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4°-La tecnica militare fuori d'Italia nei secoli xv11° e xvm0 »

4° - LA TECNICA MILITARE FUORI D'ITALIA NEI SECOLI XVII0 E XVIII0

Con la metà del secolo XVII0 ebbe fine il predominio degli ingegneri militari italiani rispetto a quelli delle altre nazioni. essendochè anche presso le nazioni principali europee erano sorte scuole e tradizioni di fortificazione locale.

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I piccoli stati sparivano in gran parte, e la «chiamata», potrebbè dirsi, di ingegneri costruttori divenne minore. I cui~ tori delle scienze e delle arti si specializzarono, e non si ebbero nel secolo XVI II0 , che come eccezioni i multi formi artisti del 1500, pittori, scultori, architetti, artiglieri e fortificatori nel tempo stesso.

Sorsero gli eserciti permanenti e gli ingegneri militari furono ingaggiati come quelli delle altre armi; vi furono, cioè. l'« Arma>> e gli « Ufficiali del genio» e di ciò si farà argomento di studio nei capitoli seguenti.

Nella teoria scolastica si sogliono raggruppare gli ingegneri esotici del secolo XVI 1° in iscuole, a seconda delle nazioni alle quali appartennero ed ove maggiormente lavorarono. Del resto, la natura del suolo e l'indole delle popolazioni ha influito sugli elementi delle opere in modo che ogni «scuola» ha caratteristiche diverse dalle altre.

Tre sono le scuole che emersero nel secolo xvn°, cioè: la scuola francese , la olandese , la tedesca.

SCUOLA FRANCESE. - Sorse con Enrico IV0 , che istituì il <C Corpo degli ingegneri mili tari >> per suggerimento del Sul I y (fine del secolo XVI 1°) ; poi la scuola si affermò con Errar de Bar le Due che scrisse il primo libro di fortificazione francese (1594); con De Ville (1596-1657); con Pagan (1604-·

1665), il vero creatore della scuola francese. Fu continuata e celebrata dal · Vauban (1633-1707), dal Cormonlaigne (16961752), dalla Scuola di Mézières (1748), dal Montalembert

(1714-1800); dal Carnot (1753-1817); dallo Chasseloup (epoca napoleonica),. ecc .. ScuOLA OLANDESE. - La· fortificazione olandese, caratteri ... stica per le lunghe fronti e per i numerosi fossi acquei, dovuti . alla qualità del suolo, ebbe il suo primo inspiratore nel De Pasino, ferrarese. I principali fortificatori locali furono il Marolois (1627), il Freytag (1630), il Volker (1666) e specialmente il Coehorn (1641-1704).

ScuOLA _ TEDESCA. - Sorse con Alberto Durer (14711528), che visse molto tempo in Italia e portò in Germania le idee italiane; ma, più che attendere a fortificazioni nuove. egli attese a rafforzare le antiche.

Più originale nelle inspirazioni e nei lavori fu lo S peckle (1636-1689), e, dopo lui, il Rimpler (morto nel 1683) ed il Landsberg (1670-1744); più, una vera pleiade di scrittori, che condussero alla fortificazione poligonale contemporanea (1).

Derivarono dalla scuola tedesca i moderni ingegneri mi ... li tari :

Aster, prussiano, che costrul a Coblenza il primo campo trinc~ato (ai campi trincerati fecero accenno il Tartaglia ed il De' Pasino) ;

Scoli o de Scoli e Tunckler. austriaci, che lavorarono molto nelle fortificazioni dell'Italia settentrionale (Verona, Mantova, Legnago, ecc.) assieme ad ufficiali del genio lombardi e veneziani a servizio dell'Austria. come si dirà a suo luogo.

5° - INGEGNERI MILITARI ITALIANI DELL'EPOCA MODERNA

Nella seconda metà del secolo XVII0 e nel secolo XVII1° in Piemonte, specialmente, e nel Napolitano vi fu ancora qualche ingegnere militare di vaglia, ed eccone .i nomi :

(1) BORGATTI. La /orli/i.cazione permanente contemporaneo. (T orino-Cas- · sone, 1898).

Amedeo Castellamonte, figlio di Carlo, pose · mano nel 1673, per ordine di Carlo Emanuele n°, al recinto sud della città di Torino, consistente in grandi bastioni (San Vittorio, S. Carlo, S. Antonio, S. Giovanni, sa. Adelaide e B. Amedeo), rivellini, strada coperta, piazze d'armi rientranti e spalto (1 ) . Verso sud eresse un'opera a corno, che. poi fu demolita e sostituita da una grande opera avanzata, di cui si farà cenno più avanti. Amedeo Castellamonte fu ancora architetJo civile ed eresse a Torino e dintorni nobili fabbrica.ti per la Corte e per privati.

Donato Rossetti, teologo livornese, nominato da Carlo Emanuele no professore di matematica all'Accademia dei Nobili, in Torino, insegnò architettura mili tare e pubblicò · un'opera intitolata: La fortificazione a rovescio, variazione della fronte bastionata, ove il rientrante della controscarpa si trova dinnanzi al saliente del bastione. Del Rossetti fu special~ l'impiego della « tagliata del rivellino», adottata dalla scuola di Mézières verso il 1750.

Polloni e Mallei, nel 1675, dettero sistemi speciali di fronti bastionate, con partic~olari che furono applicati qualche volta nelle opere dai loro seguaci.

Antonio Bertola, di Maggiano, coadiuvò validamente Vittorio Amedeo no all'assetto defìni ti vo difensivo di Torino, costruendo due grandi bastioni fuori di Porta Susa, un'opera a corona _ verso il parco del Valentino (in sostituzione dell'opera ivi eretta dal Castellamonte), ed altre opere minori. Torino, rafforzata in tal guisa ed affidata alle difese del conte Daun e del marchese del Caraglio, potè' sostenere eroicamente l'assedio francese del 1706, diretto dal La F euillade. Nel 1708, poi, Antonio Bertola progettò ed iniziò i grandiosi lavori dèl Forte della Brunetta presso· Susa La costrù-

(1) BoRC:ATTI. Le mura di Torino, op. cit ..

zione del forte durò 80 anni, e comprende due periodi : nel primo fu dir"ettore il Bertola predetto, ed .ebbe a coadiutori il De Weillencourt ed il Guiberi, ingegneri ducali (1 ) ; nel secondo periodo furono occupati : Ignazio Berto/a, figlio adot .. tivo di Antonio, Bernardino Pinta e Nicolis Di Robilant. Ma questi ultimi furono ufficiali· del genio e ci occuperemo di loro nei capi IV0 e VIl0 .

De Weillencourt fu ingegnere ducale poco conosciuto; fra le relazioni serba te nell'archivio di Corte se ne legge però una del 1713, in cui gl'ingegneri Bertola e de Weillencourt, insieme col generale delle artiglierie barone Di Rhebinder, scrivono della· visita fatta alle fortificazioni di Alessandria, Casale, Valenza, Chivasso e Mortara. Si sa inoltre quanta fama aggiunse a cotesto ingegnere il disegn0 e la eccellente esecuzione di due fabbriche alla postierla di entrata della Brunetta, poco dopo la visita fatta con l'altro generale delle artiglierie D'Embser nel 1726, di cui vi è una relazione nella biblioteca del museo del Genio, scritta il 30 ottobre. I vi è accennato al modo di impadronirsi della controscarpa e dello spalto del forte verso l'alta vallat~ della Dora, ma vi è anche una nota del Bertola, del 5 dicembre 1726, in opposizione.

Durante il regno di Carlo Emanuele II0 , oltre ad Ignazio Bertola, al Pint~ ed al Robilant, lasciarono in Piemonte trac.ce notevoli nell'arte della difesa e nella tecnica mili tare :

Felice De Vincenti, colonnello di 11rtiglieria, autore del grandioso arsenale di Torino, che diede nel 1740 il disegno dell'opera a corno, quasi tutta tagliata nella viva roccia, da .. · vanti al Cast~llo di Cagliari. Egli fu pure ingegner~ del porto di Limpia, presso Nizza. ·

(1) Nel 1733 De Weillencourt era tenente colonnello ingegnere e Guibert era luogotenente (V. capo VII0).

Ignazio Birago, ufficiale d'artiglieria, fu ingegnere valente , e coadiuvò il De Vincenti nella costruzione dell'arsenale e di alcune caserme di Torino.

Giulio Cesare Bessone fu preposto nel 1727 alle fortificazioni di Valenza dal Bertola.

Ignazio Andrea Bezzolino o Bozzolino, nipote di Giovanni Andrea ufficiale minatore, del quale si dirà al capo X0 , si segnalò alle ... difese di Cuneo nel 1744. Ignazio era tenente colonnello e direttore della Scuola di artiglieria e fortificazione nel 1779 quando pubblicò l'opera Dell'architettura militare, libro II0 , la quale formò il secondo dei volumi di tutto un Trattato di Jorti/i.cazione, che poi non ebbe compimento. Al 25 marzo .1789 fu nominato Generale degli ingegneri, visse infermiccio altri due anni, e nel 1791 morì. " Fu suo figlio, io penso, quel valoroso capitano Bozzolino, il quale nella guerra del 1792 con una batteria tenne così bene il posto affidatogli per assicurare la ritirata dell'esercito a traverso dei monti de' Bogi, che il Kellermann, facendogli poi mille elogi, volle per patto della resa che il Bozzolino non avrebbe servito contro la repubblica ,,. Così il SALUZZO nella sua Storia militare del Piemonte.

Carlo Andrea Rana, nato nel 1714 in Susa, militò fra gli ingegneri militari, ma con gradi onorifici, non essendovene menzione nei ruoli o almanacchi del tempo. Di certo esso fu tra i più bravi professori nella Scuola d'artiglieria e. fortificazione e fecesi notare pel suo Trofeo d'armi, rappresentante una fortificazione singolare. E credesi sia egli l'autore dell'Architettura militare per le regie scuole d' artiglieria e Jorti/i.cazione, libro IV0 - Della Jorti/i.cazionz irregolare, che è nella biblioteca della uni versi tà torinese con un atlante di 160 tavole. Nè sappiamo (1) come il Papacino d'Antona avesse invece pubblicato il suo libro IV0 suddettQ

(1) SALUZZO, op. cit ..

sulla F orfi/i.cazione irregolare, correndo grande differenza fra l'una e l'altra ; quella del Rana è di vis a in 10 capitoli e 160 lezioni, e l'altra del Papacino in 2 parti con 29 tavole. Questi dice frattanto nella sua prefazione all'Architettura militare pubblicata in Torino nel 1778 : " Il sistema del Signor Carlo Andrea Rana di Susa, professore di questa regia scuola, ideato nel 1758, è di un carattere assai distinto per la novità delle figure, per la varietà delle ottime combinazioni che lo compon-gono e per la gran superiorità di fuoco che il difensore ha sulassalitore, allorchè questo si alloggia nelle fortificazioni ,,. Ma nel libro III0 , ove riporta anche la figura del sistema del Rana, che è una fortificazione quadrata, lo mostra più bizzarro ed ingegnoso che utile davvero.

Dicono alcuni avere il Rana pubblicato nel 1779 un Précis d'un projet pour augmenter et cissurer la défense des places, forse perchè in quell'anno medesimo fu messo a stampa il libro III0 dell'Architettura militare avanti citata. Nella biblioteca del Re a Torino vi è un altro suo manoscritto intitolato : Della fortificazione regolare.

Fedele alla casa di Sa voi a, morì il Rana fuori servizio nel 1804, quasi obliato ; ma rivenne onorato dal nipote Gio; vanni Antonio, di cui si dirà nel capo IV0 parlando del gemo sardo prima del 1860. Di Carlo Rana il museo del gemo possiede plastici interessantissimi coi suoi. sistemi di fortificare terreni piani, montuosi, marittimi, ecc .. De Nicola Marchiotfo o Marciotti, De le Marche o La Maréhia sono altri ingegneri piemontesi od ufficiali ingegneri celebri che lavorarono alle fortificazioni di. Fenestrelle, ove que·st'ultimo moriva nel 1745.

Quasi contemporaneamente, nel Napolitano; vi furo~o gli « ingegneri reali i> retti da un colonnello, prima in Brindisi, poi in Caeta e Napoli, i quali, seguendo le tradizioni dei loro prede-cesson Carsana, De Falco, Attendolo, Ferramolino, Scribà,

ecc., oltre ai lavori di architettura militai·e (come taluni mutamenti nei forti di Aquila e di Civitella del Tronto, ed i restauri ai Castelli ed ai forti di Napoli), diedero mano a svariate opere di architettura civile ed idraulica. Sono da indicare specialmente :

Giuseppe Stendardo, cui, oltre i molti lavori di fortificazione, furono nel 1776 commesse le fornaci del Castel Nuovo e nel 1736 la fabbrica delle armi nelle ferriere di Stilo.

Ignazio Montani, che a capo di alcuni ingegneri fece importanti lavori prirria alle fortificazioni di Brindisi, poi a quelle di Gaeta.

Filippo Marine/li, che nell'ottobre del 1728 visitò tutti i castelli e forti di Napoli, e ne pubblicò una relazione molto interessante.

Generale Francesco Costanzo, che nel 1799, sotto il gene,. raie Girardon, concorse valorosaipente alla difesa del castello S. Elmo contro le bande del cardinal Ruffo ; fu nel 1814 Direttore generale dei ponti e strade, dopo che alla stessa carica in epoche diverse erano stati preposti due altri dottissimi ufficiali del genio. Il Costanzo c~Ilaborò col Prony in parecchie ricerche scientifiche e fu autore di numerose memorie d 'inge-· gneria' raccolte in 8 volumi, che riflettono i disegni di opere di fortifìcaz.ione, ristauri ed ingrandimenti, la difesa generale del regno,· terrestre e marittima, l'apertura di strade, lo sterramentò e la formazione di .porti, le bonifiche di maremme e paludi ..

Generale Pietro Colletta, ufficiale prima d'artiglieria poi del genio, maggiormente noto come storiografo e come uomo politico, che ebbe parfe importantissima nella vita napoletana alla fine del secolo XVIII0 ed al principio del XIX0 (1).

(1) d'AvALA. Napoli n;iilitcre (op. cit.) e Vite dei più celebri capitani e soldati napoletani ecc. (Napoli, 1843). FERRARELLI. Collegio militare di Napoli (nella Rivista Militare Italiana qel 1887). B0s1. Dizionario Militare.

LA T!!:CNICA MILITARE i,·uoRI D'ITALIA NEI SECOLI xvn° E xvm0 105

Paolo Navi, morto colonnello, siracusano; come tenente degli ingegneri militari fece non poche esperienze intorno alle artiglierie; fu professore di matematiche ed autore di un piccolo Trattato di calcolo differenziale. Fu autore principale· delle Fortificazioni moderne di Milazzo.

Si può ancora fare accenno, in questo periodo di tempo,. ai seguenti ingegneri militari italiani, che per vicende di po-litica non fecero servizio con principi italiani : Felice Prosperi, celebre ingegnere lucchese (nato nel 1689), . che fece servizio in lspagna e nel Messico. Lasciò un'opera intitolata Grande difesa, nuovo metodo di fortificazione, rarissima. Nel 1747 era colonnello del genio messicano, il che equivaleva ad « Ingegnere in capo»; poi ritornò in lspagna dove morì ottuagenario. Pietro Morettini, di Cerentino nel Canton Ticino, servì sotto Luigi XIV0 , che lo mandò a restaurare la celebre fortezza di Berg-op-zoom, e fece servizio col Vauban; poi passò a Genova col grado di colonnello ed attese alle fortificazioni di Savona. Pietro Bourchet, generale piemontese al servizio della

Francia, si distinse specialmente nella guerra di Corsica (1758), durante la quale fu fatto generale del genio e poi. nominato governatore del Delfinato. Francesco Macdonald, ·napolitano, ingegnere, che combattècoi Cisalpini, fu capo battaglione del genio, accompagnò in

Austria la famiglia del re Gioacchino e là morì. Antonio Campana, di Portici, ingegnere, geodeta e topo-· grafo, fece servizio con l'Austria, dopo avere appartenuto alle. milizie della repubblica partenopea. Resse per più anni l 'isti--tuto militare geografico di Milano.

Ma ormai siamo in pieno settecento e non è qua~i più pos-· . sibile la distinzione fra ingegneri militari « non militarizzati» equelli « asserviti al servizio militare».

Vi fu però per tutti gli eserciti un periodo di transizione (più o meno lungo) fra due stadii, ben distinti fra loro : 1.0 stadio : ingegneri militari pressochè indipendenti · dagli eserciti,. e poche truppe tecniche. 2.0 stadio : ufficiali e truppe del genio facenti· parte integrante degli eserciti. E appunto di questo periodo transitorio (il settecento) che riesce difficile la classificazione degli ingegneri~ufficiali e degli ufficiali~ingegneri, e di ciò non può non risentirsene anche -questo scritto, riguardante la cronologia storica dell'arma.

CAPO 111°

I PRIMORDI DEL GENIO MILITARE NEGLI ESERCITI EUROPEI

Jo - PRELIMINARI STORICI - GENERALITÀ

Da quanto si è scritto nel capo precedente emerge come negli antichi eserciti si avessero - · all'infuori delle truppe or· dinarie - alcune truppe speciali tecniche incaricate dei lavori e delle operazioni, che al presente disimpegnano le truppe del genio. Esse scomparvero quasi nella loro specializzazione durante il Medio Evo, periodo dell'eroismo personale; e mentre poi nel principio del Rinascimento (secolo XV0) furono impie_gati ovunque numerosi ingegneri militari italiani, le funzioni derivanti dai loro studi e dalle loro azioni venivano esercitate, ·quasi nella totalità, dalle truppe comuni, e più spesso da lavo• ratori borghesi requisiti sui luoghi.

Pur tuttavia si ha menzione, vaga ma persistente, negli Storici e cronisti medioevali, che esistessero e passassero al servizio dei feudatari e dei. liberi comuni, assieme agli inge .. ·gneri, ai capitani ed ai soldati venturosi da lancia, da spada e da arco, anche meccanici ed operai ·detti minatori o talpari i quali, oltre ad essere·minatori, come dice il nome, erano ancora costruttori di macchine ed ~rano specialmente addetti all'attacco ed alla difesa dei luoghi fortifìcati.

Scrisse Ercole Ricotti (1) : " lnfino ai tempi dei comuni italiani l'arte degli assedi era stata una occupazione speciale di uomini, che venivano assoldati a giornata o ad opera. senza che per ciò fossero ordinati militarmente. Da ingegno (engin), macchina, ordegno, provenne il titolo di ingegneri a cotesti provati artefici der disegnare e comporre macchine , oppugnatrici e difensive, scavare le mura, mettere i puntelii. agevolare insomma l'attacco. e la difesa. Genova e Pisa, forse, attese le relazioni loro con l'Oriente, erano salite in molta fama, quella per gli scavatori (talpari) e questa per gli ingeg~eri; e di quivi tali artefici si erano estesi a tutta l'Italia ed Eu-· ropa ... ,, . . Le cronache genovesi ci tramandano il nome dell'architetto militare Guglielmo Embriaco, il quale dir.esse l'assedio di Gerusalemme alla prima crociata, insieme con Guascone -da Bari (2), sotto il comando di Goffredo di Buglione (19 luglio 1099) ; e Filippo-Augusto (1165-1223) ebbe cura di servifsi di mold abili ingegneri fatti venire dall'Italia e dalla Grecia,· ed ebbe, fra le sue truppe, un n9tev0Ie numero di minari.

Questi ingegneri militari (engigneurs) e questi minari furono in Francia posti sotto la dipendenza di un capo o comandante, che al tempo di Luigi IX0 (1226-1270) era anche grandmaftre des arbalétiers (8 ); ed in Piemonte s1 ebbe per questo

(1) ERCOLÉ R1coTT1. La storia delle Compagnie di ventura. (Il Ricotti era ufficiale del corpo del genio sardo nella prima metà secolo x1x0). · ' (2) ALEXANDRE SALUCES, (op. cit.), Qui se ne è detto 'a ~àg. 22. {3) Il grand maìtre des arbalétiers era il primo ufficiale dell'armata francese, dopo i marescialli, e riceveva ordini solo dal connestabile. Dipendevano · da lui il maitre des engin~ o capo delle macchine, detto anche maltre d'artillerie, e gli uomini che facevano funzionare tali macchine, ed ancora le truppe armat~ di arbalètes. Così il punto di contatto fra le macchine difensive e l'artiglieria, come fra gli ingegneri e gli artiglieri, si ebbe nelle macchine da gitto (baliste, catapulte, ecc.) e nei lavori d'assedio e di difesa dei castelli e delle città. (V. CARDONA, op. cit.).

servmo una speciale istituzione, quella degli établies, di cm ii dirà a suo luogo ( v. capo IV0).

L\nvenzione della polvere, verso la fine del secolo XIV0 , col far cambiare le armi, le macchine e le fortificazioni, fece pure cambiare le attribuzioni, i lavori ed il servizio dei tecnici. L'artiglieria poco per volta cambiò le catapulte e le baliste nei cannoni e nei mortai, e gli artiglieri furono anche incaricati di fabbricare gli attrezzi di lavoro e di provvederli, di distribuire e di pagare i Ìavoratori degli assedi, i quali però ·erano diretti dagli ingegneri ; e questi, cessando di avere ingerenza nelia parte meccanica, assun·sero la direzione dei iavori dell~ fortezze e ridussero le loro operazioni di guerra a quelle degli approcci e dei contrapprocci.

I minatori o talpari del Medio Evo divennero minatori nel senso moderno della parola ; e siccome le mine a polvere, nei primi tempi in cui vennero applicate, erano considerate come una specie di artiglieria sotterranea, così i mina.tori appartennero in origine all'artiglieria, e non se ne parlò più come specialità fino al 1673 in Francia, e più tardi negli altri eserciti d'Europa.

E qui verranno esposte le vicende di fondazione e di avviamento all'ordinamento odierno del genio nei principali -eserciti d'Europa.

2° - FRANCIA

I primi ad instituire un Corpo d'ingegneri militari, con nome e funzioni specifiche, furono i Francesi. Sotto Enrico IV0 (1589-1610), specialmente per opera del ministro S~lly, erasi cominciato a concedere il brevetto d'ingegnere militare, (inge-

gneri ordinari del Re) (1) ad alcuni ufficiali di fanteria e caval.w leria, i quali, essendosi dati allo studio della fortificazione, a vessero sostenuto con buon esito una prova davanti al gran maestro d'artiglieria. Gli ora detti ufficiali, in massima, continuavano a servire nel reggimento al quale appartenevano ed erano chiamati a disimpegnare le funzioni d'ingegnere solo nell'attacco e nella· difesa di fortezze, e, talvolta, nella direzione dei lavori di fortifìcazio~e. Ma era difficile trovare ingegneri; e quei giovani volonterosi, spinti da una vocazione generosa, erano poi esposti alla malevolenza dei capi, che, pur non lasciando ad essi alcuna iniziativa, facevano su loro ricadere il peso di eventuali errori commessi e dovevano sopportare i sarcasmi degli ufficiali delle altre armi, che non volevano considerarli come soldati, e che pure erano gelosi della loro scienza e del loro zelo.

Per l'esecuzione dei lavori d'attacco si · ricorreva ai contadini, sistema pericoloso e costoso : pericoloso, perchè questi operai raccogliticci, non trattenuti ·da alcun freno disciplinare, si sbandavano facilmente quando le operazioni si facevano difficili e le trincee arrivavano sotto le piazze a buon tiro delle artiglierie ed anche delle ·fuèilerie ; costoso, perchè i premi d 'ingaggio erano fortissimi, e si doveva dividere, poi, fra i rimasti vivi, l'intera somma promessa per tutti.

Figurano per la prima volta soldati, impiegati nello scavo delle trincee, all'assedio di Amiens nel 1597, per consiglio di Errard Bar le Due, che lo dirigeva.

In seguito ai metodi razionali d'attacco propugnati in Francia dal Vauban, la necessità di un corpo speciale, incaricato dell'esecuzione -·dei lavori di trincea, si imponeva ;. ma si incontrava il malvolere delle superiori gerarchie e la cattiva rispondenza dei gregari, essendochè era difficilissimo

(1) G. B. ZANOTTI. L'arma del Genio e le sue svariale specialità (Rivista militare italiana, 1896).

trovare zappatori, per un pregiudizio diffuso fra le truppe, ·che fosse, cioè, disonorevole darsi a lavori di terra davanti al nemico, e fosse doveroso invece affrontarlo in campo aperto ; e si continuò ancora per molto tempo a ricorrere a numerosi· mercenari raccogliticci.

Così, fra indecisioni continue e continui cambiamenti, fra opposizioni e concessioni, l'instituzione tecnica si mantenne -'-in Francia -irregolare per quasi tutto il secolo XVI0 e fu solo sotto il ministro Louvois, e per progetto del Vauban, che il Corpo degli ingegneri militari francesi fu regolarmente costituito.

Vauban, ufficiale nel reggimento di Condè, aveva otte-nuto nel 1655 il brevetto d'ingegnere ; nel 1674 era appena capitano, grado massimo per un ingegnere militare, benchè fosse già celebre per tutt'Europa, e solo in quell'anno fu fatto brigadiere di fanteria; poi successivamente e rapidamente per-· venne alla suprema carica di Commissario Generale delle fortificazioni, detto ancora Ispettore Generale delle Fortezze, ed in caso di guerra fu il Direttore Superiore degli assedi.

In quanto alle truppe tecniche propriamente dette si. _ deve scendere ancora nella cronologia francese.

Nel 1671 fu instrituitò un reggimento, detto dei Fucilieri. del Re, che nel 1693 prese il nome di Reggimento reale d 'artiglieria ed era così composto : I compagnia cannonieri, 1 compagnia zappatori (per i lavori di terra), 2 compagnie ope-rai (per la riparazione del materiale e la costruzione dei ponti)Ecco dunque ùna · prima compagnia permanente di zappa • . tori <1) ed un accenno a pontièri regolari (2) .

. (1) Scrive il ZANOTTI (op. cit ): " Il primo compito degli zappatori fu la, costruzione, sotto il fuoco nemico, degli spalleggiamenti e delle batterie per· l'artiglieria: l'abilità ed il coraggio da essi addimostrati nell'eseguire similr lavori indussero gli ingegneri militari a farne un corpo a parte e ad impiegarli nell'esecuzione delle zappe nell'attacco delle piazze, donde la· denominazione di <e zappatori »,,.

2 ) Vedrai capo XVI0 •

Nel 1673, per cura di Mesquigny, incaricato dello scavo delle contromine nella cittadella di T ourna y, fu organizzata mHitarmente una compagnia di minatori, alla quale ne furono aggiunte altre due, che per qualche tempo costituirono battaglione autonomo. Però anch'esso, come fu fatto ·per gli zappatori, fu ben presto aggregato all'artiglieria, e soltanto nel caso di impiego (in campagna, oppure all'assedio od alla difesa di una piazza) passa vano tali truppe tecni. che alla dipendenza degli ingegneri militari, che i'mpiegavano ancora contadini all'uopo requisiti dagli intendenti nelle province alle quali appartenevano le piazze forti as. sediate. All'assedio di Mons ( 1691) furono destina ti 60 ingegneri ·militari, con a capo il maresciallo Vauban ; e furono ingaggiati per i lavori di trincea ben 16.500 borghesi. Il fatto che le compagnie zappatori e minatori facevano parte dell'artiglieria, mentre in caso di guerra dovevano es. sere comandate da altri, costituiva · un inconveniente notevolissimo, che però Vauban, con tutta la sua autorità, non riusci . a far cessare, e che ripete~asi anche nei principali stati d'Europa, come vedremo. Nel 1729 le truppe d'artiglieria francese (allora 5 batta. glioni) figuravano ripartite così : cannonieri, bombardieri, zappatori, minatori ed operai; e solo il 2 luglio 1776 veniva creato un corpo indipendente di soldati pionieri, la forza del quale ammonta~a a 2290 uomini (4 battaglioni), compresi 62 ufficiali, quasi tutti ingegneri militari. Questo corpo fu soppresso 3 anni dopo (1779) e si ritornò alla istituzione di truppe speciali solamente durante la guerra che la repubblica sostenne contro l'Europa coalizzata.

Gli ingegneri però furono meglio organizzati durante il secolo XVII 1°, e furono meglio definiti. Nel 1744 erano stati , determinati, con regolamento, il loro servizio e le loro dipen.

-<lenze (1); si recluta vano fra giovani che conoscessero le ma tema·tiche ed il disegno geometrico, e verso l'anno 17 48 Luigi XV0 .istituì la Scuola di Mézières, che fu celebre fra gli istituti militari e che tutti gli Stati invidiavano alla Francia.

Nel 1762 _gli ingegneri militari furono ordinati in un Corpo -di ingegneri del Re, e nel 1776, finalmente, questi ingegneri furono detti ufficiali del genio, divisi in 21 brigate.

Con la Rivoluzione il corpo degli ufficiali _ del genio, composto in gran parte di nobili, si trovò sciolto, essendo gli ufficiali quasi tutti emigrati ed avendo mandato le loro -dimissioni.

Per supplire a tale mancanza, la Convenzione, con decreto :del 21 febbrai~ 1793, chiamò a far parte dell'esercito tutti gli Ingegneri di ponti e strade e ·topogr afì; dimodochè in poco tempo si ebbero disponibili 400 e più ufficiali, che furono sottoposti a due esami e furono poi tenuti nelle armi tecniche quelli che riuscirono idonei, e destinati alle armi di fanteria gli altri ; successivamente si presero giovani ufficiali d~lla Scuola politecnica, instituita il 28 settembre 1794. Poco dopo fu soppressa la scuola del genio di Mézières, ed ancora furono soppresse la scuola di artiglìeria che esisteva a Metz ed una scuola di minatori che da pochi anni funzionava a Verdun, e fu in loro vece istituita una Scuola unica nel 1795 a Metz, la quale fu la fonte degli ufficiali tecnici durante l'Impero. Però pel ·genio si reclutarono ancora ingegn~ri dal politecnico predetto.

La Convenzione nazionale diede all'arma del genio l 'importanza ed i mezzi che le mancavano, istitùendo, con decreto 23 febbraio 1793, gli zappatori' ed i minatori e rendendoli autonomi, come aveva sempre desiderato e proposto Vauban.

(1) Gli ingegneri delle truppe avevano assimilazioni di grado e quelli delle piazze dipendevano, per ogni piazza, da un Ingegnere Capo che corrispondeva . _ .al Direttore delle Fortificazioni odierno.

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Ed essi acquistarono ben presto quella fama di audacia e di intelligenza, che si richiedono nel servizio di quest'arma ; ed i loro comandanti ed ufficiali ebbero occasione di lasciare il loro nome in quasi tutte le fortezze d'Europa, così come a ve,.. vano fatto gli ingegneri italiani della Rinascenza.

Furono dapprima organizzati in compagnie, poi in batta .. glioni ; e vi furono 12 battaglioni di zappatori (ridotti succes ... sivamente a 6) di 8 compagnie ciascuno e di 200 uomini per· ogni compagnia, e 6 compagnie di mina tori.

Vestivano ancora la divisa degli artiglieri, dai quali erano distinti per mezzo di mostreggiature gialle, e solo nel 1801 ebbero da Napoleone 1° una divisa speciale.

L'ordinamento del servizio del genio in campagna fUr concretato per la prima volta nel I 799 dal generale Chasse-· loup, il quale, basandosi sull'esperienza acquistata durante la guerra d'Italia del 1796-97 (egli era comandante del genio, dell'armata d'Italia col Bonaparte), contribuì molto con la, sua autorità ad assicurare alla nuova arma l'importanza che:, deve avere nell'esercito.

Con l'estendersi del dominio francese in Europa vennero·· modifìcati gli ordinamenti militari ed alcuni riparti esteri furono· assorbiti dall'esercito francese; così nel 1798 il Corpo del genio, piemontese s'aggregò al francese ; nel 1799 fu sciolto, e nel: 1800 fu riordinato. Ed il nostro museo possiede moltissimi disegni con fìrma di ufficiali fra.ncesi e di ufficiali piemontesi, passati al servizio della Francia, e controfìrmati dallo Chasseloup, predetto.

Intanto si era costituito (con centro in Lombardia) un Esercito cisalpino, che poi divenne Esercito italico, mo ... della to su quello di Francia ; ed ebbe fìn · dal principio uno stato maggiore del genio, con riparti di truppa. Tutti questi nuclei combatterono a fianco dell'esercito francese e· durante le guerre napoleoniche ne divisero le sorti, conser.-. vando però una fì.sonomia propria, e se ne farà cenno nel ca-

pitolo riguardante il Genio militare negli eserciti italiani prima del 1860 (capo V0).

Cogli zappatori, finalmente ben individuati e distinti dalle altre specialità, il genio francese acquistò gli utensili ed i mezzi necessari per il loro trasporto, ed i parchi ebbero una regolare organizzazione. Essi poi furono ampliati assai nel l 8 l 1 per provvedere alle esigenze della guerra di Spagna, diventata guerra d'assedio; ed in quella occasione si stabilirono due arsenali per la costruzione· degli utensili, uno a Metz e l'altro ad Alessandria.

Cresciuti i mezzi d'azione, s 'accrebbe la sfera delle a ttribuzioni del genio, il quale fu incaricato, così come al pre·sente, di tutti i lavori occorrenti in una armata attiva; cioè; delle fortificazioni passeggiere, dell'attacco e difesa delle posizioni, dell'apertura e riattamento delle strade, della costruzione dei piccoli ponti, dei magazzini, dei forni da campagna, ecc ..

Lo Chasseloup voleva affidare al genio, oltre al serv1z10 dei minatori e degli zappatori, anche quello dei ponti d'equipaggio. In proposito egli osservava che per l'artiglieria il servizio dei ponti era cosa molto secondaria e che, non avendo essa mai avuto in passato sufficiente numero di cavalli per i · pezzi e sopratutto per i parchi, era costretta a trascurare gli equipaggi da ponte, lasciandoli spesso inutilizzabili. Quasi · tutti i ponti' militari gittati sul Reno, sulla Mosella e sulla Mosa dalle armate operanti furono infatti opera del genio. Ed anche presso l'armata d'Italia, dove ·a comandante in capo (Bonaparte) non aveva rispar~iato cura e spese per ottenere un buon equipaggio da ponte, passarono 8 mesi prima che ve n~ fosse uno ; ed il genio, quantunque mancante di mezzi appositi, dovette costruire un terzo dei ponti alÌora gittati con materiali di requisizione e fu spesso obbligato a dare all'equipaggio da ponte dell'artiglieria tutti i suoi operai. Per: questo stato di cose avveniva che nelle divisioni,

quando v'era bisogno di un ponte, anzichè ricorrere all'equi· paggio d'armata, si preferiva rivolgersi all'ufficiale del genio, il quale doveva spesso fare miracoli.

Fu anche proposto al comandante in capo di passare l 'e· quipaggio da ponte al genio; ma questi, benchè non se ne dimo• strasse alien~, fece osservare che occorreva, prima di tutto, dare al genio un apposito treno, e la proposta non 'ebbe seguito (1).

La prima volta che il genio assunse un grande .sviluppo nell'esercito campale fu in occasione della campagna4 napo~ leonica del 1805.

L'ordinamento del genio presso la grande armata era il seguente : ·

Uno stato maggiore generale del genio, costituito da : 1 generale, comandante del genio d'armata, 3 aiutanti di campo, 1 colonne.Ilo capo dello stato maggiore generale del genio, 1 maggiore sotto capo di stato maggiore, 6 capitani addetti. ·

Al comando dell'armata era assegnata una compagnia zappatori. E vi era anche un grande parco del genio delFar• mata, oltre all'equipaggio (servito da pontieri dell'artiglieria).

Presso ogni corpo d'armata vi erano di solito: 1 generale o colonnello, comandante del genio, 1 c~po di stato maggiore, 2 o 3 capitani.

Ad ogni corpo d'armata era di massima assegnata m:ia compagnia del genio; però il corpo d'armata d'avanguardia aveva 4 compagnie zappatori, ed altri 3 corpi d'armata ne ebbero 2.

(1) Prendo questa e le successive note sull'esercito francese dallo studio del CARDONA: L'arma del Genio nella prima metà del secolo XIX~ . op. cit. (Rivista d'art. e genio, ottobre 1913).

Alcuni corpi d'armata avevano anche 1 o 2 compagme minatori. Inoltre, una divisione di cavalleria ebbe 1 compagnia zappatori e due altre divisioni di cavalleria ebbero mezza com..pagnia zappatori ciascuna. In totale vi furono 26 compagnie del genio mobilitate. Le truppe del genio non erano però sempre rappresentate nelle divisioni di fanteria, benchè ogni comandante di di visione avesse 2 Jffìciali inferiori pel servizio del genio. · In tale organizzazione si nota il criterio di non distri. buire le truppe del Renio uniformemente fra le grandi unità, ma di proporzionarle alla diversa importanza ed agli obbiettivi delle unità stesse. Si nota pure che il corpo d'armata aveva molta maggior ricchezza di mezzi del genio che non la divisione. Questa organizzazione che, salvo leggieri accrescimenti, durò parecchi anni, si deve al generale Marescot, che fu il primo Ispettore generai~ del genio (carica creata nel 1800) e fu imitata dalle altre nazioni, specialmente dal Piemonte per la campagna del 1859. Fu pure il Marescot che costituì i primi . treni del genio ; e · cioè prima un treno dei minatori, costituito da un carro per ogni compagnia, e poi un treno degli zappatori del genio. Napoleçne volle inoltre che, in genere, ogni corpo d'armata avesse al seguito un parco di 1500 utensili da zappatori, e che ogni divisione ne avesse uno da 400 a 500. Per il loro trasporto si assegnarono 2 ca~soni ad ogni corpo ,d 'armata ed 1 cassone ad ogni divisione. Presso ogni corpo d'armata si costituì pure una dotazione di due barche pel quartier generale e .due per ogni divisione, coi relativi carri e materiale da ponte. Così il genio poteva concorn~re con l'artiglieria alla costruzione di ponti con materiale predisposto o requisito e, nel caso del passaggio di corsi . d'acqua ristretti, poteva agire indipendentemente dai pontieri. Nel 1806 furono istituiti gli zappatori di fanteria.

Durante la campagna del 1809 si accrebbero le truppe del genio e si aumentarono i mezzi a sua disposizione.

In quella campagna il genio francese si distinse special: mente nella Co$truzione di ponti solidissimi. Napoleone ebbe a lodarli come la più bella opera di campagna che sia stata mai fatta, aggiungendo : " Il n'existe plus de Danube pour l'armée française; le général Bertrand à fait executer des travaux qui excitent l'étonnement et' inspirent J'admiration ,,.I

Nel 1812, anno in cui Napoleone aveva sotto le armi più di un milione di uomini, le truppe del genio comprendevémo : 2 battaglioni minatori di 5 o 6 compagnie, I battaglione zappatori della guardia, 5 battaglioni zappatori francesi di 9 compagnie, 2 battagljoni pionieri spagnuoli di 4 compagnie, I battaglione zappatori di Valcheron, 1 batta,glione zappatori dell'isola d'Elba, 1 battaglione treno del genio, 1 compagnia operai ..

In quell'anno l'organizzazione dei parchi era quasi perfetta. Durante la campagna di Russia si era però lamentata molto l'eccessiva pesantezza dei cassoni assegna ti alle compagnie del genio, poichè tali carri non potevano quasi mai seguire la compagnia e gli zappatori perdevano un tempo prezioso per aspettare l'arrivo degli strumenti.

Non di meno in quella disgraziata campagna il genio si· coprì di gloria. Alla Beresina, il 26 nov~mbre, uno dei due· ponti fu costruito dal g~nio e l'altro dai pontieri dell'artiglieria; ed in quella occasione gli zappatori, come i pontieri, diedero ·prova di grande ?,bnegazione, che restò purtr.oppo quasi igno; . rata. Essi si gettarono nudi nelle fredde acque della Beresina e vi lavorarono per 6 o 7 ore continue, benchè senza ristoro; e la notte seguente non ebbero per giaciglio che un campo . · coperto di neve ! Quasi tutti soccombettero pochi giorni dopo, col sopraggiungere dei forti geli !

Nel 1813 era comandante in capo del genio il generale Rogniat. Egli, per rimediare all'inconveniente dell'eventuale ritardo dei carri d'attrezzi, ordinò che ogni zappatore portasse -seco un attrezzo (da sperimentarsi) e che ogni compagnia del genio, oltre al carro d'attrezzi (che fu alleggerito), avesse anche · . due quadrupedi da soma carichi di strumenti.

Nel 1814, sotto la Restaurazione, gli zappa tori e mina tori furono riuniti per la prima volta in reggimenti.

Nel 18 I 5 vi eràno 3 reggimenti zappatori-minatori (di 2 battaglioni su· 6 compagnie, c:li cui 5 di zappatori ed 1 di minatori), 1 compagnia operai ed 1 squadrone del treno.

In quello stesso anno l'attrezzamento portatile diventò regolamentare, poichè si riconobbe finalmente che uno zappatore, per essere tale, deve avere sempre seco il proprio utensile.

Sempre nel 181-5 fu soppressa la carica di Primo Ispettore . generale del genio ; ma nel 1822 essa venne ristabilita col titolo di Ispettore generale del servizio centrale del genio, ed il generale Rogniat, predetto, ne fu il primo titolare. Nel 1830 però tale carica fu di nuovo soppressa . . Nel 1831 il corpo del genio francese si componeva di uno stat<? maggiore numerosissimo e di 3 reggimenti zappatori e minatori. Ciascuno di essi comprendeva : I stato maggiore, 14 compagnie zappatori di due battaglioni, 2 compagnie minatori pure di due battaglioni, 1 compagnia trene, 1 deposito. T ale ordinamento durò in massima fino al 1870.

Si sono riportati con estensione questi particolari di or. dinamen to del genio nell'esercito francese, perchè esso co-

stituì quasi la norma per l'ordinamento del corpo presso tutti gli stati i tali ani, ed anche presso altre nazioni europee. ' . Il genio napolitano (come si dirà a suo luogo) mandava i suoi uffici ali a perfezionarsi nelle scuole di Francia ; il Pie-monte imitava la vicina nazione, e, subito dopo la presa di Roma nel 1849, mandò a Roma una commissione composta del maggiore Rocci e del ten. Martin Franklin a studiare l'organizzazione delle truppe del genio, che avevano preso parte 1 ali' assedio della città eterna, ed esiste nell'archivio del Museo una interessante relazione al riguardo, di cui si farà cenno al capo IV0 (Il genio militare nell'esercito sardo prima de[ 1860) e nel capo V0 (Difesa di Roma nel 1849).

3° - AusTRIA - PRUSSIA - SPAGNA - I NGHILTERRA - Russ1A

In Austria, fin dal periodo della guerra dei trent'anni (1618-1648), esistevano ingeg.neri militari e minatori assoldati ed addetti all'artiglieria. Carlo VI0 nel 1717 costituì truppe speciali del genio ed istituì un 'Accademia del genio a Vienna, per a vere ufficiali tecnici ; ma essi erano ne-gletti e poco considerati, e Gribeauval - il celebre artigliere francese, che· dal 1757 al 1762 fu al servizio dell'Austria, col grado di generale comandante dell'artiglieria, del genio e dei· minatori - scrisse : "Lo scontento degli ufficiali del genio dipende dall'avvilimento in cui si è lasciato cadere il loro corpo ; essi sono a disposizione di tutti e trattati duramente. Qualche generale non Ii comanda che colle minacce ... .,.

Nel 1758 fu costituito in Austria un corpo di guastatori-pionieri, i quali servivano ad aprire la marcia alle truppe,. a stabilire comunicazioni, a far strade ed a gittare piccoli ponti, e dipendevano dallo stato maggiore; nel 1760 fu co-·

stituito il corpo zappatori (distinto dal precedente) alla dipen# · denza degli ingegneri ; e finalmente nel 1772 i minatori furono staccati dall'artiglieria e·passati al corpo ingegneri e zappatori.

Fu nel secolo XIX0 che si pensò ad orientare il corpo degli ingegneri verso fini essenzialmente militari, cioè ai lavori di campagna, ed a quelli per l'attacco e la difesa delle fortezze.

Un regolamento del 1829 prescrive pertanto che, in guerra, spettano al genio : a) i lavori per la difesa e l'attacco delle fortezze ; b) la costruzione di opere fortifìcatorie improvvisate · ed il rafforzamento di posizioni ; e) la distruzione di strade e di ponti; d) tutte le altre c~struzioni da campagna che possano · occorrere per le operazioni.

In camp_agna, il servizio del genio doveva essere disimpegnato, presso ogni armata, da una Direzione del genio di campagna, composta di : · a) un direttore del genio di campagna (generale o colonnello); b) ufficiali del corpo degli ingegneri ; e) un distaccamento minatori, provvisto di strumenti. e materiali di mina ; d) un distaccamento zappatori provvisto di quegli strumenti e materiali, che .non fossero trasportati nel parco · d'artiglieria, o che non si potessero requisire nel paese.

Gli ufficiali i~gegneri dovevano essere col quartiere generale dell'armata, sai vo quelli distac~a ti presso i corpi d 'ar# mata, che _ dipendevano dai comandanti di questi.

Il direttore generale del genio era di solito un maresciallo . di campo o un altro generale di grado molto elevato, di gran# pe talento é molta' pratica.

Gli ~ffìciali del corpo degli ingegneri erano, in tempo di pace, .addestrnti anche nel servizio e nelle manovre tat#

ti che, allo scopo di ottenere il necessario coordinamento dell'opera del genio con quella delle aitre armi.

La maggior parte degli ufficiali proveniva dalla imperiale regia aGcademia degli ingegneri di. Vienna.

Un regolamento dell'anno 1835 comincia con queste parole: "Lo scopo principale di questo istituto è di formare abili ufficiali per l' I. R. corpo del genio, completandosi (il .corpo) con questo mezzo ... ,,

.,. e più avanti " La superiore direzione dell'istituto ~petta 1 al direttore generale del genio, attalmente S. A I. il Serenissimo _ Arciduca Giovanni ,,.

Quello che più interessa va del genio austriaco era tutto ciò che deriva va dal suo dominio in I tali a, e precisamente nel Lombardo-Veneto ; essendochè sull' esercì to austriaco si foggiarono gli eserciti dei piccoli stati, il Parmense e l' Estense; che dall'Austria avevano protezione e sostegno, e le influenze scesero fino in Toscana e negli Sta ti della Chiesa.

Possediamo nell'archivio del museo disegni numerosi ·di fortificazioni di città dell' Emilia, delle Marche e della Tos-cana con firma di ufficiali austriaci.

In Prussia, nel 1688, fu costituita una compagnia di minatori, ma non ebbe regolare organizzazione ; nel 1729 Federico Guglielmo I0 formò un corpo di ingegneri mili tari, ai quali furono date poi anche le funzioni di ufficiali di stato mag-· giore; ma tali istituzioni presto decaddero, ed al tempo delle guerre di Federico II0 l'artiglieria ed il genio erano tenuti in poco conto, anche perchè gli ufficiali, in parte mercenari, as:... sai spesso non davano buoni esempi con la loro condotta. Nel I 742 fu istituito un reggimento di pionieri da fortezza (10 -compagnie), che ebbe anche 2 compagnie di minatori e di pontieri ; però nel 1774 tali truppe passarono aggregate alJ' artiglieria, e ritornarono autonome solamente nel I 809, nel

quale anno passarono alla diretta dipendenza degli ufficiali del genio.

Intanto, nel 1775, era stata istituita a Berlino una Scuola degli ingegneri, che nel 1788 fu portata a Potsdam (Accademia degli ingegneri militari), ove ancora sussiste.

Nel 1812 ai pionieri da fortezza si aggiunsero 3 compagnie di pionieri da campagna, e nel 1815 le compagnie pionieri furono porta te a 21. Per ogni corpo d'armata vi erano in guerra: un comando degli ingegneri e pionieri e da 1 a 3 compagnie di pionieri.

Nel 1816 i pionieri furono riordinati su tre brigate (di 9 compagnie ciascuna) ed ogni brigata fu posta alla dipendenza di un ispettore.

Ma l'addestramento dei pionieri era difettoso, poichè, nel lungo periodo di pace che seguì le guerre contro Napoleone, -essi lavoravano a pagam~nto e venivano generalmente impiegati come operai dell'amministrazione militare, in lavori di minuto mantenimento degli edifici militari, nello spianamento di piazze d'armi, nella costruzione di pozzi, latrine, cucine, ecc., ed era perciò trascurato il vero servizio tattico-tecnico di guerra. Inoltre, fra gli ufficiali ingegneri e gli ufficiali pionieri vi fu per lunghi anni un forte dualismo, perchè questi ultimi sdegnavano la tecnica, mentre i primi non davano importanza ai compiti militari. Devesi anche notare che i pionieri non intervenivano alle manovre, ma sostituivano le altre armi nei servizi di guarnigione; e soltanto verso la metà del secolo · XIX0 si cominciò a pensare ad un serio /addestramento di guerra dei pionieri.

In lspagna, la creazione del corpo ingegneri rimonta al · 1711, e· l'organizzazione di esso presentò, fino verso la metà dd 1800, una grande analogia con quella del genio mili tare

francese ; cioè, si ebbero dapprima riparti di minatori e di. zappatori, e poi riparti misti di zappatori-minatori, ai quali nel 1815 vennero aggiunte alcune compagnie di pontieri.

In Inghilterra, le prime unità di truppe tecniche non fu... rono istituite che nel 1786; erano 2 compagnie di operai mili~ tari, che 3 anni più tardi furono portate a 6 compagnie, ed erano incaricate dei lavori di fortificazione campale e di quelli di assedio, non che q.el ~ervizio dei ponti. Nel 1813 queste truppe assumevano la denominazione di zappatori-militari reali.

In Russia, gli ingegneri militari rimasero alla dipendenza · dell'artiglieria sino al 1731, al pari di una compagnia minatori, stata creata sul principio del 1700. Nei primi anni, poi, del secolo XI X0 Alessandro I~ creò i battaglioni zappatori, nei quali vennero fusi i minatori ; più tardi ancora vennero istituiti i battaglioni di pontieri.

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