo (Egeomil di Rodi), incaricato di svolgere alcune attività aeree collaterali nel settore. Ciò aprì una decisiva breccia nella segretezza dell'operazione, grazie all'intercettazione e alla decrittazione di tali rndiocifrati da parte della "Government Code and Cipher School" di Bletchley Park, come vedremo tra poco. 67

65. P.R.O., fondo ADM 199, cartella 806: Naval operations inMediterranean, reporls 1941, rapporto del Comando della "Mediterranean Fleet" n. 2466/00214 dell':1 I dicembre 1941. 66. Mattesini F.: Il giallo di Matapan: revisione di giudizi, Roma, Dell'Ateneo, 1985, voi. I, p. 14-15. 67. Già il 12 febbraio i'ULTRA lntelligence si era messa in evidenza interpretando importanti norme relative alla protezione aerea dei nostri convogli e alla ripartizione delle scorte, delle zone di pattugliamemo e cklk ricognizioni. Cfr. P.R.O., fondo ADJ\tl 223, cartella 75: Admiral(y signal messages "F " series, 14 jut:v - 4 Manh 794 7, documento r. 172

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Infine tra la sera del 26 e ]e prime ore del 27 marzo salparono le selezionate unità italiane e cioè la corazzata Vittorio Veneto, gli incrociatori pesanti della 1 a divisione Zara, Pola e Fiume, gli incrociatori pesanti della Y divisione Trieste, Trento e Bolzano, gli incrociatori leggeri dell'8a divisione Giuseppe Garihaldi e Duca degli Abruzzi e 17 cacciatorpediniere della 9ll, 101!, 12a, 132 e 16.i squadriglia, ridotti poi a 13 per la sosta a Messina delle quattro siluranti della 10a squadriglia, bisognose di rifornimento.

Nel pianificare la suddetta missione in sintonia con le rispettive competenze ordinativ~, Supermarina aveva chiesto il 23 marzo al Comando Supremo cli predisporre le dovute istruzioni destinate al dipendente Comando dell'Egeo, che la stessa Supermarina codificò poi con la propria macchina cifrante ENIGMA e inoltrò via radio a Rodi alle 20.10 del 24 e alle 11.16 del 25 marzo.

Il primo cli tali radiocifrati di Supermarina conteneva i convenuti ordini del Comando Supremo, a firma ciel generale Guzzoni, Sottocapo di S.M. Generale, riguardanti una serie di operazioni aeree da ricognizione e da attacco, che Egeomil avrebbe dovuto eseguire nei giorni "X meno 2", "X meno l " ed "X", in vista cli nostre azioni locali che sarebbero state precisate in tempo. Il secondo dei due radiocifrati cli Supermarina invece precisava sinteticamente a Rodi che quel 25 marzo era il giorno "X meno 3". 68

Quest'ultimo più breve messaggio fu il primo ad essere decrittato dall'ULTRA Intelligence britannico, che impiegò poche ore per metterlo in chiaro. Pertanto già alle 17.05 cli quello stesso 25 marzo (ora cli Greenwich) l'Ammiragliato clj Londra fu in grado di comunicare all'ammiraglio Cunningham, Comandante della "Mediterranean Fleet" di Alessandria, e al Comando di Malta quanto segue: "Roma ha informato Rodi che oggi 25 marzo è il giorno X meno 3. Commento: il segnale fa riferimento ad un messaggio tra Rodi e Roma ciel 24 marzo. Ogni ulteriore informazione sarà inviata qualora possibile". 69

Le promesse "ulteriori informazioni" non tardarono a giungere ad Alessandria d'Egitto, poiché nella mattinata del 26 marzo gli operatori

68. Archivio dell'Ufficio Storico della· Marina ìv1ilitare (A U.S.M.M.), fondo Scontri na11ali ed operazioni di P,uerra, cartella 28 bis. 69. P.R.O., fondoADM 223, cartella 76: AdmiraltysiP,nalmessages "F'series, 1 March5 klay 1941, documento F.258 e Santoni A.: Il vero traditore: il ruolo documentato di ULTRA nella guerra del Mediterraneo, p. 82 e 301.

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Il telecifrato di S11pen11arina 11 . 53148 delle ore 20. 10 dei 24 1/larzo. cbejì1 decrittato dagli inglesi e111ru le ore 8.26 del 26

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MESSAGGIO IN PARTENZA

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Il telecyì·ato di Super-marina n. 13675, che fu il primo ad essere decrittato dagli inglesi lo stesso 25 marzo 1941, cioè due giorni e mezzo prima di 1l1atapan

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La prima decril!.azione in occasione defl 'operazione di Gaudo e Matapan

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Date1 26/J/U.

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La seconda decrittazione inglese in occasione dell'operaz ione Gaudo e Matapan

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Le consideraz ioni fatte dall'Ammirap,liato britannico dopo le prime informazioni crittogragriche riguardanti l'operazione di Gaudo e Matapan

di Blctchley Park riuscirono a decrittare anche il più lungo ed importante radiocifrato di Supermarina, quello cioè emanato alle 20.10 del 24 e contenente gli ordini del generale Guzzoni a Egeom il per le locali attività aeronautiche preparatorie. 70

In tal modo gli inglesi, e soprattutto l'ammiraglio Cunningham, vennero a sapere con due giorni d'anticipo che gli italiani stavano predisponendo azioni aeree nell'Egeo, in vista di una loro imprecisata operazione, che avrebbe avuto luogo in quelle acque il 28 marzo.

Due particolari però lasciarono per il momento perplessi i Comandi britannici. Innanzi tutto nel constatare che il suddetto radiocifrato italiano portava la firma cli un generale del Regio Esercito, pur essendo stato emanato da Supennarina, gli inglesi supposero per qualche istante che si stesse per verificare in Egeo una nostra operazione combinata cli carattere anfibio. Quindi la decrittazione di un messaggio t.eclesco, avvenuta alle 09.15 del 25 marzo e indicante il trasferimento di aerei da caccia dal Nord Africa a Palermo, confuse le idee a Londra, dove comprensibilmente non si riusciva a collegare una minaccia italiana nell'Egeo con l'invio di velivoli germanici nel Tirreno. A ragione quindi l'Ammiragliato comunicò a Cunningham alle ore 00.25 del 27 marzo che "l'unica cosa che non riusciamo ad inserire nel quadro generale è lo spostamento cli aerei eia caccia tedeschi a Palermo". 71

Comunque sia, l'ammiraglio Cunningham, valutando attentamente le disponibili informazioni crittografiche e le realistiche possibilità operative italiane nell'Egeo, era giunto autonomamente all'esatta conclusione che forze navali nemiche mirassero ad attaccare i convogli "Lustre" diretti in Grecia. Egli pertanto si preoccupò cli diramare tra le 17.28 e le 18.22 del 26 marzo cinque ordini operativi, con i quali preannunciò la sospensione dei convogli nell'Egeo, allertò la ricognizione aerea in tutto il Mediterraneo orientale e sulle basi italiane di Taranto, Napoli, Brindisi e Messina, dispose pattugliamenti di sommergibili, rinfor'.lò la difesa di Suda con l'incrociatore contraereo Carlisle e spedì in mare, con compiti esplorativi a sud ovest dell'isolotto cli Gaudo, la 71!, divisione in-

70. P.R.O., fondo ADM 223, cartella 76 citata, documemi F.259 e F.260: dispacci dell'Ammiragliato de lle ore 08.20 e delle ore 10.07 ciel 26 marzo 1941, ambedue riprodotti in Santoni A.: Il vero traditore, p. 83-84 e 302-30. 71. P.R.O., fondo AD.tvl 223, cartella 88: Admira!ty use o/Special Jntelligence in naval operations, p. 328 Per il te.sto di questa fuorviante decrittazione del messaggio tedesco cfr. fondo ADM 223, cartella 76 citata, documento F.256.

crociatori del viceammiraglio Pridham-Wippell basata al Pireo, che salpò alle 13.00 del giorno 27. 72

Quasi tutti questi ordini operativi emanati da Cunningham nei pomeriggio del 26 marzo 1941, cioè due giorni prima della battaglia e addirittura quando le nostre navi non erano ancora salpate, iniziavano con la sintomatica frase "C'è ragione di sospettare che.forze di superficie nemiche progettino una puntata nell'Egeo, giungendo colà il 28 marzo .. . " . È anche interessante ricordare che uno cli questi ordini operativi inglesi del 26 marzo venne poi osservato dal comandante Brengola del Pola nel quadrato del cacciatorpediniere Jeruis dopo la battaglia di Matapan e il suo salvataggio eia parte cli tale silurante britannica. Quando poi nel dopoguerra Bren.gola tornò dalla prigionia e riferì quello che aveva visto sul Jervis, alcuni lo considerarono un visionario, mentre altri lo ritennero un testimone oculare di presunte "fughe di notizie" colpose o dolose, ma comunque avvenute almeno due giorni prima del fatidico 28 marzo 1941.

Oggi, grazie a documenti originali inglesi, sappiamo finalmente la verità sulle preventive informazioni britanniche in occasione di Matapan, che furono inconfutabilmente basate sulla penetrazione del sistema cifrante meccanizzato della 1\.farina it:aliana. Del resto lo stesso ammiraglio Cunningham, nel suo rapporto cli missione redatto 1 '11 novembre 1941 e pubblicato sul terzo supplemento alla "London Gazette" n. 38031 del lontano 29 luglio 194·7, fece intravedere di aver ricevuto nella circostanza preventive informazioni, senza peraltro precisarne la segretissima fonte. In quella sede infatti il Con,andante in Capo della "Mediterranean Fleet" affermò onestamente che nei giorni precedenti la battaglia egli "si era trovato a dover.fronteggiare un pericolo che sapeva esistente, ma di cui non poteva predire esattaniente la natura" , il che dipingeva realisticamente la propria perdurante inconsapevolezza circa l'ammontare delle forze navali italiane e i dettagliati piani di queste ultime. 73

Dopo che Cunningham aveva diramato il 26 marzo 1941 gli accennati ordini operativi, l'ULTRA Intelligence decrittò il giorno 27 altri due

72. P.R.O., fondo ADìv1 199, cartella 781: Bali/e e>fCape Matapan, 1941, p. 107; fondo ADM 223, cartella 88 citata, p. 326-327 e fondo AIR 23, cartella 6377: A.HQ. Hritisb Air Force,

Greece 1941. Cunningham avrebbe voluto impiegare nell'occasione anche l'incrociatore

Yorl?, che si r.rovava a Suda, ma esso venne messo fuori combattimento eia un ardito attacco di "barchini esplosivi" italiani alle prime ore del 26 marzo. 73. P.R.O., fondo ADM 199, cartella 781 citata: rapporto n. 2161/00213/2 clell'll novembre 1941, p. 47.

radiocifrati di Supermarina diretti sen1pre a Rodi e che riguardavano l'apprezzamento italiano della situazione navale inglese nel Mediterraneo orienlale e le risultanze delle ultime ricognizioni aeree dell'Asse sul Pireo e su Alessandria d'Egitto. 74

Alla ricezione di queste aggiuntive informazioni, l'ammiraglio Cunningham ribadì nella giornata del 27 le sue direllive generali agli organi operativi del Mediterraneo orientale cd attuò la preannunciala sospensione dei convogli "Lustre" , che erano Slati tenuti in vita fino all'ultimo momento per non insospettire il nemico.

Da parte sua l'allertalo Quartier Generale della R.A . .F. in Medio Oriente ordinò al Comando delle forze aeree britanniche in Grecia di impiegare, a propria discrezione, le locali squadriglie contro qualsiasi bersaglio navale entrato nel loro raggio <l'azione. Infine Cunningham, dopo aver avuto cura di ingannare eventuali spie, facendosi vedere in giro per Alessandria in tenuta da golf, salpò segretamente dal porto egiziano alle 19.00 del 27 marzo con le tre corazzate Warspite, Barham e Valiant e nove cacciatorpediniere, che si congiunsero in mare alla portaerei Pormidah!e. 75

Un incidente apparentemente lieve, ma dalle straordinarie conseguenze operative, funestò immediatamente l'uscita in mare della "Mecliterranean Fleet" sotto forma di un assorbimento cli fango da parte dei condensatori della nave ammiraglia V{!arspite, che ridusse la velocità cli Lale coraznta inglese a 20 nodi, aumentata poi a 22. Ciò rallenlò la marcia dell'intero complesso britannico e conseguentemente ritardò dalle 06.30 alle 13.00 del giorno 28 la prevista riunione del grosso cli Cunningham con la 7a divisione incrociatori di Pridham-Wippell a 20 miglia a sud cli Gaudo, impedendo così alla ''!'vlecliterrariean Fleet" di essere presence al preliminare scontro navale che si svolse in quelle acque dalle 08.12 alle 11.18 tra la noslra flotta e la ste~sa 7a divisione inglese, come vedremo tra poco.

Frattanto la 3a divisione degli incrociatori italiani, che costituiva l'avanguardia ciel grosso cl i lachino, era stata avvislata alle 12.20 ciel 27 marzo

74. P.R.O .. fondo ADM 223. cartella 76 citata, documenti F.264 e F.267: dispacci dell'Ammiragliato inglese delle ore 08.46 e 15.10 del 27 marzo 194'1: cartella 88 citata, p. 328-329 e Santoni A: Il vero traditore, cit., p. 86 e 304-305, dove sono riprodotte ta I i u!Ll:riori clecrilln ioni. 75. P.R.O., fondo AIR 23, canclla 6377 citata, messaggio dell'H.Q.R.A.F. del Medio

Oriente n. 282 del 27 marzo 1941 e fondoADM 199, cartella 781 citata, p. 1·11.

da un idrovolante "Sunderland", decollalo eia una base greca in seguito all'allcrtamento determinato dalle accennate informazioni crittografiche. Tuttavia l'intercettazione ciel relativo messaggio di scoperta lanciato dal velivolo britannico fece capire a Supermarina che esso aveva avvislato solo una minima parte delle nostre forze navali, morivo per il quale l'operazione non venne sospesa. Invece alle 21 .. 20 cli quello stesso giorno, avendo la ricognizione aerea dell'Asse riscontrato l'assenza nell'Egeo cli convogli nemici, Homa ordinò a lachino di annullare la previsLa puntata <.leila Pclivisione incrociatori a nord di Creta e di limitarsi ad effettuare la sola scorreria a sud della grande isola con la nona riunita. 76

Alle 06.35 del 28 marzo un ricognitore "Ro.43 .. , catapulLato dalla nave ammiraglia Vittorio Veneto, avvistò nelle acque dell'isolotto di Gauclo. a sud di Creta, !"accennata 7" divisione inglese del viceammiraglio Pridham-\Vippell, salpata dal P.ireo e formata dai 4 incrociatori leggeri Orion, Ajax, J->ertb e C!oucester e eia altrettanti cacciatorpediniere. A questo punto l'accennata e più avanzata 3,1 divisione italiana dell'ammiraglio Sansonetti, composta dagli incrociatori pesanti Trieste, Trento e Bolz ano e eia 3 cacciatorpediniere, si trova va in buona posizione per agganciare le leggere unità britanniche e per sospingerle verso il resto della nostra flotta, che non era stato ancora avvistato dal nemico.

Lo scontro di Gaudo Lra quesLe due aliquote navali avversarie iniziò, come abbiamo anticipato, alle ore 08.12 di quel 28 marzo 19,11 con un inseguimento italiano degli incrociatori inglesi che, docati di artiglierie cli minore gittala e pOLenza Cl 52 mm contro 203 mm), si ritirarono con rotta est. !\Ile 08.55 però l'ammiraglio lachino richiamò indietro la 3"1 divisione, che si stava allontanando troppo verso levante, determinando così l'interruzione ciel combattimento, che ciel resto non aveva registrato alcun colpo a segno. A. quel runto anche gli incrociatori di Pridbam-Wippell invertirono la rotta verso ponente e eia inseguiti divennero inseguitori, non volendo perdere il contatto con le navi di San.sonetci. Co.sì facendo però essi l"inirono per cadere sotto i cannoni della Viflorio Veneto, che in effetti .si rrc.sentò inaspettata ai loro occhi alle 10.55.

La .sorpresa fu grande per Pridham-Wippell, che non sospettava la vicinanza cli navi eia battaglia italiane, fino ad allora non segnalate né

76. la<:hino A.: G'audo e Mct1apa11. cit.. p. 84-85 c:.: Bargoni F. - c;ay F. - Andò E.: Corazzate classe"Vifloriu Veneto", Roma. Bizzarri. 1973, parte IL p. 21 1.

dalla ricognizione né dalle decrittazioni radio. A riprova della loro inconsapevolezza, gli incrociatori inglesi continuarono pericolosamente ad avvicinarsi alla Vittorio Veneto, fino a giungere a distanza utile per lampeggiare verso di essa il segnale di riconoscimento "OBI", supponendo addirittura di avere a che fare con una delle corazzate di Cunningham attese all'alba, ma che erano invece attardate dagli accennati inconvenienti alla Warspite. 77

Sfortunatamente le armi italiane non seppero cogliere l'enorme vantaggio della sorpresa e della schiacciante superiorità materiale realizzatasi a loro favore nelle acque di Gaudo. lnfatti nessuna delle 542 granate da 203 mm sparate complessivamente dai nostri incrociatori e delle 94 granate da 381 mm sparate dalla Vittorio Ven eto anelò a segno sui quattro incrociatori inglesi, che si ritirarono nuovamente verso levante.

Alle 11.18, dopo ventitré minuti cli fuoco pressoché unilaterale, la Vittorio Veneto fu costretta ad interrompere l'inseguimento perché fatta segno ad un attacco di sei aerosiluranti nemici, fortunatamente andato a vuoto. Quindi alle 11.40 Iachino, considerando che la propria flotta era stata ormai avvistata nella sua interezza e constatando la perdurante assenza di convogli inglesi nella zona, decise di porre fine alla sua missione e di rientrare alle basi.

Lungo la rotta di ritorno la flotta italiana venne attaccata senza esito alle 12.05 di quel 28 marzo da tre aerosiluranti decollati da Creta e più efficacemente alle 15.20 da cinque aerosiluranti della portaerei Fonnidable (Lre "Albacore" e due "Swordfish"), accompagnati da Lre bombardieri "13lenheim" cli base in Grecia. In quest'ultima circostanza un siluro colpì la Vittorio Veneto a poppa, costringendo la nave ammiraglia a fermare le macchine per sei minuti e poi a proseguire a velocità ridotta, compresa tra i 16 e i 19 nodi.

78

Nel fraltempo, e precisamente alle 14.25, era giunto nelle mani di Iachino un radiogramma proveniente da Rodi, che comunica·va l'avvistamento dal cielo, alle 12.15, di una portaerei e cli una corazzata inglesi con relativa scorta. a 80 miglia a levante della Vittorio Veneto.

77. Ufficio Storico della Marina Militare: La Mari11a italiana ne/fa seconda guerra mondiale, voi. IV, cit., p. 438. 78. P.R.O., fondo AOM 199, cartella 781 citata, rapporto di missione della portaerei

Formidahle n. 0471/ 19/ A.C.335 del 21 agosro 1941 e lachino A.: G'audo e Matapan, cit., p. l 32-134.

Questo messaggio però purtroppo non specificava che tali navi nemiche erano state anche attaccate dai velivoli scopritori, ciò che avrebbe con ferito una maggiore attendibilità alla notizia.

Successivamente pervennero a lachino altre informazioni, tra cui il risultato cli un importantissimo rilevamento racliogoniometrico, che alle 17.45 poneva un indistinto "Comando complesso" nemico a 75 miglia a sudest della nostra flotta; ina ciononostante il Comandante in capo italiano finì per ritenere piuttosto remoto il pericolo cli un incontro con corazzate britanniche.

Nel tardo pomeriggio intervennero a protezione della nostra flotta sulla rotta cli ritorno dieci aerei eia caccia germanici, senza che Iachino lo notasse e quindi senza che la succèssiva storiografia ne prendesse nota. Comunque sia, ogni scorta aerea divenne impossibile dopo il tramonto e da allora la flotta italiana dovette provvedere con i suoi mezzi alla propria difesa notturna, rinserrando le fila ed assumendo uno schieramento assai compatto su cinque colonne, con al centro la danneggiala Vittorio Veneto.

Contro questa formazione si scatenò, a partire dalle 19.28 di quel 28 marzo, l'ultimo e fatale attacco aerosilurante britannico, condotto da otto velivoli della Formidable e da due "Swordfish" di Creta, che alle 19.50 danneggiarono gravemente l'incrociatore pesante Pola della Ji! divisione, eia quel momento quindi rimasto immobilizzato e distanziato dal re.sto della flotta italiana. Venuto a conoscenza dell'accaduto, l'ammiraglio Iachino ordinò fatalmente alle 20.18 che in soc corso del Pola imrnobilizzato muovessero le restanti unità della medesima 1" divisione dell'ammiraglio Cattaneo, cioè i due incrociatori pesanti Zara e Fiume e i quattro cacciatorpediniere A{j'ieri, Gioberti, Carducci e Oriani. 79

Dopo alcuni messaggi di conferma, scambiati tra Cattaneo e lachino, la P divisione eseguì il suddetto ordine ed invertì la rotta alle 21.06, assumendo una linea di fila con i due incrociatori in testa e i quattro cacciatorpediniere in coda ed avanzando alla velocità cl i 16 nodi, aumentata a 22 nodi per 38 minuti. Purtroppo il "Comando complesso" segnalato dalla nostra radiogoniometria fin dalle 17.45 era rappresen-

79. Santoni A.: La battaglia di Matapan, relazione presentata al Convegno su "L'Italia in guerra: il secondo anno'', orgao .i 7.zaco à Milano dalla Conunissione italiana di

Swria Militare il 25 e 26 ottobre 1991. ALL i pubblicati sul "13ollcttino d'Archivio dell'Ufficio Slorico della Marina militare" del dicembre 1991, p. 143-157.

rato proprio dalla " .Mediterranean Fleet" che, dirigendo verso il luogo del siluramento del Pola, lo raggiunse poco dopo le 22.00, in fatale e forse prevedibile concomitanza con l'arrivo in zona della P divisione cli Cattaneo.

In effetti alle 22.03, al largo di Capo Matapan (promontorio meridionale della penisola eJlenica), la corazzata Valiant iniziò a captare al radar una sagoma indistinta che corrispondeva all'immobile incrociatore italiano e ne elette notizia all'ammiraglio Cunningham alle 22.10. Tuttavia, mentre le tre navi da battaglia britanniche mandavano in punteria le loro artiglierie sul bersaglio localizzato a sinislra, alle 22.25 furono improvvisamente osservate eia bordo della nave ammiraglia Warspite, con i normali binocoli notturni, le sagome delle unità della nostra 1 g divisione in avvicinamento dall'altro lato. 80

I ventiquattro cannoni da 381 mm delle tre corazzate inglesi vennero allora brandeggiati sul nuovo rilevamento e alle 22.28 aprirono il fuoco contro l'ignara formazione di Cattaneo, illuminata dai proiettori del cacciatorpediniere Greyhound. Furono subito colpiti molto gravemente gli incrociatori Zara e Fiume e i cacciatorpediniere A(fìeri e Carducci, che non ebbero nemmeno il tempo di rispondere al fuoco e che vennero poi finiti e affondati dalle siluranti britanniche. Riuscirono invece a fuggire nell'oscurità i due cacciatorpediniere Gioberti e Oriani.

Successivamente il cacciatorpediniere britannico Jervis si affiancò all'immobile Pola, prese prigionieri coloro che ancora si trovavano a bordo e alle 04.03 ciel 29 marzo mandò a fondo con due siluri quest'altro incrociatore italiano. Dopo il sorgere ciel sole molti altri marinai furono salvati in mare da navi inglesi e greche, operazione umanitaria che sfortunatamente dovette essere interrotta in seguito al minaccioso apparire di aerei dell'Asse.

A questo punto l'ammiraglio Cunningham comunicò cavallerescamente all'ammiraglio Riccardi, con un messaggio in chiaro, la posizione in cui si trovavano i restanti naufraghi, suggei"cndo l'invio sul posto cli una nave ospedale veloce. Purtroppo invece era disponibile in quel frangente soltanto la lenta nave ospedale Gradisca, capace cl i 14 nodi, che giunse nelle acque della tragedia il 31 marzo e che poté recuperare, in sei giorni di ricerca, solo 160 uomini delle nostre cinque unità affondate presso Capo Matapan.

80. Cunningham A. R.: L'odissea di un marinaio, cit., p. 180.

ZARA Incrociatore pesante della Regia Marina Italiana

x ... 111 ....

CA!v\TTEIUST!CI-IE

Dislocamento standard: 11.870 tonnellate Dimensioni: lunghezza f. t. 182,8 m. lunghezza fra p.p. 180 m. larghezza 20,6 m. immersione 6,2 m. Apparato motore: 2 gruppi di turbine Parsons; 8 caldaie Thornycroft; 2 assi potenza 95.000 HP \/eloc-//.à: 33 nodi

Sai/a .l-1250

Annamento:

Vlll-203/ 53, }..'Vl-100/47, Vl-40/ 39,

VIII-13,2, 1 catapulta e 2 aerei Protezione: verticale 150-H>O mm. orizzontale 70-20 mm. torri max. 150 mm. torrione 150 mm.

\/(J.rO: 27 aprile 1930 Servizio· 20 otrobre 1931 Perdita: 28 marzo 1941

DATI STORICI

lo Zara costituiva con i/Fiume, 'i/Pola e i/Gorizia la seconda e phì riusci/(,/. classe di incrociatori pesanti italiani. li solo Gorizia non era presente alla tragica nolte del 28 marzo 1941, in cui a Capo Matapan, la I Diuision.e di Incrociatori pesanti venne distrulla. Rispetto alla precedente classe "Trento ", gli "Zara"jiirono leggermente più piccoli e persero un paio di nodi di 1Jelocità, ma, ricevendo una migliore protezione. si dhnostrarono più equilibrati ed ejf'icienti. n,uavia il sellimo ed ultimo incrociatore pesante costruito in Jtalia, il Bolzano, ric<-tlcù piutlosto il progetto dei "Trento ", al solo scopo di completare una Di()isione o·mogenea composta da trr!

unltà.

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